CENACOLO DEI COGITANTI |
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In
missione dalla Cina per i saldi immobiliari americani di Luca Vinciguerra (Il
Sole 24 Ore 21-2-2009)
SHANGHAI
– L'appuntamento è per martedì mattina all'aeroporto di Pechino. Un volo della
United Airlines li porterà a Los Angeles a caccia di mattoni a buon mercato.
«Non è la prima volta che vado negli Stati Uniti a cercar casa. Ma sento che
questa è la volta buona per fare un affare», dice Yin Guohua.
Quarant'anni suonati, avvocato, titolare di uno studio legale a Pechino, Yin è
uno dei quaranta ricchi cinesi partecipanti a una trasferta negli Stati Uniti
organizzata da SouFun Holdings (è la principale agenzia immobiliare cinese su
internet) per i propri clienti che vogliono sfruttare la grande crisi per
comprar casa a prezzi stracciati dall'altra parte del Pacifico. L'iniziativa,
lanciata lo scorso novembre mentre il mercato immobiliare statunitense colava a
picco, ha riscosso un successo inaspettato dagli stessi organizzatori: sul
website di SouFun, infatti, sono arrivate oltre 400 richieste di adesione al
viaggio americano.
Ma a partire saranno solo una quarantina. «Io mi fermerò a Los Angeles, perché
è lì che cerco casa. Ho un budget di 500mila dollari. Fino a qualche tempo fa
era troppo basso, ma oggi dovrebbe essere sufficiente a trovare qualcosa di
carino», dice Yin. Gli altri proseguiranno per New York, Boston, San Francisco
e Las Vegas.
C'è chi compra per investire i propri quattrini, ma c'è anche chi acquista per
uso personale. Circa un terzo dei ricconi cinesi in partenza per gli States,
spiegano alla SouFun, sono alla ricerca di una casa o di un appartamento dove
alloggiare i propri figli durante gli studi. Per questo motivo, le unità
immobiliari vicine ai college e alle università sono particolarmente gettonate.
Anche l'avvocato Yin, sebbene oggi suo figlio abbia solo 5 anni, cerca casa in
America pensando al futuro del suo rampollo. «Forse un giorno vorrà studiare
negli Stati Uniti. Intanto, la casa la userò io, visto che il mio lavoro mi
porta spesso a Los Angeles».
La voglia di chiudere un buon affare oltre Oceano è tale, che ai quaranta
ricconi la prospettiva di una forte svalutazione del dollaro non fa alcuna
paura. «Un investimento incorpora sempre un rischio dice l'avvocato pechinese.
Comunque sia, i prezzi degli immobili nelle grandi città americane hanno
raggiunto un livello bassissimo. Questo è il momento giusto per comprare».
Non gli fa paura neppure la tassazione americana sugli immobili. E nemmeno le
regole valutarie cinesi: in base alla legge, un privato cittadino del Dragone
non può esportare fuori dal paese più di 50mila dollari l'anno. L'avvocato Yin
e gli altri super-ricchi a caccia di mattoni americani troveranno laggiù
qualcuno disposto a siglare un rogito nel 2019
Report "Globalizzazione" 21-2-2009
Hillary in Cina, vertice
sull'economia Si conclude la missione in Oriente
( da "Corriere
delle Alpi" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Hillary in Cina, vertice sull'economia Si conclude la missione in Oriente DAL CORRISPONDENTE Andrea Visconti NEW YORK. Hillary Clinton è arrivata in Cina, ultima tappa della sua prima missione estera in veste di segretario di Stato Usa. La massima figura diplomatica americana giunge a Pechino dopo essere passata per il Giappone,
Energia/ Paganetto: Italia segua esempio Usa su nuove
( da "Virgilio
Notizie" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: sperimentazione italiana anche in Cina, India ed in alcuni Paesi del Mediterraneo che hanno richiesto il know how tricolore per installare una nuova generazione di impianti energetici. "Siamo leader nel fotovoltaico grazie alle ricerche sul solare termodinamico che ci viene richiesto da molti paesi", ha aggiunto Paganetto che pensa ad una collaborazione con Washington per esportare l'
Hillary Clinton a Pechino: prima la crisi, poi i diritti
umani ( da "Giornale di Brescia"
del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: ha sostenuto che la Cina emergente non deve essere considerata un avversario. «Al contrario noi pensiamo che Usa e Cina possano contribuire gli uni al successo dell'altra e trarne beneficio». Oggi Clinton incontrerà i responsabili della politica estera di Pechino, il premier Wen Jiabao e il presidente Hu Jintao.
contro la crisi arriva il modello silicon valley
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: presidente di Unindustria Pordenone Maurizio Cini -, ma venendo da noi gli americani ci hanno già dato una prima lezione, visto che una volta per lavorarci insieme dovevamo andare fisicamente sino alla Silicon valley: ora tutto sta cambiando». «D'altronde le imprese Usa - ha specificato il presidente del Polo tecnologico Michelangelo Agrusti, insieme al neodirettore Franco Scolari -
Geopolitica in classe
( da "Arena,
L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Si parlerà di globalizzazione, povertà nel mondo, migrazioni, unilateralismo americano, fondamentalismo islamico, Comunità Europea, approfondimento su questione palestinese, Caucaso, Iran e di tutti quegli aspetti che potranno anche emergere dagli interventi degli studenti.
l'infettivologo icardi "tutto sotto controllo"
( da "Repubblica,
La" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Tutto sotto controllo" La sfida della globalizzazione, per la tutela della salute? «Noi parliamo di villaggio globale da più di 20 anni. Esiste un network mondiale dove arrivano tutte le segnalazioni di malattie infettive che potrebbero rappresentare una minaccia per la salute. E´ tutto sotto controllo», dice il professor Giancarlo Icardi,
"magraid" tra le eccellenze del fvg
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Globalizzazione e turismo", proprio per la sua valenza non soltanto sportiva, ma pure promozionale di un territorio naturalisticamente unico e di interesse comunitario come i Magredi. Hanno sottolineato la doppia portata della gara podistica organizzata dal Triathlon Team di Cordenons sia il governatore Renzo Tondo sia il vicepresidente della Regione,
cina, amnesty contro hillary "delude sui diritti
umani" e bill in tv incalza obama
( da "Repubblica,
La" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina, Amnesty contro Hillary "Delude sui diritti umani" E Bill in tv incalza Obama SEUL - Il braccio di ferro sui diritti umani non deve fermare i progressi che Cina e Stati Uniti possono fare insieme per uscire dalla crisi economica. Prima del suo arrivo a Pechino, Hillary Clinton ha "scavalcato" la questione che rende più profondo il divario tra i due Paesi e ha posto come priorità
Per un trilione di dollari in più
( da "Borsa
e Finanza" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Che ruolo può giocare la Cina in questo scenario di crisi globale? La Cina non può più pensare di vivere soprattutto di export. Basti dire che la voce esportazioni è arrivata a pesare il 39,8% del Pil domestico. È necessaro che sostenga i consumi. Tra l'altro può farlo perché ha davvero i conti in ordine.
La questione degli asset tossici va affrontata una volta
per tutte. Soprattutto in quei Paesi, ...
( da "Borsa
e Finanza" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Che ruolo può giocare la Cina in questo scenario di crisi globale? La Cina non può più pensare di vivere soprattutto di export. Basti dire che la voce esportazioni è arrivata a pesare il 39,8% del Pil domestico. È necessaro che sostenga i consumi. Tra l'altro può farlo perché ha davvero i conti in ordine.
Meno male che c'è la Cina Il New Deal si è già levato
( da "Borsa
e Finanza" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: ma anche fasciarsi la testa: le terapie adottate dagli Usa, dal Regno Unito e, in minor misura, dall'Europa, prima o poi produrranno gli effetti sperati. Qualcuno, intanto, si è già mosso: il Celeste Impero, la Cina. Non è molto, ma è di buon augurio. A che punto è arrivata la crisi? Il punto di svolta, mister Dingwall-Smith, è vicino?
Miniere, il risiko parla cinese
( da "Borsa
e Finanza" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Accade in Cina, dove il governo è deciso a conquistare nuove quote di mercato nel comparto minerario visti anche i pesanti ribassi delle quotazioni. Chinalco, colosso mondiale dell'alluminio, ha raddoppiato la quota nel gruppo anglo-australiano Rio Tinto con un esborso complessivo di 19,5 miliardi di dollari.
Hillary Clinton: obbligatoria la collaborazione tra Cina e
Usa ( da "Rai News 24"
del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: 21 febbraio 2009 Hillary Clinton: obbligatoria la collaborazione tra Cina e Usa Hillary Clinton La collaborazione tra Usa e Cina nel combattere la crisi economica e i cambiamenti del clima e' "obbligatoria": lo ha detto il segretario di Stato americano Hillary Clinton incontrando oggi a Pechino il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi.
Il segretario di Stato Usa
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il segretario di Stato Usa --> Sabato 21 Febbraio 2009 SOCIETA, pagina 13 e-mail print La crisi economica internazionale è al centro della visita del segretario di Stato americano, Hillary Clinton, arrivata ieri in Cina (foto LaPresse), ultima tappa del viaggio che l'ha portata in Giappone, Indonesia e in Corea del Sud.
Si ricominci dalle scelte europee
( da "Riformista,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: apertura o nella chiusura alla globalizzazione, sta nella risposta che si dà alla globalizzazione». Lo dice un leader democratico e riformista che ha governato per 15 anni un grande Paese, democratico per davvero: Tony Blair. La sinistra, quella che abbiamo conosciuto in Italia, è morta da un pezzo nella società italiana, gli unici a non accorgersene ancora sono gli ex Pci-
In missione dalla Cina per i saldi immobiliari americani
( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: missione dalla Cina per i saldi immobiliari americani di Luca Vinciguerra I l volo United Airlines partirà martedì mattina. Da Pechino a Los Angeles a caccia di mattoni a buon mercato. «Non è la prima volta che vado negli Usa a cercar casa. Ma sento che questa è la volta buona per fare un affare» dice Yin Guohua- affermato avvocato di Pechino uno dei quaranta ricchi cinesi che con l'
L'acciaio Usa chiede barriere
( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina e Russia, le cui aziende sono fra i principali esportatori di acciaio in America. La concomitanza di un forte rallentamento dell'industria dell'auto, uno dei principali acquirenti di acciaio all'estero con la clausola Buy American, crea ovviamente molte difficoltà per le aziende straniere che avrebbero venduto sottocosto per difendere quanto meno la loro quota del mercato da
Le differenze sui diritti umani non devono fermare il
dialogo ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il ministro Usa rilancia la cooperazione «Le differenze sui diritti umani non devono fermare il dialogo» Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente La questione dei diritti umani non può compromettere il dialogo tra Cina e Stati Uniti. Appena sbarcata a Pechino, quarta e ultima tappa della sua prima missione in Asia,
Cambi in cerca di disciplina
( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: attuale crisi mondiale vengono da più parti attribuite alla globalizzazione. Credo invece che la crisi, prima finanziaria e poi economica, sia determinata da una serie di concause di diversa natura, ma tutte, in prima battuta, di ordine finanziario, e che nella globalizzazione trovi soltanto l'humus in cui vengono moltiplicati i suoi effetti negativi.
Protezionismo, la risposta è la crescita
( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: gli Usa devono consumare meno, la Cina deve invece consumare un po' di più e l'Europa deve investire maggiormente di quanto abbia fatto finora. Sul piano generale è chiaro che bisogna puntare su un miglior equilibrio tra le diverse attività e che dunque le economie dovranno basarsi di più sulla produzione e di meno sulla finanza.
IERI due noti economisti italiani di impostazione piuttosto
liberista in un articolo ... ( da "Messaggero, Il"
del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: dagli USA alla Cina, dall'Europa al Sud America. L'Ufficio Studi di Confindustria alcuni giorni fa ha rivisto notevolmente al ribasso le proprie previsioni sul PIL italiano portandole a -2,5% per il 2009. Ne è scaturita una polemica che ha spinto Emma Marcegaglia a precisare che non c'era alcuna intenzione da parte della Confindustria di fare i "
Hillary Clinton: <Sì ai diritti umani Ma non pregiudichino
i rapporti> ( da "Corriere della Sera"
del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: 15 categoria: REDAZIONALE Il segretario di Stato Usa in Cina Hillary Clinton: «Sì ai diritti umani Ma non pregiudichino i rapporti» PECHINO — La questione dei diritti umani in Cina non può bloccare l'«importante cooperazione» tra Washington e Pechino sulla crisi globale, il clima e la minaccia del nucleare nordcoreano.
Il latte, il riso e gli <invasori> a tavola
( da "Corriere
della Sera" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: ammonimenti contro la miopia del protezionismo: «Io ho una formazione liberale — precisa Zaia — ma quel che ha detto Obama mi è parso un raggio di sole. Un contesto globalizzato è ben diverso da quello in cui scriveva Adam Smith. L'arretratezza produttiva e di legislazione sociale e ambientale non può diventare un fattore competitivo: è soltanto concorrenza sleale»
bit, oggi e domani anche gorizia sarà protagonista
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: anno sarà "Globalizzazione e turismo. Rischi e opportunità di una sfida senza confini". Gorizia, con il suo giacimento gastronomico, in verità è già stata presentata al grande pubblico la scorsa settimana da un bellissimo articolo di Fabrizio Raimondi su "Panorama Travel", un numero dedicato in gran parte proprio alla Bit.
Usa: Clinton, la Cina mantiene fiducia nei buoni del Tesoro
americani ( da "TgFin.it"
del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Usa: Clinton, la Cina mantiene fiducia nei buoni del Tesoro americani (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Pechino, 21 feb - La Cina mantiene la propria fiducia nei buoni del Tesoro Usa, di cui Pechino, a livello mondiale, detiene la parte maggiore. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, nel corso della sua visita in Cina.
Usa: Hillary Clinton, migliorare le relazioni con la Cina
( da "TgFin.it"
del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Usa: Hillary Clinton, migliorare le relazioni con la Cina Hu Jintao e Barack Obama si incontreranno a Londra in aprile (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Pechino, 21 feb - Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha detto di voler rafforzare le relazioni con la Cina, al termine dell'incontro che ha avuto a Pechino con il suo omologo cinese Yang Jiechi.
Cina e Usa possono guidare la ripresa, dice Clinton
( da "Reuters
Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: PECHINO (Reuters) - Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha detto oggi che gli Stati Uniti e la Cina possono risollevare il mondo dalla crisi economica lavorando insieme e ha precisato che questa è una priorità, mentre in secondo piano viene la questione dei diritti umani in Cina.
Hillary in Cina: "Uniti contro la crisi"
( da "Stampaweb,
La" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Usa e Cina possono «portare il mondo fuori dalla crisi». Yang ha ricambiato, riaffermando la fiducia della Cina nei titoli di Stato americani, nei quali ha già investito 700 miliardi di dollari. Nella sua prima visita in Cina da segretario di Stato, Hillary ha scelto di mettere in secondo piano i problemi di Taiwan,
Clinton in Cina scorda i diritti umani: prima la crisi
( da "Avvenire"
del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Amministrazione Usa e il governo cinese devono continuare a impegnarsi sul tema dei diritti umani ma questo «non deve interferire sullo stato di crisi che coinvolge l'economia globale, il clima e la sicurezza». Cina e America devono «intavolare delle discussioni che conducano alla comprensione e alla cooperazione su ognuno di questi» temi,
Vola l'export nell'agroalimentare
( da "Avvenire"
del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: pensare al superamento dei superdazi Usa sulle conserve di pomodoro, ma soprattutto al via libera, avvenuto a inizio anno, alle vendite di kiwi in Cina: un fatto definito storico che se, secondo i tecnici, rappresenta un'opportunità enorme per l'I- talia. L'apertura al kiwi da parte della Cina, potrebbe preludere ad analoghe decisioni anche per altre produzioni ortofrutticole bloccate.
IN MISSIONE DALLA CINA PER I SALDI IMMOBILIARI AMERICANI
( da "Wall
Street Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: In missione dalla Cina per i saldi immobiliari americani -->Shopping per 40 milionari in cerca di case Usa a prezzi stracciati...
La Cina è vicina? Sì, ma solo per gli Stati Uniti pag.1
( da "Affari
Italiani (Online)" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: annuncio che dopo il viaggio della Clinton riprenderanno scambi militari tra forze armate USA e cinesi. Infine i detrattori avanzano il sospetto che la Clinton debba a questo punto pagare dazio, ovvero impostare una politica pro-Cina dopo che per molti anni in maniera palese ma soprattutto occulta, oscuri finanziatori cinesi hanno contribuito generosamente alla sua campagna.
## Usa-Cina/ Clinton a Pechino, diritti umani in secondo
( da "Virgilio
Notizie" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina, nella quale i diritti umani sembrano essere passati in secondo piano. Clinton e l'omologo cinese, Yang Jechi, hanno annunciato che i due Paesi hanno già iniziato a preparare il vertice del G20 in programma il 2 aprile a Londra, nel quale dovrà essere data un riposta globale alla crisi economica: un secondo incontro fra i due capi delle diplomazie per coordinare le rispettive
G8, Berlusconi? Conquisterà i "Grandi"
( da "Affari
Italiani (Online)" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Hillary Clinton ha annunciato che i primi paesi che avrebbe visitato sarebbero stati Cina e Giappone. Cioè la seconda e la terza economia del pianeta nonché i maggiori detentori del debito pubblico d'oltre-Atlantico e i maggiori esportatori in terra americana. Cioè, soprattutto, coloro dalla cui salute psico-fisica e socio-economica dipende il futuro di tutto il resto del mondo.
G8, Berlusconi? Conquisterà i "Grandi" pag.2
( da "Affari
Italiani (Online)" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: economia mondiale Cina, India, Brasile, etc. Ma i leader mondiali potrebbero essere molto meno solidali se Obama confermerà che la sua risposta alla crisi dell'economia americana è il protezionismo. La stessa soluzione che tutti gli osservatori dicono che ha portato il mondo sull'orlo del collasso durante la grande depressione del 1929.
( da "Corriere delle Alpi" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Hillary in Cina, vertice sull'economia
Si conclude la missione in Oriente DAL CORRISPONDENTE Andrea Visconti NEW YORK.
Hillary Clinton è arrivata in Cina, ultima tappa
della sua prima missione estera in veste di segretario di Stato Usa. La massima
figura diplomatica americana giunge a Pechino dopo essere passata per il
Giappone,
l'Indonesia e la Corea del Sud e in ognuno di questi tre paesi ha affrontato
questioni differenti - la recessione giapponese, l'effetto serra che vede
l'Indonesia al centro del dibattito e la ripresa dei negoziati a sei in Corea
del Sud per bloccare le ambizioni nucleari dei nordcoreani. è stata proprio la
tappa a Seul a lanciare il segnale che Hillary è pronta a intraprendere un
nuovo stile diplomatico. «Non penso che sia un tabù parlare della successione politica
ai vertici di questo governo così eremita», ha detto la ex First Lady facendo
riferimento all'attuale governo di Pyongyang. Il commento non è passato
inosservato all'inviato del "New York Times" a seguito di Hillary che
ha sottolineato quanto sia stato insolito fino a questo momento sentire un alto
diplomatico parlare in maniera diretta, anziché lanciare mezze frasi che si
prestano a molteplici interpretazioni. La Clinton non ha nascosto che un cambio
della guardia a Pyongyang complicherebbe ulteriormente i negoziati sul nucleare
che si sono arenati da quando la Corea del Nord ha fatto retromarcia sulla
partecipazione a colloqui con gli altri cinque principali interlocutori nella
regione. Ora il Dipartimento di Stato vuole assumere un ruolo leader nel
convincere il governo di Pyongyang a riprendere le discussioni e come prima
mossa Hillary ha dichiarato che nessuno ha mai avuto la certezza che la Corea
del Nord abbia mai provato a produrre uranio arricchito. Questo non significa
che i nordcoreani non abbiano da tempo questo desiderio ma lascia aperta la
possibilità che siano ancora lontani dal poter realizzare la loro speranza. In Cina invece la Clinton viene per parlare di economia globale
e questa sua prima visita non sarà l'occasione giusta per tirar fuori la
questione dei diritti umani. La prima missione diplomatica dell'ex candidato
democratico alla Casa Bianca è avvenuta la stessa settimana in cui Barack Obama
ha compiuto la sua prima missione all'estero. Si è trattato di una missione di
meno di 24 ore in Canada per ribadire la partnership commerciale fra i due
paesi. Più rilevante sarà la missione di Obama in Europa in aprile quando
toccherà le tre principali capitali dell'asse europeo, Londra, Parigi e
Berlino.
( da "Virgilio Notizie" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
New
York, 20 feb. (Apcom) - L'Italia deve seguire l'esempio degli Stati Uniti sul
fronte degli investimenti nelle nuove tecnologie, che possono trainare
l'economia nei prossimi anni verso una vera e propria "nuova rivoluzione
indistriale". Lo ha detto il presidente dell'Enea, Luigi Paganetto, in
questi giorni negli Stati Uniti per discutere del piano energetico messo in
piedi dal presidente americano, Barack Obama, all'interno del suo pacchetto per
il rilancio dell'economia. "E' un momento di svolta a livello industriale
in cui le nuove tecnologie legate all'energia possono guidare lo sviluppo
economico", ha detto Paganetto ad Apcom. Secondo il presidente dell'Enea
la collaborazione tra mondo della ricerca ed industria energetica può essere
determinante per la ripresa economica e per lo sviluppo industriale dei
prossimi decenni. "Bisogna congiungere industria e ricerca ed esportare in
quei Paesi che hanno bisogno della nostra tecnologia". L'Italia in questo
senso potrebbe avere un ruolo di primo piano grazie alle ricerche condotte
negli ultimi anni e che presto potrebbero essere esportate anche negli Stati
Uniti. Nei mesi scorsi l'Enea ha presentato i risultati della sperimentazione italiana anche in Cina, India ed in alcuni Paesi del Mediterraneo che hanno richiesto
il know how tricolore per installare una nuova generazione di impianti
energetici. "Siamo leader nel fotovoltaico grazie alle ricerche sul solare
termodinamico che ci viene richiesto da molti paesi", ha aggiunto
Paganetto che pensa ad una collaborazione con Washington per esportare l'esperienza
italiana proprio grazie ai cospicui investimenti dei prossimi mesi in America.
( da "Giornale di Brescia" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
21/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Hillary Clinton
a Pechino: prima la crisi, poi i diritti umani PECHINOLa crisi economica
internazionale è al centro della visita del segretario di Stato americano,
Hillary Clinton, arrivata ieri in Cina, ultima tappa
del viaggio che l'ha portata in Giappone, Indonesia e in Corea del Sud. Un
problema comune, quello della crisi, su cui è necessaria una cooperazione fra i
due Paesi, che anche i problemi in sospeso del rispetto dei diritti umani, di
Taiwan e del Tibet, sui quali Washington continuerà a fare pressione su
Pechino, «non devono interferire», si è premurata di dire prima di imbarcarsi
per la capitale cinese da Seul. La crisi ha messo in evidenza la forte relazione
di interdipendenza che esiste oggi tra Pechino e Washington: milioni di operai
cinesi - 20 milioni secondo stime ufficiali, probabilmente sottostimate - hanno
perso il lavoro per la mancanza di ordini di acquisto dagli Usa
e Pechino possiede titoli del Tesoro americano per 700 miliardi di dollari.
L'anno scorso, quando ancora era in corsa per la presidenza americana, la
Clinton disse che quella con la Cina era per il suo
Paese «la relazione bilaterale più importante di questo secolo». Nel fine
settimana scorso, prima di partire per l'Asia, ha sostenuto
che la Cina emergente non
deve essere considerata un avversario. «Al contrario noi pensiamo che Usa e Cina possano contribuire gli uni al successo dell'altra e trarne
beneficio». Oggi Clinton incontrerà i responsabili della politica estera di
Pechino, il premier Wen Jiabao e il presidente Hu Jintao. Centrale sarà
anche il problema dei cambiamenti climatici, dato che Cina
e Usa sono in testa alla lista dei Paesi che emettono
gas inquinanti. Todd Stern, inviato speciale di Obama per il clima, fa parte
della delegazione guidata dalla Clinton.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
2 - Pordenone Contro la crisi arriva il modello Silicon valley I segreti
dell'alta tecnologia: la prossima settimana 4 manager della valle californiana
in città LANCIATA "PORDENONE START UP" Pordenone chiama, Silicon
valley risponde: il prossimo 27 febbraio quattro manager della famosa culla
californiana dell'high tech porteranno in città la loro esperienza nell'ambito
della prima edizione di "Pordenone start up". Incontreranno, così,
anche le realtà locali, dalle istituzioni alle imprese, di un territorio
provinciale, come quello pordenonese, che vuole aumentare la propria
attrattività verso le aziende americane del settore delle alte tecnologie.
Perchè al di là dei discorsi di rito, pieni di concetti come
"innovazione" e "fare sistema", la realtà determinata
dall'attuale fase di crisi economica presenta un evidente paradosso, che i
relatori, alla presentazione dell'evento avvenuta ieri in Provincia, hanno
messo bene in luce. A soli
( da "Arena, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sabato
21 Febbraio 2009 PROVINCIA Pagina 22 BUSSOLENGO. Un esperto all'istituto
tecnico Geopolitica in classe Stamattina a partire dalle 9 alle 11, all'Istituto
tecnico Pacle (Periti aziendali e corrispondenti in lingue estere) nell'ambito
del progetto recupero e potenziamento, conferenza di Stefano Verzé, docente al
liceo veronese «Agli Angeli» e giornalista di politica internazionale,
conferenza indirizzata alle classi quarte e quinte sui nuovi equilibri
geopolitici mondiali dopo la fine del comunismo. Si parlerà
di globalizzazione, povertà nel mondo, migrazioni, unilateralismo americano,
fondamentalismo islamico, Comunità Europea, approfondimento su questione
palestinese, Caucaso, Iran e di tutti quegli aspetti che potranno anche
emergere dagli interventi degli studenti. L'intervento si inserisce in
un programma fitto di approfondimenti e laboratori attuati nei giorni di
sospensione per il recupero delle insufficienze del primo quadrimestre. L.C.
( da "Repubblica, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
III - Genova "Malattie importate? Sì, dagli italiani" L´infettivologo
Icardi "Tutto sotto controllo" La sfida della
globalizzazione, per la tutela della salute? «Noi parliamo di villaggio globale
da più di 20 anni. Esiste un network mondiale dove arrivano tutte le
segnalazioni di malattie infettive che potrebbero rappresentare una minaccia
per la salute. E´ tutto sotto controllo», dice il professor Giancarlo Icardi,
direttore del Dipartimento di Igiene dell´azienda ospedaliera San Martino e
cliniche Universitarie. Icardi spiega che: «nulla porta a dire che alcune
malattie infettive sono portate dai movimenti di popolazione» dovuti alle
immigrazioni. Icardi parla di malattie endemiche, vale a dire già presenti,
come la tubercolosi: «che pensavamo debellata con gli antibiotici e invece è
riemersa, in pazienti immunodepressi e dunque più facilmente aggredibili, come
nel caso del virus Hiv, e negli immigrati per le condizioni disagiate». Le
malattie "importate"? «Vanno analizzate bene: come nel caso della
malaria, ad ammalarsi sono quasi sempre gli italiani che vanno in viaggio
all´estero».
( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Podismo.
Presentata alla Bit di Milano nello stand della Regione la seconda edizione
dell'ultramaratona nei Magredi La kermesse in programma dal 19 al 21 giugno
Oggi la presentazione degli eventi culturali prossimamente in programma nel
Pordenonese "Magraid" tra le eccellenze del Fvg Tondo e Ciriani: una
gara che incarna il binomio sport e promozione MILANO. Magraid tra le
eccellenze del Friuli Venezia Giulia. La seconda edizione della maratona
estrema nei Magredi, che si svolgerà i prossimi 19, 20 e 21 giugno, è stata
presentata ieri nello splendido stand della Regione alla Borsa internazionale
del turismo, più comunemente conosciuta come Bit, in corso di svolgimento alla
Fiera di Milano. L'evento è stato abbinato all'importante rassegna milanese,
giunta alla ventinovesima edizione e quest'anno ispirata al tema "Globalizzazione e turismo", proprio
per la sua valenza non soltanto sportiva, ma pure promozionale di un territorio
naturalisticamente unico e di interesse comunitario come i Magredi. Hanno
sottolineato la doppia portata della gara podistica organizzata dal Triathlon
Team di Cordenons sia il governatore Renzo Tondo sia il vicepresidente della
Regione, Luca Ciriani: entrambi hanno posto l'accento sul binomio sport
e turismo, in una zona così particolare e suggestiva della regione, ben
valorizzato dalla competizione pordenonese. Lo stesso Ciriani è intervenuto
alla presentazione, assieme al responsabile del Triteam Antonio Iossa, l'event
manager Paolo Tedeschi e a Francesco Saverio Dioguardi, ordinario di Nutrizione
clinica all'università di Milano e tra i massimi esperti a livello
internazionale nello studio del metabolismo e delle terapie nutrizionali, che
ha ribadito l'interesse della medicina per una corsa che sottopone il fisico
umano a condizioni così estreme. Accanto a loro il testimonial di Magraid, Max
Calderan, l'ultramaratoneta "re del deserto", reduce dall'incontro
con il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen. L'atleta
pordenonese si sta preparando per l'attraversata della Striscia di Gaza, con
arrivo a Gerusalemme, di maggio. Missione sportiva e allo stesso tempo
simbolica: un messaggio di pace in questo delicato periodo di crisi nelle zone
interessate, che diventerà oggetto di un apposito documentario girato dalla
regista Cinzia Torrini. Nell'opera troveranno spazio diverse immagini dei
Magredi, il territorio in cui Calderan prepara le proprie imprese per la
similitudine col paesaggio desertico. Quattro i Comuni della provincia
interessati a "Magraid": Cordenons, San Quirino, ieri rappresentati
rispettivamente dagli assessori Stefano Mazzacani e Milly Bernardi, San Giorgio
alla Richinvelda e Zoppola. La corsa, che si snoderà in tre tappe, toccherà
proprio il territorio magredile compreso tra le cittadine citate. Di ben
( da "Repubblica, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
15 - Esteri Cina, Amnesty contro
Hillary "Delude sui diritti umani" E Bill in tv incalza Obama SEUL -
Il braccio di ferro sui diritti umani non deve fermare i progressi che Cina e Stati Uniti possono fare insieme
per uscire dalla crisi economica. Prima del suo arrivo a Pechino, Hillary
Clinton ha "scavalcato" la questione che rende più profondo il
divario tra i due Paesi e ha posto come priorità la lotta al cambiamento
climatico, la sconfitta della crisi e la sfida sul fronte della sicurezza.
Washington e Pechino, ha detto il segretario di Stato Usa,
hanno a portata di mano un´occasione unica per affrontare i dossier
internazionali scottanti mettendo da parte la questione dei diritti umani e
quella tibetana su tutte. «Si sono susseguite le amministrazioni americane e i
governi cinesi», ha detto la Clinton a Seul prima di partire per la Cina, «tutti hanno fatto passi avanti e indietro sul fronte
dei diritti umani e bisogna continuare a premere, ma queste pressioni non
possono interferire sulla crisi mondiale, il cambiamento climatico e la
sicurezza». Affermazione che ha provocato subito la reazione di Amnesty
International che si è detta «scioccata e delusa» dalle dichiarazioni del
segretario di Stato Usa. A Pechino la Clinton
incontrerà oggi il presidente Hu Jintao, il premier Wen Jiabao e il ministro
degli Esteri, Yang Jiechi. Dalla famiglia Clinton è venuta una velata critica,
assieme a molti elogi, al presidente Barack Obama. Secondo Bill Clinton
dovrebbe essere più «ottimista» sull´economia e dare «più speranze» agli
americani. In una breve intervista alla rete "Abc" l´ex presidente ha
comunque dato il massimo dei voti al nuovo capo della Casa Bianca per essere
riuscito a far approvare il piano di stimolo per l´economia.
( da "Borsa e Finanza" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ATTUALITÀ
Per un trilione di dollari in più De Felice (pres. Aiaf): «Sugli asset tossici
basta mezze misure. Occorrono capitali nelle banche» Nel 2009 il Pil cadrà del
2% in America, del 2,7% in Europa. E la Bce tagli subito «fino all'1 per cento»
di Claudio Kaufmann - 21-02-2009 «La questione degli asset tossici va
affrontata una volta per tutte. Soprattutto in quei Paesi, tra cui non rientra
l'Italia, in cui il problema ha assunto gravi dimensioni. Altrimenti non ne
usciamo». Gregorio De Felice, presidente Aiaf e responsabile Servizio Studi e
Ricerche di IntesaSanpaolo, non ha mezze misure. Sposa la linea di chi dice che
non c'è più tempo da perdere con le mezze misure. E aggiunge: «È un'operazione
chirurgica dolorosa ma necessaria, prima si fa meglio è». Certo, sulle cifre
non c'è unanimità, non passa mese senza che il conto delle perdite salga
vertiginosamente. Ma il corpo è malato, il sangue non circola e le flebo delle
banche centrali insufficienti. Per restare nella metafora: bisogna liberare le
arterie dagli emboli: leggi, appunto, asset tossici. Dr. De Felice, a che punto
siamo della crisi? Beh, se parliamo di economia reale temo che la fase più
difficile non si sia ancora vista. Nel 2009 stimiamo una caduta del 2% del Pil Usa, che diventa il 2,7% in Europa, e del -2,9% per
l'Italia. Occorre liberare le banche dagli asset tossici. Ma quanti sono? Le
cifre della crisi finanziaria a oggi sono le seguenti: le perdite annunciate
dal sistema bancario ammontano a 1.040 miliardi di dollari, ci sono state
ricapitalizzazioni per 950. Mancano all'appello, almeno stando alle stime del
Fondo Monetario Internazionale, ancora 1.200 miliardi di dollari di perdite su
cui fare luce. Che fare? Bisogna raccogliere almeno un trilione di dollari e
metterlo a disposizione del sistema. A quel punto il peggio lo avremmo alle
spalle. Non passa però giorno senza dati «macro» piuttosto agghiaccianti.
Nessuno spiraglio? La situazione è pesante, ma c'è un dato da seguire con
attenzione. Mi riferisco all'Ism manifatturiero Usa,
in particolare la componente dei nuovi ordini. In dicembre è passato da
( da "Borsa e Finanza" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ATTUALITÀ
«La questione degli asset tossici va affrontata una volta per tutte.
Soprattutto in quei Paesi, ... di Redazione - 21-02-2009 «La questione degli
asset tossici va affrontata una volta per tutte. Soprattutto in quei Paesi, tra
cui non rientra l'Italia, in cui il problema ha assunto gravi dimensioni.
Altrimenti non ne usciamo». Gregorio De Felice, presidente Aiaf e responsabile
Servizio Studi e Ricerche di IntesaSanpaolo, non ha mezze misure. Sposa la
linea di chi dice che non c'è più tempo da perdere con le mezze misure. E
aggiunge: «È un'operazione chirurgica dolorosa ma necessaria, prima si fa
meglio è». Certo, sulle cifre non c'è unanimità, non passa mese senza che il
conto delle perdite salga vertiginosamente. Ma il corpo è malato, il sangue non
circola e le flebo delle banche centrali insufficienti. Per restare nella metafora:
bisogna liberare le arterie dagli emboli: leggi, appunto, asset tossici. Dr. De
Felice, a che punto siamo della crisi? Beh, se parliamo di economia reale temo
che la fase più difficile non si sia ancora vista. Nel 2009 stimiamo una caduta
del 2% del Pil Usa, che diventa il 2,7% in Europa, e
del -2,9% per l'Italia. Occorre liberare le banche dagli asset tossici. Ma
quanti sono? Le cifre della crisi finanziaria a oggi sono le seguenti: le
perdite annunciate dal sistema bancario ammontano a 1.040 miliardi di dollari,
ci sono state ricapitalizzazioni per 950. Mancano all'appello, almeno stando
alle stime del Fondo Monetario Internazionale, ancora 1.200 miliardi di dollari
di perdite su cui fare luce. Che fare? Bisogna raccogliere almeno un trilione
di dollari e metterlo a disposizione del sistema. A quel punto il peggio lo
avremmo alle spalle. Non passa però giorno senza dati «macro» piuttosto
agghiaccianti. Nessuno spiraglio? La situazione è pesante, ma c'è un dato da
seguire con attenzione. Mi riferisco all'Ism manifatturiero Usa,
in particolare la componente dei nuovi ordini. In dicembre è passato da
( da "Borsa e Finanza" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ATTUALITÀ
«Meno male che c'è la Cina Il New Deal si è già levato»
Dal Giappone azzoppato dallo yen forte agli States («dura ripartire senza
domanda estera») il mondo visto da Dingwall-Smith, chief economist di Swip di
Redazione - 21-02-2009 STRATEGIE DI RIPRESA/2 I più ottimisti vedono la prima,
fioca luce in fondo al tunnel. Almeno negli Usa...
«Quel che vedo io è un lento riaggiustamento dei comportamenti dei consumatori
in Paesi come il Regno Unito o gli Stati Uniti. Non è facile, all'improvviso,
risparmiare di più e consumare di meno. Ma è un fatto che il governo americano
e la Fed hanno preso in mano la situazione con un piglio molto energico. E
stanno facendo gli sforzi giusti per migliorare la situazione». Parla così
Richard Dingwall-Smith, capo economista di Swip, cioè le leggendarie Vedove
Scozzesi, centro vitale del risparmio di mezza Europa. Inutile farsi illusioni,
ma anche fasciarsi la testa: le terapie adottate dagli Usa, dal Regno Unito e, in minor misura,
dall'Europa, prima o poi produrranno gli effetti sperati. Qualcuno, intanto, si
è già mosso: il Celeste Impero, la Cina. Non è molto, ma è di buon augurio. A che punto è arrivata la
crisi? Il punto di svolta, mister Dingwall-Smith, è vicino? L'economia
globale, come ormai sappiamo, è nel bel mezzo di una crisi generale e
insolitamente ben sincronizzata. La causa sta nell'eccessivo credito bancario.
Di riflesso, il collasso degli ultimi mesi dipende dalla perdita di fiducia nel
settore finanza che ha generato un crollo del sentiment nell'economia reale.
Poi, con un sinistro effetto domino, si è innescata la spirale del taglio dei
costi, del calo delle scorte e dei tagli occupazionali. Possono funzionare le
terapie applicate dai governi? Gli sgravi fiscali annunciati valgono più o meno
il 3% del Pil mondiale. Ma ci vorrà almeno un anno prima che producano gli
effetti voluti. Ci vorrà uno sforzo aggiuntivo, anche per colmare il vuoto
lasciato dai privati. Per questo è scontato che ci vorranno nuove iniezioni di
capitale nelle banche, oltre ad altre agevolazioni finanziarie per favorire il
flusso dei crediti. Parlo di tagli fiscali e di piani di investimento in
infrastrutture e nell'industria. E i tassi? Le banche centrali dovranno tenere
il costo del denaro ai minimi per tutto il 2009. Non solo. Compreranno anche
titoli pubblici e privati sul mercato secondario con l'obiettivo di rafforzare
le riserve sia delle banche commerciali sia delle imprese industriali. Ok, ma
quando finirà? Secondo logica, la ripresa si vedrà nel
( da "Borsa e Finanza" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ANALISI
TECNICA Miniere, il risiko parla cinese Pechino spinge l'M&A tra i titoli
del comparto. Dopo Rio Tinto e Oz Minerals la prossima preda potrebbe essere
adesso il colosso americano Alcoa di Gianluigi Raimondi - 21-02-
( da "Rai News 24" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma
| 21 febbraio 2009 Hillary Clinton: obbligatoria la
collaborazione tra Cina e Usa Hillary Clinton La collaborazione
tra Usa e Cina nel combattere la crisi economica e
i cambiamenti del clima e' "obbligatoria": lo ha detto il segretario
di Stato americano Hillary Clinton incontrando oggi a Pechino il ministro degli
esteri cinese Yang Jiechi. I due Paesi, ha aggiunto, hanno posto le loro
relazioni "su solide basi" ma "c'e' ancora molto lavoro da fare".
Hillary Clinton e' arrivata ieri sera a Pechino e oggi, dopo Yang, incontrera'
il premier Wen Jiabao ed il presidente Hu Jintao. Prima di partire per Pechino
da Seul, ultima tappa del viaggio che l'ha portata anche in Giappone ed in
Indonesia, Clinton ha sottolineato che economia, clima e problemi della
sicurezza come quello legato al programma nucleare della Corea del Nord saranno
i temi principali della sua visita. "Questo non significa - ha proseguito
- che i problemi di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani non verranno
discussi...dobbiamo continuare a pressarli ma la nostra pressione non puo'
interferire con la crisi economica globale, i cambiamenti del clima, le crisi
legate alla sicurezza". Queste parole del segretario di Stato vengono riportate
oggi con grande rilievo dai mezzi d'informazione cinesi ma sono state
aspramente criticate dai gruppi umanitari internazionali. Secondo T.Kumar di
Amnesty International con le sue dichiarazioni il segretario di Stato "ha
danneggiato le future iniziative degli USA per proteggere i diritti umani in Cina". Tenzin Dorjee, di Students for e Free Tibet, ha
sostenuto che i leader stranieri "devono rafforzare la pressione sulla Cina...la differenza puo' non vedersi in un giorno o in un
mese ma sara' visibile dopo qualche anno".
( da "Eco di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
segretario di Stato Usa --> Sabato 21 Febbraio 2009
SOCIETA, pagina 13 e-mail print La crisi economica internazionale è al centro
della visita del segretario di Stato americano, Hillary Clinton, arrivata ieri
in Cina (foto LaPresse), ultima tappa del viaggio che
l'ha portata in Giappone, Indonesia e in Corea del Sud. Un problema comune,
quello della crisi, su cui è necessaria una cooperazione fra i due Paesi e sul
quale anche i problemi in sospeso del rispetto dei diritti umani, di Taiwan e
del Tibet - per cui Washington continuerà a fare pressione su Pechino - «non
devono interferire», si è premurata di dire prima di imbarcarsi per la capitale
cinese. 21/02/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE
( da "Riformista, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Si
ricominci dalle scelte europee la metafisica di sansonetti Caro direttore, ho
letto Sansonetti, persona perbene e uomo di presupposto mestiere. La parte
iniziale è un insieme d'opinioni senza riscontro alcuno. Veltroni ha
«congelato» la sinistra. Quale? Quella che aveva iniziato il cammino verso la
redenzione socialdemocratica? Quella di Giordano, Diliberto, Ferrando, Mussi,
Turigliatto, Russo Spena, Ferrero, Vendola e compagni vari? Poi ha preteso che
il vecchio troncone socialdemocratico e riformista dei Ds, per cortesia nomi e
consistenza, si mettesse da parte, e ha annullato ogni discussione e ricerca
politica. Sembra il ritratto di un segretario autorevole, anzi autoritario che
detta la sua linea e la impone. A chi? Mah! Infatti in tutto il suo articolo
non compare alcun cenno alla presenza, nel Pd, della componente, non certamente
trascurabile, della Margherita e dei suoi uomini. Tutta colpa di Veltroni, e
del suo sciagurato discorso del Lingotto. Forse Sansonetti ha visto un altro
film. Ci sarebbe da discutere su cosa intenda per «ricerca politica», non lo
spiega, per cui lasciamo perdere. Ma veniamo al contendere, alle ipotesi che
formula per il dopo Veltroni. Ho letto attentamente, c'è sempre da imparare
dagli esperti. Allora, soltanto due ipotesi, tertium non datur. La prima: se il
Pd non sarà capace di capire che la sconfitta è nel suo dna, e conseguentemente
non saprà uscire da se stesso, ma si trascinerà stancamente, magari cambiando
il segretario, sarebbe la rovina. Per chi? Per coloro che anelano alla
rivincita, e che, anche giustamente, vogliono rientrare in gioco, un Pd in
caduta libera sarebbe una manna, non la rovina. I 12 e passa milioni di voti
che il Pd ha ottenuto nel 2008, dove li mette Sansonetti? Teme Di Pietro? Teme
che Casini possa approfittarne per dar vita a un forte centro moderato insieme
con i margheriti? Teme che vadano al Pdl? Ha paura della forza crescente della
Lega? Mostra, in questa ipotesi, di non confidare molto nel potere d'attrazione
della, semplifico, Sinistra Arcobaleno. Forse ho capito, sarebbe la rovina per
la democrazia. Siamo alla metafisica. Analizziamo la seconda e ultima ipotesi:
la vecchia guardia socialdemocratica e riformista dei Ds, allude chiaramente a
D'Alema e ai suoi, esca allo scoperto e «rompa», sempre verbi che evocano
cocci, coi conservatori, del Ps sembra evidente, facendone degli orfani
politici, con la Confindustria, col Vaticano e si ponga come nucleo centrale di
un nuovo forte, ma non era «un troncone» partito di sinistra di massa capace di
attrarre la sinistra radicale. Per cui il troncone diventa un partito di massa,
la sinistra radicale, tre o quattro soggetti in ballo, si monotilizza e insieme
salvano la democrazia. Il tutto rapidamente, nello spazio di 100 giorni, prima
delle europee. Dalla metafisica all'impossibile. Però, a questo punto,
Sansonetti mi diventa simpatico, perché non soltanto è una persona perbene e
stimolante, ma si dimostra anche capace, come dice lui, di sognare.
Rispettiamolo e lasciamolo ri-sognare ancora una volta. Possiede il fascino
delle anime candide. Moreno Lupi addio vecchia sinistra «Le differenze tra la
destra e la sinistra non esistono più. La differenza sta nell'apertura o nella chiusura alla globalizzazione, sta nella
risposta che si dà alla globalizzazione». Lo dice un leader democratico e
riformista che ha governato per 15 anni un grande Paese, democratico per
davvero: Tony Blair. La sinistra, quella che abbiamo conosciuto in Italia, è
morta da un pezzo nella società italiana, gli unici a non accorgersene ancora
sono gli ex Pci-Ds. Peppino Caldarola propone di affidare il Pd a
Massimo D'Alema. Ma di quella sinistra non c'è nostalgia ed è un bene che sia
giunta alla fine del percorso. Altrimenti, di grazia, perché si è investito su
un nuovo partito e lo si è chiamato democratico? Per fare le stesse cose della
vecchia sinistra? Allora ci bastava Fassino. Ora quello che bisogna fare è
mettere in silenzio i capicorrente dell'ex Pci ed ex Dc e prendere esempio
dalle vittorie e dai successi di Blair, Obama, Clinton, Prodi etc. Non siamo
all'anno zero. All'anno zero ci sta la vecchia sinistra. Filippo Coppola un 8
settembre prevedibile Caro Polito, il commento di Peppino Caldarola («È finita,
il Pd è stato il nostro 8 settembre»), è la cosa più intelligente che ho letto
sulla prevedibile e prevista crisi del Pd. Marco Vitale non ci resta che fini
In questo nostro continuo abdicare culturale e politico e in attesa che ci
chiariamo le idee, visto che Fini è sempre più laico, liberaldemocratico,
difensore della Costituzione, delle istituzioni, contro le ronde, le equazioni
immigrati uguali criminali, perché non gli proponiamo la segreteria del Pd?
Almeno per qualche tempo! Forse toccando il fondo avremo la speranza di
ripartire completamente rinnovati! Antonio Carbone caro bersani devi rischiare
Assolutamente condivisibile l'opinione di Andrea Romano. In Italia la sinistra
c'è, è il partito che la rappresenti che manca. Vorrei aggiungere un monito a
Bersani. Caro Bersani hai sbagliato a non candidarti alla segreteria ai tempi
delle primarie, non commettere oggi lo stesso errore. C'è tutto un mondo fuori
che si muove e non è detto che tra 8 mesi sarai tu il segretario. Non aver
paura delle europee e delle amministrative che danno il Pd in svantaggio, se
esiste una sola possibilità di recupero, questa è ora. Perdere tempo farà
soltanto infuriare e allontanare chi ancora voterebbe Pd. Ti dico questo perché
vorrei ricordarti che nel '94 Berlusconi aveva possibilità zero sulla carta, ma
ha rischiato e ha vinto. Ricorda che la storia non pone le chance due volte, se
non ci provi ora che siamo nella tempesta, dimostrerai di non possedere quel
coraggio che è indispensabile dote per un leader. Mary Caridi finiremo vittime
delle alleanze Cercare di allargare la base di consenso elettorale nel Pd per
la strada delle alleanze, a mio modesto parere, è un percorso astruso e
impervio che sarebbe bene abbandonare da subito. Già le recentissime esperienze
con l'Idv, dovrebbero impartire una severa lezione. A questo proposito, mi
torna in mente un aneddoto o una fiaba dell'infanzia, che parlava di un leone,
il re della foresta agonizzante, cui anche l'asino passando tirava calci.
L'alleanza con Casini, in cui taluni sperano per rivitalizzarsi, altro non
sarebbe che installare un'altra idrovora pronta a succhiare linfa vitale anche
dal centro. La pia illusione di fagocitare l'Udc, si trasformerebbe ben presto
in una gentile concessione ai centristi di raccogliere Margherite nell'ormai
brullo prato, antistante l'Ulivo. Questo repentino cambio di scenario, potrebbe
anche non rivelarsi così disastroso, ciascuno troverebbe la sua naturale
collocazione nel panorama della politica italiana. Il più agguerrito
antagonista del centrodestra, forte e decisionista, diventerebbe l'unione di
centro, un partito libertario attento ai valori cristiani e della famiglia. Per
i riformisti la strada sarebbe a quel punto chiara e delineata, in Europa e in
Italia con i socialisti, senza tentazioni massimaliste ma attenti alle
tematiche del sociale e del lavoro. In questo nuovo panorama, resterebbero poi
i nostalgici di un muro da tempo demolito, gli ecologisti, cultori del no, e
infine ma non da ultimi, i radicali da sempre disastrati senzatetto. L'unico a
far le spese di tanto sconquasso, sarebbe il riformismo, parola strana, abusata
e senza un preciso significato, ma sarebbero in pochi a rimpiangerlo se non
Berlusconi, unico riformista vero in continua fervida attività, da tutti tirato
per la giacca per impedirgli di tirare diritto. Giovanni Cecchi un partito
paralizzato La scelta di Franceschini segretario è quella di un partito
paralizzato. Sono iscritto al Pd e penso che sia necessario autoconvocarci per
chiedere una riunione dell'assemblea nazionale del Pd ed eleggere un nuovo
segretario. Antonio Ruda Il materiale per costruire L'amalgama non è ben
riuscita? E allora che si separi la calce dal cemento e la sabbia dalla
pozzolana. Ciascuno costruisca la propria casa con i materiali che ha. Giuseppe
Brandi crisi ingestibile senza identità Non poteva che finire così. E così
sarebbe stato con qualunque segretario ci fosse stato al posto di Veltroni.
Certo Veltroni da segretario ha commesso molti errori. Il principale è stato
quello di rincorrere, lasciandosi attirare nella trappola, Silvio Berlusconi
sul terreno del partito a «vocazione maggioritaria». Non ha capito che la
sinistra per vincere non può prescindere dalla sua anima più massimalista e,
contemporaneamente, dai cattolici democratici con i quali si dovevano formare
alleanze e non pretendere di inglobarli in un unico partito. E così, nel
momento in cui i temi di scontro diventano le questioni "etiche", un
partito che non ha identità certa su questi argomenti diventa ingestibile. Ora
potranno anche trovare un nuovo segretario che garantisca i quadri dirigenti,
ma non troveranno mai qualcuno capace di risolvere la questione dell'abbandono
degli elettori che, a poco a poco, lasceranno un partito ancora indeciso su
quali banchi occupare nel parlamento europeo. E questa non è cosa di poco
conto. Sandro Grandinetti gioco di squadra per ripartire Premesso che vengo da
una esperienza, lontana nel tempo, con la corrente dc di Donat-Cattin, sono
abbastanza deluso dai protagonisti di questa stagione politica. Perché? Perché
non amo una politica dove c'è chi pretende di dare una risposta a tutto e di
regolare minuziosamente ogni cosa, riducendo così l'ossigeno in circolazione.
Piuttosto, mi aspetto una politica che cominci a svolgere bene i suoi doveri
nei settori di stretta competenza del pubblico e che, per il resto, sappia però
indicare la direzione, sappia dare le regole generali "del gioco",
aiutando la gente a crescere, a camminare e a costruire, e non soffochi le
energie vitali della società. Questo presuppone che si ricostruisca la
credibilità reciproca tra il popolo e i suoi rappresentanti. Implica che non si
può vivere perennemente sulle montagne russe, nell'isteria continua, dove su
ogni questione le emozioni si scaldano a tal punto che non si può più discutere
perché tutti gridano e così più nessuno ascolta. E così altri
"organismi" si intrufolano nella vita sociale e aggiungono disordine
al disordine. Il Pd, a mio parere, nonostante la buona volontà di alcuni, è
finito in un frullatore dove sono prevalsi gli ingredienti non migliori, quali:
un atavico atteggiamento di superiorità etico-morale di derivazione
pseudointellettuale; una venatura (importata) un pochino giustizialista; una
giusta (e anche doverosa) ambizione riformista e di rappresentanza degli
interessi dei ceti medi e bassi però sovrastata dalle cicale intellettuali e
snobistiche che pretendono di stare a cassetta a guidare, tanto loro non pagano
mai; la diffidenza malnascosta e il sospetto reciproco. Esagero? L'augurio è
che siano malattie d'infanzia di un nuovo organismo, che però deve avere il
coraggio di tagliare via almeno le radici marce. Se ne può uscire? Senz'altro
sì, se non si pretenderà di ammazzare insieme ai virus anche gli anticorpi e se
ci saranno dei nuovi personaggi che capiranno che la squadra non gioca solo per
se stessa. Fin qui mi sembra che la squadra abbia giocato male ma si vuole
tagliare una sola testa, o no? Gli altri a dire: ma io non ero in campo, io ero
in panchina, io ero in tribuna. Non mi sembra il modo migliore per ripartire.
Cesare Luigi dove sedersi a bruxelles? La sinistra in Italia aveva una buona
tradizione di governo locale da decenni. Poi è arrivata al governo centrale,
accettando di mettersi alla scuola di grand commis competenti e disinteressati
(Ciampi, Prodi) e con la giusta intuizione dell'Ulivo. Si è fatta fregare da
alcuni capipopolo presuntuosi (Bertinotti) e soprattutto dalla cosiddetta
ex-sinistra Dc (Mastella), oltre che dalle ambizioni velleitarie di mezze
figure in cerca di autore (Rutelli). Adesso è tempo di fare una strategia di
lungo respiro con alcuni punti di riferimento e senza paura di perdere pezzi
(Rutelli o Binetti): 1) collocazione internazionale con gli altri partiti
progressisti europei (Pse); 2) laicità, senza fughe esasperate ma senza
tentennamenti; 3) politica economica di sinistra (democratica, riformista ma
riconoscibilmente dalla parte dei lavoratori); 4) lotta senza quartiere
all'economia sommersa. Il tutto non per oggi o l'anno prossimo, ma magari tra 5
anni o 10. Certo, la destra in Italia è fortissima, gode dell'appoggio della
chiesa e dell'industria miope e monopolistica. Ma le cose cambiano e proprio la
giusta dimensione europea può essere la carta vincente. Giovanni Spada
21/02/2009
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-02-21 - pag: 1 autore: ... SHOPPING PER
40 MILIONARI ... In missione dalla Cina per i saldi immobiliari americani
di Luca Vinciguerra I l volo United Airlines partirà martedì mattina. Da
Pechino a Los Angeles a caccia di mattoni a buon mercato. «Non è la prima volta
che vado negli Usa a cercar
casa. Ma sento che questa è la volta buona per fare un affare» dice Yin Guohua-
affermato avvocato di Pechino uno dei quaranta ricchi cinesi che con l'organizzazione
della SouFun Holdings (principale agenzia immobiliare cinese su internet)
andranno a comprare casa dall'altra parte del Pacifico. A prezzi stracciati
sfruttando la crisi. «Io mi fermerò a Los Angeles. Ho un budget di 500mila
dollari. Fino a qualche tempo fa era troppo basso, oggi dovrebbe bastare per
qualcosa di carino » aggiunge Yin. Gli altri proseguiranno per New York,
Boston, San Francisco e Las Vegas. Qualcuno compra per investire, in molti
cercano un tetto per i figli che manderanno a studiare negli States. La voglia
di realizzare un buon affare è tale che ai quaranta cinesi, con le valigie già
pronte, la svalutazione del dollaro e le tasse Usa non
fanno alcuna paura. «Un investimento - dice Yin - incorpora sempre un rischio,
ma i prezzi nelle città americane sono bassissimi, è il momento di comprare».
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-21 - pag: 8 autore: Stati Uniti. Le
aziende siderurgiche lamentano la concorrenza sleale di alcuni Paesi
esportatori L'acciaio Usa chiede barriere Pressing su
Governo e Congresso per alzare le tariffe all'import Mario Platero NEW YORK.
Dal nostro corrispondente Protezionismo dell'acciaio fase due: dopo essersi
garantite l'esclusione di concorrenti cinesi, indiani, brasiliani e russi dal
mercato dei nuovi appalti pubblici, le aziende siderurgiche americane si preparano
a contestare azioni di concorrenza sleale e dumping anche nel vasto mercato non
"protetto" dalla clausola "Buy American" appena approvata
in Congresso, un mercato valutato in 100 miliardi di dollari. Le aziende
americane attenderanno la fine del primo trimestre per far partire le loro
azioni di protesta presso la International Trade Commission, l'agenzia federale
americana preposta al controllo delle regole commerciali sottoscritte nei
grandi accordi multilaterali. Secondo indiscrezioni raccolte dal Wall Street
Journal, tuttavia, alcuni grandi dell'acciaio, come Nucor Corp, U.S. Steel, AK
Steel Holdings, hanno già raccolto documentazione e prove secondo cui molti
concorrenti esteri avrebbero venduto sul mercato americano al di sotto del
costo di produzione, il tipico dumping, un trucco proibito delle norme
commerciali internazionali. Se le infrazioni saranno verificate, il Governo
americano potrà a quel punto aumentare le tariffe all'importazione. Il progetto
di stimoli per l'economia firmato martedì scorso dal presidente Barack Obama ha
stanziato decine di miliardi di dollari destinati a investimenti
infrastrutturali. Si calcola che il 25%dei nuovi ordini per l'acciaio nel
2009/2010 verranno proprio da quel pacchetto. La clausola "Buy
American" riguarda solo le commesse finanziate da danaro pubblico
stanziato per rilanciare l'economia. In coda si legge che la clausola sarà
applicata «nel rispetto degli accordi commerciali internazionali sottoscritti
dagli Stati Uniti». Uno di questi accordi riguarda la reciprocità dei
trattamenti commerciali per gli appalti pubblici. Un accordo firmato dalle
principali potenze industriali ma non da Brasile, India, Cina e Russia, le cui aziende sono fra i principali esportatori di
acciaio in America. La concomitanza di un forte rallentamento dell'industria
dell'auto, uno dei principali acquirenti di acciaio all'estero con la clausola
Buy American, crea ovviamente molte difficoltà per le aziende straniere che
avrebbero venduto sottocosto per difendere quanto meno la loro quota del
mercato da 100 miliardi di dollari che resta libero da vincoli del
Congresso, ma pur sempre sottoposto alle regole internazionali. Non è una
novità che le aziende alzino il tiro su possibili violazioni delle normative
internazionali in un momento di difficoltà economica. In genere tuttavia
l'apertura di ostilità si traduce in una escalation. La Cina
ad esempio, uno dei Paesi maggiormente danneggiati se le accuse di dumping
saranno confermate, farà partire a sua volta inchieste interne contro aziende
americane. Proprio giovedì durante una visita in Canada, Obama aveva confermato
la validità del Nafta ed escluso che la sua amministrazione introducesse
restrizioni commerciali: «Purché - ha specificato- le regole sottoscritte siano
rispettate da tutti ». L'INIZIATIVA I produttori americani hanno raccolto le
prove necessarie a dimostrare le vendite in dumping nei settori non protetti
dal «Buy American»
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-21 - pag: 9 autore: La Clinton a
Pechino. Il ministro Usa rilancia la cooperazione «Le differenze sui diritti umani non
devono fermare il dialogo» Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente
La questione dei diritti umani non può compromettere il dialogo tra Cina e Stati Uniti. Appena sbarcata a
Pechino, quarta e ultima tappa della sua prima missione in Asia, Hillary
Clinton mostra subito una buona dose di pragmatismo. Il Tibet, i dissidenti, le
minoranze etniche e religiose sono problemi seri che figurano nell'agenda della
trasferta pechinese del segretario di Stato americano. «Ma su questi temi sappiamo
già cosa ci risponderanno i cinesi», ha detto la Clinton, ieri sera al suo
arrivo a Pechino dove durante il fine settimana incontrerà il premier, Wen
Jiabao, e il presidente, Hu Jintao. Un pragmatismo imposto dai fatti. Il mondo
intero, Cina compresa, è alle prese con una terribile
crisi economico-finanziaria e di questo oggi i vertici delle due superpotenze
hanno il dovere di discutere. Sicuramente, come sulla questione dei diritti
umani, partendo da posizioni divergenti. Il contenzioso economicocommerciale
tra Pechino e Washington è sconfinato. Il principale argomento di frizione
diplomatica tra i due Paesi è lo yuan, che la Casa Bianca ritiene
sottovalutato. Secondo gli Stati Uniti, per anni la Cina
è stata una concorrente sleale, facendo leva su una valutazione artificiosa e
irrealistica dello yuan. I cinesi hanno puntualmente rinviato le accuse al
mittente, sostenendo che il cambio è una questione sovrana di stretta
competenza di Pechino. Nell'ultima parte dell'Amministrazione Bush, grazie alla
politica conciliante del segretario al Tesoro, Henry Paulson, e alla
rivalutazione dello yuan sul dollaro, la diatriba si era un po' sgonfiata. Ma
nelle ultime settimane, sulla scia della campagna protezionistica «Buy American
» sostenuta dall'Amministrazione Obama, è tornata di attualità. Ma i cinesi
opporranno un muro di gomma alle critiche americane. E questa volta, rispetto
al passato, da una posizione di forza. A dicembre la Cina
ha sottoscritto altri 14 miliardi di dollari di Treasury Bonds, portando a 696
miliardi il suo stock di titoli del Tesoro Usa e
consolidando la sua posizione di principale finanziatrice degli Stati Uniti.
Circa un terzo del totale delle riserve valutarie cinesi oggi sono impiegate in
debito americano. Questa esposizione inizia però a sollevare qualche
perplessità nel Governo cinese. Pechino teme che la raffica di piani di
salvataggio lanciati da Washington spingano fuori controllo i conti pubblici
americani, riaccendendo l'inflazione e innescando un deprezzamento del dollaro.
In questo caso, l'investimento cinese finirebbe per svalutarsi. Il messaggio
per il nuovo segretario di Stato statunitense sembra chiaro: prima di discutere
quale sia il giusto valore dello yuan, come chiedono da anni gli americani,
oggi forse sarebbe meglio discutere quale sia il giusto valore del dollaro.
ganawar@gmail.com PRIORITà I dossier economici, a partire da quello sul
corretto valore dello yuan, hanno la precedenza sulle libertà politiche
Missione asiatica. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ANSA
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-02-21 - pag: 12 autore:
Cambi in cerca di disciplina di Alberto Santa Maria L e responsabilità primarie
dell'attuale crisi mondiale vengono da più parti attribuite
alla globalizzazione. Credo invece che la crisi, prima finanziaria e poi
economica, sia determinata da una serie di concause di diversa natura, ma
tutte, in prima battuta, di ordine finanziario, e che nella globalizzazione
trovi soltanto l'humus in cui vengono moltiplicati i suoi effetti negativi.
Vediamo perché. L'assetto del commercio internazionale è caratterizzato dalle
regole comuni di liberalizzazione dettate dalla Wto-Gatt 1994 e comportanti, in
estrema sintesi, l'eliminazione di dazi e misure equivalenti, tali da
trasformare il mondo in un unico mercato senza frontiere negli scambi
commerciali, allargati sino a ricomprendere, oltre alle merci, i servizi.
Completa il quadro l'estensione soggettiva ditale organizzazione a 153 Stati,
culminata con l'ingressodellaCina, effettivodal1Úgennaio 2002. Ne resta fuori
la Russia in attesa di dissipare i persistenti dubbi sulla sua vocazione
liberista. Negli ultimi anni, per effetto dello spostamento della produzione in
Estremo Oriente, nei Paesi "low cost", la globalizzazione dei
rapporti commerciali ha comportato un massiccio spostamento di ricchezza verso
Oriente e considerevoli investimenti in attività o beni "reali" in
senso opposto, cui si aggiungono investimenti con capitali provenienti dalla
Russia nonché, con quelli derivati dai proventi del petrolio, dagli Emirati e
dalla Libia.Ma nulla che spieghi l'attuale grande crisi finanziaria. A fronte
dell'alto grado di regolamentazione raggiunto nel commercio mondiale, forti
carenze si manifestano, per contro, nell'economia internazionale: è di generale
evidenza che gli Accordi di Bretton Woods del 1944, oggi, non siano più idonei
neppure a disciplinare i rapporti di cambio fra le principali monete. Al di là
del rapporto dell'euro con il dollaro e con lo yen, lo yuan cinese, nonostante
il "formale" paniere di monete, anche se in modo meno ferreo, resta
ancorato al dollaro; la Russia ha svalutato il rublo 19 volte negli ultimi tre
mesi e l'ultima (il 23 gennaio scorso) del 10% rispetto all'euro. La carenza di
regole non solo incide negativamente sul corso dell'euro dall'esterno,ma è
fonte di squilibri macroeconomici all'interno della stessa Ue con riguardo alle
monete degli Stati non partecipanti alla zona "euro", e genera
altresì forti distorsioni alla concorrenza a vantaggio delle imprese degli Stati
membri che hanno mantenuto la moneta nazionale per scelta propria. Mi riferisco
al Regno Unito e alla Danimarca, in regime di "opt out" sine die, e
alla Svezia. La sterlina inglese dal 1Úgennaio
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-02-21 - pag: 13 autore:
«Protezionismo, la risposta è la crescita» Siniscalco: le cure nazionali non
bastano e tra le aziende vince chi ristruttura prima di Franco Locatelli «I l protezionismo e la de-globalizzazione sono molto più di un
rischio reale ma l'antidoto è uno solo: tornare a crescere. Finora, purtroppo,
non abbiamo ancora trovato la "pallottola d'argento" per uscire da
questa crisi e per riprendere la via di un capitalismo sostenibile ». Alla conferenza
internazionale promossa dall'Aspen e in corso a Roma, Domenico Siniscalco, già
ministro dell'Economia e oggi vicepresidente europeo e Country Head di Morgan
Stanley per l'Italia, non ha ovviamente proposto ricette magiche ma ha compiuto
un'analisi molto pragmatica dello stato dell'arte e della strada da seguire. Il
suo punto di vista è riassunto in questa intervista al Sole 24 Ore. Il
capitalismo sostenibile è il tema della conferenza dell'Aspen che si tiene in
questi giorni a Roma e che la vede tra i relatori, ma che cos'è oggi il
capitalismo sostenibile? è il capitalismo che soddisfa i bisogni delle
generazioni attuali senza danneggiare le generazioni future. Di sicuro il
capitalismo che abbiamo conosciuto negli anni 90 e nei primi anni del 2000 non
era un capitalismo sostenibile, per l'evidente eccesso di debito. In molti casi
ciò equivaleva a prendere a prestito risorse proprio dalle generazioni future.
Lei ha scritto di recente che finora non è stata ancora trovata la silver
bullet, la cosiddetta "pallottola d'argento" della tradizione
nordeuropea, per contrastare la crisi: vuol dire che finché non la troveremo
non usciremo dal tunnel e che oggi il capitalismo non è sostenibile? Vuol dire
che, finché non troveremo la pallottolad'argento, non sappiamo né come né
quando usciremo da questa crisi, anche se nel lungo periodo il capitalismo è
stato sempre sostenibile e tornerà ad esserlo. La pallottola d'argento non è
stata ancora trovata o non esiste? Come nella scienza, anche la pallottola
d'argento non esiste finché non la scopri. Si pensava che bastasse non ripetere
gli errori del '29 per evitare o superare la crisi, ma ogni crisi è diversa è
questa lo è dalle precedenti. Stupisce invece l'inefficacia delle politiche
economiche imperniate sui grandi stimoli e sui tassi d'interesse vicini allo
zero. In sostanza, la pallottola d'argento è una misura magica o un insieme di
misure virtuose? è il giusto insieme di fattori materiali, come ad esempio la
ripulitura dei bilanci delle banche, e di fattori impalpabili come la fiducia.
Nella sua concezione c'è posto anche per la bad bank e per la nazionalizzazione
delle banche? Le società moderne si governano con grandi indirizzi rispetto ai
quali la bad bank o la nazionalizzazione delle banche, al di là del giudizio di
merito, sono solo tecnicalità. Ciò che conta in questo caso è il ritorno in
grande stile e al di là delle forme dei Governi in aiuto all'economia. La
soluzione generale alla crisi è composta da fattori che riguardano l'offerta,
come la pulizia dei bilanci, dal sostegno della domanda aggregata e dalla
riconquista della fiducia. Rispetto a questo quadro l'Italia come si colloca?
L'Italia non è mai troppo brillante in periodi di boom e non è mai in
condizioni catastrofiche nei periodi di recessione. Veniamo da 10 anni di
crescita limitata ma abbiamo una maggior forza relativa delle banche e
dell'industria. Ieri Bruxelles ha dato il via libera ai Tremonti bond: per le
banche italiane possono bastare? I Tremonti bond sono un fattore di
competitività e non d'emergenza: non servono a salvare le banche ma a
rafforzarle perché concedano più credito all'economia reale. In Morgan Stanley
è cambiata la vita dopo l'intervento del Tesoro Usa?
Nella banca io ci sono solo da due anni e mezzo,ma il cambio si percepisce e
non solo per effetto dell'intervento pubblico americano. Anche l'ingresso nel
capitale d'investitori cinesi e giapponesi ha contato e così pure la ripulitura
dei bilanci e il cambio di status con l'acquisizione della licenza di banca
commerciale. Oggi Morgan Stanley è molto più solida e opera con maggiore
disciplina finanziaria. Tutti dicono che di fronte alla prima crisi globale
occorre trovare una soluzione globale, e forte è l'attesa per ilprimo vertice
internazionale con il nuovo Presidente Obama: quella sarà l'oradella verità?
Starei attento a non caricare ogni appuntamento di attese eccessive, ma
certamente quello può essere un'occasione per un passo avanti. Ormai tutti
hanno capito che bisogna correggere rapidamente gli squilibri che hanno
determinato la crisi: gli Usa devono consumare meno, la Cina deve invece consumare un po' di più e l'Europa deve investire
maggiormente di quanto abbia fatto finora. Sul piano generale è chiaro che
bisogna puntare su un miglior equilibrio tra le diverse attività e che dunque
le economie dovranno basarsi di più sulla produzione e di meno sulla finanza.
Qualche segnale incoraggiante comincia a scorgersi ma, come dicevo prima, non
abbiamo ancora fatto il salto di qualità e recuperato la fiducia. Non c'è
vertice internazionale che non si chiuda con solenni promesse di lotta al protezionismo, ma gli Usa hanno
rispolverato il Buy American, la Gran Bretagna il British Job e la Francia gli
aiuti nazionalistici all'auto: di fronte al pericolo del protezionismo
la risposta qual è? C'è un rischio reale di protezionismo
ma per motivi meno espliciti di quelli del passato. In realtà se un Governo
aiuta la propria industria con i soldi dei contribuenti pretende che la
ristrutturazione e il taglio di posti di lavoro non avvengano tra i confini
domestici e così, se aiuta le banche, gradisce che la riduzione del credito
avvenga all'estero. Perfino i Fondi sovrani tornano a investire a casa loro. Di
fronte a una crisi come l'attuale, con l'intervento crescente dei Governi e
cioè dei contribuenti, qualche forma di protezionismo
è quasi inevitabile e porta con sé la de-globalizzazione, anche se non ha la
violenza degli anni 30. Che cosa si può realmente fare per fermare il protezionismo e la de-globalizzazione? C'è un solo vero
antidoto al protezionismo e ai suoi effetti:
rilanciare la crescita. Se non s'inverte il trend dell'economia, le altre
risposte sono inefficaci. Per un'economia fortemente basata sull'export come la
nostra i dolori rischiano di essere maggiori? In teoria sì, ma non
dimentichiamo che, per fortuna dell'Italia,il suo mercato domestico non è più
solo quello nazionale ma quello dell'area euro. Però il ministro Tremonti non
manca mai di ricordare che noi abbiamo un problema in più dovuto all'enormità
del debito pubblico: ha ragione o è solo un alibi? In tutti i Paesi vedo il
ritorno dei grandi debiti pubblici e Tremonti fa benissimo a ricordare il
vincolo del nostro debito, che va considerato sia come stock che nella sua
dinamica. Le misure anticrisi debbono puntare a salvare il salvabile e a
limitare i danni o devono guardare oltre l'emergenza per cogliere i segnali di
ripresa appena affioreranno? Certamente bisogna farsi trovare pronti per la
ripresa, sapendo che il mondo non sarà più lo stesso, ma questo diventa
ininfluente se nel frattempo le imprese muoiono. In realtà, bisogna sempre
trovare il giusto equilibrio: guardare al dopo-crisi è saggio, ma a patto di
non lasciarci prima le penne. Insisto: solo la crescita può portarci fuori
dalla crisi e naturalmente di fronte a una crisi globale non bastano soluzioni
nazionali. Alla fine, e questo vale sia per i Paesi sia per le singole imprese,
vince chi si ristruttura per primo. I TREMONTI-BOND «Sono un fattore di competitività
e non d'emergenza, non servono a salvare gli istituti ma a rafforzarli perché
diano credito alle imprese» IL RUOLO DI OBAMA «Sarà importante, ma ognuno deve
fare la sua parte: gli Usa consumare meno, la Cina di più, l'Europa tornare a investire» Banchiere. L'ex
ministro dell'Economia Domenico Siniscalco, 54 anni, è attualmente numero uno
di Morgan Stanley Italia INFOPHOTO
( da "Messaggero, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sabato
21 Febbraio 2009 Chiudi di MARCO FORTIS IERI due noti economisti italiani di
impostazione piuttosto liberista in un articolo su "Il Sole 24 Ore"
hanno praticamente massacrato i due piani del presidente americano Obama, sia
quello "di stimolo" dell'economia che quello per i mutui immobiliari.
Essi hanno argomentato che "la mancanza di fiducia e il pessimismo sono tra
le cause della gravità della crisi", che i tagli delle tasse andrebbero
preferiti agli aiuti ai settori decotti o in difficoltà ed hanno concluso che
"tanto nella legge fiscale come nel piano casa la strategia sembra quella
di coprire i problemi gettandoci sopra i soldi dei contribuenti, invece che
risolverli". Trasferito tal quale questo approccio di analisi all'Italia,
si dovrebbe concludere che il piano presentato dal capo uscente
dell'opposizione pochi giorni fa, quello per intenderci da 1 punto di PIL che
avrebbe dovuto salvarci ma che era soltanto una pallida e minuta copia dei due
piani di Obama, sarebbe stato del tutto inefficace. Ciò non significa sostenere
- per andare all'estremo opposto - che ciò che ha fatto sinora il Governo
italiano basti per affrontare la crisi di casa nostra. Ma certo chiarisce
quanto oggi sia difficile mantenere una posizione equilibrata nel mezzo delle
paure che tolgono il sonno agli abitanti di tutto il pianeta, dagli USA alla Cina, dall'Europa al Sud America. L'Ufficio Studi di Confindustria
alcuni giorni fa ha rivisto notevolmente al ribasso le proprie previsioni sul
PIL italiano portandole a -2,5% per il 2009. Ne è scaturita una polemica che ha
spinto Emma Marcegaglia a precisare che non c'era alcuna intenzione da parte
della Confindustria di fare i "corvi", cioè di alimentare
ulteriore pessimismo nel pieno di questa crisi. La Confindustria, che capta i
segnali che vengono dal mondo delle imprese, ovviamente fa benissimo ad
evidenziare il deterioramento della situazione economica. Può essere però utile
ricordare che cosa prevedono anche le "altre" Confindustrie. Al
momento solo quella inglese ha aggiornato, come la nostra, le sue previsioni.
Per la Gran Bretagna, la Confederation of British Industry prevede adesso un
calo del PIL nel 2009 del 3,3%. Dunque, rispetto a quando la Commissione
Europea a fine gennaio prevedeva per l'Italia una flessione del 2% del PIL nel
2009 e per la Gran Bretagna una diminuzione del 2,8, le Confindustrie dei due rispettivi
Paesi hanno entrambe peggiorato i loro pronostici di un -0,5%. La crisi perciò
si aggrava ma il divario di recessione tra i due Paesi resta uguale: la Gran
Bretagna fa peggio di noi dello 0,8%. Ciò non deve consolarci più di tanto ma
deve anche indurci a non fare del catastrofismo continuo su noi stessi.
Prendiamo ad esempio i dati sugli ordinativi dell'industria nel mese di
dicembre 2008 diffusi ieri dall'Istat: essi ci dicono che rispetto a dicembre
2007 gli ordini dell'industria italiana sono calati complessivamente del 15,4%
(-19,7% gli ordini provenienti dall'estero). Facendo un rapido giro su Internet
scopriamo però che a dicembre gli ordini dell'industria manifatturiera in
Germania sono diminuiti complessivamente del 25,1% (-29,7% gli ordini dall'estero);
che in Spagna gli ordini dell'industria sono calati del 25,1% come in Germania;
e che in Francia il calo è stato del 20,6% (-29,4% gli ordini dall'estero).
Dunque l'Italia soffre, ma gli altri Paesi assai di più. In Italia non ci sono
motivi per nazionalizzare le banche. L'esposizione del nostro sistema bancario
verso gli USA, l'antro delle streghe della tecno-finanza dove è stato cucinato
il minestrone avvelenato dei titoli "tossici", è minima. Ora che i
Tremonti bond possono partire possiamo sperare di ricostruire, almeno nel
nostro Paese, un po' più di fiducia, attraverso un rapporto più virtuoso tra le
banche e le imprese.
( da "Corriere della Sera" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-21 num: - pag: 15
categoria: REDAZIONALE Il segretario di Stato Usa in Cina Hillary Clinton: «Sì ai diritti umani Ma non
pregiudichino i rapporti» PECHINO — La questione dei diritti umani in Cina non può bloccare l'«importante cooperazione» tra
Washington e Pechino sulla crisi globale, il clima e la minaccia del nucleare
nordcoreano. Lo ha detto Hillary Clinton (foto), ieri in Cina,
sottolineando la necessità di essere realisti: «dobbiamo continuare a fare
pressioni, ma senza interferenze» con il dialogo sulle questioni cruciali.
Amnesty International si è detta «scioccata» e «estremamente delusa»: gli Usa «sono uno dei pochi Paesi che può tenere testa alla Cina in materia di diritti umani».
( da "Corriere della Sera" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-02-21 num: - pag: 29
categoria: REDAZIONALE Il caso Pronto un documento in vista del G8. «Sui prodotti
agricoli le barriere economiche andrebbero alzate» Il latte, il riso e gli
«invasori» a tavola Arrivano da Romania o Tailandia e costano la metà. Zaia: «I
dazi non si toccano» La carne argentina si paga un sesto rispetto alla nostra.
«Così le aziende possono solo chiudere» MILANO — «Nessuno può chiederci di
smantellare un comparto produttivo fondamentale, che da sempre rappresenta una
componente indispensabile alla nostra immagine nel mondo». Chi parla è Luca
Zaia, il ministro all'Agricoltura. è il promotore di un documento che l'Italia
porterà al prossimo G8. Il contenuto è presto riassunto: «I dazi agricoli che
esistono — spiega il ministro — non possono essere abbassati. Semmai, per certi
comparti, vanno rafforzati». Il documento sarà presentato durante il round
preliminare del G8 che riunirà i ministri all'Agricoltura degli 8 Grandi a
Cison di Valmarino, nel Trevigiano, dal 18 al 20 aprile. La ventata
protezionistica che sta investendo tutti i Paesi sviluppati, per
l'agroalimentare italiano, secondo Zaia, è in prospettiva una scelta tra il
vivere e il morire: «I prezzi di vendita di certi prodotti, dal riso alla
frutta al latte, in molti casi sono ben al di sotto dei nostri costi di
produzione ». Gli esempi si trovano in alcuni dati forniti dal ministero
all'Agricoltura. Il riso tailandese, senza i dazi, costa meno della metà di
quello nazionale. La carne argentina, poco più di un sesto di quella nostrana.
Una filiera già a rischio è quella del latte: «Quello romeno — osserva Zaia —
costa poco più della metà di quello nazionale. Se non lo tutelassimo, sarebbe
tra l'altro la fine delle 24 dop del formaggio e sei miliardi di euro se ne
andrebbero in fumo». La concorrenza agricola, secondo Zaia, lascia soltanto due
strade ai produttori locali: «La prima, che è anche la più probabile, è la
chiusura delle nostre aziende agricole: certe sperequazioni semplicemente non
sono sostenibili. La seconda è una continua rincorsa al taglio dei costi. Che
inevitabilmente porterà qualcuno a pensare che la qualità possa passare in
secondo piano». Un fatto che Zaia giudica «semplicemente suicida, visto che
l'agroalimentare italiano è ai vertici del pianeta». Un'eccellenza riassunta
dai numeri: 4.500 prodotti tipici, 176 tra dop e Igp, oltre 500 vini a
denominazione di origine. Eppure, parallelamente all'appello al «Buy american»
di Barack Obama, si sono sentite vigorose prese di posizione in senso
contrario, ammonimenti contro la miopia del protezionismo:
«Io ho una formazione liberale — precisa Zaia — ma quel che ha detto Obama mi è
parso un raggio di sole. Un contesto globalizzato è ben diverso da quello in
cui scriveva Adam Smith. L'arretratezza produttiva e di legislazione sociale e
ambientale non può diventare un fattore competitivo: è soltanto concorrenza
sleale». Secondo il ministro, il documento italiano ha ottime possibilità di
essere sottoscritto: «I miei colleghi europei non avranno alcuna difficoltà: si
trovano tutti in una situazione simile e pensano tutti le stesse cose». Il
ministro torna al punto da cui era partito: «In Italia la tutela
dell'agricoltura ha un valore che altrove non esiste. Noi non vendiamo
prodotti, vendiamo territori, terroir come dicono i francesi. Le nostre
produzioni rilanciano un'immagine dell'Italia preziosissima, ben al di là del
fatto alimentare. Pensiamo al Brunello e a una certa idea di Toscana. Esiste
una forte spinta alla globalizzazione anonima, al vino bianco o rosso. Se
passasse, costerebbe agli italiani più che a chiunque altro ». Marco Cremonesi
Lumbard Luca Zaia, leghista, è ministro all'Agricoltura. Prima di Natale aveva
lanciato, come provocazione, il boicottaggio dell'ananas \\ Il ministro
L'appello di Obama al «compriamo americano» è un segno importante
( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Due
gli appuntamenti clou Bit, oggi e domani anche Gorizia sarà protagonista Le meraviglie
di Gorizia saranno ospitate dalla prestigiosa vetrina della Borsa
internazionale del turismo. Anche quest'anno, il capoluogo isontino si
presenterà a giornalisti del settore, addetti ai lavori e curiosi nella cornice
della Bit di Milano, in programma dal 19 al 22 febbraio. Ospitata dai saloni di
Fiera Milano, la manifestazione internazionale - che lo scorso anno coinvolse
espositori e relatori provenienti da 152 paesi con oltre 150 mila visitatori -
punta a radunare operatori turistici, agenti di viaggio, aziende e ditte di
promozione turistica o comunque legate all'indotto di settore, al fine di
lanciare ad un osservatorio qualificato l'offerta turistica di singole realtà
di tutto il mondo. Il tema centrale di quest'anno sarà
"Globalizzazione e turismo.
Rischi e opportunità di una sfida senza confini". Gorizia, con il suo
giacimento gastronomico, in verità è già stata presentata al grande pubblico la
scorsa settimana da un bellissimo articolo di Fabrizio Raimondi su
"Panorama Travel", un numero dedicato in gran parte proprio alla Bit.
Due gli appuntamenti che vedranno Gorizia protagonista. Oggi, alle 12.30,
presso lo stand del Friuli Venezia Giulia (Padiglione 1) il sindaco del
capoluogo isontino Ettore Romoli e il suo omologo, Gianfranco Pizzolitto, primo
cittadino di Monfalcone, terranno una conferenza stampa congiunta per
presentare le attività e gli appuntamenti culturali delle due città per il
2009. Domani sarà presentata in maniera originale una delle kermesse
gastronomiche di maggior richiamo nel Nordest, un appuntamento ormai
consolidato del Settembre goriziano. Alle 10.30 sarà presentata, infatti, la
nuova edizione di Gusti di frontiera, che si terrà a Gorizia il prossimo
settembre. Un autentico laboratorio, dal titolo "Gustare il territorio -
Un assaggio di Gusti di frontiera", che si articolerà in due intensi
momenti: alla presentazione dell'assessore al parco culturale Antonio Devetag
seguirà una ricca e imperdibile degustazione di piatti tipici della tradizione
goriziana e non solo: un gustoso primo, la jota, accompagnata dal Merlot di
Castel San Mauro, i fasolari della laguna con la Ribolla gialla di Primosic e
il dolce goriziano per antonomasia, la Gubana, abbinata al Moscato rosa di
Marco Felluga. Come digestivo, infine, l'amaro Pelinkovac di Abuja, storica
azienda del capoluogo isontino, fondata nel lontano 1899.
( da "TgFin.it" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Usa: Clinton, la Cina mantiene
fiducia nei buoni del Tesoro americani (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Pechino, 21
feb - La Cina mantiene la propria fiducia nei
buoni del Tesoro Usa, di cui Pechino, a livello mondiale,
detiene la parte maggiore. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, Hillary
Clinton, nel corso della sua visita in Cina. "Apprezzo la rinnovata
fiducia della Cina verso i buoni del Tesoro Usa", ha detto Hillary Clinton, mentre il suo omologo
Yang Jiechi, ha solo aggiunto che il suo paese non intende modificare
radicalmente la linea fin qui adottata. In dicembre la Cina
deteneva buoni del Tesoro Usa per 696,2 miliardi di
dollari, superando il Giappone che era a quota 578,3 miliardi. Red-Lor (RADIOCOR)
21-02-09 10:00:06 (0012) 5 NNNN
( da "TgFin.it" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Usa: Hillary Clinton, migliorare le
relazioni con la Cina Hu Jintao e Barack Obama si
incontreranno a Londra in aprile (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Pechino, 21 feb -
Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha detto di
voler rafforzare le relazioni con la Cina, al termine
dell'incontro che ha avuto a Pechino con il suo omologo cinese Yang Jiechi. "Al momento del debutto della
nuova amministrazione del presidente Obama, ha detto Hillary Clinton, noi
vogliamo rafforzare e migliorare le relazioni tra i due paesi",
aggiungendo di ritenere "imperativo" che le due piu' grandi potenze
al mondo cooperino nei settori fondamentali per il pianeta, quali quelli
dell'economia e dei cambiamenti climatici. I due paesi, inoltre, hanno
convenuto di respingere le misure protezionistiche in questo contesto di crisi
economica mondiale. Al termine dell'incontro Yang Jiechi ha reso noto che il
leader cinese Hu Jintao ed il presidente americano Barack Obama avranno il loro
primo incontro bilaterale in aprile a Londra, dove entrambi parteciperanno al
vertice del G20 sulla crisi economica internazionale. Red-Lor (RADIOCOR)
21-02-09 09:31:18 (0009) 5 NNNN
( da "Reuters Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
PECHINO (Reuters) - Il segretario di Stato Usa Hillary
Clinton ha detto oggi che gli Stati Uniti e la Cina possono
risollevare il mondo dalla crisi economica lavorando insieme e ha precisato che
questa è una priorità, mentre in secondo piano viene la questione dei diritti
umani in Cina. Nella sua prima visita in Cina da segretario di Stato, la Clinton ha scelto una linea
più morbida sul tema delle libertà politiche e religioni di quanto non avesse
fatto nel 1995 nel suo discorso a Pechino, in cui aveva criticato la situazione
dei diritti umani nel paese. In una conferenza stampa insieme al ministro degli
Esteri cinese, Yang Jiechi, Clinton ha detto che i due paesi dovrebbero avere "una
franca discussione sulle questioni sulle quali c'è un disaccordo, tra cui i
diritti umani, il Tibet, la libertà di culto e di espressione". Tuttavia,
ha suggerito che prima di tutto vengono gli sforzi congiunti per rilanciare la
crescita di fronte alla crisi finanziaria globale, per contrastare il
cambiamento climatico e per risolvere le sfide alla sicurezza come il programma
nucleare nordcoreano. Nella sua ultima tappa del viaggio di una settimana in
Asia che l'ha portata a Tokyo, Giacarta e Seoul, Clinton ha sottolineato quanto
intrecciate siano le economie di Cina e Stati Uniti.
Gli Usa sono uno dei principali sbocchi dell'export
cinese, mentre la Cina, che ha circa 2000 miliardi di
dollari di riserve in valuta straniera, è il primo detentore al mondo di quote
del debito pubblico statunitense.
( da "Stampaweb, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
PECHINO
Gli Usa aspirano a relazioni «positive e di
collaborazione» con la Cina, che permettano ai due
Paesi di far fronte ai «formidabili problemi» che sono sul tappeto come la
crisi economica ed i cambiamenti climatici. Lo ha detto oggi il segretario di
Stato americano, Hillary Clinton, da ieri in Cina a
conclusione della sua prima missione all?estero nel corso della quale ha
visitato anche Giappone, Corea del Sud ed Indonesia. Lavorando insieme, ha
detto il segretario di Stato in una conferenza stampa al termine del suo
incontro col ministero degli esteri cinese Yang Jiechi, Usa e Cina
possono «portare il mondo fuori dalla crisi». Yang ha ricambiato, riaffermando
la fiducia della Cina nei
titoli di Stato americani, nei quali ha già investito 700 miliardi di dollari.
Nella sua prima visita in Cina da segretario di Stato, Hillary ha scelto di mettere in secondo
piano i problemi di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, suscitando la
reazione dei gruppi umanitari. Un portavoce di Amnesty International ha
affermato che con questa scelta il segretario ha «danneggiato le future
iniziative degli Usa sui diritti umani». Su questi
problemi, hanno detto all?unisono Clinton e Yang, i due Paesi «si sono trovati
d?accordo nell?essere in disaccordo». Dissidenti, come la blogger Zeng Jinyan e
lo scrittore Yu Jie, hanno affermato di essere stati messi stamattina agli
arresti domiciliari, per impedirgli di incontrare il segretario di Stato.
Hillary Clinton è stata poi ricevuta dal premier Wen Jiabao e dal presidente Hu
Jintao che, ha annunciato il ministro Yang, avrà in aprile a Londra il suo
primo incontro bilaterale col presidente americano Barack Obama.
( da "Avvenire" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MONDO
21-02-2009 Clinton in Cina scorda i diritti umani:
prima la crisi PECHINO. Il segretario di Stato degli Stati Uniti, Hillary
Clinton, è arrivato ieri a Pechino ultima tappa del suo tour asiatico. Prima
però di approdare in Cina, da Seul, il capo della
diplomazia Usa ha nuovamente ammonito la Corea del
Nord perché ponga fine alle provocazioni e torni al tavolo delle trattative sul
dossier nucleare, avvertendo che i rapporti con Washington non miglioreranno se
Pyongyang continuerà ad insultare la Corea del Sud. Il segretario di Stato ha
anche annunciato la nomina di Stephen Bosworth ad inviato Usa
per i negoziati sul disarmo nucleare coreano. Pyongyang ha inasprito i toni
bellicosi contro Seul, minacciando attacchi missilistici. Il governo del Sud ha
risposto con la minaccia di colpire i siti di lancio. «La Corea del Nord non
otterrà rapporti diversi con gli Stati Uniti insultando e rifiutando il
dialogo», ha detto la Clinton, che ha aggiunto che «i risultati della Corea del
Sud in fatto di democrazia e prosperità sono in netto contrasto con la tirannia
e la povertà oltre il confine con il Nord». Il segretario di Stato ha toccato
il tasto dell'incertezza legata alla successione a Kim Jong-Il: «Quando si
considerano le relazioni future con un governo che non ha stabilito una
successione chiara ha detto la Clinton c'è di che interrogarsi». Quindi la
partenza per Pechino. Hillary Clinton è dell'opinione che Stati Uniti e Cina avranno buone opportunità di affrontare i temi urgenti
del momento come il cambiamento climatico piuttosto che colmare le ormai datate
lacune riguardanti i diritti umani, incluso il comportamento della Cina nei confronti della questione Tibet. Secondo quanto
dichiarato dal segretario di Stato, l'Amministrazione Usa e il governo cinese devono
continuare a impegnarsi sul tema dei diritti umani ma questo «non deve
interferire sullo stato di crisi che coinvolge l'economia globale, il clima e
la sicurezza». Cina e
America devono «intavolare delle discussioni che conducano alla comprensione e
alla cooperazione su ognuno di questi» temi, ha affermato l'ex first
lady prima di incontrare la controparte Yang Jiechi, il presidente Hu Jintao e
il premier cinese Wen Jiabao. Il segretario di Stato: cooperiamo. Da Seul aveva
lanciato un monito anche a Pyongyang: basta minacce Hillary Clinton a Seul
(Reuters)
( da "Avvenire" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ECONOMIA
21-02-2009 Vola l'export nell'agroalimentare pianeta verde di Andrea Zaghi E
che crescono del 9,2% contro importazioni che salgono «solamente» del 4,5%
circa. È in queste due percentuali che si riassumono le relazioni con l'estero
dell'agroalimentare italiano nel 2008. Numeri che hanno fatto sorridere molti
operatori, che possono essere di conforto per altri, ma che non nascondono i
problemi ancora da affrontare. Negli scorsi 12 mesi le imprese agroalimentari
italiane sono riuscite a vendere fuori confine prodotti per 26.000 milioni di
euro, mentre il sistema alimentare nazionale ha importato prodotti per circa
34.600 milioni di euro: il disavanzo, quindi, esiste ancora ma è notevolmente
di- minuito (-7,2% circa). Stando agli osservatori del mercato, il risultato è
stato ottenuto con il contributo soprattutto delle esportazioni dei prodotti
agricoli trasformati. Ma, come ha fatto notare Coldiretti, una prestazione
eccezionale hanno avuto anche i prodotti della cosiddetta 'dieta mediterranea'
le cui vendite sono cresciute del 13%: una tendenza che «conferma la grande
fiducia conquistata dal made in Italy a tavola che fa segnare la migliore performance
tra tutti i prodotti di eccellenza». Quello dei prodotti mediterranei è stato
un risultato che ha trainato il resto dell'agroalimentare. Senza contare il
fatto che sempre nel 2008 le esportazioni di vino italiano nel mondo hanno
raggiunto per la prima volta, secondo l'Istat, un valore di circa 3,5 miliardi
di euro. Mensportazioni tre altre circostanze favorevoli, che la stessa
Coldiretti ha messo in luce, fanno ben pensare per il 2009. Basta pensare al superamento dei superdazi Usa sulle conserve di pomodoro, ma soprattutto al via libera,
avvenuto a inizio anno, alle vendite di kiwi in Cina: un fatto definito storico che se, secondo i tecnici,
rappresenta un'opportunità enorme per l'I- talia. L'apertura al kiwi da parte
della Cina, potrebbe
preludere ad analoghe decisioni anche per altre produzioni ortofrutticole
bloccate. Se questi sono alcuni degli aspetti positivi della situazione,
è necessario però tenere conto anche di altro. Secondo Confagricoltura, per
esempio, la congiuntura negativa di questi ultimi mesi colpisce duramente anche
l'agroalimentare. Il dato di dicembre 2008 su dicembre 2007 presenta, per
esempio, un calo delle esportazioni dei prodotti agricoli allo stato naturale
del 10,8%. Si tratta di un segnale di allarme che chiede, secondo le imprese,
«interventi più incisivi» specialmente per la promozione sui mercati esteri. I-
niziative che, tuttavia, a loro volta richiedono risorse importanti che
probabilmente adesso non sono nemmeno a disposizione. Eppure è necessario
impegnarsi anche su questo fronte. Per capire quanto, basta ancora un dato: nel
2008 la capacità esportativa dimostrata del comparto agricolo-alimentare si è
collocata al di sopra dell'aumento registrato per il complesso di tutti i
settori di attività economica (+2%), ma la sua fragilità è tale da far
presagire una brusca inversione di tendenza in tempi brevi.
( da "Wall Street Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
In
missione dalla Cina per i saldi immobiliari americani
-->Shopping per 40 milionari in cerca di case Usa a
prezzi stracciati...
( da "Affari Italiani (Online)" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Hillary
Clinton in Cina: per l'Italia e l'Ue sfuma il business
Venerdí 20.02.2009 15:44 Sullo sfondo restano ovviamente aperti il problemi dei
diritti umani, della pena di morte, del Tibet (del quale sembra interessare
nulla agli statunitensi), di Taiwan. La Clinton ha dichiarato che questi temi
sono in agenda e che con la dirigenza cinese ci sarà una franca discussione in
materia, ma sospettiamo che i cinesi non lasceranno molto spazio di manovra al
Segretario di Stato USA, la quale d'altra parte crediamo non voglia irritare
troppo il suo massimo creditore. Le ragioni per le quali gli USA, ma in particolar
modo la Clinton, vogliono riallacciare rapporti che la precedente
amministrazione aveva lasciato deteriorare, sono ovviamente molteplici. Non da
ultimo occorre avere nell'area un alleato potente che all'occorrenza tenga a
bada un Nord Corea diventato nuovamente minaccioso. In tal senso trova
spiegazione l'annuncio che dopo il viaggio della Clinton
riprenderanno scambi militari tra forze armate USA e cinesi. Infine i
detrattori avanzano il sospetto che la Clinton debba a questo punto pagare
dazio, ovvero impostare una politica pro-Cina dopo che per molti anni in maniera palese ma soprattutto
occulta, oscuri finanziatori cinesi hanno contribuito generosamente alla sua
campagna. Tra questi Norman Yung Yuen Hsu e Johnny Chun, ambedue in
prigione a seguito di un scandalo legato appunto alla raccolta fondi per la
Clinton. < < pagina precedente pagina successiva >>
( da "Virgilio Notizie" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pechino,
21 feb. (Apcom) - Cooperazione economica e nella lotta contro il riscaldamento
globale: questi gli argomenti principali in agenda nella visita del Segretario di
Stato americano Hillary Clinton in Cina, nella quale i diritti umani sembrano essere passati in secondo
piano. Clinton e l'omologo cinese, Yang Jechi, hanno annunciato che i due Paesi
hanno già iniziato a preparare il vertice del G20 in programma il 2 aprile a
Londra, nel quale dovrà essere data un riposta globale alla crisi economica: un
secondo incontro fra i due capi delle diplomazie per coordinare le rispettive
le posizioni è stato fissato a Washington per il mese prossimo, in occasione
del primo bilaterale tra i presidenti Barack Obama e Hu Jintao. Pechino aveva
espresso preoccupazione per i riflessi protezionistici del piano di rilancio
dell'economia varato dall'Amministrazione, ma dopo l'incontro con Clinton, Yang
ha dichiarato che entrambi i Paesi sono decisi a "respingere il
protezionismo nel commercio e negli investimenti"; Pechino ha inoltre
deciso di mantenere la fiducia nei Buoni del Tesoro statunitensi, di cui è il
principale detentore mondiale. Per quel che riguarda il clima, Clinton ha sottolineato
come Cina e Stati Uniti - principali Paesi inquinatori
- abbiano un "comune interesse" nell'ottenere un nuovo accordo
globale sulla riduzione dei gas serra nel vertice in programma nel dicembre
prossimo a Copenhagen. Assai più discreta invece la posizione statunitense
sulla questione riguardanti il rispetto dei diritti umani, nonostante il
Segretario di Stato abbia affermato di aver avuto delle "discussioni
franche" sull'argomento. Yang ha ricordato da parte sua l'inevitabilità
delle divergenze in materia e "l'impegno del governo cinese a proseguire
il dialogo con gli Stati Uniti sulla base dell'uguaglianza e la non ingerenza
negli affari interni". I dissidenti cinesi hanno peraltro denunciato
l'inasprirsi della repressione e delle intimidazioni della polizia proprio in
previsione della visita di Clinton.
( da "Affari Italiani (Online)" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8/
Ecco come Berlusconi conquisterà i "Grandi" Sabato 21.02.2009 16:20
Di Alessandro Luigi Perna Alla fine Berlusconi ce l'ha fatta. Il governo
italiano, presidente di turno del G8, è rientrato nelle grazie dell'imperatore
americano. Anzi, rischia di entrargli nel cuore al posto della Francia di
Sarkozy. Prima c'è stata la telefonata del presidente Barack Obama che è stata
addirittura cordiale. Poi Nancy Pelosi, a capo della Camera dei Rappresentanti
degli Usa, è venuta in Italia. Quindi Frattini ha
annunciato che si recherà il prossimo 27 febbraio a Washington per incontrare
il Segretario di Stato Hillary Clinton. Manca all'appello la visita di qualche
pezzo grosso della nuova amministrazione a stelle e strisce ma è un'occasione
persa condivisa con il resto d'Europa. Il baricentro del mondo infatti si è
spostato in Oriente e se ne sono accorti tutti quando Hillary
Clinton ha annunciato che i primi paesi che avrebbe visitato sarebbero stati Cina e Giappone. Cioè la seconda e la
terza economia del pianeta nonché i maggiori detentori del debito pubblico
d'oltre-Atlantico e i maggiori esportatori in terra americana. Cioè,
soprattutto, coloro dalla cui salute psico-fisica e socio-economica dipende il
futuro di tutto il resto del mondo. Che però continua ad avere la sua
importanza per la Casa Bianca. Perché se c'è una cosa che la presidenza Bush ha
insegnato agli Stati Uniti è che l'unilateralismo funziona solo finché si hanno
eserciti immensi e l'economia in salute. Altrimenti è meglio essere multilateralisti
e avere tanti alleati, anche se riottosi e poco politically correct. Così nella
conversazione con il nostro presidente del consiglio Barack Obama non ha
parlato della propria avvenenza di afro-americano né della sua invidiabile
"abbronzatura" ma di cose molto serie: di G8, di G20 e di quanto
concordano le vedute di America e Italia sullo stato del pianeta. pagina
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( da "Affari Italiani (Online)" del 21-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8/
Ecco come Berlusconi conquisterà i "Grandi" Sabato 21.02.2009 16:20
D'amore e d'accordo tra Italia e Usa si andrà anche
quando si parlerà in maniera strategica di ambiente e surriscaldamento del
pianeta, ulteriore argomento in agenda. L'America futura del new deal di Obama
è infatti molto eco-compatibile e farà felice i suoi alleati europei così
preoccupati per il futuro di madre natura. Così come sarà difficile che ci
siano divergenze quando i leader mondiali nella stessa occasione parleranno di
come assicurare in tempo di crisi un supporto ai paesi emergenti e in
particolare all'Africa - a rischio sviluppo e divorata da inquinamento,
malattie epidemiche e dall'Aids. Al grido di non fondi "ma interventi per
realizzare infrastrutture", Berlusconi ha dimostrato di fare sul serio
illustrando il suo piano per salvare il continente nero e invitando l'ex
terrorista Gheddafi in veste di leader dell'Unione Africana come rappresentante
in carne e ossa del problema. Ma tutta questa concordanza d'opinioni rischia di
venire decisamente meno quando si affronterà invece il problema principe delle
grandi potenze: come superare la crisi finanziaria internazionale? Potrebbero
infatti ritrovarsi tutti ad appoggiare la proposta Brown/Tremonti di una nuova
governance internazionale della finanza estesa ai nuovi protagonisti dell'economia mondiale Cina, India, Brasile, etc. Ma i leader mondiali potrebbero essere
molto meno solidali se Obama confermerà che la sua risposta alla crisi
dell'economia americana è il protezionismo. La stessa soluzione che tutti gli
osservatori dicono che ha portato il mondo sull'orlo del collasso durante la
grande depressione del 1929. Ma anche l'unica che fino adesso la
presidenza americana ritiene sia praticabile e soprattutto comprensibile per il
cittadino medio americano. < < pagina precedente