CENACOLO DEI COGITANTI |
Il falso parmigiano
americano premiato come miglior formaggio degli Stati Uniti
( da "Corriere.it" del
21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: I Paesi dove sono più diffuse le
imitazioni sono - oltre agli Stati Uniti - Australia e Nuova Zelanda, ma a
preoccupare sono anche le tendenze di Paesi emergenti come la Cina dove il
falso made in Italy è arrivato prima di quello originale. stampa |
SALUTE/ CINA:NO SOSTANZE
CANCEROGENE IN PRODOTTI JOHNSON JOHNSON
( da "Wall Street Italia"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Salute/ Cina:no sostanze
cancerogene in prodotti Johnson&Johnson di Apcom Lo aveva denunciato
un'associazione Usa -->Pechino, 21 mar. (Ap) - Le autorità sanitarie cinesi
hanno assicurato che i prodotti per bambini con marchio Johnson & Johnson
non contengono sostanze cancerogene, come per esempio la formaldeide,
Il filosofo Zolo sarà al
castello per parlare di diritti umani
( da "Gazzetta di Modena,La"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: approfondire il pluralismo
giuridico e la giurisdizione penale nella globalizzazione, ha coniugato la sua
riflessione con la sensibilità per la pace e i diritti umani. Modera Annalisa
Vandelli, direttrice della rivista Afro. Sempre oggi, dalle 15 alle 19, nei
locali ex Urp (piazza Repubblica 9) si terranno laboratori per bambini dai 6
agli 11 anni sulle usanze e i racconti dal mondo.
Quarto posto per i
pasticcieri italiani in gara a Tokyo
( da "Giornale di Brescia"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Usa, Giappone, Italia,
Malesia e Singapore) si sono sfidate nella preparazione di torte, desserts al
piatto e monoporzione, cioccolatini e pièces artistiche di zucchero e
cioccolato. A rappresentarci in questa competizione quattro artisti della
pasticceria italiana: il veneto Andrea Zanin, «addetto» alla preparazione dei
desserts e delle torte;
Prezzi in picchiata, è
emergenza rifiuti ( da "Finanza
e Mercati" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che lo scorso anno hanno venduto
alla Cina circa 12 milioni di tonnellate di carta e cartone. Nel 2007 gli Usa
hanno esportato materiali riciclabili per 22 miliardi di dollari in 152 paesi
del mondo. Secondo l'Institute of Scrap Recycling Industries, l'organizzazione
più rappresentativa delle industrie americane del trattamento dei rifiuti,
Nuovi rischi per tutti con
la globalizzazione ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 19 Nuovi rischi per tutti con la
globalizzazione Nessun essere vivente - nè del cielo, della terra, del mare - è
in grado di batterli nella loro specialità: la capacità di adattamento. Sono i
virus, campioni del sapersi adeguare alle situazioni più disparate. Come diceva
Charles Darwin «solo le specie più adattabili, non le più forti,
Obama all'Iran: <Un
nuovo inizio> ( da "Secolo
XIX, Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: secondo la maggioranza degli
osservatori la Cina preferirà seguire Mosca piuttosto che restare isolata. I
tentativi del segretario di Stato degli Usa Hillary Clinton per evitare un
confronto diretto durante la sua visita a Pechino in febbraio hanno contribuito
alla creazione di un ambiente favorevole a una collaborazione bilaterale, che
potrebbe portare a maggiori pressioni sull'
Non ci sarà nessuna nuova
Yalta, l'aggiustamento lo farà il mercato
( da "Milano Finanza"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la nuova amministrazione Usa nel
pieno dei suoi poteri, la crisi russa e le ambizioni e gli interessi della
Cina. È un aggiustamento che, passando soprattutto per il mercato, investe in
primis le valute. Tre macroaree valutarie sono emerse inequivocabilmente con la
crisi: il dollaro, che ha dimostrato di reggere molto bene quando le acque si
fanno agitate,
Monti, stop al
laissez-faire ( da "Milano
Finanza" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: diseguaglianze che la
globalizzazione ha creato tra i diversi Stati e all'interno dei singoli Stati».
A lanciare l'allarme è Mario Monti, che venerdì 20 marzo è intervenuto alla
presentazione del Barilla Center for Food & Nutrition, il think tank
promosso dall'azienda emiliana e dal suo presidente, Guido Barilla, con
l'obiettivo di formulare proposte sulle tematiche relative all'
Sulla via di Shanghai
( da "Milano Finanza"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: come quelli in Cina Un rialzo a
Piazza Affari del 7,55% in una sola seduta non passa inosservato. Il titolo
Granitifiandre, quotato sul segmento Star, venerdì 13 marzo ha festeggiato così
il rientro di Graziano Verdi, che ritorna nel cuore della ceramica made in
Italy, dopo essersene allontanato quattro mesi fa per andare in Technogym.
Soros: Nulla come prima,
finisce un'era ( da "Borsa
e Finanza" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Spero che la Cina possa fornire
abbastanza credito per far ripartire il resto dell'economia. Sicuramente a fine
anno l'export soffrirà ancora, ma comincerà a dar segni di miglioramento. Sì,
la Cina è in una situazione migliore: Usa ed Europa usciranno dalla crisi dopo.
Dazi large per un'economia
Slim ( da "Borsa
e Finanza" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Dietro solo a Canada e Cina. Con
numeri così grandi in gioco la stretta fiscale del Messico rischia di provovare
un autogol. E certamente non aiuterà la già debole Borsa locale. Da inizio anno
il Mexico Bolsa Index perde il 14%, con 30 titoli sui 35 del paniere in
negativo.
- (segue dalla prima
pagina) maurizio ricci ( da "Repubblica,
La" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: anno Il 95 per cento dei produttori
è in Estremo Oriente, tra Giappone, Corea del Sud e Cina Aumentano gli accordi
tra le case automobilistiche e chi costruisce generatori hi-tech (SEGUE DALLA
PRIMA PAGINA) MAURIZIO RICCI (segue dalla copertina) La batteria l´abbiamo già
inventata due volte. A stare a quanto dicono alcuni archeologi, un reperto di
2.
la mia fede - tony blair
( da "Repubblica, La"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: era della globalizzazione,
prestandole i suoi stessi valori, e avvicinando confessioni religiose e culture
a una maggiore comprensione reciproca, incoraggiando la coesistenza pacifica.
All´opposto, però, può essere in alternativa una forza reazionaria, che
allontana gli individui proprio come la globalizzazione li spinge vicini gli
uni agli altri.
Nordcorea/ Pyongyang
conferma arresto di due giornaliste Usa
( da "Virgilio Notizie"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Euna Lee sono scomparse tre giorni
fa nella zona di confine fra Cina e Corea del Nord e - stando ad alcune
testimonianze - sarebbero stati catturate da militari nordcoreani. Secondo
quanto riporta il quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo altri due membri della
troupe - una guida e l'operatore Mitch Koss - avrebbero eluso la cattura ma
sarebbero stati trattenuti dalle autorità cinesi.
Salute/ Cina: no sostanze
cancerogene in prodotti ( da "Virgilio
Notizie" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Le autorità sanitarie cinesi hanno
assicurato che i prodotti per bambini con marchio Johnson & Johnson non
contengono sostanze cancerogene, come per esempio la formaldeide, come invece
era stato denunciato da un'associazione Usa. Lo sciampo per bambini J&J
compariva in una lista di prodotti cosmetici ritenuti pericolosi dal gruppo
"Campagna per cosmetici sicuri".
L'industria resti in primo
piano ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla realtà della globalizzazione.
Nel corso dell'ultimo decennio, le imprese europee si sono assicurate vantaggi
comparativi in cima alla supply chain mondiale. Il prossimo decennio esigerà
una concentrazione ancor maggiore su questi punti di forza. L'Europa paga stipendi
alti e, per questo, deve fare in modo che le merci e i servizi che vende
presentino un alto valore aggiunto.
Se Renault torna in
Francia ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: della globalizzazione. Renault,
beneficiaria come Peugeot di generosi aiuti pubblici per sopravvivere alla
crisi, riporta a casa- dalla Slovenia- la produzione della Clio II. Nonostante
il gruppo automobilistico abbia precisato che non si tratta di una rilocalizzazione,
ma di un riequilibrio della produzione per far fronte alla crescente domanda di
utilitarie in Francia e Germania,
Baby boom, l'America tenta
il bis ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: abbondanza di childrens guardando
dalla vecchia Europa, ma anche dalla Cina e dal Giappone. Siamo infatti
abituati a pensare, anche grazie a ricerche ben condotte, che si fanno figli
laddove esistono politiche sociali che consentano di combinare lavoro e
famiglia, oppure che sostengono economicamente le famiglie con figli.
Entro il 2050 due miliardi
di persone in più ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Etiopia e Cina. Al contrario,sono
51i Paesi o le aree –per la maggior parte fra quelle più sviluppate
economicamente – che vedranno ridursi la loro popolazione tra oggi e il 2050.
La Germania dovrebbe scendere da
Acciaio, produzione al
rallentatore ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ai primi tre posti svettano Cina,
Giappone e India, mentre gli Usa scivolano dal terzo al quinto posto,
sorpassati in graduatoria anche dalla Russia. A seguire si piazzano Corea del
Sud, Germania, Ucraina, Brasile e Italia, tutti Paesi interessati comunque da
un forte rallentamento dell'attività rispetto al primo bimestre dello scorso
anno.
<Intenzione buona, ma
poco tempo> ( da "Corriere
della Sera" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: coinvolgere al tavolo delle
trattative Russia e Cina, cruciali per fare pressione su Teheran». Subito dopo,
«stabilire una deadline, altrimenti assisteremo al solito copione: l'Iran è
maestro nel tirare per le lunghe i negoziati continuando nei suoi piani».
Gillerman immagina una scadenza «a sei mesi», per esempio, superati i quali «se
Teheran non onora gli impegni presi,
L'ECONOMIA globalizzata in
chiave di techno-thriller. Il ruolo dei cattivi spetta a una...
( da "Messaggero, Il"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Sabato 21 Marzo 2009 Chiudi
L'ECONOMIA globalizzata in chiave di techno-thriller. Il ruolo dei cattivi
spetta a una banca che traffica in missili. Quello dei buoni a due agenti
segreti così stakanovisti da non concedersi nemmeno un flirtino. Naturalmente mentre
Owen e la Watts indagano, sparano, si preoccupano, le città scorrono vorticose.
Se Obama spaventa i
profeti dell'arroganza ( da "Corriere
della Sera" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Stati Uniti sono pronti a lavorare
con la Cina per risolvere la crisi economica e i problemi legati all'ambiente e
all'energia, malgrado le divergenze sui diritti umani. Ha inoltre fatto
balenare la prospettiva di un rapporto più costruttivo con la Russia. Obama si
dichiara disposto a trattare con alcuni elementi dei talebani, nel tentativo di
isolare il nocciolo duro dei jihadisti.
maxi-esercitazione di
protezione civile ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Protezione civile Sarà un week- end
decisamente intenso per i volontari della Protezione civile comunale del
capoluogo isontino che si stanno già preparando per una maxi-esercitazione
generale che si svolgerà a partire da domani mattina. L'esercitazione, che va
in scena con cadenza annuale, vedrà impegnati numerosi volontari goriziani che
saranno guidati dal coordinatore della protezione
Carraro, a rischio nel
2009 quasi il 30% dei ricavi ( da "Corriere
del Veneto" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: nel quale Carraro si aggrappa alla
tenuta dell'eolico e della Germania, che ora pesa più degli Usa, ai segnali di
ripresa in India e Cina. «Il primo trimestre 2009? Gennaio è stato, non dico
rasoterra, ma pessimo. A febbraio si è visto un miglioramento, confermato a
marzo - dice Carraro -. Ma un andamento regolare si avrà solo nella seconda
metà dell'anno.
I conti
( da "Corriere del Veneto"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 8 si aggrappa alla tenuta
dell'eolico e della Germania, che ora pesa più degli Usa, ai segnali di ripresa
in India e Cina. «Il primo trimestre 2009? Gennaio è stato, non dico rasoterra,
ma pessimo. A febbraio si è visto un miglioramento, confermato a marzo - dice
Carraro -. Ma un andamento regolare si avrà solo nella seconda metà dell'anno.
MecSpe: innovazione per
riciclare gli scarti ( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globalizzazione è legata alla
capacità di indirizzare gli investimenti per ottimizzare i costi nel pieno
rispetto delle norme ambientali. All'interno della piazza dell'Ecomeccanica i
visitatori potranno sperimentare dal vivo l'efficienza di una particolare
tecnologia studiata e realizzata per risolvere i problemi della compattazione
dei trucioli prodotti nelle lavorazioni meccaniche
Sabotaggio in porto Treni
<saldati> ai binari ( da "Giornale.it,
Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Trasversali, effettive, ma
inconcepibili ai tempi della globalizzazione e, soprattutto, ai tempi della
crisi. Il fatto più recente: al varco di Ponte Etiopia, in piena notte, alcuni
«coraggiosi» ai limiti dell'eroismo (...) © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
NORDCOREA: PYONGYANG
CONFERMA ARRESTO 2 GIORNALISTE USA A CONFINE CON CINA
( da "Adnkronos" del
21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: NORDCOREA: PYONGYANG CONFERMA
ARRESTO 2 GIORNALISTE USA A CONFINE CON CINA commenta 0 vota 0 tutte le notizie
di ESTERI ultimo aggiornamento: 21 marzo, ore 08:12
Chevron
( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il carattere innovativo conquistato
da alcune realtà, in primis la Cina, durante gli anni della globalizzazione
potrà comunque giocare un ruolo positivo per sostenere il rilancio
dell'economia mondiale. è un fatto che allo stato attuale l'iniziativa più
concreta in termini di sostegno alla domanda interna sia venuta proprio dal
governo cinese.
La famiglia Usa adesso
risparmia ( da "Sole
24 Ore, Il (Plus)" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: estero in alcuni Paesi (a
cominciare dagli Usa) e grandi surplus in altri (a cominciare da Cina e
Giappone). Se il dipanarsi della crisi avesse semplicemente confermato o
aggravato questi squilibri, questa recessione avrebbe avuto un sapore ancor più
cattivo. Fortunatamente, come detto, i grandi squilibri si stanno attenuando.
Pyongyang conferma
l'arresto di due giornaliste Usa ( da "Rai
News 24" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Euna Lee sono scomparse tre giorni
fa nella zona di confine fra Cina e Corea del Nord e - stando ad alcune
testimonianze - sarebbero stati catturate da militari nordcoreani. Secondo
quanto riporta il quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo altri due membri della
troupe - una guida e l'operatore Mitch Koss - avrebbero eluso la cattura ma
sarebbero stati trattenuti dalle autorita' cinesi.
Codice rosso, i comuni
marchigiani si riuniscono ( da "Quotidiano.it,
Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la manifestazione nazionale della
protezione civile organizzata dall'Anci. Logo Protezione Civile Nazionale
Taglio del nastro, questa mattina alla fiera di Ancona, per la quinta edizione
di Codice Rosso, la manifestazione nazionale della protezione civile, promossa
dall'Anci (nazionale, Marche e Abruzzo), dalle Regioni Marche e Abruzzo,
IL MONDO ALLE 9
( da "Wall Street Italia"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Lee sono scomparse tre giorni fa
nella zona di confine fra Cina e Corea del Nord e - stando ad alcune
testimonianze - sarebbero stati catturate da militari nordcoreani. ***
Afghanistan/ Kamikaze salta in aria a posto di blocco: 4 vittime Kabul - Un
kamikaze si è fatto saltare in aria questa mattina a un posto di blocco della
polizia nell'est dell'Afghanistan: 4 persone sono morte.
21/03/2009 08:12
NORDCOREA: PYONGYANG CONFERMA ARRESTO 2 GIORNALISTE USA A CONFINE CON CINA
( da "ITnews.it" del
21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract:
Non chiedete a Obama di
essere spontaneo. ( da "Giornale.it,
Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: guidare dagli Usa? Scritto in
globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo,
russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su
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Sono inviato speciale di politica internazionale.
Il gruppo padovano non
distribuirà per ora il dividendo e punta deciso sulla Santerno, che sbarca in
Usa Carraro frena ma vede già la ripresa Il presidente: Fatturato 2009 a 700 mi
( da "Gazzettino, Il"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: segnali in tal senso arrivano anche
da India e, soprattutto, Cina. Ma solo nel 2010 si dovrebbero superare i
risultati raggiunti un anno fa». Per questo il gruppo di famiglia attivo anche
nella componentistica per macchine agricole ha deciso di non distribuire
dividendi, riservandosi però un jolly dopo l'estate.
Risparmio, meglio evitare
i prodotti strutturati ( da "Affari
Italiani (Online)" del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: sembra che abbia quasi pronta una
rivoluzionaria macchina elettrica e che dovrebbe raddoppiare la sua produzione
in Cina; sicuramente senza ulteriori aiuti da parte del Governo americano
l'azienda avrebbe poche settimane di vita. Mia opinione personale è che non la
lascino fallire ma rimane una scommessa ad altissimo rischio la detenzione in
portafoglio di titoli targati GM o GMAC.
UN ALTRO ANNO DI CRISI IN
VISTA PER LA GIOIELLERIA ITALIANA
( da "Wall Street Italia"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina e Turchia. La crisi economica
e gli elevati prezzi dell'oro hanno fatto il resto. "Dopo un cattivo 2008,
la situazione non è migliorata nel primo trimestre, e probabilmente andrà anche
peggio per l'intero 2009", dice a Reuters Antonio Zucchi, presidente della
Federorafi ad Arezzo, uno dei tre principali centri italiani di produzione.
Iran/ Dopo il
video-messaggio Obama potrebbe scrivere a
( da "Virgilio Notizie"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: alla Russia e alla Cina. Fonti
dell'amministrazione spiegano infatti che la Casa Bianca vuole convincere la
comunità internazionale che la linea seguita dalla nuova amministrazione
differisce in modo netto da quella della precedente amministrazione Bush, e per
questo è disposta ad offrire una concreta chance all'Iran.
IRAN/ DOPO IL
VIDEO-MESSAGGIO OBAMA POTREBBE SCRIVERE A KHAMENEI
( da "Wall Street Italia"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: alla Russia e alla Cina. Fonti
dell'amministrazione spiegano infatti che la Casa Bianca vuole convincere la
comunità internazionale che la linea seguita dalla nuova amministrazione
differisce in modo netto da quella della precedente amministrazione Bush, e per
questo è disposta ad offrire una concreta chance all'Iran.
( da "Corriere.it" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ALIMENTARE Il falso
parmigiano americano premiato come miglior formaggio degli Stati Uniti Il
«Sarvecchio» è prodotto nel Wisconsin. La Coldiretti: boom delle imitazioni di
mozzarella, grana, provolone Il falso parmigiano (Ansa) ROMA - «Sarvecchio è
tecnicamente un formaggio stile parmigiano, ma non è un parmigiano ordinario, è
un formaggio davvero speciale del Wisconsin». Ed è proprio per questa
specialità, raccontata dalla stessa azienda americana che lo produce, la
Sartori Food Corporation, che il latticino simil parmigiano ha vinto il premio
come miglior formaggio degli Stati Uniti nel campionato Usa
2009, scelto da una giuria di 24 persone tra ben 1.360 assaggi. LA COLDIRETTI -
È la Coldiretti a rendere noto il fatto, sottolineando con stupore come anche
il secondo classificato sia un formaggio italian sounding, il «Classico»
prodotto in Oregon da latte di capra. E l'associazione spiega che il Parmesan è
solo la punta dell'iceberg dei tanti prodotti alimentari italiani falsificati
che ogni anno vengono realizzati e venduti in tutto il mondo: «Negli ultimi 20
anni, si è registrato un vero e proprio boom delle imitazioni made in Usa: le importazioni dall'Italia dei prodotti originali
rappresentano solo il 2% del mercato». L'export italiano di formaggi negli Usa si attesta sulle 30mila tonnellate annue (di cui 10mila
di parmigiano e grana), mentre la produzione locale taroccata raggiunge 1,7
milioni di tonnellate. Di queste, 1,3 vengono spacciate per mozzarella, 120mila
per provolone, 111mila per ricotta, 60mila per parmesan e 15mila per romano
cheese. NEGLI USA - Il Wisconsin è lo stato Usa dove
si realizza la maggioranza del formaggio italiano falso con numerosi impianti
di produzione di provolone, romano cheese, mozzarella e parmesan. Ma in
crescita, aggiunge la Coldiretti, sono anche le produzioni dello Stato di New
York per provolone, mozzarella e ricotta e della California per il provolone e
la mozzarella. I Paesi dove sono più diffuse le imitazioni
sono - oltre agli Stati Uniti - Australia e Nuova Zelanda, ma a preoccupare
sono anche le tendenze di Paesi emergenti come la Cina dove il falso
made in Italy è arrivato prima di quello originale. stampa |
( da "Wall Street Italia" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Salute/ Cina:no sostanze cancerogene in prodotti Johnson&Johnson
di Apcom Lo aveva denunciato un'associazione Usa
-->Pechino, 21 mar. (Ap) - Le autorità sanitarie cinesi hanno assicurato che
i prodotti per bambini con marchio Johnson & Johnson non contengono
sostanze cancerogene, come per esempio la formaldeide, come invece era stato
denunciato da un'associazione Usa. Lo sciampo per
bambini J&J compariva in una lista di prodotti cosmetici ritenuti
pericolosi dal gruppo "Campagna per cosmetici sicuri".
( da "Gazzetta di Modena,La" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Formigine. Conferenza
pubblica in sala consiliare Il filosofo Zolo sarà al castello per parlare di
diritti umani FORMIGINE. Oggi alle 17 alla sala consiliare del castello di
Formigine conferenza dal titolo "La dichiarazione universale dei diritti
umani dopo sessant'anni". Relatore sarà Danilo Zolo, professore di
filosofia del diritto all'università di Firenze, dove ha fondato il Centro per
la filosofia del diritto internazionale e delle politiche globali Jura Gentium,
che dirige. Oltre all'attività accademica, che gli ha permesso di approfondire il pluralismo giuridico e la giurisdizione penale
nella globalizzazione, ha coniugato la sua riflessione con la sensibilità per
la pace e i diritti umani. Modera Annalisa Vandelli, direttrice della rivista
Afro. Sempre oggi, dalle 15 alle 19, nei locali ex Urp (piazza Repubblica 9) si
terranno laboratori per bambini dai 6 agli 11 anni sulle usanze e i racconti
dal mondo. I partecipanti riceveranno un omaggio. Le iniziative fanno
parte del progetto "Formigine per la Pace", organizzato dal Comune e
sostenuto dal Fondo modenese per la cooperazione.
( da "Giornale di Brescia" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 21/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:dove&quando Quarto posto per i
pasticcieri italiani in gara a Tokyo Quarto posto, o, come dicono i cronisti
sportivi, «medaglia di legno» per la nazionale italiana di pasticceria allenata
da Igino Massari al primo International Pastry Gran Prix alla Jcb Hall di
Tokyo. La medaglia d'oro al team di casa, il Giappone. Per due giorni otto
squadre in rappresentanza di altrettanti Paesi (Australia, Francia, Cina, Usa, Giappone, Italia, Malesia e Singapore) si sono sfidate nella
preparazione di torte, desserts al piatto e monoporzione, cioccolatini e pièces
artistiche di zucchero e cioccolato. A rappresentarci in questa competizione
quattro artisti della pasticceria italiana: il veneto Andrea Zanin, «addetto»
alla preparazione dei desserts e delle torte; il piemontese Fabrizio
Galla, a cui spettavano le decorazioni in cioccolato e Gennaro Volpe,
napoletano, maestro nella realizzazione delle pièces in zucchero. A guidare questo
dream team c'era il C.t. bresciano Igino Massari, il più grande pasticcere del
nostro Paese, insignito di centinaia di riconoscimenti. La nostra Nazionale si
è quindi aggiudicata il quarto posto in questa competizione, dietro a Francia e
Stati Uniti, rispettivamente secondo e terzo posto, a causa di un (dubbio)
giudizio negativo sulle torte. Il C.t. Massari che era anche uno dei giurati
(in maggioranza francesi), non ha nascosto la delusione: «Forse ci voleva una
formula diversa di valutazione».
( da "Finanza e Mercati" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Prezzi in picchiata,
è emergenza rifiuti da Finanza&Mercati del 21-03-2009 Cattive notizie per
gli ambientalisti: il mercato del riciclaggio risente della crisi economica
internazionale in forma sempre più acuta. Secondo un'indagine del New York
Times, il prezzo delle commodities ha subito abbattimenti drastici in tempi
brevissimi (il valore delle bottiglie, per esempio, è dimezzato rispetto alla
scorsa estate) e la Cina, la più grande compratrice di
rifiuti dai paesi occidentali, smette di accettare nuovi carichi provenienti
dall'Europa e dall'America mentre tenta di rinegoziare al ribasso i contratti
di fornitura. Nei porti commerciali come quello di Hong Kong sono molti i containers
pieni di spazzatura che ancora aspettano di essere prelevati, ma è difficile
stabilire quando ciò accadrà: secondo le stime dell'Associazione Nazionale
Cinese per il Riciclaggio delle Risorse una tonnellata di rame ora vale 3000
dollari, oltre
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
cronaca pag. 19 Nuovi rischi per tutti con la globalizzazione Nessun essere
vivente - nè del cielo, della terra, del mare - è in grado di batterli nella
loro specialità: la capacità di adattamento. Sono i virus, campioni del sapersi
adeguare alle situazioni più disparate. Come diceva Charles Darwin «solo le
specie più adattabili, non le più forti, sopravvivono», e a conferma di
ciò gli studiosi dicono che oggi esistono nuovi focolai di malattie infettive
emergenti o che ritornano. Contrariamente a quanto si pensava negli anni '70 -
cioè che le malattie infettive, con l'arrivo degli antibiotici, fossero ormai
un capitolo chiuso - nel terzo millennio, secondo l'Oms (organizzazione
mondiale della sanità), nel mondo le malattie infettive sono la seconda causa
di morte - 15 milioni all'anno - e la prima causa nei Paesi in via di sviluppo.
Una dettagliata analisi del fenomeno è stata fatta da tre esperti del settore
alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Brescia durante il secondo appuntamento
dell'iniziativa «Incontri con la città». Tra le vecchie conoscenze che tornano
a tormentare il genere umano ci sono la malaria, la difterite, la tubercolosi e
l'ebola. Alcune, vedi la tubercolosi, si presentano mutate, come dimostra la
recente scoperta di un particolare ceppo resistente a tutti i farmaci finora
creati. Le «new entry» si chiamano Hiv - per i virologi la prima pandemia di
origine comportamentale mai vissuta dall'uomo -, febbre di Marburg, di Lassa,
virus del Nilo occidentale, aviaria e sars. SONO MOLTEPLICI - nell'era della
globalizzazione - i fattori che aumentano i rischi di contaminazione da un
oceano all'altro: dall'incremento demografico alla facilità e alla velocità nel
viaggiare, dai cambiamenti climatici alla povertà di certi Paesi (si pensi che
in tutta la Tanzania ci sono 800 medici, contro i 6.072 della sola provincia di
Brescia). Per spostarsi da un posto all'altro - o meglio, da un corpo all'altro
- spesso i virus hanno bisogno che qualcuno gli dia un passaggio: questi
traghettatori si chiamano «vettori» e a farne uso solo oltre 600 agenti
patogeni, tra i quali il virus del Nilo occidentale, il Dengue - che sfutta la
zanzara «tigre» - e la chikungunya (in lingua Makonde significa «ciò che
contorce»). I virologi hanno stabilito che l'uomo conosce meno dello 0,5 per
cento dei 2-3 miliardi di specie di patogeni presenti sulla terra. Un dato che
preoccupare, ma che gli studiosi sperano di arginare anche attraverso il
progetto «Geosentinel», rete globale di sorveglianza e studio che tocca anche
Brescia grazie alla presenza di validi studiosi. STEFANO PORRU, professore
associato di medicina del lavoro alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di
Brescia, si è soffermato sul rapporto tra malattie infettive e lavoro. Una
scienza che sta prendendo sempre più piede in Europea, meno in Italia. Il peso
di queste malattie nel rapporto con il lavoro si aggira intorno all'8,8 per
cento, una percentuale maggiore rispetto alle malattie tumorali per causa di
lavoro (8,4%). I settori «a rischio di esposizione» sono il trattamento dei rifiuti,
i viaggi, la manutenzione edilizia, i servizi cimiteriali, l'allevamento e la
sanità. Quest'ultimo settore è per sua stessa natura una dei più «pericolosi».
Lo dimostrano i dati: tra il 2007 e il 2008 sono stati 328 gli operatori
sanitari dell'Ospedale Civile esposti al virus della tubercolosi, 155 quelli a
stretto contatto e 3 quelli che, dal 1998 al 2008, sono stati infettati
dall'agente patogeno. SI. GH.
( da "Secolo XIX, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Obama all'Iran: «Un
nuovo inizio» il messaggio Il presidente Usa parla in
tv, direttamente al popolo, in occasione del capodanno persiano Washington. «Un
nuovo giorno», «una stagione di nuovi inizi». Con una mossa a sorpresa senza
precedenti, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è rivolto
direttamente con un messaggio televisivo al popolo e al governo dell'Iran, in
occasione del capodanno persiano. La mossa di Obama, per chiedere all'Iran di
riprendere, ma con «reali responsabilità», il proprio posto in seno alla
comunità internazionale dopo un isolamento di quasi 30 anni, è stata cautamente
accolta a Teheran, dove al di là delle parole, spiegano fonti ufficiali, si
aspettano fatti concreti. Il messaggio di Obama è stato inoltrato a selezionate
emittenti mediorientali e trasmesso in inglese con i sottotitoli in farsi. È
una svolta ancora più significativa in considerazione del fatto che l'Amministrazione
Bush aveva invece messo il regime degli ayatollah al vertice di quell'«asse del
male» che aveva segnato la politica estera americana. «Con le minacce non si va
avantiȏ stato l'appello del presidente Usa,
«cerchiamo invece di impegnarci in modo onesto e nel rispetto reciproco». Obama
ha aggiunto che nelle celebrazioni per il capodanno «c'è la promessa di un
nuovo giorno». «Quindi in questa stagione di nuovi inizi, vorrei parlare con
chiarezza ai leader dell'Iran», attraverso «un approccio che sia onesto e
fondato sul rispetto reciproco». «La mia amministrazione è ora impegnata a un
approccio diplomatico che si rivolga a tutte le questioni che abbiamo davanti»
ha detto, «e a costruire legami che siano costruttivi». La mossa del presidente
degli Stati Uniti ha suscitato entusiasmo in Europa. Le reazioni sono state
tutte ampiamente positive: dal ministro degli esteri italiano Franco Frattini
al responsabile per la politica estera dell'Ue Javier Solana, dal presidente
francese Nicolas Sarkozy al cancelliere tedesco Angela Merkel. Per Frattini,
Obama con il suo messaggio «dimostra una grande leadership» e coglie «un punto
concreto» perché«senza l'Iran è difficile stabilizzare la regione». «Spero che
possa aprirsi un nuovo capitolo nelle relazioni con l'Iran», ha detto dal canto
suo Solana, aggiungendo, «penso che si tratti di un messaggio molto
costruttivo» ed auspicando che «l'Iran presti attenzione» ad Obama. Rispondendo
ad una domanda, il portavoce di Obama, Robert Gibbs, ha oggi detto che «la
palla si trova nel campo dell'Iran», dato che tocca a Teheran decidere se
rispondere o meno all'apertura statunitense. Teheran ha risposto con «favore»
ma ha chiesto iniziative concrete per rimediare agli errori delle passate
amministrazioni americane. «Non bisogna attendersi che l'Iran dimentichi
l'atteggiamento ostile e aggressivo che gli Stati Uniti hanno avuto in passato.
L'amministrazione americana deve riconoscere i suoi errori e porvi riparo: è
questo il modo di mettere da parte le divergenze», ha affermato Ali Akbar
Javanfekr, consigliere di Mahmoud Ahmadinejad. Secondo Javanfekr, Obama ha
parlato di cambiamento «ma non ha intrapreso alcun passo per riparare agli
errori commessi nei confronti dell'Iran». «Deve andare oltre le parole e agire»
ha aggiunto, «se mostra la volontà di prendere iniziative, il governo iraniano
non gli volterà le spalle». L'apertura di Obama è stato accolto con cautela in
Israele, il paese che il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad minaccia di
cancellare dalle carte geografiche. Ma anche il presidente israeliano, Shimon
Peres, ha inviato un messaggio al popolo iraniano. Peres ha esortato il popolo
della Repubblica islamica a «non dare ascolto al presidente Mahmoud
Ahmadinejad» perché«è impossibile tenere unita un'intera nazione attorno
all'incitazione e all'odio, la gente si stanca di questo». Parte del messaggio
è stato registrato in farsi ed è stato diffuso dal canale in lingua della radio
israeliana. «Sono convinto che non è molto lontano il giorno in cui le nostre
nazioni ristabiliranno relazioni di buon vicinato e cooperazione». «All'inizio
del nuovo anno», ha continuato Peres, «vi esorto, nobile popolo iraniano, a
nome dell'antico popolo ebraico, a reclamare un posto degno tra le nazioni del
mondo illuminato». 21/03/2009 BASTONE E CAROTA IN VISTA DI UN'INTESA 21/03/2009
Leonard S. Spector WASHINGTON. Durante la campagna elettorale Barack Obama ha
dichiarato che per impedire all'Iran di acquisire armi nucleari gli Usa hanno bisogno di «bastoni più grandi e carote più
grandi». Ora, dopo due mesi da presidente, ha lanciato una serie di iniziative
in politica estera per rendere effettivo il suo programma, che prevedono un
cauto ammorbidimento delle severe direttive del suo predecessore. Il successo
di questa politica, ambiziosa e dalle molteplici ramificazioni, determinerà se
potrà essere evitata una grande crisi in Medio Oriente, scongiurando inoltre le
conseguenze che essa comporterebbe. Washington è preoccupata dai programmi
iraniani che prevedono l'arricchimento di uranio e la produzione di plutonio.
Uno stabilimento per l'arricchimento di uranio a Natanz sta attualmente
producendo uranio a basso arricchimento, adatto solo come carburante per
centrali elettriche nucleari; a oggi l'Iran dispone di una riserva di circa una
tonnellata di tale materiale. Il complesso di Natanz, la cui produttività
continua a crescere, potrebbe essere riconfigurato per potenziare queste
riserve e ottenere uranio altamente arricchito (Heu), usato nella costruzione
di armi nucleari. Secondo alcune stime, l'Iran possiede abbastanza materiale a
basso arricchimento per produrre la quantità di Heu necessaria per una bomba.
Il programma iraniano sul plutonio, basato su un reattore in costruzione ad
Arak, comporta ulteriori preoccupazioni per gli Usa ma
rappresenta un pericolo meno imminente. Il primo obiettivo della strategia di
Obama prevede l'intensificarsi delle pressioni su Teheran affinché limiti le
proprie attività nucleari. L'Iran al momento è soggetto a quattro risoluzioni
del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che chiedono di sospendere entrambi i
programmi e impongono una serie di sanzioni fino a quando ciò non avverrà.
L'opposizione di Russia e Cina, due membri permanenti
del Consiglio di Sicurezza, ha però impedito al Consiglio di varare
provvedimenti più decisi, come ad esempio un embargo mondiale sugli acquisti di
petrolio iraniano o un'interdizione alle vendite a Teheran di benzina o di
altri carburanti a base di petrolio raffinato. Per far desistere la Russia nel
suo sostegno all'Iran e per migliorare le relazioni fra i due Paesi, Obama ha
cercato di alleviare le preoccupazioni russe causate dalle politiche
amministrative di Bush, che prevedevano uno spiegamento di difese di tipo
missilistico nell'Est Europa e ripetute richieste di inclusione nella Nato di
Ucraina e Georgia. La corrispondenza privata tra Obama e il presidente russo
Dmitri Medvedev, così come le dichiarazioni pubbliche del presidente
statunitense, indicano che gli Stati Uniti sono pronti a rallentare
l'attuazione delle politiche di Bush mentre cercano compromessi per migliorare
i rapporti con il Cremlino. Se la Russia si convincerà a prendere una posizione
più decisa nel Consiglio di Sicurezza, secondo la
maggioranza degli osservatori la Cina preferirà
seguire Mosca piuttosto che restare isolata. I tentativi del segretario di
Stato degli Usa Hillary Clinton per evitare un confronto diretto durante la sua
visita a Pechino in febbraio hanno contribuito alla creazione di un ambiente
favorevole a una collaborazione bilaterale, che potrebbe portare a maggiori
pressioni sull'Iran. In seguito a un aumento delle sanzioni, l'incentivo
più forte per persuadere l'Iran a rallentare la sua traiettoria nucleare
(secondo obiettivo della strategia di Obama) potrebbe essere rappresentato
dalla promessa di sospendere tali provvedimenti se verranno rispettate certe
condizioni. Come giustamente sostengono gli ottimisti, l'amministrazione Obama
è più credibile rispetto alla precedente quando si dichiara disponibile a una
distensione dei rapporti diplomatici con Teheran in cambio di una diversa
condotta iraniana. Al segretario Clinton è stato rivolto un invito a recarsi in
Iran per participare a un'importante conferenza sul futuro dell'Afghanistan
(Washington e Teheran condividono la volontà di stabilizzare il Paese): sembra
l'espressione della volontà di tastare il terreno per verificare la
produttività di eventuali negoziati diretti con il Paese. La stampa riporta che
Obama sta valutando la possibilità di inviare una lettera al leader supremo
iraniano, l'Ayatollah Ali Khamenei, per discutere di varie questioni tra cui,
ovviamente, quella nucleare, che costituirebbe probabilmente un ulteriore test
di prova. La squadra di Obama ha anche maggiori possibilità di riuscire a
cambiare il contenuto di ogni futuro negoziato sul nucleare rispetto a quante
ne avevano i diplomatici dell'amministrazione Bush. Temendo giustamente che
continuando il suo programma di arricchimento l'Iran sarebbe riuscito a
padroneggiare questa complessa tecnologia, George Bush aveva richiesto un
blocco totale delle attività nucleari iraniane, guadagnandosi grazie la sua
ferma posizione sia il sostegno del Consiglio di Sicurezza, sia quello
dell'"Ue-3" (Regno Unito, Francia e Germania), che in precedenza
aveva cercato di varare negoziati sul nucleare con l'Iran. Teheran si era però
opposta alle richieste di sospensione del programma di arricchimento, e in
tutta risposta aveva costruito migliaia di nuove centrifughe per
l'arricchimento nello stabilimento di Natanz, mentre incrementava la produzione
di uranio a basso arricchimento. Obama ha invece la possibilità di battere
strade alternative, che consentano di mantenere gli obiettivi fondamentali di
Bush cercando però di conseguirli con altri mezzi. Una proposta discussa nei
circoli politici di Washington permetterebbe all'Iran di continuare a produrre
uranio a basso arricchimento, perlomeno durante i negoziati, a patto che
spedisca le sue riserve attuali in Russia per la fabbricazione di barre di
carburante, che verrebbero poi utilizzate nel reattore nucleare iraniano di
Bushehr, rifornito da Mosca. Ciò permetterebbe all'Iran di mantenere l'utilizzo
della sua tecnologia di arricchimento, che reclama come un suo diritto, e
contemporaneamente ridurrebbe il rischio che le riserve vengano convertite in
Heu. L'accordo, più flessibile di quello che voleva Bush, potrebbe evitare un
armamento nucleare iraniano nel breve periodo, specialmente se si riuscirà a
convincere l'Iran ad accettare le approfondite ispezioni dell'Agenzia
Internazionale per l'Energia Atomica, come accaduto dal 2003 al 2005, prima che
l'attuale presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad salisse al potere. Malgrado i
progressi eventualmente compiuti dall'Iran, Obama avrebbe ancora tempo a
disposizione per implementare la sua strategia "bastone-e-carota"?
tempo che potrebbe portare al potere leader politici iraniani più moderati dopo
le elezioni del giugno 2009. Un rapporto riservato del National Intelligence
Estimate statunitense pubblicato alla fine del 2007 dichiarava che nel
( da "Milano Finanza" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Milano Finanza
sezione: congiuntura data: 21/03/2009 - pag: 11 autore: Non ci sarà nessuna
nuova Yalta, l'aggiustamento lo farà il mercato Ormai è chiaro, non ci sarà
nessuna nuova Yalta. Nessuna foto ricordo con i leader mondiali sorridenti al
termine della conferenza chiamata a riorganizzare la governance del mondo. Il
capitalismo finanziario del ventunesimo secolo si muoverà verso il nuovo
equilibrio in maniera originale, con un mix di interventi coordinati dai paesi
importanti e di tante decisioni di mercato. Le politiche pubbliche seguiranno
questa traiettoria: qualche intervento unilaterale della Fed, una decisione di
Pechino eppoi un vertice del G20. Del resto, le carte sono ormai tutte sul
tavolo: i numeri della crisi, le opzioni possibili per uscirne, la nuova amministrazione Usa nel pieno dei
suoi poteri, la crisi russa e le ambizioni e gli interessi della Cina. È un aggiustamento che, passando soprattutto per il mercato,
investe in primis le valute. Tre macroaree valutarie sono emerse
inequivocabilmente con la crisi: il dollaro, che ha dimostrato di reggere molto
bene quando le acque si fanno agitate, l'euro, dai meccanismi
istituzionali e decisionali ancora farraginosi e lenti, e lo yuan cinese. Tutto
è iniziato la scorsa settimana quando il premier di Pechino, Wen Jiabao, ha
messo le mani avanti chiedendo garanzie all'amministrazione Obama circa la
stabilità del valore reale del debito federale americano. Il numero uno cinese
ha lanciato un messaggio chiaro: nessuna svalutazione unilaterale dei titoli
governativi da parte di Washington altrimenti la Cina rinuncia
a sottoscrivere le nuove emissioni.La Fed di Bernanke, dopo essersi coordinata
con il presidente Usa, non ha fatto trascorre una
settimana e ha immediatamente risposto dicendosi pronta ad acquistare fino a
300 miliardi di titoli del Tesoro americano di nuova emissione per favorirne la
collocazione. La Fed non lo aveva mai fatto prima. In questo modo ha mandato
due segnali contestuali: uno al partner cinese e uno ai mercati. La via di
uscita dalla crisi passa per un'inflazione «governata», l'unica imposta che può
essere fatta digerire in questo contesto. Ma perché il processo sia senza
problemi occorre che i cinesi accettino di farsi carico di alcuni dei costi di
ristrutturazione del debito Usa. Adesso la palla
ripassa nelle mani di Pechino che dovrà rispondere. Per la banca centrale
cinese accumulare attivi denominati in euro non è una via facile ed accrescere
le riserve aurifere può aver senso fino a un certo ammontare. Poi deve iniziare
la trattativa con il team di Obama.Nel mezzo c'è l'euro e l'Europa. La crisi ha
messo in evidenza tutte le debolezze di una costruzione istituzionale senza una
vera catena di comando unitaria che fatica moltissimo a prendere decisioni in
tempo reale. L'autonomia della Bce, poi, appare anacronistica quando le altre banche
centrali di peso sono perfettamente allineate all'amministrazione politica del
paese. Per di pù l'Europa ha un problema ulteriore da dover gestire: non tanto
la crisi dei nuovi stati membri dell'est quanto la crisi strutturale della
Russia. Mosca non riesce a trovare un equilibrio vero nel mercato aperto,
rimane afflitta da disequilibri profondi macroeconomici che si accentuano ogni
volta che la crisi si infiamma. Ma la stabilità russa interessa più di tutti ai
paesi europei. Se Washington decide di svalutare il dollaro, l'Europa potrebbe
rispondere offrendo l'ancoraggio all'euro al rublo. Eurizzare la Russia
consentirebbe di dare certezze a un vicino che fornisce essenziali materie
prime e possibile copertura militare (che americani e cinesi hanno ma non gli
europei) indebolendo contestualmente l'euro quel tanto che basta per evitare un
insostenibile apprezzamento verso il dollaro. Aderendo all'euro la Russia
sarebbe costretta in un sol colpo ad adottare tutta la legislazione societaria
e regolamentare di Bruxelles: diventerebbe finalmente un paese occidentale
molto meno opaco e oligarchico. Un vantaggio enorme per gli europei di domani e
dopodomani.La partita verso il nuovo ordine mondiale è oggi giocata soprattutto
da americani e cinesi. L'Europa si aggiusta al margine, mentre potrebbe giocare
una sua partita autonoma. Anche perché il crac finanziario inglese costringe
Londra a fare una scelta di campo definitiva, non più rinviabile, tra il
Vecchio continente e Washington. Per dirla con le parole di Winston Churcill, i
britannici devo scegliere tra «l'Europa ed il mare aperto». Il premier che
salvò il paese dall'invasione nazista non avrebbe avuto dubbi e avrebbe scelto
la sponda atlantica. Ma l'economia inglese di oggi è molto dipendente dai
destini dell'euro e quindi le decisioni del governo britannico sono non del
tutto scontate. Comunque non occorrerà attendere molto per conoscere il finale,
praticamente la totalità del film sarà girata entro l'anno in corso. Poi
prenderà il largo il nuovo capitalismo post globale. Edoardo Narduzzi
( da "Milano Finanza" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Milano Finanza
sezione: congiuntura data: 21/03/2009 - pag: 11 autore: Monti, stop al
laissez-faire La vera crisi non è quella finanziaria ma «quella che si
presenterà tra poco, a causa delle diseguaglianze che la
globalizzazione ha creato tra i diversi Stati e all'interno dei singoli Stati».
A lanciare l'allarme è Mario Monti, che venerdì 20 marzo è intervenuto alla
presentazione del Barilla Center for Food & Nutrition, il think tank
promosso dall'azienda emiliana e dal suo presidente, Guido Barilla, con
l'obiettivo di formulare proposte sulle tematiche relative all'alimentazione
da sottoporre all'attenzione dei policy maker. Secondo l'ex commissario Ue alla
Concorrenza, che fa parte dell'advisory board del Barilla Center for Food &
Nutrition, il tema della diseguaglianza sarà «il livello sul quale si giocherà
nei prossimi anni la capacità di sopravvivenza di un'economia globale e
integrata». Proprio per questa ragione Monti ha sottolineato come «gli sforzi
messi attualmente in atto a livello di G20 per dare una governance globale alla
finanza» potrebbero essere insufficienti se non saranno accompagnati da uno
sforzo analogo nel «concentrare l'azione dei governi sui modi per consentire
politiche redistributive». Uno sforzo che, secondo l'economista, richiederà
anche «qualche forma di coordinamento fiscale internazionale», considerato che
una delle ragioni alla base delle disuguaglianze portate dalla globalizzazione
è, secondo Monti, la possibilità per il capitale di muoversi liberamente
attraverso le frontiere per trovare le condizioni fiscali più vantaggiose. L'ex
commissario Ue è apparso comunque fiducioso sulla possibilità che queste
tematiche possano entrare nell'agenda dei grandi del mondo: «Le crisi hanno il
grande vantaggio di indurre individui, imprese e Stati a ripensamenti profondi
e a comportamenti più etici ed equi». Tanto più che Monti, che attualmente
ricopre la carica di presidente dell'Università Bocconi, ha spronato i giovani
a «dedicarsi di più a questi temi fondamentali di studio e non, come è avvenuto
troppo negli ultimi anni, a quelli della finanza». E riflessioni importanti
sono arrivate anche sul fronte macroeconomico. «Oggi preoccupa la deflazione,
ma non escludo che con gli ultimi interventi delle banche centrali si possa
arrivare fra un po' di tempo a una notevolissima impennata inflazionistica, che
potrebbe dare seri problemi all'economia». Andrea Di Biase
( da "Milano Finanza" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Milano Finanza
sezione: Emilia Finanza data: 21/03/2009 - pag: 74 autore: di Stefano Catellani
piastrelle Sulla via di Shanghai Dopo essere passato a Technogym 4 mesi fa,
Graziano Verdi ritorna a Granitifiandre. E si prepara a gestire nuovi progetti
ambiziosi, come quelli in Cina Un rialzo a
Piazza Affari del 7,55% in una sola seduta non passa inosservato. Il titolo
Granitifiandre, quotato sul segmento Star, venerdì 13 marzo ha festeggiato così
il rientro di Graziano Verdi, che ritorna nel cuore della ceramica made in
Italy, dopo essersene allontanato quattro mesi fa per andare in Technogym.
Il 13 novembre scorso Verdi aveva infatti presentato le dimissioni da
presidente e amministratore delegato della Granitifiandre al fondatore e azionista
di riferimento Romano Minozzi, che lo aveva visto crescere in oltre 25 anni di
carriera sempre nello stesso gruppo (Iris, Ariostea, Granitifiandre e altre
ceramiche). Verdi rimaneva comunque nel cda con il ruolo di investor relator.
Il 2 gennaio Romano Minozzi aveva quindi assunto la carica di presidente e ad
di Granitifiandre, mentre Verdi cominciava a cinquant'anni la carriera da capo
azienda in Technogym. Ma solo due mesi dopo Verdi annunciava il ritorno a
Castellarano, nel suo ufficio che guarda lo stabilimento creato nel 1960 e dove
sono in corso investimenti per 12 milioni di euro per la produzione di un
grande formato (150 x
( da "Borsa e Finanza" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ATTUALITÀ Soros:
«Nulla come prima, finisce un'era» Botta e risposta tra l'editor del Caijin di
Pechino e il re della finanza. «La Cina sarà decisiva per
la ripresa L'Ovest sta peggio» di Redazione - 21-03-2009 VISTO DA ORIENTE «Non
torneremo al passato. È la fine di un'era per gli Stati Uniti, perché la loro
prosperità era basata su premesse finanziarie fasulle. Ora tutto questo è
crollato, né si può ricostruire. Mi auguro si possa ripartire da un sistema
migliore». Così risponde George Soros, uno dei miti della finanza mondiale,
alle domande di Ye Weichiang, giornalista del Caijing. Ed è questa una delle
ragioni dell'importanza di questa intervista, da B&F riprodotta in sintesi
per l'Italia, apparsa su una delle voci più libere ed autorevoli della Cina. Il Caijing (letteralmente «Rivista economica e
finanziaria», quindicinale, 220 mila copie di vendita) è nato nel 1998 con
l'obiettivo di fornire al mercato finanziario cinese un'informazione degna di
una stampa indipendente. Nel 2003, un lungo reportage svelò i retroscena della
febbre aviaria, nel
( da "Borsa e Finanza" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
SETTIMANA IN NUMERI
Dazi «large» per un'economia Slim di Redazione - 21-03-2009 Non c'è pace per il
Pil dello zio Sam. Ci mancava giusto la guerra commerciale con il Messico a
gettare benzina sul fuoco che sta consumando gli Stati Uniti. In realtà è poco
più di una lite condominiale tra vicini. Il governo della seconda economia
dell'America Latina dopo il Brasile ha deciso di applicare un'ulteriore tassa
ai prodotti importati dagli Usa. Alla faccia di tutti
gli appelli contro il morbo del protezionismo lanciato dai Grandi del pianeta.
Ma non si tratta di una manovra di tipo antidumping. Per il Messico è una
ritorsione per il blocco del test, da parte degli yankees, relativo alla
possibilità per camion e tir messicani di trasportare senza particolari
restrizioni le merci sul suolo americano. Per ora la lista di beni puniti dai
nuovi dazi, che oscilleranno tra il 10% e il 45%, è ristretta. Frutta e
verdura, vino, succhi, occhiali da sole e poco altro. Poi si vedrà. In ogni
caso la partita è potenzialmente enorme. Un dato su tutto: i flussi commerciali
tra i due Paesi sono stati a gennaio (i numeri preliminari di febbraio sono
attesi il 25 marzo) pari a 22,2 miliardi di dollari. Un livello che rende
Mexico City il terzo partner commerciale al mondo di Washington. Dietro solo a Canada e Cina. Con numeri
così grandi in gioco la stretta fiscale del Messico rischia di provovare un
autogol. E certamente non aiuterà la già debole Borsa locale. Da inizio anno il
Mexico Bolsa Index perde il 14%, con 30 titoli sui 35 del paniere in negativo.
Magra consolazione i rialzi a due cifre di Banco Compartano e del Grupo
Financiero Inbursa, la banca controllata dal miliardario Carlos Slim Helu, che
pochi giorni fa ha messo a segno il balzo più forte dall'aprile 1994. Anche
perché non si capisce se il risveglio dei finanziari messicani è vera gloria o
un fuoco di paglia. Per lo strategist statunitense Guilherme Paiva gli istituti
locali potrebbero beneficiare di un aumento dei prestiti ai consumatori, visto
che questi hanno un basso livello di indebitamento. Mentre Peter Shaw di Fitch
vede nero e sottolinea che la fiesta per le banche locali è finita, con i
profitti in forte calo per almeno due-tre anni. Non resta che augurare buena
suerte a tutti.
( da "Repubblica, La" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 38 - Cronaca
Le pile di nuova generazione sono il petrolio del futuro E la corsa a occupare
il mercato rischia di diventare una guerra. Non solo in vista della crescita del
mondo digitale ma anche per lo sviluppo del trasporto elettrico Un affare,
quello delle auto, da 14 miliardi di dollari l´anno Il 95
per cento dei produttori è in Estremo Oriente, tra Giappone, Corea del Sud e Cina Aumentano gli accordi tra le case automobilistiche e chi
costruisce generatori hi-tech (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) MAURIZIO RICCI (segue
dalla copertina) La batteria l´abbiamo già inventata due volte. A stare a
quanto dicono alcuni archeologi, un reperto di 2.500 anni fa, trovato a
Baghdad nel 1932, un bastone di ferro infilato in un cilindro di rame, sarebbe,
in realtà, una rudimentale pila. Con un po´ di liquido acido dentro, poteva
generare una debole corrente elettrica, più o meno come un limone in cui abbiate
infilato due striscette di rame e zinco, classico esperimento da scuola media.
Probabilmente, serviva a lucidare il metallo, per far brillare il rame come
oro. Per saltare dai falsi protostorici di bigiotteria alla pila vera e
propria, comunque, bisogna aspettare l´Ottocento e Alessandro Volta. Seguono
anni di vertiginoso progresso tecnologico. Nel 1859, siamo già alla prima
batteria ricaricabile: la pila a piombo e acido solforico di Gaston Planté. E
lì, più o meno, siamo rimasti. La batteria che, tutte le mattine, mette in moto
(se non l´avete lasciata con i fari accesi) la vostra macchina è, ancora, in
buona sostanza, quella di Planté. Esattamente come le pilette che alimentano,
oggi, la nostra macchina fotografica sono sorelle di quelle con un conduttore
solido, anziché liquido, che per primo realizzò Carl Gassner all´epoca di
Bismarck. Bisognerebbe, insomma, inventare la batteria una terza volta. Invece,
la pila resta, tuttora, sostanzialmente una scatola piena di elementi chimici
che producono elettricità, secondo principi e processi, noti da decenni. Senza
un salto di qualità, quindi, per dirla con Buchanan, siamo fermi agli ingegneri
«che, ogni anno, strizzano qualche goccia di potenza in più dalla vecchia
tecnologia». Questo non significa che non ci siano stati progressi
significativi, che hanno reso possibili, tra l´altro, telefonini e computer
portatili. Nel campo delle pile ricaricabili, abbiamo superato le batterie a
nickel e cadmio (Ni-Cad), che avevano il non trascurabile difetto di doversi scaricare
completamente, per potersi ricaricare completamente, perché la batteria
memorizzava l´ultima carica ricevuta e, la volta successiva, non ne accettava
di più. Siamo arrivati, negli anni ´90, a quelle a nickel e metallo (Ni-Mh) che
contengono il 50 per cento di energia in più, rispetto a quelle al cadmio e che
questo "effetto memoria" non ce l´hanno. L´ultimo grido sono quelle
al litio (Li-ion) che contengono tre volte l´energia delle Ni-Mh e producono il
doppio della potenza. Ultimo grido, tuttavia, è una esagerazione: le prime
batterie al litio sono di trenta anni fa. E, rapportato al mondo digitale, il
progresso nelle batterie rivela uno scompenso esponenziale. Il mondo digitale
segue la legge di Moore (la potenza di un chip raddoppia circa ogni due anni),
quello delle batterie le leggi naturali. Il risultato è che, come ha notato il
mensile americano Wired, le prestazioni delle batterie sono aumentate di 8
volte in 150 anni. Quanto le prestazioni dei microchip aumentano, accrescendo
di altrettanto la capacità potenziale dei computer e dei gadget elettronici, in
soli sei anni. Per il mondo digitale, insomma, le batterie sono una zavorra
storica. I tentativi per liberarsene, infatti, si moltiplicano. Ci sono le
celle a combustibile, quelle che danno corpo al miraggio dell´era
dell´idrogeno. O le nanotecnologie: tante nanobatterie da disseminare
all´interno di un computer, rendendolo più efficiente, perché in grado di
rispondere ai suoi diversi requisiti (l´hard disk non ha le stesse esigenze di
potenza e voltaggio dello schermo, ad esempio). Per ora, però, tutte queste
tecnologie restano nei laboratori. Il futuro prevedibile della batteria è
legato alla tecnologia di oggi, quella del litio. Già nel 2005, il litio
alimentava 50 milioni di portatili, 800 milioni di telefonini, 80 milioni di
macchine fotografiche. Oggi, qualsiasi nuovo prodotto va a litio. Ed è sul
litio, dunque, che si sta accendendo una vera e propria guerra industriale. In
ballo, allo stato attuale, c´è un mercato globale da 80 miliardi di dollari,
dominato dalle potenze dell´Estremo Oriente: Giappone, Corea del Sud, Cina. Se si crede alle proiezioni che fanno a Seul, nel giro
di un paio d´anni, la quota di mercato del Giappone (Panasonic-Sanyo) dovrebbe
scendere dal 65 al 51 per cento. Quella coreana (Samsung, Lg) salire dal 26 al
35 per cento, mentre quella cinese (Byd) restare intorno al 10 per cento. Buono
o meno che sia lo scenario della spartizione, ciò che conta è che il totale
delle tre potenze asiatiche farebbe il 95 per cento del mercato. Al resto del
mondo resterebbero le briciole. Probabilmente, così andrebbe a finire se la
posta in gioco fossero solo le batterie che alimentano il mondo digitale.
Troppo poco perché si parli, come si comincia a fare, di "guerra delle
batterie". Ma, allora, perché il piano di stimolo di Obama destina 2,5
miliardi di dollari per lo sviluppo di un´industria americana delle batterie?
Due miliardi e mezzo di dollari a fondo perduto, per farsi largo in un mercato,
già ampiamente presidiato, che cresce del 3-4 per cento l´anno e che ne vale in
tutto 80 miliardi? La risposta è che la posta in gioco è molto più ampia: quel
mercato da 80 miliardi di dollari è destinato ad esplodere presto. La
tecnologia delle batterie è, oggi, cruciale, infatti, perché è la chiave
dell´immagazzinamento di energia. Il futuro delle energie alternative è legato
a doppio filo alla possibilità di immagazzinare energia, da distribuire anche
quando vento e sole non ci sono. è il litio la risposta? Probabilmente no, date
le quantità di energia coinvolte. Ma se il litio non serve per le centrali ed è
una zavorra per il mondo digitale, c´è un altro settore, che non funziona
secondo la legge di Moore, ma quella di natura. è un mercato grande e
altrettanto assetato di energia: l´auto, dove le batterie al litio sono più
leggere e più facilmente ricaricabili (per esempio alla presa elettrica del
garage) di quelle al nickel usate nelle macchine ibride di oggi. Non passa
settimana, senza che un´azienda automobilistica non annunci un accordo con
qualche industria del settore per la produzione di batterie al litio: la Toyota
con Panasonic (cioè con se stessa), la Gm con Lg, la Nissan con Nec, la
Mercedes con Johnson Control-Saft. Tutte si posizionano per un futuro che
sentono vicino. Un rapporto di un istituto americano, Lux Research, calcola
che, se Obama riuscirà davvero a lanciare l´auto elettrica negli Usa, nel 2012 si potrebbe arrivare fino a 5 milioni di
macchine vendute, che richiederebbero batterie per un controvalore di almeno 14
miliardi di dollari. Significherebbe, solo all´inizio, aumentare d´un colpo
quasi del 20 per cento il mercato globale attuale. Ma c´è tutto questo litio? E
quanto costerebbe? Lux Research valuta che, nell´ipotesi più probabile (3
milioni di auto elettriche vendute) occorrerebbero, per le loro batterie, quasi
4 mila tonnellate di litio, circa il 6 per cento dell´attuale produzione annua.
Ma se le macchine fossero 5 milioni, con una percentuale più alta di plug-in,
cioè ricaricabili in garage (che richiedono batterie con più litio),
occorrerebbero 25 mila tonnellate, il 42 per cento della produzione annuale. A
produrre, attualmente, però, sono solo Cile, Argentina e Cina.
Secondo il servizio geologico americano, metà delle riserve mondiali di litio
sono in Bolivia e non sono ancora state toccate. Detto in altre parole, Evo
Morales e gli indios boliviani hanno riserve di litio pari a quelle esistenti
in tutto il resto del mondo. Sono seduti su un tesoro. E lo sanno benissimo.
( da "Repubblica, La" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 47 - Cultura
LA MIA FEDE l´ex premier britannico tony blair parla di dio e delle sfide del
xxi secolo cinque progetti per capire il mondo e la mia politica La
"Abraham House" di Londra come luogo di incontro e di conoscenza La
fondazione da lui promossa si pone l´obiettivo della comprensione
interreligiosa Senza il pieno riconoscimento del peso delle religioni la nostra
società sarà più povera Tutti i leader, siano essi esponenti religiosi o no,
devono "agire a imitazione di Dio" TONY BLAIR La mia fede è sempre
stata una parte fondamentale della mia politica. Quando ero premier ho ritenuto
però più opportuno non strombazzarlo ai quattro venti, nel timore che si
pensasse che cercavo di rivendicare una sorta di superiorità morale mia o del
mio partito. Nelle rare occasioni nelle quali ho parlato di religione, c´è
stata una tendenza a fraintendere le mie parole per adattarle alle finalità
politiche altrui. Questo è il motivo per il quale "non ho agito a
imitazione di Dio". Al termine del mio mandato, cercando in vario modo di
dare un contributo personale a importanti temi di natura pubblica e politica,
non ho più sentito la necessità di astenermi dal parlarne. In realtà, quanto
più passava il tempo, tanto più mi ha colpito con sempre maggiore intensità un
fatto: omettere di comprendere il potere intrinseco della religione significa
non essere in grado di comprendere il mondo moderno. In Europa occidentale ciò
potrebbe suonare molto anti-intuitivo. Altrove, pressoché ovunque, è invece
evidente a tutti. Prendiamo brevemente in considerazione le statistiche: nel
mondo si contano oltre due miliardi di cristiani, quasi un miliardo e mezzo di
musulmani, più di 900 milioni di induisti, 400 milioni di buddisti, 24 milioni
di sikh e 13 milioni di ebrei. Da queste stime sono esclusi i seguaci di altre
confessioni religiose. Nella maggior parte dei Paesi queste cifre sono in aumento.
In Africa, per esempio, nel 1900 c´erano dieci milioni di cristiani, diventati
nel 2000 360 milioni, il più cospicuo aumento di sempre. Persone appartenenti a
confessioni religiose diverse convivono sempre più a contatto tra loro: per
farsi un´idea alquanto chiara del microcosmo religioso esistente al mondo è
sufficiente passeggiare in pochi metri quadrati lungo molte strade del Regno
Unito. La fede religiosa e le modalità con le quali essa acquista maggior
rilievo ovunque potrebbero assumere la medesima importanza per il XXI secolo di
quella che nel XX secolo ebbe l´ideologia politica. Potrebbe contribuire a
guidare e sostenere l´era della globalizzazione,
prestandole i suoi stessi valori, e avvicinando confessioni religiose e culture
a una maggiore comprensione reciproca, incoraggiando la coesistenza pacifica.
All´opposto, però, può essere in alternativa una forza reazionaria, che
allontana gli individui proprio come la globalizzazione li spinge vicini gli
uni agli altri. Quale ne sia l´esito, ciò significa che tutti i leader,
siano essi esponenti religiosi o meno, devono "agire a imitazione di
Dio". Ho fondato la Faith Foundation con l´obiettivo di promuovere un
maggiore rispetto e una più profonda comprensione tra le principali religioni,
per affermare e sostenere la causa della religione come forza orientata al
bene, e per dimostrare ciò concretamente, incoraggiando iniziative
interreligiose per affrontare e sconfiggere la povertà e i conflitti globali.
Noi ci ripromettiamo di dimostrare l´importanza che la fede ha nelle sfide del
XXI secolo e le potenzialità che essa offre per avvicinare le persone, non per
allontanarle ulteriormente. Inizialmente, ci stiamo focalizzando su cinque
importanti progetti e stiamo lavorando con partner di sei delle principali
confessioni religiose. Primo: abbiamo messo a punto Faith Acts Together, un
programma che coinvolge i sostenitori di oltre 30 Paesi in sei continenti.
Superando le barriere religiose, stiamo lavorando nell´ottica di un obiettivo
comune, quello di porre fine allo scandalo delle morti per malaria e
contribuire così attivamente agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. In una
prima fase lavoreremo in alcuni Paesi del continente africano, avvicinando le
comunità di diverse confessioni per distribuire loro reti antimalaria per i
letti e insegnando loro come utilizzarle, essendo queste il sistema più
efficace e più economico per eliminare il tragico quanto evitabile bilancio di
morti dovuti alla malaria. In seguito, a partire dal Regno Unito, dagli Stati
Uniti e dal Canada, nomineremo 30 Faith Acts Fellows, giovani leader incaricati
di dar vita a campagne e coalizioni ben radicate nelle varie confessioni
religiose per sostenere il lavoro in Africa direttamente sul campo. In secondo
luogo, abbiamo dato vita a Face to Faith, un programma scolastico
interreligioso mirato a contrastare l´intolleranza e l´estremismo: ciò farà sì
che le classi di tutto il mondo siano collegate tramite videoconferenze ben
organizzate e accessibili. I bambini di una data confessione religiosa e una
data cultura avranno la possibilità di interagire con i bambini appartenenti ad
altre culture e religioni, vivendo così la preziosa esperienza reciproca di
comprendere la mentalità e la vita altrui. Il programma prevede di concentrare
l´attenzione sui principali argomenti contemporanei, quali l´ambiente,
indagando che cosa possono offrire le grandi tradizioni religiose per
contribuire alla risoluzione di queste tematiche. Il programma pilota è
attualmente in corso in cinque Paesi di tre continenti. Terzo: stiamo
perfezionando una comprensione più approfondita e intellettuale delle dinamiche
della religione e della globalizzazione. La mia fondazione e l´università di
Yale hanno dato vita a un corso dedicato a questa tematica, in riferimento alla
quale io stesso ho tenuto insieme ad altri docenti alcune lezioni nell´ultimo
trimestre. Nostro obiettivo è dar vita a un dibattito globale su questo
argomento tra una decina di università di alto livello. Al momento stiamo
chiarendo le modalità con le quale altre tre di esse potranno dar vita a questo
stesso corso, e altre ancora seguiranno. Ciascuna università contribuirà al
programma con le proprie tradizioni intellettuali e la propria prospettiva
regionale, e tutte indagheranno nello stesso modo i rapporti tra la religione e
l´economia, la politica e la società, e come le grandi religioni possano fare
di più per rendere maggiormente a misura d´uomo il mondo globalizzato.
Nell´ambito di tutto ciò, stiamo altresì indagando la questione dei valori e
del sistema finanziario alla luce della crisi finanziaria, esaminando in che
modo i nostri sistemi finanziari possano essere rimessi in rapporto con alcuni
valori di base dai quali essi si sono in buona parte distanziati. Abbiamo dato
il nostro contributo al dibattito globale in occasione della conferenza di
Parigi del presidente Sarkozy e al World Economic Forum, e adesso stiamo
cercando di scoprire in che modo tradurre tutto ciò in realtà e azione
concreta. Infine, stiamo lavorando con la Coexist Foundation e l´università di
Cambridge per realizzare l´idea dell´Abraham House, un luogo di incontro a
Londra a livello internazionale per le tre religioni di Abramo, ma aperta
altresì a seguaci di qualsiasi fede o anche nessuna. Essa darà rilievo
nazionale e internazionale a un movimento di pensiero ed esplorazione critica,
il che implicherà nuove iniziative e una conoscenza più approfondita. Copyright
New Statesman Traduzione di Anna Bissanti
( da "Virgilio Notizie" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pyongyang, 21 mar.
(Apcom) - Il governo di Pyongyang ha confermato l'arresto di due giornaliste
americane, avvenuto il 17 febbraio scorso. Le due donne, Laura Ling e Euna Lee sono scomparse tre giorni fa nella zona di confine fra Cina e Corea del Nord e - stando ad alcune testimonianze - sarebbero
stati catturate da militari nordcoreani. Secondo quanto riporta il quotidiano
sudcoreano Chosun Ilbo altri due membri della troupe - una guida e l'operatore
Mitch Koss - avrebbero eluso la cattura ma sarebbero stati trattenuti dalle
autorità cinesi. Ling si era recata nella zona per intervistare i
rifugiati nordcoreani fuggiti dal Paese: "Molte storie tristi", aveva
scritto sulla sua pagina web.
( da "Virgilio Notizie" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pechino, 21 mar.
(Ap) - Le autorità sanitarie cinesi hanno assicurato che i
prodotti per bambini con marchio Johnson & Johnson non contengono sostanze
cancerogene, come per esempio la formaldeide, come invece era stato denunciato
da un'associazione Usa. Lo sciampo per bambini J&J compariva in una lista di
prodotti cosmetici ritenuti pericolosi dal gruppo "Campagna per cosmetici
sicuri".
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-21 - pag: 8 autore: INTERVENTO L'industria resti
in primo piano di Peter Mandelson * T utti riconoscono che la crisi creditizia
solleva importanti domande sul ruolo dello Stato nell'economia e nelle misure
di rilancio affinché l'economia europea ritrovi la strada verso la crescita. La
crisi ha inoltre promosso un nuovo dibattito sul modo in cui viene condotta la
politica industriale in Europa. Pur essendoci un massiccio fallimento del
mercato al centro del credit crunch, dobbiamo stare molto attenti al tipo di
deduzioni che ne traiamo. La crisi non ha screditato la tesi secondo cui la
competizione su mercati aperti è ciò che dà forza alle imprese. Non ha minato
le ragioni per le quali i mercati aperti rappresentano una gratificazione molto
maggiore che non un mercato europeo diviso. Né ha messo in dubbio le
motivazioni contro gli aiuti ad aziende o settori al semplice scopo di
mantenere l'occupazione o creare dei "campioni" nazionali. Eppure si
è invocato il credit crunch a difesa di un ritorno a tutto questo. Il rischio
insito in una recessione è che le argomentazioni per un comportamento diverso o
migliore dei governi diventano argomentazionia favore di un maggiore
interventismo. Fondamentalmente, essa diventa il pretesto per risuscitare le
argomentazioni in favore del protezionismo,
un'esperienza screditata da trent'anni di storia in Europa. Dobbiamo perciò
essere molto sospettosi rispetto ai Colbert del credit crunch. Credit crunch
significa che dobbiamo esaminare attentamente il modo in cui il governo
regolamenta i mercati finanziari. è anche vero che valuteremo di nuovo il ruolo
del governo, e la politica monetaria in particolare, nel contenere
l'instabilità dei mercati. Ma il credit crunch, da solo, non è il motivo per
cui dobbiamo pensare con attenzione alla politica industriale in Europa - il
vero slancio per un nuovo attivismo industriale proviene dalla
realtà della globalizzazione. Nel corso dell'ultimo decennio, le imprese
europee si sono assicurate vantaggi comparativi in cima alla supply chain
mondiale. Il prossimo decennio esigerà una concentrazione ancor maggiore su
questi punti di forza. L'Europa paga stipendi alti e, per questo, deve fare in
modo che le merci e i servizi che vende presentino un alto valore aggiunto.
Ciò significa che i punti di forza fondamentali delle imprese europee devono
consistere in un alto livello di conoscenza, creatività e sofisticazione
tecnica. Esse devono sviluppare ulteriormente i lavoratori più specializzati
del mondo, potersi affidare a infrastrutture digitali e materiali di livello
mondiale e trarre vantaggio da un ambiente normativo concepito per facilitare
lo sviluppo di aziende forti. è qui che il ruolo del governo diventa
fondamentale, perché non si tratta di cose che i mercati forniranno. Questo è
lo spazio che deve essere riempito dall'attivismo industriale. Nel decennio
passato l'idea di fondo diffusa in Europa era che la sfida centrale fosse la
liberalizzazione sul lato dell'offerta dell'economia. Questo resta vero. Ma
dobbiamo anche fornire gli strumenti utili a questo fine. Certo, è vero che in
qualche modo stiamo già facendo queste cose in Europa. Maè giunto il momento di
valutare di nuovo quanto bene le stiamo facendo. Gran parte di questo lavoro
sarà incentrato sul settore produttivo, che costituisce una parte imponente del
nostro futuro. Ma il nostro obiettivo non deve essere il mantenimento
artificioso dell'industria manifatturiera europea come linea di principio,
certamente non dell'industria manifatturiera a basso costo o labour intensive.
Dobbiamo esaminare il nostro vantaggio competitivo di lungo periodo.
L'industria manifatturiera in Europa continua ad avere successo anche di fronte
alla più dura competizione globale. Non richiede protezione. Ha bisogno di risorse
ottimali a cui attingere per competere. Il nostro compito consiste nel
garantire che l'industria europea sia dotata di manodopera specializzata, di
università innovative e del sostegno della ricerca e sviluppo. Il nostro
compito consiste nel fare dell'Europa il luogo migliore al mondo in cui creare
imprese e sviluppare beni e servizi, soprattutto in settori come il basso
consumo di anidirde carbonica. La prossima Commissione Europea si troverà alle
prese con un'Europa il cui obiettivo primario sarà quello di ritrovare la
propria via verso la crescita. La politica industriale dovrà esserne una
componente. La nostra sfida consiste nel dare alle nostre imprese strumenti
migliori per affrontare la competizione globale, mantenendo l'integrità del
mercato unico europeo, le sue robuste regole sulla competizione e i suoi
divieti contro le tentazioni di intervento statale. Nulla di quanto è accaduto
nello scorso anno ne ha posto in dubbio il valore fondamentale. Il credit
crunch ci ha dato una direzione, ma i motivi a favore di un nuovo attivismo
industriale sarebbero gli stessi anche se non si fosse mai verificato. è quello
che gli europei si aspettano dal governo che li aiuta a vivere e a competere in
un'economia globale. * Ministro delle Attività produttive britannico
COMPETITIVITà Il credit crunch non deve farci dimenticare che la priorità è
l'innovazione
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-21 - pag: 12 autore: ...
DISTORSIONI PUBBLICHE Se Renault torna in Francia E c colo finalmente, in tutto
il suo splendore, il ritorno dello Stato francese, pronto a far girare
all'indietro l'orologio impazzito della globalizzazione.
Renault, beneficiaria come Peugeot di generosi aiuti pubblici per sopravvivere
alla crisi, riporta a casa- dalla Slovenia- la produzione della Clio II.
Nonostante il gruppo automobilistico abbia precisato che non si tratta di una
rilocalizzazione, ma di un riequilibrio della produzione per far fronte alla
crescente domanda di utilitarie in Francia e Germania, resta il sospetto
di una decisione non puramente industriale. Un sospetto forte e legittimo
poiché in altri tempi una simile capacità produttiva la si sarebbe senz'altro
cercata (e trovata) nei Paesi dell'Est, a maggior ragione per le utilitarie,
dove i margini sono risicatissimi. Il sostegno dello Stato francese all'auto ha
dunque un prezzo che va ben oltre i tassi d'interesse da rimborsare sui
prestiti pubblici.Si paga con una minore autonomia di gestione e con scelte
strategiche che sul medio-lungo termine potrebbero rivelarsi economicamente
dannose.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-21 - pag: 13 autore: Baby boom,
l'America tenta il bis Record di nati nel 2007: oltre 4 milioni nonostante un
welfare «poco amichevole» di Francesco Billari D a cinquant'anni a questa
parte, Malia e Sasha sono le più giovani residenti alla Casa Bianca. Sono,
inoltre, tra i numerosi bambini che contribuiscono alla continua crescita della
popolazione statunitense. La demografia ha un numero "magico": 2,1. è
il numero medio di figli per coppia (o per donna, nel calcolo delle
statistiche) necessario per riprodurre una generazione, mantenendo un
equilibrio della popolazione (senza contare le migrazioni). I dati recentemente
pubblicati negli Usa sul 2007 confermano che per il
secondo anno consecutivo il numero medio di figli per coppia è pari, quasi
magicamente, proprio a 2,1. Da cinquant'anni a questa parte, per la prima volta
gli Stati Uniti superano il numero annuo di nati del picco del baby boom: 4,317
milioni.Sembra difficile spiegare l'abbondanza di childrens
guardando dalla vecchia Europa, ma anche dalla Cina e dal
Giappone. Siamo infatti abituati a pensare, anche grazie a ricerche ben
condotte, che si fanno figli laddove esistono politiche sociali che consentano
di combinare lavoro e famiglia, oppure che sostengono economicamente le
famiglie con figli. Il welfare amichevole nei confronti dei bambini e
delle donne sarebbe la chiave per spiegare i livelli di fecondità quasi "
americani" della Francia (2,0 nel 2007), contro i bassi livelli di
Germania, Italia o Giappone (tra 1,3 e 1,4). Ma negli Usa
il welfare è "poco amichevole" per definizione: come spiegare la
fecondità da equilibrio? I motivi sono essenzialmente tre. Primo, i figli si
fanno da più giovani, e dunque se ne fanno di più. Si diventa spesso genitori
da teenager (10,5% dei nati sono da mamme meno che ventenni): questo welfare
debole paradossalmente "aiuta" la fecondità. Per vasti segmenti della
popolazione l'unico sogno, già a 15 o a 18 anni, è infatti veder crescere un
figlio che potrà farcela. Comunque, anche i ceti più privilegiati hanno una
fecondità più precoce rispetto all'Italia,dove come sappiamo ogni passaggio
all'età adulta (ivi compreso diventare genitori) avviene più tardi. Secondo, la
cultura pesa: sopra la media spiccano sia gli ispanici (3,0 figli per donna)
sia i nuovi tradizionalisti religiosi (lo Utah dei Mormoni nel
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-21 - pag: 13 autore: Scenari. La
carica dei poveri Entro il 2050 due miliardi di persone in più di Joel E. Cohen
* L a rapida crescita della popolazione globale non è terminata: oggi l'aumento
si aggira attorno ai 75-80 milioni di persone l'anno, cioè una nuova
popolazione pari a quella statunitense che va ad aggiungersi a quella mondiale
ogni quattro anni circa. Se per arrivareal miliardo di persone c'è voluto
dall'inizio dei tempi fino ai primi del XIX secolo, oggi per aggiungere un
miliardo di esseri umani agli abitanti del mondo bastano solo 13-14 anni. Si
stima che la popolazione mondiale toccherà i 9,2 miliardi entro il
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MATERIE PRIME data: 2009-03-21 - pag: 46 autore: Siderurgia. Nei dati
World Steel Association la flessione in febbraio è stata del 22% rispetto
all'anno precedente Acciaio, produzione al rallentatore La Cina
resta con segno positivo ma il suo export accusa un tracollo Roberto Capezzuoli
Le statistiche sulla produzione siderurgica mondiale relative a febbraio
confermano la situazione di affanno già evidente il mese precedente. Il
rapporto pubblicato ieri dalla World Steel Association ( Wsa) segnala per
febbraio un calo complessivo del 22% rispetto a dodici mesi prima. Nei 66 Paesi
monitorati, il totale è stato di 84 milioni di tonnellate. La flessione è solo
in parte giustificata dal fatto che nel 2008 febbraio contava 29 giorni. Tra i
grandi produttori, unicamente la Cina mostra un segno
più, mentre altrove si va dal- 54,2% degli Stati Uniti al -11,5% dell'India,
passando per il -39,9% registrato dalla produzione italiana, ferma in febbraio
a 1,7 milioni di tonnellate. La contrazione della domanda ha esercitato quindi
un impatto evidente sul risultato dei primi due mesi dell'anno: il totale è di
170,3 milioni di tonnellate, in diminuzione del 22,9%, tanto da rendere
ottimistica la previsione dell'ultimo sondaggio Reuters, secondo cui il 2009
vedrà una riduzione del 9% soltanto (e sarà la prima volta da undici anni).
Dalle cifre Wsa emerge un evidente rafforzamento della supremazia delle imprese
siderurgiche asiatiche: ai primi tre posti svettano Cina, Giappone e India, mentre gli Usa scivolano dal
terzo al quinto posto, sorpassati in graduatoria anche dalla Russia. A seguire
si piazzano Corea del Sud, Germania, Ucraina, Brasile e Italia, tutti Paesi
interessati comunque da un forte rallentamento dell'attività rispetto al primo
bimestre dello scorso anno. Pechino resta largamente in testa (come si
vede nel grafico), ma non senza problemi. In marzo infatti la Cina pare destinata a tornare, dopo tre anni, una
importatrice netta di acciaio, a causa del tracollo della domanda dall'estero.
Al London Metal Exchange l'andamento del future sulle billette per il
Mediterraneo offre indicazioni analoghe: il contratto con scadenza tre mesi
oscilla intorno a 290 dollari per tonnellata, contro i 520 dollari dell'inizio
di ottobre. Simile il riscontro del Metal Bulletin, le cui rilevazioni per i
coils laminati a caldo mostrano prezzi dimezzati in nove mesi. Le chiusure che
hanno costellato i comunicati di molte imprese produttrici hanno avuto un
effetto rilevante anche sui prezzi delle leghe usate in siderurgia, con il
ferrotungsteno che ha perso in sei mesi il 18%, atterrando a 26-28 dollari per
kg sul mercato spot europeo, e con il ferromolibdeno in calo addirittura
dell'84% nello stesso periodo, a 21-22 $/kg. Le stime offrono una solida arma
alle acciaierie per convincere le società minerarie a ridurre i costi delle
forniture più importanti, quelle di carbone da coke (si veda l'articolo a
fianco) e soprattutto quelle del minerale di ferro. ASIA DAVANTI A TUTTI La
caduta negli Stati Uniti (-53,5% nei primi 2 mesi) favorisce il sorpasso
dell'India, al terzo posto alle spalle del Giappone
( da "Corriere della Sera" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-21 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE Israele/1 L'ex rappresentante all'Onu Gillerman «Intenzione buona,
ma poco tempo» L'intenzione è buona, valuta Dan Gillerman, è il tempo che
manca: «Entro l'anno l'Iran avrà l'atomica». Diplomatico con una lunga
esperienza da mediatore (anche con il Libano nel 2006), già rappresentante
permanente di Israele all'Onu, Gillerman ha ascoltato ieri il messaggio del
presidente Usa che offre «un nuovo inizio» a Teheran.
«Apprezzo la volontà di Obama di voler dare una chance alla diplomazia — dice
—. è quello che vogliamo tutti e che tentiamo di fare da anni. Mi chiedo, però,
se abbia tenuto conto dell'elemento più importante: l'urgenza». I rapporti
dell'intelligence ai quali ha avuto accesso Gillerman dicono che la Repubblica
islamica «è molto vicina al punto di non ritorno: entro la fine del 2009 avrà
il know-how e la capacità tecnica per costruire la bomba atomica». Un rischio
per l'interna comunità internazionale, sottolinea: il regime iraniano «non è
solo disposto a premere il bottone contro Israele, ma è anche abbastanza folle
da consegnare l'atomica a gruppi di terroristi come Al Qaeda». «Obama ha fatto
bene a rivolgersi alla popolazione — continua— che ha un'alta percentuale di
giovani, molti con un'istruzione universitaria. Se ci fosse il tempo, non si
potrebbe escludere un rovesciamento di regime. Ma il tempo non c'è. Bisogna
fissare una scadenza». Il consiglio che l'ambasciatore dà a Washington è, in
prima battuta, «coinvolgere al tavolo delle trattative
Russia e Cina, cruciali per fare pressione su Teheran». Subito dopo,
«stabilire una deadline, altrimenti assisteremo al solito copione: l'Iran è
maestro nel tirare per le lunghe i negoziati continuando nei suoi piani».
Gillerman immagina una scadenza «a sei mesi», per esempio, superati i quali «se
Teheran non onora gli impegni presi, entrano in gioco tutte le altre
opzioni. Inclusa quella militare». Alessandra Coppola
( da "Messaggero, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sabato
21 Marzo 2009 Chiudi L'ECONOMIA globalizzata in chiave di techno-thriller. Il
ruolo dei cattivi spetta a una banca che traffica in missili. Quello dei buoni
a due agenti segreti così stakanovisti da non concedersi nemmeno un flirtino.
Naturalmente mentre Owen e la Watts indagano, sparano, si preoccupano, le città
scorrono vorticose.
Ma accanto a Istanbul e New York, ecco a sorpresa il Pirellone di Milano. Da
cui un cecchino fa fuori un leader molto alla Berlusconi (Luca Barbareschi),
dando il via a un mega-complotto che coinvolge perfino le redivive Brigate
Rosse. Difficile prendere sul serio questa parodia involontaria di un genere
ormai datato. Ma se all'estero ormai ci vedono così, c'è da riflettere. In 19
sale (vedi rubrica Le Trame)
( da "Corriere della Sera" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-21 num: - pag: 42 autore: di
FAREED ZAKARIA categoria: REDAZIONALE LE CRITICHE ALLA NUOVA POLITICA ESTERA
USA Se Obama spaventa i profeti dell'arroganza A lla conclusione del suo
mandato, in politica estera George W. Bush poteva contare su ben pochi
difensori. Persino i commentatori più conformisti concordavano quasi
all'unanimità che gli anni di Bush erano stati caratterizzati da arroganza e
incompetenza. «Il difetto principale del presidente Bush è stato quello di
vedere in bianco e nero le molte aree grigie della sicurezza nazionale e degli
affari internazionali», secondo un editoriale del Washington Post. Persino
Richard Perle, il guru dei neocon, ha ammesso di recente che «Bush non è mai
riuscito a far decollare una politica efficace né nella difesa, né nei rapporti
con l'estero». Si sperava che il presidente Obama avrebbe abbandonato le
posizioni ideologiche più rigide del suo predecessore. Ma, ammoniva il
Washington Post, «non sarà facile disfare quanto è stato messo in piedi da Bush
». In realtà, benché impegnata soprattutto con la crisi economica nei suoi
primi 50 giorni di governo, l'amministrazione Obama è riuscita a mettere a
segno importanti successi in politica estera. Obama ha annunciato la chiusura
di GuantÁnamo e decretato la fine di qualsiasi avallo ufficiale della tortura.
Nella sua prima intervista a una rete televisiva araba, in veste di presidente,
Obama ha ribadito che il mondo musulmano va trattato con rispetto, affermazione
premiata dai commenti entusiasti di giornalisti e politici arabi, solitamente
ostili agli Stati Uniti. Hillary Clinton, dal canto suo, ha fatto più strada
nelle poche settimane in carica rispetto a molti dei suoi predecessori dopo
mesi al ministero degli Esteri, e ai gesti simbolici di apertura e
disponibilità sono seguiti colloqui concreti. Il governo ha mostrato la volontà
di aprire negoziati con regimi difficili, come la Siria. La Clinton ha
affermato pubblicamente che gli Stati Uniti sono pronti a lavorare
con la Cina per risolvere la crisi economica e i problemi legati
all'ambiente e all'energia, malgrado le divergenze sui diritti umani. Ha
inoltre fatto balenare la prospettiva di un rapporto più costruttivo con la
Russia. Obama si dichiara disposto a trattare con alcuni elementi dei talebani,
nel tentativo di isolare il nocciolo duro dei jihadisti. Sono passi
piccoli, passi iniziali, ma vanno tutti nella direzione giusta e meriterebbero
un elogio unanime. Ma no, l' establishment di Washington appare impaurito e
assillato da mille ansie davanti alla nuova linea politica del governo. La
reazione dei conservatori è apparsa quasi comica nella sua foga. A sole due
settimane dal giuramento di Obama, Charles Krauthammer ha messo insieme un
fascio di azioni e dichiarazioni russe — molte delle quali risalenti ad anni
addietro — per classificarle tutte come «provocazioni spudorate» e poi accusare
il presidente di non aver fatto nulla per controbatterle. La «diplomazia in
ginocchio» di Obama, tuonava Krauthammer, ha messo in moto una reazione a
catena che ha provocato catastrofi da un punto all'altro del globo. Il governo
pakistano, per esempio, avendo avvertito chiaramente la debolezza di
Washington, «ha capitolato davanti ai talebani» nella valle di Swat. Ovviamente
Krauthammer non aveva avuto sentore dei molti accordi siglati dal Pakistan con
i talebani nel corso degli ultimi tre anni - — vale a dire sotto il mandato di
Bush — accordi elaborati in tutta fretta, a condizioni sfavorevoli e con
risultati ancora peggiori. Molti analisti, di solito intelligenti, si sono
uniti al coro di preoccupazioni. Leslie Gelb, autrice di un libro acuto e
intrigante, Le regole del potere, dichiara che i commenti di Hillary sulla
situazione dei diritti umani in Cina erano corretti,
ma è stato un errore esternarli in pubblico. Peter Bergen della Cnn afferma che
«negoziare oggi con i talebani rischia di destabilizzare ulteriormente
l'Afghanistan ». «Si cambia tattica, tanto per cambiare», scrive la Gelb, con
qualche rimpianto. Che dire? Magari ci fossimo tenuti le strategie di Bush, che
stavano funzionando così bene! Consideriamo la mossa iniziale con la Russia. La
classe politica di Washington è concorde nel ritenere che il programma nucleare
dell'Iran rappresenta la massima sfida per la nuova amministrazione. Molti
dubitavano che Obama avrebbe preso sul serio la questione, ma lo ha fatto,
chiedendo sanzioni più efficaci, aprendo a sorpresa ai dirigenti iraniani con
il videomessaggio di ieri e nel frattempo avviando il dialogo con la Russia.
L'unica potenza esterna che possa vantare qualche influenza reale su Teheran è
appunto la Russia, che sta costruendo il reattore nucleare iraniano e lo
rifornisce di uranio. Appare pertanto utile saggiare la possibilità che Mosca
faccia pressione sugli iraniani, voi che ne dite? Sbagliato. Il Washington Post
ha reagito insinuando che Obama potrebbe arrendersi al potere russo. Il suo
errore è stato quello di accennare, in una lettera al presidente russo, che se
Mosca si attiverà per scoraggiare attacchi missilistici da Teheran, gli Stati
Uniti non si sentiranno costretti a installare i loro sistemi difensivi in
Polonia e nella Repubblica Ceca — ideati appunto per fare da scudo ai missili
iraniani. Il ragionamento è di una logica elementare. A mio avviso, mi pare
inoltre un ottimo baratto, dato che in questo momento la tecnologia di uno
scudo missilistico contro l'Iran è tuttora, nelle parole di un esperto citato
da Gideon Rachman del Financial Times, «un sistema che non può funzionare,
contro una minaccia che non esiste, e finanziato con i soldi che non abbiamo ».
Il problema della politica estera americana va ben al di là di George Bush e
comprende tutta la classe politica di Washington, tanto avvezza all'esercizio
dell'egemonia americana che ogni compromesso appare un tradimento e ogni
negoziato un cedimento. Gli altri paesi non possono vantare interessi legittimi
propri e le richieste russe sono per definizione inaccettabili. L'unico sistema
per trattare con tali paesi è quello di emettere una serie di condizioni
massimaliste. Ma questa non è politica estera, è politica imperiale. E non ha
nessuna possibilità di funzionare nel mondo di oggi. © Newsweek 2009 Traduzione
di Rita Baldassarre
( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 2 - Gorizia
Maxi-esercitazione di Protezione civile Sarà un week- end
decisamente intenso per i volontari della Protezione civile comunale del
capoluogo isontino che si stanno già preparando per una maxi-esercitazione
generale che si svolgerà a partire da domani mattina. L'esercitazione, che va
in scena con cadenza annuale, vedrà impegnati numerosi volontari goriziani che
saranno guidati dal coordinatore della protezione civile comunale del
capoluogo isontino, Giacomo Preite. L'appuntamento è fissato per domani a
partire dalle 9: l'esercitazione generale della Protezione civile goriziana si
svolgerà nell'area dell'ex polveriera di Lucinico. I volontari saranno chiamati
a esercitarsi nelle modalità di intervento antincendio e antialluvioni, ma
anche in specifici interventi boschivi. «Si tratta di una esercitazione generale
della Protezione civile goriziana che si svolge con cadenza annuale - spiega
l'assessore comunale alla protezione civile e all'ambiente Francesco Del Sordi
- e che consentirà di mettere in pratica interventi utili a fronteggiare
situazioni di emergenza a partire da incendi, inondazioni e alluvione,
attraverso l'impiego di macchinari specifici come pompe e motopompe». «Inoltre
- conclude l'assessore - saranno attuate nell'esercitazione anche azioni che
servono per operare in ambito boschivo e che prevedono l'utilizzo delle
motoseghe».
( da "Corriere del Veneto" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: ECOVUOTA - data: 2009-03-21 num: - pag: 14 categoria:
REDAZIONALE Carraro, a rischio nel 2009 quasi il 30% dei ricavi I duri conti
della crisi: «Ma India e Cina sono in ripresa» PADOVA
— La crisi? «Nel 2008 ci è costata oltre 80 milioni di euro di fatturato». E
nel 2009? «Attualmente lo vediamo, proiettato su tutto l'anno, a un -30% circa
sul 2008». Evita i giri di parole, Mario Carraro, presidente dell'omonima
multinazionale padovana delle trasmissioni di potenza, ingranaggi ed energie
verdi, e seceglie invece la trasparenza dei numeri, per quanto dura sia, nel
misurare gli effetti della crisi globale sull'azienda. Lo ha fatto ieri, al
termine del cda che ha approvato i conti 2008, un anno iniziato con l'obiettivo
di sfondare la barriera del miliardo di euro di ricavi, e chiusosi con un
«precipizio», come Carraro definisce l'ultimo trimestre, nella lettera inviata
agli azionisti per spiegare la situazione e per dire da dove l'azienda riparta.
Intanto dai dati del 2008, positivi se guardati nel complesso: fatturato a 973
milioni di euro (+19,6%, ma il dato tendenziale a settembre volava al +26.4%),
con la spinta di Sud America (+40%), Cina (+86%) e
India (+30%), e il piccolo boom di Elettronica Santerno, che concentra il settore
solare-eolico (+108%, con fatturato a 64 milioni: diventerà autonoma a fine
anno). L'utile netto però diminuisce del 27% e si ferma a 11,3 milioni di euro,
l'1,16% sul fatturato, anche per gli accantonamenti effettuati (3,2 milioni).
La posizione finanziaria netta è salita a 216,5 milioni di euro, rispetto ai
194,9 di giugno 2008. Agli azionisti il cda propone di non distribuire
dividendi, lasciando aperta la porta di farlo eventualmente con un'assemblea
nella seconda parte dell'anno. Insomma, niente concessioni, di fronte a un
inizio 2009 durissimo, nel quale Carraro si aggrappa alla
tenuta dell'eolico e della Germania, che ora pesa più degli Usa, ai segnali di ripresa in India e Cina. «Il primo
trimestre 2009? Gennaio è stato, non dico rasoterra, ma pessimo. A febbraio si
è visto un miglioramento, confermato a marzo - dice Carraro -. Ma un andamento
regolare si avrà solo nella seconda metà dell'anno. A ritmi comunque più
bassi del 2008». Sperando che nel frattempo l'aria giri. «Credo che la seconda
parte dell'anno potrà esser migliore - aggiunge il presidente - . Ci sono
indicazioni su giugno e già qualcosa si muove in India e ancor più in Cina: lì noi ci siamo, con i nostri prodotti. E poi la
Germania mantiene aspetti di crescita in alcuni settori». E intanto Carraro
ricomincia daccapo, con la cassa integrazione fino a metà anno, con i risparmi
e riscrivendo il piano triennale, perché nel frattempo la crisi ha cambiato
tutto: «Arriverà a maggio. Ma nonostante la crisi, credo di poter guardare avanti
non con serenità ma con tranquillità: abbiamo speso decine di milioni in
ricerca, non abbiamo tagliato un centesimo sui progetti - conclude il
presidente - . E abbiamo prodotti nuovi che dall'anno prossimo inizieremo a
diffondere». Federico Nicoletti Ripartenza Mario Carraro, presidente di Gruppo
Carraro
( da "Corriere del Veneto" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere del Veneto
- VERONA - sezione: ECOVUOTA - data: 2009-03-21 num: - pag: 15 categoria: BREVI
I conti Il quadro Salvo il bilancio 2008, ma la tempesta globale brucia 80
milioni di fatturato. A maggio il nuovo piano triennale Lo scorso anno la crisi
Alitalia è costata perdite per 2,3 milioni di euro, la crisi internazionale per
2,8 si aggrappa alla tenuta dell'eolico e della Germania,
che ora pesa più degli Usa, ai segnali di ripresa in India e Cina. «Il primo
trimestre 2009? Gennaio è stato, non dico rasoterra, ma pessimo. A febbraio si
è visto un miglioramento, confermato a marzo - dice Carraro -. Ma un andamento
regolare si avrà solo nella seconda metà dell'anno. A ritmi comunque più
bassi del 2008». Sperando che nel frattempo l'aria giri. «Credo che la seconda
parte dell'anno potrà esser migliore - aggiunge il presidente - . Ci sono
indicazioni su giugno e già qualcosa si muove in India e ancor più in Cina: lì noi ci siamo, con i L'operazione I soci avranno
trenta giorni in più per decidere se partecipare all'aumento di capitale
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
VILLAGE 21-03-2009
FIERE IL SALONE CHIUDE OGGI I BATTENTI MecSpe: innovazione per riciclare gli
scarti II L'innovazione e il riciclaggio degli scarti aziendali sono i temi
protagonisti della «piazza dell'Ecomeccanica», l'inedita area espositiva
presente all'interno di MecSpe, la fiera internazionale della meccanica
specializzata organizzata da Senaf che si conclude oggi alle Fiere di Parma.
Grazie alla collaborazione di Sinergica Service vengono esposte le tecnologie,
le macchine e i processi per il recupero e il riciclaggio di metalli ottenuti
da post lavorazioni meccaniche che garantiscono un notevole risparmio di costi
e la massima attenzione al rispetto ambientale. Una scelta precisa che gli
organizzatori hanno "sposato" consapevoli del fatto che, in un mercato
che diventa sempre più competitivo, l'opportunità che gli imprenditori italiani
dovranno cogliere per vincere le sfide rappresentate dalla globalizzazione
è legata alla capacità di indirizzare gli investimenti per ottimizzare i costi
nel pieno rispetto delle norme ambientali. All'interno della piazza
dell'Ecomeccanica i visitatori potranno sperimentare dal vivo l'efficienza di
una particolare tecnologia studiata e realizzata per risolvere i problemi della
compattazione dei trucioli prodotti nelle lavorazioni meccaniche in
"panetti" di ridotte dimensioni. Questo processo, denominato anche
bricchettaggio, può essere applicato a tutti i materiali metallici quali la
ghisa, l'acciaio, l'alluminio, il titanio, le leghe gialle e il magnesio. Il
vantaggio? La riduzione del volume degli scarti da
( da "Giornale.it, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 69 del 2009-03-21
pagina 1 Sabotaggio in porto Treni «saldati» ai binari di Ferruccio Repetti
Ignoti bloccano in piena notte venti convogli al varco di Ponte Etiopia e
rischiano di innescare una serie di deragliamenti Merlo: «Episodio gravissimo,
se qualcuno ha visto parli». Ma Burlando fa il pompiere: «Calma, non accusiamo
nessuno» Sabotaggio. Con l'intento preciso di causare danni alle persone, se
non addirittura una tragedia. Capita anche questo, adesso, nel «porto dei
veleni», quello di Genova, naturalmente. Che da qualche tempo, anziché il
record dei traffici registra il primato mondiale delle tensioni, delle
contrapposizioni, dei ricorsi in tribunale, delle carte bollate, delle denunce
e delle ripicche. Tutto in nome del primato - evviva! - delle rendite di
posizione. Trasversali, effettive, ma inconcepibili ai
tempi della globalizzazione e, soprattutto, ai tempi della crisi. Il fatto più
recente: al varco di Ponte Etiopia, in piena notte, alcuni «coraggiosi» ai
limiti dell'eroismo (...) © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano
( da "Adnkronos" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
NORDCOREA:
PYONGYANG CONFERMA ARRESTO 2 GIORNALISTE USA A CONFINE CON CINA commenta 0 vota
0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 21 marzo, ore 08:12
( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
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ATTUALITA data: 2009-03-21 - pag: 17 autore: IL GESTORE DELLA SETTIMANA Alfredo
Granata Banca Finnat «Chevron dà certezze» «Tra gli altri titoli che preferisco
ci sono Vinci, Eni, B. Santander e Coca Cola» di Isabella Della Valle A nche in
Europa il costo del denaro è prossimo allo zero. Secondo lei la politica di
Trichet nel lungo termine pagherà? L'azione della Bce per sostenere l'economia
tramite la riduzione dei tassi è stata più lenta rispetto ad altre realtà e
questo peserà nei prossimi mesi sulla congiuntura europea. Ora che la leva
monetaria ha assunto un forte carattere espansivo (è probabile una calo fino
all'1% dei tassi ufficiali), gli effetti di tale azione si cominceranno a
vedere verso la fine dell'anno. Quando pensa che finirà questa volatilità? La
forte volatilità dei mercati è espressione della grande incertezza che pervade
gli operatori economici e, a sua volta, alimenta ulteriore tensioni tra coloro
che non sono direttamente coinvolti nel sistema finanziario (penso ai semplici
risparmiatori). Tale volatilità calerà solo quando si avrà la percezione che le
autorità istituzionali (banche centrali e governi) avranno risolto l'enorme
problema della stabilità del sistema finanziario internazionale. Come si
posizionano i mercati emergenti, soprattutto quelli asiatici, in questa crisi
così globale? Vede ancora del potenziale? I mercati emergenti risentiranno
molto della forte contrazione del commercio globale e della minore propensione
al rischio degli investitori. Il carattere innovativo
conquistato da alcune realtà, in primis la Cina, durante gli
anni della globalizzazione potrà comunque giocare un ruolo positivo per
sostenere il rilancio dell'economia mondiale. è un fatto che allo stato attuale
l'iniziativa più concreta in termini di sostegno alla domanda interna sia
venuta proprio dal governo cinese. Se ciò dovesse confermarsi
costituirebbe un utile volano anche per l'economia giapponese che, al
contrario, sembra priva di una dinamica della domanda interna, ancora alle
prese con le forti ristrutturazioni intraprese dai grandi conglomerati
industriali giapponesi. Lei teme che, al di là dell'Europa dell'Est, ci siano Paesi
"sviluppati" a rischio default? Sicuramente a rischio sono alcuni
Paesi dell'America Latina e anche i Paesi dell'Est Europa se non proprio a
rischio default presentano criticità che potrebbero ritardare l'adesione al
progetto di unificazione europea. Non a caso lo stesso presidente Obama ha
messo tra i primi punti dell'agenda del prossimo G-20 il sostegno delle
maggiori economia ai Paesi in via di sviluppo intravedendo, in caso contrario,
grandi rischi anche in termini politici. Condivide il modus operandi dei
governi nella gestione della crisi? L'azione dell'amministrazione Obama va
nella direzione giusta. Il rammarico è che si siano persi diversi mesi a causa
della concomitanza con le elezioni presidenziali visto che la precedente
amministrazione non aveva più l'autorità per "spingere" determinati
interventi. In Europa la difficoltà maggiore è sempre quella di mettere a
fattor comune esigenze diversificate. Sembra comunque che ormai in sede di G20
si stiano raggiungendo convergenze importanti anche e soprattutto per ciò che
riguarda la necessità di contrastare il risorgere di iniziative
protezionistiche che avrebbero un effetto ancor più devastante sul ciclo
economico mondiale. Il primo comune obiettivo rimane comunque sostenere con
ogni mezzo la ristrutturazione del sistema finanziario internazionale con un
nuovo sistema di regole che stia al passo dell'innovazione finanziaria senza
impedire che essa contribuisca a sviluppare nuove frontiere di business. Che
peso ha l'asset valutario nei vostri portafogli? L'esposizione in divise
diverse dall'euro costituisce circa il 15% dei nostri portafogli globali con
una netta preferenza per il dollaro Usa che potrebbe
beneficiare di una ripresa anticipata degli Usa rispetto
alle altre aree del mondo. Poco interesse mostriamo per lo yen sia per motivi
fondamentali, sia perché consideriamo esaurita la fase in cui la divisa
nipponica ha beneficiato della chiusura di tutti i carry trade che si basavano
proprio sul prendere a prestito yen a tasso zero per investire in asset più
remunerativi. Al contrario pensiamo che tale fase possa gradualmente riaprirsi.
Quali sono le vostre preferenze sui mercati obbligazionari? Una volta
esauritasi la fase di calo dei rendimenti soprattutto a livello di tassi
ufficiali ritornerà progressivamente la domanda di asset più remunerativi. In
tale ottica riteniamo interessanti all'interno dell'area euro sia gli attuali
spread tra i mercati periferici (Italia, Grecia, Irlanda) e la Germania, sia le
nuove emissioni corporate con garanzia dello Stato, anche perché queste ultime
hanno scadenze brevi e dunque un rischio tasso contenuto. Da un punto di vista
settoriale, su cosa state puntando e che cosa evitate? Continuiamo a preferire
i settori difensivi quali gli energetici e i farmaceutici, settori i cui
l'azione di integrazione societaria potrebbe essere di supporto. In termini
tattici ci sembra che i titoli bancari possano preferirsi a quelli del settore
assicurativo. Consideriamo poco attraenti gli industriali e gli automobilistici
anche se per tale settore qualche sorpresa potrà venire da eventuali ipotesi di
fusione soprattutto in Europa. Quali sono le società che reputa più
interessanti? In Europa Eni, Banco Santander, Vinci, Nokia. In Usa Apple, Chevron, Coca Cola. Sono titoli value se si
escludono i due tecnologici Nokia e Apple, ed in questa fase preferiamo questa
categoria visto che la maggiore visibilità degli utili dovrebbe risultare il
driver principale nell'ambito della stock selection. Nokia ed Apple si
distingueranno ancora rispetto ai concorrenti proprio per il contributo agli
utili che continueranno a dare i prodotti di punta di tali società.
( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Plus sezione:
ATTUALITA data: 2009-03-21 - pag: 17 autore: La famiglia Usa
adesso risparmia E ppur si muove&, avrebbe detto qualcuno. Nel mezzo di una
crisi densa e amara, gli smottamenti dell'economia hanno almeno il merito di
andare nella direzione giusta. All'origine di questa crisi c'erano grandi
squilibri macroeconomici: poco risparmio americano, grandi deficit con l'estero in alcuni Paesi (a cominciare dagli Usa) e grandi surplus in altri (a cominciare da Cina e Giappone). Se il dipanarsi della crisi avesse semplicemente
confermato o aggravato questi squilibri, questa recessione avrebbe avuto un
sapore ancor più cattivo. Fortunatamente, come detto, i grandi squilibri si
stanno attenuando. Quello principe - il risparmio zero delle famiglie
americane - si sta trasformando in flussi finalmente positivi, che han toccato
nell'ultimo trimestre il 3% del reddito disponibile. Come si vede dal grafico,
le famiglie degli Stati Uniti avevano in pratica delegato il compito di
risparmiare alla lievitazione di altri prezzi: i prezzi delle case e i prezzi
delle attività finanziarie. Finché la ricchezza aumentava, perché risparmiare?
Il risparmio serve ad aumentare la ricchezza; ma se questa lievita per conto
suo, non c'è bisogno di rispamiare. Il difetto del ragionamento, naturalmente,
sta nel fatto che i prezzi degli asset non sono obbligati ad andare sempre su;
e quando hanno cominciato a diminuire (la crisi è stata innescata
essenzialmente dallo sgonfiamento dei prezzi delle case) le famiglie hanno
dovuto ricominciare a risparmiare, in questo aiutate anche dagli sgravi fiscali
di metà 2008. N on é questo il solo squilibrio che si sta allentando. Anche
l'immenso deficit corrente americano sta diminuendo, mentre si attenuano i
surplus cinese e giapponese (addirittura, per il Giappone, il saldo corrente
con l'estero di inizio anno è in deficit). Insomma, quando la ripresa verrà, potrà
contare su una base di partenza più equilibrata. DIETRO I NUMERI di Fabrizio
Galimberti
( da "Rai News 24" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pyongyang | 21 marzo
2009 Pyongyang conferma l'arresto di due giornaliste Usa
Laura Ling e Euna Lee sono scomparse tre giorni fa Il governo di Pyongyang ha
confermato l'arresto di due giornaliste americane, avvenuto il 17 febbraio
scorso. Le due donne, Laura Ling e Euna Lee sono scomparse
tre giorni fa nella zona di confine fra Cina e Corea del
Nord e - stando ad alcune testimonianze - sarebbero stati catturate da militari
nordcoreani. Secondo quanto riporta il quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo altri
due membri della troupe - una guida e l'operatore Mitch Koss - avrebbero eluso
la cattura ma sarebbero stati trattenuti dalle autorita' cinesi. Ling si
era recata nella zona per intervistare i rifugiati nordcoreani fuggiti dal
Paese: "Molte storie tristi", aveva scritto sulla sua pagina web.
Primi segnali di distensione tra le due Coree dopo le tensioni di inizio mese
Secondo fonti ufficiali, Pyongyang ha riattivato le comunicazioni militari con
Seul e riaperto la frontiera ai sudcoreani che devono recarsi nella zona
industriale comune di Kaesong. La Corea del Nord aveva interrotto il 9 marzo i
contatti telefonici tra i due eserciti, usati per permettere il transito verso
la regione che si trova a nord del confine. La decisione era stata presa in
segno di protesta contro un'esercitazione militare congiunta Usa-Corea
del Sud che si e' conclusa ieri. Da allora, le frontiere erano state chiuse e
riaperte ad intermittenza.
( da "Quotidiano.it, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Codice rosso, i
comuni marchigiani si riuniscono Ancona | Si è aperta giovedi 19 marzo preso la
fiera di Ancona, la quinta edizione di Codice Rosso, la
manifestazione nazionale della protezione civile organizzata dall'Anci. Logo
Protezione Civile Nazionale Taglio del nastro, questa mattina alla fiera di
Ancona, per la quinta edizione di Codice Rosso, la manifestazione nazionale
della protezione civile, promossa dall'Anci (nazionale, Marche e Abruzzo),
dalle Regioni Marche e Abruzzo, dal dipartimento nazionale della
Protezione Civile, dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, sotto l'alto
patrocinio delle presidenza della Repubblica. Dedicata alle forme associative e
all'Unione dei Comuni nelle prospettive delle riforme federaliste, "Codice
Rosso" è divenuto l'appuntamento istituzionale più importante della
protezione civile, dove vengono dibattuti tutti gli argomenti, di settore, più
attuali a livello nazionale. "Un'occasione per esercitarci con le idee -
ha sottolineato il Dirigente del Dipartimento Protezione Civile delle Marche,
Roberto Oreficini, - la protezione civile è un diventato un sistema
istituzionale importante che non si occupa più solo delle calamità naturali ma
è una 'palestra' che crea modelli di riferimento anche in altri settori della
vita pubblica". Un appuntamento che si tiene e resterà ad Ancona,
capoluogo delle Marche, regione in cui "la protezione civile rappresenta
il fiore all'occhiello a livello nazionale" ha ricordato l'assessore Fabio
Badiali, nel porgere i saluti ai presenti. "Siamo un modello di
riferimento per molte regioni per come è stata attrezzata la nostra protezione
civile, all'avanguardia grazie al lavoro sinergico di tecnici, dirigenti e
classe politica. Siamo orgogliosi di questa squadra completa, una rete che va
dalle istituzioni pubbliche ai volontari, ognuno con propri compiti, coordinati
e preparati in maniera eccezionale. La Regione Marche - ha aggiunto Badiali -
non taglia risorse ai servizi sociali né alla protezione civile, che è lo
strumento a disposizione del cittadino e dei sindaci per rispendere alle
emergenze". Riconoscimenti sono giunti anche dal Vice Capo Dipartimento
Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Bernardo De
Bernardinis, che ha rimarcato quanto, "la protezione civile delle Marche
con i suoi vertici ha rappresentato un punto di riferimento istituzionale e di
costruzione organizzativa. Solo come esempio, dopo gli incendi boschivi del
2007 la pianificazione territoriale adottata è stata la stessa che le Marche si
sono date per la pianificazione del rischio idrogeologico idraulico". Di
prevenzione nelle scuole, altro tema di questa edizione
( da "Wall Street Italia" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il mondo alle 9 di
Apcom La notizia del giorno -->Roma, 21 mar. (Apcom) - L'ultima due giorni
all'insegna della Fiamma si aprirà stamattina alla Nuova Fiera di Roma.
Alleanza nazionale chiude i battenti per confluire nel nascente Pdl. Sul palco
a forma di 'ponte', direzione Popolo delle libertà, dovrebbe salire un coro di
ragazzini pronto a intonare l'Inno di Mameli e, probabilmente, Enrico Ruggeri
per cantare 'Si può dare di più'. Poi sarà la volta del reggente Ignazio La
Russa, chiuderà domani Gianfranco Fini. La platea di 1.800 delegati chiamati a
salutare Alleanza nazionale dovranno votare sulla mozione presentata
dall'ufficio di reggenza che sancisce il battesimo del Pdl con Forza Italia. Lo
slogan scelto per l'occasione è 'Nasce il partito degli italiani'. Alla due
giorni non parteciperà il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (Forza
Italia sarà rappresentata dal coordinatore Denis Verdini), ma sono stati
invitati i leader di tutti i partiti presenti in Parlamento, compresi Dario
Franceschini e Antonio Di Pietro. Non ci saranno, invece, delegazioni dei
partiti della variegata galassia della destra e dunque neanche ex di peso come
Francesco Storace o Daniela Santanchè. Oltre ad Andrea Ronchi, Italo Bocchino e
Giorgia Meloni, prenderà la parola anche il presidente del Senato Renato
Schifani. Domani, prima di Fini, interverranno Maurizio Gasparri, Altero
Matteoli e Gianni Alemanno, ma anche il coordinatore di FI Denis Verdini. Ai
delegati sarà distribuito un doppio cd con alcuni filmati dedicati a Giorgio
Almirante e inoltre negli stand sarà a disposizione una 'cartellina' contenente
alcuni gadget: una penna, un accendino, un distintivo con su scritto 'Terzo
congresso di An, 21-22 marzo, Roma', una bandiera e un foulard di An con lo
slogan 'Da An al Pdl'. * In primo piano Iran/ Khamenei: Con Obama non vedo
cambiamenti Teheran - L'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell'Iran, ha
dichiarato di non vedere alcun "cambiamento" nella politica
americana, nonostante il messaggio di apertura a Teheran del presidente Usa Barack Obama. *** Nordcorea/ Pyongyang conferma arresto
di due giornaliste Usa Pyongyang - Il governo di
Pyongyang ha confermato l'arresto di due giornaliste americane, avvenuto il 17
febbraio scorso. Le due donne, Laura Ling e Euna Lee sono
scomparse tre giorni fa nella zona di confine fra Cina e Corea del
Nord e - stando ad alcune testimonianze - sarebbero stati catturate da militari
nordcoreani. *** Afghanistan/ Kamikaze salta in aria a posto di blocco: 4
vittime Kabul - Un kamikaze si è fatto saltare in aria questa mattina a un
posto di blocco della polizia nell'est dell'Afghanistan: 4 persone sono morte.
Il checkpoint della polizia afgana si trovava nel distretto di Chaparhar, nella
provincia di Nangarhar, ha precisato un portavoce della polizia. Le vittime
sono tre civili e un agente di polizia. Altre due persone sono rimaste ferite.
- Nato: nel sud controlliamo solo 60% del territorio *** Slovacchia/
Presidenziali, urne aperte:Radicova sfida Gasparovic Bratislava - Si sono
aperte le urne per il primo turno delle presidenziali in Slovacchia. L'ex
ministro del Lavoro Iveta Radicova sfida il presidente uscente, e favorito,
Ivan Gasparovic. Secondo gli osservatori il primo turno potrebbe non bastare.
L'affluenza prevista s'aggira attorno al 40 per cento e questo farebbe slittare
la decisione sul nuovo capo dello stato al ballottaggio, previsto per il
quattro aprile. *** Venezuela/ Migliaia in piazza dopo arresto leader
opposizione Caracas - L'arresto di uno dei responsabili dell'opposizione da
parte della polizia venezuelana ha convinto migliaia di persone a scendere in
strada a Maracaibo, seconda città del Paese. *** Berlusconi:interesse Ue per
piano casa, Italia corpo sano Bruxelles - Le misure messe in atto dall'Italia a
sostegno dell'economia hanno ottenuto 'l'apprezzamento generale' dell'Unione
europea. Soprattutto per quanto riguarda il piano casa, illustrato giovedì sera
dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ai colleghi capi di Stato e di
governo e oggetto di un interesse diffuso, tanto che il documento verrà inviato
entro lunedì a tutte le ambasciate dei paesi Ue. *** Usa/
Asset tossici, in arrivo piano Geithner per ripulire banche Roma - Entro
domenica il segretario del Tesoro Usa, Timothy
Geithner, renderà noto il piano dell'amministrazione Obama per ripulire le
banche dagli asset "tossici". Secondo le anticipazioni fatte da
esponenti dell'amministrazione, il piano di salvataggio utilizzerà risorse
della Federal Reserve e del Federal Deposit Insurance Corp. *** Caffarella/
Svolta nelle indagini: Dna incastra altri 2 romeni Roma - I presunti stupratori
di San Valentino sono altri due romeni, Ionut Jean Alexandru, 18 anni e Oltean
Gavrilia, 27 anni. Con Karol Racz e Alexandru Isztoika Loyos, i due romeni
accusati inizialmente dell'aggressione e dello stupro della Caffarella, non
avrebbero nulla a che fare. I due romeni sono stati scoperti grazie a un filone
di indagine completamente nuovo, portato avanti in totale silenzio dagli uomini
della squadra mobile della Questura di Roma. *** Usa/
Cinema, intesa lavoratori-produttori:più soldi, meno tutele Los Angeles - Il
sindacato che rappresenta almeno 35mila lavoratori del cinema e della
televisione Usa (International Alliance of Theatrical
Stage Employees) ha raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto con i
produttori di Hollywood. Il nuovo contratto, in vigore dal primo agosto,
prevede un aumento dei compensi ma tagli in benefit per salute e pensione. ***
Richard Gere sposa la causa delle Galapagos Quito - L'attore statunitense
Richard Gere, 59 anni, ha trovato una nuova causa per cui impegnarsi, accanto a
quella tibetana. Si tratta della conservazione delle isole Galapagos, da lui
visitate di recente insieme alla moglie e al figlio. *** Spazio/ Aperte con
successo le ali solari della Iss Roma - Gli astronauti della Stazione spaziale internazionale
sono riusciti a installare e aprire con successo le "ali" solari
aggiuntive, un dispositivo che consente di immagazzinare più energia e quindi
di incrementare le attività della Iss. *** F1/ Altolà team, Fia rinvia nuova
regola assegnazione titolo Roma - Niente rivoluzione, se ne riparla tra un
anno. Dopo una giornata di polemiche culminata con il no dell'associazione dei
team (Fota), la Federazione automobilistica internazionale ha deciso ieri di
tornare sui suoi passi e accettare di rimandare alla stagione 2010 il nuovo
sistema di assegnazione del Mondiale, che appena tre giorni fa era stato
modificato con la decisione di dare il titolo al pilota che vince più Gran
premi.
( da "ITnews.it" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pyongyang, 21 mar.
(Adnkronos/Xin)- La Corea del Nord conferma l'arresto di due giornaliste
americane mentre "entravano illegalmente nel territorio nazionale
attraverso il confine cinese". L'agenzia ufficiale di Pyongyang riferisce
inoltre che le autorita' stanno "conducendo un'inchiesta sulla
vicenda".
( da "Giornale.it, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Ma Obama è davvero
un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle circostanze. Come
spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il presidente degli Stati
Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi scritti, spesso
da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato quando deve parlare a
braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter (vedi foto) ovvero il
"gobbo elettronico", anche quando deve intervenire in pubblico solo
per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa essere spontaneo. Io dico: non
paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a Reagan. Quella era un'altra
categoria. Obama senza il suo spin doctor David Axelrod è perso. Scritto in
spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa, gli usa e il mondo,
giornalismo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa ©
2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar
09 Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri
tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non
autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la
polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato
usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante
le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato
per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a
Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo
che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza;
perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di
giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una
minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di
persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che
accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più
il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di
uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i
passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di
integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti,
come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un
familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni
e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è
stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a
una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente.
Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione
musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano
facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo,
francia, immigrazione, islam Commenti ( 88 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su
un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli
Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle
Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le
Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato.
Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà,
proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della
crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i
primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario
sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti
colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di
bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha
annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma
l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale
per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di
annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin
iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del
presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che
i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è
sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che
ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera
notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente
ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel
week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli
investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini,
sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli
stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi
(mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze
brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia
pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148
miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato
manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui
deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che
euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato.
AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi
ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere
superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso
la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera.
Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima. Attali è
persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe addirittura emergere
come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista qui Scritto in spin,
banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste,
globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 44 ) » (3 voti, il
voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009
Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09
La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà
sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera
sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati
stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa
e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di
lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto
minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il
quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa
dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della
disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero
essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al
solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda
l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha
lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente
nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni
di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un
forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre
estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo
Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità
internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la
crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di
milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i
Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a
superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica,
una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un
evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e
una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto
in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste,
immigrazione Commenti ( 80 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di
5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa
dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato
sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di
Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di
stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa
ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al
5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie
pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il
deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare
oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o
perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano
quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre,
Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui
manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle
tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a
testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita
solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri
finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di
dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni
americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi
testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della
Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino
di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo
termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro
resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene
conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e
Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è
la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi,
manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e
il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i
blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i
forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La
ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione
dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il
proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati
ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera
non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono
equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una
bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome"
e il giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia
era nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un
forum di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti
messaggi che la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il
comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti
del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per
diffondere il 'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo.
Certe ingiurie sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia
esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la
libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E
chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere
opinioni scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia,
democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica"
s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a
rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei
contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento
un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri
La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in
viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è
stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un
valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da
colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la
temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che
tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul
comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre
foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso
racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities.
Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori
più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso
di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del
tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il
cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il
cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna
nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà
nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da
lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel".
Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma,
un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente
preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia,
giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di
5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli
hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha
trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge
funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore:
potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso
di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in
questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille
miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli
speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi
varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra
di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con
l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è
ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia,
gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar
fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks,
presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank
conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama
anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare
tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla
casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la
recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le
banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e
dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri
qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada.
L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non
solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno
dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad
allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel
baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli
tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per
trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in
fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle
banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia
potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra
gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio?
AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150
miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato.
A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la
Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo:
l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama,
globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 75 ) » (6 voti, il
voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009
Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09
Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova
distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo
articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il
dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e,
secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a
Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia
lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i
Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante
e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente
disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è
innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso,
improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di
smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è
vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno
al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma,
un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie
debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza?
E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia,
cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6
voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico
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Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di
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si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la
Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un
popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che
fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2
Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2
Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails
Ultime discussioni Franco Parpaiola: Salve. Finalmente ci sono riuscito, che
fatica a salire le scale. Marina, guarda che hanno ragione,... Danilo:
Purtroppo il mio inglese non è ancora a buoni livelli, per cui non posso
esprimere un giudizio almeno sul... roberto: Paolo Da Lama ha scritto (March
20th, 2009 at 5:12 pm) Caro Roberto, ero già a conoscenza della storia di...
Rodolfo de Trent: Caro mason antonio, l'assioma è sbagliato; siamo in pochi a
pensare! E quelli che pensano la... Rodolfo de Trent: Caro Marcello, ha
ragione: la censura non va adoperata se non in casi estremi! Resta il fatto
che... Ultime news Franceschini: "Basta con l'antiberlusconismo" Ma
attacca il governo: "Nega che c'è la crisi"L'addio ad An, inizia
l'ultimo congresso La Russa: "Il Pdl sarà come Mourinho"Piano casa,
ecco il decreto del governo Berlusconi: "L'Europa vuole
copiarci"Mancini: "Torno all'Inter... ma soltanto se mi
obbligano"Quel computer furbetto che censura il seno della ChiattiMike
gioca a tutto campo Andrà su Sky e alla RaiL'Iran gela Obama: "Nessun
cambiamento dagli Stati Uniti"La Russa: "An e Forza italia come due
gemelli"Il Papa: "L'aborto è un crimine, non un rimedio"Stupro
della Caffarella Altri due romeni incastrati dal Dna Blog amici Ethica, blog
filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie
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Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche
imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che
mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R.
Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel
blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera
Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei
cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di
Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista
inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo
Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it March
( da "Gazzettino, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il gruppo padovano
non distribuirà per ora il dividendo e punta deciso sulla Santerno, che sbarca
in Usa Carraro frena ma vede già la ripresa Il
presidente: «Fatturato
( da "Affari Italiani (Online)" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Finanza chiara a
cura della Free&Partners Finanza chiara/ Risparmio, meglio evitare i
prodotti strutturati Sabato 21.03.2009 14:58 Puntuale come ogni settimana
l'appuntamento su Affaritaliani.it con Finanza chiara, la rubrica dedicata ai
risparmiatori. Chi ha bisogno di una consulenza o vuole chiarirsi dei dubbi
oppure cerca solo un consiglio disinteressato in questo periodo di crisi dei
mercati, potrà rivolgere le sue domande sugli investimenti finanziari
all'ufficio studi della Free&Partners che risponderà su Affari. Per
orientarvi nel difficile mondo della finanza e dei mercati scrivete a: finanzachiara@affaritaliani.it
QUESITO 1 Spett. Ufficio Free&Partners mi piacerebbe sottoporre alla vostra
attenzione obbligazioni GMAC 03/27/09/2010 AL TASSO 5.75% che ho dal giorno
dell'emissione. Devo aspettare la scadenza naturale o è bene che le venda ora?
Grazie. Distinti saluti. Oggi 17 marzo le venderebbe a 55,55 portando a casa
una bella perdita del 44,55%. Sicuramente meglio della settimana scorsa quando
quotavano attorno ai 39. Il problema è se riesca a venderle perché è probabile
che abbiano scarso mercato, in particolare per cifre consistenti; se la cifra
dovesse essere contenuta è probabile che si riesca senza problemi. Potrebbe
anche decidere di tenerle sperando che GM sia salvata, ma la questione è se
portare a casa il 55,5% del capitale circa ora o sperare di riavere il 100% con
il possibile rischio di perdere tutto ed aspettare la liquidazione della GM (il
ché vuol dire come minimo mesi se non anni). Il fatto che in pochi giorni il
prezzo dell'obbligazione sia salito di quasi 20 punti percentuali fa avere
delle speranze per il futuro dell'azienda, che tra l'altro sembra
che abbia quasi pronta una rivoluzionaria macchina elettrica e che dovrebbe
raddoppiare la sua produzione in Cina; sicuramente
senza ulteriori aiuti da parte del Governo americano l'azienda avrebbe poche
settimane di vita. Mia opinione personale è che non la lascino fallire ma
rimane una scommessa ad altissimo rischio la detenzione in portafoglio di
titoli targati GM o GMAC. Distinti saluti. QUESITO 2 Salve, seguo spesso
e con molta attenzione la vostra utile ed interessante rubrica, ed approfitto
della competenza per domandare se alla luce degli ultimi sviluppi finanziari mi
conviene ancora seguire il consiglio della mia banca oppure no. Il quesito e'
il seguente: nel 2001 ho stipulato un contratto di investimento con Banca di
Roma chiamato index linked performance8 legato ad una polizza vita e con
investimenti in Lehman & Brothers Usa... ho detto
tutto!!! Fino al tracollo sembrava anche redditizio ma oggi la mia banca mi
propone in via transattiva o il 50% cash subito, oppure una nuova polizza detta
scudo42 fino al 2012 per riavere il capitale. Cosa fareste al mio posto, tranne
andare dall'avv. cosa che ho già fatto! Grazie, Luca Egr. Sig. Luca, se Lei ha
firmato e sottoscritto volontariamente la polizza anche andare dall' avvocato
serve a poco. All'epoca la banca Lehman era considerata una delle più
affidabili, rating da tripla o doppia A per intenderci. Quindi, sarebbe
difficile contestare la banca per averle dato uno strumento con un sottostante
ad alto rischio. Cogliamo l'occasione per ribadire la nostra contrarietà ai
prodotti strutturati, troppo spesso inefficienti e carichi di costi e questo
vale in particolare per le polizze index e unit. Venendo a Lei, non disponendo
del prospetto della polizza "scudo 42", non siamo in grado di
risponderle in modo ottimale. Sul sito di CPN Unicredit Vita non è disponibile.
Mi sentirei di consigliarle la proposta cash per non rimanere legato ad un
altro prodotto strutturato per altri 4 anni circa. In più Lei rimarrebbe
titolare della polizza che potrebbe farle recuperare ancora qualcosa una volta
finita la procedure fallimentare. Vada subito in banca perché i termini per
aderire scadono tra pochissimo, sembra entro fine marzo. Saluti. tags: risparmio
banche crisi prodotti strutturati investimento
( da "Wall Street Italia" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Un altro anno di
crisi in vista per la gioielleria italiana -->di Svetlana Kovalyova AREZZO
(Reuters) - Il settore gioielleria dell'Italia , principale esportatore
mondiale, vivrà una nuova crisi quest'anno, col calo della produzione e dell'export:
lo dicono oggi i partecipanti a un'importante fiera del settore, OroArezzo. I
gioiellieri italiani erano abituati a dominare i mercati mondiali, ma la loro
fetta di mercato si è andata restringendo dal
( da "Virgilio Notizie" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 21 mar.
(Apcom) - Dopo il messaggio video una lettera all'ayatollah Ali Khamenei, la
suprema autorità spirituale iraniana. E' questa la nuova mossa che i
consiglieri della Casa Bianca hanno suggerito al presidente Usa
Barack Obama per convincere Teheran ad aprirsi al dialogo con gli Stati Uniti.
Lo riferisce il Wall Street Journal, che cita fonti ben informate
dell'amministrazione. Con una iniziativa senza precedenti nei tormentati
rapporti tra Washington e Teheran, nella notte fra giovedì e venerdì Obama ha
indirizzato agli iraniani un lungo vide-messaggio, sottotitolato in farsi,
centrato sulla necessità di "stabilire rapporti costruttivi tra Stati
Uniti, Iran e comunità internazionale" e di avviare una "nuova
stagione" del dialogo. La prima risposta ufficiale alla storica apertura
di Obama è giunta dopo 24 ore per voce dello stesso Khamenei, il quale, pur
adottando una retorica aggressiva e minacciosa, si è detto disponibile al
cambiamento solo se Washington dimostrerà con i fatti e non solo a parole un
nuovo atteggiamento nei confronti dell'Iran. "Non abbiamo nessuna
esperienza della nuova amministrazione e del presidente Usa.
Osserveremo e giudicheremo. Cambiate e il nostro atteggiamento cambierà. Se voi
non cambierete atteggiamento, sappiate che il nostro popolo si è rafforzato, è
diventato più forte in questi ultimi trent'anni" e continuerà a resistere,
ha dichiarato il leader iraniano davanti a decine di migliaia di persone nella
città santa di Mashhad (nordest), in un discorso diffuso dalla tv di Stato. Già
ieri il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, aveva detto che sono in
cantiere altre iniziative per permettere una ripresa del dialogo con Teheran.
Ora il Wall Street Journal rivela che Obama potrebbe prendere in mano carta e
penna e scrivere direttamente a Khamenei, per testimoniare la sua sincera
volontà di imprimere una svolta nei rapporti tra i due Paesi, interrotti nel
1979. Le parole di Obama non sono comunque rivolte solo all'Iran, precisa il
quotidiano finanziario, ma anche agli alleati europei, alla
Russia e alla Cina. Fonti dell'amministrazione spiegano infatti che la Casa Bianca
vuole convincere la comunità internazionale che la linea seguita dalla nuova
amministrazione differisce in modo netto da quella della precedente amministrazione
Bush, e per questo è disposta ad offrire una concreta chance all'Iran.
In questo modo, se Teheran respingerà le offerte al dialogo e continuerà a
portare avanti i suoi programmi atomici, ignorando gli appelli della comunità
internazionale, Washington potrà così conquistare con più facilità un ampio
sostegno a un eventuale inasprimento delle sanzioni economiche contro Teheran,
ed anche a un possibile intervento militare. L'idea della lettera a Khamenei
piace a molti analisti e consiglieri della Casa Bianca: si tratterebbe infatti
a loro giudizio del modo migliore per coinvolgere direttamente la suprema
autorità di Teheran prima delle elezioni presidenziali iraniane di giugno.
( da "Wall Street Italia" del 21-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Iran/ Dopo il
video-messaggio Obama potrebbe scrivere a Khamenei di Apcom Allo studio nuove
iniziative per aprire un dialogo con Teheran -->Roma, 21 mar. (Apcom) - Dopo
il messaggio video una lettera all'ayatollah Ali Khamenei, la suprema autorità
spirituale iraniana. E' questa la nuova mossa che i consiglieri della Casa
Bianca hanno suggerito al presidente Usa Barack Obama
per convincere Teheran ad aprirsi al dialogo con gli Stati Uniti. Lo riferisce
il Wall Street Journal, che cita fonti ben informate dell'amministrazione. Con
una iniziativa senza precedenti nei tormentati rapporti tra Washington e
Teheran, nella notte fra giovedì e venerdì Obama ha indirizzato agli iraniani
un lungo vide-messaggio, sottotitolato in farsi, centrato sulla necessità di "stabilire
rapporti costruttivi tra Stati Uniti, Iran e comunità internazionale" e di
avviare una "nuova stagione" del dialogo. La prima risposta ufficiale
alla storica apertura di Obama è giunta dopo 24 ore per voce dello stesso
Khamenei, il quale, pur adottando una retorica aggressiva e minacciosa, si è
detto disponibile al cambiamento solo se Washington dimostrerà con i fatti e
non solo a parole un nuovo atteggiamento nei confronti dell'Iran. "Non
abbiamo nessuna esperienza della nuova amministrazione e del presidente Usa. Osserveremo e giudicheremo. Cambiate e il nostro
atteggiamento cambierà. Se voi non cambierete atteggiamento, sappiate che il
nostro popolo si è rafforzato, è diventato più forte in questi ultimi
trent'anni" e continuerà a resistere, ha dichiarato il leader iraniano
davanti a decine di migliaia di persone nella città santa di Mashhad (nordest),
in un discorso diffuso dalla tv di Stato. Già ieri il portavoce della Casa
Bianca, Robert Gibbs, aveva detto che sono in cantiere altre iniziative per
permettere una ripresa del dialogo con Teheran. Ora il Wall Street Journal
rivela che Obama potrebbe prendere in mano carta e penna e scrivere
direttamente a Khamenei, per testimoniare la sua sincera volontà di imprimere
una svolta nei rapporti tra i due Paesi, interrotti nel 1979. Le parole di
Obama non sono comunque rivolte solo all'Iran, precisa il quotidiano
finanziario, ma anche agli alleati europei, alla Russia e
alla Cina. Fonti dell'amministrazione spiegano infatti che la Casa Bianca
vuole convincere la comunità internazionale che la linea seguita dalla nuova
amministrazione differisce in modo netto da quella della precedente
amministrazione Bush, e per questo è disposta ad offrire una concreta chance
all'Iran. In questo modo, se Teheran respingerà le offerte al dialogo e
continuerà a portare avanti i suoi programmi atomici, ignorando gli appelli
della comunità internazionale, Washington potrà così conquistare con più
facilità un ampio sostegno a un eventuale inasprimento delle sanzioni
economiche contro Teheran, ed anche a un possibile intervento militare. L'idea
della lettera a Khamenei piace a molti analisti e consiglieri della Casa
Bianca: si tratterebbe infatti a loro giudizio del modo migliore per
coinvolgere direttamente la suprema autorità di Teheran prima delle elezioni
presidenziali iraniane di giugno.