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Report "Globalizzazione"  20-23 luglio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Chi ha paura della Cina? ( da "Manifesto, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la soluzione non è solo nelle mani di Usa e Cina ma di un gruppo più nutrito di protagonisti. L'intenibilità del sistema dollaro, che ha fatto sì che gli Usa scaricassero sul resto del mondo le loro magagne, è evidente a molti accorti osservatori (anche americani) e non solo al governo cinese o a qualche barricadero.

Il Settebello affronta gli Usa ( da "Stampa, La" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pallanuoto Il Settebello affronta gli Usa Risultati Sincro. Tecnico a squadre: 1. Russia 98,83; 2. Spagna 97,83; 3. Cina 96,67; 6. Italia 96,67. Tuffi. Trampolino 1m F: 1. Pakhalina (Rus) 325,05; 2. Wu (Cin) 311,90; Wang (Cin) 303,95; 4. Cagnotto (Ita) 296,60; 6. Marconi M. (Ita) 268,80.

E' questa la sera del debutto della Nazionale maschile ai campionati del mondo inaugurati sabato ser... ( da "Stampa, La" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina; 13,30 (gr.B) Croazia-Brasile; 17 (gr.C) Kazakistan-Australia; 18,20 (gr.C) Serbia-Spagna. Fino a venerdì si alterneranno i gironi della nazionale maschile con quella femminile, che gioca sempre alle 19 e che vanta tra le sue fila l'imperiese Giulia Emmolo e, come secondo portiere, della savonese Eleonora Gay che milita nell'

Tutto facile all'esordio per il Setterosa ( da "Tempo, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che ha battuto la Cina 10-7 con un gioco corale, si vedrà più tattica». La giornata ha visto il successo della Russia sulla Grecia (14-9), gli Usa vittoriosi sul Kazakistan (19-6), il 12-5 della Nuova Zelanda sul Sudafrica, il pareggio tra Canada e Australia (6-6), e le sconfitte di Germania e Brasile, battute rispettivamente da Spagna (17-

Sincro, sesto posto "Settebello" rosa: esordio in discesa ( da "Libertà" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Medaglia di bronzo alla Cina. Buono l'esordio del settebello "rosa": la nazionale italiana femminile di pallanuoto ha infatti battuto 20-3 l'Uzbekistan nel girone eliminatorio. Gli azzurri in gara oggi TUFFI Trampolino 3 m donne: Tania Cagnotto e Francesca Dellapè (preliminari 10-13.

Stop alle restrizioni della Cina ( da "Libertà" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina è adesso la seconda partner commerciale dell'Europa dopo gli USA e la più grande destinataria dell'esportazione europea, mentre l'UE è il principale partner per i cinesi. Matteo Fornara e Laura Micca Rappresentanza a Milano della Commissione Europea 20/07/2009

Il Setterosa debutta con 20 gol Oggi esame ungherese ( da "Nazione, La (Firenze)" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Domani è in programma la sfida con le storiche rivali dell'Ungheria. Oggi debutto del Settebello contro gli Usa alle 21. MEDAGLIERE Cina già in fuga nella bacheca delle medaglie con tre ori, tre argenti e tre bronzi. Staccata la Russia con 2 ori. Paolo Franci

Il Setterosa debutta con 20 gol Oggi esame ungherese ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Domani è in programma la sfida con le storiche rivali dell'Ungheria. Oggi debutto del Settebello contro gli Usa alle 21. MEDAGLIERE Cina già in fuga nella bacheca delle medaglie con tre ori, tre argenti e tre bronzi. Staccata la Russia con 2 ori. Paolo Franci

Il Setterosa debutta con 20 gol Oggi esame ungherese ( da "Giorno, Il (Milano)" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Domani è in programma la sfida con le storiche rivali dell'Ungheria. Oggi debutto del Settebello contro gli Usa alle 21. MEDAGLIERE Cina già in fuga nella bacheca delle medaglie con tre ori, tre argenti e tre bronzi. Staccata la Russia con 2 ori. Paolo Franci

INAUGURAZIONE MOSTRA SERBI A TRIESTE DAL PRESIDENTE DEL FVG L'AUSPICIO DI UN RAPIDO INGRESSO DELLA SERBIA IN EUROPA ( da "marketpress.info" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in questo mondo globalizzato si vince o si perde tutti assieme. Noi vogliamo vincere la partita della globalizzazione con una Serbia che sia in Europa con noi". Promossa dal Comune di Trieste-assessorato alla Cultura, in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Serbia a Trieste e la Comunità Religiosa Serbo-ortodossa di Trieste,

ROMA - Gel sui capelli e mano sul cuore, le ragazze azzurre del nuoto sincronizzato avevano promesso... ( da "Messaggero, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Finale del programma tecnico a squadre e Italia sesta alle spalle di Russia, Spagna, Cina, Canada e Giappone. La cosa bella è che ci teniamo dietro l'America, cioè quelli che hanno inventato questo curioso e bellissimo sport a metà strada tra il nuoto, la danza, il balletto, l'apnea, i tuffi, la ginnastica e le sfilate di moda.

UN' ECCELLENZA IN CAMPANIA: IL VINO ( da "Corriere della Sera" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: competere sul mercato e tentare di vincere la terribile sfida della globalizzazione. Andrea e Marisa ingaggiano la loro battaglia. L'operazione è delicata ma riesce bene, anche grazie alla guida di Luigi Moio,maestro dell'enologia italiana e internazionale, subito chiamato a fornire la sua illuminata consulenza.

Né Nord né Sud Puglia terra di mezzo dell'Adriatico ( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e riposizionamento del Mezzogiorno nella globalizzazione. L'impatto con la globalizzazione non ferma la crescita della regione, ancora superiore alla media nazionale nel 2008, ma ne muta gli equilibri interni. Progressivamente cresce una subfornitura globale nella meccatronica, nell'aerospaziale, nelle produzioni agroalimentari e vitivinicole di qualità.

Le amnesie delle politiche migratorie ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e se siano da condividere, gli indirizzi del Governo e della maggioranza in tema di politiche migratorie. I movimenti migratori sono, come è noto, un fenomeno di massa non evi-tabile, collegato a fattori e realtà propri del nostro tempo e del nostro mondo globalizzato. Continua u pagina 3 l'articolo prosegue in altra pagina

Trovare lavoro. ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Accade negli Usa, in Cina, in India e in Europa (vedi articolo sotto). Secondo le stime del Wwf, solo il fotovoltaico potrebbe offrire 329mila nuovi posti di lavoro in Italia entro i prossimi dieci anni. Inoltre, lo scorso 7 luglio il Governo italiano ha firmato il «Patto per l'ambiente » con 11 aziende (tra cui Eni,

Influenza suina, l'inganno continua. ( da "Giornale.it, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-

Clandestini, la strana solidarieta' dell'Unione europea ( da "Giornale.it, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-

Tania senza unghie perde il bronzo Idea di Rosolino: Le sincronette si lamentano: Ma la Cagnotto ai tifosi: ( da "Giornale.it, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Non dico di arrivare a battere le tre grandi potenze (Russia, Spagna e Cina, tutte sul podio a Roma ndr), ma non voglio credere che in ogni caso debba contare il nome e la tradizione...». Insomma, un sesto posto (eguagliato il piazzamento del mondiale di Fukuoka 2001) che rischia di stare stretto. E le sincronette promettono battaglia nel libero combinato.

Cerimonia Tempi lunghi portabandiera fantasma ( da "Giornale.it, Il" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina vince nella piattaforma 10 m sincro: oro a Chen e Wang, bronzo storico alla Malesia (Leong e Pamg). Pallanuoto: Italia-Uzbekistan 20-3. Nello stesso girone Ungheria-Cina 10-7. Oggi (ore 9.30 e 17) otto gare di pallanuoto maschile (Italia-Usa).

Dal trampolino un'altra delusione ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Medaglia di bronzo alla Cina con 96.667. L'Italia ha chiuso al sesto posto con 94.666, migliorando di una posizione rispetto ai piazzamenti delle precedenti edizioni dei Mondiali. Ma è una magra consolazione. L'esecuzione delle sirene azzurre dell'acqua, migliore di quella del Giappone, non è sufficiente a scavalcare in classifica le sincronette del Sol Levante.

Piozzo: chiacchierata con Teo Musso su 'Musica & Dintorni' ( da "Targatocn.it" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: potremmo dire che il Baladin coglie la globalizzazione con uno spirito positivo, come un opportunità? È assolutamente così, la globalizzazione non và vissuta solo in un ottica negativa, ma è un?opportunità da cogliere nei suoi aspetti positivi, per instaurare un legame pulito tra i popoli del mondo.

Un gradino sotto Dio, c'è solo la Goldman Sachs ( da "Soldionline" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Accanto a Cina e Hong Kong che controllano il cambio del dollaro giorno per giorno, minuto per minuto, da anni, i recenti casi di Svizzera (euro/chf non al di sotto di 1.50), Svezia, Nuova Zelanda e Canada testimoniano che aumenta l?insofferenza di Governi e Banche Centrali per movimenti di cambio non in linea con i c.

Presidente Regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo auspica ingresso Serbia in Ue ( da "Sestopotere.com" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in questo mondo globalizzato si vince o si perde tutti assieme. Noi vogliamo vincere la partita della globalizzazione con una Serbia che sia in Europa con noi". Promossa dal Comune di Trieste-assessorato alla Cultura, in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Serbia a Trieste e la Comunità Religiosa Serbo-ortodossa di Trieste,

Guido Caserza Chi, nelle serate tra il 12 e il 16 dicembre 2005, è stato spettatore della &#... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 20-07-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che arriva a massima espressione nel Novecento con la globalizzazione, quella che Marx chiamava il mercato mondiale». Un secolo interminabile, di cui è impossibile delimitare i confini, «perché la spinta alla globalizzazione affonda le sue radici nel tardo Medioevo, con la nascita delle banche, l'ascesa della borghesia va retrodatata alla presa della Bastiglia,

Antille francesi, Sanremo, Montecarlo, Londra. Vancanze di lusso, alberghi a cinque stelle, summit d... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 20-07-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pienamente rispettato il cliché del mafioso globalizzato, sempre più a suo agio tra scali aeroportuali e gente che viaggia per turismo o lavoro. Sono queste le mete che emergono dall'ultima inchiesta contro i fratelli Sarno. Ed è proprio una conversazione tra Ciro Sarno, storico boss del cartello criminale condannato in via definitiva per camorra e droga,

Il sogno è sfuggito proprio sulla dirittura d'arrivo: l'Italvolley resta (ancora) fuori dalle f... ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche se il girone degli azzurri, con gli Usa appunto in via di ricostruzione, Cina e Olanda, poteva anche far sperare nel primo posto. A parte queste considerazioni è utile analizzare le indicazioni utili che Anastasi ha avuto anche in vista dei Campionati Eurpei in programma in Turchia a settembre.

Wall Street: Goldman consiglia di puntare su settori ciclici e società esposte sui BRICs ( da "Finanza.com" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il broker statunitense consiglia di sovrappesare quelle società che maggiormente sono esposte a livello di vendite sui Paesi del BRICs (Brasile, Russia, India e Cina) poiché quei mercati sono attesi in crescita più sostenuta rispetto agli Usa nel corso del 2010. (Titta Ferraro - Riproduzione riservata)

Il nuovo fronte anti G8 ( da "Rinascita Online" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cine e Russia, che sono potenza e superpotenza nucleare la seconda, sono gli altri due grandi Stati del Bric. Il successo cinese è dato dai numeri dell?economia, nell?ottobre del 2007 in borsa il colosso delle telecomunicazioni Usa AT&T è stato superato dall?

Appuntamento di boxe sabato a < ( da "Sicilia, La" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sesta e pensa al posto guadagnato sugli Usa: del resto avevano promesso di scollarsi dal settimo posto che le perseguitava da sei anni e la missione alla fine è stata compiuta. La medaglia d'oro è andata alla Russia, davanti a Spagna e Cina. L'Italia si è piazzata sesta (94,666). Intanto Beatrice Adelizzi centra la finale nel solo tecnico piazzandosi quarta alle spalle di Russia,

Sincro con polemica, l'Italia chiude al sesto posto. ( da "Corriere di Maremma" del 20-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Perchè se i gradini ripidi del podio sono difesi dalla muraglia Russia-Spagna-Cina a colpi di precisione tecnica ed espressività, le sirenette azzurre possono puntare a Giappone e Canada nel libero combinato. Lì il podio può diventare davvero vicino

Agricoltori protestano al Brennero e Frejus ( da "Stampa, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nessuna guerra alla globalizzazione, vogliamo solo dare l'opportunità ai consumatori di trovare negli scaffali e sui mercati prodotti italiani di qualità. Serve una legge per riconoscere la tracciabilità, l'origine delle materie prime». Il presidente provinciale Coldiretti, Marcello Gatto: «L'agricoltura è l'economia reale.

Labuan, ultimo rifugio dei pirati della finanza ( da "Stampa, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dal 2002 le autorità di Labuan tengono persino road show in Cina e Hong Kong, promuovendo servizi di assoluta riservatezza accompagnati da assenza di tasse sugli utili per le corporation in fuga dal fisco. La Malesia si sta specializzando nell'emissione di sukuks, bond che rispettano la legge islamica, e punta a essere leader di quel mercato.

di Letizia Passeri Sarà un concerto dedicato alla musica contemporanea tr... ( da "Leggo" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sarà un concerto dedicato alla musica contemporanea tra Cina, Italia e Usa l'appuntamento in agenda questa sera per l'Emilia Romagna festival a San Lazzaro di Savena (palazzo Comunale, ore 21.15; infoline: tel. 0542 25747). Sul palco Zhenfang Zhang suonatrice di erhu (antico strumento tradizionale cinese), Massimo Mercelli, al flauto, e il Philamrmonisches Streichquintett Berlin,

quest'anno è teatro fra gli ulivi ( da "Tirreno, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sabato 15 "Primi passi sulla luna" di Andrea Cosentino, geniale e surreale attore abruzzese. Chiusura domenica 16 con Elena Guerrini, che dopo "Orti insorti" torna all'uliveto per proporre la conferenza spettacolo del suo nuovo lavoro dal titolo "Bella tutta", rilfessiona amara e divertente sui modelli di bellezza globalizzati.

a tavola nelle valli del natisone presentato un volume di ricette ( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: riesumazione di antichi sapori che la globalizzazione, invasiva anche in questo campo, ha reso unici e preziosi. La cucina tradizionale va, invece, esplorata come vasto entroterra che rivela uno spaccato dell'economia di un territorio, la cultura di gente unica che dalla terra traeva il sufficiente per vivere e che, anche attraverso il contatto e lo scambio con popolazioni vicine e lontane,

caso iran, bandiera verde in provincia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: era della globalizzazione, del resto, anche ciò che si verifica lontano dalle nostre contrade ci riguarda da vicino. Non mi dispiacerebbe se anche le famiglie del nostro territorio facessero la loro parte esponendo un drappo verde alle finestre delle proprie case, dando così un segnale anche a quell'"Iran profondo" fedele al regime.

narcos - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato ( da "Repubblica, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: L´Amministrazione Usa e i governi europei non vogliono schierarsi con movimenti secessionisti dello Xinjiang accusati di avere legami con al Qaeda. E´ nel mondo islamico che la questione uigura assume un altro aspetto. Proietta l´immagine di una Cina efficiente e ricca ma spietata;

perche' ci conviene il g20 ( da "Tirreno, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gli Usa sono vicini al -3%, la Gran Bretagna è oltre il -4%, il Giappone è a -6%. Il BRIC (il "pacchetto" di realtà in via di forte sviluppo) si è rotto, il Brasile non cresce, la Russia è quasi a -7% solo Cina e India crescono ancora a ritmi salvifici per l'intera economia planetaria, rispettivamente +7,

Al posto del dollaro una nuova moneta internazionale ( da "Italia Oggi" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina) più il Sud Africa. L'Hap ha istituzionalizzato il formato G8/G5 come governance economica e politica mondiale anche attraverso la creazione di uno Steering Committee. Il documento parla di «una partnership genuina» tra il G8 e il G5 e di «parità di ruolo nel contesto di un rafforzato multilateralismo».

Caro Beckham la maglia è sacra anche negli Usa ( da "Riformista, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nel suo ruolo di massimo rappresentante del calcio globalizzato - quello in cui si predica il verbo della non appartenenza - aveva creduto a tutti gli stereotipi sulla diversità del pallone statunitense. Una diversità profonda al punto tale da essere cristallizzata a partire dal nome (soccer anziché football).

empo di prelibatezze: il club internazionale Chefs des Chefs' fa tappa stasera ad Assisi,... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il congresso del club ha avuto come sede vari Stati d'Europa, gli Usa, la Cina e il Sud Africa, ma finora mai l'Italia. Per la prima volta nel 2009 i più grandi artisti della cucina sono approdati il 19 luglio nel Bel Paese con varie tappe: a Lucca, Modena, oggi ad Assisi e infine a Roma. Dove, ovviamente, saranno ricevuti da Napolitano.

DA DOMANI a domenica a Leccio "Pd in festa". Organizzata al Circolo Arci, prevede una seri... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: prevede una serie di iniziative che spaziano dalla politica alla musica, dalla gastronomia allo sport. L'approfondimento è in programma giovedì alle 21,30 sui temi della sicurezza, dell'immigrazione e della globalizzazione. Interverranno il senatore Massimo Livi Bacci e la sociologa Giulia Maraviglia.

Ecco la città proibita di Urumqi Viaggio nella trincea della Xinjiang ( da "Repubblica.it" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: L'Amministrazione Usa e i governi europei non vogliono schierarsi con movimenti secessionisti dello Xinjiang accusati di avere legami con al Qaeda. E' nel mondo islamico che la questione uigura assume un altro aspetto. Proietta l'immagine di una Cina efficiente e ricca ma spietata;

Guerra dei polli Usa e Cina ora trattano ( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: PROTEZIONISMO Guerra dei polli Usa e Cina ora trattano Da Washington e Pechino arrivano segnali di distensione sul fronte degli scambi commerciali, e in particolare sulla cosiddetta guerra dei polli. I due paesi infatti, pur rimanendo su posizioni ancora distanti, hanno accettato di trattare la questione all'interno dell'Organizzazione mondiale per il commercio (

Vizi e virtù del diritto in Cina ( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ma anche strada complessa là dove la tradizione confuciana (ordine senza uomini di legge) e un bimillenario uso repressivo della norma si devono confrontare con i processi di globalizzazione economico-finanziaria e i relativi standard giuridici di matrice perlopiù occidentale.

Scarpe carioca crescono ( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il Brasile è il terzo produttore mondiale dopo Cina e India, nonché il primo esportatore con 65,8 milioni di scarpe vendute nel primo semestre del 2009 pari a circa 680 milioni di dollari, in calo del 26,5% per volume e del 28,5 per valore rispetto allo stesso periodo del 2008, ma in crescita del 6% negli ultimi tre mesi.

IL RESISTIBILE RILANCIO DEL NUCLEARE ( da "Manifesto, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Negli Usa su 18 richieste presentate la Nrc ha rilasciato solo tre licenze di costruzione per nuovi reattori Ge e Westinghouse. Obama ha abbandonato la linea di Bush: senza sussidi governativi chi finanzierà la costruzione di nuovi impianti? La Cina parlava di 20 reattori, ma è ferma a meno di 10.

Una vita dedicata agli altri, spesa tra la Croce Rossa e la Protezione civile. In prima line... ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: funzionario del Dipartimento Nazionale di Protezione civile. Oggi i funerali, alle 17, a Santa Maria dei Servi, dove è atteso l'arrivo del capo della Protezione Civile nazionale Guido Bertolaso, suo amico, che recentemente era andato a trovarla in ospedale. Giglio, madre dell'ex consigliere Elena Petri e moglie dell'avvocato Sergio Novelli, era malata da alcuni anni.

Usa: Cina deve "pagare" per emissioni gas serra ( da "Reuters Italia" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e gli altri paesi in via di sviluppo devono contribuire al "'pagamento" per la riduzione delle emissioni di gas serra, considerate responsabili del riscaldamento globale. Lo ha affermato il Segretario al Commercio Usa Gary Locke, facendo un passo indietro rispetto a un recente comunicato che investiva gli Stati Uniti di una grande responsabilità in materia di lotta al cambiamento

Tania Cagnotto, l'ora della rivincita ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Questi i parziali di Usa-Italia: 3-2, 2-1, 1-2, 3-3. Negli altri gironi, da segnalare i facili successi di Germania (14-4 al Sudafrica), Ungheria (15-6 al Canada), Montenegro (14-4 alla Cina), Croazia (11-2 al Brasile) e Australia (14-7 al Kazakistan). Più sofferta (11-9) l'affermazione della Spagna sulla Serbia.

Corbella, Astoi: "L'Influenza "A" non ferma i turisti" ( da "TTG Italia Online" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La nuova influenza è una conseguenza della globalizzazione, sottolinea Corbella."Il fenomeno della nuova influenza - prosegue il presidente - è una pandemia, colpisce cento Paesi tra cui l'Italia. Pertanto chi viaggia è consapevole di potersi prendere l'influenza prendendo la metro di Roma, così come andando in giro all'estero.

Aborto? No grazie ( da "Tempi" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina (Guerini 2009, 185 pagine), a cura del dissidente cinese Harry Wu, prossimamente in Italia ospite del Meeting di Rimini. Certo sarebbe molto bello se, dopo avere ottenuto una risoluzione Onu per una moratoria della pena di morte, l'Italia riuscisse a far votare al Palazzo di Vetro anche una moratoria degli aborti forzati e di quelli favoriti da legislazioni che considerano l'

Napolitano: viva cucine nazionali ( da "Nuovo, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 'La globalizzazione non puo' significare un appiattimento delle ricette e dei gusti', ha aggiunto rivolto agli chef di vari paesi ricevuti al Quirinale che gli hanno regalato una divisa da cuoco e un diploma d'onore che omaggia la qualita' della ristorazione nel Palazzo del Quirinale.

Il fatto di avere davanti la più grande democrazia del mondo non può che facilitare il com... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Occidente e le nuove potenze, India e Cina in testa. Queste ultime non tollerano alcun tetto rigido alle emissioni inquinanti e ogni accordo globale è visto come una minaccia alla loro crescita economica. Ci vorrà più tempo e molta pazienza per portare a casa risultati concreti in questo campo decisivo per le sorti del pianeta.

Villadose (Rovigo) NOSTRO INVIATO La dodicesima edizione del concorso "Voci per la libert... ( da "Gazzettino, Il" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E invita le aziende che investono in paesi che non rispetano i direitti umani, come la Cina, a essere più consapevoli e sensibili. Oreglio lamenta di essere praticamente uscito dalla scena mediatica dopo aver sperato che la prima edizione di Zelig potesse portare a delle novità anche sul piano dell'impegno e della comunicazione.

Italia-Cina: Roma continua a ricercare accordi privilegiati con Pechino ( da "Rinascita Online" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, così come l?India, non è tenuta a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel quadro dell?accordo notificato, nonostante il numero abnorme degli abitanti. Cina, India e altri paesi in via di sviluppo sono infatti stati esonerati dagli obblighi del protocollo di Kyoto poiché non sono stati tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo di industrializzazione

La mutazione antropologicanell'era del ( da "Sicilia, La" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: società globalizzata, cercando di mettere in evidenza luci ed ombre di quella che può definirsi una vera e propria "mutazione antropologica" che avviene sempre più rapidamente trasfigurando del tutto l'umano. L'Autore si chiede, in particolare, quali ricadute ha sull'essenza stessa dell'uomo e sulla sua posizione nel mondo la rivoluzione informatica e tecnologica cui assistiamo oggi,

Napolitano: "No alla cucina globalizzata Valorizziamo tutti i sapori locali" ( da "Quotidiano.net" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dice no alla cucina globalizzata e globalizzante ed esalta i valori di quella tradizionale. Di qualsiasi tradizione, basta che sia espressione di una sapienza distillata nei secoli. ?Le peculiarità tradizionali vanno assolutamente mantenute nella globalizzazionè, ha detto oggi il Capo dello Stato ricevendo al Quirinale gli chef (rigorosamente in divisa con tanto di cappello d?

Harvard, arrestato professore nero ( da "Corriere.it" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il luminare stava rientrando da un viaggio in cina Harvard, arrestato un professore Gates stava entrando in casa sua quando i poliziotti l'hanno scambiato per un ladro, «siete dei razzisti» CAMBRIDGE (USA)- La polizia si è scusata, dicendo che si trattava di un malinteso. Ma lui non ci ha creduto.

RAZZISMO MODERNO ( da "TGCom" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 2009 Usa, uomo arrestato perché nero Professore scambiato per un ladro Un professore di colore degli studi afro-americani di Harvard, Henry Louis Gates, è stato arrestato mentre tentava di rientrare in casa dopo una viaggio in Cina. Il professore aveva tentato di forzare la porta di ingresso rimasta bloccata e un poliziotto bianco lo ha fermato scambiandolo per uno scassinatore.

Albenga: Confagricoltura, Sanguineti lascia la presidenza ( da "Savona news" del 21-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: soprattutto di impresa, competitività, fiscalità, snellimento burocratico, incentivi al rinnovamento tecnologico, rapporti con gli istituti di credito, globalizzazione dei mercati, diversificazione, ricerca e formazione: nodi ineludibili per il rilancio del comparto agricolo e dell?economia italiana nel suo complesso.

Valentino a passo di tango ( da "TarantoSera.com" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Accademia di Tango Argentino della Fondazione Rodolfo Valentino e dal Centro Studi Cine Club Rodolfo Valentino di Castellaneta per stasera presso la passeggiata Valentino di Castellaneta in occasione delle manifestazioni estive per la promozione e la valorizzazione del mito del cine muto nato a Castellaneta, con inizio alle ore 21.

Roma 09: risultati pallanuoto donne ( da "Tuttosport Online" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: risultati pallanuoto donne invia stampa stampa Vota l'articolo Si - No - Facebook Ok Notizie Wikio Russia piega Usa (11-10). 28 reti della Cina all'Uzbekistan (ANSA) - ROMA, 21 LUG - Gr.A: Ungheria-Italia 8-5; Uzbekistan-Cina 6-28. Gr.B Kazakhstan-Grecia 6-12; Russia-Usa 11-10. Gr.C: Australia-Sudafrica 23-2; Nuova Zelanda-Canada 6-12. Gr.D: Olanda-Spagna 15-15;

Roma 09: risultati pallanuoto donne ( da "Nuovo, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: > Roma 09: risultati pallanuoto donne Russia piega Usa (11-10). 28 reti della Cina all'Uzbekistan (ANSA) - ROMA, 21 LUG - Gr.A: Ungheria-Italia 8-5; Uzbekistan-Cina 6-28. Gr.B Kazakhstan-Grecia 6-12; Russia-Usa 11-10. Gr.C: Australia-Sudafrica 23-2; Nuova Zelanda-Canada 6-12. Gr.D: Olanda-Spagna 15-15;

Opel, il sindacato tedesco conferma la scelta di Magna ( da "Trentino" del 22-07-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: tutto per avere un investitore in grado di globalizzare il marchio Opel. E questo è Magna». Franz Klaus, presidente del consiglio di fabbrica dell'azienda dice poi, che un altro concorrente, Rhj International, gruppo finanziario belga, intende iniettare troppo poco denaro nella nuova società e comprimere in maniera drammatica gli investimenti proprio mentre l'attuale crisi dell'

A Treviso darò anche l'anima ( da "Tribuna di Treviso, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Appena sbarcato a Vilnius dopo la tournee in Cina della nazionale, il play che ha firmato con Treviso un triennale ha rilasciato parole pesanti, riportate sul sito lrytas.lt: «Io ho solo un contratto (quello con lo Zalgirs ndr), il polverone l'ha alzato il mio agente, con cui non parlo da tempo, e con lui ho chiuso.

opel, il sindacato tedesco conferma la scelta di magna ( da "Nuova Sardegna, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: tutto per avere un investitore in grado di globalizzare il marchio Opel. E questo è Magna». Franz Klaus, presidente del consiglio di fabbrica dell'azienda dice poi, che un altro concorrente, Rhj International, gruppo finanziario belga, intende iniettare troppo poco denaro nella nuova società e comprimere in maniera drammatica gli investimenti proprio mentre l'attuale crisi dell'

Professore nero in manette: <È razzismo>( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dopo un viaggio di lavoro in Cina. Posato il bagaglio a terra quando la serratura aveva rifiutato di cedere, il professore aveva chiesto aiuto all'autista della limousine che l'aveva accompagnato dall'aeroporto. Due uomini di colore che prendono a spallate la porta di una casa da ricchi in una tranquilla mattina d'estate: dall'altro lato della strada Linda Whalen,

Auto, il peggio deve venire. Parola di S&P ( da "Finanza e Mercati" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: India e Cina. Oltre all'auto, particolarmente debole si rivela il comparto dei veicoli industriali. Da ottobre l'outlook è drasticamente peggiorato: nel primo trimestre le immatricolazioni di mezzi leggeri sono crollate del 35%, dopo essere già scese del 10% negli ultimi tre mesi del 2008, mentre quelle dei veicoli pesanti si sono quasi dimezzate (

patto mafia-servizi, riaperta l'inchiesta - salvo palazzolo ( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il suo medico Antonino Cinà e l´ex sindaco Vito Ciancimino. Erano accusati di aver «veicolato» un «papello» di richieste per far cessare le stragi. Ora, l´indagine cerca oltre, perché la trattativa sarebbe iniziata molti mesi prima della stagione degli eccidi Falcone e Borsellino, e sarebbe proseguita anche oltre.

È nero. La polizia arresta come ladro uno studioso di razzismo ( da "Unita, L'" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: uno studioso di razzismo bostonTornava a casa da un viaggio in Cina. Henry Louis Gates, professore di studi afro-americani nel più prestigioso ateneo d'America, è stato arrestato da un poliziotto bianco che lo ha scambiato per uno scassinatore. Quando il professore ha visto che non riusciva a sbloccare la serratura, ha chiesto aiuto all'autista che l'aveva portato dall'aeroporto e,

a treviso darò anche l'anima ( da "Mattino di Padova, Il" del 22-07-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Appena sbarcato a Vilnius dopo la tournee in Cina della nazionale, il play che ha firmato con Treviso un triennale ha rilasciato parole pesanti, riportate sul sito lrytas.lt: «Io ho solo un contratto (quello con lo Zalgirs ndr), il polverone l'ha alzato il mio agente, con cui non parlo da tempo, e con lui ho chiuso.

Cercasi socialdemocrazia in salsa liberale ( da "Secolo XIX, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: autore analizza in particolare New Labour e Spd e così conclude: «Nell'epoca della globalizzazione la socialdemocrazia al governo ha aderito quasi plasticamente ai caratteri del capitalismo contemporaneo, abbandonando la pretesa di trasformarli». La questione consiste nell'adattare la società al sistema economico, giudicato immodificabile.

Il Sol Calante cerca il rilancio ( da "Secolo XIX, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di Kamura è addirittura pro-Cina, cioèè pronta a flirtare col concorrente storico che ha portato via l'Asian dream al Giappone. In effetti i problemi geopolitici per Tokio provengono dal matrimonio di interessi celebrato tra Washington e la Cina. Come a dire che il Giappone è condannato a essere una Madama Butterfly sedotta e abbandonata.

napolitano agli chef dei potenti "viva la cucina tradizionale" ( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Altro che quegli anonimi tournedos che hanno tutto lo stesso sapore da Helsinki a Johannesburg. Giorgio Napolitano esalta i valori della cucina tradizionale. «Vanno salvaguardate e difese, la globalizzazione non può significare un appiattimento», ha detto ricevendo al Quirinale gli chef del Club ?Chef des Chefs´

al risveglio a palazzo grazioli il cavaliere disse a patrizia "ora dammi il tuo cognome" ( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Sud Africa, Messico, Egitto, Brasile. E poi G16... E io dovrò andare in tutti questi paesi e per un anno dare l´avvio alla gestione dell´economia mondiale che non si è reso possibile... Io per avventura... io sono l´unico al mondo che ha presieduto due volte nel 1994 e nel 2002, non c´è nessun altro che ha presieduto due volte.

CONVEGNO CONFINDUSTRIA VERONA SU DISTRETTI PRODUTTIVI E AGGREGAZIONI FILIERA: "NUOVI BANDI PER 14 MILIONI DI EURO" ( da "marketpress.info" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: economia globalizzata serve capacità di lavorare in rete?. Secondo l?assessore, i distretti sono il mezzo giuridico ed operativo più efficace ed efficiente per riqualificare, ammodernare e rafforzare il modello socio economico veneto. ?Il successo dei distretti e delle aggregazioni di filiera ?

Beppe Grillo e Pd, che triste spettacolo ( da "Giornale.it, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-

Tania: ( da "Giornale.it, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il divario con la Cina, i cui atleti lavorano otto ore al giorno in un impianto tutto per loro, resterà sempre grandissimo». Intanto il suo palmarès si arricchisce: tre bronzi in tre mondiali diversi, la conferma che è la più forte dopo le extraterrestri cinesi e la «sorpresa» di ieri (non per papà Giorgio), la canadese Heymans.

Albenga: Confagricoltura, da oggi un nuovo presidente ( da "Savona news" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: soprattutto di impresa, competitivita', fiscalita', snellimento burocratico, incentivi al rinnovamento tecnologico, rapporti con gli istituti di credito, globalizzazione dei mercati, diversificazione, ricerca e formazione: nodi ineludibili per il rilancio del comparto agricolo e dell?economia italiana nel suo complesso.

EuroMed per arginare la Cina ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: arginare la Cina La Lombardia promuove università e fiera per i paesi del Magreb Vittorio Da Rold MILANO «Un Europa più integrata con l'area della sponda sud del Mediterraneo è la risposta alla crescente invadenza della Cina nella regione». è un Franco Frattini a tutto tondo quello che chiamato a concludere i lavori della due giorni del Forum Economico e Finanziario per il Mediterraneo,

Wall Street ancora in rialzo Apple fa il pieno di profitti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: fiscali e monetari che sono stati introdotti soprattutto in Cina. Per il resto, hanno concluso gli amministratori,«c'è ancora grande incertezza ovunque ». In ogni caso il clima di Wall Street è rimasto sereno e piuttosto incline all'ottimismo. Gli analisti del Credit Suisse hanno alzato a 1.050 punti l'obiettivo 2009 per l'indice S&P500, dunque con un potenziale di crescita del 10%

La domanda debole pesa sugli indici ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anno i cantieri consegneranno nuove navi da carico secco per 47 milioni di tonnellate di portata lorda, contro 24 milioni entrate in linea nel 2008. «A mio parere – ha commentato –quello attuale non è un vero recupero e la globalizzazione sta creando per i noli marittimi una situazione peggiore di quella registrata negli anni trenta».

La Pac di ieri non serve all'agricoltura di domani ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: se si capisce che il protagonismo di Cina e India sposta il baricentro dell'agricoltura dalla qualità alla quantità. Alla sicurezza alimentare. Oggi c'è la crisi della domanda ma il rischio vero è che ci riveliamo incapaci di soddisfare la nuova domanda globale. In Africa Cina, Corea, India hanno comprato 45 milioni di ettari di terre arabili: 3 Italie,

Arrestato il docente nero: ( da "Corriere della Sera" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: rientrando nella sua villa a due passi dal campus, dopo un viaggio di lavoro in Cina, Gates si accorge che la serratura non funziona e chiede aiuto all'autista, anche lui nero, che l'ha accompagnato in taxi dall'aeroporto. Dall'altro lato della strada, Lucia Whalen, una vicina bianca di 40 anni, si insospettisce e telefona alla polizia.

Furto di codici e trappole ai manager l'estate delle spie per i big mondiali ( da "Corriere della Sera" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Goldman e la sfida tra Cina e Rio Tinto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO Il bello delle spie è che, in fondo, non cambiano mai. Le lunghe trecce valgono oggi, nell'età dell'alta tecnologia e dell'intelligence industriale, come ai giorni di Mata Hari. Una bella ragazza brasiliana di 23 anni è la risorsa che avevano messo in campo a Ibiza i detective che,

sono stati spesi 220mila euro con risultati molto importanti ( da "Tirreno, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: modello imperante di globalizzazione, esperti di vario orientamento e istituzioni. Ricorderete che in quei giorni si parlava solo di violenze dei black block e di scontri con la polizia. A San Rossore provammo a mettere l'accento sui contenuti e le proposte dei manifestanti pacifici e a confrontarci con loro sulle idee per correggere il fenomeno di una globalizzazione senza regole,

Tania di bronzo, è la prima medaglia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: argento e alla Cina, bronzo. Quarto posto per il Giappone. Lunedì la stessa Adelizzi aveva chiuso al quarto posto la finale del solo tecnico. Nel pomeriggio, poi, impegnate nei preliminari del programma libero combinato a squadre, Federica Bellaria, Alessia Bigi, Elisa Bozzo, Costanza Fiorentini, Manila Flamini, Giulia Lapi,

Patto mafia-servizi, inchiesta riaperta "Intermediario americano per Totò Riina" ( da "Repubblica.it" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il suo medico Antonino Cinà e l'ex sindaco Vito Ciancimino. Erano accusati di aver "veicolato" un "papello" di richieste per far cessare le stragi. Ora, l'indagine cerca oltre, perché la trattativa sarebbe iniziata molti mesi prima della stagione degli eccidi Falcone e Borsellino, e sarebbe proseguita anche oltre.

All'Ariston Roof di Sanremo conferenza sulla storia del progetto Apollo ( da "Riviera24.it" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Storia sembra non insegnare nulla…. ora sulla scena mondiale si ripropongono nella “Corsa allo Spazio” le nuove potenze di Cina e India, con possibili ricadute nella nostra vita quotidiana. Eduardo Raneri di Riviera24 22/07/2009

GLI EFFETTI DELLA CRISI FINANZIARIA. L'ANALISI DI NOMISMA pag.2 ( da "Trend-online" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Se da un lato i processi di globalizzazione del commercio e della finanza mondiale hanno sincronizzato gli squilibri reali e gli effetti distorsivi di questa crisi, dall?altro la speranza dei Paesi avanzati non deve essere riposta nella ripresa degli eccessi americani quanto piuttosto in una nuova fase di sviluppo dei Paesi emergenti.

I bambini che hanno battuto Internet ( da "Foglio, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: vengono ogni giorno dati ai bambini si capisca quanto una regione o un paese sia globalizzata oppure no. “The rise of the internet was supposed to create a global village, in which people would be as likely to have friends in the antipodes as in their own street”. Una ricerca di cui parla l?Economist dimostra che in fondo tutta sta globalizzazione proprio non si vede.

Furto di codici e trappole ai manager l'estate delle spie per i big mondiali ( da "Corriere.it" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il caso Deutsche, Goldman e la sfida tra Cina e Rio Tinto Furto di codici e trappole ai manager l'estate delle spie per i big mondiali Le Ferrovie tedesche e il «controllo» anti-corruzione dei 173 mila dipendenti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Danilo Taino BERLINO Il bello delle spie è che, in fondo, non cam­biano mai.

Treviso Sarà la mostra delle mostre. Un po' pruriginosa anche, perchè dal prossim... ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con altri reperti eccezionali, nel 2010 che sarà l'anno della Cina in Italia, diventerà il cuore di una super mostra che si terrà a Roma e poi potrebbe essere esportata a Parigi (al Louvre?), Germania, Usa... Le richieste sono già tante. Da mostra nasce mostra... A Ca' dei Carraresi si potranno gustare 295 reperti;

Lo stimolo ai processi di internazionalizzazione quale chiave strategica per il rilancio delle PMI i... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In un contesto globalizzato, infatti, il nodo per PMI veneziane è l'attivazione di nuovi contatti su nuovi mercati. «Il primo elemento di valutazione per la maggioranza delle aziende è oggi la comodità geografica - spiega il presidente di Confartigianato Provinciale di Venezia Giuseppe Molin -, ma le aziende decidono spesso anche di puntare su Paesi considerati importanti,

USA: CLINTON, L'AMERICA E' TORNATA NEL SUDEST ASIATICO ( da "ITnews.it" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: segretario di Stato americano Hillary Clinton ha riconfermato l'attenzione della sua amministrazione per la regione, poco prima di firmare il Trattato di amicizia e cooperazione nel sudest asiatico, una sorta di codice di condotta gia' siglato dai Paesi membri fondatori dell'Asean e da quelli dell'Asean dialogue partners, tra cui Australia, Cina, India, Giappone e Corea del Sud.

Fondo: Grimaldi bronzo Cleri 3 dopo il ricorso ( da "Giornale.it, Il" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: davanti alla Cina, argento in 97.667 e al Canada, medaglia di bronzo con 96.167. Per l?Italia si tratta della quinta medaglia di legno dall?inizio della rassegna iridata, dopo quella dei fratelli Marconi nel trampolino sincro, di Tania Cagnotto da un metro, di Beatrice Adelizzi, sempre nel sincro, e di Luca Ferretti,

Viva le cucine nazionali, vanno salvaguardate e difese, anche con sapienti innovazioni, la glo... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la globalizzazione non può significare un appiattimento delle ricette e dei gusti», ha detto Giorgio Napolitano agli chef dei capi di Stato e di governo di vari Paesi ricevuti al Quirinale, che gli hanno regalato una delle loro divise da cuoco e un diploma d'onore che rende omaggio alla qualità della ristorazione nel Palazzo del Quirinale.

"Transitions": l'arte interpreta la tecnologia ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 22-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: portatori di nuovi immaginari tecnologici, e alla globalizzazione, che ha internazionalizzato i linguaggi espressivi. Per la rubrica "Letti per voi", Giuseppe Marchetti ci parla del racconto 'Zebio Cotal' di Guido Cavani, mentre Alberto Sebastiani recensisce 'Oggetti smarriti e altre apparizioni' di Beppe Sebaste.

Funzioni associate per servizi efficaci e vantaggiosi ( da "Stampa, La" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il presidente ha parlato di come la globalizzazione influisce sulla vita delle piccole comunità: «La globalizzazione ci interroga su tre problemi: primo l'identità. E a questo proposito occorre riacquistare l'orgoglio di appartenenza perché i comuni sono le radici dell'Italia e le radici non si tagliano.

Il cinema che parla di globalizzazione ( da "Trentino" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il cinema che parla di globalizzazione Proiezioni previste dal 16 ottobre In giuria Susy Blady TRENTO. Ogni giovedì, dal 16 ottobre al 20 novembre, a Trento tornerà «Tutti nello stesso piatto», rassegna alla 2ª edizione, organizzata dal Mandacarù di Trento per offrire un'occasione di incontro tra cinema, cultura e tematiche legate al cibo.

di Marco Lobasso E' il Mondiale delle donne azzurre. Roma saluta il secon... ( da "Leggo" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Canada. Buone notizie dai tuffi, con Michele Benedetti che entra in finale (oggi) nel trampolino 3 metri (12mo). Sempre oggi finale nel sincro, con il solo libero (in gara Beatrice Adelizzi, ore 11) mentre torna in acqua Tania Cagnotto, con Francesca Dallapè, nelle elimimatorie del trampolino sincro da 3 metri.

qui è tutto un'emozione ( da "Mattino di Padova, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Ora è importante battere la Cina per evitare la seconda dell'altro girone, che con ogni probabilità sarà gli Stati Uniti. Considerato che la squadra Usa è vicecampione olimpica e campione del mondo in carica, schivarli non è poi così sbagliato». In generale che impressioni ha dei mondiali?

intervista allo scrittore-assessore ( da "Tirreno, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ASSESSORE La Prato felix è stata travolta dalla globalizzazione Ma è giusto che i cinesi ora restituiscano qualcosa a Prato LA LISTA RIMPROVERA CENNI "Giovani e famiglia" inascoltata La lista civica "Giovani Pratesi" è disponibile a dare al sindaco le proprie opinioni e suggerimenti riguardo al provvedimento che a Milano vieta l'alcol ai minori di 16 anni.

Cleri, nel fondo il bronzo è gialloCrippen out: oggi controricorso ( da "Secolo XIX, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 2) Cina; 3) Canada; 4) Italia (Bellaria, Bigi, Bozzo, Fiorentini, Flamini, Lapi, Perrupato, Re, Schiesaro, Sgarzi). Preliminari solo libero: 1) Ishenko (Rus) 98,500; 2) Mengual (Spa) 98.000; 3) Adelizzi (Ita) 94,667. Tuffi. Semifinale 3 m. M: 1) Despatie (Can);

Small cap alla conquista dell'America ( da "Milano Finanza (MF)" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: opera negli States attraverso le società Eurotech Usa e Parvus, che è tra i primi fornitori di sistemi per applicazioni in campo militare, aerospaziale e della sicurezza. Inoltre conta divisioni in Giappone, Cina, Finlandia, Regno Unito e Francia, oltre al quartier generale situato in provincia di Udine

( da "Riformista, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Malumore accentuato nell'ultimo decennio per colpa (o merito) della globalizzazione. «Abbiamo sempre visto con diffidenza chi ci diceva che la globalizzazione si doveva accettare così com'era. Noi, invece, abbiamo adottato il modello glocal e abbiamo puntato tutto su di esso: non potevamo dimenticare l'eredità dei nostri nonni».>Compagni, usciamo dal guscio! La Cina vuole comprarsi il mondo? ( da "Riformista, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina comprende che deve scavalcarla perché nella globalizzazione è costretta ad espandersi. Le grandi società di stato, ormai rivolte con disinvoltura verso profitti inediti, sono incoraggiate ad acquisire asset all'estero. Finora hanno operato sui terreni finanziari e delle materie prime; ora dovranno diversificare gli impieghi e rivolgersi anche alle industrie ed ai servizi.

E la Clinton vede spuntare l'asse Pyongyang-Rangoon ( da "Riformista, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La partita si gioca a tutto campo, protagonisti Russia e Cina. di Emanuele Giordana Non è stata forse un caso la scelta del summit dei ministri degli Esteri dell'Asean, l'associazione dei paesi del Sudest asiatico, per l'affondo su Iran e Corea del Nord del Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton.

prima tiratura 5.000 copie ( da "Giorno, Il (Brianza)" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Circa 70-80 prenotazioni del testo erano state raccolte nelle serate della rassegna «Abitatori del Tempo» dedicata a «La Libertà», all'origine del volume; nelle precedenti edizioni dell'iniziativa si è discusso di ragione, fede e follia; etica, scienza e religione; identità e globalizzazione. Image: 20090723/foto/659.jpg

PRONTI A TORNARE SULLA LUNA E A CONQUISTARE MARTE MENTRE SI RIAPRE L'AGENDA DEI VIAGGI SPAZIALI, CAFFÈ LETTERARIO GALILEO NE RIEVOCA STORIA E PROTAGONISTI, GIOVEDÌ 23 A PALAZZO STR ( da "marketpress.info" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anni dopo gli sbarchi americani sulla Luna si torna a parlare di voli interplanetari e Russia, Cina, India e Giappone puntano, ognuno per proprio conto, a sfidare il monopolio Nasa. Tutte imprese nazionalisticamente ambiziose che confermano, se non altro, almeno una delle certezze di Einstein. Perché tentare da soli quando sarebbe già terribilmente complicato farlo unendo le forze?

QUESTO POMERIGGIO allee 17,30 nella Sala Ferri di Palazzo Strozzi, Massimo D'... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione economica e trasformazione politica. Due metamorfosi insieme: post-industriale e post-democristiana. L'Italia di oggi ci restituisce per mille segni l'immagine di un Paese provato, che perde colpi di continuo». «E soprattutto con un motore politico penosamente inadeguato, incapace di autentica innovazione,

Fiat limita i danni della crisi Marchionne: ( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-07-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E aggiunge: «L'offerta per Opel l'abbiamo fatta, se non interessa non interessa». La strategia continuerà ad essere quella di «alleanze mirate per ottimizzare il capitale e ridurre i rischi», sulla via tracciata negli ultimi tre anni con il rafforzamento in Cina, India e Usa.

CALZATURE, SCENDE A 78 MILIONI DI PAIA L'EXPORT MADE IN ITALY (-15% NEI PRIMI 4 MESI 2009) UN GIRO D'AFFARI ALL'ESTERO ALLEGGERITO DI QUASI 300 MILIONI DI EURO. ( da "marketpress.info" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina, che ha incremento in Italia il fatturato di oltre il 3%, sfiorando la soglia dei 300 milioni di euro, e il Belgio, che ha spuntato un 12% di crescita. La Romania paga il conto più salato, con un meno 20%. Bilancio negativo anche per il Vietnam, che sconta in Italia una riduzione del fatturato dell?

La Cina bacchetta gli Usa sul debito ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina bacchetta gli Usa sul debito Dura presa di posizione sulle costose misure anti-recessione adottate dalla Casa Bianca Marco Valsania NEW YORK La Cina torna all'attacco degli Stati Uniti e delle loro politiche economiche e valutarie per affrontare la crisi, chiedendo garanzie sulla stabilità del dollaro e sulla sicurezza dei colossali investimenti di Pechino in titoli di debito

Pubblicità in calo del 7,2% ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa perdono il 12,7 per cento. Rallenta la Cina (+2,5%). «Gli effetti della crisi finanziaria hanno raggiunto l'advertising », spiega il direttore di Global AdView, Ben van der Werf. Malissimo i periodici (-17,4%), male i quotidiani (-9,1%), in tenuta tv e radio (-4,7% e -2,5%).

Anche senza Opel, Torino punta a 5,5 milioni di vetture prodotte ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: produrre a regime circa 250mila vetture in Cina («l'esordio sarà tra due anni con una berlina del segmento C», spiega Marchionne nella conference call con gli analisti) mentre in India cresce l'alleanza con Tata. «Opel era una grande opportunità, avrebbe accelerato il nostro obiettivo ma sono venute meno tutte le condizioni perché Fiat potesse impegnarsi: non è un questione di soldi,

Il made in Italy rialza la testa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sono diminuite le esportazioni verso gli Usa, -5%, mentre la Cina ha segnato + 2,5. Nei primi mesi del 2009,l'andamento resta confermato a livello generale. In alcuni Paesi, però, c'è un recupero. In Cina nel gennaio-maggio di quest'anno, confrontato con lo stesso periodo dell'anno scorso, si è passati dall'1% all'1,2;

La diplomazia stile Hillary riporta l'America in Asia ( da "Corriere della Sera" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Oltre che a contenere paesi ostili agli Usa, la strategia delle partnership dell'ex first lady, da lei plasmata con il presidente, è diretta anche a impedire che la Cina monopolizzi l'Asia. A New Delhi, Hillary non è riuscita a concordare una politica comune a tutela del clima: l'India le ha ribattuto che il suo inquinamento pro capite è circa un quindicesimo di quello americano.

ROMA - Peggio di così... Seconda sconfitta consecutiva di un bruttissimo Settebello, dopo gli U... ( da "Messaggero, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ieri grande delusione davanti a 6 mila spettatori (in tribuna anche Federica Pellegrini e Marin) con crollo a un minuto dalla fine. Molto male l'attacco, contestatissimo l'arbitraggio. I parziali: 2-1, 1-2, 2-1, 0-2. Stasera alle 21 il Setterosa affronta la Cina in un match chiave per la qualificazione.

Usa e India fidanzati per amore (e per l'interesse di frenare Pechino) ( da "Corriere della Sera" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: affermazione della Cina, che raggiungerebbe così una posizione dominante nella regione e potrebbe pertanto stringere alleanze anti-occidentali tra le altre nazioni asiatiche. Oppure, se volesse perseguire le sue ambizioni di egemonia, la Cina potrebbe essere tentata di rinfocolare le tensioni militari con i Paesi confinanti,

Investimenti Pechino a Washington: ( da "Giornale.it, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: esortazione che la Cina ribadirà nell'incontro bilaterale in calendario la prossima settimana a Washington. «Come importante investitore di Titoli di Stato Usa, siamo certamente preoccupati per l'andamento dell'economia americana» ha sottolineato Zhu Guangyao, braccio destro del ministro delle Finanze, ricordando come circa il 70% dei 2.

Il debito Usa preoccupa la Cina: servono politiche che tutelino gli investimenti in dollari ( da "Finanza.com" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il debito Usa preoccupa la Cina: servono politiche che tutelino gli investimenti in dollari (23 Luglio 2009 - 08:12) MILANO (Finanza.com) - La Cina vuole la stabilità del dollaro e per questo non manca di "avvertire" gli Stati Uniti in vista del vertice bilaterale in programma a Washington lunedì e martedì prossimo.

Dal fondo arriva un bronzo e mezzo ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Stamattina le finali. PALLANUOTO Dopo la sconfitta all'esordio con gli Usa, il Settebello non è riuscito a riscattarsi ed è stato sconfitto per 6-5 dalla Romania. Oggi tocca di nuovo al Setterosa, che alle 21.15 affronta nel terzo incontro del gruppo A la Cina.

voglio cominciare dagli etruschi ( da "Tirreno, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con la globalizzazione e l'orizzonte è diventato il mondo. E i nostri privilegi sono scomparsi». Di globalizzazione si parla anche nel suo ultimo libro "La storia della mia gente" in uscita tra settembre e ottobre. «Il libro è un saggio autobioagrafico, una cosa particolare, dove parlo anche del percorso imprenditoriale della mia famiglia.

risposte chiare e celeri ( da "Tirreno, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: epoca della globalizzazione, a non mettere al centro la sicurezza sul lavoro», è stato il centro dell'intervento di Giovanni Peralta (Pdl) che molto ha insistito sulla necessità di rivedere le normative europee in materia di trasporti via rotaia. Mentre il suo vicino di banco, Renzo Pieraccini, ha gridato «vergogna» ricordando la società pubblica (

Obama: la polizia è stata "stupida" nell'arresto del professore nero ( da "Repubblica.it" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: equivoco è infatti scaturito dal fatto che il professore, di ritorno da un giro di lezioni in Cina, non riusciva a entrare nella sua nuova casa e ha forzato la porta, con l'aiuto del suo autista. Una vicina ha malinterpretato la scena e ha chiamato la polizia. Arrivati sul posto gli agenti hanno trovato Gates in casa, hanno chiesto i documenti.

Settebello sconfitto appeso a un filo ( da "Tempo, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Oggi alle 21, invece, il Setterosa cercherà la vittoria contro la Cina per raggiungere il secondo posto del girone e avere così un avversario «morbido» negli ottavi di finale (sabato 25). Morbido, per modo di dire, dato che l'Italia dovrà affrontare gli USA o la Grecia.

Passaggio a Sud-Est ( da "Rinascita Online" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Cina, Germania, Francia, GB) sulla questione del nucleare. Di nuove sanzioni a Pyongyang in ogni caso non se ne parla. Non poteva essere altrimenti. È vero che ogni tanto anche Mosca alza la voce con il governo nordcoreano, ma lo fa con estrema cordialità, dopotutto si tratta di amici e chissà, forse,

Il 'pacchetto' Usa contro il nucleare ( da "Rinascita Online" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina, il Giappone, gli Usa e la Russia sono iniziati quasi sei anni fa, ma si sono impantanati lo scorso dicembre. Dopo che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha condannato i suoi cinque lanci di missili a lungo raggio, la Nordcorea aveva annunciato che avrebbe abbandonato il tavolo dei colloqui e avrebbe ripreso il suo programma sulle armi nucleari.

Villani: Se non fai il furbo sei rispettato ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Soprattutto oggi e tra le nuove generazioni, più aperte e globalizzate. Con una mentalità diversa anche rispetto a quella Treviso che lui stesso ha conosciuto da giovane emigrante: "Una volta era più difficile inserirsi, trent'anni fa magari c'erano molti più stereotipi sui "terroni", sulla poca voglia di lavorare.

Grimaldi, un bronzo sofferto per 10 km ( da "Gazzettino, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: davanti a Cina e Canada, bronzo per mezzo punto: Beatrice Adelizzi era già arrivata quarta nel tecnico, ieri è passata in finale (ore 11) del singolo libero col terzo punteggio. Sono i migliori risultati italiani nella storia di questo sport emergente, l'allenatrice Laura de Renzis però è furibonda.

Reporter uccisi: 59 in meno di 7 mesi "Un bagno di sangue" ( da "Giornale.it, Il" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E dalle statistiche sfuggono Iran, Cina e Corea del Nord Reporter dal fronte, abituati a guardare in faccia il pericolo. Oppure semplicemente cronisti «scomodi», che pagano con la vita il prezzo della verità. Sarebbero 59 i giornalisti uccisi in tutto il mondo dall'inizio dell'anno.

Caritas in veritate: riflessioni sull'ul ( da "superEva notizie" del 23-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: economia globalizzata ritrovi il principio di carità, superando una stagione dove l'unico fine dei soldi è stato fare altri soldi. Per Ratzinger (e non potrebbe essere altrimenti), senza Dio non può darsi morale, perchè Dio rappresenta il trascendente che garantisce una valorizzazione agli eventi, un loro tendere a qualcosa d'altro dall'


Articoli

Chi ha paura della Cina? (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Posta&Risposta Chi ha paura della Cina? Caro manifesto, sono alcuni anni che i media occidentali parlano del fatto che l'egemonia ed il dominio degli Stati Uniti nel mondo sarebbe messa in discussione in un tempo non troppo lontano dalla crescita economica, tecnologica e militare della Cina. In realtà la Cina sta mettendo già ora in discussione (con altri paesi) l'esistenza di una moneta imperiale. Credo che gli Stati Uniti prendano sul serio questa possibilità e che quindi siano interessati a contrastare la stabilità interna di cui la Cina avrebbe bisogno. Per la verità la Cina puntando sugli investimenti esteri e sulla scelta di ricorrere ai meccanismi capitalistici (la parola d'ordine «arricchitevi» ha come conseguenza la riabilitazione della proprietà privata su larga scala e come presupposto la disponibilità di forza lavoro a basso costo e senza diritti) sta minando lei stessa questa stabilità e non c'è niente di strano che altri vogliano approfittarne. Mi sembrerebbe plausibile collocare le rivolte in Tibet e, adesso, nel Sinkiang in questo contesto internazionale, così come mi sembra strano escludere una organizzazione interna delle rivolte collegata a centri esterni. Sono anche strane le forme delle rivolte: per quanto si può vedere dalle poche immagini che arrivano, sono violenze contro la popolazione civile di origine cinese, non contro le sedi delle autorità, e non sembra che siano violenze in risposta ad un altra violenza. Come spiegarlo? Siamo di fronte ad un odio etnico che esplode in modo insensato, oppure hanno lo scopo di soffiare sul fuoco per costituire la base di un conflitto più o meno aperto su basi etnico religiose? Quanto la situazione di «frustrazione (?) economica, politica e religiosa» della popolazione uigura di cui parla Millward può costituire la base su cui sostenere anche dall'esterno il conflitto? Tiziano Cavalieri Sono molte, e interessanti, le questioni poste. Riguardano la Cina ma tutte indicano che la grande trasformazione cinese è parte importante del mutamento di pelle in corso nel pianeta, talvolta lo genera, il più delle volte lo condiziona. Capire dove il mondo si stia dirigendo è impresa assai ardua. Per discernere almeno alcune linee di tendenza, e non essere preda dell'impotenza totale, bisogna però intrecciare i diversi elementi in modo più «razionale». È vero che da anni alcuni osservatori affermano che entro il 2050 la Cina raggiungerà gli Usa in quanto potenza economica e militare e che ciò provocherà tensioni molto forti, se non la guerra. La crisi in corso sembra accelerare il trend, ma le sue caratteristiche ne stanno anche cambiando la sostanza. Nata da dissennate e ciniche speculazioni finanziarie, che avevano il loro epicentro negli Usa ma si sono irradiate in tutto il sistema globale degli scambi (mordendo adesso l'economia reale), si è dimostrata ben più ampia, mostrando i limiti complessivi dell'intero sistema di sviluppo economico e dunque rimettendo in discussione il funzionamento di tutte le economie, cinese compresa. Lo sbilanciamento tra americani spendaccioni e cinesi sfruttati e risparmiatori che ha mandato avanti il sistema era reale, in quanto funzionale a una determinata fase storica del capitalismo globale, ma non regge più. Non pare che la consapevolezza di questo sia troppo diffusa, data la facilità con cui si proclama la fine del peggio. Se la dimensione del problema è questa, la soluzione non è solo nelle mani di Usa e Cina ma di un gruppo più nutrito di protagonisti. L'intenibilità del sistema dollaro, che ha fatto sì che gli Usa scaricassero sul resto del mondo le loro magagne, è evidente a molti accorti osservatori (anche americani) e non solo al governo cinese o a qualche barricadero. Ma anche su questo tutto tace. D'altra parte non è in discussione la sostituzione del dollaro con lo yuan (che non è, al momento, nell'interesse cinese) ma l'installazione di una moneta di riferimento che redistribuisca rischi e opportunità in modo più bilanciato. Scordiamoci che sia una nuova Bandung dei non allineati, quella che avanza. Si tratta però di un gruppo allargato di paesi emergenti i cui diversi interessi garantiscono una dinamica multipolare che potrebbe, ma non è certo, favorire i più deboli. In questa prospettiva, l'«avanzata» cinese cambia forma e dimensioni e chi parla di un fantomatico G2 (Usa+Cina) non coglie l'aria dei tempi. A Washington la prospettiva di essere privata della vera arma che le assicura potenza economica ed egemonia politica certo non piace e farà di tutto per evitarla. Ma destabilizzare la Cina non è, almeno in questa fase, nel suo interesse (né di quello della comunità internazionale). La Cina è ormai parte decisiva del sistema-mondo e nelle sue mani c'è la soluzione a una serie di problemi cruciali. Ciò non esclude però che eventi che mettano in difficoltà Pechino, rendendola meno sicura di sé, non rientrino nel conto strategico degli Usa, e non solo. Il Tibet e il Xinjiang rientrano certo in questo scenario. Ma se le dinamiche tibetane sono, per certi versi, più trasparenti, quel che è in atto alla «Nuova frontiera» occidentale è meno chiaro. Quel confine è travagliato, esposto alle correnti tempestose che arrivano dall'Afghanistan, dal Pakistan, dall'Asia centrale. Uno scacchiere geostrategico di importanza cruciale per gli equilibri di tre continenti e dove il quarto sa di non dover mollare la presa. Ultimo, ma non certo meno importante, il brutale sviluppismo economico cinese che, incurante di culture ed equilibri sociali, rinfocola i rancori e rende difficili le convivenze. Ciò è vero un po' in tutta la Cina (dove le rivolte sono numerose) ma ai confini, dove le numerose «minoranze» si concentrano, l'aria è esplosiva. Non va dimenticato che la prima scintilla è partita dal Guangdong, da uno scontro mortale tra operai han e operai uiguri. La Cina appare all'esterno sempre più forte, e in parte lo è, ma le fragilità interne sono micidiali. Impossibile fare previsioni: mai come in questa fase di transizione epocale le dinamiche sono state più imprevedibili. Ma è certo che chi legge il futuro sulla base di quel che esiste, senza progetti di cambiamento, finisce per darne una visione ristretta, e spesso sbagliata. Angela Pascucci

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Il Settebello affronta gli Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pallanuoto Il Settebello affronta gli Usa Risultati Sincro. Tecnico a squadre: 1. Russia 98,83; 2. Spagna 97,83; 3. Cina 96,67; 6. Italia 96,67. Tuffi. Trampolino 1m F: 1. Pakhalina (Rus) 325,05; 2. Wu (Cin) 311,90; Wang (Cin) 303,95; 4. Cagnotto (Ita) 296,60; 6. Marconi M. (Ita) 268,80. Piattaforma sincro F: 1. Cheng e Wang (Cin) 369,18; 2. Dunichay e Ishimatsu (Usa) 324,66; 3. Leong e Pamg (Mas) 321,66; 10) Marocchi e Spaziani (Ita) 293,88. Programma Tuffi. Ore 10 Trampolino 3m F, prelim. (Dallapé, Cagnotto). Ore 14 Piattaforma 10m M, prelim. (Dell'Uomo, Verzotto). Ore 18 Trampolino 3m F, semifin. (eventualmente Dallapé, Cagnotto). Pallanuoto. Fase prelim. M. Ore 9,30 Sud Africa-Germania. Ore 10,50 Canada-Ungheria. Ore 12,10 Montenegro-Cina.Ore 13,30 Croazia-Brasile. Ore 17,00 Kazakistan-Australia. Ore 18,20 Serbia-Spagna. Ore 19,40 Macedonia-Romania. Ore 21,00 Usa-Italia. Nuoto sincron. Ore 11 Singolo tecnico, finali (Adelizzi). Ore 17 Duo tecnico, prelim. (Adelizzi, Lapi). Tv: Raitre e Raisport Più ore 9,05, 14,45 e 21,10 risultati, immagini e approfondimenti su www.lastampa.it/nuoto2009

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E' questa la sera del debutto della Nazionale maschile ai campionati del mondo inaugurati sabato ser... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

E' questa la sera del debutto della Nazionale maschile ai campionati del mondo inaugurati sabato sera a Roma. Il primo impegno del Settebello è alle 21 (diretta Rai 3)contro gli Stati Uniti in un girone che comprende anche Macedonia e Romania, che si affronteranno alle 19,40 (diretta Rai Sport Più). C'è molta attesa per il debutto degli azzurri un anno dopo le deludenti Olimpiadi di Pechino e in avvio del nuovo ciclo che si concluderà a Londra, con i Giochi del 2012. Dall'elenco dei convocati si nota come rappresentino solo tre società. Ben quattro provengono dalla Carisa New Co. Savona che poteva puntare alla cinquina se non fosse stato lasciato a casa Massimo Giacoppo, neoacquisto proveniente dal Catania. Gli altri sono della Pro Recco (Alessandro Calcaterra, Maurizio Felugo, Niccolò Figari, Andrea Mangiante, Stefano Tempesti ed il savonese Alex Giorgetti) e dal Posillipo (Valentino Gallo, Tommaso Negri e Fabrizio Buonocore). Dove può arrivare la Nazionale? Avendo il vantaggio di giocare in casa (ma nessuno si illuda che gli arbitri riservino un trattamento benevolo...) è ipotizzabile che si possa superare il girone eliminatorio, anche se gli Usa del «savonese» Peter Varellas sono tosti, il Montenegro fortissimo e la Romania non va sottovalutata. Ci vuole grande ottimismo per pensare di concludere al primo posto e affrontare nei quarti (lunedì 27, alle 21) una delle squadre che arriveranno dalle sfide dei ripescaggi al termine del girone eliminatorio. Ancor più arduo pensare di approdare alle semifinali che si disputeranno il 30 alle 16,50 e alle 21 (orario questo per la Nazionale azzurra, se qualificata). La finalissima sabato 1° agosto alle 21. Ecco comunque il programma completo della giornata odierna con l'indicazione dei vari gironi (tutte le partite in diretta o differita su Rai 3 o Raisport Più): 9,30 (gruppo A) Sudafrica-Germania; 10,50 (gr.A) Canada-Ungheria; 12,10 (gr.B) Montenegro-Cina; 13,30 (gr.B) Croazia-Brasile; 17 (gr.C) Kazakistan-Australia; 18,20 (gr.C) Serbia-Spagna. Fino a venerdì si alterneranno i gironi della nazionale maschile con quella femminile, che gioca sempre alle 19 e che vanta tra le sue fila l'imperiese Giulia Emmolo e, come secondo portiere, della savonese Eleonora Gay che milita nell'Ortigia. Ieri sera intanto le azzurre hanno cominciato bene, battendo il modesto Uzbekistan. Intanto nel sincro è stato assegnato ieri mattina il primo titolo, quello del «tecnico» di squadra che ha visto l'oro della Russia (p. 98,833) davanti a Spagna (97,833) e Cina (96,667). Sesta l'Italia, con punti 94,666, che tra le componenti aveva la savonese Dalila Schiesaro. Un risultato che ha soddisfatto la coordinatrice Patrizia Giallombardo visto che l'Italia si è migliorata di un posto rispetto ai precedenti Mondiali.

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Tutto facile all'esordio per il Setterosa (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Pallanuoto Le italiane battono 20-3 l'Uzbekistan. Oggi azzurri contro gli Usa Tutto facile all'esordio per il Setterosa Livio Buffo È iniziata con un 20-3 alla Cenerentola Uzbekistan l'avventura del Setterosa a Roma 2009. Più che il risultato, quello che ha colpito della squadra di Roberto Fiori è stato lo spirito di gruppo. Contro un avversario di così poco valore non si aspettavano schemi o giocate ricercate ma i goal, che sono regolarmente arrivati. Dopo un bruttissimo primo tempo (aperto addirittura dal vantaggio ospite su rigore della Plyusova), terminato 2-1, l'Italia ha smesso di tremare per l'emozione e, trascinato dal capitano Tania di Mario e dall'altra veterana, Silvia Bosurgi, ha ritrovato equilibrio tattico e fisico, infilando un parziale di 14-0. Hanno segnato tutte le giocatrici: significativo il 18-3 di Daniela Lavorini (l'unica ancora «a secco» fino a quel momento), praticamente trascinata dentro la rete dalle compagne. «Dovevamo rompere il ghiaccio - il commento del Ct Fiori - il primo tempo negativo dimostra che le ragazze hanno sentito l'emozione del debutto. Contro l'Uzbekistan non era l'occasione per provare schemi ma per fare pressing. Con l'Ungheria (martedì sera), che ha battuto la Cina 10-7 con un gioco corale, si vedrà più tattica». La giornata ha visto il successo della Russia sulla Grecia (14-9), gli Usa vittoriosi sul Kazakistan (19-6), il 12-5 della Nuova Zelanda sul Sudafrica, il pareggio tra Canada e Australia (6-6), e le sconfitte di Germania e Brasile, battute rispettivamente da Spagna (17-12 ) e Olanda (11-7). Subito un match clou, invece, per il Settebello di Sandro Campagna, oggi alle 21 in vasca con i vicecampioni olimpici degli Stati Uniti. «Come esordio non c'è male – ha dichiarato il coach azzurro – preferisco partire subito contro una grande, così si crea il clima giusto. Dai Giochi di Pechino 2008, gli Usa non hanno cambiato nulla, sono una squadra rodata che gioca a memoria. A noi mancano ancora quegli automatismi che si conquistano col tempo».

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Sincro, sesto posto "Settebello" rosa: esordio in discesa (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sincro, sesto posto "Settebello" rosa: esordio in discesa ROMA - Nella prova a squadre di nuoto sincronizzato l'Italia migliora (sesto posto finale con 94.666 punti, al massimo in passato le azzurre erano arrivate al settimo) ma si deve arrendere alla Russia che ha conquistato l'oro dei Mondiali di Roma 2009. Le russe hanno fatto loro il titolo con il punteggio di 98,833 davanti alla Spagna. Medaglia di bronzo alla Cina. Buono l'esordio del settebello "rosa": la nazionale italiana femminile di pallanuoto ha infatti battuto 20-3 l'Uzbekistan nel girone eliminatorio. Gli azzurri in gara oggi TUFFI Trampolino 3 m donne: Tania Cagnotto e Francesca Dellapè (preliminari 10-13.15, eventuale semifinale 18-19.30). Piattaforma 10 m uomini: Francesco Dell'Uomo e Maicol Verzotto (preliminari 14-17.15). SINCRONIZZATO Programma tecnico singolo: Beatrice Adelizzi (finale 11-12.15) - Programma tecnico duo: Beatrice Adelizzi e Giulia Lapi (preliminari 17-20.30) PALLANUOTO Italia-Usa (preliminari gruppo D alle 21). 20/07/2009

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Stop alle restrizioni della Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Stop alle restrizioni della Cina L'Ue chiede di eliminare quelle all'export di materie prime La Cina da tempo impone restrizioni alle esportazioni di materie prime verso l'estero, come quote, dazi all'esportazione e prezzi minimi, per favorire i propri produttori. Adesso, in tempo di crisi, l'Unione europea (ma anche gli Stati Uniti) ha deciso di reagire per eliminare distorsioni come queste, che tengono artificialmente alto il prezzo di alcuni materiali fondamentali per la nostra industria come fosforo, bauxite, carbone, fluorite, magnesio, manganese, silicio e carburo di zinco. Con un'aggravante: alcune di queste risorse non possono essere reperite altrove. Il grido d'allarme di diversi settori industriali a monte e a valle è lanciato da tempo. Le autorità commerciali europee, che hanno competenza esclusiva in materia di negoziati internazionali, hanno richiesto l'intervento degli strumenti previsti dall'Organizzazione Mondiale del Commercio (nota come WTO), l'organismo che regola il mercato a livello mondiale. Inizia così un periodo di consultazioni con la Cina sulle restrizioni alle esportazioni su una serie di materie prime, che si ritiene siano in palese violazione delle norme internazionali del commercio. L'UE ha ripetutamente sollevato la questione nel corso degli ultimi anni, senza successo, e ora fa il primo passo, sperando di arrivare a una soluzione reciprocamente soddisfacente con il più grande Paese del mondo. La stessa cosa hanno fatto in contemporanea gli Stati Uniti. Il commissario europeo al commercio Catherine Ashton ha dichiarato: "Le restrizioni cinesi sulle materie prime falsano la concorrenza e aumentano i prezzi a livello mondiale, rendendo le cose ancora più difficili per le nostre aziende in questo periodo di crisi economica. Mi auguro che si possa trovare una soluzione a questo problema attraverso il processo di consultazione". Queste restrizioni prime danno un vantaggio competitivo alle imprese cinesi che viene ritenuto scorretto. Le industrie a valle hanno accesso a materiali meno costosi rispetto ai loro concorrenti al di fuori della Cina: l'industria chimica, quella dell'acciaio e le industrie dei metalli non ferrosi, e di conseguenza i loro clienti, sono i principali settori interessati. L'UE ritiene che tali restrizioni violano non soltanto le regole generali del WTO, ma anche gli impegni specifici che la Cina ha preso quando è entrata a far parte dell'Organizzazione mondiale del commercio su dazi all'esportazione, quote, uso delle licenze di esportazione e prezzi minimi all'esportazione. Le consultazioni che si aprono ora si concentreranno su una prima serie di misure e di prodotti, ma potranno estendersi in futuro ad altri. Da anni la Cina è la più importante sfida per la politica commerciale dell'Unione europea: allo stesso tempo un concorrente agguerrito ma anche un'opportunità di mercato senza paragoni. Le barriere "oltre la frontiera" sul mercato cinese costano moltissimo alle imprese europee in termini di opportunità mancate. La Cina è oggi la quarta maggiore economia del mondo il terzo Paese esportatore, ma quello che cresce a vista d'occhio è il suo potere politico. Il commercio UE-Cina è aumentato notevolmente negli ultimi anni e attualmente ammonta a oltre 300 miliardi di euro annui. La Cina è adesso la seconda partner commerciale dell'Europa dopo gli USA e la più grande destinataria dell'esportazione europea, mentre l'UE è il principale partner per i cinesi. Matteo Fornara e Laura Micca Rappresentanza a Milano della Commissione Europea 20/07/2009

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Il Setterosa debutta con 20 gol Oggi esame ungherese (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

PRIMO PIANO pag. 4 Il Setterosa debutta con 20 gol Oggi esame ungherese Mondiali di nuoto Roma LE AZZURRE del nuoto sincronizzato centrano un buon sesto posto nella finale del nuoto sincronizzato a squadre. Oro alla Russia davanti a Spagna e Cina. L'Italia ha dunque confermato il sesto posto delle eliminatorie di sabato. Un risultato soddisfacente, che però nasconde qualche rimpianto e una coda al veleno. La ct Laura De Renzis non si nasconde dietro al dito: «Abbiamo battuto il Giappone (quinto) nell'esecuzione che, notoriamente, è tecnicamente perfetto. Per noi un grande risultato ma poi nell'impressione generale (il secondo parametro di riferimento delle votazioni, ndr) ci hanno superato. Non si spiega: è come se dovessero per forza starci davanti Non voglio credere che in ogni caso tradizione e nome contino più delle prove in vasca». TUFFI Dalla piattaforma 10 metri sincro oro alla coppia cinese Chen-Wang, davanti alle statunitensi Dunnichay-Ishimatsu. Storico bronzo per la Malesia (Leong-Pamg): mai prima d'ora la nazionale asiatica aveva centrato il podio nei tuffi mondiali. OSTIA CONFERMATA Il Bureau della Fina ha confermato che le gare di Nuoto in Acque Libere si svolgeranno a Ostia, dopo il rinvio di sabato provocato dalla violenta mareggiata che aveva divelto strutture e piattaforme di misurazione chilometrica. Domani andranno in scena la 5 km uomini e donne (rispettivamente alle 9 e alle 11). Il giorno dopo, mercoledì, prenderà il via la 10 km (donne alle 9, uomini alle 13). Alle 9 del 25 luglio partirà invee la maratona 25 km uomini, accorpata alla gara femminile che partirà quasi in simultanea: appena dieci minuti dopo. PALLANUOTO Goleada del Setterosa azzurro nella gara d'esordio contro l'Uzbekistan (20-3). Domani è in programma la sfida con le storiche rivali dell'Ungheria. Oggi debutto del Settebello contro gli Usa alle 21. MEDAGLIERE Cina già in fuga nella bacheca delle medaglie con tre ori, tre argenti e tre bronzi. Staccata la Russia con 2 ori. Paolo Franci

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Il Setterosa debutta con 20 gol Oggi esame ungherese (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

SPORT VARI pag. 4 Il Setterosa debutta con 20 gol Oggi esame ungherese Mondiali di nuoto Roma LE AZZURRE del nuoto sincronizzato centrano un buon sesto posto nella finale del nuoto sincronizzato a squadre. Oro alla Russia davanti a Spagna e Cina. L'Italia ha dunque confermato il sesto posto delle eliminatorie di sabato. Un risultato soddisfacente, che però nasconde qualche rimpianto e una coda al veleno. La ct Laura De Renzis non si nasconde dietro al dito: «Abbiamo battuto il Giappone (quinto) nell'esecuzione che, notoriamente, è tecnicamente perfetto. Per noi un grande risultato ma poi nell'impressione generale (il secondo parametro di riferimento delle votazioni, ndr) ci hanno superato. Non si spiega: è come se dovessero per forza starci davanti Non voglio credere che in ogni caso tradizione e nome contino più delle prove in vasca». TUFFI Dalla piattaforma 10 metri sincro oro alla coppia cinese Chen-Wang, davanti alle statunitensi Dunnichay-Ishimatsu. Storico bronzo per la Malesia (Leong-Pamg): mai prima d'ora la nazionale asiatica aveva centrato il podio nei tuffi mondiali. OSTIA CONFERMATA Il Bureau della Fina ha confermato che le gare di Nuoto in Acque Libere si svolgeranno a Ostia, dopo il rinvio di sabato provocato dalla violenta mareggiata che aveva divelto strutture e piattaforme di misurazione chilometrica. Domani andranno in scena la 5 km uomini e donne (rispettivamente alle 9 e alle 11). Il giorno dopo, mercoledì, prenderà il via la 10 km (donne alle 9, uomini alle 13). Alle 9 del 25 luglio partirà invee la maratona 25 km uomini, accorpata alla gara femminile che partirà quasi in simultanea: appena dieci minuti dopo. PALLANUOTO Goleada del Setterosa azzurro nella gara d'esordio contro l'Uzbekistan (20-3). Domani è in programma la sfida con le storiche rivali dell'Ungheria. Oggi debutto del Settebello contro gli Usa alle 21. MEDAGLIERE Cina già in fuga nella bacheca delle medaglie con tre ori, tre argenti e tre bronzi. Staccata la Russia con 2 ori. Paolo Franci

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Il Setterosa debutta con 20 gol Oggi esame ungherese (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

NUOTO pag. 4 Il Setterosa debutta con 20 gol Oggi esame ungherese Mondiali di nuoto Roma LE AZZURRE del nuoto sincronizzato centrano un buon sesto posto nella finale del nuoto sincronizzato a squadre. Oro alla Russia davanti a Spagna e Cina. L'Italia ha dunque confermato il sesto posto delle eliminatorie di sabato. Un risultato soddisfacente, che però nasconde qualche rimpianto e una coda al veleno. La ct Laura De Renzis non si nasconde dietro al dito: «Abbiamo battuto il Giappone (quinto) nell'esecuzione che, notoriamente, è tecnicamente perfetto. Per noi un grande risultato ma poi nell'impressione generale (il secondo parametro di riferimento delle votazioni, ndr) ci hanno superato. Non si spiega: è come se dovessero per forza starci davanti Non voglio credere che in ogni caso tradizione e nome contino più delle prove in vasca». TUFFI Dalla piattaforma 10 metri sincro oro alla coppia cinese Chen-Wang, davanti alle statunitensi Dunnichay-Ishimatsu. Storico bronzo per la Malesia (Leong-Pamg): mai prima d'ora la nazionale asiatica aveva centrato il podio nei tuffi mondiali. OSTIA CONFERMATA Il Bureau della Fina ha confermato che le gare di Nuoto in Acque Libere si svolgeranno a Ostia, dopo il rinvio di sabato provocato dalla violenta mareggiata che aveva divelto strutture e piattaforme di misurazione chilometrica. Domani andranno in scena la 5 km uomini e donne (rispettivamente alle 9 e alle 11). Il giorno dopo, mercoledì, prenderà il via la 10 km (donne alle 9, uomini alle 13). Alle 9 del 25 luglio partirà invee la maratona 25 km uomini, accorpata alla gara femminile che partirà quasi in simultanea: appena dieci minuti dopo. PALLANUOTO Goleada del Setterosa azzurro nella gara d'esordio contro l'Uzbekistan (20-3). Domani è in programma la sfida con le storiche rivali dell'Ungheria. Oggi debutto del Settebello contro gli Usa alle 21. MEDAGLIERE Cina già in fuga nella bacheca delle medaglie con tre ori, tre argenti e tre bronzi. Staccata la Russia con 2 ori. Paolo Franci

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INAUGURAZIONE MOSTRA SERBI A TRIESTE DAL PRESIDENTE DEL FVG L'AUSPICIO DI UN RAPIDO INGRESSO DELLA SERBIA IN EUROPA (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 20 Luglio 2009 INAUGURAZIONE MOSTRA SERBI A TRIESTE DAL PRESIDENTE DEL FVG L´AUSPICIO DI UN RAPIDO INGRESSO DELLA SERBIA IN EUROPA Trieste, 20 luglio 2009 - Inaugurata nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, alla presenza del primo ministro serbo Mirko Cvetkovic, la mostra "Genti di San Spiridione, i Serbi a Trieste, 1751-1914". Alla cerimonia, in rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia, è intervento il presidente della Regione Renzo Tondo, che, nel portare al premier ospite il saluto dell´intera comunità regionale, ha parlato della Serbia come un "Paese che ha una grande storia, una grande cultura, una grande dignità, una grande voglia di lavorare, che ha dato tanto all´Europa". Tutte ragioni per le quali "noi vogliamo che possa entrare nell´Unione europea il più presto possibile". Richiamandosi agli incontri istituzionali in programma domani a Trieste, Tondo ha sostenuto come "avremo la possibilità di confrontarci sui temi concreti". "Lei sa - ha detto in proposito il presidente - che il Friuli Venezia Giulia ha da sempre rapporti privilegiati con la sua Repubblica, che da tanti anni lavoriamo in sinergia con la Provincia Autonoma della Voivodina". Gli incontri ufficiali di domani saranno dunque un´occasione "affinché le nostre due comunità sviluppino percorsi di collaborazione, in quanto c´è in noi un profondo convincimento: in questo mondo globalizzato si vince o si perde tutti assieme. Noi vogliamo vincere la partita della globalizzazione con una Serbia che sia in Europa con noi". Promossa dal Comune di Trieste-assessorato alla Cultura, in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Serbia a Trieste e la Comunità Religiosa Serbo-ortodossa di Trieste, ideata e realizzata dalla Direzione Area Cultura e dai Civici Musei di Storia ed Arte con la direzione di Adriano Dugulin e la cura di Lorenza Resciniti e Michela Messina, la mostra ripercorre la storia della Comunità Religiosa Serbo-ortodossa di Trieste, in occasione del 140° anniversario della consacrazione della chiesa di San Spiridione e del 240° anniversario della prima messa celebrata a Trieste in antico slavo ecclesiastico Attraverso diverse sezioni, una ricca documentazione dà risalto ai personaggi più rappresentativi che contribuirono alle fortune economiche di Trieste, attivi nel settore commerciale, marittimo, assicurativo e politico, nella beneficenza e nel collezionismo. Ampio spazio viene dedicato alle vicende architettoniche della chiesa di San Spiridione, a partire dall´originario edificio settecentesco sino ai restauri di oggi. Accompagnano l´esposizione diversi manufatti liturgici. Due sezioni inoltre sono dedicate alla biblioteca ed alla scuola della Comunità Religiosa Serbo-ortodossa di Trieste, importanti istituzioni culturali che hanno perpetuato il patrimonio culturale serbo in città con le loro raccolte di preziosi documenti e antichi volumi La rassegna rimarrà aperta al pubblico fino al 4 novembre, tutti i giorni dalle 9. 00 alle 19. 00. . <<BACK

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ROMA - Gel sui capelli e mano sul cuore, le ragazze azzurre del nuoto sincronizzato avevano promesso... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 20 Luglio 2009 Chiudi ROMA - Gel sui capelli e mano sul cuore, le ragazze azzurre del nuoto sincronizzato avevano promesso di migliorare il settimo posto ottenuto a Melbourne ai Mondiali di due anni fa. E ce l'hanno fatta. Finale del programma tecnico a squadre e Italia sesta alle spalle di Russia, Spagna, Cina, Canada e Giappone. La cosa bella è che ci teniamo dietro l'America, cioè quelli che hanno inventato questo curioso e bellissimo sport a metà strada tra il nuoto, la danza, il balletto, l'apnea, i tuffi, la ginnastica e le sfilate di moda. Vince la Grande Madre Russia, mamma le russe, come al solito e come sempre da undici anni in qua, come dire che l'unica cosa certa nella vita sono morte, tasse e il successo della Russia nel nuoto sincronizzato, visto che da un po' di tempo persino l'invincibile Cina stecca nel recinto dei tuffi. Tanto per dare l'idea: la Russia dal 1998 ad oggi ha vinto tutte le manifestazioni olimpiche, mondiali ed europee di syncro a cui ha partecipato. Sarà perché hanno il Bolshoi, o il traino di Nureyev. La Russia è stata comunque avvicinata dalla Spagna che le è arrivata ad appena un punto di distanza, mentre le cinesi hanno messo le basi per migliorare a loro volta il bronzo ai prossimi Mondiali dove danzeranno in casa a Shanghai 2011. Le cinesi sembravano galleggiare sull'acqua, come se al posto dei costumi di strass avessero i body dei nuotatori. Hanno pennellato figure di precisione e avrebbero meritato di più. L'Italia è tutta contenta: «Abbiamo cancellato la maledizione del settimo posto - ha detto la romana Laura De Renzis, ct della Nazionale - e anno dopo anno proseguiamo nella crescita. Tenerci dietro gli Usa è stata una grande soddisfazione». Oggi la finale del singolo tecnico con Beatrice Adelizzi davvero bravissima. L'azzurra si è piazzata al quarto posto con il punteggio di 93.500. Davanti a lei, sul podio virtuale, la russa Natalia Ishchenko (98.667), la spagnola Gemma Mengual (97.483) e la canadese Marie Pier Boudreau Gagnon (95.500). M.D.M.

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UN' ECCELLENZA IN CAMPANIA: IL VINO (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Pubblicita' data: 20/07/2009 - pag: 19 informazione pubblicitaria UN' ECCELLENZA IN CAMPANIA: IL VINO Marisa Cuomo: vigne sdraiate sulle rocce a picco sul mare E ' una storia di amore e passione quella di Marisa Cuomo e Andrea Ferraioli. Amore che unisce marito e moglie; passione profonda per la coltura del Vino che li accomuna. Siamo a Furore sulla costa compresa tra Amalfi e Positano: qui si coltivano minuscoli fazzoletti di terra strappati alla roccia. Andrea Ferraioli, ultimo discendente di un'antica famiglia di vinificatori locali e la moglie Marisa Cuomo nel 1980 iniziano una meravigliosa avventura, difficile ma affascinante: produrre vini in luoghi di incomparabili bellezze naturali, ma estremi sotto il profilo viticolo. Rocce a picco sul mare con viti da allevare, per poi raccoglierne il frutto da trasformare in vino. Nel 1995 quel duro lavoro, reso possibile solo dalla grande passione per il vino e l'amore profondo per i luoghi d'origine, viene premiato con la Denominazione di Origine Controllata Costa d'Amalfi. Il sogno di custodire le viti nella roccia - Fenile, Ginestra, Ripoli, Biancatenera, Biancazita, San Nicola, Pepella, Piedirosso e Aglianico-, approfondirne la conoscenza ed ottenere vino della più elevata qualità, diventa finalmente realtà. Inizia così il "sottile gioco" del fare sempre meglio, per affermarsi, competere sul mercato e tentare di vincere la terribile sfida della globalizzazione. Andrea e Marisa ingaggiano la loro battaglia. L'operazione è delicata ma riesce bene, anche grazie alla guida di Luigi Moio,maestro dell'enologia italiana e internazionale, subito chiamato a fornire la sua illuminata consulenza. La fermentazione avviene parte in acciaio e parte in barriques nuove di rovere, custodite nella bottaia scavata nella roccia, seguita da un affinamento in bottiglia che dura circa nove mesi». Oggi Cantine Gran Furor Divina Costiera è dotata delle più moderne tecnologie di vinificazione e affinamento.Il prestigio dell'Azienda cresce negli anni, fino ad esplodere in una quasi pirotecnica conquista di premi e riconoscimenti a livello internazionale. L'Oscar del Vino al Fiorduva quale "miglior bianco d'Italia 2006", i "Tre bicchieri" sul Gambero Rosso, i "Cinque grappoli" dell'A.I.S., le "medaglie d'oro" a ripetizione alla Selezione del Sindaco delle Città del Vino, il riconoscimento Marisa Cuomo e Andrea Ferraioli "Best of Class" Award Limited Production negli USA, sono solo una parte dei riconoscimenti conquistati sul campo. Prestigio scandito però sempre dal difficile e quotidiano lavoro in vigna, portato avanti con furore, con la consapevolezza contadina che solo "chi lavora aspetta premio". A guardare i successi poi conquistati dai vini di Marisa Cuomo vien da dire: " più che la natura, potè l'amore". www.viniestremi.com www.marisacuomo.com Sandro Acunzo L'attenzione verso il particolare caratterizza i vini di Vinosia Cantine Podere del Tirone: coltiviamo la passione per la qualità IU n tempi di crisi, una strategia aziendale che punta su eccellenza e diversificazione delle linee di prodotto, riesce anche a registrare incrementi di fatturato. " Abbiamo - spiega Mario Ercolino titolare dell'omonima azienda insieme al fratello Luciano - un incremento delle quote sui mercati stranieri, creando interessanti collegamenti con nuovi paesi, rivolgendo, da sempre, attenzione a tutto ciò che lega tradizione e ricerca qualitativa alle richieste dei consumatori. Alla tutela ambientale del territorio - spiega nuovamente Ercolino - affianchiamo la nostra esperienza ultratrentennale nel settore, nonché una grande passione per quello che pratichiamo. La produzione di vini, che comprende i grandi rossi e bianchi del territorio Irpino, è di fatto caratterizzata da sapori e profumi intensi, che si sviluppano naturalmente in terreni di crescita vulcanica, con microclima continentale, alla cui origine c'è il vitigno autoctono. I nostri terreni agiscono come vaccino contro importanti malattie della vite, per questo non si può prescindere da quelli che sono i fattori intrinseci dell'equilibrio naturale. Vinosia, il cui staff volutamente giovane e dinamico, è presente nel mercato italiano, nel Nord Europa, in America, con quote anche nei paesi emergenti quali Cina, India e Giappone, il cui approccio, recentemente sviluppato, ha creato inattese aspettative di non poca soddisfazione. Con tale prospettiva, l'azienda campana sta realizzando importanti campagne informative, nonché investendo nell'acquisto di nuovi terreni, nella costruzione di una nuova cantina e di vari showroom, il primo di questi, aprirà a settembre. n imprenditore a tutto tondo che coniuga la strategia della propria azienda con quella del territorio. Sandro Acunzo, titolare di Cantine Podere del Tirone, ha puntato sulla qualità e la tradizione della sua azienda e contemporaneamente sulla valorizzazione di un luogo paradisiaco come la penisola sorrentina. Alla base del successo dell'azienda l'enoturismo di lusso: "Abbiamo da sempre creduto che il migliore biglietto da visita di un'azienda vinicola sia, dopo il vino, il ricordo che lascia a chi la visita - spiega Acunzo - . La nostra offerta turistica va ben oltre la degustazione e si rivolge ad un segmento alto di clientela cercando di offrire un'esperienza particolare dove eleganza e raffinatezza siano al centro delle emozioni del turista". I pacchetti inoltre, sono personalizzabili e vanno dalla semplice visita dei vigneti delle cantine e del Vesuvio seguita dalla degustazione dei vini, fino a cene esclusive in cui l'intera struttura è riservata per un ristretto gruppo di enoamatori che possono degustare i vini della Cantina abbinati a piatti realizzati dai migliori chef del Golfo di Napoli. "La scelta di puntare all'enoturismo di lusso - precisa Acunzo - è in sintonia con la filosofia aziendale: il nostro è un prodotto di nicchia così come le esperienze che noi vogliamo far vivere rispecchiano la nostra idea d'esclusività in accordo anche con le nostre scelte commerciali come per esempio quella di non essere presenti sul mercato della grande distribuzione organizzata." Cantine Podere del Tirone, fondata all'inizio degli anni '30 dà lavoro ad oltre 2000 persone, registra un incremento annuo del 15% ed è impegnata nella promozione e nella valorizzazione dei vitigni autoctoni: su una superficie di 450 ettari sono coltivati vitigni per la produzione di Lacryma Christi doc, rosso e bianco, Falanghina Campania Igt, Vesuvio doc, L'azienda puntando su una strategia d'internalizzazione, ha mantenuto costante il proprio fatturato Taurasi docg e Aglianico Campania Igt. www.vinosia.com www.poderedeltirone.it Filippo Di Somma Azienda Agricola Di Marzo, vini dal 1647 E ' la più antica azienda agricola della Campania, le sue origini risalgono al 1647, produce mediamente 150 mila bottiglie di Greco DOCG, 25 mila di Irpinia Rosso Aglianico, 12 mila di Fiano di Avellino e una ristretta produzione di spumante ottenuto con il metodo champenoise. "La nostra filosofia aziendale - spiega il titolare dell' azienda Di Marzo, Filippo Di Somma - si fonda su un continuo miglioramento sia della produzione sia degli aspetti legati alla commercializzazione. " L'azienda, infatti, controlla 26 ettari dedicati al vitigno Greco e 6 all'Aglianico, mentre per la produzione del Fiano acquista le uve nella zona d'origine del vitigno. Per quanto riguarda la commercializzazione i vini dell' azienda campana sono venduti, tramite un accordo con la GDO, nel Nord Italia, e in loco direttamente tramite la cantina. "Stiamo pensando anche di potenziare l'exportspiega Di Somma - infatti, guardiamo con interesse il mercato americano e quello europeo". L'intero processo avviene completamente in ambienti in parte scavati nel tufo che si estendono per 1000 metri quadrati. "La nostra è una realtà familiare - spiega il titolare - non siamo strutturati in modo industriale, ma ci avvaliamo di tecnici specializzati e di un agronomo che segue tutte le fasi della coltivazione." Accanto all' attività vinicola, inoltre, da oltre 60 anni è stato realizzato un vivaio che rifornisce direttamente i vigneti dell' azienda. "Lo scorso dicembre - spiega Di Somma - abbiamo anche riattivato l'antica produzione dello spumante, per ora in modo limitato, ma con la prospettiva di ampliarla." L'azienda agricola è la più antica dell' intera regione www.cantinedimarzo.it Cantina Sanpaolo ed il progetto FF (Four Falanghina) Inter vista sul Vino a Leonardo Mustilli dell' Azienda Agricola Mustilli L'azienda ha realizzato un progetto con quattro tipi di falanghina, Aria, Acqua, Terra, Fuoco, di eccezionale qualità Quanto è importante la produzione vitivinicola nell'economia Campana? C ome i chicchi e il graspo sono parte di un unico elemento, il grappolo, così Magistravini e le sue cantine fanno parte di un unico progetto, partito dalla Puglia ed esteso alla Campania ed ad altre regioni del Sud Italia, in cui ogni azienda riveste un ruolo centrale, mettendo a disposizione degli altri partner la propria esperienza, mentre Magistravini condivide know-how, strumenti tecnologici marketing e innovazione. "Noi siamo la linfa, spiega Claudio Quarta presidente di Magistravini - che fuori metafora - rappresenta la ricerca scientifica, l'innovazione e la capacità di creare massa critica per la penetrazione nei mercati esteri." L'azienda Sanpaolo che si caratterizza per la qualità dei suoi vini, per una forte propensione ad investire in tecnologie all'avanguardia e per una moderna struttura Q Il volume della produzione vitivinicola Campana ha avuto una grande espansione negli ultimi 30 anni: sono stati impiantati a vigneto centinaia di ettari ex novo e di conseguenza sono nate tante nuove cantine di vinificazione. Nonostante ciò l'importanza della produzione vinicola nell''economia Campana resta ancora di minor peso rispetto ad altre eccellenze produttive della regione ( turismo e artigianato ) che sono quelle piu' trainanti dell'economia Campana. Quanta eccellenza c'è nel settore? la maggior parte della produzione vinicola e' di qualita', e forse il 20% puo' definirsi di eccellenza; nonostante si produca molto di piu',la qualita' e' diventata il punto di forza e di sopravvivenza della cantine. Quali sono i vitigni più importanti? La Campania e' ricca di vitigni cosiddetti autoctoni, che si sono selezionati nei secoli e che si coltivano solo in delimitati areali produttivi, qualche volta piccolissimi. E' di vitale importanza continuare a coltivarli ed a preservarli con marchi di origine e protezione; alcuni sono gia' diventati famosi in tutto il mondo, come Falanghina, Greco, Fiano, Aglianico, Piedirosso. di circa 2.000 metri quadrati,attrezzata anche con impianti per la vinificazione a freddo, è una delle protagoniste principali del progetto a "grappolo". Nei 20 ettari di terreno coltivati secondo il protocollo di produzione che mira all'eccellenza, vengono prodotti il Falanghina igt, il Greco di Tufo docg, il Fiano di Avellino docg, il Suavemente igt, l' Irpinia Aglianico Doc, il Taurasi docg ed, inoltre, un cru di Greco, tutti nel settore HO.RE.CA. L'ultimo nato, dopo alcuni anni di ricerca, è il "Four Falanghina" quattro tipi di falanghina, denominati Aria, Acqua, Terra, Fuoco, di eccezionale qualità, così diversi l'uno dall'altro tanto che difficilmente si può riconoscere un'origine comune. " Questi vini - spiegano Sergio Marchillo, presidente della Cantina Sanpaolo e Vincenzo Mercurio, l'enologo-ricercatore ideatore del progetto - pur essendo coltivati nella stessa zona si differenziano fra loro poiché il terreno, elemento primo e protagonista, è in grado di imprimere, talvolta, caratteristiche ancor più profonde e diverse da quelle derivanti dalla diversità clonale all'interno del medesimo vitigno e persino dalle differenze di vitigni diversi." www.cantinasanpaolo.it L'azienda, nata nel 2006, è ormai una garanzia di qualità Antonio Nugnes e il figlio Orlando Nugnes la passione per il vino U n vino, il Massico doc, che si presenta da sé per la passione e la qualità con cui è fatto; l'azienda Nugnes, che dispone di 10 ettari di terreno di origine vulcanico ai piedi del monte Massico, in soli tre anni di attività è già corteggiata dai più rinomati importatori tedeschi,svizzeri, belgi e del Lussemburgo. "Fare l'imprenditore agricolo - spiega il titolare Antonio Nugnes - è per me soprattutto una passione, vengo da altre esperienze imprenditoriali e per questo mi sono affidato ad uno staff altamente specializzato." L' enologo Mario Ercolino (che ha voluto una cantina tecnologicamente all'avanguardia) e l'agronomo Pier Paolo Sirc (che ha voluto un impianto con diecimila ceppi per ettaro) sono i tecnici che curano la qualità della produzione, realizzata completamente in loco, e dei vitigni che producono il Falerno del Massico Rosso, il cru Caleno (invecchiato 14 mesi in barrique francesi), il Falerno del Massico Bianco e Vite Aminea. "Puntiamo soprattutto sulla qualità - spiega Nugnes - in quanto ci rivolgiamo ad una nicchia di mercato medio alta. Vista l'attenzione che il mercato ci ha dedicato, stiamo pensando di ampliare di qualche ettaro la nostra produzione per essere più presenti sia sui mercati stranieri sia su quello italiano". Attualmente la produzione è di 50 mila bottiglie: "Siamo i concorrenti di noi stessi - spiega Nugnes - per questo al massimo della produzione potremo arrivare a 80 mila bottiglie, una quantità che preserva la qualità". Non solo ampliamento, ma anche una piccola diversificazione di prodotto; in questi giorni viene lanciata sul mercato la grappa realizzata con vitigno Aglianico e imbottigliata dalla prestigiosa Distilleria Berta. www.aziendagricolanugnes.it

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Né Nord né Sud Puglia terra di mezzo dell'Adriatico (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-19 - pag: 11 autore: MICROCOSMI LE TRACCE E I SOGGETTI ... Né Nord né Sud Puglia terra di mezzo dell'Adriatico di Aldo Bonomi C' è fibrillazione a Sud. In questo strano paese ce ne accorgiamo solo quando diventano questioni politiche. Il discutere del partito del Sud tra Calabria e Sicilia, ovviamente contrapposto a quello del Nord, è un esempio di come più che raccontare il territorio e accompagnarlo nelle sue dinamiche socioeconomiche si preferisce da tempo quotarlo al mercato politico e identitario. Di altro segno mi pare la nomina di Gianfranco Viesti (è da leggere il suo ultimo libro "Mezzogiorno a tradimento. Il Nord, il Sud e la politica che non c'è") ad assessore alla scuola, alla ricerca e alla questione meridionale nella nuova giunta pugliese. Forse perché la Puglia, nel suo crescere contaminata dalla linea adriatica dello sviluppo e terra di frontiera con la regione balcanica, è una terra di mezzo tra Nord e Sud ove si sono depositate, innovando e mutando il territorio, le stratificazioni delle quattro ondate che dal dopoguerra hanno investito il Mezzogiorno: grande impresa fordista trasferita da Nord a Sud, made in Italy e capitalismo leggero della subfornitura, turistizzazione del territorio, e riposizionamento del Mezzogiorno nella globalizzazione. L'impatto con la globalizzazione non ferma la crescita della regione, ancora superiore alla media nazionale nel 2008, ma ne muta gli equilibri interni. Progressivamente cresce una subfornitura globale nella meccatronica, nell'aerospaziale, nelle produzioni agroalimentari e vitivinicole di qualità. Cresce un turismo estivo che fa del Salento un grande parco a tema della tradizione ma aperto al mondo. L'impatto della crisi si è disperso lungo i rivoli di questo mix produttivo. Ma se si abbassa lo sguardo dai grandi aggregati regionali ai microcosmi locali, si capisce come a rischio siano proprio quei settori che hanno fatto la storia dello sviluppo pugliese. è il caso dei distretti murgiani con l'evidente insostenibilità di un modello della proliferazione imprenditoriale. Con la conseguenza che, soprattutto tra i più piccoli, è forte la tentazione di immergersi nell'economia informale anche se non manca chi è partito per Dubai alla ricerca dei nuovi ricchi. Diverso il caso dellameccatronica e dell'automotive barese. Qui le punte alte della subfornitura, cresciute attornoa nomi come Bosch e Getrag, soffrono perché più internazionalizzate. Tengono invece la filiera "corta" dell'agroalimentare e quella dell'incoming turistico. E, tuttavia, l'aspetto che più colpisce è la voglia di innovazione. Lo si è visto nella velocità con cui regione, rappresentanze, Cciaa e sistema dei Confidi hanno mobilitato risorse europee per arginare la crisi. Lo si vede nell'obiettivo di fare della Puglia il laboratorio nazionale di un green new deal fondato su eolico e solare. Come nessuno racconta che l'Università ha prodotto 11 imprese innovative da spin-off che si sono andate ad aggiungere alle venti create negli ultimi anni. è un pezzo di Sud che sembra già entrato nella green economy e nell'economia della conoscenza. Che contamina anche le imprese. Come la Mafran, azienda tessile di fascia alta che oltre al proprio marchio ha acquisito le licenze di Ferrè, Biagiotti, Ferrari trasformandosi in impresa-logo con 150 addetti dediti a funzioni di commercializzazione e ricerca. O la piccola Jonica Impianti che con 27 dipendenti di cui 30 % ingegneri produce generatori eolici tascabili che esporta negli altri paesi mediterranei. Ma è la stessa grande industria che sta cambiando. Non gioca più la parte della cattedrale nel deserto. Ne è un esempio lo stabilimento di Alenia Composite di Grottaglie. 100 % Finmeccanica, diciotto mesi per realizzarlo sfatando il mito dell'inevitabile lentezza del Sud. Tra gli ulivi si producono le fusoliere in carboresina per i giganti dell'aria della Boeing, i grandi 787. C'è poca filiera, ma i 600 addetti tra dentro e fuori le mura della fabbrica sono tutti giovanissimi e laureati. E uno dei fatti nuovi sta proprio qui:c'è una generazione di nuove élite trentaquarantenni tornate sul territorio nelle imprese come nelle reti o nelle rappresentanze, con una cultura tecnica e biografie professionali maturate seguendo le reti lunghe delle multinazionali. Lo si vede in particolare nell'aerospaziale, produzione ipertecnologica che nel triangolo tra Bari Brindisi e Lecce ha radici antiche e che oggi proietta la Puglia come nodo centrale nelle reti del colosso Boeing. Un meta-distretto a rete lunga che associa saperi ed esperienze produttive di tre regioni, Piemonte, Campania e Puglia. Una rete lunga di tre distretti nell'avionica che tengono assieme il Sud e il Nord. Anche qui come altrove il nodo è il capitalismo delle reti. Gli aeroporti pugliesi, consorziati, tengono grazie alla cattura dei flussi low-cost e del point to point; cresce nella logistica a rete lunga un mix di hub portuali (Taranto, Bari e Brindisi) destinati a specializzarsi e integrarsi con il distretto dell'avionica e con il retroporto di Taranto per lavorare le merci provenienti dal nuovo Canale di Suez e smistarle lungo i grandi corridoi europei. L'ambizione è porsi come nodo intelligente di una piattaforma logistica meridionale che si allarghi anche al grande incompiuto di Gioia Tauro. Rimane aperta una questione: nessuno degli attori da solo appare in grado di mettere a sistema l'innovazione, unica via per uscire in avanti dalla crisi. Non la politica, non le rappresentanze non le singole imprese. Semmai è la rete tra loro l'ulteriore salto per accompagnare le nuove élite. Il federalismo che si porta appresso la questione fiscale e dei trasferimenti, la creazione delle città metropolitane, e un protagonismo dal basso dei territori è con queste esperienze che si deve confrontare; a Nord e a Sud del sistema paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA Multinazionali e Pmi L'IMPATTO Tra i piccoli è forte la tentazione di immergersi nell'economia informale

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Le amnesie delle politiche migratorie (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMA data: 2009-07-20 - pag: 1 autore: Le amnesie delle politiche migratorie di Valerio Onida L a prima impressione, di fronte alle norme del pacchetto sicurezza dedicate agli immigrati, e alla successiva proposta di regolarizzazione di badanti e collaboratori familiari, è quella di un atteggiamento schizofrenico del legislatore. Il 15 luglio viene promulgata la legge che, fra l'altro, introduce il nuovo reato di «ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato», "criminalizzando" tutti gli stranieri non in regola con il permesso di soggiorno. Non è passato nemmeno un giorno, ed ecco il Governo promuovere in Parlamento un emendamento che sospende di fatto l'applicazione del nuovo reato nei confronti di badanti e colf, fino al 30 settembre o fino all'eventuale rigetto della domanda di regolarizzazione (salvo però tornare ad applicarlo in caso di mancata regolarizzazione: col che potrebbe profilarsi una sorta di autodenuncia per coloro le cui domande saranno respinte). Ce ne sarebbe abbastanza per constatare quanto siano fondati i rilievi sull'improprio modo di legiferare del Parlamento, mossi dal Capo dello Stato (senza però effetti giuridici di sorta) nella lettera inviata al Presidente del Consiglio. Ma è forse più interessante domandarsi quali siano, e se siano da condividere, gli indirizzi del Governo e della maggioranza in tema di politiche migratorie. I movimenti migratori sono, come è noto, un fenomeno di massa non evi-tabile, collegato a fattori e realtà propri del nostro tempo e del nostro mondo globalizzato. Continua u pagina 3 l'articolo prosegue in altra pagina

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Trovare lavoro. (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: ECONOMIA E IMPRESE LAVORO E C data: 2009-07-20 - pag: 15 autore: Trovare lavoro. Su internet motori di ricerca specializzati che consentono di selezionare gli annunci Debuttano i portali dei green job Le stime concordano: non solo il settore professionale legato alle energie rinnovabili non ha subito contraccolpi dalla crisi economica, ma è un comparto in netta fase espansiva. Accade negli Usa, in Cina, in India e in Europa (vedi articolo sotto). Secondo le stime del Wwf, solo il fotovoltaico potrebbe offrire 329mila nuovi posti di lavoro in Italia entro i prossimi dieci anni. Inoltre, lo scorso 7 luglio il Governo italiano ha firmato il «Patto per l'ambiente » con 11 aziende (tra cui Eni, Enac e Italcementi) per favorire la crescita economica attraverso l'innovazione ambientale, stanziando per i prossimi tre anni 12 miliardi di euro per l'installazionedi impianti a energia solare in buona parte delle infrastrutture italiane legate ai trasporti. E anche le imprese investono nei lavori verdi, con una richiesta di specialisti nel settore soprattutto da parte delle pmi. Così si intensificano le iniziative delle piattaforme multimediali che fungono da job placement . è il caso di InfoJobs.it che ha presentato questo mese Green-Job ( www.greenjob. it), il primo network italiano dedicato alle offerte di "lavoro verde": al momento i profili più richiesti sono ingegneri ambientali e del territorio, consulenti per il risparmio energetico, agenti commerciali, buyer per il settore fotovoltaico e bidder (operatori per la borsa dell'energia elettrica).Sedi di lavoro in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Piemonte e Lazio. E per chi volesse impiegarsi negli Usa, la piattaforma CareerBuilder. com ha inaugurato il network GoingGreenJobs.com: sul sito gli annunci sono divisi per categoriee specializzazioni sulla sostenibilità ambientale. Tra le grandi aziende, Enel Green Power concentrerà le assunzioni di quest'anno su giovani ingegneri specializzati nel comparto geotermico, idroelettrico ed eolico, quindi energy manager, tecnici e figure commerciali adatte a supportare lo sviluppo del mercato delle rinnovabili. Saranno i professionisti più ricercati per occupare quasi tremila nuovi posti di lavoro offerti dall'Enel per il triennio 2009-2011 (quest'anno sono previste 709 assunzioni), il 60% in Italia. Anche Sorgenia punta sul settore. Tra il 2003 e il 2012 prevede investimenti per 4,2 miliardi di euro, di cui due miliardi per le rinnovabili. Nell'azienda, un addetto su quattro- 90 lavoratori su 350- si occupa di energia "verde" e in quattro anni Sorgenia potrebbe inserire altre quaranta unità. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Influenza suina, l'inganno continua. (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

La mia tesi sull'influenza suina (vedi i post su questo blog) , ovvero che si trattasse di un allarme gonfiato ad arte, ha trovato conferma: nel mondo decine di migliaia di persone sono state contagiate, ma i morti sono poco piu' di 150. Il virus e` tutt`altro che letale. Eppure l`allarmismo continua e ora le compagnie britanniche vogliono bloccare a terra chiunque mostri i sintomi del contagio. Insomma bastera` uno starnuto per vedersi rifiutato l'imbarco. Un delirio. A vantaggio di chi?La scorsa primavera l`allarme era servito a distrarre l`opinione pubblica dalla recessione (paura scaccia paura), ora ho l`impressione che l`interesse sia economico. Quanto guadagneranno le case farmaceutiche? Tantissimo e a finanziare acquisti di vaccini che non serviranno a nulla saranno per lo piu` gli Stati. Questo si' e' spreco di denaro pubblico. Scritto in psicosi, salute, cultura, influenza suina, comunicazione, manipolazione, crisi, giornalismo 1f4a Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Jul 09 Clandestini, la strana solidarieta' dell'Unione europea Secondo Le Monde la Francia accettera' di ospitare alcuni dei clandestini che sbarcano nel sud dell`Europa, idem la Germania e qualche altro Paese, anticipando la Commissione europea che intende occuparsi finalmente del problema dei clandestini, che , come noto, riguarda solo i Paesi del Su dell'Europa come Italia, Spagna, Grecia, Malta. Bene,a zni no. Perche', sempre secondo Le Monde, la Francia ospitera' 90 clandestini e gli altri Paesi non piu' di 30 ognuno. Cifre ridicole e soprattutto perche' la Ue intende semplicemente sollecitare gli altri Paesi, quelli del nord, a mostrarsi solidali con quelli del sud. Il suo e' un auspicio, non un obbligo. Il messaggio complessivo e' sempre lo stesso: Schenghen esiste e ai Paesi del sud Euroa spetta il compito di garantire le frontiere meridionali della Ue, ma quando c'e' un'emergenza i singoli Stati vengono lasciati sostanzialmente soli. E Bruxelles fa spallucce se la questione immigrati provoca forti tensioni sociali. In Grecia la situazione e' allarmante e cresce l'insofferenza verso i clandestini; in Spagna Zapatero si e' ben guardato dallo smantellare il muro elettronico e offre incentivi agli stranieri affinche' rientrino in patria; l'Italia ha risolto il problema (per ora) venendo a patti con Gheddafi, che da qualche settimana non fa piu' partire le 'carrette del mare', ma ora nessuno sa che fine facciano i clandestini che continuano ad arrivare in Libia. Il prezzo umano di quell'accordo rischia di essere molto alto. Cosi' non va: e' ora che la questione degli immigrati clandestini venga affrontata in modo organico dall'Unione europea stabilendo norme comuni sui pattugliamenti, rendendo efficaci le banche dati sugli stranieri extracomunitari nell'area Schenghen, ripartendo l'onere della gestione dei campi profughi, coordinando la concessione dei visti, stabilendo criteri per l'integrazione ovvero facendo tutto cio' che andava previsto parallelamente all'abolizione delle dogane dentro all'area Shenghen e che invece all'epoca fu trascurato con colossale ma tutt'altro che sorprendente ingenuita'. Altrimenti gli Stati del Sud continueranno a far da se'. E l'esasperazione (o addirittura il razzismo) di popoli tradizionalmente tolleranti continuera' ad aumentare. L'Europa deve chiarire se su un argomento cosi importante e' presente oppure no. La solidarieta' non puo' essere occasionale.. o sbaglio? Scritto in politica, giustizia, clandestini, scenari, immigrati, europa, globalizzazione, Italia, immigrazione, notizie nascoste, germania, democrazia, francia Commenti ( 47 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 13Jul 09 Beppe Grillo e Pd, che triste spettacolo. Fino a qualche tempo fa seguivo Beppe Grillo con simpatia, ritenevo che certe sue provocazioni fossero salutari e contenessero anche una buona dose di verità. Ora non lo leggo più: le sue argomentazioni sono sovente pressapochiste e intrise di un populismo da bar che non sopporto più. L'uomo si è dimostrato molte volte incoerente. Fa politica, ma lo nega. Manda allo sbaraglio i comitati civici senza esporsi in prima persona, ma ora che gli fa comodo ne rivendica la paternità. In un'intervista all'Agr ha dichiarato che vuole correre per la segreteria del Pd, ma che non intende candidarsi al Parlamento. Nel suo penultimo post si leggono solenni banalità tipo: Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c'è il Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini . Il che peraltro è falso. Berlinguer era una persona perbene ma era il segretario di un Partito comunista e da allora la sinistra è cambiata e molto. Sbagliando, ma il tentativo lo ha fatto. Beppe Grillo è l'uomo che si batte per l'ecologia e poi gironzola per il Mediterraneo con un motoscafo ultrainquinante; che si batte per i precari, le ingiustizie e gli avvoltoi della finanza, ma poi si dimostra abilissimo e spregiudicato uomo d'affari con redditi annui milionari. Lotta contro il copyright delle grandi major, ma denuncia per ricettazione un ragazzo che ha osato vendere su e bay un suo dvd. Non dichiara se sostiene o no lo sciopero dei blogger, probabilmente perchè l'idea non è venuta a lui, dimostrando un egocentrismo molto forte. Grillo evidentemente non ama condividere la ribalta con altri, tranne quando conviene a lui. Ciò detto sono altrettanto allibito dalla reazione del Pd. Ma che credibilità ha un partito che, per bocca del suo segretario organizzativo Migliavacca, si affretta a dichiarare che Beppe Grillo non ha i requisiti per ottenere la tessera? Sostiene Migliavacca: "Secondo lo statuto del Pd la domanda di iscrizione di Grillo non sarebbe accettabile perché lo statuto del partito al comma 8 dell'articolo 2 precisa: 'Sono esclusi dalla registrazione nell'Anagrafe degli iscritti e nell'Albo degli elettori le persone che siano iscritte ad altri partiti politici'. Grillo non sarebbe candidabile dato che in passato è stato promotore di liste in concorrenza col Pd". Mi sembra un criterio sovietico: chi in passato ha fatto concorrenza al Pd non riceverà mai la tessera. E allora i radicali? E i tanti militanti di altri partiti? Incredibile. Non è questa la risposta di un partito moderno e sicuro di sè di fronte alla provocazione di un comico politico o se preferite di un politico comico. E non c'è nulla da ridere. Scritto in sinistra, destra, grillo, intellettuali, casta, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 91 ) » 25ae (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 11Jul 09 Attenti, sono tornati i predoni della finanza. Nuova crisi in vista? Vedo addensarsi nuove nubi sul cielo dell'economia mondiale e in particolare di quella americana. Pochi ne parlano, perlomeno sulla stampa italiana, ma la California, ovvero l'ottava economia al mondo, è sull'orlo della bancarotta, come spiego in questo articolo e il rischio di un tracollo finanziario non è più da escludere, con ripercussioni facilmente immaginabili. Inoltre: la disoccupazione continua a crescere, il mercato immobiliare continua a crollare, i mancati pagamenti sulle carte di credito sono ai massimi storici, la fiducia dei consumatori ha ripreso a scendere. E le prospettiova di ripresa dell'economia reale sono molto più flebili del previsto. Ma soprattutto le grandi banche d'affari sono tornate a comportarsi esattamente come prima. La liquidità iniettata dalle banche centrali non è finita all'economia reale, ma è stata usata per nuove spericolate operazioni sul mercato dei derivati, come dimostrano le violente oscillazioni delle quotazioni delle materie prima e l'andamento assurdo delle Borse. E la speculazione, naturalmente, finirà per avvantaggiare soprattutto i manager, che quest'anno incasseranno bonus strepitosi: a Goldman Sachs si profila il miglior anno di sempre. Tra l'altro poco si è parlato dello scandalo di Steve Perkins, il trader che la settimana scorsa, da solo eludendo i controlli, ha innescato una speculazione che in un'ora ha fatto salire il prezzo del petrolio ai massimi dell'anno. Se una persona riesce a fare questo, è davvero inverosimile che alcune banche d'affari si accordino per pilotare al rialzo o al ribasso un mercato? Io dico di no. Il recente boom di Borsa è frutto di aspettative irrealistiche alimentate dalla speculazione che, come avvenuto in passato, potrebbe cambiare rapidamente orientamento, tanto più che i bilanci delle banche sono pieni di spazzatura che i trucchi contabili non riusciranno a nascondere in eterno. Dimenticavo: le banche americane hanno ripreso a erogare mutui subprime e a cartolarizzare debiti dal valore molti dubbio spacciandoli per obbligazioni tripla AAA. Attenti ai predoni della finanza: quando va bene a loro, va male a noi. A quando la nuova crisi finanziaria? C'è chi teme un altro settembre di lacrime. Scritto in casta, banchieri, scenari, disoccupazione, usa, borsa, crisi, economia, europa, era obama, banche, capitalismo, globalizzazione Commenti ( 53 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.86 su un massimo di 5) Loading ... 2781 Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Jul 09 Il decreto anti-blog? Inutile, basta il buon senso Alcuni di voi mi hanno chiesto se ero favorevole o contrario allo sciopero dei blog, promosso da un collega, Alessandro Gilioli, che conosco bene e che stimo, sebbene non sia sempre sia d'accordo con lui. Mi sono documentato, ho seguito alcune polemiche (ad esempio Orientalia 4all e Wolly ) e ho tratto questa conclusione: - La norma è prevista nel decreto Alfano che mira a punire la pubblicazione illegittima delle intercettazioni. Ha dunque una finalità specifica. - Tuttavia, interpretata alla lettera, permetterebbe un'estensione quasi illimitata del diritto di rettifica, dunque ben oltre gli scopi del Decreto. - I blog per loro natura sono sbarazzini, polemici, isole di libertà, con alcuni difetti , come la tendenza allo sproloquio e all'insulto, specialmente da parte di chi si avvale dell'anonimato. - Sebbene alcuni blog oggi siano molto letti, la maggior parte ha un'audience molto limitata. E i blog, essendo dei diari on-line, non possono essere paragonati agli articoli di grandi media come il Giornale, il Corriere della Sera o Repubblica. - Da liberale ritengo che la misura sia eccessiva: preferisco qualche insulto e qualche parolaccia in più piuttosto che correre il rischio di vedere annientata la vitalità dei blog da un abuso del diritto di rettifica. - E allora ben vengano le modifiche che parlamentari sia di centrodestra sia di centrosinistra intendono apportare al decreto e che sono molto probabili, considerato che il ministro Alfano si è detto disposto a rivedere il decreto prima del sì definitivo. - Tutto questo non sarebbe avvenuto senza la mobilitazione in Rete. Onore al merito, con un auspicio: che resti una forma di civile e costruttiva protesta. Quanto allo sciopero: a questo punto secondo me è inutile. Il rischio, semmai, è che il problema venga dimenticato durante la pausa d'agosto e che pertanto la protesta del 14 sia fine a se stessa (tra l'altro trovo di cattivo gusto l'idea di imbavagliarsi su You tube). Non sarebbe stato più saggio organizzare un'iniziativa in settembre per risvegliare l'interesse? Scritto in giornali, sinistra, destra, comunicazione, blog, notizie nascoste, democrazia, società, Italia Commenti ( 31 ) » (5 voti, il voto medio è: 3.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Jul 09 Usa-Russia, la distensione è solo apparente? Le agenzie di stampa ieri hanno dato il tono definendo "storico" l'accordo tra Medvedev e Obama e oggi quasi tutti i giornali italiani hanno seguito a ruota. In realtà l'intesa sul disarmo nucleare non è affatto memorabile ma rappresenta un lievissimo progresso rispetto al Trattato del 2002 con una riduzione da 1700 a 1675 del numero massimo delle testate nucleari. La novità principale scaturita dal summit è di tono. Ben venga. I due Paesi dimostrano l'intenzione di dialogare, rinunciando alla retorica da Guerra fredda che hanno caratterizzato l'ultima fase della presidenza Bush. Mosca, come ho spiegato in questa analisi, persegue un obiettivo prioritario: vuole che Washington riconosca la sua ritrovata grandezza; vuole essere trattata alla pari. Ma è improbabile che si accontenti dei sorrisi e delle parole di Obama. L'impressione è che il duo Medvedev-Putin intenda approfittare della debolezza di Washington per ampliare la propria influenza nell'ex Unione Sovietica (tra l'altro riportando sotto il proprio ombrello Ucraina e Georgia) e per spingere l'acceleratore verso un mondo multipolare in cui Russia, Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-asiatico? E l'Europa come deve comportarsi con una Russia di nuovo ambiziosa? 1f48 Scritto in geostrategia, era obama, europa, russia, gli usa e il mondo Commenti ( 86 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Jul 09 Per una settimana sarò a Radio Tre ogni mattina Da domani mattina per una settimana condurrò Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio Tre, che è divisa in due parti: la lettura dei giornali dalle 7.15 alle 8 e poi il filo diretto con gli ascoltatori dalle 8 alle 8.40 circa. Chi fosse interessato può seguire la trasmissione in diretta o in podcast collegandosi al sito di prima pagina o sintonizzandosi alla radio (trovate qui le frequenze). Per intervenire in diretta potete chiamare il numero verde: 800 050 333. La linea è aperta a tutti; anche agli amici di questo blog e con molto piacere. Scritto in giornalismo Commenti ( 35 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Jul 09 L'altro popolo italiano: quello dello scontrino non fiscale Piccole scene di ordinaria evasione fiscale. Vado in lavanderia, ritiro le giacche che ho lasciato qualche giorno prima. Affrancata sulla confezione di plastica c'è lo scontrino. Sembra tutto regolare. Ma poi quadro meglio: in basso, quasi invisibile c'è scritto non fiscale. E allora chiedo: ma questo è lo scontrino? E la signora, con l'aria un po' scocciata, mi dice: "Glielo faccio subito". Smanetta sulla cassa e mi stampa una vera ricevuta fiscale. Esco, arriva suo marito: guida un'auto sportiva dal valore di almeno 50-60 mila euro. Ripenso a quante volte sono andato in quella lavanderia e se in passato mi hanno stampato un vero scontrino. Credo mai. Il trucco di quello non fiscale è molto efficace: dà l'impressione al cliente che sia tutto in regola, ma consente all'esercente di incassare cifre enormi in nero. Non mi stupirei fossero pari all'80-90% della cifra d'affari. Faccio due conti: secondo me non il gestore della lavanderia guadagna non meno di 150-200 mila euro all'anno. In nero. E non è solo la lavanderia a usare questo stratagemma: anche il panettiere, l'idraulico, l'elettricista. Lavori un tempo umili e ora estremamente redditizi. Guadagnano quanto un manager di alto livello con una busta paga in regola da 300mila euro lordi. Qualcosa non torna. Emergono due Italia profondamente ingiuste: da un lato quella dei salariati che non evadono neanche un centesimo e a cui vengono accordate detrazioni risibili. Assieme a loro una parte importante del popolo delle partite Iva, che non riesce a evadere e paga somme spropositate, fino al 60-70% tra tasse e contributi sociali. L'altra Italia è formata dai panettieri, i lavandai, gli orefici che dichiarano redditi da 10euro all'anno, i piccoli imprenditori edili, i mediatori immobiliari. E continua a farla franca. In fondo basterebbe il buon senso per creare una situazione più equa. Il fisco svizzero, ad esempio, riesce a stimare qual è la cifra d'affari reale di un lavandaio a Lugano o a Bellinzona, considerando l'anzianità di esercizio, la posizione, se affitta o possiede il negozio. Chi dichiara troppo poco viene subito pizzicato, ma senza l'angoscia della visita di un uomo dell'arma. Viene convocato in ufficio. Il funzionario discute con lui e quasi sempre non deve ricorrere a misure punitive per trovare una soluzione. E ai salariati vengono accordate detrazioni fino ai 6-7mila euro a figlio e, nei tempi buoni, anche esenzioni del 5-10% sull'imponibile. Sia chiaro: Anche in Svizzera c'è evasione, come in Francia o in Germania ma le proporzioni sono più ragionevoli. Chissà, forse un giorno anche in Italia. Utopia? Scritto in casta, crisi, cultura, sinistra, destra, capitalismo, giustizia, notizie nascoste, democrazia, economia, società, Italia Commenti ( 103 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Jun 09 E ora trattare o no con l'Iran? Che guaio, presidente Obama 254a E ora che cosa si fa con l'Iran? Il quadro ormai è chiaro: il duo Khamenei-Ahmadinejahd ha vinto, gli studenti hanno perso. Ma sono chiare anche le ragioni del comportamento dell'America di Obama. Per giorni abbiamo pensato che la linea della prudenza fosse suggerita dal timore che un pronunciamento aperto avrebbe incoraggiato la repressione del regime. Ora sappiamo che il motivo principale era un altro: nel mese di maggio Obama ha inviato una lettera a Khamenei in cui non solo si limitava a formalizzare le proposte di dialogo, ma delineava una nuova era di pace e di collaborazione, inclusa una cogestione dei problemi dell'area del Golfo. Con incredibile leggerezza, la Casa Bianca ha insomma srotolato il tappeto rosso ai piedi dell'ala più intransigente del regime, senza nemmeno attendere le elezioni, che si sono svolte nel mese di giugno, e nella presunzione che nulla sarebbe cambiato a Teheran. Solo quando Khamenei ha iniziato ad accusare Washington di aver fomentato i disordini, Obama ha deciso di denunciare pubblicamente la repressione. Ma le rivoluzioni popolari riescono quando sono pilotate da qualcuno o quando l'esercito passa dalla parte dei rivoltosi. A Teheran nessuno di questi due requisiti si è verificato. La rivolta era spontanea e i Guardiani della Rivoluzione, nonostante qualche defezione, hanno obbedito al regime. La svolta di Obama è giunta troppo tardi per rompere una dinamica ormai favorevole al regime. L'America di Obama ha rivelato un'ingenuità sconcertante e ora è in grave imbarazzo. Come uscirne? E' giusto trattare, ignorando la repressione e l'inaffidabilità di un regime che non gode più di una legittimità popolare o bisogna ripristinare una linea dura sebbene senza giungere a un intervento militare? E come gestire le ricadute sugli altri Paesi del Golfo, a cominciare dall'Irak, dove gli iraniani manovrano la maggior parte delle milizie sciite e che, con il ritiro delle truppe Usa potrebbe sprofondare di nuovo nella guerra civile? D'altro canto come tenere a freno Israele ora più diffidente che mai? Di certo se Obama non avesse forzato i tempi della distensione con l'Iran, oggi non si troverebbe in una situazione così intricata. Che guaio, Mr President.. Scritto in scenari, geostrategia, iran, era obama, medio oriente, israele, gli usa e il mondo Commenti ( 38 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.29 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Jun 09 Il coraggio di punire certe banche. Le autorità di controllo giapponesi hanno deciso di punire Citigroup, sospendendo per un mese la sua licenza retail. Dunque il colosso bancario americano non può più offrire i propri servizi al consumatore comune. La ragione? Semplicissima: i controlli hanno dimostrato che le transazioni e certi prodotti Citigroup non sono trasparenti e che l'istituto non rispetta la legislazione contro il riciclaggio. La notizia non è affatto sorprendente. La rinascita del settore bancario americano, che sembra aver già archiviato la crisi, non è dovuta a un risanamento in profondità, ma da un lato al cambiamento delle regole contabili permesse dall'Amministrazione Obama che permettono di iscrivere a bilancio i debiti a un valore molto superiore a quello reale, d'altro canto al salvataggio indiscriminato dei colossi, che li ha ulteriormente deresponsabilizzati. Ora hanno la certezza che non verranno fatti fallire. Risultato: Goldman Sachs si appresta ad attribuire i bonus più ricchi della propria storia, battendo il record del 2006 e pian pianino le grandi banche che hanno provocato la crisi finanziaria hanno ripristinato le vecchi abitudini e hanno ripreso a gingillarsi con l'ingegneria finanziaria anzichè tornare ad esercitare le mansioni, prevedibili e noiose, che da sempre spettano alle banche. E molte di loro a ritenere il rispetto della legge non vincolante ovvero un optional persino nella lotta al riciclaggio (come dimostra il caso Citigroup). Lo stato di salute del settore finanziario resta precario. Oggi altre cinque banche Usa hanno chiuso i battenti e in settimana la Banca centrale d'Inghilterra ha avvertito che il sistema internazionale non è affatto risanato. Tuttavia l'impressione è l'Amministrazione Obama si accontenti di misure poco più che cosmetiche. Il Giappone va in controtendenza. Avendo perso fiducia nelle virtù redentorie degli Stati Uniti che, mai puniranno nè argineranno i colossi bancari, agisce per conto proprio. E dopo aver riscontrato tante, troppe ombre nei prodotti e nella cultura manageriale di Citigroup ne ha sospeso l'attività. Bene, ma mi chiedo: perché l'Europa non imita Tokyo? Un po' più di rigore sarebbe tutt'altro che sgradito. 37b2 Scritto in crisi, capitalismo, borsa, banchieri, casta, banche, giustizia, europa, globalizzazione, economia, società, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 38 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (22) banchieri (7) blog (6) borsa (7) capitalismo (26) casta (9) cina (23) clandestini (4) comunicazione (19) criminalità (2) crisi (43) cultura (7) democrazia (82) destra (5) disoccupazione (4) economia (46) era obama (39) europa (24) francia (29) geostrategia (10) germania (9) gheddafi (1) giornali (3) giornalismo (60) giustizia (11) gli usa e il mondo (83) globalizzazione (63) grillo (1) immigrati (7) immigrazione (49) influenza suina (3) intellettuali (2) internet (2) iran (6) islam (26) israele (4) Italia (173) lega (6) manipolazione (20) medio oriente (18) notizie nascoste (68) partito democratico (11) pdl (9) politica (9) presidenziali usa (25) progressisti (9) psicosi (4) referendum (1) russia (16) salute (2) scenari (14) sicurezza (6) sindacati (3) sinistra (5) società (53) spin (17) svizzera (5) terrorismo (2) tortura (1) turchia (14) usa (6) Varie (17) 203e I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Bastano una lobby e 370 milioni per rovinare il mondo... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Clandestini, la strana solidarieta' dell'Unione europea (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

La mia tesi sull'influenza suina (vedi i post su questo blog) , ovvero che si trattasse di un allarme gonfiato ad arte, ha trovato conferma: nel mondo decine di migliaia di persone sono state contagiate, ma i morti sono poco piu' di 150. Il virus e` tutt`altro che letale. Eppure l`allarmismo continua e ora le compagnie britanniche vogliono bloccare a terra chiunque mostri i sintomi del contagio. Insomma bastera` uno starnuto per vedersi rifiutato l'imbarco. Un delirio. A vantaggio di chi?La scorsa primavera l`allarme era servito a distrarre l`opinione pubblica dalla recessione (paura scaccia paura), ora ho l`impressione che l`interesse sia economico. Quanto guadagneranno le case farmaceutiche? Tantissimo e a finanziare acquisti di vaccini che non serviranno a nulla saranno per lo piu` gli Stati. Questo si' e' spreco di denaro pubblico. Scritto in psicosi, salute, cultura, influenza suina, comunicazione, manipolazione, crisi, giornalismo 1f4a Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Jul 09 Clandestini, la strana solidarieta' dell'Unione europea Secondo Le Monde la Francia accettera' di ospitare alcuni dei clandestini che sbarcano nel sud dell`Europa, idem la Germania e qualche altro Paese, anticipando la Commissione europea che intende occuparsi finalmente del problema dei clandestini, che , come noto, riguarda solo i Paesi del Su dell'Europa come Italia, Spagna, Grecia, Malta. Bene,a zni no. Perche', sempre secondo Le Monde, la Francia ospitera' 90 clandestini e gli altri Paesi non piu' di 30 ognuno. Cifre ridicole e soprattutto perche' la Ue intende semplicemente sollecitare gli altri Paesi, quelli del nord, a mostrarsi solidali con quelli del sud. Il suo e' un auspicio, non un obbligo. Il messaggio complessivo e' sempre lo stesso: Schenghen esiste e ai Paesi del sud Euroa spetta il compito di garantire le frontiere meridionali della Ue, ma quando c'e' un'emergenza i singoli Stati vengono lasciati sostanzialmente soli. E Bruxelles fa spallucce se la questione immigrati provoca forti tensioni sociali. In Grecia la situazione e' allarmante e cresce l'insofferenza verso i clandestini; in Spagna Zapatero si e' ben guardato dallo smantellare il muro elettronico e offre incentivi agli stranieri affinche' rientrino in patria; l'Italia ha risolto il problema (per ora) venendo a patti con Gheddafi, che da qualche settimana non fa piu' partire le 'carrette del mare', ma ora nessuno sa che fine facciano i clandestini che continuano ad arrivare in Libia. Il prezzo umano di quell'accordo rischia di essere molto alto. Cosi' non va: e' ora che la questione degli immigrati clandestini venga affrontata in modo organico dall'Unione europea stabilendo norme comuni sui pattugliamenti, rendendo efficaci le banche dati sugli stranieri extracomunitari nell'area Schenghen, ripartendo l'onere della gestione dei campi profughi, coordinando la concessione dei visti, stabilendo criteri per l'integrazione ovvero facendo tutto cio' che andava previsto parallelamente all'abolizione delle dogane dentro all'area Shenghen e che invece all'epoca fu trascurato con colossale ma tutt'altro che sorprendente ingenuita'. Altrimenti gli Stati del Sud continueranno a far da se'. E l'esasperazione (o addirittura il razzismo) di popoli tradizionalmente tolleranti continuera' ad aumentare. L'Europa deve chiarire se su un argomento cosi importante e' presente oppure no. La solidarieta' non puo' essere occasionale.. o sbaglio? Scritto in politica, giustizia, clandestini, scenari, immigrati, europa, globalizzazione, Italia, immigrazione, notizie nascoste, germania, democrazia, francia Commenti ( 47 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 13Jul 09 Beppe Grillo e Pd, che triste spettacolo. Fino a qualche tempo fa seguivo Beppe Grillo con simpatia, ritenevo che certe sue provocazioni fossero salutari e contenessero anche una buona dose di verità. Ora non lo leggo più: le sue argomentazioni sono sovente pressapochiste e intrise di un populismo da bar che non sopporto più. L'uomo si è dimostrato molte volte incoerente. Fa politica, ma lo nega. Manda allo sbaraglio i comitati civici senza esporsi in prima persona, ma ora che gli fa comodo ne rivendica la paternità. In un'intervista all'Agr ha dichiarato che vuole correre per la segreteria del Pd, ma che non intende candidarsi al Parlamento. Nel suo penultimo post si leggono solenni banalità tipo: Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c'è il Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini . Il che peraltro è falso. Berlinguer era una persona perbene ma era il segretario di un Partito comunista e da allora la sinistra è cambiata e molto. Sbagliando, ma il tentativo lo ha fatto. Beppe Grillo è l'uomo che si batte per l'ecologia e poi gironzola per il Mediterraneo con un motoscafo ultrainquinante; che si batte per i precari, le ingiustizie e gli avvoltoi della finanza, ma poi si dimostra abilissimo e spregiudicato uomo d'affari con redditi annui milionari. Lotta contro il copyright delle grandi major, ma denuncia per ricettazione un ragazzo che ha osato vendere su e bay un suo dvd. Non dichiara se sostiene o no lo sciopero dei blogger, probabilmente perchè l'idea non è venuta a lui, dimostrando un egocentrismo molto forte. Grillo evidentemente non ama condividere la ribalta con altri, tranne quando conviene a lui. Ciò detto sono altrettanto allibito dalla reazione del Pd. Ma che credibilità ha un partito che, per bocca del suo segretario organizzativo Migliavacca, si affretta a dichiarare che Beppe Grillo non ha i requisiti per ottenere la tessera? Sostiene Migliavacca: "Secondo lo statuto del Pd la domanda di iscrizione di Grillo non sarebbe accettabile perché lo statuto del partito al comma 8 dell'articolo 2 precisa: 'Sono esclusi dalla registrazione nell'Anagrafe degli iscritti e nell'Albo degli elettori le persone che siano iscritte ad altri partiti politici'. Grillo non sarebbe candidabile dato che in passato è stato promotore di liste in concorrenza col Pd". Mi sembra un criterio sovietico: chi in passato ha fatto concorrenza al Pd non riceverà mai la tessera. E allora i radicali? E i tanti militanti di altri partiti? Incredibile. Non è questa la risposta di un partito moderno e sicuro di sè di fronte alla provocazione di un comico politico o se preferite di un politico comico. E non c'è nulla da ridere. Scritto in sinistra, destra, grillo, intellettuali, casta, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 91 ) » 25ae (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 11Jul 09 Attenti, sono tornati i predoni della finanza. Nuova crisi in vista? Vedo addensarsi nuove nubi sul cielo dell'economia mondiale e in particolare di quella americana. Pochi ne parlano, perlomeno sulla stampa italiana, ma la California, ovvero l'ottava economia al mondo, è sull'orlo della bancarotta, come spiego in questo articolo e il rischio di un tracollo finanziario non è più da escludere, con ripercussioni facilmente immaginabili. Inoltre: la disoccupazione continua a crescere, il mercato immobiliare continua a crollare, i mancati pagamenti sulle carte di credito sono ai massimi storici, la fiducia dei consumatori ha ripreso a scendere. E le prospettiova di ripresa dell'economia reale sono molto più flebili del previsto. Ma soprattutto le grandi banche d'affari sono tornate a comportarsi esattamente come prima. La liquidità iniettata dalle banche centrali non è finita all'economia reale, ma è stata usata per nuove spericolate operazioni sul mercato dei derivati, come dimostrano le violente oscillazioni delle quotazioni delle materie prima e l'andamento assurdo delle Borse. E la speculazione, naturalmente, finirà per avvantaggiare soprattutto i manager, che quest'anno incasseranno bonus strepitosi: a Goldman Sachs si profila il miglior anno di sempre. Tra l'altro poco si è parlato dello scandalo di Steve Perkins, il trader che la settimana scorsa, da solo eludendo i controlli, ha innescato una speculazione che in un'ora ha fatto salire il prezzo del petrolio ai massimi dell'anno. Se una persona riesce a fare questo, è davvero inverosimile che alcune banche d'affari si accordino per pilotare al rialzo o al ribasso un mercato? Io dico di no. Il recente boom di Borsa è frutto di aspettative irrealistiche alimentate dalla speculazione che, come avvenuto in passato, potrebbe cambiare rapidamente orientamento, tanto più che i bilanci delle banche sono pieni di spazzatura che i trucchi contabili non riusciranno a nascondere in eterno. Dimenticavo: le banche americane hanno ripreso a erogare mutui subprime e a cartolarizzare debiti dal valore molti dubbio spacciandoli per obbligazioni tripla AAA. Attenti ai predoni della finanza: quando va bene a loro, va male a noi. A quando la nuova crisi finanziaria? C'è chi teme un altro settembre di lacrime. Scritto in casta, banchieri, scenari, disoccupazione, usa, borsa, crisi, economia, europa, era obama, banche, capitalismo, globalizzazione Commenti ( 53 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.86 su un massimo di 5) Loading ... 2781 Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Jul 09 Il decreto anti-blog? Inutile, basta il buon senso Alcuni di voi mi hanno chiesto se ero favorevole o contrario allo sciopero dei blog, promosso da un collega, Alessandro Gilioli, che conosco bene e che stimo, sebbene non sia sempre sia d'accordo con lui. Mi sono documentato, ho seguito alcune polemiche (ad esempio Orientalia 4all e Wolly ) e ho tratto questa conclusione: - La norma è prevista nel decreto Alfano che mira a punire la pubblicazione illegittima delle intercettazioni. Ha dunque una finalità specifica. - Tuttavia, interpretata alla lettera, permetterebbe un'estensione quasi illimitata del diritto di rettifica, dunque ben oltre gli scopi del Decreto. - I blog per loro natura sono sbarazzini, polemici, isole di libertà, con alcuni difetti , come la tendenza allo sproloquio e all'insulto, specialmente da parte di chi si avvale dell'anonimato. - Sebbene alcuni blog oggi siano molto letti, la maggior parte ha un'audience molto limitata. E i blog, essendo dei diari on-line, non possono essere paragonati agli articoli di grandi media come il Giornale, il Corriere della Sera o Repubblica. - Da liberale ritengo che la misura sia eccessiva: preferisco qualche insulto e qualche parolaccia in più piuttosto che correre il rischio di vedere annientata la vitalità dei blog da un abuso del diritto di rettifica. - E allora ben vengano le modifiche che parlamentari sia di centrodestra sia di centrosinistra intendono apportare al decreto e che sono molto probabili, considerato che il ministro Alfano si è detto disposto a rivedere il decreto prima del sì definitivo. - Tutto questo non sarebbe avvenuto senza la mobilitazione in Rete. Onore al merito, con un auspicio: che resti una forma di civile e costruttiva protesta. Quanto allo sciopero: a questo punto secondo me è inutile. Il rischio, semmai, è che il problema venga dimenticato durante la pausa d'agosto e che pertanto la protesta del 14 sia fine a se stessa (tra l'altro trovo di cattivo gusto l'idea di imbavagliarsi su You tube). Non sarebbe stato più saggio organizzare un'iniziativa in settembre per risvegliare l'interesse? Scritto in giornali, sinistra, destra, comunicazione, blog, notizie nascoste, democrazia, società, Italia Commenti ( 31 ) » (5 voti, il voto medio è: 3.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Jul 09 Usa-Russia, la distensione è solo apparente? Le agenzie di stampa ieri hanno dato il tono definendo "storico" l'accordo tra Medvedev e Obama e oggi quasi tutti i giornali italiani hanno seguito a ruota. In realtà l'intesa sul disarmo nucleare non è affatto memorabile ma rappresenta un lievissimo progresso rispetto al Trattato del 2002 con una riduzione da 1700 a 1675 del numero massimo delle testate nucleari. La novità principale scaturita dal summit è di tono. Ben venga. I due Paesi dimostrano l'intenzione di dialogare, rinunciando alla retorica da Guerra fredda che hanno caratterizzato l'ultima fase della presidenza Bush. Mosca, come ho spiegato in questa analisi, persegue un obiettivo prioritario: vuole che Washington riconosca la sua ritrovata grandezza; vuole essere trattata alla pari. Ma è improbabile che si accontenti dei sorrisi e delle parole di Obama. L'impressione è che il duo Medvedev-Putin intenda approfittare della debolezza di Washington per ampliare la propria influenza nell'ex Unione Sovietica (tra l'altro riportando sotto il proprio ombrello Ucraina e Georgia) e per spingere l'acceleratore verso un mondo multipolare in cui Russia, Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-asiatico? E l'Europa come deve comportarsi con una Russia di nuovo ambiziosa? 1f48 Scritto in geostrategia, era obama, europa, russia, gli usa e il mondo Commenti ( 86 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Jul 09 Per una settimana sarò a Radio Tre ogni mattina Da domani mattina per una settimana condurrò Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio Tre, che è divisa in due parti: la lettura dei giornali dalle 7.15 alle 8 e poi il filo diretto con gli ascoltatori dalle 8 alle 8.40 circa. Chi fosse interessato può seguire la trasmissione in diretta o in podcast collegandosi al sito di prima pagina o sintonizzandosi alla radio (trovate qui le frequenze). Per intervenire in diretta potete chiamare il numero verde: 800 050 333. La linea è aperta a tutti; anche agli amici di questo blog e con molto piacere. Scritto in giornalismo Commenti ( 35 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Jul 09 L'altro popolo italiano: quello dello scontrino non fiscale Piccole scene di ordinaria evasione fiscale. Vado in lavanderia, ritiro le giacche che ho lasciato qualche giorno prima. Affrancata sulla confezione di plastica c'è lo scontrino. Sembra tutto regolare. Ma poi quadro meglio: in basso, quasi invisibile c'è scritto non fiscale. E allora chiedo: ma questo è lo scontrino? E la signora, con l'aria un po' scocciata, mi dice: "Glielo faccio subito". Smanetta sulla cassa e mi stampa una vera ricevuta fiscale. Esco, arriva suo marito: guida un'auto sportiva dal valore di almeno 50-60 mila euro. Ripenso a quante volte sono andato in quella lavanderia e se in passato mi hanno stampato un vero scontrino. Credo mai. Il trucco di quello non fiscale è molto efficace: dà l'impressione al cliente che sia tutto in regola, ma consente all'esercente di incassare cifre enormi in nero. Non mi stupirei fossero pari all'80-90% della cifra d'affari. Faccio due conti: secondo me non il gestore della lavanderia guadagna non meno di 150-200 mila euro all'anno. In nero. E non è solo la lavanderia a usare questo stratagemma: anche il panettiere, l'idraulico, l'elettricista. Lavori un tempo umili e ora estremamente redditizi. Guadagnano quanto un manager di alto livello con una busta paga in regola da 300mila euro lordi. Qualcosa non torna. Emergono due Italia profondamente ingiuste: da un lato quella dei salariati che non evadono neanche un centesimo e a cui vengono accordate detrazioni risibili. Assieme a loro una parte importante del popolo delle partite Iva, che non riesce a evadere e paga somme spropositate, fino al 60-70% tra tasse e contributi sociali. L'altra Italia è formata dai panettieri, i lavandai, gli orefici che dichiarano redditi da 10euro all'anno, i piccoli imprenditori edili, i mediatori immobiliari. E continua a farla franca. In fondo basterebbe il buon senso per creare una situazione più equa. Il fisco svizzero, ad esempio, riesce a stimare qual è la cifra d'affari reale di un lavandaio a Lugano o a Bellinzona, considerando l'anzianità di esercizio, la posizione, se affitta o possiede il negozio. Chi dichiara troppo poco viene subito pizzicato, ma senza l'angoscia della visita di un uomo dell'arma. Viene convocato in ufficio. Il funzionario discute con lui e quasi sempre non deve ricorrere a misure punitive per trovare una soluzione. E ai salariati vengono accordate detrazioni fino ai 6-7mila euro a figlio e, nei tempi buoni, anche esenzioni del 5-10% sull'imponibile. Sia chiaro: Anche in Svizzera c'è evasione, come in Francia o in Germania ma le proporzioni sono più ragionevoli. Chissà, forse un giorno anche in Italia. Utopia? Scritto in casta, crisi, cultura, sinistra, destra, capitalismo, giustizia, notizie nascoste, democrazia, economia, società, Italia Commenti ( 103 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Jun 09 E ora trattare o no con l'Iran? Che guaio, presidente Obama 254a E ora che cosa si fa con l'Iran? Il quadro ormai è chiaro: il duo Khamenei-Ahmadinejahd ha vinto, gli studenti hanno perso. Ma sono chiare anche le ragioni del comportamento dell'America di Obama. Per giorni abbiamo pensato che la linea della prudenza fosse suggerita dal timore che un pronunciamento aperto avrebbe incoraggiato la repressione del regime. Ora sappiamo che il motivo principale era un altro: nel mese di maggio Obama ha inviato una lettera a Khamenei in cui non solo si limitava a formalizzare le proposte di dialogo, ma delineava una nuova era di pace e di collaborazione, inclusa una cogestione dei problemi dell'area del Golfo. Con incredibile leggerezza, la Casa Bianca ha insomma srotolato il tappeto rosso ai piedi dell'ala più intransigente del regime, senza nemmeno attendere le elezioni, che si sono svolte nel mese di giugno, e nella presunzione che nulla sarebbe cambiato a Teheran. Solo quando Khamenei ha iniziato ad accusare Washington di aver fomentato i disordini, Obama ha deciso di denunciare pubblicamente la repressione. Ma le rivoluzioni popolari riescono quando sono pilotate da qualcuno o quando l'esercito passa dalla parte dei rivoltosi. A Teheran nessuno di questi due requisiti si è verificato. La rivolta era spontanea e i Guardiani della Rivoluzione, nonostante qualche defezione, hanno obbedito al regime. La svolta di Obama è giunta troppo tardi per rompere una dinamica ormai favorevole al regime. L'America di Obama ha rivelato un'ingenuità sconcertante e ora è in grave imbarazzo. Come uscirne? E' giusto trattare, ignorando la repressione e l'inaffidabilità di un regime che non gode più di una legittimità popolare o bisogna ripristinare una linea dura sebbene senza giungere a un intervento militare? E come gestire le ricadute sugli altri Paesi del Golfo, a cominciare dall'Irak, dove gli iraniani manovrano la maggior parte delle milizie sciite e che, con il ritiro delle truppe Usa potrebbe sprofondare di nuovo nella guerra civile? D'altro canto come tenere a freno Israele ora più diffidente che mai? Di certo se Obama non avesse forzato i tempi della distensione con l'Iran, oggi non si troverebbe in una situazione così intricata. Che guaio, Mr President.. Scritto in scenari, geostrategia, iran, era obama, medio oriente, israele, gli usa e il mondo Commenti ( 38 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.29 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Jun 09 Il coraggio di punire certe banche. Le autorità di controllo giapponesi hanno deciso di punire Citigroup, sospendendo per un mese la sua licenza retail. Dunque il colosso bancario americano non può più offrire i propri servizi al consumatore comune. La ragione? Semplicissima: i controlli hanno dimostrato che le transazioni e certi prodotti Citigroup non sono trasparenti e che l'istituto non rispetta la legislazione contro il riciclaggio. La notizia non è affatto sorprendente. La rinascita del settore bancario americano, che sembra aver già archiviato la crisi, non è dovuta a un risanamento in profondità, ma da un lato al cambiamento delle regole contabili permesse dall'Amministrazione Obama che permettono di iscrivere a bilancio i debiti a un valore molto superiore a quello reale, d'altro canto al salvataggio indiscriminato dei colossi, che li ha ulteriormente deresponsabilizzati. Ora hanno la certezza che non verranno fatti fallire. Risultato: Goldman Sachs si appresta ad attribuire i bonus più ricchi della propria storia, battendo il record del 2006 e pian pianino le grandi banche che hanno provocato la crisi finanziaria hanno ripristinato le vecchi abitudini e hanno ripreso a gingillarsi con l'ingegneria finanziaria anzichè tornare ad esercitare le mansioni, prevedibili e noiose, che da sempre spettano alle banche. E molte di loro a ritenere il rispetto della legge non vincolante ovvero un optional persino nella lotta al riciclaggio (come dimostra il caso Citigroup). Lo stato di salute del settore finanziario resta precario. Oggi altre cinque banche Usa hanno chiuso i battenti e in settimana la Banca centrale d'Inghilterra ha avvertito che il sistema internazionale non è affatto risanato. Tuttavia l'impressione è l'Amministrazione Obama si accontenti di misure poco più che cosmetiche. Il Giappone va in controtendenza. Avendo perso fiducia nelle virtù redentorie degli Stati Uniti che, mai puniranno nè argineranno i colossi bancari, agisce per conto proprio. E dopo aver riscontrato tante, troppe ombre nei prodotti e nella cultura manageriale di Citigroup ne ha sospeso l'attività. Bene, ma mi chiedo: perché l'Europa non imita Tokyo? Un po' più di rigore sarebbe tutt'altro che sgradito. 37c5 Scritto in crisi, capitalismo, borsa, banchieri, casta, banche, giustizia, europa, globalizzazione, economia, società, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 38 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (22) banchieri (7) blog (6) borsa (7) capitalismo (26) casta (9) cina (23) clandestini (4) comunicazione (19) criminalità (2) crisi (43) cultura (7) democrazia (82) destra (5) disoccupazione (4) economia (46) era obama (39) europa (24) francia (29) geostrategia (10) germania (9) gheddafi (1) giornali (3) giornalismo (60) giustizia (11) gli usa e il mondo (83) globalizzazione (63) grillo (1) immigrati (7) immigrazione (49) influenza suina (3) intellettuali (2) internet (2) iran (6) islam (26) israele (4) Italia (173) lega (6) manipolazione (20) medio oriente (18) notizie nascoste (68) partito democratico (11) pdl (9) politica (9) presidenziali usa (25) progressisti (9) psicosi (4) referendum (1) russia (16) salute (2) scenari (14) sicurezza (6) sindacati (3) sinistra (5) società (53) spin (17) svizzera (5) terrorismo (2) tortura (1) turchia (14) usa (6) Varie (17) 203e I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Bastano una lobby e 370 milioni per rovinare il mondo... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Tania senza unghie perde il bronzo Idea di Rosolino: Le sincronette si lamentano: Ma la Cagnotto ai tifosi: (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di lunedì 20 luglio 2009 Tania senza unghie perde il bronzo Idea di Rosolino: «Tutti in clausura» Le sincronette si lamentano: «Posti già assegnati dalle giurie» Ma la Cagnotto ai tifosi: «Non fischiate i giudici, ci rimettiamo» di Redazione RomaUn'Italia in crescita, ma ancora ferma ai piedi del podio. E se il nuotatore Rosolino annuncia: «Basta chiacchiere, ora andiamo in clausura», bruciano i due quarti posti dei Marconi e della Cagnotto, ma che comunque segnano un passo avanti importante dei nostri tuffatori nei Mondiali. Esalta il sesto posto delle sincronette, soddisfatte ma in parte deluse dal comportamento delle giurie. L'esercizio delle azzurre, accompagnate dalle note gitane dell'Unza Unza Time di Emil Kusturica, fanno impazzire il pubblico del Foro Italico e conquistano anche i giudici per l'esecuzione. Meglio del Giappone e degli Usa, dirà il punteggio singolo. La media finale però vedrà solo le americane dietro all'Italia. Una prima volta assoluta, che in altri tempi avrebbe saziato la fame delle nostre sirene, ma che oggi legittimamente non basta più. «Le giurie ci fanno crescere pezzetto per pezzetto - il civile campanello d'allarme lanciato dal ct Laura De Renzis -. Abbiamo battuto il Giappone in esecuzione, loro che tecnicamente sono perfette, quindi è un bel risultato, ma poi nell'impressione generale ci hanno superato. Non si spiega. Come se dovessero per forza starci davanti... Non dico di arrivare a battere le tre grandi potenze (Russia, Spagna e Cina, tutte sul podio a Roma ndr), ma non voglio credere che in ogni caso debba contare il nome e la tradizione...». Insomma, un sesto posto (eguagliato il piazzamento del mondiale di Fukuoka 2001) che rischia di stare stretto. E le sincronette promettono battaglia nel libero combinato. Dove le chance di medaglia aumentano vertiginosamente. «Russia e Usa non ci saranno, le nostre quotazioni crescono», sottolinea la De Renzis, rinviando all'appuntamento di domani e dopodomani. E annuncia un grande esercizio con la musica de Il Padrino. Cinquanta metri più in là, nell'impianto dei tuffi, si respira lo stesso rammarico. Tania Cagnotto ha appena mancato il bronzo nella gara del trampolino da un metro, una sorta di allenamento per i «3 metri» che oggi dovrebbero vederla protagonista. Poco più di sette punti dividono la bolzanina dalla cinese Han Wang, che dopo i tuffi preliminari era dietro. Ma stavolta le giurie non c'entrano. Nella grande famiglia dei tuffi, si è "nemici" solo nella gara. Lo dimostra l'abbraccio che Tania riserva a Julia Pakhalina appena laureatasi campionessa mondiale, quello che la russa darà a Giorgio Cagnotto con un affettuoso «thank you, papà», ma anche la tiratina d'orecchi che lo stesso Cagnotto riserva a quei tifosi che dalle tribune fischiano i cinesi («Mi sarebbe piaciuto che applaudissero anche loro oltre che noi, loro sono fortissimi, il gesto atletico va sempre apprezzato») o sono in chiaro disaccordo con un punteggio attribuito alla figlia dai giudici. Che per di più assegnano l'unico dieci della giornata proprio alla nostra punta di diamante. Il podio fallito è tutto nel tuffo di apertura della finale. E lo ammette la stessa Tania, senza giri di parole. «Non ho iniziato come nell'eliminatoria e ho pagato. Ero agitata e il primo tuffo ne ha risentito. Il trampolino da un metro non era la mia disciplina e alla vigilia avrei preso bene questo risultato. Ma vedere che a pochi punti c'era la Wang con il bronzo fa un po' rabbia. Peccato, ho pensato di poterla riprendere, ma ho tirato fuori le unghie negli ultimi tuffi. Il 10? È l'unica consolazione e quanto alle giurie non vanno fischiate, altrimenti ci rimettiamo noi...». Un appello ben diverso da quello lanciato dalla De Renzis. Tutta in salita la gara della bolzanina: subito sesta, con la pluricampionessa olimpica Pakhalina e le cinesi che mettono il cappello sui primi tre posti e non lo molleranno fino alla fine, poi addirittura ottava fino ai due tuffi conclusivi praticamente perfetti. «All'inizio non ha avuto il ghigno assassino, ma nel finale è stata grande - dice Cagnotto senior -. Nell'ultimo doppio e mezzo rovesciato si è addirittura superata, ciò fa ben sperare per la gara dei 3 metri». Dove non ci sarà (meno male) proprio la Pakhalina e nella quale da oggi Tania vuole difendere, anzi punta a migliorare il bronzo di Montreal 2005 e Melbourne 2007. Magari senza distrazioni e, perché no, con l'aiuto delle giurie... © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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Cerimonia Tempi lunghi portabandiera fantasma (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di lunedì 20 luglio 2009 Cerimonia Tempi lunghi portabandiera fantasma di Redazione Roma Il giallo dei portabandiera "fantasma" va in scena durante la cerimonia di apertura dei Mondiali. L'organizzazione dell'evento ha convocato con esagerato anticipo le 183 rappresentative nazionali per la tradizionale sfilata delle squadre, prevista dopo le varie esibizioni di cantanti, ballerini e mimi, peraltro molto suggestive. Il risultato è stato che via via gli atleti e i responsabili dei team si sono spazientiti - chi aveva gareggiato era stanco, chi avrebbe dovuto farlo ieri voleva riposare e pensare alla gara - e la sfilata delle squadre è andata in scena con una cinquantina di portabandiera "veri", le squadre decimate e rimpolpate con figuranti dell'ultimo momento, scelti tra i volontari. Il record è probabilmente dei canadesi: dell'intera squadra, al momento della sfilata, ne era rimasto uno soltanto, il resto erano intrusi. Giornata favorevole alla Russia: due ori sui tre in palio, tra cui il primo titolo del nuoto sincronizzato. La Cina vince nella piattaforma 10 m sincro: oro a Chen e Wang, bronzo storico alla Malesia (Leong e Pamg). Pallanuoto: Italia-Uzbekistan 20-3. Nello stesso girone Ungheria-Cina 10-7. Oggi (ore 9.30 e 17) otto gare di pallanuoto maschile (Italia-Usa). Ore 10: qualificazioni trampolino 3 metri donne (Cagnotto e Dallapè). Ore 14: preliminari piattaforma 10 mt (Dell'Uomo e Verzotto). Ore 11: finale nuoto sincronizzato «solo tecnico» (Adelizzi 4a nelle qualificazioni). Ore 17: preliminari duo tecnico (Adelizzi-Lapi). © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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Dal trampolino un'altra delusione (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sport Vari Pagina 10032 Dal trampolino un'altra delusione Per Tania Cagnotto amaro quarto posto come i fratelli Marconi --> Per Tania Cagnotto amaro quarto posto come i fratelli Marconi ROMA Nella famiglia dei tuffi si può avere il nodo in gola per il bronzo sfumato di un soffio, e abbracciare la rivale-amica capace a 32 anni di portarsi via un oro tra gli applausi di tutti. Tania Cagnotto non piange, non si dispera come è successo in passato: il suo quarto posto nel trampolino basso brucia, ma non può impedirle di fare i complimenti a Julia Pakhalina, la russa Highlander capace di battere una coppia di cinesi e conquistare l'ennesima medaglia della sua carriera senza fine. La delusione per la nuova medaglia di cartone è palpabile: il Mondiale di Tania si era aperto con i migliori auspici, con il terzo posto nelle eliminatorie da 1 metro, che non è la specialità della bolzanina. In finale, dopo qualche ora, la tensione si è fatta sentire, e il viso «non aveva il ghigno assassino», racconta poi papà Cagnotto. E così il primo salto è di gran lunga inferiore allo stesso eseguito in mattinata: e lì l'azzurra si gioca la sua medaglia. Sesta, scivola addirittura ottava dopo il secondo giro, risale sesta al terzo tuffo: e solo negli ultimi due mostra la sua vera stoffa. Non basta per recuperare lo svantaggio sulla cinese Wang, che senza strafare riesce a portarsi via il bronzo, alle spalle della connazionale Wu Minxia. L'altra azzurra in gara, Maria Marconi chiude al sesto posto. SINCRONIZZATO Polemiche e amarezze per la squadra azzurra anche dal nuoto sincronizzato. La Russia ha conquistato l'oro nella prova a squadre con il punteggio di 98,833 davanti alla Spagna, argento con 97.883. Medaglia di bronzo alla Cina con 96.667. L'Italia ha chiuso al sesto posto con 94.666, migliorando di una posizione rispetto ai piazzamenti delle precedenti edizioni dei Mondiali. Ma è una magra consolazione. L'esecuzione delle sirene azzurre dell'acqua, migliore di quella del Giappone, non è sufficiente a scavalcare in classifica le sincronette del Sol Levante. «Abbiamo battuto il Giappone in esecuzione, loro che tecnicamente sono perfette, e quindi è un bel risultato, ma poi nell'impressione generale ci hanno superato. Non si spiega. Come se dovessero per forza starci davanti...», si lascia scappare il ct, Laura De Renzis. È una velata polemica in una gara dove il podio è dominato da russe, spagnole e cinesi. Le azzurre non avevano mai battuto gli Usa e nemmeno superato il Giappone nell'esecuzione, e per loro già questo è un grande risultato. PALLANUOTO L'unico sorriso lo regala la Nazionale italiana femminile di pallanuoto. Il Setterosa ha battuto 20-3 l'Uzbekistan, in una partita del girone eliminatorio (Gruppo A). Come dice il punteggio, però, non era un test troppo severo. Le sfide difficili devono ancora arrivare. A cominciare da quella di domani contro l'Ungheria.

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Piozzo: chiacchierata con Teo Musso su 'Musica & Dintorni' (sezione: Globalizzazione)

( da "Targatocn.it" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Piozzo: chiacchierata con Teo Musso su 'Musica & Dintorni' Anche quest’anno come da ormai 23 anni a questa parte il Baladin di Piozzo propone il suo personalissimo 'Musica & Dintorni', Festival di Musica dal Mondo, organizzato appunto dall’Associazione Culturale Baladin, la Pro Loco di Piozzo e in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. Quest’anno, come lecito aspettarsi dal vulcanico Teo Musso e dal suo entourage, ci saranno molte novità e sorprese. Lo abbiamo quindi raggiunto per saperne di più. Teo, allora come nasce 'Musica & Dintorni' e cosa ci dobbiamo aspettare quest’anno? Beh, 'Musica & Dintorni' nasce per celebrare l’anniversario della nascita del Baladin, il 14 Luglio 1986. Si è sempre festeggiato questo avvenimento il secondo weekend di Luglio, ma da 5 anni abbiamo deciso di spostarlo alla terza settimana … più che altro perché prima ci prendevamo sempre un sacco di pioggia … ma dubito che risolveremo questo problema spostando la data! Quando decidemmo di fare la prima edizione fu quasi una rivoluzione, infatti oggi può sembrare la cosa più scontata del mondo che ci sia una manifestazione musicale di questo tipo,visto che ormai si fatica a trovare un Comune che non ne organizzi una, ma all’epoca non c’era nulla … a parte delle serate di liscio. Quest’anno abbiamo poi deciso di rivoluzionare il festival facendolo durare quasi una settimana e chiudendo il Baladin, infatti il tutto si svolgerà al di fuori della nostra struttura e ingloberà l’intera piazza di Piozzo e Casa Baldin, il tutto verrà circondato con una specie di mostra-installazione molto particolare che delimiterà in modo artistico l’area della manifestazione. Ovviamente come da tradizione faremo dei riferimenti al mondo circense,in particolare nella serata di domenica come introduzione ai Mirò,ci sarà lo spettacolo della Compagnia Circense Sowilo. Come sempre poi ovviamente si giocherà molto sul binomio birra di qualità, musica di qualità … senza dimenticare la cucina con piatti sempre diversi ogni serata! Ecco appunto la musica, quali sono i criteri che usate per scegliere i gruppi? Ad essere onesto sono sempre stato molto egoista in questo frangente, nel senso che mi sono principalmente basato sui miei gusti personali, anche perché sarebbe estremamente difficile soddisfare i gusti di tutti. Si tratta ovviamente di gruppi di estrema qualità, se pensiamo infatti ai due gruppi americani che si esibiranno martedì e giovedì posso dire tranquillamente che sono tra le dieci migliori formazioni blues che quest’estate verranno in Europa. In realtà poi ritengo sia molto importante la gestione dei particolari, che fanno la vera differenza, il programma non è stato fatto a caso, ma c’è un motivo specifico per cui un determinato gruppo suona in una determinata serata. Molti avrebbero puntato su nomi blasonati per attirare il grande pubblico,voi in questi anni avete deciso di puntare su gruppi di nicchia, è stata una scommessa vincente? Credo che in realtà sia una scelta coerente con quello che è lo spirito del Baladin, noi siamo sempre stati in controtendenza con tutto e con tutti e posso dire che è una scelta che ha ripagato negli anni tutto il nostro impegno. Inoltre diciamo che noi puntiamo su un pubblico che non segue le mode ma che segue la qualità, ecco queste persone hanno bisogno di un luogo di ritrovo e intrattenimento e il Baladin lo è diventato. Come siete riusciti a far venire gruppi da mezzo mondo ad esibirsi in un paese di mille abitanti? La passione è quello che ci ha mossi fin dall’inizio poi ovviamente col tempo i contatti si creano, io ho inoltre lavorato come tour manager per anni. Sicuramente ora come ora poi il nome e l’importanza del locale di per sé hanno un certo peso … devo dire che però non è così semplice come può sembrare, organizzare certi eventi, sia a livello economico che a livello organizzativo é sempre molto impegnativo per noi. Un ultima domanda, visto il bel melting pot di stili e nazionalità che è questo festival, potremmo dire che il Baladin coglie la globalizzazione con uno spirito positivo, come un opportunità? È assolutamente così, la globalizzazione non và vissuta solo in un ottica negativa, ma è un’opportunità da cogliere nei suoi aspetti positivi, per instaurare un legame pulito tra i popoli del mondo. Ovviamente la musica essendo un linguaggio universale aiuta questo avvicinamento. Ricordiamo che il Festival 'Musica & Dintorni' si terrà da domani, martedì 21 luglio a domenica 26 luglio, nella piazza di Piozzo e che l’ingresso é gratuito. Di seguito il programma: Martedì 21: Diunna Greenleaf & Bob Margolin – USA Mercoledì 22: B.R. Stylers – Italia Giovedì 23: Chris Cain Band – USA Venerdì 24: Calipson – Italia Sabato 25: Loonaloop – Australia Domenica 26: Mirò – UK Inoltre nel pomeriggio di domenica 26 shiatsu per bambini e in serata lo spettacolo circense 'Eclipses' della compagnia Sowilo. Link: http://www.birreria.com/estate2009/ In foto, Teo Musso dell'associazione Balladin. In allegato, la locandina con tutti gli appuntamenti Alessandro Chittolina Immagini relative alla notizia

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Un gradino sotto Dio, c'è solo la Goldman Sachs (sezione: Globalizzazione)

( da "Soldionline" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Natalino Bittanti di www.salex.it Commento introduttivo Le trimestrali uscite in settimana, in special modo quelle provenienti dal settore delle banche americane, hanno rasserenato il clima sui mercati borsistici e, come sempre accade ormai da mesi, anche i mercati valutari sono ritornati sui propri passi. La forza straripante dello yen evidenziata per tutta la scorsa settimana si è ritratta tanto è vero che 94.25 per usd/yen, 133.00 per euro/yen e 1.4100 per euro/usd significano il ritorno all’ovile. Le osservazioni formulate da Riccardo Sorrentino su Il Sole 24 Ore di domenica 19 luglio nel pezzo dal titolo: “Sale la voglia di controllo sui cambi” vanno proprio in questa direzione. Accanto a Cina e Hong Kong che controllano il cambio del dollaro giorno per giorno, minuto per minuto, da anni, i recenti casi di Svizzera (euro/chf non al di sotto di 1.50), Svezia, Nuova Zelanda e Canada testimoniano che aumenta l’insofferenza di Governi e Banche Centrali per movimenti di cambio non in linea con i c.d. fondamentali. I Governi hanno dovuto intervenire giocoforza nel sistema bancario per salvaguardarne la tenuta, sono intervenuti in alcuni settori industriali, in modo specifico nel settore dell’auto, decidendo le linee guida ora per un salvataggio, ora per l’amministrazione controllata (Chapter 11 negli Usa) o in qualche caso accompagnando l’azienda verso il normale default. Il monito per i traders è che movimenti poco graditi nei rapporti di cambio sono sempre meno tollerati. Mercato dei cambi Queste sono le chiusure del cambio euro/usd nelle ultime sei settimane: 05 giugno 2009 = 1.3970 12 giugno 2009 = 1.4010 19 giugno 2009 = 1.3970 26 giugno 2009 = 1.4075 03 luglio 2009 = 1.3975 10 luglio 2009 = 1.3940 17 luglio 2009 = 1.4110 cambio medio delle 5 settimane : 1.4000 cambio medio delle 6 settimane : 1.3990 cambio medio delle 7 settimane : 1.4007 __________________________________ euro/usd: 1.3898 e 1.3913 – quindi sostanzialmente quota 1.3900 – sono stati i minimi con un ritorno sopra 1.41 in tre casi, 1.4134 – 1.4165 e 1.4149 rispettivamente mercoledì, giovedì e venerdì; usd/yen ed euro/yen : 91.75 di lunedì apparteneva al passato (per passato ci riferiamo a quanto avvenuto nella settimana precedente); con gradualità si è tornati nella fascia 93.50-94.50 con chiusura a 94.25; cable: si naviga tra 1.60 e 1.65 il che ha prodotto un euro/gbp tra 0.8550 e 0.8700; poco da dire anche qui; euro/chf : dopo 1.5122 - 1.5137 e per due volte a 1.5149, ripresa finale tra 1.5180 e 1.5220; Il mercato dei cambi non ha offerto altro, salvo segnalare che Aussie/usd è risalito da 0.7830 a 0.8015, anche qui in perfetta sintonia con l’ammorbidimento dei mercati valutari; Nuove regole : Fsa – petrolio – altre commodities – registro elettronico per i derivati Forse, stavolta, non si scherza più o si scherza meno. Le due nazioni, da sempre tetragone ad assumere regolamentazioni più strette nel fantasmagorico mondo dei derivati e degli hedge funds, Stati Uniti e Gran Bretagna, stanno cambiando idea e stanno per porre in essere nuove e diverse regolamentazioni. Le precedenti regole non hanno impedito il caso Madoff o il caso Stanford (Usa) o l’ingordigia di alcune grandi istituzioni britanniche nel mondo dei prodotti che oggi definiamo come tossici. Lavori in corso: (1) CFTC : Usa = studio di nuove regole sui derivati in commodties; primo effetto eclatante = il petrolio da 72.50 a 59.50 dollari il barile in meno di due settimane lavorative. (2) Piano di stabilizzazione dei mercati proposto da Geithner alla Camera Usa = prevede un registro elettronico per i derivati e l’utilizzo di contratti standardizzati, sotto la sorveglianza di FED, la nuova SEC, e la nuova Agenzia per la protezione finanziaria del consumatore. (3) FSA : GR.BR. = Alistair Darling, cancelliere dello Scacchiere di sua Maestà britannica (= Ministro del Tesoro nell’Europa Continentale) ha annunciato al Parlamento inglese l’attesa riforma del sistema finanziario. La FSA (Financial Services Authority) riceve nuovi poteri di controllo sugli istituti finanziari. Verrà creato un nuovo Council for Financial Stability, composto da rappresentanti del Tesoro, dell’FSA e della Bank of England. Che il 95% dei contratti in derivati, montati per scopi di pura speculazione, prevalga sul 5% di contratti legati all’attività operativa degli addetti al settore industriale, non è forse cosa saggia. Anche sul mercato delle commodities, la presenza dei Governi dovrebbe accentuarsi, memori tutti che una quotazione del petrolio a 147 dollari il barile ha prodotto per reazione una quotazione schiacciata a 33 dollari, per salire poi in alcuni mesi a 73.50 e ridiscendere infine a 59.50. Sono cose folli che è bene imprimersi nella memoria. Petrolio e oro Da 910 dollari l’oncia, di nuovo si torna a 940 - nessuna novità - perché è il suo normale round operativo; Da 59.50 a 63.50 il petrolio spot e a 65.30 per la scadenza / settembre 2009 : anche questa non è una novità di rilievo; Trimestrali Le trimestrali più importanti rilasciate in settimana riguardano Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Citigroup e Bank of America per il settore bancario, Nokia in Europa e Intel e General Electric negli Stati Uniti. Citiamo solo le società che ci sembrano fornire spunti interessanti per un commento. Ora, per quanto riguarda le trimestrali delle quattro banche citate, abbiamo assistito a commenti entusiastici per il ritorno dell’utile netto. Ciò non toglie che ognuno dei quattri risultati va analizzato in modo meno superficiale e per una puntualizzazione di quanto emerso in settimana, preferiamo attendere ancora qualche giorno, per allargare lo spettro alle trimestrali della settimana che si aprirà lunedì 20 luglio. Invitiamo i lettori interessati al dibattito che apriremo, in particolare sulla trimestrale di Goldman Sachs, ad una lettura delle visioni incorporate nei seguenti articoli: • Corriere della Sera - mercoledì 15 luglio – a pagina 29 : “Alla Goldman gli uomini sono d’oro” • Rolling Stone.com : The Great American Bubble Machine – saggio di 12 pagine di Matt Taibbi • The New York Times – edizione on line del 17 luglio : “ Citigroup and BofA profits aided by asset sales Gli eventi della settimana: i dati macroeconomici di maggior rilievo - Euribor a tre mesi : 13 luglio 0.996% - 14 luglio 0.985%; - Giappone : il governo esce battuto dalle elezioni amministrative nella giurisdizione di Tokyo; - Giappone : il governo si dimette e vengono indette nuove elezioni politiche per agosto 2009; - GR.BR. : CPI giugno + 0.3% (atteso + 0.4%) - Eurozona : CPI giugno + 0.7% (atteso + 0.6%) - Usa : CPI giugno + 0.7% (atteso + 0.6%) - Usa : produzione industriale giugno - 0.4% (atteso – 0.6%) - Germania : indice ZEW survey economic sentiment luglio 39.5 (atteso 44) - Germania : indice ZEW current conditions – 89.3 (atteso – 88) - Germania : produzione industriale – maggio + 0.5% (atteso + 1.5%) - Usa : vendite al dettaglio giugno + 0.6% (atteso + 0.4%) Dati di riferimento Area Tipologia del dato dato Oro fixing 30 dicembre 2005 513.00 Oro fixing 31 dicembre 2007 836.50 Oro 2° fixing 29 febbraio 2008 971.50 Oro (record assoluto) 2° fixing 14 marzo 2008 1003.50 Oro 2° fixing 31 luglio 2008 918.00 Oro 2° fixing 18 agosto 2008 796.25 Oro 2° fixing 29 agosto 2008 833.00 Oro durante 11 settembre 2008 736.00 Oro 2° fixing 10 ottobre 2008 900.50 Oro 2° fixing 07 novembre 2008 735.25 Oro 2 ° fixing 28 novembre 2008 814.50 Oro 2° fixing 05 dicembre 2008 749.00 Oro 2° fixing 31 dicembre 2008 865.00 Oro 2° fixing 30 gennaio 2009 919.50 Oro 2° fixing 20 febbraio 2009 989.00 Oro (nuovo record) Massimo della settimana 16/20/2 1.005.40 Top Oro 2° fixing 17 aprile 2009 870.50 Oro 2° fixing 24 aprile 2009 907.50 Oro 2° fixing 30 aprile 2009 883.25 Oro 2° fixing 07 maggio 2009 912.25 Oro 2° fixing 14 maggio 2009 925.25 Oro 2° fixing 22 maggio 2009 959.75 Oro 2° fixing 29 maggio 2009 975.50 Oro 2° fixing 05 giugno 2009 962.00 Oro 2° fixing 03 luglio 2009 932.50 Oro 2° fixing 10 luglio 2009 913.00 Oro 2° fixing 17 luglio 2009 937.50 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 31 dicembre 2007 D.Jones 13.265 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 30 giugno 2008 D.Jones 11.350 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 30 settembre 2008 D.Jones 10.850 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 03 ottobre 2008 D.Jones 10.325 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 31 ottobre 2008 D.Jones 9.325 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 30 dicembre 2008 D.Jones 8.776 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 30 gennaio 2009 D.Jones 8.001 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 27 febbraio 2009 D.Jones 7.063 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 06 marzo 2009 D.Jones 6.627 Usa Borsa di wall Street Chiusura 13 marzo 2009 D.Jones 7.224 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 20 marzo 2009 D.Jones 7.278 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 27 marzo 2009 D. Jones 7.776 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 03 aprile 2009 D. Jones 8.018 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 07 maggio 2009 D. Jones 8.410 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 14 maggio 2009 D. Jones 8.331 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 22 maggio 2009 D. Jones 8.277 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 29 maggio 2009 D. Jones 8.500 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 05 giugno 2009 D. Jones 8.763 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 03 luglio 2009 D. Jones 8.284 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 10 luglio 2009 D. Jones 8.146 Usa Borsa di wall Street Chiusura 17 luglio 2009 D. Jones 8.744 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 31 dicembre 2007 15.308 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 30 giugno 2008 13.481 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 30 settembre 2008 11.260 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 31 dicembre 2008 8.860 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 30 gennaio 2009 7.994 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 06 febbraio 2009 8.077 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 27 febbraio 2009 7.568 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 06 marzo 2009 7.173 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 13 marzo 2009 7.569 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 19 marzo 2009 7.946 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 27 marzo 2009 8.627 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 03 aprile 2009 8.750 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 17 aprile 2009 8.908 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 24 aprile 2009 8.708 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 30 aprile 2009 8.828 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 07 maggio 2009 9.386 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 14 maggio 2009 9.094 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 22 maggio 2009 9.226 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 29 maggio 2009 9.522 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 05 giugno 2009 9.768 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 03 luglio 2009 9.816 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 10 luglio 2009 9.287 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 17 luglio 2009 9.395 Germania – Dax Chiusura 31 dicembre 2007 8.067 Germania – Dax Chiusura 30 giugno 2008 6.418 Germania – Dax Chiusura 30 settembre 2008 5.831 Germania – Dax Chiusura 31 ottobre 2008 4.988 Germania – Dax Chiusura 31 dicembre 2008 4.810 Germania – Dax Chiusura 30 gennaio 2009 4.338 Germania – Dax Chiusura 27 febbraio 2009 3.844 Germania – Dax Chiusura 06 marzo 2009 3.666 Germania – Dax Chiusura 13 marzo 2009 3.954 Germania - Dax Chiusura 20 marzo 2009 4.068 Germania - Dax Chiusura 27 marzo 2009 4.204 Germania - Dax Chiusura 03 aprile 2009 4.385 Germania - Dax Chiusura 17 aprile 2009 4.677 Germania - Dax Chiusura 24 aprile 2009 4.674 Germania - Dax Chiusura 30 aprile 2009 4.769 Germania - Dax Chiusura 07 maggio 2009 4.804 Germania - Dax Chiusura 14 maggio 2009 4.738 Germania - Dax Chiusura 22 maggio 2009 4.918 Germania - Dax Chiusura 29 maggio 2009 4.941 Germania - Dax Chiusura 05 giugno 2009 5.077 Germania - Dax Chiusura 03 luglio 2009 4.708 Germania - Dax Chiusura 10 luglio 2009 4.576 Germania - Dax Chiusura 17 luglio 2009 4.978 Bank Of England Meeting 9 giugno 2009 invariato: 0.50% BCE Prossimo meeting 6 agosto 2009 Bank of England Prossimo meeting 5/6 agosto 09 FED Prossimo meeting 11 agosto 2009 Per chiudere, due tabelle che riassumono un insieme di punti di riferimento. Tabella : quotazioni del petrolio : (*) 30.12.04 Wti (in usd) 43.45 Brent dated (usd) 1 m. 39.57 30.12.05 “ 61.04 “ 58.98 29.12.06 “ 60.95 “ 59.86 31.12.07 “ 96.07 “ 96.20 30.06.08 “ 140.39 “ 138.97 11.07.08 “ 144.79 “ 145.72 30.09.08 “ 101.25 “ 94.27 31.10.08 “ 67.61 “ 59.59 21.11.08 “ 50.49 “ 45.55 27.11.08 “ 54.00 “ 53.13 19.12.08 “ 33.87 “ 43.29 31.12.08 “ 43.19 “ 39.66 09.01.09 “ 40.88 “ 44.42 16.01.09 “ 35.90 “ 44.69 23.01.09 “ 38.74 “ 43.99 30.01.09 “ 41.62 “ 45.88 27.02.09 “ 44.33 “ 46.35 06.03.09 “ 45.84 “ 44.85 13.03.09 “ 45.99 “ 44.93 20.03.09 “ 52.09 “ 51.22 27.03.09 “ 52.25 “ 51.98 02.04.09 “ 52.30 “ 53.47 30.04.09 “ 51.06 “ 50.80 29.05.09 “ 66.48 “ 65.52 05.06.09 “ 68.55 “ 68.34 03.07.09 “ 65.63 “ 65.61 10.07.09 “ 59.91 “ 59.50 17.07.09 “ 64.32 “ 65.38 (*) : quotazioni scadenza settembre 2009 tabella : rendimenti sul decennale/spreads/con correlazione ai tassi ufficiali e al cambio euro/usd d a t a Usa Germania Spread Euro/usd USA BCE GBP 30.12.04 4.31% 3.68% 0.63% 1.3545 2.25% 2.00% 4.75% 30.12.05 4.39% 3.31% 1.08% 1.1840 4.25% 2.25% 4.50% 29.12.06 4.71% 3.95% 0.76% 1.3190 5.25% 3.50% 5.00% 29.06.07 5.05% 4.57% 0.48% 1.3535 5.25% 4.00% 5.50% 31.12.07 3.87% 4.13% - 0.26% 1.4745 4.25% 4.00% 5.50% 30.06.08 4.00% 4.61% - 0.61% 1.5765 2.00% 4.00% 5.00% 31.12.08 2.23% 2.95% - 0.72% 1.3940 0.125% 2.50% 2.00% 30.04.09 3.17% 3.19% - 0.02% 1.3255 0.125% 1.25% 0.50% 29.05.09 3.56% 3.59% - 0.03% 1.4150 0.125% 1.00% 0.50% 05.06.09 3.83% 3.75% + 0.08% 1.3970 0.125% 1.00% 0.50% 03.07.09 3.52% 3.34% + 0.18% 1.3975 0.125% 1.00% 0.50% 10.07.09 3.32% 3.26% + 0.06% 1.3940 0.125% 1.00% 0.50% 17.07.09 3.66% 3.40% + 0.26% 1.4100 0.125% 1.00% 0.50% Tabella dove ci troviamo ora: (validità un mese) Euro/usd 1.3640 - 1.4440 Usd/yen: 90.25 – 98.25 Euro/yen 126.50 – 136.50 Euro/chf 1.4980 - 1.5340 Usd/canada 1.0950 – 1.1850 Usd/zar 7.7500– 8.2500 oro 900 - 1000 petrolio 60 - 70 Significato della tabella: ci sembra possa risultare interessante, soprattutto per la clientela corporate, proporre una view delle fasce di movimento dei principali cambi, in un’ottica di medio periodo. Tabella : cambi e quotazioni di chiusura settimanali: Spot Fx 17-july-09 10-july-09 03-july-09 27-feb-09 31-dec-08 31-mar-08 EurUsd 1,4110 1,3940 1,3975 1,2670 1,3940 1,5812 EurYen 133,00 129,00 134,20 123,60 126,50 157,37 EurChf 1,5185 1,5130 1,5185 1,4820 1,4910 1,5738 UsdYen 94,25 92,50 96,00 97,50 90,80 99,52 Cable 1,6360 1,6210 1,6320 1,4310 1,4565 1,9873 UsdChf 1,0760 1,0850 1,0860 1,1700 1,0675 0,9952 UsdCad 1,1175 1,1630 1,1615 1,2760 1,2190 1,0262 UsdYuan 6,8317 6,8328 6,8323 6.8398 6,8230 7,0120 Oro 937,50 913,00 932,50 952,00 865,00 933,50 Petrolio 65,38 59,50 65,61 46,35 39,66 104,56 * lo spread tra Bund e BTP conclude la settimana a 100 bp;

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Presidente Regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo auspica ingresso Serbia in Ue (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Presidente Regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo auspica ingresso Serbia in Ue (20/7/2009 12:30) | (Sesto Potere) - Trieste - 20 luglio 2009 - Inaugurata nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, alla presenza del primo ministro serbo Mirko Cvetkovic, la mostra "Genti di San Spiridione, i Serbi a Trieste, 1751-1914". Alla cerimonia, in rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia, è intervento il presidente della Regione Renzo Tondo, che, nel portare al premier ospite il saluto dell´intera comunità regionale, ha parlato della Serbia come un "Paese che ha una grande storia, una grande cultura, una grande dignità, una grande voglia di lavorare, che ha dato tanto all´Europa". Tutte ragioni per le quali "noi vogliamo che possa entrare nell´Unione europea il più presto possibile". Richiamandosi agli incontri istituzionali in programma domani a Trieste, Tondo ha sostenuto come "avremo la possibilità di confrontarci sui temi concreti". "Lei sa - ha detto in proposito il presidente - che il Friuli Venezia Giulia ha da sempre rapporti privilegiati con la sua Repubblica, che da tanti anni lavoriamo in sinergia con la Provincia Autonoma della Voivodina". Gli incontri ufficiali di domani saranno dunque un´occasione "affinché le nostre due comunità sviluppino percorsi di collaborazione, in quanto c´è in noi un profondo convincimento: in questo mondo globalizzato si vince o si perde tutti assieme. Noi vogliamo vincere la partita della globalizzazione con una Serbia che sia in Europa con noi". Promossa dal Comune di Trieste-assessorato alla Cultura, in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Serbia a Trieste e la Comunità Religiosa Serbo-ortodossa di Trieste, ideata e realizzata dalla Direzione Area Cultura e dai Civici Musei di Storia ed Arte con la direzione di Adriano Dugulin e la cura di Lorenza Resciniti e Michela Messina, la mostra ripercorre la storia della Comunità Religiosa Serbo-ortodossa di Trieste, in occasione del 140° anniversario della consacrazione della chiesa di San Spiridione e del 240° anniversario della prima messa celebrata a Trieste in antico slavo ecclesiastico Attraverso diverse sezioni, una ricca documentazione dà risalto ai personaggi più rappresentativi che contribuirono alle fortune economiche di Trieste, attivi nel settore commerciale, marittimo, assicurativo e politico, nella beneficenza e nel collezionismo. Ampio spazio viene dedicato alle vicende architettoniche della chiesa di San Spiridione, a partire dall´originario edificio settecentesco sino ai restauri di oggi. Accompagnano l´esposizione diversi manufatti liturgici. Due sezioni inoltre sono dedicate alla biblioteca ed alla scuola della Comunità Religiosa Serbo-ortodossa di Trieste, importanti istituzioni culturali che hanno perpetuato il patrimonio culturale serbo in città con le loro raccolte di preziosi documenti e antichi volumi.

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Guido Caserza Chi, nelle serate tra il 12 e il 16 dicembre 2005, è stato spettatore della &#... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 20-07-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Nazionale))

Argomenti: Cina Usa

Guido Caserza Chi, nelle serate tra il 12 e il 16 dicembre 2005, è stato spettatore della «messa in opera» del Ritratto del Novecento di Edoardo Sanguineti, è uscito dalla Sala Borsa di Bologna, luogo dell'evento, con la consapevolezza di avere assistito a un evento storico, un'opera monstrum, strutturalmente indefinibile, come il secolo che ci siamo lasciati alle spalle. Presente l'autore, al pubblico veniva distribuito l'elenco, in rigoroso ordine alfabetico, degli autori dalle cui opere Sanguineti aveva tratto pagine di poesia, prosa, saggistica di vario genere, lette dal vivo da attori o da studenti-attori: tessere multidisciplinari accompagnate da un commento sonoro e visivo e da sommarie istruzioni per l'uso. Ora tutto quel materiale, 68 schede, o tessere d'autore, riprodotte anastaticamente, sono confluite nel volume Ritratto del Novecento (ed. Manni, pp. 231, euro 20, a cura di Niva Lorenzini). Cento autori, uno per ogni anno del secolo e, in fondo alla lista, con mossa istrionica e automonumentalizzante, la firma del faustiano professore (un Sanguineti che fa di sé stesso un pezzo da museo, verrebbe da parafrasare), bibliofago che ha messo insieme Cage e i Sex Pistols, Picasso e i fumetti di Schulz, Pirandello e, contro le proprie idiosincrasie, Heidegger, e poi autori d'Oriente, da Lu Hxun a Kawabata Yasumari, nella prospettiva di un Novecento globale, non solo letterario, per offrire un compendioso ritratto del secolo tramontato. «Cento testimoni assemblati secondo un criterio non antologico», mette le mani avanti Sanguineti prevenendo la fatidica domanda relativa il civettuolo gioco delle inclusioni e delle esclusioni, a cui non vuole prestarsi. L'oggetto, infatti, è il secolo, e non una sua antologizzazione: «Non tanto "il meglio di", ma l'esposizione di quei momenti sintomatici che potessero fare capire allo spettatore (ora al lettore) cosa è accaduto durante il Novecento, passando dal cinema alla musica, dalla politica alla psicanalisi, anche con salti netti e non gerarchici». Un assiometto, innanzitutto: il Novecento, è un secolo «interminabile e non ancora concluso»; e poi quattro paletti: è il secolo della psicanalisi, del montaggio, delle avanguardie e della lotta di classe. Caratteristica precipua del secolo, è stato «il completarsi di ciò che Marx aveva visto anzitempo, ossia il carattere rivoluzionario della borghesia, il continuo mutare dei modi di produzione, che arriva a massima espressione nel Novecento con la globalizzazione, quella che Marx chiamava il mercato mondiale». Un secolo interminabile, di cui è impossibile delimitare i confini, «perché la spinta alla globalizzazione affonda le sue radici nel tardo Medioevo, con la nascita delle banche, l'ascesa della borghesia va retrodatata alla presa della Bastiglia, la prima avanguardia, a ben vedere, è il romanticismo. Mi diverte pensare il Manzoni della Lettera sul romanticismo come il primo teorico della grande avanguardia che è quella della borghesia, per cui non ci sono più modelli da imitare, tutte le categorie che fondavano la tradizione crollano». Tuttavia, la concessione cronologica è inevitabile anche se, per non generare un'idea troppo meccanica e calendaristica del Novecento, l'anno esordiale è fissato al 1899, che è l'anno dell'Interpretazione dei sogni di Freud, «il primo libro che cerca di organizzare il sistema psicanalitico in quanto tale, anche se sappiamo che l'idea edipica era già stata formulata, schematicamente, da Diderot, a dimostrazione che una datazione è sempre convenzionale e arbitraria». Ma veniamo agli attributi del Novecento, secolo, in ottica materialistica, della lotta di classe, giacché «è col Novecento che le classi si riducono a due: marxianamente non c'è che una lotta fra capitalisti borghesi e proletari sfruttati». Professore, la fine del secolo potrebbe allora coincidere con la fine del comunismo? La replica è pronta: «Se lo chiede ai coreani del nord o ai cinesi, le risposte sono di un certo tipo, dai cubani avrà un'altra risposta ancora, e così, ovviamente, dagli americani. Certamente il momento storico di crisi è stato il passaggio da Lenin a Stalin, quando il sogno dell'unione dei rivoluzionari di tutto il mondo cede al principio del socialismo in un solo Paese. A differenza del capitalismo, che ha sempre considerato ovvia l'esportazione imperialistica e violenta della democrazia, il principio di Stalin è che la rivoluzione non si esporta: per questo Stalin considerava i patti di Yalta come sottoscritti, da rispettare alla lettera». In conclusione, sebbene il Novecento di Sanguineti sia agli antipodi da un'idea crestomantica, il poeta-professore accetta di soffermarsi sulle proprie predilezioni: «Non posso nascondere che amo enormemente Freud; considero poi i grandi manifesti delle avanguardie storiche dei punti fermi che segnano una svolta, per cui possiamo prendere il futurismo come punto di riferimento, ovviamente con tutte le cautele, poiché un punto di rottura è già in Manet, autore che adoro: nella sua Olympia confluiscono e vengono messe in discussione tutte le Veneri del passato. Un altro punto di rottura lo abbiamo con le "Demoiselles d'Avignon" di Picasso: le maschere negre, già adottate dall'avanguardia francese, qui vengono piegate a una visione anticlassica radicale. In termini generali, direi che il passaggio epocale è quello dalla sintassi, che rispecchiava il modello di costruzione razionale della classe dominante, al montaggio, che abolisce le gerarchie, sviluppato poi dai grandi teorici del cinema fino a Lars von Trier. Ma se dovessi ridurmi a scegliere un solo rappresentante del secolo, opterei per Walter Benjamin, dal quale ho mutuato l'idea capitale, che potrei assumere a stemma del Ritratto, ossia l'affermazione "Io non ho niente da dire, ho soltanto da mostrare"».

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Antille francesi, Sanremo, Montecarlo, Londra. Vancanze di lusso, alberghi a cinque stelle, summit d... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 20-07-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Nazionale)) (Mattino, Il (Circondario Nord))

Argomenti: Cina Usa

Antille francesi, Sanremo, Montecarlo, Londra. Vancanze di lusso, alberghi a cinque stelle, summit d'oltralpe se non addirittura al di là dell'oceano. Pienamente rispettato il cliché del mafioso globalizzato, sempre più a suo agio tra scali aeroportuali e gente che viaggia per turismo o lavoro. Sono queste le mete che emergono dall'ultima inchiesta contro i fratelli Sarno. Ed è proprio una conversazione tra Ciro Sarno, storico boss del cartello criminale condannato in via definitiva per camorra e droga, a rappresentare una traccia inquietante per i pm anticamorra. Parlando con il fratello Vincenzo Sarno, Ciro il sindaco ribadisce un concetto: «Noi comandiamo tutta Napoli». Come a dire: niente lamentele, né difficoltà di gestione, ormai lo scettro è nelle loro mani. Ma ci sono altre due tracce da approfondire in sede investigativa e riguardano ancora una volta viaggi e missioni all'estero di Vincenzo Sarno: s'indaga su un probabile summit a Montecarlo, un raduno organizzato nel principato monegasco all'inizio dell'anno, al quale avrebbero partecipato circa cinquanta tra boss, capi e gregari. Gli stati generali della camorra napoletana in vacanza, comunque lontani da intercettazioni e confidenti di polizia giudiziaria su cui sono in corso le indagini. Massima attenzione anche sul viaggio di Vincenzo Sarno a Londra, che sarebbe stato «finanziato» dalla famiglia Caldarelli, storica cosca delle «case nuove» un tempo alleata ai Mazzarella: a Londra - ragionano gli inquirenti - risulta detenuto il boss Raffaele Cardarelli, altro probabile tassello di uno scacchiere sempre più complesso. l.d.g.

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Il sogno è sfuggito proprio sulla dirittura d'arrivo: l'Italvolley resta (ancora) fuori dalle f... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 20 Luglio 2009, Il sogno è sfuggito proprio sulla dirittura d'arrivo: l'Italvolley resta (ancora) fuori dalle finali di World League. Dopo il successo al tie break sulla Cina bisognava sperare in un "favore" della Bulgaria di Prandi, sconfitta però 3-0 dalla Russia di Bagnoli, che così si è qualificata come miglior seconda con un punto più dell'Italia. Come ha subito sottolinato Anastasi dopo il verdetto, la delusione è amplificata dall'andamento palesemente ondivago di una squadra che è passata da fasi se non esaltanti comunque positive a momenti di grande incertezza: «Inutile negarlo un po' di delusione c'è - ha detto il ct - Da come come si erano messe le cose, un pensiero alle finali lo avevamo fatto. Dopo un recupero strepitoso avevamo le nostre possibilità invece non ce l'abbiamo fatta ed andiamo a casa. L'handicap di tre sconfitte nelle prime quattro gare è stato difficile da recuperare. Bastava poco, un set. Nella gara con la Cina il secondo abbiamo avuto la possibilità di farlo nostro, ma non ci siamo riusciti. Peccato, resta solo il rammarico». Dopo il facile esordio veronese con la Cina infatti la nazionale azzurra è andata incontro a tre sconfitte casalinghe consecutive, una nella replica dell'incontro con gli asiatici e due con i campioni olimpici (in fase però di ricostruzione) statunitensi. Nella trasferta olandese è arrivato il recupero, che ha portato poi l'Italia a giocarsi fino in fondola qualificazione, anche se non quella diretta che si poteva ottenere con il primo posto, ma la "wild card" riservata alla migliore seconda. Costretti così a dipendere (anche) dagli altri l'obiettivo alla fine è sfuggito. L'ultima partecipazione italiana alle finali del torneo, vinto otto volte (l'ultima però nel 2000) risale al 2006 ed essere arrivati ad un solo punto dal ritornarci può essere visto in positivo, anche se il girone degli azzurri, con gli Usa appunto in via di ricostruzione, Cina e Olanda, poteva anche far sperare nel primo posto. A parte queste considerazioni è utile analizzare le indicazioni utili che Anastasi ha avuto anche in vista dei Campionati Eurpei in programma in Turchia a settembre. Il sestetto base ha visssuto di qualche trasfortmazione. La più evidente indubbiamente quella che ha visto l'inserimento in pianta stabile del rientrante Cernic come schiacciatore al posto del giovane Martino. L'altro schiacciatore è stato sicuramente il miglior italiano del torneo, Savani, sempre protagonista in attacco e capace di vestire i panni del leader in campo. La fase migliore dell'Italia (cinque i successi consecutivi) ha visto in regia Dragan Travica, reduce da una stagione magari non esaltante, ma che in nazionale ha fatto vedere delle grandi qualità, anche se nel finale è indubbiamente tornata utile l'esperienza e la classe di capitan Vermiglio. Alternanza invece abbastanza costante nel ruolo di opposto, con Gavotto partito titolare, poi sostituito da Lasko che però a tratti a dovuto cedere a sua volta il campo. Insomma, indicazioni importanti per una nazionale che comunque è costretta a pensare già ai prossimi appuntamenti. Massimo Zilio

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Wall Street: Goldman consiglia di puntare su settori ciclici e società esposte sui BRICs (sezione: Globalizzazione)

( da "Finanza.com" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Wall Street: Goldman consiglia di puntare su settori ciclici e società esposte sui BRICs (20 Luglio 2009 - 15:02) MILANO (Finanza.com) - Ciclici, ciclici e ancora ciclici. Goldman Sachs, che oggi a indicato a quota 1060 punti il target per lo S&P 500 a fine anno, consiglia di cavalcare al meglio la salita dei mercati da qui a fine anno puntando sui settori tradizionalmente ciclici. Giudizi positivi sui principali settori che tendono a muoversi all'unisono con il ciclo economico,ad eccezione di quello dei consumi discrezionali che ha rating "neutral" ritenendo che le pressioni sui consumi rimarranno elevate a causa del calo dei prezzi delle case, dell'aumento della disoccupazione e del contestuale innalzamento della propensione al risparmio. Promozione invece per il settore finanziario (da neutral a overweight) che a detta di Goldman beneficerà di minori svalutazioni rispetto a quanto preventivato. Aumento dell'esposizione anche su energetici. A livello di singoli titoli, il broker statunitense consiglia di sovrappesare quelle società che maggiormente sono esposte a livello di vendite sui Paesi del BRICs (Brasile, Russia, India e Cina) poiché quei mercati sono attesi in crescita più sostenuta rispetto agli Usa nel corso del 2010. (Titta Ferraro - Riproduzione riservata)

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Il nuovo fronte anti G8 (sezione: Globalizzazione)

( da "Rinascita Online" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il nuovo fronte anti G8 Sabato 18 Luglio 2009 – 11:10 – Italiasociale Chiuso stancamente l’oramai inutile G8 altri scenari si stanno profilando all’orizzonte che porteranno sempre più ad mondo multipolare. Brasile-Russia-Cina e India hanno dato vita di recente al Bric che si è riunito per la prima volta il 16 giugno 2009 a Ekaterinburg, città ai piedi degli Urali. I quattro Stati dalle enormi potenzialità economiche e demografiche si apprestano a diventare protagonisti economico–politici, già oggi rappresentano il 15% dell’economia globale e alcuni studi danno nel giro di vent’anni il sorpasso agli aderenti il G8. A Ekaterinburg le nazioni del Bric hanno anche chiesto una riforma dell’Onu, per dare più peso a India e Brasile (Mosca e Pechino sono già presenti) inserendoli nel Consigli di Sicurezza. Il Brasile denominato anche il “nuovo impero verde oro”sotto la guida di Lula vuole entrare nel mondo che conta, forte della sue fonti energetiche e commerciali. Attraverso il programma di accelerazione della crescita (Pac), il presidente brasiliano ha varato una serie di investimenti in strutture per 184 miliardi di euro fino al 2010, con 24,7 miliardi di euro di denaro pubblico e ben 52 miliardi di euro da parte del colosso petrolifero Petrobras. Oramai alcune delle compagnie brasiliane migliori sono stabilmente piazzate nel “ranking” mondiale delle prime 100 multinazionali a più elevato fatturato, dall’aeronautica, ai trasporti, dalla telefonia mobile e nel frattempo i brasiliani sotto la soglia di povertà sono diminuiti del 20% negli ultimi cinque anni. Etanolo e bio carburanti fanno da volano alla poderosa crescita del Brasile. Nel giro di trent’anni lo stato Latino Americano da semplice importatore di greggio, ha raggiunto nel 2007 il pareggio di bilancio tra esportazione ed importazioni. Il Mercosur energetico poggia su Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay e proprio in Argentina la compagnia brasiliana ha concentrato notevoli investimenti. Ma la nuova frontiera energetica si chiama “biocarburante”. Un asse fondato sul bioetanolo lega per adesso con vantaggi reciproci Brasile e Usa. L’America Latina viene già chiamata “l’Arabia dell’etanolo” e a breve potrebbe nascere un ‘alleanza strategica con l’Argentina e il Cile. L’India è già da oggi una potenza nucleare e terra dove le principali major tecnologiche hanno deciso di de localizzare la loro produzione. Alto è il numero degli ingegneri informatici, che lavora anche all’estero. Con una popolazioni in crescita che supera il miliardo di persone, l’India di fatto sta costruendo una base produttiva molto forte ed un vertice altamente tecnologico e di grande conoscenza. Non va dimenticato che proprio di recente la Microsoft ha deciso di spostare la sua produzione anche in India, qui le aziende occidentali lanciano i loro nuovi programmi e Bangalore è divenuta la Silicon Valley indiana. Però la scommessa futura sarà quella di uno sviluppo più equilibrato, perché se vanno bene le Silicon Valley, non va dimenticato che ancora oggi vi sono 700 milioni di indiani che vivono nella campagne, spesso in condizioni di miseria. Però rispetto all’altro gigante asiatico, la Cina, l’India avrà maggiori possibilità in futuro, la sua modernizzazione dal volto umano sociale sta assorbendo ingenti risorse, però serve limare i contrasti sociali che sempre vi sono in un’economia in crescita, ma lo stesso si prevede che l’economia indiana supererà quella cinese negli ultimi 10 anni del XXI secolo. Cine e Russia, che sono potenza e superpotenza nucleare la seconda, sono gli altri due grandi Stati del Bric. Il successo cinese è dato dai numeri dell’economia, nell’ottobre del 2007 in borsa il colosso delle telecomunicazioni Usa AT&T è stato superato dall’assicuratore cinese China Life e se guardiamo la lista dei dieci colossi mondiali vedremo anche al loro interno vi sono la PetroChina-ChinaMobile, China Petroleum and Chemical e Industrial and Commercial Bank of China. La proiezione cinese nel continente africano è notevole, con un aumento del 100% negli ultimi cinque anni, ma Pechino necessità per mantenere alta la sua crescita di sempre maggiori fonti d’energia ed in questa ottica s’inseriscono i buoni rapporti con il Venezuela e la Russia. Gli Usa rischiano seriamente di essere tagliati fuori dal grande gioco geopolitico, dove Pechino preferisce giocare la carta dell’integrazione economica asiatica, piuttosto che quella dell’impero bellicoso. La Russia che a tutt’oggi conserva dopo gli Usa la seconda più grande deterrenza atomica, sta giocando a tutto campo, con accordi con L’Iran, ottime relazioni con l’America Latina e Cina. Per mezzo della sua potenza energetica, Mosca può condizionare i suoi vicini e l’Europa, quest’ultima che avrebbe tutto l’interesse a ricercare una maggior collaborazione con essa, e distaccarsi dal gioco Usa. Le immense riserve energetiche siberiane di gas e petrolio consentono alla Russia di essere oggi il primo produttore mondiale di gas, e con 555 milioni di tonnellate annue copre il 14% del fabbisogno mondiale. La Gazprom (foto), azienda energetica di Stato, dopo che Putin ha ripulito il settore energetico dalle intromissioni dei giganti angloamericani, persegue un’azione sia economica che politica, vero braccio armato del Cremlino, e si pone al terzo posto al mondo come capitalizzazione dopo Exxon Mobil e General Electric. Da quando lo Stato russo ha ripreso il pieno controllo del settore energetico, Mosca può giocare una partita molto importante per il suo futuro, senza l’uso delle armi, le basta aprire o chiudere un rubinetto per convincere i vicini ostili a ritornare a più miti consigli.

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Appuntamento di boxe sabato a < (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Appuntamento di boxe sabato a «Le Zagare« Roma. Nella famiglia dei tuffi si può avere il nodo in gola per il bronzo sfumato di un soffio, e abbracciare la rivale-amica capace a 32 anni di portarsi via un oro tra gli applausi di tutti. Tania Cagnotto non piange, non si dispera come è successo in passato: il suo quarto posto nel trampolino basso brucia, ma non può impedirle di fare i complimenti a Julia Pakhalina, la russa capace di battere una coppia di cinesi e conquistare l'ennesima medaglia della sua carriera senza fine. «Sono contenta per lei, e gliel'ho detto subito - sorride la star dell'Italtuffi -. Grazie a Dio non ci sarà dal trampolino da tre metri...». L'abbraccia anche papà Cagnotto, e lei, la minuscola creatura dell'acqua ricambia con affetto: «Thank you papà». Storie di un altro sport, quella serie B di cui si erano lamentati ieri i fratelli Marconi dopo il podio mancato per nove centesimi. La delusione per la nuova medaglia di cartone è palpabile: il Mondiale di Tania si era aperto con i migliori auspici, con il terzo posto nelle eliminatorie da un metro, che non è la specialità della bolzanina. In finale, dopo qualche ora, la tensione si è fatta sentire, e il viso «non aveva il ghigno assassino», racconta poi papà Cagnotto. E così il primo salto è di gran lunga inferiore allo stesso eseguito in mattinata: e lì l'azzurra si gioca la sua medaglia. Sesta, scivola addirittura ottava dopo il secondo giro, risale sesta al terzo tuffo: e solo negli ultimi due mostra la sua vera stoffa. Conquista 66,30 e si esalta ancora con l'ultimo, un doppio e mezzo rovesciato, in cui strappa addirittura un dieci, l'unico della giornata assegnato dalle giurie: ma il 68,40 non basta per recuperare lo svantaggio sulla cinese Wang, che senza strafare riesce a portarsi via il bronzo, alle spalle della connazionale Wu Minxia. Papà Cagnotto ha un gesto di stizza, si sbraccia, si infuria. Ma non ce l'ha con la figlia: «Ho avuto un momento così - racconta il ct azzurro - perché Tania ha lavorato duro, non è stata a dormire, non siamo andati al mare e il bronzo se lo sarebbe meritato. Mi è dispiaciuto soprattutto per lei, ma ha pagato l'inizio non buono. Io mi aspettavo un calo e invece negli ultimi due è stata bravissima». «Un po' di amarezza non posso nasconderla - dice Tania, che deve già riporre nel cassetto il trampolino basso e concentrarsi sui 3 metri (domani le eliminatorie e le semifinali), dove deve difendere i bronzi di Montreal e Melbourne - ma non ho iniziato come dovevo. Peccato, l'emozione si è fatta sentire, ero agitata, saltare in casa è bello, ma le gambe ti tremano». L'altra azzurra in gara, Maria Marconi chiude al sesto posto, ma pensa piuttosto al bronzo mancato dei fratelli. Copione ripetuto tra le ragazze del sincronizzato, superate per un soffio dalle giapponesi. La squadra azzurra chiude sesta e pensa al posto guadagnato sugli Usa: del resto avevano promesso di scollarsi dal settimo posto che le perseguitava da sei anni e la missione alla fine è stata compiuta. La medaglia d'oro è andata alla Russia, davanti a Spagna e Cina. L'Italia si è piazzata sesta (94,666). Intanto Beatrice Adelizzi centra la finale nel solo tecnico piazzandosi quarta alle spalle di Russia, Spagna e Canada, mentre Valentina Marocchi e Brenda Spaziani hanno chiuso al decimo posto nella piattaforma 10 metri sincro. Intanto il Setterosa passeggia nel suo esordio: le azzurre, infatti, hanno battuto l'Uzbekistan per 20-3 nel primo match del gruppo A preliminare. Alessandra Rotili

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Sincro con polemica, l'Italia chiude al sesto posto. (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere di Maremma" del 20-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sincro con polemica, l’Italia chiude al sesto posto. Le ragazze superano gli Usa ma non basta. Il Ct parla di “posizioni assegnate”. ROMA20.07.2009 indietro Seste le azzurre del nuoto sincronizzato Bastano nove centesimi per non salire sul podio dei tuffi, così come l’esecuzione delle sirene azzurre dell’acqua, migliore di quella del Giappone, non è sufficiente a scavalcare in classifica le sincronette del Sol Levante. Storie di giurie e punteggi, quelle che all’esordio dei mondiali di Roma tengono banco e non solo sui tabelloni luminosi che si stagliano alti intorno alle piscine del Foro Italico: sabato era toccato ai fratelli Marconi, furibondi per aver mancato l’occasione della loro vita, con coda polemica per i giudici che non solo non avrebbero avuto un occhio di riguardo per la coppia di casa, ma anzi avrebbero spianato la strada ai canadesi. Il copione si è ripetuto ieri tra le ragazze del sincronizzato, superate per un soffio dalle giapponesi. «Abbiamo battuto il Giappone in esecuzione, loro che tecnicamente sono perfette, e quindi è un bel risultato, ma poi nell’impressione generale ci hanno superato. Non si spiega. Come se dovessero per forza starci davanti...», si lascia scappare il ct, Laura De Renzis. Insomma, come se l’Italia, che pure sta crescendo, potesse fare passi avanti piccoli, perchè le classifiche sono in parte blindate. La squadra azzurra pensa però al posto guadagnato sugli Usa e vede il bicchiere mezzo pieno: del resto avevano promesso di scollarsi dal settimo posto che le perseguitava da sei anni e la missione alla fine è stata compiuta. Certo i gradini scalati potevano essere due: sarà per questo che la De Renzis è soddisfatta a metà, e per questo non sfoggia il sorriso visto nelle qualificazioni. Gli occhiali scuri nascondono la mezza delusione dopo la finale mondiale del tecnico a squadre che ha visto l’Italia chiudere al sesto posto. «Certo l’impressione dipende da un giudizio molto soggettivo - spiega il ct - ma non voglio credere che in questo caso conti ancora il nome e la tradizione». Fatto sta che le nipponiche sono arrivate davanti alle azzurre. Per pochi punti proprio nell’impressione, in pratica il giudizio relativo all’espressività delle ragazze in vasca. E’ una velata polemica in una gara dove il podio è dominato da russe, spagnole e cinesi. Le azzurre non avevano mai battuto gli Usa e nemmeno superato il Giappone nell’esecuzione, e per loro già questo è un grande risultato. Ora hanno un altro obiettivo: rovesciare la tradizione. E le sincronette di casa nostra, ragazze semplici, tutte casa e allenamenti, le promesse le mantengono. Forza e grinta in acqua, e con una sola onda hanno portato via le stelle e le strisce. Allo stesso modo vogliono ancora stupire. Intanto Beatrice Adelizzi centra la finale nel solo tecnico piazzandosi quarta alle spalle di Russia, Spagna e Canada. Le azzurre sgomitano in piscina, senza però alzare troppa acqua. Perchè se i gradini ripidi del podio sono difesi dalla muraglia Russia-Spagna-Cina a colpi di precisione tecnica ed espressività, le sirenette azzurre possono puntare a Giappone e Canada nel libero combinato. Lì il podio può diventare davvero vicino

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Agricoltori protestano al Brennero e Frejus (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

DA OGGI. ANCHE DAL CUNEESE Agricoltori protestano al Brennero e Frejus In duemila tra allevatori e coltivatori della Granda, mobilitati da oggi a giovedì, ai valichi internazionali del Brennero e Frejus. Obiettivo: protestare contro l'import dall'estero di prodotti del comparto agricolo, difendere il «made in Italy», ottenere prezzi adeguati per le produzioni locali. Ieri a Cuneo la presentazione della tre giorni di protesta nazionale. Il direttore regionale Coldiretti, Bruno Rivarossa: «Nessuna guerra alla globalizzazione, vogliamo solo dare l'opportunità ai consumatori di trovare negli scaffali e sui mercati prodotti italiani di qualità. Serve una legge per riconoscere la tracciabilità, l'origine delle materie prime». Il presidente provinciale Coldiretti, Marcello Gatto: «L'agricoltura è l'economia reale. Fatta 100 la spesa per il cibo di una famiglia, solo 15 va ai produttori. Troppo poco, siamo al collasso». Oggi al corteo a Torino e poi al valico del Brennero (presidio dalle 14 alle 22) prenderanno parte 400 iscritti Coldiretti dalla Granda, domani altri 650 saranno al Frejus, giovedì manifestazione a Torino e un altro presidio al Brennero. \

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Labuan, ultimo rifugio dei pirati della finanza (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

LE BANCHE PIÙ ATTIVE La storia Registrate 7 mila società offshore Labuan, ultimo rifugio dei pirati della finanza Abn Amro, Barclays Citigroup e Bnp Paribas Nessun istituto italiano Il nuovo paradiso fiscale nell'isola malese cara a Sandokan GLAUCO MAGGI NEW YORK Da Guglielmo Tell alla Perla di Labuan. Il testimone della foresta più gelosa dei propri segreti (bancari) passa dal cantone svizzero di Uri all'isola porto-franco della Malesia. Sono i giorni carichi di tensione dell'attacco americano alla fortezza della banca Ubs: in palio i 52 mila nomi di evasori statunitensi, che Obama vuole e Berna nega. Ma è anche il tempo della fioritura di un paradiso emergente nell'isola malese di Labuan a 8 chilometri dal Borneo. Il Tax Justice Network, ente no profit con base a Londra che si batte contro i paradisi fiscali, ne ha denunciato i forti progressi. Dal 2002 le autorità di Labuan tengono persino road show in Cina e Hong Kong, promuovendo servizi di assoluta riservatezza accompagnati da assenza di tasse sugli utili per le corporation in fuga dal fisco. La Malesia si sta specializzando nell'emissione di sukuks, bond che rispettano la legge islamica, e punta a essere leader di quel mercato. Ma nei corridoi della locale Associazione delle banche offshore (fondata da sei istituti, ne conta oggi 41 da tutto il mondo) non si fanno questioni di fede. I nomi? Tutti i più importanti, o quasi: Abn Amro, Bank of Tokyo Mitsubishi, Barclays, Bnp Paribas, Citibank, Credit Suisse, Deutsche Bank, Hsbc, Ing, Jp Morgan, Lloyds Tsb, Macquarie, Rabobank, Societe Generale, Royal Bank of Scotland, Standard Chartered, Sumitomo, Ubs, più altre banche di Medio Oriente e Asia (assenti le banche italiane). L'anno passato a Labuan hanno registrato la loro attività 6.868 compagnie offshore da 85 paesi, riporta la rivista Forbes, tre volte tanto le 2.211 che si erano iscritte dieci anni fa. Analizzando le sedi delle sussidiarie di 195 tra le maggiori multinazionali quotate di Usa, Gran Bretagna, Olanda e Francia, il Tax Justice Network ha scoperto che Labuan ospita ben 104 sedi distaccate. È un numero rilevante, poiché in pochi anni ha piazzato la "perla" fiscale davanti a Panama (che conta 85 sussidiarie) e all'Isola di Man (che ne ha 94). Nel mirino della Tigre malese sempre più affamata ci sono ora Guernsey, a quota 122, e le mitiche Bahamas, con 143. I circa 85 mila abitanti, per il 78% malesi-bumiputra, il 15,5% cinesi, l'1% indiani sono sparsi su 75 chilometri quadrati di terreno pianeggiante, ancora vergine e coperto da fitta vegetazione per oltre i tre quarti dell'isola. La storia di Labuan è stata segnata dal passaggio dal Sultano del Brunei agli inglesi, nel 1846, e da oltre un secolo di dominio di Sua Maestà, con una breve parentesi giapponese durante la seconda guerra mondiale. Riconquistata dagli australiani, Labuan è tornata sotto Londra ed è stata annessa alla federazione malese nel 1963: prima come parte della Stato di Sabah, e dal 1984 sotto il governo federale. La decisione di farne un porto franco è del 1990: Sandokan, la tigre di Mompracem dei romanzi di Emilio Salgari che s'innamora di Marianna, la "perla di Labuan", lascia il posto all'aggressività della nuova tigre finanziaria. Il G8 ha dichiarato guerra ai "rifugi" e l'Ocse nell'aprile scorso ha etichettato la Malesia-Labuan un «paradiso fiscale non cooperativo». Il governo malese ha accettato di collaborare nella caccia di chi truffa il fisco e Labuan è stata cancellata dalla lista nera. Ma che ciò possa portare all'abbandono del regime di segretezza dei conti bancari dell'isola è poco credibile. L'Ocse richiede le prove di crimini gravi per intervenire, e Labuan, mentre ha accettato di reprimere i casi indifendibili, ha migliorato l'operatività del porto franco. È stato abolito l'obbligo della presenza fisica nell'isola remota, e l'attività delle sussidiarie con base a Labuan può essere condotta dalla capitale Kuala Lumpur. Una bella casella postale nelle strade che furono teatro delle novelle di Salgari, e il sogno della perla di Labuan si perpetua.

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di Letizia Passeri Sarà un concerto dedicato alla musica contemporanea tr... (sezione: Globalizzazione)

( da "Leggo" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Letizia Passeri Sarà un concerto dedicato alla musica contemporanea tra Cina, Italia e Usa l'appuntamento in agenda questa sera per l'Emilia Romagna festival a San Lazzaro di Savena (palazzo Comunale, ore 21.15; infoline: tel. 0542 25747). Sul palco Zhenfang Zhang suonatrice di erhu (antico strumento tradizionale cinese), Massimo Mercelli, al flauto, e il Philamrmonisches Streichquintett Berlin, ensemble di archi formato dai talenti della famosissima Orchestra Filarmonica di Berlino. Il concerto, intitolato Periscope, segnerà così l'incontro, in musica, fra Oriente e Occidente grazie anche ad un repertorio unico che comprende un brano in prima esecuzione italiana, Veils of memory di Musheng Chen, giovane compositore cinese considerato fra i migliori autori della sua generazione. Il repertorio toccherà anche il genio musicale di Philip Glass, che dedica Chaotic Harmony alle pratiche del Tai chi e del Qigong, Antonin Dvorak, Giovanni Sollima e i compositori cinesi Liu Tianhua e Hua Yanjun con la sua Reflections of the Moon on the Water of Erquan. Insomma in Periscope il dialogo tra Oriente ed Occidente si intreccerà non solo attraverso un repertorio che abbraccia tre continenti, ma anche grazie all'incontro fra sonorità diverse come quella dell'erhu, strumento tradizionale cinese, che si confronta con gli archi del Philharmonisches Streichquintett e con il flauto di Massimo Mercelli. Un manico sottile che regge due corde e una piccola cassa di risonanza e un archetto di fili di coda di cavallo: ecco l'erhu, protagonista della serata nelle mani virtuose della musicista cinese Zhenfang Zhang.

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quest'anno è teatro fra gli ulivi (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

CLOROFILLA Quest'anno è teatro fra gli ulivi GROSSETO. Film, spettacoli teatrali e presentazioni di libri al calar del sole, in uno scenario al naturale, privo di allestimenti scenici. Sarà l'uliveto all'interno di Festambiente ad anticipare come di consueto alcune delle iniziative del Clorofilla film festival, in programma dal 19 al 23 agosto al Bastione Cavallerizza. Dal 9 al 16 agosto a partire dalle 19,15, Festambiente ospita alcuni degli eventi organizzati dal Comune e dal cinema Stella nell'ambito del "Clorofilla". Si inizia il 9 agosto con "Angolo somma zero", un racconto amaro sulle morti bianche interpretato da Alessandro Langiu e dal cantante musicista Peppe Voltarelli. Mercoledì 12 è la volta di Emmeateatro che proporrà in anteprima la nuova versione di "Lampedusa è uno spiffero". Appuntamenti all'insegna del divertimento, quelli del 13 e 14, con la musica e le storie di Donpasta, che ha organizzato per l'uliveto un percorso speciale tratto dal suo libro "Wine Sound System". Sabato 15 "Primi passi sulla luna" di Andrea Cosentino, geniale e surreale attore abruzzese. Chiusura domenica 16 con Elena Guerrini, che dopo "Orti insorti" torna all'uliveto per proporre la conferenza spettacolo del suo nuovo lavoro dal titolo "Bella tutta", rilfessiona amara e divertente sui modelli di bellezza globalizzati.

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a tavola nelle valli del natisone presentato un volume di ricette (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 7 - Udine A tavola nelle Valli del Natisone Presentato un volume di ricette SAN PIETRO AL NATISONE. La cucina tradizionale di una comunità non va vista come curiosità culinaria destinata a fruitori alla ricerca di menu con il marchio dell'antico ad ogni costo o solo come riesumazione di antichi sapori che la globalizzazione, invasiva anche in questo campo, ha reso unici e preziosi. La cucina tradizionale va, invece, esplorata come vasto entroterra che rivela uno spaccato dell'economia di un territorio, la cultura di gente unica che dalla terra traeva il sufficiente per vivere e che, anche attraverso il contatto e lo scambio con popolazioni vicine e lontane, ha accumulato nel tempo un patrimonio culinario di grande interesse. È stato questo il messaggio contenuto degli interventi del direttore de "la Vita Cattolica", Ezio Gosgnach, di Toni Gomiscek, sociologo ed enogastronomo del Collio sloveno, e di Erika Balus, specializzata in scienze dell'alimentazione, che ieri hanno presentato alla stampa e ai ristoratiri delle Valli del Natisone il volume di Dino Del Medico "A tavola sul Matajur - 153 antiche ricette del comune di Savogna", edito dall'associazione «don Eugenio Blanchini» di Cividale del Friuli. Ai presenti ha portato il saluto il sindaco di Savogna, Marisa Loszach. L'autore del volume, premiato al Gourmand world cookbook awards di Pechino e Londra per le sue pubblicazioni sulla cucina slovena, ha raccolto le ricette contenute nel volume tra gli emigranti del comune di Savogna e nelle famiglie che nei paesi sulle falde del Matajur custodiscono gelosamente i segreti di antichi piatti tramandati da madre in figlia i cui pregi sono la semplicità della preparazione.

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caso iran, bandiera verde in provincia (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 1 - Pordenone Caso Iran, bandiera verde in Provincia Il vessillo issato per solidarietà agli oppositori del regime di Ahmadinejad La scelta Un drappo verde ai balconi del Palazzo provinciale di corso Garibaldi. E' il gesto simbolico con il quale la Provincia di Pordenone ha aderito alla campagna "Bandiere verdi alle finestre per la democrazia in Iran". La campagna di solidarietà con il movimento di opposizione al regime iraniano è stata promossa da "Zapping", la trasmissione di attualità del Gr1 condotta da Aldo Forbice, da sempre impegnata in iniziative a tutela dei diritti umani. Vi hanno aderito numerosi giornalisti, intellettuali, sindaci e amministrazioni pubbliche, come il comune di Roma e Venezia. E ora anche l'ente provinciale, che ha appeso la bandiera dei giovani iraniani dell'"Onda verde" all'esterno del Palazzo Sbrojavacca, accanto a quelle istituzionali di Italia, Ue, Provincia e Regione. «Un piccolo ma significativo gesto - ha spiegato il presidente Alessandro Ciriani (che nei giorni scorsi ha aderito anche all'evento pro Iran svoltosi in municipio) - per ribadire la nostra vicinanza con chi lotta a prezzo della libertà e della vita contro la teocrazia e i soprusi di Ahmadinejad». I "ragazzi di Teheran" hanno bisogno dell'attiva solidarietà di tutto l'Occidente. Nell'era della globalizzazione, del resto, anche ciò che si verifica lontano dalle nostre contrade ci riguarda da vicino. Non mi dispiacerebbe se anche le famiglie del nostro territorio facessero la loro parte esponendo un drappo verde alle finestre delle proprie case, dando così un segnale anche a quell'"Iran profondo" fedele al regime.

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narcos - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 28 - Esteri Narcos La città proibita Dopo la rivolta della minoranza islamica che ha provocato almeno duecento vittime siamo andati nella capitale dello Xinjiang Strade presidiate dall´esercito, il regime assorda la popolazione con inni patriottici Impossibile collegarsi a Internet o telefonare: i pochi cronisti sono guardati a vista dai funzionari di Pechino. Una censura telematica. Perché la tragedia possa essere dimenticata Due settimane fa la più cruenta repressione etnico-religiosa mai vista da 40 anni nella Repubblica Popolare. I soldati, schierati in assetto da guerra, puntano i loro fucili in faccia alla gente che passa Nella casbah in disfacimento i bambini giocano a piedi nudi tra cumuli di rifiuti sporcizia e puzza di fogna La propaganda si scaglia contro la leader uigura in esilio Rebiya Kadeer e la stampa estera "faziosa e anti-cinese" (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) DAL NOSTRO INVIATO (segue dalla copertina) federico rampini Vaste macchie nere - le divise dei reparti speciali di polizia antisommossa - si alternano con chiazze verde-marrone - le tute mimetiche dei soldati - e colorano in modo sinistro il paesaggio urbano. Una volta attraversati i posti di blocco si penetra nella casbah islamica: diroccata, in disfacimento, con bambini che scorazzano a piedi nudi nella sporcizia, vicoli che puzzano di fogna e trasudano miseria, dove i grattacieli della città cinese sembrano appartenere a un mondo lontano. Anche lì è tornata una sorta di normalità, le bancarelle con ciambelle calde e pane "nan" schiacciato, spiedini di agnello alla griglia, profumi di spezie, donne velate, bazaar di sete, un pezzo di Medio Oriente finito a viva forza dentro la Repubblica Popolare. Quella che non ritorna, invece, è la finzione che le due città cinese e turcomanna possano convivere tranquillamente, sotto lo sguardo paterno delle autorità di Pechino. La trincea armata che separa le due Urumqi, la zona libera e i territori occupati, evoca l´altro isolamento soffocante. Su tutto lo Xinjiang - un´area vasta cinque volte l´Italia - è calato un impressionante silenzio elettronico che blocca le comunicazioni con l´esterno. Non esiste più Internet; il manager olandese dello Sheraton a cinque stelle allarga le braccia sconsolato: da due settimane non arrivano né partono email. E´ impossibile telefonare all´estero, le linee internazionali sono mute, anche i cellulari sono limitati alle chiamate locali. Per sei lunghissimi giorni sono tagliato fuori dal mondo. L´implacabile macchina della censura cinese ha chiuso gli accessi, ha il controllo totale sull´informazione. Non escono notizie dall´interno dello Xinjiang. L´occupazione militare è la stessa che avevo visto un anno fa a Lhasa, dopo la rivolta del Tibet. E´ nuovo il black-out tecnologico. E´ un salto di efficienza che dà i risultati previsti. La tragedia degli uiguri è presto dimenticata, nonostante l´escalation nel bilancio delle vittime e degli arresti in massa dopo la strage del 5 luglio. Questa operazione hi-tech porta la firma di Wang Lequan, 64 anni, numero uno del partito comunista nello Xinjiang e fedelissimo del presidente Hu Jintao. Preso alla sprovvista nelle prime 48 ore di guerriglia urbana, che costrinse Hu a disertare il G8 dell´Aquila per rientrare precipitosamente a Pechino, in seguito Wang si è rifatto una credibilità studiando il caso Tibet. Alle tradizionali tecniche anti-insurrezionali, basate sul dispiegamento di una schiacciante forza militare, il boss del partito comunista ha aggiunto lo spregiudicato blitz tecnologico per accecare le comunicazioni. Il controllo sull´informazione consente al regime di lasciar filtrare una sola versione: il terrore del 5 luglio fu una fiammata di violenza a senso unico, gli uiguri si sono scatenati con una furia selvaggia contro gli han, mentre la polizia è intervenuta con misura. Può esserci una parte di verità in questa ricostruzione. Ma nessun osservatore indipendente ha avuto accesso agli ospedali e agli obitori. Nessuno ha potuto verificare il conteggio etnico che nella versione governativa assegna un numero preponderante di morti alla comunità han. I mass media di Stato alimentano una virulenta campagna nazionalista, con un´immensa eco in tutta la Cina. Due i bersagli: Rebiya Kadeer, la leader uigura in esilio accusata di avere istigato la rivolta a scopi secessionisti; la stampa estera bollata come faziosa, bugiarda, anti-cinese. Il controllo capillare di Wang Lequan mi insegue anche nella tappa successiva del mio viaggio, a Kashgar: la roccaforte musulmana dove gli uiguri sono ancora maggioranza. La punta estrema dello Xinjiang nel cuore dell´Asia centrale. Non passano 15 minuti dalla mia registrazione all´hotel e già una voce ostile urla al telefono della mia camera, mi convoca nel salone d´ingresso. E´ un commissario di polizia in borghese, mi fa capire il personale dell´hotel. Lui non si qualifica, non mi dirà mai il suo nome. Io in piedi, lui sprofondato in una poltrona della reception con l´aria minacciosa e onnipotente, mi fa un interrogatorio in piena regola. Non ci sono turisti occidentali in albergo. Ad altri colleghi il visto da giornalista sul passaporto è valso un´espulsione immediata (e illegale). «Qui le interviste le organizzo io», mi avverte. Gli incontri con lui saranno frequenti, fino alla mia partenza. La sua presenza deve essere ben visibile ad altri, anche quando non lo vedo io: il pedinamento dei giornalisti da parte della polizia intimidisce gli uiguri, cuce le bocche dei testimoni. Davanti al mio albergo, nella Piazza del Popolo dominata dalla gigantesca statua in granito di Mao Zedong, un grande schermo proietta a ripetizione le immagini maledette del 5 luglio a Urumqi. E´ un film horror offerto gratis a tutta la cittadinanza. Sono riprese selezionate, appaiono solo cinesi han dai volti sfigurati di botte e coperti di sangue. In questa roccaforte musulmana le immagini potrebbero avere quasi un effetto di incitamento alla rivolta. Ma il messaggio è completato dal via vai incessante di camion militari. Procedono a gruppi di tre autocarri. I soldati hanno i mitra spianati, e sacchetti di sabbia anti-esplosivi. Dai camion i megafoni urlano alla cittadinanza appelli all´ordine. Nel venerdì di preghiera il piazzale davanti alla moschea grande (Idh Kah) si riempie di truppe. La mia visita "turistica" dentro il luogo di culto avviene proprio in parallelo con un´ispezione di sicurezza. Mancano poche ore all´afflusso dei fedeli, un piccolo gruppo misto di ufficiali dell´esercito e funzionari di polizia perlustra l´interno della moschea. Li dirige un giovane in borghese molto curato, con i capelli cortissimi, giacca di lino e jeans chiari aderenti in foggia Armani. Un esemplare di tecnocrate che potrebbe lavorare in una merchant bank di Shanghai. A me riservano poche occhiate di sbieco, hanno ben altro da fare. Studiano con cura la disposizione dei luoghi, gesticolano per indicare le vie d´uscita. Poco dopo vedrò installare i metal detector all´ingresso della moschea. E al centro del piazzale un minaccioso camion bianco con antenna satellitare, più varie telecamere puntate sulla gente che entra. Da Kashgar prendo la strada che porta ai confini con Pakistan, Tajikistan e Afghanistan. Sono luoghi maestosi, dove il deserto Taklimakan finisce alle falde dei monti Kunlun. Paesaggi solitari e magnifici, come il lago Karakul dominato dalla cima innevata del Monte di Giada, 7.600 metri di altitudine. Le montagne desertiche sono solcate dall´autostrada nuova fiammante a quattro corsie; spuntano miniere a cielo aperto, dove le scavatrici frugano questa terra ricca di risorse. Si spinge fino a queste alture semidesertiche la potenza economica cinese, segnalata dai Tir e dalle centrali fotovoltaiche. E´ la porta d´accesso ai vicini dell´Asia centrale. Ma i camionisti uiguri e kazakhi sono fermati regolarmente ai posti di blocco. Vedi i loro volti turcomanni incupirsi davanti ai poliziotti cinesi. Intuisci l´onta della loro sottomissione. Qui la potenza imperiale di Pechino lambisce il suo fronte caldo con l´Islam. Da qui la solidarietà con la causa degli uiguri viaggia verso l´Asia musulmana, provoca i raid dei talebani contro le imprese cinesi in Afghanistan, arriva fino a creare una crisi politica con il governo di Ankara. Sono appena otto milioni gli uiguri dello Xinjiang, più quattro milioni di emigrati per cercare lavoro nel resto della Repubblica Popolare: come i due uiguri uccisi in una fabbrica di Canton, la scintilla dei moti del 5 luglio. Sono un´inezia, come le altre 56 minoranze etniche, soverchiati da oltre un miliardo di han. Ma visti dalle frontiere dell´Asia centrale sono una spina nel fianco della Cina, un disturbo per la penetrazione economica in altre nazioni islamiche. In Occidente è ben più popolare la causa del popolo tibetano. Contro gli uiguri Pechino ha saputo usare l´argomento dell´anti-terrorismo, dopo che alcuni militanti sono stati catturati dagli americani in Afghanistan, e detenuti per anni a Guantanamo. L´Amministrazione Usa e i governi europei non vogliono schierarsi con movimenti secessionisti dello Xinjiang accusati di avere legami con al Qaeda. E´ nel mondo islamico che la questione uigura assume un altro aspetto. Proietta l´immagine di una Cina efficiente e ricca ma spietata; un´impero multietnico che piega tutte le razze al ritmo della sua modernizzazione ma non le integra. Nell´ondata nazionalista con cui il paese ha reagito alla rivolta di Urumqi, molti cinesi hanno gettato la maschera della "società armoniosa" esaltata da Hu Jintao. Nei commenti sui giornali, nei blog e nei forum online, si è scatenato un fiume di accuse contro gli uiguri. Ladri e mafiosi. Parassiti. Privilegiati dalle facilitazioni per le minoranze. Un lungo elenco di recriminazioni si è levato dal ventre della Cina profonda, contro le forme di "affirmative action" elargite per placare le etnìe non-han. Sconvolti dalle immagini della tv di Stato sui linciaggi degli han a Urumqi, a Pechino Shanghai e Canton molti hanno ricordato che gli uiguri non sono sottoposti al controllo delle nascite, possono avere tutti i figli che vogliono. Ricevono "punti" supplementari nei concorsi di ammissione alle università. Facilitazioni che non hanno impedito un crescente divario socio-economico. E non cancellano altre umiliazioni. Come quella che cerca di nascondermi pudicamente la mia guida, che chiamerò Mohammed, quando gli chiedo se è mai stato in pellegrinaggio alla Mecca. "Non ho fretta - mi risponde - prima devo sistemare i figli. Il Corano dice che ci sono altre priorità". Una penosa bugìa. Agli uiguri il viaggio alla Mecca è proibito dal 2001. In un paese dove la libertà di andare all´estero è ormai un diritto di massa, per gli uiguri è difficile ottenere il passaporto. Sono ridotti a sentirsi prigionieri, in una terra che consideravano tutta loro.

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perche' ci conviene il g20 (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'ITALIA E LA CRISI PERCHE' CI CONVIENE IL G20 di Massimo Paoli La Banca d'Italia avverte che l'economia nel 2010, se tutto andrà per il meglio, farà annotare una crescita zero, mentre preoccupa e non poco la situazione sociale che allo scadere dei principali ammortizzatori in azione vedrà tramutarsi molte posizioni di cassa integrazione in licenziamenti veri e propri. Insomma il 10,5% di saggio di disoccupazione che anche solo sei mesi fa sembrava punitivo è ormai realistico. L'area euro secondo le nuove stime del Fondo monetario internazionale ha una dinamica tendenziale del Pil (primo trimestre 2009 su primo 2008) che sta letteralmente sprofondando. L'Italia è a -6%, la Germania a un passo dal -7%, la Francia e la Spagna oltre il -3%. Nel resto del mondo occidentale non va poi tanto meglio, gli Usa sono vicini al -3%, la Gran Bretagna è oltre il -4%, il Giappone è a -6%. Il BRIC (il "pacchetto" di realtà in via di forte sviluppo) si è rotto, il Brasile non cresce, la Russia è quasi a -7% solo Cina e India crescono ancora a ritmi salvifici per l'intera economia planetaria, rispettivamente +7,5% e +5,5%. Come giudicare questi dati, esageratamente pessimisti? Disfattisti? Oppure ottimisti, visto che contengono un'indicazione non trascurabile: metà della popolazione mondiale risiede in economie che crescono come l'Italia del boom dei primi anni '60. Non credo sia intelligente dividersi in ottimisti o pessimisti. Il realismo dovrebbe farci intravedere i rischi che corriamo e le opportunità che ci sono. I rischi sono tutti legati alla perdita dello status di sistema-paese "importante" economicamente e quindi politicamente. Il giudizio di inutilità dell'ultimo G8 e la facile previsione che questo sia presto sostituito da un G14 o un G20 è tutta a nostro vantaggio, perché con queste attuali dinamiche il primo paese a uscire dal novero dei primi 8 grandi in termini di ricchezza prodotta, sarebbe l'Italia. Così se vogliamo restare nelle stanze che contano, bisogna che queste si allarghino. D'altra parte la riunione dei paesi non allineati, e che in diretta alternativa al G8 ha appena rivendicato per i 150 paesi che ne fanno parte un peso maggiore, ci dice che la stagione dei riti in stanze ad accesso particolarmente selettivo, non solo non funzionano più, ma soprattutto non convengono più. Le opportunità sono sotto gli occhi di tutti e le nostre imprese le possono cogliere solo crescendo in dimensione media, cooperando in network sempre più intelligenti e re-indirizzando le loro capacità di export. Si chiamano Cina e India (e le altre realtà dinamiche), si chiamano forza del brand "made in Italy", si chiamano forza e creatività degli imprenditori italiani, si chiamano anche politiche per il sostegno alle nuove formule imprenditoriali che servono all'internazionalizzazione del nostro sistema industriale. Politiche che, soprattutto per le imprese più piccole, per ora non si vedono, mentre invece gli scudi fiscali potrebbero aspettare, tenuto conto che ogni condono spinge chi può ad evadere. è bene ricordare che l'evasione fiscale in Italia ha superato i 270 miliardi di euro, ovvero il 19,2% del pil. Se anche la metà di questa enorme cifra rientrasse, a spanne sarebbe sicuramente un multiplo dei rientri previsti con lo scudo fiscale.

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Al posto del dollaro una nuova moneta internazionale (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 21/07/2009 - pag: 4 autore: Mario Lettieri, sottosegretario all'Economia nel governo Prodi Paolo Raimondi, economista la proposta dei paesi del g14 Al posto del dollaro una nuova moneta internazionale In sordina, il summit dell'Aquila ha celebrato un cambiamento storico nei rapporti internazionali, cioè la fine dell'era di Rambouillet. Nel novembre 1975 in questa località vicino a Parigi, i capi di governo dei paesi industrializzati, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania (Occidentale), Giappone e Italia, si erano riuniti per creare un «direttorio» sulle questioni economiche globali, naturalmente sotto il controllo americano. Dopo il Canada anche la Russia entrò a farvi parte nel 1998. Sotto l'egida dell'Hap (Heiligendamm Aquila Process, in cui si indicano per nome le due città dove i summit del G8 hanno affrontato questa tematica) è stato stilato il primo documento ufficiale congiunto G8/G5. Quest'ultimo, come noto, rappresenta le quattro nazioni del Bric (Brasile, Russia, India, Cina) più il Sud Africa. L'Hap ha istituzionalizzato il formato G8/G5 come governance economica e politica mondiale anche attraverso la creazione di uno Steering Committee. Il documento parla di «una partnership genuina» tra il G8 e il G5 e di «parità di ruolo nel contesto di un rafforzato multilateralismo». Pochissimo è stato detto nelle dichiarazioni ufficiali sui contenuti del dibattito informale che si è svolto nel capoluogo abruzzese, ma dietro le quinte c'è stata una discussione molto intensa circa la creazione di un nuovo sistema monetario internazionale multi polare con una partecipazione diversificata di altre monete, oltre al dollaro.Infatti, ritornati a casa propria, i capi di stato e i rappresentanti delle delegazioni presenti al G8 hanno cominciato a esprimere apertamente alcune loro preoccupazioni e proposte sulla crisi globale.In una dichiarazione ufficiale del ministero degli Esteri di Pechino si sottolinea che la Cina ha chiesto: «il mantenimento della stabilità dei tassi di cambio delle principali monete di riserva e la promozione di un più diversificato e razionale sistema monetario internazionale». Da notare l'uso del plurale per le monete.Il Ministro degli Esteri indiano, Shiv Shankar Menon, ha ribadito che, se una nuova moneta mondiale è un progetto di lungo termine, i paesi emergenti intendono usare «le proprie monete per regolare i commerci fatti tra di loro». E ha aggiunto che questa è anche la posizione del presidente del Brasile, Lula. Da parte loro i russi da tempo vanno ripetendo di voler trasformare il rublo in una moneta di riserva e dei commerci internazionali e di cercare un sistema alternativo a quello basato soltanto sul dollaro. All'Aquila in una conferenza stampa di cui non si è avuto quasi nessuna notizia sulla stampa, il presidente Dmitri Medvedev ha simbolicamente presentato il conio di una nuova moneta mondiale con inscritto «unità nella diversità».Molto importante è stato l'intervento del presidente francese Nicolas Sarkozy al suo rientro a Parigi: «francamente», ha detto, «60 anni dopo il sistema di Bretton Woods ci dobbiamo chiedere se non sia arrivato il momento che, a un mondo politico multi polare, non corrisponda anche un sistema economico e monetario multi polare. Non possiamo limitarci soltanto a una moneta». Dal canto suo, il cancelliere tedesco Angela Merkel in una intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung ha sottolineato che «il futuro ruolo del dollaro non è stato discusso ufficialmente all'Aquila, ma che lo spazio del dollaro dovrebbe essere affiancato da altri spazi con monete differenti».Naturalmente i rappresentanti americani negano che qualcuno abbia messo in discussione il ruolo del dollaro come moneta di riserva mondiale, mentre il primo ministro britannico Gordon Brown ha aggiunto che simili discussioni possono solamente «destabilizzare gli accordi esistenti».Ma la questione è da tempo sul tappeto e la crisi finanziaria americana e globale ha aggravato la situazione: il dollaro non è più in grado di essere la sola moneta su cui si basano il commercio, le riserve e il sistema dei pagamenti internazionali, soprattutto perché si poggia su un'economia reale che è, da lungo tempo, molto malata. Fino ad oggi l'Italia ha evitato di dichiararsi apertamente sull'argomento. Noi pensiamo che il tempo dell'attesa sia scaduto e, prima del G-20 di Pittsburgh, il nostro governo debba chiaramente pronunciarsi e rafforzare la posizione europea e un'alleanza allargata per il nuovo sistema monetario multi polare. Non sarebbe certamente un atto contro gli Usa. Al contrario, sarebbe un intervento utile anche al presidente Obama, che è in difficoltà nel confrontare il sistema bancario americano in crisi ma restio a qualsiasi vera riforma del sistema.

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Caro Beckham la maglia è sacra anche negli Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

spice boy i tifosi di Los Angeles contestano la stella inglese. e lui se la prende Caro Beckham la maglia è sacra anche negli Usa di Pippo Russo A chi gli ha chiesto se stesse per replicare il clamoroso gesto compiuto da Eric Cantona sul campo del Crystal Palace, David Beckham ha risposto di no. Al contrario del francese, suo predecessore al Manchester United nell'indossare la maglia numero 7, non aveva intenzione di scagliarsi contro il tifoso che dagli spalti dell'Home Depot Center di Los Angeles lo insultava, impedendogli di battere in santa pace un calcio d'angolo contro gli ex e futuri compagni di squadra del Milan. Andando verso quello, aveva intenzione solo di spiegarsi. E per quanto i testimoni giurino che la situazione non è degenerata soltanto grazie al tempestivo intervento di Nesta e Ronaldinho, non si stenta a credere che mai l'inglese avrebbe ripetuto l'atto d'aggressione di cui il 25 gennaio 1995 fu protagonista il francese al Selhurst Park; una mossa da Kung Fu che portò Cantona a colpire in pieno il 20enne tifoso avversario Matthew Simmonds, e gli costò 8 mesi di squalifica e 120 ore di lavoro socialmente utile. Ce l'avreste visto Beckham ad attaccare briga e rischiare d'uscirne scarmigliato? Come l'avrebbero presa i suoi sponsor? Troppo diversi i temperamenti, col francese a rappresentare uno degli ultimi esemplari di poeta maledetto del pallone e lo Spice Boy a vedere nel campo da gioco soltanto un altro palcoscenico sul quale recitare i ruoli da front man e testimonial. Inoltre, non secondario nel segnare un distinguo fra i due episodi, è il fatto che nel caso di Cantona il contestatore fosse un tifoso avversario, mentre Beckham si è ritrovato insultato da uno dei suoi (e non soltanto da quello). Ma a spiazzare l'inglese deve essere stata soprattutto la scoperta che il calcio sia globale in un senso a lui sconosciuto, e sia capace di parlare un linguaggio e comunicare messaggi d'appartenenza per lui irricevibili. Nel suo ruolo di massimo rappresentante del calcio globalizzato - quello in cui si predica il verbo della non appartenenza - aveva creduto a tutti gli stereotipi sulla diversità del pallone statunitense. Una diversità profonda al punto tale da essere cristallizzata a partire dal nome (soccer anziché football). Soprattutto, una diversità che si pretende risieda nel carattere ancora acerbo delle platee americane, certamente diverse da quelle europee; per le quali il senso d'identità prodotto dal club ha una valenza sacra. E invece quel calcio diverso, late comer rispetto al percorso di evangelizzazione pallonara compiutosi nel resto del mondo già con la prima metà del XX secolo, ha dimostrato che la "mistica della maglia" è un connotato ineludibile. Anche da queste parti, e anche per questi tifosi sempliciotti ma non più residuali rispetto alle discipline tradizionalmente americane. Questo è ciò che racconta l'episodio della contestazione subita domenica sera da Beckham: che ovunque si giochi, e quale che sia il grado di sviluppo economico, culturale e emotivo accumulato dal movimento calcistico interno, la maglia è un valore intangibile. Guai a offenderla mostrando scarso attaccamento. Sulla potenzialità del calcio di produrre identità continuano a interrogarsi i sociologi, con alterni successi. Rimane però un dato di fatto che tale identità venga prodotta. E contro questa realtà ha cozzato il signor David Beckham l'altra sera. Allorché non è stato contestato da gruppi hooliganeschi socializzati al verbo del blood and honour, o colmi della boria dovuta a una tradizione calcistica secolare di club (che non esiste per nessuna delle franchigie partecipanti alla Mls). Ciò che gli è stato rimproverato è la mancanza di rispetto verso la maglia. Un comportamento che è al tempo stesso irrispettoso dal punto di vista sentimentale (a nessuno piace vedere un giocatore che va via e torna in squadra quando gli pare, e mentre c'è pensa a andare altrove senza peritarsi di nasconderlo) e professionale (l'impegno in esclusiva e non residuale dovrebbe essere imperativo per ogni lavoratore, tanto più nel calcio). Anche questa è globalizzazione pallonara: la maglia conta ovunque. Il signor Beckham ne aveva un'altra idea. Per lui il global football (o global soccer) è salire sul primo aereo per portare il brand sul palcoscenico attivo in quel momento. Portandosi in valigia tutte le maglia delle sue militanze di ventura, e col rischio perenne di sbucare dal tunnel indossando quella sbagliata. Per fortuna il calcio è ancora una cosa diversa, cioè uguale a se stessa. E che siano stati gli americani a ricordarglielo è quasi una vendetta della Storia. 21/07/2009

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empo di prelibatezze: il club internazionale Chefs des Chefs' fa tappa stasera ad Assisi,... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

PRIMA pag. 1 empo di prelibatezze: il club internazionale Chefs des Chefs' fa tappa stasera ad Assisi,... empo di prelibatezze: il club internazionale Chefs des Chefs' fa tappa stasera ad Assisi, e sarà la sala comunale del palazzo civico a ospitare una sopraffina dimostrazione di arte culinaria. D'altra parte è proprio il Comune, con il sostegno di diversi sponsor, ad aver voluto accogliere il prestigioso Club, fondato nel 1977 da Gilles Bragard, e per la prima volta in Italia. Si da quando nacque, il club si prefisse di organizzare eventi conviviali con protagonisti solamente gli chef dei capi di Stato. Da allora questi Maestri si sono dati appuntamento in tutti i continenti; il congresso del club ha avuto come sede vari Stati d'Europa, gli Usa, la Cina e il Sud Africa, ma finora mai l'Italia. Per la prima volta nel 2009 i più grandi artisti della cucina sono approdati il 19 luglio nel Bel Paese con varie tappe: a Lucca, Modena, oggi ad Assisi e infine a Roma. Dove, ovviamente, saranno ricevuti da Napolitano.

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DA DOMANI a domenica a Leccio "Pd in festa". Organizzata al Circolo Arci, prevede una seri... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

VALDARNO pag. 18 DA DOMANI a domenica a Leccio "Pd in festa". Organizzata al Circolo Arci, prevede una seri... DA DOMANI a domenica a Leccio "Pd in festa". Organizzata al Circolo Arci, prevede una serie di iniziative che spaziano dalla politica alla musica, dalla gastronomia allo sport. L'approfondimento è in programma giovedì alle 21,30 sui temi della sicurezza, dell'immigrazione e della globalizzazione. Interverranno il senatore Massimo Livi Bacci e la sociologa Giulia Maraviglia.

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Ecco la città proibita di Urumqi Viaggio nella trincea della Xinjiang (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

URUMQI - A ogni crocevia i soldati cinesi sono disposti "a testuggine" come gli antichi romani. Quadrilateri di scudi per proteggersi da un attacco nemico che può arrivare da ogni lato, all'improvviso. Sono centurioni ad alta tecnologia: giubbe antiproiettile, scudi di plexiglas, fucili automatici puntati in faccia alla gente che passa. Due settimane dopo la rivolta degli uiguri che ha fatto duecento morti (bilancio ufficiale), la capitale dello Xinjiang vive sotto la morsa di un'occupazione militare. Accentuata da un impenetrabile black-out delle comunicazioni. Un test di accecamento elettronico che segna un nuovo progresso nelle tecniche di repressione. Teatro della più cruenta protesta etnico-religiosa mai vista da quarant'anni nella Repubblica Popolare, oggi Urumqi è tagliata in due. Nella zona moderna dove gli immigrati cinesi (han) sono la schiacciante maggioranza, la vita è tornata quasi alla normalità: ingorghi di auto e supermercati pieni, un paesaggio di neon e pubblicità sfavillanti come in tutte le metropoli della Cina. Ma una trincea di paura separa il centro storico, il ghetto dove i musulmani sono in stato d'assedio. Le vie d'accesso alla città vecchia sono vuote di automobili. Sfilano regolari solo le colonne di autocarri dell'esercito: segnalano l'inizio della "no man's land" dove i cinesi han non si avventurano più. Negli edifici pubblici requisiti dalle forze armate si vedono marce e si sentono inni patriottici a tutte le ore. La presenza militare deve essere esibita, ben visibile giorno e notte. OAS_RICH('Middle'); Vaste macchie nere - le divise dei reparti speciali di polizia antisommossa - si alternano con chiazze verde-marrone - le tute mimetiche dei soldati - e colorano in modo sinistro il paesaggio urbano. Una volta attraversati i posti di blocco si penetra nella casbah islamica: diroccata, in disfacimento, con bambini che scorazzano a piedi nudi nella sporcizia, vicoli che puzzano di fogna e trasudano miseria, dove i grattacieli della città cinese sembrano appartenere a un mondo lontano. Anche lì è tornata una sorta di normalità, le bancarelle con ciambelle calde e pane "nan" schiacciato, spiedini di agnello alla griglia, profumi di spezie, donne velate, bazaar di sete, un pezzo di Medio Oriente finito a viva forza dentro la Repubblica Popolare. Quella che non ritorna, invece, è la finzione che le due città cinese e turcomanna possano convivere tranquillamente, sotto lo sguardo paterno delle autorità di Pechino. La trincea armata che separa le due Urumqi, la zona libera e i territori occupati, evoca l'altro isolamento soffocante. Su tutto lo Xinjiang - un'area vasta cinque volte l'Italia - è calato un impressionante silenzio elettronico che blocca le comunicazioni con l'esterno. Non esiste più Internet; il manager olandese dello Sheraton a cinque stelle allarga le braccia sconsolato: da due settimane non arrivano né partono email. E' impossibile telefonare all'estero, le linee internazionali sono mute, anche i cellulari sono limitati alle chiamate locali. Per sei lunghissimi giorni sono tagliato fuori dal mondo. L'implacabile macchina della censura cinese ha chiuso gli accessi, ha il controllo totale sull'informazione. Non escono notizie dall'interno dello Xinjiang. L'occupazione militare è la stessa che avevo visto un anno fa a Lhasa, dopo la rivolta del Tibet. E' nuovo il black-out tecnologico. E' un salto di efficienza che dà i risultati previsti. La tragedia degli uiguri è presto dimenticata, nonostante l'escalation nel bilancio delle vittime e degli arresti in massa dopo la strage del 5 luglio. Questa operazione hi-tech porta la firma di Wang Lequan, 64 anni, numero uno del partito comunista nello Xinjiang e fedelissimo del presidente Hu Jintao. Preso alla sprovvista nelle prime 48 ore di guerriglia urbana, che costrinse Hu a disertare il G8 dell'Aquila per rientrare precipitosamente a Pechino, in seguito Wang si è rifatto una credibilità studiando il caso Tibet. Alle tradizionali tecniche anti-insurrezionali, basate sul dispiegamento di una schiacciante forza militare, il boss del partito comunista ha aggiunto lo spregiudicato blitz tecnologico per accecare le comunicazioni. Il controllo sull'informazione consente al regime di lasciar filtrare una sola versione: il terrore del 5 luglio fu una fiammata di violenza a senso unico, gli uiguri si sono scatenati con una furia selvaggia contro gli han, mentre la polizia è intervenuta con misura. Può esserci una parte di verità in questa ricostruzione. Ma nessun osservatore indipendente ha avuto accesso agli ospedali e agli obitori. Nessuno ha potuto verificare il conteggio etnico che nella versione governativa assegna un numero preponderante di morti alla comunità han. I mass media di Stato alimentano una virulenta campagna nazionalista, con un'immensa eco in tutta la Cina. Due i bersagli: Rebiya Kadeer, la leader uigura in esilio accusata di avere istigato la rivolta a scopi secessionisti; la stampa estera bollata come faziosa, bugiarda, anti-cinese. Il controllo capillare di Wang Lequan mi insegue anche nella tappa successiva del mio viaggio, a Kashgar: la roccaforte musulmana dove gli uiguri sono ancora maggioranza. La punta estrema dello Xinjiang nel cuore dell'Asia centrale. Non passano 15 minuti dalla mia registrazione all'hotel e già una voce ostile urla al telefono della mia camera, mi convoca nel salone d'ingresso. E' un commissario di polizia in borghese, mi fa capire il personale dell'hotel. Lui non si qualifica, non mi dirà mai il suo nome. Io in piedi, lui sprofondato in una poltrona della reception con l'aria minacciosa e onnipotente, mi fa un interrogatorio in piena regola. Non ci sono turisti occidentali in albergo. Ad altri colleghi il visto da giornalista sul passaporto è valso un'espulsione immediata (e illegale). "Qui le interviste le organizzo io", mi avverte. Gli incontri con lui saranno frequenti, fino alla mia partenza. La sua presenza deve essere ben visibile ad altri, anche quando non lo vedo io: il pedinamento dei giornalisti da parte della polizia intimidisce gli uiguri, cuce le bocche dei testimoni. Davanti al mio albergo, nella Piazza del Popolo dominata dalla gigantesca statua in granito di Mao Zedong, un grande schermo proietta a ripetizione le immagini maledette del 5 luglio a Urumqi. E' un film horror offerto gratis a tutta la cittadinanza. Sono riprese selezionate, appaiono solo cinesi han dai volti sfigurati di botte e coperti di sangue. In questa roccaforte musulmana le immagini potrebbero avere quasi un effetto di incitamento alla rivolta. Ma il messaggio è completato dal via vai incessante di camion militari. Procedono a gruppi di tre autocarri. I soldati hanno i mitra spianati, e sacchetti di sabbia anti-esplosivi. Dai camion i megafoni urlano alla cittadinanza appelli all'ordine. Nel venerdì di preghiera il piazzale davanti alla moschea grande (Idh Kah) si riempie di truppe. La mia visita "turistica" dentro il luogo di culto avviene proprio in parallelo con un'ispezione di sicurezza. Mancano poche ore all'afflusso dei fedeli, un piccolo gruppo misto di ufficiali dell'esercito e funzionari di polizia perlustra l'interno della moschea. Li dirige un giovane in borghese molto curato, con i capelli cortissimi, giacca di lino e jeans chiari aderenti in foggia Armani. Un esemplare di tecnocrate che potrebbe lavorare in una merchant bank di Shanghai. A me riservano poche occhiate di sbieco, hanno ben altro da fare. Studiano con cura la disposizione dei luoghi, gesticolano per indicare le vie d'uscita. Poco dopo vedrò installare i metal detector all'ingresso della moschea. E al centro del piazzale un minaccioso camion bianco con antenna satellitare, più varie telecamere puntate sulla gente che entra. Da Kashgar prendo la strada che porta ai confini con Pakistan, Tajikistan e Afghanistan. Sono luoghi maestosi, dove il deserto Taklimakan finisce alle falde dei monti Kunlun. Paesaggi solitari e magnifici, come il lago Karakul dominato dalla cima innevata del Monte di Giada, 7.600 metri di altitudine. Le montagne desertiche sono solcate dall'autostrada nuova fiammante a quattro corsie; spuntano miniere a cielo aperto, dove le scavatrici frugano questa terra ricca di risorse. Si spinge fino a queste alture semidesertiche la potenza economica cinese, segnalata dai Tir e dalle centrali fotovoltaiche. E' la porta d'accesso ai vicini dell'Asia centrale. Ma i camionisti uiguri e kazakhi sono fermati regolarmente ai posti di blocco. Vedi i loro volti turcomanni incupirsi davanti ai poliziotti cinesi. Intuisci l'onta della loro sottomissione. Qui la potenza imperiale di Pechino lambisce il suo fronte caldo con l'Islam. Da qui la solidarietà con la causa degli uiguri viaggia verso l'Asia musulmana, provoca i raid dei talebani contro le imprese cinesi in Afghanistan, arriva fino a creare una crisi politica con il governo di Ankara. Sono appena otto milioni gli uiguri dello Xinjiang, più quattro milioni di emigrati per cercare lavoro nel resto della Repubblica Popolare: come i due uiguri uccisi in una fabbrica di Canton, la scintilla dei moti del 5 luglio. Sono un'inezia, come le altre 56 minoranze etniche, soverchiati da oltre un miliardo di han. Ma visti dalle frontiere dell'Asia centrale sono una spina nel fianco della Cina, un disturbo per la penetrazione economica in altre nazioni islamiche. In Occidente è ben più popolare la causa del popolo tibetano. Contro gli uiguri Pechino ha saputo usare l'argomento dell'anti-terrorismo, dopo che alcuni militanti sono stati catturati dagli americani in Afghanistan, e detenuti per anni a Guantanamo. L'Amministrazione Usa e i governi europei non vogliono schierarsi con movimenti secessionisti dello Xinjiang accusati di avere legami con al Qaeda. E' nel mondo islamico che la questione uigura assume un altro aspetto. Proietta l'immagine di una Cina efficiente e ricca ma spietata; un'impero multietnico che piega tutte le razze al ritmo della sua modernizzazione ma non le integra. Nell'ondata nazionalista con cui il paese ha reagito alla rivolta di Urumqi, molti cinesi hanno gettato la maschera della "società armoniosa" esaltata da Hu Jintao. Nei commenti sui giornali, nei blog e nei forum online, si è scatenato un fiume di accuse contro gli uiguri. Ladri e mafiosi. Parassiti. Privilegiati dalle facilitazioni per le minoranze. Un lungo elenco di recriminazioni si è levato dal ventre della Cina profonda, contro le forme di "affirmative action" elargite per placare le etnìe non-han. Sconvolti dalle immagini della tv di Stato sui linciaggi degli han a Urumqi, a Pechino Shanghai e Canton molti hanno ricordato che gli uiguri non sono sottoposti al controllo delle nascite, possono avere tutti i figli che vogliono. Ricevono "punti" supplementari nei concorsi di ammissione alle università. Facilitazioni che non hanno impedito un crescente divario socio-economico. E non cancellano altre umiliazioni. Come quella che cerca di nascondermi pudicamente la mia guida, che chiamerò Mohammed, quando gli chiedo se è mai stato in pellegrinaggio alla Mecca. "Non ho fretta - mi risponde - prima devo sistemare i figli. Il Corano dice che ci sono altre priorità". Una penosa bugìa. Agli uiguri il viaggio alla Mecca è proibito dal 2001. In un paese dove la libertà di andare all'estero è ormai un diritto di massa, per gli uiguri è difficile ottenere il passaporto. Sono ridotti a sentirsi prigionieri, in una terra che consideravano tutta loro. (21 luglio 2009

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Guerra dei polli Usa e Cina ora trattano (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 23 autore: WTO & PROTEZIONISMO Guerra dei polli Usa e Cina ora trattano Da Washington e Pechino arrivano segnali di distensione sul fronte degli scambi commerciali, e in particolare sulla cosiddetta guerra dei polli. I due paesi infatti, pur rimanendo su posizioni ancora distanti, hanno accettato di trattare la questione all'interno dell'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto), e non attraverso misure di stampo protezionistico. Ieril'ultima mossa: gli Stati Uniti hanno bloccato la creazione di una commissione giudicante presso la Wto, che avrebbe dovuto valutare il bando americano all'importazione di pollame cinese in nome della sicurezza alimentare. Un bando che la Repubblica popolare rivendica come illegale perché in contrasto con le regole fissate dalla stessa Wto. La Cina, però, non attuerà misure drastiche, preferendo chiedere un nuovo incontro all'interno dell'organizzazione multilaterale. I produttori americani di pollame, dal canto loro, stanno dalla parte della Cina, per paura che Pechino decida di bloccare gli scambi con quello che per loro rappresenta il maggiore mercato d'esportazione, per un valore di 700 milioni di dollari l'anno.

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Vizi e virtù del diritto in Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 24 autore: LIBRI & STUDI Vizi e virtù del diritto in Cina T ra ritualismo e modernizzazione: è il sottotitolo del libro che ben sintetizza la difficoltà affrontate dall'Impero di mezzo sul fronte del diritto in Cina. Strada senza ritorno dopo l' apertura al mondo varata da Deng Xiaoping a fine anni 70 con la sua "politica delle porte aperte". Ma anche strada complessa là dove la tradizione confuciana (ordine senza uomini di legge) e un bimillenario uso repressivo della norma si devono confrontare con i processi di globalizzazione economico-finanziaria e i relativi standard giuridici di matrice perlopiù occidentale.

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Scarpe carioca crescono (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-07-21 - pag: 24 autore: Scarpe carioca crescono I produttori brasiliani puntano sulla qualità per vendere in Usa e Ue Antonio Dini SAN PAOLO La scarpa del futuro è una morbida sapathila , prodotta dalla brasiliana Divalesi: costa il 15% in più dei modelli equiva-lenti, circa 42 euro, ma è a impatto zero; niente sostanze chimiche inquinanti nella concia del pellame e la gomma della suola è prodotta in modo naturale da fonti rinnovabili. Il segreto non è tecnologico ma nel rispetto delle procedure: ogni parte non è solo eco, ma anche tracciabile e certificabile. «Il nostro obiettivo è quello di far partire in tre aziende nello stato di Rio Grande do Sul la produzione delle scarpe con etichetta ecologica, aderenti alle norme più stringenti per l'area in cui esportiamo di più, quella europea» spiega Carmen Serrano, docente universitaria e ricercatrice del Senai, Servizio nazionale di ricerca per l'industria brasiliana. Fra le tre aziende, Divalesi è quella già pronta per la produzione: «è la nostra scommessa: noi ci siamo e ora aspettiamo il mercato. Ci vorrà qualche anno, ma quando la coscienza globale delle eco-scarpe arriverà, ci troverà pronti » spiega Orceni Bernardi, titolare di Divalesi, media impresa familiare che 18 anni fa aveva iniziato producendo 20 paia di scarpe al giorno e oggi è a quota 1.500. La scarpa ecologica è una delle armi a medio termine che l'industria brasiliana schiera per uscire dalla crisi e rilanciare sui mercati di tutto il mondo. Il Brasile è il terzo produttore mondiale dopo Cina e India, nonché il primo esportatore con 65,8 milioni di scarpe vendute nel primo semestre del 2009 pari a circa 680 milioni di dollari, in calo del 26,5% per volume e del 28,5 per valore rispetto allo stesso periodo del 2008, ma in crescita del 6% negli ultimi tre mesi. «La crisi comincia a rallentare e, nel calzaturiero, dopo il secondo semestre cominceranno i dati positivi, nonostante la debolezza del dollaro; le nostre aziende devono essere pronte a ripartire» spiega Heitor Klein, direttore esecutivo di AbicalÇados,l'associazione nazionale brasiliana dei produttori di scarpe, a San Paolo durante Francal, la più grande fiera calzaturiera in America latina. Per uscire dalla crisi, da un lato si punta agli accordi con mercati "amici" come quello italiano e, dall'altro, sulla trasformazione da terzisti del mondo, in competizione con Cina e India, in produttori di scarpe firmate, di buona qualità e prezzi mediobassi. «In Italia cerchiamo accordi per la licenza di marchi italiani in Brasile e la distribuzione in Brasile di scarpe italiane », sottolinea Klein, che con AbicalÇados lavora alla tutela della produzione nazionale contro il dumping di aziende cinesi e vietnamite: entro un mese il Mercosur deciderà se agire per compensare con una misura anti-dumping i ribassi di quei Paesi, valutati a + 400%. «Questo è il momento per accelerare con la costruzione del nostro franchising mondiale» afferma Paulo Kieling, direttore marketing di Via Uno, marchio del gruppo Bison che sta lanciando la sua terza linea "eco" e apre negozi in 15 Paesi. Gli fa eco Joao Gimenes, responsabile export del brand di lusso Dumond del colosso Paquetà: «Apriamo 50 negozi, 30 solo negli Emirati Arabi, e portiamo avanti 23 brand». Il carnet di aziende per cui Paquetà è terzista è infinito: Geox, Adidas, Clarks, Hugo Boss, Max Mara e decine di altre. Con boutique di design e pubblicità in tutto il mondo, il fenomeno della scarpa da donna Melissa, marchio del colosso Grendene, è stata definita la principale innovazione nel settore dopo le lussuose sneakers in pelle di Prada di 10 anni fa. Nel campo dell'ecoc'è anche la regina delle infradito, cioè Havaianas, che ne produce 22 milioni l'anno. O, per finire, l'ultima arrivata dell'eco-sandalo: Goòc. Pelé come testimonial, infradito realizzati recuperando copertoni di auto (12 milioni in 5 anni) e primo posto al mondo, come spiega il responsabile Aleio Faria, per " sandalìa reciclada e reciclàvel ". E un obiettivo comune: conquistare il mondo tenendo pulito il Brasile. antoniodini@me.com © RIPRODUZIONE RISERVATA IN PRIMA LINEA Via Uno si appresta ad aprire negozi in 15 Paesi, mentre i sandali di Goòc si sono aggiudicati Pelé come testimonial

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IL RESISTIBILE RILANCIO DEL NUCLEARE (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'OPINIONE IL RESISTIBILE RILANCIO DEL NUCLEARE Angelo Baracca Giorgio Ferrari Il calo dei consumi elettrici mondiali e le restrizioni sul credito hanno messo in crisi il settore nucleare tanto da far pensare che il proclamato rilancio di questa tecnologia non ci sarà. Negli Usa su 18 richieste presentate la Nrc ha rilasciato solo tre licenze di costruzione per nuovi reattori Ge e Westinghouse. Obama ha abbandonato la linea di Bush: senza sussidi governativi chi finanzierà la costruzione di nuovi impianti? La Cina parlava di 20 reattori, ma è ferma a meno di 10. L'india ha messo in cantiere solo due nuove centrali e gli ambiziosi programmi della Gran Bretagna sembrano languire. Ma la crisi più seria della Francia, che si vede costretta a vendere il 15% di Areva ai giapponesi per fare un po' di cassa e ripianare il suo deficit dopo le pessime prestazioni della società: pochi ordinativi e tante penali dovute a ritardi di costruzione, fino al contenzioso formale presso la Camera di Commercio di Parigi con la società e l'ente di sicurezza finlandesi interessati alla costruzione della centrale di Olkiluoto che costerà il doppio di quanto preventivato e forse non sarà pronta neanche nel 2012. Del resto il reattore Epr (orgoglio della Grandeur ma che non ha ancora avuto la certificazione di progetto da parte della Nrc e quindi non può essere costruito negli Usa) sta rivelando grossi problemi tecnici e costruttivi. Quanto all'Italia, il decantato acquisto di quattro reattori Epr non è scritto da nessuna parte e pensiamo che non verranno mai costruiti. Dovranno forse commissionarne uno per non perdere la faccia, reiterando così la storia del ponte sullo stretto e foraggiare le solite imprese (e qualche mafia). Allora tutto bene, possiamo stare tranquilli? Affatto! Molte sono le insidie celate nella legge di rilancio del nucleare appena approvata. In primo luogo, vi è un accentramento di tutti i poteri nel governo: che si è avocato le localizzazioni, l'iter autorizzativo, con l'ulteriore prerogativa di emettere tutti i decreti attuativi a proprio uso e consumo. Secondo: la Sogin, che non ha mai brillato come gestore di impianti nucleari, sarà commissariata e smembrata, forse per avocare al governo il «tesoretto» dei vecchi siti, da portare «in dote» ai consorzi si creeranno per i nuovi impianti (stile Cavet). La costituenda Agenzia per il nucleare sarà governativa: un vero mostro, lo Stato che controlla se stesso; ammesso poi che possa nascere «senza ulteriori oneri per lo Stato», dovendo prelevare personale competente da enti (Enea, Ispra) che ormai ne sono privi! Ma senza personale competente che credibilità ha un programma nucleare? L'invito per i prossimi mesi è pertanto quello di vigilare attentamente sull'operato del governo (scelta dei siti) e della Sogin (gestione dei rifiuti) che in questo momento potrebbero non essere coincidenti visto che, mentre Sogin intende smantellare la Fn (Fabbricazioni nucleari) di Boscomarengo e costruirvi un deposito di rifiuti radioattivi, il governo ha introdotto negli scopi della legge anche gli impianti per la fabbricazione del combustibile nucleare, il cui solo esempio esistente è proprio quello della FN di Boscomarengo che a questo punto potrebbe essere suo interesse mantenere in vita. Così come non è chiaro che cosa succederà con il commissariamento Sogin (da decidersi entro un mese) delle attività di costruzione di vari depositi di rifiuti risalenti ai decreti di emergenza tra Berlusconi e Jean, per uno dei quali (quello della Trisaia), abbiamo avanzato, in sede di Commissione Via, numerose critiche e riserve al progetto presentato da Sogin.

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Una vita dedicata agli altri, spesa tra la Croce Rossa e la Protezione civile. In prima line... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 21 Luglio 2009 Chiudi di MARINA VERDENELLI Una vita dedicata agli altri, spesa tra la Croce Rossa e la Protezione civile. In prima linea nelle missioni di aiuto in Kosovo come infermiera volontaria, attiva politicamente prima nell'Msi e poi per Alternativa Sociale. Mondo del volontariato e della politica in lutto per la morte di Maria Teresa Giglio, 61 anni, funzionario del Dipartimento Nazionale di Protezione civile. Oggi i funerali, alle 17, a Santa Maria dei Servi, dove è atteso l'arrivo del capo della Protezione Civile nazionale Guido Bertolaso, suo amico, che recentemente era andato a trovarla in ospedale. Giglio, madre dell'ex consigliere Elena Petri e moglie dell'avvocato Sergio Novelli, era malata da alcuni anni. «Dopo il terremoto de L'Aquila - racconta la figlia Elena - sarebbe voluta andare in Abruzzo, a dare una mano, come ha fatto in passato per il terremoto dell'Umbria. Invece la malattia non le ha permesso di muoversi. Ha sopportato il dolore con dignità. Una donna coraggiosa dalla forza spaventosa». «Una persona squisita, operativa, straordinariamente disponibile. Apprezzabile per lo spirito di servizio e l'umiltà che ha dimostrato lavorando in particolare all'interno della Cri, collaborando con il Dipartimento di Protezione Civile» la ricorda il governatore Spacca. Giglio è morta all'ospedale di Torrette nel reparto di medicina generale diretto da Aldo Salvi. Ai suoi cari ha manifestato la volontà di una donazione pro Cri e Protezione civile. Maria Teresa era conosciuta anche nell'ambiente scolastico, aveva insegnato lingue e letterature straniere al "Fermi". «A scuola - aggiunge la Petri - la chiamavano capo Giglio perché era una persona di polso. Nell'ambiente politico l'avevano soprannominata la Zarina». Alle 15 di ieri è stata allestita la camera ardente all'obitorio di Torrette. Giglio è stata vestita con la divisa della Croce Rossa dove è stata ispettrice provinciale delle infermiere volontarie e dove ha svolto l'incarico di delegato regionale Cri alla Protezione civile. Da sempre in politica fu dirigente del Fronte della Gioventù, poi dirigente provinciale Ancona dell'Msi-Dn, socio fondatore e presidente del Circolo Arco di Ancona, il primo circolo di An delle Marche. Fu eletta consigliere provinciale An nel 1994 e nel '98. Dal 2003 era iscritta a Libertà di Azione, di cui è stata il coordinatore regionale. Fino al 2005 è stata componente della segreteria nazionale di As.

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Usa: Cina deve "pagare" per emissioni gas serra (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Di Doug Palmer WASHINGTON (Reuters) - La Cina e gli altri paesi in via di sviluppo devono contribuire al "'pagamento" per la riduzione delle emissioni di gas serra, considerate responsabili del riscaldamento globale. Lo ha affermato il Segretario al Commercio Usa Gary Locke, facendo un passo indietro rispetto a un recente comunicato che investiva gli Stati Uniti di una grande responsabilità in materia di lotta al cambiamento climatico. Dal momento che gli Usa e gli altri paesi sviluppati stanno sostenendo sforzi, in termini di costi, per affrontare il cambiamento climatico, "i paesi in via di sviluppo, come la Cina, devono fare altrettanto", ha detto Locke ai membri del Manufacturing Council, organo consultivo del settore privato. "Devono fare un passo avanti. Devono pagare per la situazione relativa al cambiamento climatico. Devono investire nell'efficienza dal punto di vista energetico e nella conservazione, ma devono anche compiere passi significativi per ridurre le emissioni di gas serra". Queste dichiarazioni di Locke arrivano dopo il comunicato della scorsa settimana, in Cina, in cui il Segretario al Commercio sosteneva che i cittadini americani dovevano pagare per il contenuto di carbonio contenuto nei beni, da loro consumati, provenienti da tutto il mondo. "Francamente, credo che i cittadini americani dovrebbero pagare per il loro consumo che causa emissioni di gas serra e per quello di prodotti fabbricati in ogni parte del mondo a beneficio degli Usa", aveva detto Locke all'American Chamber of Commerce a Shangai, dopo aver incontrato funzionari cinesi a Pechino. Un portavoce del Dipartimento del Commercio ha detto che Locke non intendeva promuovere una tassa sulle importazioni o qualche altra particolare politica per ridurre il contenuto di carbonio di beni importati. Al contrario, Locke intendeva dire che le aziende americane non devono essere poste in una condizione di svantaggio commerciale in un momento in cui gli Usa stanno vagliando una legge che limiti le emissioni di gas serra che provengono in particolar modo dai combustibili fossili, ha riferito il portavoce. "C'è una legittima preoccupazione sul fatto che le aziende Usa competano allo stesso livello delle altre. Come portavoce delle aziende statunitensi, questo è il messaggio che il segretario voleva veicolare", ha detto il portavoce. Continua...

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Tania Cagnotto, l'ora della rivincita (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sport Pagina 10042 Tania Cagnotto, l'ora della rivincita In finale nel trampolino da 3 metri dopo la delusione da 1 metro --> In finale nel trampolino da 3 metri dopo la delusione da 1 metro ROMA Quella delle medaglie “di legno” rischia di diventare una maledizione per l'Italia ai Mondiali di Roma '09. Ieri, dopo quelli dei fratelli Marconi nei tuffi sincro e di Tania Cagnotto nel trampolino da 1 metro, è arrivato un altro quarto posto. Beatrice Adelizzi si è piazzata ai piedi del podio nella finale del solo tecnico nel nuoto sincronizzato con il punteggio di 94.667. Stavolta, però, il quarto posto ha il significato sdi un successo, perché mai era successo che un'italiana arrivasse tanto in alto. L'oro è andato alla russa Natalia Ishchenko (98.667) davanti alla spagnola Gemma Mengual (97.883). Bronzo alla canadese Marie Boudreau-Gagnon (96.000). Beatrice Adelizzi (in coppia con Giulia Lapi) si è poi qualificate per la finale del duo tecnico del sincronizzato, oggi alle 11, ottenendo il sesto punteggio. TUFFI Nei tuffi, invece, Tania Cagnotto si è parzialmente riscattata dopo l'amaro quarto posto ottenuto nel trampolino da un metro. La bolzanina si è qualificata per la finale mondiale dal trampolino 3 metri, che si svolgerà oggi dalle 15.30. In semifinale l'azzurra si è piazzata al quarto posto (ancora!) con il punteggio di 334.65. Niente da fare per l'altra italiana, Francesca Dallapè, sedicesima ed eliminata con 269.85. La migliore prestazione è stata della cinese, Jingjing Guo (368.10), imbattuta nella specialità dei tre metri dalle olimpiadi di Sydney nel 2000. Alle sue spalle la canadese Jennifer Abel (351.65) e l'altra cinese Zi He (351.45). PALLANUOTO Falsa partenza per il Settebello nel girone preliminare (gruppo D) del torneo di pallanuoto: gli azzurri sono stati sconfitti 9 a 8 dagli Stati Uniti. Questi i parziali di Usa-Italia: 3-2, 2-1, 1-2, 3-3. Negli altri gironi, da segnalare i facili successi di Germania (14-4 al Sudafrica), Ungheria (15-6 al Canada), Montenegro (14-4 alla Cina), Croazia (11-2 al Brasile) e Australia (14-7 al Kazakistan). Più sofferta (11-9) l'affermazione della Spagna sulla Serbia. ACQUE LIBERE La mareggiata di sabato scorso ha costretto Fina e organizzatori del Mondiale a riscrivere il calendario delle acque libere: oggi finalmente si comincia con la 5 km, uomini e donne (in gara per l'Italia Luca Ferretti e Simone Ruffini, e tra le donne Rachele Bruni e Giorgia Consiglio), mentre l'azzurro di punta, Valerio Cleri, scenderà in campo domani per il primo assaggio con la 10, in attesa dello show con la maratona del mare, la 25 km in programma sabato.

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Corbella, Astoi: "L'Influenza "A" non ferma i turisti" (sezione: Globalizzazione)

( da "TTG Italia Online" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

21/07/2009 10.33 Corbella, Astoi: "L'Influenza "A" non ferma i turisti" I turisti sembrano non temere più di tanto il virus della nuova influenza. Secondo Roberto Corbella, presidente di Astoi "non si registrano fenomeni significativi" di cancellazione delle prenotazioni. "Un calo c'è - spiega in un dichiarazione ad Apcom -, ma è quasi fisiologico, sotto il 5%. Non registriamo forti cancellazioni. Piuttosto registriamo un numero elevato di richieste di informazioni, da parte dei diretti interessati oppure dei famigliari dei più giovani, soprattutto per gli spostamenti verso l'Inghilterra". La nuova influenza è una conseguenza della globalizzazione, sottolinea Corbella."Il fenomeno della nuova influenza - prosegue il presidente - è una pandemia, colpisce cento Paesi tra cui l'Italia. Pertanto chi viaggia è consapevole di potersi prendere l'influenza prendendo la metro di Roma, così come andando in giro all'estero. La gente si sta abituando alle conseguenze della globalizzazione. Non solo, l'Oms dice che non ha senso bloccare i viaggi. Anche perché, per prevenire gli effetti di un virus influenzale, si dovrebbe realizzare un blocco totale dei viaggi in tutto il mondo, cosa che però non avrebbe senso in questo momento".

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Aborto? No grazie (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempi" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Aborto? No grazie L'Italia porta all'Onu un soffio di vita. Speriamo che si senta fino a Bruxelles di Tempi «Se una donna viene scoperta incinta senza certificato è immediatamente costretta ad abortire, qualsiasi sia lo stato di avanzamento della gravidanza. ( ) Una volta ho trovato una donna incinta al nono mese senza permesso. È stata portata ad abortire. In sala parto ho visto le labbra del bambino che volevano succhiare, ho visto le sue membra che si stiracchiavano. Un medico gli ha praticato un'iniezione letale in testa e il bimbo è morto». Così dichiarò nel corso di un'udienza davanti al Congresso americano nel 1998 Gao Xiaoduan, per 14 anni responsabile del controllo delle nascite nella provincia cinese del Fujian. "L'aborto come strumento di controllo demografico" stigmatizzato il 15 luglio da due mozioni votate alla Camera dei deputati, che impegnano il governo ad attivarsi per una risoluzione delle Nazioni Unite che condanni tale pratica, è un orrore che investe milioni di donne. Lo racconta nei dettagli anche un libro fresco di stampa: Strage di innocenti La politica del figlio unico in Cina (Guerini 2009, 185 pagine), a cura del dissidente cinese Harry Wu, prossimamente in Italia ospite del Meeting di Rimini. Certo sarebbe molto bello se, dopo avere ottenuto una risoluzione Onu per una moratoria della pena di morte, l'Italia riuscisse a far votare al Palazzo di Vetro anche una moratoria degli aborti forzati e di quelli favoriti da legislazioni che considerano l'aborto un metodo contraccettivo qualunque. Per quanto riguarda la Cina ci sono però due problemini: da sempre l'Unpfa, organismo "umanitario" dell'Onu, assiste Pechino nell'attuazione della politica del "figlio unico", via aborti e sterilizzazioni forzati. È un peccato che Obama abbia deciso di sbloccare i finanziamenti Usa a tale ente. È un peccato che l'Unione Europea non li abbia mai interrotti.

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Napolitano: viva cucine nazionali (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuovo, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

> Napolitano: viva cucine nazionali I cuochi di capi di Stato e governo di vari Paesi al Quirinale (ANSA) - ROMA, 21 LUG - Viva le cucine nazionali, 'vanno salvaguardate e difese, anche con sapienti innovazioni', lo ha detto Napolitano agli chef dei capi di Stato. 'La globalizzazione non puo' significare un appiattimento delle ricette e dei gusti', ha aggiunto rivolto agli chef di vari paesi ricevuti al Quirinale che gli hanno regalato una divisa da cuoco e un diploma d'onore che omaggia la qualita' della ristorazione nel Palazzo del Quirinale. Napolitano ha elogiato anche l'attivita' dei cuochi del Quirinale.

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Il fatto di avere davanti la più grande democrazia del mondo non può che facilitare il com... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il fatto di avere davanti la più grande democrazia del mondo non può che facilitare il compito. La pietra miliare di questa strategia è stata l'accordo sul nucleare che Bush ha fortissimamente voluto con l'India. Lo scorso governo del Partito del congresso indiano ha scontato la dura opposizione dei comunisti che lo appoggiavano ma, con le elezioni dello scorso mese, Manmohan Singh può contare oramai su una solida alleanza rafforzata dal voto popolare. I temi più delicati da discutere saranno tre: la minaccia alla sicurezza globale rappresentata dal terrorismo, la proliferazione nucleare e i cambiamenti climatici. Sul primo punto la partita è delicata: l'America deve convincere l'India a trovare finalmente un accordo stabile con l'arcinemico Pakistan, da sempre considerato il mandante degli attentati terroristici in India e nel conteso Kashmir. Solo in tal modo i pakistani potranno concentrare i loro sforzi sul confine afghano, dopo aver abbandonato ambiguità e incertezze nei confronti dei Taleban e nei territori da loro controllati. Anche per tale ragione sembra che l'America abbia fatto nei giorni scorsi pressioni diplomatiche affinché l'India riduca almeno la sua presenza in alcuni consolati in Afghanistan, troppo vicini, per i pakistani, ai loro confini. L'ossessione del Pakistan e del suo potente esercito è da sempre quella di vedersi circondati dall'India e da paesi filo-indiani. In questi anni il presidente afghano Karzai, con le sue plateali visite all'«amico indiano», poco ha fatto per tranquillizzare tali timori. Se Obama vuole uscire vincitore dal pantano afghano, la sua strada passa anche da Delhi. Sulla questione nucleare, dopo l'accordo storico che porta l'India nel club delle potenze nucleari senza aver mai sottoscritto il Trattato di non proliferazione, la Clinton dovrebbe poter fare buoni affari. Ci si aspetta che durante la visita possa annunciare l'accordo su due centrali civili che l'America costruirà in India. Nei prossimi anni la Confindustria indiana ha già annunciato l'intenzione di importare, nei prossimi 15 anni, più di venti centrali «chiavi in mano» dagli Usa. Accordi su altre commesse militari sono già pronti e l'America è disponibile a rinnovare la flotta aerea indiana, ancora basata sull'obsoleta tecnologia sovietica. Gli Usa sono già il primo partner commerciale con l'India e i suoi investimenti hanno superato i 10 miliardi di dollari. La novità degli ultimi anni è invece il costante aumento degli investimenti indiani in America che, nel 2008, hanno superato i 3,7 miliardi di dollari. Anche questo è un segno di come, con la crisi globale, si sposta rapidamente a est il potere economico, creando un nuovo baricentro a oriente. Più difficile sarà per il segretario di Stato portare a casa qualcosa di buono sui cambiamenti climatici: le distanze rimangono forti, come già si è visto al G8 dell'Aquila, tra l'Occidente e le nuove potenze, India e Cina in testa. Queste ultime non tollerano alcun tetto rigido alle emissioni inquinanti e ogni accordo globale è visto come una minaccia alla loro crescita economica. Ci vorrà più tempo e molta pazienza per portare a casa risultati concreti in questo campo decisivo per le sorti del pianeta. Ugo Papi

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Villadose (Rovigo) NOSTRO INVIATO La dodicesima edizione del concorso "Voci per la libert... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 21 Luglio 2009, Villadose (Rovigo) NOSTRO INVIATO La dodicesima edizione del concorso "Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty" ha concluso l'altra notte a Villadose(Rovigo) la consueta settimana di musica e parole dedicati a Amnesty International e ai diritti umani. Vinicio Capossela ha vinto l'edizione del premio Amnesty Italia, settima edizione, con la sua "Lettere di soldati" che racconta la guerra dal punto di vista dei "piccoli uomini armati" e, coerentemente con la sua visione pacifista dei conflitti, ha disertato la serata, affidandosi a un video. A chiudere la manifestazione è stato quindi Flavio Oreglio, il comico cantante trovatosi con sua sorpresa e soddisfazione tra i finalisti per la canzone "Kabul" contenuta nel suo ultimo lavoro discografico "Giù - Non è stato facile cadere così in basso". Sei i finalisti del concorso diventato una rispettata realtà nazionale. A vincere è stata una band mantovana, i Terzobinario, con un brano "Rights Here, Rights Now" applaudito dalla nuova presidente di Amnesty Italia, Christine Weise, come un testo che identifica alla perfezione le campagne atuali dell'organizzazione per i diritti umani. Premio della critica a Legittimo Brigantaggio di Priverno (Latina), premio del pubblico agli estemporanei "Silvia's Magic Hands" di Formia, mentre a tutti i sei finalisti, (i citati e Telemark, Garnet, Cosmorama) i cui brani andrano nella prossima compilation della manifestazione, il plauso e la targa consegnati dai responsabili di Amnesty Italia e dal sindaco Mirella Zambello, presemti l'assessore e primo ideatroe Michele Lionello e dalla presidente della provincia di Rovigo Tiziana Virgili col neo assessore alle politiche giovanili Leonardo Raito . Christine Weise ha approfitato dell'ocasione epr ricordare la nuova campagna di Amnesty destinata al rispetto dei più poveri. «Abbiamo visto di recente siluppi positivi nella moratoriaapprovata dall'Onu contro la pena di morte, nelle nuove leggi egiziane che vietano la mutilazione genitale femminile, e ci sono buoni segnali in Usa dall'amministrazione Obama che ha vietato l'uso della tortura giustificata da Bush, anche se non si parla ancora di punire i colpevoli. Ma i diritti non sono mai conquistati in maniera peranente. Ogni generazione deve lotare per gli altrie rischia di perdere memoria storica e diritti acquisiti. Serve molta educazione ai diritti umani e più informazione. Oggi stiamo perdendoci il diritto d'asilo che è sempre stato riconosciuto e rispetato in passato». E invita le aziende che investono in paesi che non rispetano i direitti umani, come la Cina, a essere più consapevoli e sensibili. Oreglio lamenta di essere praticamente uscito dalla scena mediatica dopo aver sperato che la prima edizione di Zelig potesse portare a delle novità anche sul piano dell'impegno e della comunicazione. «Ma ora è diventato una specie di "Bagaglino"». Dopo aver scelto la via dell'autoproduzione Oreglio ha anche ideato un festival "Musicomedians" per far rinascere «il Cabaret con lo spirito di una volta». E ricorda un aneddoto a proposito della confusione e dell'ignoranza dei tempi: «Il 25 aprile sono andato a una manoifestazione e dal palco ho chiesto "dov'è la sinistra? Esiste ancora la sinistra? E tutti a urlare. Allora ho detto che ci volevano dei fondamenti seri per ricostruirla su nuove basi. E tutti: sìì! E ho cominciato a leggere una serie di articoli programmatici. Sottoscrivete? E tutti a ululare sìììì. Alla fine quando tutti avevano approvato a gran voce ho detto: Bravi. Avete appena approvato per acclamazione il manifesto costitutivo dei fasci di combatimento». E dal palco tra una canzone di Gaber e una sua rileva che «Nel mondo della comunicazione leìa gente non comunica più e magari è convinta che Jesolo sia uno dei sette nani...» Giò Alajmo

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Italia-Cina: Roma continua a ricercare accordi privilegiati con Pechino (sezione: Globalizzazione)

( da "Rinascita Online" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Italia-Cina: Roma continua a ricercare accordi privilegiati con Pechino Martedì 21 Luglio 2009 – 10:19 – Rinascita Tempo di crisi economica a livello globale, ed il governo italiano sta cercando in tutti i modi di stringere nuovi accordi commerciali con altre nazioni, in primis quelle asiatiche la cui economia è sempre più in espansione. A tal proposito ieri a Venezia si è svolta la tavola rotonda “Italia-Cina: la Sfida dello sviluppo sostenibile”, dedicata soprattutto alle nuove frontiere ecologiche dell’economia ed all’applicazione del Protocollo di Kyoto. Corrado Clini, direttore generale del ministero dell’Ambiente, aprendo i lavoratori ha subito cercato di rendere i suoi interlocutori più propensi a stringere nuovi accordi esordendo: “La Cina oggi è la locomotiva mondiale dell’economia verde e questo è un dato di cui dobbiamo tener conto”. L’incontro è stato organizzato dall’Ipcc, l’organismo Onu sul cambiamento del clima, lo stesso che ha creato il Protocollo di Kyoto, ratificato da tutto il mondo eccezion fatta per gli Usa che come sempre impongono le regole agli altri ma non vogliono poi sottoporsi alle stesse. In questa intensa due giorni, orientata principalmente alla preparazione del V rapporto sul cambiamento climatico, il documento che entro il 2013 dovrà fornire ai governi del mondo indicazioni scientifiche e valutazioni aggiornate sul cambio di clima, fondamentale sarà la definizione del futuro di Pechino. La Cina, così come l’India, non è tenuta a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel quadro dell’accordo notificato, nonostante il numero abnorme degli abitanti. Cina, India e altri paesi in via di sviluppo sono infatti stati esonerati dagli obblighi del protocollo di Kyoto poiché non sono stati tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo di industrializzazione che si crede stia provocando il cambiamento climatico attuale. Clini ha difeso questo status quo asserendo che questa clausola è dovuta al fatto che più della metà della popolazione cinese non ha ancora accesso a elettricità e acqua e ciò riguarda più di tre quarti della popolazione indiana, “dunque non possiamo immaginare che per salvare il pianeta Cina e India precipitino nel sottosviluppo, ma dobbiamo aiutarli ad avere uno sviluppo sostenibile”. Continuando nelle sue sviolinate verso il colosso asiatico, il direttore generale del ministero dell’Ambiente ha poi ricordato come la collaborazione tra Italia e Cina in materia di economia verde vada ormai avanti dal 2000 e che mentre all’inizio Pechino dedicava solo l’un percento delle risorse e pochissimo interesse alla protezione dell’ambiente, oggi è il Paese che investe di più e in assoluto e in percentuale per lo sviluppo delle tecnologie ambientalmente sostenibili e per affrontare la sfida della protezione dell’ambiente. Attualmente quella cinese è l’economia con la più forte crescita al mondo, in pratica anche quella a stelle e strisce dipende da Pechino considerando che circa tre quarti del debito pubblico sono nelle mani della Rpc, ovvio quindi che in Italia tutti si facciano in quattro per compiacere il governo pechinese. Bizzarro però che lo si faccia anche in tema di economia verde visto che circa due settimane fa gli industriali nostrani hanno chiesto al Berlusconi e soci di sospendere le norme antinquinamento per rilanciare l’economia tricolore. Probabilmente se non saranno accontentati si vedrà un vero e proprio esodo delle nostre aziende in Cina dove c’è più possibilità di inquinare.

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La mutazione antropologicanell'era del (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

La mutazione antropologica nell'era del «sapere globale» Viviamo in un'epoca in cui si assiste ad una sempre maggiore accelerazione della vita sociale che comprime due categorie fondamentali dell'esperienza, spazio e tempo, fino al loro totale annullamento. Ciò è dovuto alla costante interconnessione in rete, ovvero al nuovo tipo di relazione tra gli uomini che comporta la connessione continua e in tempo reale con ogni cosa, in una sorta di presenza-assenza, in cui i tradizionali riferimenti spazio-temporali risultano sovvertiti e distorti. Tale tendenza "cronofaga", accentuata notevolmente della vertiginosa evoluzione tecnologica e scientifica, influenza tutte le dinamiche sociali investendo sia i processi formativi che quelli lavorativi. Si tratta del modo di produzione "postfordista" tipico del "new flexible capitalism" a forma reticolare, in cui il lavoro perde sempre di più la propria specificità e la propria diversità da tutte le altre attività dell'uomo. Ne deriva la creazione di un nuovo "capitale sociale" costituito da saperi e conoscenze diffusi tramite le reti telematiche. Tuttavia essere connessi in rete non significa aver accesso ai saperi e all'Altro, potendo comportare, al contrario, l'isolamento e la chiusura fino al solipsismo. Il paradosso dell'attuale società è, pertanto, la continua tensione tra l'esigenza di socializzazione dell'individuo e una pratica caratterizzata da una crescente asocialità ("socializzazione asociale"). A partire da tali pressanti questioni si snoda la riflessione di Ubaldo Fadini, che nel suo volume - corredato da prefazione di Pietro Barcellona - "La vita eccentrica. Soggetti e saperi nel mondo della rete" (Edizioni Dedalo, Bari 2009, pagg. 192, euro 16,00), si interroga sui mutamenti che attraversano la società globalizzata, cercando di mettere in evidenza luci ed ombre di quella che può definirsi una vera e propria "mutazione antropologica" che avviene sempre più rapidamente trasfigurando del tutto l'umano. L'Autore si chiede, in particolare, quali ricadute ha sull'essenza stessa dell'uomo e sulla sua posizione nel mondo la rivoluzione informatica e tecnologica cui assistiamo oggi, ritenendo che sia applicabile in senso tecno-antropologico il paradigma elaborato da uno dei fondatori dell'antropologia filosofica, Helmuth Plessner. L'originalità della lettura di Fadini sta nell'avvalersi di tale nozione per descrivere la condizione in cui attualmente si trova l'uomo in relazione allo spazio virtuale creato dalla rete e dalla conseguente creazione di un tipo di comunicazione inedito (non solo del tipo "uno ad uno" ma anche "uno a molti" o "molti a molti") che, da un lato, apre nuovi scenari di conoscenza ma, dall'altro, può condurre all'anomia dissipativa. Difatti la diffusione sempre più massiccia della rete e delle bioteconologie sconvolge del tutto le nostre forme di pensiero e di linguaggio, incidendo su tutti gli aspetti della vita sociale e provocandoci una sensazione di costante inadeguatezza, per la diffusa sensazione di carenza di tempo, spingendoci, per dirla con Ágnes Heller e Ferenc Feher, verso una "società dell'insoddisfazione" caratterizzata da un "tempo de-temporalizzato" che sembra addirittura relegare lo stesso futuro in una dimensione di incertezza. Ne deriva un mutamento epocale: il passaggio dall'abitare la storia all'abitare il mercato, ovvero abitare un tipo di comunicazione ormai svincolata dalla serie ininterrotta delle esperienze e del racconto, poiché il tempo, dominato dall'istante, si trasforma in una sorta di eterno presente puntiforme fatto di frammenti sconnessi veicolati da Internet. Vi è così il rischio di ricadere in una "miseria simbolica", vale a dire una "deprivazione sensoriale dell'affermazione di dinamiche di sparizione della nostra sensibilità" da cui scaturisce una "cecità" dovuta proprio alla proliferazione delle fonti di informazione a nostra disposizione. Per scongiurare tale pericolo è necessario adottare un'"etica del cyberspazio", partendo dal presupposto che la rete può sviluppare delle potenzialità nuove dell'umano che possano stimolare un reale rinnovamento del legame sociale (ormai logorato dalle dinamiche delle globalizzazione) utilizzando in senso relazionale le innovative tecnologie informatiche e comunicative. Solo in questo modo è possibile concepire un tipo di sapere "aperto" e in continua evoluzione. Ciò significa - secondo Fadini che riprende le teorie di Pierre Lévy sull'intelligenza collettiva - costruire uno spazio del Sapere che può essere inteso come uno "spazio autenticamente di formazione nel quale si può apprezzare la particolare, sofisticata, qualificazione tecno-antropologica dell'esperienza umana", in cui avviene una particolare interazione da un lato, tra informazione e comunicazione e, dall'altro, tra sapere e produzione. Questo spazio può essere identificato proprio con il cyberspazio ("spazio del sapere che ha come centro motore il sapere stesso") inteso nella sua doppia accezione di interconnessione con tutto in tempo reale e spazio virtuale in cui vivono peculiari saperi, culture e linguaggi. Come tale esso assolve ad una funzione fondamentale tesa alla creazione di una "intelligenza collettiva" ovvero una sorta di "infrastruttura tecnica del cervello collettivo o dell'ipercorteccia delle comunità viventi". Emilia Musumeci

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Napolitano: "No alla cucina globalizzata Valorizziamo tutti i sapori locali" (sezione: Globalizzazione)

( da "Quotidiano.net" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il presidente incontra una delegazione del club 'Chef des Chefs’ e riceve in dono una casacca da cuoco personalizzata. La moglie Clio: "Il mio piatto sono i maccheroni ripassati in padella finché fanno la crosticina"

" /> Politica TV FOTO E VIDEO BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI CASA Cronaca Politica Esteri Ecquo New York Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Motori Meteo Scommesse Dieta GLI CHEF AL QUIRINALE Napolitano: "No alla cucina globalizzata Valorizziamo tutti i sapori locali" Il presidente incontra una delegazione del club 'Chef des Chefs’ e riceve in dono una casacca da cuoco personalizzata. La moglie Clio: "Il mio piatto sono i maccheroni ripassati in padella finché fanno la crosticina" Roma, 21 luglio 2009 - Caprese di mozzarella originale e spigola all’acqua pazza, altro che quegli strani ed anonimi tournedos che hanno tutti lo stesso sapore da Helsinki a Johannesburg. Giorgio Napolitano, grande viaggiatore e conoscitore di fragranze e sapori, dice no alla cucina globalizzata e globalizzante ed esalta i valori di quella tradizionale. Di qualsiasi tradizione, basta che sia espressione di una sapienza distillata nei secoli. ‘Le peculiarità tradizionali vanno assolutamente mantenute nella globalizzazionè, ha detto oggi il Capo dello Stato ricevendo al Quirinale gli chef (rigorosamente in divisa con tanto di cappello d’ordinanza) del ‘Club Chef des Chefs’, venticinque maestri dell’arte culinaria abituati a cimentarsi con il palato di altrettanti vertici istituzionali. Se l’uomo è quel che mangia ‘la cucina è parte essenziale delle tradizioni dei nostri popolì, mentre quella anonima, quella ‘internazionalè, quella che trovi negli alberghi dotati di tante stelle e scarsa fantasia, altro non è se non un ‘bene rifugio per chi, viaggiando, ha il timore di confrontarsi con la cucina localè. La qual cosa in taluni casi può anche essere saggia precauzione, ma alla lunga diviene pigrizia anche intellettuale. Di fronte a questa ‘categoria un pò spurià dell’essere Napolitano ribadisce la necessità di mantenere le origini. Che, almeno nel caso italiano, non sono certo disprezzabili. ‘Quando al Quirinale ricevo ospiti in visita di statò, racconta il Presidente (l’ultimo, in ordine di tempo, è stato quel Barack Obama che ha fatto del mangiar sano ed autarchico uno dei portati del suo mandato), ‘ricevo solo complimenti per l’opera degli chef della Presidenza della Repubblicà. Fabrizio Boca, cuoco quirinalizio e membro a pieno titolo del Club degli Chef, a questo punto china leggermente il capo, arrossendo. A Napolitano viene anche donata una divisa da cuoco, con tanto di bandierina italiana al posto degli alamari e stemma della Repubblica sul cuore. Il Presidente ringrazia, usando un francese tanto impeccabile da dare la sensazione di un doveroso omaggio all’altra cucina per eccellenza. Al termine anche Clio Napolitano conferma l’attaccamento della coppia ai valori tradizionali. ‘Il mio piatto sono i maccheroni ripassati in padellà, confida, ‘devono essere al pomodoro, non necessariamente fatti all’istante, e vanno tenuti a cuocere finchè fanno la crosticinà. Non certo una ricetta di quelle più elaborate, ma chi non li ha mai assaggiati non sa cosa si perde. Di certo, non la si trova nei menù dei ristoranti che propongono la trita cucina internazionale. agi Gli chef ricevuti al Quirinale Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi L'assessore: "Se ne vadano i turisti che difendono gli abusivi" (65 commenti) Famiglia Cristiana attacca il governo: "Badanti, sanatoria discriminatoria" (47 commenti) Grillo: "Pd come gli integralisti islamici" (34 commenti) Il sindaco de L'Aquila: "Restituisco la fascia Da gennaio vogliono farci pagare le tasse" (31 commenti) Ristoratori come pensionati dichiarano al fisco 13.000 euro (24 commenti) Il sindaco scrive a banche e aziende "Sosteniamo il Rimini calcio" (19 commenti) Clan Sarno: 69 affiliati in manette E gli arrestati sfottono pure gli agenti (19 commenti) Alcol, vendita vietata agli under 16 Berlusconi: "Esempio da seguire" (13 commenti) 16:11:55 - Benjamin e Siglomane continuano a NON capire un fatto e dato oggettivo SEMPLICISSIMO: Nadal nella su[...] Federer-Nadal come Seles-Graf?15:54:44 - Ciao Backdoor! Ti darei ragione, se nella rubrica avessimo parlato del livello di gioco, dei colpi, [...] Scova la quota15:54:29 - @ backdoor...non so a chi ti riferisci nel tuo post, magari non a me, ma visto che il mio è, finora,[...] Scova la quota15:51:15 - Non sono d'accordo con quanto dichiarato da Benjamin in quanto secondo me il tennis è molto più comp[...] Federer-Nadal come Seles-Graf?15:44:25 - Ha fatto benissimo l'Assessore, se ci sono turisti che difendono gli abusivi, che se li portino a ca[...] L'assessore: "Se ne vadano i turisti che difendono gli abusivi"15:40:18 - Mari,Seles non ha mai battuto Graf sull'erba.Sulle altre superfici Graf in vantaggio,su terra head t[...] Federer-Nadal come Seles-Graf?15:35:44 - certo che è una bella provocazione chiedere alla maggioranza degli italiani di schierarsi in favore [...] Attori e registi scendono in piazza "Con i tagli si uccide lo spettacolo" Governo Berlusconi, quale ministro ti piace di più?E' giusto investire soldi nelle esplorazioni spaziali?Nuova influenza, hai paura della pandemia?Giusto o sbagliato immatricolare le barche sotto i dieci metri?Senza Ibra e con Eto'o l'Inter è...Premiata, qual è secondo te la mossa più azzeccata?Ibra al Barcellona, Eto'o all'Inter: sei favorevole?Magnini riuscirà a vincere il terzo titolo mondiale nei 100 stile libero?Adriano al Milan sarebbe un buon affare?Quanti gol realizzerà la nuova coppia bianconera Lupoli-Falconieri?Ferrara: Juve da scudetto. Sei d'accordo?Omicidio Sandri: sei anni al poliziotto, sentenza giusta?Milito sarà determinante per le fortune dell'Inter?Il Milan di oggi può lottare per lo scudetto?Primarie Pd: sei favorevole alla candidatura di Beppe Grillo? La foto del giorno Insolito red carpet Anteprima a Los Angeles per la commedia romantica 'The Ugly Truth' ('La dura verità'). Il protagonista Gerard Butler ha dato vita a un insolito fuori programma, leccando il viso della sua partner femminile Katherine Heigl sul red carpet. Un gesto subito immortalato dai fotografi GUARDA LE FOTO Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec ody>

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Harvard, arrestato professore nero (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

il luminare stava rientrando da un viaggio in cina Harvard, arrestato un professore Gates stava entrando in casa sua quando i poliziotti l'hanno scambiato per un ladro, «siete dei razzisti» CAMBRIDGE (USA)- La polizia si è scusata, dicendo che si trattava di un malinteso. Ma lui non ci ha creduto. E anzi, ha accusato l'agente che lo ha arrestato di razzismo: «Ecco cosa succede a un nero in America». Henry Louis Gates, 58 anni e professore di colore dell'Università di Harvard, è stata scambiato per un ladro, perché ha dovuto forzare la porta per entrare in casa sua. Un passante ha chiamato la polizia. E in un attimo il luminare degli studi afro-americani è stato ammanettato per resistenza a pubblico ufficiale. L'ARRESTO- Gates era appena tornato da un viaggio in Cina. Insieme a lui un amico. Secondo un rapporto della polizia, una donna avrebbe visto il professore mentre tentava di aprire a spallate la porta di casa, e avrebbe dato l'allarme. All'arrivo degli agenti, visibilmente irritato, Gates si sarebbe rifiutato di lasciare la proprietà: «Non sapete con chi state trattando», avrebbe detto al poliziotto che cercava di calmarlo. Il professore è stato quindi fermato per «condotta disordinata» e portato al commissariato pur avendo mostrato la patente di guida che lo dimostrava legittimo proprietario dell'abitazione. «Ecco cosa succede a un nero in America», ha commentato Gates una volta chiarito l'incidente accusando i poliziotti di essere «razzisti». Gates, che ha 58 anni, è il direttore del W.E.B. DuBois Institute for African and African American Studies di Harvard: è considerato una delle massime autorità negli studi sul razzismo in America. stampa |

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RAZZISMO MODERNO (sezione: Globalizzazione)

( da "TGCom" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

21/7/2009 Usa, uomo arrestato perché nero Professore scambiato per un ladro Un professore di colore degli studi afro-americani di Harvard, Henry Louis Gates, è stato arrestato mentre tentava di rientrare in casa dopo una viaggio in Cina. Il professore aveva tentato di forzare la porta di ingresso rimasta bloccata e un poliziotto bianco lo ha fermato scambiandolo per uno scassinatore. Irritato, il docente ha dimostrato di essere il proprietario della casa, ma la polizia lo ha arrestato pugualmente er "condotta disordinata". Secondo un rapporto della polizia, una donna avrebbe visto Gates mentre tentava di aprire a spallate la porta della sua casa di Cambridge (Massachusetts) e avrebbe dato l'allarme. All'arrivo degli agenti, visibilmente irritato, Gates si sarebbe rifiutato di lasciare la proprietà: "Non sapete con chi state trattando", avrebbe detto al poliziotto che cercava di calmarlo. Il professore è stato quindi fermato per "condotta disordinata" e portato al commissariato pur avendo mostrato la patente di guida che lo "certificava" come legittimo proprietario dell'abitazione. "Ecco cosa succede a un nero in America", ha commentato Gates una volta chiarito l'incidente accusando i poliziotti di essere "razzisti". Gates, che ha 58 anni, è il direttore del W.E.B. DuBois Institute for African and African American Studies di Harvard: è considerato una delle massime autorità negli studi sul razzismo in America. Ultimo aggiornamento ore 16:26

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Albenga: Confagricoltura, Sanguineti lascia la presidenza (sezione: Globalizzazione)

( da "Savona news" del 21-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Albenga: Confagricoltura, Sanguineti lascia la presidenza E' in programma domani alle 11,30, alla presenza del presidente nazionale Federico Vecchioni, l'assemblea annuale di Confagricoltura Liguria. Un appuntamento di notevole rilievo quello di quest'anno, che avrà come sede la Confagricoltura provinciale di Savona, ad Albenga, e che prevede il rinnovo degli incarichi regionali. Dopo due mandati alla presidenza ligure, Flavio Sanguineti, imprenditore orticolo di spicco nella piana albenganese, lascerà la guida di Confagricoltura Liguria. Tema dell’assemblea, "Confagricoltura Liguria: un sindacato di progetto - quali scenari?". Interrogativo che cercherà delle risposte negli interventi programmati ed in quelli che animeranno il dibattito. Lo scenario, peraltro, è quello della crisi globale entro la quale si muove l'agricoltura ligure, in forte difficoltà, un “momentaccio” che richiede iniziative altrettanto forti per invertire il trend negativo e uscire dalla fase di recessione. Misure concrete, che saranno espresse da un sindacato di imprese ben consapevole del ruolo chiave che l'agricoltura deve avere nel panorama economico italiano. Senza settore primario non c'è futuro, anzi è proprio dalla terra e dalle sue produzioni che può ripartire un’economia saldamente radicata nel mondo reale. Ad Albenga si parlerà, quindi, soprattutto di impresa, competitività, fiscalità, snellimento burocratico, incentivi al rinnovamento tecnologico, rapporti con gli istituti di credito, globalizzazione dei mercati, diversificazione, ricerca e formazione: nodi ineludibili per il rilancio del comparto agricolo e dell’economia italiana nel suo complesso.

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Valentino a passo di tango (sezione: Globalizzazione)

( da "TarantoSera.com" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

CASTELLANETA - Il maestro dei maestri di tango argentino Osvaldo Roldan, accompagnato da Annamaria Ferrara, sarà ospite della manifestazione “Rodolfo Val-entino a passo di tango”, la milonga in omaggio alla città del mito, organizzata dallAccademia di Tango Argentino della Fondazione Rodolfo Valentino e dal Centro Studi Cine Club Rodolfo Valentino di Castellaneta per stasera presso la passeggiata Valentino di Castellaneta in occasione delle manifestazioni estive per la promozione e la valorizzazione del mito del cine muto nato a Castellaneta, con inizio alle ore 21. La serata, musicalizzata da Paola Di Venezia, si avvale del coordinamento di Car-mela Fiorentino e Cosimo Marzia e vedrà la partecipazione di associazioni, gruppi e appassionati di Puglia e Basilicata, nonché anche di Francia e Germania, con circa 300 ballerini di tango argentino. La manifestazione è organizzata in collaborazione con le associazioni Uni.Co-m.Art. e Vivirtango, con il patrocinio dell’assessorato alla cultura del Comune di Castellaneta e dalla Provincia di Taranto. Osvaldo Roldan è sicuramente fra gli esponenti più rappresentativi del tango milonguero; il suo è un tango autentico che riflette fondamentalmente la tradizione portena non senza l’apporto di peculiarità che rivelano una personale ricerca stilistica. Nella sua lunga e intensa carriera che lo ha visto protagonista, dal 1984 ad oggi, in teatro, televisione, cinema, conferenze, festival, ha comunque voluto dedicare una particolare attenzione all’attività di insegnamento, riuscendo a mettere a punto una tecnica didattica unica per valore ed efficacia. Annamaria Ferrara, maestra e ballerina di formazione classica, insegna danza classica e moderna; ha studiato tango con i più quotati maestri argentini, insegna tango a Roma e ha condotto stage in Europa e negli USA.

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Roma 09: risultati pallanuoto donne (sezione: Globalizzazione)

( da "Tuttosport Online" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma 09: risultati pallanuoto donne invia stampa stampa Vota l'articolo Si - No - Facebook Ok Notizie Wikio Russia piega Usa (11-10). 28 reti della Cina all'Uzbekistan (ANSA) - ROMA, 21 LUG - Gr.A: Ungheria-Italia 8-5; Uzbekistan-Cina 6-28. Gr.B Kazakhstan-Grecia 6-12; Russia-Usa 11-10. Gr.C: Australia-Sudafrica 23-2; Nuova Zelanda-Canada 6-12. Gr.D: Olanda-Spagna 15-15; Germania-Brasile 12-12. Questi i risultati della 2/a giornata del torneo di pallanuoto femminile ai Mondiali di Roma. CLASSIFICA GRUPPO A: Ungheria 4; Cina e Italia 2; Uzbekistan 0.

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Roma 09: risultati pallanuoto donne (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuovo, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

> Roma 09: risultati pallanuoto donne Russia piega Usa (11-10). 28 reti della Cina all'Uzbekistan (ANSA) - ROMA, 21 LUG - Gr.A: Ungheria-Italia 8-5; Uzbekistan-Cina 6-28. Gr.B Kazakhstan-Grecia 6-12; Russia-Usa 11-10. Gr.C: Australia-Sudafrica 23-2; Nuova Zelanda-Canada 6-12. Gr.D: Olanda-Spagna 15-15; Germania-Brasile 12-12. Questi i risultati della 2/a giornata del torneo di pallanuoto femminile ai Mondiali di Roma. CLASSIFICA GRUPPO A: Ungheria 4; Cina e Italia 2; Uzbekistan 0.

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Opel, il sindacato tedesco conferma la scelta di Magna (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 22-07-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi) (Gazzetta di Reggio)

Argomenti: Cina Usa

All'indomani della presentazione delle tre offerte definitive Opel, il sindacato tedesco conferma la scelta di Magna BERLINO. Anche all'indomani della presentazione delle offerte definitive dei 3 pretendenti di Opel, il leader sindacale della casa tedesca controllata da General Motors torna a pronunciarsi in favore della cordata russo-canadese guidata dal gruppo Magna. «Bisogna fare di tutto per avere un investitore in grado di globalizzare il marchio Opel. E questo è Magna». Franz Klaus, presidente del consiglio di fabbrica dell'azienda dice poi, che un altro concorrente, Rhj International, gruppo finanziario belga, intende iniettare troppo poco denaro nella nuova società e comprimere in maniera drammatica gli investimenti proprio mentre l'attuale crisi dell'auto richiede urgentemente di investire in tecnologie e nuovi modelli. Sul terzo offerente, il costruttore d'auto cinese Beijing: «Non conosce il mercato europeo e non ha alcuna competenza per globalizzare il marchio» Opel.

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A Treviso darò anche l'anima (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il 21enne play dimentica l'amarezza della mancata Nba con il progetto della Ghirada «A Treviso darò anche l'anima» Kalnietis shock: «Ho un solo contratto, con lo Zalgiris» La Benetton 2009-2010 è una scommessa. Per la presenza di tanti giovani tutti da scoprire, e per il main sponsor, Gioco Digitale (gaming on line), presentato ieri assieme al simbolo del nuovo corso, Daniel Lorenzo Hackett, la cui foto campeggia sulla locandina della campagna abbonamenti, con la scritta «Energia Verde». 1.99, 21 anni, di cui 6 negli Usa prima all'High School poi ad University South California. L'amarezza per la mancata chiamata della Nba l'ha già dimenticata. «La delusione è stata soprattutto per vedere vanificato il gran lavoro fatto prima, sono però contento del progetto della Benetton, a Treviso crescerò molto, ne sono certo. In effetti mi piace l'idea dell'energia, qui è l'unico posto in cui si ha fiducia nei giovani, darò tutto me stesso perché la gente venga al Palaverde». Chi devi ringraziare di essere qui? «I dirigenti trevigiani, da loro ho capito subito che si trattava di un programma serio. Fra l'altro in Ghirada c'ero già stato da bambino con il Camp, avevo già notato una grande organizzazione. Ma devo molto anche a mio padre Rudy,: ha smesso di fare uno contro uno con me cinque anni fa, quando cominciavo a batterlo...». Cosa ti aspetti? «Le difficoltà ci saranno ma so che ne usciremo, il gruppo è solido, ricco d'orgoglio». Kalnietis. Il caso-Kalnietis si complica. Appena sbarcato a Vilnius dopo la tournee in Cina della nazionale, il play che ha firmato con Treviso un triennale ha rilasciato parole pesanti, riportate sul sito lrytas.lt: «Io ho solo un contratto (quello con lo Zalgirs ndr), il polverone l'ha alzato il mio agente, con cui non parlo da tempo, e con lui ho chiuso. Alla Benetton non devo alcuna spiegazione». Frasi che in Ghirada non si è voluto commentare: si è sempre in attesa del famoso nulla osta della Fiba per dire che Kalnietis è di Treviso. Il sospetto che il giovanotto sia mal consigliato è confermato da ulteriori dichiarazioni di giugno riportate da un tifoso: «E' vero che ho firmato un contratto con la Benetton. Ma era a febbraio, quando lo Zalgiris era in un periodo nero, non c'era sponsor, niente. Poi è arrivata la proposta di Treviso. Volevano che andassi immediatamente lì, ma ho rifiutato. Se potessi scegliere resterei a Kaunas, se proprio dovrò, giocherò a Treviso. Ma so che stanno per cambiare Mahmuti, chissà il nuovo coach come mi considererà...». Insomma, Kalnietis, oltre ad una certa dose di ingenuità, non sembra esattamente morire dalla voglia di giocare con la Benetton: anche questo è un aspetto che andrà tenuto in debita considerazione. Silvano Focarelli

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opel, il sindacato tedesco conferma la scelta di magna (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

All'indomani della presentazione delle tre offerte definitive Opel, il sindacato tedesco conferma la scelta di Magna BERLINO. Anche all'indomani della presentazione delle offerte definitive dei 3 pretendenti di Opel, il leader sindacale della casa tedesca controllata da General Motors torna a pronunciarsi in favore della cordata russo-canadese guidata dal gruppo Magna. «Bisogna fare di tutto per avere un investitore in grado di globalizzare il marchio Opel. E questo è Magna». Franz Klaus, presidente del consiglio di fabbrica dell'azienda dice poi, che un altro concorrente, Rhj International, gruppo finanziario belga, intende iniettare troppo poco denaro nella nuova società e comprimere in maniera drammatica gli investimenti proprio mentre l'attuale crisi dell'auto richiede urgentemente di investire in tecnologie e nuovi modelli. Sul terzo offerente, il costruttore d'auto cinese Beijing: «Non conosce il mercato europeo e non ha alcuna competenza per globalizzare il marchio» Opel.

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Professore nero in manette: <È razzismo>(sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Esteri Pagina 110 Gates insegna ad Harvard: è stato scambiato per un ladro mentre cercava di forzare la porta di casa sua Professore nero in manette: «È razzismo» Gates insegna ad Harvard: è stato scambiato per un ladro mentre cercava di forzare la porta di casa sua --> NEW YORK Tornare a casa da un viaggio o dalle vacanze e trovare la serratura di casa bloccata è di per sè irritante ma per un luminare nero di Harvard il rientro in città dopo un lungo viaggio in Asia è diventato un incubo. Henry Louis Gates, influente professore di studi afro-americani nel più prestigioso ateneo d'America, è stato arrestato da un poliziotto bianco che lo ha scambiato per uno scassinatore dopo che una vicina lo aveva visto forzare la porta di casa. Gates era rientrato nella sua villa di Ware Street a Cambridge (Massachusetts) dopo un viaggio di lavoro in Cina. Posato il bagaglio a terra quando la serratura aveva rifiutato di cedere, il professore aveva chiesto aiuto all'autista della limousine che l'aveva accompagnato dall'aeroporto. Due uomini di colore che prendono a spallate la porta di una casa da ricchi in una tranquilla mattina d'estate: dall'altro lato della strada Linda Whalen, una vicina bianca di 77 anni, si insospettisce e fa scattare l'allarme. Arriva la polizia, scoppia un alterco al termine del quale il professore viene portato al commissariato. L'episodio ha provocato sdegno tra i colleghi di Gates: una prova della persistenza dei veleni del razzismo nell'America di Barack Obama a pochi isolati dalla super-liberal Harvard Square dove ha studiato il primo presidente nero degli Stati Uniti. «È incredibile: un'umiliazione e una violazione di ogni diritto che pensavamo ci fosse garantito», ha commentato Lawrence Bobo, sociologo e amico, che ha visitato Gates in commissariato e lo ha riaccompagnato a casa dopo il pagamento di una cauzione da 40 dollari. le accuse nei suoi confronti sono state archiviate. La polizia ha giustificato l'arresto sostenendo che il professore aveva perso le staffe. Secondo il rapporto ufficiale, all'arrivo degli agenti, un Gates visibilmente irritato si sarebbe rifiutato di lasciare la sua abitazione: «Non sapete con chi state trattando», avrebbe detto il professore al sergente James Crowley che gli chiedeva i documenti. Gates è stato quindi ammanettato per «condotta disordinata» e portato al commissariato pur avendo mostrato sia la patente di guida che lo dimostrava legittimo proprietario della sua casa che il tesserino di Harvard che lo collegava all'università dove dal 1991 ha una cattedra. «Ecco cosa succede a un nero in America», ha commentato il professore indignato, accusando i poliziotti di essere «razzisti». Gates ha 58 anni. È il direttore del W.E.B. DuBois Institute for African and African American Studies di Harvard ed è considerato una delle massime autorità negli studi sul razzismo. Nel 1997 Time lo ha inserito nella lista dei 25 americani più influenti degli Usa. Il professore è anche un volto noto della tv avendo prodotto e condotto numerosi documentari sulla rete pubblica Pbs. Ciò nonostante, come ha scritto lo stesso Gates nel suo libro Colored People, A Memoir, essere nero «è scomodo a causa del razzismo» dei bianchi: «Quando entro in una stanza mi sento percepito come nero, più di quanto non mi si veda come Gates, o come una personalità letteraria o accademica». ALESSANDRA BALDINI

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Auto, il peggio deve venire. Parola di S&P (sezione: Globalizzazione)

( da "Finanza e Mercati" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Auto, il peggio deve venire. Parola di S&P da Finanza&Mercati del 22-07-2009 L'industria dell'auto è a un crocevia, ma il fondo della crisi non è stato ancora toccato. Parola di Standard and Poor's. Gli analisti della compagnia americana hanno analizzato la situazione del comparto, che ha visto negli ultimi mesi il fallimento di due dei tre colossi di Detroit in Usa e si attendono per il prossimo anno una domanda estremamente debole in Europa. In particolar modo in Germania, Francia e Italia, Paesi dove gli incentivi hanno «drogato» la richiesta di veicoli nel 2009, predisponendo il 2010 a essere il peggiore anno degli ultimi decenni. Gli aiuti messi in campo dai governi possono aiutare le aziende ad affrontare la crisi nel breve periodo, ma rischiano di rallentare il processo di razionalizzazione e riduzione della sovrapproduzione, fattori che consentirebbero il riposizionamento dei produttori nel mercato del futuro. Inoltre le compagnie del settore vedranno i loro profitti ulteriormente ridotti dalla necessità di investire in ricerca e sviluppo, per esempio su vetture a impatto ambientale sempre più ridotto. Le uniche nazioni i cui mercati mostrano segnali di ripresa, grazie comunque ai provvedimenti governativi sono Corea, Brasile, Russia, India e Cina. Oltre all'auto, particolarmente debole si rivela il comparto dei veicoli industriali. Da ottobre l'outlook è drasticamente peggiorato: nel primo trimestre le immatricolazioni di mezzi leggeri sono crollate del 35%, dopo essere già scese del 10% negli ultimi tre mesi del 2008, mentre quelle dei veicoli pesanti si sono quasi dimezzate (con una flessione del 42%). E così fra ordini ridotti o cancellati gli esperti di S&P si aspettano per il mercato dei truck un calo del 40% nel 2009, un fenomeno che inizia a farsi sentire anche in America Latina, area finora poco toccata dalla crisi.

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patto mafia-servizi, riaperta l'inchiesta - salvo palazzolo (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 11 - Cronaca Patto mafia-servizi, riaperta l´inchiesta Nuovi indagati a Palermo. E spunta un intermediario americano per Totò Riina SALVO PALAZZOLO PALERMO - Le ultime richieste sono state girate ai vertici dei servizi segreti, su alcuni 007. «Voglia la Signoria Vostra illustrare le mansioni svolte nell´ambito della struttura palermitana dell´intelligence da…». I pm Nino Di Matteo e Antonio Ingroia, gli stessi che hanno portato a processo l´ex capo del Sisde Mario Mori per favoreggiamento a Cosa nostra, hanno riaperto l´inchiesta sulla misteriosa trattativa che vide protagonista la cupola mafiosa e alcuni uomini delle istituzioni. Adesso, l´indagine sarebbe molto più ampia di quella che nel 2004 era stata chiusa con un´archiviazione per Totò Riina, il suo medico Antonino Cinà e l´ex sindaco Vito Ciancimino. Erano accusati di aver «veicolato» un «papello» di richieste per far cessare le stragi. Ora, l´indagine cerca oltre, perché la trattativa sarebbe iniziata molti mesi prima della stagione degli eccidi Falcone e Borsellino, e sarebbe proseguita anche oltre. Secondo i pm di Palermo, uno degli «effetti» del presunto (e raggiunto) patto sarebbe stata la mancata cattura di Provenzano nel 1995 da parte del Ros di Mario Mori, che con Ciancimino aveva iniziato a dialogare. Ecco perché le risultanze dell´ultima inchiesta potrebbero finire presto anche al processo Mori. Intanto, ci sarebbero già dei nuovi indagati per la trattativa, al vaglio della Procura diretta da Messineo. Il filone principale che viene approfondito è quello dei rapporti fra boss e uomini dei servizi. Dalla vecchia inchiesta i magistrati hanno poi ripreso il giallo della trattativa americana di Riina. A parlarne era stato Paolo Bellini, ex estremista di destra che ai processi per le stragi aveva svelato le confidenze di uno degli assassini di Falcone, Nino Gioè, morto suicida in carcere. «Riina aveva un ulteriore canale per cercare di ottenere benefici - questa la confidenza - era una trattativa triangolare, fra Italia e Usa, nel senso che Cosa nostra aveva dei tramiti oltreoceano per una trattativa da condurre in porto con ambienti italiani». Chissà se il misterioso intermediario è l´avvocato americano arrivato in Sicilia poco prima delle stragi. Ne ha parlato il pentito Giuffrè. Lui sa poco, solo che qualche mafioso aveva il compito di andarlo a prendere nel lussuoso albergo di Villa Igiea.

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È nero. La polizia arresta come ladro uno studioso di razzismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

È nero. La polizia arresta come ladro uno studioso di razzismo bostonTornava a casa da un viaggio in Cina. Henry Louis Gates, professore di studi afro-americani nel più prestigioso ateneo d'America, è stato arrestato da un poliziotto bianco che lo ha scambiato per uno scassinatore. Quando il professore ha visto che non riusciva a sbloccare la serratura, ha chiesto aiuto all'autista che l'aveva portato dall'aeroporto e, insieme hanno preso a spallate l'uscio. Un'anziana vicina che evidentemente non lo conosceva, si è allarmata e ha chiamato la polizia. All'arrivo degli agenti Gates, visibilmente irritato, si sarebbe rifiutato di seguirli: «Non sapete con chi state trattando», sostengono i poliziotti. È stato ammanettato per «condotta disordinata» e portato al commissariato pur avendo mostrato sia la patente di guida che lo dimostrava legittimo proprietario della sua casa che il tesserino di Harvard che lo collegava all'università dove dal 1991 ha una cattedra. «Ecco cosa succede a un nero in America», ha commentato il professore indignato, accusando i poliziotti di essere «razzisti». L'episodio ha provocato sdegno tra i colleghi di Gates: una prova della persistenza dei veleni del razzismo nell'America di Barack Obama a pochi isolati dalla super-liberal Harvard Square dove ha studiato il primo presidente nero degli Stati Uniti. «Incredibile: un'umiliazione e una violazione di ogni diritto che pensavamo ci fosse garantito», ha detto Lawrence Bobo, sociologo e amico, che ha visitato Gates in commissariato e lo ha riaccompagnato a casa dopo il pagamento di una cauzione da 40 dollari. La magistratura di Boston ha oggi archiviato le accuse ma inizialmente la polizia aveva giustificato l'arresto sostenendo che il professore aveva perso le staffe. Gates ha 58 anni. È il direttore del W.E.B. DuBois Institute for African and African American Studies di Harvard, è considerato una delle massime autorità negli studi sul razzismo. È conosciuto per aver condotto diversi documentari per la Pbs. Ma anche per lui essere nero in Usa «è scomodo, a causa del razzismo dei bianchi». Come aveva scritto in uno dei suoi libri.

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a treviso darò anche l'anima (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 22-07-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La)

Argomenti: Cina Usa

Il 21enne play dimentica l'amarezza della mancata Nba con il progetto della Ghirada «A Treviso darò anche l'anima» Kalnietis shock: «Ho un solo contratto, con lo Zalgiris» La Benetton 2009-2010 è una scommessa. Per la presenza di tanti giovani tutti da scoprire, e per il main sponsor, Gioco Digitale (gaming on line), presentato ieri assieme al simbolo del nuovo corso, Daniel Lorenzo Hackett, la cui foto campeggia sulla locandina della campagna abbonamenti, con la scritta «Energia Verde». 1.99, 21 anni, di cui 6 negli Usa prima all'High School poi ad University South California. L'amarezza per la mancata chiamata della Nba l'ha già dimenticata. «La delusione è stata soprattutto per vedere vanificato il gran lavoro fatto prima, sono però contento del progetto della Benetton, a Treviso crescerò molto, ne sono certo. In effetti mi piace l'idea dell'energia, qui è l'unico posto in cui si ha fiducia nei giovani, darò tutto me stesso perché la gente venga al Palaverde». Chi devi ringraziare di essere qui? «I dirigenti trevigiani, da loro ho capito subito che si trattava di un programma serio. Fra l'altro in Ghirada c'ero già stato da bambino con il Camp, avevo già notato una grande organizzazione. Ma devo molto anche a mio padre Rudy,: ha smesso di fare uno contro uno con me cinque anni fa, quando cominciavo a batterlo...». Cosa ti aspetti? «Le difficoltà ci saranno ma so che ne usciremo, il gruppo è solido, ricco d'orgoglio». Kalnietis. Il caso-Kalnietis si complica. Appena sbarcato a Vilnius dopo la tournee in Cina della nazionale, il play che ha firmato con Treviso un triennale ha rilasciato parole pesanti, riportate sul sito lrytas.lt: «Io ho solo un contratto (quello con lo Zalgirs ndr), il polverone l'ha alzato il mio agente, con cui non parlo da tempo, e con lui ho chiuso. Alla Benetton non devo alcuna spiegazione». Frasi che in Ghirada non si è voluto commentare: si è sempre in attesa del famoso nulla osta della Fiba per dire che Kalnietis è di Treviso. Il sospetto che il giovanotto sia mal consigliato è confermato da ulteriori dichiarazioni di giugno riportate da un tifoso: «E' vero che ho firmato un contratto con la Benetton. Ma era a febbraio, quando lo Zalgiris era in un periodo nero, non c'era sponsor, niente. Poi è arrivata la proposta di Treviso. Volevano che andassi immediatamente lì, ma ho rifiutato. Se potessi scegliere resterei a Kaunas, se proprio dovrò, giocherò a Treviso. Ma so che stanno per cambiare Mahmuti, chissà il nuovo coach come mi considererà...». Insomma, Kalnietis, oltre ad una certa dose di ingenuità, non sembra esattamente morire dalla voglia di giocare con la Benetton: anche questo è un aspetto che andrà tenuto in debita considerazione. Silvano Focarelli

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Cercasi socialdemocrazia in salsa liberale (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cercasi socialdemocrazia in salsa liberale Giorgio Pagano Le elezioni europee hanno espresso il primo grande voto dopo il crollo economico-finanziario d'autunno. La destra, al governo o all'opposizione, è uscita vincente, nonostante rappresentasse il neoliberismo, cioè l'ideologia della sregolatezza responsabile del marasma. La sinistra socialdemocratica, e in Italia il Pd, sono usciti invece sconfitti. Come è potuto accadere? Una prima risposta è che la destra neoliberista è diventata keynesiana e ha fatto dimenticare il suo passato facendo proprie le ricette della socialdemocrazia e lasciandola così a mani vuote. È una verità, anche se parziale: la destra non è diventata keynesiana, pretende solo che sia lo Stato a pagare i conti della crisi per poi ritirarsi dalla scena. È una destra pragmatica e spregiudicata, che non ha esitato a scoprire l'anti-mercatismo pur di traversare il torrente in piena, salvo tornare appena possibile allo status quo ante. La seconda risposta guarda all'incapacità della socialdemocrazia di proporsi come un'alternativa credibile. Il suo silenzio politico e culturale di fronte al crollo dell'autunno del 2008 è stato assordante. È quindi comprensibile che si possa parlare, come fa lo storico Giuseppe Berta, di «Eclisse della socialdemocrazia» (questo il titolo del suo saggio). L'analisi di Berta è condivisibile: la socialdemocrazia, in tutti questi anni, non è stata affatto antagonista del neoliberismo, ne ha solo praticato una versione debole. L'autore analizza in particolare New Labour e Spd e così conclude: «Nell'epoca della globalizzazione la socialdemocrazia al governo ha aderito quasi plasticamente ai caratteri del capitalismo contemporaneo, abbandonando la pretesa di trasformarli». La questione consiste nell'adattare la società al sistema economico, giudicato immodificabile. Non rimane altro da fare che puntare tutto sullo sviluppo della conoscenza, la sola via per vincere l'insicurezza e la precarietà dei lavoratori. Ma in realtà, nota Berta, «le distanze tra i gruppi avvantaggiati e svantaggiati della società non si sono affatto accorciate», anzi. Così come sono aumentate negli Stati Uniti durante la presidenza di Bill Clinton. Senza ricercare le condizioni dell'eguaglianza, ha riconosciuto lo stesso Anthony Giddens, il teorico della "terza via" blairista, una politica di sinistra non può reggere. C'è poi un'altra causa di fondo della crisi della socialdemocrazia, su cui Berta non si sofferma: alla globalizzazione essa non ha contrapposto quel rafforzamento del potere politico internazionale che avrebbe potuto nascere da una più forte integrazione europea. Lo ha detto bene Daniel Cohn-Bendit, il leader vittorioso dei Verdi francesi, cioè di un partito sovranazionale: «Una forza politica moderna deve avere oggi dimensioni europee. E la crisi della socialdemocrazia la si risolverà solo formulando, contro le alternative nazionali, alternative europee». Riguardo alle soluzioni, per Berta è utile ripercorrere la "Teoria generale" di John Maynard Keynes: «Con uno sguardo vergine, ci si accorge che la sua ereditàè tutt'altro che estinta o muta dinanzi alle trasformazioni contemporanee». L'ipotesi è«coniugare lo spirito di libertà con una rinnovata spinta a comprimere il ventaglio delle disuguaglianze sociali»: non si può«tornare indietro alla socialdemocrazia di un tempo», ma nemmeno «far cadere le istanze redistributrici e di giustizia sociale» e «trascurare ogni intervento di correzione al mondo globalizzato», come vuole quella cultura blairista secondo cui «È meglio che la politica si arrenda o addirittura si consegni all'economia e alla sua forza di cambiamento». Insomma, è l'ora di un nuovo «liberalismo sociale». Analisi e tesi in parte simili si ritrovano nel saggio dell'economista Salvatore Biasco "Per una sinistra pensante", che si sofferma sul Pd. Il nuovo partito, scrive, «tende a collocarsi in un versante liberale», come dimostra l'esordio di Walter Veltroni al Lingotto; e «vagamente liberale è quel poco che si può discernere dallo scarso alimento di idee in un'azione quotidiana poco lineare». Ma ciòè avvenuto «in controtendenza con una domanda diffusa che, ben prima della crisi finanziaria e economica, si rivolgeva verso lo Stato chiedendo protezione e governo», che la destra ha capito più lestamente della sinistra. Questa, negli ultimi vent'anni, «ha fatto un lungo cammino nell'assorbire i principi della nuova economia di mercato, il che non sarebbe stato negativo se le dosi non fossero state tali da snaturarne l'identità e offuscarne l'autonomia». È utile, sostiene Biasco, scorporare dalla cultura liberale il paradigma culturale individualistico e tornare alla visione solidaristica, comunitaria, cooperativa della società, che è stata tradizionalmente propria della sinistra: perché«la società rimane non riducibile agli individui che la costituiscono, soprattutto in un mondo che richiede uno Stato attivo e capace di scelte affidate a un criterio di bene pubblico, che trascende i singoli». La dottrina liberale va assunta «dentro una cultura politica che deve rimanere di tipo socialdemocratico più che viceversa». Quest'ultima «non può avere i cardini classisti tradizionali», ma non deve rinunciare alla «convinzione che la tenuta del tessuto sociale non può essere affidata al mercato, bensì alla capacità della politica di elaborare l'economia e la società». La proposta è quindi quella di una socialdemocrazia rinnovata, che distingue le molte soluzioni liberali condivisibili dalla cultura liberale come orizzonte di riferimento. Come ha scritto Massimo L. Salvadori, il 1989 ha segnato l'inizio del post-comunismo, mentre il tempo presente indica che siamo anche al post-socialismo otto-novecentesco. Ma «il mondo delle disuguaglianze è più che mai vivo, e perciò resta da sciogliere il nodo se un socialismo rinnovato sia in grado di restare un soggetto capace di condurre in prima persona la lotta ideale e pratica contro di esse oppure se invece il post-socialismo otto-novecentesco significhi post-socialismo senza aggettivi». L'importante, ora, è la riflessione di merito: quali regole (mondiali) per impedire un ritorno al turbocapitalismo, come ricostruire una rete di protezione sociale per i più deboli, come ristrutturare il welfare, quale rilancio del ruolo dei sindacati. Come debba chiamarsi tutto questo, se socialdemocrazia o no, si vedrà alla fine. Il congresso del Pd dovrebbe mettere al centro questi temi: non c'è egemonia politica senza egemonia culturale. Senza cultura politica e identità un partito resta in preda a un eclettismo di suggestioni e a un pragmatismo incerto, incapace di proporre un progetto coerente di cambiamento del Paese. Giorgio Pagano, già sindaco della Spezia, si occupa di cooperazione internazionale nell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e di politiche urbane nella Recs (Rete città strategiche). 22/07/2009

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Il Sol Calante cerca il rilancio (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sol Calante cerca il rilancio giappone Si dimette il premier Aso. I Democratici, favoriti dopo 53 anni, flirtano con Obama paolo della sala FORSE ANCHE per il Giappone arriva l'ora di un cambiamento politico. Parliamo di un Paese diviso tra modernismo tecnologico e un tradizionalismo che si incarna nel culto per gli Antenati e l'Imperatore, ma anche nel lungo governo del partito Liberal democratico (Ldp), rimasto al potere per 53 anni, escluso un periodo di 11 mesi. Il premier Taro Aso, al potere dal 2008, ha indetto le elezioni anticipate per il 30 agosto. L'opposizione del Partito Democratico (Djp) è in largo vantaggio nei sondaggi, dopo avere ottenuto la maggioranza alla Camera dei consiglieri nel 2007 (la Dieta - il parlamento giapponese- è divisa in due Camere). Pertanto la seconda (o terza) economia del mondo va verso cambiamenti significativi. Il vero tsunami è arrivato con le elezioni nell'area metropolitana di Tokio (35 milioni di abitanti), nelle quali i democratici sono passati da 34 a 55 rappresentanti. Il premier si è profuso in inchini e scuse molto giapponesi per aver perso, ma nel contempo ha ribadito che è sua intenzione restare al potere finché il Giappone non sarà«fuori dalla crisi». Il partito di Taro Aso tuttavia non è una Balena Bianca democristiana: parliamo di uno shogunato che ha prodotto risultati strabilianti, con un'economia poderosa nonostante la mancanza di fonti energetiche. Il Giappone è il secondo creditore al mondo dopo la Cina (in massima parte si tratta di Treasury bond statunitensi); lo Stato ha saputo risorgere dopo le nefandezze della Seconda Guerra mondiale (la strage di Nanchino, per citarne una), il Paese ha avuto una crescita a due cifre per decenni, ed è risorto dopo la bastonata economica degli anni '90. I treni giapponesi -da soli- umiliano l'Italia intera, se pensiamo che gli shinkansen - i Treni ad Alta Velocità- percorrono 1.500 chilometri in sei ore, sono attivi dal 1964 (avete letto bene), viaggiano a 300 kmh, sono pulitissimi e numerosissimi, non sono statali ma di una company privata, e costano quanto i nostri Intercity. Certo, dopo 53 anni di potere molti nodi vengono a galla, ma ci vuole il senso delle proporzioni, quello che manca ai baristi romani che spennano i turisti del Sol Levante. Come la vecchia Balena Bianca, anche l'Ldp è diviso in una decina di sottopartiti (in Italia le chiamavamo "correnti", ché noi siamo navigatori, più che santi o martiri). La "corrente" di Kamura è addirittura pro-Cina, cioèè pronta a flirtare col concorrente storico che ha portato via l'Asian dream al Giappone. In effetti i problemi geopolitici per Tokio provengono dal matrimonio di interessi celebrato tra Washington e la Cina. Come a dire che il Giappone è condannato a essere una Madama Butterfly sedotta e abbandonata. Cosa succederà dopo il 30 agosto? Un sondaggio di due giorni fa, condotto dall'Asahi Shinbun, dice che il 42% (il 66% in alcuni casi) del campione voterebbe per il partito Democratico (detto anche Minshuto), mentre i Liberaldemocratici avrebbero il 19%. Bisogna tuttavia dire che il Djp non è un partito "socialdemocratico-socialista" nell'accezione europea. I democratici hanno molti membri del partito socialista, quasi sparito dal 1996, ma al loro interno è presente anche il partito liberale. Il "Manifesto" (termine scritto in italiano) del presidente Ichiro Ozawa è molto chiaro e chiede di "riallineare" le truppe Usa presenti in Giappone (il che farà piacere a Obama), mentre si devono migliorare le infrastrutture. La minaccia nordcoreana secondo Ozawa va affrontata con un ombrello antimissile americano, mentre le tasse dovranno essere «riformate», ma senza aumentarle alla Prodi né diminuirle a parole. Infine il presidente degli "obamiani" giapponesi vuole ridurre il numero dei membri della Dieta del 10%, con una mossa molto berlusconiana e poco bassoliniana. Uno dei nodi che toccheranno al prossimo governo, oltre all'uscita dalla crisi, è il recupero del ruolo politico del Paese asiatico, messo in ombra dall'ascesa di Cina, India, Indonesia, e dalla presenza della Russia. I successi della Cina in Africa, Sudamerica e in Occidente dimostrano che la politica non è soltanto il "proseguimento della guerra con altri mezzi", ma anche la crescita del mercato con altri mezzi. Lo Shinbun riferisce anche del fallimento dei colloqui avvenuti a L'Aquila tra il premier russo Medvedev e Taro Aso. Si tratta di un contenzioso secolare che riguarda i "Territori settentrionali", quattro isole contese alla Russia (non meno importante la guerra diplomatica sulle isole Senkaku, nel mare della Cina, ricco di petrolio). Non è un contenzioso da sottovalutare visto che nel 1904 il controllo di quelle aree portò alla guerra russo-giapponese, fatale per gli zar. 22/07/2009

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napolitano agli chef dei potenti "viva la cucina tradizionale" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 17 - Cronaca Al Quirinale Napolitano agli chef dei potenti "Viva la cucina tradizionale" Caprese di mozzarella originale e spigola all´acqua pazza. Altro che quegli anonimi tournedos che hanno tutto lo stesso sapore da Helsinki a Johannesburg. Giorgio Napolitano esalta i valori della cucina tradizionale. «Vanno salvaguardate e difese, la globalizzazione non può significare un appiattimento», ha detto ricevendo al Quirinale gli chef del Club ‘Chef des Chefs´

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al risveglio a palazzo grazioli il cavaliere disse a patrizia "ora dammi il tuo cognome" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Interni Un regalo se resti Senza protezione Amica, non escort In-su-pe-ra-bi-le Al risveglio a Palazzo Grazioli il Cavaliere disse a Patrizia "Ora dammi il tuo cognome" Le registrazioni Ti passa a prendere l´autista e andiamo lì. Mille ora te li ho già dati. Poi se rimani con lui ti fa il regalo… "Vedi che lui non usa il preservativo". "Ma non esiste senza, come faccio a fidarmi? Sai quanta gente è rimasta?" Tu puoi decidere ma lui non ti prende come una escort, capito? Lui ti prende come un´amica mia, che ho portato… Sono l´unico al mondo che ha presieduto il G8 due volte. Ora sono in-su-pe-ra-bi-le. Tre volte! Un grande risultato serata A CASA DEL PREMIER Ottobre 2008. Prima di andare a Palazzo Grazioli Gianpaolo Tarantini e Patrizia si mettono d´accordo sulla serata a casa del premier. Gianpaolo Tarantini: Allora... Patrizia D´Addario: Mi volevi parlare? GT: Non volevo parlare, volevo dirti... che alle nove e un quarto vi passa a prendere l´autista e andiamo lì... RAGAZZA: Andiamo lì... poi se lui decide rimani lì... PD: ... E mille per la serata. GT: Mille ora già te li ho già dati... poi se rimani con lui... ti fa il regalo solo lui... ah... vedi che lui non usa il preservativo... eh... PD: Ma non esiste una cosa senza preservativo... come faccio a fidarmi? GT: Ma... è Berlusconi... PD: Ma tu chi sei? Guarda che... sai quanta gente è rimasta... GT: Sai quanti esami fa lui? PD: Lo so, ma... sai... per noi donne è anche più bello... voglio dire... ma sentire una cosa del genere... GT: Tu puoi decidere, però lui non ti prende come escort, capito? Lui ti prende come un´amica mia, che ho portato... DIMMI COME TI CHIAMI E´ la mattina del 5 novembre. Obama è il nuovo presidente Usa, Silvio e Patrizia fanno colazione a Palazzo Grazioli. Patrizia D´Addario: Scusami (ero in bagno) Silvio Berlusconi: Allora, come stai? PD: Io bene. Tu? SB: Tranquillo. Allora, prendiamo il caffè o il tè? PD: Tè SB: Allora io vado via, tu ti leggi il giornale PD: Che prendo? SB: C´è di tutto di più PD: E´ dolcissimo sai. E poi la tisana era superdolce SB: Ecco perché non lo giro, perché mi fregano con questo fatto PD: Il miele non è zucchero PD: Che dolore, all´inizio mi hai fatto un dolore pazzesco SB: Ma dai! Non è vero! PD: Ti giuro, un dolore pazzesco all´inizio SB: Mi vuoi dare il cognome? PD: Si, è un cognome famoso. C´è una grossa concessionaria che fa pubblicità, un grosso dottore ginecologo SB: (legge un biglietto?) D´Addario? PD: Sì, non è tanto comune.... SB: D´Addario... IL COMIZIO DI ECONOMIA E´ ottobre 2008. La Lehman Brothers è fallita da poco. Berlusconi fa un comizio di economia davanti a Patrizia D´Addario, Giampaolo Tarantini e gli altri ospiti. SB: Perché vado a Berlino? Vado a Berlino per la riunione Europa Asia. Ma invece a partire dal primo di gennaio sono il responsabile dell´organismo internazionale che governerà l´economia del mondo VOCE FEMMINILE: Eeeehhh... SB: Che si chiama ora G8, poi sarà G14 con dentro India, Cina, Sud Africa, Messico, Egitto, Brasile. E poi G16... E io dovrò andare in tutti questi paesi e per un anno dare l´avvio alla gestione dell´economia mondiale che non si è reso possibile... Io per avventura... io sono l´unico al mondo che ha presieduto due volte nel 1994 e nel 2002, non c´è nessun altro che ha presieduto due volte... Siccome si va a sedici, uno deve stare lì, e si fa un anno ciascuno, ora sono in-su-pe-ra-bi-le... tre volte! ed è un grande risultato per l´Italia... LE CHIESE FINLANDESI Continua la festa a Palazzo Grazioli. Berlusconi parla con Patrizia delle opere d´arte italiane. SB: Io sono andato in Finlandia... mi hanno fatto vedere una cosa... una chiesa di legno, cadente... Noi qui abbiamo... 40mila parchi storici con tutti i tesori dentro, 3500 chiese, 2500 siti archeologici, pari al 52% di tutte le opere d´arte catalogate al mondo e al 70 % di tutte le opere d´arte catalogate in Europa: questa è l´Italia. PDA: E perché non vengono più?

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CONVEGNO CONFINDUSTRIA VERONA SU DISTRETTI PRODUTTIVI E AGGREGAZIONI FILIERA: "NUOVI BANDI PER 14 MILIONI DI EURO" (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercoledì 22 Luglio 2009 CONVEGNO CONFINDUSTRIA VERONA SU DISTRETTI PRODUTTIVI E AGGREGAZIONI FILIERA: “NUOVI BANDI PER 14 MILIONI DI EURO” Verona, 22 luglio 2009 - Nuovi bandi regionali di complessivi 14 milioni di euro per i distretti produttivi e le aggregazioni di filiera sono stati annunciati ieri a Verona dall’assessore regionale all’Economia Vendemiano Sartor. I bandi saranno approvati in agosto e punteranno alla semplificazione delle procedure e alla riapertura della linea di promozione dell’internazionalizzazione delle imprese. L’annuncio è stato fatto nella sede della Confindustria scaligera al convegno dal titolo “Distretti e aggregazione di filiera: progetti, novità e finanziamenti. ” Sartor ha affermato che “l’istituzione dei distretti da parte della Regione è stata motivata principalmente dall´esigenza di fare sistema. Nell’economia globalizzata serve capacità di lavorare in rete”. Secondo l’assessore, i distretti sono il mezzo giuridico ed operativo più efficace ed efficiente per riqualificare, ammodernare e rafforzare il modello socio economico veneto. “Il successo dei distretti e delle aggregazioni di filiera – ha sottolineato - è dovuto essenzialmente alla capacità di essere flessibili e di fare sinergia spontanea puntando sull´innovazione e la ricerca. Questa logica rientra appieno nei bandi 2009, in fase di approvazione da parte della Giunta veneta e la cui pubblicazione sarà a fine agosto. Per i distretti produttivi ci sarà uno stanziamento di complessivi 9. 9 milioni di euro (4. 8 milioni a carico della Regione e 5 milioni a carico del Ministero dello Sviluppo Economico). Con questo intervento verrà ri-attivata la misura dedicata alle partecipazioni fieristiche e all´allestimento di showroom e saranno confermate le indicazioni sull´innovazione tecnologica, i processi di internazionalizzazione, una produttività più efficiente, in particolare sulla dimensione ecologica e ambientale”. Per quanto riguarda le “aggregazioni di filiera e di settore” Sartor ha sostenuto che “emerge e si rafforza un progressivo e costante processo di maturazione ´culturale´ dei soggetti coinvolti nelle aggregazioni, siano esse di distretto, di metadistretto o di filiera produttiva. Per le aggregazioni di filiera il bando destinerà 3. 5 milioni di euro per il rafforzamento strutturale delle imprese”. . <<BACK

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Beppe Grillo e Pd, che triste spettacolo (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

La mia tesi sull'influenza suina (vedi i post su questo blog) , ovvero che si trattasse di un allarme gonfiato ad arte, ha trovato conferma: nel mondo decine di migliaia di persone sono state contagiate, ma i morti sono poco piu' di 150. Il virus e` tutt`altro che letale. Eppure l`allarmismo continua e ora le compagnie britanniche vogliono bloccare a terra chiunque mostri i sintomi del contagio. Insomma bastera` uno starnuto per vedersi rifiutato l'imbarco. Un delirio. A vantaggio di chi?La scorsa primavera l`allarme era servito a distrarre l`opinione pubblica dalla recessione (paura scaccia paura), ora ho l`impressione che l`interesse sia economico. Quanto guadagneranno le case farmaceutiche? Tantissimo e a finanziare acquisti di vaccini che non serviranno a nulla saranno per lo piu` gli Stati. Questo si' e' spreco di denaro pubblico. Scritto in psicosi, salute, cultura, influenza suina, comunicazione, manipolazione, crisi, giornalismo 1f4b Commenti ( 65 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Jul 09 Clandestini, la strana solidarieta' dell'Unione europea Secondo Le Monde la Francia accettera' di ospitare alcuni dei clandestini che sbarcano nel sud dell`Europa, idem la Germania e qualche altro Paese, anticipando la Commissione europea che intende occuparsi finalmente del problema dei clandestini, che , come noto, riguarda solo i Paesi del Su dell'Europa come Italia, Spagna, Grecia, Malta. Bene,a zni no. Perche', sempre secondo Le Monde, la Francia ospitera' 90 clandestini e gli altri Paesi non piu' di 30 ognuno. Cifre ridicole e soprattutto perche' la Ue intende semplicemente sollecitare gli altri Paesi, quelli del nord, a mostrarsi solidali con quelli del sud. Il suo e' un auspicio, non un obbligo. Il messaggio complessivo e' sempre lo stesso: Schenghen esiste e ai Paesi del sud Euroa spetta il compito di garantire le frontiere meridionali della Ue, ma quando c'e' un'emergenza i singoli Stati vengono lasciati sostanzialmente soli. E Bruxelles fa spallucce se la questione immigrati provoca forti tensioni sociali. In Grecia la situazione e' allarmante e cresce l'insofferenza verso i clandestini; in Spagna Zapatero si e' ben guardato dallo smantellare il muro elettronico e offre incentivi agli stranieri affinche' rientrino in patria; l'Italia ha risolto il problema (per ora) venendo a patti con Gheddafi, che da qualche settimana non fa piu' partire le 'carrette del mare', ma ora nessuno sa che fine facciano i clandestini che continuano ad arrivare in Libia. Il prezzo umano di quell'accordo rischia di essere molto alto. Cosi' non va: e' ora che la questione degli immigrati clandestini venga affrontata in modo organico dall'Unione europea stabilendo norme comuni sui pattugliamenti, rendendo efficaci le banche dati sugli stranieri extracomunitari nell'area Schenghen, ripartendo l'onere della gestione dei campi profughi, coordinando la concessione dei visti, stabilendo criteri per l'integrazione ovvero facendo tutto cio' che andava previsto parallelamente all'abolizione delle dogane dentro all'area Shenghen e che invece all'epoca fu trascurato con colossale ma tutt'altro che sorprendente ingenuita'. Altrimenti gli Stati del Sud continueranno a far da se'. E l'esasperazione (o addirittura il razzismo) di popoli tradizionalmente tolleranti continuera' ad aumentare. L'Europa deve chiarire se su un argomento cosi importante e' presente oppure no. La solidarieta' non puo' essere occasionale.. o sbaglio? Scritto in politica, giustizia, clandestini, scenari, immigrati, europa, globalizzazione, Italia, immigrazione, notizie nascoste, germania, democrazia, francia Commenti ( 51 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 13Jul 09 Beppe Grillo e Pd, che triste spettacolo. Fino a qualche tempo fa seguivo Beppe Grillo con simpatia, ritenevo che certe sue provocazioni fossero salutari e contenessero anche una buona dose di verità. Ora non lo leggo più: le sue argomentazioni sono sovente pressapochiste e intrise di un populismo da bar che non sopporto più. L'uomo si è dimostrato molte volte incoerente. Fa politica, ma lo nega. Manda allo sbaraglio i comitati civici senza esporsi in prima persona, ma ora che gli fa comodo ne rivendica la paternità. In un'intervista all'Agr ha dichiarato che vuole correre per la segreteria del Pd, ma che non intende candidarsi al Parlamento. Nel suo penultimo post si leggono solenni banalità tipo: Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c'è il Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini . Il che peraltro è falso. Berlinguer era una persona perbene ma era il segretario di un Partito comunista e da allora la sinistra è cambiata e molto. Sbagliando, ma il tentativo lo ha fatto. Beppe Grillo è l'uomo che si batte per l'ecologia e poi gironzola per il Mediterraneo con un motoscafo ultrainquinante; che si batte per i precari, le ingiustizie e gli avvoltoi della finanza, ma poi si dimostra abilissimo e spregiudicato uomo d'affari con redditi annui milionari. Lotta contro il copyright delle grandi major, ma denuncia per ricettazione un ragazzo che ha osato vendere su e bay un suo dvd. Non dichiara se sostiene o no lo sciopero dei blogger, probabilmente perchè l'idea non è venuta a lui, dimostrando un egocentrismo molto forte. Grillo evidentemente non ama condividere la ribalta con altri, tranne quando conviene a lui. Ciò detto sono altrettanto allibito dalla reazione del Pd. Ma che credibilità ha un partito che, per bocca del suo segretario organizzativo Migliavacca, si affretta a dichiarare che Beppe Grillo non ha i requisiti per ottenere la tessera? Sostiene Migliavacca: "Secondo lo statuto del Pd la domanda di iscrizione di Grillo non sarebbe accettabile perché lo statuto del partito al comma 8 dell'articolo 2 precisa: 'Sono esclusi dalla registrazione nell'Anagrafe degli iscritti e nell'Albo degli elettori le persone che siano iscritte ad altri partiti politici'. Grillo non sarebbe candidabile dato che in passato è stato promotore di liste in concorrenza col Pd". Mi sembra un criterio sovietico: chi in passato ha fatto concorrenza al Pd non riceverà mai la tessera. E allora i radicali? E i tanti militanti di altri partiti? Incredibile. Non è questa la risposta di un partito moderno e sicuro di sè di fronte alla provocazione di un comico politico o se preferite di un politico comico. E non c'è nulla da ridere. Scritto in sinistra, destra, grillo, intellettuali, casta, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 91 ) » 25ae (9 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 11Jul 09 Attenti, sono tornati i predoni della finanza. Nuova crisi in vista? Vedo addensarsi nuove nubi sul cielo dell'economia mondiale e in particolare di quella americana. Pochi ne parlano, perlomeno sulla stampa italiana, ma la California, ovvero l'ottava economia al mondo, è sull'orlo della bancarotta, come spiego in questo articolo e il rischio di un tracollo finanziario non è più da escludere, con ripercussioni facilmente immaginabili. Inoltre: la disoccupazione continua a crescere, il mercato immobiliare continua a crollare, i mancati pagamenti sulle carte di credito sono ai massimi storici, la fiducia dei consumatori ha ripreso a scendere. E le prospettiova di ripresa dell'economia reale sono molto più flebili del previsto. Ma soprattutto le grandi banche d'affari sono tornate a comportarsi esattamente come prima. La liquidità iniettata dalle banche centrali non è finita all'economia reale, ma è stata usata per nuove spericolate operazioni sul mercato dei derivati, come dimostrano le violente oscillazioni delle quotazioni delle materie prima e l'andamento assurdo delle Borse. E la speculazione, naturalmente, finirà per avvantaggiare soprattutto i manager, che quest'anno incasseranno bonus strepitosi: a Goldman Sachs si profila il miglior anno di sempre. Tra l'altro poco si è parlato dello scandalo di Steve Perkins, il trader che la settimana scorsa, da solo eludendo i controlli, ha innescato una speculazione che in un'ora ha fatto salire il prezzo del petrolio ai massimi dell'anno. Se una persona riesce a fare questo, è davvero inverosimile che alcune banche d'affari si accordino per pilotare al rialzo o al ribasso un mercato? Io dico di no. Il recente boom di Borsa è frutto di aspettative irrealistiche alimentate dalla speculazione che, come avvenuto in passato, potrebbe cambiare rapidamente orientamento, tanto più che i bilanci delle banche sono pieni di spazzatura che i trucchi contabili non riusciranno a nascondere in eterno. Dimenticavo: le banche americane hanno ripreso a erogare mutui subprime e a cartolarizzare debiti dal valore molti dubbio spacciandoli per obbligazioni tripla AAA. Attenti ai predoni della finanza: quando va bene a loro, va male a noi. A quando la nuova crisi finanziaria? C'è chi teme un altro settembre di lacrime. Scritto in casta, banchieri, scenari, disoccupazione, usa, borsa, crisi, economia, europa, era obama, banche, capitalismo, globalizzazione Commenti ( 53 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.86 su un massimo di 5) Loading ... 277d Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Jul 09 Il decreto anti-blog? Inutile, basta il buon senso Alcuni di voi mi hanno chiesto se ero favorevole o contrario allo sciopero dei blog, promosso da un collega, Alessandro Gilioli, che conosco bene e che stimo, sebbene non sia sempre sia d'accordo con lui. Mi sono documentato, ho seguito alcune polemiche (ad esempio Orientalia 4all e Wolly ) e ho tratto questa conclusione: - La norma è prevista nel decreto Alfano che mira a punire la pubblicazione illegittima delle intercettazioni. Ha dunque una finalità specifica. - Tuttavia, interpretata alla lettera, permetterebbe un'estensione quasi illimitata del diritto di rettifica, dunque ben oltre gli scopi del Decreto. - I blog per loro natura sono sbarazzini, polemici, isole di libertà, con alcuni difetti , come la tendenza allo sproloquio e all'insulto, specialmente da parte di chi si avvale dell'anonimato. - Sebbene alcuni blog oggi siano molto letti, la maggior parte ha un'audience molto limitata. E i blog, essendo dei diari on-line, non possono essere paragonati agli articoli di grandi media come il Giornale, il Corriere della Sera o Repubblica. - Da liberale ritengo che la misura sia eccessiva: preferisco qualche insulto e qualche parolaccia in più piuttosto che correre il rischio di vedere annientata la vitalità dei blog da un abuso del diritto di rettifica. - E allora ben vengano le modifiche che parlamentari sia di centrodestra sia di centrosinistra intendono apportare al decreto e che sono molto probabili, considerato che il ministro Alfano si è detto disposto a rivedere il decreto prima del sì definitivo. - Tutto questo non sarebbe avvenuto senza la mobilitazione in Rete. Onore al merito, con un auspicio: che resti una forma di civile e costruttiva protesta. Quanto allo sciopero: a questo punto secondo me è inutile. Il rischio, semmai, è che il problema venga dimenticato durante la pausa d'agosto e che pertanto la protesta del 14 sia fine a se stessa (tra l'altro trovo di cattivo gusto l'idea di imbavagliarsi su You tube). Non sarebbe stato più saggio organizzare un'iniziativa in settembre per risvegliare l'interesse? Scritto in giornali, sinistra, destra, comunicazione, blog, notizie nascoste, democrazia, società, Italia Commenti ( 31 ) » (6 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Jul 09 Usa-Russia, la distensione è solo apparente? Le agenzie di stampa ieri hanno dato il tono definendo "storico" l'accordo tra Medvedev e Obama e oggi quasi tutti i giornali italiani hanno seguito a ruota. In realtà l'intesa sul disarmo nucleare non è affatto memorabile ma rappresenta un lievissimo progresso rispetto al Trattato del 2002 con una riduzione da 1700 a 1675 del numero massimo delle testate nucleari. La novità principale scaturita dal summit è di tono. Ben venga. I due Paesi dimostrano l'intenzione di dialogare, rinunciando alla retorica da Guerra fredda che hanno caratterizzato l'ultima fase della presidenza Bush. Mosca, come ho spiegato in questa analisi, persegue un obiettivo prioritario: vuole che Washington riconosca la sua ritrovata grandezza; vuole essere trattata alla pari. Ma è improbabile che si accontenti dei sorrisi e delle parole di Obama. L'impressione è che il duo Medvedev-Putin intenda approfittare della debolezza di Washington per ampliare la propria influenza nell'ex Unione Sovietica (tra l'altro riportando sotto il proprio ombrello Ucraina e Georgia) e per spingere l'acceleratore verso un mondo multipolare in cui Russia, Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-asiatico? E l'Europa come deve comportarsi con una Russia di nuovo ambiziosa? 1f48 Scritto in geostrategia, era obama, europa, russia, gli usa e il mondo Commenti ( 86 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Jul 09 Per una settimana sarò a Radio Tre ogni mattina Da domani mattina per una settimana condurrò Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio Tre, che è divisa in due parti: la lettura dei giornali dalle 7.15 alle 8 e poi il filo diretto con gli ascoltatori dalle 8 alle 8.40 circa. Chi fosse interessato può seguire la trasmissione in diretta o in podcast collegandosi al sito di prima pagina o sintonizzandosi alla radio (trovate qui le frequenze). Per intervenire in diretta potete chiamare il numero verde: 800 050 333. La linea è aperta a tutti; anche agli amici di questo blog e con molto piacere. Scritto in giornalismo Commenti ( 35 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Jul 09 L'altro popolo italiano: quello dello scontrino non fiscale Piccole scene di ordinaria evasione fiscale. Vado in lavanderia, ritiro le giacche che ho lasciato qualche giorno prima. Affrancata sulla confezione di plastica c'è lo scontrino. Sembra tutto regolare. Ma poi quadro meglio: in basso, quasi invisibile c'è scritto non fiscale. E allora chiedo: ma questo è lo scontrino? E la signora, con l'aria un po' scocciata, mi dice: "Glielo faccio subito". Smanetta sulla cassa e mi stampa una vera ricevuta fiscale. Esco, arriva suo marito: guida un'auto sportiva dal valore di almeno 50-60 mila euro. Ripenso a quante volte sono andato in quella lavanderia e se in passato mi hanno stampato un vero scontrino. Credo mai. Il trucco di quello non fiscale è molto efficace: dà l'impressione al cliente che sia tutto in regola, ma consente all'esercente di incassare cifre enormi in nero. Non mi stupirei fossero pari all'80-90% della cifra d'affari. Faccio due conti: secondo me non il gestore della lavanderia guadagna non meno di 150-200 mila euro all'anno. In nero. E non è solo la lavanderia a usare questo stratagemma: anche il panettiere, l'idraulico, l'elettricista. Lavori un tempo umili e ora estremamente redditizi. Guadagnano quanto un manager di alto livello con una busta paga in regola da 300mila euro lordi. Qualcosa non torna. Emergono due Italia profondamente ingiuste: da un lato quella dei salariati che non evadono neanche un centesimo e a cui vengono accordate detrazioni risibili. Assieme a loro una parte importante del popolo delle partite Iva, che non riesce a evadere e paga somme spropositate, fino al 60-70% tra tasse e contributi sociali. L'altra Italia è formata dai panettieri, i lavandai, gli orefici che dichiarano redditi da 10euro all'anno, i piccoli imprenditori edili, i mediatori immobiliari. E continua a farla franca. In fondo basterebbe il buon senso per creare una situazione più equa. Il fisco svizzero, ad esempio, riesce a stimare qual è la cifra d'affari reale di un lavandaio a Lugano o a Bellinzona, considerando l'anzianità di esercizio, la posizione, se affitta o possiede il negozio. Chi dichiara troppo poco viene subito pizzicato, ma senza l'angoscia della visita di un uomo dell'arma. Viene convocato in ufficio. Il funzionario discute con lui e quasi sempre non deve ricorrere a misure punitive per trovare una soluzione. E ai salariati vengono accordate detrazioni fino ai 6-7mila euro a figlio e, nei tempi buoni, anche esenzioni del 5-10% sull'imponibile. Sia chiaro: Anche in Svizzera c'è evasione, come in Francia o in Germania ma le proporzioni sono più ragionevoli. Chissà, forse un giorno anche in Italia. Utopia? Scritto in casta, crisi, cultura, sinistra, destra, capitalismo, giustizia, notizie nascoste, democrazia, economia, società, Italia Commenti ( 103 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Jun 09 E ora trattare o no con l'Iran? Che guaio, presidente Obama 254a E ora che cosa si fa con l'Iran? Il quadro ormai è chiaro: il duo Khamenei-Ahmadinejahd ha vinto, gli studenti hanno perso. Ma sono chiare anche le ragioni del comportamento dell'America di Obama. Per giorni abbiamo pensato che la linea della prudenza fosse suggerita dal timore che un pronunciamento aperto avrebbe incoraggiato la repressione del regime. Ora sappiamo che il motivo principale era un altro: nel mese di maggio Obama ha inviato una lettera a Khamenei in cui non solo si limitava a formalizzare le proposte di dialogo, ma delineava una nuova era di pace e di collaborazione, inclusa una cogestione dei problemi dell'area del Golfo. Con incredibile leggerezza, la Casa Bianca ha insomma srotolato il tappeto rosso ai piedi dell'ala più intransigente del regime, senza nemmeno attendere le elezioni, che si sono svolte nel mese di giugno, e nella presunzione che nulla sarebbe cambiato a Teheran. Solo quando Khamenei ha iniziato ad accusare Washington di aver fomentato i disordini, Obama ha deciso di denunciare pubblicamente la repressione. Ma le rivoluzioni popolari riescono quando sono pilotate da qualcuno o quando l'esercito passa dalla parte dei rivoltosi. A Teheran nessuno di questi due requisiti si è verificato. La rivolta era spontanea e i Guardiani della Rivoluzione, nonostante qualche defezione, hanno obbedito al regime. La svolta di Obama è giunta troppo tardi per rompere una dinamica ormai favorevole al regime. L'America di Obama ha rivelato un'ingenuità sconcertante e ora è in grave imbarazzo. Come uscirne? E' giusto trattare, ignorando la repressione e l'inaffidabilità di un regime che non gode più di una legittimità popolare o bisogna ripristinare una linea dura sebbene senza giungere a un intervento militare? E come gestire le ricadute sugli altri Paesi del Golfo, a cominciare dall'Irak, dove gli iraniani manovrano la maggior parte delle milizie sciite e che, con il ritiro delle truppe Usa potrebbe sprofondare di nuovo nella guerra civile? D'altro canto come tenere a freno Israele ora più diffidente che mai? Di certo se Obama non avesse forzato i tempi della distensione con l'Iran, oggi non si troverebbe in una situazione così intricata. Che guaio, Mr President.. Scritto in scenari, geostrategia, iran, era obama, medio oriente, israele, gli usa e il mondo Commenti ( 38 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Jun 09 Il coraggio di punire certe banche. Le autorità di controllo giapponesi hanno deciso di punire Citigroup, sospendendo per un mese la sua licenza retail. Dunque il colosso bancario americano non può più offrire i propri servizi al consumatore comune. La ragione? Semplicissima: i controlli hanno dimostrato che le transazioni e certi prodotti Citigroup non sono trasparenti e che l'istituto non rispetta la legislazione contro il riciclaggio. La notizia non è affatto sorprendente. La rinascita del settore bancario americano, che sembra aver già archiviato la crisi, non è dovuta a un risanamento in profondità, ma da un lato al cambiamento delle regole contabili permesse dall'Amministrazione Obama che permettono di iscrivere a bilancio i debiti a un valore molto superiore a quello reale, d'altro canto al salvataggio indiscriminato dei colossi, che li ha ulteriormente deresponsabilizzati. Ora hanno la certezza che non verranno fatti fallire. Risultato: Goldman Sachs si appresta ad attribuire i bonus più ricchi della propria storia, battendo il record del 2006 e pian pianino le grandi banche che hanno provocato la crisi finanziaria hanno ripristinato le vecchi abitudini e hanno ripreso a gingillarsi con l'ingegneria finanziaria anzichè tornare ad esercitare le mansioni, prevedibili e noiose, che da sempre spettano alle banche. E molte di loro a ritenere il rispetto della legge non vincolante ovvero un optional persino nella lotta al riciclaggio (come dimostra il caso Citigroup). Lo stato di salute del settore finanziario resta precario. Oggi altre cinque banche Usa hanno chiuso i battenti e in settimana la Banca centrale d'Inghilterra ha avvertito che il sistema internazionale non è affatto risanato. Tuttavia l'impressione è l'Amministrazione Obama si accontenti di misure poco più che cosmetiche. Il Giappone va in controtendenza. Avendo perso fiducia nelle virtù redentorie degli Stati Uniti che, mai puniranno nè argineranno i colossi bancari, agisce per conto proprio. E dopo aver riscontrato tante, troppe ombre nei prodotti e nella cultura manageriale di Citigroup ne ha sospeso l'attività. Bene, ma mi chiedo: perché l'Europa non imita Tokyo? Un po' più di rigore sarebbe tutt'altro che sgradito. 37b9 Scritto in crisi, capitalismo, borsa, banchieri, casta, banche, giustizia, europa, globalizzazione, economia, società, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 38 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (22) banchieri (7) blog (6) borsa (7) capitalismo (26) casta (9) cina (23) clandestini (4) comunicazione (19) criminalità (2) crisi (43) cultura (7) democrazia (82) destra (5) disoccupazione (4) economia (46) era obama (39) europa (24) francia (29) geostrategia (10) germania (9) gheddafi (1) giornali (3) giornalismo (60) giustizia (11) gli usa e il mondo (83) globalizzazione (63) grillo (1) immigrati (7) immigrazione (49) influenza suina (3) intellettuali (2) internet (2) iran (6) islam (26) israele (4) Italia (173) lega (6) manipolazione (20) medio oriente (18) notizie nascoste (68) partito democratico (11) pdl (9) politica (9) presidenziali usa (25) progressisti (9) psicosi (4) referendum (1) russia (16) salute (2) scenari (14) sicurezza (6) sindacati (3) sinistra (5) società (53) spin (17) svizzera (5) terrorismo (2) tortura (1) turchia (14) usa (6) Varie (17) 2047 I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Bastano una lobby e 370 milioni per rovinare il mondo... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Tania: (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di mercoledì 22 luglio 2009 Tania: «Ho domato il trampolino con il ping pong» di Marcello Di Dio La tuffatrice: «Due notti insonni, che incubo Ho sconfitto lo stress con il tennis da tavolo» RomaPiange Tania. Piange per la medaglia. Piange per smaltire quella tensione che non la faceva nemmeno respirare sul trampolino e nell'attesa tra un tuffo e l'altro. «Le lacrime sono state una liberazione, una tensione così non l'ho provata nemmeno quando ero negli Usa e c'era l'uragano Katrina in arrivo», ammette la Cagnotto. È sua la prima medaglia italiana ai mondiali di Roma: finita la gara, l'abbraccio del fidanzato Francesco Dell'Uomo («ora le regalerò il weekend, mi ha fatto dimenticare la delusione della piattaforma», dice) che ha seguito sugli spalti la gara insieme agli amici di Bolzano, che hanno fatto 600 km per non perdersi l'impresa di Tania. Poi il grazie di Giovanni Malagò, presidente del comitato organizzatore. Fino alla premiazione con il presidente Barelli che le mette il bronzo al collo. Sintomatico che i tuffi, specialità in cerca di impianti, regalino la prima gioia della rassegna capitolina. E anche nel giorno della festa, Tania, come i suoi colleghi, ricorda i problemi che ci sono per costruire prestazioni come questa. «A Bolzano il Comune ci concede la piscina per 4 ore al giorno, poi tirano le corsie e la gente che paga 5 euro vuole lo spazio per sé. Noi non abbiamo un centro federale dove allenarci, il divario con la Cina, i cui atleti lavorano otto ore al giorno in un impianto tutto per loro, resterà sempre grandissimo». Intanto il suo palmarès si arricchisce: tre bronzi in tre mondiali diversi, la conferma che è la più forte dopo le extraterrestri cinesi e la «sorpresa» di ieri (non per papà Giorgio), la canadese Heymans. «È più forte la gioia di aver battuto una cinese che il dispiacere di essere stata sconfitta dalla Heymans. All'ultimo tuffo, mentre avevo il bronzo in tasca, ho pensato: no, stavolta non può battermi... ». Inarrivabile il mostro Guo Jingjing: «Per me è come un idolo, guardo sempre i suoi tuffi per cercare di imparare da lei», confessa Tania. La Heymans fa due tuffi sopra i 70 punti, la cinese He scende in uno sotto i 60. «L'ultimo l'ho anche accelerato perché non vedevo l'ora di finire, ho cercato di estraniarmi dal boato che accompagna ogni mia esecuzione», dice ancora Tania, stordita dall'emozione. «Si è dimenticata pure il pass in giro, se non glielo recuperavo io... », dice con il sorriso papà Giorgio, contento forse più di lei. «Strafelice per il bronzo e quello di Roma è più importante anche della medaglia olimpica». «Mi ha fatto perdere dieci anni di vita - racconta mamma Carmen -. Certe volte maledico il giorno in cui ha scelto i tuffi e non lo sci, ma poi arrivano giornate così e ogni pensiero cattivo svanisce... ». Tania racconta la vigilia tormentata, con una responsabilità aumentata dopo il quarto posto da un metro. «Ho passato due notti insonni, ho ripensato miliardi di volte ai tuffi che dovevo fare come quel maledetto triplo e mezzo avanti. Come ho scaricato l'adrenalina? Ho giocato a ping pong con Francesco. E non è come dice lui, tutti i punti che ho fatto non me li ha regalati lui, ma li ho conquistati da sola». Già, sola. Come su quel trampolino diventato sempre più caldo e non soltanto per il sole che picchiava. «Questo non è uno sport tranquillo, se lo scegli sai che devi convivere con il mal di stomaco. Se poi c'è una gara a livelli così alti, mi agito ancora di più. Ho iniziato non bene con il doppio e mezzo indietro, se comincio malino so che è difficile tirarmi fuori. Poi ho visto che anche le altre saltavano male e mi sono ricaricata». Tanto da fare il tris sperato. Con la medaglia al collo ora pensa al futuro: per l'immediato una bella vacanza con Francesco, per quello più lontano uno stage di tre mesi - probabilmente tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 - in Australia. E poi Londra, l'Olimpiade, l'ultimo sogno da realizzare. © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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Albenga: Confagricoltura, da oggi un nuovo presidente (sezione: Globalizzazione)

( da "Savona news" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Albenga: Confagricoltura, da oggi un nuovo presidente "Confagricoltura Liguria: un sindacato di progetto - quali scenari?'. E' il tema che sarà affrontato oggi a partire dalle 11,30, dall'assemblea regionale di Confagricoltura che si svolgerà quest'anno ad Albenga. Partecipa anche il presidente nazionale Federico Vecchioni, l'assemblea annuale di Confagricoltura Liguria. Durante l'assemblea è previsto anche il rinnovo degli incarichi regionali. Dopo due mandati alla presidenza ligure, Flavio Sanguineti, imprenditore orticolo di spicco nella piana albenganese, lascera' la guida di Confagricoltura Liguria. Ad Albenga si parlera' soprattutto di impresa, competitivita', fiscalita', snellimento burocratico, incentivi al rinnovamento tecnologico, rapporti con gli istituti di credito, globalizzazione dei mercati, diversificazione, ricerca e formazione: nodi ineludibili per il rilancio del comparto agricolo e dell’economia italiana nel suo complesso.

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EuroMed per arginare la Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-07-22 - pag: 20 autore: Il forum di Milano. Il ministro Frattini auspica un parternariato del Mediterraneo per frenare Pechino EuroMed per arginare la Cina La Lombardia promuove università e fiera per i paesi del Magreb Vittorio Da Rold MILANO «Un Europa più integrata con l'area della sponda sud del Mediterraneo è la risposta alla crescente invadenza della Cina nella regione». è un Franco Frattini a tutto tondo quello che chiamato a concludere i lavori della due giorni del Forum Economico e Finanziario per il Mediterraneo, trae le fila della due giorni di lavori e approfitta per delineare le linee strategiche della nostra diplomazia nell'area. Il ministro degli Esteri, riprende il concetto caro a Bruno Ermolli, presidente di Promos e padrone di casa, secondo cui «la competizione globale non è più fra Paesi ma tra aree e l'area del Mediterraneo è una di queste», per chiarire che un Europa più integrata con i paesi del sud del Mediterraneo potrà meglio rispondere alle sfide che Cina, India e da ultimo il Brasile stanno portando in Africa. Il responsabile della Farnesina non nasconde le difficoltà presenti alla vasta platea di uomini d'affari ( c'è Naguib Sawiris,presidente di Orascom Telecom Egitto; Fouad Makhzoumi della Future Pipes Industries degli Emirati Arabi Uniti e Pier Francesco Guarguaglini presidente e Ceo di Finmeccanica) e politici provenienti da 35 paesi dell'area: «La crisi di Gaza ha provocato la paralisi dell'Unione per il Mediterraneo e non c'è ancora accordo sulle co-presidenze in sede Ue», ma la vera sfida «è evitare la trappola del protezionismo e costruire un sistema di regole condiviso tra le due sponde del Mediterraneo». «Il nostro prossimo obiettivo è quello di ripartire – ha aggiunto il ministro – cercando in ogni caso di evitare tendenze protezionistiche, attraverso un vero parternariato in cui i protagonisti si riconoscano reciprocamente e creino un sistema di regole comuni e rispettate. Questo è l'unico modo per avere un mercato Euromed ». Chiaro il riferimento alla ripresa dei negoziati e alla sua conclusione del Doha Round entro il 2010 deciso al vertice del G-8 all'Aquila. Frattini non ha escluso i "macigni" politici sul tracciato di integrazione economica: «è necessario avere due Stati e due popoli (Israele e Palestina) perché i giovani devono potersi impegnare per il loro futuro e per la crescita economica del loro paese, senza dovere pensare da una parte ai missili e dall'altra ad un muro». «è necessario risolvere il problema di Cipro ( di cui ricorre il 35esimo anniversario dell'invasione turca) e ribadire che la Turchia ha un futuro europeo». «Con la nuova amministrazione americana – ha concluso Frattini– ci troviamo in una situazione in cui Ue e Usa parlano con una voce sola, bisogna cogliere questo momento magico». Parole di speranza riprese da Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, che ha lanciato due proposte:un'universitÁ euro- mediterranea con scambio di studenti, docenti e ricercatori e una Fiera euro-mediterranea che coinvolga la principali manifestazioni espositive dei paesieuropei e nordafrica da tenersi l'anno prossimo nello stesso periodo del Forum. La macchina si è messa in movimento. © RIPRODUZIONE RISERVATA Esteri. Il ministro Franco Frattini INFOPHOTO

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Wall Street ancora in rialzo Apple fa il pieno di profitti (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-07-22 - pag: 37 autore: Mercati. Il gruppo di Steve Jobs annuncia un risultato netto di 1,23 miliardi di dollari Wall Street ancora in rialzo Apple fa il pieno di profitti Indice S&P 500 in progresso da sette sedute: ieri +0,36% Wall Street non s'è presa alcuna pausa. E così dopo sei sedute passate a macinare rialzi, ne ha aggiunta una settima ancora in guadagno, seppur solo in virtù di un rimbalzo nell'ultima mezz'ora. L'S&P500 è salito dello 0,36%, esattamente come il Nasdaq. Del resto, gli ingredienti per crescere c'erano tutti: dal presidente della Fed che ha fatto intendere comei tassi resteranno così bassi ancora a lungo in un'economia che«appare aver rallentato significativamente il suo declino »; e soprattutto agli utili aziendali che sono stati quasi tutti migliori delle attese. Quelli di Caterpillar, in primo luogo. Perché la società, pur con un risultato operativo ancora in perdita per 255 milioni di $, è riuscita a guadagnare alla fine 60 centesimi per azione contro i 22 attesi dagli analisti. E per quanto i ricavi siano apparsi invece un po' sotto le stime, è piaciuto al mercato il fatto che gli amministratori abbiano migliorato i risultati prospettati per fine anno: cosa che ha fatto volare il titolo del 13% inizialmentee del 7,7% alla fine. Meglio del consenso hanno fattole farmaceutiche Merck e Schering Plough, Coca-Cola, Jda, Boston Scientific, Dupont, Lockeed Martin e pure Texas Instruments, pur avvertendo quest'ultima che non ci sarà crescita per un po' di tempo. E meglio delle attese, seppure per un misero penny , hanno fatto United Technologies e Td Ameritrade (+5,5%): ma la prima ha perso l'1,8%perché hanno deluso i ricavi e le meno lusinghiere prospettive 2009 annunciate dagli amministratori. Ai complessivamente buoni risultati arrivati prima dell'apertura di Wall Street, vanno aggiunti quelli di Apple e Yahoo comunicati a Borsa chiusa. Apple ha chiuso il secondo trimestre con numeri superiori alle attese:utili per 1,35 $per azione (pari a 1,23 miliardi $) e ricavi di 8,34 miliardi (il titolo è salito nel dopo Borsa). Anche Yahoo, con utili di 0,10 centesimi per azione e ricavi di 1,57 miliardi, ha fatto leggermente meglio delle attese. Ma il titoloè sceso nel dopo Borsa. La sorpresa Caterpillar ha avuto solo modeste ricadute sulle società concorrenti, come Deere (+1,9%), Case New Holland del of America gruppo Fiat (+0,3%) e Terex C. (-0,9%). Infatti i risultati migliori del previsto non sono arrivati da un incremento della domanda generato dalle migliorate condizioni economiche, ma solo dagli incentivi fiscali e monetari che sono stati introdotti soprattutto in Cina. Per il resto, hanno concluso gli amministratori,«c'è ancora grande incertezza ovunque ». In ogni caso il clima di Wall Street è rimasto sereno e piuttosto incline all'ottimismo. Gli analisti del Credit Suisse hanno alzato a 1.050 punti l'obiettivo 2009 per l'indice S&P500, dunque con un potenziale di crescita del 10% circa rispetto alla chiusura. E per quanto il broker si sia mostrato meno ottimista sul medio-lungo periodo (immaginando una sorta di doppio minimo per l'economia e una ripresa a "W"),lo studio s'è aggiunto a quello pubblicato lunedì da Goldman Sachs: moderatamente ottimista sulla tenuta della Borsa americana ( obiettivo a 1.060 punti per fine anno) ma problematico sulla consistenza dell'attesa ripresa dell'economia Usa. Decisamente meno fiduciosi si sono rivelati gli analisti di Merrill Lynch, preoccupati per l'anemica crescita dei consumi anche nel 2010. W. R. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La domanda debole pesa sugli indici (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-07-22 - pag: 42 autore: Noli marittimi. L'International Chamber of Shipping non vede ripresa La domanda debole pesa sugli indici Gli indici dei noli marittimi non segnalano bel tempo. Un punto di riferimento come il Baltic dry, che nel giugno dello scorso anno aveva avvicinato quota 12mila per poi cadere in dicembre sotto la soglia mil-le, poche settimane orsono è risalito a 4,291 ed è infine ridisceso fino ai 3.455 di ieri. L'indice Capesize, che riguarda le navi da 150mila tonnellate, le più usate per carichi secchi come minerale di ferro, carbone, cemento, fertilizzanti o cereali, ieri ha perso il 3,8% al Baltic Exchange di Londra, vero termometro degli scambi mondiali di commodity. Scambi le cui condizioni sono ritenute estremamente preoccupanti da Spyros Polemis, presidente dell'International Chamber of Shipping: «Non credo che il recente aumento degli indici possa ottenere conferma – ha detto ieri alla Reuters –perché i noli marittimi sono in grado di tornare a livelli normali solo quando tutte le maggiori economie mondiali recuperano più o meno allo stesso tempo». Oggi una nave Capesize ricava poco più di 60mila dollari al giorno, contro un picco di quasi 239mila un anno fa. Il problema per gli armatori si farà più acuto nei prossimi mesi: Polemis infatti sottolinea che quest'anno i cantieri consegneranno nuove navi da carico secco per 47 milioni di tonnellate di portata lorda, contro 24 milioni entrate in linea nel 2008. «A mio parere – ha commentato –quello attuale non è un vero recupero e la globalizzazione sta creando per i noli marittimi una situazione peggiore di quella registrata negli anni trenta».

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La Pac di ieri non serve all'agricoltura di domani (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE MERCATI data: 2009-07-22 - pag: 21 autore: INTERVISTA Paolo De Castro «La Pac di ieri non serve all'agricoltura di domani» Adriana Cerretelli BRUXELLES. Dal nostro corrispondente è raggiante Paolo De Castro: è tornato al suo antico e persistente amore, l'agricoltura, questa volta in chiave istituzionale europea. Nella nuova veste di eurodeputato del Pd, ha appena conquistato la presidenza della commissione agricoltura, un posto che, se il Trattato di Lisbona entrerà in vigore, acquisterà peso e influenza. Soprattutto, per la prima volta, poteri co-decisionali con il Consiglio dei ministri. C'è la riforma della politica agricola post-2013 da fare, c'è il Doha Round da chiudere entro il 2010 secondo gli auspici del G-8 allargato dell'Aquila. E, nell'immediato, c'è il crollo dei prezzi, latte in testa. Tutti temi sui quali De Castro, 51 anni, due volte ex-ministro delle Politiche agricole, ha già in testa alcune idee da proporre. Per la stabilizzazione dei mercati da combinare con nuovi meccanismi che frenino la fluttuazione dei prezzi e dei redditi. Gli agricoltori europei sono dovunque in armi per il crollo dei prezzi... Che però non deriva da un problema strutturale. Tanto è vero che nel 2008 la questione era esattamente opposta, era quella di ridurre i prezzi. Siamo in una fase congiunturale che, complice la crisi economica, deve fare i conti con il calo della domanda globale. Sia come sia, che cosa suggerisce di fare? Non di tagliare la produzione, perchè viviamo in un mondo dove il rischio è ritrovarci nell'incapacità di soddisfare la domanda mondiale che, fino all'esplosione della crisi, cresceva del 4-5% annuo. Quindi? Se l'Europa non è più una roccaforte chiusa ma un mercato aperto, se la globalizzazione porta la variabilità dei prezzi in funzione della domanda mondiale e se i nostri produttori, come tutti, hanno bisogno di stabilità, dobbiamo inventare meccanismi anti-fluttuazioni. Dei prezzi e dei redditi. Magari ricorrendo a polizze assicurative contro questo tipo di rischi, come già accade negli Stati Uniti. E poi, nel caso dell'Italia, bisogna continuare a puntare sulla qualità della produzione. Il G-8 allargato dell'Aquila ha lanciato l'invito a chiudere il Doha Round, il negoziato commerciale multilaterale, entro il 2010. Lei ci crede? è fattibile. L'Europa ha fatto la sua parte e i suoi sacrifici. Tra l'altro restail maggiore importatore agricolo del mondo. Ora tocca agli Stati Uniti. Che cosa si aspetta dall'Americadi Obama? Oggi il bilancio agricolo Ue è di 52 miliardi di euro per 10 milioni di agricoltori. Quello Usa è di 77 miliardi per 2 milioni di beneficiari. Per di più l'ultimo Farm Bill di George W. Bush contiene non solo i sussidi all'export che noi europei abbiamo ormai abolito ma anche il riaccoppiamento degli aiuti. Spero che Obama inverta la linea. Spero anche che, di fronte alle sfide della mondializzazione, ci muoveremo insieme evitando gli errori del passato. Insieme come? Anche stabilendo contatti sempre più frequenti tra parlamentari europei e americani. Lei dovrà affrontare anche la riforma della politica agricola ( Pac)post-2013 in un'Europa decisa a tagliarle drasticamente i fondi. è ancora difendibile secondo lei la Pac nel mondo globalizzato? Sì, se si capisce che il protagonismo di Cina e India sposta il baricentro dell'agricoltura dalla qualità alla quantità. Alla sicurezza alimentare. Oggi c'è la crisi della domanda ma il rischio vero è che ci riveliamo incapaci di soddisfare la nuova domanda globale. In Africa Cina, Corea, India hanno comprato 45 milioni di ettari di terre arabili: 3 Italie, il triplo della nostra superficie coltivabile. Se i cinesi mangeranno più carne, la produzione di cereali andrà moltiplicata per sette. Conclusione? La Pac non può affrontare i problemi di oggi con le riforme di ieri. Ci vogliono nuove riforme però nella consapevolezza che la politica agricola europea oggi non è importante per i suoi 10 milioni di agricoltori ma per i suoi 500 milioni di cittadini. © RIPRODUZIONE RISERVATA «è necessario studiare meccanismi anti-fluttuazione dei prezzi e dei redditi» «L'Europa ha fatto la sua parte, spero che l'amministrazione Usa ora riveda il Farm Bill» Europarlamento. Paolo De Castro IMAGOECONOMICA

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Arrestato il docente nero: (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 22/07/2009 - pag: 17 Il caso Gates jr è uno dei più noti studiosi afroamericani, inserito fra gli uomini più influenti negli Usa Arrestato il docente nero: «Razzisti» Celebre professore di Harvard scambiato per uno scassinatore DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK I poliziotti bianchi che l'hanno arrestato evidentemente non guardano la tv pubblica per le élite intellettuali PBS. Altrimenti saprebbero che il nero di mezza età, con occhiali e bastone, che hanno trascinato in commissariato in un tranquillo pomeriggio d'estate, strappandolo al salotto di casa sua con l'accusa di essere un rapinatore, è la star di African American Lives, Henry Louis Gates. Nonché luminare di Harvard, accademico afro-americano più autorevole d'America, e una delle massime autorità negli studi sul razzismo grazie a classici quali «Thirteen Ways of Looking at a Black Man» e «The Future of the Race». E' una storia quasi surreale la sua, testimone di un razzismo che, sei mesi dopo la storica elezione di Barack Obama, continua a guardare la realtà con le lenti deformate di un'intolleranza impermeabile a cultura, status sociale o traguardi personali. Ed è certamente singolare che sia accaduta a pochi isolati da Harvard Square, dove ha studiato il primo presidente nero degli Stati Uniti che proprio qualche giorno fa aveva messo in guardia il paese dal «persistere delle barriere razziali». Tutto inizia giovedì pomeriggio quando, rientrando nella sua villa a due passi dal campus, dopo un viaggio di lavoro in Cina, Gates si accorge che la serratura non funziona e chiede aiuto all'autista, anche lui nero, che l'ha accompagnato in taxi dall'aeroporto. Dall'altro lato della strada, Lucia Whalen, una vicina bianca di 40 anni, si insospettisce e telefona alla polizia. «Due uomini di colore stanno prendendo a spallate la porta di una casa di fronte», li avverte allarmata la donna che, guarda caso, lavora per la rivista liberal del college Harvard Magazine. Da questo punto in poi gli eventi prendono una piega alla Mississippi Burning . Quando gli agenti arrivano, il professore, al telefono in salotto, cerca di spiegar loro l'accaduto. Ma gli agenti non sentono ragione e gli intimano di uscire dalla sua casa. «Questo è quello che succede ai neri d'America - protesta il docente che nel 1997 è stato inserito da Time nella lista dei 25 americani più influenti - perché vi comportate così, perché io sono nero e voi agenti bianchi? ». A questo punto, e nonostante avesse mostrato agli agenti la patente e il tesserino di Harvard con il suo indirizzo, Gates è ammanettato e portato in centrale, dove viene trattenuto per quattro ore. «Ha alzato la voce accusandomi di essere un razzista», si è giustificato il sergente di origine irlandese James Crowley quando la notizia dell'arresto «per resistenza a pubblico ufficiale » cominciava a fare il giro del web, scatenando un putiferio di proteste e costringendo le autorità ad archiviare le accuse, dopo avergli chiesto ufficialmente scusa. «Nonostante le scuse la macchia rimane e così l'umiliazione », ha subito puntato il dito il reverendo Jesse Jackson, secondo il quale «questi incidenti fanno parte di un trend nazionale sulla razza». Non è il primo episodio di razzismo ad Harvard. Nel 2004, Allen Counter, da 25 anni docente di neuroscienze, fu scambiato per un ladro da due agenti che minacciarono di arrestarlo se non avesse subito mostrato i documenti. «L'arresto di Gates non sarebbe avvenuto se fosse stato bianco», ha commentato Counter, «quello che è accaduto è davvero inquietante per tutti gli afroamericani che frequentano Harvard». Segnalato Foto segnaletiche del professor Gates scattate nella centrale di polizia dove è stato condotto dopo l'arresto Alessandra Farkas

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Furto di codici e trappole ai manager l'estate delle spie per i big mondiali (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 22/07/2009 - pag: 27 Scandali Le Ferrovie tedesche e il «controllo» anti-corruzione dei 173 mila dipendenti Furto di codici e trappole ai manager l'estate delle spie per i big mondiali Il caso Deutsche, Goldman e la sfida tra Cina e Rio Tinto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO Il bello delle spie è che, in fondo, non cambiano mai. Le lunghe trecce valgono oggi, nell'età dell'alta tecnologia e dell'intelligence industriale, come ai giorni di Mata Hari. Una bella ragazza brasiliana di 23 anni è la risorsa che avevano messo in campo a Ibiza i detective che, per conto di Deutsche Bank, pare spiassero un azionista molto attivo che aveva posto, nel 2006, domande imbarazzanti durante l'assemblea della banca tedesca. La «trappola d'amore» l'ha denunciata Michael Bohndorf stesso, l'avvocato che doveva esserne vittima e che quando parlava di «creazione di valore per gli azionisti» evidentemente intendeva altro. E' uno dei quattro casi sui quali le autorità di Francoforte stanno investigando nel quadro dello scandalo delle spie appena scoppiato alla Deutsche Bank. Un paio di mesi fa, il numero uno della banca Josef Ackermann aveva ordinato a uno studio di avvocati di indagare sulle attività del suo dipartimento di sicurezza. Il risultato è che è venuto alla luce qualcosa che in Germania è visto come un'attività inammissibile, dato il passato del Paese: spionaggio sulle persone, in questo caso su membri del consiglio di amministrazione con la scusa della sicurezza e della lotta a ipotetici reati. Ackermann ha lanciato una campagna di tolleranza zero contro le illegalità negli affari della banca ma il caso è comunque un imbarazzo per lui. Anche perché negli ultimi tempi sembra che questa del mettere il naso negli affari dei collaboratori sia una tendenza diffusa in Germania. Qualche mese fa, per esempio, Hartmut Mehdorn l'amministratore delegato di Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche ha dovuto dimettersi perché si è scoperto che la società spiava a tappeto i 173 mila dipendenti con la scusa di individuare casi di corruzione nella catena delle forniture. Nel 2008, si è saputo che nei tre anni precedenti Deutsche Telekom era preoccupata delle regolari fughe di notizie dalla società e quindi aveva ingaggiato una società di sicurezza, la quale spiò migliaia di telefonate per trovare la talpa, compresi membri del consiglio di amministrazione e giornalisti. Qualcosa di simile a quanto fatto da Hewlett- Packard negli Usa. La catena di supermercati Lidl (ma anche altre, in Germania) è stata meno sofisticata: aveva messo le telecamere per controllare quanto tempo perdessero i dipendenti per andare al bagno. Insomma, in Germania è quasi un'epidemia di spionaggio interno: le imprese non si fidano di se stesse. La tendenza a ricorrere all'intelligence industriale è però qualcosa che negli ultimi anni di lotta feroce sui mercati è enormemente cresciuta: verso i dipendenti come difesa da eventuali reati o «tradimenti», verso l'esterno per guadagnare vantaggi competitivi sulla concorrenza o carpire segreti industriali. Spesso, sul filo della legalità, in altri casi in pieno territorio criminale. Una tendenza che suscita sensibilità fortissime. Nei giorni scorsi, per esempio, il governo di Pechino aveva detto di considerare reato contro lo Stato un presunto caso di informazioni privilegiate ottenute dalla compagnia mineraria Rio Tinto sulla strategia commerciale cinese in fatto di prezzi di acquisto di materie prime. Ora, pare che le accuse siano state riportate al livello, meno grave, di reato commerciale. Ma il caso segnala quanto anche i governi, oltre che le imprese, siano ormai sensibili allo spionaggio d'affari. L'anno scorso, il servizio segreto tedesco ha per esempio accusato esplicitamente Russia e Cina di ottenere informazioni per vie illegali su prodotti di alta tecnologia della Germania. Il business dell'intelligence d'affari, in altre parole, è diventato totale, a 360 gradi. Per dire, Sergey Aleynikov, un ex dipendente della banca americana oggi in maggior salute, Goldman Sachs, a inizio luglio si è licenziato e, appena prima di andarsene, avrebbe scaricato e rubato sofisticatissimi codici di software per il trading. Segno che oggi in finanza un codice vale come la formula della Coca-Cola nell'industria o come vi potrebbe forse spiegare la Mata Hari di Ibiza i codici tedeschi della prima guerra mondiale. Danilo Taino

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sono stati spesi 220mila euro con risultati molto importanti (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 4 - Pisa Sono stati spesi 220mila euro con risultati molto importanti di Claudio Martini C aro direttore, Mariella Bellomini, con una lettera pubblicata dal "Tirreno" il 16 luglio, esprime un certo scetticismo sull'utilità del Meeting di San Rossore chiedendomi inoltre di quantificare i costi, l'impegno di personale e i motivi di questa scelta. 1) A cosa serve. Il Meeting è nato nel 2001 alla vigilia del G8 di Genova, con l'obiettivo di offrire una sede di discussione e di incontro tra coloro che contestavano il modello imperante di globalizzazione, esperti di vario orientamento e istituzioni. Ricorderete che in quei giorni si parlava solo di violenze dei black block e di scontri con la polizia. A San Rossore provammo a mettere l'accento sui contenuti e le proposte dei manifestanti pacifici e a confrontarci con loro sulle idee per correggere il fenomeno di una globalizzazione senza regole, generatrice di squilibri e di violazioni dei diritti. Critiche e obiettivi oggi condivisi da tutti, economisti, politici e imprenditori. 2) Cosa ha prodotto. Dal Meeting è nata la scelta che ci ha portato ad approvare nel 2007, prima Regione in Italia, una legge sulla partecipazione, per incentivare il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni. A San Rossore sono nate la Fondazione per la biodiversità, la Commissione internazionale sul cibo, la proposta di accantonare un centesimo di euro per ogni metro cubo di acqua potabile consumata da destinare ai Paesi poveri e la decisione di vietare la coltivazione di Ogm su tutto il territorio regionale. Lo stesso piano energetico che incentiva fortemente lo sviluppo delle energie rinnovabili è figlio delle riflessioni raccolte a San Rossore. Così per la sanità e la scelta di integrare alcune medicine non convenzionali - come la medicina cinese, l'omeopatia e la fitoterapia - nel sistema sanitario regionale. 3) Quanto costa. L'edizione 2009 di San Rossore è costata 220mila euro impiegati per la realizzazione dell'evento, a cui hanno partecipato circa 4.000 persone. Una cifra inferiore di ben 40mila euro rispetto a quella impiegata dal Senato per la realizzazione dell'agendina 2009 di Palazzo Madama. 4) Quante persone impegna. Quest'anno ci hanno lavorato 34 persone, tutti dipendenti del parco o regionali, che quindi non hanno richiesto costi aggiuntivi alla pubblica amministrazione. presidente della Regione Toscana

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Tania di bronzo, è la prima medaglia (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sport Pagina 10042 Tania di bronzo, è la prima medaglia L'Italia sale finalmente sul podio, dopo l'ennesimo quarto posto --> L'Italia sale finalmente sul podio, dopo l'ennesimo quarto posto ROMA La prima medaglia per l'Italia ai Mondiali di nuoto di Roma è arrivata. Tania Cagnotto ha spezzato l'incantesimo dei quarti posti, classificandosi terza nella finale dei tuffi dal trampolino 3 metri. L'atleta di Bolzano ha chiuso la gara col punteggio di 341,25 punti, abbandonandosi a un abbraccio liberatorio con papà Giorgio. Dopo il quarto posto da un metro, la talentuosa tuffatrice aveva bisogno e voglia di prendersi la rivincita. E così è stato, anche se sino all'ultimo tuffo è rimasta viva anche la speranza dell'argento, che poi di questi tempi equivale all'oro dei terresti. Già, perché la cinese Guo Jingjing, medaglia d'oro con 388,20 punti, sembra sbarcata sulla Terra da un altro pianeta. L'argento è invece andato dalla canadese Emilie Heymans (346,25). Per la Cagnotto si tratta del terzo bronzo consecutivo nella stessa specialità in un Mondiale: il terzo posto era arrivato anche a Montreal nel 2005 e a Melbourne nel 2007. Ieri è salito alla ribalta anche il quindicenne britannico Thomas Daley, che ha conquistato l'oro nella piattaforma 10 metri, superando i due cinesi, Bo Qiu, argento, e Luxin Zhou, bronzo. Quarto l'australiano Matthew Mitcham, campione olimpico a Pechino nella specialità. IN ACQUE LIBERE In mattinata era arrivata un'altra medaglia di legno per l'Italia che si era piazzata ai piedi del podio con Luca Ferretti nella prova dei 5 km di fondo disputata a Ostia e vinta dal tedesco Thomas Lurz con il tempo di 56'27". L'argento è andato al greco Spyridon Giannotis, davanti al sudafricano Chad Ho. Nono l'altro azzurro in gara, Simone Ruffini. Tra le donne, prima l'australiana Melissa Gorman in 56'55"8, mezzo secondo meglio della campionessa olimpica russa Larisa Ilchenko; a chiudere il podio la brasiliana Okimoto. La prima delle azzurre, Rachele Bruni, si è piazzata al decimo posto in 57'43"2; 17ª l'altra italiana Giorgia Consiglio. SINCRONIZZATO Ancora uno straordinario risultato per l'Italia, che ha strappato il quinto posto nella finale del duo tecnico del sincro. Beatrice Adelizzi e Giulia Lapi hanno chiuso alle spalle della Russia, che ha conquistato l'ennesimo oro della disciplina, davanti alla Spagna, argento e alla Cina, bronzo. Quarto posto per il Giappone. Lunedì la stessa Adelizzi aveva chiuso al quarto posto la finale del solo tecnico. Nel pomeriggio, poi, impegnate nei preliminari del programma libero combinato a squadre, Federica Bellaria, Alessia Bigi, Elisa Bozzo, Costanza Fiorentini, Manila Flamini, Giulia Lapi, Mariangela Perrupato, Benedetta Re, Dalila Schiesaro e Sara Sgarzi, hanno chiuso al quarto posto (l'ennesimo, ma stavolta parziale) e ha conquistato l'accesso alla finale. L'Italia è per ora alle spalle di Spagna, Cina e Canada. Stamattina le finali. PALLANUOTO Dopo l'agevole esordio con l'Uzbekistan, ieri il Setterosa è stato sconfitto 8-5 dall'Ungheria nel girone preliminare dei Mondiali di pallanuoto (gruppo A). Superiorità numeriche: Italia 3/14; Ungheria 8/15. OGGI IN GARA Oggi sarann in gara ancora gli azzurri del fondo 10 km (Alice Franco, Martina Grimaldi, Valerio Cleri e Simone Ercoli, i tuffatori dal trampolino 3 (Nicola Marconi e Michele Benedetti) e il Settebello che, dopo il ko con gli usa, affronta alle 21 la Romania.

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Patto mafia-servizi, inchiesta riaperta "Intermediario americano per Totò Riina" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

PALERMO - Le ultime richieste sono state girate ai vertici dei servizi segreti, su alcuni 007. "Voglia la Signoria Vostra illustrare le mansioni svolte nell'ambito della struttura palermitana dell'intelligence da...". I pm Nino Di Matteo e Antonio Ingroia, gli stessi che hanno portato a processo l'ex capo del Sisde Mario Mori per favoreggiamento a Cosa nostra, hanno riaperto l'inchiesta sulla misteriosa trattativa che vide protagonista la cupola mafiosa e alcuni uomini delle istituzioni. Adesso, l'indagine sarebbe molto più ampia di quella che nel 2004 era stata chiusa con un'archiviazione per Totò Riina, il suo medico Antonino Cinà e l'ex sindaco Vito Ciancimino. Erano accusati di aver "veicolato" un "papello" di richieste per far cessare le stragi. Ora, l'indagine cerca oltre, perché la trattativa sarebbe iniziata molti mesi prima della stagione degli eccidi Falcone e Borsellino, e sarebbe proseguita anche oltre. Secondo i pm di Palermo, uno degli "effetti" del presunto (e raggiunto) patto sarebbe stata la mancata cattura di Provenzano nel 1995 da parte del Ros di Mario Mori, che con Ciancimino aveva iniziato a dialogare. Ecco perché le risultanze dell'ultima inchiesta potrebbero finire presto anche al processo Mori. Intanto, ci sarebbero già dei nuovi indagati per la trattativa, al vaglio della Procura diretta da Messineo. Il filone principale che viene approfondito è quello dei rapporti fra boss e uomini dei servizi. Dalla vecchia inchiesta i magistrati hanno poi ripreso il giallo della trattativa americana di Riina. A parlarne era stato Paolo Bellini, ex estremista di destra che ai processi per le stragi aveva svelato le confidenze di uno degli assassini di Falcone, Nino Gioè, morto suicida in carcere. "Riina aveva un ulteriore canale per cercare di ottenere benefici - questa la confidenza - era una trattativa triangolare, fra Italia e Usa, nel senso che Cosa nostra aveva dei tramiti oltreoceano per una trattativa da condurre in porto con ambienti italiani". OAS_RICH('Middle'); Chissà se il misterioso intermediario è l'avvocato americano arrivato in Sicilia poco prima delle stragi. Ne ha parlato il pentito Giuffrè. Lui sa poco, solo che qualche mafioso aveva il compito di andarlo a prendere nel lussuoso albergo di Villa Igiea. (22 luglio 2009

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All'Ariston Roof di Sanremo conferenza sulla storia del progetto Apollo (sezione: Globalizzazione)

( da "Riviera24.it" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercoledì 22 Luglio 2009 | Ultimo aggiornamento 12:37 Nella serata del 21 luglio All’Ariston Roof di Sanremo conferenza sulla storia del progetto Apollo Sanremo - E' stata curata dal responsabile della Redazione Scientifica del "Corriere della Sera" Giovanni Caprara con introduzione di Andrea Vacchino e l’assistenza tecnica di Paolo Prevosto Interessantissima la conferenza proposta all’Ariston Roof di Sanremo la sera del 21 luglio sulla Storia del progetto Apollo (la “corsa” allo spazio tra USA e URSS) curata dal responsabile della Redazione Scientifica del "Corriere della Sera" Giovanni Caprara con introduzione di Andrea Vacchino e l’assistenza tecnica di Paolo Prevosto; un buon pubblico di appassionati ha ripercorso con il Conferenziere il 40° anniversario dello sbarco sulla Luna. Fra le domande del pubblico è stata richiamata l’osservazione del filosofo-storico Umberto Galimberti intervenuto un paio di anni fa ai Martedì letterari del Casinò, aveva affermato, tra l’altro, che “la caduta del Muro di Berlino del 1989 fu dovuta in larga misura agli enormi debiti contratti dal blocco sovietico per i voli spaziali “. Caprara ricordando il periodo delle “guerre stellari” dell’Amministrazione Reagan ha convenuto con le conclusioni del filosofo Galimberti. La Storia sembra non insegnare nulla…. ora sulla scena mondiale si ripropongono nella “Corsa allo Spazio” le nuove potenze di Cina e India, con possibili ricadute nella nostra vita quotidiana. Eduardo Raneri di Riviera24 22/07/2009

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GLI EFFETTI DELLA CRISI FINANZIARIA. L'ANALISI DI NOMISMA pag.2 (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

GLI EFFETTI DELLA CRISI FINANZIARIA. L'ANALISI DI NOMISMA NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 22.07.2009 11:48 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! ben peggiore è lo scenario statunitense post-crisi con un tasso di disoccupazione più che raddoppiato (4,6% del 2007 al 10,1% atteso nel 2010). Se da un lato i processi di globalizzazione del commercio e della finanza mondiale hanno sincronizzato gli squilibri reali e gli effetti distorsivi di questa crisi, dall’altro la speranza dei Paesi avanzati non deve essere riposta nella ripresa degli eccessi americani quanto piuttosto in una nuova fase di sviluppo dei Paesi emergenti. Anche se le disparità stanno aumentando vertiginosamente in questi Paesi, ogni anno milioni di persone fuoriescono dalla povertà assoluta e possono dare vita ad una rilevante crescita dei consumi. Essendo stati più esclusi dalla finanza mondiale e non avendo accumulato debito, i Bric hanno oggi le carte in regola per ripartire subito e dar vita ad una ripresa diacronica vantaggiosa per tutti, a patto però che gli Stati Uniti accettino di ridurre il loro debito privato, l’Europa rimetta in sesto i conti pubblici e la Cina aumenti le sue quote di consumo ad oggi ferme a un terzo del reddito nazionale.

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I bambini che hanno battuto Internet (sezione: Globalizzazione)

( da "Foglio, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

22 luglio 2009 I bambini che hanno battuto Internet Scrive l’Economist che attraverso la percentuale di nomi non direttamente appartenenti alla tradizione di un paese che vengono ogni giorno dati ai bambini si capisca quanto una regione o un paese sia globalizzata oppure no. “The rise of the internet was supposed to create a global village, in which people would be as likely to have friends in the antipodes as in their own street”. Una ricerca di cui parla l’Economist dimostra che in fondo tutta sta globalizzazione proprio non si vede. © 2009 - FOGLIO QUOTIDIANO di Claudio Cerasa

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Furto di codici e trappole ai manager l'estate delle spie per i big mondiali (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il caso Deutsche, Goldman e la sfida tra Cina e Rio Tinto Furto di codici e trappole ai manager l'estate delle spie per i big mondiali Le Ferrovie tedesche e il «controllo» anti-corruzione dei 173 mila dipendenti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Danilo Taino BERLINO Il bello delle spie è che, in fondo, non cam­biano mai. Le lunghe trecce val­gono oggi, nell'età dell'alta tec­nologia e dell'intelligence indu­striale, come ai giorni di Mata Hari. Una bella ragazza brasilia­na di 23 anni è la risorsa che avevano messo in campo a Ibiza i detective che, per conto di Deu­tsche Bank, pare spiassero un azionista molto attivo che ave­va posto, nel 2006, domande im­barazzanti durante l'assemblea della banca tedesca. La «trappo­la d'amore» l'ha denunciata Mi­chael Bohndorf stesso, l'avvoca­to che doveva esserne vittima e che quando parlava di «creazio­ne di valore per gli azionisti» evidentemente intendeva altro. E' uno dei quattro casi sui quali le autorità di Francoforte stan­no investigando nel quadro del­lo scandalo delle spie appena scoppiato alla Deutsche Bank. Un paio di mesi fa, il numero uno della banca Josef Acker­mann aveva ordinato a uno stu­dio di avvocati di indagare sulle attività del suo dipartimento di sicurezza. Il risultato è che è ve­nuto alla luce qualcosa che in Germania è visto come un'attivi­tà inammissibile, dato il passa­to del Paese: spionaggio sulle persone, in questo caso su mem­bri del consiglio di amministra­zione con la scusa della sicurez­za e della lotta a ipotetici reati. Ackermann ha lanciato una campagna di tolleranza zero contro le illegalità negli affari della banca ma il caso è comun­que un imbarazzo per lui. An­che perché negli ultimi tempi sembra che questa del mettere il naso negli affari dei collabora­tori sia una tendenza diffusa in Germania. Qualche mese fa, per esempio, Hartmut Mehdorn l'amministratore delegato di Deutsche Bahn, le ferrovie tede­sche ha dovuto dimettersi perché si è scoperto che la socie­tà spiava a tappeto i 173 mila di­pendenti con la scusa di indivi­duare casi di corruzione nella ca­tena delle forniture. Nel 2008, si è saputo che nei tre anni prece­denti Deutsche Telekom era pre­occupata delle regolari fughe di notizie dalla società e quindi aveva ingaggiato una società di sicurezza, la quale spiò migliaia di telefonate per trovare la tal­pa, compresi membri del consi­glio di amministrazione e gior­nalisti. Qualcosa di simile a quanto fatto da Hewlett­Packard negli Usa. La catena di supermercati Lidl (ma anche al­tre, in Germania) è stata meno sofisticata: aveva messo le tele­camere per controllare quanto tempo perdessero i dipendenti per andare al bagno. Insomma, in Germania è qua­si un'epidemia di spionaggio in­terno: le imprese non si fidano di se stesse. La tendenza a ricor­rere all'intelligence industriale è però qualcosa che negli ultimi anni di lotta feroce sui mercati è enormemente cresciuta: verso i dipendenti come difesa da eventuali reati o «tradimenti», verso l'esterno per guadagnare vantaggi competitivi sulla con­correnza o carpire segreti indu­striali. Spesso, sul filo della lega­lità, in altri casi in pieno territo­rio criminale. Una tendenza che suscita sensibilità fortissime. Nei giorni scorsi, per esem­pio, il governo di Pechino aveva detto di considerare reato con­tro lo Stato un presunto caso di informazioni privilegiate ottenu­te dalla compagnia mineraria Rio Tinto sulla strategia commer­ciale cinese in fatto di prezzi di acquisto di materie prime. Ora, pare che le accuse siano state ri­portate al livello, meno grave, di reato commerciale. Ma il caso se­gnala quanto anche i governi, ol­tre che le imprese, siano ormai sensibili allo spionaggio d'affari. L'anno scorso, il servizio segreto tedesco ha per esempio accusato esplicitamente Russia e Cina di ottenere informazioni per vie il­legali su prodotti di alta tecnolo­gia della Germania. Il business dell'intelligence d'affari, in altre parole, è diventato totale, a 360 gradi. Per dire, Sergey Aley­nikov, un ex dipendente della banca americana oggi in mag­gior salute, Goldman Sachs, a ini­zio luglio si è licenziato e, appe­na prima di andarsene, avrebbe scaricato e rubato sofisticatissi­mi codici di software per il tra­ding. Segno che oggi in finanza un codice vale come la formula della Coca-Cola nell'industria o come vi potrebbe forse spie­gare la Mata Hari di Ibiza i co­dici tedeschi della prima guerra mondiale. stampa |

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Treviso Sarà la mostra delle mostre. Un po' pruriginosa anche, perchè dal prossim... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercoledì 22 Luglio 2009, Treviso Sarà la mostra delle mostre. Un po' pruriginosa anche, perchè dal prossimo 24 ottobre al 9 maggio 2010, si andrà a ficcare il naso su quella "Città Proibita", cuore di un mondo, città di sogni e potere, del piacere e del lusso, di quei Ming di cui si sa tanto e si ha poco. Sarà come andare alla scoperta della Cina della Cina. Tanto per offrire un'efficace idea al visitatore di tutto ciò, in 40 metri quadrati gli sarà proposta una fedelissima ricostruzione in legno di tiglio in scala uno a 300 di quella fetta di Pechino. Un capolavoro frutto di due anni di lavoro di 14 ebanisti e 3 architetti. Il giornalista, sinologo, e organizzatore Adriano Madaro, con il suo Sigillum; con Alfio Pozzoni, responsabile dei progetti speciali di Fabrica per l'impero Benetton; e la Fondazione Cassamarca per il presidentissimo Dino De Poli, il deus ex machina di questo traguardo fra archeologia, arte, tecnologia e fantasia che troverà casa a Ca' dei Carraresi, si stanno impegnando a fondo per proporre nell'ormai imminente rassegna un modello di mostra che vuole essere a portata di tutti, bambini compresi. Ed esportabile. In cui la storia si potrà persino toccare con mano: la giada, la seta, le porcellane e le pietre preziose i bambini le potranno prendere in mano per concettualizzare quello che poi sarà in mostra (ma non si potrà più toccare, ovvio). Il top del top saranno le due corone Ming: una dell'imperatore e una seconda con le piume del Martin Pescatore, dell'imperatrice. Le loro vesti... Reperti mai visti nemmeno in Cina. Recuperati dalla tomba negli anni 1956 - 1958 con il placet di Mao e poi finiti in cassaforte. Per la prima volta saranno visibili a Treviso. Grazie ai buoni uffici e alla credibilità che Adriano Madaro ha in Cina, ottenuti dal Museo delle Tombe dei Ming in cui sono concentrati (e in minima parte esposti) gli oltre 4 mila reperti dall'unica tomba aperta. Il meglio della rassegna di Treviso, con altri reperti eccezionali, nel 2010 che sarà l'anno della Cina in Italia, diventerà il cuore di una super mostra che si terrà a Roma e poi potrebbe essere esportata a Parigi (al Louvre?), Germania, Usa... Le richieste sono già tante. Da mostra nasce mostra... A Ca' dei Carraresi si potranno gustare 295 reperti; con l'intervento di Fabrica è stata già provata "in laboratorio" un'ambientazione già definita "stupefacente", già dall'entrata. La tecnologia offre soluzioni sorprendenti; si arriverà al superamento delle barriere costituite dagli spazi spesso angusti dell'esposizione. Dalle due corone d'oro di imperatore e imperatrice, gioielli, le vesti imperiali, le giade, le porcellane della raccolta imperiale, dipinti sui carta e su seta, un rotolo di seta di 13,5 metri alto 45 centimetri (centinaia di nobildonne, di bambini che giocano al pallone, i fuochi d'artificio...)... e una lettera autografa di quel Matteo Ricci, giunto in Cina alla corte dei Ming tre secoli dopo Marco Polo, poi sepolto nella Città Imperiale a due passi dalla Città Proibita; il vero ponte culturale e umano fra i due Rinascimenti, quello Cinese e l'italiano. Di questa mostra "Cento Stazioni" di Benetton si è fatta veicolo promotore; da Lecce a Trieste, Treviso compresa, già in 35 grandi stazioni campeggia un gigantesco cartellone promozionale (bellissimo..) ideato da Fabrica: su un grande sfondo nero, i due ideogrammi che letteralmente vogliono dire "Il grande interno" e che indicavano la Città Proibità, si trasformano in altrettante finestre sulla stessa Città proibita, offrendo uno scorcio mozzafiato. Splendido! Sergio Zanellato

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Lo stimolo ai processi di internazionalizzazione quale chiave strategica per il rilancio delle PMI i... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercoledì 22 Luglio 2009, Lo stimolo ai processi di internazionalizzazione quale chiave strategica per il rilancio delle PMI in provincia di Venezia. È questa la base del progetto che la Confartigianato Provinciale sta avviando con un congruo numero di aziende socie, alle quali ha inviato un questionario per uno screening delle potenzialità e dei piani di espansione sui mercati extranazionali. Una volta censite le risposte, l'Unione Provinciale si propone di attivare servizi innovativi e proposte avanzate alle aziende per guidarle nuovi percorsi sul mercato globale. In un contesto globalizzato, infatti, il nodo per PMI veneziane è l'attivazione di nuovi contatti su nuovi mercati. «Il primo elemento di valutazione per la maggioranza delle aziende è oggi la comodità geografica - spiega il presidente di Confartigianato Provinciale di Venezia Giuseppe Molin -, ma le aziende decidono spesso anche di puntare su Paesi considerati importanti, di successo. Purtroppo non sempre queste scelte corrispondono ad un corretto comportamento strategico. La scelta del paese-obiettivo va centrata invece sull'analisi attenta dell'ambiente e del mercato. In quest'ottica il marketing internazionale richiede attenzione alla distribuzione e alla promozione. Il network delle alleanze è fondamentale anche nell'approccio ai mercati più stimolanti». In quest'ottica il ruolo dell'associazione di categoria deve essere incisivo. Per questo la Confartigianato Provinciale di Venezia ha sottoposto alle aziende associate un questionario per mapparne le potenzialità di internazionalizzazione. «È una nuova semina per rafforzare una propensione all'internazionalizzazione che già esiste tra le PMI venete - annuncia Molin -. A chi oggi potrebbe guardare al mondo ma non se la sente di farlo in solitudine, proporremo servizi innovativi per continuare a crescere guardando alla globalizzazione non come a una minaccia ma come a una risorsa da sfruttare».

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USA: CLINTON, L'AMERICA E' TORNATA NEL SUDEST ASIATICO (sezione: Globalizzazione)

( da "ITnews.it" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Phuket, 22 lug. - (Adnkronos/Dpa) - "Gli Stati Uniti sono tornati nel sudest asiatico". Con questa assicurazione, il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha riconfermato l'attenzione della sua amministrazione per la regione, poco prima di firmare il Trattato di amicizia e cooperazione nel sudest asiatico, una sorta di codice di condotta gia' siglato dai Paesi membri fondatori dell'Asean e da quelli dell'Asean dialogue partners, tra cui Australia, Cina, India, Giappone e Corea del Sud.

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Fondo: Grimaldi bronzo Cleri 3 dopo il ricorso (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di mercoledì 22 luglio 2009 Fondo: Grimaldi bronzo Cleri 3° dopo il ricorso di Redazione L'azzurra perde lo sprint per l'argento: è terza a soli 6 decimi dopo 10 km din acque libere. "Dedicato ai militari caduti". L'azzurro battuto da un americano che è passato fuori dalle boe: squalificato. Ma c'è un controricorso Ostia - Perdere per sei decimi in volata dopo oltre due ore e 10 chilometri nuotati in mare può far male. Ma Martina Grimaldi è piena di gioia per un bronzo inatteso per le azzurre nella seconda prova delle gran fondo in acque libere. Certo il tocco della russa le toglie un argento mai così vicino. L’oro è andato alla britannica Keri-Anne Payne, saldamente in testa già all'ultima boa. L'argento alla russa Ekatarina Seliverstova, più svelta dell'azurra al tocco. "Sono contentissima - esulta la Grimaldi -. Questa medaglia mi dà gioia e sicurezza per affrontare la 25 km. La dedico ai militari italiani caduti nelle missioni di pace. Mi scendevano le lacrime già in volata. Questo è il mio quarto Mondiale, non volevo che andasse male. In particolare, i risultati dello scorso anno mi avevano distrutto il morale. Stavolta ho tirato fuori la grinta, ci tenevo davvero a far bene. E' stata una grande gara. Mi sono trovata indietro, ma sono riuscita a risalire". Cleri quarto, ma fa ricorso Il tedesco Thomas Lurz ha conquistato l’oro nella 10 km di fondo, bissando il titolo vinto ieri nella 5 km. Secondo posto per l’americano Gemell, bronzo per l’altro statunitense Crippen. Quarto posto per l’azzurro Valerio Cleri. Proprio Crippen ha anticipato Cleri per un soffio dopo essere entrato in netto ritardo nella corsia d’arrivo passando sotto i galleggianti che delimitano il lato sinistro del "rettilineo" finale. La squadra azzurra ha presentato ricorso. "Ci siamo mossi per presentare ricorso, perché il ragazzo americano arrivato terzo è passato al di là della boa, e questo non è consentito dal regolamento". Così il tecnico di Cleri, Emanuele Sacchi, ha spiegato che l’Italia si è mossa per avere ragguagli sull’azione dello statunitense Crippen. Al momento è bloccata la cerimonia di premiazione del podio, in attesa di avere il responso ufficiale al ricorso. Ricorso accolto è stato accolto il ricorso dell’Italia contro il passaggio dell’americano Crippen al traguardo della 10 km di fondo. I giudici della Fina hanno deciso al momento di squalificare lo statunitense, arrivato terzo sbagliando l’imbuto d’ingresso. Al momento la classifica resta bloccata. Gli Usa hanno presentato un controricorso su cui si pronuncerà il Giurì d’appello entro domattina. Se la squalifica di Crippen dovesse essere confermata, Cleri avrebbe il bronzo. Sincro: ancora un quarto posto Ancora un quarto posto per l’Italia ai mondiali di Roma. Le azzurre del sincro si sono piazzate ai piedi del podio nella finale del libero combinato con il punteggio di 95.667. L’oro è andato alla Spagna (98.333), davanti alla Cina, argento in 97.667 e al Canada, medaglia di bronzo con 96.167. Per l’Italia si tratta della quinta medaglia di legno dall’inizio della rassegna iridata, dopo quella dei fratelli Marconi nel trampolino sincro, di Tania Cagnotto da un metro, di Beatrice Adelizzi, sempre nel sincro, e di Luca Ferretti, quarto ieri nella 5 km di fondo. © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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Viva le cucine nazionali, vanno salvaguardate e difese, anche con sapienti innovazioni, la glo... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Viva le cucine nazionali, «vanno salvaguardate e difese, anche con sapienti innovazioni, la globalizzazione non può significare un appiattimento delle ricette e dei gusti», ha detto Giorgio Napolitano agli chef dei capi di Stato e di governo di vari Paesi ricevuti al Quirinale, che gli hanno regalato una delle loro divise da cuoco e un diploma d'onore che rende omaggio alla qualità della ristorazione nel Palazzo del Quirinale. Dopo il saluto di Gilles Bragard, presidente e fondatore del club Chef of Chefs, riunito a convegno a Roma Fabrizio Boca, capo del servizio cucina della Presidenza della Repubblica ha ringraziato il capo dello Stato di aver valorizzato il servizio.

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"Transitions": l'arte interpreta la tecnologia (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 22-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

"Transitions": l'arte interpreta la tecnologia La pagina culturale della Gazzetta di Parma di oggi si apre con la recensione, a firma di Ganni Cavazzini, della mostra "Transitions", con cui la Collezione Maramotti inaugura il proprio spazio espositivo temporaneo a Reggio Emilia. Si tratta di una collettiva costituita da opere della collezione, acquisite recentemente e realizzate dal 2001 al 2008. I 30 lavori sono accomunati da un’investigazione sulla pittura che mai si esurisce sul metodo, ma in cui il metodo è medium del discorso iconografico. Artisti che, con percorsi differenti, hanno messo in atto strategie pittoriche che si appropriano di nuovi strumenti concettuali e formali in seguito all’evoluzione dei nuovi media, portatori di nuovi immaginari tecnologici, e alla globalizzazione, che ha internazionalizzato i linguaggi espressivi. Per la rubrica "Letti per voi", Giuseppe Marchetti ci parla del racconto 'Zebio Cotal' di Guido Cavani, mentre Alberto Sebastiani recensisce 'Oggetti smarriti e altre apparizioni' di Beppe Sebaste. Infine Alberto Brambilla recensisce il libro 'La spada' di Mishima

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Funzioni associate per servizi efficaci e vantaggiosi (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL FUTURO DEI PICCOLI COMUNI Funzioni associate per servizi efficaci e vantaggiosi «La passione e la determinazione che animano un sindaco di un piccolo Comune sono il simbolo di uno spirito di servizio che deve essere esempio per tutta la classe politica del Paese». Così si è espresso il presidente dell'ANCI Sergio Chiamparino a conclusione della IX Conferenza nazionale dei Piccoli Comuni di Cernobbio. Nel suo intervento, il presidente ha parlato di come la globalizzazione influisce sulla vita delle piccole comunità: «La globalizzazione ci interroga su tre problemi: primo l'identità. E a questo proposito occorre riacquistare l'orgoglio di appartenenza perché i comuni sono le radici dell'Italia e le radici non si tagliano. Secondo, l'efficacia gestionale per la quale è decisiva la differenziazione normativa. Terza problematica è una progettualità che deve riuscire a mettere insieme un progetto urbano complesso e funzionale». Il Piemonte è in prima linea nella ricerca di soluzioni per far sì che le sue amministrazioni più piccole possano lavorare con economicità, efficacia ed efficienza. «La nostra regione - ricorda Celeste Martina, presidente della Consulta Piccoli Comuni (nella foto) - detiene un record italiano: è la regione che conta percentualmente il maggior numero di piccoli comuni. Tra i suoi 1206 comuni 1077 hanno meno di 5000 abitanti e 977 meno di mille: questo dà il senso di una situazione che qualcuno può considerare polverizzata e negativa, ma che noi riteniamo vitale se razionalizzata mantenendo le realtà comunali che sono state frontiera e presidio di fronte alla "pianurizzazione", ai dissesti e ad altri fenomeni». Razionalizzazione non cancellazione. «Siamo - dice Martina - in un contesto di riforme, si stanno definendo nuove autonomie , si lavora al federalismo fiscale. Razionalizzazione, secondo noi, deve passare attraverso l'esercizio associato delle funzioni, cosa che oggi avviene su base empirica e di volontariato. Noi riteniamo importante l'Unione di Comuni e in questa linea stiamo andando avanti: pensiamo, intanto, all'individuazione dei livelli essenziali dei servizi che ognuno dovrebbe avere, a costi e benefici, riducendo i centri di riferimento per una serie di funzioni. Gli amministratori hanno coscienza di dover difendere le cose essenziali, ma anche di dover unificare anagrafi, uffici del turismo, polizia municipale, di ragionare insieme sulla scuola».

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Il cinema che parla di globalizzazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mandacarù lancia la seconda edizione della rassegna «Tutti nello stesso piatto» Il cinema che parla di globalizzazione Proiezioni previste dal 16 ottobre In giuria Susy Blady TRENTO. Ogni giovedì, dal 16 ottobre al 20 novembre, a Trento tornerà «Tutti nello stesso piatto», rassegna alla 2ª edizione, organizzata dal Mandacarù di Trento per offrire un'occasione di incontro tra cinema, cultura e tematiche legate al cibo. La rassegna di quest'anno, con film, mostre, incontri, attività e matinèe per le scuole, tenterà di bissare il successo 2008 trasformandosi in «Festival internazionale di cinema, cibo e videodiversità». Chi volesse partecipare inviando il proprio film, potrà farlo entro il 5 settembre. Il concorso è riservato a corti, medio e lungometraggi che rientrino nelle categorie «documentario» e «docufiction» e che trattino temi sociali legati a globalizzazione, diritti umani e infanzia, ambiente e migrazioni. La partecipazione è gratuita e non ha vincoli di nazionalità, età o professione. In giuria, oltre a Gianluigi Bozza e Beatrice De Blasi, la «turista per caso» Susy Blady, il regista Alessandro Angelini, l'esperto in fotografia Gianluca Colla. Per informazioni, è possibile contattare gli organizzatori all'indirizzo e-mail festival@tuttinellostessopiatto.it.

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di Marco Lobasso E' il Mondiale delle donne azzurre. Roma saluta il secon... (sezione: Globalizzazione)

( da "Leggo" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Marco Lobasso E' il Mondiale delle donne azzurre. Roma saluta il secondo bronzo consecutivo: dopo Tania Cagnotto nei tuffi arriva il terzo posto, inatteso e sorprendente, di Martina Grimaldi nella 10 km di nuoto in acque libere. E oggi potrebbe arrivare a tavolino anche una terza medaglia di bronzo: Valerio Cleri, giunto quarto nella 10 km, è diventato terzo dopo la squalifica dell'americano Francis Crippen per aver passato sotto a una boa (ricorso dell'Italia accolto); oggi, dopo il controricorso degli Usa, dovrebbe arrivare l'annuncio definitivo del terzo posto dell'azzurro. «Questa medaglia è per tutti i militari che in tutto il mondo compiono missioni di piace - ha detto l'azzurra, emozionata, dopo la finale -. Faccio parte del gruppo sportivo dell'Esercito e mi sento coinvolta. Ringrazio tutti per l'aiuto che ho ricevuto durante gli allenamenti». Sale così, piano piano, il bottino dell'Italia del nuoto, in attesa dell'ingresso in acqua delle stelle delle piscine (domenica). Ma anche ieri non sono mancati i quarti posti azzurri, ormai un classico di questi Mondiali: a parte Cleri, c'è stata la quinta "medaglia di legno", nel libero combinato del nuoto sincronizzato, alle spalle di Spagna, Cina e Canada. Buone notizie dai tuffi, con Michele Benedetti che entra in finale (oggi) nel trampolino 3 metri (12mo). Sempre oggi finale nel sincro, con il solo libero (in gara Beatrice Adelizzi, ore 11) mentre torna in acqua Tania Cagnotto, con Francesca Dallapè, nelle elimimatorie del trampolino sincro da 3 metri. Ci si aspetta anche il riscatto delle nazionali di pallanuoto: la femminile ha perso con l'Ungheria 8-5 e oggi deve battere a tutti i costi la Cina per restare ancora in gioco (ore 21.15).

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qui è tutto un'emozione (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Viviamo però in clausura, poche le occasioni di svago. Solo cinema e pizza» «Qui è tutto un'emozione» Federica Rocco atleta di punta del nostro Setterosa ROMA. «Ho appena terminato l'allenamento, per questo sono stanca. Martedì abbiamo giocato contro l'Ungheria, purtroppo abbiamo perso 8 a 5. Sarebbe potuta andare meglio: abbiamo ceduto nel finale. E oggi è toccata la sessione d'allenamento. Che però è abbastanza leggera, è di scarico». Federica Rocco, attaccante della Nazionale di pallanuoto femminile è volata dal Plebiscito a Roma, a vestire il costume azzurro ai Mondiali di nuoto al Foro Italico. La sconfitta contro l'Ungheria cosa comporta? «Ora è importante battere la Cina per evitare la seconda dell'altro girone, che con ogni probabilità sarà gli Stati Uniti. Considerato che la squadra Usa è vicecampione olimpica e campione del mondo in carica, schivarli non è poi così sbagliato». In generale che impressioni ha dei mondiali? «Disputarli in casa è fantastico, le emozioni sono paragonabili a quelle di un'Olimpiade. C'è un sacco di gente attorno che tifa per te, i volontari sono meravigliosi. Anche l'impianto è molto bello, sembra un'arena: non concordo con chi si lamenta, mi sembra un pretesto per lagnarsi di qualcosa. E il pubblico, poi, è meraviglioso». Dove alloggiate? «Siamo allo Sport Village Salaria, non all'Acquacetosa come il resto della Nazionale. Stiamo benissimo: il personale è totalmente a nostra disposizione, non ci possiamo lamentare». E il cibo? «Ci coccolano. Mangiamo di tutto, a parte i dolci, che per noi atleti sono insidiosi. Stiamo aspettando di farci la magnata romana. Alla fine delle gare però». La sera cosa fate? «Se c'è la gara, partiamo alle 19, facciamo stretching e poi in vasca alle 21. Dall'ultimo collegiale abbiamo avuto solo tre sere libere, le abbiamo dedicate alla pizza o al cinema». La gente vi riconosce per strada? «Alcuni ci riconoscono per la tuta, ma poi ci chiedono chi siamo. Altri invece seguono la pallanuoto e ci identificano subito. E' molto divertente». La cosa piu' curiosa a cui abbia assistito? «La prima volta in piscina: l'impianto non era ancora finito, era strano allenarsi con gli operai tutt'attorno». Nei giorni scorsi sono state immortalate immagini di pallanuotiste coi seni al vento. Che ne pensa? «In partita capita molto spesso, noi donne abbiamo il costume intero che dà molti appigli alle avversarie. Però non sono d'accordo nel pubblicarne le foto, mi sembra una violazione della privacy. Se capitasse a me mi arrabbierei». (Cristina Chinello)

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intervista allo scrittore-assessore (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 5 - Prato INTERVISTA ALLO SCRITTORE-ASSESSORE La Prato felix è stata travolta dalla globalizzazione Ma è giusto che i cinesi ora restituiscano qualcosa a Prato LA LISTA RIMPROVERA CENNI "Giovani e famiglia" inascoltata La lista civica "Giovani Pratesi" è disponibile a dare al sindaco le proprie opinioni e suggerimenti riguardo al provvedimento che a Milano vieta l'alcol ai minori di 16 anni. Perlomeno quando sarà possibile incontrarlo, aggiunge polemicamente "Giovani e famiglia", che fa notare come la lista non abbia potuto ancora avere un incontro con il sindaco dopo il 22 giugno, sera della vittoria, nonostante fosse stato chiesto per ben quattro volte. «Il lavoro di tre anni e mezzo era finalizzato a ricoprire incarichi nel settore giovanile e della cultura per creare un collegamento tra le istituzioni e i giovani di Prato - spiegano - I nostri elettori e le associazioni che ci hanno sostenuto in campagnia elettorale sono rimasti così inascoltati e il nostro impegno, il nostro lavoro e soprattutto il nostro risultato (quasi l'1%) è stato mortificato».

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Cleri, nel fondo il bronzo è gialloCrippen out: oggi controricorso (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cleri, nel fondo il bronzo è gialloCrippen out: oggi controricorso mondiali di nuoto a roma Nella 10 km lo statunitense allo sprint supera l'azzurro, ma senza calottina e fuori dal corridoio d'arrivo. Oro a Lurz, secondo Gemmell 23/07/2009 dal nostro inviato claudio mangini OSTIA. La portavoce esce dal prefabbricato con la targhetta "Fina Room", con un foglietto e 70 euro in mano. Il foglietto contiene tre righe scritte a mano in stampatello, con una sola parola importante, "desqualified", squalificato. I 70 euro sono per Marco Bonifazi, capodelegazione azzurro: tassa restituita significa ricorso accettato. Per l'Italia vuol dire una medaglia in più, per ora solo virtuale, perché sulla decisione incombe un controricorso, che solo questa mattina verrà esaminato dal Grand Jury della federazione mondiale del nuoto. Il medagliere dell'Italia resta ballerino per colpa di un giallo nel nuoto in acque libere, disciplina che finora non sìè fatta mancare niente: medaglia vera (ieri mattina, Martina Grimaldi, bel bronzo che poteva essere argento), medaglia di legno (Luca Ferretti, martedì nella 5 km), mareggiata, conseguente maremoto di polemiche e, ieri pomeriggio, arrivo contestato. Dovrebbe essere tutto chiaro, lampante. Perché, nel finale della 10 km maschile, l'azzurro Valerio Cleri, 28enne di Palestrina con fisico da peso medio che campeggia accanto ad Alessia Filippi sui poster giganti a Ponte Milvio, si ritrova improvvisamente un intruso sbucato dal nulla. Sembra uno striker acquatico, ma il costume ce l'ha: non ha la cuffia, compare da chissadove e va come un treno. Nell'imbuto finale arriva a smanacciare il tabellone una frazione di secondo prima dell'azzurro. Terzo, ma con pasticcio, se non dolo: Francis Crippen, fondista statunitense, nel rush conclusivo, in cui lui e il compagno Andrew Gemmell risalgono un mucchio di posizioni, perde la cuffia con i colori nazionali e anche un po' d'orientamento. Arriva alla boa che delimita il triangolo conclusivo largo, la passa a sinistra anziché a destra, quando si accorge dell'errore compie anche un piccolo tratto subacqueo, ma resta all'esterno del corridoio d'arrivo. Dentro, c'è il tedesco Tholamas Lurz che va a prendersi la vittoria, facendo il bis della gara più breve, c'è Gemmell e c'è Cleri. Quando Crippen s'infila sotto la corsia mancheranno 30 metri all'arrivo. Cleri vede l'insidia che si materializza improvvisamente, cerca di chiudergli la strada deviando verso sinistra. Ma al tocco, l'americano è davanti di pochissimo. E non sembrerebbe materia opinabile, la faccenda. Non lo sarebbe, per esempio, nella vela. «Ma - dice Katherine Voight, allenatrice Usa - nel nuoto di fondo, le boa suggeriscono la traiettoria, non delimitano il percorso». «Nel 2000 a Honolulu non fu così? dice Massimo Giuliani, il ct italiano - quando ci squalificarono Pampana: aveva dribblato un palo di legno usato come boa per non prenderlo in faccia nell'arrivo in mischia». Non trova plausibile il dribbling alla boa neppure la federnuoto greca che, per solidarietà con quella azzurra (e per aver subito la recente squalifica di un atleta, in situazione analoga), presenta a sua volta appello. Accolti, entrambi. Ma le vie della Fina, quella del pasticcio costumi, sono infinite. Quindi, meglio toccare ferro. Cleri, il busto di Ponte Milvio, fa il filosofo. Trequarti di gara davanti, a fare l'andatura. Poi, la beffa finale. «So di aver toccato quarto, non mi arrabbierò comunque. Ma, se mi daranno la medaglia, credo che non sarà stata fatta un'ingiustizia». Simone Ercoli, l'altro azzurro, partito forte, finisce la gara in ambulanza. «Acqua troppo fredda - spiega -, non sentivo più le gambe». Quella di Martina Grimaldi, invece, è una medaglia molto vera e molto bella. Un bronzo che non è qualcosa di più per 6/10 di secondo dalla russa Seliverstova, 9/10 prima della quale chiude i suoi 10 km la britannica Keri-Anne Payne. Martina esce dall'acqua e si preoccupa di nascondere il marchio Arena del costrume, preferito al Jaked, sponsor tecnico federale. «L'ho fatto per rispetto, ma io nuoto con questo, più morbido dei body, un costume di vecchia generazione». Poi ringrazia l'Esercito per cui nuota e dedica la medaglia «ai militari caduti in missioni di pace». A Marco Formentini, uno dei veterani del fondo, invece dice grazie per i consigli: «Mi ha spiegato che chi osa e non si arrende un'occasione, prima o poi, la trova. Ha ragione. Ora sono carica e cerco il bis nella 25». Formentini, dal Tigullio, le restituisce i ringraziamenti: «Martina ha un cuore grande, è una buona che, nel tempo, è riuscita a farsi strada con un po' di cattiveria agonistica. Sono felice che sia arrivata a un grande risultato, magari sfruttando i miei piccoli consigli». 23/07/2009 RISULTATI DI IERI Nuoto in acque libere. 10 km F: 1) Payne (Gbr); 2) Seliverstova (Rus); 3) Grimaldi (Ita); 31) Franco (Ita). 10 km M: sub judice. Sincro. Combinato libero: 1) Spagna; 2) Cina; 3) Canada; 4) Italia (Bellaria, Bigi, Bozzo, Fiorentini, Flamini, Lapi, Perrupato, Re, Schiesaro, Sgarzi). Preliminari solo libero: 1) Ishenko (Rus) 98,500; 2) Mengual (Spa) 98.000; 3) Adelizzi (Ita) 94,667. Tuffi. Semifinale 3 m. M: 1) Despatie (Can); 12) Benedetti (Ita). PROGRAMMA DI OGGI.Sincro. Ore 11: finale solo libero. Ore 17: duo libero preliminari. Tuffi. Ore 13: 3 m. F preliminari. Ore 15,15: 3 m. M finali. Pallanuoto F. Ore 21: Italia-Cina. 23/07/2009

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Small cap alla conquista dell'America (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza (MF)" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

MF sezione: Mercati Globali data: 23/07/2009 - pag: 11 autore: di Alberto Bolis due società italiane festeggiano in borsa il rafforzamento sul mercato americano Small cap alla conquista dell'America Datalogic ha stretto un accordo con il Servizio postale Usa per fornire scanner ai centri di distribuzione su tutto il territorio federale. Intanto Eurotech ha esteso la commessa con la Niitek Inc per la vendita di computer per l'esercito Small cap italiane più protagoniste sul panorama americano. Datalogic ed Eurotech, dopo aver strappato due commesse di rilievo, si rafforzano nel mercato statunitense. L'azienda bolognese, attraverso la controllata Datalogic Automation, ha stretto un accordo con il Servizio postale degli Stati Uniti (Usps) per fornire gli scanner ai centri di distribuzione sparsi su tutto il territorio federale. «Il servizio postale americano è una realtà ampia e articolata che necessita di tecnologie in grado di gestire molteplici dati e velocizzare i processi di smistamento», afferma Mauro Sacchetto, amministratore delegato di Datalogic. «Le nostre soluzioni rispondono perfettamente a queste esigenze, rendendoci così un partner affidabile e competente». Dopo una lunga competizione tra le maggiori aziende produttrici di lettori di codice a barre, il gruppo italiano è stato selezionato come fornitore di scanner di ultima generazione, l'imager Matrix 400TM, che verrà utilizzato all'interno di un sistema di movimentazione materiale che smista contenitori per documenti postali. Il Matrix 400TM è in grado di leggere codici multipli ad alta velocità ed è integrabile in molti network e protocolli di comunicazione. Nel 2008 la società bolognese ha conseguito ricavi per oltre 379 milioni e un utile netto superiore a 17 milioni. Il gruppo, come confermato dal ceo Sacchetto, investe circa 30 milioni all'anno nel settore Ricerca e Sviluppo e ha in portafoglio 867 brevetti in tutto il mondo. Ieri a Piazza Affari il titolo Datalogic ha festeggiato l'accordo con Usps, segnando un balzo del 4,53% a 4,15 euro.Giornata positiva in Borsa anche per Eurotech (+1,61% a 3,16 euro), che attraverso la controllata americana Parvus, ieri ha ricevuto un'estensione d'ordine per ulteriori computer da missione CuraCors80 Niitek Inc che li utilizzerà per equipaggiare i sistemi di rilevamento mine installati a bordo di veicoli militari. La società presieduta da Roberto Siagri, leader mondiale nel settore dell'alta tecnologia per la miniaturizzazione dei computer, ha sottolineato come il contratto «pur non essendo di un importo rilevante, è significativo perché consolida la relazione con un cliente nel settore della Difesa americana che potrebbe portare a un aumento dei volumi di produzione». Eurotech, il cui azionista di maggioranza è il gruppo Finmeccanica, opera negli States attraverso le società Eurotech Usa e Parvus, che è tra i primi fornitori di sistemi per applicazioni in campo militare, aerospaziale e della sicurezza. Inoltre conta divisioni in Giappone, Cina, Finlandia, Regno Unito e Francia, oltre al quartier generale situato in provincia di Udine

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

angelo alessandri parla il leghista di Reggio Emilia, la città dove è nato il tricolore. «Ho girato il sud col fazzoletto verde al collo. la gente ci capisce» «L'unica strada per l'unità è il federalismo» di Alessandro Da Rold «La Lega Nord era un sintomo, ora è diventato un progetto politico». Angelo Alessandri compirà 40 anni il 29 settembre. Di questi, la maggior parte li ha passati tra le file della Lega Nord, a fare politica in quel di Reggio Emilia, zona di certo non facile politicamente: basti pensare che sempre 40 anni fa, nel 1970, proprio qui, nacquero le Brigate Rosse di Franceschini e Curcio. Ma da Reggio Emilia è passata pure la storia dell'unità nazionale del nostro Paese. Una questione di cui Alessandro Campi ha scritto ieri sul Riformista, ricordando che, a quasi 150 anni dall'evento «dell'unità d'Italia», bisogna ammettere che in questi decenni ha vinto in realtà, «la disunità del modello leghista». Si narra infatti che nel capoluogo emiliano sia nato il tricolore, bianco rosso e verde, simbolo della nostra bandiera nel mondo. «Nel '97 - ricorda Alessandri - con una legge introdussero i festeggiamenti del tricolore a Reggio: durante le celebrazioni c'erano solo le istituzioni, di cittadini neanche l'ombra». E proprio da qui parte il ragionamento del "numero due" del Carroccio, presidente federale della Lega. «L'unità d'Italia non la si fa con i simboli, ma con le riforme. Una su tutte: il federalismo fiscale. Quando le cose funzionano, quando le istituzioni si dimostrano al fianco dei cittadini o quando finalmente inizierà a passare l'idea che "chi sbaglia paga", allora gli italiani inizieranno a sentirsi italiani non solo quando gioca la nazionale di calcio. A nord, a sud e al centro». E di una politica al fianco della popolazione la Lega Nord se ne intende, tanto che proprio sulle politiche territoriali Umberto Bossi e i suoi hanno speso in questi anni più di una parola. A quanto testimoniano i risultati elettorali ora ne stanno raccogliendo i frutti. «Sin dalla nascita il nostro è stato un movimento di protesta che ha cercato di cogliere il malumore dei cittadini - continua Alessandri -. Abbiamo colto un aspetto su cui la politica italiana è stata troppo spesso miope». Malumore accentuato nell'ultimo decennio per colpa (o merito) della globalizzazione. «Abbiamo sempre visto con diffidenza chi ci diceva che la globalizzazione si doveva accettare così com'era. Noi, invece, abbiamo adottato il modello glocal e abbiamo puntato tutto su di esso: non potevamo dimenticare l'eredità dei nostri nonni».>Ma da quando nascono i problemi di disunità del nostro Paese? «A mio parere bisogna andare indietro nel tempo, proprio a 150 anni fa, quando l'Italia nacque con plebisciti farsa. Il nostro è sempre stato un Paese diviso, in cui è spesso regnato il campanilismo. Per capirlo basterebbe partire dalle realtà locali della mia Emilia. Già nel 1861 si discuteva di federalismo, ma nessuno volle ascoltare questa critica: questi sono i risultati». La colpa, quindi, è da ascriversi alla politica che non ha mai fatto nulla per colmare questo vuoto, sorvolando spesso su problemi come la pressione fiscale al Nord o l'eccessivo assistenzialismo al Sud. «Spesso qualcuno incolpa la Lega di aver creato divisioni nel nostro Paese: in realtà, come detto in precedenza, la questione è storica e insita negli italiani». Adesso sta nascendo il Partito del Sud. «Non sono contrario a priori, ma dipende dalla sua impostazione originaria. Se a Sud si continua a ragionare con le vecchie logiche di assistenzialismo della politica, con l'assicurazione del posto pubblico, allora non si va da nessuna parte». Alessandri ha girato molte città del meridione in questi anni, con il fazzoletto verde al collo. «E la gente ci ha sempre accolto con simpatia - spiega -. La Lega Nord ha colto le differenze tra Nord e meridione, ma allo stesso tempo ha lanciato un messaggio preciso: i problemi del Sud sono anche nostri, come ha dimostrato il dramma dei rifuti di Napoli spediti in Lombardia. Il federalismo fiscale aiuterà anche il Meridione, che è ricco di cultura, turismo, tutti settori che devono essere migliorati e perfezionati». Ma dopo aver portato a casa il federalismo su cosa lavorerà la Lega Nord? «Il nostro obiettivo è l'Europa dei popoli. Come detto: una grande attenzione alle realtà locali con un occhio internazionale. E con il federalismo fiscale sono sicuro che tutti si sentiranno più italiani di adesso». 23/07/2009

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Compagni, usciamo dal guscio! La Cina vuole comprarsi il mondo? (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Compagni, usciamo dal guscio! La Cina vuole comprarsi il mondo? Going out strategy. Wen Jiabao lancia una nuova fase. Massimizzare il valore strategico delle riserve valutarie. Le società di Stato sono incoraggiate a espandersi all'estero accapparandosi i marchi migliori nei servizi e nell'industria. Ecco perché berremo birra e guideremo macchine cinesi. di Romeo Orlandi Washington. Il premier cinese, Wen Jabao, ha dato il crisma ufficiale a una movimento ineludibile: l'uscita della Cina dal proprio guscio. Lo ha fatto durante un incontro con i diplomatici cinesi, affermando che «dovremmo realizzare velocemente una ‘going out strategy' combinando l'uso delle nostre riserve con l'intraprendenza verso l'estero delle aziende». In realtà si tratta di un processo già in atto. Negli ultimi 7 anni l'entità degli investimenti cinesi all'estero è aumentata di 30 volte, raggiungendo i 40 miliardi di dollari. Ora si tratta di dare un valore strategico a questo enorme flusso: dopo essere stata protetta per secoli dalla Grande Muraglia, la Cina comprende che deve scavalcarla perché nella globalizzazione è costretta ad espandersi. Le grandi società di stato, ormai rivolte con disinvoltura verso profitti inediti, sono incoraggiate ad acquisire asset all'estero. Finora hanno operato sui terreni finanziari e delle materie prime; ora dovranno diversificare gli impieghi e rivolgersi anche alle industrie ed ai servizi. La stessa direzione è delineata ora per la giovane industria cinese, inesperta dei mercati ma audace e senza venature ideologiche. La seconda novità è l'attenzione verso i paesi maturi, le cui cancellerie alternano speranze e timori. Prima della crisi una domanda sembrava ironica e retorica: come riesce un paese dal reddito pro capite medio ad avere le più grandi riserve internazionali? Come ha fatto la Cina ad accumulare nei suoi scrigni l'astronomica cifra di 2.132 miliardi di Usd? La risposta è relativamente semplice, disarmante come l'uovo di Colombo: è sufficiente inanellare attivi commerciali ed attrarre investimenti stranieri. Nessuno più della Cina è in grado di vendere all'estero, non esiste altro paese in grado di allettare meglio le aziende che intendono delocalizzare. Gli investimenti interni vengono finanziati dai risparmi dei cittadini, così le riserve sono libere di muoversi sui mercati. Fino all'estate del 2008 sembrava normale un paradosso: i consumatori di Main Street si indebitavano con il futuro, spendendo i soldi della frugalità contadina cinese. Era un meccanismo perverso che tuttavia rendeva tutti contenti, soprattutto la Federal Reserve. La middle class viveva al di là delle proprie forze e la Cina acquistava porzioni di America. I dollari del deficit commerciale ritornavano infatti verso Washington e compravano Treasury Bonds, finanziando il deficit federale. Era un gioco a somma zero: il valore dei giocattoli cinesi equivaleva a quello dei titoli di Stato; i primi allietavano i consumi, i secondi arricchivano l'altra sponda del Pacifico. Può la Cina continuare a essere la fabbrica del mondo, un immenso capannone industriale al servizio delle multinazionali e dei consumatori? La risposta che trapela dalle indicazioni di Wen è negativa. Finora i vantaggi della titanica macchina produttiva sono stati minori per la Cina. I margini rimangono alle aziende che apongono il loro marchio sulle merci cinesi, le vendono con un marketing sofisticato, con un uso sapiente dei canali commerciali. In Cina rimane la committenza, l'industria, l'inquinamento; nell'Occidente dominano la finanza ed il controllo. È una situazione non più sostenibile, soprattutto se si hanno le risorse per contrastarla. Cosa succede se, nella crisi, le riserve cinesi non vengono considerati una bizzarria statistica, ma un leva di sviluppo? È ipotizzabile che il governo tenga per sé le decisioni politiche. Saranno suo compito l'acquisizione delle risorse minerarie e la trattativa con Washington. La Casa Bianca teme che la Cina dia corso al suo intendimento di sostituire il dollaro come moneta per i pagamenti internazionali. Mentre Wen calibra gli acquisti del biglietto verde, sollecita a nuove iniziative i suoi compatrioti capitalisti. L'affermazione di marchi cinesi potrebbe essere un primo risultato. Non ne esistono infatti tra quelli più conosciuti. Il più grande esportatore mondiale non ha connotati riconoscibili e le sue merci vengono associate a bassa qualità. Le grandi aziende nipponiche e coreane sono invece molto più affermate e riescono ad imporre i loro prodotti. In alternativa i capitali cinesi potrebbero acquisire le catene distributive - dove risiedono i profitti - e anche le aziende straniere. Immetterebbero liquidità in cambio di competenza manageriale, abitudine alla concorrenza, sofisticazione nella vendita. La Cina potrebbe uscire dunque da una dimensione puramente quantitativa dello sviluppo ed avventurarsi in terreni finora inesplorati e forse più rischiosi. È dunque del tutto verosimile che berremo birra e guideremo auto cinesi. Contemporaneamente assisteremo alla sinizzazione di colossi distributivi oppure all'acquisto di marchi prestigiosi del Made in Italy. Il luogo di produzione non sarà più un indicatore di qualità, in linea con principi ed i risultati della globalizzazione. 23/07/2009

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E la Clinton vede spuntare l'asse Pyongyang-Rangoon (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

E la Clinton vede spuntare l'asse Pyongyang-Rangoon Canaglie d'Asia. Il Segretario di Stato lancia l'allarme: Corea del Nord e Birmania rafforzano la loro cooperazione militare. Perché la bomba nucleare piace a tutti. Non solo all'Iran, contro il quale si prepara un "ombrello" difensivo nel Golfo. La partita si gioca a tutto campo, protagonisti Russia e Cina. di Emanuele Giordana Non è stata forse un caso la scelta del summit dei ministri degli Esteri dell'Asean, l'associazione dei paesi del Sudest asiatico, per l'affondo su Iran e Corea del Nord del Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton. Se la porta resta aperta la dialogo con Teheran, «l'orologio nucleare» va avanti, ha detto ieri a Bangkok il Segretario di Stato parlando dei rischi del programma energetico iraniano, mentre per Corea del Nord e Birmania le parole sono state ancora più preoccupate: Washington teme il trasferimento di tecnologia nucleare da Pyongyang a Rangoon, che non nasconde velleità nucleari. La scelta non casuale è molto semplice: l'Asean è il salotto buono del continente a cui sono invitati, oltre agli Europei, anche e soprattutto i cinesi, grandi protettori - con i russi - degli ex "stati canaglia", rimessi tutti nello stesso paniere dalla Clinton (l'Iraq, ormai fa parte di un altro dossier). Ma a differenza di Mosca, il potere di Pechino è molto più forte, soprattutto sui partner asiatici. Grande protettrice del Myanmar è in grado di bloccare, come ha già fatto, le risoluzioni contro il regime dei generali. È il paese ospitante del tavolo a sei sulla Corea del Nord ed è il nuovo partner strategico di Teheran, paese verso cui i cinesi sono contrari ad applicare sanzioni. Quanto al caso delle recenti elezioni, è un fatto interno che sarebbe indebita ingerenza mettere sotto accusa. La Clinton ha messo in guardia l'Iran minacciando un rafforzamento del sistema difensivo dei suoi alleati nel Golfo: un "ombrello" per parare eventuali sorprese "se" l'Iran dovesse andare avanti col programma nucleare, divenuto un punto d'orgoglio sensibile della Repubblica islamica (uno dei rari elementi unificanti tra ultraconsevatori, conservatori e pragmatico-riformisti). Quanto alla Corea del Nord, che ultimamente ha sfidato più volte la comunità internazionale con lanci di missili, durante un'intervista televisiva a Bangkok, la Clinton ha detto che gli Usa sono «preoccupati per le recenti notizie sui loro possibili affari con quella che chiamiamo Birmania». Notizie che hanno preso forza dopo che una nave nordcoreana, sotto sorveglianza perché sospettata di trasportare armi illegali, sembrava stesse facendo rotta verso il Myanmar. Prima di fare marcia indietro. Per diversi aspetti la Clinton sembra aver parlato a nuora perché suocera intenda. E anzi le suocere sono almeno due, se non tre. Se la Cina ha influenza sulle ex canaglie, anche Mosca può dire la sua. Con l'Iran il rapporto è antico e fu la Russia, la cui mediazione ha sempre raffreddato le posizioni occidentali, a proporre che l'arricchimento dell'uranio iraniano avvenisse sul suolo della Federazione. Sui nordcoreani ha forse meno influenza di Pechino ma la Russia, che partecipa al tavolo a sei, non ha mai fatto davvero la voce grossa sulle provocazioni tanto care a Pyongyang. Quanto alla Birmania, la prima volta che si parlò delle aspirazioni nucleari dei generali, saltò fuori Mosca, pronta a vendere tecnologia per la costruzione di centrali nucleari in Birmania. Quanto alla terza suocera, potrebbe essere il Venezuela di Chavez che si è sperticato in omaggi dopo la vittoria di Ahmadinejad. Chavez non ha velleità nucleari ma ci tiene al ruolo di potenza regionale: i suoi rapporti con Mosca e Pechino sono ottimi. Con Teheran anche. E anche Chavez faceva parte degli stati canaglia pur se non era mai entrato nel paniere con coreani e iraniani. La cautela è comunque un segno distintivo dell'amministrazione Obama che forse valuta diversamente sia le manovre coreane, sia quelle iraniane. Certo è che il lento processo di avvicinamento di Washington si è per forza rallentato. Ma l'Iran resta un elemento chiave nella politica mediorientale e continua a provocare reazioni in Israele anche se diversi osservatori escludono mosse a sorpresa. «Non le faranno neppure gli iraniani - confida un diplomatico - per alcuni buoni motivi: se avessero l'arma atomica attizzerebbero le velleità nucleari di altri paesi dell'area (Riad ad esempio ndr) mentre adesso possono contare su una superiorità strategica convenzionale che finirebbero per perdere. E infine dovrebbero accettare una forte presenza americana nel Golfo». L'ombrello di cui parlava ieri Hillary Clinton. 23/07/2009

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prima tiratura 5.000 copie (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

MONZA pag. 9 «A proposito di Libertà» prima tiratura 5.000 copie IN TUTTE LE LIBRERIE D'ITALIA LA LIBERTÀ, declinata nelle sue diverse possibili varianti, dal libero arbitrio all'imperativo categorico di Kant, dai riflessi nella scienza, nell'economia e nell'etica, ai limiti e vincoli che si frappongono all'azione individuale e sociale. E' quanto si può trovare nelle 278 fitte pagine del libro «A proposito di Libertà», pubblicato dall'Editrice San Raffaele in una prima tiratura di 5mila copie, con diffusione nazionale (16 euro). Circa 70-80 prenotazioni del testo erano state raccolte nelle serate della rassegna «Abitatori del Tempo» dedicata a «La Libertà», all'origine del volume; nelle precedenti edizioni dell'iniziativa si è discusso di ragione, fede e follia; etica, scienza e religione; identità e globalizzazione. Image: 20090723/foto/659.jpg

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PRONTI A TORNARE SULLA LUNA E A CONQUISTARE MARTE MENTRE SI RIAPRE L'AGENDA DEI VIAGGI SPAZIALI, CAFFÈ LETTERARIO GALILEO NE RIEVOCA STORIA E PROTAGONISTI, GIOVEDÌ 23 A PALAZZO STR (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 23 Luglio 2009 PRONTI A TORNARE SULLA LUNA E A CONQUISTARE MARTE MENTRE SI RIAPRE L’AGENDA DEI VIAGGI SPAZIALI, CAFFÈ LETTERARIO GALILEO NE RIEVOCA STORIA E PROTAGONISTI, GIOVEDÌ 23 A PALAZZO STROZZI, CON GIOVANNI CAPRARA E IL SUO ULTIMO LIBRO Firenze 23 Luglio 2009 – ‘Due cose sono infinite’, disse un giorno Albert Einstein, ‘l´universo e la stupidità umana. Con qualche dubbio circa l’universo’. Quarant’anni dopo gli sbarchi americani sulla Luna si torna a parlare di voli interplanetari e Russia, Cina, India e Giappone puntano, ognuno per proprio conto, a sfidare il monopolio Nasa. Tutte imprese nazionalisticamente ambiziose che confermano, se non altro, almeno una delle certezze di Einstein. Perché tentare da soli quando sarebbe già terribilmente complicato farlo unendo le forze? La conquista dello spazio è comunque tema sempre ghiotto e di gran fascino e Caffè letterario Galileo ne rievoca le prime tappe giovedì 23 luglio (ore 21) a Palazzo Strozzi, nel contesto della mostra Galileo. Immagini delluniverso dall’antichità al telescopio. L’appuntamento è con Giovanni Caprara, uno dei più noti giornalisti scientifici, autore del bel libro L’era spaziale. Dallo Sputnik al viaggio verso Marte (Mondadori-electa, pagine 240, € 17,50). Affiancherà Caprara l’editore Franco Cesati. Con l’aiuto di uno spettacolare repertorio fotografico, il libro ricorda gli eventi principali, l’evoluzione tecnica, le esperienze animali (la cagnetta Laika) e umane dei pionieri dello spazio. I primi razzi, la guerra fredda e la competizione Usa - Urss, i primi Sputnik, l’orgogliosa risposta americana, i piedi sulla Luna con la famosa frase A small step for a man, a giant step for the mankind. E ora i nuovi obiettivi: l’ammartaggio, ossia lo sbarco su Marte, e l’esplorazione del sistema solare. L’accesa rivalità politica tra Stati Uniti e Unione Sovietica ha avuto almeno il merito di aprire alla scienza e alla tecnologia territori e prospettive fino ad allora considerati fantascienza. Nel 1961 Mosca vinse la gara a chi spediva per primo un uomo nello spazio (Yuri Gagarin), otto anni più tardi l’America si rifece con gli interessi posando sulla Luna prima Neil Armstrong ed Edwin Aldrin, poi altri dieci avventurosi. Dall’ultima missione Apollo sono trascorsi quasi quattro decenni durante i quali la tecnologia ha comunque fatto passi da gigante. C’è una stazione orbitante, gli Shuttle vanno su e giù frequentemente (vittime a parte), sonde e telescopi spaziali vari hanno moltiplicato per mille conoscenza e misteri dell’universo. Finito o infinito? La curiosità di Einstein (e la nostra) dovrà attendere. Ma oggi l’umanità sembra pronta per tornare sulla Luna per farne anche la base di partenza di balzi successivi, a cominciare dal Pianeta Rosso. E un giorno, forse, chissà. * Responsabile della redazione scientifica del Corriere della Sera, Giovanni Caprara ha pubblicato numerosi libri. Ricordiamo, tra gli altri, Alla scoperta del sistema solare, The Complete Encyclopedia of Space Satellites, Abitare lo spazio, Breve storia delle grandi scoperte scientifiche, La conquista di Marte, In Viaggio tra le stelle. Nel 2000 le Università Milanesi lo hanno premiato come ‘giornalista scientifico dell’anno’. In riconoscimento della sua attività di divulgatore, l’International Astronomical Union ha battezzato con il nome Caprara un asteroide in orbita tra Marte e Giove. . <<BACK

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QUESTO POMERIGGIO allee 17,30 nella Sala Ferri di Palazzo Strozzi, Massimo D'... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

GIORNO E NOTTE FIRENZE pag. 23 QUESTO POMERIGGIO allee 17,30 nella Sala Ferri di Palazzo Strozzi, Massimo D'... QUESTO POMERIGGIO allee 17,30 nella Sala Ferri di Palazzo Strozzi, Massimo D'Alema discuterà con Enzo Cheli e Massimo Morisi del libro di Aldo Schiavone L'Italia contesa. Sfide politiche ed egemonia culturale' (Laterza). «Nel cuore del Paese si sta aprendo un enorme spazio vuoto, non soltanto di politica, ma di pensiero e di autoidentificazione civile le parole dell'autore . Bisogna tuffarcisi dentro e nuotare. Nuotare molto. Per vent'anni abbiamo vissuto sotto l'ala di un turbine: globalizzazione economica e trasformazione politica. Due metamorfosi insieme: post-industriale e post-democristiana. L'Italia di oggi ci restituisce per mille segni l'immagine di un Paese provato, che perde colpi di continuo». «E soprattutto con un motore politico penosamente inadeguato, incapace di autentica innovazione, che non fa nulla se non pasticciando, e alla fine non sembra concepire altra missione tranne la pura conservazione di se stesso e del ceto che lo controlla riprende Schiavone . Ma altre volte siamo stati capaci di riagguantare all'ultimo istante il filo della nostra storia. La posta in gioco è troppo importante per rassegnarsi, e dopotutto siamo qualcosa di più di un piccolo angolo di mondo». L'autore Aldo Schiavone dirige l'Istituto Italiano di Scienze Umane (Firenze Napoli).

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Fiat limita i danni della crisi Marchionne: (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-07-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Milano)) (Resto del Carlino, Il (Bologna))

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA & FINANZA pag. 20 Fiat limita i danni della crisi Marchionne: «Ancora incentivi» Perdite contenute e meno debiti. «Confermo i target, no a nuovi fidanzati» di VITTORIO DALLAGLIO MILANO «UN GRANDE trimestre, sopra le attese, in un mercato terribile». Così la Fiat archivia il punto forse più basso della crisi e cerca di guardare avanti con fiducia confermando gli obiettivi fissati per la fine del 2009. I conti marzo-giugno resi noti ieri dal Lingotto fotografano in pieno l'impatto della recessione: i ricavi del gruppo si sono fermati a 13,2 miliardi di euro, 4 miliardi in meno (-22,5%) rispetto allo stesso periodo del 2008. Alla caduta dei ricavi ha fatto però riscontro una perdita contenuta in 179 milioni, grazie ai «primi effetti degli sforzi di ristrutturazione e di contenimento dei costi». Nel complesso del semestre si legge tutto il conto della crisi: il risultato netto è stato negativo per 590 milioni di euro rispetto ad un utile superiore a 1 miliardo realizzato nel primo semestre dell'anno scorso. Va meglio l'indebitamento industriale sceso a 5,7 miliardi (un miliardo in meno di marzo), mentre è aumentata la liquidità (6,4 miliardi). In questo terremoto il settore auto ha resistito bene realizzando un fatturato di 6,9 miliardi negli ultimi tre mesi e aumentando le proprie quote di mercato in Europa ( 9,2%) e in particolare in Italia (34,5%), Germania (dal 3,4 al 5,4%) e Francia. In Brasile Fiat ha mantenuto la leadership con il 25,2% delle vendite. A fine anno i marchi Fiat dovrebbero valere il 9% del mercato in Europa occidentale e il 33% in Italia. L'auto è dunque una linea di forza del Lingotto e l'ad Sergio Marchionne ha detto ieri che il settore sarà in grado di fare profitti nel 2010, anche in assenza di incentivi. Marchionne si aspetta però che gli incentivi proseguano in qualche forma anche nel 2010; se i contributi venissero a mancare ci sarebbe infatti «un impatto significativo» sulle immatricolazioni di auto nuove. L'auto, in ogni caso, resta al centro del riassetto del gruppo. Lo scorporo del settore è sempre nell'agenda di Torino, anche se Marchionne non ne ha definito i tempi: «Non adesso. Ci potranno volere due o tre anni, ma lo spin off dell'auto è inevitabile» ha confermato agli analisti. Intanto Marchionne vede una seconda parte dell'anno in miglioramento in molte aree di business del gruppo. I veicoli industriali e le macchine per costruzioni però «continueranno a subire una domanda depressa, con segnali di ripresa solo nel quarto trimestre». A fine anno il Lingotto conferma l'obiettivo di un risultato di gestione positivo per 1 miliardo di euro con un utile netto superiore ai 100 milioni e debiti industriali sotto ai 5 miliardi. Resta da vedere come peserà la scommessa americana di Chrysler. «Posso solo dire che l'impegno è elevato e sono molto fiducioso che le misure che stiamo mettendo in atto faranno uscire Chrysler dalla crisi. Stiamo lavorando alla ristrutturazione con lo stesso modello usato per Cnh e per tutto il gruppo Fiat» spiega Marchionne. Gli effetti di tutti i cambiamenti (nuovo team manageriale, trasferimento di tecnologie) si cominceranno a vedere «a partire dall'ultima parte del 2010. Non ho dubbi che Chrysler diventerà redditizia». SUL PIANO dello sviluppo strategico Fiat «continua a valutare opzioni» per rafforzarsi ma «non vuole partecipare alle aste in blocco. Non siamo alla ricerca di nuovi fidanzati». E aggiunge: «L'offerta per Opel l'abbiamo fatta, se non interessa non interessa». La strategia continuerà ad essere quella di «alleanze mirate per ottimizzare il capitale e ridurre i rischi», sulla via tracciata negli ultimi tre anni con il rafforzamento in Cina, India e Usa.

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CALZATURE, SCENDE A 78 MILIONI DI PAIA L'EXPORT MADE IN ITALY (-15% NEI PRIMI 4 MESI 2009) UN GIRO D'AFFARI ALL'ESTERO ALLEGGERITO DI QUASI 300 MILIONI DI EURO. (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 23 Luglio 2009 CALZATURE, SCENDE A 78 MILIONI DI PAIA L’EXPORT MADE IN ITALY (-15% NEI PRIMI 4 MESI 2009) UN GIRO D’AFFARI ALL’ESTERO ALLEGGERITO DI QUASI 300 MILIONI DI EURO. Con i 2,2 miliardi scarsi di fatturato rubricati nei primi quattro mesi del 2009 in calo del 12% rispetto ai due miliardi e mezzo di un anno fa. E’ il bilancio, ancora negativo, dell’export di calzature made in Italy. Che in termini quantitativi si è tradotto in un flusso oltre confine di 78,3 milioni di paia, volume che si rapporta a 92 milioni abbondanti del gennaio-aprile 2008 (-15%). Una performance - spiega Trend Calzaturiero nella sua analisi basata sui dati Istat - ancora ipotecata dai ribassi a doppia cifra registrati in Usa e Russia, in terza e quarta posizione nel ranking dei paesi di destinazione, dove i corrispettivi monetari hanno subito, quest’anno, diminuzioni rispettivamente del 23 e del 27 per cento. Cresce, in controtendenza, seppure di un solo punto percentuale, l’export diretto in Francia, che resta il primo mercato di riferimento. Mentre in Germania, secondo sbocco commerciale all’estero, le esportazioni hanno sperimentato a valore una contrazione nell’ordine del 6,6%. Il segno meno ha riguardato tutte le altre principali destinazioni, in particolare Svizzera, Spagna, Regno Unito, Belgio e Paesi Bassi, ad eccezione della Grecia e degli Emirati Arabi Uniti. Sul fronte delle importazioni gli aggiornamenti statistici rivelano, al contrario, un’ulteriore dilatazione della spesa legata allo shopping all’estero di calzature. Con l’import nazionale di questi primi quattro mesi balzato, in valore, a quota 1,2 miliardi di euro, in crescita del 7,2% su base annua. Per quanto attiene ai volumi, ammontati complessivamente a 132 milioni di paia, la dinamica resta invece negativa, evidenziando anno su anno un calo del 15,2%. Guadagnano terreno tra i “Big”, la Cina, che ha incremento in Italia il fatturato di oltre il 3%, sfiorando la soglia dei 300 milioni di euro, e il Belgio, che ha spuntato un 12% di crescita. La Romania paga il conto più salato, con un meno 20%. Bilancio negativo anche per il Vietnam, che sconta in Italia una riduzione del fatturato dell’1,6%, mentre triplica i guadagni a distanza di un anno l’Olanda. Tra gli emergenti, l’India archivia in questo primo quadrimestre una perdita, sempre in termini di fatturato, nell’ordine del 12,2%. Continuano invece a macinare progressi Indonesia e Brasile, con l’import dai due paesi cresciuto in questo caso rispettivamente del 48 e di circa il 4 per cento. La bilancia commerciale - conclude la nota di Trend Calzaturiero - conferma il forte ridimensionamento del saldo attivo. Da 1,3 miliardi di euro, l’avanzo valutario del settore calzaturiero è sceso a 933 milioni, facendo segnare, anno su anno, una riduzione di quasi il 30%. . . <<BACK

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La Cina bacchetta gli Usa sul debito (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-23 - pag: 9 autore: I volti della crisi. Alla vigilia del vertice bilaterale di Washington torna l'allarme per la sicurezza dei forti investimenti in titoli di stato americani La Cina bacchetta gli Usa sul debito Dura presa di posizione sulle costose misure anti-recessione adottate dalla Casa Bianca Marco Valsania NEW YORK La Cina torna all'attacco degli Stati Uniti e delle loro politiche economiche e valutarie per affrontare la crisi, chiedendo garanzie sulla stabilità del dollaro e sulla sicurezza dei colossali investimenti di Pechino in titoli di debito americani. La presa di posizione, dai toni assai poco diplomatici, è giunta alla vigilia del primo appuntamento a Washington del dialogo strategico tra l'amministrazione Obama e il governo cinese, lunedì e martedì prossimo. Un dialogo ereditato dal predecessore di Obama, George W. Bush e che sotto il neopresidente democratico ha un'agenda ancor più ambiziosa e scottante: accanto al binario economico, negoziati paralleli affronteranno le sfide di politica estera, dal dossier nucleare a quello ambientale. Gli interrogativi sulle strategie per fare i conti con recessione e bufera finanziaria, però, sono quelli che più preoccupano Pechino, che già a marzo aveva lanciato un allarme echeggiato sulle piazze internazionali. «Chiederemo di adottare politiche responsabili, che assicurino la stabilità del tasso di cambio del dollaro e proteggano gli asset cinesi», ha ribadito ieri l'alto funzionario del ministero delle finanze Zhu Guangyao. Che ha incalzato, oltre alla Casa Bianca, la Federal Reserve: «Come importanti investitori nel debito statunitense, siamo naturalmente preoccupati dello stato dell'economia americana.Speriamo che le politiche adottate dagli Stati Uniti si rivelino più efficaci il più presto possibile, che il deficit pubblico gradualmente diminuisca e che il bilancio della Fed migliori». Dalla banca centrale si attendono anche scelte corrette in politica monetaria. Accanto al governo, la Fed ha agito con inedita aggressività, a colpi di misure multimiliardarie, per arginare la crisi e l'espansione dei suoi interventi ha sollevato perplessità sulle sue stesse finanze e sulla sua credibilità di guardiano anti-inflazione. Il governatore Ben Bernanke, durante le testimonianze al Congresso terminate ieri, è parso voler rispondere indirettamente al nuovo monito cinese: si è detto impegnato a rassicurare i mercati sull'intenzione della Fed di ritirare con tempismo, seppur non subito, il sostegno straordinario offerto alla finanza e all'economia. La Fed, ha promesso, saprà evitare rischi inflazionistici, che potrebbero danneggiare anche il dollaro. La Cina, di sicuro, ha diritto di parola: è il più grande creditore americano, forte di oltre 800 miliardi in titoli del tesoro, una cifra salita ancora del 5% in maggio. Circa il 70% delle sue immense riserve in valuta estera, le più vaste al mondo dall'alto (oltre duemila miliardi), è in asset denominati in valuta statunitense. E ieri Guangyao ha sottolineato che la Cina si augura che i suoi acquisti di titoli del tesoro si rivelino «appropriatamente redditizi ». Pechino è inoltre il secondo partner commerciale degli Stati Uniti, con un interscambio che l'anno scorso ha sfiorato i 334 miliardi di dollari, cresciuto di 130 volte dal 1979, da quando cioè i due paesi hanno ristabilito relazioni diplomatiche. E di recente la sua economia ha ritrovato slancio, dando ancor più peso al ruolo della Cina di potenza globale. La delicatezza dell'appuntamento bilaterale del 27-28 luglio affiora fin dal programma ufficiale: a inaugurarlo sarà Obama. Che cederà poi il timone del "dialogo" ai co-presidenti del summit: il ministro del tesoro Tim Geithner e l'esponente del consiglio di stato cinese Dai Bingguo sul fronte economico; il ministro degli esteri Hillary Clinton, reduce da un viaggio asiatico, e il vipremier Wang Qishan per il binario politico. La delegazione cinese sarà affollata, composta da ben 28 esponenti a livello ministeriale. Il vertice nella sua versione allargata, Us-China Strategic and Economic Dialogue (S&ED) con scadenze semestrali a Washington o Pechino, è stato ideato lo scorso aprile da Obama e dal presidente cinese Hu Jintao. Fa seguito a forum nati nel 2005 sotto gli auspici dell'amministrazione Bush e dell'allora ministro del tesoro John Snow, volti esclusivamente a facilitare rapporti costruttivi sull'economia. In vista dei colloqui di quest'anno, invece, il viceministro degli Esteri cinese He Yafei ha messo in chiaro che altri temi saranno in discussione: dalla cooperazione energetica, con il nodo dell'effettoserra,alla Corea del Nord, con i suoi arsenali atomici. Alla Casa Bianca Pechino non avrà remore neppure a chiedere di «limitare le attività » di Rebiya Kadeer, leader in esilio degli Uiguri. mvalsania@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA MAESTRI DI ECONOMIA «Chiederemo politiche responsabili che assicurino stabilità al tasso di cambio e proteggano i nostri asset Il deficit deve diminuire» Eclissi cinese. Studenti di un college di Shenyang ieri mentre osservano l'eclissi totale di sole. Per averne un'altra così lunga bisognerà aspettare 300 anni EPA

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Pubblicità in calo del 7,2% (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-23 - pag: 11 autore: Nel mondo Pubblicità in calo del 7,2% Nel mondo la spesa pubblicitaria in tv, stampa e radio è scesa del 7,2% nei primi tre mesi del 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008. Il rapporto Global AdView Pulse, di Nielsen, mostra che sono i paesi europei a soffrire di più: in particolare Spagna (-28,2%); Irlanda (-21,2%); Italia (-19,1% e -16,5% nei primi cinque mesi per il mercato nel complesso); e Gran Bretagna (-14,7%). Gli Usa perdono il 12,7 per cento. Rallenta la Cina (+2,5%). «Gli effetti della crisi finanziaria hanno raggiunto l'advertising », spiega il direttore di Global AdView, Ben van der Werf. Malissimo i periodici (-17,4%), male i quotidiani (-9,1%), in tenuta tv e radio (-4,7% e -2,5%). Tra i settori in positivo solo distribuzione (+6%) e largo consumo (+ 0,2%).

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Anche senza Opel, Torino punta a 5,5 milioni di vetture prodotte (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-07-23 - pag: 31 autore: Il numero uno: vogliamo rafforzarci ma «non cerchiamo fidanzati» Anche senza Opel, Torino punta a 5,5 milioni di vetture prodotte Aldo Bernacchi TORINO Dal nostro inviato L'aveva chiamata, in un crescendo negativo, prima lotteria e poi addirittura una soap opera brasiliana. Erano i giorni caldi di fine maggio. Ieri, nel cda che ha esaminato i dati del secondo trimestre, Sergio Marchionne ha messo una volta per tutte la parola fine alla vicenda Opel . Che si accomodino pure Magna , Baic o il private equity di Rhj «come se la disastrosa gestione di Cerberus alla Chrysler – sottolinea il top manager del Lingotto – non abbia insegnato nulla». Ma Marchionne, se rinuncia all'avventura tedesca, non accantona affatto l'obiettivo di produrre quanto prima oltre 5 milioni e mezzo di vetture: «Impiegheremo solo più tempo ma entro il 2011 ci andremo vicini». Fiat ne produce già 2,2 milioni, altri 1,8 milioni verranno dalla nuova Chrysler, poi c'è il recente accordo con la Guangzhou automobile group (Gac) per produrre a regime circa 250mila vetture in Cina («l'esordio sarà tra due anni con una berlina del segmento C», spiega Marchionne nella conference call con gli analisti) mentre in India cresce l'alleanza con Tata. «Opel era una grande opportunità, avrebbe accelerato il nostro obiettivo ma sono venute meno tutte le condizioni perché Fiat potesse impegnarsi: non è un questione di soldi, ma piuttosto di mancanza di chiarezza degli obiettivi. In più c'era la pretesa di Gm di mantenere l'ultima parola sui progetti. Ecco perché Fiat si è tirata fuori e si concentra su Chrysler». Un'operazione, quella americana, definita dal presidente Luca Cordero di Montezemolo, affascinante per tecnologia e prodotti con una straordinaria potenzialità: sotto la guida di Marchionne, che fa la spola tra Torino e Detroit, vi sta lavorando una task force di 23 manager, venti di estrazione Chrysler e tre inviati da Torino. Marchionne, parlando agli analisti, si dice molto fiducioso sul rilancio del gruppo Usa. Dodge e Jeep sono i marchi su cui punta Fiat che dal 10 giugno ha una quota del 20% con possibilità di salire in futuro fino al 51% se verranno rimborsati tutti i debiti contratti con il Governo Usa. «Vogliamo costruire un gruppo del tutto nuovo e veramente internazionale, ma perchè l'impatto del trasferimento delle tecnologie Fiat e la condivisione delle piattaforme comincino a dare i primi risultati bisognerà aspettare la seconda metà del 2010». Intanto per rianimare le vendite Chrysler ha annunciato ieri di raddoppiare fino a 9mila dollari il piano di incentivi governativi per l'acquisto di nuove auto. L'America è la grande scommessa di Torino anche se Fiat non cesserà di monitorare nel mondo le opzioni strategiche per rafforzarsi. «Ma – avverte Marchionne – non siamo alla ricerca di fidanzati. Abbiamo già fatto molto e siamo pronti a cogliere in pieno la ripresa, quando verrà». © RIPRODUZIONE RISERVATA L'IMPEGNO CON CHRYSLER Costruire un gruppo del tutto nuovo e internazionale: i primi risultati si vedranno nella seconda metà del prossimo anno

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Il made in Italy rialza la testa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IL COMMERCIO E IL LAVORO data: 2009-07-23 - pag: 6 autore: Il made in Italy rialza la testa Esportazioni in aumento a maggio - Quote di mercato 2008 in flessione Nicoletta Picchio ROMA Maggio come mese della svolta. Un recupero che, passo dopo passo, si dovrebbe consolidare verso la fine dell'anno. Dopo i primi quattro mesi neri sul fronte dell'export,con un calo che ha sfiorato il 25%, a maggio è ritornato per la prima volta nel 2009 il segno positivo davanti alle nostre esportazioni: +0,5%. Addirittura +19% in Cina. E ieri il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola, ha indicato per giugno un +1,5 per cento. Anche il 2008 si è chiuso con un segno positivo: +0,3%, a fronte di un aumento delle importazioni dell'1,1%. Il problema, però, è che il nostro Paese ha perso quote di mercato: dopo la risalita del 2007, che ha visto l'Italia a quota 3,5, il 2008 ha segnato un 3,3%. Anche se l'Italia non ha perso posizioni a livello mondiale, rimanendo sempre al settimo posto. è la fotografia dell'Italia nel mondo come emerge dal Rapporto Ice-Istat 2008-2009, che è stato presentato ieri, a Roma. Pesa l'avanzata della Cina, che è al secondo posto, che passa dall'8,7 all'8,9 come quote di mercato, mentre la Germania, prima in classifica (ma che potrebbe cedere il posto alla Cina a breve), si ridimensiona, dal 9,4 al 9,1. Gli altri grandi Paesi davanti a noi calano, mentre migliorano la Russia, l'Arabia Saudita e gli Emirati (questi ultimi grazie a consistenti flussi di riesportazioni). Non è però solo l'avanzata dei paesi in via di sviluppo a farci ar-retrare, ma caliamo anche nell'export nell'area euro. La perdita di quote di mercato dell'Italia nell'export ha riguardato tutte le aree del mondo. Unica eccezione, l'Africa settentrionale: le esportazioni si sono rafforzate per effetto della vendita di beni intermedi e di investimento, un fenomeno legato ai processi di frammentazione delle produzione. Analizzando i Paesi, come destinazione di export al primo posto c'è la Germania, anche se il valore è diminuito dell'1,3%; seguita dalla Francia (-2,5), al terzo posto la Spagna, (- 12,7). Sono diminuite le esportazioni verso gli Usa, -5%, mentre la Cina ha segnato + 2,5. Nei primi mesi del 2009,l'andamento resta confermato a livello generale. In alcuni Paesi, però, c'è un recupero. In Cina nel gennaio-maggio di quest'anno, confrontato con lo stesso periodo dell'anno scorso, si è passati dall'1% all'1,2; in Giappone dall'1,1 all'1,2; in Russia dal 4,0 al 4,5%; in Germania dal 5,7 al 6,1; in Francia dal 7,9 al 10,7. Restano identiche le quote negli Usa, 1,8, mentre c'è un calo in Spagna, dal 7,9 al 6,9% e nel Regno Unito, dal 4,2 al 3,9. «Il peggio è passato, a fine 2009 ci sarà quasi un pareggio della bilancia commerciale italiana », ha detto il vice ministro allo Sviluppo, con delega al Commercio estero, Adolfo Urso ( nel 2008 la bilancia dei pagamenti al netto dei prodotti energetici ha avuto un saldo positivo di quasi 50 miliardi di euro) A penalizzare l'Italia nello scenario mondiale, dice il Rapporto, è la specializzazione produttiva, orientata verso settori a domanda mondiale relativamente lenta. Un handicap, in questa fase dove il commercio mondiale frena e arretra: nel 2008 c'è stato un aumento del 3,3, positivo ma con un calo di circa 4 punti rispetto all'anno precedente. Il 2009, prevede l'Ice, si sarà un calo degli scambi dell'11 per cento. è la rotta Sud-Est, secondo Urso, quella dove le aziende devono indirizzarsi, per avere più possibilità di crescita. E sia il presidente dell'Ice, Umberto Vattani,sia quello dell'Istat,Luigi Biggeri, hanno sottolineato al capacità soprattutto delle piccole e medie imprese italiane di reagire alle difficoltà. Ieri ci sono stati anche due testimonial: Diana Bracco, una impresa con oltre un miliardi di euro di fatturato, e Matteo Lunelli, al vertice dell'azienda di vini Ferrari, che hanno raccontato la loro storia di successo, focalizzata sull'internazionalizzazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA BILANCIA COMMERCIALE Per il viceministro Adolfo Urso a fine 2009 è atteso il pareggio. Secondo l'Ice pesa ancora l'handicap della specializzazione produttiva

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La diplomazia stile Hillary riporta l'America in Asia (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 23/07/2009 - pag: 14 Geopolitica Dialogo strategico con l'India per contenere l'ascesa cinese La diplomazia stile Hillary riporta l'America in Asia «Ombrello militare sul Golfo per difendersi dall'Iran» WASHINGTON Da «segretaria di Stato invisibile», come la definì Tina Brown, la direttrice del sito internet Daily beast , ad architetto della politica americana in Asia e nel Golfo Persico. Con la visita dello scorso weekend in India e quella in corso in Thailandia per la riunione dell'Asean, l'Associazione delle nazioni del Sudest asiatico, Hillary Clinton non ha solo riconquistato la ribalta internazionale. Ha gettato altresì le basi di una più forte presenza dell'America nelle due regioni con la strategia delle partnership, trattati e alleanze di pace e cooperazione, offrendo a sorpresa alla Corea del Nord di normalizzare i rapporti se rinuncerà alla bomba atomica. «L'America è ritornata», ha annunciato l'ex first lady a Bangkok, accusando implicitamente di negligenza la passata amministrazione Bush. «Il presidente Obama e io attribuiamo grande importanza all' Asia». E ha ammonito l'Iran che se si procurerà armi nucleari «l'America estenderà un ombrello difensivo» quindi anche atomico, sebbene non lo abbia precisato all' intero Golfo persico. Sinora, la stella di Hillary Clinton era stata offuscata da quella di Barack Obama, dominatore della scena in Europa, Medio oriente e Africa. Ma in Asia, la meta del suo primo viaggio all'estero a febbraio, la segretaria di Stato ha stipulato un «dialogo strategico» con l'India, ha promosso iniziative contro l'asse Corea del Nord-Birmania formatosi i mesi scorsi, e a Bangkok firmerà il Trattato di amicizia e collaborazione con l'Asean per la soluzione pacifica dei problemi regionali, trattato respinto da Bush. A settembre inoltre si recherà in Pakistan. Il suo riferimento all'Iran non è stato casuale: dall'Iran dipende la stabilità dell'Asia centrale. Oltre che a contenere paesi ostili agli Usa, la strategia delle partnership dell'ex first lady, da lei plasmata con il presidente, è diretta anche a impedire che la Cina monopolizzi l'Asia. A New Delhi, Hillary non è riuscita a concordare una politica comune a tutela del clima: l'India le ha ribattuto che il suo inquinamento pro capite è circa un quindicesimo di quello americano. Ma con il «dialogo strategico», che prevede una conferenza ministeriale annua, si è assicurata l'appoggio del colosso economico emergente alla sicurezza dell' Asia, e l'apertura dei suoi mercati, in particolare quelli nucleare e militare. Altrettanto costruttivi i suoi colloqui a Bangkok, a margine dell'Asean, con la Cina, la Russia, il Giappone e la Corea del Sud. «Siamo d'accordo ha detto la segretaria di Stato che la Corea del Nord deve abbandonare il riarmo atomico e che dobbiamo sottoporla a maggiori pressioni. Allacceremo le relazioni se cambierà». E ha aggiunto che «i suoi crescenti rapporti militari con la Birmania sono una minaccia per la regione», adombrando il sospetto che la Corea del Nord possa rifornire al fresco alleato materiale e tecnologie nucleari. Sospetto basato su foto di enormi tunnel in possesso della Cia. Il monito della ex first lady all'Iran su un eventuale ombrello difensivo americano nel Golfo persico ha suscitato allarme in Israele. Il ministro dell'intelligence e energia atomica israeliano Don Meritor ha protestato che l'America sembra essersi rassegnata a un Iran con armi nucleari. Ha risposto Hillary che «un Iran del genere è inaccettabile e farebbe proliferare l'atomica nella regione» e che occorre negoziarne il disarmo. Ho ricordato all'Iran, ha asserito la segretaria di Stato, che seguire questa strada non è nel suo inte- America is back «L'America è ritornata», ha annunciato l'ex first lady a Bangkok, con una critica implicita a Bush

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ROMA - Peggio di così... Seconda sconfitta consecutiva di un bruttissimo Settebello, dopo gli U... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 23 Luglio 2009 Chiudi ROMA - Peggio di così... Seconda sconfitta consecutiva di un bruttissimo Settebello, dopo gli Usa stavolta il flop è contro la Romania (5-6). Il cammino mondiale è praticamente compromesso, domani alle 21 c'è la Macedonia - e basterà il pareggio - ma poi l'incrocio negli Ottavi ci regalerà i vice-campioni d'Europa della Serbia. Ieri grande delusione davanti a 6 mila spettatori (in tribuna anche Federica Pellegrini e Marin) con crollo a un minuto dalla fine. Molto male l'attacco, contestatissimo l'arbitraggio. I parziali: 2-1, 1-2, 2-1, 0-2. Stasera alle 21 il Setterosa affronta la Cina in un match chiave per la qualificazione.

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Usa e India fidanzati per amore (e per l'interesse di frenare Pechino) (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Opinioni data: 23/07/2009 - pag: 8 HILLARY CLINTON A MUMBAI Usa e India fidanzati per amore (e per l'interesse di frenare Pechino) di BILL EMMOTT S e sei l'unica vera superpotenza mondiale, allora tutte le regioni della Terra rivestono ai tuoi occhi un'importanza cruciale. Per questo motivo, ogni qualvolta il presidente Barack Obama o il suo segretario di Stato, Hillary Clinton, parte per un giro di visite all'estero, ama ripetere che le alleanze o i rapporti con questa regione o quel Paese sono assolutamente vitali. Nel caso dell'India, dove la Clinton ha appena concluso una visita di cinque giorni, queste affermazioni sono vere. E, caso insolito, sono vere non solo per gli interessi immediati dell'America, ma anche per le sue strategie a lungo raggio. Un presidente americano, specie se ha avuto come predecessore George W. Bush, è costretto ad affrontare in politica estera ostacoli ben più ardui che non le normali relazioni e gli impegni concreti che intercorrono tra gli Stati. Il lungo elenco dei problemi è dominato da Iraq, Iran, Afghanistan e Pakistan, sia per i violenti disordini in corso in tutti e quattro i Paesi, sia per il fatto che le forze armate americane sono attive nel territorio di tre di essi. Alla lista si possono sempre aggiungere Israele e Palestina, a ovest dell'Iraq, e i rapporti spesso infidi tra l'America e la Russia, a nord, e la Cina, in Estremo Oriente. Nel bel mezzo di questo coacervo di problemi si trova l'India, che tuttavia incarna un raro esempio di rapporto altamente costruttivo. La più grande democrazia della Terra, con oltre un miliardo di abitanti e una delle economie emergenti più vivaci del Pianeta, è di cruciale importanza per gli Stati Uniti, innanzitutto per i suoi legami con il Pakistan, un Paese oggi travagliato da sommosse e ribellioni. L'India è stata la vittima eccellente della violenza pachistana lo scorso novembre, quando i terroristi addestrati in Pakistan hanno sferrato il loro attacco a Mumbai. È un avvenimento che complica le cose in questa parte del mondo, perché quando simili attacchi si verificano sul suolo indiano, la tentazione di reagire imbracciando le armi contro il Pakistan è davvero fortissima. A novembre scorso, il governo ha esercitato la massima moderazione e cautela, ma se ci fosse un nuovo attacco come quello di Mumbai, quasi certamente l'India risponderebbe come minimo con bombardamenti aerei. È lecito supporre che proprio per questo motivo la Clinton abbia compiuto il gesto simbolico di soggiornare al Taj Mahal Palace Hotel a Mumbai, uno dei bersagli dei terroristi lo scorso novembre. Per lo stesso motivo ha evitato di ripetere l'errore del ministro degli Esteri britannico, David Miliband, ai primi di quest'anno, il quale ha pubblicamente affermato che la causa degli attacchi terroristici va ricercata nell'instabilità del Kashmir, da lungo tempo ormai oggetto di contesa militare tra India e Pakistan. Potrebbe anche essere vero, ma tale affermazione perentoria è assai poco diplomatica. Ciò che l'America vuole, viste le sue difficoltà in Afghanistan e in Pakistan, è un'India stabile, calma e decisa, che non si metta a rimestare nel torbido e incitare nuove violenze, e che non sia tentata, per un senso di ripicca anti americana, di stipulare nuovi contratti per la fornitura energetica con quell'altra spina nel fianco dell'America, ovvero l'Iran. Pertanto l'India svolge un ruolo cruciale nelle imminenti decisioni americane in politica estera. Ma il suo ruolo a lungo termine si rivela, se possibile, ancor più determinante. L'ascesa dei Paesi asiatici è già diventata un luogo comune globale. L'idea che il potere economico e politico si stia spostando verso l'Asia è anch'esso un cliché. Ma che peso avrà tale spostamento? Rappresenterà una minaccia per l'America? La risposta è che potrebbe rivelarsi tale se «l'ascesa dei Paesi asiatici» significherà in realtà l'affermazione della Cina, che raggiungerebbe così una posizione dominante nella regione e potrebbe pertanto stringere alleanze anti-occidentali tra le altre nazioni asiatiche. Oppure, se volesse perseguire le sue ambizioni di egemonia, la Cina potrebbe essere tentata di rinfocolare le tensioni militari con i Paesi confinanti, o addirittura mirare a un'espansione territoriale. Poiché l'America, dal 1945 a oggi, ha sempre rappresentato la maggiore potenza militare in quest'area del Pacifico, simili interventi da parte della Cina rischiano di innescare un confronto diretto tra la nuova superpotenza e la vecchia. Vero bastione difensivo contro tali pericoli è certamente l'India. Più si rafforza l'India, in termini sia economici che politici, tanto minori saranno le probabilità che la Cina si azzardi a stabilire il suo predominio sull'Asia o a minacciare i suoi vicini. Il rischio di uno scontro con l'India sarebbe troppo grande. Per questo il presidente Bush siglò due importantissimi accordi con il primo ministro indiano Manmohan Singh nel 2005: un programma di cooperazione per la difesa e un accordo per fornire tecnologia e materiali per lo sviluppo dell'energia nucleare a scopi pacifici. Se pensiamo che l'India è stata alleata dell'Urss durante gran parte della Guerra fredda, queste recenti mosse rappresentano un ripensamento strategico fondamentale, su entrambi i versanti. Barack Obama e Hillary Clinton sono democratici, non repubblicani, e si oppongono pertanto a quasi tutto quello che George Bush ha fatto a eccezione degli accordi strategici con l'India e dell'approccio ai mutamenti a lungo raggio oggi in corso in Asia. La Clinton questa settimana ha esteso il programma difensivo per consentire e incoraggiare sia la vendita all'India di nuovissimi armamenti americani, sia la ripresa della cooperazione nei rispettivi programmi spaziali. Nulla di tutto ciò rappresenta una minaccia diretta alla Cina, ma la leadership cinese starà certamente sul chi vive. traduzione di Rita Baldassarre DORIANO SOLINAS

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Investimenti Pechino a Washington: (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di giovedì 23 luglio 2009 Investimenti Pechino a Washington: «Siamo preoccupati, il dollaro resti stabile» di Redazione Attuare politiche sane e mantenere il dollaro stabile per salvaguardare i consistenti investimenti di Pechino negli Stati Uniti. È l'esortazione che la Cina ribadirà nell'incontro bilaterale in calendario la prossima settimana a Washington. «Come importante investitore di Titoli di Stato Usa, siamo certamente preoccupati per l'andamento dell'economia americana» ha sottolineato Zhu Guangyao, braccio destro del ministro delle Finanze, ricordando come circa il 70% dei 2.130 miliardi di dollari di riserve cinesi sia investito in titoli Usa, soprattutto obbligazioni governative. La Cina spera quindi che la politica economica della Casa Bianca produca quanto prima risultati «più efficaci, che il deficit pubblico scenda gradualmente e che lo stato patrimoniale della Fed migliori». «Il vice premier Wang Qishan proporrà chiaramente agli Usa di adottare politiche economiche responsabili, sia monetarie che fiscali, di mantenere sostanzialmente stabile il cambio del dollaro e garantire la sicurezza degli investimenti cinesi negli Usa», ha detto Zhu, aggiungendo che Pechino riconosce la necessità di interventi per stimolare l'economia ma vuole discutere come garantire una crescita sostenibile. Zhu ha poi sottolineato l'importanza del discorso al Congresso di Bernanke sul fatto che, in prospettiva, i tassi potrebbero risalire. Intanto, a giugno, la domanda implicita di greggio della Cina è salita per il terzo mese consecutivo (+1,8%). © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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Il debito Usa preoccupa la Cina: servono politiche che tutelino gli investimenti in dollari (sezione: Globalizzazione)

( da "Finanza.com" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il debito Usa preoccupa la Cina: servono politiche che tutelino gli investimenti in dollari (23 Luglio 2009 - 08:12) MILANO (Finanza.com) - La Cina vuole la stabilità del dollaro e per questo non manca di "avvertire" gli Stati Uniti in vista del vertice bilaterale in programma a Washington lunedì e martedì prossimo. Il colosso asiatico teme che le misure anti-crisi messe in atto dagli Usa peseranno sul biglietto verde e quindi sulla sicurezza degli ingenti investimenti di Pechino in titoli del debito americano. "Chiederemo politiche responsabili che assicurino stabilità al tasso di cambio e proteggano i nostri asset", ha ribadito ieri il funzionario del ministero delle finanze, Zhu Guangyao. La Cina chiede che il deficit Usa diminuisca gradualmente e il bilancio della Fed migliori. (Riproduzione riservata)

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Dal fondo arriva un bronzo e mezzo (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sport Pagina 10042 Nuoto. Ai mondiali ancora una medaglia di legno dal sincronizzato a squadre Dal fondo arriva un bronzo e mezzo Nuoto.. Ai mondiali ancora una medaglia di legno dal sincronizzato a squadre Nella 10 km, terza la Grimaldi, quarto (con ricorso) Cleri --> Nella 10 km, terza la Grimaldi, quarto (con ricorso) Cleri ROMA Arriva dalla dieci chilometri di nuoto in acque libere la seconda medaglia azzurra ai mondiali di Roma09. È ancora di bronzo e l'ha conquistata Martina Grimaldi giungendo alle spalle dell'inglese Keri Anne Payne (per 1"5) e - pee soli sei decimi di secondo - della russa Ekaterina Seliverstova. Per l'Italia è il secondo bronzo dopo quello ottenuto nei tuffi da Tania Cagnotto. Un podio accompagnato da una dedica: «Per i miei genitori, gli amici, i miei allenatori, ma un pensiero speciale va a tutti i militari caduti in missione di pace», ha spiegato la nuotatrice. Ma i bronzi italiani potrebbero diventare presto tre. Nella 10 km maschile, l'azzurro Valerio Cleri si è piazzato quarto, preceduto dal tedesco Thomas Lurz (già primo martedì nella 5 km) e dagli americani Gemell e Crippen. L'arrivo di quest'ultimo però è in dubbio perché ha sbagliato la corsia di ingresso verso il traguardo e poi è rientrato passando sotto i cordoli. Il ricorso italiano è stato accolto, si attende l'esito dell'appello americano che sarà esaminato questa mattina. TUFFI Michele Benedetti si è qualificato per la finale del trampolino da 3 metri, piazzandosi al dodicesimo posto nella semifinale. Davanti a tutti il canadese Alexandre Despatie. Eliminato, invece, Nicola Marconi. La finale è in programma oggi alle 15.15. Sempre oggi, cercheranno l'ingresso in finale nel trampolino 3 mestri sincro, anche Tania Cagnotto e Francesca Dallapè (ore 13). Un'impresa che non riuscirà a SINCRONIZZATO Ancora un quarto posto per l'Italia ai mondiali di Roma '09. Le azzurre del sincro - ormai una splendida realtà a livello internazionale - si sono piazzate ai piedi del podio nella finale del libero combinato. L'oro è andato alla Spagna, davanti alla Cina, argento, e al Canada, medaglia di bronzo. Per l'Italia si tratta della quinta medaglia di legno dall'inizio della rassegna iridata, dopo quella dei fratelli Marconi nel trampolino sincro, di Tania Cagnotto da 1 metro, di Beatrice Adelizzi, sempre nel sincro, e di Luca Ferretti, quarto martedì nella 5 km di fondo. In attesa del ricorso di Cleri. Ottime prospettive per Beatrice Adelizzi che ha centrato la finale nel solo libero con il terzo punteggio. Sul podio virtuale, davanti all'italiana la russa Natalia Ishchenko seguita dalla spagnola Gemma Mengual. Stamattina le finali. PALLANUOTO Dopo la sconfitta all'esordio con gli Usa, il Settebello non è riuscito a riscattarsi ed è stato sconfitto per 6-5 dalla Romania. Oggi tocca di nuovo al Setterosa, che alle 21.15 affronta nel terzo incontro del gruppo A la Cina.

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voglio cominciare dagli etruschi (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 5 - Prato «Voglio cominciare dagli etruschi» Nesi anticipa le sue idee: archeologia e interporto insieme, simbolo della città Coinvolgerò gli amici più cari Veronesi, Baricco e Colzi un manager bravissimo E su ogni progetto parleranno i cittadini PRATO. «Ho capito che mi piace. E non era affatto scontato. Mi piace lavorare per una città e non solo per me stesso o per la mia famiglia, come è accaduto fino a ora. E' una sensazione che mi prende piano piano. E' l'orgoglio di chi lavora per gli altri». Edoardo Nesi, scrittore-assessore, è nel suo nuovo studio nel palazzo Buonamici, sede della Provincia. E' lui il "colpo d'ala" della giunta Gestri ed è entrato subito in attività. Computer acceso, tavolo di cristallo già pieno di carte, grafici aperti, la segretaria che entra ed esce. Guarda il soffitto altissimo affrescato, la finestra antica che affaccia su via Ricasoli. «E' bello» dice. Assessore come è stato il primo approccio a questa nuova attività? «Ho sentito una chiamata supplementare. Lavoro in una città che adoro e che ho capito essere in una situazione difficilissima solo entrando qui dentro. Ho parlato con tante persone e mi si è aperto un universo sconfinato. Il problema economico è già terribile, ma è aggravato dal fatto che quello di buono che hanno fatto i padri, non è di aiuto ai figli che si trovano in un mondo completamente diverso. E' un problema di identità, di riconoscersi. E c'è un'altra questione: la velocità con la quale il cambiamento è venuto. Solo dieci anni fa i sogni di Prato erano potentissimi. Si lavorava senza porsi limiti, la crescita era pazzesca e c'era la convinzione che mai si sarebbe arrestata. Era un movimento di popolo, dove le fasi di lavorazione dei filati avvenivano ciascuna in un'azienda diversa e tutti guadagnavano: l'orditore, come il filatore, i rifinitori come quelli che trasportavano le materie prime. Funzionava tutto alla perfezione». Cosa si è rotto? «La grande Prato era tutta vera. Ma c'era anche una parte di retorica: che noi fossimo i migliori del mondo era una convinzione. Abbiamo vissuto una condizione di privilegio. Il mondo libero con il quale noi facevamo affari, protetti dai dazi, era dentro un grande cerchio che conteneva America da una parte e il Giappone dall'altra, nulla ovviamente oltre cortina, il blocco contrapposto. Poi i confini si sono dilatati, con la globalizzazione e l'orizzonte è diventato il mondo. E i nostri privilegi sono scomparsi». Di globalizzazione si parla anche nel suo ultimo libro "La storia della mia gente" in uscita tra settembre e ottobre. «Il libro è un saggio autobioagrafico, una cosa particolare, dove parlo anche del percorso imprenditoriale della mia famiglia. Mi chiedo perchè, in Italia, il concetto di globalizzazione non sia mai stato messo in discussione, né dalla destra né dalla sinistra. E' stato indiscutibilmente un processo negativo ma il dubbio non ha mai sfiorato chi i trattati li firmava». Prato tutte le contraddizioni della globalizzazione le ha fuori porta Pistoiese. «Non bisogna confondere le cose. La produzione cinese non ha mai fatto danni a quella pratese. Sono state cose diverse, è come se i cinesi avessero prodotto computer. Però i conti con quel mondo Prato li deve fare. Certo i cinesi vivono in dodici in uno stanzone, hanno ritmi di lavoro impensabili per noi. Ma vengno da un mondo per noi sconosciuto, che è molto peggiore del nostro, qui stanno bene. Credo non si possa continuare a non avere rapporti con i loro rappresentanti. Bisogna venire a patti e non usarli come argomento elettorale». Che giudizio dà sulla Chinatown di Prato? Le piace? «Non mi piace. Dico però che se in tanti sono venuti da noi, qualcosa, questa città, deve pur aver dato alla comunità cinese. Ecco, è arrivato il momento di aprirsi e restituire altrettanto a Prato in termini di contatti e di integrazione, altrimenti non si va avanti. Potrebbero cominciare acquistando qualche pezza di tessuto che produciamo noi. E' più cara, certo, ma anche i cinesi di Prato dovranno fare il salto nel prodotto di qualità: la concorrenza con la madre patria la sentono anche loro». Dopo l'analisi, i progetti: ha individuato una via d'uscita? «Sono qui alla ricerca di una via di sviluppo che vedo anche nella cultura, che significa fare economia. E' un equivoco pensare alla cultura come una cosa per la quale si paga, pensare che la cultura è un costo. E' vero solo se si fa diventare vero. Abbiamo esempi di città, anche a pochissimi chilometri di distanza, nelle quali la cultura è diventata un volano dell'economia. Non mi riferisco solo a Firenze, penso a Umbria Jazz, per esempio o ad altre manifestazioni in Italia e all'estero, attraverso le quali la cultura diventa uno straordinario accesso allo sviluppo economico». Ha già in mente qualcosa? «Gli etruschi, voglio portare gli etruschi a Prato. Come, è un progetto che ho in testa, ma bisogna che mi confronti con un altro paio di persone. Il concetto però è che bisogna valorizzare ciò che c'è. In questo caso la civiltà etrusca è la nostra storia vera, e sta solo sotto terra. Ho visitato l'area di Gonfienti all'Interporto. L'ho trovata straordinaria. E la vicinanza con la piattoforma logistica la rende un simbolo della pratesità: cultura e impresa. Coinvolgerò gli amici più cari, persone straordinarie: Sandro Veronesi, Alessandro Baricco, Alberto Colzi che è un manager bravissimo di una multinazionale farmacentica che ha fatto il Cicognini con me. Perchè c'è bisogno di idee, soprattutto quando i soldi sono pochi». Ha qualcosa da dire alla città? «Che avrò bisogno del contributo di tutti. E che nulla verrà dato per scontato: i progetti che proporrò dovranno essere sottoposti al vaglio dei cittadini. Mi metto a disposizione per qualsiasi giudizio». Cristina Orsini

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risposte chiare e celeri (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 3 - Viareggio «Risposte chiare e celeri» Ma poi non c'è l'accordo per chiamare in aula le Ferrovie I primi numeri del disastro E l'unanimità sul sindaco commissario per la ricostruzione di Donatella Francesconi VIAREGGIO. è un «dolore collettivo» quello che la città vive ad un mese quasi dalla strage di via Ponchielli. «Dolore che si traduce oggi in determinazione, quasi feroce, nel voler ricostruire e rivivere. Ed anche sapere». Consiglio comunale, il primo dalla notte della tragedia. Parla il sindaco Lunardini, davanti alla sala affollata da chi ha perso familiari, case, lavoro serenità. «Questi restano per noi giorni di un lutto profondo, devastante, che stringe il cuore, inumidisce gli occhi, taglia il fiato e rende difficile trovare le parole», continua il sindaco. Ma sono anche giorni «di una rabbia sommessa, ma presente, per un evento non naturale, un evento "statisticamente impossibile" che possibile è stato». Un evento «per il quale si esigono spiegazioni e giustizia». Ed alla magistratura si rivolge il sindaco, a nome di tutta Viareggio, chiedendo «risposte chiare e celeri nell'individuare le responsabilità di un evento che non è naturale». Parola di primo cittadino, ma anche di futuro commissario per la ricostruzione. Come chiesto dalla mozione approvata all'unanimità, con la non partecipazione al voto della consigliera del gruppo misto, Isaliana Lazzerini. E con una nota a margine di Eugenio Vassale che dai banchi della maggioranza invece propone il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Firenze, Giuseppe Romano, seguendo la scia di quanto deciso a L'Aquila dal capo della Protezione civile nazionale. Diritto di sapere, verità, giustizia: non c'è consigliere comunale, né di maggioranza né di opposizione, che martedì sera non abbia utilizzato queste parole. Poi, però - è stata la precisazione di Antonio Batistini, alla guida dei consiglieri del Partito democratico - si apprende che nella commissione dei capigruppo, che sulla strage di riunirà due volte alla settimana quale gruppo di lavoro permanente - «non c'è stata la volontà di invitare al consiglio comunale l'amministratore delegato delle Ferrovie». Inquietante. Tanto da far pensare che avesse ragione la consigliera Isaliana Lazzerini - i cui emendamenti non sono stati ammessi dal presidente Paolo Spadaccini - a chiedere sulla strage una commissione straordinaria. Con pieni poteri, compresi quelli di audizione dei rappresentanti delle Ferrovie. Tre le richieste di Batistini al sindaco: che tutte le sottoscrizioni raccolte vengano versate nel conto aperto dall'amministrazione comunale «così da poter iniziare a distribuire i primi fondi»; che il Comune «attivi il fondo regionale con le indennità relative»; che nella gestione di fondi «viga la massima trasparenza». Compresa quella sulla segnaletica stradale orizzontale che sta "fiorendo" in tutta la città grazie a 350mila euro messi a disposizione dell'assessore Bucciarelli con un'ordinanza (e relativa determina) giustificata dall'emergenza strage. «C'è una parte di Viareggio, quella che può - è stato l'intervento di Milziade Caprili, capogruppo della Sinistra Arcobaleno - che non sta partecipando alla gara di solidarietà. Qualcuno si assuma la responsabilità di dirlo...». Ed il riferimento è al mondo produttivo, cantieristica in testa. «Si sbaglia, nell'epoca della globalizzazione, a non mettere al centro la sicurezza sul lavoro», è stato il centro dell'intervento di Giovanni Peralta (Pdl) che molto ha insistito sulla necessità di rivedere le normative europee in materia di trasporti via rotaia. Mentre il suo vicino di banco, Renzo Pieraccini, ha gridato «vergogna» ricordando la società pubblica (Gaia, ndr) «che in una Tonfano a lutto, nel giorno dei funerali, continuava a lavorare».

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Obama: la polizia è stata "stupida" nell'arresto del professore nero (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

WASHINGTON - La polizia è stata "stupida" nell'arrestare il professore di Harvard, Henry Louis Gates. Senza giri di parole il presidente Usa, Barack Obama, ha criticato il comportamento degli agenti che sono intervenuti in seguito alla chiamata di una vecchietta che aveva visto uno sconosciuto di colore "forzare" la porta di una casa vicina. La polizia ha verificato in fretta che si trattava del legittimo proprietario ma ha comunque agito contro l'uomo, creando un caso. "Non saprei, non essendo stato lì e non avendo esaminato tutti i fatti, quale ruolo abbia giocato la razza in questo caso", ha dichiarato il capo della Casa Bianca nel corso di una conferenza stampa rispondendo a una domanda sul recente episodio che ha fatto il giro del mondo. "Ma credo sia giusto dire in primo luogo che chiunque di noi sarebbe stato piuttosto arrabbiato", ha detto. "E in secondo luogo che la polizia di Cambridge è stata stupida nell'arrestare una persona quando aveva già la prova che si trovava a casa sua". L'equivoco è infatti scaturito dal fatto che il professore, di ritorno da un giro di lezioni in Cina, non riusciva a entrare nella sua nuova casa e ha forzato la porta, con l'aiuto del suo autista. Una vicina ha malinterpretato la scena e ha chiamato la polizia. Arrivati sul posto gli agenti hanno trovato Gates in casa, hanno chiesto i documenti. Il professore si è sentito aggredito e li ha accusati di razzismo, il capo della polizia ha pensato bene allora di arrestarlo per resistenza e oltraggio. In serata tutto è rientrato e la vicenda si è conclusa con un comunicato congiunto. Ma il presidente degli Stati Uniti oggi ha voluto commentare quello che agli occhi della stampa internazionale è apparso come un caso di razzismo. Obama ha sottolineato che è "un fatto" che negli Usa afro-americani e ispanici sono arrestati in numero "sproporzionatamente alto" rispetto ai bianchi. OAS_RICH('Middle'); (23 luglio 2009

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Settebello sconfitto appeso a un filo (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Pallanuoto Settebello sconfitto appeso a un filo Nella seconda giornata del torneo maschile, il Settebello ha perso 6-5 (1-2, 2-1, 1-2, 2-0) contro la Romania una gara nervosa e fallosa, peggiorata da un arbitraggio eccessivamente fiscale. Tra gli azzurri si salva solo il portiere Tempesti, l'unico a scendere in vasca. Per l'Italia hanno pesato la scarsa vena dei centroboa e i moltissimi errori in superiorità numerica, che hanno compromesso l'esito della partita. Adesso, le speranze azzurre di passare il turno si aggrappano all'ultima sfida dei preliminari, lo «spareggio» con la Macedonia (in programma domani alle 21) per il terzo posto in classifica, l'ultimo valido per l'accesso agli ottavi di finale. Oggi alle 21, invece, il Setterosa cercherà la vittoria contro la Cina per raggiungere il secondo posto del girone e avere così un avversario «morbido» negli ottavi di finale (sabato 25). Morbido, per modo di dire, dato che l'Italia dovrà affrontare gli USA o la Grecia.

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Passaggio a Sud-Est (sezione: Globalizzazione)

( da "Rinascita Online" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Passaggio a Sud-Est Giovedì 23 Luglio 2009 – 8:44 – Eugenio Nicolai A un certo punto bisogna tirare le somme. E al Cremlino potrebbero chiedersi: su chi si può contare? Chi risponderebbe all’appello in caso di chiamata? Vediamo un po’. L’Iran è un alleato. Il summit di Ekaterinburg ne ha dato la prova, la foto che ha immortalato Medvedev e Ahmadinejad sorridenti a braccetto una convincente conferma. Una stretta collaborazione su più fronti con la Cina assicurata dal comune interesse a tenere lontani gli intrusi dall’Asia Centrale. Ottima intesa con Paesi africani, mondo arabo e potenze emergenti dell’America Latina, Venezuela e Brasile in testa. L’Europa occidentale, per quanto bisbetica, non riesce proprio a resistere al fascino degli idrocarburi e dopo le sfuriate di routine, finisce sempre per cedere. Con gli Usa qualcosa di fumoso si delinea all’orizzonte: servono fiducia e molta, molta pazienza. Chi manca dunque? Si direbbe il sud-est asiatico, forse messo un po’ in ombra dalla frenetica attività diplomatica di Mosca negli ultimi mesi, ma non certo assente dall’agenda. Ieri infatti il ministro russo degli esteri Sergej Lavrov (foto) era sull’isola di Phuket, in Thailandia, per partecipare alla riunione annuale dell’Asean, Associazione delle nazioni dell’Asia sud-orientale. Il ministro non poteva scegliere un palco migliore per ribadire due concetti tanto cari al Cremlino. Uno riguarda la Corea del Nord. È essenziale per Lavrov riprendere le negoziazioni a Sei (Russia, Usa, Cina, Germania, Francia, GB) sulla questione del nucleare. Di nuove sanzioni a Pyongyang in ogni caso non se ne parla. Non poteva essere altrimenti. È vero che ogni tanto anche Mosca alza la voce con il governo nordcoreano, ma lo fa con estrema cordialità, dopotutto si tratta di amici e chissà, forse, indirettamente anche di clienti. Un intervento speso a favore anche dell’Iran, visto che in questi giorni c’è chi parla di un’incontenibile esuberanza di Tel Aviv e di suoi progetti bellici. Il solito gruppo dei Sei ha invitato di recente il governo iraniano a mettere fine al suo programma nucleare. Ebbene, “questa risposta – ha detto Lavrov – è in corso di preparazione, secondo le informazioni a nostra disposizione. Tehran ci ha promesso di commentare le proposte che le sono state fatte”. Aspettare quindi. Al bando falsi allarmismi e inutili minacce. Perché poi mettere in dubbio la parola di Tehran e non quella di altri governi isterici e pericolosamente imprevedibili? La questione si potrebbe discutere a lungo, ma questi giorni Mosca li consacra alla Thailandia. Venerdì Lavrov volerà da Phuket a Bangkok per incontrare il suo omologo Kasit Piromya e discutere della promettente cooperazione bilaterale. A colloquio poi con re Rama IX e il premier Abhisit Vejjajiva. Un tour completo, “una tappa cruciale nella storia delle relazioni russo-thailandesi”, per il portavoce della diplomazia di Mosca Andrej Nesterenko. Un altro punto sul tabellone.

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Il 'pacchetto' Usa contro il nucleare (sezione: Globalizzazione)

( da "Rinascita Online" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il ‘pacchetto’ Usa contro il nucleare Giovedì 23 Luglio 2009 – 8:42 – Gianpaolo Cufino Gli Stati Uniti e i loro partners nei negoziati stanno preparando “un pacchetto completo” di incentivi per esortare la Corea del Nord a smantellare le proprie armi nucleari; il “pacchetto” deve essere ancora messo a punto definitivamente, ma Kurt Campbell, incaricato della segreteria di Stato nordamericana per gli affari nell’Estremo oriente e nel Pacifico, ha affermato che sarà finalizzato a esortare Pyongyang nel compiere passi “ireversibili” verso la denuclearizzazione. I colloqui a sei sul disarmo nucleare che raggruppano le due Coree, la Cina, il Giappone, gli Usa e la Russia sono iniziati quasi sei anni fa, ma si sono impantanati lo scorso dicembre. Dopo che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha condannato i suoi cinque lanci di missili a lungo raggio, la Nordcorea aveva annunciato che avrebbe abbandonato il tavolo dei colloqui e avrebbe ripreso il suo programma sulle armi nucleari. Dopo il suo secondo test nucleare del 25 maggio, il Consiglio aveva adottato una risoluzione che imponeva sanzioni ancora più dure. Nel frattempo la guardia costiera della Corea del Sud sta redigendo un piano per ispezionare le navi nord-coreane sospettate di trasportare armi proibite. “E’ la conseguenza dell’associarsi di Seul all’Iniziativa di Sicurezza sulla Proliferazione”, ha dichiarato un portavoce della guardia costiera sudcoreana riferendosi alla campagna condotta dagli Usa e lanciata nel 2003 per fermare le navi sospettate di trasportare armi di distruzione di massa. Ma la Corea del Nord ha annunciato di considerare la decisione di Seul di partecipare all’iniziativa come una dichiarazione di guerra, anche se ancora non è chiaro se Seul cercherà di fermare le navi nordcoreane nelle acque sudcoreane, e se nel caso verrebbe impiegata la marina o la guardia costiera. Intanto Kurt Campbell, al ritorno dal Giappone, il 18 luglio scorso, ha delineato una “strategia a doppia traccia”, implicante una dura applicazione delle sanzioni ma anche negoziati – nell’eventualità che il Nordcorea esprimesse l’intenzione di volere rinunciare alle sue ambizioni nucleari in cambio di un “pacchetto” allettante se fosse tornata al tavolo dei colloqui e avesse intrapreso passi irreversibili verso il disarmo. “Noi dobbiamo lavorare strettamente insieme su come applicare la risoluzione del Consiglio di sicurezza, e dall’altro lato…dobbiamo pensare anche alla ripresa del dialogo”, queste la parole del negoziatore sul nucleare, Wing Sung Lac rivolte all’inviato statunitense durante il suo primo viaggio in Corea del Sud. Precedentemente, il 16 luglio, il Consiglio aveva ulteriormente intensificato le sanzioni, imponendo un divieto di viaggio a cinque ufficiali nordcoreani e congelamenti dei beni per altri cinque enti ritenuti coinvolti nel programma nucleare o missilistico. Dopo l’incontro con il ministro degli esteri Yu Myung-Hwan il 20 luglio, Campbell è dovuto partire per la Tailandia per il forum regionale dell’Asean sui temi della sicurezza. È previsto che la questione della Corea del Nord sia uno dei temi più importanti all’ordine del giorno. È chiaro che la situazione nell’area è tale che il governo di Pyongyang non possa che sentirsi accerchiato, i colloqui a sei sono solo un “bluff”, ma costituiscono semplicemente un tribunale internazionale dove cinque potenze guidate dagli Stati Uniti decidono la politica che deve intraprendere la Corea del Nord; Cina e Russia ancora non hanno deciso da che parte stare, mentre il Sud si sta armando grazie agli aiuti nordamericani e il Giappone è un fido alleato occidentale. La divisione delle due Coree, eredità di una “guerra fredda” che è ancora di là da finire, è il maggior ostacolo alla pace e alla sicurezza nella regione, una penisola coreana riunificata e libera da ingerenze esterne sarebbe il vero perno con cui contrastare le mire egemoniche delle super-potenze.

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Villani: Se non fai il furbo sei rispettato (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Villani: «Se non fai il furbo sei rispettato» Giovedì 23 Luglio 2009, "Se porti rispetto qui sei rispettato". Catello Villani ne è convinto. Il suo locale, in via Sant'Agostino, è da diversi lustri uno degli indirizzi di riferimento per chi in città vuole magiare una pizza. Pizza classica, verace, alla napoletana. Proprio come lui, originario di Agerola, provincia di Napoli, ma ormai da 42 anni trapiantato nel capoluogo della Marca. Senza pentimenti. "Treviso è una città splendida. Assolutamente non razzista. Personalmente, non ho mai avuto problemi - conferma -. Certo, non è un posto per chi vuole fare il furbo. Ma se uno lavora, si dà da fare, è ben accolto e può vivere in tutta tranquillità". Per questo non vuole dare credito alle denuncie generalizzate di razzismo. Soprattutto oggi e tra le nuove generazioni, più aperte e globalizzate. Con una mentalità diversa anche rispetto a quella Treviso che lui stesso ha conosciuto da giovane emigrante: "Una volta era più difficile inserirsi, trent'anni fa magari c'erano molti più stereotipi sui "terroni", sulla poca voglia di lavorare. Poi la città si è sviluppata e adesso i meridionali sono apprezzati al cento per cento". Nei decenni recenti l'immigrazione dal sud è stata surclassata da quella straniera: "Sono arrivati sempre più extracomunitari, con i conseguenti problemi anche sul piano della delinquenza", nota Villani. Ed è cambiato l'atteggiamento degli stessi immigrati: "Molti pretendono tutto e subito. Così non va. Se uno dimostra di aver voglia di fare, non avrà problemi. Altrimenti è ovvio che si trova male, ma non solo a Treviso: dappertutto". mzan

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Grimaldi, un bronzo sofferto per 10 km (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Grimaldi, un bronzo sofferto per 10 km Il Settebello affonda contro la Romania Giovedì 23 Luglio 2009, I quarti posti salgono a 6, uno però dovrebbe essere trasformato in medaglia a tavolino. La seconda, sicura, è arrivata al fondo, con Martina Grimaldi (foto), bolognese di 20 anni, bronzo nei 10 km nel mare di Ostia. Volata finale con 7 nuotatrici in 4", prima l'inglese Payne, davanti alla russa Seliverstova. Il tedesco Lurz ha bissato il titolo del giorno prima, davanti agli americani Gemell e Crippen: il terzo ha sbagliato la corsia di ingresso verso il traguardo, è rientrato passando sotto i cordoli, per questo l'Italia ha presentato ricorso, considerata la quarta posizione di Cleri. La giuria ha dato ragione all'azzurro, controricorso degli Stati Uniti, fra notte e alba il pronunciamento finale. «Ho fatto una buona gara - dice il romano -, le condizioni erano favorevoli. Mi sono subito messo davanti a tutti, imprimendo il ritmo alla gara. Sono stato regolare, alla fine me la sono giocata. Mi aspetto di più dalla 25 km di sabato». Medaglia di legno alle dieci azzurre del nuoto sincronizzato, nel libero combinato con il punteggio di 95.667. Oro alla Spagna (98.333), davanti a Cina e Canada, bronzo per mezzo punto: Beatrice Adelizzi era già arrivata quarta nel tecnico, ieri è passata in finale (ore 11) del singolo libero col terzo punteggio. Sono i migliori risultati italiani nella storia di questo sport emergente, l'allenatrice Laura de Renzis però è furibonda. «Quarto posto bruciante. Ci credevamo, siamo andate meglio di martedì, il Canada ha presentato un esercizio monotono. I giudici non hanno il coraggio di darci i voti che meritiamo». «Punteggi inspiegabili - si accoda Roberta Farinelli, l'altro tecnico -: in impressione artistica il Canada ci ha superato, eppure l'espressività è stata sempre il nostro forte». Nei tuffi Michele Benedetti dal trampolino 3 metri è in semifinale con l'ottavo posto e in finale come 12. Subito fuori Nicola Marconi, 23. per un errore madornale nella prima esecuzione. Vanni Zagnoli SETTEBELLO KO ANCHE CON LA ROMANIA - Dopo la sconfitta con gli Usa all'esordio, la nazionale maschile di pallanuoto ko a sorpresa anche contro la Romania (6-5) e resta a zero punti in classifica. Ora deve battere la Macedonia per evitare l'eliminazione.

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Reporter uccisi: 59 in meno di 7 mesi "Un bagno di sangue" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di giovedì 23 luglio 2009 Reporter uccisi: 59 in meno di 7 mesi "Un bagno di sangue" di Giacomo Susca Secondo l'osservatorio "Press emblem campaign" la crescita del fenomeno non ha precedenti (45 casi in più del 2008). Il primato delle morti sospette in Messico e Pakistan. E dalle statistiche sfuggono Iran, Cina e Corea del Nord Reporter dal fronte, abituati a guardare in faccia il pericolo. Oppure semplicemente cronisti «scomodi», che pagano con la vita il prezzo della verità. Sarebbero 59 i giornalisti uccisi in tutto il mondo dall'inizio dell'anno. Numeri allarmanti rispetto alle ultime statistiche del 2008. La Pec (Press Emblem Campaign) non usa giri di parole: «Un bagno di sangue», calcolando che nei primi sei mesi del 2009 sono stati 53 i giornalisti uccisi. Vale a dire 45 in più rispetto all'anno precedente. Gli altri sei casi si sono infatti registrati nel solo mesi di luglio, compreso quello dell'attivista russa Natalya Estemirova - «erede» dell'altra vittima simbolo Anna Politkovskaja -, uccisa lo scorso 15 luglio in circostanze come minimo sospette. Il triste primato delle morti spetta al Messico, con 7 giornalisti uccisi, seguito da Pakistan (6), Iraq, Filippine, Russia e Somalia (5), Gaza e Honduras (4), Colombia (3), Afghanistan, Guatemala, Nepal, Sri Lanka e Venezuela (2), India, Indonesia, Kenya, Kyrgyzstan e Madagascar (1). Da sottolineare che, nell'elenco, manca qualsiasi riferimento ad altre situazioni a dir poco critiche per la libertà di stampa quali l'Iran, la Cina, la Corea del Nord, solo per citare le più conclamate. La Press emblem campaign attribuisce l'incremento degli omicidi da un parte ai conflitti (come a Gaza, in Somalia, Pakistan e Sri Lanka). Per questo lancia un appello alle Nazioni Unite affinché «fermino una simile strage». Altrove invece, proprio come in Messico, Filippine e Russia, dove non risultano apertamente conflitti in corso, gli omicidi stanno diventando «una caratteristica endemica», quasi un mezzo qualsiasi per ottenere degli obiettivi di tipo politico e sociale, denuncia Blaise Lempen, segretario generale dell'osservatorio. © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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Caritas in veritate: riflessioni sull'ul (sezione: Globalizzazione)

( da "superEva notizie" del 23-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Caritas in veritate: riflessioni sull'ultima enciclica di Benedetto XVI Può risultare presuntoso, aggressivo, pedante, poco simpatico e poco amabile (al contrario del suo predecessore), ma nessuno può mettere in dubbio le qualità di teologo e intellettuale[...] Può risultare presuntoso, aggressivo, pedante, poco simpatico e poco amabile (al contrario del suo predecessore), ma nessuno può mettere in dubbio le qualità di teologo e intellettuale dell'attuale pontefice, papa Ratzinger. Come testimonianza della sua indubitabile qualità di pensatore e filosofo, basterà a chiunque leggere Caritas in veritate, l'ultima enciclica colma di spunti e riflessioni riferite all'attuale condizione socio-economica planetaria. Già il titolo potrebbe sembrare alquanto provocatorio: la classica formula, adottata da Paolo nella Lettera ai Romani per esempio, era inversa, ovvero "nessuna verità senza carità", spiegando come la verità non potesse avere senso se non fosse stata "verità in Cristo", ovvero "verità nell'amore" e perciò stesso nella carità. "Nulla ha senso fuori dalla carità" ha detto Paolo. Ratzinger, riprendendo questa prospettiva speculativa, sottolinea come la stessa carità, intesa come sentimento soggettivo, resti inconcludente e confusa se non volta alla verità. Perchè se che Cristo è Amore, Cristo è anche e soprattutto Verità. "Difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono pertanto forme esigenti e insostituibili di carità", perciò carità e verità non sono termini contrapposti (come sono stati contrapposti da secoli pathos e logos, corpo e anima, sentimento e ragione), ma traggono una dall'altra la propria linfa vitale e sussistenza. I riferimenti più diffusi nell'enciclica sono a Paolo VI e alla sua Populorum Progressio; questo perchè Ratzinger, partendo dalla riflessione sul rapporto tra carità e verità, offre importanti elementi per comprendere e reagire alla crisi economica mondiale. Ratzinger auspica che l'economia globalizzata ritrovi il principio di carità, superando una stagione dove l'unico fine dei soldi è stato fare altri soldi. Per Ratzinger (e non potrebbe essere altrimenti), senza Dio non può darsi morale, perchè Dio rappresenta il trascendente che garantisce una valorizzazione agli eventi, un loro tendere a qualcosa d'altro dall'utile. E' il trascendente a permettere al "dono" di esistere per esempio; e la stessa razionalità è solo mezza-verità se la carità non contribuisce a garantire la dimensione trascendente (che è la stessa che ci permette di vedere nell'altro Cristo, e perciò di fondare legami sociali solidali e di soccorso reciproco). L'economia ha smarrito l'uomo, perchè ha smarrito Dio, il Dio cristiano, l'unico ad essersi manifestato come uomo tra gli uomini. Come era prevedibile, la visione del papa sull'aborto resta rigorosa e discutibile, ma è incredibilmente moderno il modo in cui il papa tira in ballo le realtà sindacali (L'insieme dei cambiamenti sociali ed economici fa sì che le organizzazioni sindacali sperimentino maggiori difficoltà a svolgere il loro compito di rappresentanza degli interessi dei lavoratori, anche per il fatto che i Governi, per ragioni di utilità economica, limitano spesso le libertà sindacali o la capacità negoziale dei sindacati stessi), il modo in cui si augura un connubio tra libero mercato e socialismo (ovvero intervento dello Stato sulle economie nazionali e trans-nazionali), e come si relazione al problema dell'ecologismo e del rispetto per l'ambiente. Consiglio a tutti la lettura di questo testo, di facile e comprensibile lettura, non solo per scoprire qual'è il fondo teorico che sottostà all'attività clericale odierna, ma soprattutto per gli spunti di comprensione e riflessione offerti a proposito dell'attuale deriva dell'economia globalizzata. PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 23 luglio 2009 in: Filosofia e Religione » Invia tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le vostre opinioni

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