CENACOLO  DEI COGITANTI

PRIMA PAGINA

TUTTI I DOSSIER

CRONOLOGICA

 

 


Report "Globalizzazione"    2-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

cizzata riunione dei ministri del lavoro dei G8, le cui riunioni si concludono normalmente con ... ( da "Corriere delle Alpi" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Confederazione Sindacale Internazionale chiede la riforma radicale delle istituzioni intergovernative (Fmi, Banca Mondiale, Omc) per garantire un referente giuridico composto di norme e strumenti per una governanza efficace e responsabile di un'economia globalizzata, che oggi opera in uno stato di assoluta anarchia e nell'interesse dei soliti pochi. Enzo Friso

Incontri anche in Veneto e Friuli ( da "Trentino" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sabato mattina (ore 11) a Montebelluna il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia interverrà assieme al presidente di Slow food Carlo Petrini nel corso di "Terrirorio e cultura locale: radici e futuro nell'era della globalizzazione" presieduto dal critico televisivo Aldo Grasso. (pat)

Usa e Cina stendono l'agenda comune ( da "Giornale di Brescia" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Edizione: 02/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Usa e Cina stendono l'agenda comune Obama e Hu Jintao hanno rotto il ghiaccio. Istituito un gruppo di consultazione bilaterale permanente Il presidente Hu Jintao dopo l'incontro con Obama LONDRACrisi economica, Nord Corea e Iran, diritti umani.

Borse di studio per studenti globetrotter ( da "Giornale di Brescia" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Giulia ora è in Cina, Daniele in Usa. «Non credo abbia voglia di tornare - dice la mamma -. È molto felice di vivere quest'esperienza ed è entrata perfettamente nei ritmi di vita cinesi». I ragazzi che partiranno tra luglio e settembre con Intercultura sono 29, selezionati sulla base di 72 richieste.

La festa dei volontariin difesa dei boschi ( da "Secolo XIX, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La festa dei volontariin difesa dei boschi sabato a caricamento bambini in piazza insieme a forestale, protezione civile e vigili del fuoco IL KIT del volontario sarà regalato a tutti i bambini che porteranno - sabato mattina a partire dalle 11 in piazza Caricamento - un disegno o una poesia dedicati alla protezione civile e alla salvaguardia dei boschi.

di GIANCESARE FLESCA Per un curioso paradosso, Barack Obama viene duramente contestato a Londra da singoli individui e da gruppi organizzati che ancora tre mesi fa lo esaltavano e ( da "Libertà" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Più in generale potenze come il Giappone e la Cina vogliono garanzie precise su un intervento sociale nei mercati mondiali, ad opera di uno Stato che torna interventista. Obama per il momento parla, come al suo solito, di problemi generali, rassicurando sul preteso protezionismo Usa un'Europa più debole di sempre, attraversata da linee politiche che non corrono mai in parallelo.

Lezione su Internet e dintorni all'università della Terza età ( da "Libertà" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione tecnologica", in cui, purtroppo, il divario tra i Paesi avanzati e quelli in via di sviluppo è ancora elevato. Infine, ecco le opportunità "internettiane". «Internet non è la risposta alla crisi - dice Murelli -, ma dà alcuni modi per risparmiare, con le associazioni di consumatori, oppure con i produttori di generi alimentari che,

G20 anticrisi al via, subito contrasti ( da "Gazzettino, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Stati Uniti e Gran Bretagna per maggiori incentivi alla crescita, Cina per più fondi al Fmi. I grandi si presentano in ordine sparso al vertice sulla crisi economica del G20 che si aprirà oggi, impegnati in una corsa contro il tempo, costretti a dribblare diktat e paletti, avvertimenti e minacce, ma comunque lanciati verso un accordo al ribasso.

obama per il disarmo atomico chiede l'aiuto di russia e cina - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: aiuto di Russia e Cina E dopo una giornata di vertici il presidente Usa regala un iPod alla Regina La diplomazia A questo punto, più che discutere su chi sia colpevole della crisi economica globale preferisco cercare di risolvere il problema, guardare avanti e non indietro Il lancio del nuovo missile da parte della Corea del Nord,

dalla cina agli usa, valzer delle debolezze così i grandi cercano la ricetta della ripresa - andrea bonanni ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Economia Tutti i paesi del G20 si siedono al tavolo di Londra con problemi e obiettivi diversi Dalla Cina agli Usa, valzer delle debolezze così i Grandi cercano la ricetta della ripresa Scontro sulle colpe e sugli assetti di potere che usciranno alla fine della recessione ANDREA BONANNI DAL NOSTRO INVIATO LONDRA - Non sarà un summit facile. Lo ha detto a chiare lettere Nicholas Sarkozy.

in cerca di leadership - giancesare flesca ( da "Centro, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Germania di Angela Merkel chiedono agli Usa l'introduzione di durissime regole finanziarie e la messa al bando dei tanti «paradisi fiscali» che hanno permesso ai grandi tycoon di arricchirsi a scapito dei comuni cittadini. Più in generale potenze come Giappone e Cina vogliono garanzie su un intervento sociale nei mercati mondiali, ad opera di uno Stato che torna interventista.

Solo il pharma salva M&A e banche Usa ( da "Finanza e Mercati" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: A abbia coinvolto la Corporate Usa. In termini di valore delle transazioni, il 49% reca infatti la bandiera americana (era il 31% un anno fa), anche a causa del calo delle operazioni straordinarie in Asia: di recente, la Cina ha bloccato alcune operazioni di rilievo, fra cui, la più nota, è stata quella tentata da Coca-Cola sulla Huiyuan,

quel solco tra usa e europa - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i conti con il peso crescente della Cina; perfino l´Europa è ben più riottosa del previsto. Obama credeva di avere fatto abbastanza per soddisfare il Vecchio continente. Una settimana fa il suo segretario al Tesoro annunciava una riforma drastica dei controlli sui mercati finanziari: hedge fund e derivati finiranno sotto la stessa vigilanza che disciplina le banche tradizionali.

la cgil sta dividendo i lavoratori ma ritroveremo l'unità d'azione - gianni favarato ( da "Nuova Venezia, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le cause più profonde risiedono sulla globalizzazione senza qualità che viviamo e del modello economico che impone una crescita illimitata, anche a costo di produrre e consumare in quantità crescente cose che non servono e danneggiano l'ambiente e la salute. Dobbiamo cogliere quest'occasione che la crisi ci impone per affermare un nuovo modello di sviluppo sostenibile»

industria teramana: oggi il forum a scienze politiche ( da "Centro, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: emergere di nuove aree produttive e la rottura di equilibri consolidati hanno prodotto nuovi scenari geopolitici ed economici, la cui conoscenza è indispensabile per affrontare la competizione internazionale indotta dalla crescente fase di globalizzazione tecnologico-economica». Previsti gli interventi di amministratori, politici e rappresentanti di associazioni imprenditoriali.

QUESTO LICEO È POCO SCIENTIFICO ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla Svezia alla Cina. In Italia, invece, il governo Berlusconi in assoluta controtendenza taglia i fondi e persino gli orari alla scuola. E riduce il budget delle università e della ricerca. La seconda domanda è conseguenza della prima. Il liceo scientifico ha un ruolo importante nel panorama della scuola media superiore italiana: è il più frequentato.

La rivolta anticrisi riporterà in scena estremisti e xenofobi ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Professor Sassoon, quale Europa trova il presidente Usa Barack Obama? «Trova una Europa fondamentalmente disunita su come affrontare la crisi. Ma Obama in Europa non incontra solo l'Europa, ma incontra anche l'India, il Brasile, la Cina. Mi riferisco al G-20, divenuto più importante del G-8...

A margine degli incontri ufficiali, si intrecciano i giochi delle diplomazie. Il premier cinese ... ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: A margine degli incontri ufficiali, si intrecciano i giochi delle diplomazie. Il premier cinese Hu Jintao ha invitato in Cina il presidente Usa Obama. La visita che potrebbe avvenire già nella seconda parte dell'anno. Riprendendo anche il tema dei diritti umani.

protezione civile a palazzo burovich: due giornate per studenti e volontari ( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pordenone Protezione civile a palazzo Burovich: due giornate per studenti e volontari SESTO AL REGHENA. Tutto pronto a Sesto al Reghena per ospitare domani e sabato un'intensa due giorni, organizzata a livello di distretto, e dedicata ai ragazzi delle scuole medie e ai gruppi di volontari della Protezione civile nell'ambito del complesso Burovich.

Trento 15 Èlite romane Facoltà di Lettere ( da "Adige, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Con Giorgio Vallortigara, neuroscienziato e Marco Vannini, filosofo. Trento 21 The Fluffer Centro Bruno. Per «Cine Mondo Gay», il film «The Fluffer». Trento 21.45 Bambina magra Circolo Wallenda - via S. Martino 45. Concerto dei «La bambina magra» di Bergamo. 02/04/2009

"1997: fuga da new york" il film culto al centro spam ( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: è con Cine-Extra!, la rassegna dedicata ai film di fantascienza d'autore curata da Lucca Film Festival, Circolo del Cinema, il Cineforum Ezechiele 25,17. Alle 21,30, con ingresso libero, si proietta "1997 Fuga da New York" (Usa, 1981) di John Howard Carpenter, una pellicola a metà tra la fantascienza e il fantasy che ha ispirato diversi film sul genere futuribile apocalittico,

valanga toscana al vinitaly con 807 etichette selezionate - mara amorevoli ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: soprattutto per i segnali di flessioni nel mercato inglese e Usa, mentre crescono i consumi in Cina e negli Emirati arabi. Con segnali di ottimismo tra i produttori che sperano di veder arrivare gli operatori americani, mentre dalla Regione annunciano che sono in crescita le richieste per rinnovare i vigneti.

Guarda oltre l'Europa. I vertici con Jintao e Medvedev rivelano le priorità di Obama ( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina, con la sua economia che "già mostra timidi segnali di ripresa" e con i suoi fondi sovrani che sono i maggiori acquirenti di titoli di stato Usa, è di fatto il principale finanziatore del piano di stimolo varato dalla Casa Bianca per superare la crisi, e tiene in mano le sorti del dollaro.

Roghi e protezione civile così cambierà il servizio ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Roghi e protezione civile così cambierà il servizio [FIRMA]DIEGO MARRESE IMPERIA Approderà in Consiglio domani sera il nuovo Piano di Protezione Civile comunale che va a sostituire il precedente datato 1981. Si tratta di una sorta di prontuario per l'emergenza e le calamità che il Comune, assieme alla «McLenzie Durante & Partners»

La recessione avanza, loro litigano ( da "Milano Finanza (MF)" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gruppo informale composto da Stati Uniti e Cina? Ieri i protagonisti del G20 erano già nella capitale britannica, impegnati in una raffica di incontri bilaterali. E mentre loro discutevano, i contestatori assaltavano una filiale di Royal Bank of Scotland, uno degli istituti salvati dall'intervento dello Stato.

Al G20 l'Europa dovrebbe parlare con una sola voce. Quella di Trichet ( da "Milano Finanza (MF)" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Altro che nuovo ordine monetario internazionale, altro che governo della globalizzazione. Al fallimento del giustamente deprecato mercatismo seguirebbe quello dei poteri statuali, dell'architettura globale, per quel poco che c'è e per quel tanto che si spera di conseguire.Un esito soddisfacente, non dico un successo, è necessario.

Paradisi fiscali, è corsa all'accordo ( da "Italia Oggi" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dopo che Usa, Francia e Germania, spalleggiati dalla Cina, hanno unito le proprie forze usando una determinazione senza precedenti per debellare il virus dell'elusione delle tasse, in grado di convogliare verso i paradisi fiscali un fiume senza fine di denaro, stimato dall'Oecd in una cifra compresa tra i 5mila e i 7mila miliardi di dollari.

( da "Riformista, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Su questo terreno, un'importante occasione di collaborazione con gli Usa sono il clima e l'energia: ogni settimana la Cina costruisce una nuova centrale che inquina e fa male alla salute della sua gente; lo sa e per risolvere il problema può esserle molto utile la tecnologia americana. 02/04/2009

Scontro tra i deficisti Usa e i prudentissimi europei ( da "Riformista, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: acquisto di una socetà cinese nel settore bevande come forma di pressione sugli Usa. Sul secondo punto un risultato lo hanno già ottenuto. «Cina e Stati Uniti si sono accordati per lavorare insieme per un deciso sostegno al commercio globale», dice un comunicato congiunto firmato da Obama e dal presidente Hu Jintao che si impegnano a evitare il protezionismo come risposta alla crisi.

L' AMICO AMERICANO ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ognuno per ragioni differenti e con diversa forza contrattuale - Hu Jintao per la Cina, Ignácio Lula da Silva per il Brasile, Nicholas Sarkozy per la Francia e Angela Merkel per la Germania. E ognuno presenta un conto differente. Lula chiede che il nord del pianeta abolisca infine le antiche barriere protezionistiche (vedi l'agricoltura);

FINALE DI PARTITA NELLA BATTAGLIA DI LONDRA ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: quella globalizzazione che arranca e che ieri (ed è prevedibile anche oggi) a Londra ha visto migliaia di persone marciare verso la City, simbolo di quella finanza ritenuta la responsabile del bailout globale. Sono passati pochi anni da quando, tra il 1999 e il 2001, il crollo del Nasdaq suonò il campanello d'allarme per il regime neoliberista.

Merkel e Sarkozy: Subito le nuove regole ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sul rilancio, la posizione resta diversa tra Usa e Europa, ma l'occidente si riunisce per chiedere a Cina e Giappone di fare di più. In mattinata, Barack Obama ha incontrato Gordon Brown: entrambi hanno convenuto che è importante «concentrarsi» sui punti in comune e non su «divergenze episodiche».

Sù la disoccupazione Illusione ripresa in Usa Matrimonio yuan-peso ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: per un ammontare di 70 miliardi di yuan (circa 10 miliardi di dollari Usa). Formalmente l'accordo è di natura commerciale: gli yuan serviranno all'Argentina per pagare le importazioni cinesi (la Cina è il secondo partner commerciale del paese sudamericano, e importa i due terzi della soia argentina), che finora pagava in dollari.

Asse franco-tedesco al G-20 ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Italia Mario Draghi ha ricordato che le raccomandazioni anti-crisi del Financial Stability Forum si applicano anche a banche e hedge fund. Servizi u pagine 2, 3 e 5 L'America riapre il dialogo con Russia e Cina. Dmitrij Medvedev e Barack Obama (nella foto) hanno deciso di avviare negoziati sul disarmo nucleare AP/LAPRESSE l'articolo prosegue alle pagine 2 3

Le aperture di Obama ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le aperture di Obama di Mario Platero N e l suo debutto ufficiale sulla scena globale, il presidente Usa Barack Obama si è smarcato abilmente dalle polemiche con l'Europa sulle misure anticrisi e ha avviato un importante dialogo con i leader della Russia (sul disarmo) e della Cina (sugli equilibri politici ed economici). Servizio u pagina 5 l'articolo prosegue in altra pagina

L'eterna partita Usa-Europa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: eterna partita Usa-Europa Adriana Cerretelli LONDRA. Dal nostro inviato E uropa contro Stati Uniti, Cina e Russia anche: non fosse per l'eterna sintonia con l'Inghilterra di Gordon Brown e la fresca solidarietà del Giappone di Taro Aso, l'America di Barack Obama rischierebbe davvero di ritrovarsi sola e accerchiata al suo debutto sulla scena globale del G-

Stretta sui mercati finanziari ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gli Usa hanno insistito molto sulla necessità di stimoli fiscali per il rilancio dell'economia, anche da parte dei Paesi partner, ottenendo sponda dal premier giapponese Taro Aso e dalla Cina, ma incontrando le resistenze europee. Ieri, la Merkel ha ammesso che il piano Usa è «particolarmente significativo,

Obama e Medvedev: una nuova era ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sul piano economico, la Cina si trova in sintonia con Usa, Gran Bretagnae Giappone sulla necessità di fare il possibile per stimolare la crescita. Hu Jintao tuttavia non ha più sollevato la questione del debito americano né quella relativa alla necessità di una nuova moneta che si sostituisse al dollaro.

La rabbia anti-manager ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che costituiscono una sorta di globalizzazione transnazionale di movimenti di protesta della società civile, collegati in rete attraverso l'uso di internet e delle nuove tecnologie. Le manifestazioni di questi movimenti anti-globalizzazione possono anche sfociare in episodi di violenza che sarebbero certo da evitare, ed è possibile che la crisi porti ad una crescita della protesta.

Senza nuove regole sarà caos ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per Usa e Cina l'ora di nuove regole globali») avevo già messo l'accento sulla assoluta necessità che si ponga rimedio alla situazione di disequilibrio macroeconomico che è fra le cause della crisi in corso. Abbiamo oggi un sistema che è capace di costringere al riequilibrio le economie piccole che registrano disavanzi della bilancia dei pagamenti.

FIRENZE sonar festival ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "Heroes no longer" di Sun Xun (Cina 2008), un regista impegnato a smascherare la realtà del proprio paese, già autore di fi lm importanti come "Requiem", "Mythos" e "Shock of Time" (passati al Festival di Torino 2007) e in chiusura "Asamara" di Jon Garano e Raùl Lòpez (Spagna 2008).

Un viaggio di ritorno nel futuro dell'industria ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la propria sede nella diffusa metropoli lombarda e le sue articolazioni in Romania e negli Usa, in India, in Cina e in Vietnam. Fabbrica-mondo, insomma. La riprova sta nei numeri. Da alcuni anni Mediobanca e Unioncamere censiscono un robusto gruppo di 4mila medie imprese indu-striali, che hanno fatturati dai 13 ai 290 milioni di euro e contano in libro paga da 50 a 499 dipendenti.

ROMA La loro partita, i leader hanno iniziato a giocarla già varie settimane f... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Atlantico si gioca la partita tra Stati Uniti e Cina. Un accordo tra i due potrebbe iniziare a sanare l'altro grande fattore scatenante della crisi finanziaria: l'afflusso verso Pechino di dollari del consumatore americano, destinati a tornare indietro in cambio di titoli di Stato Usa. I cinesi inoltre sono disposti a contribuire a sostenere il Fondo monetario,

Il vino riscopre il territorio ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in tempo di globalizzazione non poteva essere altrimenti. Ebbene questo fenomeno, la globalizzazione, se da un lato ha portato all'omologazione del gusto (vini al legno, o vini dei falegnami) dall'altro ha dato l'oppurtunità anche alle minoranze (vitigni quali Nebbiolo, Sangiovese, Sagrantino, Montepulciano d' Abruzzo) di essere conosciute nel mondo.

L'alleanza con Espn e Tnt porta 900 milioni all'Nba ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nba Parla David Stern: «Finita la crisi il futuro tra digitale e globalizzazione» Giuliano Balestreri MILANO L'Nba staagliStati Uniti come la Serie A di calcio sta all'Italia. Un'equazione possibile in teoria, ma assolutamente lontana dalla realtà: se sul fronte dello spettacolo si può discutere, su quello economico non ci sono dubbi.

Stati Uniti primi per import E al secondo posto c'è l'Italia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Anche la Cina ha saldo negativo - Tra gli esportatori Tokyo batte Corea e Germania Stati Uniti primi per import E al secondo posto c'è l'Italia Andrea Malan «La Francia, che ha inventato l'automobile, è diventata nel 2008 un Paese importatore..». L'affermazione di Luc Chatel,sottosegretario all'Industria nel Governo francese,

Sarà un venerdì colossale per il porto, perché arriva la "Ital Oceano", un ca... ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 02-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in particolare la Cina. Ad Ancona saranno scaricati e caricati (secondo i flussi import-export) contenitori con ogni tipo di merci, da prodotti finiti a componentistica. Venerdì scorso, la prima toccata della Stadt Wismar, abituata a fondali con pescaggi di 16 metri, ha avuto quasi il sapore di un esperimento.

( da "Giorno, Il (Legnano)" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione e frammentazione sociale portano a rivendicazioni settoriali e a secessioni». Progetti concreti in mente? «Rendere trasparente la situazione economica e patrimoniale, in modo che il sanvittorese sappia di cos'è padrone». Come migliorare la viabilità?

Usa-Russia, operazione Il disarmo atomico torna una priorità ( da "Nazione, La (Firenze)" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nelle istituzioni finanziarie internazionali e Barack appoggiando la richiesta ha concordato con Hu la «creazione di un gruppo di dialogo strategico» Usa-Cina che sarà guidato per la parte americana dal segretario di Stato Hillary Clinton e dal ministro del tesoro Tim Geithner i quali hanno già fissato un primo appuntamento con la controparte cinese prima dell'estate a Washington.

Volontari preoccupati: ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Antincendio a rischio Volontari preoccupati: «La Provincia dimentica la Protezione civile» Sassari.. Antincendio a rischio --> La Provincia di Sassari dimentica la Protezione civile: niente rimborsi per i volontari e nessun piano d'intervento provinciale per garantire la sicurezza dei cittadini in caso di emergenza.

G20 a rischio flop, Obama in... ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nata negli Usa e che gli Usa, da soli, non possono risolvere. L'America è costretta a chiedere e dunque a concedere. Alla Russia, ed era previsto; ma anche alla Cina, con un gesto simbolico poco mediatico ma, politicamente, molto significativo. Nella prima giornata a Londra Obama ha incontrato il presidente Dmitri Medvedev in un clima di grande cordialità e di simpatia reciproca,

test per obama ( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: intenzione di ridurre assieme gli armamenti e di accantonare per ora i missili Usa in Polonia e quelli russi a un centinaio di chilometri, nella gelida Kaliningrad. La conferma del disgelo con Mosca fa tirare al mondo un sospiro di sollievo. Ma non va dimenticato che Russia e Cina hanno un'alleanza strategica strettissima.

prove di disarmo ( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il presidente Usa ha poi incontrato anche il presidente cinese Hu Jintao, con il quale ha concordato di creare un gruppo per il dialogo strategico ed economico fra Usa e Cina. Obama ha inoltre confermato che si recherà in visita in Cina nella seconda parte del 2009.

G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore?

G20, Obama di fronte all'asse Sarkozy-Merkel. Ma la vera partita è con la Cina ( da "Rai News 24" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa e Cina hanno concordato di lavorare insieme sulle questioni della Corea del Nord, del programma nucleare dell'Iran e del Sudan. Si trovano d'accordo dul fatto che solo piani di stimolo fiscale possano far ripartire l'economia in tempi rapidi.

Quel solco tra Usa e Europa ( da "KataWebFinanza" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: fare i conti con il peso crescente della Cina; perfino l'Europa ben pi riottosa del previsto. Obama credeva di avere fatto abbastanza per soddisfare il Vecchio continente. Una settimana fa il suo segretario al Tesoro annunciava una riforma drastica dei controlli sui mercati finanziari: hedge fund e derivati finiranno sotto la stessa vigilanza che disciplina le banche tradizionali.

G20, un morto tra i manifestanti - Asse franco-tedesco al G-20. Per l'Europa l'asse Usa-Cina è una iattura - Fecondazione, colpo alla legge - Entrate fiscali in frenata - A casa Be ( da "Dagospia.com" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: asse Usa-Cina è una iattura - Fecondazione, colpo alla legge - Entrate fiscali in frenata - A casa Berlusconi mancava solo l?audace Garimba... Da Il Velino.it CARLO E SILVIO CORRIERE DELLA SERA - Editoriale di Pierluigi Battista: "Lo sfregio dei diritti".

G20: L'ALLEANZA SARKOZY-MERKEL DI FRONTE AD OBAMA (IMPEGNO USA-RUSSIA PER RIDURRE GLI ARMAMENTI) LONDRA COME GENOVA: UN MORTO SI ESIBISCE PER GLI ISRAELIANI, COSTRETTA ALLA FUG ( da "Dagospia.com" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Obama apre una nuova era nelle relazioni tra Russia e Cina: accordo con il presidente russo Dmitri Medvedev per ridurre gli arsenali nucleari e collaborare con Iran e Afghanistan. 2 - FRANCIA LE FIGARO - "G20: l'alleanza Sarkozy-Merkel di fronte ad Obama": il varo di una "nuova regolamentazione" del sistema finanziario internazionale "non è negoziabile" per Francia e Germania.

G20, tra Stati Uniti e Cina dialogo a 360 gradi ( da "Finanza.com" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: hanno posto ieri le premesse per trasformare i contraddittori rapporti tra Usa e Cina in una stabile alleanza strategica dando di conseguenza una investitura ufficiale al "G2" nuovo asse che potrebbe condizionare gli equilibri del pianeta. "Le due parti concordano di lavorare assieme per costruire una positiva e cooperativa relazione globale Stati Uniti-Cina per il 21esimo secolo,

Casella e Giogliofiorito incontro ragazzi intercultura ( da "Caserta News" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Cina, Thailandia, Brasile, Argentina, Venezuela, Nuova Zelanda, Islanda, Finlandia e Germania) e sono in Italia da settembre scorso per motivi di studio. "Aggiungi un posto a tavola", è questo il motto con cui Intercultura, associazione onlus, invita famiglie con figli adolescenti ad aprirsi ed accogliere in casa studenti selezionati provenienti da tutto il mondo.

Crisi? Negli Usa decollano le ricerche nei mercatini online ( da "Blogosfere" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ricerche nei mercatini online Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 10:22 in globalizzazione Craigslist è una bacheca online: pubblica annunci economici (compro/vendo auto, case, elettrodomestici) di privati. Di fatto, è un mercatino su internet arricchito dai commenti degli utenti. Nell'epoca della crisi economica, la parola Craigslist è la più cercata su internet nell'ultima settimana,

Londra : il G20 sotto assedio ( da "Metronews" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Usa, Russia, Francia e Gran Bretagna). E nel medesimo paradossale sistema, continuiamo a vedere che le nazioni maggiormente responsabili dell?esaurimento di risorse del pianeta stanno cercando soluzioni alla crisi economica, soluzioni prese in solitudine ma che avrebbero conseguenze economiche e sociali su chiunque.

Il gioco delle parti Usa/Cina cela gli squilibri ( da "Trend-online" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i Cinesi hanno fatto credito agli USA per prosperare vendendo merci. In questo gioco delle parti USA / CINA si celano due squilibri per garantirne uno: un PIL mondiale per il 20% sostenuto dai consumatori ?stellestrisce?, solo per un misero 3 da quelli con gli occhi a mandorla.

Il gioco delle parti Usa/Cina cela gli squilibri pag.1 ( da "Trend-online" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il gioco delle parti Usa/Cina cela gli squilibri BLOG, clicca qui per leggere la rassegna di Mauro Artibani , 02.04.2009 09:51 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! vero, reddito di scopo, reddito da consumo altro che debiti, altro che crediti.

senza titolo. ( da "Corriere del Veneto" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pechino Decolla il dialogo Stati Uniti e Cina hanno concordato di creare un gruppo per il dialogo strategico ed economico, in occasione del primo incontro, a Londra, tra Obama e il presidente cinese Hu Jintao. Del gruppo faranno parte, sul versante Usa, il segretario di stato Hillary Clinton e il ministro del Tesoro, Tim Geithner.

Da tutto il mondo nel nome del vino ( da "Corriere del Veneto" del 02-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Canada, Russia, Lituania, Repubblica Ceca, Cina, Giappone oltre che dall'America Latina. A inaugurare Vinitaly oggi alle 10 sarà il ministro per le Politiche agricole Luca Zaia. Presenti il presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan, il sindaco di Verona Flavio Tosi, il presidente della Provincia di Verona Elio Mosele,

Fondi Comuni ( da "Corriere del Veneto" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: PAESE Euromobiliare Asian Opportunities 1,774 1,812 Generali Japan 1,867 1,859 Gestielle Cina Classe A 7,018 7,294 Gestielle East Europe Classe A 8,242 8,648 Gestielle India Classe A 3,49 3,634 AZ. ENERGIA E MATERIE PRIME Eurizon Azioni Energia E Materie Prime 6,965 7,169 AZ. BENI DI CONSUMO Nextra Azioni Beni Di Consumo 6,528 6,466 AZ.

IL MINISTRO Franco Frattini non ha avuto tentennamenti nella sua analisi su ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione e ... IL MINISTRO Franco Frattini non ha avuto tentennamenti nella sua analisi su «Globalizzazione e crisi economica», tema della prolusione alla cerimonia di insediamento della Reggenza Cenci-Mina. Il riferimento alla situazione internazionale, curiosamente, calzava a pennello con le polemiche che hanno fatto,

IL CINEMA fanese fa il giro del mondo. Già carico di premi, il... ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina... solo in questi giorni le vicende del piccolo investigatore Marco voleranno dalla Serbia agli Stati Uniti. Fino a domani, infatti «Sotto il mio giardino» partecipa al Belgrade docum & short film festival, mentre da oggi a domenica sarà anche al Garden State film festival del New Jersey (Usa) e dal 9 al 12 aprile al Las Vegas international film festival dove sa già di aver

C'erano Joe Biden (vice-presidente Usa), Luiz Inácio L... ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ed i premier europei Gordon Brown e Josè Zapatero al vertice delle forze progressiste che si è tenuto nel fine settimana scorso a Viña del Mar. E c'era anche con Franceschini e Rutelli il deputato cesenate Sandro Gozi. «L'idea che si sta facendo strada riferisce è quella di una nuova governance transnazionale per un'economia ormai del tutto globalizzata».

PERUGIA QUAL È il potere del giornalismo? E' quello &#... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma anche i conflitti sono globalizzati, si inserisce l'arrivo a Perugia domenica di Anne Nivat, inviata speciale del settimanale francese Le Point, con il suo libro-reportage «Baghdad zona rossa». Per scriverlo ha vissuto un mese e mezzo fra attentati e occupanti Usa in quella parte di città in cui ogni occidentale, senza adeguata protezione,

L' AMERICANO ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ognuno per ragioni differenti e con diversa forza contrattuale - Hu Jintao per la Cina, Ignácio Lula da Silva per il Brasile, Nicholas Sarkozy per la Francia e Angela Merkel per la Germania. E ognuno presenta un conto differente. Lula chiede che il nord del pianeta abolisca infine le antiche barriere protezionistiche (vedi l'agricoltura);

Merkel e Sarkozy: ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sul rilancio, la posizione resta diversa tra Usa e Europa, ma l'occidente si riunisce per chiedere a Cina e Giappone di fare di più. In mattinata, Barack Obama ha incontrato Gordon Brown: entrambi hanno convenuto che è importante «concentrarsi» sui punti in comune e non su «divergenze episodiche».

CORSO BLSD PER ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO PROTEZIONE CIVILE ( da "Basilicanet.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CORSO BLSD PER ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO PROTEZIONE CIVILE 02/04/2009 12.07.53 [Basilicata] Con la stipula del contratto tra lâ??assessorato alla Protezione Civile della Provincia di Potenza e Basilicata Soccorso si conclude la fase istruttoria che porterà , nei prossimi giorni, allâ?

Crisi economica Russia e Usa s'avvicinano ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina stabili e durature. Carico di nubi è rimasto invece il rapporto con l'Unione europea. Durante una conferenza stampa assieme al premier britannico, Gordon Brown, il presidente statunitense, dopo aver invitato gli altri Paesi a fare fronte comune e ad agire con urgenza contro la crisi globale, ha detto di essere «assolutamente fiducioso che il G20 rifletterà un enorme consenso»

Con Hu spunta il tabù diritti umani ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: lasciare che le tensioni sui diritti umani intralcino altri punti di cooperazione», ieri Stati Uniti e Cina hanno concordato fare ripartire almeno «la discussione sui diritti umani» il prima possibile. Durante l'incontro l'inquilino della Casa Bianca ha quindi accettato l'invito a recarsi in visita a Pechino nella seconda metà del 2009 (il presidente George W.

Consiglio per i diritti umani, svolta Usa: ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Diritti Umani non esiste il diritto di veto come invece è prerogativa Usa (assieme agli altri membri permanenti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina) in Consiglio di Sicurezza. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha dato il benvenuto al nuovo corso di Washington: «È un segnale concreto nella nuova era di impegno inaugurata dall'amministrazione Obama», ha detto un portavoce.

Intesa con la Russia: meno armi atomiche ( da "Arena.it, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E con la Cina più dialogo 02/04/2009 rss e-mail print Un laser anti missile: sullo Scudo spaziale è disgelo tra Russia e Usa LONDRA Obana vara il disgelo con la Russia e un rapporto più stretto con la Cina. Il presidente Usa e quello russo Medvedev hanno ufficializzato, nel loro primo incontro a Londra, la volontà di effettuare un «

G20 al via, scontro sui paradisi fiscali Berlusconi: noi con Francia-Germania ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: si scontra con la ferma opposizione della Cina e con un atteggiamento freddo da parte di Gran Bretagna e Stati Uniti. Le risorse Fmi L?ultima bozza del comunicato finale del G20 contiene la richiesta di aumentare di 500 miliardi di dollari le risorse a disposizione del Fondo Monetario Internazionale, che verrebbero così triplicate, salendo a 750 miliardi di dollari.

Maltempo: il punto della situazione con la Protezione Civile ( da "Targatocn.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il punto della situazione con la Protezione Civile Da ieri mattina la sala della Protezione Civile della Provincia di Cuneo opera 24 ore su 24 per monitorare gli effetti del maltempo che, da ormai 3 giorni, insiste con piogge intense sulla Granda. ?Speriamo in un?attenuazione delle precipitazioni a partire dal pomeriggio?

WTA Miami: solo una Williams andrà in finale ( da "Datasport" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Mentre la sorella Venus si è sbarazzata, in due set, della ceca Benesova (6-1,6-4). L'altra semifinale, vedrà di fronte la bielorussa Azarenka, contro la russa Kuznetsova. Risultati dei quarti di finale V. Williams (Usa, 5) b. Benesova (Cec, 26) 6-1, 6-4 S. Williams (Usa,1) b. Li Na (Cin) 4-6, 7-6 (7-1), 6-2.

G20/ FRATTINI: UN ACCORDO È NELL'INTERESSE DELL'EUROPA ( da "Wall Street Italia" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Non possiamo lasciare che Usa e Cina decidano fra loro" -->Roma, 2 apr. (Apcom) - Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, auspica "una linea d'intesa comune" sugli strumenti per affrontare la crisi economico-finanziaria, come risultato del G20 in corso a Londra. "Credo che già oggi dovremo avere una linea d'intesa comune, o quanto meno non dare l'

Crisi, Frattini: intesa Usa-Ue si può (ancora) fare ( da "Dire" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: intesa Usa-Ue si può (ancora) fare "Credo che un punto di intesa si possa trovare, oggi sarebbe molto pericoloso e controproducente avere una divisione tra Stati Uniti, e magari Cina da un lato e l'Europa dall'altro". Così il ministro degli Esteri commenta le divisioni emerse al G20 di Londra ROMA - "Credo che un punto di intesa si possa trovare,

G20: i consigli della community ai grandi del mondo ( da "Data Manager" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: regole a quella che oggi si chiama globalizzazione”. Gli fa eco Cesare196 secondo cui, in maniera più drastica, i governi “debbono smetterla di ragionare in maniera “globale”, perché proprio la globalizzazione ha fatto da meccanismo di propagazione della crisi”

GLI INCONTRI CON RUSSIA E CINA ( da "Gazzettino, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: GLI INCONTRI CON RUSSIA E CINA Giovedì 2 Aprile 2009, Londra Barack Obama ha mantenuto la promessa di rilanciare i rapporti con Mosca concordando, nel suo primo faccia a faccia con il presidente russo Dmitri Medvedev, a Londra alla vigilia del G20, di avviare negoziati per la riduzione degli armamenti strategici, per sostituire il trattato "Start"

Londra I grandi in ordine sparso impegnati in una corsa contro il tempo, costretti a dribblare d... ( da "Gazzettino, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: altra parte gli Stati Uniti e in misura diversa la Cina, insistono che solo piani di stimolo fiscale possono far ripartire l'economia celermente. Sul tavolo del summit c'è anche il rilancio del Fondo Monetario Internazionale: si parla di un raddoppio del capitale a 500 miliardi di dollari mentre gli Usa puntano ad arrivare a 750 miliardi.

Ecco perché Obama chiede proprio all'Italia una mano sul clima ( da "Foglio, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina, il Giappone, l?India e la Corea del Sud, la Asia Pacific Partnership for Clean Development and Climate, che il mondo ecologista e alcuni rappresentanti più o meno ufficiali dell?Unione europea bollarono come “l?anti Kyoto”. In un certo senso, a ragione: come il processo di Kyoto è pletorico e dispersivo,

LONDRA. IL RESET DELLA POLITICA ESTERA MONDIALE, ANNUNCIATO DAL VICE PRESIDENTE JOE BIDEN E TESTARDA... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con la Cina ha fatto un passo avanti dopo l'incontro, sempre ieri a Londra, fra il presidente e l'omologo cinese Hu Jintao; scenario sempre il G20, l'incontro fra i venti grandi paesi che ci dovrebbero portare fuori dalla crisi economica mondiale. Per Barack Obama e Dmitri Medvedev era quello di ieri il primo incontro.

NEW YORK. NUOVA SVOLTA DELL'AMERICA DI BARACK OBAMA SUL FRONTE DELLE ISTITUZIONI MULTILATERALI: GLI ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il diritto di veto come invece è prerogativa Usa (assieme agli altri membri permanenti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina) in Consiglio di Sicurezza. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha dato il benvenuto al nuovo corso di Washington: «È un segnale concreto nella nuova era di impegno inaugurata dall'amministrazione Obama», ha detto un portavoce del Palazzo di Vetro.

Crollano gli scambi con l'Italia ( da "Denaro, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina diviene il terzo partner commerciale della Turchia con un interscambio di 1,72 miliardi di dollari (interscambio -33 per cento '09/'08), precedendo gli Usa (1,677 miliardi di dollari l'interscambio -24,5 per cento '09/'08) e l'Italia, che si attesta al quinto posto con un interscambio di 1,674 miliardi di dollari (-

G20, Obama di fronte all'asse Sarkozy-Merkel. Ma la partita è anche con la Cina ( da "Rai News 24" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa e Cina hanno concordato di lavorare insieme sulle questioni della Corea del Nord, del programma nucleare dell'Iran e del Sudan. Si trovano d'accordo dul fatto che solo piani di stimolo fiscale possano far ripartire l'economia in tempi rapidi.

Per l'Europa il G2 è una iattura ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 2009 - pag: 34 USA, CINA E IL RUOLO DELLA UE Per l'Europa il G2 è una iattura di ALBERTO QUADRIO CURZIO SEGUE DALLA PRIMA A questi temi si aggiunge anche l'ipotesi non scontata di un potenziamento di organismi come il Fondo monetario internazionale. È ben vero che la riunione cade in un momento di minor tensione sui mercati,

FilosofIschia ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ai problemi che sfidano il mondo globalizzato. Non a caso molti dei temi già adesso proposti per il convegno di Atene vertono intorno ai problemi della globalizzazione. Il mondo in cui viviamo è in crisi. Una filosofia che non rimane rinchiusa nel cerchio ristretto della vita universitaria potrebbe dare un contributo importante all'analisi dei cambiamenti epocali nei vari settori,

Reggio. Inaugurato oggi il nuovo Centro unificato di protezione civile ( da "Sestopotere.com" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: assessore provinciale alla Protezione civile Luciano Gobbi, dell'assessore alla Protezione civile del Comune di Reggio Emilia Franco Corradini, della responsabile dell'Unità operativa di protezione civile della Provincia Federica Manenti, dell'esperta del settore Rita Nicolini, di Paolo Lugli del Comune di Reggio Emilia e di Giorgio Ballarini,

G20, intesa su Fmi e paradisi fiscali Berlusconi: ( da "Corriere.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: tra cui la Cina e diverse nazioni europee, secondo quanto riportato dalle agenzie, avevano pensato di opporsi all'istituzione di una «black list» internazionale. Sembra invece che con il procedere delle ore sia stato trovato un accordo per imporre sanzioni ai Paesi che non si adegueranno ai nuovi regolamenti sulla trasparenza finanziaria decisi a Londra.

G20: confusione e pessime idee ( da "Blogosfere" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 44 in Economia e Globalizzazione Il G20 di Londra sarà ricordato come un esemplare momento di confusione ed inadeguatezza politica. I capi di Stato dei venti Paesi piu' industrializzati non solo non riescono a produrre uno straccio di analisi seria della crisi, ma molti di essi minacciano di adottare misure totalmente inidonee ad affrontarla.

La globalizzazione secondo Bill Clinton ( da "Stampaweb, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sul tavolo i temi della globalizzazione alla luce della recente crisi economica: l?aumento della povertà e delle disuguaglianze, la necessità di garantire un?educazione a tutti in ogni luogo e un commercio equo e solidale tra paesi sviluppati e tra questi e quelli in via di sviluppo.

Crisi della mondializzazione? ( da "AprileOnline.info" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: India e Cina), che sono stati la principale destinazione del flusso di Ide negli ultimi anni, una significativa inversione di tendenza, dovuta alla ridotta disponibilità di capitali a livello mondiale. Secondo alcuni la fase della mondializzazione, caratterizzata da scambi intercontinentali, sta lasciando il campo ad una fase di regionalizzazione,

Berlusconi: ( da "Corriere.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma «non si è potuto condensarlo in una norma generale perché Paesi come Cina e l'India non avrebbero mai la possibilità di sopperire a stipendi e salari dei posti di lavoro che si potranno perdere». VERTICE IN GIAPPONE - Il presidente del Consiglio ha annunciato che «ci sarà un'altra riunione del G20 entro l'autunno.

##NORDCOREA/CONTO ALLA ROVESCIA PER LANCIO SATELLITE PYONGYANG ( da "Wall Street Italia" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Stando alle reazioni di USA, Giappone e Corea del Sud le intenzioni pacifiche di Pyongyang hanno riscosso poca credibilità. Soltanto la Cina, informata per tempo già da gennaio quando il capo dell'Ufficio Internazionale del Partito Comunista Wang Jiarui si è recato in missione nel Nord, non si sbilancia.

CRISI/ D'ALEMA: UE CONSERVATRICE, NON DÀ RISPOSTE INNOVATIVE ( da "Wall Street Italia" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: a differenza di quanto stanno facendo Usa e Cina non riesce a dare risposte innovative per affrontare la crisi economica. Lo sostiene Massimo D'Alema che in un'intervista Redtv parla del "grande impulso che la nuova amministrazione Usa sta dando per affrontare i problemi reali posti dalla crisi economica".

Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore?

Obama: "Il G20 è stato un punto di svolta" ( da "Rai News 24" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "Oggi - ha detto il presidente Usa - abbiamo dato prova di un ccordinamento storico, inimmaginabile 10 o 20 anni fa" tra Paesi molto diversi come Stati Uniti, Russia e Cina. Tutto ciò, ha aggiunto Obama "è un test per tutti noi a dimostrazione del grade lavoro fatto da Gordon Brown e dal suo staff".

*G20: Berlusconi e Tremonti soddisfatti, appuntamento alla Maddalena ( da "Velino.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e l?India non avrebbero mai la possibilità di sopperire a stipendi e salari dei posti di lavoro che si potranno perdere”. Il presidente del Consiglio ha poi annunciato che “ci sarà un?altra riunione del G20 entro l?autunno. Il capo del governo giapponese si è detto disposto a ospitare questa riunione e anche il presidente Usa Obama ha visto con favore la possibilità

Mip di Cannes: i format italiani sbarcano in USA ( da "Blogosfere" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa. In questo momento, i format della RAI dimostrano una capacità di penetrazione nei cosiddetti Bric (Brasile, Russia, India e Cina), nazioni che risentono della crisi mondiale ma non sono in recessione. RAI Trade sta puntando su questo ambito di mercato: ''Ci crediamo talmente tanto- spiega Nardello- che abbiamo sviluppato una forza vendite internazionale per cui abbiamo oggi

G8/ Ferrero: Non si deve fare, il liberismo ha fallito ( da "Virgilio Notizie" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I movimenti avevano ragione a Seattle e a Genova a contestare la globalizzazione ed hanno ragione a maggior ragione oggi a contestare la globalizzazione liberista e a indicare la strada per uscirne. Bisogna ascoltare i movimenti sociali, non reprimerne le loro giuste istanze".

##Nordcorea/ Conto alla rovescia per lancio satellite ( da "Virgilio Notizie" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Stando alle reazioni di USA, Giappone e Corea del Sud le intenzioni pacifiche di Pyongyang hanno riscosso poca credibilità. Soltanto la Cina, informata per tempo già da gennaio quando il capo dell'Ufficio Internazionale del Partito Comunista Wang Jiarui si è recato in missione nel Nord, non si sbilancia.

G8/ FERRERO: NON SI DEVE FARE, IL LIBERISMO HA FALLITO ( da "Wall Street Italia" del 02-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I movimenti avevano ragione a Seattle e a Genova a contestare la globalizzazione ed hanno ragione a maggior ragione oggi a contestare la globalizzazione liberista e a indicare la strada per uscirne. Bisogna ascoltare i movimenti sociali, non reprimerne le loro giuste istanze".


Articoli

cizzata riunione dei ministri del lavoro dei G8, le cui riunioni si concludono normalmente con ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere delle Alpi" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

cizzata riunione dei ministri del lavoro dei G8, le cui riunioni si concludono normalmente con ... cizzata riunione dei ministri del lavoro dei G8, le cui riunioni si concludono normalmente con semplici manifestazioni d'intenzione. D'altro canto, il summit dei G20 di Londra, si è mostrato sin dall'inizio incline a concentrare la sua attenzione sulla regolamentazione dei mercati finanziari e delle attività bancarie, ma non sufficientemente sulle misure in grado di stimolare l'economia e ridurre gli effetti negativi della recessione sull'occupazione. Se nella nostra provincia, fino a pochi giorni fa, si parlava di 9.800 lavoratori in cassa integrazione, adesso sono ormai più di undicimila. Sul piano nazionale la Confindustria ha indicato che, tra la metà del 2008 e quella del 2010, verranno persi 507 mila posti di lavoro, provocando l'accusa di disfattismo da parte del governo che, per ragioni elettorali, cerca di minimizzare il fenomeno. La Commissione europea, dal canto suo, parla della soppressione di 3,5 milioni di posti di lavoro durante il 2009, mentre l'organizzazione imprenditoriale europea pensa che la perdita sarà di 4,5 milioni. A sua volta, la Confederazione Europea dei sindacati calcola che, nell'UE, la disoccupazione salirà quest'anno all'11%, con 7-8 milioni di nuovi disoccupati. Secondo l'Ocse, il tasso di disoccupazione dei paesi G8 potrebbe avvicinarsi al 10%. Inoltre, nel gennaio 2009, il tasso medio di disoccupazione fu del 6,9%, vale a dire un punto in più rispetto al 2008. Ciò implica, secondo l'Ocse, che in un anno quasi 7,2 milioni di lavoratori si sono aggiunti ai già disoccupati dei paesi industrializzati. «Il mondo ha urgente bisogno di una strategia di ripresa coerente e orientata verso l'impiego», ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il direttore generale del Bureau International du Travail, Juan Somavia, suggerendo un patto mondiale per l'occupazione in grado di fronteggiare una crisi dell'impiego "grave e prolungata". Secondo Somavia, la disoccupazione mondiale, nel 2008, è stimata a 200 milioni d'unità e potrebbe aumentare di 51 milioni alla fine del 2009. 90 milioni di nuovi posti di lavoro dovranno essere creati nel giro di due anni se si vuole rispondere alla domanda e, detto per inciso, ridurre il rischio di una migrazione inverosimile verso i paesi industrializzati. La Confederazione sindacale internazionale, della quale fanno parte Cgil, Cisl e Uil e che rappresenta 168 milioni di lavoratori di 311 confederazioni sindacali nazionali, in 155 paesi del mondo, non si è limitata a denunciare il disastro occupazionale, ma ha consegnato ai governi del G20 un documento con indicazioni dettagliate rispetto alle misure necessarie per ridurre al massimo questo grave cataclisma sociale. In particolare suggerisce l'adozione di un programma di crescita durevole coordinato a livello internazionale con un massimo impatto sulla creazione di posti di lavoro. In particolare, suggerisce che i governi dovrebbero predisporre programmi d'investimenti nelle infrastrutture che stimolano la crescita della domanda a corto termine e aumentano la produttività nell'economia reale a medio termine, nonché misure per sostenere il potere d'acquisto dei bassi salari e quello delle famiglie con un unico reddito. Infatti, mettendo più soldi nelle tasche delle famiglie a reddito basso che si stimolerà l'economia, poiché esse saranno portate a spendere tutto e subito il supplemento di reddito disponibile. In periodo di recessione, investire nella protezione sociale e nei trasferimenti verso i servizi delle collettività locali, come educazione e sanità, assicura un risultato doppio rispetto a quello della riduzione delle imposte. La Confederazione sollecita inoltre investimenti nella "economia verde", un accordo sul cambiamento climatico, la nazionalizzazione delle banche in crisi con nuove regole per controllare la finanza mondiale, misure destinate a combattere la perdita di potere d'acquisto dei salari sovvertendo la tendenza della crescita d'ineguaglianze dei redditi e il rispetto delle convenzioni internazionali in materia di lavoro, anche per evitare una concorrenza basata sul dumping sociale. Infine, la Confederazione Sindacale Internazionale chiede la riforma radicale delle istituzioni intergovernative (Fmi, Banca Mondiale, Omc) per garantire un referente giuridico composto di norme e strumenti per una governanza efficace e responsabile di un'economia globalizzata, che oggi opera in uno stato di assoluta anarchia e nell'interesse dei soliti pochi. Enzo Friso

Torna all'inizio


Incontri anche in Veneto e Friuli (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

LE ALTRE SEDI Incontri anche in Veneto e Friuli ROVERETO. Il Festival delle città Impresa non è un'esclusiva di Rovereto. La manifestazione si svolge in contemporanea anche in Veneto e in Friuli. Tra gli appuntamenti più importanti che si svolgono in queste regioni segnaliamo "L'uomo nell'età della tecnica", in programma questa sera alle 21 nel teatro Astra di Schio. Presenta Eleonora Vallin, vicedirettore di Nordesteuropa.it, con la presenza del filosofo Umberto Galimberti. Sabato sera Riccardo Illy, imprenditore del caffè, sarà protagonista con lo studioso americano di urbanistica Richard Florida dell'incontro "La città creativa". Nel comune di Borgoricco (Padova) domenica mattina (ore 10) il docente Giovanni Costa, il costruttore Mario Carraro e il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella interverranno nel dibattito "Dal capannone alla città diffusa", moderato dal direttore del Corriere del Veneto, Ugo Savoia. Infine, sabato mattina (ore 11) a Montebelluna il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia interverrà assieme al presidente di Slow food Carlo Petrini nel corso di "Terrirorio e cultura locale: radici e futuro nell'era della globalizzazione" presieduto dal critico televisivo Aldo Grasso. (pat)

Torna all'inizio


Usa e Cina stendono l'agenda comune (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 02/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Usa e Cina stendono l'agenda comune Obama e Hu Jintao hanno rotto il ghiaccio. Istituito un gruppo di consultazione bilaterale permanente Il presidente Hu Jintao dopo l'incontro con Obama LONDRACrisi economica, Nord Corea e Iran, diritti umani. Il presidente americano Barack Obama ha avuto ieri a Londra un incontro ad ampio raggio col collega cinese Hu Jintao che ha portato alla creazione di un gruppo «per il dialogo strategico ed economico» ed ha visto l'inquilino della Casa Bianca accettare l'invito a recarsi in visita a Pechino nella seconda metà del 2009. Durante l'incontro, il primo faccia a faccia tra Obama e Hu, si è parlato molto della crisi economica. I due presidenti si sono impegnati a cooperare per rafforzare la crescita e rafforzare il sistema finanziario internazionale per evitare in futuro il ripetersi di crisi del genere. I due leader hanno dato il benvenuto ai rispettivi pacchetti di stimolo economico, concordando che stanno già cominciando a dare frutti per la stabilizzazione della economia. Il presidente Hu ha sottolineato il suo impegno a rafforzare e a migliorare i controlli sul sistema macroeconomico e ad ampliare la domanda interna, specie quella dei consumatori, per garantire una crescita sostenibile. I due leaders hanno concordato che le istituzioni finanziarie internazionali (come l'Fmi) dovrebbero avere più risorse per aiutare i mercati emergenti e le nazioni in via di sviluppo. Vi è stato anche accordo sulla necessità per mutamenti radicali nella struttura di comando delle istituzioni finanziarie internazionali in modo da rispecchiare il nuovo peso dei mercato dei Paesi emergenti nel sistema globale (un tema che sta particolarmente a cuore alla Cina). Il gruppo per il «dialogo strategico ed economico» sarà ad alto livello (da parte Usa vi saranno anche il segretario di Stato Hillary Clinton ed il ministro del Tesoro Tim Gaithner) ed avrà la prima riunione questa estate a Washington. Obama e Hu hanno deciso di lavorare insieme su problemi come la denuclearizzazione della penisola coreana, il programma nucleare dell'Iran, l'emergenza umanitaria nel Sudan. Sul fronte delicato del rispetto dei diritti umani i due presidenti hanno concordato di «far ripartire la discussione prima possibile». È stato inoltre concordato di aumentare la cooperazione in settori come l'ambiente, la lotta al cambiamento del clima, la ricerca di energia pulita e rinnovabile. Obama ha accettato l'invito di Hu a visitare il Paese entro l'anno. Il presidente George W. Bush aveva fatto una controversa visita in Cina la scorsa estate in occasione dei Giochi olimpici mentre infuriava la protesta dei monaci del Tibet. A Londra gli occhi di tutti gli osservatori sono puntati su Obama e Hu, rappresentanti delle due potenze che davvero contano a livello globale.

Torna all'inizio


Borse di studio per studenti globetrotter (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 02/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:scuola Borse di studio per studenti «globetrotter» Da Fondazione Asm contributo a due ragazzi che partiranno per Usa e Costa Rica con Intercultura Rosangela Comini con i due giovani in partenza: Luca andrà in Costa Rica ed Elena negli Usa Luca Antonelli ed Elena Almici partiranno tra pochi mesi, con l'associazione Afs Intercultura, per frequentare il quarto anno di scuola superiore rispettivamente in Costa Rica e negli Usa. A loro sono state consegnate infatti lunedì le borse di studio parziali elargite dalla Fondazione Asm. Diciassette diverse culture si sono respirate per l'occasione nel salone della Congrega in via Mazzini, dove Rosangela Comini, presidente di Asm, insieme ad Anna Rita Marini Fasser, Lauretta Corti e Donatella Cremonesi Derada di Intercultura hanno accolto i ragazzi stranieri a Brescia nell'ambito del progetto da ormai 6 mesi e i dodici ragazzi stranieri ospitati in altre località italiane ma protagonisti di un ulteriore «scambio» e quindi a loro volta in città dal 28 marzo al 5 aprile. Oltre, naturalmente, a Luca, studente del Calini, ed Elena, iscritta all'istituto Fermi di Salò. Il desiderio di «un contatto con altre culture, di un'esperienza particolare e di fare nuove amicizie» spinge i due giovanissimi a partire. Elena non è affatto spaventata dall'esperienza che le si prospetta: «Penso solo alle cose belle che mi aspettano per 10 mesi - spiega -. La mia prima scelta sarebbe stata il Giappone ma sono ugualmente felice». A Luca mancheranno un po' gli amici durante il semestre (prolungabile) in Costa Rica, ma è «pronto a indossare la divisa e a mangiare riso e fagioli per colazione - scherza -. Cosa mi aspetto? Prima di tutto di imparare lo spagnolo e l'inglese». «Intercultura dà la possibilità ai ragazzi, ospitati in famiglia, di capire davvero come le persone vivono quotidianamente negli altri Paesi - commenta Rosangela Comini -. La Fondazione è felice di investire in occasioni di incontro tra culture e in particolare sui giovani, che dovrebbero insegnare agli adulti quanto sia importante viaggiare e conoscersi». «I ragazzi con Intercultura condividono la loro esperienza con coetanei di tutto il mondo e nascono amicizie che durano tutta la vita» aggiunge Marini Fasser, presidente del Centro locale dell'associazione. Lo conferma la mamma di Giulia Rolfi, vincitrice lo scorso anno della borsa di studio messa a disposizione dalla Fondazione Asm insieme a Daniele Pelizzari. Giulia ora è in Cina, Daniele in Usa. «Non credo abbia voglia di tornare - dice la mamma -. È molto felice di vivere quest'esperienza ed è entrata perfettamente nei ritmi di vita cinesi». I ragazzi che partiranno tra luglio e settembre con Intercultura sono 29, selezionati sulla base di 72 richieste. E della scuola italiana che si dice? «Il rapporto tra ragazzi e professori è più formale» commenta Gyasi, approdato da Los Angeles a Catania. «Ma stiamo imparando molte cose - aggiunge la caraibica Sara -. E per la prima volta ho dovuto mettere un giubbino».c. c.

Torna all'inizio


La festa dei volontariin difesa dei boschi (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La festa dei volontariin difesa dei boschi sabato a caricamento bambini in piazza insieme a forestale, protezione civile e vigili del fuoco IL KIT del volontario sarà regalato a tutti i bambini che porteranno - sabato mattina a partire dalle 11 in piazza Caricamento - un disegno o una poesia dedicati alla protezione civile e alla salvaguardia dei boschi. E sarà un modo per coinvolgere anche i più piccoli in occasione di "Noi per voi" sabato, giornata dedicata alla salvaguardia della natura, alla difesa del verde e del territorio colpito dagli incendi e dai dissesti idrogeologici,. È un'iniziativa che torna per la quarta volta, promossa dalla Regione Liguria, assessorato all'Agricoltura e alla Protezione civile, che si svolgerà in contemporanea a Genova e alla Spezia La festa è dedicata ai volontari della Protezione civile, al personale del corpo forestale dello Stato e ai vigili del fuoco, tutti quotidianamente impegnati nella conservazione del territorio e del patrimonio boschivo. A Genova la manifestazione si aprirà alle 11, in piazza Caricamento, alla Spezia, alle 9, in piazza Europa. Sia a Genova, sia alla Spezia, i volontari saranno a disposizione dei cittadini che potranno ritirare materiale informativo e depliant con le "10 regole per non mandare in fumo i boschi". Ma grandi e piccoli avranno anche occasione di vedere e conoscere da vicino gli speciali automezzi e le diverse apparecchiature utilizzate nella lotta agli incendi e negli interventi di emergenza sul territorio. Il programma delle due manifestazioni prevede esercitazioni dal vivo, come le prove di spegnimento simulato di incendi, insieme ad altre iniziative per i più piccini e dimostrazioni varie. Con una "chicca": tutti i bambini che porteranno nella piazza di "Noi per Voi" un disegno o una poesia, dedicati alla Protezione civile e alla salvaguardia dei boschi, riceveranno in omaggio un "kit del volontario" della Regione per la difesa del territorio, contenente la t-shirt con il numero verde del centro operativo regionale 800.80.70.47 e il tesserino del Salvaboschi. Sarà davvero festa, perché le statistiche dicono che - proprio grazie alle azioni di prevenzione e salvaguardia dei boschi - il numero medio annuo di incendi in Liguria, negli ultimi due anni, è sceso a 333 contro la media di 475 incendi degli anni precedenti. Meno o incendi e meno gravi, visto che la superficie di bosco distrutta si è praticamente dimezzata.E il 2008 è stato un anno particolarmente felice, con "soli" 289 incendi che hanno percorso 835 ettari di bosco e praterie. E l'assessore alla Protezione Civile della Regione Liguria. Giancarlo Cassini, riconosce che questo risultato è frutto dello sforzo di molti : «Sono risultati ottenuti soprattutto grazie grazie all'impegno degli oltre 3000 volontari, tra cui 2.400 specializzati nell'antincendio boschivo, che operano al fianco della forestale e dei vigili del fuoco. Il volontariato ligure è una straordinaria forza operativa, in possesso di un buon livello professionale e, oggi, anche di una sufficiente dotazione di attrezzature e automezzi».. 02/04/2009

Torna all'inizio


di GIANCESARE FLESCA Per un curioso paradosso, Barack Obama viene duramente contestato a Londra da singoli individui e da gruppi organizzati che ancora tre mesi fa lo esaltavano e (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

di GIANCESARE FLESCA Per un curioso paradosso, Barack Obama viene duramente contestato a Londra da singoli individui e da gruppi organizzati che ancora tre mesi fa lo esaltavano e ne proclamavano le capacità taumaturgiche di GIANCESARE FLESCA Per un curioso paradosso, Barack Obama viene duramente contestato a Londra da singoli individui e da gruppi organizzati che ancora tre mesi fa lo esaltavano e ne proclamavano le capacità taumaturgiche. E di queste capacità il presidente americano dovrebbe essere fornito per evitare che il G20 si concluda con la solita litania di comunicati e di impegnative che promettono di risolvere tutto al prossimo vertice, come ha fatto soprattutto l'Unione europea da quando è scoppiata la crisi. L'Europa che ha salutato con una standing ovation il trionfo di Obama si muove adesso nei suoi confronti con rudi e giuste pretese di chiarezza. In particolare la Francia di Sarkozy e la Germania di Angela Merkel chiedono agli Stati Uniti l'introduzione di durissime regole finanziarie e la messa al bando dei tanti «paradisi fiscali» che hanno permesso ai grandi tycoon di arricchirsi oltremodo a scapito dei comuni cittadini. Più in generale potenze come il Giappone e la Cina vogliono garanzie precise su un intervento sociale nei mercati mondiali, ad opera di uno Stato che torna interventista. Obama per il momento parla, come al suo solito, di problemi generali, rassicurando sul preteso protezionismo Usa un'Europa più debole di sempre, attraversata da linee politiche che non corrono mai in parallelo. Più fortunata sembra invece la prima missione planetaria del capo dell'amministrazione americana. Con l'omologo russo Medveded ha confermato l'intenzione di ridurre assieme gli armamenti e di accantonare per ora i missili degli Stati Uniti in Polonia e quelli russi a un centinaio di chilometri, nella gelida Kaliningrad. La conferma del disgelo con Mosca fa tirare al mondo un sospiro di sollievo. Ma non va dimenticato che Russia e Cina hanno un'alleanza strategica strettissima. Per non fare cosa sgradita agli americani, il presidente Hu Jintao ha invitato Obama in Cina. Sarà una durissima prova per il presidente americano: come parlare di diritti umani mentre Pechino fa fluttuare nella stratosfera finanziaria circa cento miliardi di dollari? In Occidente come in Oriente Barak Obama dovrà dimostrare la sua qualità di leadership, proprio mentre la leadership americana viene messa in discussione dalla metà del pianeta. Ci riuscirà? Molto dipenderà da quanto egli riuscirà a parlare chiaro già da ora come ha sempre fatto coi suoi interlocutori. 02/04/2009

Torna all'inizio


Lezione su Internet e dintorni all'università della Terza età (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lezione su Internet e dintorni all'università della Terza età Internet, panacea di tutti mali? «Non direi, ma di certo può essere d'aiuto». Anche e soprattutto in tempi di crisi, l'universo telematico può dare una mano. Lo hanno imparato ieri gli "alunni" dell'Università dell'età libera (o della terza età), nell'incontro avuto con la docente della Cattolica Elena Murelli, proprio nelle sede piacentina del Sacro Cuore. Tema: web e dintorni. L'insegnante d'Informatica generale, con una dettagliata relazione, ha offerto prima una panoramica sulla rete, addentrandosi poi nelle possibilità che quest'ultima offre anche in tempi recessivi. Così, gli "studenti" sono stati edotti sul significato di "portale", "mail", "motore di ricerca", con i relativi servizi. Hanno approfondito il concetto di "globalizzazione tecnologica", in cui, purtroppo, il divario tra i Paesi avanzati e quelli in via di sviluppo è ancora elevato. Infine, ecco le opportunità "internettiane". «Internet non è la risposta alla crisi - dice Murelli -, ma dà alcuni modi per risparmiare, con le associazioni di consumatori, oppure con i produttori di generi alimentari che, tramite il sito, abbassano i prezzi». L'incontro di ieri dell'Università ha visto una buona partecipazione di pubblico, e, a fine aprile, fa sapere il coordinatore Alberto Rocca, sarà proposta una relazione sulla salute alimentare. rover 02/04/2009

Torna all'inizio


G20 anticrisi al via, subito contrasti (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G20 anticrisi al via, subito contrasti Sarkozy e Merkell bocciano la bozza di intesa. Obama e Brown: dobbiamo agire in fretta Giovedì 2 Aprile 2009, Francia e Germania decisi, Stati Uniti e Gran Bretagna per maggiori incentivi alla crescita, Cina per più fondi al Fmi. I grandi si presentano in ordine sparso al vertice sulla crisi economica del G20 che si aprirà oggi, impegnati in una corsa contro il tempo, costretti a dribblare diktat e paletti, avvertimenti e minacce, ma comunque lanciati verso un accordo al ribasso. Il presidente Usa Barack Obama ha lanciato un appello alla vecchia Europa a superare le divisioni cercando le convergenze, bastonando i primi imputati di questa crisi: «Le banche devono essere ripulite». Una divisione che il premier Silvio Berlusconi ha di fatto confermato assicurando che oggi saranno sicuramente prese delle decisioni «opportune» ma che molto resterà da fare fino al G8 sotto presidenza italiana. Sarà a luglio, alla Maddalena, che saranno varate le regole vere. È stata comunque una vigilia di tensione, con la City della capitale britannica assediata per ore e ore, una filiale della bank of Scotland attaccata, diversi scontri e 23 fermati. Un uomo, coinvolto nei disordini, è morto per collasso cardiaco. Numerosi i feriti. Alle pagine 2 e 3

Torna all'inizio


obama per il disarmo atomico chiede l'aiuto di russia e cina - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 8 - Esteri Le colpe della recessione Il lancio del missile coreano Obama per il disarmo atomico chiede l´aiuto di Russia e Cina E dopo una giornata di vertici il presidente Usa regala un iPod alla Regina La diplomazia A questo punto, più che discutere su chi sia colpevole della crisi economica globale preferisco cercare di risolvere il problema, guardare avanti e non indietro Il lancio del nuovo missile da parte della Corea del Nord, se avverrà, sarà una provocazione, una violazione delle risoluzioni dell´Onu e un attentato alla stabilità e alla sicurezza della regione (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) DAL NOSTRO INVIATO mario calabresi Poi è entrato a Buckingham Palace e si è rilassato, tanto che alla Regina ha regalato un i-pod carico di immagini e canzoni. La prima giornata del viaggio europeo di Barack Obama è stata micidiale: tre faccia a faccia internazionali, una conferenza stampa, un tè con Elisabetta II e il principe Filippo, un incontro di cortesia con il leader dell´opposizione David Cameron (probabile prossimo primo ministro britannico) e la cena a Downing Street con i leader del G20. Un totale di 14 ore e 30 minuti di colloqui e riunioni, in un giorno in cui gli incubi nucleari del passato, del presente e del futuro si sono mescolati: prima Obama ha lanciato insieme al presidente russo Medvedev un nuovo negoziato sulla riduzione delle armi strategiche (i missili intercontinentali a testata atomica), la cui prima versione era stata firmata quando lui ancora studiava legge ad Harvard. Si deve essere ricordato di quella visita nel 2005 al sito nucleare russo di Perm, la sua prima missione da neoeletto senatore al seguito del più esperto Richard Lugar, quando imparò che la diplomazia è pazienza: i russi li fecero aspettare per molte ore chiusi in una piccola stanzetta, ma Obama non si scompose e si mise a dormire sul divano. Dopo aver scongelato i rapporti con Mosca e aver tolto dal tavolo lo scudo antimissile amato da Bush, ha usato il faccia a faccia con il presidente cinese Hu Jintao per avvertire la Corea del Nord che considererà l´annunciato lancio del nuovo missile Taepodong 2, capace di raggiungere le Hawaii e l´Alaska, «una provocazione, una violazione delle risoluzioni dell´Onu e un attentato alla stabilità e alla sicurezza della regione». Infine ha usato il suo primo incontro con il leader russo e la decisione di lavorare per smontare quello che resta della Guerra Fredda (l´idea è di ridurre le testate strategiche da 2.200 a 1.500) come strumento di pressione sull´Iran. Il ragionamento del presidente americano si potrebbe sintetizzare così: mentre noi lavoriamo per chiudere la corsa agli armamenti del passato, non possiamo far partire una nuova gara atomica nel mondo islamico. Il presidente americano non solo teme un Iran nucleare ma sa anche che l´Arabia Saudita e l´Egitto sarebbero pronte a seguire la stessa strada, cercando di opporre un´atomica sunnita a quella sciita di cui cerca di dotarsi Teheran. Tutto in una giornata cominciata con le minacce di Sarkozy di boicottare il G20 - che hanno fatto sorridere Obama in conferenza stampa - e l´accusa all´America di aver infettato l´economia e la finanza mondiali. «Alcuni sono colpevoli ma tutti sono responsabili», ha replicato il presidente americano ai giornalisti inglesi, citando la frase preferita del suo professore alla scuola di legge, per aggiungere: «A questo punto più che di discutere su chi sia colpevole preferisco cercare di risolvere il problema, guardare avanti e non indietro». E poi ha ricordato a quegli europei che si mostrano scettici sulla sua ricetta keynesiana di rilancio dell´occupazione e dei consumi che «se la crescita ripartirà, il motore non potrà essere solo l´America». Non bastasse, Obama ha anche discusso di Tibet e Sudan con i cinesi, sottolineando che le organizzazioni non governative devono poter intervenire nell´emergenza umanitaria; e ha accettato l´invito di andare a Pechino in autunno e a Mosca a luglio. Chiedergli di rispettare l´etichetta degli inglesi in una giornata così sarebbe stato troppo: così, durante la conferenza stampa con Brown, si è fatto passare una bottiglia d´acqua e l´ha bevuta a canna, poi a Buckingham Palace è andato a salutare il principe Filippo senza aspettare - come prevede il galateo - che il Duca di Edimburgo gli allungasse la mano. Ma se si fosse fatto ingabbiare dalle formalità non sarebbe stato l´Obama che ha vinto le elezioni promettendo il cambiamento, un mondo meno burocratico e diviso. Lo ha voluto dimostrare in ogni momento, non solo è il presidente americano che rilancia l´amicizia con i russi, che discute con i cinesi e apre al dialogo con l´Iran, ma anche quello che non fa regali costosi con i soldi dei contribuenti. I tabloid inglesi poche settimane fa si erano scandalizzati quando Obama aveva omaggiato Gordon Brown, in visita a Washington, soltanto con un confanetto di 45 dvd con il meglio del cinema americano. Per di più, visti i diversi sistemi televisivi, si è scoperto che non si potevano vedere in Inghilterra, ma i tecnici di Downing Street, per evitare l´incidente diplomatico, hanno annunciato di aver fatto una modifica al lettore cd del premier britannico. Il presidente americano non se ne è curato, e rivolgendosi alla sovrana come fosse in visita da una cara vecchia zia le ha regalato un i-pod caricato con spezzoni di video della visita di sua maestà negli Stati Uniti nel 2007 e con vecchie canzoni americane. Elisabetta II, che ha 82 anni, non si è però stupita, visto che possiede un vecchio i-pod da 4 anni, da quando su suggerimento del figlio Andrea se lo fece comprare all´Apple Store di Regent Street. Lei invece ha seguito la tradizione, e ha donato a Michelle e Barack una foto con autografo sua e del principe Filippo in una cornice d´argento. L´unico cruccio di Obama deve essere quello di non aver visto nulla di Londra, di essere stato blindato nella residenza di Winfield House, circondato dal più grande parco privato di Londra: 49mila metri quadrati di giardino. Dalle finestre della villa si può vedere una grande cupola dorata, quella della Moschea Centrale di Londra, che dista meno di 200 metri. In mezzo, barriere, piloni di cemento e centinaia di poliziotti. E pensare che solo quattro anni fa, dopo una visita con una delegazione di senatori a Tony Blair, Obama uscì da Downing Street da solo, a piedi, e se ne andò a cena con la sorella più grande, a cui raccontò orgoglioso che l´avevano lasciato sedere nella poltrona di Winston Churchill.

Torna all'inizio


dalla cina agli usa, valzer delle debolezze così i grandi cercano la ricetta della ripresa - andrea bonanni (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Economia Tutti i paesi del G20 si siedono al tavolo di Londra con problemi e obiettivi diversi Dalla Cina agli Usa, valzer delle debolezze così i Grandi cercano la ricetta della ripresa Scontro sulle colpe e sugli assetti di potere che usciranno alla fine della recessione ANDREA BONANNI DAL NOSTRO INVIATO LONDRA - Non sarà un summit facile. Lo ha detto a chiare lettere Nicholas Sarkozy. Lo ha lasciato capire Angela Merkel. Lo ha ammesso indirettamente perfino Barack Obama, che pure nella sua prima missione europea è ben determinato a mostrare il volto di un´America tornata sorridente, amichevole, all´occasione perfino umile nell´ascoltare e nel cercare di capire le esigenze degli altri. Ma non sono tanto le divergenze, pure importanti, che rendono difficile il colloqui tra i Grandi, quanto piuttosto l´impossibilità di trovare una ricetta che ponga fine alla crisi e riporti indietro le lancette dell´orologio a quegli anni di «sviluppo insostenibile», che però faceva comodo a tutti. Ben consapevoli di quanto sia impari il compito che li aspetta, i capi di governo reagiscono in modo diverso ma tutti con il medesimo obiettivo di nascondere la loro impotenza collettiva. C´è chi, come gli americani e i cinesi, cerca di abbassare le aspettative sui risultati, si sforza di accentuare i punti di accordo e di mettere la sordina ai dissidi. Ma intanto Cina e Stati Uniti, legati a doppio filo dal gigantesco problema del debito americano, hanno già stabilito un tavolo bilaterale di «Dialogo strategico ed economico» che costituisce forse l´embrione di un «G2» destinato a pilotare il Pianeta. E poi ci sono gli europei, Sarkozy e Merkel in prima linea, che invece cercano di alzare le aspettative, perché sanno benissimo che, con il G8 che non conta più nulla e con il G20 troppo affollato ed eterogeneo per decidere davvero le sorti del mondo, l´Europa rischia di essere marginalizzata dai tavoli dove si fanno le scelte veramente importanti. Infine c´è il contorno degli altri Paesi. C´è la Russia, che ha capito subito come gira il vento e spende il proprio peso militare, secondo solo a quello degli Usa, per impegnare Obama in una trattativa di disarmo bilaterale riaffermando così il ruolo di grande potenza mondiale che il crollo dei prezzi energetici le ha tolto. C´è il Giappone, nella non invidiabile situazione di una potenza economica che assomma i problemi di chi ha un debito pubblico in crescita esponenziale (come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna) e di chi ha un´economia basata su esportazioni ormai crollate ai minimi termini (come la Germania o la Cina). E ci sono gli altri, i paesi emergenti come il Brasile, l´India, la Turchia a cui la crisi sta tagliando sotto i piedi l´erba dei capitali internazionali che avevano finanziato e sostenuto la loro travolgente crescita economica. Otterranno da questo vertice un impegno a lottare contro il protezionismo. Ma la vera corda che li sta strangolando è il drenaggio dei canali di credito internazionale. I contrasti che arrivano a questo vertice dei Venti hanno almeno due piani di lettura. Quello più palese, e ormai ampiamente dibattuto, vede da una parte gli americani, che reclamano dagli altri più investimenti pubblici per tornare a far girare il motore dell´economia mondiale, ma che sono restii ad affidare ad organizzazioni internazionali la governance dei mercati finanziari globali le cui regole fino a ieri erano state decise a Wall Street in splendida solitudine. Dall´altra ci sono gli europei, che non vogliono spendere più di quanto hanno già fatto anche per non creare una ennesima bolla che renderebbe precaria pure la nuova ripresa economica, ma che reclamano a gran voce un set di regole internazionali condivise per governare i mercati finanziari. Ma parallelo a questo dibattito, che al vertice si risolverà come sempre con una buona dose di compromesso, c´è un altro contrasto che nasce dall´analisi delle presunte «colpe» della crisi e investe già gli assetti di potere che usciranno al termine della recessione. E´ la polemica tra i Paesi come l´America che, con l´enorme deficit della loro bilancia dei pagamenti, hanno alimentato la crescita forzosa ed illusoria di questi anni, e quelli come la Germania o la Cina, che hanno accumulato un enorme surplus di ricchezza traendo beneficio dall´indebitamento degli altri. E´ la riedizione in forma globale dell´eterno scontro tra le cicale e le formiche. Gli europei, con la notevole eccezione della Gran Bretagna, si identificano piuttosto con le formiche, considerano gli americani come i primi responsabili della crisi e trovano logico che siano loro a pagare il conto più salato e ad accettare quelle regole che finora si erano limitati ad imporre al resto del mondo. Dall´altra parte gli Usa rinfacciano all´Europa, alla Cina e al Giappone di essersi arricchiti sulla pelle e sui debiti dei consumatori americani. E reclamano da chi ha un forte surplus di bilancia dei pagamenti un adeguato contributo a far ripartire l´economia. Il nuovo ordine mondiale nascerà dalla soluzione di questo braccio di ferro. Ma è ancora presto per capire dove si troverà il punto di compromesso.

Torna all'inizio


in cerca di leadership - giancesare flesca (sezione: Globalizzazione)

( da "Centro, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'OPINIONE IN CERCA DI LEADERSHIP GIANCESARE FLESCA Per un curioso paradosso, Barack Obama viene duramente contestato a Londra da singoli individui e gruppi organizzati che tre mesi fa ne proclamavano le capacità taumaturgiche. E di queste capacità il presidente dovrebbe essere fornito per evitare che il G20 si concluda con la solita litania di comunicati e di impegnative che promettono di risolvere tutto al prossimo vertice, come ha fatto soprattutto l'Unione europea da quando è scoppiata la crisi. L'Europa che ha salutato con una standing ovation il trionfo di Obama si muove ora nei suoi confronti con rudi e giuste pretese di chiarezza. In particolare la Francia di Sarkozy e la Germania di Angela Merkel chiedono agli Usa l'introduzione di durissime regole finanziarie e la messa al bando dei tanti «paradisi fiscali» che hanno permesso ai grandi tycoon di arricchirsi a scapito dei comuni cittadini. Più in generale potenze come Giappone e Cina vogliono garanzie su un intervento sociale nei mercati mondiali, ad opera di uno Stato che torna interventista. Obama per il momento parla, come al suo solito, di problemi generali, rassicurando sul preteso protezionismo Usa un'Europa più debole di sempre. Più fortunata sembra invece la sua prima missione planetaria. Con l'omologo russo Medvedev, Obama ha confermato l'intenzione di ridurre assieme gli armamenti e di accantonare per ora i missili Usa in Polonia e quelli russi a un centinaio di chilometri, nella gelida Kaliningrad. La conferma del disgelo con Mosca fa tirare al mondo un sospiro di sollievo. Ma non va dimenticato che Russia e Cina hanno un'alleanza strategica strettissima. Per non fare cosa sgradita agli americani, il presidente Hu Jintao ha invitato Obama in Cina. Sarà una durissima prova per il presidente americano: come parlare di diritti umani mentre Pechino fa fluttuare nella stratosfera finanziaria circa cento miliardi di dollari? In Occidente come in Oriente Barak Obama dovrà dimostrare la sua qualità di leadership, proprio mentre la leadership americana viene messa in discussione dalla metà del pianeta. Ci riuscirà? Molto dipenderà da quanto egli riuscirà a parlare chiaro già da ora come ha sempre fatto coi suoi interlocutori.

Torna all'inizio


Solo il pharma salva M&A e banche Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Finanza e Mercati" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Solo il pharma salva M&A e banche Usa da Finanza&Mercati del 02-04-2009 Merger and acquisition con il freno a mano tirato. Nel primo trimestre l'importo complessivo delle operazioni è del 14% inferiore a quello del trimestre precedente e del 30% in meno rispetto a un anno fa. L'unico comparto in movimento è quello farmaceutico: un settore che ha offerto in questo primo scorcio di 2009 una seria opportunità di guadagno per le investment bank. L'M&A che ha investito l'intero settore ha infatti permesso di ricavare laute commissioni, e la parte del leone l'hanno fatta Goldman Sachs, Jp Morgan e Morgan Stanley. Lo studio di MergerMarket non lascia adito a dubbi: Morgan Stanley ha superato Jp Morgan per valore delle transazioni, dopo che nel 2008 era scivolata al settimo posto della classifica (per importo delle operazioni) e all'undicesimo (per numero di operazioni). Ma nel primo trimestre la mega acquisizione di Petro Canada da parte di Suncor Energy ha permesso a Morgan Stanley il salto in avanti. Ma dopo quasi un biennio di crisi finanziaria e la scomparsa di attori del calibro di Lehman, Citigroup e Merrill Lynch ha catapultato alla ribalta boutique finanziarie quali Greenhill & Co. o Evercore Partners. Allo stesso modo hanno guadagnato posizioni anche Barclays (dal 29° al settimo posto a livello globale) e Nomura Holdings, passato dal 24° al secondo posto in Asia. Ad avvantaggiare i colossi a stelle e strisce è stato però anche il fatto che gran parte dell'M&A abbia coinvolto la Corporate Usa. In termini di valore delle transazioni, il 49% reca infatti la bandiera americana (era il 31% un anno fa), anche a causa del calo delle operazioni straordinarie in Asia: di recente, la Cina ha bloccato alcune operazioni di rilievo, fra cui, la più nota, è stata quella tentata da Coca-Cola sulla Huiyuan, azienda quotata che produce succhi di frutta.

Torna all'inizio


quel solco tra usa e europa - (segue dalla prima pagina) (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 28 - Commenti QUEL SOLCO TRA USA E EUROPA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) L´assenza di una leadership riconosciuta. Di ricette condivise. Perfino di un´analisi comune della crisi. Obama misura i limiti della sua influenza sul resto del mondo. Ha un carisma universale paragonabile a John Kennedy. Ma la sua capacità di dettare l´agenda internazionale è ai livelli di Jimmy Carter, un minimo storico per l´America. Non solo deve fare i conti con il peso crescente della Cina; perfino l´Europa è ben più riottosa del previsto. Obama credeva di avere fatto abbastanza per soddisfare il Vecchio continente. Una settimana fa il suo segretario al Tesoro annunciava una riforma drastica dei controlli sui mercati finanziari: hedge fund e derivati finiranno sotto la stessa vigilanza che disciplina le banche tradizionali. La lotta ai paradisi fiscali ha avuto una svolta con la "profanazione" del segreto bancario svizzero da parte del fisco americano. Ancora prima di aver varcato la soglia dei 100 giorni Obama ha avviato lo smantellamento graduale di trent´anni di neoliberismo. In cambio si aspettava un gesto da parte dell´Europa: più risorse pubbliche da spendere per le manovre di rilancio della crescita. Invece l´asse Sarkozy-Merkel incalza Obama chiedendogli di più: in particolare un´authority globale per la regolazione dei mercati finanziari. è un´idea difficilmente accettabile per Obama e soprattutto per il Congresso di Washington, riluttante a qualsiasi passo che somigli ad una "cessione di sovranità". Ma si inserisce perfettamente nell´atmosfera di processo al capitalismo finanziario angloamericano. La Merkel e Sar-kozy sono gli interpreti moderati dello stesso risentimento che ha riempito di manifestanti le vie di Londra. In fondo è la stessa rivolta contro il modello anglosassone la ragione per cui l´Europa nega a Obama nuove iniezioni di spesa pubblica. La Merkel denuncia il rischio di una esplosione dei deficit foriera di futura inflazione. Una crisi provocata dall´eccesso di debito finanziario non si cura con altre overdose di indebitamento: è la linea della cancelliera che riscuote consensi in Europa. Le incomprensioni sono quasi incolmabili. Gli americani non misurano l´importanza del Welfare State europeo, che con le sue tanto deprecate "rigidità" attutisce l´impatto sociale della recessione: basta confrontare le cifre dei licenziamenti da una parte e dall´altra dell´Atlantico. D´altronde molti europei non sembrano convinti che il rischio di una Grande Depressione sia reale. Visti dagli Stati Uniti, dove quello scenario viene preso molto sul serio, certi nostri governanti ricordano l´incoscienza di Herbert Hoover nel 1929. La Cina può aspirare a un ruolo di arbitro. Per la portata della sua maximanovra di spesa pubblica (quasi 500 miliardi di euro) Hu Jintao è più in sintonia con Obama. D´altra parte i dirigenti cinesi condividono l´aspirazione europea a una riforma concertata delle regole della finanza. Vi aggiungono una richiesta così radicale da suonare quasi come una provocazione: la fine del ruolo del dollaro come valuta globale, per ridurne gli effetti destabilizzanti. Il ballon d´essai lanciato dal governatore della banca centrale cinese ci ricorda che dentro questo G-20 avvengono assestamenti sismici: il totale dei paesi rappresentati fa l´85% del Pil del pianeta, ma la parte dell´Occidente si rattrappisce a gran velocità. Certe divergenze sono quasi inconciliabili perché derivano da ruoli opposti nella divisione internazionale del lavoro. Da una parte ci sono paesi strutturalmente debitori che hanno usato la leva della finanza per colmare l´insufficienza di risparmio interno: Obama e Brown governano due di questi Stati. Dall´altra ci sono nazioni strutturalmente esportatrici che hanno accumulato attivi commerciali: Hu Jintao e la Merkel da questo punto di vista sono sullo stesso lato della barricata. Lo scontro fondamentale verte su come andranno ripartiti i sacrifici per uscire dalla Grande Recessione. Con quali livelli di tassazione delle generazioni attuali e future. Con quali scappatoie di "consolidamento dei debiti" attraverso svalutazioni e inflazioni. I leader riuniti al summit odierno faranno di tutto per evitare che le apparenze ricordino il precedente storico più infausto: la conferenza di Londra del 1933, finita con un clamoroso fallimento, proprio mentre il mondo si avvitava nella Grande Depressione. è utile rievocare anche il seguito. Tra i paesi più efficaci nel combattere la disoccupazione di massa si segnalò la Germania di Hitler. Oggi non c´è un Hitler all´orizzonte; ma un modello di capitalismo illiberale e autoritario, la Cina, sta usando questa recessione per rafforzare la sua influenza mondiale. è un paese che ha il vantaggio di saper mobilitare investimenti statali a una velocità ineguagliabile. Sarebbe anche la sede ideale di un prossimo G20, se lo si preferisce senza no global e senza vetrine infrante.

Torna all'inizio


la cgil sta dividendo i lavoratori ma ritroveremo l'unità d'azione - gianni favarato (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 22 - Cronaca «La Cgil sta dividendo i lavoratori ma ritroveremo l'unità d'azione» L'INTERVISTA Lino Gottardello leader della Cisl GIANNI FAVARATO Lino Gottardello, ex operaio metalmeccanico, già segretario generale della Cisl di Venezia dal 2003, la scorsa settimana è stato eletto a capo della Cisl riunificata a livello provinciale che, con 70 mila iscritti, tallona i 77 mila della Cgil. Perché la Cgil sta scioperando da sola contro il Governo per la mancanza di serie misure anti-crisi? «Noi riteniamo che il forte impegno necessario per uscire dalla crisi economica richiede una forte coesione a livello nazionale e locale per dare risposte adeguate ai problemi. Per questo riteniamo grave e sbagliata la scelta della Cgil di non firmare l'accordo che riforma la contrattazione e di proseguire con scioperi e assemblee che portano solo una profonda spaccatura tra i lavoratori». La Cgil però dice che ben 33 mila lavoratori hanno votato il suo referendum? «In realtà, questo dato conferma che il referendum non è uno strumento democratico perché riesce a coinvolge un numero marginale di lavoratori. 33 mila non sono nemmeno la meta degli iscritti della Cgil e un referendum deve avere almeno il 50% dei voltanti per essere valido, un quorum che non potremo mai raggiungere visto che in città e provincia di sono 260 mila lavoratori dipendenti. E' meglio affidarsi agli organismi sindacali e alla consultazione dei lavoratori. Su queste basi è possibile ritrovare le ragioni dell'unità sindacale in primo luogo a livello locale e, come già avvenuto in passato, sui contenuti di una necessaria piattaforma nazionale su fisco e sviluppo. Perché questa crisi economica fa così tanta paura? «E' la più complessa, estesa e imprevedibile di cui si abbia memoria. Per questo dobbiamo garantire gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori, compresi i dipendenti di aziende artigiane e i disoccupati che non hanno nessuna copertura sociale. Occorre un centro unico di incontro tra domande ed offerta e potenziando formazione e riqualificazione professionale per chi cerca il primo lavoro e chi l'ha perso e ne deve imparare un altro». Le colpe della crisi che contagia anche le aziende veneziane di chi sono? «Le cause più profonde risiedono sulla globalizzazione senza qualità che viviamo e del modello economico che impone una crescita illimitata, anche a costo di produrre e consumare in quantità crescente cose che non servono e danneggiano l'ambiente e la salute. Dobbiamo cogliere quest'occasione che la crisi ci impone per affermare un nuovo modello di sviluppo sostenibile». Volete cambiare il tanto decantato modello veneto? «La globalizzazione e la concorrenza cinese ce lo hanno insegnato, puntare solo su produzione a basso costo piuttosto che alla qualità del prodotto porta alla disfatta, sopratutto per le aziende piegate su se stesse e sottocapitalizzate. Chi non punta sulla qualità, sull'innovazione e non fa sistema, difficilmente sopravviverà. E' finita l'epoca dell' imprenditore che lavora a testa bassa senza guardarsi intorno e senza fare gioco di squadra». L'economia veneziana ce la farà ad uscire dalla crisi? «Il territorio veneziano ha grandi potenzialità e un'area metropolitana che può far da volano a tutto il Veneto, a cominciare da Porto Marghera». Ma a Porto Marghera chimica e siderurgia sono nell'occhio della crisi e le aree abbandonate aspettano da anni bonifiche e rilancio? «La chimica sconta l'incapacità delle grandi industrie e delle istituzioni di innovare le produzioni, tranne che per le nano-tecnologie e la produzione e l'impiego dell'idrogeno che possono dare grandi ricadute. In quanto alle mancate bonifiche e all'abbandono di grandi aree già infrastrutturate sono d'accordo con il sindaco Cacciari che invita al presidente della giunta veneta, Giancarlo Galan, a convocare al più presto un tavolo di concertazione per uscire dall'immobilismo». Volete anche voi un altro commissario straordinario? «Per lo sviluppo di Porto Marghera abbiamo già concertato nel protocollo regionale che la Cgil non ha voluto firmare, un modello di rilancio e sviluppo che spazia dalla logistica al turismo e alla riqualificazione ambientale. Ma per farlo si deve, quanto prima, costituire una società pubblico-privata che si deve prendere in carico le bonifiche e il riutilizzo delle aree libere da parte di nuovi investitori, su progetti condivisi a prezzi compatibili». E oltre Porto Marghera? «Venezia è una città complessa e ha un cuore metropolitano. Ha già grandi infrastrutture, il porto, l'aeroporto, il Passante e progetti da realizzare sull'Alta Velocità, la Romea Commerciale il Quadrante di Tessera e, perchè no, anche Veneto City. Poi ci sono grandi opere in realizzazione come il Mose, ci sono l'Università, strutture socio-sanitarie d'eccellenza, il parco tecnologico e scientifico Vega e un marchio di città conosciuta in tutto il mondo, capace di attrarre grandi interessi, grandi capitali finanziari e management interessato a investirli qui».

Torna all'inizio


industria teramana: oggi il forum a scienze politiche (sezione: Globalizzazione)

( da "Centro, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 4 - Teramo Industria teramana: oggi il forum a Scienze Politiche TERAMO. Le politiche di sviluppo del territorio della provincia di Teramo saranno al centro del secondo forum "L'industria teramana e i processi globali. Difficoltà e prospettive" in programma oggi alle 15.30 a Scienze politiche. L'incontro rientra fra le iniziative del Dottorato di ricerca in Analisi delle politiche di sviluppo e promozione del territorio. Obiettivo del forum è quello di offrire un'attenta analisi delle problematiche che attraversano il mondo dell'economia teramana, proponendo un confronto fra i soggetti che hanno la responsabilità di attuare politiche di sviluppo economico e territoriale. «Lo scenario dell'economia mondiale», afferma Bernardo Cardinale, coordinatore del dottorato di ricerca, «è profondamente mutato: l'emergere di nuove aree produttive e la rottura di equilibri consolidati hanno prodotto nuovi scenari geopolitici ed economici, la cui conoscenza è indispensabile per affrontare la competizione internazionale indotta dalla crescente fase di globalizzazione tecnologico-economica». Previsti gli interventi di amministratori, politici e rappresentanti di associazioni imprenditoriali.

Torna all'inizio


QUESTO LICEO È POCO SCIENTIFICO (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

QUESTO LICEO È POCO SCIENTIFICO PROPOSTE DI RIFORMA E se ripartissimo dalla scuola e dalla scienza? E se ripartissimo dalla creazione di un "vero" liceo scientifico? È per rispondere a queste domande che il Gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica, più noto come Comitato Berlinguer, dal nome dell'ex ministro del governo Prodi che lo presiede, ha organizzato il convegno «Per un nuovo liceo scientifico nel XXI secolo»? Non sono domande astratte: ma priorità politiche assolute. Alla prima domanda, per esempio, ha già risposto Barack Obama, che ha destinato 80 miliardi di dollari alla scuola e 21,5 alla ricerca scientifica, nel complesso 101,5 miliardi, che rappresentano il 12,9% del suo intero pacchetto anticrisi. La scelta ha un motivo molto semplice: per uscire dalla crisi gli Usa vogliono rafforzare la loro leadership nella società e nell'economia della conoscenza. Hanno bisogno quindi di più scienza e, ancor prima, di migliore educazione. Scelte analoghe sono state realizzate in tutto il mondo, dalla Svezia alla Cina. In Italia, invece, il governo Berlusconi in assoluta controtendenza taglia i fondi e persino gli orari alla scuola. E riduce il budget delle università e della ricerca. La seconda domanda è conseguenza della prima. Il liceo scientifico ha un ruolo importante nel panorama della scuola media superiore italiana: è il più frequentato. Viene scelto, infatti, da uno studente su quattro. Nel 2010 si prevede che esisteranno 27 diversi curricoli (tra licei e istituti tecnici) per la scuola media superiore: il 25% dei ragazzi ne sceglierà uno, lo scientifico; il restante 75% si distribuirà sugli altri 26. Ebbene, il liceo scientifico che è frequentato da un quarto dei ragazzi italiani non è abbastanza scientifico. È ancora di stampo gentiliano. La scienza è marginale: in pratica, è un classico senza il greco. C'è poca scienza in termini di orario. Ma, soprattutto, la scienza è insegnata con un approccio inadeguato. Un approccio che Luigi Berlinguer definisce gnoseologico e deduttivo. In pratica, gli studenti leggono molto i manuali ma entrano raramente in un laboratorio. Invece dovrebbero apprendere la scienza come metodo per scoprire il mondo. Non è una nostra invenzione. La gran parte della riflessione pedagogica in tutto il mondo ritiene che l'educazione scientifica debba essere "inquiry-based", fondata sull'indagine sperimentale. L'idea non solo è stata fatta propria ma è considerata decisiva dall'Unione europea (si veda il recente rapporto «Educazione scientifica ora: una pedagogia rinnovata per il futuro dell'Europa» redatto della commissione Rocard). Di qui la proposta del Comitato Berlinguer. Aumentiamo la quantità e la qualità della scienza nel liceo scientifico. Rendiamo opzionali alcuni insegnamenti, come il latino. Rendiamo davvero scientifico il nostro liceo. È un investimento per il futuro.

Torna all'inizio


La rivolta anticrisi riporterà in scena estremisti e xenofobi (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

«La rivolta anticrisi riporterà in scena estremisti e xenofobi» Lo storico britannico: Obama trova un'Europa diminuita come la sua America ma a differenza di Bush ha capito che l'Occidente ormai non può uscire dal tunnel da solo UMBERTO DE GIOVANNANGELI Trovo «naturale che in una situazione come questa, in cui somme colossali sono state depredate da personaggi incompetenti, ai quali non si sarebbe dovuto affidare neanche un negozio di rigattiere, si manifesti un disagio sociale che rischia di trasformarsi in una "jacquerie" metropolitana, in una rivolta di piazza che non trova sbocchi politici. Sono abbastanza pessimista. Perché penso che quando la disoccupazione crescerà ulteriormente, la protesta esploderà e a trarne vantaggio saranno i gruppi xenofobi estremisti». Gli scontri di Londra e l'incontro tra Barack Obama e i leader europei analizzati da uno dei più autorevoli storici europei: il professor Donald Sassoon, autore di numerosi saggi, tra i quali quello in questi giorni nelle librerie: «La Cultura degli Europei» (Rizzoli, 2009). Professor Sassoon, quale Europa trova il presidente Usa Barack Obama? «Trova una Europa fondamentalmente disunita su come affrontare la crisi. Ma Obama in Europa non incontra solo l'Europa, ma incontra anche l'India, il Brasile, la Cina. Mi riferisco al G-20, divenuto più importante del G-8....». Cosa significa questo? «C'è stata una accettazione da parte dell'Occidente che il mondo non gli appartiene più. Obama non trova solo una Europa disunita, trova anche una Europa "diminuita". E anche l'America è "diminuita": ed Obama, essendo una persona intelligente, lo ha capito e lo ha anche praticamente detto, nei limiti permessi ad un presidente degli Stati Uniti. Obama è venuto per ascoltare, per fare le cose insieme, insistendo nel suo primo discorso sul concetto che l'America da sola non può far uscire il mondo da questa fase estremamente critica». In questo riconoscimento c'è quella visione multilaterale di Obama che sembra essere il punto di rottura rispetto al suo predecessore ? «Bush viveva in un mondo utopico, dove gli Stati Uniti non avevano bisogno di nessuno; un mondo dove l'America, forte della sua potenza militare, si muoveva come fosse l'unica, inattaccabile, iper potenza planetaria. Obama arriva sull'onda della sconfitta di questa politica e, in un certo senso, rappresenta un'America che è stata "diminuita". Quando lui dice che bisogna essere più multilaterali, non è che offra una soluzione su cosa fare. Nega la vecchia "soluzione", rivelatasi fallimentare, del passato, ma non sa qual è quella nuova. E tra l'altro ha anche ragione, perché sarebbe un ben strano multilateralismo quello in cui un solo soggetto, l'America, delinea e impone un modus operandi». Nell'affrontare una drammatica crisi finanziaria, economica e sociale, quale convergenza è è ipotizzabile tra l'America di Obama e l'Europa? «C'e innanzitutto una convergenza sul riconoscimento della gravità della crisi, ma non c'è ancora una linea comune su come uscirne fuori. Tutti sanno cosa non è più possibile fare ma nessuno ha un progetto. Ed è difficile avere un progetto, perché non esiste più una potenza egemone, come fu l'America nel secondo dopoguerra, che impose almeno al mondo occidentale un progetto di ricostruzione dell'economia - il Piano Marshall, gli accordi di Bretton Woods. la creazione di organizzazioni mondiali dove gli Stati Uniti avevano un peso enorme - che tutto sommato funzionò. E funzionò perché c'era qualcuno a Washington - sostenuto dall'economia manifatturiera allora la più forte al mondo, da una finanza e da una potenza militare le più forti al mondo - che ha potuto imporre quel progetto. Questa situazione non c'è più e dunque non esiste un modello "imponibile". Ad aggravare la situazione ci sono diversi leader del mondo occidentali, a cominciare da Gordon Brown, che oggi scoprono la necessità di un capitalismo morale, di una nuova regolation... Ma dov'erano, cosa pensavano, quando manager incapaci, ma con potenti agganci politici, dilapidavano ricchezze colossali?». Quali sono le prove più onerose che Usa ed Europa hanno di fronte? «Noi continuiamo a parlare di America ed Europa, come se fossero sempre e solo loro, di concerto, a comandare i giochi. Invece non è più così. Si dovrebbe invece parlare molto di più di Cina e Stati Uniti. Perché è lì che si giocherà la partita vera dei prossimi venti-trent'anni. L'industria manifatturiera si è spostata per la prima volta nella storia del mondo, dall'Occidente all'Oriente. E questa è una novità epocale con la quale tutti noi occidentali dovremo fare i conti». Intervista a Donald Sassoon

Torna all'inizio


A margine degli incontri ufficiali, si intrecciano i giochi delle diplomazie. Il premier cinese ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

A margine degli incontri ufficiali, si intrecciano i giochi delle diplomazie. Il premier cinese Hu Jintao ha invitato in Cina il presidente Usa Obama. La visita che potrebbe avvenire già nella seconda parte dell'anno. Riprendendo anche il tema dei diritti umani.

Torna all'inizio


protezione civile a palazzo burovich: due giornate per studenti e volontari (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 13 - Pordenone Protezione civile a palazzo Burovich: due giornate per studenti e volontari SESTO AL REGHENA. Tutto pronto a Sesto al Reghena per ospitare domani e sabato un'intensa due giorni, organizzata a livello di distretto, e dedicata ai ragazzi delle scuole medie e ai gruppi di volontari della Protezione civile nell'ambito del complesso Burovich. I dettagli della manifestazione, che avrà come filo conduttore il ruolo da protagonista delle comunicazioni radio nel favorire la tempestività degli interventi di soccorso, sono stati delineati da Guglielmo Berlasso, direttore regionale della Protezione civile, insieme al sindaco, Giuseppe Sigalotti, e al responsabile comunale Romano Baita. All'evento parteciperanno rappresentanze delle altre amministrazioni coinvolte (San Vito, Cordovado, Morsano e Sesto) nonché i capigruppo delle singole unità, nonchè vigili del fuoco, Croce rossa e guardia forestale. La prima giornata dell'iniziativa sarà interamente dedicata ai ragazzi che frequentano il terzo anno delle scuole medie dei comuni del distretto del Sanvitese: l'auditorium ospiterà, a partire dalle 9, i tecnici della Protezione civile di Palmanova, i quali spiegheranno l'importanza del ruolo esercitato dalle comunicazioni radio nel favorire la tempestività dei soccorsi, e si cimenteranno in alcune dimostrazioni pratiche di attività svolte dagli operatori. Nella giornata di sabato, il centro culturale sarà gremito di volontari provenienti da tutta la provincia, ai quali è dedicato convegno sulle comunicazioni e le reti radio della Protezione civile del Friuli. Berlasso rifletterà su come sono attualmente e su quale sarà il loro futuro, mentre Alex Timeus l'illustrerà il funzionamento della rete radio regionale attraverso delle prove tecniche e pratiche. (c.l.)

Torna all'inizio


Trento 15 Èlite romane Facoltà di Lettere (sezione: Globalizzazione)

( da "Adige, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Trento 15 Èlite romane Facoltà di Lettere Trento 15 Èlite romane Facoltà di Lettere. Aula 209 - Palazzo Verdi, piazza Venezia 41. Incontro su «La cristianizzazione delle élites romane» con Andrea Pellizzari (Università di Torino). Trento 17 Poesia e prosa Centro Rosmini - via Dordi 8. P. Taravacci parlerà di «Angel Valente e la poesia del secondo '900». Trento 17.30 La Voce Biblioteca di via Roma 55. Si discuterà de «Il Trentino e la Voce» con G. Ciappelli. Trento 17.30 La crisi finanziaria Facoltà di Economia - via Rosmini 44. Incontro su «La crisi finanziaria» con Ignazio Visco (vicedirettore Banca d'Italia). Trento 17.30 Spiritualità Barycentro - p. Venezia 38. Il teologo Giuseppe Rizza in «Rinnovare le relazioni». Rovereto 17.30 Festival impresa Al Mart. Apertura del «Festival delle città impresa». Prolusione su «La sfida dell'innovazione: nuovi saperi e nuove tecnologie. Per l'ambiente e non solo». Alle 20.30 , l'incontro «Sfida verde per salvare il pianeta» con Jeremy Rifkin. Trento 18 L'orso e Baricco Centro Bruno. Presentazione del libro «Un orso sbrana Baricco» di C. Martinelli. Trento 18 Evoluzione Museo di Scienze - via Calepina 14. Presentazione del libro «L'evoluzione umana» di G. Manzi. Con Stefano Grimaldi. Trento 19.30 Cinerasmus Facoltà di Economia - Aula Rossa. Film «The last samurai» di Edward Zwick (Usa, 2003). Trento 20.30 Genitorialità Sociologia - Aula Kessler - via Verdi. Incontro sui nuovi modelli di genitorialità. Oggi «Gli uomini e la cura tra dovere e libertà» con S. Ciccone. Rovereto 20.30 Matteo Turella Ristorante «La Brace» - viale del Lavoro 18. Concerto del «Matteo Turella Trio». Con Turella, chitarra jazz, Oreste Sodano, batteria e Flavio Zanon, contrabbasso. Rovereto 20.30 San Paolo Chiesa Madonna di Loreto - via Mazzini. Recital «San Paolo, apostolo delle genti» con voce recitante di Alfonso Masi e l'Ensemble «Concilium». Trento 20.45 Volti di Dio Sala Cooperazione - via Segantini 10. Incontro «Esiste l'anima? Tra neuroscienze e spiritualità». Con Giorgio Vallortigara, neuroscienziato e Marco Vannini, filosofo. Trento 21 The Fluffer Centro Bruno. Per «Cine Mondo Gay», il film «The Fluffer». Trento 21.45 Bambina magra Circolo Wallenda - via S. Martino 45. Concerto dei «La bambina magra» di Bergamo. 02/04/2009

Torna all'inizio


"1997: fuga da new york" il film culto al centro spam (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Lucca "1997: Fuga da New York" il film culto al centro Spam LAMMARI. Nel prossimo weekend il centro di arte contemporanea Spam presenta due nuovi appuntamenti della stagione "Primavera 2009": un calendario di 30 serate tra eventi performativi, multidisciplinari e formativi. L'appuntamento di domani sera, a ingresso libero, è con Cine-Extra!, la rassegna dedicata ai film di fantascienza d'autore curata da Lucca Film Festival, Circolo del Cinema, il Cineforum Ezechiele 25,17. Alle 21,30, con ingresso libero, si proietta "1997 Fuga da New York" (Usa, 1981) di John Howard Carpenter, una pellicola a metà tra la fantascienza e il fantasy che ha ispirato diversi film sul genere futuribile apocalittico, anche in Italia. Sabato, per "Reporters video", alle 21,30 ad ingresso libero, "La tavolozza e il tempo", una serata di videoarte dedicata ai film e ai video, alcuni dei quali assai rari, realizzati da artisti visivi tra il 1930 ed il 2000. La serata è curata e condotta da Alessandro Romanini (Art/Lab - Piano B) in collaborazione con l'Accademia delle Belle Arti di Carrara. Nel pomeriggio, invece, Giacomo Verde, uno dei più importanti video makers italiani, da alcuni anni residente a Lucca, terrà un laboratorio dal titolo "Il Tele-Racconto - utilizzo creativo della ripresa macro", rivolto ad insegnanti, docenti, studenti, giovani artisti o videomaker che vogliono conoscere e sperimentare la tecnica del Tele-Racconto per fini didattici o di creatività personale. Info: 0583 975089 cell. 348.3213503 - 340 3940717. Domani alle 21,30 al centro Spam di Lammari IL TIRRENO via S. Croce 105 Lucca telefono 0583 491816; fax 0583 492163. Numero verde 800-010403. Indirizzo di posta elettronica: lucca.it@iltirreno.it Temperature: min 11, max 18 Pressione: 1013 Umidità 96% Previsioni: nuvoloso, possibili temporali in giornata

Torna all'inizio


valanga toscana al vinitaly con 807 etichette selezionate - mara amorevoli (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina IV - Firenze Valanga toscana al Vinitaly con 807 etichette selezionate I produttori sperano nell´arrivo degli americani MARA AMOREVOLI Con le luci promettenti della recente fiera "Prowein" di Dusserdof e le ombre di recessione di alcuni mercati orientali (Giappone e Russia), la Toscana del vino si presenta da oggi a lunedì alla 43ma edizione di Vinitaly a Verona, con 807 etichette selezionate, rappresentate da 752 produttori, consorzi e associazioni di categoria. E se il clima generale è «fluttuante e di incertezza» come lo definiscono il presidente del Chianti Classico Marco Pallanti e Tiziana Frescobaldi, la sfida che si rinnova è quella dell´eccellenza della produzione toscana. A fare gli onori di casa nel padiglione delle Regione, ci sarà il governatore Claudio Martini, che ha anche la delega all´agricoltura. In programma una serie di degustazioni "rapide": 15 minuti con il Chianti Classico (ore 14), 15 minuti con i vini della Costa degli Etruschi (ore 15.45), 15 minuti con il Brunello di Montalcino (ore 16.30). E poi ancora Vernaccia, Nobile, abbinati ai nostri prodotti tipici. Vino che si declina anche al cinema nel progetto della Mediateca regionale Toscana Film Commission, in collaborazione con Studio Doni &Associati, che viene presentato alle 12.30: un"Winefilm" che assembla scene e immagini dei tanti film in cui sono presenti le nostre etichette. Odore di crisi da fugare, soprattutto per i segnali di flessioni nel mercato inglese e Usa, mentre crescono i consumi in Cina e negli Emirati arabi. Con segnali di ottimismo tra i produttori che sperano di veder arrivare gli operatori americani, mentre dalla Regione annunciano che sono in crescita le richieste per rinnovare i vigneti. Un dato positivo, che indica che ancora si investe e si crede nel settore.

Torna all'inizio


Guarda oltre l'Europa. I vertici con Jintao e Medvedev rivelano le priorità di Obama (sezione: Globalizzazione)

( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Guarda oltre l'Europa. I vertici con Jintao e Medvedev rivelano le priorità di Obama di Jean-Luc Giorda 02-04-2009 A rischiare più di tutti, a questo punto, è l'Europa. Non solo nella sua identità di "player" globale, ormai chimera. Ma anche nelle sue unità fondanti, quegli stati nazionali che nella tempesta della crisi tirano fuori le unghie degli interessi particolari. Il rischio non è solo quello di uscire tardi e male dalla crisi economica. È soprattutto quello di autocondannarsi alla marginalità. Lo spettacolo andato in scena ieri a Londra è stato illuminante. Il neo-presidente americano Barack Obama ha avuto come previsto una giornata fittissima di impegni, dal vertice all'ora di colazione col premier britannico Gordon Brown, alla cena serale con i leader del G20. Due appuntamenti però spiccavano nella sua agenda, in quella dell'America e in quella del mondo: i due vertici bilaterali con il presidente russo Dmitri Medvedev e con il presidente cinese Hu Jintao. Due eventi di peso, sia per il presente sia per il futuro. Quello con Hu Jintao era decisamente il più importante e il più atteso, e non ha deluso le aspettative. La Cina, con la sua economia che "già mostra timidi segnali di ripresa" e con i suoi fondi sovrani che sono i maggiori acquirenti di titoli di stato Usa, è di fatto il principale finanziatore del piano di stimolo varato dalla Casa Bianca per superare la crisi, e tiene in mano le sorti del dollaro. Con sano realismo, Obama ne ha tenuto conto offrendo a Pechino una partnership di alto livello, suggellata da una visita di Obama a Pechino tra pochi mesi e da un "gruppo per il dialogo strategico ed economico" che vede impegnati direttamente il segretario di Stato Hillary Clinton e il ministro del Tesoro, Tim Geithner. In pratica, Washington si impegna a concordare con Pechino le scelte importanti in politica internazionale e in politica economica, riconoscendo così alla Cina lo "status" mondiale che fu dell'Urss, ma in un contesto di collaborazione più che di competizione. Status che si tradurrà anche in promessi "mutamenti radicali" ai vertici delle istituzioni finanziarie internazionali, per far posto ai cinesi e alle altre potenze emergenti. In cambio, Pechino offre il suo sostegno alla ripresa Usa e alla strategia dei piani di stimolo, impegnandosi anche a incentivare la domanda interna per "tornare a condizioni di forte crescita e rafforzare il sistema finanziario internazionale". Lavorerà inoltre alla soluzione di crisi internazionali che l'America non ha più strumenti e forze per risolvere da sola: la Corea del Nord, il programma nucleare dell'Iran, la crisi del Darfur. Al secondo posto, il vertice con Medvedev. Anche qui, i risultati pesano: "reset" delle relazioni bilaterali confermato da un vertice a Mosca già a luglio, avvio immediato del nuovo negoziato sulle armi strategiche, apertura alla collaborazione sullo "scudo spaziale", aiuto di Mosca su Iran, Corea del Nord, Afghanistan. Oggi, al tavolo del G20, Cina e Russia avranno una statura ancora maggiore, saranno i veri Grandi che decideranno (hanno già deciso) che cosa fare e cosa no. E l'Europa? Mentre Obama trasforma Londra in una Yalta per il dopo-crisi, l'Europa è ridotta a comparsa chiassosa ma ininfluente, e rappresentata solo da Gran Bretagna, Francia e Germania. Che come tre nobildonne ormai appassite, si preoccupano più di strappare qualche ultimo baciamano che dei risultati concreti. Gordon Brown, padrone di casa votato come tutti i premier britannici al ruolo di "spalla" del presidente americano; Nicolas Sarkozy, che per blandire gli infuriati operai francesi giura (con le dita incrociate dietro la schiena) di essere pronto a "lasciare la sedia vuota" se il G20 non varerà nuove e severe regole per i mercati finanziari; Angela Merkel, che guarda solo al voto tedesco di ottobre, preoccupata di non accettare nuove iniezioni di denaro pubblico nel sistema perché "i contribuenti tedeschi non paghino per gli altri". Obama guarda alto sopra le loro teste, oltre gli Urali, verso l'Asia. Il presidente americano, che ha il difetto di non parlare lingue straniere, non osando cominciare dal cinese, ha promesso ieri di iniziare a studiare il russo. Francese e tedesco, non li ha presi nemmeno in considerazione. In italiano, gli basterà imparare "pizza" e "amore" in tempo per la vacanza estiva del G8 alla Maddalena.

Torna all'inizio


Roghi e protezione civile così cambierà il servizio (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roghi e protezione civile così cambierà il servizio [FIRMA]DIEGO MARRESE IMPERIA Approderà in Consiglio domani sera il nuovo Piano di Protezione Civile comunale che va a sostituire il precedente datato 1981. Si tratta di una sorta di prontuario per l'emergenza e le calamità che il Comune, assieme alla «McLenzie Durante & Partners» e allo studio «Bianchi» di Città di Castello, ha redatto in poco meno di un anno di lavoro. Il documento è già stato illustrato ai volontari della Protezione Civile comunale e, una volta ricevuto l'ok dal Consiglio, sarà oggetto di incontri con gli altri Enti ed associazioni interessate. «Un capoluogo di Provincia non poteva restare senza Piano. É uno strumento dinamico, che terremo aggiornato e che utilizza le più moderne tecnologie» ha commentato l'assessore alla Protezione Civile, Benedetto Adolfo. Il documento tiene conto dei possibili scenari di pericolo, di come possono evolvere e delle procedure di emergenza. «Gli scenari sono soggetti a continui cambiamenti, basti pensare al problema ghiaccio o neve che fino a qualche anno fa non si è mai presentato» ha spiegato il funzionario del servizio, Vincenzo Garibbo. Il Piano raccoglie una cartografia dei rischi geologici e sismici redatta con moderne procedure e georeferenziata. Inoltre una serie di allegati raccoglie gli elenchi delle persone diversamente abili o con difficoltà a deambulare, delle scuole e delle strutture ricettive, con il dettaglio dei posti letto disponibili. «I dati sensibili delle persone diversamente abili sono codificati e non accessibili a chi consulta il piano, se non in caso di emergenza per consentirne l'evacuazione immediata» ha aggiunto Adolfo. Sempre nello stesso Consiglio sarà varato il nuovo regolamento del gruppo comunale di Protezione Civile, in funzione a Imperia dal 1989. Si tratta di un documento che va a sostituire il precedente aggiornandolo alle nuove normative. I 22 articoli sono stati concordati con i 39 volontari in forza alla Protezione Civile (18 di questi sono operativi anche per l'antincendio boschivo) che operano quasi quotidianamente su Imperia e non solo. Basti pensare che nel 2008 sono state fatte 26 assistenze a eventi sportivi o culturali, 8 interventi per spargisale, 6 per neve o forti piogge. «Operiamo anche per il settore antincendio boschivo: abbiamo fatto 12 uscite e 16 turni di prevenzione» dice Adolfo. I volontari sono stati impegnati nella ricerca di un disperso in val Prino e in parecchie esercitazioni. L'attività è in crescita basti pensare che nei primi 3 mesi del 2009 sono stati spenti 6 incendi boschivi e altrettanti sono stati gli interventi per condizioni meteo avverse.

Torna all'inizio


La recessione avanza, loro litigano (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza (MF)" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

MF sezione: Primo Piano data: 02/04/2009 - pag: 2 autore: di Marcello Bussi A londra si rischia un debole compromesso. berlusconi: le vere decisioni al g8 in sardegna La recessione avanza, loro litigano Al G20 il cancelliere tedesco e il presidente francese Sarkozy chiedono regole più severe per la finanza, mentre Usa e Gran Bretagna vogliono invece nuovi interventi statali di stimolo Per uscire dalla crisi servono più regole per il sistema finanziario o ancora più soldi per stimolare l'economia? Questa è la divisione all'interno del G20, che inizia ufficialmente i suoi lavori oggi a Londra. Per la prima soluzione si sono apertamente schierati il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, per la seconda il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il collega cinese Hu Jintao, il premier britannico Gordon Brown e quello giapponese Taro Aso. La spaccatura è tale che si rischia un compromesso inefficace. Il G20 potrebbe quindi passare la mano al G8, come spera Silvio Berlusconi, visto che sarà il padrone di casa del prossimo summit in Sardegna. Ma se alla fine contasse solo il G2, gruppo informale composto da Stati Uniti e Cina? Ieri i protagonisti del G20 erano già nella capitale britannica, impegnati in una raffica di incontri bilaterali. E mentre loro discutevano, i contestatori assaltavano una filiale di Royal Bank of Scotland, uno degli istituti salvati dall'intervento dello Stato. Il più importante incontro bilaterale è stato senza dubbio quello tra Obama e Hu, che «si sono impegnati a resistere al protezionismo e ad assicurare relazioni commerciali stabili e durature tra i due Paesi». I due, guarda caso, hanno concordato di creare un gruppo «di dialogo strategico ed economico» di cui faranno parte sul fronte americano il segretario di Stato Hillary Clinton e il ministro del Tesoro Timothy Geithner e sul fronte cinese il vice premier Wang Qishan. In poche parole, il G2 è già nato e i due protagonisti ieri non hanno discusso del delicato tema delle valute per non rovinare la festa. Una delle proposte più dirompenti degli ultimi giorni è stata infatti quella avanzata da Pechino sulla creazione di una supervaluta di riserva da affiancare al dollaro, cominciando così a minarne la supremazia. Nel corso della conferenza stampa a Downing Street con Gordon Brown, ieri Obama ha dichiarato che bisogna «agire con urgenza» contro la crisi, sottintendendo che ci vogliono nuove iniezioni di denaro pubblico per stimolare l'economia. Posizione in netto contrasto con quella della Merkel e di Sarkozy, che hanno promesso di parlare «con una voce sola» per chiedere ai loro partner di proseguire sulla via di una «moralizzazione» del sistema finanziario internazionale. «Senza nuove regole non ci sarà fiducia e senza fiducia non ci sarà ripresa economica», ha spiegato il presidente francese, sottolineando la necessità di un più stretto controllo degli hedge fund e una migliore regolamentazione degli stipendi dei vertici bancari e dei paradisi fiscali. Sarkozy ha aggiunto che Francia e Germania hanno già fatto sforzi importanti per quanto riguarda gli stimoli all'economia e nuovi pacchetti fiscali per ora non ci saranno, sbattendo così la porta in faccia alle richieste di Obama. Sarà quindi molto difficile trovare un compromesso accettabile ai due schieramenti. E così Berlusconi ha previsto che al G20 di Londra sarà adottata «qualche decisione opportuna e immediata, ma è al G8 che verrà redatto il nuovo codice di comportamento finanziario ed economico del mondo». G8 che sarà organizzato in Sardegna. L'incertezza che grava sul G20 non ha però turbato le borse. Ieri Piazza Affari ha guadagnato l'1,08%, il Dow Jones il 2,01% a 7.761 punti, il Nasdaq l'1,51% a 1.551.

Torna all'inizio


Al G20 l'Europa dovrebbe parlare con una sola voce. Quella di Trichet (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza (MF)" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

MF sezione: Commenti & Analisi data: 02/04/2009 - pag: 9 autore: di Angelo de Mattia Al G20 l'Europa dovrebbe parlare con una sola voce. Quella di Trichet Se non fosse per le tensioni che affiorano in Europa con Sarkozy, che minaccia la politica della sedia vuota, e la Merkel che, assieme a lui, già contesta la bozza di un possibile documento finale, oggi potrebbe essere la giornata di una favorevole congiunzione astrale tra i lavori del G20 londinese e la contemporanea riunione del Consiglio direttivo della Bce, chiamato ad adottare decisioni di politica monetaria e, in particolare, a deliberare sui tassi ufficiali di riferimento. Il presidente Obama ha detto ieri che, con il G20, occorre agire subito contro la crisi. Quanto alla Bce, negli ultimi giorni si è andata formando l'aspettativa di una riduzione del costo del denaro di mezzo punto, in modo da portarlo all'1%. Intanto l'euribor continua a diminuire. È molto probabile che la misura prevista oggi venga effettivamente adottata dall'Istituto di Francoforte. Il reiterato peggioramento, nella zona euro, delle stime di crescita, dell'occupazione, della produzione industriale e, per contro, il drastico calo dell'inflazione costituiscono il contesto più idoneo per un ulteriore, netto taglio dei tassi. Non è ipotizzabile, dunque, un abbassamento di minore entità, non ostando al previsto decremento nessuna ragione, né di ordine statutario, con riferimento all'obiettivo della Bce di mantenere, come da mandato, la stabilità dei prezzi, né di strategia di politica monetaria. Semmai, andrebbe valutato se accompagnare il taglio con altre misure, quale una definitiva decisione sull'ammissibilità dell'acquisizione di obbligazioni private ai fini delle operazioni tipiche di banca centrale. Una scelta in tal senso segnalerebbe un (positivo) cambio di impostazione, nel senso della promozione di una strategia d'urto, anziché di una politica di una escalation delle risposte che va di pari passo con la verifica della inefficacia di quelle in precedenza decise. Proprio perché, da parte di esperti e operatori, si comincia a intravedere qualche segnale di mutamento nel panorama economico-finanziario, non sarebbe fuori luogo una terapia shock, piuttosto che, per ricorrere a una metafora, centellinare le singole medicine e le singole dosi e riservarsi il cocktail più potente di antibiotici come extrema ratio, anche perché la dilazione potrebbe far venir meno l'efficacia della terapia se il contesto economico si deteriorasse fortemente. Ma organiche, incisive decisioni di politica monetaria sarebbero assai importanti anche per il G20. La preparazione di quest'ultimo incontro all'insegna della nuova Bretton Woods o del New Deal bis ha sbilanciato troppo le attese. I raffronti non reggono affatto. Occorre un bagno di realismo. Il mondo intero si attende risposte concrete, almeno nei confronti degli aspetti più pesanti della crisi e maggiormente penalizzanti le fasce deboli, come del resto dimostrano le manifestazioni di piazza, che ci si augura non travalichino, anche se ieri, purtroppo, numerosi dimostranti hanno infiammato la protesta, a Londra, frantumando vetrine e scontrandosi con la polizia. Si evidenziano, comunque, un forte disagio sociale e una ostilità alle maggiori storture che la crisi ha fatto emergere, come, per esempio, i trattamenti dei manager, di cui si è scritto abbondantemente su queste colonne. Una nuova Bretton Woods è tutt'altra cosa. Non siamo nel secondo dopoguerra. Oggi un'idea del genere si può realizzare, come è stato detto, solo come work in progress. Ma se obiettivo del vertice è anche, e forse soprattutto, quello di ripristinare la fiducia, non a parole bensì con azioni concrete, allora al varo di nuove regole e di nuovi indirizzi su tutti i temi all'ordine del giorno che caratterizzano la crisi finanziaria, dai paradisi fiscali ai controlli sul credito e sulla finanza, ai trattamenti dei manager, alla riforma del Fondo monetario internazionale, al patrimonio e ai rischi delle banche ecc., deve accompagnarsi un'indicazione netta, cogente, per un ulteriore impulso alla crescita con l'impiego di risorse pubbliche aggiuntive. Il proposito del premier Berlusconi di sottoporre al G20 un «patto sociale» per il lavoro è interessante, a condizione che non si tratti di pura declamazione. Esso, in ogni caso, presuppone che si abbandoni, da parte non solo dell'Italia, ma anche della Germania, la linea della resistenza alla decisione di imprimere ulteriori stimoli fiscali, come vorrebbero gli Usa. Aumenterebbero troppo le spese e i deficit pubblici, come teme Trichet? Può essere un rischio; e tuttavia lo si può prevenire avendo il coraggio di promuovere progressivamente misure strutturali compensative. Un'efficace decisione della Bce non potrebbe che agevolare la messa in moto di iniziative atte a far ripartire la crescita. Gordon Brown ha sintetizzato bene i tre test del summit di Londra: controllo delle banche, misure per il rilancio economico, sostegno ai Paesi in via di sviluppo, il tutto nel quadro di una forte ripresa della cooperazione internazionale e del contrasto del protezionismo. Il presidente degli Stati Uniti ha detto che non sarebbero accettabili mezze misure e, molto significativamente, ha aggiunto che gli Americani stanno facendo tutto ciò che è necessario per stimolare la crescita.Il G20, dunque, non può concludersi con i soliti documenti che dicono tutto e il contrario di tutto. Sarebbe il fallimento non solo di questo summit, ma della idea stessa di una governance globale da rifondare. Altro che nuovo ordine monetario internazionale, altro che governo della globalizzazione. Al fallimento del giustamente deprecato mercatismo seguirebbe quello dei poteri statuali, dell'architettura globale, per quel poco che c'è e per quel tanto che si spera di conseguire.Un esito soddisfacente, non dico un successo, è necessario. Diversamente, ci si dovrebbe amaramente interrogare sul livello delle classi dirigenti in campo internazionale. Il peggio del peggio potrebbe poi avvenire se l'Europa fosse incapace di esprimersi con una sola voce; se addirittura si spaccasse; se si dimostrasse inconcludente, anziché perseguire una partnership con gli Usa per guidare il summit verso un approdo capace di rispondere positivamente alle legittime speranze. Partita con l'ambizione di rifondare il diritto internazionale in materia finanziaria e di contrastare la crisi, l'Europa coglierebbe un ben misero risultato. Non potrà accadere. Ma non è scontato. Sono necessarie una grande determinazione e un forte senso di responsabilità storica.

Torna all'inizio


Paradisi fiscali, è corsa all'accordo (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: Imposte e Tasse data: 02/04/2009 - pag: 28 autore: di Gabriele Frontoni Da Gibilterra a Bermuda, i tax heaven promettono dati alle autorità finanziarie del G20 Paradisi fiscali, è corsa all'accordo Un vero boom di protocolli per gli scambi di informazioni Si allunga la lista dei Paesi in cerca di escamotage dell'ultima ora per evitare di finire sulla lista nera dei paradisi fiscali che verrà stilata oggi nel corso del G20 di Londra. Ieri è stata la volta di Gibilterra che ha siglato un accordo bilaterale con gli Stati Uniti per lo scambio di informazioni fiscali sui correntisti delle proprie banche. Sempre ieri il Liechtenstein ha fatto sapere di avere allo studio un simile accordo con le autorità finanziarie del Regno Unito, mentre i paesi del Nord Europa (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, Faroe Islands, Groenlandia e Åland) sarebbero pronti a firmare un'intesa per lo scambio di informazioni sensibili per gli accertamenti fiscali con le Bermuda (entro il mese di aprile) e con le Isole Vergini britanniche di qui alla fine di maggio. Si tratta soltanto della punta dell'iceberg dei numerosi interventi bilaterali e multilaterali messi in atto nelle ultime settimane dai Paesi che a tutt'oggi garantiscono ai propri investitori il totale anonimato nelle inchieste internazionali delle autorità fiscali. E' per questa ragione che il G20 rappresenta una tappa cruciale nella lotta al segreto bancario, dopo che Usa, Francia e Germania, spalleggiati dalla Cina, hanno unito le proprie forze usando una determinazione senza precedenti per debellare il virus dell'elusione delle tasse, in grado di convogliare verso i paradisi fiscali un fiume senza fine di denaro, stimato dall'Oecd in una cifra compresa tra i 5mila e i 7mila miliardi di dollari. «Ad oggi ci troviamo a combattere contro un muro di gomma nelle inchieste transnazionali», ha ricordato ieri da Perugia il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. «Se la malavita può contare su strumenti informatici che le consentono di spostare i capitali in pochi secondi da un angolo all'altro del Pianeta, la magistratura non dispone ancora degli strumenti necessari per ottenere informazioni sui patrimoni detenuti all'estero, nei paradisi fiscali. E così i tempi delle indagini si allungano e i reati cadono in prescrizione». Da questa lotta senza quartiere alle frodi fiscali, nessun paese può sentirsi veramente al riparo. E' così che nonostante la protezione dell'ombrello dell'Unione europea, nelle scorse settimane l'Austria ha dovuto allentare le norme che regolano il segreto bancario accogliendo gli standard Oecd per lo scambio di informazioni fiscali. Si tratta di una serie di regole definite dall'Organizzazione di Parigi nel corso del Global Forum 2005 che vengono utilizzate dai governi di tutto il mondo come linee guida per negoziare accordi bilaterali e multilaterali. Quegli stessi accordi sottoscritti in gran fretta dai principali paradisi fiscali nel corso dell'ultimo mese. Ma non è stato soltanto il governo di Vienna a dichiarare l'intenzione di conformarsi agli standard dell'Oecd. Anche la Svizzera ha rotto con le tradizioni adeguandosi alle linee guida di Parigi. Stesso destino per il Principato di Monaco, San Marino, Hong Kong, Singapore. Senza contare gli staterelli più piccoli ma non per questo meno importanti nella lotta all'elusione fiscale come Isle of Man, Guernsey, Bermuda, Isole Vergini e Macao, tanto per citare i più famosi.

Torna all'inizio


(sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Sarà un vertice inutile: sia di lezione a Obama» IRWIN STELZER. Parla l'economista consigliere di Gordon Brown che di questo G20 londinese salva solo l'intesa tra Stati Uniti e Cina. di Maria Teresa Cometto «Obama tornerà a mani vuote dal G20 e dal suo primo viaggio transatlantico, imparando che una cosa è scaldare le piazze di Berlino e un'altra e' ottenere qualcosa di concreto da Angela Merkel». Lo sostiene Irwin Stelzer, economista dell'Hudson Institute con sede a Washington e molto attivo anche a Londra, dove è influente sia negli ambienti conservatori che nel New Labour: scrive per il Sunday Times di Rupert Murdoch ed e' consultato dal premier britannico Gordon Brown (e prima di Tony Blair). «Mi aspetto molto poco da quattro ore e mezza di riunione del G20 con un comunicato finale già scritto prima dell'inizio. E pochissimo anche dal successivo vertice della Nato, dove gli europei ribadiranno che non aumentano il loro impegno militare in Afghanistan», ha spiegato Stelzer al Riformista dalla sua casa nella capitale americana. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha minacciato di lasciare il vertice oggi se non sarà raggiunto un accordo per un maggior coordinamento internazionale dei controlli sui mercati finanziari. Non credo che lo farà davvero. D'altra parte Obama ha un mandato preciso dal Congresso Usa, che non tollera l'imposizione di regole decise da autorità sovranazionali in contrasto con le leggi americane. Penso che alla fine ci sarà un compromesso tipo la promessa di comunicare meglio fra autorità di controllo dei diversi Paesi, come già succede fra le banche centrali, e saranno concessi un po' più di soldi al Fondo monetario internazionale per aiutare i Paesi in crisi. Il problema con Sarkozy e gli altri leader e' un altro". Quale? L'ondata di protezionismo che sta prendendo piede un po' ovunque. Il G-20 dello scorso settembre a Washington si concluse con la solenne promessa di evitare misure protezioniste: da allora, secondo un rapporto della Banca Mondiale, 17 delle 20 nazioni partecipanti hanno adottato ben 47 provvedimenti protezionisti. Per esempio Sarkozy ha permesso alle case automobilistiche francesi di licenziare i loro dipendenti nella Repubblica Ceca ma non in Francia e ha imposto alle aziende francesi che stanno costruendo dieci nuove centrali nucleari in Gran Bretagna di assumere solo personale qualificato francese. La legge di stimolo economico americana prevede fra l'altro che le banche aiutate dallo stato non assumano più stranieri. Tutti i leader non esitano ad adottare misure protezioniste per mitigare l'impatto della recessione nel proprio Paese, non importa se tutti sanno che questa politica approfondì e prolungò la Grande Depressione". Dopo il loro incontro di ieri, Obama e il presidente cinese Hu Jintao hanno annunciato la ripresa del "Dialogo economico strategico" avviato dal segretario al Tesoro di Bush, Henry Paulson: ora diventa "Dialogo strategico ed economico" e oltre al nuovo ministro del Tesoro ad occuparsene sarà il segretario di Stato Hillary Clinton. Che cosa significa? È il risultato più importante del viaggio di Obama in Europa. La vera iniziativa che nel lungo termine può risolvere la crisi è la collaborazione fra Stati Uniti e Cina per riequilibrare il sistema di scambi finanziari e commerciali, ma non solo. Il nuovo clima di collaborazione fra le due superpotenze può concretizzarsi anche sul piano militare: i due eserciti già lavorano insieme, per esempio nel monitorare i programmi nucleari della Corea del Nord, che non piacciono nemmeno a Pechino. E gli Usa possono garantire che Taiwan non dia troppo fastidio al regime comunista. I cinesi sono bravi a vedere le connessioni e giocare una partita molto complicata. La Clinton e' un'ottima controparte in questo gioco: e intelligente e dura. E sul piano economico? La Cina non può continuare a star seduta su 1.300 miliardi di dollari di titoli di Stato americani, con un livello di risparmi dei suoi cittadini abnorme (25 per cento) perché non c'e' una rete di ammortizzatori sociali. Se vuole essere partner dell'America deve rivalutare lo yuan e compensare la perdita nelle esportazioni stimolando i consumi interni. Lo sta già facendo in parte con il programma di spesa pubblica nelle infrastrutture di cui il Paese ha bisogno. Su questo terreno, un'importante occasione di collaborazione con gli Usa sono il clima e l'energia: ogni settimana la Cina costruisce una nuova centrale che inquina e fa male alla salute della sua gente; lo sa e per risolvere il problema può esserle molto utile la tecnologia americana. 02/04/2009

Torna all'inizio


Scontro tra i deficisti Usa e i prudentissimi europei (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Scontro tra i deficisti Usa e i prudentissimi europei tensioni. Niente riforma della finanza, al massimo verrà varato il rafforzamento del Fondo monetario. Mentre continua la battaglia tra America ed Europa su quanto spendere, il presidente statunitense e quello cinese si impegnano a evitare il protezionismo. di Stefano Feltri Oggi da Londra arriverà la dichiarazione finale del G20, l'organismo a cui negli ultimi mesi ci si è affidati nella speranza di trovare una strategia globale per fermare la crisi. Un risultato che sembra assai difficile per gli schieramenti che si sono delineati: Barack Obama è arrivato a Londra con l'obiettivo di strappare ai Paesi europei l'impegno a ricorrere di nuovo alla spesa pubblica per stimolare l'economia, invece di lasciare tutto il carico agli Stati Uniti, e - secondo obiettivo - rinsaldare i rapporti con la Cina che detiene gran parte del debito pubblico americano e sono al centro di tensioni sulla moneta sottovalutata (lo yuan) e tentazioni protezionistiche: caso Coca-Cola, fermata nell'acquisto di una socetà cinese nel settore bevande come forma di pressione sugli Usa. Sul secondo punto un risultato lo hanno già ottenuto. «Cina e Stati Uniti si sono accordati per lavorare insieme per un deciso sostegno al commercio globale», dice un comunicato congiunto firmato da Obama e dal presidente Hu Jintao che si impegnano a evitare il protezionismo come risposta alla crisi. Per quanto riguarda il blocco europeo, si è consolidato l'asse tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy che si oppone a nuovi interventi di spesa pubblica, secondo quella che è stata la linea di Berlino dall'inizio della crisi, e che solo di recente anche Parigi ha abbracciato (almeno finché serve a contrapporsi agli Usa). Il primo ministro giapponese Taro Aso ha parlato di Paesi che non capiscono l'importanza di usare la finanza pubblica. In un articolo sull'Herald Tribune, Sarkozy ha detto che al vertice di Londra «il fallimento non è un'opzione, il mondo non lo capirebbe e la storia non ci perdonerebbe». Ma si è anche detto pronto a lasciare il tavolo se si andrà verso «una dichiarazione fatta di impegni vuoti, che non affronti i problemi dinanzi ai quali ci troviamo». E ancora ieri pomeriggio metteva il veto sulla bozza del comunicato finale che circolava. L'obiettivo di Francia e Germania è inserire clausole che garantiscano consensi in patria, anche se non direttamente collegate ai problemi alla base della crisi. I bersagli sono tre: stipendi dei manager, hedge funds e paradisi fiscali. I francesi, inoltre, vorrebbero anche evitare un eccesso di enfasi sul libero commercio: il 54 per cento degli intervistati in un sondaggio pubblicato ieri dal quotidiano La Tribune pensa che l'Europa dovrebbe adottare misure protezionistiche. Tutti gli altri principi fissati dal G20 del 15 novembre e che dovevano in gran parte concretizzarsi in risposte politiche entro il 31 marzo, resteranno sullo sfondo, affidati più ai gruppi di lavoro del Fondo monetario internazionale e del Financial Stability Forum (gruppo di banchieri centrali, esperti di settore e ministri dell'Economia presieduto dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi). «Sarebbe sbagliato attendersi decisioni fulminanti dal G20, quello che conta è avviare un processo di coinvolgimento della Cina nella definizione dei nuovi equilibri, e Pechino deve sedersi a capotavola, non restare in un angolo», sostiene Stefano Micossi, direttore generale di Assonime e autore insieme a Carmine Di Noia dello studio "Keep it simple: policy responses to the financial crisis" per il Center for European policy. Anche se quello che per Micossi è il tema centrale, cioè «l'enorme disavanzo degli Stati Uniti e la loro tendenza a combinare espansione fiscale e monetaria fino a destabilizzare il sistema», non sarà affrontato (perché troppo delicato). E perfino Gordon Brown ha detto che il vertice «non sarà una nuova Bretton Woods», e non sarà stravolta l'architettura finanziaria globale, ma qualcosa può comunque emergere dal vertice. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dice - e un po' spera - che «è al G8 di luglio a presidenza italiana che si pensa verrà redatto il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici del mondo», il G20 si limiterà - questo è il succo del pensiero di Berlusconi - a fare «qualcosa». Molti osservatori si aspettano un paragrafo del comunicato che ribadisca la fiducia nel libero commercio perché in questi tempi anche le «empty words» - la retorica, le vacue parole - sono utili, come ha scritto sul Financial Times Gideon Rachman. L'unica incognita riguarda il riferimento ai negoziati di Doha dell'Organizzazione mondiale del commercio, iniziati nel 2001 e al momento congelati: a novembre c'era stato un riferimento esplicito a una conclusione da raggiungere al più presto che non ha avuto seguito. Se questa volta dovesse mancare una citazione diretta, in molti lo leggerebbero come un segnale politico (soprattutto di un minore interesse da parte americana). Il rafforzamento del Fondo monetario internazionale è invece ormai un obiettivo condiviso e si deve solo attuare il raddoppio della sua dotazione, da 250 a 500 miliardi di dollari, che sarebbe l'occasione per una redistribuzione del potere all'interno, soprattutto a favore della Cina. Qualcosa potrebbe muoversi su questo fronte. Il 67 per cento dei partecipanti a un sondaggio on line del China Daily (quotidiano ufficiale in inglese) sono d'accordo sul fatto che Pechino spenda di più per aumentare l'influenza nel fondo; e un altro 49 per cento pensa che dovrebbe sforzarsi di aumentare la cooperazione per definire le nuove regole della finanza internazionale. 02/04/2009

Torna all'inizio


L' AMICO AMERICANO (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'«AMICO» AMERICANO Marco d'Eramo «La crisi è un'opportunità da non sprecare» ripete da mesi Barack Obama. Ma oggi, al vertice del G20, il resto del mondo questa tesi la farà propria contro Obama e contro gli Stati uniti. È per ridimensionare lo strapotere non solo militare, ma soprattutto finanziario degli Usa, che il resto del mondo vuole sfruttare l'opportunità della recessione. Oggi a Londra si manifesta il paradosso della nuova America: mai un presidente americano è stato tanto popolare, però mai il modello sociale e politico americano è stato tanto criticato, screditato (in senso letterale, bancario). Almeno dalla fine della guerra fredda in poi, il capitalismo anglosassone aveva imposto al pianeta la ferrea regola della sua sregolatezza (deregulation) e imposto il suo tallone d'acciaio sul nuovo disordine capitalistico mondiale. La chiamava globalizzazione. Ora che la crisi del credito ha innescato una recessione senza precedenti, molti dei 20 paesi più ricchi del mondo sono venuti a Londra a chiedere il conto a Wall Street e alla City. «Avete fatto il disastro e ora ci chiedete di aprire i cordoni della borsa» dicono - ognuno per ragioni differenti e con diversa forza contrattuale - Hu Jintao per la Cina, Ignácio Lula da Silva per il Brasile, Nicholas Sarkozy per la Francia e Angela Merkel per la Germania. E ognuno presenta un conto differente. Lula chiede che il nord del pianeta abolisca infine le antiche barriere protezionistiche (vedi l'agricoltura); Hu ha già avanzato la richiesta di un nuovo ordine monetario internazionale in cui il regno del dollaro non sia più una monarchia assoluta; Sarkozy e Merkel esigono una lista nera dei «paradisi fiscali» e nuove regole finanziarie che risollevino le sorti delle loro «città mondo»: è grazie al lassismo totale dei controlli, che New York e Londra hanno consolidato il proprio primato assoluto di piazze mondiali. Con vincoli più cogenti, impallidirebbe assai l'appeal di queste due città globali per gli stormi di nomadi capitali vaganti. CONTINUA|PAGINA5 A loro volta, Barack Obama e il premier inglese Gordon Brown cercheranno di salvare quanto più possibile la presa anglosassone sul mondo finanziario. Se la responsabilità della crisi è dei «banchieri dagli occhi azzurri» (ha detto Lula), allora Obama si trova nella scomoda posizione di essere il primo presidente nero a dover difendere il capitalismo bianco. Fino all'ultimo, Sarkozy ha minacciato di non firmare la dichiarazione finale se almeno una parte delle sue richieste non sarà accolta. Però è probabile che tutti avalleranno la generica dichiarazione concordata dagli sherpa, di «fare il possibile per rilanciare l'economia mondiale e fare in modo che una simile crisi non si ripeta». Ma tra qualche anno, la sbiadita foto di gruppo dei ragazzi della 20 G ci ricorderà solo una ricorrenza familiare del capitalismo mondiale, forse l'apertura di una serie di partite incrociate, non certo l'avvio di una trattativa globale per un nuovo ordine economico. Altro che nuova Bretton Woods! Da domani, nel Monopoli planetario un reggimento in Afghanistan sarà offerto in cambio dell'abolizione di due paradisi fiscali, e una vendita di cacciabombardieri a Taiwan sarà scambiata con una pezzatura di Federal Bonds. Per parafrasare von Clausewitz, la finanza è il proseguimento della guerra con altri mezzi.

Torna all'inizio


FINALE DI PARTITA NELLA BATTAGLIA DI LONDRA (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

FINALE DI PARTITA NELLA BATTAGLIA DI LONDRA Benedetto Vecchi Le pagine finali di Millennium People, romanzo iperrealista di James Ballard, si chiudono con la rivolta di docenti universitari, giornalisti, broker finanziari, registi televisivi, pubblicitari. Distruggono tutto ciò che rappresenta la condizione di un «ceto medio» incalzato da mutui capestro, rette da capogiro per scuole di qualità, una volta dismesse quelle pubbliche. Bruciano così anche le loro case. Finale apocalittico, al pari di quello di Regno a venire, seconda puntata ballardiana della saga sul declino dei ceti medi. Soltanto che in questo caso la rivolta è a tinte razziste e xenofobe, in nome della «Union Jack» contro gli «alieni» venuti da fuori. Libri scritti a ridosso della rivolta di Seattle e della fine della guerra in Iraq. Due volti di una stessa medaglia, quella globalizzazione che arranca e che ieri (ed è prevedibile anche oggi) a Londra ha visto migliaia di persone marciare verso la City, simbolo di quella finanza ritenuta la responsabile del bailout globale. Sono passati pochi anni da quando, tra il 1999 e il 2001, il crollo del Nasdaq suonò il campanello d'allarme per il regime neoliberista. A partire da quella «rivolta di Seattle» che aveva visto manifestarsi una strana miscellanea di classe operaia, ambientalisti e tanti «lavoratori della conoscenza» che volevano disfarsi del neoliberismo e delle sue istituzioni sovranazionali. Poi, il presente è divenuto storia. Meglio, una parentesi, perché i nodi, i conflitti e le contraddizione emersi da allora si sono ripresentati più duramente. I «potenti della terra» hanno sì cercato di mettere riparo a quanto era emerso con il crollo del Nasdaq e la rivolta di Seattle. Lo hanno fatto con la guerra, con la privatizzazione dei beni comuni, con la «guerra alle intelligenze». Alla fine hanno però fallito. Le manifestazioni londinesi di ieri non sono però un «nuovo inizio». Il decennio alle spalle è stata sì una parentesi, ma il mondo non è certo rimasto lo stesso. La crisi economica non è quel pranzo di gala di cui ha parlato fino all'altro ieri il «Cavaliere nero». È una realtà dura, che lascia tuttavia pochi margini di manovra a chi vorrebbe far ripartire il treno neoliberista come se nulla fosse accaduto. Ma presenta difficoltà anche per chi auspica una nuova Bretton Woods. In primo luogo, perché a Bretton Woods non furono decise solo delle misure finanziarie, ma fu data cornice a un assetto politico globale che vedeva la fine dell'egemonia inglese e l'inizio di quella statunitense, legittimando un rapporto tra stato e economia dove il primo attore interveniva per correggere i disastri del mercato, accettando così il potere sociale e politico espresso dal movimento operaio. Il G20 di Londra non è certo mosso da propositi così «alti», eccetto forse per Barack Obama, che deve però vedersela con la Cina e la rediviva Russia, molto desiderose di ratificare la crisi forse irreversibile dell'egemonia statunitense. Le manifestazioni di ieri nella capitale inglese hanno il sapore delle rivolte di Ballard. Non un nuovo inizio, ma le drammatiche pagine finali della globalizzazione neoliberista.

Torna all'inizio


Merkel e Sarkozy: Subito le nuove regole (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G20 Oggi il vertice, sul documento finale permangono divergenze Merkel e Sarkozy: «Subito le nuove regole» Anna Maria Merlo PARIGI Dieci ore per salvare il mondo. Il G20, su cui si sono concentrate tutte le speranze mondiali per uscire dalla crisi finanziaria diventata economica e sociale, durerà poco: è iniziato ufficialmente ieri sera con una cena a Downing Street tra i capi di stato e di governo dei 19 paesi (più l'Unione europea) invitati a Londra. E finirà oggi alle 15,30, con la prevista conferenza stampa. Dopo aver ascoltato il principe Charles parlare della conservazione delle foreste, i capi di stato e di governo che rappresentano l'85% del pil mondiale hanno abbordato il rilancio dell'economia. Oggi, parleranno delle questioni della regolazione del sistema finanziario. Sul rilancio, la posizione resta diversa tra Usa e Europa, ma l'occidente si riunisce per chiedere a Cina e Giappone di fare di più. In mattinata, Barack Obama ha incontrato Gordon Brown: entrambi hanno convenuto che è importante «concentrarsi» sui punti in comune e non su «divergenze episodiche». Così, nel comunicato finale, verrà reso omaggio ai piani di rilancio già avviati - l'accento è americano - mentre non ci sarà nessun richiamo a vararne dei nuovi - qui sono gli europei che hanno frenato. Il G20 calcola che siano stati stanziati in via eccezionale 2.500 miliardi di dollari nel mondo per cercare di contrastare la crisi, cioè il 2% del pil mondiale, come aveva raccomandato l'Fmi. Il presidente brasiliano Lula, ricevuto a metà giornata all'Eliseo, ha parlato di «summit difficile», ma che spera si concluda con un «incoraggiamento» alla ripresa. «Verranno discussi i piani di rilancio - ha messo le mani avanti Angela Merkel - ma la Germania ha già dato un contributo enorme». Merkel è arrivata a Londra con un «misto di fiducia e di preoccupazione». Sarkozy, nella conferenza stampa congiunta, ha insistito sulla necessità della «regolazione» dei mercati finanziari, «una questione non negoziabile per Francia e Germania». Alla vigilia, Sarkozy aveva minacciato «la politica della sedia vuota» se non fosse stato stato concluso un accordo in questo senso. Ma Brown, dopo una telefonata con l'Eliseo, si è detto «persuaso che Sarkozy assisterà all'inizio della cena e resterà fino alla fine». Merkel ha tagliato corto sulle intemperanze del francese: «Non è la migliore idea», ha commentato. Ieri, Sarkozy ha sottolineato che il G20 è «un momento storico per costruire un mondo nuovo che non possiamo lascia passare». Obama, alla conclusione dell'incontro con il primo ministro britannico, ha affermato che al G20 verranno fatti «progressi reali e senza precedenti», bisogna «stabilizzare la finanza del futuro». In cambio, Sarkozy e Merkel hanno convenuto che, «se sarà necessario», nuovi piani di rilancio potranno venire messi a punto. Ma Jean-Claude Trichet della Bce avverte: «Non si possono indefinitamente aumentare le spese e i deficit». Sui paradisi fiscali, la posizione franco-tedesca è più determinata di quella anglo-sassone (Brown deve fare i conti con la City) e dei giganti emergenti, tra cui la Cina. Sarkozy ha definito «immorali» i paradisi fiscali, ma tra gli europei c'è chi frena. «Il G20 non avrà nessuna credibilità se nella lista nera non evocherà il Wyoming, il Nevada e le isole lontane» ha commentato il presidente dell'eurogruppo nonché primo ministro lusssemburghese, Jean-Claude Juncker, che non vuole che il suo paese sia messo sotto accusa. Obama ha avuto ieri importanti incontri bilaterali. Oltre al presidente russo, ha visto il leader cinese Hu Jintao. Il presidente degli Usa, dopo un viaggio a Mosca in luglio, andrà a Pechino nella seconda metà di quest'anno. Tra Obama e Hu Jintao il dialogo è stato strategico ed economico, mentre sui diritti umani c'è stato un significativo silenzio. Anche Sarkozy si prepara ad eludere la questione: oggi vedrà in un incontro bilaterale Hu Jintao, per riannodare i legami Francia-Cina, guastati dalla manifestazione pro-Tibet che aveva accompagnato il passaggio della fiamma olimpica a Parigi e dall'incontro del presidente francese con il Dalai Lama in Polonia. C'è accordo sull'aumento delle risorse all'Fmi, istituzione che è tornata in forza sulla scena mondiale e qualche briciola dovrebbe essere confermata per l'aiuto allo sviluppo. Ci saranno belle parole sulla lotta al protezionismo, anche se la Banca mondiale ha sottolineato che 17 paesi sui 19 presenti a Londra hanno preso misure protezionistiche. Maggiori difficoltà, invece, sulla regolazione delle agenzie di notazione e sulla limitazione dei bonus dei traders.

Torna all'inizio


Sù la disoccupazione Illusione ripresa in Usa Matrimonio yuan-peso (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

DIARIO DELLA CRISI Sù la disoccupazione Illusione ripresa in Usa Matrimonio yuan-peso Carlo Leone Del Bello La recessione continua a mordere, su entrambe le sponde dell'Atlantico. I dati sull'occupazione europea, pubblicati ieri da Eurostat, delineano un quadro estremamente negativo, specialmente per quelle che fino a un anno fa erano le «tigri» economiche: Spagna, Irlanda e repubbliche baltiche. Nei sedici paesi dell'area euro, il tasso di disoccupazione in febbraio ha raggiunto l'8,5%, mentre si è fermato al 7,9% nell'Ue a 27. Nel febbraio dello scorso anno, la disoccupazione era rispettivamente al 7,2% e al 6,8%. La quota dei senza lavoro raggiunge invece le due cifre in Irlanda (10% in febbraio, 11% in marzo), Spagna (15,5%), Lettonia (14,4%) e Lituania (13,7%). I dati sull'occupazione americana, elaborati dal dipartimento del lavoro, saranno disponibili venerdì, ma una stima fornita dalla Adp, società che gestisce il pagamento delle ritenute sullo stipendio, è stata diffusa ieri. Secondo l'ultimo report, nel mese di marzo si sarebbero persi ben 742 mila posti di lavoro. I tagli hanno riguardato imprese di ogni settore e ogni dimensione, senza alcuna distinzione. Se Adp ha ragione, il tasso di disoccupazione negli Usa sarà più alto dell'8,5% attualmente previsto dagli analisti. Eppure dagli Usa non arrivano solo segnali negativi: grande risalto è stato dato all'indice Ism manifatturiero - che mostra l'andamento dell'attività industriale nordamericana - salito di appena 0,5 punti. Dal settore immobiliare provengono invece dati contrastanti: se aumentano leggermente le vendite di case (del 2,1%, forse a causa dei prezzi ormai da saldo che si riescono a spuntare sul mercato), la spesa per costruzioni continua invece a calare, anche se di poco (-0,9%). La spesa per l'edilizia residenziale, a un tasso annualizzato, è del 60% inferiore rispetto ai livelli del 2006. L'edilizia non residenziale invece sta iniziando a calare considerevolmente, dopo il picco raggiunto nel settembre 2008: ora è giù dell'8,5%. In borsa, hanno preso questi dati contrastanti come scusa per l'ennesimo mini-rally, e nemmeno la notizia del fallimento del maggiore sottoscrittore di mutui «jumbo», Thornburg Mortgage, ha scosso più di tanto gli animi. E' invece un corso una mini-rivoluzione, con enormi potenzialità sia politiche che economiche, nel campo delle relazioni valutarie internazionali. E' giunta due giorni fa la notizia che la People's Bank of China e la banca centrale argentina hanno sottoscritto un accordo valutario di tipo swap, di durata triennale, per un ammontare di 70 miliardi di yuan (circa 10 miliardi di dollari Usa). Formalmente l'accordo è di natura commerciale: gli yuan serviranno all'Argentina per pagare le importazioni cinesi (la Cina è il secondo partner commerciale del paese sudamericano, e importa i due terzi della soia argentina), che finora pagava in dollari. Ma non solo. L'Argentina sta attualmente attraversando una difficile situazione valutaria: con la forte caduta del valore delle importazioni (prevalentemente commodities alimentari), il peso argentino si trova sotto pressione. Un dirigente della banca centrale, interpellato dal Wall Street Journal, ha dichiarato che «l'abilità di avere accesso ad un'ingente quantità yuan in cambio di pesos, è equivalente ad essere in grado di ristabilire la posizione finanziaria, se le circostanze lo richiederanno». In pratica, se dovesse verificarsi un attacco speculativo, l'Argentina ha 70 miliardi di yuan in più, oltre alle sue riserve ufficiali, per difendere il peso. «Questo dovrebbe aumentare la fiducia nella nostra valuta», ha dichiarato lo stesso anonimo dirigente; anche se non dovessero mai usarli, la stessa esistenza dello swap dovrebbe scoraggiare attacchi speculativi. Nel mondo dei tassi di cambio, le aspettative sono infatti fondamentali. Si può quasi dire che la Cina ha bypassato il Fondo monetario internazionale, proprio nell'ex «giardino di casa» degli Usa. L'Argentina, prima della crisi del 2001, aveva il cambio fisso 1 a 1 col dollaro.

Torna all'inizio


Asse franco-tedesco al G-20 (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-04-02 - pag: 1 autore: Merkel e Sarkozy: subito regole più severe per la finanza - Draghi: misure valide anche per gli hedge fund Asse franco-tedesco al G-20 Scontri e assalti alle banche a Londra: un morto tra i manifestanti Vigilia ad alta tensione per il G-20 a Londra. Ieri la City è stata per ore teatro di scontri fra polizia e "no global" e in serata un manifestante è stato trovato morto, probabilmente per collasso. Una filiale della Rbs è stata attaccata, 30 gli arrestati. La scena politica è stata dominata dagli incontri bilaterali, a cominciare da quelli del presidente Usa Barack Obama con il premier britannico Gordon Brown, il presidente russo Dmitrij Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. Un asse franco-tedesco è riemerso tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, che hanno chiesto il varo immediato di regole più severe su mercati finanziari e paradisi fiscali. Ma per Silvio Berlusconi le vere decisioni arriveranno solo al G-8 di luglio alla Maddalena. Il Governatore di Banca d'Italia Mario Draghi ha ricordato che le raccomandazioni anti-crisi del Financial Stability Forum si applicano anche a banche e hedge fund. Servizi u pagine 2, 3 e 5 L'America riapre il dialogo con Russia e Cina. Dmitrij Medvedev e Barack Obama (nella foto) hanno deciso di avviare negoziati sul disarmo nucleare AP/LAPRESSE l'articolo prosegue alle pagine 2 3 5

Torna all'inizio


Le aperture di Obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-04-02 - pag: 1 autore: Le aperture di Obama di Mario Platero N e l suo debutto ufficiale sulla scena globale, il presidente Usa Barack Obama si è smarcato abilmente dalle polemiche con l'Europa sulle misure anticrisi e ha avviato un importante dialogo con i leader della Russia (sul disarmo) e della Cina (sugli equilibri politici ed economici). Servizio u pagina 5 l'articolo prosegue in altra pagina

Torna all'inizio


L'eterna partita Usa-Europa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-02 - pag: 2 autore: Divisioni culturali e interessi contrastanti L'eterna partita Usa-Europa Adriana Cerretelli LONDRA. Dal nostro inviato E uropa contro Stati Uniti, Cina e Russia anche: non fosse per l'eterna sintonia con l'Inghilterra di Gordon Brown e la fresca solidarietà del Giappone di Taro Aso, l'America di Barack Obama rischierebbe davvero di ritrovarsi sola e accerchiata al suo debutto sulla scena globale del G-20. Anche se, entro sera, si troverà il modo di salvare la faccia del vertice di Londra. Un fallimento plateale non conviene a nessuno: interdipendenza e mercati sempre allerta non consentono di indulgere alle risse, a meno che non siano attentamente controllate. Sono passati soltanto cinque mesi dal vertice del G-20 di Washington di cui l'Europa era stata la volonterosa madrina mentre per l'Amministrazione Bush brillavano gli ultimi flebili fuochi. In 150 giorni, i Magnifici 20 hanno pompato nell'economia mondiale uno stimolo da 2.500 miliardi di dollari, il 2% del Pil globale, e hanno speso altri 4mila miliardi per il salvataggio del settore finanziario. Uno sforzo gigantesco che finora però è servito a poco. Con rare eccezioni la recessione non cessa di avvitarsi su se stessa, la crescita mondiale quest'anno rasenterà lo zero,l'attività finanziaria resta al palo, il commercio collassa (-10%). E nonostante gli appelli in senso contrario lanciati in novembrea Washington, il protezionismo sgomita se è vero che 17 Paesi tra i Magnifici 20 che lanciarono quell'appello hanno eretto nuove barriere a difesa dei propri mercati. O meglio, come si usa dire di questi tempi, a garanzia che il denaro del contribuente, investito negli stimoli nazionali, sia tutto speso in casa e non finisca invece nelle tasche del concorrente o del vicino. Nonostante gli sforzi fatti, il sistema è in tilt perché la fiducia continua a latitare. Va assolutamente recuperata. Sì ma come? Nella risposta a questo interrogativo c'è la miccia della "guerra" euro-americana, con code cino-russe. Fino all'altro ieri era l'equazione della sicurezza globale a fare scintille tra le due sponde dell'Atlantico che invece domaniaStrasburgo, alverticedel60Ú della Nato, celebreranno il gran ritorno all'ovile della Francia di Nicolas Sarkozy. Oggi il dissenso si concentra quasi tutto sull'economia. Molto più di regole finanziarie generalizzate e stringenti e di una governance globale più attenta e attiva, per l'America di Obama è la ripresa economica la chiave per uscire dall'emergenza. Per questo la sua dottrina dei maxi-stimoli chiama tutti i protagonisti del G- 20 a fare la loro parte fino in fondo. Tolto l'inglese Brown, l'Europa però non ci sta. «Questa crisi non è una catastrofe naturale e non si risolve con l'oblio» ha scandito ieri a Londra, all'unisono con Sarkozy, Angela Merkel, ricordando che «non se ne uscirà accelerando sul rilancio e frenando sulla regolamentazione finanziaria, altrimenti prima o poi si presenterà di nuovo». Qualche giorno fa il cancelliere tedesco aveva attaccato la Casa Bianca per «l'eccessiva iniezione di liquidità con la quale non si crea una crescita durevole». Due mondi, e culture ai ferri corti. Da una parte la grande crisi del capitalismo anglosassone e la voglia matta di scorciatoie keynesiane nella speranza che tutto in qualche modo si aggiusti senza pagare prezzi troppo alti come la rinuncia alla sovranità nazionale esclusiva sul settore finanziario. Titoli tossici permettendo. Dall'altra la cultura della stabilità tedesca che ha contagiato l'Europa intera, Italia compresa, e che vede in un nuovo ordine mondiale non più dominato soltanto dagli Stati Uniti la via per esorcizzare in futuro simili disastri. In mezzo Cina e Russia che teorizzano concretamente la fine della supremazia del dollaro rivendicando un posto a pieno titolo nel governo del mondo. è facile oggi sparare sul bersaglio americano, imputando agli Stati Uniti la responsabilità del capitalismo impazzito e del grande gelo dello sviluppo. Ed è facile strapazzare la presidenza Obama, errori e incertezze del suo esordio. è comprensibile il rifiuto dell'Europa di indebitarsi oltre però a patto di non pretendere implicitamente che lo faccia l'America al suo posto, salvo poi criminalizzarla per i danni prodotti con i suoi eccessivi squilibri. è confortante per Cina e Russia sognare il "golpe" contro il dollaro (mettendo così la sordina sullo yuan sottovalutato): salvo che, tra bond Usa e riserve in moneta americana che possiede, Pechino sarebbe la prima a pagare il prezzo del crollo. Conclusione: nella partita del G-20 oggi non ci possono essere né vincitori né vinti. Tutti sono sulla stessa barca condannati a remare insieme e nella stessa direzione. Anche se spesso si detestano. © RIPRODUZIONE RISERVATA DUE VISIONI Per Washington bisogna sostenere la ripresa a tutti i costi, mentre i 27 frenano su un eccesso di iniezioni di denaro pubblico

Torna all'inizio


Stretta sui mercati finanziari (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-02 - pag: 3 autore: «Stretta sui mercati finanziari» Merkel e Sarkozy bocciano la bozza preparatoria e chiedono norme più severe Alessandro Merli Mario Platero LONDRA. Dai nostri inviati Muro contro muro, almeno nei toni, sul fronte transatlantico nelle ore immediatamente precedenti l'avvio del summit del G-20 a Londra. In mattinata il padrone di casa, il premier britannico, Gordon Brown, e il presidente Usa, Barack Obama, erano apparsi concilianti e focalizzati sulla ricerca dell'unità. Ma nel pomeriggio, affiancato dal cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente francese, Nicolas Sarkozy, che alla vigilia aveva minacciato di abbandonare il vertice se non fossero stati raggiunti risultati concreti soprattutto sulla finanza globale, ha dettato, con tono aggressivo, una serie di punti «irrinunciabili ». Come la pubblicazione di una lista nera dei paradisi fiscali che non cooperano nella lotta all'evasione, la regolamentazione di hedge fund, agenzie di rating e prodotti derivati, i tetti alle paghe dei banchieri. Sono però tutti punti sui quali Obama ha mostrato di concordare nella conferenza stampa di ieri a Downing Street e che comunque, a giudicare dalla bozza di comunicato circolata nei giorni scorsi, erano già inclusi nelle conclusioni del G-20 dopo il lavoro degli sherpa. Argomento che Sarkozy ha sdegnosamente rifiutato. «Da stamane - ha detto - di bozze ne ho viste quattro o cinque. Se tutto fosse già concordato, non ci sarebbe ragione di essere qui». La Merkel ha definito quello di Londra «uno degli incontri più importanti per il futuro del pianeta. E non è un'esagerazione », in quanto, con la riscrittura delle regole della finanza, si deve impedire la ripetizione di una crisi come quella attuale. Il cancelliere tedesco ha anche ricordato che è dovere dei Paesi riuniti a Londra aiutare «quelli che non possono farcela da soli». Quelli che soffrono maggiormente le conseguenze della crisi non hanno nulla a che vedere con le sue origini, ha sottolineato Sarkozy, con un chiaro riferimento agli Usa. «Non è il momento delle accuse reciproche», aveva detto Obama, ammettendo gli errori dell'America. Brown, parlando di «un piano globale per la ripresa economica e le riforme», ha cercato di sdrammatizzare con una battuta le minacce di Sarkozy. «Ho completa fiducia - ha detto - che il presidente francese sarà presente non solo al primo piatto della cena di questa sera, ma sarà ancora seduto con noi quando arriveremo alla fine». Sul fronte delle regole, ha aggiunto Obama, «questa idea che che ci siano coloro che premono per le regole e quelli che resistono alle regole è smentita dai fatti. Il segretario al Tesoro, Tim Geithner è andato al Congresso a proporre misure non meno aggressive di quelle emerse nel G-20. E questo ben prima che arrivassimo a Londra». La Merkel lo ha riconosciuto ieri pubblicamente, ma ha insistito che la riforma delle regole va fatta «adesso o non si farà più per anni». Gli Stati Uniti non sono però disponibili a cedere sovranità a un regolatore o a un supervisore globale sui mercati finanziari. Nelle scorse settimane, gli Usa hanno insistito molto sulla necessità di stimoli fiscali per il rilancio dell'economia, anche da parte dei Paesi partner, ottenendo sponda dal premier giapponese Taro Aso e dalla Cina, ma incontrando le resistenze europee. Ieri, la Merkel ha ammesso che il piano Usa è «particolarmente significativo, ma anche noi abbiamo fatto la nostra parte». Anche su questo tema, Obama ha espresso pragmatismo, riconoscendo che l'Europa ha per esempio maggiori ammortizzatori sociali, ma ha chiesto che «ciascun Paese faccia i suoi sforzi, tenendo conto della cultura, della politica e della struttura economica. Anche noi dovremo tenere conto dei nostri disavanzi. Il mondo si era abitutato alla voracità del consumatore americano, ora dovremo pensare ad aumentare i nostri tassi di risparmio». © RIPRODUZIONE RISERVATA IL FRONTE OPPOSTO Obama e Brown usano toni più concilianti della coppia franco-tedesca: «Ci sono molti punti su cui siamo tutti d'accordo» ANSA Asse franco-tedesco. Il cancelliere tedesco Angela Merkel con il presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, ieri a Londra, alla vigilia del vertice del G-20. Dietro di loro, a sinistra, il ministro tedesco delle Finanze Peer Steinbrueck

Torna all'inizio


Obama e Medvedev: una nuova era (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-02 - pag: 5 autore: Obama e Medvedev: una nuova era Negoziati sulla riduzione delle armi nucleari - Con la Cina «dialogo strategico» Mario Platero LONDRA. Dal nostro inviato Era l'evento più atteso di questo storico G-20 di Londra: il debutto del presidente americano Barack Obama sulla scena mondiale. Un debutto non facile, anche per l'attacco inatteso di Nicolas Sarkozoy su questioni di lana caprina relative al G-20. Ma il leader americano, sempre paziente e misurato, si è smarcato abilmente dalle polemiche sulle regole finanziarie e ha invece raggiunto a sorpresa due importanti accordi politici ai margini di questo G-20 che hanno rilanciato, come il presidente americano aveva promesso in campagna elettorale, il dialogo e l'apertura. Il primo con la Russia, per il disarmo nucleare il secondo con la Cina, per avviare un dialogo strategico ed economico. L'accordo con Mosca è certamente il più importante e immediato. Prevede subito l'avvio di un negoziato Start 4, ad alto livello per ridurre il numero delle testate nucleari strategiche. L'obiettivo:una firma già il prossimo luglio a Mosca, dove Obama si recherà, abbiamo appreso ieri, per la sua prima visita di Stato in Russia. Fonti vicine alla Casa Bianca ci hanno riferito che la preparazione di questo accordo è iniziata tre settimane fa. è stato solo l'altra notte tuttavia che la rimozione di alcuni ostacoli ha consentito di far partire il negoziato, in vista della scadenza con la fine dell'anno di certi protocolli di intesa per lo Start 3. Lo stock di armi nucleari è calcolato in circa 2.200 testate per parte. L'obiettivo secodno fonti stampa è quello di ridurne altre 700 e di stilare un protocollo di intesa. L'annuncio è venuto direttamente da Obama e Dmitrij Medvedev al loro primo incontro a tu per tu. Un incontro rilassato, ci hanno riferito fonti che hanno partecipato alle riunioni, con interessanti risvolti personali: i due sono coetanei,erano all'università negli stessi anni, studiavano tutti e due legge e hanno confrontato le rispettive impressioni su eventi storici dell'epoca: «Tutto molto spontaneo, a braccio, niente di pianificato» ci ha detto la fonte. è stato invece pianificato nel minimo dettaglio il comunicato finale di cui gli americani si sono detti molto soddisfatti perché, nelle parole di uno dei nego-ziatori, «pone il rapporto con Mosca su un piano molto diverso rispetto agli ultimi anni: siamo già al dialogo invece di essere al confronto. E su molti punti,ad esem-pio sull'Iran, i passi in avanti sono stati importanti» Secondo il funzionario, il documento è costruito per identificare l'Iran come una minaccia comune. Con il leader cinese Hu Jintao Obama ha invece avviato un «nuovo rapporto strategico e politico », codificato da incontri a livello di ministri,Hillary Clinton per il politico, Tim Geithner per l'economico e con un'agenda che sarà definita di volta in volta. In realtà anche il segretario al tesoro Paulson aveva avviato un dialogo a tutto campo con la Cina sul fronte economico, con incontri periodici fra delegazioni. La novità in questo caso rappresenta l'apertura del dialogo strategico sugli equilibri politici della regione e quelli internazionali, compresa la denuclearizzazione della penisola coreana. Sul piano economico, la Cina si trova in sintonia con Usa, Gran Bretagnae Giappone sulla necessità di fare il possibile per stimolare la crescita. Hu Jintao tuttavia non ha più sollevato la questione del debito americano né quella relativa alla necessità di una nuova moneta che si sostituisse al dollaro. «Evidentemente le rassicurazioni che abbiamo dato qualche giorno fa sono bastate ha detto una fonte - l'argomento è chiuso». Anche Hu ha invitato Obama in Cina e Obama ha accet-tato: sarà a Pechino nella seconda metà dell'anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA DISGELO A QUATTR'OCCHI Nel loro primo incontro i leader di Usa e Russia hanno deciso di ridare slancio alle relazioni, passi avanti importanti sull'Iran A palazzo. Michelle e Barack Obama sono stati ricevuti a Buckingham Palace dalla Regina Elisabetta, alla quale hanno regalato un iPod REUTERS

Torna all'inizio


La rabbia anti-manager (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-02 - pag: 6 autore: DALLA PRIMA La rabbia anti-manager Sono associazioni anarchiche, ma anche pacifiste e religiose, che già da tempo sono mobilitate contro la globalizzazione, e che vedono nella crisi una conferma delle loro critiche. Tra i soggetti partecipanti ci sono professionisti della violenza (come i "black blocs", già ben noti in Italia per i fatti di Genova), ma ci sono anche giovani non violenti e istruiti appartenenti ad associazioni che costituiscono una sorta di globalizzazione transnazionale di movimenti di protesta della società civile, collegati in rete attraverso l'uso di internet e delle nuove tecnologie. Le manifestazioni di questi movimenti anti-globalizzazione possono anche sfociare in episodi di violenza che sarebbero certo da evitare, ed è possibile che la crisi porti ad una crescita della protesta. Contrariamente a quanto a prima vista si potrebbe pensare, non è però da queste esperienze che vengono i rischi maggiori. Gli episodi di conflittualità più nuova e preoccupante sono quelli accaduti in Francia. Non solo per la violenza verso le persone che implicano, ma perché segnalano la possibilità che si diffondano forme di ribellismo con il coinvolgimento diretto di lavoratori colpiti da licenziamenti per effetto della crisi. Certo, in Francia giocano condizioni particolari: l'antica tradizione di conflitti intensi e diffusi, anche se spesso brevi (secondo un sondaggio la maggioranza dei francesi ritiene di essere alla vigilia di una ribellione sociale); il forte senso di ingiustizia diffuso, alimentato dalla notizia di compensi milionari per i manager della finanza ritenuti responsabili della crisi (solo in ritardo il Governo è intervenuto con un provvedimento limitato però alle istituzioni finanziarie che ricevono aiuti pubblici); ma è soprattutto il ricorso ai licenziamenti e insieme la debolezza delle organizzazioni sindacali che deve far riflettere. In altre parole, se la strada francese dovesse diffondersi, se i licenziamenti dovessero crescere (anche perché decisi da imprese non nazionali, come per esempio nel caso dell'americana Caterpillar), se i Governi e le organizzazioni degli imprenditori e dei lavoratori non fossero in grado di evitare con strumenti efficaci che il costo della crisi ricada prevalentemente sul lavoro, le previsioni più fosche sulla crescita di un'ondata di conflittualità potrebbero avverarsi. Infatti, in una situazione di grave depressione economica e forte crescita della disoccupazione non tutelata - come insegnano anche esperienze storiche precedenti - non c'è da aspettarsi un conflitto sociale intenso ma regolato. Questo avviene più facilmente quando le condizioni occupazionali e i redditi sono in miglioramento. In una crisi grave e non con-trollata, la ricerca anche disperata di soluzioni individuali tende ad accompagnarsi più facilmente a un ribellismo diffuso, che può assumere venature populistiche e tende a "saltare" le stesse organizzazioni sindacali. Per questo è essenziale stendere un'efficace rete di protezione sul lavoro ed evitare che le disuguaglianze sociali, già significativamente cresciute negli ultimi decenni per effetto delle politiche economiche e sociali, si allarghino ancora. Ma è anche importante adottare misure concrete ad elevata valenza simbolica, come quelle relative al ventaglio retributivo tra chi guadagna di più e chi riceve di meno, da tempo ormai fuori controllo. In questo modo si segnalerebbe la volontà di affrontare la crisi in uno spirito solidale che non alimenti il "senso di ingiustizia" percepita da parte di chi è più colpito. Sarebbe auspicabile, dunque, che i rappresentanti dei Paesi riuniti a Londra per il G-20 non si preoccupassero solo per le manifestazioni di protesta che li circondano, ma soprattutto per un'ondata di conflittualità ribellistica che potrebbe innescarsi, anche per effetto della globalizzazione culturale dei media, nei luoghi di lavoro, se non si terrà adeguato conto dei possibili effetti sociali della crisi. Carlo Trigilia trigilia@unifi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna all'inizio


Senza nuove regole sarà caos (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-02 - pag: 14 autore: Senza nuove regole sarà caos di Lamberto Dini * C on una presa di posizione inattesa, la scorsa settimana il governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, ha chiesto una vasta riforma del sistema monetario internazionale che conduca alla sostituzione del dollaro come principale moneta di riserva. La prima risposta del segretario del Tesoro americano è apparsa possibilista; la quotazione del dollaro ne ha risentito, tanto che egli stesso è stato subito dopo costretto a riaffermare il ruolo del dollaro. Ma di per sé la prima risposta di Geithner conferma che il problema esiste; ed è un problema che finirà per trovare la propria soluzione. Bene se la soluzione sarà costituita da un nuovo ordine internazionale. Male se la soluzione sarà lasciata alle scelte dei singoli mercati e dei singoli Paesi. Poiché in questo caso si potranno produrre danni collaterali molto rilevanti. In un articolo apparso sul Sole 24 Ore il 9 novembre scorso («Per Usa e Cina l'ora di nuove regole globali») avevo già messo l'accento sulla assoluta necessità che si ponga rimedio alla situazione di disequilibrio macroeconomico che è fra le cause della crisi in corso. Abbiamo oggi un sistema che è capace di costringere al riequilibrio le economie piccole che registrano disavanzi della bilancia dei pagamenti. Ma nulla può nel caso in cui i disavanzi siano registrati da un'economia grande, in particolare nulla può nei confronti dei disavanzi degli Stati Uniti, poiché essi producono la moneta di riserva internazionale. E l'attuale sistema di regole nulla può nei confronti di un'economia in avanzo, che può senza ostacoli continuare ad accumulare riserve, introducendo un forte potenziale di instabilità nel sistema. L'inusitata iniziativa cinese è stata determinata anzitutto dai timori di un ulteriore indebolimento del dollaro, moneta nella quale la Cina ha investito circa i due terzi delle sue immense riserve valutarie. Timori a loro volta legati alla forte espansione monetaria in atto e a quella ulteriore annunciata negli Stati Uniti ( si veda l'articolodi Alessandrini e Fratianni apparso su questo giornale giovedì 26 marzo). E timori legati a un bilancio pubblico statunitense che si avvia verso un deficit gigantesco, senza che gli annunci di rientro futuro siano sostenuti da misure credibili ed efficaci. Inevitabilmente politiche tanto espansive lasciano prevedere una stagione di ripresa dell'inflazione e di progressiva svalutazione del dollaro. Con gravi danni patrimoniali per chi possiede molti dollari, a partire appunto dalla Cina. Probabilmente hanno inciso sulla posizione cinese anche prime avvisaglie di politiche che, fuor da diplomatici eufemismi, possiamo cominciare a chiamare di svalutazione competitiva della propria moneta. In questa direzione vanno lette le decisioni delle autorità monetarie inglesi, svizzere e svedesi. Degli Usa si è già detto. Il tutto avviene mentre il commercio mondiale subisce una contrazione che ha pochi precedenti: nell'anno in corso, secondo le più recenti previsioni della Wto, la riduzione sarà del 9 per cento. E ciascuno corre ai ripari: chi può, appunto, favorendo una svalutazione della moneta; un po' tutti avviando politiche più o meno velatamente protezionistiche. Non stupisce che tutto ciò spaventi i cinesi, cioè coloro che in questi ultimi lustri più di ogni altro hanno tratto giovamento dalla liberalizzazione degli scambi e dall'espansione del commercio internazionale. è ora essenziale che il G-20 di Londra affronti il problema riconoscendo la necessità di istituire in tempi ragionevoli un nuovo sistema di regole. Regole capaci di costringere gli Usa a disegnare un percorso credibile che riporti in tempi ragionevoli verso il riequilibrio la loro bilancia dei pagamenti e il loro bilancio pubblico, e che porti la Fed a riassorbire l'eccesso di dollari. E regole capaci di costringere i Paesi in avanzo a riequilibrare a loro volta la propria bilancia dei pagamenti, anche consentendo una graduale rivalutazione della propria moneta. L'alternativa è molto peggiore.In assenza di un accordo su nuove regole, ogni Paese reagirà come potrà. E tutti finiranno per subire danni. In vista di un dollaro debole, ciascuno tenterà di diversificare le proprie riserve valutarie; condotta senza ordine, questa diversificazione produrrà forti oscillazioni nel cambio delle valute, con gravi effetti di instabilità. Chi potrà userà in modo più spregiudicato la via della svalutazione competitiva, ma le svalutazioni generalizzate finiscono per danneggiare tutti, via aumento dell'inflazione, senza che nessuno se ne possa giovare al di là del brevissimo termine. I Paesi dell'euro, ai quali lo statuto della Bce interdice la via della svalutazione competitiva, vedranno finire in seria difficoltà una parte rilevante del proprio apparato produttivo. Infine, molti proveranno a difendersi dalla caduta delle proprie esportazioni accentuando le scelte protezionistiche. Con il risultato di deprimere il benessere e la crescita globali. La comunità internazionale si trova di fronte a un classico "dilemma del prigioniero". La scelta cooperativa - quella che porta a un nuovo sistema concordato, ordinato e credibile di regole - è di gran lunga quella migliore per tutti e per ciascuno. Ma c'è il rischio che prevalgano invece scelte non coordinate in cui ciascuno, nella speranza di scaricare le difficoltà del momento sul proprio vicino, peggiora le condizioni di tutti, sé compreso. A Londra vedremo se la comunità internazionale ha la forza e la lungimiranza necessarie per evitare lo scenario peggiore. * Senatore Pdl, presidente della commissone Esteri © RIPRODUZIONE RISERVATA LE CONSEGUENZE Pechino teme una stagione d'indebolimento del dollaro, i Paesi Ue potrebbero perdere quote di mercato per la crisi del sistema produttivo

Torna all'inizio


FIRENZE sonar festival (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

FIRENZE sonar festival Un corto tira l'altro Si parte alle 18 con Sonar Story, selezione dei migliori corti degli ultimi anni. Si prosegue col Concorso, in gara "Del blanco al negro" (Spagna 2008) di Gerardo Herrero, regista e produttore fi n dai primi anni 80, che si è fatto notare nel panorama europeo sia per le pellicole da lui realizzate (come "El principio de Arquimedes", "Las razones de mis amigos" e "Malena es un nombre de tango") che per quelle da lui prodotte, tra cui spiccano "Terra e libertà" di Ken Loach e "Mujeres en el parque" dell'amico Felipe Vega. Quindi "Ombre" di Alberto Meroni (Svizzera 2008), in un futuro non troppo lontano, in cui le riserve petrolifere sono quasi esaurite e la plastica è diventata un bene prezioso, la piccola Gaia cerca un mondo migliore, con l'aiuto del nonno e della sua fantasia. Segue "Show time" di Frederic Massot (Spagna/Italia 2008), una coppia di turisti italiani a Madrid di ritorno da una festa riprende con la telecamera lo scippo di un passante ma ad un certo punto il ladro si rende conto della loro presenza. "Heroes no longer" di Sun Xun (Cina 2008), un regista impegnato a smascherare la realtà del proprio paese, già autore di fi lm importanti come "Requiem", "Mythos" e "Shock of Time" (passati al Festival di Torino 2007) e in chiusura "Asamara" di Jon Garano e Raùl Lòpez (Spagna 2008). Alle 21 l'anteprima del 16mm Film Festival diretto da Graziano Staino e alle 22 sempre in concorso "5 segundos" di Jean Francois Rouzè (Spagna 2008), Frank dopo un incidente in bicicletta non riesce più a vedere le immagini in movimento, solo immagini fi sse ogni cinque secondi. "River just act normal" di Hollie Lavenstein (Usa 2008); "Megaton" di Marian Crisan (Romania 2008), Palma d'oro a Cannes 2008 per il miglior cortometraggio (nella foto), la storia di Maxim che il giorno del suo compleanno viene portato dalla madre a Bucarest e approfi tta del "regalo" per vedere il padre. Chiude la serata "The nail" di Benedikt Erlingsson (Islanda 2008), giovane regista già nota al pubblico per la sua presenza nel fi lm "Il grande capo" (2006) di Lars von Trier. Istituto francese, piazza Ognissanti, ingresso libero

Torna all'inizio


Un viaggio di ritorno nel futuro dell'industria (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-02 - pag: 15 autore: «Orgoglio industriale». Il nuovo libro di Antonio Calabrò Un viaggio di ritorno nel futuro dell'industria Dal libro di Antonio Calabrò, direttore Affari istituzionali e relazioni esterne del gruppo Pirelli, pubblichiamo un estratto del primo capitolo «Una bella impresa» di Antonio Calabrò D ove sta il futuro dell'industria italiana? Nella grande provincia del Nord, proprio nell'eredità di quello straordinario "granaio meccanico" decantato dall'allora presidente della Fiat Vittorio Valletta, dove giusto cinquant'anni fa,tra il 1959 e il 1960,arrivava a maturazione il "miracolo economico". Lì, infatti, ancora oggi, si scandiscono i tempi della ripresa, con le imprese manifatturiere di qualità. Lì si giocano le carte più importanti del nostro orgoglio industriale. E se a questo processo, economico e sociale, si vuole dare un volto e un nome, uno dei tanti possibili, oltre quelli delle industrie più grandi e più note, lo si può andare a cercare in un posto affascinante come un gioco di parole, l'H2otel. Un albergo, sì, sul lago d'Orta, boschi, colline, antichi paesi silenziosi dove giocare il tempo con i passi lenti e il pieno dei silenzi. Ma soprattutto il simbolo di un esperimento industriale: energeticamente autosufficiente,sfrutta l'acqua del lago e il calore della terra grazie a un modernissimo sistema di macchine idrauliche, apparecchi termici, condutture, valvole, pannelli di distribuzione di caldo e freddo messi a punto da un'impresa della zona, il gruppo Giacomini di San Maurizio d'Opaglio, conosciuto dai geografi dell'economia come " il paese dei rubinetti". Un gruppo che si è trasformato radicalmente passando dalla vecchia meccanica all'impiantistica più sofisticata. «Il futuro ha un cuore antico», alla Carlo Levi. Radici. Cambiamenti. Memoria di fabbrica. E innovazione. La provincia italiana dove si lavora e si produce non è affatto provinciale. Sente, proprio negli anni delle grandi trasformazioni dell'economia che tutti stiamo vivendo e un po' soffrendo, il ritmo dei tempi che cambiano. E scopre d'essere in sintonia con le tensioni che animano parecchie altre aree del mondo. è in provincia, a Bedford Heights, nell'Ohio, nella fredda mattina del 16 gennaio 2009, che si ferma anche il presidente degli Usa Barack Obama, in viaggio verso la Casa Bianca. E in una piccola fabbrica, la Cardinal Fastener & Specialty Company - viti, bulloni, giunti, meccanica di precisione per le turbine a vento - ribadisce la strategia della green economy, industria e ambiente come motori dello sviluppo. Nell'universo globale, questo è un cammino che riguarda direttamente anche noi. L'Italia, nell'ipotesi di un nuovo ordine del mondo, ha infatti buoni numeri per farcela.E un numero, dunque, proviamo a dirlo subito: 4.600. Quello delle imprese industriali medie e medio grandi che costituiscono il cuore del nostro sistema produttivo, fanno da motore di un tessuto produttivo diffuso di centinaia di migliaia di piccole imprese (l'economia dei di-stretti, delle filiere), incrociano i ritmi internazionali delle migliori grandi aziende, scandiscono il tempo della competitività. Nel ciclone della crisi in corso sono il cardine della ripresa, la nostra carta migliore contro l'impoverimento, la perdita di ruolo economico e civile, i timori del declino. Questo libro è un viaggio di ritorno, in fabbrica, un luogo fisico e sociale trascurato, negli anni più recenti, dalle scelte politiche e dalle rappresentazioni dei media, persino messo nell'angolo dell'immaginario nazionale. Ed è un viaggio nel futuro: la fabbrica è cambiata,somiglia sempre più a un'officinalaboratorio- centro di ricerca-ufficio di marketing e logistica, parla italiano, spesso con inflessione dialettale bresciana o trevigiana, piemontese o marchigiana, ma anche correntemente inglese, si specchia in un atlante e vede la propria sede nella diffusa metropoli lombarda e le sue articolazioni in Romania e negli Usa, in India, in Cina e in Vietnam. Fabbrica-mondo, insomma. La riprova sta nei numeri. Da alcuni anni Mediobanca e Unioncamere censiscono un robusto gruppo di 4mila medie imprese indu-striali, che hanno fatturati dai 13 ai 290 milioni di euro e contano in libro paga da 50 a 499 dipendenti. Altre 600 circa sono medio-grandi, con fatturati sino a 3 miliardi.Sotto,c'è una platea di più di 500mila società manifatturiere piccole e piccolissime che danno lavoro a più di 4 milioni e mezzo di dipendenti. I dati dicono ancora che proprio grazie a queste imprese l'export italiano è cresciuto negli anni, sino all'aumento del 3% nel difficile 2008, alla pari con la Germania campione tradizionale del commercio europeo. Migliori prodotti,qualificati anche da politiche per valorizzare la marca, migliore governo aziendale, migliori rapporti con i mercati. Un buon passo avanti per la competitività.

Torna all'inizio


ROMA La loro partita, i leader hanno iniziato a giocarla già varie settimane f... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi di LUCA CIFONI ROMA La loro partita, i leader hanno iniziato a giocarla già varie settimane fa. Con i contatti in corso tra gli sherpa, ma anche con le interviste sui media internazionali, e con le indiscrezioni (o le intere bozze) fatte trapelare qua e là. E continuano a giocarla ora che il match entra nel vivo. Non ci sono solo i due grandi schieramenti, Stati e Uniti e Gran Bretagna da una parte, Europa continentale dall'altra, il primo che spinge per un maggiore sforzo finanziario immediato, il secondo appostato nella trincea delle regole globali da cambiare. Più o meno ogni leader è portatore di una posizione e di interessi propri, senza contare che stavolta sulla scena ci sono anche altri attori che non si possono adattare al ruolo di comparsa, a partire dalla Cina. Anche il no al protezionismo, che sulla carta, potrebbe sembrare la bandiera che unisce la maggior parte dei Grandi, corrisponde poi nel concreto dei singoli Paesi a politiche tra loro differenti e non sempre coerenti. Il ruolo più impegnativo è naturalmente quello di Barack Obama. Gli Stati Uniti portano sulle spalle la responsabilità morale di quanto è successo nel mondo dal 2007 in poi, o almeno una buona parte di essa. Essendoci dentro fino al collo, con un'emorragia di oltre 700.000 posti di lavoro al mese, sono però anche quelli che vogliono a tutti i costi trovare una via di uscita, se possibile rapida. Hanno già messo in campo un bel po' di risorse prelevate dalle tasche del contribuente americano, ma chiedono anche agli altri di fare la propria parte: il presidente degli Usa non può certo permettersi uno scenario in cui i suoi sgravi fiscali vadano a rianimare le esportazioni tedesche o cinesi. Gordon Brown si trova in una situazione abbastanza simile, se possibile aggravata dal peso del settore finanziario sul complesso dell'economia britannica. E le risorse dirottate alle banche hanno già messo sotto pressione il debito del Regno Unito. Come padrone di casa poi il premier ha tutto da perdere da un fallimento del vertice, ed è obbligato a cercare un punto di possibile mediazione. È quindi tornata nel cassetto la proposta di un impegno finanziario complessivo pari a 2.000 miliardi di dollari. Tra i sostenitori di un rafforzamento dello stimolo fiscale possono essere annoverati anche i giapponesi, che ricordano di aver maturato una certa esperienza sul tema durante i per loro terribili Anni Novanta. Agli antipodi ci sono le posizioni di Francia e Germania, che pure non sono perfettamente sovrapponibili tra di loro. Berlino in particolare ha già fatto un ingente sforzo in termini di spesa pubblica (circa il 3 per cento del Pil come effetto netto) gestito però tutto in casa. Ora entrambi insistono per un nuovo sistema di regole, sia per quanto riguarda la finanza, sia per una almeno parziale neutralizzazione dei paradisi fiscali. Possono in qualche modo usare l'argomento delle responsabilità americane, anche se gli Usa ribattono che in questo momento una stretta regolamentare non è proprio quello che serve per rimettere in modo l'economia. Sarkozy da parte sua non nasconde di essere pronto a usare l'arma del protezionismo. In questa situazione il nostro Paese, i cui margini di manovra sono pesantemente condizionati dal debito pubblico, proverà a usare al meglio il ruolo di presidente del G8 per creare consenso sulla proposta di un legal standard globale. Parallela a quella tra le due sponde dell'Atlantico si gioca la partita tra Stati Uniti e Cina. Un accordo tra i due potrebbe iniziare a sanare l'altro grande fattore scatenante della crisi finanziaria: l'afflusso verso Pechino di dollari del consumatore americano, destinati a tornare indietro in cambio di titoli di Stato Usa. I cinesi inoltre sono disposti a contribuire a sostenere il Fondo monetario, ma chiedono in cambio più diritti di voto e quindi maggiore influenza: prospettiva che non piace agli europei. Queste le posizioni in campo nel primo giorno del summit. Il rischio, per tutti, è quello di ritrovarsi in fuori gioco, ossia di dare all'opinione pubblica mondiale, inquieta quando non in preda al panico o al furore, lo spettacolo di un fallimento. Che potrebbe avere effetti nefasti, proprio mentre emergono timidissimi segnali di assestamento della situazione macroeconomica.

Torna all'inizio


Il vino riscopre il territorio (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-04-02 - pag: 17 autore: Il vino riscopre il territorio Un trend indubbiamente legato al territorio e ai giacimenti gastronomici. Di pari passo anche il resto del mondo ha cominciato a dare meno attenzione ai vitigni cosiddetti internazionali (cabernet sauvignon, chardonnay, merlot, sauvignon blanc) cominciando ad apprezzare anche altri vitigni. Questa realtà si è manifestata, quasi per voler allargare le proprie conoscenze: in tempo di globalizzazione non poteva essere altrimenti. Ebbene questo fenomeno, la globalizzazione, se da un lato ha portato all'omologazione del gusto (vini al legno, o vini dei falegnami) dall'altro ha dato l'oppurtunità anche alle minoranze (vitigni quali Nebbiolo, Sangiovese, Sagrantino, Montepulciano d' Abruzzo) di essere conosciute nel mondo. è chiaro che la fase di omologazione ha lasciato comunque segni profondi nel consumatore meno evoluto: non conosce altro che quei tre o quattro vitigni, prodotti con le stesse metodologie in Australia, in California, in Cile, in Argentina e pure in parte dell'Italia.Il ritorno a vini, rossi o bianchi, di profumi e sapori diversi, incontra non poche difficoltà perché l'archetipo è divenuto appunto quel vino omologato degli anni 80-90. C'è un però.Molti consumatori cominciano a essere stanchi dei vini tutti uguali in cui l'apporto del territorio viene annullato dalle pratiche di cantine. Ecco quindi il territorio diventare il protagonista, l'elemento in grado di fare la differenza perché unico, a differenza del vitigno che può essere replicabile. In questa direzione si stanno muovendo molte aziende vinicole anche perché in tempi di crisi è dimostrato un ritorno sentimentale del consumatore che influisce sensibilmente anche sull'evoluzione del gusto. E le radici territoriali, l'identità, il sapore, il profumo non solo per l'individuo,ma anche per un vino, sono fondamentali per la riconoscibilità. Maggior semplicità, minor complessità, identificazione e ricordo sono le carte vincenti in tempo di crisi, ovviamente legate al prezzo. E proprio per questo è iniziata una nuova stagione dove il viticoltore dovrà produrre per target, per fasce di prezzo che dovranno sempre di più essere segmentate anche e soprattutto in funzione del consumatore e non delle pagelle dei critici, soprattutto anglosassoni. Davide Paolini © RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna all'inizio


L'alleanza con Espn e Tnt porta 900 milioni all'Nba (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MEDIA E COMUNICAZIONE data: 2009-04-02 - pag: 25 autore: Sport & business. La Lega nazionale distribuisce in parti uguali gli introiti tv ai team L'alleanza con Espn e Tnt porta 900 milioni all'Nba Parla David Stern: «Finita la crisi il futuro tra digitale e globalizzazione» Giuliano Balestreri MILANO L'Nba staagliStati Uniti come la Serie A di calcio sta all'Italia. Un'equazione possibile in teoria, ma assolutamente lontana dalla realtà: se sul fronte dello spettacolo si può discutere, su quello economico non ci sono dubbi. La lega basket americana è una vera macchina da soldi, grazie alla vendita dei diritti tv, al merchandising e al lavoro di progressiva internazionalizzazione. Un cambiamento iniziato nel 1984, quando David Stern, classe 1942, è diventato il quarto, e più longevo, Commissioner nella storia dell'Nba. Una situazione ben diversa da quella italiana dove gli interessi pubblici (Coni, Figc, etc...) si sovrappongono ai privati (i club)e dove i manager che esconoda una parte rientrano dall'altra. Come dimostra la Lega Calcio: se fosse commissariata, il commissario potrebbe essere Franco Carraro. L'ex numero uno della Figc travolto dalla scandalo Calciopoli. «Credo che un ruolo attivo dei privati nel mondo dello sport sia assolutamente positivo » dice Stern che però non si sente di dare consigli ai colleghi europei: «Guardo molto al Vecchio Continente e quando c'è qualcosa di interessante cerco di importarlo negli Stati Uniti, ma non sempre è facile». Senza dubbio, però, il capolavoro del manager è stato quello di creare un marchio Nba a 360 gradi senza distinzioni tra una squadra e l'altra: tutte sono obbligate a fare tournée all'estero, mentre in Italia è un'iniziativa riservata ai singoli. «I Milan fa un ottimo lavoro», si limita a dire Stern che non nasconde come una forte presenza internazionale aiuti nelle trattative per la cessione dei diritti televisivi e spinga le vendite di merchandising. E se in Italia la vendita dei diritti tv sarà collettiva (con complicati parametri per la redistribuzione degli introiti) solo dal 2010, negli Stati Uniti si tratta di una procedura rodata da tempo. «In autunno abbiamo chiuso un nuovo contratto con Tnt ed Espn fino al 2016 per 7,4 miliardi di dollari, il 21% in più rispetto all'ultimo accordo » spiega Stern che poi sottolinea: «La cifra viene divisa in modo equo tra tutte le squadre. Non importa chi vinca o chi perda, ognuno incassa circa 28 milioni di dollari l'anno». L'accordo siglato alla fine del 2008, nel pieno della crisi economica mondiale, è stato uno dei più difficili nella storia dell'Nba: «Il risultato è il frutto di una strategia che dura da anni. Abbiamo instaurato importanti rapporti di partnership in un'ottica di lungo periodo ». Tnt, controllata da Time Warner, ha contribuito allo sviluppo della web tv dell'Nba, mentre Espn (gruppo Walt Disney) «lavora con noi per entrare nel mercato cinese. Insomma siamo alleati su diversi fronti ». Come a dire che la crisi non spaventa il numero uno del basket mondiale: «Penso piuttosto a cosa accadrà dopo e le risposte sono globalizzazione e digitale».Nell'ultimo anno i ricavi da merchandising all'estero sono arrivati a 430 milioni, con un incremento del 40% solo in Europa, mentre sul fronte digitale l'obiettivo «è aprire un sito Nba in ogni Paese del mondo. In Italia – continua Stern – con circa 60 euro l'anno ci si può abbonare online per vedere tutte le partite del campionato». Questi sono i progetti per il futuro, ma intanto le squadre hanno iniziato a muoversi per limitare i danni del presente. «Nei momenti di crisi la gente ha bisogno di divertirsi e noi cerchiamo di dare a tutti lo spettacolo – aggiunge il manager –. Molte squadre propongono sconti famiglia,oppure con l'acquisto di un biglietto ti offrono panino e bibita. è importante aver i palazzetti pieni, anche per gli sponsor». Insomma un'oculata gestione sportiva permette a molte squadre di aver bilanci in attivo, con un valore medio per franchigia di 379 milioni (+2% rispetto al 2008). Nell'ultima stagione l'utile medio operativo è salito a 10,8 milioni per club con entrate nell'ordine dei 90 milioni per squadra: 32 milioni al botteghino, 5 dal merchandising, 13 dalle tv locali, 10-15 dagli sponsor (30-40 milioni per i big team) e 28 milioni dalle tv nazionali. Un modello che per la Serie A, con quasi tutte le squadre in perenne rosso, sembra un miraggio, come il salary cap imposto da Stern e salito quest'anno a 58,7 milioni. «In questo modo non vincono i più solo ricchi, ma i più bravi a scegliere i giocatori e a gestire le squadre. In Italia però sarebbe difficile, a meno che il salary cap non venisse imposto in tutta Europa ». In Lega Calcio qualcuno ha parlato anche di un blocco delle retrocessioni: «La garanzia di restare nella massima serie aiuta gli investimenti. Nessuno realizzerebbe un impianto da 100 milioni di dollari se avesse il timore di uscire dal grande giro dello spettacolo». giuliano.balestreri@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna all'inizio


Stati Uniti primi per import E al secondo posto c'è l'Italia (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-02 - pag: 7 autore: Anche la Cina ha saldo negativo - Tra gli esportatori Tokyo batte Corea e Germania Stati Uniti primi per import E al secondo posto c'è l'Italia Andrea Malan «La Francia, che ha inventato l'automobile, è diventata nel 2008 un Paese importatore..». L'affermazione di Luc Chatel,sottosegretario all'Industria nel Governo francese, va di pari passo con la linea seguita negli ultimi mesi dal presidente Sarkozy: utilizzare gli aiuti concessi ai due produttori locali – Renault e Peugeot – per indurli a rimpatriare almeno in parte la produzione di auto delocalizzata all'estero. Il Sole 24 Ore ha provato a fare il calcolo: chi sono i grandi impor-tatori ed esportatori netti di auto? Per quanto riguarda le sole autovetture, in base ai dati Acea Parigi è ancora in nero – per poco meno di 100mila unità.Il calcolo non viene dal confronto import/export, ma più semplicemente confrontando le dimensioni del mercato nazionale (numero di auto vendute) con la produzione locale; il metodo è necessariamente grezzo – una Panda pesa come una Rolls Royce – ma permette qualche considerazione interessante. I maggiori importatori netti di auto al mondo sono di gran lunga gli Stati Uniti: nel 2008 sono stati prodotti negli Usa (furgoni e Suv compresi) circa 8,7 milioni di vetture contro i 13,2 venduti. Al secondo posto (ma con una quota di import ancora superiore in percentuale) è l'Italia, dove l'anno scorso sono state prodotte 660mila auto a fronte di un mercato da 2,16 milioni; il risultato viene dalla passione dei nostri connazionali per le quattroruote unita al progressivo calo della produzione negli stabilimenti Fiat (e all'assenza di altri produttori di volume). Chiude il podio dei grandi importatori la Russia, con una produzione locale di circa 1,5 milioni contro i 2,8 venduti (va detto che i dati sono meno affidabili degli altri). Tra i grandi Paesi ci sono altri due importatori netti: la Gran Bretagna (saldo negativo di quasi 700mila auto) e la Cina. Ebbene sì: lo spauracchio che ha invaso tanti mercati con i suoi prodotti a basso costo rimane, per quanto riguarda l'auto, un importatore netto con 6,3 milioni di auto prodotte nel 2008 contro i 6,7 milioni venduti. L'India è in lieve attivo (qui i dati risalgono al 2007). Tra le variazioni del 2008 rispettoall'anno precedente si possono citare il netto calo dell'import Usa (a causa del crollo del mercato) e il quasi azzeramento dell'export francese (da quasi 500mila a meno di 100mila veicoli). Nel settore auto i vincenti del grande gioco della globalizzazione sono tre. Leader indiscusso è il Giappone, con un saldo attivo di quasi 5,7 milioni di veicoli; alle spalle di Tokyo il 2008 ha visto un testa a testa tra Corea e Germania, con due strategie completamente opposte: la prima ha invaso i mercati mondiali di vetture a basso costo, la seconda conserva con Bmw, Mercedes e Audi un dominio quasi incontrastato nell'alta gamma. La presenza di Giappone e Germania sul podio degli esportatori dimostra che per primeggiare non sono necessari i bassi costi del lavoro, anche se entrambi i Paesi hanno costruito le rispettive tradizioni quando avevano costi di produzione più bassi di adesso. Tra gli esportatori ci sono anche tutti i Paesi dell'Est Europa di cui si è lamentato Sarkozy: dalla Slovenia, dove vengono prodotte le Renault Clio2 ora in parte "rimpatriate", alla Repubblica Ceca protagonista di un vero e proprio caso diplomatico con Parigi dopo che Sarkozy aveva incitato il mese scorso i costruttori francesi a "rilocalizzare" in Francia; nel 2007 Praga aveva raggiunto il 4Ú posto tra i Paesi esportatori netti, anche se l'anno scorso si è vista sorpassare (di poco) dal Messico. Importazioni ed esportazioni di auto sono solo un aspetto della bilancia del settore auto, e i componenti possono giocare un ruolo quasi altrettanto importante: nel caso dell'Italia,per esempio,il saldo di questa parte dell'interscambio è positivo. Ma nel lungo periodo il settore della fornituraè legato a doppio filo alla presenza di impianti di montaggio finale. Come ha ricordato Sergio Marchionne ai soci Fiat la settimana scorsa, «il territorio che perde attività produttive subisce un calo nel tasso di occupazione del settore e vede diminuire la propria competitività strutturale». Marchionne ha citato l'esempio inglese degli anni 80; ma l'Italia rischia di fare la stessa fine. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA GRADUATORIA Tra i Paesi con esito positivo spicca tutto l'Est europeo L'azzeramento dell'avanzo francese ha fatto arrabbiare il presidente Sarkozy

Torna all'inizio


Sarà un venerdì colossale per il porto, perché arriva la "Ital Oceano", un ca... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 02-04-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Pesaro))

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi di GIAMPAOLO MILZI Sarà un venerdì colossale per il porto, perché arriva la "Ital Oceano", un cargo navigante di dimensioni tali da rappresentare una novità assoluta per la storia dell'Ancona marinara-mercantile. Lunga 225 metri, capace di trasportare fino a 2800 teu, ovvero i container più grandi, la nave stazza il tonnellaggio più alto mai approdato nello scalo dorico. Come suggerisce già il nome, un vettore di classe e rotte oceaniche, ma che a partire da questa stagione primaverile, assieme all'unità gemella "Stadt Wismar", toccherà una volta la settimana per tutto l'anno il porto, attraccando alla banchina 23. Un colpo davvero grosso per il nostro porto. Che sia per lo stallo nel completamento di alcune infrastrutture sia per la crisi internazionale e nazionale del settore commerciale (container pieni in calo del 15% nel primo bimestre 2009 rispetto al gennaio-febbraio 2008, - 10% per tir e trailer) sta inoltrandosi in uno dei suoi periodi più neri. Un colpo grosso, a livello di competività sui mercati globali, messo a segno dalla Frittelli Maritime presieduta dall'imprenditore Alberto Rossi, la società che svolge funzioni di agenzia per il gruppo armatoriale Evergreen, il quarto nel mondo per volume, diversificazione e destinazioni delle merci trasportate nei maggiori porti di vari Paesi. Un affare andato in porto (il nostro, è proprio il caso di dirlo) grazie a uno stretto lavoro organizzativo e collaborativo con la Capitaneria e le maggiori aziende di carico-scarico e movimentazione container locali. Fino alla scorsa stagione commerciale la "Ital Oceano" e la "Stadt Wismar" solcavano la rotta atltantica che unisce il Tirreno (scali base Livorno e Genova) e gli Usa. Adesso entrano in gioco l'Adriatico e Ancona, che riscopre la sua vocazione di Porta d'Oriente. L'Adriatico i due giganti lo solcheranno in lungo e in largo, fermandosi, da nord a sud, a Trieste, Venezia, Ancona, Koper (Capodistria - Slovenia), Rijeka (Fiume-Croazia), con il porto di Taranto che svolgerà il ruolo più importante per lo smistamento dei container su altre navi dirette principalmente verso i Paesi dell'Est, del Medio ed Estremo Oriente, in particolare la Cina. Ad Ancona saranno scaricati e caricati (secondo i flussi import-export) contenitori con ogni tipo di merci, da prodotti finiti a componentistica. Venerdì scorso, la prima toccata della Stadt Wismar, abituata a fondali con pescaggi di 16 metri, ha avuto quasi il sapore di un esperimento. Ben riuscito, con i fondali a - 11 della Banchina 23 e i servizi portuali che hanno retto bene nel fronteggiare le manovre dell'ospite così imponente. Domani sarà la volta della "Ital Oceano", una specie di festa, con autorità, rappresentanti degli operatori portuali e giornalisti invitati a salire a bordo per conoscerla attraverso una visita guidata in bus. Ci sarà anche il nuovo presidente dell'Autorità portuale, Luciano Canepa, che da ieri si è insediato fattivamente nel suo ufficio, e ha iniziato una serie di incontri con i componenti del comitato portuale e delle categorie marittime e ha avviato sopralluoghi nei siti logistici dello scalo.

Torna all'inizio


(sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Legnano)" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

LEGNANESE CASTANESE pag. 7 «Sempione invivibile, eliminiamo autovelox e trasformiamo il centro in isola pedonale» SAN VITTORE VINCENZO BELLIA, 74 ANNI, CANDIDATO DI STORACE SAN VITTORE OLONA VINCENZO Bellia, 74 anni, è il candidato sindaco per la Destra di Storace. Il suo programma si riassume nelle "quattro esse": sicurezza fisica, sicurezza pubblica, scuola potenziata, strade vigilate. Cosa farà a per San Vittore? «Mi impegnerò a conseguire un'amministrazione funzionale attenta ai bisogni quotidiani, in cui i simili (politicamente) e i diversi (l'opposizione, ndr) esercitino il controllo sull'esecutivo». Che paese sogna? «Una San Vittore che non debba trovarsi a vivere in una società sempre più tribale e sempre più globale. Globalizzazione e frammentazione sociale portano a rivendicazioni settoriali e a secessioni». Progetti concreti in mente? «Rendere trasparente la situazione economica e patrimoniale, in modo che il sanvittorese sappia di cos'è padrone». Come migliorare la viabilità? «Il Sempione ha creato una condizione di invivibilità. Occorre studiare un progetto di circonvallazione. In centro va creata un'isola pedonale, e bisogna migliorare marciapiedi e illuminazione». Cosa manca al paese? «La manutenzione del verde pubblico. Tendaggi alle finestre delle scuole elementari e medie». Cosa detesta di San Vittore Olona? "L'autovelox. Sulle strade voglio forze dell'ordine e segnaletica per contrastare incidenti».

Torna all'inizio


Usa-Russia, operazione Il disarmo atomico torna una priorità (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

pagina pag. 20 Usa-Russia, operazione «reset» Il disarmo atomico torna una priorità Obama-Medvedev: sì a un nuovo trattato per la riduzione degli armamenti dall'inviato GIAMPAOLO PIOLI LONDRA SOTTO uno straordinario sole mediterraneo (effetto dei cambiamenti climatici), con Trafalgar Square invasa da anarchici colorati e rumorosi accampati con tende azzurre anche nel pieno centro di una capitale blindata, Barack Obama ha inaugurato ieri a Londra a margine del G20, la sua «strategia mondiale del disgelo» con due faccia a faccia di portata storica. Prima di pranzo ha visto per un'ora abbondante il presidente russo Medvedev promettendo che andrà a Mosca a luglio per un lungo summit. Subito dopo colazione per un'altra oretta si è incontrato col più ermetico presidente cinese Hu Jintao accettando l'invito in Cina nella seconda metà dell'anno. Una dichiarazione congiunta, calibrata in ogni frase , frutto del lavoro preparatorio di Hillary Clinton e del ministro degli esteri russo Lavrov, è il risultato «ufficiale» di questa prima presa di contatto tra il capo della Casa Bianca e il leader del Cremlino. Ma tra le pieghe del documento diplomatico che di fatto preme il pulsante del «reset» nei rapporti tra i due paesi , congelati ai livelli della «guerra fredda» da Bush e Putin, si è visto molto di più. Definire non solo cordialissimo ma affettuoso e ottimista lo scambio di saluti tra Obama e Medvedev, sia prima che dopo l'incontro, le fitte battute che i due si sono bisbigliati all'orecchio, l'affermazione di Obama « è stato uno scambio molto positivo e non saremmo arrivati a questo punto senza la leadership del presidente Medvedev.», diventa la testimonianza diretta di un clima radicalmente cambiato in meno di tre mesi tra Washington e Mosca. «RIMANE il disaccordo sulle cause che hanno provocato il conflitto nel Caucaso hanno detto entrambi però Russia e Usa intendono impegnarsi insieme per la stabilità della regione». «Abbiamo vere differenze ha specificato il presidente Usa ma anche interessi comuni, primo fra tutti la riduzione degli arsenali nucleari». Dmitri e Barack hanno saltato preliminari e rituali e formalità, inaugurando subito uno stile schietto e rapido da «presidenti quarantenni» con molta voglia di fare . L'avvio immediato del negoziato per arrivare già a luglio o al massimo entro l'anno ad un nuovo accordo sulla riduzione degli armamenti strategici Start riapre il capitolo del disarmo bloccato dai tempi di Gorbaciov ed è davvero notevole perché ridurrebbe tra le 1700 e le 2000 il numero delle testate. L'appello comune per un mondo senza atomiche, il pressante invito col quale si «esorta l'Iran» a dimostrare all'Onu la «natura pacifica» del suo progetto nucleare e la preoccupazione per un nuovo lancio missilistico nella Corea del Nord sembrano diventare adesso le linee guida di un nuovo asse d'intesa russo-americano. Sembra davvero disgelo pieno. Dopo le tensioni georgiane e le frizioni sulla Nato , Obama e Medevev ammettono che rimangono solide diversità sia sull'espansione dell'Alleanza Atlantica sempre più vicina ai confini russi che sullo scudo anti-missile, ma Washington e Mosca hanno deciso di aprire una «pagina distensiva» anche su questo e di riunire i loro esperti proprio per tentare una possibile cooperazione. DI NATURA sostanzialmente economica e con un vago accenno ai diritti umani l'incontro di Obama col presidente cinese Hu Jintao. Pechino preme per vedersi riconosciuto un ruolo più importante nelle istituzioni finanziarie internazionali e Barack appoggiando la richiesta ha concordato con Hu la «creazione di un gruppo di dialogo strategico» Usa-Cina che sarà guidato per la parte americana dal segretario di Stato Hillary Clinton e dal ministro del tesoro Tim Geithner i quali hanno già fissato un primo appuntamento con la controparte cinese prima dell'estate a Washington.

Torna all'inizio


Volontari preoccupati: (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Provincia di Sassari Pagina 7036 Sassari. Antincendio a rischio Volontari preoccupati: «La Provincia dimentica la Protezione civile» Sassari.. Antincendio a rischio --> La Provincia di Sassari dimentica la Protezione civile: niente rimborsi per i volontari e nessun piano d'intervento provinciale per garantire la sicurezza dei cittadini in caso di emergenza. A scoperchiare una situazione che potrebbe mettere a rischio l'avvio della campagna antincendio 2009, è una segnalazione scritta, presentata al Consiglio provinciale da Alba Canu. Dando voce alle lamentele delle otto associazioni di volontariato che battono cassa in Provincia, il capogruppo dei Ds chiede spiegazioni sul mancato pagamento dei rimborsi. Si tratta di circa sessantamila euro anticipati dai volontari della Protezione civile durante il 2008 per non far bloccare la macchina dei soccorsi. Soldi stanziati dalla Regione e che per ora restano ancora nella cassaforte dello Sciuti. Loro, i 500 volontari che per tutto l'anno sono stati in prima linea, pronti a intervenire a ogni minimo allarme, non vogliono più aspettare: «siamo andati in assessorato nei giorni scorsi e si sono scusati dicendoci che avevano avuto tanto lavoro arretrato da sbrigare», spiega Giovanni Demarcus, presidente dell'Avis di Perfugas, «ma a dicembre ci avevano assicurato che i rimborsi sarebbero stati pagati prima di Natale». Adesso il rischio e che la campagna antincendio 2009 parta senza uomini e mezzi dei volontari: «Senza soldi come facciamo? Quelli che avevamo li abbiamo usati per le polizze di assicurazione, la benzina, la manutenzione». Per l'assessore provinciale all'Ambiente, Pino Ortu, tutto dovrebbe risolversi a breve: «Purtroppo i ritardi sono dovuti alla riorganizzazione del settore Ambiente, e al poco personale a disposizione. Il nuovo dirigente è arrivato solo a gennaio e ora stiamo cercando di recuperare il tempo perso. I rimborsi saranno pagati entro questo mese». Resta invece solo una buona intenzione il piano provinciale di Protezione civile, compito dell'amministrazione provinciale. Per farsi carico di questo dovere, il Consiglio di Palazzo Sciuti l'estate scorsa ha deliberato la nascita di un Comitato provinciale della Protezione civile, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni interessate. Da allora il Comitato esiste solo su quella delibera: di fatto non è mai nato. «Noi abbiamo contattato tutti i soggetti coinvolti chiedendo di indicarci un loro rappresentante per il Comitato», si giustifica Pino Ortu, «ma le ultime risposte stanno arrivando solo in questi giorni». VINCENZO GAROFALO

Torna all'inizio


G20 a rischio flop, Obama in... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 79 del 2009-04-02 pagina 2 G20 a rischio flop, Obama in difficoltà ora cerca l'appoggio di russi e cinesi di Marcello Foa Il presidente americano minimizza i contrasti con l'Europa: «Sulla crisi c'è consenso» Intesa con Medvedev sul nucleare. In programma viaggi a Pechino e Mosca Una nuova era nei rapporti con Mosca, ma soprattutto una nuova America, più umile, disposta ad ascoltare gli altri, a tratti arrendevole. Bush ha lasciato la Casa Bianca nemmeno due mesi fa, ma è come se fosse passato un decennio. E se è innegabile che con Obama l'immagine degli Stati Uniti è migliorata straordinariamente, l'impressione è che l'autorevolezza e la capacità di incidere sui destini del mondo sia diminuita in modo marcato. Il nuovo presidente non ne ha colpa, ma è costretto a subire gli effetti di una crisi finanziaria nata negli Usa e che gli Usa, da soli, non possono risolvere. L'America è costretta a chiedere e dunque a concedere. Alla Russia, ed era previsto; ma anche alla Cina, con un gesto simbolico poco mediatico ma, politicamente, molto significativo. Nella prima giornata a Londra Obama ha incontrato il presidente Dmitri Medvedev in un clima di grande cordialità e di simpatia reciproca, agevolato dall'età; sono entrambi giovani e insieme fanno 90 anni. Facile auspicare la fine dei toni da guerra fredda, e più in generale, l'inizio di una nuova relazione tra i due Paesi, che conviene a entrambi. Washington deve ridimensionare i piani per il controllo dello scacchiere euroasiatico e non vuole tensioni geostrategiche, Mosca a sua volta può ripristinare l'influenza in alcune zone ex sovietiche ed è ben lieta di dare una mano alla stabilizzazione dei mercati finanziari. Il summit ha sancito la ripresa di negoziati per la riduzione degli armamenti nucleari strategici, con l'obettivo di sostituire il Trattato Start 1 che scade a fine anno. È l'unico risultato concreto, mentre su altri temi, rimangono le differenze; ma è un primo passo, a cui presto seguiranno altri; probabilmente già a luglio, quando Obama si recherà in visita a Mosca. L'obiettivo è di giungere a soluzioni condivise su tutti i dossier "caldi": Washington vuole trovare un'intesa sull'Iran, Mosca sull'Ucraina, entrambi sono preoccupati dalla Corea del Nord e si dicono pronti a cooperare in Afghanistan. Ed è verosimile che alla fine lo scudo spaziale nell'Europa dell'est venga congelato. Insomma, la via è segnata. Obama ha incontrato anche il presidente cinese Hu Jintao, che, a conclusione del G20, tornerà a Pechino con un accordo che alza il profilo internazionale del suo governo. Già, perché Washington ha accettato la creazione di un «gruppo congiunto per il dialogo strategico ed economico», a cui parteciperanno i ministri del Tesoro e degli Esteri, per collaborare su temi come la crescita economica, la denuclearizzazione della penisola coreana, il programma nucleare dell'Iran, l'emergenza umanitaria nel Sudan, le questioni ambientali. Washington riconosce così l'importanza di Pechino e svela un atteggiamento che non è più quello della superpotenza, dall'alto in basso, ma tendenzialmente sempre più paritario e che la visita a Pechino del capo della Casa Bianca, nella seconda metà dell'anno, accentuerà ulteriormente. Non è un caso che i diritti umani siano scivolati in secondo piano. In questo momento conta solo l'economia e con Pechino l'intesa, per ora, regge. I dissapori sono soprattutto con l'Europa. Ieri il premier britannico Gordon Brown e lo stesso Obama, in conferenza stampa, hanno tentato di ridimensionare le aspettative per l'odierno G20. Nonostante le forti pressioni esercitate dagli americani, la Ue ha già bocciato l'idea di una manovra coordinata mondiale. Ma Obama minimizza i contrasti. Su come superare la crisi, dice, c'è un «enorme consenso». http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


test per obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

xSTRATEGIE ANTI-CRISI TEST PER OBAMA di GIANCESARE FLESCA Per un curioso paradosso, Barack Obama viene duramente contestato a Londra da singoli individui e da gruppi organizzati che ancora tre mesi fa lo esaltavano e ne proclamavano le capacità taumaturgiche. E di queste capacità il presidente americano dovrebbe essere fornito per evitare che il G20 si concluda con la solita litania. La solita litania di comunicati e di impegnative che promettono di risolvere tutto al prossimo vertice, come ha fatto soprattutto l'Unione europea da quando è scoppiata la crisi. L'Europa che ha salutato con una standing ovation il trionfo di Obama si muove adesso nei suoi confronti con rudi e giuste pretese di chiarezza. In particolare la Francia di Sarkozy e la Germania di Angela Merkel chiedono agli Stati Uniti l'introduzione di durissime regole finanziarie e la messa al bando dei tanti "paradisi fiscali" che hanno permesso ai grandi tycoon di arricchirsi oltremodo a scapito dei comuni cittadini. Più in generale, potenze come il Giappone e la Cina vogliono garanzie precise su un intervento sociale nei mercati mondiali, a opera di uno Stato che torna interventista. Spingendosi oltre ogni limite la Cina chiede di trovare una moneta di riferimento diversa dal dollaro e pretende una riforma del Fondo monetario e della Banca mondiale, istituzioni nelle quali Pechino vuole contare di più e forse non a torto. Da ogni parte aleggia lo spettro di Bretton Woods, la conferenza del 1944 buona per il periodo dopo la seconda guerra mondiale, ma i cui riferimenti sono ormai decrepiti. Obama per il momento parla, come il suo solito, di problemi generali, rassicurando sul preteso protezionismo Usa un'Europa più debole di sempre, attraversata da linee politiche che non corrono mai in parallelo. Più fortunata sembra invece la prima missione planetaria del capo dell'amministrazione americana. Con l'omologo russo Medveded ha confermato l'intenzione di ridurre assieme gli armamenti e di accantonare per ora i missili Usa in Polonia e quelli russi a un centinaio di chilometri, nella gelida Kaliningrad. La conferma del disgelo con Mosca fa tirare al mondo un sospiro di sollievo. Ma non va dimenticato che Russia e Cina hanno un'alleanza strategica strettissima. Per non fare cosa sgradita agli americani, il presidente Hu Jintao ha invitato Obama in Cina nei prossimi mesi. Sarà una durissima prova per il presidente americano: come parlare di diritti umani mentre Pechino fa fluttuare nella stratosfera finanziaria circa cento miliardi di dollari? In Occidente come in Oriente Barak Obama dovrà dimostrare la qualità della sua leadership, proprio mentre quella americana viene messa in discussione dalla metà del pianeta. Ci riuscirà? Molto dipenderà da quanto egli riuscirà a parlare chiaro già da ora come ha sempre fatto coi suoi interlocutori. Magari rimpiangendo in cuor suo di non essere laggiù, fra i no-global, a prendere a sassate le vetrine delle banche che l'hanno e ci hanno messi in ginocchio con estremo cinismo.

Torna all'inizio


prove di disarmo (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 3 - Attualità Prove di disarmo Tra Usa e Russia è distensione Al lavoro sul nuovo trattato Start LONDRA. I presidenti Obama e Medvedev hanno ufficializzato ieri, nel loro primo incontro a Londra, la comune volontà di effettuare un "reset" nei rapporti tra Stati Uniti e Russia annunciando la ripresa di negoziati per la riduzione degli armamenti nucleari strategici, con l'obettivo di sostituire il Trattato Start 1 che scade a fine anno. I due presidenti hanno detto di aver incaricato i rispettivi negoziatori di preparare proposte per il nuovo Trattato sugli arsenali strategici entro il prossimo luglio, quando Obama si recherà a Mosca. Il presidente Usa ha poi incontrato anche il presidente cinese Hu Jintao, con il quale ha concordato di creare un gruppo per il dialogo strategico ed economico fra Usa e Cina. Obama ha inoltre confermato che si recherà in visita in Cina nella seconda parte del 2009. Tra gli argomenti in discussione anche quello dei diritti umani su cui i colloqui verrano ripresi il prima possibile. «Abbiamo concordato di aprire una nuova pagina nei nostri rapporti», ha sottolineato invece il presidente Medvedev al termine del colloquio con Obama. I contrasti che negli ultimi tempi hanno segnato in negativo i rapporti tra Mosca e Washington - ha aggiunto il leader del Cremlino - «non erano nell'interesse né della Russia né degli Stati Uniti né della stabilità globale». In una dichiarazone congiunta diffusa dopo l'incontro tra Medvedev e Obama si sottolinea la volontà dei due paesi di lavorare per arrivare a «un mondo libero dal nucleare». «La lotta alla proliferazione nucleare può essere un'ottima partenza» per il rilancio dei rapporti tra Usa e Russia, ha affermato Barack Obama. Nel documento congiunto, Obama e Medvedev hanno al tempo stesso sottolineato la volontà di lavorare insieme per «rafforzare la sicurezza in Europa» e definire «misure efficaci contro la crisi finanziaria mondiale». Restano invece le differenze sul progetto americano di scudo antimissile e sul conflitto armato russo-georgiano della scorsa estate. I due presidenti hanno poi invitato l'Iran a cooperare con l'Onu per dimostrare che il suo programma nucleare é di «natura pacifica», hanno espresso la volontà di collaborare per «favorire la stabilizzazione della situazione in Afghanistan» e si sono detti preoccupati per il prossimo lancio del missile balistico nordcoreano, suscettibile di «nuocere alla stabilità nella regione».(a.g.)

Torna all'inizio


G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 2 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 37 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati (finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da 1,25 a 1,45 in dieci giorni e poi torna a 1,25. Tutto questo è innaturale e superfluo. E allora perchè non limitarli o addirittura abolirli, progressivamente? I trader, certi banchieri, gli speculatori hanno già fatto abbastanza danni. Che la festa finisca e che il mercato torni ad essere il mercato, in un'ottica autenticamente liberale. Domanda: Che Soros abbia ragione? Scritto in capitalismo, crisi, banche, manipolazione, globalizzazione, economia, notizie nascoste Commenti ( 91 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Mar 09 Il piano Geithner? Un'altra beffa. I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo al piano del ministro del Tesoro americano Geithner e non è difficile capire perchè: non fa altro che prorogare lo strapotere della casta finanziaria di Wall Street. Come hanno evidenziato alcuni commentatori (segnalo al riguardo l'ottimo fondo di Luigi Zingales sul Sole 24Ore), la manovra messa a punto dall'Amministrazione Obama si risolve in uno straordinario regalo alle banche che hanno provocato il dissesto finanziario, in un incentivo agli hedge funds che potranno indebitarsi a spese del contribuente, e persino in un premio alle agenzie di rating che per valutare i nuovi fondi di asset tossici intascheranno un miliardo di dollari. Sul Giornale di oggi do voce anche a un'illustre economista, Alice Rivlin, ex membro del board della Federal Reserve, che sebbene con qualche perplessità difende il piano. Tuttavia resto molto scettico, per queste quattro ragioni: 1) Il piano ignora le cause strutturali del dissesto. Anche se avesse successo, non impedirebbe alle banche di ripetere gli stessi errori del passato. infatti, secondo voci accreditate, gli istituti bancari non hanno ancora rinunciato alle operazioni di ingegneria finanziaria, insomma continuano a trastullarsi con derivati, cartolarizzazioni, eccetera. 2) Il fondo dovrebbe essere alimentato con mille miliardi di dollari, ma l'ammontare dei debiti tossici è di gran lunga superiore a questa pur ingente cifra. Verosimilmente, non sarà sufficiente per risanare completamente i bilanci delle banche. 3) La Cina è sempre più diffidente nei confronti degli Stati Uniti e sempre meno disposta a indebitarsi in dollari. Ieri, d'accordo con la Russia, ha lanciato l'idea di una moneta globale al posto della valuta statunitense. L'ipotesi appartiene a un futuro lontano. Ma il solo fatto che venga presa in considerazione è indicativa delle intenzioni di Pechino. 4) L'economia americana si basa per il 75% sui consumi e le misure varate dal governo faranno esplodere prima il deficit e poi il debito pubblico, che potrebbe arrivare in appena due anni all'80% del Pil. E ci vorranno molti anni per riconvertirla all'industria. Le sue debolezze sono strutturali. L'ottimismo di molti operatori è davvero giustificato? Scritto in banche, capitalismo, crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle circostanze. Come spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il presidente degli Stati Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi scritti, spesso da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato quando deve parlare a braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter (vedi foto) ovvero il "gobbo elettronico", anche quando deve intervenire in pubblico solo per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa essere spontaneo. Io dico: non paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a Reagan. Quella era un'altra categoria. Obama senza il suo spin doctor David Axelrod è perso. Scritto in spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa, gli usa e il mondo, giornalismo Commenti ( 72 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar 09 Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Commenti ( 180 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima. Attali è persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe addirittura emergere come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista qui Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 88 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (9) blog (1) capitalismo (9) cina (19) comunicazione (2) crisi (11) democrazia (62) economia (31) era obama (16) europa (12) francia (23) germania (4) giornalismo (51) giustizia (2) gli usa e il mondo (63) globalizzazione (45) immigrazione (40) islam (20) israele (2) Italia (151) manipolazione (6) medio oriente (13) notizie nascoste (47) partito democratico (2) pdl (1) politica (1) presidenziali usa (23) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (23) spin (6) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni dellelmodiscipio: Lei ha senz'altro ragione, Foa, e leggiamo con orgoglio il suo elogio della stampa italiana,... Harlequin: Gentilissimo Dr. Foa, dovrebbe conoscere uno dei soprannomi con cui è nota la CNN negli USA:... Harlequin: Abbondantemente fuori tempo massimo, ma nella speranza che qualcuno lo legga, posto il link del sito... lino: meno male che c'è qualcuno che sa come risovere i problemi: bruciando tutto. ah! se non ci fossero loro.... Marina: Il partoto nazista e il partito fascista sono fuori legge. Perchè il partito comunista no? Ultime news Proteste e scontri nel cuore di Londra C'è già un morto tra i manifestantiBioetica, la Consulta boccia la legge 40 Roccella: nuove lineePiano casa, Berlusconi: "Alloggio a chi non lo ha"Malore in gita scolastica, 18enne in coma: è gialloG20, appello di Obama: servono azioni urgenti Finanza, asse Merkel-Sarkozy: "Nuove regole"Matera, arrestato 61enne: da tre anni abusava sulle figlie delle amantiMourinho: "Sono Antipatico? Neanche Gesù piaceva a tutti"Giuda vince il "Vangelo reality"Il macellaio di Pol Pot alla sbarra "Ho massacrato 14mila cambogiani"Baricco spiazza tutti: "Il futuro è a destra" Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it April 2009 M T W T F S S « Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2009 (1) March 2009 (15) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Il piano Geithner? Un'altra beffa. Non chiedete a Obama di essere spontaneo Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


G20, Obama di fronte all'asse Sarkozy-Merkel. Ma la vera partita è con la Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Londra | 2 aprile 2009 G20, Obama di fronte all'asse Sarkozy-Merkel. Ma la vera partita è con la Cina Obama in una pausa dei lavori del G20 Tutti di corsa. In una Londra in stato di assedio, corrono i Grandi, in ordine sparso, nel tentativo di trovare un accordo che 'salvi' il G20; corrono le migliaia di manifestanti nel tentativo di 'assaltare' le banche "colpevoli della crisi"; corrono i 5mila poliziotti chiamati a garantire la sicurezza del summit. Ieri, intanto, un morto fra i manifestanti, forse vittima di un infarto. Accordo al ribasso? Un'intesa non può mancare, e sarà probabilmente presentata come un successo. Ma questo G20 anticrisi di Londra, funestato dalla morte di uno dei manifestanti che ieri nel pomeriggio hanno protestato contro il vertice, 'paga' le attese eccessive rilanciate alla vigilia dal premier britannico Gordon Brown e il contrasto sempre più evidente fra capitalismo anglosassone e quello che un tempo si definiva 'capitalismo renano': fedele alla sua immagine 'cool' e ottimista Barack Obama ieri ha lanciato un appello alla vecchia Europa a superare le divisioni cercando convergenze sulle modalità per uscire dalla crisi, ma il pragmatismo americano non basta al presidente francese Nicolas Sarkozy e al cancelliere tedesco Angela Merkel, che chiedono con forza di 'dare una coscienza al capitalismo internazionale', adottando una serie di misure contro i paradisi fiscali e su nuovi meccanismi di controllo sulla finanza internazionale. FMI: senza banche 'ripulite' nessuna ripresa Sono gli asset 'tossici' il 'male principale' dei mercati finanziari, avverte tuttavia il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, che partecipa in queste ore al vertice londinese del G20, in un'intervista al quotidiano britannico Financial Times. Gli americani, ha confermato Strauss-kahn, al vertice "chiedono piani di rilancio piu' consistenti, mentre gli europei insistono su nuove regole per i mercati, ma nessuno "fa abbastanza per 'ripulire' il sistema finanziario". Il peso degli asset tossici e l'incertezza causata dal rischio di credito rappresentano, invece, il problema principale per i mercati finanziari globali. Cantiere aperto Secondo molti osservatori, il G20 di Londra si chiuderà con un compromesso che lascerà aperto il cantiere anti crisi dei Grandi. Una fotografia che il premier Silvio Berlusconi ha di fatto sua, assicurando che oggi saranno sicuramente prese delle decisioni "opportune" ma che molto resterà da fare fino al G8 sotto presidenza italiana. Sara' a luglio, alla Maddalena, che saranno varate le regole vere, "il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici", ha assicurato Berlusconi. Che tuttavia faticherà non poco a mantenere una posizione di attesa, o mediazione, fra i due schieramenti emersi al G20. La vera partita Mentre migliaia di persone, fuori dal palazzo, chiedono ai Grandi di 'cambiare il mondo' e di punire banchieri e speculatori ritenuti colpevoli della crisi, il G20 di Londra segna un'altra tappa 'storica' dell'ascesa della Cina al rango di Grande Potenza: tanto che molti analisti, sulla scia dell'incontro di ieri fra Obama e Stati Uniti fra Obama e il premier cinese Hu Jintao, suggeriscono che ormai è questo il dialogo ch ridefinirà gli equilibri del dopo crisi. Usa e Cina hanno concordato di lavorare insieme sulle questioni della Corea del Nord, del programma nucleare dell'Iran e del Sudan. Si trovano d'accordo dul fatto che solo piani di stimolo fiscale possano far ripartire l'economia in tempi rapidi. Resta da trovare un'intesa su dollaro, debito pubblico americano, valuta internazionale di riferimento, governance delle istituzioni internazionali. Ma Pechino sa che senza gli acquisti dei consumatori americani non riuscirà a sostenere la sua crescita fondata sulle esportazioni, mentre Washington non può ignorare che il primo creditore del Tesoro è la Cina. Il robusto piano di spesa pubblica dell'amministrazione Obama, insomma, non può andare avanti senza l'aiuto cinese. "Le parole di Obama a Londra segnalano l'alba di una nuova era", non più dominata dalla super potenza degli USA, fa notare oggi il Washington Post. Rigettando le accuse piovute sugli States come primi responsabili della crisi, Obama ha chiamato all'assunzione di responsabilità i partner internazionali chiedendo "un'azione comune urgente davanti a problemi globali". La ripresa non potrà arrivare solo dal rilancio "della voracità del consumatore americano".

Torna all'inizio


Quel solco tra Usa e Europa (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWebFinanza" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Quel solco tra Usa e Europa I leader del G20 devono rappezzare una finta concordia e un comunicato comune se vogliono evitare il panico sui mercati. Ma alla fine conta tutto ci che manca in questo vertice. L'assenza di una leadership riconosciuta. Di ricette condivise. Perfino di un'analisi comune della crisi. Obama misura i limiti della sua influenza sul resto del mondo. Ha un carisma universale paragonabile a John Kennedy. Ma la sua capacit di dettare l'agenda internazionale ai livelli di Jimmy Carter, un minimo storico per l'America. Non solo deve fare i conti con il peso crescente della Cina; perfino l'Europa ben pi riottosa del previsto. Obama credeva di avere fatto abbastanza per soddisfare il Vecchio continente. Una settimana fa il suo segretario al Tesoro annunciava una riforma drastica dei controlli sui mercati finanziari: hedge fund e derivati finiranno sotto la stessa vigilanza che disciplina le banche tradizionali. La lotta ai paradisi fiscali ha avuto una svolta con la "profanazione" del segreto bancario svizzero da parte del fisco americano. Ancora prima di aver varcato la soglia dei 100 giorni Obama ha avviato lo smantellamento graduale di trent'anni di neoliberismo. In cambio si aspettava un gesto da parte dell'Europa: pi risorse pubbliche da spendere per le manovre di rilancio della crescita. Invece l'asse Sarkozy-Merkel incalza Obama chiedendogli di pi: in particolare un'authority globale per la regolazione dei mercati finanziari. un'idea difficilmente accettabile per Obama e soprattutto per il Congresso di Washington, riluttante a qualsiasi passo che somigli ad una "cessione di sovranit". Ma si inserisce perfettamente nell'atmosfera di processo al capitalismo finanziario angloamericano. La Merkel e Sarkozy sono gli interpreti moderati dello stesso risentimento che ha riempito di manifestanti le vie di Londra. In fondo la stessa rivolta contro il modello anglosassone la ragione per cui l'Europa nega a Obama nuove iniezioni di spesa pubblica. La Merkel denuncia il rischio di una esplosione dei deficit foriera di futura inflazione. Una crisi provocata dall'eccesso di debito finanziario non si cura con altre overdose di indebitamento: la linea della cancelliera che riscuote consensi in Europa. Le incomprensioni sono quasi incolmabili. Gli americani non misurano l'importanza del Welfare State europeo, che con le sue tanto deprecate "rigidit" attutisce l'impatto sociale della recessione: basta confrontare le cifre dei licenziamenti da una parte e dall'altra dell'Atlantico. D'altronde molti europei non sembrano convinti che il rischio di una Grande Depressione sia reale. Visti dagli Stati Uniti, dove quello scenario viene preso molto sul serio, certi nostri governanti ricordano l'incoscienza di Herbert Hoover nel 1929. La Cina pu aspirare a un ruolo di arbitro. Per la portata della sua maximanovra di spesa pubblica (quasi 500 miliardi di euro) Hu Jintao pi in sintonia con Obama. D'altra parte i dirigenti cinesi condividono l'aspirazione europea a una riforma concertata delle regole della finanza. Vi aggiungono una richiesta cos radicale da suonare quasi come una provocazione: la fine del ruolo del dollaro come valuta globale, per ridurne gli effetti destabilizzanti. Il ballon d'essai lanciato dal governatore della banca centrale cinese ci ricorda che dentro questo G-20 avvengono assestamenti sismici: il totale dei paesi rappresentati fa l'85% del Pil del pianeta, ma la parte dell'Occidente si rattrappisce a gran velocit. Certe divergenze sono quasi inconciliabili perch derivano da ruoli opposti nella divisione internazionale del lavoro. Da una parte ci sono paesi strutturalmente debitori che hanno usato la leva della finanza per colmare l'insufficienza di risparmio interno: Obama e Brown governano due di questi Stati. Dall'altra ci sono nazioni strutturalmente esportatrici che hanno accumulato attivi commerciali: Hu Jintao e la Merkel da questo punto di vista sono sullo stesso lato della barricata. Lo scontro fondamentale verte su come andranno ripartiti i sacrifici per uscire dalla Grande Recessione. Con quali livelli di tassazione delle generazioni attuali e future. Con quali scappatoie di "consolidamento dei debiti" attraverso svalutazioni e inflazioni. I leader riuniti al summit odierno faranno di tutto per evitare che le apparenze ricordino il precedente storico pi infausto: la conferenza di Londra del 1933, finita con un clamoroso fallimento, proprio mentre il mondo si avvitava nella Grande Depressione. utile rievocare anche il seguito. Tra i paesi pi efficaci nel combattere la disoccupazione di massa si segnal la Germania di Hitler. Oggi non c' un Hitler all'orizzonte; ma un modello di capitalismo illiberale e autoritario, la Cina, sta usando questa recessione per rafforzare la sua influenza mondiale. un paese che ha il vantaggio di saper mobilitare investimenti statali a una velocit ineguagliabile. Sarebbe anche la sede ideale di un prossimo G20, se lo si preferisce senza no global e senza vetrine infrante. 02/04/2009 - 08:00

Torna all'inizio


G20, un morto tra i manifestanti - Asse franco-tedesco al G-20. Per l'Europa l'asse Usa-Cina è una iattura - Fecondazione, colpo alla legge - Entrate fiscali in frenata - A casa Be (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> G20, un morto tra i manifestanti - Asse franco-tedesco al G-20. Per l’Europa l’asse Usa-Cina è una iattura - Fecondazione, colpo alla legge - Entrate fiscali in frenata - A casa Berlusconi mancava solo l’audace Garimba... Da Il Velino.it CARLO E SILVIO CORRIERE DELLA SERA - Editoriale di Pierluigi Battista: "Lo sfregio dei diritti". In apertura: "G20, un morto tra i manifestanti". Di spalla: "Per l'Europa l'asse Usa-Cina è una iattura". Al centro: "Fecondazione, colpo alla legge". In basso: "E il Trap beffò l'Italia di Lippi". In un riquadro: Natalie Cole chiede un rene. Decine di offerte alla Cnn". LA REPUBBLICA - In apertura: "La Consulta boccia la legge sulla fecondazione". Di spalla: "Sì al piano casa dimezzato con l'accordo delle Regioni". A centro pagina: "Assalto al G20, un morto a Londra". In basso: "Storia di Kante, madre senza diritti". In un riquadro: "Parla Kissinger: "La Fiat miglior partner per la Chrysler". LA STAMPA - Editoriale di Mario Deaglio: "L'America e gli altri". In apertura: "Londra, sangue sul G20" e di Nicolas Sarkozy: "Cosa chiedo al vertice". Di spalla: "Giulio Einaudi genio invivibile". Al centro: "Fecondazione, via i limiti". A fondo pagina: "Un'intervista eccezionale", il "Buongiorno" di Massimo Gramellini. IL GIORNALE - Editoriale di Mario Giordano: "I corvi della crisi". In apertura: "Varato il piano casa: ecco tutte le novità". Fotonotizia a centro pagina: "No global sfascia tutto, Londra come Genova". A fondo pagina: "Fecondazione, stop alla legge". IL SOLE 24 ORE - Editoriale di Carlo Trigilia: "Se la rabbia anti-manager fa più danni dei no global". In apertura: "Asse franco-tedesco al G-20". Di spalla: "Effetto eco bonus, a marzo riparte il mercato dell'auto". Al centro: "Fiducia per il Dl incentivi. Più soft i vincoli anti-fuga" e "Sale il deficit a marzo: in tre mesi altri 9 miliardi. Entrate fiscali in frenata". A fondo pagina: "Nell'era dell'omologazione il vino riscopre il territorio". G20 CON REGINA IL MESSAGGERO - Editoriale di Franco Reviglio: "Quel segnale che va dato subito". In apertura: "G20, assalto alla City: un morto" e in un box: "Piano casa, in arrivo il decreto. Il premier: in circolo 70 miliardi". Al centro: "Fecondazione, no al limite dei tre embrioni" e in un riquadro "Italia beffata dal Trap, pari nel finale". In basso: "Fiorello tradito dall'emozione" e "Benedetto XVI ricorda Giovanni Paolo II in San Pietro a 4 anni dalla morte: Prego per la beatificazione di Wojtyla". IL TEMPO - Editoriale di Carlo Lottieri: "Obama alla prova d'Europa". In apertura: "Gli italiani comprano più auto". A centro pagina: "Giuliani: Ora meno multe ai romani" e "Michela Brambilla: Esponiamo i Bronzi nella vetrina del G8". LIBERO - In apertura: "Crisi e rabbia, un morto negli scontri di Londra". Al centro: "Varato il piano casa. Si può già costruire". Di spalla: "Se il denaro costa meno anche le banche taglino i tassi sui mutui". MEDVEDEV E OBAMA L'UNITÀ - Apertura a tutta pagina: "Corpo libero. Bocciata la legge 40". Di spalla: "A Londra assalto alla City. Un morto" e "Interviste a Sassoon e Celli sulla rabbia sociale". L'AVVENIRE - Editoriale di Francesco Ognibene: "La Corte si limita a correggere. Ma si mantiene l'impianto della legge". In apertura: "Crisi, tante ricette al consulto mondiale". Al centro: "Usa-Russia, sì ai negoziati: Presto disarmo nucleare" e "Instillò il gusto della felicità a una generazione di giovani". In basso: "Piano casa: accordo con le Regioni". IL FOGLIO - In apertura: "G20 di lotta e di governo" e "Niente moratoria per l'embrione". Di spalla: "I ragazzi della via Cav. lasciano il Pdl ai grandi e si occupano del governo". In basso: "Meglio non fare previsioni" e "Eugenetica costituzionale". IL RIFORMISTA - Editoriale di Antonio Polito: "A casa Berlusconi mancava solo l'audace Garimba". Apertura: "Più provette per tutti". Foto notizia a centro pagina: "Das Kapital a Londra". In basso: "La minigonna senza donne". [02-04-2009] MERKEL, SARKOLONDRA BRUCIAREGINA E MICHELLE OBAMA

Torna all'inizio


G20: L'ALLEANZA SARKOZY-MERKEL DI FRONTE AD OBAMA (IMPEGNO USA-RUSSIA PER RIDURRE GLI ARMAMENTI) LONDRA COME GENOVA: UN MORTO SI ESIBISCE PER GLI ISRAELIANI, COSTRETTA ALLA FUG (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> G20: L’ALLEANZA SARKOZY-MERKEL DI FRONTE AD OBAMA (IMPEGNO USA-RUSSIA PER RIDURRE GLI ARMAMENTI) – LONDRA COME GENOVA: UN MORTO – SI ESIBISCE PER GLI ISRAELIANI, COSTRETTA ALLA FUGA – UN ULEMA SAUDITA CONDANNA IL PESCE D’APRILE… Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom MERKEL, SARKO 1 - SPAGNA EL MUNDO - Muore un manifestante anti-G20 in un giorno pieno di azioni di disturbo nel centro di Londra. La cena che dà il via al vertice avvicina posizioni, ma non cancella le reticenze dei leader: secondo la delegazione spagnola il compromesso richiesto è di lasciare la capitale britannica con un documento d'intesa. Obama esprime a Zapatero il suo interesse a visitare la Spagna nel loro primo colloquio. Il loro primo incontro è avvenuto a Buckingham Palace, i due leader hanno conversato in tranquillità con l'aiuto di un interprete. Argentina: migliaia di argentini danno l'ultimo saluto all'ex presidente Raul Alfonsin. Studio: marijuana contro il cancro, un gruppo di studiosi spagnoli ha scoperto qual è il meccanismo anti-tumorale del principale ingrediente dell'erba. EL PAIS - Francia e Germania contro Obama all'avvio del G20, Sarkozy e Merkel fanno fronte comune portando tensioni alla vigilia del summit. Primo incontro a Londra tra il premier spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero e il presidente statunitense. Obama apre una nuova era nelle relazioni tra Russia e Cina: accordo con il presidente russo Dmitri Medvedev per ridurre gli arsenali nucleari e collaborare con Iran e Afghanistan. 2 - FRANCIA LE FIGARO - "G20: l'alleanza Sarkozy-Merkel di fronte ad Obama": il varo di una "nuova regolamentazione" del sistema finanziario internazionale "non è negoziabile" per Francia e Germania. Per Obama le divergenze tra Europa e Stati uniti sono state "molto esagerate"; Pechino e Mosca nel ruolo di guastafeste, mettono in dubbio la supremazia del dollaro come moneta di riserva internazionale. "In difficoltà il gruppo Beneteau", leader mondiale della navigazione: dall'inizio della crisi gli ordinativi sono crollati del 50% rispetto all'anno precedente; potrebbero essere cancellati 600 posti di lavoro. MEDVEDEV E OBAMA LIBERATION - Il quotidiano Liberation esce con un numero speciale per il G20, titolato: "Cambiare il mondo" su una doppia foto con sopra i manifestanti e sotto i 20 leader mondiali partecipanti al vertice: come prima risposta mondiale alla crisi bisogna riformare un capitalismo sulla via del fallimento: "Sarkozy e Merkel esigono una nuova regolamentazione" del sistema finanziario. La manifestazione nella City degenera in scontri, fermati anche due giornalisti francesi dalla polizia. I sequestri dei "padroni" una vicenda tipicamente francese, secondo Olivier Labarre, direttore generale del Bti, intervistato da Liberation. 3 - GERMANIA SUEDDEUTSCHE ZEITUNG - Vertice G20: "I partecipanti raggiungono un compromesso": le banche saranno soggette a regole più rigide, i fondi altamente speculativi verranno controllati meglio e il Fondo monetario internazionale avrà maggiori poteri. "Disarmo tardivo": Mosca e Washington vogliono ridurre il loro arsenale militare. Ma definire storico l'annuncio congiunto di Obama e Medvedev sarebbe però un po' naif. Un commento di Paul-Anton Krueger. FAZ - "Manager Daimler sarà nuovo capo delle Ferrovie" tedesche al posto di Hartmut Mehdorn. Ruediger Grube lavorava in Airbus, controllata di Eads, nel ruolo di assistente di Mehdorn. Nel gruppo automobilistico tedesco era molto vicino a Juergen Schrempp, l'ex CEO di Daimler-Chrysler AG. LONDRA BRUCIA "La Regina a parte": per Barack Obama il G20 è solo uno dei tanti appuntamenti e impegni in programma a Londra. Il capo di Stato britannico, Elisabetta II, ha riservato un particolare onore al giovane presidente Usa: un'ora di udienza a quattr'occhi. "Circa 1 milione di auto vendute con la rottamazione": supera ogni aspettativa l'assalto agli incentivi pubblici a disposizione dei tedeschi intenzionati a disfarsi della loro vecchia auto per acquistarne una nuova. Solo negli ultimi tre giorni mezzo milione di richieste sono arrivate via Internet all'ufficio competente. Intanto il governo mette in guardia dalla fretta esagerata. DIE WELT - "Manager Daimler Grube sarà il successore di Mehdorn": nella notte sotto la guida del cancelliere tedesco Angela Merkel (Cdu) i ministri del governo federale avrebbero trovato l'accordo sul nome del futuro numero 1 di Deutsche Bahn. Ruediger è anche a capo del consiglio di amministrazione del gruppo aerospaziale Eads. Per questo Grube ha dimestichezza anche con le aziende particolarmente vicine al mondo della politica - esperienza che nel caso di Db gioca a suo favore. TAGESSPIEGEL - "Al vertice, primo giorno": il capo della Casa Bianca, Barack Obama, inizia il suo tour europeo con incontri bilaterali e l'inizio del G20 a Londra. Fuga verso l'Europa: "Per mare": l'Unione per il Mediterraneo di Nicolas Sarkozy, un centro per l'immigrazione in Mali, la più intensa collaborazione con la Libia nel settore energetico - tutto questo fino ad ora è una rabberciatura. L'Unione europea deve cercare un vero dialogo con i paesi che non possono più permettersi di dare da vivere ai loro giovani - e non soltanto nei periodi in cui il fenomeno migratorio si intensifica. LONDRA BRUCIA "Nel centro di Berlino aumenta la povertà": l'atlante della struttura sociale della capitale tedesca presentato ieri da Heidi Knake-Werner e Katrin Lompscher, responsabili rispettivamente delle Politiche sociali e della Sanità nel Land di Berlino, mostra con chiarezza che in alcune zone della città le condizioni degli abitanti sono estremamente disagiate. 4 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - La vera Questione importante del vertice G20: non i piani di rilancio economico ma la disposizione dei posti a tavola per la cena a Downing Street: "Chi si siede vicino al Presidente?". Le proteste G20: l'alleanza arcobaleno fra le diverse organizzazioni non funziona: i dimostranti forzano le linee della polizia e mandano in frantumi le vetrine della Royal Bank of Scotland, "ma non trovano banchieri da linciare". "Gordon Brown cerca di salvare l'accordo dall'opposizione franco-tedesca". THE INDEPENDENT - "G20, accordo o niente accordo?": Brown e Obama chiedono nuovi interventi di spesa mentre Sarkozy e Merkel insistono per avere nuove regole per "dare una coscienza al capitalismo". Afghanistan: trattative tra la presidenza Karzai e i talebani moderati, un approccio più pragmatico in vista della prossima offensiva Usa. "La soluzione ai gas serra potrebbe essere nel sottosuolo": secondo alcuni studi i gas serra potrebbero essere catturati e sepolti "per sempre" sottoterra. LONDRA BRUCIA "Una violinista palestinese fatta fuggire dalla Cisgiordania": la sua vita in pericolo dopo aver suonato per un'orchestra israeliana. THE TIMES - "Russia e Usa si impegnano a ridurre le testate nucleari": Obama e Medvedev rilanciano i negoziati Start alla vigilia del vertice G20. "L'Europa minaccia di far fallire il vertice": Francia e Germania chiedono agli Usa nuove concessioni dagli Stati uniti sulla regolamentazione finanziaria. "Omar al Bashir va in pellegrinaggio alla Mecca": ne va della credibilità della Corte internazionale penale. Scienza: "le ricerche con cellule staminali aprono nuove speranze per la cura della sordità". THE FINANCIAL TIMES - Il Ft apre la sua edizione odierna con un'immagine degli scontri di ieri a Londra, alla vigilia del vertice G20: la Banca d'Inghilterra assediata. "I leader sotto accusa per gli asset tossici": il presidente del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, dice al Ft che la crisi non verrà mai risolta se prima non verrà fatta prima "pulizia" nel settore bancario. Un'opinione confermata da Mario Draghi, alla guida del nuovo organismo internazionale Financial Stability Forum: "dobbiamo incrementare la trasparenza". LONDRA BRUCIA 5 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - La Cina in lizza per essere leader mondiale nelle auto elettriche: in quella che viene definita una nuova minaccia a Detroit, Pechino sta investendo pesantemente nei veicoli a tecnologia ibrida ed elettrica, con un piano basato su ricerca, stazioni di rifornimento e incentivi. G20: in Europa Obama si trova davanti a richieste per regolamentare la finanza. Il presidente ha messo in guardia che gli Usa non possono riacquistare il suo ruolo di "consumatore vorace del mercato" che potrebbe stabilizzare l'economia mondiale. THE WASHINGTON POST - Al G20 Obama annuncia una nuova era per l'economia mondiale: il presidente avverte che gli Stati Uniti non possono più essere l'unico motore di crescita, prima che le nazioni creino una lista di nuove regolamentazioni al summit economico globale. Usa e Russia discutono dell'accordo sulle armi: Barack Obama e Dmitri Medvedev annunciato l'avvio di trattative su un trattato strategico per ridurre l'arsenale nucleare. I commenti: L'enigma Obama, perchè il presidente, a turno, intende sfidare sia gli avversari che i loro alleati. LONDRA BRUCIA Messico: guerra contro i narcos, cresce il ruolo dell'esercito contro i cartelli della droga. Ufficiali in pensione ingaggiati per guidare le forze di polizia, mentre i soldati sono in prima linea nella guerra contro i narcotrafficanti. 6 - STAMPA ARABA AL SHARQ AL AWSAT - quotidiano panarabo edito a Londra, "G20: manifestazioni e diplomazia... Washington e Londra di fronte alle linee rosse franco-tedesche". Israele, "Lieberman inizia il suo lavoro nel governo rifiutando Annapolis e l'Anp la considera un sfida". Libano, il leader degli Hezbollah sciiti "Nasrallah riduce il numero dei candidati del partito di Dio per favorire i suoi alleati". Iraq, "per fare fronte a pericoli provenienti da Iran e Siria, Baghdad sta per acquistare 18 jet F16"; "gruppi armati legati ad al Baath e ad al Qaida riprendono la loro attività ... E appaiano bombe a mano russe"; "il governo di Baghdad dialoga con i rapitori dei 4 britannici, fonti sadriste: i sequestratori sono legati a Teheran". Yemen, "il capo dei rapitori dei due olandesi offre il loro rilascio in cambio di un incarico di comando nelle forze di sicurezza". Sondaggio, "73% dei palestinesi chiede un governo d'unità nazionale e la maggioranza non crede che uno stato indipendente vedrà la luce". LONDRA BRUCIA AL QUDS AL ARABI - giornale palestinese edito a Londra, "violenti manifestazioni e divergenze tempestano il G20 di Londra", "Brown esclude un successo per un soluzione della crisi finanziaria ... E Merkel chiede accordi limitati". Israele, "Netanyahu minaccia di fermare il programma nucleare iraniano e Lieberman annuncia che Israele non si sente vincolata agli accordi di Annapolis". "Londra conferma il miglioramento nei rapporti con Damasco e al Muallem (ministro degli Esteri siriano) annuncia la disponibilità del suo paese a contribuire per realizzare sicurezza e stabilità nell'area" e "un alto funzionario di Londra invita Hamas a 'ripudiare la violenza'". Secondo fonti da Damasco, "Il prossimo governo siriano sarà 'accademico' e guidato da tre deputati". "Un ulema saudita condanna 'il pesce d'aprile': dire bugie è peccato". LONDRA BRUCIA AL HAYAT - foglio panarabo edito a Londra, "Oggi il G20: sette ore che terminano con un comunicato generale"; "Il sovrano saudita Abdullah incontra oggi Obama e Brown"; e "Riad appoggia più controllo sui fondi di sorveglianza e sugli automatismi finanziari". Israele, "dissenso internazionale dal rifiuto di Lieberman della soluzione di due stati". Iraq, "voci su una duplice scissione nelle file dei sadristi: una all'interno delle carceri e l'altra sostenuta da Teheran". ASSAFIR - quotidiano libanese vicino allo schieramento anti-occidentale, "vertice finanziario G20: sarà in grado di rimediare ai danni provocati dagli americani?". Elezioni libanesi, "Nasrallah: un affermazione dell'opposizione apre le porte alla partnership" nel governo. Israele, "Lieberman espone il succo delle sue idee per la politica estera: No ad Annapolis e ai due stati... E No al ritiro dal Golan". [02-04-2009] LONDRA BRUCIALONDRA BRUCIALONDRA BRUCIALONDRA BRUCIALONDRA BRUCIALONDRA BRUCIALONDRA BRUCIA

Torna all'inizio


G20, tra Stati Uniti e Cina dialogo a 360 gradi (sezione: Globalizzazione)

( da "Finanza.com" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G20, tra Stati Uniti e Cina dialogo a 360 gradi (2 Aprile 2009 - 08:23) MILANO (Finanza.com) - "Quando due persone si trovano sulla stessa barca devono remare assieme e di buona lena per arrivare all'accordo". Hu Jintao ieri ha voluto salutare il presidente degli Usa, Barack Obama, con una vecchia storiella cinese. Pechino si mostra quindi pronta ad assumersi le responsabilità che spettano a una grande potenza economica e politica. Obama e Hu Jintao hanno posto ieri le premesse per trasformare i contraddittori rapporti tra Usa e Cina in una stabile alleanza strategica dando di conseguenza una investitura ufficiale al "G2" nuovo asse che potrebbe condizionare gli equilibri del pianeta. "Le due parti concordano di lavorare assieme per costruire una positiva e cooperativa relazione globale Stati Uniti-Cina per il 21esimo secolo, e di mantenere e rafforzare gli scambi a tutti i livelli", recita un comunicato congiunto diffuso al termine dell'incontro. (Riproduzione riservata)

Torna all'inizio


Casella e Giogliofiorito incontro ragazzi intercultura (sezione: Globalizzazione)

( da "Caserta News" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 2 Aprile 2009 Casella e Giogliofiorito incontro ragazzi intercultura ISTITUZIONI | Caserta Gli assessori alla Pubblica Istruzione Giuseppe Casella e alle Politiche Giovanili Arturo Gigliofiorito hanno ricevuto stamattina la visita dei ragazzi di Intercultura, 22 studenti di diverse nazionalità che per una settimana saranno ospitati da famiglie casertane e saranno accompagnati dai tutor dell'associazione tra le bellezze di Terra di Lavoro e dell'intera Campania. Gli assessori hanno salutato i giovani studenti illustrando loro il funzionamento degli organi istituzionali e augurando una piacevole permanenza in una terra ricca di storia e monumenti. "Siamo certi –hanno esordito gli assessori – che conserverete uno splendido ricordo della vostra esperienza in Italia ed, in particolare, dei giorni passati qui a Caserta dove ci auguriamo di incontrarvi nuovamente tra qualche anno, quando sarete adulti, magari da turisti con le vostre famiglie". I ragazzi di intercultura provengono da ogni parte del mondo ( Usa, Cina, Thailandia, Brasile, Argentina, Venezuela, Nuova Zelanda, Islanda, Finlandia e Germania) e sono in Italia da settembre scorso per motivi di studio. "Aggiungi un posto a tavola", è questo il motto con cui Intercultura, associazione onlus, invita famiglie con figli adolescenti ad aprirsi ed accogliere in casa studenti selezionati provenienti da tutto il mondo. Il centro locale di Caserta, guidato dal presidente Giovanni Tessitore, è particolarmente attivo ed anche per l'anno scolastico 2009/10 partiranno da Caserta per diverse destinazioni internazionali quindici ragazzi accuratamente selezionati che frequenteranno una scuola straniera e saranno ospitati in famiglie del luogo.

Torna all'inizio


Crisi? Negli Usa decollano le ricerche nei mercatini online (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Apr 09 2 Crisi? Negli Usa decollano le ricerche nei mercatini online Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 10:22 in globalizzazione Craigslist è una bacheca online: pubblica annunci economici (compro/vendo auto, case, elettrodomestici) di privati. Di fatto, è un mercatino su internet arricchito dai commenti degli utenti. Nell'epoca della crisi economica, la parola Craigslist è la più cercata su internet nell'ultima settimana, più di MySpace: +87% a febbraio. I motivi? Secondo Hitwise sta diventando un successo tra le persone più povere. Una tendenza che fa riflettere sulla relazione tra digital divide (in questo caso, la minore diffusione di tecnologia tra i gruppi più svantaggiati) e il passaparola tra chi ha trovato Craiglist più conveniente. via paidcontent

Torna all'inizio


Londra : il G20 sotto assedio (sezione: Globalizzazione)

( da "Metronews" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Londra : il G20 sotto assedio uscito su Metro il 02/04/2009 Lascia il tuo commento! Giornata di guerriglia a Londra in attesa del G20. Gruppi di dimostranti mascherati hanno assaltato la sede della Royal Bank of Scotland (Rbs), a Threadneedle Street, facendo irruzione negli uffici, dopo aver rotto le finestre e terrorizzato gli impiegati. Sono dovuti intervenire gli agenti delle squadre anti sommossa. Finestre in frantumi anche in una sede della Hsbc. In totale, la polizia londinese ha arrestato 24 persone. Fra questi anche 11 manifestanti che indossavano false divise della polizia. Tensione anche fra i grandi, Obama chiede scelte rapide. Altolà di Sarkozy alla Merkel. Ieri è stata una vigilia agitata e piena di tensione quella del G20 in programma oggi a Londra: oltre agli scontri tra polizia e manifestanti che hanno portato a feriti e arresti di decine di persone, Francia e Germania non sono soddisfatte della bozza di documento redatta in vista del vertice, che si prefigge di trovare soluzioni che risollevino le sorti dell’economia globale. Lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy spiegando che la Francia ha chiesto regole più severe per la regolamentazione della finanza globale e, in particolare, contro i paradisi fiscali. Sarkozy ha anche minacciato di lasciare il vertice se non si troveranno terapie d’urto. Mentre il presidente Usa Obama ha sottolineato la gravità della crisi e la necessità di soluzioni radicali («bisogna agire con urgenza») e concordate tra tutti i Paesi. Obama ha quindi ribadito la necessità di «concentrarsi sui punti comuni piuttosto che sulle divergenze»: «ripulire le banche », «deciso no al protezionismo » e il «sostegno ai poveri ». L'Opinione Un G40 contro la crisi C’è un obiettivo che il G20 dovrebbe darsi, quello di diventare un G40: anziché riunire solo i 20 Paesi più ricchi del mondo, questa assemblea dovrebbe includere anche i 20 più poveri! Perché mai la crisi economica dovrebbe essere un tema talmente serio che i poveri non meritino di essere neanche consultati? Perché le nazioni più svantaggiate dovrebbero limitarsi a prendere atto delle decisioni prese dai ricchi in tempo di crisi? I ricchi si sentono forse gli unici colpiti dalle difficoltà e autorizzati a dare la propria opinione? Sappiamo da tempo che le cinque potenze che decidono su guerra e pace all’interno del Consiglio di sicurezza dell’Onu sono anche i cinque maggiori produttori di armi del pianeta (Cina, Usa, Russia, Francia e Gran Bretagna). E nel medesimo paradossale sistema, continuiamo a vedere che le nazioni maggiormente responsabili dell’esaurimento di risorse del pianeta stanno cercando soluzioni alla crisi economica, soluzioni prese in solitudine ma che avrebbero conseguenze economiche e sociali su chiunque. La prospettiva multilaterale e multipolare sostenuta da Obama non sarà in alcun modo sufficiente a guidare il cambiamento, sarà invece necessario costruire un mondo realmente condiviso. Per il mutamento climatico, a fare la differenza sono state le tante diversità riunite in uno speciale comitato (l’IPCC, Foro intergovernativo sul mutamento climatico). Oggi la crisi economica ha una portata sufficientemente globale da giustificare la creazione di un apposito organismo in cui ogni componente – NGO, associazioni, sindacati, rappresentanti dell’economia privata e autorità locali – e non solo i governi, avesse diritto parola.(Patrice Barret fondatore di Bridge Initiative International)

Torna all'inizio


Il gioco delle parti Usa/Cina cela gli squilibri (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il gioco delle parti Usa/Cina cela gli squilibri BLOG, clicca qui per leggere la rassegna di Mauro Artibani , 02.04.2009 09:51 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Ci sono in giro ricchi, riccastri e quelli senza il becco d'un quattrino. Negli USA, l’industria del credito ha prosperato con il debito. Lo stesso debito che ha fatto prosperare l’industria della manifattura Cinese. Si sono fatti profitti approfittando del debito. Per un certo tempo il meccanismo ha funzionato poi il crollo della Domanda dei Consumatori Americani, con redditi insufficienti per continuare a sostenerla e della Domanda di quelli Cinesi che non decolla; stessa insufficienza per cominciare a sostenerla. I primi ingrigiscono nell’ozio; i secondi, ingrigiti dall’ozio, vogliono consumare. Con redditi insufficienti dunque, debiti necessari, crediti obbligati. Gli Americani hanno fatto debito per prosperare consumando merci; i Cinesi hanno fatto credito agli USA per prosperare vendendo merci. In questo gioco delle parti USA / CINA si celano due squilibri per garantirne uno: un PIL mondiale per il 20% sostenuto dai consumatori “stellestrisce”, solo per un misero 3 da quelli con gli occhi a mandorla. Squilibrio che non ammette equilibri; un giro vorticoso di debito di 3,7 a 1 $ sul PIL. Quel credito che sostiene il debito, che regge il consumo, che regge la produzione per generare ricchezza si è bloccato: consumo fermo negli USA, produzione ferma in CINA. Orsù: non è un bel vedere! Gli Americani costretti a far ricchezza consumando a debito. Già, la produzione improduttiva non è un alternativa: i 700 miliardi di $ l'anno in rosso della bilancia commerciale lo certificano. Il “soccorso rosso” cinese acquista quel debito invece di finanziare i consumi interni adeguando i redditi. Cinici i Cinesi, basso il costo del lavoro, competitive le loro merci. Tutto questo accade: patente l'usura del meccanismo. Scricchiolii dappertutto. Per andare oltre occorre reddito, senza altri panegirici. Reddito segue pagina >>

Torna all'inizio


Il gioco delle parti Usa/Cina cela gli squilibri pag.1 (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il gioco delle parti Usa/Cina cela gli squilibri BLOG, clicca qui per leggere la rassegna di Mauro Artibani , 02.04.2009 09:51 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! vero, reddito di scopo, reddito da consumo altro che debiti, altro che crediti. Questo si deve, per inorgoglire i sovrautilizzati consumatori yankee e i sottoutilizzati visigialli. Per la loro prosperità, la nostra e quella di tutti. Mauro Artibani www.professionalconsumer.splinder.com www.professioneconsumatore.org

Torna all'inizio


senza titolo. (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Veneto" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

REGALO 02-04-2009 Diplomazia Washington-Pechino Decolla il dialogo Stati Uniti e Cina hanno concordato di creare un gruppo per il dialogo strategico ed economico, in occasione del primo incontro, a Londra, tra Obama e il presidente cinese Hu Jintao. Del gruppo faranno parte, sul versante Usa, il segretario di stato Hillary Clinton e il ministro del Tesoro, Tim Geithner. La prima riunione è prevista per l'estate.

Torna all'inizio


Da tutto il mondo nel nome del vino (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Veneto" del 02-04-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzetta di Parma (abbonati))

Argomenti: Cina Usa

GUSTO 02-04-2009 Una rassegna in forte crescita Da tutto il mondo nel nome del vino II Il business è servito. Vinitaly, giunto alla 43» edizione (da oggi a lunedi), anno dopo anno conferma la propria leadership internazionale grazie alla capacità di creare un sistema di iniziative ed eventi che nel tempo ha trasformato l'esposizione di vini e distillati da semplice vetrina a rete di contatti tra gli operatori specializzati. Ora si presenta come la prima rassegna al mondo con più di 4.200 espositori da America, Europa, Africa e Oceania e una media annua di 150mila visitatori specializzati da oltre cento Paesi tra cui oltre a tutta l'Europa, anche da India, Australia, Sud Africa, Israele, Turchia, Usa, Canada, Russia, Lituania, Repubblica Ceca, Cina, Giappone oltre che dall'America Latina. A inaugurare Vinitaly oggi alle 10 sarà il ministro per le Politiche agricole Luca Zaia. Presenti il presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan, il sindaco di Verona Flavio Tosi, il presidente della Provincia di Verona Elio Mosele, oltre al presidente di Veronafiere Castelletti. Nuovi spazi espositivi Per andare incontro alle richieste degli espositori, quest'anno gli spazi sono stati ottimizzati e ulteriormente ampliati, grazie anche al completo rifacimento del padiglione 1, dotato di 2.000 metri quadrati di pannelli solari, che verrà inaugurato proprio oggi. Nel 2008 sono stati oltre 20mila i buyer presenti, su 43 mila presenze estere totali da 110 Paesi (con un incremento del 25% degli operatori stranieri). Nel 2008 gli operatori provenienti dall'estero sono stati per il 49% grossisti, importatori/esportatori, agenti, mentre per il 35% del settore vendita al consumo .

Torna all'inizio


Fondi Comuni (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Veneto" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA 02-04-2009 Fondi Comuni AZ. ITALIA ULT. PREC. Fideuram Master Selection - Equity Asia 6,347 6,508 Fondersel Oriente 4,486 4,537 Fondo Alto Pacifico Azionario 3,684 3,783 Generali Pacifico 7,967 8,098 Gestielle Giappone Classe A 3,561 3,632 Gestielle Giappone Classe B 3,598 3,668 Gestielle Pacifico Classe A 9,089 9,298 Gestielle Pacifico Classe B 9,184 9,394 Gestnord Azioni Pacifico 4,904 4,986 Imi Eas 4,52 4,653 Investitori Far Eas 3,735 3,826 Kairos Multi-Manager Asia 889,321 889,321 Mc Fdf Asia Classe A 5,162 5,172 Mc Fdf Asia Classe B 2,923 2,929 Mediolanum Ferdinando Magellano 3,691 3,762 Mediolanum Oriente 2000 5,474 5,582 Optima Azionario Far Eas 2,468 2,532 Pioneer Azionario Area Pacifico 2,928 2,957 Sai Fdf Pacifico 2,613 2,653 Soprarno Nikkei 225 2,508 2,536 Talento Comparto Asia 75,786 76,212 Ubi Pramerica Azioni Pacifico 4,428 4,514 Vegagest Azionario Asia Classe A 3,611 3,637 Vegagest Azionario Asia Classe B 3,608 3,635 Abn Amro Master Azionario Italia 10,909 10,658 Alboino Re 4,706 4,553 Allianz Azioni Italia All Stars 3,22 3,156 Allianz Azioni Italia L 15,803 15,409 Allianz Azioni Italia T 15,591 15,204 Arca Azioni Italia 14,481 14,084 Aureo Azioni Italia 13,383 13,029 Bim Azionario Italia 5,377 5,273 Bim Azionario Small Cap Italia 5,731 5,667 Bipiemme Italia 11,293 10,976 Bnl Azioni Italia 12,917 12,575 Bnl Azioni Italia Pmi 3,937 3,864 Bpvi Azionario Italia 3,565 3,486 Ca-Am Mida Azionario Italia 21,787 21,649 Ca-Am Mida Mid Cap Italia 5,178 5,144 Carige Azionario Italia Cl.A 3,962 3,861 Carismi Dynamic Italia Classe A 2,781 2,707 Carismi Dynamic Italia Classe B 2,519 2,452 Credit Suisse Azionario Italia 14,193 14,192 Ducato Geo Italia Classe A 9,734 10,173 Ducato Geo Italia Classe Y 9,889 10,335 Eurizon Azioni Italia 130/30 11,871 12,461 Eurizon Azioni Pmi Italia 3,456 3,541 Eurizon Focus Azioni Italia 8,569 8,96 Euromobiliare Azioni Italiane 15,029 14,613 Fondersel Italia 13,216 13,814 Fondersel P.M.I. 10,213 10,442 Generali Capital 33,923 33,131 Gestielle Italia Classe A 9,597 10,03 Gestielle Italia Classe B 9,7 10,136 Gestnord Azioni Italia 7,686 7,482 Imi Italy 15,451 15,02 Leonardo Italian Opp. 6,557 6,397 Mediolanum Risparmio Italia Crescita 11,718 12,248 Nextam Partners Azionario Italia 3,377 3,297 Optima Azionario Italia 4,11 3,997 Optima Small Caps Italia 4,285 4,197 Pioneer-Azionario Crescita 9,884 9,64 Sai Italia 13,393 13,047 Symphonia Sicav Azionario Italia 8,396 8,211 Symphonia Sicav Azionario Italia Small 2,964 2,928 Cap Systema Azionario Italia 9,297 9,297 Ubi Pramerica Azioni Italia 3,524 3,434 Ubi Pramerica Small Cap 3,645 3,569 Vegagest Azionario Italia Classe A 4,766 4,655 Vegagest Azionario Italia Classe B 4,766 4,67 Zenit Azionario Classe I 6,574 6,83 Zenit Azionario Classe R 6,53 6,785 AZ. INTERNAZIONALI AZ. AREA EURO Abn Amro Master Azionario Internazionale 6,985 6,921 Allianz Azioni Globale L 2,338 2,325 Allianz Azioni Globale T 2,304 2,291 Allianz Multi90 2,747 2,812 Anfiteatro Global Equity Anima Fondo Trading 8,979 8,925 Arca 27 Azioni Estere 8,163 8,114 Arca Cinquestelle - Comparto E 2,547 2,528 Arca Multimanager Valuta Coperta E 2,682 2,651 Atlante Azionario Internazionale Aureo Azioni Globale 6,719 6,646 Bancoposta Azionario Internazionale 2,569 2,551 Bim Azionario Globale 2,905 2,858 Bipiemme Globale 14,221 14,081 Bipiemme Piu' Comparto Azionario 3,349 3,44 Bipiemme Valore 3,432 3,388 Bipiemme&Co. Comp. 90 2,982 2,971 Bpvi Azionario Internazionale 2,599 2,587 Bpvi Equity Ca-Am Mida Azionario Internazionale 2,723 2,716 Caam Azioni Sr 3,569 3,557 Caam Global Equity 3,155 3,197 Capitalia Bds Arccrescita 3,84 3,868 Carige Azionario Intern. Cl.A 4,541 4,51 Cividale Forum Iulii Azione Classe A 3,488 3,447 Cividale Forum Iulii Azione Classe B 3,479 3,439 Consultinvest Global 2,997 3,082 Credit Suisse Azionario Internazionale 6,727 6,727 Ducato Geo Globale Classe A 16,878 17,321 Ducato Geo Globale Classe Y 17,148 17,597 Ducato Multimanager Global Eq. Classe Y 2,747 2,787 Ducato Multimanager Global Equity Classe A 2,717 2,757 Eurizon Azioni Mondo Multimanager 2,386 2,425 Eurizon Focus Azioni Internazionali 5,217 5,362 Fideuram Azione 9,322 9,277 Generali Global 9,843 9,781 Gestielle Internazionale Classe A 12,868 13,108 Gestielle Internazionale Classe B 12,985 13,224 Gestnord Azioni Trend Settoriali 2,023 2,009 Groupama Italia Equity Selection Fund 4,587 4,683 Intra Azionario Internazionale 3,825 3,798 It0001338489fondo Alto Intern.Az. 3,149 3,134 Kairos Multi-Manager - Globale 901,962 901,962 Mc Fdf Megatrend Wide Classe A 5,372 5,392 Mc Fdf Megatrend Wide Classe B 3,15 3,162 Mediolanum Azionario Top 100 8,826 9,021 Mediolanum Borse Internazionali 10,659 10,886 Mediolanum Elite 95 L 3,663 3,74 Mediolanum Elite 95 S 7,16 7,311 Nextam Partners Azionario Internazionale 3,263 3,226 Nextam Partners Strategia Private Equity 2,605 2,587 Optima Azionario Internazionale 3,31 3,29 Pepite 3,206 3,137 Pepite Fondi 3,746 3,707 Sai Globale 6,248 6,194 Sai Linea Aggressiva 2,929 2,969 Symphonia Ms Vivace 3,639 3,682 Symphonia Sicav Azionario Internazionale 4,596 4,518 Ubi Pramerica Azioni Globali 3,141 3,12 Ubi Pramerica Privilege 5 3,655 3,722 Valori Responsabili Azionario 3,2 3,138 8a+ Eiger 3,048 2,955 Aureo Azioni Euro 7,707 7,536 Bipiemme Euroland 3,204 3,126 Ca-Am Mida Azionario Euro 5,716 5,714 Caam Azioni Qeuro 8,828 9,183 Capitalia Euro Value 6,088 6,115 Ducato Geo Euro Blue Chips Classe A 4,446 4,637 Ducato Geo Euro Blue Chips Classe Y 4,516 4,71 Epsilon Qequity 3,229 3,151 Eurizon Focus Azioni Euro 9,871 10,23 Fondo Alto Azionario 12,527 12,353 Intra Azionario Area Euro 4,358 4,267 Leonardo Fondo Euro 4,261 4,181 Symphonia Sicav Azionario Euro 4,19 4,092 Systema Azionario Euro 4,371 4,371 Ubi Pramerica Azionario Etico 3,614 3,517 Ubi Pramerica Azioni Euro 3,947 3,836 Ubi Pramerica Euro Sectors 3,288 3,33 Vegagest Azionario Area Euro Classe A 5,596 5,485 Zenit Eurostoxx 50 Plus 3,382 3,542 AZ. EUROPA AZ. PAESI EMERGENTI Abis Europa 3,62 3,62 Abn Amro Master Azionario Europa 3,913 3,8 Allianz Azioni Europa L 11,218 10,966 Allianz Azioni Europa T 11,072 10,823 Allianz Multieuropa 5,227 5,281 Anima Europa 2,93 2,861 Arca Azioni Europa 6,826 6,632 Bim Azionario Europa 7,165 6,983 Bipiemme Europa 9,149 8,878 Bipiemme Iniziativa Europa 4,508 4,401 Bnl Azioni Europa Crescita 8,392 8,166 Bnl Azioni Europa Dividendo 2,205 2,144 Bpvi Azionario Europa 2,795 2,723 Caam Europe Equity 3,053 3,097 Carige Azionario Europa Cl.A 4,005 3,907 Carismi Dynamic Europe Classe A 3,139 3,061 Carismi Dynamic Europe Stocks Classe B 2,925 2,852 Consultinvest Azione 6,081 6,292 Ducato Geo Europa Classe A 7,242 7,485 Ducato Geo Europa Classe Y 7,359 7,606 Ducato Geo Europa Pmi Classe A 12,233 12,521 Ducato Geo Europa Pmi Classe Y 12,414 12,706 Epsilon Qvalue 3,741 3,644 Eurizon Azioni Europa Multimanager 4,075 4,141 Eurizon Azioni Pmi Europa 4,959 5,075 Eurizon Focus Azioni Europa 5,721 5,894 Euromobiliare Europe Equity F. 10,333 10,069 Fideuram Master Selection - Equity Europe 6,231 6,19 Fondaco Eu Sri Equity Beta 59,921 62,063 Fondersel Europa 9,15 9,46 Generali Europa Value 17,211 16,716 Gestielle Europa Classe A 4,969 5,125 Gestielle Europa Classe B 5,022 5,18 Gestnord Azioni Europa 6,044 5,892 Imi Europe 12,981 12,59 Investitori Europa 3,71 3,617 Kairos Partners Europe 3,476 3,369 Laurin Eurostock 2,642 2,732 Mc Fdf Fdf Europa Classe A 4,73 4,785 Mc Fdf Fdf Europa Classe B 2,702 2,733 Mediolanum Amerigo Vespucci 4,21 4,305 Mediolanum Europa 2000 10,815 11,117 Nextam Partners Azionario Europa 3,625 3,541 Optima Azionario Europa 2,152 2,091 Pioneer Azionario Valore Europa Distrib. 4,953 4,835 Pioneer-Azionario Europa 11,519 11,311 Sai Europa 7,765 7,581 Soprarno Dj Euro Stoxx 50 2,863 2,794 Symphonia Ms Europa 3,79 3,825 Systema Azionario Europa 3,109 3,109 Talento Comparto Europa 90,079 91,164 Unibanca Azionario Europa 4,057 4,189 Vegagest Azionario Europa Classe A 3,409 3,322 Vegagest Azionario Europa Classe B 3,394 3,307 Allianz Az Paesi Emergenti L 5,938 5,892 Allianz Az Paesi Emergenti T 5,859 5,814 Anima Emerging Markets 5,667 5,64 Arca Azioni Paesi Emergenti 5,991 5,957 Bipiemme Emerging Markets Equity 4,37 4,341 Bnl Azioni Emergenti 5,993 5,96 Caam Global Emerging Equity 3,145 3,196 Capitalgest Equity Emerging Marke 23,556 23,395 Ducato Geo Paesi Em. Classe A 3,699 3,829 Ducato Geo Paesi Emerg. Classe Y 3,763 3,895 Eurizon Focus Azioni Paesi Emergenti 5,343 5,548 Euromobiliare Global Emerging Markets 5,25 5,353 Fideuram Master Selection - Equity Global 7,401 7,414 Emerging Mk Gestielle Emerging Market Classe A 9,486 9,797 Gestnord Azioni Paesi Emergenti 5,762 5,724 Mc Fdf Paesi Emergenti Classe A 5,649 5,665 Mc Fdf Paesi Emergenti Classe B 2,662 2,67 Pepite Bric 3,43 3,414 Pioneer Az. America Latina 15,627 15,617 Pioneer-Azionario Paesi Em 6,873 6,838 Sai Fdf Paesi Emergenti 3,704 3,734 Sanpaolo Mercati Emergenti 13,236 13,187 Ubi Pramerica Azioni Mercati Emergenti 6,218 6,17 AZ. PAESE Euromobiliare Asian Opportunities 1,774 1,812 Generali Japan 1,867 1,859 Gestielle Cina Classe A 7,018 7,294 Gestielle East Europe Classe A 8,242 8,648 Gestielle India Classe A 3,49 3,634 AZ. ENERGIA E MATERIE PRIME Eurizon Azioni Energia E Materie Prime 6,965 7,169 AZ. BENI DI CONSUMO Nextra Azioni Beni Di Consumo 6,528 6,466 AZ. AMERICA AZ. SALUTE Eurizon Azioni Salute E Ambiente 12,088 12,073 Euromobiliare Green Equity F. 6,186 6,376 Gestielle Pharma Classe A 2,355 2,351 Gestielle Pharma Classe B 2,376 2,372 AZ. FINANZA Eurizon Azioni Finanza 11,256 11,95 Gestielle World Financials Classe A 2,2 2,308 Gestielle World Financials Classe B 2,221 2,329 AZ. SERV. TELECOMUNICAZIONI Gestielle World Communication Classe A 4,996 5,061 Gestielle World Communication Classe B 5,039 5,105 AZ. INFORMATICA Eurizon Azioni Teconologie Avanzate 2,848 2,903 Euromobiliare Megatrend 8,739 8,755 Gestielle Tecnologia Classe A 1,385 1,409 Gestielle Tecnologia Classe B Abn Amro Master Azionario America 3,582 3,585 Allianz Azioni America L 9,762 9,73 Allianz Azioni America T 9,615 9,584 Allianz Multiamerica 3,823 3,893 Anima America 2,822 2,798 Arca Azioni America 11,774 11,745 Bim Azionario Usa 4,02 3,983 Bipiemme Americhe 6,512 6,496 Bnl Azioni America 11,66 11,637 Caam Usa Equity 3,373 3,445 Carige Azionario America Cl.A 1,928 1,922 Carismi Dynamic Mix 30 3,779 3,776 Ducato Geo America Classe A 3,239 3,297 Ducato Geo America Classe Y 3,289 3,347 Eurizon Azioni Pmi America 13,004 13,315 Eurizon Focus Azioni America 6,136 6,271 Euromobiliare America Eq. Fund 10,487 10,622 Fideuram Master Selection - Equity Usa 5,862 5,947 Fondersel America 7,331 7,426 Fondo Alto America Azionario 3,502 3,482 Generali America Value 13,154 13,101 Gestielle America Classe A 5,847 5,957 Gestielle America Classe B 5,91 6,021 Gestnord Azioni America 8,319 8,311 Imi Wes 12,639 12,589 Investitori America 2,691 2,68 Kairos Multi-Manager America 755,007 755,007 Mc Fdf America Classe A 3,934 3,976 Mc Fdf America Classe B 3,121 3,154 Mediolanum America 2000 6,766 6,891 Mediolanum Cristoforo Colombo 8,898 9,052 Nextam Partners Azionario America 2,706 2,64 Optima Azionario America 3,019 3,012 Pioneer-Azionario America 5,051 5,031 Sai America 8,541 8,514 Soprarno S&P 500 2,886 2,855 Symphonia Ms America 2,939 2,973 Systema Azionario Usa 3,073 3,073 Talento Comparto America 67,654 68,458 Ubi Pramerica Azioni Usa 2,967 2,959 Vegagest Azionario America Classe A 2,822 2,815 Vegagest Azionario America Classe B 2,828 2,82 Zenit S&P 100 Plus Classe I 2,621 2,678 Zenit S&P 100 Plus Classe R 2,612 2,67 AZ. ALTRI SETTORI Alpi Risorse Naturali 4,84 4,837 Ducato Immobiliare Classe A 6,031 6,245 Euromobiliare Real Estate Equity 3,822 3,826 Gestielle World Utilities Classe A 4,275 4,346 Optima Tecnologia 2,013 2,001 AZ. ALTRE SPECIALIZZAZIONI Ducato Etico Geo Classe A 2,202 2,244 Ducato Etico Geo Classe Y 2,234 2,276 Eurizon Azionario Internazionale Etico 4,192 4,297 Gestielle Etico Azionario Classe A 3,972 4,048 Pioneer - Evolution Equity 29,426 29,426 Pioneer - Evolution Equity Global 30,959 30,959 Systema Bilanciato 3,298 3,298 Systema Bilanciato Obbligazionario 4,951 4,951 AZ. PACIFICO BIL. AZIONARI Allianz Azioni Pacifico L 3,81 3,871 Allianz Azioni Pacifico T 3,748 3,809 Allianz Multipacifico 4,85 5,008 Anima Asia 4,457 4,522 Arca Azioni Far Eas 4,148 4,256 Bipiemme Pacifico 3,416 3,477 Caam Pacific Equity 3,465 3,529 Carismi Dynamic Mix 15 3,846 3,842 Ducato Geo Asia Classe A 4,091 4,2 Ducato Geo Asia Classe Y 4,165 4,275 Ducato Geo Giappone Classe A 2,262 2,315 Ducato Geo Giappone Classe Y 2,294 2,348 Eurizon Azioni Asia Nuove Economie 6,466 6,695 Eurizon Focus Azioni Pacifico 2,84 2,931 Euromobiliare Tiger Far Eas 8,449 8,468 Arca Cinquestelle - Comparto D 3,072 3,054 Arca Multimanager Valuta Coperta D 3,122 3,092 Aureo Ff 1classe Crescita 2,953 2,974 Bipiemme&Co. Comp. 70 3,434 3,432 Capitalia Bds Arcenergia 4,422 4,462 Carige Mosaico 75 3,596 3,621 Ducato Mix 50-100 Classe A 2,981 3,013 Ducato Mix 50-100 Classe Y 3,005 3,036 Ducato Multimanager Equity 50-100 Classe A 3,259 3,284 Ducato Multimanager Equity 50-100 Classe Y 3,286 3,311 Euromobiliare Dinamico 28,036 28,429 Gestielle Global Asset 4 3,704 3,773 Imindustria 9,85 9,763 Ubi Pramerica Portafoglio Aggressivo 3,967 3,916 Ubi Pramerica Privilege 4 4,052 4,112 Ubs Strategy Xtra Growth 6,547 6,3

Torna all'inizio


IL MINISTRO Franco Frattini non ha avuto tentennamenti nella sua analisi su (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

SAN MARINO pag. 15 IL MINISTRO Franco Frattini non ha avuto tentennamenti nella sua analisi su «Globalizzazione e ... IL MINISTRO Franco Frattini non ha avuto tentennamenti nella sua analisi su «Globalizzazione e crisi economica», tema della prolusione alla cerimonia di insediamento della Reggenza Cenci-Mina. Il riferimento alla situazione internazionale, curiosamente, calzava a pennello con le polemiche che hanno fatto, in Repubblica, da prologo alla nomina dopo 13 mesi di «vuoto» del Presidente della Banca Centrale e dopo anni di «stagnazione» (la definizione é dello stesso Frattini) alla firma dell'Accordo di cooperazione economica di martedì sera. Franco Frattini ha dichiarato: «Necessario evitare il nazionalismo economico, sarebbe un discorso di corto profilo con serie conseguenze per il proprio mercato interno. L'Italia ha fatto la propria parte nel rispetto del quadro europeo. In tempi di crisi globale gli interventi devono tenerne conto non possono esserci sommatorie di inerventi singoli». Insomma una sorta di assist alla conclusione dello stesso ministro italiano: «Per uscire dalla crisi serve più Europa». Ma serve anche più San Marino, del resto è l'obiettivo principale dell'accordo di cooperazione economica (oggi) e di quelli finanziario e sulle doppie imposizioni (prossimamente). Ed è propio in questa ottica che nei prossimi giorni la politica sammarinese dovrà soffermarsi per analizzare la rivoluzione socio-economica cui l'Accordo ha dato il via. Un accordo con l'Italia e che l'Italia porterà a sua volta in Europa. Ad iniziare dal G20 che si apre oggi a Londra fino addirittura al G8 di luglio alla maddalena. Il ministro Franco Frattini ha spaziato a lungo sull'appuntamento di Londra e sulle innumerevoli risposte che dovrà dare. Un excurus ampio in campo internazionale cui la presenza di San Marino è stata sempre viva e tangibile nei riferimenti all'Accordo di cooperazione: «Era stato impostato fin dal 2003. Ero io il ministro competente allora. Più facile quindi arrivare a comprenderci. Ora c'è quello finaziario, con risflessi importanti, su altri settori. Sono segnali forti». Quindi la bozza di una agenda comune di lavoro: «Convocherò per dopo Pasqua la commissione mista. Non solo per concludere l'accordo in materia finanziaria ma anche quello sul piano culturale. In particolar modo l'obiettivo di costituire in breve il parco tecnologico del Montefeltro». Una proposta, questa, che Dulbecco fece 11 anni fa ricordando la grande possibilità per San Marino di essere protagonista nella ricerca in sinergia proprio con l'Italia. Ma non solo, Frattini ha ribadito ancora una volta come San Marino abbia: «la capacità per affermarsi come interlocutore serio ed affidabile». Torniamo alla crisi finanziaria: c'è l'esigenza di regole nuove ed efficaci. Occorre una nuova moralità nella finanza internazionale.

Torna all'inizio


IL CINEMA fanese fa il giro del mondo. Già carico di premi, il... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

FANO pag. 11 IL CINEMA fanese fa il giro del mondo. Già carico di premi, il... IL CINEMA fanese fa il giro del mondo. Già carico di premi, il cortometraggio «Sotto il mio Giardino» di Andrea Lodovichetti e Luca Caprara, continua a partecipare a Festival internazionali e a riscuotere consensi. Dopo il primo premio al Rhode Island international film festival, il certificato di apprezzamento al San Joaquin film society, il successo allo Student film e video festival di Beijing in Cina... solo in questi giorni le vicende del piccolo investigatore Marco voleranno dalla Serbia agli Stati Uniti. Fino a domani, infatti «Sotto il mio giardino» partecipa al Belgrade docum & short film festival, mentre da oggi a domenica sarà anche al Garden State film festival del New Jersey (Usa) e dal 9 al 12 aprile al Las Vegas international film festival dove sa già di aver vinto il «Silver ace Price», per finire dal 23 al 30 aprile al Newport Beach film festival. Ma il tour non termina qui. A maggio anche a Monaco (Germania) e Stockton (California, Usa) si potrà vedere la storia di Marco, il bimbo vispo e appassionato di insetti e formiche che, notando la comparsa inaspettata di un grosso formicaio nel suo giardino, si convince che il vicino di casa abbia ucciso la moglie e l'abbia seppellita nella sua proprietà...

Torna all'inizio


C'erano Joe Biden (vice-presidente Usa), Luiz Inácio L... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CESENA pag. 4 C'erano Joe Biden (vice-presidente Usa), Luiz Inácio L... C'erano Joe Biden (vice-presidente Usa), Luiz Inácio Lula, Michelle Bachelet e Cristina Kirchner (rispettivamente presidenti di Brasile, Cile e Argentina) ed i premier europei Gordon Brown e Josè Zapatero al vertice delle forze progressiste che si è tenuto nel fine settimana scorso a Viña del Mar. E c'era anche con Franceschini e Rutelli il deputato cesenate Sandro Gozi. «L'idea che si sta facendo strada riferisce è quella di una nuova governance transnazionale per un'economia ormai del tutto globalizzata».

Torna all'inizio


PERUGIA QUAL È il potere del giornalismo? E' quello &#... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CULTURA E SOCIETA' pag. 31 PERUGIA QUAL È il potere del giornalismo? E' quello &#... PERUGIA QUAL È il potere del giornalismo? E' quello che coincide, guarda caso, con il dovere', la sua stessa ragione di esistere di raccontare la realtà dei fatti, la nuda verità, con correttezza, indipendenza e documenti alla mano. Quel potere dal basso' che ha sempre esercitato, ad esempio, Seymour Hersh. Ci sarà anche lui (72 anni, firma storica del New Yorker, dove ha fatto le pulci all'amministrazione Bush junior, svelando la vergogna di Abu Ghraib) al Festival internazionale del giornalismo che ha aperto i battenti ieri a Perugia e proseguirà fino a domenica 5. Una presenza, quella di Hersh, che contribuisce a far volare alto un appuntamento giunto alla terza edizione e sempre in crescendo che quest'anno viene dedicato alla memoria di Giancarlo Siani. Decisione che si è meritata anche le lodi del presidente Napolitano, nel messaggio inviato agli organizzatori: «Questo giornalista de Il Mattino' ha pagato con la vita l'impegno in prima linea contro la criminalità organizzata, offrendo così alle nuove leve del giornalismo un significato esempio di senso civico e coraggio professionale». E nella volontà di guardare a fondo ogni scomoda verità di un mondo in cui non solo l'economia, ma anche i conflitti sono globalizzati, si inserisce l'arrivo a Perugia domenica di Anne Nivat, inviata speciale del settimanale francese Le Point, con il suo libro-reportage «Baghdad zona rossa». Per scriverlo ha vissuto un mese e mezzo fra attentati e occupanti Usa in quella parte di città in cui ogni occidentale, senza adeguata protezione, può sopravvivere 11-12 minuti. Sarà questo evento a chiudere la vetrina internazionale umbra, dopo cinque giorni in cui si succederanno, negli spazi della città, nomi come Javier Moreno, direttore de El Pais, John Lloyd del Financial Times, Eric Ulken del Los Angeles Times, Petra Reski del Die Zeit, e poi, alcuni tra gli italiani, Sergio Romano, Vittorio Zucconi, Gian Antonio Stella, Gianni Riotta. p.p.c.

Torna all'inizio


L' AMERICANO (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'«AMICO» AMERICANO Marco d'Eramo «La crisi è un'opportunità da non sprecare» ripete da mesi Barack Obama. Ma oggi, al vertice del G20, il resto del mondo questa tesi la farà propria contro Obama e contro gli Stati uniti. È per ridimensionare lo strapotere non solo militare, ma soprattutto finanziario degli Usa, che il resto del mondo vuole sfruttare l'opportunità della recessione. Oggi a Londra si manifesta il paradosso della nuova America: mai un presidente americano è stato tanto popolare, però mai il modello sociale e politico americano è stato tanto criticato, screditato (in senso letterale, bancario). Almeno dalla fine della guerra fredda in poi, il capitalismo anglosassone aveva imposto al pianeta la ferrea regola della sua sregolatezza (deregulation) e imposto il suo tallone d'acciaio sul nuovo disordine capitalistico mondiale. La chiamava globalizzazione. Ora che la crisi del credito ha innescato una recessione senza precedenti, molti dei 20 paesi più ricchi del mondo sono venuti a Londra a chiedere il conto a Wall Street e alla City. «Avete fatto il disastro e ora ci chiedete di aprire i cordoni della borsa» dicono - ognuno per ragioni differenti e con diversa forza contrattuale - Hu Jintao per la Cina, Ignácio Lula da Silva per il Brasile, Nicholas Sarkozy per la Francia e Angela Merkel per la Germania. E ognuno presenta un conto differente. Lula chiede che il nord del pianeta abolisca infine le antiche barriere protezionistiche (vedi l'agricoltura); Hu ha già avanzato la richiesta di un nuovo ordine monetario internazionale in cui il regno del dollaro non sia più una monarchia assoluta; Sarkozy e Merkel esigono una lista nera dei «paradisi fiscali» e nuove regole finanziarie che risollevino le sorti delle loro «città mondo»: è grazie al lassismo totale dei controlli, che New York e Londra hanno consolidato il proprio primato assoluto di piazze mondiali. Con vincoli più cogenti, impallidirebbe assai l'appeal di queste due città globali per gli stormi di nomadi capitali vaganti. A loro volta, Barack Obama e il premier inglese Gordon Brown cercheranno di salvare quanto più possibile la presa anglosassone sul mondo finanziario. Se la responsabilità della crisi è dei «banchieri dagli occhi azzurri» (ha detto Lula), allora Obama si trova nella scomoda posizione di essere il primo presidente nero a dover difendere il capitalismo bianco. Fino all'ultimo, Sarkozy ha minacciato di non firmare la dichiarazione finale se almeno una parte delle sue richieste non sarà accolta. Però è probabile che tutti avalleranno la generica dichiarazione concordata dagli sherpa, di «fare il possibile per rilanciare l'economia mondiale e fare in modo che una simile crisi non si ripeta». Ma tra qualche anno, la sbiadita foto di gruppo dei ragazzi della 20 G ci ricorderà solo una ricorrenza familiare del capitalismo mondiale, forse l'apertura di una serie di partite incrociate, non certo l'avvio di una trattativa globale per un nuovo ordine economico. Altro che nuova Bretton Woods! Da domani, nel Monopoli planetario un reggimento in Afghanistan sarà offerto in cambio dell'abolizione di due paradisi fiscali, e una vendita di cacciabombardieri a Taiwan sarà scambiata con una pezzatura di Federal Bonds. Per parafrasare von Clausewitz, la finanza è il proseguimento della guerra con altri mezzi.

Torna all'inizio


Merkel e Sarkozy: (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G20 Merkel e Sarkozy: «Subito le nuove regole» Oggi il vertice, sul documento finale permangono divergenze Anna Maria Merlo PARIGI Dieci ore per salvare il mondo. Il G20, su cui si sono concentrate tutte le speranze mondiali per uscire dalla crisi finanziaria diventata economica e sociale, durerà poco: è iniziato ufficialmente ieri sera con una cena a Downing Street tra i capi di stato e di governo dei 19 paesi (più l'Unione europea) invitati a Londra. E finirà oggi alle 15,30, con la prevista conferenza stampa. Dopo aver ascoltato il principe Charles parlare della conservazione delle foreste, i capi di stato e di governo che rappresentano l'85% del pil mondiale hanno abbordato il rilancio dell'economia. Oggi, parleranno delle questioni della regolazione del sistema finanziario. Sul rilancio, la posizione resta diversa tra Usa e Europa, ma l'occidente si riunisce per chiedere a Cina e Giappone di fare di più. In mattinata, Barack Obama ha incontrato Gordon Brown: entrambi hanno convenuto che è importante «concentrarsi» sui punti in comune e non su «divergenze episodiche». Così, nel comunicato finale, verrà reso omaggio ai piani di rilancio già avviati - l'accento è americano - mentre non ci sarà nessun richiamo a vararne dei nuovi - qui sono gli europei che hanno frenato. Il G20 calcola che siano stati stanziati in via eccezionale 2.500 miliardi di dollari nel mondo per cercare di contrastare la crisi, cioè il 2% del pil mondiale, come aveva raccomandato l'Fmi. Il presidente brasiliano Lula, ricevuto a metà giornata all'Eliseo, ha parlato di «summit difficile», ma che spera si concluda con un «incoraggiamento» alla ripresa. «Verranno discussi i piani di rilancio - ha messo le mani avanti Angela Merkel - ma la Germania ha già dato un contributo enorme». Merkel è arrivata a Londra con un «misto di fiducia e di preoccupazione». Sarkozy, nella conferenza stampa congiunta, ha insistito sulla necessità della «regolazione» dei mercati finanziari, «una questione non negoziabile per Francia e Germania». Alla vigilia, Sarkozy aveva minacciato «la politica della sedia vuota» se non fosse stato stato concluso un accordo in questo senso. Ma Brown, dopo una telefonata con l'Eliseo, si è detto «persuaso che Sarkozy assisterà all'inizio della cena e resterà fino alla fine». Merkel ha tagliato corto sulle intemperanze del francese: «Non è la migliore idea», ha commentato. Ieri, Sarkozy ha sottolineato che il G20 è «un momento storico per costruire un mondo nuovo che non possiamo lascia passare». Obama, alla conclusione dell'incontro con il primo ministro britannico, ha affermato che al G20 verranno fatti «progressi reali e senza precedenti», bisogna «stabilizzare la finanza del futuro». In cambio, Sarkozy e Merkel hanno convenuto che, «se sarà necessario», nuovi piani di rilancio potranno venire messi a punto. Ma Jean-Claude Trichet della Bce avverte: «Non si possono indefinitamente aumentare le spese e i deficit». Sui paradisi fiscali, la posizione franco-tedesca è più determinata di quella anglo-sassone (Brown deve fare i conti con la City) e dei giganti emergenti, tra cui la Cina. Sarkozy ha definito «immorali» i paradisi fiscali, ma tra gli europei c'è chi frena. «Il G20 non avrà nessuna credibilità se nella lista nera non evocherà il Wyoming, il Nevada e le isole lontane» ha commentato il presidente dell'eurogruppo nonché primo ministro lusssemburghese, Jean-Claude Juncker, che non vuole che il suo paese sia messo sotto accusa. Obama ha avuto ieri importanti incontri bilaterali. Oltre al presidente russo, ha visto il leader cinese Hu Jintao. Il presidente degli Usa, dopo un viaggio a Mosca in luglio, andrà a Pechino nella seconda metà di quest'anno. Tra Obama e Hu Jintao il dialogo è stato strategico ed economico, mentre sui diritti umani c'è stato un significativo silenzio. Anche Sarkozy si prepara ad eludere la questione: oggi vedrà in un incontro bilaterale Hu Jintao, per riannodare i legami Francia-Cina, guastati dalla manifestazione pro-Tibet che aveva accompagnato il passaggio della fiamma olimpica a Parigi e dall'incontro del presidente francese con il Dalai Lama in Polonia. C'è accordo sull'aumento delle risorse all'Fmi, istituzione che è tornata in forza sulla scena mondiale e qualche briciola dovrebbe essere confermata per l'aiuto allo sviluppo. Ci saranno belle parole sulla lotta al protezionismo, anche se la Banca mondiale ha sottolineato che 17 paesi sui 19 presenti a Londra hanno preso misure protezionistiche. Maggiori difficoltà, invece, sulla regolazione delle agenzie di notazione e sulla limitazione dei bonus dei traders.

Torna all'inizio


CORSO BLSD PER ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO PROTEZIONE CIVILE (sezione: Globalizzazione)

( da "Basilicanet.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CORSO BLSD PER ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO PROTEZIONE CIVILE 02/04/2009 12.07.53 [Basilicata] Con la stipula del contratto tra l’assessorato alla Protezione Civile della Provincia di Potenza e Basilicata Soccorso si conclude la fase istruttoria che porterà , nei prossimi giorni, all’avvio del corso BLSD propedeutico all’uso del defibrillatore riservato alle associazioni iscritte al Forum Provinciale di Volontariato di Protezione Civile. “Questa iniziativa – ha spiegato l’assessore Domenico Iacobuzio – vede la Provincia di Potenza tra le prime amministrazioni che hanno attività  di questo genere e si inserisce nelle azioni dell’assessorato alla Protezione Civile della Provincia di Potenza rivolte al mondo del volontariato, al fine di sostenere le attività  delle associazioni e aumentare il livello di conoscenza su specifiche tecniche di soccorso in materia di Protezione Civile, proprio attraverso specifici percorsi formativi finalizzati a sperimentare e migliorare l’applicazione di tecniche di salvataggio particolari, come ad esempio quelle relative alla gestione degli arresti cardiocircolatori e/o respiratoriâ€. Al corso, che si terrà  a Potenza presso la sede di Basilicata Soccorso, parteciperanno oltre trecento volontari, scaglionati in gruppi di venticinque unità . L’impegno della Provincia per questa attività  ammonta a diecimila euro e prevede, oltre al corso base, una formazione aggiuntiva per quei volontari particolarmente adatti a divenire istruttori per le stesse Associazioni di Volontariato, contribuendo in tal modo alla più¹ ampia diffusione della conoscenza delle tecniche di salvataggio in questione all’interno del mondo dell’Associazionismo di protezione civile. “La Provincia di Potenza – ha concluso l’assessore Iacobuzio – pur non avendo una competenza specifica per la gestione del volontariato (che è¨ in capo alla Regione Basilicata), ha avviato una serie di iniziative volte alla promozione e formazione del mondo del volontariato, proprio perchè¨ oggi ai volontari di protezione civile viene chiesta, oltre alla voglia di servire gratuitamente il prossimo, soprattutto professionalità  durante gli interventiâ€. BAS 05

Torna all'inizio


Crisi economica Russia e Usa s'avvicinano (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

POLITICA 02-04-2009 PER OBAMA SARÀ PIÙ DIFFICILE LA TAPPA EUROPEA Crisi economica «persuasiva» Russia e Usa s'avvicinano ELIO MARAONE U n mondo senza armi nucleari. È questo l'estremo traguardo indicato a Londra dal presidente statunitense Barack Obama e da quello russo, Dmitri Medvedev. Un traguardo al limite dell'utopia, ma che segnala una volontà di mutamento in chiave distensiva delle relazioni tra grandi Paesi, in linea con quanto ipotizzato da Obama durante la sua campagna elettorale. Utopia magari, e ispirata non soltanto da intenti umanitari ( gli arsenali atomici di Usa ed ex Urss sono stracolmi; il loro mantenimento e lo sviluppo di armi strategiche hanno costi insopportabili in tempi di crisi economica; un accordo al ribasso fra grandi potenze può costringere le piccole verso lo zero atomico...), ma che ha avvolto di un'aura di nobiltà la dichiarazione con la quale i due presidenti hanno convenuto di lanciare negoziati in vista non soltanto di importanti riduzioni delle proprie armi nucleari, ma anche di una inedita cooperazione nel campo delle difese antimissile. A quest'ultimo riguardo «restano differenze» su nuovi sistemi in Europa, ma si sa che alla Casa Bianca sono già molte le critiche al costo politico ed economico del progettato «scudo» da realizzare fra Polonia e Repubblica ceca. Comunque, qualcosa si è mosso nella giusta direzione, dopo quasi sette anni di disinteresse al disarmo dell'amministrazione Bush: Stati Uniti e Russia si impegnano a stringere i tempi per l'approvazione di un trattato per la riduzione delle armi strategiche che sostituisca i precedenti Start ( in scadenza il prossimo 5 dicembre) e Sort ( che proponeva la riduzione, entro il 2012, delle testate nucleari da parte di ciascun contraente a un numero oscillante fra 1.700 e 2.200). L'impegno assunto dai due leader, decisi a «rimettere a posto» il rapporto bilaterale «considerate le responsabilità congiunte» che i loro Stati «hanno nel mondo» , è quello di fissare un tetto più basso al numero degli ordigni nucleari ( che attualmente sarebbero ancora oltre 3.000 a testa), dopo studi che saranno verificati in luglio, durante un summit Medvedev- Obama a Mosca, e trasformati in trattato entro la fine dell'anno. Dunque la Casa Bianca e il Cremlino hanno ripreso a dialogare, trovando un'intesa su punti importanti ( il citato nucleare, che prevede anche un'attenzione severa a Nord Corea e Iran; la stabilizzazione dell'Afghanistan), ma anche mantenendo divergenze e diffidenze ( sul citato «scudo» antimissile; sulle cause della guerra in Georgia e sulle sue conseguenze). Promettente appare anche il futuro dei rapporti sinoamericani: dopo l'incontro, sempre ieri, con il premier cinese Hu Jintao, Obama, invitato a visitare Pechino entro l'anno, ha ribadito il proprio impegno a evitare il protezionismo e ad assicurare relazioni economiche con la Cina stabili e durature. Carico di nubi è rimasto invece il rapporto con l'Unione europea. Durante una conferenza stampa assieme al premier britannico, Gordon Brown, il presidente statunitense, dopo aver invitato gli altri Paesi a fare fronte comune e ad agire con urgenza contro la crisi globale, ha detto di essere «assolutamente fiducioso che il G20 rifletterà un enorme consenso» . Il presidente francese Nicolas Sarkozy ( duramente avverso a ogni «falso compromesso» ) e il cancelliere tedesco Angela Merkel hanno replicato ricordando di non essere soddisfatti della bozza di documento redatta in vista dei lavori di oggi e di desiderare regole più severe per la finanza globale e, in particolare, contro i paradisi fiscali. Insomma, e rapporti Usa- Russia a parte, iersera a Londra tirava una brutta aria di decisioni mancate, e di rivio a incontri migliori. Sarkozy (avverso a ogni «falso compromesso») e Merkel non sono soddisfatti della bozza del G20

Torna all'inizio


Con Hu spunta il tabù diritti umani (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

MONDO 02-04-2009 Con Hu spunta il tabù diritti umani DI ELENA MOLINARI L avoro comune su Corea del Nord, Iran ma soprattutto crisi economica. Ma, questa volta, senza dimenticare i diritti umani. Nel loro primo faccia a faccia Barack Obama e l'omologo cinese Hu Jintao hanno messo al centro della cooperazione fra Washington e Pechino l'urgenza di rafforzare la crescita dei rispettivi Paesi e rivedere il sistema finanziario internazionale, in modo da evitare il ripetersi di terremoti finanziari come quello che ha sconvolto il pianeta lo scorso anno. Messe da parte le critiche americane per la continua sottovalutazione della moneta cinese, il presidente Usa ha lodato il pacchetto di stimolo varato dal governo di Pechino. Mentre Hu ha rinnovato il suo impegno a fare quello che il mondo ha più bisogno, vale a dire incitare milioni di cinesi a continuare a consumare, garantendo così al Paese di continuare a crescere e di trainare la ripresa globale. Ma dopo lo scalpore suscitato dall'affermazione del segretario di Stato Hillary Clinton di non voler «lasciare che le tensioni sui diritti umani intralcino altri punti di cooperazione», ieri Stati Uniti e Cina hanno concordato fare ripartire almeno «la discussione sui diritti umani» il prima possibile. Durante l'incontro l'inquilino della Casa Bianca ha quindi accettato l'invito a recarsi in visita a Pechino nella seconda metà del 2009 (il presidente George W. Bush aveva fatto una controversa visita in Cina la scorsa estate durante le Olimpiadi mentre infuriava la protesta dei monaci del Tibet). I due leader hanno annunciato anche la creazione di un gruppo di alto livello «per il dialogo strategico ed economico» fra le rispettive potenze. Accordo anche sulla necessità di rivedere la struttura di comando delle istituzioni finanziarie internazionali in modo da rispecchiare il nuovo peso dei mercato dei Paesi emergenti come appunto la Cina. Obama e Hu hanno deciso di continuare a lavorare insieme su problemi come la denuclearizzazione della penisola coreana e l'emergenza umanitaria nel Sudan. È stato concordato di aumentare la cooperazione sull'ambiente, la lotta al cambiamento del clima, la ricerca di energia pulita e rinnovabile, settori nei quali l'Occidente accusa la Cina di non fare abbastanza. Pronto un gruppo di contatto strategico ed economico Visita a Pechino entro l'anno per il capo della Casa Bianca Stretta di mano fra Hu Jintao e Obama, vicino alla Clinton (Ap)

Torna all'inizio


Consiglio per i diritti umani, svolta Usa: (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

MONDO 02-04-2009 Ginevra Consiglio per i diritti umani, svolta Usa: «Pronti a candidarsi per un seggio Onu» NEW YORK. Nuova svolta dell'America di Barack Obama sul fronte delle istituzioni multilaterali: gli Stati Uniti sono pronti a candidarsi a un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, organismo Onu con sede a Ginevra apertamente boicottato negli anni scorsi dall'amministrazione Bush. Si tratta di un nuovo segnale di inversione di rotta nella politica estera della nuova squadra a Washington. La decisione hanno annunciato il segretario di Stato Hillary Clinton e l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice è stata presa come parte di una «nuova era di impegno» con altre nazioni «per far progredire gli interessi degli Stati Uniti» nel mondo. «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto Clinton. Per la Rice «sono le vittime di abusi in tutto il mondo che hanno bisogno di un Consiglio per i Diritti Umani equilibrato e credibile». La decisione è stata duramente criticata dai conservatori: «È come salire sul Titanic dopo che ha urtato l'iceberg», ha commentato John Bolton, nel 2005 e 2006 ambasciatore all'Onu di Bush. Secondo Bolton la disponibilità americana alla candidatura «legittima qualcosa che non merita legittimazione». Critiche sono arrivate anche da associazioni ebraiche come l'AntiDefamation League e il centro Simon Wiesenthal secondo cui cui, ad oggi, l'unico Paese che finora si è attirato le bacchettate ripetute del Consiglio è stato Israele: altre nazioni, dalla Cina al Sudan, l'hanno fatta franca. Gli Stati Uniti hanno annunciato la loro candidatura a fianco di Belgio e Norvegia alle elezioni del 15 maggio quando verranno decisi tre seggi occidentali dei 47 del Consiglio. La Nuova Zelanda, che aveva deciso di entrare in pista, si è fatta da parte per garantire a Washington una elezione non contestata. Gli Stati Uniti occuperanno il seggio con mandato triennale. Nel Consiglio dei Diritti Umani non esiste il diritto di veto come invece è prerogativa Usa (assieme agli altri membri permanenti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina) in Consiglio di Sicurezza. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha dato il benvenuto al nuovo corso di Washington: «È un segnale concreto nella nuova era di impegno inaugurata dall'amministrazione Obama», ha detto un portavoce. Esulta il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon Critico John Bolton: «È come salire a bordo del Titanic»

Torna all'inizio


Intesa con la Russia: meno armi atomiche (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena.it, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Intesa con la Russia: meno armi atomiche INCONTRI. Obama e Medveded rilanciano i rapporti tra le potenze. E con la Cina più dialogo 02/04/2009 rss e-mail print Un laser anti missile: sullo Scudo spaziale è disgelo tra Russia e Usa LONDRA Obana vara il disgelo con la Russia e un rapporto più stretto con la Cina. Il presidente Usa e quello russo Medvedev hanno ufficializzato, nel loro primo incontro a Londra, la volontà di effettuare un «reset» nei rapporti tra Stati Uniti e Russia annunciando la ripresa di negoziati per la riduzione degli armamenti nucleari, con l'obiettivo di sostituire il Trattato Start 1 che scade a fine anno. I due leader hanno incaricato i rispettivi negoziatori di preparare proposte per il nuovo Trattato sugli arsenali strategici entro luglio, quando Obama si recherà a Mosca. I contrasti che hanno segnato i rapporti tra Mosca e Washington, ha detto il leader del Cremlino, «non erano nell'interesse di entrambi». In una dichiarazione congiunta si sottolinea la volontà di arrivare a «un mondo libero dal nucleare». I due hanno invitato l'Iran a cooperare con l'Onu per dimostrare che il suo programma nucleare è di «natura pacifica» e si sono detti preoccupati per il prossimo lancio del missile balistico nordcoreano. Ma Obama ieri ha avuto anche un incontro col collega cinese Hu Jintao: insieme hanno crato un gruppo «per il dialogo strategico ed economico». Obama sarà a Pechino nella seconda metà del 2009. Anche Nord Corea, Iran e diritti umani sono stati al centro del faccia a faccia.

Torna all'inizio


G20 al via, scontro sui paradisi fiscali Berlusconi: noi con Francia-Germania (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 79 del 2009-04-02 pagina 0 G20 al via, scontro sui paradisi fiscali Berlusconi: noi con Francia-Germania di Redazione Si aprono i lavori al G20, che si tiene tra imponenti misure di sicurezza all’Excel Centre. Il negoziato si prevede intenso: Francia e Germania chiedono più stringenti regole per la finanza, mentre Usa e Gran Bretagna premono per massicci interventi finanziari. Manca l'accordo sui paradisi fiscali. Triplicate le risorse dell'Fmi: salgono a 500 miliardi Londra - Si aprono i lavori del vertice del G20, che si tiene tra imponenti misure di sicurezza all’Excel Centre, nell’estremo est di Londra. I leader stanno arrivando, accolti all’ingresso dal premier britannico Gordon Brown. Il negoziato si prevede intenso, con Francia e Germania che chiedono più stringenti regole per la finanza internazionale, mentre Stati Uniti e Gran Bretagna premono per nuovi, massicci interventi finanziari dei governi. Secondo la Bbc, un accordo sarebbe comunque "vicino". Manca ancora l'intesa sui paradisi fiscali. Il nodo dei paradisi fiscali Lista nera e sanzioni sui paradisi fiscali ci saranno ma "a tempo debito". Mette le mani avanti il sottosegretario al Tesoro, Stephen Timmes, nel corso di un briefing a margine dei lavori del G20 che vede proprio nel tema dei paesi non cooperativi uno dei nodi principali. "Mi aspetto che ci sarà una lista e delle sanzioni messe a punto a tempo debito", ha spiegato il sottosegretario aggiungendo: "Stiamo discutendo sui tempi. Dobbiamo mantenere la pressione su questi centri". Nel corso del briefing Timmes ha più volte dato risposte elusive alle domande sui paradisi fiscali, esprimendo tuttavia il suo favore per i progressi fatti nei rapporti con il Liechtenstein. "Accolgo con molto favore i progressi fatti, l’era del segreto bancario è finita", ha osservato aggiungendo: "Dobbiamo mantenere il passo, vogliamo accordi che facciano in modo che la pressione venga mantenuta". La lotta ai paradisi fiscali, fortemente voluta da Francia e Germania e dai paesi europei in generale, si scontra con la ferma opposizione della Cina e con un atteggiamento freddo da parte di Gran Bretagna e Stati Uniti. Le risorse Fmi L’ultima bozza del comunicato finale del G20 contiene la richiesta di aumentare di 500 miliardi di dollari le risorse a disposizione del Fondo Monetario Internazionale, che verrebbero così triplicate, salendo a 750 miliardi di dollari. L'Italia si schiera con Francia e Germania L’Italia si schiera a fianco di Francia e Germania nel negoziato del G20 di Londra anche se, sui tempi, le posizioni non sembrano coincidere perfettamente. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, chiarisce la posizione del governo italiano: "Questa è la nostra linea: stiamo preparando il cosiddetto legal standard act che deve trovare il suo compimento al G8 della Maddalena". In ogni caso, assicura anticipando quelle che secondo lui saranno le conclusioni del summit, il messaggio conclusivo del G20 è "non abbiate paura, gli stati ci sono e faranno la loro parte". Il presiente del Consiglio rivela ciò che dirà domani: "Farò notare come questa crisi sia soprattutto una crisi psicologica e come i governi e gli Stati dovrebbero garantire che nessuno dei loro cittadini che perda il lavoro sia lasciato indietro". L’unico modo, aggiunge, "per mantenere la coesione sociale e per far ritornare i cittadini alle abitudini precedenti alla crisi". Solo così, sottolinea, "usciremo prima e più forti da questa situazione". Circa gli ostacoli all’intesa, Berlusconi ricorda che "bisogna poi stendere la lista dei paradisi fiscali". E "su questo credo che ci sia una convergenza di tutti". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Maltempo: il punto della situazione con la Protezione Civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Targatocn.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Maltempo: il punto della situazione con la Protezione Civile Da ieri mattina la sala della Protezione Civile della Provincia di Cuneo opera 24 ore su 24 per monitorare gli effetti del maltempo che, da ormai 3 giorni, insiste con piogge intense sulla Granda. “Speriamo in un’attenuazione delle precipitazioni a partire dal pomeriggio” – spiega l’assessore provinciale alla Protezione Civile Federico Gregorio -. Per ora si registrano alcune esondazioni, ma solo alcune destano preoccupazioni.” E’ il caso del Ghiandone che minaccia Revello e Staffarda ed ha causato la chiusura del ponte dei Pesci Vivi. In piena anche Varaita, Maria ed il Grana-Mellea, che hanno favorito allagamenti a Dronero, nel Caragliese ed in particolare a Paschera S. Carlo “Registriamo poi frane in molte aree montane e collinari. La più grave è a Monforte d’Alba dove è stato necessario procedere all’evacuazione di alcune abitazioni – prosegue Gregorio -. Le piogge persistenti degli ultimi giorni e soprattutto la precipitazione registrata questa notte ha dato il colpo di grazia. I terreni sono saturi di acqua e non la assorbono più. L’aspetto positivo è dato dalle temperature che, ancora rigide, rendono nevose le precipitazioni in alta quota. Qui il problema sono le valanghe. Le prevedevamo nel fine settimana in vista di un innalzamento delle temperature. Purtroppo hanno iniziato a cadere già in queste ore.” Per tutte le notizie sul maltempo: Colle della Maddalena nuovamente chiuso per maltempo Dronero: allagata la zona del Mini Golf Park Maltempo: preallarme nel Saviglianese e Saluzzese Maltempo: valanga sulla strada tra Canosio e Preit Piero Lunati Immagini relative alla notizia

Torna all'inizio


WTA Miami: solo una Williams andrà in finale (sezione: Globalizzazione)

( da "Datasport" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

WTA Miami: solo una Williams andrà in finale (AGM-DS) - 02/04/2009 12.45.38 - (AGM-DS) - Milano, 2 aprile - Stabilito il tabellone delle semifinali, sarà derby tra le sorelle Williams nel torneo WTA Miami (montepremi 4,5 milioni). Serena, la numero uno al mondo, ha sconfitto in tre set, la cinese Li Na (4-6,7-6,6-2). Mentre la sorella Venus si è sbarazzata, in due set, della ceca Benesova (6-1,6-4). L'altra semifinale, vedrà di fronte la bielorussa Azarenka, contro la russa Kuznetsova. Risultati dei quarti di finale V. Williams (Usa, 5) b. Benesova (Cec, 26) 6-1, 6-4 S. Williams (Usa,1) b. Li Na (Cin) 4-6, 7-6 (7-1), 6-2.

Torna all'inizio


G20/ FRATTINI: UN ACCORDO È NELL'INTERESSE DELL'EUROPA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G20/ Frattini: Un accordo è nell'interesse dell'Europa di Apcom "Non possiamo lasciare che Usa e Cina decidano fra loro" -->Roma, 2 apr. (Apcom) - Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, auspica "una linea d'intesa comune" sugli strumenti per affrontare la crisi economico-finanziaria, come risultato del G20 in corso a Londra. "Credo che già oggi dovremo avere una linea d'intesa comune, o quanto meno non dare l'impressione che in questa fase tra Unione europea e Stati Uniti ci sia una divisione, mentre America e Cina possono incontrarsi e decidere loro i destini del mondo: questo per l'Europa sarebbe assolutamente negativo e dovremmo evitarlo" sostiene Frattini, a margine di una presentazione all'Unità di Crisi della Farnesina. "Non lo so se si raggiungerà un documento comune - ammette il capo della diplomazia - ma credo che sia nell'interesse del mondo". "Tutti coloro che siedono intorno al tavolo del G20 hanno interesse a dare un messaggio di fiducia ai mercati - conclude - se questo non si riuscirà a farlo, avremo comunque altri appuntamenti, a cominciare dal G8 della Maddalena".

Torna all'inizio


Crisi, Frattini: intesa Usa-Ue si può (ancora) fare (sezione: Globalizzazione)

( da "Dire" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi, Frattini: intesa Usa-Ue si può (ancora) fare "Credo che un punto di intesa si possa trovare, oggi sarebbe molto pericoloso e controproducente avere una divisione tra Stati Uniti, e magari Cina da un lato e l'Europa dall'altro". Così il ministro degli Esteri commenta le divisioni emerse al G20 di Londra ROMA - "Credo che un punto di intesa si possa trovare, oggi sarebbe molto pericoloso e controproducente avere una divisione tra Stati Uniti, e magari Cina da un lato e l'Europa dall'altro". Cosi' il ministro degli Esteri, Franco Frattini, commenta le divisioni emerse al G20 di Londra sulle modalità per uscire dalla crisi economica internazionale, con Francia e Germania (più Italia) contrarie alla ricetta Obama di sostenere l'economia con un forti iniezioni di denaro pubblico. Il ministro degli Esteri, a margine di un convegno nella sede di Confindustria, spiega: "Noi abbiamo sostenuto la necessita' di dare un impulso all'economia anche con nuove iniezioni finanziarie e al tempo stesso la necessita' di global rules, che gia' avevamo proposto al nostro G8 finanziario". Frattini sostiene che per un Paese con tanto debito come l'Italia, "la scelta di fare ulteriore indebitamento non sia quella migliore, ma non possiamo escludere che iniezioni finanziarie siano necessarie specialmente se gli altri Paesi lo propongono". Comunque, conclude il ministro degli Esteri, "se ne riparlera' al G8, nessuno immaginava di chiudere con il vertice di Londra". 2 aprile 2009

Torna all'inizio


G20: i consigli della community ai grandi del mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Data Manager" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G20: i consigli della community ai grandi del mondo A cura di Redazione DMO Pubblicato il 02-04-2009 11:54 Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Parte domani a Londra il G20 con i ministri economici e i governatori delle banche centrali dei paesi più industrializzati. I temi sul tavolo sono tanti, e ruotano tutti intorno alla crisi che da mesi colpisce le economie di tutto il mondo. Yahoo! Answers [answers.yahoo.it], in 12 dei 20 paesi partecipanti al meeting (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Italia, Messico, Spagna e Stati Uniti), ha invitato la community a rispondere alla domanda: “Quali soluzioni possono trovare i Governi per superare la recessione globale?”. L’iniziativa è globale e vi possono partecipare tutti gli utenti Yahoo! nel mondo, contribuendo, così ad una grande ed estesa mobilitazione in Rete. Dal bacino potenziale di 163.464.000 utenti* di tutto il mondo verranno fuori idee e suggerimenti ma, soprattutto, la community potrà confrontarsi e dialogare su un tema che riguarda il futuro di tutti noi. Le migliori risposte a livello internazionale e locale saranno raccolte nel blog di Yahoo! Answers [http://www.yanswersblogit.com/], al termine del G20. Gli answeriani, si confermano sempre attenti ai temi di attualità e offrono spunti molto interessanti. Spiccano, finora, le risposte di: Aragosta albina:“La regola-chiave è puntare tutto sui giovani, giovani e ancora GIOVANI. è inutile parlare di ripresa e soluzioni quando non c’è lavoro per i giovani e tutto questo comporta la frenata dell’economia”. Pablo23572002 vorrebbe un mondo dove “i governi controllino con onestà e chiarezza le contrattazioni in borsa e non si possa speculare, […] si dia la possibilità di poter utilizzare energie ecologiche senza ostruzionismo, […] si combatta per risolvere il problema dell’acqua e delle risorse”. Marcop1it allarga l’orizzonte ai meccanismi economici internazionali consigliando la creazione di “regole a quella che oggi si chiama globalizzazione”. Gli fa eco Cesare196 secondo cui, in maniera più drastica, i governi “debbono smetterla di ragionare in maniera “globale”, perché proprio la globalizzazione ha fatto da meccanismo di propagazione della crisi”. Chiudiamo con le parole di speranza di Miticaveronicamars secondo cui “possiamo superare questa crisi” e propone alcune soluzioni come “applicare l’aliquota Iva del 10% sui beni primari come pasta, pane, medicinali, luce, gas, ecc…” o, come consiglia Sono io “dare un forte avvio alla green economy, infatti l’unico modo per sostenere questa crescita globale sarà rispettare e difendere l’ambiente, come la salute dei cittadini”. Gli answeriani di tutto il mondo stanno rispondendo. Ecco cosa si dice in: Francia;Germania;Gran Bretagna;Spagna;Argentina;Australia;India;Messico. Dalle proposte alla cronaca. Per essere aggiornato in tempo reale sullo svolgimento del meeting londinese, Yahoo! Notizie [notizie.yahoo.it] offre uno speciale dedicato ricco di notizie provenienti dalle fonti più accreditate e più autorevoli del giornalismo internazionale, foto e video gallery sempre aggiornate e forum dove gli utenti possono esprimere commenti e dialogare in cerca di soluzioni. La copertura sui temi caldi e le ultime notizie sarà ampia anche in Home Page [http://www.yahoo.it], connettore di tutti i contenuti delle property di Yahoo!, con continui aggiornamenti durante il G20.

Torna all'inizio


GLI INCONTRI CON RUSSIA E CINA (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

GLI INCONTRI CON RUSSIA E CINA Giovedì 2 Aprile 2009, Londra Barack Obama ha mantenuto la promessa di rilanciare i rapporti con Mosca concordando, nel suo primo faccia a faccia con il presidente russo Dmitri Medvedev, a Londra alla vigilia del G20, di avviare negoziati per la riduzione degli armamenti strategici, per sostituire il trattato "Start" che scadrà in dicembre. I negoziati mirano a raggiungere un accordo che superi l'impegno già assunto a suo tempo da Mosca e Washington, di ridurre il numero delle testate nucleari ad una fascia tra 1.700 e 2.000 ordigni. Obama e Medvedev hanno chiesto ai negoziatori di riferire i risultati entro luglio quando il presidente Usa si recherà nella sua prima visita a Mosca. Una dichiarazione congiunta diffusa al termine dell'incontro esorta l'Iran a cooperare con le Nazioni Unite e a dimostrare la natura pacifica del suo programma nucleare. Il documento esprime inoltre preoccupazione per il lancio missilistico che sta per essere effettuato dalla Corea del Nord e promette che Mosca coopererà per l'Afghanistan (corridoi nell'ex Urss per il transito di rifornimenti aerei e terrestri della Nato). Si accenna al permanere di divergenze sia sullo scudo spaziale, che gli Usa intendono posizionare in Europa centrale, sia sulla questione della Georgia: la Russia, contrastando l'Occidente, protegge e riconosce le Repubbliche separatiste di Abkhazia del Sud e Ossezia, e si oppone all'allargamento della Nato alla Georgia stessa, oltre che all'Ucraina. Nei successivi colloqui, sempre ieri a Londra, di Obama con il presidente cinese Hu Jintao, a parte i temi economici - cooperazione più stretta contro la crisi mondiale - e l'avvio di un dialogo per la tutela dell'ambiente e del clima, si è parlato di diritti umani, tema su cui «la discussione cino-americana ripartirà al più presto». Obama e Hu hanno pure deciso di lavorare insieme sulla denuclearizzazione dell'intera penisola coreana, sul controllo del programma nucleare dell'Iran e sull'emergenza umanitaria nel Sudan.

Torna all'inizio


Londra I grandi in ordine sparso impegnati in una corsa contro il tempo, costretti a dribblare d... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 2 Aprile 2009, Londra I grandi in ordine sparso impegnati in una corsa contro il tempo, costretti a dribblare diktat e paletti, avvertimenti e minacce, ma comunque lanciati verso un accordo che oggi ci sarà. Un accordo al ribasso, un piccolo accordo, ma comunque un'intesa che non può mancare e sarà probabilmente presentata come un successo. Questo è il fermo-immagine della vigilia dell'atteso G20 anticrisi di Londra. Un treno in affanno che ieri è stato alimentato solo dall'entusiasmo di Barack Obama che ha lanciato un appello alla vecchia Europa a superare le divisioni. Dal punto di vista politico la scena è stata rubata dal duo Merkel-Sarkozy che si è presentato particolarmente aggressivo e sufficientemente unito da far parlare gli analisti di un rinato asse franco-tedesco. La bozza delle conclusioni del G20 «non è sufficiente», le nuove regole del sistema finanziario mondiale vanno varate ora e qui e non sono «negoziabili». Condizioni che il presidente francese ha appesantito reiterando la minaccia di lasciare il tavolo in assenza di «decisioni concrete». Eppure la giornata era cominciata non male, con il presidente americano Barack Obama - al suo debutto sulla scena europea - molto in sintonia con il padrone di casa, il premier britannico Gordon Brown: bisogna «agire subito» e guardare ai punti che «ci uniscono piuttosto che a quelli che ci dividono perché non possiamo trovare un'intesa su tutti i punti», aveva detto profeticamente il presidente americano. Anche Gordon Brown ha riconosciuto che i negoziati sono tutt'altro che chiusi e che si aspettava dei round «duri». Il presidente di turno del G20 ha attaccato le banche sottolineando che è proprio giunta l'ora di «ripulirle». «È uno dei test per misurare il successo di questo vertice: gli altri sono - ha spiegato Brown - il no al protezionismo, la creazione delle basi per un'economia a basse emissioni, il sostegno ai più bisognosi». Si punta a un nuovo sistema di regole internazionali per l'economia e la finanza in modo da poter vigilare le banche e limitarne l'indebitamento ma anche controllare soggetti come gli hedge fund e i paradisi fiscali. È su questo punto che al G20 di Londra si stanno confrontando le posizioni degli Stati Uniti, più attenti al varo di politiche di incentivi alla crescita e l'Europa dove l'asse franco-tedesco insiste per la necessità della redazione di regole comuni, il controllo delle agenzie di rating e i tetti alle remunerazioni. Lo sforzo finanziario degli Stati per salvare le banche, aiutare l'industria e i disoccupati impone poi di dare una stretta alle retribuzioni dei super manager e di agire contro quei soggetti al di fuori dei controlli, come gli hedge fund e i paradisi fiscali. D'altra parte gli Stati Uniti e in misura diversa la Cina, insistono che solo piani di stimolo fiscale possono far ripartire l'economia celermente. Sul tavolo del summit c'è anche il rilancio del Fondo Monetario Internazionale: si parla di un raddoppio del capitale a 500 miliardi di dollari mentre gli Usa puntano ad arrivare a 750 miliardi. Nella giornata di oggi verranno presentate le raccomandazioni e i principi messi a punto dall'Fsf presieduto dal governatore di Banca d'Italia Mario Draghi per limitare l'indebitamento di banche e soggetti finanziari, fra i quali anche gli hedge fund. Tra le proposte sembra esserci quella di spingere le banche a dotarsi, nei momenti di fase espansiva, di maggior capitale in modo da ridurre gli effetti ciclici dell'economia. Altro argomento spinoso è quello della vigilanza. In Europa si prevede un maggior ruolo della Bce avvalendosi comunque delle autorità di vigilanza nazionale. «Ci attendiamo un sostegno da parte del G20 per un mandato istituzionale forte» ha detto il governatore Draghi.

Torna all'inizio


Ecco perché Obama chiede proprio all'Italia una mano sul clima (sezione: Globalizzazione)

( da "Foglio, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

2 aprile 2009 Ieri il Senato ha approvato una mozione "contro" il riscaldamento globale Ecco perché Obama chiede proprio all'Italia una mano sul clima La politica verde di Barack sulla scia di quella di Bush Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiesto all’Italia di organizzare, a margine del G8 di luglio, un vertice sul clima tra i sedici paesi maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra. Si tratta di una mossa spiazzante, perché – a dispetto delle lodi che ha ricevuto – di fatto colloca l’inquilino della Casa Bianca sulla scia del suo predecessore. Il “Major economies forum”, infatti, nasce da un’idea di George W. Bush, che nel settembre 2007 convocò a Washington lo stesso gruppo di nazioni per discutere di come promuovere l’innovazione e il trasferimento tecnologico. A sua volta, quel meeting faceva seguito alla formalizzazione di un’alleanza tra gli Stati Uniti, l’Autralia, la Cina, il Giappone, l’India e la Corea del Sud, la Asia Pacific Partnership for Clean Development and Climate, che il mondo ecologista e alcuni rappresentanti più o meno ufficiali dell’Unione europea bollarono come “l’anti Kyoto”. In un certo senso, a ragione: come il processo di Kyoto è pletorico e dispersivo, così la “road map” disegnata dall’ex governatore del Texas era focalizzata su temi specifici e resa agile dal ristretto numero di partecipanti. E’ chiaro che, dopo le elezioni di novembre 2008, molto è cambiato nella linea americana, e la disponibilità a parlare, sulle questioni ambientali, la stessa lingua degli europei è aumentata. Tuttavia, peccherebbe di semplicismo chi credesse che gli Usa siano pronti ad allinearsi a Bruxelles. La stessa decisione di perseguire la strada del club esclusivo (i sedici grandi emettitori di CO2) anziché quella del trattato internazionale inclusivo (Kyoto 2), dice molto sull’impostazione che Obama vorrà dare alle sue politiche climatiche. Del resto, nonostante le innumerevoli promesse, difficilmente il presidente potrà dar seguito al suo impegno di trascinare gli Usa in uno sforzo simile a quello europeo: se non altro, perché gli mancano i numeri al Congresso (non solo per la compatta opposizione repubblicana, ma anche perché tra le fila dei democratici si nascondono diversi rappresentanti degli stati produttori di carbone che non faranno mancare il loro voto contrario, all’occorrenza). Impossibilitato a compiere la rivoluzione all’interno del paese, Obama non potrà – e dunque, da politico navigato, non vorrà – cercare il colpo di teatro sul palcoscenico internazionale. Si spiega in questo modo la sua decisione di declinare la retorica verdissima secondo lo spartito bushiano, e certo gli fa gioco che la sua controparte sia, di tutti gli Stati membri dell’Ue, proprio l’Italia, vale a dire il paese più tiepido verso quello che David Henderson, già capo economista dell’Ocse, ha definito “redenzionismo globale”. A ricordarlo, nel caso qualcuno se lo fosse dimenticato, è giunto ieri il voto del Senato a una mozione promossa, tra gli altri, da tre presidenti di commissione (Cesare Cursi dell’Industria, Antonio D’Alì dell’Ambiente, e Guido Possa dell’Istruzione). La mozione chiede al governo di portare in Europa e nei vertici internazionali la voce del buonsenso, cioè di sottolineare l’estensione delle incertezze scientifiche a cui fa da contraltare la drammatica certezza dei costi delle strategie climatiche. Insomma, complice la crisi economica che rende politicamente impopolari tutti i provvedimenti che farebbero aumentare i costi dell’energia, per le politiche allarmistiche tira brutta aria. E, giorno dopo giorno, Obama fa un ulteriore passo verso la desantificazione. di Carlo Stagnaro

Torna all'inizio


LONDRA. IL RESET DELLA POLITICA ESTERA MONDIALE, ANNUNCIATO DAL VICE PRESIDENTE JOE BIDEN E TESTARDA... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Londra. Il reset della politica estera mondiale, annunciato dal vice presidente Joe Biden e testardamente ricercato dal presidente Obama, continua a Londra. Reset ossia azzeramento e nuovo inizio. E Barack Obama, ieri a Londra per il G20, ha schiacciato il tasto reset con la Russia. Dopo un faccia a faccia con il presidente Dimitri Medved, i due hanno annunciato l'avvio di trattative per la riduzione degli arsenali strategici. Ed anche il rapporto, più delicato, con la Cina ha fatto un passo avanti dopo l'incontro, sempre ieri a Londra, fra il presidente e l'omologo cinese Hu Jintao; scenario sempre il G20, l'incontro fra i venti grandi paesi che ci dovrebbero portare fuori dalla crisi economica mondiale. Per Barack Obama e Dmitri Medvedev era quello di ieri il primo incontro. La scelta di annunciare ieri la ripresa di negoziati per la riduzione degli armamenti nucleari strategici è senz'altro il segnale di una reciproca buona volontà. In un colloquio alla vigilia del vertice del G20 in programma nella capitale britannica, i due giovani presidenti - insieme hanno 90 anni - hanno detto di aver incaricato i rispettivi negoziatori di preparare proposte per il nuovo Trattato sugli arsenali strategici entro il prossimo luglio, quando Barack Obama si recherà a Mosca per incontrare nuovamente Medvedev. «Abbiamo concordato di aprire una nuova pagina nei nostri rapporti» ha detto il presidente Medvedev (43 anni) al termine del colloquio con Obama (47), durato circa un'ora e 25 minuti, più dei 50 minuti previsti. Dettagli che sono significativi in circostanze del genere. I contrasti che negli ultimi tempi hanno segnato in negativo i rapporti tra Mosca e Washington - ha aggiunto il leader del Cremlino - «non erano nell'interesse nè della Russia nè degli Stati Uniti nè della stabilità globale. Dopo questo incontro io guardo con ottimismo al futuro». In una dichiarazione congiunta dopo l'incontro - svoltasi in territorio americano, nella residenza dell'ambasciatore Usa a Londra - si sottolinea la volontà dei due paesi di lavorare per arrivare a «un mondo libero dal nucleare». «La lotta alla proliferazione nucleare può essere un'ottima partenza» per il rilancio dei rapporti tra Usa e Russia. Resta aperto, e non poteva essere altrimenti, la questione del progettato scudo antimissile americano in Europa centrorientale, che Mosca considera ostile e che Obama è disposto a rivedere. Barack Obama si è mostrato da parte sua entusiasta di visitare Mosca in luglio - «un mese caldo, meglio che gennaio», ha scherzato - e ha promesso di studiare il russo per arrivare preparato al nuovo incontro. Non avrà parlato cinese con il presidente Hu Jintao, Obama. Ma i due interlocutori, legati per la vita o la morte dalla crisi economica, hanno dovuto capirsi per forza. Si è parlato di crisi economica, Nord Corea e Iran, diritti umani nel bilaterale con il collega cinese, bilaterale che ha portato alla creazione di un gruppo «per il dialogo strategico ed economico» del quale farà parte anche il segretario di Stato Hillary Clinton ed il ministro del Tesoro Geithner. Il cortese invito di Pechino, avanzato ieri ad Obama per una visita ufficiale nella seconda metà del 2009, è stato accettato. Anche in questo caso si trattava del primo incontro fra i due leader e la recessione mondiale era in cima alle preoccupazioni di entrambi. I due presidenti si sono impegnati a rafforzare il sistema finanziario internazionale per evitare in futuro il ripetersi di crisi del genere. E si sono dati atto a vicenda che i rispettivi «pacchetti di stimolo economico» stanno già dando i loro frutti. Accordo anche sul fatto che le istituzioni finanziarie internazionali (come il Fondo monetario internazionale) dovrebbero avere più risorse per aiutare i mercati emergenti e le nazioni in via di sviluppo. E che in questo fori internazionali della finanza la struttura di comando debba apririsi ai paesi emergenti, coinvolti da una crisi cucinata dall'elite wasp (ossia bianca, protestante, anglosassone,) del mondo ma pagata da tutti. I cinesi desiderano riconosciuto il loro nuovo peso sul mercato mondiale: i paesi emergenti - e Pechino è emersa da un pezzo, anche se ora ha i suoi problemi - vogliono decidere nelle sedi finora chiuse a chi non apparteneva al club. E sui diritti umani? I due presidenti hanno concordato di «far ripartire la discussione prima possibile». Non pochissimo, strappato ad un presidente cinese che nega addirittura l'esistenza del problema. Farà parte dell'agenda del viaggio di Obama a Pechino. re. mo.

Torna all'inizio


NEW YORK. NUOVA SVOLTA DELL'AMERICA DI BARACK OBAMA SUL FRONTE DELLE ISTITUZIONI MULTILATERALI: GLI ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Cina Usa

New York. Nuova svolta dell'America di Barack Obama sul fronte delle istituzioni multilaterali: gli Stati Uniti sono pronti a candidarsi a un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, un'organismo Onu con sede a Ginevra apertamente boicottato negli anni scorsi dall'amministrazione Bush. Si tratta di un nuovo segnale di inversione di rotta nella politica estera della nuova squadra a Washington. La decisione - hanno annunciato il segretario di Stato Hillary Clinton e l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice - è stata presa come parte di una «nuova era di impegno» con altre nazioni «per far progredire gli interessi degli Stati Uniti» nel mondo. «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera - ha detto la Clinton, a Londra per il vertice G20 - Ci impegneremo con altri Paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti del'Uomo». Gli Stati Uniti si sono candidati, convinti che «lavorare dall'interno servirà a rendere il Consiglio un foro più efficace a difesa dei diritti dell'uomo». La decisione è stata duramente criticata dai conservatori che, non da ieri, giudicano l'organizzazione ginevrina come una bestia nera: «È come salire sul Titanic dopo che ha urtato l'iceberg», ha commentato John Bolton, nel 2005 e 2006 ambasciatore all'Onu di Bush. Secondo Bolton la disponibilità americana alla candidatura «legittima qualcosa che non merita legittimazione». Critiche sono arrivate anche da associazioni ebraiche come l'AntiDefamation League e il centro Simon Wiesenthal secondo cui cui, ad oggi, l'unico Paese che finora si è attirato le bacchettate ripetute del Consiglio è stato Israele. Gli Stati Uniti occuperanno il seggio con mandato triennale. Nel Consiglio dei Diritti Umani non esiste il diritto di veto come invece è prerogativa Usa (assieme agli altri membri permanenti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina) in Consiglio di Sicurezza. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha dato il benvenuto al nuovo corso di Washington: «È un segnale concreto nella nuova era di impegno inaugurata dall'amministrazione Obama», ha detto un portavoce del Palazzo di Vetro.

Torna all'inizio


Crollano gli scambi con l'Italia (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mediterraneo turchia Crollano gli scambi con l'Italia Le esportazioni turche cedono del 25,4 per cento toccando quota 16,2 mld $ E' proseguito anche nel primo bimestre dell'anno in corso l'andamento negativo del commercio estero turco in base ai dati pubblicati dall'Ufficio Statistico Turco (Tuik) ed rielaborati dall'Ufficio Ice di Istanbul. Nel periodo gennaio-febbraio 2009, infatti, le importazioni turche dal mondo sono diminuite del 45,4 per cento attestandosi a 17,7 miliardi di dollari, mentre le esportazioni hanno ceduto del 25,4 per cento toccando quota 16,2 miliardi di dollari. La Russia, pur restando il primo Paese partner commerciale della Turchia, fa registrare un calo dell'interscambio del 47,3 per cento (export russo -44,4 per cento; export turco -50,1 per cento), la Germania vede diminuire l'interscambio del 40 per cento circa, con una flessione delle esportazioni verso questo Paese di oltre il 46,5 per cento. La Cina diviene il terzo partner commerciale della Turchia con un interscambio di 1,72 miliardi di dollari (interscambio -33 per cento '09/'08), precedendo gli Usa (1,677 miliardi di dollari l'interscambio -24,5 per cento '09/'08) e l'Italia, che si attesta al quinto posto con un interscambio di 1,674 miliardi di dollari (-46,2 per cento '09/'08) dovuto ad esportazioni pari a 809,7 milioni di dollari (-54 per cento '09/'08) ed importazioni dalla Turchia pari a 864,3 milioni di dollari (-38,4 per cento '09/'08) ed un saldo negativo per l'Italia per 54,6 milioni di dollari. La quota dell'Italia sul totale delle importazioni turche è pari al 4,6 per cento. Questi dati - come sottolinea l'Ice - sono il segnale chiarissimo del profondo stato di disagio dell'economia turca (e' di ieri il dato relativo al Pil dell'ultimo trimestre del 2008 in calo del 6,2 per cento con una previsione di numerosi analisti locali per un calo ulteriore del Pil nel primo trimestre del 2009 anche dell'8 per cento) che si sta riflettendo inevitabilmente sul commercio estero. Il governo turco e la Commissione Ue hanno lanciato una serie di nuovi progetti di partenariato tra Camere di commercio turche ed europee che hanno lo scopo di ampliare il dialogo tra le industrie. Sono 22 i nuovi piani presentati che potranno contare su un budget di 2.25 milioni di euro del programma di ''dialogo tra societa' civili'' della Ue con i Paesi candidati all'adesione. La Commissione Ue mette a disposizione fino al 90 per cento del valore complessivo di ogni progetto, che coinvolge 35 Camere di commercio turche e 32 europee in 11 Paesi. I progetti vanno dall'istituzione di centri di informazione finanziaria alla promozione di investimenti eco-compatibili, dalle iniziative di formazione al coinvolgimento dei giovani e delle donne nelle attivita' economiche. del 02-04-2009 num.

Torna all'inizio


G20, Obama di fronte all'asse Sarkozy-Merkel. Ma la partita è anche con la Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Londra | 2 aprile 2009 G20, Obama di fronte all'asse Sarkozy-Merkel. Ma la partita è anche con la Cina Obama in una pausa dei lavori del G20 Tutti di corsa. In una Londra in stato di assedio, corrono i Grandi, in ordine sparso, nel tentativo di trovare un accordo che 'salvi' il G20; corrono le migliaia di manifestanti nel tentativo di 'assaltare' le banche "colpevoli della crisi"; corrono i 5mila poliziotti chiamati a garantire la sicurezza del summit. Ieri, intanto, un morto fra i manifestanti, forse vittima di un infarto. Accordo al ribasso? Un'intesa non può mancare, e sarà probabilmente presentata come un successo. Ma questo G20 anticrisi di Londra, funestato dalla morte di uno dei manifestanti che ieri nel pomeriggio hanno protestato contro il vertice, 'paga' le attese eccessive rilanciate alla vigilia dal premier britannico Gordon Brown e il contrasto sempre più evidente fra capitalismo anglosassone e quello che un tempo si definiva 'capitalismo renano': fedele alla sua immagine 'cool' e ottimista Barack Obama ieri ha lanciato un appello alla vecchia Europa a superare le divisioni cercando convergenze sulle modalità per uscire dalla crisi, ma il pragmatismo americano non basta al presidente francese Nicolas Sarkozy e al cancelliere tedesco Angela Merkel, che chiedono con forza di 'dare una coscienza al capitalismo internazionale', adottando una serie di misure contro i paradisi fiscali e su nuovi meccanismi di controllo sulla finanza internazionale. Intesa possibile su alcuni dossier Nella bozza di comunicato finale a cui hanno lavorato stanotte gli sherpa e che è all'attenzione dei leader del G20 a Londra, emerge l'ipotesi di sottomettere per la prima volta gli hedge fund alla supervisione di una nuova agenzia internazionale e di un fondo dell'Fmi. Tuttavia non c'è ancora accordo sulla quantita' di risorse da assegnare al fondo monetario, sui soldi da destinare agli aiuti all'export e sulla lotta ai paradisi fiscali. Una proposta sul tavolo del G20 è quella di triplicare gli attuali fondi dell'Fmi portandoli a 750 miliardi di dollari. La bozza di comunicato include anche l'invito a "stabilire la scala degli sforzi necessari a ripristinare la crescita", senza però un impegno preciso sui soldi da spendere per aiutare la crescita, stabilizzare il sistema bancario e limitare la disoccupazione. FMI: senza banche 'ripulite' nessuna ripresa Sono gli asset 'tossici' il 'male principale' dei mercati finanziari, avverte tuttavia il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, che partecipa in queste ore al vertice londinese del G20, in un'intervista al quotidiano britannico Financial Times. Gli americani, ha confermato Strauss-kahn, al vertice "chiedono piani di rilancio piu' consistenti, mentre gli europei insistono su nuove regole per i mercati, ma nessuno "fa abbastanza per 'ripulire' il sistema finanziario". Il peso degli asset tossici e l'incertezza causata dal rischio di credito rappresentano, invece, il problema principale per i mercati finanziari globali. Cantiere aperto Secondo molti osservatori, il G20 di Londra si chiuderà con un compromesso che lascerà aperto il cantiere anti crisi dei Grandi. Una fotografia che il premier Silvio Berlusconi ha di fatto sua, assicurando che oggi saranno sicuramente prese delle decisioni "opportune" ma che molto resterà da fare fino al G8 sotto presidenza italiana. Sara' a luglio, alla Maddalena, che saranno varate le regole vere, "il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici", ha assicurato Berlusconi. Che tuttavia faticherà non poco a mantenere una posizione di attesa, o mediazione, fra i due schieramenti emersi al G20. La vera partita Mentre migliaia di persone, fuori dal palazzo, chiedono ai Grandi di 'cambiare il mondo' e di punire banchieri e speculatori ritenuti colpevoli della crisi, il G20 di Londra segna un'altra tappa 'storica' dell'ascesa della Cina al rango di Grande Potenza: tanto che molti analisti, sulla scia dell'incontro di ieri fra Obama e Stati Uniti fra Obama e il premier cinese Hu Jintao, suggeriscono che ormai è questo il dialogo ch ridefinirà gli equilibri del dopo crisi. Usa e Cina hanno concordato di lavorare insieme sulle questioni della Corea del Nord, del programma nucleare dell'Iran e del Sudan. Si trovano d'accordo dul fatto che solo piani di stimolo fiscale possano far ripartire l'economia in tempi rapidi. Resta da trovare un'intesa su dollaro, debito pubblico americano, valuta internazionale di riferimento, governance delle istituzioni internazionali. Ma Pechino sa che senza gli acquisti dei consumatori americani non riuscirà a sostenere la sua crescita fondata sulle esportazioni, mentre Washington non può ignorare che il primo creditore del Tesoro è la Cina. Il robusto piano di spesa pubblica dell'amministrazione Obama, insomma, non può andare avanti senza l'aiuto cinese. "Le parole di Obama a Londra segnalano l'alba di una nuova era", non più dominata dalla super potenza degli USA, fa notare oggi il Washington Post. Rigettando le accuse piovute sugli States come primi responsabili della crisi, Obama ha chiamato all'assunzione di responsabilità i partner internazionali chiedendo "un'azione comune urgente davanti a problemi globali". La ripresa non potrà arrivare solo dal rilancio "della voracità del consumatore americano".

Torna all'inizio


Per l'Europa il G2 è una iattura (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Opinioni data: 02/04/2009 - pag: 34 USA, CINA E IL RUOLO DELLA UE Per l'Europa il G2 è una iattura di ALBERTO QUADRIO CURZIO SEGUE DALLA PRIMA A questi temi si aggiunge anche l'ipotesi non scontata di un potenziamento di organismi come il Fondo monetario internazionale. È ben vero che la riunione cade in un momento di minor tensione sui mercati, rispetto al G20 che si tenne in novembre a Washington, con qualche luce in fondo al tunnel della crisi. Ma è anche vero che le posizioni di partenza dei partecipanti sono piuttosto distanti. Consideriamo i singoli temi da un'ottica prevalentemente europea. Politiche espansive e di sostegno. Gli Usa vorrebbero che tutti i Paesi mettessero in atto politiche coordinate, fatte di spesa pubblica e di riduzioni di tasse, per almeno un 2% del Pil sia nel 2009 che nel 2010. I Paesi europei non sono inclini a questa scelta sia perché in tutti hanno operato stabilizzatori automatici e ammortizzatori sociali di notevoli dimensioni, ai quali è stata aggiunta altra spesa pubblica; ma anche perché essi tengono agli obiettivi di medio termine di finanze pubbliche sane con un deficit su Pil sotto il 3%, limite oggi sforato. Quanto alla Cina: ha varato dal novembre scorso un programma gigantesco di spesa pubblica pari al 14% del suo Pil. Gli Usa non possono pretendere che l'Europa adotti per uscire dalla crisi il loro «paradigma», peraltro non chiaro in quanto imposto anche dalla necessità di giganteschi salvataggi, che li porterà anche a un deficit su Pil intorno al 12% nel 2009. Tuttavia la Uem potrebbe e dovrebbe fare di più con la emissione di titoli di debito pubblico europeo e con la modifica del Patto di stabilità connesso ai parametri di Maastricht per scorporare dal deficit le spese in infrastrutture. Obiettivi di medio termine irrealizzabili per la cautela della Germania verso la quale si dovrà continuare un'opera di convincimento che anche l'Italia ha da tempo avviato. Protezionismo. Nel 2009 si prevede una caduta nel volume del commercio mondiale del 9%. Malgrado la difficoltà delle previsioni, l'ordine di grandezza colpisce se si pensa che tra il 1998 e il 2008 c'è stata una crescita medio annua di quasi il 6%. Purtroppo alla caduta si stanno affiancando misure, più o meno striscianti, di protezionismo. È stato stimato che la maggioranza dei Paesi del G20 ha preso misure restrittive dall'inizio della crisi. Esse vanno da aumenti tariffari sulle importazioni da parte di Paesi emergenti fino a pressioni fatte dai governi di Paesi sviluppati affinché le loro aziende, sostenute da aiuti di Stato, creino occupazione nazionale. È un rischio perché la crescita economica mondiale è stata forte negli ultimi due decenni anche per merito del commercio internazionale. Intaccare l'interdipendenza commerciale vuol dire danneggiare anche l'integrazione produttiva e quindi la crescita mondiale. Contro il protezionismo il G20 deve essere determinato così come deve esserlo l'Organizzazione mondiale del commercio, soprattutto verso Usa e Cina. Quanto alla Ue, la Commissione europea deve anche evitare che il mercato interno venga intaccato. Se non ci riuscirà la sua legittimazione sarà molto danneggiata. Riforma delle regole e della vigilanza bancaria-finanziaria. Su questo tema sono da mesi al lavoro talmente tanti «soggetti» internazionali (oltre a quelli nazionali) che è difficile farne l'elenco e dare conto dei loro contributi. Alcuni di questi soggetti sono stabili, altri temporanei; alcuni sono emanazione di Organismi sopranazionali, altri sono privati; altri hanno già concluso mentre altri sono all'opera. Ci sono il FMI, l'Ocse, il Gruppo dei Trenta, la Banca dei regolamenti internazionali e altri ancora, ai quali partecipano anche autorevoli personalità italiane. Ma spiccano soprattutto il Financial Stability Forum (FSF), presieduto da Mario Draghi, e il Gruppo, nominato dal presidente della Commissione europea, presieduto da Jacques de Larosière e del quale fa parte anche Rainer Masera. La sostanza dei problemi da risolvere è nota. La riforma dovrebbe infatti riguardare i requisiti di capitale delle banche e delle finanziarie, i connessi effetti ciclici, il monitoraggio dei rischi a livello dei singoli operatori e sistemici, i criteri contabili, la regolamentazione di attori e prodotti finanziari, le agenzie di rating, la supervisione internazionale delle banche globali e molto altro, fino alle retribuzioni dei vertici bancari e al ridimensionamento dei paradisi fiscali. In questo complesso insieme di problemi e di iniziative è indispensabile che la Ue/Uem si dia una posizione unitaria così come richiesto dall'ottimo Rapporto de Larosière. Nello stesso, da un lato si auspica una collaborazione internazionale per raggiungere standard comuni nel campo finanziario, ma dall'altro si afferma che la Ue/Uem deve darsi un forte Sistema europeo di regolazione e supervisione finanziaria e bancaria, integrato con la Bce e con gli Enti nazionali ai quali ultimi non si può certo chiedere un efficace controllo su soggetti a scala continentale. Ciò è in coerenza con un principio cardine della Ue/Uem: quello della sussidiarietà. Esso non è infatti operante solo verso il basso attribuendo per «disaggregazione» più poteri alla «periferia» ma è anche un principio di «coesione» che opera verso l'alto attribuendo più poteri al «centro» ove necessario. E il centro della Ue/Uem non può essere il Fmi o il Fsf e non solo perché negli stessi l'influenza americana potrebbe alla fine prevalere. In conclusione. Anche per evitare che il G20 di oggi prefiguri per domani un G2 tra Stati Uniti (grande debitore) e Cina (grande creditore) è necessario che la Ue/Uem (grande economia equilibrata) si rafforzi, attraverso le sue istituzioni, come terzo polo geoeconomico.

Torna all'inizio


FilosofIschia (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere del Mezzogiorno sezione: 1CULTURA data: 02/04/2009 - pag: 19 Dal 5 all'8 aprile si riunisce il Comitato che prepara l'assise mondiale di Atene del 2013 FilosofIschia Pensatori a convegno sull'Isola verde in vista del congresso mondiale di WOLFGANG KALTENBACHER P uò la filosofia costituire un potere? Sì, un potere anche molto pericoloso. «Se l'influenza culturale e politica della filosofia viene considerata un potere, la filosofia è diventata una potenza mondiale », sostiene Peter Kemp, già Presidente della Federazione mondiale delle società di filosofia (Fisp), che ha aperto l'ultimo convegno mondiale della filosofia l'anno scorso a Seoul con la relazione «Ripensare la filosofia come potere della parola». Dal 5 al 8 aprile si terrà a Ischia Porto - su invito dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici - la sessione annuale del Comitato direttivo della Fisp per progettare ed organizzare il prossimo Ccnvegno mondiale della filosofia che si terrà ad Atene nell'estate del 2013. Per trarre le conclusioni del Convegno di Seoul, il nuovo presidente della Fisp, William L. McBride (Purdue University, Indiana, Usa), ha inserito nel programma una giornata di studio dal titolo «Philosophy Rethought: Reflections on Philosophy Today in Light of the Seoul World Congress, 2008». Convegni mondiali della filosofia vengono organizzati sin dal 1900 ogni cinque anni. Il primo incontro fu a Parigi, mentre Napoli ebbe l'onore di ospitare filosofi da tutte le parti del mondo nel 1924. La Fisp fu creata alla fine degli anni '40 in un clima favorevole alla creazione di istituzioni internazionali, tra cui, qualche anno prima, l'Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, a sua volta all'origine della nascita della Fisp. Tra i compiti fondamentali della Fisp, di cui fanno parte società scientifiche di tutti i continenti (tra di esse, sei società italiane), è proprio l'organizzazione dei convegni mondiali della filosofia, che hanno due missioni principali, come spiega Luca Maria Scarantino, segretario generale della Fisp: far incontrare ricercatori che non hanno altre possibilità di incontrarsi, permettendo così a tanti giovani di presentare le loro ricerche e di confrontarsi con colleghi di altre parti del mondo, e tracciare sia un bilancio sia le grandi linee dello sviluppo attuale della ricerca filosofica. Perché questo incontro proprio a Ischia? «Il golfo di Napoli - risponde Luca Maria Scarantino - ha una ricca storia filosofica. Qui sono state create importanti accademie. L'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici si colloca nella tradizione delle accademie libere ed è riconosciuto in tutto il mondo per la sua opera di continua e intensa promozione della ricerca filosofica. Nel 1993 l'Istituto ha lanciato l'Appello per la filosofia e l'Appello per la ricerca umanistica, approvati dal presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo a Strasburgo e dal presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in un incontro al Palazzo di Vetro. Abbiamo accolto volentieri l'invito dell'Istituto a organizzare l'incontro qui». Herta Nagl-Docekal dell'Università di Vienna, vicepresidente della Fisp, aggiunge: «Il presidente e il Comitato direttivo della Fispsono lieti della collaborazione con l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e ringraziano il suo fondatore e presidente Gerardo Marotta per lo straordinario impegno in favore della riflessione filosofica». Sarà messo a votazione del Comitato Direttivo un Appello internazionale in favore dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. L'auspicio è che l'Istituto possa continuare a svolgere la propria azione con la massima libertà e indipendenza, e che possa disporre di mezzi adeguati alla propria missione, nello spirito di autonomia e cooperazione internazionale che lo caratterizzano sin dalla sua costituzione. Il prossimo convegno mondiale si terrà in una città carica di simboli della filosofia europea. Ma la filosofia non è soltanto europea, come ha dimostrato in modo inequivocabile il convegno di Seoul. C'è un largo consenso che il confronto delle varie tradizioni ed esperienze culturali sarà indispensabile per trovare soluzioni ai problemi che sfidano il mondo globalizzato. Non a caso molti dei temi già adesso proposti per il convegno di Atene vertono intorno ai problemi della globalizzazione. Il mondo in cui viviamo è in crisi. Una filosofia che non rimane rinchiusa nel cerchio ristretto della vita universitaria potrebbe dare un contributo importante all'analisi dei cambiamenti epocali nei vari settori, dalla biosfera all'economia, dal mondo del lavoro ai rapporti sociali, dalla medicina alla nanotecnologia, dall'educazione al confronto delle religioni e culture. Più di una volta nella sua lunga storia l'Homo Sapiens sapiens è arrivato a un punto critico, e sempre è riuscito la fare le scelte giuste. Ce la farà anche questa volta? Siamo alla fine di uno sviluppo o siamo partecipi di un nuovo inizio? Dove va la globalizzazione senza gobal governance? Quali sono i valori universalmente condivisibili e dove dobbiamo rispettare le diversità culturali? Il peso di responsabilità che posa sui decisonmakers è enorme. Essi possono aspettarsi un aiuto dai pensatori soltanto se quest'ultimi ricorreranno a tutte le risorse culturali dell'umanità e faranno il massimo sforzo per sviluppare un pensiero che aiuti a riportare le civiltà su una via percorribile per tutti. Napoli 1924 I convegni mondiali della filosofia vengono organizzati ogni cinque anni dal 1900: prima sede fu Parigi, Napoli ospitò i filosofi nel 1924 Da Vienna a Ischia Herta Nagl-Docekal, vicepresidente della Fisp

Torna all'inizio


Reggio. Inaugurato oggi il nuovo Centro unificato di protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Reggio. Inaugurato oggi il nuovo Centro unificato di protezione civile (2/4/2009 15:35) | (Sesto Potere) - Reggio Emilia - 2 aprile 2009 - "Garantire la sicurezza ai cittadini significa garantire il diritto alla vita di ciascuno", così la presidente della Provincia Sonia Masini, che stamattina ha tagliato il nastro del nuovo Centro unificato di protezione civile, situato nella zona nord della città, precisamente lungo via del Chionso. Insieme a lei, il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, Bernardo De Bernardinis, vicecapo del Dipartimento nazionale della protezione civile, gli assessori alla Protezione civile di Provincia e Comune di Reggio Luciano Gobbi e Franco Corradini, Marioluigi Bruschini, assessore regionale alla Protezione civile e Adolfo Valente, prefetto vicario di Reggio Emilia. La struttura che si estende su un'area di quasi 6 mila metri quadri e che ospita gli uffici, la sede operativa e la sala radio della Protezione civile, oltre che i mezzi della cosiddetta colonna mobile di soccorso. "L'attività coordinata dei diversi soggetti di Protezione Civile è un obiettivo fondamentale a cui la Provincia ha sempre teso e che si è via via concretizzato in un lavoro di pianificazione che ha permesso alla macchina di protezione civile della Provincia di attivarsi tempestivamente e con efficacia, anche in tempi molto recenti come nel caso del terremoto del dicembre scorso e dell'insistere del maltempo nei mesi scorsi" ha sottolineato la presidente della Provincia Sonia Masini. La presidente Masini ha ricordato anche come "il nostro territorio, proprio per questa sua capacità di fare sistema in situazioni di tale emergenza, ha ricevuto il plauso dello stesso Guido Bertolaso, capo del Dipartimento nazionale della protezione civile Questa capacità e competenza trova ora adeguata sede in questa nuova struttura, realizzata grazie anche all'impegno della Provincia e degli altri soggetti competenti". La presidente Masini ha anche detto che "il territorio reggiano rappresenta un significativo esempio della capacità di attivare risorse umane per dare risposte tempestive, senza dover aspettare aiuti dall'alto. E' chiaro però che a fronte di emergenze come quelle vissute nei mesi scorsi, occorrono risorse certe e adeguate dal governo, gli enti locali non possono essere lasciati soli su questo fronte". La presidente Masini ha infine messo l'accento sull'importanza della prevenzione: "Non si deve aspettare che accada una tragedia per intervenire. Da questo punto di vista è importante come si costruisce, affinché non si producano situazioni di pericolo". "Con il nuovo Centro unificato per la protezione civile si compie, anche sotto il profilo logistico, quell’unità di coordinamento e azione fondamentale per accrescere l’efficacia degli interventi a tutela e soccorso della popolazione in caso di crisi - ha sottolineato il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio - La funzionalità delle strutture e la sede prescelta, baricentrica rispetto al territorio provinciale, adeguatamente servita da infrastrutture viarie per collegamenti locali e nazionali, accresce la validità di questo servizio di fondamentale importanza per la comunità e il livello di sicurezza delle persone che abitano a Reggio Emilia". Il sindaco Delrio ha poi messo l'accento "sulla capacità di organizzazione che caratterizza Reggio Emilia, una ricchezza in grado di tradurre le idee in risultati concreti. Questo anche grazie alle associazioni, l'impegno e la dedizione dei volontari, alla capacità attraverso un buon coordinamento di mettere insieme risorse e competenze differenti". Il Centro unificato di via del Chionso è composto da diversi fabbricati, attorno ai quali sono state istituite apposite aree di manovra. In questo modo gli uffici di Protezione civile della Provincia e del Comune capoluogo trovano una sede unitaria, il tutto nel segno di una maggiore efficienza del lavoro soprattutto in caso di emergenza, essendo il Centro anche il punto di riferimento per i Comuni del territorio. Il Centro poi, oltre a ospitare la colonna mobile dei mezzi di protezione civile del territorio provinciale, in situazioni di necessità diventa anche il punto di riferimento per i mezzi di soccorso regionali. L'allestimento di questo nuovo centro ha rappresentato inoltre l'occasione per ammodernare le attrezzature radio e informatiche della sala operativa. "Soddisfazione per questo importante traguardo" è stata espressa dagli assessori alla Protezione civile di Provincia e Comune Luciano Gobbi e Franco Corradini, che hanno inoltre richiamato "l'importante lavoro svolto dai volontari di protezione civile, il cui Coordinamento trova in questo Centro una sede unica, gomito a gomito con gli altri operatori e questo non può che rendere ancora migliore il servizio già di per sé eccellente che la Protezione civile ha sempre messo a disposizione dei cittadini di questa provincia". Oltre al Coordinamento dei volontari, il Centro ospita anche le associazioni di protezione civile del comune di Reggio. Al taglio del nastro sono seguiti diversi interventi: dell'assessore provinciale alla Protezione civile Luciano Gobbi, dell'assessore alla Protezione civile del Comune di Reggio Emilia Franco Corradini, della responsabile dell'Unità operativa di protezione civile della Provincia Federica Manenti, dell'esperta del settore Rita Nicolini, di Paolo Lugli del Comune di Reggio Emilia e di Giorgio Ballarini, presidente del Coordinamento provinciale del volontariato di protezione civile. Del raccordo tra le strutture nazionali e locali nelle attività di protezione civile, hanno invece parlato Bernardo De Bernardinis, vicecapo del Dipartimento nazionale della protezione civile, Marioluigi Bruschini, assessore regionale alla Protezione civile e Adolfo Valente, prefetto vicario di Reggio Emilia.

Torna all'inizio


G20, intesa su Fmi e paradisi fiscali Berlusconi: (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Divergenze anche sull'entità dei i contributi al Fondo monetario internazionale G20, intesa tra i leader sui paradisi fiscali Berlusconi: «Si pensi a chi perde il lavoro» Dopo le violenze in strada della vigilia, i leader lavorano a una ricetta per uscire dalla crisi economica LONDRA - E' il giorno del vertice. Dopo una vigilia contrassegnata dagli scontri nella City tra manifestanti anti-capitalismo e polizia - che portano un bilancio di un morto (per cause naturali) e di alcune decine di arrestati tra i dimostranti - i capi di Stato e di governo si sono riuniti per stabilire una linea comune per affrontare le nuove sfide dell'economia, in particolare in tempi di crisi. Un'operazione dal successo non scontato, viste le divergenze di opinione sulle ricette da adottare. In particolare, l'asse franco-tedesco chiede che non vi siano allentamenti nei controlli da parte dei governi, mentre quello anglo-americano punta soprattutto sulla cosiddetta «iniezione di stimoli finanziari». I PARADISI FISCALI - Uno dei temi più controversi è stato quello relativo ai paradisi fiscali, uno dei punti qualificanti della proposta congiunta di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. Alcuni Paesi, tra cui la Cina e diverse nazioni europee, secondo quanto riportato dalle agenzie, avevano pensato di opporsi all'istituzione di una «black list» internazionale. Sembra invece che con il procedere delle ore sia stato trovato un accordo per imporre sanzioni ai Paesi che non si adegueranno ai nuovi regolamenti sulla trasparenza finanziaria decisi a Londra. «Sarà l'Ocse a pubblicare in un vicino futuro la lista nera dei paradisi fiscali» è la linea emersa da fonti vicine ai lavori del G20, anticipando quello che dovrebbè essere scritto nel comunicato finale. «Ci sarà una lista nera - spiegano - una lista grigia e una lista bianca, a seconda di coloro che concorderanno le regole dell'Ocse sulla condivisione delle informazioni. I FONDI PER L'FMI - I leader dei G20 erano apparsi inoltre divisi sull'entità dell'aumento dei fondi per il Fondo monetario internazionale (Fmi) e le risorse da destinare al rilancio del commercio internazionale. Gli Stati Uniti vorrebbero triplicare le risorse del Fmi portandole a 750 miliardi di dollari, invece dei 500 suggeriti fino ad ora. E sembra che questa linea sia destinata a passare. I fondi saranno destinati a riaccendere il flusso di capitali verso i paesi in via di sviluppo. Due settimane fa l'Ue si era detta pronta a contribuire con 75 miliardi di euro (oltre 100 miliardi di dollari), mentre altri 100 miliardi di biglietti verdi sono stati messi sul piatto mesi fa dal Giappone. Il premier britannico Gordon Brown, inoltre, vorrebbe un accordo su 100 miliardi di dollari per sostenere il commercio internazionale. Silvio Berlusconi tra il presidente Usa, Barack Obama, e quello russo, Dmitry Medvedev (Reuters) BERLUSCONI E IL «SOCIAL PACT» - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, era arrivato al centro Excel nella zona dei Docklands a Londra, dove si svolge il vertice, ed era stato accolto da Gordon Brown, al quale aveva consegnato un articolo dalla sua rassegna stampa. Dopo la foto di rito, i due si sono salutati con un «ciao ciao» in italiano. Berlusconi, secondo i resoconti di diversi osservatori, sta affrontando il vertice da una posizione un po' distaccata. In più di un'occasione il presidente del Consiglio ha fatto sapere di riporre le proprie aspettative soprattutto nel vertice del G8 che si terrà a luglio alla Maddalena e che sarà da lui stesso presieduto. In ogni caso, il premier italiano sembra essere riuscito a fare inserire un chiaro ed esplicito riferimento ad un «social pact», ovvero - come riferiscono fonti diplomatiche, «un richiamo alla dimensione umana della crisi». «Berlusconi - dicono ambienti vicini al premier - insiste sulla necessità di proteggere e sostenere coloro che soffrono la crisi e soprattutto chi perde il posto di lavoro». «PENSARE ANCHE AI POVERI» - A margine dell'incontro, la popstar . E l'alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha aggiunto da Ginevra: «I Paesi poveri sono stati esclusi dal vertice. Si aiutino i contadini, non le banche». LA DIPLOMAZIA A TAVOLA - Il vertice è stato preceduto ieri sera da una cena a Downing Street tra i leader del summit. Barack Obama è stato seduto accanto alla cancelliera tedesca Angela Merkel, il leader europeo che con più vigore in queste settimane si è opposto alla ricetta americana per uscire dalla crisi. E che ieri ha lanciato un vero e proprio ultimatum sulle regole a Stati Uniti, ed al suo alleato speciale britannico, insieme al Nicolas Sarkozy, con cui in questa occasione ha rinsaldato e rilanciato un solido asse franco-tedesco. E, naturalmente non a caso, il presidente francese ieri sera al tavolo di Downing Street, imbandito esclusivamente del «meglio della cucina britannica» dallo chef star televisiva Jamie Oliver, sedeva vicino a Gordon Brown, a cui evidentemente era stato affidato il compito di cercare, tra una portata e l'altra, di ridurre le differenze, apparse quanto mai ampie nelle conferenze stampa delle due coppie di leader ieri, in vista del summit di oggi. In effetti, tra Brown e Sarkozy l'attento protocollo del premier britannico ha messo - secondo il piano dei posti a tavola che è stato diffuso alla stampa - il presidente cinese Hu Jintao. Silvio Berlusconi, invece, era seduto tra il premier olandese Jan Peter Balkenende e il primo ministro indiano Manmohan Singh, che aveva al suo fianco la «presidenta» argentina Cristina Kirchner. MICHELLE, LA REGINA E LA GAFFE DEL PRINCIPE - Intanto va registrato anche un episodio curioso: l'abbraccio tra la regina Elisabetta e Michelle Obama (GUARDA LA FOTO). Un gesto affettuoso e irrituale che ha rotto il rigido protocollo di Buckingham Palace durante il ricevimento per il te offerto dalla famiglia reale. Nel corso dello stesso il principe Filippo si è reso protagonista di alcune gaffe. In una, in particolare, ha spiegato che questi leader sembrano tutti uguali. «Può dirmi la differenza che c'è tra di loro?», aveva chiesto, scherzando, il Duca d'Edimburgo al presidente degli Stati Uniti, che gli snocciolava tutti gli incontri avuti nella giornata di ieri a Londra, alla vigilia del G20. «Ho avuto una colazione con il premier (britannico), colloqui con i cinesi, i russi, David Cameron....E sono orgoglioso di dire che non mi sono addormentato neanche in uno di questi incontri», ha detto Obama, rispondendo al principe, che gli aveva domandato come fosse riuscito a resistere dopo una giornata così intensa e dopo il lungo volo da Washington. Nel riferire la battuta del marito della regina Elisabetta, la stampa britannica ricorda come il principe sia incline alle gaffe: storica quella che fece un po' di anni fa durante una visita in Cina, quando, parlando con un gruppo di studenti britannici, disse loro: «Se starete qui ancora a lungo, avrete tutti gli occhi a mandorla». stampa |

Torna all'inizio


G20: confusione e pessime idee (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Apr 09 2 G20: confusione e pessime idee Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 14:44 in Economia e Globalizzazione Il G20 di Londra sarà ricordato come un esemplare momento di confusione ed inadeguatezza politica. I capi di Stato dei venti Paesi piu' industrializzati non solo non riescono a produrre uno straccio di analisi seria della crisi, ma molti di essi minacciano di adottare misure totalmente inidonee ad affrontarla. Il G20 si ritrova paradossalmente d'accordo nell'opporsi a qualsiasi "degenerazione protezionistica" dei mercati, proprio mentre tutti gli Stati membri hanno già adottato misure che non possono che definirsi protezioniste. L'impressione è quella dell'ennesimo happening mondano, buono per rimpinguare qualche album fotografico e soddisfare l'insaziabile senso di vanità dei partecipanti. Stupisce anche la considerevole inconsistenza della partecipazione statunitense, incapace di portare una qualsivoglia idea di spessore in un Vertice finora assolutamente inconsistente. E stupisce soprattutto l'incapacità del G20 di affrontare direttamente e di petto i nodi di una crisi strutturale, in cui si tratterebbe anzitutto di ripristinare il principio di responsabilità finanziaria delle imprese. In questi mesi, il messaggio che i governi hanno lanciato alle compagnie in difficoltà è stato un messaggio deresponsabilizzante. Le compagnie che si sono portate sull'orlo del fallimento per i propri grossolani errori di strategia sono state soccorse con ingenti finanziamenti pubblici, con una collettivizzazione dei debiti privati di cui, a lungo, le generazioni attuali e future dovranno pagare il prezzo. Le colpe della crisi continuano ad essere semplicisticamente addebitate ad un gruppo importante, ma relativamente ristretto, di speculatori, quando invece siamo dinanzi ad una crisi di sistema in cui i primi responsabili sono proprio i governi con le loro politiche di ingerenza, manipolazione ed iperstimolazione dei mercati, e con le loro pratiche accondiscendenti verso le grandi compagnie bancarie ed assicurative. Francia e Germania spingono per l'adozione di nuove regole dei mercati, ma nessuno spiega chi dovrà fare applicare queste nuove regole visto che il G20 non ha nessuno statuto giuridico, nessun potere di controllo, nessuna autorità sanzionatoria e neppure uno straccio di segretariato. Stati Uniti e Gran Bretagna vogliono iniettare nel sistema economico globale nuove massiccie risorse finanziarie, ma non hanno i soldi per farlo e vantano bilanci pubblici catastrofici: pertanto chiedono alla Cina di farsi carico di una parte considerevole dei finanziamenti. E se dovesse passare la loro tragicomica impostazione, c'è da chiedersi cosa pretenderà in cambio il regime cinese che già tiene ostaggio gli Stati Uniti essendosi assunto una parte enorme del loro debito pubblico. Francia e Germania insistono per la pubblicazione di una fantomatica lista dei cosiddetti "paradisi fiscali" e la Gran Bretagna propugna la vendita delle riserve auree del FMI, ma entrame le misure, peraltro assolutamente inutili, non incontrano sufficienti consensi per essere adottate. Per contro si prospetta un accordo per finanziamenti di 250 miliardi al commercio internazionale, un modo come un altro per aggravare la già drammatica situazione dei conti pubblici degli Stati al solo scopo di rimpinguare le casse di alcuni grandi aziende con un inevitabile effetto inflazionistico. L'unica misura in qualche modo pertinente di cui si sta discutendo sono le nuove regole in materia di hedge fund, ma nulla di concreto si sa sul nocciolo di tali regole ed in particolare sul sistema che sarà utilizzato per renderle sanzionabili e quindi effettive.

Torna all'inizio


La globalizzazione secondo Bill Clinton (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

è durato un’ora il discorso dell’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, invitato oggi dal gruppo socialista ad aprire i lavori oggi a Bruxelles, nell’emiciclo del Parlamento europeo, del Global Progressive Forum, una due giorni di dibattiti e workshop che raccoglie capi di stato e di governo, personalità politiche e istituzionali, nazionali e internazionali, rappresentanti della società civile e di numerose Ong provenienti e operanti in ogni angolo del mondo. Sul tavolo i temi della globalizzazione alla luce della recente crisi economica: l’aumento della povertà e delle disuguaglianze, la necessità di garantire un’educazione a tutti in ogni luogo e un commercio equo e solidale tra paesi sviluppati e tra questi e quelli in via di sviluppo. Nessuno deve essere lasciato indietro o finire macinato dagli ingranaggi perversi di una globalizzazione incontrollata. Vola alto Bill Clinton , “libero dalle responsabilità di uomo di stato ma non di quello di privato cittadino e di uomo”. Appoggia il programma della presidenza Obama per far ripartire l’economia statunitense e mondiale, rivendica quanto fatto dalla sua amministrazione per diminuire le disuguaglianze sociali e di reddito insite nella società americana. Una delle vere, profonde cause della crisi, secondo l’ex inquilino della casa Bianca. “Una delle ragioni della crisi – ha sintetizzato Clinton – per cui l’economia Usa è fiaccata non risiede solo nella deregulation e nel mancato controllo dei mercati finanziari. Risiede anche e soprattutto nel fatto che i soldi fatti prodotti dal sistema non sono stati reinvestiti in opere concrete o ridistribuiti per attenuare le disuguaglianze sociali”. Un errore che il mondo non deve più ripetere, non solo nei confronti dei paesi più poveri, che non vanno lasciati indietro, ma nei confronti delle stesse civiltà e società occidentali e dei paesi sviluppati in cui le disuguaglianze sociali, di reddito, di opportunità stanno aumentando in maniera rilevante e preoccupante. “La crisi ha rimesso in questione il nostro futuro – ha detto Clinton – ma mai come adesso sta a noi esserne gli artefici, dotarci di uno sguardo che non sia miope, ma abbracci un orizzonte più ampio, un orizzonte mondiale e progressista”. Gli altri due mali del mondo moderno, visti dalla prospettiva dellex presidente Usa, sono l’instabilità mondiale, da cui nessun paese può dirsi immune, e il fatto che i consumi, la produzione e l’intero sistema economico è del tutto “insostenibile, dal punto di vista del cambiamento climatico. Non è possibile continuare a vivere, a consumare e produrre in questa maniera, andando avanti così – ha ribadito Clinton – le generazioni future non avranno alcun futuro”, sottolineando quanto sia importanti, per cominciare a cambiare le cose, le microscelte che ognuno fa, in modo da “trasformare le vostre buone intenzioni in cambiamenti effettivi della società in cui viviamo”. commenti (0) scrivi

Torna all'inizio


Crisi della mondializzazione? (sezione: Globalizzazione)

( da "AprileOnline.info" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi della mondializzazione? Domenico Moro, 01 aprile 2009, 17:12 La riflessione Secondo alcuni stiamo entrando in una fase di regionalizzazione, in cui gli scambi avvengono principalmente all'interno delle varie macro-aree in cui si suddivide il mercato mondiale (Asia, Ue, Nafta, Mercosur). A spingere in direzione contraria alla globalizzazione si aggiungerebbero le tendenze protezioniste che starebbero riemergendo un po' dappertutto, specialmente sotto la forma di aiuti alle imprese in difficoltà. Ma preconizzare la fine del mercato mondiale sembra davvero esagerato Uno degli aspetti più importanti e meno considerati della crisi è costituito dalle sue ripercussioni sulla mondializzazione. Secondo la Banca mondiale, al calo, per la prima volta dal 1945, del Pil mondiale si è associato il maggiore declino del commercio mondiale degli ultimi 80 anni, ovvero dalla grande Depressione degli anni 30. Ne sono sintomo le difficoltà in cui si dibattono i maggiori paesi esportatori. Ad esempio il Giappone, Paese con il terzo maggiore attivo della bilancia dei conti correnti, ha fatto registrare a gennaio un disavanzo di 172,8 miliardi di yen, il maggiore da quando nel 1985 iniziò la raccolta di dati comparabili. La ragione risiede nel crollo senza precedenti delle sue esportazioni e nella riduzione dei profitti provenienti dagli investimenti all'estero. Oltre alla riduzione dello scambio di merci, il fenomeno più eclatante, attraverso cui si manifesta l'impatto della crisi sulla mondializzazione, è l'inversione del flusso degli investimenti di capitale. Questi, negli ultimi decenni, sono fluiti copiosi dai paesi del centro del sistema capitalistico mondiale - Usa, Giappone e Europa occidentale - verso i paesi della periferia, i cosiddetti paesi emergenti o in via di sviluppo. Ora, il movimento dei capitali assume un andamento centripeto, ritornando al centro del sistema, da cui la crisi si è generata. Infatti, gli investimenti destinati all'estero vengono richiamati per poter compensare la penuria di liquidità, determinata dal credit crunch e dal collasso del sistema bancario. Tra gli investimenti i più volatili sono quelli di portafoglio - azioni, titoli di stato, bond -, ma anche gli investimenti diretti, quelli rivolti ad attività produttive ed industriali, assumono la medesima tendenza. Gli Usa sono la destinazione privilegiata di tale movimento. I flussi netti privati verso gli Usa hanno superato il primato del 2006, crescendo dai 150 miliardi di dollari del settembre 2008 ai 600 del dicembre 2008, grazie ai massicci acquisti di titoli di stato americani e ai crescenti rientri di capitali dall'estero. Anche l'Europa è diventata destinazione privilegiata del flusso di investimenti, dal momento che, oltre ai titoli di stato Usa, anche quelli europei sono considerati rendimenti sicuri, di tipo "difensivo" rispetto alle incertezze della crisi. I titoli di stato europei sono passati dai -44 miliardi di euro del IV trimestre 2007 ai 189 miliardi del IV trimestre 2008. Di converso, i flussi finanziari privati netti (investimenti diretti e di portafoglio) verso i paesi in via di sviluppo sono passati dal record del 2007 (928,6 miliardi di dollari) al crollo dell'82% (165 miliardi), come stimato per il 2009 dall'Institute of International Finance. Le aree più penalizzate saranno l'Europa dell'Est, che precipita dai 392 miliardi del 2007 ai 30,2 miliardi del 2009, e l'Asia, che crolla dai 314 miliardi ai 63,9 miliardi. Anche il deflusso dei crediti netti erogati dalle banche occidentali è notevole: si passa da 410 miliardi del 2007 ad una previsione di -61 per il 2009. Un segnale della particolare gravità di questa crisi è che il crollo degli investimenti è il più accentuato tra quelli avvenuti negli ultimi 30 anni. Infatti, mentre nelle precedenti crisi - quella degli anni ‘80 e quella tra la fine degli anni ‘90 e il 2002 - c'era stato un calo del flusso degli investimenti sul Pil dei paesi emergenti rispettivamente di 3,2 e 3,7 punti percentuali, oggi il calo arriva al 5,8%. Per quanto riguarda gli investimenti destinati all'estero il 2008 ha segnato la fine di un ciclo di crescita durato almeno quattro anni (Ide) con un calo del flusso in entrata di ben il 21% sul 2007. Il calo maggiore dei flussi in entrata è stato registrato principalmente nei paesi più sviluppati - principalmente Regno Unito, Germania, Italia - dove la contrazione ha raggiunto il 33%. Nei paesi cosiddetti emergenti gli Ide in entrata hanno continuato a crescere (+4%), sebbene in misura notevolmente inferiore al 2007. Eppure, secondo l'Unctad, questo dato non riflette correttamente la situazione visto che l'impatto della crisi si è trasmesso ai paesi emergenti solo nell'ultimo quarto del 2008. Proprio alla fine dell'anno si è registrata nei paesi del Bric (Brasile, Russia, India e Cina), che sono stati la principale destinazione del flusso di Ide negli ultimi anni, una significativa inversione di tendenza, dovuta alla ridotta disponibilità di capitali a livello mondiale. Secondo alcuni la fase della mondializzazione, caratterizzata da scambi intercontinentali, sta lasciando il campo ad una fase di regionalizzazione, in cui gli scambi avvengono principalmente all'interno delle varie macro-aree in cui si suddivide il mercato mondiale (Asia, Ue, Nafta, Mercosur), come proverebbero i dati forniti da corrieri come Dhl sulla recente maggiore crescita dei trasporti e degli invii domestici e regionali rispetto a quelli intercontinentali. A spingere in direzione contraria alla mondializzazione si aggiungerebbero, inoltre, le tendenze protezioniste che starebbero riemergendo un po' dappertutto, specialmente sotto la forma di aiuti alle imprese in difficoltà, che vengono accusati di falsare il libero esplicarsi della concorrenza. In ogni caso preconizzare la fine del mercato mondiale sembra davvero esagerato. Se osserviamo la tendenza di lungo periodo degli Ide, ad esempio, vediamo come il flusso di capitali in entrata sia cresciuto costantemente dal 1991 fino al picco 2000 per crollare nel periodo di crisi tra 2001 e 2003, mantenendosi però sempre molto al di sopra del livello degli anni 90, e riprendere con forza fino ad un nuovo picco nel 2007. La mondializzazione, ad ogni modo, non è mai stata da intendere nel senso di abbattimento di ogni possibile barriera e di eliminazione di qualunque posizione di monopolio, come pretendeva l'ideologia neoliberista, e tantomeno nel senso di fine delle contraddizioni e del conflitto, come intendeva il Fukuyama della "fine della storia" preconizzata dopo il crollo del muro di Berlino. Al contrario, la mondializzazione è figlia della crisi e delle contraddizioni del modo di produzione capitalistico, nella misura in cui la sovrapproduzione strisciante di merci e di capitali spinge alla ricerca incessante di nuovi mercati di sbocco e la caduta del saggio di profitto nei paesi in cui più sono sviluppati i rapporti di produzione capitalistici dirige i capitali verso le aree meno sviluppate, dove il saggio di profitto è più basso. Nello stesso tempo, la ricerca di mercati di sbocco e di fonti di materie prime a buon mercato si accompagna ad una lotta incessante tra capitali e imprese in cui, oltre alle aree regionali ed alle entità sovrannazionali, riprendono a svolgere un ruolo decisivo anche gli stati nazionali. Quando la sovrapproduzione da latente diviene esplicita e la crisi esplode, anche il processo di mondializzazione ne risente. La crisi, però, non recide i legami di interdipendenza tra aree centrali, tra centro e periferia, tra aree sviluppate e emergenti, bensì li modifica, rivelando la decadenza di alcuni e l'ascesa di altri, come già avvenuto nel passato, proprio perché fondamento dell'accumulazione capitalistica è lo sviluppo ineguale. Sono queste modificazioni e gli inevitabili conflitti cui danno adito che dobbiamo indagare, tenendo conto che oggi, al contrario che nel passato, la realizzazione del mercato mondiale ha moltiplicato gli attori in competizione nell'arena.

Torna all'inizio


Berlusconi: (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il premier al g20: «smentite le previsioni pessimistiche della vigilia» «Obama ci tiri fuori dalla crisi» Berlusconi: «Il presidente Usa mi ha risposto che dobbiamo stare uniti. Bene la lista dei paradisi fiscali» Berlusconi tra Obama e Medvedev LONDRA - Sono state «smentite le previsioni pessimistiche della vigilia». Dal G20 di Londra è uscita una «forte e unanime affermazione della volontà di cooperare per uscire dalla crisi e prendere misure coordinate». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine del vertice del G20 a Londra. «Con una punta di orgoglio - ha aggiunto il premier- ricordo che il primo governo a non consentire il fallimento delle banche è stato il nostro, con la decisione del 10 ottobre». «Siamo stati i primi a vedere la necessità di evitare il disastro e il panico», ha sottolineato ancora. OBAMA - Berlusconi ha poi lanciato un appello agli Usa: «Ho detto a Obama che si deve tirare su le maniche per far uscire il mondo dalla crisi visto che la crisi arriva proprio dall'America. Lui mi ha risposto che ho ragione e che l'importante è restare tutti insieme per risolvere i problemi». Il premier è rimasto favorevolmente impressionato da Obama. «Ha scherzato nel definirsi un 'kid' che ha molto da imparare - ha raccontato Berlusconi. - Obama ha una grande capacità di rapporti umani. Ha fatto a tutti un ottima impressione». Berlusconi ha poi aggiunto: «Com'è che diceva Proietti... Acchiapponico, Obama ha lo sguardo acchiapponico». LISTA NERA - Il premier, negando «contrapposizioni» tra Italia, Francia e Germania da una parte e Inghilterra e Usa dall'altra, ha espresso apprezzamento per la lista nera dei paradisi fiscali: lo ha definito «un passo positivo e innovativo». «Si è cominciato a parlare di regole - ha aggiunto - ma l'auspicio è che si vari un codice di regolamentazione alla Maddalena», ha osservato il premier. DIMENSIONE SOCIALE - L'Italia, ha proseguito, «ha enfatizzato la dimensione sociale» della crisi chiedendo un riferimento al G8 sociale di Roma, ma «non si è potuto condensarlo in una norma generale perché Paesi come Cina e l'India non avrebbero mai la possibilità di sopperire a stipendi e salari dei posti di lavoro che si potranno perdere». VERTICE IN GIAPPONE - Il presidente del Consiglio ha annunciato che «ci sarà un'altra riunione del G20 entro l'autunno. Il capo del governo giapponese si è detto disposto a ospitare questa riunione e anche il presidente Usa Obama ha visto con favore la possibilità che il terzo G20 si tenga in Giappone». TREMONTI - Anche Giulio Tremonti si dice soddisfatto per la "black list": il testo sui paradisi fiscali, spiega il ministro dell'Economia, «è stato molto duro, molto più duro di quello che si prevedeva». Il ministro dell'Economia assicura infine che, in particolare per le misure allo studio sull'occupazione, «non ci sarà nessuno sforamento del deficit, ma solo uno spostamento da una parte all'altra come per gli ammortizzatori sociali». stampa |

Torna all'inizio


##NORDCOREA/CONTO ALLA ROVESCIA PER LANCIO SATELLITE PYONGYANG (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

##Nordcorea/Conto alla rovescia per lancio satellite Pyongyang di Apcom Giappone sul piede di guerra ma Cina non si sbilancia. -->Pechino, 2 apr. (Apcom) - All'ora in cui i grandi del mondo sono intenti a sciogliere le fila della crisi economica globale, sul fronte orientale la tensione sale con l'avanzamento dei preparativi per il lancio del satellite-missile in Corea del Nord. Gli scienziati di Pyongyang sono entrati nella fase finale di allestimento per la messa in orbita del satellite di telecomunicazioni Kwangmyongsong 2, secondo gli ufficiali del Pentagono americano, ponendo fine alle speculazioni sulla veridicità del lancio e al braccio di ferro diplomatico con gli Usa. La rete americana CNN ha detto oggi che la Corea del Nord ha iniziato a rifornire di carburante il missile portatore del satellite, che sarebbe pronto al lancio già dalla fine della settimana. Allo stesso tempo la tensione ed i toni salgono nel pacifico, dove il Giappone, al pari degli Usa, si è detto pronto ad abbattere il missile se gli impulsori cadranno in zone pericolose sul proprio territorio, e Pyongyang ha risposto di essere pronta a vendicarsi se qualsiasi minimo sforzo sarà fatto per intercettare il razzo. Il governo di Kim Jong-Il è, quindi, deciso a portare fino in fondo questa nuova fase del programma spaziale volutamente scelta in un momento decisivo in cui i lavori dei Six Party Talks sono allo stallo, la nuova amministrazione americana si è appena insediata e i capi di Stato dei paesi più influenti si riuniscono a Londra per il G20. Per numerosi osservatori la tattica nordcoreana non è nuova e consisterebbe nel far salire la tensione nella regione per guadagnare l'attenzione internazionale in momenti cruciali. E quello attuale sembra essere un periodo di transizione significativo, poiché il paese deve non solo far fronte ad un cambio di amministrazione presso il suo più grande rivale dopo le tensioni dell'epoca Bush, ma è sotto pressione all'interno per la stabilizzazione della leadership e le sempre più grandi difficoltà economiche. Ma la reazione troppo dura dei paesi vicini potrebbe non far altro che radicalizzare la posizione di Pyongyang ed aumentarne la minaccia per la sicurezza della regione. International Crisis Group, il think tank che lavora per la risoluzione dei conflitti, scrive in un rapporto appena pubblicato che "una risposta troppo forte può minacciare i Six Party Talks e i tentativi di porre fine al programma nucleare nordcoreano. È necessaria una risposta calma e coordinata da parte degli attori chiave per riportare Pyongyang al tavolo delle trattative, piuttosto che una reazione frammentaria che non fa altro che assecondare il piano del Nord di seminare dissenso fra i vicini". Da quando, ad inizio di gennaio 2009, i servizi segreti americani hanno scoperto lo spostamento di un missile balistico a lunga portata da una fabbrica di Pyongyang alla base di lancio sulla costa nord orientale del paese, la tensione per la ripresa del programma spaziale e il possibile test di un missile capace di raggiungere l'Alaska è tornata a salire dopo gli ultimi tentativi del 2006. All'epoca, il lancio in un solo giorno di 7 missili balistici era risultato nell'adozione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (1695) che chiedeva alla Corea del Nord di "sospendere tutte le attività correlate al programma di missili balistici e ripristinare l'impegno precedente ad una moratoria sul lancio di missili". Ma proprio come per il programma nucleare, così anche quello spaziale non si è mai fermato a nord del 38mo parallelo. Lo scorso anno l'intelligence sud coreana ha riportato il completamento della costruzione di una base di lancio per missili a lungo raggio sulla costa orientale iniziata nel 2000, una notizia che proverebbe la determinazione della leadership del Nord a portare avanti il programma spaziale a qualsiasi costo. Ciò sosterrebbe anche le paure dei vicini che non credono alla versione del satellite per le telecomunicazioni: Pyongyang ha già dimostrato di disporre di missili a testata nucleare capaci di colpire il Giappone, e il missile Taepodong 2 che lancerà il satellite è un ulteriore sviluppo di questi ultimi ma a raggio più lungo ed evidentemente suscettibile di usi bellici. Per i vicini le provocazioni del Nord sono una violazione delle risoluzioni dell'ONU 1695 e 1718, nonostante il paese abbia dichiarato il 12 marzo di accedere al Trattato sullo Spazio che stabilisce che tutti i paesi, senza discriminazione, hanno diritto all'esplorazione pacifica dello spazio. Stando alle reazioni di USA, Giappone e Corea del Sud le intenzioni pacifiche di Pyongyang hanno riscosso poca credibilità. Soltanto la Cina, informata per tempo già da gennaio quando il capo dell'Ufficio Internazionale del Partito Comunista Wang Jiarui si è recato in missione nel Nord, non si sbilancia. Il Ministero degli Esteri di Pechino ha fatto sapere di "aver notato questi sviluppi e augurarsi che tutte le parti si impegnino in un'azione maggiore che conduca alla pace e alla stabilità della regione".

Torna all'inizio


CRISI/ D'ALEMA: UE CONSERVATRICE, NON DÀ RISPOSTE INNOVATIVE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi/ D'Alema: Ue conservatrice, non dà risposte innovative di Apcom Manca strategia comune e grande programma di investimenti -->Roma, 2 apr. (Apcom) - L'Unione europea, a differenza di quanto stanno facendo Usa e Cina non riesce a dare risposte innovative per affrontare la crisi economica. Lo sostiene Massimo D'Alema che in un'intervista Redtv parla del "grande impulso che la nuova amministrazione Usa sta dando per affrontare i problemi reali posti dalla crisi economica". Una crisi che, a suo avviso, sta ponendo "un grande problema di democrazia" visto che nasce da una assenza di regole e controlli sui mercati finanziari. "Anche la Cina, come gli Usa, sta dando risponde innovative rilanciando il mercato interno e investendo su se stessa - osserva l'ex ministro degli Esteri - mi sembra che l'Ue sia invece piuttosto in difficoltà a mettere in campo risposte innovative, fatica a trovare una strategia comune e si affida ai singoli governi nazionali, e per l'Italia questo vuol dire non fare nulla. L'Ue non sta promuovendo un grande programma europeo di investimenti - insiste D'Alema - e non sta trovando le risorse necessarie per il rilancio. Insomma l'impressione è che la vecchia Europa sia rimasta su posizioni conservatrici".

Torna all'inizio


Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 22 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 41 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati (finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da 1,25 a 1,45 in dieci giorni e poi torna a 1,25. Tutto questo è innaturale e superfluo. E allora perchè non limitarli o addirittura abolirli, progressivamente? I trader, certi banchieri, gli speculatori hanno già fatto abbastanza danni. Che la festa finisca e che il mercato torni ad essere il mercato, in un'ottica autenticamente liberale. Domanda: Che Soros abbia ragione? Scritto in capitalismo, crisi, banche, manipolazione, globalizzazione, economia, notizie nascoste Commenti ( 91 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Mar 09 Il piano Geithner? Un'altra beffa. I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo al piano del ministro del Tesoro americano Geithner e non è difficile capire perchè: non fa altro che prorogare lo strapotere della casta finanziaria di Wall Street. Come hanno evidenziato alcuni commentatori (segnalo al riguardo l'ottimo fondo di Luigi Zingales sul Sole 24Ore), la manovra messa a punto dall'Amministrazione Obama si risolve in uno straordinario regalo alle banche che hanno provocato il dissesto finanziario, in un incentivo agli hedge funds che potranno indebitarsi a spese del contribuente, e persino in un premio alle agenzie di rating che per valutare i nuovi fondi di asset tossici intascheranno un miliardo di dollari. Sul Giornale di oggi do voce anche a un'illustre economista, Alice Rivlin, ex membro del board della Federal Reserve, che sebbene con qualche perplessità difende il piano. Tuttavia resto molto scettico, per queste quattro ragioni: 1) Il piano ignora le cause strutturali del dissesto. Anche se avesse successo, non impedirebbe alle banche di ripetere gli stessi errori del passato. infatti, secondo voci accreditate, gli istituti bancari non hanno ancora rinunciato alle operazioni di ingegneria finanziaria, insomma continuano a trastullarsi con derivati, cartolarizzazioni, eccetera. 2) Il fondo dovrebbe essere alimentato con mille miliardi di dollari, ma l'ammontare dei debiti tossici è di gran lunga superiore a questa pur ingente cifra. Verosimilmente, non sarà sufficiente per risanare completamente i bilanci delle banche. 3) La Cina è sempre più diffidente nei confronti degli Stati Uniti e sempre meno disposta a indebitarsi in dollari. Ieri, d'accordo con la Russia, ha lanciato l'idea di una moneta globale al posto della valuta statunitense. L'ipotesi appartiene a un futuro lontano. Ma il solo fatto che venga presa in considerazione è indicativa delle intenzioni di Pechino. 4) L'economia americana si basa per il 75% sui consumi e le misure varate dal governo faranno esplodere prima il deficit e poi il debito pubblico, che potrebbe arrivare in appena due anni all'80% del Pil. E ci vorranno molti anni per riconvertirla all'industria. Le sue debolezze sono strutturali. L'ottimismo di molti operatori è davvero giustificato? Scritto in banche, capitalismo, crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle circostanze. Come spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il presidente degli Stati Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi scritti, spesso da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato quando deve parlare a braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter (vedi foto) ovvero il "gobbo elettronico", anche quando deve intervenire in pubblico solo per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa essere spontaneo. Io dico: non paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a Reagan. Quella era un'altra categoria. Obama senza il suo spin doctor David Axelrod è perso. Scritto in spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa, gli usa e il mondo, giornalismo Commenti ( 72 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar 09 Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Commenti ( 181 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima. Attali è persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe addirittura emergere come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista qui Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 88 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (9) blog (1) capitalismo (9) cina (19) comunicazione (2) crisi (11) democrazia (62) economia (31) era obama (16) europa (12) francia (23) germania (4) giornalismo (51) giustizia (2) gli usa e il mondo (63) globalizzazione (45) immigrazione (40) islam (20) israele (2) Italia (151) manipolazione (6) medio oriente (13) notizie nascoste (47) partito democratico (2) pdl (1) politica (1) presidenziali usa (23) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (23) spin (6) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni marista: Io immagino che i "potenti" comincino a preoccuparsi, non so se è mia fantasia, ma lo scontento... Federico: Marina io infatti ho detto che ci sono giornalisti che dicono la verità e sono pochi e altri che non la... Davide K: Caro Dekebalos, ha fatto una domanda troppo difficile: se salgono i prezzi è inflazione o altro? Se... Marcello Foa: Grazie a tutti per il dibattito, che limiterei a Londra. Il paragone con Genova non è molto pertinente... bo.mario: Foa stanno passando dei messaggi che non si possono ignorare. La polizia al servizio del potere? La polizia... Ultime news Crisi, dal G20 ecco altri mille miliardi Paradisi fiscali: via libera alla lista neraFecondazione: legge 40 Fini: "Da Consulta giustizia per le donne"La Bce taglia ancora, tassi ai minimi: 1,25% Borse boom: Fiat +27%Malore in gita scolastica, 18enne muore: è gialloBrunetta : "Donne, no spesa in orario d'ufficio"Latina, crolla ponteggio: morti 2 operai, uno feritoIl ricordo di Giovanni Paolo II Sfidò il comunismo e la mafiaAlla "prima" pure Fiorello fa cilecca: "Scusate, è ansia da prestazione" Dovesiamonelmondo: ecco il sito per le vacanze sicure all'esteroCaserta, bufale "dopate": venti in manette Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it April 2009 M T W T F S S « Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2009 (1) March 2009 (15) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Il piano Geithner? Un'altra beffa. Non chiedete a Obama di essere spontaneo Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


Obama: "Il G20 è stato un punto di svolta" (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma | 2 aprile 2009 Obama: "Il G20 è stato un punto di svolta" Barack Obama Il vertice del G20 "è stato un punto di svolta". Con queste parole, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha aperto la sua conferenza stampa al termine del G20 di Londra. Il vertice, ha detto Obama, è stato storico "per la grandezza delle sfide da approntare e per le risposte fornite. La sfida è chiara: l'economia globale è in contrazione, il sistema finanziario congelato. Le famiglie perdono le case, mentre i lavoratori perdono il lavoro e i loro risparmi". "Abbiamo promesso ai nostri cittadini di agire con urgenza - ha aggiunto Obama - e oggi i leader mondiali hanno risposto con azioni concrete e coordinate". Il presidente Usa ha sottolineato inoltre che i Grandi riuniti a Londra "hanno raggiunto un accordo senza precedenti per rilanciare la crescita economica". "Una discussione onesta all'interno del G20 - ha proseguito - non significa che vi siano posizioni inconciliabili". Respinta ogni ipotesi di protezionismo "Il G20 ha respinto ogni ipotesi di ritorno a forme protezionistiche che avrebbero solo l'effetto di aggravare la crisi". Lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, nella conferenza stampa a chiusura del summit di Londra. America pronta al ruolo di guida per il Terzo Mondo "L'America è pronta a prendere il ruolo guida" nel sostegno ai Paesi del Terzo Mondo. I leader del G20 si sono infatti trovati d'accordo - ha specificato Obama - "nel proteggere coloro che non fanno parte del G20". Risposte concrete anche regolamentazione finanzaria Il G20 ha dato risposte concrete anche sotto il profilo della regolamentazione finanziaria. "Abbiamo dato risposte concrete per la crescita e vogliamo essere sicuri di avere risposte concrete anche per il sistema di regolamentazione finanziaria - ha spiegato Obama -. Abbiamo rafforzato in modo chiaro le nostre istituzioni finanziarie". Il G20 di oggi ha dato prova di un "coordinamento storico" tra i leader del mondo. "Oggi - ha detto il presidente Usa - abbiamo dato prova di un ccordinamento storico, inimmaginabile 10 o 20 anni fa" tra Paesi molto diversi come Stati Uniti, Russia e Cina. Tutto ciò, ha aggiunto Obama "è un test per tutti noi a dimostrazione del grade lavoro fatto da Gordon Brown e dal suo staff".

Torna all'inizio


*G20: Berlusconi e Tremonti soddisfatti, appuntamento alla Maddalena (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. POL - *G20: Berlusconi e Tremonti soddisfatti, appuntamento alla Maddalena --IL VELINO AZIENDE-- Roma, 2 apr (Velino) - Alla fine sui cosiddetti “paradisi fiscali” è passata la linea sostenuta da Francia, Germania e Italia, ma questo non significa che c’è stata una “contrapposizione” con Inghilterra e Stati Uniti. Lo ha precisato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa finale del G20 a Londra. “Abbiamo apprezzato e direi fortemente voluto il fatto che oggi l’Ocse abbia in corso di pubblicazione la lista dei paradisi fiscali, un qualcosa di veramente innovativo e positivo perché si è presa la posizione comune di bocciare i paradisi fiscali e si è detto no all’esistenza di questi paradisi. Si è cominciato a parlare di regole - ha aggiunto - ma l’auspicio è che si vari un codice di regolamentazione alla Maddalena”, ha osservato il premier, aggiungendo che non c’è stata “nessuna contrapposizione” tra Italia, Francia e Germania da una parte e Inghilterra e Usa dall’altra. Sono state “smentite le previsioni pessimistiche della vigilia”, ha aggiunto il premier, sottolineando come dal G20 di Londra sia uscita una “forte e unanime affermazione della volontà di cooperare per uscire dalla crisi e prendere misure coordinate”. “Con una punta di orgoglio - ha proseguito Berlusconi - ricordo che il primo governo a non consentire il fallimento delle banche è stato il nostro, con la decisione del 10 ottobre. Siamo stati i primi a vedere la necessità di evitare il disastro e il panico”, ha sottolineato ancora. L’Italia “ha enfatizzato la dimensione sociale” della crisi chiedendo un riferimento al G8 sociale di Roma, ma “non si è potuto condensarlo in una norma generale perché paesi come Cina e l’India non avrebbero mai la possibilità di sopperire a stipendi e salari dei posti di lavoro che si potranno perdere”. Il presidente del Consiglio ha poi annunciato che “ci sarà un’altra riunione del G20 entro l’autunno. Il capo del governo giapponese si è detto disposto a ospitare questa riunione e anche il presidente Usa Obama ha visto con favore la possibilità che il terzo G20 si tenga in Giappone”. E proprio al presidente americano Berlusconi ha rivolto un appello: “Ho detto a Obama che si deve tirare su le maniche per far uscire il mondo dalla crisi visto che la crisi arriva proprio dall’America. Lui mi ha risposto che ho ragione e che l’importante è restare tutti insieme per risolvere i problemi”. Obama, ha quindi aggiunto il premier italiano, “ha una grande capacità di rapporti umani. Ha fatto a tutti un’ottima impressione”. Anche con il presidente russo Dmitri Medvedev c’è un rapporto “estremamente cordiale”. Il rapporto tra loro, “come ho verificato personalmente, è estremamente cordiale. Siamo sulla buona strada per risolvere quelle situazioni negative che si sono venute a creare” ha garantito Berlusconi, che poi sorridendo aggiunge: “Com’è che diceva Proietti... Acchiapponico, Obama ha lo sguardo acchiapponico”. Tornando alla crisi, il presidente del Consiglio ha poi aggiunto che non sarà eterna, ma è necessario l’intervento dello Stato. Per quello che riguarda l’Italia “i nove miliardi di euro per gli ammortizzatori sono una somma sufficiente per chi ha perso un lavoro. Eventualmente potremmo distogliere investimenti in altri direzione - aggiunge il premier - uno Stato deve interessarsi ai cittadini. La crisi si sa non durerà in eterno. Serve uno Stato sociale che pratichi l’economia di mercato”. Ma, ha precisato Berlusconi, “non abbiamo nessuna intenzione di sforare” quelle che sono i parametri previsti dall'Unione europea sui bilanci. “L’altro giorno ho usato un paradosso: ho messo sul piatto il bene dei cittadini e ho detto che al limite non sarebbe un sacrilegio, ma non abbiamo intenzione di sforare anche perché - ha aggiunto scherzando - si sfora già con l’economia che cade e quindi state tranquilli non abbiamo nessuna intenzione di sforare ancora, ma piuttosto l’intenzione di destinare degli investimenti e delle spese già decisi in altre direzione e quindi di convertili per il benessere dei nostri cittadini”. Nel nostro paese “c’è chi è preoccupato e si dispera e chi è preoccupato e cerca di trasformare un male in un bene attraverso anche l’ottimismo”. Chi dice “che non c’era possibilità di crisi non aveva vicinanza con la realtà, invece c’è e si vede. Saprò almeno leggere sul giornale le rivalutazioni delle aziende in Borsa, come posso non accorgermi di ciò che sta succedendo?” si chiede il premier. Soddisfazione per l’esito del G20 è stat espressa anche dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Per il titolare del dicastero di viale XX settembre le decisioni prese sui paradisi fiscali sono “molto più dure, molto più dure e molto più efficaci di quanto si potesse aspettare”. Il governo - ha poi annunciato Tremonti - sta studiando "strumenti addizionali, non costosi, ma molto efficaci" da aggiungere agli ammortizzatori sociali per combattere gli effetti della disoccupazione: "Piu' che gestire a valle con gli ammortizzatori stiamo pensando a come intervenire ex ante". (Francesco Cosentino) 2 apr 2009 19:33

Torna all'inizio


Mip di Cannes: i format italiani sbarcano in USA (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Apr 09 2 Mip di Cannes: i format italiani sbarcano in USA Pubblicato da Ernesto Siciliano alle 20:06 in Scenari dei Media Questo servizio che ho realizzato per 9 Colonne valuta lo stato di salute attuale dell'industria italiana dei format sulla base di una notizia giunta ieri dal Mip TV in corso a Cannes. Le altre inchieste sul mondo della televisione si trovano nella sezione Scenari dei Media . 9Colonne) - Roma, 2 aprile (citare la fonte) E' suonata l'ora della riscossa per la creatività televisiva del Bel Paese? L'industria catodica italiana, considerata "da terzo mondo" da un'indagine condotta nel 2007 dall'Istituto di Economia dei Media , rafforza il suo ruolo nel mercato mondiale dei Format. La bella notizia arriva dal Mip di Cannes, il festival internazionale dell'audiovisivo in corso nella città francese fino a venerdì 3 aprile. In questa sede, RAI Trade ha siglato un accordo con Endeavour, una delle più grandi agenzie nordamericane. "Useranno -commenta l'intesa Carlo Nardello, amministratore delegato della divisione commerciale della TV di Stato- i nostri sceneggiatori e i nostri format. In questo periodo stiamo lavorando con dei format di intrattenimento, come 'Il Gladiatore' o 'Ti lascio una canzone' o con fiction come 'Incantesimo' e 'Medicina Generale'. Non si può colmare in un giorno il gap che ci separa da loro. Stiamo cercando di recuperare ma non sarà facile superare questa supremazia degli Usa che, quando sviluppano un prodotto, lo hanno già venduto su tutti i mercati''. La società Endeavour, che ha lo stesso nome dello Space Shuttle costruito nel 1987 dalla NASA, annovera tra i suoi successi l'adattamento del format colombiano di ''Ugly Betty'' in versione Usa. In questo momento, i format della RAI dimostrano una capacità di penetrazione nei cosiddetti Bric (Brasile, Russia, India e Cina), nazioni che risentono della crisi mondiale ma non sono in recessione. RAI Trade sta puntando su questo ambito di mercato: ''Ci crediamo talmente tanto- spiega Nardello- che abbiamo sviluppato una forza vendite internazionale per cui abbiamo oggi dei nostri agenti, o sedi, in Russia, Cina e India e stiamo lavorando per il Brasile''. Un prodotto che ha già avuto un buon seguito all'estero è la serie 'Medicina Generale'' che ha registrato il 25% d'ascolto sul primo canale della televisione di Stato russa. Lo stesso dirigente di RAI Trade in occasione della conferenza tenuta a Cannes dal presidente della Regione Lazio ha sostenuto che bisogna "lavorare per creare un modello televisivo a livello italiano ed europeo, cambiando quindi il modello inglese dominante, e più lo faremo, più avremo possibilità di farci conoscere". E' l'inizio di una ripresa delle asfittiche quotazioni italiane nella borsa mondiale dei format? L'anno scorso, l'Istituto di Economia dei Media ha pesato l'apporto del nostro Paese all'industria del settore ed è giunto alla conclusione che la macchina produttiva nazionale è paragonabile a quella di un Paese in via di sviluppo. Lo studio si riferisce al triennio 2002-2004, ma il quadro è abbastanza speculare a quello odierno. Dato principale: l'Italia rappresenta solo l'1,5% dell'export mondiale dei format. Non solo. La fabbrica creativa italiana è imballata a 360 gradi: esporta poco, e produce pochissimo anche per il mercato interno: i format italiani coprono appena il 3% dei palinsesti nazionali. La Gran Bretagna, per fare un paragone, rappresenta il 32,1% dell'export mondiale, e autoproduce il 37% della programmazione delle sue TV. Eppure, secondo l'inchiesta, a fronte dell'apatia nella progettazione di format, l'industria della produzione televisiva in Italia è molto attiva: ha più di 500 imprese, che fatturano 1.065 milioni di euro (di cui 700 per programmi televisivi), di cui il 33,5% nell'ambito della fiction ed il 25,7% dell'intrattenimento. I segnali di una inversione di tendenza delle dinamiche mondiali che ci vedono soggiacere allo strapotere americano ed anglosassone ci sono. Caso esemplare è la fiction tratta dai gialli di Andrea Camilleri, Il Commissario Montalbano. Già venduta in Usa e in Germania, pochi giorni fa è stata acquistata anche dalla BBC. La TV pubblica anglosassone la manderà in onda nel 2009 su BBC4. "Ero convinto - afferma Carlo Nardello- che Montalbano potesse avere una ricaduta importante sul mercato europeo e internazionale. In Scandinavia per esempio Luca Zingaretti è diventato un personaggio riconosciuto e apprezzato". Ampliando lo sguardo, bisogna ridefinire il ruolo dell'Italia nell'industria mondiale alla luce dell'acquisizione fatta a maggio 2007 da Mediaset del 75% della più efficiente macchina da format mondiale: la Endemol, società che detiene i diritti di Grande fratello, Affari Tuoi, Stranamore, La pupa e il secchione. Sempre in ambito Mediaset va citato un altro successo internazionale conseguito a marzo 2008 dal presentatore dell'ultima edizione del Festival di Sanremo. I diritti del game show ideato da Paolo Bonolis e Stefano Managhi, Ciao Darwin, sono stati venduti a Endemol Francia ed all'americana Abc Studios, da Distraction, la società canadese di distribuzione di format televisivi approdata in pianta stabile in Italia a settembre 2008. In precedenza il programma era già sbarcato in Ungheria, Polonia, Romania, Canada, Vietnam e Grecia. Non mancano ,dunque, le soddisfazioni isolate. Non c'è stata finora, invece, una strategia organica in grado di creare quel modello televisivo italiano evocato da Nardello che possa tener testa a quello anglo-americano. A Cannes è suonata l'ora della rivincita?

Torna all'inizio


G8/ Ferrero: Non si deve fare, il liberismo ha fallito (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 2 apr. (Apcom) - Le politiche liberiste hanno fallito e il G8 della Maddalena non si deve fare. Lo chiede il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero che, in un comunicato, polemizza anche con il Pd: "Il G8 alla Maddalena non si deve fare e anche il Pd, sostenendo la posizione di chi vuole che si continuino a fare i G8, mostra tutta la sua subalternità all'impianto liberista. Il problema è che chi ha praticato e promosso le politiche liberiste che hanno originato la crisi sono gli stessi che vogliono continuare su questa linea di vertici non democratici e lontanissimi dalle aspirazioni dei popoli che governano. E' come mettere il mostro di Marcinelle a gestire un asilo nido". Aggiunge Ferrero: "Visto il fallimento delle politiche liberiste e delle classi dirigenti che le hanno prodotte, bisogna aprire invece una fase completamente nuova, fase in cui siano i movimenti dei lavoratori, dei contadini, dei giovani e dei disoccupati a poter prendere la parola e poter dire la loro. I movimenti avevano ragione a Seattle e a Genova a contestare la globalizzazione ed hanno ragione a maggior ragione oggi a contestare la globalizzazione liberista e a indicare la strada per uscirne. Bisogna ascoltare i movimenti sociali, non reprimerne le loro giuste istanze".

Torna all'inizio


##Nordcorea/ Conto alla rovescia per lancio satellite (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 2 apr. (Apcom) - All'ora in cui i grandi del mondo sono intenti a sciogliere le fila della crisi economica globale, sul fronte orientale la tensione sale con l'avanzamento dei preparativi per il lancio del satellite-missile in Corea del Nord. Gli scienziati di Pyongyang sono entrati nella fase finale di allestimento per la messa in orbita del satellite di telecomunicazioni Kwangmyongsong 2, secondo gli ufficiali del Pentagono americano, ponendo fine alle speculazioni sulla veridicità del lancio e al braccio di ferro diplomatico con gli Usa. La rete americana CNN ha detto oggi che la Corea del Nord ha iniziato a rifornire di carburante il missile portatore del satellite, che sarebbe pronto al lancio già dalla fine della settimana. Allo stesso tempo la tensione ed i toni salgono nel pacifico, dove il Giappone, al pari degli Usa, si è detto pronto ad abbattere il missile se gli impulsori cadranno in zone pericolose sul proprio territorio, e Pyongyang ha risposto di essere pronta a vendicarsi se qualsiasi minimo sforzo sarà fatto per intercettare il razzo. Il governo di Kim Jong-Il è, quindi, deciso a portare fino in fondo questa nuova fase del programma spaziale volutamente scelta in un momento decisivo in cui i lavori dei Six Party Talks sono allo stallo, la nuova amministrazione americana si è appena insediata e i capi di Stato dei paesi più influenti si riuniscono a Londra per il G20. Per numerosi osservatori la tattica nordcoreana non è nuova e consisterebbe nel far salire la tensione nella regione per guadagnare l'attenzione internazionale in momenti cruciali. E quello attuale sembra essere un periodo di transizione significativo, poiché il paese deve non solo far fronte ad un cambio di amministrazione presso il suo più grande rivale dopo le tensioni dell'epoca Bush, ma è sotto pressione all'interno per la stabilizzazione della leadership e le sempre più grandi difficoltà economiche. Ma la reazione troppo dura dei paesi vicini potrebbe non far altro che radicalizzare la posizione di Pyongyang ed aumentarne la minaccia per la sicurezza della regione. International Crisis Group, il think tank che lavora per la risoluzione dei conflitti, scrive in un rapporto appena pubblicato che "una risposta troppo forte può minacciare i Six Party Talks e i tentativi di porre fine al programma nucleare nordcoreano. È necessaria una risposta calma e coordinata da parte degli attori chiave per riportare Pyongyang al tavolo delle trattative, piuttosto che una reazione frammentaria che non fa altro che assecondare il piano del Nord di seminare dissenso fra i vicini". Da quando, ad inizio di gennaio 2009, i servizi segreti americani hanno scoperto lo spostamento di un missile balistico a lunga portata da una fabbrica di Pyongyang alla base di lancio sulla costa nord orientale del paese, la tensione per la ripresa del programma spaziale e il possibile test di un missile capace di raggiungere l'Alaska è tornata a salire dopo gli ultimi tentativi del 2006. All'epoca, il lancio in un solo giorno di 7 missili balistici era risultato nell'adozione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (1695) che chiedeva alla Corea del Nord di "sospendere tutte le attività correlate al programma di missili balistici e ripristinare l'impegno precedente ad una moratoria sul lancio di missili". Ma proprio come per il programma nucleare, così anche quello spaziale non si è mai fermato a nord del 38mo parallelo. Lo scorso anno l'intelligence sud coreana ha riportato il completamento della costruzione di una base di lancio per missili a lungo raggio sulla costa orientale iniziata nel 2000, una notizia che proverebbe la determinazione della leadership del Nord a portare avanti il programma spaziale aqualsiasi costo. Ciò sosterrebbe anche le paure dei vicini che non credono alla versione del satellite per le telecomunicazioni: Pyongyang ha già dimostrato di disporre di missili a testata nucleare capaci di colpire il Giappone, e il missile Taepodong 2 che lancerà il satellite è un ulteriore sviluppo di questi ultimi ma a raggio più lungo ed evidentemente suscettibile di usi bellici. Per i vicini le provocazioni del Nord sono una violazione delle risoluzioni dell'ONU 1695 e 1718, nonostante il paese abbia dichiarato il 12 marzo di accedere al Trattato sullo Spazio che stabilisce che tutti i paesi, senza discriminazione, hanno diritto all'esplorazione pacifica dello spazio. Stando alle reazioni di USA, Giappone e Corea del Sud le intenzioni pacifiche di Pyongyang hanno riscosso poca credibilità. Soltanto la Cina, informata per tempo già da gennaio quando il capo dell'Ufficio Internazionale del Partito Comunista Wang Jiarui si è recato in missione nel Nord, non si sbilancia. Il Ministero degli Esteri di Pechino ha fatto sapere di "aver notato questi sviluppi e augurarsi che tutte le parti si impegnino in un'azione maggiore che conduca alla pace e alla stabilità della regione".

Torna all'inizio


G8/ FERRERO: NON SI DEVE FARE, IL LIBERISMO HA FALLITO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 02-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8/ Ferrero: Non si deve fare, il liberismo ha fallito di Apcom "Pd succube delle politiche che hanno condotto alla crisi" -->Roma, 2 apr. (Apcom) - Le politiche liberiste hanno fallito e il G8 della Maddalena non si deve fare. Lo chiede il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero che, in un comunicato, polemizza anche con il Pd: "Il G8 alla Maddalena non si deve fare e anche il Pd, sostenendo la posizione di chi vuole che si continuino a fare i G8, mostra tutta la sua subalternità all'impianto liberista. Il problema è che chi ha praticato e promosso le politiche liberiste che hanno originato la crisi sono gli stessi che vogliono continuare su questa linea di vertici non democratici e lontanissimi dalle aspirazioni dei popoli che governano. E' come mettere il mostro di Marcinelle a gestire un asilo nido". Aggiunge Ferrero: "Visto il fallimento delle politiche liberiste e delle classi dirigenti che le hanno prodotte, bisogna aprire invece una fase completamente nuova, fase in cui siano i movimenti dei lavoratori, dei contadini, dei giovani e dei disoccupati a poter prendere la parola e poter dire la loro. I movimenti avevano ragione a Seattle e a Genova a contestare la globalizzazione ed hanno ragione a maggior ragione oggi a contestare la globalizzazione liberista e a indicare la strada per uscirne. Bisogna ascoltare i movimenti sociali, non reprimerne le loro giuste istanze".

Torna all'inizio