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Report "Globalizzazione"   19-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

L'esperto racconta le lingue regionali a rischio scomparsa ( da "Stampa, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nazionale e della globalizzazione, vede minacciata ogni giorno di più la sopravvivenza della lingua celtica, di quelle germaniche, romanze e ancora del basco e dell'occitano. L'incontro, che rientra fra le iniziative della «Semaine de la Francophonie», è organizzato con la collaborazione del Brel, dell'Alliance Française e del Servizio di cooperazione e di azione culturale dell'

Bertolaso: nelle ronde niente divise ( da "Stampa, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Non è consentito al volontario di protezione civile di partecipare nelle azioni di sicurezza urbana, indossando l'uniforme, i simboli, l'emblema e le attrezzature riconducibili all'organizzazione di protezione civile. La nota di Guido Bertolaso ricorda ai volontari della protezione civile che il loro ruolo è di soccorso alle popolazioni sinistrate,

I segreti di stagione per riaccendere la pelle ( da "Stampa, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: frontiere commerciali in Cina e i progetti di crescita in Giappone I segreti di stagione per riaccendere la pelle La più leggera d'Europa conquista gli Usa e seduce l'Australia Il sole e le miti temperature aprono ogni anno una nuova finestra sul mondo. Ci permettono di sentire fresche sensazioni e ci danno la carica mentale per una corsa felice che porta verso il mare e le vacanze.

Usa: eccesso di piombo, supermercato richiama 31mila paia ( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: vendute fra il settembre del 2006 e il febbraio del 2009 e fabbricate in Cina - per un eccessivo contenuto di piombo. La nuova legge sulla sicurezza dei prodotti approvata la scorsa estate fissa infatti standard più severi sul contenuto di piombo e altre sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute nei prodotti destinati ai minori di 12 anni.

Cina, stop alla Coca Cola: <No all'acquisto del gigante dei succhi di frutta> ( da "Corriere.it" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il colosso Usa a settembre aveva messo sul piatto 2,4 miliardi di dollari Cina, stop alla Coca Cola: «No all'acquisto del gigante dei succhi di frutta» Il governo di Pechino blocca l'acquisizione della società Huiyuan: applicata la legge anti-monopolio PECHINO - «Sfavorevole alla concorrenza».

Casalen Un progetto varato da Elpzoo, in collaborazione con la Fondazione Cariplo e il consorzio Semenzoo Italy ( da "Cittadino, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ampia gamma di prodotti di qualità entrando così in concorrenza con Usa, Canada e Nuova Zelanda. Lo sviluppo del settore Zootecnico in Cina ha fatto un notevole passo avanti negli ultimi anni. Il valore totale del settore zootecnico in Cina ammonta a circa 140 miliardi di euro, rappresentando circa il 34 per cento del valore della produzione agricola.

Vaciago: La più bella crisi che ci sia mai stata ( da "Giornale di Brescia" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Anche questo è globalizzazione. «È una crisi macro da panico e sfiducia - ha proseguito l'economista sull'onda della provocazione intellettuale - la prima crisi dell'età della globalizzazione, di fronte alla quale siamo impotenti perché è ingovernabile, non essendoci governi in grado di gestirla poiché i governi non hanno più sovranità sulla macroeconomia»

la cina blocca la vendita alla coca cola di huiyuan il suo colosso dei succhi ( da "Nuova Sardegna, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La multinazionale Usa aveva lanciato un'offerta di 2,4 miliardi di dollari per l'acquisto della China Huiyuan Juice, fondata nel 1992 e quotata a Hong Kong. Sarebbe stata la più costosa acquisizione mai fatta in Cina da stranieri. Il no ha destato stupore perché la Coca Cola, tra i principali sponsor delle Olimpiadi di Pechino,

Protezione civile sì ( da "Provincia Pavese, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: A GALLIAVOLA Protezione civile sì GALLIAVOLA. Prende corpo il gruppo comunale di Protezione civile. Alla prima riunione, svoltasi alla sala polifunzionale del municipio, è intervenuta una decina di cittadini, oltre al sindaco Luigi Borlone e al vice sindaco Luciano Ferlenghi.

Fiemme 11 ( da "Adige, L'" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per la rassegna «Giovedì Cine Mondo Gay», il film «Lonesome Cowboy» di Andy Warhol (Usa 1968). Trento 21.30 Anansi Locale «21.1» - via dei Ventuno. Concerto di «Anansi e the Buffalo Soldiers». Trento 21.45 Half Quartet Circolo Wallenda - via S. Martino 45. Concerto del «Placentea Half Quartet», Alvise e Pier Paolo Berti.

Da Tokyo con passione per celebrare le note di Haydn ( da "Tempo, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: stampa Da Tokyo con passione per celebrare le note di Haydn Lorenzo Tozzi La globalizzazione culturale si tocca oggi con mano. A festeggiare il papà della sinfonia, Franz Joseph Haydn, non è questa sera al Teatro Olimpico (per il cartellone dell'Accademia Filarmonica Romana) un ensemble europeo, bensì un prestigioso gruppo nipponico come il Quartetto di Tokyo.

Lorenzo Tozzi La globalizzazione culturale si tocca oggi con mano. ( da "Tempo, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: stampa Lorenzo Tozzi La globalizzazione culturale si tocca oggi con mano. A festeggiare il papà della sinfonia, Franz Joseph Haydn, non è questa sera al Teatro Olimpico (per il cartellone dell'Accademia Filarmonica Romana) un ensemble europeo, bensì un prestigioso gruppo nipponico come il Quartetto di Tokyo.

<In Europa un vento di destra: pure Tremonti è meno liberista> ( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sceglie la destra perché oggi è la risposta più seria e convincente alla globalizzazione e alla crisi. E allora dobbiamo approfittarne ora per fare un partito radicato nei valori identitari, moderno, riformatore, non regressivo». Cosa intende per «non regressivo»? «Che non cerchi risposte facili e scorciatoie: protezionismi, xenofobie, mancanza di attenzione alla giustizia sociale».

Nella deliziosa commedia del 1961 Un, due tre Billy Wilder raccontava la proiezione amer... ( da "Stampa, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche perché significa meno soldi investiti nell'interno povero della Cina e non si concretizza con l'acquisizione di aziende americane da parte cinese. Nel 2005 gli Usa impedirono alla compagnia CNOOC cinese di comprare l'azienda petrolifera americana Unocal per 18,5 miliardi di dollari. Questo è proprio il punto che sta a cuore a Pechino.

schiaffo a bush e vaticano, obama apre ai gay - alberto flores d'arcais ( da "Repubblica, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina e il Vaticano. La notizia è stata confermata ieri dal portavoce del Dipartimento di Stato Robert Wood. Si tratta, ha spiegato Wood, di una dichiarazione politica, che non comporta i vincoli giuridici di una risoluzione ma che vuole sottolineare l´impegno della Casa Bianca per la difesa dei diritti umani in tutto il mondo:

cruise: "un film a hollywood sulla cattiva giustizia italiana" - attilio bolzoni firenze ( da "Repubblica, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dolci colline di sangue - è stato pubblicato in Cina e in Polonia, in Ungheria e in Corea e in Brasile, in Spagna e ancora in Norvegia e in Inghilterra. Quattordici edizioni. Negli Stati Uniti ha venduto 300 mila copie, per otto settimane ha occupato il terzo posto nella classifica dei best seller sul New York Books Rewiew.

Il G20 fermi il protezionismo o sarà disastro totale ( da "Secolo XIX, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sono già emerse forze protezioniste, che si rafforzeranno con il peggiorare della recessione. Questo non è però un protezionismo anni Trenta, che si basava su dazi chiari. I provvedimenti dei governi per combattere la crisi hanno generato nuove, oscure forme di protezionismo che discriminano le aziende, i lavoratori e gli investitori stranieri -

l'italia contesa da nuove egemonie ( da "Repubblica, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sfide politiche ed egemonia culturale (Laterza, pagg. 90, euro 14). Compare in questi giorni in una nuova collana che si chiama "Anticorpi". E´ una riflessione sulla vita italiana degli ultimi vent´anni, travolta dalla globalizzazione economica e dalla trasformazione politica.

Concorrenza a rischio , la Coca Cola non passa ( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA Il marchio Usa voleva la principale azienda locale di succhi di frutta «Concorrenza a rischio», la Coca Cola non passa Simone Pieranni La Coca Cola non potrà diventare la regina dei succhi di frutta in Cina. Pechino ha infatti bloccato l'acquisizione da parte del colosso Usa della China Huiyuan Juice Group Ltd.

Bollicine d'assalto nel Celeste impero ( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: assalto nel Celeste impero La Coca Cola ha una lunga storia in Cina. La bevanda dalla ricetta segreta fu il primo prodotto straniero ad essere distribuito a Pechino dopo l'apertura effettuata da Deng Xiaoping nel 1979, dando l'avvio allo sviluppo del mercato delle soda, le bevande gassose, all'epoca inesistente nel Celeste Impero.

Banchieri corrotti e signori della guerra sulle vie del silicio ( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: raccontano ha ben pochi punti di contatto con la retorica mainstream sull'era dell'informazione o sulla globalizzazione. Il pianeta che Abate e Carlotto descrivono tutto è meno che un paradiso in terra; è un mondo dove sviluppo economico significa commistione tra attività produttive lecite e criminalità organizzata, opulenza a Nord dell'equatore e estrema povertà a Sud dell'equatore.

Il papa in Africa messaggero del riscatto dei popoli ( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Mentre Europa e Usa, per opposte ragioni, si concentravano sull'Euro, dal 10 al 12 ottobre del 2000 si svolse a Pechino il primo Forum per la Cooperazione fra Cina e Africa. Era al potere il presidente Jiang Zemin. Parteciparono 45 paesi del Continente. Nei Forum successivi il nuovo presidente Hu Jintao, ribadendo la strategia cinese basata su accordi di lunga durata,

Le esportazioni bresciane in calo del 9% Soffrono tessile, chimica, gomma e plastica ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In calo sono finite anche le importazioni, meno 9% gli autoveicoli, meno 4% gli alimentari; è segnale negativo, in particolare per la situazione dei mesi successivi, la discesa dell'acquisto di metalli, meno 8,5%. Si compra poco dagli Usa, dalla Ue, dall'Africa, dall'Asia, mentre si compra di più dalla Russia e dalla Cina. M.B.

Protezionismo, tutti lo fanno nessuno lo ammette ( da "Milano Finanza (MF)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ieri è stata la Cina a vibrare un colpo durissimo agli Stati Uniti: il governo di Pechino ha bloccato l'acquisto di Huiyuan Juice, il colosso locale dei succhi di frutta, da parte della Coca-Cola. Ma guai a pronunciare la parola protezionismo. E non si è trattato nemmeno di un colpo di coda dei vecchi mandarini comunisti per colpire il simbolo del consumismo americano.

ANCONA - Sarà dedicata alle forme associative e all'unione dei comuni nelle prospettive delle r... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: manifestazione nazionale delle protezione civile che si terrà alla Fiera di Ancona da oggi a sabato. L'iniziativa è promossa dall'Anci (nazionale, Marche e Abruzzo), dalle Regioni Marche e Abruzzo, dal Dipartimento nazionale della Protezione Civile, dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, col patrocinio della Presidenza della Repubblica.

Obama dalla parte dei gay firma la dichiarazione Onu ( da "Sole 24 Ore, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Restano invece contrari il Vaticano, la Cina e la Russia; oltre a molti Paesi musulmani, Egitto in testa. Il testo ha forte valenza politica e di principio, è un riferimento per l'Assemblea generale del Palazzo di vetro. Ma non è una risoluzione e non ha implicazioni nell'ordinamento giuridico dei Paesi sottoscrittori.

L'impero della Coca si ferma in Cina ( da "Riformista, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: timore per gli investimenti in titoli Usa, chiedendo a Washington di garantirne la sicurezza. La Cina è, infatti, il primo creditore degli Usa: nel gennaio scorso gli investitori pubblici e privati avevano raggiunto la quota di 739,6 miliardi di dollari in titoli del Tesoro statunitensi, in crescita rispetto al dicembre scorso, quando gli investimenti ammontavano a circa 727 miliardi.

ROMA Per la prima volta da sessant'anni l'economia mondiale chiuderà l'... ( da "Messaggero, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e India non hanno insomma la forza si svolgere quel ruolo di supplenza della mancata crescita dei paesi industrializzati che ci si attendeva. Quanto durerà questa situazione? L'Fmi colloca una «graduale ripresa, a partire dal 2010». Nel prossimo anno le economie avanzate dovrebbero registrare un progresso dello 0,

Cina, no alle bollicine Usa Pechino ferma la Coca Cola ( da "Messaggero, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Giovedì 19 Marzo 2009 Chiudi Cina, no alle bollicine Usa Pechino ferma la Coca Cola Bloccata una fusione da 2,3 miliardi di dollari

Perugia ITALIA tra le protagoniste del campionato del mondo di bocce femminili che si d... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Croazia, Francia Germania, Italia, Montenegro, Paraguay, Perù, Polonia, Repubblica Dominicana, Russia, S.Marino, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Tunisia, Turchia, Ungheria, Usa e Venezuela. Atlete Azzurre. Le convocate per l'impegno mondiale: specialità "Volo" - Paola Mandola, Ilenia Pasin (detentrice del record del mondo nel tiro progressivo e nella staffetta

Schiaffo cinese alla Coca-Cola <No all'acquisto di Huiyuan> ( da "Corriere della Sera" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: idea che un marchio popolare in Cina potesse cambiare mano. La decisione del ministero del Commercio minaccia tuttavia di scatenare una rincorsa di veti reciproci, in un momento in cui – ad esempio – i colossi minerari cinesi Chinalco e Minmetals sono impegnati a investire in modo massiccio rispettivamente nell'anglo-australiana Rio Tinto e nell'

Coldiretti, seminario per dirigenti ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione», ha sottolineato Sergio Lai, direttore di Coldiretti Nuoro-Ogliastra. Il corso si svolgerà a Nuoro il 24 marzo dalle ore 10.00 nella sede della Camera di Commercio, in via Papandrea, 8. Il primo modulo sarà rivolto ad una cinquantina di dirigenti facenti capo agli uffici territoriali di Nuoro e Ogliastra dove saranno illustrate le opportunità finanziarie contenute

OGNI GIORNO alla televisione e sui giornali non si parla d'altro che della c... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Con la liberalizzazione del Wto la concorrenza della Cina, dell'India, della Corea si è fatta incontenibile: hanno invaso il mercato occidentale con i loro prodotti, praticando sovente il dumping', cioè la vendita sottocosto e causando la chiusura di numerose fabbriche. A ciò si deve aggiungere il fenomeno, per certi aspetti nuovo, dell'emigrazione di enormi masse di genti,

La rete e il veterano: la democrazia sboccia sui nostri pc ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: senatore repubblicano è stato più volte in Cina e in India, continuando a occuparsi del settore. Attualmente è professore aggiunto di Telecomunicazioni e politiche legate a internet presso il Baruch College della City University di New York. Per il primo semestre del 2009 è ospite dell'università di Bologna nel ruolo di Fulbright Senior Lecturer nel campo delle relazioni internazionali.

Le energie rinnovabili secondo il Wwf ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Cina circa 160 milioni di persone vengono rifornite di acqua calda proveniente da pannelli solari installati sui tetti; in Islanda quasi il 90% delle case viene riscaldato grazie allo sfruttamento dell'energia geotermica e in Europa 60 milioni di persone sfruttano l'elettricità generata da centrali eoliche.

incontro tra marche e abruzzo sulla protezione civile ( da "Centro, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CODICE ROSSO Incontro tra Marche e Abruzzo sulla Protezione civile ANCONA. Sarà dedicata alle forme associative e all'unione dei comuni nelle prospettive delle riforme federaliste la quinta edizione di Codice Rosso, manifestazione nazionale delle protezione civile che si terrà alla Fiera di Ancona dal oggi al 21 marzo.

LA QUALITÀ DEI TORI ITALIANI ESPORTATA IN CINA PRESENTAZIONE PROGETTO ELPZOO-SEMENZOO ( da "marketpress.info" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ampia gamma di prodotto di qualità entrando così in concorrenza con Usa, Canada e Nuova Zelanda. Lo sviluppo del settore Zootecnico in Cina ha fatto un notevole passo avanti negli ultimi anni. Per la produzione del latte la Cina si è posizionata al quinto posto nel mondo secondo i dati ufficiali. Il valore totale del settore zootecnico in Cina ammonta a circa 140 miliardi di Euro,

NORDCOREA: ARRESTATE 2 GIORNALISTE USA AL CONFINE CON LA CINA ( da "Adnkronos" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: NORDCOREA: ARRESTATE 2 GIORNALISTE USA AL CONFINE CON LA CINA LO RIFERISCONO I MEDIA SUDCOREANI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 19 marzo, ore 08:45

Alemanno: "Non subire l'egemonia della Lega" Carfagna: "Il Pdl? Presto lo guiderà una donna" ( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sceglie la destra perché oggi è la risposta più seria e convincente alla globalizzazione e alla crisi. E allora dobbiamo approfittarne ora per fare un partito radicato nei valori identitari, moderno, riformatore, non regressivo». Cosa intende per «non regressivo»? «Che non cerchi risposte facili e scorciatoie: protezionismi, xenofobie, mancanza di attenzione alla giustizia sociale».

Protezione Civile si prepara per l'estate ( da "Caserta News" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 2009 Protezione Civile si prepara per l'estate ASSOCIAZIONI | Caiazzo Il gruppo Protezione Civile di Caiazzo è oramai parte attiva e integrante del tessuto civile e sociale del territorio comunale. L'organizzazione, come sancito dallo Statuto, interviene "in caso di calamità" e svolge "azione di previsione e prevenzione": proprio questi due punti chiave sono il filo conduttore dell'

Pyongyang sfida il mondo ( da "Affari Italiani (Online)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Politica La Corea del Nord dichiara guerra agli Usa Giovedí 19.03.2009 10:29 Le autorità nordcoreane hanno arrestato due giornaliste americane al confine con la Cina. A riferirlo sono i media sudcoreani. Secondo l'agenzia di stampa di Seul Yonhap, che cita fonti diplomatiche, "le due reporter - una delle quali di origine coreana - che lavorano per media statunitensi,

Al via il test di primavera per la Protezione civile MB ( da "CronacaQui.it" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: primavera per la Protezione civile MB BOVISIO-MASCIAGO - Esercitazioni di primavera per il Corpo di Protezione civile di Monza e Brianza. Si svolgerà sabato 21 marzo 2009 presso il Centro Polifunzionale di Bovisio Masciago, il primo Spring Test della Protezione civile MB: 33 le organizzazioni di volontariato coinvolte in rappresentanza dei 780 volontari distribuiti nei 50 Comuni MB.

AGRICOLTURA: ALEMANNO, PRESIDENZA ITALIANA G8 DIA SVOLTA A ( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: forte la coscienza che non siamo di fronte a una crisi di settore ma di modello: una globalizzazione fondata solo sullo scambio di utili e sul dominio mercato su ogni politica''. L'agricoltura, secondo Alemanno, ''puo' svolgere un grande ruolo: diffondere un modello produttivo che lega insieme lotta alla poverta' con ambiente e sostenibilita' climatica.

PDL: ALEMANNO, IN EUROPA VENTO DI DESTRA, ORA E' IL MOMENTO... ( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: seria e convincente alla globalizzazione'' spiega ancora l'esponente di An, che aggiunge: ''Allora dobbiamo approfittarne ora per fare un partito radicato nei valori identitari, moderno, riformatore, non regressivo'', ovvero, spiega ancora, ''che non cerchi risposte facili e scorciatoie, protezionismi, xenofobie, mancanza di attenzione alla giustizia sociale'

La Nord Corea agli Usa: <Tenetevi i vostri aiuti> ( da "Avvenire" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sono ormai ridotti alla fame IL BRACCIO DI FERRO La Nord Corea agli Usa: «Tenetevi i vostri aiuti» Espulse cinque Ong straniere. Sale la tensione sui missili Il premier Kim Yong Il vola a Pechino proprio mentre si acutizza la crisi. Ma anche la Cina si dice «preoccupata» DA PECHINO ANTONIO TALIA N on è un sosia, né un parente, né un altro trucco del "Caro Leader".

<Il regime cerca la prova di forza per ottenere di più> ( da "Avvenire" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Qual è il ruolo della Cina? La Cina è preoccupata da tempo per la stabilità politica e la questione della sicurezza nella penisola coreana. Le instabilità nell'area non rientrano assolutamente negli interessi di Pechino. Non c'è dubbio che Pechino preferirebbe vedere Pyongyang accettare le risoluzioni Onu di concerto con la comunità internazionale,

<Concorrenza a rischio>, la Coca Cola non passa ( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA «Concorrenza a rischio», la Coca Cola non passa Il marchio Usa voleva la principale azienda locale di succhi di frutta Simone Pieranni La Coca Cola non potrà diventare la regina dei succhi di frutta in Cina. Pechino ha infatti bloccato l'acquisizione da parte del colosso Usa della China Huiyuan Juice Group Ltd.

Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti?. ( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies?

Alemanno: "No all'egemonia leghista" Carfagna: "Pdl? Presto leader donna" ( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sceglie la destra perché oggi è la risposta più seria e convincente alla globalizzazione e alla crisi. E allora dobbiamo approfittarne ora per fare un partito radicato nei valori identitari, moderno, riformatore, non regressivo». Cosa intende per «non regressivo»? «Che non cerchi risposte facili e scorciatoie: protezionismi, xenofobie, mancanza di attenzione alla giustizia sociale».

Africa/ Vaticano: Forze internazionali fomentano guerre ( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione" che "è un fatto di questo secolo e, anche se tende ad emarginare il continente africano, è impossibile parlare dei problemi e delle soluzioni dell'Africa senza implicare altri continenti e le loro istituzioni economiche e finanziarie, come pure la loro rete d'informazione il cui impatto sulle società africane è considerevole.

Africa/ Vaticano: Globalizzazione distrugge identita' ( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: a causa della globalizzazione. E' quanto si legge nel documento preparatorio del prossimo sinodo cattolico sull'Africa, in programma a ottobre a Roma, consegnato da Papa Benedetto XVI ai vescovi africani al termine della messa celebrata a Yaoundé. "Il deterioramento dell'identità culturale - si legge nel paragrafo 31 del documento diffuso dalla sala stampa della Santa Sede -

Puglia/ Taranto, sequestrati ricambi auto e giochi ( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: battente bandiera italiana e proveniente dal porto di Ningbo (Cina). Al controllo scanner e alle verifiche dei funzionari doganali il carico, dichiarato come "bagagli, lampade, borse donna e giocattoli", risultava in realtà essere composto da ricambi auto di modello e marchio Volkswagen, giocattoli per bambini con le immagini di Iron Man di titolarità della Marvel Characters Inc.

Meccanica specializzata: in Emilia-Romagna due imprese su tre prevedono occupazione stabile ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Romagna espongono eziende di 15 Paesi: dalla Cina alla Francia, dalla Germania all?India, dall?Ungheria alla Russia, dalla Spagna alla Corea. Il progetto supportato della Regione Emilia-Romagna porterà in fiera una delegazione di buyer provenienti dalla Russia, dalla Cina e dall?India che si aggiungerà agli abituali visitatori stranieri.

BENIAMINO NATALE PECHINO. LA CINA HA BLOCCATO L'ACQUISIZIONE DELLA PIù GRANDE PRODUTTRI... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: avrebbe permesso alla multinazionale americana di rafforzare la propria presenza sul suo terzo mercato più importante (dopo Usa e Messico) e di diversificare l'offerta al pubblico, aggiungendo i succhi di frutta alle bevande gassose. Oltre e a prescindere dall'offerta alla Huiyuan, la Coca Cola ha annunciato la scorsa settimana nuovi investimenti in Cina per due miliardi di dollari.

A proposito di crisi economica internazionale Nonostante la grave crisi economica intern... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Infatti nonostante la globalizzazione commerciale e tutte le promettenti ipotesi e conferenze di pace, i vecchi bombardieri atomici russi, oltre ad essere in volo permanente già da un paio di anni per essere pronti a colpire ovunque, ora pensano di trasferirsi addirittura in nuove basi strategiche del Venezuela e di Cuba.

Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai ( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies?

I CINESI NON SE LA BEVONO COCA-COLA PROVA A COMPRARSI I SUCCHI HUIYUAN (40% DEL MERCATO NAZIONALE) MA IL MINISTRO DEL COMMERCIO ESTERO SBATTE LA PORTA A WASHINGTON LA CINA VORR ( da "Dagospia.com" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche perché significa meno soldi investiti nell'interno povero della Cina e non si concretizza con l'acquisizione di aziende americane da parte cinese. Nel 2005 gli Usa impedirono alla compagnia CNOOC cinese di comprare l'azienda petrolifera americana Unocal per 18,5 miliardi di dollari. barack obama Questo è proprio il punto che sta a cuore a Pechino.

Wong Fei Hung, il papà del kung fu moderno ( da "Affari Italiani (Online)" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma ha trovato adesioni in numerosi Paesi dove altre Scuole celebreranno l'evento domenica 22 marzo: Belgio, Cina, Filippine, Germania, Messico, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Svizzera e Usa. Seminari, lezioni gratuite, dimostrazioni di vario tipo avranno luogo, poi saranno filmate e raccolte in un dvd i cui proventi andranno in beneficenza.

Scuola/ Bonelli: Su studenti Brunetta usa frasi da regime ( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: parole vergognose che dovrebbero ricordare ad esempio - conclude Bonelli - che chi applicò quanto da lui auspicato fu la Cina che represse nel sangue la democratica contestazione degli studenti a piazza Tien Amen. Un ministro così irresponsabile non può fare il ministro della Repubblica italiana".

Il sindaco di Piacenza al V Convegno nazionale dei Comuni sulla Protezione Civile ( da "Sestopotere.com" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: assessore alla Protezione Civile del Comune di Bologna, Enea Di Ianni, assessore alla Protezione Civile del Comune di Sulmona e Guglielmo Berlasso, dirigente della Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia. Il sabato mattina il sindaco Reggi interverrà alla tavola rotonda conclusiva, il momento più importante delle tre giorni,

Codice Rosso, al via la quinta edizione ad Ancona ( da "gomarche.it" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la manifestazione nazionale della protezione civile. ANCONA - Taglio del nastro, questa mattina alla fiera di Ancona, per la quinta edizione di Codice Rosso, la manifestazione nazionale della protezione civile, promossa dall'Anci (nazionale, Marche e Abruzzo), dalle Regioni Marche e Abruzzo, dal dipartimento nazionale della Protezione Civile,

DataFashion: una nuova realtà nell'informatica con Canali come socio ( da "fashionMagazine.it" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Tra i mercati di maggiore interesse c'è la Cina, dove la società conta già come cliente l'azienda di abbigliamento Sharmoon, poi sarà la volta della Russia. In Europa l'espansione partirà dalla Francia, dove DataFashion ha già messo le basi servendo griffe come Lanvin, ma sono in progetto sviluppi anche negli Usa a partire da Chicago.

MARCEGAGLIA, PER ITALIA PROTEZIONISMO SAREBBE FATALE ( da "KataWebFinanza" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ha proseguito Marcegaglia - i capi di governo fanno grandi dichiarazioni per dire no al protezionismo. Anche in questi giorni abbiamo visto che, a dispetto di queste dichiarazioni, 17 Paesi, tra cui i piu' importanti, hanno adottato misure di protezionismo. Il protezionismo - ha detto ancora la presidente di Confindustria - e' di vari tipi.

Corea del Nord, arrestate due giornaliste Usa ( da "Blogosfere" del 19-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: episodio si inserisce in un momento molto particolare delle relazioni diplomatiche tra Cina e Corea del Nord. Infatti, all'indomani delle preoccupazioni del governo di Pechino per il lancio di un satellite da parte di quello nordcoreano, i premier dei due paesi, rispettivamente Wen Jiabao e Kim Yong Il, hanno inaugurato l'Anno dell'Amicizia tra i due stati.


Articoli

L'esperto racconta le lingue regionali a rischio scomparsa (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Conferenza L'esperto racconta le lingue regionali a rischio scomparsa Per le conferenze della Saison Culturelle, oggi alle 18, in Biblioteca regionale ad Aosta, Pierre Escudé dell'Università di Toulouse II parlerà delle lingue regionali in Francia. Pur essendo il paese più plurilingue d'Europa la Francia, a causa della forte identità nazionale e della globalizzazione, vede minacciata ogni giorno di più la sopravvivenza della lingua celtica, di quelle germaniche, romanze e ancora del basco e dell'occitano. L'incontro, che rientra fra le iniziative della «Semaine de la Francophonie», è organizzato con la collaborazione del Brel, dell'Alliance Française e del Servizio di cooperazione e di azione culturale dell'Ambasciata di Francia in Italia. \

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Bertolaso: nelle ronde niente divise (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL DIPARTIMENTOVIETA L'USO DI UNIFORMI, SIMBOLI E ATTREZZATURE USATE PER L'AIUTO ALLA POPOLAZIONE Bertolaso: nelle ronde niente divise [FIRMA]MICHELE COSTANTINI GENOVA La Presidenza del Consiglio, attraverso il Dipartimento della Protezione Civile, ha emanato in questi giorni una nota a firma di Guido Bertolaso che richiama il ruolo dei volontari di protezione civile dopo l'emanazione del decreto-legge «Misure urgenti di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonchè in tema di atti persecutori». E' accaduto infatti che in alcune località italiane, tra i componenti delle ronde di vigilanza del territorio vi fossero anche volontari di protezione civile in divisa con mezzi di soccorso dell'associazione di appartenenza. Una situazione questa, che ha costretto il Dipartimento di protezione civile ad intervenire immeditamente sull'argomento, al fine di evitare assurde interpretazioni sul ruolo del volontario dell'antincendio boschivo e della protezione civile. Fermo restando che, nel rispetto dei principi costituzionali della libertà di pensiero e di associazione, la partecipazione a titolo personale alle ronde per la vigilanza del territorio è ovviamente del tutto libera. Non è consentito al volontario di protezione civile di partecipare nelle azioni di sicurezza urbana, indossando l'uniforme, i simboli, l'emblema e le attrezzature riconducibili all'organizzazione di protezione civile. La nota di Guido Bertolaso ricorda ai volontari della protezione civile che il loro ruolo è di soccorso alle popolazioni sinistrate, e ad ogni altra attività necessaria diretta a superare l'emergenza derivanti da eventi e catastrofi. Compiti e funzioni sono ben definiti: «la materia della protezione civile è chiaramente distinta e non sovrapponibile rispetto a quella dell'ordine pubblico e della sicurezza». Le diversità sostanziali tra i volontari di protezione civile e le ronde sono inoltre evidenziate nello stesso decreto legge del 23 febbraio 2009. Quando si parla di registrazione delle nuove associazioni distinte da quelle di volontariato di protezione civile e del divieto di erogazione a nessun titolo di risorse economiche a carico della finanza pubblica da destinarsi alle nuove associazioni di vigilanza del territorio urbano. La lunga nota del Capo dipartimento, trasmessa alle Regioni, alle Prefetture e ai Comuni si conclude con l'invito di favorire la massima divulgazione tra le organizzazioni iscritte nell'elenco nazionale e negli albi regionali del volontariato della protezione civile, con l'avviso che chi non si attiene alle disposizioni del Dipartimento sarà cancellato dall'albo. Oltre naturalmente all'eventuale segnalazione all'Autorità giudiziaria per l'uso improprio di risorse strumentali finanziate dallo Stato.

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I segreti di stagione per riaccendere la pelle (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

LE PROPOSTE FIRMATE VICHY WELLNESS LIFESTYLE L'ACQUA LAURETANA PROTAGONISTA DEL MERCATO Le nuove frontiere commerciali in Cina e i progetti di crescita in Giappone I segreti di stagione per riaccendere la pelle La più leggera d'Europa conquista gli Usa e seduce l'Australia Il sole e le miti temperature aprono ogni anno una nuova finestra sul mondo. Ci permettono di sentire fresche sensazioni e ci danno la carica mentale per una corsa felice che porta verso il mare e le vacanze. Ottimo pensiero per chi già conta i giorni della settimana e si organizza in attesa del primo Week-End di relax, magari su di una spiaggia non ancora affollata o tra i sentieri di montagna assaporando la dolce primavera o facendo lunghe passeggiate. Tutto deve essere preparato, dalle valigie per la partenza agli abiti, dall'albergo alle gite fuori porta. L'estate però non chiede solo l'organizzazione tecnica e pratica ma chiede anche a noi stessi di programmare il nostro corpo e il nostro aspetto per essere il più possibile in armonia con la stagione che viviamo. E così la carrellata dei preparativi s'intensifica, si arricchisce di cure e particolari che coinvolgono completamente la vanità e il piacere del benessere. L'estate chiede alla pelle nuova luminosità, chiede di mostrare quanto di più bello e naturale ci possa essere nella nostra persona, un viaggio fatto di cure, attenzioni mirate per portare al massimo l'espressione e per mostrare come effettivamente è possibile essere belle e pronte per ogni occasione. Non più calze coprenti, maniche lunghe e vestiti pesanti ma abiti dai tessuti colorati e leggeri, viso rilassato, abbronzato ma ben idratato; non più i segni della fatica e di una vita sedentaria ma gambe toniche e compatte. Alimentazione sana ed equilibrata, movimento attività fisica uniti a un aiuto datoci dalla cosmesi sono in grado di rendere serene e piene di soddisfazioni le "smanie per la villeggiatura". Salute è sinonimo di bellezza e Vichy riporta in prima fila questo concetto andando oltre il semplice culto dell'apparenza, presentando linee di prodotti adatte per tutti, rivolgendosi alla cura più profonda che associa scienza e natura. Un'attenzione mirata e attenta del viso è un ottimo benvenuto che rivolgiamo a tutti quelli che incontriamo; la pelle distesa e l'effetto levigante immediato sono i due principi che Lifactiv offre come garanzia di prova. I tratti del viso e il contorno occhi sembrano risvegliare uno sguardo nuovo e più intenso, così come le curve del corpo destano maggiori attenzioni se avvolte da soffici miscele o se coccolate con trattamenti rassodanti e acque profumate che regalano una nota di maliziosa curiosità se stuzzicate dalle brezze delle notti estive. La cura di se stessi diviene un piacere da riscoprire attraverso un percorso che svela tutti i passaggi essenziali per avere armonia e per godere appieno della salute che ci regaliamo giorno per giorno. Una sfida che ogni anno si pone in prossimità della bella stagione e che si riesce a fronteggiare se affiancati da maestri di salute. Il corpo inizia a parlare, esprime il desiderio e il beneficio di rimanere esposto al sole se protetto in modo adeguato; esprime il piacere nel mostrare una pelle dissetata, levigata e ambrata se vezzeggiata dal latte solare Anthelios di La Roche o stimolata da Cellumetric ottimo per vantare curve scolpite e gambe da copertina. Ciò che serve per affrontare la bella stagione è un programma mirato, fatto di piccoli ma importanti passaggi che, se ripetuti con costanza e quotidianità, sono in grado di dare ottimi e stupefacenti risultati. Un metodo serio di lavoro arricchito da prodotti che portano l'equilibrio e la consapevolezza del duplice rapporto di salute e ricerca: nulla di più diretto per godere completamente nel mostrare un viso sorridente e un fisico armonico. Maddalena Baldini Continua a essere la più leggera d'Europa e dopo aver piazzato «radici» negli Stati Uniti e in Australia ora guarda a Oriente, concentrata soprattutto su Cina e Giappone, in perfetta linea con l'incalzante globalizzazione. La Lauretana su oltre 250 acque minerali commercializzate oggi in Italia e circa 2000 in tutto il vecchio continente, ha il più basso residuo fisso, pari a di 14 milligrammi per litro, che si possa trovare; il suo pH leggermente acido può facilitare i processi digestivi e gli altri valori, ad esempio il sodio, sono molto bassi. Con il suo rilancio, iniziato nel 1998 e con una forte e determinata operazione di comunicazione, il giro d'affari dello stabilimento di Graglia, un piccolo centro del Biellese a ridosso delle Alpi, è salito di anno in anno fino a quadruplicarsi. Dai 3 milioni di euro del secondo millennio, in dieci anni il fatturato è salito, nel 2008, a 15 milioni e mezzo (pari a un business di 80 milioni di bottiglie in vetro e in plastica) con una quota di export che supera il 10% del fatturato. «Vista la crisi generale, l'anno si è chiuso in modo discreto - spiega Giovanni Vietti, presidente della società - L'aumento non è stato come quello a due cifre degli anni passati ma sicuramente una crescita del 4-5 per cento c'è stata. I segnali positivi, oltre al mercato tedesco (per noi un importante punto di riferimento grazie al canale del biologico e dell'omeopatico) iniziamo a raccoglierli anche dai Paesi emergenti e per un bene povero come il nostro è davvero un traguardo». Lauretana per Biella rappresenta un biglietto da visita eccellente. In un momento di forte crisi, il capoluogo tessile, grazie ai traguardi raggiunti dallo stabilimento di Graglia continua a «esportare» il suo nome in tutto lo Stivale e oltre confine. Il 20 per cento di fatturato finisce infatti in sponsorizzazioni e pubblicità: «Abbiamo iniziato dal basket nel 2001, un grosso impegno nello sport che ha portato fortuna a noi e alla squadra biellese. Ora siamo concentrati sul ciclismo con la squadra di Marco Bellini, allenatore biellese di Simoni e Rebellini. Nello spettacolo abbiamo puntato su Arturo Brachetti: nei vari teatri dove ha portato la sua tournée venivano distribuite gratuitamente le bottiglie di Lauretana da mezzo litro con una speciale etichetta. E' stato, anche in questo caso, un successo». E ora è il turno dell'Oriente: «In Cina ci è stata offerta la possibilità di partecipare al Food and hospitality, che si è svolta a Shanghai col supporto di Ice - aggiunge l'amministratore delegato Antonio Pola - E' un mercato interessante e ricco, che apprezza i prodotti europei. Abbiamo contatti con alcuni importatori che posizioneranno il prodotto su fascia alta, negli alberghi di lusso, nei ristoranti esclusivi e nei supermercati di nicchia. Siamo inoltre reduci da Foodex Japan, fiera dedicata al food & beverage con espositori provenienti da tutto il mondo. In Giappone Lauretana vende già da molti anni, ma in fiera abbiamo avuto nuovi e interessanti contatti. A fine mese invece andremo a Londra per "La dolce vita" dedicata esclusivamente a prodotti italiani di alto livello; è il terzo anno che partecipiamo e lo scopo è di potenziare le vendite». Paola Guabello

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Usa: eccesso di piombo, supermercato richiama 31mila paia (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

New York, 18 mar. (Ap) - La catena di supermercati statunitense Nordstrom ha ordinato il richiamo di 31mila paia di scarpe per bambini - vendute fra il settembre del 2006 e il febbraio del 2009 e fabbricate in Cina - per un eccessivo contenuto di piombo. La nuova legge sulla sicurezza dei prodotti approvata la scorsa estate fissa infatti standard più severi sul contenuto di piombo e altre sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute nei prodotti destinati ai minori di 12 anni. Approvato dopo una serie di richiami legati al settore dei giocattoli, il provvedimento riguarda tutti i prodotti per bambini, dai libri all'abbigliamento.

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Cina, stop alla Coca Cola: <No all'acquisto del gigante dei succhi di frutta> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il colosso Usa a settembre aveva messo sul piatto 2,4 miliardi di dollari Cina, stop alla Coca Cola: «No all'acquisto del gigante dei succhi di frutta» Il governo di Pechino blocca l'acquisizione della società Huiyuan: applicata la legge anti-monopolio PECHINO - «Sfavorevole alla concorrenza». Con questa motivazione, il governo cinese ha bloccato il progetto di acquisto della società di succhi di frutta Huiyuan da parte dell'americana Coca Cola. L'operazione, da 2,4 miliardi di dollari, avrebbe rappresentato la più importante acquisizione di una società cinese da parte di un gruppo estero. «In virtù della legge anti-monopolio, il ministero del commercio ha deciso di bloccare l'operazione», è scritto un una nota. MERCATO - Coca Cola è presente in Cina da tre decenni e nei mesi scorsi aveva tentato di potenziare la propria presenza rilevando l'azienda Huiyuan, che detiene il 40% del mercato totale cinese dei succhi di frutta. Il colosso Usa a settembre aveva messo sul piatto 2,4 miliardi di dollari per acquistare la società quotata alla borsa di Hong Kong. L'operazione aveva già ricevuto il benestare dei tre grandi azionisti dell'azienda, ovvero la Danone (che controlla il 22,98%), il fondatore Zhu Xinli (36%) e il fondo di investimento usa, Warburg Pincus (6,8%). D'altra parte aveva necessità del disco verde delle autorità, che hanno applicato la nuova normativa sul monopolio scattata lo scorso agosto. Il giro d'affari dei due gruppi fusi assieme avrebbe superato i 10 miliardi di yuan, oltre un miliardo di euro, tenendo conto dei numeri di bilancio del 2007, con oltre 400 milioni di yuan registrati da ciascuno in Cina. stampa |

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Casalen Un progetto varato da Elpzoo, in collaborazione con la Fondazione Cariplo e il consorzio Semenzoo Italy (sezione: Globalizzazione)

( da "Cittadino, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

I tori di Zorlesco invaderanno la Cina In Oriente seimila dosi di seme di capi geneticamente selezionati Casale La qualità dei tori italiani grazie all'Elpzoo, il centro tori di Zorlesco, arriva fino in Cina. Consentendo a questo paese di entrare in concorrenza con gli Stati Uniti. Il centro di Zorlesco, che riceve un importante sostegno da fondazione Cariplo, insieme al consorzio Semenzoo Italy di Reggio Emilia, incaricato della commercializzazione del materiale seminale bovino all'estero, ha mandato in Cina 6mila dosi di seme di tori geneticamente selezionati. Questo grazie a un importante progetto che è stato presentato ieri a Roma. Il mercato cinese sta progressivamente diventando il più grande bacino per lo sviluppo nel settore bovino. Il direttore di Elpzoo Emilio Tirloni è soddisfatto: «Abbiamo realizzato, insieme a Semenzoo, il consorzio nel quale siamo soci fondatori, la prima esportazione del seme in Cina - spiega -. In questa prima fase si è trattato di 6mila dosi raccolte dai tori di Zorlesco. Quello che ci interessa è contribuire alla nascita di vacche figlie di tori selezionati. Speriamo che i risultati siano soddisfacenti e questo faccia venir voglia di andare avanti». Il progetto, infatti, prevede anche l'esportazione di prodotti di filiera, attrezzature e materiali, oltre che dell'assistenza tecnica e formazione per gli zootecnici cinesi che lavorano negli allevamenti. «La media di produzione di una vacca cinese - aggiunge il direttore - è di 40 quintali all'anno di latte, mentre la media delle vacche italiane è di 90, come in altri paesi del mondo. Si tratta quindi proprio di migliorare geneticamente la razza con toni miglioratori. Le vacche che nasceranno poi andranno seguite con più cura e trattate in un certo modo, per questo il progetto prevede anche altri passaggi. Si tratta di portare in Cina apparecchi che in quel paese non ci sono, piccoli strumenti per la rilevazione di antibiotici o carica batterica nel latte, piuttosto che attrezzature per curare i vitelli. L'esportazione del seme è avvenuta tra novembre e dicembre, quindi non sappiamo ancora nulla dei risultati, ma siamo certi che la genetica italiana possa fare la sua bella figura anche in Cina». Il prossimo passo dell'esportazione di conoscenze e professionalità in quel paese riguarderà i suini. «Se ci riuscissimo - commenta Tirloni - sarebbe una bella soddisfazione». Anche grazie a Elpzoo, il consorzio Semenzoo, i cui centri aderenti con i loro diversi marchi commerciali rappresentano quasi il 90 per cento del mercato del materiale seminale in Italia può affrontare l'esperienza del mercato cinese offrendo un'ampia gamma di prodotti di qualità entrando così in concorrenza con Usa, Canada e Nuova Zelanda. Lo sviluppo del settore Zootecnico in Cina ha fatto un notevole passo avanti negli ultimi anni. Il valore totale del settore zootecnico in Cina ammonta a circa 140 miliardi di euro, rappresentando circa il 34 per cento del valore della produzione agricola. Il settore zootecnico è ormai diventato una fonte importante del reddito della popolazione rurale. Nella maggior parte della Cina, un terzo del reddito familiare della popolazione rurale viene dal settore zootecnico. Nel 2006, il governo cinese ha emanato l'undicesimo piano quinquennale dello sviluppo zootecnico. Il piano ha stabilito che la produzione di carne, uova e latte debba raggiungere rispettivamente 84 milioni, 30 milioni e 42 milioni di tonnellate con un incremento annuo di circa 1.6 per cento, 1 per cento e 8 per cento rispettivamente entro il 2010, mentre per gli allevamenti intensivi di grande dimensione un aumento del 10 per cento circa. Sempre entro il 2010 il settore zootecnico dovrà contribuire con circa il 38 per cento in più sul valore produttivo dell'agricoltura. Per questo, la tecnologia lodigiana gioca un ruolo importante per il futuro della Cina in quel settore.Cri. Ver.

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Vaciago: La più bella crisi che ci sia mai stata (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 19/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:economia Vaciago: «La più bella crisi che ci sia mai stata» Il docente è polemico con gli analisti (e i colleghi economisti) e boccia l'idea dei prefetti-banchieri nAbolire il premio Nobel per l'economia? La domanda, non esplicita ma eloquentemente sottesa, aleggiava ieri mattina nell'assiepata platea, oltre 500 persone, che affollavano la prima giornata di Made in Steel. La domanda provocatoriamente esplicita l'ha posta Giacomo Vaciago nella sua lezione introduttiva «Crisi globale, il sistema Italia cosa può fare?». Chi è più colpevole della crisi, si è chiesto Vaciago? I banchieri che l'hanno provocata, con la bolla dei mutui subprime, o gli economisti che non solo non l'hanno prevista ma nemmeno avvertita, annusata o subodorata? Prevenire, non prevedere Il fatto è che, come la crisi è stata opera dei nostri errori, anche la ripresa sarà opera nostra. Come la crisi è dipesa da noi e non dal destino «cinico e baro», anche la ripresa sarà opera nostra. Questo il vero assunto della lezione di Vaciago, condiviso dagli imprenditori e ripreso da Pasini e Tamburini nei loro successivi interventi. Ma il professore non è stato tenero con l'Italia e il suo governo. E nemmeno con i suoi colleghi economisti. Perché coloro che oggi prevedono la ripresa non hanno fatto nulla - salvo Nouriel Roubini, l'economista americano di origine iraniana - per prevenire la caduta? Vaciago ha glissato da par suo rifugiandosi nel brillante paradosso. «Questa è la crisi più bella che mai ci sia stata - ha esordito l'economista scuotendo la platea e affrontando in modo suggestivo la genesi della recessione - con sei miliardi di persone tutte coinvolte». Non si era mai visto prima, nella storia umana, spostare le fabbriche nelle ex colonie. «Mai visto prima una caso come Ibm che cede i computer alla cinese Lenovo, con il cui ricavato i cinesi acquistano titoli del Tesoro americano». Anche questo è globalizzazione. «È una crisi macro da panico e sfiducia - ha proseguito l'economista sull'onda della provocazione intellettuale - la prima crisi dell'età della globalizzazione, di fronte alla quale siamo impotenti perché è ingovernabile, non essendoci governi in grado di gestirla poiché i governi non hanno più sovranità sulla macroeconomia». Insomma, al globalismo economico fa riscontro un perdurante localismo politico, alla globalizzazione dello scambio fa tuttora riscontro una pervicace localizzazione del comando. Crisi macro, politica micro Siamo il Paese delle vulgate, ha fatto intendere Vaciago, intese come corrive dicerie di moda e compiaciuti manierismi alla moda. Un altro paradosso è dato dal fatto che la prima grande crisi dell'età postindustriale e postfordista abbia riportato di attualità la manifattura dell'era industriale fordista. Ma nell'età fordista c'erano le ideologie, intese come totalità ideologiche onnicomprensive, a unificare. Oggi non più. Vaciago ha posto al 15 settembre 2008, giorno del fallimento della Lehman Brother, la data di inizio della recessione mondiale. «Nell'età della globalizzazione o tutti andiamo bene o tutti male, o tuti siamo dentro o tutti siamo fuori. Italia fuori dalla crisi? Stupido. Risparmiatori italiani «risparmiati» dalla crisi? Ancora più stupido». Certo soffre di più chi è più globalizzato, ma chi è più arretrato non si consoli perché quando arriverà la ripresa non sarà in grado di intercettarla. Italia, che fare? Passando alla situazione italiana, Vaciago non è stato tenero. «In Italia le leggi si fanno ma non si gestiscono - ha proseguito con sferzante ironia - siamo un Paese non di vizi privati e pubbliche virtù ma, al contrario, di virtù private e pubblici vizi». Duro anche sui Prefetti voluti da Tremonti per controllare la conformità delle banche alle indicazioni del Governo sulla erogazione del credito. «Un esempio di protezionismo provinciale - ha detto senza mezze misure - si vuole copiare dalla Francia senza avere i poteri dello Stato francese». Dall'euforia al panico. Il pericolo è che il panico diventi cronico. Sconsolato anche sui figli. «I nostri figli migliori se ne vanno all'estero: è la fine. Ieri i nostri figli migliori stavano qui».a. ch.

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la cina blocca la vendita alla coca cola di huiyuan il suo colosso dei succhi (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Timori di ritorno del protezionismo La Cina blocca la vendita alla Coca Cola di Huiyuan il suo colosso dei succhi PECHINO. La Cina ha bloccato ieri l'acquisizione della più grande produttrice di bevande non alcoliche da parte della Coca Cola, invocando la legge anti-monopolio in vigore da meno di un anno. «Avrebbe danneggiato la concorrenza» ha spiegato il ministero del commercio, suscitando timori di un ritorno del protezionismo proprio mentre la Banca Mondiale ha rivisto al ribasso la previsione di crescita dell'economia cinese nel 2009 dal 7,5 al 6,5%. La multinazionale Usa aveva lanciato un'offerta di 2,4 miliardi di dollari per l'acquisto della China Huiyuan Juice, fondata nel 1992 e quotata a Hong Kong. Sarebbe stata la più costosa acquisizione mai fatta in Cina da stranieri. Il no ha destato stupore perché la Coca Cola, tra i principali sponsor delle Olimpiadi di Pechino, ha buoni contatti nel mondo politico cinese. Le azioni Huiyuan sono crollate di quasi il 20% alla Borsa di Hong Kong. L'acquisizione avrebbe permesso alla Coca Cola di rafforzarsi nel suo terzo mercato più importante (dopo Usa e Messico) e di diversificare l'offerta con i succhi di frutta. Oltre all'offerta per Huiyuan, la Coca Cola ha annunciato nuovi investimenti in Cina per due miliardi di dollari. La Huiyuan è stata fondata ed è diretta da Zhu Xinli, che ne possiede il 36%. La francese Danone ha il 23% mentre il 6,8 è proprietà della finanziaria americana Warburg Pincus. Tutti i soci della Huiyyan (20% del mercato cinese) avevano accettato la proposta della Coca Cola.

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Protezione civile sì (sezione: Globalizzazione)

( da "Provincia Pavese, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

A GALLIAVOLA Protezione civile sì GALLIAVOLA. Prende corpo il gruppo comunale di Protezione civile. Alla prima riunione, svoltasi alla sala polifunzionale del municipio, è intervenuta una decina di cittadini, oltre al sindaco Luigi Borlone e al vice sindaco Luciano Ferlenghi. Presente anche una delegazione del gruppo di Lomello guidata da Gabriele Moro. «I nostri volontari si sono dimostrati interessati e ora muoveremo i primi passi per costituire formalmente anche il nostro gruppo, che sarà coordinato dal vice sindaco - spiega Borlone - . Per il nostro piccolo paese si tratta di un'iniziativa molto importante». Durante l'incontro a Galliavola, Moro ha illustrato i compiti della Protezione civile riassumendo anche i recenti interventi effettuati dai volontari di Lomello. Prossimo incontro il 3 aprile a Lomello.

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Fiemme 11 (sezione: Globalizzazione)

( da "Adige, L'" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Fiemme 11 Fiemme 11.30 e segg. Ski Jazz Varie sedi. Per «Dolomiti Ski Jazz»: alle 11.30, al Polo scolastico di Pozza di Fassa, la Lybra Acoustic Band; alle 12.30, allo Chalet Valbona (Alpe Lusia - Moena), il Robert Kozànek Brass 6; alle 21.30, alla Locanda «Kusk» di Moena, l'Andrea Pozzo Trio. Trento 14.15 Alimentazione Facoltà di Giurisprudenza - via Verdi 53. Incontro su «I controlli pubblici sulla salubrità degli alimenti: la dimensione locale della sicurezza alimentare e i controlli sul territorio» con Carlo Costanzi (Pat) e Valter Carraro (Azienda sanitaria). Trento 15 Cristianesimo Lettere - via S. Croce 65 - Aula 209. Incontro su «Origini cristiane e pensiero antico», seminario con Enrico Norelli (Université de Genève). Trento 16.30 Goethe Facoltà di Lettere - Aula 3. «Goethe e il Lied», conferenza di Oliver Huck (Universität Hamburg). Trento 16.30 Poesia e prosa Facoltà di Lettere - Aula 1. «Sulla felicità, il disgusto, la tristezza, il ragionamento e altre storie», seminario e letture con Ugo Cornia e Walter Nardon (Università di Trento). Trento 17.30 Psichiatria Biblioteca di via Roma 55. «Uno psichiatra nei meandri di una storia», incontro con Lorenzo Toresini (psichiatra Asl di Merano) che presenta il volume «I confinandanti» (Bolzano, 2008). Con Antonio Scaglia (Università, Trento), Francesco Gongolo (Azienda sanitaria, Udine), Casimira Grandi e Ada Neiger (Università, Trento). Trento 17.30 Spiritualità Barycentro - piazza Venezia 38. Incontro sul tema sella spiritualità «La fatica di vivere: i bisogni materiali e il lavoro» con il teologo Giuseppe Rizza. Trento 17.30 San Paolo Centro «Rosmini» - via Dordi 8. Il teologo brissinese Paul Renner tratterà «San Paolo e la cultura contemporanea». Trento 19.30 Cinerasmus Facoltà di Economia - Aula Rossa. Per «Cinerasmus», i migliori film in lingua originale (sottotitolati), oggi «Moulin Rouge» di Baz Luhrmann (Australia/Usa, 2001). Borgo Valsugana 20 Bastard Sons Palasport. Concerto dei «The Bastard Sons of Dioniso». Trento 20.30 Romolo Auditorium S. Chiara. Da oggi a domenica, sempre alle 20.30 (domenica alle 16), lo spettacolo teatrale «Romolo, il grande» di Friedrich Dürrenmatt con la Compagnia Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini. Trento 20.30 I due Cermìs Barycentro - piazza Venezia 38. Incontro su «I due Cermìs» (9 marzo 1976 e 3 febbraio 1998). A cura di Luigi Sardi e la voce narrante di Chiara Turrini. Trento 20.30 Cinema Sala civica - via Perini 2/1. Proiezione del film «Bleep - Ma che ...bip...sappiamo veramente?» di W. Arntz, B. Chasse e M. Vicente. A cura delle associazioni Unanima, Lakshmi e Alaya. Ronzone 20.30 Diego Giovannini In Municipio. Proiezione del docufilm «Solo per un 8000» con l'alpinista Diego Giovannini. Rovereto 20.30 San Paolo Fondazione Caritro - piazza Rosmini. Incontro su «San Paolo: icona della Parola», con Vladimir Zelinsky, teologo ortodosso. Rovereto 20.30 Okinerò Quartet Ristorante La Brace - viale del Lavoro 18. Concerto dell'«Okinerò Quartet» da Roma. Trento 21 CineGay Centro sociale «Bruno». Per la rassegna «Giovedì Cine Mondo Gay», il film «Lonesome Cowboy» di Andy Warhol (Usa 1968). Trento 21.30 Anansi Locale «21.1» - via dei Ventuno. Concerto di «Anansi e the Buffalo Soldiers». Trento 21.45 Half Quartet Circolo Wallenda - via S. Martino 45. Concerto del «Placentea Half Quartet», Alvise e Pier Paolo Berti. 19/03/2009

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Da Tokyo con passione per celebrare le note di Haydn (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Da Tokyo con passione per celebrare le note di Haydn Lorenzo Tozzi La globalizzazione culturale si tocca oggi con mano. A festeggiare il papà della sinfonia, Franz Joseph Haydn, non è questa sera al Teatro Olimpico (per il cartellone dell'Accademia Filarmonica Romana) un ensemble europeo, bensì un prestigioso gruppo nipponico come il Quartetto di Tokyo. Ed invece di ricordarlo nelle sue aggraziate Sinfonie lo si evoca nel non meno importante genere del quartetto per archi, della cui forma fu fondatore. Quattro preziosi Stradivari, appartenuti un giorno a Paganini, oggi nelle mani dei quattro solisti lasceranno risuonare così quattro Quartetti dell' op.76 (n.4 Del levar del sole, n.1, n.2 Le Quinte e n.5), pubblicati nel 1799, considerati summa dell'arte quartettistica haydniana. Ne scriveva con entusiasmo uno spettatore d'eccezione come il musicografo inglese Charles Burney che li riteneva pieni di buon gusto. Una maniera originale di celebrarne il bicentenario della scomparsa nell'ambito della Settimana Haydn promossa dal Forum Austriaco di cultura. Formatosi in Giappone e perfezionatosi alla Julliard School di New York, il Quartetto di Tokyo è tra i più prestigiosi ensemble cameristici del mondo.

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Lorenzo Tozzi La globalizzazione culturale si tocca oggi con mano. (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Lorenzo Tozzi La globalizzazione culturale si tocca oggi con mano. A festeggiare il papà della sinfonia, Franz Joseph Haydn, non è questa sera al Teatro Olimpico (per il cartellone dell'Accademia Filarmonica Romana) un ensemble europeo, bensì un prestigioso gruppo nipponico come il Quartetto di Tokyo. Ed invece di ricordarlo nelle sue aggraziate Sinfonie lo si evoca nel non meno importante genere del quartetto per archi, della cui forma fu fondatore. Quattro preziosi Stradivari, appartenuti un giorno a Paganini, oggi nelle mani dei quattro solisti lasceranno risuonare così quattro Quartetti dell' op.76 (n.4 Del levar del sole, n.1, n.2 Le Quinte e n.5), pubblicati nel 1799, considerati summa dell'arte quartettistica haydniana. Ne scriveva con entusiasmo uno spettatore d'eccezione come il musicografo inglese Charles Burney che li riteneva pieni di buon gusto. Una maniera originale di celebrarne il bicentenario della scomparsa nell'ambito della Settimana Haydn promossa dal Forum Austriaco di cultura. Formatosi in Giappone e perfezionatosi alla Julliard School di New York, il Quartetto di Tokyo è tra i più prestigiosi ensemble cameristici del mondo.

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<In Europa un vento di destra: pure Tremonti è meno liberista> (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 67 del 2009-03-19 pagina 6 «In Europa un vento di destra: pure Tremonti è meno liberista» di Luca Telese Il sindaco di Roma: «È il momento migliore per fondare una grande forza unitaria Il rischio per An? «Tenere il freno a mano tirato. Ma non succederà, siamo coriacei» RomaGianni Alemanno su una poltrona del suo splendido ufficio capitolino. Sta parlando da otto minuti, si apre una porticina, sulla destra. Entra un collaboratore, chiamiamolo numero uno, con il telefonino A. Il sindaco si interrompe, affronta la grana (assessorile), annota un promemoria sul palmare, riparte: «Dunque, stavamo parlando di Fini...». Sei minuti e squilla il telefono sul tavolino. Il sindaco si interrompe, affronta la grana (municipalizzata, settore rifiuti) e riprende: «Dunque, stavamo parlando di Berlusconi...». Altri cinque minuti, ancora la porticina, un altro collaboratore, chiamiamolo due, telefonino B. Il sindaco s'interrompe, affronta la grana (cerimoniale) e riprende: «E sul partito unico...». Altri sette minuti: rientra numero uno, telefonino A. Il sindaco si interrompe, discute (assessore, altra piccola rogna). Ricomincia: «Stavo dicendo: la mèta...». Mentre lo dice si illumina: un guizzo, apre un Moleskine nero, annota a penna. Sbircio. Un geroglifico. Chiedo: «Cos'è?». E lui: «Appunti per il discorso». Di nuovo il telefono sul tavolo. Altra grana. Altro appunto sul palmare. Di nuovo la porticina, numero uno, telefonino A. Io e Simone Turbolente, il portavoce, ci guardiamo. Alemanno stacca e riattacca, come se fosse normale. Gli dico: «Ha presente quelle partite di scacchi in cui il campione gioca in simultanea con dieci sfidanti? Lei è così». Alemanno scoppia a ridere: «Speriamo di dare scacco...». Altro appuntino sul Moleskine, stavolta l'altro lato: «Dietro annoto spunti ideali, davanti questioni tecnico-operative». Lei era il più identitario dei dirigenti di An, come mai ora è il più tranquillo? «Da Vespa, un giornalista di sinistra come Sansonetti ha detto: "Il Pdl nasce in un clima propizio: in Europa soffia un grande vento di destra". È vero. Non c'è momento migliore per l'operazione». Il vento può finire. «Certo. Ma la gente sceglie la destra perché oggi è la risposta più seria e convincente alla globalizzazione e alla crisi. E allora dobbiamo approfittarne ora per fare un partito radicato nei valori identitari, moderno, riformatore, non regressivo». Cosa intende per «non regressivo»? «Che non cerchi risposte facili e scorciatoie: protezionismi, xenofobie, mancanza di attenzione alla giustizia sociale». Per lei la sinistra non è credibile? «No. Perché di fronte alla crisi reagisce con un cosmopolitismo a priori, e negando le paure della gente. Loro sono astratti, noi viviamo nella realtà». Cosa sarà il Pdl, più di An? «Sarà più di An e più di Forza Italia: un progetto di rilancio nazionale, che riafferma le sue radici identitarie per proiettarle verso il futuro. Governare non basta». In che senso? «Bisogna evitare due derive: il paternalismo e il conservatorismo. Offrire un'idea di partecipazione, partire dall'etica di una nuova cittadinanza, dalla definizione di diritti e doveri di ognuno». Alla vostra destra la Lega punta sull'identità locale e guadagna voti. «Dobbiamo tenerne conto, ma dobbiamo essere meno difensivi: puntare a un'Italia capace di guardare in Europa. I flussi migratori, ad esempio, vanno regolati, ma non possono essere interrotti». Come si fa a conciliare le due cose? «Ad esempio favorendo l'immigrazione rotazionale. Gli stranieri vengono in Italia, lavorano anni, e poi tornano a casa. L'importante è che la legalità, le leggi e la nostra identità vengano rispettate». Esempio concreto: la grande polemica sulla facoltà concessa ai medici di denunciare gli stranieri. «Sono convinto che queste idee non vadano enfatizzate: si rischia non solo di dare un'immagine negativa ma di ostacolare l'attività della sanità pubblica. Noi siamo alleati della Lega, ma non dobbiamo subire la loro egemonia». Da un lato c'è il rischio radicalizzazione, dall'altro quello di moderatismo? «Non bisogna commettere gli errori della vecchia Dc, pur rispettando la funzione storica svolta da questo partito. Non dobbiamo amministrare senza progetto e regalare l'idea di futuro alla sinistra». Che rischio corre chi viene da An? «Il freno a mano tirato. E poi, ovviamente, la riserva indiana!». Prego? «Il freno è uno stato d'animo. Pensare di stare nel Pdl, ma per frenare quel che viene da Forza Italia». E la riserva indiana? «Entrare nel Pdl con il complesso della nostalgia addosso». Però il rischio annessione c'è. «Tutte sciocchezze! Il Pdl assomiglierà molto poco anche a Forza Italia». Mi convinca. «Primo: noi di An siamo un popolo politico caratterizzato e coriaceo. Secondo: le nostre idee sono già nel Dna di tutti». Mi faccia un esempio. «La metamorfosi di Tremonti, da liberista alla critica del mercatismo affine a quella della destra sociale». Perché ha chiesto il voto segreto? «È un problema superato, deciderà il congresso. Ma non era una proposta contro Berlusconi. Al contrario: il consenso strutturato rafforza la leadership». Due leader sono troppi? «Fini porta la politica e le istituzioni. Berlusconi il contatto con la gente. È un mix vincente». Lei nel Pdl porta la Thatcher o Peròn? (Sorriso) «Semmai De Gaulle. Vedrà...». È una passione recente? «L'ho studiato un po'. E ho scoperto, per esempio, che introdusse il quoziente familiare già nel 1946!». La riduzione delle tasse in base al numero dei figli. È uno dei suoi pallini. «Già! Pensi che De Gaulle cadde perché voleva una forma di partecipazione dei lavoratori ai profitti di impresa». Proprio come lei. (Altro sorriso). «Io vorrei introdurre la partecipazione, ma non cadere». E se Berlusconi deciderà tutto? «È stato lui stesso a dire che entro un anno bisognerà fare i congressi provinciali. E sporcarsi le scarpe. Come vede, siamo lontani anni luce dal partito di plastica. Siamo già tutti quanti una cosa diversa da An e Forza Italia». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Nella deliziosa commedia del 1961 Un, due tre Billy Wilder raccontava la proiezione amer... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nella deliziosa commedia del 1961 «Un, due tre» Billy Wilder raccontava la proiezione americana verso il blocco comunista attraverso non le armi, non l'idelogia ma una bibita simbolica e frizzante, la Coca-Cola. Nulla è infatti più America nel mondo della Coca-Cola. Per segnare la sua scelta filo americana Deng Xiaoping, il padre delle riforme cinesi, volle la Coca-Cola in Cina e non la Pepsi, in fondo meno simbolica, meno a stelle e strisce. Da quella scelta politica oggi la Coca-Cola domina il mercato delle bevande del Paese fino al punto di volerlo quasi monopolizzare con il tentativo di prendere il controllo di un altro gigante dell'arte di dissetare, il mega produttore di succhi di frutta Huiyuan. Però, a una settimana dal viaggio in America del ministro degli esteri Yang Jiechi, Pechino sembra volere chiudere la porta in faccia a Washington impedendo il mega piano di espansione che avrebbe dato alla bevanda Usa oltre il 40 per cento del mercato nazionale. Yang ha discusso con tutta l'amministrazione americana su una lista complessa di temi, dall'economia alla sicurezza in Asia, al Medio oriente, alla spinosa questione dell'Iran. La decisione del ministro del commercio estero cinese contro l'acquisizione appare non casuale, sembra un messaggio. L'acquisizione della Huiyuan per 2,4 miliardi di dollari era il più grande tentativo di acquisizione da parte di una società straniera di una azienda cinese. Pechino formalmente ha spiegato che l'operazione avrebbe creato un monopolio delle bevande e avrebbe schiacciato la competizione a molti livelli. La Huiyuan domina il settore dei succhi di frutta e ha oltre il 10 per cento del mercato delle bibite, settore cresciuto del 15 per cento nel 2008. La Coca-Cola ha il 9,7 per cento del mercato e la Cina è oggi il suo quarto mercato per importanza mondiale, terreno di scontro strategico con la rivale Pepsi. Difficile negare questo fatto basandosi semplicemnte sui numeri, ma certo, la recente legge sul monopolio è stata finora usata in maniera molto parziale in Cina e sembra singolare che la decisione venga annunciata oggi e non invece tra qualche settimana, saltando le coincidenze politiche. In realtà le camere di commercio internazionali a Pechino non hanno fatto mistero di sospettare azioni di protezionismo in un momento in cui le aziende cinesi si stanno guardando intorno nel mondo per operazioni di acquisizione. Il messaggio però, suggeriscono a Pechino, andrebbe visto proprio in relazione con il recente viaggio a Washington di Yang. Yang è andato in America con la borsa dei soldi per sostenere ancora l'economia locale e cercare di offrire un appoggio per evitarne il tracollo. In concreto questo significherà nuovi acquisti di enormi pacchetti di obbligazioni americane di ogni tipo. Secondo stime della Rand Corporation la Cina ha già 1,7 trilioni di dollari di obbligazioni americane, di più se si contano gli acquisti anche di Hong Kong. In Cina si levano voci sempre più contrarie a questa immensa campagna acquisti in America, anche perché significa meno soldi investiti nell'interno povero della Cina e non si concretizza con l'acquisizione di aziende americane da parte cinese. Nel 2005 gli Usa impedirono alla compagnia CNOOC cinese di comprare l'azienda petrolifera americana Unocal per 18,5 miliardi di dollari. Questo è proprio il punto che sta a cuore a Pechino. La Cina vorrebbe che l'America sollevasse quelle che sono le attuali restrizioni di fatto alle aziende cinesi per comprare aziende americane. Perciò manda un messaggio: noi per ora sospendiamo l'acquisizione da parte della Coca-Cola. Il terreno comunque è delicato. L'importanza strategica del petrolio oppure delle aziende industriali Usa su cui i cinesi stanno mettendo ora gli occhi, non è la stessa delle bibite. Ma neppure la Cina è più disposta a firmare assegni in bianco all'America in attesa che la crisi finanziaria e la svalutazione del dollaro si mangino tutto il capitale cinese. Alla fine in ogni caso il problema non sono i soldi, ma, come per l'«Un, due, tre» di Billy Wilder, la politica e i suoi simboli. Il presidente Usa Barack Obama che cosa sarà disposto a dare al suo collega cinese Hu Jintao durante il loro incontro a Londra ad aprile? Con la risposta giusta si stappa una Coca-Cola gigante per tutti, altrimenti acqua di rubinetto. La Coca non è sotto pressione solo in Cina, Il presidente venezuelano, Hugo Chavez, ha lanciato un ultimatum alla Coca-Cola perché liberi entro un terreno di un ettaro ad Ovest della capitale Caracas, che dovrà essere destinato alla costruzione di case popolari. Una decina di giorni fa, durante il suo consueto programma televisivo settimanale «Alò presidente», Chavez aveva detto, rivolgendosi ai dirigenti della Coca-Cola: «vi chiedo di andarvene ora. Concedo all'azienda Coca-Cola due settimane perché liberi volontariamente quel terreno».

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schiaffo a bush e vaticano, obama apre ai gay - alberto flores d'arcais (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 4 - Esteri Schiaffo a Bush e Vaticano, Obama apre ai gay La Casa Bianca: firmeremo la carta dell´Onu contro le discriminazioni di genere "I diritti devono essere applicati allo stesso modo senza distinzioni di carattere sessuale" ALBERTO FLORES D´ARCAIS dal nostro inviato new york - I gay hanno gli stessi diritti di tutti gli altri esseri umani. Ribaltando la posizione dell´amministrazione Bush, che il 18 dicembre non aveva firmato la dichiarazione proposta all´Onu dalla Francia, la Casa Bianca di Obama si unisce adesso a quel fronte di 66 paesi che l´aveva sottoscritta (in primis quelli della Ue) e prende le distanze dal blocco (maggioritario all´Onu) delle nazioni che gli omosessuali continuano a discriminarli: i paesi islamici, la Russia, la Cina e il Vaticano. La notizia è stata confermata ieri dal portavoce del Dipartimento di Stato Robert Wood. Si tratta, ha spiegato Wood, di una dichiarazione politica, che non comporta i vincoli giuridici di una risoluzione ma che vuole sottolineare l´impegno della Casa Bianca per la difesa dei diritti umani in tutto il mondo: «Il fatto di sostenere questa dichiarazione non ci dà alcun obbligo legale». «Si riafferma il principio di non discriminazione in base al quale i diritti dell´uomo vengono applicati allo stesso modo a ciascun essere umano, indipendentemente dai suoi orientamenti sessuali o dall´identità di genere». Questo il testo dell´appello lanciato dalla Francia nel dicembre scorso che chiedeva la depenalizzazione mondiale dell´omosessualità. Allora il testo era stato sottoscritto dai paesi Ue, da Canada, Australia, Giappone e da diversi paesi latino - americani. Gli Usa si erano distinti per essere l´unica nazione del cosiddetto blocco «occidentale» a schierarsi contro. Una scelta molto criticata (anche da esponenti repubblicani) che aveva visto gli Stati Uniti allearsi con suoi tradizionali nemici e avversari - dittature islamiche, regimi autoritari - rompere con i suoi alleati di sempre e ricevere il plauso del Vaticano. La svolta, dice adesso Wood, vuole dimostrare che «gli Stati Uniti difendono a viso aperto i diritti umani e condannano gli abusi di tali diritti in ogni parte del mondo. Per questo motivo ci uniamo agli altri paesi che hanno firmato quella dichiarazione e ribadiremo l´importanza per il rispetto dei diritti umani per tutti in ogni sede». L´omosessaulità è considerata un crimine in 77 paesi del mondo e in sette è punita con la morte. La posizione decisa a dicembre dall´allora presidente Bush era la logica conseguenza di una linea sui diritti degli omosessuali ispirata dai gruppi religiosi e consevatori che erano stati decisivi nella rielezione di Bush nel 2004. Obama, personalmente contrario ai matrimoni gay, si oppone a una legge federale che li proibisca («devono decidere gli Stati») e funzionari della Casa Bianca hanno più volte sostenuto che un desiderio del presidente è quello di abrogare la controversa legge che permette a gay e lesbiche di essere arruolati nelle forze armate solo a condizione di tacere il loro orientamento sessuale. La svolta della Casa Bianca ha avuto l´immediato plauso del ministro francese per diritti umani, Rama Yade, delle organizzazioni gay e di Amnesty International.

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cruise: "un film a hollywood sulla cattiva giustizia italiana" - attilio bolzoni firenze (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 53 - Spettacoli Il libro Cruise: "Un film a Hollywood sulla cattiva giustizia italiana" "The monster of Florence" dal libro del cronista indagato Tra i best seller in Usa, è uscito nell´indifferenza in Italia: "Neanche una recensione" Il caso di Mario Spezi: in un gorgo giudiziario per non aver accettato la verità ufficiale ATTILIO BOLZONI FIRENZE Cominceranno a girare nella campagna toscana, in estate. E anche se il titolo - The monster of Florence - porta a immaginare che vedremo un altro film sul solito serial killer, chi sta lavorando al soggetto garantisce che ci sarà poco sangue e molta rabbia. A Hollywood vogliono fare una grande denuncia sulla malandata giustizia italiana. Con una storia che ha sbalordito i reporter d´America. Quando ha comprato i diritti del suo libro, Tom Cruise gli ha detto: «Mario, il protagonista sarai tu: un giornalista che si è messo in testa di rivedere un´indagine poliziesca sbagliata e solo per questo è stato schiacciato dal potere». Mario è Mario Spezi, il cronista fiorentino arrestato con l´accusa di avere depistato con i suoi articoli l´indagine sul mostro di Firenze. Dopo tre anni è ancora al centro di un delirio giudiziario, un tormento infinito coperto da un silenzio che fa paura. Il libro che ha scritto - Dolci colline di sangue - è stato pubblicato in Cina e in Polonia, in Ungheria e in Corea e in Brasile, in Spagna e ancora in Norvegia e in Inghilterra. Quattordici edizioni. Negli Stati Uniti ha venduto 300 mila copie, per otto settimane ha occupato il terzo posto nella classifica dei best seller sul New York Books Rewiew. «E in Italia, non ha avuto una sola recensione», ricorda lui. La sua colpa è stata quella di inseguire una verità non ufficiale, contestare un´indagine che a lui sembrava sgangherata. La sua fortuna è stata invece quella d´incontrare un collega americano, autore di thriller di successo. Dalla galera a Hollywood. Passando e ripassando dalla procura di Perugia nell´indifferenza di tutti. Così è scivolato in un girone infernale della nostra giustizia. La trama: un´inchiesta e una contro-inchiesta, un cronista in carcere per 23 giorni e un altro rispedito minacciosamente oltre Atlantico, abusi, intercettazioni illegali, incriminazioni a raffica generate da dubbie fonti, un sottobosco popolato da mitomani, un accanimento accusatorio e una tortuosità investigativa che ha preso forme sempre più ossessive. I protagonisti: Mario Spezi e lo scrittore Douglas Preston, il magistrato perugino Giuliano Mignini (che è anche il pm dell´omicidio della studentessa Meredith Kercher), l´ex capo della «squadra antimostro» Michele Giuttari, suggeritori già condannati per calunnia, noti giudici e alti funzionari dello Stato e personaggi dello spettacolo trascinati in improbabili vicende di satanismo e perfino in omicidi e stragi. Ecco cosa farà vedere The monster of Florence, prodotto dalla United Artists di Tom Cruise e con la sceneggiatura di Chris McQuarrie, quello che ha vinto un Oscar con "I soliti sospetti". Ecco come Hollywood racconterà un viluppo poliziesco-giudiziario e le sventure di Mario Spezi. Un arresto che The Guardian ha definito «il più grande abuso contro la libertà di stampa nel mondo occidentale dalla fine della guerra». I fatti, dall´inizio. A Firenze s´indaga da anni sui delitti del «mostro». Una pista, tanto tempo dopo, punta a Pietro Pacciani e ai famigerati «compagni di merende». Tutti i cronisti della città sono a caccia di scoop. Fra di loro c´è Mario Spezi, che fa la «nera» alla Nazione dal 1973. Lui però non crede che Pacciani e quegli altri siano i veri colpevoli. Insegue tracce che gli inquirenti hanno abbandonato e, a torto o a ragione, è convinto che i delitti del mostro conducano ad alcuni pastori sardi che vivono in Toscana. Al suo fianco c´è Preston, il reporter del New Yorker. La polemica è accesa. Mario usa toni aspri nei confronti di Michele Giuttari, poliziotto, ex dirigente della Mobile fiorentina e poi a capo del Gides (Gruppo investigativo delitti seriali). è l´autunno del 2004 e quelli del Gides piombano nella casa di Spezi per perquisirla. Il giornalista è sotto indagine per quello che scrive, l´ipotesi di reato «è tentativo di interruzione di servizio pubblico». La sorpresa: l´irruzione non è ordinata dai magistrati di Firenze che indagano sui delitti del mostro ma da un magistrato di Perugia - Giuliano Mignini - che c´entra niente con quel caso. è un´inchiesta «fotocopia» la sua, che si sovrappone all´altra. Il pretesto tecnico per avviarla gli arriva da un cadavere ripescato, nel 1985, nel lago Trasimeno. Il morto è Francesco Narducci, un giovane medico che sarebbe stato ucciso perché - secondo voci, soltanto voci - sapeva chi aveva ordinato i delitti attribuiti al mostro di Firenze. Intato Spezi e Preston continuano con le loro ricerche e decidono di scrivere un libro. Quando è finito - nel marzo 2006 - l´americano viene «convocato» a Perugia da Mignini, interrogato, indagato per reticenza e falsa testimonianza. Vuole coprire il suo «complice» italiano, lo accusa il pm. Terrorizzato, Preston il giorno dopo torna nel Maine. Il 7 aprile arrestano Spezi. Detenuto per più di tre settimane. è il Tribunale della Libertà a annullare il mandato come «illegale e destituito da ogni fondamento». Le indagini di Perugia però continuano. E Spezi è ancora indagato. Questa volta per l´omicidio di Narducci, il medico trovato nel Trasimeno. L´indagine è sempre del poliziotto Giuttari, il pm è sempre il perugino Mignini. Sostengono che Spezi depista «per allontanare da sé i crescenti sospetti», che ogni suo articolo «è in perenne, inspiegabile, livoroso contrasto con gli inquirenti». E questa volta la nuova accusa è costruita sulle «indicazioni» di Gabriella Carlizzi, una signora romana che «parla con la Madonna di Fatima» e raccoglie soffi su tutti i grandi misteri italiani. Già condannata in passato - calunnia - per avere fatto il nome dello scrittore Alberto Bevilacqua come mostro di Firenze, la Carlizzi è una «supertestimone» di professione. Rivelazioni sull´omicidio di via Poma, sulla strage di Capaci, su Moro. A Perugia dice di avere «appreso» da un detenuto particolari su un´antica setta denominata «La Rosa Rossa», coinvolta nei delitti della Uno bianca e nelle bombe dei Georgofili. E naturalmente nei delitti del mostro di Firenze e nell´uccisione di Narducci. La Carlucci consegna un dossier di 85 pagine che viene secretato da Mignini «per la sua delicatezza». Qualche mese fa Spezi esce dall´inchiesta sull´omicidio, ma lo indagano ancora. Associazione a delinquere. Sono in 22. Ufficiali dei carabinieri, l´ex questore di Perugia, il comandante dei vigili del fuoco, il capo del nucleo elicotteristi. Insieme, avrebbero depistato le indagini su Narducci. Angosciato, umiliato, nella sua bella casa sulle colline intorno a Firenze Mario Spezi aspetta la prossima mossa dei «cacciatori» di mostri.

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Il G20 fermi il protezionismo o sarà disastro totale (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il G20 fermi il protezionismo o sarà disastro totale Richard Baldwin e Simon Evenett Quando, nel novembre scorso, si sono incontrati a Washington i leader del G20, il commercio era un argomento secondario. Gli sforzi immediati furono rivolti a stabilizzare i sistemi finanziari e a rilanciare le economie. Quando si incontreranno al summit di Londra ad aprile, il commercio dovrà essere in primo piano, in quanto sta subendo un crollo improvviso, grave e sincronizzato a livello globale. Sono già emerse forze protezioniste, che si rafforzeranno con il peggiorare della recessione. Questo non è però un protezionismo anni Trenta, che si basava su dazi chiari. I provvedimenti dei governi per combattere la crisi hanno generato nuove, oscure forme di protezionismo che discriminano le aziende, i lavoratori e gli investitori stranieri - spesso in modi subdoli. Un archivio della Banca Mondiale rileva 47 misure che limitano il commercio attuate da membri del G20, nonostante la promessa durante il summit di Washington di evitare tali provvedimenti. È aumentato in modo sensibile anche l'uso del protezionismo legale dell'Organizzazione mondiale del commercio, che prevede misure come il divieto di esportazioni sottocosto. Il libro da noi pubblicato su VoxEU.org dichiara che il protezionismo non è ancora una causa del crollo del commercio. Sarebbe comunque irresponsabile non riconoscere che lo spettro del mercantilismo sta bussando alla porta di tutti, e che la recessione incoraggia impulsi protezionistici in ogni membro del G20. Come ha notato Ernesto Zedillo, professore a Yale e ex presidente messicano, una controreazione perversa tra recessione e protezionismo non è più una reminiscenza storica degli anniTrenta, ma un possibile scenario attuale, se tutto va bene poco probabile. È anche uno scenario che i leader del G20 potrebbero escludere con un'azione immediata e decisa durante il summit di Londra. La non comparsa di una spirale protezionismo-recessione è una delle poche cose che non sono ancora andate storte in questa crisi. Il G20 dovrebbe provare a uscire dalla crisi e fare alcuni passi concreti per assicurarsi che questa spirale non inizi mai. Nel nostro libro esperti di commercio provenienti da tutto il mondo forniscono una lista dei passi da compiere. La proposta più coraggiosa di Zedillo suggerisce di mantenere la "pace" preparandosi alla guerra. Consiglia alle nazioni di promettere di usare qualunque mezzo legale abbiano a propria disposizione per vendicarsi di chi applica provvedimenti protezionistici che colpiscono le loro esportazioni. «Tutto ciò di cui hai bisogno - scrive - è un partner commerciale importante da minacciare, poi gli altri faranno lo stesso... Abbiamo bisogno di amore duro, non di parole dolci nelle circostanze attuali». Le altre proposte del libro sono più tradizionali, e suggeriscono un impegno rivolto all'applicazione di misure più specifiche e più ampie che impediscano un nuovo protezionismo supportate da un meccanismo di sorveglianza in tempo reale, un impegno per negoziare la rimozione di tutti i provvedimenti collegati alla crisi entro tre anni e una trattativa condotta dai leader che riporterebbe d'attualità i negoziati di Doha. Le due spiegazioni principali (ma non le uniche) della chiara contrazione del mercato sono l'utilizzo diffuso di catene di rifornimento e il prosciugarsi del credito commerciale a breve termine. Le catene di rifornimento potrebbero rivelarsi fondamentali. I prodotti finiti da esportare non sono più fabbricati in un Paese e venduti in un altro. Oggigiorno i beni vengono prodotti attraverso complesse reti internazionali: le nazioni sono anelli delle catene di rifornimento internazionali, come Peter Schott, professore di Yale, ha affermato nel 2007 in una rubrica di VoxEU.org. Ma come spiega questo la caduta libera del commercio? Una minore spesa degli Stati Uniti destinata, ad esempio, a computer portatili assemblati in Cina non soltanto fa diminuire le esportazioni cinesi: dato che le parti e i componenti dei portatili vengono prodotti in tutto il mondo, cadono le esportazioni dell'intera catena di rifornimento. Il crollo del commercio è l'amplificazione del crollo della domanda statunitense di importazione di prodotti finiti causato dalla recessione. La questione è che il commercio è misurato in base al valore totale dei beni, e lo stesso prodotto attraversa i confini più volte mentre le parti diventano componenti, i componenti diventano prodotti semifiniti e i prodotti semifiniti diventano prodotti finiti. In questo modo le catene di rifornimento internazionali amplificano gli effetti dei cali nazionali delle domande sul mercato. Le catene di rifornimento spiegano anche il perché di un crollo inusualmente improvviso e sincronizzato. Gli anelli della catena comunicano in continuazione per mantenere il flusso di parti e componenti in linea con la domanda di beni finiti. Quando arriva la comunicazione che in Cina verrà assemblato un computer portatile in meno, l'intera catena scala immediatamente. La maggioranza delle operazioni di commercio internazionale vedono un'azienda che ordina prodotti a un'altra. L'esportatore non è sicuro di venire pagato, mentre l'acquirente affronta il rischio di fidarsi della controparte fino a quando il bene esportato non viene effettivamente consegnato nel porto straniero e il pagamento non viene effettuato. Per superare questa situazione le banche dell'acquirente e del venditore di solito pubblicano i crediti a confronto, con una lettera di credito che funge da primo esempio. La crisi ha colpito la finanza del mercato in due modi: il primo coinvolge gli operatori che hanno sempre usato questo metodo di finanziamento, per i quali ora è più difficile ottenere credito. Le banche non si fidano più le une delle altre, e quindi la pubblicazione di crediti a confronto si sta interrompendo, nonostante il credito commerciale venga visto come un rischio particolarmente sicuro. I crediti commerciali (come tutte le forme di credito) sono colpiti dalla difficile situazione generale dei crediti. Il secondo modo in cui la crisi ha colpito il mercato è causato dalla diffusa paura dell'ignoto che ha portato molti operatori a insistere su partner commerciali con i quali avevano già lavorato in quanto sanno di potersi fidare di loro. Una legge fissa dell'economia dice che l'incremento degli interventi dei governi nell'economia sono sempre accompagnati da provvedimenti che favoriscono beni, aziende, lavoratori e investitori nazionali. Gli enormi salvataggi finanziari e i pacchetti di incentivi fiscali non fanno eccezione. Ma questo non è il protezionismo di Economics 101. Questo è un "protezionismo oscuro", provvedimenti che abusano della discrezione legittima permessa da vari accordi commerciali internazionali. Gli esempi includono abusi nei regolamenti riguardanti salute e sicurezza e clausole nei pacchetti di incentivi che prevedono che la spesa sia esclusivamente in favore dei produttori nazionali. Per adesso i Paesi sviluppati tendono a basarsi su regolamenti e sussidi, mentre quelli in via di sviluppo usano tutte le forme possibili di protezionismo, in modo particolare dazi e altri provvedimenti legati all'attraversamento dei confini. La Russia, ad esempio, ha aumentato i dazi sulle automobili usate, mentre l'Ecuador li ha aumentati su più di 900 oggetti. L'India ha proibito i giocattoli cinesi in quanto presumibilmente non sicuri, e una clausola nella recente legislazione statunitense sugli incentivi sovvenziona la produzione di batterie e componenti avanzati, ma soltanto per i produttori che si trovano negli Stati Uniti. La rappresaglia contro i provvedimenti stranieri non è ancora stata una motivazione importante, tranne che nei settori bancario e automobilistico. I salvataggi a quest'ultimo, annunciati o discussi, provano un modello deliberato di rappresaglia/reazione. Dopo che gli Stati Uniti hanno iniziato a discutere sugli enormi salvataggi in favore delle case automobilistiche statunitensi, Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia, Russia, Svezia e Cina stanno tutte prendendo in considerazione, o hanno già implementato, provvedimenti per salvare l'industria dell'auto. La paura reale è che questa sorta di spirale della ritorsione potrebbe allargarsi ad altri settori se il G20 non riuscirà ad agire in modo deciso durante la riunione di aprile. Una spirale protezionista nei prossimi nove mesi sarebbe una tragedia, spegnerebbe ogni speranza circa la riuscita dei pacchetti di stimoli oltre a quella che la cooperazione per combattere la crisi economica prepari il terreno per affrontare altri problemi comuni mondiali. Questa semplice verità sembra non avere ricevuto l'attenzione che meritava. Forse perchè il G20 riunisce ministri dell'economia e banche centrali. © 2009 Yale Center for the Study of Globalization. Ripubblicato con il permesso di YaleGlobal Online (http://yaleglobal.yale.edu).(Traduzione di Carlo Abbona) Richard Baldwin è professore di economia internazionale presso il Graduate Institute di Ginevra e direttore politico del Centre for Economic Research e redattore capo di VoxEU.org. Simon Evenett è professore di commercio internazionale presso l'Università di San Gallo, membro della Warwick Commission on the Future of the Multilateral Trading System after Doha e codirettore del Cepr Programme in International Trade and Regional Economics. Entrambi sono coredattori di "The Collapse of Global Trade, Murky Protectionism, and the Crisis: Recommendations for the G-20", pubblicato da VoxEU.org. 19/03/2009

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l'italia contesa da nuove egemonie (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 50 - Cultura L´Italia contesa da nuove egemonie Anticipiamo alcune pagine del nuovo libro di Aldo Schiavone, intitolato L´Italia contesa. Sfide politiche ed egemonia culturale (Laterza, pagg. 90, euro 14). Compare in questi giorni in una nuova collana che si chiama "Anticorpi". E´ una riflessione sulla vita italiana degli ultimi vent´anni, travolta dalla globalizzazione economica e dalla trasformazione politica.

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Concorrenza a rischio , la Coca Cola non passa (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

CINA Il marchio Usa voleva la principale azienda locale di succhi di frutta «Concorrenza a rischio», la Coca Cola non passa Simone Pieranni La Coca Cola non potrà diventare la regina dei succhi di frutta in Cina. Pechino ha infatti bloccato l'acquisizione da parte del colosso Usa della China Huiyuan Juice Group Ltd., azienda cinese che detiene il 40% del mercato nella produzione di bevande non alcoliche e non gassose. Per la Coca Cola tramonta una possibilità di affari decisamente più vasta rispetto al limitato, per ora, mercato delle bevande frizzanti in Cina. C'era grande attesa intorno all'operazione per svariati motivi: sarebbe stata la più imponente acquisizione di una società cinese da parte di un'azienda estera e si era interessati a valutare il funzionamento della legge anti monopolio cinese varata solo lo scorso agosto, dopo anni di bozze e tentativi. La Coca Cola da parte sua era arrivata all'operazione nel migliore dei modi. Durante le Olimpiadi di Pechino era stata una degli sponsor più imponenti e visibili, con i propri prodotti presenti in ogni punto di Pechino. Grazie a questa azione commerciale vasta, si dice che avesse anche rafforzato i propri legami con la nomenclatura cinese, indispensabile per aumentare il proprio giro di affari in un paese in cui il network relazionale è determinante. Aveva effettuato l'annuncio di un ulteriore investimento di due miliardi di dollari in Cina e monetizzato un'offerta di 2,4 miliardi di dollari, presentata lo scorso autunno, che aveva già sciolto le riserve degli azionisti della Huiyuan, azienda quotata in borsa ad Hong Kong. Sottoposta a controlli e richieste, la Coca Cola aveva aggiustato il tiro: tutto sembrava pronto per la grande mossa. Ne sarebbe venuta fuori un'operazione commerciale d'altri tempi, con un potenziale giro d'affari dei due gruppi uniti che avrebbe superato i 10 miliardi di yuan, oltre un miliardo di euro, tenendo conto dei numeri di bilancio del 2007, con oltre 400 milioni di yuan registrati da ciascuna azienda in Cina. Invece, l'operazione è saltata, poiché non consentita dalla nuova legge anti monopolio cinese. Un'acquisizione «negativa per la concorrenza» secondo un comunicato diramato dal ministero del commercio cinese, che ha aggiunto: «se l'operazione fosse andata in porto, i consumatori sarebbero stati costretti ad accettare prezzi più alti e una rosa più ristretta di prodotti». Zhang Junsheng, un professore universitario di economia si è detto soddisfatto: «Questa decisione aiuterà sia i produttori di succhi cinesi, sia quelli esteri a competere in modo corretto ed è un ottimo segnale per le aziende che sviluppano il proprio business su un arco temporale piuttosto lungo». Dopo l'altolà alla Coca Cola tra gli osservatori internazionali rimangono alcuni dubbi sulla decisione, in virtù di una legge anti monopolio sulla quale sono state sollevate nel corso del tempo parecchie perplessità. «Il ministro del commercio cinese dovrà rendere pubblico il motivo della sua decisione», sostiene su Bloomberg Guan Anping, trader cinese, oggi avvocato di un noto studio legale a Pechino: «il governo - aggiunge - deve dimostrare di trattare ogni caso con lo stesso metro di giudizio». La legge anti monopolio cinese era già stata criticata a suo tempo dalla Camera di Commercio Usa e da quella dell'Unione Europea. Ieri alla notizia del blocco dell'acquisizione della Coca Cola, l'Unione Europea ha chiesto chiarimenti a Pechino. La Coca Cola rimane in silenzio, per ora, e con il becco asciutto rispetto ad un'operazione partita nello scorso ottobre e grazie alla quale avrebbe ampliato le proprie quote di mercato come mai ha potuto fare in questi trent'anni di rapporti commerciali con la Cina. Per la Coca Cola il Celeste Impero è infatti il terzo mercato mondiale dopo Stati Uniti e Messico. Per la China Huiyuan Juice Group Ltd. invece è stata una giornata da incubo, da dimenticare il prima possibile. La quotazione dell'azienda, composta dal fondatore Zhu Xinli (che controlla il 36%), la Danone (22,98%) e il fondo di investimento Usa, Warburg Pincus (6,8%), ha fatto un tonfo letale nella Borsa di Honk Kong: il titolo è scesa a picco del 19%, infine è stato sospeso. La decisione sorprendente di Pechino è avvenuta nel giorno in cui la Banca Mondiale ha annunciato una revisione della previsione di crescita dell'economia cinese nel 2009: dal 7,5 al 6,5%. QUELLA LEGGE MURAGLIA ANTI-MONOPOLIO Nell'agosto del 2008 il comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo (il parlamento di Pechino) ha approvato la Legge anti monopolio (fan longduan fa) dopo quasi 13 anni di lavori preparatori. Non sono mancate critiche nei confronti del provvedimento, specie riguardo ad alcuni suoi punti particolarmente oscuri, come ad esempio il tema della National security review, secondo il quale le acquisizioni di aziende cinesi da parte di investitori esteri, che potrebbero produrre effetti sulla sicurezza nazionale, saranno soggette ad un controllo mirato da parte di un organo di competenza, specie su settori chiave dell'economia cinese (energia, armamenti, telecomunicazioni). Secondo Xinhua, l'agenzia governativa cinese, il ministero del Commercio cinese ha già applicato la legge in almeno 40 casi, da quando è stata approvata. Foto: UN CAFFÈ ALL'APERTO A SHANGHAI /FOTO AP

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Bollicine d'assalto nel Celeste impero (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

PECHINO Bollicine d'assalto nel Celeste impero La Coca Cola ha una lunga storia in Cina. La bevanda dalla ricetta segreta fu il primo prodotto straniero ad essere distribuito a Pechino dopo l'apertura effettuata da Deng Xiaoping nel 1979, dando l'avvio allo sviluppo del mercato delle soda, le bevande gassose, all'epoca inesistente nel Celeste Impero. Col passare del tempo - pur raggiungendo cospicui margini solo nel 2000 - nel mercato cinese il colosso Usa ha dato vita a parecchie joint venture, specie negli anni '90, per ritagliarsi spazi più ampi di mercato. Sono nate le bevande non gassose Tianyudi nel 1993 e la Xingmu nel 1997 attraverso accordi sviluppati con molte compagnie cinesi. Uno studio effettuato nel 2000 aumentò la popolarità della Coca Cola: il giro d'affari della bevanda permetteva l'impiego complessivo di circa 400 mila persone. Oggi la Coca Cola controlla il 52.5% del mercato cinese delle soda (la Pepsi il 33%), secondo i dati di Euromonitor.

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Banchieri corrotti e signori della guerra sulle vie del silicio (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

NOIR Gli affari nello smaltimento dei rifiuti «elettronici» Banchieri corrotti e signori della guerra sulle vie del silicio Benedetto Vecchi FRANCESCO ABATE E MASSIMO CARLOTTO, L'ALBERO DEI MICROCHIP, EDIZIONI AMBIENTE, COLLANA VERDENERO, PP. 237, EURO 13 Un tranquillo paese del Piemonte, dove la vita scorre così lenta e tranquilla da risultare asfissiante tanto è ripetitiva. Tutti si conoscono, dalla maestra elementare all'ufficiale della guardia di finanza al dirigente di banca. Ognuno conduce un'esistenza masticando amaro sui sogni infranti della gioventù, Ci sono anche quelli che guardano con disprezzo il resto dell'umanità, perché non si fanno intrappolare in sentimentalismi: il loro motto è quello degli spiriti animali del capitalismo, dove uomini e donne si trasformano appunto in lupi. Alcuni sono diventati ricchi e guardano con bramosa malizia i centimetri di pelle lasciati scoperti dalle proprie segretarie, sperando di scoprirne, in separata sede, molti di più: altri preferiscono un cinico e limaccioso pragmatismo, acquistando i favori di giovani donne ungheresi o ucraine con i soldi accumulati facendo affari con la criminalità organizzata. A migliaia di chilometri dall'Italia, c'è Monrovia, capitale della Liberia, punto di snodo nello smaltimento illegale di rifiuti elettronici, del traffico illegale di diamanti e di armi. Città caotica, dove la povertà si accompagna al dramma dei soldati bambino ed è alimentata dai tanti signori della guerra che si sono susseguiti al potere. Il rapporto tra i due luoghi è garantito dalle tonnellate di vecchi computer, telefoni cellulari, televisori che devono essere «smaltiti». In Europa, o negli Stati Uniti, smaltire un computer costa dai trenta ai quaranta dollari; in Liberia, o in Cina, tantissimo in meno. Chi riesce a dirottare i rifiuti in queste discariche nel Sud del mondo ha trovato la classica gallina dalle uova d'oro. Il romanzo di Francesco Abate e Massimo Carlotto gira proprio attorno a questo fiorente business. È stato pubblicato da Edizioni Ambiente, nella collana verdenero, della quale va sottolineato la scommessa editoriale. In questa collana, infatti, vengono pubblicati romanzi noir attorno a ciò che i media chiamano ecomafie. Oppure ai disastri ambientali che lo sviluppo capitalistica ci ha abituati (ma anche i regimi dell'ex-socialismo reale non hanno certo scherzato a inquinare il pianeta). Gli scrittori che partecipano a questa avventura di «verdenero» sono tra i migliori del genere noir o della cosiddetta nuova generazione letteraria italiana, da Wu Ming a Giancarlo del Cataldo, da Carlo Lucarelli a Sandrone Dazieri, da Girolamo De Michele a Licia Troisi, solo per citarne alcuni (www.verdenero.it). Per tornare al romanzo di Abate e Carlotto, tutto ruota attorno allo smaltimento illegale di materiali indicati come simboli e macchine di un'era radiosa, che cancella la fatica, che consente di comunicare in tempo reale, che attenua se non cancella lo sfruttamento. Sono i computer che l'industria hig-tech rende superflui ogni due, tre anni perché ne sforna di sempre più potenti. Lo stesso si può dire dei telefoni cellulari, delle stampanti e dei televisori a rubi catodici, in via di rapida sostituzione dopo l'introduzione di quelli a cristalli liquidi e al plasma. Ma il mondo che i due scrittori raccontano ha ben pochi punti di contatto con la retorica mainstream sull'era dell'informazione o sulla globalizzazione. Il pianeta che Abate e Carlotto descrivono tutto è meno che un paradiso in terra; è un mondo dove sviluppo economico significa commistione tra attività produttive lecite e criminalità organizzata, opulenza a Nord dell'equatore e estrema povertà a Sud dell'equatore. Se non fosse usurato per il troppo uso, totalità è infatti il termine adatto per qualificare la globalizzazione. Insomma, tra politiche neocoloniali, malaffare da seconda repubblica, sfruttamento schiavistico in Africa e soft power in Occidente, un graduato della guardia di finanza italiana e un ufficiale liberiano dei caschi blu proveranno a mettere fine al traffico. Toccheranno, alla fine, con mano che la politica dei piccoli passi qualche risultato l'ottiene, ma lasciando l'amaro in bocca a chi l'ha praticata. E lasciando un pianeta per niente cambiato. Perché dalla Liberia le discariche possono essere trasferite in Cina o in qualche altro posto, d'altronde testimonia anche l'ultimo rapporto di Greepeace dedicato allo smaltimento dei rifiuti elettronici. Foto: FOTO REUTER

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Il papa in Africa messaggero del riscatto dei popoli (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 19/03/2009 - pag: 4 autore: Piero Laporta prlprt@gmail.com L'analisi Il papa in Africa messaggero del riscatto dei popoli Il continente è il crocevia di tutte le crisi e il nodo è la rinascita morale, non la profilassi dell'Aids Ridurre il viaggio papale alla profilassi dell'Aids serve a quanti minimizzano l'autorevolezza della Chiesa cattolica. Il papa non solo indirizza la morale sessuale, ma propone un discorso ampio e consapevole, nel quale il cristianesimo è anche misura del riscatto dei popoli. Il viaggio papale in Africa fu annunciato sei mesi fa, su sollecitazione delle diocesi del continente, preceduta da concreti segnali di attenzione di Benedetto XVI verso l'Africa, in continuità con Giovanni Paolo II, il quale volle un segretario africano, monsignor Emery Kabongo, proprio per capire meglio il Continente nero mentre il post colonialismo, il post comunismo e il globalismo non hanno migliorato, tutt'altro, le condizioni di quei popoli. In questo contesto, le missioni cattoliche africane sono per lo più schierate dall' Oceano Atlantico all'Oceano Indiano, esposte alle spinte mussulmane un tempo provenienti solo da Nord.Il papa è sceso in Camerun, emblema dell'Africa, marchiato dalla schiavitù e dagli avvicendamenti coloniali di Portogallo, Francia, Gran Bretagna e Germania. Qui come altrove le missioni cattoliche contribuiscono, da sole e significativamente, a migliorare la vita della gente. Il contraltare laico di tale sollecitudine dovrebbe essere in Kenya, dove si esultò la notte in cui il kenyota Barak Obama conquistò la Casa Bianca. Se la provvidenza laica sarà altrettanto solerte di quella religiosa, lo dirà il tempo. I segnali in corso sull'Oceano Indiano non sono tuttavia incoraggianti. Mentre il Papa atterrava in Camerun, nel Madagascar, ricchissima di potenzialità economiche e tuttavia poverissima, Andry Rajoelina, incurante dei moniti dell'Unione africana e dell'Unione europea, ha deposto manu militari il presidente eletto, Marc Ravalomanana. Dietro l'indifferenza di Rajoelina per l'Ue s'avverte un potere forte, come quello dei cinesi che dal 2000 dilagano in Africa, comperando tutto quanto è possibile, petrolio e materie prime, ma anche uomini e governi. Mentre Europa e Usa, per opposte ragioni, si concentravano sull'Euro, dal 10 al 12 ottobre del 2000 si svolse a Pechino il primo Forum per la Cooperazione fra Cina e Africa. Era al potere il presidente Jiang Zemin. Parteciparono 45 paesi del Continente. Nei Forum successivi il nuovo presidente Hu Jintao, ribadendo la strategia cinese basata su accordi di lunga durata, potè ostentare la quasi totalità dei 53 paesi africani fra i firmatari della cooperazione economica. Da allora la Cina dà spallate a europei e statunitensi, indifferentemente, acquistando a saldo materie prime, terre rare e petrolio, soprattutto in Centro Africa, da dove si intensificano i flussi migratori verso l'Europa e, in prima linea, verso l'Italia. Le missioni cattoliche sono ora fra due fuochi, mussulmani e cinesi. E presto arriveranno, anzi torneranno i russi. Proprio in queste ore hanno annunciato un vasto programma di riarmo che prelude, ma non lo dicono, a un altrettanto vasto programma di espansione. La risposta occidentale? Sorvoliamo pietosamente sulla Nato; e l'Ue non fa paura nemmeno al Madagascar. In quanto agli Usa, hanno già risposto: in maniera tardiva, debole e inadeguata. Il 6 febbraio 2007 crearono l'Africa Command, Africom, solennemente propagandato in Africa ed Europa. Tutte le speranze fondate su una struttura militare dotata di uno staff atipico, vocato non solo alla pianificazione militare, ma anche alla diplomazia, allo sviluppo e alla cooperazione. Un'effimera illusione. Nessun paese africano ha voluto ospitare Africom. Se l'Africa è nell'agenda di Obama, Africom più che soluzione è un grosso problema. L'Africa, crocevia di tutte le crisi, alla quale il pellegrino Benedetto XVI rivolge un messaggio squisitamente religioso, ma non solo religioso. Inutile restringere il discorso all'Aids o, come fa qualche osservatore anglosassone più evoluto (e più malizioso) al rigore liturgico di Benedetto XVI. Il nodo è la rinascita morale, in Africa come nel mondo occidentale. Tutti dovremmo propiziare tale miracolo, anche come medicina alla crisi economica che impazza. Il miracolo che auspica Benedetto XVI farebbe bene a tutti, perché l'Africa di oggi, se non peggio, è il limite inferiore al quale l'Occidente e, in particolare, l'Italia sono destinati in caso di fallimento.

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Le esportazioni bresciane in calo del 9% Soffrono tessile, chimica, gomma e plastica (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

BRESCIA pag. 9 Le esportazioni bresciane in calo del 9% Soffrono tessile, chimica, gomma e plastica I DATI UN 2008 BUONO, POI CROLLATO NELL'ULTIMO TRIMESTRE BRESCIA CALANO le esportazioni con l'estero delle imprese bresciane. Il calo denunciato è in media del 9%, anche se alcuni settori soffrono più di altri. I dati, elaborati dal Centro studi dell'Associazione industriale, sono riferiti all'ultimo trimestre del 2008, il periodo che ha visto precipitare la situazione economica. Il resto dell'anno era stato positivo, tanto che il 2008 nel suo complesso, con 14 milioni di euro di valore, risulta in aumento del 2.2% sul 2007, variazione positiva migliore di quella lombarda e di quella nazionale. Sul rallentamento dell'export delle nostre imprese ha pesato la diminuzione di vendite nel Nord America e anche nella Ue, soprattutto in Spagna e Regno unito. A sentire la crisi sono state particolarmente le aziende tessili, l'abbigliamento, i prodotti chimici, e gran parte degli articoli in gomma e plastica. IL SETTORE MECCANICO e dei mezzi di trasporto è rimasto fermo. Solamente la metallurgia e l'industria agroalimentare hanno mostrato buone performance, dal +5 al + 6%. In calo sono finite anche le importazioni, meno 9% gli autoveicoli, meno 4% gli alimentari; è segnale negativo, in particolare per la situazione dei mesi successivi, la discesa dell'acquisto di metalli, meno 8,5%. Si compra poco dagli Usa, dalla Ue, dall'Africa, dall'Asia, mentre si compra di più dalla Russia e dalla Cina. M.B.

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Protezionismo, tutti lo fanno nessuno lo ammette (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza (MF)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MF sezione: Commenti & Analisi data: 19/03/2009 - pag: 8 autore: di Marcello Bussi Protezionismo, tutti lo fanno nessuno lo ammette Tutti lo fanno ma nessuno lo ammette. Non stiamo parlando del sesso nell'Italia democristiana anni '50, bensì del protezionismo in questi lunghi mesi di crisi economica. Ieri è stata la Cina a vibrare un colpo durissimo agli Stati Uniti: il governo di Pechino ha bloccato l'acquisto di Huiyuan Juice, il colosso locale dei succhi di frutta, da parte della Coca-Cola. Ma guai a pronunciare la parola protezionismo. E non si è trattato nemmeno di un colpo di coda dei vecchi mandarini comunisti per colpire il simbolo del consumismo americano. Lo stop, hanno spiegato dal ministero del commercio cinese, è stato dato perché «l'acquisizione avrebbe avuto un'influenza negativa sulla concorrenza». Una mossa antimonopolista, quindi, e perciò favorevole al libero mercato. Peccato che alle orecchie degli americani sia suonata come una pericolosa deriva protezionista. Anche se Washington non ha molti titoli per salire in cattedra, visto che in questi giorni è coinvolta in una contesa commerciale con il Messico. Gli Stati Uniti hanno infatti proibito la circolazione ai tir del vicino meridionale, sostenendo che non rispettano gli standard di sicurezza adottati a nord del Rio Grande. Il Messico ha però ricordato che negli ultimi diciotto mesi i suoi tir non sono stati coinvolti in incidenti gravi in territorio yankee e ha subito lanciato la rappresaglia, aumentando i dazi su 90 prodotti Made in Usa, come gli occhiali da sole, la carta igienica e il cibo per cani. Per ora si tratta di una scaramuccia, ma andando avanti così rischia di vacillare il Nafta, il trattato sul libero commercio fra Stati Uniti, Messico e Canada.I venti del protezionismo spirano anche tra le due sponde dell'Atlantico. Sulle acque minerali italiane, tanto per fare un esempio, pende la spada di Damocle dei dazi doganali Usa, con pesanti conseguenze sull'occupazione, mentre è a rischio la commessa di Finmeccanica per la costruzione dell'elicottero del capo della Casa Bianca. Tutto questo succede nonostante i leader del G20, lo scorso 15 novembre, abbiano promesso solennemente di non ricorrere mai al protezionismo. Peccato che la Banca Mondiale abbia sottolineato come da allora ben 17 dei 20 paesi del gruppo abbiano già adottato 47 misure misure che limitano il commercio a spese di altri Stati. «I governi non devono dare ascolto alle sirene del protezionismo», ha ammonito il presidente Robert Zoellick, «perché l'isolazionismo economico può innescare una spirale negativa di eventi simile a quella vista negli anni 30, peggiorando ulteriormente una situazione già brutta». Per resistere al canto delle sirene, Ulisse dovette farsi legare all'albero maestro. Difficile che venga imitato dai vari Obama, Wen Jiabao, Merkel e Berlusconi. Anche perché loro non fanno mica del protezionismo, ma adottano solo misure per favorire il libero mercato. Con qualche effetto collaterale.

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ANCONA - Sarà dedicata alle forme associative e all'unione dei comuni nelle prospettive delle r... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 19 Marzo 2009 Chiudi ANCONA - Sarà dedicata alle forme associative e all'unione dei comuni nelle prospettive delle riforme federaliste la quinta edizione di Codice Rosso, manifestazione nazionale delle protezione civile che si terrà alla Fiera di Ancona da oggi a sabato. L'iniziativa è promossa dall'Anci (nazionale, Marche e Abruzzo), dalle Regioni Marche e Abruzzo, dal Dipartimento nazionale della Protezione Civile, dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, col patrocinio della Presidenza della Repubblica. Dal 2002, Codice Rosso rappresenta l'appuntamento istituzionale più importante della protezione civile, nel corso del quale vengono dibattuti gli argomenti più attuali nel panorama italiano. Quest'anno i temi affrontati saranno quelli dell'organizzazione della protezione civile su base associativa e la prevenzione nelle scuole. Il programma prevede, tra i momenti principali, la cerimonia inaugurale (oggi alle 10.30) con la presenza del sottosegretario agli Interni, Michele Davico e del presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca. Prevista, a seguire, un'esercitazione dei Vigili del fuoco incentrata sul rischio chimico industriale. La mattinata di domani sarà dedicata al personale degli enti locali e ai relativi compiti di protezione civile, con l'intervento dell'assessore regionale delle Marche Sandro Donati. Sabato 21 si terrà la sessione conclusiva, incentrata sui modelli organizzativi e federalismo. Sono previsti gli interventi del presidente Spacca, del presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Chiodi, di Antonio D'Alì (commissione ambiente del Senato), di Ermete Realacci (commissione ambiente della Camera), del presidente Anci nazionale Leonardo Domenici, e del capo dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, Guido Bertolaso. Alle 12.30 di sabato verrà assegnato il premio nazionale Codice Rosso a Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ma l'uomo al centro della manifestazione è senz'altro lui, Guido Bertolaso la cui popolarità è stata negli ultimi tempi accresciuta da un ennesimo successo: la strategia vincente attuata come commissario straordinario dell'emergenza rifiuti a Napoli. Bertolaso tra l'altro è legato ad Ancona da un solido e reciproco rapporto di stima. Tra l'altro è dottore honoris causa in Sostenibilità Ambientale e Protezione Civile dell'Università Politecnica delle Marche. A lui toccherà il compito di consegnare riconoscimenti della istituzione che rappresenta a sei laureati della Laurea Magistrale in Sostenibilità Ambientale e Protezione Civile di questa università, che hanno svolto tesi su tematiche di protezione civile.

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Obama dalla parte dei gay firma la dichiarazione Onu (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-19 - pag: 11 autore: Diritti civili. Il presidente approva il testo respinto da Bush Obama dalla parte dei gay firma la dichiarazione Onu Luca Veronese Gli Stati Uniti sostengono la dichiarazione dell'Onu contro la criminalizzazione dell'omosessualità. La decisione del democraticoBarack Obama segna l'ennesima inversione di rotta rispetto a George W. Bush che, lo scorso dicembre, aveva negato l'appoggio al documento. La dichiarazione proposta all'Onu dalla Francia è stata sottoscritta finora da 66 Paesi membri su 192. Con la firma di ieri confermata ieri a Washington dal Dipartimento di Stato - gli Stati Uniti si aggiungono a tutti i 27 Paesi della Ue; a Giappone, Australia e Messico. Restano invece contrari il Vaticano, la Cina e la Russia; oltre a molti Paesi musulmani, Egitto in testa. Il testo ha forte valenza politica e di principio, è un riferimento per l'Assemblea generale del Palazzo di vetro. Ma non è una risoluzione e non ha implicazioni nell'ordinamento giuridico dei Paesi sottoscrittori. La Francia, nel promuovere la dichiarazione, ha rivolto ai Paesi dell'Onu una sorta di appello invitandoli a schierarsi per la depenalizzazione globale dell'omosessualità:il documento riafferma «il principio di non discriminazione in base al quale i diritti dell'uomo vengono applicati allo stesso modo a ciascun essere umano, indipendentemente dai suoi orientamenti sessuali o dall'identità di genere ». In molti Paesi del mondo l'omosessualità è considerata ancora oggi un reato: nei tredici punti che la compongono, la dichiarazione afferma che «l'orientamento sessuale o l'identitàdi genere non può mai costituire la base per infliggere condanne, in special modo esecuzioni, arresti o detenzioni». Amnesty International ha espresso soddisfazione per la decisione Usa: «Ogni giorno - precisa l'organizzazione - Amnesty si batte per persone che rischiano la prigione, la tortura e anche la morte per la loro identità sessuale. Il presidente Obama sta offrendo un importante sostegno alla lotta per giungere a un mondo in cui tutte le persone sono trattate in modo uguale». Le decisioni di Obama sconfessano, anche sui diritti civili, la precedente amministrazione repubblicana. La Casa Bianca si appresta anche ad abrogare la legge, molto controversa, che impone a gay e lesbiche di tenere sotto silenzio il loro orientamento sessuale per poter entrare nelle forze armate. Obama si è detto contrario a un divieto federale ai matrimoni gay e sostiene il diritto delle coppie omosessuali all'adozione. luca.veronese@ilsole24ore.com VIETATO DISCRIMINARE Il documento proposto dalla Francia, e bocciato dal Vaticano, è stato sottoscritto da 67 Paesi sui 192 dell'Organizzazione

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L'impero della Coca si ferma in Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

protezionismi Pechino blocca l'acquisizione della società Huiyuan da parte del colosso L'impero della Coca si ferma in Cina di Eugenio Buzzetti Pechino. Il governo cinese ha detto no all'acquisizione da parte della Coca-Cola della più grande azienda produttrice di bevande non alcoliche del Paese, la Huiyuan. In una nota, il Ministero del Commercio di Pechino specifica che l'acquisizione «avrebbe danneggiato la concorrenza». L'investimento della Coca-Cola per l'operazione era di 2,4 miliardi di dollari e, se fosse andata in porto, sarebbe stata la più grande acquisizione di una società straniera nei confronti di un'azienda cinese. Invece, è diventato il caso-simbolo del clima di protezionismo che sta attraversando i mercati in tempi di crisi globale. «Quanto è successo - spiega al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post Jeffrey Lau, analista finanziario di Polaris Capital - dimostra che la Cina non è ancora sufficientemente aperta per accettare il rilevamento di una propria azienda da parte di un operatore straniero». La motivazione ufficiale della mancata acquisizione è da attribuire alla legge anti-monopolio varata da Pechino nell'agosto scorso, il mese prima dell'offerta da parte del gruppo americano di acquisizione della Huiyuan. La notizia ha lasciato sorpresi i mercati: gli operatori si aspettavano un'approvazione condizionata da parte del governo, anche per il grande ritorno di immagine che la Coca-Cola ha avuto dopo le Olimpiadi 2008, di cui è stata uno dei principali sponsor. La notizia è arrivata quando erano ancora aperte le contrattazioni alla borsa di Hong Kong, e la vendita di azioni della Huiyuan è stata sospesa dopo un calo di circa il 20% del loro valore. Il rifiuto da parte del governo di Pechino di avvallare il tentativo di acquisizione arriva in un momento critico per l'economia cinese e internazionale: proprio ieri la Banca Mondiale ha annunciato una revisione al ribasso del prodotto interno lordo cinese per il 2009, al 6,5% dal 7,5% dell'ultima previsione. L'obiettivo di crescita annunciato dal governo per il 2009 era dell'8%. Gli investimenti stranieri in Cina, secondo i dati del ministero del Commercio di Pechino, sono in calo da cinque mesi e nello scorso mese di febbraio hanno fatto registrare una diminuzione del 15,8%. Un dato comunque in crescita rispetto alla situazione di gennaio 2009, quando il crollo degli investimenti arrivò al 32,7%. Il clima di protezionismo tra Cina e Usa è salito dopo la notizia riportata dal Financial Times lunedì della perdita da parte di Pechino di oltre 80 miliardi di dollari di riserve valutarie, per investimenti risalenti allo scorso anno, prima del crollo dei mercati. Già venerdì scorso, il primo ministro cinese, Wen Jiabao, aveva espresso il proprio timore per gli investimenti in titoli Usa, chiedendo a Washington di garantirne la sicurezza. La Cina è, infatti, il primo creditore degli Usa: nel gennaio scorso gli investitori pubblici e privati avevano raggiunto la quota di 739,6 miliardi di dollari in titoli del Tesoro statunitensi, in crescita rispetto al dicembre scorso, quando gli investimenti ammontavano a circa 727 miliardi. Nei giorni scorsi, il Ministero del Commercio cinese ha annunciato un provvedimento per snellire le procedure per le aziende che intenderanno investire all'estero. Il provvedimento diventerà operativo dal 1 maggio prossimo e prevede che per ottenere l'autorizzazione fino a un investimento di 300 milioni di dollari, le aziende si potranno rivolgere alle unità amministrative locali, anziché passare dal governo centrale. Le autorità provinciali hanno meno vincoli e sono più disposte a sostenere lo sviluppo delle aziende del territorio. Il Ministero del Commercio, in tempi di crisi, lascia quindi mano libera alle aziende per investire all'estero e rinuncia a una parte del proprio potere per fare crescere gli investimenti sui mercati internazionali. 19/03/2009

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ROMA Per la prima volta da sessant'anni l'economia mondiale chiuderà l'... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 19 Marzo 2009 Chiudi di ROSSELLA LAMA ROMA Per la prima volta da sessant'anni l'economia mondiale chiuderà l'anno con il segno meno. E nel 2010 ci sarà «una ripresa graduale». Le nuove stime sull'andamento del 2009, che il Fondo monetario internazionale renderà note oggi, tagliano drasticamente le previsioni fatte solo due mesi fa, quando c'era ancora un speranza che la recessione sarebbe stata meno profonda nei paesi industrializzati, e che i paesi emergenti avrebbero retto meglio i colpi. A gennaio le aspettative erano per un +0,5% del Pil mondiale nel 2009, dato non certo soddisfacente, ma comunque ancora in crescita. La settimana scorsa gli economisti di Washigton hanno fornito ai ministri del G20 un documento di previsione per aiutarli a prendere le decisioni necessarie a rilanciare la ripresa. Con numeri che non saranno tanto distanti da quelli che l'Fmi ufficializzerà oggi. Pil mondiale in calo tra lo 0,5 e l'1,5%. Eurolandia in recessione per il 3,2%, contro il -2% prevista a gennaio. Usa in calo del 2,6%, un punto peggio di gennaio. Per il Giappone si stima una flessione del 5%, praticamente doppia rispetto alle precedenti stime. Lo scenario è peggiorato, e questa è una crisi globale che colpisce tutte le aree del mondo, e tutti i paesi con diversi gradi di sviluppo. Non stanno reggendo alla prova dei fatti le aspettative coltivate dagli economisti sulla base dell'osservazione di quello che è accaduto nelle crisi precedenti. Anche le "tigri asiatiche" si stanno trovando in difficoltà. Da tassi di crescita del 10%, dovranno quest'anno accontentarsi di un avanzamento dell'ordine del 2-2,5%. Cina e India non hanno insomma la forza si svolgere quel ruolo di supplenza della mancata crescita dei paesi industrializzati che ci si attendeva. Quanto durerà questa situazione? L'Fmi colloca una «graduale ripresa, a partire dal 2010». Nel prossimo anno le economie avanzate dovrebbero registrare un progresso dello 0,3%. Per gli Stati Uniti è previsto un +0,2%, per Eurolandia un +0,1%. Il Giappone resterà invece ancora in lieve recessione. Nel loro complesso le economie emergenti dovrebbero cominciare ad allungare il passo con un Pil in aumento tra il 3,5 e il 4,5%. Previsioni, stime, aspettative. Ma il quadro è molto incerto e la loro attendibilità è di molto inferiore a quelle dei tempi normali. E soprattutto, come l'Fmi continua a ripetere, l'evolversi della situazione dipende dalle decisioni che verranno prese. «Il modo per evitare che la crisi peggiori dipenderà da azioni più concertate per stabilizzare le condizioni finanziarie, e da misure di forte sostegno che rilancino la domanda». Secondo l'Fmi nelle economie avanzate si è fatto poco «per contenere l'ulteriore deterioramento del settore bancario». I bilanci delle banche devono essere immediatamente ripuliti, perché «l'incertezza relativa alla solvibilità delle banche impedisce il ripristino della fiducia dei mercati». Ma sulla gestione degli asset tossici non c'è ancora una linea comune a livello internazionale.

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Cina, no alle bollicine Usa Pechino ferma la Coca Cola (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 19 Marzo 2009 Chiudi Cina, no alle bollicine Usa Pechino ferma la Coca Cola Bloccata una fusione da 2,3 miliardi di dollari

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Perugia ITALIA tra le protagoniste del campionato del mondo di bocce femminili che si d... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

VARIE UMBRIA pag. 8 Perugia ITALIA tra le protagoniste del campionato del mondo di bocce femminili che si d... Perugia ITALIA tra le protagoniste del campionato del mondo di bocce femminili che si disputerà a Bevagna dal 29 marzo al 4 aprile. Raffa e Volo le due specialità principali di una disciplina sportiova che contra in Italia oltre un milione di praticanti, con 115.000 agonisti iscritti regoralmente alla Federazione Italiana Bocce. L'evento, uno dei pochi di questo livello in campo nazionale nel 2009, è stato presentato ieri mattina a Perugia presso il palazzo della Giunta regione dell'Umbria. Tra le presenze di spicco il presidente nazionale, ed internazionale, della Federazione Italiana Bocce, Romolo Rizzoli, quindi il Sindaco del Comune di Bevagna Enrico Bastioli, l'assessore allo sport della Regione Umbria, Silvano Rometti, il presidente del CONI dell'Umbria, Valentino Conti, il presidente regionale della Federbocce, Moreno Rosati,. Le favorite. Per la specialità «Raffa» il gradino più alto del podio sarà conteso dall'Italia, dalla Cina, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti, dal Brasile e dall'Argentina mentre per le specialità del "Volo" la lotta è tra la Cina, l'Italia, la Francia, la Croazia, la Slovenia, l'Algeria: nel tiro di precisione la sorpresa può essere rappresentata dalle squadre del Sud America, particolarmente preparate e competitive. Nazioni partecipanti Algeria, Argentina, Australia, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Cina, Croazia, Francia Germania, Italia, Montenegro, Paraguay, Perù, Polonia, Repubblica Dominicana, Russia, S.Marino, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Tunisia, Turchia, Ungheria, Usa e Venezuela. Atlete Azzurre. Le convocate per l'impegno mondiale: specialità "Volo" - Paola Mandola, Ilenia Pasin (detentrice del record del mondo nel tiro progressivo e nella staffetta - in coppia con Chiara Soligon), Micol Perotto, Chiara Soligon, Commissario Tecnico Silvio Riviera, Assistente Tecnico Iosella Lombardi. Specialità "Raffa"- Loana Capelli, Germana Cantarini, Elisa Luccarini, Barbara Guzzetti, Commissario Tecnico Renato Scacchioli Capo Delegazione del Team Azzurro Giulietto Mearini (Consigliere Federale)

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Schiaffo cinese alla Coca-Cola <No all'acquisto di Huiyuan> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-19 num: - pag: 31 categoria: REDAZIONALE Antitrust Pechino blocca l'offerta sul numero uno dei succhi di frutta Schiaffo cinese alla Coca-Cola «No all'acquisto di Huiyuan» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO – La nuova legge antitrust cinese fa la sua prima vittima illustre: la Coca- Cola. Che ieri si è vista respingere senza appello la proposta di acquisizione di uno dei maggiori produttori di succhi di frutta, Huiyuan, un'operazione da 2,4 miliardi di dollari. Il comunicato del ministero del Commercio si è diffuso sull'«impatto sfavorevole sulla competizione » e sulla «riduzione dello spazio per per la sopravvivenza di altri produttori cinesi di succhi, medi e piccoli», dunque cercando di fare aderire il verdetto ai contorni della legge sulla concorrenza, entrata in vigore soltanto il 1Ë? agosto 2008. Tuttavia il significato insieme simbolico e politico (perché un passo simile non può essere stato compiuto senza il via libera dei vertici di Pechino) non è sfuggito né alla stessa Coca-Cola né all'intera comunità economico-finanziaria: arrivando dopo settimane di retorica contro il «buy American » da parte della leadership cinese, la decisione sembra affermare proprio un riflesso protezionistico. Se fosse stata portata a termine, quella della Coca-Cola sarebbe stata la più consistente acquisizione condotta da un'azienda straniera su un concorrente cinese. Il gruppo Huiyuan dichiara di controllare circa il 40% del mercato (in espansione) dei succhi di frutta, mentre l'azienda americana domina quello delle bevande gassate. L'operazione, proposta lo scorso 3 settembre, aveva trovato d'accordo il fondatore di Huiyuan, Zhu Xinli (detentore del 36% del gruppo) e degli altri principali azionisti. I vertici della Coca-Cola ammettono la «delusione» ma non demordono: investiremo 2 miliardi di dollari in tre anni. Lo scenario aperto da Pechino, però, va oltre aranciate e bibite. Qualche malumore in chiave nazionalistica era serpeggiato nelle settimane scorse, all'idea che un marchio popolare in Cina potesse cambiare mano. La decisione del ministero del Commercio minaccia tuttavia di scatenare una rincorsa di veti reciproci, in un momento in cui – ad esempio – i colossi minerari cinesi Chinalco e Minmetals sono impegnati a investire in modo massiccio rispettivamente nell'anglo-australiana Rio Tinto e nell'australiana Oz Minerals. Senza contare l'impatto sulla partnership strategica con gli Usa, celebrata dallo scambio di visite nel giro di un mese dei due capi della diplomazia, Hillary Clinton e Yang Jiechi. Marco Del Corona Lavoratrice cinese nello stabilimento della Coca Cola Shanghai Shen-Mei Beverage and Food Co. - a Shanghai

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Coldiretti, seminario per dirigenti (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Provincia di Nuoro Pagina 5021 Nuoro Coldiretti, seminario per dirigenti Nuoro --> La rigenerazione dell'agricoltura passa attraverso la formazione costante dei propri dirigenti. In quest'ottica si inquadra una serie di incontri territoriali organizzati da Coldiretti. «È un'occasione di incontro per preparare la classe dirigente verso un'agricoltura in grado di affrontare i nuovi mercati e le sfide della globalizzazione», ha sottolineato Sergio Lai, direttore di Coldiretti Nuoro-Ogliastra. Il corso si svolgerà a Nuoro il 24 marzo dalle ore 10.00 nella sede della Camera di Commercio, in via Papandrea, 8. Il primo modulo sarà rivolto ad una cinquantina di dirigenti facenti capo agli uffici territoriali di Nuoro e Ogliastra dove saranno illustrate le opportunità finanziarie contenute nel nuovo piano di sviluppo rurale 2007/2013, le strategie sindacali della Coldiretti e la multifunzionalità dell'impresa agricola. Salvatore Mastio, presidente interprovinciale Coldiretti Nuoro Ogliastra, dice che «la categoria che noi rappresentiamo ha un ruolo preponderante nella realtà produttiva. Lo sviluppo del settore agro-alimentare, oltre a rappresentare un volano di sviluppo economico costituisce l'elemento base della qualità della vita in quanto strettamente collegato alla salute e al benessere.

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OGNI GIORNO alla televisione e sui giornali non si parla d'altro che della c... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

CAMPIONATO DI GIORNALISMO pag. 17 OGNI GIORNO alla televisione e sui giornali non si parla d'altro che della c... OGNI GIORNO alla televisione e sui giornali non si parla d'altro che della crisi economica mondiale. Tale crisi è scoppiata negli Usa con il fallimento delle banche, tra cui la Lehman Brothers. Il sistema economico americano ha sempre incoraggiato i suoi cittadini a comperare tutto a rate, anche le case. Sopravvenuta la crisi, il sistema è saltato mettendone in risalto gli aspetti negativi: una sanità non garantita a tutti, una scuola pubblica inferiore alla media di quelle europee, la mancanza di tutela per i lavoratori licenziati, un consumo energetico eccessivo, con conseguente inquinamento, nonché il ruolo di gendarmi del mondo, che ha visto gli Usa impegnati in Vietnam, Afganistan, Iraq. E le grandi potenze economiche mondiali come il Giappone e l'Ue? La crisi morde anche loro, seppure con modalità diverse. I grandi gruppi industriali negli anni '70-'80 hanno delocalizzato, facendo grandi profitti, spesso però non hanno potenziato la ricerca e reinvestito i loro capitali nelle aziende. Con la liberalizzazione del Wto la concorrenza della Cina, dell'India, della Corea si è fatta incontenibile: hanno invaso il mercato occidentale con i loro prodotti, praticando sovente il dumping', cioè la vendita sottocosto e causando la chiusura di numerose fabbriche. A ciò si deve aggiungere il fenomeno, per certi aspetti nuovo, dell'emigrazione di enormi masse di genti, per lo più povere, provenienti dall'Asia, Africa, America latina ed Europa dell'Est. Il neo-eletto presidente americano Barak Obama, per uscire dalla crisi propone: aumentare le tasse ai ricchi, ridurre gli stipendi dei top manager, tassare i profitti delle multinazionali Usa nel mondo, concedere sgravi fiscali solo alle aziende che non delocalizzano, ridurre le truppe in Afganistan e in Iraq. Tutto questo per poter dare l'assistenza sanitaria a tutti gli americani, investire maggiormente nella scuola pubblica, aumentare i sussidi sociali a disoccupati e precari, dare un salario dignitoso a tutti i lavoratori. Riuscirà Obama nel suo intento? Un suo predecessore, F. D. Roosvelt ci riuscì, noi speriamo che ciò accada anche a lui. I provvedimenti vanno nella direzione giusta, ma il presidente ha bisogno della cooperazione delle altre potenze industriali, quelle del G8 e del G20. Speriamo che politici ed economisti riconsiderino la sorte del genere umano non più alla luce del dio denaro, del profitto avanti tutto, dello sfruttamento dei popoli, come si è sempre fatto, ma avendo presente la dignità delle persone, che è uguale a qualsiasi latitudine. In questo modo i potenti della Terra accoglierebbero il messaggio di Papa Benedetto XVI contro l'idolatria del denaro. II F

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La rete e il veterano: la democrazia sboccia sui nostri pc (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cultura Pagina 344 L'intervista Parla Larry Pressler La rete e il veterano: la democrazia sboccia sui nostri pc L'intervista. Parla Larry Pressler --> L'avvocato Larry Pressler è stato il primo veterano del Vietnam ad essere eletto senatore negli Usa, carica che ha ricoperto dal 1979 al 1997, in rappresentanza del South Dakota. L'impatto della legge da lui fortemente voluta, il Telecommunications Act, è stato tale da farne uno dei principali motori dello sviluppo economico americano nel campo delle telecomunicazioni. Conclusa la carriera politica l'ex-senatore repubblicano è stato più volte in Cina e in India, continuando a occuparsi del settore. Attualmente è professore aggiunto di Telecomunicazioni e politiche legate a internet presso il Baruch College della City University di New York. Per il primo semestre del 2009 è ospite dell'università di Bologna nel ruolo di Fulbright Senior Lecturer nel campo delle relazioni internazionali. Giorni fa era a Cagliari, per un incontro con gli studenti universitari di letteratura angloamericana, organizzato dalla Scuola di Dottorato in Studi Filologici e Letterari dell'ateneo in collaborazione con l'Ambasciata degli Stati Uniti d'America. Lei è noto soprattutto per la legge sulle telecomunicazioni del 1996. «L'aspetto più importante di quella legge riguarda la diffusione di Internet, che è ciò che dà ai cittadini la possibilità di far circolare le idee, leggere e scambiarsi opinioni. Nell'incontro con gli studenti ho citato Carl Sandburg [uno dei principali poeti americani del XX secolo, autore nel 1936 del poema The People yes , ndr] per il suo costante riferimento alla gente. È la gente che deve rendersi responsabile, leggendo ciò che è disponibile su Internet così come i giornali, sviluppando la capacità di valutare criticamente ciò che le viene proposto. Internet è uno strumento molto potente nel mondo di oggi, a disposizione quasi ovunque, perciò è molto importante che le persone lo utilizzino». Ma spesso è difficile orientarsi nel marasma di informazioni, la qualità va dall'ottimo al pessimo. «È vero, questo è un problema aperto, ma c'è comunque la possibilità di avere accesso a risorse. Ancora non so bene come stiano le cose in Italia, sono qui per imparare il più possibile. Ho l'impressione che qui la gente sia più rilassata ma riesca comunque a ottenere gli stessi risultati di altri paesi. Sto cercando di capire meglio quali siano i valori principali in Italia e come la gente ci si rapporta. Per fare un esempio, quando Martin Lutero affisse sulla porta della chiesa di Wittenberg le sue 95 tesi, pochi poterono leggerle prima che fossero stampate. Allo stesso modo, se una persona ha bisogno di una qualche informazione su Internet riesce a trovarla. È una delle meraviglie della nostra epoca. Non è più necessario essere miliardari e possedere giornali e televisioni per poter far circolare le proprie idee». Infatti il presidente Obama ha costruito il suo successo utilizzando anche la rete... «Sì, e l'ha fatto molto bene. Ma del resto l'hanno fatto anche politici repubblicani e indipendenti. Ma ripeto, per me la cosa più importante è che Internet esista e che il suo utilizzo sia esteso a tutti, per veicolare idee in qualunque campo, dalla politica alla letteratura e altro ancora». Sa che uno dei principali web provider d'Europa, Tiscali, è nato in Sardegna? «Veramente no, ma cercherò di saperne di più quanto prima». IGNAZIO SANNA

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Le energie rinnovabili secondo il Wwf (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

A CURA DI PUBLIEDI 19-03-2009 Economia energetica sostenibile - ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ------------------------------------------------- Le energie rinnovabili secondo il Wwf Uno studio dell'organizzazione mondiale fa il punto sulle potenzialità di sfruttamento in tutto il pianeta dell'energia che si può ricavare dal sole, dal vento, dal sottosuolo, dalle biomasse e dal mare C ome il carbone è stato la fonte di energia per eccellenza del XIX secolo, e il petrolio per il XX, così il sole, il vento e la geotermia saranno quelle del nostro secolo, si legge sul sito del Wwf (www.wwf.it). Nel 2006 c'è finalmente stato il sorpasso: in Europa l'incremento della capacità generativa di elettricità da fonti di energia rinnovabile ha superato quello da fonti tradizionali, facendola diventare il primo continente della nuova era dell'energia. è possibile dunque constatare che in molte zone del Pianeta si sta affermando un'economia energetica sostenibile: il Texas sta implementando un piano di sfruttamento dell'energia eolica, in Cina circa 160 milioni di persone vengono rifornite di acqua calda proveniente da pannelli solari installati sui tetti; in Islanda quasi il 90% delle case viene riscaldato grazie allo sfruttamento dell'energia geotermica e in Europa 60 milioni di persone sfruttano l'elettricità generata da centrali eoliche. Così come negli anni passati ci sono stati boom nelle vendite di cellulari e computer adesso si assiste a una crescita simile nel settore delle tecnologie relative alle energie rinnovabili. La vendita di pannelli solari raddoppia ogni due anni e anche la crescita annuale della capacità di produzione dell'energia eolica non è da meno. Vediamo quali sono, nel dettaglio, le nuove frontiere dell'energia pulita, verde, rinnovabile. Energia dal vento - Secondo alcuni studi l'utilizzo di un quinto dell'energia eolica mondiale potrebbe fornire una quantità di energia elettrica sette volte superiore a quella attualmente richiesta nel mondo. Già da solo questo dato ci fornisce una valida indicazione delle potenzialità dell'energia eolica. Dal 2000 al 2007 la potenza eolica installata è cresciuta da 18.000 a circa 92.000 megawatt. Dal 2000 in poi questa capacità è cresciuta al tasso del 25% annuo. Il leader mondiale per potenza installata è la Germania, seguita da Stati Uniti, Spagna, India e Danimarca. Quest'ultima è prima nel mondo per la quota di energia elettrica proveniente dall'eolico, con il 20% del totale dell'energia utilizzata dal paese. Energia dal sole - L'energia solare che raggiunge la Terra in un'ora sarebbe sufficiente ad alimentare il mondo intero per un anno. Dunque, bisogna solo prendere la radiazione solare e convertirla in energia. I collettori solari, usati principalmente per produrre acqua calda, ora vengono anche utilizzati per il riscaldamento degli ambienti. Collettori che concentrano la luce solare per scaldare l'acqua e produrre elettricità generata dal vapore e sistemi di celle solari sono utilizzati per centrali elettriche su scala industriale, con singoli impianti in grado di fornire elettricità a migliaia di case. Forse lo sviluppo più interessante dell'economia solare mondiale è l'installazione di quasi 40 milioni di termocollettori sui tetti cinesi. Energia dal sottosuolo della Terra - La geotermia, che sfrutta il naturale calore interno della crosta terrestre, è una fonte di energia rinnovabile ancora poco sviluppata. In parte a causa della predominio del petrolio, del gas e del carbone, che hanno fornito carburante economico, omettendo i costi indiretti della combustione da fonti fossile. Nello scorso decennio, l'energia geotermica è cresciuta appena del 3% l'anno. La metà della capacità generativa mondiale è concentrata negli Stati Uniti e nelle Filippine. Altri quattro paesi - Messico, Indonesia, Italia e Giappone - sono responsabili della quota rimanente. Complessivamente, circa 24 paesi oggi convertono l'energia geotermica in elettricità. Le Filippine, con il geotermico che fornisce il 25% della loro elettricità ed El Salvador, al 22%, sono i primi. Energia da biomasse- Le fonti di energia da biomassa includono i sottoprodotti dell'industria del legno, di quella dello zucchero, i rifiuti urbani e d'allevamento, le coltivazioni dedicate, i residui dell'agricoltura, della potatura e della manutenzione dei parchi urbani, ognuno dei quali può essere usato per generare elettricità, riscaldare o produrre carburanti per veicoli. Nelle industrie dei prodotti forestali, incluse le segherie e le cartiere, i rifiuti sono stati a lungo usati per generare elettricità. Le compagnie americane bruciano gli scarti del legno sia per produrre calore sia per generare elettricità da vendere alle aziende locali. Negli Usa, la gran parte dei quasi 10.000 megawatt di elettricità di origine vegetale proviene dalla combustione di scarti forestali. L'industria dello zucchero ha recentemente iniziato a bruciare i suoi residui per cogenerare calore ed energia. Energia dai fiumi, maree e onde del mare - L'energia delle onde, pur essendo alcuni anni indietro rispetto a quella dellemaree, sta iniziando ad attrarre l'at - tenzione di tecnici e investitori. Il primo grande impianto per sfruttare le maree - lo sbarramento di La Rance, con capacità generativa di 240 megawatt - fu costruito 40 anni fa in Francia ed è attivo ancora oggi. Negli ultimi anni, l'interesse nell'energia delle maree si è diffuso rapidamente. La Corea del Sud, ad esempio, sta realizzando un progetto da 254 megawatt sulla sua costa occidentale. Quando sarà completato nel 2009, questo impianto fornirà elettricità sufficiente per il mezzo milione di persone che vivono nella vicina città di Ansan. Non lontano, la Cina sta progettando una centrale a marea da 300 megawatt alla foce del fiume Yalu, vicino alla Corea del Nord. Più a sud, la Nuova Zelanda sta portando avanti un progetto da 200 megawatt nel porto di Kaipara, sulla costa settentrionale del paese. Progetti colossali sono allo studio in numerosi paesi, tra cui l'India, il Regno Unito e la Russia.

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incontro tra marche e abruzzo sulla protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Centro, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

CODICE ROSSO Incontro tra Marche e Abruzzo sulla Protezione civile ANCONA. Sarà dedicata alle forme associative e all'unione dei comuni nelle prospettive delle riforme federaliste la quinta edizione di Codice Rosso, manifestazione nazionale delle protezione civile che si terrà alla Fiera di Ancona dal oggi al 21 marzo. L'iniziativa è promossa dall'Anci (nazionale, Marche e Abruzzo), dalle Regioni Marche e Abruzzo, dal Dipartimento nazionale della Protezione Civile, dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, col patrocinio della Presidenza della Repubblica. Dal 2002, Codice Rosso rappresenta l'appuntamento istituzionale più importante della protezione civile, nel corso del quale vengono dibattuti gli argomenti più attuali nel panorama italiano. Quest'anno i temi affrontati saranno quelli dell'organizzazione della protezione civile su base associativa e la prevenzione nelle scuole. Il programma prevede, tra i momenti principali, la cerimonia inaugurale (domani alle ore 10.30) con la presenza del sottosegretario agli Interni, Michele Davico e del presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca. Sabato verrà assegnato il premio nazionale Codice Rosso a Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

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LA QUALITÀ DEI TORI ITALIANI ESPORTATA IN CINA PRESENTAZIONE PROGETTO ELPZOO-SEMENZOO (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 19 Marzo 2009 LA QUALITÀ DEI TORI ITALIANI ESPORTATA IN CINA PRESENTAZIONE PROGETTO ELPZOO-SEMENZOO Il mercato cinese sta progressivamente diventando il più grande bacino per lo sviluppo nel settore bovino; in Italia, a Zorlesco, esiste un Centro Tori (il centro Elpzoo) ? che per tradizione, e simbolica eredità lasciata dal presidente dell?allora Cassa di risparmio delle province lombarde, Giordano Dell?amore - riceve un importante sostegno da Fondazione Cariplo, per la parte di ricerca e miglioramento genetico - rinomato per l?alta qualità dei propri tori. Grazie a un importante accordo internazionale, ora il seme dei tori italiani è arrivato fino? in Cina. Il Progetto Elpzoo e Semenzoo in Cina ha inizio nel febbraio 2007: in quel periodo il presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, ricevette una delegazione di funzionari dell?Ufficio Economico-commerciale dell?Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia; l?incontro si svolse a Zorlesco alla presenza dei rappresentanti della Fondazione Italia Cina, con cui Fondazione Cariplo ha già avviato progetti per la formazione degli studenti universitari cinesi in Italia. Nell?ottobre dello stesso anno il direttore di Elpzoo, Emilio Tirloni, il direttore di Semenzoo Italy, Andrea Battistotti e il rappresentante della Fondazione Italia Cina, il dottor Ortolani, hanno incontrato a Tianjin, in Cina, i rappresentanti locali per definire gli aspetti operativi. Nell?aprile del 2008 è stato ufficialmente aperto a Tianjin l?ufficio di rappresentanza di Elpzoo e Semenzoo. Nell?ottobre 2008, una delegazione di Fondazione Cariplo formata dal Vice Presidente, Mariella Enoc e dal Segretario Generale, Pier Mario Vello, si è recata in visita all?ufficio di Tianjin. Anche grazie a Elpzoo, il Consorzio Semenzoo, i cui Centri aderenti con i loro diversi marchi commerciali rappresentano quasi il 90% del mercato del materiale seminale in Italia può affrontare l?esperienza del mercato cinese offrendo un?ampia gamma di prodotto di qualità entrando così in concorrenza con Usa, Canada e Nuova Zelanda. Lo sviluppo del settore Zootecnico in Cina ha fatto un notevole passo avanti negli ultimi anni. Per la produzione del latte la Cina si è posizionata al quinto posto nel mondo secondo i dati ufficiali. Il valore totale del settore zootecnico in Cina ammonta a circa 140 miliardi di Euro, rappresentando circa il 34% del valore della produzione agricola. Il settore zootecnico è ormai diventato una fonte importante del reddito della popolazione rurale. Nella maggior parte della Cina, un terzo del reddito familiare della popolazione rurale viene dal settore zootecnico. Nel 2006, il governo Cinese ha emanato l?Xi Piano Quinquennale Nazionale dello sviluppo Zootecnico. Il piano ha stabilito che la produzione di carne, uova e latte debba raggiungere rispettivamente 84 milioni, 30 milioni e 42 milioni di tonnellate con un incremento annuo di circa 1. 6%, 1% e 8% rispettivamente entro il 2010, mentre per gli allevamenti intensivi di grande dimensione un aumento del 10% circa. Sempre entro il 2010 il settore zootecnico dovrà contribuire con circa il 38% in più sul valore produttivo dell?agricoltura. Il settore zootecnico cinese punterà sempre più sulla qualità e quantità. Per questo, la tecnologia nel settore gioca un ruolo molto importante e apre un ampio spazio per i prodotti di filiera, prodotti di uso quotidiano che aiutano a lavorare meglio e a sostenere l?aumento delle produzioni che il miglioramento genetico è capace di portare. Per questi prodotti di filiera il Centro Elpzoo si propone direttamente sul mercato cinese, con un?attenzione particolare rivolta anche all?allevamento suino. Il governo cinese favorisce anche gli investimenti stranieri nel settore zootecnico. Gli obiettivi del progetto Cina per Elpzoo e Semenzoo sono quindi vari: miglioramento genetico, trasferimento di tecnologia, formazione tecnica. Per riassumere l?idea e la volontà è trasferire e applicare sul mercato cinese il know how che le aziende italiane hanno costruito in tanti anni di seria attività permettendo oggi alle stesse di competere ai più alti livelli nel mondo. . <<BACK

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NORDCOREA: ARRESTATE 2 GIORNALISTE USA AL CONFINE CON LA CINA (sezione: Globalizzazione)

( da "Adnkronos" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

NORDCOREA: ARRESTATE 2 GIORNALISTE USA AL CONFINE CON LA CINA LO RIFERISCONO I MEDIA SUDCOREANI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 19 marzo, ore 08:45

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Alemanno: "Non subire l'egemonia della Lega" Carfagna: "Il Pdl? Presto lo guiderà una donna" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 67 del 2009-03-19 pagina 6 Alemanno: "Non subire l'egemonia della Lega" Carfagna: "Il Pdl? Presto lo guiderà una donna" di Luca Telese Prosegue il dibattito in vista del congresso del Pdl. Il sindaco di Roma: "Il rischio per An? Tenere il freno a mano tirato. Ma non succederà, siamo coriacei". Il ministro Carfagna: "Non sarà mai un partito leggero" Roma - Gianni Alemanno su una poltrona del suo splendido ufficio capitolino. Sta parlando da otto minuti, si apre una porticina, sulla destra. Entra un collaboratore, chiamiamolo numero uno, con il telefonino A. Il sindaco si interrompe, affronta la grana (assessorile), annota un promemoria sul palmare, riparte: «Dunque, stavamo parlando di Fini...». Sei minuti e squilla il telefono sul tavolino. Il sindaco si interrompe, affronta la grana (municipalizzata, settore rifiuti) e riprende: «Dunque, stavamo parlando di Berlusconi...». Altri cinque minuti, ancora la porticina, un altro collaboratore, chiamiamolo due, telefonino B. Il sindaco s?interrompe, affronta la grana (cerimoniale) e riprende: «E sul partito unico...». Altri sette minuti: rientra numero uno, telefonino A. Il sindaco si interrompe, discute (assessore, altra piccola rogna). Ricomincia: «Stavo dicendo: la mèta...». Mentre lo dice si illumina: un guizzo, apre un Moleskine nero, annota a penna. Sbircio. Un geroglifico. Chiedo: «Cos?è?». E lui: «Appunti per il discorso». Di nuovo il telefono sul tavolo. Altra grana. Altro appunto sul palmare. Di nuovo la porticina, numero uno, telefonino A. Io e Simone Turbolente, il portavoce, ci guardiamo. Alemanno stacca e riattacca, come se fosse normale. Gli dico: «Ha presente quelle partite di scacchi in cui il campione gioca in simultanea con dieci sfidanti? Lei è così». Alemanno scoppia a ridere: «Speriamo di dare scacco...». Altro appuntino sul Moleskine, stavolta l?altro lato: «Dietro annoto spunti ideali, davanti questioni tecnico-operative». Lei era il più identitario dei dirigenti di An, come mai ora è il più tranquillo? «Da Vespa, un giornalista di sinistra come Sansonetti ha detto: “Il Pdl nasce in un clima propizio: in Europa soffia un grande vento di destra”. è vero. Non c?è momento migliore per l?operazione». Il vento può finire. «Certo. Ma la gente sceglie la destra perché oggi è la risposta più seria e convincente alla globalizzazione e alla crisi. E allora dobbiamo approfittarne ora per fare un partito radicato nei valori identitari, moderno, riformatore, non regressivo». Cosa intende per «non regressivo»? «Che non cerchi risposte facili e scorciatoie: protezionismi, xenofobie, mancanza di attenzione alla giustizia sociale». Per lei la sinistra non è credibile? «No. Perché di fronte alla crisi reagisce con un cosmopolitismo a priori, e negando le paure della gente. Loro sono astratti, noi viviamo nella realtà». Cosa sarà il Pdl, più di An? «Sarà più di An e più di Forza Italia: un progetto di rilancio nazionale, che riafferma le sue radici identitarie per proiettarle verso il futuro. Governare non basta». In che senso? «Bisogna evitare due derive: il paternalismo e il conservatorismo. Offrire un?idea di partecipazione, partire dall?etica di una nuova cittadinanza, dalla definizione di diritti e doveri di ognuno». Alla vostra destra la Lega punta sull?identità locale e guadagna voti. «Dobbiamo tenerne conto, ma dobbiamo essere meno difensivi: puntare a un?Italia capace di guardare in Europa. I flussi migratori, ad esempio, vanno regolati, ma non possono essere interrotti». Come si fa a conciliare le due cose? «Ad esempio favorendo l?immigrazione rotazionale. Gli stranieri vengono in Italia, lavorano anni, e poi tornano a casa. L?importante è che la legalità, le leggi e la nostra identità vengano rispettate». Esempio concreto: la grande polemica sulla facoltà concessa ai medici di denunciare gli stranieri. «Sono convinto che queste idee non vadano enfatizzate: si rischia non solo di dare un?immagine negativa ma di ostacolare l?attività della sanità pubblica. Noi siamo alleati della Lega, ma non dobbiamo subire la loro egemonia». Da un lato c?è il rischio radicalizzazione, dall?altro quello di moderatismo? «Non bisogna commettere gli errori della vecchia Dc, pur rispettando la funzione storica svolta da questo partito. Non dobbiamo amministrare senza progetto e regalare l?idea di futuro alla sinistra». Che rischio corre chi viene da An? «Il freno a mano tirato. E poi, ovviamente, la riserva indiana!». Prego? «Il freno è uno stato d?animo. Pensare di stare nel Pdl, ma per frenare quel che viene da Forza Italia». E la riserva indiana? «Entrare nel Pdl con il complesso della nostalgia addosso». Però il rischio annessione c?è. «Tutte sciocchezze! Il Pdl assomiglierà molto poco anche a Forza Italia». Mi convinca. «Primo: noi di An siamo un popolo politico caratterizzato e coriaceo. Secondo: le nostre idee sono già nel Dna di tutti». Mi faccia un esempio. «La metamorfosi di Tremonti, da liberista alla critica del mercatismo affine a quella della destra sociale». Perché ha chiesto il voto segreto? «è un problema superato, deciderà il congresso. Ma non era una proposta contro Berlusconi. Al contrario: il consenso strutturato rafforza la leadership». Due leader sono troppi? «Fini porta la politica e le istituzioni. Berlusconi il contatto con la gente. è un mix vincente». Lei nel Pdl porta la Thatcher o Peròn? (Sorriso) «Semmai De Gaulle. Vedrà...». è una passione recente? «L?ho studiato un po?. E ho scoperto, per esempio, che introdusse il quoziente familiare già nel 1946!». La riduzione delle tasse in base al numero dei figli. è uno dei suoi pallini. «Già! Pensi che De Gaulle cadde perché voleva una forma di partecipazione dei lavoratori ai profitti di impresa». Proprio come lei. (Altro sorriso). «Io vorrei introdurre la partecipazione, ma non cadere». E se Berlusconi deciderà tutto? «è stato lui stesso a dire che entro un anno bisognerà fare i congressi provinciali. E sporcarsi le scarpe. Come vede, siamo lontani anni luce dal partito di plastica. Siamo già tutti quanti una cosa diversa da An e Forza Italia». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Protezione Civile si prepara per l'estate (sezione: Globalizzazione)

( da "Caserta News" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 19 Marzo 2009 Protezione Civile si prepara per l'estate ASSOCIAZIONI | Caiazzo Il gruppo Protezione Civile di Caiazzo è oramai parte attiva e integrante del tessuto civile e sociale del territorio comunale. L'organizzazione, come sancito dallo Statuto, interviene "in caso di calamità" e svolge "azione di previsione e prevenzione": proprio questi due punti chiave sono il filo conduttore dell'azione della Protezione Civile caiatina. "Una delle azioni più incisive e continuative, di cui la Protezione Civile si è resa protagonista durante l'ultimo periodo, è stata l'emergenza frane mentre lo sarà nei mesi estivi con l'antincendio", precisa il sindaco Stefano Giaquinto in qualità anche di delegato al settore. La Protezione Civile, l'estate scorsa, è stata infatti impegnata spesso nell'avvistamento e nell'intervento - in supporto ai vigili del fuoco, alla Forestale ed alla Comunità Montana - in situazioni che avrebbero potuto provocare una brutta ferita al territorio. Ma estate significa anche feste, iniziative culturali, tutte manifestazioni che, se non dotate di un soddisfacente apparato in grado di regolare il flusso della viabilità, rischierebbero di mandare in tilt il traffico. "La Protezione Civile di Caiazzo anche nelle 'grandi occasioni' si è sempre prodigata attraverso i suoi volontari ? conclude Giaquinto - In sinergia con gli attivi agenti del comando Municipale hanno esercitato e continueranno ad esercitare un serio controllo del traffico contestualmente alle varie manifestazioni".

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Pyongyang sfida il mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Politica La Corea del Nord dichiara guerra agli Usa Giovedí 19.03.2009 10:29 Le autorità nordcoreane hanno arrestato due giornaliste americane al confine con la Cina. A riferirlo sono i media sudcoreani. Secondo l'agenzia di stampa di Seul Yonhap, che cita fonti diplomatiche, "le due reporter - una delle quali di origine coreana - che lavorano per media statunitensi, sono state fermate dalle autorità nordcoreane questa settimana e sono tuttora trattenute". Secondo la stessa fonte le due sarebbero state arrestate in territorio nordcoreano, mentre secondo l'emittente sudcoreana YTN quando sono state arrestate si trovavano in territorio cinese, sull'altra sponda del fiume Tunmen che segna il confine tra i due paesi, e stavano effettuando alcune riprese. Le guardie di frontiera di Pyongyang avrebbero quindi attraversato il confine per arrestarle. tags: giornaliste americane usa arrestate corea nord nordcorea seul

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Al via il test di primavera per la Protezione civile MB (sezione: Globalizzazione)

( da "CronacaQui.it" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Esercitazioni in tutti i comuni briantei per i custodi della sicurezza Al via il test di primavera per la Protezione civile MB BOVISIO-MASCIAGO - Esercitazioni di primavera per il Corpo di Protezione civile di Monza e Brianza. Si svolgerà sabato 21 marzo 2009 presso il Centro Polifunzionale di Bovisio Masciago, il primo Spring Test della Protezione civile MB: 33 le organizzazioni di volontariato coinvolte in rappresentanza dei 780 volontari distribuiti nei 50 Comuni MB. Dopo l'esperienza positiva dello scorso giugno,con la 1 giornata di esercitazioni, la Provincia di Milano-Progetto Monza e Brianza promuove un nuovo campo della Protezione civile MB in collaborazione con il CCV - Comitato Coordinamento Volontari: l'obiettivo è consolidare l'integrazione delle diverse associazioni di volontariato presenti nel territorio e sperimentare i piani di emergenza elaborati dalle amministrazioni comunali e dalle associazioni, oltre a promuovere momenti di formazione per i volontari. Denso il programma delle esercitazioni in programma per sabato 21 marzo: dopo il ritrovo presso il campo base di Bovisio Masciago, a partire dalle 9.30 tre colonne mobili raggiungeranno i comuni di Sovico, Varedo, Veduggio per le simulazioni di alcuni scenari di emergenza. Contemporaneamente, presso il campo ,alcuni volontari saranno coinvolti in attività formative sull'utilizzo degli strumenti e attrezzature di soccorso e sulle modalità di mantenimento delle funzionalità di un campo base. Nel corso delle simulazioni e delle attività formative saranno coinvolti circa 200 volontari oltre a mezzi e attrezzature di soccorso. Dopo il rientro al campo, attorno alle 17.00 saranno consegnati gli attestati a tutte le associazioni di volontari, alla presenza di Gigi Ponti, assessore delegato all'attuazione della Provincia di Monza e Brianza, Giuseppe Valtorta, direttore centrale della Provincia di Milano Progetto Monza e Brianza, e i Sindaci MB. "I volontari della Protezione civile MB sono per la nuova Provincia una grande risorsa, che ha già dimostrato in più occasioni di saper lavorare con passione e dedizione" - spiega Gigi Ponti, assessore all'attuazione della Provincia MB. "Il test programmato per sabato rappresenta per tutte le organizzazioni un'occasione di crescita per imparare a muoversi su tutto il territorio e prepararsi are alla gestione delle emergenze". Spring Test 2009: il programma Bovisio Masciago: la formazione Durante la giornata sono previsti sette corsi formativi, suddivi per sessioni mattutine e pomeridiane dedicati ad approfondire alcuni temi legati all'utilizzo di strumenti e mezzi di soccorso come motoseghe e decespugliatori; motopompe; generatori; comunicazioni radio. Inoltre saranno illustrate le modalità di allestimento campo soccorritori; di guida fuoristrada; di mantenimento delle funzionalità del campo. Saranno coinvolti 90 volontari. Comune di Sovico: Test piano d'emergenza Comunale Presso il comune di Sovico sarà testato il piano d'emergenza con la presenza di tecnici e personale del Comune che simuleranno l'esondazione del fiume Lambro con l'arginatura del fiume, l'evacuzione della popolazione, la ricerca dei dispersi. Sarà simulato inoltre, con il coinvolgimento dei volontari di Macherio, un'incidente stradale che coinvolgerà un camion adibito al trasporto di materiale chimico. Saranno coinvolti 30 volontari. Comune di Varedo: Messa in sicurezza di un tratto del fiume Seveso Il gruppo di Varedo coordinerà una vera azione di messa in sicurezza del fiume con la pulizia degli argini. Saranno coinvolti 30 volontari. Comune di Veduggio: ricerca persone/cose Il gruppo di Veduggio-Renate coordinerà la simulazione che prevede una prima parte teorica con una lezione sulle tecniche di ricerca tenuta da Volontari di Arcore e Agrate Brianza. Seguirà una prova pratica su terreno favorevole e una prova pratica su terreno insidioso. Saranno coinvolti 30 volontari. 19/03/2009 - Daniele Bianchi

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AGRICOLTURA: ALEMANNO, PRESIDENZA ITALIANA G8 DIA SVOLTA A (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

(ASCA) - Roma, 19 mar - Roma e' orgogliosa di ospitare il G8 delle organizzazioni contadine, perche' ''come polo agroalimentare delle Nazioni Unite, e' da sempre punto di incontro tra Nord e Sud del moondo per la cooperazione e lo sviluppo rurale''. Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, portando il saluto della citta' al G8 delle organizzazioni agricole in corso a Roma nella sede Coldiretti di Roma in palazzo Rospigliosi. ''Il momento del G8 italiano e' importante - ha detto Alemanno - perche' i grandi della terra si interrogano nel momento in cui e' sempre piu' forte la coscienza che non siamo di fronte a una crisi di settore ma di modello: una globalizzazione fondata solo sullo scambio di utili e sul dominio mercato su ogni politica''. L'agricoltura, secondo Alemanno, ''puo' svolgere un grande ruolo: diffondere un modello produttivo che lega insieme lotta alla poverta' con ambiente e sostenibilita' climatica. Questo rappresentavo l'Italia nella Wto - rivela il sindaco di Roma - sembrava che dovesse essere l'agricoltura a pagare il prezzo delle mediazioni di altri settori produttivi. Ora che la crisi incombe pero' - ha concluso il sindaco - bisogna fare in modo che il rilancio del ruolo dell'agricoltura venga inserito in una chiave che in Europa chiamiamo multifunzionale: che unisca, cioe', le tematiche agricole con quelle piu' generali''. Roma, piu' grande comune agricolo d'Europa, si propone cosi', ha ribadito Alemanno ''come punto di incontro per sviluppare queste tematiche, trovando un punto d'incontro tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo''.

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PDL: ALEMANNO, IN EUROPA VENTO DI DESTRA, ORA E' IL MOMENTO... (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

(ASCA) - Roma, 19 mar - E' il ''momento migliore per la nascita del Pdl''. Se ne dice certo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in una intervista a Il Giornale, dove ricorda come ''in Europa soffia un vento di destra che bisogna cogliere''. ''La gente sceglie la destra perche' oggi e' la risposta piu' seria e convincente alla globalizzazione'' spiega ancora l'esponente di An, che aggiunge: ''Allora dobbiamo approfittarne ora per fare un partito radicato nei valori identitari, moderno, riformatore, non regressivo'', ovvero, spiega ancora, ''che non cerchi risposte facili e scorciatoie, protezionismi, xenofobie, mancanza di attenzione alla giustizia sociale''. Secondo Alamanno ''bisogna evitare due derive: il paternalismo e il conservatorismo''. Cosi' sull'immigrazione e' necessario ''essere meno difensivi, favorendo l'immigrazione rotazionale''. Quanto alla proposta della Lega sulla facolta' dei medici di denunciare gli irregolari, Alemanno sottolinea: ''Noi siamo alleati della Lega ma non dobbiamo subire la loro egemonia''. Alemanno non nasconde i rischi che la nascita del Pdl porta con se' per chi proviene da An, e li indica chiaramente: per lui il pericolo e' ''il freno a mano tirato'', ovvero ''lo stato d'animo di pensare di stare nel Pdl ma per frenare quel che viene da Forza Italia''. La sindrome della ''riserva indiana'', insomma, entrare nel Pdl ''con il complesso della nostalgia addosso''. Al contrario il sindaco di Roma e' certo che An nel Pdl non perdera' la sua identita'. ''Il Pdl assomigliera' molto poco anche a Forza Italia, e poi le nostre idee sono gia' nel Dna di tutti'', come dimostra ''la metamorfosi di Tremonti, da liberista, a critico del mercatismo'' su una posizione ''affine a quella della destra sociale'' spiega. E per quanto riguarda il leader, per Alemanno ''due'' e' la formula perfetta: ''Fini porta la politica e le istituzioni, Berlusconi il contatto con la gente. E' un mix vincente''.

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La Nord Corea agli Usa: <Tenetevi i vostri aiuti> (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MONDO 19-03-2009 l'escalation Washington e Seul fanno scudo: «Se dalla postazione di lancio dovesse partire un razzo, saremo preparati a rispondere», ha dichiarato l'ammiraglio Timothy Keating, a capo delle forze americane nel Pacifico. E intanto il Paese boccheggia: 9 milioni di cittadini, su un totale di 23, sono ormai ridotti alla fame IL BRACCIO DI FERRO La Nord Corea agli Usa: «Tenetevi i vostri aiuti» Espulse cinque Ong straniere. Sale la tensione sui missili Il premier Kim Yong Il vola a Pechino proprio mentre si acutizza la crisi. Ma anche la Cina si dice «preoccupata» DA PECHINO ANTONIO TALIA N on è un sosia, né un parente, né un altro trucco del "Caro Leader". Kim Yong Il in visita ufficiale a Pechino da martedì fino a sabato è il premier della Corea del Nord e dal suo capo di Stato, padrone supremo del Paese più isolazionista del pianeta, lo separa solo una consonante. Se ci sia anche qualche differenza di vedute è impossibile a dirsi: ai giornalisti è stato consentito solo un brevissimo giro di fotografie ufficiali ma nessuna domanda; poi il primo ministro si è eclissato per una serie di incontri ufficiali e cerimonie «per celebrare i 60 anni di amicizia tra Cina e Repubblica Democratica Popolare di Corea». Ma mentre le bandiere cinesi e nordcoreane garrivano insieme a piazza Tienanmen per la prima volta negli ultimi 20 anni, sull'incontro tra il premier cinese Wen Jiabao e il suo omologo nordcoreano si proiettava l'ombra lunga di Kim Jong Il, il "Caro Leader". Il signore assoluto della Corea del Nord. «La situazione nella penisola coreana è piuttosto complicata ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang e manifestiamo tutta la nostra preoccupazione». Al centro della spirale di tensioni in cui sono precipitate in questi giorni le due Coree che hanno cessato le ostilità nel 1953, ma sono ancora tecnicamente in guerra c'è il comunicato col quale a febbraio la Corea del Nord ha annunciato il lancio di un satellite entro i primi di aprile. Il satellite Kwangmyongsong 2 secondo U- sa, Giappone e Corea del Sud non sarebbe altro che un missile Taepodong 2 riadattato e in grado di raggiungere le coste dell'Alaska. Il lancio violerebbe due risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in un colpo solo e riporterebbe gli orologi indietro fino al 2006, quando la Corea del Nord effettuò un primo test missilistico diretto contro il Giappone (fallito) e dimostrò al mondo la sua capacità di produrre ordigni atomici. Da qui l'escalation degli ultimi giorni: il 10 marzo scorso Usa e Corea del Sud hanno iniziato una serie di esercitazioni militari congiunte, suscitando l'ira del Nord. Dalla capitale, Pyongyang, è partito subito l'ordine di lasciare il Paese entro fine marzo per le cinque Ong che lavorano nella cooperazione alimentare. Alla fine della scorsa settimana gli uomini di Kim Jong Il hanno poi bloccato l'accesso dei cugini del sud al parco industriale di Kaesong, un esperimento lanciato l'anno scorso in cui le imprese di Seul impiegavano operai nordcoreani. Martedì scorso, infine, Pyongyang ha fatto sapere che rimanderà al mittente qualsiasi aiuto alimentare proveniente dagli Usa, quando secondo le stime del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite sono 9 milioni su un totale di 23 i nordcoreani ridotti alla fame. E mentre la Cina sembra tentare in tutti i modi di scoraggiare il suo scomodo alleato, si moltiplicano le ipotesi sullo stato di salute di Kim Jong Il, colpito da un attacco nell'agosto scorso: il lancio del missile-satellite aprirà la corsa alla successione? Dall'altro lato della barricata Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud hanno intensificato i pattugliamenti. «Se dalla postazione di lancio dovesse partire un missile, saremo preparati a rispondere agli ordini del presidente» , ha dichiarato l'ammiraglio Timothy Keating, a capo delle forze Usa nel Pacifico. «Se si tratta di qualcosa di diverso dal lancio di un satellite, il nostro sistema è in grado di intercettarlo ». E se davvero il satellite impronunciabile è un missile nucleare travestito, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama avrà solo pochi minuti per decidere come rispondere. Sono nove milioni, secondo le stime dell'Onu, i nordcoreani che soffrono di denutrizione

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<Il regime cerca la prova di forza per ottenere di più> (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MONDO 19-03-2009 l'intervista L'analista Gill: «Per Obama sarebbe un grosso smacco se fallisse il tentativo di abbattere il vettore E Pyongyang avrebbe più potere negoziale» «Il regime cerca la prova di forza per ottenere di più» DA PECHINO B ates Gill è un vecchio specialista delle questioni di sicurezza relative alla Cina e all'Estremo Oriente. È stato dal 1998 al 2002 direttore del Center for Northeastern Asian Policy Studies alla Brooking Institutions di Washington e dal 2002 al 2007 responsabile della Freeman Chair al Csis (Center for Strategic and International Studies) della capitale Usa. Oggi dalla Svezia dirige il prestigioso Sipri ( Stockholm International Peace Research Institute), uno dei thinktank sul disarmo più importanti al mondo. Le due Coree nelle ultime settimane si guardano in cagnesco come non succedeva da anni: per quale ragione? Forse le esercitazioni congiunte Washington- Seul? O per la fine degli aiuti, peraltro mai richiesti da Pyongyang, voluta dall'attuale presidente sudcoreano Lee- Myung-bak? O, ancora, c'è dietro altro? Probabilmente è una combinazione di diversi fattori. Forse Pyongyang vuole mettere alla prova la nuova amministrazione a Washington ed è anche vero che il nuovo governo di Seul è meno incline a cooperare col Nord. Ma dobbiamo anche considerare la situazione interna della Corea del Nord. Può darsi che la situazione alimentare laggiù, combinata con i possibili problemi di salute e di successione di Kim Jong Il e le pressioni dei militari per andare avanti coi test missilistici, contribuiscano a una posizione meno collaborativa e più dura della Corea del Nord. Qual è il ruolo della Cina? La Cina è preoccupata da tempo per la stabilità politica e la questione della sicurezza nella penisola coreana. Le instabilità nell'area non rientrano assolutamente negli interessi di Pechino. Non c'è dubbio che Pechino preferirebbe vedere Pyongyang accettare le risoluzioni Onu di concerto con la comunità internazionale, invece che saperla impegnata in un programma nucleare. E la Cina vorrebbe anche una Corea del Nord che applica politiche economiche più aperte. Quali sono le possibilità che il satellite nordcoreano sia in realtà un missile? Per un analista come me è impossibile saperlo. Di sicuro, il razzo utilizzato per inviare un satellite nello spazio può essere usato anche per lanciare un'arma. Quindi verrà dimostrata una certa potenza, indipendentemente da cosa sarà effettivamente caricato sul razzo. Che cosa otterrebbe la leadership nordcoreana da un nuovo lancio? Un sistema missilistico migliore le garantirebbe un maggiore controllo militare e politico per negoziare poi risultati più favorevoli ai suoi interessi. Anche se si trattasse solo di un satellite, il presidente U- sa Barack Obama si troverebbe di fronte alla decisione di abbatterlo o meno: quali sono le implicazioni dei due scenari? Forse il dilemma maggiore riguarda cosa succederebbe se un tentativo di abbattimento da parte degli Usa fallisse: ciò susciterebbe molte domande sull'affidabilità del sistema di difesa missilistica, sul quale l'A- merica ha investito miliardi di dollari. Può anche darsi che l'intelligence Usa impari di più sulle capacità nordcoreane seguendo il lancio dall'inizio alla fine invece che abbattendo il satellite. Politicamente, la Corea del Nord ha molto da perdere e poco da guadagnare se alla fine lancerà un missile. L'America, invece, potrebbe perdere molto se l'abbattimento fallisse. Qual è la sua opinione sullo stato di salute del leader Kim Jong Il? È molto difficile farsi un'idea. Ma visto che sembrano in cantiere alcune manovre per una transizione e la designazione di un successore, forse è ora di chiedersi chi verrà dopo Kim Jong Il. Antonio Talia Il professor Bates Gill

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<Concorrenza a rischio>, la Coca Cola non passa (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

CINA «Concorrenza a rischio», la Coca Cola non passa Il marchio Usa voleva la principale azienda locale di succhi di frutta Simone Pieranni La Coca Cola non potrà diventare la regina dei succhi di frutta in Cina. Pechino ha infatti bloccato l'acquisizione da parte del colosso Usa della China Huiyuan Juice Group Ltd., azienda cinese che detiene il 40% del mercato nella produzione di bevande non alcoliche e non gassose. Per la Coca Cola tramonta una possibilità di affari decisamente più vasta rispetto al limitato, per ora, mercato delle bevande frizzanti in Cina. C'era grande attesa intorno all'operazione per svariati motivi: sarebbe stata la più imponente acquisizione di una società cinese da parte di un'azienda estera e si era interessati a valutare il funzionamento della legge anti monopolio cinese varata solo lo scorso agosto, dopo anni di bozze e tentativi. La Coca Cola da parte sua era arrivata all'operazione nel migliore dei modi. Durante le Olimpiadi di Pechino era stata una degli sponsor più imponenti e visibili, con i propri prodotti presenti in ogni punto di Pechino. Grazie a questa azione commerciale vasta, si dice che avesse anche rafforzato i propri legami con la nomenclatura cinese, indispensabile per aumentare il proprio giro di affari in un paese in cui il network relazionale è determinante. Aveva effettuato l'annuncio di un ulteriore investimento di due miliardi di dollari in Cina e monetizzato un'offerta di 2,4 miliardi di dollari, presentata lo scorso autunno, che aveva già sciolto le riserve degli azionisti della Huiyuan, azienda quotata in borsa ad Hong Kong. Sottoposta a controlli e richieste, la Coca Cola aveva aggiustato il tiro: tutto sembrava pronto per la grande mossa. Ne sarebbe venuta fuori un'operazione commerciale d'altri tempi, con un potenziale giro d'affari dei due gruppi uniti che avrebbe superato i 10 miliardi di yuan, oltre un miliardo di euro, tenendo conto dei numeri di bilancio del 2007, con oltre 400 milioni di yuan registrati da ciascuna azienda in Cina. Invece, l'operazione è saltata, poiché non consentita dalla nuova legge anti monopolio cinese. Un'acquisizione «negativa per la concorrenza» secondo un comunicato diramato dal ministero del commercio cinese, che ha aggiunto: «se l'operazione fosse andata in porto, i consumatori sarebbero stati costretti ad accettare prezzi più alti e una rosa più ristretta di prodotti». Zhang Junsheng, un professore universitario di economia si è detto soddisfatto: «Questa decisione aiuterà sia i produttori di succhi cinesi, sia quelli esteri a competere in modo corretto ed è un ottimo segnale per le aziende che sviluppano il proprio business su un arco temporale piuttosto lungo». Dopo l'altolà alla Coca Cola tra gli osservatori internazionali rimangono alcuni dubbi sulla decisione, in virtù di una legge anti monopolio sulla quale sono state sollevate nel corso del tempo parecchie perplessità. «Il ministro del commercio cinese dovrà rendere pubblico il motivo della sua decisione», sostiene su Bloomberg Guan Anping, trader cinese, oggi avvocato di un noto studio legale a Pechino: «il governo - aggiunge - deve dimostrare di trattare ogni caso con lo stesso metro di giudizio». La legge anti monopolio cinese era già stata criticata a suo tempo dalla Camera di Commercio Usa e da quella dell'Unione Europea. Ieri alla notizia del blocco dell'acquisizione della Coca Cola, l'Unione Europea ha chiesto chiarimenti a Pechino. La Coca Cola rimane in silenzio, per ora, e con il becco asciutto rispetto ad un'operazione partita nello scorso ottobre e grazie alla quale avrebbe ampliato le proprie quote di mercato come mai ha potuto fare in questi trent'anni di rapporti commerciali con la Cina. Per la Coca Cola il Celeste Impero è infatti il terzo mercato mondiale dopo Stati Uniti e Messico. Per la China Huiyuan Juice Group Ltd. invece è stata una giornata da incubo, da dimenticare il prima possibile. La quotazione dell'azienda, composta dal fondatore Zhu Xinli (che controlla il 36%), la Danone (22,98%) e il fondo di investimento Usa, Warburg Pincus (6,8%), ha fatto un tonfo letale nella Borsa di Honk Kong: il titolo è scesa a picco del 19%, infine è stato sospeso. La decisione sorprendente di Pechino è avvenuta nel giorno in cui la Banca Mondiale ha annunciato una revisione della previsione di crescita dell'economia cinese nel 2009: dal 7,5 al 6,5%. QUELLA LEGGE MURAGLIA ANTI-MONOPOLIO Nell'agosto del 2008 il comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo (il parlamento di Pechino) ha approvato la Legge anti monopolio (fan longduan fa) dopo quasi 13 anni di lavori preparatori. Non sono mancate critiche nei confronti del provvedimento, specie riguardo ad alcuni suoi punti particolarmente oscuri, come ad esempio il tema della National security review, secondo il quale le acquisizioni di aziende cinesi da parte di investitori esteri, che potrebbero produrre effetti sulla sicurezza nazionale, saranno soggette ad un controllo mirato da parte di un organo di competenza, specie su settori chiave dell'economia cinese (energia, armamenti, telecomunicazioni). Secondo Xinhua, l'agenzia governativa cinese, il ministero del Commercio cinese ha già applicato la legge in almeno 40 casi, da quando è stata approvata.

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Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti?. (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima. Attali è persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe addirittura emergere come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista qui Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 40 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 67 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia, democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica" s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 75 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 48 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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Marina: Davide K.dice: PS: guardate che non è obbligatorio indicare un sito web, quindi potete anche smetterla di... colzani: Tutti si interrogano sui bonus AIG e gridano allo scandalo, anche l'irreprensibile Obama sguaina la... Ultime news Donna legata al letto con cintura "esplosiva"Ddl sicurezza, Maroni: non porremo la fiduciaRonde: l'inchiesta video sul "modello Milano"Napolitano a Pdl e Pd: "Lo spirito di fazione avvelena lotta politica"Brunetta: "L'Onda? Sono guerriglieri"Gelmini: "Salterà la maturità chi avrà un cinque in pagella"Fritzl: "Pentito dal profondo del cuore" Chiesto l'ergastolo: oggi la sentenzaAlemanno: "No all'egemonia leghista" Carfagna: "Pdl? Presto leader donna"Il Papa all'Islam: "Rifiutare ogni tipo di violenza"E' giusto abbattere i randagi? 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Alemanno: "No all'egemonia leghista" Carfagna: "Pdl? Presto leader donna" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 67 del 2009-03-19 pagina 6 Alemanno: "No all'egemonia leghista" Carfagna: "Pdl? Presto leader donna" di Luca Telese Prosegue il dibattito in vista del congresso del Pdl. Il sindaco di Roma: "Il rischio per An? Tenere il freno a mano tirato. Ma non succederà, siamo coriacei". Il ministro Carfagna: "Non sarà mai un partito leggero" Roma - Gianni Alemanno su una poltrona del suo splendido ufficio capitolino. Sta parlando da otto minuti, si apre una porticina, sulla destra. Entra un collaboratore, chiamiamolo numero uno, con il telefonino A. Il sindaco si interrompe, affronta la grana (assessorile), annota un promemoria sul palmare, riparte: «Dunque, stavamo parlando di Fini...». Sei minuti e squilla il telefono sul tavolino. Il sindaco si interrompe, affronta la grana (municipalizzata, settore rifiuti) e riprende: «Dunque, stavamo parlando di Berlusconi...». Altri cinque minuti, ancora la porticina, un altro collaboratore, chiamiamolo due, telefonino B. Il sindaco s?interrompe, affronta la grana (cerimoniale) e riprende: «E sul partito unico...». Altri sette minuti: rientra numero uno, telefonino A. Il sindaco si interrompe, discute (assessore, altra piccola rogna). Ricomincia: «Stavo dicendo: la mèta...». Mentre lo dice si illumina: un guizzo, apre un Moleskine nero, annota a penna. Sbircio. Un geroglifico. Chiedo: «Cos?è?». E lui: «Appunti per il discorso». Di nuovo il telefono sul tavolo. Altra grana. Altro appunto sul palmare. Di nuovo la porticina, numero uno, telefonino A. Io e Simone Turbolente, il portavoce, ci guardiamo. Alemanno stacca e riattacca, come se fosse normale. Gli dico: «Ha presente quelle partite di scacchi in cui il campione gioca in simultanea con dieci sfidanti? Lei è così». Alemanno scoppia a ridere: «Speriamo di dare scacco...». Altro appuntino sul Moleskine, stavolta l?altro lato: «Dietro annoto spunti ideali, davanti questioni tecnico-operative». Lei era il più identitario dei dirigenti di An, come mai ora è il più tranquillo? «Da Vespa, un giornalista di sinistra come Sansonetti ha detto: “Il Pdl nasce in un clima propizio: in Europa soffia un grande vento di destra”. è vero. Non c?è momento migliore per l?operazione». Il vento può finire. «Certo. Ma la gente sceglie la destra perché oggi è la risposta più seria e convincente alla globalizzazione e alla crisi. E allora dobbiamo approfittarne ora per fare un partito radicato nei valori identitari, moderno, riformatore, non regressivo». Cosa intende per «non regressivo»? «Che non cerchi risposte facili e scorciatoie: protezionismi, xenofobie, mancanza di attenzione alla giustizia sociale». Per lei la sinistra non è credibile? «No. Perché di fronte alla crisi reagisce con un cosmopolitismo a priori, e negando le paure della gente. Loro sono astratti, noi viviamo nella realtà». Cosa sarà il Pdl, più di An? «Sarà più di An e più di Forza Italia: un progetto di rilancio nazionale, che riafferma le sue radici identitarie per proiettarle verso il futuro. Governare non basta». In che senso? «Bisogna evitare due derive: il paternalismo e il conservatorismo. Offrire un?idea di partecipazione, partire dall?etica di una nuova cittadinanza, dalla definizione di diritti e doveri di ognuno». Alla vostra destra la Lega punta sull?identità locale e guadagna voti. «Dobbiamo tenerne conto, ma dobbiamo essere meno difensivi: puntare a un?Italia capace di guardare in Europa. I flussi migratori, ad esempio, vanno regolati, ma non possono essere interrotti». Come si fa a conciliare le due cose? «Ad esempio favorendo l?immigrazione rotazionale. Gli stranieri vengono in Italia, lavorano anni, e poi tornano a casa. L?importante è che la legalità, le leggi e la nostra identità vengano rispettate». Esempio concreto: la grande polemica sulla facoltà concessa ai medici di denunciare gli stranieri. «Sono convinto che queste idee non vadano enfatizzate: si rischia non solo di dare un?immagine negativa ma di ostacolare l?attività della sanità pubblica. Noi siamo alleati della Lega, ma non dobbiamo subire la loro egemonia». Da un lato c?è il rischio radicalizzazione, dall?altro quello di moderatismo? «Non bisogna commettere gli errori della vecchia Dc, pur rispettando la funzione storica svolta da questo partito. Non dobbiamo amministrare senza progetto e regalare l?idea di futuro alla sinistra». Che rischio corre chi viene da An? «Il freno a mano tirato. E poi, ovviamente, la riserva indiana!». Prego? «Il freno è uno stato d?animo. Pensare di stare nel Pdl, ma per frenare quel che viene da Forza Italia». E la riserva indiana? «Entrare nel Pdl con il complesso della nostalgia addosso». Però il rischio annessione c?è. «Tutte sciocchezze! Il Pdl assomiglierà molto poco anche a Forza Italia». Mi convinca. «Primo: noi di An siamo un popolo politico caratterizzato e coriaceo. Secondo: le nostre idee sono già nel Dna di tutti». Mi faccia un esempio. «La metamorfosi di Tremonti, da liberista alla critica del mercatismo affine a quella della destra sociale». Perché ha chiesto il voto segreto? «è un problema superato, deciderà il congresso. Ma non era una proposta contro Berlusconi. Al contrario: il consenso strutturato rafforza la leadership». Due leader sono troppi? «Fini porta la politica e le istituzioni. Berlusconi il contatto con la gente. è un mix vincente». Lei nel Pdl porta la Thatcher o Peròn? (Sorriso) «Semmai De Gaulle. Vedrà...». è una passione recente? «L?ho studiato un po?. E ho scoperto, per esempio, che introdusse il quoziente familiare già nel 1946!». La riduzione delle tasse in base al numero dei figli. è uno dei suoi pallini. «Già! Pensi che De Gaulle cadde perché voleva una forma di partecipazione dei lavoratori ai profitti di impresa». Proprio come lei. (Altro sorriso). «Io vorrei introdurre la partecipazione, ma non cadere». E se Berlusconi deciderà tutto? «è stato lui stesso a dire che entro un anno bisognerà fare i congressi provinciali. E sporcarsi le scarpe. Come vede, siamo lontani anni luce dal partito di plastica. Siamo già tutti quanti una cosa diversa da An e Forza Italia». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Africa/ Vaticano: Forze internazionali fomentano guerre (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Città del Vaticano, 19 mar. (Apcom) - "Forze internazionali sfruttano la miseria del cuore umano che non è specifica delle società africane. Esse fomentano le guerre per la vendita delle armi". È l'allarme lanciato dal Vaticano e contenuto nell'Instrumentum Laboris per l'assemblea speciale per l'Africa in vista del Sinodo dei vescovi, diffuso oggi dalla sala stampa della Santa Sede, e consegnato dal Papa a Yaoundè al termine della messa nello Stadio della capitale del Camerun. Forze internazionali "sostengono poteri politici irrispettosi dei diritti umani e dei principi democratici per assicurarsi, come contropartita, dei vantaggi economici (sfruttamento delle risorse naturali, acquisizione di mercati importanti, ecc.)", prosegue il documento. "Minacciano, infine, di destabilizzare le nazioni e di eliminare tutti coloro che vogliono affrancarsi dalla loro tutela". Il Vaticano condanna anche la "globalizzazione" che "è un fatto di questo secolo e, anche se tende ad emarginare il continente africano, è impossibile parlare dei problemi e delle soluzioni dell'Africa senza implicare altri continenti e le loro istituzioni economiche e finanziarie, come pure la loro rete d'informazione il cui impatto sulle società africane è considerevole. Le comunità ecclesiali - conclude il documento - invitano, pertanto, i Padri sinodali ad esaminare questi drammi di cui le società africane sono in parte responsabili e in parte vittime".

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Africa/ Vaticano: Globalizzazione distrugge identita' (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Città del Vaticano, 19 mar. (Apcom) - La Chiesa cattolica denuncia "un processo organizzato di distruzione dell'identità africana" a causa della globalizzazione. E' quanto si legge nel documento preparatorio del prossimo sinodo cattolico sull'Africa, in programma a ottobre a Roma, consegnato da Papa Benedetto XVI ai vescovi africani al termine della messa celebrata a Yaoundé. "Il deterioramento dell'identità culturale - si legge nel paragrafo 31 del documento diffuso dalla sala stampa della Santa Sede - ha condotto a uno squilibrio interiore delle persone che si manifesta con la rilassatezza morale, la corruzione e il materialismo, la distruzione del matrimonio autentico e della nozione di famiglia sana, mediante l'abbandono delle persone anziane e la negazione dell'infanzia. In seguito ai conflitti armati - prosegue il testo - si è installata una cultura di violenza, di divisione e il mito del guerriero eroe. Sembra che, col pretesto della modernità, sia in atto un processo organizzato di distruzione dell'identità africana. E ciò si rivela tanto più efficace quanto più permane l'analfabetismo a causa dell'investimento carente nell'educazione da parte dei poteri pubblici. L'educazione dei giovani è così abbandonata all'influenza degli antivalori diffusi dai mass media, da certi politici e da altre figure pubbliche".

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Puglia/ Taranto, sequestrati ricambi auto e giochi (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 19 mar. (Apcom) - I funzionari dell'ufficio delle dogane, con la collaborazione dei militari della guardia di finanza, hanno sequestrato al porto di Taranto 374 pezzi, tra fari posteriori modello Golf, griglie radiatori, calandre, mascherine e paraurti; e giocattoli per bambini (automobiline) contraffatti, per un valore commerciale di circa 30mila euro. La merce viaggiava in un container destinato a Durazzo (Albania), sbarcato da una motonave battente bandiera italiana e proveniente dal porto di Ningbo (Cina). Al controllo scanner e alle verifiche dei funzionari doganali il carico, dichiarato come "bagagli, lampade, borse donna e giocattoli", risultava in realtà essere composto da ricambi auto di modello e marchio Volkswagen, giocattoli per bambini con le immagini di Iron Man di titolarità della Marvel Characters Inc.-Usa e automobiline giocattolo con marchio Audi. Le società titolari del marchio hanno dichiarato "i materiali, gli imballaggi, i marchi e loghi non sono originali e la fedele riproduzione di immagini è tale da indurre in inganno l'acquirente finale". Pertanto, notizia di reato per contraffazione dei marchi è stata inviata alla competente autorità giudiziaria.

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Meccanica specializzata: in Emilia-Romagna due imprese su tre prevedono occupazione stabile (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Meccanica specializzata: in Emilia-Romagna due imprese su tre prevedono occupazione stabile La Dallara che vince in Usa in Formula Indy, ma nasce sulle colline parmensi alla Dallara Automobili «grazie a una forte sinergie con tante aziende che sono fornitori eccellenti di componenti innovativi», è il simbolo dell?ottava edizione di MecSpe, salone internazione della meccanica specializzata (mille espositori) organizzato da Senaf e allestito fino a sabato alle Fiere di Parma. «Eccellenza e innovazione - ha spiegato l?amministratore delegato Andrea Pontremoli - sono i fattori chiave per uscire in fretta dalla crisi». Al taglio del nastro, oltre a Emilio Bianchi, direttore di Senaf, e al presidente delle Fiere di Parma, Franco Boni, hanno partecipato Giancarlo Gamberini per Cna Produzione e Cesare Azzali, direttore dell?Unione parmense degli industriali. Gamberini ha ribadito «la propensione a investire delle imprese che animano la filiera della meccanica specializzata, che non è cambiata di fronte alla crisi ma che deve fare i conti con il tema del credito e della disponibilità di credito». Azzali ha sottolineato il valore del «fare insieme» per arrivare a produzioni in grado di competere e vincere sui mercati mondiali. Le imprese della meccanica e subfornitura dell?Emilia-Romagna, nonostante l?attuale congiuntura economica che rende incerto il futuro sotto l?aspetto di fatturato e ordini, cercano di reagire. A confermare questa tendenza sono i dati dell?Osservatorio Mecspe sulle previsioni occupazionali del comparto, che rivelano come più della metà degli imprenditori della regione (58%) stimino di mantenere stabile nel primo semestre del 2009 la propria forza lavoro rispetto all?analogo periodo dello scorso anno. Il 33% prevede invece un calo del numero dei dipendenti, mentre un incoraggiante 5% dichiara addirittura di assumere nuovi addetti presso la propria struttura. MecSpe, con i suoi i suoi sette saloni tematici – Mecspe, Eurostampi, Subfornitura, PlastixExpo, Trattamenti e Finiture, Control Italy, Motek Italy – offre spunti interessanti per tutti i comparti anche in chiave di internazionalizzazione, visto che grazie alla spinta della Regione Emilia-Romagna espongono eziende di 15 Paesi: dalla Cina alla Francia, dalla Germania all?India, dall?Ungheria alla Russia, dalla Spagna alla Corea. Il progetto supportato della Regione Emilia-Romagna porterà in fiera una delegazione di buyer provenienti dalla Russia, dalla Cina e dall?India che si aggiungerà agli abituali visitatori stranieri.

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BENIAMINO NATALE PECHINO. LA CINA HA BLOCCATO L'ACQUISIZIONE DELLA PIù GRANDE PRODUTTRI... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

BENIAMINO NATALE Pechino. La Cina ha bloccato l'acquisizione della più grande produttrice di bevande non alcoliche del paese da parte della Coca Cola, invocando la legge anti-monopolio in vigore da meno di un anno. Il ministero del commercio di Pechino ha affermato in un comunicato che l'acquisizione «avrebbe danneggiato la concorrenza», suscitando timori di un ritorno del protezionismo in un momento nel quale le prospettive dell'economia cinese e di quella internazionale continuano ad essere grigie (proprio oggi la Banca Mondiale ha annunciato una revisione al ribasso della crescita della previsione di crescita dell'economia cinese nel 2009, passata dal 7,5 al 6,5 per cento). In settembre, la multinazionale americana aveva lanciato un'offerta di 2,4 miliardi di dollari per l'acquisto della China Huiyuan Juice, un'impresa fondata nel 1992 e quotata alla Borsa di Hong Kong. Se l'affare fosse andato in porto si sarebbe trattato della più costosa acquisizione di una compagnia cinese mai fatta da una società straniera. L' offerta della Coca Cola per la Huiyuan era seguita con interesse anche perché era il primo caso di rilievo a coinvolgere una multinazionale straniera da quando è entrata in vigore le nuova legge antimonopolio, nell' agosto dell'anno scorso. Gli osservatori sono stati presi di sorpresa dal rigetto dell'operazione. Le aspettative erano per un'approvazione condizionata anche perché la Coca Cola, essendo stata uno dei principali sponsor delle Olimpiadi di Pechino, ha acquistato in Cina una forte visibilità e si ritiene che abbia sviluppato buoni contatti nel mondo politico cinese. L'annuncio è arrivato mentre la Borsa di Hong Kong era ancora aperta e la vendita di azioni della Huiyuan è stata sospesa dopo che erano calate di poco meno del 20 per cento. L'acquisizione della compagnia cinese avrebbe permesso alla multinazionale americana di rafforzare la propria presenza sul suo terzo mercato più importante (dopo Usa e Messico) e di diversificare l'offerta al pubblico, aggiungendo i succhi di frutta alle bevande gassose. Oltre e a prescindere dall'offerta alla Huiyuan, la Coca Cola ha annunciato la scorsa settimana nuovi investimenti in Cina per due miliardi di dollari. La Huiyuan è stata fondata ed è diretta dall'imprenditore Zhu Xinli, che ne possiede il 36 per cento. La francese Danone ha il 23 per cento delle azioni mentre il 6,8 è proprietà della finanziaria americana Warburg Pincus. L'impresa ha circa il 20 per cento del mercato cinese. Tutti i soci avevano accettato la proposta della multinazionale. Il blocco dell'operazione della Coca Cola coincide con un momento nel quale le imprese cinesi, forti della loro solidità finanziaria e dei prezzi in discesa, sono impegnate in importanti interventi all'estero, dove cercano di assicurarsi soprattutto una costante fornitura di materie prime anche attraverso costose acquisizioni.

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A proposito di crisi economica internazionale Nonostante la grave crisi economica intern... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 19 Marzo 2009, A proposito di crisi economica internazionale Nonostante la grave crisi economica internazionale, le uniche industrie che non conoscono recessione sono quelle belliche unitamente all'ampio ambito del loro indotto. Anzi, più aumentano le tensioni politiche fra gli Stati più forti, e più crescono ricerche e sperimentazioni e richieste di nuove tecnologie e di nuovi materiali. A seguito di queste logiche, le grandi potenze liberano i loro arsenali militari degli armamenti obsoleti o meno sofisticati per venderli a Paesi minori che si scannano reciprocamente fino ad indebitarsi ed impoverirsi oltre ogni logico limite. Così è sempre stato e lo è purtroppo anche in questi tempi di armi nucleari di distruzione di massa. La legge del potere e della «force de frappe» non è ancora cambiata. Bisogna essere forte per dissuadere qualsiasi malintenzionato aggressore. Se mi attacchi ti distruggo. Pensaci bene! Appare pertanto ben chiaro che il recente lungo periodo di pace o di guerra fredda del quale hanno goduto sia Russia e Stati Uniti e loro satelliti si sia svolto alla pericolosa ombra o a ridosso dell'ombrello atomico! Una pace invero assai precaria e con i fucili puntati addosso! La storia si ripete. Infatti nonostante la globalizzazione commerciale e tutte le promettenti ipotesi e conferenze di pace, i vecchi bombardieri atomici russi, oltre ad essere in volo permanente già da un paio di anni per essere pronti a colpire ovunque, ora pensano di trasferirsi addirittura in nuove basi strategiche del Venezuela e di Cuba. Per allentare la tensione in alto, gli Stati Uniti dovranno rinunciare ad avere missili nei Paesi dell'ex dominio sovietico o ridimensionare quei piani finalizzati al controllo di nuove potenze emergenti, sempre secondo i criteri della forza di dissuasione. Intanto bisogna ripristinare al più presto i vecchi equilibri anche per evitare rischi di stragi da errori umani o delle apparecchiature. È comunque certo che soltanto attraverso i dialoghi tra la gente, la diffusione della cultura e i nuovi modelli di sviluppo ispirati a minor consumismo, a minor sfruttamento l'uno sull'altro ed a maggiore attenzione alla tutela dell'ambiente, potremo stare meglio e vivere più sereni. Volendo si può. Ferruccio Falconi Lido Buffetti e schiaffoni politici Non convince nessuno nel ruolo di "vittima della violenza" che il presidente del Consiglio comunale Boraso cerca lamentosamente i attribuirsi. A Boraso vanno ricordati i due veri schiaffoni che ha preso nella sua carriera in Consiglio comunale. Quello fisico che, nel 2001, gli aveva rifilato il suo amico e collega di partito, l'attuale ministro Renato Brunetta, irritato pure lui dalle continue intemperanze verbali del giovane consigliere. E quello pesante che, politicamente parlando, ha ricevuto dal voto compatto con cui la maggioranza ha affermato, lunedì scorso, un irrinunciabile principio di civiltà: non si possono sottoporre a consultazione popolare i diritti di una minoranza etnica e culturale. Se avesse un minimo di dignità, Boraso per primo dovrebbe trarre le sue conclusioni. Ma dopo il Consiglio di lunedì scorso, dopo essere riusciti ad affermare con forza, che in questa città non c'è spazio per chi vuole montare campagne di odio e discriminazione contro i più deboli, si deve voltare pagina: è compito delle forze politiche democratiche impegnarsi per organizzare la risposta ai drammatici problemi sociali che la crisi sta provocando per migliaia di nostri concittadini, contrastare le politiche del governo nazionale e regionale che strangolano i comuni e lasciano senza protezione davanti alla crisi la gente comune, smascherare i partiti di destra che vogliono farci credere che il nostro principale problema sarebbe il villaggio per la comunità sinti. Beppe Caccia capogruppo Verdi-Città n. Ecco lo spritz, una bevanda tipica di Venezia È sicuramente una delle bevande più tipiche di Venezia. Fu inventata al tempo degli austriaci che cercavano vino con le bollicine. Purtroppo negli ultimi tempi in molti bar viene confuso con l'Americano dove si esagera col bitter Campari o con l'Aperol. Lo spritz deve essere solo prosecco, spruzzata di bitter o di Aperol e spruzzo di selz. Decorato con fetta di limone o di arancio e una oliva verde. Come viene preparato ora, aumenta soltanto il tasso alcolico nel sangue. Alla salute Claudio Nobbio Venezia Libri in prestito e spese supplementari A metà febbraio alla Biblioteca Civica di Mestre ho prenotato in prestito, poiché sprovvisti del titolo, un testo della Sansoni Editore del 1975 (ristampa del medesimo del 1900). Altre volte mi sono avvalso della Biblioteca che, gentilmente, senza pretendere alcunché, mi hanno fatto avere quello che cercavo, magari presso altre biblioteche del comprensorio veneziano. Nella fattispecie il volume era disponibile presso la biblioteca di Ca' Foscari all'Università di Venezia, gentilmente, hanno provveduto alla richiesta. Il 6 marzo la BCM mi consegna quanto richiesto e, sorpresa sorpresa, alla riconsegna debbo versare 8 (otto) euro in francobolli, ohibò, per il trasporto?!? e ricevuta di versamento in c.c.p. di 4 (quattro) euro per diritti segreteria alla biblioteca universitaria (sic!). Francamente, senza attendere oltre 20 giorni, con l'abbonamento Actv - 2 linee, in un paio d'ore avrei risolto tutto. La biblioteca di Ca' Foscari è forse in un altro comune o in territorio non della Repubblica. Aldo Battistuzzo Mirano Diciamo "basta" al comportamento delle banche Come Imprenditore, sento il dovere di dire "basta" all'attuale comportamento delle Banche nei riguardi delle piccole imprese. È inverosimile che il cittadino debba contribuire a risanare le banche quando queste si rifiutano di aiutare le Imprese. È irriguardoso il fatto di proseguire con campagne stampa e dichiarazioni pubbliche da parte dei dirigenti delle banche in cui affermano la massima disponibilità verso gli imprenditori. La realtà è che non solo non concedono finanziamenti, ma chiedono il rientro immediato o al massimo in poche rate. Naturalmente se non si procede con il rientro scatta il sequestro dei beni personali. Tu piccolo imprenditore devi accettare tutto, e se avanzi soldi dalla pubblica amministrazione devi aspettare anni. La banca può aumentarti le spese, gli oneri e gli interessi sul conco corrente o chiuderti lo stesso senza dirti qualcosa. A questo punto mi chiedo: perché non ci arrangiamo e gestiamo tutti assieme il nostro contratto con le Banche? Perché non ci rivolgiamo all'estero per verificare le condizioni delle Banche europee? È mai possibile che dobbiamo sempre accettare le decisioni delle banche senza mai poter discutere o trattare alla pari? Sia ben chiaro, non voglio fare una nuova associazione di categoria, ma voglio solo poter raggruppare tutti i nostri conti correnti e gestire le condizioni con più Banche e con contratti congiuntamente concordati. Basta decisioni unilaterali. Angelo Detti Mestre Fantasiose le accuse dei Cobas Voglio esprimere tutta la mia indignazione per l'articolo comparso sul Gazzettino del 17 marzo in cui esponenti sindacali della sigla Cobas denunciano, fra altri fantasiosi disservizi, anche la presunta inadeguata aerazione, con ristagno di forti odori, in Geriatria/Lungodegenza dell'ospedale dell'Angelo. In qualità di coordinatore infermieristico delle due Unità operative, smentisco totalmente le affermazioni, che considero gravemente lesive dell'immagine dei reparti e offensive nei confronti dei tanti lavoratori - medici, infermieri e personale di assistenza - che si prodigano per la qualità delle cure di malati così fragili. Chi accusa, non sa di cosa parla. Trovo paradossale che questa opera di denigrazione venga compiuta da figure che dovrebbero, al contrario, farsi portavoce di eventuali problemi per risolverli e non crearne dove non esistono. Ferruccio Sorrentino coordinatore infermieristico Geriatria-Lungodegenza

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Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Commenti ( 3 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima. Attali è persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe addirittura emergere come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista qui Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 42 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 68 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia, democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica" s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 75 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 48 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (6) blog (1) capitalismo (6) cina (18) crisi (7) democrazia (59) economia (28) era obama (12) europa (10) francia (22) germania (3) giornalismo (49) giustizia (2) gli usa e il mondo (59) globalizzazione (41) immigrazione (40) islam (20) israele (2) Italia (150) manipolazione (4) medio oriente (13) notizie nascoste (45) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (22) spin (4) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni bo.mario: Perchè l'Italia fatica a diventare uno stato di diritto. Cosa c'è dietro questa rinuncia.... Alberto: Avevo notato pure io, scrivendolo con due parole e non spiegandola (post delle 2.43pm 18 Marzo),... Marina: Giusto Franco,una volta eravamo scemi(o forse hanno voluto di proposito tenerci scemi),adesso le cose sono... Paolo Mazzarri: Caro Marcello, lei ha perfettamente ragione. Occorre non solo limitare, ma impedire del tutto... mason antnio: Bisogna riconoscere l' errore .I mutui vanno fatti a tasso fisso con la vendita delle cartelle... Ultime news Cnel: giovani emarginati da politica e professioniIncappucciata e legata al letto: paura per cintura sospettaArriva il "Googlefonino?" L'iPhone diventa grandeBrunetta: "Gli studenti dell'Onda? 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Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it March 2009 M T W T F S S « Feb 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post March 2009 (10) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? 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I CINESI NON SE LA BEVONO COCA-COLA PROVA A COMPRARSI I SUCCHI HUIYUAN (40% DEL MERCATO NAZIONALE) MA IL MINISTRO DEL COMMERCIO ESTERO SBATTE LA PORTA A WASHINGTON LA CINA VORR (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> I CINESI NON SE LA BEVONO ? COCA-COLA PROVA A COMPRARSI I SUCCHI HUIYUAN (40% DEL MERCATO NAZIONALE) MA IL MINISTRO DEL COMMERCIO ESTERO SBATTE LA PORTA A WASHINGTON ? LA CINA VORREBBE Più RECIPROCITà: DATECI QUELL?AZIENDA PETROLIFERA? Francesco Sisci per "La Stampa" bambino cinese coca cola Nella deliziosa commedia del 1961 «Un, due tre» Billy Wilder raccontava la proiezione americana verso il blocco comunista attraverso non le armi, non l'idelogia ma una bibita simbolica e frizzante, la Coca-Cola. Nulla è infatti più America nel mondo della Coca-Cola. Per segnare la sua scelta filo americana Deng Xiaoping, il padre delle riforme cinesi, volle la Coca-Cola in Cina e non la Pepsi, in fondo meno simbolica, meno a stelle e strisce. Da quella scelta politica oggi la Coca-Cola domina il mercato delle bevande del Paese fino al punto di volerlo quasi monopolizzare con il tentativo di prendere il controllo di un altro gigante dell'arte di dissetare, il mega produttore di succhi di frutta Huiyuan. Però, a una settimana dal viaggio in America del ministro degli esteri Yang Jiechi, Pechino sembra volere chiudere la porta in faccia a Washington impedendo il mega piano di espansione che avrebbe dato alla bevanda Usa oltre il 40 per cento del mercato nazionale. Deng Xiaoping Yang ha discusso con tutta l'amministrazione americana su una lista complessa di temi, dall'economia alla sicurezza in Asia, al Medio oriente, alla spinosa questione dell'Iran. La decisione del ministro del commercio estero cinese contro l'acquisizione appare non casuale, sembra un messaggio. L'acquisizione della Huiyuan per 2,4 miliardi di dollari era il più grande tentativo di acquisizione da parte di una società straniera di una azienda cinese. Pechino formalmente ha spiegato che l'operazione avrebbe creato un monopolio delle bevande e avrebbe schiacciato la competizione a molti livelli. La Huiyuan domina il settore dei succhi di frutta e ha oltre il 10 per cento del mercato delle bibite, settore cresciuto del 15 per cento nel 2008. La Coca-Cola ha il 9,7 per cento del mercato e la Cina è oggi il suo quarto mercato per importanza mondiale, terreno di scontro strategico con la rivale Pepsi. Difficile negare questo fatto basandosi semplicemente sui numeri, ma certo, la recente legge sul monopolio è stata finora usata in maniera molto parziale in Cina e sembra singolare che la decisione venga annunciata oggi e non invece tra qualche settimana, saltando le coincidenze politiche. Hu Jintao In realtà le camere di commercio internazionali a Pechino non hanno fatto mistero di sospettare azioni di protezionismo in un momento in cui le aziende cinesi si stanno guardando intorno nel mondo per operazioni di acquisizione. Il messaggio però, suggeriscono a Pechino, andrebbe visto proprio in relazione con il recente viaggio a Washington di Yang. Yang è andato in America con la borsa dei soldi per sostenere ancora l'economia locale e cercare di offrire un appoggio per evitarne il tracollo. In concreto questo significherà nuovi acquisti di enormi pacchetti di obbligazioni americane di ogni tipo. Secondo stime della Rand Corporation la Cina ha già 1,7 trilioni di dollari di obbligazioni americane, di più se si contano gli acquisti anche di Hong Kong. In Cina si levano voci sempre più contrarie a questa immensa campagna acquisti in America, anche perché significa meno soldi investiti nell'interno povero della Cina e non si concretizza con l'acquisizione di aziende americane da parte cinese. Nel 2005 gli Usa impedirono alla compagnia CNOOC cinese di comprare l'azienda petrolifera americana Unocal per 18,5 miliardi di dollari. barack obama Questo è proprio il punto che sta a cuore a Pechino. La Cina vorrebbe che l'America sollevasse quelle che sono le attuali restrizioni di fatto alle aziende cinesi per comprare aziende americane. Perciò manda un messaggio: noi per ora sospendiamo l'acquisizione da parte della Coca-Cola. Il terreno comunque è delicato. L'importanza strategica del petrolio oppure delle aziende industriali Usa su cui i cinesi stanno mettendo ora gli occhi, non è la stessa delle bibite. Ma neppure la Cina è più disposta a firmare assegni in bianco all'America in attesa che la crisi finanziaria e la svalutazione del dollaro si mangino tutto il capitale cinese. Alla fine in ogni caso il problema non sono i soldi, ma, come per l'«Un, due, tre» di Billy Wilder, la politica e i suoi simboli. Il presidente Usa Barack Obama che cosa sarà disposto a dare al suo collega cinese Hu Jintao durante il loro incontro a Londra ad aprile? Con la risposta giusta si stappa una Coca-Cola gigante per tutti, altrimenti acqua di rubinetto. La Coca non è sotto pressione solo in Cina, Il presidente venezuelano, Hugo Chavez, ha lanciato un ultimatum alla Coca-Cola perché liberi entro un terreno di un ettaro ad Ovest della capitale Caracas, che dovrà essere destinato alla costruzione di case popolari. Una decina di giorni fa, durante il suo consueto programma televisivo settimanale «Alò presidente», Chavez aveva detto, rivolgendosi ai dirigenti della Coca-Cola: «vi chiedo di andarvene ora. Concedo all'azienda Coca-Cola due settimane perché liberi volontariamente quel terreno». [19-03-2009]

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Wong Fei Hung, il papà del kung fu moderno (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Culture Personaggi/ Wong Fei Hung, il papà del kung fu moderno Giovedí 19.03.2009 15:23 Migliaia di appassionati di arti marziali celebreranno il 22 marzo prossimo la storica figura di Wong Fei Hung, famoso maestro di Kung Fu ricordato come un eroe non soltanto in Cina, ma in tutta l'Asia e nel mondo. Alla sua figura sono stati dedicati oltre cento film dal 1949 a oggi e il suo personaggio è stato interpretato sul grande schermo da numerosi attori avvicendatisi nelle sue vesti: Kwan Tak Hing, Jackie Chan, Gordon Liu e Jet Li sono tra i più celebri. La "Prima Giornata Mondiale Wong Fei Hung" nasce per iniziativa di tre maestri di Kung Fu italiani: Luigi e Sergio Martone e Francesco Palmieri, ma ha trovato adesioni in numerosi Paesi dove altre Scuole celebreranno l'evento domenica 22 marzo: Belgio, Cina, Filippine, Germania, Messico, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Svizzera e Usa. Seminari, lezioni gratuite, dimostrazioni di vario tipo avranno luogo, poi saranno filmate e raccolte in un dvd i cui proventi andranno in beneficenza. La manifestazione è patrocinata dall'Associazione Italia-Cina e della Uisp Roma. Il "Wong Fei Hung Day" nella Capitale si svolgera' il 22 presso l'impianto comunale 'Fulvio Bernardini' in via dell'Acqua Marcia, dalle 10 alle 12, mentre l'iniziativa sarà presentata sabato 21 alle 11,30 al ristorante Giardino dell'Eden in via Cairoli 33. tags: wong kung fu arti marziali

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Scuola/ Bonelli: Su studenti Brunetta usa frasi da regime (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 19 mar. (Apcom) - "Quelle di Brunetta sono dichiarazioni da regime cileno che devono preoccupare tutti i democratici di questo paese". Lo afferma Angelo Bonelli dei Verdi. "C'è una insofferenza verso la democrazia da parte di Brunetta, ovvero di un governo che non solo non ama essere contestato ma non tollera alcun tipo di manifestazione contro - sottolinea Bonelli -. Sono i segni ormai chiari della svolta autoritaria a cui stiamo andando incontro". "Brunetta dice che gli gli studenti sono guerriglieri e come tali vanno trattati... parole vergognose che dovrebbero ricordare ad esempio - conclude Bonelli - che chi applicò quanto da lui auspicato fu la Cina che represse nel sangue la democratica contestazione degli studenti a piazza Tien Amen. Un ministro così irresponsabile non può fare il ministro della Repubblica italiana".

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Il sindaco di Piacenza al V Convegno nazionale dei Comuni sulla Protezione Civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il sindaco di Piacenza al V Convegno nazionale dei Comuni sulla Protezione Civile (19/3/2009 15:45) | (Sesto Potere) - Piacenza - 19 marzo 2009 - Il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, in qualità di presidente della Consulta nazionale dell'Anci sulla Protezione Civile, parteciperà al V Convegno sul tema "Codice Rosso 2009. Protezione Civile: le forme associative e le Unioni di Comuni nelle prospettive delle riforme federaliste", che si terrà ad Ancona dal 19 al 21 marzo. In particolare, Reggi introdurrà e coordinerà i lavori nel pomeriggio di giovedì, la discussione verterà sul tema "La Protezione Civile nelle prospettive delle riforme federaliste". Interverranno Mauro Guerra, Sindaco di Tramezzo, coordinatore Nazionale dell'Anci - Piccoli Comuni e Unioni di Comuni, che illustrerà "Le forme associative e le Unioni di Comuni nelle prospettive delle riforme federaliste" e Bernardo De Bernardinis, Vice Capo Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che approfondirà il tema "Il Comune nei progetti strategici di interesse nazionale" e svilupperà gli argomenti relativi alla rete dei centri funzionali, alla dorsale trasmissiva, alla colonna mobile nazionale delle Regioni e alla sicurezza degli edifici scolastici. Interverranno inoltre Massimo Vitale, Consigliere Comunale con delega alla Protezione Civile del Comune di Bari, Gabriele Marchese sindaco di San Salvo, Paolo Raffaelli sindaco di Terni, Luca Ceriscioli sindaco di Pesaro, Raffaele Rocco, coordinatore del Dipartimento Difesa del Suolo e Risorse Idriche della Regione Autonoma Valle d'Aosta, Lino Secchi, Presidente Confservizi Marche, Anna Patullo, assessore alla Protezione Civile del Comune di Bologna, Enea Di Ianni, assessore alla Protezione Civile del Comune di Sulmona e Guglielmo Berlasso, dirigente della Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia. Il sabato mattina il sindaco Reggi interverrà alla tavola rotonda conclusiva, il momento più importante delle tre giorni, insieme a Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche, Giovanni Chiodi, presidente della Regione Abruzzo, Francesco Paolo Tronca, capo del Dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco, Mario Luigi Bruschini, rappresentante della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Antonio D'Alì, presidente della Commissione Ambiente del Senato ed Ermete Realacci, componente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. in merito all'attuazione dei modelli organizzativi della Protezione Civile, sempre nell'ottica delle possibili riforme federaliste. I presenti condivideranno un documento finale da sottoscrivere nel corso della Conferenza unificata, che verrà presentato dal presidente dell'Anci Leonardo Domenici, in cui i Comuni e le Regioni pongono le basi per una nuova stagione di concertazione per le attività della Protezione Civile e per affermare la funzionalità di un sistema articolato sul territorio nazionale, in modo capillare per poter gestire al meglio i rischi e le emergenze. Questo, al fine di promuovere l'associazionismo per l'adeguatezza dei servizi, rispettare i ruoli e la sussidiarietà come principio fondante di un vero sistema, ripartire il fondo regionale di Protezione Civile come motore del sistema nazionale di Protezione Civile e definire le attività di formazione delle risorse umane per far crescere il sistema. Concluderà i lavori il Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso. Sarà infine assegnato il premio nazionale "Codice Rosso" a Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il premio verrà ritirato da Guido Bertolaso.

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Codice Rosso, al via la quinta edizione ad Ancona (sezione: Globalizzazione)

( da "gomarche.it" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

navigazione: Home > Attualità > Codice Rosso, al via la quinta edizione ad Ancona Giovedì 19 Marzo 2009 16:45 Codice Rosso, al via la quinta edizione ad Ancona Taglio del nastro, questa mattina alla fiera di Ancona, per la quinta edizione di Codice Rosso, la manifestazione nazionale della protezione civile. ANCONA - Taglio del nastro, questa mattina alla fiera di Ancona, per la quinta edizione di Codice Rosso, la manifestazione nazionale della protezione civile, promossa dall'Anci (nazionale, Marche e Abruzzo), dalle Regioni Marche e Abruzzo, dal dipartimento nazionale della Protezione Civile, dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, sotto l'alto patrocinio delle presidenza della Repubblica. Un appuntamento che si tiene e resterà ad Ancona, capoluogo delle Marche, regione in cui "la protezione civile rappresenta il fiore all'occhiello a livello nazionale" ha ricordato l'assessore Fabio Badiali, nel porgere i saluti ai presenti. "Siamo un modello di riferimento per molte regioni per come è stata attrezzata la nostra protezione civile, all'avanguardia grazie al lavoro sinergico di tecnici, dirigenti e classe politica. Siamo orgogliosi di questa squadra completa, una rete che va dalle istituzioni pubbliche ai volontari, ognuno con propri compiti, coordinati e preparati in maniera eccezionale. La Regione Marche ha aggiunto Badiali non taglia risorse ai servizi sociali né alla protezione civile, che è lo strumento a disposizione del cittadino e dei sindaci per rispendere alle emergenze". Riconoscimenti sono giunti anche dal Vice Capo Dipartimento Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Bernardo De Bernardinis, che ha rimarcato quanto, "la protezione civile delle Marche con i suoi vertici ha rappresentato un punto di riferimento istituzionale e di costruzione organizzativa. Solo come esempio, dopo gli incendi boschivi del 2007 la pianificazione territoriale adottata è stata la stessa che le Marche si sono date per la pianificazione del rischio idrogeologico idraulico". Di prevenzione nelle scuole, altro tema di questa edizione 2009, ha parlato Giorgio Meschini, Presidente ANCI Marche, "problema particolarmente sentito nelle scuole marchigiane che vantano, comunque, una situazione migliore di altre realtà italiane". Meschini ha poi rilevato l'importanza della cultura di protezione civile da divulgare nelle scuole con progetti e attività. Al dibattito, sono intervenuti anche Dante Merlonghi, Presidente Ente Regionale per le manifestazioni fieristiche, Carlo Iappelli, Commissario Straordinario del Comune di Ancona, Daniela Stati, Assessore Protezione Civile Regione Abruzzo, Antonio Centi, Presidente ANCI Abruzzo, Patrizia Casagrande, Presidente Provincia di Ancona, Mauro Guerra, Sindaco di Tremezzo, Coordinatore Nazionale ANCI Piccoli Comuni e Unioni di Comuni, moderati da Antonio Ragonesi, Responsabile Dipartimento Ambiente, Territorio e Protezione Civile ANCI. Al termine della mattinata, si è tenuta al porto una esercitazione dei Vigili del Fuoco che simulava il recupero di un'auto e il salvataggio di naufraghi.

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DataFashion: una nuova realtà nell'informatica con Canali come socio (sezione: Globalizzazione)

( da "fashionMagazine.it" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

19 Marzo 2009 DataFashion: una nuova realtà nell'informatica con Canali come socio DSDataFashion, specializzata in soluzioni informatiche innovative per la moda, avvia un nuovo corso con un'altra denominazione sociale - DataFashion - e un nuovo partner. Si tratta di Canali, sinonimo di abbigliamento maschile di alta gamma, già cliente di lunga data della software house, che ha acquisito il 49% della newco. La maggioranza delle quote resta in mano a Pasquale Lambardi e ad Alessandro Regonini, che nel 2007 hanno rilevato il business relativo alla fashion industry di Ds Data System. Come ha spiegato lo stesso lambardi, l'ingrasso di Canali sarà un forte veicolo nel mondo della moda, che consentirà un maggiore sviluppo del mercato italiano ma anche un'ulteriore espansione all'estero. Canali sarà inoltre una sorta di ?tester? privilegiato delle nuove soluzione dell'azienda informatica, che conta 50 addetti (divisi tra le sedi di Milano, Parma, Torino, Marina di Carrara e Cosenza) e clienti come Bulgari, Corneliani, La Perla, Loro Piana ed Ermenegildo Zegna. L'obiettivo della nuova realtà è raggiungere circa 5 milioni di euro di fatturato alla fine del 2009, che dovrebbero incrementare del 20% in tre anni, quando i vertici stimano di raggiungere il break-even. Tra i mercati di maggiore interesse c'è la Cina, dove la società conta già come cliente l'azienda di abbigliamento Sharmoon, poi sarà la volta della Russia. In Europa l'espansione partirà dalla Francia, dove DataFashion ha già messo le basi servendo griffe come Lanvin, ma sono in progetto sviluppi anche negli Usa a partire da Chicago. L'incontro di oggi è stato anche l'occasione per presentare uniformemente il prodotto Unify di DataFashion. Si tratta di un'architettura modulare unificata per la gestione dell'intero processo di business (nelle imprese sia manifatturiere sia commerciali), che permette il monitoraggio costante dei processi e che fornisce tempestivamente informazioni accurate, a supporto delle decisioni dei manager della moda. Tra le sue peculiarità, la flessibilità che consente di fatto il ?su misura? e la possibilità di integrare sistemi di terze parti. e.f.

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MARCEGAGLIA, PER ITALIA PROTEZIONISMO SAREBBE FATALE (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWebFinanza" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MARCEGAGLIA, PER ITALIA PROTEZIONISMO SAREBBE FATALE (AGI) - Firenze, 19 mar - "Per un Paese come l'Italia, che vive di esportazione, il protezionismo rischia di essere fatale". A sostenerlo e' stata la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, rispondendo a una domanda dei giornalisti durante una conferenza stampa tenuta a Firenze. "Quasi ad ogni incontro internazionale - ha proseguito Marcegaglia - i capi di governo fanno grandi dichiarazioni per dire no al protezionismo. Anche in questi giorni abbiamo visto che, a dispetto di queste dichiarazioni, 17 Paesi, tra cui i piu' importanti, hanno adottato misure di protezionismo. Il protezionismo - ha detto ancora la presidente di Confindustria - e' di vari tipi. Sui lavoratori, nel caso della Gran Bretagna, sugli investimenti, di natura finanziaria. Noi - ha concluso Marcegaglia - chiediamo che ci sia una task force internazionale per monitorare il protezionismo e auspichiamo che gli accordi del Doha round possano vedere una conclusione nel minor tempo possibile". 19/03/2009 - 16:35

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Corea del Nord, arrestate due giornaliste Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 19-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0919 Corea del Nord, arrestate due giornaliste Usa Pubblicato da Joshua Evangelista alle 18:31 in Current Affairs, Libertà di espressione Secondo quanto riporta la Reuters , delle guardie della sicurezza della Corea del Nord hanno arrestato due giornaliste coreane-americane che stavano effettuando delle riprese sulla sponda cinese del fiume Tumen. Un funzionario del governo sudcoreano ha affermato che le guardie nordcoreane hanno oltrepassato il confine entrando nel territorio cinese per arrestare le due giornaliste dopo che queste avevano ignorato il loro ordine di interrompere le riprese. Il funzionario ha aggiunto, senza fornire altri dettagli, che le due donne lavoravano per una testata online con sede in California. Non è stato possibile al momento raggiungere il Ministero degli Esteri sudcoreano per avere conferma della notizia. L'episodio si inserisce in un momento molto particolare delle relazioni diplomatiche tra Cina e Corea del Nord. Infatti, all'indomani delle preoccupazioni del governo di Pechino per il lancio di un satellite da parte di quello nordcoreano, i premier dei due paesi, rispettivamente Wen Jiabao e Kim Yong Il, hanno inaugurato l'Anno dell'Amicizia tra i due stati.

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