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Report "Globalizzazione"   18-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Cgil contro il cartello delle bollette ( da "Trentino" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ed è davvero paradossale dover ammettere che solo la prima grande recessione dell'economia globalizzata è riuscita ad alleggerire i costi energetici delle famiglie italiane» lo dice la Cgil del Trentino che, per bocca del suo segretario generale Paolo Burli, si dice scettico sulle prontezza del Governo Berlusconi nel dare risposte alle famiglie e alle imprese.

Barack Obama alla riconquista del Sudamerica La Casa Bianca deve ridefinire il proprio ruolo La penetrazione cinese. Cuba, convitato di pietra ( da "Giornale di Brescia" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gli Stati Uniti devono ridefinire le loro strategie geopolitiche in diverse direzioni: Russia, Cina, Medioriente, Europa e, beninteso, Sudamerica. D'altro canto, l'America Latina si trova ad affrontare un tornante cruciale della sua storia. Per la prima volta le si offre l'occasione di essere protagonista del suo destino, senza protettori o suggeritori.

Continua la missione dei gruppi della Protezione Civile mantovana nelle zone dell'Abruzzo ... ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Continua la missione dei gruppi della Protezione Civile mantovana nelle zone dell'Abruzzo ... Continua la missione dei gruppi della Protezione Civile mantovana nelle zone dell'Abruzzo colpite dal terremoto. Ad oggi sono dodici i volontari impiegati nel campo di prima accoglienza di Bazzano: sul posto da domenica scorsa, vi rimarranno ancora per due giorni,

Più sicurezza e stop al protezionismo ( da "Tribuna di Treviso, La" del 18-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India, Brasile, Messico, Sudafrica, Egitto e USA, hanno sottoscritto ieri a Pieve di Soligo e hanno poi consegnato a Luca Zaia, nella sua veste di presidente del G8 tra i ministri dell'agricoltura. «Non c'è sviluppo, se non c'è cibo. Per questo gli agricoltori, uomini e donne, devono riacquistare un ruolo centrale nel sistema agroalimentare,

ZIONALE) LE SIRENE ELETTORALI DELLA "PAURA ECONOMICA" - PROBABILMENTE SI È EVITATO ... ( da "Alto Adige" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: accennata dalla Cina al G20, del primato monetario del dollaro; e senza il quale, tra l'altro, oggi l'Obama's economics rischierebbe il flop. Ovviamente il tema, ora sottotraccia, è, come l'insieme dell'assetto del potere globale, in agenda; infatti, nel dopo crisi, prima o poi (per gli Usa meglio poi), esploderà con conseguenze politico/

Ecco tutti i numeri del Vinitaly ( da "Tribuna di Treviso, La" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gli Usa, anche se i nostri principali partner non sono mancati all'appuntamento'. Contatti importanti, qualificati e seri in particolare con Paesi Scandinavi, Cina e addirittura Aruba per Anna Abbona della Marchesi di Barolo. 'Abbiamo registrato non solo entusiasmo, ma anche nessuna richiesta di abbassare prezzi e praticare sconti:

Pechino, è partita la lunga marcia alle materie prime ( da "Stampa, La" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Popolare è il più grosso investitore sovrano in titoli del debito pubblico Usa. In questo senso Pechino si è dimostrata responsabile, continuando a comprare bond del Tesoro Usa, sostenendo così la divisa verde e il suo investimento». «Credo piuttosto - continua il professore - che la Cina, stante le sue riserve (1,9 trilioni di dollari, costituite in gran parte da moneta Usa ndr.

insediamenti rurali del lodigiano - 117 Le vicende, le memorie, le figure di un mondo contadino scomparso ( da "Cittadino, Il" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dopo i processi di globalizzazione ovunque si richiede di tornare ai cibi di casa nostra, possibilmente acquistati direttamente dal produttore, così da valorizzare la qualità e la genuinità. Sono tutti segnali che rendono possibile nuove prospettive per l'agricoltura e le lezioni dei padri serviranno sicuramente anche nel futuro.

più sicurezza e stop al protezionismo ( da "Mattino di Padova, Il" del 18-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India, Brasile, Messico, Sudafrica, Egitto e USA, hanno sottoscritto ieri a Pieve di Soligo e hanno poi consegnato a Luca Zaia, nella sua veste di presidente del G8 tra i ministri dell'agricoltura. «Non c'è sviluppo, se non c'è cibo. Per questo gli agricoltori, uomini e donne, devono riacquistare un ruolo centrale nel sistema agroalimentare,

Scajola visita l'Exa: ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In Cina nel mese di marzo sono ripresi i consumi, il Pil è cresciuto sensibilmente. Il mese di marzo è quello che ha fatto vedere anche negli Usa qualche barlume, come ha detto il presidente Obama. E anche da noi, in maniera simile il comparto dell'auto si è risvegliato».

settebello, il mondiale è in salita ( da "Tirreno, Il" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina (23 luglio) e Ungheria (21 luglio) nel girone A. Le squadre prime classificate si qualificano direttamente ai quarti di finale mentre, le seconde e terze si affronteranno negli ottavi. «Auspicavo un girone meno competitivo - ha ammesso francamente Campagna - che ci consentisse di affrontare il Mondiale più gradualmente.

Al tavolo della fame ( da "Italia Oggi" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa, Argentina, Australia ed Egitto, che ormai da tempo fanno sentire la loro voce (e il loro peso) su ogni fronte. A partire dai sempre più impaludati negoziati Wto. I ministri di questi paesi saranno gomito a gomito con i capi dei dicasteri agricoli di Italia, Canada,

3,5% rondini fanno primavera? ( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: trainato da Cina e Usa. Come sostiene anche il meno ottimista degli economisti, Nouriel Roubini, battezzato «Mr. Doom» (Apocalisse), saranno probabilmente Cina e Usa i primi Paesi a invertire la tendenza. Bisognerà quindi attendere i prossimi mesi per verificare se il dato di febbraio è un rimbalzo (statistico o tecnico,

La ripresa è cominciata con la Cina ( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: industria manifatturiera è tornata a crescere e trasmette all'estero impulsi di fiducia La ripresa è cominciata con la Cina In Eurolandia e Usa la produzione tende a stabilizzarsi, ma la svolta è spostata a dopo l'estate di Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi Indicatori reali Come sarà la ripresa? Quali segni lascerà la crisi? Quali forze traineranno lo sviluppo?

la solitudine delle badanti ( da "Repubblica, La" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La lavorazione del pesce in Islanda (Processing Cod, 2005) diventa sintomo di globalizzazione, mentre le traversie da affrontare, dentro e fuori i CPT, per diventare cittadini in piena regola sono narrate � di spalle - da Mpia, Janneke e Samm sullo fondo agreste e pittorico della campagna olandese (Avant-Garde Citizens, 2007).

Del Torchio: ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Torno adesso dagli Usa, dove i tempi di approvazione di operazioni simili sono di 60 giorni. In passato ho fatto due fabbriche in India, Paese con una struttura burocratica: 75 giorni per i permessi. In Cina, poco più di un mese». Siamo in Italia. «Se per una cosa bella, nobile e di valore per una città come credo sia la volontà di un'azienda come la Ducati di restare a Bologna,

di LUCA ORSI ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Torno adesso dagli Usa, dove i tempi di approvazione di operazioni simili sono di 60 giorni. In passato ho fatto due fabbriche in India, Paese con una struttura burocratica: 75 giorni per i permessi. In Cina, poco più di un mese». Siamo in Italia. «Se per una cosa bella, nobile e di valore per una città come credo sia la volontà di un'azienda come la Ducati di restare a Bologna,

La ripresa economica dipende dall'America ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: emergenti come Cina e India, avverrà solo quando ci sarà la ripresa dell'economia americana, la sola che anche in una recessione grave come quella attuale possa svolgere ancora una volta il ruolo di locomotiva economica internazionale. A parte i timidi segnali cui si è fatto cenno, tuttavia, gli indicatori macroeconomici dell'economia americana sono ancora orientati verso la burrasca:

C'è una cura, si chiama lavoro ( da "Provincia Pavese, La" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il protezionismo contro la globalizzazione vista come pericolo sarebbe un rimedio peggiore del male, per Alesiana e Giavazzi. Così come è sbagliato demonizzare la Cina perché molto potrà influire sulla ripresa del mondo occidentale nel momento in cui milioni e milioni di cinesi, che fino ad oggi hanno risparmiato,

Al servizio dell'industria turistica un esercito di lavoratori senza tutela ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Contro la crisi è necessario globalizzare i diritti. L'Ogliastra può e deve reagire a questa situazione drammatica - sottolinea il segretario territoriale Michele Muggianu. «Reagire è possibile proprio grazie alle risorse della nostra terra sia quelle umane che quelle ambientali».

Mondiali, urna severa per l'Italia. E oggi l'A1 ( da "Secolo XIX, Il" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: pare intenzionato a invitare sulle tribune del Foro Italico, in occasione della sfida contro gli Usa, il presidente Obama. L'Italia femminile, del ct Roberto Fiori, farà invece parte del girone A, con Ungheria, Cina e l'incognita Uzbekistan. Le prime classificate approderanno direttamente ai quarti di finale, mentre seconde e terze disputeranno gli ottavi.

( da "Secolo XIX, Il" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma anche inquinamento e globalizzazione comportano per i consumatori di pesce. Ogni mattina, ricorda Franco Andaloro, dirigente dell'Istituto Superiore di Protezione e Ricerca ambientale, che ieri a Slow Fish ha moderato un "Laboratorio dell'Acqua" sull'argomento, «44 Paesi forniscono pesce fresco all'Italia, perché ormai il pesce arriva da tutto il mondo,

Suncor? ( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina è salita molto da inizio anno. Crede che questo recupero sia supportato da fattori tali che possano rendere questo mercato una possibile scommessa anche per i mesi futuri? Oppure non ci sono gli elementi che giustificano questo andamento?

Gli appuntamenti sportivi del 19/04 ( da "Datasport" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 30 Milan Torino FORMULA 1 Gran Premio di Cina Ore 09.00 gara VOLLEY Serie A playoff: semifinali, gara 1 Ore 18.00 Itas Diatec TN-Bre Banca CN (Sky Sport 2) Gli altri appuntamenti: BASKET A2F playoff/playout: gara 1 Ore 18 BASKET Legadue: 29.a giornata Ore 18.15 Edimes Pavia-Harem Scafati (Rai Sport Più) BASKET A1F payoff: quarti di finale - Gara 3 Ore 18 Club Atletico Faenza-

AGENDA DEGLI AVVENIMENTI DI SABATO 18 E DOMENICA 19 APRILE ( da "Wall Street Italia" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: focus su economia con la partecipazione del ministro dell'Economia Simsek Cina - Continua visita del presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbaev DOMENICA 19 - Pasqua Ortodossa Cina - Si conclude la visita del presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbaev MONDO SABATO 18 Trinidad - Port of Spain, Quinto Summit delle Americhe.

Armi, il piano di Scajola: meno fisco e burocrazia ( da "Brescia Oggi" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ripresa in Cina, dove sono ripresi i consumi e di barlumi anche dagli Usa» è entrato nel merito della situazione congiunturale del mercato armiero con due proposte: un tavolo per la semplificazione legislativa del settore ed interventi per una fiscalità di vantaggio a tutela del distretto industriale, che attualmente non è riconosciuto giuridicamente ma rappresenta una realtà di fatto.

Contro il naufragio della società liquida ( da "Avvenire" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Però la globalizzazione ha anche vinto la miseria». Forte: «Meticciato, nave per riprendere il largo» DA ROMA GIOVANNI RUGGIERO S e di crisi si occupano non soltanto gli economisti, ma anche gli storici, i sociologi, i filosofi e perfino i poeti, si scopre che, dietro le «bolle finanziarie », i «titoli tossici» e la sofferenza della gente,

Pallanuoto: Italia-Usa ai Mondiali Barelli invita Obama a Roma ( da "Avvenire" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sarebbe un grande inizio di Mondiale: tra l'altro tutti i grandi del mondo in quei giorni saranno in Europa per il G8 della Maddalena». Il sorteggio non è andato giù invece al ct Campagna: «Speravo decisamente in un girone più morbido». Molto meglio è andata al Setterosa, che è stato abbinato con Ungheria, Cina e Uzbekistan.

Commercio estero: made in Italy, saldo 71 mld ( da "Trend-online" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: grandi aziende italiane sul terreno della globalizzazione economica''. Complessivamente, il saldo commerciale italiano di tutti i settori produttivi ha registrato un valore negativo pari a quasi 11,5 miliardi, con una contrazione sul 2007 del 33,5%. E se nel settore del Made in Italy (alimentari, abbigliamento, meccanica, arredo-casa) e' stato ancora il settore meccanico a dominare,

COMMERCIO ESTERO: MADE IN ITALY, SALDO 71 MLD ( da "Wall Street Italia" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: grandi aziende italiane sul terreno della globalizzazione economica''. Complessivamente, il saldo commerciale italiano di tutti i settori produttivi ha registrato un valore negativo pari a quasi 11,5 miliardi, con una contrazione sul 2007 del 33,5%. E se nel settore del Made in Italy (alimentari, abbigliamento, meccanica, arredo-casa) e' stato ancora il settore meccanico a dominare,

CRISI/ MADE IN ITALY, SALDO COMMERCIALE 2008 POSITIVO A 71,5 MLD ( da "Wall Street Italia" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: aziende italiane sul terreno della globalizzazione economica. E' quanto emerge da un'elaborazione dell'Ufficio Studi Cgia di Mestre, secondo cui nonostante un 2008 difficile il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) dei settori che costituiscono il Made in Italy (alimentari, abbigliamento, meccanica, arredo-casa) ha toccato in termini assoluti un straordinario +

Tav negli Usa, Ansaldo si fa avanti ( da "Denaro, Il" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Giappone. Le stesse fonti spiegano che Ansaldo Breda e Bombardier si presenteranno con il loro V300 Zefiro disegnato da Zagato Design, quello che gi esperti del settore definiscono il convoglio più bello del mondo. Si tratta di un'unità multipla elettrica composta da otto vetture nella configurazione tipica,

Lo stato del mondo ( da "Denaro, Il" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: vite in questo nuovo mondo globalizzato - aderendo al principio, "ama il prossimo tuo come te stesso," che è condiviso da tutte le religioni. Quando cominceremo a costruire un sistema così, sentiremo immediatamente che il processo di guarigione della società è cominciato, poiché solo con la consapevolezza le persone si relazioneranno tra di loro in una maniera completamente nuova -

Le organizzazioni agricole hanno redatto un documento per dare il loro contributo ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Canada, Giappone, Russia, Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa, Egitto, Repubblica Ceca. Tutti seduti attorno a un tavolo, su iniziativa della Federazione internazionale dei produttori agricoli e della Cia-Confederazione italiana agricoltori, per dare il loro contributo di idee e di proposte per cercare di risolvere problemi drammatici,

FONDAZIONE PRADA PRESENTS JOHN WESLEY IN VENICE ( da "WindPress.it" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Fondazione Giorgio Cini http://www.fondazioneprada.org Fondazione Prada presents, within the spaces of Fondazione Giorgio Cini in Venice, an anthological exhibition, curated by Germano Celant, of the American artist John Wesley (Los Angeles, 1928). The event, that will take place in parallel with the Venice Biennale, will be the larger and more complete exhibition ever realized on Wesley'

CRISI, PADOAN: ATTENTI A OTTIMISMO E AL DEBITO PUBBLICO ( da "Wall Street Italia" del 18-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: due mesi circa ci sarà la conferenza annuale ministeriale dell'Ocse alla quale parteciperanno anche i Brics (Brasile, India, Russia e Cina) e nella quale verrà diffuso il nuovo Economic Outlook dell'organizzazione che ha base a Parigi. "Se ci facciamo prendere dall'ottimismo rischiamo di essere smentiti", avverte Padoan che pure non nega di vedere qualche segnale di miglioramento.


Articoli

Cgil contro il cartello delle bollette (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Tariffe Cgil contro il cartello delle bollette TRENTO. «Abbassare le bollette per i cittadini sembra un'impresa quasi quanto scalare l'Everest. La liberalizzazione del mercato non ha ancora portato i frutti sperati. Ed è davvero paradossale dover ammettere che solo la prima grande recessione dell'economia globalizzata è riuscita ad alleggerire i costi energetici delle famiglie italiane» lo dice la Cgil del Trentino che, per bocca del suo segretario generale Paolo Burli, si dice scettico sulle prontezza del Governo Berlusconi nel dare risposte alle famiglie e alle imprese. «Oggi - si legge - servono una concorrenza regolamentata ma reale, maggiore trasparenza, un controllo puntuale sulle offerte da parte delle associazioni dei consumatori e infine l'estensione delle tariffe sociali oggi del tutto insufficienti. Ma è urgente un progetto organico su tutta la filiera. E se il governo nazionale vede nel nucleare la bacchetta magica con cui risolvere ogni problema, il Trentino punti sulle fonti rinnovabili e sull'efficienza energetica ma anche sull'autoproduzione degli stessi utenti». Oltre all'estensione delle tariffe sociali per le famiglie più deboli - incalza Burli - «bisogna incentivare un utilizzo razionale dell'energia elettrica ad uso domestico, modulando le tariffe su base oraria e garantendo ai consumatori fasce più convenienti. Per farlo però servono i contatori telematici».

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Barack Obama alla riconquista del Sudamerica La Casa Bianca deve ridefinire il proprio ruolo La penetrazione cinese. Cuba, convitato di pietra (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 18/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Vertice delle Americhe Temi e problemi Barack Obama alla riconquista del Sudamerica La Casa Bianca deve ridefinire il proprio ruolo La penetrazione cinese. Cuba, convitato di pietra Obama: in Sudamerica un'importante partita Nel pieno della più grave crisi economico-finanziaria degli ultimi 80 anni, gli Stati Uniti devono ridefinire le loro strategie geopolitiche in diverse direzioni: Russia, Cina, Medioriente, Europa e, beninteso, Sudamerica. D'altro canto, l'America Latina si trova ad affrontare un tornante cruciale della sua storia. Per la prima volta le si offre l'occasione di essere protagonista del suo destino, senza protettori o suggeritori. Fine della dottrina Monroe Il Brasile sta assumendo le dimensioni di grande potenza regionale, assieme a Cina, India (il cosidetto Bric). Il Venezuela aspira al ruolo di leader dell'antagonismo antimperialista (ammesso che abbia ancora un futuro) in qualità di erede della Cuba castrista. La dottrina Monroe, risalente al 1824, secondo cui Sudamerica e Caraibi sono «affare» degli Stati Uniti, è definitivamente tramontata. L'hanno del tutto affossata due eventi recenti: l'istituzione dell'Unasur, il 25 maggio 2008, e il varo ufficiale del Consiglio di Difesa dell'America del Sud, una sorta di Nato latinoamericana, avvenuto il 9 marzo scorso, a Santiago del Cile. Entrambi gli organismi raggruppano tutti i 12 Paesi del continente meridionale. In particolare, l'Unasur si propone di ricalcare le orme dell'Unione europea e già si parla di una moneta comune continentale e dell'abolizione delle frontiere dalla Patagonia all'itsmo di Panama. Per ora solo sogni. I quattro protagonisti Su questo scenario si è aperto ieri, a Trinidad e Tobago, il quinto Vertice delle Americhe (la V Cumbre de las Americas: terminerà domani) che raggruppa 34 Paesi dell'intero continente. Manca solo Cuba, esclusa per volere di Washington fin dal primo vertice, nel 1995. Tema di fondo: la ridefinizione dei rapporti tra Stati Uniti e il Latinoamerica, inclusi i Caraibi. Una questione squisitamente geopolitica. Tema annesso: elaborare una strategia per una rapida fuoriuscita dalla crisi. Che significa, tra le altre cose, facilitare l'accesso, per i Paesi più a mal partito, ai nuovi fondi dell'Fmi, stabiliti nel recente G20 di Londra. Quattro i protagonisti «veri»: il presidente americano Obama, da cui molto ci si aspetta, il brasiliano Lula, il venezuelano Chavez (per il problema degli approvvigionamenti energetici, cioè il petrolio) e, convitato di pietra, ma nient'affatto marginale, il regime castrista. Obama è arrivato a Trinidad e Tobago preceduto da dichiarazioni di buone intenzioni. «Gli Stati Uniti vogliono creare un nuovo patto alla pari con l'America latina... è nostra intenzione ascoltare e scambiare opinioni da uguali a uguali» queste le premesse, secondo le parole del vicepresidente Joe Biden. È il nuovo stile della nuova Amministrazione (multilateralismo). Primi inter pares Obama intende rilanciare il ruolo degli Usa in Sudamerica come primi inter pares. In questa operazione il presidente Usa punta su un'alleanza strategica col Brasile, vera architrave della nuova costruzione latinoamericana. I rapporti tra Brasilia e Washington si sono già consolidati, a partire dal 2006, attraverso patti per la tutela dei comuni interessi nel settore dei biocarburanti di cui i due Paesi sono leader mondiali. Si tratta ora di approfondire questa relazione, curando di non urtare la sensibilità degli altri comprimari (Venezuela, in primis, ma anche Argentina e Cile). Gli Stati Uniti, poi, devono contrastare la costante e spregiudicata penetrazione cinese nel continente a sud del Rio Grande. Pechino ha impegnato più di 50 miliardi di dollari in vari progetti sudamericani, negli ultimi due anni. La Cina sta per diventare il primo investitore straniero in Sudamerica. Stavolta è Washington a temere di venire «accerchiata», fatto inedito. Il «bloqueo» non serve più Di qui l'urgenza per Obama di parare il colpo con risposte concrete e credibili (per i sudamericani). In una parola: recuperare ruolo, prestigio e influenza, ma su basi diverse dal passato, non più facendo leva sui meri rapporti di forza. A margine di questo panorama sta la «questione-Cuba», che è strettamente legata alla «questione-Venezuela». Il tempo delle sanzioni è finito. Lo sostengono a gran voce tutti i Paesi latinoamericani. Ne è perfettamente consapevole lo stesso Obama. Ma dopo la recentissime concessioni (facilitazione per i viaggi verso l'Avana e per le rimesse in denaro degli esuli cubani in Usa), ora, per questioni di immagine interne, il presidente Usa ha bisogno che il regime castrista faccia anche lui alcune concessioni (liberazione di dissidenti in carcere, maggiori aperture nelle libertà di espressione e di culto). Durante il suo giro in Europa, Obama si è incontrato per ben due volte con il premier spagnolo, Zapatero: una volta a Praga e un'altra due giorni dopo a Istanbul al Vertice sull'Alleanza tra le Civiltà. Nelle ultime settimane l'ambasciatore spagnolo a Washington, Jorge Dezcallar de Mazarredo, è diventato il più assiduo frequentatore della Casa Bianca. Obama, cioè, sta cercando l'intermediazione della Spagna per convincere Cuba a nuove aperture, in modo da avere la giustificazione per addolcire ulteriormente l'embargo. La fine delle sanzioni, ragiona Washington, conviene alla stessa America. Intanto, toglierebbe al castrismo l'alibi secondo cui l'arretratezza dell'isola è colpa del «bloqueo» e non del regime comunista. In secondo luogo, priverebbe il venezuelano Chavez del suo principale argomento per definirsi patrono di Cuba ed erede del castrismo: un modo per tagliare l'erba sotto ai piedi del caudillo di Caracas senza farlo urlare. Terzo obiettivo: la normalizzazione con Cuba raccoglierebbe attorno a Obama le simpatie della maggior parte dell'elettorato ispanico-americano: si tratta del 20 per cento di tutti i votanti Usa. Una bella dote. Claudio Gandolfo

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Continua la missione dei gruppi della Protezione Civile mantovana nelle zone dell'Abruzzo ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Continua la missione dei gruppi della Protezione Civile mantovana nelle zone dell'Abruzzo ... Continua la missione dei gruppi della Protezione Civile mantovana nelle zone dell'Abruzzo colpite dal terremoto. Ad oggi sono dodici i volontari impiegati nel campo di prima accoglienza di Bazzano: sul posto da domenica scorsa, vi rimarranno ancora per due giorni, secondo le disposizioni arrivate dal coordinamento regionale. Con loro l'assessore provinciale con delega alla Protezione Civile Dimitri Melli. è la prima azione che vede il coinvolgimento diretto dei gruppi della Protezione Civile della nostra provincia in Abruzzo. Complessivamente hanno dato la propria disponibilità novanta volontari. I primi a partire sono stati quelli di tre gruppi del Destra Secchia, guidati dal rappresentante della consulta provinciale del volontariato Claudio Giovannini. Nelle prossime settimane dalla nostra provincia partiranno altri uomini della Protezione Civile. Restano però da definire i modi e i tempi delle nuove azioni, che sono in via di pianificazione da parte del dipartimento della presidenza del consiglio dei ministri. In Abruzzo lavorano anche diciannove vigili del fuoco del comando provinciale mantovano, arrivati sul posto all'inizio di questa settimana in sostituzione dei primi diciassette inviati nell'immediato post terremoto.

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Più sicurezza e stop al protezionismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 18-04-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Cina Usa

Le richieste ai ministri del G8: «Aumentare le produzione alimentare e fermare la speculazione finanziaria» Più sicurezza e stop al protezionismo A Pieve di Soligo pre-vertice con le associazioni degli agricoltori di 14 Paesi PIEVE DI SOLIGO. La sicurezza degli agricoltori, un piano di azione globale per aumentare la produzione, nuovi investimenti e ricerca, regolare il comportamento anticompetitivo dei supermercati, rafforzare l'organizzazione e la cooperazione internazionale. Si snoda tra questi cinque punti la lettera aperta che i rappresentanti del mondo agricolo di Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna, Canada, Giappone, Russia, Cina, India, Brasile, Messico, Sudafrica, Egitto e USA, hanno sottoscritto ieri a Pieve di Soligo e hanno poi consegnato a Luca Zaia, nella sua veste di presidente del G8 tra i ministri dell'agricoltura. «Non c'è sviluppo, se non c'è cibo. Per questo gli agricoltori, uomini e donne, devono riacquistare un ruolo centrale nel sistema agroalimentare, in un pianeta che nel 2050 sarà chiamato a soddisfare i bisogni alimentari di 9 miliardi di persone». Così Giuseppe Politi, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori, e Elisabeth Gauffin, vice presidente del comitato esecutivo della Federazione Internazionale Produttori Agricoli, hanno riassunto la risoluzione firmata ieri a Pieve di Soligo dai rappresentanti degli agricoltori delle quattordici principali nazioni del mondo (G14). Sono cinque i punti, in particolare, che gli esponenti di milioni di aziende agricole europee, americane, africane ed asiatiche, attraverso la lettera aperta consegnata direttamente nelle mani del ministro Luca Zaia, vogliono sottoporre all'attenzione degli otto potenti della Terra. Al primo punto la «sicurezza» ovvero come la sicurezza alimentare sia sinonimo di sicurezza degli agricoltori, uomini e donne, sempre più in balia dei cambiamenti climatici, della crescente volatilità dei mercati e degli shock finanziari. Sono quindi necessarie reti di sicurezza per gestire al meglio i rischi del mercato e le turbolenze del mercato. Al secondo punto la necessità di un «piano di azione globale» che, parallelamente all'incremento demografico, permetta di aumentare la produzione agricola in maniera sostenibile sotto il profilo ambientale, praticabile sotto quello economico e responsabile socialmente. Da qui la necessità di nuovi investimenti ed incentivi, ma anche di continui sostegni alla ricerca. Al quarto punto gli agricoltori del G14 sottolineano la necessità, oggi più che mai, alla luce della crisi economica mondiale, di regole multilaterali che frenino la deriva anticompetitiva dei supermercati e gli atteggiamenti di alcuni governi in termini di tasse sull'export, sussidi e protezionismo. Regole multilaterali, cioè, che controllino le speculazioni finanziarie sui prodotti agricoli di base, permettendo ai prezzi alimentari di variare solo in base alla disponibilità dell'offerta. Ultimo punto sottoposto dal G14 a Luca Zaia quello che riguarda la necessità di rafforzare la capacità degli agricoltori di fare squadra, organizzandosi sul mercato e cooperando a livello internazionale. Questa, dunque, la nutrita lista della spesa presentata dal G14 ai potenti della Terra. «Tematiche non nuove - precisano Gauffin e Politi - che prospettano soluzioni già note, come gli investimenti mirati e la ricerca scientifica e agroalimentare che incoraggino i giovani ad intraprendere una carriera nel settore o che permettano agli agricoltori di sussistenza a diventare imprenditori e ad uscire dalla povertà. Se non diamo priorità ai piccoli agricoltori, il numero di persone che soffrirà la fame nel 2010 è destinato ad aumentare di oltre un miliardo». (Glauco Zuan)

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ZIONALE) LE SIRENE ELETTORALI DELLA "PAURA ECONOMICA" - PROBABILMENTE SI È EVITATO ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Alto Adige" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ZIONALE) LE SIRENE ELETTORALI DELLA "PAURA ECONOMICA" - PROBABILMENTE SI è EVITATO ... zionale) le sirene elettorali della "paura economica" - probabilmente si è evitato che la recessione piombi in depressione. Poi, per il futuro, è vero che un po' di ottimismo è rintracciabile dalla lettura di taluni indicatori economici. Alcuni dei quali, seppure solitamente poco nominati, sono certamente significativi; ad esempio: il costo d'affitto dei container per il trasporto marittimo; la produzione di rifiuti; gli indici di materie prime; gli andamenti borsistici delle aziende specializzate in logistica. Ebbene, guardando a questi indicatori, l'impressione è che pure in economia dopo l'inverno stia arrivando la primavera. In fondo, tutti quei soldi spesi per evitare il crack dei mercati finanziari e monetari (in sintesi, del credito) qualche frutto dovranno pur darlo. Come sembra confermare proprio il caso "Goldman Sachs" (la banca che ha dato ad Obama il vertice economico ultraliberista della sua amministrazione), che sembra poter restituire in anticipo il salvagente di 10 ml di dollari ricevuti dal Governo federale. Naturalmente, è opportuno essere prudenti; anche se, e sarebbe tragico sottovalutarlo, in economia, specie in quella relativa ai mercati finanziari, una psicologia orientata all'ottimismo può favorire la ripresa quanto un'accorta politica economica. Tuttavia, la cautela resta d'obbligo. D'altra parte, la differenza tra chi ritiene che l'economia-mondo stia per ripartire e chi, come il Governatore di Bankitalia Draghi, pensi invece che un "rallentamento del peggioramento" è minima e, oltretutto, comprovata dagli stessi dati. Tant'è che lo stesso Presidente degli Usa Obama chiama, al contempo, sia alla fiducia nelle capacità degli States per il futuro che alla coscienza del perdurare delle condizioni difficili del presente. Insomma, piaccia o meno, la situazione è ambivalente come i dati che la raccontano. Sia quelli "decorosi" che quelli, ancora orientati al pessimismo, che giungono sia dal Vecchio continente (la banca Ubs prima citata) che d'oltreoceano: dall'occupazione alle vendite al dettaglio. In sintesi, la marcia verso un "capitalismo appieno risorto" è ancora lunga e travagliata. Comunque, alla fine la crisi mollerà la presa; si tratterà solo di vedere, sotto questo limitato (però importante per la vita immediata della gente) angolo visuale "congiunturale", se ciò accadrà nell'estate 2009 o del 2010; o ancora più avanti. Più a fondo, però, ci sono altri interrogativi da porsi per il post-crisi dell'economia di questo ormai "unico Occidente globale", a partire dalle sue asimmetrie geopolitiche interne sia vecchie che in fieri. Il primo quesito, allora, riguarda l'equilibrio manifatturiero del mondo; che è poi anche, ovviamente, un problema di potere. E qui, veramente, il vaniloquio di chi pensa che un paese possa salvarsi tenendo in loco gli uffici (il software aziendale) ma decentrando la produzione fisica, ovvero riducendosi a mero consumatore globale, appartiene a quelle caricature sul liberismo diffuse ma da evitare come l'opposto protezionismo onde evitare disastri sociali facilmente trasformabili in bellici. Poi, indissolubilmente legato a questo c'è la questione, accennata dalla Cina al G20, del primato monetario del dollaro; e senza il quale, tra l'altro, oggi l'Obama's economics rischierebbe il flop. Ovviamente il tema, ora sottotraccia, è, come l'insieme dell'assetto del potere globale, in agenda; infatti, nel dopo crisi, prima o poi (per gli Usa meglio poi), esploderà con conseguenze politico/miltari notevoli. Altro tema delicato riguarda il divergere di modello economico di Europa e Stati Uniti: perché mentre questi ultimi restano, nonostante i salvataggi bancari pubblici erogato, liberisti, l'Europa, all'opposto, corre (il richiamo ideologico è ad una "economia sociale di mercato" invece aliena all'originale scuola di Friburgo) verso il neo-corporativismo dei suoi anni'70 del '900. E questo vuol dire "divaricazione" geoeconomica transatlantica. Insomma, il dopo crisi ci lascerà in eredità grossi problemi politici. Francesco Morosini

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Ecco tutti i numeri del Vinitaly (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ecco tutti i numeri del Vinitaly Il bilancio della manifestazione con il record dei visitatori esteri Un altro record di visitatori esteri a Vinitaly. Tanto che la 43ª edizione è stata definita dagli espositori la più sorprendente e importante di sempre. A chiusura del più importante Salone internazionale del vino, gli operatori esteri, infatti, sono stati 45.000 (record assoluto della manifestazione) contro i 43.000 dello scorso anno. Confermata la provenienza da oltre 110 Paesi e alla chiusura dei battenti il totale complessivo delle presenze ha superato i 150.000 visitatori; gli espositori sono stati oltre 4.200 provenienti da una trentina di Paesi su una superficie di 91.000 metri quadrati netti. Riconfermato il numero dei giornalisti, che sono stati oltre 2.400 da una cinquantina di Paesi. «Veronafiere e Vinitaly - ha dichiarato Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere - esprimono la loro più profonda solidarietà ai produttori abruzzesi presenti e a tutta la Regione Abruzzo per il drammatico sisma che ha colpito la loro terra. A loro confermiamo la nostra disponibilità a farci promotori di azioni concrete a sostegno delle popolazioni così duramente colpite». Facendo un bilancio della manifestazione, Piero Antinori - presidente della Marchesi Antinori e dell'Istituto vino italiano di qualità Grandi Marchi - ha affermato che 'c'è stata un'ottima affluenza e molto interesse da parte degli operatori. Si può sicuramente affermare che abbiamo respirato un'atmosfera che si è rivelata migliore del previsto, con la sensazione che Vinitaly 2009 potrebbe rappresentare davvero un mutamento di rotta della situazione attuale'. 'Vinitaly - secondo Gianni Zonin - si sta sempre più affermando come punto di incontro mondiale per il vino e sono molto soddisfatto di questa edizione del salone. Importante anche il ruolo che Vinitaly World Tour svolge sia per l'internazionalizzazione della rassegna sia per far incontrare ai vitivinicoltori italiani sempre nuove nicchie di mercato'. 'Con la situazione attuale - afferma Antonio Virando, export manager di Tasca d'Almerita - era naturale aspettarsi un Vinitaly sotto tono invece si è confermata una fiera di business. Ho visto molti operatori esteri interessati a continuare ad investire per essere così pronti a ripartire nel momento della ripresa economica. Per quanto ci riguarda è stato il miglior Vinitaly di sempre'. Ottimo il consuntivo per Michele Bernetti dell'Umani Ronchi, con 'affluenza molto buona di operatori esteri, in particolare da Sud America, Australia, Canada, Taiwan, Hong Kong, Seul e Giappone'. La rassegna è stata positiva anche per Castello Banfi con Enrico Viglierchio che ha evidenziato 'l'ottima affluenza di operatori sia nazionali che esteri, questi ultimi in particolare provenienti da Europa e Asia. In calo, come era abbastanza prevedibile, gli Usa, anche se i nostri principali partner non sono mancati all'appuntamento'. Contatti importanti, qualificati e seri in particolare con Paesi Scandinavi, Cina e addirittura Aruba per Anna Abbona della Marchesi di Barolo. 'Abbiamo registrato non solo entusiasmo, ma anche nessuna richiesta di abbassare prezzi e praticare sconti: segno di un mercato sano'.

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Pechino, è partita la lunga marcia alle materie prime (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La storia Così la Cina approfitta della crisi Pechino, è partita la lunga marcia alle materie prime FABIO POZZO Perchè la Cina continua a rastrellare sul mercato globale materie prime? Perché sta comprando in tutto il mondo, Italia compresa (rottami) montagne di rame? Perché l'Ufficio delle Riserve di Stato sta accumulando tonnellate di alluminio, zinco, nickel e metalli preziosi per le nuove tecnologie (auto pulita inclusa) come il titanio, indio, rodio, praseodimio? C'è chi dietro queste grandi manovre legge il progetto di Pechino di creare un mondo «post-dollaro». Un mese fa Zhou Xiaochuan, il governatore della banca centrale cinese, con un articolo scritto in preparazione del G20 ha spiegato che «l'attuale recessione mondiale riflette vulnerabilità e rischi sistemici nel sistema monetario internazionale» e che per evitare il replicarsi di «tempeste» finanziarie simili occorrerebbe creare una divisa di riserva sopra-nazionale come prima misura; divisa che dovrebbe costituire la valuta di riserva per gli istituti di emissione nazionali e di riferimento per gli scambi commerciali internazionali. Da qui, il passo al «Bancor» è stato breve. Ci si è ricordati della moneta ideale ancorata a trenta materie prime, tra le quali l'oro, che John Maynard Keynes propose senza successo alla Conferenza di Bretton Woods. Il sospetto: non è che i cinesi guardino a una sorta di «Bancor» del Terzo Millennio? Magari fondato preferibilmente sul rame, metallo che vede Pechino assorbire un terzo di tutti i consumi mondiali, con un record di importazioni a febbraio di 329 mila tonnellate, e di 375 mila a marzo (si stima che potrebbe arrivare a quota 1,2 milioni di tonnellate entro la fine del 2009)? Record che ha profittato sicuramente della flessione della quotazione dell'oro rosso (il picco nel luglio scorso, a 8.940 dollari a tonnellate: oggi è di circa la metà) e che, però, ha anche contribuito al suo recente apprezzamento (+22% l'andamento in dollari da inizio anno). Ma pure record che per gli analisti non è giustificato da un exploit di produzione, visto che anche i cinesi soffrono della crisi (l'export a marzo è calato del 17%). Il governatore Zhou Xiaochuan, in verità, ha parlato dei diritti speciali di prelievo gestiti dall'Fmi, oggi poco usati, se non come unità di conto. L'economista ha proposto di allargare il paniere di monete su cui sono basati (dollaro, euro, yen giapponese e sterlina britannica); quindi, ha detto che gli Stati dovrebbero affidare in gestione una parte delle loro riserve valutarie allo stesso Fmi. Ma tant'è, l'idea del nuovo «Bancor», e di un «Copper standard» ha continuato a volteggiare. C'è però anche chi invita ad abbandonare la dietrologia e a individuare nella strategia cinese semplicemente un «pragmatismo totale». E' il caso di Giorgio Prodi, docente dell'Università di Ferrara ed esperto dell'Osservatorio Asia. «Non penso proprio che Pechino voglia deprezzare velocemente il dollaro, essendo la Repubblica Popolare è il più grosso investitore sovrano in titoli del debito pubblico Usa. In questo senso Pechino si è dimostrata responsabile, continuando a comprare bond del Tesoro Usa, sostenendo così la divisa verde e il suo investimento». «Credo piuttosto - continua il professore - che la Cina, stante le sue riserve (1,9 trilioni di dollari, costituite in gran parte da moneta Usa ndr.), voglia diversificare il rischio. Non puntare, insomma, solo sul dollaro». Temendo anche, questo ci sta, che l'America vada a creare le premesse per un rilancio dell'inflazione e una svalutazione della propria divisa, in modo da «smaltire» i debiti accumulati verso l'estero. «Forte di una immensa liquidità, la Cina diversifica rastrellando materie prime. Operazione che in questo momento è favorevole, perchè i prezzi delle commodities sono convenienti». Questo, in un'ottica non soltanto finanziaria. Come è noto l'industria cinese è un «moloch» affamato di materie prime. «Non dimentichiamoci che l'economia di Pechino, se pur rallentata dalla crisi, continua a crescere con percentuali che l'Italia non ha raggiunto nemmeno negli anni del boom». La Cina, insomma, profittando dei prezzi, sta facendo scorte per il futuro. E in ciò, spiega ancora Prodi, è anche agevolata «dalla mano statale, che può coordinare gli acquisti con una strategia a lungo termine». Quella stessa strategia che prevede uno sviluppo delle telecomunicazioni, delle infrastrutture; che progetta di costruire città della grandezza di Londra e che, quindi, ha bisogno di milioni di tonnellate di rame, acciaio, ferro, alluminio, etc.

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insediamenti rurali del lodigiano - 117 Le vicende, le memorie, le figure di un mondo contadino scomparso (sezione: Globalizzazione)

( da "Cittadino, Il" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sotto la protezione del buon Floriano La famiglia Cigolini da tre secoli alla cascina Carbonara Terza La campagna di San Fiorano estende rigogliosi ettari di terra; verrebbe voglia di scendere dall'auto, sostare in un angolo panoramico, e sollecitare respiri a pieni giri di polmoni. Una volta arrivato alla meta, la cascina Carbonara Terza, vengo subito attratto da una piccola maiolica, posta sopra la porta d'ingresso, che raffigura l'omonimo santo del paese: il buon Floriano, come era il suo nome originario, sollecita positivi auspici, in quanto invocarlo mantiene distante fuoco e fulmini. La tradizione vuole infatti che il santo riuscì a spegnere, con un solo secchio d'acqua, e per giunta pieno soltanto a metà, un rogo gigantesco.Non è quella all'ingresso l'unica effige del santo; ve ne è una seconda, sempre in maiolica, conservata all'interno della cascina: sono disegnate alcune case rurali, minacciate da un incendio, c'è la vampa di fuoco ben in rilievo ed il zig-zag del fulmine; il santo è in ginocchio, ha lo sguardo protettivo, il pericolo deve sembrargli un prurito, nulla di più.n zolle scure come torbaIl toponimo Carbonara, terza perché vi sono altre due corti con la stessa denominazione, è stato interpretato in vari modi; c'è chi ha ricercato il suo significato nella etimologia greca: dal vocabolo kar (mercenari che faticavano per la paga) e bon (contadini che lavoravano la terra); altri hanno fatto riferimento al concetto di fornace, costituita da una grossa catasta di legna a forma conica: una volta datole fuoco fra le ceneri rimanevano residui pezzi di carbone. Più verosimilmente, come sostiene l'amico Giacomo Bassi, questo toponimo potrebbe derivare semplicemente dalle zolle, qui più scure che altrove, tali da richiamare, a colpo d'occhio, i giacimenti di torba.La corte ha un ampio corpo centrale, oggi diviso in tre distinte proprietà; l'antica stalla era sul lato destro della casa, di fronte allo stallino all'aperto dove venivano collocate le manzette. n affittuari già nel SettecentoLa cascina appartiene da molti anni alla famiglia Cigolini. La loro presenza nel Lodigiano è accertata già a partire dal Seicento, e alla Carbonara sembra che fossero arrivati, come semplici affittuari di terre, proprietà dei Pallavicini Trivulzio, a far data del 1721.La scelta di essere affittuari soltanto di pertiche di terreno aveva una propria lungimiranza. Dagli antichi coltivatori diretti ci sarebbe ancora oggi, proprio in questi giorni, da apprendere.Infatti, spiragli di luce nella crisi economica mondiale sembrano esservi soltanto nell'agricoltura: forse perché già ridotta all'osso, nel passato, come manodopera, è l'unica realtà in cui non si licenzi; il settore ha inoltre necessità di essere svecchiato e di poter beneficiare di nuove idee. Dopo i processi di globalizzazione ovunque si richiede di tornare ai cibi di casa nostra, possibilmente acquistati direttamente dal produttore, così da valorizzare la qualità e la genuinità. Sono tutti segnali che rendono possibile nuove prospettive per l'agricoltura e le lezioni dei padri serviranno sicuramente anche nel futuro.n un alpino di pianuraLe vicende dei Cigolini sono state lungamente approfondite da Massimiliano Cigolini, attuale proprietario con la sorella Manuela e con la madre Francesca della corte Carbonara Terza. Massimiliano è un giramondo: ne è obbligato per mestiere, essendo ufficiale degli alpini di stanza a Vipiteno. Non c'è esperienza militare per come me lo descrivono i parenti e per le conferme che ho sentito in giro - in cui non metta a servizio della spedizione l'intero suo bagaglio di umanità e di intelligenza. Massimiliano, tuttavia, più sta lontano da casa e maggiormente sente la necessità di rinsaldare le proprie radici con il Lodigiano, che è la sua terra, la sua casa.La ricerca effettuata con tanta passione in lunghi pomeriggi trascorsi alla canonica di San Fiorano, spulciando nei registri delle anime, è un atto d'amore, non soltanto verso la propria famiglia, bensì per lo stesso territorio, perchè gli appezzamenti di terra, le loro affittanze, le conformazioni delle possessioni per come evolvevano nel passato, rappresentano in modo autentico la valorizzazione di questo remoto angolo di pianura lodigiana. Suggestivi anche gli esiti sulle ricerche del proprio cognome: che nel 1720 era Cicolino e qualche volta era riportato come Ciccolino, mentre nel 1785 si era trasformato in Cigolino.n padre e figlioLe vicende più recenti della cascina Carbonara Terza si legano fortemente alle figure di Primo Luigi, che era nato nel 1903, e di suo figlio Angelo Lorenzo. Padre e figlio erano molto legati. Primo era un agricoltore all'antica, fiero della propria stalla, che vantava una trentina di vacche, più quelle per la rimonta, garantita dalla presenza in corte di un robusto torello. Negli anni Quaranta in cascina lavoravano una dozzina di dipendenti: fra le figure storiche è giusto ricordare il mungitore Gianni Scaratti, che oggi abita a San Fiorano, e che era bravissimo anche nel fare le punture; quando i bambini si ammalavano e il dottore prescriveva l'antibiotico con siringa si chiamava Scaratti perché i fanciulli si sentissero più rassicuranti sapendo che, grazie alla sua mano, non avrebbero avuto dolori.Angelo Cigolini si affacciò al mestiere di agricoltore inizialmente per venire incontro alle esigenze dell'azienda agricola e non perché convinto che il mestiere dell'agricoltore fosse per davvero la sua vocazione. Anzi avendo svolto il servizio di leva nella Guardia di finanza s'era convinto di fare le ferma e in cuor proprio pensava che, di periodo in periodo, si sarebbe definitivamente arruolato. Ma quando suo padre si ammalò e non fu più in grado di condurre autonomamente l'azienda agricola, Angelo responsabilmente rientrò a San Fiorano.Nel 1973 un altro cambiamento arricchì la sua esistenza: il matrimonio con Francesca Ferrari, nativa di Gera di Pizzighettone; la signora, figlia di un falegname, non impiegò troppo tempo ad adattarsi alla vita agreste: anche se la cascina Carbonara Terza è isolata, in aperta campagna, ancora in quegli anni le corti vicine erano popolate da agricoltori con le loro famiglie e non si era mai da soli. Anche oggi, ad esempio, una porzione dell'antica corte è abitata dal signor Angelo Vignola, che ama questo luogo e rappresenta una presenza rassicurante per tutti.Oltre al primogenito Massimiliano, i coniugi Cigolini ebbero un'altra figlia: Manuela, la testimone diretta della storia di questa cascina.n un volo tragicoPer qualche tempo Angelo Cigolini proseguì sulla stessa scia del padre. Ma nel 1980 rinunciò alla produzione del latte, mantenendo invece le manze, e realizzando la linea vacca-vitello, e dedicandosi alla monocultura.Il signor Angelo ha svolto con serietà e capacità il proprio impegno di agricoltore. Ma dentro se stesso germogliò sempre il desidero di conoscere e intraprendere nuove strade. Fu per questo che si innamorò del volo in deltaplano, rimanendone tragicamente vittima.Furono le circostanze a coinvolgerlo. Proprio da queste parti c'era un campo di volo, attiguo alla via Emilia e, soprattutto, ai tralicci dell'elettricità. Così un amico gli chiese se era possibile sfruttare per decolli ed atterraggi un terreno della possessione. Angelo aveva il senso dell'amicizia e della condivisione e mise a disposizione qualche spazio di terra, attrezzandolo a pista. Vedeva l'amico volare e cominciò a studiarne tecniche di decollo ed atterraggio: capì subito che volteggiare per aria garantiva uno sconfinato senso di libertà, quella che lui aveva sempre desiderato.Il deltaplano a motore può apparire un mezzo semplice da guidare; l'amico Giacomo Rossi, come frequentemente accade propiziatore di tanti incontri con gli agricoltori del territorio, mi spiega la struttura del deltaplano, che è costituito da tre parti: un'ala a delta cui viene agganciato un carrello su cui, nella parte anteriore, si posiziona il pilota; nella parte centrale, in un comporto sottostante il carburante, e nella zona finale del carrello, il gruppo motore ad elica.Angelo Cigolini se ne appassionò a tal punto che volle imparare a guidare anch'egli il deltaplano e poi, di fianco alla cascina, realizzò un hangar dove ospitare i mezzi dei suoi amici appassionati di volo. Durante il proprio tempo libero Angelo Cigolini volava. E proprio in occasione di un atterraggio gli capitò un incidente che segnò la sua vita sino a spegnerla. Era il 2003.n un atto d'amoreLa figlia Manuela racconta i momenti di quella tragedia, e sono emozioni sempre forti, dolorose, lancinanti. La famiglia Cigolini è stata eccezionale nel riprendere il corso dell'esistenza ed a mandare avanti l'azienda agricola. Proseguire l'impegno nell'agricoltura è stato un atto d'amore verso il padre, mantenere vivo qualcosa di lui, nell'erba che cresce, nel succedersi delle stagioni e delle coltivazioni. Manuela ha un proprio lavoro: all'Università Cattolica di Piacenza, per la Facoltà di Agraria, collabora a progetti di ricerca sugli insetti e sui funghi patogeni delle piante; suo marito, Giuseppe Felisi, anch'egli ha una propria attività: è promotore finanziario. Eppure entrambi, da maggio ad ottobre, e quando altrimenti occorre, sono a lavorare sui campi. Giuseppe è un uomo pieno di premure verso la moglie, ma Manuela ama lo spirito d'iniziativa, non la fermerebbe alcun ostacolo. Ha l'anima della boy scout: gli anni di frequentazione giovanile al gruppo Agesci di Codogno, la guida propositiva di Paolo Brugnoli, capace come pochi di coinvolgere e di appassionare i ragazzi scout, le hanno dato un dono che nella vita le è servito: sapere andare avanti senza mai arrendersi.E con questa forza interiore la cascina Carbonara Terza mantiene inalterate le proprie tradizioni, delineando orizzonti futuri.Eugenio Lombardo

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più sicurezza e stop al protezionismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 18-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La)

Argomenti: Cina Usa

Le richieste ai ministri del G8: «Aumentare le produzione alimentare e fermare la speculazione finanziaria» Più sicurezza e stop al protezionismo A Pieve di Soligo pre-vertice con le associazioni degli agricoltori di 14 Paesi PIEVE DI SOLIGO. La sicurezza degli agricoltori, un piano di azione globale per aumentare la produzione, nuovi investimenti e ricerca, regolare il comportamento anticompetitivo dei supermercati, rafforzare l'organizzazione e la cooperazione internazionale. Si snoda tra questi cinque punti la lettera aperta che i rappresentanti del mondo agricolo di Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna, Canada, Giappone, Russia, Cina, India, Brasile, Messico, Sudafrica, Egitto e USA, hanno sottoscritto ieri a Pieve di Soligo e hanno poi consegnato a Luca Zaia, nella sua veste di presidente del G8 tra i ministri dell'agricoltura. «Non c'è sviluppo, se non c'è cibo. Per questo gli agricoltori, uomini e donne, devono riacquistare un ruolo centrale nel sistema agroalimentare, in un pianeta che nel 2050 sarà chiamato a soddisfare i bisogni alimentari di 9 miliardi di persone». Così Giuseppe Politi, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori, e Elisabeth Gauffin, vice presidente del comitato esecutivo della Federazione Internazionale Produttori Agricoli, hanno riassunto la risoluzione firmata ieri a Pieve di Soligo dai rappresentanti degli agricoltori delle quattordici principali nazioni del mondo (G14). Sono cinque i punti, in particolare, che gli esponenti di milioni di aziende agricole europee, americane, africane ed asiatiche, attraverso la lettera aperta consegnata direttamente nelle mani del ministro Luca Zaia, vogliono sottoporre all'attenzione degli otto potenti della Terra. Al primo punto la «sicurezza» ovvero come la sicurezza alimentare sia sinonimo di sicurezza degli agricoltori, uomini e donne, sempre più in balia dei cambiamenti climatici, della crescente volatilità dei mercati e degli shock finanziari. Sono quindi necessarie reti di sicurezza per gestire al meglio i rischi del mercato e le turbolenze del mercato. Al secondo punto la necessità di un «piano di azione globale» che, parallelamente all'incremento demografico, permetta di aumentare la produzione agricola in maniera sostenibile sotto il profilo ambientale, praticabile sotto quello economico e responsabile socialmente. Da qui la necessità di nuovi investimenti ed incentivi, ma anche di continui sostegni alla ricerca. Al quarto punto gli agricoltori del G14 sottolineano la necessità, oggi più che mai, alla luce della crisi economica mondiale, di regole multilaterali che frenino la deriva anticompetitiva dei supermercati e gli atteggiamenti di alcuni governi in termini di tasse sull'export, sussidi e protezionismo. Regole multilaterali, cioè, che controllino le speculazioni finanziarie sui prodotti agricoli di base, permettendo ai prezzi alimentari di variare solo in base alla disponibilità dell'offerta. Ultimo punto sottoposto dal G14 a Luca Zaia quello che riguarda la necessità di rafforzare la capacità degli agricoltori di fare squadra, organizzandosi sul mercato e cooperando a livello internazionale. Questa, dunque, la nutrita lista della spesa presentata dal G14 ai potenti della Terra. «Tematiche non nuove - precisano Gauffin e Politi - che prospettano soluzioni già note, come gli investimenti mirati e la ricerca scientifica e agroalimentare che incoraggino i giovani ad intraprendere una carriera nel settore o che permettano agli agricoltori di sussistenza a diventare imprenditori e ad uscire dalla povertà. Se non diamo priorità ai piccoli agricoltori, il numero di persone che soffrirà la fame nel 2010 è destinato ad aumentare di oltre un miliardo». (Glauco Zuan)

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Scajola visita l'Exa: (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

VETRINA pag. 5 Scajola visita l'Exa: «Risposta alla crisi» Aperta la fiera dedicata alle armi di MARIO PARI BRESCIA COMPARTO ARMIERO e Mille Miglia, ovvero due delle eccellenze bresciane e nazionali. Ieri hanno ricevuto la visita del Ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola. L'esponente del governo è stato prima a Exa, la rassegna dedicata alle armi che s'inaugura oggi e poi alla presentazione dell'annullo filatelico dedicato alla "1000 Miglia". In entrambi le occasioni Scajola ha toccato il tema della crisi e ha spiegato come le due eccellenze bresciane, con la loro carica di innovazione e qualità, ne rappresentino una risposta. «CHE LA situazione economica - ha detto - sia complessa in tutto il mondo è noto. Però è vero che ci sono barlumi di ripresa in diversi paesi. In Cina nel mese di marzo sono ripresi i consumi, il Pil è cresciuto sensibilmente. Il mese di marzo è quello che ha fatto vedere anche negli Usa qualche barlume, come ha detto il presidente Obama. E anche da noi, in maniera simile il comparto dell'auto si è risvegliato». Tra i segnali incoraggianti il Ministro vede poi la possibilità molto concreta che vada in porto l'accordo tra Chrysler e Fiat. «È - ha continuato - un riconoscimento molto significativo all'industria italiana. Qualche tempo fa, solo qualche mese fa si sarebbe pensato che la Chrysler comprasse la Fiat, ora è il rovescio». TORNANDO AL settore armiero ha spiegato che l'obbiettivo principale è tagliare norme inutili, senza però arrivare a «fucile libero». In particolare, ha detto in merito « nei primi giorni di maggio si terrà la riunione inaugurale del tavolo tecnico convocati dal Governo per rispondere alle esigenze dei rappresentanti del settore armiero che chiedono, tra l'altro, di togliere alcune norme inutili e contribuire così al rilancio di un comparto in difficoltà». Sul tema delle armi ha inoltre detto: «Dal Governo non c'è alcuna pregiudiziale negativa nei confronti delle armi che vanno anzi considerate una componente fondamentale dell'economia non solo bresciana, ma addirittura nazionale». Da un punto di vista congiunturale , ha sottolineato che «le difficoltà del comparto sono dovute al fatto che quasi l'ottanta per cento del fatturato è fatto dall'export, e questo trimestre è stato difficile perché i mercati hanno frenato. Poiché la qualità e l'innovazione ci sono, c'è da pensare e da credere che la ripresa economica che arriverà trascinerà di nuovo il comparto armiero bresciano nell'eccellenza in cui è sempre stato». Image: 20090418/foto/11.jpg

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settebello, il mondiale è in salita (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 19 - Sport Settebello, il Mondiale è in salita Usa e Romania nel nostro girone dei campionati di Roma Il ct Campagna: speravo meglio Ok il Setterosa ROMA. Per l'Italia della pallanuoto, il sorteggio svoltosi ieri al Foro Italico per delineare le griglie dei gironi preliminari dei tornei maschile e femminile che si disputeranno all'interno dei prossimi Mondiali di Roma, lascia in bocca un retrogusto agrodolce. Il Settebello allenato da Sandro Campagna (che nel 1994 fu medaglia d'oro proprio ai Mondiali di Roma), partendo dalla seconda fascia, è stato inserito nel girone D con Stati Uniti (partita d'esordio il 20 luglio), Macedonia (24 luglio) e Romania (22 luglio). Meglio è andata al Setterosa di Roberto Fiori che, nonostante fosse inserito in terza fascia, ha pescato Uzbekistan (19 luglio), Cina (23 luglio) e Ungheria (21 luglio) nel girone A. Le squadre prime classificate si qualificano direttamente ai quarti di finale mentre, le seconde e terze si affronteranno negli ottavi. «Auspicavo un girone meno competitivo - ha ammesso francamente Campagna - che ci consentisse di affrontare il Mondiale più gradualmente. Gli Stati Uniti sono in crescita e nel corso della scorsa stagione hanno conquistato l'argento in World League e alle Olimpiadi, frutto del lungo lavoro iniziato anni fa dal maestro Ratko Rudic, poi tornato in Croazia». E il presidente della Fin Paolo Barelli, presente al sorteggio, ha detto che intende invitare ad assistere alla partita il presidente Barack Obama. «In quel periodo - ha aggiunto - ci sarà più o meno la concomitanza con il G8 alla Maddalena quindi tutti i grandi del mondo saranno da queste parti». «La Romania ci ha sconfitto due giorni fa in World League - ha poi aggiunto il ct del Settebello Alessandro Campagna - mentre la Macedonia è composta da giocatori di origine serba e croata che possono metterci in difficoltà. Sarebbe molto importante arrivare primi nel girone per qualificarci direttamente ai quarti di finale. Noi comunque proveremo a vincere tutte le partite». Sicuramente meglio è andata al collega Fiori, che alla guida del Setterosa cercherà di ripetere il bronzo conquistato nel 1994: «L'Ungheria è certamente una squadra con una tradizione e una scuola che, al pari della nostra e di quella olandese, ha segnato i primi anni della pallanuoto internazionale - ha spiegato il ct della squadra femminile -. Molte delle atlete magiare giocano nel nostro campionato e ci conosciamo bene. Sarà un incontro difficile perchè potrebbe rappresentare lo spartiacque del girone. Non dobbiamo sottovalutare la Cina, argento ai mondiali giovanili del 2007 e quinta ai Giochi Olimpici in casa. L'Uzbekistan è la squadra contro la quale apriremo il Mondiale. Non lo conosciamo e sarà importante entrare in acqua subito preparati sotto il profilo psicologico».

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Al tavolo della fame (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: Agricoltura Oggi data: 18/04/2009 - pag: 17 autore: di Luigi Chiarello A Cison di Valmarino il summit dei ministri dell'agricoltura Al tavolo della fame Il G8 contro l'emergenza cibo-acqua Sicurezza alimentare, fame nel mondo, lotta agli sprechi e alle speculazioni, nuove opportunità offerte dall'agricoltura a difesa dell'ambiente, aumento della produzione agricola e premi al lavoro dei contadini. E' lunga la lista di argomenti, che compone il menù di lavoro, oggi sul tavolo dei ministri del G8 agricolo, a Cison di Valmarino, in provincia di Treviso. Nei giorni scorsi, il Financial Times aveva avanzato un dubbio: sarà il G8 all'altezza del compito? In effetti, la sfida per l'agricoltura del pianeta è ardua: 850 milioni di persone colpite dalla fame anelano una risposta. Attendono di sapere se il G8 agricolo varerà una sorta di nuova rivoluzione verde, capace di raddoppiare la produzione agricola mondiale, così da sfamare tutti gli attuali sei miliardi di cittadini nel mondo. E i tanti in più, che verranno in futuro. Certo, sull'esito dell'assise - e sulla concretizzazione di eventuali accordi - peserà anche l'azione dei grandi paesi agricoli, che non fanno parte del G8, ma che saranno comunque al tavolo dei lavori. Player globali, come Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa, Argentina, Australia ed Egitto, che ormai da tempo fanno sentire la loro voce (e il loro peso) su ogni fronte. A partire dai sempre più impaludati negoziati Wto. I ministri di questi paesi saranno gomito a gomito con i capi dei dicasteri agricoli di Italia, Canada, Russia, Francia, Germania, Giappone, Uk e Usa. Faranno sentire loro il fiato sul collo, perchè è dal primario che parte il loro sviluppo, la crescita economica che per alcuni di questi paesi nel recente passato è stata a doppia cifra. Allo stesso tavolo ci saranno poi le istituzioni europee: la commissaria all'agricoltura, Mariann Fischer Boel, il vice-ministro dell'agricoltura della Repubblica Ceca, in quanto capo delegazione della presidenza di turno Ue, i vertici di Banca mondiale, Fao, Ifad (Fondo internazionale per lo Sviluppo Agricolo), Ocse, Pam, Task Force di Alto Livello sulla sicurezza alimentare mondiale e Unione Africana. Tutti assieme appassionatamente nel Castelbrando, sede dei lavori. I quelle stanze, la crisi globale impone che si vada alla ricerca di soluzioni di fondo, su più fronti: il problema delle speculazioni finanziarie sulle commodities agricole; la tutela delle tipicità e la ricerca di modelli produttivi «glocal», capaci di sostenere le produzioni locali; il tema delle risorse idriche. E, soprattutto, bisogna capire come sfamare il mondo. Si è detto: le persone che soffrono la fame sono quasi un miliardo. Ma c'è anche la «sottoalimentazione», cioè persone che non si nutrono a sufficienza. Colpisce molte madri; secondo l'Oms, ogni anno tre milioni di decessi si verificano tra i bambini, nati sotto peso. E poi c'è «la fame nascosta»: milioni di persone sopravvivono con una dieta molto limitata e, per questo, non assumono il giusto apporto di vitamine e minerali. La «fame nascosta» attacca oltre 2 miliardi di persone, con conseguenze anche gravi. Circa 100-140 milioni di bambini soffrono di deficienza da vitamina A e D. E ogni anno più di due milioni hanno problemi alla vista. Così, sullo sfondo resta il tema ogm. C'è chi li vede come panacea e chi li rifiuta categoricamente. Eppoi c'è chi aspetta ancora i risultati delle sperimentazioni. Nel Belpaese, se Coldiretti rivendica la «scelta ogm-free» di un'Italia oggi continuamente bersagliata dalle imitazioni alimentari, per Futuragra, l'associazione di agricoltori favorevoli alle biotecnologie, «la maggioranza dei maiscoltori di Veneto e Friuli (53%) coltiverebbe sementi ogm». Il dato viene da un sondaggio tra i maiscoltori delle due regioni, che la stessa associazione ha appaltato a Demoskopea. Il fatto è che non è solo una mera diatriba interna...

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3,5% rondini fanno primavera? (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-18 - pag: 12 autore: ... L'EXPORT DI FEBBRAIO 3,5% rondini fanno primavera? D opo sei mesi di variazioni congiunturali negative, gli ordini dall'estero hanno messo a segno in febbraio un rimbalzo sul mese precedente del 3,5 per cento. Per dirla con il Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, una rondine non fa primavera. Cominciano però ad essere numerosi, anche se ancora timidi, i segnali di un miglioramento della situazione, con un'economia mondiale in recessione, ma non al tappeto. Nello stesso tempo cominciano a circolare analisi e studi che segnalano leggeri miglioramenti nel portafoglio ordini e nell'utilizzodegli impianti. Preoccupano ancora le stime sull'occupazione, mentre qualche luce sembra appunto arrivare dall'export, trainato da Cina e Usa. Come sostiene anche il meno ottimista degli economisti, Nouriel Roubini, battezzato «Mr. Doom» (Apocalisse), saranno probabilmente Cina e Usa i primi Paesi a invertire la tendenza. Bisognerà quindi attendere i prossimi mesi per verificare se il dato di febbraio è un rimbalzo (statistico o tecnico, per la ricostituzione delle scorte e dei magazzini) oppure una reale inversione di tendenza.

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La ripresa è cominciata con la Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: LANCETTE DELLECONOMIA data: 2009-04-18 - pag: 5 autore: Crisi breve. Grazie a politiche «imperiose», nel colosso asiatico l'industria manifatturiera è tornata a crescere e trasmette all'estero impulsi di fiducia La ripresa è cominciata con la Cina In Eurolandia e Usa la produzione tende a stabilizzarsi, ma la svolta è spostata a dopo l'estate di Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi Indicatori reali Come sarà la ripresa? Quali segni lascerà la crisi? Quali forze traineranno lo sviluppo? Queste domande riempiono i ragionamenti dentro le stanze dei bottoni e nei convegni pubblici. Se le pongono le imprese, anzitutto; ma anche analisti e manovratori delle politiche economiche. Edè forse questo il segno più rassicurante che la recessione, mentre morde più profondamente, fa anche meno paura, perché viene superata non solo con la mente ma con le azioni, proprio preparandosi al dopo. Dalle imprese, accrescendo gli sforzi per ampliare i mercati (o farli contrarre di meno); dalle famiglie, tornando a spendere, anche se sospinte da incentivi o minori imposte. Perché i sistemi economici e i comportamenti sociali sono orientati al miglioramento,non all'arretramento del benessere. Le politiche economiche finalmente aiutano non solo mettendo in tasca alla gente potere d'acquisto (con più bassi tassi e tasse) e accrescendo direttamente la domanda ( con opere pubbliche), ma soprattutto rincuorando e rinsaldando la fiducia. L'esito del G- 20 in ciò è stato un capolavoro: alla vigilia si temevano nuovi litigi e clamorose rotture, si è concluso con concordia e annunciando cifre iperboliche di nuovi stimoli. Sotto le dichiarazioni, non molto. Ma ciò che conta in una crisi di fiducia è riportare fiducia, che era stata persa proprio per la percezione che governi e banche centrali non sapessero bene il da farsi. La risalita dei corsi azionari è il primo segnale di questa fiducia. Perciò la annoveriamo tra gli indicatori reali. Un grande investitore, come George Soros, ha annunciato che si tratta di un rimbalzo in un mercato Orso; ma anche i grandi qualche volta sbagliano. La stagione dei profitti si profila migliore delle attese;non solo grazie a regole contabili piegate alla bisogna (ma sono più veri i bilanci seinglobano quotazioni ridicolmente stracciate dei titoli?). E ciò che fa bene a Wall Street, piaccia o dispiaccia, fa bene a Main Street: il sentimento dei consumatori americani è risalito a metà aprile ai massimi da settembre. I tagli occupazionali non sono certo finiti, e ciò tira il freno a mano ai consumi; che però mostrano di voler ripartire appena si crea un po' più di reddito (vendite al dettaglio ex- auto di di gennaio e febbraio). D'altronde, il mercato del lavoro è un indicatore ritardato, non anticipatore, delle svolte cicliche. Gli squilibri nella maggiore economia mondiale sono imponenti, ma altrettanto le forze messe in campo da Amministrazione e Fed; e l'aggiustamento appare molto rapido e a buon punto, sia nell'aumento del tasso di risparmio delle famiglie, sia nella riduzione del deficit commerciale ( anche attraverso al via meno augurabile del calo della domanda interna), sia nel mercato immobiliare, dove prezzi in calo e mutui vantaggiosi incoraggiano gli acquisti di abitazioni. Ma i segni più netti e forti di rilancio vengono dalla locomotiva numero due. La Cina ha messo a segno una ripresa a«V»,come dicono il balzo dell'export, la produzione industriale a marzo e la componente ordini nell'indice Pmi. Uno dei pochi vantaggi, forse il solo, di quel regime è che le politiche espansive sono imperiose e imperiali e vanno eseguite più che seguite. Di ciò potrà beneficiare anche il resto del mondo; non tanto direttamente (dato il suo scarso assorbimento di manufatti dall'estero) quanto diffondendo il contagio del risveglio. Eurolandia, eItalia,ripartiranno dopo. Ancora sono scarsi i segni di autentico progresso; piuttosto c'è attenuzione nel calo dell'attività industriale e degli ordini. Gli indici di fiducia dicono che fino all'estate avanzata non ci sarà una svolta. Però, il recupero delle vendite di auto, con un balzo molto forte nei dati destagionalizzati a marzo rispetto a febbraio, si riverbererà su tutta la filiera, dando il là al resto dei sistemi produttivi. Inflazione Ora che la variazione dei prezzi al consumo è vicina allo zero o in terreno negativo, si urla al lupo della deflazione. Timori esagerati: tolti energetici e alimentari, la dinamica annua dei prezzi è dell'1,8%in Usa e dell'1,5%in Eurolandia. Il rialzo delle materie prime è un altro sintomo di ripresa della domanda globale. Tassi, valute, moneta La politica monetaria non ha esaurito la sua funzione. Rimangono margini per i tassi in Europa: la riduzione di un quarto di punto è stata troppo timida. Con un Pil in caduta del 4%, i tassi a breve reali dovrebbero essere negativie rimangono invece in territorio positivo. Sia l'attività reale che l'inflazione in Europa giustificano la quota zero dei tassi nominali. L'obiettivo di inflazione per la Bce – bisogna ricordarlo – è il 2% "e vicino al 2%". Il 2% si giustifica perché le procedure di rilevazione dei prezzi tengono conto solo im-perfettamente dei miglioramenti di qualità, e succede quindi che un aumento del prezzo sia considerato inflazione e non un semplice corrispettivo di una qualità migliore. Vi è quindi una distorsione nelle statistiche dei prezzi che suggerisce come l'inflazione vera sia più bassa di quella rilevata dai dati. Questo, unito al fatto che un piccolo aumento dei prezzi agisce da lubrificante nel continuo processo di aggiustamento dei prezzi relativi, spiega perché l'obiettivo di inflazione per le Banche centrali (non solo per la Bce) sia superiore a zero, benché puntino alla stabilità dei prezzi. Ma il "vicino al" non è meno importante del 2 per cento. La Bce è come un San Giorgio che deve combattere due draghi: l'inflazione e la deflazione. Il tasso d'inflazione, insomma,non deve strappare né verso l'alto né verso il basso. E invece sta strappando: è vicino allo zero e potrebbe anche diventare negativo. Anche se si volesse riguardare all'inflazione di base, quella che esclude alimentari e prodotti energetici, siamo sotto al 2% e la Bce non ha ragione di non seguire la Fed nello schiacciare i tassi a breve verso lo zero. è vero, tuttavia, che la Banca centrale europea razzola meglio di come predichi. Sia l'Eonia sia l'Euribor a 1 mese sono sotto il tasso-guida stabilito all'1,25% (anche se sono nettamente più alti dei loro equivalenti americani) e lo spread fra Euribor a 3 mesi e tasso-guida si è ridotto a limiti fisiologici. Colmare lo spazio che rimane prima di arrivare a quota zero è anche utile per le banche: essenzialmente, queste fanno soldi pagando il denaro a breve e facendosi pagare danaro prestato a lungo termine.Più basso è il costo del danaro a breve, maggiori sono, ceteris paribus, i profitti delle banche. Per una Banca centrale abbassare il costo del danaro a breve è quindi anche una maniera per sostenere il settore bancario. Il ceteris paribus, tuttavia, è grosso: la concorrenza dovrebbe garantire che l'abbassamento del costo del danaro a breve venga trasmessa ai tassi attivi. Ma questo non è successo: quel "margine di interesse" che è il divario tra i tassi attivi (prestiti alle imprese per meno di un anno e meno di un milione di euro) e il tasso-guida della Bce è aumentato nell'Eurozona da un punto e mezzo prima della crisi a 2,3 punti negli ultimi dati. Anche se il 2,3 è in diminuzione rispetto ai quasi 3 punti toccati a dicembre, è chiaro che il sistema produttivo sta pagando un pesante contributo al risanamento del sistema bancario. Tanto più che i tassi per le imprese sono particolarmente alti in termini reali, dato che la variazione sull'anno dei prezzi alla produzione è passata dal +5%di un anno fa al-2%dei dati più recenti. In campo valutario le notizie sono poche, ed è bene che sia così. L'assenza di notizie sottolinea anche il non ricorso alle svalutazioni competitive. In una crisi così grave ci si poteva aspettare l'arrivo di politiche del tipo beggar my neighbour, e il fatto che questo non sia accaduto (anche il protezionismo non valutario si è limitato a pochi isolati episodi) dimostra- è una importante consolazione in questa crisi - che la lezione degli anni Trenta è stata imparata. fabrizio@bigpond.net.au l.paolazzi@confindustria.it OK BORSE E COMMODITY Il rialzo delle azioni si è associato a quello delle materie prime. Entrambe «sentono» che la domanda globale sta ripartendo

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la solitudine delle badanti (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XIX - Milano Castro e òlafsson La solitudine delle badanti Le immagini sono quelle di badanti est europee al lavoro. Il sonoro, una voce tenorile che ne canta le gesta: la solitudine, l´assenza di vita propria, l´impatto sulle economie locali e dei paesi d´origine. Il risultato è lo struggente video Caregivers (2008) dei «cittadini del mondo» Libia Castro (Madrid, �69) e Ólafur Ólafsson (Reykjavik, �73), in tandem dal �96. Realizzato in Trentino per l´ultima edizione di Manifesta, viene riproposto come pezzo forte di una mostra che scandaglia le frequenti incursioni del duo tra arte e politica. La lavorazione del pesce in Islanda (Processing Cod, 2005) diventa sintomo di globalizzazione, mentre le traversie da affrontare, dentro e fuori i CPT, per diventare cittadini in piena regola sono narrate � di spalle - da Mpia, Janneke e Samm sullo fondo agreste e pittorico della campagna olandese (Avant-Garde Citizens, 2007).

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Del Torchio: (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

BOLOGNA PRIMO PIANO pag. 2 Del Torchio: «L'importante è L'AD DELLE ROSSE «SE SERVONO TANTI MESI PER AVERE UN PERMESSO POI NON di LUCA ORSI «MI AUGURO che tutte le forze politiche spingano nella stessa direzione. Cioè si impegnino perché la Ducati possa cominciare al più presto a costruire la nuova fabbrica». Gabriele Del Torchio, amministratore delegato di Ducati Motor, non entra nella bagarre politica («non mi interessa») sul trasloco della sede della Rossa di Borgo Panigale su terreni delle cooperative. Ma ai politici chiede una cosa: «Velocità nelle decisioni. E' fondamentale». Il via libera della giunta Cofferati c'è, ma solleva molti dubbi. «Si sta polemizzando su una delibera preliminare, che dovrà passare al vaglio di organi amministrativi, con tutte le varianti...». Quanto tempo ci vorrà? «In Comune dicono 14 mesi, solo per le autorizzazioni. Mi pare di sognare». Si aspettava tempi diversi? «Torno adesso dagli Usa, dove i tempi di approvazione di operazioni simili sono di 60 giorni. In passato ho fatto due fabbriche in India, Paese con una struttura burocratica: 75 giorni per i permessi. In Cina, poco più di un mese». Siamo in Italia. «Se per una cosa bella, nobile e di valore per una città come credo sia la volontà di un'azienda come la Ducati di restare a Bologna, e a Borgo Panigale servono 14 mesi, non stupiamoci se poi le aziende delocalizzano. Oggi il tempo è una variabile fondamentale». Crede che la politica ascolterà il suo appello? «Spero che i politici capiscano che tutto viene fatto nell'interesse della città. Ducati non ha alcun interesse, né politico né economico, se non quello di rendere possibile l'operazione. Noi vogliamo restare a Borgo Panigale. E lì non è facile trovare dei terreni idonei. Invece di fare polemiche, in cui non voglio entrare, vorrei trovare tutti uniti nella sfida di realizzare le cose in fretta». Velocità per combattere la crisi? «Per un'azienda come la nostra, la crisi può essere un'opportunità. Ma a patto che si punti su due cose fondamentali: la qualità delle idee (cosa che è nel Dna degli uomini Ducati) e la certezza che queste idee si trasformino in atti concreti rapidamente. Perché ogni giorno che passa è un giorno perso per lo sviluppo». Il trasloco era necessario? «La sede attuale non è più adeguata rispetto a un mondo che si è evoluto. La prima pietra dell'azienda risale agli anni '30. E' dunque necessario trovare una soluzione più consona. E vorremmo farlo a Bologna, a Borgo Panigale. Perché ci riteniamo ambasciatori del made in Italy e un punto di orgoglio per la città». Su questo tutti i politici sono d'accordo. «Mi auguro quindi che le forze politiche della città apprezzino che un'azienda come la Ducati valuti positivamente la possibilità di rendere ancora più solido il suo radicamento nel territorio». Quali sono gli obiettivi che vi proponete con la nuova sede? «Maggiore efficienza, maggiore visibilità, presenza più solida nel territorio. A vantaggio dell'immagine della città, della sicurezza dei nostri lavoratori, e di un'indotto di molte aziende della nostra regione. Spero che i politici si rendano conto di tutto questo».

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di LUCA ORSI (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

BOLOGNA PRIMO PIANO pag. 3 di LUCA ORSI «MI AUGURO che tutte le forze politiche spingano nella stess... di LUCA ORSI «MI AUGURO che tutte le forze politiche spingano nella stessa direzione. Cioè si impegnino perché la Ducati possa cominciare al più presto a costruire la nuova fabbrica». Gabriele Del Torchio, amministratore delegato di Ducati Motor, non entra nella bagarre politica («non mi interessa») sul trasloco della sede della Rossa di Borgo Panigale su terreni delle cooperative. Ma ai politici chiede una cosa: «Velocità nelle decisioni. E' fondamentale». Il via libera della giunta Cofferati c'è, ma solleva molti dubbi. «Si sta polemizzando su una delibera preliminare, che dovrà passare al vaglio di organi amministrativi, con tutte le varianti...». Quanto tempo ci vorrà? «In Comune dicono 14 mesi, solo per le autorizzazioni. Mi pare di sognare». Si aspettava tempi diversi? «Torno adesso dagli Usa, dove i tempi di approvazione di operazioni simili sono di 60 giorni. In passato ho fatto due fabbriche in India, Paese con una struttura burocratica: 75 giorni per i permessi. In Cina, poco più di un mese». Siamo in Italia. «Se per una cosa bella, nobile e di valore per una città come credo sia la volontà di un'azienda come la Ducati di restare a Bologna, e a Borgo Panigale servono 14 mesi, non stupiamoci se poi le aziende delocalizzano. Oggi il tempo è una variabile fondamentale». Crede che la politica ascolterà il suo appello? «Spero che i politici capiscano che tutto viene fatto nell'interesse della città. Ducati non ha alcun interesse, né politico né economico, se non quello di rendere possibile l'operazione. Noi vogliamo restare a Borgo Panigale. E lì non è facile trovare dei terreni idonei. Invece di fare polemiche, in cui non voglio entrare, vorrei trovare tutti uniti nella sfida di realizzare le cose in fretta». Velocità per combattere la crisi? «Per un'azienda come la nostra, la crisi può essere un'opportunità. Ma a patto che si punti su due cose fondamentali: la qualità delle idee (cosa che è nel Dna degli uomini Ducati) e la certezza che queste idee si trasformino in atti concreti rapidamente. Perché ogni giorno che passa è un giorno perso per lo sviluppo». Il trasloco era necessario? «La sede attuale non è più adeguata rispetto a un mondo che si è evoluto. La prima pietra dell'azienda risale agli anni '30. E' dunque necessario trovare una soluzione più consona. E vorremmo farlo a Bologna, a Borgo Panigale. Perché ci riteniamo ambasciatori del made in Italy e un punto di orgoglio per la città». Su questo tutti i politici sono d'accordo. «Mi auguro quindi che le forze politiche della città apprezzino che un'azienda come la Ducati valuti positivamente la possibilità di rendere ancora più solido il suo radicamento nel territorio». Quali sono gli obiettivi che vi proponete con la nuova sede? «Maggiore efficienza, maggiore visibilità, presenza più solida nel territorio. A vantaggio dell'immagine della città, della sicurezza dei nostri lavoratori, e di un'indotto di molte aziende della nostra regione. Spero che i politici si rendano conto di tutto questo».

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La ripresa economica dipende dall'America (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Prima Pagina Pagina 2 Tempi duri per l'Europa La ripresa economica dipende dall'America Tempi duri per l'Europa di Beniamino Moro --> di Beniamino Moro Secondo la Banca d'Italia, anche se l'economia italiana continua ad andare male e gli effetti della crisi finanziaria mondiale si stanno manifestando con estrema virulenza (crollo del Pil previsto dall'Ocse del 4,3% per l'anno in corso, riduzione dell'occupazione e aumento della disoccupazione e della cassa integrazione, irrigidimento del credito bancario e aumento delle sofferenze e delle insolvenze ai valori più elevati dal 1999), tuttavia si intravedono alcuni segnali se non di ripresa almeno di un rallentamento della caduta produttiva e dei consumi. L'allusione non riguarda però l'Italia, ma gli Stati Uniti, dove si stanno manifestando alcuni deboli segnali che con molta cautela possono essere interpretati di controtendenza positiva. Di che si tratta? Essenzialmente dei primi effetti delle eccezionali misure di politica economica espansiva adottate in tutto il mondo (da ultimo il Giappone ha approvato un altro pacchetto di stimolo di 115 miliardi di euro, che si aggiunge agli stimoli già decisi in precedenza per un totale di 425 miliardi), che hanno frenato la caduta dei consumi di beni durevoli (mercato automobilistico) e rilanciato il mercato immobiliare. Non a caso gli occhi di tutto il mondo sono puntati sugli Stati Uniti, perché tutti sanno che l'uscita dal tunnel dell'economia mondiale, compresi i Paesi emergenti come Cina e India, avverrà solo quando ci sarà la ripresa dell'economia americana, la sola che anche in una recessione grave come quella attuale possa svolgere ancora una volta il ruolo di locomotiva economica internazionale. A parte i timidi segnali cui si è fatto cenno, tuttavia, gli indicatori macroeconomici dell'economia americana sono ancora orientati verso la burrasca: il Pil è crollato del 6,3% nell'ultimo trimestre del 2008 e si prevede un ulteriore crollo del 5% nei primi tre mesi del 2009, mentre il tasso di disoccupazione ha toccato il livello record dell'8,5%. Che cos'è allora che lascia ben sperare in una svolta positiva che 53 economisti del Wall Street Journal collocano già nel terzo trimestre di quest'anno, anche se la ripresa vera e propria la spostano alla seconda metà del 2010? Tutto dipende dall'opera di stabilizzazione dei mercati finanziari, di risanamento dei mutui e di eliminazione degli asset tossici ancora in mano alle banche. Per eliminare questi ultimi, il presidente Obama confida molto nel buon funzionamento del piano Geithner e si è già lasciato andare ad indiscrezioni secondo cui gli esami in corso delle condizioni delle 19 maggiori banche americane (i cosiddetti "stress test") indicherebbero che nessuna di esse corre il rischio di fallimento, anche se la Fed ha imposto la riservatezza assoluta sui risultati degli stessi test per non alimentare speculazioni di mercato. Le condizioni per un'inversione di tendenza in Europa, quindi, passano per la ripresa dell'economia americana, anche perché il modello di sviluppo dei Paesi europei, a cominciare dalla Germania e dall'Italia, ma ciò vale anche per Francia, Spagna e Gran Bretagna, si basa essenzialmente sulle esportazioni, che possono essere trainate in misura consistente solo dagli Usa. E la ripresa in questo paese non può avvenire se non si fa chiarezza sui bilanci delle banche.

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C'è una cura, si chiama lavoro (sezione: Globalizzazione)

( da "Provincia Pavese, La" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Le proposte che fanno discutere nel volume scritto con Francesco Giavazzi C'è una cura, si chiama lavoro L'analisi delle debolezze italiane: vengono da lontano Broni. Chi sono i veri responsabili della crisi che ha investito il mondo intero e che coinvolge anche l'Italia? La globalizzazzione? La Cina? L'euro? Gli speculatori? Niente di tutto questo spiega Alberto Alesina nel libro «La crisi. Può la politica salvare il mondo?» scritto a quattro mani con un altro economista, Francesco Giavazzi, e pubblicato per la casa editrice Il Saggiatore (12 euro). troppo comodo, secondo Alesina, accusare poi la finanza americana per i problemi italiani. «L'economia italiana - spiega - soffre di due malattie concomitanti e indipendenti: una crescita inferiore alla media europea che dura ormai da più di vent'anni e un periodo di difficoltà ciclico, dovuto alla crisi finanziaria internazionale e al prezzo di alcune materie prime». La vera cura di cui l'Italia ha bisogno, secondo l'economista, riconosciuto come uno tra gli 8-10 più importanti del mondo, è legata al tema del lavoro. Serve lavorare meglio, che più persone lavorino e che aumenti la produttività. Il protezionismo contro la globalizzazione vista come pericolo sarebbe un rimedio peggiore del male, per Alesiana e Giavazzi. Così come è sbagliato demonizzare la Cina perché molto potrà influire sulla ripresa del mondo occidentale nel momento in cui milioni e milioni di cinesi, che fino ad oggi hanno risparmiato, si metteranno invece a consumare e dunque a spendere acquistando beni sul mercato mondiale. «Ricette false e populiste - vengono definite da Alberto Alesina nel libro - quelle che fanno intravedere la possibilità di produrre più reddito senza che aumentino le ore lavorate, senza posticipare l'età della pensione, senza premiare i migliori e penalizzare i peggiori». Sì, lavoriamo in troppo pochi, è l'impietosa analisi dell'economista, che molto fa discutere anche in questi giorni. Non solo: abbiamo pensionati troppo precoci e troppo poche donne impegnate nel lavoro fuori dalle mura domestiche. E lavorano troppo pochi giovani. «L'unica categoria di italiani che lavora quanto gli altri europei e gli americani è quella degli uomini tra i 30 e i 50 anni», è la nota che chiude alcune pagine piene di numeri che ci inchiodano. Analisi impietosa ma non senza speranza. Tutt'altro. L'Italia, è la conclusione, non è un malato terminale. Ma la cura, energica e risolutiva, non può essere ulteriormente rimandata.

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Al servizio dell'industria turistica un esercito di lavoratori senza tutela (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Prov Ogliastra Pagina 6023 Tortolì: il sindacato Fisascat Cisl lancia l'allarme Al servizio dell'industria turistica un esercito di lavoratori senza tutela Tortolì: il sindacato Fisascat Cisl lancia l'allarme --> Precari se va bene, altrimenti disoccupati senza sussidi. La crisi sta facendo sentire i suoi effetti anche sui lavoratori di turismo e servizi. E la situazione sta assumendo i contorni di un dramma quotidiano. A lanciare l'allarme l'assemblea Fisascat-Cisl che si è tenuta a Lanusei. I componenti dell'organismo hanno analizzato la situazione dei settori del turismo, dei servizi e del commercio, rilevando la contrazione dei posti di lavoro, le crisi aziendali con i conseguenti licenziamenti e la riduzione dei contratti a tempo determinato. «Contro la crisi è necessario globalizzare i diritti. L'Ogliastra può e deve reagire a questa situazione drammatica - sottolinea il segretario territoriale Michele Muggianu. «Reagire è possibile proprio grazie alle risorse della nostra terra sia quelle umane che quelle ambientali». Il sindacato lancia un grido d'allarme sugli effetti della crisi su famiglie e imprese «Le Istituzioni e le associazioni che operano sul territorio hanno il dovere di dialogare e collaborare per proporre soluzioni. È necessario inoltre individuare le emergenze sulle quali intervenire prioritariamente». Le vere emergenze sono costituite da quei lavoratori che si trovano senza occupazione, e privi di ammortizzatori sociali. Gli effetti della crisi ricadono principalmente sulle famiglie a basso reddito costrette ad un sensibile calo dei consumi essenziali. E' proprio a favore di queste categorie svantaggiate che la Fisascat- Cisl intende intervenire in maniera prioritaria e incisiva. La riunione del direttivo, oltre ad analizzare questi aspetti, ha proceduto all'esame e all'approvazione del bilancio e a tutti gli adempimenti statutari. ROSANGELA ERITTU

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Mondiali, urna severa per l'Italia. E oggi l'A1 (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mondiali, urna severa per l'Italia. E oggi l'A1 pallanuoto SORTEGGIATI ieri a Roma i gironi preliminari dei Mondiali pallanuoto, che la Capitale ospiterà dal 19 luglio al 1^ agosto. Tra i maschi, Italia nel girone D, con i vicecampioni olimpici degli Stati Uniti, la Romania e la Macedonia. «Auspicavo un girone meno competitivo», è stato il primo commento del ct Sandro Campagna. Il presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, pare intenzionato a invitare sulle tribune del Foro Italico, in occasione della sfida contro gli Usa, il presidente Obama. L'Italia femminile, del ct Roberto Fiori, farà invece parte del girone A, con Ungheria, Cina e l'incognita Uzbekistan. Le prime classificate approderanno direttamente ai quarti di finale, mentre seconde e terze disputeranno gli ottavi. Intanto oggi torna il campionato maschile di A1, con il ritorno dei quarti di finale dei playoff. Per le squadre che giocheranno in trasferta, dopo il successo ottenuto in gara uno, la possibilità di centrare subito la qualificazione alle semifinali senza dover ricorrere alla "bella" (eventualmente in programma mercoledì 29 aprile). È questo l'obiettivo del Recco che scende in acqua alle 20 a Firenze (arbitrano Paoletti di Roma e Saeli di Mestri) contro la Florentia. In contemporanea il Sori, in casa, prova a costringere a gara tre il Brescia (dirigono i croati Rak e Radicevic). Alle 15 (differita su Rari Tre alle 17 e su Rai Sport Più alle 22) è derby ad Albaro tra Nervi e Savona (Carannante di Torino e Severo di Roma). Completa il quadro Lazio-Posillipo (Foro Italico, 20). 18/04/2009

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

«così il consumatorepuò schivare trappolenella scelta del pesce» il laboratorio EGLE PAGANO GENOVA. «Sano come un pesce». Una metafora che una volta aveva un senso. «Noi veterinari guardavamo solo alla freschezza del pesce che dovevamo controllare. Oggi, invece, ci sono altri problemi, spesso non facilmente identificabili». Angelo Droetto, responsabile veterinario della Asl 3 ligure, una ventennale esperienza nella vigilanza sul mercato ittico, mette in guardia dai pericoli che parassiti, come l'Anisakys, ma anche inquinamento e globalizzazione comportano per i consumatori di pesce. Ogni mattina, ricorda Franco Andaloro, dirigente dell'Istituto Superiore di Protezione e Ricerca ambientale, che ieri a Slow Fish ha moderato un "Laboratorio dell'Acqua" sull'argomento, «44 Paesi forniscono pesce fresco all'Italia, perché ormai il pesce arriva da tutto il mondo, al punto che il maggior esportatore è un Paese senza coste come la Svizzera». È sempre più difficile, quindi, per il consumatore orientarsi fra pesce di mare o di allevamento, fra prodotto nostrano e pesci che hanno viaggiato per mezzo globo. In pescheria o davanti ai banchi del mercato con un po' di attenzione e di esperienza si può comprare al meglio. «Un pesce fresco - spiega Droetto - deve avere determinati requisiti: rigidità, aspetto brillante, consistenza soda, occhio vivo e convesso, branchie di color rosso vivo». E, aggiunge Andaloro, «non deve avere odore, perché quello che qualcuno definisce "odore di mare" in realtàè indice di putrefazione». Un pesce freschissimo, intanto, mette al riparo dalle insidie dei parassiti. L'Anisakys, per esempio, che può trovarsi nelle interiora delle acciughe e che, se ingerito cudo, può provocare cisti nell'intestino, «difficilmente passa nelle masse muscolari di un pesce molto fresco che sia stato pulito e consumato in giornata». Ma se, come da due-tre anni accade in Liguria, le acciughe provengono da altri Paesi e sono vecchie di uno o due giorni almeno, la prudenza è d'obbligo ed è meglio rinunciare a preparare le classiche acciughe "all'ammiraglia". Gli esperti consigliano attenzione anche per il pesce da acquacoltura, che è sempre più diffuso (non solo orate, branzini e rombi, ma anche dentici, mormore e mazzancolle). Per ridurre la mortalità del pesce e abbassare il prezzo, c'è un crescente ricorso a farmaci. Si tende, inoltre, a praticare l'acquacoltura in vasca per avere una temperatura dell'acqua superiore, fattore che induce i pesci a mangiare di più e a svilupparsi più velocemente. Il risultato sono pesci di qualità e gusto scadenti (in molti casi all'interno si trova una sostanza gelatinosa). Al contrario, raccomandano i tecnici, sono da preferire allevamenti meno intensivi, come quelli che utilizzano le gabbie in mare. Molti pesci, poi, migrano, attraversano zone inquinate e arrivano nei nostri mari. I grandi predatori che divorano i pesci più piccoli, accumulano mercurio, sostanza potenzialmente nociva per la salute. La provenienza del pesce è obbligatoriamente indicata in pescheria, ma al ristorante il cliente non ha garanzie. La moda del sushi e del sashimi oggi ha diffuso anche in Italia l'impiego del tonno crudo. Ma, premesso che il tonno rosso nazionale è pochissimo, quello che arriva sulle tavole italiane è un pesce diverso, che proviene da Sri Lanka, Maldive, Indonesia, mari e climi caldi, barche non dotate di frigoriferi, nessuna cultura del ghiaccio. «Questi pesci contengono una sostanza che, in presenza di calore e parassiti, sviluppa l'istamina, che a sua volta può provocare reazioni allergiche nell'uomo, dall'orticaria a problemi respiratori». 18/04/2009

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Suncor? (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Plus sezione: ATTUALITA data: 2009-04-18 - pag: 17 autore: IL GESTORE DELLA SETTIMANA Luca Ramponi Aureo Gestioni Sgr «Suncor? è un'opportunità» «La fusione con Petro-Canada consolida la posizione finanziaria» di Isabella Della Valle C' è attesa per le trimestrali americane e i listini ripiegano sulla scia dei timori che verranno fuori soprattutto per il comparto finanziario. Lei cosa si aspetta? L'incremento di volatilità dei listini nella stagione degli utili è prevedibile. C'è molta attenzione circa possibili schiarite sul fronte dei profitti dopo aver registrato i primi spiragli di luce sul piano congiunturale. Mi aspetto buone notizie a macchie di leopardo, anche nel settore finanziario, ma senza una netta tendenza. è interessante notare che sia in Europa, sia negli Stati Uniti si registrano già diversi casi di banche con profitti anche significativi nei primi mesi del 2009. Ma concretamente, cosa è cambiato oggi sui mercati rispetto a qualche mese fa? Due elementi su tutto. Il primo: la compattezza e la determinazione nel perseguire l'obiettivo del superamento della crisi da parte dei policy maker, registrato a seguito del recente G20. Il secondo: iniziano a evidenziarsi concretamente gli effetti degli interventi monetari e fiscali, adottati a livello internazionale; parlo del settore immobiliare statunitense e dell'attività manifatturiera cinese ad esempio. L'euro è in progressivo rallentamento rispetto al dollaro e allo yen. Qual è il cambio obiettivo rispetto alle due valute? Penso che entrambe le valute siano sopravvalutate rispetto all'euro. Deterioramento del bilancio federale e debito pubblico in significativo aumento, sono elementi che potrebbero pesare molto sul dollaro Usa, con un rapporto di cambio rispetto all'euro che vedo dirigersi anche a livelli superiori a 1,45. Il petrolio è finito sotto la soglia psicologica dei 50 dollari. Anche in questo caso, qual è secondo lei un valore congruo del greggio? Credo che andremo incontro a una fase di normalizzazione del contesto economico con una ripresa dell'attività produttiva che consentirà a tutte le materie prime di natura energetica una rivalutazione del prezzo. Il petrolio è destinato quindi ad apprezzarsi, almeno sopra i 60 dollari al barile. Nonostante il recupero recente degli indici di Borsa, la situazione resta ancora complessa. Lei vede del valore in qualche settore particolare oggi? I settori che preferiamo sono: telecom, finanziari ed energia. Il settore delle tlc è quello che presenta il minore downside risk sul fronte dei profitti. Sul versante della telefonia fissa i margini hanno arrestato il processo di deterioramento. Per quanto concerne il mobile e l'It service la situazione è più incerta nel breve termine per l'elevata correlazione con l'andamento del Pil globale. Il business mix che preferiamo è rappresentato dal "Fixed line" con esposizione geografica concentrata in Europa continentale e Usa rispetto ai Paesi emergenti. Riguardo i finanziari, nonostante il rimbalzo delle ultime settimane, il settore non manca di elementi che possano agevolare la prosecuzione di questo trend. Pur permanendo ampi rischi di balance sheet, il settore ha chiuso parte dell'enorme sconto di metà marzo. I casi di Wells Fargo e Goldman Sachs con profitti nel primo trimestre superiori allo stesso periodo nel 2008 potrebbero non essere casi isolati e guidare il recupero di tutto il settore. Noi stiamo tornando a investire nel settore dell'energia. L'industrializzazione dei Paesi emergenti resta di supporto al prezzo del greggio nel lungo termine, mentre nel breve i tagli alla produzione decisi dall'Opec sono superiori alla contrazione della domanda registrata negli ultimi mesi. La Cina è salita molto da inizio anno. Crede che questo recupero sia supportato da fattori tali che possano rendere questo mercato una possibile scommessa anche per i mesi futuri? Oppure non ci sono gli elementi che giustificano questo andamento? La Cina è intervenuta con incisività per fronteggiare questa crisi sia in termini temporali sia dimensionali. Non dimentichiamoci che il budget pubblico stanziato ammonta al 20% del Pil da spendere in tre anni. I positivi effetti congiunturali si stanno già vedendo con la produzione industriale "rimbalzata" a marzo con un +8,3% e la Borsa cinese lo riflette. Noi abbiamo iniziato a investire in questa area all'indomani dell'ambizioso piano di stimolo e continuiamo. Come siete esposti sul comparto obbligazionario? Stiamo riducendo le posizioni. Dopo avere mantenuto una sovraesposizione ai titoli governativi per quasi due anni, è arrivato il momento di anticipare una possibile risalita dei tassi nei prossimi trimestri. Preferiamo le scadenze brevi per i titoli di Stato europei e americani, mentre ci stiamo riposizionando su titoli corporate e governativi legati all'inflazione. I primi offrono spread molto elevati che non scontano il superamento della fase recessiva; i secondi continueranno a beneficiare delle politiche di tipo reflativo di governi e banche centrali. Tra le società quotate quali sono quelle che in questo momento le piacciono di più? Suncor presenta un profilo di crescita della produzione stimato tra il 5% ed 7%, in un settore dove molte società fanno fatica a contrastare il naturale declino della produttività dei giacimenti maturi. Con la fusione con Petro-Canada, Suncor consolida la sua posizione finanziaria e acquisisce un importante cash flow con cui finanziare gli investimenti produttivi in oil sand, scese dopo la fusione al 55% della produzione, ma destinate a risalire presto al 70%. La fusione consente inoltre di liberare sinergie superiori a un miliardo di dollari. Il rischio geopolitico è molto limitato grazie alla forte esposizione al Canada. Deutsche Telekom ha un buon posizionamento sul business domestico sia lato mobile, sia fisso. Per quanto riguarda l'esposizione ai Paesi emergenti, il rischio è limitato con un'esposizione circoscritta ai Balcani attraverso Ote. Le valutazioni su utili e i parametri di di liquidità (Ebitda e Free cash flow/Dividendo) sono in linea con il settore. Allianz è stata molto penalizzata da inizio anno e quasi tutti i titoli del settore scambiano in linea con il loro book value, fattispecie assai strana che apre un'opportunità. Allianz è tra le compagnie più difensive in termini di struttura di business. © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi è Il direttore investimenti •Luca Ramponi ha 36 anni e dal 2007 è direttore investimenti di Aureo Gestioni, Sgr del Credito Cooperativo costituita nel 1984 per offrire ai clienti delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Artigiane e Raiffeisen Kassen una gestione professionale. Ramponi si è laureato in giurisprudenza presso l'Università Statale di Milano e ha iniziato la sua carriera nel 1994 come analista finanziario presso il Private Banking di Cariplo. Nel '99 è entrato in Intesa A. M. come portfolio manager per poi approdare nel 2001 in Bnl Gestioni con l'incarico di responsabile delle gestioni patrimoniali, del fondo pensione e dei prodotti multi-manager. Disegno di Domenico Rosa

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Gli appuntamenti sportivi del 19/04 (sezione: Globalizzazione)

( da "Datasport" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Gli appuntamenti sportivi del 19/04 (AGM-DS) - 18/04/2009 8.10.16 - (AGM-DS) - Milano, 18 aprile - Gli appuntamenti sportivi di domenica 19 aprile. La giornata sportiva si apre alle 9 con il Gran Premio di Formula 1. In evidenza: BASKET Serie A: 27.a giornata Ore 12 Gmac Bologna-Scavolini Spar Pesaro (Sky Sport 2); ore 17 Armani J. Milano-Benetton Treviso (Sky Sport 2) CALCIO Serie A: 32.a giornata Alle 15:00 Atalanta-Reggina, Cagliari-Napoli, Catania-Sampdoria, Palermo-Bologna, Roma-Lecce, Siena-Chievo, Udinese-Fiorentina. Alle 20:30 Milan Torino FORMULA 1 Gran Premio di Cina Ore 09.00 gara VOLLEY Serie A playoff: semifinali, gara 1 Ore 18.00 Itas Diatec TN-Bre Banca CN (Sky Sport 2) Gli altri appuntamenti: BASKET A2F playoff/playout: gara 1 Ore 18 BASKET Legadue: 29.a giornata Ore 18.15 Edimes Pavia-Harem Scafati (Rai Sport Più) BASKET A1F payoff: quarti di finale - Gara 3 Ore 18 Club Atletico Faenza-Lavezzini Parma CALCIO Liga: 31.a giornata CICLISMO UCI Pro Tour: Amstel Gold Race GOLF European Tour: China Open GOLF PGA Tour: Verizon Heritage MARATONA Mezza maratona internazionale di Firenze MARATONA Maratona di Napoli RUGBY Guinness Premiership: 21.a giornata SPORT USA NBA playoff: primo turno SPORT USA MLB: regular season Nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 ore 2 Chicago Cubs-St. Louis Cardinals (Sky Sport 2) SPORT USA NHL: playoff TENNIS WTA Barcellona TENNIS WTA: Charleston- Usa TENNIS ATP Montecarlo Dalle 14 su Sky Sport 3 VOLLEY A1F playoff: quarti di finale - Gara 3 (eventuale) Ore 18.00

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AGENDA DEGLI AVVENIMENTI DI SABATO 18 E DOMENICA 19 APRILE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Agenda degli avvenimenti di sabato 18 e domenica 19 aprile di Apcom -->Roma, 18 apr. (Apcom) - Questa l'agenda degli avvenimenti in Italia ed all'estero di sabato 18 e domenica 19 aprile 2009. ITALIA POLITICA Roma SABATO 18 ROMA - Il segretario Dario Franceschini partecipa all'assemblea di candidati ed amministratori Pd - Riunione del 'parlamentino' dell'Associazione Nazionale Magistrati - Apertura campagna elettorale per le elezioni europee della lista Prc-Pdci - Conferenza stampa del leader Idv Antonio Di Pietro per l'apertura della campagna elettorale CITTA' DEL VATICANO - Il Papa riceve in udienza una delegazione del capitolo dei francescani - Il Segretario di Stato Tarcisio Bertone inaugura a San Paolo fuori le mura la mostra sulla Bibbia carolingia Milano - Pier Ferdinando Casini presenta la Costituente di Centro Altre città L'Aquila - Nuova visita del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nelle zone terremotate Firenze - Il leader Udc Pier Ferdinando Casini interviene all'incontro pubblico 'Il centro protagonista' DOMENICA 19 - Primo giorno di deposito al Viminale dei contrassegni per le elezioni europee - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene all'apertura al pubblico dell'oasi di Castelporziano in occasione della giornata delle oasi del Wwf - Apertura della campagna elettorale Udc per le europee con il leader Pier Ferdinando Casini CITTA' DEL VATICANO - Papa Benedetto XVI recita il 'Regina Coeli' a Castelgandolfo Altre città Scansano - Il presidente della Camera Gianfranco Fini interviene alla Festa per la valorizzazione dei piccoli comuni italiani ECONOMIA E FINANZA SABATO 18 Altre città Modena - Assemblea annuale della Banca popolare dell'Emilia Romagna Cison di Valmarino (TV) - Si apre il G8 agricolo DOMENICA 19 Cison di Valmarino (TV) - Prosegue il G8 agricolo ESTERO NUOVA EUROPA SABATO 18 Turchia - Istanbul, Media-Forum Turchia-Italia, focus su economia con la partecipazione del ministro dell'Economia Simsek Cina - Continua visita del presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbaev DOMENICA 19 - Pasqua Ortodossa Cina - Si conclude la visita del presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbaev MONDO SABATO 18 Trinidad - Port of Spain, Quinto Summit delle Americhe. Attese dichiarazioni del presidente Usa Barack Obama sui rapporti con Cuba India - Seconda tornata delle elezioni politiche per il rinnovo del Congresso DOMENICA 19 Londra - Il premio Nobel per l'Economia Amartya Sen parla in occasione della inaugurazione della Fiera del Libro Haiti - Elezioni per il rinnovo di un terzo del Senato Giamaica - Kingston, arrivo del premier canadese Stephen Harper per colloqui relativi ai negoziati sulla zona di libero scambio fra Canada e Comunità Caraibica (Caricom)

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Armi, il piano di Scajola: meno fisco e burocrazia (sezione: Globalizzazione)

( da "Brescia Oggi" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Armi, il piano di Scajola: meno fisco e burocrazia IL DISTRETTO E LE ISTITUZIONI. Il responsabile dello Sviluppo Economico ospite ieri a Brixia Expo per l'anteprima di Exa ha incontrato i rappresentanti del settore Tavolo per la semplificazione e sostegni diretti all'export Ministro ottimista sulla crisi: primi segnali di ripresa 18/04/2009 rss e-mail print Una fase dell'incontro fra gli operatori del settore armiero e il ministro Scajola a Brixia Expo FOTOLIVE/Venezia Nuove sfide per il mercato delle armi, una delle eccellenze del made in Italy più apprezzate all'estero che vede la produzione, soprattutto valtrumplina, in prima fila. Le ha lanciate, ieri, il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, «salutato» a Brixia Expo nella giornata di anteprima della ventottesima Exa, che si apre oggi, dai rappresentanti del settore: Carlo Peroni, presidente dell'Associazione nazionale produttori, e Pierangelo Pedersoli, leader del Consorzio armaioli; oltre ai vertici della Fiera di Brescia, dal direttore Marco Citterio al presidente dell'Immobiliare, Carlo Massoletti. IL MINISTRO, che ha dato una visione ottimistica, parlando di «primi segnali di ripresa in Cina, dove sono ripresi i consumi e di barlumi anche dagli Usa» è entrato nel merito della situazione congiunturale del mercato armiero con due proposte: un tavolo per la semplificazione legislativa del settore ed interventi per una fiscalità di vantaggio a tutela del distretto industriale, che attualmente non è riconosciuto giuridicamente ma rappresenta una realtà di fatto. Due manovre utili, in prospettiva, per dare linfa alla presenza dei prodotti sul mercato estero, «dove le nostre armi - ha sottolineato Peroni - soffrono per una serie di vincoli che le appesantiscono rispetto a quelle prodotte dai concorrenti». Nonostante questo la posizione di leadership nazionale è confermata e lo stesso Banco di prova che, come evidenziato dal suo presidente Aldo Rebecchi, nell'ultimo anno ha segnato il record di 819 mila collaudi è riconosciuto a livello mondiale come uno dei più efficienti (le ultime commesse sono arrivate dalla Bulgaria). Il «Banco» era finito nell'occhio del decreto Brunetta sugli enti inutili, ma come ha spiegato Scajola: «si è trattato di una situazione non voluta perchè quando si fanno questi interventi si agisce come quando si pulisce casa e a volte si buttano anche le cose utili. Per questo avevamo lasciato 60 giorni di tempo per segnalarci anomalie». Il ministro ha così garantito agli imprenditori presenti a Brixia Expo: «che non ci sarà alcuna cancellazione, anche se la lettera è arrivata fuori tempo massimo. Non so come ma troveremo un modo per mantenerlo». GLI OPERATORI sottolineano soddisfatti l'attenzione del Governo per il settore, «augurando - ha precisato Pedersoli - che anche l'opinione pubblica rivaluti l'importanza di questa eccellenza italiana». Scajola va al merito dei problemi: «Dopo aver incontrato i rappresentanti bresciani nelle scorse settimane ho promosso un tavolo che comprenda i ministeri interessati (Interni e Semplificazione): in maggio inizierà il lavoro per eliminare regole anacronistiche che pesano sulle esportazioni italiane di armi sportive e venatorie». Ed oltre a questo beneficio indiretto Scajola annuncia un sostegno anche fiscale: «con agevolazioni che diano fiato ad aziende che hanno sempre fatto da testimonial al made in Italy nel mondo». Scajola infine confida su alcuni fondamentali solidi dell'Italia per il rilancio: «il basso indebitamento delle famiglie e del sistema delle imprese in generale». Giovanni Armanini Giovanni Armanini

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Contro il naufragio della società liquida (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

AGORÀ 18-04-2009 Contro il naufragio della società liquida Roma Intellettuali francesi e italiani a confronto sulla crisi. De Rita: «Il crollo è dei vertici». Galli Della Loggia: «C'è un populismo dei piccoli contro i grandi». Lo scrittore Lambron: «Ormai il logo ha sostituito il logos». Glucksmann: «Però la globalizzazione ha anche vinto la miseria». Forte: «Meticciato, nave per riprendere il largo» DA ROMA GIOVANNI RUGGIERO S e di crisi si occupano non soltanto gli economisti, ma anche gli storici, i sociologi, i filosofi e perfino i poeti, si scopre che, dietro le «bolle finanziarie », i «titoli tossici» e la sofferenza della gente, soprattutto nelle fasce meno abbienti, c'è una crisi più profonda che interessa l'intero Occidente e la globalizzazione che scatena, adesso, dopo l'idolatria, reazioni popul- iste. L' Académie de France di Roma e il ministero italiano per i Beni e le attività culturali hanno proposto su questi temi una conversazione tra intellettuali dei due Paesi. Fanno emergere una crisi a tutto tondo, almeno con quattro facce: una crisi che investe, oltre al mondo economico, l'ambito politico, sociale e morale. Quella economica, che corrisponde o quanto meno può essere paragonata alla crisi del '29, ha l'epicentro negli Usa, ma l'altra crisi che fa da sfondo è stata in qualche modo vaticinata nel 1958 come qualcuno ha ricordato da Hannah Arendt che, nella Vita activa , scriveva: «La mancanza di pensiero l'incurante superficialità o la confusione senza speranze o la ripetizione compiacente di 'verità' diventate vuote e trite mi sembra tra le principali caratteristiche del nostro tempo». Il filosofo francese Andrè Glucksmann riprende queste origini lontane e, allarmato, ricorda che la crisi del capitalismo moderno potrebbe portare il numero dei disoccupati a 50 milioni nel mondo. Ma, con gusto polemico e controcorrente, ne tessa anche le lodi: «Tuttavia non bisogna mai dimenticare che da 30 anni la globalizzazione ha anche eliminato la disperazione e la miseria totale per almeno un miliardo di persone, in particolare per i cinesi e gli indiani. Questo non vuol dire che adesso questa gente vive bene, ma almeno è uscita, in parte, dalla disperazione totale nella quale stava prima. Bisogna quindi tener conto anche di questo». La protesta contro la globalizzazione, però, è evidente. La fa notare Ernesto Galli della Loggia sottolineando come sia penetrata nelle metropoli dell'Occidente: «Si tinge di nuovi contenuti politici e culturali trasformandosi in un populismo dei piccoli contro i grandi. Una vena di neo-populismo contro il carattere oligarchico che assume a livello planetario l'establishment. C'è una insofferenza verso la transnazionalità dell'apparato economico. Tuttavia aggiunge la democrazia ha bisogno di un populismo democratico». La crisi e noi: a monsignor Bruno Forte, il teologo arcivescovo di Chieti, viene in mente, per rappresentare questo rapporto, Hans Blumenberg e il suo Naufragio con spettatore. Spiega l'attuale crisi con quattro metafore: la prima è appunto quella del naufragio: «In questa contingenza corregge lo spettatore non è più al sicuro sulla terraferma. Nella condizione attuale naufragio e spettatore si identificano». Altra metafora è la liquidità, per cui mancano punti di riferimento fermi: impera il pensiero debole con la perdita di ogni riferimento al trascendente. Poi ancora la metafora dell'assemblaggio di una nave co- struita con i pezzi più disparati che vengono a riva dal naufragio. «È il meticciato nota Forte che è sempre esistito, ma che può essere una cultura viva perché è incontro e rispetto reciproco». Infine la metafora della navigazione. È indubbio che la nave deve riprendere il largo. Bruno Forte indica come strumenti per tracciare la rotta giusta la nostra Costituzione e il Codice di Camaldoli del 1943, con l'idea della centralità della persona che per Mounier non è un oggetto ma «ciò che non può essere trattato come oggetto». I colloqui a Villa Medici sono bilingui. Al nostro ministro Sandro Bondi, per il quale occorrerebbe «socializzare e non statalizzare per incorporare l'economico nel sociale», fa da contrappunto il ministro francese del budget, Eric Woerth, il quale sostiene che «questa crisi può portarci a creare un nuovo mondo nuovo, e ci invita a riflettere su quello che siamo». Ma cosa siamo adesso? Marc Lambron, scrittore e critico letterario, una delle voci francesi del dibattito, amante del paradosso dice con graffiante ironia che oggigiorno «il logo ha sostituito il logos», intendendo dire che viviamo il clima degli anni '80, «quando il denaro era un segno della nostra esistenza e c'era una perfetta coincidenza dell'essere con l'avere». Quanto al sistema instaurato e adesso in crisi, secondo Giuseppe De Rita si è conformato su un modello piramidale: «La crisi dice il sociologo viene dai vertici dell'oligarchia internazionale, dall'apice dell'apice della finanza. Hanno resistito meglio i Paesi, come l'Italia, che hanno una struttura economica meno verticistica». E fa gli esempi della piccola impresa o anche del lavoro sommerso. Insomma, ha resistito la base. Viviamo dunque una crisi che è anche dei valori, della religione, della politica e delle scienze europee, come ricorda il filosofo Adriano Pessina che cita Edmund Husserl. Manca, secondo Pessina, o quanto meno è stato dimenticato il concetto di bene comune che indica la «causa comune» come «spazio condiviso e pubblico nel quale si esercita la cittadinanza del pluralismo delle visioni del mondo e delle cose». È nato un nuovo mito: l'autorealizzazione dell'individuo che è sempre sullo sfondo delle crisi economiche. Un mito cinico perché, dice Pessina, «nel conflitto delle autorealizzazioni è dato per assodato che ci saranno sempre dei perdenti e che la crisi possa essere un pedaggio da far pagare a qualcuno». Chi è stato all'origine della crisi attuale l'ha pensata sicuramente così. Ernesto Galli della Loggia Bruno Forte

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Pallanuoto: Italia-Usa ai Mondiali Barelli invita Obama a Roma (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

SPORT 18-04-2009 Pallanuoto: Italia-Usa ai Mondiali Barelli invita Obama a Roma ROMA. Immaginatevi Barack Obama in tribuna al Foro Italico che fa il tifo per la Nazionale americana di pallanuoto ai Mondiali di luglio. Un'immagine che farebbe il giro del mondo e che resta assai difficile da realizzare. Intanto, però, il sorteggio dei gironi iridati ieri ha messo il sale sulla coda agli organizzatori. Il Settebello del ct Campagna è stato infatti inserito in un gruppo molto tosto con Stati Uniti, Macedonia e Romania. Se non si tratta di un autentico "girone di ferro", la gara d'esordio contro gli Usa è un impegno certo da non sottovalutare. E offrirà subito «una bella occasione», per dirla con le parole del presidente della Federnuoto Paolo Barelli, per testare il valore degli azzurri dopo il flop dei Giochi di Pechino. Ma Barelli si spinge oltre e si augura di poter avere Barack Obama spettatore d'eccezione ai Mondiali di Roma. «Sarebbe un grande inizio di Mondiale: tra l'altro tutti i grandi del mondo in quei giorni saranno in Europa per il G8 della Maddalena». Il sorteggio non è andato giù invece al ct Campagna: «Speravo decisamente in un girone più morbido». Molto meglio è andata al Setterosa, che è stato abbinato con Ungheria, Cina e Uzbekistan.

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Commercio estero: made in Italy, saldo 71 mld (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Commercio estero: made in Italy, saldo 71 mld ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 18.04.2009 12:36 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - VENEZIA, 18 APR - Il Made in Italy ha retto nel 2008 grazie alle pmi che hanno consentito un saldo commerciale positivo per 71,5 miliardi (+3%). Lo afferma la Cgia di Mestre, che rileva come le aziende del Nordest facciano la parte del leone, avendo garantito il 46% del saldo positivo. Sono andate male le grandi imprese (petrolio, chimica, elettronica e auto) con un saldo di -92,6 mld (-8,4% sul 2007). Un risultato condizionato in buona parte dal forte aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi. ''Possiamo dire con certezza - commenta il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - che nel 2008 le pmi, protagoniste indiscusse del made in Italy, hanno battuto nettamente le grandi aziende italiane sul terreno della globalizzazione economica''. Complessivamente, il saldo commerciale italiano di tutti i settori produttivi ha registrato un valore negativo pari a quasi 11,5 miliardi, con una contrazione sul 2007 del 33,5%. E se nel settore del Made in Italy (alimentari, abbigliamento, meccanica, arredo-casa) e' stato ancora il settore meccanico a dominare, con un saldo positivo di 49,4 mld (69% del totale), nella grande industria il caro petrolio ha fatto attestare il saldo del settore a -61,4 mld di euro (-26% rispetto al 2007). (ANSA)

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COMMERCIO ESTERO: MADE IN ITALY, SALDO 71 MLD (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Commercio estero: made in Italy, saldo 71 mld di ANSA Cgia, nel 2008 ha retto grazie alle piccole e medie imprese -->(ANSA) - VENEZIA, 18 APR - Il Made in Italy ha retto nel 2008 grazie alle pmi che hanno consentito un saldo commerciale positivo per 71,5 miliardi (+3%). Lo afferma la Cgia di Mestre, che rileva come le aziende del Nordest facciano la parte del leone, avendo garantito il 46% del saldo positivo. Sono andate male le grandi imprese (petrolio, chimica, elettronica e auto) con un saldo di -92,6 mld (-8,4% sul 2007). Un risultato condizionato in buona parte dal forte aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi. ''Possiamo dire con certezza - commenta il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - che nel 2008 le pmi, protagoniste indiscusse del made in Italy, hanno battuto nettamente le grandi aziende italiane sul terreno della globalizzazione economica''. Complessivamente, il saldo commerciale italiano di tutti i settori produttivi ha registrato un valore negativo pari a quasi 11,5 miliardi, con una contrazione sul 2007 del 33,5%. E se nel settore del Made in Italy (alimentari, abbigliamento, meccanica, arredo-casa) e' stato ancora il settore meccanico a dominare, con un saldo positivo di 49,4 mld (69% del totale), nella grande industria il caro petrolio ha fatto attestare il saldo del settore a -61,4 mld di euro (-26% rispetto al 2007). (ANSA)

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CRISI/ MADE IN ITALY, SALDO COMMERCIALE 2008 POSITIVO A 71,5 MLD (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi/ Made in Italy, saldo commerciale 2008 positivo a 71,5 mld di Apcom Cgia Mestre: male invece grandi aziende, saldo negativo 92,6 mld -->Milano, 18 apr. (Apcom) - Nel 2008 le piccole e medie imprese, protagoniste indiscusse del Made in Italy, hanno battuto nettamente le grandi aziende italiane sul terreno della globalizzazione economica. E' quanto emerge da un'elaborazione dell'Ufficio Studi Cgia di Mestre, secondo cui nonostante un 2008 difficile il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) dei settori che costituiscono il Made in Italy (alimentari, abbigliamento, meccanica, arredo-casa) ha toccato in termini assoluti un straordinario +75,5 miliardi (+3% sul 2007). Di questo importo quasi la metà (46%) è stato realizzato dalle imprese del Nordest. Male, invece, i settori ad alta concentrazione di grandi imprese (petrolio, chimica, elettronica e auto) che hanno segnato un saldo negativo pari a 92,6 miliardi (-8,4%). Un risultato in buona parte condizionato dal forte aumento dei prezzi registrato dai prodotti petroliferi. Complessivamente nel 2008 il saldo commerciale italiano ha registrato un valore negativo pari a quasi 11,5 miliardi, con una contrazione, rispetto all'anno precedente, del 33,5%. "Il design, il buon gusto, la qualità e la capacità di imporre i propri prodotti sui mercati internazionali - commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - hanno consentito alle nostre pmi di rispondere con autorevolezza alla grave crisi che soffia sull'economia mondiale. Un segnale incoraggiante che fa ben sperare sulla tenuta dell'economia nazionale visto che il 98% delle imprese in Italia ha meno di 20 addetti".

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Tav negli Usa, Ansaldo si fa avanti (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Campania trasporti. 2 Tav negli Usa, Ansaldo si fa avanti La società di Finmeccanica sarà in gara assieme alla canadese Bombardier Ansaldo Breda non vuole perdere il treno per l'Alta velocità statunitense. Sarà quindi in gara con la canadese Bombardier per la fornitura di convogli agli Usa. Lo rivelano fonti industriali all'indomani dell'annuncio del presidente Barack Obama di voler rivoluzione il sistema di trasporti negli Stati Uniti, con l'obiettivo di fare concorrenza alle linee aeree, creare posti di lavoro e ridurre il consumo di carburante. Ansaldo Breda e Bombardier parteciperanno con il V300 Zefiro, quello che per gli esperti è il treno più bello del mondo, che viaggia a una velocità superiore ai 300 chilometri all'ora e che si avvale di una tecnologia avanzata in termini di efficienza, sicurezza e ampliamento della capacità dei posti a sedere. Con il V300 le due società parteciperanno anche alla gara da oltre 1,2 miliardi di euro che le Ferrovie dello Stato indiranno entro l'estate. sergio governale Ansaldo Breda e Bombardier alla conquista ferroviaria degli Stati Uniti. Le due società, che un anno fa hanno stretto un accordo per lo sviluppo congiunto, la commercializzazione e la produzione di un nuovo treno in grado di viaggiare oltre i 300 chilometri all'ora, parteciperanno infatti alla gara per l'Alta velocità negli Usa, dove dovranno battere la concorrenza di Alstom e Siemens. Lo rivelano fonti industriali all'indomani dell'annuncio del presidente Barack Obama di voler rivoluzionare il sistema di trasporti su rotaia per recuperare il terreno perso nei confronti di Francia, Spagna, Cina e Giappone. Le stesse fonti spiegano che Ansaldo Breda e Bombardier si presenteranno con il loro V300 Zefiro disegnato da Zagato Design, quello che gi esperti del settore definiscono il convoglio più bello del mondo. Si tratta di un'unità multipla elettrica composta da otto vetture nella configurazione tipica, lunga 200 metri, con una capacità di oltre 500 posti e allungabile fino a 400 metri di lunghezza con l'aggiunta di vetture doppie. Il sistema di propulsione consente al treno di raggiungere la velocità di 350 chilometri all'ora. Il convoglio ha come caratteristiche la massima flessibilità, l'efficienza, la sicurezza e l'ampliamento della capacità dei posti a sedere. E' interamente italiano, perché prodotto negli stabilimenti Bombardier di Vado Ligure e in quelli di Ansaldo Breda a Napoli e Pistoia. La società del gruppo Finmeccanica e il colosso canadese fanno sapere che metteranno a frutto nel V300 Zefiro quelle tecnologie e quelle soluzioni utilizzati negli anni recenti sui mercati internazionali. Ansaldo Breda vanta un'esperienza pluriennale nell'Alta velocità maturata attraverso la fornitura dei treni Etr500 alle Ferrovie dello Stato. La società ha in corso, inoltre, la fornitura del treno ad Alta velocità V250 per le ferrovie olandesi e belghe, che sarà utilizzato per il collegamento tra gli aeroporti di Amsterdam e Bruxelles. Bombardier ha preso parte alla consegna di circa ottocentocinquanta treni e vetture per l'Alta velocità in tutto il mondo, l'ultimo dei quali in Cina (venti treni Emu a vagoni letto a ottobre). E' un attore chiave nella consegna di quasi tutti i treni veloci in circolazione oggi in Europa, quali l'Ice in Germania, l'Etr500 in Italia prodotto assieme ad Ansaldo Breda, l'Ave S-102 in Spagna e quattro differenti serie del Tgv in Francia. L'obiettivo del consorzio è anche quello di aggiudicarsi, oltre alle gare in giro per il mondo (tra cui in Spagna, Portogallo, Francia, Germania e Russia), la maxicommessa di Trenitalia da 1,2-1,5 miliardi di euro per la costruzione di cinquantatre nuovi convogli. Il bando è atteso entro giugno, mentre il contratto dovrebbe arrivare entro l'anno. Le due commesse sono vitali per i mille addetti (oltre ai 500 dell'indotto) di via Argine, dove ha sede Ansaldo, perché possono consentire di superare la crisi economico-finanziaria dell'azienda. del 18-04-2009 num.

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Lo stato del mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cultura Economia & societa' Lo stato del mondo "Caro Signor Presidente: Il mio nome è Michael Laitman, e sono professore di Ontologia, ho un dottorato in Filosofia e Kabbalah, e una specializzazione in medicina Bio-Cibernetica. Sono il fondatore e Presidente di Bnei Baruch, un'organizzazione con sede in Israele che ha diramazioni in tutto il Nord America, il Canada, l'America Centrale e meridionale, e l'Europa (orientale e occidentale). Sul mio sito internet, www.Kab.info, offro lezioni quotidiane gratuite sulla Kabbalah e la spiritualità ad un pubblico di circa 2 milioni di persone in tutto il mondo; le lezioni vengono trasmesse e tradotte simultaneamente in 8 lingue: italiano, inglese, spagnolo, ebraico, russo, francese, turco e tedesco. Sono anche regolarmente presente su Channel 66 che è trasmesso dal canale televisivo satellitare israeliano, YES. Le scrivo perché l'impegno che si è preso nel migliorare la vita degli americani coincide con la mia convinzione che un messaggio vecchio come il mondo sia adesso maturo per essere recuperato: la reciproca responsabilità porta ad una vita di pace, salute, e produttività. L'America, che è nota per la sua leggendaria varietà di etnie, all'interno della sua popolazione ha i discendenti di ogni razza e nazionalità e, nel corso della sua giovane storia, ha dato al mondo degli esempi di come, indipendentemente dalle diversità, si può insegnare agli uomini come condividere un comune obiettivo da raggiungere e come utilizzare i mezzi disponibili per ottenere diritti civili, giustizia, e fratellanza. Non c'è bisogno che le dica che questa esperienza Americana, che è rimasta unica, è stata accolta come un faro di speranza da milioni di persone che vivono altrove e che vogliono che anche i loro paesi raggiungano una simile armonia e cooperazione tra le loro popolazioni. Allo stesso tempo, non c'è bisogno che le ricordi che da otto anni, sfortunatamente, la grandiosità dell'esperienza americana, come esempio per il mondo della possibilità di queste cose, è scemata e si è offuscata al punto che l'America ha perso il suo primato di insegnamento offerto attraverso gli esempi. Io la prego, come "Maestro al comando", di far sì che l'America assuma ancora una volta il ruolo della grande educatrice, e propongo che il messaggio si concentri principalmente sulla mutua responsabilità. Dai miei studi in storia e filosofia, ho estratto la semplice cura per quei nostri modi di pensare e di comportarci che sono così distruttivi, ma che noi umani sembriamo voler seguire costi quel che costi. La radice della crisi - l'ego indisciplinato Se analizziamo la storia umana, è evidente che l'umanità ha fatto dei progressi attraverso i desideri egocentrici, che sono poi la conseguenza dei nostri istinti innati. Mentre un uomo abbandonato su di una isola deserta sa che la sua sopravvivenza dipende dalle sue sole capacità, le stesse capacità vengono poi utilizzate contro le persone che gli sono vicine, quando la stessa situazione si manifesta in un'organizzazione sociale moderna. Inoltre, così come è diventato più facile soddisfare le nostre esigenze di sopravvivenza grazie alla moderna tecnologia, allo stesso modo, il nostro istinto di sopravvivenza, che è ancora presente, si è manifestato in modi sempre più sofisticati, che mascherano la capacità di distruzione delle nostre azioni, al punto che l'Egoismo è stato elevato, e di fatto celebrato, come un valore comunemente accettato. Nel 21 secolo le regole del gioco sono cambiate. Nel corso del tempo, e senza accorgersene troppo, l'umanità si è spostata dalla concentrazione sullo sviluppo personale e sulla ricerca di un posto all'interno della propria comunità locale, verso l'individuazione di un nuovo paradigma sociale ed integrato, nel quale tutte le parti sono interdipendenti. Il concetto di gruppo unito si è allargato dal nucleo familiare, al quartiere, alla comunità, al villaggio, alla Città e alla Nazione, ed è esploso un sistema singolare chiamato "UMANITÀ". Ora noi siamo, nel bene e nel male, tutti collegati gli uni con gli altri. Dal momento che siamo diventati un sistema completo ed integrato, come ogni altro sistema chiuso che c'è in natura, la nostra forza e il nostro sostentamento sono diventati dipendenti dalla reciproca responsabilità di tutti i membri dell'umanità. ... come se tutta l'umanità fosse sulla stessa barca, e se un uomo facesse un buco sotto ai suoi piedi, tutti noi affonderemmo con lui. Un problema si presenta: mentre le nostre relazioni si sono interconnesse, noi stiamo ancora provando a comportarci come individui e Nazioni separate, non come una sola Umanità, è di qui che parte la crisi. La soluzione - Educare Il sistema chiuso della civilizzazione ci spinge a riconoscere la nostra interdipendenza e a comportarci tenendo in considerazione gli altri. Molti di noi possono dedurre questo assioma da soli, perché è del tutto ovvio. Abbiamo dunque bisogno che il concetto venga divulgato e poi fatto crescere e rinforzato nella coscienza delle persone, perché ognuno di noi è un eccellente maestro nel convincersi che le azioni altruistiche sono responsabilità di qualcun altro, e che l'essere egoista come tutti sia di fatto un diritto. Dunque la soluzione della crisi include uno spostamento della coscienza in quelle persone nel mondo che hanno la maturità e un sufficiente interesse nel futuro per riconoscere la catastrofe che sta arrivando, altrimenti non metteremo un freno alla nostra inclinazione a soddisfare i capricci del nostro egoismo. Ogni persona si deve rendere conto che, nel sistema integrato del nostro villaggio globale, il destino di ogni uomo dipende dal suo comportamento e dalle sue azioni verso gli altri. Proprio come l'umanità ha stabilito molti modelli educativi che preparano i bambini alla vita, ora si dovrebbe stabilire un sistema globale che spieghi come le persone dovrebbero condurre le loro vite in questo nuovo mondo globalizzato - aderendo al principio, "ama il prossimo tuo come te stesso," che è condiviso da tutte le religioni. Quando cominceremo a costruire un sistema così, sentiremo immediatamente che il processo di guarigione della società è cominciato, poiché solo con la consapevolezza le persone si relazioneranno tra di loro in una maniera completamente nuova - quella dell'attenzione, dell'amore e della cura reciproca. Non abbiamo bisogno di ricostruire le infrastrutture politiche ed economiche, poiché sono naturali, e si aggiusteranno secondo l'intuito dei vari partecipanti. Quando gli uomini si renderanno conto della loro interconnessione globale, le infrastrutture rifletteranno automaticamente questa consapevolezza. L'America è il solo paese che ha la credibilità e le risorse per guidare l'impianto dirigente del sistema globale dell'educazione di cui il mondo ha oggi così disperatamente bisogno. Il piano di lavoro Le chiedo pertanto di considerare i punti elencati di seguito: Costituire un centro educativo internazionale e apolitico che raggruppi i famosi scienziati di tutto il mondo delle scienze naturali e delle scienze politiche. Questi esperti svilupperanno una varietà di contenuti esplicativi circa la nuova fase che il mondo sta attraversando, e collaboreranno con i mezzi di comunicazione per far circolare le loro opinioni. Costituire un'unità operativa che promuova dei progetti che aumentino la consapevolezza nell'era globale, anche questa unità operativa collaborerà con i mezzi di comunicazione. Dovremmo iniziare una campagna sostenuta dal governo che fornisca un'informazione a 360 gradi sulla profondità della nostra interconnessione. Rendere disponibile il materiale a tutti i provveditorati agli studi e per tutti i tipi di scuola. Concedere borse di studio e altri benefici in denaro a lavori di letteratura, arte, teatro, cinema, e giornalismo sulla base dell'auspicabile beneficio che potranno portare alla società. La mia preoccupazione riflette il pensiero di migliaia di studenti e membri dell'assemblea a cui insegno. Noi crediamo che il mondo sia in crisi, e che la frustrazione e il senso di confusione che questa crisi ha provocato avranno l'effetto positivo di indebolire la resistenza al messaggio sulla responsabilità collettiva, che resta invece forte in periodi di pace e abbondanza. L'Ego è temporaneamente con le spalle al muro, e adesso è il momento di domarlo. Le confesso che la seguo con molta ammirazione sulla stampa internazionale e mi ha reso molto felice l'appello da lei lanciato durante il recente G-20 di Londra. Ricordo ancora molto bene le sue parole «Il mondo é alle prese con la "più grave crisi economica dalla seconda guerra mondiale" e i leader dei Paesi del G-20 "devono agire con un senso di urgenza". "Sono assolutamente fiducioso che questa riunione rifletterà un enorme consenso sulla necessità di lavorare per affrontare questi problemi".» Condivido questo suo invito ai Grandi della terra perché si concentrino su "un terreno comune" e non sulle "differenze occasionali" per affrontare la crisi economica, perché tutti noi abbiamo la responsabilità di coordinare le nostre azioni. So che lei pensa anche che sia improbabile che ci possa essere ?consenso su tutti i punti" e che ha ribadito la necessità di "respingere il protezionismo" per "accelerare gli sforzi a sostegno dei mercati emergenti mettendo in piedi una struttura che possa sostenere la cooperazione nei mesi e negli anni a venire". Ho anche letto la pronta replica del Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, che le ha scritto per dare il proprio assenso al vertice sul clima che si terrà in Italia il prossimo autunno. Anche il Premier italiano più volte ha auspicato che ci sia un accordo globale per il dopo Kyoto. E la prego di voler portare questa lettera con se durante quel futuro storico incontro perché sono pronto a mettere a sua completa disposizione tutte le mie risorse, se crede che le mie idee abbiano qualche merito, e se vuole tentare di metterne in pratica qualcuna. Rispettosamente, Michael Laitman (Articolo dell'Associazione Bnei Baruch) www.kabbalah.info/it e-mail: italian@kabbalah.info del 18-04-2009 num.

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Le organizzazioni agricole hanno redatto un documento per dare il loro contributo (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Le organizzazioni agricole hanno redatto un documento per dare il loro contributo Sabato 18 Aprile 2009, Ridare l'agricoltura agli agricoltori. E agli agricoltori ridare una dignità perduta. Parte da Pieve di Soligo e dall'intero territorio della Marca trevigiana, che si accinge ad essere riconosciuto dall'Unesco patrimonio dell'Umanità, un nuovo ordine mondiale per il rilancio di un concetto di agricoltura che negli anni, nei tempi e nei modi si è perso. Ieri Pieve ha tenuto a battesimo il G14 degli agricoltori: Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Usa, Canada, Giappone, Russia, Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa, Egitto, Repubblica Ceca. Tutti seduti attorno a un tavolo, su iniziativa della Federazione internazionale dei produttori agricoli e della Cia-Confederazione italiana agricoltori, per dare il loro contributo di idee e di proposte per cercare di risolvere problemi drammatici, a cominciare da quello della fame che affligge circa un miliardo di persone nel pianeta. E creare un loro documento unitario da consegnare al ministro Zaia. E questo documento è arrivato e parla di un mondo dove i contadini devono stare alla base di ogni concetto di rinascita, di strategia per raddoppiare la produzione agricola mondiale e soddisfare i bisogni di una popolazione che nel 2050 sarà di nove miliardi di persone. Parla di aumento degli investimenti nei paesi in via di sviluppo, di riequilibrio dei mercati, di tutela dei redditi di chi la terra la lavora. Parla insomma la stessa lingua di quel ministro che si è battuto per creare il primo summit agricolo della storia. «Il G8 è partito con il piede giusto - ha dichiarato Zaia - L'impegno è quello di non fare un parlatoio, ma di portare avanti la linea di difesa dei contadini, delle imprese agricole, di chi lavora la terra. Il primo tema da affrontare è la fame nel mondo. La Fao ci ha fornito questo dato: tre miliardi di cittadini con problemi di insufficienza alimentare. Raddoppiare la produzione agricola diventa dunque un problema etico e morale». Dunque strategie condivise per combattere la fame, la povertà e le emergenze alimentari. Regole certe per riequilibrare i mercati internazionali e contrastare le speculazioni sui prezzi delle materie prime agricole. Un uso razionale della risorsa acqua. Questo anche l'auspicio del presidente della Confederazione italiana agricoltori di Treviso Denis Susanna. «Avere l'ambizione di portare un nuovo ordine mondiale in agricoltura significa dare nuove regole ai mercati finanziari - ha detto Susanna - fermare le speculazioni sui prezzi delle materie prime agricole, sui costi di produzione in particolare di concimi e carburanti». «I Governi devono lavorare con le organizzazioni agricole e devono avere obiettivi mirati - ha aggiunto il presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi - ciò è necessario affinchè l'agricoltore sia considerato al centro dell'azione e affinchè i sistemi agricoli sostenibili possano creare occupazione, proteggere gli eco sistemi, fornire alimenti salubri e nutrienti a prezzi equi». Un'agricoltura che ritorna alle origini, che ritona a essere la vera base sulla quale far crescere un nuovo concetto di sviluppo e, soprattutto, di valori. Che ritorna all'uomo e per l'uomo. Manuela Collodet

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FONDAZIONE PRADA PRESENTS JOHN WESLEY IN VENICE (sezione: Globalizzazione)

( da "WindPress.it" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

18-04-2009 e-flux - http://e-flux.com April 18, 2009 Fondazione Prada JOHN WESLEY Suzanna and the Lugosis (May I Cut in?), 1972 50x30 inches / 127x94 cm Acrylic on canvas Courtesy of the Artist and Fredericks & Freiser Gallery John Wesley a project by Fondazione Prada June - October 2009 Venice, Isle of San Giorgio Fondazione Giorgio Cini http://www.fondazioneprada.org Fondazione Prada presents, within the spaces of Fondazione Giorgio Cini in Venice, an anthological exhibition, curated by Germano Celant, of the American artist John Wesley (Los Angeles, 1928). The event, that will take place in parallel with the Venice Biennale, will be the larger and more complete exhibition ever realized on Wesley's activity, among the most important and significative figures in American modern art. On this occasion, more that 150 works from private collections and prestigeous international museums will be presented. Aiming at a deep examination of Wesley's complex language, the exhibition will maintain a strictly historical approach. Starting from the first works realized at the beginning of the 60's, like paintings and objects, it will develop along the path of his production until his more recent works, marked by a kind of creative freedom that underlines the artist's deep-rooted experimental and innovative nature. Grouped with Pop Art for his use of popular subjects deriving from cartoon characters and advertising photos, and later on linked, due to the essentiality and compositional rigour of his production, to Minimal Art (to such an extent that Donald Judd and Dan Flavin will be counted among his greatest admirers), Wesley, as a matter of fact, eludes a simple critical definition. Besides the imaginary of Pop and reductionism, Wesley's works convey an intricate personal world where the artist's most intimate feelings are intertwined: Wesley losing his father prematurely, the memory of some of American historical personalities, the references to animals and to erotic subjects and quotations from Art Nouveau or Japanese iconography. A subtle flair for the amusing and surreal side of life, that contributes to enhance the inneffable and enigmatic elements in Wesley's art. Information: Title: John Wesley Dates: June to October 2009 Exhibition venue: Fondazione Giorgio Cini Isle of San Giorgio Maggiore - Venice Entrance: free Publication: Fondazione Prada Information: Fondazione Prada - ph +39-02 535709200, fax +39-02 535709213 http://www.fondazioneprada.org info@fondazioneprada.org Press Office: Fondazione Prada - ph +39 02 535709200, fax +39 02 53509213 press@fondazioneprada.org e-flux corp. 41 Essex street New York, NY 10002, USA Contact us: http://www.e-flux.com/contact Subscribe: http://www.e-flux.com/pages/subscribe Unsubscribe: http://www.e-flux.com/pages/unsubscribe?email=comunicati.email@windpress.it --_----------=_124006680389050--

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CRISI, PADOAN: ATTENTI A OTTIMISMO E AL DEBITO PUBBLICO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 18-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi, Padoan: attenti a ottimismo e al debito pubblico -->di Stefano Bernabei BERLINO (Reuters) - C'è ancora una grande incertezza sulla durata e sull'entità della crisi, anche se c'è evidenza di qualche indicatore che perlomeno smette di peggiorare. Le misure messe in campo dai governi in Usa e in Europa daranno risultati differenziati ed è importante fino da ora pensare alla sostenibilità del debito, quando tra due anni, tornerà la crescita economica. Questo vale soprattutto per paesi ad alto debito come l'Italia che deve avere anche la cautela di non fare politiche controproducenti. Lo ha detto Pier Carlo Padoan, segretario generale aggiunto dell'Ocse in una intervista a Reuters a margine dell'incontro Aspen di Berlino. "In Italia rischiamo di mettere in atto misure controproducenti. Dovremmo poter mettere in atto e in parte lo stiamo facendo, misure che sono neutrali, da un punto di vista fiscale, cioè misure che mantengano la situazione del bilancio pubblico inalterata", spiega Padoan. ANCORA ESTREMA INCERTEZZA, PICCOLI SEGNALI POSITIVI Più in generale la crisi è ancora in una fase di grande incertezza per chi deve fare previsioni. "Siamo ad un punto di estrema incertezza, ma per essere ottimisti direi che è importante che almeno qualche indicatore tra i tanti possibili non sia così cattivo come lo era nel passato. Sarei già contento nel poter dire che ci potrebbero essere dei segni di fine del peggioramento", ha detto Padoan. Ocse a fine marzo era stato tra i più pessimisti, stimando una caduta del Pil dei paesi membri del 4,3% e una ripresa solo nel corso del prossimo anno. Da qualche settimana si moltiplicano però le indicazioni di cauto ottimismo sull'uscita dalla crisi. Mercoledì ci sarà il nuovo world economic outlook del Fmi, mentre tra due mesi circa ci sarà la conferenza annuale ministeriale dell'Ocse alla quale parteciperanno anche i Brics (Brasile, India, Russia e Cina) e nella quale verrà diffuso il nuovo Economic Outlook dell'organizzazione che ha base a Parigi. "Se ci facciamo prendere dall'ottimismo rischiamo di essere smentiti", avverte Padoan che pure non nega di vedere qualche segnale di miglioramento. "Per esempio qualche svolta nei mercati finanziari Usa, nell'andamento di alcuni mercati immobiliari, nell'andamento di alcune vendite di settori come l'automobile, anche i dati sull'occupazione Usa sembrano meno cattivi, ma sono tutti dati sparsi. Coagulare questi dati in una valutazione macroeconomica non solo è molto difficile ma sarebbe sbagliato". L'economista italiano ricorda che queste recessione "è diversa dalle altre, non solo perché è più profonda e sarà probabilmente più lunga ma soprattutto perché è la conseguenza di una crisi finanziaria che ha distrutto molti dei canali di trasmissione del sistema economico. Non è più possibile, come in condizioni normali, fare delle previsioni con un certo grado di incertezza limitato. L'incertezza oggi è estremamente elevata", spiega. Di certo, dice Padoan, si potrà contare sugli effetti delle manovre fiscali e monetarie senza precedenti messe in atto in Usa e in Europa, ma non in maniera uniforme nel mondo. Il G20 ha fatto propria la stima del Fmi che questo stimolo fiscale produrrà un effetto positivo del 2%. "Ci sarà un impatto di questo stimolo che sarà probabilmente differenziato da paese e paese e da settore a settore, perché i pacchetti fiscali sono molto diversi tra di loro. Alcuni privilegiano i tagli alle tasse sul reddito, altri gli investimenti pubblici, altri i trasferimenti alle imprese o varie sovvenzioni", spiega Padoan. Per quanto riguarda l'Europa, spesso criticata per non aver fatto abbastanza, Padoan ricorda che rispetto agli Usa il Vecchio continente può contare anche sull'effetto degli stabilizzatori automatici e poi anche che alcuni Paesi europei, come la Germania, "hanno fatto molto". "Per cui negli Usa vediamo degli interventi discrezionali più forti che in qualche misura compensano la mancanza di stabilizzatori automatici, che invece abbiamo in Europa". ATTENZIONE A SOSTENIBILITA' DEBITO QUANDO CRISI SARA' FINITA In Europa c'è però una diversità di posizioni nazionali e, osserva Padoan, "questi stimoli fiscali sono maggiori laddove c'è più spazio fiscale, dove il debito è più basso, dove il deficit è più basso o siamo in surplus e quindi i Paesi che se lo possono permettere spendono di più, mentre i Paesi che non se lo possono permettere come l'Italia spendono di meno". Questo per il vice segretario dell'Ocse, è un punto importante. "Credo che sarebbe un grosso errore non chiederci cosa succederà all'economia tra due anni. Tra due anni tutti speriamo ed è probabile che sia così, che saremo usciti dalla recessione e avremo di nuovo una crescita positiva, ma allo stesso tempo avremo accumulato a livello globale un debito pubblico molto alto e quindi si porrà il problema della sostenibilità". Il rischio, anche per l'Italia, dice Padoan è che paesi con debiti alti in questa crisi adottino misure fiscali espansive che alla fine sono controproducenti. "Se lo stato aumenta il debito, sui mercati aumenta il costo del debito perché sui mercati lo spread cresce al crescere del debito, quindi c'è un effetto contrario, perché salgono i tassi di interesse c'è un effetto recessivo, a causa della politica espansiva". Non quindi, secondo Padoan, solo una questione di rigore e "ossessione della disciplina. E' un fatto, si rischia di fare delle cose controproducenti". L'Italia è entrata nella crisi con un debito molto alto e che ha ripreso a crescere per via della crisi. "Di conseguenza in Italia rischiamo di mettere in atto misure controproducenti. Dovremmo poter mettere in atto e in parte lo stiamo facendo, misure che sono neutrali, da un punto di vista fiscale, cioè misure che mantengano la situazione del bilancio pubblico inalterata". Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano

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