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Report "Globalizzazione"   18-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Soggiorni-studio Una sfida vinta ( da "Stampa, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Brasile, Costarica, Danimarca, Olanda, Islanda, Germania, India, in via sperimentale, e Cina, dove ancora il concetto di volontariato fatica ad attecchire, sono le nazioni preferite dagli studenti valdostani. I costi sono proporzionati alle condizioni economiche dei partecipanti e dei nuclei familiari.

Allagato l'ufficio della Protezione civile ( da "Stampa, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ufficio della Protezione civile La rottura di un tubo dell'acqua ha causato l'allagamento dell'ufficio Protezione civile del Comune di Sanremo (foto). Per fortuna l'inconveniente si è registrato di notte, perché le copiose infiltrazioni hanno fatto crollare la controsoffittatura e danneggiato computer, stampanti, arredi e documenti.

Un convegno a Villa Patt ( da "Corriere delle Alpi" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sviluppo economico e modelli di governo sono temi di attualità nel mondo globalizzato. Se ne discute oggi a Villa Patt. La Provincia promuove il convegno "La banda larga tra presente e futuro" e si chiede come le nuove reti tecnologiche possano essere messe a servizio dell'innovazione in montagna. Il via alle 9.30.

Perfezione e ammirazione ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: popolo originario delle montagne di Cina, Vietnam e Laos. Ma lui è rimasto dove, a parte la parentesi della guerra di Corea (anni '50), ha vissuto tutta la vita. All'inizio del racconto, sceneggiato da Nick Schenk, Mr. Kowalski si rappresenta come un uomo che ringhia. Non sopporta l'omelia del sacerdote ai funerali della moglie, l'utilitarismo dei due figli maschi e delle loro mogli,

Prezzi stracciati la Cina fa shopping in tutto il mondo ( da "Stampa, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina usa il cash, ossia l'offerta di prestiti, per stringere patti che impegnano i paesi finanziati a consegne pluriennali di forniture di petrolio. La China National Petroleum ha così firmato il 17 febbraio con la Russia e il 18 febbraio con il Venezuela due distinti accordi che prevedono la sottoscrizione di bond dei due Stati per 25 e per 4 miliardi di dollari rispettivamente.

A rischio una lingua su tre nel mondo ( da "Blogosfere" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Mar 0917 A rischio una lingua su tre nel mondo Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 21:56 in globalizzazione Sono in percolo 2500 lingue. Cioè 2500 visioni del mondo. Cioè 2500 memorie collettive. Lo ricorda l'Economist

Il pendolo tra mercato e <sociale> ( da "Corriere.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con la globalizzazione, mentre cresceva la forza del mercato, configurato come il fondamento di una nuova religione terrestre, decresceva simmetricamente la forza dello Stato. Via via che con la globalizzazione cresceva la forza dell'economia, lo Stato rinunciava ad esercitare una delle sue funzioni sovrane: rinunciava al monopolio nel battere la moneta.

Libri per bambini e d'arte, l'Italia piace così all'estero ( da "Italia Oggi (MarketingOggi)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e India, oltre a Giappone e Corea del Sud. Paradossalmente, però, sono questi ultimi i paesi in cui è più facile entrare, mentre in quelli più maturi (Gran Bretagna e Usa) gli stessi editori dichiarano d'incontrare maggiori difficoltà. E' questa solo una delle anomalie nella strategia internazionale del comparto italiano,

L'Italia contro la crisi può giocarsi quattro assi ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Russia e Sud America la spesa per gli investimenti continuerà a trascinare la domanda di acciaio forse anche per decenni. Il sostegno governativo alle imprese è senza dubbio necessario, ma non deve essere canalizzato in un settore verticale: deve avere un respiro più ampio per affiancare l'intero tessuto produttivo»

ASS. MAURER ZILIOLI Sorlini genera interferenze video Il fondamento dell'arte contempora... ( da "Giornale di Brescia" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che s'innestano su tradizioni di ricerche cinetico-visuali e di videoscultura - «agiscono» fondendosi in fantasmagorie di ritmi musicali antichi ed esotici d'Asia, suoni di elementi naturali o viceversa di colonne sonore del presente, soprattutto dalla tv globalizzata (da Videomusic ai reality, dalla Cnn ad Al Jazeera).

La città per studenticostruita coi container ( da "Secolo XIX, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: prodotti in una fabbrica in Cina e arrivati in Europa - naturalmente - via nave. Ma si possono usare anche cassoni usati precedentemente per il trasporto merci e riadattati nelle fabbriche del gruppo in Olanda. E questa è un'altra storia interessante: oggi, di container inutilizzati in giro per il mondo, ve ne sono montagne.

Al primo posto Usa e Nato. Ma anche l'Italia... ( da "Manifesto, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: superata anche da Cina, Giappone, Russia (al settimo) e Arabia saudita. Come spesa militare procapite si colloca, invece, al quinto posto mondiale. Nonostante l'art. 11 della Costituzione, il nostro paese è quindi tra i maggiori responsabili dell'aumento della spesa militare mondiale, che ormai ha superato i 2.

SULLA CRESTA dell'onda ( da "Manifesto, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: uomini e donne nella globalizzazione Sergio Bologna Nell'immaginario collettivo il termine «globalizzazione» si associa all'idea di un universo senza frontiere, di comunicazioni che passano per canali virtuali del web, cavi sottomarini e impulsi radio. Poco si associa all'idea di una forza lavoro che è occupata nel tessere materialmente i legami tra territori lontani,

<Patrimonio culturale, basta con i pregiudizi> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: era della globalizzazione oppure implacabili Terminator mandati dal futuro nel presente contro gli umani anti-dialetto? Difficile classificare l'impegno, la passione, in una parola, l'amore sconfinato per la nostra parlata che esprimono il Bepi (al secolo Tiziano Incani), grintoso animale da palcoscenico dal rock «made in berghèm»

Le macchine utensili chiedono più sostegno ( da "Eco di Bergamo, L'" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Un giornale come "Usa today" che titola in prima pagina "Noi ce la faremo", in Italia non l'ho mai visto. E i mercati emergenti, a partire dal Bric (Brasile, Russia, India, Cina) perché sono mercati dove la gente ha ancora tanto da crescere e, se mi si passa il termine, da "comprare"».

Resiste il dialetto: un bergamasco su dieci parla solo quello ( da "Eco di Bergamo, L'" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Mercoledì 18 Marzo 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Il dialetto resiste alla globalizzazione. Lo dimostra una ricerca della Camera di Commercio di Milano secondo cui un lombardo su dieci, ovvero 800 mila persone, non parla abitualmente l'italiano in famiglia. A Bergamo la quota sfiora il 10%, con 83.115 residenti sui 913.

De riso ( da "Italia Oggi" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Cina e Usa.Scudo Vialone nanoSi della commissione Ue alla modifica del disciplinare di produzione del Riso Nano Vialone Veronese Igp. Le modifiche introducono l'obbligo di usare sementi della varietà Vialone nano certificata dall'Ente nazionale sementi elette e precisano le caratteristiche biometriche dei chicchi di riso.

LISSONE SEI INCONTRI sulla storia del Novecento, per poter capi... ( da "Giorno, Il (Brianza)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: passando per temi come la questione israelo-palestinese e la globalizzazione. È L'INIZIATIVA promossa dalla sezione cittadina dell'Anpi, che organizza un Corso di Storia del Novecento completamente gratuito nella sua sede di piazza Cavour. Per partecipare occorre iscriversi fin da oggi telefonando allo 039.

Libri per bambini e d'arte, l'Italia piace così all'estero ( da "Italia Oggi" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e India, oltre a Giappone e Corea del Sud. Paradossalmente, però, sono questi ultimi i paesi in cui è più facile entrare, mentre in quelli più maturi (Gran Bretagna e Usa) gli stessi editori dichiarano d'incontrare maggiori difficoltà. E' questa solo una delle anomalie nella strategia internazionale del comparto italiano,

FANO La tua Fano-Aguzzi sindaco si scaglia contro l'impasse della Regione a prendere provvedimenti c... ( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: piccole e medie imprese hanno lottato per adeguarsi alla concorrenza imposta dalla globalizzazione, e sono riuscite a mostrarsi estremamente competitive e dinamiche. Ma oggi il loro dinamismo trova limiti insuperabili se non sorretto da un'azione trainante e sinergica che spetta esclusivamente alla politica. Ecco perché ribadiamo l'invito ad adottare provvedimenti concreti e celeri".

Protezione civile, scelti 80 volontari ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: COMUNE DI SALERNO Protezione civile, scelti 80 volontari Nascono ufficialmente a Salerno i ranger della Protezione civile. Sono 80 i volontari, selezionati attraverso un bando pubblico, che, a partire da lunedì prossimo, inizieranno i corsi di formazione. L'assessore Augusto De Pascale ha anche annunciato l'inaugurazione della centrale operativa comunale ubicata in via dei Carrari.

Il Messico impone dazi sull'export americano ( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina. La questione messicana costituisce il primo importante banco di prova per il neo-presidente Obama sulla questione del libero commercio a poche settimane dal prossimo meeting del G-20 a Londra in aprile. La recessione sta fomentando sentimenti protezionisti negli Stati Uniti, e il Parlamento a maggioranza democratica è già riuscito a inserire controverse regole preferenziali

Sul commercio il G-20 attende segnali da Obama ( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Richard Nixon, poteva aprire la porta alla Cina comunista - ha scritto il Wall Street Journal- solo un Presidente democratico può salvare il libero scambio». L'occasioneè a Londra il 2 aprile. Non ce ne sarà un'altra. www.ilsole24ore.com/economia Online «Mercati e mercanti» di Alessandro Merli di Alessandro Merli

L'editoria vende bene (all'estero) ( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Iperborea si dedica agli autori del Nord Europa, ObarraO a Corea e Cina, Pisani alla letteratura cinese, Cavallo di ferro a quella di lingua porteghese e così via. Il numero totale di titoli comprati dalle case editrici italiane nel 2007 è stato 7.730 (nel 2001, primo anno di cui si conoscono le cifre, erano 5.

Passaporto per le merci extra Ue Urso: <Stavolta si può fare> ( da "Nazione, La (Firenze)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Paesi come Usa, Giappone o Cina impongono questo obbligo sulle importazioni», ha spiegato Urso. A DAR MANFORTE all'analisi del sottosegretario c'è un'indagine di Eurisko condotta in Francia, Regno Unito, Germania e Italia da cui risulta che una percentuale tra il 78% e l'86% degli intervistati crede che un marchio di origine darebbe la possibilità di compiere scelte più accurate.

E la Cina sconfessa il fengshui ( da "Corriere della Sera" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In 25 mila protestano su Internet: «Riapritelo» E la Cina sconfessa il fengshui DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Alla fine, il professor Ma Wei qualche domanda se la deve pur essere fatta. Sarà stato l'orientamento sbagliato dell'aula, magari. O un errore nella scelta del sito dell'università.

Componentistica legata ai destini Usa ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Fiat puntava a vendere in Cina 300mila auto entro il 2010, ma Marchionne ha già dichiarato che l'obiettivo non sarà centrato. E anche dall'India ultimamente sembrano arrivare segnali di difficoltà, che riguardano non solo il Lingotto ma tutta la filiera». Ma.Fe.

Calo record sui mercati esteri ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Cina); in contrazione,invece,l'export diretto nei Paesi dell'Ue (-16%) e in America (-10,4%, che diventa -14,2% negli Usa). L'Emilia-Romagna è la terza regione italiana per volume di esportazioni (47,5 miliardi nel 2008) e quella che, tra le prime cinque, ha messo a segno la crescita percentuale più alta nell'ultimo lustro (

Parma scommette sull'impiantistica ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Francia, Cina e Russia. In attesa degli andamenti dell'anno, la fotografia al primo semestre 2008 mostra un settore ancora in crescita, sia per produzione (+ 1,9%) che per fatturato (+3,9%). A luglio il portafoglio ordini era meno ricco e le previsioni degli imprenditori per la seconda parte dell'anno erano complessivamente negative,

Cina: governo blocca acquisizione Huiyuan da parte di Coca Cola -2- ( da "TgFin.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina: governo blocca acquisizione Huiyuan da parte di Coca Cola -2- (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 18 mar - Coca Cola e' presente in Cina da tre decenni e nei mesi scorsi aveva tentato di potenziare la propria presenza rilevando l'azienda Huiyuan, che detiene il 40% del mercato totale cinese dei succhi di frutta.

Protezione civile cresce Diecimila ore di aiuti ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 2009 rss e-mail print I volontari della protezione civile "Valle dell'Agno" possono contare su una nuova ed attrezzata sede Oltre dieci mila ore di lavoro. È a quanto ammonta il bilancio di un anno di attività portata a compimento dal Comitato volontario di Protezione civile "Valle dell'Agno", presieduto da Stefano Bicego.

Nuova Unità Tecnica di Protezione Civile: domenica a Casale la presentazione ( da "Giornal.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 18/3/2009 Nuova Unità Tecnica di Protezione Civile: domenica a Casale la presentazione Domenica 22 marzo, alle ore 15, nella sede della Confraternita di Misericordia in strada Valenza 4/h viene presentata ufficialmente l'Unità Tecnica di Protezione Civile "Mise.S.A.R." di Misericordia.

Il Papa incoraggia le donne e l'amore indissolubile pag.3 ( da "Affari Italiani (Online)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nel contesto della globalizzazione in cui ci troviamo, la Chiesa ha un interesse particolare per le persone piu' bisognose". Lo ha ricordato Benedetto XVI. "La missione del vescovo - ha detto - lo impegna ad essere il principale difensore dei diritti dei poveri, a promuovere e favorire l'esercizio della carita', manifestazione dell'amore del Signore per i piccoli"

La Cina ospita la prossima edizione del Pata Travel Mart ( da "TravelQuotidiano.com" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India, Malesia, Birmania, Australia, Nuova Zelanda, Thailandia, Singapore, Filippine e altri. Per i professionisti del turismo italiano che si iscrivono entro il 30 giugno 2009 la tassa d'iscrizione è di 750 dollari Usa (375 rimborsabili alla fine della fiera) e comprende la partecipazione a tutte le attività del buyer program,

COCA COLA VUOLE COMPRARE L'AZIENDA DEI SUCCHI DI FRUTTA: PECHINO DICE NO ( da "Wall Street Italia" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Coca Cola vuole comprare l'azienda dei succhi di frutta: Pechino dice no -->La Cina blocca l'acquisizione della Huiyuan, società che produce succhi di frutta, da parte del colosso Usa: «E' sfavorevole alla concorrenza».

LA CINA FERMA LA COCA COLA BLOCCATO L'ACQUISTO DELLA HUIYAN ( da "Wall Street Italia" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina ferma la Coca Cola bloccato l'acquisto della Huiyan -->Pechino dice no all'acquisizione della più grande compagnia locale di bevande non alcoliche da parte della multinazionale Usa La Cina ferma la Coca Cola bloccato l'acquisto della Huiyan "L'operazione non è consentita dalla legge antimonopolio ed è negativa per la concorrenza"

Pomodorini di Corbara per i ristoranti giapponesi ( da "Denaro, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Profilo aziendale Ragione sociale I Sapori di Corbara Anno di costituzione 2006 Sede Via Antonio De Vito, Corbara (Sa) Amministratore unico Giuseppa Ippolito Settore/ Settori conserviero Addetti 9 Mercati di sbocco Italia, Francia, Belgio, Germania, Cina, India, Usa, Giappone Indirizzo internet www.isaporidicorbara.it Telefono 081/954939 - 335/5852386 del 18-03-2009 num.

MARCO ESPOSITO SEMBRA UN RIBASSO PICCOLO PICCOLO: -0,6%. MA è UN ROSSO STORICO: PER LA PRIMA... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per il Usa l'incremento previsto è microscopico ma psicologicamente importante: +0,2%; per la zona euro dello 0,1% mentre per il Giappone è prevista una stagnazione. Infine quella che viene definita Asia in via di sviluppo, ovvero Cina e India in primis, l'anno prossimo dovrebbe accelerare da +3,5% del 2009 a +5,

Aids, Francia preoccupata per le parole del Papa pag.4 ( da "Affari Italiani (Online)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nel contesto della globalizzazione in cui ci troviamo, la Chiesa ha un interesse particolare per le persone piu' bisognose". Lo ha ricordato Benedetto XVI. "La missione del vescovo - ha detto - lo impegna ad essere il principale difensore dei diritti dei poveri, a promuovere e favorire l'esercizio della carita', manifestazione dell'amore del Signore per i piccoli"

La Cina sbarra la strada al monopolio della Coca-Cola ( da "Rai News 24" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pechino | 18 marzo 2009 La Cina sbarra la strada al monopolio della Coca-Cola Bloccato l'acquisto della della China Huiyuan Juice Il governo cinese ha bloccato l'acquisto della piu' grande compagnia locale di bevande non alcoliche da parte della Coca Cola. L'operazione, infatti, non sarebbe consentita dalla legge antimonopolio.

Aids, Francia e Germania contro Benedetto XVI pag.6 ( da "Affari Italiani (Online)" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nel contesto della globalizzazione in cui ci troviamo, la Chiesa ha un interesse particolare per le persone piu' bisognose". Lo ha ricordato Benedetto XVI. "La missione del vescovo - ha detto - lo impegna ad essere il principale difensore dei diritti dei poveri, a promuovere e favorire l'esercizio della carita', manifestazione dell'amore del Signore per i piccoli"

## Afghanistan banco di prova per rapporti Russia-Nato ( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che potrebbe diventare un importante banco di prova per i rapporti Usa-Cina-Russia e Russia-Nato. Spesso si fa riferimento a "un'anti-Nato" regionale: l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco). Si tratta di un raggruppamento costituito su iniziativa prevalentamente cinese, che ha come altro capofila la Russia.

## Afghanistan banco di prova per rapporti Russia-Nato -2- ( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina sarebbe più orientata a vedere un contingente di caschi blu per i confini afgani che la Sco. All'incontro sono stati invitati anche il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer (ma non è ancora chiaro se ci sarà o meno), i paesi del G8, la Turchia, i paesi osservatori della Sco - Iran,

Onu, Prodi segretario generale? Probabilmente "una sciocchezza" ( da "Velino.it, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sarebbe sostenuto dalla Cina e dagli Stati Uniti dell?amministrazione Obama, mentre l?attuale segretario generale Ban Ki-moon sarebbe “considerato da tutti di scarso appeal”. Strada quindi in discesa per Prodi sulla poltrona più importante del Palazzo di vetro?

Il sindaco Reggi al V Convegno nazionale dei Comuni sulla Protezione Civile ( da "Sestopotere.com" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: assessore alla Protezione Civile del Comune di Bologna, Enea Di Ianni, assessore alla Protezione Civile del Comune di Sulmona e Guglielmo Berlasso, dirigente della Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia. Il sabato mattina il sindaco Reggi interverrà alla tavola rotonda conclusiva, il momento più importante delle tre giorni,

Libri, come Internet ha cambiato modo di amare ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: racconta gli esiti spesso esilaranti di un processo di globalizzazione che è entrato nella nostra sfera più intima. «Mogli e buoi dei paesi tuoi è una formula in via di rapida estinzione su questo pianeta in via di costante globalizzazione - scrive Nenezic -... Babele è il nuovo mondo... è l'intreccio di rapporti iniziati online con una manciata di click da ogni angolo del pianeta»


Articoli

Soggiorni-studio Una sfida vinta (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Intercultura. Soggiorni-studio Una sfida vinta Il progetto educativo dal 1980 ha coinvolto novantadue valdostani [FIRMA]JOËLLE CUNÉAZ AOSTA «La sfida non è diventare adulti, bensì diventare uomini e donne». Così l'associazione onlus Intercultura, impegnata nel settore educativo, sottotitola i programmi di studio all'estero, promossi dal 1955 e dal 1980 in Valle d'Aosta. Dal 6 al 14 marzo gli studenti dell'Institut agricole régional hanno accompagnato 7 ragazzi, di origine argentina, cinese, giapponese, colombiana e americana, in soggiorno-studio in altre città italiane e in visita in Valle, alla scoperta dell'agricoltura e dell'allevamento locali, del Forte di Bard e della Cogne Acciai Speciali. «Simili iniziative - spiega il presidente del centro Intercultura di Aosta, Francesca Trussoni - contribuiscono a diffondere nel mondo gli aspetti più affascinanti della cultura valdostana». La sede regionale seguirà il prossimo anno scolastico 15 giovani delle scuole secondarie, desiderosi di «guardare il mondo con i propri occhi, svincolandosi dalla versione proposta da parenti e amici». Selezionare studenti in grado di «nuotare in un mare più vasto», promuovere colloqui finalizzati a guidarli verso la destinazione a loro più confacente, predisporre le famiglie volontarie ad «aggiungere un posto a tavola»: questo l'articolato lavoro svolto dall'associazione, nell'ottica di un dialogo costruttivo tra culture diverse. Da quando Intercultura è attiva in Valle le famiglie locali coinvolte nel progetto sono state 50 (per dare ospitalità ad altrettanti stranieri) mentre i ragazzi valdostani ad essere partiti per un soggiorno-studio all'estero sono stati 92. «Gli iscritti al programma - aggiunge Trussoni - si avvicinano gradualmente all'esperienza formativa, assistiti da volontari, i cosiddetti "returnees", reduci da un soggiorno Intercultura. All'iniziale entusiasmo, succedono a volte dubbi e criticità. La data della partenza è prevista tra giugno e settembre; segue una fase di ambientamento, vissuta in gruppo, prima dell'avventura vera e propria che dura da 2 a 12 mesi». Francia, Québec, Usa, Brasile, Costarica, Danimarca, Olanda, Islanda, Germania, India, in via sperimentale, e Cina, dove ancora il concetto di volontariato fatica ad attecchire, sono le nazioni preferite dagli studenti valdostani. I costi sono proporzionati alle condizioni economiche dei partecipanti e dei nuclei familiari. Interamente deducibile, la spesa complessiva dipende dalla valuta di riferimento e viene integrata dalle sovvenzioni elargite da Comuni, Regioni, banche, enti pubblici e privati. Due le borse di studio erogate dall'assessorato regionale Istruzione e Cultura e dal Consorzio Bim nell'ambito di Intercultura 2009-2010 e indirizzate ad altrettanti soggiorni in un paese francofono e in Honduras. Alquanto delicata risulta altresì l'accoglienza dei nuovi inquilini nelle case valdostane. Quest'anno sono 5 i ragazzi Intercultura ospiti in Valle, provenienti da Cile, Svezia, Costarica, Canada e Australia.

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Allagato l'ufficio della Protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

IN COMUNE A CAUSA DI UN TUBO ROTTO Allagato l'ufficio della Protezione civile La rottura di un tubo dell'acqua ha causato l'allagamento dell'ufficio Protezione civile del Comune di Sanremo (foto). Per fortuna l'inconveniente si è registrato di notte, perché le copiose infiltrazioni hanno fatto crollare la controsoffittatura e danneggiato computer, stampanti, arredi e documenti. Il personale è stato trasferito temporaneamente in un'altra stanza, in attesa dei lavori di ripristino dell'ufficio.\

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Un convegno a Villa Patt (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere delle Alpi" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

OGGI A SEDICO Un convegno a Villa Patt SEDICO. Nuove tecnologie, sviluppo economico e modelli di governo sono temi di attualità nel mondo globalizzato. Se ne discute oggi a Villa Patt. La Provincia promuove il convegno "La banda larga tra presente e futuro" e si chiede come le nuove reti tecnologiche possano essere messe a servizio dell'innovazione in montagna. Il via alle 9.30.

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Perfezione e ammirazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

GRAN TORINO Perfezione e ammirazione GRAN TORINO. prodotto, diretto e interpretato da Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Christopher Carley. Usa 2008. Giudizio: ****. di Alberto Cattini "Gran Torino" è un tipo di automobile che veniva fabbricato dalla Ford negli anni '70. Walt Kowalski lavorava allora alla catena di montaggio di uno stabilimento di Detroit, e se l'era procurata pezzo per pezzo. A molti anni di distanza, continua a lucidarla ogni mattina e a metterla in mostra a lato del prato di casa. I bianchi se ne sono andati e il quartiere è abitato da asiatici. I suoi vicini sono Hmong, d'un popolo originario delle montagne di Cina, Vietnam e Laos. Ma lui è rimasto dove, a parte la parentesi della guerra di Corea (anni '50), ha vissuto tutta la vita. All'inizio del racconto, sceneggiato da Nick Schenk, Mr. Kowalski si rappresenta come un uomo che ringhia. Non sopporta l'omelia del sacerdote ai funerali della moglie, l'utilitarismo dei due figli maschi e delle loro mogli, l'abbigliamento dei nipoti, la voracità degli ospiti nel suo salotto. Sbatte la porta in faccia a un"muso giallo", disprezza neri e messicani. Nel cassone tiene un vecchio fucile, e quando esce con il furgone, per intimorire le eventuali gang, porta una colt alla cintola dei calzoni. Ragiona come se fosse in prima linea, un tipo irascibile, da cui tenersi alla larga. Clint Eastwood rovescia il personaggio come si fa con un guanto: lo trasforma in un uomo responsabile, che si prende cura dei vicini asiatici, una volta che li ha conosciuti. Un cammino a parabola, il suo, dalla crudeltà sadica d'un Callahan, alla scoperta della possibilità di dare un senso alla vita. Vecchio, stanco e malato, scopre la bellezza d'essere un padre, e vi dedica la mente e il cuore, per esserlo in concreto. Tutto parte dal tentativo del ragazzo hmong, costrettovi da una gang come prova iniziatica, di rubargli la Gran Torino. Kowalski gli insegna un mestiere, s'affeziona anche alla sua ironica e simpatica sorella, libera la famiglia dall'incubo dei soprusi, e insieme riscatta sé stesso dai sensi di colpa delle uccisioni compiute in Corea. L'altra faccia di "Million Dollar Baby", e il ripudio della violenza e della guerra, sono i motivi dell'ultimo Eastwood. Uno di quei film umanistici che ti fanno sentire bene come un John Ford, una regia che ha il passo, le variazioni di scena, e le gradazioni dei toni, proprie del cinema classico. D'una perfezione che suscita molta ammirazione.

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Prezzi stracciati la Cina fa shopping in tutto il mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

il caso La caccia alle materie prime PECHINO NEL 2009 ITALIA ESCLUSA Prezzi stracciati la Cina fa shopping in tutto il mondo GLAUCO MAGGI Nei primi due mesi ha investito all'estero 16,3 miliardi di dollari Non è prevista nessuna missione nel Bel Paese NEW YORK Per la sua tesoreria la Cina ha come primo partner gli Stati Uniti, anche se il premier Wen Jiabao ha detto qualche giorno fa di essere «preoccupato» per la sorte dei suoi mille miliardi in titoli federali. Ma per lo shopping di tutto ciò che serve alla sua economia in crescita, materie prime, energia e tecnologie, Pechino guarda al mondo. E se può fare l'occhiolino ai regimi che sono ai ferri corti con Washington poco male, anzi meglio: gli affari sono affari. La recessione ha creato un contesto in cui l'intraprendenza cinese nel firmare contratti di acquisto di petrolio e staccare assegni per l'acquisizione di quote azionarie nei colossi delle materie prime trova ovunque orecchie bendisposte. Secondo il Washington Post, solo gli impegni degli ultimi mesi si calcolano in varie decine di miliardi, una frenesia provocata dai prezzi calanti. L'anno scorso tra fusioni e acquisizioni le compagnie cinesi hanno investito all'estero 52,1 miliardi di dollari. Poiché nei soli primi due mesi del 2009 ne hanno già spesi 16,3, se si manterrà questo passo a fine anno potrebbe essere raddoppiata la performance già significativa del 2008. Pechino è in netta controtendenza rispetto alle economie globali in frenata di affari societari, visto che le transazioni mondiali sono scese l'anno scorso del 35% a 384 miliardi. In Europa non si ha notizia di interessi cinesi per l'Italia, che il giornale americano non cita tra le mete delle delegazioni ufficiali di compratori: una ventina di giorni fa il ministro del commercio Chen Deming, accompagnato da 90 manager cinesi, ha chiuso accordi per 10 miliardi di dollari in Germania, per due in Gran Bretagna, per 400 milioni in Svizzera e per 320 milioni in Spagna. L'affare di maggiori dimensioni, per 19,5 miliardi di dollari, è stato firmato il 12 febbraio tra la compagnia di Stato Chinalco e la Rio Tinto, gigante anglo-australiano delle estrazioni minerarie, il secondo nel mondo. Sul via libera alla transazione, che raddoppierebbe la quota azionaria posseduta dai cinesi, pende il giudizio del governo australiano. Quando non compra titoli di aziende, la Cina usa il cash, ossia l'offerta di prestiti, per stringere patti che impegnano i paesi finanziati a consegne pluriennali di forniture di petrolio. La China National Petroleum ha così firmato il 17 febbraio con la Russia e il 18 febbraio con il Venezuela due distinti accordi che prevedono la sottoscrizione di bond dei due Stati per 25 e per 4 miliardi di dollari rispettivamente. Il 19 febbraio è stata la Banca dello Sviluppo cinese a concludere un accordo del tutto simile con Petrobras, la società petrolifera brasiliana: consegna di greggio sudamericano in cambio di obbligazioni per 10 miliardi di dollari. Di natura strategica è la prossima firma di Pechino, appena annunciata, in calce a un contratto da 3,2 miliardi di dollari con l'Iran. In base all'intesa, un consorzio di ditte cinesi lavorerà alla ricerca e allo sviluppo di un'area sottomarina nel Golfo Persico dove si stima ci sia l'8% dei giacimenti di gas naturale del globo.

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A rischio una lingua su tre nel mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0917 A rischio una lingua su tre nel mondo Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 21:56 in globalizzazione Sono in percolo 2500 lingue. Cioè 2500 visioni del mondo. Cioè 2500 memorie collettive. Lo ricorda l'Economist

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Il pendolo tra mercato e <sociale> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

DOPO PANEBIANCO Il pendolo tra mercato e «sociale» Caro Direttore, ho letto e davvero con grande interesse l'illuminante articolo di Angelo Panebianco pubblicato ieri sul Corriere della Sera sotto il titolo «Il mercato nell'angolo». Appena un anno fa il centro del libero mercato era negli Usa, il centro del libero mercato degli Usa era nella borsa di Wall Street, il centro di Wall Street era fatto da titoli bancari e finanziari. Oggi questo centro il centro del centro del centro non è più a Wall Street ma a Washington. Non è più nelle mani del mercato, è nelle mani dello Stato. Dall'inizio della crisi ad oggi, la mano dello Stato si è infatti mossa in salvataggio di più di 400 banche e finanziarie Usa. Fatti due conti, viene fuori una media di 5 interventi alla settimana, 1 ogni giorno lavorativo. E non solo banche e finanziarie: compagnie di assicurazione ed aziende automobilistiche, i mutui delle famiglie ed in prospettiva le pensioni di tanti americani. In giro per il mondo, non è molto diverso. E non è molto diverso neppure in Europa, dove le banche salvate con denaro pubblico sono finora state 33. Tutto ciò non è stato e non è perché lo Stato ha trionfato, ma perché il mercato ha fallito. Anzi, per la verità, è perché hanno fallito tutti e due, tanto il mercato, quanto lo Stato. Il mercato ha fallito per eccesso, lo Stato per difetto. Perché questo doppio fallimento? Perché, con la globalizzazione, mentre cresceva la forza del mercato, configurato come il fondamento di una nuova religione terrestre, decresceva simmetricamente la forza dello Stato. Via via che con la globalizzazione cresceva la forza dell'economia, lo Stato rinunciava ad esercitare una delle sue funzioni sovrane: rinunciava al monopolio nel battere la moneta. Nell'età della globalizzazione anche le banche private potevano infatti battere, e perciò battevano la loro moneta. Una moneta addizionale che prendeva forma nei più incredibili strumenti finanziari. Una moneta fondata sul debito e perciò stampata sul nulla. È così che la moneta cattiva ha via via sovrastato la moneta buona. Ed è proprio nella implosione di questa nuova e privata massa monetaria la causa della crisi che vediamo e viviamo. È per reazione a tutto ciò, e per compensazione, che si assistite ora al ritorno dello Stato. È troppo, è eccessivo? Per cominciare, va detto che è stato ed è necessario: primum vivere! E poi? E il futuro? Per cominciare lo Stato in cui ancora viviamo, lo Stato in cui ci riconosciamo, è un tipo particolare di Stato. Un tipo di Stato che, non per caso, si chiama Stato di diritto. In questo tipo di Stato il mercato non può esistere fuori dal diritto o fabbricarsi un diritto alternativo e suo proprio. È sempre stato così in tutto il mondo libero, anche nel mondo anglosassone, dominato nel diritto pubblico dalla Rule of law e nel diritto privato dalla Common law. Non per caso tutte e due queste formule contengono la parola law e cioè la parola legge. È stato così fin dal principio del liberalismo e sarà così fino alla sua fine. In questi termini costituzionali e fondamentali, l'alternativa non è dunque tra Stato e mercato, come se Stato e mercato fossero e/o potessero essere due variabili tra di loro indipendenti. L'alternativa è piuttosto, all'interno dello Stato, tra mercato e sociale. Come bene scrive Panebianco. Il fatto disastroso è che nell'ultimo decennio il pendolo, certo più altrove che in Italia, non ha oscillato all'interno del quadrante, ma è uscito dal quadrante del diritto. Quello che può e deve ora essere fatto è perciò riportare il pendolo dentro il quadrante, non essendoci alternativa allo Stato di diritto. Fatto questo, quale è la parte giusta del pendolo: è il mercato o è il sociale? Non credo che ci sia una ipotesi assolutamente giusta. Credo che esistano ipotesi relativamente giuste. Nella nostra storia più recente il pendolo è andato ritmicamente da un lato all'altro del quadrante, dall'Iri alle privatizzazioni (tutte fatte bene, tutte ci hanno fatto bene?). Nel durante della crisi e nel dopo della crisi è a mio personale parere più probabile che la parte giusta sia quella del sociale. Può essere che un po' dopo il pendolo prenda di nuovo a muoversi dall'altra parte. Niente di male, basta che sia un pendolo che resta dentro il quadrante del diritto. Giulio Tremonti stampa |

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Libri per bambini e d'arte, l'Italia piace così all'estero (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi (MarketingOggi)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi Numero 065  pag. 19 del 18/3/2009 | Indietro Libri per bambini e d'arte, l'Italia piace così all'estero MEDIA Di Marco A. Capisani seconda indagine doxa per ice e aie Gli editori italiani guardano al loro futuro, ma la visuale risulta un po' sfuocata. Gran Bretagna, Stati uniti, Francia e Germania sono i mercati esteri su cui le case editrici tricolore puntano per vendere i loro diritti d'autore. Soprattutto grazie a titoli per bambini e libri d'arte. Interessano poi, ma restano in secondo piano, Europa orientale, Russia, Cina e India, oltre a Giappone e Corea del Sud. Paradossalmente, però, sono questi ultimi i paesi in cui è più facile entrare, mentre in quelli più maturi (Gran Bretagna e Usa) gli stessi editori dichiarano d'incontrare maggiori difficoltà. E' questa solo una delle anomalie nella strategia internazionale del comparto italiano, secondo quanto evidenziato dalla seconda indagine Doxa per l'Istituto nazionale per il commercio estero (Ice) e l'Associazione italiana editori (Aie) sull'import-export dei diritti d'autore per i libri in Italia. Così come emerge l'insufficiente coordinazione tra politiche promozionali istituzionali e, tra gli altri, le iniziative dei piccoli editori, proprio quelli che maggiormente pubblicano nuovi autori e hanno più rapporti con l'estero (in crescita del 107,3% dal 2001 al 2007). Arrivano dopo gli operatori di medie e grandi dimensioni (+42,6%). Complessivamente, comunque, lavora con l'estero il 21% delle case editrici della Penisola, trend al rialzo del 75,1%. Oltre ai mercati poco aperti (41%), altri problemi riscontrati dagli editori sono la difficoltà di vendere i propri generi e autori (33%), da cui scaturisce l'impressione di un certo localismo italiano, la difficoltà economica (20%) e quella linguistica (15%). «La nostra editoria interessa molto l'estero. Siamo la quinta o sesta nel mondo per giro d'affari», ha precisato ieri a Milano Federico Motta, presidente Aie. «Con un migliore coordinamento tra pubblico e privato, il comparto tricolore può diventare un attore ancora più importante a sostegno della cultura italiana». Produzione culturale che si traduce oltreconfine non solo in titoli per bambini (29%, con un un numero di diritti venduti quasi pari a quelli acquistati) e saggi (28%), ma anche in narrativa per adulti (17%) e libri illustrati (17%), tra arte e lifestyle, design e fotografia (in cui i diritti venduti hanno già superato quelli importati). Fil rouge che unisce queste tematiche «la curiosità estera», ha aggiunto Umberto Vattani, presidente Ice, «per tutto quello che avviene nel nostro paese». In generale, sempre tra il 2001 e il 2007, secondo l'indagine Doxa, cresce il numero dei titoli acquistati dall'Italia (+43,1%), passando da 5.400 a 7.730 titoli, ma volano del 93,9% quelli venduti, da quota 1.800 alla soglia dei 3.490. Ogni casa editrice cede all'estero, in media, i diritti per 17 titoli, tra quelli pubblicati. Attività che negli anni ha seguito un andamento decrescente, dai 22 del 2001 fino al trend costante degli ultimi anni, con 16 titoli registrati fin dal 2004. Ad oggi, l'Europa occidentale resta il principale sbocco per l'editoria italiana, con l'export verso il Vecchio continente che assorbe il 77% di tutte le esportazioni. Segue l'Europa centro-orientale, tra Balcani e Russia, con un più contenuto 30,2% nel 2007 (ma era sulla soglia 19% nel 2001). Polonia e Ungheria spiccano tra le realtà nazionali più interessate alla produzione italiana. Vanno al raddoppio anche i mercati asiatici, che passano dal 5,8% del 2001 fino all'11,5% di due anni fa. Spostandosi sul fronte dell'import, infine, quasi totale è la dipendenza della Penisola da quello che proviene da Gran Bretagna e Stati uniti. E' il 60,1% dei titoli importati, infatti, a provenire da questi soli due paesi (che viceversa sono deboli importatori di titoli italiani, con il 7,7%, nonostante spesso la presenza di nutrite comunità di immigrati). Dal resto d'Europa arriva invece il 33% degli altri titoli acquistati.

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L'Italia contro la crisi può giocarsi quattro assi (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

«RISPETTO A USA E REGNO UNITO GODIAMO DI UN MIGLIORE ASSETTO PUBBLICO-PRIVATO NELLA COMPOSIZIONE DEL DEBITO E IL SISTEMA BANCARIO GODE DI MAGGIOR LIQUIDITÀ» L'Italia contro la crisi può giocarsi quattro assi segue dalla pagina I Ecco perché, secondo Giuseppe Pasini: «È necessario che il Governo vari un significativo piano di rilancio per salvaguardare il comparto manifatturiero italiano passando attraverso gli incentivi alle imprese ed ai consumi». «L'origine della crisi in corso - ha detto Antonio Gozzi, amministratore delegato del Gruppo Duferco - è di natura finanziaria e del tutto slegata dall'economia reale. Tuttavia, la gestione dei danni creati dalla "finanza creativa" si prolungherà nel tempo ed influenzerà anche l'economia reale proprio nel momento in cui avverrà la ripresa. Sarà necessario attendere mesi perché le tossine iniettate dal crack finanziario possano essere rigettate dai mercati». L'Italia ha comuque quattro assi nella manica perché: «rispetto agli Usa e Regno Unito, gode di un migliore assetto pubblico-privato nella composizione del debito e perché il sistema bancario ancora gode di maggior liquidità che potrà essere usata per sostenere l'economia. Inoltre, quando sarà conclusa la fase depressiva, la liquidità immessa sul mercato dagli Stati genererà tensioni inflative. Saranno quindi favorite le economie deflative, Italia in testa. Il nostro manifatturiero è competitivo - continua Gozzi - perché le nostre aziende negli ultimi anni si sono rinnovate e ristrutturate». Gli ha fatto eco Antonio Marcegaglia, amministratore delegato del Gruppo Marcegaglia, secondo cui: «Siamo reduci da una fase di crescita senza precedenti che ci ha permesso di ristrutturare e rafforzare le imprese. I fondamentali del comparto a livello mondiale rimangono positivi. Passata la fase più acuta del rallentamento, nei Paesi in via di sviluppo come India, Cina, Russia e Sud America la spesa per gli investimenti continuerà a trascinare la domanda di acciaio forse anche per decenni. Il sostegno governativo alle imprese è senza dubbio necessario, ma non deve essere canalizzato in un settore verticale: deve avere un respiro più ampio per affiancare l'intero tessuto produttivo».

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ASS. MAURER ZILIOLI Sorlini genera interferenze video Il fondamento dell'arte contempora... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 18/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città SEGNALAZIONI ASS. MAURER ZILIOLI Sorlini genera interferenze video Il fondamento dell'arte contemporanea risiede nel fatto che la tecnologia ne è il medium costitutivo, lo strumento o meglio l'ambiente in cui si modella. E in cui si modella il nostro immaginario. All'Associazione Maurer Zilioli, via Trieste 42/b (da sabato 21 marzo, ore 18.30, al 17 maggio, da mart. a sab. ore 10- 12.30 e 15.30-19.30, info 030 5031093 - 33133116 81), con interferenze video, schermi desintonizzati, pixel che vibrano e scattano, Bruno Sorlini va a ritroso. Alla struttura ed al ritmo che reggono il comporsi tra geometria e fluidità delle immagini sullo schermo. Nei video e frames recenti (2005-2009) s'interroga se nella dimensione virtuale non solo le leggi fisiche possano essere ribaltate, ma anche le strutture percettive e i punti di vista mentali. Le sue immagini in mutamento - che s'innestano su tradizioni di ricerche cinetico-visuali e di videoscultura - «agiscono» fondendosi in fantasmagorie di ritmi musicali antichi ed esotici d'Asia, suoni di elementi naturali o viceversa di colonne sonore del presente, soprattutto dalla tv globalizzata (da Videomusic ai reality, dalla Cnn ad Al Jazeera).

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La città per studenticostruita coi container (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

La città per studenticostruita coi container la storia Ad Amsterdam un quartiere per mille persone realizzato"assemblando" i cassoni utilizzati per il trasporto merci MILLE container, nell'era del gigantismo navale, sono ben poca cosa. Meno di un quinto di quanto riesca a trasportare in una volta sola una delle grandi navi oggi in uso dalle maggiori compagnie armatoriali mondiali. Per centinaia di studenti universitari di Amsterdam, sono un quartiere, la loro casa. Dove vivono, studiano, incontrano gli amici, dormono. Chissà se Malcom McLean aveva anche solo lontanamente previsto tutto questo. Probabilmente no: l'uomo che nel 1956 inventò una brutta scatola di alluminio per trasportare la merce via mare negli Usa dribblando le intasatissime autostrade, non si poteva certo immaginare che - dopo pochi decenni - quell'invenzione avrebbe rivoluzionato il mondo. Men che meno avrebbe potuto immaginare che il container, dopo aver invaso il mondo e posto le basi per la nuova globalizzazione, con la crisi e la diminuzione dei traffici mondiali sarebbe diventato un rifiuto ingombrante. Che sempre più costruttori usano e riciclano per realizzare nuove abitazioni. Non soluzioni di fortuna, ma veri e propri quartieri dotati di tutti i comfort. Succede un po' dappertutto nel mondo. Alcuni Paesi sono all'avanguardia. Uno di questi è l'Olanda dove nei sobborghi di Amsterdam è nata una vera e propria cittadella fatta di container uno appilato sopra l'altro. Sino a cinque piani ma - assicurano i costruttori - si può arrivare comodamente a sette. Il quartiere dei container - tutto dipinto di rosso - si chiama Keetwonen ed è stato costruito da una società che si chiama Tempohousing (www.tempohousing.com) e che - tra gli altri progetti - ha costruito anche un hotel a quattro stelle in Nigeria. Sempre con i celebri cassoni colorati. Keetwoven è, spiegano, «la più grande città dei container» al mondo («voi ne conoscete altre? Noi no»). Non solo: quando è stata costruita, nel 2005, era stata pensata per "durare" cinque anni al massimo. Dopo i container dovevano essere spostati per lasciare spazio a case in muratura. Invece, in un secondo tempo, si è deciso di andare avanti sino al 2016. «Molti pensano che si tratti di abitazioni troppo piccole, troppo fredde d'inverno, troppo calde d'estate e rumorose, ma non è così». Certo è che sono economiche: per affittare un'abitazione a Keetwonen - ve ne sono oltre mille - si spende 250 euro al mese. Le dimensioni non sono proprio enormi: da un container da 40 piedi si ricava un piccolo appartamento di 25 metri quadrati. Ognuno col suo bagnetto (in molti quartieri dormitorio per gli studenti i servizi sono in comune), il balconcino, l'angolo cucina. Assemblando però più container uno accanto all'altro, si arriva a costruire abitazioni grandi sino a 60 metri quadrati. Nel cortile interno c'è spazio per le bici. Le scale sono costruite all'esterno. Al piano terra hanno ricavato gli spazi per i bar e il supermercato. Tempo di costruzione: per ogni modulo di 150 abitazioni, otto settimane. In fondo si tratta di incastrare i container uno sopra l'altro, come tanti mattoncini di Lego. Finito questo passaggio, vengono montate le scale all'esterno, i balconcini il tetto. Volendo, il quartiere si può smontare e ricostruire in un'altra zona, a seconda delle esigenze. Per il quartiere di Keetwonen sono stati usati container nuovi, prodotti in una fabbrica in Cina e arrivati in Europa - naturalmente - via nave. Ma si possono usare anche cassoni usati precedentemente per il trasporto merci e riadattati nelle fabbriche del gruppo in Olanda. E questa è un'altra storia interessante: oggi, di container inutilizzati in giro per il mondo, ve ne sono montagne. Eredità della sfrenata corsa al rialzo giocata dagli armatori negli ultimi anni prima della crisi, quando le stime degli esperti - non proprio infallibili - dicevano che servivano navi sempre più grandi, perché i traffici sarebbero continuati a crescere all'infinito, così come i consumi. Non è andata proprio così: con la recessione i traffici sono diminuiti velocemente - ma molti sperano si riprendano finita la recessione - e centinaia di navi sono costrette a gettare l'ancora nei porti e lì rimanere. Lo stesso vale per i cassoni. Basti pensare che, negli anni d'oro precedenti la crisi, i container venivano costruiti in Cina, riempiti di merce, scaricati in Europa e lì lasciati. Portarli indietro, costava troppo. Dire ora quanti sono i container abbandonati nel mondo non è semplice. Si può fare una stima minima basandosi sul numero di navi in disarmo, oltre 450 secondo gli ultimi dati di Axs Alphaliner. Poiché queste 450 navi potevano trasportare 1,35 milioni di teu (container da 20 piedi), è lecito pensare che sia questo il numero minimo dei cassoni abbandonati. Quasi si ci potrebbe costruire una piccola città. Monumento alle previsioni sbagliate degli analisti dei traffici globali. In fondo sono molte le città - in Italia - che non dispongono di adeguati spazi per ospitare gli studenti universitari. In alcune di queste poi, i container vuoti fanno parte del paesaggio. È il caso di Genova, dove i container vuoti hanno a lungo dominato il panorama del ponente cittadino, ammucchiati uno sull'altro alla collina degli Erzelli. Sono stati (e sono) la fortuna di un imprenditore come Aldo Spinelli. Ora dominano il panorama di Cornigliano. Ammesso che non vengano riusati per i traffici marittimi, chissà che a qualcuno non venga in mente di riadattarli ad abitazione. Samuele Cafasso cafasso@ilsecoloxix.it 18/03/2009 LE CASE 18/03/2009 crisi e riutilizzoPer le abitazioni si possono impiegare anche box usati. Sono oltre un milione i pezzi fermi nei porti del mondo 18/03/2009

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Al primo posto Usa e Nato. Ma anche l'Italia... (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

CORSA AL RIARMO Al primo posto Usa e Nato. Ma anche l'Italia... Manlio Dinucci L'annuncio, fatto ieri dal presidente Medvedev, che la Russia intraprenderà un «massiccio riarmo» a partire dal 2011, in risposta soprattutto agli «incessanti tentativi della Nato di allargarsi fino ai confini della Federazione russa», conferma che la corsa agli armamenti sta ritornando ai livelli della guerra fredda. Oltre ad avere gravi conseguenze strategiche e politiche, ciò implica un ulteriore aumento della spesa militare mondiale: dopo essere calata con la fine della guerra fredda, essa è salita nel 2007 (secondo le stime del Sipri) a 1.340 miliardi di dollari, il 45% in più rispetto al 1998. Ciò significa che quest'anno la spesa militare mondiale sta raggiungendo i 1.500 miliardi di dollari. A tirare la volata è la Nato, la cui spesa è in continuo aumento in seguito al potenziamento della macchina bellica e all'invio di forze in distanti teatri, come quello afghano. Secondo gli ultimi dati ufficiali (19 febbraio 2009), essa ha superato nel 2008 gli 895 miliardi di dollari, equivalenti ai due terzi della spesa militare mondiale. In realtà, è ancora più alta. La spesa militare statunitense, che la Nato quantifica in circa 575 miliardi di dollari nel 2008, non comprende il costo delle guerre in Iraq e Afghanistan. Incluso questo (come si fa nel budget ufficiale Usa pubblicato nel febbraio 2009), la spesa militare degli Stati uniti sale nel 2008 a 666 miliardi di dollari. Ciò significa che quella Nato supera i 985 miliardi di dollari, equivalenti a quasi i tre quarti della spesa militare mondiale. In base agli stessi dati ufficiali, la spesa militare Nato è cresciuta anche se calcolata al netto dell'inflazione, al valore costante del dollaro 2000: da 474 miliardi di dollari nel 2000 a 623 nel 2008. Secondo la Nato, la spesa militare italiana ha superato nel 2008 i 30 miliardi di dollari, collocandosi al quinto posto dopo quelle di Stati uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania. Su scala mondiale (secondo il Sipri), è al nono posto, superata anche da Cina, Giappone, Russia (al settimo) e Arabia saudita. Come spesa militare procapite si colloca, invece, al quinto posto mondiale. Nonostante l'art. 11 della Costituzione, il nostro paese è quindi tra i maggiori responsabili dell'aumento della spesa militare mondiale, che ormai ha superato i 2.5 milioni di dollari al minuto. E' un'immensa quantità di denaro pubblico (proveniente dalle tasse pagate dai cittadini), che viene spesa in eserciti, armi e guerre. Basterebbe ridurla di poco e destinare il denaro risparmiato al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni, soprattutto di quelle più povere, per avviare a soluzione i più gravi problemi mondiali. Un esempio: per affrontare la crisi alimentare mondiale, che ha portato a circa un miliardo le persone affamate, occorrono 30 miliardi di dollari l'anno, che però non si trovano, ha denunciato il direttore generale della Fao. Ma, per ricavare tale somma, basterebbe risparmiare quanto si spende in armi ed eserciti nel mondo in poco più di una settimana. Utopia? Sicuramente molti la considerano tale. Lo conferma il fatto che in Italia, sia nella sinistra (comunisti compresi) sia nei sindacati, praticamente nessuno conduce una campagna coerente per la riduzione della spesa militare. Eppure oggi, nel pieno della crisi, tale battaglia è ancora più valida e necessaria: quando ci dicono che bisogna ridurre i fondi per la sanità e la scuola «perché mancano i soldi», dobbiamo rispondere che i soldi ci sono. Sono quelli pubblici, spesi nel settore militare in misura di una grossa finanziaria all'anno, che potrebbero e dovrebbero invece essere usati per migliorare le condizioni di vita nel nostro paese.

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SULLA CRESTA dell'onda (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

FABBRICHE GALLEGGIANTI IN LIBERO MERCATO SULLA CRESTA dell'onda Un saggio sui marinai, figura che ha subito significativi mutamenti in questi anni di deregolamentazione del mercato del lavoro. Da lussuose navi da crociera a una esistenza solitaria tra lamiere arrugginite, la vita dei protagonisti della «Physical Internet» che garantisce il flusso di merci, uomini e donne nella globalizzazione Sergio Bologna Nell'immaginario collettivo il termine «globalizzazione» si associa all'idea di un universo senza frontiere, di comunicazioni che passano per canali virtuali del web, cavi sottomarini e impulsi radio. Poco si associa all'idea di una forza lavoro che è occupata nel tessere materialmente i legami tra territori lontani, sempre in movimento. Il settore dei trasporti e della logistica non a caso viene chiamato the physical Internet. Al suo interno operano mestieri antichi quanto l'umana civiltà, come il mestiere del marinaio, e mestieri nuovi, creati dalle nuove tecnologie. Ma anche i mestieri più antichi subiscono trasformazioni così forti da sconvolgerne il profilo. È sempre stato orgoglio di capitano fare il punto, tracciare la rotta, oggi i sistemi satellitari hanno sostituito queste antiche abilità, la nave è «eterodiretta», l'armatore o il manager possono intervenire costantemente per dare ordini al comandante. Devi Sacchetto, un ricercatore dell'Università di Padova, ha dedicato anni della sua vita a incontrare equipaggi, senza tralasciare nessun gradino della scala gerarchica, ma anche operatori sociali, sindacalisti, dockers, agenti marittimi, per capire come si vive e si lavora a bordo delle navi oggi. Li ha incontrati nei porti, in quello di Venezia soprattutto ma anche in quelli che con Venezia hanno maggiori relazioni di traffico, Costanza, Burgas, Varna, Istanbul. Ne è nato un libro Fabbriche galleggianti. Solitudine e sfruttamento dei nuovi marinai (Jaca Book, pp. 292). Un milione e duecentomila persone di sesso maschile sarebbero, secondo le stime più accreditate, impegnate nella navigazione commerciale, tramp o di linea. Le loro condizioni di lavoro, le loro retribuzioni, sono assai differenziate, in base alla nazionalità in gran parte e alla qualità della compagnia di navigazione cui la nave appartiene o dalla quale la nave è noleggiata. Comune a tutti sono il senso di solitudine e l'intensità dei ritmi di lavoro. Solitudine accentuata dalla forte presenza di equipaggi misti (difficoltà di linguaggio), dai tempi di sosta nei porti ridotti all'osso, dalla scarsa accessibilità a mezzi di comunicazione, dalla lontananza dai propri cari. Fronte del porto Il porto è l'unico luogo dove possono far valere i loro diritti violati, dove possono organizzare una protesta, dove possono trovare qualcuno che li aiuti. Numerose sono le organizzazioni assistenziali, di natura religiosa spesso, presenti nei porti. Superiore a quanto si possa pensare il tasso di sindacalizzazione, che si aggira sul 30%. L'organizzazione maggioritaria è l'«International Transport Federation» (Itf), i cui ispettori possono salire a bordo delle navi e controllare lo stato dei servizi e le condizioni di vita dell'equipaggio. L'Itf è anche riuscita a sottoscrivere accordi con le compagnie armatoriali per la fissazione di minimi salariali. Negli ultimi anni le maggiori organizzazioni internazionali riconosciute dall'Onu, in particolare l'Imo («International Maritime Organization»), hanno emesso una raffica di normative e di raccomandazioni per arginare il laissez faire imperante, porre un freno allo sfruttamento della forza lavoro, all'inquinamento ambientale e aumentare la sicurezza della vita in mare. Ma queste normative debbono essere recepite dagli Stati e non tutti lo fanno o lo fanno con i tempi che sarebbero necessari a migliorare la situazione. Il mare rimane ancora oggi territorio di nessuno, è difficile controllare una nave in mare aperto. Bandiere di convenienza Poi ci sono i problemi dei secondi registri e delle bandiere di comodo. Paesi come l'Italia e la Germania dispongono del cosiddetto «secondo registro», che autorizza ad imbarcare su navi battenti bandiera del paese equipaggi multinazionali. Non tutte le navi registrate sotto flag of convenience sono «carrette», anzi, molte sono navi nuove e bene attrezzate ma la disponibilità sulla forza lavoro è totale, bassi i livelli salariali, orari di lavoro pesantissimi, trattenute sui salari, tempi di pagamento dilazionati. Le «carrette» appartengono in genere al tipo General cargo, sono navi che possono avere 25-30 anni. Negli ultimi tempi però c'è stato un rafforzamento dello State port control. La presenza di ispettori autorizzati a verificare lo stato delle dotazioni di bordo, ivi comprese le condizioni di sistemazione degli equipaggi, e di segnalare alle Autorità le deficienze che possono portare anche al fermo della nave e la sua iscrizione nelle liste nere o grigie, per cui un porto può negare loro l'accesso, si sono estese a largo raggio soprattutto nei porti del Nord Europa. Invece in diversi porti del Mediterraneo e del Mar Nero i controlli sono limitati o assenti. Può capitare dunque che un carico venga messo su una «carretta» e spedito ad un porto «compiacente», dove viene trasbordato su una nave rispettosa degli standard di sicurezza, che lo porta a destinazione in un porto dove i controlli sono più severi. Grande responsabilità ricade sulle società di certificazione, quasi ogni grande paese marinaro ha la propria, sono quelle che fissano tra l'altro l'organico e attestano il grado di sicurezza ed operatività della nave. Ma sono pagate dall'armatore, sono quindi sospettate di trovare dei compromessi. Una fitta rete di agenzie con diramazioni internazionali fornisce il sistema di reclutamento dei marittimi, alcune serie, che provvedono ad una certa assistenza del personale ingaggiato, molte meno serie che taglieggiano i malcapitati, alcune specializzate nel reclutamento degli ufficiali, altre nel trovare la cosiddetta «bassa forza». L'ultima edizione dello studio Drewry Ship Operating Costs Annual Review and Forecasts 2008/09 riporta i dati relativi al 2008 sulla partecipazione dei diversi Paesi all'offerta di mano d'opera, distinta in ufficiali e non (ratings). La Cina è in testa in ambo le categorie, seguita da Filippine, India, Turchia, Ucraina, Russia; seguono distaccate Grecia, Myanmar, Italia, Croazia, Giappone, Inghilterra, Vietnam. C'è da dire che sulla flotta di stato cinese possono essere imbarcati solo marinai cinesi. Per quanto riguarda solo gli ufficiali, dopo i cinesi ed i filippini, che dominano il mercato, vengono gli ucraini, i turchi e gli indiani. Con la recente esplosione dei traffici marittimi internazionali si avverte una certa scarsità nell'offerta di ufficiali e quindi i salari sono cresciuti - in parte anche per gli equipaggi. Sempre secondo la fonte Drewry il capitano di una petroliera può guadagnare il doppio di un capitano di un Dry cargo. La formazione di un capitano può durare quattro-cinque anni, prima di ottenere tutti i certificati che lo autorizzano al comando; alcuni paesi come la Norvegia investono molte risorse nella formazione del personale di comando. Anche il più semplice marinaio deve essere fornito di certificati, la falsificazione e il contrabbando dei medesimi si sono purtroppo diffusi. I forzati del mare Il lavoro sulle navi è un lavoro rischioso, la probabilità di essere vittime di incidenti è più alta rispetto a lavori di per sé a rischio come l'edilizia. La possibilità di contrarre malattie è elevata. Le navi da crociera sono quelle dove i ritmi sono più massacranti per un certo tipo di personale di bordo, le petroliere sono quelle dove l'equipaggio deve avere i livelli più elevati di qualificazione Si imparano dunque tante cose dal libro di Devi Sacchetto, sono riportati moltissimi brani d'interviste, quindi sembra di sentire la viva voce di questi uomini dimenticati, invisibili. È uno di quei lavori sul campo che, integrati da una conoscenza approfondita delle fonti scritte, risultano molto preziosi. L'area veneziana è particolarmente attenta a queste problematiche, ricordiamo il libro di Valter Zanin I forzati del mare, uscito per Carocci nel 2007. Ma a me piace ricordare anche i lavori di Heide Gerstenberger, una mia collega all'Università di Brema, che ha passato intere stagioni sulle navi nel Baltico e nel Mare del Nord per osservare da vicino il lavoro degli uomini a bordo. Come piace ricordare Jürgen Söncksen, delegato sindacale di Hapag Lloyd, che mi portava con sé sulle portacontainer ormeggiate a Bremerhaven a fare le assemblee con l'equipaggio. Mentre preferisco dimenticare qual che ho visto su certe «carrette» nel Mediterraneo dove le lamiere erano tenute insieme dalla ruggine, i marinai portavano la bandana, non parlavano una parola d'inglese e la stiva sembrava un girone dell'inferno dantesco. E magari cede la gru, pani di piombo da cinquanta libbre l'uno che volano come schegge impazzite. Nessuno rimase ferito quel giorno, un miracolo, roba da ex voto al Santuario della Madonna. Foto: «SENZA TITOLO» DI PALADINO /CHARTA EDIZIONI

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<Patrimonio culturale, basta con i pregiudizi> (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Patrimonio culturale, basta con i pregiudizi» --> Mercoledì 18 Marzo 2009 CRONACA, pagina 11 e-mail print Una pagina del libro di dialetto destinato alle materne Non lo dicono espressamente, ma se il trend nell'uso del dialetto vanta una ripresa nei colloqui con estranei certamente, almeno per quel che concerne il bergamasco, il merito è anche loro. Ognuno, s'intende, con le proprie strategie e tecniche peculiari per instillare nella gente il gusto di rapportarsi col prossimo con la lingua dei nostri nonni. Illusi Don Chisciotte dialettali nell'era della globalizzazione oppure implacabili Terminator mandati dal futuro nel presente contro gli umani anti-dialetto? Difficile classificare l'impegno, la passione, in una parola, l'amore sconfinato per la nostra parlata che esprimono il Bepi (al secolo Tiziano Incani), grintoso animale da palcoscenico dal rock «made in berghèm», Liber Prim (alias Bruno Agazzi) appassionato Duca di Piazza Pontida e il poeta Umberto Zanetti, fine cultore e difensore delle nostre tradizioni. «Dobbiamo uscire definitivamente dal pregiudizio - incalza il Bepi - che il dialetto sia il riflesso di una sottocultura. Anche se quel 4% in più di persone che parlano in dialetto in ambito non familiare mi lascia un po' perplesso, con la globalizzazione che porta la lingua bergamasca a un precario stato di salute». Un dato positivo invece per Zanetti. «Significa - precisa uno dei pilastri dell'Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo - che è in atto un tentativo di riappropriarsi di un'identità (la quale si manifesta con il linguaggio) in una fase storica dove preme la consapevolezza di perderla. Il bergamasco, come lingua popolare, deriva dal latino parlato. Quindi, al di là delle rassegne dialettali e delle canzonette, il nostro dialetto rappresenta un enorme patrimonio di cultura. Mi chiedo quanti ragazzi se portati in un bosco sanno riconoscere il nome dialettale di un albero nonostante abbiano in casa mobili e suppellettili che da quel legno derivano». Zanetti porta l'esempio di quanto sta succedendo in Galles. «I giovanotti della Corona inglese che escono da Oxford - prosegue l'autore, nel 2004, de "La grammatica bergamasca" - vanno dai nonni, perché i padri ormai l'hanno dimenticata, per apprendere la loro antica lingua celtica. Iniziative mirabili che dovrebbero invogliare i nostri politici ad attivare significativi percorsi per non smarrire la ricchezza delle nostre tradizioni». Per Zanetti va bene essere cittadini del mondo, ma restando bergamaschi nell'animo. «Perché - conclude il poeta - se muore il dialetto muore la nostra identità. E se muore l'identità diventiamo ricettacoli vuoti da riempire. Il dialetto è una cosa seria. Anche solo il salvare una parola è già un fatto notevole come quando si osserva un fiore rinascere quando lo ritenevamo perduto». Quindi nessun requiem per il bergamasco il quale sembra avere nella «manega l'as de ori» per una ripresa, almeno secondo i dati della Camera di Commercio di Milano. «No, il nostro dialetto non è morto - sbotta il Duca Liber Prim - anche se non sono in grado di confermare i dati "chi ve da Milà" che prenderei con le pinze. Quello che il Ducato non si stancherà mai di ripetere è che parlare bergamasco non rappresenta una perdita di valore per il nostro territorio. Così come c'è, e lo si vede spesso, l'orgoglio per il napoletano mi chiedo perché la stessa cosa non possa valere per il bergamasco». Quindi l'invito a salvaguardare il bergamasco con varie iniziative perché "andà sbeca, a stà seca" ("ad andare, si becca, a star fermi, si secca")». Insomma, meglio muoversi. Bruno Silini 18/03/2009 nascosto-->

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Le macchine utensili chiedono più sostegno (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Le macchine utensili chiedono più sostegno --> Mercoledì 18 Marzo 2009 ECONOMIA, pagina 37 e-mail print Robot per l´industria dell´auto foto Imagoeconomica Robot e macchine utensili chiedono più aiuti. «Condividiamo le azioni che il governo ha portato avanti finora, destinate in particolare alle auto, agli elettrodomestici e da ultimo all'edilizia, ma riteniamo che siano necessarie altre azioni ancora più incisive e focalizzate sulle piccole medie imprese - dice Giancarlo Losma, presidente di Ucimu-Sistemi per produrre, l'associazione confindustriale del settore macchine utensili -. E chiediamo anche sostegno particolare per il nostro settore». In particolare l'associazione propone la liberalizzazione dei criteri di ammortamento per investimenti in beni strumentali a elevata tecnologia, la possibilità per le imprese di rivalutare i beni strumentali con pagamento dell'1,5% sul plusvalore che permetterebbe di adeguare il patrimonio e quindi ottenere più facilmente finanziamenti; la moratoria per due anni con pagamento dei soli interessi dei crediti vantati dagli istituti di credito nei confronti delle Pmi, provvedimento che potrebbe essere finanziato da un fondo di garanzia statale dando fiato alle Pmi e maggiore certezza alle banche di ottenere i crediti. «Noi italiani siamo il quarto produttore e il terzo esportatore al mondo di macchine utensili grazie all'altissimo livello di tecnologia - ricorda Losma-. Questo ci permette anche di non dipendere da altri Paesi per produrre per i mercati del futuro, dalla nuova auto o l'energia: se non fossimo indipendenti, potremmo soffrirne». Vale la pena di ricordare che il 2008 ha visto una crescita del 5% della produzione italiana di macchine utensili a 6,1 miliardi di euro, grazie anche a una crescita dell'export del 7% a 3,3 miliardi. questione credito Un altro elemento da risolvere per l'Ucimu è la questione del credito. «Si soffre molto la restrizione da parte del sistema bancario - continua Losma -. Le banche si sono poste sulla difensiva. Le difficoltà per ottenere finanziamenti sono notevoli. E quando li si ottiene il costo del denaro è aumentato vertiginosamente nonostante il calo dell'Euribor. Le banche hanno certo avuto un aumento del costo della raccolta, ma è una crisi legata soprattutto alla mancanza di fiducia tra di loro che si potrà sciogliere nel momento in cui gli istituti bancari daranno evidenza al loro portafoglio di asset negativi, come dovrebbe avvenire con la presentazione dei bilanci». Per far presente la situazione del settore, l'Ucimu ha scritto una lettera al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e al ministro Claudio Scajola. «Sono arrivate risposte di comprensione per i problemi: speriamo che seguano i fatti - osserva Losma -. Siamo convinti che in ogni caso dobbiamo aiutarci prima di tutto da noi, aggiungendo all'innovazione di prodotto e di processo anche l'innovazione di organizzazione e di mercato andando a prendere quote là dove i mercati sono ancora interessanti». Oltre alle richieste all'esterno c'è comunque un senso di autocritica da parte delle aziende. «Dobbiamo renderci conto che è passata un'era. Rispetto a sei mesi fa tutto sta cambiando, se non è già cambiato .- continua Losma -. Senza farsi prendere dal panico, occorre cercare di trasformare questa fase negativa in opportunità; significa migliorare e snellire l'organizzazione, investire in ricerca e sviluppo per poter mettere a disposizione del mercato i "nuovi prodotti" che il mercato richiederà. Ad esempio, le auto del futuro prossimo avranno motori più piccoli e a maggior rendimento, che alla fine sfoceranno in motorizzazioni complesse e ad alimentazione alternativa. Il settore delle macchine utensili avrà un ruolo fondamentale per realizzare l'auto del futuro. Per questo dobbiamo individuare quale sarà il prodotto che vorrà il mercato e fare ricerca per fornire gli strumenti che ne permettano la realizzazione». un futuro da preparare ora Aspettando l'auto del futuro, intanto, si possono "coltivare" i settori che stanno ancora viaggiando in maniera positiva. «Il settore dell'energia, ad esempio, viene sostenuto da importanti investimenti e in Italia abbiamo costruttori di macchine utensili a livello mondiale per l'eolico» - ricorda Losma. Indirettamente peraltro le macchine utensili hanno benefici dalla ripresa di praticamente tutti i settori. «Anche le macchine per movimento terra sono realizzate con macchine utensili e quindi anche una ripresa dell'edilizia, uno dei settori trainanti dell'economia, può dare una mano a un settore come il nostro, la cui tecnologia è alla base della produzione delle altre macchine - osserva Losma -. Crediamo che possano partire lavori per infrastrutture di reale efficacia e nei giorni scorsi sono state prese decisioni importanti in questo senso. Come bergamasco auspico che siano finalmente realizzate la Pedemontana e la Brebemi che non solo contribuiranno a risolvere grossi problemi di traffico e di logistica, ma daranno benefici anche all'economia». ripresa da usa e paesi emergenti L'importante è essere pronti per cogliere una ripresa per la quale c'è la certezza di un futuro arrivo, anche se i tempi sono incerti. «Penso che i primi mercati ad uscire dalla crisi saranno gli Stati Uniti e i mercati emergenti - sostiene Losma -. Gli Stati Uniti perché hanno una potenza economica intrinseca e l'entusiasmo dato dal nuovo presidente. Un giornale come "Usa today" che titola in prima pagina "Noi ce la faremo", in Italia non l'ho mai visto. E i mercati emergenti, a partire dal Bric (Brasile, Russia, India, Cina) perché sono mercati dove la gente ha ancora tanto da crescere e, se mi si passa il termine, da "comprare"». S. R. 18/03/2009 nascosto-->

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Resiste il dialetto: un bergamasco su dieci parla solo quello (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Resiste il dialetto: un bergamasco su dieci parla solo quello --> Mercoledì 18 Marzo 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Il dialetto resiste alla globalizzazione. Lo dimostra una ricerca della Camera di Commercio di Milano secondo cui un lombardo su dieci, ovvero 800 mila persone, non parla abitualmente l'italiano in famiglia. A Bergamo la quota sfiora il 10%, con 83.115 residenti sui 913.350 italiani registrati a gennaio 2008. Dal 2000 al 2006 si è registrato anche un incremento del 4% fra coloro che parlano dialetto anche con estranei. E intanto c'è chi crea libri per fornire ai bambini le basi del bergamasco. a pagina 11 18/03/2009 nascosto-->

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De riso (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: agricoltura data: 18/03/2009 - pag: 10 autore: De riso Golden rice ai bimbiIl Golden rice, riso transgenico arricchito di beta carotene e vitamina A ancora in fase sperimentale, è stato usato in sperimentazioni con soggetti umani, tra cui minori. A confermarlo è Adrian Dubock, project manager del Golden rice project, in una lettera al Daily Mail in cui difende l'operato degli scienziati che promuovono il Golden rice, dopo che in febbraio un gruppo di accademici aveva denunciato l'impiego del prodotto ogm come alimento nella dieta di adulti e bambini di 6-10 anni, in Cina e Usa.Scudo Vialone nanoSi della commissione Ue alla modifica del disciplinare di produzione del Riso Nano Vialone Veronese Igp. Le modifiche introducono l'obbligo di usare sementi della varietà Vialone nano certificata dall'Ente nazionale sementi elette e precisano le caratteristiche biometriche dei chicchi di riso.

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LISSONE SEI INCONTRI sulla storia del Novecento, per poter capi... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

LISSONE MACHERIO pag. 9 LISSONE SEI INCONTRI sulla storia del Novecento, per poter capi... LISSONE SEI INCONTRI sulla storia del Novecento, per poter capire meglio gli avvenimenti attuali. Sei lezioni che spazieranno dalle due guerre mondiali alla guerra fredda, dallo scontro tra democrazie e totalitarismi all'Italia tra ventennio fascista e Resistenza, passando per temi come la questione israelo-palestinese e la globalizzazione. È L'INIZIATIVA promossa dalla sezione cittadina dell'Anpi, che organizza un Corso di Storia del Novecento completamente gratuito nella sua sede di piazza Cavour. Per partecipare occorre iscriversi fin da oggi telefonando allo 039.480229 oppure inviando una e-mail all'indirizzo anpilissone@libero.it. Le lezioni saranno tenute da Giovanni Missaglia, docente di storia e filosofia al liceo scientifico Frisi di Monza, e si svolgeranno dalle 18 alle 19.30. Il corso inizierà lunedì 6 aprile e si terrà poi lunedì 20 e 27, lunedì 4, 11 e 25 maggio. «Gli argomenti trattati - spiegano dall'Anpi - saranno la Grande guerra e le sue eredità, democrazie, comunismi, fascismi, la seconda guerra mondiale e la guerra fredda, l'Italia dal fascismo alla democrazia, la questione palestinese e la globalizzazione». «CONOSCERE la storia del Novecento per comprendere meglio gli avvenimenti dei nostri giorni: è questo l'obiettivo che ci proponiamo. Il corso è aperto sia agli studenti delle scuole superiori che a coloro che intendono approfondire le loro conoscenze sul secolo breve». Intanto, domenica 29, l'Anpi sarà a Sestri Levante per commemorare l'uccisione del partigiano lissonese Arturo Arosio. F.L.

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Libri per bambini e d'arte, l'Italia piace così all'estero (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: Media data: 18/03/2009 - pag: 19 autore: di Marco A. Capisani seconda indagine doxa per ice e aie Libri per bambini e d'arte, l'Italia piace così all'estero Gli editori italiani guardano al loro futuro, ma la visuale risulta un po' sfuocata. Gran Bretagna, Stati uniti, Francia e Germania sono i mercati esteri su cui le case editrici tricolore puntano per vendere i loro diritti d'autore. Soprattutto grazie a titoli per bambini e libri d'arte. Interessano poi, ma restano in secondo piano, Europa orientale, Russia, Cina e India, oltre a Giappone e Corea del Sud. Paradossalmente, però, sono questi ultimi i paesi in cui è più facile entrare, mentre in quelli più maturi (Gran Bretagna e Usa) gli stessi editori dichiarano d'incontrare maggiori difficoltà. E' questa solo una delle anomalie nella strategia internazionale del comparto italiano, secondo quanto evidenziato dalla seconda indagine Doxa per l'Istituto nazionale per il commercio estero (Ice) e l'Associazione italiana editori (Aie) sull'import-export dei diritti d'autore per i libri in Italia. Così come emerge l'insufficiente coordinazione tra politiche promozionali istituzionali e, tra gli altri, le iniziative dei piccoli editori, proprio quelli che maggiormente pubblicano nuovi autori e hanno più rapporti con l'estero (in crescita del 107,3% dal 2001 al 2007). Arrivano dopo gli operatori di medie e grandi dimensioni (+42,6%). Complessivamente, comunque, lavora con l'estero il 21% delle case editrici della Penisola, trend al rialzo del 75,1%.Oltre ai mercati poco aperti (41%), altri problemi riscontrati dagli editori sono la difficoltà di vendere i propri generi e autori (33%), da cui scaturisce l'impressione di un certo localismo italiano, la difficoltà economica (20%) e quella linguistica (15%). «La nostra editoria interessa molto l'estero. Siamo la quinta o sesta nel mondo per giro d'affari», ha precisato ieri a Milano Federico Motta, presidente Aie. «Con un migliore coordinamento tra pubblico e privato, il comparto tricolore può diventare un attore ancora più importante a sostegno della cultura italiana». Produzione culturale che si traduce oltreconfine non solo in titoli per bambini (29%, con un un numero di diritti venduti quasi pari a quelli acquistati) e saggi (28%), ma anche in narrativa per adulti (17%) e libri illustrati (17%), tra arte e lifestyle, design e fotografia (in cui i diritti venduti hanno già superato quelli importati). Fil rouge che unisce queste tematiche «la curiosità estera», ha aggiunto Umberto Vattani, presidente Ice, «per tutto quello che avviene nel nostro paese».In generale, sempre tra il 2001 e il 2007, secondo l'indagine Doxa, cresce il numero dei titoli acquistati dall'Italia (+43,1%), passando da 5.400 a 7.730 titoli, ma volano del 93,9% quelli venduti, da quota 1.800 alla soglia dei 3.490. Ogni casa editrice cede all'estero, in media, i diritti per 17 titoli, tra quelli pubblicati. Attività che negli anni ha seguito un andamento decrescente, dai 22 del 2001 fino al trend costante degli ultimi anni, con 16 titoli registrati fin dal 2004.Ad oggi, l'Europa occidentale resta il principale sbocco per l'editoria italiana, con l'export verso il Vecchio continente che assorbe il 77% di tutte le esportazioni. Segue l'Europa centro-orientale, tra Balcani e Russia, con un più contenuto 30,2% nel 2007 (ma era sulla soglia 19% nel 2001). Polonia e Ungheria spiccano tra le realtà nazionali più interessate alla produzione italiana. Vanno al raddoppio anche i mercati asiatici, che passano dal 5,8% del 2001 fino all'11,5% di due anni fa.Spostandosi sul fronte dell'import, infine, quasi totale è la dipendenza della Penisola da quello che proviene da Gran Bretagna e Stati uniti. E' il 60,1% dei titoli importati, infatti, a provenire da questi soli due paesi (che viceversa sono deboli importatori di titoli italiani, con il 7,7%, nonostante spesso la presenza di nutrite comunità di immigrati). Dal resto d'Europa arriva invece il 33% degli altri titoli acquistati.

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FANO La tua Fano-Aguzzi sindaco si scaglia contro l'impasse della Regione a prendere provvedimenti c... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercoledì 18 Marzo 2009 Chiudi FANO La tua Fano-Aguzzi sindaco si scaglia contro l'impasse della Regione a prendere provvedimenti concreti e rapidi per attenuare la situazione di crisi della cantieristica. E lo fa con una lettera aperta, indirizzata agli operatori del settore, in cui lo stesso segretario Riccardo Severi sottolinea che "dopo raccolte di firme , tavoli di concertazione e conferenze stampa organizzate da quasi tutti i partiti, è giunto il momento che le istituzioni politiche forniscano risposte concrete". E cita lo stanziamento da parte della Regione, all'inizio dello scorso febbraio, di 20 milioni di euro per fronteggiare la crisi economica che investe anche il nostro territorio. "Si era parlato di risorse da destinare ai consorzi di garanzia -ricorda-, indispensabili supporti al sistema bancario e in grado di assicurare alle aziende il mantenimento della liquidità e degli affidamenti da parte del sistema creditizio. Siamo a metà marzo, ma ancora non si intravedono provvedimenti concreti. Negli ultimi anni le piccole e medie imprese hanno lottato per adeguarsi alla concorrenza imposta dalla globalizzazione, e sono riuscite a mostrarsi estremamente competitive e dinamiche. Ma oggi il loro dinamismo trova limiti insuperabili se non sorretto da un'azione trainante e sinergica che spetta esclusivamente alla politica. Ecco perché ribadiamo l'invito ad adottare provvedimenti concreti e celeri".

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Protezione civile, scelti 80 volontari (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere del Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2009-03-18 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE COMUNE DI SALERNO Protezione civile, scelti 80 volontari Nascono ufficialmente a Salerno i ranger della Protezione civile. Sono 80 i volontari, selezionati attraverso un bando pubblico, che, a partire da lunedì prossimo, inizieranno i corsi di formazione. L'assessore Augusto De Pascale ha anche annunciato l'inaugurazione della centrale operativa comunale ubicata in via dei Carrari.

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Il Messico impone dazi sull'export americano (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-18 - pag: 8 autore: Commercio. Sono 90 i prodotti statunitensi penalizzati Il Messico impone dazi sull'export americano Daniela Roveda LOS ANGELES Tra Messico e Stati Uniti potrebbe essere guerra commerciale. Ieri il ministro dell'economia messicana Gerardo Ruiz Mateo ha annunciato l'imposizione di tariffe su 90 prodotti americani esportati per un valore totale di 2,4 miliardi di dollari - in risposta al recente divieto di circolazione per i camionisti messicani negli Usa. L'amministrazione Obama ha subito imboccato la via della conciliazione, invitando il Parlamento a trovare una soluzione all'annoso problema dei camion messicani; ma le pressioni protezioniste al Congresso stanno montando, e con esse il rischio di una costosa disputa con uno il terzo partner commerciale d'America, dopo Canada e Cina. La questione messicana costituisce il primo importante banco di prova per il neo-presidente Obama sulla questione del libero commercio a poche settimane dal prossimo meeting del G-20 a Londra in aprile. La recessione sta fomentando sentimenti protezionisti negli Stati Uniti, e il Parlamento a maggioranza democratica è già riuscito a inserire controverse regole preferenziali per prodotti made in Usa nel massiccio programma di stimoli economici da 787 miliardi di dollari. La reazione di Città del Messico èstata innescata dalla cancellazione di un programma pilota avviato un anno e mezzo fa dal Parlamento Usa per consentire a un centinaio di camion messicani di trasportare merce oltre confine. La libera circolazione di veicoli commerciali era prevista dal patto commerciale North American Free Trade Agreement (Nafta) firmato da Stati Uniti, Canada e Messico nel 1994, ma i sindacati dei camionisti statunitensi si erano opposti all'arrivo di Tir messicani citando motivi di sicurezza. I camion messicani non sono autorizzati quindi a circolare sulle strade americane, ma possono solo attraversare la frontiera e scaricare la merce, che viene poi trasportata da camion americani. Il programma pilota è stato depennato dall'ultima legge finanziaria da 410 miliardi di dollari firmata da Obama la settimana scorsa, una legge definita dal ministro messicano Mateo «sbagliata, protezionista e in palese violazione del Nafta». Il Messico dovrebbe pubblicare la lista dei 90 prodotti gravati da tariffa questa settimana; la lista dovrebbe escludere prodotti agricoli di prima necessità come grano, fagioli, riso e mais per limitare il danno economico per i cittadini messicani.L'imposizione di tariffe finirà per colpire anche gli esportatori americani. «Dobbiamo prendere misure per evitare l'escalation del protezionismo - ha detto ieri John McCain,l'ex-candidato repubblicano alla presidenza e sostenitore del programma pilota per i camion messicani - queste azioni danneggiano le aziende Usa in un momento di crisi». BOTTA E RISPOSTA Ritorsione a Washington che ha vietato l'ingresso ai camion messicani Il presidente al Congresso: cercare un compromesso

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Sul commercio il G-20 attende segnali da Obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-18 - pag: 12 autore: MERCATI E MERCANTI ... Sul commercio il G-20 attende segnali da Obama L' estate scorsa, tre mesi prima delle elezioni presidenziali Usa e subito dopo il fallimento del negoziato per la liberalizzazione del commercio internazionale, "Mercati e mercanti"rilevò che«l'effetto Obama può salvare il Doha Round». Oggi, due mesi dopo il suo insediamento e nell'imminenza del debutto sulla scena internazionale, al summit di Londra del G-20 il 2 aprile, è arrivato il momento per Barack Obama di dare un segnale inequivocabile sulle sue intenzioni di politica commerciale. E, con gli scambi mondiali, per decenni il motore della crescita globale, in caduta libera, chiarire la sua agenda. Il dibattito ha preso quota nei giorni scorsi a Washington. Due notizie dall'Asia, il crollo dell'export cinese del 20% nei primi due mesi di quest'anno e il primo deficit di parte corrente del Giappone da 13 anni a questa parte, sono state accolte probabilmente con soddisfazione a Washington da parte di chi ha sempre visto le due potenze asiatiche come rivali dell'industria americana. Dovrebbero invece preoccupare, perché altro non sono che il rovescio della medaglia del crollo della domanda negli Stati Uniti. Sul commercio, Obama ha mandato finora segnali contrastanti: l'intenzione di rivedere il Nafta, il trattato di libero scambio con Canada e Messico, annunciata in campagna elettorale, è stata ritrattata dopo l'insediamento; la clausola Buy American inclusa nel piano di stimolo all'economia è stata attenuata, ma non ritirata; il nuovo negoziatore commerciale Ron Kirk, considerato un liberista, ha però indicato alla sua prima uscita pubblica che aspetti sociali, dal trattamento dei lavoratori all'ambiente, verranno presi in considerazione dall'amministrazione nelle sue relazioni con i Paesi partner; e infine sembrano congelati alcuni accordi bilaterali negoziati dal Governo Bush, con Corea e Colombia. Nel frattempo, la recessione ha accentuato nel Paese le tentazioni protezioniste, dentro il partito democratico e in alcuni gruppi di pressione che hanno contribuito all'elezionedi Obama, come i sindacati. Non altrettanto impatto hanno avuto prese di posizione pro-libero mercato, come quella delle grandi imprese della Business Roundtable. Ma gli Usa si sono anche affiancati alla presidenza britannica del G-20 in un'iniziativa per far ripartire il credito al commercio, che si è bloccato ed è un fattore decisivo d'ostacolo agli scambi. Il vento della politica soffia in direzione di maggior protezione dell'industria locale, ma il rischio è che il crollo del commercio internaziona-le, esacerbato da misure protezionistiche, peggiori e prolunghi la recessione, come nella sempre evocata Grande depressione. «Come solo un Presidente repubblicano, Richard Nixon, poteva aprire la porta alla Cina comunista - ha scritto il Wall Street Journal- solo un Presidente democratico può salvare il libero scambio». L'occasioneè a Londra il 2 aprile. Non ce ne sarà un'altra. www.ilsole24ore.com/economia Online «Mercati e mercanti» di Alessandro Merli di Alessandro Merli

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L'editoria vende bene (all'estero) (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-18 - pag: 12 autore: Import-export di diritti. Arte e infanzia i settori trainanti L'editoria vende bene (all'estero) di Stefano Salis L e case editrici italiane puntano sempre più sull'estero, non si limitano solo ad acquistare e tradurre titoli stranieri ma riescono ( o almeno cercano di farlo più di prima) ad imporre il proprio prodotto a livello internazionale, anche se ancora bisogna lavorare molto per lanciarsi sul mercato più ricco, competitivo e autarchico del mondo, quello anglosassone. è quello che emerge dalla seconda indagine sull'import-export dei diritti d'autore in Italia realizzata da Doxa per conto dell'Istituto nazionale per il commercio con l'estero (Ice) e in collaborazione con l'Associazione italiana editori (Aie), presentata ieri a Milano. In base all'inchiesta (754 interviste a un campione di case editrici che hanno pubblicato almeno un titolo nel 2007), il 21% degli editori italiani ha acquistato o ceduto diritti d'autore all'estero negli ultimi quattro anni. Non è un dato da poco, se si pensa che nel 2004 l'esito era stato del 15 per cento. E se gli editori mediograndi confermano la loro attitudine a lavorare con i mercati internazionali (+42,6% rispetto al 2003), decisamente incoraggiante è il fatto che anche i piccoli ( quelli che pubblicano meno di 15 novità all'anno) stiano capendo l'importanza di aprire i loro cataloghi: se nel 2003 quelli che scambiavano diritti erano il 10%, oggi fanno registrare una crescita dell'80% (da 191 editori a 316). Dunque circa 270-280 aziende editrici (in totale sono circa 3mila), negli ultimi cinque anni, hanno ritenuto di non guardare soltanto al mercato domestico. Va notato che, pur nel tentativo di internazionalizzazione, l'attività di vendita di diritti all'estero cresce, ma con una velocità più lenta rispetto all'acquisto (rispettivamente +65,3% e +79,9%). Ciò è dovuto al fatto anche che esistono delle case editrici che sviluppano il loro intero catalogo puntando su opere straniere, magari specificando molto il loro ambito di selezione. Iperborea si dedica agli autori del Nord Europa, ObarraO a Corea e Cina, Pisani alla letteratura cinese, Cavallo di ferro a quella di lingua porteghese e così via. Il numero totale di titoli comprati dalle case editrici italiane nel 2007 è stato 7.730 (nel 2001, primo anno di cui si conoscono le cifre, erano 5.400: dunque +43,1%), mentre i venduti all'estero sono stati 3.490 (nel 2001 1.800, +93,9%). Acquistiamo in prevalenza saggistica e narrativa, mentre vendiamo molto bene i libri illustrati e i libri per bambini, settori nei quali l'editoria italiana è un'eccellenza riconosciuta nel mondo. Ma a chi vendono gli editori italiani? Ovviamente gli europei sono i nostri primi partner commerciali (nell'ordine Spagna, Francia e Germania) ma negli ultimi anni sono cresciute notevolmente le esportazioni verso i Paesi dell'Est (in particolare Polonia, Ungheria e ultimamente la Russia). Particolare la situazione nei confronti di Gran Bretagna Usa. Primo mercato di approvvigionamento (circa il 63% dei titoli arriva dal mondo anglosassone; ma era il 67% nel 2003), nell'export le cose vanno parecchio peggio: un modestissimo 8,3% (ma era il 7% nel 2004).

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Passaporto per le merci extra Ue Urso: <Stavolta si può fare> (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA & FINANZA pag. 23 Passaporto per le merci extra Ue Urso: «Stavolta si può fare» L'idea italiana del 2003 trova ora appoggio in Europa VICEMINISTRO Adolfo Urso (LaPresse) di NUCCIO NATOLI ROMA UN PASSAPORTO per le merci extra Ue. L'Italia lo chiede da anni. Forse ora ci siamo. La proposta fu avanzata, a Palermo nel luglio del 2003, durante il nostro semestre di presidenza Ue dall'allora viceministro Adolfo Urso. «Si può fare», si disse, ma non se ne fece nulla. Ora il Governo di Roma è tornato alla carica per realizzare un'idea a cui non hanno mai smesso di lavorare lo stesso Urso, l'ex ministro Bonino, la Confindustria e anche i sindacati seppure con accenti diversi. Il progetto per un regolamento sui marchi di origine delle merci è sempre nei cassetti della Commissione europea, ma ora, complice la crisi economica, sono cresciute le possibilità che venga tirato fuori. NEI GIORNI scorsi il sottosegretario al commercio estero Urso ne ha discusso con il commissario al Commercio, Catherine Ashton (l'ex leader della Camera dei Lord che a ottobre ha sostituito Peter Mandelson) e con il ministro al commercio inglese, Gareth Thomas. «Oggi ha raccontato Urso a differenza di qualche anno fa ci sono le condizioni politiche perché Regno Unito e Francia aprano alla nostra proposta. Scottati dalla crisi finanziaria anch'essi vogliono tornare a produrre sul proprio territorio». L'appoggio immediato della Ashton lascia ben sperare: «Sono d'accordo con Urso ha detto il Commissario durante la sua visita a Milano e siamo intenzionati ad andare avanti». Anche il Governo inglese sembra favorevole visto che vuole incoraggiare la produzione industriale locale in chiave antidisoccupazione. Più di un segnale è venuto dal ministro alle Attività produttive, Peter Mandelson, che ben conosce il dossier sulle etichettatura. Perché questa misura è così importante? «I motivi a favore dell'etichettatura sull'origine delle merci sono diversi. In primo luogo perché tutelerebbe il consumatore europeo che può individuare la loro reale origine. In seconda battuta, è utile per le nostre imprese che operano su un mercato comunitario invaso da importazioni con falso made in Italy, oppure anonime, o fuorvianti. L'etichettatura sarebbe fondamentale per la salvaguardia di molti prodotti made in Italy essendo prevista per sette categorie in cui la nostra produzione eccelle: calzature, tessile, cuoio, mobili, pneumatici, ceramiche e vetro. In terzo luogo, perché stabilirebbe una reciprocità nelle condizioni di accesso ai mercati visto che grandi Paesi come Usa, Giappone o Cina impongono questo obbligo sulle importazioni», ha spiegato Urso. A DAR MANFORTE all'analisi del sottosegretario c'è un'indagine di Eurisko condotta in Francia, Regno Unito, Germania e Italia da cui risulta che una percentuale tra il 78% e l'86% degli intervistati crede che un marchio di origine darebbe la possibilità di compiere scelte più accurate. Tra il 66% ed il 79% pensa che aiuterebbe ad acquistare prodotti più sicuri. Tra il 70% e l'80% che aiuterebbe a identificare i prodotti importati da quei paesi dove le leggi contro l'impiego di minori e la protezione dell'ambiente non sono rispettate. In generale, comunque, tra il 72% e l'87% degli intervistati ha detto di essere interessata a sapere quale sia «l'origine reale» dei prodotti extra Ue. Insomma, un po' di trasparenza, please. Image: 20090318/foto/744.jpg

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E la Cina sconfessa il fengshui (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-03-18 num: - pag: 26 categoria: REDAZIONALE Università Abolito il corso inaugurato a Wuhan: «Porta discredito all'ateneo». Era il primo dopo la rivoluzione Crociata sul Web Al suo posto lezioni di «cultura americana». In 25 mila protestano su Internet: «Riapritelo» E la Cina sconfessa il fengshui DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Alla fine, il professor Ma Wei qualche domanda se la deve pur essere fatta. Sarà stato l'orientamento sbagliato dell'aula, magari. O un errore nella scelta del sito dell'università. Se il suo corso di fengshui, l'antica arte geomantica cinese, è finito com'è finito ci sarà stato un dettaglio fuori posto. Di sicuro c'è che il suo corso originario è stato abolito. Motivazione: il fengshui è superstizione e non può essere insegnato, figuriamoci in un ateneo la cui denominazione è Università di Scienza e Tecnologia. Però Ma Wei è tenace ed è tornato a insegnare. Invece del fengshui, «cultura americana». Contrappasso perfetto. Eppure tutto era cominciato sotto gli auspici migliori. Il trentaquattrenne Ma Wei, laurea in ingegneria civile, nel 2007 aveva proposto al consiglio accademico di Wuhan (Cina centrale) di tenere un corso sulla scienza millenaria di scegliere la posizione di costruzioni, cimiteri, città, e di disporre le parti in un edificio armonizzandosi con i fattori naturali. Gli era stato detto di sì e nel primo semestre dell'anno scorso l'università di Wuhan, sede Centro-Sud, fu la prima nella storia della Repubblica Popolare a inaugurare un vero e proprio corso sul fengshui (anche se, a dire il vero, alcune lezioni erano state organizzate nel 2005 in Jiangsu). Un fatto non scontato. L'antica geomanzia, letteralmente «vento e acqua », è apertamente seguita a Hong Kong, a Taiwan, ovunque ci siano cinesi che mettono mano a un progetto, ed esperti della materia possono emettere esose parcelle per il loro contributo. Non nella Cina fondata da Mao Zedong. Dove il fengshui è stato a lungo scoraggiato come oscurantista e superstizioso: solo con l'avvio delle riforme ha ripreso a essere praticato, ma spesso — ancora — con prudente discrezione. Due anni fa, per dire, un'organizzazione di Shanghai era stata costretta a rimandare la richiesta di fare del fengshui un «intangibile patrimonio culturale della città »: non era il caso... Il 2008 del professor Ma è stato un successone. Un'ottantina di studenti di architettura durante il primo semestre, altri 130 nel secondo: «D'altra parte — spiegava lo scorso ottobre — quelli nati dopo il 1980 non sanno nulla di cultura tradizionale e il fengshui merita di essere insegnato in modo scientifico». Il seguito entusiastico ha imbarazzato le autorità accademiche e il resto l'ha fatto l'attenzione mediatica. I dubbi hanno cominciato a rincorrersi, «lo status del fengshui resta incerto, si colloca fra scienza e superstizione», ammoniva dall'Accademia di scienze sociali dell'Hubei tale Feng Guilin. L'università s'è messa a indagare. E nell'incertezza lo stesso professor Ma ha provato a cambiare il titolo, girando intorno al fengshui senza citarlo. Niente da fare: respinto. Ecco allora la decisione di passare, per il 2009, alla «cultura americana», anche se — riporta il Changjiang Daily — Ma Wei promette di includere elementi di cultura tradizionale. Quando la notizia ha cominciato a circolare sui media cinesi, s'è destata l'armata del web, compattamente o quasi schierata con Ma e il suo corso di fengshui. Ieri a mezzanotte, sul battutissimo portale Sina. com in 25 mila e passa avevano espresso il loro parere sulla vicenda, e l'83,9% era per il mantenimento del corso sulla geomanzia tradizionale. Quanto a Ma, se ne sarà fatta una ragione. Si vede che anche per trattare con i consigli accademici occorre una specie di fengshui, ma chissà chi lo insegna. Il soggiorno è il centro della casa, luogo dell'essenza vitale. Colori luminosi e presenza di quadri: sono fonte di energia, aprono un canale verso l'infinito Tende e luci Usare tessuti semitrasparenti: vietate le chiusure totali. La stanza va illuminata con un lampadario centrale o faretti. No ai neon La camera da letto Testiera orientata da Nord a Est. Mai rivolgere i piedi verso la porta, ma questa deve comunque essere visibile da sdraiati per dormire tranquilli Progetto Consulente di fengshui usa il compasso in un cantiere Marco Del Corona

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Componentistica legata ai destini Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nord-Ovest sezione: PRIMO PIANO (Export) data: 2009-03-18 - pag: 2 autore: Auto. Prospettive per engineering e design Componentistica legata ai destini Usa Per l'automotive la grande chance potrebbero essere gli Stati Uniti. Se Fiat riuscirà a chiudere con Chrysler così come immagina il suo a.d. Sergio Marchionne, «soprattutto per engineering e design si aprirebbero prospettive interessanti», dice Filippo Chiesa di Step, tra i ricercatori che da anni si occupano dell'Osservatorio sull'auto della Camera di commercio di Torino. D'altronde gli Usa, nonostante la crisisia pesante e la quota di mercato dei marchi italiani oggi sia pari a zero, rappresenta pur sempre il settimo mercato di riferimento per la componentistica subalpina: «Il piano di risanamento di un gigante come Chrysler – continua Chiesa – potrebbe irrobustire l'interscambio con il mercato americano», dove comunque nel 2008 la filiera auto ha venduto beni e servizi per 137 milioni, il 19,5% in più rispetto al 2007. In totale, per l'industria piemontese delle quattro ruote il 2008 si è chiuso con l'export a un passo dalla soglia degli 8,5 miliardi (oltre un quinto del totale regionale), in crescita del 5,37% rispetto al 2007 e dell'11,3% sul 2006. Negli ultimi tre mesi dell'anno, però,la flessione è stata pesante: dai 2,15 miliardi del 2007 si è scesi a 1,77, per un crollo del 16 per cento. Era inevitabile vista la congiuntura e visto anche il particolare accanimento che sembra aver colpito il settore. E il 2009? «Oltre agli Usa – prosegue l'economista – molto dipenderà da Francia e Germania », anche se in modo diverso: il mercato transalpino, complici gli incentivi e le ottime performance dei marchi del Lingotto, è uno dei pochi che sembra in grado di regalare qualche soddisfazione; per la Germania invece il discorso è più delicato, visto che «a pesare è l'incognita Opel. Un'eventuale paralisi della casa automobilistica metterebbe seriamente in difficoltà i componentisti piemontesi », che proprio verso la Germania hanno spesso orientato negli ultimi anni i loro sforzi di diversificazione. E poi l'Asia, «che continua a essere una terra di difficile approdo. Fiat puntava a vendere in Cina 300mila auto entro il 2010, ma Marchionne ha già dichiarato che l'obiettivo non sarà centrato. E anche dall'India ultimamente sembrano arrivare segnali di difficoltà, che riguardano non solo il Lingotto ma tutta la filiera». Ma.Fe.

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Calo record sui mercati esteri (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Centro-Nord sezione: IN PRIMO PIANO Export data: 2009-03-18 - pag: 2 autore: Calo record sui mercati esteri Nel quarto trimestre 2008 vendite giù del 10,1%, peggio della media italiana Andrea Lanzarini Dopo cinque anni di crescita, nel 2008 il barometro delle esportazioni del Centro-Nord è sceso sotto zero (-2,5%, a quota 86,7 miliardi, un dato peggiore del +0,3% italiano), tirato verso il basso dal picco negativo dell'ultimo trimestre: -10,1%, oltre tre punti sotto la media nazionale del -7 per cento. Una flessione che tocca il -27,6% nelle Marche, il peggior dato dell'area nel trimestre (ma anche su base annua, -14,5%) a fronte di un -16,6% in Umbria (-6,3% nell'intero 2008) e di un -6,9% in Toscana (-4,9% nell'anno). Neppure l'Emilia-Romagna, unica regione della macroarea a chiudere il 2008 ancora in terreno positivo (+2,4%) è riuscita a reggere l'urto di fine anno, cedendo sui mercati esteri il 6,8% nell'ultimo trimestre. Secondo i dati Istat, ancora provvisori, solo l'alimentare cresce ancora nel Centro-Nord (+1,7% tra ottobre e dicembre, +7,4%nell'intero anno).Hanno invece perso posizioni, nell'ultimo quarto del 2008, tutti gli altri settori, dal -3,3% del tessile-abbigliamento al -22% di chimica e legnomobile, passando per il -8,2% di ceramica e materiali per l'edilizia, il -6,9% di cuoio-pelle ma soprattutto il -10,3% della meccanica, che da sola vale oltre un quarto dell'export dell'area e che ha chiuso l'anno con un-0,9 per cento. Tra i mercati di sbocco, nel quarto trimestre chiudono con il segno più le vendite in Asia (+4,9%, che sale al 7,5% in Cina); in contrazione,invece,l'export diretto nei Paesi dell'Ue (-16%) e in America (-10,4%, che diventa -14,2% negli Usa). L'Emilia-Romagna è la terza regione italiana per volume di esportazioni (47,5 miliardi nel 2008) e quella che, tra le prime cinque, ha messo a segno la crescita percentuale più alta nell'ultimo lustro (+37,7%). Ed è l'unica del Centro-Nord ad aver chiuso il 2008 positivamente, seppure in forte rallentamento sul 2007, quando crebbe del 12 per cento. A pesare sulla chiusura dell'anno è stato il quarto trimestre: dopo tre spicchi sempre in crescita (il boom tra aprile e giugno, +9,7%), l'autunno ha riservato un -6,8%, condizionato dal-9,5% della meccanica e dal -10% dei mezzi trasporto. Tra le dieci province del Centro-Nord ad aver chiuso il 2008 in positivo, sette sono emiliano- romagnole –le eccezioni sono Bologna (-0,2%, che sale al -7,4 in autunno) e Ferrara (-13,2%, che diventa -27,3% nel quarto trimestre) – con il record positivo di Ravenna (+12,3%, ancora in positivo nel momento più critico,a fine anno, +1,1%). «è stato un anno generalmente positivo – spiega Paola Morigi, segretario generale della Cdc romagnola – specie per le piattaforme offshore, un settore di nicchia ma con un indotto importante. Il fatto di essere un territorio con una ricca manifattura ha fin qui aiutato a ritardare gli effetti della crisi, ma ora anche qui emergono segnali di difficoltà, come si vede dai dati sulla cassa integrazione ». Nell'ultimolustro, la Toscanaè stata la terzultima regione per crescita percentuale: +15,5%, arrivando a fine 2008 a quota 25,2 miliardi. Dopo la stagnazione di inizio secolo, il 2006 e il 2007 erano stati molto dinamici, grazie alla meccanica allargata (compresi i mezzi di trasporto e la lavorazione dei metalli). Ma il 2008, aperto da un trimestre piatto, ha chiuso in negativo (-4,9%), con perdite soprattutto nell'Ue (-8%) e negli Usa (-16%). «La contrazione – spiega Riccardo Perugi, responsabile centro studi Unioncamere – è iniziata prima che nel resto d'Italia, per il persistere delle difficoltà nei settori di tradizionale specializzazione regionale, come moda e sistema casa, ma anche per il rallentamento della meccanica allargata». A livello provinciale, a Livorno (+11,5% che scende a +1,5% nel quarto trimestre) si contrappongono Grosseto con -21,4% (-18,7% in autunno), il calo più consistente d'Italia dopo Rieti e Crotone, e Massa Carrara (-19,8%, ma negli ultimi tre mesi è la provincia dell'area cresciuta di più, +1,9%). «Si tratta di aree che esportano meno rispetto ad altre realtà toscane e i cui andamenti riflettono quelli di alcune medio-grandi imprese», conclude Perugi. Sono le Marche ad aver rallentato maggiormente nell'area – un -14,5% nel 2008 a quota 10,6 miliardi, frutto di due trimestri, il primo e l'ultimo, con flessioni superiori al 20% – e sono anche la regione che nella macroarea ha perso di più, percentualmente, sui mercati dell'Ue (-22,5%, che sale al 36,6% nell'ultimo trimestre). Nessuna delle province ha messo a segno un risultato positivo, dati aggravati a fine anno con cali ovunque superiori alle due cifre con Ascoli Piceno che segna un -19,5% su base annua ma addirittura un -43,2% nel quarto trimestre, peggiore performance nel Centro-Nord. Dati "imputabili" soprattutto alla chimica (al netto, infatti, il trend annuale è positivo): in provincia ci sono stabilimenti di grandi multinazionali, che potrebbero aver spostato altrove la produzione di linee ad alto valore. Dopo un lustro tra le prime del-la classe per crescita (+ 28,4%),anche l'Umbria ha subito una battuta d'arresto (-6,3%, a quota 3,6 miliardi). Alle cifre positive di Perugia (+3,7%, però calata anch'essa nel quarto trimestre, -3,8%) non sono corrisposte quelle di Terni (-17,8% nell'anno, -33% nell'ultimo trimestre): «Sono le acciaierie – spiega Marco Meucci, direttore della locale Confindustria – le imprese a maggiore vocazione all'export: con la crisi dell'automotive e degli elettrodomestici si è ridotta la domanda di acciaio inox. E le cose non stanno andando meglio in questi primi mesi del 2009, con ripercussioni anche sull'indotto». MALE L'INDUSTRIA PESANTE Tra ottobre e dicembre la meccanica ha lasciato sul terreno il 10,3% del valore ceduto fuori frontiera

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Parma scommette sull'impiantistica (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Centro-Nord sezione: IN PRIMO PIANO Export data: 2009-03-18 - pag: 2 autore: Macchine alimentari. Paesi emergenti nel mirino Parma scommette sull'impiantistica PARMA Anche l'impiantistica alimentare- come il resto della meccanica emiliano-romagnola - ha passato un autunno con ordini nel "congelatore". E tuttavia guarda alla seconda parte del 2009 con fiducia: «Credo che nel secondo semestre – dice Cesare Azzali, direttore dell'Unione industriali di Parma – l'impiantistica ripartirà, non appena si diraderà quella sfiducia che ha fin qui fermato gli investimenti del settore alimentare. La ripresa ci sarà prima proprio qui, perché l'alimentare non sta soffrendo quei cali della domanda che stanno affrontando altri ». Comunque, aggiunge Azzali, «non ci sarà un'esplosione di ordinativi e sicuramente non si riuscirà a recuperare questi primi mesi, ma sono convinto che arriveranno nuove commesse. E sia dai Paesi emergenti, che continuano a investire per migliorare la qualità della vita, e quindi soprattutto nell'alimentare, sia dai mercati più tradizionali, come gli Usa, l'Europa e anche l'Italia». L'impiantistica alimentare parmense produce macchine per la produzione industriale di salse e pelati di pomodoro, marmellate, bevande, conserve e anche per l'imbottigliamento e l'imballaggio. In provincia operano nel settore oltre 180 aziende industriali (con almeno dieci addetti) e circa 6.700 dipendenti. Il "distretto" ha avuto nel 2007 un giro d'affari di 2,2 miliardi (+28,9% sul 2005), in buona parte realizzato all'estero, in particolare in Spagna, Usa, Francia, Cina e Russia. In attesa degli andamenti dell'anno, la fotografia al primo semestre 2008 mostra un settore ancora in crescita, sia per produzione (+ 1,9%) che per fatturato (+3,9%). A luglio il portafoglio ordini era meno ricco e le previsioni degli imprenditori per la seconda parte dell'anno erano complessivamente negative, anche per quanto riguarda la domanda estera. In ogni caso, tra gennaio e settembre – prima dunque dello scoppio della crisi globale – l'export dell'impiantistica alimentare era aumentato del 13,6 per cento. «Dopo l'estate – conclude Azzali – le cose sono cambiate. Ma non per tutti allo stesso modo: ci sono ancora imprese che hanno un portafoglio ordini di 3-4 mesi e altre che, pur avendo ordinativi, non ne hanno a sufficienza per coprire le capacità produttive». An. La.

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Cina: governo blocca acquisizione Huiyuan da parte di Coca Cola -2- (sezione: Globalizzazione)

( da "TgFin.it" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cina: governo blocca acquisizione Huiyuan da parte di Coca Cola -2- (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 18 mar - Coca Cola e' presente in Cina da tre decenni e nei mesi scorsi aveva tentato di potenziare la propria presenza rilevando l'azienda Huiyuan, che detiene il 40% del mercato totale cinese dei succhi di frutta. Il colosso Usa a settembre aveva messo sul piatto 2,4 miliardi di dollari per acquistare la societa' quotata alla Borsa di Hong Kong. L'operazione aveva gia' ricevuto il benestare dei tre grandi azionisti dell'azienda, ovvero la Danone (che controlla il 22,98%), il fondatore Zhu Xinli (36%) e il fondo di investimento Usa, Warburg Pincus (6,8%). D'altra parte aveva necessita' del disco verde delle autorita', che hanno applicato la nuova normativa sul monopolio scattata lo scorso agosto. Il giro d'affari dei due gruppi fusi assieme avrebbe superato i 10 miliardi di yuan, oltre un miliardo di euro, tenendo conto dei numeri di bilancio del 2007, con oltre 400 milioni di yuan registrati da ciascuno in Cina. Emi- (RADIOCOR) 18-03-09 09:36:25 (0062) 3 NNNN

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Protezione civile cresce Diecimila ore di aiuti (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

VOLONTARIATO. Il bilancio dell'attività di un anno alla 26esima assemblea del Comitato Addestramento e tanto impegno garantiscono la professionalità nell'emergenza in sinergia con Recoaro 18/03/2009 rss e-mail print I volontari della protezione civile "Valle dell'Agno" possono contare su una nuova ed attrezzata sede Oltre dieci mila ore di lavoro. È a quanto ammonta il bilancio di un anno di attività portata a compimento dal Comitato volontario di Protezione civile "Valle dell'Agno", presieduto da Stefano Bicego. E non è di minore importanza l'azione in corso con cui si punta a fare sinergia con la Protezione civile di Recoaro e anche di quella alpina, secondo il concetto di fare sinergia e di valorizzare al meglio sia le risorse umane e sia i non pochi mezzi in dotazione. Vanno tenute in evidenza anche le competenze specialistiche acquisite nel corso degli anni e in risposta ai vari eventi, nei quali sono stati impegnati in fase di soccorso. Con il vanto di avere a disposizione la nuova sede, realizzata in condivisione di mezzi e risorse con l'Associazione industriali della vallata, inaugurata a gennaio e già diventata operativa in tutta la sua funzionalità. Quanto varia e a tutto campo sia l'attività della Protezione civile è dimostrata dalla diversificazione degli interventi che comprendono servizi di presenza attiva nelle più svariate manifestazioni, e, in particolare, nella formazione e nell'addestramento per quasi 1400 ore. Pronti interventi che vanno dalla ricerca di persone al taglio di alberi, allagamenti e disinfestazione di insetti. E ancora: rifornimenti idrici, logistica in generale, esercitazioni nelle scuole di Cornedo, Trissino e Spagnago. Ben 3200 ore di attività sono state assicurate dalle dodici unità cinofile (interventi anche in Turchia nel disastro del '99), come pure la collaborazione con enti e associazione in occasione di eventi vari. Si può dire che non esistono manifestazioni o eventi cittadini che non vedano in campo i volontari del Comitato della Protezione civile, ottimi interpreti di un ruolo di servizio ben organizzato e al quale viene dedicato il tempo necessario per un continuo aggiornamento. In occasione della 26a assemblea del Comitato, il presidente Stefano Bicego, a nome del consiglio direttivo, ha riservato parole importanti e di gratitudine verso tutta la comunità, definendo la nuova sede «un atto d'amore che in cambio richiederà tutta l'attenzione e la buona volontà nel dare risposte positive e una grande disponibilità nell'ascoltare anche il più debole grido di aiuto proveniente dalla nostra gente». Bicego ha concluso ricordando le sfide future che comprendono l'ambiente e il territorio e le criticità climatiche. Si potrà contare in vallata su una sede centrale a Valdagno, una operativa a Recoaro e a Trissino, con 120 volontari addestrati e undici automezzi. Luigi Centomo Luigi Centomo

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Nuova Unità Tecnica di Protezione Civile: domenica a Casale la presentazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornal.it" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

18/3/2009 Nuova Unità Tecnica di Protezione Civile: domenica a Casale la presentazione Domenica 22 marzo, alle ore 15, nella sede della Confraternita di Misericordia in strada Valenza 4/h viene presentata ufficialmente l'Unità Tecnica di Protezione Civile "Mise.S.A.R." di Misericordia. Si tratta di una unità di ricerca, soccorso e salvamento, che sarà operativa dal prossimo mese di agosto.. E' composta da 12 volontari, coordinati da Danilo Podda, con la finalità di supportare le attività di ricerca dispersi. Inoltre, poichè i volontari sono prima di tutto dei soccorritori abilitati S.S.N 118 Piemonte, sono preparati ed attrezzati materialmente per fornire un supporto sanitario immediato dal momento del ritrovamento, sino all'arrivo di un qualsiasi mezzo di soccorso che porterà la persona nel più vicino ospedale. "E' fondamentale che questa unità possa lavorare in stretta sinergia con le realtà locali e le istituzioni, per poter offrire il massimo dei risultati possibili - commenta il coordinatore del gruppo Danilo Podda - per questo occorrerà lavorare molto nei prossimi mesi, da un lato, per sensibilizzare la popolazione al concetto di rischio, dall'altro potenziare ancora di più il rapporto di collaborazione con le istituzioni, in particolare la Provincia di Alessandria e le amministrazioni comunali, a partire da quella di Casale Monferrato". "Tutto questo - dice Podda - sarà possibile grazie al costante impegno nella formazione, non solo a livello sanitario, ma anche in materia di tecniche di ricerca, cartografia, corsi di cordate, utilizzo di gps e radio, continui confronti con le realtà locali e ad una ricerca continua nelle attrezzature specifiche, tecniche di salvamento o di manovre "salvavita". Pertanto il livello di formazione dei volontari dovrà avere un profilo medio - alto, sia in termini di specificità che di concretezza". Ovviamente il neo costituito gruppo sarà anche sempre aperto a collaborazione, sia in termini formativi, sia in termini operativi, con tutti i gruppi di protezione civile, sanitari, nonché con i vigili del fuoco o il personale dell'Aib della zona e non solo, ritenendo "importante la condivisione delle capacità, delle conoscenze e delle esperienze operative di ogni gruppo e di ogni singolo, in quanto sono un aspetto basilare per la creazione di una sinergia efficace e concreta". Poiché si tratta di un'unità dedita alla protezione civile, tutti i fondi che verranno destinati all'attività di "Search and rescue" (ricerca e salvamento) verranno utilizzati per l'acquisto di materiale concretamente utile, tecnologicamente avanzato e per eventuali corsi formativi che la squadra valuterà di volta in volta. Misericordia Casale, pur operando prevalentemente nell'ambito del soccorso sanitario, ha una storico al suo attivo in materia di protezione civile. I suoi confratelli hanno partecipato alle attività di soccorso pianificate in occasione del terremoto che, nel 1997, colpì l'Umbria e le Marche, agli aiuti ed ai soccorsi prestati nel bacino casalese conseguentemente all'evento alluvionale del 2000 ed alle varie iniziative di addestramento e simulazione organizzate sul territorio. Alla presentazione di domenica 22 interverrà, tra gli altri, anche l'assessore provinciale alla protezione civile Domenico Priora e altri esponenti della provincia di Alessandria e della Regione Piemonte, oltre che all?amministrazione comunale di Casale.

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Il Papa incoraggia le donne e l'amore indissolubile pag.3 (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Papa incoraggia le donne e l'amore indissolubile Mercoledí 18.03.2009 12:28 "Nel contesto della globalizzazione in cui ci troviamo, la Chiesa ha un interesse particolare per le persone piu' bisognose". Lo ha ricordato Benedetto XVI. "La missione del vescovo - ha detto - lo impegna ad essere il principale difensore dei diritti dei poveri, a promuovere e favorire l'esercizio della carita', manifestazione dell'amore del Signore per i piccoli". Secondo il Papa, "in questo modo, i fedeli sono portati a cogliere in modo concreto che la Chiesa e' una vera famiglia di Dio, riunita dall'amore fraterno, che esclude ogni etnocentrismo e particolarismo eccessivi e contribuisce alla riconciliazione e alla cooperazione tra le etnie per il bene di tutti". Da parte sua, ha tenuto a rimarcare il Pontefice, "la Chiesa, attraverso la sua dottrina sociale, vuole risvegliare la speranza nei cuori degli esclusi". Ed e' "dovere dei cristiani, specialmente dei laici che hanno responsabilita' sociali, economiche, politiche, di lasciarsi guidare dalla dottrina sociale della Chiesa, per contribuire alla costruzione di un mondo piu' giusto in cui ciascuno potra' vivere dignitosamente". < < pagina precedente

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La Cina ospita la prossima edizione del Pata Travel Mart (sezione: Globalizzazione)

( da "TravelQuotidiano.com" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Cina ospita la prossima edizione del Pata Travel Mart Mercoledì, 18 Marzo 2009 di Isabella Cattoni - Mercoledì, 18 Marzo 2009 --> Sarà la Cina ad ospitare la prossima edizione della fiera trade più importante dell'area asiatica e del Pacifico, il Pata Travel Mart, che si terrà a Hangzhou dal 22 al 25 settembre 2009. Con oltre 350 espositori e 25 destinazioni presenti, la manifestazione è organizzata dalla Pacific Asia Travel Association che dal 1951 è l'associazione di riferimento per lo sviluppo del turismo asiatico. Tra gli espositori figurano Indonesia, Cina, India, Malesia, Birmania, Australia, Nuova Zelanda, Thailandia, Singapore, Filippine e altri. Per i professionisti del turismo italiano che si iscrivono entro il 30 giugno 2009 la tassa d'iscrizione è di 750 dollari Usa (375 rimborsabili alla fine della fiera) e comprende la partecipazione a tutte le attività del buyer program, trasporto aereo, cinque notti a Hangzhou, trasferimenti hotels/Hangzhou convention centre. Gli appuntamenti del Pata Travel Mart 2009 prevedono due giorni dedicati agli incontri con gli espositori (23 e 24 settembre), conferenze, pranzi e cocktail, visita di Hangzhou e programmi pre e post tour in Cina.

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COCA COLA VUOLE COMPRARE L'AZIENDA DEI SUCCHI DI FRUTTA: PECHINO DICE NO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Coca Cola vuole comprare l'azienda dei succhi di frutta: Pechino dice no -->La Cina blocca l'acquisizione della Huiyuan, società che produce succhi di frutta, da parte del colosso Usa: «E' sfavorevole alla concorrenza».

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LA CINA FERMA LA COCA COLA BLOCCATO L'ACQUISTO DELLA HUIYAN (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Cina ferma la Coca Cola bloccato l'acquisto della Huiyan -->Pechino dice no all'acquisizione della più grande compagnia locale di bevande non alcoliche da parte della multinazionale Usa La Cina ferma la Coca Cola bloccato l'acquisto della Huiyan "L'operazione non è consentita dalla legge antimonopolio ed è negativa per la concorrenza" (11:20 18/03/2009)

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Pomodorini di Corbara per i ristoranti giapponesi (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Salerno imprese & mercati / I sapori di Corbara Pomodorini di Corbara per i ristoranti giapponesi La garanzia è data dal sapore, oltre che dalla qualità, e dal fatto che gli stessi titolari non mangerebbero mai un prodotto diverso: nasce con questa convinzione l'azienda conserviera i Sapori di Corbara, un'azienda giovane ma con le idee molto chiare, specializzata nella produzione del celebre pomodorino, raccolto, inscatolato e conservato. emilia filocamo Poca acqua: quella che per altre specie vegetali è una privazione per il corbarino è una dote: perché è proprio grazie a questa insolita caratteristica a renderlo più concentrato e a conferirgli un sapore inconfondibile. "Il nostro pomodorino si differenzia per due caratteristiche fondamentali: oltre ad essere rigoglioso ha una bassa acidità ed un tasso zuccherino molto alto", spiega Paolo Graziano, responsabile produzione dell'azienda I Sapori di Corbara. L'azienda nasce nel 2006, ad una investitura e ad una passione di famiglia, si aggiungono altre motivazioni: la qualità, innanzitutto. "A chi mi chiede perché ho scelto questa attività, fornisco sempre la stessa risposta: perché amo fare le cose per bene, sapere quello che mangio e mangiare prodotti di qualità". Oggi l'azienda raccoglie, inscatola e conserva i pomodorini e, soprattutto, ha un numero di clienti in costante ascesa. "Sin dall'inizio del nostro ingresso sul mercato abbiamo avuto le idee molto chiare: volevamo rivolgerci ad un pubblico selezionato, soprattutto all'alta ristorazione, oltre che ai privati desiderosi di un prodotto genuino". E così è proprio di queste ore l'ordine fatto da un celebre ristorante della provincia di Bergamo, il noto " Da Vittorio", ma l'azienda è presente con il suo prodotto anche e soprattutto all'estero. "Uno dei nostri clienti più affezionati è il titolare del ristorante Acquarello di Monaco di Baviera: non ci siamo mai affidati alle fiere di settore: gli interlocutori giusti hanno fatto da ponte con i paesi più interessanti". Ai contatti commerciali si affiancano i progetti relativi alla gamma produttiva. "Abbiamo già lanciato sul mercato la prima confettura extra di corbarino: adesso è la volta delle nettarine, pesche piccole ma gustosissime, snocciolate ed immerse in una soluzione di acqua e zucchero". Profilo aziendale Ragione sociale I Sapori di Corbara Anno di costituzione 2006 Sede Via Antonio De Vito, Corbara (Sa) Amministratore unico Giuseppa Ippolito Settore/ Settori conserviero Addetti 9 Mercati di sbocco Italia, Francia, Belgio, Germania, Cina, India, Usa, Giappone Indirizzo internet www.isaporidicorbara.it Telefono 081/954939 - 335/5852386 del 18-03-2009 num.

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MARCO ESPOSITO SEMBRA UN RIBASSO PICCOLO PICCOLO: -0,6%. MA è UN ROSSO STORICO: PER LA PRIMA... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MARCO ESPOSITO Sembra un ribasso piccolo piccolo: -0,6%. Ma è un rosso storico: per la prima volta dopo oltre sessant'anni il pianeta terra nel suo insieme fa un passo indietro per Prodotto interno lordo. L'ultimo anno di contrazione è stato il 1945. È il Fondo monetario internazionale che, nelle previsioni di primavera sul 2009, applicherà alla Terra il bollino di «pianeta in recessione». La stima precedente, fatta a fine gennaio, meno di due mesi fa, indicava per il Pil del 2009 un +0,5%. Era stato il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, la scorsa settimana, ad anticipare che l'Fmi si appresta a correggere al ribasso la stima del Pil. Ma ieri a Lisbona e a Vienna due dirigenti dell'Fmi hanno svelato il numeretto: appunto quel -0,6%. L'andamento del Pil mondiale è, ovviamente, una media tra i dati delle grandi aree macroeconomiche. Cina e India restano in una fase di crescita, ma il +3,5% (rispetto al +5,5% indicato il 28 gennaio scorso) non basta più a compensare i tanti segni meno delle economie sviluppate. Gli Stati Uniti sono visti in contrazione del 2,6% (si pensava l'1,6% due mesi fa). Andamento analogo per Eurolandia, che passa da -2 tondo a -3,2%. Va un po' peggio in Gran Bretagna, che scende da -2,8% a -3,8%. L'economia più colpita dalla crisi dovrebbe essere quella giapponese, la cui stima pricipita da un già duro -2,6% a un -5% tondo. Il consigliere di Strauss-Kahn Teresa Ter-Minassian, a Lisbona, e il vice direttore generale dell'Fmi John Lipsky, a Vienna, non sono scesi nel dettaglio con la previsione del Pil sull'Italia. Ma se si considera la stima precedente (-2,1% per il 2009) e il trend generale si può prevedere per il nostro paese una contrazione intorno al 3%. Le nuove stime saranno ufficializzate durante gli incontri dell'Fmi in calendario a Washington il 25 e 26 aprile. Anche il commissario europeo agli Affari monetari, Joaquin Almunia, ritiene che i rischi al ribasso per la crescita dell'economia europea nel 2009 siano aumentati. Per Almunia la «grave recessione» che sta sempre più colpendo l'Europa e il resto del mondo potrebbe mandare in soffitta le precedenti previsioni di crescita della Commissione Ue. Previsioni che in gennaio indicavano «un calo del Pil vicino al 2% nel 2009». «Da allora - ha spiegato Almunia - i rischi al ribasso sono aumentati. Guardando agli ultimi dati, le previsioni continuano a peggiorare. Più precisamente, le ultime previsioni della Banca centrale europea e del Fondo monetario dipingono uno scenario più cupo del nostro». «Si tratta della congiuntura più preoccupante dell'era moderna» ha puntualizzato il direttore dell'Fmi Lipsky. «Ci attendiamo un moderato rallentamento dell'economia mondiale, una considerevole contrazione delle economie avanzate e una decisa frenata dei paesi emergenti e in via di sviluppo». Il responsabile del Fondo monetario ha poi messo in guardia i governi dall'abbandonare troppo presto le politiche di stimolo fiscale: «Viste le prospettive - ha detto - pensiamo sia prematuro iniziare a pensarci». Ma se il 2009 sarà un anno orribile, quando arriverà la ripresa? Per il 2010 - stando ai dati riportati - le stime aggiornate dell'Fmi puntano a una crescita globale del 2,3%. Cioè un po' meno del 3% indicato il 28 giugno ma comunque un segno positivo. Per il Usa l'incremento previsto è microscopico ma psicologicamente importante: +0,2%; per la zona euro dello 0,1% mentre per il Giappone è prevista una stagnazione. Infine quella che viene definita Asia in via di sviluppo, ovvero Cina e India in primis, l'anno prossimo dovrebbe accelerare da +3,5% del 2009 a +5,8%. Saranno loro la locomotiva delle ripresa.

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Aids, Francia preoccupata per le parole del Papa pag.4 (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Aids, la Francia attacca il Papa Mercoledí 18.03.2009 12:28 "Nel contesto della globalizzazione in cui ci troviamo, la Chiesa ha un interesse particolare per le persone piu' bisognose". Lo ha ricordato Benedetto XVI. "La missione del vescovo - ha detto - lo impegna ad essere il principale difensore dei diritti dei poveri, a promuovere e favorire l'esercizio della carita', manifestazione dell'amore del Signore per i piccoli". Secondo il Papa, "in questo modo, i fedeli sono portati a cogliere in modo concreto che la Chiesa e' una vera famiglia di Dio, riunita dall'amore fraterno, che esclude ogni etnocentrismo e particolarismo eccessivi e contribuisce alla riconciliazione e alla cooperazione tra le etnie per il bene di tutti". Da parte sua, ha tenuto a rimarcare il Pontefice, "la Chiesa, attraverso la sua dottrina sociale, vuole risvegliare la speranza nei cuori degli esclusi". Ed e' "dovere dei cristiani, specialmente dei laici che hanno responsabilita' sociali, economiche, politiche, di lasciarsi guidare dalla dottrina sociale della Chiesa, per contribuire alla costruzione di un mondo piu' giusto in cui ciascuno potra' vivere dignitosamente". < < pagina precedente

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La Cina sbarra la strada al monopolio della Coca-Cola (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino | 18 marzo 2009 La Cina sbarra la strada al monopolio della Coca-Cola Bloccato l'acquisto della della China Huiyuan Juice Il governo cinese ha bloccato l'acquisto della piu' grande compagnia locale di bevande non alcoliche da parte della Coca Cola. L'operazione, infatti, non sarebbe consentita dalla legge antimonopolio. Il ministero al commercio di Pechino ha detto che "l'acquisizione avrebbe avuto influenza negativa sulla concorrenza". In settembre, la multinazionale americana aveva lanciato un'offerta di 2,4 miliardi di dollari per l' acquisto della China Huiyuan Juice, un' impresa fondata nel 1992 e quotata alla Borsa di Hong Kong. Se l' affare fosse andato in porto si sarebbe trattato della piu' costosa acquisizione di una compagnia cinese mai fatta da una societa' straniera. L' offerta della Coca Cola per la Huiyuan era seguita con interesse anche perche' era il primo caso di rilievo a coinvolgere una multinazionale straniera da quando e' entrata in vigore le nuova legge antimonopolio, nell' agosto dell' anno scorso. Gli osservatori sono stati presi di sorpresa dal rigetto dell' operazione. Le aspettative erano per un' approvazione condizionata anche perche' la Coca Cola, essendo stata uno dei principali sponsor delle Olimpiadi di Pechino, ha acquistato in Cina una forte visibilita' e si ritiene che abbia sviluppato buoni contatti nel mondo politico cinese. L'acquisizione della compagnia cinese avrebbe permesso alla multinazionale americana di rafforzare la propria presenza sul suo terzo mercato piu' importante (dopo Usa e Messico) e di diversificare l' offerta al pubblico, aggiungendo i succhi di frutta alle bevande gassose.

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Aids, Francia e Germania contro Benedetto XVI pag.6 (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Aids, la Francia e la Germania contro il Papa Mercoledí 18.03.2009 12:28 "Nel contesto della globalizzazione in cui ci troviamo, la Chiesa ha un interesse particolare per le persone piu' bisognose". Lo ha ricordato Benedetto XVI. "La missione del vescovo - ha detto - lo impegna ad essere il principale difensore dei diritti dei poveri, a promuovere e favorire l'esercizio della carita', manifestazione dell'amore del Signore per i piccoli". Secondo il Papa, "in questo modo, i fedeli sono portati a cogliere in modo concreto che la Chiesa e' una vera famiglia di Dio, riunita dall'amore fraterno, che esclude ogni etnocentrismo e particolarismo eccessivi e contribuisce alla riconciliazione e alla cooperazione tra le etnie per il bene di tutti". Da parte sua, ha tenuto a rimarcare il Pontefice, "la Chiesa, attraverso la sua dottrina sociale, vuole risvegliare la speranza nei cuori degli esclusi". Ed e' "dovere dei cristiani, specialmente dei laici che hanno responsabilita' sociali, economiche, politiche, di lasciarsi guidare dalla dottrina sociale della Chiesa, per contribuire alla costruzione di un mondo piu' giusto in cui ciascuno potra' vivere dignitosamente". < < pagina precedente

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## Afghanistan banco di prova per rapporti Russia-Nato (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 18 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Archiviata l'era Bush, con l'arrivo del nuovo presidente Usa Barack Obama, si modificano i rapporti di forza in Asia centrale e si prospettano nuove possibilità di interazione tra l'Occidente e la Russia. La partita, in particolare, si gioca attorno all'Afghanistan, che potrebbe diventare un importante banco di prova per i rapporti Usa-Cina-Russia e Russia-Nato. Spesso si fa riferimento a "un'anti-Nato" regionale: l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco). Si tratta di un raggruppamento costituito su iniziativa prevalentamente cinese, che ha come altro capofila la Russia. Negli anni la Sco è riuscita ad assumere un suo peso geopolitico nella regione, pur essendo combattuta al suo interno dalle differenze di valutazione tra Mosca e Pechino sul suo possibile ruolo. Oggi il suo segretario generale Bolat Nurgaliev ha affermato che la Sco è "aperta" a un'"interazione" con la Nato. "In linea di principio la Sco non ha un'allergia o un'avversione alla cooperazione con la Nato. Abbiamo formalizzato una cooperazione documentata con alcune organizzazioni internazionali e cooperiamo sulla base di accordi tra 'gentlemen' con altri, tra cui per esempio l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Lo stesso si potrebbe dire per la Nato", ha affermato Nurgaliev parlando con l'agenzia di stampa Interfax. "La Sco - ha continuato - è aperta alla cooperazione con ogni organizzazione internazionale che condivida gli scopi d'assicurare la stabilità e la pace su una scala globale e regionale. Noi non vediamo ostacoli a tale interazione, dato che vi è rappresentato un interesse reciproco". L'interesse della Sco, a quanto dichiarato in passato dallo stesso Nurgaliev, pare non essere quello di mandare truppe, quanto quello di cercare di mettere sotto controllo i confini porosi dell'Afghanistan, un vero e proprio buco nero d'instabilità per la regione centro-asiatica. "E' necessario - ha ribadito oggi il segretario generale - comprendere la scala dei problemi e delle minacce poste dalle regolari sortite di formazioni talebane e dai traffici di eroina, essendo di origine afgana il 92 per cento di essa. Questo provoca serie preoccupazioni ai membri della Sco, che sono i vicini dell'Afghanistan, e un crescente allarme sul fatto che queste minacce si prospettano ampie, specialmente in tempi recenti". La richiesta della Sco di sterilizzare i confini afgani non è affatto nuova. Nel 2005 l'organizzazione firmò un accordo con Kabul per la creazione di un gruppo di contatto contro il narcotraffico. Un anno prima l'allora presidente russo Vladimir Putin aveva parlato di costruire una "cintura di sicurezza" attorno all'Afghanistan. Da allora, però, poco s'è fatto, anche perché Pechino ha frenato un possibile sviluppo dell'organizzazione verso un organismo geopolitica orientata alla sicurezza. (segue)

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## Afghanistan banco di prova per rapporti Russia-Nato -2- (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 18 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Oltre alla minaccia dei talebani e del narcotraffico, però, sembrano esserci anche motivazioni più "di scenario" nella proposta di collaborazione Sco. L'Asia centrale è uno degli scrigni più ricchi di risorse energetiche al mondo, oltre a essere uno snodo obbligato nello sviluppo dei transiti euroasiatici, anche in vista di una possibile riapertura dell'antica "Via della Seta". Halford Mackinder, il geografo inglese che ha posto le basi della geopolitica, definiva la regione "Heartland" e riteneva che chi ne avesse assunto il controllo avrebbe potuto controllare il mondo. L'Afghanistan, già centro nel XIX secolo del "Grande gioco" per l'egemonia nella regione tra Russia e Gran Bretagna, oggi è il fulcro della partita. Obama ne è consapevole e ha annunciato che intende inviarvi altri 17mila uomini, raddoppiando la forza del proprio contingente. Un impegno importante, preso in un momento di grave crisi economica. Ma il presidente Usa ha già dovuto subire un primo smacco. Il Kirghizistan (un paese Sco) ha denunciato gli accordi in base ai quali dal 2001 gli Usa e gli altri paesi impegnati nel teatro afgano possono utilizzare la base aerea di Manas, vicino alla capitale Bishkek. La decisione è stata annunciata a inizio febbraio, in concomitanza con l'assegnazione all'impoverito paese centroasiatico d'un pacchetto d'aiuti economici da 2 miliardi di dollari. Una circostanza, questa, che ha fatto avanzare molti sospetti sulle giustificazioni addotte dal presidente Kurmanbek Bakiev, secondo il quale lo "sfratto" sarebbe motivato da mere ragioni economiche. Sebbene molte voci facciano pensare che la trattativa con Washington sia ancora aperta, gli Stati uniti hanno fatto capire che stanno valutando possibilità per sostituire la fondamentale base di Manas con altre strutture alternative. La decisione di Bakiev, inoltre, sembra essere collegata a quella di Mosca (seguita dal Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan e lo stesso Kirghizistan, tutti membri Sco) di permettere il transito di materiali non bellici destinati alle forze Usa nel loro territorio. Una disponibilità ben accolta da Washington, che ha bisogno di diminuire la canalizzazione dei rifornimenti attraverso l'instabile Pakistan, ma che pone in una posizione di forza Mosca. Ci sono anche possibilità, come ha scritto sul sito d'informazione Eurasianet il docente dell'US Army War College Stephen Blank, che nella partita per Manas possa inserirsi anche la trattativa sullo scudo antimissilistico statunitense in Europa dell'Est. Una data cruciale per definire le possibilità di sinergia tra Sco e Nato sembra essere il 27 marzo. Quel giorno a Mosca ci sarà una conferenza sull'Afghanistan, voluta dalla presidenza russa dell'organizzazione. Lì potrebbero confrontarsi, e forse armonizzarsi, le due diverse visioni sul ruolo del raggruppamento. Secondo Asia Times Online, infatti, la Cina sarebbe più orientata a vedere un contingente di caschi blu per i confini afgani che la Sco. All'incontro sono stati invitati anche il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer (ma non è ancora chiaro se ci sarà o meno), i paesi del G8, la Turchia, i paesi osservatori della Sco - Iran, Pakistan, India e Mongolia - alcuni dei quali molto interessati alla vicenda afgana. La convocazione è tre giorni prima che la Nato e l'Onu s'incontrino all'Aia proprio per parlare di Afghanistan. E una settimana prima che Obama e il presidente russo Dmitri Medvedev s'incontrino per la prima volta.

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Onu, Prodi segretario generale? Probabilmente "una sciocchezza" (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Onu, Prodi segretario generale? Probabilmente "una sciocchezza" Roma, 18 mar (Velino) - Il rinnovo della tessera del Partito democratico da parte di Romano Prodi ha provocato numerosi speculazioni da parte della stampa sul suo futuro politico. C?è chi ne ipotizzava una candidatura alle europee (già smentita dall?interessato) o il ruolo di consigliere di Dario Franceschini alla leadership del Pd. Fino a quanto pubblicato da Giancarlo Mazzuca sul Tempo di oggi. Il deputato del Pdl, primo anni fa ad anticipare la notizia che l?ex premier sarebbe diventato presidente della Commissione europea, in un articolo ironico e un po? velenoso sostiene che “quello che ora interessa a Mortadella è diventare come minimo roast-beef, nel senso che ambirebbe a un ruolo sempre più internazionale”. Un ruolo che qualche riga dopo viene esplicitato: niente di meno che segretario generale dell?Onu. L?indiscrezione, se così si può chiamare, di Mazzuca, non è utilizzata per sottolineare un?ipotetica megalomania del Professore o comunque per prenderlo per i fondelli. Il deputato definisce tutt?altro che velleitarie le presunte ambizioni di Prodi, che da settembre guida il comitato Onu-Unione africana per le operazioni di peacekeeping nel continente nero. L?ex presidente del Consiglio – sostiene Mazzuca – sarebbe sostenuto dalla Cina e dagli Stati Uniti dell?amministrazione Obama, mentre l?attuale segretario generale Ban Ki-moon sarebbe “considerato da tutti di scarso appeal”. Strada quindi in discesa per Prodi sulla poltrona più importante del Palazzo di vetro? Tutt?altro. Ciò che Mazzuca non considera nella sua analisi sono le procedure di elezione di un segretario generale. Non solo quelle ufficiali (voto del Consiglio di Sicurezza che prelude alla nomina da parte dell?Assemblea generale) ma soprattutto la regola non scritta che vuole l?alternanza (generalmente con il rinnovo del mandato per il segretario generale in carica) tra i gruppi regionali. Anche quando nel 1995 l?opposizione degli Usa causò il mancato secondo mandato di Boutros Ghali (egiziano), a sostituirlo fu un altro africano, il ghanese Kofi Annan. E anche la tornata precedente, quella che condusse all?elezione di Ghali, rappresentò uno schiaffo a George Bush padre, che contava di sfruttare il peso politico degli Stati Uniti per sovvertire la tradizione ed eleggere un canadese invece di un africano. Non gli riuscì: i membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza misero in atto quello che qualcuno ha definito “il sesto veto”, cioè un?intesa che non consentì a Bush di ottenere i nove voti necessari e il presidente Usa dovette fare marcia indietro. Appare decisamente improbabile che Barack Obama si metta contro i paesi asiatici, cui al termine del mandato di Ban (alla fine del 2010) spetta un altro quadriennio, per favorire Romano Prodi. Se poi l?ex presidente del Consiglio ambisse all?incarico dal 2014, che effettivamente spetterebbe a un europeo, appare più probabile la nomina di un rappresentante di un paese al di là dell?ex cortina di ferro. Da anni, infatti, l?Europa dell?est reclama la possibilità di esprimere un segretario generale, contestando la generale considerazione del Vecchio continente come un “unicum” dato che i quattro predecessori di Ban Ki-moon europei provenivano tutti dall?Occidente. Non è comunque la prima volta che un italiano viene associato alla poltrona di segretario generale dell?Onu. Negli scorsi anni si era ipotizzata una candidatura di Walter Veltroni, giustificando così il suo impegno per l?Africa mentre era sindaco di Roma. E in tempi recenti Affari Italiani ha rilanciato un?idea circolata durante il primo governo Prodi: quella che a puntare alla vetta più alta dell?Onu sia Silvio Berlusconi. Ma alla fine, come nel 1995 Susanna Agnelli rispose all?ipotesi di una sua candidatura, tutte queste probabilmente si riveleranno “solo sciocchezze”. (gda) 18 mar 2009 15:57

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Il sindaco Reggi al V Convegno nazionale dei Comuni sulla Protezione Civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il sindaco Reggi al V Convegno nazionale dei Comuni sulla Protezione Civile (18/3/2009 20:53) | (Sesto Potere) - Piacenza - 18 marzo 2009 - Il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, in qualità di presidente della Consulta nazionale dell?Anci sulla Protezione Civile, parteciperà al V Convegno sul tema “Codice Rosso 2009. Protezione Civile: le forme associative e le Unioni di Comuni nelle prospettive delle riforme federaliste”, che si terrà ad Ancona dal 19 al 21 marzo. In particolare, Reggi introdurrà e coordinerà i lavori nel pomeriggio di giovedì, la discussione verterà sul tema “La Protezione Civile nelle prospettive delle riforme federaliste”. Interverranno Mauro Guerra, Sindaco di Tramezzo, coordinatore Nazionale dell?Anci - Piccoli Comuni e Unioni di Comuni, che illustrerà “Le forme associative e le Unioni di Comuni nelle prospettive delle riforme federaliste” e Bernardo De Bernardinis, Vice Capo Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che approfondirà il tema “Il Comune nei progetti strategici di interesse nazionale” e svilupperà gli argomenti relativi alla rete dei centri funzionali, alla dorsale trasmissiva, alla colonna mobile nazionale delle Regioni e alla sicurezza degli edifici scolastici. Interverranno inoltre Massimo Vitale, Consigliere Comunale con delega alla Protezione Civile del Comune di Bari, Gabriele Marchese sindaco di San Salvo, Paolo Raffaelli sindaco di Terni, Luca Ceriscioli sindaco di Pesaro, Raffaele Rocco, coordinatore del Dipartimento Difesa del Suolo e Risorse Idriche della Regione Autonoma Valle d?Aosta, Lino Secchi, Presidente Confservizi Marche, Anna Patullo, assessore alla Protezione Civile del Comune di Bologna, Enea Di Ianni, assessore alla Protezione Civile del Comune di Sulmona e Guglielmo Berlasso, dirigente della Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia. Il sabato mattina il sindaco Reggi interverrà alla tavola rotonda conclusiva, il momento più importante delle tre giorni, insieme a Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche, Giovanni Chiodi, presidente della Regione Abruzzo, Francesco Paolo Tronca, capo del Dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco, Mario Luigi Bruschini, rappresentante della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Antonio D?Alì, presidente della Commissione Ambiente del Senato ed Ermete Realacci, componente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. in merito all?attuazione dei modelli organizzativi della Protezione Civile, sempre nell?ottica delle possibili riforme federaliste. I presenti condivideranno un documento finale da sottoscrivere nel corso della Conferenza unificata, che verrà presentato dal presidente dell?Anci Leonardo Domenici, in cui i Comuni e le Regioni pongono le basi per una nuova stagione di concertazione per le attività della Protezione Civile e per affermare la funzionalità di un sistema articolato sul territorio nazionale, in modo capillare per poter gestire al meglio i rischi e le emergenze. Questo, al fine di promuovere l?associazionismo per l?adeguatezza dei servizi, rispettare i ruoli e la sussidiarietà come principio fondante di un vero sistema, ripartire il fondo regionale di Protezione Civile come motore del sistema nazionale di Protezione Civile e definire le attività di formazione delle risorse umane per far crescere il sistema. Concluderà i lavori il Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso. Sarà infine assegnato il premio nazionale “Codice Rosso” a Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il premio verrà ritirato da Guido Bertolaso.

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Libri, come Internet ha cambiato modo di amare (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 18-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Libri, come Internet ha cambiato modo di amare Dalle chat a Facebook, da YouTube a YouPorn, dal cybersesso al Real Touch, il web 2.0 ha rivoluzionato anche l?universo dei sentimenti e del sesso. In 'L'amore ai tempi del globalè, in uscita il 26 marzo, Tiziana Nenezic (già autrice del manuale 'Come sopravvivere ai newyorkesì) ci racconta gli esiti spesso esilaranti di un processo di globalizzazione che è entrato nella nostra sfera più intima. «Mogli e buoi dei paesi tuoi è una formula in via di rapida estinzione su questo pianeta in via di costante globalizzazione - scrive Nenezic -... Babele è il nuovo mondo... è l'intreccio di rapporti iniziati online con una manciata di click da ogni angolo del pianeta». In questo viaggio ironico nel mondo degli incontri virtuali (e non), la scrittrice ci racconta come e perchè la realtà virtuale ha cambiato il nostro modo di pensare e di amare. Ecco allora il paragrafo 'Si scrive Facebook, ma si legge Feiscuc', in cui Tiziana Nenezic spiega come sul social network più famoso al mondo – che non è una chat e neanche un dating site – non è poi così difficile incontrare quelli che vanno in cerca dell?'acchiappò. E siccome ai tempi del globale anche la pornografia ha subito cambiamenti rivoluzionari ecco 'Cyberporno e sei protagonistà, che racconta come in rete il porno sia passato da passivo a interattivo, «alternando con disinvoltura performance registrate a sexcam shows dal vivo». E dà un consiglio ai giovanissimi internauti (per le statistiche, l?età media del neofita del cyberporn è 11 anni): «Se online vi imbattete in amplessi cistercensi ricordatevi che si tratta di professionisti.. E come dicono gli americani quando in tv mostrano gesta particolarmente ardue: Don't try this at home!». Ma se l?amore cambia con internet, anche le corna «coi cyberflirt sempre a portata di polpastrello sono diventate praticamente tascabili». «Le si può mettere comodamente dall?ufficio e dal salotto – scrive Tiziana Nenezic – il che fa pensare che la definizione più moderna di adulterio sia quella fornita da Willow su un forum dedicato al tradimento: 'Se state facendo, dicendo o digitando qualcosa a una persona che vi interessa, che non fareste, direste o digitereste mai davanti al vostro partner o coniuge, state commettendo adulteriò. Sembra il comma di una legge, tanto è complicato, ma questi sono i tempi che corrono».

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