CENACOLO DEI COGITANTI |
Ramo d'ulivo della Clinton
alla Corea del Nord, ma no a nuovi test missilistici
( da "Corriere.it"
del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: gli Usa, la Cina e la Russia. Al momento, non vi è stata ancora alcuna risposta da parte di Pyongyang: «Se la Corea del Nord rispetta gli obblighi sottoscritti nel 2007, con le verifiche sull'eliminazione totale del suo programma nucleare, ci sarà risposta reciproca, di certo da parte degli Stati Uniti», ha aggiunto il segretario di Stato.
Gli Usa alla Corea: pace se rinuncia al nucleare
( da "Arena,
L'" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: la Clinton ha riassunto l'approccio del governo Usa, illustrando l'offerta nei confronti di Pyongyang: un trattato di pace per normalizzare i rapporti e un programma di aiuti, se la Corea del Nord rinuncia del tutto ai piani atomici, seguendo lo schema dei colloqui a sei, che coinvolgono le due Coree, Giappone, Usa, Cina e Russia.
PETER Sloterdijk LE BOLLE ERRANTI DELLA GLOBALIZZAZIONE
( da "Manifesto,
Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: seriamente intaccato quando si oltrepassa sia la soglia della globalizzazione metafisica che quella della globalizzazione terrestre e si entra nel domaine della virtualizzazione dello spazio, sovradeterminata dalla velocità della circolazione del denaro e dell'informazione. La crisi dei sistemi immunitari, che è il segno della nostra epoca, consegue dal corto circuito determinatosi nell'
Rallenta la spinta dell'export
( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: 4 miliardi di euro, seppur in decelerazione rispetto al +10% del 2007 sul 2006. Primo mercato di sbocco la Francia con 689 milioni di euro (+5,3%) seguitaa brevissima distanza dalla Russia a 684 milioni (+ 14,9%). Continua la crescita di export in Cina (+12,1%). Ancora in calo Usa (-6,3%) e Giappone (-14,3%). Ma.Ge.
OCCORRE partire dalla constatazione che la globalizzazione
è un processo che non ha portato...
( da "Messaggero,
Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: globalizzazione è un processo che non ha portato, ne porterà res sic stantibus, alla creazione di un mercato globale, perché esso non presenta le caratteristiche istituzionali che consentono di raggiungere questo risultato. Tuttavia, nonostante le lacune, il processo di globalizzazione ha mostrato d'essere un efficace motore di sviluppo e va pertanto preservato dai pericoli di un
Globalizzazione, opportunità e rischi
( da "Resto
del Carlino, Il (Cesena)" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: 14 Globalizzazione, opportunità e rischi Le relazioni tra i popoli hanno un orizzonte mondiale. Ma chi governa i conflitti? GLOBALIZZAZIONE è una parola entrata con forza a far parte del nostro linguaggio e noi tutti la usiamo comunemente in tante occasioni della vita quotidiana, tanto è vero che sono rimasto stupito,
La Coop tra globalizzazione e didattica
( da "Resto
del Carlino, Il (Ferrara)" del
18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: 12 La Coop tra globalizzazione e didattica ABBIAMO intervistato Giulia, la nostra animatrice, che si occupa della realizzazione dei laboratori didattici all'interno della struttura di Coop nell'area del ferrarese. Le abbiamo posto diverse domande che ci hanno permesso di approfondire i temi affrontati nella nostra simulazione e di conoscere i presupposti del laboratorio stesso,
Domani al Bit la presentazione per le Ville dell'imperiese
( da "Sanremo
news" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La fiera del turismo, manifestazione che giunge quest?anno alla 29° edizione, è nota agli addetti ai lavori per rappresentare il momento clou della promozione turistica del prodotto vacanza; il tema di quest?anno sarà Globalizzazione e Turismo. Rischi e opportunità di una sfida senza confini'.
Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina
( da "PC
World online" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: 18-02-2009 Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Uno spyware che manda informazioni in Cina: un attacco al browser di Microsoft sfruttando un baco già "eliminato" Attilio Varanini Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy?
PETER Sloterdijk
( da "Manifesto,
Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: seriamente intaccato quando si oltrepassa sia la soglia della globalizzazione metafisica che quella della globalizzazione terrestre e si entra nel domaine della virtualizzazione dello spazio, sovradeterminata dalla velocità della circolazione del denaro e dell'informazione. La crisi dei sistemi immunitari, che è il segno della nostra epoca, consegue dal corto circuito determinatosi nell'
Gli economisti: servono scelte internazionali condivise
( da "Tempo,
Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: parlato di una sorta di G2 creato da Cina e Usa. Nella riforma degli organismi mondiali l'Italia puà giocare un ruolo importante ha sottolineato il sottosegretario dello Sviluppo Economico, Adolfo Urso che ha aggiunto: «Dal punto di vistaculturale e geografico il nostro Paese che attualmente è nel G7 è il più simile a quelli emergenti che chiedono di essere ammessi alle decisioni»
A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google
contro l'emendamento D'Alia ( da "PC World online"
del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.
## Hillary Clinton attesa in Cina tra nuove sfide e vecchi
( da "Virgilio
Notizie" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: come la nomina di un nuovo ambasciatore USA a Pechino) ai diritti umani, argomento personalmente a cuore alla Clinton. Gli Stati Uniti intendono premere per una maggiore partecipazione della Cina ai temi globali, primo fra tutti quello ambientale. "Cercheremo maniere per collaborare su questioni che vanno al di là del semplice interesse reciproco,
Indonesia/ Clinton: paese è un modello per mondo islamico
( da "Virgilio
Notizie" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Ha poi annunciato che sarà ristabilito un particolare programma di pacifisti interrotto nel 1965 quando i volontari furono espulsi da gruppi di estrema sinistra che li accusavano di spionaggio. Domani l'ex First Lady sarà in Corea del Sud e poi in Cina.
Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un
disabile ( da "PC World online"
del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.
La crisi economica: verso una de-globalizzazione dei
mercati? ( da "Blogosfere"
del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: globalizzazione dei mercati? Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:05 in Economia e Globalizzazione La crisi del mercato automobilistico tocca sempre piu' l'Europa. In Svezia, la storica Saab, da quasi vent'anni interamente acquisita dalla General Motors, rischia la chiusura dopo che gli americani hanno annunciato il loro imminente disimpegno.
Anche il tessile-abbigliamento cinese perde colpi con la
crisi globale ( da "fashionMagazine.it"
del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: abbigliamento cinese perde colpi con la crisi globale La Cina si riconferma leader indiscusso nelle esportazioni mondiali di tessile-abbigliamento, ma il calo globale dei consumi sta colpendo anche le aziende del settore che, per la prima volta in 10 anni, accusano una discesa nei profitti. Intanto l'Italia chiude il 2008 con un +27% dell'export verso questo Paese,
RIETI: 'I SOLDI SONO TUTTO? UNA NUOVA ETICA NELL'ECONOMIA'
( da "Sabina
Oggi Online" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: affinché il consumismo e la globalizzazione dedichino il dovuto rispetto alle comunità più deboli dal punto di vista contrattuale. Riccardo Moro è un economista che si occupa di questioni internazionali e in particolare del problema della lotta alla povertà e del finanziamento dello sviluppo sostenibile nel contesto della globalizzazione.
Cina-Usa/ A Pechino alto apprezzamento per Hillary Clinton
( da "Virgilio
Notizie" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: In Cina la conoscono con il solo nome Hillary, un segno che il nuovo Segretario di Stato Americano non è affatto sconosciuto alla popolazione del paese più grande del mondo. Sebbene la maggior parte la ricordi come "la moglie di Bill Clinton", Hillary ha a lungo primeggiato nelle preferenze dei cinesi durante l'ultima campagna elettorale.
( da "Corriere.it" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
obama prepara la
nuova strategia sulla'afghanistan: presto altre truppe Ramo d'ulivo della
Clinton alla Corea del Nord, ma no a nuovi test missilistici Il segretario di
Stato promette un programma di aiuti se Pyonyang dirà addio definitivamente al
nucleare TOKYO (GIAPPONE) - Un eventuale prossimo test missilistico da parte
della Corea del Nord «non aiuterà a far avanzare le nostre relazioni». Lo ha
detto da Tokyo il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, alla sua
prima missione all'estero, pur ribadendo l'offerta fatta di un trattato di pace
sulla normalizzazione dei rapporti e un programma di aiuti, se Pyongyang
rinuncia del tutto ai suoi piani nucleari. «Se la Corea del Nord rispetta gli
obblighi sottoscritti nel 2007, con le verifiche sull'eliminazione totale del
suo programma nucleare, la risposta sarà reciproca», ha precisato la Clinton.
TRATTATO DI PACE - La Clinton ha ribadito la validità dell'offerta fatta
intervenendo a New York venerdì scorso: un trattato di pace - sulla
normalizzazione dei rapporti e un programma di aiuti - se la Corea del Nord
rinuncia del tutto ai suoi piani nucleari, seguendo lo schema dei colloqui a
Sei, i negoziati che coinvolgono le due Coree, il Giappone, gli Usa, la Cina e la Russia. Al momento, non vi è stata ancora alcuna risposta
da parte di Pyongyang: «Se la Corea del Nord rispetta gli obblighi sottoscritti
nel 2007, con le verifiche sull'eliminazione totale del suo programma nucleare,
ci sarà risposta reciproca, di certo da parte degli Stati Uniti», ha aggiunto
il segretario di Stato. «Ma la decisione sulla cooperazione nei colloqui
a Sei, mettendo da parte linguaggio e azioni provocatorie, spetta alla Corea
del Nord. Noi stiamo guardando con molta attenzione», ha rilevato ancora l'ex
First Lady, ribadendo il «pieno» supporto al Giappone in relazione ai propri
cittadini rapiti dagli agenti di Pyongyang durante gli anni della Guerra
Fredda. OBAMA - Intanto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che firmerà
oggi la legge che vara il pacchetto da 787 miliardi di dollari che deve servire
da stimolo all'economia americana, sta per annunciare la sua nuova strategia
sull'Afghanistan. Secondo indiscrezioni il presidente degli stati Uniti
potrebbe annunciare presto il raddoppio delle truppe Usa
presenti sul territorio per contrastare l'offensiva dei talebani. Inizialmente
però Obama dovrebbe approvare solo una parte dei nuovi arrivi, si parla di
30mila soldati in più, dando però maggior spazio a quei mezzi di supporto, come
gli elicotteri, fortemente richiesti dallo Stato maggiore. stampa |
( da "Arena, L'" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 18
Febbraio 2009 NAZIONALE Pagina 6 Gli Usa alla Corea:
pace se rinuncia al nucleare Hillary Clinton mette in guardia la Corea del Nord
dai suoi propositi nucleari, a cominciare dal lancio sperimentale del missile
di lunga gittata, il Taepodong-
( da "Manifesto, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Da domani nelle
librerie per Meltemi il primo volume di «Sfere», l'opera più importante del
filosofo tedesco. Una panoramica che spazia dalle relazioni primarie alla
deriva autoreferenziale del politico per individuare i limiti e i perduranti
punti di forza della modernità PETER Sloterdijk LE «BOLLE» ERRANTI DELLA
GLOBALIZZAZIONE Bruno Accarino Mentre il primo volume delle Sfere del filosofo
Peter Sloterdijk è un esperimento microsferologico impegnato a decifrare i
piccoli mondi del vincolo di coppia o della partecipazione simbiotica, cioè
impegnato a disegnare figure che non possono avere una forma circolare in senso
geometrico e possono essere al massimo apparentate a sfere metaforiche, cioè
appunto a «bolle», come recita il titolo del primo volume, la seconda tappa
reca il sottotitolo Globi: sotto i riflettori sono ora Dio e il mondo. Nella
trattazione dei globi il punto di partenza è l'«illuminismo» greco, con la sua
immagine filosofica del mondo impregnata di idealismo geometrico in fatto di
cosmologia e di idealismo logico in fatto di teologia. Questa metafisica della
sfera perdura fino alle soglie della modernità, la quale può a sua volta essere
interpretata come un esperimento anti-platonico e dunque come una cesura nella
sfericità. La metafisica classica è una galleria di sistemi immunitari posti in
essere a difesa della perfettezza delle sfere. Il successo di questa profilassi
viene seriamente intaccato quando si oltrepassa sia la
soglia della globalizzazione metafisica che quella della globalizzazione
terrestre e si entra nel domaine della virtualizzazione dello spazio,
sovradeterminata dalla velocità della circolazione del denaro e
dell'informazione. La crisi dei sistemi immunitari, che è il segno della nostra
epoca, consegue dal corto circuito determinatosi nell'evoluzione delle
sfere: in un quadro che è quasi di mobilitazione totale jüngeriana, ma riferito
al denaro, all'informazione e alla vita, la postmodernità ospita rapporti
dinamizzati che sono transitati in una modalità ipercinetica, il cui tratto
tipico consiste in «un immancabile precipitare in processi di innovazione
interminabili». A questo punto l'immagine più congrua è quella delle «schiume»
- Schäume è il sottotitolo del terzo volume di Sfere: un crogiuolo di perdita
di equilibrio, di produzione caotica di senso, di cronica sensazione di
vertigine. Si tratta di una figura molecolare lontana da un ordine molare
corrispondente a stratificazioni delimitanti, e impegnata piuttosto a
monitorare i flussi, il divenire, le intensità. Saltato l'asse degli
accoppiamenti ideali e della ipersfera del cosmo unico e del Dio unico, viene
meno ogni centrum securitatis e si profila una condizione in cui la lotta per
la sopravvivenza reagisce a situazioni ipercomplesse. Nella nuova Babilonia Non
è un caso che trovi collocazione nel terzo volume l'aeromoto (Terrore
nell'aria, Meltemi), il passaggio della guerra dalla terraferma all'aria, e poi
dalla guerra campale a quella aerea, con l'ingresso dei gas velenosi nello
scacchiere della belligeranza e con lo sconvolgimento di ogni precedente
morfologia della guerra: passaggio che Sloterdijk ha indagato con radicalità
superiore a quella di Carl Schmitt, retrodatandolo alla prima guerra mondiale.
Perfettamente incastonata nello stesso volume è inoltre la fenomenologia della
Foam-City, la città-schiuma. Prima siamo invitati a orientarci sulla mappa
dell'immaginario rivoluzionario francese, con la sua semantica ossessiva della
festa culminata nella festa della Federazione del 14 luglio 1790, poi veniamo
accompagnati nei sentieri che recano il segno dei «discorsi anfiteatrali» in
direzione dell'assemblearismo totalitario che fiancheggia le soluzioni
architettoniche di Albert Speer e il neoclassicismo nazionalsocialista, infine
ci troviamo al cospetto delle pluralità spaziali urbane e della macro-schiuma
cittadina, anzi di una vera e propria neobabilonica «afropoli» (foam city,
appunto). Tutto ciò esige un cominciamento diverso da quello dell'uomo come
zoon politikon, figura che Sloterdijk, riecheggiando la critica hegeliana di
Schelling, considera affiorata improvvisamente da un colpo di pistola e fonte
inesauribile di equivoci. Chi punta sulla centralità delle civiltà avanzate
come oggetto di indagine cancella l'evento fondamentale e globale preesistente
a tutte le civiltà, l'antropogenesi, e vede in ogni nuovo individuo un
predestinato, in tempi rapidissimi, alla vita all'interno degli Stati. Il
Leviatano americano Nella scia di Tommaso d'Aquino («l'uomo è un animale più
familiare che politico»), si prendono invece le mosse da situazioni semplici,
come la relazione madre-bambino, o dalla piccola e grande famiglia o ancora,
più determinatamente, dall'orda originaria. Il correttivo etnologico apportato
ad approcci antropologici e sociologici tradizionali si rende palese: la
piccola forma insegna a stupirsi di fronte ad un insieme sociale che sia più
grande di un'orda primitiva. Si scopre allora che nelle unità più grandi sono
già presupposte tecniche di amplificazione e meccanismi di trasposizione (di
metafora) e che le forme di vita prepolitiche e i rapporti fondamentali di
piccolo formato sono indicatori imprescindibili. Una mappatura delle fonti di
ispirazione di Sloterdijk sarebbe poco sensata, stanti l'agilità e
l'impregiudicatezza con cui ad esse si attinge nei vari contesti. Conviene
fissare intanto un punto: la formula fondamentale dell'esserci come
«essere-nel-mondo» viene dinamizzata e lascia il posto alla formula alternativa
venire-al-mondo. Il fenomeno biologico della nascita - Sloterdijk è debitore
delle riflessioni arendtiane sulla natalità e avrebbe potuto anche appellarsi
agli spunti forniti sullo stesso tema da Günther Anders, se solo fosse stato
possibile purgarli della collera anti-heideggeriana che li pervade - diventa
così interrogabile su un piano ontologico, fino alla costituzione degli imperi.
Il «Leviatano americano» funge da incubazione di tutte le polarità essenziali:
lo spazio liscio contro lo spazio striato, la deterritorializzazione contro la
riterritorializzazione, la macchina da guerra contro l'apparato statuale, la
marina e il partigiano contro le guardie di frontiera e l'esercito regolare,
l'America contro la fortezza Europa, la balena contro l'elefante, la rete
contro la gerarchia, il rizoma contro l'albero, l'immanenza contro la
trascendenza, la circolazione illimitata contro la rarefazione dei beni - e
dello spazio -, la moltitudine contro la nazione, il flusso contro le vie di
comunicazione, il nomadismo contro l'endiadi ordinamento/localizzazione,
l'intensità e la virtualità - foucaultianamente - contro la disciplina e il
controllo, l'empire contro l'imperium, la governance contro il governo. Ma il
trauma da assorbire resta quello indicato dall'espressione quasi scherzosa
«monogeismo»: una formula con la quale si può indicare tanto la premessa quanto
il risultato della globalizzazione terrestre, la presa di possesso nautica
della Terra da parte degli europei. Pensiero partigiano Si inaugura un viaggio,
che è qualcosa di più di un congedo filosofico dall'Europa, verso una
talassizzazione dagli esiti oscuri e dal ritmo incontenibile, qualcosa che ha
incalzanti conseguenze metafisiche prima ancora che politiche, economiche e
sociali, qualcosa che, con la sua audacia, ridimensiona la creaturalità
dell'uomo. La talassizzazione è così violenta, e così violentemente legata alla
modernità, da rendere inadeguata anche una messa a punto concettuale così
canonicamente direttiva come quella dello Heidegger del 1938 (L'epoca
dell'immagine del mondo). Il mare è permanentemente in subbuglio, al punto tale
da vanificare la potenza prensile e ordinativa della rappresentazione delineata
da Heidegger. È come se il mare rivoluzionasse l'intero spartito musicale della
modernità e fosse addirittura abilitato a conferire una laurea in modernità: «A
whale-ship was my Yale College and my Harvard», una baleniera è stata la mia
università di Yale e la mia Harvard, dice uno dei personaggi di Melville nel
venticinquesimo capitolo di Moby Dick. Se si collocasse l'intervento della
globalizzazione, con il suo potere di sagomare il mondo, solo in una fase tarda
della storia occidentale, sarebbe inevitabile attribuire alla ferita
narcisistica copernicana un potere di rottura che essa non ha. Modernità
ribelle La ferita più profonda è stata inferta da Magellano, colui che ha
consentito la transizione da un pensiero della terraferma ad un pensiero
oceanico e che ha mortificato il pianeta Terra, stante la preponderanza delle
superfici d'acqua, al ruolo di un water world. Anche la talassizzazione del politico
o la sua irregolarizzazione, ricostruibile a partire dal partigiano schmittiano
o, già meno persuasivamente, dal «ribelle» boschivo jüngeriano, è solo un
aspetto di questo processo. Talassizzazione non è solo de-teologizzazione e
scioglimento dei ceppi che incatenano la curiositas, avviata finalmente a
sintonizzarsi con la «legittimità dell'età moderna». Essa è, propositivamente,
capacità di apparecchiare imagines mundi che spezzino la consonanza tra viaggio
e pellegrinaggio e releghino quest'ultimo in un ruolo di nicchia dilettantesca
e pateticamente residuale - altro che linea diretta dal pellegrino al
conquistador al viandante! Peregrinatio ad veritatem? Macché. Talassizzazione
significa, né più né meno, sconvolgimento dei parametri, anzi dei regimi,
dell'immaginazione: una scena originaria con effetti geopsicologici a catena,
una seconda Odissea, comè stato detto, senza la componente nostalgica di Itaca.
Senza ritorno. Almeno una delle domande che è lecito porre ai lettori di
Sloterdijk cade qui a proposito: può il regressus alle condizioni di
possibilità dell'ominazione (antropogenesi) e della cultura evitare di
appiattirsi in un ennesimo episodio di raffinata erudizione, aggravato dagli
effetti dispersivi di un'impresa consapevolmente inattuale? La spoliazione a
cui viene sottoposta la modernità, rovistata da Sloterdijk con le lenti del
prisma antropologico e quindi denudata delle fuorvianti bardature della sua
autointerpretazione, risponde all'esigenza di prendere atto della crisi di
tenuta che investe la gestione della compagine politica. I flussi del potere
Nel momento stesso in cui si corre il rischio di aderire, senza opporre alcuna
resistenza, all'autocelebrazione del mondo globalizzato come universo di flussi
e non di strutture, di relazioni e non di identità di potere o di classe, ci si
attrezza però a comprendere quali margini sussistano per intervenire su questa
superficie delle cose che sembra non aver più bisogno di una dura realtà
sottostante e librarsi al di sopra e al di là di qualsiasi vincolo fondativo e
sostanziale. Quale verità è così autoevidente da non aver bisogno né di
apprendimento né di lavorìo critico, se non quella del mercato? Palesemente
infastidito dallo svuotamento accademico della riflessione filosofica,
anticonformisticamente incline alle grandi narrazioni e per nulla intimorito
dal verdetto di superfluità quotidianamente pronunciato all'indirizzo
dell'indagine cosmologica, quasi incredulo, anzi furibondo, di fronte al
successo di una filosofia analitica esangue ed anti-narrativa, Sloterdijk è
stato più volte coinvolto in scaramucce mediatiche che rischiano di far
smarrire il senso della sua proposta. CONTINUA|PAGINA14 Il suo recupero della
narratività, magari anche provocatoriamente affabulatoria, come medium di
concettualizzazione tenta di dotare la comunicazione filosofica di
un'attrezzatura psicostorica che non paghi alcun dazio alla psicoanalisi, alla
quale Sloterdijk ha riservato la sua diffidenza sin da L'albero magico (1985),
narrazione fantastica del viaggio di un giovane medico viennese in una Parigi
stralunata e prerivoluzionaria. Mondo sincronico è quello, chiuso come una
serra, della globalizzazione. Libere dalla storia, prive di passato e di
identità, sono quelle ombre di singoli che si avvicendano sul teatro della
relazionalità sociale: e che quella libertà, peraltro, vedono spesso messa a
repentaglio, perché il destino di un'epoca che regala a piene mani l'ebbrezza
della incessante riformattazione della propria biografia è quello di
moltiplicare le occasioni compensatorie familistico-schiavili.
L'anticomunitarismo di Sloterdijk non accetta di scendere sul terreno di
un'opzione a favore della priorità del collettivo sull'individuale o viceversa,
ma legge la matrice biopolitica, e in buona sostanza prepolitica, delle
soluzioni istituzionali che danno risposta ai disagi «estatici» del vivere
associato. Nell'odierno pullulare di corporate identities, l'itinerario di
Sloterdijk è, per una sua parte consistente, la mappa dei tentativi falliti di
dare slancio e realtà al programma kantiano di uscita dalla minorità. Non è più
in questione una storia di successi intervallati da fallimenti, e viceversa,
nel diagramma dell'emancipazione, ma la paralisi di una conditio humana non
votata, per natura e per cultura, alla maggiorità. Foto: «L'INQUILINO», OPERA
DELL'ARTISTA GLORIA FRIEDMANN ESPOSTA AL GRAND PALAIS DI PARIGI NEL 2006 /
(FOTO AP) . RITRATTO DI PETER SLOTERDIJK
( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-02-18 - pag: 15 autore: BILANCIO 2008
Rallenta la spinta dell'export Le esportazioni di abbigliamento femminile
chiudono il
( da "Messaggero, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 18
Febbraio 2009 Chiudi di PAOLO SAVONA OCCORRE partire dalla constatazione che la
globalizzazione è un processo che non ha portato, ne
porterà res sic stantibus, alla creazione di un mercato globale, perché esso
non presenta le caratteristiche istituzionali che consentono di raggiungere
questo risultato. Tuttavia, nonostante le lacune, il processo di
globalizzazione ha mostrato d'essere un efficace motore di sviluppo e va
pertanto preservato dai pericoli di un suo ingolfamento; ma per fare ciò
occorre apportare miglioramenti alle regole che lo governano. Qualora ciò non
avvenisse, il processo di globalizzazione potrebbe sfociare in una grave crisi
valutaria che trascinerebbe con sé una crisi economica e un conflitto
geopolitico tra grandi potenze. Ci riferiamo principalmente alle politiche
americane di sostegno delle domanda aggregata al di là delle risorse interne
che generano un'offerta di base monetaria internazionale assorbita a riserva
ufficiale da Paesi con un regime di cambio fisso o dirty (cioè con interventi
delle autorità) e un'offerta di titoli denominati in dollari che il resto del
mondo deve assorbire se non intende causare un grave deprezzamento della moneta
americana. A questi problemi si aggiunge quello della diversificazione delle
riserve ufficiali dal dollaro all'euro o ad altre monete e quello
dell'assegnazione di dollari ai sovereign wealth funds... Il processo di globalizzazione
attuato nell'ambito delle regole del Wto consente il permanere di una
frammentazione del mercato, soprattutto a causa dell'uso à la carte del regime
di cambio, il quale a sua volta consente la perpetuazione di elevati squilibri
attivi e passivi nelle bilance estere. Questo fatto fa dipendere gli equilibri
di mercato dal comportamento delle autorità, riducendo il contributo positivo
che la libera scelta può dare a una gestione efficiente delle risorse scarse
del Pianeta. Autorità ufficiali e studiosi americani danno una diversa lettura
della situazione basata sull'ipotesi che il resto del mondo non sia capace di
utilizzare tutto il risparmio che produce e gli Stati Uniti siano bravi nel
fornire il servizio prezioso di investirlo, rovesciando la direzione di
causalità tra il disavanzo estero e la politica economica come qui lo
intendiamo. Una serie di circostanze storiche ha fatto sì che, a far data dal
1971, con l'abbandono del regime di Bretton Woods deciso unilateralmente dagli
Stati Uniti, gli scambi mondiali siano rimasti privi di uno standard monetario
di riferimento propriamente definito, in quanto il sistema è restato imperniato
sul dollaro, le cui quantità e i cui tassi dell'interesse sono fissati sulla
base degli obiettivi interni di politica fiscale e monetaria degli Stati Uniti
e delle volontà del resto del mondo, Cina in testa, di trattenere dollari a
riserva ufficiale e di acquistare titoli pubblici e privati statunitensi. A
questi due elementi, di per sé già rilevanti, si è recentemente aggiunto un
forte e disordinato vento della finanza interna americana. Dati alla mano, la
crisi andava maturando da tempo sul mercato degli Stati Uniti per l'affermarsi
di un clima di quasi totale libertà delle transazioni finanziarie tradizionali
(i crediti) o innovative (i derivati) che il resto del mondo Regno Unito ed
Euroarea in testa ha assecondato in modo incoerente con le esperienze e le
conoscenze maturate in materia. È infatti ben noto che, senza vincoli, la
moltiplicazione dei mezzi monetari e finanziari non ha fine. Per frenare la
creazione monetaria furono introdotte riserve obbligatorie e di capitale,
mentre ben poco è stato fatto per la creazione finanziaria. Mantenendo un
comparto regolato e uno meno o per niente, l'attività di mercato si trasferisce
progressivamente nei secondi, come di fatto è accaduto... Il mercato globale ha
certamente fatto da viatico. Nè può stupire che la crisi non può trovare
soluzione a livello di un solo Paese, per grande e potente che sia (come sono
certamente gli Stati Uniti), ma richiede una stretta cooperazione tra
stati-nazione, almeno tra quelli del G8, possibilmente includendo i tre Paesi
del Bric che ancora non vi partecipano, ammesso che la Russia continui a farne
parte. L'emergenza finanziaria e reale non è certamente l'unica che richiede
una tale cooperazione. Esiste infatti un numero elevato di emergenze
planetarie, ossia di problemi che non possono essere risolti a livello
nazionale, anche da parte del Paese o dei Paesi leader globali. La Federazione
mondiale degli scienziati ne ha contate 63, divise in 15 categorie, dalla
tutela dell'ambiente e della salute alla corsa agli armamenti e all'abnorme
sviluppo della finanza rispetto all'economia reale, ricordati nel testo. A
queste emergenze se n'è sommata un'altra, forse più grave, quella culturale,
che consiste nell'incomprensione che circonda la soluzione cooperativa di
questi problemi o nel rifiuto ideologico di cooperare per risolverli.
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
CAMPIONATO DI
GIORNALISMO pag. 14 Globalizzazione,
opportunità e rischi Le relazioni tra i popoli hanno un orizzonte mondiale. Ma
chi governa i conflitti? GLOBALIZZAZIONE è una parola entrata con forza a far
parte del nostro linguaggio e noi tutti la usiamo comunemente in tante
occasioni della vita quotidiana, tanto è vero che sono rimasto stupito,
quando ho appreso che in realtà è un termine così recente. Questo vocabolo si
riferisce in primis' agli aspetti economici delle relazioni tra i popoli e
indica la tendenza dei mercati ad assumere una dimensione mondiale superando i
confini regionali e nazionali attraverso gli scambi. Per la prima volta venne
usato in ambito economico nel 1983 dal giornalista americano Theodor Levit
sulle pagine del quotidiano The New York Times poi, in breve si estese in molti
ambiti, coinvolgendo anche gli scambi culturali tra le diverse società. Con la
globalizzazione la cultura di un Paese viene travasata' da una società ad
un'altra, per questo oggi è possibile passeggiare per le strade di Forlì,
visitare una mostra si un artista neoclassico come Canova, mangiare sushi,
indossare scarpe americane fabbricate in Vietnam, leggere manga' e ascoltare
musica afro. I FATTORI che hanno favorito l'affermarsi di questo fenomeno sono
molteplici e coinvolgono i sistemi di trasporto a lungo raggio,la diffusione
delle tecnologie, dei nuovi sistemi di telecomunicazioni e l'imporsi di un
orientamento liberista in economia, che ha favorito gli scambi mediante
l'abbattimento delle barriere doganali in gran parte del mondo. E' sorprendente
infatti come oggi sia facile comunicare a distanza, scambiarsi informazioni e
immagini, attraverso posta elettronica, chat o addirittura vedersi attraverso
la webcam, scaricarsi un libro di trecento pagine a migliaia di chilometri di
distanza nel tempo di una telefonata. Questo oggi fa parte della nostra
quotidianità. Tecnologia e comunicazione favoriscono quindi lo scambio non solo
di beni economici, ma anche di opinioni di idee, di abitudini e di stili di
vita. NONOSTANTE le indiscutibili opportunità messe al servizio degli utenti,
bisogna anche tenere presente l'altra faccia della medaglia' e cioè occorre
considerare anche i lati negativi di tale fenomeno. Oggi il dibattito è molto
acceso e le opinioni controverse, basti pensare alle polemiche accese dal
popolo di Seattle, che in occasione del Millennium Round, tenutosi nel 1999,
diedero vita ad un movimento soprannominato No-global. Tale movimento si oppone
alla globalizzazione economica per contrapporre uno sviluppo sostenibile, più
proiettato sul rispetto dei diritti umani, sui valori della democrazia, sul
dialogo solidale tra i vari Paesi del mondo, per far sì che le regioni del
Terzo mondo possano affrancarsi dalla loro tragica povertà. Per essere
obiettivi nella valutazione degli effetti che la globalizzzazione ha prodotto
occorre allora tenere presente gli aspetti positivi che da essa sono scaturiti,
in particolare va sottolineato come abbia favorito gli scambi internazionali,
la perfezionabilità' dei prodotti, la possibilità di portare il lavoro anche in
regioni arretrate, la diffusione delle informazione e delle innovazioni in zone
remote del pianeta, l'opportunità offerta al pubblico dei consumatori di
scegliere la merce migliore al minor prezzo; ma, d' altro canto, occorre
sottolineare anche in negativo i rischi in cui il consorzio umano incorre e
cioè il pericolo di unificare le economie a danno delle specificità individuale
e delle identità delle culture dei singoli Paesi. IL RISCHIO è rappresentato
dall'omologazione, dalla massificazione' dei consumi, dall'emarginazione del
diverso', solo perché alcune aree del mondo non sono inserite nel circuito del
mercato globale. Immaginare una soluzione a questo complicato problema credo
sia un'operazione estremamente difficile, tuttavia la nostra speranza è riposta
nelle grandi organizzazioni transnazionali come l'Onu, ad esempio, che speriamo
possano regolare il meccanismo che tiene in equilibrio il profitto e lo
sviluppo umano dei cittadini del mondo. Classe III E scuola media Zangheri
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
18-02-2009)
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FERRARA SCUOLA pag. 12 La Coop tra globalizzazione e didattica ABBIAMO intervistato Giulia,
la nostra animatrice, che si occupa della realizzazione dei laboratori
didattici all'interno della struttura di Coop nell'area del ferrarese. Le
abbiamo posto diverse domande che ci hanno permesso di approfondire i temi
affrontati nella nostra simulazione e di conoscere i presupposti del
laboratorio stesso, all'interno dell'attività più ampia svolta dalla
cooperativa. Qual è lo scopo dei laboratori didattici Coop? A chi sono
indirizzati? «La Coop offre servizi di educazione al consumo consapevole e agisce
a stretto contatto con le scuole di ogni ordine e grado, compresi i bambini più
piccoli. Lo scopo è quello di offrire la possibilità di ampliare il punto di
vista dei giovani, rendendoli cittadini attivi e consapevoli». Dal vostro punto
di vista, quali sono i risultati ottenuti? Svolgete delle attività di
monitoraggio dei progetti? «Certo, Coop prevede la compilazione da parte degli
utenti (in particolare, gli insegnanti) di schede di monitoraggio che valutano
i contenuti e lo svolgimento dei percorsi. Ma la conferma più diretta del buon
lavoro svolto è l'elevato numero di classi che partecipano all'iniziativa e il
loro entusiasmo durante gli incontri. Da quanto tempo si svolge questo tipo di
attività? «La Coop si occupa di tematiche sociali praticamente da sempre. I
laboratori didattici si svolgono da una trentina d'anni, adeguando le proposte
al modificarsi delle richieste e dei tempi». Qual è il vostro rapporto con il
territorio? «L'integrazione con il territorio è buona. La riuscita e la qualità
del lavoro svolto dipendono spesso, più che dall'impegno di Coop, dalla
disponibilità delle scuole, dalla loro "apertura mentale" e dal
coinvolgimento degli insegnanti». Quali sono eventuali nuovi progetti per il
futuro? «Coop continuerà a svolgere i laboratori didattici, proponendo nuovo
argomenti: la gomma da masticare, il riciclaggio dell'alluminio, i videogames
il tutto per rispondere alle esigenze e alle richieste del territorio». Giulia
ci ha accompagnato in modo divertente e simpatico sulle strade di un argomento
difficile, ci ha guidato con competenza nel gioco, ci ha fatto sorridere e ci
ha reso più tristi quando ha comunicato che le nostre famiglie non potevano
comprare il riso per sfamarsi durante la giornata ed era solo un gioco! Giada
Fabbri Alessandro Mangherini Giorgia Gelli Brenda Pretato Alex Ghirardelli
( da "Sanremo news" del 18-02-2009)
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Domani al Bit la
presentazione per le Ville dell'imperiese Domani, giovedì 19 febbraio, allo
stand della Regione Liguria alla Bit di Milano sarà presente la Provincia di
Imperia, nella persona del Consigliere delegato al turismo Giovanni Amoretti,
che presenterà una pubblicazione, agile e pratica dal titolo Ville della
Riviera dei Fiori realizzata dalla Provincia di Imperia Il libro raccoglie la
documentazione, iconografica e storica di edifici della Riviera, acquisiti
dalla Provincia, o dallo Stato, per essere riofferti alla cittadinanza ed ai
turisti come sedi di manifestazioni, esposizioni, mostre, incontri. Si tratta
dei giardini Hanbury a Ventimiglia, voluti da sir Thomas Hanbury, inglese che
della Mortola aveva fatto la sua seconda patria e aveva dato l?avvio al turismo
verso la Riviera: di villa Regina Margherita a Bordighera, buen retiro della
Regina, da poco acquistata dalla Provincia per farne un polo museale che
esponga al pubblico i tesori d?arte di uno dei più raffinati collezionisti
privati Angelo Terrazzi; di villa Nobel a Sanremo centro attivo della vita
culturale rivierasca e luogo d?incontro per i Nobel ( Mechu, Ebani), che
ospiterà la prossima settimana un incontro internazionale interreligioso ; ed
infine Villa Grock ad Imperia, dove i ricordi circensi danno vita a molteplici
occasioni di spettacolo. La sintonia che lega il progetto provinciale di
promozione turistica alla vita culturale italiana, è così forte,che l?ultimo
libro del più vivace autore italiano, con radici liguri, Nico Orengo, ambienta
la sua trama negli stessi luoghi. Nel mondo del turismo globale, quale migliore
occasione di divertimento che una visita ad un luogo di nicchia, quasi studiato
ad hoc per il turista? La fiera del turismo, manifestazione che giunge
quest?anno alla 29° edizione, è nota agli addetti ai lavori per rappresentare
il momento clou della promozione turistica del prodotto vacanza; il tema di
quest?anno sarà Globalizzazione e Turismo. Rischi e
opportunità di una sfida senza confini'.
( da "PC World online" del 18-02-2009)
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18-02-2009
Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Uno spyware
che manda informazioni in Cina: un attacco al
browser di Microsoft sfruttando un baco già "eliminato" Attilio
Varanini Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno
dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il
processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle
fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia
Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in
Svezia Download di video da YouTube. Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e
per tutti Facebook paga 65 milioni nella causa con ConnectU San Valentino:
attenti ai messaggi d?amore, possono contenere virus e spam Google sempre più
in vetta anche negli USA Postbox, dalla costola di Thunderbird Non solo Google:
anche Microsoft pensa all'ambiente. E alle aziende Microsoft aveva avvertito:
c'erano alte probabilità che i cybercriminali potessero costruire nuovi
attacchi sfruttando le vulnerabilità di Internet Explorer per le quali aveva
distribuito patch proprio la settimana scorsa. Profezia avverata. Martedì, il
produttore di software per la sicurezza, Trend Micro, ha comunicato il primo
attacco basato proprio su uno dei buchi che si era cercato di tappare con un
aggiornamento. Un attacco di dimensioni ridotte con conseguenze limitate
secondo Paul ferguson, ricercatore di Trend Micro. "L'attacco - ha
dichiarato Ferguson - prevede l'installazione di una back door che esegue
l'upload di informazioni dalla porta 443 verso un sito cinese". Sebbene
Ferguson non sappia chi ne sia l'autore ha affermato che l'attacco è molto
simile a quello realizzato, circa un anno fa, contro un gruppo di sostenitori
della causa tibetana per l'indipendenza della Cina,
allo scopo di raccogliere informazioni. In entrambi i casi, tutto è partito
dall'apertura di un documento di Word che connette IE a un sito dal quale passa
poi lo spyware vero e proprio. Non è indispensabile l'uso di un documento di
Word per ottenere il risultato finale, basterebbe infatti condurre la vittima,
tramite browser, sul sito che "inietta" il malware. In ogni caso,
sono attesi altri attacchi che approfittino di questa vulnerabilità,
potenzialmente molto più pericolosi di quello condotto in questa circostanza.
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Ultimatum alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come
sarà Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09:
Nokia e Skype insieme per il VOIP in mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con
Yahoo e Vodafone per la distribuzione di Opera Mini Non basta la patch: attacco
a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi"
più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata In Trentino
si spegne la TV analogica per passare al digitale Il software Navigon nei
cellulari LG Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Il Google Phone di HTC
in Italia grazie a Vodafone Fujitsu vende gli hard-disk a Toshiba MWC 09: Nokia
propone il camera-phone N86 8MP MWC 09: arriva il caricabatterie universale per
cellulari SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto
Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia
(7 commenti) OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane
- Al fotografo quando e cosa... fotografare
( da "Manifesto, Il" del 18-02-2009)
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LE «BOLLE» ERRANTI
DELLA GLOBALIZZAZIONE PETER Sloterdijk Da domani nelle librerie per Meltemi il
primo volume di «Sfere», l'opera più importante del filosofo tedesco. Una
panoramica che spazia dalle relazioni primarie alla deriva autoreferenziale del
politico per individuare i limiti e i perduranti punti di forza della modernità
Bruno Accarino Mentre il primo volume delle Sfere del filosofo Peter Sloterdijk
è un esperimento microsferologico impegnato a decifrare i piccoli mondi del
vincolo di coppia o della partecipazione simbiotica, cioè impegnato a disegnare
figure che non possono avere una forma circolare in senso geometrico e possono
essere al massimo apparentate a sfere metaforiche, cioè appunto a «bolle», come
recita il titolo del primo volume, la seconda tappa reca il sottotitolo Globi:
sotto i riflettori sono ora Dio e il mondo. Nella trattazione dei globi il
punto di partenza è l'«illuminismo» greco, con la sua immagine filosofica del
mondo impregnata di idealismo geometrico in fatto di cosmologia e di idealismo
logico in fatto di teologia. Questa metafisica della sfera perdura fino alle
soglie della modernità, la quale può a sua volta essere interpretata come un
esperimento anti-platonico e dunque come una cesura nella sfericità. La
metafisica classica è una galleria di sistemi immunitari posti in essere a
difesa della perfettezza delle sfere. Il successo di questa profilassi viene seriamente intaccato quando si oltrepassa sia la soglia della
globalizzazione metafisica che quella della globalizzazione terrestre e si
entra nel domaine della virtualizzazione dello spazio, sovradeterminata dalla
velocità della circolazione del denaro e dell'informazione. La crisi dei
sistemi immunitari, che è il segno della nostra epoca, consegue dal corto
circuito determinatosi nell'evoluzione delle sfere: in un quadro che è
quasi di mobilitazione totale jüngeriana, ma riferito al denaro,
all'informazione e alla vita, la postmodernità ospita rapporti dinamizzati che
sono transitati in una modalità ipercinetica, il cui tratto tipico consiste in
«un immancabile precipitare in processi di innovazione interminabili». A questo
punto l'immagine più congrua è quella delle «schiume» - Schäume è il sottotitolo
del terzo volume di Sfere: un crogiuolo di perdita di equilibrio, di produzione
caotica di senso, di cronica sensazione di vertigine. Si tratta di una figura
molecolare lontana da un ordine molare corrispondente a stratificazioni
delimitanti, e impegnata piuttosto a monitorare i flussi, il divenire, le
intensità. Saltato l'asse degli accoppiamenti ideali e della ipersfera del
cosmo unico e del Dio unico, viene meno ogni centrum securitatis e si profila
una condizione in cui la lotta per la sopravvivenza reagisce a situazioni
ipercomplesse. Nella nuova Babilonia Non è un caso che trovi collocazione nel
terzo volume l'aeromoto (Terrore nell'aria, Meltemi), il passaggio della guerra
dalla terraferma all'aria, e poi dalla guerra campale a quella aerea, con
l'ingresso dei gas velenosi nello scacchiere della belligeranza e con lo
sconvolgimento di ogni precedente morfologia della guerra: passaggio che
Sloterdijk ha indagato con radicalità superiore a quella di Carl Schmitt,
retrodatandolo alla prima guerra mondiale. Perfettamente incastonata nello
stesso volume è inoltre la fenomenologia della Foam-City, la città-schiuma.
Prima siamo invitati a orientarci sulla mappa dell'immaginario rivoluzionario
francese, con la sua semantica ossessiva della festa culminata nella festa
della Federazione del 14 luglio 1790, poi veniamo accompagnati nei sentieri che
recano il segno dei «discorsi anfiteatrali» in direzione dell'assemblearismo
totalitario che fiancheggia le soluzioni architettoniche di Albert Speer e il
neoclassicismo nazionalsocialista, infine ci troviamo al cospetto delle
pluralità spaziali urbane e della macro-schiuma cittadina, anzi di una vera e
propria neobabilonica «afropoli» (foam city, appunto). Tutto ciò esige un
cominciamento diverso da quello dell'uomo come zoon politikon, figura che
Sloterdijk, riecheggiando la critica hegeliana di Schelling, considera
affiorata improvvisamente da un colpo di pistola e fonte inesauribile di
equivoci. Chi punta sulla centralità delle civiltà avanzate come oggetto di indagine
cancella l'evento fondamentale e globale preesistente a tutte le civiltà,
l'antropogenesi, e vede in ogni nuovo individuo un predestinato, in tempi
rapidissimi, alla vita all'interno degli Stati. Il Leviatano americano Nella
scia di Tommaso d'Aquino («l'uomo è un animale più familiare che politico»), si
prendono invece le mosse da situazioni semplici, come la relazione
madre-bambino, o dalla piccola e grande famiglia o ancora, più
determinatamente, dall'orda originaria. Il correttivo etnologico apportato ad
approcci antropologici e sociologici tradizionali si rende palese: la piccola
forma insegna a stupirsi di fronte ad un insieme sociale che sia più grande di
un'orda primitiva. Si scopre allora che nelle unità più grandi sono già
presupposte tecniche di amplificazione e meccanismi di trasposizione (di
metafora) e che le forme di vita prepolitiche e i rapporti fondamentali di
piccolo formato sono indicatori imprescindibili. Una mappatura delle fonti di
ispirazione di Sloterdijk sarebbe poco sensata, stanti l'agilità e
l'impregiudicatezza con cui ad esse si attinge nei vari contesti. Conviene
fissare intanto un punto: la formula fondamentale dell'esserci come
«essere-nel-mondo» viene dinamizzata e lascia il posto alla formula alternativa
venire-al-mondo. Il fenomeno biologico della nascita - Sloterdijk è debitore
delle riflessioni arendtiane sulla natalità e avrebbe potuto anche appellarsi
agli spunti forniti sullo stesso tema da Günther Anders, se solo fosse stato
possibile purgarli della collera anti-heideggeriana che li pervade - diventa
così interrogabile su un piano ontologico, fino alla costituzione degli imperi.
Il «Leviatano americano» funge da incubazione di tutte le polarità essenziali:
lo spazio liscio contro lo spazio striato, la deterritorializzazione contro la
riterritorializzazione, la macchina da guerra contro l'apparato statuale, la
marina e il partigiano contro le guardie di frontiera e l'esercito regolare,
l'America contro la fortezza Europa, la balena contro l'elefante, la rete contro
la gerarchia, il rizoma contro l'albero, l'immanenza contro la trascendenza, la
circolazione illimitata contro la rarefazione dei beni - e dello spazio -, la
moltitudine contro la nazione, il flusso contro le vie di comunicazione, il
nomadismo contro l'endiadi ordinamento/localizzazione, l'intensità e la
virtualità - foucaultianamente - contro la disciplina e il controllo, l'empire
contro l'imperium, la governance contro il governo. Ma il trauma da assorbire
resta quello indicato dall'espressione quasi scherzosa «monogeismo»: una
formula con la quale si può indicare tanto la premessa quanto il risultato
della globalizzazione terrestre, la presa di possesso nautica della Terra da
parte degli europei. Pensiero partigiano Si inaugura un viaggio, che è qualcosa
di più di un congedo filosofico dall'Europa, verso una talassizzazione dagli
esiti oscuri e dal ritmo incontenibile, qualcosa che ha incalzanti conseguenze
metafisiche prima ancora che politiche, economiche e sociali, qualcosa che, con
la sua audacia, ridimensiona la creaturalità dell'uomo. La talassizzazione è
così violenta, e così violentemente legata alla modernità, da rendere
inadeguata anche una messa a punto concettuale così canonicamente direttiva
come quella dello Heidegger del 1938 (L'epoca dell'immagine del mondo). Il mare
è permanentemente in subbuglio, al punto tale da vanificare la potenza prensile
e ordinativa della rappresentazione delineata da Heidegger. È come se il mare
rivoluzionasse l'intero spartito musicale della modernità e fosse addirittura
abilitato a conferire una laurea in modernità: «A whale-ship was my Yale
College and my Harvard», una baleniera è stata la mia università di Yale e la
mia Harvard, dice uno dei personaggi di Melville nel venticinquesimo capitolo
di Moby Dick. Se si collocasse l'intervento della globalizzazione, con il suo
potere di sagomare il mondo, solo in una fase tarda della storia occidentale,
sarebbe inevitabile attribuire alla ferita narcisistica copernicana un potere
di rottura che essa non ha. Modernità ribelle La ferita più profonda è stata
inferta da Magellano, colui che ha consentito la transizione da un pensiero
della terraferma ad un pensiero oceanico e che ha mortificato il pianeta Terra,
stante la preponderanza delle superfici d'acqua, al ruolo di un water world.
Anche la talassizzazione del politico o la sua irregolarizzazione,
ricostruibile a partire dal partigiano schmittiano o, già meno persuasivamente,
dal «ribelle» boschivo jüngeriano, è solo un aspetto di questo processo.
Talassizzazione non è solo de-teologizzazione e scioglimento dei ceppi che
incatenano la curiositas, avviata finalmente a sintonizzarsi con la
«legittimità dell'età moderna». Essa è, propositivamente, capacità di
apparecchiare imagines mundi che spezzino la consonanza tra viaggio e
pellegrinaggio e releghino quest'ultimo in un ruolo di nicchia dilettantesca e
pateticamente residuale - altro che linea diretta dal pellegrino al
conquistador al viandante! Peregrinatio ad veritatem? Macché. Talassizzazione
significa, né più né meno, sconvolgimento dei parametri, anzi dei regimi,
dell'immaginazione: una scena originaria con effetti geopsicologici a catena,
una seconda Odissea, comè stato detto, senza la componente nostalgica di Itaca.
Senza ritorno. Almeno una delle domande che è lecito porre ai lettori di
Sloterdijk cade qui a proposito: può il regressus alle condizioni di
possibilità dell'ominazione (antropogenesi) e della cultura evitare di
appiattirsi in un ennesimo episodio di raffinata erudizione, aggravato dagli
effetti dispersivi di un'impresa consapevolmente inattuale? La spoliazione a
cui viene sottoposta la modernità, rovistata da Sloterdijk con le lenti del
prisma antropologico e quindi denudata delle fuorvianti bardature della sua
autointerpretazione, risponde all'esigenza di prendere atto della crisi di
tenuta che investe la gestione della compagine politica. I flussi del potere
Nel momento stesso in cui si corre il rischio di aderire, senza opporre alcuna
resistenza, all'autocelebrazione del mondo globalizzato come universo di flussi
e non di strutture, di relazioni e non di identità di potere o di classe, ci si
attrezza però a comprendere quali margini sussistano per intervenire su questa
superficie delle cose che sembra non aver più bisogno di una dura realtà
sottostante e librarsi al di sopra e al di là di qualsiasi vincolo fondativo e
sostanziale. Quale verità è così autoevidente da non aver bisogno né di
apprendimento né di lavorìo critico, se non quella del mercato? Palesemente
infastidito dallo svuotamento accademico della riflessione filosofica,
anticonformisticamente incline alle grandi narrazioni e per nulla intimorito
dal verdetto di superfluità quotidianamente pronunciato all'indirizzo
dell'indagine cosmologica, quasi incredulo, anzi furibondo, di fronte al successo
di una filosofia analitica esangue ed anti-narrativa, Sloterdijk è stato più
volte coinvolto in scaramucce mediatiche che rischiano di far smarrire il senso
della sua proposta. Il suo recupero della narratività, magari anche
provocatoriamente affabulatoria, come medium di concettualizzazione tenta di
dotare la comunicazione filosofica di un'attrezzatura psicostorica che non
paghi alcun dazio alla psicoanalisi, alla quale Sloterdijk ha riservato la sua
diffidenza sin da L'albero magico (1985), narrazione fantastica del viaggio di
un giovane medico viennese in una Parigi stralunata e prerivoluzionaria. Mondo
sincronico è quello, chiuso come una serra, della globalizzazione. Libere dalla
storia, prive di passato e di identità, sono quelle ombre di singoli che si
avvicendano sul teatro della relazionalità sociale: e che quella libertà,
peraltro, vedono spesso messa a repentaglio, perché il destino di un'epoca che
regala a piene mani l'ebbrezza della incessante riformattazione della propria
biografia è quello di moltiplicare le occasioni compensatorie
familistico-schiavili. L'anticomunitarismo di Sloterdijk non accetta di
scendere sul terreno di un'opzione a favore della priorità del collettivo
sull'individuale o viceversa, ma legge la matrice biopolitica, e in buona
sostanza prepolitica, delle soluzioni istituzionali che danno risposta ai
disagi «estatici» del vivere associato. Nell'odierno pullulare di corporate
identities, l'itinerario di Sloterdijk è, per una sua parte consistente, la
mappa dei tentativi falliti di dare slancio e realtà al programma kantiano di
uscita dalla minorità. Non è più in questione una storia di successi
intervallati da fallimenti, e viceversa, nel diagramma dell'emancipazione, ma
la paralisi di una conditio humana non votata, per natura e per cultura, alla
maggiorità.
( da "Tempo, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
stampa Al Forum di
Formiche e Il Tempo il punto sul G7 Gli economisti: servono scelte
internazionali condivise Una governance a livello mondiale e un ordine
monetario come chiave per affrontare la crisi economica non solo sull'onda
dell'emergenza ma anche nel periodo successivo. è quanto è emerso dal forum
promosso dalla rivista Formiche insieme a Il Tempo che si è tenuto presso
l'hotel Aleph di Roma. Un panel di economisti ha fatto il punto sull'esito del
vertice G7 di Roma e ha presentato il nuovo volume di Paolo Savona ("Il
governo dell'economia mondiale", ed. Marsilio-Formiche). Alla tavola
rotonda con Paolo Savona hanno partecipato fra gli altri, Arrigo Sadun
(direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale), Michele Bagella
(preside della facoltà di Economia all'Università Tor Vergata), Carlo Pelanda,
Antonio Maccanico, Gianni De Michelis, Franco Debenedetti, Giuseppe Pennisi e
il sottosegretario allo Sviluppo Economico Adolfo Urso. Pennisi ha lanciato
l'ipotesi di definire «vaste aree monetarie» per creare stabilità. La tesi che
ha prevalso è quella di una revisione del sistema monetario, un nuovo accordo
monetario internazionale. Il problema infatti non è solo di far fronte
all'emergenza («I governi hanno messo in campo soluzioni tampone» ha detto l'economista
Mauro Marè) ma di governare la fase successiva. Paolo Savona ha sottolineato
che «l'emergenza monetaria non può essere affrontata a livello nazionale».
Pelanda ha ricordato che della crisi dei mutui subprime si parlava già nel 2007
ma nessuno è corso ai ripari. Anche Pelanda come Tremonti ha parlato di una sorta di G2 creato da Cina e Usa. Nella riforma degli organismi mondiali l'Italia puà giocare un
ruolo importante ha sottolineato il sottosegretario dello Sviluppo Economico,
Adolfo Urso che ha aggiunto: «Dal punto di vistaculturale e geografico il
nostro Paese che attualmente è nel G7 è il più simile a quelli emergenti che
chiedono di essere ammessi alle decisioni». Il timore per il
protezionismo è emerso dalla parole di Mauro Marè, presidente del Mefop, che ha
spiegato che «i piani che i paesi europei hanno messo in campo per salvare le
aziende nazionali sono stati presi senza un coordinamento a livello di
Commmissione europeo». Il pericolo è grande perché se Bruxelles non può più
intervenire sugli aiuti di stato «il rischio è il collasso del mercato
comunitario» ha concluso Marè
( da "PC World online" del 18-02-2009)
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18-02-
( da "Virgilio Notizie" del 18-02-2009)
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Pechino, 18 feb.
(Apcom) - La tappa finale in Cina del primo viaggio
asiatico del nuovo Segretario di Stato americano Hillary Clinton, dopo Giappone,
Indonesia e Corea del Sud, sarà anche la più importante per le relazioni
bilaterali della presidenza Obama alla luce della congiuntura internazionale
corrente. L'agenda delle relazioni bilaterali spazierà dagli ambiti
tradizionali alle priorità della nuova amministrazione americana, dalle
questioni diplomatiche più tecniche (come la nomina di un
nuovo ambasciatore USA a Pechino) ai diritti umani, argomento personalmente a
cuore alla Clinton. Gli Stati Uniti intendono premere per una maggiore partecipazione
della Cina ai temi globali, primo fra tutti quello ambientale.
"Cercheremo maniere per collaborare su questioni che vanno al di là del
semplice interesse reciproco, per rivolgerci a problemi veramente
globali" ha detto Hillary Clinton alla vigilia della partenza per la
missione in Asia. Pechino e Washington sono i principali responsabili delle
emissioni di anidride carbonica e i più restii all'osservanza dei trattati
internazionali in materia. Ma la collaborazione, che vuol dire anche e soprattutto
cooperazione scientifica, può essere vantaggiosa ad ambo le parti: per la Cina significherebbe nuova immissione di conoscenze
scientifiche, per gli USA sarebbe una spinta all'esportazione di prodotti con
alto valore aggiunto, in una fase in cui le due economie soffrono
particolarmente. Proprio l'economia e il superamento della crisi internazionale
sono l'altro tema maggiore che gli Usa intendono
mettere subito in chiaro. Per i due paesi che da soli producono la metà del Pil
del mondo intero, secondo un modello estremamente interconnesso, le discussioni
sull'argomento non saranno indolore. Appena qualche giorno fa il Segretario al
Tesoro Tim Geithner ha avviato il suo mandato con una critica alla Cina e alla manipolazione dello yuan da parte di Pechino.
Dal canto suo il dragone ha risposto con l'accusa di protezionismo a
Washington, gettando subito le relazioni nel gelo. Un gelo dal quale Hillary
Clinton trarrà difficilmente l'ardore di puntare il dito contro la situazione
dei diritti umani nel paese. Con le questioni commerciali delicate sulla
bilancia, la possibilità di una cooperazione ambientale e militare, anche con
la partecipazione dell'esercito cinese alle forze di pace internazionali,
sembrano lontani oggi i tempi come il 1995. All'epoca, l'allora first lady
Clinton, pronunciò un discorso alla Conferenza Mondiale delle Donne in corso a
Pechino, che la Cina ricorda ancora oggi, nel timore
che un attacco alla repressione dei dissidenti, agli arresti arbitrari e alla
limitazione della libertà di espressione possa segnare anche questa prima
visita della Clinton in veste di capo della diplomazia americana. Oggi da molti
viene la richiesta ad Hillary per un intervento presso il governo cinese a
favore di Liu Xiaobo, l'ideatore della Carta
( da "Virgilio Notizie" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 18 feb.
(Apcom) - In visita nel paese musulmano più popoloso del mondo, l'Indonesia, il
Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton ha cercato di rinvigorire i
non certo prosperi legami tra Washington e il mondo islamico promettendo:
l'amministrazione Obama approfondirà le relazioni con l'Indonesia come parte di
un più vasto impegno diplomatico nel sud-est asiatico. Il messaggio è stato
accolto con entusiasmo dai leader locali, mentre non sono mancate proteste in
varie città e l'ormai immancabile lancio di scarpe (Iraq docet) contro immagini
della Clinton. Almeno cinque persone sono state arrestate dopo una concitata
protesta degli studenti universitari musulmani fuori dall'Ambasciata
statunitense a Giacarta. Durante la visita nella capitale indonesiana, dove il
presidente Barack Obama visse per alcuni anni durante la sua infanzia, il Segretario
di Stato ha affermato che gli Stati Uniti lavoreranno con i leader locali per
sviluppare meccanismi contro tutto ciò che minaccia la sicurezza in Asia, come
al soppressione degli attivisti democratici in paesi come la Birmania, dove
vige un severo regime comunista. Washington cercherà anche di studiare con i
paesi asiatici delle soluzioni per far fronte alla crisi economica e a problemi
di tipo ambientale come la deforestazione e il surriscaldamento globale.
"Riteniamo che gli Stati Uniti debbano avere una forte presenza in questa
regione", ha dichiarato Clinton dopo un incontro con i vertici dell'Asean,
l'associazione delle nazioni del sud-est asiatico a lungo trascurata dall'ex
presidente George W. Bush che non ha mai promosso un vertice Usa-Asean
né ha mai inviato figure di rilievo della sua amministrazioni a incontri
dell'associazione. Anche qui come in Giappone, prima tappa del suo tour
asiatico, Clinton ha sottolineato come non fosse casuale che per il suo primo
viaggio all'estero, Obama l'abbia inviata proprio in Asia, segno di un
rinnovato interesse americano verso questa regione del Mondo. Clinton è stata
particolarmente generosa di elogi con l'Indonesia, indicandola come un modello
per il mondo islamico per la sua democrazia multietnica e la lotta al
terrorismo pur nel rispetto dei diritti umani. Ha poi
annunciato che sarà ristabilito un particolare programma di pacifisti
interrotto nel 1965 quando i volontari furono espulsi da gruppi di estrema
sinistra che li accusavano di spionaggio. Domani l'ex First Lady sarà in Corea
del Sud e poi in Cina.
( da "PC World online" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
18-02-2009 Ritirata
la querela a Google per il video con sevizie a un disabile Il padre del ragazzo
disabile ha ritirato la querela a Google: prosegue il processo con le parti
civili Attilio Varanini Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a
un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro
l'emendamento D'Alia Non basta la patch: attacco a Explorer
dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma
la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero
l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura
per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta
I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.
Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Facebook paga 65 milioni
nella causa con ConnectU San Valentino: attenti ai messaggi d?amore, possono
contenere virus e spam Google sempre più in vetta anche negli USA Fonti
d'agenzia confermano che è stata ritirata la querela contro Google, mossa a suo
tempo dal padre di un ragazzo disabile a causa di un video postato su Google
video, che ritraeva le molestie dei compagni di scuola al figlio. Mentre in
Rete si discute sui limiti delle responsabilità dei provider rispetto ai
comportamenti degli utenti, ecco una svolta nel processo milanese che coinvolge
il più importante motore di ricerca del mondo. Cadono dunque le accuse di
diffamazione e violazione della legge sulla privacy: il giudice della quarta
sezione penale ha accolto la remissione della querela da parte degli avvocati
del ragazzo. Non si ferma, però, il processo, poiché si sono costituiti parte
civile il Comune di Milano, l'associazione Vividown e una donna, non
direttamente coinvolta nella causa, ma a sua volta proclamatasi vittima di
violazione della privacy a causa dello strumento di ricerca delle pagine cache,
in grado di recuperare una sua antica vicenda giudiziaria (dalla quale risultò
peraltro assolta). L'udienza è ora fissata per il 17 marzo, e all'ordine del
giorno ci saranno le questioni preliminari. Commenti Per commentare devi essere
registrato nel forum. Per registrarti clicca qui Risposta Rapida Messaggio:
Segui qui la discussione sul forum Ritirata la querela a Google per il video
con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google
contro l'emendamento D'Alia La prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum
alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà
Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia
e Skype insieme per il VOIP in mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con Yahoo e
Vodafone per la distribuzione di Opera Mini MWC 09: Mozilla rilascia Fennec
ma... non funziona Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al
mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata In Trentino si spegne la TV
analogica per passare al digitale Il software Navigon nei cellulari LG Il
processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia SmileTech - La vera innovazione
Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea -
Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile
6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa...
fotografare
( da "Blogosfere" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Feb 0918 La crisi
economica: verso una de-globalizzazione dei mercati?
Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:05 in Economia e Globalizzazione La crisi del mercato automobilistico tocca sempre piu' l'Europa.
In Svezia, la storica Saab, da quasi vent'anni interamente acquisita dalla
General Motors, rischia la chiusura dopo che gli americani hanno annunciato il
loro imminente disimpegno. I conti della Saab sono in perenne rosso, e
General Motors, che già ha parecchi problemi negli States, ha deciso di chiudere
i rubinetti. Secondo la General Motors, senza un immediato intervento
governativo, la Saab rischia il fallimento entro la fine di questo mese. Il
governo svedese (centrodestra) non pare intenzionato ad intervenire. La
vice-premier Maud Olofsson è stata piuttosto chiara: "Gli elettori mi
hanno scelto perché ospedali e commissariati di polizia. Non per rilevare la
proprietà di case automobilistiche in rosso". Il governo sembra
intenzionato ad offrire alla Saab nulla piu' che un eventuale prestito
d'urgenza, mentre l'opposizione, capeggiata dai social-democratici, richiede un
intervento di salvataggio a tutela delle migliaia di posti di lavoro a rischio.
La vicenda potrebbe celare, oltre ai piu' evidenti aspetti economici, anche un
lato squisitamente politico. Gli aiuti al rilancio dell'economia previsti
dall'amministrazione Obama paiono infatti disincentivare gli investimenti
all'estero per riportare nel Paese "produzioni" e "posti di
lavoro".
( da "fashionMagazine.it" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
18 Febbraio 2009
Anche il tessile-abbigliamento cinese perde colpi con la
crisi globale La Cina si riconferma leader indiscusso nelle esportazioni mondiali di
tessile-abbigliamento, ma il calo globale dei consumi sta colpendo anche le
aziende del settore che, per la prima volta in 10 anni, accusano una discesa
nei profitti. Intanto l'Italia chiude il 2008 con un +27% dell'export verso
questo Paese, che nel 2015 dovrebbe avvicinarsi a quota 1,4 miliardi di
abitanti. Come è emerso dal recente convegno organizzato da Smi e Intesa
Sanpaolo, intitolato ?Percorsi di internazionalizzazione dell'industria tessile
e moda italiana? (vedi anche fashionmagazine.it del 16 febbraio), la
manifattura tessile della Repubblica Popolare (concentrata nel sud-est, presso
i distretti del Guangdong, Zhejiang, Jiangsu e Fujian) ha realizzato 15,3
miliardi di dollari di fatturato nei primi 11 mesi del 2008, con una flessione
dell'1,77% rispetto allo stesso periodo del
( da "Sabina Oggi Online" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Scritto da redazione
mercoledì 18 febbraio 2009 Un Auditorium Varrone affollato di studenti reatini
ha ospitato la conferenza organizzata dall'assessorato alle Politiche
Scolastiche del Comune di Rieti L'incontro, introdotto dall'assessore Lidia
Nobili, ha visto la partecipazione del professor Riccardo Moro, economista ed
esperto in questioni internazionali, direttore della Fondazione Giustizia e
Solidarietà, il quale ha relazionato di fronte agli alunni dell'Istituto
Tecnico Commerciale 'Duca degli Abruzzi', dell'Ipc 'Strampelli', dell'Itcg
'Ciancarelli', dello Scientifico 'Jucci', del Professionale 'Vanoni' e del
Pedagogico 'Elena Principessa di Napoli', per poi approfondire i temi
affrontati nel dibattito conclusivo. "E' stato un appuntamento dall'alto
valore formativo – sottolinea l'assessore Lidia Nobili – anche grazie all'accessibilità
dei linguaggi utilizzati ed all'attualità dei temi affrontati. In un momento
così delicato per l'economia mondiale, i problemi legati alla crisi finanziaria
ed alla conseguente crisi economica sono stati riassunti in uno schema
riassuntivo che è stato distribuito agli studenti i quali hanno quindi potuto
riflettere su possibili soluzioni alla recessione attuale". Il faccia a
faccia con l'economista ha quindi fornito ai presenti una serie di spunti di
riflessione affinché ognuno possa sentirsi protagonista di scelte consapevoli e
corrette dal punto di vista etico. Un percorso, questo, che richiede, a
giudizio del professor Moro, "un impegno nello studio (a tal proposito è
stata fornita una bibliografia di riferimento) ed un'attenzione rivolta verso un
consumo responsabile". I riflettori sono stati puntati sull'importanza
delle realtà economiche del sud del mondo, affinché il
consumismo e la globalizzazione dedichino il dovuto rispetto alle comunità più
deboli dal punto di vista contrattuale. Riccardo Moro è un economista che si
occupa di questioni internazionali e in particolare del problema della lotta
alla povertà e del finanziamento dello sviluppo sostenibile nel contesto della
globalizzazione. Negli ultimi anni si è occupato del problema del debito
estero dei paesi del Sud del mondo, concorrendo ad animare la campagna per la
remissione del debito lanciata dalla chiesa italiana, una delle più efficaci
fra quelle dei paesi creditori. Attualmente è direttore della Fondazione
Giustizia e Solidarietà, l'organismo creato dalla Conferenza episcopale
italiana insieme a numerose organizzazioni laicali per proseguire l'impegno
culturale e di divulgazione sui temi della giustizia economica internazionale e
per portare a termine le operazioni di conversione di debito in Zambia e Guinea
promosse durante la campagna dell'anno giubilare. Collabora con l'Università di
Torino e con la Facoltà di Economia di Roma Tor Vergata, presso la quale è fra
i docenti dei Master in Economia dello sviluppo e Finanza internazionale. Fa parte
del Task Group sul debito e aggiustamento strutturale, creato da Caritas
Internationalis e CIDSE, la federazione internazionale delle ONG cattoliche,
che dialoga con Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale su questi temi.
è tra i coordinatori di Sentinelle del mattino, la rete dell'associazionismo
cattolico italiano che condivide un impegno culturale, educativo e di azione
comuni sui temi della globalizzazione nata a Genova il 7 luglio
( da "Virgilio Notizie" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pechino, 18 feb.
(Apcom) - In Cina la conoscono
con il solo nome Hillary, un segno che il nuovo Segretario di Stato Americano non
è affatto sconosciuto alla popolazione del paese più grande del mondo. Sebbene
la maggior parte la ricordi come "la moglie di Bill Clinton", Hillary
ha a lungo primeggiato nelle preferenze dei cinesi durante l'ultima campagna
elettorale. "Io preferisco Hillary ad Obama, perché è una donna e
le donne hanno tutte le qualità per ricoprire degli incarichi politici di alto
livello, come la nostra vice premier Wu Yi" diceva Chen Xi, redattrice in
una rivista cinese. "Ha più esperienza, ha imparato dal marito e capisce
come funziona la politica" secondo Dou Jun, professore presso un liceo si
Pechino. Più difficile da richiamare alla memoria è, invece, lo storico
discorso che Hillary Clinton tenne nella capitale cinese nel