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Report "Globalizzazione"   18 febbraio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Ramo d'ulivo della Clinton alla Corea del Nord, ma no a nuovi test missilistici ( da "Corriere.it" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gli Usa, la Cina e la Russia. Al momento, non vi è stata ancora alcuna risposta da parte di Pyongyang: «Se la Corea del Nord rispetta gli obblighi sottoscritti nel 2007, con le verifiche sull'eliminazione totale del suo programma nucleare, ci sarà risposta reciproca, di certo da parte degli Stati Uniti», ha aggiunto il segretario di Stato.

Gli Usa alla Corea: pace se rinuncia al nucleare ( da "Arena, L'" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Clinton ha riassunto l'approccio del governo Usa, illustrando l'offerta nei confronti di Pyongyang: un trattato di pace per normalizzare i rapporti e un programma di aiuti, se la Corea del Nord rinuncia del tutto ai piani atomici, seguendo lo schema dei colloqui a sei, che coinvolgono le due Coree, Giappone, Usa, Cina e Russia.

PETER Sloterdijk LE BOLLE ERRANTI DELLA GLOBALIZZAZIONE ( da "Manifesto, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: seriamente intaccato quando si oltrepassa sia la soglia della globalizzazione metafisica che quella della globalizzazione terrestre e si entra nel domaine della virtualizzazione dello spazio, sovradeterminata dalla velocità della circolazione del denaro e dell'informazione. La crisi dei sistemi immunitari, che è il segno della nostra epoca, consegue dal corto circuito determinatosi nell'

Rallenta la spinta dell'export ( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 4 miliardi di euro, seppur in decelerazione rispetto al +10% del 2007 sul 2006. Primo mercato di sbocco la Francia con 689 milioni di euro (+5,3%) seguitaa brevissima distanza dalla Russia a 684 milioni (+ 14,9%). Continua la crescita di export in Cina (+12,1%). Ancora in calo Usa (-6,3%) e Giappone (-14,3%). Ma.Ge.

OCCORRE partire dalla constatazione che la globalizzazione è un processo che non ha portato... ( da "Messaggero, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione è un processo che non ha portato, ne porterà res sic stantibus, alla creazione di un mercato globale, perché esso non presenta le caratteristiche istituzionali che consentono di raggiungere questo risultato. Tuttavia, nonostante le lacune, il processo di globalizzazione ha mostrato d'essere un efficace motore di sviluppo e va pertanto preservato dai pericoli di un

Globalizzazione, opportunità e rischi ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 14 Globalizzazione, opportunità e rischi Le relazioni tra i popoli hanno un orizzonte mondiale. Ma chi governa i conflitti? GLOBALIZZAZIONE è una parola entrata con forza a far parte del nostro linguaggio e noi tutti la usiamo comunemente in tante occasioni della vita quotidiana, tanto è vero che sono rimasto stupito,

La Coop tra globalizzazione e didattica ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 12 La Coop tra globalizzazione e didattica ABBIAMO intervistato Giulia, la nostra animatrice, che si occupa della realizzazione dei laboratori didattici all'interno della struttura di Coop nell'area del ferrarese. Le abbiamo posto diverse domande che ci hanno permesso di approfondire i temi affrontati nella nostra simulazione e di conoscere i presupposti del laboratorio stesso,

Domani al Bit la presentazione per le Ville dell'imperiese ( da "Sanremo news" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La fiera del turismo, manifestazione che giunge quest?anno alla 29° edizione, è nota agli addetti ai lavori per rappresentare il momento clou della promozione turistica del prodotto vacanza; il tema di quest?anno sarà Globalizzazione e Turismo. Rischi e opportunità di una sfida senza confini'.

Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina ( da "PC World online" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 18-02-2009 Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Uno spyware che manda informazioni in Cina: un attacco al browser di Microsoft sfruttando un baco già "eliminato" Attilio Varanini Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy?

PETER Sloterdijk ( da "Manifesto, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: seriamente intaccato quando si oltrepassa sia la soglia della globalizzazione metafisica che quella della globalizzazione terrestre e si entra nel domaine della virtualizzazione dello spazio, sovradeterminata dalla velocità della circolazione del denaro e dell'informazione. La crisi dei sistemi immunitari, che è il segno della nostra epoca, consegue dal corto circuito determinatosi nell'

Gli economisti: servono scelte internazionali condivise ( da "Tempo, Il" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: parlato di una sorta di G2 creato da Cina e Usa. Nella riforma degli organismi mondiali l'Italia puà giocare un ruolo importante ha sottolineato il sottosegretario dello Sviluppo Economico, Adolfo Urso che ha aggiunto: «Dal punto di vistaculturale e geografico il nostro Paese che attualmente è nel G7 è il più simile a quelli emergenti che chiedono di essere ammessi alle decisioni»

A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia ( da "PC World online" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.

## Hillary Clinton attesa in Cina tra nuove sfide e vecchi ( da "Virgilio Notizie" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come la nomina di un nuovo ambasciatore USA a Pechino) ai diritti umani, argomento personalmente a cuore alla Clinton. Gli Stati Uniti intendono premere per una maggiore partecipazione della Cina ai temi globali, primo fra tutti quello ambientale. "Cercheremo maniere per collaborare su questioni che vanno al di là del semplice interesse reciproco,

Indonesia/ Clinton: paese è un modello per mondo islamico ( da "Virgilio Notizie" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ha poi annunciato che sarà ristabilito un particolare programma di pacifisti interrotto nel 1965 quando i volontari furono espulsi da gruppi di estrema sinistra che li accusavano di spionaggio. Domani l'ex First Lady sarà in Corea del Sud e poi in Cina.

Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile ( da "PC World online" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.

La crisi economica: verso una de-globalizzazione dei mercati? ( da "Blogosfere" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione dei mercati? Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:05 in Economia e Globalizzazione La crisi del mercato automobilistico tocca sempre piu' l'Europa. In Svezia, la storica Saab, da quasi vent'anni interamente acquisita dalla General Motors, rischia la chiusura dopo che gli americani hanno annunciato il loro imminente disimpegno.

Anche il tessile-abbigliamento cinese perde colpi con la crisi globale ( da "fashionMagazine.it" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: abbigliamento cinese perde colpi con la crisi globale La Cina si riconferma leader indiscusso nelle esportazioni mondiali di tessile-abbigliamento, ma il calo globale dei consumi sta colpendo anche le aziende del settore che, per la prima volta in 10 anni, accusano una discesa nei profitti. Intanto l'Italia chiude il 2008 con un +27% dell'export verso questo Paese,

RIETI: 'I SOLDI SONO TUTTO? UNA NUOVA ETICA NELL'ECONOMIA' ( da "Sabina Oggi Online" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: affinché il consumismo e la globalizzazione dedichino il dovuto rispetto alle comunità più deboli dal punto di vista contrattuale. Riccardo Moro è un economista che si occupa di questioni internazionali e in particolare del problema della lotta alla povertà e del finanziamento dello sviluppo sostenibile nel contesto della globalizzazione.

Cina-Usa/ A Pechino alto apprezzamento per Hillary Clinton ( da "Virgilio Notizie" del 18-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In Cina la conoscono con il solo nome Hillary, un segno che il nuovo Segretario di Stato Americano non è affatto sconosciuto alla popolazione del paese più grande del mondo. Sebbene la maggior parte la ricordi come "la moglie di Bill Clinton", Hillary ha a lungo primeggiato nelle preferenze dei cinesi durante l'ultima campagna elettorale.


Articoli

Ramo d'ulivo della Clinton alla Corea del Nord, ma no a nuovi test missilistici (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

obama prepara la nuova strategia sulla'afghanistan: presto altre truppe Ramo d'ulivo della Clinton alla Corea del Nord, ma no a nuovi test missilistici Il segretario di Stato promette un programma di aiuti se Pyonyang dirà addio definitivamente al nucleare TOKYO (GIAPPONE) - Un eventuale prossimo test missilistico da parte della Corea del Nord «non aiuterà a far avanzare le nostre relazioni». Lo ha detto da Tokyo il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, alla sua prima missione all'estero, pur ribadendo l'offerta fatta di un trattato di pace sulla normalizzazione dei rapporti e un programma di aiuti, se Pyongyang rinuncia del tutto ai suoi piani nucleari. «Se la Corea del Nord rispetta gli obblighi sottoscritti nel 2007, con le verifiche sull'eliminazione totale del suo programma nucleare, la risposta sarà reciproca», ha precisato la Clinton. TRATTATO DI PACE - La Clinton ha ribadito la validità dell'offerta fatta intervenendo a New York venerdì scorso: un trattato di pace - sulla normalizzazione dei rapporti e un programma di aiuti - se la Corea del Nord rinuncia del tutto ai suoi piani nucleari, seguendo lo schema dei colloqui a Sei, i negoziati che coinvolgono le due Coree, il Giappone, gli Usa, la Cina e la Russia. Al momento, non vi è stata ancora alcuna risposta da parte di Pyongyang: «Se la Corea del Nord rispetta gli obblighi sottoscritti nel 2007, con le verifiche sull'eliminazione totale del suo programma nucleare, ci sarà risposta reciproca, di certo da parte degli Stati Uniti», ha aggiunto il segretario di Stato. «Ma la decisione sulla cooperazione nei colloqui a Sei, mettendo da parte linguaggio e azioni provocatorie, spetta alla Corea del Nord. Noi stiamo guardando con molta attenzione», ha rilevato ancora l'ex First Lady, ribadendo il «pieno» supporto al Giappone in relazione ai propri cittadini rapiti dagli agenti di Pyongyang durante gli anni della Guerra Fredda. OBAMA - Intanto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che firmerà oggi la legge che vara il pacchetto da 787 miliardi di dollari che deve servire da stimolo all'economia americana, sta per annunciare la sua nuova strategia sull'Afghanistan. Secondo indiscrezioni il presidente degli stati Uniti potrebbe annunciare presto il raddoppio delle truppe Usa presenti sul territorio per contrastare l'offensiva dei talebani. Inizialmente però Obama dovrebbe approvare solo una parte dei nuovi arrivi, si parla di 30mila soldati in più, dando però maggior spazio a quei mezzi di supporto, come gli elicotteri, fortemente richiesti dallo Stato maggiore. stampa |

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Gli Usa alla Corea: pace se rinuncia al nucleare (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercoledì 18 Febbraio 2009 NAZIONALE Pagina 6 Gli Usa alla Corea: pace se rinuncia al nucleare Hillary Clinton mette in guardia la Corea del Nord dai suoi propositi nucleari, a cominciare dal lancio sperimentale del missile di lunga gittata, il Taepodong-2. A Tokyo, prima tappa della missione d'esordio da quando è alla guida del Dipartimento di Stato Usa, l'ex First Lady ha parlato con toni pacati ma fermi: il presunto test «di cui si parla non aiuterà a far avanzare le nostre relazioni». Una risposta al «diritto» rivendicato appena poche ore prima da Pyongyang ad attuare programmi spaziali «pacifici». Nella conferenza stampa congiunta ospitata dal ministro degli Esteri nipponico Hirofumi Nakasone, la Clinton ha riassunto l'approccio del governo Usa, illustrando l'offerta nei confronti di Pyongyang: un trattato di pace per normalizzare i rapporti e un programma di aiuti, se la Corea del Nord rinuncia del tutto ai piani atomici, seguendo lo schema dei colloqui a sei, che coinvolgono le due Coree, Giappone, Usa, Cina e Russia.  

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PETER Sloterdijk LE BOLLE ERRANTI DELLA GLOBALIZZAZIONE (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Da domani nelle librerie per Meltemi il primo volume di «Sfere», l'opera più importante del filosofo tedesco. Una panoramica che spazia dalle relazioni primarie alla deriva autoreferenziale del politico per individuare i limiti e i perduranti punti di forza della modernità PETER Sloterdijk LE «BOLLE» ERRANTI DELLA GLOBALIZZAZIONE Bruno Accarino Mentre il primo volume delle Sfere del filosofo Peter Sloterdijk è un esperimento microsferologico impegnato a decifrare i piccoli mondi del vincolo di coppia o della partecipazione simbiotica, cioè impegnato a disegnare figure che non possono avere una forma circolare in senso geometrico e possono essere al massimo apparentate a sfere metaforiche, cioè appunto a «bolle», come recita il titolo del primo volume, la seconda tappa reca il sottotitolo Globi: sotto i riflettori sono ora Dio e il mondo. Nella trattazione dei globi il punto di partenza è l'«illuminismo» greco, con la sua immagine filosofica del mondo impregnata di idealismo geometrico in fatto di cosmologia e di idealismo logico in fatto di teologia. Questa metafisica della sfera perdura fino alle soglie della modernità, la quale può a sua volta essere interpretata come un esperimento anti-platonico e dunque come una cesura nella sfericità. La metafisica classica è una galleria di sistemi immunitari posti in essere a difesa della perfettezza delle sfere. Il successo di questa profilassi viene seriamente intaccato quando si oltrepassa sia la soglia della globalizzazione metafisica che quella della globalizzazione terrestre e si entra nel domaine della virtualizzazione dello spazio, sovradeterminata dalla velocità della circolazione del denaro e dell'informazione. La crisi dei sistemi immunitari, che è il segno della nostra epoca, consegue dal corto circuito determinatosi nell'evoluzione delle sfere: in un quadro che è quasi di mobilitazione totale jüngeriana, ma riferito al denaro, all'informazione e alla vita, la postmodernità ospita rapporti dinamizzati che sono transitati in una modalità ipercinetica, il cui tratto tipico consiste in «un immancabile precipitare in processi di innovazione interminabili». A questo punto l'immagine più congrua è quella delle «schiume» - Schäume è il sottotitolo del terzo volume di Sfere: un crogiuolo di perdita di equilibrio, di produzione caotica di senso, di cronica sensazione di vertigine. Si tratta di una figura molecolare lontana da un ordine molare corrispondente a stratificazioni delimitanti, e impegnata piuttosto a monitorare i flussi, il divenire, le intensità. Saltato l'asse degli accoppiamenti ideali e della ipersfera del cosmo unico e del Dio unico, viene meno ogni centrum securitatis e si profila una condizione in cui la lotta per la sopravvivenza reagisce a situazioni ipercomplesse. Nella nuova Babilonia Non è un caso che trovi collocazione nel terzo volume l'aeromoto (Terrore nell'aria, Meltemi), il passaggio della guerra dalla terraferma all'aria, e poi dalla guerra campale a quella aerea, con l'ingresso dei gas velenosi nello scacchiere della belligeranza e con lo sconvolgimento di ogni precedente morfologia della guerra: passaggio che Sloterdijk ha indagato con radicalità superiore a quella di Carl Schmitt, retrodatandolo alla prima guerra mondiale. Perfettamente incastonata nello stesso volume è inoltre la fenomenologia della Foam-City, la città-schiuma. Prima siamo invitati a orientarci sulla mappa dell'immaginario rivoluzionario francese, con la sua semantica ossessiva della festa culminata nella festa della Federazione del 14 luglio 1790, poi veniamo accompagnati nei sentieri che recano il segno dei «discorsi anfiteatrali» in direzione dell'assemblearismo totalitario che fiancheggia le soluzioni architettoniche di Albert Speer e il neoclassicismo nazionalsocialista, infine ci troviamo al cospetto delle pluralità spaziali urbane e della macro-schiuma cittadina, anzi di una vera e propria neobabilonica «afropoli» (foam city, appunto). Tutto ciò esige un cominciamento diverso da quello dell'uomo come zoon politikon, figura che Sloterdijk, riecheggiando la critica hegeliana di Schelling, considera affiorata improvvisamente da un colpo di pistola e fonte inesauribile di equivoci. Chi punta sulla centralità delle civiltà avanzate come oggetto di indagine cancella l'evento fondamentale e globale preesistente a tutte le civiltà, l'antropogenesi, e vede in ogni nuovo individuo un predestinato, in tempi rapidissimi, alla vita all'interno degli Stati. Il Leviatano americano Nella scia di Tommaso d'Aquino («l'uomo è un animale più familiare che politico»), si prendono invece le mosse da situazioni semplici, come la relazione madre-bambino, o dalla piccola e grande famiglia o ancora, più determinatamente, dall'orda originaria. Il correttivo etnologico apportato ad approcci antropologici e sociologici tradizionali si rende palese: la piccola forma insegna a stupirsi di fronte ad un insieme sociale che sia più grande di un'orda primitiva. Si scopre allora che nelle unità più grandi sono già presupposte tecniche di amplificazione e meccanismi di trasposizione (di metafora) e che le forme di vita prepolitiche e i rapporti fondamentali di piccolo formato sono indicatori imprescindibili. Una mappatura delle fonti di ispirazione di Sloterdijk sarebbe poco sensata, stanti l'agilità e l'impregiudicatezza con cui ad esse si attinge nei vari contesti. Conviene fissare intanto un punto: la formula fondamentale dell'esserci come «essere-nel-mondo» viene dinamizzata e lascia il posto alla formula alternativa venire-al-mondo. Il fenomeno biologico della nascita - Sloterdijk è debitore delle riflessioni arendtiane sulla natalità e avrebbe potuto anche appellarsi agli spunti forniti sullo stesso tema da Günther Anders, se solo fosse stato possibile purgarli della collera anti-heideggeriana che li pervade - diventa così interrogabile su un piano ontologico, fino alla costituzione degli imperi. Il «Leviatano americano» funge da incubazione di tutte le polarità essenziali: lo spazio liscio contro lo spazio striato, la deterritorializzazione contro la riterritorializzazione, la macchina da guerra contro l'apparato statuale, la marina e il partigiano contro le guardie di frontiera e l'esercito regolare, l'America contro la fortezza Europa, la balena contro l'elefante, la rete contro la gerarchia, il rizoma contro l'albero, l'immanenza contro la trascendenza, la circolazione illimitata contro la rarefazione dei beni - e dello spazio -, la moltitudine contro la nazione, il flusso contro le vie di comunicazione, il nomadismo contro l'endiadi ordinamento/localizzazione, l'intensità e la virtualità - foucaultianamente - contro la disciplina e il controllo, l'empire contro l'imperium, la governance contro il governo. Ma il trauma da assorbire resta quello indicato dall'espressione quasi scherzosa «monogeismo»: una formula con la quale si può indicare tanto la premessa quanto il risultato della globalizzazione terrestre, la presa di possesso nautica della Terra da parte degli europei. Pensiero partigiano Si inaugura un viaggio, che è qualcosa di più di un congedo filosofico dall'Europa, verso una talassizzazione dagli esiti oscuri e dal ritmo incontenibile, qualcosa che ha incalzanti conseguenze metafisiche prima ancora che politiche, economiche e sociali, qualcosa che, con la sua audacia, ridimensiona la creaturalità dell'uomo. La talassizzazione è così violenta, e così violentemente legata alla modernità, da rendere inadeguata anche una messa a punto concettuale così canonicamente direttiva come quella dello Heidegger del 1938 (L'epoca dell'immagine del mondo). Il mare è permanentemente in subbuglio, al punto tale da vanificare la potenza prensile e ordinativa della rappresentazione delineata da Heidegger. È come se il mare rivoluzionasse l'intero spartito musicale della modernità e fosse addirittura abilitato a conferire una laurea in modernità: «A whale-ship was my Yale College and my Harvard», una baleniera è stata la mia università di Yale e la mia Harvard, dice uno dei personaggi di Melville nel venticinquesimo capitolo di Moby Dick. Se si collocasse l'intervento della globalizzazione, con il suo potere di sagomare il mondo, solo in una fase tarda della storia occidentale, sarebbe inevitabile attribuire alla ferita narcisistica copernicana un potere di rottura che essa non ha. Modernità ribelle La ferita più profonda è stata inferta da Magellano, colui che ha consentito la transizione da un pensiero della terraferma ad un pensiero oceanico e che ha mortificato il pianeta Terra, stante la preponderanza delle superfici d'acqua, al ruolo di un water world. Anche la talassizzazione del politico o la sua irregolarizzazione, ricostruibile a partire dal partigiano schmittiano o, già meno persuasivamente, dal «ribelle» boschivo jüngeriano, è solo un aspetto di questo processo. Talassizzazione non è solo de-teologizzazione e scioglimento dei ceppi che incatenano la curiositas, avviata finalmente a sintonizzarsi con la «legittimità dell'età moderna». Essa è, propositivamente, capacità di apparecchiare imagines mundi che spezzino la consonanza tra viaggio e pellegrinaggio e releghino quest'ultimo in un ruolo di nicchia dilettantesca e pateticamente residuale - altro che linea diretta dal pellegrino al conquistador al viandante! Peregrinatio ad veritatem? Macché. Talassizzazione significa, né più né meno, sconvolgimento dei parametri, anzi dei regimi, dell'immaginazione: una scena originaria con effetti geopsicologici a catena, una seconda Odissea, comè stato detto, senza la componente nostalgica di Itaca. Senza ritorno. Almeno una delle domande che è lecito porre ai lettori di Sloterdijk cade qui a proposito: può il regressus alle condizioni di possibilità dell'ominazione (antropogenesi) e della cultura evitare di appiattirsi in un ennesimo episodio di raffinata erudizione, aggravato dagli effetti dispersivi di un'impresa consapevolmente inattuale? La spoliazione a cui viene sottoposta la modernità, rovistata da Sloterdijk con le lenti del prisma antropologico e quindi denudata delle fuorvianti bardature della sua autointerpretazione, risponde all'esigenza di prendere atto della crisi di tenuta che investe la gestione della compagine politica. I flussi del potere Nel momento stesso in cui si corre il rischio di aderire, senza opporre alcuna resistenza, all'autocelebrazione del mondo globalizzato come universo di flussi e non di strutture, di relazioni e non di identità di potere o di classe, ci si attrezza però a comprendere quali margini sussistano per intervenire su questa superficie delle cose che sembra non aver più bisogno di una dura realtà sottostante e librarsi al di sopra e al di là di qualsiasi vincolo fondativo e sostanziale. Quale verità è così autoevidente da non aver bisogno né di apprendimento né di lavorìo critico, se non quella del mercato? Palesemente infastidito dallo svuotamento accademico della riflessione filosofica, anticonformisticamente incline alle grandi narrazioni e per nulla intimorito dal verdetto di superfluità quotidianamente pronunciato all'indirizzo dell'indagine cosmologica, quasi incredulo, anzi furibondo, di fronte al successo di una filosofia analitica esangue ed anti-narrativa, Sloterdijk è stato più volte coinvolto in scaramucce mediatiche che rischiano di far smarrire il senso della sua proposta. CONTINUA|PAGINA14 Il suo recupero della narratività, magari anche provocatoriamente affabulatoria, come medium di concettualizzazione tenta di dotare la comunicazione filosofica di un'attrezzatura psicostorica che non paghi alcun dazio alla psicoanalisi, alla quale Sloterdijk ha riservato la sua diffidenza sin da L'albero magico (1985), narrazione fantastica del viaggio di un giovane medico viennese in una Parigi stralunata e prerivoluzionaria. Mondo sincronico è quello, chiuso come una serra, della globalizzazione. Libere dalla storia, prive di passato e di identità, sono quelle ombre di singoli che si avvicendano sul teatro della relazionalità sociale: e che quella libertà, peraltro, vedono spesso messa a repentaglio, perché il destino di un'epoca che regala a piene mani l'ebbrezza della incessante riformattazione della propria biografia è quello di moltiplicare le occasioni compensatorie familistico-schiavili. L'anticomunitarismo di Sloterdijk non accetta di scendere sul terreno di un'opzione a favore della priorità del collettivo sull'individuale o viceversa, ma legge la matrice biopolitica, e in buona sostanza prepolitica, delle soluzioni istituzionali che danno risposta ai disagi «estatici» del vivere associato. Nell'odierno pullulare di corporate identities, l'itinerario di Sloterdijk è, per una sua parte consistente, la mappa dei tentativi falliti di dare slancio e realtà al programma kantiano di uscita dalla minorità. Non è più in questione una storia di successi intervallati da fallimenti, e viceversa, nel diagramma dell'emancipazione, ma la paralisi di una conditio humana non votata, per natura e per cultura, alla maggiorità. Foto: «L'INQUILINO», OPERA DELL'ARTISTA GLORIA FRIEDMANN ESPOSTA AL GRAND PALAIS DI PARIGI NEL 2006 / (FOTO AP) . RITRATTO DI PETER SLOTERDIJK

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Rallenta la spinta dell'export (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-02-18 - pag: 15 autore: BILANCIO 2008 Rallenta la spinta dell'export Le esportazioni di abbigliamento femminile chiudono il 2008 in positivo, nonostante il calo di fiducia e di consumi internazionale. Secondo i dati Smi – diffusi ieri durante la presentazione dei tre saloni di Pitti Touch!, neoZone e cloudnine dal 1Úal 3 marzo a Milano – da gennaio a ottobre l'export ha registrato un incremento del 3,1%, a 6,4 miliardi di euro, seppur in decelerazione rispetto al +10% del 2007 sul 2006. Primo mercato di sbocco la Francia con 689 milioni di euro (+5,3%) seguitaa brevissima distanza dalla Russia a 684 milioni (+ 14,9%). Continua la crescita di export in Cina (+12,1%). Ancora in calo Usa (-6,3%) e Giappone (-14,3%). Ma.Ge.

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OCCORRE partire dalla constatazione che la globalizzazione è un processo che non ha portato... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercoledì 18 Febbraio 2009 Chiudi di PAOLO SAVONA OCCORRE partire dalla constatazione che la globalizzazione è un processo che non ha portato, ne porterà res sic stantibus, alla creazione di un mercato globale, perché esso non presenta le caratteristiche istituzionali che consentono di raggiungere questo risultato. Tuttavia, nonostante le lacune, il processo di globalizzazione ha mostrato d'essere un efficace motore di sviluppo e va pertanto preservato dai pericoli di un suo ingolfamento; ma per fare ciò occorre apportare miglioramenti alle regole che lo governano. Qualora ciò non avvenisse, il processo di globalizzazione potrebbe sfociare in una grave crisi valutaria che trascinerebbe con sé una crisi economica e un conflitto geopolitico tra grandi potenze. Ci riferiamo principalmente alle politiche americane di sostegno delle domanda aggregata al di là delle risorse interne che generano un'offerta di base monetaria internazionale assorbita a riserva ufficiale da Paesi con un regime di cambio fisso o dirty (cioè con interventi delle autorità) e un'offerta di titoli denominati in dollari che il resto del mondo deve assorbire se non intende causare un grave deprezzamento della moneta americana. A questi problemi si aggiunge quello della diversificazione delle riserve ufficiali dal dollaro all'euro o ad altre monete e quello dell'assegnazione di dollari ai sovereign wealth funds... Il processo di globalizzazione attuato nell'ambito delle regole del Wto consente il permanere di una frammentazione del mercato, soprattutto a causa dell'uso à la carte del regime di cambio, il quale a sua volta consente la perpetuazione di elevati squilibri attivi e passivi nelle bilance estere. Questo fatto fa dipendere gli equilibri di mercato dal comportamento delle autorità, riducendo il contributo positivo che la libera scelta può dare a una gestione efficiente delle risorse scarse del Pianeta. Autorità ufficiali e studiosi americani danno una diversa lettura della situazione basata sull'ipotesi che il resto del mondo non sia capace di utilizzare tutto il risparmio che produce e gli Stati Uniti siano bravi nel fornire il servizio prezioso di investirlo, rovesciando la direzione di causalità tra il disavanzo estero e la politica economica come qui lo intendiamo. Una serie di circostanze storiche ha fatto sì che, a far data dal 1971, con l'abbandono del regime di Bretton Woods deciso unilateralmente dagli Stati Uniti, gli scambi mondiali siano rimasti privi di uno standard monetario di riferimento propriamente definito, in quanto il sistema è restato imperniato sul dollaro, le cui quantità e i cui tassi dell'interesse sono fissati sulla base degli obiettivi interni di politica fiscale e monetaria degli Stati Uniti e delle volontà del resto del mondo, Cina in testa, di trattenere dollari a riserva ufficiale e di acquistare titoli pubblici e privati statunitensi. A questi due elementi, di per sé già rilevanti, si è recentemente aggiunto un forte e disordinato vento della finanza interna americana. Dati alla mano, la crisi andava maturando da tempo sul mercato degli Stati Uniti per l'affermarsi di un clima di quasi totale libertà delle transazioni finanziarie tradizionali (i crediti) o innovative (i derivati) che il resto del mondo Regno Unito ed Euroarea in testa ha assecondato in modo incoerente con le esperienze e le conoscenze maturate in materia. È infatti ben noto che, senza vincoli, la moltiplicazione dei mezzi monetari e finanziari non ha fine. Per frenare la creazione monetaria furono introdotte riserve obbligatorie e di capitale, mentre ben poco è stato fatto per la creazione finanziaria. Mantenendo un comparto regolato e uno meno o per niente, l'attività di mercato si trasferisce progressivamente nei secondi, come di fatto è accaduto... Il mercato globale ha certamente fatto da viatico. Nè può stupire che la crisi non può trovare soluzione a livello di un solo Paese, per grande e potente che sia (come sono certamente gli Stati Uniti), ma richiede una stretta cooperazione tra stati-nazione, almeno tra quelli del G8, possibilmente includendo i tre Paesi del Bric che ancora non vi partecipano, ammesso che la Russia continui a farne parte. L'emergenza finanziaria e reale non è certamente l'unica che richiede una tale cooperazione. Esiste infatti un numero elevato di emergenze planetarie, ossia di problemi che non possono essere risolti a livello nazionale, anche da parte del Paese o dei Paesi leader globali. La Federazione mondiale degli scienziati ne ha contate 63, divise in 15 categorie, dalla tutela dell'ambiente e della salute alla corsa agli armamenti e all'abnorme sviluppo della finanza rispetto all'economia reale, ricordati nel testo. A queste emergenze se n'è sommata un'altra, forse più grave, quella culturale, che consiste nell'incomprensione che circonda la soluzione cooperativa di questi problemi o nel rifiuto ideologico di cooperare per risolverli.

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Globalizzazione, opportunità e rischi (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

CAMPIONATO DI GIORNALISMO pag. 14 Globalizzazione, opportunità e rischi Le relazioni tra i popoli hanno un orizzonte mondiale. Ma chi governa i conflitti? GLOBALIZZAZIONE è una parola entrata con forza a far parte del nostro linguaggio e noi tutti la usiamo comunemente in tante occasioni della vita quotidiana, tanto è vero che sono rimasto stupito, quando ho appreso che in realtà è un termine così recente. Questo vocabolo si riferisce in primis' agli aspetti economici delle relazioni tra i popoli e indica la tendenza dei mercati ad assumere una dimensione mondiale superando i confini regionali e nazionali attraverso gli scambi. Per la prima volta venne usato in ambito economico nel 1983 dal giornalista americano Theodor Levit sulle pagine del quotidiano The New York Times poi, in breve si estese in molti ambiti, coinvolgendo anche gli scambi culturali tra le diverse società. Con la globalizzazione la cultura di un Paese viene travasata' da una società ad un'altra, per questo oggi è possibile passeggiare per le strade di Forlì, visitare una mostra si un artista neoclassico come Canova, mangiare sushi, indossare scarpe americane fabbricate in Vietnam, leggere manga' e ascoltare musica afro. I FATTORI che hanno favorito l'affermarsi di questo fenomeno sono molteplici e coinvolgono i sistemi di trasporto a lungo raggio,la diffusione delle tecnologie, dei nuovi sistemi di telecomunicazioni e l'imporsi di un orientamento liberista in economia, che ha favorito gli scambi mediante l'abbattimento delle barriere doganali in gran parte del mondo. E' sorprendente infatti come oggi sia facile comunicare a distanza, scambiarsi informazioni e immagini, attraverso posta elettronica, chat o addirittura vedersi attraverso la webcam, scaricarsi un libro di trecento pagine a migliaia di chilometri di distanza nel tempo di una telefonata. Questo oggi fa parte della nostra quotidianità. Tecnologia e comunicazione favoriscono quindi lo scambio non solo di beni economici, ma anche di opinioni di idee, di abitudini e di stili di vita. NONOSTANTE le indiscutibili opportunità messe al servizio degli utenti, bisogna anche tenere presente l'altra faccia della medaglia' e cioè occorre considerare anche i lati negativi di tale fenomeno. Oggi il dibattito è molto acceso e le opinioni controverse, basti pensare alle polemiche accese dal popolo di Seattle, che in occasione del Millennium Round, tenutosi nel 1999, diedero vita ad un movimento soprannominato No-global. Tale movimento si oppone alla globalizzazione economica per contrapporre uno sviluppo sostenibile, più proiettato sul rispetto dei diritti umani, sui valori della democrazia, sul dialogo solidale tra i vari Paesi del mondo, per far sì che le regioni del Terzo mondo possano affrancarsi dalla loro tragica povertà. Per essere obiettivi nella valutazione degli effetti che la globalizzzazione ha prodotto occorre allora tenere presente gli aspetti positivi che da essa sono scaturiti, in particolare va sottolineato come abbia favorito gli scambi internazionali, la perfezionabilità' dei prodotti, la possibilità di portare il lavoro anche in regioni arretrate, la diffusione delle informazione e delle innovazioni in zone remote del pianeta, l'opportunità offerta al pubblico dei consumatori di scegliere la merce migliore al minor prezzo; ma, d' altro canto, occorre sottolineare anche in negativo i rischi in cui il consorzio umano incorre e cioè il pericolo di unificare le economie a danno delle specificità individuale e delle identità delle culture dei singoli Paesi. IL RISCHIO è rappresentato dall'omologazione, dalla massificazione' dei consumi, dall'emarginazione del diverso', solo perché alcune aree del mondo non sono inserite nel circuito del mercato globale. Immaginare una soluzione a questo complicato problema credo sia un'operazione estremamente difficile, tuttavia la nostra speranza è riposta nelle grandi organizzazioni transnazionali come l'Onu, ad esempio, che speriamo possano regolare il meccanismo che tiene in equilibrio il profitto e lo sviluppo umano dei cittadini del mondo. Classe III E scuola media Zangheri

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La Coop tra globalizzazione e didattica (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

FERRARA SCUOLA pag. 12 La Coop tra globalizzazione e didattica ABBIAMO intervistato Giulia, la nostra animatrice, che si occupa della realizzazione dei laboratori didattici all'interno della struttura di Coop nell'area del ferrarese. Le abbiamo posto diverse domande che ci hanno permesso di approfondire i temi affrontati nella nostra simulazione e di conoscere i presupposti del laboratorio stesso, all'interno dell'attività più ampia svolta dalla cooperativa. Qual è lo scopo dei laboratori didattici Coop? A chi sono indirizzati? «La Coop offre servizi di educazione al consumo consapevole e agisce a stretto contatto con le scuole di ogni ordine e grado, compresi i bambini più piccoli. Lo scopo è quello di offrire la possibilità di ampliare il punto di vista dei giovani, rendendoli cittadini attivi e consapevoli». Dal vostro punto di vista, quali sono i risultati ottenuti? Svolgete delle attività di monitoraggio dei progetti? «Certo, Coop prevede la compilazione da parte degli utenti (in particolare, gli insegnanti) di schede di monitoraggio che valutano i contenuti e lo svolgimento dei percorsi. Ma la conferma più diretta del buon lavoro svolto è l'elevato numero di classi che partecipano all'iniziativa e il loro entusiasmo durante gli incontri. Da quanto tempo si svolge questo tipo di attività? «La Coop si occupa di tematiche sociali praticamente da sempre. I laboratori didattici si svolgono da una trentina d'anni, adeguando le proposte al modificarsi delle richieste e dei tempi». Qual è il vostro rapporto con il territorio? «L'integrazione con il territorio è buona. La riuscita e la qualità del lavoro svolto dipendono spesso, più che dall'impegno di Coop, dalla disponibilità delle scuole, dalla loro "apertura mentale" e dal coinvolgimento degli insegnanti». Quali sono eventuali nuovi progetti per il futuro? «Coop continuerà a svolgere i laboratori didattici, proponendo nuovo argomenti: la gomma da masticare, il riciclaggio dell'alluminio, i videogames il tutto per rispondere alle esigenze e alle richieste del territorio». Giulia ci ha accompagnato in modo divertente e simpatico sulle strade di un argomento difficile, ci ha guidato con competenza nel gioco, ci ha fatto sorridere e ci ha reso più tristi quando ha comunicato che le nostre famiglie non potevano comprare il riso per sfamarsi durante la giornata ed era solo un gioco! Giada Fabbri Alessandro Mangherini Giorgia Gelli Brenda Pretato Alex Ghirardelli

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Domani al Bit la presentazione per le Ville dell'imperiese (sezione: Globalizzazione)

( da "Sanremo news" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domani al Bit la presentazione per le Ville dell'imperiese Domani, giovedì 19 febbraio, allo stand della Regione Liguria alla Bit di Milano sarà presente la Provincia di Imperia, nella persona del Consigliere delegato al turismo Giovanni Amoretti, che presenterà una pubblicazione, agile e pratica dal titolo Ville della Riviera dei Fiori realizzata dalla Provincia di Imperia Il libro raccoglie la documentazione, iconografica e storica di edifici della Riviera, acquisiti dalla Provincia, o dallo Stato, per essere riofferti alla cittadinanza ed ai turisti come sedi di manifestazioni, esposizioni, mostre, incontri. Si tratta dei giardini Hanbury a Ventimiglia, voluti da sir Thomas Hanbury, inglese che della Mortola aveva fatto la sua seconda patria e aveva dato l?avvio al turismo verso la Riviera: di villa Regina Margherita a Bordighera, buen retiro della Regina, da poco acquistata dalla Provincia per farne un polo museale che esponga al pubblico i tesori d?arte di uno dei più raffinati collezionisti privati Angelo Terrazzi; di villa Nobel a Sanremo centro attivo della vita culturale rivierasca e luogo d?incontro per i Nobel ( Mechu, Ebani), che ospiterà la prossima settimana un incontro internazionale interreligioso ; ed infine Villa Grock ad Imperia, dove i ricordi circensi danno vita a molteplici occasioni di spettacolo. La sintonia che lega il progetto provinciale di promozione turistica alla vita culturale italiana, è così forte,che l?ultimo libro del più vivace autore italiano, con radici liguri, Nico Orengo, ambienta la sua trama negli stessi luoghi. Nel mondo del turismo globale, quale migliore occasione di divertimento che una visita ad un luogo di nicchia, quasi studiato ad hoc per il turista? La fiera del turismo, manifestazione che giunge quest?anno alla 29° edizione, è nota agli addetti ai lavori per rappresentare il momento clou della promozione turistica del prodotto vacanza; il tema di quest?anno sarà Globalizzazione e Turismo. Rischi e opportunità di una sfida senza confini'.

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Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "PC World online" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

18-02-2009 Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Uno spyware che manda informazioni in Cina: un attacco al browser di Microsoft sfruttando un baco già "eliminato" Attilio Varanini Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube. Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Facebook paga 65 milioni nella causa con ConnectU San Valentino: attenti ai messaggi d?amore, possono contenere virus e spam Google sempre più in vetta anche negli USA Postbox, dalla costola di Thunderbird Non solo Google: anche Microsoft pensa all'ambiente. E alle aziende Microsoft aveva avvertito: c'erano alte probabilità che i cybercriminali potessero costruire nuovi attacchi sfruttando le vulnerabilità di Internet Explorer per le quali aveva distribuito patch proprio la settimana scorsa. Profezia avverata. Martedì, il produttore di software per la sicurezza, Trend Micro, ha comunicato il primo attacco basato proprio su uno dei buchi che si era cercato di tappare con un aggiornamento. Un attacco di dimensioni ridotte con conseguenze limitate secondo Paul ferguson, ricercatore di Trend Micro. "L'attacco - ha dichiarato Ferguson - prevede l'installazione di una back door che esegue l'upload di informazioni dalla porta 443 verso un sito cinese". Sebbene Ferguson non sappia chi ne sia l'autore ha affermato che l'attacco è molto simile a quello realizzato, circa un anno fa, contro un gruppo di sostenitori della causa tibetana per l'indipendenza della Cina, allo scopo di raccogliere informazioni. In entrambi i casi, tutto è partito dall'apertura di un documento di Word che connette IE a un sito dal quale passa poi lo spyware vero e proprio. Non è indispensabile l'uso di un documento di Word per ottenere il risultato finale, basterebbe infatti condurre la vittima, tramite browser, sul sito che "inietta" il malware. In ogni caso, sono attesi altri attacchi che approfittino di questa vulnerabilità, potenzialmente molto più pericolosi di quello condotto in questa circostanza. Commenti Per commentare devi essere registrato nel forum. Per registrarti clicca qui Risposta Rapida Messaggio: Segui qui la discussione sul forum Ultimatum alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia e Skype insieme per il VOIP in mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con Yahoo e Vodafone per la distribuzione di Opera Mini Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata In Trentino si spegne la TV analogica per passare al digitale Il software Navigon nei cellulari LG Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Il Google Phone di HTC in Italia grazie a Vodafone Fujitsu vende gli hard-disk a Toshiba MWC 09: Nokia propone il camera-phone N86 8MP MWC 09: arriva il caricabatterie universale per cellulari SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia (7 commenti) OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa... fotografare

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PETER Sloterdijk (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

LE «BOLLE» ERRANTI DELLA GLOBALIZZAZIONE PETER Sloterdijk Da domani nelle librerie per Meltemi il primo volume di «Sfere», l'opera più importante del filosofo tedesco. Una panoramica che spazia dalle relazioni primarie alla deriva autoreferenziale del politico per individuare i limiti e i perduranti punti di forza della modernità Bruno Accarino Mentre il primo volume delle Sfere del filosofo Peter Sloterdijk è un esperimento microsferologico impegnato a decifrare i piccoli mondi del vincolo di coppia o della partecipazione simbiotica, cioè impegnato a disegnare figure che non possono avere una forma circolare in senso geometrico e possono essere al massimo apparentate a sfere metaforiche, cioè appunto a «bolle», come recita il titolo del primo volume, la seconda tappa reca il sottotitolo Globi: sotto i riflettori sono ora Dio e il mondo. Nella trattazione dei globi il punto di partenza è l'«illuminismo» greco, con la sua immagine filosofica del mondo impregnata di idealismo geometrico in fatto di cosmologia e di idealismo logico in fatto di teologia. Questa metafisica della sfera perdura fino alle soglie della modernità, la quale può a sua volta essere interpretata come un esperimento anti-platonico e dunque come una cesura nella sfericità. La metafisica classica è una galleria di sistemi immunitari posti in essere a difesa della perfettezza delle sfere. Il successo di questa profilassi viene seriamente intaccato quando si oltrepassa sia la soglia della globalizzazione metafisica che quella della globalizzazione terrestre e si entra nel domaine della virtualizzazione dello spazio, sovradeterminata dalla velocità della circolazione del denaro e dell'informazione. La crisi dei sistemi immunitari, che è il segno della nostra epoca, consegue dal corto circuito determinatosi nell'evoluzione delle sfere: in un quadro che è quasi di mobilitazione totale jüngeriana, ma riferito al denaro, all'informazione e alla vita, la postmodernità ospita rapporti dinamizzati che sono transitati in una modalità ipercinetica, il cui tratto tipico consiste in «un immancabile precipitare in processi di innovazione interminabili». A questo punto l'immagine più congrua è quella delle «schiume» - Schäume è il sottotitolo del terzo volume di Sfere: un crogiuolo di perdita di equilibrio, di produzione caotica di senso, di cronica sensazione di vertigine. Si tratta di una figura molecolare lontana da un ordine molare corrispondente a stratificazioni delimitanti, e impegnata piuttosto a monitorare i flussi, il divenire, le intensità. Saltato l'asse degli accoppiamenti ideali e della ipersfera del cosmo unico e del Dio unico, viene meno ogni centrum securitatis e si profila una condizione in cui la lotta per la sopravvivenza reagisce a situazioni ipercomplesse. Nella nuova Babilonia Non è un caso che trovi collocazione nel terzo volume l'aeromoto (Terrore nell'aria, Meltemi), il passaggio della guerra dalla terraferma all'aria, e poi dalla guerra campale a quella aerea, con l'ingresso dei gas velenosi nello scacchiere della belligeranza e con lo sconvolgimento di ogni precedente morfologia della guerra: passaggio che Sloterdijk ha indagato con radicalità superiore a quella di Carl Schmitt, retrodatandolo alla prima guerra mondiale. Perfettamente incastonata nello stesso volume è inoltre la fenomenologia della Foam-City, la città-schiuma. Prima siamo invitati a orientarci sulla mappa dell'immaginario rivoluzionario francese, con la sua semantica ossessiva della festa culminata nella festa della Federazione del 14 luglio 1790, poi veniamo accompagnati nei sentieri che recano il segno dei «discorsi anfiteatrali» in direzione dell'assemblearismo totalitario che fiancheggia le soluzioni architettoniche di Albert Speer e il neoclassicismo nazionalsocialista, infine ci troviamo al cospetto delle pluralità spaziali urbane e della macro-schiuma cittadina, anzi di una vera e propria neobabilonica «afropoli» (foam city, appunto). Tutto ciò esige un cominciamento diverso da quello dell'uomo come zoon politikon, figura che Sloterdijk, riecheggiando la critica hegeliana di Schelling, considera affiorata improvvisamente da un colpo di pistola e fonte inesauribile di equivoci. Chi punta sulla centralità delle civiltà avanzate come oggetto di indagine cancella l'evento fondamentale e globale preesistente a tutte le civiltà, l'antropogenesi, e vede in ogni nuovo individuo un predestinato, in tempi rapidissimi, alla vita all'interno degli Stati. Il Leviatano americano Nella scia di Tommaso d'Aquino («l'uomo è un animale più familiare che politico»), si prendono invece le mosse da situazioni semplici, come la relazione madre-bambino, o dalla piccola e grande famiglia o ancora, più determinatamente, dall'orda originaria. Il correttivo etnologico apportato ad approcci antropologici e sociologici tradizionali si rende palese: la piccola forma insegna a stupirsi di fronte ad un insieme sociale che sia più grande di un'orda primitiva. Si scopre allora che nelle unità più grandi sono già presupposte tecniche di amplificazione e meccanismi di trasposizione (di metafora) e che le forme di vita prepolitiche e i rapporti fondamentali di piccolo formato sono indicatori imprescindibili. Una mappatura delle fonti di ispirazione di Sloterdijk sarebbe poco sensata, stanti l'agilità e l'impregiudicatezza con cui ad esse si attinge nei vari contesti. Conviene fissare intanto un punto: la formula fondamentale dell'esserci come «essere-nel-mondo» viene dinamizzata e lascia il posto alla formula alternativa venire-al-mondo. Il fenomeno biologico della nascita - Sloterdijk è debitore delle riflessioni arendtiane sulla natalità e avrebbe potuto anche appellarsi agli spunti forniti sullo stesso tema da Günther Anders, se solo fosse stato possibile purgarli della collera anti-heideggeriana che li pervade - diventa così interrogabile su un piano ontologico, fino alla costituzione degli imperi. Il «Leviatano americano» funge da incubazione di tutte le polarità essenziali: lo spazio liscio contro lo spazio striato, la deterritorializzazione contro la riterritorializzazione, la macchina da guerra contro l'apparato statuale, la marina e il partigiano contro le guardie di frontiera e l'esercito regolare, l'America contro la fortezza Europa, la balena contro l'elefante, la rete contro la gerarchia, il rizoma contro l'albero, l'immanenza contro la trascendenza, la circolazione illimitata contro la rarefazione dei beni - e dello spazio -, la moltitudine contro la nazione, il flusso contro le vie di comunicazione, il nomadismo contro l'endiadi ordinamento/localizzazione, l'intensità e la virtualità - foucaultianamente - contro la disciplina e il controllo, l'empire contro l'imperium, la governance contro il governo. Ma il trauma da assorbire resta quello indicato dall'espressione quasi scherzosa «monogeismo»: una formula con la quale si può indicare tanto la premessa quanto il risultato della globalizzazione terrestre, la presa di possesso nautica della Terra da parte degli europei. Pensiero partigiano Si inaugura un viaggio, che è qualcosa di più di un congedo filosofico dall'Europa, verso una talassizzazione dagli esiti oscuri e dal ritmo incontenibile, qualcosa che ha incalzanti conseguenze metafisiche prima ancora che politiche, economiche e sociali, qualcosa che, con la sua audacia, ridimensiona la creaturalità dell'uomo. La talassizzazione è così violenta, e così violentemente legata alla modernità, da rendere inadeguata anche una messa a punto concettuale così canonicamente direttiva come quella dello Heidegger del 1938 (L'epoca dell'immagine del mondo). Il mare è permanentemente in subbuglio, al punto tale da vanificare la potenza prensile e ordinativa della rappresentazione delineata da Heidegger. È come se il mare rivoluzionasse l'intero spartito musicale della modernità e fosse addirittura abilitato a conferire una laurea in modernità: «A whale-ship was my Yale College and my Harvard», una baleniera è stata la mia università di Yale e la mia Harvard, dice uno dei personaggi di Melville nel venticinquesimo capitolo di Moby Dick. Se si collocasse l'intervento della globalizzazione, con il suo potere di sagomare il mondo, solo in una fase tarda della storia occidentale, sarebbe inevitabile attribuire alla ferita narcisistica copernicana un potere di rottura che essa non ha. Modernità ribelle La ferita più profonda è stata inferta da Magellano, colui che ha consentito la transizione da un pensiero della terraferma ad un pensiero oceanico e che ha mortificato il pianeta Terra, stante la preponderanza delle superfici d'acqua, al ruolo di un water world. Anche la talassizzazione del politico o la sua irregolarizzazione, ricostruibile a partire dal partigiano schmittiano o, già meno persuasivamente, dal «ribelle» boschivo jüngeriano, è solo un aspetto di questo processo. Talassizzazione non è solo de-teologizzazione e scioglimento dei ceppi che incatenano la curiositas, avviata finalmente a sintonizzarsi con la «legittimità dell'età moderna». Essa è, propositivamente, capacità di apparecchiare imagines mundi che spezzino la consonanza tra viaggio e pellegrinaggio e releghino quest'ultimo in un ruolo di nicchia dilettantesca e pateticamente residuale - altro che linea diretta dal pellegrino al conquistador al viandante! Peregrinatio ad veritatem? Macché. Talassizzazione significa, né più né meno, sconvolgimento dei parametri, anzi dei regimi, dell'immaginazione: una scena originaria con effetti geopsicologici a catena, una seconda Odissea, comè stato detto, senza la componente nostalgica di Itaca. Senza ritorno. Almeno una delle domande che è lecito porre ai lettori di Sloterdijk cade qui a proposito: può il regressus alle condizioni di possibilità dell'ominazione (antropogenesi) e della cultura evitare di appiattirsi in un ennesimo episodio di raffinata erudizione, aggravato dagli effetti dispersivi di un'impresa consapevolmente inattuale? La spoliazione a cui viene sottoposta la modernità, rovistata da Sloterdijk con le lenti del prisma antropologico e quindi denudata delle fuorvianti bardature della sua autointerpretazione, risponde all'esigenza di prendere atto della crisi di tenuta che investe la gestione della compagine politica. I flussi del potere Nel momento stesso in cui si corre il rischio di aderire, senza opporre alcuna resistenza, all'autocelebrazione del mondo globalizzato come universo di flussi e non di strutture, di relazioni e non di identità di potere o di classe, ci si attrezza però a comprendere quali margini sussistano per intervenire su questa superficie delle cose che sembra non aver più bisogno di una dura realtà sottostante e librarsi al di sopra e al di là di qualsiasi vincolo fondativo e sostanziale. Quale verità è così autoevidente da non aver bisogno né di apprendimento né di lavorìo critico, se non quella del mercato? Palesemente infastidito dallo svuotamento accademico della riflessione filosofica, anticonformisticamente incline alle grandi narrazioni e per nulla intimorito dal verdetto di superfluità quotidianamente pronunciato all'indirizzo dell'indagine cosmologica, quasi incredulo, anzi furibondo, di fronte al successo di una filosofia analitica esangue ed anti-narrativa, Sloterdijk è stato più volte coinvolto in scaramucce mediatiche che rischiano di far smarrire il senso della sua proposta. Il suo recupero della narratività, magari anche provocatoriamente affabulatoria, come medium di concettualizzazione tenta di dotare la comunicazione filosofica di un'attrezzatura psicostorica che non paghi alcun dazio alla psicoanalisi, alla quale Sloterdijk ha riservato la sua diffidenza sin da L'albero magico (1985), narrazione fantastica del viaggio di un giovane medico viennese in una Parigi stralunata e prerivoluzionaria. Mondo sincronico è quello, chiuso come una serra, della globalizzazione. Libere dalla storia, prive di passato e di identità, sono quelle ombre di singoli che si avvicendano sul teatro della relazionalità sociale: e che quella libertà, peraltro, vedono spesso messa a repentaglio, perché il destino di un'epoca che regala a piene mani l'ebbrezza della incessante riformattazione della propria biografia è quello di moltiplicare le occasioni compensatorie familistico-schiavili. L'anticomunitarismo di Sloterdijk non accetta di scendere sul terreno di un'opzione a favore della priorità del collettivo sull'individuale o viceversa, ma legge la matrice biopolitica, e in buona sostanza prepolitica, delle soluzioni istituzionali che danno risposta ai disagi «estatici» del vivere associato. Nell'odierno pullulare di corporate identities, l'itinerario di Sloterdijk è, per una sua parte consistente, la mappa dei tentativi falliti di dare slancio e realtà al programma kantiano di uscita dalla minorità. Non è più in questione una storia di successi intervallati da fallimenti, e viceversa, nel diagramma dell'emancipazione, ma la paralisi di una conditio humana non votata, per natura e per cultura, alla maggiorità.

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Gli economisti: servono scelte internazionali condivise (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Al Forum di Formiche e Il Tempo il punto sul G7 Gli economisti: servono scelte internazionali condivise Una governance a livello mondiale e un ordine monetario come chiave per affrontare la crisi economica non solo sull'onda dell'emergenza ma anche nel periodo successivo. è quanto è emerso dal forum promosso dalla rivista Formiche insieme a Il Tempo che si è tenuto presso l'hotel Aleph di Roma. Un panel di economisti ha fatto il punto sull'esito del vertice G7 di Roma e ha presentato il nuovo volume di Paolo Savona ("Il governo dell'economia mondiale", ed. Marsilio-Formiche). Alla tavola rotonda con Paolo Savona hanno partecipato fra gli altri, Arrigo Sadun (direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale), Michele Bagella (preside della facoltà di Economia all'Università Tor Vergata), Carlo Pelanda, Antonio Maccanico, Gianni De Michelis, Franco Debenedetti, Giuseppe Pennisi e il sottosegretario allo Sviluppo Economico Adolfo Urso. Pennisi ha lanciato l'ipotesi di definire «vaste aree monetarie» per creare stabilità. La tesi che ha prevalso è quella di una revisione del sistema monetario, un nuovo accordo monetario internazionale. Il problema infatti non è solo di far fronte all'emergenza («I governi hanno messo in campo soluzioni tampone» ha detto l'economista Mauro Marè) ma di governare la fase successiva. Paolo Savona ha sottolineato che «l'emergenza monetaria non può essere affrontata a livello nazionale». Pelanda ha ricordato che della crisi dei mutui subprime si parlava già nel 2007 ma nessuno è corso ai ripari. Anche Pelanda come Tremonti ha parlato di una sorta di G2 creato da Cina e Usa. Nella riforma degli organismi mondiali l'Italia puà giocare un ruolo importante ha sottolineato il sottosegretario dello Sviluppo Economico, Adolfo Urso che ha aggiunto: «Dal punto di vistaculturale e geografico il nostro Paese che attualmente è nel G7 è il più simile a quelli emergenti che chiedono di essere ammessi alle decisioni». Il timore per il protezionismo è emerso dalla parole di Mauro Marè, presidente del Mefop, che ha spiegato che «i piani che i paesi europei hanno messo in campo per salvare le aziende nazionali sono stati presi senza un coordinamento a livello di Commmissione europeo». Il pericolo è grande perché se Bruxelles non può più intervenire sugli aiuti di stato «il rischio è il collasso del mercato comunitario» ha concluso Marè

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A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia (sezione: Globalizzazione)

( da "PC World online" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

18-02-2009 A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia L'emendamento al pacchetto sicurezza del senatore D'Alia metterebbe a rischio Facebook, YouTube e il web 2.0 redazione A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube. Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Facebook paga 65 milioni nella causa con ConnectU San Valentino: attenti ai messaggi d?amore, possono contenere virus e spam Google sempre più in vetta anche negli USA Postbox, dalla costola di Thunderbird Il diavolo, si dice, è sempre nei dettagli. E così, mentre in Rete si discuteva e si discute di una proposta di legge sul web di cui sarebbe ispiratrice la SIAE (che smentisce), un “piccolo” emendamento nel pacchetto sicurezza. che porta la firma del senatore Giampiero D?Alia dell?UDC, rischia di fare male, anzi malissimo a siti come Facebook e YouTube. «In caso di accertata apologia o incitamento, il ministro dell?Interno - si legge nel testo dell?emendamento di D'Alia- dispone con proprio decreto l?interruzione dell?attività indicata, ordinando ai fornitori di servizi di connettività alla Rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine, applicando sanzioni pecuniarie per gli inadempienti». Un testo che ha trovato, nel governo, qualche detrattore, come l'onorevole Roberto Cassinelli (del PDL), già al lavoro su un controemendamento, per salvare la, parole di Cassinelli, "libertà del web". Quel che non va giù ai provider, che hanno immediatamente reagito, è che la loro intoccabilità subisce un colpo mortale. Se si applica questo principio in casi di apologia di reato, non si capirebbe perché non farlo anche, per esempio, per altre situazioni illegali. Le polemiche riguardo a Internet, per esempio, vanno sempre in coppia con pornografia e pedofilia. Fin dalla sua alba, quando un insospettabile Maurizio Costanzo chiedeva di oscurare il web per oscurare i pedofili. E, fin da allora, l?obiezione più diffusa era: rinuncereste alla linea telefonica perché veicola, anche, minacce, e mafiose, appuntamenti terroristici e via discorrendo? Obiezione che era e resta valida, e che ha sgominato e (timide) obiezioni dei censori di Internet. Oggi, la stessa argomentazione, o quasi, è usata dai provider per proclamare la loro innocenza di fronte alle trasgressioni più o meno gravi dei loro utenti. Che si tratti di gioielli contraffatti su eBay, di gruppi che inneggiano alla mafia o alla morte di qualcuno, come accade su Facebook, di video in cui si seviziano ragazzi affetti da sindrome di down, la difesa dei provider è identica: noi siamo un tramite, forniamo il parcheggio, che ne sappiamo se l?auto è rubata? Proprio sul caso a cui ho sopra alluso, quello per cui Google deve rispondere in un processo a Milano per aver ospitato le bravate di un gruppo di bulletti su un ragazzo disabile, ho letto la dichiarazione di un portavoce del motore di ricerca che definiva il proprio ruolo come quello di “postino”. Ecco, l?assimilazione del provider al ruolo di portalettere francamente non la condivido... (continua sul blog NonInLinea) A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia La prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia e Skype insieme per il VOIP in mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con Yahoo e Vodafone per la distribuzione di Opera Mini MWC 09: Mozilla rilascia Fennec ma... non funziona Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata In Trentino si spegne la TV analogica per passare al digitale Il software Navigon nei cellulari LG Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Il Google Phone di HTC in Italia grazie a Vodafone SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa... fotografare

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## Hillary Clinton attesa in Cina tra nuove sfide e vecchi (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 18 feb. (Apcom) - La tappa finale in Cina del primo viaggio asiatico del nuovo Segretario di Stato americano Hillary Clinton, dopo Giappone, Indonesia e Corea del Sud, sarà anche la più importante per le relazioni bilaterali della presidenza Obama alla luce della congiuntura internazionale corrente. L'agenda delle relazioni bilaterali spazierà dagli ambiti tradizionali alle priorità della nuova amministrazione americana, dalle questioni diplomatiche più tecniche (come la nomina di un nuovo ambasciatore USA a Pechino) ai diritti umani, argomento personalmente a cuore alla Clinton. Gli Stati Uniti intendono premere per una maggiore partecipazione della Cina ai temi globali, primo fra tutti quello ambientale. "Cercheremo maniere per collaborare su questioni che vanno al di là del semplice interesse reciproco, per rivolgerci a problemi veramente globali" ha detto Hillary Clinton alla vigilia della partenza per la missione in Asia. Pechino e Washington sono i principali responsabili delle emissioni di anidride carbonica e i più restii all'osservanza dei trattati internazionali in materia. Ma la collaborazione, che vuol dire anche e soprattutto cooperazione scientifica, può essere vantaggiosa ad ambo le parti: per la Cina significherebbe nuova immissione di conoscenze scientifiche, per gli USA sarebbe una spinta all'esportazione di prodotti con alto valore aggiunto, in una fase in cui le due economie soffrono particolarmente. Proprio l'economia e il superamento della crisi internazionale sono l'altro tema maggiore che gli Usa intendono mettere subito in chiaro. Per i due paesi che da soli producono la metà del Pil del mondo intero, secondo un modello estremamente interconnesso, le discussioni sull'argomento non saranno indolore. Appena qualche giorno fa il Segretario al Tesoro Tim Geithner ha avviato il suo mandato con una critica alla Cina e alla manipolazione dello yuan da parte di Pechino. Dal canto suo il dragone ha risposto con l'accusa di protezionismo a Washington, gettando subito le relazioni nel gelo. Un gelo dal quale Hillary Clinton trarrà difficilmente l'ardore di puntare il dito contro la situazione dei diritti umani nel paese. Con le questioni commerciali delicate sulla bilancia, la possibilità di una cooperazione ambientale e militare, anche con la partecipazione dell'esercito cinese alle forze di pace internazionali, sembrano lontani oggi i tempi come il 1995. All'epoca, l'allora first lady Clinton, pronunciò un discorso alla Conferenza Mondiale delle Donne in corso a Pechino, che la Cina ricorda ancora oggi, nel timore che un attacco alla repressione dei dissidenti, agli arresti arbitrari e alla limitazione della libertà di espressione possa segnare anche questa prima visita della Clinton in veste di capo della diplomazia americana. Oggi da molti viene la richiesta ad Hillary per un intervento presso il governo cinese a favore di Liu Xiaobo, l'ideatore della Carta 08 in prigione da dicembre, ma resta da vedere che peso avranno i diritti umani nell'agenda dei prossimi giorni. La Cina, invece, "spera di poter avere discussioni approfondite sulle relazioni sino-americane, sulla crisi finanziaria internazionale e altri argomenti di interesse comune" ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri Jiang Yu in conferenza stampa. Wu Xinbo, professore di relazioni internazionali all'Università Fudan di Shanghai, scrive sul quotidiano di politica estera Global Times che "se negli ultimi 30 anni le relazioni fra Cina e Usa sono servite a mantenere la stabilità internazionale, per i prossimi 30 devono farsi carico di innovare la diplomazia globale". Hillary Cinton arriverà a Pechino nella serata di venerdì e incontrerà il presidente Hu Jintao, il Primo Ministro Wen Jiabao, e il Ministro degli Esteri Yang Jiechi. Prima di ripartire per Washington domenica visiterà anche una centrale termica sino-americana nei dintorni di Pechino.

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Indonesia/ Clinton: paese è un modello per mondo islamico (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 18 feb. (Apcom) - In visita nel paese musulmano più popoloso del mondo, l'Indonesia, il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton ha cercato di rinvigorire i non certo prosperi legami tra Washington e il mondo islamico promettendo: l'amministrazione Obama approfondirà le relazioni con l'Indonesia come parte di un più vasto impegno diplomatico nel sud-est asiatico. Il messaggio è stato accolto con entusiasmo dai leader locali, mentre non sono mancate proteste in varie città e l'ormai immancabile lancio di scarpe (Iraq docet) contro immagini della Clinton. Almeno cinque persone sono state arrestate dopo una concitata protesta degli studenti universitari musulmani fuori dall'Ambasciata statunitense a Giacarta. Durante la visita nella capitale indonesiana, dove il presidente Barack Obama visse per alcuni anni durante la sua infanzia, il Segretario di Stato ha affermato che gli Stati Uniti lavoreranno con i leader locali per sviluppare meccanismi contro tutto ciò che minaccia la sicurezza in Asia, come al soppressione degli attivisti democratici in paesi come la Birmania, dove vige un severo regime comunista. Washington cercherà anche di studiare con i paesi asiatici delle soluzioni per far fronte alla crisi economica e a problemi di tipo ambientale come la deforestazione e il surriscaldamento globale. "Riteniamo che gli Stati Uniti debbano avere una forte presenza in questa regione", ha dichiarato Clinton dopo un incontro con i vertici dell'Asean, l'associazione delle nazioni del sud-est asiatico a lungo trascurata dall'ex presidente George W. Bush che non ha mai promosso un vertice Usa-Asean né ha mai inviato figure di rilievo della sua amministrazioni a incontri dell'associazione. Anche qui come in Giappone, prima tappa del suo tour asiatico, Clinton ha sottolineato come non fosse casuale che per il suo primo viaggio all'estero, Obama l'abbia inviata proprio in Asia, segno di un rinnovato interesse americano verso questa regione del Mondo. Clinton è stata particolarmente generosa di elogi con l'Indonesia, indicandola come un modello per il mondo islamico per la sua democrazia multietnica e la lotta al terrorismo pur nel rispetto dei diritti umani. Ha poi annunciato che sarà ristabilito un particolare programma di pacifisti interrotto nel 1965 quando i volontari furono espulsi da gruppi di estrema sinistra che li accusavano di spionaggio. Domani l'ex First Lady sarà in Corea del Sud e poi in Cina.

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Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile (sezione: Globalizzazione)

( da "PC World online" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

18-02-2009 Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile Il padre del ragazzo disabile ha ritirato la querela a Google: prosegue il processo con le parti civili Attilio Varanini Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube. Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Facebook paga 65 milioni nella causa con ConnectU San Valentino: attenti ai messaggi d?amore, possono contenere virus e spam Google sempre più in vetta anche negli USA Fonti d'agenzia confermano che è stata ritirata la querela contro Google, mossa a suo tempo dal padre di un ragazzo disabile a causa di un video postato su Google video, che ritraeva le molestie dei compagni di scuola al figlio. Mentre in Rete si discute sui limiti delle responsabilità dei provider rispetto ai comportamenti degli utenti, ecco una svolta nel processo milanese che coinvolge il più importante motore di ricerca del mondo. Cadono dunque le accuse di diffamazione e violazione della legge sulla privacy: il giudice della quarta sezione penale ha accolto la remissione della querela da parte degli avvocati del ragazzo. Non si ferma, però, il processo, poiché si sono costituiti parte civile il Comune di Milano, l'associazione Vividown e una donna, non direttamente coinvolta nella causa, ma a sua volta proclamatasi vittima di violazione della privacy a causa dello strumento di ricerca delle pagine cache, in grado di recuperare una sua antica vicenda giudiziaria (dalla quale risultò peraltro assolta). L'udienza è ora fissata per il 17 marzo, e all'ordine del giorno ci saranno le questioni preliminari. Commenti Per commentare devi essere registrato nel forum. Per registrarti clicca qui Risposta Rapida Messaggio: Segui qui la discussione sul forum Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia La prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia e Skype insieme per il VOIP in mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con Yahoo e Vodafone per la distribuzione di Opera Mini MWC 09: Mozilla rilascia Fennec ma... non funziona Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata In Trentino si spegne la TV analogica per passare al digitale Il software Navigon nei cellulari LG Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa... fotografare

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La crisi economica: verso una de-globalizzazione dei mercati? (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Feb 0918 La crisi economica: verso una de-globalizzazione dei mercati? Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:05 in Economia e Globalizzazione La crisi del mercato automobilistico tocca sempre piu' l'Europa. In Svezia, la storica Saab, da quasi vent'anni interamente acquisita dalla General Motors, rischia la chiusura dopo che gli americani hanno annunciato il loro imminente disimpegno. I conti della Saab sono in perenne rosso, e General Motors, che già ha parecchi problemi negli States, ha deciso di chiudere i rubinetti. Secondo la General Motors, senza un immediato intervento governativo, la Saab rischia il fallimento entro la fine di questo mese. Il governo svedese (centrodestra) non pare intenzionato ad intervenire. La vice-premier Maud Olofsson è stata piuttosto chiara: "Gli elettori mi hanno scelto perché ospedali e commissariati di polizia. Non per rilevare la proprietà di case automobilistiche in rosso". Il governo sembra intenzionato ad offrire alla Saab nulla piu' che un eventuale prestito d'urgenza, mentre l'opposizione, capeggiata dai social-democratici, richiede un intervento di salvataggio a tutela delle migliaia di posti di lavoro a rischio. La vicenda potrebbe celare, oltre ai piu' evidenti aspetti economici, anche un lato squisitamente politico. Gli aiuti al rilancio dell'economia previsti dall'amministrazione Obama paiono infatti disincentivare gli investimenti all'estero per riportare nel Paese "produzioni" e "posti di lavoro".

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Anche il tessile-abbigliamento cinese perde colpi con la crisi globale (sezione: Globalizzazione)

( da "fashionMagazine.it" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

18 Febbraio 2009 Anche il tessile-abbigliamento cinese perde colpi con la crisi globale La Cina si riconferma leader indiscusso nelle esportazioni mondiali di tessile-abbigliamento, ma il calo globale dei consumi sta colpendo anche le aziende del settore che, per la prima volta in 10 anni, accusano una discesa nei profitti. Intanto l'Italia chiude il 2008 con un +27% dell'export verso questo Paese, che nel 2015 dovrebbe avvicinarsi a quota 1,4 miliardi di abitanti. Come è emerso dal recente convegno organizzato da Smi e Intesa Sanpaolo, intitolato ?Percorsi di internazionalizzazione dell'industria tessile e moda italiana? (vedi anche fashionmagazine.it del 16 febbraio), la manifattura tessile della Repubblica Popolare (concentrata nel sud-est, presso i distretti del Guangdong, Zhejiang, Jiangsu e Fujian) ha realizzato 15,3 miliardi di dollari di fatturato nei primi 11 mesi del 2008, con una flessione dell'1,77% rispetto allo stesso periodo del 2007. In più, come ha illustrato Cecilia Gilodi dell'area Centro Studi di Smi, le stime per il primo quarter del 2009 sono di un ulteriore -30%. Se si considerano soltanto le imprese di grandi dimensioni, la produzione stimata tra gennaio e febbraio è cresciuta del 16,55%, cioè 8 punti percentuali in meno rispetto allo stesso periodo un anno prima. Le imprese a tutt'oggi giudicate in buona salute ammontano a un terzo del totale: registrano il 98% dei ricavi di tutto il comparto e nel periodo gennaio-agosto hanno realizzato un +33% del fatturato. E se nel 2008 il tessile cinese ha segnato un +15,9% nelle esportazioni verso il resto del mondo, toccando un nuovo massimo consecutivo dal 2000, per la prima volta in nove anni l'export di abbigliamento è cresciuto a un tasso a cifra singola (+4% sul 2007). Molte di queste aziende oggi ha deciso di concentrarsi meno su mercati quali gli Usa e l'Europa, per conquistare i consumatori domestici. Anche il governo ha messo a punto un piano per supportare i consumi interni di tessile-abbigliamento, in parallelo con la messa a punto di un pacchetto di stimoli per le aziende del settore, a partire dai prestiti agevolati. L'orientamento delle autorità è, inoltre, quello di portare alla chiusura gli impianti obsoleti, di eliminare quelli energy-intensive e inquinanti nonché di riallocare la produzione dal sud-est verso aree più centrali e occidentali. L'ipotesi di aziende più in linea con i canoni europei, della creazione di nuovi posti di lavoro e di provvedimenti per sviluppare i consumi, rende l'ex Celeste Impero sempre meno una minaccia e sempre più un'opportunità, come emerso al convegno. Sebbene i dati tra il 2000 e il 2006 rivelino che la spesa delle famiglie cinesi per il vestiario e la moda resta fissa intorno al 10%, confortano i numeri sull'interscambio commerciale Italia-Cina elaborati da Smi per l'intero 2008: le esportazioni di abbigliamento-moda sono cresciute del 27,3% a 129,5 milioni di euro. Tra le voci spiccano l'abbigliamento, che ha segnato un +34,3%, il tessile casa con un +38% come pure la maglieria e la calzetteria con un +18,8%. e.f.

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RIETI: 'I SOLDI SONO TUTTO? UNA NUOVA ETICA NELL'ECONOMIA' (sezione: Globalizzazione)

( da "Sabina Oggi Online" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Scritto da redazione mercoledì 18 febbraio 2009 Un Auditorium Varrone affollato di studenti reatini ha ospitato la conferenza organizzata dall'assessorato alle Politiche Scolastiche del Comune di Rieti L'incontro, introdotto dall'assessore Lidia Nobili, ha visto la partecipazione del professor Riccardo Moro, economista ed esperto in questioni internazionali, direttore della Fondazione Giustizia e Solidarietà, il quale ha relazionato di fronte agli alunni dell'Istituto Tecnico Commerciale 'Duca degli Abruzzi', dell'Ipc 'Strampelli', dell'Itcg 'Ciancarelli', dello Scientifico 'Jucci', del Professionale 'Vanoni' e del Pedagogico 'Elena Principessa di Napoli', per poi approfondire i temi affrontati nel dibattito conclusivo. "E' stato un appuntamento dall'alto valore formativo – sottolinea l'assessore Lidia Nobili – anche grazie all'accessibilità dei linguaggi utilizzati ed all'attualità dei temi affrontati. In un momento così delicato per l'economia mondiale, i problemi legati alla crisi finanziaria ed alla conseguente crisi economica sono stati riassunti in uno schema riassuntivo che è stato distribuito agli studenti i quali hanno quindi potuto riflettere su possibili soluzioni alla recessione attuale". Il faccia a faccia con l'economista ha quindi fornito ai presenti una serie di spunti di riflessione affinché ognuno possa sentirsi protagonista di scelte consapevoli e corrette dal punto di vista etico. Un percorso, questo, che richiede, a giudizio del professor Moro, "un impegno nello studio (a tal proposito è stata fornita una bibliografia di riferimento) ed un'attenzione rivolta verso un consumo responsabile". I riflettori sono stati puntati sull'importanza delle realtà economiche del sud del mondo, affinché il consumismo e la globalizzazione dedichino il dovuto rispetto alle comunità più deboli dal punto di vista contrattuale. Riccardo Moro è un economista che si occupa di questioni internazionali e in particolare del problema della lotta alla povertà e del finanziamento dello sviluppo sostenibile nel contesto della globalizzazione. Negli ultimi anni si è occupato del problema del debito estero dei paesi del Sud del mondo, concorrendo ad animare la campagna per la remissione del debito lanciata dalla chiesa italiana, una delle più efficaci fra quelle dei paesi creditori. Attualmente è direttore della Fondazione Giustizia e Solidarietà, l'organismo creato dalla Conferenza episcopale italiana insieme a numerose organizzazioni laicali per proseguire l'impegno culturale e di divulgazione sui temi della giustizia economica internazionale e per portare a termine le operazioni di conversione di debito in Zambia e Guinea promosse durante la campagna dell'anno giubilare. Collabora con l'Università di Torino e con la Facoltà di Economia di Roma Tor Vergata, presso la quale è fra i docenti dei Master in Economia dello sviluppo e Finanza internazionale. Fa parte del Task Group sul debito e aggiustamento strutturale, creato da Caritas Internationalis e CIDSE, la federazione internazionale delle ONG cattoliche, che dialoga con Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale su questi temi. è tra i coordinatori di Sentinelle del mattino, la rete dell'associazionismo cattolico italiano che condivide un impegno culturale, educativo e di azione comuni sui temi della globalizzazione nata a Genova il 7 luglio 2001 in occasione del summit del G8. Ha recentemente presentato a Milano con il cardinal Tettamanzi e il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi il volume "Impegni di Giustizia. Rapporto sul debito 2000-2005". Con questo testo, che ha curato per la Fondazione Giustizia e Solidarietà, con i materiali di divulgazione che lo accompagnano, la chiesa italiana torna a fare il punto della situazione sul debito a cinque anni dal Giubileo, riproponendo alle istituzioni, ma anche a tutte le comunità e le famiglie del nostro paese, il tema della corresponsabilità nelle sperequazioni economiche e sociali presenti in modo grave nel pianeta. Tra le sue pubblicazioni: Governare la globalizzazione. Una sfida possibile per costruire la pace, AVE 2003; Pagare con la vita. Lo scandalo dell'indebitamento dei paesi poveri, EMI 2000; e in collaborazione: Impegni di Giustizia. Rapporto sul debito 2000-2005, Fondazione Giustizia e Solidarietà EMI 2005; Debito dei paesi poveri: quali politiche per il dopo cancellazione, IPALMO Laterza 2004 Pace e Globalizzazione. Percorsi di riflessione e schede di approfondimento, EMI 2003. Dov'è la Pace sulla Terra? Lettera aperta alle donne e agli uomini di buona volontà, EMI 2001-2002

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Cina-Usa/ A Pechino alto apprezzamento per Hillary Clinton (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 18-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 18 feb. (Apcom) - In Cina la conoscono con il solo nome Hillary, un segno che il nuovo Segretario di Stato Americano non è affatto sconosciuto alla popolazione del paese più grande del mondo. Sebbene la maggior parte la ricordi come "la moglie di Bill Clinton", Hillary ha a lungo primeggiato nelle preferenze dei cinesi durante l'ultima campagna elettorale. "Io preferisco Hillary ad Obama, perché è una donna e le donne hanno tutte le qualità per ricoprire degli incarichi politici di alto livello, come la nostra vice premier Wu Yi" diceva Chen Xi, redattrice in una rivista cinese. "Ha più esperienza, ha imparato dal marito e capisce come funziona la politica" secondo Dou Jun, professore presso un liceo si Pechino. Più difficile da richiamare alla memoria è, invece, lo storico discorso che Hillary Clinton tenne nella capitale cinese nel 1995, in occasione della Conferenza Mondiale sulle Donne, contente una feroce accusa alle violazioni dei diritti umani da parte del governo cinese. "E' una violazione dei diritti umani quando un bambino viene privato del cibo, o soffocato, o annegato, o le sue ossa sono spezzate solo perché nasce femmina" disse l'allora first lady, aggiungendo che "la libertà è il diritto delle persone a riunirsi, organizzarsi e parlare apertamente" per rendere chiaro il concetto alle autorità locali. Ed è quello che oggi Ding Zilin, la fondatrice del gruppo delle Madri di Tiananmen, ricorda con più gratitudine di Hillary Clinton. Proprio grazie all'intermediazione della Clinton, Ding fu rimessa in libertà nel 1995, quando la polizia l'aveva detenuta preventivamente per impedirle l'accesso alla Conferenza. "Il nome di Hillary Clinton è molto familiare ai cinesi" ha detto Ding Zilin a Voice of America. "Spero che questa volta possa parlare con il governo cinese per Liu Xiaobo", l'ideatore della Carta 08, in detenzione dallo scorso dicembre, nella speranza che la pressione funzioni così come 13 anni fa. Tante lodi non riescono però a salvare il nuovo Segretario di Stato dalle critiche dei nazionalisti più accesi, i quali non dimenticano gli accenti anti-cinesi della campagna elettorale della lady di ferro a stelle e strisce. Fu proprio la Clinton a chiedere a George W. Bush di rinunciare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino 2008 in segno di protesta contro la politica cinese in Sudan e per sostenere la libertà del Tibet. Ancora fu Hillary ad accusare l'amministrazione Bush di aver fallito nel proteggere i lavoratori americani contro l'invasione cinese, i consumatori contro gli scandali del Made in China e l'economia nazionale contro la manipolazione della valuta operata da Pechino. Ora che è a capo della diplomazia della prima potenza mondiale, probabilmente Hillary Clinton si attirerà molte più critiche e catalizzerà molte più speranze di quanto fatto fin qui. Per ora una delle rare presenze femminili dell'apparato cinese, il portavoce del Ministero degli Esteri Jiang Yu, ripete che "la Cina aspetta con ansia di dare il benvenuto al Segretario di Stato americano Hillary Clinton a Pechino".

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