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Report "Globalizzazione"   17-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

L'ora del rilancio ( da "Agenzia di Viaggi, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Dopo le Torri Gemelle, quando nessuno voleva più andare negli USA, sono arrivato a portare in Cina 4.000 persone in un anno. Il 2008 è stato segnato in negativo dalle Olimpiadi, dal Tibet e dal terremoto, nonostante tutto siamo arrivati a quota 1.000. Per il 2009 speriamo di reggere e di incrementare un po?

"Per la ripresa è necessario dire la verità" ( da "Stampa, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Abbiamo proposto di aumentare le risorse per il Fondo Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale. Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico». Preoccupato per l'ondata di scioperi che monta? «Si rilevano tensioni dappertutto. Alla luce di questo, perché i risultati siano concreti c'è bisogno di un solido dialogo sociale.

L'Italia: <Moratoria sul diritto di veto> ( da "Corriere.it" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: obsoleto il potere di bloccare ogni delibera di Usa, Cina, Russia, Francia e Gb L'Italia: «Moratoria sul diritto di veto» Il rappresentante italiano all'Onu: «Non valga quando si decide su genocidi e interventi umanitari » Il Palazzo di Vetro, sede dell'Onu a New Yorl, presidiato dalla polizia (Ap) NEW YORK - L'Italia propone una moratoria sul potere di veto,

onu, al vertice sul razzismo l'ue pronta al ritiro - alberto d'argenio ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ieri intanto l´Italia ha proposto una moratoria sul diritto di veto all´Onu appannaggio di Usa, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia. Mossa che si inquadra nella lunga discussione sulla riforma del Consiglio di sicurezza e cerca di evitare le frequenze paralisi al Palazzo di Vetro.

Vaticano e Usa interessi comuni ( da "Gazzettino, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: altra ad una comprensione corretta e realistica dei processi di globalizzazione, per condurli, nei limiti del possibile, verso gli esiti più favorevoli alle buone sorti della vita umana sul pianeta. Il tema della pace internazionale, su cui la Chiesa da sempre tiene una posizione univoca e incondizionata, per soluzioni diplomatiche e mai belliche di qualsiasi controversia tra Stati,

soffre anche il business dei beni culturali per il turismo è l'ora di nuovi progetti ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: siamo la quinta destinazione al mondo dopo Francia, Spagna, Usa e Cina. Il turismo, compreso l´indotto, rappresenta circa il 10% del Pil dell´Italia: un dato rilevante anche se al di sotto del 17,2 stimato della Spagna. Quello del turismo è un settore vitale con una forte voglia di fare impresa, ma esistono ostacoli che ne limitano le potenzialità.

anche l'arte scopre il marmo di orosei ( da "Nuova Sardegna, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: commercializzato in Cina, negli Usa, in Russia, Spagna, Olanda, Giappone, Germania, Egitto e Kwait. Titolare dell'azienda, una tra le più apprezzate nel mondo, è Giuseppe Sanna, che ha maturato all'estero la propria esperienza lavorativa nel settore. Socia della ditta oreseina è Annalisa Alloi, farmacista con la passione per i marmi della Baronia e delle pietre della Sardegna in generale.

la protezione civile attiva un impianto per misurare l'intensità delle piogge ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: amministrazione comunale della dalla Protezione civile regionale. Come sottolineato dal sindaco Renzo Francesconi, «abbiamo ricevuto comunicazione dal direttore centrale della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia dottor Guglielmo Berlasso dell'avvio di un intervento urgente per la realizzazione del sistema di monitoraggio idrometeorologico,

Acqua, nel 2030 avrà sete un abitante su due ( da "Unita, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E la Cina resta ancora lontana dalle abitudini occidentali: in Svezia ogni anno si mangiano 76 kg di carne a testa, negli Usa 125. CONTESTAZIONI Perché basti, è necessario cominciare a pensare che l'acqua è una risorsa finita e che l'uso che se ne fa deve necessariamente essere diverso da com'è stato finora.

A secco, costretta a dividersi una risorsa limitata e sempre meno accessibile. Di qui al 2030 quasi ... ( da "Unita, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E la Cina resta ancora lontana dalle abitudini occidentali: in Svezia ogni anno si mangiano 76 kg di carne a testa, negli Usa 125. CONTESTAZIONI Perché basti, è necessario cominciare a pensare che l'acqua è una risorsa finita e che l'uso che se ne fa deve necessariamente essere diverso da com'è stato finora.

alta specializzazione al keymec oggi il via al corso per laureati ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: intervenire nello sviluppo e nel consolidamento di quelle competenze tecniche che, in un mercato globalizzato, sono determinanti nella gestione dei fattori di miglioramento delle performance aziendali. Si parla, in pratica, dei sistemi di gestione della produzione, dei materiali e dei magazzini e della capacità produttiva, di logistica distributiva e integrata.

Una lancia per l'ispettore Zulu Così anche il noir si globalizza ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ispettore Zulu Così anche il noir si globalizza di Luca Crovi Trionfano in libreria gli investigatori algerini, i commissari greci in gita a Istanbul e le indagini nel cuore nero del Botswana «Il poliziesco è la poesia della vita metropolitana», scriveva G. K. Chesterton. «Il giallo è il fiore rosso sangue dell'epoca contemporanea», aggiungeva negli Anni Trenta,

le colpe della globalizzazione ( da "Tirreno, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della crisi economica Le colpe della globalizzazione PRATO. S'intitola "Storia della mia gente" ed è il nuovo libro scritto da Edoardo Nesi. In questa sua ultima fatica lo scrittore abbandona il romanzo per dedicarsi a una riflessione economica sul declino industriale della città di Prato, che costruisce partendo dalla propria esperienza di imprenditore tessile durata quindici anni.

Emergenza frane, danni per 20 milioni di euro ( da "Tempo, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Protezione civile Aldo Ciaramella CAMPOBASSO Cento frane segnalate al 31 dicembre e una stima per riparare i danni provocati dagli smottamenti a infrastrutture e a manufatti in un solo anno per oltre venti milioni di euro. La Protezione civile regionale prepara il suo dossier legato agli ultimi eventi della natura dello scorso anno ma ha già cominciato a riempire di dati e di contenuti

Necessario valorizzare il territorio ( da "Tempo, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il territorio sempre più baricentro della globalizzazione, le questioni socio-economiche della provincia di Frosinone sono state al centro del dibattito. È necessario valorizzare fortemente il territorio contro gli effetti perversi della globalizzazione senza regole, affermando un'etica ed una politica in grado di garantire un sistema di valori condivisi,

L'Opec non taglia la Ford invece sì Fed: la fine è vicina ( da "Manifesto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche il numero delle società straniere che si sono installate in Cina. Nel 2008, gli investimenti stranieri avevano mostrato una crescita del 23,6%, anche se gli ultimi mesi dell'anno iniziavano già a far intravedere una frenata. Su un altro fronte, non va meglio negli Usa: in marzo l'indice Empire che misura l'attività manifatturiera nell'area di New York è sceso ancora a -38,

Obama si converte all' orto ( da "Manifesto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla melamina nel latte in Cina alla carne di maiale alla diossina dell'Irlanda fino ai casi di salmonella in Usa. La campagna per promuovere il cibo sano ha conquistato un testimonial potente come l'orto presidenziale. I principi salutisti divenuti la guida al «mangiare non tossico» di una intera nazione sono quelli di Alice Waters,

È giallo il continente nero L'Africa diventa made in Cina ( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: made in Cina e si porta a casa tonnellate di legname. Dall'Angola prende la via della Cina oltre la metà del greggio locale e le imprese cinesi stanno costruendo porti, aeroporti, strade, ferrovie nel Paese che sta diventando uno dei primi protagonisti dell'espansionismo cinese in Africa, dopo il Sudan.

Se Wen Jibao lancia il T-bond a copertura aurea ( da "Milano Finanza (MF)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ed è quindi maturo il momento per ridefinire le relazioni cino-americane ed il ruolo della Cina nella governance globale.Primo, Wen Jibao vuole garanzie esplicite dagli Usa che gli oltre 2 mila miliardi di dollari investiti in titoli del Tesoro americano siano al sicuro. Il premier cinese parla alla moglie di Cesare per far capire a Cesare, cioè Obama.

ANCHE se non prevedibile con certezza, è certo auspicabile che la visita europea di Obama i... ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: altra ad una comprensione corretta e realistica dei processi di globalizzazione, per condurli, nei limiti del possibile, verso gli esiti più favorevoli alle buone sorti della vita umana sul pianeta. Il tema della pace internazionale, su cui la Chiesa da sempre tiene una posizione univoca e incondizionata, per soluzioni diplomatiche e mai belliche di qualsiasi controversia tra Stati,

Londra: subito le risorse per il Fondo monetario ( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come la Cina. Altro segnale in direzione degli emergenti è stata l'inclusione nel comunicato della volontà di Europa e Usa a rinunciare all'esclusiva sulla nomina dei numeri uno rispettivamente di Fmi e Banca mondiale, che verranno scelti non più in base al passaporto, ma attraverso un processo di selezione aperto.

Vietnam, il miracolo resiste ( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: le altre sono Cina, India e Indonesia) da cui si attende una crescita positiva nel 2009. Ma a parte questa considerazione di fondo, rimane il fatto che l'export vietnamita in direzione degli Stati Uniti si è rivelato uno dei più resistenti. Tra i 50 principali fornitori del mercato americano, solo cinque hanno fatto registrare incrementi in gennaio:

Il baricentro del mondo ora è a Est ( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E cioè che il deficit Usa ammonta a 1.750 miliardi di dol-lari, mentre le riserve monetarie estere in Asia ammontano a 3.500 miliardi». Tra i protagonisti dell'Est, naturalmente, ci saranno Cina e India. «Ma non bisogna dimenticarsi del Giappone – aggiunge Newton –

Technogym investe 40 milioni ( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: scenario competitivo in cui i principali concorrenti Usa hanno registrato perdite di fatturato di oltre il 20% mentre Technogym ha guadagnato quote di mercato». Gli Usa hanno mostrato infatti una crescita del 43 per cento. In Cina (+51%), dopo un ottimo 2007, continua l'effetto traino delle Olimpiadi di Pechino 2008, evento nel quale Technogym è stato fornitore ufficiale ed esclusivo.

dal nostro corrispondente NEW YORK - Un altro incontro ravvicinato. Un rottame spazia... ( da "Messaggero, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E una continua attenzione nella gincana fra la spazzatura spaziale. Un compito che promette di essere sempre più difficile, se davvero la Cina continuerà con i suo ambizioso progetto di mettere in orbita una sua stazione spaziale entro due anni.

LIGURIA, PROTEZIONE CIVILE, ASSESSORE CASSINI: PROSEGUONO LE AZIONI DI PREVENZIONE DEGLI INCENDI BOSCHIVI, RAGGIUNTO IN QUESTI ANNI IL MINIMO STORICO" ( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: questo intervento i volontari di antincendio boschivo e di protezione civile hanno lavorato per otto giornate nelle quali sono stati impiegati circa 15 Volontari per ciascuna giornata. "E´ grazie al disinteressato impegno del volontariato di antincendio boschivo e protezione civile che in Liguria, in questi ultimi anni, abbiamo raggiunto il minimo storico degli incendi boschivi -

"CODICE ROSSO" DAL 19 AL 21 MARZO PRESSO LA FIERA DI ANCONA. ( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 17 marzo 2009 - ' 'Una rassegna nazionale per mostrare come opera la protezione civile e per promuovere una riflessione sulla cultura della sicurezza´. Sono gli obiettivi della manifestazione: 'Codice Rosso ' Il Comune nel sistema della protezione civile´ che si terra` alla Fiera di Ancona dal 19 al 21 marzo 2009.

Ecco la necessità di coltivare occasioni e luoghi di incontro e di accordo tra protagon... ( da "Messaggero, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I processi di globalizzazione svelano il disegno di una loro provvidenziale storicità proprio perché accentuano degli esseri umani la loro universale natura e vocazione. Lo stato attuale del dibattito bioetico non deve rischiare di chiudersi nei confini di conoscenze, di ideologie, di interessi particolari, o di scelte politiche interne ad elettorati nazionali.

IL SISTEMA REGIONALE DELLE POLIZIE LOCALI E LA RETE DELLA PROTEZIONE CIVILE DEVONO FARE SINERGIA PER AFFRONTARE LE SITUAZIONI DI EMERGENZA ( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Martedì 17 Marzo 2009 IL SISTEMA REGIONALE DELLE POLIZIE LOCALI E LA RETE DELLA PROTEZIONE CIVILE DEVONO FARE SINERGIA PER AFFRONTARE LE SITUAZIONI DI EMERGENZA Lonigo (Vicenza), 17 marzo 2009 - ?Il sistema regionale delle polizie locali e la rete di Protezione Civile devono fare sinergia per affrontare le situazioni di emergenza.

FIAT MELFI: OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE ( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il processo di globalizzazione degli ultimi anni, che si è retto sulla contrazione dei costi di produzione, e l?attuale fase di congiuntura economica, impongono, a tutti, una riflessione attenta sul futuro della Fiat e sul ruolo e la funzione che lo stabilimento Sata di Melfi potrà avere nel prossimo futuro?

<La Protezione civile non può far parte delle ronde> ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Protezione civile non può far parte delle ronde» SICUREZZA NEL DIBATTITO che si è aperto in città sulle ronde si è arrivati anche ad invocare l'intervento della Protezione Civile nelle pattuglie cittadine. Marcello Gumina, presidente del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato di Protezione Civile della Provincia di Ferrara,

I 20 anni del web dal privato al pubblico ( da "Riformista, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: chat e molto altro vivono sulla oggi sulla rete in un moto sempre più impetuoso di globalizzazione: un'autentica rivoluzione sociale. Le ricerche estreme sono sorgenti di innovazione: la creatività viene stimolata da progetti ambiziosi e quanto più sono complessi tanto maggiore è la messe di applicazioni utilizzabili che ne scaturiscono.

Crisi, Almunia (Ue): segnali migliori ma rischio "autunno caldo" ( da "Reuters Italia" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale", ha detto il commissario. "Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico". Almunia ha anche osservato che, con gli interventi pubblici nell'economia che stanno gonfiando i deficit, "i dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi

Prodi, Monti e Onida: l'Europa spiegata agli studenti ( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: prima guardata con diffidenze da Usa e Cina, adesso è oggetto di grande interesse». Elogio dell'Europa. E dell'euro. «Dove saremmo adesso se non lo avessimo?», chiedeva ieri Romano Prodi. Appello: «Non possiamo più avere un'Unione che non è capace di decidere (il riferimento al principio di unanimità nelle votazione tra i Paesi membri)».

EMIGRATI UMBRI RIUNIONE ANNUALE "CRE", DA PRESIDENTE LUPINI PROPOSTE PER 2009 E BILANCIO ATTIVITÀ 2008 ( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Umbria che in un contesto di globalizzazione - ha detto - hanno più senso per i nostri giovani, nati e cresciuti in società multietniche?) e sostenere quelle iniziative culturali che ?mirino al consolidamento della memoria e al potenziamento di una formazione che dia un?

Il pendolo tra mercato e <sociale> ( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con la globalizzazione, mentre cresceva la forza del mercato, configurato come il fondamento di una nuova religione terrestre, decresceva simmetricamente la forza dello Stato. Via via che con la globalizzazione cresceva la forza dell'economia, lo Stato rinunciava ad esercitare una delle sue funzioni sovrane: rinunciava al monopolio nel battere la moneta.

ALLE ORIGINI DELLA CRISI IL CRAC DEL MODELLO USA ( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ignorava che questo era reso possibile dalla fiducia con cui alcuni Paesi asiatici (in primo luogo la Cina) continuavano a finanziare gli Stati Uniti sottoscrivendo i loro buoni del Tesoro. E molti infine (fra gli italiani Paolo Savona) s'interrogavano sulla quantità dei derivati che circolavano nel mondo e sull'effetto che quella massa di carta avrebbe avuto sulla finanza globale.

Cina, Europa, Usa Il mondo formato G3 ( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: REDAZIONALE Scenari L'analisi di Parag Khanna nel saggio «I tre imperi» Cina, Europa, Usa Il mondo formato G3 di ANTONIO CARIOTI I nutile sognare un mondo pacificato dalla globalizzazione: ci attende al contrario un'era di accesi conflitti geopolitici. Ma non si tratta dello «scontro di civiltà» previsto da Samuel Huntington.

GUANTANAMO: SPAGNA, ITALIA E PORTOGALLO DISPOSTI AD ACCOGLIERE 60 DETENUTI OBAMA CERCA DI BLOCCARE I BONUS AIG GOLPE IN MADAGASCAR TREGUA IN PAKISTAN - CACCIATO DALLA GRAN BRE ( da "Dagospia.com" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la caduta dei prezzi permette alla Cina di acquistare risorse naturali fondamentali per alimentare la crescita economica. gerry adams Sicurezza, la Casa Bianca ribatte alle critiche dell'ex vicepresidente Dick Cheney. Iraq, gli Stati Uniti sostituiscono i contractor per la sicurezza del personale dopo il mancato rinnovo del contratto con la Blackwater.

A Milano il cinema del sud del mondo pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Volti della Cina di confine, mostra fotografica e radio-reportage di Gabriele Battaglia; Acquarelli di viaggio di Marco Palleroni; Divenire, installazione fotografica di Neri Oddo; Africa à la page: quando la moda viene dall'Africa: sfilart, evento dal Senegal tra arte e moda;

ROAD RUNNERS AT VOX, CONTEMPORARY IMAGE CENTER & ( da "WindPress.it" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: contemporary image center 1211 Saint-Laurent Boulevard Montreal (Quebec) Canada H2X 2S6 Ciné©mathè¨que qué©bé©coise 335, De Maisonneuve East Boulevard Montreal (Quebec) Canada H2X 1K1 e-flux corp. 41 Essex street New York, NY 10002, USA Contact us: http://www.e-flux.com/contact Subscribe: http://www.e-flux.com/pages/subscribe Unsubscribe: http://www.

ECONOMIA: ALMUNIA, SEGNALI DI MIGLIORAMENTO ( da "Wall Street Italia" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale", ha detto il commissario. "Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico". Almunia ha anche osservato che, con gli interventi pubblici nell'economia che stanno gonfiando i deficit, "i dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi

CRISI, ALMUNIA (UE): SEGNALI MIGLIORI MA RISCHIO "AUTUNNO CALDO" ( da "Wall Street Italia" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale", ha detto il commissario. "Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico". Almunia ha anche osservato che, con gli interventi pubblici nell'economia che stanno gonfiando i deficit, "i dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi

Milano, 23-29 marzo: 19esimo Festival del cinema Africano, d'Asia e America Latina ( da "Blogosfere" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Asia e America Latina Pubblicato da Ferruccio Gattuso alle 07:00 in Appuntamento al cine, News! 19° Festival del cinema Africano, d?Asia e America Latina Milano, 23 – 29 marzo 2009 www.festivalcinemaafricano.org La 19° edizione del Festival del Cinema Africano, d?Asia e America Latina si svolgerà a Milano dal 23 al 29 marzo 2009.

Chiesi: +14,3% il fatturato nel 2008 ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Brasile, Russia e anche in Cina, dove a giugno è stata aperta una nuova affiliata. Le persone che lavorano in Chiesi sono 3.243; durante lo scorso anno, il loro numero è cresciuto del 10% a livello mondiale, facendo registrare nuove assunzioni soprattutto nelle filiali estere di recente istituzione.

Mapu Terra Una storia in difesa dell'appartenenza ( da "Villaggio Globale.it" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ad oggi risultano persi soprattutto in seguito ai fenomeni della globalizzazione e dell'omogeneizzazione più radicale. Una rappresentazione che si pone davvero interessante per le tematiche, oggi al centro di importanti dibattiti che cercano di innalzare la sensibilità, il rispetto e il legame più profondo con il proprio territorio, nonché per la bravura degli attori protagonisti.

Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai. ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies?

MIBTEL -0.8% UNICREDIT SI Dà AL MICROCREDITO NEGOZI DI MODA VS. OUTLET CHRYSLER PESSIMISTA NOKIA TAGLIA 1.700 POSTI ITALIANI IN CRISI INCOLLAti ALLA TV E AL CINE SEQUES ( da "Dagospia.com" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ITALIANI IN CRISI INCOLLAti ALLA TV E AL CINE ? SEQUESTRO IMMOBILI PER MADOFF ? Il nuovo iPhone RASSICURA WALL STREET? 1 - Listini in lieve recupero dopo indice Zew migliore attese... (Apcom) - I listini limano le perdite dopo la pubblicazione dell'indice Zew, che misura il clima di fiducia nel settore della finanza in Germania.

Cina: salgono a 740 mld $ investimenti nel Tesoro Usa a gennaio ( da "TgFin.it" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 6 miliardi di dollari in titoli del Tesoro Usa contro i 727,4 milioni di dicembre. I nuovi dati arrivano dopo che, nei giorni scorsi, il premier cinese Wen Jiabao aveva espresso timori per gli investimenti negli Usa della Cina a causa del forte aumento del deficit Usa. Red-Mau (RADIOCOR) 17-03-09 11:54:14 (0098) 5 NNNN

A Milano il cinema del sud della Terra pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Volti della Cina di confine, mostra fotografica e radio-reportage di Gabriele Battaglia; Acquarelli di viaggio di Marco Palleroni; Divenire, installazione fotografica di Neri Oddo; Africa à la page: quando la moda viene dall'Africa: sfilart, evento dal Senegal tra arte e moda;

La fine delle 3 grandi è la fine dell'auto elettrica? ( da "KataWeb News" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 0 commenti Il sistema industriale è strettissimamente interconnesso, in tempi di globalizzazione più che mai. E se le Big Three (GM, Chrysler e Ford) saranno costrette a chiudere, a risentirne non sarà soltanto l'indotto diretto ma anche l'industria dell'auto elettrica .

<Valutazione oggettiva e più risorse agli atenei> ( da "Sicilia, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ha dato anche notizia di «un accordo tra l'Ateneo di Palermo e alcune università americane che permetta lo scambio fra studenti degli Stati Uniti e della Sicilia con l'obiettivo di individuare percorsi formativi comuni e di favorire la multiculturalità, base da cui partire oggi per affrontare i processi di globalizzazione».

Detti così sembrano tre esclamazioni dei fumetti: Usmaf, Pif e Sasn. In realtà, sotto le t... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dal momento che la globalizzazione sta aumentando i rischi per la salute pubblica e individuale. Tutto ciò ovviamente si deve esclusivamente alla più veloce circolazione delle persone e delle merci. Il nostro compito in sintonia con gli enti locali e l'Organizzazione mondiale della sanità è anche quella di realizzare forme di controllo e di prevenzione,

La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies?

E' ufficiale: Sygic Mobile 2009 arriva su iPhone ( da "Blogosfere" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: saranno fornite da TeleAtlas e la copertura riguarderà anche Cina e India, il cui lancio è previsto entro il 2009, l?Europa Ocidentale, Scandinavia e Malta comprese, Europa dell?est, Russia, Nordamerica, Sudest asiatico, Sudamerica e MediO Oriente. Il prodotto sarà disponibile su supporto DVD, scheda di memoria o per il download diretto dalla Rete (sarà queato il caso di iPhone?

Le armi del Cremlino ( da "EUROPA ON-LINE" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina sul fronte militare non hanno lesinato spese. Per Medvedev, dotarsi di armi più sofisticate è quindi un imperativo categorico, se la Russia vuole tenere testa a questi due soggetti. A proposito di America. Recentemente ci si è soffermati sul processo di riavvicinamento tra Washington e Mosca, riassunto nella formula del reset button evocata dal vice presidente Usa Joe Biden


Articoli

L'ora del rilancio (sezione: Globalizzazione)

( da "Agenzia di Viaggi, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

OPERATORI L?ora del rilancio Dopo una stasi dovuta a varie cause, tra cui le Olimpiadi 2008, la destinazione asiatica si ripropone sul mercato del turismo con infrastrutture migliorate e una forte riqualificazione degli hotel. La programmazione di Chinasia, Francorosso-Viaggidea, Il Tucano, A.G. Vacanze, Go Asia, Metemozioni, Hotelplan Italia, UTAT-Caldana, Kuoni, Viaggi dell'Elefante, Columbia Turismo. Dopo la stasi legata all?effetto Olimpiadi, inevitabile e prevista da tutti gli operatori, è l?ora del rilancio di una destinazione dalle incredibili potenzialità di sviluppo. In termini statistici, la Cina – che nel 2007 aveva fatto segnare 219 mila arrivi dall?Italia di cui oltre 130 mila solo di traffico d?affari – presenterà un consuntivo 2008 con vistosi decrementi, che non sono stati ancora certificati dalle autorità. Oggi il plus del prodotto è dato dal netto miglioramento delle infrastrutture che permettono un?ottimizzazione nei tempi di transfer da una località all?altra, e dalla forte riqualificazione che, proprio grazie alle Olimpiadi, hanno avuto gran parte degli hotel a disposizione dei turisti internazionali. Non a caso, a giudicare dalle risposte dei t.o. specializzati, c?è grande attesa per la ripartenza di una meta long-haul sulla quale si è investito molto in termini di programmazione. Chinasia Il nuovo catalogo Cina di Chinasia è composto da 64 pagine con 16 itinerari dai 9 ai 21 giorni, vanta oltre 220 partenze di gruppo. La nuova programmazione, dispone di date e quote valide fino al 31 marzo 2010. «Chinasia – dice l?au Giancarlo Monaco – riconferma la partnership con la compagnia di bandiera Air China (col 95% di voli regolari e senza scioperi), ma vede anche l?inserimento di un nuovo itinerario volato KLM e l?incremento della collaborazione con Lufthansa, Cathay e Swiss». Oltre un quarto del catalogo è dedicato alla parte informativa, con indicazioni dettagliate per indirizzare il cliente-viaggiatore nella scelta dell?itinerario che più corrisponde ai suoi desideri e soddisfi le sue aspettative. «Come avevamo previsto – prosegue Monaco – le Olimpiadi non hanno dato risultati positivi dal punto di vista turistico: erano e restano un business circoscritto all?ambito sportivo, con arrivi e consumi legati ai circuiti degli addetti ai lavori. Al momento portiamo in Cina una media di circa 5.000 viaggiatori italiani l?anno; da gennaio siamo già a un +10% rispetto allo stesso periodo del 2007, e con questo trend positivo prevediamo di chiudere l?anno arrivando a un +15%. Ormai la Cina è una meta che può vantare ottime infrastrutture – che hanno diminuito notevolmente i tempi di percorrenza da una città all?altra – strutture alberghiere di alta qualità e una perfetta organizzazione turistica. Secondo Monaco «il consiglio che le agenzie devono comunque dare ai clienti è quello di affidarsi a un operatore specializzato per l?organizzazione del viaggio, in grado di garantire la qualità dei servizi offerti in loco e una guida professionale per cogliere al meglio lo spirito di un Paese culturalmente molto diverso dal nostro. Noi puntiamo alla formazione degli adv con il corso di e-learning Cina da Specialisti, online dal 12 gennaio con la seconda edizione realizzata in collaborazione con l?Ente del Turismo Cinese, e abbiamo in programma anche eductour riservati esclusivamente agli adv, più la partecipazione con un nostro stand alle principali Fiere del settore B2B» Francorosso, Viaggidea «Anche quest?anno puntiamo sugli itinerari più apprezzati che includono località classiche come Pechino, Xi?an, Shanghai, Guilin e Hong Kong – ci dice Andrea Torino, product manager Oriente di Francorosso e Viaggidea – Il cuore del catalogo è legato agli itinerari che combinano in vario modo queste città con l?eventuale possibilità di estensioni a Nanchino e Suzhou. Riconfermiamo poi la scelta di hotel di livello medio-alto con la caratteristica, soprattutto a Pechino e Shanghai, di essere molto centrali. A Pechino, il Jianguo Garden si trova a pochi minuti a piedi da piazza Tien an men e da via Wangfujing, mentre il Salvo di Shanghai permette di raggiungere in cinque minuti, sempre a piedi, il Bund e Nanjing Road». La vera grande novità di quest?anno è legata all?introduzione del Giappone sul catalogo. «Il nostro nuovo prodotto Cina e Giappone ci permette di offrire al cliente una gamma di offerte sempre più ricca e anche ricercata (la combinazione Giappone e Polinesia è forse la miglior sintesi di questo concetto). Inoltre voliamo solo sulla linea e quasi esclusivamente con vettori europei, Lufthansa e Klm, oltre a Thai Airways e Singapore Airlines per il Sud Est Asiatico. Per migliorare i collegamenti dall?Italia, sarebbe importante avere un vettore solido, che preveda però voli sia su Pechino che su Shanghai. La quasi totalità del traffico turistico acquista infatti viaggi con open jaw, ossia entrata in Cina su Pechino e ritorno in Italia da Shanghai (o viceversa), e l?eventuale programmazione di voli solo su una o sull?altra località, non avrebbe impatti efficaci per questo segmento di mercato». Nell?approccio alle vendite la Cina è una destinazione one shot. Il numero di coloro che ritornano è molto limitato. «Per questo motivo consigliamo di farla in maniera completa: gli itinerari proposti, soprattutto Cina Classica e L?Impero Celeste, vanno proprio incontro a quest?esigenza». Un altro fattore importante è la scelta alberghiera. Spesso il fattore prezzo viene usato come elemento essenziale nell?acquisto di questi pacchetti «ma gli hotel prescelti e la loro posizione possono fare la differenza tra un viaggio piacevole e uno problematico. Infine – conclude Torino – l?assenza di soluzioni balneari adatte alla clientela italiana in Cina, ci porta a suggerire spesso l?acquisto di quelle combinazioni, come Cina e Thailandia, che ci rendono originali rispetto al resto dell?offerta presente in adv». Il Tucano Sono nove i percorsi per viaggi a lunga percorrenza disegnati da Carla Milone per Il Tucano: dal più corto, solo 12 giorni a Xiahe, nel Gansu, per il Capodanno tibetano, al più lungo, due mesi per un viaggio mitico, da Istanbul a Pechino, attraverso la Via della Seta, passando da Samarcanda e Fergana per arrivare, a ridosso delle cime himalayane, al Kashgar e nel deserto cinese del Taklimakan, le cui sabbie agitate dalle tempeste di vento, hanno sepolto e custodiscono intere città. «è assurdo pensare di visitare la Cina, comprese le sue grandi città, in sette giorni. La Cina è come l?Europa, custodisce al suo interno 100 popoli diversi, è stata culla di grandi civiltà, ha avuto nei secoli tante capitali e una storia lunga e importante, ancora oggi testimoniata dalle vestigia di grandi opere», sostiene Milone la cui programmazione, fuori rotta, cerca paesaggi e villaggi tradizionali, edifici d?epoca; cerca l?architettura delle case, delle case-fortezze, delle case costruite sull?acqua; le forme dei templi dedicati alle varie religioni, come il taoismo, il buddismo, il lamaismo; indaga sull?architettura dei paesaggi mutati nei secoli dall?opera dell?uomo, le terrazze delle risaie che modificano le montagne. Il vettore è sempre Lufthansa, i gruppi sono piccoli, non più di 15 persone, gli itinerari studiati nei minimi particolari: viaggi avventura che diventano occasioni di conoscenza, che si riempiono di contenuti importanti, mentre davanti agli occhi dei viaggiatori sfilano le immagini delle yurte e dei cammelli, delle grotte affrescate dai primi monaci, delle montagne gialle, delle pagode variopinte, di immensi Budda di pietra che sovrastano le rive di antichi fiumi. A.G.Vacanze A.G. Vacanze propone per il 2009 una Cina poco conosciuta, la grande Cina che custodisce ancora i tesori di una civiltà millenaria. La cosiddetta Cina classica, una settimana di corsa sulle piste più battute dal turismo, Pechino, Xian, Shanghai, cercando di vedere tutto il possibile, è un?idea di viaggio superata, a detta del titolare Alberto Giuliano. «Io cerco di mettere la mia esperienza al servizio di chi voglia visitare la Cina individualmente e mi chiede un viaggio tagliato su misura, su una specifica destinazione, su una città. Garantire il volo e una buona accoglienza in qualsisasi città, questo è il mio compito. Oggi in Cina ci vanno soprattutto i cinquanta/sessantenni, invece, a mio parere, si tratta di un Paese adatto a un turismo individuale fatto dai giovani». In effetti la Cina è un Paese molto sicuro, nel quale si può viaggiare in auto con tranquillità; la ricettività e il cibo raggiungono dappertutto uno standard discreto e a buon prezzo; i voli interni e i treni funzionano e sono economici; le città sono piene di giovani e di locali dove i ragazzi si vanno a divertire. Dall?Italia il vettore obbligato è Air China, giornaliero da Roma, ma ci sono anche i 14 voli giornalieri per la Cina di Lufthansa dalle città tedesche, e di Air France due volte al giorno da Parigi. «La Cina è e rimane un prodotto di nicchia, pochi italiani la conoscono, i veri turisti non sono più di 50.000 l?anno», sostiene Alberto Giuliano. Intanto il 28 marzo A.G. Vacanze porterà a Shanghai, Xian e Pechino gli agenti di viaggi con un accompagnatore per uno (900 euro i primi, 1.100 i secondi), con il tour Le tre meraviglie. Il t.o. organizza anche viaggi mirati a frequentare corsi di agopuntura e massaggi presso l?università di Pechino, e di arti marziali (Kung Fu e Tai Chi Chuan). «Dopo le Torri Gemelle, quando nessuno voleva più andare negli USA, sono arrivato a portare in Cina 4.000 persone in un anno. Il 2008 è stato segnato in negativo dalle Olimpiadi, dal Tibet e dal terremoto, nonostante tutto siamo arrivati a quota 1.000. Per il 2009 speriamo di reggere e di incrementare un po?», conclude con filosofia Giuliano. Go Asia «Oltre ai tour classici della Cina antica e moderna – dice Marino Pagni, responsabile commerciale Go Asia – abbiamo allestito tour più insoliti, ma altamente spettacolari come i Tesori della Cina, i Racconti della montagna e la Cina autentica. Così come abbiamo predisposto viaggi a tema per scoprire le minoranze etniche. Ma la nostra programmazione va oltre: abbiamo anche organizzato, ad esempio, un prodotto per gli astronomi legato all?eclissi solare che sarà visibile in Cina ad agosto: considerata la più lunga del secolo, è di grande rilevanza per gli specialisti». Per quanto riguarda i prezzi, Pagni sottolinea che non sono aumentati: «I nostri pacchetti sono molto interessanti anche da questo punto di vista. Ribadiamo che la Cina è un prodotto abbordabile e dai costi contenuti, soprattutto rimanendo sul viaggio breve e classico. è chiaro che appena si offrono servizi particolari con itinerari insoliti, vedi alberghi di pregio, i prezzi si alzano, e questo non deve stupire poiché la Cina può oggi offrire dei servizi di altissimo livello, ovviamente a un costo adeguato. Consiglio dunque alle agenzie di viaggi di verificare sempre e con grande attenzione le reali esigenze del cliente, offrendo così il prodotto più appropriato». Metemozioni Metemozioni t.o. di 3A Tour viaggia in Cina da due anni, proponendo nel suo catalogo 148 partenze di gruppo. Si tratta di piccoli gruppi, che non superano mai le 20 persone. Sono 600 i turisti italiani che nel 2008 hanno visitato la Cina con Metemozioni. Le 3A sono Alessia Casinelli, Alessia Modestini e Anna Rita Peroni, professioniste del settore con un?esperienza decennale sulla destinazione Cina. «Sono 10 i principali itinerari che pubblicizziamo sul nostro catalogo. Sette di questi si rivolgono alla Cina classica e alle tre grandi città: Pechino, Xian e Shanghai», ci racconta Alessia Modestini, che aggiunge: «I tre restanti itinerari – Meditando ad alta quota, Minoranze e non solo e Strade di mercanti – propongono viaggi più lunghi e impegnativi, rispettivamente 16, 19 e 18 giorni, e permettono ai viaggiatori di visitare località ancora poco conosciute e turisticamente incontaminate». Meditando ad alta quota è un viaggio sull?altopiano del Tibet che comprende il viaggio in treno da Pechino a Lasha, a 4.000 m di altezza; Minoranze e non solo trasporta i viaggiatori nel Sud-Ovest del Paese, nelle risaie di Guilin, attraverso lo Yunnan, fino alle rive del Mekong, scoprendo usi e costumi delle etnie Miao, Dai e Naxi; il terzo itinerario, Strade di mercanti, si spinge a ovest, al confine con i deserti siberiani, sotto le cime himalayane, fino a Turfan e all?oasi di Kashgar. Da questa via i monaci buddisti provenienti dall?India arrivarono in Cina. Metemozioni organizza a richiesta su tutti gli itinerari un?estensione mare in Cina o, a scelta, in Vietnam, nelle Filippine o in Indonesia; i prezzi dei pacchetti comprendono le quote mance e i biglietti per gli spettacoli inclusi nel tour; i vettori sono Air China, volo diretto giornaliero da Roma, e Cathay Pacific. Il t.o. si avvale della collaborazione di esperte agenzie corrispondenti a Pechino e Hong Kong. Hotelplan Italia «Il nuovo catalogo estivo Hotelplan, in uscita ad aprile, sarà di durata semestrale – annuncia Anna Gobetto, product manager Cina-Giappone – Una nuova brochure che prevede una foliazione aumentata rispetto all?inverno, di 97 pagine. La versione stampata prevede 26 tour di cui due, per la prima volta, interamente virati al lusso, per offrire alternative a una programmazione generalmente standardizzata: Cina deluxe e Cina storica saranno un combinato di hotel di lusso e transfer, tutti su base privata». Altre novità sono rappresentate dalle due pagine dedicate a Hong Kong con molteplici proposte di minitour quali estensioni dei tour individuali. Una pagina, poi, è dedicata ai viaggi in treno di lusso. Per i passaggi aerei il t.o. si avvale di Air China, British Airways, Cathay Pacific, Dragon Air. Lufthansa e KLM. «Fin qui la nostra programmazione. Va detto che la Cina sta uscendo da una stagione difficile: le Olimpiadi, il terremoto del Sichuan e la politica perseguita nei confronti del Tibet hanno danneggiato l?immagine del Paese e frenato l?arrivo dei turisti, e anche il budget invernale è rimasto al di sotto delle aspettative con una bassa incidenza sul fatturato generale di Hotelplan Italia. Le prospettive economiche per il 2009 non sono incoraggianti, ma nelle ultime settimane sembra essersi risvegliato un certo interesse». Quanto alle modalità di vendita, la Cina di Hotelplan è un prodotto flessibile «che può soddisfare ogni esigenza – dice Gobetto – è richiesta quindi una profonda conoscenza della destinazione. Hotelplan investe da sempre sulla formazione degli adv; anche nel 2009 sono previste giornate di formazione in house e visite nelle singole adv e città, oltre a un booking specializzato». UTAT - Caldana «Caldana ha cambiato brand: quest?anno a vendere e distribuire il prodotto Cina sarà UTAT, recentemente rilevata dal gruppo Caldana», premette la responsabile commerciale Arianna Pradella. «Fermi restando i classici – la Cina storica (Pechino, Xian, Luo Yang, Long Men, Shaolin, Zhengzhou, Shanghai) e il Triangolo d?Oro (Pechino, Xian e Shangai) – le novità sono incentrate su altri itinerari e destinazioni. Ci sarà un pacchetto per la Via della Seta e un altro che ci riporterà, dopo il terremoto, in Sichuan. C?è poi una serie di itinerari localizzati in una sola zona, a basso costo: Pechino Express e Shanghai Express, sei giorni e quattro notti nella capitale con una gita alla Grande Muraglia e un soggiorno a Shanghai con visita alle vicine città costruite sull?acqua: Zhouzhang e Suzhou, la Venezia cinese». Il costo di questi pacchetti si aggira sui 700 euro, ma fino a giugno, con la tariffa companion di Lufthansa, scenderanno ancora: circa 500 euro per persona a Shanghai, 400 per Pechino. «Ormai in Cina ci vanno tutti, non c?è più quel timore del continente sconosciuto che caratterizzava i viaggi di qualche anno fa – spiega Pradella – In più, noi abbiamo sul posto due uffici che garantiscono un?assistenza continua ai nostri clienti». Nel 2008 il gruppo Caldana ha portato in Cina circa 1.500 turisti italiani. UTAT propone anche viaggi didattici a Pechino per corsi di cinese, e a Shaolin per corsi di arti marziali. Kuoni «Le principali novità del catalogo Cina di Kuoni – dice Fabiana Leggenda, responsabile prodotto – riguardano viaggi individuali per chi conosce già il Paese e vuole esplorare le località meno turistiche, come la provincia dello Yunnan. Per quanto riguarda invece i tour, i cavalli di battaglia sono senz?altro L?impero di Seta, che ha riscontrato successo per i monaci Shaolin, China Express e il Gran Tour della Cina. L?edizione 2009 del catalogo ripropone gli stessi contenuti con nuove strutture di livello quali Shangrilà, Sheraton e l?Accor ad Hainan. Riconfermati anche i partner aerei: Lufthansa, Cathay Pacific, KLM, Air China, Emirates e Air France». Per Kuoni l?area asiatica rappresenta circa il 10% del fatturato «e l?andamento della Cina è stato soddisfacente nell?arco del 2007 con una crescita del +30% mentre il 2008 è stato un anno difficile, per ovvi motivi». Le prospettive per il 2009 sono positive e la Cina rientra tra le destinazioni su cui Kuoni punta per una crescita sensibile, dovuta anche a un fisiologico recupero. «Questo perché il Paese offre svariate possibilità, se si esce dai circuiti fissi, in zone ancora poco conosciute come le province del Sichuan e dello Yunnan, il mare dell?isola di Hainan e altre province che si aprono solo ora al turismo estero. Se poi si considera – aggiunge Leggenda – che l?italiano che si reca in Cina ha di solito una buona disponibilità economica ed è alla ricerca di un confronto tra la nostra cultura e la civiltà millenaria della Cina, direi che questo può facilitare le vendite, con una buona consulenza da parte dell?adv». Lontano dai centri principali la qualità delle strutture ricettive scende di livello. «Anche nelle città queste strutture, comprese quelle di buon livello, non sono paragonabili agli standard asiatici, però stanno migliorando molto con nuove aperture internazionali e cominciano a farsi strada i boutique hotel». Viaggi dell?Elefante Il prodotto Cina incide sul fatturato di Viaggi dell?Elefante per il 15% circa. «Chiaramente parliamo dell?anno 2007 – precisa Daniela Di Berardino, responsabile commerciale e marketing – in quanto il 2008 è stato un anno terribile dovuto alla concentrazione nel Paese asiatico di una serie di eventi piacevoli e spiacevoli che hanno determinato un forte calo della richiesta da parte dei turisti italiani. Ora la richiesta è discreta, anche per il calo dei prezzi rispetto al 2008. Per i voli lavoriamo con Air China e Lufthansa: in termini di offerta da parte delle compagnie aeree la Cina è ottimamente servita». Le preferenze dei clienti si concentrano sugli itinerari classici, che includono Pechino, Xian e Shanghai e, in aggiunta, altre città principali come Nanchino, Guilin, Suzhou a seconda della disponibilità di tempo. «Da qui un consiglio per le adv che in prima battuta potrebbero proporre questa tipologia di viaggio. Tra coloro che sono già stati in Cina e vogliono approfondire, registriamo una domanda crescente per itinerari che abbinino la Cina classica al Tibet, la Via della Seta o approfondimenti su temi etnografici». Columbia Turismo Alla Bit 2009 Columbia Turismo, specializzato sulla Russia, era presente anche come ospite nello stand dell?Ente Nazionale del Turismo Cinese. Il t.o. propone da tempo le rotte d?Oriente e presenta un catalogo sulla Cina su cui, per il 2009, si potranno scegliere nove itinerari. Tre le novità: Le gole dello Yangtzé, crociera a bordo di nuove navi sul fiume che attraversa lo splendido Sichuan; Azalea, itinerario di 10 giorni che comprende, oltre a Pechino, Xian e Shanghai, anche Guilin; il tour classico intitolato Mimosa, che in 9 giorni e 7 notti offre la possibilità di visitare le principali mete turistiche. «La Cina si è ricavata una fetta importante del nostro fatturato – ci dice Anselmo Baffigi – e la sua percentuale di crescita è superiore a quelle delle altre mete che trattiamo, come Turchia, Baltico, Europa centrale, Scandinavia». Dopo un 2008 in cui si è fermato tutto per vari motivi, «nel 2009, crisi economica e andamento dei cambi permettendo, crediamo in una ripresa che ci riporti ai numeri del 2007». Oggi la Cina, dal punto di vista delle offerte ricettive, è una destinazione matura che offre una variegata serie di soluzioni adatte a ogni tipo di esigenza e di budget. Un problema può essere quello della lingua, sono poche le guide che parlano un buon italiano. «Ritengo giusto informare i clienti prima della partenza sui pro e i contro, è un atteggiamento indispensabile per creare fiducia. Una fiducia che i clienti devono accordare a tutti gli addetti che conoscono in prima persona la destinazione e che mettono la loro esperienza a disposizione” conclude Baffigi. Andrea Lovelock & Marco Colli NUMERO: 47-48-49-50-51 Speciale Cina DATA: 17-03-2009 CATEGORIA: OPERATORI

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"Per la ripresa è necessario dire la verità" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Intervista I timori di Bruxelles "Per la ripresa è necessario dire la verità" MARCO ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES Joaquin Almunia ammette che si rischia «un otoño caliente», un autunno caldo per l'intera Europa. «Le condizioni sociali si sono deteriorate, e peggiorano ancora» dice il commissario Ue per l'Economia, che pure comincia a vedere «segnali migliori rispetto a tre mesi fa: alcune banche hanno annunciato risultati più favorevoli delle attese, il mercato della liquidità va un po' meglio, e l'impegno dei governi per i lavori pubblici comincerà a dar frutti presto». Certo, ribadisce lo spagnolo, «questa recessione è la più dura da 70 anni» e «non possiamo stare a guardare ora che si vedono tensioni dappertutto». Si deve pertanto «usare ogni strumento disponibile per aiutare chi perde il posto e mantenere aperto il filo della concertazione». Ovvero, «serve una primavera di dialogo proprio per evitare l'otoño caliente». Ostenta realismo, Almunia, però lo fa sorridere veder dare dell'uccello del malaugurio a chi afferma che le cose vanno male. E' una questione di credibilità, assicura alla vigilia del Vertice Ue dedicato all'economia che si apre giovedì a Bruxelles: «La fiducia non tornerà se noi non saremo capaci di descrivere l'attuale situazione com'è veramente e se, dunque, non dimostreremo d'essere consapevoli del compito difficile che ci attende». Ma questo, spiega, è solo metà dell'opera. Il messaggio di preoccupazione per «una crisi profonda» deve essere «immediatamente seguito dall'enunciazione di quello che pensiamo di fare per correggere la situazione, risanare i mercati, sostenere la domanda, riformare i nostri sistemi». In altre parole, «è la combinazione della consapevolezza dell'impegno e della strategia politica per correggerlo che può modificare il clima». La generalizzata perdita dei posti di lavoro crea un quadro decisamente complesso. No? «Tutte le previsioni promettono una crescita negativa in Europa per quest'anno e una situazione molto incerta in settori trainanti come industria, costruzioni, servizi. L'occupazione richiede in prima battuta risposte nazionali, ma ciò non toglie che la Commissione lavori sulla cornice. Abbiamo proposto di aumentare le risorse per il Fondo Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale. Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico». Preoccupato per l'ondata di scioperi che monta? «Si rilevano tensioni dappertutto. Alla luce di questo, perché i risultati siano concreti c'è bisogno di un solido dialogo sociale. In passato questo spirito ha funzionato. Adesso serve a maggior ragione». Sabato i ministri economici del G20 hanno enfatizzato la concordia raggiunta sui progetti di riforme dei mercati. E' vera intesa? «Il segretario al Tesoro americano Geithner ha confessato che "se un anno fa mi aveste detto che ci saremmo trovati così d'accordo, non ci avrei creduto". Il livello di consenso sulla diagnosi della crisi e sui pilastri della reazione è molto alto. Chi alla vigilia profetizzava scontri fra Usa e Ue è stato smentito. E questa è una buona cosa». Qual è la ricetta? «Tre punti. Sostenere la domanda con un uso coordinato degli strumenti macroeconomici. In secondo luogo, si deve ristabilire la liquidità del mercato tenendo conto del fatto che se non si fa questo, anche il primo obiettivo non può essere raggiunto. Terzo: rafforzare il funzionamento delle istituzioni internazionali perché la crisi non è solo un problema europeo». Nell'amministrazione Obama c'è chi pensa che l'Europa non abbia fatto abbastanza. «Abbiamo fatto bene anche se non dico che non si possa fare meglio. Aggiungo che se sarà necessario, ma è certamente presto per dirlo, bisogna essere pronti a fare di più». Intanto i deficit si stanno gonfiando. E' allarmato? «I dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi li aveva. Si è visto nel Regno Unito e Irlanda: gli impegni per sostenere le banche hanno inciso in modo importante sul debito. In altri paesi, come la Spagna, l'effetto è stato inferiore. Cià non toglie che inseguire la sostenibilità a medio termine è essenziale». E l'Italia? «Il debito, che era molto alto prima della crisi, resta elevato. Lo stimolo fiscale è stato pertanto molto, molto contenuto, perchè s'è tenuto conto dei pochi margini disponibili. Fortunatamente le vostre banche non hanno richiesto interventi rilevanti. Non ci sono stati problemi, almeno per ora. Il margine di manovra di un paese si misura sugli spread dei titoli pubblici. Più alti sono, meno ce n'è». In questo contesto, ha ancora senso bacchettare chi sfora i parametri di Maastricht? «Non solo ha senso. Ha molto senso. Se passa il messaggio che le nostre finanze sono fuori controllo, distruggiamo la fiducia che invece va ripristinata per incoraggiare consumatori e investitori, e poi rilanciare la domanda. Ecco la chiave: assicurare la stabilità dei conti e preparare un piano di rientro per quando comincerà la ripresa». Già, quando sarà? «Lo capiremo quando vedremo concretizzarsi gli effetti dei piani di stimolo. Gli interventi sono stati fra novembre e febbraio, non possiamo attenderci risultati in marzo. Però, ripeto, vedo indicazioni migliori rispetto a tre mesi fa». Vuol dire che abbiamo toccato il fondo? «Non posso esserne sicuro. Ma spero di sì».

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L'Italia: <Moratoria sul diritto di veto> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

obsoleto il potere di bloccare ogni delibera di Usa, Cina, Russia, Francia e Gb L'Italia: «Moratoria sul diritto di veto» Il rappresentante italiano all'Onu: «Non valga quando si decide su genocidi e interventi umanitari » Il Palazzo di Vetro, sede dell'Onu a New Yorl, presidiato dalla polizia (Ap) NEW YORK - L'Italia propone una moratoria sul potere di veto, per temi come il genocidio o gli interventi umanitari: ne ha parlato oggi per la prima volta al Palazzo di Vetro il rappresentante permanente italiano Giulio Terzi. «Il consiglio di sicurezza va riformato» e «non si può lasciare fuori da questa riforma il tema chiave del potere di veto»', oggi appannaggio di Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Russia e Cina, ha indicato Terzi nel corso della riunione plenaria dell'Assemblea generale dedicata alla riforma del consiglio di sicurezza. FAVOREVOLI E CONTRARI - L'abolizione del potere di veto - che permette ai Cinque di bloccare le decisioni del Consiglio - continua a registrare l'assoluta opposizione dei cinque paesi che lo detengono. Ma la quasi totalità dei paesi dell'Onu, come è stato ribadito durante la riunione da rappresentanti di tutte le aree geografiche, la appoggiano, anche se con diverse sfumature. «AGIRE CON REALISMO» - «Comprendiamo - ha proseguito Terzi - la richiesta degli stati africani di abolire il veto», considerato ormai un istituto obsoleto e che «contrasta con l'esigenza di rappresentatività ed efficacia» dell'organo che decide sulle minacce alla pace e alla sicurezza internazionale. «E' per questo - ha spiegato Terzi agli ambasciatori dei 192 paesi dell'Organizzazione - che occorre agire con realismo e lavorare ad una riforma del veto che ne riduca gradualmente l'applicazione quando, ad esempio, il Consiglio decide su materie quali il genocidio o gli interventi umanitari». Terzi suggerisce che l'Assemblea Generale decida «una moratoria sul concreto uso del veto che faccia parte di una complessiva riforma del consiglio di sicurezza nella quale le questioni del veto, dei nuovi seggi e della loro dimensione regionale sono tutte strutturalmente collegate». (Ansa). stampa |

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onu, al vertice sul razzismo l'ue pronta al ritiro - alberto d'argenio (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 4 - Esteri Onu, al vertice sul razzismo l´Ue pronta al ritiro Da Bruxelles bozza comune dei 27, via le frasi giudicate antisemite dal testo ufficiale ALBERTO D´ARGENIO BRUXELLES - è scontro tra Europa e Nazioni Unite sulla Conferenza mondiale contro il razzismo. Il Vecchio continente, seguendo una posizione già adottata dall´Italia, ritirerà i propri diplomatici dai lavori di Durban 2 se i testi preparatori non saranno radicalmente modificati. Nel mirino le accuse ad Israele, alcuni passaggi ritenuti antisemiti e la richiesta di limitare la libertà d´espressione sulla religione. Passaggi favoriti dalla Libia, che con l´aiuto di Iran e Cuba sta preparando i lavori della conferenza Onu che si terrà a Ginevra a fine aprile. Sono mesi che Israele chiede ai governi occidentali di boicottare Durban 2 (la prima conferenza si era tenuta nella città sudafricana). I primi a sfilarsi sono stati Usa, Olanda e Canada. Quindi, ai primi di marzo, anche l´Italia ha annunciato il ritiro della propria delegazione dai lavori preparatori. Mossa che ha preso in contropiede alcuni partner Ue, come la Francia, che avrebbero preferito rimanere uniti e lottare per il cambiamento dei testi. Anche il Vaticano ha scelto di restare in attesa di una nuova bozza di conclusioni. Eppure la mossa di Roma ha avuto effetto, come si è visto ieri a Bruxelles. Su richiesta della Germania il caso Durban 2 è stato affrontato dai ministri degli Esteri Ue nel corso di un pranzo disertato dal francese Bernard Kouchner. Al termine della discussione il ministro Franco Frattini ha annunciato che i partner hanno deciso di presentare un «testo unico radicalmente nuovo ed alternativo» preparato dall´Olanda, più snello di quello sul tavolo a Ginevra e che «non menziona temi antisemiti e limitazioni alle libertà d´espressione». Per il titolare della Farnesina «l´Italia ha smosso le acque torbide e se il testo olandese sarà accolto i nostri diplomatici torneranno ai negoziati». Duro anche il ministro tedesco Frank Walter Steinmeier: «Per ora i documenti suggeriscono che non si tratta di un semplice dibattito sul razzismo, ma di prese di posizione di parte sul conflitto in Medio Oriente o per condannare le posizioni europee e americane sul mondo musulmano». Sulla stessa linea la maggioranza dei partner europei, tra cui Gran Bretagna, Danimarca, Estonia e Polonia. E così la tesi si è fatta largo, tanto che al termine dei lavori il ceco Karel Schwarzenberg, presidente di turno Ue, ha sottolineato che «se la Conferenza non si conformerà alle nostre richieste la Ue si ritirerà». Insomma, una posizione che mette l´Europa in rotta di collisione con l´Onu, il cui commissario per i diritti dell´uomo, Navi Pillay, a inizio marzo aveva chiesto ai governi recalcitranti di rimanere alla Conferenza per trovare un consenso sul razzismo. Parole che non hanno convinto, come spiega un diplomatico europeo: i governi del Vecchio Continente, infatti, «non hanno dimenticato» le manifestazioni di piazza antisemite del 2001 in occasione della prima conferenza sul razzismo di Durban poi deragliata nel caos. Ieri intanto l´Italia ha proposto una moratoria sul diritto di veto all´Onu appannaggio di Usa, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia. Mossa che si inquadra nella lunga discussione sulla riforma del Consiglio di sicurezza e cerca di evitare le frequenze paralisi al Palazzo di Vetro.

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Vaticano e Usa interessi comuni (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Vaticano e Usa interessi comuni di Francesco Paolo Casavola Martedì 17 Marzo 2009, Anche se non prevedibile con certezza, è certo auspicabile che la visita europea di Obama includa un incontro con Benedetto XVI. Chiesa cattolica e Stati Uniti d'America sono entità più interessate di ogni altra ad una comprensione corretta e realistica dei processi di globalizzazione, per condurli, nei limiti del possibile, verso gli esiti più favorevoli alle buone sorti della vita umana sul pianeta. Il tema della pace internazionale, su cui la Chiesa da sempre tiene una posizione univoca e incondizionata, per soluzioni diplomatiche e mai belliche di qualsiasi controversia tra Stati, sembra sollecitare la nuova amministrazione americana ad un approccio ben diverso da quello tenuto nella precedente strategia di politica estera del presidente Bush, all'insegna delle opzioni militari. Ma non sarebbe il solo punto di convergenza nel giudizio dei fatti e dei modi e dei mezzi per intervenire su di essi. (Segue a pagina 21)

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soffre anche il business dei beni culturali per il turismo è l'ora di nuovi progetti (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XIII - Roma OSSERVATORIO Soffre anche il business dei beni culturali per il turismo è l´ora di nuovi progetti Il sistema economico mondiale è colpito da una crisi tra le più gravi di sempre. Per l´Italia la Banca d´Italia ha stimato una contrazione del Pil del 2,6% nel 2009. Gli effetti si ripercuotono sul turismo, una delle componenti più importanti della nostra economia. L´Italia resta una delle mete preferite ma abbiamo perso la leadership che detenevamo negli anni ´70: siamo la quinta destinazione al mondo dopo Francia, Spagna, Usa e Cina. Il turismo, compreso l´indotto, rappresenta circa il 10% del Pil dell´Italia: un dato rilevante anche se al di sotto del 17,2 stimato della Spagna. Quello del turismo è un settore vitale con una forte voglia di fare impresa, ma esistono ostacoli che ne limitano le potenzialità. Per troppo tempo si è pensato che il patrimonio culturale potesse da solo assicurare il primato. I fatti ci dicono che ciò non è più sufficiente: c´è bisogno di infrastrutture, di progetti innovativi, di risorse manageriali adeguate. Roma è stata per molti anni in controtendenza rispetto all´andamento nazionale: ha registrato una costante crescita di turisti. Dal 1996 al 2007 (dati Ebtl, Ente Bilaterale del Turismo del Lazio) le presenze di turisti nazionali e stranieri negli alberghi di Roma e provincia sono cresciute del 61,9%. Nel solo 2007 sono state 23,6 milioni. Il 2008, a causa della crisi economica internazionale, ha segnato un´inversione di tendenza. La domanda complessiva negli esercizi alberghieri di Roma e Provincia è stata pari a 9.591.149 arrivi, in flessione del 5,18% sul 2007 e 22.479.554 presenze con una contrazione del 5,59% rispetto al 2007. Il calo è riconducibile sia alla componente straniera che a quella italiana: la domanda italiana ha registrato 4.031.346 arrivi e 7.924.855 presenze con una flessione del 4,45% negli arrivi e del 5,88 nelle presenze, quella straniera ha registrato 5.559.803 arrivi e 14.554.699 presenze con una flessione del 5,70% negli arrivi e del 5,43 nelle presenze. Analizzando i dati dell´Ebtl spicca la limitata permanenza media del turisti: solo 2,34 giorni. Con circa 1,3 milioni di arrivi, gli Stati Uniti si confermano il primo Paese di provenienza dei turisti stranieri che visitano Roma, ma anche quello con la flessione più marcata, -170mila (-11,42%) sul 2007. I turisti giapponesi diminuiscono di 70mila nel 2008 (-15,4%) con 385mila arrivi. Va segnalato il dato in controtendenza di due Paesi emergenti: Brasile (+11,5%) e Russia (+20,2). Da segnalare, inoltre, l´incremento degli arrivi nelle strutture ricettive complementari, come i bed & breakfast (+4,46%): un segnale di come le difficoltà economiche spingano una parte dei turisti verso strutture più a buon mercato. Camera di Commercio di Roma

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anche l'arte scopre il marmo di orosei (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 3 - Nuoro Anche l'arte scopre il marmo di Orosei Successo delle sculture di Giovanni Canu nelle mostre di Torino e Milano NUORO. Giovanni Canu, famoso pittore e scultore originario di Mamoiada, ma artisticamente maturato a Nuoro e poi affermatosi a Torino e Milano, ha scoperto che i marmi di Orosei valgono, almeno come materiale per le creazioni artistiche in generale e per le sue opere personale, quanto quelli toscani di Massa-Carrara. Lavorando e plasmando i blocchi riesce, nei percorsi della sua scultura, a trovare l'ispirazione per rifarsi alla storia della Sardegna, a riscoprire e ad alimentare la fantasia e il fascino della sua stessa arte. Nelle recenti mostre organizzate a Milano e Torino il successo decretatogli dalla critica e dagli amanti delle belle creazioni in ceramica e marmo della Baronia, è stato davvero importante. Una parte di questo merito va anche alla società "Pietra artistica internazionale" (Pai) delle cave "Tuttavista" di Orosei, con i suoi 100 mila metri quadrati. è qui, infatti, che nascono molte delle straordinarie opere di Giovanni Canu, così come le decorazioni di molte costruzioni pubbliche e private, alberghi e chiese, al pari dei magazzini londinesi di Lafayette, gli aeroporti Charles De Gaulle di Parigi e di Singapore, forniti dalla "Pai". Nella stessa Orosei diverse strade e piazze sono segnate dalle opere scolpite su questi stessi marmi. La "Pai" utilizza per le sue lavorazioni tecniche mordenissime, realizzando con un filo diamantato sottili fette di marmo bianco o venato, per rivestire i grattacieli di mezzo mondo e a decorare case e uffici. Il marmo di Orosei, unico nel suo genere in Italia per le venature e le sue particolari caratteristiche, viene commercializzato in Cina, negli Usa, in Russia, Spagna, Olanda, Giappone, Germania, Egitto e Kwait. Titolare dell'azienda, una tra le più apprezzate nel mondo, è Giuseppe Sanna, che ha maturato all'estero la propria esperienza lavorativa nel settore. Socia della ditta oreseina è Annalisa Alloi, farmacista con la passione per i marmi della Baronia e delle pietre della Sardegna in generale. La "Pai", che ormai si è fatta conoscere nelle maggiori fiere internazionali alle quali partecipa, tra le quali quelle nell'Arabia Saudita Dubai, Mosca ed altre capitali europee e d'oltre oceano, ha conquistato una singolare nicchia nel mercato mondiale, anche perchè le hall e le suit, le piscine e i colonnati di numerosi hotel, sono diventate la vetrina delle rocce della Baronia, specie per le tanto ammirate creazioni perlate e nuvolate. Da qualche anno a questa parte, a guardare con interesse e avidi occhi i blocchi del prezioso marmo di Orosei, al pari dello scultore Giovanni Canu, sono anche altri estrosi artistici che alla "Pai", ormai nota nei vari continenti, chiedono di poter approdare alle cave del monte Tuttavista di Orosei presso le quali trovare l'ispirazione, modellando la straordinaria materia, dalla quale ricavano preziose forme e figure dalla potente e affascinante forza espressiva. (antonio bassu)

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la protezione civile attiva un impianto per misurare l'intensità delle piogge (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 10 - Pordenone La Protezione civile attiva un impianto per misurare l'intensità delle piogge SPILIMBERGO. Sarà attivata anche a Spilimbergo una stazione pluviometrica per monitorare l'andamento idrometeorologico. Questo quanto comunicato all'amministrazione comunale della dalla Protezione civile regionale. Come sottolineato dal sindaco Renzo Francesconi, «abbiamo ricevuto comunicazione dal direttore centrale della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia dottor Guglielmo Berlasso dell'avvio di un intervento urgente per la realizzazione del sistema di monitoraggio idrometeorologico, ai fini del controllo e delle gestione della diga di Ravedis e del bacino del Cellina - Meduna». L'operazione, dichiarata indifferibile, urgente e di pubblica utilità, consisterà nell'installazione di nuove stazioni e di nuovi sensori che andranno a integrare il sistema già esistente gestito dalla Protezione civile. «Un intervento - prosegue Francesconi - imminente. La stazione pluviometrica sarà infatti installata sul terreno comunale in via del Macello, presso la sede della nostra Protezione civile, e a eseguire l'intervento sarà la società Cae di San Lazzaro di Savena (Bologna) sotto la supervisione dei tecnici della Protezione civile regionale». Per Spilimbergo, la presenza di un pluviometro rappresenta una assoluta novità. L'attività della centralina sarà quella di studiare il territorio tramite la misurazione della violenza della pioggia. E in tempo reale i dati saranno forniti alla Protezione civile. «Grazie a questa installazione - conclude Francesconi - il monitoraggio sarà capillare, come concreta risulterà l'esatta previsione della portata della pioggia. Credo sia importante questa collaborazione con la Protezione civile proprio per scongiurare eventuali rischi idrogeologici nella nostra zona». (g.z.)

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Acqua, nel 2030 avrà sete un abitante su due (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Acqua, nel 2030 avrà sete un abitante su due MARINA MASTROLUCA A secco, costretta a dividersi una risorsa limitata e sempre meno accessibile. Di qui al 2030 quasi la metà della popolazione mondiale si troverà a vivere in zone definite ad alto stress idrico, il che tradotto significa che ci sarà ben poca acqua da spartirsi. In Africa già da un decennio prima i cambiamenti climatici metteranno a dura prova tra i 75 e i 250 milioni di persone. Siccità e desertificazione moltiplicheranno il numero dei profughi, intere popolazioni - tra i 24 e i 700 milioni - saranno in fuga alla ricerca di acqua. Nuovi conflitti si innescheranno per difendere o accaparrarsi le risorse necessarie. Non promette niente di buono il terzo Rapporto Onu sullo stato di salute delle risorse idriche planetarie, presentato ieri al V Forum mondiale organizzato dal Consiglio mondiale dell'acqua, che a Instabul ha visto una partecipazione record: 30.000 partecipanti, 3000 organizzazioni, una ventina di capi di Stato e di governo, 180 ministri dell'ambiente - per l'Italia Stefania Prestigiacomo. POVERI E ASSETATI «Colmare il divario per l'acqua», questo il titolo dell'evento. E di strada da fare, a giudicare dal rapporto Onu ce n'è fin troppa. Ogni 17 secondi un bambino muore per una banale diarrea, dovuta all'indisponibilità di acqua pulita e di impianti fognari. La mappa della povertà pressoché coincide con quella dell'inaccessibilità di risorse idriche: quelli che vivono con 1,25 dollari al giorno sono gli stessi che non possono bere acqua pulita. Mentre metà della popolazione mondiale soffre la sete, il consumo di acqua non è mai aumentato tanto come negli ultimi cinquant'anni - è triplicato - soprattutto a causa della crescita demografica. Attualmente la popolazione mondiale sale di 80 milioni all'anno, una pressione che produce un aumento dei consumi d'acqua pari a 64 miliardi di metri cubi annui. Di qui al 2050 la popolazione mondiale passerà dai 6,6 miliardi attuali a circa 9 miliardi, e l'aumento sarà concentrato soprattutto nelle zone dove già le risorse idriche scarseggiano. L'agricoltura che già oggi assorbe il 70% circa delle risorse idriche, se non si introdurranno nuovi metodi di qui al 2050 inghiottirà il 90% dell'acqua disponibile. I cambiamenti climatici e degli stili di vita sono le altre voci in negativo del bilancio idrico mondiale, per non contare la produzione di energia sia idroelettrica o da biocarburanti. Per produrre un chilo di carne si consumano tra i 2000 e i 16.000 litri d'acqua, contro gli 800-4000 litri necessari per ottenere un chilo di farina. Immaginate l'impatto prodotto dalla conversione alimentare della popolazione cinese: nell'85 la media di consumo di carne pro capite era di 20 chilogrammi annui, oggi è di 50. In neanche 25 anni, le sole bistecche di Pechino hanno assorbito 390 chilometri cubi d'acqua. E la Cina resta ancora lontana dalle abitudini occidentali: in Svezia ogni anno si mangiano 76 kg di carne a testa, negli Usa 125. CONTESTAZIONI Perché basti, è necessario cominciare a pensare che l'acqua è una risorsa finita e che l'uso che se ne fa deve necessariamente essere diverso da com'è stato finora. «L'obiettivo finale è di motivare all'azione per migliorare la gestione mondiale delle risorse idriche - ha detto Oktay Tabasaran, segretario generale del Forum -. Ciò è possibile solo con un'opera di sensibilizzazione sulle questioni idriche». Sulle politiche da seguire le distanze sono però enormi. A Istanbul il Forum è però messo sotto accusa da centinaia di organizzazioni che hanno indetto un evento alternativo, denunciando l'organizzazione come un «think-tank privato strettamente legato alla Banca Mondiale, alle multinazionali dell'acqua e alle politiche dei governi più potenti del mondo». Cambiamenti climatici, crescita demografica, nuovi stili di vita. Di qui al 2030 quasi metà della popolazione mondiale vivrà in zone carenti d'acqua. Rapporto Onu al V Forum mondiale sulle risorse idriche.

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A secco, costretta a dividersi una risorsa limitata e sempre meno accessibile. Di qui al 2030 quasi ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

A secco, costretta a dividersi una risorsa limitata e sempre meno accessibile. Di qui al 2030 quasi la metà della popolazione mondiale si troverà a vivere in zone definite ad alto stress idrico, il che tradotto significa che ci sarà ben poca acqua da spartirsi. In Africa già da un decennio prima i cambiamenti climatici metteranno a dura prova tra i 75 e i 250 milioni di persone. Siccità e desertificazione moltiplicheranno il numero dei profughi, intere popolazioni - tra i 24 e i 700 milioni - saranno in fuga alla ricerca di acqua. Nuovi conflitti si innescheranno per difendere o accaparrarsi le risorse necessarie. Non promette niente di buono il terzo Rapporto Onu sullo stato di salute delle risorse idriche planetarie, presentato ieri al V Forum mondiale organizzato dal Consiglio mondiale dell'acqua, che a Instabul ha visto una partecipazione record: 30.000 partecipanti, 3000 organizzazioni, una ventina di capi di Stato e di governo, 180 ministri dell'ambiente - per l'Italia Stefania Prestigiacomo. POVERI E ASSETATI «Colmare il divario per l'acqua», questo il titolo dell'evento. E di strada da fare, a giudicare dal rapporto Onu ce n'è fin troppa. Ogni 17 secondi un bambino muore per una banale diarrea, dovuta all'indisponibilità di acqua pulita e di impianti fognari. La mappa della povertà pressoché coincide con quella dell'inaccessibilità di risorse idriche: quelli che vivono con 1,25 dollari al giorno sono gli stessi che non possono bere acqua pulita. Mentre metà della popolazione mondiale soffre la sete, il consumo di acqua non è mai aumentato tanto come negli ultimi cinquant'anni - è triplicato - soprattutto a causa della crescita demografica. Attualmente la popolazione mondiale sale di 80 milioni all'anno, una pressione che produce un aumento dei consumi d'acqua pari a 64 miliardi di metri cubi annui. Di qui al 2050 la popolazione mondiale passerà dai 6,6 miliardi attuali a circa 9 miliardi, e l'aumento sarà concentrato soprattutto nelle zone dove già le risorse idriche scarseggiano. L'agricoltura che già oggi assorbe il 70% circa delle risorse idriche, se non si introdurranno nuovi metodi di qui al 2050 inghiottirà il 90% dell'acqua disponibile. I cambiamenti climatici e degli stili di vita sono le altre voci in negativo del bilancio idrico mondiale, per non contare la produzione di energia sia idroelettrica o da biocarburanti. Per produrre un chilo di carne si consumano tra i 2000 e i 16.000 litri d'acqua, contro gli 800-4000 litri necessari per ottenere un chilo di farina. Immaginate l'impatto prodotto dalla conversione alimentare della popolazione cinese: nell'85 la media di consumo di carne pro capite era di 20 chilogrammi annui, oggi è di 50. In neanche 25 anni, le sole bistecche di Pechino hanno assorbito 390 chilometri cubi d'acqua. E la Cina resta ancora lontana dalle abitudini occidentali: in Svezia ogni anno si mangiano 76 kg di carne a testa, negli Usa 125. CONTESTAZIONI Perché basti, è necessario cominciare a pensare che l'acqua è una risorsa finita e che l'uso che se ne fa deve necessariamente essere diverso da com'è stato finora. «L'obiettivo finale è di motivare all'azione per migliorare la gestione mondiale delle risorse idriche - ha detto Oktay Tabasaran, segretario generale del Forum -. Ciò è possibile solo con un'opera di sensibilizzazione sulle questioni idriche». Sulle politiche da seguire le distanze sono però enormi. A Istanbul il Forum è però messo sotto accusa da centinaia di organizzazioni che hanno indetto un evento alternativo, denunciando l'organizzazione come un «think-tank privato strettamente legato alla Banca Mondiale, alle multinazionali dell'acqua e alle politiche dei governi più potenti del mondo».

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alta specializzazione al keymec oggi il via al corso per laureati (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 17 - Pordenone Alta specializzazione al Keymec Oggi il via al corso per laureati SAN VITO. Al via questa mattina, al centro Keymec (nella zona industriale del Ponte Rosso), il corso di alta specializzazione in "Operations and supply chain menagement: come fabbricare la rete dell'innovazione". Organizzato da Keymec, Polo tecnologico di Pordenone ed Enaip, il progetto si propone d'intervenire nello sviluppo e nel consolidamento di quelle competenze tecniche che, in un mercato globalizzato, sono determinanti nella gestione dei fattori di miglioramento delle performance aziendali. Si parla, in pratica, dei sistemi di gestione della produzione, dei materiali e dei magazzini e della capacità produttiva, di logistica distributiva e integrata. Il settore di riferimento è quello della meccanica, mentre la parte insegnante sarà rappresentata da docenti e ricercatori universitari, manager e consulenti direzionali: 550, in totale, le ore in cui si svilupperà il corso, delle quali 200 in aula, mentre 300 riguarderanno il progetto operativo, che gli allievi svilupperanno con le aziende coinvolte. Cinquanta ore saranno, infine, riservate a un tour che prevede visite ad aziende internazionali e a centri di ricerca. Al corso parteciperanno una quindicina di allievi, tutti ingegneri o laureati. Oggi, alle 9.30, l'avvio delle attività. Interverrà il presidente di Keymec, Benito Zollia. (a.s.)

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Una lancia per l'ispettore Zulu Così anche il noir si globalizza (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 65 del 2009-03-17 pagina 29 Una lancia per l'ispettore Zulu Così anche il noir si globalizza di Luca Crovi Trionfano in libreria gli investigatori algerini, i commissari greci in gita a Istanbul e le indagini nel cuore nero del Botswana «Il poliziesco è la poesia della vita metropolitana», scriveva G. K. Chesterton. «Il giallo è il fiore rosso sangue dell'epoca contemporanea», aggiungeva negli Anni Trenta, Augusto De Angelis, uno dei padrini della narrativa d'indagine italiana. In un'epoca in cui la globalizzazione ha toccato ormai praticamente tutti i settori sociali, politici ed economici, non si può non sottolineare che la letteratura poliziesca abbia ampliato il suo spettro di ricerca a praticamente tutti i luoghi possibili del mondo. Questo ha permesso a decine di autori di creare originali detective che fanno della propria etnia e dei luoghi in cui indagano il punto di forza delle proprie storie. Anche in Italia stiamo vivendo una vera e propria colonizzazione da parte degli autori che arrivano dal Nord Europa: dall'islandese Arnaldur Indridason (creatore della saga del commissario Erlendur Sveinsson edita in Italia da Guanda) al vendutissimo svedese Stieg Larsson della celebratissima Millennium Trilogy, ma anche i riscoperti Maj Sjöwall e Per Wahlöö (creatori dell'ispettore Martin Beck ristampato con successo da Sellerio), l'Hakan Nesser dell'enigmatico Commissario Van Veeteren e il popolare Henning Mankell della serie del Commissario Wallander (edita da Marsilio così come i non meno intriganti romanzi di Kjell Ola Dahl, Leif G. W. Personn, Åsa Larsson, Arne Dahl e John Ajvide Lindqvist). Ma nel nostro paese i lettori anche imparato ad amare anche le storie africane della signora Precious Ramotswe, titolare della prima agenzia investigativa femminile del Botswana ideata dallo scrittore Alexander McCall Smith. Un personaggio seriale molto simpatico Precious Ramotswe che nel recente Il buon marito (Guanda) è alle prese con il suo scalpitante marito JLB Matekoni, stufo di occuparsi solo di motori e di carburatori da sistemare e che ha deciso anche lui di diventare indagatore facendo concorrenza alla moglie. Così assieme alla occhialuta signorina Makutsi, il maschio insoddisfatto si trova a occuparsi di casi di adulterio, di furti in tipografia, di strani decessi ospedalieri. Ma scoprirà suo malgrado che fare il detective non è così semplice e che forse sua moglie ha un po' più di intuito di lui. E se nel romanzo di McCall Smith i drammi sono sempre raccontati con il tono di commedia, tutt'altro è il ritmo scelto in Zulu (Mondadori) del francese Caryl Férey che ha per protagonista Ali Neuman, ex bambino zulu sopravvissuto alle stragi attuate nel bantustan di KwaZulu dalle milizie Inkatha. Un giovane scampato a terribili pulizie etniche e divenuto ai giorni nostri capo della squadra omicidi di Città del Capo. Un luogo dove la violenza è continua per le strade e dove Neuman si trova a dover indagare su un duplice omicidio che rimanda all'arrivo in città di una nuova terribile e sconosciuta droga e sembrerebbe riaccendere terribili odi razziali mai sopiti in quei luoghi dove da tempo è presente anche lo spettro della dilagante Aids. Mentre gli appassionati del commissario algerino Llob (ex combattente della guerra d'Indipendenza già protagonista di Morituri, Doppio bianco e La parte del morto) ma anche di appassionanti drammi contemporanei come Le rondini di Kabul, L'attentatrice e Le sirene di Baghdad dovranno aspettare fine maggio per poter leggere un nuovo romanzo dedicato alla rivolta algerina (Quel che il giorno deve alla notte) siglato da Yasmina Khadra, quelli che prediligono i noir mediterranei del commissario Kostas Charitos di Petros Markaris potranno procurarsi facilmente La balia (Bompiani). Dopo essere stato protagonista nell'estate scorsa di otto storie (raccolte nel volume I labirinti di Atene) dedicate al tema dell'immigrazione e dell'integrazione etnica il placido poliziotto ideato da Markaris (che odia usare il bancomat ma anche i computer, adora leggere dizionari e cerca di sopravvivere alla cucina pesante ma saporitissima della moglie) si trova questa volta in vacanza a Istanbul e si troverà suo malgrado a far luce sulla scomparsa dell'anziana balia Maria in un territorio intricato e oscuro come quello dell'antica Costantinopoli. Ancora una volta Markaris regala dialoghi frizzanti ai suoi personaggi e si diverte a stare di fianco al suo protagonista che, come ben sanno i suoi lettori, non ama propriamente i turchi e ha da sempre un occhio disincantato nei confronti della politica del loro paese ma anche di quella greco (dove spesso si è trovato a occuparsi in prima persona di delitti e corruzione nel mondo dell'edilizia, del calcio, della politica e dei mass media in romanzi come Difesa a zona, Si è suicidato il Che, Ultime della notte, La lunga estate calda del commissario Charitos). A coloro che amano le storie giapponesi di Kurosawa come Yojimbo o I sette samurai o i cosiddetti «chambara» (i western-action del Sol Levante) dello spadaccino cieco Zatoichi risulterà invece mozzafiato la saga di romanzi siglata dallo scrittore americano Dale Furutani che ha per protagonista Matsuyama Kaze, un samurai investigatore, ed è ambientata nell'antica Tokyo e per ora sviluppata in Agguato all'incrocio, Vendetta al palazzo di giada e A morte lo shogun (Marcos y Marcos). © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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le colpe della globalizzazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nell'opera si analizzano le cause della crisi economica Le colpe della globalizzazione PRATO. S'intitola "Storia della mia gente" ed è il nuovo libro scritto da Edoardo Nesi. In questa sua ultima fatica lo scrittore abbandona il romanzo per dedicarsi a una riflessione economica sul declino industriale della città di Prato, che costruisce partendo dalla propria esperienza di imprenditore tessile durata quindici anni. «Ho voluto provare un nuovo modo di scrivere - anticipa - ma soprattutto ho voluto indagare sulle colpe della globalizzazione perché credo che Prato abbia bisogno di essere difesa». Dunque, l'analisi di una crisi già precedentemente annunciata nel suo libro, oggi quasi profetico, "L'età dell'oro". «L'apertura dei mercati, che secondo gli economisti avrebbe dovuto avvantaggiarci - spiega Nesi - si è dimostrata dannosa. Noi abbiamo visto che cosa succede quando culture diverse si incontrano, ora voglio raccontarlo a quegli stessi economisti». B.B.

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Emergenza frane, danni per 20 milioni di euro (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa La situazione Si lavora per realizzare una mappa del territorio, con i dissesti che colpiscono strade e immobili Emergenza frane, danni per 20 milioni di euro È quanto emerge dalla rilevazione della Protezione civile Aldo Ciaramella CAMPOBASSO Cento frane segnalate al 31 dicembre e una stima per riparare i danni provocati dagli smottamenti a infrastrutture e a manufatti in un solo anno per oltre venti milioni di euro. La Protezione civile regionale prepara il suo dossier legato agli ultimi eventi della natura dello scorso anno ma ha già cominciato a riempire di dati e di contenuti i cosidetti Piani territoriali all'interno dei quali dovrà elaborare la mappatura di ogni tipo di frana presente vecchia e nuova per inviarlo in Regione «Un lavoro che abbiamo in qualche modo già iniziato - ha detto il responsabile della Protezione civile regionale arch. Giuseppe Giarrusso - e per quello che riguarda il mese di marzo lo dedicheremo a un Piano campione che sì è voluto rapportare alle frane di Trivento e soprattutto a quella che più di tutte ha creato danni a immobili e all'agricoltura. E' un'operazione di grossa verifica locale perchè con questo monitoraggio come ha voluto la Regioone avremo un quadro completo al momento di quello che è successo sul nostro territorio e sulla scorta di questo potremo capire quanto e come bisogna agire per riparare i danni e quali indicazioni o obblighi dare alle amministrazioni comunali per redigere i piani di urbanizzazioine e di fabbricazione che spesso e volentieri in passato si sono allungati a movimenti franosi pericolosi che nel corso del tempo si sono attivati generando grossi problemi alle attività presenti sul luogo. Vogliamo che tutto questo non si verifichi in futuro e con questo documento certamente più completo si saprà dove organizzare gli interventi più urgenti e quindi necessari e quali opere preventive mettere in campo per evitare disastri della natura spesso già annunciati e perciò conosciuti». Secondo una delibera regionale che ha diviso la Regione in 19 presidi territoriali la Protezione civile si dovrà muovere in questi ambiti e tenere presente punti e limiti su cui costruire la sua indagine cocnoscitiva e tecnica. Il lavoro di verifica che comprende naturalmente tutte le aree municipali dei 136 Comuni dovrà terminare entro il 31 dicembre. Qui la Regione invierà il suo studio geognostico e di puro monitoraggio alla Protezione civile nazionale che nella programmazione delle risorse nel settore avrà migliore cognizione e concoscenza del Molise, regione che senz'altro appartiene ad oggi tra quelle che hanno bisogno di opere e infrastrutture di consolidamento geologico maggiori rispetto ad altre realtà locali. I danni maggiori del dissesto idrogeologico regionale hanno interessato la viabilità e spesso il consolidamento già attuato di zone dove insistono insediamenti urbani.

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Necessario valorizzare il territorio (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa La soluzione alla crisi va ricercata nel superamento dei confini geografici, per cogliere nuove opportunità Necessario valorizzare il territorio Cisl il sindacato guidato da Maceroni indica la strada da seguire per il futuro Marilena Colagiacomo I problemi che pesano sull'economia provinciale. Questo, in particolare, il tema su cui si è dibattuto il 5 e 6 marzo scorsi a a Fiuggi nell'ambito del XIII Congresso provinciale della Ust Cisl della provincia di Frosinone. Il Congresso è stato l'atto ultimo di centinaia di assemblee sui luoghi di lavoro, cui hanno partecipato migliaia di lavoratori e pensionati del Frusinate. Il territorio sempre più baricentro della globalizzazione, le questioni socio-economiche della provincia di Frosinone sono state al centro del dibattito. È necessario valorizzare fortemente il territorio contro gli effetti perversi della globalizzazione senza regole, affermando un'etica ed una politica in grado di garantire un sistema di valori condivisi, necessaria per un'economia ed una finanza , in cui la solidarietà, il soddisfacimento dei bisogni degli ultimi, dei più bisognosi siano garantiti. La crisi in cui versa l'economia Ciociaria - si legge nella corposa relazione del segretario generale Pietro Maceroni - da oltre un decennio, è frutto di un processo di deindustrializzazione che affonda le sue radici nella complessità e diversità del tessuto economico esistente nel Frusinate. La profonda crisi industriale, la scarsa competitività delle imprese, la carenza di una valida politica di sviluppo, l'alto tasso di disoccupazione, l'assenza di infrastrutture materiali ed immateriali aggravano un quadro provinciale già fortemente debilitato. Ad una crisi così profonda - secondo la Cisl - non si può rispondere con ricette tradizionali ma va messa in campo una strategia di ampio respiro, che veda il nostro territorio orientato al superamento dei confini provinciali, estendendosi geograficamente per cogliere le opportunità di Roma al Nord, della provincia di Latina al sud e del corridoio abruzzese. Occorre ripensare al modello non solo contrattuale, ma anche produttivo, orientando le energie verso la valorizzazione delle eccellenze locali, il marketing territoriale, il completamento delle reti telematiche a banda larga e WI FI, il recupero dei siti dismessi, il potenziamento dei poli fieristici, il completamento del sistema viario, la sede distaccata del mercato ortofrutticolo di Fondi, la progettazione e la realizzazione del Parco dell'Appennino Ciociaro, la realizzazione dell'Agenda 2007-2013.

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L'Opec non taglia la Ford invece sì Fed: la fine è vicina (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL CRACK La Cgil presenta le stime per il 2009 e 2010 in Italia. Il Pil perderà il 4%. «Più aiuti ai licenziati, alzando le tasse ai ricchi». Eurostat: a fine 2008 persi 670 mila posti nei 27 paesi dell'Unione DIARIO DELLA CRISI L'Opec non taglia la Ford invece sì Fed: la fine è vicina Galapagos E' stata una decisione sofferta e contrastata, ma alla fine l'Opec ha deciso domenica a Vienna di non procedere a un nuovo taglio della produzione. Il risultato della non decisione è stato una pesante caduta delle quotazioni del greggio il cui prezzo ieri è caduto di oltre il 5%, scendendo a 43,5 dollari al barile, per poi risalire leggermente. L'Opec ha deciso di incontrarsi nuovamente il 28 maggio (il meeting ufficiale era fissato per settembre) per fare il punto sul prezzo del greggio che l'organizzazione ritiene debba collocarsi attorno ai 70-80 dollari. Alcuni paesi - i cosiddetti «falchi» - con Libia, Algeria e Venezuela in testa premevano per un nuovo taglio della produzione. Ma alla fine l'hanno spuntata le «colombe» con l'argomentazione che non bisogna frenare con alti prezzi la possibile ripresa dell'economia globale. Le «colombe» hanno puntato anche su un altro argomento forte: molti paesi dell'Opec «imbrogliano» e hanno solo parzialmente rispettato il taglio di 4,2 milioni di barile deciso in settembre. Insomma, prima di decidere nuovi tagli è necessario il pieno rispetto dei tagli. Intanto a sorpresa in Europa l'inflazione ha ripreso a crescere, anche se di poco: in febbraio l'indice tendenziale armonizzato dei prezzi al consumo ha registrato nell'eurozona una risalita all'1,2%, contro l'1,1% di gennaio. In Italia la variazione è stata, invece, dell'1,5% con aumenti più che doppi (+3,5%) per quanto riguarda i beni alimentari. Sempre nella Ue a 15 nell'ultimo trimestre del 2008 - come ha comunicato Eurostat - l'occupazione è diminuita dello 0,3% e sono stati distrutti 453 mila posti di lavoro che salgono a 672 mila nell'intera Ue. In Cina l'esplodere della crisi sta provocando una caduta degli investimenti esteri: in febbraio sono scesi del 5,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Secondo il ministero del Commercio, escluso il settore finanziario, gli investimenti stranieri sono ammontati a 5,83 miliardi di dollari. In calo del 13% anche il numero delle società straniere che si sono installate in Cina. Nel 2008, gli investimenti stranieri avevano mostrato una crescita del 23,6%, anche se gli ultimi mesi dell'anno iniziavano già a far intravedere una frenata. Su un altro fronte, non va meglio negli Usa: in marzo l'indice Empire che misura l'attività manifatturiera nell'area di New York è sceso ancora a -38,23 punti da -34,65 a febbraio, toccando un nuovo record negativo. Particolarmente negativo il sottoindice sui nuovi ordini sceso in trenta giorni da -30,51 a -44,76. Seguita ad andare male anche la produzione industriale scesa in febbraio dell'1,4% - contro il -1,9% di gennaio - peggio delle attese degli analisti che prevedevano una flessione dell'1,0%. Nel mese il tasso di utilizzo degli impianti è sceso al 70,9% rispetto al 71,9% di gennaio. Sul quando terminerà la crisi Usa si è espresso Ben Bernanke. Il presidente della Fed - in una intervista televisiva alla - ha sostenuto che la recessione dovrebbe terminare nel 2009 così da permettere una ripresa a partire dal 2010. Bernanke ha anche garantito che nessun'altra grande banca Usa fallirà. Per il presidente della Fed il pericolo di una depressione simile a quella del 1929 è ormai superato. «Penso che se arriveremo a stabilizzare il sistema finanziario vedremo un declino meno rapido». Sull'onda della crisi Ford Europa ieri ha comunicato una riduzione della produzione nel Vecchio Continente come conseguenza della flessione delle vendite. Le dimensioni della riduzione - che non dovrebbe colpire l'occupazione - non sono state precisate per «ragioni di concorrenza», ha spiegato un portavoce della compagnia. Il mese scorso Ford ha registrato un calo annuo delle vendite del 12%.

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Obama si converte all' orto (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama si converte all'«orto» Molti cittadini statunitensi già l'hanno fatto, anche sulle terrazze dei grattacieli: hanno cominciato a coltivare ortaggi e verdure fai-da-te. Un po' per contrastare la crisi un po' per inaugurare una nuova filosofia di vita. Ma adesso è il presidente Obama con sua moglie Michelle a coltivare broccoli e zucchine al posto delle rose nel giardino della Casa Bianca. È un modo originale per lottare contro i cibi spazzatura e le emergenza alimentari, dalla melamina nel latte in Cina alla carne di maiale alla diossina dell'Irlanda fino ai casi di salmonella in Usa. La campagna per promuovere il cibo sano ha conquistato un testimonial potente come l'orto presidenziale. I principi salutisti divenuti la guida al «mangiare non tossico» di una intera nazione sono quelli di Alice Waters, chef californiana che ha ispirato la crociata della «tavola naturale» degli Obama. Waters - proprietaria di «Chez Panisse», ristorante di Berkeley simbolo della California cousine - ha pubblicamente esortato la coppia a fare da esempio per una dieta più sana con prodotti anche coltivati in proprio. In Italia, proprio l'Accademia Americana - dove soggiornano architetti, artisti e studiosi del mondo classico che hanno vinto il «Rome Prize», ha sposato per prima la filosofia del gusto naturale. Un tempo, in America, c'erano i «Victory Gardens» che da Pennsylvania street si diffusero in tutto il paese. Eppure, il primo presidente Usa che abbia mai vissuto alla Casa Bianca, John Adams, aveva un orto ad uso e consumo della sua famiglia. Infine, Woodrow Wilson, durante la prima guerra mondiale, non solo coltivò alcuni ortaggi, ma introdusse animali da fattoria, come le pecore.

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È giallo il continente nero L'Africa diventa made in Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

È giallo il continente nero L'Africa diventa made in Cina --> Capitali e manodopera di Pechino per le infrastrutture pubbliche Espansionismo senza democrazia. Da oggi il Papa in Camerun e Angola Martedì 17 Marzo 2009 GENERALI, pagina 7 e-mail print nostro servizio Alberto Bobbio Città del VaticanoIl continente nero stempera il suo colore verso il giallo e la Cina sfida in Africa l'Europa e gli Stati Uniti con una nuova strategia imperiale neocolonialista. Lo vedrà anche Benedetto XVI che oggi arriva in Camerun e venerdì si trasferisce in Angola, Paesi neri che diventano gialli. In Camerun Pechino ha risanato la rete idrica, costruito ospedali, stadi e ha portato la coltivazione dell'artemisia annua, pianta medicinale poco costosa dalla quale si ricavano i nuovi farmaci antimalaria, made in Cina e si porta a casa tonnellate di legname. Dall'Angola prende la via della Cina oltre la metà del greggio locale e le imprese cinesi stanno costruendo porti, aeroporti, strade, ferrovie nel Paese che sta diventando uno dei primi protagonisti dell'espansionismo cinese in Africa, dopo il Sudan. È la «sinizzazione» dell'Africa, globalizzazione di conquista non più in nome della vecchia «amicizia dei popoli», ma del capitalismo moderno e autoritario di chi ha in tasca le chiavi dell'economia mondiale ed è affamato di energia e materie prime. Pechino cominciò con lo Zambia nel 1976 e non ha più mollato. Oggi è partner commerciale al primo posto per 49 Stati africani, con scambi economici cresciuti l'anno scorso del 45 per cento, raggiungendo quasi 110 miliardi di dollari, cioè dieci volte di più dal Duemila, il doppio, per esempio, di quelli francesi. Gli Stati democratici precari del continente nero sono affascinati dalla sveltezza economica cinese e dal loro silenzio. I cinesi non fanno mai domande sui diritti umani e la giustizia e pagano senza batter ciglio ciò che si deve a chi governa. In Angola la mazzetta si chiama «gazosa». Il Camerun è in cima alla lista dei Paesi più corrotti del mondo. E gli africani sono diventati gli alleati più fedeli di Pechino, pronti a respingere nei consessi internazionali ogni dossier di critiche occidentali a Pechino in materia di diritti umani. L'ultima volta è accaduto a febbraio all'Onu. In Angola è andata così. Nel 2002 il Paese aveva finalmente messo fine alla guerra civile con un bisogno drammatico di aiuti. Gli Usa volevano più trasparenza da Luanda e qualche impegno contro la corruzione. Arrivò Pechino che, senza far domande, ripianò il debito estero angolano. Ha troppa fame l'economia cinese e le domande in questa materia non le sono abituali, mentre l'Africa trabocca di ricchezze. Pechino non ha remore, né una missione da compiere, se non quella di nutrire il suo turbocapitalismo autoritario. Nessuno ha chiesto agli africani se va bene così. Sicuramente piace ai nuovi ricchi del continente, alle élite politico-militari al potere. Pechino esporta tecnologia, costruisce infrastrutture, riempie di armi i governi africani. Il kalashinkov cinese è l'arma più venduta. C'è un milione di cinesi in Africa. Portano tutto da casa, non si preoccupano neppure della manodopera locale. Nel libro del corrispondente di «Le Monde» per l'Africa, Serge Michel, e dell'inviato del settimanale svizzero «L'Hebdo», Michel Beuret, «Cinafrica», appena uscito in Italia per «Il Saggiatore», si racconta di un cartello visto sulla strada che da Douala porta a Yaoundé in Camerun mostrato da un africano senza lavoro che si faceva pubblicità con uno slogan neppure tanto ironico: «Più bravo dell'uomo cinese». I cinesi traferiscono in Africa kow-how, ingegneri, tecnici e manodopera non qualificata. Secondo diverse fonti, sarebbero cinesi deportati, galeotti e oppositori politici, gente che dà fastidio in Cina, ridotta ai lavori forzati. Vivono in campi di concentramento, ammassati in tendopoli, lavorano 12 ore al giorno, al servizio del capitalismo senza pietà. In Zambia si dice siano ventimila. La pena di solito è ridotta della metà, ma con un vincolo di riscatto: non tornare mai più in patria e diventare cittadini africani. La Cina aggredisce le economie più interessanti e ricche di materia prime. Metà dell'impegno è dedicato al Sudan, ricco di petrolio e poi all'Angola per lo stesso motivo. Luanda ha tutte le caratteristiche per diventare una potenza continentale, motore dello sviluppo dell'Africa sub-sahariana. Con l'aiuto della Cina naturalmente. Dopo l'Arabia Saudita è il secondo esportatore di petrolio verso Pechino. Ma i proventi del petrolio finiscono nelle tasche di poche famiglie legate al potere dell'inossidabile Dos Santos e degli alti gradi dell'esercito. Intanto solo il 30 per cento della popolazione ha accesso all'energia elettrica, un adulto su due non ha un lavoro stabile, il 65 per cento degli angolani è analfabeta. Poi c'è il paradosso di un Paese che galleggia su un mare di petrolio, ma importa benzina, gpl e altri derivati del greggio, perché l'unica raffineria di Luanda, una società mista dove i cinesi stanno in posizione predominante, ha una capacità di trasformazione molto limitata. Cina e Stati Uniti, l'altro acquirente del petrolio angolano, l'oro nero preferiscono raffinarlo a casa. L'Angola si avvia a diventare anche uno dei più importanti snodi telematici dell'Africa australe. Ospita uno dei terminali di Sat 3, il cavo a fibre ottiche che unisce Spagna e Portogallo al Sudafrica e poi prosegue per l'Asia, il continente del Dragone che tiene al guinzaglio l'Africa e la sua possibile democrazia. 17/03/2009 nascosto-->

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Se Wen Jibao lancia il T-bond a copertura aurea (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza (MF)" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MF sezione: Commenti & Analisi data: 17/03/2009 - pag: 8 autore: di Edoardo Narduzzi Se Wen Jibao lancia il T-bond a copertura aurea Le parole non sono mai casuali nelle relazioni internazionali. Ancor meno lo sono quelle, assai rare, dei premier cinesi. Quindi, la frase pronunciata la scorsa settimana dal numero uno del governo di Pechino circa la rischiosità del debito pubblico americano, merita qualche riflessione in più. «Abbiamo prestato capitali enormi agli Stati Uniti, sinceramente siamo preoccupati», ha comunicato senza mezzi termini Wen Jibao alla comunità politica e finanziaria internazionale. Il più grande sottoscrittore di titoli del debito pubblico americano mette le mani avanti, proprio mentre l'amministrazione Obama si prepara a un 2009 nel corso del quale emetterà titoli netti per ulteriori 1,8 trilioni di dollari. Sommati a quelli emessi nel 2008 per 1,5 trilioni, producono un risultato degno di attenzione: nell'ultimo biennio l'amministrazione Usa ha emesso titoli federali netti per un controvalore equivalente a quello della somma delle obbligazioni federali classate nei precedenti 27 anni. Perché Wen ha parlato ora? Perché la crisi finanziaria ed economica «inventata» da Wall Street ha stravolto gli equilibri del potere internazionale. Washington ha ancora una supremazia indiscussa sul piano militare ma economicamente è indebolita. Necessita degli avanzi commerciali cinesi per finanziare il proprio debito pubblico. Senza gli investimenti della banca centrale e dei fondi sovrani di Pechino non c'è piano di rilancio che tenga; il risparmio americano non è sufficiente da solo. Ed è quindi maturo il momento per ridefinire le relazioni cino-americane ed il ruolo della Cina nella governance globale.Primo, Wen Jibao vuole garanzie esplicite dagli Usa che gli oltre 2 mila miliardi di dollari investiti in titoli del Tesoro americano siano al sicuro. Il premier cinese parla alla moglie di Cesare per far capire a Cesare, cioè Obama. Pechino non è disposta ad accettare una maxi-svalutazione unilaterale americana che decurti il valore reale dei titoli a lungo termine e azzeri quello delle cedole a tasso fisso. Wen sta semplicemente comunicando che Washington non può pensare di esportare la crisi come nel caso di un normale disequilibrio della bilancia commerciale quando la svalutazione della moneta serve a trasferire buona parte dei problemi di uno stato sui bilanci degli altri o dei propri partner commerciali. Beggar-thy-neighbor viene chiamata la svalutazione competitiva finalizzata a creare occupazione domestica a spese del resto del mondo. Una svalutazione del dollaro che incorpora crescenti aspettative inflazionistiche incarna per Pechino questo pericolo.Secondo, i cinesi non hanno gradito le varie clausole made in Usa contenute nel piano da circa 900 miliardi di dollari di stimolo dell'economia votate dal Congresso americano. Può sembrare paradossale ma oggi la Cina è tra i paesi più sensibili a possibili politiche protezionistiche in grado di ridurre il volume delle sue esportazioni con l'effetto di creare disoccupazione. Pechino sa bene che gestire decine di milioni di disoccupati aggiuntivi potrebbe diventare politicamente insostenibile.Terzo, Pechino non vuole più pagare senza contare. Se gli investimenti e il risparmio cinesi sono fondamentali per la gestione della politica economica dei paesi avanzati, allora è necessario che il ruolo di inter pares sia definitivamente riconosciuto alla Cina. Continuare a strumentalizzare le questioni legate ai diritti umani o ai diritti politici non è più possibile né per Washington né per gli europei: le risorse cinesi sono disponibili ma solo se si riconosce in pieno la legittimità della gestione politica di Pechino. Le questioni interne, incluso il Tibet, sono affari tra cinesi e dei cinesi. Gli occidentali pensino ad emettere titoli del debito pubblico per coprire i danni causati dalla loro ingordigia e scarsa moralità. In tale contesto non è da escludersi che nelle prossime settimane l'investitore cinese inizi a chiedere garanzie particolari all'emittente Obama. Come? Ad esempio chiedendo garanzie aurifere da parte della Fed a sostegno della ripagabilità dei titoli emessi dal Tesoro americano. Si tratterebbe di un'atipica riedizione del gold standard (fino al 1971 il dollaro era convertibile in oro) finalizzato a rassicurare l'investitore: se il Tesoro americano dovesse andare in default sui propri titoli federali, chi li avesse comprati potrà rivalersi, per intero o in parte, sulla quota di riserve auree della Fed riservate a garanzia di quella specifica emissione. Una sorta di Bot standard, cioè un regime di titoli di Stato circolanti con attaccata una garanzia pubblica unica: una quota delle riserve auree americane. Se ciò accadesse non dovrebbe sorprendere se nel prossimo futuro la Fed inizierà ad accumulare ulteriori riserve in oro, anche per garantire la crescente massa monetaria denominata in dollari al servizio del pagamento del conto della crisi. In questo modo Pechino sarebbe rassicurata sul fatto che l'amministrazione Obama non vuole esportare i propri problemi inflazionando gli investimenti altrui e il Tesoro americano sarebbe costretto a politiche di rigore visto che a rischio ci sono parte delle riserve auree del paese. Del resto, le crisi servono anche per innovare e il Bot standard in qualche modo sarebbe figlio delle nuove relazioni internazionali. Per ora ha parlato solo Wen Jibao, ma presto toccherà ad Obama.

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ANCHE se non prevedibile con certezza, è certo auspicabile che la visita europea di Obama i... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 17 Marzo 2009 Chiudi di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA ANCHE se non prevedibile con certezza, è certo auspicabile che la visita europea di Obama includa un incontro con Benedetto XVI. Chiesa cattolica e Stati Uniti d'America sono entità più interessate di ogni altra ad una comprensione corretta e realistica dei processi di globalizzazione, per condurli, nei limiti del possibile, verso gli esiti più favorevoli alle buone sorti della vita umana sul pianeta. Il tema della pace internazionale, su cui la Chiesa da sempre tiene una posizione univoca e incondizionata, per soluzioni diplomatiche e mai belliche di qualsiasi controversia tra Stati, sembra sollecitare la nuova amministrazione americana ad un approccio ben diverso da quello tenuto nella precedente strategia di politica estera del presidente Bush, all'insegna delle opzioni militari. Ma non sarebbe il solo punto di convergenza nel giudizio dei fatti e dei modi e dei mezzi per intervenire su di essi. Basti pensare alla promozione e tutela dei diritti umani, alla meno iniqua distribuzione delle risorse energetiche ed alimentari tra le popolazioni di tutti i continenti, alle misure di contrasto degli effetti sociali e morali della crisi economica mondiale, quali la disoccupazione, la migrazione di Paese in Paese con ostacolate integrazioni, lo sfaldamento delle famiglie, l'abbandono degli anziani, l'incertezza del destino dei giovani, l'allettamento di mercimoni e guadagni illeciti, la perdita di valori etici e politici da parte delle classi dirigenti. Obama ha dentro la sua memoria il film della lunga emancipazione dei negri d'America, il Papa non può dimenticare neppure per un attimo la sua missione di difensore degli ultimi della terra. Quali uomini più alleati di questi due dinanzi all'orizzonte che ci sta davanti? Eppure, l'avere Obama restituito libertà e finanziamenti alla ricerca scientifica sulle cellule staminali ha già sollevato obiezioni e preoccupazioni nell'opinione pubblica dei cattolici americani e in Vaticano. Occorre subito dire che i problemi bioetici verranno alla ribalta dei processi di globalizzazione più di quanto non sia apparso sinora. Non foss'altro perché la biologia è la stessa per l'intero genere umano e le vicende della vita e della morte, della salute e della malattia, per la loro universalità non possono essere governate da legislatori nazionali, ciascuno a suo modo. Ecco la necessità di coltivare occasioni e luoghi di incontro e di accordo tra protagonisti della politica, della scienza, delle religioni, in grado di superare tradizioni e culture di singole nazioni, perché si chiariscano sui grandi temi della bioetica le ragioni che ci dividono e quelle che ci uniscono. I processi di globalizzazione svelano il disegno di una loro provvidenziale storicità proprio perché accentuano degli esseri umani la loro universale natura e vocazione. Lo stato attuale del dibattito bioetico non deve rischiare di chiudersi nei confini di conoscenze, di ideologie, di interessi particolari, o di scelte politiche interne ad elettorati nazionali. Giova guardare quel cielo che tutti ci copre, quanti abitiamo la terra, e trovare le risposte, per una unitaria vita del corpo e dello spirito umano, alle tante domande che oggi ci angosciano. E allora, anche per questo, quali migliori, responsabili e concludenti dialoganti, di Obama e Benedetto XVI?

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Londra: subito le risorse per il Fondo monetario (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-17 - pag: 7 autore: Verso il G-20. Dopo l'intesa sull'aumento dei finanziamenti Londra: subito le risorse per il Fondo monetario Alessandro Merli LONDRA. Dal nostro inviato Saranno pronti probabilmente entro le riunioni del mese prossimo a Washington i dettagli dell'aumento delle risorse del Fondo monetario internazionale per venire in soccorso dei Paesi più pesantemente colpiti dalla crisi globale. Lo affermano fonti dello stesso Fmi. Dopo l'accordo dei ministri finanziari del G-20 nell'incontro del fine settimana a Horsham, la presidenza inglese punta a far approvare dai capi di Stato e di Governo, nel summit di Londra del 2 aprile, l'ammontare totale dell'aumento delle risorse, che dovrebbero più che raddoppiare, dagli attuali 250 miliardi di dollari. Il cancelliere britannico, Alistair Darling, ha sottolineato ieri alla Camera dei Comuni l'urgenza dell'operazione. Il Fondo ha finora concesso prestiti per 55 miliardi di dollari ai Paesi in crisi, ma le necessità potrebbero ampliarsi rapidamente se venissero coinvolte economie di maggiori dimensioni rispetto a quelle interessate finora. Lo stesso direttore dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha ammesso però dopo la riunione di Horsham che l'operazione non potrà essere definita nei particolari prima della data del 2 aprile. I contributi dei singoli Paesi e soprattutto le modalità dell'aumento verranno stabilite con ogni probabilità solo a Washington. Il comunicato del G-20 indica tre strade possibili per realizzare l'aumento. La prima sono accordi bilaterali dell'Fmi con i Paesi che mettono a disposizione le risorse, come è avvenuto per il Giappone, che ha firmato il mese scorso a Roma per 100 miliardi di dollari. è il canale preferito dallo stesso Fmi, in quanto il più rapido. La seconda, suggerita dal segretario al Tesoro americano, Tim Geithner, che ha proposto di triplicare le risorse del Fondo, è quella dell'aumento del così detto Nab, uno strumento creato dopo la crisi asiatica nel 1998, per la fornitura di prestiti al Fondo da parte dei suoi membri. Il terzo è un aumento permanente delle risorse, indicato in un comunicato separato a Horsham dai Bric (Brasile, Russia, India e Cina), che vogliono legarlo a un incremento delle quote del Fondo, a sua volta collegata a una revisione del ribilanciamento del peso dei singoli Paesi, a favore appunto dei grandi emergenti. è però un procedimento più lungo e complesso. Per ora, il G-20 ha indicato che la revisione del potere di voto nell'Fmi sarà anticipata dal 2013 al 2011: e questo punta a ottenere il consenso di Paesi emergenti con vaste riserve a disposizione, come la Cina. Altro segnale in direzione degli emergenti è stata l'inclusione nel comunicato della volontà di Europa e Usa a rinunciare all'esclusiva sulla nomina dei numeri uno rispettivamente di Fmi e Banca mondiale, che verranno scelti non più in base al passaporto, ma attraverso un processo di selezione aperto. In ambienti di mercato, tuttavia, la decisione sull'aumento delle risorse dell'Fmi è stata accolta come un passo necessario, ma marginale rispetto alla soluzione della crisi globale, visto che potrà aiutare a tappare qualche falla in Paesi delle periferia dell'economia globale, ma non aiuta a risolvere i problemi più gravi che restano concentrati nelle economie e nei sistemi finanziari dei più importanti Paesi avanzati. REVISIONE DELLE QUOTE L'organismo studia soluzioni per rafforzare la propria capacità d'intervento a favore dei Paesi in crisi ma gli investitori sono tiepidi

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Vietnam, il miracolo resiste (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-17 - pag: 29 autore: Crescita al lumicino, ma a sorpresa aumenta l'export negli Usa Vietnam, il miracolo resiste HANOI Una delle crescite più dinamiche dell'Asia, un tessuto produttivo irrorato da investimenti di aziende occidentali e dalle delocalizzazioni delle imprese cinesi. Una popolazione giovane e determinata a fare il grande salto dalla povertà alla classe media. Tutte le componenti del miracolo economico del Vietnam sono adesso messe a dura prova dalla crisi finanziaria internazionale. La crescita economica subirà un raffreddamento brutale,che l'Economist Intelligence Unit ha provato a misurare: le ultime previsioni Eiu parlano infatti dello 0,3% nel 2009 rispetto al 6,2% del 2008 e all'8,5% del 2007. Ma i segnali di una vitalità indomabile potrebbero nei prossimi mesi obbligare a rivedere al rialzo la previsione. Nonostante la crescita vicina allo zero, il Vietnam è infatti una delle sole quattro nazioni asiatiche (le altre sono Cina, India e Indonesia) da cui si attende una crescita positiva nel 2009. Ma a parte questa considerazione di fondo, rimane il fatto che l'export vietnamita in direzione degli Stati Uniti si è rivelato uno dei più resistenti. Tra i 50 principali fornitori del mercato americano, solo cinque hanno fatto registrare incrementi in gennaio: Bangladesh, Danimarca, Irlanda, Nuova Zelanda e appunto Vietnam, con il Paese asiatico protagonista di un aumento del 14% dell'export negli Usa, la performance migliore. «Un risultato incoraggiante » ha commentato Ayumi Konishi, direttore per il Vietnam dell'Asian development bank (Adb), anche se il colpo di coda non è stato in grado di compensare il calo complessivo del 5% dell'export vietnamita nei primi due mesi dell'anno. Da non sottovalutare anche il piano di costruzione di ferrovie, porti e strade, che secondo l'Adb continua a poter contare sulle risorse provenienti dai piani di stimolo del Governo, dalle agenzie internazionali e dai privati. Il Vietnam farà di tutto per riprendere la corsa.

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Il baricentro del mondo ora è a Est (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-17 - pag: 29 autore: INTERVISTA Alastair Newton Senior political analist di Nomura «Il baricentro del mondo ora è a Est» Micaela Cappellini Il baricentro del mondo? Per la prima volta dai tempi lontani della Rivoluzione indu-striale, si sposterà decisamente a Est. è questa la fotografia del mondo così come uscirà da questi mesi di recessione secondo Alastair Newton. Inglese, 55 anni, oggi managing director e senior political analyst di Nomura (che se lo è aggiudicato acquisendo lo scorso ottobre le attività Emea di Lehman Brothers), per vent'anni è stato in forza ai servizi diplomatici di Sua Maestà britannici tra l'Africa e gli Stati Uniti, oltre a far parte del team del G-8 tra il 1998 e il 2000 per conto del primo ministro britannico. «Questo dello spostamento a Est –spiega –è un trend di lungo periodo, che la crisi mondiale sta soltanto accelerando ma che era in atto da tempo. E quando gli storici di domani cercheranno la data d'inizio di questo processo, fisseranno lo spartiacque nel 2001. Non l'11 settembre, ma il 1Ú di dicembre. La data d'ingresso della Cina nell'Organizzazione mondiale per il commercio ». Da allora, e fino all'anno scorso, il Pil di Pechino è cresciuto oltre il 10% all'anno. Un segnale del ritorno ai vecchi, vecchissimi tempi in cui, «prima della Rivoluzione industriale, la fetta più grande del Pil mondiale veniva prodotta a Oriente, e non tra Europa e Stati Uniti», ricorda Alastair Newton. Baricentro produttivo a Est, dunque. Ma anche finanziario: «Il modello Wall Street è finito – sostiene l'analista politico – e New York perderà il suo peso così come successe a Londra negli anni Ottanta. Sarà soltanto uno degli hub della finanza, di pari peso rispetto a piazze come Dubai, Shanghai, Mumbai, Tokyo e Hong Kong». E così come i centri finanziari, anche i capitali saranno sempre più provenienti da Est: «C'è un dato – ricorda Newton – che rende bene l'idea. E cioè che il deficit Usa ammonta a 1.750 miliardi di dol-lari, mentre le riserve monetarie estere in Asia ammontano a 3.500 miliardi». Tra i protagonisti dell'Est, naturalmente, ci saranno Cina e India. «Ma non bisogna dimenticarsi del Giappone – aggiunge Newton – che rappresenta pur sempre la seconda economia del mondo ed è anche una potenza militare. Sta a Tokyo, però, diventare anche una potenza politica. E deve farlo presto». In questo nuovo mondo che conta non c'èinvece spazio per la Russia: «Mosca ha attraversato anni di crescita economica, subito dopo la grande crisi dei primi anni Novanta, ma non ha mai conosciuto uno sviluppo economico vero e proprio. Resta un'economia troppo basata sulle materie prime e sulle oscillazioni dei loro prezzi. Ora: il presidente Medvedev sembra aver compreso le difficoltà del suo Paese, tutto sta nel vedere se riuscirà a imporsi su Putin e le sue oligarchie». Anche per l'Africa, evocata da molti come la nuova area emergente del mondo, non ci sarà spazio sotto i riflettori: «Continuerà, è vero, ad attrarre capitali destinati alle risorse, ma il drastico calo degli investimenti esteri di quest'anno colpirà duramente il continente». E dei consessi fra grandi, dal G-8 al G-20, che ne sarà in questo nuovo mondo che verrà? Probabilmente, sarà necessario rivedere i nomi dei protagonisti. «A cominciare dai Paesi europei –sostiene Newton –la cui rappresentanza nei gruppi è sproporzionata rispetto al loro peso economico e politico ». Meglio sarebbe, ad esempio, che per l'Europa sedesse ai tavoli un solo membro, «la Commissione europea. Organismo che, fra l'altro, avrebbe molto da insegnare su come si creano spazi, mercati e soprattutto regole comuni a più Paesi. Una funzione, questa della creazione delle regole, di cui G-8 e G-20 dovranno sempre più farsi carico». micaela.cappellini@ilsole24ore.com «Il deficit Usa ammonta a 1.750 miliardi, le riserve valutarie in Asia arrivano a 3.500» Ex diplomatico. Alastair Newton

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Technogym investe 40 milioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE MERCATI data: 2009-03-17 - pag: 24 autore: Imprese. Avanza il piano dell'azienda di Cesena per realizzare la nuova sede da 60mila metri quadrati Technogym investe 40 milioni L'effetto Olimpiadi continua a spingere le vendite in Cina (+51%) MILANO Il fondatore di Technogym, Nerio Alessandri, ha appena inaugurato la linea pilota del nuovo stabilimento in costruzione a Cesena ed è in partenza per San Francisco dove parteciperà alla più grande rassegna mondiale del wellness. Un settore che non sente la crisi? «Ho chiuso i conti 2008 e devo dire che anche lo scorso anno abbiamo continuato lo sviluppo. Fare previsioni per il 2009 è molto difficile, specialmente per noi che abbiamo un business caratterizzato da elevata stagionalità. Il budget 2009 è comunque in crescita. Devo dire che le palestre sono affollate, anche perché la crisi spinge le persone verso un ritorno ai valori fondamentali e a curare maggiormente la propria salute facendo movimento. Raccogliamo dunque segnali positivi e siamo fiduciosi che non venga fatto mancare il credito a chi vuole investire». Il gruppo Technogym, leader nel wellness, è stato fondato a Gambettola (Cesena) da un giovanissimo Nerio Alessandri, nel garage di casa. Oggi l'azienda, che realizza l'85% del proprio giro d'affari nel business to business, vede una partecipazione di minoranza del fondo Candover e ha cominciato a mettere nel mirino acquisizioni di altre società sul mercato Usa. Ecco alcuni numeri chiave: sono 1.600 i dipendenti nel mondo, con 13 filiali e 60 distributori esclusivi. L'export rappresenta l'88 per cento. Le installazioni in palestre sono 50mila, con 20 milioni di utenti che usano le attrezzature Technogym ogni settimana. Importante l'innovazione con il 15% dei dipendenti impegnati in ricerca e sviluppo: i brevetti depositati sono 200. «Confermiamo –dice il presidente Alessandri – i nostri piani che prevedono di investire 40 milioni di euro per realizzare la nuova sede di 60mila metri quadrati. Nello scorso anno il bilancio del gruppo ha chiuso con un fatturato di 400,3 milioni di euro. E questo nonostante il cambio euro-dollaro sfavorevole. Il tutto in uno scenario competitivo in cui i principali concorrenti Usa hanno registrato perdite di fatturato di oltre il 20% mentre Technogym ha guadagnato quote di mercato». Gli Usa hanno mostrato infatti una crescita del 43 per cento. In Cina (+51%), dopo un ottimo 2007, continua l'effetto traino delle Olimpiadi di Pechino 2008, evento nel quale Technogym è stato fornitore ufficiale ed esclusivo. Negli Emirati Arabi il gruppo ha capitalizzato l'apertura di una nuova filiale nel 2007 con una crescita di oltre il 40% e la Russia ha raddoppiato il fatturato dell'anno precedente. Buone notizie anche dai mercati del Nord Africa che si attestano su crescite superiori al 50 per cento. Meno bene l'Europa. Nel complesso Technogym ha messo a segno un incremento rispetto all'anno precedente del quattro per cento (dato inficiato, dicono a Cesena, dal cambio di dollaro e sterlina ai minimi storici che, a parità di cambio, rappresenterebbe una crescita di oltre il sette per cento).L'Ebit è stato di 43 milioni di euro con un Ros pari al 10,7 per cento. F.V. IL PRESIDENTE Alessandri: «Pur in un quadro difficile e nonostante il cambio euro-dollaro sfavorevole, il gruppo guadagna quote di mercato»

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dal nostro corrispondente NEW YORK - Un altro incontro ravvicinato. Un rottame spazia... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 17 Marzo 2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK - Un altro incontro ravvicinato. Un rottame spaziale naviga ad altissima velocità verso la stazione orbitante. Se dovesse avvicinarsi troppo, mettendo a rischio la vita degli astronauti, la Nasa sarà obbligata a modificare sia la posizione della stazione che l'attracco dello shuttle, che è partito da terra domenica sera e dovrebbe raggiungere la stazione quest'oggi. La scorsa settimana, un altro detrito orbitante era comparso dal nulla, così vicino alla Iss (International Space Station) che i tre astronauti che vi vivono e lavorano hanno dovuto chiudere i portelloni e trovare rifugio nella navetta russa Soyuz, sempre attraccata alla stazione proprio per essere usata come scialuppa di salvataggio in caso di emergenza. La crisi si è risolta in breve tempo, e probabilmente anche oggi il detrito passerà abbastanza lontano dalla stazione da non causare eccessiva paura. Ma il ripetersi di un incontro ravvicinato a pochi giorni di distanza conferma le paure degli esperti: in orbita intorno al nostro pianeta c'è una tale quantità di spazzatura, che prima o poi avverrà qualche catastrofe. Una, per la verità, è avvenuta solo un mese fa, ma è quasi passata inosservata perché non ci sono state vittime umane: due satelliti, uno americano e uno russo, si sono scontrati nello spazio sopra gli Urali. L'incidente ha aumentato la quantità di detriti che galleggiano sopra le nostre teste, e ha moltiplicato il rischio di "tamponamenti" per la Iss da un due per cento a un 8 per cento. L'aeronautica militare Usa segue costantemente gli spostamenti di circa 19 mila detriti. In massima parte sono resti di satelliti: ne sono stati lanciati 6 mila da quando i russi misero in orbita il primo Sputnik nel 1957, e solo 900 sono attivi. Gli altri sono vecchi fantasmi che continuano a girare lassù, perdendo pezzi e trasformando il giardino spaziale della terra in un deposito di ferrivecchi. Ma c'è anche altro. Nonostante i russi non lo confermino, pare che fra i detriti galleggianti ci siano anche i sacchi dei rifiuti della vecchia stazione sovietica, la Mir, che rimase in orbita dal 1986 al 2001. Gli esperti sostengono che i cosmonauti buttarono fuori ben 200 sacchi di rifiuti. A questi si aggiungono altre "stranezze": nel 2006, l'astronauta Mikhail Tyurin lanciò una palla da baseball, che ora orbita a pericolosa velocità intorno alla Terra. Nel 1965, l'astronauta americano Edward White, il primo a compiere una passeggiata spaziale, fuori dalla navetta Gemini 4, perse un guanto: quel guanto venne soprannominato negli ambienti spaziali «il più pericoloso capo di abbigliamento della storia», perché continuò a navigare per anni alla velocità di 28 mila chilometri orari. E anche un semplice chicco di riso, a quella velocità, può aprire una falla di tre centimetri sul corpo della stazione orbitante. La missione dello shuttle Discovery, che era stata rimandata due volte per problemi con i serbatoi, è importante proprio per rendere la stazione più abitabile. Lo shuttle porta a bordo l'elemento finale del pannello solare che fornirà abbastanza energia alla stazione da ospitare sei persone. Un giorno, l'avamposto servirà da base di decollo per la prima missione umana su Marte. Ma per arrivare a quella data ci vorranno ancora tanti investimenti. E una continua attenzione nella gincana fra la spazzatura spaziale. Un compito che promette di essere sempre più difficile, se davvero la Cina continuerà con i suo ambizioso progetto di mettere in orbita una sua stazione spaziale entro due anni.

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LIGURIA, PROTEZIONE CIVILE, ASSESSORE CASSINI: PROSEGUONO LE AZIONI DI PREVENZIONE DEGLI INCENDI BOSCHIVI, RAGGIUNTO IN QUESTI ANNI IL MINIMO STORICO" (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 17 Marzo 2009 LIGURIA, PROTEZIONE CIVILE, ASSESSORE CASSINI: PROSEGUONO LE AZIONI DI PREVENZIONE DEGLI INCENDI BOSCHIVI, RAGGIUNTO IN QUESTI ANNI IL MINIMO STORICO" Genova, 17 Marzo 2009 - Sabato 14 marzo è stato completato un intervento di prevenzione degli incendi boschivi finanziato dalla Regione Liguria e realizzato dalla Comunità Montana Valli Genovesi Scrivia e Polcevera grazie al lavoro dei Volontari di antincendio boschivo e protezione civile di Montoggio e della guardia antincendi Sant´olcese. L´intervento di prevenzione è stato realizzato nell´area dei Forti Genovesi del Righi lungo la strada sterrata che collega il valico di Trensasco in Comune di Sant´olcese e le mura del Forte Sperone in Comune di Genova, per una lunghezza complessiva di 4700 metri. L´area interessata, nell´ambito della cintura urbana genovese, è stata una delle zone maggiormente colpite nel corso degli ultimi anni dagli incendi boschivi. "L´intervento di prevenzione - spiega l´assessore regionale alla Protezione civile, Giancarlo Cassini - è consistito nel liberare i lati del percorso stradale da erbacce, cespugli e tronchi bruciati abbandonati sul ciglio della strada al fine di ridurre in maniera consistente la biomassa bruciabile presente lungo il percorso. Con tale intervento si è così realizzato un efficace viale tagliafuoco per altro percorribile dai mezzi antincendio in caso di necessità". Per la realizzazione di questo intervento i volontari di antincendio boschivo e di protezione civile hanno lavorato per otto giornate nelle quali sono stati impiegati circa 15 Volontari per ciascuna giornata. "E´ grazie al disinteressato impegno del volontariato di antincendio boschivo e protezione civile che in Liguria, in questi ultimi anni, abbiamo raggiunto il minimo storico degli incendi boschivi - continua Cassini - nonché alla politica intrapresa dalla amministrazione regionale per incentivare la prevenzione degli incendi boschivi piuttosto che lo spegnimento". I più recenti dati confermano che l´attività di prevenzione sostenuta dalla Regione ha raggiunto il proprio obiettivo. Nell´anno 2008 in Liguria si sono registrati 289 incendi contro una media annua di 435 e la superficie percorsa dal fuoco è stata di 835 ettari contro una media annua di 3500 ettari. Inoltre la superficie media per incendio nell´anno. 2008 è stata inferiore a 3 ettari contro una superficie media annua per incendio di 11 ettari. "Il volontariato di antincendio boschivo e di protezione civile - aggiunge Cassini - rappresenta una insostituibile risorsa per la difesa del nostro territorio, e in questi anni ha raggiunto un notevole livello di professionalità ed impegno, soprattutto per le azioni di prevenzione come quella che verrà completata sabato prossimo al Righi". . <<BACK

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"CODICE ROSSO" DAL 19 AL 21 MARZO PRESSO LA FIERA DI ANCONA. (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 17 Marzo 2009 "CODICE ROSSO" DAL 19 AL 21 MARZO PRESSO LA FIERA DI ANCONA. Urbino, 17 marzo 2009 - ´ ´Una rassegna nazionale per mostrare come opera la protezione civile e per promuovere una riflessione sulla cultura della sicurezza´. Sono gli obiettivi della manifestazione: ´Codice Rosso ´ Il Comune nel sistema della protezione civile´ che si terra` alla Fiera di Ancona dal 19 al 21 marzo 2009. Il programma e` stato illustrato, il 14 marzo, dal presidente reggente dell´Anci Marche, Giorgio Meschini, a Urbino, nell´ambito di una cerimonia di consegna degli attestati di frequenza a un corso comunale di protezione civile sui beni culturali. La mattinata si e` poi conclusa con una spettacolare esercitazione che ha simulato l´evacuazione del Palazzo Ducale, a seguito di un incendio che ha messo in pericolo le opere d´arte e richiesto il recupero di persone intossicate. Presso la sala Serpieri del Collegio Raffaello, erano presenti anche il sindaco di Urbino, Franco Corbucci, il vicesindaco, Lino Mechelli, il direttore del dipartimento regionale Protezione Civile, Roberto Oreficini. Codice Rosso e` una manifestazione nazionale, organizzata nel 2002 dalle Regioni Marche dalle Anci di Marche e Umbria (ora dell´Abruzzo), Protezione civile e dall´Anci nazionale, dai Vigili del Fuoco a seguito del terremoto del 1997 che ha interessato il territorio marchigiano e umbro. ´L´evento e` servito per valorizzare l´impegno profuso in quell´occasione ´ ha ricordato Meschini ´ e per non disperdere un´esperienza di volontariato che ha fatto crescere tutto il sistema della protezione civile italiana´. Da alcuni anni, ha rimarcato Oreficini, ´Codice Rosso e` divenuto l´appuntamento istituzionale piu` importante della protezione civile, nel corso del quale vengono dibattuti tutti gli argomenti, di settore, piu` attuali a livello nazionale´. Saranno due i temi principali dell´edizione 2009: l´organizzazione della protezione civile su base associativa comunale e la prevenzione nelle scuole. ´Il problema e` particolarmente sentito nelle scuole marchigiane che vantano, comunque, una situazione migliore di altre realta` italiane ´ ha detto Meschini ´ Molti edifici sono pero` ospitati in strutture antiche e storiche, per cui occorre capire come e dove intervenire con priorita`´. Una caratteristica di Codice Rosso, ha ricordato il presidente di Anci Marche, e` quella di conferire riconoscimenti a personalita` che si siano distinte nel settore della protezione civile. Nel 2007 e` stato premiato Giuseppe Zamberletti (´Il padre fondatore della protezione civile nazionale´), quest´anno il riconoscimento verra` attribuito a Gianni Letta (sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri). Inoltre verranno premiati sei laureati che hanno svolto tesi sulla protezione civile, ´segno della grande attenzione del mondo universitario ´ ha sottolineato Meschini ´ verso le problematiche della protezione civile´. A margine della presentazione di Codice Rosso, Oreficini ha sottolineato l´importanza dell´esercitazione che si e` svolta al Palazzo Ducale: ´Di grande rilievo per la nostra regione, perche` siamo capofila nel settore dell´impiego del volontariato a tutela dei beni e del patrimonio storico artistico. Abbiamo oggi l´opportunita` di simulare un intervento estremamente realistico nel luogo piu` prestigioso delle Marche´. (r. P. ) Codice Rosso ´ Il Comune nel sistema della protezione civile - Il programma - La manifestazione si svolge nell´arco di tre giorni (dal 19 al 21 marzo) presso la Fiera di Ancona. Saranno discussi e approfonditi i problemi della protezione civile con i protagonisti delle varie istituzioni. Il 19 marzo alle 10. 30 prende il via il convegno con la cerimonia inaugurale. Presenti il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, l´assessore alla protezione civile dell´Abruzzo, Daniela Stati, i presidenti Anci Marche, Giorgio Meschini e Abruzzo, Antonio Centi, il presidente della Provincia di Ancona, Patrizia Casagrande, il vice capo dipartimento della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis. Conclude la mattinata il sottosegretario del Ministero dell´Interno, Michele Davico. Nel pomeriggio dello stesso giorno alle 15. 00 si apriranno i lavori tecnici sul tema ´La protezione civile nelle prospettive delle riforme federaliste´. Il 20 marzo alle 9. 30 alla presenza degli assessori regionali delle Marche, Sandro Donati, del Veneto, Elena Donazzan e del sindaco di Ascoli Piceno, Piero Celani, si afrontera` il tema ´Personale degli Enti locali e compiti di protezione civile´, mentre nel pomeriggio ´Il volontariato tra Comune, Regione e Stato´. Sabato 21 marzo ci sara` la giornata conclusiva che trattera` l´attuazione dei ´modelli organizzativi nelle prospettive delle riforme federaliste´ con la presenza di Guido Bertolaso, capo dipartimento della Protezione Civile, e l´assegnazione del premio nazionale ´Codice Rosso´ al sottosegretario Gianni Letta. . <<BACK

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Ecco la necessità di coltivare occasioni e luoghi di incontro e di accordo tra protagon... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 17 Marzo 2009 Chiudi di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA Ecco la necessità di coltivare occasioni e luoghi di incontro e di accordo tra protagonisti della politica, della scienza, delle religioni, in grado di superare tradizioni e culture di singole nazioni, perché si chiariscano sui grandi temi della bioetica le ragioni che ci dividono e quelle che ci uniscono. I processi di globalizzazione svelano il disegno di una loro provvidenziale storicità proprio perché accentuano degli esseri umani la loro universale natura e vocazione. Lo stato attuale del dibattito bioetico non deve rischiare di chiudersi nei confini di conoscenze, di ideologie, di interessi particolari, o di scelte politiche interne ad elettorati nazionali. Giova guardare quel cielo che tutti ci copre, quanti abitiamo la terra, e trovare le risposte, per una unitaria vita del corpo e dello spirito umano, alle tante domande che oggi ci angosciano. E allora, anche per questo, quali migliori, responsabili e concludenti dialoganti, di Obama e Benedetto XVI?

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IL SISTEMA REGIONALE DELLE POLIZIE LOCALI E LA RETE DELLA PROTEZIONE CIVILE DEVONO FARE SINERGIA PER AFFRONTARE LE SITUAZIONI DI EMERGENZA (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 17 Marzo 2009 IL SISTEMA REGIONALE DELLE POLIZIE LOCALI E LA RETE DELLA PROTEZIONE CIVILE DEVONO FARE SINERGIA PER AFFRONTARE LE SITUAZIONI DI EMERGENZA Lonigo (Vicenza), 17 marzo 2009 - ?Il sistema regionale delle polizie locali e la rete di Protezione Civile devono fare sinergia per affrontare le situazioni di emergenza. ? Lo ha dettol?assessore alla Sicurezza, Massimo Giorgetti, aprendo i lavori , il 13 marzo, del decimo meeting di protezione civile a Lonigo. Per l?assessore sono due le parole d?ordine e cioè professionalità e organizzazione: quando si deve agire in condizioni di emergenza nulla può essere infatti improvvisato o lasciato alla casualità. ?Sto lavorando ? ha detto l?assessore ? per mettere in collegamento tutte le Forze che operano sul territorio nei momenti di emergenza. Anche gli enti locali sono chiamati a coordinarsi sempre di più. Insomma, si devono potenziare gli aspetti organizzativi e soprattutto si deve continuare a puntare sulla formazione. ? Un plauso l?assessore l?ha poi rivolto alla nuova scuola regionale di Polizia locale. ?La Protezione Civile del Veneto ? ha concluso Giorgetti ? è all?avanguardia a livello europeo. Lo sarà presto anche la rete regionale della sicurezza con l?attivazione dei Distretti e con l?adozione dei Piani di zoonizzazione. L?importante è continuare a fare gioco di squadra. ? . <<BACK

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FIAT MELFI: OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 17 Marzo 2009 FIAT MELFI: OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE Melfi, 17 marzo 2009 - ?Il processo di globalizzazione degli ultimi anni, che si è retto sulla contrazione dei costi di produzione, e l?attuale fase di congiuntura economica, impongono, a tutti, una riflessione attenta sul futuro della Fiat e sul ruolo e la funzione che lo stabilimento Sata di Melfi potrà avere nel prossimo futuro?. Lo afferma, in un comunicato stampa, Luigi Simonetti, coordinatore del Pd di Melfi. ?La sfida difficile della conquista di nuovi mercati, che ha innanzitutto la Fiat, richiede investimenti strategici sull?innovazione, sulla qualità e sull?eccellenza mostrando sensibilità alla tutela dell?ambiente, ma al contempo necessita della partecipazione e della convinzione dei lavoratori. A tal proposito è necessario a Melfi, a seguito anche dell?investimento della Regione Basilicata sul Campus della ricerca, che si evitino frammentazioni e spaccature pericolose. Il compito a cui siamo chiamati tutti è la tutela dell?apparato industriale e dello stabilimento di Melfi, puntando anche sul riconoscimento reciproco tra l?azienda, i lavoratori e i territori, affinché gli obiettivi diventino ? cosa comune? in tutti i frangenti e a prescindere dalle oscillazioni dei mercati. È un momento grave quello che stiamo attraversando, ma è chiesto a tutti, con lungimiranza, di fare la propria parte?. . <<BACK

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<La Protezione civile non può far parte delle ronde> (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

FERRARA PRIMO PIANO pag. 2 «La Protezione civile non può far parte delle ronde» SICUREZZA NEL DIBATTITO che si è aperto in città sulle ronde si è arrivati anche ad invocare l'intervento della Protezione Civile nelle pattuglie cittadine. Marcello Gumina, presidente del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato di Protezione Civile della Provincia di Ferrara, sgombra subito il campo delle ipotesi: «Le competenze che lo Stato ci assegna sono molto chiare e non ci lasciano la possibilità di partecipare alle ronde. I confini della nostra attività sono definiti dal nostro statuto, e riguardano essenzialmente situazioni legate ad eventi naturali. Una nota circolare inviata dal presidente nazionale, Guido Bertolaso dello scorso 10 marzo - precisa Gumina - annuncia sanzioni per coloro che parteciperanno alle ronde con mezzi o simboli della Protezione Civile, tra cui anche la cancellazione dall'associazione». Del resto, il decreto anti-stupri che istituzionalizza' le ronde «prevede spiega Gumina che siano sotto il controllo dei prefetti e appartengano a un albo di categoria. Non possono quindi nascere da un giorno all'altro». La Protezione Civile dunque non si tira indietro sulle ronde, «semplicemente non possiamo prenderne parte. Si tende spesso a fare confusione sul ruolo della nostra associazione che non prevede compiti di sorveglianza, e tantomeno abbiamo una formazione specifica per la sicurezza pubblica. A Ferrara i nostri volontari vengono formati per operare in casi di rischio idrico, anti-incendio e sismico». I volontari sono comunque liberi di partecipare alle ronde, ma «deve essere una scelta assolutamente personale, senza coinvolgere la Protezione Civile. Ma a questo punto - si chiede Gumina - allora ogni cittadino dovrebbe sentirsi chiamato in causa: le ronde sollevano una questione di coinvolgimento civile. Tutti noi dovremmo segnalare un comportamento sospetto che minacci la sicurezza della città, anche senza l'investitura delle ronde». Non ci sono margini nemmeno per un coinvolgimento futuro, secondo Gumina: «Bisognerebbe cambiare la legge. E ci sono anche problemi organizzativi: chi è impegnato già in diverse attività non può svolgere al meglio compiti di ordine pubblico». La Protezione Civile resta quindi fuori dalle ronde, anche se, conclude Gumina, «un occhio in più male non può fare. Ma deve essere un occhio preparato, serio e controllato». Fabio Zecchi

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I 20 anni del web dal privato al pubblico (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

I 20 anni del web dal privato al pubblico Giovedì scorso a Ginevra, nel più grande laboratorio di fisica del mondo, il Cern (europeo, quindi anche italiano) si è festeggiata la nascita 20 anni fa del web. Cioè del "meccanismo" (protocollo, in termini informatici) che avrebbe permesso l'enorme sviluppo di Internet potenzialmente in tutte le case del mondo. E generato enormi profitti quotati nelle borse e tassati. Quanti di noi, digitando sul computer la misteriosa sigla "www" si sono chiesti cosa significasse e da dove venisse. "Www" sta per World Wide Web ed è così che vent'anni fa Tim Berners Lee battezzò quello che aveva presentato al suo responsabile al Cern come «progetto per l'informazione». La risposta fu «vago, ma stimolante» e per fortuna gli venne dato il sostegno che avrebbe poi portato alla nascita al Cern del primo "browser". L'esigenza era quella di far comunicare fisici sparsi in tutto il mondo in modo efficace per coordinare il lavoro comune dell'esperimento. Una esigenza nata dalla scienza di cui non potremmo più fare a meno nella nostra vita di tutti i giorni. Posta, annunci, compravendite, giornali, televisione, chat e molto altro vivono sulla oggi sulla rete in un moto sempre più impetuoso di globalizzazione: un'autentica rivoluzione sociale. Le ricerche estreme sono sorgenti di innovazione: la creatività viene stimolata da progetti ambiziosi e quanto più sono complessi tanto maggiore è la messe di applicazioni utilizzabili che ne scaturiscono. Il Cern, organismo europeo finanziato con i fondi pubblici, lasciò che questa scoperta fosse messa a disposizione di tutti perché potesse essere utilizzata e migliorata senza vincoli di proprietà. Una scelta coraggiosa, impossibile per un settore privato, che però ha permesso uno sviluppo incredibile di tale strumento sia per la velocità di diffusione sia per quella di evoluzione. Difficilmente un brevetto avrebbe portato ad altrettanto sviluppo, confinato e costretto dalle inevitabili leggi di protezione industriale. Naturalmente, rendere il mondo industriale attento alle ricadute del mondo della ricerca gli consente di metabolizzare per primo le eventuali innovazioni conquistando il mercato non grazie alle protezioni ma alla velocità di implementazione delle nuove idee. La scienza "addomestica" il mondo della natura alle nostre esigenze creando continuamente suoi strumenti di lavoro che possono risultati perfetti per tanti altri lavori. Naturalmente, se volete saperne di più non dovete far altro che aprire il browser del vostro computer e digitare su uno dei tanti motori di ricerca: web, cern, internet? * presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Roberto Petronzio* 17/03/2009

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Crisi, Almunia (Ue): segnali migliori ma rischio "autunno caldo" (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MILANO (Reuters) - Ci sono segnali migliori per l'economia rispetto a tre mesi fa, ma le condizioni sociali non cessano di deteriorarsi e si rischia un "autunno caldo" per l'intera Europa. Lo ha detto, in un'intervista al quotidiano La Stampa, il commissario europeo agli affari economici e monetari Joaquin Almunia, aggiungendo che i margini di manovra delle finanze pubbliche si stanno riducendo. Elencando i segnali positivi, Almunia ha osservato che "alcune banche hanno annunciato risultati più favorevoli delle attese, il mercato della liquidità va un po' meglio e l'impegno dei governi per i lavori pubblici comincerà a dar frutti presto". Le prospettive restano tuttavia tutt'altro che rosee, soprattutto in tema di occupazione, con "una situazione molto incerta in settori trainanti come industria, costruzioni, servizi", ha detto. Un fronte, quello dell'occupazione che richiede, secondo Almunia, risposte innanzitutto nazionali, anche se la Commissione può lavorare alla cornice. "Abbiamo proposto di aumentare le risorse per il Fondo Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale", ha detto il commissario. "Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico". Almunia ha anche osservato che, con gli interventi pubblici nell'economia che stanno gonfiando i deficit, "i dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi li aveva", ha detto. "Ciò non toglie che inseguire la sostenibilità a medio termine è essenziale".

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Prodi, Monti e Onida: l'Europa spiegata agli studenti (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-03-17 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Dibattito all'istituto San Carlo sulla Costituzione Prodi, Monti e Onida: l'Europa spiegata agli studenti L'Europa e la sua nascita. Dal Dopoguerra all'allargamento a «27». Sembrano temi distanti, estranei ai ragazzi. Ma ieri, nell'auditorium del Collegio San Carlo, cinquecento studenti delle superiori seguivano attenti l'incontro «Per una Costituzione europea?». Il merito, dei tre relatori sul palco: Romano Prodi, Mario Monti, Valerio Onida. «Giovani di sana e robusta Costituzione », ecco il ciclo di incontri promossi dal Collegio San Carlo con Leone XIII, Gonzaga, Zaccaria. Alle 17 di ieri, neanche fosse una prima visione al cinema, è sceso il silenzio. Via alla lezione «speciale». A Onida, il costituzionalista, il compito di cominciare: nascita dell'Onu, l'istituzione della Ceca, l'Euratom. Passi importanti, «mentre l'Italia disegnava la sua Costituzione. Una Carta che ripudia la guerra e accetta limitazioni alla propria sovranità per dar vita a una organizzazione internazionale che assicuri pace e giustizia». Applauso, parola a Mario Monti, già commissario Ue. Affascinato «da quell'utopia realizzata che è l'Unione Europea» e che «ha permesso all'Italia di diventare un Paese moderno, più serio, più civile». L'Europa e i suoi valori etici: «Dov'è un altro posto al mondo in cui viene assicurato lo stesso trattamento a piccoli e grandi Paesi?». Monito ai giovani: «L'Europa è vostra amica, perché senza non avremmo le leggi ambientali e quelle che limitano il debito pubblico». E poi, «la nostra economia sociale, prima guardata con diffidenze da Usa e Cina, adesso è oggetto di grande interesse». Elogio dell'Europa. E dell'euro. «Dove saremmo adesso se non lo avessimo?», chiedeva ieri Romano Prodi. Appello: «Non possiamo più avere un'Unione che non è capace di decidere (il riferimento al principio di unanimità nelle votazione tra i Paesi membri)». E un ultimo spunto di riflessione: «Ci troviamo in una città, Milano, che durante il Rinascimento dominava il mondo, prevaleva in tutte le discipline, economia compresa. Ma non abbiamo saputo unirci agli altri grandi centri. E siamo spariti dalla carta geografica. Non possiamo più ripetere lo stesso errore». Annachiara Sacchi Palco All'istituto San Carlo, da sinistra Romano Prodi, Mario Monti e Valerio Onida

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EMIGRATI UMBRI RIUNIONE ANNUALE "CRE", DA PRESIDENTE LUPINI PROPOSTE PER 2009 E BILANCIO ATTIVITÀ 2008 (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 17 Marzo 2009 EMIGRATI UMBRI RIUNIONE ANNUALE ?CRE?, DA PRESIDENTE LUPINI PROPOSTE PER 2009 E BILANCIO ATTIVITÀ 2008 Perugia, 17 marzo 2009 ? Dare sempre più spazio alle giovani generazioni di umbri residenti all?estero perché possano contribuire da protagonisti alla vita sociale, economica e politica del paese di adozione, mantenere vive e rinnovare le relazioni con i propri luoghi d?origine, anche intensificando gli accordi di programma, i protocolli di intesa, i rapporti di partenariato e gli scambi culturali: sono questi gli obiettivi del Consiglio regionale dell?Emigrazione (?Cre?), riunito da ieri a Palazzo Donini di Perugia per una ?due giorni?, al termine della quale saranno votate le proposte per il Piano annuale 2009 in materia di emigrazione, in attuazione della legge regionale n. 37/97. Ai lavori, introdotti dal presidente del ?Cre? Pavilio Lupini, hanno partecipato membri delle 32 associazioni rappresentative dei circa 90mila umbri che vivono in Svizzera, Belgio, Germania, Lussemburgo, Francia, Canada, Colombia, Venezuela, Argentina e Brasile. Erano presenti rappresentanti delle associazioni dei Comuni, delle Province e dell??Arulef? (Associazione regionale umbra lavoratori emigrati e famiglie). ?Pur in un contesto economico e finanziario difficile - ha sottolineato Lupini - dobbiamo continuare a sostenere l?attività delle comunità umbre nel mondo. I nostri concittadini residenti all?estero, specie quelli di seconda e terza generazione, possono dire molto sui temi di una equilibrata integrazione, sulla pace e sul recupero del concetto di italianità, inteso come visione di una identità aperta verso culture diverse?. E anche se la Regione non può direttamente incidere in modo risolutivo sul sistema di protezione sociale - ha aggiunto - va incentivata l?influenza degli umbri e degli italiani nel mondo per impegnare il Governo nazionale a definire un miglior sistema di protezione sociale che sia in grado di rispondere ai settori più vulnerabili dell?emigrazione?. Secondo Lupini, nel 2009 sarà importante anche rilanciare il dibattito sul ruolo dell?associazionismo (?Associazioni di Umbri e Amici dell?Umbria che in un contesto di globalizzazione - ha detto - hanno più senso per i nostri giovani, nati e cresciuti in società multietniche?) e sostenere quelle iniziative culturali che ?mirino al consolidamento della memoria e al potenziamento di una formazione che dia un?adeguata lettura dell?emigrazione?. Esprimendo un giudizio positivo sull?attività del Consiglio, Lupini ha inoltre ricordato che nel 2008 è proseguita la promozione del ?Sistema Umbria? nei settori agroalimentare, commerciale e della cooperazione allo sviluppo e sono stati riconfermati i progetti di diffusione della lingua e della cultura italiana (?con corsi di formazione linguistica e culturale per i giovani di origine umbra residenti nelle aree extraeuropee, in particolare in Argentina, Canada, Venezuela e Colombia?). Grande sostegno ? ha ricordato - è stato dato all?organizzazione di soggiorni per anziani umbri residenti in paesi europei ed extraeuropei, alla promozione di eventi culturali (?per presentare l?immagine della nostra regione attraverso la sua storia, le sue tradizioni e le sue eccellenze?), agli stage di enogastronomia umbra per giovani residenti in Europa, chef professionisti e giornalisti specializzati, ad altre iniziative come la partecipazione alla ?Settimana umbra in Brasile?, prevista nell?ambito dell?Accordo quadro Regione-ice. Particolare attenzione ? ha proseguito Lupini ? è stata infine data a tutte quelle iniziative di Istituti ed Associazioni (come il Museo dell?Emigrazione di Gualdo Tadino, il ?Premio Pietro Conti?, l?Istituto per la storia dell?Umbria contemporanea ed altri), che hanno l?obiettivo ?di tenere viva la memoria storica dell?emigrazione umbra?. La riunione del ?Cre?, che è proseguita nel pomeriggio con un incontro sugli ?Umbri all?estero: una risorsa per le relazioni internazionali e le politiche di promozione dell?Umbria?, si concluderà domani martedì 17 con un intervento del Rettore dell?Università italiana per Stranieri di Perugia, Stefania Giannini, sul tema della ?valorizzazione della cultura e della lingua italiana all?estero? (ore 9. 30) e con una sessione dedicata al valore della memoria, durante la quale, alla presenza dell?autrice Paola Ducato e degli studenti della V E del Liceo Scientifico ?Galilei? di Perugia, l?assessore regionale all?Istruzione Maria Prodi e il presidente del ?Cre? presenteranno il volume ?La terra troppo stretta?. . <<BACK

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Il pendolo tra mercato e <sociale> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-17 num: - pag: 30 autore: di GIULIO TREMONTI categoria: REDAZIONALE DOPO PANEBIANCO Il pendolo tra mercato e «sociale» SEGUE DALLA PRIMA Dall'inizio della crisi ad oggi, la mano dello Stato si è infatti mossa in salvataggio di più di 400 banche e finanziarie Usa. Fatti due conti, viene fuori una media di 5 interventi alla settimana, 1 ogni giorno lavorativo. E non solo banche e finanziarie: compagnie di assicurazione ed aziende automobilistiche, i mutui delle famiglie ed in prospettiva le pensioni di tanti americani. In giro per il mondo, non è molto diverso. E non è molto diverso neppure in Europa, dove le banche salvate con denaro pubblico sono finora state 33. Tutto ciò non è stato e non è perché lo Stato ha trionfato, ma perché il mercato ha fallito. Anzi, per la verità, è perché hanno fallito tutti e due, tanto il mercato, quanto lo Stato. Il mercato ha fallito per eccesso, lo Stato per difetto. Perché questo doppio fallimento? Perché, con la globalizzazione, mentre cresceva la forza del mercato, configurato come il fondamento di una nuova religione terrestre, decresceva simmetricamente la forza dello Stato. Via via che con la globalizzazione cresceva la forza dell'economia, lo Stato rinunciava ad esercitare una delle sue funzioni sovrane: rinunciava al monopolio nel battere la moneta. Nell'età della globalizzazione anche le banche private potevano infatti battere, e perciò battevano la loro moneta. Una moneta addizionale che prendeva forma nei più incredibili strumenti finanziari. Una moneta fondata sul debito e perciò stampata sul nulla. è così che la moneta cattiva ha via via sovrastato la moneta buona. Ed è proprio nella implosione di questa nuova e privata massa monetaria la causa della crisi che vediamo e viviamo. è per reazione a tutto ciò, e per compensazione, che si assistite ora al ritorno dello Stato. è troppo, è eccessivo? Per cominciare, va detto che è stato ed è necessario: primum vivere! E poi? E il futuro? Per cominciare lo Stato in cui ancora viviamo, lo Stato in cui ci riconosciamo, è un tipo particolare di Stato. Un tipo di Stato che, non per caso, si chiama Stato di diritto. In questo tipo di Stato il mercato non può esistere fuori dal diritto o fabbricarsi un diritto alternativo e suo proprio. è sempre stato così in tutto il mondo libero, anche nel mondo anglosassone, dominato nel diritto pubblico dalla Rule of law e nel diritto privato dalla Common law. Non per caso tutte e due queste formule contengono la parola law e cioè la parola legge. è stato così fin dal principio del liberalismo e sarà così fino alla sua fine. In questi termini costituzionali e fondamentali, l'alternativa non è dunque tra Stato e mercato, come se Stato e mercato fossero e/o potessero essere due variabili tra di loro indipendenti. L'alternativa è piuttosto, all'interno dello Stato, tra mercato e sociale. Come bene scrive Panebianco. Il fatto disastroso è che nell'ultimo decennio il pendolo, certo più altrove che in Italia, non ha oscillato all'interno del quadrante, ma è uscito dal quadrante del diritto. Quello che può e deve ora essere fatto è perciò riportare il pendolo dentro il quadrante, non essendoci alternativa allo Stato di diritto. Fatto questo, quale è la parte giusta del pendolo: è il mercato o è il sociale? Non credo che ci sia una ipotesi assolutamente giusta. Credo che esistano ipotesi relativamente giuste. Nella nostra storia più recente il pendolo è andato ritmicamente da un lato all'altro del quadrante, dall'Iri alle privatizzazioni (tutte fatte bene, tutte ci hanno fatto bene?). Nel durante della crisi e nel dopo della crisi è — a mio personale parere — più probabile che la parte giusta sia quella del sociale. Può essere che un po' dopo il pendolo prenda di nuovo a muoversi dall'altra parte. Niente di male, basta che sia un pendolo che resta dentro il quadrante del diritto. \\ Con la globalizzazione, mentre cresceva la forza del mercato, decresceva simmetricamente la forza dello Stato \\ Il fatto disastroso è che nell'ultimo decennio il pendolo, certo più altrove che in Italia, è uscito dal quadrante del diritto

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ALLE ORIGINI DELLA CRISI IL CRAC DEL MODELLO USA (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2009-03-17 num: - pag: 31 categoria: REDAZIONALE Risponde Sergio Romano ALLE ORIGINI DELLA CRISI IL CRAC DEL MODELLO USA Non ho ancora letto alcun suo intervento in merito alla crisi economica che ha ormai investito il mondo intero. Mi farebbe piacere conoscere il suo parere, perché sono convinto che lei possa dare utili indicazioni per una soluzione del problema. Berto Binelli bnbertostone@ gmail.com Caro Binelli, N on sono economista, ho nozioni molto generali sul funzionamento dei mercati finanziari e il mio solo incontro accademico con queste materie fu un esame di economia politica all'università di Milano, parecchi anni fa. Il professore era Costantino Bresciani-Turroni, uno dei migliori economisti italiani del periodo fra le due guerre, autore di studi importanti sul mercato del cotone (fu consigliere del governo egiziano) e di un fondamentale saggio su «Le vicende del marco tedesco» che un protagonista della finanza milanese, Guido Roberto Vitale, ha nuovamente pubblicato nel 2006, 73 anni dopo la sua prima edizione. Ma Bresciani- Turroni parlava agli studenti della facoltà di giurisprudenza e ci insegnò quindi la «filosofia » della economia politica piuttosto che i meccanismi del mercato e quelli della moneta. è questa la ragione per cui non mi è parso giusto affrontare argomenti su cui avrei potuto fare, tutt'al più, riflessioni generiche, magari scopiazzate da analisi più serie e approfondite. Quando mi è accaduto di affrontare il tema della crisi l'ho fatto soprattutto per ricordare che il collasso del credito, come in altri momenti della storia economica mondiale, avrebbe avuto una serie di ricadute politiche difficilmente prevedibili, soprattutto nei Paesi che hanno fatto un uso spensierato delle loro risorse finanziarie e del credito facile degli ultimi decenni. Approfitto ora della sua domanda per fare un'altra considerazione, non strettamente economica. Ho partecipato negli scorsi anni a parecchi dibattiti e tavole rotonde in cui si è parlato di economia e finanza degli Stati Uniti. Tutti conoscevano le cifre dell'indebitamento americano. Tutti sapevano che gli americani non risparmiavano e che il Paese continuava a consumare ricchezza futura. Nessuno ignorava che questo era reso possibile dalla fiducia con cui alcuni Paesi asiatici (in primo luogo la Cina) continuavano a finanziare gli Stati Uniti sottoscrivendo i loro buoni del Tesoro. E molti infine (fra gli italiani Paolo Savona) s'interrogavano sulla quantità dei derivati che circolavano nel mondo e sull'effetto che quella massa di carta avrebbe avuto sulla finanza globale. La domanda a cui dovremmo cercare di rispondere, quindi, è la seguente: perché, cionono-stante, quasi nessuno ha denunciato il pericolo e chiesto ai governi di lanciare un segnale d'allarme? Perché abbiamo continuato a imitare gli Stati Uniti? Credo che la risposta sia politica e psicologica piuttosto che economica. In primo luogo sembrava impossibile che la maggiore potenza mondiale potesse sbagliare a tal punto la sua strategia economico- finanziaria. Molti pensavano che la sua forza politica e il suo ruolo di Paese egemone le avrebbero garantito credito a tempo indeterminato e modificato le regole della finanza. In secondo luogo le banche hanno obbedito a una sorta di riflesso automatico. Se le grandi istituzioni finanziarie americane traevano enormi vantaggi da queste operazioni finanziare, potevano le altre banche del mondo fare voto di castità? Che cosa avrebbero detto gli azionisti di una banca europea se l'amministratore delegato, alla fine dell'anno, avesse annunciato ricavi considerevolmente inferiori a quelli di altre banche? I bonus annuali hanno incoraggiato i dirigenti a puntare sugli alti guadagni, ma il fattore determinante, a mio avviso, è stato la riluttanza psicologica ad abbandonare il modello americano. Non dimentichi, caro Binelli, che nell'economia come nella politica le persone che prevedono un disastro e lo annunciano con largo anticipo sono trattate come guastafeste. Non sappiamo quanto durerà la recessione e se gli strumenti adottati dai governi saranno efficaci. Ma su un punto non dovremmo avere dubbi. Non sarà possibile, d'ora in poi, permettere che le regole della finanza mondiale vengano scritte soltanto a Washington e a Wall Street.

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Cina, Europa, Usa Il mondo formato G3 (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Libri - data: 2009-03-17 num: - pag: 33 categoria: REDAZIONALE Scenari L'analisi di Parag Khanna nel saggio «I tre imperi» Cina, Europa, Usa Il mondo formato G3 di ANTONIO CARIOTI I nutile sognare un mondo pacificato dalla globalizzazione: ci attende al contrario un'era di accesi conflitti geopolitici. Ma non si tratta dello «scontro di civiltà» previsto da Samuel Huntington. Sarà invece una lotta fra imperi, che vedrà competere tre grandi potenze: Stati Uniti, Cina, Unione Europea. è la tesi di un libro intitolato appunto I tre imperi (Fazi, trad. di Franco Motta, pp. 614, € 22,50), opera prima di Parag Khanna, ragazzo prodigio (è nato nel 1977) di origine indiana, consigliere di Barack Obama in campagna elettorale e dirigente del centro studi New America Foundation, che l'anno scorso è stato incluso sia nell'elenco dei 75 individui più influenti della terra stilato dalla rivista Esquire, sia nella «Smart List» di 15 personalità emergenti proposta dal magazine Wired. Poliglotta e viaggiatore infaticabile, Khanna sostiene che a contare sulla scena internazionale non sono le identità culturali e religiose, ma i grandi centri di potenza militare, economica, demografica. Insomma «gli imperi si estendono al di sopra della civiltà», con le quali non s'identificano affatto. Quindi non esiste un Occidente unitario, ma due entità distinte, Stati Uniti e Unione Europea, i cui interessi e i cui modi d'intendere la globalizzazione sono spesso divergenti. Quasi riecheggiando Romano Prodi, Khanna sottolinea che l'allargamento ad Est dell'Ue ha realizzato un'esportazione della democrazia assai più efficace di quella tentata dagli Usa in Iraq. Ed esalta l'Unione come «l'impero più benvoluto e meglio riuscito della storia, poiché, anziché dominare, educa ». Tanto che il prefatore dell'edizione italiana, Vittorio Emanuele Parsi, sente il bisogno di prendere le distanze da una simile tendenza a «sopravvalutare » Bruxelles fino a metterla sullo stesso piano di Washington e Pechino. Quanto all'Islam, Khanna nega che lo si possa considerare un aggressivo blocco omogeneo. Distingue invece molte realtà musulmane: l'Asia centrale ex sovietica, «nuova via della seta», cioè punto di passaggio cruciale tra Est e Ovest; il Medio Oriente, lacerato dal conflitto tra «arabisti» laici e «islamisti » votati alla guerra santa; Malesia e Indonesia, sempre più attratte nell'orbita cinese. Tutto l'Islam, comunque, appartiene a quello che Khanna chiama Secondo Mondo (il titolo originale del saggio è appunto The Second World): Paesi a metà strada fra opulenza (Primo Mondo) e sottosviluppo (Terzo Mondo), sospesi fra modernità e Medioevo, contesi tra i grandi imperi in lotta per allargare le loro sfere d'influenza. L'unica eccezione è la Cina, anch'essa solcata da squilibri profondi (Khanna parla di «quattro Cine in una»), ma dotata di risorse così immense da comportare necessariamente un ruolo egemonico. è l'unica nazione del Secondo Mondo che sia anche un impero, oggi guidato da un partito unico «più potente, sofisticato e complesso di qualsiasi dinastia della storia cinese». Niente del genere, sostiene Khanna, si può dire della Russia, anch'essa collocata nel Secondo Mondo: nonostante la grinta di Vladimir Putin, le risorse energetiche, le armi atomiche, Mosca manca di un valido apparato produttivo e conosce un drammatico crollo demografico, per cui finirà probabilmente per dipendere dall'Europa o dalla Cina. Forse però l'aspetto più sorprendente dell'analisi di Khanna è il pessimismo sugli Stati Uniti, Paese dove vive, di cui paventa addirittura la retrocessione dal Primo al Secondo Mondo, per via dell'indebitamento, delle disuguaglianze crescenti, dell'alto tasso di criminalità, del basso livello medio d'istruzione. E il libro è stato scritto prima che esplodesse la crisi dei mutui subprime. Qui la diagnosi somiglia a quella dello storico Paul Kennedy sul declino della superpotenza americana per sovraccarico d'impegni. Khanna coglie negli Usa i sintomi «dell'avvenuto superamento della soglia di massima estensione imperiale possibile ». Il sogno unipolare dei neocon è quindi svanito: bisogna semmai costruire un equilibrio pacifico in un mondo che vede le tre maggiori potenze collegate da diversi fattori d'interdipendenza, ma al tempo stesso divise da fieri antagonismi. Paura e avidità, ammonisce lo studioso indiano, restano le forze dominanti nel mondo, ma la convivenza tra imperi non è impossibile: ad esempio, «un G3 formato da Stati Uniti, Ue e Cina sarebbe il forum più appropriato per allacciare relazioni fra le superpotenze in grado di agire in profondità». Un punto che Khanna riprenderà certamente nel saggio How to Run the World («Come governare il mondo»), di prossima uscita per l'editore Random House. Lo studioso Parag Khanna

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GUANTANAMO: SPAGNA, ITALIA E PORTOGALLO DISPOSTI AD ACCOGLIERE 60 DETENUTI OBAMA CERCA DI BLOCCARE I BONUS AIG GOLPE IN MADAGASCAR TREGUA IN PAKISTAN - CACCIATO DALLA GRAN BRE (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> GUANTANAMO: SPAGNA, ITALIA E PORTOGALLO DISPOSTI AD ACCOGLIERE 60 DETENUTI ? OBAMA CERCA DI BLOCCARE I BONUS AIG ? GOLPE IN MADAGASCAR ?TREGUA IN PAKISTAN - CACCIATO DALLA GRAN BRETAGNA, ASSASSINATO NEL DARFUR? Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom guantanamo 1 - SPAGNA EL PAIS - Apertura dedicata ai negoziati in corso fra l'Ue e gli Stati uniti per l'accoglienza dei prigionieri del carcere militare di Guantanamo: "Spagna, Italia e Portogallo disposti ad accogliere 60 detenuti". Crisi, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama cercherà di bloccare i 128 milioni di euro di bonus dei dirigenti dell'Aig, una delle aziende salvate dagli aiuti federali. El Salvador, parla il presidente eletto Mauricio Funes: "Se non fosse avvenuto questo cambiamento il Paese sarebbe affondato". Lotta al traffico di droga, il presidente colombiano Alvaro Uribe chiede l'unione del continente sudamericano: i narcos "rappresentano un rischio per la sicurezza di tutti". EL MUNDO - Scandalo Pp, il presidente del Consiglio Superiore della magistratura Carlos Divar chiede al partito conservatore che non insista perché venga sanzionato il giudice inquirente, Baltasar Garzon. Quattro anni di carcere per Franklin Duran, venezuelano accusato di avere finanziato illegalmente la campagna elettorale del presidente argentino Cristina Fernandez. "Made in/by Spain": il governo lancia una campagna per migliorare l'immagine delle aziende spagnole negli Stati Uniti, con il patrocinio del principe Felipe. 2 - FRANCIA LE FIGARO - "Il patrimonio dei francesi è raddoppiato in 30 anni", nonostante una diminuzione del 3% nel 2008: Il valore dei beni posseduti dalle famiglie, dalle aziende e dallo stato ammontava a 12.513 miliardi prima della crisi. "Il primo viaggio di Benedetto XVI in Africa": il papa dà inizio a una visita di una settimana in Camerun e Angola e poi riunirà a Roma in autunno un sinodo dei vescovi africani. "Madagascar: rovesciato il presidente": l'esercito si affianca all'opposizione, i carri armati prendono possesso della banca centrale e del palazzo presidenziale. barack obama LIBERATION - "Niente prigione prima dei 13 anni": Rachida Dati traccia a grandi linee il futuro Codice penale minorile e abbandona l'idea di incarcerare i delinquenti prima di 12 anni. Madagascar: i militari hanno preso gli uffici presidenziali": il capo di stato resta arroccato nel palazzo alla periferia della capitale. "I funerali di Bashung avranno luogo venerdì a Parigi" nella chiesa di Saint Germain des Pres. 3 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - L'era del puro libero mercato è finita: lo ha affermato il premier Gordon Brown, accettando "la piena responsabilità" dei fallimenti bancari. Crisi, sotto inchiesta la Barclays Bank, che secondo alcuni documenti riservati pubblicati dal quotidiano avrebbe cercato di evadere le tasse. "La cantina dell'inferno: rinchiuse per 24 anni", si apre in Austria il processo contro Josef Fritzl. Tortura, il Foreign Office ammette di non aver mai protestato presso il governo pachistano dopo le accuse di maltrattamenti a presunti terroristi di nazionalità britannica. THE INDEPENDENT - "Cacciato dalla Gran Bretagna, assassinato nel Darfur": Adam Osman Mohammed, rimpatriato dalle autorità britanniche che non gli avevano concesso l'asilo, è stato ucciso dalle forze di sicurezza sudanesi pochi giorni dopo essere ritornato nel suo villaggio. Il Ministero della Difesa ammette: "Non abbiamo idea di quanti militari soffrano di sindrome post-traumatica". Le università "devono raddoppiare le tasse fino a 6.500 sterline l'anno": i rettori difendono la richiesta di un aumento per proteggere gli standard di insegnamento. THE TIMES - In apertura il processo a Josef Fritzl: il tribunale "entra nel mondo oscuro e depravato" dell'uomo accusato di stupro, sequestro, omicidio e riduzione in schiavitù della figlia. Crisi: Bernanke, la recessione statunitense potrebbe finire nel 2009. Nordirlanda: le forze speciali devono rimanere lontane per non rischiare di compromettere il processo di pace, avverte il leader dello Sinn Fein Gerry Adams. Il consigliere del governo per la Sanità, Sir Liam Donaldson, insiste sulla necessità di un prezzo minimo per le bevande alcoliche. 4 - STATI UNITI THE WASHINGTON POST - Crisi, "cresce la rabbia contro l'Aig per il pagamento dei bonus": i vertici i lamentano per il "mobbing" e avvertono che le vite dei dipendenti sono a rischio. Crisi, la caduta dei prezzi permette alla Cina di acquistare risorse naturali fondamentali per alimentare la crescita economica. gerry adams Sicurezza, la Casa Bianca ribatte alle critiche dell'ex vicepresidente Dick Cheney. Iraq, gli Stati Uniti sostituiscono i contractor per la sicurezza del personale dopo il mancato rinnovo del contratto con la Blackwater. THE NEW YORK TIMES - "Il Pakistan evita la trappola, ma il cammino da seguire rimane poco chiaro": accordo fra governo e opposizione non dà ancora soluzione all'instabilità del Paese, dopo il reintegro del giudice Iftikhar Chaudhry. Crisi, il governo potrebbe transigere sul pagamento dei bonus dell'Aig per mantenere al loro posto i dipendenti dell'azienda. Terrorismo, nella lotta contro al Qaida gli aerei teleguidati ("droni") diventano l'arma principale. 5 - STAMPA ARABA AL SHARQ AL AWSAT - quotidiano panarabo edito a Londra, apre sul abbattimento di un drone iraniano in territorio iracheno, annunciato ieri, "Esercito Usa: l'ingresso del drone nei cieli iracheni non era per errore". "il Marocco critica il 'poco rispetto' mostrato dagli iraniani ed è inquieta per l'escalation di attività pro-sciite" nel Paese. Kuwait, "dopo 3 interrogazioni parlamentari in 8 settimane, l'Emiro accetta le dimissioni del governo". Il segretario generale della Lega araba "Amr MOussa: il vertice di Doha non è cerimoniale e non avrà ospiti non arabi". "In assenza di un rappresentante del ministro degli Esteri siriano, aperta la prima ambasciata libanese a Damasco". AL QUDS AL ARABI - giornale palestinese edito a Londra, titola in apertura che "la Siria ribadisce i suoi 'eccellenti' legami con l'Iran, mentre si moltiplicano gli sforzi per una riconciliazione dell'Egitto con il Qatar e la Libia con l'Arabia saudita, intanto, il segretario della Lega araba, "Amr Moussa esclude un invito ad Ahamdinajad per partecipare al vertice di Doha". "Likud e 'Israele casa nostra' si mettono d'accordo per far cadere il governo Hamas e impedire l'atomica all'Iran". Iraq, "le forze Usa trasferiranno gli equipaggiamenti militari in Afghanistan e in depositi in alcuni paesi arabi". Egitto, scarcerato di recente, il leader dell'opposizione "Aymen Nur mette in vendita la sua casa per pagarsi un operazione chirurgica a Londra", "andrà a Bruxelles per intervenire al parlamento europeo e non ha piani per visitare Washington". Dialogo palestinese in Cairo, "ostacoli per il governo e decisive trattative per lo scambio di detenuti tra Israele e Hamas". Presidenziali Algeria, "La campagna elettorale di Bouteflika comincia da 'caffè, case e Hammam'", i celebri bagni pubblici orientali". Cisgiordania, "Tangenti, due anni di galera per un ex funzionario dell'Anp". "israeliani fondano un organizzazione per perseguire e uccidere i detenuti palestinesi che verranno liberati nello scambio" per Shalit. Afghanistan, "i talebani smentiscono la disponibilità di Mullah Omar per trattative di pace con Kabul". Malesia, "un tribunale islamico accoglie la richiesta di una musulmana di origini cinesi di rinunciare alla sua fede". AL HAYAT - foglio panarabo edito a Londra, apre sul Libano, "il presidente Suleiman si fa illustrare da Sarkozy il piano francese per una conferenza di pace e riceve 'assicurazioni che non ci saranno intese a spese del Libano", intanto a Damasco, "aperta l'ambasciata libanese e al Muallem (ministro degli Esteri siriano) conferma che presto sarà nominato l'ambasciatore a Beirut". Yemen, "le autorità danno la caccia a 50 sospetti terroristi ricercati dall'Arabia saudita". "l'Europa e il suo ruolo di spettatore nel conflitto israeliano-arabo", titola un editoriale molto critico verso "l'inerzia dei vicini europee". AL AHARAM - giornale semi-ufficiale dell'Egitto, polemico con l'alleato Usa, titola in apertura: "L'Egitto respinge qualunque aiuto condizionato degli Stati Uniti e dal monso", e un portavoce della presidenza egiziana, spiega: "ridotti gli aiuti economici a causa di condizioni che abbiamo respinto e la nuova amministrazione americana è pronta a ridiscutere la questione". Dick Cheney "Mubarak discute con il presidente del Burundi la rivitalizzazione della cooperazione tra i paesi del bacino del Nilo e il presidente del Senato italiano (Schifani) ribadisce il sostegno del suo paese agli sforzi dell'Egitto per realizzare la stabilità nella regione". ASSAFIR - quotidiano libanese vicino allo schieramento anti-occidentale, titola sulle dichiarazioni di Assad dopo il suo incontro con Amr Moussa: "la Lega araba deve trovare automatismi per gestire le divergenze" tra i paesi membri. "Il dialogo palestinese disegna la cornice della riconciliazione: ma quale sarà la politica del governo" d'unità nazionale?. Libano, "tavola rotonda di caricaturisti arabi: cos?, si fa repressione politica e religiosa e si affossa la solidarietà" nel mondo arabo. AL SABAH - quotidiano di stato iracheno, mette in grande evidenza la "convergenza politica per introdurre modifiche alla costituzione per consolidare la riconciliazione nazionale". Forum di Istanbul per le risorse idriche, il presidente iracheno, "Talabani chiede una quota sufficiente di acqua per l'Iraq". In occasione del 21esimo anniversario del "crimine di Halbja" commesso dall'ex regime iracheno che negli anni '80 aveva bombardato la popolazione civile con armi chimiche, "cerimonie commemorative in tutte le città della provincia autonoma del Kurdistan", e "il premier al Maliki: fare giustizia è il minimo che dobbiamo alle vittime" [17-03-2009]

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A Milano il cinema del sud del mondo pag.1 (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Spettacolo/ A Milano arriva il cinema africano, asiatico e latinoamericano Martedí 17.03.2009 10:50 Alla programmazione nelle sale cinematografiche si affiancano gli eventi del Festival Center, ubicato nel bastione ovest di Porta Venezia. Tutte le attività per il pubblico saranno gratuite. Aperto da martedì 24 a domenica 29 marzo dal mattino fino alle 20.30: uno spazio di incontro/bar per gli ospiti del Festival e gli spettatori che accoglierà varie iniziative, mostre e attività multi-disciplinari ispirate alle culture dei tre continenti. Martedì 24 marzo - ore 18.00 Inaugurazione del Festival Center. Tra gli appuntamenti e le mostre di quest'anno: la mostra fotografica Gentlemen of Bakongo-Brazaville di Daniele Tamagni: un percorso tra i "Sapeurs" di Bakongo quartiere storico di Brazzaville in Congo, culla della "Sape" ovvero del culto dell'eleganza; la stanza dei viaggi con racconti di viaggi, book crossing, scambi di indirizzi ed esperienze per appassionati di viaggi; Le vie del tango, improvvisazioni di tango e scambio di indirizzi per ballare il tango in giro per il mondo; Biciclette nel mondo: insoliti itinerari per gli appassionati delle due ruote; La poesia non ha confini: slam session di poeti in viaggio; - Xinjang, il Far West del Celeste Impero. Volti della Cina di confine, mostra fotografica e radio-reportage di Gabriele Battaglia; Acquarelli di viaggio di Marco Palleroni; Divenire, installazione fotografica di Neri Oddo; Africa à la page: quando la moda viene dall'Africa: sfilart, evento dal Senegal tra arte e moda; Mandala (Rangoli) un laboratorio ispirato all'arte popolare dei mandala dell'India per creare all'interno del Festival Center disegni colorati per terra con materiali naturali (sabbia, fiori, sassolini, colori indiani, farina di riso); Atelier di decorazione di borse in tessuto ispirandosi ai colori, alle forme e alle tradizioni artigianali dell'Africa e del Medio Oriente. A cura di Francesca Grazzini. Dalle 17.30 con L'ora del tè, il festival vi aspetta per conversare con gli ospiti sorseggiando i tè delle diverse culture. Dalle 18.30 alle 21.00 l'Etno-Bar offre al pubblico assaggi di cibo etnico da Cina, Argentina e Mali. Come da tradizione anche quest'anno il Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina propone una serie di appuntamenti alla FNAC (Via Torino angolo via della Palla - 2°piano). Questo il calendario: Mercoledì 25 marzo - ore 18.00 Presentazione in anteprima del libro "Sembène Ousmane", un'opera monografica a cura di Thierno I. Dia in collaborazione con Alice Arecco, Annamaria Gallone e Alessandra Speciale. Saranno presenti tutti gli autori. Con il contributo del Comune di Milano (Ufficio cooperazione e solidarietà internazionale, gemellaggio Milano-Dakar) e la collaborazione della casa editrice Il Castoro, il Festival pubblica la prima monografia in Italia sul regista senegalese. L'opera raccoglie un'interessante varietà di sguardi con l'obiettivo di restituirci in un unico libro quella ricchezza di approcci disciplinari e culturali che studiosi, giornalisti, professori e professionisti del cinema del mondo intero hanno dedicato in questi ultimi anni al regista. Giovedì 26 marzo - ore 18.30 Inaugurazione mostra Radio Lu14 - Messaggi per l'uomo del campo. Fotografie di Alberto Giuliani. In tutta la Patagonia l'unica forma per comunicare è attraverso la Radio LU14, che cinque volte al giorno legge i messaggi che pervengono alla stazione della piccola cittadina di Rio Gallego, l'ultima del continente. I messaggi sono rivolti alle persone che vivono nel cuore della sconfinata Patagonia: gaucho, operai, maestre, tosatori. Sabato 28 marzo - ore 11.30 La speranza africana voci e musica dal Kenia. Un incontro con il regista e i giovani cantanti protagonisti del documentario presentato fuori concorso al festival Akiongea_He's talking di Piero Pezzoni. Prodotto da Africa Peace Point Onlus col sostegno di Padre Kizito, il documentario narra la vita e l'arte di alcuni giovani rapper delle baraccopoli di Nairobi. Sabato 28 marzo - ore 17.00 In occasione della sezione tematica del festival su Al Jazeera, presentiamo il libro "Un Hussein alla Casa Bianca. Cosa pensa il mondo arabo di Barack Obama" (Odoya, 2009) di Donatella Della Ratta, giornalista e ricercatrice indipendente specializzata sui media arabi e Augusto Valeriani. Obama ha passato l'infanzia in un paese musulmano, l'Indonesia, e il suo secondo nome è un nome arabo, Hussein. Può il nuovo presidente americano rappresentare l'interlocutore giusto per il Medio Oriente? Gli autori del libro analizzano i media arabi, raccolgono le opinioni di giornalisti, studiosi, uomini d'affari e persone comuni in Medio Oriente e in Usa, offrendoci una prospettiva sui futuri rapporti tra Stati Uniti e mondo arabo. I film del Festival anche quest'anno circuiteranno su tutto il territorio italiano toccando altre città italiane tra cui Catania, Trieste, Gorizia, Reggio Emilia, Forlì, Lecco, Roma. Il Festival è sostenuto da Ministero dei Beni e le attività culturali, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Milano, ENI, EuroCineMed, CEI, Diocesi di Milano, Fondazione Cariplo, Groupama, Centre Culturel Français de Milan, Fnac, Viaggi Solidali, Lettera 27. < < pagina precedente

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ROAD RUNNERS AT VOX, CONTEMPORARY IMAGE CENTER & (sezione: Globalizzazione)

( da "WindPress.it" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

17-03-2009 e-flux - http://e-flux.com March 16, 2009 VOX, contemporary image center and Ciné©mathè¨que qué©bé©coise Hans-Peter Feldmann Pictures of car radios taken while good music was playing (detail), 2004 5 black and white and color photographs varying dimensions Courtesy of 303 Gallery, New York. Road Runners VOX, contemporary image center March 7 - May 30 2009 http://www.voxphoto.com Ciné©mathè¨que qué©bé©coise Norman-McLaren Gallery March 11 - April 26, 2009 http://www.cinematheque.qc.ca Ant Farm, Robert Barry, Michel de Broin, Chris Burden, Hans-Peter Feldmann, Peter Gnass, Rodney Graham, Abbas Kiarostami, Margaret Lawther, John Massey, Simon Morris, N.E. Thing Co., Edward Ruscha, Jon Sasaki, Roman Signer, Stephen Shore, Kerry Tribe, Bill Vazan, Jeff Wall, Ian Wallace Curated by Marie-José©e Jean, director of VOX, contemporary image center, Montreal. VOX, contemporary image center 1211 Saint-Laurent Boulevard Montreal (Quebec) Canada H2X 2S6 Ciné©mathè¨que qué©bé©coise 335, De Maisonneuve East Boulevard Montreal (Quebec) Canada H2X 1K1 VOX, contemporary image center, in collaboration with the Ciné©mathè¨que qué©bé©coise is pleased to announce Road Runners, an exhibition which brings together works and documents from the 1920s to the present day which focus on experiences of the road. The road and the automobile are subjects and objects of major literary, cinematic and artistic works that laid the foundations of a cross-disciplinary genreâ??â??one which continues to evolve. The crystallization of that genre, here designated by the term "Road Runners," came during the 1950s and 1960s with the publishing of Jack Kerouac's novel On the Road, Tony Smith's account of his aesthetic experience on a highway, and the release of Dennis Hopper's Easy Rider. Though the Road Runner may be characterized by diverse attitudes and motivations, the road and the automobile have generated new modes of representation and perception, in one or another of these forms. But while in film and literature the road runner's motivation is often an identity quest that sets him or her in motion, in response to a need for escape, a desire for vision and revelation, the artist's wanderings are rather of mental natureâ??â??conceptual, even. In the early 1950s, Tony Smith arrived at a staggering redefinition of art when he went for a night ride along the unfinished New Jersey Turnpike, without signs or lighting. He had an "unstructured" experience of the landscape, which he could not frame or transform into an art work because it remained forever immaterial. These narratives ushered in a new relationship to art in which the art object was deconstructed, giving way to a new paradigm wherein the conceptual dimension and the experienced event were most important. Beginning in the late 1960s, that paradigm engendered countless works whose structure was informed by the road, with the car functioning as a moving studioâ??â??with the driver watching the world roll by, continuously, on the screens that are its windows. The framing of those road-images is often doubled by the tighter frame of the car windows, and onto the observed landscape are superimposed reflected views in the windshield and rear-view mirrors. This way of seeing the world, widespread in North America, and especially in Canada, was to exert a huge influence on several Conceptual artists, who used photography to record it. The very act of seeing, previously perceived as something transparent, became the subject of their art. The history of photography is also replete with road runners, who along the way have produced a register of ongoing urban and social transformations in North America. Photographers are especially attracted to the non-spaces characteristic of American landscapes, focusing their attention on transitional spaces (motels, restaurants, gas stations) and arteries of communication (roads, crossroads, highways, boulevards). In the 1980s, image production on the road became animated, and storytelling began to predominate. Film and video became more prevalent, and artists employed the narrative structures characteristic of these media. Several artists took to the road in this way, offering (with either critical or humorous aims) unexpected experiences. The exhibition will be complemented by a program of films entitled Sur les routes, put together especially for the occasion by the Ciné©mathè¨que qué©bé©coise. The book Bill Vazan: Walking into the Vanishing Point. Å?uvres conceptuelles â?? Conceptual Art is also launched at this occasion. VOX, contemporary image center 1211 Saint-Laurent Boulevard Montreal (Quebec) Canada H2X 2S6 Ciné©mathè¨que qué©bé©coise 335, De Maisonneuve East Boulevard Montreal (Quebec) Canada H2X 1K1 e-flux corp. 41 Essex street New York, NY 10002, USA Contact us: http://www.e-flux.com/contact Subscribe: http://www.e-flux.com/pages/subscribe Unsubscribe: http://www.e-flux.com/pages/unsubscribe?email=comunicati.email@windpress.it --_----------=_1237237202241630--

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ECONOMIA: ALMUNIA, SEGNALI DI MIGLIORAMENTO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA: ALMUNIA, SEGNALI DI MIGLIORAMENTO di WSI Il commissario europeo agli affari economici e monetari avverte però che le condizioni sociali non cessano di deteriorarsi e si rischia un "autunno caldo" per l'intera Europa. -->MILANO (Reuters) - Ci sono segnali migliori per l'economia rispetto a tre mesi fa, ma le condizioni sociali non cessano di deteriorarsi e si rischia un "autunno caldo" per l'intera Europa. Lo ha detto, in un'intervista al quotidiano La Stampa, il commissario europeo agli affari economici e monetari Joaquin Almunia, aggiungendo che i margini di manovra delle finanze pubbliche si stanno riducendo. Elencando i segnali positivi, Almunia ha osservato che "alcune banche hanno annunciato risultati più favorevoli delle attese, il mercato della liquidità va un po' meglio e l'impegno dei governi per i lavori pubblici comincerà a dar frutti presto". Sopravvivere non e' sufficiente: ci sono sempre grandi opportunita' di guadagno. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Le prospettive restano tuttavia tutt'altro che rosee, soprattutto in tema di occupazione, con "una situazione molto incerta in settori trainanti come industria, costruzioni, servizi", ha detto. Un fronte, quello dell'occupazione che richiede, secondo Almunia, risposte innanzitutto nazionali, anche se la Commissione può lavorare alla cornice. "Abbiamo proposto di aumentare le risorse per il Fondo Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale", ha detto il commissario. "Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico". Almunia ha anche osservato che, con gli interventi pubblici nell'economia che stanno gonfiando i deficit, "i dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi li aveva", ha detto. "Ciò non toglie che inseguire la sostenibilità a medio termine è essenziale".

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CRISI, ALMUNIA (UE): SEGNALI MIGLIORI MA RISCHIO "AUTUNNO CALDO" (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi, Almunia (Ue): segnali migliori ma rischio "autunno caldo" -->MILANO (Reuters) - Ci sono segnali migliori per l'economia rispetto a tre mesi fa, ma le condizioni sociali non cessano di deteriorarsi e si rischia un "autunno caldo" per l'intera Europa. Lo ha detto, in un'intervista al quotidiano La Stampa, il commissario europeo agli affari economici e monetari Joaquin Almunia, aggiungendo che i margini di manovra delle finanze pubbliche si stanno riducendo. Elencando i segnali positivi, Almunia ha osservato che "alcune banche hanno annunciato risultati più favorevoli delle attese, il mercato della liquidità va un po' meglio e l'impegno dei governi per i lavori pubblici comincerà a dar frutti presto". Le prospettive restano tuttavia tutt'altro che rosee, soprattutto in tema di occupazione, con "una situazione molto incerta in settori trainanti come industria, costruzioni, servizi", ha detto. Un fronte, quello dell'occupazione che richiede, secondo Almunia, risposte innanzitutto nazionali, anche se la Commissione può lavorare alla cornice. "Abbiamo proposto di aumentare le risorse per il Fondo Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale", ha detto il commissario. "Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico". Almunia ha anche osservato che, con gli interventi pubblici nell'economia che stanno gonfiando i deficit, "i dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi li aveva", ha detto. "Ciò non toglie che inseguire la sostenibilità a medio termine è essenziale".

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Milano, 23-29 marzo: 19esimo Festival del cinema Africano, d'Asia e America Latina (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0917 Milano, 23-29 marzo: 19esimo Festival del cinema Africano, d'Asia e America Latina Pubblicato da Ferruccio Gattuso alle 07:00 in Appuntamento al cine, News! 19° Festival del cinema Africano, d?Asia e America Latina Milano, 23 – 29 marzo 2009 www.festivalcinemaafricano.org La 19° edizione del Festival del Cinema Africano, d?Asia e America Latina si svolgerà a Milano dal 23 al 29 marzo 2009. Un appuntamento ormai storico per gli appassionati del cinema del sud del mondo, l?unico festival in Italia interamente dedicato alla conoscenza della cinematografia, delle realtà e delle culture dei paesi dell?Africa, dell?Asia e dell?America Latina. Oltre 50 nazioni rappresentate, circa 80 tra film e video proiettati. Inaugurazione Festival, lunedì 23 marzo all?Auditorium San Fedele con l?anteprima italiana del film London River di Rachid Bouchareb, il cui interprete principale, l?attore Sotigui Kouyaté, ha vinto a Berlino 2009 il premio per la miglior interpretazione. Il programma del 19° Festival del Cinema Africano, d?Asia e America Latina prevede le ormai consuete 2 sezioni “competitive” - Concorsi Finestre sul mondo - aperte ai lungometraggi di fiction e ai documentari di Africa, Asia e America Latina. Tra i film selezionati in prima nazionale: l?ultimo film del regista argentino Pablo Trapero, Leonera presentato a Cannes 2008; dal festival di Rotterdam 2009, Adela l?ultima opera di un regista ormai culto nelle filippine, Adolfo Alix Junior. E tre concorsi riservati esclusivamente all?Africa: il Concorso per il Miglior Film Africano e i Concorsi per i Migliori Cortometraggi di Fiction e Documentari e Non Fiction. Tra i titoli: Sex, gombo et beurre salé, l?irresistibile commedia “all?africana” del regista di Daratt, Mahamat Saleh Haroun, e Nothing but the truth, l?opera prima dell?attore sudafricano John Kani (interprete di Un?arida stagione bianca e Spiriti nelle tenebre). Il Festival dedicherà un Omaggio a Darezhan Omirbayev. Regista di fama internazionale, Darezhan Omirbayev è uno dei cineasti più rappresentatavi del Kazakistan, e ha legato il suo nome a quella che all?inizio degli anni Novanta si pose all?attenzione internazionale come la nouvelle vague kazaka. Omirbayev è tra i registi che fin da subito esprimono un personale percorso d?autore e presenta una filmografia ricca di personalità. Una dimensione poetica, abitata da indimenticabili personaggi colti nelle loro conflittualità esistenziali, che il regista esplora nei cinque lungometraggi realizzati. Con il suo primo film KaÏrat (1992), la storia, quasi senza dialoghi, di iun giovane uomo che emigra da un villaggio verso la grande città, vince il Pardo d?argento al Festival di Locarno. Con Cardiogramma (1995), selezionato in competizione alla Mostra del Cinema di Venezia, racconta la storia di un ragazzino di 12 anni che vive isolato nelle steppe e parte alla scoperta del mondo. Tueur à gages (1998), uno dei suoi lavori più significativi, narra le vicende di Marat, un autista che s?improvvisa killer per pagare i debiti. Il film vince il premio della sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes. Seguono la crisi d?identità professionale e personale di un regista in Jol (2001), sempre presentato a Cannes, e Shuga (2007) storia di una donna nella moderna capitale Astana, liberamente ispirato ad Anna Karenina di Tolstoij. Il regista sarà presente al festival ed incontrerà il pubblico in occasione della proiezione dei suoi film. In seguito al grande successo di pubblico e di stampa della sezione “Musalsalat e il terrorismo sugli schermi arabi”, il festival rinnova l?interesse per i media arabi con la sezione tematica: Al Jazeera, l?occhio arabo sul mondo. Dall?undici settembre in poi assistiamo ad una sempre più progressiva “mediatizzazione” dei rapporti fra le culture. L?undici settembre è stato anche il fatidico momento in cui l?Occidente ha scoperto improvvisamente, attraverso il canale Al Jazeera, che la civiltà araba, da sempre considerata iconoclasta e incapace di rapportarsi alle immagini, riusciva invece ad autorappresentarsi e a rappresentare il mondo attraverso i mass media. Molta della retorica contro Al Jazeera e la sua presunta istigazione al terrorismo presente su gran parte dei media americani ed europei è dovuta proprio a questa reazione istintiva per la perdita di una supremazia mediatica fino ad allora indiscussa. In realtà l?Occidente conosce molto poco dell?universo mediatico arabo che si dispiega ormai su oltre 500 canali satellitari. A questo punto, è doverosa la domanda: quale immagine dell?Occidente emerge da questa miriade di canali televisivi? La selezione di programmi televisivi di Al Jazeera proposti al Festival tenta di dare una risposta a questa domanda, presentando una carrellata di trasmissioni che affrontano l?argomento Obama e la politica Usa, come il talk show Al ittijah al Moakis (La direzione opposta) condotto da Faisal Al Kasim, anchormen di Al Jazeera; mostrando una soap opera, di produzione giordana, Al Ijtiyah (L?invasione) sull?invasione israeliana del campo profughi palestinese di Jenin, che ha ottenuto il prestigioso premio Emmy Award, o il reportage As-sajin (Il detenuto 345) che narra le vicende di un cameraman di Al Jazeera detenuto per sette anni a Guantanamo. Un assaggio di un universo televisivo variegato e complesso, che si interroga sui rapporti con l?Occidente in maniera nuova ed originale. Tavola rotonda Giovedì 26 marzo - ore 17.00 - Spazio Oberdan Al Jazeera , l?occhio arabo sul mondo. Per conoscere meglio il canale televisivo arabo più famoso del mondo, ma di cui pochi in Occidente conoscono la programmazione, incontriamo Mohamed Challouf (curatore della rassegna), Donatella Della Ratta (giornalista specializzata in media arabi), Hahmad Mahfouz (Direttore Documentary Channel di Al Jazeera). Prima dell?incontro sarà proiettato il documentario Vedo, sento, parlo sulla storia della creazione del canale Al Jazeera. Il fuoriconcorso riserva un?attenzione particolare ai registi italiani con la sezione Extr?A che presenta opere rivolte ai tre continenti protagonisti del Festival e che trattano problematiche relative all?immigrazione in Italia. Tra i titoli: Parafernalia di M. Coppola e G. Giommi su una giovanissima e inquietante predicatrice della chiesa evangelica brasiliana; Enjoy the Poverty di Renzo Martens, scioccante documentario sulla povertà in Congo che diventa la prima risorsa nazionale… a vantaggio di pochi; dalla Corea, Yodok Stories, documentario sulla preparazione di un musical ispirato alla dittatura in Corea del Nord che vede coinvolti cinque ex detenuti dei campi di concentramento; Youssou N?dour: I Bring What I Love, sul famoso cantante senegalese e il suo rapporto con l?Islam. Alla programmazione nelle sale cinematografiche si affiancano gli eventi del Festival Center, ubicato nel bastione ovest di Porta Venezia. Tutte le attività per il pubblico saranno gratuite. Aperto da martedì 24 a domenica 29 marzo dal mattino fino alle 20.30: uno spazio di incontro/bar per gli ospiti del Festival e gli spettatori che accoglierà varie iniziative, mostre e attività multi-disciplinari ispirate alle culture dei tre continenti. Martedì 24 marzo - ore 18.00 Inaugurazione del Festival Center. Tra gli appuntamenti e le mostre di quest?anno: la mostra fotografica Gentlemen of Bakongo-Brazaville di Daniele Tamagni: un percorso tra i “Sapeurs” di Bakongo quartiere storico di Brazzaville in Congo, culla della “Sape” ovvero del culto dell?eleganza; la stanza dei viaggi con racconti di viaggi, book crossing, scambi di indirizzi ed esperienze per appassionati di viaggi; Le vie del tango, improvvisazioni di tango e scambio di indirizzi per ballare il tango in giro per il mondo; Biciclette nel mondo: insoliti itinerari per gli appassionati delle due ruote; La poesia non ha confini: slam session di poeti in viaggio; - Xinjang, il Far West del Celeste Impero. Volti della Cina di confine, mostra fotografica e radio-reportage di Gabriele Battaglia; Acquarelli di viaggio di Marco Palleroni; Divenire, installazione fotografica di Neri Oddo; Africa à la page: quando la moda viene dall?Africa: sfilart, evento dal Senegal tra arte e moda; Mandala (Rangoli) un laboratorio ispirato all?arte popolare dei mandala dell'India per creare all?interno del Festival Center disegni colorati per terra con materiali naturali (sabbia, fiori, sassolini, colori indiani, farina di riso); Atelier di decorazione di borse in tessuto ispirandosi ai colori, alle forme e alle tradizioni artigianali dell?Africa e del Medio Oriente. A cura di Francesca Grazzini. Dalle 17.30 con L?ora del tè, il festival vi aspetta per conversare con gli ospiti sorseggiando i tè delle diverse culture. Dalle 18.30 alle 21.00 l?Etno-Bar offre al pubblico assaggi di cibo etnico da Cina, Argentina e Mali. Come da tradizione anche quest?anno il Festival del Cinema Africano, d?Asia e America Latina propone una serie di appuntamenti alla FNAC (Via Torino angolo via della Palla - 2°piano). Questo il calendario: Mercoledì 25 marzo - ore 18.00 Presentazione in anteprima del libro “Sembène Ousmane”, un?opera monografica a cura di Thierno I. Dia in collaborazione con Alice Arecco, Annamaria Gallone e Alessandra Speciale. Saranno presenti tutti gli autori. Con il contributo del Comune di Milano (Ufficio cooperazione e solidarietà internazionale, gemellaggio Milano-Dakar) e la collaborazione della casa editrice Il Castoro, il Festival pubblica la prima monografia in Italia sul regista senegalese. L?opera raccoglie un?interessante varietà di sguardi con l?obiettivo di restituirci in un unico libro quella ricchezza di approcci disciplinari e culturali che studiosi, giornalisti, professori e professionisti del cinema del mondo intero hanno dedicato in questi ultimi anni al regista. Giovedì 26 marzo - ore 18.30 Inaugurazione mostra Radio Lu14 - Messaggi per l?uomo del campo. Fotografie di Alberto Giuliani. In tutta la Patagonia l?unica forma per comunicare è attraverso la Radio LU14, che cinque volte al giorno legge i messaggi che pervengono alla stazione della piccola cittadina di Rio Gallego, l?ultima del continente. I messaggi sono rivolti alle persone che vivono nel cuore della sconfinata Patagonia: gaucho, operai, maestre, tosatori… Sabato 28 marzo - ore 11.30 La speranza africana voci e musica dal Kenia. Un incontro con il regista e i giovani cantanti protagonisti del documentario presentato fuori concorso al festival Akiongea_He's talking di Piero Pezzoni. Prodotto da Africa Peace Point Onlus col sostegno di Padre Kizito, il documentario narra la vita e l'arte di alcuni giovani rapper delle baraccopoli di Nairobi. Sabato 28 marzo - ore 17.00 In occasione della sezione tematica del festival su Al Jazeera, presentiamo il libro “Un Hussein alla Casa Bianca. Cosa pensa il mondo arabo di Barack Obama" (Odoya, 2009) di Donatella Della Ratta, giornalista e ricercatrice indipendente specializzata sui media arabi e Augusto Valeriani. Obama ha passato l?infanzia in un paese musulmano, l?Indonesia, e il suo secondo nome è un nome arabo, Hussein. Può il nuovo presidente americano rappresentare l?interlocutore giusto per il Medio Oriente? Gli autori del libro analizzano i media arabi, raccolgono le opinioni di giornalisti, studiosi, uomini d?affari e persone comuni in Medio Oriente e in Usa, offrendoci una prospettiva sui futuri rapporti tra Stati Uniti e mondo arabo. I film del Festival anche quest?anno circuiteranno su tutto il territorio italiano toccando altre città italiane tra cui Catania, Trieste, Gorizia, Reggio Emilia, Forlì, Lecco, Roma. Il Festival è sostenuto da Ministero dei Beni e le attività culturali, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Milano, ENI, EuroCineMed, CEI, Diocesi di Milano, Fondazione Cariplo, Groupama, Centre Culturel FranÇais de Milan, Fnac, Viaggi Solidali, Lettera 27. Luoghi e date della manifestazione La manifestazione si svolgerà a Milano dal 23 al 29 marzo 2009 Questi i luoghi coinvolti: Auditorium San Fedele Spazio Oberdan Cinema Gnomo Cinema Palestrina Festival Center- Casello ovest di Porta Venezia - Casa del pane Espace Cinéma del Centre Culturel FranÇais FNAC Tutti i film sono sottotitolati elettronicamente o tradotti simultaneamente in italiano. Per i film in concorso è prevista la presenza del regista. BIGLIETTO SINGOLO: 5 EURO TESSERA VALIDA PER TUTTE LE PROIEZIONI: 30 EURO (15 euro per gli studenti e per gli over 65) CONCORSO VIAGGI SOLIDALI VINCI UN VIAGGIO IN MAROCCO Acquistando la tessera del festival potrete partecipare all?estrazione del viaggio-premio per due persone: Marocco - I villaggi dell?Anti Atlante. Un viaggio di turismo responsabile alla scoperta della cultura berbera, un itinerario di 9 giorni all?insegna della poesia dei paesaggi e delle luci, che punta a svelare tradizioni millenarie e tutti i gioielli di queste terre, tra cui: Marrakesh e le magnifiche falesie di Asragh; i monti dell?Anti Atlante ed i paesaggi desertici che si alternano ad oasi verdissime protette da kasbah imponenti; i mercati vocianti, i colori dei campi di zafferano in fiore e le preziose foreste di argania. Il viaggio è organizzato in collaborazione con l?Ong marocchina Migration et Développement, impegnata da anni nel sostegno delle comunità locali. Tutti i dettagli su: www.viaggisolidali.it – info@viaggisolidali.it Per ogni ulteriore informazione COE – Centro Orientamento Educativo tel. 02 6696258 www.festivalcinemaafricano.org www.coeweb.org email: festival@coeweb.org

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Chiesi: +14,3% il fatturato nel 2008 (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Chiesi: +14,3% il fatturato nel 2008 Il 2008 è stato positivo per il gruppo Chiesi, che conferma e migliora ulteriormente il trend di crescita registrato negli ultimi anni, sia in Italia, sia a livello internazionale. Le vendite hanno raggiunto i 748 milioni di euro, segnando un +14,3% (quasi il triplo della crescita media del mercato europeo), ottenuto ancora una volta senza acquisizioni importanti e nonostante i tagli di prezzo subiti nel corso del 2007 e del 2008. In Italia, Chiesi ha conseguito un incremento delle vendite dirette del 6,5% in un mercato sostanzialmente “piatto”, per quanto riguarda il canale farmacia. I nuovi prodotti corporate, recentemente sviluppati dall?azienda, rappresentano oltre la metà del fatturato globale. In particolare, Foster® (beclometasone dipropionato e formoterolo fumarato, indicato per il trattamento dell?asma) ha superato le previsioni nella maggior parte dei mercati più importanti e si avvia a diventare il primo prodotto del gruppo nel 2009. I risultati ottenuti hanno permesso al Gruppo di posizionarsi - unico fra le italiane - tra le prime 7 aziende farmaceutiche a più rapida crescita, a livello mondiale (dati IMS Health Midas, settembre 2008). Un merito riconosciuto anche dall?Università di Pisa, che nell?ottobre 2008 ha assegnato a Chiesi Farmaceutici il premio Long Life Family Business Award, come impresa familiare di maggior successo. «Il settore farmaceutico sta attraversando una fase di transizione - commenta Alberto Chiesi, presidente e amministratore delegato della società -. I risultati raggiunti dal gruppo, in controtendenza rispetto all?attuale situazione del comparto, sono per noi particolarmente lusinghieri e ci spingono a proseguire con rinnovato impegno. In futuro ci aspettano grandi sfide, il successo dipenderà dalla nostra capacità di innovare e di rispondere alle nuove esigenze del mercato». «Le attività di R&D (Ricerca e sviluppo, ndr) sono cresciute, seguendo i piani necessari per lo sviluppo delle nuove molecole - dice una nota - e la loro incidenza sul fatturato è salita al 14,4% (108 milioni di euro), un livello che l?azienda intende mantenere e accrescere nei prossimi anni. I 14 brevetti ottenuti e le 19 richieste di brevetto depositate nel 2008 rappresentano un record per il gruppo e un segno dell?intensa attività svolta dalla ricerca non clinica e clinica, i cui sforzi si stanno concentrando sulle malattie respiratorie e le patologie rare. Ai 3 Centri Ricerche di Parma, Parigi e Rockville (USA) si è aggiunto quello di Cippenham (UK) che, realizzato nel 2008 a tempo di record, si propone l?obiettivo di portare innovazioni nel campo degli aerosol pressurizzati, attraverso studi sul fenomeno della atomizzazione». Oltre a completare numerose procedure di mutuo riconoscimento e a effettuare ulteriori studi clinici su Foster®, la Ricerca e Sviluppo Chiesi ha continuato i trial per le nuove indicazioni di Curosurf®, leader mondiale per il trattamento della sindrome da distress respiratorio nei neonati prematuri. Lo sviluppo di Nymusa® (caffeina citrato), indicato nella terapia dell?apnea primaria in questi piccoli pazienti, ha compiuto importanti passi avanti nell?iter regolatorio e si avvicina alla fase di lancio. Da segnalare inoltre lo sviluppo clinico di carmoterolo per il trattamento della bronchite cronica. Complessivamente, gli investimenti realizzati nel 2008 sono stati pari a 39,1 milioni di euro, soprattutto nel settore delle produzioni industriali, non solo a Parma, ma anche in Francia e in Brasile. E? proseguito inoltre il processo di internazionalizzazione del Gruppo, che ha visto un ulteriore consolidamento nei mercati emergenti di Turchia, Olanda, Brasile, Russia e anche in Cina, dove a giugno è stata aperta una nuova affiliata. Le persone che lavorano in Chiesi sono 3.243; durante lo scorso anno, il loro numero è cresciuto del 10% a livello mondiale, facendo registrare nuove assunzioni soprattutto nelle filiali estere di recente istituzione. Ambiziosi anche i programmi per il prossimo futuro. Nel 2009, il Gruppo Chiesi prevede di superare gli 830 milioni di fatturato, con un incremento nelle vendite dei prodotti corporate pari al 20% e una crescita delle filiali estere mediamente fra il 15 e il 30%.

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Mapu Terra Una storia in difesa dell'appartenenza (sezione: Globalizzazione)

( da "Villaggio Globale.it" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ultime Notizie Teatrambiente Mapu Terra ? Una storia in difesa dell'appartenenza L'organizzazione «Fratelli dell'Uomo» continuano il loro impegno pro ambiente. Lo spettacolo il 26 marzo a Monza L'appartenenza ad un terra, l'attaccamento al proprio territorio, l'amore e il rispetto di questo. Quanto oggi si è legati a questi valori? Esistono ancora? «Fratelli dell'Uomo» è un'organizzazione che da diversi anni si preoccupa di promuovere e realizzare progetti nell'ambito della difesa dei diritti umani, della difesa dell'ambiente, dello sviluppo rurale e non solo. In linea con questa filosofia l'appuntamento fissato per il prossimo 26 marzo a Monza con Mapu Terra, presso il Teatro Binario7. La piéce porterà in scena la storia di una coppia di origine mapuche che espropriata dal gruppo Benetton rivendica con forza i propri diritti. Una storia coinvolgente, emozionante che porta a riflettere su sentimenti precisi come il legame e l'affetto che si può provare nei confronti della terra e del proprio territorio. Stati d'animo e valori che ad oggi risultano persi soprattutto in seguito ai fenomeni della globalizzazione e dell'omogeneizzazione più radicale. Una rappresentazione che si pone davvero interessante per le tematiche, oggi al centro di importanti dibattiti che cercano di innalzare la sensibilità, il rispetto e il legame più profondo con il proprio territorio, nonché per la bravura degli attori protagonisti. (Angela De Vincenziis) (17 Marzo 2009)

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Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai. (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 43 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia, democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica" s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 75 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 48 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (6) blog (1) capitalismo (6) cina (18) crisi (7) democrazia (59) economia (28) era obama (12) europa (10) francia (21) germania (3) giornalismo (49) giustizia (2) gli usa e il mondo (58) globalizzazione (41) immigrazione (39) islam (19) israele (2) Italia (149) manipolazione (4) medio oriente (13) notizie nascoste (44) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (21) spin (4) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Il risultato negativo nel andare a letto presto è che uno poi si sveglia presto. Non si... 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MIBTEL -0.8% UNICREDIT SI Dà AL MICROCREDITO NEGOZI DI MODA VS. OUTLET CHRYSLER PESSIMISTA NOKIA TAGLIA 1.700 POSTI ITALIANI IN CRISI INCOLLAti ALLA TV E AL CINE SEQUES (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> MIBTEL -0.8% ? UNICREDIT SI Dà AL MICROCREDITO ? NEGOZI DI MODA VS. OUTLET ? CHRYSLER PESSIMISTA ? NOKIA TAGLIA 1.700 POSTI ? ITALIANI IN CRISI INCOLLAti ALLA TV E AL CINE ? SEQUESTRO IMMOBILI PER MADOFF ? Il nuovo iPhone RASSICURA WALL STREET? 1 - Listini in lieve recupero dopo indice Zew migliore attese... (Apcom) - I listini limano le perdite dopo la pubblicazione dell'indice Zew, che misura il clima di fiducia nel settore della finanza in Germania. A marzo l'indice si è attestato a -3,5 punti, contro una previsione di -6,5 e in rialzo rispetto ai i -5,8 di febbraio. Le Borse europee hanno reagito bene, riducendo i ribassi sotto il punto percentuale. Il Dax segna -0,2%, il Cac40-0,8%, l'Ftse100-0,5% e il Mibtel -0,8%. 2 - Unicredit per microcredito... (ANSA) - Grameen Bank, la 'banca del villaggio' costruita sullo schema del microcredito, sara' attiva in Italia grazie all'intesa con Unicredit. Il via e' in programma tra settembre e dicembre. Lo ha spiegato il fondatore Mohammad Yunus, ricordando che il progetto coinvolge 'Unicredit, l'Universita' di Bologna e Grameen Trust per iniziare il lavoro fatto in Bangladesh', cioe' l'erogazione di piccoli finanziamenti per avviare attivita' alle persone piu' povere che non avrebbero accesso al credito. Alessandro Profumo 3 - Fismo, un freno a outlet e a saldi... (ANSA) - Fermare il proliferare degli outlet e il fenomeno dei saldi selvaggi con una data unica di inizio valida in tutta Italia. Lo chiede la Fismo, associazione imprese del settore della distribuzione della moda aderenti a Confesercenti, fra le risposte alla crisi del comparto. Fismo rileva come negli ultimi due anni il commercio del settore abbia perso 20.000 attivita' con un calo, nel solo 2008, delle vendite del 3,6% in termini di fatturato e del 5,4% in termini reali. 4 - Chrysler, presidente pessimista... (ANSA) - Il presidente della Chrysler, Robert L. Nardelli, nutre dubbi sulla possibilita' di salvare il gruppo dal fallimento. In un'intervista concessa al New York Times, Nardelli ha dichiarato: 'Spero di sbagliarmi, ma non ho grande fiducia visto il quadro attuale sul fatto che noi protremo evitare la bancarotta'. La Chrysler secondo quanto pubblicato dal New York Times ha chiesto in prestito al governo federale americani altri 5 miliardi di dollari in aggiunta ai 4 gia' ottenuti. 5 - Nokia taglia 1. 700 posti di lavoro... (ANSA) - Nokia, leader mondiale dei telefonini, ha in programma di tagliare 1.700 posti di lavoro a livello globale, di cui 700 in Finlandia. L'azienda finlandese spiega in un comunicato - citato dall'agenzia Bloomberg - che si trova nella necessita' di ridurre i costi per far fronte alla crisi della domanda e che a breve iniziera' le consultazioni con le organizzazioni sindacali. 6 - Eurisko: con la crisi italiani incollati alla tv (e al cinema)... Da "Italia Oggi" - Gli italiani rispondono alla crisi restando sempre di più davanti allo schermo. Che sia quello televisivo o cinematografico non importa. Basta che si tratti di immagini, commedie, intrattenimento, svago. Secondo i dati Eurisko, la crescita riguarda tutta l'offerta televisiva, dalla generalista alle pay tv, con particolare riferimento all'intrattenimento, ai cartoon e alle news. Robert L. Nardelli I telespettatori sono cresciuti, tra il 2007 e il 2008, del 9% passando dagli oltre 41 milioni ai 45 milioni e 605mila dello scorso anno. Anche i tempi di ascolto della televisione sono aumentati, del 27,6%. L'aumento, è avvenuto soprattutto nei mesi di novembre e dicembre 2008. 7 - Sulle ville di Madoff i sigilli del sequestro... Vittorio Da Rold per "Il Sole 24 Ore" - La vicenda Madoff continua a riservare colpi di scena (...). Il governo americano chiederà il sequestro dei beni di Bernard Madoff e la lista delle proprietà includerebbe anche alcuni beni di proprietà della moglie, Ruth Madoff, non implicata e finora non incriminata nella maxi- truffa messa in atto dal finanziere. Nell'elenco dei beni che potrebbero essere sequestrati figurano- secondo alcuni documenti presentati dall'accusa in tribunale - la casa di Palm Beach del finanziare, ma anche quella di Montauk. Le autorità hanno presentato in tribunale un «avviso della volontà di ottenere la confisca» di beni appartenenti ai coniugi a Madoff per circa 100 milioni di dollari. L'avviso non rappresenta una vera e propria richiesta di sequestro dei beni, ma mette in evidenza la volontà di cercare di ottenerla anche se - spiegano alcuni osservatori - potrebbe tradursi anche in un nulla di fatto, con le autorità che potrebbero non avanzare alcuna richiesta formale. Bernard Madoff 8 - Il nuovo iPhone parla con Wall Street... Da "Il Sole 24 Ore" - Nonostante l'assenza di Steve Jobs, la Apple continua a tenere banco. Oggi, per esempio, l'azienda californiana presenterà la terza versione dell'iPhone, l'iPhone 3.0,che secondo le indiscrezioni include un motore di ricerca più potente, consente di usare due o più programmi simultaneamente e possiede la funzione "taglia e incolla". L'attesa è grande, quindi, ma c'è anche il sospetto che l'evento di oggi sia stato organizzato solo a uso e consumo di Wall Street. La Apple vuole dimostrare che l'azienda funziona bene anche senza Jobs, e infatti anche l'atteso iPhone della terza generazione sarà in vendita in estate senza neanche un giorno di ritardo rispetto alla tabella di marcia. La presenza di Steve Jobs non è quindi prevista alla conferenza, ma i fan più appassionati continuano a sperare che il mitico co-fondatore e a.d. faccia almeno una breve apparizione. (D.Ro.) 9 - Enel: cedola Endesa per pagare Acciona... Da "Il Sole 24 Ore" - Ieri Endesa ha distribuito un dividendo record di 5,897 euro per azione, per un totale di oltre 6,24 miliardi. Questo significa che ieri l'Enel ha incassato qualcosa come 4,18 miliardi e l'altro socio Acciona, oltre 1,56 miliardi. La notizia è importante, perché questo dividendo servirà al pagamento di una buona parte (il restante verrà versato mediante cessione di asset) del 25% di Endesa in mano ad Acciona. Un'operazione che consentirà a Enel di controllareil 92% del capitale del gruppo energetico spagnolo, ma soprattutto di prenderne la gestione e di far emergere le maggiori sinergie possibili. Ernesto Bertarelli In Spagna c'è grande attesa su quali saranno nei prossimi mesi le mosse degli italiani, che hanno confermato che la sede di Endesa resterà a Madrid e che gli investimenti dei prossimi anni saranno pari a 13,5 miliardi. Il tutto, mentre aumenta la curiosità sul nome del prossimo presidente che sostituirà al vertice del gruppo José Manuel Entrecanales. (Mi.C.) 10 - Lavori in corso a casa Bertarelli... Da "Il Sole 24 Ore" - La primavera del 2009 potrebbe essere un punto di svolta per Ernesto Bertarelli. L'imprenditore alla prossima assemblea Ubs non si ripresenterà per l'elezione a membro del cda, organismo in cui è stato per sette anni. L'annuncio arriva a pochi giorni dal verdetto del Tribunale di New York sulla contesa tra Alinghi, il team elvetico che ha creato e presiede, e Usa Oracle, guidato da Larry Ellison. A fine mese si dovrebbe sapere con quali regole, questo è l'oggetto del contendere, si svolgerà la prossima edizione della Coppa America di vela. La coincidenza nei tempi è l'immagine del percorso di Bertarelli, che chiude una fase e ne inizia un'altra. Fatta ancora di barca ma non più di banca. E di partecipazioni nella farmaceutica, antica vocazione solo sospesa con la vendita di Serono. Con il suo fondo Ares Life Sciences, Bertarelli ha recentemente acquisito il 10% della svizzera Santhera. (L.Te.) 11 - Buongiorno fa squillare le lotterie... Da "Il Sole 24 Ore" - In tempi di recessione, i primi a essere sacrificati sull'altare della crisi sono i consumi più voluttuari e superflui. Per Buongiorno, il big mondiale di suonerie e applicazioni per telefonini, molti si aspettavano tempi bui in arrivo. Ma quando le cose vanno male, come dimostra il caso Lottomatica, la gente si affida sempre di più alla sorte e le lotterie spopolano: così Andrea Casalini, il manager di Buongiorno, ha avuto un'intuizione geniale, quella di lanciare in Sud America la "mobile lottery", la lotteria via sms. La trovata, non replicabile al momento in Italia per motivi legali, ha avuto successo tanto che il 2008, in cui molte aziende hanno annunciato risultati peggiori delle stime, ha visto Buongiorno battere le attese degli analisti, con un Mol a 39,8 milioni e un utile a 8 milioni: meno dell'anno scorso, ma di questi tempi è già un risultato soddisfacente. (S.Fi.) [17-03-2009]

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Cina: salgono a 740 mld $ investimenti nel Tesoro Usa a gennaio (sezione: Globalizzazione)

( da "TgFin.it" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cina: salgono a 740 mld $ investimenti nel Tesoro Usa a gennaio (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 17 mar - La Cina consolida la prima posizione come primo creditore degli Stati Uniti. A gennaio, gli investitori pubblici e privati detenevano 739,6 miliardi di dollari in titoli del Tesoro Usa contro i 727,4 milioni di dicembre. I nuovi dati arrivano dopo che, nei giorni scorsi, il premier cinese Wen Jiabao aveva espresso timori per gli investimenti negli Usa della Cina a causa del forte aumento del deficit Usa. Red-Mau (RADIOCOR) 17-03-09 11:54:14 (0098) 5 NNNN

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A Milano il cinema del sud della Terra pag.1 (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Spettacolo/ A Milano arriva il cinema africano, asiatico e latinoamericano Martedí 17.03.2009 10:50 Giovedì 26 marzo - ore 17.00 - Spazio Oberdan - Tavola rotonda Al Jazeera , l'occhio arabo sul mondo. Per conoscere meglio il canale televisivo arabo più famoso del mondo, ma di cui pochi in Occidente conoscono la programmazione, incontriamo Mohamed Challouf (curatore della rassegna), Donatella Della Ratta (giornalista specializzata in media arabi), Hahmad Mahfouz (Direttore Documentary Channel di Al Jazeera). Prima dell'incontro sarà proiettato il documentario Vedo, sento, parlo sulla storia della creazione del canale Al Jazeera.Il fuoriconcorso riserva un'attenzione particolare ai registi italiani con la sezione Extr'A che presenta opere rivolte ai tre continenti protagonisti del Festival e che trattano problematiche relative all'immigrazione in Italia. Tra i titoli: Parafernalia di M. Coppola e G. Giommi su una giovanissima e inquietante predicatrice della chiesa evangelica brasiliana; Enjoy the Poverty di Renzo Martens, scioccante documentario sulla povertà in Congo che diventa la prima risorsa nazionale. a vantaggio di pochi; dalla Corea, Yodok Stories, documentario sulla preparazione di un musical ispirato alla dittatura in Corea del Nord che vede coinvolti cinque ex detenuti dei campi di concentramento; Youssou N'dour: I Bring What I Love, sul famoso cantante senegalese e il suo rapporto con l'Islam. Alla programmazione nelle sale cinematografiche si affiancano gli eventi del Festival Center, ubicato nel bastione ovest di Porta Venezia. Tutte le attività per il pubblico saranno gratuite. Aperto da martedì 24 a domenica 29 marzo dal mattino fino alle 20.30: uno spazio di incontro/bar per gli ospiti del Festival e gli spettatori che accoglierà varie iniziative, mostre e attività multi-disciplinari ispirate alle culture dei tre continenti. Martedì 24 marzo - ore 18.00 Inaugurazione del Festival Center. Tra gli appuntamenti e le mostre di quest'anno: la mostra fotografica Gentlemen of Bakongo-Brazaville di Daniele Tamagni: un percorso tra i "Sapeurs" di Bakongo quartiere storico di Brazzaville in Congo, culla della "Sape" ovvero del culto dell'eleganza; la stanza dei viaggi con racconti di viaggi, book crossing, scambi di indirizzi ed esperienze per appassionati di viaggi; Le vie del tango, improvvisazioni di tango e scambio di indirizzi per ballare il tango in giro per il mondo; Biciclette nel mondo: insoliti itinerari per gli appassionati delle due ruote; La poesia non ha confini: slam session di poeti in viaggio; - Xinjang, il Far West del Celeste Impero. Volti della Cina di confine, mostra fotografica e radio-reportage di Gabriele Battaglia; Acquarelli di viaggio di Marco Palleroni; Divenire, installazione fotografica di Neri Oddo; Africa à la page: quando la moda viene dall'Africa: sfilart, evento dal Senegal tra arte e moda; Mandala (Rangoli) un laboratorio ispirato all'arte popolare dei mandala dell'India per creare all'interno del Festival Center disegni colorati per terra con materiali naturali (sabbia, fiori, sassolini, colori indiani, farina di riso); Atelier di decorazione di borse in tessuto ispirandosi ai colori, alle forme e alle tradizioni artigianali dell'Africa e del Medio Oriente. A cura di Francesca Grazzini. Dalle 17.30 con L'ora del tè, il festival vi aspetta per conversare con gli ospiti sorseggiando i tè delle diverse culture. Dalle 18.30 alle 21.00 l'Etno-Bar offre al pubblico assaggi di cibo etnico da Cina, Argentina e Mali. Come da tradizione anche quest'anno il Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina propone una serie di appuntamenti alla FNAC (Via Torino angolo via della Palla - 2°piano). Questo il calendario: Mercoledì 25 marzo - ore 18.00 Presentazione in anteprima del libro "Sembène Ousmane", un'opera monografica a cura di Thierno I. Dia in collaborazione con Alice Arecco, Annamaria Gallone e Alessandra Speciale. Saranno presenti tutti gli autori. Con il contributo del Comune di Milano (Ufficio cooperazione e solidarietà internazionale, gemellaggio Milano-Dakar) e la collaborazione della casa editrice Il Castoro, il Festival pubblica la prima monografia in Italia sul regista senegalese. L'opera raccoglie un'interessante varietà di sguardi con l'obiettivo di restituirci in un unico libro quella ricchezza di approcci disciplinari e culturali che studiosi, giornalisti, professori e professionisti del cinema del mondo intero hanno dedicato in questi ultimi anni al regista. Giovedì 26 marzo - ore 18.30 Inaugurazione mostra Radio Lu14 - Messaggi per l'uomo del campo. Fotografie di Alberto Giuliani. In tutta la Patagonia l'unica forma per comunicare è attraverso la Radio LU14, che cinque volte al giorno legge i messaggi che pervengono alla stazione della piccola cittadina di Rio Gallego, l'ultima del continente. I messaggi sono rivolti alle persone che vivono nel cuore della sconfinata Patagonia: gaucho, operai, maestre, tosatori. Sabato 28 marzo - ore 11.30 La speranza africana voci e musica dal Kenia. Un incontro con il regista e i giovani cantanti protagonisti del documentario presentato fuori concorso al festival Akiongea_He's talking di Piero Pezzoni. Prodotto da Africa Peace Point Onlus col sostegno di Padre Kizito, il documentario narra la vita e l'arte di alcuni giovani rapper delle baraccopoli di Nairobi. Sabato 28 marzo - ore 17.00 In occasione della sezione tematica del festival su Al Jazeera, presentiamo il libro "Un Hussein alla Casa Bianca. Cosa pensa il mondo arabo di Barack Obama" (Odoya, 2009) di Donatella Della Ratta, giornalista e ricercatrice indipendente specializzata sui media arabi e Augusto Valeriani. Obama ha passato l'infanzia in un paese musulmano, l'Indonesia, e il suo secondo nome è un nome arabo, Hussein. Può il nuovo presidente americano rappresentare l'interlocutore giusto per il Medio Oriente? Gli autori del libro analizzano i media arabi, raccolgono le opinioni di giornalisti, studiosi, uomini d'affari e persone comuni in Medio Oriente e in Usa, offrendoci una prospettiva sui futuri rapporti tra Stati Uniti e mondo arabo. I film del Festival anche quest'anno circuiteranno su tutto il territorio italiano toccando altre città italiane tra cui Catania, Trieste, Gorizia, Reggio Emilia, Forlì, Lecco, Roma. Il Festival è sostenuto da Ministero dei Beni e le attività culturali, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Milano, ENI, EuroCineMed, CEI, Diocesi di Milano, Fondazione Cariplo, Groupama, Centre Culturel Français de Milan, Fnac, Viaggi Solidali, Lettera 27. < < pagina precedente

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La fine delle 3 grandi è la fine dell'auto elettrica? (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

La fine delle 3 grandi è la fine dell'auto elettrica? 17 marzo 2009 alle 12:15 — Fonte: petrolio.blogosfere.it — 0 commenti Il sistema industriale è strettissimamente interconnesso, in tempi di globalizzazione più che mai. E se le Big Three (GM, Chrysler e Ford) saranno costrette a chiudere, a risentirne non sarà soltanto l'indotto diretto ma anche l'industria dell'auto elettrica .

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<Valutazione oggettiva e più risorse agli atenei> (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il rettore lagalla «Valutazione oggettiva e più risorse agli atenei» «Puntare sull'alta formazione e sulla ricerca, acquisire le risorse necessarie per ripensare i modelli di competitività». È l'appello alle forze politiche nazionali e regionali che il rettore dell'Università di Palermo, Roberto Lagalla, ha lanciato ieri allo Steri in un seminario su «Interscambi culturali. Vecchie e nuove frontiere per l'Università», promosso dall'associazione «Sicilia al centro», sottolineando la necessità di una collaborazione tra le istituzioni. Il rettore Lagalla ha sottolineato la necessità di rivedere lo stato del sistema di finanziamento delle Università. «Non è ammissibile ? afferma Lagalla ? che le risorse vengano destinate solo ad alcuni atenei attraverso una valutazione di virtuosità e di qualità che tiene conto di parametri basati sulle caratteristiche di quegli stessi atenei. È come truccare le carte prima di cominciare a giocare. L'Università è disposta a non sottrarsi a una valutazione oggettiva, purché si tenga conto delle peculiarità di ogni area del Paese». Il vicepresidente della commissione Attività produttive all'Ars, Pino Apprendi, ha dato anche notizia di «un accordo tra l'Ateneo di Palermo e alcune università americane che permetta lo scambio fra studenti degli Stati Uniti e della Sicilia con l'obiettivo di individuare percorsi formativi comuni e di favorire la multiculturalità, base da cui partire oggi per affrontare i processi di globalizzazione».

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Detti così sembrano tre esclamazioni dei fumetti: Usmaf, Pif e Sasn. In realtà, sotto le t... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 17 Marzo 2009, Detti così sembrano tre esclamazioni dei fumetti: Usmaf, Pif e Sasn. In realtà, sotto le tre sigle si nasconde una fondamentale sinergia tra uffici periferici del Ministero della Sanità. Così nell'ordine: l'Ufficio di sanità marittima aerea e di frontiera ovvero il "vecchio" ufficio del Medico del porto; il Posto di ispezione frontaliero e infine il Servizio di assistenza sanitaria ai Naviganti. Ora queste tre branche della sanità marittima torneranno riunite - primo caso in Italia - nella sede delle Zattere abbandonata cinque anni fa per i lavori di restauro e che sono stati inaugurati ieri mattina alla presenza del ministro della Salute, Maurizio Sacconi e dal sottosegretario Francesca Martini. Insieme a loro lo staff nazionale del Servizio di assistenza sanitaria guidato da Enrico Tommasi e dal dirigente pro-tempore dell'ufficio veneziano, Mario Germagnoli. Presenti all'inaugurazione anche il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, il sindaco, Massimo Cacciari e il presidente dell'Autorità portuale, Paolo Costa. Un'inaugurazione anche all'insegna della storia visto e considerato che a Venezia nacque e si sviluppò il concetto di "quarantena". «Con questa sede si realizzano sinergie operative assolutamente importanti - ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi - dal momento che la globalizzazione sta aumentando i rischi per la salute pubblica e individuale. Tutto ciò ovviamente si deve esclusivamente alla più veloce circolazione delle persone e delle merci. Il nostro compito in sintonia con gli enti locali e l'Organizzazione mondiale della sanità è anche quella di realizzare forme di controllo e di prevenzione, soprattutto se vi sono patologie che ritenevamo da noi scomparse e che, in realtà, stanno riemergendo soprattutto legate ai fenomeni migratori come le malattie a trasmissione sessuale o la tubercolosi. É evidente che in questo quadro riteniamo indispensabile che si sviluppino sistemi di controllo alle frontiere, senza pregiudizi di alcun tipo, di persone e di merci». Dal canto suo, il sottosegretario Martini ha rilanciato l'importanza del servizio di medicina per i naviganti. «Si tratta di uffici strategici - ha detto - per l'insieme dello sviluppo del Veneto. In passato abbiamo vissuto situazioni drammatiche come le carni irlandesi alla diossina oppure il latte alla melamina. In questo senso, e proprio tenendo conto di queste esperienze, è indispensabile mantenere alta la guardia soprattutto di fronte ad un processo irreversibile di globalizzazione. L'esperienza di unificare in questa sede i tre servizi non è solo una garanzia, ma è altresì un modello ammininistrativo che deve far scuola in Italia. Che si sia iniziato in questa città, che ha ampi e importanti legami, contatti e collegamenti, ad esempio con l'Estremo Oriente, dimostra l'attenzione che il Veneto ha e vuole avere per la tutela della salute e della sanità pubblica». P.N.D.

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La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 3 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 44 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia, democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica" s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 75 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 48 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (6) blog (1) capitalismo (6) cina (18) crisi (7) democrazia (59) economia (28) era obama (12) europa (10) francia (21) germania (3) giornalismo (49) giustizia (2) gli usa e il mondo (58) globalizzazione (41) immigrazione (39) islam (19) israele (2) Italia (149) manipolazione (4) medio oriente (13) notizie nascoste (44) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (21) spin (4) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Bruno Burinato: Ho letto tutto i commenti e veramente non me la sento i scrivere un romanzo per esprimere il mio... 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E' ufficiale: Sygic Mobile 2009 arriva su iPhone (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0917 E' ufficiale: Sygic Mobile 2009 arriva su iPhone Pubblicato da Massimiliano Bucciol alle 21:30 in GPS on the move UPD: segui QUI l'evento 3.0 di Apple. A poche ore dalla comparsa del nuovo firmware 3.0 per iPhone, una coincidenza interessante, ecco l?annuncio ufficiale, QUI il comunicato stampa, dell?azienda slovacca Sygic. Il nuovo software per la navigazione GPS su dispositivi mobili, denominato Sygic Mobile 2009, oltre che su svariati cellulari sarà disponibile sull'iPhone, dato il suo imminente arrivo in App store. La compatibilità con lo smartphone di Cupertino sarà piena, grazie anche al supporto dell?accelerometro per la navigazione (anche) in landscape. La nuova versione di Sygic comprende una serie di feature per arricchire l?esperienza di navigazione satellitare. Infomrazioni sul traffico in tempo reale saranno fornite in maniera opzionale. Sarà compatibile con prodotti dotati di tastiera fisica così come con quelli dotati di schermo sensibile al tocco. Tra le caratteristiche del prodotto troviamo: - allarme quando l?utente oltrapassa i confini di una Nazionee con invio istantaneo di informazioni concernenti la Nazione visitata come, ad esempio, limiti di velocità, fusi orari o moneta corrente; - oltre 70 categorie di POI, oltre a quelle classiche come Hotel o ristoranti; - navigazione su misura per pedoni, auto o biciclette; - più di 20 lingue a disposizione per la navigazione vocale. Le mappe digitali saranno fornite da TeleAtlas e la copertura riguarderà anche Cina e India, il cui lancio è previsto entro il 2009, l?Europa Ocidentale, Scandinavia e Malta comprese, Europa dell?est, Russia, Nordamerica, Sudest asiatico, Sudamerica e MediO Oriente. Il prodotto sarà disponibile su supporto DVD, scheda di memoria o per il download diretto dalla Rete (sarà queato il caso di iPhone?). Il prezzo sarà di 79 euro per l?Europa e 79 dollari per gli USA. Hai già visto il nuovo http://webmobile.blogosfere.it? Le novità per portare Internet nella tua tasca sono lì...

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Le armi del Cremlino (sezione: Globalizzazione)

( da "EUROPA ON-LINE" del 17-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Le armi del Cremlino VITTORIO STRADA La riforma delle forze armate russe passa per la tecnologia e per il nucleare. Dmitry Medvedev, presidente della Federazione russa, ha svelato ieri i progetti militari di Mosca. A partire dal 2011, ha spiegato nel corso del vertice con gli alti esponenti della difesa, la Russia modernizzerà l?esercito con una serie di importanti investimenti tecnologici, finalizzati a «potenziare la capacità di combattimento e riguardanti, prima di tutto, le nostre forze strategiche nucleari ». Secondo il piano, nel 2020 la Russia si ritroverà con un arsenale completamente rivoluzionato, il 70 per cento del quale, secondo il ministro della difesa Anatoly Serdyukov, sarà formato da sofisticate armi di nuova generazione e, appunto, da un comparto nucleare che registrerà un innalzamento qualititativo. Ciò permetterà tra l?altro di alleggerire l?esercito, portando a un milione il numero di effettivi (rispetto al milione e 300mila di oggi) e dimezzando quello degli ufficiali (attualmente pari a 355mila). L?annuncio dell?inquilino del Cremlino non deve stupire, né va letto come una decisione improvvisa. L?ammodernamento delle forze armate è infatti, insieme alle spese sociali, uno dei due pilastri su cui il tandem Medvedev-Putin ha scommesso per dare alla Russia, in futuro, un profilo più incisivo. A dare un?accelerazione alla riforma, da tempo in cantiere, è stata la guerra in Georgia. I russi hanno trionfato, ma come ammesso da Medvedev il conflitto ha dencunciato «una serie di manchevolezze» sul versante tecnologico. A livello di politica estera, la corsa russa al riarmo va inquadrata come lo strumento con cui Mosca punta a fronteggiare efficacemente le minacce asimmetriche e i futuri scenari di crisi. Ma si tratta anche di far sentire il proprio peso nell?arena internazionale, dove il Cremlino vuole conservare un posto di prim?ordine. D?altronde in questi anni America e Cina sul fronte militare non hanno lesinato spese. Per Medvedev, dotarsi di armi più sofisticate è quindi un imperativo categorico, se la Russia vuole tenere testa a questi due soggetti. A proposito di America. Recentemente ci si è soffermati sul processo di riavvicinamento tra Washington e Mosca, riassunto nella formula del reset button evocata dal vice presidente Usa Joe Biden all?annuale conferenza per la sicurezza di Monaco di Baviera. L?idea di un rapporto meno burrascorso è avvertita da ambo le parti. Ma questo non significa che Washington e Mosca vogliano rinunciare o modificare le rispettive priorità. Per quanto concerne la Federazione russa, è certo che essa continuerà a portare avanti la politica estera che ha perseguito in questi ultimi anni, cercando da un lato, in virtù dei buoni rapporti con Venezuela, Cuba e Iran, di espandere il proprio raggio d?azione in America latina e Medio oriente. Dall?altro, Mosca punterà a difendere i propri interessi nel cortile di casa, coincidente con lo spazio postsovietico. Tant?è che ieri Medvedev ha annoverato, tra i potenziali fattori di minaccia alla sicurezza nazionale, l?espansione della Nato e l?ipotesi che l?Alleanza atlantica, cooptando Kiev e Tbilisi, confini direttamente con la Russia. Quanto a Pechino, sebbene a livello emotivo non sia percepita come un pericolo incombente (nell?élite politica e nell?opinione pubblica domina la diffidenza verso gli Stati Uniti), c?è da dire che nel lungo periodo è proprio la Cina il vero spauracchio dei russi. Specie per via della pressione demografica, inversamente proporzionale alla crisi delle culle che si registra a Mosca, che esercita sulle frontiere della Federazione. La riforma promossa ieri da Medvedev va analizzata anche alla luce di questo fenomeno. Resta da verificare se Mosca sarà capace di tollerare i costi della corsa al riarmo. Dipende in parte dall?evoluzione della crisi globale. Ma dipende anche dalla natura del sistema russo. Durante l?era Putin gli introiti derivanti dalle esportazioni energetiche hanno risollevato il paese. Ma adesso, il crollo dei prezzi di gas e petrolio ha fatto emergere molte contraddizioni. La Russia, al di là degli idrocarburi, ha poche risorse per sostenere l?export. L?industria militare è una di queste. Ridarle slancio serve anche a evitare il tonfo. La corsa al riarmo si profila dunque anche come una sfida domestica. Una sfida molto difficile, per Dmitry Medvedev, che dovrà fare i conti con un sistema estremamente corrotto e con le posizioni di rendita che la nomenklatura s?è ritagliata durante i due mandati di Vladimir Putin. Aggredirle non è un?operazione semplice.

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