CENACOLO DEI COGITANTI |
L'ora del rilancio
( da "Agenzia di Viaggi, L'"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: «Dopo le Torri Gemelle, quando
nessuno voleva più andare negli USA, sono arrivato a portare in Cina 4.000
persone in un anno. Il 2008 è stato segnato in negativo dalle Olimpiadi, dal
Tibet e dal terremoto, nonostante tutto siamo arrivati a quota 1.000. Per il
2009 speriamo di reggere e di incrementare un po?
"Per la ripresa è
necessario dire la verità" ( da "Stampa,
La" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Abbiamo proposto di aumentare le
risorse per il Fondo Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale.
Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico». Preoccupato
per l'ondata di scioperi che monta? «Si rilevano tensioni dappertutto. Alla
luce di questo, perché i risultati siano concreti c'è bisogno di un solido
dialogo sociale.
L'Italia: <Moratoria
sul diritto di veto> ( da "Corriere.it"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: obsoleto il potere di bloccare ogni
delibera di Usa, Cina, Russia, Francia e Gb L'Italia: «Moratoria sul diritto di
veto» Il rappresentante italiano all'Onu: «Non valga quando si decide su
genocidi e interventi umanitari » Il Palazzo di Vetro, sede dell'Onu a New
Yorl, presidiato dalla polizia (Ap) NEW YORK - L'Italia propone una moratoria
sul potere di veto,
onu, al vertice sul
razzismo l'ue pronta al ritiro - alberto d'argenio
( da "Repubblica, La"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ieri intanto l´Italia ha proposto
una moratoria sul diritto di veto all´Onu appannaggio di Usa, Gran Bretagna,
Francia, Cina e Russia. Mossa che si inquadra nella lunga discussione sulla
riforma del Consiglio di sicurezza e cerca di evitare le frequenze paralisi al
Palazzo di Vetro.
Vaticano e Usa interessi
comuni ( da "Gazzettino,
Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: altra ad una comprensione corretta
e realistica dei processi di globalizzazione, per condurli, nei limiti del
possibile, verso gli esiti più favorevoli alle buone sorti della vita umana sul
pianeta. Il tema della pace internazionale, su cui la Chiesa da sempre tiene
una posizione univoca e incondizionata, per soluzioni diplomatiche e mai
belliche di qualsiasi controversia tra Stati,
soffre anche il business
dei beni culturali per il turismo è l'ora di nuovi progetti
( da "Repubblica, La"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: siamo la quinta destinazione al
mondo dopo Francia, Spagna, Usa e Cina. Il turismo, compreso l´indotto,
rappresenta circa il 10% del Pil dell´Italia: un dato rilevante anche se al di
sotto del 17,2 stimato della Spagna. Quello del turismo è un settore vitale con
una forte voglia di fare impresa, ma esistono ostacoli che ne limitano le
potenzialità.
anche l'arte scopre il
marmo di orosei ( da "Nuova
Sardegna, La" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: commercializzato in Cina, negli
Usa, in Russia, Spagna, Olanda, Giappone, Germania, Egitto e Kwait. Titolare
dell'azienda, una tra le più apprezzate nel mondo, è Giuseppe Sanna, che ha
maturato all'estero la propria esperienza lavorativa nel settore. Socia della
ditta oreseina è Annalisa Alloi, farmacista con la passione per i marmi della
Baronia e delle pietre della Sardegna in generale.
la protezione civile
attiva un impianto per misurare l'intensità delle piogge
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: amministrazione comunale della
dalla Protezione civile regionale. Come sottolineato dal sindaco Renzo
Francesconi, «abbiamo ricevuto comunicazione dal direttore centrale della
Protezione civile del Friuli Venezia Giulia dottor Guglielmo Berlasso
dell'avvio di un intervento urgente per la realizzazione del sistema di
monitoraggio idrometeorologico,
Acqua, nel 2030 avrà sete
un abitante su due ( da "Unita,
L'" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: E la Cina resta ancora lontana
dalle abitudini occidentali: in Svezia ogni anno si mangiano
A secco, costretta a
dividersi una risorsa limitata e sempre meno accessibile. Di qui al 2030 quasi
... ( da "Unita,
L'" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: E la Cina resta ancora lontana
dalle abitudini occidentali: in Svezia ogni anno si mangiano
alta specializzazione al
keymec oggi il via al corso per laureati
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: intervenire nello sviluppo e nel
consolidamento di quelle competenze tecniche che, in un mercato globalizzato,
sono determinanti nella gestione dei fattori di miglioramento delle performance
aziendali. Si parla, in pratica, dei sistemi di gestione della produzione, dei
materiali e dei magazzini e della capacità produttiva, di logistica
distributiva e integrata.
Una lancia per l'ispettore
Zulu Così anche il noir si globalizza
( da "Giornale.it, Il"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ispettore Zulu Così anche il noir
si globalizza di Luca Crovi Trionfano in libreria gli investigatori algerini, i
commissari greci in gita a Istanbul e le indagini nel cuore nero del Botswana
«Il poliziesco è la poesia della vita metropolitana», scriveva G. K.
Chesterton. «Il giallo è il fiore rosso sangue dell'epoca contemporanea»,
aggiungeva negli Anni Trenta,
le colpe della globalizzazione
( da "Tirreno, Il" del
17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: della crisi economica Le colpe
della globalizzazione PRATO. S'intitola "Storia della mia gente" ed è
il nuovo libro scritto da Edoardo Nesi. In questa sua ultima fatica lo
scrittore abbandona il romanzo per dedicarsi a una riflessione economica sul
declino industriale della città di Prato, che costruisce partendo dalla propria
esperienza di imprenditore tessile durata quindici anni.
Emergenza frane, danni per
20 milioni di euro ( da "Tempo,
Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Protezione civile Aldo Ciaramella
CAMPOBASSO Cento frane segnalate al 31 dicembre e una stima per riparare i
danni provocati dagli smottamenti a infrastrutture e a manufatti in un solo
anno per oltre venti milioni di euro. La Protezione civile regionale prepara il
suo dossier legato agli ultimi eventi della natura dello scorso anno ma ha già
cominciato a riempire di dati e di contenuti
Necessario valorizzare il
territorio ( da "Tempo,
Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il territorio sempre più baricentro
della globalizzazione, le questioni socio-economiche della provincia di
Frosinone sono state al centro del dibattito. È necessario valorizzare
fortemente il territorio contro gli effetti perversi della globalizzazione
senza regole, affermando un'etica ed una politica in grado di garantire un
sistema di valori condivisi,
L'Opec non taglia la Ford
invece sì Fed: la fine è vicina ( da "Manifesto,
Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: anche il numero delle società
straniere che si sono installate in Cina. Nel 2008, gli investimenti stranieri
avevano mostrato una crescita del 23,6%, anche se gli ultimi mesi dell'anno
iniziavano già a far intravedere una frenata. Su un altro fronte, non va meglio
negli Usa: in marzo l'indice Empire che misura l'attività manifatturiera
nell'area di New York è sceso ancora a -38,
Obama si converte all'
orto ( da "Manifesto,
Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla melamina nel latte in Cina
alla carne di maiale alla diossina dell'Irlanda fino ai casi di salmonella in
Usa. La campagna per promuovere il cibo sano ha conquistato un testimonial
potente come l'orto presidenziale. I principi salutisti divenuti la guida al
«mangiare non tossico» di una intera nazione sono quelli di Alice Waters,
È giallo il continente
nero L'Africa diventa made in Cina
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: made in Cina e si porta a casa
tonnellate di legname. Dall'Angola prende la via della Cina oltre la metà del
greggio locale e le imprese cinesi stanno costruendo porti, aeroporti, strade,
ferrovie nel Paese che sta diventando uno dei primi protagonisti dell'espansionismo
cinese in Africa, dopo il Sudan.
Se Wen Jibao lancia il
T-bond a copertura aurea ( da "Milano
Finanza (MF)" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ed è quindi maturo il momento per
ridefinire le relazioni cino-americane ed il ruolo della Cina nella governance
globale.Primo, Wen Jibao vuole garanzie esplicite dagli Usa che gli oltre 2
mila miliardi di dollari investiti in titoli del Tesoro americano siano al
sicuro. Il premier cinese parla alla moglie di Cesare per far capire a Cesare,
cioè Obama.
ANCHE se non prevedibile
con certezza, è certo auspicabile che la visita europea di Obama i...
( da "Messaggero, Il (Ostia)"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: altra ad una comprensione corretta
e realistica dei processi di globalizzazione, per condurli, nei limiti del
possibile, verso gli esiti più favorevoli alle buone sorti della vita umana sul
pianeta. Il tema della pace internazionale, su cui la Chiesa da sempre tiene
una posizione univoca e incondizionata, per soluzioni diplomatiche e mai
belliche di qualsiasi controversia tra Stati,
Londra: subito le risorse
per il Fondo monetario ( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: come la Cina. Altro segnale in
direzione degli emergenti è stata l'inclusione nel comunicato della volontà di
Europa e Usa a rinunciare all'esclusiva sulla nomina dei numeri uno rispettivamente
di Fmi e Banca mondiale, che verranno scelti non più in base al passaporto, ma
attraverso un processo di selezione aperto.
Vietnam, il miracolo
resiste ( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: le altre sono Cina, India e
Indonesia) da cui si attende una crescita positiva nel 2009. Ma a parte questa
considerazione di fondo, rimane il fatto che l'export vietnamita in direzione
degli Stati Uniti si è rivelato uno dei più resistenti. Tra i 50 principali
fornitori del mercato americano, solo cinque hanno fatto registrare incrementi
in gennaio:
Il baricentro del mondo
ora è a Est ( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: E cioè che il deficit Usa ammonta a
1.750 miliardi di dol-lari, mentre le riserve monetarie estere in Asia
ammontano a 3.500 miliardi». Tra i protagonisti dell'Est, naturalmente, ci
saranno Cina e India. «Ma non bisogna dimenticarsi del Giappone – aggiunge
Newton –
Technogym investe 40
milioni ( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: scenario competitivo in cui i
principali concorrenti Usa hanno registrato perdite di fatturato di oltre il
20% mentre Technogym ha guadagnato quote di mercato». Gli Usa hanno mostrato
infatti una crescita del 43 per cento. In Cina (+51%), dopo un ottimo 2007,
continua l'effetto traino delle Olimpiadi di Pechino 2008, evento nel quale
Technogym è stato fornitore ufficiale ed esclusivo.
dal nostro corrispondente
NEW YORK - Un altro incontro ravvicinato. Un rottame spazia...
( da "Messaggero, Il"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: E una continua attenzione nella
gincana fra la spazzatura spaziale. Un compito che promette di essere sempre
più difficile, se davvero la Cina continuerà con i suo ambizioso progetto di
mettere in orbita una sua stazione spaziale entro due anni.
LIGURIA, PROTEZIONE
CIVILE, ASSESSORE CASSINI: PROSEGUONO LE AZIONI DI PREVENZIONE DEGLI INCENDI
BOSCHIVI, RAGGIUNTO IN QUESTI ANNI IL MINIMO STORICO"
( da "marketpress.info"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: questo intervento i volontari di
antincendio boschivo e di protezione civile hanno lavorato per otto giornate
nelle quali sono stati impiegati circa 15 Volontari per ciascuna giornata.
"E´ grazie al disinteressato impegno del volontariato di antincendio boschivo
e protezione civile che in Liguria, in questi ultimi anni, abbiamo raggiunto il
minimo storico degli incendi boschivi -
"CODICE ROSSO"
DAL 19 AL 21 MARZO PRESSO LA FIERA DI ANCONA.
( da "marketpress.info"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 17 marzo 2009 - ' 'Una rassegna
nazionale per mostrare come opera la protezione civile e per promuovere una
riflessione sulla cultura della sicurezza´. Sono gli obiettivi della
manifestazione: 'Codice Rosso ' Il Comune nel sistema della protezione civile´
che si terra` alla Fiera di Ancona dal 19 al 21 marzo 2009.
Ecco la necessità di
coltivare occasioni e luoghi di incontro e di accordo tra protagon...
( da "Messaggero, Il"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: I processi di globalizzazione
svelano il disegno di una loro provvidenziale storicità proprio perché accentuano
degli esseri umani la loro universale natura e vocazione. Lo stato attuale del
dibattito bioetico non deve rischiare di chiudersi nei confini di conoscenze,
di ideologie, di interessi particolari, o di scelte politiche interne ad
elettorati nazionali.
IL SISTEMA REGIONALE DELLE
POLIZIE LOCALI E LA RETE DELLA PROTEZIONE CIVILE DEVONO FARE SINERGIA PER
AFFRONTARE LE SITUAZIONI DI EMERGENZA
( da "marketpress.info"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Martedì 17 Marzo 2009 IL SISTEMA
REGIONALE DELLE POLIZIE LOCALI E LA RETE DELLA PROTEZIONE CIVILE DEVONO FARE
SINERGIA PER AFFRONTARE LE SITUAZIONI DI EMERGENZA Lonigo (Vicenza), 17 marzo
2009 - ?Il sistema regionale delle polizie locali e la rete di Protezione
Civile devono fare sinergia per affrontare le situazioni di emergenza.
FIAT MELFI: OGNUNO FACCIA
LA SUA PARTE ( da "marketpress.info"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il processo di globalizzazione degli
ultimi anni, che si è retto sulla contrazione dei costi di produzione, e
l?attuale fase di congiuntura economica, impongono, a tutti, una riflessione
attenta sul futuro della Fiat e sul ruolo e la funzione che lo stabilimento
Sata di Melfi potrà avere nel prossimo futuro?
<La Protezione civile
non può far parte delle ronde>
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Protezione civile non può far
parte delle ronde» SICUREZZA NEL DIBATTITO che si è aperto in città sulle ronde
si è arrivati anche ad invocare l'intervento della Protezione Civile nelle
pattuglie cittadine. Marcello Gumina, presidente del Coordinamento delle
Associazioni di Volontariato di Protezione Civile della Provincia di Ferrara,
I 20 anni del web dal
privato al pubblico ( da "Riformista,
Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: chat e molto altro vivono sulla
oggi sulla rete in un moto sempre più impetuoso di globalizzazione:
un'autentica rivoluzione sociale. Le ricerche estreme sono sorgenti di
innovazione: la creatività viene stimolata da progetti ambiziosi e quanto più
sono complessi tanto maggiore è la messe di applicazioni utilizzabili che ne scaturiscono.
Crisi, Almunia (Ue):
segnali migliori ma rischio "autunno caldo"
( da "Reuters Italia"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Globalizzazione e di movimentare
quelle del fondo sociale", ha detto il commissario. "Ci aspettiamo
dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico". Almunia ha anche
osservato che, con gli interventi pubblici nell'economia che stanno gonfiando i
deficit, "i dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano
che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi
Prodi, Monti e Onida:
l'Europa spiegata agli studenti ( da "Corriere
della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: prima guardata con diffidenze da
Usa e Cina, adesso è oggetto di grande interesse». Elogio dell'Europa. E
dell'euro. «Dove saremmo adesso se non lo avessimo?», chiedeva ieri Romano
Prodi. Appello: «Non possiamo più avere un'Unione che non è capace di decidere
(il riferimento al principio di unanimità nelle votazione tra i Paesi membri)».
EMIGRATI UMBRI RIUNIONE
ANNUALE "CRE", DA PRESIDENTE LUPINI PROPOSTE PER 2009 E BILANCIO
ATTIVITÀ 2008 ( da "marketpress.info"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Umbria che in un contesto di
globalizzazione - ha detto - hanno più senso per i nostri giovani, nati e
cresciuti in società multietniche?) e sostenere quelle iniziative culturali che
?mirino al consolidamento della memoria e al potenziamento di una formazione
che dia un?
Il pendolo tra mercato e
<sociale> ( da "Corriere
della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: con la globalizzazione, mentre
cresceva la forza del mercato, configurato come il fondamento di una nuova
religione terrestre, decresceva simmetricamente la forza dello Stato. Via via
che con la globalizzazione cresceva la forza dell'economia, lo Stato rinunciava
ad esercitare una delle sue funzioni sovrane: rinunciava al monopolio nel
battere la moneta.
ALLE ORIGINI DELLA CRISI
IL CRAC DEL MODELLO USA ( da "Corriere
della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ignorava che questo era reso
possibile dalla fiducia con cui alcuni Paesi asiatici (in primo luogo la Cina)
continuavano a finanziare gli Stati Uniti sottoscrivendo i loro buoni del
Tesoro. E molti infine (fra gli italiani Paolo Savona) s'interrogavano sulla
quantità dei derivati che circolavano nel mondo e sull'effetto che quella massa
di carta avrebbe avuto sulla finanza globale.
Cina, Europa, Usa Il mondo
formato G3 ( da "Corriere
della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: REDAZIONALE Scenari L'analisi di
Parag Khanna nel saggio «I tre imperi» Cina, Europa, Usa Il mondo formato G3 di
ANTONIO CARIOTI I nutile sognare un mondo pacificato dalla globalizzazione: ci
attende al contrario un'era di accesi conflitti geopolitici. Ma non si tratta
dello «scontro di civiltà» previsto da Samuel Huntington.
GUANTANAMO: SPAGNA, ITALIA
E PORTOGALLO DISPOSTI AD ACCOGLIERE 60 DETENUTI OBAMA CERCA DI BLOCCARE I BONUS
AIG GOLPE IN MADAGASCAR TREGUA IN PAKISTAN - CACCIATO DALLA GRAN BRE
( da "Dagospia.com" del
17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la caduta dei prezzi permette alla
Cina di acquistare risorse naturali fondamentali per alimentare la crescita
economica. gerry adams Sicurezza, la Casa Bianca ribatte alle critiche dell'ex
vicepresidente Dick Cheney. Iraq, gli Stati Uniti sostituiscono i contractor
per la sicurezza del personale dopo il mancato rinnovo del contratto con la
Blackwater.
A Milano il cinema del sud
del mondo pag.1 ( da "Affari
Italiani (Online)" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Volti della Cina di confine, mostra
fotografica e radio-reportage di Gabriele Battaglia; Acquarelli di viaggio di
Marco Palleroni; Divenire, installazione fotografica di Neri Oddo; Africa à la
page: quando la moda viene dall'Africa: sfilart, evento dal Senegal tra arte e
moda;
ROAD RUNNERS AT VOX, CONTEMPORARY IMAGE CENTER & ( da "WindPress.it" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: contemporary
image center 1211 Saint-Laurent Boulevard Montreal (Quebec) Canada H2X 2S6
Ciné©mathè¨que qué©bé©coise 335, De Maisonneuve East Boulevard Montreal
(Quebec) Canada H2X 1K1 e-flux corp. 41 Essex street New York, NY 10002, USA
Contact us: http://www.e-flux.com/contact Subscribe:
http://www.e-flux.com/pages/subscribe Unsubscribe: http://www.
ECONOMIA: ALMUNIA, SEGNALI
DI MIGLIORAMENTO ( da "Wall
Street Italia" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Globalizzazione e di movimentare
quelle del fondo sociale", ha detto il commissario. "Ci aspettiamo
dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico". Almunia ha anche
osservato che, con gli interventi pubblici nell'economia che stanno gonfiando i
deficit, "i dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano
che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi
CRISI, ALMUNIA (UE):
SEGNALI MIGLIORI MA RISCHIO "AUTUNNO CALDO"
( da "Wall Street Italia"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Globalizzazione e di movimentare
quelle del fondo sociale", ha detto il commissario. "Ci aspettiamo
dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico". Almunia ha anche
osservato che, con gli interventi pubblici nell'economia che stanno gonfiando i
deficit, "i dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano
che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi
Milano, 23-29 marzo:
19esimo Festival del cinema Africano, d'Asia e America Latina
( da "Blogosfere" del
17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Asia e America Latina Pubblicato da
Ferruccio Gattuso alle 07:00 in Appuntamento al cine, News! 19° Festival del
cinema Africano, d?Asia e America Latina Milano, 23 – 29 marzo 2009
www.festivalcinemaafricano.org La 19° edizione del Festival del Cinema
Africano, d?Asia e America Latina si svolgerà a Milano dal 23 al 29 marzo 2009.
Chiesi: +14,3% il
fatturato nel 2008 ( da "Gazzetta
di Parma Online, La" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Brasile, Russia e anche in Cina,
dove a giugno è stata aperta una nuova affiliata. Le persone che lavorano in
Chiesi sono 3.243; durante lo scorso anno, il loro numero è cresciuto del 10% a
livello mondiale, facendo registrare nuove assunzioni soprattutto nelle filiali
estere di recente istituzione.
Mapu Terra Una storia in
difesa dell'appartenenza ( da "Villaggio
Globale.it" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ad oggi risultano persi soprattutto
in seguito ai fenomeni della globalizzazione e dell'omogeneizzazione più
radicale. Una rappresentazione che si pone davvero interessante per le tematiche,
oggi al centro di importanti dibattiti che cercano di innalzare la sensibilità,
il rispetto e il legame più profondo con il proprio territorio, nonché per la
bravura degli attori protagonisti.
Il rally delle Borse è
un'illusione, l'America nasconde i guai.
( da "Giornale.it, Il"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: davvero voglia di farsi guidare
dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina,
gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il
voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009
Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09
Ma Obama combatte davvero le lobbies?
MIBTEL -0.8% UNICREDIT SI
Dà AL MICROCREDITO NEGOZI DI MODA VS. OUTLET CHRYSLER PESSIMISTA NOKIA TAGLIA
1.700 POSTI ITALIANI IN CRISI INCOLLAti ALLA TV E AL CINE SEQUES
( da "Dagospia.com" del
17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ITALIANI IN CRISI INCOLLAti ALLA TV
E AL CINE ? SEQUESTRO IMMOBILI PER MADOFF ? Il nuovo iPhone RASSICURA WALL STREET?
1 - Listini in lieve recupero dopo indice Zew migliore attese... (Apcom) - I
listini limano le perdite dopo la pubblicazione dell'indice Zew, che misura il
clima di fiducia nel settore della finanza in Germania.
Cina: salgono a 740 mld $
investimenti nel Tesoro Usa a gennaio
( da "TgFin.it" del
17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 6 miliardi di dollari in titoli del
Tesoro Usa contro i 727,4 milioni di dicembre. I nuovi dati arrivano dopo che,
nei giorni scorsi, il premier cinese Wen Jiabao aveva espresso timori per gli
investimenti negli Usa della Cina a causa del forte aumento del deficit Usa.
Red-Mau (RADIOCOR) 17-03-09 11:54:14 (0098) 5 NNNN
A Milano il cinema del sud
della Terra pag.1 ( da "Affari
Italiani (Online)" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Volti della Cina di confine, mostra
fotografica e radio-reportage di Gabriele Battaglia; Acquarelli di viaggio di
Marco Palleroni; Divenire, installazione fotografica di Neri Oddo; Africa à la
page: quando la moda viene dall'Africa: sfilart, evento dal Senegal tra arte e
moda;
La fine delle 3 grandi è
la fine dell'auto elettrica? ( da "KataWeb
News" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 0 commenti Il sistema industriale è
strettissimamente interconnesso, in tempi di globalizzazione più che mai. E se
le Big Three (GM, Chrysler e Ford) saranno costrette a chiudere, a risentirne
non sarà soltanto l'indotto diretto ma anche l'industria dell'auto elettrica .
<Valutazione oggettiva
e più risorse agli atenei> ( da "Sicilia,
La" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ha dato anche notizia di «un
accordo tra l'Ateneo di Palermo e alcune università americane che permetta lo
scambio fra studenti degli Stati Uniti e della Sicilia con l'obiettivo di
individuare percorsi formativi comuni e di favorire la multiculturalità, base
da cui partire oggi per affrontare i processi di globalizzazione».
Detti così sembrano tre
esclamazioni dei fumetti: Usmaf, Pif e Sasn. In realtà, sotto le t...
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dal momento che la globalizzazione
sta aumentando i rischi per la salute pubblica e individuale. Tutto ciò ovviamente
si deve esclusivamente alla più veloce circolazione delle persone e delle
merci. Il nostro compito in sintonia con gli enti locali e l'Organizzazione
mondiale della sanità è anche quella di realizzare forme di controllo e di
prevenzione,
La crisi provocherà una
nuova ondata di immigrati? ( da "Giornale.it,
Il" del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: davvero voglia di farsi guidare
dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina,
gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6 voti, il
voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009
Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09
Ma Obama combatte davvero le lobbies?
E' ufficiale: Sygic Mobile
2009 arriva su iPhone ( da "Blogosfere"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: saranno fornite da TeleAtlas e la
copertura riguarderà anche Cina e India, il cui lancio è previsto entro il
Le armi del Cremlino
( da "EUROPA ON-LINE"
del 17-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina sul fronte militare non hanno
lesinato spese. Per Medvedev, dotarsi di armi più sofisticate è quindi un
imperativo categorico, se la Russia vuole tenere testa a questi due soggetti. A
proposito di America. Recentemente ci si è soffermati sul processo di
riavvicinamento tra Washington e Mosca, riassunto nella formula del reset
button evocata dal vice presidente Usa Joe Biden
( da "Agenzia di Viaggi, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
OPERATORI L?ora del
rilancio Dopo una stasi dovuta a varie cause, tra cui le Olimpiadi 2008, la
destinazione asiatica si ripropone sul mercato del turismo con infrastrutture
migliorate e una forte riqualificazione degli hotel. La programmazione di
Chinasia, Francorosso-Viaggidea, Il Tucano, A.G. Vacanze, Go Asia, Metemozioni,
Hotelplan Italia, UTAT-Caldana, Kuoni, Viaggi dell'Elefante, Columbia Turismo.
Dopo la stasi legata all?effetto Olimpiadi, inevitabile e prevista da tutti gli
operatori, è l?ora del rilancio di una destinazione dalle incredibili
potenzialità di sviluppo. In termini statistici, la Cina
– che nel 2007 aveva fatto segnare 219 mila arrivi dall?Italia di cui oltre 130
mila solo di traffico d?affari – presenterà un consuntivo 2008 con vistosi
decrementi, che non sono stati ancora certificati dalle autorità. Oggi il plus
del prodotto è dato dal netto miglioramento delle infrastrutture che permettono
un?ottimizzazione nei tempi di transfer da una località all?altra, e dalla
forte riqualificazione che, proprio grazie alle Olimpiadi, hanno avuto gran
parte degli hotel a disposizione dei turisti internazionali. Non a caso, a
giudicare dalle risposte dei t.o. specializzati, c?è grande attesa per la
ripartenza di una meta long-haul sulla quale si è investito molto in termini di
programmazione. Chinasia Il nuovo catalogo Cina di
Chinasia è composto da 64 pagine con 16 itinerari dai 9 ai 21 giorni, vanta
oltre 220 partenze di gruppo. La nuova programmazione, dispone di date e quote
valide fino al 31 marzo 2010. «Chinasia – dice l?au Giancarlo Monaco –
riconferma la partnership con la compagnia di bandiera Air China (col 95% di
voli regolari e senza scioperi), ma vede anche l?inserimento di un nuovo
itinerario volato KLM e l?incremento della collaborazione con Lufthansa, Cathay
e Swiss». Oltre un quarto del catalogo è dedicato alla parte informativa, con
indicazioni dettagliate per indirizzare il cliente-viaggiatore nella scelta
dell?itinerario che più corrisponde ai suoi desideri e soddisfi le sue
aspettative. «Come avevamo previsto – prosegue Monaco – le Olimpiadi non hanno
dato risultati positivi dal punto di vista turistico: erano e restano un
business circoscritto all?ambito sportivo, con arrivi e consumi legati ai
circuiti degli addetti ai lavori. Al momento portiamo in Cina
una media di circa 5.000 viaggiatori italiani l?anno; da gennaio siamo già a un
+10% rispetto allo stesso periodo del 2007, e con questo trend positivo
prevediamo di chiudere l?anno arrivando a un +15%. Ormai la Cina
è una meta che può vantare ottime infrastrutture – che hanno diminuito notevolmente
i tempi di percorrenza da una città all?altra – strutture alberghiere di alta
qualità e una perfetta organizzazione turistica. Secondo Monaco «il consiglio
che le agenzie devono comunque dare ai clienti è quello di affidarsi a un
operatore specializzato per l?organizzazione del viaggio, in grado di garantire
la qualità dei servizi offerti in loco e una guida professionale per cogliere
al meglio lo spirito di un Paese culturalmente molto diverso dal nostro. Noi
puntiamo alla formazione degli adv con il corso di e-learning Cina da Specialisti, online dal 12 gennaio con la seconda
edizione realizzata in collaborazione con l?Ente del Turismo Cinese, e abbiamo
in programma anche eductour riservati esclusivamente agli adv, più la
partecipazione con un nostro stand alle principali Fiere del settore B2B»
Francorosso, Viaggidea «Anche quest?anno puntiamo sugli itinerari più
apprezzati che includono località classiche come Pechino, Xi?an, Shanghai,
Guilin e Hong Kong – ci dice Andrea Torino, product manager Oriente di
Francorosso e Viaggidea – Il cuore del catalogo è legato agli itinerari che
combinano in vario modo queste città con l?eventuale possibilità di estensioni
a Nanchino e Suzhou. Riconfermiamo poi la scelta di hotel di livello medio-alto
con la caratteristica, soprattutto a Pechino e Shanghai, di essere molto
centrali. A Pechino, il Jianguo Garden si trova a pochi minuti a piedi da
piazza Tien an men e da via Wangfujing, mentre il Salvo di Shanghai permette di
raggiungere in cinque minuti, sempre a piedi, il Bund e Nanjing Road». La vera
grande novità di quest?anno è legata all?introduzione del Giappone sul
catalogo. «Il nostro nuovo prodotto Cina e Giappone ci
permette di offrire al cliente una gamma di offerte sempre più ricca e anche
ricercata (la combinazione Giappone e Polinesia è forse la miglior sintesi di
questo concetto). Inoltre voliamo solo sulla linea e quasi esclusivamente con
vettori europei, Lufthansa e Klm, oltre a Thai Airways e Singapore Airlines per
il Sud Est Asiatico. Per migliorare i collegamenti dall?Italia, sarebbe
importante avere un vettore solido, che preveda però voli sia su Pechino che su
Shanghai. La quasi totalità del traffico turistico acquista infatti viaggi con
open jaw, ossia entrata in Cina su Pechino e ritorno
in Italia da Shanghai (o viceversa), e l?eventuale programmazione di voli solo
su una o sull?altra località, non avrebbe impatti efficaci per questo segmento
di mercato». Nell?approccio alle vendite la Cina è una
destinazione one shot. Il numero di coloro che ritornano è molto limitato. «Per
questo motivo consigliamo di farla in maniera completa: gli itinerari proposti,
soprattutto Cina Classica e L?Impero Celeste, vanno
proprio incontro a quest?esigenza». Un altro fattore importante è la scelta
alberghiera. Spesso il fattore prezzo viene usato come elemento essenziale
nell?acquisto di questi pacchetti «ma gli hotel prescelti e la loro posizione
possono fare la differenza tra un viaggio piacevole e uno problematico. Infine
– conclude Torino – l?assenza di soluzioni balneari adatte alla clientela
italiana in Cina, ci porta a suggerire spesso
l?acquisto di quelle combinazioni, come Cina e
Thailandia, che ci rendono originali rispetto al resto dell?offerta presente in
adv». Il Tucano Sono nove i percorsi per viaggi a lunga percorrenza disegnati
da Carla Milone per Il Tucano: dal più corto, solo 12 giorni a Xiahe, nel
Gansu, per il Capodanno tibetano, al più lungo, due mesi per un viaggio mitico,
da Istanbul a Pechino, attraverso la Via della Seta, passando da Samarcanda e Fergana
per arrivare, a ridosso delle cime himalayane, al Kashgar e nel deserto cinese
del Taklimakan, le cui sabbie agitate dalle tempeste di vento, hanno sepolto e
custodiscono intere città. «è assurdo pensare di visitare la Cina,
comprese le sue grandi città, in sette giorni. La Cina
è come l?Europa, custodisce al suo interno 100 popoli diversi, è stata culla di
grandi civiltà, ha avuto nei secoli tante capitali e una storia lunga e
importante, ancora oggi testimoniata dalle vestigia di grandi opere», sostiene
Milone la cui programmazione, fuori rotta, cerca paesaggi e villaggi
tradizionali, edifici d?epoca; cerca l?architettura delle case, delle
case-fortezze, delle case costruite sull?acqua; le forme dei templi dedicati
alle varie religioni, come il taoismo, il buddismo, il lamaismo; indaga
sull?architettura dei paesaggi mutati nei secoli dall?opera dell?uomo, le
terrazze delle risaie che modificano le montagne. Il vettore è sempre
Lufthansa, i gruppi sono piccoli, non più di 15 persone, gli itinerari studiati
nei minimi particolari: viaggi avventura che diventano occasioni di conoscenza,
che si riempiono di contenuti importanti, mentre davanti agli occhi dei
viaggiatori sfilano le immagini delle yurte e dei cammelli, delle grotte
affrescate dai primi monaci, delle montagne gialle, delle pagode variopinte, di
immensi Budda di pietra che sovrastano le rive di antichi fiumi. A.G.Vacanze
A.G. Vacanze propone per il 2009 una Cina poco
conosciuta, la grande Cina che custodisce ancora i
tesori di una civiltà millenaria. La cosiddetta Cina
classica, una settimana di corsa sulle piste più battute dal turismo, Pechino,
Xian, Shanghai, cercando di vedere tutto il possibile, è un?idea di viaggio
superata, a detta del titolare Alberto Giuliano. «Io cerco di mettere la mia
esperienza al servizio di chi voglia visitare la Cina
individualmente e mi chiede un viaggio tagliato su misura, su una specifica
destinazione, su una città. Garantire il volo e una buona accoglienza in
qualsisasi città, questo è il mio compito. Oggi in Cina
ci vanno soprattutto i cinquanta/sessantenni, invece, a mio parere, si tratta
di un Paese adatto a un turismo individuale fatto dai giovani». In effetti la Cina è un Paese molto sicuro, nel quale si può viaggiare in
auto con tranquillità; la ricettività e il cibo raggiungono dappertutto uno
standard discreto e a buon prezzo; i voli interni e i treni funzionano e sono
economici; le città sono piene di giovani e di locali dove i ragazzi si vanno a
divertire. Dall?Italia il vettore obbligato è Air China, giornaliero da Roma,
ma ci sono anche i 14 voli giornalieri per la Cina di
Lufthansa dalle città tedesche, e di Air France due volte al giorno da Parigi.
«La Cina è e rimane un prodotto di nicchia, pochi
italiani la conoscono, i veri turisti non sono più di
( da "Stampa, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Intervista I timori
di Bruxelles "Per la ripresa è necessario dire la verità" MARCO
ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES Joaquin Almunia ammette che si rischia «un
otoño caliente», un autunno caldo per l'intera Europa. «Le condizioni sociali
si sono deteriorate, e peggiorano ancora» dice il commissario Ue per
l'Economia, che pure comincia a vedere «segnali migliori rispetto a tre mesi
fa: alcune banche hanno annunciato risultati più favorevoli delle attese, il
mercato della liquidità va un po' meglio, e l'impegno dei governi per i lavori
pubblici comincerà a dar frutti presto». Certo, ribadisce lo spagnolo, «questa
recessione è la più dura da 70 anni» e «non possiamo stare a guardare ora che si
vedono tensioni dappertutto». Si deve pertanto «usare ogni strumento
disponibile per aiutare chi perde il posto e mantenere aperto il filo della
concertazione». Ovvero, «serve una primavera di dialogo proprio per evitare
l'otoño caliente». Ostenta realismo, Almunia, però lo fa sorridere veder dare
dell'uccello del malaugurio a chi afferma che le cose vanno male. E' una
questione di credibilità, assicura alla vigilia del Vertice Ue dedicato
all'economia che si apre giovedì a Bruxelles: «La fiducia non tornerà se noi
non saremo capaci di descrivere l'attuale situazione com'è veramente e se,
dunque, non dimostreremo d'essere consapevoli del compito difficile che ci
attende». Ma questo, spiega, è solo metà dell'opera. Il messaggio di
preoccupazione per «una crisi profonda» deve essere «immediatamente seguito
dall'enunciazione di quello che pensiamo di fare per correggere la situazione,
risanare i mercati, sostenere la domanda, riformare i nostri sistemi». In altre
parole, «è la combinazione della consapevolezza dell'impegno e della strategia
politica per correggerlo che può modificare il clima». La generalizzata perdita
dei posti di lavoro crea un quadro decisamente complesso. No? «Tutte le
previsioni promettono una crescita negativa in Europa per quest'anno e una
situazione molto incerta in settori trainanti come industria, costruzioni,
servizi. L'occupazione richiede in prima battuta risposte nazionali, ma ciò non
toglie che la Commissione lavori sulla cornice. Abbiamo
proposto di aumentare le risorse per il Fondo Globalizzazione e
di movimentare quelle del fondo sociale. Ci aspettiamo dai leader del Consiglio
un chiaro impulso politico». Preoccupato per l'ondata di scioperi che monta?
«Si rilevano tensioni dappertutto. Alla luce di questo, perché i risultati
siano concreti c'è bisogno di un solido dialogo sociale. In passato
questo spirito ha funzionato. Adesso serve a maggior ragione». Sabato i
ministri economici del G20 hanno enfatizzato la concordia raggiunta sui
progetti di riforme dei mercati. E' vera intesa? «Il segretario al Tesoro
americano Geithner ha confessato che "se un anno fa mi aveste detto che ci
saremmo trovati così d'accordo, non ci avrei creduto". Il livello di
consenso sulla diagnosi della crisi e sui pilastri della reazione è molto alto.
Chi alla vigilia profetizzava scontri fra Usa e Ue è stato smentito. E questa è
una buona cosa». Qual è la ricetta? «Tre punti. Sostenere la domanda con un uso
coordinato degli strumenti macroeconomici. In secondo luogo, si deve
ristabilire la liquidità del mercato tenendo conto del fatto che se non si fa
questo, anche il primo obiettivo non può essere raggiunto. Terzo: rafforzare il
funzionamento delle istituzioni internazionali perché la crisi non è solo un
problema europeo». Nell'amministrazione Obama c'è chi pensa che l'Europa non
abbia fatto abbastanza. «Abbiamo fatto bene anche se non dico che non si possa
fare meglio. Aggiungo che se sarà necessario, ma è certamente presto per dirlo,
bisogna essere pronti a fare di più». Intanto i deficit si stanno gonfiando. E'
allarmato? «I dati sull'andamento delle finanze pubbliche europee rivelano che
i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi li aveva. Si è visto nel
Regno Unito e Irlanda: gli impegni per sostenere le banche hanno inciso in modo
importante sul debito. In altri paesi, come la Spagna, l'effetto è stato
inferiore. Cià non toglie che inseguire la sostenibilità a medio termine è
essenziale». E l'Italia? «Il debito, che era molto alto prima della crisi,
resta elevato. Lo stimolo fiscale è stato pertanto molto, molto contenuto,
perchè s'è tenuto conto dei pochi margini disponibili. Fortunatamente le vostre
banche non hanno richiesto interventi rilevanti. Non ci sono stati problemi,
almeno per ora. Il margine di manovra di un paese si misura sugli spread dei
titoli pubblici. Più alti sono, meno ce n'è». In questo contesto, ha ancora
senso bacchettare chi sfora i parametri di Maastricht? «Non solo ha senso. Ha
molto senso. Se passa il messaggio che le nostre finanze sono fuori controllo,
distruggiamo la fiducia che invece va ripristinata per incoraggiare consumatori
e investitori, e poi rilanciare la domanda. Ecco la chiave: assicurare la
stabilità dei conti e preparare un piano di rientro per quando comincerà la
ripresa». Già, quando sarà? «Lo capiremo quando vedremo concretizzarsi gli
effetti dei piani di stimolo. Gli interventi sono stati fra novembre e
febbraio, non possiamo attenderci risultati in marzo. Però, ripeto, vedo
indicazioni migliori rispetto a tre mesi fa». Vuol dire che abbiamo toccato il
fondo? «Non posso esserne sicuro. Ma spero di sì».
( da "Corriere.it" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
obsoleto
il potere di bloccare ogni delibera di Usa, Cina, Russia,
Francia e Gb L'Italia: «Moratoria sul diritto di veto» Il rappresentante
italiano all'Onu: «Non valga quando si decide su genocidi e interventi
umanitari » Il Palazzo di Vetro, sede dell'Onu a New Yorl, presidiato dalla
polizia (Ap) NEW YORK - L'Italia propone una moratoria sul potere di veto, per temi come il genocidio o gli
interventi umanitari: ne ha parlato oggi per la prima volta al Palazzo di Vetro
il rappresentante permanente italiano Giulio Terzi. «Il consiglio di sicurezza
va riformato» e «non si può lasciare fuori da questa riforma il tema chiave del
potere di veto»', oggi appannaggio di Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Russia
e Cina, ha indicato Terzi nel corso della riunione
plenaria dell'Assemblea generale dedicata alla riforma del consiglio di
sicurezza. FAVOREVOLI E CONTRARI - L'abolizione del potere di veto - che
permette ai Cinque di bloccare le decisioni del Consiglio - continua a
registrare l'assoluta opposizione dei cinque paesi che lo detengono. Ma la
quasi totalità dei paesi dell'Onu, come è stato ribadito durante la riunione da
rappresentanti di tutte le aree geografiche, la appoggiano, anche se con
diverse sfumature. «AGIRE CON REALISMO» - «Comprendiamo - ha proseguito Terzi -
la richiesta degli stati africani di abolire il veto», considerato ormai un
istituto obsoleto e che «contrasta con l'esigenza di rappresentatività ed
efficacia» dell'organo che decide sulle minacce alla pace e alla sicurezza
internazionale. «E' per questo - ha spiegato Terzi agli ambasciatori dei 192
paesi dell'Organizzazione - che occorre agire con realismo e lavorare ad una
riforma del veto che ne riduca gradualmente l'applicazione quando, ad esempio,
il Consiglio decide su materie quali il genocidio o gli interventi umanitari».
Terzi suggerisce che l'Assemblea Generale decida «una moratoria sul concreto
uso del veto che faccia parte di una complessiva riforma del consiglio di
sicurezza nella quale le questioni del veto, dei nuovi seggi e della loro
dimensione regionale sono tutte strutturalmente collegate». (Ansa). stampa |
( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 4 - Esteri
Onu, al vertice sul razzismo l´Ue pronta al ritiro Da Bruxelles bozza comune
dei 27, via le frasi giudicate antisemite dal testo ufficiale ALBERTO D´ARGENIO
BRUXELLES - è scontro tra Europa e Nazioni Unite sulla Conferenza mondiale
contro il razzismo. Il Vecchio continente, seguendo una posizione già adottata
dall´Italia, ritirerà i propri diplomatici dai lavori di Durban 2 se i testi
preparatori non saranno radicalmente modificati. Nel mirino le accuse ad
Israele, alcuni passaggi ritenuti antisemiti e la richiesta di limitare la
libertà d´espressione sulla religione. Passaggi favoriti dalla Libia, che con
l´aiuto di Iran e Cuba sta preparando i lavori della conferenza Onu che si
terrà a Ginevra a fine aprile. Sono mesi che Israele chiede ai governi
occidentali di boicottare Durban 2 (la prima conferenza si era tenuta nella
città sudafricana). I primi a sfilarsi sono stati Usa,
Olanda e Canada. Quindi, ai primi di marzo, anche l´Italia ha annunciato il
ritiro della propria delegazione dai lavori preparatori. Mossa che ha preso in
contropiede alcuni partner Ue, come la Francia, che avrebbero preferito
rimanere uniti e lottare per il cambiamento dei testi. Anche il Vaticano ha
scelto di restare in attesa di una nuova bozza di conclusioni. Eppure la mossa
di Roma ha avuto effetto, come si è visto ieri a Bruxelles. Su richiesta della
Germania il caso Durban 2 è stato affrontato dai ministri degli Esteri Ue nel
corso di un pranzo disertato dal francese Bernard Kouchner. Al termine della
discussione il ministro Franco Frattini ha annunciato che i partner hanno
deciso di presentare un «testo unico radicalmente nuovo ed alternativo»
preparato dall´Olanda, più snello di quello sul tavolo a Ginevra e che «non
menziona temi antisemiti e limitazioni alle libertà d´espressione». Per il
titolare della Farnesina «l´Italia ha smosso le acque torbide e se il testo
olandese sarà accolto i nostri diplomatici torneranno ai negoziati». Duro anche
il ministro tedesco Frank Walter Steinmeier: «Per ora i documenti suggeriscono
che non si tratta di un semplice dibattito sul razzismo, ma di prese di
posizione di parte sul conflitto in Medio Oriente o per condannare le posizioni
europee e americane sul mondo musulmano». Sulla stessa linea la maggioranza dei
partner europei, tra cui Gran Bretagna, Danimarca, Estonia e Polonia. E così la
tesi si è fatta largo, tanto che al termine dei lavori il ceco Karel
Schwarzenberg, presidente di turno Ue, ha sottolineato che «se la Conferenza
non si conformerà alle nostre richieste la Ue si ritirerà». Insomma, una
posizione che mette l´Europa in rotta di collisione con l´Onu, il cui
commissario per i diritti dell´uomo, Navi Pillay, a inizio marzo aveva chiesto
ai governi recalcitranti di rimanere alla Conferenza per trovare un consenso
sul razzismo. Parole che non hanno convinto, come spiega un diplomatico
europeo: i governi del Vecchio Continente, infatti, «non hanno dimenticato» le
manifestazioni di piazza antisemite del
( da "Gazzettino, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Vaticano e Usa
interessi comuni di Francesco Paolo Casavola Martedì 17 Marzo 2009, Anche se
non prevedibile con certezza, è certo auspicabile che la visita europea di
Obama includa un incontro con Benedetto XVI. Chiesa cattolica e Stati Uniti
d'America sono entità più interessate di ogni altra ad una
comprensione corretta e realistica dei processi di globalizzazione, per
condurli, nei limiti del possibile, verso gli esiti più favorevoli alle buone
sorti della vita umana sul pianeta. Il tema della pace internazionale, su cui
la Chiesa da sempre tiene una posizione univoca e incondizionata, per soluzioni
diplomatiche e mai belliche di qualsiasi controversia tra Stati, sembra
sollecitare la nuova amministrazione americana ad un approccio ben diverso da
quello tenuto nella precedente strategia di politica estera del presidente
Bush, all'insegna delle opzioni militari. Ma non sarebbe il solo punto di
convergenza nel giudizio dei fatti e dei modi e dei mezzi per intervenire su di
essi. (Segue a pagina 21)
( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina XIII - Roma
OSSERVATORIO Soffre anche il business dei beni culturali per il turismo è l´ora
di nuovi progetti Il sistema economico mondiale è colpito da una crisi tra le
più gravi di sempre. Per l´Italia la Banca d´Italia ha stimato una contrazione
del Pil del 2,6% nel 2009. Gli effetti si ripercuotono sul turismo, una delle
componenti più importanti della nostra economia. L´Italia resta una delle mete
preferite ma abbiamo perso la leadership che detenevamo negli anni ´70: siamo la quinta destinazione al mondo dopo Francia, Spagna, Usa e Cina. Il turismo, compreso l´indotto, rappresenta circa il 10% del
Pil dell´Italia: un dato rilevante anche se al di sotto del 17,2 stimato della
Spagna. Quello del turismo è un settore vitale con una forte voglia di fare
impresa, ma esistono ostacoli che ne limitano le potenzialità. Per
troppo tempo si è pensato che il patrimonio culturale potesse da solo
assicurare il primato. I fatti ci dicono che ciò non è più sufficiente: c´è
bisogno di infrastrutture, di progetti innovativi, di risorse manageriali
adeguate. Roma è stata per molti anni in controtendenza rispetto all´andamento
nazionale: ha registrato una costante crescita di turisti. Dal 1996 al 2007
(dati Ebtl, Ente Bilaterale del Turismo del Lazio) le presenze di turisti
nazionali e stranieri negli alberghi di Roma e provincia sono cresciute del
61,9%. Nel solo 2007 sono state 23,6 milioni. Il
( da "Nuova Sardegna, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 3 - Nuoro Anche
l'arte scopre il marmo di Orosei Successo delle sculture di Giovanni Canu nelle
mostre di Torino e Milano NUORO. Giovanni Canu, famoso pittore e scultore
originario di Mamoiada, ma artisticamente maturato a Nuoro e poi affermatosi a
Torino e Milano, ha scoperto che i marmi di Orosei valgono, almeno come
materiale per le creazioni artistiche in generale e per le sue opere personale,
quanto quelli toscani di Massa-Carrara. Lavorando e plasmando i blocchi riesce,
nei percorsi della sua scultura, a trovare l'ispirazione per rifarsi alla
storia della Sardegna, a riscoprire e ad alimentare la fantasia e il fascino
della sua stessa arte. Nelle recenti mostre organizzate a Milano e Torino il
successo decretatogli dalla critica e dagli amanti delle belle creazioni in
ceramica e marmo della Baronia, è stato davvero importante. Una parte di questo
merito va anche alla società "Pietra artistica internazionale" (Pai)
delle cave "Tuttavista" di Orosei, con i suoi 100 mila metri
quadrati. è qui, infatti, che nascono molte delle straordinarie opere di
Giovanni Canu, così come le decorazioni di molte costruzioni pubbliche e
private, alberghi e chiese, al pari dei magazzini londinesi di Lafayette, gli
aeroporti Charles De Gaulle di Parigi e di Singapore, forniti dalla "Pai".
Nella stessa Orosei diverse strade e piazze sono segnate dalle opere scolpite
su questi stessi marmi. La "Pai" utilizza per le sue lavorazioni
tecniche mordenissime, realizzando con un filo diamantato sottili fette di
marmo bianco o venato, per rivestire i grattacieli di mezzo mondo e a decorare
case e uffici. Il marmo di Orosei, unico nel suo genere in Italia per le
venature e le sue particolari caratteristiche, viene commercializzato
in Cina, negli Usa, in Russia, Spagna, Olanda, Giappone, Germania, Egitto e Kwait.
Titolare dell'azienda, una tra le più apprezzate nel mondo, è Giuseppe Sanna,
che ha maturato all'estero la propria esperienza lavorativa nel settore. Socia
della ditta oreseina è Annalisa Alloi, farmacista con la passione per i marmi
della Baronia e delle pietre della Sardegna in generale. La
"Pai", che ormai si è fatta conoscere nelle maggiori fiere
internazionali alle quali partecipa, tra le quali quelle nell'Arabia Saudita
Dubai, Mosca ed altre capitali europee e d'oltre oceano, ha conquistato una
singolare nicchia nel mercato mondiale, anche perchè le hall e le suit, le
piscine e i colonnati di numerosi hotel, sono diventate la vetrina delle rocce
della Baronia, specie per le tanto ammirate creazioni perlate e nuvolate. Da
qualche anno a questa parte, a guardare con interesse e avidi occhi i blocchi
del prezioso marmo di Orosei, al pari dello scultore Giovanni Canu, sono anche
altri estrosi artistici che alla "Pai", ormai nota nei vari
continenti, chiedono di poter approdare alle cave del monte Tuttavista di
Orosei presso le quali trovare l'ispirazione, modellando la straordinaria
materia, dalla quale ricavano preziose forme e figure dalla potente e
affascinante forza espressiva. (antonio bassu)
( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 10 -
Pordenone La Protezione civile attiva un impianto per misurare l'intensità
delle piogge SPILIMBERGO. Sarà attivata anche a Spilimbergo una stazione
pluviometrica per monitorare l'andamento idrometeorologico. Questo quanto
comunicato all'amministrazione comunale della dalla
Protezione civile regionale. Come sottolineato dal sindaco Renzo Francesconi,
«abbiamo ricevuto comunicazione dal direttore centrale della Protezione civile
del Friuli Venezia Giulia dottor Guglielmo Berlasso dell'avvio di un intervento
urgente per la realizzazione del sistema di monitoraggio idrometeorologico,
ai fini del controllo e delle gestione della diga di Ravedis e del bacino del
Cellina - Meduna». L'operazione, dichiarata indifferibile, urgente e di
pubblica utilità, consisterà nell'installazione di nuove stazioni e di nuovi
sensori che andranno a integrare il sistema già esistente gestito dalla
Protezione civile. «Un intervento - prosegue Francesconi - imminente. La
stazione pluviometrica sarà infatti installata sul terreno comunale in via del
Macello, presso la sede della nostra Protezione civile, e a eseguire
l'intervento sarà la società Cae di San Lazzaro di Savena (Bologna) sotto la
supervisione dei tecnici della Protezione civile regionale». Per Spilimbergo,
la presenza di un pluviometro rappresenta una assoluta novità. L'attività della
centralina sarà quella di studiare il territorio tramite la misurazione della
violenza della pioggia. E in tempo reale i dati saranno forniti alla Protezione
civile. «Grazie a questa installazione - conclude Francesconi - il monitoraggio
sarà capillare, come concreta risulterà l'esatta previsione della portata della
pioggia. Credo sia importante questa collaborazione con la Protezione civile
proprio per scongiurare eventuali rischi idrogeologici nella nostra zona».
(g.z.)
( da "Unita, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Acqua, nel 2030 avrà
sete un abitante su due MARINA MASTROLUCA A secco, costretta a dividersi una
risorsa limitata e sempre meno accessibile. Di qui al 2030 quasi la metà della
popolazione mondiale si troverà a vivere in zone definite ad alto stress
idrico, il che tradotto significa che ci sarà ben poca acqua da spartirsi. In
Africa già da un decennio prima i cambiamenti climatici metteranno a dura prova
tra i 75 e i 250 milioni di persone. Siccità e desertificazione
moltiplicheranno il numero dei profughi, intere popolazioni - tra i 24 e i 700
milioni - saranno in fuga alla ricerca di acqua. Nuovi conflitti si
innescheranno per difendere o accaparrarsi le risorse necessarie. Non promette
niente di buono il terzo Rapporto Onu sullo stato di salute delle risorse
idriche planetarie, presentato ieri al V Forum mondiale organizzato dal
Consiglio mondiale dell'acqua, che a Instabul ha visto una partecipazione
record: 30.000 partecipanti, 3000 organizzazioni, una ventina di capi di Stato
e di governo, 180 ministri dell'ambiente - per l'Italia Stefania Prestigiacomo.
POVERI E ASSETATI «Colmare il divario per l'acqua», questo il titolo
dell'evento. E di strada da fare, a giudicare dal rapporto Onu ce n'è fin
troppa. Ogni 17 secondi un bambino muore per una banale diarrea, dovuta all'indisponibilità
di acqua pulita e di impianti fognari. La mappa della povertà pressoché
coincide con quella dell'inaccessibilità di risorse idriche: quelli che vivono
con 1,25 dollari al giorno sono gli stessi che non possono bere acqua pulita.
Mentre metà della popolazione mondiale soffre la sete, il consumo di acqua non
è mai aumentato tanto come negli ultimi cinquant'anni - è triplicato -
soprattutto a causa della crescita demografica. Attualmente la popolazione
mondiale sale di 80 milioni all'anno, una pressione che produce un aumento dei
consumi d'acqua pari a 64 miliardi di metri cubi annui. Di qui al 2050 la
popolazione mondiale passerà dai 6,6 miliardi attuali a circa 9 miliardi, e
l'aumento sarà concentrato soprattutto nelle zone dove già le risorse idriche
scarseggiano. L'agricoltura che già oggi assorbe il 70% circa delle risorse
idriche, se non si introdurranno nuovi metodi di qui al 2050 inghiottirà il 90%
dell'acqua disponibile. I cambiamenti climatici e degli stili di vita sono le
altre voci in negativo del bilancio idrico mondiale, per non contare la
produzione di energia sia idroelettrica o da biocarburanti. Per produrre un
chilo di carne si consumano tra i 2000 e i
( da "Unita, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
A secco, costretta a
dividersi una risorsa limitata e sempre meno accessibile. Di qui al 2030 quasi
la metà della popolazione mondiale si troverà a vivere in zone definite ad alto
stress idrico, il che tradotto significa che ci sarà ben poca acqua da
spartirsi. In Africa già da un decennio prima i cambiamenti climatici
metteranno a dura prova tra i 75 e i 250 milioni di persone. Siccità e
desertificazione moltiplicheranno il numero dei profughi, intere popolazioni -
tra i 24 e i 700 milioni - saranno in fuga alla ricerca di acqua. Nuovi
conflitti si innescheranno per difendere o accaparrarsi le risorse necessarie.
Non promette niente di buono il terzo Rapporto Onu sullo stato di salute delle
risorse idriche planetarie, presentato ieri al V Forum mondiale organizzato dal
Consiglio mondiale dell'acqua, che a Instabul ha visto una partecipazione
record: 30.000 partecipanti, 3000 organizzazioni, una ventina di capi di Stato
e di governo, 180 ministri dell'ambiente - per l'Italia Stefania Prestigiacomo.
POVERI E ASSETATI «Colmare il divario per l'acqua», questo il titolo
dell'evento. E di strada da fare, a giudicare dal rapporto Onu ce n'è fin
troppa. Ogni 17 secondi un bambino muore per una banale diarrea, dovuta
all'indisponibilità di acqua pulita e di impianti fognari. La mappa della
povertà pressoché coincide con quella dell'inaccessibilità di risorse idriche:
quelli che vivono con 1,25 dollari al giorno sono gli stessi che non possono
bere acqua pulita. Mentre metà della popolazione mondiale soffre la sete, il
consumo di acqua non è mai aumentato tanto come negli ultimi cinquant'anni - è
triplicato - soprattutto a causa della crescita demografica. Attualmente la
popolazione mondiale sale di 80 milioni all'anno, una pressione che produce un
aumento dei consumi d'acqua pari a 64 miliardi di metri cubi annui. Di qui al
2050 la popolazione mondiale passerà dai 6,6 miliardi attuali a circa 9 miliardi,
e l'aumento sarà concentrato soprattutto nelle zone dove già le risorse idriche
scarseggiano. L'agricoltura che già oggi assorbe il 70% circa delle risorse
idriche, se non si introdurranno nuovi metodi di qui al 2050 inghiottirà il 90%
dell'acqua disponibile. I cambiamenti climatici e degli stili di vita sono le
altre voci in negativo del bilancio idrico mondiale, per non contare la
produzione di energia sia idroelettrica o da biocarburanti. Per produrre un
chilo di carne si consumano tra i 2000 e i
( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 17 -
Pordenone Alta specializzazione al Keymec Oggi il via al corso per laureati SAN
VITO. Al via questa mattina, al centro Keymec (nella zona industriale del Ponte
Rosso), il corso di alta specializzazione in "Operations and supply chain
menagement: come fabbricare la rete dell'innovazione". Organizzato da
Keymec, Polo tecnologico di Pordenone ed Enaip, il progetto si propone d'intervenire nello sviluppo e nel consolidamento di quelle
competenze tecniche che, in un mercato globalizzato, sono determinanti nella
gestione dei fattori di miglioramento delle performance aziendali. Si parla, in
pratica, dei sistemi di gestione della produzione, dei materiali e dei
magazzini e della capacità produttiva, di logistica distributiva e integrata.
Il settore di riferimento è quello della meccanica, mentre la parte insegnante
sarà rappresentata da docenti e ricercatori universitari, manager e consulenti
direzionali:
( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 65 del 2009-03-17
pagina 29 Una lancia per l'ispettore Zulu Così anche il
noir si globalizza di Luca Crovi Trionfano in libreria gli investigatori
algerini, i commissari greci in gita a Istanbul e le indagini nel cuore nero
del Botswana «Il poliziesco è la poesia della vita metropolitana», scriveva G.
K. Chesterton. «Il giallo è il fiore rosso sangue dell'epoca contemporanea»,
aggiungeva negli Anni Trenta, Augusto De Angelis, uno dei padrini della
narrativa d'indagine italiana. In un'epoca in cui la globalizzazione ha toccato
ormai praticamente tutti i settori sociali, politici ed economici, non si può
non sottolineare che la letteratura poliziesca abbia ampliato il suo spettro di
ricerca a praticamente tutti i luoghi possibili del mondo. Questo ha permesso a
decine di autori di creare originali detective che fanno della propria etnia e
dei luoghi in cui indagano il punto di forza delle proprie storie. Anche in
Italia stiamo vivendo una vera e propria colonizzazione da parte degli autori
che arrivano dal Nord Europa: dall'islandese Arnaldur Indridason (creatore
della saga del commissario Erlendur Sveinsson edita in Italia da Guanda) al
vendutissimo svedese Stieg Larsson della celebratissima Millennium Trilogy, ma
anche i riscoperti Maj Sjöwall e Per Wahlöö (creatori dell'ispettore Martin
Beck ristampato con successo da Sellerio), l'Hakan Nesser dell'enigmatico
Commissario Van Veeteren e il popolare Henning Mankell della serie del
Commissario Wallander (edita da Marsilio così come i non meno intriganti
romanzi di Kjell Ola Dahl, Leif G. W. Personn, Åsa Larsson, Arne Dahl e John
Ajvide Lindqvist). Ma nel nostro paese i lettori anche imparato ad amare anche
le storie africane della signora Precious Ramotswe, titolare della prima
agenzia investigativa femminile del Botswana ideata dallo scrittore Alexander
McCall Smith. Un personaggio seriale molto simpatico Precious Ramotswe che nel
recente Il buon marito (Guanda) è alle prese con il suo scalpitante marito JLB
Matekoni, stufo di occuparsi solo di motori e di carburatori da sistemare e che
ha deciso anche lui di diventare indagatore facendo concorrenza alla moglie.
Così assieme alla occhialuta signorina Makutsi, il maschio insoddisfatto si
trova a occuparsi di casi di adulterio, di furti in tipografia, di strani
decessi ospedalieri. Ma scoprirà suo malgrado che fare il detective non è così
semplice e che forse sua moglie ha un po' più di intuito di lui. E se nel
romanzo di McCall Smith i drammi sono sempre raccontati con il tono di
commedia, tutt'altro è il ritmo scelto in Zulu (Mondadori) del francese Caryl
Férey che ha per protagonista Ali Neuman, ex bambino zulu sopravvissuto alle
stragi attuate nel bantustan di KwaZulu dalle milizie Inkatha. Un giovane
scampato a terribili pulizie etniche e divenuto ai giorni nostri capo della
squadra omicidi di Città del Capo. Un luogo dove la violenza è continua per le
strade e dove Neuman si trova a dover indagare su un duplice omicidio che
rimanda all'arrivo in città di una nuova terribile e sconosciuta droga e
sembrerebbe riaccendere terribili odi razziali mai sopiti in quei luoghi dove
da tempo è presente anche lo spettro della dilagante Aids. Mentre gli
appassionati del commissario algerino Llob (ex combattente della guerra
d'Indipendenza già protagonista di Morituri, Doppio bianco e La parte del
morto) ma anche di appassionanti drammi contemporanei come Le rondini di Kabul,
L'attentatrice e Le sirene di Baghdad dovranno aspettare fine maggio per poter
leggere un nuovo romanzo dedicato alla rivolta algerina (Quel che il giorno
deve alla notte) siglato da Yasmina Khadra, quelli che prediligono i noir
mediterranei del commissario Kostas Charitos di Petros Markaris potranno
procurarsi facilmente La balia (Bompiani). Dopo essere stato protagonista
nell'estate scorsa di otto storie (raccolte nel volume I labirinti di Atene)
dedicate al tema dell'immigrazione e dell'integrazione etnica il placido
poliziotto ideato da Markaris (che odia usare il bancomat ma anche i computer,
adora leggere dizionari e cerca di sopravvivere alla cucina pesante ma
saporitissima della moglie) si trova questa volta in vacanza a Istanbul e si
troverà suo malgrado a far luce sulla scomparsa dell'anziana balia Maria in un
territorio intricato e oscuro come quello dell'antica Costantinopoli. Ancora
una volta Markaris regala dialoghi frizzanti ai suoi personaggi e si diverte a
stare di fianco al suo protagonista che, come ben sanno i suoi lettori, non ama
propriamente i turchi e ha da sempre un occhio disincantato nei confronti della
politica del loro paese ma anche di quella greco (dove spesso si è trovato a
occuparsi in prima persona di delitti e corruzione nel mondo dell'edilizia, del
calcio, della politica e dei mass media in romanzi come Difesa a zona, Si è
suicidato il Che, Ultime della notte, La lunga estate calda del commissario
Charitos). A coloro che amano le storie giapponesi di Kurosawa come Yojimbo o I
sette samurai o i cosiddetti «chambara» (i western-action del Sol Levante)
dello spadaccino cieco Zatoichi risulterà invece mozzafiato la saga di romanzi
siglata dallo scrittore americano Dale Furutani che ha per protagonista
Matsuyama Kaze, un samurai investigatore, ed è ambientata nell'antica Tokyo e
per ora sviluppata in Agguato all'incrocio, Vendetta al palazzo di giada e A
morte lo shogun (Marcos y Marcos). © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano
( da "Tirreno, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Nell'opera si
analizzano le cause della crisi economica Le colpe della
globalizzazione PRATO. S'intitola "Storia della mia gente" ed è il
nuovo libro scritto da Edoardo Nesi. In questa sua ultima fatica lo scrittore
abbandona il romanzo per dedicarsi a una riflessione economica sul declino
industriale della città di Prato, che costruisce partendo dalla propria
esperienza di imprenditore tessile durata quindici anni. «Ho voluto
provare un nuovo modo di scrivere - anticipa - ma soprattutto ho voluto
indagare sulle colpe della globalizzazione perché credo che Prato abbia bisogno
di essere difesa». Dunque, l'analisi di una crisi già precedentemente
annunciata nel suo libro, oggi quasi profetico, "L'età dell'oro".
«L'apertura dei mercati, che secondo gli economisti avrebbe dovuto avvantaggiarci
- spiega Nesi - si è dimostrata dannosa. Noi abbiamo visto che cosa succede
quando culture diverse si incontrano, ora voglio raccontarlo a quegli stessi
economisti». B.B.
( da "Tempo, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
stampa La situazione
Si lavora per realizzare una mappa del territorio, con i dissesti che
colpiscono strade e immobili Emergenza frane, danni per 20 milioni di euro È
quanto emerge dalla rilevazione della Protezione civile
Aldo Ciaramella CAMPOBASSO Cento frane segnalate al 31 dicembre e una stima per
riparare i danni provocati dagli smottamenti a infrastrutture e a manufatti in
un solo anno per oltre venti milioni di euro. La Protezione civile regionale
prepara il suo dossier legato agli ultimi eventi della natura dello scorso anno
ma ha già cominciato a riempire di dati e di contenuti i cosidetti Piani
territoriali all'interno dei quali dovrà elaborare la mappatura di ogni tipo di
frana presente vecchia e nuova per inviarlo in Regione «Un lavoro che abbiamo
in qualche modo già iniziato - ha detto il responsabile della Protezione civile
regionale arch. Giuseppe Giarrusso - e per quello che riguarda il mese di marzo
lo dedicheremo a un Piano campione che sì è voluto rapportare alle frane di
Trivento e soprattutto a quella che più di tutte ha creato danni a immobili e
all'agricoltura. E' un'operazione di grossa verifica locale perchè con questo monitoraggio
come ha voluto la Regioone avremo un quadro completo al momento di quello che è
successo sul nostro territorio e sulla scorta di questo potremo capire quanto e
come bisogna agire per riparare i danni e quali indicazioni o obblighi dare
alle amministrazioni comunali per redigere i piani di urbanizzazioine e di
fabbricazione che spesso e volentieri in passato si sono allungati a movimenti
franosi pericolosi che nel corso del tempo si sono attivati generando grossi
problemi alle attività presenti sul luogo. Vogliamo che tutto questo non si
verifichi in futuro e con questo documento certamente più completo si saprà
dove organizzare gli interventi più urgenti e quindi necessari e quali opere
preventive mettere in campo per evitare disastri della natura spesso già
annunciati e perciò conosciuti». Secondo una delibera regionale che ha diviso
la Regione in 19 presidi territoriali la Protezione civile si dovrà muovere in
questi ambiti e tenere presente punti e limiti su cui costruire la sua indagine
cocnoscitiva e tecnica. Il lavoro di verifica che comprende naturalmente tutte
le aree municipali dei 136 Comuni dovrà terminare entro il 31 dicembre. Qui la
Regione invierà il suo studio geognostico e di puro monitoraggio alla
Protezione civile nazionale che nella programmazione delle risorse nel settore
avrà migliore cognizione e concoscenza del Molise, regione che senz'altro
appartiene ad oggi tra quelle che hanno bisogno di opere e infrastrutture di
consolidamento geologico maggiori rispetto ad altre realtà locali. I danni
maggiori del dissesto idrogeologico regionale hanno interessato la viabilità e
spesso il consolidamento già attuato di zone dove insistono insediamenti
urbani.
( da "Tempo, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
stampa La soluzione
alla crisi va ricercata nel superamento dei confini geografici, per cogliere
nuove opportunità Necessario valorizzare il territorio Cisl il sindacato
guidato da Maceroni indica la strada da seguire per il futuro Marilena
Colagiacomo I problemi che pesano sull'economia provinciale. Questo, in
particolare, il tema su cui si è dibattuto il 5 e 6 marzo scorsi a a Fiuggi
nell'ambito del XIII Congresso provinciale della Ust Cisl della provincia di
Frosinone. Il Congresso è stato l'atto ultimo di centinaia di assemblee sui
luoghi di lavoro, cui hanno partecipato migliaia di lavoratori e pensionati del
Frusinate. Il territorio sempre più baricentro della
globalizzazione, le questioni socio-economiche della provincia di Frosinone
sono state al centro del dibattito. È necessario valorizzare fortemente il
territorio contro gli effetti perversi della globalizzazione senza regole,
affermando un'etica ed una politica in grado di garantire un sistema di valori
condivisi, necessaria per un'economia ed una finanza , in cui la
solidarietà, il soddisfacimento dei bisogni degli ultimi, dei più bisognosi
siano garantiti. La crisi in cui versa l'economia Ciociaria - si legge nella
corposa relazione del segretario generale Pietro Maceroni - da oltre un
decennio, è frutto di un processo di deindustrializzazione che affonda le sue
radici nella complessità e diversità del tessuto economico esistente nel
Frusinate. La profonda crisi industriale, la scarsa competitività delle
imprese, la carenza di una valida politica di sviluppo, l'alto tasso di
disoccupazione, l'assenza di infrastrutture materiali ed immateriali aggravano
un quadro provinciale già fortemente debilitato. Ad una crisi così profonda -
secondo la Cisl - non si può rispondere con ricette tradizionali ma va messa in
campo una strategia di ampio respiro, che veda il nostro territorio orientato
al superamento dei confini provinciali, estendendosi geograficamente per
cogliere le opportunità di Roma al Nord, della provincia di Latina al sud e del
corridoio abruzzese. Occorre ripensare al modello non solo contrattuale, ma
anche produttivo, orientando le energie verso la valorizzazione delle
eccellenze locali, il marketing territoriale, il completamento delle reti
telematiche a banda larga e WI FI, il recupero dei siti dismessi, il
potenziamento dei poli fieristici, il completamento del sistema viario, la sede
distaccata del mercato ortofrutticolo di Fondi, la progettazione e la
realizzazione del Parco dell'Appennino Ciociaro, la realizzazione dell'Agenda
2007-2013.
( da "Manifesto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL CRACK La Cgil
presenta le stime per il 2009 e
( da "Manifesto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Obama si converte
all'«orto» Molti cittadini statunitensi già l'hanno fatto, anche sulle terrazze
dei grattacieli: hanno cominciato a coltivare ortaggi e verdure fai-da-te. Un
po' per contrastare la crisi un po' per inaugurare una nuova filosofia di vita.
Ma adesso è il presidente Obama con sua moglie Michelle a coltivare broccoli e
zucchine al posto delle rose nel giardino della Casa Bianca. È un modo
originale per lottare contro i cibi spazzatura e le emergenza alimentari, dalla melamina nel latte in Cina alla carne di
maiale alla diossina dell'Irlanda fino ai casi di salmonella in Usa. La campagna per promuovere il cibo sano ha conquistato un
testimonial potente come l'orto presidenziale. I principi salutisti divenuti la
guida al «mangiare non tossico» di una intera nazione sono quelli di Alice
Waters, chef californiana che ha ispirato la crociata della «tavola
naturale» degli Obama. Waters - proprietaria di «Chez Panisse», ristorante di
Berkeley simbolo della California cousine - ha pubblicamente esortato la coppia
a fare da esempio per una dieta più sana con prodotti anche coltivati in
proprio. In Italia, proprio l'Accademia Americana - dove soggiornano
architetti, artisti e studiosi del mondo classico che hanno vinto il «Rome
Prize», ha sposato per prima la filosofia del gusto naturale. Un tempo, in
America, c'erano i «Victory Gardens» che da Pennsylvania street si diffusero in
tutto il paese. Eppure, il primo presidente Usa che
abbia mai vissuto alla Casa Bianca, John Adams, aveva un orto ad uso e consumo
della sua famiglia. Infine, Woodrow Wilson, durante la prima guerra mondiale,
non solo coltivò alcuni ortaggi, ma introdusse animali da fattoria, come le
pecore.
( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
È giallo il
continente nero L'Africa diventa made in Cina -->
Capitali e manodopera di Pechino per le infrastrutture pubbliche Espansionismo
senza democrazia. Da oggi il Papa in Camerun e Angola Martedì 17 Marzo 2009
GENERALI, pagina 7 e-mail print nostro servizio Alberto Bobbio Città del
VaticanoIl continente nero stempera il suo colore verso il giallo e la Cina sfida in Africa l'Europa e gli Stati Uniti con una
nuova strategia imperiale neocolonialista. Lo vedrà anche Benedetto XVI che
oggi arriva in Camerun e venerdì si trasferisce in Angola, Paesi neri che
diventano gialli. In Camerun Pechino ha risanato la rete idrica, costruito
ospedali, stadi e ha portato la coltivazione dell'artemisia annua, pianta
medicinale poco costosa dalla quale si ricavano i nuovi farmaci antimalaria, made in Cina e si porta a casa tonnellate di legname. Dall'Angola prende la
via della Cina oltre la metà del greggio locale e le imprese cinesi stanno
costruendo porti, aeroporti, strade, ferrovie nel Paese che sta diventando uno
dei primi protagonisti dell'espansionismo cinese in Africa, dopo il Sudan.
È la «sinizzazione» dell'Africa, globalizzazione di conquista non più in nome
della vecchia «amicizia dei popoli», ma del capitalismo moderno e autoritario
di chi ha in tasca le chiavi dell'economia mondiale ed è affamato di energia e
materie prime. Pechino cominciò con lo Zambia nel 1976 e non ha più mollato.
Oggi è partner commerciale al primo posto per 49 Stati africani, con scambi
economici cresciuti l'anno scorso del 45 per cento, raggiungendo quasi 110
miliardi di dollari, cioè dieci volte di più dal Duemila, il doppio, per
esempio, di quelli francesi. Gli Stati democratici precari del continente nero
sono affascinati dalla sveltezza economica cinese e dal loro silenzio. I cinesi
non fanno mai domande sui diritti umani e la giustizia e pagano senza batter ciglio
ciò che si deve a chi governa. In Angola la mazzetta si chiama «gazosa». Il
Camerun è in cima alla lista dei Paesi più corrotti del mondo. E gli africani
sono diventati gli alleati più fedeli di Pechino, pronti a respingere nei
consessi internazionali ogni dossier di critiche occidentali a Pechino in
materia di diritti umani. L'ultima volta è accaduto a febbraio all'Onu. In
Angola è andata così. Nel 2002 il Paese aveva finalmente messo fine alla guerra
civile con un bisogno drammatico di aiuti. Gli Usa
volevano più trasparenza da Luanda e qualche impegno contro la corruzione.
Arrivò Pechino che, senza far domande, ripianò il debito estero angolano. Ha
troppa fame l'economia cinese e le domande in questa materia non le sono
abituali, mentre l'Africa trabocca di ricchezze. Pechino non ha remore, né una
missione da compiere, se non quella di nutrire il suo turbocapitalismo
autoritario. Nessuno ha chiesto agli africani se va bene così. Sicuramente
piace ai nuovi ricchi del continente, alle élite politico-militari al potere.
Pechino esporta tecnologia, costruisce infrastrutture, riempie di armi i
governi africani. Il kalashinkov cinese è l'arma più venduta. C'è un milione di
cinesi in Africa. Portano tutto da casa, non si preoccupano neppure della
manodopera locale. Nel libro del corrispondente di «Le Monde» per l'Africa,
Serge Michel, e dell'inviato del settimanale svizzero «L'Hebdo», Michel Beuret,
«Cinafrica», appena uscito in Italia per «Il
Saggiatore», si racconta di un cartello visto sulla strada che da Douala porta
a Yaoundé in Camerun mostrato da un africano senza lavoro che si faceva
pubblicità con uno slogan neppure tanto ironico: «Più bravo dell'uomo cinese».
I cinesi traferiscono in Africa kow-how, ingegneri, tecnici e manodopera non
qualificata. Secondo diverse fonti, sarebbero cinesi deportati, galeotti e
oppositori politici, gente che dà fastidio in Cina,
ridotta ai lavori forzati. Vivono in campi di concentramento, ammassati in
tendopoli, lavorano 12 ore al giorno, al servizio del capitalismo senza pietà.
In Zambia si dice siano ventimila. La pena di solito è ridotta della metà, ma
con un vincolo di riscatto: non tornare mai più in patria e diventare cittadini
africani. La Cina aggredisce le economie più
interessanti e ricche di materia prime. Metà dell'impegno è dedicato al Sudan,
ricco di petrolio e poi all'Angola per lo stesso motivo. Luanda ha tutte le
caratteristiche per diventare una potenza continentale, motore dello sviluppo
dell'Africa sub-sahariana. Con l'aiuto della Cina
naturalmente. Dopo l'Arabia Saudita è il secondo esportatore di petrolio verso
Pechino. Ma i proventi del petrolio finiscono nelle tasche di poche famiglie
legate al potere dell'inossidabile Dos Santos e degli alti gradi dell'esercito.
Intanto solo il 30 per cento della popolazione ha accesso all'energia
elettrica, un adulto su due non ha un lavoro stabile, il 65 per cento degli angolani
è analfabeta. Poi c'è il paradosso di un Paese che galleggia su un mare di
petrolio, ma importa benzina, gpl e altri derivati del greggio, perché l'unica
raffineria di Luanda, una società mista dove i cinesi stanno in posizione
predominante, ha una capacità di trasformazione molto limitata. Cina e Stati Uniti, l'altro acquirente del petrolio
angolano, l'oro nero preferiscono raffinarlo a casa. L'Angola si avvia a
diventare anche uno dei più importanti snodi telematici dell'Africa australe.
Ospita uno dei terminali di Sat 3, il cavo a fibre ottiche che unisce Spagna e
Portogallo al Sudafrica e poi prosegue per l'Asia, il continente del Dragone
che tiene al guinzaglio l'Africa e la sua possibile democrazia. 17/03/2009
nascosto-->
( da "Milano Finanza (MF)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF sezione: Commenti
& Analisi data: 17/03/2009 - pag: 8 autore: di Edoardo Narduzzi Se Wen
Jibao lancia il T-bond a copertura aurea Le parole non sono mai casuali nelle
relazioni internazionali. Ancor meno lo sono quelle, assai rare, dei premier
cinesi. Quindi, la frase pronunciata la scorsa settimana dal numero uno del
governo di Pechino circa la rischiosità del debito pubblico americano, merita
qualche riflessione in più. «Abbiamo prestato capitali enormi agli Stati Uniti,
sinceramente siamo preoccupati», ha comunicato senza mezzi termini Wen Jibao
alla comunità politica e finanziaria internazionale. Il più grande
sottoscrittore di titoli del debito pubblico americano mette le mani avanti,
proprio mentre l'amministrazione Obama si prepara a un 2009 nel corso del quale
emetterà titoli netti per ulteriori 1,8 trilioni di dollari. Sommati a quelli
emessi nel 2008 per 1,5 trilioni, producono un risultato degno di attenzione:
nell'ultimo biennio l'amministrazione Usa ha emesso
titoli federali netti per un controvalore equivalente a quello della somma
delle obbligazioni federali classate nei precedenti 27 anni. Perché Wen ha
parlato ora? Perché la crisi finanziaria ed economica «inventata» da Wall
Street ha stravolto gli equilibri del potere internazionale. Washington ha
ancora una supremazia indiscussa sul piano militare ma economicamente è
indebolita. Necessita degli avanzi commerciali cinesi per finanziare il proprio
debito pubblico. Senza gli investimenti della banca centrale e dei fondi
sovrani di Pechino non c'è piano di rilancio che tenga; il risparmio americano
non è sufficiente da solo. Ed è quindi maturo il momento
per ridefinire le relazioni cino-americane ed il ruolo della Cina nella governance globale.Primo, Wen Jibao vuole garanzie
esplicite dagli Usa che gli oltre 2 mila miliardi di dollari investiti in titoli del
Tesoro americano siano al sicuro. Il premier cinese parla alla moglie di Cesare
per far capire a Cesare, cioè Obama. Pechino non è disposta ad accettare
una maxi-svalutazione unilaterale americana che decurti il valore reale dei
titoli a lungo termine e azzeri quello delle cedole a tasso fisso. Wen sta
semplicemente comunicando che Washington non può pensare di esportare la crisi
come nel caso di un normale disequilibrio della bilancia commerciale quando la
svalutazione della moneta serve a trasferire buona parte dei problemi di uno
stato sui bilanci degli altri o dei propri partner commerciali.
Beggar-thy-neighbor viene chiamata la svalutazione competitiva finalizzata a
creare occupazione domestica a spese del resto del mondo. Una svalutazione del
dollaro che incorpora crescenti aspettative inflazionistiche incarna per
Pechino questo pericolo.Secondo, i cinesi non hanno gradito le varie clausole
made in Usa contenute nel piano da circa 900 miliardi
di dollari di stimolo dell'economia votate dal Congresso americano. Può
sembrare paradossale ma oggi la Cina è tra i paesi più
sensibili a possibili politiche protezionistiche in grado di ridurre il volume
delle sue esportazioni con l'effetto di creare disoccupazione. Pechino sa bene
che gestire decine di milioni di disoccupati aggiuntivi potrebbe diventare
politicamente insostenibile.Terzo, Pechino non vuole più pagare senza contare.
Se gli investimenti e il risparmio cinesi sono fondamentali per la gestione
della politica economica dei paesi avanzati, allora è necessario che il ruolo
di inter pares sia definitivamente riconosciuto alla Cina.
Continuare a strumentalizzare le questioni legate ai diritti umani o ai diritti
politici non è più possibile né per Washington né per gli europei: le risorse
cinesi sono disponibili ma solo se si riconosce in pieno la legittimità della
gestione politica di Pechino. Le questioni interne, incluso il Tibet, sono
affari tra cinesi e dei cinesi. Gli occidentali pensino ad emettere titoli del
debito pubblico per coprire i danni causati dalla loro ingordigia e scarsa
moralità. In tale contesto non è da escludersi che nelle prossime settimane
l'investitore cinese inizi a chiedere garanzie particolari all'emittente Obama.
Come? Ad esempio chiedendo garanzie aurifere da parte della Fed a sostegno
della ripagabilità dei titoli emessi dal Tesoro americano. Si tratterebbe di
un'atipica riedizione del gold standard (fino al 1971 il dollaro era
convertibile in oro) finalizzato a rassicurare l'investitore: se il Tesoro
americano dovesse andare in default sui propri titoli federali, chi li avesse
comprati potrà rivalersi, per intero o in parte, sulla quota di riserve auree
della Fed riservate a garanzia di quella specifica emissione. Una sorta di Bot
standard, cioè un regime di titoli di Stato circolanti con attaccata una
garanzia pubblica unica: una quota delle riserve auree americane. Se ciò
accadesse non dovrebbe sorprendere se nel prossimo futuro la Fed inizierà ad
accumulare ulteriori riserve in oro, anche per garantire la crescente massa
monetaria denominata in dollari al servizio del pagamento del conto della
crisi. In questo modo Pechino sarebbe rassicurata sul fatto che
l'amministrazione Obama non vuole esportare i propri problemi inflazionando gli
investimenti altrui e il Tesoro americano sarebbe costretto a politiche di
rigore visto che a rischio ci sono parte delle riserve auree del paese. Del
resto, le crisi servono anche per innovare e il Bot standard in qualche modo
sarebbe figlio delle nuove relazioni internazionali. Per ora ha parlato solo
Wen Jibao, ma presto toccherà ad Obama.
( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 17 Marzo
2009 Chiudi di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA ANCHE se non prevedibile con certezza,
è certo auspicabile che la visita europea di Obama includa un incontro con
Benedetto XVI. Chiesa cattolica e Stati Uniti d'America sono entità più
interessate di ogni altra ad una comprensione corretta e
realistica dei processi di globalizzazione, per condurli, nei limiti del
possibile, verso gli esiti più favorevoli alle buone sorti della vita umana sul
pianeta. Il tema della pace internazionale, su cui la Chiesa da sempre tiene
una posizione univoca e incondizionata, per soluzioni diplomatiche e mai belliche
di qualsiasi controversia tra Stati, sembra sollecitare la nuova
amministrazione americana ad un approccio ben diverso da quello tenuto nella
precedente strategia di politica estera del presidente Bush, all'insegna delle
opzioni militari. Ma non sarebbe il solo punto di convergenza nel giudizio dei
fatti e dei modi e dei mezzi per intervenire su di essi. Basti pensare alla
promozione e tutela dei diritti umani, alla meno iniqua distribuzione delle
risorse energetiche ed alimentari tra le popolazioni di tutti i continenti,
alle misure di contrasto degli effetti sociali e morali della crisi economica
mondiale, quali la disoccupazione, la migrazione di Paese in Paese con
ostacolate integrazioni, lo sfaldamento delle famiglie, l'abbandono degli
anziani, l'incertezza del destino dei giovani, l'allettamento di mercimoni e
guadagni illeciti, la perdita di valori etici e politici da parte delle classi
dirigenti. Obama ha dentro la sua memoria il film della lunga emancipazione dei
negri d'America, il Papa non può dimenticare neppure per un attimo la sua
missione di difensore degli ultimi della terra. Quali uomini più alleati di
questi due dinanzi all'orizzonte che ci sta davanti? Eppure, l'avere Obama
restituito libertà e finanziamenti alla ricerca scientifica sulle cellule
staminali ha già sollevato obiezioni e preoccupazioni nell'opinione pubblica
dei cattolici americani e in Vaticano. Occorre subito dire che i problemi
bioetici verranno alla ribalta dei processi di globalizzazione più di quanto
non sia apparso sinora. Non foss'altro perché la biologia è la stessa per
l'intero genere umano e le vicende della vita e della morte, della salute e
della malattia, per la loro universalità non possono essere governate da
legislatori nazionali, ciascuno a suo modo. Ecco la necessità di coltivare
occasioni e luoghi di incontro e di accordo tra protagonisti della politica,
della scienza, delle religioni, in grado di superare tradizioni e culture di
singole nazioni, perché si chiariscano sui grandi temi della bioetica le ragioni
che ci dividono e quelle che ci uniscono. I processi di globalizzazione svelano
il disegno di una loro provvidenziale storicità proprio perché accentuano degli
esseri umani la loro universale natura e vocazione. Lo stato attuale del
dibattito bioetico non deve rischiare di chiudersi nei confini di conoscenze,
di ideologie, di interessi particolari, o di scelte politiche interne ad
elettorati nazionali. Giova guardare quel cielo che tutti ci copre, quanti
abitiamo la terra, e trovare le risposte, per una unitaria vita del corpo e
dello spirito umano, alle tante domande che oggi ci angosciano. E allora, anche
per questo, quali migliori, responsabili e concludenti dialoganti, di Obama e
Benedetto XVI?
( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-17 - pag: 7 autore: Verso il G-20. Dopo l'intesa
sull'aumento dei finanziamenti Londra: subito le risorse per il Fondo monetario
Alessandro Merli LONDRA. Dal nostro inviato Saranno pronti probabilmente entro
le riunioni del mese prossimo a Washington i dettagli dell'aumento delle
risorse del Fondo monetario internazionale per venire in soccorso dei Paesi più
pesantemente colpiti dalla crisi globale. Lo affermano fonti dello stesso Fmi.
Dopo l'accordo dei ministri finanziari del G-20 nell'incontro del fine
settimana a Horsham, la presidenza inglese punta a far approvare dai capi di
Stato e di Governo, nel summit di Londra del 2 aprile, l'ammontare totale
dell'aumento delle risorse, che dovrebbero più che raddoppiare, dagli attuali
250 miliardi di dollari. Il cancelliere britannico, Alistair Darling, ha sottolineato
ieri alla Camera dei Comuni l'urgenza dell'operazione. Il Fondo ha finora
concesso prestiti per 55 miliardi di dollari ai Paesi in crisi, ma le necessità
potrebbero ampliarsi rapidamente se venissero coinvolte economie di maggiori
dimensioni rispetto a quelle interessate finora. Lo stesso direttore dell'Fmi,
Dominique Strauss-Kahn, ha ammesso però dopo la riunione di Horsham che
l'operazione non potrà essere definita nei particolari prima della data del 2
aprile. I contributi dei singoli Paesi e soprattutto le modalità dell'aumento
verranno stabilite con ogni probabilità solo a Washington. Il comunicato del
G-20 indica tre strade possibili per realizzare l'aumento. La prima sono
accordi bilaterali dell'Fmi con i Paesi che mettono a disposizione le risorse,
come è avvenuto per il Giappone, che ha firmato il mese scorso a Roma per 100
miliardi di dollari. è il canale preferito dallo stesso Fmi, in quanto il più
rapido. La seconda, suggerita dal segretario al Tesoro americano, Tim Geithner,
che ha proposto di triplicare le risorse del Fondo, è quella dell'aumento del
così detto Nab, uno strumento creato dopo la crisi asiatica nel 1998, per la
fornitura di prestiti al Fondo da parte dei suoi membri. Il terzo è un aumento
permanente delle risorse, indicato in un comunicato separato a Horsham dai Bric
(Brasile, Russia, India e Cina), che vogliono legarlo
a un incremento delle quote del Fondo, a sua volta collegata a una revisione
del ribilanciamento del peso dei singoli Paesi, a favore appunto dei grandi emergenti.
è però un procedimento più lungo e complesso. Per ora, il G-
( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-17 - pag: 29 autore: Crescita al
lumicino, ma a sorpresa aumenta l'export negli Usa
Vietnam, il miracolo resiste HANOI Una delle crescite più dinamiche dell'Asia,
un tessuto produttivo irrorato da investimenti di aziende occidentali e dalle
delocalizzazioni delle imprese cinesi. Una popolazione giovane e determinata a
fare il grande salto dalla povertà alla classe media. Tutte le componenti del
miracolo economico del Vietnam sono adesso messe a dura prova dalla crisi
finanziaria internazionale. La crescita economica subirà un raffreddamento
brutale,che l'Economist Intelligence Unit ha provato a misurare: le ultime
previsioni Eiu parlano infatti dello 0,3% nel 2009 rispetto al 6,2% del 2008 e
all'8,5% del 2007. Ma i segnali di una vitalità indomabile potrebbero nei
prossimi mesi obbligare a rivedere al rialzo la previsione. Nonostante la
crescita vicina allo zero, il Vietnam è infatti una delle sole quattro nazioni
asiatiche (le altre sono Cina, India e
Indonesia) da cui si attende una crescita positiva nel 2009. Ma a parte questa
considerazione di fondo, rimane il fatto che l'export vietnamita in direzione
degli Stati Uniti si è rivelato uno dei più resistenti. Tra i 50 principali
fornitori del mercato americano, solo cinque hanno fatto registrare incrementi
in gennaio: Bangladesh, Danimarca, Irlanda, Nuova Zelanda e appunto
Vietnam, con il Paese asiatico protagonista di un aumento del 14% dell'export
negli Usa, la performance migliore. «Un risultato
incoraggiante » ha commentato Ayumi Konishi, direttore per il Vietnam
dell'Asian development bank (Adb), anche se il colpo di coda non è stato in
grado di compensare il calo complessivo del 5% dell'export vietnamita nei primi
due mesi dell'anno. Da non sottovalutare anche il piano di costruzione di
ferrovie, porti e strade, che secondo l'Adb continua a poter contare sulle
risorse provenienti dai piani di stimolo del Governo, dalle agenzie internazionali
e dai privati. Il Vietnam farà di tutto per riprendere la corsa.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-17 - pag: 29 autore: INTERVISTA Alastair
Newton Senior political analist di Nomura «Il baricentro del mondo ora è a Est»
Micaela Cappellini Il baricentro del mondo? Per la prima volta dai tempi
lontani della Rivoluzione indu-striale, si sposterà decisamente a Est. è questa
la fotografia del mondo così come uscirà da questi mesi di recessione secondo
Alastair Newton. Inglese, 55 anni, oggi managing director e senior political
analyst di Nomura (che se lo è aggiudicato acquisendo lo scorso ottobre le
attività Emea di Lehman Brothers), per vent'anni è stato in forza ai servizi
diplomatici di Sua Maestà britannici tra l'Africa e gli Stati Uniti, oltre a
far parte del team del G-8 tra il 1998 e il 2000 per conto del primo ministro
britannico. «Questo dello spostamento a Est –spiega –è un trend di lungo
periodo, che la crisi mondiale sta soltanto accelerando ma che era in atto da
tempo. E quando gli storici di domani cercheranno la data d'inizio di questo
processo, fisseranno lo spartiacque nel 2001. Non l'11 settembre, ma il 1Ú di
dicembre. La data d'ingresso della Cina
nell'Organizzazione mondiale per il commercio ». Da allora, e fino all'anno
scorso, il Pil di Pechino è cresciuto oltre il 10% all'anno. Un segnale del
ritorno ai vecchi, vecchissimi tempi in cui, «prima della Rivoluzione
industriale, la fetta più grande del Pil mondiale veniva prodotta a Oriente, e
non tra Europa e Stati Uniti», ricorda Alastair Newton. Baricentro produttivo a
Est, dunque. Ma anche finanziario: «Il modello Wall Street è finito – sostiene
l'analista politico – e New York perderà il suo peso così come successe a
Londra negli anni Ottanta. Sarà soltanto uno degli hub della finanza, di pari
peso rispetto a piazze come Dubai, Shanghai, Mumbai, Tokyo e Hong Kong». E così
come i centri finanziari, anche i capitali saranno sempre più provenienti da
Est: «C'è un dato – ricorda Newton – che rende bene l'idea. E cioè che il
deficit Usa ammonta a 1.750 miliardi di dol-lari,
mentre le riserve monetarie estere in Asia ammontano a 3.500 miliardi». Tra i
protagonisti dell'Est, naturalmente, ci saranno Cina e
India. «Ma non bisogna dimenticarsi del Giappone – aggiunge Newton – che
rappresenta pur sempre la seconda economia del mondo ed è anche una potenza
militare. Sta a Tokyo, però, diventare anche una potenza politica. E deve farlo
presto». In questo nuovo mondo che conta non c'èinvece spazio per la Russia:
«Mosca ha attraversato anni di crescita economica, subito dopo la grande crisi
dei primi anni Novanta, ma non ha mai conosciuto uno sviluppo economico vero e
proprio. Resta un'economia troppo basata sulle materie prime e sulle
oscillazioni dei loro prezzi. Ora: il presidente Medvedev sembra aver compreso
le difficoltà del suo Paese, tutto sta nel vedere se riuscirà a imporsi su
Putin e le sue oligarchie». Anche per l'Africa, evocata da molti come la nuova
area emergente del mondo, non ci sarà spazio sotto i riflettori: «Continuerà, è
vero, ad attrarre capitali destinati alle risorse, ma il drastico calo degli
investimenti esteri di quest'anno colpirà duramente il continente». E dei
consessi fra grandi, dal G-8 al G-20, che ne sarà in questo nuovo mondo che
verrà? Probabilmente, sarà necessario rivedere i nomi dei protagonisti. «A
cominciare dai Paesi europei –sostiene Newton –la cui rappresentanza nei gruppi
è sproporzionata rispetto al loro peso economico e politico ». Meglio sarebbe,
ad esempio, che per l'Europa sedesse ai tavoli un solo membro, «la Commissione
europea. Organismo che, fra l'altro, avrebbe molto da insegnare su come si
creano spazi, mercati e soprattutto regole comuni a più Paesi. Una funzione,
questa della creazione delle regole, di cui G-8 e G-20 dovranno sempre più
farsi carico». micaela.cappellini@ilsole24ore.com «Il deficit Usa ammonta a 1.750 miliardi, le riserve valutarie in Asia
arrivano a 3.500» Ex diplomatico. Alastair Newton
( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE MERCATI data: 2009-03-17 - pag: 24 autore: Imprese.
Avanza il piano dell'azienda di Cesena per realizzare la nuova sede da 60mila
metri quadrati Technogym investe 40 milioni L'effetto Olimpiadi continua a
spingere le vendite in Cina (+51%) MILANO Il fondatore
di Technogym, Nerio Alessandri, ha appena inaugurato la linea pilota del nuovo
stabilimento in costruzione a Cesena ed è in partenza per San Francisco dove
parteciperà alla più grande rassegna mondiale del wellness. Un settore che non
sente la crisi? «Ho chiuso i conti 2008 e devo dire che anche lo scorso anno
abbiamo continuato lo sviluppo. Fare previsioni per il 2009 è molto difficile,
specialmente per noi che abbiamo un business caratterizzato da elevata
stagionalità. Il budget 2009 è comunque in crescita. Devo dire che le palestre
sono affollate, anche perché la crisi spinge le persone verso un ritorno ai
valori fondamentali e a curare maggiormente la propria salute facendo
movimento. Raccogliamo dunque segnali positivi e siamo fiduciosi che non venga
fatto mancare il credito a chi vuole investire». Il gruppo Technogym, leader
nel wellness, è stato fondato a Gambettola (Cesena) da un giovanissimo Nerio
Alessandri, nel garage di casa. Oggi l'azienda, che realizza l'85% del proprio
giro d'affari nel business to business, vede una partecipazione di minoranza
del fondo Candover e ha cominciato a mettere nel mirino acquisizioni di altre
società sul mercato Usa. Ecco alcuni numeri chiave:
sono 1.600 i dipendenti nel mondo, con 13 filiali e 60 distributori esclusivi.
L'export rappresenta l'88 per cento. Le installazioni in palestre sono 50mila,
con 20 milioni di utenti che usano le attrezzature Technogym ogni settimana. Importante
l'innovazione con il 15% dei dipendenti impegnati in ricerca e sviluppo: i
brevetti depositati sono 200. «Confermiamo –dice il presidente Alessandri – i
nostri piani che prevedono di investire 40 milioni di euro per realizzare la
nuova sede di 60mila metri quadrati. Nello scorso anno il bilancio del gruppo
ha chiuso con un fatturato di 400,3 milioni di euro. E questo nonostante il
cambio euro-dollaro sfavorevole. Il tutto in uno scenario
competitivo in cui i principali concorrenti Usa hanno
registrato perdite di fatturato di oltre il 20% mentre Technogym ha guadagnato
quote di mercato». Gli Usa hanno mostrato infatti una crescita del 43 per cento. In Cina (+51%), dopo un ottimo 2007, continua l'effetto traino delle
Olimpiadi di Pechino 2008, evento nel quale Technogym è stato fornitore
ufficiale ed esclusivo. Negli Emirati Arabi il gruppo ha capitalizzato
l'apertura di una nuova filiale nel 2007 con una crescita di oltre il 40% e la
Russia ha raddoppiato il fatturato dell'anno precedente. Buone notizie anche
dai mercati del Nord Africa che si attestano su crescite superiori al 50 per
cento. Meno bene l'Europa. Nel complesso Technogym ha messo a segno un
incremento rispetto all'anno precedente del quattro per cento (dato inficiato,
dicono a Cesena, dal cambio di dollaro e sterlina ai minimi storici che, a
parità di cambio, rappresenterebbe una crescita di oltre il sette per
cento).L'Ebit è stato di 43 milioni di euro con un Ros pari al 10,7 per cento.
F.V. IL PRESIDENTE Alessandri: «Pur in un quadro difficile e nonostante il
cambio euro-dollaro sfavorevole, il gruppo guadagna quote di mercato»
( da "Messaggero, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 17 Marzo
2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK - Un altro incontro
ravvicinato. Un rottame spaziale naviga ad altissima velocità verso la stazione
orbitante. Se dovesse avvicinarsi troppo, mettendo a rischio la vita degli
astronauti, la Nasa sarà obbligata a modificare sia la posizione della stazione
che l'attracco dello shuttle, che è partito da terra domenica sera e dovrebbe
raggiungere la stazione quest'oggi. La scorsa settimana, un altro detrito
orbitante era comparso dal nulla, così vicino alla Iss (International Space
Station) che i tre astronauti che vi vivono e lavorano hanno dovuto chiudere i
portelloni e trovare rifugio nella navetta russa Soyuz, sempre attraccata alla
stazione proprio per essere usata come scialuppa di salvataggio in caso di
emergenza. La crisi si è risolta in breve tempo, e probabilmente anche oggi il
detrito passerà abbastanza lontano dalla stazione da non causare eccessiva
paura. Ma il ripetersi di un incontro ravvicinato a pochi giorni di distanza
conferma le paure degli esperti: in orbita intorno al nostro pianeta c'è una
tale quantità di spazzatura, che prima o poi avverrà qualche catastrofe. Una,
per la verità, è avvenuta solo un mese fa, ma è quasi passata inosservata
perché non ci sono state vittime umane: due satelliti, uno americano e uno
russo, si sono scontrati nello spazio sopra gli Urali. L'incidente ha aumentato
la quantità di detriti che galleggiano sopra le nostre teste, e ha moltiplicato
il rischio di "tamponamenti" per la Iss da un due per cento a un 8
per cento. L'aeronautica militare Usa segue
costantemente gli spostamenti di circa 19 mila detriti. In massima parte sono
resti di satelliti: ne sono stati lanciati 6 mila da quando i russi misero in
orbita il primo Sputnik nel 1957, e solo 900 sono attivi. Gli altri sono vecchi
fantasmi che continuano a girare lassù, perdendo pezzi e trasformando il
giardino spaziale della terra in un deposito di ferrivecchi. Ma c'è anche
altro. Nonostante i russi non lo confermino, pare che fra i detriti
galleggianti ci siano anche i sacchi dei rifiuti della vecchia stazione
sovietica, la Mir, che rimase in orbita dal 1986 al 2001. Gli esperti sostengono
che i cosmonauti buttarono fuori ben 200 sacchi di rifiuti. A questi si
aggiungono altre "stranezze": nel
( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 17 Marzo
2009 LIGURIA, PROTEZIONE CIVILE, ASSESSORE CASSINI: PROSEGUONO LE AZIONI DI
PREVENZIONE DEGLI INCENDI BOSCHIVI, RAGGIUNTO IN QUESTI ANNI IL MINIMO
STORICO" Genova, 17 Marzo 2009 - Sabato 14 marzo è stato completato un
intervento di prevenzione degli incendi boschivi finanziato dalla Regione
Liguria e realizzato dalla Comunità Montana Valli Genovesi Scrivia e Polcevera
grazie al lavoro dei Volontari di antincendio boschivo e protezione civile di
Montoggio e della guardia antincendi Sant´olcese. L´intervento di prevenzione è
stato realizzato nell´area dei Forti Genovesi del Righi lungo la strada
sterrata che collega il valico di Trensasco in Comune di Sant´olcese e le mura
del Forte Sperone in Comune di Genova, per una lunghezza complessiva di
( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 17 Marzo
2009 "CODICE ROSSO" DAL 19 AL 21 MARZO PRESSO LA FIERA DI ANCONA.
Urbino, 17 marzo 2009 - ´ ´Una rassegna nazionale per mostrare come opera la
protezione civile e per promuovere una riflessione sulla cultura della
sicurezza´. Sono gli obiettivi della manifestazione: ´Codice Rosso ´ Il Comune
nel sistema della protezione civile´ che si terra` alla Fiera di Ancona dal 19
al 21 marzo 2009. Il programma e` stato illustrato, il 14 marzo, dal presidente
reggente dell´Anci Marche, Giorgio Meschini, a Urbino, nell´ambito di una
cerimonia di consegna degli attestati di frequenza a un corso comunale di
protezione civile sui beni culturali. La mattinata si e` poi conclusa con una
spettacolare esercitazione che ha simulato l´evacuazione del Palazzo Ducale, a
seguito di un incendio che ha messo in pericolo le opere d´arte e richiesto il
recupero di persone intossicate. Presso la sala Serpieri del Collegio
Raffaello, erano presenti anche il sindaco di Urbino, Franco Corbucci, il
vicesindaco, Lino Mechelli, il direttore del dipartimento regionale Protezione
Civile, Roberto Oreficini. Codice Rosso e` una manifestazione nazionale,
organizzata nel 2002 dalle Regioni Marche dalle Anci di Marche e Umbria (ora
dell´Abruzzo), Protezione civile e dall´Anci nazionale, dai Vigili del Fuoco a
seguito del terremoto del 1997 che ha interessato il territorio marchigiano e
umbro. ´L´evento e` servito per valorizzare l´impegno profuso in
quell´occasione ´ ha ricordato Meschini ´ e per non disperdere un´esperienza di
volontariato che ha fatto crescere tutto il sistema della protezione civile
italiana´. Da alcuni anni, ha rimarcato Oreficini, ´Codice Rosso e` divenuto
l´appuntamento istituzionale piu` importante della protezione civile, nel corso
del quale vengono dibattuti tutti gli argomenti, di settore, piu` attuali a
livello nazionale´. Saranno due i temi principali dell´edizione 2009:
l´organizzazione della protezione civile su base associativa comunale e la
prevenzione nelle scuole. ´Il problema e` particolarmente sentito nelle scuole
marchigiane che vantano, comunque, una situazione migliore di altre realta`
italiane ´ ha detto Meschini ´ Molti edifici sono pero` ospitati in strutture
antiche e storiche, per cui occorre capire come e dove intervenire con
priorita`´. Una caratteristica di Codice Rosso, ha ricordato il presidente di
Anci Marche, e` quella di conferire riconoscimenti a personalita` che si siano
distinte nel settore della protezione civile. Nel 2007 e` stato premiato
Giuseppe Zamberletti (´Il padre fondatore della protezione civile nazionale´),
quest´anno il riconoscimento verra` attribuito a Gianni Letta (sottosegretario
alla presidenza del Consiglio dei ministri). Inoltre verranno premiati sei
laureati che hanno svolto tesi sulla protezione civile, ´segno della grande
attenzione del mondo universitario ´ ha sottolineato Meschini ´ verso le
problematiche della protezione civile´. A margine della presentazione di Codice
Rosso, Oreficini ha sottolineato l´importanza dell´esercitazione che si e`
svolta al Palazzo Ducale: ´Di grande rilievo per la nostra regione, perche`
siamo capofila nel settore dell´impiego del volontariato a tutela dei beni e
del patrimonio storico artistico. Abbiamo oggi l´opportunita` di simulare un
intervento estremamente realistico nel luogo piu` prestigioso delle Marche´.
(r. P. ) Codice Rosso ´ Il Comune nel sistema della protezione civile - Il
programma - La manifestazione si svolge nell´arco di tre giorni (dal 19 al 21
marzo) presso la Fiera di Ancona. Saranno discussi e approfonditi i problemi
della protezione civile con i protagonisti delle varie istituzioni. Il 19 marzo
alle 10. 30 prende il via il convegno con la cerimonia inaugurale. Presenti il
presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, l´assessore alla protezione
civile dell´Abruzzo, Daniela Stati, i presidenti Anci Marche, Giorgio Meschini
e Abruzzo, Antonio Centi, il presidente della Provincia di Ancona, Patrizia
Casagrande, il vice capo dipartimento della Protezione civile, Bernardo De
Bernardinis. Conclude la mattinata il sottosegretario del Ministero
dell´Interno, Michele Davico. Nel pomeriggio dello stesso giorno alle 15. 00 si
apriranno i lavori tecnici sul tema ´La protezione civile nelle prospettive
delle riforme federaliste´. Il 20 marzo alle 9. 30 alla presenza degli
assessori regionali delle Marche, Sandro Donati, del Veneto, Elena Donazzan e
del sindaco di Ascoli Piceno, Piero Celani, si afrontera` il tema ´Personale
degli Enti locali e compiti di protezione civile´, mentre nel pomeriggio ´Il
volontariato tra Comune, Regione e Stato´. Sabato 21 marzo ci sara` la giornata
conclusiva che trattera` l´attuazione dei ´modelli organizzativi nelle
prospettive delle riforme federaliste´ con la presenza di Guido Bertolaso, capo
dipartimento della Protezione Civile, e l´assegnazione del premio nazionale
´Codice Rosso´ al sottosegretario Gianni Letta. . <<BACK
( da "Messaggero, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 17 Marzo
2009 Chiudi di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA Ecco la necessità di coltivare
occasioni e luoghi di incontro e di accordo tra protagonisti della politica,
della scienza, delle religioni, in grado di superare tradizioni e culture di
singole nazioni, perché si chiariscano sui grandi temi della bioetica le
ragioni che ci dividono e quelle che ci uniscono. I
processi di globalizzazione svelano il disegno di una loro provvidenziale
storicità proprio perché accentuano degli esseri umani la loro universale
natura e vocazione. Lo stato attuale del dibattito bioetico non deve rischiare
di chiudersi nei confini di conoscenze, di ideologie, di interessi particolari,
o di scelte politiche interne ad elettorati nazionali. Giova guardare
quel cielo che tutti ci copre, quanti abitiamo la terra, e trovare le risposte,
per una unitaria vita del corpo e dello spirito umano, alle tante domande che
oggi ci angosciano. E allora, anche per questo, quali migliori, responsabili e
concludenti dialoganti, di Obama e Benedetto XVI?
( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 17 Marzo
2009 IL SISTEMA REGIONALE DELLE POLIZIE LOCALI E LA RETE DELLA PROTEZIONE
CIVILE DEVONO FARE SINERGIA PER AFFRONTARE LE SITUAZIONI DI EMERGENZA Lonigo
(Vicenza), 17 marzo 2009 - ?Il sistema regionale delle polizie locali e la rete
di Protezione Civile devono fare sinergia per affrontare le situazioni di
emergenza. ? Lo ha dettol?assessore alla Sicurezza, Massimo Giorgetti, aprendo
i lavori , il 13 marzo, del decimo meeting di protezione civile a Lonigo. Per
l?assessore sono due le parole d?ordine e cioè professionalità e
organizzazione: quando si deve agire in condizioni di emergenza nulla può
essere infatti improvvisato o lasciato alla casualità. ?Sto lavorando ? ha
detto l?assessore ? per mettere in collegamento tutte le Forze che operano sul
territorio nei momenti di emergenza. Anche gli enti locali sono chiamati a
coordinarsi sempre di più. Insomma, si devono potenziare gli aspetti organizzativi
e soprattutto si deve continuare a puntare sulla formazione. ? Un plauso
l?assessore l?ha poi rivolto alla nuova scuola regionale di Polizia locale. ?La
Protezione Civile del Veneto ? ha concluso Giorgetti ? è all?avanguardia a
livello europeo. Lo sarà presto anche la rete regionale della sicurezza con
l?attivazione dei Distretti e con l?adozione dei Piani di zoonizzazione.
L?importante è continuare a fare gioco di squadra. ? . <<BACK
( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 17 Marzo
2009 FIAT MELFI: OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE Melfi, 17 marzo 2009 - ?Il processo
di globalizzazione degli ultimi anni, che si è retto sulla contrazione dei
costi di produzione, e l?attuale fase di congiuntura economica, impongono, a
tutti, una riflessione attenta sul futuro della Fiat e sul ruolo e la funzione
che lo stabilimento Sata di Melfi potrà avere nel prossimo futuro?. Lo afferma,
in un comunicato stampa, Luigi Simonetti, coordinatore del Pd di Melfi. ?La
sfida difficile della conquista di nuovi mercati, che ha innanzitutto la Fiat,
richiede investimenti strategici sull?innovazione, sulla qualità e
sull?eccellenza mostrando sensibilità alla tutela dell?ambiente, ma al contempo
necessita della partecipazione e della convinzione dei lavoratori. A tal
proposito è necessario a Melfi, a seguito anche dell?investimento della Regione
Basilicata sul Campus della ricerca, che si evitino frammentazioni e spaccature
pericolose. Il compito a cui siamo chiamati tutti è la tutela dell?apparato
industriale e dello stabilimento di Melfi, puntando anche sul riconoscimento
reciproco tra l?azienda, i lavoratori e i territori, affinché gli obiettivi
diventino ? cosa comune? in tutti i frangenti e a prescindere dalle
oscillazioni dei mercati. È un momento grave quello che stiamo attraversando,
ma è chiesto a tutti, con lungimiranza, di fare la propria parte?. .
<<BACK
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
FERRARA PRIMO PIANO
pag. 2 «La Protezione civile non può far parte delle ronde»
SICUREZZA NEL DIBATTITO che si è aperto in città sulle ronde si è arrivati
anche ad invocare l'intervento della Protezione Civile nelle pattuglie
cittadine. Marcello Gumina, presidente del Coordinamento delle Associazioni di
Volontariato di Protezione Civile della Provincia di Ferrara, sgombra
subito il campo delle ipotesi: «Le competenze che lo Stato ci assegna sono
molto chiare e non ci lasciano la possibilità di partecipare alle ronde. I
confini della nostra attività sono definiti dal nostro statuto, e riguardano
essenzialmente situazioni legate ad eventi naturali. Una nota circolare inviata
dal presidente nazionale, Guido Bertolaso dello scorso 10 marzo - precisa
Gumina - annuncia sanzioni per coloro che parteciperanno alle ronde con mezzi o
simboli della Protezione Civile, tra cui anche la cancellazione
dall'associazione». Del resto, il decreto anti-stupri che istituzionalizza' le
ronde «prevede spiega Gumina che siano sotto il controllo dei prefetti e
appartengano a un albo di categoria. Non possono quindi nascere da un giorno
all'altro». La Protezione Civile dunque non si tira indietro sulle ronde,
«semplicemente non possiamo prenderne parte. Si tende spesso a fare confusione
sul ruolo della nostra associazione che non prevede compiti di sorveglianza, e
tantomeno abbiamo una formazione specifica per la sicurezza pubblica. A Ferrara
i nostri volontari vengono formati per operare in casi di rischio idrico,
anti-incendio e sismico». I volontari sono comunque liberi di partecipare alle
ronde, ma «deve essere una scelta assolutamente personale, senza coinvolgere la
Protezione Civile. Ma a questo punto - si chiede Gumina - allora ogni cittadino
dovrebbe sentirsi chiamato in causa: le ronde sollevano una questione di
coinvolgimento civile. Tutti noi dovremmo segnalare un comportamento sospetto
che minacci la sicurezza della città, anche senza l'investitura delle ronde».
Non ci sono margini nemmeno per un coinvolgimento futuro, secondo Gumina:
«Bisognerebbe cambiare la legge. E ci sono anche problemi organizzativi: chi è
impegnato già in diverse attività non può svolgere al meglio compiti di ordine
pubblico». La Protezione Civile resta quindi fuori dalle ronde, anche se,
conclude Gumina, «un occhio in più male non può fare. Ma deve essere un occhio
preparato, serio e controllato». Fabio Zecchi
( da "Riformista, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
I 20 anni del web
dal privato al pubblico Giovedì scorso a Ginevra, nel più grande laboratorio di
fisica del mondo, il Cern (europeo, quindi anche italiano) si è festeggiata la
nascita 20 anni fa del web. Cioè del "meccanismo" (protocollo, in
termini informatici) che avrebbe permesso l'enorme sviluppo di Internet potenzialmente
in tutte le case del mondo. E generato enormi profitti quotati nelle borse e
tassati. Quanti di noi, digitando sul computer la misteriosa sigla
"www" si sono chiesti cosa significasse e da dove venisse.
"Www" sta per World Wide Web ed è così che vent'anni fa Tim Berners
Lee battezzò quello che aveva presentato al suo responsabile al Cern come
«progetto per l'informazione». La risposta fu «vago, ma stimolante» e per
fortuna gli venne dato il sostegno che avrebbe poi portato alla nascita al Cern
del primo "browser". L'esigenza era quella di far comunicare fisici
sparsi in tutto il mondo in modo efficace per coordinare il lavoro comune
dell'esperimento. Una esigenza nata dalla scienza di cui non potremmo più fare
a meno nella nostra vita di tutti i giorni. Posta, annunci, compravendite,
giornali, televisione, chat e molto altro vivono sulla oggi
sulla rete in un moto sempre più impetuoso di globalizzazione: un'autentica
rivoluzione sociale. Le ricerche estreme sono sorgenti di innovazione: la
creatività viene stimolata da progetti ambiziosi e quanto più sono complessi
tanto maggiore è la messe di applicazioni utilizzabili che ne scaturiscono.
Il Cern, organismo europeo finanziato con i fondi pubblici, lasciò che questa
scoperta fosse messa a disposizione di tutti perché potesse essere utilizzata e
migliorata senza vincoli di proprietà. Una scelta coraggiosa, impossibile per
un settore privato, che però ha permesso uno sviluppo incredibile di tale
strumento sia per la velocità di diffusione sia per quella di evoluzione.
Difficilmente un brevetto avrebbe portato ad altrettanto sviluppo, confinato e
costretto dalle inevitabili leggi di protezione industriale. Naturalmente,
rendere il mondo industriale attento alle ricadute del mondo della ricerca gli
consente di metabolizzare per primo le eventuali innovazioni conquistando il
mercato non grazie alle protezioni ma alla velocità di implementazione delle
nuove idee. La scienza "addomestica" il mondo della natura alle
nostre esigenze creando continuamente suoi strumenti di lavoro che possono
risultati perfetti per tanti altri lavori. Naturalmente, se volete saperne di
più non dovete far altro che aprire il browser del vostro computer e digitare
su uno dei tanti motori di ricerca: web, cern, internet? * presidente
dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Roberto Petronzio*
17/03/2009
( da "Reuters Italia" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MILANO (Reuters) -
Ci sono segnali migliori per l'economia rispetto a tre mesi fa, ma le
condizioni sociali non cessano di deteriorarsi e si rischia un "autunno
caldo" per l'intera Europa. Lo ha detto, in un'intervista al quotidiano La
Stampa, il commissario europeo agli affari economici e monetari Joaquin
Almunia, aggiungendo che i margini di manovra delle finanze pubbliche si stanno
riducendo. Elencando i segnali positivi, Almunia ha osservato che "alcune
banche hanno annunciato risultati più favorevoli delle attese, il mercato della
liquidità va un po' meglio e l'impegno dei governi per i lavori pubblici
comincerà a dar frutti presto". Le prospettive restano tuttavia tutt'altro
che rosee, soprattutto in tema di occupazione, con "una situazione molto
incerta in settori trainanti come industria, costruzioni, servizi", ha
detto. Un fronte, quello dell'occupazione che richiede, secondo Almunia,
risposte innanzitutto nazionali, anche se la Commissione può lavorare alla cornice.
"Abbiamo proposto di aumentare le risorse per il Fondo Globalizzazione e
di movimentare quelle del fondo sociale", ha detto il commissario.
"Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso politico".
Almunia ha anche osservato che, con gli interventi pubblici nell'economia che
stanno gonfiando i deficit, "i dati sull'andamento delle finanze pubbliche
europee rivelano che i margini di manovra stanno scomparendo anche per chi
li aveva", ha detto. "Ciò non toglie che inseguire la sostenibilità a
medio termine è essenziale".
( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-03-17 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE Dibattito all'istituto San Carlo sulla Costituzione
Prodi, Monti e Onida: l'Europa spiegata agli studenti L'Europa e la sua
nascita. Dal Dopoguerra all'allargamento a «27». Sembrano temi distanti,
estranei ai ragazzi. Ma ieri, nell'auditorium del Collegio San Carlo,
cinquecento studenti delle superiori seguivano attenti l'incontro «Per una
Costituzione europea?». Il merito, dei tre relatori sul palco: Romano Prodi,
Mario Monti, Valerio Onida. «Giovani di sana e robusta Costituzione », ecco il
ciclo di incontri promossi dal Collegio San Carlo con Leone XIII, Gonzaga,
Zaccaria. Alle 17 di ieri, neanche fosse una prima visione al cinema, è sceso il
silenzio. Via alla lezione «speciale». A Onida, il costituzionalista, il
compito di cominciare: nascita dell'Onu, l'istituzione della Ceca, l'Euratom.
Passi importanti, «mentre l'Italia disegnava la sua Costituzione. Una Carta che
ripudia la guerra e accetta limitazioni alla propria sovranità per dar vita a
una organizzazione internazionale che assicuri pace e giustizia». Applauso,
parola a Mario Monti, già commissario Ue. Affascinato «da quell'utopia
realizzata che è l'Unione Europea» e che «ha permesso all'Italia di diventare
un Paese moderno, più serio, più civile». L'Europa e i suoi valori etici:
«Dov'è un altro posto al mondo in cui viene assicurato lo stesso trattamento a
piccoli e grandi Paesi?». Monito ai giovani: «L'Europa è vostra amica, perché senza
non avremmo le leggi ambientali e quelle che limitano il debito pubblico». E
poi, «la nostra economia sociale, prima guardata con
diffidenze da Usa e Cina, adesso è oggetto di grande interesse». Elogio dell'Europa. E
dell'euro. «Dove saremmo adesso se non lo avessimo?», chiedeva ieri Romano
Prodi. Appello: «Non possiamo più avere un'Unione che non è capace di decidere
(il riferimento al principio di unanimità nelle votazione tra i Paesi membri)».
E un ultimo spunto di riflessione: «Ci troviamo in una città, Milano, che
durante il Rinascimento dominava il mondo, prevaleva in tutte le discipline,
economia compresa. Ma non abbiamo saputo unirci agli altri grandi centri. E
siamo spariti dalla carta geografica. Non possiamo più ripetere lo stesso
errore». Annachiara Sacchi Palco All'istituto San Carlo, da sinistra Romano
Prodi, Mario Monti e Valerio Onida
( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 17 Marzo
2009 EMIGRATI UMBRI RIUNIONE ANNUALE ?CRE?, DA PRESIDENTE LUPINI PROPOSTE PER
2009 E BILANCIO ATTIVITÀ 2008 Perugia, 17 marzo 2009 ? Dare sempre più spazio
alle giovani generazioni di umbri residenti all?estero perché possano
contribuire da protagonisti alla vita sociale, economica e politica del paese
di adozione, mantenere vive e rinnovare le relazioni con i propri luoghi
d?origine, anche intensificando gli accordi di programma, i protocolli di
intesa, i rapporti di partenariato e gli scambi culturali: sono questi gli
obiettivi del Consiglio regionale dell?Emigrazione (?Cre?), riunito da ieri a
Palazzo Donini di Perugia per una ?due giorni?, al termine della quale saranno
votate le proposte per il Piano annuale
( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-17 num: - pag: 30 autore: di
GIULIO TREMONTI categoria: REDAZIONALE DOPO PANEBIANCO Il pendolo tra mercato e
«sociale» SEGUE DALLA PRIMA Dall'inizio della crisi ad oggi, la mano dello Stato
si è infatti mossa in salvataggio di più di 400 banche e finanziarie Usa. Fatti
due conti, viene fuori una media di 5 interventi alla settimana, 1 ogni giorno
lavorativo. E non solo banche e finanziarie: compagnie di assicurazione ed
aziende automobilistiche, i mutui delle famiglie ed in prospettiva le pensioni
di tanti americani. In giro per il mondo, non è molto diverso. E non è molto
diverso neppure in Europa, dove le banche salvate con denaro pubblico sono
finora state 33. Tutto ciò non è stato e non è perché lo Stato ha trionfato, ma
perché il mercato ha fallito. Anzi, per la verità, è perché hanno fallito tutti
e due, tanto il mercato, quanto lo Stato. Il mercato ha fallito per eccesso, lo
Stato per difetto. Perché questo doppio fallimento? Perché, con la globalizzazione, mentre cresceva la forza del mercato,
configurato come il fondamento di una nuova religione terrestre, decresceva
simmetricamente la forza dello Stato. Via via che con la globalizzazione
cresceva la forza dell'economia, lo Stato rinunciava ad esercitare una delle
sue funzioni sovrane: rinunciava al monopolio nel battere la moneta.
Nell'età della globalizzazione anche le banche private potevano infatti
battere, e perciò battevano la loro moneta. Una moneta addizionale che prendeva
forma nei più incredibili strumenti finanziari. Una moneta fondata sul debito e
perciò stampata sul nulla. è così che la moneta cattiva ha via via sovrastato
la moneta buona. Ed è proprio nella implosione di questa nuova e privata massa
monetaria la causa della crisi che vediamo e viviamo. è per reazione a tutto
ciò, e per compensazione, che si assistite ora al ritorno dello Stato. è
troppo, è eccessivo? Per cominciare, va detto che è stato ed è necessario:
primum vivere! E poi? E il futuro? Per cominciare lo Stato in cui ancora
viviamo, lo Stato in cui ci riconosciamo, è un tipo particolare di Stato. Un
tipo di Stato che, non per caso, si chiama Stato di diritto. In questo tipo di
Stato il mercato non può esistere fuori dal diritto o fabbricarsi un diritto alternativo
e suo proprio. è sempre stato così in tutto il mondo libero, anche nel mondo
anglosassone, dominato nel diritto pubblico dalla Rule of law e nel diritto
privato dalla Common law. Non per caso tutte e due queste formule contengono la
parola law e cioè la parola legge. è stato così fin dal principio del
liberalismo e sarà così fino alla sua fine. In questi termini costituzionali e
fondamentali, l'alternativa non è dunque tra Stato e mercato, come se Stato e
mercato fossero e/o potessero essere due variabili tra di loro indipendenti.
L'alternativa è piuttosto, all'interno dello Stato, tra mercato e sociale. Come
bene scrive Panebianco. Il fatto disastroso è che nell'ultimo decennio il
pendolo, certo più altrove che in Italia, non ha oscillato all'interno del
quadrante, ma è uscito dal quadrante del diritto. Quello che può e deve ora
essere fatto è perciò riportare il pendolo dentro il quadrante, non essendoci
alternativa allo Stato di diritto. Fatto questo, quale è la parte giusta del
pendolo: è il mercato o è il sociale? Non credo che ci sia una ipotesi
assolutamente giusta. Credo che esistano ipotesi relativamente giuste. Nella
nostra storia più recente il pendolo è andato ritmicamente da un lato all'altro
del quadrante, dall'Iri alle privatizzazioni (tutte fatte bene, tutte ci hanno
fatto bene?). Nel durante della crisi e nel dopo della crisi è — a mio
personale parere — più probabile che la parte giusta sia quella del sociale.
Può essere che un po' dopo il pendolo prenda di nuovo a muoversi dall'altra
parte. Niente di male, basta che sia un pendolo che resta dentro il quadrante
del diritto. \\ Con la globalizzazione, mentre cresceva la forza del mercato,
decresceva simmetricamente la forza dello Stato \\ Il fatto disastroso è che
nell'ultimo decennio il pendolo, certo più altrove che in Italia, è uscito dal
quadrante del diritto
( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2009-03-17 num: - pag: 31
categoria: REDAZIONALE Risponde Sergio Romano ALLE ORIGINI DELLA CRISI IL CRAC
DEL MODELLO USA Non ho ancora letto alcun suo intervento in merito alla crisi
economica che ha ormai investito il mondo intero. Mi farebbe piacere conoscere
il suo parere, perché sono convinto che lei possa dare utili indicazioni per
una soluzione del problema. Berto Binelli bnbertostone@ gmail.com Caro Binelli,
N on sono economista, ho nozioni molto generali sul funzionamento dei mercati
finanziari e il mio solo incontro accademico con queste materie fu un esame di
economia politica all'università di Milano, parecchi anni fa. Il professore era
Costantino Bresciani-Turroni, uno dei migliori economisti italiani del periodo
fra le due guerre, autore di studi importanti sul mercato del cotone (fu
consigliere del governo egiziano) e di un fondamentale saggio su «Le vicende
del marco tedesco» che un protagonista della finanza milanese, Guido Roberto
Vitale, ha nuovamente pubblicato nel 2006, 73 anni dopo la sua prima edizione.
Ma Bresciani- Turroni parlava agli studenti della facoltà di giurisprudenza e
ci insegnò quindi la «filosofia » della economia politica piuttosto che i
meccanismi del mercato e quelli della moneta. è questa la ragione per cui non
mi è parso giusto affrontare argomenti su cui avrei potuto fare, tutt'al più,
riflessioni generiche, magari scopiazzate da analisi più serie e approfondite.
Quando mi è accaduto di affrontare il tema della crisi l'ho fatto soprattutto
per ricordare che il collasso del credito, come in altri momenti della storia
economica mondiale, avrebbe avuto una serie di ricadute politiche difficilmente
prevedibili, soprattutto nei Paesi che hanno fatto un uso spensierato delle
loro risorse finanziarie e del credito facile degli ultimi decenni. Approfitto
ora della sua domanda per fare un'altra considerazione, non strettamente
economica. Ho partecipato negli scorsi anni a parecchi dibattiti e tavole
rotonde in cui si è parlato di economia e finanza degli Stati Uniti. Tutti
conoscevano le cifre dell'indebitamento americano. Tutti sapevano che gli
americani non risparmiavano e che il Paese continuava a consumare ricchezza futura.
Nessuno ignorava che questo era reso possibile dalla
fiducia con cui alcuni Paesi asiatici (in primo luogo la Cina) continuavano a finanziare gli Stati Uniti sottoscrivendo i loro
buoni del Tesoro. E molti infine (fra gli italiani Paolo Savona)
s'interrogavano sulla quantità dei derivati che circolavano nel mondo e
sull'effetto che quella massa di carta avrebbe avuto sulla finanza globale.
La domanda a cui dovremmo cercare di rispondere, quindi, è la seguente: perché,
cionono-stante, quasi nessuno ha denunciato il pericolo e chiesto ai governi di
lanciare un segnale d'allarme? Perché abbiamo continuato a imitare gli Stati
Uniti? Credo che la risposta sia politica e psicologica piuttosto che
economica. In primo luogo sembrava impossibile che la maggiore potenza mondiale
potesse sbagliare a tal punto la sua strategia economico- finanziaria. Molti
pensavano che la sua forza politica e il suo ruolo di Paese egemone le
avrebbero garantito credito a tempo indeterminato e modificato le regole della
finanza. In secondo luogo le banche hanno obbedito a una sorta di riflesso
automatico. Se le grandi istituzioni finanziarie americane traevano enormi
vantaggi da queste operazioni finanziare, potevano le altre banche del mondo
fare voto di castità? Che cosa avrebbero detto gli azionisti di una banca
europea se l'amministratore delegato, alla fine dell'anno, avesse annunciato
ricavi considerevolmente inferiori a quelli di altre banche? I bonus annuali
hanno incoraggiato i dirigenti a puntare sugli alti guadagni, ma il fattore
determinante, a mio avviso, è stato la riluttanza psicologica ad abbandonare il
modello americano. Non dimentichi, caro Binelli, che nell'economia come nella
politica le persone che prevedono un disastro e lo annunciano con largo
anticipo sono trattate come guastafeste. Non sappiamo quanto durerà la
recessione e se gli strumenti adottati dai governi saranno efficaci. Ma su un
punto non dovremmo avere dubbi. Non sarà possibile, d'ora in poi, permettere
che le regole della finanza mondiale vengano scritte soltanto a Washington e a
Wall Street.
( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Libri - data: 2009-03-17 num: - pag: 33 categoria: REDAZIONALE Scenari L'analisi di Parag Khanna nel saggio «I tre
imperi» Cina, Europa, Usa Il mondo formato G3 di ANTONIO CARIOTI I nutile sognare un mondo
pacificato dalla globalizzazione: ci attende al contrario un'era di accesi
conflitti geopolitici. Ma non si tratta dello «scontro di civiltà» previsto da
Samuel Huntington. Sarà invece una lotta fra imperi, che vedrà competere
tre grandi potenze: Stati Uniti, Cina, Unione Europea.
è la tesi di un libro intitolato appunto I tre imperi (Fazi, trad. di Franco
Motta, pp. 614, € 22,50), opera prima di Parag Khanna, ragazzo prodigio (è nato
nel 1977) di origine indiana, consigliere di Barack Obama in campagna
elettorale e dirigente del centro studi New America Foundation, che l'anno
scorso è stato incluso sia nell'elenco dei 75 individui più influenti della
terra stilato dalla rivista Esquire, sia nella «Smart List» di 15 personalità
emergenti proposta dal magazine Wired. Poliglotta e viaggiatore infaticabile,
Khanna sostiene che a contare sulla scena internazionale non sono le identità
culturali e religiose, ma i grandi centri di potenza militare, economica,
demografica. Insomma «gli imperi si estendono al di sopra della civiltà», con
le quali non s'identificano affatto. Quindi non esiste un Occidente unitario,
ma due entità distinte, Stati Uniti e Unione Europea, i cui interessi e i cui
modi d'intendere la globalizzazione sono spesso divergenti. Quasi riecheggiando
Romano Prodi, Khanna sottolinea che l'allargamento ad Est dell'Ue ha realizzato
un'esportazione della democrazia assai più efficace di quella tentata dagli Usa in Iraq. Ed esalta l'Unione come «l'impero più benvoluto
e meglio riuscito della storia, poiché, anziché dominare, educa ». Tanto che il
prefatore dell'edizione italiana, Vittorio Emanuele Parsi, sente il bisogno di
prendere le distanze da una simile tendenza a «sopravvalutare » Bruxelles fino
a metterla sullo stesso piano di Washington e Pechino. Quanto all'Islam, Khanna
nega che lo si possa considerare un aggressivo blocco omogeneo. Distingue
invece molte realtà musulmane: l'Asia centrale ex sovietica, «nuova via della
seta», cioè punto di passaggio cruciale tra Est e Ovest; il Medio Oriente,
lacerato dal conflitto tra «arabisti» laici e «islamisti » votati alla guerra
santa; Malesia e Indonesia, sempre più attratte nell'orbita cinese. Tutto
l'Islam, comunque, appartiene a quello che Khanna chiama Secondo Mondo (il
titolo originale del saggio è appunto The Second World): Paesi a metà strada
fra opulenza (Primo Mondo) e sottosviluppo (Terzo Mondo), sospesi fra modernità
e Medioevo, contesi tra i grandi imperi in lotta per allargare le loro sfere
d'influenza. L'unica eccezione è la Cina, anch'essa
solcata da squilibri profondi (Khanna parla di «quattro Cine in una»), ma
dotata di risorse così immense da comportare necessariamente un ruolo
egemonico. è l'unica nazione del Secondo Mondo che sia anche un impero, oggi
guidato da un partito unico «più potente, sofisticato e complesso di qualsiasi
dinastia della storia cinese». Niente del genere, sostiene Khanna, si può dire
della Russia, anch'essa collocata nel Secondo Mondo: nonostante la grinta di
Vladimir Putin, le risorse energetiche, le armi atomiche, Mosca manca di un
valido apparato produttivo e conosce un drammatico crollo demografico, per cui
finirà probabilmente per dipendere dall'Europa o dalla Cina.
Forse però l'aspetto più sorprendente dell'analisi di Khanna è il pessimismo
sugli Stati Uniti, Paese dove vive, di cui paventa addirittura la retrocessione
dal Primo al Secondo Mondo, per via dell'indebitamento, delle disuguaglianze
crescenti, dell'alto tasso di criminalità, del basso livello medio
d'istruzione. E il libro è stato scritto prima che esplodesse la crisi dei
mutui subprime. Qui la diagnosi somiglia a quella dello storico Paul Kennedy
sul declino della superpotenza americana per sovraccarico d'impegni. Khanna
coglie negli Usa i sintomi «dell'avvenuto superamento
della soglia di massima estensione imperiale possibile ». Il sogno unipolare
dei neocon è quindi svanito: bisogna semmai costruire un equilibrio pacifico in
un mondo che vede le tre maggiori potenze collegate da diversi fattori
d'interdipendenza, ma al tempo stesso divise da fieri antagonismi. Paura e
avidità, ammonisce lo studioso indiano, restano le forze dominanti nel mondo,
ma la convivenza tra imperi non è impossibile: ad esempio, «un G3 formato da
Stati Uniti, Ue e Cina sarebbe il forum più
appropriato per allacciare relazioni fra le superpotenze in grado di agire in
profondità». Un punto che Khanna riprenderà certamente nel saggio How to Run
the World («Come governare il mondo»), di prossima uscita per l'editore Random
House. Lo studioso Parag Khanna
( da "Dagospia.com" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
HomePage | Segnala
articolo --> GUANTANAMO: SPAGNA, ITALIA E PORTOGALLO DISPOSTI AD ACCOGLIERE
60 DETENUTI ? OBAMA CERCA DI BLOCCARE I BONUS AIG ? GOLPE IN MADAGASCAR ?TREGUA
IN PAKISTAN - CACCIATO DALLA GRAN BRETAGNA, ASSASSINATO NEL DARFUR? Rassegna
stampa internazionale a cura di Apcom guantanamo 1 - SPAGNA EL PAIS - Apertura
dedicata ai negoziati in corso fra l'Ue e gli Stati uniti per l'accoglienza dei
prigionieri del carcere militare di Guantanamo: "Spagna, Italia e
Portogallo disposti ad accogliere 60 detenuti". Crisi, il presidente degli
Stati Uniti Barack Obama cercherà di bloccare i 128 milioni di euro di bonus
dei dirigenti dell'Aig, una delle aziende salvate dagli aiuti federali. El
Salvador, parla il presidente eletto Mauricio Funes: "Se non fosse
avvenuto questo cambiamento il Paese sarebbe affondato". Lotta al traffico
di droga, il presidente colombiano Alvaro Uribe chiede l'unione del continente
sudamericano: i narcos "rappresentano un rischio per la sicurezza di
tutti". EL MUNDO - Scandalo Pp, il presidente del Consiglio Superiore
della magistratura Carlos Divar chiede al partito conservatore che non insista
perché venga sanzionato il giudice inquirente, Baltasar Garzon. Quattro anni di
carcere per Franklin Duran, venezuelano accusato di avere finanziato
illegalmente la campagna elettorale del presidente argentino Cristina
Fernandez. "Made in/by Spain": il governo lancia una campagna per
migliorare l'immagine delle aziende spagnole negli Stati Uniti, con il
patrocinio del principe Felipe. 2 - FRANCIA LE FIGARO - "Il patrimonio dei
francesi è raddoppiato in 30 anni", nonostante una diminuzione del 3% nel
2008: Il valore dei beni posseduti dalle famiglie, dalle aziende e dallo stato
ammontava a 12.513 miliardi prima della crisi. "Il primo viaggio di
Benedetto XVI in Africa": il papa dà inizio a una visita di una settimana
in Camerun e Angola e poi riunirà a Roma in autunno un sinodo dei vescovi
africani. "Madagascar: rovesciato il presidente": l'esercito si
affianca all'opposizione, i carri armati prendono possesso della banca centrale
e del palazzo presidenziale. barack obama LIBERATION - "Niente prigione
prima dei 13 anni": Rachida Dati traccia a grandi linee il futuro Codice
penale minorile e abbandona l'idea di incarcerare i delinquenti prima di 12
anni. Madagascar: i militari hanno preso gli uffici presidenziali": il
capo di stato resta arroccato nel palazzo alla periferia della capitale.
"I funerali di Bashung avranno luogo venerdì a Parigi" nella chiesa
di Saint Germain des Pres. 3 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - L'era del puro
libero mercato è finita: lo ha affermato il premier Gordon Brown, accettando
"la piena responsabilità" dei fallimenti bancari. Crisi, sotto
inchiesta la Barclays Bank, che secondo alcuni documenti riservati pubblicati
dal quotidiano avrebbe cercato di evadere le tasse. "La cantina
dell'inferno: rinchiuse per 24 anni", si apre in Austria il processo
contro Josef Fritzl. Tortura, il Foreign Office ammette di non aver mai
protestato presso il governo pachistano dopo le accuse di maltrattamenti a
presunti terroristi di nazionalità britannica. THE INDEPENDENT - "Cacciato
dalla Gran Bretagna, assassinato nel Darfur": Adam Osman Mohammed,
rimpatriato dalle autorità britanniche che non gli avevano concesso l'asilo, è
stato ucciso dalle forze di sicurezza sudanesi pochi giorni dopo essere
ritornato nel suo villaggio. Il Ministero della Difesa ammette: "Non
abbiamo idea di quanti militari soffrano di sindrome post-traumatica". Le
università "devono raddoppiare le tasse fino a 6.500 sterline
l'anno": i rettori difendono la richiesta di un aumento per proteggere gli
standard di insegnamento. THE TIMES - In apertura il processo a Josef Fritzl:
il tribunale "entra nel mondo oscuro e depravato" dell'uomo accusato
di stupro, sequestro, omicidio e riduzione in schiavitù della figlia. Crisi:
Bernanke, la recessione statunitense potrebbe finire nel 2009. Nordirlanda: le
forze speciali devono rimanere lontane per non rischiare di compromettere il
processo di pace, avverte il leader dello Sinn Fein Gerry Adams. Il consigliere
del governo per la Sanità, Sir Liam Donaldson, insiste sulla necessità di un
prezzo minimo per le bevande alcoliche. 4 - STATI UNITI THE WASHINGTON POST -
Crisi, "cresce la rabbia contro l'Aig per il pagamento dei bonus": i
vertici i lamentano per il "mobbing" e avvertono che le vite dei
dipendenti sono a rischio. Crisi, la caduta dei prezzi
permette alla Cina di acquistare risorse naturali fondamentali per alimentare la
crescita economica. gerry adams Sicurezza, la Casa Bianca ribatte alle critiche
dell'ex vicepresidente Dick Cheney. Iraq, gli Stati Uniti sostituiscono i
contractor per la sicurezza del personale dopo il mancato rinnovo del contratto
con la Blackwater. THE NEW YORK TIMES - "Il Pakistan evita la
trappola, ma il cammino da seguire rimane poco chiaro": accordo fra
governo e opposizione non dà ancora soluzione all'instabilità del Paese, dopo
il reintegro del giudice Iftikhar Chaudhry. Crisi, il governo potrebbe
transigere sul pagamento dei bonus dell'Aig per mantenere al loro posto i
dipendenti dell'azienda. Terrorismo, nella lotta contro al Qaida gli aerei
teleguidati ("droni") diventano l'arma principale. 5 - STAMPA ARABA
AL SHARQ AL AWSAT - quotidiano panarabo edito a Londra, apre sul abbattimento
di un drone iraniano in territorio iracheno, annunciato ieri, "Esercito Usa: l'ingresso del drone nei cieli iracheni non era per
errore". "il Marocco critica il 'poco rispetto' mostrato dagli
iraniani ed è inquieta per l'escalation di attività pro-sciite" nel Paese.
Kuwait, "dopo 3 interrogazioni parlamentari in 8 settimane, l'Emiro
accetta le dimissioni del governo". Il segretario generale della Lega
araba "Amr MOussa: il vertice di Doha non è cerimoniale e non avrà ospiti
non arabi". "In assenza di un rappresentante del ministro degli
Esteri siriano, aperta la prima ambasciata libanese a Damasco". AL QUDS AL
ARABI - giornale palestinese edito a Londra, titola in apertura che "la
Siria ribadisce i suoi 'eccellenti' legami con l'Iran, mentre si moltiplicano
gli sforzi per una riconciliazione dell'Egitto con il Qatar e la Libia con
l'Arabia saudita, intanto, il segretario della Lega araba, "Amr Moussa
esclude un invito ad Ahamdinajad per partecipare al vertice di Doha".
"Likud e 'Israele casa nostra' si mettono d'accordo per far cadere il
governo Hamas e impedire l'atomica all'Iran". Iraq, "le forze Usa trasferiranno gli equipaggiamenti militari in
Afghanistan e in depositi in alcuni paesi arabi". Egitto, scarcerato di
recente, il leader dell'opposizione "Aymen Nur mette in vendita la sua
casa per pagarsi un operazione chirurgica a Londra", "andrà a
Bruxelles per intervenire al parlamento europeo e non ha piani per visitare
Washington". Dialogo palestinese in Cairo, "ostacoli per il governo e
decisive trattative per lo scambio di detenuti tra Israele e Hamas".
Presidenziali Algeria, "La campagna elettorale di Bouteflika comincia da
'caffè, case e Hammam'", i celebri bagni pubblici orientali".
Cisgiordania, "Tangenti, due anni di galera per un ex funzionario
dell'Anp". "israeliani fondano un organizzazione per perseguire e
uccidere i detenuti palestinesi che verranno liberati nello scambio" per
Shalit. Afghanistan, "i talebani smentiscono la disponibilità di Mullah
Omar per trattative di pace con Kabul". Malesia, "un tribunale
islamico accoglie la richiesta di una musulmana di origini cinesi di rinunciare
alla sua fede". AL HAYAT - foglio panarabo edito a Londra, apre sul
Libano, "il presidente Suleiman si fa illustrare da Sarkozy il piano
francese per una conferenza di pace e riceve 'assicurazioni che non ci saranno
intese a spese del Libano", intanto a Damasco, "aperta l'ambasciata
libanese e al Muallem (ministro degli Esteri siriano) conferma che presto sarà
nominato l'ambasciatore a Beirut". Yemen, "le autorità danno la
caccia a 50 sospetti terroristi ricercati dall'Arabia saudita".
"l'Europa e il suo ruolo di spettatore nel conflitto
israeliano-arabo", titola un editoriale molto critico verso
"l'inerzia dei vicini europee". AL AHARAM - giornale semi-ufficiale
dell'Egitto, polemico con l'alleato Usa, titola in
apertura: "L'Egitto respinge qualunque aiuto condizionato degli Stati
Uniti e dal monso", e un portavoce della presidenza egiziana, spiega:
"ridotti gli aiuti economici a causa di condizioni che abbiamo respinto e
la nuova amministrazione americana è pronta a ridiscutere la questione".
Dick Cheney "Mubarak discute con il presidente del Burundi la
rivitalizzazione della cooperazione tra i paesi del bacino del Nilo e il
presidente del Senato italiano (Schifani) ribadisce il sostegno del suo paese
agli sforzi dell'Egitto per realizzare la stabilità nella regione".
ASSAFIR - quotidiano libanese vicino allo schieramento anti-occidentale, titola
sulle dichiarazioni di Assad dopo il suo incontro con Amr Moussa: "la Lega
araba deve trovare automatismi per gestire le divergenze" tra i paesi
membri. "Il dialogo palestinese disegna la cornice della riconciliazione:
ma quale sarà la politica del governo" d'unità nazionale?. Libano,
"tavola rotonda di caricaturisti arabi: cos?, si fa repressione politica e
religiosa e si affossa la solidarietà" nel mondo arabo. AL SABAH -
quotidiano di stato iracheno, mette in grande evidenza la "convergenza
politica per introdurre modifiche alla costituzione per consolidare la riconciliazione
nazionale". Forum di Istanbul per le risorse idriche, il presidente
iracheno, "Talabani chiede una quota sufficiente di acqua per
l'Iraq". In occasione del 21esimo anniversario del "crimine di
Halbja" commesso dall'ex regime iracheno che negli anni '80 aveva
bombardato la popolazione civile con armi chimiche, "cerimonie
commemorative in tutte le città della provincia autonoma del Kurdistan", e
"il premier al Maliki: fare giustizia è il minimo che dobbiamo alle
vittime" [17-03-2009]
( da "Affari Italiani (Online)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Spettacolo/ A Milano
arriva il cinema africano, asiatico e latinoamericano Martedí 17.03.2009 10:50
Alla programmazione nelle sale cinematografiche si affiancano gli eventi del
Festival Center, ubicato nel bastione ovest di Porta Venezia. Tutte le attività
per il pubblico saranno gratuite. Aperto da martedì
( da "WindPress.it" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
17-03-2009 e-flux -
http://e-flux.com March 16, 2009 VOX, contemporary image center and
Ciné©mathè¨que qué©bé©coise Hans-Peter Feldmann Pictures of car radios taken
while good music was playing (detail), 2004 5 black and white and color
photographs varying dimensions Courtesy of 303 Gallery, New York. Road Runners
VOX, contemporary image center March 7 - May 30 2009 http://www.voxphoto.com
Ciné©mathè¨que qué©bé©coise Norman-McLaren Gallery March 11 - April 26, 2009
http://www.cinematheque.qc.ca Ant Farm, Robert Barry, Michel de Broin, Chris
Burden, Hans-Peter Feldmann, Peter Gnass, Rodney Graham, Abbas Kiarostami,
Margaret Lawther, John Massey, Simon Morris, N.E. Thing Co., Edward Ruscha, Jon
Sasaki, Roman Signer, Stephen Shore, Kerry Tribe, Bill Vazan, Jeff Wall, Ian
Wallace Curated by Marie-José©e Jean, director of VOX, contemporary image
center, Montreal. VOX, contemporary image center 1211 Saint-Laurent Boulevard
Montreal (Quebec) Canada H2X 2S6 Ciné©mathè¨que qué©bé©coise 335, De
Maisonneuve East Boulevard Montreal (Quebec) Canada H2X 1K1 VOX, contemporary
image center, in collaboration with the Ciné©mathè¨que qué©bé©coise is pleased
to announce Road Runners, an exhibition which brings together works and
documents from the 1920s to the present day which focus on experiences of the
road. The road and the automobile are subjects and objects of major literary,
cinematic and artistic works that laid the foundations of a cross-disciplinary
genreâ??â??one which continues to evolve. The crystallization of that genre,
here designated by the term "Road Runners," came during the 1950s and
1960s with the publishing of Jack Kerouac's novel On the Road, Tony Smith's
account of his aesthetic experience on a highway, and the release of Dennis
Hopper's Easy Rider. Though the Road Runner may be characterized by diverse
attitudes and motivations, the road and the automobile have generated new modes
of representation and perception, in one or another of these forms. But while
in film and literature the road runner's motivation is often an identity quest
that sets him or her in motion, in response to a need for escape, a desire for vision
and revelation, the artist's wanderings are rather of mental
natureâ??â??conceptual, even. In the early 1950s, Tony Smith arrived at a
staggering redefinition of art when he went for a night ride along the
unfinished New Jersey Turnpike, without signs or lighting. He had an
"unstructured" experience of the landscape, which he could not frame
or transform into an art work because it remained forever immaterial. These
narratives ushered in a new relationship to art in which the art object was
deconstructed, giving way to a new paradigm wherein the conceptual dimension
and the experienced event were most important. Beginning in the late 1960s,
that paradigm engendered countless works whose structure was informed by the
road, with the car functioning as a moving studioâ??â??with the driver watching
the world roll by, continuously, on the screens that are its windows. The
framing of those road-images is often doubled by the tighter frame of the car
windows, and onto the observed landscape are superimposed reflected views in
the windshield and rear-view mirrors. This way of seeing the world, widespread
in North America, and especially in Canada, was to exert a huge influence on
several Conceptual artists, who used photography to record it. The very act of
seeing, previously perceived as something transparent, became the subject of
their art. The history of photography is also replete with road runners, who
along the way have produced a register of ongoing urban and social
transformations in North America. Photographers are especially attracted to the
non-spaces characteristic of American landscapes, focusing their attention on
transitional spaces (motels, restaurants, gas stations) and arteries of
communication (roads, crossroads, highways, boulevards). In the 1980s, image
production on the road became animated, and storytelling began to predominate.
Film and video became more prevalent, and artists employed the narrative
structures characteristic of these media. Several artists took to the road in
this way, offering (with either critical or humorous aims) unexpected
experiences. The exhibition will be complemented by a program of films entitled
Sur les routes, put together especially for the occasion by the Ciné©mathè¨que
qué©bé©coise. The book Bill Vazan: Walking into the Vanishing Point. Å?uvres
conceptuelles â?? Conceptual Art is also launched at this occasion. VOX, contemporary image center 1211 Saint-Laurent Boulevard Montreal
(Quebec) Canada H2X 2S6 Ciné©mathè¨que qué©bé©coise 335, De Maisonneuve East
Boulevard Montreal (Quebec) Canada H2X 1K1 e-flux corp. 41 Essex street New
York, NY 10002, USA Contact us: http://www.e-flux.com/contact Subscribe:
http://www.e-flux.com/pages/subscribe Unsubscribe: http://www.e-flux.com/pages/unsubscribe?email=comunicati.email@windpress.it
--_----------=_1237237202241630--
( da "Wall Street Italia" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ECONOMIA: ALMUNIA,
SEGNALI DI MIGLIORAMENTO di WSI Il commissario europeo agli affari economici e
monetari avverte però che le condizioni sociali non cessano di deteriorarsi e
si rischia un "autunno caldo" per l'intera Europa. -->MILANO (Reuters)
- Ci sono segnali migliori per l'economia rispetto a tre mesi fa, ma le
condizioni sociali non cessano di deteriorarsi e si rischia un "autunno
caldo" per l'intera Europa. Lo ha detto, in un'intervista al quotidiano La
Stampa, il commissario europeo agli affari economici e monetari Joaquin
Almunia, aggiungendo che i margini di manovra delle finanze pubbliche si stanno
riducendo. Elencando i segnali positivi, Almunia ha osservato che "alcune
banche hanno annunciato risultati più favorevoli delle attese, il mercato della
liquidità va un po' meglio e l'impegno dei governi per i lavori pubblici
comincerà a dar frutti presto". Sopravvivere non e' sufficiente: ci sono
sempre grandi opportunita' di guadagno. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER?
Costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Le prospettive restano
tuttavia tutt'altro che rosee, soprattutto in tema di occupazione, con
"una situazione molto incerta in settori trainanti come industria,
costruzioni, servizi", ha detto. Un fronte, quello dell'occupazione che
richiede, secondo Almunia, risposte innanzitutto nazionali, anche se la
Commissione può lavorare alla cornice. "Abbiamo proposto di aumentare le
risorse per il Fondo Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale", ha detto il
commissario. "Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso
politico". Almunia ha anche osservato che, con gli interventi pubblici
nell'economia che stanno gonfiando i deficit, "i dati sull'andamento delle
finanze pubbliche europee rivelano che i margini di manovra stanno scomparendo
anche per chi li aveva", ha detto. "Ciò non toglie che
inseguire la sostenibilità a medio termine è essenziale".
( da "Wall Street Italia" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi, Almunia (Ue):
segnali migliori ma rischio "autunno caldo" -->MILANO (Reuters) -
Ci sono segnali migliori per l'economia rispetto a tre mesi fa, ma le
condizioni sociali non cessano di deteriorarsi e si rischia un "autunno
caldo" per l'intera Europa. Lo ha detto, in un'intervista al quotidiano La
Stampa, il commissario europeo agli affari economici e monetari Joaquin
Almunia, aggiungendo che i margini di manovra delle finanze pubbliche si stanno
riducendo. Elencando i segnali positivi, Almunia ha osservato che "alcune
banche hanno annunciato risultati più favorevoli delle attese, il mercato della
liquidità va un po' meglio e l'impegno dei governi per i lavori pubblici
comincerà a dar frutti presto". Le prospettive restano tuttavia tutt'altro
che rosee, soprattutto in tema di occupazione, con "una situazione molto
incerta in settori trainanti come industria, costruzioni, servizi", ha
detto. Un fronte, quello dell'occupazione che richiede, secondo Almunia,
risposte innanzitutto nazionali, anche se la Commissione può lavorare alla
cornice. "Abbiamo proposto di aumentare le risorse per il Fondo Globalizzazione e di movimentare quelle del fondo sociale", ha detto il
commissario. "Ci aspettiamo dai leader del Consiglio un chiaro impulso
politico". Almunia ha anche osservato che, con gli interventi pubblici
nell'economia che stanno gonfiando i deficit, "i dati sull'andamento delle
finanze pubbliche europee rivelano che i margini di manovra stanno scomparendo
anche per chi li aveva", ha detto. "Ciò non toglie che
inseguire la sostenibilità a medio termine è essenziale".
( da "Blogosfere" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mar 0917 Milano,
23-29 marzo: 19esimo Festival del cinema Africano, d'Asia e America Latina
Pubblicato da Ferruccio Gattuso alle 07:00 in Appuntamento al cine, News! 19°
Festival del cinema Africano, d?Asia e America Latina Milano, 23 – 29 marzo
2009 www.festivalcinemaafricano.org La 19° edizione del Festival del Cinema
Africano, d?Asia e America Latina si svolgerà a Milano dal 23 al 29 marzo 2009.
Un appuntamento ormai storico per gli appassionati del cinema del sud del
mondo, l?unico festival in Italia interamente dedicato alla conoscenza della
cinematografia, delle realtà e delle culture dei paesi dell?Africa, dell?Asia e
dell?America Latina. Oltre 50 nazioni rappresentate, circa 80 tra film e video
proiettati. Inaugurazione Festival, lunedì 23 marzo all?Auditorium San Fedele
con l?anteprima italiana del film London River di Rachid Bouchareb, il cui
interprete principale, l?attore Sotigui Kouyaté, ha vinto a Berlino 2009 il
premio per la miglior interpretazione. Il programma del 19° Festival del Cinema
Africano, d?Asia e America Latina prevede le ormai consuete 2 sezioni
“competitive” - Concorsi Finestre sul mondo - aperte ai lungometraggi di
fiction e ai documentari di Africa, Asia e America Latina. Tra i film
selezionati in prima nazionale: l?ultimo film del regista argentino Pablo
Trapero, Leonera presentato a Cannes 2008; dal festival di Rotterdam 2009,
Adela l?ultima opera di un regista ormai culto nelle filippine, Adolfo Alix
Junior. E tre concorsi riservati esclusivamente all?Africa: il Concorso per il
Miglior Film Africano e i Concorsi per i Migliori Cortometraggi di Fiction e
Documentari e Non Fiction. Tra i titoli: Sex, gombo et beurre salé,
l?irresistibile commedia “all?africana” del regista di Daratt, Mahamat Saleh
Haroun, e Nothing but the truth, l?opera prima dell?attore sudafricano John
Kani (interprete di Un?arida stagione bianca e Spiriti nelle tenebre). Il
Festival dedicherà un Omaggio a Darezhan Omirbayev. Regista di fama
internazionale, Darezhan Omirbayev è uno dei cineasti più rappresentatavi del
Kazakistan, e ha legato il suo nome a quella che all?inizio degli anni Novanta
si pose all?attenzione internazionale come la nouvelle vague kazaka. Omirbayev
è tra i registi che fin da subito esprimono un personale percorso d?autore e
presenta una filmografia ricca di personalità. Una dimensione poetica, abitata
da indimenticabili personaggi colti nelle loro conflittualità esistenziali, che
il regista esplora nei cinque lungometraggi realizzati. Con il suo primo film
KaÏrat (1992), la storia, quasi senza dialoghi, di iun giovane uomo che emigra
da un villaggio verso la grande città, vince il Pardo d?argento al Festival di
Locarno. Con Cardiogramma (1995), selezionato in competizione alla Mostra del
Cinema di Venezia, racconta la storia di un ragazzino di 12 anni che vive
isolato nelle steppe e parte alla scoperta del mondo. Tueur à gages (1998), uno
dei suoi lavori più significativi, narra le vicende di Marat, un autista che
s?improvvisa killer per pagare i debiti. Il film vince il premio della sezione
Un Certain Regard al Festival di Cannes. Seguono la crisi d?identità
professionale e personale di un regista in Jol (2001), sempre presentato a
Cannes, e Shuga (2007) storia di una donna nella moderna capitale Astana,
liberamente ispirato ad Anna Karenina di Tolstoij. Il regista sarà presente al
festival ed incontrerà il pubblico in occasione della proiezione dei suoi film.
In seguito al grande successo di pubblico e di stampa della sezione “Musalsalat
e il terrorismo sugli schermi arabi”, il festival rinnova l?interesse per i
media arabi con la sezione tematica: Al Jazeera, l?occhio arabo sul mondo.
Dall?undici settembre in poi assistiamo ad una sempre più progressiva
“mediatizzazione” dei rapporti fra le culture. L?undici settembre è stato anche
il fatidico momento in cui l?Occidente ha scoperto improvvisamente, attraverso
il canale Al Jazeera, che la civiltà araba, da sempre considerata iconoclasta e
incapace di rapportarsi alle immagini, riusciva invece ad autorappresentarsi e
a rappresentare il mondo attraverso i mass media. Molta della retorica contro
Al Jazeera e la sua presunta istigazione al terrorismo presente su gran parte
dei media americani ed europei è dovuta proprio a questa reazione istintiva per
la perdita di una supremazia mediatica fino ad allora indiscussa. In realtà
l?Occidente conosce molto poco dell?universo mediatico arabo che si dispiega
ormai su oltre 500 canali satellitari. A questo punto, è doverosa la domanda:
quale immagine dell?Occidente emerge da questa miriade di canali televisivi? La
selezione di programmi televisivi di Al Jazeera proposti al Festival tenta di
dare una risposta a questa domanda, presentando una carrellata di trasmissioni
che affrontano l?argomento Obama e la politica Usa,
come il talk show Al ittijah al Moakis (La direzione opposta) condotto da
Faisal Al Kasim, anchormen di Al Jazeera; mostrando una soap opera, di
produzione giordana, Al Ijtiyah (L?invasione) sull?invasione israeliana del
campo profughi palestinese di Jenin, che ha ottenuto il prestigioso premio Emmy
Award, o il reportage As-sajin (Il detenuto 345) che narra le vicende di un
cameraman di Al Jazeera detenuto per sette anni a Guantanamo. Un assaggio di un
universo televisivo variegato e complesso, che si interroga sui rapporti con
l?Occidente in maniera nuova ed originale. Tavola rotonda Giovedì 26 marzo -
ore 17.00 - Spazio Oberdan Al Jazeera , l?occhio arabo sul mondo. Per conoscere
meglio il canale televisivo arabo più famoso del mondo, ma di cui pochi in
Occidente conoscono la programmazione, incontriamo Mohamed Challouf (curatore
della rassegna), Donatella Della Ratta (giornalista specializzata in media
arabi), Hahmad Mahfouz (Direttore Documentary Channel di Al Jazeera). Prima
dell?incontro sarà proiettato il documentario Vedo, sento, parlo sulla storia
della creazione del canale Al Jazeera. Il fuoriconcorso riserva un?attenzione
particolare ai registi italiani con la sezione Extr?A che presenta opere
rivolte ai tre continenti protagonisti del Festival e che trattano
problematiche relative all?immigrazione in Italia. Tra i titoli: Parafernalia
di M. Coppola e G. Giommi su una giovanissima e inquietante predicatrice della
chiesa evangelica brasiliana; Enjoy the Poverty di Renzo Martens, scioccante
documentario sulla povertà in Congo che diventa la prima risorsa nazionale… a
vantaggio di pochi; dalla Corea, Yodok Stories, documentario sulla preparazione
di un musical ispirato alla dittatura in Corea del Nord che vede coinvolti
cinque ex detenuti dei campi di concentramento; Youssou N?dour: I Bring What I
Love, sul famoso cantante senegalese e il suo rapporto con l?Islam. Alla
programmazione nelle sale cinematografiche si affiancano gli eventi del
Festival Center, ubicato nel bastione ovest di Porta Venezia. Tutte le attività
per il pubblico saranno gratuite. Aperto da martedì
( da "Gazzetta di Parma Online, La" del
17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Chiesi: +14,3% il
fatturato nel 2008 Il 2008 è stato positivo per il gruppo Chiesi, che conferma
e migliora ulteriormente il trend di crescita registrato negli ultimi anni, sia
in Italia, sia a livello internazionale. Le vendite hanno raggiunto i 748
milioni di euro, segnando un +14,3% (quasi il triplo della crescita media del
mercato europeo), ottenuto ancora una volta senza acquisizioni importanti e
nonostante i tagli di prezzo subiti nel corso del 2007 e del
( da "Villaggio Globale.it" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Ultime Notizie
Teatrambiente Mapu Terra ? Una storia in difesa dell'appartenenza
L'organizzazione «Fratelli dell'Uomo» continuano il loro impegno pro ambiente.
Lo spettacolo il 26 marzo a Monza L'appartenenza ad un terra, l'attaccamento al
proprio territorio, l'amore e il rispetto di questo. Quanto oggi si è legati a
questi valori? Esistono ancora? «Fratelli dell'Uomo» è un'organizzazione che da
diversi anni si preoccupa di promuovere e realizzare progetti nell'ambito della
difesa dei diritti umani, della difesa dell'ambiente, dello sviluppo rurale e
non solo. In linea con questa filosofia l'appuntamento fissato per il prossimo
26 marzo a Monza con Mapu Terra, presso il Teatro Binario7. La piéce porterà in
scena la storia di una coppia di origine mapuche che espropriata dal gruppo
Benetton rivendica con forza i propri diritti. Una storia coinvolgente,
emozionante che porta a riflettere su sentimenti precisi come il legame e
l'affetto che si può provare nei confronti della terra e del proprio
territorio. Stati d'animo e valori che ad oggi risultano
persi soprattutto in seguito ai fenomeni della globalizzazione e
dell'omogeneizzazione più radicale. Una rappresentazione che si pone davvero
interessante per le tematiche, oggi al centro di importanti dibattiti che
cercano di innalzare la sensibilità, il rispetto e il legame più profondo con
il proprio territorio, nonché per la bravura degli attori protagonisti.
(Angela De Vincenziis) (17 Marzo 2009)
( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Negli ultimi sette
giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è
passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in
realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo
della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti
per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore
bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto
i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un
colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che
Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei
debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione
colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una
raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin
iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del
presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che
i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è
sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che
ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera
notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che
pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani.
E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo
"che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo
per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista
Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In
gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18
miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi),
preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di
obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un
saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è
inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia
in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di
Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene
il fiato. Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società,
cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Non
commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS
Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi
provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui
flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono
stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati
stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa
e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di
lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto
minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il
quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa
dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della
disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero
essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al
solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda
l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha
lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente
nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni
di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un
forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre
estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo
Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità
internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la
crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di
milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i
Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a
superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica,
una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un
evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e
una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto
in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste,
immigrazione Commenti ( 43 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di
5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa
dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato
sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di
Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di
stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa
ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al
5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese
straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a
sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non
intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la
tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello
americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%.
Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo
cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno
nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a
testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita
solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri
finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di
dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni
americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi
testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della
Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino
di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo
termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro
resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene
conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e
Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è
la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi,
manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e
il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5)
Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti
Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i
blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i
forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La
ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione
dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il
proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati
ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera
non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono
equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca".
Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il
giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era
nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum
di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che
la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento
religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume
alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il
'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie
sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e
che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di
espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci
garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni
scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia,
democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica"
s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a
rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei
contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento
un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri
La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in
viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è
stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un
valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da
colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la
temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che
tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul
comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre
foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso
racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities.
Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori
più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso
di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del
tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il
cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il
cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna
nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà
nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere,
così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non
capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma,
un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente
preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia,
giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di
5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli
hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha
trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge
funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore:
potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in
caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego
in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille
miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli
speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi
varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra
di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con
l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è
ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia,
gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar
fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks,
presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank
conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama
anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare
tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla
casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la
recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le
banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e
dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri
qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada.
L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non
solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno
dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad
allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel
baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli
tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per
trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in
fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle
banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia
potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra
gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio?
AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150
miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato.
A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la
Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo:
l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama,
globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 75 ) » (6 voti, il
voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009
Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09
Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova
distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo
articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il
dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e,
secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a
Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo
è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i
Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante
e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente
disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è
innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso,
improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di
smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è
vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno
al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma,
un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie
debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di
superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare
dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia,
cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6
voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico
01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo
hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare
contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La
retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli
americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli
interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà
l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura
medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli
studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi
a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per
rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto
Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle
facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo
permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e
posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non
ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel
pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo
dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di
poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che
valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad
alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia
davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di
spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme
l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè
elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa,
che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di
percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di
questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non
fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi,
spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo
Commenti ( 48 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ...
Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 24Feb
( da "Dagospia.com" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
HomePage | Segnala
articolo --> MIBTEL -0.8% ? UNICREDIT SI Dà AL MICROCREDITO ? NEGOZI DI MODA
VS. OUTLET ? CHRYSLER PESSIMISTA ? NOKIA TAGLIA 1.700 POSTI ? ITALIANI IN CRISI
INCOLLAti ALLA TV E AL CINE ? SEQUESTRO IMMOBILI PER MADOFF ? Il nuovo iPhone
RASSICURA WALL STREET? 1 - Listini in lieve recupero dopo indice Zew migliore
attese... (Apcom) - I listini limano le perdite dopo la pubblicazione
dell'indice Zew, che misura il clima di fiducia nel settore della finanza in
Germania. A marzo l'indice si è attestato a -3,5 punti, contro una previsione
di -6,5 e in rialzo rispetto ai i -5,8 di febbraio. Le Borse europee hanno
reagito bene, riducendo i ribassi sotto il punto percentuale. Il Dax segna
-0,2%, il Cac40-0,8%, l'Ftse100-0,5% e il Mibtel -0,8%. 2 - Unicredit per
microcredito... (ANSA) - Grameen Bank, la 'banca del villaggio' costruita sullo
schema del microcredito, sara' attiva in Italia grazie all'intesa con
Unicredit. Il via e' in programma tra settembre e dicembre. Lo ha spiegato il
fondatore Mohammad Yunus, ricordando che il progetto coinvolge 'Unicredit,
l'Universita' di Bologna e Grameen Trust per iniziare il lavoro fatto in
Bangladesh', cioe' l'erogazione di piccoli finanziamenti per avviare attivita'
alle persone piu' povere che non avrebbero accesso al credito. Alessandro
Profumo 3 - Fismo, un freno a outlet e a saldi... (ANSA) - Fermare il
proliferare degli outlet e il fenomeno dei saldi selvaggi con una data unica di
inizio valida in tutta Italia. Lo chiede la Fismo, associazione imprese del settore
della distribuzione della moda aderenti a Confesercenti, fra le risposte alla
crisi del comparto. Fismo rileva come negli ultimi due anni il commercio del
settore abbia perso 20.000 attivita' con un calo, nel solo 2008, delle vendite
del 3,6% in termini di fatturato e del 5,4% in termini reali. 4 - Chrysler,
presidente pessimista... (ANSA) - Il presidente della Chrysler, Robert L.
Nardelli, nutre dubbi sulla possibilita' di salvare il gruppo dal fallimento.
In un'intervista concessa al New York Times, Nardelli ha dichiarato: 'Spero di
sbagliarmi, ma non ho grande fiducia visto il quadro attuale sul fatto che noi
protremo evitare la bancarotta'. La Chrysler secondo quanto pubblicato dal New
York Times ha chiesto in prestito al governo federale americani altri 5
miliardi di dollari in aggiunta ai 4 gia' ottenuti. 5 - Nokia taglia 1. 700
posti di lavoro... (ANSA) - Nokia, leader mondiale dei telefonini, ha in
programma di tagliare 1.700 posti di lavoro a livello globale, di cui
( da "TgFin.it" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cina: salgono a 740 mld $ investimenti
nel Tesoro Usa a gennaio (Il Sole 24 Ore Radiocor) -
Milano, 17 mar - La Cina consolida la prima posizione
come primo creditore degli Stati Uniti. A gennaio, gli investitori pubblici e
privati detenevano 739,6 miliardi di dollari in titoli del
Tesoro Usa contro i 727,4 milioni di dicembre. I nuovi dati arrivano dopo
che, nei giorni scorsi, il premier cinese Wen Jiabao aveva espresso timori per
gli investimenti negli Usa della Cina a causa del forte aumento del deficit Usa. Red-Mau
(RADIOCOR) 17-03-09 11:54:14 (0098) 5 NNNN
( da "Affari Italiani (Online)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Spettacolo/ A Milano
arriva il cinema africano, asiatico e latinoamericano Martedí 17.03.2009 10:50
Giovedì 26 marzo - ore 17.00 - Spazio Oberdan - Tavola rotonda Al Jazeera ,
l'occhio arabo sul mondo. Per conoscere meglio il canale televisivo arabo più famoso
del mondo, ma di cui pochi in Occidente conoscono la programmazione,
incontriamo Mohamed Challouf (curatore della rassegna), Donatella Della Ratta
(giornalista specializzata in media arabi), Hahmad Mahfouz (Direttore
Documentary Channel di Al Jazeera). Prima dell'incontro sarà proiettato il
documentario Vedo, sento, parlo sulla storia della creazione del canale Al
Jazeera.Il fuoriconcorso riserva un'attenzione particolare ai registi italiani
con la sezione Extr'A che presenta opere rivolte ai tre continenti protagonisti
del Festival e che trattano problematiche relative all'immigrazione in Italia.
Tra i titoli: Parafernalia di M. Coppola e G. Giommi su una giovanissima e
inquietante predicatrice della chiesa evangelica brasiliana; Enjoy the Poverty
di Renzo Martens, scioccante documentario sulla povertà in Congo che diventa la
prima risorsa nazionale. a vantaggio di pochi; dalla Corea, Yodok Stories,
documentario sulla preparazione di un musical ispirato alla dittatura in Corea
del Nord che vede coinvolti cinque ex detenuti dei campi di concentramento;
Youssou N'dour: I Bring What I Love, sul famoso cantante senegalese e il suo
rapporto con l'Islam. Alla programmazione nelle sale cinematografiche si
affiancano gli eventi del Festival Center, ubicato nel bastione ovest di Porta
Venezia. Tutte le attività per il pubblico saranno gratuite. Aperto da martedì
( da "KataWeb News" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
La fine delle 3
grandi è la fine dell'auto elettrica? 17 marzo 2009 alle 12:15 — Fonte:
petrolio.blogosfere.it — 0 commenti Il sistema industriale
è strettissimamente interconnesso, in tempi di globalizzazione più che mai. E
se le Big Three (GM, Chrysler e Ford) saranno costrette a chiudere, a
risentirne non sarà soltanto l'indotto diretto ma anche l'industria dell'auto
elettrica .
( da "Sicilia, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il rettore lagalla
«Valutazione oggettiva e più risorse agli atenei» «Puntare sull'alta formazione
e sulla ricerca, acquisire le risorse necessarie per ripensare i modelli di
competitività». È l'appello alle forze politiche nazionali e regionali che il
rettore dell'Università di Palermo, Roberto Lagalla, ha lanciato ieri allo
Steri in un seminario su «Interscambi culturali. Vecchie e nuove frontiere per
l'Università», promosso dall'associazione «Sicilia al centro», sottolineando la
necessità di una collaborazione tra le istituzioni. Il rettore Lagalla ha
sottolineato la necessità di rivedere lo stato del sistema di finanziamento
delle Università. «Non è ammissibile ? afferma Lagalla ? che le risorse vengano
destinate solo ad alcuni atenei attraverso una valutazione di virtuosità e di
qualità che tiene conto di parametri basati sulle caratteristiche di quegli
stessi atenei. È come truccare le carte prima di cominciare a giocare.
L'Università è disposta a non sottrarsi a una valutazione oggettiva, purché si
tenga conto delle peculiarità di ogni area del Paese». Il vicepresidente della
commissione Attività produttive all'Ars, Pino Apprendi, ha
dato anche notizia di «un accordo tra l'Ateneo di Palermo e alcune università
americane che permetta lo scambio fra studenti degli Stati Uniti e della
Sicilia con l'obiettivo di individuare percorsi formativi comuni e di favorire
la multiculturalità, base da cui partire oggi per affrontare i processi di globalizzazione».
( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 17 Marzo
2009, Detti così sembrano tre esclamazioni dei fumetti: Usmaf, Pif e Sasn. In
realtà, sotto le tre sigle si nasconde una fondamentale sinergia tra uffici
periferici del Ministero della Sanità. Così nell'ordine: l'Ufficio di sanità
marittima aerea e di frontiera ovvero il "vecchio" ufficio del Medico
del porto; il Posto di ispezione frontaliero e infine il Servizio di assistenza
sanitaria ai Naviganti. Ora queste tre branche della sanità marittima
torneranno riunite - primo caso in Italia - nella sede delle Zattere
abbandonata cinque anni fa per i lavori di restauro e che sono stati inaugurati
ieri mattina alla presenza del ministro della Salute, Maurizio Sacconi e dal
sottosegretario Francesca Martini. Insieme a loro lo staff nazionale del
Servizio di assistenza sanitaria guidato da Enrico Tommasi e dal dirigente
pro-tempore dell'ufficio veneziano, Mario Germagnoli. Presenti
all'inaugurazione anche il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, il sindaco,
Massimo Cacciari e il presidente dell'Autorità portuale, Paolo Costa.
Un'inaugurazione anche all'insegna della storia visto e considerato che a
Venezia nacque e si sviluppò il concetto di "quarantena". «Con questa
sede si realizzano sinergie operative assolutamente importanti - ha detto il
ministro del Welfare, Maurizio Sacconi - dal momento che la
globalizzazione sta aumentando i rischi per la salute pubblica e individuale.
Tutto ciò ovviamente si deve esclusivamente alla più veloce circolazione delle
persone e delle merci. Il nostro compito in sintonia con gli enti locali e
l'Organizzazione mondiale della sanità è anche quella di realizzare forme di
controllo e di prevenzione, soprattutto se vi sono patologie che
ritenevamo da noi scomparse e che, in realtà, stanno riemergendo soprattutto
legate ai fenomeni migratori come le malattie a trasmissione sessuale o la
tubercolosi. É evidente che in questo quadro riteniamo indispensabile che si
sviluppino sistemi di controllo alle frontiere, senza pregiudizi di alcun tipo,
di persone e di merci». Dal canto suo, il sottosegretario Martini ha rilanciato
l'importanza del servizio di medicina per i naviganti. «Si tratta di uffici
strategici - ha detto - per l'insieme dello sviluppo del Veneto. In passato
abbiamo vissuto situazioni drammatiche come le carni irlandesi alla diossina
oppure il latte alla melamina. In questo senso, e proprio tenendo conto di
queste esperienze, è indispensabile mantenere alta la guardia soprattutto di
fronte ad un processo irreversibile di globalizzazione. L'esperienza di
unificare in questa sede i tre servizi non è solo una garanzia, ma è altresì un
modello ammininistrativo che deve far scuola in Italia. Che si sia iniziato in
questa città, che ha ampi e importanti legami, contatti e collegamenti, ad
esempio con l'Estremo Oriente, dimostra l'attenzione che il Veneto ha e vuole
avere per la tutela della salute e della sanità pubblica». P.N.D.
( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Negli ultimi sette
giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è
passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in
realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo
della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti
per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario
sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti
colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di
bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha
annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma
l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale
per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di
annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin
iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del
presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che
i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta.
E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in
queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è
Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha
espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel
week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli
investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini,
sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli
stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi
(mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le
scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane,
sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148
miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato
manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui
deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che
euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. Scritto
in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie
nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 3 ) »
(Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una
nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori?
In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati
diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando
i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del
Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in
Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e
limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro
potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est
peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione,
molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti,
dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di
vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa.
L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato
l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero.
«C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di
persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un
forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre
estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo
Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità
internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la
crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di
milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i
Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a
superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica,
una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un
evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e
una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto
in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste,
immigrazione Commenti ( 44 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di
5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa
dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato
sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama,
in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo
dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti
uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del
Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese
straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a
sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non
intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la
tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello
americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%.
Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo
cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno
nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a
testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita
solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri
finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di
dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni
americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi
testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della
Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino
di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo
termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro
resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene
conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e
Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è
la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi,
manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e
il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5)
Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti
Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i
blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i
forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La
ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione
dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il
proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati
ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera
non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono
equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una
bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome"
e il giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia
era nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un
forum di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti
messaggi che la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il
comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti
del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per
diffondere il 'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo.
Certe ingiurie sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia
esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la
libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E
chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere
opinioni scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia,
democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica"
s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a
rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi
sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina.
Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e
dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per
cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock:
"Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti
prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva:
spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta.
In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose,
spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe
come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta bianca".
E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il grande bacino
del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop alle pantofole;
addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per shampoo, balsamo e
bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che si prolunghino,
"solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via i
sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per
pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona
notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a
parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state
tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le
scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i
lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi
che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in
crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 34 ) »
(6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) Un altro breve
post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il
credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo
loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti
illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è
legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede
l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il
progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei
contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari
ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del
Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al
dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi,
progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti
( 50 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog
di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In
un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American
enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due
punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la
crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è
inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che
questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile,
meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in
grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a
lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi
sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da
certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto
leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di
tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra
conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè
creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le
banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le
attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi
detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio
investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide.
L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra
l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra
ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel
sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due
possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la
bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in
capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il
mondo Commenti ( 75 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading
... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia
questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non
vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente
ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a
Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto
banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni
scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono
importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime
comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più
conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi
segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro.
La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese
ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia
teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il
mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di
numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti.
Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le
proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status
di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi
guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia,
cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (6
voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico
01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo
hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare
contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La
retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli
americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli
interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà
l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura
medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli
studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi
a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per
rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto
Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle
facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo
permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e
posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non
ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel
pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo
dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di
poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono
migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad
alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia
davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di
spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme
l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè
elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa,
che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di
percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di
questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non
fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi,
spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo
Commenti ( 48 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ...
Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 24Feb
( da "Blogosfere" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mar 0917 E'
ufficiale: Sygic Mobile 2009 arriva su iPhone Pubblicato da Massimiliano
Bucciol alle 21:30 in GPS on the move UPD: segui QUI l'evento 3.0 di Apple. A
poche ore dalla comparsa del nuovo firmware 3.0 per iPhone, una coincidenza
interessante, ecco l?annuncio ufficiale, QUI il comunicato stampa, dell?azienda
slovacca Sygic. Il nuovo software per la navigazione GPS su dispositivi mobili,
denominato Sygic Mobile 2009, oltre che su svariati cellulari sarà disponibile
sull'iPhone, dato il suo imminente arrivo in App store. La compatibilità con lo
smartphone di Cupertino sarà piena, grazie anche al supporto dell?accelerometro
per la navigazione (anche) in landscape. La nuova versione di Sygic comprende
una serie di feature per arricchire l?esperienza di navigazione satellitare.
Infomrazioni sul traffico in tempo reale saranno fornite in maniera opzionale.
Sarà compatibile con prodotti dotati di tastiera fisica così come con quelli
dotati di schermo sensibile al tocco. Tra le caratteristiche del prodotto troviamo:
- allarme quando l?utente oltrapassa i confini di una Nazionee con invio
istantaneo di informazioni concernenti la Nazione visitata come, ad esempio,
limiti di velocità, fusi orari o moneta corrente; - oltre 70 categorie di POI,
oltre a quelle classiche come Hotel o ristoranti; - navigazione su misura per
pedoni, auto o biciclette; - più di 20 lingue a disposizione per la navigazione
vocale. Le mappe digitali saranno fornite da TeleAtlas e la copertura
riguarderà anche Cina e India, il cui lancio è
previsto entro il
( da "EUROPA ON-LINE" del 17-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Le armi del Cremlino
VITTORIO STRADA La riforma delle forze armate russe passa per la tecnologia e
per il nucleare. Dmitry Medvedev, presidente della Federazione russa, ha
svelato ieri i progetti militari di Mosca. A partire dal