CENACOLO DEI COGITANTI |
Report "Globalizzazione" 16-17 febbraio 2009
SINISTRA Parlarsi si può.
Oggi tutti a Roma ( da "Manifesto, Il"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: riprendere un lavoro unitario sulla crisi della globalizzazione e del neo-liberismo: sostenibilità, diritti, uguaglianza, crisi del lavoro e della rappresentanza, «beni comuni», difesa della «diversità» culturale e non a tutti i livelli. I promotori della manifestazione dell'11 ottobre 2008 discutono insomma un loro «manifesto» per far vivere la sinistra a partire dai contenuti.
14:14 VINI: COLDIRETTI MARCHE, PRONTO DECRETO SALVA
VERDICCHIO ( da "Agi"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Dinanzi al pericolo di una globalizzazione e industrializzazione del prodotto occorre dunque alzare la guardia per salvare le nostre produzioni ed evitare che le nuove norme sull'etichettatura distruggano un patrimonio di qualita' costruito negli anni". Da qui la decisione di varare una lista di vitigni protetti, che accompagnano il nome geografico della denominazione d'
La Clinton in missione in Asia: al centro i rapporti con la
Cina ( da "Giornale di Brescia"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: del Sud e Cina. È riservata alla Cina la parte diplomaticamente più importante del suo viaggio ufficiale. L'amministrazione Usa, intende avviare anche con Pechino un dialogo che possa rafforzare i rapporti tra i due Paesi. Con un obiettivo principale: creare le condizioni affinché «i tibetani e tutto il popolo cinese possano godere della libertà religiosa senza temere persecuzioni»
G7: due mesi per riscrivere le regole (
da "Giornale
di Brescia" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: fronte ad una platea allargata anche alle potenze economiche emergenti come India e Cina, bisognerà conseguire infatti risultati concreti. In quell'appuntamento, inoltre, il Financial Stability Forum guidato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi porterà la sua ricetta, imperniata - ha anticipato Draghi - su tre punti, «più capitali, più riserve e standard più rigorosi» .
Chiuso il vertice di roma, le decisioni sono rimandate al
G20 di Londra ( da "Cittadino, Il"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: fronte ad una platea allargata anche alle potenze economiche emergenti come India e Cina, bisognerà conseguire infatti risultati concreti. In quell'appuntamento, inoltre, il Financial Stability Forum guidato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi porterà la sua ricetta, imperniata - ha anticipato Draghi - su tre punti, «più capitali, più riserve e standard più rigorosi».
hillary clinton vola in asia
( da "Centro,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: gli Usa intendono continuare, e se possibile rafforzare, con Pyongyang i colloqui a sei (a cui partecipano anche Russia, Cina, Giappone e Corea del Sud). Sul tavolo aiuti finanziari ed economici in cambio dell'impegno nordcoreano a rinunciare al nucleare in modo definitivo e sarà soprattutto di questi temi che Hillary Clinton parlerà con Giappone,
vertice g7, la parola passa ai mercati
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: fronte a una platea allargata anche alle potenze economiche emergenti come India e Cina, bisognerà conseguire infatti risultati concreti. In quell'appuntamento, inoltre, il Financial Stability Forum guidato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi porterà la sua ricetta, imperniata - ha anticipato Draghi - su tre punti, «più capitali, più riserve e standard più rigorosi».
protezionismo, dall'ipocrisia del g7 nuovo colpo alla
globalizzazione - (segue dalla prima pagina) federico rampini
( da "Repubblica,
La" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Sette Grandi rischiano di bloccare i commerci internazionali Protezionismo, dall´ipocrisia del G7 nuovo colpo alla globalizzazione L´economia italiana la più penalizzata se l´export si ferma Il nazionalismo di India e Cina potrebbe fermare la ripresa dei consumi (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) FEDERICO RAMPINI Con un coro unanime i leader riuniti hanno messo al bando il protezionismo.
le promesse del g7 ora al vaglio dei mercati
( da "Nuova
Sardegna, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: di fronte a una platea allargata anche alle potenze economiche emergenti come India e Cina, bisognerà conseguire infatti risultati concreti». In quell'appuntamento, inoltre, il Financial Stability Forum guidato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi porterà la sua ricetta, imperniata su tre punti: «Più capitali, maggiori riserve e standard più rigorosi».
hillary clinton in cina primo viaggio ufficiale
( da "Nuova
Sardegna, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Andrà in Giappone, Indonesia, Corea del Sud e Cina. E, situazione in Nord Corea a parte, è riservata alla Cina la parte diplomaticamente più importante del suo primo viaggio ufficiale. L'amministrazione Usa, intende avviare anche con Pechino un dialogo che possa rafforzare i rapporti tra i due Paesi.
Incontro in Protezione Civile organizzato dal Cai
( da "Resto
del Carlino, Il (Ascoli)" del
16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: dirigente della Protezione Civile del Comune e comandante della Polizia Municipale. Il secondo incontro è previsto oggi, ore 18.00, sempre presso la Sala Operativa Provinciale della Protezione Civile ed è indirizzato al problema dei rifiuti pericolosi. Relazionerà Quirino Olori del Dipartimento di Prevenzione, Servizio Igiene e Sanità Pubblica della Asur 13,
LA CAMERA di Commercio ha organizzato per martedì 24
febbraio, presso la sed... ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: presso la sede staccata di Cesena, un seminario sulle problematiche legate ai cambiamenti economici e sociali portati dalla globalizzazione. Relatore Luigi Pastore, che collabora con la Marco Redaelli & Associati di Milano come docente e consulente di direzione nell'area marketing, vendite e comunicazione. Partecipazione gratuita.
Obama: rimuoverò il divieto di ricerca sulle staminali
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Corea del Sud e Cina - parlando ieri in conferenza stampa alla vigilia della partenza ha spiegato che gli Usa intendono «sviluppare relazioni ampie e profonde» non solo con i quattro Paesi che visiterà. Ma, come ha sottolineato il Washington Post, è la Cina a rivestire un ruolo centrale in questa prima missione all'estero.
Tour in Asia Prima missione per Hillary
( da "Unita,
L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Ultima tappa, sarà l'attesa visita a Pechino, dove gli argomenti sul tavolo sono tanti: oltre al dossier Tibet, si parlerà di Taiwan e diritti umani, temi sensibili nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti. In primo piano, naturalmente, anche i rapporti commerciali.
La Protezione civile
( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-02-15 num: - pag: 3 categoria: BREVI La Protezione civile La Protezione Civile: forti nevicate su tutto l'arco appenninico campano, e nelle zone confinanti con la Basilicata, il Molise e la Puglia. Nella foto Guido Bertolaso
dal nostro corrispondente NEW YORK - Quando l'economia va
male &... ( da "Messaggero, Il"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: In futuro però si dovrebbe allargare alla Cina. Il G7 non può rispondere alle pressioni mondiali senza tenere presente l'economia cinese». Le promesse antiprotezionistiche verranno mantenute? «Le pressioni ci sono, e non solo negli Stati Uniti. Credo che l'impegno preso dal G7 dovrà essere discusso al G20.
Positiva la politica di sgravi sulle fusioni nel cluster
( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: mentre in metratura la Cina ci sta tallonando. Anche la Spagnaè diventata un forte concorrente. I nostri mercati stanno cambiando. Per un decennio il principale acquirente sono stati gli Usa, adesso è diventata la Francia». Tra le ultime misure governative, le più apprezzate dal settore sono quelle che prevedono incentivi per favorire l'aggregazione tra le aziende:
E adesso un Capitalismo.3
( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: globalizzazione. L'economia mista del dopoguerra fu costruita e gestita nell'ambito degli Stati nazionali, e un requisito indispensabile era che l'economia internazionale doveva essere tenuta a bada. Il sistema economico incentrato su Bretton Woods e sul Gatt comportava una forma d'integrazione economica internazionale "
Passepartout
( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La presenza di Mao nella Cina contemporanea: nonostante i radicali cambiamenti del Paese, la rivoluzione comunista rimane al centro di un persistente culto della personalità. RAITRE 23,35 Tatami. Il «poliamore» e i festini alla «Eyes Wide Shut»: Camila Raznovich apre la puntata con un'intervista all'economista Jacques Attali,
L'AMARO PREZZO DEL SALVAGENTE
( da "Nazione,
La (Firenze)" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: ininterrotta apertura dei mercati ha dischiuso la porta alla globalizzazione. La quale, lo dicono le vicende storiche, è stata e resta fortemente esposta agli arretramenti dell'economia. Negli anni tra le due guerre mondiali, del mercato aperto si fece terra bruciata. S'infransero i sogni della Grande Illusione, il libro che nel 1909 aveva dato alle stampe Norman Angell,
dal nostro corrispondente NEW YORK - Assorbita dal
dibattito che ha preceduto...
( da "Messaggero,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il presidente Bush aveva consolidato i rapporti con la Cina, nonostante la sua presidenza fosse cominciata con un grave incidente (la cattura di un aereo americano sconfinato in territorio cinese). Ma i rapporti Usa-Cina sono rimasti solo economici: Hillary ha invece chiarito che la nuova Amministrazione vuole trasferirli su un campo più vasto.
PRIVACY: PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI E COOPERAZIONE
GIUDIZIARIA IN EUROPA ( da "marketpress.info"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI E COOPERAZIONE GIUDIZIARIA IN EUROPA Bilancio positivo per il Working Party on Police and Justice (Wppj), il Gruppo dei Garanti europei per la protezione dei dati personali costituito nel 2007 con l´obiettivo di affrontare le problematiche connesse all´attività di collaborazione giudiziaria e di polizia (
Hillary Clinton snobba l'Europa Debutto in Asia, <nuovo
baricentro> ( da "Corriere della Sera"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Nel discorso, la neo segretaria di Stato Usa ha polemizzato senza nominarlo con l'ex presidente Bush: «Alcuni pensano che la Cina in ascesa sia per definizione un'avversaria — ha ammonito —. Al contrario, noi crediamo di potere contribuire al reciproco successo e di poterne trarre dei vantaggi».
Hillary Clinton ministro dimezzato all'esordio in Asia
( da "Giornale.it,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: alleato più importante degli Usa in Asia, la Corea del Sud è fondamentale per trovare una soluzione ai rapporti con l'altra Corea e al suo dossier nucleare e la Cina è semplicemente la Cina, ovvero lo Stato che possiede una buona fetta del debito pubblico americano. Ma l'impressione che Hillary avrebbe preferito un debutto più «prestigioso» rimane forte.
Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati?.
( da "Giornale.it,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jan 09 Resa dei conti tra la Cina e gli Usa? Il sito del Giornale nelle ultime 48 ore ha dovuto affrontare la migrazione da un provider a un altro e dunque anche l'accesso al blog è stato difficile, soprattutto in certe zone d'Italia. Mi scuso per questo inconveniente, ora risolto.
Ora anche l'Italia brucia d'amore per il peperoncino
( da "Giornale.it,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Globalizzazione e immigrazione, e così ora accanto ai cespi di insalata si trovano anche diverse specie di peperoncino fresco. Ma a comprarle non sono mica solo gli stranieri, «non c'è dubbio che ormai gli italiani si sono lasciati conquistare e la contaminazione è stata facile, perché anche chi non ama la cucina etnica può semplicemente aggiungere un po'
Acciaio, la speranza viene dalla Cina
( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: italiano ed europeo non arrivi davvero dalla Cina, che ha fame di minerale, ma anche di acciaio per le sue costruzioni e, più in generale, per il suo mercato. «Abbiamo segnali di forte ripresa della domanda dalla Cina - spiega Davide Malacalza, amministratore delegato dell´omonimo gruppo che commercializza in esclusiva per l´Europa i prodotti siderurgici della Baosteel di Shangai,
Movies debutta a Milano con gli abiti su misura
( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del
16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: estero prevalentemente negli Usa, nei Paesi Arabi e in Europa. Andranno in porto nei prossimi giorni interessanti accordi distributivi con partner locali in Russia e nelle ex-repubbliche sovietiche, mentre stiamo valutando una proposta di partnership per la Cina». Novità per il nuovo anno anche sul versante prodotto infatti altre due linee si affiancheranno a Mabro (
Buon compleanno al Protocollo di Kyoto
( da "Comunicatori
Pubblici" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: ma anche nei Paesi asiatici di nuova industrializzazione, primo fra tutti la Cina, che ha già largamente sorpassato gli Usa quanto a impatto inquinante. “I Trattati internazionali ambientali non dispongono di strumenti di operatività, di controllo e di sanzioni efficaci”, ha proseguito Ronchi. “Questa è un?
Cantine italiane in Florida un tour vincente
( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del
16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina e Giappone), che avrà una seconda fase negli Usa, come da tradizione, nel mese di ottobre in altre tre città di diversi stati. La Florida è una meta ideale per le aziende italiane, rappresentando l´8% dell´intero mercato a "'Stelle e Strisce"', seconda solo alla California, con un tasso di crescita delle vendite del 60%
Assumere un dirigente conviene
( da "ItaliaOggi
Sette" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: negli ultimi anni le Pmi hanno dovuto fare i conti non solo con i problemi endemici del sistema produttivo nazionale, ma anche e soprattutto con quelli relativi alle sempre più difficili e spietate regole della globalizzazione. Rispetto al passato esse non [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati: 10
Hillary Clinton stravolge la politica estera di Bush
( da "Affari
Italiani (Online)" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: seguiranno poi Indonesia, Corea del Sud e Cina. L'ex first lady ha stabilito cioè di incontrare per primi proprio i partner che per tutta l'era Bush si sono sentiti trascurati. A cominciare da Tokio e Seoul. "La Cina sta crescendo, l'India sta crescendo, il Giappone resta la seconda economia del mondo dice il prof.
Noi, le prime vittime del protezionismo
( da "KataWeb
News" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: questa crisi mondiale ha contribuito a rendere impopolare la globalizzazione, se non altro perché molti paesi la subiscono come un cataclisma provocato da altri. Quindi ridurre un po' la nostra apertura verso il resto del mondo non ci farà male: questo è il senso comune che si va diffondendo. Qua e là sui giornali compaiono rituali appelli a non ripetere gli errori degli anni Trenta:
La resa dei Sette alla crisi Ma ognuno ha la sua ricetta
( da "Manifesto,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: economia mondiale vanno risolti prima tra Usa e Cina e la stessa azione dell'Unione europea risulta marginale, nonostante la forza della divisa dell'euro. Ma campeggiano nel G7 visioni diverse anche su quanto salvare della fallimentare ideologia liberista, sul ruolo degli interventi pubblici in economia e sul grado di regolamentazione globale da creare.
Parlarsi si può. Oggi tutti a Roma
( da "Manifesto,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: riprendere un lavoro unitario sulla crisi della globalizzazione e del neo-liberismo: sostenibilità, diritti, uguaglianza, crisi del lavoro e della rappresentanza, «beni comuni», difesa della «diversità» culturale e non a tutti i livelli. I promotori della manifestazione dell'11 ottobre 2008 discutono insomma un loro «manifesto» per far vivere la sinistra a partire dai contenuti.
Obama, il piano anticrisi alla prova dei mercati
( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina, India, Brasile. Ma si parla del 2 aprile: due mesi sono davvero un'eternità, ai ritmi ai quali si muove questa crisi. L'attesa degli esperti è quindi, a conti fatti, per una bocciatura almeno parziale da parte dei mercati. Specie considerando che anche il piano messo a punto dallo stesso Geithner per sostenere e riformare il sistema del credito continua a non convincere gli
"Contatto" al Koesis
( da "Napoli.com"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La globalizzazione è nemica del segno, ma anche la grande opportunità di conoscenza del mondo intero. L?identità culturale di un popolo si riconosce proprio decifrando il suo ?segno?, nella sua infinita varietà di manifestazioni: la nave dei Vichinghi non avrebbe mai potuto essere come quella degli Arabi?
USA: E ADESSO SI ATTENDE PIANO SOS PIGNORAMENTI
( da "Wall
Street Italia" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: intenzione di una maggiore cooperazione con la Cina, allontanando i timori emersi dopo che il segretario del Tesoro Usa aveva accusato Pechino di manipolare la valuta. In Germania la camera bassa ha approvato il pacchetto di stimolo da 50 Mld?, il voto della camera alta è atteso in settimana.
Legge D'Alia: Facebook non ci sta
( da "PC
World online" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Antonio Di Pietro paragona l'Italia alla Cina Dino del Vescovo Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube. Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Facebook paga 65 milioni nella causa con ConnectU San Valentino: attenti ai messaggi d?
Ora la parola passa ai mercati
( da "Corriere
Adriatico" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: fronte ad una platea allargata anche alle potenze economiche emergenti come India e Cina, bisognerà conseguire infatti risultati concreti. In quell'appuntamento, inoltre, il Financial Stability Forum guidato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi porterà la sua ricetta, imperniata - ha anticipato Draghi - su tre punti, "più capitali, più riserve e standard più rigorosi".
Acciaio: per Ubs brillano Posco, ThyssenKrupp e Steel
Dynamics ( da "Finanza.com"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: livelli delle scorte supereranno la debole domanda in Cina, Usa e Giappone, e alti livelli si vedranno anche in Germania e Corea, mentre la Russia aumenterà la propria capacità e il Brasile continuerà a vedere scendere i prezzi interni - illustrano gli esperti nella nota odierna - Un catalizzatore per aumentare gli utili potrebbe essere dato dai prezzi più bassi di ferro e carbone"
CINA MOLTO PREOCCUPATA PER PROTEZIONISMO
( da "Wall
Street Italia" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina molto preoccupata per protezionismo di ANSA In Usa e in altri paesi sembra emergere limitazione ad acquisti -->(ANSA) - PECHINO, 16 FEB - La Cina e' 'profondamente preoccupata' per il protezionismo che sembra emergere 'in alcuni paesi' ed in particolare negli USA.
Crisi alimentare nel 2009?
( da "Blogosfere"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: USA e ex URSS stanno piantando meno perchè i prezzi sono scesi e la siccità in Cina, India e Sudamerica potrebbe fare il resto. Sarà davvero una catastrofe alimentare? La FAO non sembra così pessimista, anche perchè il raccolto 2008 è stato così abbondante da riportare gli stocks dal 19% al 22% dell'utilizzo.
Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di
D'Alia ( da "PC World online"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: con quella della Cina e della Birmania. In molti casi però, i punti essenziali della proposta sono stati fraintesi o interpretati in chiave esageratamente censoria. Il Presidente dei senatori dell'Udc, Giampiero D'Alia, ha quindi rilasciato precisazioni in merito: "La norma introdotta con l'articolo 50 bis del pacchetto sicurezza non fa chiudere alcun sito o social network.
Kosovo/ Premier assicura: Saremo riconosciuti da tutto il
( da "Virgilio
Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: contendo sul sostegno internazionale della Russia e della Cina e sperando che la Corte internazionale di giustizia dell'Onu 'bocci' la secessione kosovara. Il premier kosovaro accusa le autorità di Belgrado di "avere la stessa mentalità Slobodan Milosevic", l'ex presidente yugoslavo che, scatenando la guerra in Kosovo, provocò l'intervento della Nato che nove anni dopo ha condotto all'
Mariella Burani preview
( da "FashionFm.it"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: epoca di globalizzazione ed esternalizzazione dei processi produttivi, la Burani ha ribadito l´originalità italiana dei suoi capi. Ideazione, produzione e realizzazione sono state svolte in Italia, con tessuti nostrani. L´attenzione del brand si focalizza sulla qualità dei materiali appunto, delle confezioni e sulla riconoscibilità delle linee.
Usa, Clinton inizia da Giappone primo tour diplomatico
( da "Reuters
Italia" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Corea del Sud e Cina. "Ho scelto l'Asia come destinazione del mio primo viaggio in qualità di segretario di Stato per sottolineare l'importanza per gli Stati Uniti delle relazioni con questo continente nell'affrontare le sfide e cogliere le opportunità che il 21esimo secolo ci offre", ha detto Clinton durante una cerimonia di benvenuto all'
Kosovo/ Molte incognite su primo anniversario indipendenza
( da "Virgilio
Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Grazie al sostegno di Russia e Cina, in autunno la Serbia è riuscita a far approvare dall'Assemblea generale dell'Onu una risoluzione che chiede alla Corte internazionale di giustizia (Icj) di pronunciarsi sulla legalità dell'indipendenza di Pristina. Ilverdetto è atteso verosimilmente nel 2010 e anche se non sarà un giudizio 'tranchant' - il parere dell'
## Giappone/ Crisi e ministro ubriaco, governo Aso rischia
( da "Virgilio
Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: passato volava direttamente in Cina saltando il Giappone e ribaltava così l'ordine tradizionalmente rispettato dalla Casa bianca. Aso, che nonostante le percentuali record di impopolarità cerca di tenere salde le redini del potere, ottiene appena il 9,7% delle preferenze secondo un sondaggio realizzato nel fine settimana da Ntv, una delle principali emittenti televisive del Giappone.
Franco De Gennaro
( da "Stampa,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: I miei clienti sono al 90% multinazionali con sede in Europa - Usa - Cina - India. Sinceramente, mi aspettavo qualcosa di più dagli incontri con queste multinazionali e con i loro grandi managers che parlavano nel recente passato di visione, strategia, obiettivi da raggiungere nell'anno o nei prossimi anni.
Giappone, il Pil crolla: -12,7% È il dato peggiore dal 1974
( da "Stampa,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: A gennaio, per il 17° mese di fila sono cadute le vendite degli appartamenti, questo ultimo mese c'è stato un crollo del 24%. La situazione poi rischia di avere subito riflessi negativi sull'America. Il Giappone è dopo la Cina, il secondo acquirente mondiale di debito americano.
Il 2008 di L'Oreal segna la crescita più lenta in un
decennio ( da "Finanza e Mercati"
del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: era visto costretto a rivedere al ribasso per ben tre volte le prospettive di vendite e profitti per la «brutale» frenata segnata dal business in Usa, Europa e Cina, dove i consumatori preferiscono scegliere brand più economici. In ogni caso, i ricavi complessivi sono progrediti del 2,8% a 17,54 miliardi di euro. Dato, anche questo, risultato inferiore alle stime degli analisti.
<Strategici acqua, turismo, boschi>
( da "Adige,
L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Bonomi: Alpi «globalizzate». Dellai: ferrovia centrale «Strategici acqua, turismo, boschi» ROVERETO - Un tempo le regioni alpine - 1.200 comuni, 3 milioni di abitanti - erano caratterizzate da «mezzi scarsi ma fini certi». Oggi invece «l'ipermodernità» è arrivata e ha prodotto «mezzi abbondanti ma fini incerti».
l'isola dedicata agli studi giovanili
( da "Nuova
Venezia, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: consorzio di 10 università (Usa, Germania, Israele, Spagna, Cina, Paesi Bassi, Venezia), con Cnr, Ministero ambiente. Ma anche la Fondazione Basaglia, legata anche al Museo della Follia aperto negli spazi dell'ex manicomio. La Viu in particolare ha portato unaa scuola di studi avanzati in governance, sviluppo sostenibile, economia delle reti,
"from concept to car" partner contro la crisi -
milena vercellino ( da "Repubblica, La"
del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina, Russia e Turchia, assistenza commerciale individuale, supporto mirato allo sviluppo di progetti innovativi, informazione specializzata su mercati e tecnologie. «In questa fase particolarmente difficile che colpisce con forza il settore auto, "From Concept to Car" mostra tutta la sua attualità - commenta il presidente della Camera di commercio Alessandro Barberis -
ricordi di "quell'estate felice" di "argo il
cieco" in sicilia - laura nobile
( da "Repubblica,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: ricorda Cino, che ha già diretto in passato "Diceria dell´untore" - anche perché era il romanzo che amava di più». La storia della giovane che nonostante viva rinchiusa in un nobile palazzo col vecchio nonno, intesse una relazione col cugino e "usa" lo spasimante professore, prima di abbandonarlo, per Cino diventa «un percorso di progressiva acquisizione di consapevolezza femminile,
innovazione: decolla la cooperazione fvg-carinzia
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: il fare squadra nei confronti di un mercato sempre più globalizzato sono fattori non ancora assimilati e per i quali si manifestano alcune criticità culturali». Il programma gode di un finanziamento europeo di 1,2 milioni di euro, con cui saranno finanziati progetti nei settori dei trasporti, sanità, ambiente, sicurezza e protezione civile, cultura, e-government,
calligaris verso la guida di confindustria fvg
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: il pordenonese Maurizio Cini e il triestino Corrado Antonini - hanno chiuso le consultazioni. Come previsto, la presidenza "spettava" a un friulano (la consuetudine vuole si affidi la guida dell'associazione a rotazione a tutte le province) perchè va ultimato il mandato del compianto industriale cividalese.
La botte è vuota e il ministro ubriaco
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: INTERNO La botte è vuota e il ministro ubriaco CRISI GIAPPONESE La botte è vuota e il ministro ubriaco Il Pil crolla a -12,7%, licenziamenti a raffica, attività legislativa bloccata, rapporti difficili con Usa e Cina: non è una crisi ma una catastrofe. Scandalo per il ministro dell'economia ubriaco al G7 di Roma, ma il premier Aso lo salva PAGINA
AEuropa,come dire cultura
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: evocazione della necessità di unire l'Europa e il processo galoppante di globalizzazione che unifica il mondo, per un verso omologandolo, per l'altro fratturandolo secondo linee che non corrispondono alla geografia dei continenti. Che cosa diventa, la «cultura europea», nella nuova spazialità e temporalità del mondo globale?
Crolla il pil, su i bicchieri
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Difficili i rapporti con gli Usa e la rivale Cina Pio d'Emilia TOKYO TOKYO «In che mani siamo». La prima pagina del Yukan Fuji, tabloid della sera noto per il suo spesso becero sensazionalismo ma anche per essere uno dei pochi media giapponesi ad essere implacabile con le istituzioni è tutta per lui.
Elezioni europee, il come e il cosa
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: attuale modello di capitalismo globalizzato deflagra e domanda risposte chiare, idee nuove, proprio a sinistra. Se tutte le energie che vengono spese nel creare barriere fossero invece utilizzate per cercare una relazione positiva, una competizione cooperativa, tra le pratiche e le culture della sinistra forse sapremmo trovare risposte comuni.
UN PATTO TRA USA E CINA PER USCIRE DALLA CRISI
( da "Messaggero,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Martedì 17 Febbraio 2009 Chiudi Bretton Woods e nuovo G2 UN PATTO TRA USA E CINA PER USCIRE DALLA CRISI
I RISULTATI della recente riunione romana del G7 sono stati
autorevolmente e positivamente comme...
( da "Messaggero,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: la Cina. Un G2, insomma, Usa-Cina, che sarebbe in grado di integrare meglio l'attuale pericoloso intreccio economico fra i due e che potrebbe favorire, in uno sforzo congiunto, i mercati emergenti ad evitare una recessione globale. Tale accordo potrebbe, anzi dovrebbe, affrontare anche i nodi più spinosi della politica internazionale:
Se questo non è protezionismo...
( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: fra cui la Cina, non hanno sottoscritto le regole della Wto sugli appalti pubblici e sarebbero quindi esclusi dalle opere promosse dal pacchetto di stimolo Usa. Al di là degli aspetti strettamente legali, resta tuttavia il segnale politico che l'introduzione della clausola da parte di un'amministrazione appena insediata ha mandato al resto del mondo.
Inoltre le istituzioni di Bretton Woods, dal Fmi alla Banca
mondiale sono ancora sotto il co...
( da "Messaggero,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: la Cina. Un G2, insomma, Usa-Cina, che sarebbe in grado di integrare meglio l'attuale pericoloso intreccio economico fra i due e che potrebbe favorire, in uno sforzo congiunto, i mercati emergenti ad evitare una recessione globale. Tale accordo potrebbe, anzi dovrebbe, affrontare anche i nodi più spinosi della politica internazionale:
DA IERI un gruppo di calzaturieri del distretto industriale
del Fer... ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: «La Cina afferma il presidente di Anci Vito Artioli è oggi il terzo mercato mondiale del lusso dopo usa e Giappone. Un mercato che, secondo i dati ice, vale circa 6,5 miliardi di dollari usa l'anno. L'innalzamento del reddito, la crescita delle relazioni con l'estero e la presa di contatto con stili di vita diversi,
( da "Manifesto,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
SINISTRA
SINISTRA Parlarsi si può. Oggi tutti a Roma Sinistra a pezzi? Si parla solo di
«contenitori» e non di «contenuti»? Le liti dei vertici vi hanno stufato? La
disputa su partito aperto versus cartello elettorale non vi appassiona?
Qualcuno, piano piano, prova a riannodare, almeno, i fili di un dialogo a
partire dalle cose concrete. Oggi al centro congressi di via Cavour (via Cavour
( da "Agi"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
VINI:
COL
( da "Giornale
di Brescia" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
16/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero La Clinton in missione
in Asia: al centro i rapporti con la Cina WASHINGTONIl
segretario di Stato americano Hillary Clinton è partita ieri per l'Asia per il
primo dei suoi viaggi all'estero da quando ha assunto l'incarico di ministro
degli Esteri dell'amministrazione Obama. La Clinton andrà in Giappone,
Indonesia, Corea del Sud e Cina. È riservata alla Cina la parte diplomaticamente più importante del suo viaggio
ufficiale. L'amministrazione Usa, intende avviare anche con Pechino un dialogo che possa
rafforzare i rapporti tra i due Paesi. Con un obiettivo principale: creare le
condizioni affinché «i tibetani e tutto il popolo cinese possano godere della
libertà religiosa senza temere persecuzioni» ha detto la Clinton. Il
viaggio prevede in primo luogo incontri dedicati alla situazione in Corea del
Nord. Alla vigilia il segretario di Stato Usa ha
ribadito l'impegno americano ad aiutare Pyongyang se il governo nordcoreano si
impegna ad abbandonare il suo programma nucleare. «Se la Corea del Nord è
sinceramente disposta ad eliminare in modo completo e verificabile il suo
programma di armamento nucleare l'amministrazione Obama ha intenzione di
stabilire e normalizzare relazioni bilaterali».
( da "Giornale
di Brescia" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
16/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno ed estero G7: due mesi
per riscrivere le regole Dopo Roma, ora le potenze economiche mondiali lavorano
per definire le misure per stabilizzare i mercati L'appuntamento ora è fissato
per il vertice di Londra del 2 aprile quando ci saranno anche i Paesi emergenti
Il governatore di Bankitalia Mario Draghi e il ministro del Tesoro Giulio
Tremonti hanno proposto misure anticrisi ROMASpenti i riflettori sul vertice
dei Sette Grandi del mondo, la parola passa ora ai mercati. Si attende infatti
la reazione delle Borse alle promesse fatte a Roma dai ministri dell'Economia e
delle finanze e dei governatori centrali del G7, tra cui l'impegno per la
stabilizzazione dell'economia globale e dei mercati finanziari, e contro il
protezionismo e l'eccesso di volatilità. Ma per i risultati concreti lo stesso
G7 ha rimandato tutto alla riunione del G20 di Londra, tra due mesi, che
allargherà la platea dei partecipanti alle potenze economiche emergenti.
Impegni immediati Il G7 a presidenza italiana ha indicato la propria massima
priorità nella «stabilizzazione dell'economia globale e dei mercati finanziari»
e ha espresso l'impegno ad avviare, oltre alle misure adottate da ciascun Paese
per contribuire a stabilizzare i mercati finanziari «estremamente volatili»,
qualsiasi ulteriore azione necessaria per «ristabilire piena fiducia nel
sistema finanziario globale». I Sette Grandi hanno anche detto no all'«eccesso
di volatilità» nei cambi delle monete e si sono dati quattro mesi per preparare
«uno schema condiviso di principi e regole sulla proprietà, l'integrità e la
trasparenza delle attività internazionali economiche e finanziarie». Ad
impegnare le diplomazie internazionali sarà anche il tema del protezionismo, su
cui il G7 ha visto una convergenza per evitare qualsiasi forma di «chiusura» commerciale,
ma che arriva proprio mentre la Francia avvia un piano di sostegno all'auto che
lega gli aiuti all'obbligo ad investire solo in Francia e gli Usa preparano un piano di stimolo con la clausola del «Buy
American». Ma Usa e Francia hanno escluso che queste
misure costituiscano una minaccia protezionista. Il segretario del Tesoro Usa si è trovato anche a dover rassicurare i colleghi del G7
sul piano Usa per stabilizzare il sistema finanziario,
già accolto gelidamente dai mercati la scorsa settimana per la sua
indeterminatezza. Destinazione Londra Al di là dei principi espressi dai sette
Grandi, tuttavia, la sfida è rinviata al G20 di Londra, in programma il 2
aprile: in quell'occasione - ha detto il commissario europeo agli Affari
economici Joaquin Almunia - di fronte ad una platea
allargata anche alle potenze economiche emergenti come India e Cina, bisognerà conseguire infatti
risultati concreti. In quell'appuntamento, inoltre, il Financial Stability
Forum guidato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi porterà la sua
ricetta, imperniata - ha anticipato Draghi - su tre punti, «più capitali, più
riserve e standard più rigorosi» . Draghi ha parlato delle banche: «Su
quel lato non è che non si è fatto niente: le banche hanno raccolto circa 800 miliardi
di dollari di capitale, e le perdite oggi non sono aumentate e sono stimante
tra 1.400 e 2.000 miliardi. Parte degli 800 miliardi sono arrivati dai governi
e parte dai privati. Nel frattempo le operazioni di trasparenza sono aumentate.
Indubbiamente ci sono state diverse svalutazioni degli asset, ma operazioni di
chiarificazione sono state avviate». In particolare, secondo Draghi,
«trasparenza significa che tutte le banche devono tirare fuori tutti gli asset
tossici dai loro bilanci. La cosa più importante è che si faccia luce
esattamente sulla qualità dei bilanci bancari».
( da "Cittadino,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Dopo le
promesse dei 7 Grandi si attende la risposta dei mercati ROMA Spenti i
riflettori sul vertice dei Sette Grandi del mondo, la parola passa ora ai
mercati. Si attende infatti la reazione delle Borse alle promesse fatte a Roma
dai ministri dell'economia e delle finanze e dei governatori centrali del G7,
tra cui l'impegno per la stabilizzazione dell'economia globale e dei mercati
finanziari, e contro il protezionismo e l'eccesso di volatilità. Ma per i
risultati concreti lo stesso G7 ha rimandato tutto alla riunione del G20 di
Londra, tra due mesi, che allargherà la platea dei partecipanti alle potenze
economiche emergenti. Il G7 a presidenza italiana ha indicato la propria
massima priorità nella «stabilizzazione dell'economia globale e dei mercati
finanziari» e ha espresso l'impegno ad avviare, oltre alle misure adottate da
ciascun Paese per contribuire a stabilizzare i mercati finanziari «estremamente
volatili», qualsiasi ulteriore azione necessaria per «ristabilire piena fiducia
nel sistema finanziario globale». I Sette Grandi hanno anche detto no
all'«eccesso di volatilità» nei cambi delle monete e si sono dati quattro mesi
per preparare uno schema condiviso di principi e regole sulla proprietà, l'integrità
e la trasparenza delle attività internazionali economiche e finanziarie».Ad
impegnare le diplomazie internazionali sarà anche il tema del protezionismo, su
cui il G7 ha visto una convergenza per evitare qualsiasi forma di «chiusura»
commerciale, ma che arriva proprio mentre la Francia avvia un piano di sostegno
all'auto che lega gli aiuti all'obbligo ad investire solo in Francia e gli Usa preparano un piano di stimolo con la clausola del
"Buy American". Ma Usa e Francia hanno
escluso che queste misure costituiscano una minaccia protezionista. Il
segretario del Tesoro Usa si è trovato anche a dover
rassicurare i colleghi del G7 sul piano Usa per
stabilizzare il sistema finanziario, già accolto gelidamente dai mercati la
scorsa settimana per la sua indeterminatezza.Al di là dei principi espressi dai
sette Grandi, tuttavia, la sfida è rinviata al G20 di Londra, in programma il 2
aprile: in quell'occasione - ha detto il commissario europeo agli affari
economici Joaquin Almunia - di fronte ad una platea allargata
anche alle potenze economiche emergenti come India e Cina, bisognerà conseguire infatti risultati concreti. In
quell'appuntamento, inoltre, il Financial Stability Forum guidato dal
governatore della Banca d'Italia Mario Draghi porterà la sua ricetta,
imperniata - ha anticipato Draghi - su tre punti, «più capitali, più riserve e
standard più rigorosi». Il governatore ha dato anche un avvertimento
netto: il dato acquisito sulla crescita «è talmente negativo da rendere
difficile il capovolgimento delle cose in corso d'anno». Secondo il
governatore, infatti, se è difficile fare delle previsioni è invece «possibile
dare una lettura chiara dei dati a disposizione. Con una lettura al ribasso
entriamo in un anno con una tendenza fortemente negativa che può essere
ribaltata solo con una forte ripresa. Ma tanto più tardi avviene e tanto più
forte dovrà essere». Tutto questo, anche se la velocità di peggioramento della
congiuntura «sta diminuendo», stando alle inchieste congiunturali degli ultimi
quindici giorni. Un dato, ha avvertito Draghi, che «deve essere maneggiato con
cura». Draghi è poi intervenuto con particolare fermezza nei confronti delle
banche. Gli istituti di credito, ha chiarito, «devono tirare fuori tutti gli
asset tossici».(Ansa)
( da "Centro,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
4 - Attualità Hillary Clinton vola in Asia Corea del Nord e Cina
al centro del suo primo viaggio WASHINGTON. Il segretario di Stato americano
Hillary Clinton è in Asia per il primo dei suoi viaggi all'estero da quando ha
assunto l'incarico di ministro degli Esteri della nuova amministrazione Obama.
Hillary Clinton andrà in Giappone, Indonesia, Corea del Sud e Cina. E Nord Corea a parte - è riservata alla Cina la parte diplomaticamente più importante del suo primo
viaggio ufficiale. L'amministrazione americana, così come sta facendo su tutto
lo scacchiere internazionale, intende avviare anche con Pechino un dialogo che
possa rafforzare i rapporti tra i due Paesi. Con un obiettivo principale:
creare le condizioni affinchè «i tibetani e tutto il popolo cinese possano
godere della libertà religiosa senza temere persecuzioni» ha detto Hillary
Clinton spiegando le ragioni del suo viaggio che prevede in primo luogo
incontri dedicati alla situazione in Corea del Nord. Alla vigilia il segretario
di Stato Usa ha ribadito l'impegno americano ad
aiutare Pyongyang se il governo nordcoreano si impegna ad abbandonare il suo
programma nucleare. «Se la Corea del Nord è sinceramente disposta ad eliminare
in modo completo e verificabile il suo programma di armamento nucleare - ha
detto Hillary Clinton - l'amministrazione Obama ha intenzione di stabilire e
normalizzare relazioni bilaterali e di rinnovare un accordo di armistizio nella
penisola con un trattato di pace permanente». Per raggiungere questo obiettivo,
gli Usa
intendono continuare, e se possibile rafforzare, con Pyongyang i colloqui a sei
(a cui partecipano anche Russia, Cina, Giappone e Corea del Sud). Sul tavolo aiuti finanziari ed
economici in cambio dell'impegno nordcoreano a rinunciare al nucleare in modo
definitivo e sarà soprattutto di questi temi che Hillary Clinton parlerà con
Giappone, Corea del Sud e Cina. Quest'ultimo
soprattutto è l'incontro più atteso, in particolare dagli esperti di politiche
asiatiche. «Un rafforzamento dei rapporti tra Stati Uniti e Cina
- ha commentato Drew Thompson, analista del Nixon Center, uno dei centri di
analisi internazionale più noti d'America - ha decisamente senso». Anche perchè
la Cina può giocare un ruolo di primo livello su altri
scacchieri caldi del panorama internazionale, primo fra tutti quello
riguardante l'Iran. Sotto l'amministrazione Bush - ha sottolineato Hillary
Clinton - i rapporti tra Cina e Stati Uniti si sono
basati in primo luogo su «un dialogo economico». «E' un aspetto molto
importante delle relazioni con la Cina - ha detto - ma
non è il solo».
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Si
attende la reazione delle Borse all'impegno per la stabilizzazione dell'economia
globale preso a Roma dai rappresentanti dei Grandi Vertice G7, la parola passa
ai mercati Ma pesa il rinvio alla riunione del G20 di ogni decisione sui
risultati concreti ROMA. Spenti i riflettori sul vertice dei Sette Grandi del
mondo, la parola passa ora ai mercati. Si attende infatti la reazione delle
Borse alle promesse fatte a Roma dai ministri dell'economia e delle finanze e
dei governatori centrali del G7, tra cui l'impegno per la stabilizzazione
dell'economia globale e dei mercati finanziari, e contro il protezionismo e
l'eccesso di volatilità. Ma per i risultati concreti lo stesso G7 ha rimandato
tutto alla riunione del G20 di Londra, tra due mesi, che allargherà la platea
dei partecipanti alle potenze economiche emergenti. Il G7 a presidenza italiana
ha indicato la propria massima priorità nella «stabilizzazione dell'economia
globale e dei mercati finanziari» e ha espresso l'impegno ad avviare, oltre
alle misure adottate da ciascun Paese per contribuire a stabilizzare i mercati
finanziari «estremamente volatili», qualsiasi ulteriore azione necessaria per
«ristabilire piena fiducia nel sistema finanziario globale». I Sette Grandi
hanno anche detto no all'«eccesso di volatilità» nei cambi delle monete e si
sono dati quattro mesi per preparare uno schema condiviso di «principi e regole
sulla proprietà, l'integrità e la trasparenza delle attività internazionali
economiche e finanziarie». A impegnare le diplomazie internazionali sarà anche
il tema del protezionismo, su cui il G7 ha visto una convergenza per evitare
qualsiasi forma di chiusura commerciale, ma che arriva proprio mentre la
Francia avvia un piano di sostegno all'auto che lega gli aiuti all'obbligo di
investire solo in Francia e gli Usa preparano un piano
di stimolo con la clausola del «Buy American». Ma Usa
e Francia hanno escluso che queste misure costituiscano una minaccia
protezionista. Il segretario del Tesoro Usa si è
trovato anche a dover rassicurare i colleghi del G7 sul piano Usa per stabilizzare il sistema finanziario, già accolto gelidamente
dai mercati la scorsa settimana per la sua indeterminatezza. Al di là dei
principi espressi dai sette Grandi, tuttavia, la sfida è rinviata al G20 di
Londra, in programma il 2 aprile: in quell'occasione - ha detto il commissario
europeo agli affari economici Joaquin Almunia - di fronte a
una platea allargata anche alle potenze economiche emergenti come India e Cina, bisognerà conseguire infatti
risultati concreti. In quell'appuntamento, inoltre, il Financial Stability
Forum guidato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi porterà la sua
ricetta, imperniata - ha anticipato Draghi - su tre punti, «più capitali, più
riserve e standard più rigorosi».
( da "Repubblica,
La" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
11 - Economia Le frasi non dette dai ministri dei Sette
Grandi rischiano di bloccare i commerci internazionali Protezionismo,
dall´ipocrisia del G7 nuovo colpo alla globalizzazione L´economia italiana la
più penalizzata se l´export si ferma Il nazionalismo di India e Cina potrebbe
fermare la ripresa dei consumi (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) FEDERICO RAMPINI Con
un coro unanime i leader riuniti hanno messo al bando il protezionismo. Cioè hanno mentito
sapendo di mentire. Nessuno ha l´intenzione di tener fede a quell´impegno
solenne. Se avessero avuto un briciolo di onestà, avremmo sentito dichiarazioni
di questo tenore. Tim Geithner, segretario al Tesoro americano: «Prometto di
cancellare la clausola Buy American (comprate americano) in tutti gli atti di
spesa che autorizzerò in base alla manovra da 787 miliardi appena varata dal
Congresso. In nessun caso l´Amministrazione Obama farà preferenze per i
produttori nazionali». Christine Lagarde, ministro dell´Economia francese: «Il
governo di Parigi ritira il vincolo che ha imposto a Peugeot e Renault con la
concessione degli aiuti di Stato, cioè l´obbligo di acquistare componenti solo
da produttori francesi. E´ stato un errore annunciarlo, facciamo ammenda coi
nostri partner europei». Il ministro Giulio Tremonti, che continua a
descriversi come un pioniere e un protagonista della governance globale: «Mi
impegno in quanto presidente di turno del G-
( da "Nuova
Sardegna, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
11 - Attualità Le promesse del G7 ora al vaglio dei mercati Grande attesa per
le reazioni delle Borse Sarà determinante il summit del G20 ROMA. Spenti i
riflettori sul vertice dei Sette Grandi del mondo, la parola passa adesso ai
mercati. Si attende infatti la reazione delle Borse alle promesse fatte a Roma
dai ministri dell'economia e delle finanze e dei governatori centrali del G7,
tra cui l'impegno per la stabilizzazione dell'economia globale e dei mercati
finanziari, e contro il protezionismo e l'eccesso di volatilità. Ma per i
risultati concreti lo stesso club dei sette paesi economicamente più forti ha
rimandato tutto alla riunione del G20 di Londra, tra due mesi, che allargherà
la platea dei partecipanti alle potenze economiche emergenti. Il G7 a presidenza
italiana ha indicato la propria massima priorità nella «stabilizzazione
dell'economia globale e dei mercati finanziari» e ha espresso l'impegno ad
avviare, oltre alle misure adottate da ciascun paese per contribuire a
stabilizzare i mercati finanziari, qualsiasi ulteriore azione necessaria per
«ristabilire piena fiducia nel sistema finanziario globale». I Sette Grandi
hanno anche detto no all'«eccesso di volatilità» nei cambi delle monete e si
sono dati quattro mesi per preparare uno schema condiviso di principi e regole
sulla proprietà, l'integrità e la trasparenza delle attività internazionali
economiche e finanziarie». A impegnare le diplomazie internazionali sarà anche
il tema del protezionismo, su cui il G7 ha visto una convergenza per evitare
qualsiasi forma di «chiusura» commerciale, ma che arriva proprio mentre la
Francia avvia un piano di sostegno all'auto che lega gli aiuti all'obbligo ad
investire solo in Francia e gli Usa preparano un piano
di stimolo con la clausola del "Buy American". Ma Usa
e Francia hanno escluso che queste misure costituiscano una minaccia
protezionista. Il segretario del Tesoro Usa si è
trovato anche a dover rassicurare i colleghi del G7 sul piano Usa per stabilizzare il sistema finanziario, già accolto
gelidamente dai mercati la scorsa settimana. Al di là dei principi espressi dai
sette Grandi, tuttavia, la sfida è rinviata al G20 di Londra, in programma il 2
aprile: «In quell'occasione - ha detto il commissario europeo agli affari
economici Joaquin Almunia - di fronte a una platea
allargata anche alle potenze economiche emergenti come India e Cina, bisognerà conseguire infatti
risultati concreti». In quell'appuntamento, inoltre, il Financial Stability
Forum guidato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi porterà la sua
ricetta, imperniata su tre punti: «Più capitali, maggiori riserve e standard
più rigorosi».
( da "Nuova
Sardegna, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
12 - Attualità Hillary Clinton in Cina primo viaggio
ufficiale Il segretario di Stato Usa vuole affrontare
il nodo della libertà dei tibetani WASHINGTON. Il segretario di Stato americano
Hillary Clinton è partita ieri per l'Asia per il primo dei suoi viaggi
all'estero da quando ha assunto l'incarico di ministro degli Esteri della nuova
amministrazione Obama. Andrà in Giappone, Indonesia, Corea
del Sud e Cina. E, situazione
in Nord Corea a parte, è riservata alla Cina la parte diplomaticamente più importante del suo primo viaggio
ufficiale. L'amministrazione Usa, intende avviare anche con Pechino un dialogo che possa
rafforzare i rapporti tra i due Paesi. Con un obiettivo principale:
creare le condizioni affinchè «i tibetani e tutto il popolo cinese possano
godere della libertà religiosa senza temere persecuzioni» ha detto Hillary
Clinton spiegando le ragioni del suo viaggio. Il viaggio prevede in primo luogo
incontri dedicati alla situazione in Corea del Nord. Alla vigilia il segretario
di Stato Usa ha ribadito l'impegno americano ad
aiutare Pyongyang se il governo nordcoreano si impegna ad abbandonare il suo
programma nucleare. Quello con la Cina è l'incontro
più atteso. «Un rafforzamento dei rapporti tra Stati Uniti e Cina
- ha commentato Drew Thompson, analista del Nixon Center, noto centro di
analisi internazionale - ha decisamente senso». Anche perchè la Cina può giocare un ruolo di primo livello su altri scacchieri
caldi del panorama internazionale, primo fra tutti quello riguardante l'Iran.
Sotto l'amministrazione Bush - ha sottolineato Hillary Clinton - i rapporti tra
Cina e Stati Uniti si sono basati in primo luogo su
«un dialogo economico». Oltre alla questione tibetana, Hillary Clinton vuole
sollevare i problemi riguardanti i cambiamenti climatici. Non a caso sarà
accompagnata dal nuovo incaricato per le questioni climatiche, Todd Stern.
( da "Resto
del Carlino, Il (Ascoli)" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
VETRINA
ASCOLI pag. 1 Incontro in Protezione Civile organizzato dal Cai UNIRE l'utile
al dilettevole. Con questo motto la Sezione ascolana del Cai organizza un
doppio appuntamento con l'obiettivo di sensibilizzare i frequentatori delle
nostre montagne a prestare attenzione a due aspetti negativi che possono
incontrare nel corso di un'escursione: pericolo di innesco di incendi sia
naturali che dolosi; presenza di rifiuti pericolosi abbandonati, soprattutto
amianto. E poi, come comportarsi se si nota qualcosa di anomalo. Dopo il primo
incontro tenutosi lunedì 9 febbraio con la relazione del dott. Renzo Feliziani,
Commissario Capo del Comando Provinciale di Ascoli del Corpo Forestale dello
Stato e Giancarlo Silvestri, dirigente della Protezione
Civile del Comune e comandante della Polizia Municipale. Il secondo incontro è
previsto oggi, ore 18.00, sempre presso la Sala Operativa Provinciale della
Protezione Civile ed è indirizzato al problema dei rifiuti pericolosi.
Relazionerà Quirino Olori del Dipartimento di Prevenzione, Servizio Igiene e
Sanità Pubblica della Asur 13, Parteciperà Dante Merlonghi, dirigente della
Protezione Civile della Provincia di Ascoli Piceno.
( da "Resto
del Carlino, Il (Cesena)" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
CESENA
ECONOMIA pag. 2 LA CAMERA di Commercio ha organizzato per martedì 24 febbraio,
presso la sed... LA CAMERA di Commercio ha organizzato per martedì 24 febbraio,
presso la sede staccata di Cesena, un seminario sulle
problematiche legate ai cambiamenti economici e sociali portati dalla
globalizzazione. Relatore Luigi Pastore, che collabora con la Marco Redaelli
& Associati di Milano come docente e consulente di direzione nell'area
marketing, vendite e comunicazione. Partecipazione gratuita.
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Obama:
rimuoverò il divieto di ricerca sulle staminali --> Lunedì 16 Febbraio 2009
GENERALI, pagina 7 e-mail print Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama,
ha intenzione di firmare «presto» un ordine esecutivo per rimuovere il divieto
posto dall'amministrazione Bush ai finanziamenti della ricerca sulle cellule
staminali embrionali. Lo ha detto ieri il consigliere della Casa Bianca David
Axelrod, intervistato dalla Fox. Rispondendo alla domanda se Obama abbia
intenzione di emettere un ordine esecutivo di questo tipo (come peraltro
annunciato già nei giorni scorsi dallo stesso Obama), Axelrod ha risposto:
«Faremo qualcosa su questo tema presto. Il presidente la sta prendendo in
considerazione proprio in queste ore». La scelta di Obama sul fronte della
ricerca sulle staminali è solo l'ultima in ordine di tempo delle «svolte» della
nuova amministrazione americana. Anche in politica estera, infatti, gli Stati
Uniti stanno impostando nuove relazioni: da un lato Hillary Clinton, neo
segretario di Stato, si appresta a «ufficializzare» un cambio di partner in
Oriente: Cina al posto del Giappone. Dall'altra Nancy
Pelosi - in procinto di partire per un viaggio in Italia (da Aviano a Firenze,
Roma e Napoli) - non ha dubbi: «con Obama è cominciata una nuova era nei
rapporti tra Europa e Stati Uniti, basata sulla cooperazione e sul rispetto e
non più, come con Bush, sulla condiscendenza e sulla indifferenza. Obama vuole
vedere un miglioramento dei rapporti transatlantici». Quanto a Hillary Clinton
- che per la prima missione ha scelto l'Asia e farà tappa in Giappone,
Indonesia, Corea del Sud e Cina - parlando ieri in conferenza stampa alla vigilia della partenza
ha spiegato che gli Usa
intendono «sviluppare relazioni ampie e profonde» non solo con i quattro Paesi
che visiterà. Ma, come ha sottolineato il Washington Post, è la Cina a rivestire un ruolo centrale in
questa prima missione all'estero. Già durante la campagna elettorale
Hillary aveva scritto su «Foreign Affairs» che con la Cina
«saranno le più importanti relazioni bilaterali del mondo in questo secolo». E
recentemente, in un discorso all'Asia Society, a New York ha precisato: «Alcuni
ritengono che una Cina in espansione sia per
definizione un avversario. Ma noi riteniamo al contrario che Stati Uniti e Cina possano trarre benefici reciproci dai rispettivi
successi». 16/02/2009 nascosto-->
( da "Unita,
L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Tour in
Asia Prima missione per Hillary washington Prima missione all'estero per
Hillary Clinton, segretaria di Stato dell'amministrazione Obama. Per il suo
esordio internazionale la ex first lady non ha scelto né l'Europa né il Medio
oriente, ma l'Asia. La segretaria di Stato Usa oggi
farà tappa a Tokyo, dove si fermerà fino a mercoledì, prima di trasferirsi a
Giacarta, in Indonesia, per poi andare il 19 e
( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO -
data: 2009-02-15 num: - pag: 3 categoria: BREVI La Protezione civile La
Protezione Civile: forti nevicate su tutto l'arco appenninico campano, e nelle
zone confinanti con la Basilicata, il Molise e la Puglia. Nella foto Guido
Bertolaso
( da "Messaggero,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lunedì
16 Febbraio 2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK - Quando
l'economia va male «i sentimenti protezionistici vengono naturalmente a galla».
Ma la presa di posizione del G7 rappresenta «un importante freno» contro il
dilagare di questi sentimenti. L'economista Allen Sinai, presidente e capo
analista globale della Decision Economics, ha seguito con interesse il lavori
del G7, e sta studiando i piani di rilancio che i Paesi stanno adottando o
hanno adottato. «Il 2009 sarà duro - commenta -. Ma forse nell'ultimo trimestre
vedremo qualche cenno di ripresa». "Il Messaggero" ha parlato a Sinai
alla conclusione del G7: Che parere dà della riunione di Roma? «Il giudizio è
positivo, perché si avverte l'impegno di agire insieme. In
futuro però si dovrebbe allargare alla Cina. Il G7 non può rispondere alle pressioni mondiali senza tenere
presente l'economia cinese». Le promesse antiprotezionistiche verranno
mantenute? «Le pressioni ci sono, e non solo negli Stati Uniti. Credo che
l'impegno preso dal G7 dovrà essere discusso al G20. e non escludo che
qui e là facciano capolino leggi di tono protezionistico. Ma ho fiducia che si
tratterà di incidenti secondari. E ho anche fiducia che il presidente Obama qui
da noi sarà in grado di tenere a freno il suo stesso partito, che è quello che
ha espresso questi sentimenti.» Anche Obama però aveva parlato di rivedere il
Nafta (l'accordo di libero commercio fra Canada, Messico e Stati Uniti),
durante la campagna elettorale... «Non è giusto leggere come volontà
protezionistica quello che è il normale desiderio di una nuova Amministrazione,
di rivedere accordi vecchi stipulati in epoche diverse. È la procedura standard
delle nuove Amministrazioni». Come giudica il pacchetto di stimolo approvato in
Usa? «Ci troviamo davanti a una rivoluzione
paragonabile a quella effettuata da Ronald Reagan nel 1981. Allora Reagan
arrivava al potere dopo il fallimento della presidenza di Jimmy Carter, nel
mezzo di una grave crisi economica. Oggi Obama arriva al potere dopo il
fallimento della presidenza Bush, in una grave crisi economica. Sono situazioni
simili, ma di segno opposto: Reagan usò lo stimolo per apportare cambiamenti
anche sociali e politici, e ridurre l'influenza dello Stato. Obama fa
l'opposto: usa lo stimolo per ridare spazio allo Stato. Allora come ora si
tratta di buoni progetti economici, ma conditi di politica. Allora come ora, il
partito di opposizione è in disaccordo.» Al di là di queste differenze
ideologiche, pensa che il pacchetto funzionerà? «L'economia reagirà, e il Pil
crescerà. Ci sarà una ripresa verso la fine del 2009, che accelererà nel 2010.
Ma si tratterà di un'economia guidata dal governo federale, dagli Stati e dai
governi locali. Non dai consumi e dall'impresa privata. Quella richiederà più
tempo per rimettersi in piedi». Il partito repubblicano teme l'allargarsi del
deficit. «L'Italia, e il Giappone, gli unici due Paesi che hanno accumulato
deficit più grandi di quelli che accumuleremo noi con questo pacchetto, sanno
che c'è il grave rischio che una volta raggiunto lo scopo di rimettere in moto
l'economia non si riesca a tagliare le spese e ad aumentare le tasse per
correggere il deficit. Ma oggi i consumi e l'impresa privata sono fermi. Non
abbiamo altra scelta che accettare che sia il governo a prendere l'iniziativa».
( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-02-15 - pag: 5 autore: Ceramica
(Sassuolo) Positiva la politica di sgravi sulle fusioni nel cluster A Sassuolo,
il mitico distretto modenese delle piastrelle studiato anche ad Harvard,
sperano che il momento più brutto sia dietro le spalle. A dicembre c'erano in
cassa integrazione 7mila persone sui 18mila addetti del settore. Adesso il
ricorso alla Cig è dimezzato. E anche il gruppo Iris ha abbandonato l'ipotesi
della liquidazione volontaria. Alfonso Panzani, l'imprenditore di 56 anni che è
presidente di Confindustria Ceramica, difende con orgoglio il comparto,
sottolineando che «abbiamo ancora il 40% del mercato mondiale e diamo un
apporto positivo alla bilancia commerciale per oltre quattro miliardi di euro.
Siamo orgogliosi di essere all'avanguardia per tecnologia, qualità e design.
Non per niente deteniamo saldamente la leadership internazionale del settore in
valore, mentre in metratura la Cina ci sta tallonando. Anche la Spagnaè diventata un forte
concorrente. I nostri mercati stanno cambiando. Per un decennio il principale
acquirente sono stati gli Usa, adesso è diventata la Francia». Tra le ultime misure
governative, le più apprezzate dal settore sono quelle che prevedono incentivi
per favorire l'aggregazione tra le aziende: «Il fatto – racconta Panzani
– che diventino fiscalmente deducibili i disavanzi derivanti dalle eventuali
fusioni tra Pmi, anche se con un plafond, rappresenta sicuramente un elemento
che potrebbe favorire la concentrazione del nostro comparto. Ne abbiamo davvero
bisogno perché soffriamo di un'offerta produttiva ancora troppo frammentata.
Questi tipi di stimoli sono i benvenutie servono a sollecitare la crescita
dimensionale delle imprese perchè anche nel nostro settore non è più vero che
piccolo è bello. Anzi, per poter competere sui mercati internazionali bisogna
avere le spalle larghe. E noi siamo presenti in 140 Paesi». F.V.
( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-02-15 - pag: 10 autore: E adesso un
«Capitalismo.3» C hi preannuncia la fine del capitalismo deve fare i conti con
un dato storico importante: il capitalismo possiede una capacità quasi
illimitata di reinventare se stesso, e non ha uguali quanto a capacità di
scatenare le energie economiche collettive delle società umane. Per questo
tutte le società opulente sono capitaliste nel senso lato del termine: sono
organizzate intorno alla proprietà privata e lasciano al mercato un ruolo
importante nella ripartizione delle risorse e nella determinazione delle
ricompense economiche. Il problema è che né i diritti di proprietà, né i
mercati possono funzionare da soli, ma hanno bisogno dell'ausilio dialtre
organizzazioni sociali. I diritti di proprietà, quindi, sono fondati sui
tribunali e sull'applicazione delle leggi, e i mercati dipendono dai regolatori
per tenere a freno gli abusi e correggere i propri difetti. A livello politico,
il capitalismo necessita di meccanismi di trasferimento e compensazione per
rendere accettabili i propri esiti. La società di mercato idealizzata da Adam
Smith richiedeva poco più di «uno Stato guardia notturna». Tutto quello che i
Governi dovevano fare per assicurare la divisione del lavoro era far rispettare
i diritti di proprietà, mantenere la pace e riscuotere qualche tassa per
finanziare una limitata gamma di beni pubblici. Per tutta la prima parte del XX
secolo, il capitalismo è stato governato da una visione molto limitata degli
organismi pubblici necessari a sostenerlo. Questo scenario è cominciato a
cambiare quando la società è diventata più democratica e i sindacati e altri
gruppi si sono mobilitati contro quelli che percepivano come abusi del
capitalismo. Gli Stati Uniti furono i primi a introdurre misure antitrust.
Politiche monetarie e politiche di spesa attive diventarono la norma dopo la
Grande Depressione. La quota della spesa pubblica in rapporto al reddito
nazionale è cresciuta rapidamente negli odierni Paesi industrializzati: da una
media che non raggiungeva il 10% alla fine del XIX secolo a più del 20% alle
soglie della Seconda guerra mondiale. E nel dopoguerra la maggior parte dei
Paesi ha creato complessi sistemi di welfare che hanno portato il settore
pubblico a superare mediamente il 40% del reddito nazionale. Il più grande
successo del XX secolo è stato il modello di "economia mista". Il
nuovo equilibrio che si è creato tra Stato e mercato ha aperto la strada, nelle
economie avanzate, a un periodo di coesione sociale, stabilità e prosperità
senza precedenti, durato fino alla metà degli anni
( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-02-15 - pag: 18 autore: TV ACURADI
LUIGIPAINI Passepartout RAITRE 13.25 Philippe Daverio intervista Oscar Niemeyer
(nella foto), il celebre architetto brasiliano che ha compiuto 101 anni lo
scorso dicembre Da non perdere RAITRE 9,55 Sci: Campionati mondiali. Dalla Val
d'Isère lo slalom speciale maschile; diretta della seconda manche alle 13,25 su
Raidue. LA 7 15,15 Rugby: Italia - Irlanda. Dallo stadio Flaminio di Roma, il
secondo impegno degli azzurri nel Torneo Sei Nazioni. RAITRE 18,00 Per un pugno
di libri. "Foto di gruppo con signora", di Heinrich BÖll, è il
romanzo al centro del "bookgame" condotto da Neri Marcorè. RAITRE
20,10 Che tempo che fa. Gli ospiti di Fabio Fazio sono Erri De Luca, Piero
Angela e John Simenon, figlio del grande giallista e romanziere scomparso
vent'anni fa. SKY CINEMA CLASSICS 21,00 I cavalieri del Nord Ovest, di John
Ford, con John Wayne, Ben Johnson, Usa 1949
(103').Silenzio,parla Ford. RAITRE 21,30 Presadiretta. Quali sono gli effetti
sull'Italia della più grave crisi economica del dopoguerra? Riccardo Iacona
indaga nel mondo senza scrupoli del lavoro «sommerso». Attualità LA 7 23,30
Reality. La presenza di Mao nella Cina contemporanea: nonostante i radicali cambiamenti del Paese, la
rivoluzione comunista rimane al centro di un persistente culto della
personalità. RAITRE 23,35 Tatami. Il «poliamore» e i festini alla «Eyes Wide
Shut»: Camila Raznovich apre la puntata con un'intervista all'economista Jacques
Attali, convinto che la societÁ si stia evolvendo verso il superamento
della monogamia e l'affermazione di una rete di relazioni plurime. Spettacolo
CANALE 5 21,00 Scrivimi una canzone, di Marc Lawrence, con Hugh Grant, Usa 2007 (96'). Sapeva cantare e comporre buone canzoni, ma
ora si trova a corto di idee. Chi lo aiuterà? RAISAT CINEMA WORLD 21,00 Vedo
nudo, di Dino Risi, con Nino Manfredi, Italia 1969 (119'). Tanti episodi, un
solo fil rouge: la mania del sesso! ITALIA 1 21,30 Colorado. Tutta l'allegria
del cabaret in compagnia dei comici presentati da Rossella Brescia e Beppe
Braida. RAITRE 1,50 Fuori orario. In onda due rari film del maestro del cinema
sovietico Aleksandr Dovzenko: «Battaglia per la nostra Ucraina sovietica»
(1943) e «Vittoria sulla riva destra dell'Ucraina» (1945). Completa il
programma il documentario «Il diamante bianco» (2004), di Werner Herzog.
( da "Nazione,
La (Firenze)" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ECONOMIA
E POLITICA pag.
( da "Messaggero,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lunedì
16 Febbraio 2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK -
Assorbita dal dibattito che ha preceduto l'approvazione della legge sullo
stimolo all'economia, l'opinione pubblica americana non ha fatto molto caso ai
primi passi che la nuova Amministrazione ha fatto sul fronte della politica
internazionale, con la missione del vicepresidente Joe Biden in Europa,
dell'inviato George Mitchell in Medio Oriente e dell'inviato Richard Holbrooke
in Pakistan e Afghanistan. Ma ora che la legge è passata, gli occhi del Paese
si spostano su una missione che incuriosisce da molti punti di vista: Hillary
Clinton è partita ieri alla volta dell'Estremo Oriente. La ex first lady nonché
ex senatore, comincia il suo mandato di segretario di Stato in modo anomalo
rispetto ai suoi predecessori: invece di privilegiare gli alleati europei, la
signora punta diritto verso Giappone, Indonesia, Corea e Cina,
un poker di Paesi il cui peso economico e strategico è andato crescendo
nell'era della globalizzazione. La missione, come lei stessa ha preannunciato
pochi giorni fa, tratterà i temi più svariati, dai cambiamenti climatici alla
proliferazione nucleare, dai diritti civili ai rapporti dell'America con il
mondo islamico. Il viaggio sarà seguito con una buona dose di curiosità sia
perché proverà al mondo se la signora ha davvero le carte in regola per una
posizione di simile peso, sia perché dovrebbe rivelare le nuove linee che
l'Amministrazione Obama intende seguire nei rapporti con la Cina
e i Paesi islamici. Se infatti la fermata in Giappone sarà dedicata soprattutto
ai temi del commercio e del clima, se quella nella Corea del sud sarà dedicata
al tema del nucleare nel regime della Corea del nord - temi cioè ben
conosciuti, in cui ci si aspettano pochi cambiamenti - la fermata a Giacarta e quella
a Pechino promettono novità. L'Indonesia dovrebbe essere, nei piani di Obama,
il "ponte" verso i Paesi islamici. Parlando alla tv al-Arabyia, il
presidente due settimane fa ha detto: «Vorrei comunicare al mondo musulmano che
l'America non è il vostro nemico». Obama spera che proprio l'Indonesia, il più
grande paese musulmano del mondo, accetti di aiutarlo nel tentativo di
ricostruire il dialogo con gli altri governi islamici. Ma il compito più
difficile per la signora Clinton sarà a Pechino. Il presidente
Bush aveva consolidato i rapporti con la Cina, nonostante la sua presidenza fosse cominciata con un grave
incidente (la cattura di un aereo americano sconfinato in territorio cinese).
Ma i rapporti Usa-Cina sono rimasti solo economici:
Hillary ha invece chiarito che la nuova Amministrazione vuole trasferirli su un
campo più vasto. Ma per riuscirci, dovrà comunque affrontare il problema
dei diritti umani, proprio in un anno, il
( da "marketpress.info"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lunedì
16 Febbraio 2009 PRIVACY: PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI E
COOPERAZIONE GIUDIZIARIA IN EUROPA Bilancio positivo per il Working Party on
Police and Justice (Wppj), il Gruppo dei Garanti europei per la protezione dei
dati personali costituito nel 2007 con l´obiettivo di affrontare le
problematiche connesse all´attività di collaborazione giudiziaria e di polizia
(il cosiddetto "Terzo Pilastro"). Fra le questioni che più
hanno impegnato nel 2008 il Wppj, presieduto da Francesco Pizzetti, vanno
segnalate innanzitutto le attività connesse al processo di adozione della
Decisione quadro del Consiglio Ue in materia di protezione dati nel Iii
Pilastro (avvenuta nel mese di novembre 2008) e le problematiche attinenti
l´attuazione del Trattato di Prüm (che prevede l´obbligo per le autorità
responsabili delle indagini penali negli Stati membri Ue di scambiarsi
informazioni basate sull´utilizzo del Dna). In entrambi i casi il Wppj ha
richiamato la necessità di rispettare alcuni principi fondamentali e di
garantire un adeguato raccordo fra le autorità nazionali di protezione dati al
fine di consentire controlli realmente efficaci. In numerose occasioni nel
corso del 2008 il Wppj ha sollecitato le istituzioni europee (anche attraverso
incontri bilaterali con le più alte cariche istituzionali) ad offrire
chiarimenti sulla natura delle molte iniziative adottate o proposte nel settore
del Terzo Pilastro, che a giudizio del Gruppo non risultavano essere
sufficientemente coordinate e non tenevano nel dovuto conto le esigenze di
protezione dei dati e della privacy. Sotto la presidenza italiana, il Gruppo di
lavoro europeo si è anche adoperato in un´attività di analisi per valutare le
prassi attualmente in essere rispetto alle attività di controllo nel settore
della cooperazione giudiziaria e di polizia, con l´obiettivo ultimo di
predisporre un manuale operativo comune da utilizzare in tutta Europa. E´
stata, inoltre, avviata la creazione di un inventario degli accordi bilaterali
in vigore fra i Paesi europei e Paesi non-europei, con lo scopo di elaborare
indicazioni utili a garantire l´armonizzazione fra le disposizioni in materia
di protezione dei dati, contenute in tali accordi, e quelle presenti negli
strumenti vigenti e cogenti a livello europeo (in particolare, la Convenzione
108/1981 del Consiglio d´Europa). Per quanto riguarda il piano d´azione 2009,
il Gruppo ha come obiettivo primario quello di continuare a dare un fattivo
contributo ai Paesi membri ed alle Istituzioni Europee soprattutto in vista
della entrata in vigore del trattato di Lisbona, che rivoluzionerà
l´architettura istituzionale dell´Unione europea e renderà necessaria
un´ulteriore armonizzazione delle disposizioni in materia di protezione dei
dati anche nel settore del "Terzo Pilastro" . <<BACK
( da "Corriere
della Sera" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-16 num: - pag: 14
categoria: REDAZIONALE Diplomazia L'ex first lady oggi in Giappone. Poi sarà in
Indonesia, Corea del Sud e Cina Hillary Clinton snobba
l'Europa Debutto in Asia, «nuovo baricentro» Il viaggio inaugurale del
segretario di Stato rompe una tradizione Colloqui decisivi a Pechino, per
riaffermare che la Cina non è un avversario ma un
«partner strategico» WASHINGTON — Rompendo la semisecolare tradizione secondo cui
i segretari di Stato americani compiono il viaggio inaugurale all'estero in
Europa o in Medio Oriente, Hillary Clinton è ieri partita alla volta dell'Asia.
Una missione che lancia un doppio segnale: al di là delle crisi in corso da
Israele all'Afghanistan, con Obama il baricentro della politica estera
americana si sposta dall'Occidente all'Oriente. L'ultimo segretario di Stato a
visitare per prima l'Asia fu Dean Rusk negli anni Sessanta, a causa soprattutto
della guerra in Vietnam. Hillary Clinton ne ricalca il percorso in particolare
per rilanciare la cooperazione con la Cina. L'ex first
lady arriverà oggi in Giappone, da dove mercoledì si trasferirà in Indonesia,
il Paese dove Obama trascorse la sua infanzia, giovedì si recherà nella Corea
del Sud, e venerdì in Cina, per ripartirne domenica.
In un discorso all'Asia Society di New York lo scorso venerdì, Hillary ha
offerto alla Corea del Nord un trattato di pace, rapporti diplomatici e aiuti
economici e tecnici se abbandonerà il programma di riarmo nucleare: «Riprenda i
negoziati e cessi le provocazioni », ha detto, auspicando anche che Pyongyang
conceda ai cittadini «i diritti politici». Ma ha reso chiaro di considerare la Cina un interlocutore privilegiato per la stabilità e lo
sviluppo regionali. Nella notte l'agenzia ufficiale nordcoreana ha annunciato
che Pyongyang intende proseguire con i test missilistici ma che eventuali lanci
«rientreranno in un programma spaziale» e non saranno quindi «provocazioni
militari». Nel discorso, la neo segretaria di Stato Usa
ha polemizzato senza nominarlo con l'ex presidente Bush: «Alcuni pensano che la
Cina in ascesa sia per definizione un'avversaria — ha
ammonito —. Al contrario, noi crediamo di potere contribuire al reciproco
successo e di poterne trarre dei vantaggi». L'America e la Cina,
ha aggiunto, debbono lavorare assieme per risanare la finanza e l'economia
globali, il clima e l'ambiente, e ha annunciato la ripresa delle discussioni
militari, sospese da Pechino in reazione alle forniture di armi americane a Taiwan.
Durante la campagna elettorale, Hillary aveva sostenuto che «la nostra
relazione con la Cina sarà la più importante del XXI
secolo». Ma ciò non le ha impedito di richiamarla, nel discorso di venerdì, al
rispetto dei diritti umani, in particolare «della libertà di religione, anche
nel Tibet». Un potenziale motivo di scontro, assieme all'incipiente
protezionismo. La Casa Bianca ha dichiarato di non aspettarsi risultati
clamorosi dal viaggio dell'ex first lady in Asia, inteso anche a rassicurare il
Giappone che l'alleanza con esso «è irrinunciabile», e l'Indonesia che
l'America sarà presente nel Sudest asiatico. Ma spera che Pechino intensifichi
la sua mediazione con la Corea del Nord, e avvii un meccanismo per regolari
consultazioni ad alto livello con Washington. E, senza ammetterlo, conta che il
viaggio metta a tacere le voci secondo cui in politica estera Obama farebbe
perno non tanto su Hillary quanto sugli emissari speciali e sul vice presidente
Biden, che è già stato in Iraq, Pakistan, India, Afghanistan ed Europa. La Casa
Bianca ha confermato che proprio l'Europa e il Medio Oriente saranno le mete
del prossimo viaggio della segretaria di Stato, a marzo. Ennio Caretto
Segretario di Stato Hillary Clinton all'Asia Society di New York ( Ap)
( da "Giornale.it,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 7
del 2009-02-16 pagina 16 Hillary Clinton ministro dimezzato all'esordio in Asia
di Matteo Buffolo Oggi l'arrivo a Tokyo, ma i dossier caldi rimangono affidati
ai fedelissimi di Obama Tokyo-Giacarta-Seul-Pechino. Quattro tappe per il primo
viaggio di Hillary Clinton da segretario di Stato dell'amministrazione Obama.
Quattro tappe tutte asiatiche che segnano il debutto dell'ex rivale delle
primarie, che dovrebbe essere il capo di tutta la politica estera americana. Ma
lo è veramente, si interrogano analisti e quotidiani statunitensi? Formalmente,
lo è di certo. Praticamente, non è un caso se il suo debutto arriva dopo quello
alla conferenza sulla sicurezza di Monaco del vicepresidente Joe Biden, scelto
appositamente come numero 2 per la sua esperienza in politica estera e
addirittura dopo quello degli «inviati speciali» Richard Holbrooke (ex
negoziatore nella crisi balcanica e ambasciatore alle Nazioni Unite che Obama
ha voluto come inviato per Afghanistan e Pakistan) e George Mitchell,
negoziatore per la questione nordirlandese e ora inviato per il negoziato israelo-palestinese
e per il Medio Oriente. L'ex first lady ha lasciato Washington proprio ieri e,
alla vigilia della partenza, ha tenuto una conferenza stampa per spiegare come
gli Usa intendano «sviluppare relazioni ampie e
profonde» non solo con i quattro Paesi che visiterà nei prossimi giorni, «ma
anche con le altre nazioni asiatiche». Se sia una dichiarazione programmatica o
piuttosto una resa, lo diranno soltanto i traguardi raggiunti. Fatto sta che la
Clinton si trova azzoppata dalla volontà di Obama di tenere, almeno per ora, i
dossier più caldi nelle mani dei suoi fedelissimi, di persone che rispondano a
lui personalmente. A sbarrarle la strada ci sarebbero anche Samantha Powers,
che durante le primarie definì l'ex first lady «un mostro», e che da direttrice
degli «affari multilaterali» del Consiglio di sicurezza nazionale non intende
farsi scavalcare e Susan Rice, nominata ambasciatrice all'Onu. Certo, Tokyo
resta l'alleato più importante degli Usa in Asia, la Corea del Sud è
fondamentale per trovare una soluzione ai rapporti con l'altra Corea e al suo
dossier nucleare e la Cina
è semplicemente la Cina,
ovvero lo Stato che possiede una buona fetta del debito pubblico americano. Ma
l'impressione che Hillary avrebbe preferito un debutto più «prestigioso» rimane
forte. Anche perché, si mormora a Washington, le sue aree di lavoro
dirette potrebbero venire ulteriormente limitate. Tradizionalmente, infatti, il
dossier cinese rimane in mano al ministro del Tesoro, considerata l'importanza
dei rapporti economici su tutto il resto. E i maligni sussurrano che Timothy
Geithner abbia già storto la bocca. In realtà, la scrivania del giovane
Segretario è così ingombra di lavoro relativo alla crisi economica che
difficilmente riuscirà a scavalcare Hillary nei rapporti con Pechino. D'altra
parte l'ex first lady, già un anno fa, aveva scritto sulla prestigiosa rivista
Foreign Affairs che le relazioni tra Stati Uniti e Cina
«saranno le più importanti relazioni bilaterali del mondo in questo secolo».
Secondo la Clinton, infatti, fino a oggi i rapporti con Pechino sono stati
troppo incentrati sui dossier economici, mentre oggi sarebbe necessaria
«un'agenda più ampia». E fonti del suo entourage, sotto richiesta
dell'anonimato, hanno detto sia al Washington Post che al New York Times che il
neosegretario di Stato proporrà per questo alla controparte cinese di svolgere
regolari colloqui ai massimi livelli. Su ogni argomento, visto che ad
accompagnarla sarà Todd Stern, cui Obama ha delegato il dossier sul cambiamento
climatico, tasto dolentissimo per Pechino. Tutto questo senza tralasciare
Tokyo, che da decenni è il partner privilegiato degli Usa
in Asia e non è intenzionato a farsi scavalcare dal rivale cinese nei rapporti
con Washington. Insomma, un debutto non di primissimo piano ma che presenta
comunque molte problematiche importanti: nucleare nordcoreano, mantenimento dei
rapporti col Giappone, economia, diritti umani e inquinamento con la Cina. Non esattamente una passeggiata di salute. © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sentite
il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una
minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per
violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa
natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non
vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema.
Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon
senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi
giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri
e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar
frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non
è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune
misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui
quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a
chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta.
Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la
collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un
Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole
essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi
magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di
controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in
sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Non commentato
» (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli
Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un
amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza:
quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma
un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro
Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor
che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di
Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a
prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha
chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa
di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi:
"Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la
reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene
senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato
vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto
che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che
deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo
che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona
ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo
compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità
maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di
leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il
che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di
più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei
media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati
l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra.
Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche
dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica
più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche
noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un
pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la
storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già
crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa
non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio
distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. -
Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia,
Italia, giornalismo Commenti ( 62 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo
di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta
davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che
accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda,
dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca
responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della
Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e
turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole
riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano.
Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso.
Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità,
Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna.
Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita?
Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli
Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura
Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo
(Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione
condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia
Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi",
con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi
pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience
televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati
seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi
9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il
rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il
tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci
fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi
dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega
niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di
Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo
Commenti ( 48 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ...
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articolo a un amico 09Feb
( da "Giornale.it,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 7
del 2009-02-16 pagina 19 Ora anche l?Italia brucia d?amore per il peperoncino
di Rita Balestriero Era una spezia da poveri, che la Chiesa aveva scomunicato.
Oggi è un cult della tavola che agisce come una droga C?è chi lo mette nel
cioccolato, chi lo usa come arma di difesa spray e chi lo spalma sulla pelle.
Ma non ovunque... Inconfondibilmente rosso, ma raro come una perla nera. Almeno
fino a poco tempo fa, quando si trovava solo in polvere, spesso nascosto tra
l'erba cipollina e il pepe nero. L'abbiamo ignorato per secoli il peperoncino.
Cibo da poveri, l'avevano etichettato i nobili dopo che Colombo ce lo aveva
fatto scoprire; fonte di passioni peccaminose, lo accusava la Chiesa
decisamente contraria al suo utilizzo nelle tavole dei cattolici. Fino a poco
tempo fa, dicevamo, perché un po' come un motore diesel, noi italiani abbiamo
impiegato il nostro tempo per imparare ad apprezzarlo, ma ora che abbiamo
iniziato, ci stiamo facendo travolgere da questa passione piccante. La prova
del nove arriva dagli scaffali dei supermercati: accanto al ketchup normale ora
c'è anche quello piccante, vicino alle patatine classiche, spunta un
peperoncino rosso nelle confezioni vicine, e poi i sughi pronti, i cibi etnici,
fino al reparto dei dolci, perché da particolarità per i palati più fini, ormai
il cioccolato piccante si è fatto cioccolatino da grande distribuzione. E il
peperoncino c'è chi se lo spalma perfino sulla pelle visto che è entrato da
protagonista anche nel mondo della cosmesi e chi lo usa per difendersi,
nascondendo sempre in borsetta lo spray per stendere i malintenzionati. Nel
mondo lo utilizzano di frequente due persone su tre. E la colpa è anche della
capsaicina, il cuore del peperoncino, che stimola il nervo trigemino, e che è
una specie di droga. Il peperoncino, ha rivelato uno studio scientifico
australiano, dà assuefazione: non entra nella definizione medica di dipendenza
ma consumarlo aumenta il desiderio di consumarlo. E più ne mangi, più lo vuoi
forte. «In Italia fino a sei anni fa certe qualità proprio non si trovavano»,
racconta Enzo Monaco, che del suo amore per questo ortaggio ne ha fatto un
lavoro, fondando l'Accademia del peperoncino: «Prendiamo una specie messicana
che si chiama Habanero: un tempo da noi era impossibile comprarla, ora invece
basta andare in alcuni mercati rionali, come ad esempio quello di Porta
Vittorio a Roma». Globalizzazione
e immigrazione, e così ora accanto ai cespi di insalata si trovano anche
diverse specie di peperoncino fresco. Ma a comprarle non sono mica solo gli
stranieri, «non c'è dubbio che ormai gli italiani si sono lasciati conquistare
e la contaminazione è stata facile, perché anche chi non ama la cucina etnica
può semplicemente aggiungere un po' di peperoncino ai nostri piatti,
insaporendoli». Storicamente sono stati i calabresi i primi ad apprezzare le
doti dei sapori piccanti, capaci di impreziosire anche una cucina povera e di
aiutare la conservazione degli insaccati. «Ora però, piace anche al nord visto
che i nostri 3mila associati vengono da tutta Italia». La curiosità: «Solo a
Udine ne abbiamo 200». Tutti pazzi per il peperoncino, sia a destra che a
sinistra. Sarà stato il colore rosso, ma pare che Marx fosse ghiotto di questo
ortaggio che lui amava definire il vero cibo per i rivoluzionari. Sarà, ma
sbirciando l'elenco dei soci onorari dell'Accademia si scopre che oltre a
Massimo D'Alema, c'è pure Gianfranco Fini. Gli estimatori lo sanno bene: il
buon peperoncino non è solo quello molto piccante. «Conta il profumo - spiega
il dottor Monaco - e le sfumature sono quasi infinite: c'è quello che ricorda
la liquirizia, l'albicocca o il limone, come l'Aji». In tutto circa 800 specie
diverse, da scoprire lentamente, senza esagerare, perché ci saremo anche
abituati ai sapori piccanti, ma alcuni rischiano ancora di farci vedere le
stelle. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ECONOMIA
ITALIANA pag. 12 Acciaio, la speranza viene dalla Cina
Mentre il settore fa i conti con la crisi e con la nuova ondata di
protezionismo americano che penalizzerà soprattutto le nostre produzioni, dal
gigante asiatico sono ricominciati a fluire gli ordinativi. Non è la luce in
fondo al tunnel ma un primo segnale MASSIMO MINELLA Se tre indizi fanno una
prova, allora è davvero prematuro ipotizzare che la grande crisi che ha
travolto i mercati cominci a sfumare. Anche perché l´indizio, per ora, è solo
uno: l´aumento dei noli marittimi per il trasporto di minerale di ferro. Quello
che sta succedendo da qualche settimana in mezzo al mare, mercato globale ancor
prima che si abusasse di questo aggettivo, in effetti rappresenta un´inversione
di rotta. I noli marittimi, cioè l´affitto delle navi che trasportano materiale
da una parte all´altra del mondo, sono aumentati nelle due ultime settimane
alla voce "carichi secchi", in questo caso il minerale di ferro. Il
motivo? La Cina ha ripreso a ordinare in grandi
quantità il minerale che serve ad alimentare le sue acciaierie. E´ ancora
presto per parlare di ripresa, anche perché la partita dell´acciaio è molto più
complessa e non si gioca ovviamente soltanto sul trasporto marittimo. Tanto più
adesso che si torna a ragionare in termini di protezionismo o comunque di
maggiori tutele ai prodotti nazionali, a cominciare dal "Buy America"
appena lanciato dall´amministrazione Obama. Tradotto sul fronte dell´acciaio,
significa ridurre drasticamente le importazioni di prodotti e favorire le
imprese Usa nel soddisfare la domanda nazionale. Ciò
non toglie che il mercato si stia comunque rimodellando, proprio per le
rinnovate richieste che arrivano dall´Asia. Paradigma di questo è appunto il
trasporto marittimo. Così, per il nolo di una "Capesize" (grande nave
superiore alle 150 mila tonnellate di portata) che nei momenti d´oro era
arrivata a superare i 200 mila dollari al giorno, oggi si risente parlare di
cifre attorno ai 30 mila dollari. «E se vi sembra poco, considerate che si era
scesi fino a 3 mila», commenta Antonio Gozzi, amministratore delegato della
Duferco, uno dei colossi europei della produzione e della commercializzazione
d´acciaio, con stabilimenti in tutta Europa. «Qualche segnale positivo arriva -
continua il manager genovese - Certo, da qui a dire che la crisi sia finita ce ne
vuole. Diciamo pure che l´impressione è che per tutto il 2009 ci sarà da
soffrire, ma i segnali che arrivano dall´altra parte del mondo, dall´Asia,
inducono a qualche cauta apertura, tenuto soprattutto conto del fatto che la Cina assorbe oggi il 65-70 per cento del minerale di ferro
che si sposta via mare». I broker che quotidianamente controllano l´andamento
del mercato dei noli tengono d´occhio soprattutto il business dei carichi
secchi, riprendendo ad aggiornare grafici che, per la loro discesa verso il
basso, sembravano destinati a uscire addirittura dalle pagine, così come
avviene nei fumetti. La risalita, invece, è cominciata dopo la metà di gennaio
e non si è ancora arrestata. Oggi il nolo giornaliero, dopo essere sceso a
poche migliaia di dollari, naviga dai 10 mila fino ai 30 mila. E l´impressione
è che possa salire ancora, senza comunque avvicinarsi nemmeno lontanamente a
quelle cifre senza freni degli anni passati. Proprio perché tanto in alto era
arrivato il nolo, infatti, si è scesi così in basso con l´esplosione della
crisi, spiegano gli analisti. «Quei noli erano figli della paura - aggiunge
Gozzi - di quella carta straccia che aveva gettato nel panico mercati e
risparmiatori. Ora le cose si stanno un po´ più assestando». Ovviamente non basta
questo per cambiare la situazione. L´anno che il mercato dell´acciaio si
appresta a vivere si presenta drammatico. Secondo dati della World Steel
Association, la produzione mondiale è risultata in calo del 30% a dicembre 2008
rispetto allo stesso mese del 2007, quella europea ha perso il 20, mentre ad
aumentare è stata solo la Cina (più 10%), grazie anche
a un pacchetto di incentivi annunciati dal governo prima della fine dell´anno.
Le cose vanno decisamente peggio in Europa. L´inglese Corus, erede della gloriosa
British Steel, oggi nell´orbita del gruppo indiano Tata, ha annunciato 3.500
esuberi. E il colosso lussemburghese Arcelor-Mittal ne ha annunciati novemila.
Soffre come non mai il Giappone, che dovrebbe ridurre di 10 milioni la sua
produzione nel 2009, e soffrono anche i produttori russi, che negli anni
passati si sono dedicati intensamente a una robusta campagna acquisti, e che
ora chiedono aiuto allo Stato. Cosa impensabile, questa, in Italia e in Europa
occidentale, che già da tempo ha chiuso il capitolo degli aiuti pubblici. «Ci
sono prodotti che ormai mostrano tutta la loro obsolescenza, come la latta, ma
la flessione è generale ed è collegata alla contrazione fortissima di settori
chiave per l´acciaio, come l´auto, la cantieristica, gli elettrodomestici»,
aggiunge Gozzi. A Genova il gruppo Riva ha annunciato e già in parte realizzato
un investimento di 700 milioni di euro per rinnovare il suo storico impianto di
Cornigliano. Chiuso l´altoforno dopo una decennale trattativa con gli enti
locali, Riva si è concentrato a Genova sulla laminazione e ha appena completato
una nuova linea di zincatura, la quarta. Ma la crisi ha di fatto fermato la
nuova produzione e proprio oggi, a palazzo Chigi, si tornerà a parlare del
futuro dello stabilimento che dà lavoro a oltre 2 mila addetti, la metà dei
quali al momento in cassa integrazione. In discussione tornerà a esserci
quell´accordo di programma che, dando il via libera alla chiusura
dell´altoforno, aveva liberato nuovi spazi per l´acciaio a freddo e restituito
aree al territorio. Ma tutto, ovviamente, resta legato al numero degli
occupati. Se questo si riduce, l´accordo torna in discussione. Chissà che alla
fine un aiuto all´acciaio italiano ed europeo non arrivi
davvero dalla Cina, che ha
fame di minerale, ma anche di acciaio per le sue costruzioni e, più in
generale, per il suo mercato. «Abbiamo segnali di forte ripresa della domanda
dalla Cina - spiega Davide
Malacalza, amministratore delegato dell´omonimo gruppo che commercializza in
esclusiva per l´Europa i prodotti siderurgici della Baosteel di Shangai,
quinto produttore al mondo - E´ ancora presto per dare giudizi definitivi, ma è
fuori di dubbio che le scelte del mercato cinese saranno fondamentali per
capire i tempi di uscita dalla crisi». Forse, proprio dal mare può arrivare
quella spinta necessaria a lasciarsi alle spalle la devastante crisi globale
deflagrata nell´ultimo trimestre del 2008. «Il mondo armatoriale è da sempre un
indicatore fondamentale per capire l´andamento dell´economia globale perché ne
anticipa le decisioni e ne orienta le scelte - commenta Nicola Coccia,
presidente degli armatori italiani di Confitarma che proprio al tema della
ripresa dei noli marittimi ha dedicato una specifica attenzione nelle ultime
settimane - Ora abbiamo nelle nostre mani dei segnali concreti di ripresa. Non
bastano certo a farci dire che la crisi è finita. Anzi, ci sarà da soffrire
ancora parecchio, ma in una media ponderata di cento punti, quei noli che erano
scesi fino a dieci ora stanno risalendo». Molto è dovuto anche al fatto che le
enormi scorte di prodotto si stanno esaurendo e quindi gli operatori hanno
ripreso a ordinare. Resta da capire se nel pieno delle turbolenze della crisi,
la ripresa dei noli marittimi saprà reggere e consolidarsi. L´impressione degli
operatori è che la rotta sia stata comunque invertita e che potrà restare tale
per i prossimi mesi. Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold
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( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MODA
& DESIGN pag. 29 Movies debutta a Milano con gli abiti su misura La nuova
società creata da Antichi Telai ha acquisito il ramo d´azienda di Mabro Ancora
pochi giorni, e verrà inaugurato a Milano il primo atelier dove verranno
realizzati abiti su misura griffati Mabro. Debutta con grandi progetti Movies,
la newco creata dalla romana Antichi Telai dei fratelli Antonio e Savino Di
Pietrantonio per affittare il ramo d´azienda di Mabro. «Lo scorso settembre -
spiega Alessandro Giudice, neo-direttore generale di Movies - Movies ha
acquisito Mabro, un brand che ha alle spalle 50 anni di tradizione sartoriale e
che, con i suoi 250 dipendenti (di cui 200 sarti), è una realtà di riferimento
per l´intera provincia di Grosseto. Il fiore all´occhiello dell´azienda è da
sempre la sartorialità che ci ha portato a produrre per le più grandi griffe
mondiali del lusso fra cui Louis Vuitton». E il piano industriale presentato
dai nuovi volti di Movies è veramente ambizioso. «I primi quattro mesi della
nuova azienda - continua Giudice - hanno chiuso con un fatturato di oltre
6milioni di euro. Se annualiziamo il risultato possiamo tranquillamente dire
che abbiamo sfiorato i 20milioni di euro. Il 50% del nostro fatturato è
realizzato all´estero prevalentemente negli Usa, nei Paesi Arabi e in Europa.
Andranno in porto nei prossimi giorni interessanti accordi distributivi con
partner locali in Russia e nelle ex-repubbliche sovietiche, mentre stiamo
valutando una proposta di partnership per la Cina». Novità per il nuovo anno anche sul versante prodotto infatti
altre due linee si affiancheranno a Mabro (abiti di alta sartoria
realizzati con i tessuti più ricercati di fattura italiana e inglese) e Antichi
Telai (abbigliamento con linee più di tendenza dedicato all´uomo più giovane).
Al via già dalla primavera-estate una linea di camiceria e accessori, mentre
con l´autunno-inverno partirà la vendita di Senese 195. Questa nuova linea, che
prende il nome dall´indirizzo storico dello stabilimento Mabro, sarà composta
da abiti per tutti i giorni realizzata con la stessa perizia delle due linee
principali ma con tessuti meno impegnativi. All´estremo opposto la linea di
altissima cerimonia che sarà nei negozi per la primavera-estate 2010. Scopri
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( da "Comunicatori
Pubblici" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pubblicato
il: 16-02-2009 Buon compleanno al Protocollo di Kyoto Oggi, 16 febbraio, il
Protocollo di Kyoto compie quattro anni. Un vero trattato internazionale in
materia ambientale, stipulato appunto nel 2005, che poneva i primi limiti sul
riscaldamento globale e i primi obiettivi comuni nell?abbattimento
significativo delle emissioni di CO2. Un documento reso purtroppo meno forte
dall?ostinato rifiuto degli States ad aderirvi e indebolito oggi dall?aumento
vertiginoso delle emissioni causate dai colossi emergenti di Cina
e India. Anche per l?Italia è tempo di bilanci, visto che in molti erano
scettici sulle capacità del nostro Paese di cambiare registro nel comportamento
ecologicamente responsabile. I dati del Dossier Kyoto realizzato dalla
Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e presentato sabato in conferenza
stampa, dicono invece che l?Italia riuscirà a rispettare gli impegni presi in
sede internazionale riguardo alla riduzione delle emissioni di gas serra in
atmosfera. In quattro anni abbiamo immesso in atmosfera 28 milioni di gas in
meno. “Se continua questo trend – ha affermato Edo Ronchi, presidente della
Fondazione e firmatario, al tempo, del Protocollo - al 2012 potremmo essere
molto vicini all?obiettivo di Kyoto, a -5,4%, rispetto all?obiettivo di -6,5%”.
Nel 2007 e nella prima metà del 2008 la tendenza alla riduzione delle emissioni
è stata rafforzata dal consistente aumento del prezzo del petrolio. Con la
crisi arrivata alla fine del 2008 è vero che il petrolio è calato, ma per forza
di cose sono calati anche i consumi di energia. Sulla base dei dati legati ai
consumi energetici la Fondazione ha elaborato una stima delle emissioni di gas serra
nel 2008 pari a 550 milioni di tonnellate. “è una stima che possiamo ritenere
approssimata per eccesso - ha detto Ronchi - in quanto prevede per il 2008 meno
di metà della riduzione delle emissioni dell?anno precedente, con una riduzione
di sole 5,8 milioni di tonnellate rispetto al
( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cantine
italiane in Florida un tour vincente A Miami e Palm Beach la vendita dei nostri
vini ha fatto registrare grandi percentuali di crescita La Florida è il primo
stato americano per l´importazione di vino e il secondo per consumo. E proprio
dalla Florida, a Miami e a Palm Beach, è partita la scorsa settimana l´edizione
2009 del Vinitaly Us Tour (tappa del più ampio Vinitaly World Tour che tocca
ogni anno India, Russia, Cina e Giappone), che avrà
una seconda fase negli Usa, come da tradizione, nel
mese di ottobre in altre tre città di diversi stati. La Florida è una meta
ideale per le aziende italiane, rappresentando l´8% dell´intero mercato a
"´Stelle e Strisce"´, seconda solo alla California, con un tasso di
crescita delle vendite del 60% in dieci anni. Ad aumentare l´interesse delle
cantine nazionali è l´alta capacità di spesa degli abitanti di Miami e dei 60
milioni di turisti l´anno che qui trovano le massime espressioni di lusso e
glamour. A questo va aggiunto il ruolo della città quale capitale mondiale
dell´industria crocieristica (5 milioni di passeggeri), e per questo polo dei
principali centri di acquisto per i beni e i servizi del settore. Di grande
importanza anche Palm Beach, dove si concentrano un gran numero di resort,
strutture alberghiere e ristoranti tra i più esclusivi al mondo. Consolidare la
posizione dell´Italia in questo mercato diventa quindi strategicamente
importante grazie anche a operazioni come quella di Vinitaly US Tour Miami e
Palm Beach, realizzata da Veronafiere in collaborazione con Buonitalia,
Ministero delle politiche agricole e alimentari, Ice e Unaprol, con
l´assistenza del Consolato Generale d´Italia a Miami. I bianchi italiani,
secondo quanto testato nel primo giorno di Usa Tour,
trovano ??un grande riscontro su questo mercato» Nel 2008 la Falanghina, il
Greco di Tufo e il Vermentino hanno registrato ??un incremento rispetto
all´anno precedente rispettivamente del 42, 98 e 72%. Tra i rossi, il Vino
Nobile di Montepulciano e il Morellino di Scansano insieme hanno raggiunto un
+165%´´ ha sottolineato Eric Hemer, della Southern Wine and Spirit of Florida
(primo importatore di vini dello Stato), oltre che master sommelier e wine
educator. (r. rap.) Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold
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( da "ItaliaOggi
Sette" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ItaliaOggi
Sette Numero 039 pag. 57 del 16/2/2009 | Indietro Assumere
un dirigente conviene CIDA La legge 266/97 per le piccole imprese che reclutano
figure dirigenziali senza lavoro Il valore di 18 mila euro a chi offre un
contratto ai manager Pilastro della nostra economia, negli
ultimi anni le Pmi hanno dovuto fare i conti non solo con i problemi endemici
del sistema produttivo nazionale, ma anche e soprattutto con quelli relativi
alle sempre più difficili e spietate regole della globalizzazione. Rispetto al
passato esse non [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per
Registrati: 10
( da "Affari
Italiani (Online)" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Politica
Usa/ Hillary Clinton va in Asia e stravolge la
politica estera di Bush Lunedí 16.02.2009 10:00 Hillary Clinton sceglie l'Asia
per il primo viaggio ufficiale in veste di Segretario di Stato. Farà tappa in
Giappone, seguiranno poi Indonesia, Corea del Sud e Cina. L'ex first lady ha stabilito cioè
di incontrare per primi proprio i partner che per tutta l'era Bush si sono
sentiti trascurati. A cominciare da Tokio e Seoul. "La Cina sta crescendo, l'India sta
crescendo, il Giappone resta la seconda economia del mondo dice il prof.
Tomohiko Taniguchi, dell'università di Keio -. Insieme, Giappone e Stati Uniti
superano il 30% della produzione mondiale. Un conto del genere deve essere
stato al centro di molti discorsi a Washington e tra i membri
dell'amministrazione Obama". Il Sol Levante è anche un partner strategico.
Gli Stati Uniti progettano di trasformare la base militare dell'isola di Guam
nell'Oceano Pacifico, nel punto di riferimento dell'esercito Usa
in quell'area. Un'operazione da circa 15 miliardi di dollari e Tokio sarebbe
pronta a sborsarne almeno la metà.
( da "KataWeb
News" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Noi, le
prime vittime del protezionismo 16 febbraio 2009 alle
10:37 — Fonte: rampini.blogautore.repubblica.it — 0 commenti E' diventato un
luogo comune definire inutili i vertici del G-7. Quello di sabato a Roma ha
varcato una nuova soglia: è stato una beffa, una pericolosa impostura. Con un
coro unanime i leader riuniti hanno messo al bando il protezionismo.
Cioè hanno mentito sapendo di mentire. Nessuno ha l'intenzione di tener fede a
quell'impegno solenne. Se avessero avuto un briciolo di onestà, avremmo sentito
dichiarazioni di questo tenore. Tim Geithner, segretario al Tesoro americano:
"Prometto di cancellare la clausola Buy American (comprate americano) in
tutti gli atti di spesa che autorizzerò in base alla manovra da 787 miliardi
appena varata dal Congresso. In nessun caso l'Amministrazione Obama farà
preferenze per i produttori nazionali". Christine Lagarde, ministro
dell'economia francese: "Il governo di Parigi ritira il vincolo che ha
imposto a Peugeot e Renault con la concessione degli aiuti di Stato, cioè
l'obbligo di acquistare componenti solo da produttori francesi. E' stato un
errore annunciarlo, facciamo ammenda coi nostri partner europei". Il
ministro Giulio Tremonti, che continua a descriversi come un pioniere e un
protagonista della governance globale: "Mi impegno in quanto presidente di
turno del G-
( da "Manifesto,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
La resa
dei Sette alla crisi Ma ognuno ha la sua ricetta Super vertice, ma pochi
risultati. I ministri del G7 sono tutti d'accordo sul «no» al protezionismo. Dietro alla retorica di rito si celano però
profonde divergenze G7 «Meno protezionismo e più
trasparenza». Draghi: le banche tirino fuori i loro asset tossici Antonio
Tricarico* ROMA Secondo un copione già scritto, i ministri delle Finanze del
G7, coadiuvati dai governatori delle banche centrali dei sette paesi e dai
vertici delle principali istituzioni finanziarie ed economiche internazionali,
ieri si sono incontrati a Roma per discutere della grave crisi economica e
finanziaria in corso e di quali misure approntare. È stato il primo
appuntamento della presidenza italiana del G8, in un anno che potrebbe decretare
la fine del gruppo che da trent'anni guida a proprio interesse e poco
democraticamente le sorti dell'economia mondiale. Ma è stata anche la prima
volta di Timothy Geithner, ministro del Tesoro dell'amministrazione Obama,
giunto a Roma per vendere il suo ancora oscuro piano salva banche e titoli
tossici da ben 2.500 miliardi di dollari. I temi della discussione sono apparsi
scontati, così come le frasi di rito del comunicato finale presentato alla
stampa. Esortazione a ristabilire la fiducia nei mercati, riportare stabilità e
crescita, monito contro le tentazioni protezionistiche di tanti, impegno a
introdurre più trasparenza nei mercati finanziari, promozione di un maggior
coordinamento dei regolatori tramite un non ben specificato «standard legale»
messo in campo dal ministro Tremonti in nome dell'etica, e un'inevitabile
azione comune dei supervisori a livello internazionale. Di fatto uno sterile
tentativo di coordinare i vari enti multilaterali di coordinamento e le loro
linee guida, fino ad oggi in gran parte non vincolanti. In questo Mario Draghi,
presidente del Financial stability forum destinato probabilmente a diventare la
sede istituzionale internazionale per la supervisione e parziale regolazione
dei mercati finanziari, ha quasi affiancato il «nemico» Tremonti nelle vesti di
padrone di casa. Il G7 ha anche trovato il tempo per spendersi sulle
implicazioni della crisi per i paesi più poveri, chiedendo al solito Fondo
monetario internazionale di aiutarli in una fase che potrebbe diventare sempre
più critica per gli equilibri di bilancio, a fronte di un crollo del prezzo di
alcune materie prime e delle esportazioni verso i paesi ricchi. Dominique
Strauss Khan, socialista-liberista alla guida dell'istituzione di Washington,
ha chiesto ingenti risorse ai governi del G7 per intervenire, dopo l'impegno
del Giappone per ben 100 miliardi di dollari. Tra i piatti della cena di
apertura servita a Villa Madama venerdì sera, ospite il Presidente emerito
Carlo Azeglio Ciampi, anche la riforma della Banca mondiale e del Fondo
monetario internazionale, sullo sfondo la tanto sospirata ma ancora lontana
Conferenza di Bretton Woods 2 richiesta da Sarkozy e Brown. Ma la retorica
scontata, e sempre liberista, del G7 cela profonde divisioni tra i sette paesi
sul come affrontare in maniera efficace la crisi e la regolazione dei mercati
globali. Di fatto non si va oltre quanto dichiarato nel comunicato del G20 di
Washington lo scorso novembre e già discusso nei gruppi di lavoro in vista del
summit del 2 aprile a Londra del nuovo gruppo che aspira sotto la presidenza di
Gordon Brown a diventare la nuova cassa di compensazione politica della
globalizzazione. È chiaro che il G7 ha fatto il suo tempo, e non può che cedere
il passo ad altre forme di governance globale, per motivi anche molto concreti.
Le risorse per intervenire oggi sono in Asia e in Medio Oriente, gli squilibri
dell'economia mondiale vanno risolti prima tra Usa e Cina e la stessa azione dell'Unione europea risulta marginale,
nonostante la forza della divisa dell'euro. Ma campeggiano nel G7 visioni
diverse anche su quanto salvare della fallimentare ideologia liberista, sul
ruolo degli interventi pubblici in economia e sul grado di regolamentazione
globale da creare. Usa e Regno Unito vogliono
difendere ancora la loro sovranità tardo-imperiale e la supremazia dei mercati
finanziari sull'economia. Si pensi soltanto che il nuovo piano Geithner mira a
rilanciare lo strumento delle cartolarizzazioni dei crediti per far ripartire
l'operato delle banche, come se nulla fosse successo con i mutui sub-prime.
L'asse franco-tedesco, di contro, coadiuvato in parte dall'intellettualoide
Tremonti, mira a restringere il campo d'azione dei mercati finanziari, e
soprattutto dei nuovi attori che hanno profittato da questa crisi, a partire
dagli hedge funds altamente speculativi. Ma nella stessa Europa divide
l'atteggiamento sui gradi di protezionismo che alcune
economie potrebbero introdurre per raddrizzare la rotta prima del disastro. Ad
oggi ci si concentra sul protezionismo legato ai pacchetti
di salvataggio dei paesi più forti - Usa in testa,
dopo la clausola del «buy American» approvata dal Congresso e accettata da
Obama - ma sotto traccia la vera questione riguarda ancora una volta il protezionismo che potrebbe essere inoculato nei sistemi
bancari nazionali dopo la sbornia liberista. In ogni caso, i G7 evitano
accuratamente di discutere della necessità, forse inevitabile, di
nazionalizzare gran parte del sistema bancario per guidare una vera
ristrutturazione dell'economia dei paesi industrializzati. L'idea
Geithner-Tremonti di una «bad bank» che compri i titoli tossici e disinquini i
mercati sembra ancora non convincere, e anche quelli che la caldeggiano si
chiedono come si possa rischiare forse anche un sesto del Pil mondiale in un'operazione
non sicura, dopo che Usa ed Ue hanno già speso a vuoto
3,000 miliardi di dollari per salvataggi non riusciti. Con questi timori si
naviga a vista verso il G20 di Londra. Nel frattempo, arrivederci Roma, addio
G7. *Campagna per la riforma della banca mondiale
( da "Manifesto,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
SINISTRA
Parlarsi si può. Oggi tutti a Roma Sinistra a pezzi? Si parla solo di
«contenitori» e non di «contenuti»? Le liti dei vertici vi hanno stufato? La
disputa su partito aperto versus cartello elettorale non vi appassiona?
Qualcuno, piano piano, prova a riannodare, almeno, i fili di un dialogo a
partire dalle cose concrete. Oggi al centro congressi di via Cavour (via Cavour
( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
WASHINGTON.
Atteso anche l'effetto sulle Borse del G7 che ha rinviato al G20 di Londra
eventuali iniziative globali 16/02/2009 rss e-mail print La speaker
(presidente) della Camera, Nancy Pelosi WASHINGTON Fiato sospeso dai governi
occidentali per l'apertura delle borse, stamattina. I mercati giudicano oggi
insieme l'intero pacchetto anti-crisi messo a punto dalle maggiori potenze
industriali, sia quello americano sia quello definito a grandi linee dal G7 di
Roma di venerdì e sabato. E di là delle parole dei politici, alla fine è solo
la fiducia dei mercati a contare davvero. Barack Obama firma domani a Denver,
in Colorado, la legge più importante della sua presidenza: il maxi-piano di
stimolo all'economia da 787 miliardi di dollari che, nonostante i difetti da
lui stesso ammessi, definisce «una pietra miliare» sulla via della ripresa
economica. Il neo-presidente non ha con sé, come sperava, almeno una parte
significativa dell'opposizione. A contare, più che le vere e proprie differenze
strategiche sull'uso del denaro pubblico, è stato un calcolo politico della
minoranza, decisa a lasciare soli i democratici nel gestire la crisi economica
e puntare fin da ora a una rivincita elettorale nelle elezioni di mid-term, nel
2010. Una data vicinissima se misurata con i tempi della crisi: lo stesso Obama
avvertiva, ancora ieri, che ci vorrà tempo perché le misure di stimolo facciano
sentire i loro effetti. Sempre ammesso che le misure prese funzionino come
previsto, il che per gli economisti è questione controversa. Mentre è certo che
nel corso del 2009 la crisi potrà solo peggiorare. Né è probabile che a cavare
le castagne dal fuoco agli americani sia l'azione concertata del G7-G8: dal
vertice di Roma arriva solo un generico impegno a «intraprendere qualsiasi
ulteriore azione possa essere necessaria» per uscire dalla crisi, a evitare il
rischio del protezionismo e l'avvio di un processo importante, ma dai tempi
incerti, per la riscrittura delle regole della finanza internazionale. Non c'è,
in pratica, un piano comune dei Grandi per rilanciare l'economia, e nessun
investimento europeo che possa stare alla pari col piano Usa.
Il ministro del Tesoro Timothy Geithner ha lanciato un appello ai partner a
lavorare insieme condividendo la filosofia del piano americano: «un mix molto
potente di investimenti e sgravi fiscali per creare posti di lavoro e
rafforzare il nostro potenziale di crescita a lungo termine». Ma almeno in
Europa continua a prevalere la linea dei piani nazionali, spesso orientati
semplicemente al sostegno di fatto protezionistico per le aziende locali.
Qualcosa di più convincente potrebbe uscire dal vertice del G20 a Londra, dove
avranno voce in capitolo le ormai imprescindibili potenze emergenti come Cina, India, Brasile. Ma si parla del 2
aprile: due mesi sono davvero un'eternità, ai ritmi ai quali si muove questa
crisi. L'attesa degli esperti è quindi, a conti fatti, per una bocciatura
almeno parziale da parte dei mercati. Specie considerando che anche il piano
messo a punto dallo stesso Geithner per sostenere e riformare il sistema del
credito continua a non convincere gli operatori Usa,
e neppure i partner del G7 gli hanno tributato applausi. Obama e Geithner
sperano in un'accoglienza migliore almeno per il «piano casa» che presenteranno
mercoledì: tra i 50 e i 100 miliardi di dollari destinati a evitare i
pignoramenti ma anche per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare la rata.
Un intervento che dovrebbe quindi avere anche una ricaduta positiva sui consumi
delle famiglie. In attesa del piano, Bank of America, Citigroup, Fannie Mae,
Freddie Mac, JPMorgan Chase e Wells Fargo hanno annunciato una sospensione
delle procedure di pignoramento.
( da "Napoli.com"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
16/2/2009
"Contatto" al Koesis Opere di Gianfranco Erbani e di Setyo
Mardiyantoro KOESIS Patrocinio del Consolato di Indonesia a Napoli
CONTATTO ORIENTE & OCCIDENTE - RAGGIUNGERE ? RAGGIUNGERSI DUETTO N° 6
Opere di Gianfranco Erbani e di Setyo Mardiyantoro performance musicale
di Giovanna Izzo e Mauro De Leonardo Inaugurazione: 18 ? 02 ? 2009
ore: 18,30
Presentazione di Marilena Mercogliano; Introduzione di Yvonne Carbonaro
Visitabile fino al 27 ? 2 ? 2009 ?Il segno? è come un elemento della mappa
genetica, come i caratteri fisionomici e fisiognomici, è presente da sempre in
tutte le azioni e le espressioni di un popolo dal suo primo insediamento in un
territorio, perfino nella conformazione geomorfica del luogo o nella maniera di
camminare?. (Darwin ha iniziato questo discorso). La globalizzazione è nemica
del segno, ma anche la grande opportunità di conoscenza del mondo intero.
L?identità culturale di un popolo si riconosce proprio decifrando il suo
?segno?, nella sua infinita varietà di manifestazioni: la nave dei Vichinghi
non avrebbe mai potuto essere come quella degli Arabi?. e questo suo manifestarsi
è riconoscibile più che nelle Arti con la A maiuscola: la pittura, la
letteratura, l?architettura, la scultura, nelle cosiddette ?arti minori?:
l?artigianato, l?abbigliamento? e quindi: il design, la grafica, la moda,
l?oreficeria etc?. (ma questo è un altro discorso?). Sia Gianfranco Erbani che
Setyo Mardiyantoro, guardando con occhi meravigliati il paese a loro straniero,
senza mai abbandonare il loro linguaggio espressivo, e quindi il loro ?segno?,
descrivono le emozioni che un luogo, a volte solo apparentemente conosciuto,
provoca in loro.
( da "Wall
Street Italia" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
USA: E
ADESSO SI ATTENDE PIANO SOS PIGNORAMENTI di MPS Capital Services Il piano
contemplerebbe la riduzione delle rate mediante taglio della quota interessi e
forse anche di quella capitale, con onere in parte a carico dello Stato...
-->*Questo documento e' stato preparato da MPS Capital Services ed e'
rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori e
clientela professionale ai sensi dell'allegato n.3 al reg. n.16190 della
Consob. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita' alcuna per Wall
Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita' di trading e
pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a
questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI. (WSI)- In area Euro in settimana
sarà pubblicato l?indice Zew ed i Pmi servizi e manifatturiero. Atteso nel
pomeriggio il discorso di Trichet. Tassi d'interesse: : in area Euro i tassi di
mercato sono saliti, interessando soprattutto il tratto a lungo termine della
curva e lasciando il differenziale 2-10 anni pressoché stabile intorno ai 180
pb. Lo scorso venerdì si è assistito ad un forte incremento della percezione
del rischio paese, in modo particolare per l?Irlanda il cui CDS a 5 anni ha
raggiunto il massimo storico di 376pb. Il rialzo dei CDS ha caratterizzato i
paesi su scala globale inclusa la Germania (massimo storico a 70pb) ed
interessando maggiormente i paesi periferici. Durante il G7, conclusosi sabato,
è emersa la volontà dei vari stati a fare quanto possibile per combattere la
recessione economica evitando manovre protezionistiche e cercando di fissare
regole comuni (c.d. legal standard). Sopravvivere non e' sufficiente, ci sono
sempre grandi opportunita' di guadagno. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER?
Costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Durante la riunione è
inoltre emersa l?intenzione di una maggiore cooperazione con la Cina, allontanando i timori emersi dopo che il segretario
del Tesoro Usa aveva accusato Pechino di manipolare la
valuta. In Germania la camera bassa ha approvato il pacchetto di stimolo da 50
Mld?, il voto della camera alta è atteso in settimana. In Spagna è stato
approvato un pacchetto di aiuti da 4 Mld? per il settore automobilistico, sulla
scia di quanto già fatto dalla Francia. Il presidente dell?Eurogruppo Juncker
ha dichiarato che la Commissione dovrà esaminare attentamente i piani di aiuto
al settore auto in quanto è emerso una mancanza di coordinamento tra i
programmi nazionali. Sul decennale la resistenza si colloca a 3,20% e 3,35%, il
supporto a 3%. Negli Usa tassi di mercato in rialzo
malgrado il calo dei listini azionari, spinti al ribasso ancora una volta dal
comparto finanziario. E? stato approvato definitivamente il piano di supporto
all?economia da 787Mld$, di cui circa un terzo rappresentato da tagli alle
tasse. La conversione definitiva in legge richiede ora la sola firma del
presidente che potrebbe arrivare già oggi. La settimana in corso è
caratterizzata da una serie di importanti appuntamenti. C?è ad esempio molta attesa
per la presentazione di un ulteriore piano dell?amministrazione Obama per far
fronte al fronte incremento dei pignoramenti. Tale piano contemplerebbe la
riduzione delle rate mediante taglio della quota interessi e forse anche di
quella capitale, con onere in parte a carico dello Stato. Inoltre il piano
conterrebbe una serie di norme per consentire una più agevole rinegoziazione
dei termini dei mutui. Il piano stesso potrebbe essere presentato il prossimo
mercoledì. In attesa di tale piano le principali banche Usa
e le due principali agenzie sui mutui hanno sospeso i pignoramenti fino agli
inizi di marzo. Sempre questa settimana è attesa domani la presentazione del
piano delle case automobilistiche Usa necessario per
ottenere una seconda tranche di aiuti. Su questo fronte Ft segnala come
potrebbe essere accontenta l?ipotesi di un controllore unico del di emanazione
governativa del comparto a favore invece di un consiglio di controllori
capeggiato da Geithner e Summers. Il prossimo mercoledì sono molto attese le
minute della Fed dell?incontro di fine gennaio, importanti perché potrebbero
fornire indicazioni più precise su quando gli acquisti di asset sul mercato
saranno estesi anche ai Treasury. Infine da segnalare che il Giappone ha
concesso una linea di credito da 100Mld$ al Fmi con una durata massima di 5
anni. In questo contesto anche negli Usa è aumentata
l?attenzione sul rischio paese, come testimoniato dal CDS a 5 anni che venerdì
ha segnato il nuovo record a 87pb. Nel breve resistenza sul decennale a 2,95%.
Valute: il Dollaro continua a stazionare in area 1,28 vs. Euro consolidando
l?area di supporto 1,27-1,2720 che rimane confermata anche per oggi. Nel breve
l?attenzione potrebbe ancora essere focalizzata sul tema rischio paese in
Europea penalizzando la valuta unica.Venerdì si è assistito ad un deprezzamento
dello Yen con il cross verso Euro che continua a mantenersi al di sotto della
resistenza 120. I supporti da monitorare si collocano a 114,90 e 113,15. Verso
Dollaro la resistenza di riferimento passa da 92,40, il supporto a 89,70.
Pessimo il dato preliminare sulla crescita nipponica nel quarto trimestre che
si è contratta al ritmo maggiore dal 1974, -12,7% t/t annualizzato. La
contrazione è stata guidata dal forte calo delle esportazioni nette e degli
investimenti aziendali. Materie prime: forte rialzo del greggio Wti salito di
oltre il 10% favorito dal passaggio del piano Usa da
787Mld$. Positivi i metalli industriali guidati dal piombo (+1%). Tra i
preziosi lieve calo dell?oro (-0,7%) nonostante i forti investimenti nel
maggiore ETF aurifero mondiale (SPDR Gold Trust) siano saliti al nuovo record
pari a circa 1000 tonnellate. Deboli le materie prime agricole guidate dal
ribasso del cotone (-2,2%). In controtendenza il cacao (+4,1%). Negli Usa oggi gli scambi sul floor saranno chiusi per festività.
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( da "PC
World online" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
16-02-2009
Legge D'Alia: Facebook non ci sta Non sono mancate le critiche all'emendamento
D'Alia facente parte del Pacchetto sicurezza del governo. Antonio Di Pietro
paragona l'Italia alla Cina Dino del Vescovo Legge
D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia
Download di video da YouTube. Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per
tutti Facebook paga 65 milioni nella causa con ConnectU San Valentino: attenti
ai messaggi d?amore, possono contenere virus e spam Google sempre più in vetta
anche negli USA Postbox, dalla costola di Thunderbird Non solo Google: anche
Microsoft pensa all'ambiente. E alle aziende Waledac è il virus di San
Valentino Con Google PowerMeter un mondo migliore Il Safer Internet Day a
tutela dei bambini Attenzione al “whaling”: i dirigenti aziendali nel mirino
dei cybercriminali Rai sul web, seconda puntata Telefono Azzurro per gli
adolescenti in Rete: emergenza senza confini Nei primi giorni di febbraio, vi abbiamo
informati sull'approvazione da parte del Senato dell'emendamento proposto dal
Presidente dei senatori dell'Udc, Giampiero D'Alia, con il quale si prevede la
repressione dei casi di apologia e incitamento tramite Internet di associazioni
a delinquere, di tipo eversivo, terroristico, sessuale e così via. Abbiamo
inoltre sottolineato l'estrema delicatezza di una questione che di lì a poco
avrebbe scatenato non poche polemiche, da parte dello stesso Facebook,
principale indiziato quale mezzo di diffusione di massa, e del popolo di
Internet. Polemiche che, appunto, non sono mancate. Anzi, si è creato un vero e
proprio fronte del no in opposizione al Pacchetto sicurezza del governo, di cui
la legge D'Alia fa parte. Secondo il noto social network - al centro della
questione -, la legge "equivarrebbe a chiudere l'intera rete ferroviaria
di un Paese a causa della presenza di alcuni graffiti discutibili in una
stazione". Così si è espresso Debbie Frost, attuale portavoce di Facebook,
nonché ex capo ufficio stampa di Google nel mondo. A supportarlo il
responsabile affari legali di Google Italia, Marco Pancini, che insieme ai
netizen e alla blogosfera, sperano che alla Camera l'emendamento venga
stralciato, ovvero eliminato dal Disegno di Legge N. 733. Gli oppositori si
appellano alle leggi già esistenti, affinché siano applicate e colpiscano chi
viola le norme della Rete, considerando inopportuno il bavaglio proposto da
D'Alia. Fra le voci della politica, quella che maggiormente si oppone al
decreto appartiene ad Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori. L'ex
magistrato di Mani pulite, ritiene che se la proposta dovesse passare, la
situazione italiana si farebbe simile a quella cinese (o birmana). "Un
emendamento antidemocratico e incostituzionale - sottolinea Di Pietro - che
cancellerà l?informazione in Internet in un soffio equiparando l?Italia alle
uniche due nazioni al mondo che hanno queste restrizioni: Cina
e Birmania. L?emendamento, sotto il pretesto di chiudere le porte a siti come
YouTube e Facebook, in cui sparuti gruppi di fanatici inneggiano a Raffaele
Cutolo e Salvatore Riina, nasconde ben altri obiettivi. Quello di oscurare
l?ultimo tassello dell?informazione, Internet, che sfugge al controllo di
Silvio Berlusconi monopolista dell?informazione privata e di Stato".
Commenti Per commentare devi essere registrato nel forum. Per registrarti
clicca qui Risposta Rapida Messaggio: Segui qui la discussione sul forum Legge
D'Alia: Facebook non ci sta MWC 09: CPU Tegra ora anche per sistemi operativi
mobile Android MWC 09: LG adotterà la CPU Intel Moorestown sui MID di prossima
generazione Da Patriot una microSDHC con capacità di 16 GB Nuovi punti vendita
Microsoft MWC 09: Sony Ericsson mostra un cellulare "segreto" con
fotocamera da 12,1 megapixel Il cellulare Lego: bufala o realtà? I quattro di
Pirate Bay sotto processo in Svezia Arriva sugli scaffali l'Acer Aspire One
10" e il netbook da 8,9" scende sotto i 300 euro World Tech Update -
13 febbraio 2009 NumeroVerde.com, il numero verde alla portata di tutti
Download di video da YouTube. Alcuni saranno in vendita Arriva il cellulare
Samsung UltraTouch Da Cuba arriva il Linux libre VoIP per tutto e per tutti
SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3
commenti) Non in linea - Internet, la Siae, e la solita solfa (6 commenti)
OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al
fotografo quando e cosa... fotografare
( da "Corriere
Adriatico" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Ora la
parola passa ai mercati Priorità alla stabilizzazione economia aspettando il
G20 Spenti i riflettori sul vertice dei Sette Grandi del mondo, la parola passa
ora ai mercati. Si attende infatti la reazione delle Borse alle promesse fatte
a Roma dai ministri dell'economia e delle finanze e dei governatori centrali
del G7, tra cui l'impegno per la stabilizzazione dell'economia globale e dei
mercati finanziari, e contro il protezionismo e l'eccesso di volatilità. Ma per
i risultati concreti lo stesso G7 ha rimandato tutto alla riunione del G20 di
Londra. Il G7 a presidenza italiana ha indicato la propria massima priorità
nella "stabilizzazione dell'economia globale e dei mercati
finanziari" e ha espresso l'impegno ad avviare, oltre alle misure adottate
da ciascun Paese per contribuire a stabilizzare i mercati finanziari
"estremamente volatili", qualsiasi ulteriore azione necessaria per
"ristabilire piena fiducia nel sistema finanziario globale". I Sette
Grandi hanno anche detto no all'"eccesso di volatilità" nei cambi
delle monete e si sono dati quattro mesi per preparare uno schema condiviso di
principi e regole sulla proprietà, l'integrità e la trasparenza delle attività
internazionali economiche e finanziarie". Ad impegnare le diplomazie
internazionali sarà anche il tema del protezionismo, su cui il G7 ha visto una
convergenza per evitare qualsiasi forma di "chiusura" commerciale, ma
che arriva proprio mentre la Francia avvia un piano di sostegno all'auto che
lega gli aiuti all'obbligo ad investire solo in Francia e gli Usa preparano un piano di stimolo con la clausola del 'Buy
American'. Ma Usa e Francia hanno escluso che queste
misure costituiscano una minaccia protezionista. Al di là dei principi espressi
dai sette Grandi, tuttavia, la sfida è rinviata al G20 di Londra, in programma
il 2 aprile: in quell'occasione - ha detto il commissario Ue Almunia - di fronte ad una platea allargata anche alle potenze economiche
emergenti come India e Cina,
bisognerà conseguire infatti risultati concreti. In quell'appuntamento,
inoltre, il Financial Stability Forum guidato dal governatore della Banca
d'Italia Mario Draghi porterà la sua ricetta, imperniata - ha anticipato Draghi
- su tre punti, "più capitali, più riserve e standard più rigorosi".
FRANCO LIMIDO ,
( da "Finanza.com"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Acciaio:
per Ubs brillano Posco, ThyssenKrupp e Steel Dynamics (16 Febbraio 2009 -
14:03) MILANO (Finanza.com) - Segnali positivi, ma anche forti i rischi di
volatilità. Questo il quadro nel breve termine disegnato dagli analisti di Ubs
sul settore dell'acciaio. "I livelli delle scorte
supereranno la debole domanda in Cina, Usa e
Giappone, e alti livelli si vedranno anche in Germania e Corea, mentre la
Russia aumenterà la propria capacità e il Brasile continuerà a vedere scendere
i prezzi interni - illustrano gli esperti nella nota odierna - Un catalizzatore
per aumentare gli utili potrebbe essere dato dai prezzi più bassi di ferro e
carbone". Fra i titoli del settore brillano agli occhi del broker
svizzero quelli che presentano solidi bilanci e una struttura di costi
variabile e bassa. E cioè Steel Dynamics, Gerdau, Posco, ThyssenKrupp, NLMK e
Maanshan. Mentre Ubs suggerisce cautela su Acerinox, le società giapponesi e Us
Steel. (Valeria Panigada - Riproduzione riservata)
( da "Wall
Street Italia" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cina molto preoccupata per protezionismo di ANSA In Usa
e in altri paesi sembra emergere limitazione ad acquisti -->(ANSA) -
PECHINO, 16 FEB - La Cina e' 'profondamente
preoccupata' per il protezionismo che sembra emergere 'in alcuni paesi' ed in
particolare negli USA.Lo ha detto il portavoce del ministero del commercio
cinese Yao Jian, ricordando la clausola 'buy american', che limita gli acquisti
all' estero di materiali come ferro, acciaio e altri prodotti per i progetti
legati al piano di rilancio dell'economia. Yao ha aggiunto che la Cina 'dara' tutto il suo appoggio alla WTO per contenere il
protezionismo.
( da "Blogosfere"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Feb
0916 Crisi alimentare nel 2009? Pubblicato da Marco Pagani alle 13:47 in
Alimentazione Il 2009 sarà l'anno della grande crisi alimentare? Global Research
parla di possibile catastrofe a causa della siccità. La FAO conferma che il
2009 sarà un anno più magro del 2008 (che ha avuto una produzione record di
cereali). USA e ex URSS stanno piantando meno perchè i
prezzi sono scesi e la siccità in Cina, India e Sudamerica potrebbe fare il resto. Sarà davvero una
catastrofe alimentare? La FAO non sembra così pessimista, anche perchè il
raccolto 2008 è stato così abbondante da riportare gli stocks dal 19% al 22%
dell'utilizzo. Per quanto riguarda l'alimentazione nel mondo, oggi
davvero "si cammina su fil di lama": Finché gli agricoltori saranno
considerati imprenditori come gli altri, decideranno quanto e cosa coltivare
suylla bse dei prezzi e non delle necessità delle popolazioni.I detentori di grandi
ricchezze finanziarie poterbbero decidere di investire nel campo dei biofuel,
oppure dell'allevamento, sottraendo ulteriore terra arabile all'alimentazione
dei più poveri. La triste faccenda Corea/Madagascar insegna. Detto in estrema
sintesi (e sempre parafrasando Eduardo Galeano ): gli uomini devono morire di
fame perché l'econmmia possa essere libera...
( da "PC
World online" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
16-02-2009
Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Il senatore
Giampiero D'Alia ribadisce la sua posizione in merito all'emendamento contenuto
nel Pacchetto sicurezza del Governo Dino del Vescovo Nessuna censura per
Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I
quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.
Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Facebook paga 65 milioni
nella causa con ConnectU San Valentino: attenti ai messaggi d?amore, possono
contenere virus e spam Google sempre più in vetta anche negli USA Postbox,
dalla costola di Thunderbird Non solo Google: anche Microsoft pensa
all'ambiente. E alle aziende Waledac è il virus di San Valentino Con Google
PowerMeter un mondo migliore Il Safer Internet Day a tutela dei bambini
Attenzione al “whaling”: i dirigenti aziendali nel mirino dei cybercriminali
Rai sul web, seconda puntata L'emendamento D'Alia, parte del Pacchetto
sicurezza proposto dal governo, ha suscitato polemiche e timori. I più grandi
social network, come Facebook e YouTube, supportati dalle perplessità espresse
dai frequentatori di Internet, attraverso blog e forum, temono che lo stesso si
trasformi in una sorta di censura per gli spazi virtuali a cui dovrebbe
applicarsi. Timori alimentati da voci di spicco della politica italiana, come
quella dell'on. Antonio Di Pietro, che, a torto o a ragione, hanno addirittura
messo a confronto la situazione italiana, nel caso in cui il Decreto dovvesse
passare così come proposto, con quella della Cina e della Birmania. In molti casi
però, i punti essenziali della proposta sono stati fraintesi o interpretati in
chiave esageratamente censoria. Il Presidente dei senatori dell'Udc, Giampiero
D'Alia, ha quindi rilasciato precisazioni in merito: "La norma introdotta
con l'articolo 50 bis del pacchetto sicurezza non fa chiudere alcun sito o
social network. Serve solo a rafforzare i poteri repressivi
dell'autorità giudiziaria nel caso in cui si proceda per delitti di istigazione
a delinquere o a disobbedire alle leggi o per apologia di reato. Infatti, solo
se vi sono concreti elementi in forza dei quali l'autorità giudiziaria ritiene
che qualcuno compia questa attività illecita su internet, il ministro
dell'Interno può intervenire decretando l'interruzione della sola attività
illecita. In ogni caso è sempre previsto il ricorso all'autorità giudiziaria
contro i provvedimenti sanzionatori del ministero, e questi ultimi possono
sempre essere revocati quando l'attività illecita venga meno. La norma quindi
garantisce solo alle autorità più poteri per la repressione dei singoli reati.
Se qualcuno ha migliori soluzioni tecniche che consentano di raggiungere lo
stesso obiettivo, visto che si tratta di un obiettivo condiviso, le
proponga". Per approfondire: Legge D'Alia: Facebook non ci sta Non sono
mancate le critiche all'emendamento D'Alia facente parte del Pacchetto
sicurezza del governo. Antonio Di Pietro paragona l'Italia alla Cina Il Decreto Sicurezza del governo punta il dito su
Facebook La Rete ha bisogno di controllo e i provider devono intervenire dietro
segnalazione del ministero dell'Interno. Multe per gli inadempienti Commenti Per
commentare devi essere registrato nel forum. Per registrarti clicca qui
Risposta Rapida Messaggio: Segui qui la discussione sul forum MWC 09: HTC
lancia il Touch Pro 2 e il Touch Diamond 2 MWC 09: Il giorno di Windows Mobile
6.5 Google apre l'Android Market alle applicazioni a pagamento Nessuna censura
per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta
MWC 09: CPU Tegra ora anche per sistemi operativi mobile Android MWC 09: LG
adotterà la CPU Intel Moorestown sui MID di prossima generazione Da Patriot una
microSDHC con capacità di 16 GB Nuovi punti vendita Microsoft MWC 09: Sony
Ericsson mostra un cellulare "segreto" con fotocamera da 12,1
megapixel Il cellulare Lego: bufala o realtà? I quattro di Pirate Bay sotto processo
in Svezia Arriva sugli scaffali l'Acer Aspire One 10" e il netbook da
8,9" scende sotto i 300 euro World Tech Update - 13 febbraio 2009
NumeroVerde.com, il numero verde alla portata di tutti SmileTech - La vera
innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in
linea - Internet, la Siae, e la solita solfa (6 commenti) OnOff - Windows
Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e
cosa... fotografare
( da "Virgilio
Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pristina,
16 feb. (Ap-Apcom - Nuova Europa) - "Il Kosovo diventerà membro della Nato,
dell'Unione europea e delle Nazioni Unite e della Nato, e verrà riconosciuto
dal mondo intero". Ad assicurarlo è il primo ministro Hashim Thaci in
un'intervista pubblicata dalla Associated Press alla vigilia del primo
anniversario dell'indipendenza. "E' stato un successo completo",
afferma l'ex dirigente dell'Esercito di liberazione del Kosovo (Uck). Ad oggi
Pristina è stata riconosciuta solo da 54 dei 192 Stati membri dell'Onu, ma
Thaci minimizza: "Conta la qualità (dei Paesi), non il loro numero".
Per diventare membro dell'Onu, il Kosovo ha bisogno di ottenere il sostegno di
almeno la metà dei votanti nell'Assemblea generale del Palazzo di Vetro.
Nell'Ue il percorso di integrazione è ostacolato dal mancato riconoscimento da
parte di Spagna, Grecia, Cipro, Slovacchia e Romania, che nonostante gli
appelli dell'Europarlamento, hanno recentemente confermato la loro posizione.
Anche nella Nato serve l'unanimità: in quella sede a Pristina manca l'appoggio
di Spagna, Grecia, Slovacchia e Romania. Nei mesi successivi all'indipendenza,
le potenze occidentali e le autorità di Pristina speravano che il numero di
riconoscimenti potesse arrivare rapidamente a cento. A fallire sono state
soprattutto le pressioni diplomatiche degli Usa in
America Latina, Africa e Asia, mentre la Turchia non è riuscita a 'smuovere' la
Conferenza dei Paesi islamici. A Pristina si 'consolano' sottolineando che i
Paesi che hanno riconosciuto l'indipendenza rappresentano quasi il 71% del Pil
mondiale. La Serbia continua a reclamare la propria ex provincia, contendo sul sostegno internazionale della Russia e della Cina e sperando che la Corte
internazionale di giustizia dell'Onu 'bocci' la secessione kosovara. Il premier
kosovaro accusa le autorità di Belgrado di "avere la stessa mentalità Slobodan
Milosevic", l'ex presidente yugoslavo che, scatenando la guerra in Kosovo,
provocò l'intervento della Nato che nove anni dopo ha condotto all'indipendenza
di Pristina. In vista delle celebrazioni di domani, Thaci annuncia di aver
ricevuto messaggi di congratulazioni da diversi leader mondiali, tra cui il
presidente Usa Barack Obama. Venerdì scorso il
ministro degli Esteri serbo, Vuk Jeremic, ha dichiarato che l'anniversario
dell'indipendenza kosovara "è una data senza particolare importanza"
di cui presto "nessuno si ricorderà".
( da "FashionFm.it"
del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
"
style="width:618px;"> Mariella Burani preview Una collezione
all´insegna del Made in Italy, quella che Mariella Burani presentarà a Milano
Moda Donna, l´1 marzo presso Sala Montenapoleone. In un´epoca
di globalizzazione ed esternalizzazione dei processi produttivi, la Burani ha
ribadito l´originalità italiana dei suoi capi. Ideazione, produzione e
realizzazione sono state svolte in Italia, con tessuti nostrani. L´attenzione
del brand si focalizza sulla qualità dei materiali appunto, delle confezioni e
sulla riconoscibilità delle linee. Continuità e rinnovamento hanno
guidato lo sviluppo di questa collezione. data: 16/02/2009
( da "Reuters
Italia" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
di
Arshad Mohammed TOKYO (Reuters) - La segretario di Stato Usa
Hillary Clinton ha iniziato un toru diplomatico di una settimana in Asia,
sottolineando l'importanza dell'alleanza tra Stati Uniti e Giappone e la
necessità che Asia e Usa lavorino insieme sulla crisi
economica globale e sul cambiamento climatico. Al suo primo viaggio nel ruolo
di segretario di Stato, Clinton ha definito l'alleanza Giappone-Stati Uniti
"di importanza vitale", arrivando a Tokyo dopo settimane di tensioni
con la Corea del Nord e la notizia che il paese comunista si stia preparando a
testare un missile a lungo raggio. Probabilmente la ricerca di un modo per
arrestare il programma nucleare di Pyongyang sarà uno degli argomenti
principali della visita di Clinton in Asia, che la porterà anche in Indonesia, Corea del Sud e Cina. "Ho scelto l'Asia come destinazione del mio primo viaggio
in qualità di segretario di Stato per sottolineare l'importanza per gli Stati
Uniti delle relazioni con questo continente nell'affrontare le sfide e cogliere
le opportunità che il 21esimo secolo ci offre", ha detto Clinton durante
una cerimonia di benvenuto all'aeroporto. "Le relazioni bilaterali
tra gli Stati Uniti e il Giappone sono un caposaldo dei nostri sforzi nel
mondo", ha aggiunto. "(Il mantenimento di queste relazioni) è sempre
stato e sempre sarà un impegno per la nostra sicurezza e la nostra prosperità,
ma sappiamo anche che dobbiamo lavorare insieme per affrontare la crisi
finanziaria globale", ha detto la numero uno della politica estera
americana, aggiungendo che spera di collaborare anche su questioni come il
cambiamento climatico, l'Afghanistan, il Pakistan e la riduzione della proliferazione
nucleare. La visita di Clinton avviene in un momento in cui il Giappone sta
cercando conferma sul fatto che rimarrà il principale alleato di Washington e
sta affrontando nuove pressioni per assumere un ruolo più importante a livello
globale. Il tour anche in concomitanza con la notizia che la Corea del Nord si
stia preparando a testare il suo missile a lungo raggio Taepodong-2, con una
gittata che si suppone possa arrivare in Alaska. Continua...
( da "Virgilio
Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma,
16 feb. (Apcom-Nuova Europa) - Il Kosovo festeggia domani il primo anno di
indipendenza, con molte incognite sul suo futuro e nasi storti in varie
cancellerie internazionali. La Serbia, nonostante l'avvenuta secessione,
continua a reclamare la sua ex provincia, puntando ad una sentenza pendente
della Corte di giustizia internazionale per riaprire il tavolo negoziale.
Insomma, un compleanno con distinguo e divisioni da tutte le parti: a Pristina,
il Parlamento kosovaro si riunirà in seduta solenne, mentre a Mitrovica i
leader serbo-kosovari convocheranno il loro 'parlamentino' nella parte nord, dove
i serbi sono maggioranza. E Belgrado licenzia l'evento come
"irrilevante". Dunque indipendenza sì, ma perché? E per fare cosa? Se
lo chiedevano un anno fa alcuni analisti. Quesiti che restano attuali: dicendo
sì alla sovranità 'sui generis' del neo proclamato Stato, la comunità
internazionale contava di stabilizzare i Balcani mettendo la parola fine al
drammatico collasso dell'ex Jugoslavia. Oggi, però, il cammino delle regione
verso l'Europa resta alquanto tortuoso e la giovane Repubblica kosovara non può
certo definirsi una democrazia europea. Che il progetto Kosovo non vada bene lo
dicono i numeri. Sostenuto dagli Usa e da gran parte
dell'Unione europea, sinora ha incassato un numero di riconoscimenti di gran
lunga inferiore alle aspettative: su 192 nazioni membre dell'Onu, lo hanno
riconosciuto 54 Paesi - 55 considerando il sì non ancora ufficiale delle
Maldive. La comunità internazionale si aspettava altre cifre: almeno una
novantina di riconoscimenti, che avrebbe consentito al neo proclamato Stato di
bussare alla porta del Palazzo di vetro per diventare membro. Ci vuole tempo,
ma "il Kosovo diventerà membro della Nato, dell'Unione europea e delle
Nazioni Unite e della Nato, e verrà riconosciuto dal mondo intero",
assicura oggi il primo ministro Hashim Thaci. "Conta la qualità (dei
Paesi), non il loro numero", è l'argomento dell'ex dirigente dell'Esercito
di liberazione del Kosovo (Uck), che ha appena ricevuto un messaggio di auguri
e una conferma di "sostegno" dal nuovo presidente Usa
Barack Obama. Intanto però a livello Ue la sovranità di Pristina ha scatenato
un'imbarazzante polifonia: malgrado i ripetuti appelli dei big comunitari e una
risoluzione dell'Europarlamento pro-indipendenza kosovara, cinque Stati membri
(Grecia, Slovacchia, Romania, Spagna e Cipro) di riconoscimento non ne vogliono
nemmeno sentire parlare. La stessa viceministro agli Esteri kosovara, Vlora
Citaku, ha ammesso che il percorso di integrazione verso l'Ue sarà "sui
generis" a causa del riconoscimento parziale dei Ventisette. "Sta
diventando un problema reale per le nostre aspirazioni europee", ha
riconosciuto Citaku di fronte ad alcuni cronisti brussellesi. Ed è proprio
guardando a questi numeri che Belgrado ha messo a punto una strategia precisa:
isolare il Kosovo a livello internazionale, cominciando dalle Nazioni Unite, ma
senza tralasciare altri settori come il Fondo monetario internazionale o
l'Uefa. Per la Serbia infatti la partita non è affatto chiusa e i negoziati
sullo status tutti da rifare: "Stiamo lavorando per arrivare ad un
processo che conduca ad una soluzione di compromesso sullo status della nostra
provincia, uno status che consenta di instaurare una pace sostenibile sul lungo
termine', ha indicato oggi il ministro degli Esteri Vuk Jeremic, secondo cui il
17 febbraio "è una data senza particolare importanza" che presto
"nessuno ricorderà". Grazie al sostegno di Russia
e Cina, in autunno la
Serbia è riuscita a far approvare dall'Assemblea generale dell'Onu una
risoluzione che chiede alla Corte internazionale di giustizia (Icj) di
pronunciarsi sulla legalità dell'indipendenza di Pristina. Ilverdetto è atteso
verosimilmente nel 2010 e anche se non sarà un giudizio 'tranchant' - il parere
dell'Aia non è affatto vincolante - avrà un peso specifico diplomatico
importante, capace di indirizzare per la sua autorevolezza la scelta degli
Stati che ancora non hanno riconosciuto. Lo testimonia il fatto che in molti
hanno provato a convincere Belgrado a non presentare il dossier Kosovo alla
giustizia internazionale. (segue)
( da "Virgilio
Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma,
16 feb. (Apcom) - Crolla il Pil del Giappone e crollano i consensi del primo
ministro Taro Aso, che non arriva al 10%, mentre un nuovo scandalo che vede il
titolare delle Finanze, Shoichi Nakagawa, apparentemente ubriaco al G7
finanziario, rischia di trascinare giù l'intero governo. E tutto questo quando
il Segretario di Stato Usa, Hillary Rodham Clinton,
sceglie Tokyo per cominciare la sua prima missione diplomatica, che la porterà
in giro per l'Asia. Un "gesto molto significativo", secondo le
autorità nipponiche, e un cambio di stile, visto che il marito-presidente Bill
in passato volava direttamente in Cina saltando il Giappone e ribaltava così l'ordine tradizionalmente
rispettato dalla Casa bianca. Aso, che nonostante le percentuali record di
impopolarità cerca di tenere salde le redini del potere, ottiene appena il 9,7%
delle preferenze secondo un sondaggio realizzato nel fine settimana da Ntv, una
delle principali emittenti televisive del Giappone. L'ultima emorragia
di consensi del premier nipponico, avviene mentre i quotidiani del Paese
riportano in prima pagina la notizia che Nakagawa sarebbe stato ubriaco alla
conferenza stampa finale del G7 che si è svolto nel fine settimana a Roma:
"Il ministro delle Finanze al centro delle critiche per il suo comportamento
deplorevole al G7", titola il Japantoday.com. Al suo rientro in Giappone,
Nakagawa chiede scusa per il suo comportamento e smentisce categoricamente di
essere stato sotto l'effetto dell'alcol. "Ho il raffreddore", dice, e
"ho preso una dose eccessiva di medicine", aggiungendo uno starnuto
per essere più convincente. Ha negato di aver bevuto durante il G7, ammettendo
tuttavia di essersi fatto qualche drink durante il viaggio fino a Roma. A una
domanda sulle sue possibili dimissioni risponde: "E' una decisione che
spetta al primo ministro". In una conferenza stampa il capo di gabinetto
del governo, Takeo Kawamura, ha ammesso che si tratta di un incidente
"molto spiacevole" e ha affermato che quando al mattino ha sentito
Nakagawa gli ha dato un avvertimento, rimproverandolo per come si è comportato.
Un comportamento discutibile, dovuto tuttavia, alla sua fitta agenda e al
raffreddore. Intanto le emittenti nipponiche, ma anche quelle internazionali,
trasmettono in continuazione le immagini di Nakagawa, che risponde con grosse
difficoltà ai giornalisti: la bocca impastata, lo sguardo perso nel vuoto e più
volte colto dalle spietate telecamere in palese assopimento. Alla conferenza
stampa Nakagawa, con a fianco il governatore della Banca del Giappone (BoJ) Masaaki
Shirakawa, appare rosso in volto, mentre lotta visibilmente per tenere gli
occhi aperti: "Qualcosa come una dichiarazione è stata pubblicata",
tenta di articolare in maniera penosa, rispondendo a una domanda. "Il
tasso d'interesse, fissato dalla Banca del Giappone va dallo zero allo 0,25% ed
è molto basso", ha aggiunto, con grande imbarazzo del governatore della
Banca centrale. Il tasso d'interesse della Boj è infatti dello 0,1%. Nakagawa
ha poi interrotto un giornalista che faceva una domanda a Shirakawa sulla
politica monetaria. "Eh, eh, eh. Che? Potete ripetere?". Poi, mentre
un altro giornalista ha preso il microfono per fare una domanda, lui ha alzato
la voce e ha chiesto: "Dove siete?", guardando dalla parte opposta
della sala, fino a quando un assistente non gli ha indicato la direzione
giusta. L'opposizione ha chiesto immediatamente le sue dimissioni,
sottolineando che si tratta di un nuovo scandalo per il già poco amato primo
ministro Taro Aso. "Merita di essere licenziato immediatamente. E' scandaloso",
ha dichiarato il segretario del principale partito di opposizione, il Partito
democratico del Giappone (Dpj), Yukio Hatoyama. "I danni provocati
all'interesse nazionale sono immensi", ha aggiunto. Anche l'ex primo
ministro Yoshiro Mori ha attaccato Nakagawa per il suo stato "poco
sobrio": "Visto che ama molto bere, lo avevo avvertito una volta di
stare attento", ha dichiarato nel corso di un programma televisivo
mattutino. Secondo gli osservatori, le affermazioni di Mori, potrebbero mettere
seriamente in discussione le capacità del 55enne Nakagawa come ministro delle
Finanze e assestare un ulteriore colpo al già fragile governo di Aso.
( da "Stampa,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
INTERVENTO
Franco De Gennaro PRESIDENTE UNIONE INDUSTRIALE, ASTI Il periodo che stiamo
attraversando è il peggiore mai registrato dal dopoguerra. In oltre 60 anni,
mai nel mondo si è verificata una crisi economico-finanziaria di tali
proporzioni e di tale vastità. E' partita da lontano, ma nessuno è riuscito (ha
voluto) intervenire o perlomeno prevederne le conseguenze. L'aspetto peggiore,
secondo me, è che al di là della ricchezza bruciata e dei posti di lavoro persi
(per citare gli aspetti più visibili) abbiamo perso la fiducia. Il male oscuro
dell'insicurezza sul futuro, della paura di affrontare nuovi impegni si è
insinuato tra noi e ci vorrà tempo affinché riemerga il desiderio, la voglia la
confidenza che si possa ritornare a vivere con serenità, capaci di programmare
gli anni a venire. Ho viaggiato molto in questi ultimi mesi. I miei clienti sono al 90% multinazionali con sede in Europa - Usa - Cina - India. Sinceramente, mi aspettavo qualcosa di più dagli
incontri con queste multinazionali e con i loro grandi managers che parlavano
nel recente passato di visione, strategia, obiettivi da raggiungere nell'anno o
nei prossimi anni. Oggi non sanno che cosa succederà domani. E' lo zero
assoluto. Tutto si è sciolto come neve al sole. Ma c'è di peggio. Impegni
assunti non rispettati, contratti firmati qualche giorno prima, invalidati
senza spiegazioni. Tutti navigano a vista! Come dice il mio amico Lorenzo
Ercole: «Sopravvivo». Questo è il mondo che mi circonda ed auguro ai miei
colleghi imprenditori che esista per loro un mondo diverso da quello che sto
rappresentando. In questo contesto, irto di difficoltà, non abbiamo
assolutamente bisogno di farci ulteriormente del male. Faccio riferimento ad un
episodio che ho appreso ieri, al mio ritorno dall'ennesimo viaggio. Una lettera
anonima che riguarda l'attività di una nostra azienda associata (la Msa, ndr) è
pervenuta alla direzione di alcuni giornali, ai sindacati e alle istituzioni.
Indipendentemente da chi sia in oggetto, reputo l'atto in sé una vigliaccheria
bella e buona. Chi ha delle cose da dire lo faccia con senso di responsabilità
assumendosene le conseguenze. Non è la prima volta che il clima in Asti venga
disturbato da episodi così squallidi. Abbiamo tanti problemi da affrontare; il
più importante di tutti: mantenere più alto possibile i livelli occupazionali.
Non abbiamo tempo e risorse da dedicare a persone che si nascondono dietro
l'anonimato e, ripeto, indipendentemente da chi sia il soggetto colpito. Se ci
sono dei fatti reali da portare alla luce, si abbia il coraggio di farlo con
nome e cognome.
( da "Stampa,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL
GOVERNO PREPARA INVESTIMENTI DI SOSTEGNO PER 109 MILIARDI Giappone, il Pil
crolla: -12,7% È il dato peggiore dal 1974 America a rischio: Tokyo è il
secondo acquirente del debito Usa [FIRMA]FRANCESCO
SISCI La crisi prende i colori della più profonda depressione all'ombra del sol
levante. La crescita del Giappone, seconda economia del mondo, nell'ultimo
trimestre del
( da "Finanza
e Mercati" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il 2008
di L'Oreal segna la crescita più lenta in un decennio da Finanza&Mercati
del 17-02-
( da "Adige,
L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Bonomi: Alpi «globalizzate». Dellai: ferrovia centrale
«Strategici acqua, turismo, boschi» ROVERETO - Un tempo le regioni alpine -
1.200 comuni, 3 milioni di abitanti - erano caratterizzate da «mezzi scarsi ma
fini certi». Oggi invece «l'ipermodernità» è arrivata e ha prodotto «mezzi
abbondanti ma fini incerti». Lo sostiene il sociologo Aldo Bonomi, che ieri al Mart ha
presentato la ricerca Aaster su «L'arco alpino nella green economy» ad una
affollata platea chiamata dai sette comitati territoriali Unicredit che operano
nell'area. «Proseguiamo il dibattito iniziato due anni fa in Val d'Aosta» ha
ricordato il presidente del comitato Trento-Bolzano Pietro Monti. «L'arco
alpino oggi è ricco e centrale e si confronta con il globale - ha detto Bonomi
- Può mettere in campo risorse strategiche come l'acqua e la produzione idroelettrica,
il turismo basato sull'ambiente, il bosco e i crediti sull'anidride carbonica».
Un mercato quest'ultimo da oltre 600 milioni di euro solo in Italia. Il tasso
di invecchiamento però è alto. Per questo gli immigrati, raddoppiati tra il
2001 e il 2007, sono una risorsa. «Se ne esce con la green economy e una
metropolizzazione dolce». Per il presidente della Provincia Dellai, «centrale è
la nuova ferrovia, che sarà un cespite di reddito territoriale». 17/02/2009
( da "Nuova
Venezia, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
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15 - Cronaca L'isola dedicata agli studi giovanili La rinascita grazie al polo
realizzato dalla Provincia SAN SERVOLO Prima la Viu, ora altre iniziative San
Servolo, isola degli studi e dei giovani. Con l'arrivo dell'Accademia di Belle
Arti, si conferma e completa la vocazione dell'isola, recuperata in una decina
d'anni dalla Provincia, che ne è proprietaria, con un investimento ingente -
circa 45 milioni di euro complessivi, attingendo anche a fondi della Legge
Speciale - proprio per farne un polo legato alla formazione superiore e con una
vocazione intermazionale, contrariamente al trend che ha visto isole lagunari
spesso dismesse - da San Clemente alle Grazie - per usi alberghieri o
residenziali d'élite. Qui convivono la Fondazione San Servolo, che con una
società di servizi gestisce spazi, foresteria e l'attività congressistica; e la
formazione superiore della Venice International University, consorzio di 10 università (Usa, Germania, Israele, Spagna, Cina, Paesi Bassi, Venezia), con Cnr, Ministero ambiente. Ma anche la
Fondazione Basaglia, legata anche al Museo della Follia aperto negli spazi
dell'ex manicomio. La Viu in particolare ha portato unaa scuola di studi
avanzati in governance, sviluppo sostenibile, economia delle reti, con
attività di ricerca applicata nei campi della logistica, creatività, design,
innovazione tecnologia e dottorati post-laurea: 220 studenti e 20 ricercatori
che studiano, mangiano, dormono in isola. L'Accademia di Belle Arti -
tramontata l'idea di trasferire qui anche l'Asac, l'Archivio storico delle arti
contemporanee della Biennale, che riaprirà, invece, entro l'anno al Padiglione
Italia - arricchisce l'offerta e la possibilità che San Servolo diventi sempre
più un'isola dei giovani, viste anche le numerose attività culturali e di
spettacolo ormai organizzate durante l'anno proprio per richiamare un pubblico
giovanile, legato anche alla popolazione universitaria veneziana. Da migliorare
ancora, però, l'aspetto dei collegamenti con l'isola, perché, anche con
l'arrivo dei giovani dell'Accademia le corse limitate della linea 20 dell'Actv
rischiano di penalizzare eccessivamente i nuovi ospiti di San Servolo. (e.t.)
( da "Repubblica,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
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IX - Torino "From concept to car" partner contro la crisi Barberis:
pronti a sostenere la filiera Il progetto punta sui mercati esteri Russo:
"L´indotto è uno dei settori più provati" MILENA VERCELLINO
Attraversano i mercati d´oltreconfine le sorti dell´indotto auto piemontese,
uno dei settori più provati dalla crisi attuale. Per cercare di reggere i
contraccolpi della brusca frenata del mercato, le aziende dell´automotive
lavorano ad intessere contatti e collaborazioni con committenti stranieri. Un
supporto all´internazionalizzazione e alla promozione all´estero delle
eccellenze del settore auto piemontese è dato dal progetto della Camera di
Commercio di Torino «From concept to car», realizzato con il supporto della
Regione e gestito in collaborazione con il Centro estero per
l´internazionalizzazione. Fino a venerdì le aziende piemontesi dell´automotive
operanti a tutti i livelli della filiera potranno presentare le proprie
candidature. Per il 2009 sono previsti workshop e incontri a Torino, missioni
commerciali in Europa, Cina,
Russia e Turchia, assistenza commerciale individuale, supporto mirato allo
sviluppo di progetti innovativi, informazione specializzata su mercati e
tecnologie. «In questa fase particolarmente difficile che colpisce con forza il
settore auto, "From Concept to Car" mostra tutta la sua attualità -
commenta il presidente della Camera di commercio Alessandro Barberis - .
Per le aziende di eccellenza della filiera autoveicolare, il nostro progetto
rappresenta il canale preferenziale di incontro con la committenza
internazionale, il modo più efficace di proporsi come fonte qualificata di
approvvigionamento». L´edizione 2009 dell´iniziativa si trova però ad
innestarsi in un contesto dissestato: «Il settore auto è uno dei più provati in
Piemonte. L´indotto auto è un comparto ad alta intensità di capitale e risente
del rallentamento dell´attività produttiva sia a livello di conto economico che
di situazione finanziaria. Per aiutare il primo bisogna stimolare la domanda, per
il secondo bisogna intervenire sul rapporto tra banche e imprese» spiega
Giuseppe Russo, economista e presidente dell´Osservatorio della Camera di
commercio sull´indotto. Uno dei principali nodi è che la crisi non conosce
frontiere, e che la crisi della committenza di Fiat rispecchia una situazione
diffusa a macchia d´olio a livello globale: «La situazione dei fornitori resta
complicata. Non hanno la valvola di sfogo che avevano nel 2002-2003: oggi chi
non vende a Fiat non può cercare altri compratori all´estero, perché la crisi è
globale», aggiunge Russo. Tanto più che in Piemonte le aziende di
componentistica auto non solo hanno aumentato il proprio livello di
internazionalizzazione, ma sono anche arrivate a scavalcare le aziende
produttrici di auto in termini di esportazioni: «In pochi anni siamo passati da
meno del 20% a più del 40% di componentistica esportata. Tanto che prima del
2003 l´export di auto valeva di più, a livello di fatturato, della
componentistica, mentre ora vale di più la componentistica», spiega Russo.
L´anno appena iniziato, però, potrebbe riservare sorprese: «Tutti fanno i conti
con un calo del fatturato del 10-20%, ma io credo che una flessione simile non
possa durare. La mia impressione è che il periodo tra la fine del 2008 e l´inizio
del 2009 sia il peggiore, ma che tra due o tre trimestri la domanda potrà
crescere: credo che la seconda metà del 2009 sarà migliore della prima. Anche
perché in Italia non si è avuta la distruzione di ricchezza finanziaria delle
famiglie che si è avuta negli Usa». SEGUE A PAGINA V
( da "Repubblica,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
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XVI - Palermo Il libro di Bufalino diventa film con la regia di Beppe Cino
Ricordi di "Quell´estate felice" di "Argo il cieco" in
Sicilia LAURA NOBILE Modica, estate 1951. Angelo Amato, giovane professore, ama
non corrisposto Maria Venera, la ragazza più bella e misteriosa del suo paese.
A distanza di cinquant´anni da quella passione, il vecchio professore assisterà
al cinema, al film della sua vita� Si apre e si chiude così, in una sala da
cinema "Quell´estate felice", il nuovo film del regista Beppe Cino,
liberamente ispirato al romanzo "Argo il cieco" di Bufalino, che da
venerdì uscirà nelle sale e a Palermo sarà in programmazione al Tiffany. Il
film, prodotto da Mariano Arditi per la M. Cinematografica, è interamente girato
in Sicilia, tra Modica e Ragusa Ibla, ed è già stato premiato in diversi
festival in Italia e all´estero. Olivia Magnani, l´interprete de "Le
conseguenze dell´amore" di Paolo Sorrentino, è la protagonista nei panni
di Maria Venera, Dario Costa interpreta invece il giovane professore. Tra gli
altri attori siciliani, spiccano Sergio Friscia nei panni del professor Li
Causi, ma anche Alessandro Schiavo e Valentina Graziano. Giuseppe Moschella
interpreta invece l´ambiguo Liborio Galfo, un ex ballerino di boogie woogie,
che sarà coinvolto in una falsa fuga d´amore architettata dalla protagonista.
«Rispetto al romanzo, nel film l´identità di Maria Venera risulta più marcata -
racconta Beppe Cino, che venerdì alle 20,30 e alle 22,30 saluterà il pubblico
al Tiffany - io la definirei una femminista ante litteram, un modello di donna
molto diverso rispetto a quello veicolato dallo stereotipo femminile del sud
nel dopoguerra». Il film ha avuto una gestazione lunga: i primi sopralluoghi
sono iniziati nel �93, poi il film si interruppe e vede la luce a distanza di
16 anni. «Ma Bufalino voleva che facessi questo film già nell´87 - ricorda Cino, che ha già diretto in passato "Diceria
dell´untore" - anche perché era il romanzo che amava di più». La storia
della giovane che nonostante viva rinchiusa in un nobile palazzo col vecchio
nonno, intesse una relazione col cugino e "usa" lo spasimante
professore, prima di abbandonarlo, per Cino diventa «un percorso di progressiva
acquisizione di consapevolezza femminile, anche se poi il film diventa
più duro e deroga un poco dalla trama del romanzo».
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
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7 - Economia Innovazione: decolla la cooperazione Fvg-Carinzia PARCO
SCIENTIFICO UDINE. La Mobe di Udine (software per telefonia mobile), la Bl@work
di Trieste (servizi informatici per telecomunicazioni) e la Gomogi di
Klagenfurt (sistemi informativi geografici) sono le prime tre aziende che hanno
aderito al progetto transfrontaliero Italia-Austria «Tri Ict», finanziato dal
programma europeo Interreg IV. Ne avevamo riferito in dicembre, all'avvio
dell'iniziativa, ma dall'annuncio di allora ora si è passati ai fatti concreti:
le aziende citate (mentre altre stanno per seguire il loro esempio) ne sono la
prova. L'iniziativa, presentata ieri al Parco scientifico tecnologico Luigi
Danieli di Udine, interessa le piccole e medie imprese del settore Ict
(information and communication technology) della Carinzia e della nostra
regione: 380 con 6.700 dipendenti nel Land confinante, 2.400 con 7.500
dipendenti da noi. Tante imprese, ma piccole, che spesso neppure si conoscono
tra loro e, in ogni caso, non riescono a lavorare insieme, per ottenere
migliori risultati nella produzione e sui mercati. Il programma di cooperazione
Tri-Ict - come ha illustrato in apertura Fabio Feruglio, direttore di Friuli
Innovazione, capofila del progetto - punta ad accelerare i processi di
conoscenza e di collaborazione, per dare vita a iniziative congiunte e
potenziare l'offerta sul mercato. Compito non facile perché - come ha
sottolineato Pino Napoli, direttore delle Relazioni internazionali della
Regione - le piccole imprese vivono in un regime di concorrenza e «la loro
evoluzione verso la condivisione di opportunità, conoscenze, servizi, il fare squadra nei confronti di un mercato sempre più
globalizzato sono fattori non ancora assimilati e per i quali si manifestano
alcune criticità culturali». Il programma gode di un finanziamento europeo di
1,2 milioni di euro, con cui saranno finanziati progetti nei settori dei
trasporti, sanità, ambiente, sicurezza e protezione civile, cultura,
e-government, comunicazioni, tutti con il requisito dell'innovazione
(altrimenti si incorrerebbe nelle sanzioni Ue). Partner del progetto, oltre
alla capofila Friuli Innovazione, sono Lakeside Labs di Villach, le Università
di Udine, Klagenfurt e Trieste e il Bic Fvg. I dettagli dell'operazione sono
illustrati nel nuovo sito www.tri-ict.eu, che, al tempo stesso, è già diventato
una "vetrina" per le aziende che vi aderiscono. Marco Di Blas
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Ieri a
Gorizia chiuse le consultazioni fra i presidenti provinciali. Tramontata
l'ipotesi Benedetti (Danieli) si va verso la nomina dell'imprenditore manzanese
Di Bert: martedì 24 la riunione e il voto del consiglio Calligaris verso la
guida di Confindustria Fvg E il 4 marzo anche Emma Marcegaglia alla
commemorazione di Adalberto Valduga di RENATO D'ARGENIO GORIZIA. Alessandro
Calligaris verso la guida di Confindustria. Tramontata l'ipotesi Gianpietro
Benedetti, presidente e amministratore delegato della Danieli di Buttrio, gli
industriali del Friuli Venezia Giulia si affidano, per il dopo Adalberto
Valduga, all'esperienza dell'imprenditore manzanese, guida della factory
friulana, leader nel settore dell'arredo-casa. Manca l'ufficialità, ma fra gli
industriali friulani la nomina è cosa fatta: serviva un nome "forte"
per sostituire Adalberto Valduga e per continuare ad affrontare un momento
tanto delicato come quello che sta attraversando il sistema economico e il nome
di Calligaris ha convinto molti. Ieri a Gorizia i quattro presidenti
provinciali - l'isontino Gianfranco Di Bert, il friulano Adriano Luci, il pordenonese Maurizio Cini e il triestino Corrado Antonini -
hanno chiuso le consultazioni. Come previsto, la presidenza
"spettava" a un friulano (la consuetudine vuole si affidi la guida
dell'associazione a rotazione a tutte le province) perchè va ultimato il
mandato del compianto industriale cividalese. «I quattro presidenti, in
perfetta sintonia, hanno avviato le procedure per la nomina del presidente - ha
spiegato Di Bert senza sbilanciarsi -: il consiglio si riunirà per il voto
martedì
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ALL'INTERNO La botte è vuota e il ministro ubriaco CRISI GIAPPONESE
La botte è vuota e il ministro ubriaco Il Pil crolla a -12,7%, licenziamenti a
raffica, attività legislativa bloccata, rapporti difficili con Usa e Cina: non è una crisi ma una catastrofe. Scandalo per il ministro
dell'economia ubriaco al G7 di Roma, ma il premier Aso lo salva PAGINA 8
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Eurollywood»
di Luciana Castellina, l'impronta del secolo americano sul vuoto della politica
culturale dell'Unione AEuropa,come dire cultura Ida Dominijanni Incombono le
elezioni europee, «sbarrate» dalla soglia del 4%, sulle percentuali di consenso
a Berlusconi, sulla frammentazione della sinistra, sulla collocazione
internazionale del Pd. Ma non incombe affatto l'idea d'Europa nell'opinione
pubblica, né in quegli stessi partiti che già lavorano alla formazione delle
liste per il parlamento di Strasburgo. Lanciata sul piano economico e
monetario, costruita a metà e a fatica sul piano istituzionale, stroncata dai
referendum contro il Trattato costituzionale, l'Unione non decolla
nell'esperienza e nella consapevolezza dei suoi cittadini, nemmeno oggi che la
crisi economica e sociale imporrebbe una visione almeno macroregionale dei
problemi e la svolta obamiana richiederebbe un interlocutore a dimensione
continentale da questa parte dell'Atlantico. La lentezza della costruzione
comunitaria non è senza conseguenze: caduti i vecchi confini, all'interno del
continente e con il resto del mondo, le nuove linee di contraddizione -
migrazioni, diversità culturali, nuove stratificazioni di classe - rischiano di
essere interpretate solo sulla base di antichi e nefasti criteri, identitari e
razziali in primo luogo. La politica avrebbe potuto, e ancora potrebbe, fare
qualcosa di più e di meglio per orientare questo processo di decostruzione e
ricostruzione europea? E agendo su quali leve? In Eurollywood Luciana
Castellina dimostra che sì, avrebbe potuto e potrebbe, investendo più
convinzione e più risorse materiali su un terreno che invece è stato fra i meno
coltivati dalla politica europea, quello della cultura. Recita infatti «il
difficile ingresso della cultura nella costruzione dell'Europa» il sottotitolo
del libro, che peraltro di questo difficile ingresso, e del seguito,
ricostruisce con dovizia di documentazione (e con l'esperienza di ex
parlamentare Ue, rielaborata nei corsi tenuti all'università di Pisa) ogni
passaggio, dal messaggio scritto da Denis de Rougemont con Bertrand Russell e
Lukács al primo congresso europeo del 1948 alla convenzione sulla diversità
culturale varata dall'Unesco nel 2005. Ma prima dei singoli passaggi conta,
proprio ai fini della comprensione del processo di costruzione europea, la messa
a fuoco del tema. «Cultura» è infatti, notoriamente, un termine vago, che
spazia da una concezione archivistico-specialistica a una antropologica, e da
una santificazione idealistica a una mercificazione cinica. E la storia della
politica europea della cultura è storia di questo ondeggiamento, che si insinua
nello scarto di partenza fra una retorica dell'Europa come culla delle civiltà
del pianeta e una realtà fatta di scarsi investimenti, molti ritardi e qualche
reazione difensiva all'egemonia che gli Stati uniti solidificano anche in campo
culturale dagli anni Cinquanta in poi del secolo scorso. Come non bastasse, a
questo scarto di partenza se ne aggiunge negli ultimi decenni un altro: fra l'evocazione della necessità di unire l'Europa e il processo galoppante
di globalizzazione che unifica il mondo, per un verso omologandolo, per l'altro
fratturandolo secondo linee che non corrispondono alla geografia dei
continenti. Che cosa diventa, la «cultura europea», nella nuova spazialità e
temporalità del mondo globale? Il ritardo con cui il tema viene
affrontato può diventare perfino regressivo: può solleticare la nostalgia di
un'identità compatta mai esistita, arroccata ed escludente (si pensi al
dibattito sulle «radici cristiane» dell'Europa), rovesciando nel suo contrario
il senso del messaggio che viene sia dal passato remoto sia dal presente del
vecchio continente. Tanto le origini - il mito di Europa, il dialogo
conflittuale fra eredità ellenica, romana, cristiana - tanto il presente - i
confini interni scossi dall''89, le migrazioni dagli ex paesi dell'est e dalle
ex colonie - dicono infatti di un'identità non-una, plurima, composita,
diasporata e conflittuale, che può abitare il mondo globale non se si reinventa
come identità omogenea ma solo se, al contrario, si pone come modello
cosmopolita e meticciato; come differenza aperta al differente; come testimone
autocritico dei disastri, dal nazismo al colonialismo al nazionalismo, che una
nozione forte e autocentrata dell'identità ha prodotto nella stessa storia
europea e può di nuovo produrre nella storia del mondo. Il fatto è però che
questa necessaria apertura dell'Europa non coincide e non deve coincidere, per
Castellina, con l'autodissoluzione nel mercato e nella forma di merce. Ovvero
con la soluzione americana della modernizzazione e della globalizzazione. Che è
invece, come il titolo del libro suggerisce, la deriva spontanea verso cui il
complesso della produzione e della circolazione della cultura europea tende, in
assenza di politiche adeguate a sostenerlo. In questa chiave Castellina
ripercorre i conflitti più salienti della politica europea della cultura: da
quello sul plurilinguismo a quello sull'«eccezione» europea, da quello
sull'industria dell'audiovisivo e del cinema a quello sul copyright , da quello
sulla società della conoscenza (Lisbona 2000) a quello sulla società
dell'informazione. In ciascuno di questi casi, non si tratta di «resistere»
difensivamente all'americanizzazione - al contrario, l'autrice spinge sempre
verso un di più di creatività e di apertura - ma di portare sul terreno della
cultura quella «vocazione di critica alla modernità capitalistica» che - sia
pure ambiguamente, «assumendo talvolta un carattere rivoluzionario, a volte
reazionario», l'Europa ha saputo esprimere sul piano politico, inserendo nella
storia vincente del capitalismo i cunei della lotta di classe, della
socialdemocrazia, delle costituzioni. Se questo sia ancora possibile dopo
l'impronta lasciata dal secolo americano sulla cultura planetaria, e se ci sia
un soggetto politico capace di farsi carico di questa impresa in un'Europa in
cui, come scrive Maurizio Iacono nell'introduzione al libro, «la sinistra finge
di esistere ma è scivolata fra le macerie del muro di Berlino, in parte a causa
della sua rigidità, in parte a causa della sua inconsistenza», non è detto e
non è certo, ma varrebbe la pena di discuterne in profondità. Se non altro per
dare sostanza a liste, simboli, agglomerati elettorali sempre più arbitrari e
spettrali. IL LIBRO Si intitola «Eurollywood. Il difficile ingresso della
cultura nella costruzione dell'Europa» (ETS, 245 pagine, 19 Euro) il libro di
Luciana Castellina sulla politica della cultura nell'Unione europea. Il libro
ricostruisce la stentata formazione di questo campo d'intervento dai primi
strumenti d'intervento(il Consiglio cultura e il programma lingua) fino alla
convenzione sulla diversità culturale dell'Unesco (2001), che alla fine di un
aspro conflitto fra Usa da un lato, Europa e Canada dall'altro afferma, contro
le tendenze all'omologazione, che la diversità culturale costituisce un
patrimonio comune dell'umanità e che la sua difesa è un imperativo etico.
L'AUTRICE Luciana Castellina fa parte del gruppo fondatore del «manifesto» ed è
stata parlamentare italiana e europea. Al parlamento di Strasburgo ha
presieduto la commissione cultura e media. Dal 1998 al 2003 è stata presidente
dell'agenzia Italia Cinema e adesso è presidente di www.cineuropa.org,
quotidiano on line plurilingue sul cinema europeo. Questo libro si avvale anche
dei corsi d'insegnamento tenuti dall'autrice negli ultimi anni all'università
di Pisa.
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
GIAPPONE
Il prodotto interno segna -12,7%. Polemica sul ministro sorpreso ubriaco Crolla
il pil, su i bicchieri Licenziati a raffica. Difficili i
rapporti con gli Usa e la
rivale Cina Pio d'Emilia
TOKYO TOKYO «In che mani siamo». La prima pagina del Yukan Fuji, tabloid della
sera noto per il suo spesso becero sensazionalismo ma anche per essere uno dei
pochi media giapponesi ad essere implacabile con le istituzioni è tutta per
lui. Shoichi Nakagawa, il ministro burlone, dalla battuta, e il
bicchiere, pronti. Nel giorno in cui arriva Hillary Clinton e la Banca del
Giappone annuncia che l'economia sta arretrando al ritmo del 12.7% annuo, il
video della sua per certi versi perfino divertente conferenza stampa tenuta
alla fine del G7 a Roma, in una sala dell'Hotel Excelsior, ubriaco fradicio, è
il più cliccato su Japan Probe, una specie di You Tube locale. E i network
giapponesi, inzialmente titubanti, alla fine hanno deciso di trasmetterlo
integralmente. Il ministro, seduto accanto all'allibito Shirakawa, l'austero
governatore della Banca del Giappone, apre e chiude gli occhi, tira su col
naso, pronuncia parole senza senso. I tassi? Scenderanno ancora? Gli chiedono.
«Quali tassi, mmm, i tassi? I tassi sono già bassi, troppo bassi, all'1%, o
qualcosa del genere». In realtà sono allo 0,1%, ma non fa niente. Non bastano
le occhiatacce di Shirakawa, né gli amorevoli sussurri dei suoi portaborse. Il
ministro non c'è, è su un altro pianeta. E ci resta. «Uno spettacolo indegno»,
urla in parlamento il leader dell'opposizione, Ichiro Ozawa. «Resta pure, ma
tieni più da conto la tua salute», gli dice invece affettuosamente Taro Aso, il
premier, al quale il povero Nakagawa si era prontamente recato per scusarsi e
rassegnare le dimissioni. Per ora resta in carica, anche se l'opposizione
minaccia di bloccare di nuovo l'attività legislativa, se non si dimette. «E con
l'occasione, Aso potrebbe fare l'unica cosa saggia, dimettersi anche lui con
l'intero governo - commenta Naoto Kan, vecchio leader del partito democratico,
vicepremier in pectore in caso di vittoria alle elezioni - ogni giorno che
passa, la situazione precipita». Dopo la raffica di licenziamenti annunciate la
scorsa settimana, le revisioni al ribasso di fatturato, vendite, produzione e
utili, per quelle poche aziende che ancora se li aspettano oggi è arrivata la
batosta del Pil. Meno 3,3% nell'ultimo trimestre. L'astronave giapponese sta
affondando al ritmo del 12.7% annuo. Non è una crisi, è una catastrofe, è dal dopoguerra
che l'economia giapponese non subiva perdite di questa proporzione e a questa
velocità. Bisognerebbe agire, con saggezza ed efficacia. Ma l'attività
legislativa è bloccata. Il premier Aso ama il potere, la sua famiglia lo
detiene da quando usava come schiavi nelle miniere i sudditi loro malgrado
coreani e i prigionieri di guerra cinesi, durante la guerra. Di dimettersi non
ne ha nessuna voglia. Dicono sia cattolico, dunque crede nei miracoli: da qui a
settembre, scadenza naturale di una legislatura conquistata grazie alle
capacità illusionistiche dell'ex premier Koizumi, potrebbe succedere di tutto.
Magari l'economia si rimette in moto, e posso dire che è tutto merito del mio
pacchetto, abbassamento dei pedaggi autostradali compresi. E' l'equivalente
della social card italiana. Stessa megalomania, stessa irresponsabilità, stessa
arroganza. Al capezzale dell'Impero, nel frattempo, è arrivata Hillary Clinton,
al suo primo viaggio internazionale nella sua nuova veste di segretario di
stato. Evitato lo sgarbo - a lungo temuto - di vedersi ancora una volta
«bypassato» dalla Cina (come capitò in occasione del
primo viaggio di Bill Clinton dopo la rielezione e più di recente con un a
serie di capi di stato e di governo, ultimo dei quali il premier australiano
Kevin Rudd) il Giappone cercherà di far valere le sue ragioni per riconquistare
l'interesse, decisamente sopito, di un alleato che dal giorno della sconfitta
ha servito fedelmente. Forse troppo. E che ora non si fa troppi problemi a
lasciare in disparte. La Clinton non è in Giappone per rassicurare un Impero
oramai politicamente inutile e appesantito da una classe dirigente eterna
quanto corrotta, incapace e arrogante, ma per notificare senza tanti fronzoli -
aldilà delle dichiarazioni ufficiali - che gli Stati Uniti hanno alzato il tiro
e che intendono affrontare le emergenze in modo più saggio, costruttivo e
probabilmente efficace di quanto aveva fatto negli ultimi anni Bush. In Asia
questo significa che gli Stati uniti - anche se domani, nel comunicato ufficiale,
si ribadirà il ruolo indispensabile del Giappone - tratteranno direttamente con
la Corea del Nord, al massimo con una mediazione neanche tanto entusiasta della
Cina, che dopo essere stata protagonista in positivo
dell'accordo a sei rivendica oggi il ruolo di interlocutore privilegiato e di
nuovo «broker» per la pace «armata» in Asia. Non per niente, tra i pochi
segnali concreti di questa visita, e dopo le storiche, malamente digerite da
Tokyo, esercitazioni militari congiunte con Pechino, gli Usa
domani firmeranno l'accordo per la riduzione programmata delle loro forze
militari di stanza in Giappone. Per ora se ne torneranno a casa - si fa per
dire, il ricollocamento sarà per ora sull'isola di Guam, nel Pacifico - otto
mila marines. Ma è già qualcosa. Foto: IL MINISTRO DELL'ECONOMIA GIAPPONESE
SHOICHI NAKAGAWA /FOTO REUTERS
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Elezioni
europee, il come e il cosa Bianca Pomeranzi Le provocazioni, ma anche le
proposte che sono apparse su il manifesto nelle ultime settimane su come andare
alle elezioni, sono da considerare con attenzione, anche se altro sembra l'interesse
della galassia diasporica dei partiti, impegnati soprattutto al superamento
della «soglia». Un serrare le fila che guarda soprattutto alla sopravvivenza e
che non coglie pienamente il carattere peculiare della crisi del nostro paese
che è culturale e politica oltre che economica e che, diversamente da altre
parti in Europa e del mondo, si fonda su una strategia comunicativa perseguita
con cura dal premier e su un blocco mediatico della rappresentazione sociale.
E' giusto, quindi, interrogarsi su come dare una «scossa di forte
discontinuità», come fanno Marcon e Pianta (il manifesto 13/2/09), presentando
una serie di idee per superare l'attuale frammentazione, mettendo in gioco le
pratiche, passate e presenti, di quella parte del paese che non si rassegna
alla deriva razzista, all'ottusità confindustriale, alla violenza volgare e
diffusa della politica italiana di cui il caso Englaro costituisce un esempio
lampante. Condivido molto di quell'articolo e penso che andrebbe preso con
serietà da chi in questo momento è nella condizione di decidere sigle, liste e
candidati. Mi sembra infatti che non si proponga la «scomparsa» dei politici,
ma solo un passo indietro dei partiti e la creazione di un patto di pari
dignità tra loro e le associazioni, i movimenti, i sindacati che gestiscono
conflitti e portano avanti battaglie civili. Una pari dignità che finora non
c'è mai stata e che certamente è uno degli impedimenti maggiori alla
trasformazione della sinistra. Tentativi se ne sono fatti e si continuano a
fare, pur senza mettere al centro la qualità della relazione che si crea tra
convocanti e convocati. Leggo in questo senso anche il documento, che circola
nelle liste elettroniche, per una ennesima formulazione della Sinistra europea
e che vede le adesioni solo di una parte delle sigle che avevano, non più di un
anno e mezzo fa, dato vita a un luogo di confronto tra pratiche e culture
diverse. In quel documento infatti, il problema del come stare insieme è
oscurato dal comune obiettivo «anticapitalista». Una scelta che definisce a
priori la modalità della partecipazione di movimenti e associazioni, ma,
soprattutto, che oscura la possibilità di confronti e contaminazioni tra
soggetti impegnati in conflitti diversi. Insomma, la ricerca di una unità
d'azione che sembra nascere dalla chiusura invece che dall'apertura e che non
coglie il problema che tutte e tutti abbiamo dinanzi per uscire dalla crisi
italiana, dove governo e Confindustria hanno messo in piedi un vero laboratorio
di una destra aggressiva sul piano culturale, mediatico ed economico. Una
destra che non si può vincere solo con il conflitto sul lavoro, dove peraltro
la Cgil anche con l'ultimo sciopero generale del 13 febbraio ha dato prova di
volere e sapere mettere in campo una forte opposizione. Per battere questa
destra invasiva e performante, occorrono nuove capacità di conflitto, in campi
diversi da quelli tradizionali e che rimandano anche alle scelte personali
sulla propria vita. Occorre, dunque, far rinascere desiderio di coinvolgimento
e fiducia reciproca tra vari soggetti. La proposta di Marcon e Pianta sembra
cogliere questa esigenza e proprio per questo spero non cada nel vuoto o
nell'insondabile indifferenza di chi si accinge a sopravvivere a spese degli
altri, in uno spazio elettorale che sembra già essere sceso da un potenziale
dodici per cento a qualche angusto quattro per cento, proprio nel momento in
cui l'attuale modello di capitalismo globalizzato deflagra
e domanda risposte chiare, idee nuove, proprio a sinistra. Se tutte le energie
che vengono spese nel creare barriere fossero invece utilizzate per cercare una
relazione positiva, una competizione cooperativa, tra le pratiche e le culture
della sinistra forse sapremmo trovare risposte comuni. Forse sapremmo
vedere come questa crisi «sistemica» del capitale globalizzato chiama in causa
la capacità di leggere lo spostamento dell'oggetto della «politica» a livello
globale e la crescente espansione, qui in Italia, dei dispositivi di potere
sulla vita degli individui e sull'organizzazione della vita singolare e
collettiva. In questo senso il femminismo, che continua a analizzare le
condizioni materiali di vita, ma anche i processi di esclusione nella sfera
simbolica, rappresenta una «critica» fondamentale che non può essere ridotta a
mera questione di genere. Ma su questo anche Marcon e Pianta sembrano ancorati
a una vecchia visione.
( da "Messaggero,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 17 Febbraio 2009 Chiudi Bretton Woods e nuovo G2
UN PATTO TRA USA E CINA PER USCIRE DALLA CRISI
( da "Messaggero,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì
17 Febbraio 2009 Chiudi di GUIDO ROSSI I RISULTATI della recente riunione
romana del G7 sono stati autorevolmente e positivamente commentati da Ciampi,
Prodi e Tremonti. Il loro accordo è dichiaratamente unanime ed è difficile e
sarebbe sbagliato dissentirne. Alcuni punti sollevati meritano soltanto qualche
ulteriore riflessione. La prima credo debba riferirsi all'ambiziosa ricetta,
internazionalmente accreditata, di una "nuova Bretton Woods". Il
suggestivo riferimento può produrre equivoci. Nel disastro degli anni '30 si
disgregò la cooperazione economica e fiorirono è bene ricordarlo pericolosi nazionalismi.
È stato giustamente rilevato che a Roma si è siglato un accordo a combattere il
protezionismo, sinonimo di nazionalismo e viatico
pericoloso a regimi dittatoriali. La conferenza di Bretton Woods finì nel
luglio del 1944, ancora in piena seconda guerra mondiale e con la amara
sconfitta di alcune proposte forse ancor oggi valide di J.M. Keynes. La magia
delle parole e dei simboli può avere influssi sia positivi sia negativi e sarei
perciò alieno dall'usare troppo il paragone. Inoltre le istituzioni di Bretton
Woods, dal Fmi alla Banca mondiale sono ancora sotto il controllo delle potenze
occidentali e il Fondo in particolare sotto l'influenza dominante degli Stati
Uniti ha una partecipazione risibile al voto di Cina e
India. In una fondamentale intervista al Financial Times del 2 febbraio il
primo ministro Cinese Wen Jiabao ha dichiarato con chiarezza che la riforma del
Fondo monetario internazionale deve partire dalla riorganizzazione dei diritti
di voto per dare un maggior ruolo ai Paesi emergenti. Vengo così al secondo
punto. Il presidente della Banca mondiale Bob Zoellick ha dichiarato che il G7
è inconcludente e che il G20 è eccessivo per passare dai discorsi all'azione.
Ebbene, non sono affatto d'accordo. Anzi credo che l'impostazione data al G7 di
individuare le nuove norme, il "global legal standard", che facciano
rientrare nelle regole la finanza uscita da ogni controllo, dagli hedge funds,
ai credit default swaps, ai fondi sovrani e a quell'infinità di strumenti
finanziari che hanno innescato la crisi attuale, sia il primo essenziale passo
che deve essere compiuto. Senza di esso non sarà possibile che nasca la nuova
Fenice, come ho definito la struttura della futura economia, dalle ceneri della
vecchia. E qui la riforma dovrà riguardare sia gli Stati (non più off-shore),
sia la governance di tutte le istituzioni che operano sui mercati. Non mi
nascondo tuttavia che sarebbe auspicabile un accordo, magari informale, ma
molto esteso poiché il problema non è solo finanziario, come molti vorrebbero
oggi far credere, ma è essenzialmente politico. L'accordo dovrebbe intervenire
fra i due Paesi che sono al centro del sistema globalizzato ora in crisi: il
Paese più sviluppato col maggior deficit, gli Stati Uniti, e quello povero ma
con uno straordinario incredibile surplus, la Cina. Un G2, insomma, Usa-Cina, che sarebbe in grado di integrare meglio l'attuale pericoloso
intreccio economico fra i due e che potrebbe favorire, in uno sforzo congiunto,
i mercati emergenti ad evitare una recessione globale. Tale accordo potrebbe,
anzi dovrebbe, affrontare anche i nodi più spinosi della politica
internazionale: dal clima, ai pericoli nucleari del Nord Corea,
piuttosto che dell'Iran, il conflitto Israele-Palestina e così via. Potrebbe
dunque questo G2 spingere a fondo la soluzione del G7 o G8 e poi al G20 verso
la nuova Fenice del sistema mondiale. In questa prospettiva anche le
disavventure del supercapitalismo, che ha sviluppato a dismisura il consumatore
a danno del cittadino, la concorrenza in dispregio della democrazia, secondo le
tesi di Robert Reich, potrebbero trovare una soluzione.
( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-02-17 - pag: 11 autore: Se
questo non è protezionismo... Dal «Buy american» all'«Achetez franÇais» gli
spettri di un ritorno al passato di Alessandro Merli M eglio di tutti l'hanno
spiegato i cinesi. «In una crisi il protezionismo non è una via d'uscita,ma può
diventare il veleno che peggiora le difficoltà economiche globali »,così
l'agenzia ufficiale Xinhua ha commentato la clausola " Buy
American"del pacchetto di stimolo fiscale appena approvato negli Stati
Uniti. Proprio così, "un veleno". è lo stesso atteggiamento adottato
nel fine settimana dal G-
( da "Messaggero,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì
17 Febbraio 2009 Chiudi di GUIDO ROSSI Inoltre le istituzioni di Bretton Woods,
dal Fmi alla Banca mondiale sono ancora sotto il controllo delle potenze
occidentali e il Fondo in particolare sotto l'influenza dominante degli Stati
Uniti ha una partecipazione risibile al voto di Cina e
India. In una fondamentale intervista al Financial Times del 2 febbraio il
primo ministro Cinese Wen Jiabao ha dichiarato con chiarezza che la riforma del
Fondo monetario internazionale deve partire dalla riorganizzazione dei diritti
di voto per dare un maggior ruolo ai Paesi emergenti. Vengo così al secondo
punto. Il presidente della Banca mondiale Bob Zoellick ha dichiarato che il G7
è inconcludente e che il G20 è eccessivo per passare dai discorsi all'azione.
Ebbene, non sono affatto d'accordo. Anzi credo che l'impostazione data al G7 di
individuare le nuove norme, il "global legal standard", che facciano
rientrare nelle regole la finanza uscita da ogni controllo, dagli hedge funds,
ai credit default swaps, ai fondi sovrani e a quell'infinità di strumenti
finanziari che hanno innescato la crisi attuale, sia il primo essenziale passo
che deve essere compiuto. Senza di esso non sarà possibile che nasca la nuova
Fenice, come ho definito la struttura della futura economia, dalle ceneri della
vecchia. E qui la riforma dovrà riguardare sia gli Stati (non più off-shore),
sia la governance di tutte le istituzioni che operano sui mercati. Non mi
nascondo tuttavia che sarebbe auspicabile un accordo, magari informale, ma
molto esteso poiché il problema non è solo finanziario, come molti vorrebbero
oggi far credere, ma è essenzialmente politico. L'accordo dovrebbe intervenire
fra i due Paesi che sono al centro del sistema globalizzato ora in crisi: il
Paese più sviluppato col maggior deficit, gli Stati Uniti, e quello povero ma
con uno straordinario incredibile surplus, la Cina. Un G2, insomma, Usa-Cina, che sarebbe in grado di integrare meglio l'attuale pericoloso
intreccio economico fra i due e che potrebbe favorire, in uno sforzo congiunto,
i mercati emergenti ad evitare una recessione globale. Tale accordo potrebbe,
anzi dovrebbe, affrontare anche i nodi più spinosi della politica
internazionale: dal clima, ai pericoli nucleari del Nord Corea,
piuttosto che dell'Iran, il conflitto Israele-Palestina e così via. Potrebbe
dunque questo G2 spingere a fondo la soluzione del G7 o G8 e poi al G20 verso
la nuova Fenice del sistema mondiale. In questa prospettiva anche le disavventure
del supercapitalismo, che ha sviluppato a dismisura il consumatore a danno del
cittadino, la concorrenza in dispregio della democrazia, secondo le tesi di
Robert Reich, potrebbero trovare una soluzione.
( da "Resto
del Carlino, Il (Ascoli)" del 17-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
FERMO
PRIMO PIANO pag. 13 DA IERI un gruppo di calzaturieri del distretto industriale
del Fer... DA IERI un gruppo di calzaturieri del distretto industriale del
Fermano è impegnato a Pechino per un'iniziativa promozionale organizzata
dall'Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani (Anci) in collaborazione con
Ice. Da giovedì i calzaturieri si sposteranno ad Hong Kong per una iniziativa
simile. «La Cina afferma il presidente di Anci Vito Artioli è oggi il terzo
mercato mondiale del lusso dopo usa e Giappone. Un mercato che, secondo i dati
ice, vale circa 6,5 miliardi di dollari usa l'anno. L'innalzamento del reddito,
la crescita delle relazioni con l'estero e la presa di contatto con stili di
vita diversi, fra cui è principe quello italiano, fanno della Cina una meta per noi estremamente interessante». «In concerto
con Ice afferma Franco Ballin, vicepresidente Anci con delega all'Asia stiamo
mettendo in atto operazioni come quelle di questi giorni, che possano dare ai
nostri interlocutori una percezione delle effettive qualità e potenzialità del
made in Italy. È inoltre fondamentale, per avere successo in questo paese ancor
più che in altri, dare continuità alla presenza e all'attività promozionale e
intessere relazioni significative con gli operatori economici che hanno ruoli
chiave e in particolare con gli agenti locali. E le nostre iniziative vanno in
tal senso». Vittorio Bellagamba