CENACOLO DEI COGITANTI |
Globalizzazione (73)
L'innovazione gioca un ruolo
chiave nella joint venture 50/50 tra STMicroelectronics ed Ericsson
( da "Ilb2b.it"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Ha anche accesso completo alle eccellenti attrezzature di assemblaggio e di test gestite dalla STMicroelectronics. Le unità operative di ST-Ericsson sono presenti in tutto il mondo, con centri principali in Cina, Finlandia, Francia, Germania, India, Giappone, Corea, Olanda, Norvegia, Singapore, Svezia, Regno Unito e Usa.
Lungo americano, è lotta contro il tempo
( da "Gazzetta
di Reggio" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Dopo esperienze in Polonia, Cina, Filippine e Portorico, all'inizio di questa annata sportiva è stato ingaggiato in serie A da Montegranaro, ma prima dell'inizio del campionato è stato tagliato per far posto al rientrante Ricky Minard. Tolliver, ala-centro di 2.06, classe 1985, è uscito dal college di Creighton.
Gli euroscettici sconfitti dalla crisi globalizzata (
da "Giornale
di Brescia" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: 3 Gli euroscettici sconfitti dalla crisi globalizzata di Giovanni Vigo Coloro che dieci anni fa prevedevano una fine ingloriosa per la moneta europea non si sono ancora rassegnati al suo successo e quando le nubi si addensano sull'economia europea, non mancano di sottolineare che potrebbe trattarsi di un successo effimero.
Scritto il protocollo coi sindacati
( da "Corriere
delle Alpi" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: segretario Uilta «siamo di fronte al primo caso concreto di globalizzazione alla rovescia, la multinazionale che riversa i capitali nel locale». «Il protocollo», dicono Cgil e Cisl, «ribadisce quanto già apparso sui giornali ma aggiunge l'impegno delle parti a far rimanere il più possibile le risorse nel territorio dei lavoratori».
Giurisprudenza (Vecchio ordinamento) 10 dicembre 2008.
( da "Trentino"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Roberto Caso) Globalizzazione e diritto dei contratti. Nicola Cremonese (rel. Carlo Casonato) L'eutanasia nell'ordinamento olandese e nell'ordinamento italiano. Lucia Dalla Guarda (rel. Alessandra Magliaro) La disciplina fiscale delle cooperative ed il divieto di aiuti di stato.
Artigiani: Uil lancia l'allarme
( da "Gazzetta
di Modena,La" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: che affronta con coraggio le sfide della globalizzazione, che tradita dal sistema creditizio e in balia delle grandi imprese oggi si trova nel migliore dei casi ad avere una visibilità massima di ordini di non più di una decina di giorni. Il mese di gennaio è stato devastante dal punto di vista delle richieste di sospensione e riduzione (208),
I Grandi a Roma contro la crisi
( da "Italia
Oggi" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: introduzione di standard mondiali per disciplinare la globalizzazione selvaggia, il rafforzamento delle norme antiriciclaggio e contro i paradisi fiscali, la regolamentazione degli hedge fund e della finanza derivata e la moratoria sui titoli tossici delle banche, con la sterilizzazione dei loro effetti sui bilanci degli istituti di credito.
Affidiamo al G8 la politica economica mondiale
( da "Milano
Finanza (MF)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: globalizzazione è un processo che non ha portato, né porterà, res sic stantibus, alla creazione di un mercato globale, perché non presenta le caratteristiche istituzionali che consentono di raggiungere questo risultato. Tuttavia, nonostante le lacune, il processo di globalizzazione ha mostrato d'essere un efficace motore di sviluppo e va pertanto preservato dai pericoli di ingolfamento;
"con la mia orchestra napoli è sempre capitale" -
nino marchesano ( da "Repubblica, La"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: contentissimo dei recenti successi internazionali in Cina come negli Usa e Canada, in Spagna per l´Expo di Saragozza come in Messico per la Fiera del Libro di Guadalajara. «Devo dire che anche nei momenti dell´altra Napoli, dei momenti più cupi, dell´immondizia, della camorra, dei morti, abbiamo sempre ribadito dappertutto che Napoli è una grande capitale della cultura».
imprese, crollano le esportazioni
( da "Tirreno,
Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina in particolare, ma non c'è da rallegrarsi perchè i "paesi emergenti" stanno rendendosi autonomi e importeranno sempre meno. Alimentari. Le esportazioni di cibo e bevande sono diminuite del 15,3% rispetto allo stesso periodo del 2007. Unico dato positivo: pasta, pasticceria e condimenti si esportano ancora bene negli Usa e Medio Oriente.
I popoli senza Stato devono fare lobby
( da "Gazzettino,
Il (Udine)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: I popoli senza Stato devono fare lobby» Venerdì 13 Febbraio 2009, «Globalizzare la lingua e la cultura è antiumano». Non ha mezzi termini il catalano Aureli Argemì (italiano fluente, inglese e spagnolo parlato comunemente oltre alla sua lingua madre), che ieri è intervenuto a Udine al convegno "La tutela della lingua friulana e l'Europa".
ConvegniAffido familiare, seminario in via Gleno In
occasione della presentazione della pubblicazione <I percorsi dell'affido
familiare>, realizzato dal settore Politiche sociali d
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Oltre la globalizzazione, il ritorno al territorio» con relatori Roberto Bruni, Alberto Magnaghi, Tonino Perna, Giorgio Ferraresi, Franco Piperno, Franco Cassano, presiede Salvatore Amura. A seguire report dal Forum sociale mondiale di Belem a cura di Guido Milano e del Gruppo di Lavoro del Consiglio d'Europa sugli indicatori per la partecipazione a cura di Anna Marson.
l'intervista <Questa democrazia rischia di implodere>
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Tutto va invece verso la globalizzazione. «Trend sbagliato sotto ogni punto di vista, anche quello della democrazia. Non siamo in grado di controllare in uno Stato i nostri rappresentanti: a maggior ragione non siamo in grado di controllare decisioni prese, non si sa neanche bene da chi, lontanissimo da noi.
MARIO FELICETTI MOENA - Per la ristrutturazione del palazzo
da destinare alla nuova biblioteca servono un milione e 330 mila euro
( da "Adige,
L'" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: organizzato in collaborazione con l'ufficio territoriale dell'Appa (Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente). Studiare l'inglese. In un mondo sempre più globalizzato, è fondamentale la conoscenza delle lingue straniere, che sarà promossa attraverso corsi pomeridiani di inglese e tedesco, rivolto ai ragazzi delle scuole dell'obbligo.
Da Tommasi a Pozzato, l'export veneto dei talenti
( da "Corriere
del Veneto" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: persino per la Cina. Poi l'avventura. La scelgono in molti, tra gli sportivi della nostra regione, pronti a cogliere le opportunità offerte da un modo sempre più globalizzato. L'ultimo emigrante è stato Damiano Tommasi, volato addirittura a Tianjin nel Nord della Cina per chiudere la propria carriera calcistica in un paese da tempo alla ricerca della definitiva consacrazione:
I sette Grandi arrivano a Roma: al via il G7 dei ministri
finanziari ( da "Manifesto, Il"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: se dovessero prendere il sopravvento - metterebbero a rischio non solo la globalizzazione, ma lo stesso commercio internazionale. L'Italia si presenta al tavolo con du e esponenti che certamente non si amano troppo: il ministro Tremonti e il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, responsabile anche del Financial Stability Forum.
Pioneer spegne 10 mila operai Cina su Rio Tinto
( da "Manifesto,
Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina su Rio Tinto Maurizio Galvani La Pioneer ha «spento» la Tv al plasma e ha annunciato 10 mila licenziamenti. La compagnia elettronica giapponese (non è la prima di questo paese) presenta perdite annuali pari a 130 miliardi di yen (ovvero 1,4 miliardi di dollari) e ha minacciato 6 mila licenziamenti tra i lavoratori a contratto a tempo indeterminato e altri 4 mila con contratto
La benzina DELLE CANAGLIE
( da "Manifesto,
Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Gli Usa pagano bene e subito Il problema, ha spiegato Suárez Núñez, è che tra i nuovi clienti solo la Cina ha un potenziale importante, visto che le altre destinazioni hanno tutte un risvolto politico, con accordi che prevedono il pagamento in natura o con scadenze fino a 15 anni.
Pil in caduta: cresce il rischio di protezionismo
( da "Manifesto,
Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Globalizzazione e libero mercato paiono ancora uno dei caposaldi della Bce e avanzano una proposta: «che i piani anticrisi adottati dai governi devono restare mirati e di carttere temporanei». Come a dire, si può sforare il parametro di bilancio fissato a Maastritch ma occorre poi tornare subito in regola.
Sguardi dall'interno sulla Cina anni '50
( da "Manifesto,
Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Mediatore accorto tra Cina, Usa e Regno Unito, ambasciatore a Londra dopo il massacro di Tien Anmen, sarà lui a cercare di recuperare la credibilità perduta in nome degli affari, mentre in qualità di sottosegretario all'Onu negli anni '90 si occuperà di fondi di sviluppo per i paesi poveri, con una Cina ormai protagonista a pieno titolo.
Urbanisti e sociologi a Bergamo su Globalizzazione e
territorio ( da "Manifesto, Il"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Globalizzazione e territorio» «Oltre la globalizzazione, il ritorno al territorio» è il titolo della tavola rotonda con cui questa mattina si aprono le due giornate di incontri della sesta Assemblea nazionale degli Enti locali che sperimentano pratiche partecipative,in programma oggi e domani a Bergamo presso il Palazzo Frizzoni.
Andrea Sceresini Milano A PECHINO, la scorsa estate, finì
quasi in parità... ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: sarà diretto: Italia-Cina. La sfida si consumerà in due tranche: oggi, al PalaLido di piazza Stuparich, e domenica, presso il PalaNorda di Bergamo (ore 17.30). Sul ring, rappresentative a ranghi completi: i ragazzi di coach Damiani, reduci dal ritiro collegiale di Assisi, sono carichi e pronti a dar battaglia.
Dagli Stati Uniti a Russia e Cuba: i pugili azzurri sfidano
il mondo ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Si comincia questa sera, al PalaLido: Italia-Cina. Lo scontro tra azzurri e asiatici si sposterà poi a Bergamo: l'appuntamento è per domenica pomeriggio. Quindi, sarà il turno del Brasile (6 e 8 marzo). La forma è quella del «dual match»: la prima gara avrà luogo a Milano, la seconda in un'altra sede, ancora da definirsi.
Dazi e barriere penalizzeranno le imprese italiane più
avanzate ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: avanzate di Valerio Castronovo L a tentazione del protezionismo sta serpeggiando dall'una all'altra sponda dell'Atlantico dopo che, messa al bando dal secondo dopoguerra con la progressiva liberalizzazione degli scambi, era stata poi esorcizzata con l'avvento della globalizzazione. Che l'idea di presidiare con dazi o contingentamenti all'import la produzione e l'occupazione nazionale,
Il computer entra nelle scuole
( da "Nazione,
La (Umbria)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: I giovani frequenteranno i laboratori con regolarità, avendo la direzione didattica inserito l'informatica nel piano didattico 2008/2009, consentendo così anche ai più piccoli di avvicinarsi alle nuove tecnologie sempre più indispensabili in un mondo globalizzato e che cambia a grande velocità. Mass.Cin.
I Paesi emergenti spingono le vendite
( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il dato però è migliore del previsto e a Wall Street il titolo è salito di circa il 6%. Il fatturato – salito in volume del 4% grazie alle crescenti vendite in India, Cina e Paesi dell'Europa orientale – è sceso invece in valore del 3% a 7,13 miliardi di dollari. INFOPHOTO
Cambogia, Khmer rossi a processo
( da "Corriere
della Sera" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: avallo di Usa, Cina e Gran Bretagna; ci sono poi Ieng Sary, potente ministro degli Esteri, e sua moglie Ieng Tirith, cognata di Pol Pot e ministro degli Affari sociali. Sono accusati di aver ispirato e/o ordinato massacri ed epurazioni, ciascuno in base al suo ruolo, e di aver adottato politiche che causarono vittime per inedia,
Qualche consiglio per non sciupare già da oggi il prossimo
summit della Maddalena ( da "Foglio, Il"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: la globalizzazione è stata esaltata e deprecata; nuovi poderosi protagonisti economici sono apparsi: Cina, India, Brasile; la Russia, che un po? si è ripresa, adesso stringe in mano i gasdotti che riforniscono l?Europa occidentale, che non è più nemica, ma cliente-ostaggio;
Pellizzetti presenta"La quarta via"
( da "Secolo
XIX, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: sociale e morale delle politiche liberiste e della globalizzazione finanziaria impone alla sinistra di ricercare nuove vie, che superino quella visione di opaco controllo amministrativo che spiana la via all'avversario. Ma per fare questo occorre aggiungere all'orizzontalità della politica come pura gestione altre dimensioni, quella verticale del progetto condiviso.
Le Marche riposizionano l'offerta turistica internazionale
( da "Travel
Trade Italia.com" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Previste azioni anche in Cina, Russia, Usa, Giappone e India. "Il numero di arrivi e presenze non è adeguato alle potenzialità della regione - commenta Vittoriano Solazzi, assessore regionale al turismo -. In particolare, si riscontra una forte disomogeneità tra le aree del litorale e le zone dell'entroterra e una forte stagionalità delle presenze"
Bce : '' Il protezionismo ? Deriva pericolosa ''
( da "Metronews"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: estero, intensificare i rapporti con gli altri paesi anche a beneficio delle produzioni interne. Nonostante il rallentamento vistoso della loro crescita, economie emergenti come Cina e Brasile continuano a farlo, mentre giganti come Usa, Francia, ecc si stanno chiudendo a riccio. (VALERIO MINGARELLI)
Farmaci globalizzati, conoscerne l'origine per salvare
l'ambiente ( da "Panorama.it"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Farmaci globalizzati, conoscerne l'origine per salvare l'ambiente Posted By roberto.verrastro On 13/2/2009 @ 10:22 In Headlines | No Comments [1] Medicinali che inquinano Contro l'inquinamento da farmaci non basta la buona volontà del singolo consumatore che eviti di disperdere nell'ambiente quelli inutilizzati o scaduti.
L'ambiente all'esame della crisi "Alla fine sarà
un'opportunità" ( da "Repubblica.it"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: e la Cina intende spendere larga parte dei 586 miliardi di dollari in progetti legati all'energia e all'ambiente. L'Europa è sulla stessa strada, forte anche degli ottimi risultati che alcuni paesi, come la Germania e la Spagna hanno ottenuto in termini di nuove industrie ed occupazione nel campo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica.
CINA: TRE SI LANCIANO CON AUTO CONTRO CANCELLO AMBASCIATA
USA ( da "Agi"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: CINA: TRE SI LANCIANO CON AUTO CONTRO CANCELLO AMBASCIATA USA (AGI) - Pechino, 13 feb. - Tre cittadini cinesi si sono lanciati con la loro auto contro uno degli ingressi dell'ambasciata degli Stati Uniti a Pechino, senza ferire nessuno ma causando gravi danni alla cancellata e distruggendo il veicolo,
<Incentivi per mobili? Legati all'ambiente>
( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: prodotti artigianali sono naturali contrariamente a quelli usa e getta della Cina» 13/02/2009 rss e-mail print A Spazio Casa si è parlato degli incentivi fiscali del governo Maria Elena Bonacini VICENZA «Anche gli incentivi per l'acquisto di mobili dovrebbero tenere conto dell'ambiente». A lanciare la proposta è Donato Pedon, presidente regionale del settore legno di Assoartigiani,
Sepe: noi, vescovi del Sud riorganizziamo la speranza
( da "Avvenire"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: consolare il fatto che la crisi del Mezzogiorno italiano deriva proprio dal mondo globalizzato». Per il porporato «sarebbe questa, in sostanza, la causa di una presunta inattualità di una politica espressamente indirizzata al Mezzogiorno. Di fronte alle dinamiche del mondo globalizzato, non ci sarebbe spazio, così si afferma, per localismi fuori dal tempo e, forse, dalla storia.
Sepe: Il Sud ritorni a sperare
( da "Denaro,
Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: il fatto che la crisi del Mezzogiorno derivi dal mondo globalizzato, che sarebbe in sostanza la causa di una presunta inattualità di una politica indirizzata al Sud. E' difronte alla dimensione della globalità che il Mezzogiorno evoca, per molti, l'idea del fallimento ciò che noi dobbiamo fare è sicuramente cercare di risolvere le difficoltà del Sud".
Export: record italiano nel 2008
( da "Denaro,
Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Usa con $1,85 miliardi (11,5 per cento dell'import totale del Libano), Cina ($1,39 miliardi; 8,6 per cento), Francia ($1,33 miliardi; 8,3 per cento), Italia (1,11 milardi; 6,9 per cento) e Germania (1,03 miliardi; 6,4 per cento). Rispetto al 2007, gli Usa hanno fatto registrare un incremento del 62,4 per cento (grazie all'
Bce: Economia in grave recessione
( da "Denaro,
Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente negativo". Per la Bce "il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria".
Transazioni online: serve più cura
( da "01net"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: aziende presenti negli Usa, Regno Unito, Germania, Australia, Cina, Brasile e Messico. Il 21% degli intervistati ricopre un ruolo manageriale elevato. All'inchiesta hanno partecipato in totale 400 professionisti del settore It. L'80% degli intervistati ritiene molto importante capire le sensazioni di un cliente che tenta di accedere ai servizi online è estremamente o molto importante.
CENTRE CULTUREL SUISSE DE PARIS PRESENTS ANDRES L
( da "WindPress.it"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: opard
in the "Ciné©astes du Pré©sent" (current filmmakers) category of the last
Locarno Film Festival (4 to 11.03). Music with exceptional concerts from singer
Polar (with a different guest each night) for the release of his latest album
(16 to 21.03) and the visit to
<Il federalismo fiscale, storica opportunità per il
Sud> ( da "Sicilia, La"
del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: GLOBALIZZAZIONE. Il presidente della Camera affronta quindi il tema alla luce della complessità dei fenomeni legati alla globalizzazione: «La progressiva integrazione dei mercati - avverte - sotto l'incalzare della tumultuosa crescita dei fenomeni di carattere transnazionale, evidenzia il gap esistente tra le dimensioni di scala di questi fenomeni e gli strumenti di cui,
Aperte iscrizioni Nucleo Comunale Protezione Civile
( da "Caserta
News" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Venerdì 13 Febbraio 2009 Aperte iscrizioni Nucleo Comunale Protezione Civile ISTITUZIONI | S.Marco E. Sono aperte le iscrizioni al Gruppo comunale di Protezione civile per l'anno 2009. La domanda di adesione dovrà essere indirizzata al sindaco Gabriele Zitiello entro il 31 ottobre di quest'anno. Il modello di iscrizione può essere ritirato presso l'Ufficio di Protezione civile,
Protocollo di Kyoto, l'Italia ce la può fare
( da "Villaggio
Globale.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: nella crescita industriale fatta registrare negli ultimi
anni da Paesi come India e Cina. Perciò nonostante l'impegno dell'Unione
europea le emissioni mondiali di CO2 sono aumentate da 20,95 miliardi di
tonnellate nel
Usa/ Clinton in viaggio in Asia,Pechino in cima a lista
( da "Virgilio
Notizie" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La Cina inoltre ha negli ultimi mesi occupato le pagine dei giornali economici americani alla luce dei mastodontici investimenti in titoli di Stato americani che hanno legato ancora di più i due Paesi. Usa e Cina parleranno inoltre di accordi militari dopo che Pechino ha fermato il dialogo con Washington sull'argomento a seguito dell'
Piemonte/ Protezione civile Regione: allerta frane nelle
( da "Virgilio
Notizie" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: il Settore Protezione civile della Regione Piemonte, sulla base dell'analisi dei dati di pioggia e neve accumulatasi e registrati dai pluviometri e nivometri gestiti da Arpa Piemonte, "richiama l'attenzione delle Autorità di Protezione civile su un possibile sviluppo di dissesti in particolare nel settore delle Langhe piemontesi".
G7, Tremonti: servono più regole, non più capitali
( da "Reuters
Italia" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: erano prima della globalizzazione, dobbiamo rifarli dopo la globalizzazione", ha detto Tremonti in una intervista al Tg1 dopo il colloquio con il Segretario al Tesoro Usa, a margine delle riunioni del G7. Il ministro -- che stasera proporrà ai colleghi del G7 nella cena inaugurale della riunione romana l'adesione a una piattaforma di principi etico-
G7, si punta a regole comuni
( da "Gazzetta
di Reggio" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Davanti a una crisi eccezionale - fa sapere Timothy Garthner, segretario al Tesoro Usa - servono interventi eccezionali». Da tempo, poi, si discute di un allargamento del G7 (a Roma è già un G8 con l'invito esteso alla Russia): si trasformi in un G14 facendo entrare anche le grandi economie finora escluse, dalla Cina all'India, al Brasile, all'Egitto.
Usa/ Un arresto per esportazione illegale verso la Cina
( da "Virgilio
Notizie" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Una cittadina statunitense è stata arrestata con l'accusa di aver portato in Cina dei microcomponenti impiegati nella fabbricazione di aerei senza pilota: lo hanno reso noto fonti del governo federale americano. I componenti utilizzano una tecnologia che non può essere condivisa con la Cina per motivi di sicurezza nazionale;
Mercato globale e finanza etica nell'incontro Acli
( da "Cittadino,
Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: invitate ora ad approfondire il tema della globalizzazione alla luce di un modello di finanza etica che, dopo la crisi del sistema economico internazionale, torna quindi a suggerire nuove prospettive. Di fatto non è semplice individuare una definizione univoca di "finanza etica", poiché numerose e diverse sono le esperienze che rientrano in questa sfera,
Si vota il piano di Obama: È solo l'inizio serviranno anni
( da "Giornale
di Brescia" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: eccezionali»: «Tempi straordinari richiedono misure straordinarie da parte di tutti», ha spiegato il Dipartimento del Tesoro. Secondo Summers, Europa, Cina e Giappone «non stanno probabilmente facendo abbastanza» contro la crisi: la politica a livello globale - ha aggiunto in un'intervista a Bloomberg - «deve fare di più».
Dove investire rinnovabile
( da "Milano
Finanza" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: seguiti da Cina e Germania. «Il settore delle rinnovabili» spiega Angelo Era, partner di Ernst & Young nel settore energia, «è uno dei pochi che riesce ad attrarre gli investimenti anche in questo momento difficile, poiché questi business hanno il vantaggio di avere un sottostante industriale e finanziario che è garantito dagli incentivi statali»
Crisi Usa. Ok della Camera al pacchetto di stimolo
( da "AmericaOggi
Online" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina e Giappone "non stanno probabilmente facendo abbastanza" contro la crisi: la politica a livello globale - ha aggiunto in un'intervista a Bloomberg - "deve fare di più". Il Senato è stato convocato per votare il piano di stimolo dell'economia approvato ieri dalla Camera alle 17:30 ora di Washington.
Premio Brescianità e ciclo di conferenze
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: una comunità profondamente individualista e al tempo stesso profondamente integrata e solidale, saldamente legata alla propria valle ma al tempo stesso fautrice di una globalizzazione antelitteram, motivata dall' atavica volontà di liberarsi dai vincoli dalla propria storia che però non può e non vuole rinnegare». A.M.
g7, il tesoro usa: servono misure eccezionali - elena
polidori ( da "Repubblica, La"
del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Tremonti in Tv spiega che nel mondo post globalizzazione c´è appunto «un deficit» di principi e di etica che va colmato. «Non mancano più capitali, ma più regole», specifica. Draghi, che partecipa al summit anche come presidente del Financial Stability Forum, l´organismo anti-crisi voluto dal G7, «condivide» l´opinione del ministro.
Il G7: contro la crisi nuove regole e no al protezionismo
Tremonti: <Ripristinare...
( da "Giornale.it,
Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Nel mondo post globalizzazione - osserva Tremonti - c'è un deficit di regole, di etica e di principi: ci sono molti deficit nelle banche, nell'economia e nei bilanci pubblici, ma quel che manca più di tutto sono regole e principi. Dobbiamo rifarli». Un lavoro lungo, ma che non parte da zero: ne discutono da mesi il Financial Stability Forum guidato da Mario Draghi,
Ma gli incentivi non riempiono il frigorifero
( da "Secolo
XIX, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: che dimentica quanto la globalizzazione abbia contribuito a spostare fuori dall'Occidente le grandi produzioni di beni. Secondo Alberto Mingardi, direttore generale dell'Ibl, «l'incontro offrirà molti elementi di riflessioni su un'Italia che purtroppo continua a rinviare il momento di quelle riforme strutturali - in tema di mercato del lavoro e liberalizzazioni,
Protezionismonel mirinodei 7 grandi
( da "Secolo
XIX, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: plauso alla Cina per le misure di politica fiscale adottate e l'impegno preso a favore di una maggiore flessibilità del tasso di cambio che dovrebbe portare a un continuo apprezzamento dello yuan. Sono questi alcuni dei punti principali della bozza di comunicato preparato dai 7 Grandi riuniti a Roma, dove debutta Timothy Geithner come segretario al Tesoro Usa facendo sapere che l'
l'intervista Franco Brevini <Gli idiomi non si fissano,
evolvono> ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Eppure queste differenze vengono meno con la globalizzazione... «Ed è proprio l'esito inatteso della globalizzazione che per reazione fa emergere questo nuovo bisogno di radicamento nelle nostre identità locali». Come tutelare i nostri dialetti? «Tutelare è una parola pericolosa. Le lingue non si dirigono e non si pilotano.
Tremonti: c'è un deficit di regole
( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: C'erano prima della globalizzazione, dobbiamo rifarli dopo la globalizzazione». Così ha commentato Tremonti, in un'intervista al Tg1. Quanto al piano Usa anti- crisi, «il maggiore valore viene dalla figura di un presidente che trasmette simboli di novità e di forza, ma anche di valori».
G7, forte risposta a crisi e condanna protezionismo
( da "Reuters
Italia" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: più conciliante nei confronti della Cina, dopo le dichiarazioni del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner, che aveva accusato di recente Pechino di manipolare il tasso di cambio dello yuan. La nota, non molto diversa dalla bozza che Reuters ha diffuso ieri sera, sembra messa a punto anche per mitigare i timori di chi vede i governi determinati a varare misure di sostegno all'
G7, FORTE RISPOSTA A CRISI E CONDANNA PROTEZIONISMO
( da "Wall
Street Italia" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: più conciliante nei confronti della Cina, dopo le dichiarazioni del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner, che aveva accusato di recente Pechino di manipolare il tasso di cambio dello yuan. La nota, non molto diversa dalla bozza che Reuters ha diffuso ieri sera, sembra messa a punto anche per mitigare i timori di chi vede i governi determinati a varare misure di sostegno all'
Usa/ Domani debutto internazionale Clinton come capo
( da "Virgilio
Notizie" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Corea del Sud e Cina. "E' importante dare un segnale sul fatto che gli Stati Uniti vogliono costruire relazioni più ampie e profonde non solo con i Paesi che saranno visitati, ma anche con le altre nazioni dell'Asia e della zona che si affaccia sul Pacifico", ha detto Clinton, sottolineando la convinzione che "il futuro delle nostre nazioni sia indissolubilmente collegato"
La diplomazia di Geithner, un americano a Roma
( da "Corriere.it"
del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: del quale è appena 14 giorni più giovane, ha vissuto in Africa, India, Cina e Tailandia. Se il giovane Obama visse per quattro anni a Giacarta con la madre e il suo secondo marito, Geithner ha finito le scuola superiori a Bangkok. Ha studiato cinese e giapponese, ha la fama di persona ottimista e aperta e non dimostra la sua età.
Tremonti: deficit di regole Via libera agli standard
globali ( da "Corriere.it"
del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: erano prima della globalizzazione, dobbiamo rifarli ora» ha ripetuto ieri Tremonti. E la Francia ha chiesto controlli più stringenti sugli hedge funds, d'accordo con Italia e Germania. Il focus del vertice di Roma resta però l'allarme per la crisi che «ancora deve esprimere tutti suoi effetti negativi», come ha detto il direttore generale del Fmi Dominique Strauss-
Geithner: Non faremo scelte protezionistiche (
da "Giornale
di Brescia" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Al suo debutto nei vertici internazionali il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, è intervenuto a Roma per rassicurare i partner del G7 sulle intenzioni di lavoro comune degli Stati Uniti in quella che è la crisi «più ampia e profonda degli ultimi decenni» e per raffreddare le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta.
Con l'Unasur torna il sogno di Simon Bolivar L'unione dei
12 Paesi del Continente sancisce la fine della dottrina Monroe. Grandi progetti
( da "Giornale
di Brescia" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: al pari di India e Cina. La sua vocazione è di essere leader continentale. Questo fatto crea invidie e contrasti con altri due Paesi con vocazione di leadership: l'Argentina e il Venezuela. L'Argentina in questo momento non «pesa» a causa della sua debolezza dopo la bancarotta del 2001 (in parte risolta grazie al generoso prestito di 2,
l'impegno del g7: no al protezionismo
( da "Centro,
Il" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Inoltre ha raffreddato le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta (era stata ancorata per legge al valore del dollaro, creando squilibrio sul mercato) Il Fmi. Il Fondo monetario sarà raffozato con risorse aggiuntive. «E' cruciale per rispondere in modo flessibile all'attuale crisi», dice Tremonti.
dalla regione un premio all'originale progetto che fa
dialogare paesaggio, antichità ed eventi
( da "Nuova
Sardegna, La" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Usa, Argentina, Cina, Olanda, Svezia, Spagna, Turchia, Israele e Germania. A rappresentare l'Italia su questo tema c'è proprio il lavoro dell'equipe di Vanni Maciocco. «Con economia di mezzi e senza trasformazioni fisiche irreversibili sono state realizzate delle macchine lignee territoriali - ha spiegato Maciocco - che estendono il concetto di convivialità urbana a tutto il territorio
No degli Usa al protezionismo
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Al suo debutto nei vertici internazionali il neo segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, è intervenuto a Roma per rassicurare i partner del G7 sulle intenzioni di lavoro comune degli Stati Uniti in quella che è la crisi «più ampia e profonda degli ultimi decenni» e per raffreddare le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta.
Possono i convegni (come il G7) salvare il mondo? il
liberista ( da "Riformista, Il"
del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Dopo dieci anni passati ad ingollare pane e globalizzazione come amara purga per i propri vizi ideologici, la sinistra si è trovata di fronte un nemico che dissotterrava parte del suo stesso armamentario storico (con tanto di laccate citazioni marxiane), proprio contro la globalizzazione.
Charles Saatchi il guru <usa e getta> cerca talenti
in tv ( da "Riformista, Il"
del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Passato dalla pittura alla scultura dalla Cina al Mondo Arabo Saatchi ha fatto confusione fra linguaggio e geografia, fra vere idee e divertente folclore. È un peccato perché la sua passione e la sua energia hanno fatto un gran bene alla diffusione dell'arte contemporanea. Paradossalmente da cacciatore Charles Saatchi è diventato preda del suo stesso gioco.
Brucia la città. Ma YouTube che c'entra?
( da "Blogosfere"
del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 19:17 in globalizzazione Due ragazzi si danno fuoco per apparire su YouTube. Guardarsi e farsi guardare in uno schermo. Il dito puntato contro "internet". Poche riflessioni sul mutamento profondo nelle generazioni italiane. Leggevo un capitolo dell'ultimo libro di Giuseppe Culicchia, Brucia la città.
( da "Ilb2b.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
La joint venture
50/50 formata dall?unione tra la divisione dei semiconduttori wireless di
STMicroelectronics e la divisione delle piattaforme mobili di Ericsson muoverà
i suoi primi passi con il nome di ST-Ericsson. Questo annuncio segue la recente
conclusione dell?accordo annunciato ad agosto 2008 tra le due parent companies
(o società madri), per fondere Ericsson Mobile Platforms d ST-NXP wireless.
ST-Ericsson si pone da subito in una posizione di assoluto rilievo, quale nuova
e potente forza alla testa del settore dei semiconduttori wireless; un
fornitore chiave di quattro dei cinque produttori principali di cellulari e
palmari, con un fatturato pro-forma complessivo di circa 3,6 miliardi di
dollari nel 2008, e una solida posizione di cassa di circa 400 milioni di
dollari. Grazie all?ineguagliata tradizione di Ricerca & Sviluppo di ST-Ericsson,
la società ha al suo attivo uno dei più completi portafogli di Intellectual
Property del settore. Con credenziali quali quasi l?85% dei dipendenti nella
R&S e un?ampia serie di importanti brevetti, ST-Ericsson permetterà ai
propri clienti di ottimizzare le tecnologie esistenti, e ne svilupperà di nuove
per le future necessità del mercato. Questo impegno nella R&S consente un
time-to-market più rapido e un ROI migliore per i clienti della Società.
ST-Ericsson è la sola a poter offrire soluzioni allo stato dell?arte di
piattaforme, connettività e multimedialità per il mobile, compresa la
progettazione di riferimento, per GSM, EDGE, WCDMA, HSPA, nonché TD-SCDMA e
LTE. I processori multimediali e applicativi della società, che supportano
tutti i principali sistemi operativi (OS), saranno il motore dei dispositivi
della prossima generazione. Le sue soluzioni di connettività e broadcasting
all?avanguardia nel settore comprendono Bluetooth, FM, GPS, WLAN, Near Field
Communications e USB, per fornire l?esperienza wireless più ricca. Le soluzioni
di qualità di ST-Ericsson coprono tutti i segmenti di mercato, dal livello base
agli smartphone, e possono essere fornite sia come soluzioni completamente
integrate sia come singole componenti. ST-Ericsson ha rapporti di lunga data
con tutti i principali produttori di telefoni mobili, ed è fornitore chiave di
Nokia, Samsung, Sony Ericsson, LG e Sharp, così come di altri interessanti
operatori di settore. Costituita come ?fabless company? (società senza impianti
produttivi), ST-Ericsson utilizzerà le capacità all?avanguardia di lavorazione
delle fette di silicio della STMicroelectronics, cosi come altre fabbriche di
terze parti. Ha anche accesso completo alle eccellenti
attrezzature di assemblaggio e di test gestite dalla STMicroelectronics. Le
unità operative di ST-Ericsson sono presenti in tutto il mondo, con centri
principali in Cina,
Finlandia, Francia, Germania, India, Giappone, Corea, Olanda, Norvegia,
Singapore, Svezia, Regno Unito e Usa.
( da "Gazzetta di Reggio" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
di Mauro Grasselli Lungo
americano, è lotta contro il tempo Oggi la chiusura della «finestra di mercato»
l'identikit porta ad atleti come Rice e Tolliver REGGIO. Il nuovo coach
Alessandro Ramagli l'ha detto fin dalla conferenza stampa di presentazione a
Reggio: «Non si può pensare che l'assenza di Nicolò Melli», fuori squadra sino
al termine della stagione, «non abbia conseguenze sui risultati della
Trenkwalder», trattandosi di una «colonna» della squadra. E ancora in modo più
esplicito al termine del match perso a Cremona: «Manca uno dei due lunghi
titolari. E se si vuole essere competitivi bisogna colmare questa lacuna». La
caccia, aperta già da tempo, negli ultimi giorni si è fatta serrata e
circoscritta a un paio di nomi. Viste le carenze sotto canestro, la Trenkwalder
ha monitorato il mercato a 360 gradi, comprendendo extracomunitari, comunitari
e italiani di nascita o passaporto. Questo perché sono almeno due i giocatori
che rischiano il «taglio»: Bryant Smith, ala piccola, e Chris Heinrich, centro.
Il fulcro dell'operazione resta però l'esterno Usa,
che pare destinato a far posto ad un lungo connazionale. Ed è la mossa più
urgente, da cui poi dipenderanno eventuali successivi ritocchi al team. Il
problema è che la seconda «finestra» di mercato chiude oggi. Se l'operazione-Usa non si sbloccherà in queste ore (servono il sì del
giocatore, la firma, il visto), la Pallacanestro Reggiana sarà costretta a
giocarsi il «jolly», ovvero la possibilità di ingaggiare un atleta al di fuori
delle finestre di mercato. Ogni club ha un solo jolly a disposizione, ma è
chiaro che la situazione d'emergenza in casa Trenk, data dai problemi
d'infermeria (Melli fuori sino al termine della stagione; Infante ancora alle
prese con guai al ginocchio) ed dalle 5 sconfitte consecutive, spingono la società
ad intervenire al più presto. Nei giorni scorsi sono circolati i nomi di vari
atleti italiani e stranieri, compreso quello di Erik Daniels, ex Biella, ad un
certo punto primo obiettivo del club biancorosso. Ma l'operazione è saltata,
perché il lungo Usa vuole restare in America per
giocarsi le chances di trovare un ingaggio importante, anziché scendere in
Legadue. Il suo nome, così come gli altri usciti finora, non sembra destinati
ad allungare per davvero il roster biancosso. Così la società, negli ultimi
giorni, ha canbiato obiettivo, lavorando in particolare su un paio di atleti
americani che presentano le caratteristiche «giuste» per la Trenkwalder.
Infatti il club cerca innanzitutto un giocatore dalle caratteristiche di Nicolò
Melli: un «quattro» mobile, forte a rimbalzo ma anche pericoloso in attacco.
Sui nomi dei due Usa al vaglio della Pallacanestro
Reggiana vige il «top secret», ma due atleti che hanno le caratteristiche del
giocatore cercato da Reggio sono Darius Rice e Anthony Tolliver. Rice, classe
1982, ala forte di 2.11 (2.08, secondo altre fonti), è uscito dal college di
Miami e ha giocato in D-League in maglia Florida Flame (2004-05) e Dakota
Wizards (2006-07). Ha partecipato ai camp Nba dei New York Nets (2004) e
Cleveland Cavaliers (2007). Dopo esperienze in Polonia, Cina, Filippine e Portorico, all'inizio
di questa annata sportiva è stato ingaggiato in serie A da Montegranaro, ma
prima dell'inizio del campionato è stato tagliato per far posto al rientrante
Ricky Minard. Tolliver, ala-centro di 2.06, classe 1985, è uscito dal college
di Creighton. L'anno scorso ha giocato in Nba in maglia San Antonio
Spurs e New Orleans Hornets, oltre che in Nbdl con Iowa Energy.
( da "Giornale di Brescia" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 13/02/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano L'analisi - 3 Gli euroscettici sconfitti dalla crisi globalizzata di Giovanni
Vigo Coloro che dieci anni fa prevedevano una fine ingloriosa per la moneta
europea non si sono ancora rassegnati al suo successo e quando le nubi si
addensano sull'economia europea, non mancano di sottolineare che potrebbe
trattarsi di un successo effimero. Del resto non era accaduta la stessa
cosa all'Unione monetaria latina? Nel 1865, Napoleone III convocò a Parigi una
conferenza che venne considerata dai contemporanei come il primo passo verso
una moneta universale. L'Economist salutò gli accordi di Parigi con un commento
entusiastico: «Se la civiltà dovesse regalare a tutti gli uomini della Terra
una sola moneta, si compirebbe un passo importante per convincerli che essi
appartengono ad una sola specie». Tuttavia l'entusiasmo si smorzò presto.
Mentre i paesi minori non ebbero eccessive difficoltà ad allinearsi alle
proposte francesi, l'Inghilterra (nulla di nuovo sotto il sole) oppose un secco
rifiuto e Walter Bagheot, l'autore del celebre Lombard Street, elaborò un piano
alternativo che prevedeva una stretta alleanza con gli Stati Uniti. L'argomento
al quale ricorse per sostenere le sue vedute era che la libera circolazione
delle monete all'interno dell'unione avrebbe messo a repentaglio la stabilità
di quelle più robuste. E non aveva torto. Nel
( da "Corriere delle Alpi" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il welfare Luxottica
Scritto il protocollo coi sindacati BELLUNO. Formalizzato il protocollo sul
welfare Luxottica. Mercoledì a Belluno si sono trovati alcuni esponenti
dell'azienda leader nell'occhialeria e i sindacati per formalizzare le intese
verbali prese nelle settimane scorse per avviare un percorso per la
costitutuzione di un nuovo sistema di sostegno alle famiglie dei lavoratori. Il
fondo sarà gestito insieme da Luxottica e dai sindacati e verrà assegnato in
quote ai dipendenti in base alla qualità del lavoro e del prodotto raggiunta. Per
Paolo Da Lan, segretario Uilta «siamo di fronte al primo
caso concreto di globalizzazione alla rovescia, la multinazionale che riversa i
capitali nel locale». «Il protocollo», dicono Cgil e Cisl, «ribadisce quanto
già apparso sui giornali ma aggiunge l'impegno delle parti a far rimanere il
più possibile le risorse nel territorio dei lavoratori». Presto il
protocollo passerà al vaglio del coordinamento sindacale composto da tutte el
Rsu dei vari stabilimenti per poter giungere alla sua approvazione entro
maggio.
( da "Trentino" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Giurisprudenza
(Vecchio ordinamento) 10 dicembre 2008. Giurisprudenza (Vecchio ordinamento) 10
dicembre 2008. Nikos Betti (rel. Maurizio Manzin) Contributi dello stoicismo
alla formazione del concetto di sistema. Elisabetta Cianetti (rel. Filippo
Sartori) Il patto di famiglia. Andrea Concolato (rel. Filippo Sartori) Il falso
in prospetto: profili giurisprudenziali. Fatijon Dakoli (rel. Filippo Sartori)
Depositi bancari: profili di disciplina. Dalila Gatti (rel. Nicola Lugaresi) La
disciplina giuridica dei rifiuti pericolosi. Vania Guderzo (rel. Erminia
Camassa) L'identita' religiosa del lavoratore laico. Everardo Marai (rel.
Marcello Luigi Busetto) Il sequestro preventivo penale. Anna Ongaro (rel.
Silvio Busti) Clausole vessatorie ed abusive nel trasporto aereo di persone.
Luca Slongo (rel. Nicola Lugaresi) La certificazione ambientale nelle aree
protette: il parco nazionale dolomiti bellunesi. Giurisprudenza (Specialistica)
10 dicembre 2008. Valentina Bernini (rel. Jens Woelk) La tutela delle minoranze
di lingua italiana in Slovenia e Croazia. Annamaria Broda (rel. Paolo
Sommaggio) Il personalismo di Jacques Maritain e la sua influenza nella
redazione della carta costituzionale italiana. Federica Codemo (rel. Roberto Caso) Globalizzazione e diritto dei contratti. Nicola Cremonese (rel. Carlo Casonato)
L'eutanasia nell'ordinamento olandese e nell'ordinamento italiano. Lucia Dalla
Guarda (rel. Alessandra Magliaro) La disciplina fiscale delle cooperative ed il
divieto di aiuti di stato. Federico Garlet (rel. Roberto Ceccon) Difetto
di conformita' delle merci nella vendita internazionale: le norme della
convenzione di vienna, i principi unidroit e le volonta' negoziali delle parti.
Romina Muraro (rel. Carlo Casonato) La giurisprudenza in materia di diagnosi
genetica preimpianto. Laura Perina (rel. Stefania Brun) La gestione dei tempi
di lavoro nel contratto part-time. Frencesca Pesce (rel. Gabriele Fornasari)
Analisi economica del diritto penale negli Stati Uniti d'America. Giovanna
Rauzi (rel. Matteo Borzaga) I sistemi di monitoraggio dell'organizzazione
internazionale del lavoro. Maria Giovanna Ziccardi (rel. Maurizio Manzin) La
prospettiva processuale del diritto a partire da una rielettura di Enrico
Opocher (1914-2004). Scienze giuridiche europee e transnazionali (Triennale) 10
dicembre 2008. Ruggero Brogi (rel. Elena Ioriatti) Interpretazione e traduzione
del diritto nella giurisprudenza della corte di giustizia. Glenda Cason (rel.
Daria De Pretis) Libera circolazione delle merci e tutela della salute nell'Ue.
Sara Corradini (rel. Daria De Pretis) La comunicazione dei motivi ostativi
all'accoglimento dell'istanza di parte. Francesco De Togni (rel. Elena
Ioriatti) Il linguaggio giuridico dell'Unione Europea. Verena De Villa (rel.
Riccardo Salomone) Mobbing e disciplina legale - profili di diritto interno e
comparato. Nicola De Zaiacomo (rel. Matteo Borzaga) Il potere di controllo
dell'attivita' lavorativa: internet e posta elettronica. Michele Di Franco
(rel. Stefania Scarponi) La rappresentativita' sindacale nel settore pubblico
con particolare riferimento al comparto universita'. Fabrizio Di Secli' (rel.
Massimo Santaroni) Il modello giuridico delle onlus: una prospettiva comparata.
Nadia Ferrasin (rel. Giuliano Marchetto) Accusatorio e inquisitorio
nella'quaestio iii' della'practica criminalis' di Giulio Claro (1525-1575).
( da "Gazzetta di Modena,La" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Artigiani: Uil
lancia l'allarme Tollari: «Gennaio è stato devastante per il settore Necessario
intervenire» MODENA. Il sindacato Uil di Modena esprime forte preoccupazione per
la situazione occupazionale nell'artigianato modenese. «Vero e inossidabile
fiore all'occhiello dell'impresa che non delocalizza - dice Luigi Tollari,
segretario generale Uil Modena - che affronta con coraggio
le sfide della globalizzazione, che tradita dal sistema creditizio e in balia
delle grandi imprese oggi si trova nel migliore dei casi ad avere una
visibilità massima di ordini di non più di una decina di giorni. Il mese di
gennaio è stato devastante dal punto di vista delle richieste di sospensione e
riduzione (208), a dicembre erano state poco più di 100, segnando una
tendenza al rialzo che abbiamo visto di mese in mese acuire drammaticamente un
quadro di crisi molto complicata». «A questi lavoratori posti in sospensione a
zero ore è prevista una copertura fino a 520 ore dopo di che (tra tredici
settimane) si innescheranno processi di perdita del lavoro, delle anzianità,
delle competenze e temiamo seriamente per un taglio di 2500 posti da qui alla
fine di maggio. Un settore così importante per l'economia locale merita una
attenzione tutta particolare e crediamo debbano essere messe in campo strategie
alternative alla perdita del legame tra dipendente e impresa artigiana».
( da "Italia Oggi" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ItaliaOggi Numero
037 pag. 3 del 13/2/2009 | Indietro I Grandi a Roma contro
la crisi PRIMO PIANO Di Giampiero Di Santo Da stasera il G7. In agenda le nuove
regole per la finanza. Preoccupazione per il protezionismo
Al via il vertice che dovrà cercare l'intesa sulle riforme Decidere, ora e
bene. Senza cedere alla tentazione di erigere barriere protezionistiche. La
crisi morde l'economia mondiale, i nuovi disoccupati nel mondo potrebbero
raggiungere i 53 milioni nel 2009 e le istituzioni monetarie richiamano i
governi dei 7 paesi più industrializzati da questa sera riuniti a Roma per il
vertice del G7, a trovare un accordo credibile sulle principali misure da
adottare per evitare che gli effetti del morbo della recessione siano ancora
più gravi del previsto. Misure urgenti, da concordare già a Roma tra i sette
grandi, Usa, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Canada in vista
delle riunioni del G 20 di Londra e del G 8 che esamineranno le proposte
elaborate a Roma sotto la presidenza del ministro dell'economia, Giulio
Tremonti. Da subito, insomma, si comincerà a fare sul serio, con gli Usa
(rappresentati dal ministro del Tesoro, Timothy Geithner) forti
dell'approvazione, da parte del congresso, del piano di rilancio dell'economia
voluto dal presidente Barack Obama. A quel piano, inevitabilmente, faranno
riferimento i big europei. Che dovranno però fare i conti con il richiamo della
Bce, che ha chiesto di evitare di cedere alla tentazione dei protezionismi
nazionali e con le preoccupazioni di Germania, Giappone e Gran Bretagna per la
clausola «Buy american» inserita nel piano Obama e per le misure vagamente
protettive nei confronti dell'industria automobilistica nazionale. Oltreché con
l'agenda di riforme già stilata da Tremonti. Che ieri, dopo avere ricordato a
Obama la necessità di rimettere in piedi, prima di ogni cosa il sistema
finanziario mondiale, ha indicato le sue priorità: l'introduzione
di standard mondiali per disciplinare la globalizzazione selvaggia, il
rafforzamento delle norme antiriciclaggio e contro i paradisi fiscali, la
regolamentazione degli hedge fund e della finanza derivata e la moratoria sui
titoli tossici delle banche, con la sterilizzazione dei loro effetti sui
bilanci degli istituti di credito. Di certo si parlerà anche del nuovo
ordine finanziario mondiale fondato sui nuovi compiti e nuovi ruoli di Fondo
monetario internazionale e Banca mondiale. Tutte questioni da affrontare nel
più breve tempo possibile perché, come si legge nella presentazione del vertice
stilata dal ministero dell'economia, «l'attuale crisi economica e finanziaria è
senza precedenti». Da questa sera, con una cena ufficiale a Villa Madama che
vedrà affiancati per gli onori di casa Tremonti e il governatore della Banca
d'Italia e presidente del Financial stability forum Mario Draghi, il vertice
prenderà quota. Per entrare nel vivo, tra colloqui e decisioni, domani. Al
tavolo, oltre ai ministri economici, siederanno tra gli altri i governatori
della Federal reserve e della Bce, Ben Bernanke e Jean Claude Trichet, il
commissario Ue per gli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, il
presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker, il direttore del Fmi, Dominique
Strauss-Khan.
( da "Milano Finanza (MF)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF Numero 031 pag. 5 del 13/2/2009
| Indietro Affidiamo al G8 la politica economica mondiale COMMENTI &
ANALISI Di Paolo Savona L'economista Paolo Savona ha scritto per i tipi
Formiche (Marsilio Editore) «Il governo dell'economia globale» in fase di
distribuzione in questi giorni. L'ultimo capitolo - Un executive summary per il
prossimo G8 in Italia - è di grande attualità. Ne pubblichiamo una parte.
Occorre partire dalla constatazione che la globalizzazione
è un processo che non ha portato, né porterà, res sic stantibus, alla creazione
di un mercato globale, perché non presenta le caratteristiche istituzionali che
consentono di raggiungere questo risultato. Tuttavia, nonostante le lacune, il
processo di globalizzazione ha mostrato d'essere un efficace motore di sviluppo
e va pertanto preservato dai pericoli di ingolfamento; ma per fare ciò
occorre apportare miglioramenti alle regole che lo governano. Qualora ciò non
avvenisse, il processo di globalizzazione potrebbe sfociare in una grave crisi
valutaria che trascinerebbe con sé una crisi economica e un conflitto
geopolitico tra grandi potenze. Ci riferiamo principalmente alle politiche
americane di sostegno della domanda aggregata al di là delle risorse interne
che generano un'offerta di base monetaria internazionale assorbita a riserva
ufficiale da paesi con un regime di cambio fisso o dirty (cioè con interventi
delle autorità) e un'offerta di titoli denominati in dollari che il resto del
mondo deve assorbire se non intende causare un grave deprezzamento della moneta
americana. A questi problemi si aggiunge quello della diversificazione delle
riserve ufficiali dal dollaro all'euro o ad altre monete e quello
dell'assegnazione di dollari ai sovereign wealth funds per migliorne il
rendimento ma, di fatto, per riequilibrare i rapporti di forza economica e
politica globale. [...] Al G8 dovrebbe essere affidato il compito «geopolitico»
di proporre gli obiettivi economici del Pianeta. Sarebbe opportuno partire
dalla definizione dei contenuti delle due consuete variabili strategiche: la
crescita reale «sostenibile» e l'occupazione «raggiungibile». Se i principali
paesi fossero lungimiranti sul piano geopolitico, nell'obiettivo andrebbero
inclusi anche una più equa distribuzione del reddito globale e una rete minima
di welfare. Tuttavia questi ulteriori due obiettivi devono essere presentati
senza considerarli ostacoli al procedere nella direzione primaria dei valori
scelti di crescita reale e di occupazione. Il compito di raggiungere il tasso
di sviluppo desiderato va attribuito a un Wto riformato, trasformando il free
trade in rule based trade, eliminando le diversità dei regimi di cambio, con un
regime di antitrust globale e, ove possibile, tariffe compensative nei casi di
welfare al di sotto dei minimi indicati dall'Ilo. Alla produzione e al
commercio delle materie prime vanno dedicate specifiche norme antimonopolio, la
cui applicazione deve essere condizione di ingresso agli scambi globali. Un
dipartimento a parte coordinerebbe lo sviluppo con la tutela dell'ambiente. La
sostenibilità dello sviluppo richiede un tasso d'inflazione tollerabile, ma per
raggiungere questo risultato non basta un mercato globale veramente
competitivo. La condizione necessaria è che la creazione globale di moneta
resti sotto controllo. Questo compito andrebbe affidato a un Fmi riformato, che
sottragga il sistema monetario internazionale all'uso duale delle monete
nazionali, anzitutto il dollaro e, in prospettiva, l'euro. In questo ambito va
stabilito un codice dell'uso delle riserve ufficiali, onde impedire conversioni
da una valuta all'altra che alterino la competizione internazionale. Va anche
regolata l'operatività dei fondi sovrani, puntando su trasparenza e reciprocità
di trattamento tra paesi, e superando la debolezza dei codici di comportamento
come quello siglato a Santiago. Ma il controllo della moneta non è sufficiente
per impedire che le crisi finanziarie frenino lo sviluppo reale. Anche la
finanza va sottoposta a regole che garantiscano il suo ruolo ancillare rispetto
alla produzione. Il compito potrebbe essere assegnato alla Bis di Basilea, la
quale, in collaborazione con l'Fmi, dovrà fissare le regole del gioco
finanziario globale, sottoponendo al controllo i mercati non regolati, come
quello dei derivati Otc. In conclusione, una buona geopolitica economica
richiede: l'obiettivo di uno sviluppo globale disinflazionistico sotto la
responsabilità di un G8 allargato; l'introduzione di un solo regime di cambio
negli accordi di libero scambio raggiunti in sede Wto, accompagnati da un
codice di condotta dell'uso delle riserve ufficiali esistenti, se si scelgono i
cambi flessibili, o di quelle accumulabili, se il regime è a cambi fissi; uno
standard monetario globale a cui riferire le monete nazionali, inclusi dollaro
ed euro, da affidare al Fmi riformato; l'attribuzione alla Bri, in
collaborazione col Fondo, del compito di disciplinare i mercati monetari e
finanziari per mantenerli al servizio della produzione; regole antimonopolio e
tariffe compensative imposte in caso di reti nazionali di welfare inferiori ai
minimi stabiliti dall'Ilo, affidate al Wto riformato o ad altre istituzioni
sovranazionali; una regolamentazione dei fondi sovrani ispirata a trasparenza e
reciprocità tra paesi, in linea con i principi del Codice di condotta di
Santiago. Se si riuscisse a raggiungere questo assetto geopolitico economico
per via negoziale, verrebbe anche colmato il deficit di democrazia esistente
nell'attuale globalizzazione, consentendo alle forze politiche di riprendere il
controllo del mercato, rovesciando l'attuale situazione. Ne beneficerebbe il
funzionamento della democrazia come governo di regole e non di uomini o di
paesi egemoni, aprendo la strada a condizioni di convivenza planetaria più
meritocratiche e più eque. (riproduzione riservata) Fmi Santiago
politica Codice economica Wto
( da "Repubblica, La" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina XIII - Napoli
Il patrimonio "Con la mia Orchestra Napoli è sempre capitale" Da
questa sera al 22 l´artista torna al teatro Augusteo ed è il successo di
sempre: così spiega il perché Quando l´immagine della città era sotto i piedi,
noi abbiamo detto il contrario La canzone non è solo Murolo o Carosone: ci sono
grandi sconosciuti NINO MARCHESANO Quelli che aspettano Renzo Arbore e
l´Orchestra Italiana per riallacciare un rapporto con la canzone napoletana,
classica o moderna che sia. Quelli che si sono affrettati ad acquistare un
bigliettto al botteghino dell´Augusteo decretando il sold out da stasera al 22
febbraio. Quelli che, come Arbore, continuano ad esportare da vent´anni
un´immagine positiva della città nel mondo. «E nessuno ci dice grazie», esordisce
Renzo Arbore, ma per nulla polemico. Anzi, contentissimo
dei recenti successi internazionali in Cina come negli Usa e Canada, in Spagna per l´Expo di Saragozza come in Messico per
la Fiera del Libro di Guadalajara. «Devo dire che anche nei momenti dell´altra
Napoli, dei momenti più cupi, dell´immondizia, della camorra, dei morti,
abbiamo sempre ribadito dappertutto che Napoli è una grande capitale della
cultura». C´è un posto dove non siete ancora stati? «In India, ma ci sto
facendo un pensiero, abbiamo un collegamento. Ci piace rispettare le tradizioni
dei posti dove andiamo. In Messico, ad esempio, ci siamo esibiti davanti a
settemila ragazzi, li abbiamo fatto cantare il nostro repertorio, in compenso
ho fatto qualche canzone messicana come "Noche de ronda", con i
mandolini. Neppure i napoletani hanno capito lo scrigno, il repertorio delle
centomila canzoni che abbiamo. Io ne faccio solo una parte, risicatissima,
adattata all´Orchestra, rispecchiando sempre la poeticità dei testi, una
melodicità che non ha eguali nel mondo». è la nostra canzone internazionale...
«In America hanno armonie molto belle, hanno Gershwin, Jerome Kern, il Brasile
ha Vinicius de Moraes, Chico Buarque, l´Inghilterra ha vissuto il momento
magico con i Beatles. Ma testi originali, così poetici, profondi, con la loro
melodia allegrissima, comunicativa, sono difficili da trovare. "L´arte
d´´o sole" di Gambardella, è una canzone dimenticata, bellissima. A parte
Murolo, Carosone, anche autori poco dotati, che magari non avevano studiato,
hanno avuto delle intuizioni straordinarie...». Per l´Orchestra è tempo di
bilancio? «Posso dire che esistiamo da diciotto anni e rappresentiamo
l´orchestra più duratura della musica italiana. Gegé Telesforo addirittura dice
che siamo più longevi dell´orchestra di Duke Ellington. In effetti abbiamo
quasi sempre avuto lo stesso organico, con delle star come Gianni Conte,
Barbara Buonaiuto, i tre mandolinisti, Mariano Caiano che è di estrazione
reggae, Gegé che fa il suo swing. Insomma, ci divertiamo a improvvisare». Con
quale spirito è nata l´Orchestra? «Per un sincero amore e riscoperta di un
repertorio che facevamo con gli amici artisti nelle jam session casalinghe. Mi
dicevo che era impossibile che canzoni così belle rimanessero confinate nella
provincia. Pensavo di fare uno o due dischi, così, per lasciare un documento,
poi avrei fatto un altro lavoro». E invece, ecco un cofanetto con 47 canzoni...
«E tutte arrangiate in maniera che possano rimanere a futura memoria. Come
"Mandulinata a Napule", la facciamo così com´è scritta. Occorre
rispetto: se uno non le devitalizza, non fa arrangiamenti osé, non ne viola lo
spirito...». Come spiega che l´interesse verso la canzone napoletana non è
sempre costante? «Non c´è una spiegazione, esiste piuttosto il problema della
sottovalutazione della canzone. Quando ho cominciato con l´orchestra, nel
�91, c´era il rap, la musica etnica. Mi hanno detto che canzoni come
"Torna a Surriento", "Canzone appassionata", "Era de
maggio", erano consumate, morte». Fra le canzoni napoletane moderne, quali
preferisce? «C´è "Caruso" di Dalla, "Cu´mmé" di
Gragnaniello e poi numerose canzoni di Pino Daniele. Ma non dimentichiamo
Massimo Ranieri, Lina Sastri e poi alcuni bravi interpreti anche di periferia
che hanno una voce partecipativa. Certo, occorre discernere l´erba buona da
quella cattiva. In ogni caso c´è bisogno di espressione, sentimento». A quando
un suo ritorno in televisione? «Mi chiedono di collaborare con Gigi Proietti,
Frassica, ma ho fatto solo delle piccole cose, stupidaggini. Ammetto che c´è un
corteggiamento da parte dei dirigenti Rai...». Ogni programma un successo. Qual
è il segreto? «Tutti fanno una televisione a scadenza, molto di attualità, che
sia di gossip o di satira, ma è una televisione che dopo due mesi scade, come
il cibo, perché cambiano le cose, magari il capo del governo ha detto delle
cose che però non valgono più il giorno dopo. è una tv usa e getta. Invece, il
mio intendimento, lo posso confessare, è sempre stato quello di fare una tv a
lunga conservazione, quella dove lo sketch delle borsettate con Benigni fa
ancora ridere. è un umorismo senza tempo».
( da "Tirreno, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 2 -
Montecatini Imprese, crollano le esportazioni Assindustria: «Mai così in basso,
forse una ripresa a fine anno» Precipita il mercato dell'abbigliamento, reggono
pasta e scarpe PISTOIA. Crollo delle ordinazioni, soprattutto quelle
dall'Italia, ditte che non pagano i prodotti ricevuti e imprenditori che hanno
perso la fiducia nel domani. Questa l'analisi dell'export pistoiese, sulla base
dei dati del commercio da gennaio a settembre 2008. Dati che sono stati
spiegati ieri in una conferenza stampa dall'Associazione industriali.
Possibilità di una ripresa? Sì, a fine 2009, ovviamente per le imprese più
forti, quelle che nel frattempo sono sopravvissute alla crisi. Presenti alla
conferenza per Assindustria il direttore Carlo Stilli e il consigliere Corso
Biagioni, presidente settore cartario. Le esportazioni dei prodotti
manufatturieri locali vanno così male che Pistoia si trova al 101esimo posto su
107 province italiane. Si esporta meglio in Asia, Cina in particolare, ma non c'è da rallegrarsi perchè i "paesi
emergenti" stanno rendendosi autonomi e importeranno sempre meno.
Alimentari. Le esportazioni di cibo e bevande sono diminuite del 15,3% rispetto
allo stesso periodo del 2007. Unico dato positivo: pasta, pasticceria e
condimenti si esportano ancora bene negli Usa e Medio Oriente. Tessile, abbigliamento Meno 12%. Mentre
nel resto d'Italia l'export di abbigliamento regge, a Pistoia c'è un crollo,
soprattutto nella maglieria. Resiste la biancheria da casa e da arredamento.
Però abbigliamento e arredamento contano in una ripresa. Calzature. L'export è
aumentato dell'1,4%, ed è già molto nel contesto. Mercato principale:
l'Inghilterra. Carta. Export aumentato del 18,7%, grazie al mercato d'Europa,
ma le previsioni ora sono negative. Prodotti chimici, plastica. Meno 1,9%. Se
L'Europa non compra più ci salva l'Asia, acquirente di pitture e smalti.
Macchine. Meno 14,7% il materiale elettrico, meno 58,7% i mezzi di trasporto. Certo
influisce la flessione del materiale ferroviario, ma anche le macchine per
l'industria si vendono meno. Bene invece le macchine per la produzione di
energia meccanica (motori, turbine) nel mercato del Medio Oriente. Per
Assindustria il settore metalmeccanico ha una piccola previsione di crescita.
Mobili. Meno 16,6%. Il mercato europeo, destinazione storica, è crollato. Il
mercato asiatico regge ma rappresenta una percentuale troppo piccola per
risollevare il settore. Un modello in crisi. Secondo il direttore Stilli «è in
crisi il sistema del distretto, una concentrazione della filiera come per
esempio accade a Quarrata con i mobili». Stilli non crede che a lungo andare
paghino nemmeno le produzioni di nicchia, anche se per adesso funzionano. Un
allarme per le prospettive economiche è stato lanciato anche da Cna, Uil e Ugl.
Ma proprio l'Ugl suggerisce possibili soluzioni: «Attivare i fondi sociali
europei per rinnovarsi. E poi snellire la burocrazia e far pressione sulle
banche». Ivonne Pavoni
( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
«I popoli senza Stato devono fare lobby» Venerdì 13 Febbraio 2009,
«Globalizzare la lingua e la cultura è antiumano». Non ha mezzi termini il
catalano Aureli Argemì (italiano fluente, inglese e spagnolo parlato
comunemente oltre alla sua lingua madre), che ieri è intervenuto a Udine al
convegno "La tutela della lingua friulana e l'Europa".
Fondatore del Ciemen, Centro internazionale Escarré per le minoranze etniche e
linguistiche, ha presentato la "sua" più recente battaglia, ovvero
portare all'Onu i popoli senza Stato. Professor Argemì, perché questo
obiettivo? «In questo momento nel mondo ci sono più lingue e più popoli non
riconosciuti che non lingue e popoli riconosciuti. Bisogna perciò fare un
lavoro di pedagogia e di lobby perché questi popoli diventi un obiettivo delle
Nazioni unite, per una politica favorevole ai loro diritti e alle loro lingue».
Un traguardo utopistico? «No, anzi. Stiamo vivendo un momento storico
favorevole, perché i popoli indigeni d'America, cioè i popoli senza Stato, sono
stati riconosciuti un anno fa proprio dall'Onu, con i loro diritti collettivi.
Per noi questo è importante, perché si è creato una nuova categoria del diritto
internazionale». Quali sono i popoli senza stato che stanno facendo lobby? «I
catalani, gli scozzesi e i fiamminghi, che sono i più forti in Europa. Poi ci
sono i gallesi, i baschi e i galeghi. Siamo un pool che cerca di fare lobby
anche dentro il Parlamento europeo, tanto che lì si è costituita l'Ale,
l'Alleanza libera europea, che riunisce tutti i partiti, le formazioni, le
tendenze dei popoli senza stato in Europa». Perché la lingua è fondamentale per
un'identità? Non bastano cultura, valori, storia? «Non esiste in astratto una
visione del mondo. Essa si esprime attraverso una cultura e questa soprattutto
attraverso la lingua. Quando parlo in catalano e poi trasferisco in un'altra
lingua, registro che la traduzione del mio concetto è sempre più povera. E così
avviene per le altre lingue. Ciò significa che abbiamo un genio della lingua
che ci fa vedere il mondo di tutti, ma diversamente. La Ue ha capito che per
fare l'Unione non bisogna uniformare, ma rispettare la differenza linguistica e
culturale». Ha analizzato la legge regionale sul friulano che ora è al vaglio
della Corte costituzionale? «Sì. Non è una grande legge, è un passo avanti». Le
pare abbia elementi di anticostituzionalità? «Non è anticostituzionale, ma può
diventarlo. L'interpretazione della Costituzione, lo verifico anche in
Catalogna, dipende dalle forze che dominano la politica generale. Contrariamene
a quanto si pensa, il termine 'costituzionale' non è neutro». Antonella Lanfrit
Altro servizio a pagina V
( da "Eco di Bergamo, L'" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ConvegniAffido
familiare, seminario in via Gleno In occasione della presentazione della pubblicazione
«I percorsi dell'affido familiare», realizzato dal settore Politiche sociali
della Provincia, ore 14,15, nella sede dell'Azienda bergamasca formazione, via
Gleno 2, seminario sul tema «Costruire insieme i percorsi di confronto tra i
protagonisti dell'affido familiare sul territorio bergamasco» --> Venerdì 13
Febbraio 2009 AGENDA, pagina 21 e-mail print ConvegniAffido familiare,
seminario in via Gleno In occasione della presentazione della pubblicazione «I
percorsi dell'affido familiare», realizzato dal settore Politiche sociali della
Provincia, ore 14,15, nella sede dell'Azienda bergamasca formazione, via Gleno
2, seminario sul tema «Costruire insieme i percorsi di confronto tra i
protagonisti dell'affido familiare sul territorio bergamasco». Federalismo e
territorio ripartiamo dai municipi 6ª assemblea nazionale degli Enti locali che
sperimentano pratiche partecipative in programma oggi e domani: ore 9,30,
Palazzo Frizzoni, piazza Matteotti 27, apertura dei lavori, dopo i saluti del
sindaco Roberto Bruni, tavola rotonda sul tema «Oltre la
globalizzazione, il ritorno al territorio» con relatori Roberto Bruni, Alberto
Magnaghi, Tonino Perna, Giorgio Ferraresi, Franco Piperno, Franco Cassano,
presiede Salvatore Amura. A seguire report dal Forum sociale mondiale di Belem
a cura di Guido Milano e del Gruppo di Lavoro del Consiglio d'Europa sugli
indicatori per la partecipazione a cura di Anna Marson. Dalle 15 alle
19, tavola rotonda sul tema «Federalismo municipale solidale e federalismo
fiscale: opzioni a confronto», tra i relatori Roberto Bruni, Roberto Calderoli,
Nichi Vendola, Rita Borsellino, Luigi Nieri, Giulio Marcon, Giorgio Ferraresi,
Andrea Di Stefano, Francesco Raphael Frieri, presiede Maurizio Morgano. Ore
20,15, al teatro Donizetti, «Un certo Signor G» regia di Giorgio Gallione con
Neri Marcoré. Le novità per il commercio su aree pubbliche Ore 9,30, Sala
Mosaico del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (ex Borsa Merci), via
Petrarca, 10, seminario promosso da Anva Confesercenti per illustrare le novità
che regolano il commercio su aree pubbliche. Interverranno Gian Carlo Morghen,
segretario Confesercenti Lombardia, Elisabetta Villa, direzione commercio,
fiere e mercati della Regione Lombardia e Gianandrea Bonaita, coordinatore regionale
Anva. CorsiArte e letteratura nell'età barocca Ore 15,15, Caffè Letterario, via
S. Bernardino 53, corso su «Arte e letteratura nell'età barocca» a cura di
Giovanni Dal Covolo. Memorie e storie dal Novecento italiano Ore 15, al Liceo
scientifico Mascheroni, via Alberico da Rosciate, apertura del corso «Memorie e
Storie dal Novecento italiano» percorso di formazione per gli studenti delle
superiori e per i docenti organizzato da Ufficio scolastico provinciale,
Fondazione Serughetti La Porta, Aned, liceo scientifico Mascheroni, Fondazione
Bergamo nella storia e Associazione degli amici del Museo storico. Tema
dell'incontro «Il passato coloniale dell'Italia è del tutto passato?», relatore
Nicola Labanca dell'Università di Siena. Alzano Lombardo, primo soccorso Ore
20,30, auditorium del Parco Montecchio, via Paglia, prosegue il corso di
educazione sanitaria e addestramento al primo soccorso, organizzato dalla
Delegazione della Croce Rossa di Alzano Lombardo, con il patrocinio
dell'amministrazione comunale. Le lezioni, gratuite ed aperte a tutti, si
svolgeranno il martedì e il venerdì, dalle 20,30 alle 22,15. Brusaporto,
formazione per amministratori comunali Ore 20,30, sala civica, chiusura del
corso di formazione per amministratori comunali organizzato dall'amministrazione
rivolto sia a coloro che sono già impegnati direttamente nella vita
amministrativa, sia a tutti i cittadini che vogliono conoscere il funzionamento
del Comune. La serata vede come relatori il sindaco di Seriate Silvana Santisi
Saita e il sindaco di Nembro Eugenio Cavagnis. Casazza, la giustizia Ore 20,45,
sala dei Piccoli Musici, apertura del corso di filosofia organizzato dal
circolo culturale «Opinione e promozione»: il prof. Franco Trabattoni,
direttore di filosofia alla Statale di Milano, approfondisce il tema di
«giustizia» partendo dalla scuola di pensiero platonica per poi ricollegarsi ai
giorni nostri. Ingresso libero. Lezioni di lingua bergamasca Ore 18, sede del
Ducato, piazza Pontida 42, corso di lingua bergamasca con Carmelo Francia, a
cadenza settimanale. Seriate, balli folk Ore 21, salone dell'oratorio, via
mons. Carozzi, continua il corso di balli folk, organizzato in collaborazione
con l'oratorio. Info: osvaldomarchetti@tin.it o al bar dell'oratorio. feste e
tradizioniDossena, serate teatrali popolaresche Ore 20 ai Mulini e alle
( da "Eco di Bergamo, L'" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
l'intervista «Questa
democrazia rischia di implodere» --> Massimo Fini: «Partiti e oligarchie,
nuove forme di aristocrazie mascherate» Venerdì 13 Febbraio 2009 GENERALI,
pagina 4 e-mail print «La democrazia è solo una delle tante forme che nella
Storia ha preso il potere oligarchico». Piaccia o non piaccia, Massimo Fini -
«La Ragione aveva torto?» (1985), «Il vizio oscuro dell'Occidente» (2002),
«Sudditi» (2004), «Il ribelle dalla A alla Z» (2006) - è voce tra le più
interessanti del giornalismo e della saggistica politica, oggi, in Italia. «La
Voce del Ribelle», come titola la giovane rivista mensile (è appena uscito il
quinto numero, febbraio 2009) di cui è direttore politico. Fini sarà a Bergamo
a presentarla questa sera (ore 20,45, Galleria del libro, via XX settembre 78).
Introduce Enzo De Canio, di «Alle Radici della Comunità», che ha organizzato
l'incontro. Interverranno Marco Cimmino, storico e pubblicista, e Cesare
Quarenghi, preside del Liceo Lussana. Fini, lei ha descritto senza eufemismi i
mali dell'odierna «democrazia». Ma quale sistema può sostituirla? «La
democrazia esisteva quando non sapeva di essere democrazia. L'assemblea del
villaggio, nell'Europa pre-industriale, decideva tutto ciò che riguardava il
villaggio. Questo sistema ha funzionato benissimo finché, due anni prima della
Rivoluzione, sotto l'incalzare della borghesia e della sua mania codificatoria,
si stabilì che non era più l'assemblea che decideva direttamente, ma nominava
dei rappresentanti. Inizia la democrazia rappresentativa, che ha portato a
tutti questi mali. L'unica possibilità è la democrazia diretta, come l'aveva
immaginata Rousseau per Ginevra, che però può aversi solo in contesti
limitati». Tutto va invece verso la globalizzazione. «Trend
sbagliato sotto ogni punto di vista, anche quello della democrazia. Non siamo
in grado di controllare in uno Stato i nostri rappresentanti: a maggior ragione
non siamo in grado di controllare decisioni prese, non si sa neanche bene da
chi, lontanissimo da noi. Il discorso della democrazia si lega all'altro
mio discorso di fondo: contro la globalizzazione, per un ritorno a dimensioni
più circoscritte ed umane. Tendenza centrifuga, per il momento larghissimamente
utopica, contro quella centripeta; ma, secondo me, è l'unica via di salvezza.
Questo sistema ha disumanizzato la nostra vita, alienato i rapporti con gli
altri, rotto alcuni nuclei costitutivi profondi dell'essere umano». Che cosa
non le piace dell'odierna democrazia? «Ogni sistema è più o meno accettabile se
rispetta i propri presupposti. Non è vero ciò che dice Chuchill: "La
democrazia è il peggiore dei sistemi ad eccezione di tutti gli altri".
Falso. Se la democrazia non rispetta i propri presupposti è una truffa e
diventa un sistema forse peggiore di altri. Abbiamo aristocrazie mascherate: i
partiti, le oligarchie, che hanno tutti i privilegi delle vecchie aristocrazie
senza averne gli obblighi. È un imbroglio. La democrazia non è, come ci fanno
credere, "la fine della storia". Non è il sistema definitivo, che
deve essere esportato e imposto a popolazioni che hanno storie, tradizioni,
culture, concezioni della vita e della morte completamente diverse dalle
nostre. Ragionamento tipicamente antidemocratico, totalitario. La democrazia
scade all'esterno nel contrario di sé, ponendosi come sistema unico». Lei si è
dichiarato contrario all'intervento in Afghanistan e Iraq. Ma quando la
cosiddetta «autodeterminazione dei popoli» lascia vivere spaventose tirannie?
«Quelli sono equilibri che un popolo ha trovato. Quando non gli funzionano più
saranno loro a cambiare. La vicenda più grave è quella afghana. Hanno avuto
dieci anni di invasione sovietica. Poi, per le più diverse ragioni, sono caduti
in una situazione totalmente arbitraria. I talebani hanno avuto successo perché
hanno riportato legge e ordine, per quanto dura legge e duro ordine. Ecco
perché sono stati accettati. Era l'equilibrio che l'Afghanistan si era dato.
Poi arriviamo noi da diecimila chilometri di distanza, facendo quello che
facevano i sovietici, ma dicendo che lo facciamo per il loro bene. Questo è
l'intollerabile. In buona fede - il problema non è Bush è Emma Bonino - siamo
convinti di avere il miglior modello possibile. Non siamo più in grado di
accettare l'altro da sé, il diverso da noi. Lo dice bene Lévi Strauss: in ogni
civiltà, se vai a togliere quello che a noi non piace, modifichi profondamente
tutto il sistema, rischiando, quasi sempre, di farne crollare l'impalcatura». È
pensabile un ritorno alla democrazia diretta, a forme di comunità più ristrette
in cui l'individuo torni ad avere un peso? «Se non ci pensiamo noi, e non ce la
faremo, questo avverrà per forza. Un sistema che si basa sulle crescite
esponenziali, nel momento in cui non può più crescere, e ci siamo molto vicini,
implode su se stesso. Come avvenne all'Impero romano. Ma visto che è un
problema dei posteri, après moi le déluge. Purtroppo andiamo a velocità così
folle che stiamo diventando i posteri di noi stessi». Sorpassate, private di
senso le tradizionali categorie di destra e sinistra, cosa diversifica oggi i
vari gruppi politici? «Nulla. Sono oligarchie che si autotutelano, lottano per
il potere ma si spartiscono tutto il resto sottobanco. La Rai è l'esempio
emblematico, ma la regola è applicabile praticamente a tutto». Vincenzo Guercio
13/02/2009 nascosto -->
( da "Adige, L'" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MARIO FELICETTI
MOENA - Per la ristrutturazione del palazzo da destinare alla nuova biblioteca
servono un milione e 330 mila euro MARIO FELICETTI MOENA - Per la ristrutturazione
del palazzo da destinare alla nuova biblioteca servono un milione e 330 mila
euro. Soldi che, al momento, non ci sono. È stato ribadito ieri al momento
della presentazione del programma delle attività sociali dell'assessore
Cristina Donei . Finanziamenti alle scuole. Per l'anno in corso, si prevedono
contributi di 5.000 euro per le scuole elementari, 6.000 per le medie e 10.000
per la scuola dell'infanzia: finanziamenti per attività integrative e culturali
programmate dai rispettivi consigli di classe e di istituto. Attenzione
particolare viene riservata alla sensibilizzazione dei ragazzi alla raccolta
differenziata dei rifiuti e alle fonti di energia rinnovabili. Le scuole
parteciperanno ad un progetto rivolto al risparmio energetico, organizzato in collaborazione con l'ufficio territoriale
dell'Appa (Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente). Studiare
l'inglese. In un mondo sempre più globalizzato, è fondamentale la conoscenza
delle lingue straniere, che sarà promossa attraverso corsi pomeridiani di
inglese e tedesco, rivolto ai ragazzi delle scuole dell'obbligo. Inoltre
saranno organizzate, come negli anni scorsi, due settimane di studio
dell'inglese in paesi stranieri. Investimenti per la biblioteca. In attesa di
risolvere i problemi logistici della biblioteca (si spera diventi presto realtà
la proposta di spostarla nell'edificio storico che, in centro paese, era un
tempo occupato dalla vecchia canonica e che si intende ristrutturare, non
appena si troveranno il milione e 330.000 euro previsti), molto interessante si
annuncia il piano che andrà a finanziare numerose attività. Tra esse, in
particolare, l'aumento del patrimonio librario, gli incontri estivi con gli
autori (confermata anche per il 2009 la presenza di Magdi Allam e Corrado
Augias che tanto successo hanno ottenuto l'anno scorso), conferenze, dibattiti
e incontri sull'attualità, concerti, mostre e spettacoli, corsi di informatica,
lingue straniere, cucina ed attività manuali, infine l'impegno per
l'elaborazione di un libro su Moena, in collaborazione con le associazioni
culturali. Aiuto alla Heilmann. Grande sostegno sarà assicurato alle varie
componenti associative che operano con spirito volontaristico all'interno della
comunità, all'associazione Heilmann (della quale il Comune è socio fondatore),
allo sviluppo delle attività destinate a valorizzare la lingua e la cultura
ladina (23.121 euro vengono erogati direttamente dalla Provincia), mentre si
sta lavorando anche per festeggiare in modo appropriato il venticinquesimo
anniversario di fondazione della Compagnia Schützen di Moena, in programma in
occasione della sagra di San Vigilio a fine giugno ed alla quale collaborerà
anche la banda cittadina. Altre associazioni. Nel settore sociale, sono
previsti interventi a sostegno di diverse iniziative: l'attività dei servizio
Tagesmutter, i Pomeriggi Insieme, la Scuola Estiva con l'associazione «Istà
Algegra», il Centro Giovani, il percorso educativo per genitori ed adolescenti,
il Centro di ascolto per genitori e insegnanti, la Consulta delle Famiglie, il
Circolo Anziani e l'Università della Terza Età. Continuerà inoltre la
collaborazione con l'associazione «La Voce delle Donne» di Fiemme, che per il
2009 propone come tema «Polis: l'arte di governare, formazione ed informazione sulla
politica». Un percorso che intende analizzare la condizione della donna nelle
valli di Fiemme e Fassa, come è stata nel passato e come evolve ai nostri
giorni. In estate, sarà anche allestita una mostra dal titolo «Femene da mont».
Mercato alternativo e salute. Da ricordare infine la festa del riuso, prevista
in maggio, ed il convegno sul Parkinson, programmato a fine giugno. 13/02/2009
( da "Corriere del Veneto" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: SPORTVUOTA - data: 2009-02-13 num: - pag: 11 categoria:
REDAZIONALE Da Tommasi a Pozzato, l'export veneto dei talenti Campioni e coach,
nuove esperienze sportive e di vita all'estero Sempre più spesso atleti e
tecnici veneti tentano la fortuna lontano da casa, anche fuori dal continente
VENEZIA — La valigia in mano, la mente libera da pensieri, la voglia di misurarsi
con realtà diverse da quella italiana. E magari pure la coda in aeroporto come
i comuni mortali, con tanto di biglietto in tasca per gli Stati Uniti, per
l'Inghilterra, persino per la Cina. Poi l'avventura. La scelgono in molti, tra gli sportivi della
nostra regione, pronti a cogliere le opportunità offerte da un modo sempre più
globalizzato. L'ultimo emigrante è stato Damiano Tommasi, volato addirittura a
Tianjin nel Nord della Cina
per chiudere la propria carriera calcistica in un paese da tempo alla ricerca
della definitiva consacrazione: «Questo paese mi affascina — spiega il
centrocampista veronese — c'ero stato già nel 2006, quando avevo contribuito a
Canton al lancio del sito web ufficiale della Roma. So che è un campionato
ancora in evoluzione e che ci sono stati diversi problemi, ma voglio fare
questa esperienza, è una cosa che ho sempre voluto fortemente». La Cina lo ha accolto a braccia aperte, nonostante la crisi
della League, orfana da qualche anno anche della maxisponsorizzazione della Pepsi.
Prima del Tianjin, Tommasi aveva assaporato l'avventura spagnola con la maglia
del Levante e quella inglese con il Qpr: «Culture ben diverse da quella
italiana — spiega — che ci possono insegnare molto. Invidio la serenità con cui
le famiglie si recano allo stadio ». Ma non c'è solo Tommasi. Basti pensare a
Daniele Bagnoli, ex coach dell'epoca d'oro della Sisley Treviso e attuale guida
tecnica della Dinamo Mosca. «In Russia mi sono trovato benissimo — dice — ho
avuto tutto ciò che chiedevo e l'esperienza è stata stimolante anche dal punto
di vista tecnico. Mosca è una città imponente e ricca di spunti di ogni tipo.
Certo, non posso mangiare il risotto col radicchio di Treviso — sorride — ma un
sacrificio lo faccio volentieri ». Bagnoli avrebbe fatto carte false per
portare Alberto Cisolla a Mosca, ma l'operazione non è stata possibile per la
ferma opposizione della Sisley. «La possibilità c'era — ammise lo schiacciatore
trevigiano — e confesso che ero molto attratto dalla Russia. Vedremo se
l'occasione si ripresenterà più avanti ». Identico il destino di Ettore
Messina, coach della Benetton dal 2002 al 2005 e adesso trapiantato da quasi
quattro anni nella capitale dell'ex Unione Sovietica per un'avventura
stimolante. Sirene russe anche per il ciclista vicentino Pippo Pozzato, che ha
lasciato la Liquigas per passare proprio quest'anno al Team Katusha, in ritiro
in Spagna in vista della nuova stagione. E che dire di Chicca Macchi e Raffella
Masciadri, stelle del Famila Schio con la passione per la bandiera a stelle e
strisce? Macchi ha militato per due stagioni nella Wnba, la lega
professionistica americana. Prima di essere ceduta alle Chicago Sky, nel 2004 e
( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
RICETTE
ANTIRECESSIONE I sette «Grandi» arrivano a Roma: al via il G7 dei ministri finanziari
Comincia oggi, a Roma, il vertice dei ministri finanziari del G7 (cui
parteciperà però anche la Russia, trasformandolo di fatto in un G8). Al centro,
ovviamente, la crisi e le «nuove regole» da imporre per riportare un po' di
«fiducia» sui mercati internazionali. Una «mission impossible», per il momento.
Quasi tutti i paesi principali si stanno infatti muovendo in modo asincrono e
potenzialmente «concorrenziale» nel fornire aiuti pubblici alle banche o alle
economie in difficoltà. Un quadro che vede avanzare ovunque risposte
protezionistiche che - se dovessero prendere il sopravvento
- metterebbero a rischio non solo la globalizzazione, ma lo stesso commercio
internazionale. L'Italia si presenta al tavolo con du e esponenti che
certamente non si amano troppo: il ministro Tremonti e il governatore della
Banca d'Italia, Mario Draghi, responsabile anche del Financial Stability Forum.
( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
DIARIO DELLA CRISI
Pioneer spegne 10 mila operai Cina
su Rio Tinto Maurizio Galvani La Pioneer ha «spento» la Tv al plasma e ha
annunciato 10 mila licenziamenti. La compagnia elettronica giapponese (non è la
prima di questo paese) presenta perdite annuali pari a 130 miliardi di yen
(ovvero 1,4 miliardi di dollari) e ha minacciato 6 mila licenziamenti tra i
lavoratori a contratto a tempo indeterminato e altri 4 mila con contratto
a tempo determinato, interinali o irregolari. Dipendenti che attualmente
lavorano in Giappone e una parte nelle filiali sparse nel mondo (in particolare
negli Stati uniti e in Gran Bretagna). La Pioneer è intenzionata a focalizzare
la sua attività nella produzione di auto elettriche. Crolla la Pioneer, ma non
gode di buone salute l'intero pianeta Giappone: dopo cinque anni, i prezzi alla
produzione in questo paese sono tornati a calare e torna lo spettro della
deflazione. Ieri, la seduta della borsa di Tokyo ha chiuso con un meno 3,03%, a
causa sia della delusione provocata dal piano di salvataggio in Usa e sia per l'aumento dello yen contro il dollaro che
penalizza l'export giapponese. La miniera di Rio Tinto è al centro di uno dei
più grossi investimenti da parte della società cinese di stato Chinalco. La Rio
Tinto è la terza miniera del mondo ed è di proprietà inglese e australiana. La
miniera presenta perdite e un debito pari 10 miliardi di dollari a fine anno.
Per risollevarsi dalla crisi, la compagnia cinese ha deciso di investire 19,5
miliardi di dollari e vuole portare la sua presenza nel gruppo al 18% rispetto
all'attuale livello del 9%. Contemporaneamente, la direzione della miniera sta
preparando un piano per la riduzione di 14 mila dipendenti su un totale di 97
mila lavoratori impiegati. «Questa situazione è frutto delle difficoltà
economiche mondiali», si giustificano in azienda. In passato la Rio Tinto è
stata al centro della possibile acquisizione da parte della rivale Bhp Billito,
un prorogetto che alla fine è stato abbandonato. Tra 14 mila licenziamenti,
5.500 sono operai regolari e 8.500 irregolari. Disoccupati o assistiti, sembra
questo il destino di milioni di lavoratori. Il Dipartimento al lavoro Usa ha reso noto che gli americani che percepiscono il
sussidio di disoccupazione sono complessivamente 4,81 milioni, il livello più
elevato dal 1967. La scorsa settimana le nuove domande per ottenere questo
benefit sono diminuite di 8.000 unità rispetto al dato precedente, ma le
richieste di sussidio sono sempre a quota 623 mila, ai massimi da 26 anni.
L'anno appena concluso è stato un anno orribile per il settore immobiliare
statunitense: i prezzi delle case sono scesi del 12,4% nell'ultimo trimestre
del 2008. Ed è la più grande flessione dopo trent'anni. L'unico dato positivo
sono le vendite al dettaglio che sono calate dell'1%, meno della discesa del 3%
di dicembre. In Europa, invece, la banca belga Fortis rischia la bancarotta
dopo che è stata nazionalizzata dallo stato che possiede il 75% delle sue
azioni. Mercoledì l'assemblea degli azionisti ha bocciato lo scorporo e la
vendita della banca al gruppo francese Bnp Paribas. Il governo non sa che fare
di fronte a questo ostinato rifiuto e il titolo Fortis ha perso il 18% in
borsa. La crisi della Fortis è grave poiché rappresenta il più grande gruppo
del paese e, soprattutto, potrebbe estendere la crisi fino al governo che ha
scommesso sulla vendita al gruppo Bnp Paribas. Mentre è ufficiale che la Spagna
è in recessione. Lo ha confermato l'Istituto centrale di statistica (Ine) di
Madrid, che ha annunciato che «il Pil spagnolo è calato del 1,1% a fine 2008».
Per il secondo trimestre consecutivo, facendo appunto entrare il paese in
recessione per la prima volta dal
( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
La Casa Bianca lancia
il progetto «Nuova energia per l'America»: tra gli obiettivi, non comprare più
petrolio dagli stati «nemici». L'unico citato per nome è il Venezuela: da
Caracas arriva il 12% del greggio Usa, che però da
soli coprono il 50% dell'export venezuelano. Chavez se la ride, ma alcuni
esperti non sono d'accordo. E il rischio c'è La benzina DELLE CANAGLIE IL PIANO
DI OBAMA: IN DIECI ANNI ADDIO AL GREGGIO DEI «CATTIVI» Estrella Gutiérrez
CARACAS La storia del petrolio venezuelano è legata alla principale potenza
«consumatrice» del pianeta, gli Stati Uniti, ma se il nuovo piano su energia e
ambiente del presidente Barack Obama raggiungerà i suoi obiettivi, entro un
decennio Caracas non potrà più contare sul mercato statunitense per greggio e
derivati. Il piano «Nuova energia per l'America», lanciato il 26 gennaio da
Washington, prevede tra i primi quattro obiettivi quello di «eliminare le
nostre attuali importazioni da Medio Oriente e Venezuela, entro 10 anni». Nel
firmare i decreti per la realizzazione del piano, Obama ha dichiarato che uno
dei suoi obiettivi è rendersi indipendente dal petrolio «proveniente da regimi
ostili», attraverso un risparmio nel consumo di almeno 14 milioni di barili al
giorno a partire dal 2011. «Gli serve il nostro greggio» I primi commenti del
presidente venezuelano Hugo Chávez sono arrivati il 2 febbraio. «A me sembra
che al presidente Obama abbiano fatto prendere lucciole per lanterne sul tema
dell'energia», ha dichiarato, ribadendo che Washington continuerà a dipendere
dal petrolio importato. Chávez, che ha valutato il piano in termini globali e
senza uno specifico riferimento al caso venezuelano, si è complimentato per la
decisione della nuova amministrazione Usa di
promuovere l'uso di energia pulita, offrendosi di collaborare nel dare impulso
all'energia solare, eolica o delle correnti marine. «Tutto ciò mi sembra
meraviglioso, ma difficilmente gli Usa nel breve
periodo si libereranno dal petrolio, di cui hanno bisogno come l'aria, come
l'ossigeno», ha assicurato Chávez, per il quale nei prossimi anni «sarà
inevitabile un incremento nel consumo di petrolio» a livello mondiale. Alcuni
esperti di geostrategia energetica e di relazioni petrolifere tra Usa e Venezuela ritengono invece che il piano di Obama
rappresenti una svolta radicale nel legame storico tra le due potenze di
importazione ed esportazione del greggio nel continente americano. «Il
Venezuela è l'unico importatore di petrolio menzionato espressamente nel piano,
e senza mezzi termini; si dice che entro 10 anni sarà eliminato come
fornitore», ha dichiarato José Suárez Núñez, editorialista di PetroFinanzas.
Víctor Poleo, docente universitario, viceministro per l'energia di Chávez
all'inizio del suo governo e oggi critico sulla gestione pubblica in materia di
petrolio, ha dichiarato che il piano di Obama avrà un impatto tale per il paese
che l'ultima decade potrebbe essere stata per il Venezuela «l'ultima ondata di
redditi petroliferi elevati». La congiuntura della prima grande crisi globale
del ventunesimo secolo col ruolo dei combustibili fossili nel cambiamento
climatico e la nuova leadership della prima potenza del pianeta lascia
presagire, secondo Poleo, una nuova era del consumo di energia, in cui il
petrolio perderà il proprio primato in favore di fonti pulite, allontanando
l'umanità da uno sviluppo suicida. Elie Habalián, anche lui professore
universitario membro del primo team di Chávez in materia di energia e oggi
critico verso la sua strategia, ha commentato che i responsabili del settore in
Venezuela «non capiscono la dimensione e la portata dei cambiamenti che
incideranno sul petrolio e le nuove dinamiche
tecnologiche-energetiche-ecologiche di cui oggi Obama si è fatto paladino». Il
Venezuela, i cui popoli originari utilizzavano il petrolio ancor prima
dell'arrivo di Cristoforo Colombo in America, è diventato produttore di greggio
all'inizio del ventesimo secolo, e da allora lo sviluppo del prodotto - da cui
la sua economia dipende - è sempre rimasto legato agli Stati Uniti. Non solo
erano statunitensi le multinazionali che parteciparono maggiormente allo
sviluppo petrolifero fino alla nazionalizzazione dell'industria nel 1976, ma è
la stessa geografia ad aver imposto come scelta più conveniente le relazioni
commerciali con il vicino e principale importatore di petrolio al mondo. Per
Washington, il Venezuela è sempre stato, prima e dopo la nazionalizzazione, il
fornitore più affidabile. Caracas fu tra i fondatori nel 1960
dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec), creata per
difendere gli interessi dei produttori di una risorsa strategica e non
rinnovabile, ma non ha mai partecipato agli embargo del gruppo, per ragioni
politiche. L'arma chiamata petrolio Chávez ha invece utilizzato sempre di più
il petrolio come un'arma politica nelle proprie relazioni internazionali,
soprattutto con gli Stati Uniti, sin da quando è salito al potere nel 1999 e ha
cominciato a promuovere «il socialismo del ventunesimo secolo», forte della
sovranità petrolifera e dell'appoggio dei popoli del Sud all'indipendenza
dall'«impero statunitense», uno dei suoi fondamenti. Dal 2005, Chávez ha
aggiunto la minaccia di un blocco delle forniture di greggio alla sua guerra
verbale contro il presidente Usa George W. Bush
(2001-2009), che ha accusato di aver imposto una politica di aggressione
mondiale e regionale e di aver partecipato a diverse cospirazioni per
rovesciarlo. Nel settembre 2008, il presidente venezuelano ha espulso
l'ambasciatore Usa, per solidarietà con un'iniziativa
analoga del governo della Bolivia, tra i principali alleati della «rivoluzione
bolivariana». Da allora, le relazioni bilaterali restano affidate agli
incaricati d'affari, anche se il 6 febbraio Chávez ha dichiarato di confidare
in un cambiamento nelle relazioni adesso che a Washington si respira la
«ventata d'aria fresca» di Obama. «Rispetteremo chi ci rispetta e siamo aperti
al dialogo», ha dichiarato. Secondo Suárez Núñez, il dipartimento per l'energia
Usa avrebbe contattato immediatamente i 200 compratori
di greggio venezuelano, e «tutti hanno garantito di disporre di forniture per
sostituire quel greggio» se la minaccia di Caracas dovesse concretizzarsi. Di
fatto, la compagnia statale Petróleos de Venezuela (PDVSA, Pedevesa) continua a
destinare agli Stati Uniti circa 1,2 milioni di barili al giorno, che rappresentano
più del 50 per cento delle sue esportazioni. Negli anni '90, il Venezuela era
il secondo fornitore del paese nordamericano, mentre oggi è sceso al quinto
posto, e le sue vendite rappresentano solo il 12 per cento delle importazioni
statunitensi di greggio. Al tempo stesso, Pedevesa ha incoraggiato una
diversificazione dei suoi mercati petroliferi, per proteggersi dall'attuale
andamento dei prezzi, che ha visto passare il paniere delle esportazioni
venezuelane da nove dollari, quando Chávez è arrivato alla presidenza, a 150
dollari nel 2008, prima che cominciasse l'attuale crollo. Gli
Usa pagano bene e subito Il
problema, ha spiegato Suárez Núñez, è che tra i nuovi clienti solo la Cina ha un potenziale importante, visto
che le altre destinazioni hanno tutte un risvolto politico, con accordi che
prevedono il pagamento in natura o con scadenze fino a 15 anni. «L'unico
che paga bene e a 30 giorni sono gli Stati Uniti», ha sottolineato. Adesso che
la crisi finanziaria mondiale ha visto precipitare i prezzi del greggio e che
il paniere petrolifero venezuelano si aggira intorno ai 37 dollari al barile -
mentre il valore per il 2009 è stato fissato a 60 dollari - la diversificazione
delle destinazioni si scontra con nuove difficoltà come i costi del trasporto, il
surplus di offerta e la necessità di nuovi sistemi di raffinazione del greggio.
«Piazzare un barile negli Stati Uniti costa 1,5 dollari mentre in Cina costa 10 dollari. In più il Venezuela raffina 600mila
barili al giorno nelle raffinerie nordamericane che hanno adattato i loro
sistemi al greggio pesante», di difficile trasformazione e che rappresentano i
tre quarti della produzione locale, ha spiegato l'esperto come esempio. La
produzione venezuelana è infatti formata per il 75 per cento di greggi pesanti
«e non esistono altri impianti di raffinazione adeguati per lavorarli fuori
dagli Stati Uniti», ha aggiunto. Secondo Suárez Núñez, il piano di Obama
dichiara il Venezuela un paese da cancellare dalla lista dei fornitori nel
momento peggiore, visto che lo scenario mondiale è «già ostile, e Pevedesa deve
affrontare contemporaneamente problemi di debito con i fornitori nazionali e
stranieri, calo della produzione e entrate insufficienti a coprire il
bilancio». «In concreto, il piano di Obama potrebbe accelerare la fine della
fase degli alti utili provenienti dal petrolio per il Venezuela, e costringerci
a confrontarci con la nostra realtà collettiva», ha commentato Poleo,
considerando che la nuova leadership di Washington «lancia e promuove un
cambiamento strutturale della fonte energetica del motore a benzina, che ha
dominato gran parte del ventesimo secolo». «Il Venezuela può, ovviamente,
cercare altri clienti per il suo petrolio, ma in tal caso sarebbe costretto ad
una ripianificazione che richiede tempo», ha puntualizzato Habalián. Per di
più, il reddito che ricaverebbe da altri mercati sarà sempre inferiore, e
questo sarebbe un elemento chiave per cui il paese entrerà in un'era di bassa
redditività del prodotto che rappresenta il 90 per cento delle sue esportazioni.
«Il trasporto di un barile in Cina o in India, i
colossi emergenti nel consumo di energia, costa 10 dollari, che possono essere
assorbiti quando il prezzo del barile è a 90 dollari, ma non quando il suo
valore scende a 30», ha spiegato. «Gli Stati Uniti possono tranquillamente
ridurre o perfino eliminare gli acquisti venezuelani, mentre il Venezuela, sul
breve e medio periodo, avrà dei grossi problemi se perderà il suo cliente
storico». © IPS - traduzione francesca buffo
( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
BANCA EUROPEA Pil in
caduta: cresce il rischio di protezionismo L'economia
mondiale è in recessione e si intensificano le spinte al protezionsimo. La
Banca centrale europea (Bce) è sincera e non fornisce alibi. E per prima cosa
rivede al ribasso le stime per i paesi appartenenti all'Eurozona: ora prevede
una caduta del Pil dell'1,7% alla fine del 2009, contro una crescita prevista
in precedenza dello 0,3%. Nel 2010, le cose potrebbero andare un pò meglio: la
crescita del Pil sarà dello 0,6%. Ma le incertezze per una ripresa sono molte;
ad esempio, il petrolio ieri veniva scambiato a circa 36 dollari. Ma questo
avviene a causa di una caduta della domanda e dei consumi, tanto che
l'inflazione scenderà allo 0,9% nel 2009 e il 2010; contro il 2,2% stimato nel
mese di ottobre». Un dato che potrebbe spingere la Banca a ritoccare i tassi di
interesse per rilanciare la ripresa. Nell'ultima riunione, la Bce non ha nè ha
alzato nè ridotto il costo del denaro che è fermo al 2%. La prossima occasione
è per la metà di marzo e da più parti si chiede all'istituto di Francoforte di
fare di più come già fatto la Fed e la Banca d'Inghilterra. Stimoli e rilancio
che dovrebbero essere all'altezza del dramma del lavoro: il Bollettino
sottolinea che «la disoccupazione passerà dall'8% all'8,7% nel corso del 2009;
mentre nel 2010 la crescita dei senzalavoro sarà al 9,4% rispetto all'8,1%
stimato inizialmente». Di fronte a questo scenario, quello che però più allarma
la Bce sono le spinte protezionistiche. «Serve maggior vigilanza», dicono gli
esperti dell'Eurotower. Non fanno accuse dirette a singoli paesi e alcune
amministrazioni di Eurolandia, però avvertono «di contrastare le pressioni in
tal senso a livello internazionaLe. Globalizzazione e libero mercato paiono ancora uno dei caposaldi della Bce e
avanzano una proposta: «che i piani anticrisi adottati dai governi devono
restare mirati e di carttere temporanei». Come a dire, si può sforare il
parametro di bilancio fissato a Maastritch ma occorre poi tornare subito in
regola. Però, undici paesi sono già in pregiudicato di superare la
regola del 3% sul deficit e il presidente della Banca centrale, Jean Claude
Trichet, teme che si sia ancora poco per appianare il buco delle banche. La
discussione sul protezionismo è rimandata al primo
marzo, il giorno che è stato convocato un vertice straordinario della Ue
dall'attuale presidente di turno, il ministro ceco Karel Schwarzenberg.
( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
AUTOBIOGRAFIE
«L'uomo alla destra di Mao» di Ji Chaozhu Sguardi dall'interno sulla Cina anni '50 Silvia Calamandrei LIBRI: JI CHAOZHU, L'UOMO
ALLA DESTRA DI MAO, LONGANESI, PP. 403, EURO 24 Silvia Calamandrei Ci sono
ancora protagonisti minori della rivoluzione cinese che hanno ricordi da
trasmettere, organizzando la propria memoria alla luce dell'oggi: tra questi
l'ottantenne Ji Chaozhu, interprete di Zhou Enlai e di Mao, immortalato vicino
al Grande Timoniere durante la visita di Nixon a Pechino nel '72 (L'uomo alla
destra di Mao, Longanesi 2008). Cadetto di una famiglia della élite dello
Shanxi, suo fratello Chaoding fu compagno di gioventù di Zhou Enlai e trascorse
gli anni '30 negli Stati Uniti, divenendo uno dei consiglieri del futuro primo
ministro, allora tra i comandanti dell'Esercito popolare di liberazione. Con
l'inasprirsi del conflitto sino-giapponese la famiglia si trasferì a New York
su suggerimento di Zhou Enlai e i due figli furono destinati a un'educazione
americana che avrebbe segnato il loro avvenire. Col senno di poi, Ji Chaozhu
può presentarsi come predestinato a essere una rotella nell'ingranaggio del
riavvicinamento tra Cina e Stati Uniti negli anni '70.
Ma il suo racconto mostra come all'epoca della guerra di resistenza contro il
Giappone le opzioni di alleanza dei comunisti cinesi erano ancora aperte:
un'occasione mancata per gli americani? Dopo la Liberazione, il giovanissimo
Ji, abbandona Harvard e al momento della guerra di Corea rientra in Cina, dove sarà arruolato tra i traduttori che assisteranno
le trattative sul 38° parallelo. Grazie alla sua padronanza dell'inglese,
diventa un assistente del primo ministro Zhou, che sviluppa la sua strategia di
alleanze per far uscire la Cina dall'isolamento. I
ricordi degli anni '50 mostrano però anche le difficoltà degli intellettuali
rimpatriati, accorsi per servire la nuova Cina
indipendente, ma considerati con diffidenza. La loro cultura cosmopolita ne fa
un bersaglio delle campagne di epurazione culminate nel movimento contro gli
«elementi di destra» dopo l'apertura temporanea dei Cento fiori. Ji non si
sottrae al fascino di Mao, e nella prefazione lo paragona a George Washington,
in quanto padre della Cina indipendente. Ma la sua
devozione va al primo ministro Zhou presentato come colui che ricuce quanto Mao
spezza. Zhou si serve di collaboratori competenti e non si schiera con gli
oppositori, ma durante la Rivoluzione culturale è attento a preservare il
Ministero degli esteri dai danni dell'ultrasinistra. È lui a tessere le fila
del riavvicinamento con gli Stati Uniti e a consentire a Ji di ritrovare il suo
spazio dopo i soggiorni di «rieducazione in campagna» negli anni della
Rivoluzione culturale, che Ji definisce «il moderno Medioevo cinese». Sarà
comunque con la politica della «porta aperta» di Deng Xiaoping che la carriera
di Ji rifulgerà in pieno. Mediatore accorto tra Cina, Usa e Regno Unito, ambasciatore a Londra dopo il massacro di Tien
Anmen, sarà lui a cercare di recuperare la credibilità perduta in nome degli
affari, mentre in qualità di sottosegretario all'Onu negli anni '90 si occuperà
di fondi di sviluppo per i paesi poveri, con una Cina ormai protagonista a pieno titolo. Una vita che condivide
momenti storici del paese e una narrazione che senza svelare segreti, aiuta a
comprendere fatti e personaggi storici in un contesto più quotidiano. Da
segnalare il ritratto di Wang Hairong e Nancy Tang, le «due signorine» che
diventano le interpreti e le intermediarie preferite di Mao alla fine della sua
vita, facendo il bello e il cattivo tempo al Ministero degli esteri. O l'attimo
di sincerità di Deng Xiaoping mentre conversa con Shirley MacLaine: a lei che
ricorda commossa il docente universitario cinese incontrato a piantare pomodori
e il suo elogio dell'esperienza di «imparare dai contadini», Deng dichiara:
«Quel professore mentiva!». La duplice appartenenza culturale, unita a una
lealtà al paese che confligge con i torti subiti, fanno di questa biografia un
documento significativa. La valorizzazione del ruolo di Zhou Enlai rappresenta
una delle tante versioni spendibili oggi da chi vuole rivendicare il ruolo
positivo del Partito comunista cinese e una continuità in direzione riformista.
C'è ancora un drappello di «vecchi comunisti», che potremmo definire
«socialdemocratici», che si sta facendo sentire in questa fase, in concomitanza
con le rivendicazioni della Carta 2008. Tra questi il più noto è Bao Tong, ex
assistente di Zhao Ziyang ora agli arresti domiciliari, di cui circola in rete
un saggio, consultabile anche in inglese, che stigmatizza l'azione di Deng
Xiaoping e invoca la fine della dittatura del partito, nonché un bilancio
pubblico degli anni del maoismo. A proposito dell'importanza delle traduzioni,
che Zhou Enlai conosceva bene nelle sue attività diplomatiche, ora i cinesi si
scervellano su un'espressione utilizzata da Hu Jintao nel suo recente discorso
di celebrazione del trentennale dal lancio delle riforme. Hu Jintao ama le
formule sintetiche e ha indicato tre bu o cose da «non» fare. Ma cosa vuol dire
bu zheteng? L'interprete che doveva tradurre in inglese lo ha lasciato in
cinese come intraducibile, ma suppergiù significa «non incasiniamoci», e segue
alle espressioni «non esitiamo» e «non vacilliamo», ovviamente sulla via delle
riforme. L'ambasciatrice in Namibia Ren Xiaoping è intervenuta sul sito del
Ministero degli esteri con un articolo in cui si insiste sul significato di
«non creiamoci degli ostacoli da soli» piuttosto che «non deviamo dalla retta
via». Insomma i pericoli sulla via delle riforme non derivano dall'esterno...
( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
INCONTRI Urbanisti e
sociologi a Bergamo su «Globalizzazione e territorio» «Oltre la globalizzazione, il ritorno al
territorio» è il titolo della tavola rotonda con cui questa mattina si aprono
le due giornate di incontri della sesta Assemblea nazionale degli Enti locali
che sperimentano pratiche partecipative,in programma oggi e domani a Bergamo
presso il Palazzo Frizzoni. Intorno a questo tema interverranno studiosi
di diverse discipline, dall'urbanista Alberto Magnaghi (che è anche presidente
della Rete del Nuovo Municipio) all'economista Tonino Perna al sociologo Franco
Cassano. Obiettivo dell'incontro di oggi, e delle riunioni plenarie come dei
gruppi di lavoro che seguiranno, è quello di confrontare e promuovere le
sperimentazioni in atto negli enti locali, sperimentazioni basate sull'idea che
nella dimensione del territorio si trovi lo spazio vitale per uno sviluppo
davvero autosostenibile.
( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del
13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
VARIE pag. 13 Andrea
Sceresini Milano A PECHINO, la scorsa estate, finì quasi in parità... Andrea
Sceresini Milano A PECHINO, la scorsa estate, finì quasi in parità: oro per
Cammarelle, argento a Russo, e bronzo per Picardi. Gli asiatici, dal canto
loro, si fermarono poco più in su: due ori e un argento. Da allora, sono
passati sette mesi: le luci della ribalta hanno abbandonato la Muraglia, e
attraversando i continenti sono giunte a illuminare la Madonnina. Lo scontro,
questa volta, sarà diretto: Italia-Cina. La sfida si consumerà in due
tranche: oggi, al PalaLido di piazza Stuparich, e domenica, presso il PalaNorda
di Bergamo (ore 17.30). Sul ring, rappresentative a ranghi completi: i ragazzi
di coach Damiani, reduci dal ritiro collegiale di Assisi, sono carichi e pronti
a dar battaglia. Lo hanno chiamato il «Tour to Milan»: cinque tornei,
contro altrettante rappresentative straniere. Un lungo cammino di preparazione,
in attesa dei Mondiali meneghini del prossimo settembre. L'APPUNTAMENTO, questa
sera, è per le 20.45. Lo schema, semplice e canonico: dieci incontri, uno per
ogni categoria di peso. Aprono le danze Vincenzo Picardi e Dang Yong (
( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del
13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
VARIE pag. 13 Dagli
Stati Uniti a Russia e Cuba: i pugili azzurri sfidano il mondo La formula Tanti
match in soli cinque mesi Milano CINQUE BATTAGLIE in cinque mesi. Si comincia questa sera, al PalaLido: Italia-Cina. Lo scontro tra azzurri e asiatici
si sposterà poi a Bergamo: l'appuntamento è per domenica pomeriggio. Quindi,
sarà il turno del Brasile (6 e 8 marzo). La forma è quella del «dual match»: la
prima gara avrà luogo a Milano, la seconda in un'altra sede, ancora da
definirsi. E poi, secondo lo stesso schema: Italia-Russia (3 e 5
aprile), Italia-Cuba (8 e 10 maggio), Italia-Germania (12 e 14 giugno), e
Italia-Usa (10 e 12 luglio).
( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-02-13 - pag: 6 autore: ANALISI Dazi e barriere
penalizzeranno le imprese italiane più avanzate di Valerio
Castronovo L a tentazione del protezionismo sta serpeggiando dall'una all'altra sponda dell'Atlantico dopo
che, messa al bando dal secondo dopoguerra con la progressiva liberalizzazione
degli scambi, era stata poi esorcizzata con l'avvento della globalizzazione. Che
l'idea di presidiare con dazi o contingentamenti all'import la produzione e
l'occupazione nazionale, sia una suggestione da non sottovalutare, lo
dimostra il fatto che ha cominciato a trovare udienza proprio in Gran Bretagna
e negli Stati Uniti, che per primi, negli anni Ottanta, avevano eletto il
liberismo a principio cardine tanto nelle relazioni commerciali e nei movimenti
di capitale che nella circolazione di manodopera. Ma anche nell'ambito
dell'Unione Europea (che pratica del resto, da lungo tempo, una politica
agricola basata su sovvenzioni alla produzione e su vincoli all'importazione)
non mancano i sintomi di una resurrezione di istanze e misure di sapore
protezionistico, a giudicare dall'aria che tira in Francia e in Germania. In
Italia, non sono ancora emersi orientamenti analoghi; ma c'è da chiedersi se
non finirà per irrompere sulla scena, qualora prevalesse nei principali Paesi
della Ue (sotto la pressione dei sindacati, o per calcoli elettorali, o per
ragion di Stato) la tendenza ad agire, ognuno per conto proprio, con l'arma più
o meno mascherata del protezionismo, illudendosi di
riuscire così a farcela da soli o quantomeno a salvare il salvabile. A rigore,
dato che quello italiano è un modello di sviluppo per lo più export led,
trainato soprattutto dalle esportazioni dall'ingresso nel Mercato comune
europeo, dovremmo essere sufficientemente vaccinati dal richiamo di politiche
di stampo protezionista. Ma non lo si può dare per scontato. Anche perché dopo
il trattato di Maastricht e con l'ingresso nell'euro, non è più possibile, come
era avvenuto in altre congiunture avverse, ricorrere all'espediente delle
svalutazioni competitive, per ridare fiato alle esportazioni. Ma, qualora
dovesse spirare anche in Italia il vento del nazional- protezionismo,
è bene aver presente che finirebbero per farne le spese soprattutto i settori
più avanzati del sistema economico. Non siamo più, infatti, ai tempi della
prima industrializzazione tra Otto e Novecento, quando l'inasprimento delle
tariffe doganali deciso nel 1887 dal Governo della Sinistra costituzionale di
Agostino Depretis e vari sussidi statali diedero modo alle imprese tessili,
siderurgiche e della grossa meccanica (ancora in fasce) di sopravvivere o di
farsi le ossa nel mezzo di una pesante fase recessiva. E consentirono inoltre
all'Italia, dato che Germania e Francia ci avevano preceduto sulla strada del protezionismo, di non rimanere inchiodati a una condizione
di infantilismo economico e di sovranità politica limitata. A pagare il prezzo
del ripudio di una politica liberista, quale professata per vent'anni dalla
Destra post-cavouriana, fu allora soprattutto l'agricoltura del Sud, non quella
cerealicola degli agrari latifondisti (protetti da elevati dazi sul grano),
bensì quella specializzata e a maggiore valore aggiunto rappresentata da
produzioni vitivinicole, agrumarie e seriche, fino ad allora largamente
esportate. Oggi, a subire le conseguenze più pesanti di eventuali misure
protezionistiche, qualora prendessero il sopravvento alla spicciolata in Europa
e altrove, sarebbero invece le imprese industriali del Centro-Nord,
attrezzatesi negli ultimi anni per competere con successo sui mercati
internazionali, e il cui apporto alla bilancia dei pagamenti risulta essenziale
per importare materie prime e risorse energetiche carenti nel Paese. C'è perciò
da augurarsi che il Governo faccia la sua brava parte a Bruxelles affinché i
vertici della Ue tengano a freno quei Paesi che, in ordine sparso, puntano a
favorire più o meno surrettiziamente banche, imprese e maestranze di casa
propria. INTERESSE NAZIONALE Roma deve convincere i vertici dell'Unione a
frenare i partner che puntano a favorire le economie locali
( da "Nazione, La (Umbria)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ORVIETO / CONCA
TERNANA pag. 21 Il computer entra nelle scuole NARNI A GUALDO, SAN LIBERATO E
ALLO SCALO NARNI IL COMPUTER entra nelle scuole: a Gualdo, San Liberato e Narni
Scalo arriva la didattica on web. L'amministrazione comunale ha infatti varato
un progetto per installare laboratori di informatica nelle aule delle tre
scuole elementari, realizzando un servizio innovativo a vantaggio di insegnanti
e studenti. Nelle scuole saranno istallati complessivamente 31 personal
computer donati da un istituto di credito e che verranno utilizzati per
insegnare l'uso del pc ai giovani, in linea con le tendenze moderne e con le
raccomandazioni ministeriali. Il costo complessivo si aggira sui 20.000 euro,
oltre ad altre risorse utilizzate per realizzare i servizi necessari ai
collegamenti in rete. Due delle tre scuole saranno infatti messe in contatto
diretto fra loro. Si tratta di quelle di Gualdo e San Liberato, che potranno
dialogare on line, potendo realizzare anche un sistema di videolezioni e
videoconferenze. I giovani frequenteranno i laboratori con
regolarità, avendo la direzione didattica inserito l'informatica nel piano
didattico 2008/2009, consentendo così anche ai più piccoli di avvicinarsi alle
nuove tecnologie sempre più indispensabili in un mondo globalizzato e che
cambia a grande velocità. Mass.Cin.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-02-13 - pag: 35 autore: Coca Cola I Paesi
emergenti spingono le vendite Coca Cola, il colosso delle bevande analcoliche Usa numero uno al mondo, ha annunciato di aver assistito a
una flessione degli utili del 18%, causa la volatilità dei mercati valutari e
gli effetti della recessione globale. I risultati sono stati comunque migliori delle
attese e l'a.d. Muhtar Kent ha affermato che «la performancedel 4Útrimestre è
stata molto solida». Gli utili sono scesi da 1,21 miliardi a 995 milioni di
dollari. Il dato però è migliore del previsto e a Wall Street il titolo è
salito di circa il 6%. Il fatturato – salito in volume del 4% grazie alle
crescenti vendite in India, Cina e Paesi dell'Europa
orientale – è sceso invece in valore del 3% a 7,13 miliardi di dollari.
INFOPHOTO
( da "Corriere della Sera" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Focus Vuota - data: 2009-02-13 num: - pag: 10 categoria:
REDAZIONALE Le date è stato deciso di limitare l'arco temporale degli eventi
sui quali giudicare dal 17 aprile 1975 al 6 gennaio 1979 I dubbi Il procuratore
canadese vorrebbe aumentare il numero degli imputati, quello locale intende
limitarsi a cinque Cambogia, Khmer rossi a processo Al via il 17 con Duch,
torturatore del carcere S-21 Corte mista, con giudici locali e nominati
dall'Onu DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Kaing Guek Eav non trascorre i
suoi giorni incatenato al pavimento con altre decine di prigionieri, le labbra
a inseguire uno scarafaggio per integrare una dieta di broda immangiabile. In
carcere Kaing Guek Eav non verrà preso a bastonate, nessuno userà tenaglie ed
elettrodi contro di lui. L'attesa di Kaing Guek Eav scorre fra comfort inauditi:
una cella pulita, pasti decenti. Nessuno lo metterà a morte. Si terrà stretta
la vita. Privilegio che i detenuti affidati alle sue cure, oltre 30 anni fa,
non potevano sperare. Kaing Guek Eav è la prima e per ora unica persona
rinviata a giudizio in Cambogia nel processo ai dirigenti dei Khmer rossi,
responsabili di crimini contro l'umanità. Nel regime instaurato da Pol Pot tra
il 1975 e il 1979 — perverso ibrido di marxismo e nazionalismo xenofobo — Kaing
portava il nome da rivoluzionario, Duch. Era il responsabile della prigione più
importante, S-21, nell'ex liceo di Tuol Sleng: vi morirono almeno 17 mila
persone, una frazione del milione 700 mila vittime del genocidio khmer. Duch
torturava, interrogava, eliminava. «è un caso facile. Me lo immagino rassegnato
a dire la verità», commenta al telefono Nic Dunlop, il fotografo irlandese che
cercò per anni il «boia scomparso» («The Lost Executioner», così ha intitolato
il libro sulla sua caccia), lo rintracciò e lo fece arrestare: era il maggio
'99. Dieci anni dopo, il 17 febbraio, si comincia. Prima udienza tecnica. Poi
Duch dovrà difendersi da accuse che sono nei libri di storia ma nessun giudice
ha mai pronunciato contro di lui. Polemiche sulla forma, il mandato, il numero
degli imputati, sospetti di corruzione sul personale: mille dubbi corrodono la
vigilia. Lo stesso Dunlop teme «il rischio dell'irrilevanza » per un
procedimento che arriva tardi. Ma l'avvio del processo contro i leader
superstiti dei Khmer rossi resta un evento epocale, al di là dei distinguo. è
la chance estrema di rendere giustizia alle vittime e di imporre agli ideologi
ed esecutori del genocidio un faccia a faccia con le loro responsabilità
personali e giuridiche. Il cervello dei Khmer rossi, il «fratello numero uno»
Pol Pot, è morto nel 1998. Così Son Sen e Ta Mok, «il macellaio». Ma oltre a
Duch, sono in carcere altri 4 gerarchi, tutti in attesa di essere rinviati a
giudizio: Nuon Chea era il «fratello numero 2», l'ideologo senza scrupoli;
Khieu Samphan il capo di Stato, il volto presentabile dei Khmer rossi anche
dopo la caduta del regime, l'uomo che faceva la spola fra i campi della
guerriglia e l'Onu, dove per anni la Cambogia venne rappresentata dagli uomini
di Pol Pot con l'avallo di Usa, Cina e Gran
Bretagna; ci sono poi Ieng Sary, potente ministro degli Esteri, e sua moglie
Ieng Tirith, cognata di Pol Pot e ministro degli Affari sociali. Sono accusati
di aver ispirato e/o ordinato massacri ed epurazioni, ciascuno in base al suo
ruolo, e di aver adottato politiche che causarono vittime per inedia,
superlavoro, assenza di cure mediche. I capi d'imputazione abbondano, le prove
raccolte anche. Manca il tempo. Perché Duch compirà 67 anni il 17 novembre ma
gli altri
( da "Foglio, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
13 febbraio 2009 Qualche
consiglio per non sciupare già da oggi il prossimo summit della Maddalena Il
supergoverno del mondo, cioè il G8, si riunirà a La Maddalena l?8-10 luglio
prossimi sotto la presidenza italiana. La serie degli incontri iniziò nel 1975,
su proposta francese. Anche allora, all?ordine del giorno c?era una grave crisi
economico-finanziaria, innescata dalla crisi petrolifera. Le economie dei paesi
più industrializzati erano state colpite dall?improvviso rialzo del petrolio e
le loro bilance dei pagamenti ne erano state sconvolte mentre nel sistema
finanziario internazionale cominciavano a vagare masse di petroldollari. Gli
Stati Uniti erano appena andati via dal Vietnam, il Giappone si preparava al
grande balzo del decennio successivo, nel Regno Unito non era ancora sorta la
stella di Margaret Thatcher e in Europa il duo franco-tedesco, rappresentato da
Giscard d?Estaing e Helmut Schmidt, cercava di inventare una rotta sulle
questioni monetarie dal momento che solo quattro anni prima, nel 1971, era
finito il sistema di Bretton Woods basato sulla convertibilità del dollaro. La
formula piacque e nel corso dei successivi 33 vertici – erano sei all?inizio,
nel 1977 entrò il Canada e nel 1997 la Russia – sono stati esaminati tutti i
problemi più gravi, dall?energia al terrorismo, dall?ambiente alla
proliferazione nucleare. Oggi e domani si riuniscono i ministri delle Finanze e
i governatori delle Banche centrali del G7, in funzione preparatoria del summit
che dovrà concentrarsi sulla crisi dell?economia finanziaria esplosa
nell?autunno scorso e per la quale già i governi hanno preso provvedimenti e
altri ne hanno annunziati per una cifra che si avvicina ai 5.000 miliardi di
dollari ma che potrebbe aumentare. Nel frattempo lo scenario di fondo è
cambiato. Dall?euforia della fine della guerra fredda si è passati all?11
settembre e alle guerre contro il terrorismo; una nuova moneta (l?euro) e una
nuova banca centrale (la Bce) sono entrate in campo; la globalizzazione è stata
esaltata e deprecata; nuovi poderosi protagonisti economici sono apparsi: Cina,
India, Brasile; la Russia, che un po? si è ripresa, adesso stringe in mano i
gasdotti che riforniscono l?Europa occidentale, che non è più nemica, ma
cliente-ostaggio; due nuovi paesi (India e Pakistan) sono entrati nel club
nucleare; la Corea del Nord ha affermato di esserci e l?Iran difende il suo
diritto a entrarci. Soprattutto, l?enorme sviluppo della finanziarizzazione
dell?economia ha sbilanciato in negativo gli aspetti positivi della
globalizzazione, cioè l?aumento degli scambi commerciali e l?integrazione tra
le capacità produttive dei diversi paesi. Se si cerca un filo conduttore dal
primo summit del
( da "Secolo XIX, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pellizzetti
presenta"La quarta via" alla ubik "LA QUARTA VIA"è il
titolo del libro di Pierfranco Pellizzetti che sarà presentato oggi alle 18
alla libreria "Ubik" di corso Italia. Oltre all'autore, interverranno
il sindaco di Savona, Federico Berruti, il portavoce della Federazione dei
Verdi di Savona, Carlo Vasconi, la presidente del Campus universitario, Augusta
Molinari, e l'imprenditore Gerardo Ghiliotto. "La quarta via" vuole
essere «un libro per il centrosinistra, contro questo centrosinistra, perché la
catastrofe economica, sociale e morale delle politiche liberiste
e della globalizzazione finanziaria impone alla sinistra di ricercare nuove
vie, che superino quella visione di opaco controllo amministrativo che spiana
la via all'avversario. Ma per fare questo occorre aggiungere all'orizzontalità
della politica come pura gestione altre dimensioni, quella verticale del
progetto condiviso. Gli esempi di Obama e di Zapatero dimostrano che
un'altra via è possibile». Alle 20 alla Ubik ci sarà un altro incontro: Nanni
Russo, ex senatore, affronterà il tema "La sinistra e le
istituzioni". 13/02/2009
( da "Travel Trade Italia.com" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
12/02/2009 18.18 Le
Marche riposizionano l'offerta turistica internazionale Riposizionamento
dell'offerta turistica nei mercati internazionali. È l'obiettivo espresso dalle
Marche nel piano di promozione turistico 2009. La Regione punta ad organizzare,
qualificare e integrare le varie proposte presenti sul territorio, dalla natura
alla cultura, dall'agroalimentare al manifatturiero. In programma la
riqualificazione delle strutture ricettive, la creazione di un marchio di
qualità regionale per gli alberghi e il potenziamento dell'Osservatorio
regionale sul turismo. Nel 2009 le Marche rafforzerà la presenza nei mercati di
Germania, Gran Bretagna, Benelux, Nord Europa, Francia e Repubblica Ceca, e
intensificherà quella in Polonia, Slovenia e Croazia. Previste
azioni anche in Cina,
Russia, Usa, Giappone e
India. "Il numero di arrivi e presenze non è adeguato alle potenzialità
della regione - commenta Vittoriano Solazzi, assessore regionale al turismo -. In
particolare, si riscontra una forte disomogeneità tra le aree del litorale e le
zone dell'entroterra e una forte stagionalità delle presenze" Siti
sponsorizzati
( da "Metronews" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Bce : '' Il
protezionismo ? Deriva pericolosa '' uscito su Metro il 13/02/2009 Lascia il tuo
commento! «Stop alle spinte protezionistiche »: è questo il monito lanciato
ieri dalla Bce dopo l?ennesimo bollettino economico nefasto per l?Europa negli
ultimi mesi. Se ci saranno altre derive in questo senso, da Francoforte sono
pronti anche a intervenire. Spinte protezionistiche si diceva: ma sono poi così
forti in Europa? Noi l?abbiamo chiesto a Francesco Daveri collaboratore di
Lavoce.info e professore ordinario di Politica Economica presso l?Università di
Parma. La Bce si è detta preoccupata per l?aria di protezionismo che tira in
Europa... - E ha perfettamente ragione. In Europa tutti guardano troppo al
proprio orticello. Anche se i casi espliciti sono pochissimi, in tutti i
pacchetti di aiuti si cercano scorciatoie per favorire la produzione interna.
Ciò è pericoloso: ricordiamoci che non tutti i settori stanno ricevendo aiuti,
e qualcuno presto potrebbe alzare la mano. E in quel caso le casse dei vari
paesi potrebbero non sopportarlo. Eppure in Francia il settore dell?auto ha
adottato misure che favoriscono soltanto le case nazionali. - Sì, per la
produzione soprattutto. In maniera meno evidente però lo fa anche la Germania,
e anche da noi le agevolazioni maggiori sono per le auto prodotte qua. Allora
da cosa deve partire questo coordinamento tra paesi auspicato dalla Bce? -
Bisogna guardare oltre. Investire su aziende all?estero,
intensificare i rapporti con gli altri paesi anche a beneficio delle produzioni
interne. Nonostante il rallentamento vistoso della loro crescita, economie
emergenti come Cina e
Brasile continuano a farlo, mentre giganti come Usa, Francia, ecc si stanno chiudendo a riccio. (VALERIO MINGARELLI)
( da "Panorama.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
- Hitech e Scienza -
http://blog.panorama.it/hitechescienza - Farmaci
globalizzati, conoscerne l'origine per salvare l'ambiente Posted By
roberto.verrastro On 13/2/2009 @ 10:22 In Headlines | No Comments [1]
Medicinali che inquinano Contro l'inquinamento da farmaci non basta la buona
volontà del singolo consumatore che eviti di disperdere nell'ambiente quelli
inutilizzati o scaduti. Il problema, come dimostra uno studio pubblicato
dalla rivista [2] Regulatory Toxicology and Pharmacology, è di portata ben più
vasta. Uno degli autori, [3] Joakim Larsson, docente dell'Istituto di
neuroscienze e fisiologia della svedese [4] Università di Göteborg, ha infatti
visitato la zona industriale nei pressi di [5] Hyderabad, in India, dove il suo
gruppo di ricerca ha raccolto campioni dell'acqua scaricata da un impianto per
il trattamento delle [6] acque reflue provenienti da circa 90 aziende
farmaceutiche dell'area. Scoprendo che l'impianto in questione rilascia
( da "Repubblica.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ROMA - Terry Barker,
il direttore del Centro per la ricerca della mitigazione dei cambiamenti
climatici dell'Università di Cambridge, ha azzardato un pronostico molto
impegnativo: "In occasione della Grande Depressione, tra il 1929 e il
1932, le emissioni di anidride carbonica sono crollate del 35 per cento. A mio
avviso esiste la possibilità che entro il 2012 il calo sarà ancora più vistoso,
tutti gli indicatori stanno precipitando". E' un po' come sostenere che il
problema del riscaldamento globale è praticamente risolto, visto che in appena
due anni sarebbe stata ottenuta quasi la metà dell'ambizioso obiettivo fissato
da Obama per il 2050 (-80%) e quasi raddoppiato quello del -20% previsto
dall'Unione Europea per il 2020. Tutto risolto, dunque? Non esattamente, perché
altri esperti fanno notare che la crisi ridurrà drasticamente i fondi necessari
a riconvertire l'economia verso il traguardo delle "emissioni zero",
e quando i paesi del G20 saranno fuori dal tunnel della recessione la
produzione di gas serra schizzerà nuovamente alle stelle in un battibaleno,
vanificando in pochissimo tempo i benefici dello stop. Questa ambiguità è solo
una delle tante che la crisi economica intreccia con le politiche ambientali. I
fattori per cui il rallentamento può rappresentare una svolta positiva sono
molti, ma altrettante sono le possibili minacce. Crisi economica significa meno
emissioni, necessità (o quanto meno possibilità) di rivedere il modello di
sviluppo seguito sin qui. Non è un caso se mai come in questo momento si parla
ovunque (tranne che in Italia, purtroppo) di New Deal Verde. Ma crisi economica
significa allo stesso modo far retrocedere l'ambiente nell'agenda delle
priorità rispetto a problemi più urgenti come l'occupazione, avere a
disposizione meno risorse da investire in ricerca e innovazione tecnologica e
significa, infine, prezzo del petrolio in caduta libera, il che rende meno
conveniente pratiche virtuose come l'efficienza e il risparmio energetico.
OAS_RICH('Middle'); Le variabili e le possibili risposte della politica a
questo scenario sono moltissime e capire quali di questi aspetti alla fine sarà
più importante è molto difficile. Un gruppo di "addetti ai lavori" di
prima qualità ha provato comunque a sbilanciarsi in una previsione per
Repubblica.it. Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club ed ex
consulente del ministro Pierluigi Bersani. Credo che il saldo finale della
crisi sarà positivo in termini di opportunità ambientali, ma che l'entità di
questo saldo dipenderà dalle politiche che verranno adottate. Tutto fa pensare
che gli Usa, spingendo sulla trasformazione della
produzione di automobili verso modelli a basso consumo e destinando 50-100
miliardi di dollari alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici e
alle rinnovabili, si stiano attrezzando per una incisiva ed efficace
fuoriuscita "ecologica" della crisi. In parallelo, gli investimenti
sugli scisti bituminosi e sul nucleare subiranno invece un rallentamento.
Giappone e Corea del Sud hanno analogamente lanciato dei pacchetti di stimolo
marcati come "Green new deals" e la Cina intende spendere larga parte dei
586 miliardi di dollari in progetti legati all'energia e all'ambiente. L'Europa
è sulla stessa strada, forte anche degli ottimi risultati che alcuni paesi,
come la Germania e la Spagna hanno ottenuto in termini di nuove industrie ed
occupazione nel campo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica.
Segnali contraddittori e per certi versi sbagliati vengono invece dall'Italia.
Saldi in tempi di crisi Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del Wwf
Italia. Credo che la crisi farà diminuire l'impronta ecologica in maniera
sensibile in una fase in cui eravamo di fronte a una evidente recessione
ambientale, con le capacità del Pianeta di assimilare e rigenerare il nostro
sviluppo decisamente superate. E' una crisi annunciata da chi, come il Club di
Roma, la temeva da anni, venendo molto spesso dileggiato da personaggi, come il
ministro Tremonti, che hanno scoperto solo ora queste tematiche. Nessuno si
augurava però di arrivare a questo punto e nessuno pensava che l'uomo, essendo
sapiens, dovesse passare attraverso questa situazione per capire le solide basi
scientifiche dei limiti dello sviluppo. Questa crisi ora ci pone la possibilità
di vedere la questione ambientale e di affrontarla in maniera positiva. Le
scelte di Obama vanno in questa direzione anche per gli uomini straordinari di
cui si è circondato. Ha dato spazio alla cultura scientifica mostrando di aver
capito quali sono le opportunità della ripresa. Per ora ci sta indicando una
strada di svolta molto interessante. Chi si posiziona per primo è favorito, ma
da noi si fa un catenaccio difensivo e perdente. Tutto sommato non direi che la
crisi "fa bene", ma più modestamente che rappresenta più
un'opportunità che non un pericolo. Marzio Galeotti, docente di Economia
ambientale all'Università di Milano e redattore della Voce.info E' molto
difficile fare una previsione, le variabili sono molte e francamente non sono
in grado di dare una risposta certa. La mia impressione è che nel complesso la
crisi rappresenta un'opportunità, che però va colta mostrando coraggio e
capacità d'innovazione e cambiamento, come sembra abbia capito Obama. Non credo
però che puntare su rinnovabili ed efficienza energetica sia sufficiente a
tirarci fuori dalla crisi. Sicuramente è un'occasione per una importante e
profonda riforma. La crisi darà sicuramente una botta positiva alle emissioni
di gas climalteranti, ma se nel frattempo non si introducono cambiamenti
rischia di essere un sollievo provvisorio. Maurizio Pallante, animatore del
Movimento italiano per la decrescita e ex consulente del ministro Pecoraro
Scanio. Ritengo che la recessione porterà a superare la follia indotta nei
paesi occidentali da sessant'anni di sovrabbondanza di petrolio a basso prezzo
e ad adottare comportamenti individuali e stili di vita più responsabili nei
confronti degli ambienti: meno spreco di risorse e meno emissioni. Ma ritengo
che apra anche grandi prospettive per investimenti e sviluppo di settori
industriali che producono, commercializzano, installano e fanno la manutenzione
di tecnologie che accrescono l'efficienza nell'uso delle risorse: dalla coibentazione
degli edifici alla produzione di macchinari ed elettrodomestici più efficienti,
dal recupero delle materie prime secondarie contenute negli oggetti dismessi
allo sviluppo di forme di mobilità più veloci e meno inquinanti (mezzi pubblici
collettivi e mezzi pubblici a uso privato a domanda alimentati elettricamente a
rete). E' compito della politica indirizzare in questi settori la ricerca e gli
investimenti, ma non è detto che ci riesca o voglia farlo, perché le pressioni
delle lobby industriali esistenti (automobile ed edilizia) sono molto forti. Se
questa ipotesi si realizzasse, si potrebbe avviare un nuovo ciclo economico
virtuoso basato sulla riduzione dei consumi di materie prime e di energia a
parità di produzione. Roberto Della Seta, senatore Pd e ex leader di
Legambiente. Non direi che la crisi è un bene perché non sono un fan della
decrescita. Se la decrescita fosse una soluzione noi ambientalisti staremmo
vincendo e Berlusconi sarebbe un nostro eroe, visto che ogni volta che va al
governo il Pil diminuisce. Non credo che sia un bene perché in tempi di
recessione c'è il rischio che la distribuzione delle risorse verso la tutela
dell'ambiente e le politiche ambientali in genere finiscano per essere
penalizzate. Tutto sommato penso però che sarà un'opportunità positiva, anche
se a un prezzo (più povertà, più disoccupazione) che non avrei mai voluto
pagare. Sono ottimista perché le elite (parlo del mondo, non certo dell'Italia)
hanno reagito meglio di quanto si potesse sperare, soprattutto se teniamo conto
che il rischio di risposte difensive, per esempio lo stop al 20-20-20 è stato
forte e reale. La tentazione a mettere da parte il problema ambientale però
rimane e la partita non è decisa. La percezione che bisogna orientare i consumi
in maniera diversa ora però esiste. Arturo Lorenzoni, Direttore di Ricerca
presso l'Istituto di Economia e Politica dell'Energia e dell'Ambiente
dell'Università Bocconi di Milano. Gli effetti della crisi sul settore sono
funzione delle politiche che andiamo ad avviare. Sta a noi decidere se
amplificare la spirale negativa della crisi del manifatturiero o se dare una
risposta forte a partire dalla domanda obbligata di sostenibilità nel settore
energetico. Per questo in fondo ritengo sia un'opportunità: la discesa dei tassi
avvantaggia gli investimenti ad alta intensità di capitale; i problemi del
settore auto favoriscono interventi mirati a soluzioni innovative (non
incentivi a pioggia, ma sostegno a soluzioni efficienti, come le auto a bassi
consumi, le ibride, le elettriche); l'edilizia può riprendersi se punta sulla
qualità di materiali e impianti. Le scelte americane possono veramente
stravolgere i mercati. Se si confermano i target altissimi a breve termine
(raddoppio delle rinnovabili Usa in tre anni), ad
esempio tutta la produzione dell'est di moduli fotovoltaici, che ora sono
venduti sottocosto in Europa, riprende la via degli Stati Uniti, con una
ripresa degli investimenti e un sostegno ai prezzi (buono per l'industria, meno
per i consumatori). Ma gli esempi possono essere molti. (13 febbraio 2009
( da "Agi" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
CINA:
TRE SI LANCIANO CON AUTO CONTRO CANCELLO AMBASCIATA USA (AGI) - Pechino, 13
feb. - Tre cittadini cinesi si sono lanciati con la loro auto contro uno degli
ingressi dell'ambasciata degli Stati Uniti a Pechino, senza ferire nessuno ma
causando gravi danni alla cancellata e distruggendo il veicolo, una 'Volkswagen Passat'. I tre
sono peraltro stati immediatamente assaliti dai poliziotti di guardia, che li
hanno portati via. La vicenda risale al pomeriggio del 28 gennaio, ma e' stata
resa nota soltanto adesso da Susan Stevenson, portavoce della rappresentanza Usa, la quale ha aggiunto che non si e' piu' saputo nulla
degli assalitori: le forze dell'ordine cinesi si sono limitate a comunicare che
sono in corso le indagini, ma su che cosa ne sia stato degli accusati niente e'
trapelato. Comunque, ha concluso la portavoce americana, per il personale della
legazione, diplomatico e non, non sono stati diramate particolari disposizioni
concernenti un rafforzamento delle misure di sicurezza. Dopo quella in Iraq,
l'ambasciata Usa in Cina e'
la piu' grande tra le rappresentanze di Washington all'estero; fu inaugurata
l'anno scorso dall'allora presidente, George W. Bush, in occasione dei Giochi
Olimpici di Pechino 2008.
( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
SPAZIO CASA.
Proposta del presidente settore legno di Assoartigiani Pedon: «I nostri prodotti artigianali sono naturali contrariamente a quelli usa e
getta della Cina»
13/02/2009 rss e-mail print A Spazio Casa si è parlato degli incentivi fiscali
del governo Maria Elena Bonacini VICENZA «Anche gli incentivi per l'acquisto di
mobili dovrebbero tenere conto dell'ambiente». A lanciare la proposta è Donato
Pedon, presidente regionale del settore legno di Assoartigiani, in
apertura del convegno "Risparmio, benessere, estetica: naturalmente
legno" organizzato dall'associazione provinciale di categoria durante la
fiera Spazio Casa di Vicenza, nel quale esperti del settore hanno illustrato le
caratteristiche di questo materiale, la gestione forestale sostenibile e le
nuove tecniche di lavorazione per far durare i prodotti nel tempo. «Nel piano
anticrisi - spiega Pedon - il Governo ha previsto aiuti al settore del mobile,
legati alla ristrutturazione della casa o alla sostituzione di altri mobili.
Mentre però in altri campi si guarda all'ambiente e all'ecosostenibilità, ad
esempio negli incentivi per l'auto e per le energie alternative, nel nostro
settore questo non viene fatto, anche se sarebbe giusto. I mobili artigianali,
infatti, sono prodotti naturali, durano nel tempo e possono essere riparati,
contrariamente a quelli provenienti da Cina, Svezia o
Turchia, che sono usa e getta e vengono fabbricati con plastica ed elementi
inquinanti. Senza contare le emissioni prodotte dai camion che li trasportano
in Italia e che queste aziende non pagano le tasse nel nostro Paese.
Chiederemmo, insomma, che chi deciderà i criteri con cui assegnare gli
incentivi tenga conto di qualità e filiera corta». Il settore, del resto, non
sta attraversando un momento d'oro, «anche se - afferma Giancarlo Gili -
presidente provinciale della categoria legno - stiamo soffrendo meno di altri
settori. Ci aspettiamo una ripresa soprattutto dal rilancio dell'edilizia». «È
indubbio - conclude Pedon - che un rallentamento c'è, anche se non siamo fermi.
La produzione di conifere, infatti, è calata del 30 per cento. Siamo però
ottimisti, perché la sensazione è che la gente stia riscoprendo il valore del
denaro e lo spenda più accuratamente. Arriveremo ad una situazione come quella
del Dopoguerra e penso che le spese saranno fatte guardando anche alla durata
dei prodotti, che gli artigiani possono garantire».
( da "Avvenire" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
CHIESA 13-02-
( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Napoli chiesa e
societa' Sepe: Il Sud ritorni a sperare Mezzogiorno, il cardinale: Si cresce
solo se si sconfigge la logica del fallimento "Il Mezzogiorno deve
riappropriarsi della speranza contro i condizionamenti perversi della
criminalità". Lo afferma il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, aprendo
i lavori del convegno "La Chiesa del Sud. La Chiesa nel Sud" in corso
a Napoli. Per Sepe "Per molti il Sud evoca l'idea del fallimento, un'idea
che deve essere sradicata soprattutto tra i giovani. Il futuro è nella vittoria
della legalità e nella conversione delle coscienze".?All'evento prendono
parte 80 vescovi e oltre 250 delegati. Il convegno si pone a 20 anni di
distanza dal documento "La Chiesa italiana e il Mezzogiorno", sulla
questione meridionale. Daniela Liguori "Noi vescovi del Sud siamo qui per
riorganizzare la speranza evangelica come presupposto, come struttura, come
fondamento del rispetto e dei diritti della gente del meridione". Con
queste parole il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe apre il convegno
"Chiesa nel Sud, Chiese del Sud", affermando che "A vent'anni
dall'incontro che ha prodotto il documento dei vescovi italiani "Chiesa
italiana e Mezzogiorno", vogliamo ribadire l'mpegno e la volontà di
affermare che la speranza è il punto chiave da cui ripartire". "Non è
possibile parlare di Sud- afferma Sepe - senza le difficoltà che l'intero paese
si trova a vivere. Siamo consapevoli del livello della crisi economica. Ne può
consolare - sottolinea - il fatto che la crisi del
Mezzogiorno derivi dal mondo globalizzato, che sarebbe in sostanza la causa di
una presunta inattualità di una politica indirizzata al Sud. E' difronte alla
dimensione della globalità che il Mezzogiorno evoca, per molti, l'idea del
fallimento ciò che noi dobbiamo fare è sicuramente cercare di risolvere le
difficoltà del Sud". Le chiese del Sud, secondo Sepe, "non
possono e non vogliono rassegnarsi, perché vogliono essere protagoniste dello
sviluppo del territorio in cui viviamo. Noi siamo la chiesa del sud, e non
abbiamo paura di accettare le sfide e provocazione che ci vengono dalla società
globalizzata,ne pensiamo di rinchiuderci nel confini del disimpegno, accettando
devastanti catastrofismi che sono la matrice di fuga dalla speranza".
"Non posso fare a meno -sostiene Sepe di rivolgere un pensiero particolare
ai giovani. I giovani devono ritornare ad essere il volto e l'anima di un
meridione che non può fare a meno della loro intelligenza".
"Vent'anni fa l'Assise dei Vescovi si chiuse con la consapevolezza che non
ci saremo salvati se non insieme". Il cardinale Crescenzio Sepe afferma
che "quel grido oggi è ancora più attuale di allora" ma, secondo il
cardinale , bisogna "partire dal Sud per riscattare il Sud".
Napolitano: Serve uno sforzo di solidarietà La necessità "di uno sforzo
solidale della comunità nazionale" per garantire "uno sviluppo
sostenibile ed equo" del Mezzogiorno è affermata dal presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio letto in apertura del convegno
promosso dalla Curia di Napoli. Nel messaggio, il presidente della Repubblica
afferma che l'iniziativa "riflette chiaramente la dimensione sociale e
pubblica del fatto religioso da me richiamata nel primo messaggio al
Parlamento. Essa costituisce un esempio - aggiunge nel messaggio - della
sensibilità e dell'impegno civile della Chiesa e del mondo cattolico
specialmente rispetto a una realtà così critica come quella delle regioni
meridionali e dunque alla necessità di uno sforzo solidale della comunità
nazionale per garantirne uno sviluppo sostenibile ed equo". Dl Mercato,
lavoro e legalità: la ricetta per lo sviluppo Un "disegno organico di
politica economica nel quale trovino equilibrio stato ed imprese, innovazione e
cautela, regole e doveri di comportamento". E' questa la ricetta per far
ripartire il Mezzogiorno secondo Piero Barucci, membro dell'autorità garante
della concorrenza e del mercato. Barucci è intervenuto ieri, durante il primo
convegno "Chiesa nel Sud, Chiese del Sud", e sottolinea che "in
Italia, e soprattutto nel Mezzogiorno, è necessario cercare di costruire una
politica che promuova il mercato, aiuti il lavoro e sia promotore di
legalità". D'accordo con Barucci si dice Giuseppe Savagnone, docente di
latino e editorialista di Avvenire: "Solo una politica per un'Italia e per
un Mezzogiorno coesa ed in crescita può garantire quell'unità della nazionale
cui tutti dobbiamo aspirare". Per Giuseppe Acocella, vice presidente del
Cnel, "Bisogna che il Mezzogiorno cominci ad affrontare i propri problemi,
si tratta di un'area che produce talenti e poi esporta, che mercifica il
proprio capitale naturale, storico, artistico, che vive di nuove forme di
trasferimento dovute ad attività illegali, che diffonde atteggiamenti
probabilistici invece che volontà imprenditoriali, che continua a serbare al
proprio tessuto urbano il destino tipico del mercato disorganizzato nel quale
tutto è possibile. Un'area di questo tipo afferma Acocella sopravvive esaltando
le sue diversità e non riducendole come dovrebbe". Dl del 13-02-2009 num.
( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mediterraneo libano
Export: record italiano nel 2008 Gi scambi toccano quota 1,1 miliardi $ con un
incremento del 49,1 per cento Gli ultimi dati delle dogane libanesi fissano il
valore totale dell'interscambio del Libano per l'intero
( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Borsa & Mercati
europa Bce: Economia in grave recessione Nell'ultimo bollettino mensile la
banca centrale europea lancia l'allarme L'economia mondiale "sta
attraversando una fase di grave recessione". " il nuovo allarme
lanciato dalla Bce nel suo bollettino mensile. "L'impatto sensibilmente
negativo delle turbolenze finanziarie sull'attività economica reale resta
accentuato da una forte contrazione del commercio internazionale", spiega
la Banca centrale europea, sottolineando che "le prospettive per la crescita
economica internazionale rimangono estremamente incerte e i rischi sono
orientati al ribasso". Proprio per questo nel 2009 sette paesi di
Eurolandia supereranno il tetto del 3 per cento del rapporto deficit-Pil,
infrangendo così le regole del Patto di stabilità sottolinea ancora la Bce .
Secondo l'istituto di Francoforte, "il rapido deterioramento dei saldi di
bilancio, generalizzato all'interno dell'area dell'euro, è riconducibile al
sensibile rallentamento dell'economia, a ulteriori riduzioni delle entrate e
alle misure di stimolo fiscale adottate da molti governi". Inoltre, spiega
ancora l'Eurotower, "molti governi sono incorsi in ingenti passività
potenziali associate alla concessione di garanzie alle banche e dovranno farsi
carico delle iniezioni di capitale a sostegno del settore finanziario. Per
rafforzare la fiducia del pubblico nella sostenibilità dei conti - conclude - è
quindi indispensabile che i governi ristabiliscano quanto prima un impegno
credibile a favore degli obiettivi di bilancio a medio termine". Ma, il
tentativo di arginare la crisi, non deve diventare per i governi europei
l'occasione di mettre in campo politiche protezioniste. Occorre, secondo la
Bce, "arginare le richieste di misure" protezionistiche sebbene "ad
oggi non si rilevino evidenze importanti di un aumento delle misure
concrete" in tal senso. Al momento però secondo i vertici dell'Eurotower,
"tali spinte tendono a intensificarsi". La Bce sottolinea inoltre che
"l'impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è
sostanzialmente negativo". Per la Bce "il sostegno alla
globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta
sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di
tensione economica e finanziaria". La Bce è pronta ad assumersi le
sue responsabilità sul fronte della vigilanza ha detto successivamente Lorenzo
Bini Smaghi, membro del board della Banca centrale, in un intervento al
Parlamento europeo, sottolineando la necessità di una maggiore cooperazione e
di un maggior coordinamento tra le varie autorità di vigilanza nazionali.
"Il coordinamento sul fronte della vigilanza in Europa è credibile solo se
assicura un elevato grado di affidabilità, indipendenza ed efficienza delle decisioni",
ha detto Bini Smaghi. "Tutto ciò esiste già - ha aggiunto - ed è la
Bce". "La concorrenza tra le autorità e le istituzioni finanziarie
nazionali - ha proseguito - è un ostacolo all'effettiva cooperazione tra i
supervisori nazionali. In particolare, si riducono gli incentivi a scambiarsi
le informazioni sulle singole istituzioni finanziarie. del 13-02-2009 num.
( da "01net" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Transazioni online:
serve più cura Una scarsa performance delle applicazioni via Internet influenza
negativamente la soddisfazione dei clienti. 13 Febbraio 2009 Link Apm, cosa da grandi
Ca ha annunciato i risultati di un sondaggio sul modo in cui le imprese
interpretano le transazioni online effettuate dai propri clienti e gestiscono
la performance delle relative applicazioni. Dallo studio, condotto online a
livello globale da Idg Research Services, emerge che la maggioranza degli
intervistati (personale informatico aziendale) riconosce l'importanza
dell'esperienza vissuta dal cliente quando accede e utilizza un'applicazione e
la ripercussione che questa provoca su produttività e vendite. In materia, il
90% degli intervistati ritiene che una soluzione di Application Performance
Management (Apm) costituisca un mezzo efficace per individuare e risolvere dei
problemi legati alla performance di queste applicazioni. Il sondaggio commissionato
da Ca ha raccolto l'opinione di professionisti It che operano presso aziende presenti negli Usa, Regno Unito, Germania, Australia, Cina, Brasile e Messico. Il 21% degli intervistati ricopre un ruolo
manageriale elevato. All'inchiesta hanno partecipato in totale 400
professionisti del settore It. L'80% degli intervistati ritiene molto
importante capire le sensazioni di un cliente che tenta di accedere ai servizi
online è estremamente o molto importante. Fra chi riconosce l'importanza
di monitorare e misurare l'esperienza dell'utente finale per la propria
azienda, l'87% sostiene anche che creare una correlazione fra i problemi
transazionali e le componenti applicative nonché supportare i sistemi di
back-end sia estremamente o molto importante. Fra i vantaggi associati all'Apm
sono stati indicati la capacità di eseguire in tempi rapidi triage e analisi
delle cause ultime dei problemi legati alle applicazioni (58%); maggiore
produttività delle risorse It, libere di concentrarsi su nuove iniziative
invece di doversi dedicare all'analisi delle cause dei problemi legati alle
applicazioni (55%); migliore allineamento fra l'It e il business, che riescono
finalmente a comunicare fra loro usando un linguaggio comune per dati e
applicazioni (48%).
( da "WindPress.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
13-02-2009 e-flux -
http://e-flux.com February 13, 2009 Centre Culturel Suisse Christmas Wolf
(2008) © Andres Lutz & Anders Guggisberg Andres Lutz & Anders
Guggisberg 14th February - 19th April 2009 Opening Saturday 14th February 2009
from 5 to 9 pm Centre Culturel Suisse 32-38, rue des Francs-Bourgeois F-75003
Paris eguigo@ccsparis.com http://www.ccsparis.com Working as a duo since 1996,
the art of Andres Lutz & Anders Guggisberg draws from a variety of fields
including history, ethnology, geology, fauna, science fiction and literature.
It is also multifacted, combining many elements and often comes about by chance
and is based on the imagination. Humour, derision, ecstatic madness, their very
free artistic research is similar to an experimental laboratory or a cabinet of
curiosities. This first Lutz & Guggisberg exhibition in France is based on
a new large installation that makes use of all available space and also shows
off some new sculptures and an astonishing series of black and white
photographs. There is also a programme of different disciplines running
alongside the exhibition: Dance with the Compagnie 7273 working with guitarist
Sir Richard Bishop (14, 16 and 17.02). Cinema with the screening of Fernand
Melgar's documentary La Forteresse, winner of the Golden Lé©opard in the "Ciné©astes du Pré©sent" (current
filmmakers) category of the last Locarno Film Festival (4 to 11.03). Music with
exceptional concerts from singer Polar (with a different guest each night) for
the release of his latest album (16 to 21.03) and the visit to Paris of the
extraordinary group Die Regierung (7 to 9.04). Literature with two
special evenings, one devoted to Charles Lewinsky (26.02) and the other to
Michel Mettler & Peter Weber (31.03). Theatre with the Alakran Company,
Oskar Gó³mez Mata and their latest piece Kaï¯ros, sisyphes et zombies (24 to
26.03). And finally, two round tables, organized in partnership with L'Hebdo,
to debate ideas and reflections on diverse subjects like the role of cultural
centres (13.03) or current town planning policies (03.04). New directors at the
Centre culturel Suisse: The new co-directors of the Centre culturel suisse de
Paris, Jean-Paul Felley and Olivier Kaeser, define the Centre as a hive â?? an
artistic meeting place of production and presentation of works. Their first
programme comes with a renewal of the Centre culturel suisse graphic charter, a
new internet site and a new communication tool: Le Phare news bulletin. Coming
next: Explore the document, 16 May to 19 July 2009 Guest: Visions du Ré©el â??
International film festival, Nyon and Uses of the document (collective
exhibition) Extraball, Festival of living arts, 15 to 20 September 2009 Silvie
Defraoui solo exhibition, 10 October to 13 December
( da "Sicilia, La" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Il federalismo
fiscale, storica opportunità per il Sud» michele nania nostro inviato Enna. Il
presidente Fini in Sicilia è di casa e forse non s'aspettava freddo e neve. Scende
dall'auto di servizio senza soprabito - elegantissimo come sempre, in blu con
cravatta rosa d'ordinanza - e rinvia «a dopo» la piccola folla di cronisti in
attesa davanti alla Kore. E' l'uomo del giorno dopo la tempesta che in questi
giorni ha agitato le già tumultuose acque della politica italiana; la sua
difesa di Napolitano davanti agli attacchi di Berlusconi, il suo richiamo al
«colonnello» di An Maurizio Gasparri, i malumori della sua vecchia destra e le
aspettative nel nuovo Pdl, la sua cautela nel caso Englaro, il suo proporsi
come uomo delle istituzioni a difesa delle medesime... Ce n'è abbastanza,
insomma, per attenderlo al varco: una sua dichiarazione, oggi, è a rischio
prima pagina. E la sua prima dichiarazione - «ohibò, nevica» - prima di sfrecciare
nell'auditorium universitario, non è da prima pagina. Vedremo dopo. Prima c'è
la lectio magistralis sulla «Costituzione ?materiale? nel processo di
costruzione del diritto dell'Unione europea», e la grande sala della Kore è già
gremita e pronta a non perdersi neanche una parola. IL TRATTATO DI LISBONA.
«Uno dei profili di miglioramento dell'impianto europeo ad opera del Trattato
di riforma -afferma- è proprio l'estensione del principio di democraticità»
anche se «il potere democratico non è solo rappresentanza: esso è - sottolinea
Fini - anche rappresentazione, identificazione fiduciaria». PROCESSI
DECISIONALI. Favorire l'identificazione, ma anche rafforzare l'efficacia e
l'efficienza delle procedure. Fini, infatti, afferma che «occorre risolvere alcuni
problemi che attendono ancora una risposta compiuta, a partire dalla oggettiva
complessità ed opacità dei processi decisionali che necessitano di essere
rivitalizzati, per marcare in senso autenticamente democratico il funzionamento
delle istituzioni europee». Certo da un lato il Parlamento europeo si impegna
in modo da consentire all'Ue di avere una sorta di «riserva strategica di
democrazia» rappresentata dai Parlamenti nazionali, tuttavia si tratta di
«sforzi che rischiano di non soddisfare pienamente le esigenze che scaturiscono
dall'annosa questione del deficit democratico». PARTECIPAZIONE. Da questo punto
di vista, prosegue Fini, il Trattato di Lisbona «non ignora il problema»
introducendo disposizioni «in materia di partecipazione popolare, specie per il
tramite delle formazioni sociali, cui si accompagna la previsione di ampie
consultazioni da parte della Commissione europea ai fini dell'esercizio dei
suoi poteri di proposta». «In questo modo -argomenta il presidente della
Camera- viene assegnato sistematicamente un ruolo ai cittadini e ai corpi
intermedi nel processo di costruzione delle politiche e del diritto dell'Unione
Europea» in qualche modo rendendo attuabile l'auspicio espresso nel 2002,
ricorda Fini, dall'attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
affinché i cittadini dell'Europa «possano riconoscersi, identificarsi senza
smarrire le loro identità nazionali e operare come soggetti consapevoli e
attivi». RIGENERAZIONE. Fini avverte che «istituzioni adeguatamente rigenerate che
traggano linfa dal coinvolgimento degli organismi rappresentativi della società
possono risultare decisive per una correzione di rotta ma tutti devono essere
consapevoli che, come insegna Ralf Dahrendorf, nella relazione tra il demos e
la democrazia tutto sta cambiando». Insomma, «i metodi tradizionali, dai comizi
ai parlamenti, dai partiti ai sindacati, non soddisfano più i bisogni della
decisione democratica. Siamo chiamati a muoverci su un terreno nuovo e in larga
parte inesplorato. Siamo chiamati a sperimentare soluzioni innovative, ma
questo non ci deve spaventare». La terza carica dello Stato ritiene
indispensabile «aggiornare gli strumenti e i metodi della democrazia che devono
sempre basarsi sul libero e fecondo confronto di idee, di concezioni, di
istanze, soprattutto se diverse tra loro». GLOBALIZZAZIONE.
Il presidente della Camera affronta quindi il tema alla luce della complessità
dei fenomeni legati alla globalizzazione: «La progressiva integrazione dei
mercati - avverte - sotto l'incalzare della tumultuosa crescita dei fenomeni di
carattere transnazionale, evidenzia il gap esistente tra le dimensioni di scala
di questi fenomeni e gli strumenti di cui, allo stato attuale,
dispongono i singoli Stati membri. È evidente ormai che alcune questioni non
possono trovare adeguata risposta e non possono essere gestite se non vengono
trattate a livello sovranazionale. Da questa costatazione discende la necessità
di favorire un ampliamento delle sfere di competenza dell'Europa». In sostanza,
rileva il presidente Fini, «il trasferimento di quote di sovranità dagli Stati
membri all'Unione Europea è, a ben vedere, una risposta utile, oltre che
inevitabile, per consentire agli stessi Stati di cogestire fenomeni complessi
che altrimenti non sarebbero in grado di controllare». PROTEZIONISMO. Uno dei
«fenomeni complessi» di cui sopra è il protezionismo,
e alcuni dei ragazzi chiamati a porre domande al presidente l'hanno posto al
centro dei loro quesiti. «Il presidente francese Sarkozy - rileva Gaetano
Martinez, studente a Giurisprudenza - voleva imporre misure a protezione
dell'industria francese, lo stesso si accingeva a fare la cancelliera tedesca
Merkel. E il caso dei lavoratori siciliani accusati di ?rubare? lavoro ai
colleghi inglesi è stato emblematico. L'Europa come reagisce?» «L'Europa -
risponde il presidente Fini -reagisce ammonendo che queste cose non si possono
fare, e difatti le minacce sono rientrate. Ovviamente in periodo di crisi si
tende a difendere il proprio lavoro, il proprio mercato, il proprio reddito: ma
in un'Europa davvero coesa e con regole certe e uguali per tutti si procede
nella medesima direzione. Ecco perché a noi tutti dovrebbe importare sul serio
avere un'autentica unione europea». GLI STATI UNITI E NOI. «Sì d'accordo -
incalza lo studente Pierluigi Tuminelli - ma quanto continueremo a dipendere
dagli Stati Uniti? Quanta importanza si continuerà a dare alle banche e quanta
ai cittadini?» «Ritengo - risponde Fini - che la nuova politica degli Stati
Uniti, finora orientata a scelte unilaterali, con la guida di Barack Obama
prenderà una direzione diversa, certamente multilaterale. E che l'?economia
drogata? che ha determinato lo stato di crisi planetaria sarà più attenta
all'economia reale che non al mondo della finanza, che è ben altra cosa».
TESTAMENTO BIOLOGICO. In un breve incontro con i giornalisti dopo la «lectio»,
Fini è tornato indirettamente sul caso di Eluana Englaro: «C'era e c'è
purtroppo un vuoto legislativo che deve essere colmato nel più breve tempo
possibile una discussione approfondita in Parlamento scevra da pregiudizi. Il
ddl sul testamento biologico è già incardinato al Senato perché la vicenda
Englaro ha fatto sì che tutti i gruppi prendessero l'impegno per una sollecita
discussione ed approvazione del testo. Non appena arriverà alla Camera, la
Camera agirà con la stessa considerazione». IL RUOLO DELL'UE. «L'idea forte per
rilanciare l'Unione europea deve essere quella di un protagonismo nella
politica internazionale. La politica estera - ha ragionato Fini - oggi non la può
fare il singolo Stato: occorre un protagonismo a livello europeo. Che non sia
solo in mano alle diplomazie ma passi anche dall'impegno a livello militare».
Fini sottolinea come l'Europa debba avere un ruolo da protagonista anche nella
crisi mediorientale: «Il conflitto israelo-palestinese - sottolinea - è più
facile che si capisca a Bruxelles che non a Washington, indipendentemente da
quale presidente ci sia alla Casa Bianca».
( da "Caserta News" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì
13 Febbraio 2009 Aperte iscrizioni Nucleo Comunale Protezione Civile
ISTITUZIONI | S.Marco E. Sono aperte le iscrizioni al Gruppo comunale di
Protezione civile per l'anno 2009. La domanda di adesione dovrà essere
indirizzata al sindaco Gabriele Zitiello entro il 31 ottobre di quest'anno. Il
modello di iscrizione può essere ritirato presso l'Ufficio di Protezione
civile, presso
la casa comunale, o scaricato direttamente dal sito internet del Comune
(www.comune.sanmarcoevangelista.ce.it) nella sezione dedicata al nucleo di
volontari. Riorganizzata recentemente dallo stesso sindaco, che ha nominato
come coordinatore Nicola Paccone e come suo vice Pierino Palermo, la Protezione
civile sammarchese si è distinta negli ultimi mesi per l'impegno al fianco
delle scuole e delle istituzioni. L'assistenza e la vigilanza all'uscita delle
scuole, il controllo del territorio per il rispetto dell'ambiente, la
prevenzione durante le feste di Natale contro l'uso pericoloso di fuochi
d'artificio, sono alcune delle iniziative che hanno caratterizzato l'opera del
nucleo di volontari. "Io ho bisogno della partecipazione, dell'impegno e
della volontà di tutti. Vi prometto ? aveva affermato il coordinatore Nicola
Paccone all'atto della sua nomina - impegno e serietà, vi garantisco e mi
adopererò perché che ci sia massima partecipazione e con il contributo di tutti
faremo un ottimo lavoro". "Si può fare tanto se siamo in tanti ?
aveva aggiunto in quella sede anche il vicecoordinatore Pierino Palermo ?e se
da tutti c'è l'impegno a fare cose buone. Da parte nostra c'è la massima
volontà; ma occorre che tutti, nel nostro piccolo, ci mostriamo pronti a dare
il massimo ogni giorno e così questo nucleo di protezione civile sarà
l'orgoglio della città". L'Ufficio di Protezione civile resterà aperto,
per ogni informazione, il martedì e giovedì pomeriggio dalle 17.30 alle 19.30.
( da "Villaggio Globale.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Ultime Notizie Presentato
il Dossier Kyoto realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile
Protocollo di Kyoto, l'Italia ce la può fare In Italia dal 2005 le emissioni di
gas serra diminuiscono, prima dell'arrivo della crisi economica. Necessaria una
governance globale dell'ambiente. Con Obama le aspettative migliorano ? Il
Dossier Kyoto A quattro anni di distanza dall'approvazione del Protocollo di
Kyoto è tempo di bilanci per l'Italia e per chi credeva che gli obiettivi di
riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera fossero una chimera, ecco
una bella sorpresa: il nostro Paese, infatti, ce la potrebbe fare a rispettare
gli impegni presi in sede internazionale. È quanto è emerso stamattina a Roma
nel corso della conferenza stampa di presentazione del Dossier Kyoto realizzato
dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. «Dal 2005 il trend in Italia è
cambiato ? ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo
sviluppo sostenibile e firmatario del Protocollo di Kyoto ? al 2012 potremmo
essere molto vicini all'obiettivo di Kyoto (a -5,4%, rispetto all'obiettivo di
-6,5%). Ciò cambia anche il quadro per gli obiettivi europei di riduzione al
2020: un quadro praticabile per l'Italia, anche se restano molto impegnativi
gli obiettivi di incremento delle rinnovabili e dell'efficienza energetica».
Nel 2007 e nella prima metà del 2008 questa tendenza è stata rafforzata dal
consistente aumento del prezzo del petrolio. Alla fine del 2008 invece è
arrivata la crisi e il petrolio è calato, ma sono calati anche i consumi di
energia. «Sulla base dei dati legati ai consumi energetici (sia a livello
industriale che non) abbiamo elaborato una stima delle emissioni di gas serra
nel 2008 pari a 550 milioni di tonnellate ? ha detto Ronchi ?. È una stima che
possiamo ritenere approssimata per eccesso, in quanto prevede per il 2008 meno
di metà della riduzione delle emissioni verificatasi durante l'anno precedente,
con una riduzione di sole 5,8 milioni di tonnellate rispetto al 2007». «Nel
2009 le emissioni prevedibilmente continueranno a diminuire ? ha aggiunto
Ronchi .- Le proiezioni che prevedevano continue crescite delle emissioni di
CO2 in Italia sono risultate infondate anche se per raggiungere gli obiettivi
al 2012 occorre uno sforzo aggiuntivo». A livello internazionale il Dossier
Kyoto mostra come l'Europa sia sulla buona strada per centrare i target fissati
nel
( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
New York, 13 feb.
(Apcom) - Se l'agenda degli impegni internazionali indica la priorità nelle
relazioni diplomatiche l'estremo oriente sembra aver momentaneamente scalzato
la tradizionale predilezione nei rapporti tra Stati Uniti ed Europa. Contrariamente
ai suoi predecessori infatti il neo segretario di Stato americano, Hillary
Clinton, si recherà in Asia per la sua prima visita ufficiale invece che nel
Vecchio Continente. La motivazione ufficiale è che in Europa è già venuto la
settimana scorsa il vicepresidente Joe Biden, ma in molti sottolineano il ruolo
chiave che avrà in particolare la Cina nella rete
diplomatica statunitense dei prossimi quattro anni. Madam Secretary, come è già
stata ribattezzata Clinton nelle stanze della diplomazia a stelle e strisce,
aveva definito le relazioni con la Cina come quelle
"più importanti" già durante la campagna elettorale. Secondo il Wall
Street Journal l'ex first lady affronterà a Pechino principalmente i temi
economici, dalla risposta cinese al rallentamento dell'economia internazionale
fino ai prossimi passi in materia ambientale, su cui l'amministrazione di
Barack Obama ha promesso un'inversione di rotta rispetto a quella repubblicana
appena uscita di scena. La Cina inoltre ha negli ultimi mesi occupato le pagine dei giornali
economici americani alla luce dei mastodontici investimenti in titoli di Stato
americani che hanno legato ancora di più i due Paesi. Usa e Cina
parleranno inoltre di accordi militari dopo che Pechino ha fermato il dialogo
con Washington sull'argomento a seguito dell'intesa raggiunta
dall'allora presidente George W. Bush e Taiwan. Nonostante la freddezza per i
rapporti con Taiwan l'amministrazione Bush ha tuttavia aperto negli ultimi anni
due canali di dialogo con la Cina: uno sui temi di
sicurezza internazionale e uno strettamente dedicato ai temi economici. Nello
stesso viaggio il segretario di Stato si recherà anche a Tokyo, Seul e
Giacarta. Una tappa, quest'ultima particolarmente voluta da Clinton per
sottolineare l'apertura verso il mondo musulmano, essendo l'Indonesia il più
grande Paese islamico del mondo per numero di abitanti. L'Europa dunque non
figura per ora nell'agenda di Clinton che il mese prossimo si recherà in Medio
Oriente in occasione della conferenza internazionale del Cairo, in Egitto, per
discutere della ricostruzione della Striscia di Gaza. La nuova amministrazione
democratica ha dato fina da subito la priorità alla crisi mediorientale dove si
sono già recati l'inviato speciale per la regione, George Mitchell, e lo stesso
vicepresidente Biden. Nei territori palestinesi ed Israele arriverà infine
anche il presidente della commissine esteri del Senato, John Kerry, che la
settimana prossima sarà inoltre in Egitto, Giordania e Siria.
( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 13 feb. (Apcom)
- A causa delle forti piogge, la protezione civile regionale del Piemonte
lancia l'allerta per rischio frane nelle Langhe e nell'alessandrino e invita
gli enti locali a monitorare a scopo preventivo il territorio. In relazione
agli intensi e ripetuti fenomeni di precipitazione che si sono verificati dallo
scorso novembre e proseguiti, fino a tutto il mese di gennaio 2009, il Settore Protezione civile della Regione Piemonte, sulla base
dell'analisi dei dati di pioggia e neve accumulatasi e registrati dai
pluviometri e nivometri gestiti da Arpa Piemonte, "richiama l'attenzione
delle Autorità di Protezione civile su un possibile sviluppo di dissesti in
particolare nel settore delle Langhe piemontesi". L'analisi delle
precipitazioni dell'inverno 2008-2009 - condotta da Arpa Piemonte - indica,
infatti, che "saranno raggiunte le condizioni che favoriscono il
verificarsi di fenomeni franosi a partire dal mese di febbraio 2009 fino,
orientativamente, ad aprile 2009". Alcune frane si sono già innescate nel
dicembre 2008 nei Comuni di Mango, Rodino, Treiso. Per questo la Protezione
civile regionale "invita i Comuni interessati ad adottare specifiche
misure di controllo attivo del territorio volte all'identificazione preventiva
di situazioni di pericolo".
( da "Reuters Italia" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ROMA (Reuters) - Il
ministro dell'Economia e presidente del G7 Giulio Tremonti torna a chiedere un
nuovo standard di regole internazionali per il ripristino della fiducia sui
mercati e la ripresa dell'economia internazionale provata dalla crisi innescata
dai mutui sub prime Usa. "C'è un deficit di regole, di etica e di
principi. Ci sono molti deficit nelle banche, nell'economia e nei bilanci
pubblici. A mancare più di tutto non sono più capitali ma più regole e più
principi. C'erano prima della globalizzazione, dobbiamo
rifarli dopo la globalizzazione", ha detto Tremonti in una intervista al
Tg1 dopo il colloquio con il Segretario al Tesoro Usa, a margine delle riunioni
del G7. Il ministro -- che stasera proporrà ai colleghi del G7 nella cena
inaugurale della riunione romana l'adesione a una piattaforma di principi
etico-legali per il business internazionale battezzata legal standard --
ha anche detto di considerare il pacchetto Usa di stimolo all'economia "un
piano ... molto consistente". Tuttavia, ha proseguito, "penso che il
maggiore valore venga dalla figura di un presidente che trasmette simboli di
novità e di forza, ma anche di valori". Alla domanda se anche in Italia i
banchieri dovranno scusarsi in pubblico come successo in Gran Bretagna,
Tremonti ha risposto: "In Italia la situazione è diversa perché le famiglie
hanno risparmiato e continuano a risparmiare". "Dobbiamo tutelare il
risparmio, le famiglie e un sistema che è finora meno peggio degli altri",
ha concluso il presidente di turno del G7.
( da "Gazzetta di Reggio" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
G7, si punta a
regole comuni Il vertice di Roma: si va verso un allargamento a G14 Almunia: «Spero
che si crei un po' di ottimismo con il varo delle misure di stimolo fiscale»
ALESSANDRO CECIONI ROMA. Le parole di speranza le esprime Joaquin Almunia,
commissario europeo agli Affari economici: «Spero che con le misure di
ripristino dei mercati finanziari e quelle di stimolo fiscale, si ricrei un po'
di ottimismo e si vada verso una ripresa nella seconda metà dell'anno». Le
parole di pessimismo Robert Zoellick, presidente della Banca mondiale: «La
crisi può diventare umanitaria». Quelle più filosofiche di Shoichi Nakagawa,
ministro delle Finanze del Giappone: «Il protezionismo è un male assoluto, va
combattuto». Da ieri sono riuniti a Roma i ministri delle Finanze delle prime
sette potenze economiche del mondo (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna,
Stati Uniti, Canada, Giappone) più la Russia. Devono confrontarsi con una crisi
che si allarga sempre di più e che tocca in profondità l'economia reale e
l'occupazione. Tanto che, come dice appunto il presidente della Banca mondiale,
Robert Zoellick, si rischia che la crisi cambi pelle. «La crisi finanziaria -
dice Zoellick - è diventata economica, aumentando la disoccupazione. Senza
interventi può diventare una crisi umanitaria». Sul tavolo ci sono regole
comuni in campo finanziario, coordinamento dei controllori dei vari mercati,
un'azione più armonizzata dei vari governi. Ma anche, come chiedono gli Stati
Uniti, interventi più decisi, forti. «Davanti a una crisi
eccezionale - fa sapere Timothy Garthner, segretario al Tesoro Usa - servono interventi eccezionali».
Da tempo, poi, si discute di un allargamento del G7 (a Roma è già un G8 con
l'invito esteso alla Russia): si trasformi in un G14 facendo entrare anche le
grandi economie finora escluse, dalla Cina all'India, al Brasile, all'Egitto. Anzi, secondo il
ministro del Tesoro britannico, Alistair Darling, l'allargamento deve avvenire
quanto prima e i Paesi Bric (Brasile, Cina, India e
Russia) devono entrare subito negli organismi internazionali come per esempio
il Financial Stability Forum (presieduto dal governatore della Banca d'Italia,
Mario Draghi). L'idea di arrivare alla riforma dei cosiddetti «legal standard»,
le regole generali della finanza mondiale, sta molto a cuore all'Italia e il
ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ne ha parlato ieri sera alla cena a
Villa Madama che ha aperto di fatto i lavori. Non è un percorso facile
armonizzare tassazione, regole del commercio, regole della finanza, ma gioca a
favore di una soluzione in tempi più rapidi il fatto che se ne discutesse già
prima della crisi e che il tracollo dei mercati internazionali ha messo
l'argomento al primo posto. Un ruolo decisivo potrebbero avere, e gli stessi
Stati Uniti spingono in questa direzione, Fondo monetario, Financial Stability
Forum, Banca mondiale e Wto, non a caso invitati a questo G7+1. Ieri ci sono
stati incontri bilaterali fra il segretario al Tesoro americano e tutti i
colleghi presenti. Ma Geithner ha incontrato anche Mario Draghi, proprio perché
l'Fsf presieduto dal governatore potrebbe essere lo strumento attraverso cui
far passare buona parte della riforma delle regole.
( da "Virgilio Notizie" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Washington, 14 feb.
(Ap) - Una cittadina statunitense è stata arrestata con
l'accusa di aver portato in Cina dei microcomponenti impiegati nella fabbricazione di aerei senza
pilota: lo hanno reso noto fonti del governo federale americano. I componenti
utilizzano una tecnologia che non può essere condivisa con la Cina per motivi di sicurezza nazionale;
la donna, identificata come Yaming Nina Hanson, avrebbe spedito le parti lo
scorso agosto senza alcuna licenza di esportazione: se colpevole, rischia fino
a 20 anni di carcere e una multa di un milione di dollari.
( da "Cittadino, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercato globale e
finanza etica nell'incontro Acli n L'Azione cattolica e le Acli organizzano per
la giornata di domani, domenica 15 febbraio (ore 16.30 presso le Acli di via
Marsala), un incontro dal titolo "Solidarietà globale e finanza
etica" aperto a tutti i cittadini del vicariato.L'evento giunge dunque a
pochi giorni dalla conclusione della visita pastorale di monsignor Giuseppe
Merisi come ulteriore opportunità di confronto fra comunità limitrofe, invitate ora ad approfondire il tema della globalizzazione alla
luce di un modello di finanza etica che, dopo la crisi del sistema economico
internazionale, torna quindi a suggerire nuove prospettive. Di fatto non è
semplice individuare una definizione univoca di "finanza etica",
poiché numerose e diverse sono le esperienze che rientrano in questa sfera,
ma fondamentale in ogni caso resta il legame con la solidarietà. Durante
l'appuntamento interverranno come relatori per la categoria "adulti"
il sindaco di Somaglia Pier Giuseppe Medaglia, che porterà la sua personale
testimonianza in riferimento ad un'esperienza di solidarietà vissuta in
Brasile, e Giambattista Pera, membro della commissione Banca etica di Lodi; per
il pubblico giovanile invece sarà Simone Venosta a relazionare sulle attività
della finanza etica così come Romolo Macchetta, rappresentante a livello
diocesano dei progetti legati a questo ambito.
( da "Giornale di Brescia" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 14/02/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Si vota il piano di Obama:
«È solo l'inizio serviranno anni» NEW YORK Il piano anti-crisi
dell'amministrazione Obama si muove al Congresso, dove ha ricevuto il via
libera definitivo dalla Camera, prima di essere votato nella notte nel Senato
(ieri sera le votazioni erano ancora in corso, ndr), per giungere così sulla
scrivania del presidente per la firma lunedì. In attesa del disco verde e di
chiarimenti sul piano salva-banche, Wall Street si mantiene debole, con il Dow
Jones saldamente sotto gli 8.000 punti. Sul progetto anti-crisi, contenuto in
800-1.000 pagine e che è - ha avvertito Obama - «solo l'inizio» per tornare a
far girare l'economia, è alta l'attenzione, soprattutto sulla riformulazione
della clausola «Buy America», che ha scatenato polemiche. Secondo
indiscrezioni, il compromesso raggiunto fra Camera e Senato su uno stimolo da
789 miliardi di dollari dovrebbe prevedere una riformulazione della clausola,
stabilendo che i Paesi che hanno accordi commerciali con gli Usa
possano fornire alcuni prodotti. Sarebbero - secondo alcune lobby contrarie
alla revisione - le agenzie governative a dover determinare gli acquisti,
rischiando così - avvertono - di «rallentare gli acquisti e i progetti che lo
stimolo» dovrebbe invece favorire. Dei 789 miliardi, circa il 38% andrà in
sgravi fiscali, il 24% alla spesa e il 38% agli aiuti. La voce più consistente
del capitolo spesa dovrebbero essere i 29 miliardi destinati alla costruzione e
all'ammodernamento di strade e ponti. Nel pacchetto dovrebbe figurare anche un
blocco dei bonus per i top manager delle banche che hanno già ricevuto aiuti
dal Governo: l'emendamento presentato dal senatore Chris Dodd fissa i bonus a
un terzo del compenso totale e stabilisce che siano distribuiti sotto forma di
titoli. «Siamo in tempi duri: le sfide economiche sono varie e vaste», spiega
Obama al Business Council, organismo indipendente creato nel 1993 per offrire
consigli e raccomandazioni al governo. «Abbiamo la chance, che capita una volta
ogni generazione, di agire in modo forte, trasformare le avversità in
opportunità e usare la crisi come chance di trasformare la nostra economia per
il 21mo secolo». Il pacchetto, il cui obiettivo - ha ribadito Obama - è quello
di creare occupazione, è «solo l'inizio» per far tornare a girare l'economia:
lo stimolo è un investimento per la crescita. «La nostra ripresa sarà misurata
- ha aggiunto - in anni e non in mesi». E, per la ripresa, è fondamentale
stabilizzare anche i mercati finanziari, per i quali è stato messo a punto dal
segretario al Tesoro, Geithner, un piano molto criticato, e accolto gelidamente
dal mercato. Lawrence Summers, consigliere economico di Obama, ha evidenziato
come per il fondo pubblico-privato per l'acquisto di asset tossici è già stato
espresso interesse da parte di alcuni investitori. Inoltre - ha aggiunto - al
fondo possono partecipare anche investitori stranieri. Per fronteggiare la
crisi in atto, Geithner premerà sul G7 affinché vengano assunte misure «eccezionali»: «Tempi straordinari richiedono misure straordinarie
da parte di tutti», ha spiegato il Dipartimento del Tesoro. Secondo Summers,
Europa, Cina e Giappone
«non stanno probabilmente facendo abbastanza» contro la crisi: la politica a
livello globale - ha aggiunto in un'intervista a Bloomberg - «deve fare di
più».
( da "Milano Finanza" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Milano Finanza
Numero 032 pag. 24 del 14/2/2009 | Indietro Dove investire
rinnovabile ECO:NOMIA Di Ester Corvi Nella graduatoria Ernst & Young al
primo posto gli Usa. Ultima la Finlandia Qual è il
paese più attraente per un investitore che volesse puntare sulle energie
rinnovabili? A questa domanda risponde l'indice recentemente realizzato da
Ernst & Young, che misura il potenziale di futuro sviluppo delle tecnologie
verdi (eolico, solare, biomasse e altro) nei diversi mercati nazionali.
L'obiettivo è individuare le potenzialità a lungo termine di ciascun paese, in
funzione delle caratteristiche dei vari business. Scorrendo la classifica, al
primo posto si posizionano gli Stati Uniti, seguiti da Cina e Germania. «Il settore delle
rinnovabili» spiega Angelo Era, partner di Ernst & Young nel settore
energia, «è uno dei pochi che riesce ad attrarre gli investimenti anche in
questo momento difficile, poiché questi business hanno il vantaggio di avere un
sottostante industriale e finanziario che è garantito dagli incentivi statali».
Negli Usa, come in altri paesi, le energie alternative
recentemente sono tornate sotto i riflettori per le problematiche legate
all'indipendenza energetica. «In Italia» conclude Era «il segmento più favorito
è stato il fotovoltaico, dove c'è stato un vero e proprio boom
nell'installazione di impianti di piccola dimensione. A mio parere, il solare
ha ancora una grande capacità di attrarre investimenti, grazie agli ampi
margini di miglioramento tecnologico e agli incentivi statali. Il limite
maggiore è rappresentato invece dall'estrema lentezza nell'ottenere le
autorizzazioni. Segue l'eolico, che è oggi la tecnologia più matura e a costi
più bassi». (riproduzione riservata) Young Ernst dove Usa posto Finlandia Alias Prima di
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( da "AmericaOggi Online" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi Usa. Ok della Camera al pacchetto di stimolo 14-02-2009
WASHINGTON. Il piano anti-crisi dell'amministrazione Obama si muove al
Congresso, dove ha ricevuto ieri il via libera definitivo dalla Camera (con 7
voti democratici contrari). In attesa del disco verde del Senato - per giungere
poi sulla scrivania del presidente per la firma presumibilmente lunedì prossimo
- e di chiarimenti sul piano salva-banche, Wall Street si mantiene debole, con
il Dow Jones saldamente sotto gli 8.000 punti. Sul progetto anti-crisi,
contenuto in 800-1.000 pagine e che è - ha avvertito Barack Obama -
"soltanto l'inizio" per tornare a far girare l'economia, é alta
l'attenzione, soprattutto sulla riformulazione della clausola "Buy
America", che nelle ultime settimane ha scatenato polemiche. Secondo
indiscrezioni, il compromesso raggiunto fra Camera e Senato su uno stimolo da
789 miliardi di dollari dovrebbe prevedere una riformulazione della clausola,
stabilendo che i Paesi che hanno accordi commerciali con gli Usa
possano fornire alcuni prodotti. Sarebbero - secondo alcune lobby contrarie
alla revisione - le agenzie governative a dover determinare gli acquisti,
rischiando così - avvertono - di "rallentare gli acquisti e i progetti che
lo stimolo" dovrebbe invece favorire. Dei 789 miliardi, circa il 38% andrà
in sgravi fiscali, il 24% alla spesa e il 38% agli aiuti. La voce più
consistente del capitolo spesa dovrebbero essere i 29 miliardi destinati alla
costruzione e all'ammodernamento di strade e ponti. Nel pacchetto dovrebbe
figurare anche un blocco dei bonus per i top manager delle banche che hanno già
ricevuto aiuti dal governo. "Siamo in tempi duri: le sfide economiche sono
varie e vaste", spiega Obama al Business Council, organismo indipendente
creato nel 1993 per offrire consigli e raccomandazioni al governo. "Abbiamo
la chance, che capita una volta ogni generazione, di agire in modo forte,
trasformare le avversità in opportunità e usare la crisi come chance di
trasformare la nostra economia per il 21mo secolo". Il pacchetto, il cui
obiettivo - ha ribadito Obama - è quello di creare occupazione, ed è "solo
l'inizio" per far tornare a girare l'economia: lo stimolo è un
investimento per la crescita. "La nostra ripresa sarà misurata - ha
aggiunto - in anni e non in mesi". E, per un ripresa, è fondamentale
stabilizzare anche i mercati finanziari, per i quali è stato messo a punto dal
segretario al Tesoro, Timothy Geithner, un piano molto criticato, e accolto
gelidamente dal mercato. Lawrence Summers, consigliere economico di Obama, ha
evidenziato come per il fondo pubblico-privato per l'acquisto di asset tossici
è già stato espresso interesse da parte di alcuni investitori. Inoltre - ha
aggiunto - al fondo possono partecipare anche investitori stranieri. Per
fronteggiare la crisi in atto, Geithner premerà sul G7 affinché vengano assunte
misure "eccezionali": "Tempi straordinari richiedono misure
straordinarie da parte di tutti", ha spiegato il Dipartimento del Tesoro.
Secondo Summers, Europa, Cina e
Giappone "non stanno probabilmente facendo abbastanza" contro la
crisi: la politica a livello globale - ha aggiunto in un'intervista a Bloomberg
- "deve fare di più". Il Senato è stato convocato per votare il piano
di stimolo dell'economia approvato ieri dalla Camera alle 17:30 ora di
Washington. Ma il risultato potrebbe venir ritardato di alcune ore per
permettere ad un senatore di partecipare al funerale della madre. La Camera ha
votato il piano con 246 deputati a favore e 183 contro. Nessun repubblicano ha
votato per il piano, così come sette democratici.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ATENEO. DOMANI MATTINA
LA CERIMONIA Premio Brescianità e ciclo di conferenze L'attività accademica
2009 dell'Ateneo di Brescia si aprirà, emblematicamente, nel salone della sede
storica di Palazzo Tosio il giorno dei santi patroni della città Faustino e
Giovita, con la consegna del «Premio Brescianità» a Franca Grisoni, Giuseppe
Rivadossi e Leonardo Urbinati. La cerimonia avrà luogo appunto domani alle
9.30. Il ciclo di conferenze sarà quindi inaugurato venerdì 20 febbraio, alle
17.30, sempre nel salone di Palazzo Tosio, dal saggista lumezzanese Alfredo
Pasotti che parlerà di un tema che riveste particolare attualità in questo
momento di crisi economica: «Il caso-Lumezzane. Splendori, miserie e paradossi
di una comunità prealpina unica (forse) nel suo genere». «Tra Hobbiville e
Nibelheim - spiega Pasotti - potrebbe essere la sintesi dello spirito del
genius loci lumezzanese: una comunità profondamente
individualista e al tempo stesso profondamente integrata e solidale, saldamente
legata alla propria valle ma al tempo stesso fautrice di una globalizzazione
antelitteram, motivata dall' atavica volontà di liberarsi dai vincoli dalla
propria storia che però non può e non vuole rinnegare». A.M.
( da "Repubblica, La" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 2 - Economia
I Grandi dell´economia riuniti a Roma contro la crisi: coro di "no"
contro la risposta protezionistica G7, il Tesoro Usa: servono misure
eccezionali Tremonti e Draghi concordi: regole comuni per dare più etica ai
mercati Allarme del presidente della Banca mondiale: rischiamo una crisi
umanitaria In America la Camera approva il pacchetto di aiuti di Obama. Ora
tocca al Senato ELENA POLIDORI ROMA - Al suo debutto sul palcoscenico del G7 il
neo ministro americano Tim Geithner chiede ai partner riuniti a Villa Madama
«misure eccezionali»per fronteggiare la doppia crisi, finanziaria ed economica.
Un mix micidiale che potrebbe anche trasformarsi in una «crisi umanitaria» per
il Sud del mondo, secondo l´allarme della Banca Mondiale. Geithner giunge a
Roma proprio mentre la Camera Usa approva il piano di rilancio da 787 miliardi
deciso dall´amministrazione Obama, ora all´esame del Senato. Atterra a
Fiumicino nel giorno in cui escono gli ultimi, terribili dati sulla recessione
che è grave, profonda, diffusa e i cui effetti «ancora devono arrivare»,
nell´analisi del Fmi. Subito vede ad uno ad uno tutti i colleghi. Incontra
separatamente il governatore della Banca d´Italia, Mario Draghi. Pranza e
discute per due ore con il ministro dell´Economia, Giulio Tremonti. E fa
pressing per incoraggiare «le controparti ad assumere azioni forti». In una
nota, diffusa via mail, fa sapere che «tempi straordinari richiedono misure
straordinarie da parte di tutti». La performance dell´economia globale fa
paura: i Grandi si consultano e cercano rimedi. L´Italia, che presiede il G7,
lancia una proposta: serve un «legal standard», cioè un set di regole
condivise, non solo economiche ma anche morali, per rendere i mercati più
trasparenti e ripristinare la fiducia. Tremonti in Tv
spiega che nel mondo post globalizzazione c´è appunto «un deficit» di principi
e di etica che va colmato. «Non mancano più capitali, ma più regole»,
specifica. Draghi, che partecipa al summit anche come presidente del Financial
Stability Forum, l´organismo anti-crisi voluto dal G7, «condivide» l´opinione
del ministro. Nel chiuso della cena spiega che ci vuole «un insieme di
regole di base sulla trasparenza nella conduzione degli affari e sul
funzionamento della finanza e dell´economia globale». Questo «global standard»,
così lo chiama, potrebbe «integrare» i compiti del suo Forum, già «pienamente
impegnato» nella definizione di simili regole che andranno poi recepite nei
diversi ordinamenti. Ma c´è anche altro. Christine Lagarde, ministro francese
dell´economia, preme per avere maggiori controlli sugli hedge fund, i fondi
speculativi per eccellenza. Il collega tedesco Peer Steinbrueck si dice
d´accordo e lancia un appello perché «non si facciano gli errori» commessi
negli anni Trenta. Si discute a fondo anche del rischio-protezionismo:
non quello legato a dazi e barriere, bensì quello strisciante, insito nei piani
anti-crisi varati dai governi, Usa in testa. «E´ il male assoluto», dichiara il
ministro nipponico Shoichi Nakagawa. In più, danneggerebbe i paesi poveri.
Robert Zoellick, presidente della Banca mondiale, fornisce un numero da
brivido: altri 46 milioni di persone rischiano di finire in condizioni di
povertà estrema. Perciò, sarebbe bene che lo 0,7% delle risorse contenute nei
piani anti-crisi fosse devoluto ai più bisognosi. Anche l´Onu chiede al G7 di
«non dimenticare» chi soffre. Già, ma la recessione morde. Il commissario Ue
Joaquin Almunia spera in una ripresa «dalla seconda metà dell´anno» ma intanto
annuncia che il pacchetto di sostegno Ue, varato a dicembre, andrà rinforzato.
Ocse, Fmi e Banca mondiale in una nota congiunta chiedono ai governi di agire «in
modo più aggressivo» per stimolare la crescita e ripristinare la fiducia sui
mercati. «La stabilizzazione dell´economia resta la priorità», si legge in una
bozza del comunicato. «Useremo tutti gli strumenti per sostenere la crescita e
l´occupazione» ed «evitare» il protezionismo; bisogna
evitare «una eccessiva volatilità dei cambi». Oggi il G7 continua: appuntamento
alle 8, presso il Tesoro.
( da "Giornale.it, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 39 del 2009-02-14
pagina 4 Il G7: contro la crisi nuove regole e no al protezionismo
Tremonti: «Ripristinare etica e principi» E l'America sollecita «misure
eccezionali» di Gian Battista Bozzo RomaLa priorità dei governi deve essere di
riportare l'economia in una «situazione di normalità». É una delle frasi chiave
contenute nel comunicato che, oggi, sarà approvato nel summit del Gruppo dei
Sette, a Roma. Per due giorni Roma è il crocevia dell'economia mondiale, scossa
dalla crisi finanziaria, dalla recessione e da ventate di protezionismo.
E per rispondere alla sfida nella maniera più unitaria possibile, si riuniscono
nella capitale i ministri finanziari del G7 (Usa, Germania, Giappone, Gran
Bretagna, Francia, Canada e Italia più la Russia, che partecipa solo ad alcune
sessioni del G7/G8), insieme con i governatori delle banche centrali e i capi
di tutte le istituzioni economiche internazionali, dal Fmi alla Banca mondiale,
dall'Ocse all'Unione europea. Gli occhi sono tutti puntati su Tim Geithner, neo
segretario al Tesoro dell'amministrazione Obama al suo esordio al G7, che
chiede ai partner «misure eccezionali» per affrontare la recessione e la crisi
finanziaria. Alle autorità economiche mondiali, riunite ieri sera a cena nei
saloni di villa Madama, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti - presidente
di turno del G7 finanziario - rivolge la proposta di stabilire nuove regole
condivise (legal standard) per la finanza, con l'obiettivo di ricreare fiducia
sui mercati. «Nel mondo post globalizzazione - osserva
Tremonti - c'è un deficit di regole, di etica e di principi: ci sono molti
deficit nelle banche, nell'economia e nei bilanci pubblici, ma quel che manca
più di tutto sono regole e principi. Dobbiamo rifarli». Un lavoro lungo, ma che
non parte da zero: ne discutono da mesi il Financial Stability Forum guidato da
Mario Draghi, il Fmi, l'Ocse. «Condivido l'opinione del ministro
Tremonti che suggerisce al G7 la definizione di un global legal standard - dice
il governatore di Bankitalia - che stabilisca un insieme di regole di base
sulla trasparanza nella conduzione degli affari, e sul funzionamento della
finanza». Il Fsf, aggiunge Draghi, è impegnato a dare un contributo per colmare
le lacune normative. Su richiesta di Francia e Germania, si discute anche di
revisione delle norme sugli hedge fund. Isolare gli asset tossici delle banche,
ripristinare il circuito del credito, stimolare l'economia con incentivi
fiscali, e nel medio periodo creare nuove regole per la finanza. Questo
l'impegnativa road map che il G7 si assegna, mentre sul vertice romano piombano
i dati, molto negativi, del pil nei principali Paesi europei. «Le cifre
sottolineano la gravità della situazione - osserva il presidente
dell'Eurogruppo, Jean-Claude Junker - ma abbiamo la forte speranza che la
crescita tornerà a fine anno, e migliorerà gradualmente nel 2010». Per il
ministro delle Finanze tedesco Peer Steinbrueck, bisogna cominciare a discutere
della exit strategy dalla crisi. «Spero che si ricrei un po' d'ottimismo e si
vada verso una ripresa nella seconda metà dell'anno», conferma
l'eurocommissario Joaquin Almunia. É evidente che tutti aspettano un forte
segnale dalla prima economia del mondo, quella americana. Il segretario al
Tesoro Geithner passa l'intera giornata in incontri bilaterali, i primi con
Tremonti e Draghi, per illustrare il piano anticrisi dell'amministrazione Obama.
«Un piano molto consistente», commenta il nostro ministro dell'Economia. C'è
preoccupazione, tuttavia, in Giappone e in Europa per la clausola buy american
(acquisto di soli prodotti americani) inserita nel piano da 789 miliardi di
dollari lanciato dalla Casa Bianca. «Vogliamo su questo argomento una
discussione franca», dice il ministro nipponico Shoichi Nakagawa. «Il protezionismo non è una risposta», aggiungono Juncker e
Almunia. «Gli Stati Uniti - precisa il cancelliere britannico Alistair Darling
- sono consapevoli delle loro responsabilità nei confronti del mondo». Il
comunicato conclusivo del summit, che sarà reso noto oggi al termine della
riunione vera e propria del G7/G8 al Tesoro, confermerà che i Grandi sono
favorevoli senza eccezioni alle regole del libero commercio. Non ci sarà invece
particolare enfasi sui cambi. «La volatilità delle monete è aumentata, ma le
quotazioni sono più vicine ai loro normali valori», dice Almunia. © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Secolo XIX, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Ma gli incentivi non
riempiono il frigorifero Luca Volonté La libertà economica è davvero in crisi?
Un incontro sulla libertà economica, a commento degli annuali rilevamenti
dell'Heritage Foundation sugli indici di libertà in vari Paesi, si terrà a Roma
nei prossimi giorni. In tanti saranno chiamati a riflettere sui risultati
(quello dell'Italia è ancora una volta deludente), ma anche sul tema più
complessivo vista la tentazione protezionista che aleggia nelle politiche di
molti Paesi, Usa e Francia in primis. L'Italia lo scorso anno era al 64° posto,
quest'anno scivola al 76° con un tasso di libertà del 61,4%, dato ormai
vicinissimo ai Paesi definiti "poco liberi". Un risultato pessimo per
il nostro Paese che ci colloca, come accennato, in un contesto molto
preoccupante nel quale a una seria crisi finanziaria vanno a sommarsi il
ritorno di un interventismo economico massiccio e un ritorno all'autarchismo,
francamente senza precedenti, che dimentica quanto la
globalizzazione abbia contribuito a spostare fuori dall'Occidente le grandi
produzioni di beni. Secondo Alberto Mingardi, direttore generale dell'Ibl,
«l'incontro offrirà molti elementi di riflessioni su un'Italia che purtroppo
continua a rinviare il momento di quelle riforme strutturali - in tema di
mercato del lavoro e liberalizzazioni, ad esempio - che sarebbero oggi
tanto necessarie per affrontare nel migliore dei modi quel ripensamento della
nostra economia che è indispensabile in un momento di crisi. Ma soprattutto
esso cercherà di avviare un dibattito su come oggi sia possibile evitare che il
serio dissesto finanziario venga utilizzato dalle classi politiche di tutto il
mondo per riaffermare il loro controllo sulla vita economica». Siamo al 32°
posto su 43 Paesi europei e abbiamo un punteggio di poco superiore alla media
mondiale, abbiamo ottimi punteggi sulla libertà d'impresa, sulla libertà di
scambio e sulla libertà di investimento, anche le procedure burocratiche sono
state snellite, alleggeriti i dazi doganali anche se il peso della burocrazia
tende a scoraggiare gli investimenti dall'estero. La libertà fiscale e quella
dallo Stato continuano a essere i veri talloni d'Achille della nostra nazione,
insieme alla corruzione e alla enormità rappresentata dalla spesa della
pubblica amministrazione. Enorme continua a essere il Pil in nero. Ora con questi
fondamentali, fatta salva l'accorta politica bancaria attuata prima da Antonio
Fazio e ora da Mario Draghi e la vitalità delle piccole e medie imprese, sarà
difficile uscire con grande smalto dalla situazione attuale. Certamente meglio
di Inghilterra e Spagna che insieme nel 2008 hanno perso 6.600.000 posti di
lavoro, che vedono grandi e tradizionali gruppi industriali chiudere per
fallimento e faticano a trovare intese bipartisan per uscire dalla crisi.
Oddio, vista la rissosità interna tedesca e italiana, le maleparole che stanno
volando sulle pagine dei giornali tra Francia e Repubblica ceca, c'è da sperare
di recuperare presto un idem sentire europeo. Presto, prima che si sfasci
tutto. A proposito, senza nessuna volontà polemica, vi sembra intelligente dare
benefici per chi compra un frigorifero super pulito, magari bianco brillante e
con le cromature a specchio, quando si fatica a riempirlo di alimentari.
Perché, sia chiaro, arrivare dignitosamente alla seconda settimana è diventato
sempre più difficile?sì, la libertà economica è davvero in crisi.Luca Volontéè
parlamentare dell'Udc. 14/02/2009
( da "Secolo XIX, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Protezionismonel
mirinodei 7 grandi il vertice nROMA. Un rinnovato impegno contro il sorgere di
pressioni protezionistiche, la promessa di proseguire i negoziati di Doha per
l'accordo sul commercio internazionale e un plauso alla Cina per le misure di politica fiscale
adottate e l'impegno preso a favore di una maggiore flessibilità del tasso di
cambio che dovrebbe portare a un continuo apprezzamento dello yuan. Sono questi
alcuni dei punti principali della bozza di comunicato preparato dai 7 Grandi
riuniti a Roma, dove debutta Timothy Geithner come segretario al Tesoro Usa facendo sapere che l'America
spinge per risposte «eccezionali» alla crisi. Una tempesta pericolosa che
rischia di far scoppiare una bomba umanitaria nei Paesi poveri, sottolinea il
presidente della Banca Mondiale. «Continuiamo a monitorare da vicino i mercati
dei cambi, e a cooperare... Il gruppo rimane determinato ad evitare misure
protezionistiche», dice il documento. I Sette sono impegnati, inoltre, a non
innalzare nuove barriere commerciali e a lavorare per una rapida conclusione
del negoziato di Doha sul commercio internazionale. «Rimane la nostra più alta
priorità» il ripristino di condizioni di normalità dell'economia globale e dei
mercati, scrivono i ministri del G7. «Confermiamo l'impegno ad agire insieme
per la crescita e ad usare a questo fine tutti gli strumenti», viene poi
ribadito dai Sette, pronti ad ogni ulteriore azione necessaria per riportare la
fiducia nel sistema finanziario globale e a lavorare insieme per evitare
distorsioni e sovrapposizioni indesiderabili. Arrivato a Roma insieme al
presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, Geithner si è mostrato deciso a
«incoraggiare le controparti a mettere in atto azioni decise per gestire i
problemi del settore macroeconomico e finanziario» e mettere in rilievo che
«questi tempi straordinari richiedono misure eccezionali e complementari da
parte di tutti», come si legge in un comunicato del Tesoro americano. Geithner,
che nel suo primo giorno romano ha incontrato il ministro dell'Economia Giulio
Tremonti, il ministro canadese James Flaherty, il tedesco Peer Steinbrueck, il
britannico Alistair Darling, il russo Alexei Kudrin e il giapponese Shoichi
Nakagawa, dovrà spiegare ai partner i dettagli del piano varato martedì scorso
per salvare il settore bancario americano, cercando di fugare le perplessità
scatenate dalla tiepida accoglienza ricevuta da Wall Street. L'economia
mondiale si trova «in una profonda recessione», anche se non sta andando
necessariamente incontro a un periodo di depressionem ha spiegato il direttore
generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn. L'Italia,
per bocca del ministro dell'Economia Giulio Tremonti chiede un nuovo standard
di regole internazionali per il ripristino della fiducia sui mercati: «C'è un
deficit di regole, di etica e di principi». 14/02/2009
( da "Eco di Bergamo, L'" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
l'intervista Franco
Brevini «Gli idiomi non si fissano, evolvono» --> Sabato 14 Febbraio 2009
SPETTACOLI, pagina 42 e-mail print A «Volgar'Eloquio» parteciperà anche Franco
Brevini, esperto di letterature dialettali, professore di Letteratura italiana
e di Letteratura italiana contemporanea all'Università di Bergamo e allo Iulm
di Milano. Brevini ha pubblicato una ventina di volumi, fra cui Poeti
dialettali del Novecento (Einaudi), Le parole perdute. Dialetti e poesia nel
nostro secolo (Einaudi), La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al
Novecento e il recente Voci di Lombardia (Hoepli). «I dialetti continuano a
vivere nelle loro puntiformi varietà - spiega Brevini -. Parliamo del
bergamasco... Possiamo parlare oggi di un unico bergamasco? No, esistono
differenze da paese a paese. Si rischia d'imbalsamare una norma astratta. Il
dialetto è una materia fluida e variabile, non può essere ipostatizzata,
fissata in alcun modo. La dialettofonia è ancora viva, soprattutto in certe
zone periferiche, per rimanere nel nostro territorio, soprattutto nelle valli.
Ma anche il bergamasco si sta sempre più modificando verso l'italiano. E i
ragazzi hanno del dialetto solo una competenza passiva. Nulla più nasce in
dialetto, ma se è per questo non nasce più nemmeno nulla in italiano. Tutto
sorge dall'inglese». E lo vediamo dagli aggiornamenti dei dizionari. «I
neologismi sono delle mere traduzioni in italiano di termini inglesi. Mentre il
dialetto è una lingua dell'idiomatica e della differenza». Eppure
queste differenze vengono meno con la globalizzazione... «Ed è proprio l'esito
inatteso della globalizzazione che per reazione fa emergere questo nuovo
bisogno di radicamento nelle nostre identità locali». Come tutelare i nostri
dialetti? «Tutelare è una parola pericolosa. Le lingue non si dirigono e non si
pilotano. Le lingue sono in continua evoluzione, così i dialetti. Non
serve fare il Jurassik park del dialetto. Abbiamo nostalgia del dialetto? Va
bene, ma non dobbiamo dare una risposta nostalgica. A mio avviso l'unica
soluzione è dare un premio economico, un riconoscimento a quelle famiglie che
parlano il dialetto coi figli. Così si può aiutare il processo di radicamento.
Perché una lingua la si impara dal padre e dalla madre. Non dalle cassette. Non
succede nemmeno per l'inglese. L'italiano non ha mai goduto di buona salute
come oggi. Oggi abbiamo una lingua più che mai unitaria e diffusa. Certo, sono
pochi a parlare un bell'italiano. Non ha senso fare confronti con i grandi del
passato. Finiamola con questi sterili paragoni con la lingua del Manzoni o del
Machiavelli. Dobbiamo convincerci che la lingua evolve. Una lingua, per essere
tale, deve essere viva e articolata nei livelli stilistici, geografici e
sociali. La lingua di Bruno Vespa non è quella di Taricone e nemmeno quella di
Pippo Baudo. E meno male». Ma. R. 14/02/2009 nascosto-->
( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-02-14 - pag: 5 autore: Tremonti: c'è un deficit
di regole Primi sì alla nuova disciplina - Draghi: «global standard»
complemento ai principi Fsf Rossella Bocciarelli ROMA Primo via libera dal G-7
al "global legal standard" per la finanza globale proposto dal
ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: principi comuni e standard sulla
proprietà, l'integrità e la trasparenza del'attività economica e finanziaria
internazionale formeranno l'oggetto di un rapporto che i "deputies"
dei ministri dei sette grandi dovranno preparare entro quattro mesi, secondo il
comunicato che verrà diffuso oggi. La discussione sui global legal standard ha
occupato ministri e governatori, insieme ai vertici dei maggiori organismi
sovrannazionali, alla cena di ieri sera a villa Madama, che ha preceduto la
sessione di oggi al Tesoro. «C'è un deficit di regole, di etica e di principi.
Ci sono molti deficit nelle banche, nell'economia e nei bilanci pubblici. A
mancare più di tutto non sono più capitali ma più regole e più principi. C'erano prima della globalizzazione, dobbiamo rifarli dopo la
globalizzazione». Così ha commentato Tremonti, in un'intervista al Tg1. Quanto
al piano Usa anti- crisi, «il maggiore valore viene dalla figura di un
presidente che trasmette simboli di novità e di forza, ma anche di valori».
Per Tremonti, comunque «la situazione italiana è diversa, perché le famiglie
hanno risparmiato e continuano a risparmiare: dobbiamo tutelare il risparmio,
le famiglie e un sistema che è finora meno peggio degli altri». Accanto a
Tremonti e al segre-tario dell'Ocse, Angel Gurria, a introdurre la discussione
fra i Grandi è stato il Governatore della Banca d'Italia,Mario Draghi,nella sua
qualità di presidente del Financial stability forum. Nel suo speech, Draghi è
partito in primo luogo dalla questione della scelta delle regole essenziali,
che debbono valere per tutti i partecipanti al mercato mondiale. «Quel che ci
occorre –ha spiegato il Governatore – è in primo luogo una selezione dei temi:
la lotta alla corruzione, la corporate governance e gli standard della
contabilità finanziaria internazionale sono probabilmente le priorità». Ma
questo è solo il primo passo. C'è poi un passaggio più importante da compiere:
«Dobbiamo ottenere– ha sottolineato – che queste regole vengano recepite anche
dai Paesi non Ocse e , soprattutto, dobbiamo accrescerne l'enforcement: è
questo, probabilmente, il compito più difficile, che richiede un forte impegno
da parte di tutti gli Stati, a cominciare, ovviamente, dai paesi del G-7». Un
"global standard", ha aggiunto Draghi, fornirebbe un buon complemento
all'insieme di standard finanziari definiti nell'ambito del Financial stability
forum sin dal momento della sua nascita. Naturalmente, come lo standard globale
ha bisogno di evolvere, così anche le singole regole debbono poterlo fare.
«Come Fsf siamo fortemente impegnati nella ridefinizione di molti standard del
settore finanziario, da quelli relativi al capitale a quelli che riguardano la
liquidità, agli standard contabili, delle agenzie di rating, e delle
infrastrutture finanziarie ». Poi, Draghi si è occupato più esplicitamente dei
campi nei quali oggi c'è il deficit di regole di cui ha parlato il ministro.
«La crisi ha fatto emergere – ha spiegato – una serie di settori nei quali non
esistono standard codificati; aree nelle quali i problemi etici e quelli
prudenziali si sono posti insieme». Un campo, ha chiarito, è quello degli
schemi di compenso nelle strutture finanziarie. E qui, Draghi ha annunciato che
il Fsf sta sviluppando dei principi che puntano ad abbattere l'incentivo ad
assumere rischi eccessivi. «Siamo cercando il modo di far rispettare questi
principi attraverso attraverso la vigilanza bancaria » ha sottolineato. Un
altro campo in cui c'è carenza di regole di base è la responsabilità degli
intermediari verso coloro ai quali esse vendono prodotti finanziari. Infine,
manca anche, secondo il presidente del Fsf, la definizione di requisiti per gli
investitori istituzionali, che permettano un'attenta verifica economico-
finanziaria da parte degli investitori. «Non capitali ma principi». Il ministro
dell'Economia Giulio Tremonti CONTRASTO
( da "Reuters Italia" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ROMA (Reuters) - Il
G7, temendo un ritorno degli errori che hanno amplificato la grande depressione
degli Anni 30, farà quanto possibile per combattere la recessione economica ed
evitare che siano assunti provvedimenti protezionistici. è quanto si legge nel
comunicato che chiude i lavori del summit, svoltosi tra ieri e oggi a Roma.
Nelle pieghe del documento si nota anche un tono più
conciliante nei confronti della Cina, dopo le dichiarazioni del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner, che aveva accusato
di recente Pechino di manipolare il tasso di cambio dello yuan. La nota, non
molto diversa dalla bozza che Reuters ha diffuso ieri sera, sembra messa a
punto anche per mitigare i timori di chi vede i governi determinati a varare
misure di sostegno all'occupazione e alle industrie nazionali
rinunciando al rispetto dei principi di concorrenza e libero scambio. Mentre il
G7 era in corso nella notte, infatti, il Congresso degli Stati Uniti ha
approvato il piano anticrisi da 787 miliardi di dollari dell'Amministrazione
Obama che contiene decine di miliardi di investimenti in opere pubbliche,
investimenti vincolati però all'acquisto di beni e materie prime - come
l'acciaio - prodotti negli Stati Uniti, sintetizzato nello slogan 'buy
American'. Secondo il ministro dell'Economia italiano, Giulio Tremonti,
"c'è stata una discussione tutta convergente sul punto: il protezionismo è
negativo". Il cancelliere dello Scacchiere britannico Alistair Darling ha
detto di aver discusso con Geithner del cosiddetto "buy american" e
che "gli Stati uniti sono consapevoli delle loro responsabilità verso il
resto del mondo". La clausola "buy american" non è la sola a
preoccupare il G7. Le misure di sostegno all'industria dell'auto in Francia e
Italia hanno sollevato preoccupazioni, come pure le campagne anti-italiani in
Gran Bretagna per assicurare il lavoro ai cittadini inglesi. Sul "buy
American" Geithner, alla sua prima uscita internazionale, apprezzato dai
colleghi per i toni distesi e concilianti, ha voluto assicurare che lo stesso
Barack Obama ha ben presenti le preoccupazioni internazionali. Continua...
( da "Wall Street Italia" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
G7, forte risposta a
crisi e condanna protezionismo -->ROMA (Reuters) - Il G7, temendo un ritorno
degli errori che hanno amplificato la grande depressione degli Anni 30, farà
quanto possibile per combattere la recessione economica ed evitare che siano
assunti provvedimenti protezionistici. È quanto si legge nel comunicato che
chiude i lavori del summit, svoltosi tra ieri e oggi a Roma. Nelle pieghe del
documento si nota anche un tono più conciliante nei
confronti della Cina, dopo
le dichiarazioni del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner, che aveva accusato di recente Pechino di
manipolare il tasso di cambio dello yuan. La nota, non molto diversa dalla
bozza che Reuters ha diffuso ieri sera, sembra messa a punto anche per mitigare
i timori di chi vede i governi determinati a varare misure di sostegno all'occupazione
e alle industrie nazionali rinunciando al rispetto dei principi di concorrenza
e libero scambio. Mentre il G7 era in corso nella notte, infatti, il Congresso
degli Stati Uniti ha approvato il piano anticrisi da 787 miliardi di dollari
dell'Amministrazione Obama che contiene decine di miliardi di investimenti in
opere pubbliche, investimenti vincolati però all'acquisto di beni e materie
prime - come l'acciaio - prodotti negli Stati Uniti, sintetizzato nello slogan
'buy American'. Secondo il ministro dell'Economia italiano, Giulio Tremonti,
"c'è stata una discussione tutta convergente sul punto: il protezionismo è
negativo". Il cancelliere dello Scacchiere britannico Alistair Darling ha
detto di aver discusso con Geithner del cosiddetto "buy american" e
che "gli Stati uniti sono consapevoli delle loro responsabilità verso il
resto del mondo". La clausola "buy american" non è la sola a
preoccupare il G7. Le misure di sostegno all'industria dell'auto in Francia e
Italia hanno sollevato preoccupazioni, come pure le campagne anti-italiani in
Gran Bretagna per assicurare il lavoro ai cittadini inglesi. Sul "buy
American" Geithner, alla sua prima uscita internazionale, apprezzato dai
colleghi per i toni distesi e concilianti, ha voluto assicurare che lo stesso
Barack Obama ha ben presenti le preoccupazioni internazionali. Il comunicato G7
aggiunge che stabilizzare economia e mercati finanziari è essenziale e che tutti
devono collaborare utilizzando ogni mezzo di politica economica per assicurare
il massimo effetto. "Continueremo a lavorare insieme per evitare effetti
indesiderabili e distorsioni", dice il comunicato. Altro tema discusso è
stato quello del tasso di cambio dello yuan cinese. Il comunicato G7 è stato
più conciliante rispetto alla riunione di ottobre, lanciando un esplicito
apprezzamento dell'impegno a un regime valutario più flessibile assunto da
Pechino. Nessun riferimento, come ampiamente anticipato ma non considerato
scontato dai mercati, ad altre valute. "Il tono più conciliante sulla Cina è la differenza chiave rispetto al precedente
comunicato", ha detto Geoffrey Yu, analista di Ubs commentando l'esito del
summit. Tremonti ha detto che dall'incontro di Roma parte un percorso per la
riscrittura delle regole economiche a livello internazionale che potrà portare
alla formazione di un "nuovo ordine". Il documento finale del G7 non
menziona i cosiddetti "legal standard" sulla cui necessità il
presidente italiano di turno del G7 aveva insistito nei giorni scorsi: si parla
più genericamente di "common principle and standard".
( da "Virgilio Notizie" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Washington, 14 feb.
(Ap) - Il primo viaggio all'estero come capo della diplomazia del presidente
degli Stati Uniti Barack Obama sarà per il segretario di Stato Hillary Clinton
l'occasione per ribadire l'interesse americano verso l'Asia più che un contesto
in cui produrre veri e propri cambiamenti delle politiche attuali. La scelta è
comunque significativa, visto che mentre in passato i segretari di Stato hanno
scelto per il loro primo viaggio l'Europa o il Medio Oriente, Clinton partirà
domani alla volta di Giappone, Indonesia, Corea del Sud e Cina. "E' importante dare un
segnale sul fatto che gli Stati Uniti vogliono costruire relazioni più ampie e
profonde non solo con i Paesi che saranno visitati, ma anche con le altre
nazioni dell'Asia e della zona che si affaccia sul Pacifico", ha detto
Clinton, sottolineando la convinzione che "il futuro delle nostre nazioni
sia indissolubilmente collegato". Venerdì, parlando dall'Asia
Society di New York, Clinton ha detto di volere "impegno più rigoroso e
duraturo" dai paesi della regione, auspicando una partecipazione attiva
sulle questioni di interesse globale, dalla crisi finanziaria ai cambiamenti
climatici. In particolare, il segretario di Stato aveva lanciato un monito alla
Corea del Nord, invitandola a rinunciare ad azioni "provocatorie" e
ribadendo la volontà di Obama di "normalizzare" i rapporti con
Pyongyang se questa rinuncerà in via definitiva al proprio programma nucleare.
"Abbiamo la possibilità di fare progredire le discussioni, ma è necessario
che la Corea del Nord eviti azioni provocatorie e l'inutile retorica verso la
Corea del Sud", ha detto Clinton.
( da "Corriere.it" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Incontri Niente
passeggiate ma solo vertici per il debutto internazionale del segretario Usa al Tesoro La diplomazia di Geithner, un americano a Roma
ROMA - Chi sperava di incrociare Timothy Geithner mentre passeggiava per i Fori
imperiali mano nella mano con sua moglie Carole Sonnenfeld, o magari di
stringergli la mano a piazza Navona, si è dovuto rassegnare. La prima giornata
da americano a Roma del segretario al Tesoro, primo rappresentante di
un'amministrazione democratica a tornare sulle sponde del Tevere dopo gli otto
interminabili anni dell'epoca di George W. Bush, non poteva essere come quella,
pirotecnica, di Bill Clinton, nel giugno del 1994: anche allora, con Silvio
Berlusconi a palazzo Chigi. Niente jogging in calzoncini e maglietta Radio city
a Villa Borghese con l'ambasciatore, che del resto ancora non c'è. Niente
scambi di battute con i passanti. Niente caramelle con il simbolo della Casa
Bianca distribuite ai bambini. Sia chiaro: non perché il segretario al Tesoro
di Barack Obama non sia uno sportivo. Tutt'altro. Gioca a tennis, pratica il
surf, sa andare sullo snowboard ed è anche un discreto praticante di softball.
Ma nemmeno perché Geithner non sia un tipo espansivo. Coetaneo del presidente, del quale è appena 14 giorni più giovane, ha vissuto in Africa,
India, Cina e Tailandia. Se
il giovane Obama visse per quattro anni a Giacarta con la madre e il suo
secondo marito, Geithner ha finito le scuola superiori a Bangkok. Ha studiato
cinese e giapponese, ha la fama di persona ottimista e aperta e non dimostra la
sua età. Dettaglio che qualcuno considera un difetto. «A 47 anni Tim ne
dimostra 32, invece di questi tempi devi avere i capelli grigi e l'aria grave.
Non è che non sia qualificato. È come appare...», ha detto di lui al Washington
post Ken Duberstein, ex capo dello staff di Ronald Reagan. Il fatto è che
Geithner, reclutato dalla Federal reserve di New York, di cui era presidente,
non è un politico. È un banchiere centrale che aveva lavorato in precedenza al
dipartimento del Tesoro con Robert Rubin e Lawrence Summers. Anche se nella sua
storia da «civil servant» non manca un'ombra che negli Usa
non è considerata proprio trascurabile: 35 mila dollari di dollari di
contributi previdenziali non pagati quando era al Fondomonetario
internazionale. Una scivolata a cui ha rimediato pagando e scusandosi, ma che è
stata l'ennesima per il nuovo gabinetto, che ha perso il segretario designato
alla Salute Tom Daschle, colpito dalle accuse di evasione fiscale, e Nancy
Killefer, la garante governativa per i progetti economici che non aveva versato
900 dollari di contributi per la sua colf. Senza contare le dimissioni del
senatore Bill Richardson, E poi lo stile obamiano ha oggettivamente poco a che
vedere con quello clintoniano. Soprattutto oggi, a distanza di quasi 15 anni da
quella prima volta da americano a Roma di Clinton. Allora non c'erano stati
fallimenti bancari a ripetizione, l'economia mondiale non era in picchiata a
causa dei disastri finanziari innescati proprio dagli Stati Uniti, e gli
americani non dovevano difendersi dalle accuse di protezionismo che adesso
piovono da tutte le parti. Lo struscio nel centro di Roma, insomma, sarebbe
stato decisamente fuori luogo. Anche a prescindere dagli impegni fittissimi
della giornata, con un pomeriggio pieno zeppo di colloqui bilaterali fra il
segretario del Tesoro americano e i suoi colleghi degli altri Paesi. Per
evitare di passare proprio inosservato è stata sufficiente una stretta di mano
con il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, che Geithner conosce bene
per averlo frequentato a lungo da capo della Fed e componente del Financial stability
Forum, immortalata dai fotografi fuori dall'Hotel Excelsior, e qualche sorriso
ai curiosi che osservavano la scena. Prima di andare al ministero dell'Economia
per incontrare Giulio Tremonti e pranzare con lui, nella foresteria di via XX
settembre. Forse, tra tutti i ministri di questo G8, quello con il quale il
nuovo e più giovane segretario al Tesoro ha almeno una cosa in comune: il
giorno del compleanno. Tremonti e Geithner sono entrambi nati il 18 agosto.
Sergio Rizzo stampa |
( da "Corriere.it" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Summit Primo sì dei
ministri finanziari alla proposta italiana. Alt al protezionismo
Tremonti: deficit di regole Via libera agli standard globali Il ministro Usa:
contro la crisi misure eccezionali ROMA «Occorre che tutti i paesi prendano
misure eccezionali e complementari» per far fronte alle «circostanze straordinarie
» create dalla crisi finanziaria ed economica. Il nuovo segretario al Tesoro
Usa, Tim Geithner si presenta così, con un appello all'azione immediata, al
vertice iniziato ieri a Roma che vede riuniti governatori e ministri del Tesoro
e delle Finanze degli otto paesi più ricchi del mondo, il G7 più la Russia.
L'avvio del summit, cade proprio nel giorno in cui l'Italia come gli altri
paesi industrializzati riceve la conferma della gravità della recessione ed il
richiamo di Geithner agli altri partner «ad adottare misure decise per
affrontare le sfide che si pongono sul fronte macroeconomico e finanziario»,
come rileva la nota diffusa ieri dal Tesoro Usa, accentua i toni dell'urgenza
degli incontri di Roma. E in qualche modo cerca pure di stemperare i timori del
prevertice incentrati proprio sul piano di aiuti annunciato dal governo Obama
con la clausola Buy American, approvato ieri dalla Camera prima di passare
all'esame del Senato: contro le tentazioni di protezionismo
sono intervenuti ieri il ministro delle Finanze tedesco Peer Steinbrueck e
soprattutto il ministro giapponese Shoichi Nakagawa che ne ha parlato
direttamente al collega statunitense in uno degli incontri bilaterali che ieri
hanno preceduto la cena d'avvio del summit. I primi colloqui a quattr'occhi
Geitnher li ha avuti con i «padroni di casa», il ministro dell'Economia, Giulio
Tremonti, e il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. Ministro e
governatore ieri si sono presentati in singolare compattezza alla cena di
discussione che si è svolta in serata a Villa Madama. Nel quadro della ricerca
di soluzioni per la crisi finanziaria Tremonti ha illustrato la proposta
italiana di definire un «Global legal standard». Draghi, intervenuto dopo di
lui e dopo il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, si è detto d'accordo
con Tremonti: «Condivido l'opinione del ministro che suggerisce al G7 di
stabilire un insieme di regole base sulla trasparenza nella conduzione degli
affari e sul funzionamento della finanza e dell'economia globale», ha affermato.
Disegnando poi il percorso da fare per raggiungere gli standard globali ai vari
livelli con l'integrazione dei principi elaborati in sede Ocse, Fmi, e Fsf,
l'organismo che Draghi presiede. Si tratta di un processo non brevissimo e
quindi ancora di una "proposta aperta" dell'Italia, che comunque ieri
sera ha ricevuto il primo consenso dei partecipanti alla discussione. «C'è un
deficit di regole, etica e principi. Ci sono deficit nelle banche,
nell'economia e nei bilanci pubblici. Ma a mancare maggiormente non sono i
capitali, ma regole e principi. C'erano prima della
globalizzazione, dobbiamo rifarli ora» ha ripetuto ieri Tremonti. E la Francia
ha chiesto controlli più stringenti sugli hedge funds, d'accordo con Italia e
Germania. Il focus del vertice di Roma resta però l'allarme per la crisi che
«ancora deve esprimere tutti suoi effetti negativi», come ha detto il direttore
generale del Fmi Dominique Strauss- Kahn o che potrebbe determinare,
guardando ai paesi più poveri, una «disastrosa crisi umanitaria » come ha
avvertito il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick. I ministri e i
governatori delle banche centrali del G7 ribadiranno nel comunicato finale del
vertice la «priorità» dell'obiettivo di «riportare la stabilità » nell'economia
mondiale, utilizzando tutti gli strumenti «per sostenere la crescita e
l'occupazione » e «promuovendo ulteriori azioni per ripristinare la fiducia nei
mercati» facendo salva la «lotta al protezionismo ».
Mario Sensini Stefania Tamburello stampa |
( da "Giornale di Brescia" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 15/02/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Geithner: «Non faremo
scelte protezionistiche» Il segretario Usa al Tesoro,
alla prima uscita internazionale, rassicura tutti sulla clausola «buy american»
ROMALa nuova amministrazione Usa tende la mano al
mondo per scrivere assieme le regole comuni e superare la crisi economica e
assicura che non ricorrerà a sistemi protezionistici. Al
suo debutto nei vertici internazionali il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, è intervenuto a
Roma per rassicurare i partner del G7 sulle intenzioni di lavoro comune degli
Stati Uniti in quella che è la crisi «più ampia e profonda degli ultimi
decenni» e per raffreddare le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta. Alla chiusura dei
lavori del vertice, Geithner si è presentato alla stampa. «È imperativo che
lavoriamo insieme per ristabilire le condizioni normali dell'economia e dei
sistemi finanziari», ha detto Geithner che, pur riconoscendo la gravità della
situazione è apparso animato da uno spirito positivo e da un cauto ottimismo
proiettato al futuro senza accennare agli errori passati del sistema
finanziario americano. Dopo aver ricordato la velocità della nuova
amministrazione Obama nel dare una risposta alla crisi ha annunciato che «nelle
prossime settimane la Casa Bianca presenterà delle misure nell'ambito della
legge di bilancio che mirano a rendere più sostenibili le nostre politiche
fiscali nel medio termine». Geithner assicura quindi che «tutti i Paesi si
devono impegnare al libero commercio e le politiche di investimento, che sono
essenziali alla crescita e alla prosperità economica». Il segretario smorza
così i timori della vigilia sulle clausole denominate «buy american» a favore
dei prodotti nazionali contenute nel piano di stimolo da 787 miliardi varato da
Camera e Senato. La clausola del «buy american», ha assicurato Geithner verrà
attuata nel «rispetto delle regole del libero commercio». Secondo Geithner
«l'importante è trovare una strada comune per disegnare degli standard
efficaci, e questo richiederà la stretta collaborazione di tutti» i Paesi.
Infine, un riconoscimento alla Cina e al suo ruolo
nello stabilizzare i mercati finanziari e nel rendere sempre più flessibile lo
yuan, raffreddando così le polemiche accese con Pechino nelle scorse settimane.
( da "Giornale di Brescia" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 15/02/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:estero Sudamerica La via dell'integrazione
Con l'Unasur torna il sogno di Simon Bolivar L'unione dei 12 Paesi del Continente
sancisce la fine della dottrina Monroe. Grandi progetti Una manifestazione a
favore dell'integrazione latinoamericana. Da sinistra si notano Esteban Silva
Cuadra, il presidente nicaraguense Ortega e quello venezuelano Chavez Unione
panamericana, Osa, Patto Andino, Mercosur, Alca, Unasur: tutte sigle che in
tempi diversi, tra Paesi differenti e con modi propri definiscono vari
tentativi di integrazione tra i Paesi sudamericani a partire da metà Ottocento
fino ai giorni nostri. Come le grida manzoniane, il loro grande numero segnala
l'obiettiva difficoltà di dare corpo a un autentico processo di unificazione
politico-economica continentale. Uno dei problemi è che metà continente è di
cultura indio-spagnola e l'altra metà, rappresentata dal Brasile (che copre da
solo il 47% del territorio continentale) è lusitofona. Mancano, per ora,
interessi strategici unificanti forti a parte quello, a suo modo molto potente,
di rendersi autonomi dalla «protezione» statunitense. È quanto basta per
cominciare un percorso, ma non è sufficiente per portarlo a compimento.
Mercosur e Patto Andino In ogni caso, è questa istanza (l'emancipazione dagli
Stati Uniti) a informare i tentativi di integrazione nati nel corso degli
ultimi decenni. Nel 1969 viene fondato il Patto Andino tra Perù, Cile, Bolivia,
Colombia, Ecuador e Venezuela (il Cile uscirà nel 1976 e il Perù si farà da
parte nel 1992). Nel 1991 prende avvio il Mercosur, sull'esempio del Mercato
comune europeo (il Mec), che comprende Argentina, Uruguay, Paraguay e, dal
2006, il Venezuela. Infine, il tornante più interessante si ha il 23 maggio
2008 quando a Brasilia viene fondato l'Unasur, alleanza continentale che
congloba tutti i Paesi sudamericani con un ruolo più politico rispetto a quello
essenzialmente commerciale e doganale del Mercosur. Si mira a una autentica
integrazione regionale sul modello della Ue. Beninteso, unione delle patrie,
alla De Gaulle, più che federazione alla Schumann o, restando in territorio
latinoamericano, alla Simon Bolivar (anche se è il sogno del Libertador a
ispirare il progetto). Non c'è dubbio che la fine delle dittature (negli anni
Ottanta), il ritorno alla democrazia e la «simpatia» politica tra le capitali
del Continente, quasi tutte guidate da Governi di centrosinistra, hanno dato forte
impulso alle spinte aggregative. Unasur: grandi ambizioni, ma anche grandi
problemi e difficoltà. L'America latina pensa in grande Intanto un dato, di
notevole portata storica: la dottrina Monroe è andata in frantumi (si tratta
del diritto autoproclamato dagli Stati Uniti, nel 1823, che tutto il continente
americano debba cadere nella loro esclusiva area di influenza). Il «funerale» è
stato celebrato il 4 e 5 novembre 2005 al vertice del Mar del Plata, in
Argentina. In quell'occasione i Paesi del Mercosur affossarono definitivamente
l'«Alca», la «Zona di libero scambio delle due Americhe», proposta nel 2001
dagli Stati Uniti (sede a Washington) come estremo tentativo, appunto, di dare
ossigeno alla dottrina Monroe, ormai agonizzante. Successivamente, nel
2006/2007, lo stesso Bush, in due successivi incontri con il presidente Lula,
ha preso atto che ormai il Latinoamerica e, soprattutto il Brasile, avevano
acquisito statura e ruolo tali da poter (e dover) camminare con le proprio
gambe (in quest'opera di emancipazione, occorre riconoscerlo, un ruolo
fondamentale ha svolto Cuba, unico vero successo politico di Castro in un mare
di fallimenti). Oggi l'Unasur sta pensando in grande. C'è in cantiere la
Carretera Interoceanica, l'autostrada che collegherà il Perù, sul Pacifico,
alla costa atlantica del Brasile:
( da "Centro, Il" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
di Gigi Furini
L'impegno del G7: «No al protezionismo» Il vertice di Roma propone la riforma
del Fondo monetario internazionale ROMA. Bisogna utilizzare tutti gli strumenti
per sostenere la crescita e l'occupazione. Bisogna stabilizzare i mercati
finanziari, ci vogliono azioni coordinate contro il protezionismo e, infine,
bisogna riformare il Fondo monetario internazionale (Fmi). Il G7 si chiude con
un elenco di buone intenzioni perchè «la crisi è grave e persisterà per tutto
il 2009». Ora dalle parole si dovrà passare ai fatti perchè crescono i
disoccupati, calano i consumi e le valute sono sempre troppo volatili. Il
dollaro, l'euro e la moneta cinese che oscillano troppo velocemente non fanno
bene alle imprese che devono poter programmare gli investimenti. Il G7
finanziario, promosso sotto la presidenza italiana, si è dato quattro mesi di
tempo per elaborare un primo documento per regole comuni. E' stato Giulio
Tremonti, e non da ora, ad avvertire che non basta inondare i mercati di
miliardi di dollari se non ci sono regole certe. Perchè il rischio è di veder
polverizzati gli interventi e ritrovarsi, fra pochi anni, al punto di partenza.
Per questo le sette maggiori economie avanzate sono determinate «a ristabilire
la piena fiducia nel sistema finanziario». Infatti siamo in presenza «di un
grave deterioramento dell'economia globale, che ha già implicato significative
perdite di posti di lavoro, e ci si attende che persista per tutto il 2009». I
Paesi del G7 riaffermano anche la loro determinazione «a evitare misure
protezionistiche e a non erigere nuove barriere che non farebbero altro che
esacerbare la fase negativa». Crisi di fiducia. E' il ministro Tremonti a dire,
per primo, che non siamo in presenzaa solo di una crisi finanziaria, ma anche
di una crisi di fiducia. La gente non crede più alle banche, pensa ai suoi
risparmi andati in fumo e se la prende con i governi che non hanno vigilato.
«Credo - spiega Tremonti - che il punto fondamentale sia l'impegno fortissimo
su nuove regole per un nuovo ordine economico coerente con la struttura del
capitalismo e del mercato globale». Le regole. I ministri si sono dati quattro
mesi di tempo per fissare un "legal standard". «Inizia - dice
Tremonti - un'attività di assemblaggio di materiali politici ed economici.
Vogliamo arrivare a formare un corpo di regole giuridiche ed economiche che
devono introdurre fiducia ed evitare che, terminata questa crisi, lo sviluppo
futuro porti alla crisi successiva». No al protezionismo. «Il protezionismo è
oggettivamente un pericolo», dice Tremonti. E come la mettiamo con il "Buy
American", cioè con la clausola inserita nel piano di stimolo all'economia
Usa a favore dei prodotti nazionali? «Credo si tratti
di uno slogan, più che di un disegno politico - risponde il ministro italiano -
poichè vengono comunque ribaditi gli impegni all'interno del Wto
(l'organizazione mondiale del commercio) che sono garanzia sufficiente per
escludere effetti protezionistici». Il Tesoro Usa. Il
G7 di Roma ha segnato il debutto di Timothy Geithner. Il neo segretario al
Tesoro americano non ha usato mezze parole per parlare della crisi, descritta
come «la più ampia e profonda degli ultimi decenni». Inoltre
ha raffreddato le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta (era stata ancorata per
legge al valore del dollaro, creando squilibrio sul mercato) Il Fmi. Il Fondo
monetario sarà raffozato con risorse aggiuntive. «E' cruciale per rispondere in
modo flessibile all'attuale crisi», dice Tremonti.
( da "Nuova Sardegna, La" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
UN TEAM DI ARCHITETTI
Dalla Regione un premio all'originale progetto che fa dialogare paesaggio,
antichità ed eventi MARTIS. Il progetto "Il Parco Paleobotanico
dell'Anglona nella città territoriale dell'acqua" ha vinto proprio in
questi giorni uno dei premi del paesaggio, il concorso di idee indetto dalla
Regione per la promozione di interventi di qualità paesaggistica e
sostenibilità ambientale di opere di urbanistica, edilizia e infrastrutturale.
La commissario ha dato una precisa motivazione. "L'attenta lettura delle
valenze paesaggistiche del contesto di riferimento ha come esito il dialogo tra
ambiti con elevati caratteri di unicità che vengono raccordati in un sistema
dialettico. Tuttavia la materializzazione progettuale dell'idea di base appare
caratterizzare il territorio in maniera predominate rispetto alla eccellenze
paesaggistiche naturali e archeologiche da valorizzare". Il progetto è
stato pubblicato recentemente nella rivista "Topos", la prestigiosa
rivista internazionale di architettura che dedica il suo ultimo numero al
rapporto tra la forma ed il concetto che sta dietro la forma (Concept and Form)
e che raccoglie progetti provenienti dal Canada, Australia, Usa, Argentina, Cina, Olanda, Svezia, Spagna, Turchia, Israele e Germania. A
rappresentare l'Italia su questo tema c'è proprio il lavoro dell'equipe di
Vanni Maciocco. «Con economia di mezzi e senza trasformazioni fisiche
irreversibili sono state realizzate delle macchine lignee territoriali - ha
spiegato Maciocco - che estendono il concetto di convivialità urbana a tutto il
territorio dell'Anglona che, per la sua geomorfologia e per i suoi
paesaggi agrari, ha un valore assolutamente sovralocale». Una sorta di
"città estesa" quindi costituita dai piccoli centri dell'Anglona che
trova nella sua struttura territoriale una "vita di città" estesa sul
territorio. «E' come se queste grandi macchine - sostiene Vanni Maciocco -
siano gli strumenti di lettura che ci rivelano significati del territorio che
sono invece assolutamente latenti e ci fanno capire cos'è in realtà questo
territorio. Le aree realizzate attorno alle gallerie-ombrario sono state
strutturate per ospitare eventi, manifestazioni o altro che potranno in questo
modo tenersi persino in simultanea in simultanea così che comuni che in passato
hanno guardato solo a se stessi possano guardare anche alle cose che hanno in
comune». (m.t.)
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Economia Pagina 216
la proposta Debutto del segretario al Tesoro No degli Usa
al protezionismo La proposta. Debutto del segretario al Tesoro --> La nuova
amministrazione Usa tende la mano al mondo per
scrivere assieme le regole comuni e superare la crisi economica e assicura che
non ricorrerà a sistemi protezionistici per favorire la ripresa del paese. Al suo debutto nei vertici internazionali il neo segretario al
Tesoro Usa, Timothy
Geithner, è intervenuto a Roma per rassicurare i partner del G7 sulle
intenzioni di lavoro comune degli Stati Uniti in quella che è la crisi «più
ampia e profonda degli ultimi decenni» e per raffreddare le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della
moneta. Alla chiusura dei lavori del vertice, Geithner si è presentato
alla stampa con spirito dinamico e affabile dopo aver incassato i complimenti
dei vertici di Bce, Commissione Europea e Eurogruppo. «È un buon oratore,
franco e aperto» è stato il parere comune di Jean-Claude Trichet, Joaquin
Almunia e Jean-Claude Juncker, mentre il ministro francese Christine Lagarde ha
definito il suo un «ottimo debutto». LA COLLABORAZIONE «È imperativo che
lavoriamo insieme per ristabilire» le condizioni normali dell'economia e dei
sistemi finanziari, ha detto Geithner che, pur riconoscendo la gravità della
situazione è apparso animato da uno spirito positivo e da un cauto ottimismo
proiettato al futuro senza accennare agli errori commessi nel passato dal
sistema finanziario americano. Dopo aver ricordato la velocità della nuova
amministrazione Obama nel dare una risposta alla crisi ha annunciato che «nelle
prossime settimane la Casa Bianca presenterà delle misure nell'ambito della
legge di bilancio che mirano a rendere più sostenibili le nostre politiche fiscali
nel medio termine». L'IMPEGNO Geithner assicura quindi che «tutti i paesi si
devono impegnare al libero commercio e le politiche di investimento, che sono
essenziali alla crescita e alla prosperità economica». Il segretario smorza
così i timori della vigilia sulle clausole denominate ?Buy american? a favore
dei prodotti nazionali contenute nel piano di stimolo da 787 miliardi di
dollari che il presidente Obama firmerà nei prossimi giorni dopo l'approvazione
di Camera e Senato. La clausola, ha assicurato Geithner, verrà attuata nel
«rispetto delle regole del libero commercio». In particolare, il segretario al
Tesoro si è detto «assolutamente concorde» sul fatto che «bisogna lavorare
insieme ora per fare tutto il possibile per affrontare la crisi» con gli altri
Paesi del G7 e del G20. «Bisogna iniziare un processo per ristabilire la
fiducia attraverso degli standard più rigorosi». Al di là dei possibili modelli
da adottare, ovvero quello europeo o quello americano, secondo Geithner
«l'importante è trovare una strada comune per disegnare degli standard
efficaci, e questo richiederà la stretta collaborazione di tutti» i Paesi.
Inoltre, il segretario Usa ha sottolineato
l'importanza di trovare le vie giuste per far funzionare il mercato del credito
e realizzare «banche più robuste» oltre a garantire la trasparenza e far
ripartire l'afflusso dei capitali privati.
( da "Riformista, Il" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Possono i convegni
(come il G7) salvare il mondo? il liberista I Grandi della Terra si danno
appuntamento, e che fanno? Fanno un dibattito, come i tanti altri di questi
mesi segue dalla prima pagina Tremonti, tetragono con i gruppi di pressione, si
è messo su un altro livello. Che sia stato percepito anche dai colleghi, è
giusto. Dall'einaudiano conoscere per deliberare discende che, nell'ignoranza,
è meglio star fermi. In quest'orgia di ipotesi e congetture sulle cause della
crisi, Tremonti non ha fatto mancare le sue: ma non ha pensato di imbastirci
una politica di governo, dimostrando più umiltà di tanti altri. Chi non lo ama,
e sospetta che dietro le sue mosse ci sia un disegno politico più che una
consapevole cautela, deve abbozzare. Il suo è un immobilismo virtuoso. Se
popperianamente bisogna giudicare i prodotti e non gli autori, ha ragione Vito
Tanzi, che nella fossa dei leoni della voce.info ha dato a Giulio quel che è di
Giulio. «Sarebbe imprudente e molto rischioso tentare una espansione keynesiana
o aumentare la spesa pubblica, se non marginalmente, per proteggere i più
colpiti dalla crisi», ha scritto Tanzi lo scorso dicembre. «L'espansione
potrebbe far aumentare il "rischio paese" in modo incontrollabile».
Da un certo punto di vista, Tremonti ha replicato lo schema usato con "La
paura e la speranza". Con quel pamphlet, il Colbert de' noantri aveva
ridotto alla balbuzie i suoi avversari. È vero che in Italia le (poche) riforme
liberali le ha fatte la sinistra. Ma è anche vero che le ha fatte di
malavoglia, subendo il "vincolo esterno", cercando non nella
modernizzazione del Paese di per sé, quanto in qualche "obiettivo
civetta" (l'entrata nell'euro), l'appiglio a cui agganciarsi. Dopo dieci anni passati ad ingollare pane e globalizzazione come
amara purga per i propri vizi ideologici, la sinistra si è trovata di fronte un
nemico che dissotterrava parte del suo stesso armamentario storico (con tanto
di laccate citazioni marxiane), proprio contro la globalizzazione. Oggi
accade lo stesso. Ciampi, Prodi, Padoa Schioppa. Il vestito buono della gauche,
in questo Paese, è il rispetto dei conti pubblici. È sotto quelle insegne, che
l'antiberlusconismo si legittimava in società. Ricordate? Non si abbassino le
tasse, che poi il piatto piange. Ma la religione del contenimento del debito
non può valere solo contro la curva di Laffer. Ecco che Tremonti, non si sa se
più per convinzione o per necessità, l'ha sfilata da sotto i piedi al Pd e ai
suoi intellettuali, ferendo a morte i già esangui "liberisti di
sinistra". L'unico vero antagonista che gli rimane è Mario Draghi. Il
resto, è deserto. Questa è una buona cosa per il Paese? Certamente no. Il
problema di Tremonti è quello di tutto il centro destra. La sua stella brilla
solo perché il cielo è sgombro. Se va reso merito all'ostinazione con cui ha
frenato l'espansione della spesa, entusiasmarsi per il Tremonti-pensiero è
difficile. L'immobilismo virtuoso va bene come risposta di breve periodo. Già
nel medio, bisogna avere un progetto. Nella speranza che non saremo tutti
morti. Nel suo recente articolo sul Corriere della sera, Tremonti ha
preannunciato le sue riflessioni sulla crisi, poi in qualche maniera condivise
nel G7. I Grandi della Terra si danno appuntamento, e che fanno? Un convegno.
Da cui escono auspici non diversi da quelli prodotti in tanti altri incontri
pubblici, in questi mesi. Per non dire della confusione delle lingue. Si parla
di "global legal standard": ma poi si dice che il deficit nelle
banche è "etico e di regole". Solo che l'etica è una faccenda
individuale, e le regole dovrebbero essere generali e astratte. Se manca
l'etica, se l'avidità travolge ogni cosa, non c'è muro di norme che possa
frenare questa marea. Siamo in Italia e lo sappiamo benissimo: fatta la legge,
gabbato lo frate. Per credere che il problema sia "di regole",
bisognerebbe ipotizzare che l'attività finanziaria si sia svolta sin qui in
totale anarchia. L'innovazione finanziaria si è invece accompagnata con una
accelerazione esponenziale della normativa, e un crescente peso della
vigilanza. Le regole sicuramente non mancavano. Si può dire fossero sbagliate?
In questo caso, per quale ragione si dovrebbe supporre che gli stessi processi
da cui erano sortite regole sbagliate, oggi ne debbano produrre di giuste? Non
al G7, ma a latere del G7, Tremonti ha sgranato di nuovo il suo ormai usuale
rosario. Invettive contro gli hedge fund, contrapposti alle società per azioni
(quando quasi tutti gli hedge fund sono società per azioni). Preci al conto
capitale contro il conto economico. Richiami a una misteriosa etica del
capitalismo, che sarebbe stata spazzata via dalla globalizzazione: il profitto
che va bene solo all'interno dello Stato nazione. Il tutto in un curioso
minestrone in cui "legale" e "morale" si rincorrono, si
confondono e si azzannano come levrieri nella storia delle idee. Questo
guazzabuglio è quanto di più coerente sia filtrato sulle pagine dei giornali,
nei giorni del G7. «Può la politica salvare il mondo?», si chiedevano Alesina e
Giavazzi nel sottotitolo del loro pamphlet. Perché la risposta sia chiara,
giova riformulare la domanda. Possono i convegni salvare il mondo? di Alberto
Mingardi 15/02/2009
( da "Riformista, Il" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Charles Saatchi il
guru «usa e getta» cerca talenti in tv DECLINO. Da pubblicitario a collezionista
«a tempo pieno» d'arte contemporanea: compra e rivende subito, «un fanatico
dell'oggi». E se non basta, crea gli artisti «come Re Mida», ma le percentuali
di successo non gli danno ragione. Per un Damien Hirst consacrato, in molti
conoscono solo il fallimento. Ora ritenta la fortuna con un Reality per
forgiare nuovi personaggi. Ma l'arte vera «si scopre non si cucina». di
Francesco Bonami Charles Saatchi ricorda un orso dei cartoni animati e come
ogni orso che si rispetti questo ebreo iracheno nato nel
( da "Blogosfere" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Feb 0915 Brucia la
città. Ma YouTube che c'entra? Pubblicato da Luca Dello
Iacovo alle 19:17 in globalizzazione Due ragazzi si danno fuoco per apparire su
YouTube. Guardarsi e farsi guardare in uno schermo. Il dito puntato contro
"internet". Poche riflessioni sul mutamento profondo nelle generazioni
italiane. Leggevo un capitolo dell'ultimo libro di Giuseppe Culicchia, Brucia
la città. Si intitola "YouTube". La voce narrante è Iaio, un
dj: ha appena saputo che su YouTube c'è un suo video in cui vomita
"addosso a una spastica". Lui non ricorda di averlo fatto. "Vado
su YouTube, digito il mio nome. Vengono fuori i soliti video in cui suono al
Tortuga o da qualche altra parte, e anche quello in cui parlo ubriaco con
Samuel dei Subsonica a proposito dei suoi cappellini. Ma il primo della lista,
il più recente e anche il più cliccato, è il filmato a cui si riferiva Zombie.
Titolo: ANNEGA LA SPASTICA. Clicco anch'io. Guardo. Poi vado ai commenti: ke
kaldo Iaio kosì si fa! tigrearkan84 Ah ah ah questa sì ke è club culture!!
bobtheboss Suonasse come vomita sarebbe il nostro Number One! kkk Ma ke figo!!!
Dmn in klasse tutti a sbroccare sul mostro!!! Susy91 (...) Scorro velocemente
tutti gli altri, più o meno una ventina. Be', alla fine sono tutti molto
positivi, a parte quello di kkk che dice Suonasse come vomita: di fisso è un
invidoso del giro djistico". Forse YouTube è l'ultimo dei problemi, di
questi tempi...