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Report "Globalizzazione"  13-15 febbraio 2009

Globalizzazione (73)


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

L'innovazione gioca un ruolo chiave nella joint venture 50/50 tra STMicroelectronics ed Ericsson ( da "Ilb2b.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ha anche accesso completo alle eccellenti attrezzature di assemblaggio e di test gestite dalla STMicroelectronics. Le unità operative di ST-Ericsson sono presenti in tutto il mondo, con centri principali in Cina, Finlandia, Francia, Germania, India, Giappone, Corea, Olanda, Norvegia, Singapore, Svezia, Regno Unito e Usa.

Lungo americano, è lotta contro il tempo ( da "Gazzetta di Reggio" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dopo esperienze in Polonia, Cina, Filippine e Portorico, all'inizio di questa annata sportiva è stato ingaggiato in serie A da Montegranaro, ma prima dell'inizio del campionato è stato tagliato per far posto al rientrante Ricky Minard. Tolliver, ala-centro di 2.06, classe 1985, è uscito dal college di Creighton.

Gli euroscettici sconfitti dalla crisi globalizzata ( da "Giornale di Brescia" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 3 Gli euroscettici sconfitti dalla crisi globalizzata di Giovanni Vigo Coloro che dieci anni fa prevedevano una fine ingloriosa per la moneta europea non si sono ancora rassegnati al suo successo e quando le nubi si addensano sull'economia europea, non mancano di sottolineare che potrebbe trattarsi di un successo effimero.

Scritto il protocollo coi sindacati ( da "Corriere delle Alpi" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: segretario Uilta «siamo di fronte al primo caso concreto di globalizzazione alla rovescia, la multinazionale che riversa i capitali nel locale». «Il protocollo», dicono Cgil e Cisl, «ribadisce quanto già apparso sui giornali ma aggiunge l'impegno delle parti a far rimanere il più possibile le risorse nel territorio dei lavoratori».

Giurisprudenza (Vecchio ordinamento) 10 dicembre 2008. ( da "Trentino" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Roberto Caso) Globalizzazione e diritto dei contratti. Nicola Cremonese (rel. Carlo Casonato) L'eutanasia nell'ordinamento olandese e nell'ordinamento italiano. Lucia Dalla Guarda (rel. Alessandra Magliaro) La disciplina fiscale delle cooperative ed il divieto di aiuti di stato.

Artigiani: Uil lancia l'allarme ( da "Gazzetta di Modena,La" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che affronta con coraggio le sfide della globalizzazione, che tradita dal sistema creditizio e in balia delle grandi imprese oggi si trova nel migliore dei casi ad avere una visibilità massima di ordini di non più di una decina di giorni. Il mese di gennaio è stato devastante dal punto di vista delle richieste di sospensione e riduzione (208),

I Grandi a Roma contro la crisi ( da "Italia Oggi" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: introduzione di standard mondiali per disciplinare la globalizzazione selvaggia, il rafforzamento delle norme antiriciclaggio e contro i paradisi fiscali, la regolamentazione degli hedge fund e della finanza derivata e la moratoria sui titoli tossici delle banche, con la sterilizzazione dei loro effetti sui bilanci degli istituti di credito.

Affidiamo al G8 la politica economica mondiale ( da "Milano Finanza (MF)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione è un processo che non ha portato, né porterà, res sic stantibus, alla creazione di un mercato globale, perché non presenta le caratteristiche istituzionali che consentono di raggiungere questo risultato. Tuttavia, nonostante le lacune, il processo di globalizzazione ha mostrato d'essere un efficace motore di sviluppo e va pertanto preservato dai pericoli di ingolfamento;

"con la mia orchestra napoli è sempre capitale" - nino marchesano ( da "Repubblica, La" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: contentissimo dei recenti successi internazionali in Cina come negli Usa e Canada, in Spagna per l´Expo di Saragozza come in Messico per la Fiera del Libro di Guadalajara. «Devo dire che anche nei momenti dell´altra Napoli, dei momenti più cupi, dell´immondizia, della camorra, dei morti, abbiamo sempre ribadito dappertutto che Napoli è una grande capitale della cultura».

imprese, crollano le esportazioni ( da "Tirreno, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina in particolare, ma non c'è da rallegrarsi perchè i "paesi emergenti" stanno rendendosi autonomi e importeranno sempre meno. Alimentari. Le esportazioni di cibo e bevande sono diminuite del 15,3% rispetto allo stesso periodo del 2007. Unico dato positivo: pasta, pasticceria e condimenti si esportano ancora bene negli Usa e Medio Oriente.

I popoli senza Stato devono fare lobby ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I popoli senza Stato devono fare lobby» Venerdì 13 Febbraio 2009, «Globalizzare la lingua e la cultura è antiumano». Non ha mezzi termini il catalano Aureli Argemì (italiano fluente, inglese e spagnolo parlato comunemente oltre alla sua lingua madre), che ieri è intervenuto a Udine al convegno "La tutela della lingua friulana e l'Europa".

ConvegniAffido familiare, seminario in via Gleno In occasione della presentazione della pubblicazione <I percorsi dell'affido familiare>, realizzato dal settore Politiche sociali d ( da "Eco di Bergamo, L'" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Oltre la globalizzazione, il ritorno al territorio» con relatori Roberto Bruni, Alberto Magnaghi, Tonino Perna, Giorgio Ferraresi, Franco Piperno, Franco Cassano, presiede Salvatore Amura. A seguire report dal Forum sociale mondiale di Belem a cura di Guido Milano e del Gruppo di Lavoro del Consiglio d'Europa sugli indicatori per la partecipazione a cura di Anna Marson.

l'intervista <Questa democrazia rischia di implodere> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Tutto va invece verso la globalizzazione. «Trend sbagliato sotto ogni punto di vista, anche quello della democrazia. Non siamo in grado di controllare in uno Stato i nostri rappresentanti: a maggior ragione non siamo in grado di controllare decisioni prese, non si sa neanche bene da chi, lontanissimo da noi.

MARIO FELICETTI MOENA - Per la ristrutturazione del palazzo da destinare alla nuova biblioteca servono un milione e 330 mila euro ( da "Adige, L'" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: organizzato in collaborazione con l'ufficio territoriale dell'Appa (Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente). Studiare l'inglese. In un mondo sempre più globalizzato, è fondamentale la conoscenza delle lingue straniere, che sarà promossa attraverso corsi pomeridiani di inglese e tedesco, rivolto ai ragazzi delle scuole dell'obbligo.

Da Tommasi a Pozzato, l'export veneto dei talenti ( da "Corriere del Veneto" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: persino per la Cina. Poi l'avventura. La scelgono in molti, tra gli sportivi della nostra regione, pronti a cogliere le opportunità offerte da un modo sempre più globalizzato. L'ultimo emigrante è stato Damiano Tommasi, volato addirittura a Tianjin nel Nord della Cina per chiudere la propria carriera calcistica in un paese da tempo alla ricerca della definitiva consacrazione:

I sette Grandi arrivano a Roma: al via il G7 dei ministri finanziari ( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: se dovessero prendere il sopravvento - metterebbero a rischio non solo la globalizzazione, ma lo stesso commercio internazionale. L'Italia si presenta al tavolo con du e esponenti che certamente non si amano troppo: il ministro Tremonti e il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, responsabile anche del Financial Stability Forum.

Pioneer spegne 10 mila operai Cina su Rio Tinto ( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina su Rio Tinto Maurizio Galvani La Pioneer ha «spento» la Tv al plasma e ha annunciato 10 mila licenziamenti. La compagnia elettronica giapponese (non è la prima di questo paese) presenta perdite annuali pari a 130 miliardi di yen (ovvero 1,4 miliardi di dollari) e ha minacciato 6 mila licenziamenti tra i lavoratori a contratto a tempo indeterminato e altri 4 mila con contratto

La benzina DELLE CANAGLIE ( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa pagano bene e subito Il problema, ha spiegato Suárez Núñez, è che tra i nuovi clienti solo la Cina ha un potenziale importante, visto che le altre destinazioni hanno tutte un risvolto politico, con accordi che prevedono il pagamento in natura o con scadenze fino a 15 anni.

Pil in caduta: cresce il rischio di protezionismo ( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione e libero mercato paiono ancora uno dei caposaldi della Bce e avanzano una proposta: «che i piani anticrisi adottati dai governi devono restare mirati e di carttere temporanei». Come a dire, si può sforare il parametro di bilancio fissato a Maastritch ma occorre poi tornare subito in regola.

Sguardi dall'interno sulla Cina anni '50 ( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Mediatore accorto tra Cina, Usa e Regno Unito, ambasciatore a Londra dopo il massacro di Tien Anmen, sarà lui a cercare di recuperare la credibilità perduta in nome degli affari, mentre in qualità di sottosegretario all'Onu negli anni '90 si occuperà di fondi di sviluppo per i paesi poveri, con una Cina ormai protagonista a pieno titolo.

Urbanisti e sociologi a Bergamo su Globalizzazione e territorio ( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione e territorio» «Oltre la globalizzazione, il ritorno al territorio» è il titolo della tavola rotonda con cui questa mattina si aprono le due giornate di incontri della sesta Assemblea nazionale degli Enti locali che sperimentano pratiche partecipative,in programma oggi e domani a Bergamo presso il Palazzo Frizzoni.

Andrea Sceresini Milano A PECHINO, la scorsa estate, finì quasi in parità... ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sarà diretto: Italia-Cina. La sfida si consumerà in due tranche: oggi, al PalaLido di piazza Stuparich, e domenica, presso il PalaNorda di Bergamo (ore 17.30). Sul ring, rappresentative a ranghi completi: i ragazzi di coach Damiani, reduci dal ritiro collegiale di Assisi, sono carichi e pronti a dar battaglia.

Dagli Stati Uniti a Russia e Cuba: i pugili azzurri sfidano il mondo ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Si comincia questa sera, al PalaLido: Italia-Cina. Lo scontro tra azzurri e asiatici si sposterà poi a Bergamo: l'appuntamento è per domenica pomeriggio. Quindi, sarà il turno del Brasile (6 e 8 marzo). La forma è quella del «dual match»: la prima gara avrà luogo a Milano, la seconda in un'altra sede, ancora da definirsi.

Dazi e barriere penalizzeranno le imprese italiane più avanzate ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: avanzate di Valerio Castronovo L a tentazione del protezionismo sta serpeggiando dall'una all'altra sponda dell'Atlantico dopo che, messa al bando dal secondo dopoguerra con la progressiva liberalizzazione degli scambi, era stata poi esorcizzata con l'avvento della globalizzazione. Che l'idea di presidiare con dazi o contingentamenti all'import la produzione e l'occupazione nazionale,

Il computer entra nelle scuole ( da "Nazione, La (Umbria)" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I giovani frequenteranno i laboratori con regolarità, avendo la direzione didattica inserito l'informatica nel piano didattico 2008/2009, consentendo così anche ai più piccoli di avvicinarsi alle nuove tecnologie sempre più indispensabili in un mondo globalizzato e che cambia a grande velocità. Mass.Cin.

I Paesi emergenti spingono le vendite ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il dato però è migliore del previsto e a Wall Street il titolo è salito di circa il 6%. Il fatturato – salito in volume del 4% grazie alle crescenti vendite in India, Cina e Paesi dell'Europa orientale – è sceso invece in valore del 3% a 7,13 miliardi di dollari. INFOPHOTO

Cambogia, Khmer rossi a processo ( da "Corriere della Sera" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: avallo di Usa, Cina e Gran Bretagna; ci sono poi Ieng Sary, potente ministro degli Esteri, e sua moglie Ieng Tirith, cognata di Pol Pot e ministro degli Affari sociali. Sono accusati di aver ispirato e/o ordinato massacri ed epurazioni, ciascuno in base al suo ruolo, e di aver adottato politiche che causarono vittime per inedia,

Qualche consiglio per non sciupare già da oggi il prossimo summit della Maddalena ( da "Foglio, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la globalizzazione è stata esaltata e deprecata; nuovi poderosi protagonisti economici sono apparsi: Cina, India, Brasile; la Russia, che un po? si è ripresa, adesso stringe in mano i gasdotti che riforniscono l?Europa occidentale, che non è più nemica, ma cliente-ostaggio;

Pellizzetti presenta"La quarta via" ( da "Secolo XIX, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sociale e morale delle politiche liberiste e della globalizzazione finanziaria impone alla sinistra di ricercare nuove vie, che superino quella visione di opaco controllo amministrativo che spiana la via all'avversario. Ma per fare questo occorre aggiungere all'orizzontalità della politica come pura gestione altre dimensioni, quella verticale del progetto condiviso.

Le Marche riposizionano l'offerta turistica internazionale ( da "Travel Trade Italia.com" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Previste azioni anche in Cina, Russia, Usa, Giappone e India. "Il numero di arrivi e presenze non è adeguato alle potenzialità della regione - commenta Vittoriano Solazzi, assessore regionale al turismo -. In particolare, si riscontra una forte disomogeneità tra le aree del litorale e le zone dell'entroterra e una forte stagionalità delle presenze"

Bce : '' Il protezionismo ? Deriva pericolosa '' ( da "Metronews" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: estero, intensificare i rapporti con gli altri paesi anche a beneficio delle produzioni interne. Nonostante il rallentamento vistoso della loro crescita, economie emergenti come Cina e Brasile continuano a farlo, mentre giganti come Usa, Francia, ecc si stanno chiudendo a riccio. (VALERIO MINGARELLI)

Farmaci globalizzati, conoscerne l'origine per salvare l'ambiente ( da "Panorama.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Farmaci globalizzati, conoscerne l'origine per salvare l'ambiente Posted By roberto.verrastro On 13/2/2009 @ 10:22 In Headlines | No Comments [1] Medicinali che inquinano Contro l'inquinamento da farmaci non basta la buona volontà del singolo consumatore che eviti di disperdere nell'ambiente quelli inutilizzati o scaduti.

L'ambiente all'esame della crisi "Alla fine sarà un'opportunità" ( da "Repubblica.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e la Cina intende spendere larga parte dei 586 miliardi di dollari in progetti legati all'energia e all'ambiente. L'Europa è sulla stessa strada, forte anche degli ottimi risultati che alcuni paesi, come la Germania e la Spagna hanno ottenuto in termini di nuove industrie ed occupazione nel campo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica.

CINA: TRE SI LANCIANO CON AUTO CONTRO CANCELLO AMBASCIATA USA ( da "Agi" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA: TRE SI LANCIANO CON AUTO CONTRO CANCELLO AMBASCIATA USA (AGI) - Pechino, 13 feb. - Tre cittadini cinesi si sono lanciati con la loro auto contro uno degli ingressi dell'ambasciata degli Stati Uniti a Pechino, senza ferire nessuno ma causando gravi danni alla cancellata e distruggendo il veicolo,

<Incentivi per mobili? Legati all'ambiente> ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: prodotti artigianali sono naturali contrariamente a quelli usa e getta della Cina» 13/02/2009 rss e-mail print A Spazio Casa si è parlato degli incentivi fiscali del governo Maria Elena Bonacini VICENZA «Anche gli incentivi per l'acquisto di mobili dovrebbero tenere conto dell'ambiente». A lanciare la proposta è Donato Pedon, presidente regionale del settore legno di Assoartigiani,

Sepe: noi, vescovi del Sud riorganizziamo la speranza ( da "Avvenire" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: consolare il fatto che la crisi del Mezzogiorno italiano deriva proprio dal mondo globalizzato». Per il porporato «sarebbe questa, in sostanza, la causa di una presunta inattualità di una politica espressamente indirizzata al Mezzogiorno. Di fronte alle dinamiche del mondo globalizzato, non ci sarebbe spazio, così si afferma, per localismi fuori dal tempo e, forse, dalla storia.

Sepe: Il Sud ritorni a sperare ( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il fatto che la crisi del Mezzogiorno derivi dal mondo globalizzato, che sarebbe in sostanza la causa di una presunta inattualità di una politica indirizzata al Sud. E' difronte alla dimensione della globalità che il Mezzogiorno evoca, per molti, l'idea del fallimento ciò che noi dobbiamo fare è sicuramente cercare di risolvere le difficoltà del Sud".

Export: record italiano nel 2008 ( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa con $1,85 miliardi (11,5 per cento dell'import totale del Libano), Cina ($1,39 miliardi; 8,6 per cento), Francia ($1,33 miliardi; 8,3 per cento), Italia (1,11 milardi; 6,9 per cento) e Germania (1,03 miliardi; 6,4 per cento). Rispetto al 2007, gli Usa hanno fatto registrare un incremento del 62,4 per cento (grazie all'

Bce: Economia in grave recessione ( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente negativo". Per la Bce "il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria".

Transazioni online: serve più cura ( da "01net" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: aziende presenti negli Usa, Regno Unito, Germania, Australia, Cina, Brasile e Messico. Il 21% degli intervistati ricopre un ruolo manageriale elevato. All'inchiesta hanno partecipato in totale 400 professionisti del settore It. L'80% degli intervistati ritiene molto importante capire le sensazioni di un cliente che tenta di accedere ai servizi online è estremamente o molto importante.

CENTRE CULTUREL SUISSE DE PARIS PRESENTS ANDRES L ( da "WindPress.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: opard in the "Ciné©astes du Pré©sent" (current filmmakers) category of the last Locarno Film Festival (4 to 11.03). Music with exceptional concerts from singer Polar (with a different guest each night) for the release of his latest album (16 to 21.03) and the visit to Paris of the extraordinary group Die Regierung (7 to 9.

<Il federalismo fiscale, storica opportunità per il Sud> ( da "Sicilia, La" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: GLOBALIZZAZIONE. Il presidente della Camera affronta quindi il tema alla luce della complessità dei fenomeni legati alla globalizzazione: «La progressiva integrazione dei mercati - avverte - sotto l'incalzare della tumultuosa crescita dei fenomeni di carattere transnazionale, evidenzia il gap esistente tra le dimensioni di scala di questi fenomeni e gli strumenti di cui,

Aperte iscrizioni Nucleo Comunale Protezione Civile ( da "Caserta News" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Venerdì 13 Febbraio 2009 Aperte iscrizioni Nucleo Comunale Protezione Civile ISTITUZIONI | S.Marco E. Sono aperte le iscrizioni al Gruppo comunale di Protezione civile per l'anno 2009. La domanda di adesione dovrà essere indirizzata al sindaco Gabriele Zitiello entro il 31 ottobre di quest'anno. Il modello di iscrizione può essere ritirato presso l'Ufficio di Protezione civile,

Protocollo di Kyoto, l'Italia ce la può fare ( da "Villaggio Globale.it" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nella crescita industriale fatta registrare negli ultimi anni da Paesi come India e Cina. Perciò nonostante l'impegno dell'Unione europea le emissioni mondiali di CO2 sono aumentate da 20,95 miliardi di tonnellate nel 1990 a 27,89 miliardi nel 2006: un incremento notevole, che sfiora i 7 miliardi di tonnellate, facendo aumentare di un terzo le emissioni mondiali in soli 16 anni.

Usa/ Clinton in viaggio in Asia,Pechino in cima a lista ( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina inoltre ha negli ultimi mesi occupato le pagine dei giornali economici americani alla luce dei mastodontici investimenti in titoli di Stato americani che hanno legato ancora di più i due Paesi. Usa e Cina parleranno inoltre di accordi militari dopo che Pechino ha fermato il dialogo con Washington sull'argomento a seguito dell'

Piemonte/ Protezione civile Regione: allerta frane nelle ( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il Settore Protezione civile della Regione Piemonte, sulla base dell'analisi dei dati di pioggia e neve accumulatasi e registrati dai pluviometri e nivometri gestiti da Arpa Piemonte, "richiama l'attenzione delle Autorità di Protezione civile su un possibile sviluppo di dissesti in particolare nel settore delle Langhe piemontesi".

G7, Tremonti: servono più regole, non più capitali ( da "Reuters Italia" del 13-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: erano prima della globalizzazione, dobbiamo rifarli dopo la globalizzazione", ha detto Tremonti in una intervista al Tg1 dopo il colloquio con il Segretario al Tesoro Usa, a margine delle riunioni del G7. Il ministro -- che stasera proporrà ai colleghi del G7 nella cena inaugurale della riunione romana l'adesione a una piattaforma di principi etico-

G7, si punta a regole comuni ( da "Gazzetta di Reggio" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Davanti a una crisi eccezionale - fa sapere Timothy Garthner, segretario al Tesoro Usa - servono interventi eccezionali». Da tempo, poi, si discute di un allargamento del G7 (a Roma è già un G8 con l'invito esteso alla Russia): si trasformi in un G14 facendo entrare anche le grandi economie finora escluse, dalla Cina all'India, al Brasile, all'Egitto.

Usa/ Un arresto per esportazione illegale verso la Cina ( da "Virgilio Notizie" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Una cittadina statunitense è stata arrestata con l'accusa di aver portato in Cina dei microcomponenti impiegati nella fabbricazione di aerei senza pilota: lo hanno reso noto fonti del governo federale americano. I componenti utilizzano una tecnologia che non può essere condivisa con la Cina per motivi di sicurezza nazionale;

Mercato globale e finanza etica nell'incontro Acli ( da "Cittadino, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: invitate ora ad approfondire il tema della globalizzazione alla luce di un modello di finanza etica che, dopo la crisi del sistema economico internazionale, torna quindi a suggerire nuove prospettive. Di fatto non è semplice individuare una definizione univoca di "finanza etica", poiché numerose e diverse sono le esperienze che rientrano in questa sfera,

Si vota il piano di Obama: È solo l'inizio serviranno anni ( da "Giornale di Brescia" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: eccezionali»: «Tempi straordinari richiedono misure straordinarie da parte di tutti», ha spiegato il Dipartimento del Tesoro. Secondo Summers, Europa, Cina e Giappone «non stanno probabilmente facendo abbastanza» contro la crisi: la politica a livello globale - ha aggiunto in un'intervista a Bloomberg - «deve fare di più».

Dove investire rinnovabile ( da "Milano Finanza" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: seguiti da Cina e Germania. «Il settore delle rinnovabili» spiega Angelo Era, partner di Ernst & Young nel settore energia, «è uno dei pochi che riesce ad attrarre gli investimenti anche in questo momento difficile, poiché questi business hanno il vantaggio di avere un sottostante industriale e finanziario che è garantito dagli incentivi statali»

Crisi Usa. Ok della Camera al pacchetto di stimolo ( da "AmericaOggi Online" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Giappone "non stanno probabilmente facendo abbastanza" contro la crisi: la politica a livello globale - ha aggiunto in un'intervista a Bloomberg - "deve fare di più". Il Senato è stato convocato per votare il piano di stimolo dell'economia approvato ieri dalla Camera alle 17:30 ora di Washington.

Premio Brescianità e ciclo di conferenze ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: una comunità profondamente individualista e al tempo stesso profondamente integrata e solidale, saldamente legata alla propria valle ma al tempo stesso fautrice di una globalizzazione antelitteram, motivata dall' atavica volontà di liberarsi dai vincoli dalla propria storia che però non può e non vuole rinnegare». A.M.

g7, il tesoro usa: servono misure eccezionali - elena polidori ( da "Repubblica, La" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Tremonti in Tv spiega che nel mondo post globalizzazione c´è appunto «un deficit» di principi e di etica che va colmato. «Non mancano più capitali, ma più regole», specifica. Draghi, che partecipa al summit anche come presidente del Financial Stability Forum, l´organismo anti-crisi voluto dal G7, «condivide» l´opinione del ministro.

Il G7: contro la crisi nuove regole e no al protezionismo Tremonti: <Ripristinare... ( da "Giornale.it, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nel mondo post globalizzazione - osserva Tremonti - c'è un deficit di regole, di etica e di principi: ci sono molti deficit nelle banche, nell'economia e nei bilanci pubblici, ma quel che manca più di tutto sono regole e principi. Dobbiamo rifarli». Un lavoro lungo, ma che non parte da zero: ne discutono da mesi il Financial Stability Forum guidato da Mario Draghi,

Ma gli incentivi non riempiono il frigorifero ( da "Secolo XIX, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che dimentica quanto la globalizzazione abbia contribuito a spostare fuori dall'Occidente le grandi produzioni di beni. Secondo Alberto Mingardi, direttore generale dell'Ibl, «l'incontro offrirà molti elementi di riflessioni su un'Italia che purtroppo continua a rinviare il momento di quelle riforme strutturali - in tema di mercato del lavoro e liberalizzazioni,

Protezionismonel mirinodei 7 grandi ( da "Secolo XIX, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: plauso alla Cina per le misure di politica fiscale adottate e l'impegno preso a favore di una maggiore flessibilità del tasso di cambio che dovrebbe portare a un continuo apprezzamento dello yuan. Sono questi alcuni dei punti principali della bozza di comunicato preparato dai 7 Grandi riuniti a Roma, dove debutta Timothy Geithner come segretario al Tesoro Usa facendo sapere che l'

l'intervista Franco Brevini <Gli idiomi non si fissano, evolvono> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Eppure queste differenze vengono meno con la globalizzazione... «Ed è proprio l'esito inatteso della globalizzazione che per reazione fa emergere questo nuovo bisogno di radicamento nelle nostre identità locali». Come tutelare i nostri dialetti? «Tutelare è una parola pericolosa. Le lingue non si dirigono e non si pilotano.

Tremonti: c'è un deficit di regole ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: C'erano prima della globalizzazione, dobbiamo rifarli dopo la globalizzazione». Così ha commentato Tremonti, in un'intervista al Tg1. Quanto al piano Usa anti- crisi, «il maggiore valore viene dalla figura di un presidente che trasmette simboli di novità e di forza, ma anche di valori».

G7, forte risposta a crisi e condanna protezionismo ( da "Reuters Italia" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: più conciliante nei confronti della Cina, dopo le dichiarazioni del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner, che aveva accusato di recente Pechino di manipolare il tasso di cambio dello yuan. La nota, non molto diversa dalla bozza che Reuters ha diffuso ieri sera, sembra messa a punto anche per mitigare i timori di chi vede i governi determinati a varare misure di sostegno all'

G7, FORTE RISPOSTA A CRISI E CONDANNA PROTEZIONISMO ( da "Wall Street Italia" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: più conciliante nei confronti della Cina, dopo le dichiarazioni del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner, che aveva accusato di recente Pechino di manipolare il tasso di cambio dello yuan. La nota, non molto diversa dalla bozza che Reuters ha diffuso ieri sera, sembra messa a punto anche per mitigare i timori di chi vede i governi determinati a varare misure di sostegno all'

Usa/ Domani debutto internazionale Clinton come capo ( da "Virgilio Notizie" del 14-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Corea del Sud e Cina. "E' importante dare un segnale sul fatto che gli Stati Uniti vogliono costruire relazioni più ampie e profonde non solo con i Paesi che saranno visitati, ma anche con le altre nazioni dell'Asia e della zona che si affaccia sul Pacifico", ha detto Clinton, sottolineando la convinzione che "il futuro delle nostre nazioni sia indissolubilmente collegato"

La diplomazia di Geithner, un americano a Roma ( da "Corriere.it" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: del quale è appena 14 giorni più giovane, ha vissuto in Africa, India, Cina e Tailandia. Se il giovane Obama visse per quattro anni a Giacarta con la madre e il suo secondo marito, Geithner ha finito le scuola superiori a Bangkok. Ha studiato cinese e giapponese, ha la fama di persona ottimista e aperta e non dimostra la sua età.

Tremonti: deficit di regole Via libera agli standard globali ( da "Corriere.it" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: erano prima della globalizzazione, dobbiamo rifarli ora» ha ripetuto ieri Tremonti. E la Francia ha chiesto controlli più stringenti sugli hedge funds, d'accordo con Italia e Germania. Il focus del vertice di Roma resta però l'allarme per la crisi che «ancora deve esprimere tutti suoi effetti negativi», come ha detto il direttore generale del Fmi Dominique Strauss-

Geithner: Non faremo scelte protezionistiche ( da "Giornale di Brescia" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Al suo debutto nei vertici internazionali il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, è intervenuto a Roma per rassicurare i partner del G7 sulle intenzioni di lavoro comune degli Stati Uniti in quella che è la crisi «più ampia e profonda degli ultimi decenni» e per raffreddare le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta.

Con l'Unasur torna il sogno di Simon Bolivar L'unione dei 12 Paesi del Continente sancisce la fine della dottrina Monroe. Grandi progetti ( da "Giornale di Brescia" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: al pari di India e Cina. La sua vocazione è di essere leader continentale. Questo fatto crea invidie e contrasti con altri due Paesi con vocazione di leadership: l'Argentina e il Venezuela. L'Argentina in questo momento non «pesa» a causa della sua debolezza dopo la bancarotta del 2001 (in parte risolta grazie al generoso prestito di 2,

l'impegno del g7: no al protezionismo ( da "Centro, Il" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Inoltre ha raffreddato le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta (era stata ancorata per legge al valore del dollaro, creando squilibrio sul mercato) Il Fmi. Il Fondo monetario sarà raffozato con risorse aggiuntive. «E' cruciale per rispondere in modo flessibile all'attuale crisi», dice Tremonti.

dalla regione un premio all'originale progetto che fa dialogare paesaggio, antichità ed eventi ( da "Nuova Sardegna, La" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Argentina, Cina, Olanda, Svezia, Spagna, Turchia, Israele e Germania. A rappresentare l'Italia su questo tema c'è proprio il lavoro dell'equipe di Vanni Maciocco. «Con economia di mezzi e senza trasformazioni fisiche irreversibili sono state realizzate delle macchine lignee territoriali - ha spiegato Maciocco - che estendono il concetto di convivialità urbana a tutto il territorio

No degli Usa al protezionismo ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Al suo debutto nei vertici internazionali il neo segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, è intervenuto a Roma per rassicurare i partner del G7 sulle intenzioni di lavoro comune degli Stati Uniti in quella che è la crisi «più ampia e profonda degli ultimi decenni» e per raffreddare le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta.

Possono i convegni (come il G7) salvare il mondo? il liberista ( da "Riformista, Il" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dopo dieci anni passati ad ingollare pane e globalizzazione come amara purga per i propri vizi ideologici, la sinistra si è trovata di fronte un nemico che dissotterrava parte del suo stesso armamentario storico (con tanto di laccate citazioni marxiane), proprio contro la globalizzazione.

Charles Saatchi il guru <usa e getta> cerca talenti in tv ( da "Riformista, Il" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Passato dalla pittura alla scultura dalla Cina al Mondo Arabo Saatchi ha fatto confusione fra linguaggio e geografia, fra vere idee e divertente folclore. È un peccato perché la sua passione e la sua energia hanno fatto un gran bene alla diffusione dell'arte contemporanea. Paradossalmente da cacciatore Charles Saatchi è diventato preda del suo stesso gioco.

Brucia la città. Ma YouTube che c'entra? ( da "Blogosfere" del 15-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 19:17 in globalizzazione Due ragazzi si danno fuoco per apparire su YouTube. Guardarsi e farsi guardare in uno schermo. Il dito puntato contro "internet". Poche riflessioni sul mutamento profondo nelle generazioni italiane. Leggevo un capitolo dell'ultimo libro di Giuseppe Culicchia, Brucia la città.


Articoli

L'innovazione gioca un ruolo chiave nella joint venture 50/50 tra STMicroelectronics ed Ericsson (sezione: Globalizzazione)

( da "Ilb2b.it" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

La joint venture 50/50 formata dall?unione tra la divisione dei semiconduttori wireless di STMicroelectronics e la divisione delle piattaforme mobili di Ericsson muoverà i suoi primi passi con il nome di ST-Ericsson. Questo annuncio segue la recente conclusione dell?accordo annunciato ad agosto 2008 tra le due parent companies (o società madri), per fondere Ericsson Mobile Platforms d ST-NXP wireless. ST-Ericsson si pone da subito in una posizione di assoluto rilievo, quale nuova e potente forza alla testa del settore dei semiconduttori wireless; un fornitore chiave di quattro dei cinque produttori principali di cellulari e palmari, con un fatturato pro-forma complessivo di circa 3,6 miliardi di dollari nel 2008, e una solida posizione di cassa di circa 400 milioni di dollari. Grazie all?ineguagliata tradizione di Ricerca & Sviluppo di ST-Ericsson, la società ha al suo attivo uno dei più completi portafogli di Intellectual Property del settore. Con credenziali quali quasi l?85% dei dipendenti nella R&S e un?ampia serie di importanti brevetti, ST-Ericsson permetterà ai propri clienti di ottimizzare le tecnologie esistenti, e ne svilupperà di nuove per le future necessità del mercato. Questo impegno nella R&S consente un time-to-market più rapido e un ROI migliore per i clienti della Società. ST-Ericsson è la sola a poter offrire soluzioni allo stato dell?arte di piattaforme, connettività e multimedialità per il mobile, compresa la progettazione di riferimento, per GSM, EDGE, WCDMA, HSPA, nonché TD-SCDMA e LTE. I processori multimediali e applicativi della società, che supportano tutti i principali sistemi operativi (OS), saranno il motore dei dispositivi della prossima generazione. Le sue soluzioni di connettività e broadcasting all?avanguardia nel settore comprendono Bluetooth, FM, GPS, WLAN, Near Field Communications e USB, per fornire l?esperienza wireless più ricca. Le soluzioni di qualità di ST-Ericsson coprono tutti i segmenti di mercato, dal livello base agli smartphone, e possono essere fornite sia come soluzioni completamente integrate sia come singole componenti. ST-Ericsson ha rapporti di lunga data con tutti i principali produttori di telefoni mobili, ed è fornitore chiave di Nokia, Samsung, Sony Ericsson, LG e Sharp, così come di altri interessanti operatori di settore. Costituita come ?fabless company? (società senza impianti produttivi), ST-Ericsson utilizzerà le capacità all?avanguardia di lavorazione delle fette di silicio della STMicroelectronics, cosi come altre fabbriche di terze parti. Ha anche accesso completo alle eccellenti attrezzature di assemblaggio e di test gestite dalla STMicroelectronics. Le unità operative di ST-Ericsson sono presenti in tutto il mondo, con centri principali in Cina, Finlandia, Francia, Germania, India, Giappone, Corea, Olanda, Norvegia, Singapore, Svezia, Regno Unito e Usa.

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Lungo americano, è lotta contro il tempo (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Reggio" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Mauro Grasselli Lungo americano, è lotta contro il tempo Oggi la chiusura della «finestra di mercato» l'identikit porta ad atleti come Rice e Tolliver REGGIO. Il nuovo coach Alessandro Ramagli l'ha detto fin dalla conferenza stampa di presentazione a Reggio: «Non si può pensare che l'assenza di Nicolò Melli», fuori squadra sino al termine della stagione, «non abbia conseguenze sui risultati della Trenkwalder», trattandosi di una «colonna» della squadra. E ancora in modo più esplicito al termine del match perso a Cremona: «Manca uno dei due lunghi titolari. E se si vuole essere competitivi bisogna colmare questa lacuna». La caccia, aperta già da tempo, negli ultimi giorni si è fatta serrata e circoscritta a un paio di nomi. Viste le carenze sotto canestro, la Trenkwalder ha monitorato il mercato a 360 gradi, comprendendo extracomunitari, comunitari e italiani di nascita o passaporto. Questo perché sono almeno due i giocatori che rischiano il «taglio»: Bryant Smith, ala piccola, e Chris Heinrich, centro. Il fulcro dell'operazione resta però l'esterno Usa, che pare destinato a far posto ad un lungo connazionale. Ed è la mossa più urgente, da cui poi dipenderanno eventuali successivi ritocchi al team. Il problema è che la seconda «finestra» di mercato chiude oggi. Se l'operazione-Usa non si sbloccherà in queste ore (servono il sì del giocatore, la firma, il visto), la Pallacanestro Reggiana sarà costretta a giocarsi il «jolly», ovvero la possibilità di ingaggiare un atleta al di fuori delle finestre di mercato. Ogni club ha un solo jolly a disposizione, ma è chiaro che la situazione d'emergenza in casa Trenk, data dai problemi d'infermeria (Melli fuori sino al termine della stagione; Infante ancora alle prese con guai al ginocchio) ed dalle 5 sconfitte consecutive, spingono la società ad intervenire al più presto. Nei giorni scorsi sono circolati i nomi di vari atleti italiani e stranieri, compreso quello di Erik Daniels, ex Biella, ad un certo punto primo obiettivo del club biancorosso. Ma l'operazione è saltata, perché il lungo Usa vuole restare in America per giocarsi le chances di trovare un ingaggio importante, anziché scendere in Legadue. Il suo nome, così come gli altri usciti finora, non sembra destinati ad allungare per davvero il roster biancosso. Così la società, negli ultimi giorni, ha canbiato obiettivo, lavorando in particolare su un paio di atleti americani che presentano le caratteristiche «giuste» per la Trenkwalder. Infatti il club cerca innanzitutto un giocatore dalle caratteristiche di Nicolò Melli: un «quattro» mobile, forte a rimbalzo ma anche pericoloso in attacco. Sui nomi dei due Usa al vaglio della Pallacanestro Reggiana vige il «top secret», ma due atleti che hanno le caratteristiche del giocatore cercato da Reggio sono Darius Rice e Anthony Tolliver. Rice, classe 1982, ala forte di 2.11 (2.08, secondo altre fonti), è uscito dal college di Miami e ha giocato in D-League in maglia Florida Flame (2004-05) e Dakota Wizards (2006-07). Ha partecipato ai camp Nba dei New York Nets (2004) e Cleveland Cavaliers (2007). Dopo esperienze in Polonia, Cina, Filippine e Portorico, all'inizio di questa annata sportiva è stato ingaggiato in serie A da Montegranaro, ma prima dell'inizio del campionato è stato tagliato per far posto al rientrante Ricky Minard. Tolliver, ala-centro di 2.06, classe 1985, è uscito dal college di Creighton. L'anno scorso ha giocato in Nba in maglia San Antonio Spurs e New Orleans Hornets, oltre che in Nbdl con Iowa Energy.

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Gli euroscettici sconfitti dalla crisi globalizzata (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 13/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano L'analisi - 3 Gli euroscettici sconfitti dalla crisi globalizzata di Giovanni Vigo Coloro che dieci anni fa prevedevano una fine ingloriosa per la moneta europea non si sono ancora rassegnati al suo successo e quando le nubi si addensano sull'economia europea, non mancano di sottolineare che potrebbe trattarsi di un successo effimero. Del resto non era accaduta la stessa cosa all'Unione monetaria latina? Nel 1865, Napoleone III convocò a Parigi una conferenza che venne considerata dai contemporanei come il primo passo verso una moneta universale. L'Economist salutò gli accordi di Parigi con un commento entusiastico: «Se la civiltà dovesse regalare a tutti gli uomini della Terra una sola moneta, si compirebbe un passo importante per convincerli che essi appartengono ad una sola specie». Tuttavia l'entusiasmo si smorzò presto. Mentre i paesi minori non ebbero eccessive difficoltà ad allinearsi alle proposte francesi, l'Inghilterra (nulla di nuovo sotto il sole) oppose un secco rifiuto e Walter Bagheot, l'autore del celebre Lombard Street, elaborò un piano alternativo che prevedeva una stretta alleanza con gli Stati Uniti. L'argomento al quale ricorse per sostenere le sue vedute era che la libera circolazione delle monete all'interno dell'unione avrebbe messo a repentaglio la stabilità di quelle più robuste. E non aveva torto. Nel 1866 l'Italia era stata costretta a dichiarare il corso forzoso per finanziare la guerra contro l'Austria. La «cattiva» moneta di carta aveva scacciato la «buona» moneta d'argento che era finita per lo più in Francia. Questo paese aveva visto aumentare la massa monetaria (il 16% dei pezzi in circolazione provenivano dall'Italia) e si erano accesi i primi focolai di inflazione. A dispetto dell'ostilità inglese e dei pericoli denunciato da Bagheot, l'Unione monetaria latina decollò e, sia pure a prezzo di innumerevoli aggiustamenti, visse fino al 1926, senza però lasciare alcuna traccia nella storia dell'economia europea. Il perché lo aveva chiaramente intuito Albert Janssen, il futuro ministro belga delle Finanze, che nel 1911 scrisse: «Senza dubbio c'è qualcosa che seduce gli spiriti e che colpisce l'immaginazione nella fraterna unione dei popoli sul terreno monetario». Ma «il regime monetario deve essere... regolato dalla legge di uno stato indipendente. L'unione politica deve precedere la comunità monetaria». Si tratta di una diagnosi che ha conservato tutta la sua validità. Ma l'Unione monetaria latina era dettata dal desiderio della Francia di estendere la propria influenza, mentre l'Unione monetaria europea è il risultato di una scelta profondamente condivisa dai cittadini dei Paesi aderenti consapevoli che i baluardi nazionali sono troppo fragili per resistere alle sfide della globalizzazione. È per questa ragione che le ondate ricorrenti di europessimismo svaniscono presto. Non solo. È proprio nei momenti più tempestosi che la corsa all'euro si accelera. Oggi l'Islanda vede nella moneta unica la sola àncora di salvezza per la propria economia. E il Commissario europeo Almunia ha affermato che l'Inghilterra, insieme a Svezia e Danimarca, potrebbe adottare l'euro in un prossimo futuro. Come ha scritto Andrea Romano, l'Europa è diventata, anche per gli inglesi, un bene rifugio. Quel che fino a pochi mesi sembrava fantascienza, oggi è molto più vicino alla realtà.3. Fine

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Scritto il protocollo coi sindacati (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere delle Alpi" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il welfare Luxottica Scritto il protocollo coi sindacati BELLUNO. Formalizzato il protocollo sul welfare Luxottica. Mercoledì a Belluno si sono trovati alcuni esponenti dell'azienda leader nell'occhialeria e i sindacati per formalizzare le intese verbali prese nelle settimane scorse per avviare un percorso per la costitutuzione di un nuovo sistema di sostegno alle famiglie dei lavoratori. Il fondo sarà gestito insieme da Luxottica e dai sindacati e verrà assegnato in quote ai dipendenti in base alla qualità del lavoro e del prodotto raggiunta. Per Paolo Da Lan, segretario Uilta «siamo di fronte al primo caso concreto di globalizzazione alla rovescia, la multinazionale che riversa i capitali nel locale». «Il protocollo», dicono Cgil e Cisl, «ribadisce quanto già apparso sui giornali ma aggiunge l'impegno delle parti a far rimanere il più possibile le risorse nel territorio dei lavoratori». Presto il protocollo passerà al vaglio del coordinamento sindacale composto da tutte el Rsu dei vari stabilimenti per poter giungere alla sua approvazione entro maggio.

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Giurisprudenza (Vecchio ordinamento) 10 dicembre 2008. (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giurisprudenza (Vecchio ordinamento) 10 dicembre 2008. Giurisprudenza (Vecchio ordinamento) 10 dicembre 2008. Nikos Betti (rel. Maurizio Manzin) Contributi dello stoicismo alla formazione del concetto di sistema. Elisabetta Cianetti (rel. Filippo Sartori) Il patto di famiglia. Andrea Concolato (rel. Filippo Sartori) Il falso in prospetto: profili giurisprudenziali. Fatijon Dakoli (rel. Filippo Sartori) Depositi bancari: profili di disciplina. Dalila Gatti (rel. Nicola Lugaresi) La disciplina giuridica dei rifiuti pericolosi. Vania Guderzo (rel. Erminia Camassa) L'identita' religiosa del lavoratore laico. Everardo Marai (rel. Marcello Luigi Busetto) Il sequestro preventivo penale. Anna Ongaro (rel. Silvio Busti) Clausole vessatorie ed abusive nel trasporto aereo di persone. Luca Slongo (rel. Nicola Lugaresi) La certificazione ambientale nelle aree protette: il parco nazionale dolomiti bellunesi. Giurisprudenza (Specialistica) 10 dicembre 2008. Valentina Bernini (rel. Jens Woelk) La tutela delle minoranze di lingua italiana in Slovenia e Croazia. Annamaria Broda (rel. Paolo Sommaggio) Il personalismo di Jacques Maritain e la sua influenza nella redazione della carta costituzionale italiana. Federica Codemo (rel. Roberto Caso) Globalizzazione e diritto dei contratti. Nicola Cremonese (rel. Carlo Casonato) L'eutanasia nell'ordinamento olandese e nell'ordinamento italiano. Lucia Dalla Guarda (rel. Alessandra Magliaro) La disciplina fiscale delle cooperative ed il divieto di aiuti di stato. Federico Garlet (rel. Roberto Ceccon) Difetto di conformita' delle merci nella vendita internazionale: le norme della convenzione di vienna, i principi unidroit e le volonta' negoziali delle parti. Romina Muraro (rel. Carlo Casonato) La giurisprudenza in materia di diagnosi genetica preimpianto. Laura Perina (rel. Stefania Brun) La gestione dei tempi di lavoro nel contratto part-time. Frencesca Pesce (rel. Gabriele Fornasari) Analisi economica del diritto penale negli Stati Uniti d'America. Giovanna Rauzi (rel. Matteo Borzaga) I sistemi di monitoraggio dell'organizzazione internazionale del lavoro. Maria Giovanna Ziccardi (rel. Maurizio Manzin) La prospettiva processuale del diritto a partire da una rielettura di Enrico Opocher (1914-2004). Scienze giuridiche europee e transnazionali (Triennale) 10 dicembre 2008. Ruggero Brogi (rel. Elena Ioriatti) Interpretazione e traduzione del diritto nella giurisprudenza della corte di giustizia. Glenda Cason (rel. Daria De Pretis) Libera circolazione delle merci e tutela della salute nell'Ue. Sara Corradini (rel. Daria De Pretis) La comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza di parte. Francesco De Togni (rel. Elena Ioriatti) Il linguaggio giuridico dell'Unione Europea. Verena De Villa (rel. Riccardo Salomone) Mobbing e disciplina legale - profili di diritto interno e comparato. Nicola De Zaiacomo (rel. Matteo Borzaga) Il potere di controllo dell'attivita' lavorativa: internet e posta elettronica. Michele Di Franco (rel. Stefania Scarponi) La rappresentativita' sindacale nel settore pubblico con particolare riferimento al comparto universita'. Fabrizio Di Secli' (rel. Massimo Santaroni) Il modello giuridico delle onlus: una prospettiva comparata. Nadia Ferrasin (rel. Giuliano Marchetto) Accusatorio e inquisitorio nella'quaestio iii' della'practica criminalis' di Giulio Claro (1525-1575).

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Artigiani: Uil lancia l'allarme (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Artigiani: Uil lancia l'allarme Tollari: «Gennaio è stato devastante per il settore Necessario intervenire» MODENA. Il sindacato Uil di Modena esprime forte preoccupazione per la situazione occupazionale nell'artigianato modenese. «Vero e inossidabile fiore all'occhiello dell'impresa che non delocalizza - dice Luigi Tollari, segretario generale Uil Modena - che affronta con coraggio le sfide della globalizzazione, che tradita dal sistema creditizio e in balia delle grandi imprese oggi si trova nel migliore dei casi ad avere una visibilità massima di ordini di non più di una decina di giorni. Il mese di gennaio è stato devastante dal punto di vista delle richieste di sospensione e riduzione (208), a dicembre erano state poco più di 100, segnando una tendenza al rialzo che abbiamo visto di mese in mese acuire drammaticamente un quadro di crisi molto complicata». «A questi lavoratori posti in sospensione a zero ore è prevista una copertura fino a 520 ore dopo di che (tra tredici settimane) si innescheranno processi di perdita del lavoro, delle anzianità, delle competenze e temiamo seriamente per un taglio di 2500 posti da qui alla fine di maggio. Un settore così importante per l'economia locale merita una attenzione tutta particolare e crediamo debbano essere messe in campo strategie alternative alla perdita del legame tra dipendente e impresa artigiana».

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I Grandi a Roma contro la crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi Numero 037  pag. 3 del 13/2/2009 | Indietro I Grandi a Roma contro la crisi PRIMO PIANO Di Giampiero Di Santo Da stasera il G7. In agenda le nuove regole per la finanza. Preoccupazione per il protezionismo Al via il vertice che dovrà cercare l'intesa sulle riforme Decidere, ora e bene. Senza cedere alla tentazione di erigere barriere protezionistiche. La crisi morde l'economia mondiale, i nuovi disoccupati nel mondo potrebbero raggiungere i 53 milioni nel 2009 e le istituzioni monetarie richiamano i governi dei 7 paesi più industrializzati da questa sera riuniti a Roma per il vertice del G7, a trovare un accordo credibile sulle principali misure da adottare per evitare che gli effetti del morbo della recessione siano ancora più gravi del previsto. Misure urgenti, da concordare già a Roma tra i sette grandi, Usa, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Canada in vista delle riunioni del G 20 di Londra e del G 8 che esamineranno le proposte elaborate a Roma sotto la presidenza del ministro dell'economia, Giulio Tremonti. Da subito, insomma, si comincerà a fare sul serio, con gli Usa (rappresentati dal ministro del Tesoro, Timothy Geithner) forti dell'approvazione, da parte del congresso, del piano di rilancio dell'economia voluto dal presidente Barack Obama. A quel piano, inevitabilmente, faranno riferimento i big europei. Che dovranno però fare i conti con il richiamo della Bce, che ha chiesto di evitare di cedere alla tentazione dei protezionismi nazionali e con le preoccupazioni di Germania, Giappone e Gran Bretagna per la clausola «Buy american» inserita nel piano Obama e per le misure vagamente protettive nei confronti dell'industria automobilistica nazionale. Oltreché con l'agenda di riforme già stilata da Tremonti. Che ieri, dopo avere ricordato a Obama la necessità di rimettere in piedi, prima di ogni cosa il sistema finanziario mondiale, ha indicato le sue priorità: l'introduzione di standard mondiali per disciplinare la globalizzazione selvaggia, il rafforzamento delle norme antiriciclaggio e contro i paradisi fiscali, la regolamentazione degli hedge fund e della finanza derivata e la moratoria sui titoli tossici delle banche, con la sterilizzazione dei loro effetti sui bilanci degli istituti di credito. Di certo si parlerà anche del nuovo ordine finanziario mondiale fondato sui nuovi compiti e nuovi ruoli di Fondo monetario internazionale e Banca mondiale. Tutte questioni da affrontare nel più breve tempo possibile perché, come si legge nella presentazione del vertice stilata dal ministero dell'economia, «l'attuale crisi economica e finanziaria è senza precedenti». Da questa sera, con una cena ufficiale a Villa Madama che vedrà affiancati per gli onori di casa Tremonti e il governatore della Banca d'Italia e presidente del Financial stability forum Mario Draghi, il vertice prenderà quota. Per entrare nel vivo, tra colloqui e decisioni, domani. Al tavolo, oltre ai ministri economici, siederanno tra gli altri i governatori della Federal reserve e della Bce, Ben Bernanke e Jean Claude Trichet, il commissario Ue per gli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker, il direttore del Fmi, Dominique Strauss-Khan.

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Affidiamo al G8 la politica economica mondiale (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza (MF)" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

MF Numero 031  pag. 5 del 13/2/2009 | Indietro Affidiamo al G8 la politica economica mondiale COMMENTI & ANALISI Di Paolo Savona L'economista Paolo Savona ha scritto per i tipi Formiche (Marsilio Editore) «Il governo dell'economia globale» in fase di distribuzione in questi giorni. L'ultimo capitolo - Un executive summary per il prossimo G8 in Italia - è di grande attualità. Ne pubblichiamo una parte. Occorre partire dalla constatazione che la globalizzazione è un processo che non ha portato, né porterà, res sic stantibus, alla creazione di un mercato globale, perché non presenta le caratteristiche istituzionali che consentono di raggiungere questo risultato. Tuttavia, nonostante le lacune, il processo di globalizzazione ha mostrato d'essere un efficace motore di sviluppo e va pertanto preservato dai pericoli di ingolfamento; ma per fare ciò occorre apportare miglioramenti alle regole che lo governano. Qualora ciò non avvenisse, il processo di globalizzazione potrebbe sfociare in una grave crisi valutaria che trascinerebbe con sé una crisi economica e un conflitto geopolitico tra grandi potenze. Ci riferiamo principalmente alle politiche americane di sostegno della domanda aggregata al di là delle risorse interne che generano un'offerta di base monetaria internazionale assorbita a riserva ufficiale da paesi con un regime di cambio fisso o dirty (cioè con interventi delle autorità) e un'offerta di titoli denominati in dollari che il resto del mondo deve assorbire se non intende causare un grave deprezzamento della moneta americana. A questi problemi si aggiunge quello della diversificazione delle riserve ufficiali dal dollaro all'euro o ad altre monete e quello dell'assegnazione di dollari ai sovereign wealth funds per migliorne il rendimento ma, di fatto, per riequilibrare i rapporti di forza economica e politica globale. [...] Al G8 dovrebbe essere affidato il compito «geopolitico» di proporre gli obiettivi economici del Pianeta. Sarebbe opportuno partire dalla definizione dei contenuti delle due consuete variabili strategiche: la crescita reale «sostenibile» e l'occupazione «raggiungibile». Se i principali paesi fossero lungimiranti sul piano geopolitico, nell'obiettivo andrebbero inclusi anche una più equa distribuzione del reddito globale e una rete minima di welfare. Tuttavia questi ulteriori due obiettivi devono essere presentati senza considerarli ostacoli al procedere nella direzione primaria dei valori scelti di crescita reale e di occupazione. Il compito di raggiungere il tasso di sviluppo desiderato va attribuito a un Wto riformato, trasformando il free trade in rule based trade, eliminando le diversità dei regimi di cambio, con un regime di antitrust globale e, ove possibile, tariffe compensative nei casi di welfare al di sotto dei minimi indicati dall'Ilo. Alla produzione e al commercio delle materie prime vanno dedicate specifiche norme antimonopolio, la cui applicazione deve essere condizione di ingresso agli scambi globali. Un dipartimento a parte coordinerebbe lo sviluppo con la tutela dell'ambiente. La sostenibilità dello sviluppo richiede un tasso d'inflazione tollerabile, ma per raggiungere questo risultato non basta un mercato globale veramente competitivo. La condizione necessaria è che la creazione globale di moneta resti sotto controllo. Questo compito andrebbe affidato a un Fmi riformato, che sottragga il sistema monetario internazionale all'uso duale delle monete nazionali, anzitutto il dollaro e, in prospettiva, l'euro. In questo ambito va stabilito un codice dell'uso delle riserve ufficiali, onde impedire conversioni da una valuta all'altra che alterino la competizione internazionale. Va anche regolata l'operatività dei fondi sovrani, puntando su trasparenza e reciprocità di trattamento tra paesi, e superando la debolezza dei codici di comportamento come quello siglato a Santiago. Ma il controllo della moneta non è sufficiente per impedire che le crisi finanziarie frenino lo sviluppo reale. Anche la finanza va sottoposta a regole che garantiscano il suo ruolo ancillare rispetto alla produzione. Il compito potrebbe essere assegnato alla Bis di Basilea, la quale, in collaborazione con l'Fmi, dovrà fissare le regole del gioco finanziario globale, sottoponendo al controllo i mercati non regolati, come quello dei derivati Otc. In conclusione, una buona geopolitica economica richiede: l'obiettivo di uno sviluppo globale disinflazionistico sotto la responsabilità di un G8 allargato; l'introduzione di un solo regime di cambio negli accordi di libero scambio raggiunti in sede Wto, accompagnati da un codice di condotta dell'uso delle riserve ufficiali esistenti, se si scelgono i cambi flessibili, o di quelle accumulabili, se il regime è a cambi fissi; uno standard monetario globale a cui riferire le monete nazionali, inclusi dollaro ed euro, da affidare al Fmi riformato; l'attribuzione alla Bri, in collaborazione col Fondo, del compito di disciplinare i mercati monetari e finanziari per mantenerli al servizio della produzione; regole antimonopolio e tariffe compensative imposte in caso di reti nazionali di welfare inferiori ai minimi stabiliti dall'Ilo, affidate al Wto riformato o ad altre istituzioni sovranazionali; una regolamentazione dei fondi sovrani ispirata a trasparenza e reciprocità tra paesi, in linea con i principi del Codice di condotta di Santiago. Se si riuscisse a raggiungere questo assetto geopolitico economico per via negoziale, verrebbe anche colmato il deficit di democrazia esistente nell'attuale globalizzazione, consentendo alle forze politiche di riprendere il controllo del mercato, rovesciando l'attuale situazione. Ne beneficerebbe il funzionamento della democrazia come governo di regole e non di uomini o di paesi egemoni, aprendo la strada a condizioni di convivenza planetaria più meritocratiche e più eque. (riproduzione riservata) Fmi  Santiago  politica  Codice  economica  Wto  

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"con la mia orchestra napoli è sempre capitale" - nino marchesano (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XIII - Napoli Il patrimonio "Con la mia Orchestra Napoli è sempre capitale" Da questa sera al 22 l´artista torna al teatro Augusteo ed è il successo di sempre: così spiega il perché Quando l´immagine della città era sotto i piedi, noi abbiamo detto il contrario La canzone non è solo Murolo o Carosone: ci sono grandi sconosciuti NINO MARCHESANO Quelli che aspettano Renzo Arbore e l´Orchestra Italiana per riallacciare un rapporto con la canzone napoletana, classica o moderna che sia. Quelli che si sono affrettati ad acquistare un bigliettto al botteghino dell´Augusteo decretando il sold out da stasera al 22 febbraio. Quelli che, come Arbore, continuano ad esportare da vent´anni un´immagine positiva della città nel mondo. «E nessuno ci dice grazie», esordisce Renzo Arbore, ma per nulla polemico. Anzi, contentissimo dei recenti successi internazionali in Cina come negli Usa e Canada, in Spagna per l´Expo di Saragozza come in Messico per la Fiera del Libro di Guadalajara. «Devo dire che anche nei momenti dell´altra Napoli, dei momenti più cupi, dell´immondizia, della camorra, dei morti, abbiamo sempre ribadito dappertutto che Napoli è una grande capitale della cultura». C´è un posto dove non siete ancora stati? «In India, ma ci sto facendo un pensiero, abbiamo un collegamento. Ci piace rispettare le tradizioni dei posti dove andiamo. In Messico, ad esempio, ci siamo esibiti davanti a settemila ragazzi, li abbiamo fatto cantare il nostro repertorio, in compenso ho fatto qualche canzone messicana come "Noche de ronda", con i mandolini. Neppure i napoletani hanno capito lo scrigno, il repertorio delle centomila canzoni che abbiamo. Io ne faccio solo una parte, risicatissima, adattata all´Orchestra, rispecchiando sempre la poeticità dei testi, una melodicità che non ha eguali nel mondo». è la nostra canzone internazionale... «In America hanno armonie molto belle, hanno Gershwin, Jerome Kern, il Brasile ha Vinicius de Moraes, Chico Buarque, l´Inghilterra ha vissuto il momento magico con i Beatles. Ma testi originali, così poetici, profondi, con la loro melodia allegrissima, comunicativa, sono difficili da trovare. "L´arte d´´o sole" di Gambardella, è una canzone dimenticata, bellissima. A parte Murolo, Carosone, anche autori poco dotati, che magari non avevano studiato, hanno avuto delle intuizioni straordinarie...». Per l´Orchestra è tempo di bilancio? «Posso dire che esistiamo da diciotto anni e rappresentiamo l´orchestra più duratura della musica italiana. Gegé Telesforo addirittura dice che siamo più longevi dell´orchestra di Duke Ellington. In effetti abbiamo quasi sempre avuto lo stesso organico, con delle star come Gianni Conte, Barbara Buonaiuto, i tre mandolinisti, Mariano Caiano che è di estrazione reggae, Gegé che fa il suo swing. Insomma, ci divertiamo a improvvisare». Con quale spirito è nata l´Orchestra? «Per un sincero amore e riscoperta di un repertorio che facevamo con gli amici artisti nelle jam session casalinghe. Mi dicevo che era impossibile che canzoni così belle rimanessero confinate nella provincia. Pensavo di fare uno o due dischi, così, per lasciare un documento, poi avrei fatto un altro lavoro». E invece, ecco un cofanetto con 47 canzoni... «E tutte arrangiate in maniera che possano rimanere a futura memoria. Come "Mandulinata a Napule", la facciamo così com´è scritta. Occorre rispetto: se uno non le devitalizza, non fa arrangiamenti osé, non ne viola lo spirito...». Come spiega che l´interesse verso la canzone napoletana non è sempre costante? «Non c´è una spiegazione, esiste piuttosto il problema della sottovalutazione della canzone. Quando ho cominciato con l´orchestra, nel �91, c´era il rap, la musica etnica. Mi hanno detto che canzoni come "Torna a Surriento", "Canzone appassionata", "Era de maggio", erano consumate, morte». Fra le canzoni napoletane moderne, quali preferisce? «C´è "Caruso" di Dalla, "Cu´mmé" di Gragnaniello e poi numerose canzoni di Pino Daniele. Ma non dimentichiamo Massimo Ranieri, Lina Sastri e poi alcuni bravi interpreti anche di periferia che hanno una voce partecipativa. Certo, occorre discernere l´erba buona da quella cattiva. In ogni caso c´è bisogno di espressione, sentimento». A quando un suo ritorno in televisione? «Mi chiedono di collaborare con Gigi Proietti, Frassica, ma ho fatto solo delle piccole cose, stupidaggini. Ammetto che c´è un corteggiamento da parte dei dirigenti Rai...». Ogni programma un successo. Qual è il segreto? «Tutti fanno una televisione a scadenza, molto di attualità, che sia di gossip o di satira, ma è una televisione che dopo due mesi scade, come il cibo, perché cambiano le cose, magari il capo del governo ha detto delle cose che però non valgono più il giorno dopo. è una tv usa e getta. Invece, il mio intendimento, lo posso confessare, è sempre stato quello di fare una tv a lunga conservazione, quella dove lo sketch delle borsettate con Benigni fa ancora ridere. è un umorismo senza tempo».

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imprese, crollano le esportazioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 2 - Montecatini Imprese, crollano le esportazioni Assindustria: «Mai così in basso, forse una ripresa a fine anno» Precipita il mercato dell'abbigliamento, reggono pasta e scarpe PISTOIA. Crollo delle ordinazioni, soprattutto quelle dall'Italia, ditte che non pagano i prodotti ricevuti e imprenditori che hanno perso la fiducia nel domani. Questa l'analisi dell'export pistoiese, sulla base dei dati del commercio da gennaio a settembre 2008. Dati che sono stati spiegati ieri in una conferenza stampa dall'Associazione industriali. Possibilità di una ripresa? Sì, a fine 2009, ovviamente per le imprese più forti, quelle che nel frattempo sono sopravvissute alla crisi. Presenti alla conferenza per Assindustria il direttore Carlo Stilli e il consigliere Corso Biagioni, presidente settore cartario. Le esportazioni dei prodotti manufatturieri locali vanno così male che Pistoia si trova al 101esimo posto su 107 province italiane. Si esporta meglio in Asia, Cina in particolare, ma non c'è da rallegrarsi perchè i "paesi emergenti" stanno rendendosi autonomi e importeranno sempre meno. Alimentari. Le esportazioni di cibo e bevande sono diminuite del 15,3% rispetto allo stesso periodo del 2007. Unico dato positivo: pasta, pasticceria e condimenti si esportano ancora bene negli Usa e Medio Oriente. Tessile, abbigliamento Meno 12%. Mentre nel resto d'Italia l'export di abbigliamento regge, a Pistoia c'è un crollo, soprattutto nella maglieria. Resiste la biancheria da casa e da arredamento. Però abbigliamento e arredamento contano in una ripresa. Calzature. L'export è aumentato dell'1,4%, ed è già molto nel contesto. Mercato principale: l'Inghilterra. Carta. Export aumentato del 18,7%, grazie al mercato d'Europa, ma le previsioni ora sono negative. Prodotti chimici, plastica. Meno 1,9%. Se L'Europa non compra più ci salva l'Asia, acquirente di pitture e smalti. Macchine. Meno 14,7% il materiale elettrico, meno 58,7% i mezzi di trasporto. Certo influisce la flessione del materiale ferroviario, ma anche le macchine per l'industria si vendono meno. Bene invece le macchine per la produzione di energia meccanica (motori, turbine) nel mercato del Medio Oriente. Per Assindustria il settore metalmeccanico ha una piccola previsione di crescita. Mobili. Meno 16,6%. Il mercato europeo, destinazione storica, è crollato. Il mercato asiatico regge ma rappresenta una percentuale troppo piccola per risollevare il settore. Un modello in crisi. Secondo il direttore Stilli «è in crisi il sistema del distretto, una concentrazione della filiera come per esempio accade a Quarrata con i mobili». Stilli non crede che a lungo andare paghino nemmeno le produzioni di nicchia, anche se per adesso funzionano. Un allarme per le prospettive economiche è stato lanciato anche da Cna, Uil e Ugl. Ma proprio l'Ugl suggerisce possibili soluzioni: «Attivare i fondi sociali europei per rinnovarsi. E poi snellire la burocrazia e far pressione sulle banche». Ivonne Pavoni

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I popoli senza Stato devono fare lobby (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

«I popoli senza Stato devono fare lobby» Venerdì 13 Febbraio 2009, «Globalizzare la lingua e la cultura è antiumano». Non ha mezzi termini il catalano Aureli Argemì (italiano fluente, inglese e spagnolo parlato comunemente oltre alla sua lingua madre), che ieri è intervenuto a Udine al convegno "La tutela della lingua friulana e l'Europa". Fondatore del Ciemen, Centro internazionale Escarré per le minoranze etniche e linguistiche, ha presentato la "sua" più recente battaglia, ovvero portare all'Onu i popoli senza Stato. Professor Argemì, perché questo obiettivo? «In questo momento nel mondo ci sono più lingue e più popoli non riconosciuti che non lingue e popoli riconosciuti. Bisogna perciò fare un lavoro di pedagogia e di lobby perché questi popoli diventi un obiettivo delle Nazioni unite, per una politica favorevole ai loro diritti e alle loro lingue». Un traguardo utopistico? «No, anzi. Stiamo vivendo un momento storico favorevole, perché i popoli indigeni d'America, cioè i popoli senza Stato, sono stati riconosciuti un anno fa proprio dall'Onu, con i loro diritti collettivi. Per noi questo è importante, perché si è creato una nuova categoria del diritto internazionale». Quali sono i popoli senza stato che stanno facendo lobby? «I catalani, gli scozzesi e i fiamminghi, che sono i più forti in Europa. Poi ci sono i gallesi, i baschi e i galeghi. Siamo un pool che cerca di fare lobby anche dentro il Parlamento europeo, tanto che lì si è costituita l'Ale, l'Alleanza libera europea, che riunisce tutti i partiti, le formazioni, le tendenze dei popoli senza stato in Europa». Perché la lingua è fondamentale per un'identità? Non bastano cultura, valori, storia? «Non esiste in astratto una visione del mondo. Essa si esprime attraverso una cultura e questa soprattutto attraverso la lingua. Quando parlo in catalano e poi trasferisco in un'altra lingua, registro che la traduzione del mio concetto è sempre più povera. E così avviene per le altre lingue. Ciò significa che abbiamo un genio della lingua che ci fa vedere il mondo di tutti, ma diversamente. La Ue ha capito che per fare l'Unione non bisogna uniformare, ma rispettare la differenza linguistica e culturale». Ha analizzato la legge regionale sul friulano che ora è al vaglio della Corte costituzionale? «Sì. Non è una grande legge, è un passo avanti». Le pare abbia elementi di anticostituzionalità? «Non è anticostituzionale, ma può diventarlo. L'interpretazione della Costituzione, lo verifico anche in Catalogna, dipende dalle forze che dominano la politica generale. Contrariamene a quanto si pensa, il termine 'costituzionale' non è neutro». Antonella Lanfrit Altro servizio a pagina V

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ConvegniAffido familiare, seminario in via Gleno In occasione della presentazione della pubblicazione <I percorsi dell'affido familiare>, realizzato dal settore Politiche sociali d (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

ConvegniAffido familiare, seminario in via Gleno In occasione della presentazione della pubblicazione «I percorsi dell'affido familiare», realizzato dal settore Politiche sociali della Provincia, ore 14,15, nella sede dell'Azienda bergamasca formazione, via Gleno 2, seminario sul tema «Costruire insieme i percorsi di confronto tra i protagonisti dell'affido familiare sul territorio bergamasco» --> Venerdì 13 Febbraio 2009 AGENDA, pagina 21 e-mail print ConvegniAffido familiare, seminario in via Gleno In occasione della presentazione della pubblicazione «I percorsi dell'affido familiare», realizzato dal settore Politiche sociali della Provincia, ore 14,15, nella sede dell'Azienda bergamasca formazione, via Gleno 2, seminario sul tema «Costruire insieme i percorsi di confronto tra i protagonisti dell'affido familiare sul territorio bergamasco». Federalismo e territorio ripartiamo dai municipi 6ª assemblea nazionale degli Enti locali che sperimentano pratiche partecipative in programma oggi e domani: ore 9,30, Palazzo Frizzoni, piazza Matteotti 27, apertura dei lavori, dopo i saluti del sindaco Roberto Bruni, tavola rotonda sul tema «Oltre la globalizzazione, il ritorno al territorio» con relatori Roberto Bruni, Alberto Magnaghi, Tonino Perna, Giorgio Ferraresi, Franco Piperno, Franco Cassano, presiede Salvatore Amura. A seguire report dal Forum sociale mondiale di Belem a cura di Guido Milano e del Gruppo di Lavoro del Consiglio d'Europa sugli indicatori per la partecipazione a cura di Anna Marson. Dalle 15 alle 19, tavola rotonda sul tema «Federalismo municipale solidale e federalismo fiscale: opzioni a confronto», tra i relatori Roberto Bruni, Roberto Calderoli, Nichi Vendola, Rita Borsellino, Luigi Nieri, Giulio Marcon, Giorgio Ferraresi, Andrea Di Stefano, Francesco Raphael Frieri, presiede Maurizio Morgano. Ore 20,15, al teatro Donizetti, «Un certo Signor G» regia di Giorgio Gallione con Neri Marcoré. Le novità per il commercio su aree pubbliche Ore 9,30, Sala Mosaico del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (ex Borsa Merci), via Petrarca, 10, seminario promosso da Anva Confesercenti per illustrare le novità che regolano il commercio su aree pubbliche. Interverranno Gian Carlo Morghen, segretario Confesercenti Lombardia, Elisabetta Villa, direzione commercio, fiere e mercati della Regione Lombardia e Gianandrea Bonaita, coordinatore regionale Anva. CorsiArte e letteratura nell'età barocca Ore 15,15, Caffè Letterario, via S. Bernardino 53, corso su «Arte e letteratura nell'età barocca» a cura di Giovanni Dal Covolo. Memorie e storie dal Novecento italiano Ore 15, al Liceo scientifico Mascheroni, via Alberico da Rosciate, apertura del corso «Memorie e Storie dal Novecento italiano» percorso di formazione per gli studenti delle superiori e per i docenti organizzato da Ufficio scolastico provinciale, Fondazione Serughetti La Porta, Aned, liceo scientifico Mascheroni, Fondazione Bergamo nella storia e Associazione degli amici del Museo storico. Tema dell'incontro «Il passato coloniale dell'Italia è del tutto passato?», relatore Nicola Labanca dell'Università di Siena. Alzano Lombardo, primo soccorso Ore 20,30, auditorium del Parco Montecchio, via Paglia, prosegue il corso di educazione sanitaria e addestramento al primo soccorso, organizzato dalla Delegazione della Croce Rossa di Alzano Lombardo, con il patrocinio dell'amministrazione comunale. Le lezioni, gratuite ed aperte a tutti, si svolgeranno il martedì e il venerdì, dalle 20,30 alle 22,15. Brusaporto, formazione per amministratori comunali Ore 20,30, sala civica, chiusura del corso di formazione per amministratori comunali organizzato dall'amministrazione rivolto sia a coloro che sono già impegnati direttamente nella vita amministrativa, sia a tutti i cittadini che vogliono conoscere il funzionamento del Comune. La serata vede come relatori il sindaco di Seriate Silvana Santisi Saita e il sindaco di Nembro Eugenio Cavagnis. Casazza, la giustizia Ore 20,45, sala dei Piccoli Musici, apertura del corso di filosofia organizzato dal circolo culturale «Opinione e promozione»: il prof. Franco Trabattoni, direttore di filosofia alla Statale di Milano, approfondisce il tema di «giustizia» partendo dalla scuola di pensiero platonica per poi ricollegarsi ai giorni nostri. Ingresso libero. Lezioni di lingua bergamasca Ore 18, sede del Ducato, piazza Pontida 42, corso di lingua bergamasca con Carmelo Francia, a cadenza settimanale. Seriate, balli folk Ore 21, salone dell'oratorio, via mons. Carozzi, continua il corso di balli folk, organizzato in collaborazione con l'oratorio. Info: osvaldomarchetti@tin.it o al bar dell'oratorio. feste e tradizioniDossena, serate teatrali popolaresche Ore 20 ai Mulini e alle 21,15 a Carale, il gruppo folk «Ol Carneal tradissional dè Dosena», di cui è animatore Peter Zani propone con la sua compagnia tutta maschile una sceneggiata che viene presentata per un «triduo» temporale riferito ai tempi carnascialeschi e quaresimali. IncontriAlla Mediateca i film di successo di Sergej Michailovic Ejzenstejn Continua il ciclo di film della rassegna «Sergej Michailovic Ejzenstejn» organizzati dalla Mediateca. Ore 15,30, alla Mediateca di via Bonomelli 13, visione del film «Lampi sul Messico»; ore 17, analisi a cura di Stefano Ghislotti. Fine della metafisica (!?) Ore 17,15, sala Carrara del Collegio Vescovile S. Alessandro, via Garibaldi 3, per il ciclo «Fides et ratio», Angelo Marchesi parla sul tema «Fine della metafisica (!?)» secondo le tesi di Jean-Luc Marion. Igienismo e scuola di medicina naturale Ore 20,30, alla sede dell'Abin, via Turani 4, vicino alla Sace, Abbiati Ezio parla sul tema «Curarsi con la fitoterapia». Info: www.abin.it Infinito dappertutto? Ore 17,30, al liceo scientifico Mascheroni, via Alberico da Rosciate 21/a, apertura del ciclo di conferenze «Infinito dappertutto? - Incontri tra discipline scientifiche e umanistiche» organizzate dalla Fondazione Livia Tonolini per la didattica e la divulgazione delle discipline scientifiche e da Mathesis. Franco Gallo, dirigente scolastico Liceo scientifico «Giordano Bruno» di Melzo parla sul tema: «La filosofia e l'ospite scomodo (a confronto con l'infinito)». La natura nella Val Grande Ore 21, al Palamonti di via Pizzo della Presolana, conferenza di Cristina Movalli del Parco Nazionale della Val Grande con proiezione di filmati dedicati ad un ambiente di grande importanza naturalistica tra il Monte Rosa e i grandi laghi. In precedenza, alle ore 19, inaugurazione della relativa mostra fotografica curata da Giancarlo Parazzoli e visitabile fino al 13 marzo. La rivista «La Voce del Ribelle» Ore 20,45, alla Galleria del Libro, via XX Settembre, 78, presentazione della rivista libera «La Voce del Ribelle». Interverranno con l'autore Massimo Fini, Marco Cimmino, storico, Cesare Quarenghi, preside liceo Lussana; introduce Enzo De Canio. La serata è organizzata da «Alle Radici della Comunità». Volume di Enza Silvestrini Ore 18,30, alla Libreria Ubik di largo Rezzara 4, Enza Silvestrini presenta il libro «Sulla soglia di piccole cose» Graus Editore. Introduce Vittorio De Rosa. Bonate Sotto, estate in Africa Prosegue il ciclo d'incontri con i giovani dal titolo «Per una volta cambia rotta! Malawi, il cuore caldo dell'Africa», organizzato dall'oratorio «San Giorgio» e dal Coordinamento Solidarietà, per proporre loro un'esperienza unica ed irripetibile durante il periodo estivo in Malawi, a contatto con una nuova cultura. Ore 21, oratorio «San Giorgio», incontro con padre Angelo Maffeis e i gruppi di Osio Sotto e di Costa Serina che hanno già fatto esperienza in Malawi. Giornate di orientamento professionale Organizzate dal Rotary Club Bergamo: ore 9-11,45, al Centro Congressi Giovanni XXIII, viale Papa Giovanni 106, giornata dedicata al settore editoriale e media. Ore 9, saluto del presidente del Rotary; ore 9,45, 10,45, 11 e 11,15, interventi di Giuseppe Roma, docente di Economia degli Intermediari Finanziari dell'Università di Bergamo, Massimo Cincera, amministratore delegato Sesaab, Ettore Ongis, direttore L'Eco di Bergamo, Sergio Villa, direttore di rete Bergamo Tv, Teo Mangione, direttore Radio Alta e Lucia Ferrajoli, giornalista de L'Eco di Bergamo. Azzano S. Paolo, serata con Merelli Auditorium delle scuole medie, via don Gonella, serata dedicata alla montagna con lo scalatore di Valbondione, Mario Merelli. Ingresso libero. Madone, assemblea pubblica Protezione civile Ore 20,30, sala civica del Comune, assemblea pubblica organizzata dal Consorzio Ats in collaborazione con il gruppo di Protezione Civile di Madone, sul tema «Protezione Civile nel tuo territorio. Come comportarsi in caso di emergenza». Martinengo, giornata del ricordo Ore 21, sede gruppo Alpini, via Gramsci, incontro aperto a tutta la popolazione per la giornata del Ricordo «L'Italia dimenticata: dalle Foibe all'esodo». Mornico al Serio, incontri zootecnici Ore 20,30, azienda agrituristica Villa Delizia di via G. Marconi 7, per il ciclo «incontri zootecnici» promossi da Apa Bergamo, Sata e Regione Lombardia, Hank Spencer, specialista Servizio tecnico Monsanto Dairy Business Dvm Kansas State University, parla su «Le patologie nel post-parto: approccio pratico per minimizzarle». Nembro, Adolescenza: la sfida educativa Ore 20,30, sala Daina dell'oratorio, continua il ciclo di incontri di formazione per genitori, insegnanti ed educatori sul tema «Adolescenza: la sfida educativa». Tema della serata «Amicizia, amori precoci, maturità affettiva», relatore don Giuseppe Belotti, psicologo e psicoterapeuta, esperto di problemi familiari, direttore del Centro Servizi psicosociali «Il Conventino» di Bergamo. Nembro, Montagna cinema libri Ore 20,30, al cineteatro San Filippo Neri, continua la rassegna dal titolo «Montagna cinema libri»: Roberto Ghidoni presenta il libro «Il cammino del lupo»; a seguire presentazione del film «Tracce» di Marco Preti. Parre, «Bevi l'acqua delle tue montagne» Grazie alla recente installazione degli impianti di potabilizzazione a raggi Uva a Parre, è possibile bere l'acqua pura delle nostre montagne, senza alcun sapore sgradevole di cloro. Ore 20,30, scuola materna, assemblea pubblica «Bevi l'acqua delle tue montagne» durante la quale saranno anche esposti i lavori sul tema dell'acqua svolti dagli alunni delle scuole elementari. Piazza Brembana, testimonianze sulla pace Nella sala polivalente della biblioteca di via Roma, 12, continua il ciclo di incontri dal titolo «Testimonianze di pace dal mondo» proposti dall'assessorato alla Cultura del Comune. Ore 20,30, Tseten Longhini parla su «Tibet: il grido di un popolo». Ponte Nossa, serata sull'astronomia Ore 20,30, sala Caffi, Dario Franchi parla sul tema «Astronomia, arte e storia locale», a cura della biblioteca comunale e della Terza Università. Terno d'Isola, guida tascabile Ore 20,45, auditorium comunale, via Casolini, presentazione della nuova guida turistica «Terno d'Isola e il suo territorio» degli autori Stefano D'Adda, Marco Dusatti e lo storico locale Sergio Limonta. Villa d'Ogna, incontro con l'autore Ore 21, in biblioteca, incontro con lo scrittore Mirco Bonacorsi che presenta il suo ultimo libro «Baite Valseriane», un viaggio alla scoperta delle oltre 130 baite sparse sul territorio della Valle Seriana. MostreLa mia Toscana Alla Galleria d'arte Borgo d'Oro, via S. Caterina 33, angolo via A. da Roscaite, personale di Antonia Poli Arzuffi, visitabile fino al 19 febbraio. Orari: tutti i giorni 10-12,30 e 16-19,30. MusicaAl Druso concerto dei Notforsale Ore 20,30, al Druso Cafè, via Carnovali 80/b, concerto del gruppo bergamasco Notforsale. I Mismountain Boys al Caffè Letterario Ore 21, al Caffè Letterario, via S. Bernardino 53, live con i Mismountainboys. Società Dante Alighieri, «Il mistero della vita» Ore 18, sala Tremaglia del teatro Donizetti, piazza Cavour, iniziativa curata dal Comitato Giovanile della Società Dante Alighieri ed il Jazz Club Bergamo, con brani poetici letti da Aide Bosio intervallati da brani musicali eseguiti al pianoforte da Valerio Baggio. Tributo ai Beach Boys Ore 22 all'O'Dea's Pub di Celadina, via Borgo Palazzo, musica con i Sunny Boys. Concerto del ricordo Ore 20,30, sala Greppi, via Greppi 6, concerto in ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo degli italiani da Istria, Fiume e Dalmazia, eseguito dal violinista Alberto Cammarota e dal pianista Stefano Del Miglio in onore del profugo piranese Lucio Parenzan. Curno, i Violet Eclipse Ore 22, al Keller di via Bergamo, esibizione del chitarrista Luca Poma e la sua band, i Violet Eclipse. Dalmine, la fusion dei Fast and Furian Ore 21,30 al Paprika di Mariano, musica funk, jazz e fusion con i Fast and Furian. Dalmine, musica tzigana Ore 21, al Teatro Civico di via Kennedy, musica dai Balcani con Kalaman Balogh & the Gipsy Cimbalom Band. Solza, Neverland'inverno Ore 22, al Castello Colleoni, apertura della rassegna «Neverland'inverno» con il concerto di Marco Parente. Ingresso gratuito. Treviglio, concerto in basilica Ore 20,45, nella Basilica di San Martino e Santa Maria Assunta, «Concerto per la Madonna delle lacrime» offerto dalla Cassa Rurale, eseguito, con la direzione del maestro Paolo Belloli, dall'Orchestra da Camera «Collegium Tiberinum» con il soprano Adriana Fernandez e il pianista Francesco Attesti. Ingresso libero. Villongo San Filastro, in scena i Lombroso Ore 21, al Circolo Vizioso, via Monte Grappa 4, in occasione della riapertura del circolo, concerto live con Lombroso + thee jones bones. Tempo liberoLudoteca Parco Locatelli Al parco Locatelli, via Diaz 1, ingresso libero per i bambini/e della scuola primaria dai 6 agli 11 anni con gioco libero dalle 15 alle 18,30. Lovere, pista di ghiaccio Al porto turistico di Cornasola, apertura della pista del palaghiaccio con possibilità di pattinare tutti i giorni feriali dalle 15 alle 18,30 e dalle 20 alle 23,30; nei festivi dalle 10 alle 12; dalle 14 alle 18,30 e dalle 20 alle 23,30. Ingresso 5 euro. Fino al 1° marzo. Vertova, il museo parrocchiale Il museo parrocchiale «S. Maria Assunta», collegato in rete con il museo Bernareggi di Bergamo e i Musei di Gandino, Romano Lombardo e Alzano Lombardo è aperto tutte le domeniche dalle 15,30 alle 18. È possibile effettuare visite anche nei giorni feriali previo appuntamento allo 035.711.220. veglia di preghieraFidanzati in preghiera Ore 20,45, alla parrocchia di S. Maria Immacolata alle Grazie, viale Papa Giovanni XXIII, 13, veglia diocesana di preghiera con i fidanzati presieduta da mons. Maurizio Gervasoni. Sono invitati in particolare i fidanzati che hanno compiuto l'itinerario di preparazione al matrimonio o che celebreranno le nozze nei prossimi mesi. 13/02/2009 nascosto -->

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l'intervista <Questa democrazia rischia di implodere> (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

l'intervista «Questa democrazia rischia di implodere» --> Massimo Fini: «Partiti e oligarchie, nuove forme di aristocrazie mascherate» Venerdì 13 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 4 e-mail print «La democrazia è solo una delle tante forme che nella Storia ha preso il potere oligarchico». Piaccia o non piaccia, Massimo Fini - «La Ragione aveva torto?» (1985), «Il vizio oscuro dell'Occidente» (2002), «Sudditi» (2004), «Il ribelle dalla A alla Z» (2006) - è voce tra le più interessanti del giornalismo e della saggistica politica, oggi, in Italia. «La Voce del Ribelle», come titola la giovane rivista mensile (è appena uscito il quinto numero, febbraio 2009) di cui è direttore politico. Fini sarà a Bergamo a presentarla questa sera (ore 20,45, Galleria del libro, via XX settembre 78). Introduce Enzo De Canio, di «Alle Radici della Comunità», che ha organizzato l'incontro. Interverranno Marco Cimmino, storico e pubblicista, e Cesare Quarenghi, preside del Liceo Lussana. Fini, lei ha descritto senza eufemismi i mali dell'odierna «democrazia». Ma quale sistema può sostituirla? «La democrazia esisteva quando non sapeva di essere democrazia. L'assemblea del villaggio, nell'Europa pre-industriale, decideva tutto ciò che riguardava il villaggio. Questo sistema ha funzionato benissimo finché, due anni prima della Rivoluzione, sotto l'incalzare della borghesia e della sua mania codificatoria, si stabilì che non era più l'assemblea che decideva direttamente, ma nominava dei rappresentanti. Inizia la democrazia rappresentativa, che ha portato a tutti questi mali. L'unica possibilità è la democrazia diretta, come l'aveva immaginata Rousseau per Ginevra, che però può aversi solo in contesti limitati». Tutto va invece verso la globalizzazione. «Trend sbagliato sotto ogni punto di vista, anche quello della democrazia. Non siamo in grado di controllare in uno Stato i nostri rappresentanti: a maggior ragione non siamo in grado di controllare decisioni prese, non si sa neanche bene da chi, lontanissimo da noi. Il discorso della democrazia si lega all'altro mio discorso di fondo: contro la globalizzazione, per un ritorno a dimensioni più circoscritte ed umane. Tendenza centrifuga, per il momento larghissimamente utopica, contro quella centripeta; ma, secondo me, è l'unica via di salvezza. Questo sistema ha disumanizzato la nostra vita, alienato i rapporti con gli altri, rotto alcuni nuclei costitutivi profondi dell'essere umano». Che cosa non le piace dell'odierna democrazia? «Ogni sistema è più o meno accettabile se rispetta i propri presupposti. Non è vero ciò che dice Chuchill: "La democrazia è il peggiore dei sistemi ad eccezione di tutti gli altri". Falso. Se la democrazia non rispetta i propri presupposti è una truffa e diventa un sistema forse peggiore di altri. Abbiamo aristocrazie mascherate: i partiti, le oligarchie, che hanno tutti i privilegi delle vecchie aristocrazie senza averne gli obblighi. È un imbroglio. La democrazia non è, come ci fanno credere, "la fine della storia". Non è il sistema definitivo, che deve essere esportato e imposto a popolazioni che hanno storie, tradizioni, culture, concezioni della vita e della morte completamente diverse dalle nostre. Ragionamento tipicamente antidemocratico, totalitario. La democrazia scade all'esterno nel contrario di sé, ponendosi come sistema unico». Lei si è dichiarato contrario all'intervento in Afghanistan e Iraq. Ma quando la cosiddetta «autodeterminazione dei popoli» lascia vivere spaventose tirannie? «Quelli sono equilibri che un popolo ha trovato. Quando non gli funzionano più saranno loro a cambiare. La vicenda più grave è quella afghana. Hanno avuto dieci anni di invasione sovietica. Poi, per le più diverse ragioni, sono caduti in una situazione totalmente arbitraria. I talebani hanno avuto successo perché hanno riportato legge e ordine, per quanto dura legge e duro ordine. Ecco perché sono stati accettati. Era l'equilibrio che l'Afghanistan si era dato. Poi arriviamo noi da diecimila chilometri di distanza, facendo quello che facevano i sovietici, ma dicendo che lo facciamo per il loro bene. Questo è l'intollerabile. In buona fede - il problema non è Bush è Emma Bonino - siamo convinti di avere il miglior modello possibile. Non siamo più in grado di accettare l'altro da sé, il diverso da noi. Lo dice bene Lévi Strauss: in ogni civiltà, se vai a togliere quello che a noi non piace, modifichi profondamente tutto il sistema, rischiando, quasi sempre, di farne crollare l'impalcatura». È pensabile un ritorno alla democrazia diretta, a forme di comunità più ristrette in cui l'individuo torni ad avere un peso? «Se non ci pensiamo noi, e non ce la faremo, questo avverrà per forza. Un sistema che si basa sulle crescite esponenziali, nel momento in cui non può più crescere, e ci siamo molto vicini, implode su se stesso. Come avvenne all'Impero romano. Ma visto che è un problema dei posteri, après moi le déluge. Purtroppo andiamo a velocità così folle che stiamo diventando i posteri di noi stessi». Sorpassate, private di senso le tradizionali categorie di destra e sinistra, cosa diversifica oggi i vari gruppi politici? «Nulla. Sono oligarchie che si autotutelano, lottano per il potere ma si spartiscono tutto il resto sottobanco. La Rai è l'esempio emblematico, ma la regola è applicabile praticamente a tutto». Vincenzo Guercio 13/02/2009 nascosto -->

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MARIO FELICETTI MOENA - Per la ristrutturazione del palazzo da destinare alla nuova biblioteca servono un milione e 330 mila euro (sezione: Globalizzazione)

( da "Adige, L'" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

MARIO FELICETTI MOENA - Per la ristrutturazione del palazzo da destinare alla nuova biblioteca servono un milione e 330 mila euro MARIO FELICETTI MOENA - Per la ristrutturazione del palazzo da destinare alla nuova biblioteca servono un milione e 330 mila euro. Soldi che, al momento, non ci sono. È stato ribadito ieri al momento della presentazione del programma delle attività sociali dell'assessore Cristina Donei . Finanziamenti alle scuole. Per l'anno in corso, si prevedono contributi di 5.000 euro per le scuole elementari, 6.000 per le medie e 10.000 per la scuola dell'infanzia: finanziamenti per attività integrative e culturali programmate dai rispettivi consigli di classe e di istituto. Attenzione particolare viene riservata alla sensibilizzazione dei ragazzi alla raccolta differenziata dei rifiuti e alle fonti di energia rinnovabili. Le scuole parteciperanno ad un progetto rivolto al risparmio energetico, organizzato in collaborazione con l'ufficio territoriale dell'Appa (Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente). Studiare l'inglese. In un mondo sempre più globalizzato, è fondamentale la conoscenza delle lingue straniere, che sarà promossa attraverso corsi pomeridiani di inglese e tedesco, rivolto ai ragazzi delle scuole dell'obbligo. Inoltre saranno organizzate, come negli anni scorsi, due settimane di studio dell'inglese in paesi stranieri. Investimenti per la biblioteca. In attesa di risolvere i problemi logistici della biblioteca (si spera diventi presto realtà la proposta di spostarla nell'edificio storico che, in centro paese, era un tempo occupato dalla vecchia canonica e che si intende ristrutturare, non appena si troveranno il milione e 330.000 euro previsti), molto interessante si annuncia il piano che andrà a finanziare numerose attività. Tra esse, in particolare, l'aumento del patrimonio librario, gli incontri estivi con gli autori (confermata anche per il 2009 la presenza di Magdi Allam e Corrado Augias che tanto successo hanno ottenuto l'anno scorso), conferenze, dibattiti e incontri sull'attualità, concerti, mostre e spettacoli, corsi di informatica, lingue straniere, cucina ed attività manuali, infine l'impegno per l'elaborazione di un libro su Moena, in collaborazione con le associazioni culturali. Aiuto alla Heilmann. Grande sostegno sarà assicurato alle varie componenti associative che operano con spirito volontaristico all'interno della comunità, all'associazione Heilmann (della quale il Comune è socio fondatore), allo sviluppo delle attività destinate a valorizzare la lingua e la cultura ladina (23.121 euro vengono erogati direttamente dalla Provincia), mentre si sta lavorando anche per festeggiare in modo appropriato il venticinquesimo anniversario di fondazione della Compagnia Schützen di Moena, in programma in occasione della sagra di San Vigilio a fine giugno ed alla quale collaborerà anche la banda cittadina. Altre associazioni. Nel settore sociale, sono previsti interventi a sostegno di diverse iniziative: l'attività dei servizio Tagesmutter, i Pomeriggi Insieme, la Scuola Estiva con l'associazione «Istà Algegra», il Centro Giovani, il percorso educativo per genitori ed adolescenti, il Centro di ascolto per genitori e insegnanti, la Consulta delle Famiglie, il Circolo Anziani e l'Università della Terza Età. Continuerà inoltre la collaborazione con l'associazione «La Voce delle Donne» di Fiemme, che per il 2009 propone come tema «Polis: l'arte di governare, formazione ed informazione sulla politica». Un percorso che intende analizzare la condizione della donna nelle valli di Fiemme e Fassa, come è stata nel passato e come evolve ai nostri giorni. In estate, sarà anche allestita una mostra dal titolo «Femene da mont». Mercato alternativo e salute. Da ricordare infine la festa del riuso, prevista in maggio, ed il convegno sul Parkinson, programmato a fine giugno. 13/02/2009

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Da Tommasi a Pozzato, l'export veneto dei talenti (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Veneto" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: SPORTVUOTA - data: 2009-02-13 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Da Tommasi a Pozzato, l'export veneto dei talenti Campioni e coach, nuove esperienze sportive e di vita all'estero Sempre più spesso atleti e tecnici veneti tentano la fortuna lontano da casa, anche fuori dal continente VENEZIA — La valigia in mano, la mente libera da pensieri, la voglia di misurarsi con realtà diverse da quella italiana. E magari pure la coda in aeroporto come i comuni mortali, con tanto di biglietto in tasca per gli Stati Uniti, per l'Inghilterra, persino per la Cina. Poi l'avventura. La scelgono in molti, tra gli sportivi della nostra regione, pronti a cogliere le opportunità offerte da un modo sempre più globalizzato. L'ultimo emigrante è stato Damiano Tommasi, volato addirittura a Tianjin nel Nord della Cina per chiudere la propria carriera calcistica in un paese da tempo alla ricerca della definitiva consacrazione: «Questo paese mi affascina — spiega il centrocampista veronese — c'ero stato già nel 2006, quando avevo contribuito a Canton al lancio del sito web ufficiale della Roma. So che è un campionato ancora in evoluzione e che ci sono stati diversi problemi, ma voglio fare questa esperienza, è una cosa che ho sempre voluto fortemente». La Cina lo ha accolto a braccia aperte, nonostante la crisi della League, orfana da qualche anno anche della maxisponsorizzazione della Pepsi. Prima del Tianjin, Tommasi aveva assaporato l'avventura spagnola con la maglia del Levante e quella inglese con il Qpr: «Culture ben diverse da quella italiana — spiega — che ci possono insegnare molto. Invidio la serenità con cui le famiglie si recano allo stadio ». Ma non c'è solo Tommasi. Basti pensare a Daniele Bagnoli, ex coach dell'epoca d'oro della Sisley Treviso e attuale guida tecnica della Dinamo Mosca. «In Russia mi sono trovato benissimo — dice — ho avuto tutto ciò che chiedevo e l'esperienza è stata stimolante anche dal punto di vista tecnico. Mosca è una città imponente e ricca di spunti di ogni tipo. Certo, non posso mangiare il risotto col radicchio di Treviso — sorride — ma un sacrificio lo faccio volentieri ». Bagnoli avrebbe fatto carte false per portare Alberto Cisolla a Mosca, ma l'operazione non è stata possibile per la ferma opposizione della Sisley. «La possibilità c'era — ammise lo schiacciatore trevigiano — e confesso che ero molto attratto dalla Russia. Vedremo se l'occasione si ripresenterà più avanti ». Identico il destino di Ettore Messina, coach della Benetton dal 2002 al 2005 e adesso trapiantato da quasi quattro anni nella capitale dell'ex Unione Sovietica per un'avventura stimolante. Sirene russe anche per il ciclista vicentino Pippo Pozzato, che ha lasciato la Liquigas per passare proprio quest'anno al Team Katusha, in ritiro in Spagna in vista della nuova stagione. E che dire di Chicca Macchi e Raffella Masciadri, stelle del Famila Schio con la passione per la bandiera a stelle e strisce? Macchi ha militato per due stagioni nella Wnba, la lega professionistica americana. Prima di essere ceduta alle Chicago Sky, nel 2004 e 2005 ha vestito la maglia delle Los Angeles Sparks, titolare proprio assieme a Masciadri. «Mascia» è tornata negli Usa anche l'estate scorsa e ha già una proposta in tasca per la prossima Wnba. Dulcis in fundo, ecco Andrea Lucati, giovane promessa del baseball ingaggiato nientemeno che dagli Astros Houston: «E' un sogno — ammette il lanciatore trevigiano — da Ponzano Veneto al Texas è il massimo. Ho cominciato dalle giovanili, non prima però di aver completato gli studi. Il sogno? Giocare con il mio idolo Roger Clemens». Andrea, segnalato dallo scout Mauro Mazzotti, ha una carriera assicurata, dicono negli States. E intanto lo sport veneto osserva con curiosità questi emigranti in scarpe da tennis pronti a tutto. Anche a ribaltare la loro vita pur di assaporare il brivido dell'avventura. Dimitri Canello

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I sette Grandi arrivano a Roma: al via il G7 dei ministri finanziari (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

RICETTE ANTIRECESSIONE I sette «Grandi» arrivano a Roma: al via il G7 dei ministri finanziari Comincia oggi, a Roma, il vertice dei ministri finanziari del G7 (cui parteciperà però anche la Russia, trasformandolo di fatto in un G8). Al centro, ovviamente, la crisi e le «nuove regole» da imporre per riportare un po' di «fiducia» sui mercati internazionali. Una «mission impossible», per il momento. Quasi tutti i paesi principali si stanno infatti muovendo in modo asincrono e potenzialmente «concorrenziale» nel fornire aiuti pubblici alle banche o alle economie in difficoltà. Un quadro che vede avanzare ovunque risposte protezionistiche che - se dovessero prendere il sopravvento - metterebbero a rischio non solo la globalizzazione, ma lo stesso commercio internazionale. L'Italia si presenta al tavolo con du e esponenti che certamente non si amano troppo: il ministro Tremonti e il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, responsabile anche del Financial Stability Forum.

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Pioneer spegne 10 mila operai Cina su Rio Tinto (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

DIARIO DELLA CRISI Pioneer spegne 10 mila operai Cina su Rio Tinto Maurizio Galvani La Pioneer ha «spento» la Tv al plasma e ha annunciato 10 mila licenziamenti. La compagnia elettronica giapponese (non è la prima di questo paese) presenta perdite annuali pari a 130 miliardi di yen (ovvero 1,4 miliardi di dollari) e ha minacciato 6 mila licenziamenti tra i lavoratori a contratto a tempo indeterminato e altri 4 mila con contratto a tempo determinato, interinali o irregolari. Dipendenti che attualmente lavorano in Giappone e una parte nelle filiali sparse nel mondo (in particolare negli Stati uniti e in Gran Bretagna). La Pioneer è intenzionata a focalizzare la sua attività nella produzione di auto elettriche. Crolla la Pioneer, ma non gode di buone salute l'intero pianeta Giappone: dopo cinque anni, i prezzi alla produzione in questo paese sono tornati a calare e torna lo spettro della deflazione. Ieri, la seduta della borsa di Tokyo ha chiuso con un meno 3,03%, a causa sia della delusione provocata dal piano di salvataggio in Usa e sia per l'aumento dello yen contro il dollaro che penalizza l'export giapponese. La miniera di Rio Tinto è al centro di uno dei più grossi investimenti da parte della società cinese di stato Chinalco. La Rio Tinto è la terza miniera del mondo ed è di proprietà inglese e australiana. La miniera presenta perdite e un debito pari 10 miliardi di dollari a fine anno. Per risollevarsi dalla crisi, la compagnia cinese ha deciso di investire 19,5 miliardi di dollari e vuole portare la sua presenza nel gruppo al 18% rispetto all'attuale livello del 9%. Contemporaneamente, la direzione della miniera sta preparando un piano per la riduzione di 14 mila dipendenti su un totale di 97 mila lavoratori impiegati. «Questa situazione è frutto delle difficoltà economiche mondiali», si giustificano in azienda. In passato la Rio Tinto è stata al centro della possibile acquisizione da parte della rivale Bhp Billito, un prorogetto che alla fine è stato abbandonato. Tra 14 mila licenziamenti, 5.500 sono operai regolari e 8.500 irregolari. Disoccupati o assistiti, sembra questo il destino di milioni di lavoratori. Il Dipartimento al lavoro Usa ha reso noto che gli americani che percepiscono il sussidio di disoccupazione sono complessivamente 4,81 milioni, il livello più elevato dal 1967. La scorsa settimana le nuove domande per ottenere questo benefit sono diminuite di 8.000 unità rispetto al dato precedente, ma le richieste di sussidio sono sempre a quota 623 mila, ai massimi da 26 anni. L'anno appena concluso è stato un anno orribile per il settore immobiliare statunitense: i prezzi delle case sono scesi del 12,4% nell'ultimo trimestre del 2008. Ed è la più grande flessione dopo trent'anni. L'unico dato positivo sono le vendite al dettaglio che sono calate dell'1%, meno della discesa del 3% di dicembre. In Europa, invece, la banca belga Fortis rischia la bancarotta dopo che è stata nazionalizzata dallo stato che possiede il 75% delle sue azioni. Mercoledì l'assemblea degli azionisti ha bocciato lo scorporo e la vendita della banca al gruppo francese Bnp Paribas. Il governo non sa che fare di fronte a questo ostinato rifiuto e il titolo Fortis ha perso il 18% in borsa. La crisi della Fortis è grave poiché rappresenta il più grande gruppo del paese e, soprattutto, potrebbe estendere la crisi fino al governo che ha scommesso sulla vendita al gruppo Bnp Paribas. Mentre è ufficiale che la Spagna è in recessione. Lo ha confermato l'Istituto centrale di statistica (Ine) di Madrid, che ha annunciato che «il Pil spagnolo è calato del 1,1% a fine 2008». Per il secondo trimestre consecutivo, facendo appunto entrare il paese in recessione per la prima volta dal 1993. A proposito di date, il 1993 sarà ricordato anche dall'India: il paese presenta un calo della produzione pari a -2%. L'Elefantino soffre una crisi pesante e, dopo tantissimi anni, la Federazione automobilistica locale ha chiesto un piano di intervento da parte dello stato.

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La benzina DELLE CANAGLIE (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Casa Bianca lancia il progetto «Nuova energia per l'America»: tra gli obiettivi, non comprare più petrolio dagli stati «nemici». L'unico citato per nome è il Venezuela: da Caracas arriva il 12% del greggio Usa, che però da soli coprono il 50% dell'export venezuelano. Chavez se la ride, ma alcuni esperti non sono d'accordo. E il rischio c'è La benzina DELLE CANAGLIE IL PIANO DI OBAMA: IN DIECI ANNI ADDIO AL GREGGIO DEI «CATTIVI» Estrella Gutiérrez CARACAS La storia del petrolio venezuelano è legata alla principale potenza «consumatrice» del pianeta, gli Stati Uniti, ma se il nuovo piano su energia e ambiente del presidente Barack Obama raggiungerà i suoi obiettivi, entro un decennio Caracas non potrà più contare sul mercato statunitense per greggio e derivati. Il piano «Nuova energia per l'America», lanciato il 26 gennaio da Washington, prevede tra i primi quattro obiettivi quello di «eliminare le nostre attuali importazioni da Medio Oriente e Venezuela, entro 10 anni». Nel firmare i decreti per la realizzazione del piano, Obama ha dichiarato che uno dei suoi obiettivi è rendersi indipendente dal petrolio «proveniente da regimi ostili», attraverso un risparmio nel consumo di almeno 14 milioni di barili al giorno a partire dal 2011. «Gli serve il nostro greggio» I primi commenti del presidente venezuelano Hugo Chávez sono arrivati il 2 febbraio. «A me sembra che al presidente Obama abbiano fatto prendere lucciole per lanterne sul tema dell'energia», ha dichiarato, ribadendo che Washington continuerà a dipendere dal petrolio importato. Chávez, che ha valutato il piano in termini globali e senza uno specifico riferimento al caso venezuelano, si è complimentato per la decisione della nuova amministrazione Usa di promuovere l'uso di energia pulita, offrendosi di collaborare nel dare impulso all'energia solare, eolica o delle correnti marine. «Tutto ciò mi sembra meraviglioso, ma difficilmente gli Usa nel breve periodo si libereranno dal petrolio, di cui hanno bisogno come l'aria, come l'ossigeno», ha assicurato Chávez, per il quale nei prossimi anni «sarà inevitabile un incremento nel consumo di petrolio» a livello mondiale. Alcuni esperti di geostrategia energetica e di relazioni petrolifere tra Usa e Venezuela ritengono invece che il piano di Obama rappresenti una svolta radicale nel legame storico tra le due potenze di importazione ed esportazione del greggio nel continente americano. «Il Venezuela è l'unico importatore di petrolio menzionato espressamente nel piano, e senza mezzi termini; si dice che entro 10 anni sarà eliminato come fornitore», ha dichiarato José Suárez Núñez, editorialista di PetroFinanzas. Víctor Poleo, docente universitario, viceministro per l'energia di Chávez all'inizio del suo governo e oggi critico sulla gestione pubblica in materia di petrolio, ha dichiarato che il piano di Obama avrà un impatto tale per il paese che l'ultima decade potrebbe essere stata per il Venezuela «l'ultima ondata di redditi petroliferi elevati». La congiuntura della prima grande crisi globale del ventunesimo secolo col ruolo dei combustibili fossili nel cambiamento climatico e la nuova leadership della prima potenza del pianeta lascia presagire, secondo Poleo, una nuova era del consumo di energia, in cui il petrolio perderà il proprio primato in favore di fonti pulite, allontanando l'umanità da uno sviluppo suicida. Elie Habalián, anche lui professore universitario membro del primo team di Chávez in materia di energia e oggi critico verso la sua strategia, ha commentato che i responsabili del settore in Venezuela «non capiscono la dimensione e la portata dei cambiamenti che incideranno sul petrolio e le nuove dinamiche tecnologiche-energetiche-ecologiche di cui oggi Obama si è fatto paladino». Il Venezuela, i cui popoli originari utilizzavano il petrolio ancor prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo in America, è diventato produttore di greggio all'inizio del ventesimo secolo, e da allora lo sviluppo del prodotto - da cui la sua economia dipende - è sempre rimasto legato agli Stati Uniti. Non solo erano statunitensi le multinazionali che parteciparono maggiormente allo sviluppo petrolifero fino alla nazionalizzazione dell'industria nel 1976, ma è la stessa geografia ad aver imposto come scelta più conveniente le relazioni commerciali con il vicino e principale importatore di petrolio al mondo. Per Washington, il Venezuela è sempre stato, prima e dopo la nazionalizzazione, il fornitore più affidabile. Caracas fu tra i fondatori nel 1960 dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec), creata per difendere gli interessi dei produttori di una risorsa strategica e non rinnovabile, ma non ha mai partecipato agli embargo del gruppo, per ragioni politiche. L'arma chiamata petrolio Chávez ha invece utilizzato sempre di più il petrolio come un'arma politica nelle proprie relazioni internazionali, soprattutto con gli Stati Uniti, sin da quando è salito al potere nel 1999 e ha cominciato a promuovere «il socialismo del ventunesimo secolo», forte della sovranità petrolifera e dell'appoggio dei popoli del Sud all'indipendenza dall'«impero statunitense», uno dei suoi fondamenti. Dal 2005, Chávez ha aggiunto la minaccia di un blocco delle forniture di greggio alla sua guerra verbale contro il presidente Usa George W. Bush (2001-2009), che ha accusato di aver imposto una politica di aggressione mondiale e regionale e di aver partecipato a diverse cospirazioni per rovesciarlo. Nel settembre 2008, il presidente venezuelano ha espulso l'ambasciatore Usa, per solidarietà con un'iniziativa analoga del governo della Bolivia, tra i principali alleati della «rivoluzione bolivariana». Da allora, le relazioni bilaterali restano affidate agli incaricati d'affari, anche se il 6 febbraio Chávez ha dichiarato di confidare in un cambiamento nelle relazioni adesso che a Washington si respira la «ventata d'aria fresca» di Obama. «Rispetteremo chi ci rispetta e siamo aperti al dialogo», ha dichiarato. Secondo Suárez Núñez, il dipartimento per l'energia Usa avrebbe contattato immediatamente i 200 compratori di greggio venezuelano, e «tutti hanno garantito di disporre di forniture per sostituire quel greggio» se la minaccia di Caracas dovesse concretizzarsi. Di fatto, la compagnia statale Petróleos de Venezuela (PDVSA, Pedevesa) continua a destinare agli Stati Uniti circa 1,2 milioni di barili al giorno, che rappresentano più del 50 per cento delle sue esportazioni. Negli anni '90, il Venezuela era il secondo fornitore del paese nordamericano, mentre oggi è sceso al quinto posto, e le sue vendite rappresentano solo il 12 per cento delle importazioni statunitensi di greggio. Al tempo stesso, Pedevesa ha incoraggiato una diversificazione dei suoi mercati petroliferi, per proteggersi dall'attuale andamento dei prezzi, che ha visto passare il paniere delle esportazioni venezuelane da nove dollari, quando Chávez è arrivato alla presidenza, a 150 dollari nel 2008, prima che cominciasse l'attuale crollo. Gli Usa pagano bene e subito Il problema, ha spiegato Suárez Núñez, è che tra i nuovi clienti solo la Cina ha un potenziale importante, visto che le altre destinazioni hanno tutte un risvolto politico, con accordi che prevedono il pagamento in natura o con scadenze fino a 15 anni. «L'unico che paga bene e a 30 giorni sono gli Stati Uniti», ha sottolineato. Adesso che la crisi finanziaria mondiale ha visto precipitare i prezzi del greggio e che il paniere petrolifero venezuelano si aggira intorno ai 37 dollari al barile - mentre il valore per il 2009 è stato fissato a 60 dollari - la diversificazione delle destinazioni si scontra con nuove difficoltà come i costi del trasporto, il surplus di offerta e la necessità di nuovi sistemi di raffinazione del greggio. «Piazzare un barile negli Stati Uniti costa 1,5 dollari mentre in Cina costa 10 dollari. In più il Venezuela raffina 600mila barili al giorno nelle raffinerie nordamericane che hanno adattato i loro sistemi al greggio pesante», di difficile trasformazione e che rappresentano i tre quarti della produzione locale, ha spiegato l'esperto come esempio. La produzione venezuelana è infatti formata per il 75 per cento di greggi pesanti «e non esistono altri impianti di raffinazione adeguati per lavorarli fuori dagli Stati Uniti», ha aggiunto. Secondo Suárez Núñez, il piano di Obama dichiara il Venezuela un paese da cancellare dalla lista dei fornitori nel momento peggiore, visto che lo scenario mondiale è «già ostile, e Pevedesa deve affrontare contemporaneamente problemi di debito con i fornitori nazionali e stranieri, calo della produzione e entrate insufficienti a coprire il bilancio». «In concreto, il piano di Obama potrebbe accelerare la fine della fase degli alti utili provenienti dal petrolio per il Venezuela, e costringerci a confrontarci con la nostra realtà collettiva», ha commentato Poleo, considerando che la nuova leadership di Washington «lancia e promuove un cambiamento strutturale della fonte energetica del motore a benzina, che ha dominato gran parte del ventesimo secolo». «Il Venezuela può, ovviamente, cercare altri clienti per il suo petrolio, ma in tal caso sarebbe costretto ad una ripianificazione che richiede tempo», ha puntualizzato Habalián. Per di più, il reddito che ricaverebbe da altri mercati sarà sempre inferiore, e questo sarebbe un elemento chiave per cui il paese entrerà in un'era di bassa redditività del prodotto che rappresenta il 90 per cento delle sue esportazioni. «Il trasporto di un barile in Cina o in India, i colossi emergenti nel consumo di energia, costa 10 dollari, che possono essere assorbiti quando il prezzo del barile è a 90 dollari, ma non quando il suo valore scende a 30», ha spiegato. «Gli Stati Uniti possono tranquillamente ridurre o perfino eliminare gli acquisti venezuelani, mentre il Venezuela, sul breve e medio periodo, avrà dei grossi problemi se perderà il suo cliente storico». © IPS - traduzione francesca buffo

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Pil in caduta: cresce il rischio di protezionismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

BANCA EUROPEA Pil in caduta: cresce il rischio di protezionismo L'economia mondiale è in recessione e si intensificano le spinte al protezionsimo. La Banca centrale europea (Bce) è sincera e non fornisce alibi. E per prima cosa rivede al ribasso le stime per i paesi appartenenti all'Eurozona: ora prevede una caduta del Pil dell'1,7% alla fine del 2009, contro una crescita prevista in precedenza dello 0,3%. Nel 2010, le cose potrebbero andare un pò meglio: la crescita del Pil sarà dello 0,6%. Ma le incertezze per una ripresa sono molte; ad esempio, il petrolio ieri veniva scambiato a circa 36 dollari. Ma questo avviene a causa di una caduta della domanda e dei consumi, tanto che l'inflazione scenderà allo 0,9% nel 2009 e il 2010; contro il 2,2% stimato nel mese di ottobre». Un dato che potrebbe spingere la Banca a ritoccare i tassi di interesse per rilanciare la ripresa. Nell'ultima riunione, la Bce non ha nè ha alzato nè ridotto il costo del denaro che è fermo al 2%. La prossima occasione è per la metà di marzo e da più parti si chiede all'istituto di Francoforte di fare di più come già fatto la Fed e la Banca d'Inghilterra. Stimoli e rilancio che dovrebbero essere all'altezza del dramma del lavoro: il Bollettino sottolinea che «la disoccupazione passerà dall'8% all'8,7% nel corso del 2009; mentre nel 2010 la crescita dei senzalavoro sarà al 9,4% rispetto all'8,1% stimato inizialmente». Di fronte a questo scenario, quello che però più allarma la Bce sono le spinte protezionistiche. «Serve maggior vigilanza», dicono gli esperti dell'Eurotower. Non fanno accuse dirette a singoli paesi e alcune amministrazioni di Eurolandia, però avvertono «di contrastare le pressioni in tal senso a livello internazionaLe. Globalizzazione e libero mercato paiono ancora uno dei caposaldi della Bce e avanzano una proposta: «che i piani anticrisi adottati dai governi devono restare mirati e di carttere temporanei». Come a dire, si può sforare il parametro di bilancio fissato a Maastritch ma occorre poi tornare subito in regola. Però, undici paesi sono già in pregiudicato di superare la regola del 3% sul deficit e il presidente della Banca centrale, Jean Claude Trichet, teme che si sia ancora poco per appianare il buco delle banche. La discussione sul protezionismo è rimandata al primo marzo, il giorno che è stato convocato un vertice straordinario della Ue dall'attuale presidente di turno, il ministro ceco Karel Schwarzenberg.

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Sguardi dall'interno sulla Cina anni '50 (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

AUTOBIOGRAFIE «L'uomo alla destra di Mao» di Ji Chaozhu Sguardi dall'interno sulla Cina anni '50 Silvia Calamandrei LIBRI: JI CHAOZHU, L'UOMO ALLA DESTRA DI MAO, LONGANESI, PP. 403, EURO 24 Silvia Calamandrei Ci sono ancora protagonisti minori della rivoluzione cinese che hanno ricordi da trasmettere, organizzando la propria memoria alla luce dell'oggi: tra questi l'ottantenne Ji Chaozhu, interprete di Zhou Enlai e di Mao, immortalato vicino al Grande Timoniere durante la visita di Nixon a Pechino nel '72 (L'uomo alla destra di Mao, Longanesi 2008). Cadetto di una famiglia della élite dello Shanxi, suo fratello Chaoding fu compagno di gioventù di Zhou Enlai e trascorse gli anni '30 negli Stati Uniti, divenendo uno dei consiglieri del futuro primo ministro, allora tra i comandanti dell'Esercito popolare di liberazione. Con l'inasprirsi del conflitto sino-giapponese la famiglia si trasferì a New York su suggerimento di Zhou Enlai e i due figli furono destinati a un'educazione americana che avrebbe segnato il loro avvenire. Col senno di poi, Ji Chaozhu può presentarsi come predestinato a essere una rotella nell'ingranaggio del riavvicinamento tra Cina e Stati Uniti negli anni '70. Ma il suo racconto mostra come all'epoca della guerra di resistenza contro il Giappone le opzioni di alleanza dei comunisti cinesi erano ancora aperte: un'occasione mancata per gli americani? Dopo la Liberazione, il giovanissimo Ji, abbandona Harvard e al momento della guerra di Corea rientra in Cina, dove sarà arruolato tra i traduttori che assisteranno le trattative sul 38° parallelo. Grazie alla sua padronanza dell'inglese, diventa un assistente del primo ministro Zhou, che sviluppa la sua strategia di alleanze per far uscire la Cina dall'isolamento. I ricordi degli anni '50 mostrano però anche le difficoltà degli intellettuali rimpatriati, accorsi per servire la nuova Cina indipendente, ma considerati con diffidenza. La loro cultura cosmopolita ne fa un bersaglio delle campagne di epurazione culminate nel movimento contro gli «elementi di destra» dopo l'apertura temporanea dei Cento fiori. Ji non si sottrae al fascino di Mao, e nella prefazione lo paragona a George Washington, in quanto padre della Cina indipendente. Ma la sua devozione va al primo ministro Zhou presentato come colui che ricuce quanto Mao spezza. Zhou si serve di collaboratori competenti e non si schiera con gli oppositori, ma durante la Rivoluzione culturale è attento a preservare il Ministero degli esteri dai danni dell'ultrasinistra. È lui a tessere le fila del riavvicinamento con gli Stati Uniti e a consentire a Ji di ritrovare il suo spazio dopo i soggiorni di «rieducazione in campagna» negli anni della Rivoluzione culturale, che Ji definisce «il moderno Medioevo cinese». Sarà comunque con la politica della «porta aperta» di Deng Xiaoping che la carriera di Ji rifulgerà in pieno. Mediatore accorto tra Cina, Usa e Regno Unito, ambasciatore a Londra dopo il massacro di Tien Anmen, sarà lui a cercare di recuperare la credibilità perduta in nome degli affari, mentre in qualità di sottosegretario all'Onu negli anni '90 si occuperà di fondi di sviluppo per i paesi poveri, con una Cina ormai protagonista a pieno titolo. Una vita che condivide momenti storici del paese e una narrazione che senza svelare segreti, aiuta a comprendere fatti e personaggi storici in un contesto più quotidiano. Da segnalare il ritratto di Wang Hairong e Nancy Tang, le «due signorine» che diventano le interpreti e le intermediarie preferite di Mao alla fine della sua vita, facendo il bello e il cattivo tempo al Ministero degli esteri. O l'attimo di sincerità di Deng Xiaoping mentre conversa con Shirley MacLaine: a lei che ricorda commossa il docente universitario cinese incontrato a piantare pomodori e il suo elogio dell'esperienza di «imparare dai contadini», Deng dichiara: «Quel professore mentiva!». La duplice appartenenza culturale, unita a una lealtà al paese che confligge con i torti subiti, fanno di questa biografia un documento significativa. La valorizzazione del ruolo di Zhou Enlai rappresenta una delle tante versioni spendibili oggi da chi vuole rivendicare il ruolo positivo del Partito comunista cinese e una continuità in direzione riformista. C'è ancora un drappello di «vecchi comunisti», che potremmo definire «socialdemocratici», che si sta facendo sentire in questa fase, in concomitanza con le rivendicazioni della Carta 2008. Tra questi il più noto è Bao Tong, ex assistente di Zhao Ziyang ora agli arresti domiciliari, di cui circola in rete un saggio, consultabile anche in inglese, che stigmatizza l'azione di Deng Xiaoping e invoca la fine della dittatura del partito, nonché un bilancio pubblico degli anni del maoismo. A proposito dell'importanza delle traduzioni, che Zhou Enlai conosceva bene nelle sue attività diplomatiche, ora i cinesi si scervellano su un'espressione utilizzata da Hu Jintao nel suo recente discorso di celebrazione del trentennale dal lancio delle riforme. Hu Jintao ama le formule sintetiche e ha indicato tre bu o cose da «non» fare. Ma cosa vuol dire bu zheteng? L'interprete che doveva tradurre in inglese lo ha lasciato in cinese come intraducibile, ma suppergiù significa «non incasiniamoci», e segue alle espressioni «non esitiamo» e «non vacilliamo», ovviamente sulla via delle riforme. L'ambasciatrice in Namibia Ren Xiaoping è intervenuta sul sito del Ministero degli esteri con un articolo in cui si insiste sul significato di «non creiamoci degli ostacoli da soli» piuttosto che «non deviamo dalla retta via». Insomma i pericoli sulla via delle riforme non derivano dall'esterno...

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Urbanisti e sociologi a Bergamo su Globalizzazione e territorio (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

INCONTRI Urbanisti e sociologi a Bergamo su «Globalizzazione e territorio» «Oltre la globalizzazione, il ritorno al territorio» è il titolo della tavola rotonda con cui questa mattina si aprono le due giornate di incontri della sesta Assemblea nazionale degli Enti locali che sperimentano pratiche partecipative,in programma oggi e domani a Bergamo presso il Palazzo Frizzoni. Intorno a questo tema interverranno studiosi di diverse discipline, dall'urbanista Alberto Magnaghi (che è anche presidente della Rete del Nuovo Municipio) all'economista Tonino Perna al sociologo Franco Cassano. Obiettivo dell'incontro di oggi, e delle riunioni plenarie come dei gruppi di lavoro che seguiranno, è quello di confrontare e promuovere le sperimentazioni in atto negli enti locali, sperimentazioni basate sull'idea che nella dimensione del territorio si trovi lo spazio vitale per uno sviluppo davvero autosostenibile.

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Andrea Sceresini Milano A PECHINO, la scorsa estate, finì quasi in parità... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

VARIE pag. 13 Andrea Sceresini Milano A PECHINO, la scorsa estate, finì quasi in parità... Andrea Sceresini Milano A PECHINO, la scorsa estate, finì quasi in parità: oro per Cammarelle, argento a Russo, e bronzo per Picardi. Gli asiatici, dal canto loro, si fermarono poco più in su: due ori e un argento. Da allora, sono passati sette mesi: le luci della ribalta hanno abbandonato la Muraglia, e attraversando i continenti sono giunte a illuminare la Madonnina. Lo scontro, questa volta, sarà diretto: Italia-Cina. La sfida si consumerà in due tranche: oggi, al PalaLido di piazza Stuparich, e domenica, presso il PalaNorda di Bergamo (ore 17.30). Sul ring, rappresentative a ranghi completi: i ragazzi di coach Damiani, reduci dal ritiro collegiale di Assisi, sono carichi e pronti a dar battaglia. Lo hanno chiamato il «Tour to Milan»: cinque tornei, contro altrettante rappresentative straniere. Un lungo cammino di preparazione, in attesa dei Mondiali meneghini del prossimo settembre. L'APPUNTAMENTO, questa sera, è per le 20.45. Lo schema, semplice e canonico: dieci incontri, uno per ogni categoria di peso. Aprono le danze Vincenzo Picardi e Dang Yong (51 kg). Il napoletano, già bronzo a Pechino, dovrà vedersela con un 19enne rampante, fresco di università e campione nazionale nel 2008. Più agevole dovrebbe essere il cammino di Vittorio Parrinello (54 kg), che alle 21 incrocerà i guantoni con Yu Gu, quinto classificato a Chicago nel 2008. E ancora, per la categoria 57 kg: Alessio Di Savino contro Yang Li, che negli Usa arrivò terzo. Quindi sarà il turno di Domenico Valentino (60 kg), già argento mondiale nel 2008, e a Jun Yang, 21 anni ancora da compiere. Alle 21.45, scenderanno sul ring Dario Vangeli e Quiang Luo (64 kg). Dopodiché toccherà ad Alessandro Marziali, che dovrà vedersela con il campione cinese in carica, Gedeligen Chao (69 kg). Quindi, la categoria 75 kg: Luca Podda contro Hu Sile. E la 81 kg, che vedrà contrapposti Ivano Del Monte e Fan Long Meng. In chiusura, come si conviene, ecco le sfide più attese: Clemente Russo contro Bin Li (91 kg), e Roberto Cammarelle contro Xiao Wei Dong (+91 kg). Due avversari tutt'altro che "tranquilli": entrambi si sono laureati campioni della Cina nel 2008. A livello internazionale, è vero, ancora non hanno brillato. Ma una cosa è certa: ci sarà da sudare. E da divertirsi.

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Dagli Stati Uniti a Russia e Cuba: i pugili azzurri sfidano il mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

VARIE pag. 13 Dagli Stati Uniti a Russia e Cuba: i pugili azzurri sfidano il mondo La formula Tanti match in soli cinque mesi Milano CINQUE BATTAGLIE in cinque mesi. Si comincia questa sera, al PalaLido: Italia-Cina. Lo scontro tra azzurri e asiatici si sposterà poi a Bergamo: l'appuntamento è per domenica pomeriggio. Quindi, sarà il turno del Brasile (6 e 8 marzo). La forma è quella del «dual match»: la prima gara avrà luogo a Milano, la seconda in un'altra sede, ancora da definirsi. E poi, secondo lo stesso schema: Italia-Russia (3 e 5 aprile), Italia-Cuba (8 e 10 maggio), Italia-Germania (12 e 14 giugno), e Italia-Usa (10 e 12 luglio).

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Dazi e barriere penalizzeranno le imprese italiane più avanzate (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-13 - pag: 6 autore: ANALISI Dazi e barriere penalizzeranno le imprese italiane più avanzate di Valerio Castronovo L a tentazione del protezionismo sta serpeggiando dall'una all'altra sponda dell'Atlantico dopo che, messa al bando dal secondo dopoguerra con la progressiva liberalizzazione degli scambi, era stata poi esorcizzata con l'avvento della globalizzazione. Che l'idea di presidiare con dazi o contingentamenti all'import la produzione e l'occupazione nazionale, sia una suggestione da non sottovalutare, lo dimostra il fatto che ha cominciato a trovare udienza proprio in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, che per primi, negli anni Ottanta, avevano eletto il liberismo a principio cardine tanto nelle relazioni commerciali e nei movimenti di capitale che nella circolazione di manodopera. Ma anche nell'ambito dell'Unione Europea (che pratica del resto, da lungo tempo, una politica agricola basata su sovvenzioni alla produzione e su vincoli all'importazione) non mancano i sintomi di una resurrezione di istanze e misure di sapore protezionistico, a giudicare dall'aria che tira in Francia e in Germania. In Italia, non sono ancora emersi orientamenti analoghi; ma c'è da chiedersi se non finirà per irrompere sulla scena, qualora prevalesse nei principali Paesi della Ue (sotto la pressione dei sindacati, o per calcoli elettorali, o per ragion di Stato) la tendenza ad agire, ognuno per conto proprio, con l'arma più o meno mascherata del protezionismo, illudendosi di riuscire così a farcela da soli o quantomeno a salvare il salvabile. A rigore, dato che quello italiano è un modello di sviluppo per lo più export led, trainato soprattutto dalle esportazioni dall'ingresso nel Mercato comune europeo, dovremmo essere sufficientemente vaccinati dal richiamo di politiche di stampo protezionista. Ma non lo si può dare per scontato. Anche perché dopo il trattato di Maastricht e con l'ingresso nell'euro, non è più possibile, come era avvenuto in altre congiunture avverse, ricorrere all'espediente delle svalutazioni competitive, per ridare fiato alle esportazioni. Ma, qualora dovesse spirare anche in Italia il vento del nazional- protezionismo, è bene aver presente che finirebbero per farne le spese soprattutto i settori più avanzati del sistema economico. Non siamo più, infatti, ai tempi della prima industrializzazione tra Otto e Novecento, quando l'inasprimento delle tariffe doganali deciso nel 1887 dal Governo della Sinistra costituzionale di Agostino Depretis e vari sussidi statali diedero modo alle imprese tessili, siderurgiche e della grossa meccanica (ancora in fasce) di sopravvivere o di farsi le ossa nel mezzo di una pesante fase recessiva. E consentirono inoltre all'Italia, dato che Germania e Francia ci avevano preceduto sulla strada del protezionismo, di non rimanere inchiodati a una condizione di infantilismo economico e di sovranità politica limitata. A pagare il prezzo del ripudio di una politica liberista, quale professata per vent'anni dalla Destra post-cavouriana, fu allora soprattutto l'agricoltura del Sud, non quella cerealicola degli agrari latifondisti (protetti da elevati dazi sul grano), bensì quella specializzata e a maggiore valore aggiunto rappresentata da produzioni vitivinicole, agrumarie e seriche, fino ad allora largamente esportate. Oggi, a subire le conseguenze più pesanti di eventuali misure protezionistiche, qualora prendessero il sopravvento alla spicciolata in Europa e altrove, sarebbero invece le imprese industriali del Centro-Nord, attrezzatesi negli ultimi anni per competere con successo sui mercati internazionali, e il cui apporto alla bilancia dei pagamenti risulta essenziale per importare materie prime e risorse energetiche carenti nel Paese. C'è perciò da augurarsi che il Governo faccia la sua brava parte a Bruxelles affinché i vertici della Ue tengano a freno quei Paesi che, in ordine sparso, puntano a favorire più o meno surrettiziamente banche, imprese e maestranze di casa propria. INTERESSE NAZIONALE Roma deve convincere i vertici dell'Unione a frenare i partner che puntano a favorire le economie locali

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Il computer entra nelle scuole (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

ORVIETO / CONCA TERNANA pag. 21 Il computer entra nelle scuole NARNI A GUALDO, SAN LIBERATO E ALLO SCALO NARNI IL COMPUTER entra nelle scuole: a Gualdo, San Liberato e Narni Scalo arriva la didattica on web. L'amministrazione comunale ha infatti varato un progetto per installare laboratori di informatica nelle aule delle tre scuole elementari, realizzando un servizio innovativo a vantaggio di insegnanti e studenti. Nelle scuole saranno istallati complessivamente 31 personal computer donati da un istituto di credito e che verranno utilizzati per insegnare l'uso del pc ai giovani, in linea con le tendenze moderne e con le raccomandazioni ministeriali. Il costo complessivo si aggira sui 20.000 euro, oltre ad altre risorse utilizzate per realizzare i servizi necessari ai collegamenti in rete. Due delle tre scuole saranno infatti messe in contatto diretto fra loro. Si tratta di quelle di Gualdo e San Liberato, che potranno dialogare on line, potendo realizzare anche un sistema di videolezioni e videoconferenze. I giovani frequenteranno i laboratori con regolarità, avendo la direzione didattica inserito l'informatica nel piano didattico 2008/2009, consentendo così anche ai più piccoli di avvicinarsi alle nuove tecnologie sempre più indispensabili in un mondo globalizzato e che cambia a grande velocità. Mass.Cin.

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I Paesi emergenti spingono le vendite (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-02-13 - pag: 35 autore: Coca Cola I Paesi emergenti spingono le vendite Coca Cola, il colosso delle bevande analcoliche Usa numero uno al mondo, ha annunciato di aver assistito a una flessione degli utili del 18%, causa la volatilità dei mercati valutari e gli effetti della recessione globale. I risultati sono stati comunque migliori delle attese e l'a.d. Muhtar Kent ha affermato che «la performancedel 4Útrimestre è stata molto solida». Gli utili sono scesi da 1,21 miliardi a 995 milioni di dollari. Il dato però è migliore del previsto e a Wall Street il titolo è salito di circa il 6%. Il fatturato – salito in volume del 4% grazie alle crescenti vendite in India, Cina e Paesi dell'Europa orientale – è sceso invece in valore del 3% a 7,13 miliardi di dollari. INFOPHOTO

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Cambogia, Khmer rossi a processo (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus Vuota - data: 2009-02-13 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE Le date è stato deciso di limitare l'arco temporale degli eventi sui quali giudicare dal 17 aprile 1975 al 6 gennaio 1979 I dubbi Il procuratore canadese vorrebbe aumentare il numero degli imputati, quello locale intende limitarsi a cinque Cambogia, Khmer rossi a processo Al via il 17 con Duch, torturatore del carcere S-21 Corte mista, con giudici locali e nominati dall'Onu DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Kaing Guek Eav non trascorre i suoi giorni incatenato al pavimento con altre decine di prigionieri, le labbra a inseguire uno scarafaggio per integrare una dieta di broda immangiabile. In carcere Kaing Guek Eav non verrà preso a bastonate, nessuno userà tenaglie ed elettrodi contro di lui. L'attesa di Kaing Guek Eav scorre fra comfort inauditi: una cella pulita, pasti decenti. Nessuno lo metterà a morte. Si terrà stretta la vita. Privilegio che i detenuti affidati alle sue cure, oltre 30 anni fa, non potevano sperare. Kaing Guek Eav è la prima e per ora unica persona rinviata a giudizio in Cambogia nel processo ai dirigenti dei Khmer rossi, responsabili di crimini contro l'umanità. Nel regime instaurato da Pol Pot tra il 1975 e il 1979 — perverso ibrido di marxismo e nazionalismo xenofobo — Kaing portava il nome da rivoluzionario, Duch. Era il responsabile della prigione più importante, S-21, nell'ex liceo di Tuol Sleng: vi morirono almeno 17 mila persone, una frazione del milione 700 mila vittime del genocidio khmer. Duch torturava, interrogava, eliminava. «è un caso facile. Me lo immagino rassegnato a dire la verità», commenta al telefono Nic Dunlop, il fotografo irlandese che cercò per anni il «boia scomparso» («The Lost Executioner», così ha intitolato il libro sulla sua caccia), lo rintracciò e lo fece arrestare: era il maggio '99. Dieci anni dopo, il 17 febbraio, si comincia. Prima udienza tecnica. Poi Duch dovrà difendersi da accuse che sono nei libri di storia ma nessun giudice ha mai pronunciato contro di lui. Polemiche sulla forma, il mandato, il numero degli imputati, sospetti di corruzione sul personale: mille dubbi corrodono la vigilia. Lo stesso Dunlop teme «il rischio dell'irrilevanza » per un procedimento che arriva tardi. Ma l'avvio del processo contro i leader superstiti dei Khmer rossi resta un evento epocale, al di là dei distinguo. è la chance estrema di rendere giustizia alle vittime e di imporre agli ideologi ed esecutori del genocidio un faccia a faccia con le loro responsabilità personali e giuridiche. Il cervello dei Khmer rossi, il «fratello numero uno» Pol Pot, è morto nel 1998. Così Son Sen e Ta Mok, «il macellaio». Ma oltre a Duch, sono in carcere altri 4 gerarchi, tutti in attesa di essere rinviati a giudizio: Nuon Chea era il «fratello numero 2», l'ideologo senza scrupoli; Khieu Samphan il capo di Stato, il volto presentabile dei Khmer rossi anche dopo la caduta del regime, l'uomo che faceva la spola fra i campi della guerriglia e l'Onu, dove per anni la Cambogia venne rappresentata dagli uomini di Pol Pot con l'avallo di Usa, Cina e Gran Bretagna; ci sono poi Ieng Sary, potente ministro degli Esteri, e sua moglie Ieng Tirith, cognata di Pol Pot e ministro degli Affari sociali. Sono accusati di aver ispirato e/o ordinato massacri ed epurazioni, ciascuno in base al suo ruolo, e di aver adottato politiche che causarono vittime per inedia, superlavoro, assenza di cure mediche. I capi d'imputazione abbondano, le prove raccolte anche. Manca il tempo. Perché Duch compirà 67 anni il 17 novembre ma gli altri 4 in carcere sono ultrasettantenni e ultraottantenni in cattiva salute. Lanciata in era clintoniana (1994) da una risoluzione del Congresso americano, l'ipotesi di un processo contro gli artefici del genocidio ha impiegato anni a prendere forma. Pesavano le titubanze delle grandi potenze, l'ambigua timidezza dell'Onu che aveva a lungo trattato i Khmer rossi come interlocutori. E decisivo era il no della Cina, sponsor di Pol Pot. L'idea del processo non piaceva al re Sihanouk, già persecutore, poi alleato, poi capo di Stato, poi ostaggio, poi di nuovo alleato dei Khmer rossi. Il premier Hun Sen, dagli anni Ottanta a tutt'oggi uomo forte della Cambogia, all'inizio sentenziò: «Portandoli alla sbarra il Paese non trarrà vantaggi, anzi, torneremo alla guerra civile. Meglio scavare un buco e seppellirci il passato». Ora invece un processo che non intacchi il potere gli fornirebbe una verginità morale. Alla fine del tira e molla l'Onu ha rinunciato all'idea di una corte sul modello di quelle per ex Jugoslavia e Ruanda. Nel 2001 il via libera di Phnom Penh, nel 2003 l'accordo con l'Onu. Le Camere straordinarie nelle Corti cambogiane (Eccc) prevedono che il tribunale sia inserito nel sistema giuridico cambogiano, con 8 magistrati nominati dall'Onu accanto a 11 colleghi cambogiani. Il budget per il 20069 è di 56 milioni di dollari. In un Paese dalla corruzione endemica, dove un pugno di potentissimi condiziona ogni scelta, l'indipendenza dell'Eccc suscita legittime apprensioni, e le ong più attente hanno segnalato vistose defaillance. Esiste poi una serie di problemi politico metodologici. Come l'arco temporale entro il quale circoscrivere i crimini contro l'umanità. La scelta draconiana di cominciare con l'ascesa dei Khmer rossi (17 aprile 1975) e chiudere con la caduta (6 gennaio 1979) ha reso infatti accettabile il processo a molti, benché così siano esclusi i bombardamenti Usa (almeno 150 mila morti, 600 mila per Christopher Hitchens) che ingrossarono le file dei Khmer rossi, l'invasione vietnamita del '789, le efferatezze di Pol Pot nei territori controllati fino al '75 e dopo il '79. E se la stessa categoria di «genocidio» applicata al caso cambogiano non trova una I quattro indagati In carcere ci sono altri 4 gerarchi, in attesa di essere rinviati a giudizio: Chea l'ideologo, Samphan il capo di Stato e i ministri Sary e Tirith

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Qualche consiglio per non sciupare già da oggi il prossimo summit della Maddalena (sezione: Globalizzazione)

( da "Foglio, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

13 febbraio 2009 Qualche consiglio per non sciupare già da oggi il prossimo summit della Maddalena Il supergoverno del mondo, cioè il G8, si riunirà a La Maddalena l?8-10 luglio prossimi sotto la presidenza italiana. La serie degli incontri iniziò nel 1975, su proposta francese. Anche allora, all?ordine del giorno c?era una grave crisi economico-finanziaria, innescata dalla crisi petrolifera. Le economie dei paesi più industrializzati erano state colpite dall?improvviso rialzo del petrolio e le loro bilance dei pagamenti ne erano state sconvolte mentre nel sistema finanziario internazionale cominciavano a vagare masse di petroldollari. Gli Stati Uniti erano appena andati via dal Vietnam, il Giappone si preparava al grande balzo del decennio successivo, nel Regno Unito non era ancora sorta la stella di Margaret Thatcher e in Europa il duo franco-tedesco, rappresentato da Giscard d?Estaing e Helmut Schmidt, cercava di inventare una rotta sulle questioni monetarie dal momento che solo quattro anni prima, nel 1971, era finito il sistema di Bretton Woods basato sulla convertibilità del dollaro. La formula piacque e nel corso dei successivi 33 vertici – erano sei all?inizio, nel 1977 entrò il Canada e nel 1997 la Russia – sono stati esaminati tutti i problemi più gravi, dall?energia al terrorismo, dall?ambiente alla proliferazione nucleare. Oggi e domani si riuniscono i ministri delle Finanze e i governatori delle Banche centrali del G7, in funzione preparatoria del summit che dovrà concentrarsi sulla crisi dell?economia finanziaria esplosa nell?autunno scorso e per la quale già i governi hanno preso provvedimenti e altri ne hanno annunziati per una cifra che si avvicina ai 5.000 miliardi di dollari ma che potrebbe aumentare. Nel frattempo lo scenario di fondo è cambiato. Dall?euforia della fine della guerra fredda si è passati all?11 settembre e alle guerre contro il terrorismo; una nuova moneta (l?euro) e una nuova banca centrale (la Bce) sono entrate in campo; la globalizzazione è stata esaltata e deprecata; nuovi poderosi protagonisti economici sono apparsi: Cina, India, Brasile; la Russia, che un po? si è ripresa, adesso stringe in mano i gasdotti che riforniscono l?Europa occidentale, che non è più nemica, ma cliente-ostaggio; due nuovi paesi (India e Pakistan) sono entrati nel club nucleare; la Corea del Nord ha affermato di esserci e l?Iran difende il suo diritto a entrarci. Soprattutto, l?enorme sviluppo della finanziarizzazione dell?economia ha sbilanciato in negativo gli aspetti positivi della globalizzazione, cioè l?aumento degli scambi commerciali e l?integrazione tra le capacità produttive dei diversi paesi. Se si cerca un filo conduttore dal primo summit del 1975 a oggi il problema dei problemi rimasto irrisolto è quello di una moneta internazionale che dia stabilità agli scambi commerciali e riduca la speculazione finanziaria. Il prossimo vertice non potrà né affrontare né risolvere questo problema. Affronterà invece, volendo affrontare l?attuale crisi, i temi del rischio di un ritorno al protezionismo e allo statalismo, che manderebbe all?aria un trentennio di arretramento dello stato dall?economia. Il fatto è che la spesa pubblica, in tutte le sue componenti – dalla difesa all?istruzione, dalla sanità alla previdenza – rappresenta circa la metà del pil in ognuno dei maggiori paesi industrializzati, e che il debito pubblico medio di questi stessi paesi supera la metà del pil. Anche gli Stati Uniti si stanno rapidamente avvicinando a queste medie. Quindi non si tratta di stabilire “se” gli stati devono intervenire, ma “come” e in quale misura e, soprattutto, se rispettando alcuni parametri comuni o all?insegna del “ciascuno per sé”. L?invito, poi ridimensionato, del presidente Obama “Buy American”, gli aiuti annunciati alle industrie nazionali in Francia e Germania, che hanno messo in difficoltà le autorità comunitarie europee, sono segnali inquietanti, come lo sono le resistenze a introdurre “regole” (e sanzioni) nei mercati finanziari, il cosiddetto legal standard. Su queste linee intende muoversi il governo italiano, organizzatore del vertice della Maddalena. Gli eventuali risultati positivi del G8 dipenderanno quindi in larga misura da quanto verrà deciso nei cinque mesi scarsi che mancano all?appuntamento, a partire dall?incontro di Roma di oggi e domani. Alessandro Corneli

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Pellizzetti presenta"La quarta via" (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pellizzetti presenta"La quarta via" alla ubik "LA QUARTA VIA"è il titolo del libro di Pierfranco Pellizzetti che sarà presentato oggi alle 18 alla libreria "Ubik" di corso Italia. Oltre all'autore, interverranno il sindaco di Savona, Federico Berruti, il portavoce della Federazione dei Verdi di Savona, Carlo Vasconi, la presidente del Campus universitario, Augusta Molinari, e l'imprenditore Gerardo Ghiliotto. "La quarta via" vuole essere «un libro per il centrosinistra, contro questo centrosinistra, perché la catastrofe economica, sociale e morale delle politiche liberiste e della globalizzazione finanziaria impone alla sinistra di ricercare nuove vie, che superino quella visione di opaco controllo amministrativo che spiana la via all'avversario. Ma per fare questo occorre aggiungere all'orizzontalità della politica come pura gestione altre dimensioni, quella verticale del progetto condiviso. Gli esempi di Obama e di Zapatero dimostrano che un'altra via è possibile». Alle 20 alla Ubik ci sarà un altro incontro: Nanni Russo, ex senatore, affronterà il tema "La sinistra e le istituzioni". 13/02/2009

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Le Marche riposizionano l'offerta turistica internazionale (sezione: Globalizzazione)

( da "Travel Trade Italia.com" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

12/02/2009 18.18 Le Marche riposizionano l'offerta turistica internazionale Riposizionamento dell'offerta turistica nei mercati internazionali. È l'obiettivo espresso dalle Marche nel piano di promozione turistico 2009. La Regione punta ad organizzare, qualificare e integrare le varie proposte presenti sul territorio, dalla natura alla cultura, dall'agroalimentare al manifatturiero. In programma la riqualificazione delle strutture ricettive, la creazione di un marchio di qualità regionale per gli alberghi e il potenziamento dell'Osservatorio regionale sul turismo. Nel 2009 le Marche rafforzerà la presenza nei mercati di Germania, Gran Bretagna, Benelux, Nord Europa, Francia e Repubblica Ceca, e intensificherà quella in Polonia, Slovenia e Croazia. Previste azioni anche in Cina, Russia, Usa, Giappone e India. "Il numero di arrivi e presenze non è adeguato alle potenzialità della regione - commenta Vittoriano Solazzi, assessore regionale al turismo -. In particolare, si riscontra una forte disomogeneità tra le aree del litorale e le zone dell'entroterra e una forte stagionalità delle presenze" Siti sponsorizzati

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Bce : '' Il protezionismo ? Deriva pericolosa '' (sezione: Globalizzazione)

( da "Metronews" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Bce : '' Il protezionismo ? Deriva pericolosa '' uscito su Metro il 13/02/2009 Lascia il tuo commento! «Stop alle spinte protezionistiche »: è questo il monito lanciato ieri dalla Bce dopo l?ennesimo bollettino economico nefasto per l?Europa negli ultimi mesi. Se ci saranno altre derive in questo senso, da Francoforte sono pronti anche a intervenire. Spinte protezionistiche si diceva: ma sono poi così forti in Europa? Noi l?abbiamo chiesto a Francesco Daveri collaboratore di Lavoce.info e professore ordinario di Politica Economica presso l?Università di Parma. La Bce si è detta preoccupata per l?aria di protezionismo che tira in Europa... - E ha perfettamente ragione. In Europa tutti guardano troppo al proprio orticello. Anche se i casi espliciti sono pochissimi, in tutti i pacchetti di aiuti si cercano scorciatoie per favorire la produzione interna. Ciò è pericoloso: ricordiamoci che non tutti i settori stanno ricevendo aiuti, e qualcuno presto potrebbe alzare la mano. E in quel caso le casse dei vari paesi potrebbero non sopportarlo. Eppure in Francia il settore dell?auto ha adottato misure che favoriscono soltanto le case nazionali. - Sì, per la produzione soprattutto. In maniera meno evidente però lo fa anche la Germania, e anche da noi le agevolazioni maggiori sono per le auto prodotte qua. Allora da cosa deve partire questo coordinamento tra paesi auspicato dalla Bce? - Bisogna guardare oltre. Investire su aziende all?estero, intensificare i rapporti con gli altri paesi anche a beneficio delle produzioni interne. Nonostante il rallentamento vistoso della loro crescita, economie emergenti come Cina e Brasile continuano a farlo, mentre giganti come Usa, Francia, ecc si stanno chiudendo a riccio. (VALERIO MINGARELLI)

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Farmaci globalizzati, conoscerne l'origine per salvare l'ambiente (sezione: Globalizzazione)

( da "Panorama.it" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

- Hitech e Scienza - http://blog.panorama.it/hitechescienza - Farmaci globalizzati, conoscerne l'origine per salvare l'ambiente Posted By roberto.verrastro On 13/2/2009 @ 10:22 In Headlines | No Comments [1] Medicinali che inquinano Contro l'inquinamento da farmaci non basta la buona volontà del singolo consumatore che eviti di disperdere nell'ambiente quelli inutilizzati o scaduti. Il problema, come dimostra uno studio pubblicato dalla rivista [2] Regulatory Toxicology and Pharmacology, è di portata ben più vasta. Uno degli autori, [3] Joakim Larsson, docente dell'Istituto di neuroscienze e fisiologia della svedese [4] Università di Göteborg, ha infatti visitato la zona industriale nei pressi di [5] Hyderabad, in India, dove il suo gruppo di ricerca ha raccolto campioni dell'acqua scaricata da un impianto per il trattamento delle [6] acque reflue provenienti da circa 90 aziende farmaceutiche dell'area. Scoprendo che l'impianto in questione rilascia 45 kg al giorno di [7] ciprofloxacina, una quantità corrispondente al quintuplo del consumo quotidiano di questo antibiotico nell'intera Svezia. Con danni che non sono certo limitati a quelli ambientali, in quanto si crea in tal modo il rischio che simili antibiotici possano prima o poi diventare inefficaci contro batteri diventati nel frattempo sempre più [8] resistenti al contatto con la sostanza che dovrebbe combatterli. Benché si ritenga che la Svezia abbia una delle legislazioni più intransigenti al mondo in materia di tutela dell'ambiente, Larsson sottolinea che, come altri Paesi occidentali, essa condivide la responsabilità per i problemi ambientali provocati altrove dal consumo nazionale di farmaci. Molte delle sostanze contenute nei medicinali di uso più comune vengono infatti realizzate in India e in Cina, ma al momento è letteralmente impossibile per chi li acquista sapere dove sia in realtà prodotto il loro principio attivo. L'unica soluzione al problema prospettata da Larsson è dunque quella che sia resa trasparente la catena produttiva dei farmaci, perché se ai consumatori fosse data qualche possibilità di scegliere quelli che sono stati prodotti secondo modalità rispettose dell'ambiente, potrebbe derivarne una concreta esortazione alle aziende farmaceutiche ad attribuire ovunque a queste ultime un'importanza non inferiore a quella dei loro profitti.

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L'ambiente all'esame della crisi "Alla fine sarà un'opportunità" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

ROMA - Terry Barker, il direttore del Centro per la ricerca della mitigazione dei cambiamenti climatici dell'Università di Cambridge, ha azzardato un pronostico molto impegnativo: "In occasione della Grande Depressione, tra il 1929 e il 1932, le emissioni di anidride carbonica sono crollate del 35 per cento. A mio avviso esiste la possibilità che entro il 2012 il calo sarà ancora più vistoso, tutti gli indicatori stanno precipitando". E' un po' come sostenere che il problema del riscaldamento globale è praticamente risolto, visto che in appena due anni sarebbe stata ottenuta quasi la metà dell'ambizioso obiettivo fissato da Obama per il 2050 (-80%) e quasi raddoppiato quello del -20% previsto dall'Unione Europea per il 2020. Tutto risolto, dunque? Non esattamente, perché altri esperti fanno notare che la crisi ridurrà drasticamente i fondi necessari a riconvertire l'economia verso il traguardo delle "emissioni zero", e quando i paesi del G20 saranno fuori dal tunnel della recessione la produzione di gas serra schizzerà nuovamente alle stelle in un battibaleno, vanificando in pochissimo tempo i benefici dello stop. Questa ambiguità è solo una delle tante che la crisi economica intreccia con le politiche ambientali. I fattori per cui il rallentamento può rappresentare una svolta positiva sono molti, ma altrettante sono le possibili minacce. Crisi economica significa meno emissioni, necessità (o quanto meno possibilità) di rivedere il modello di sviluppo seguito sin qui. Non è un caso se mai come in questo momento si parla ovunque (tranne che in Italia, purtroppo) di New Deal Verde. Ma crisi economica significa allo stesso modo far retrocedere l'ambiente nell'agenda delle priorità rispetto a problemi più urgenti come l'occupazione, avere a disposizione meno risorse da investire in ricerca e innovazione tecnologica e significa, infine, prezzo del petrolio in caduta libera, il che rende meno conveniente pratiche virtuose come l'efficienza e il risparmio energetico. OAS_RICH('Middle'); Le variabili e le possibili risposte della politica a questo scenario sono moltissime e capire quali di questi aspetti alla fine sarà più importante è molto difficile. Un gruppo di "addetti ai lavori" di prima qualità ha provato comunque a sbilanciarsi in una previsione per Repubblica.it. Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club ed ex consulente del ministro Pierluigi Bersani. Credo che il saldo finale della crisi sarà positivo in termini di opportunità ambientali, ma che l'entità di questo saldo dipenderà dalle politiche che verranno adottate. Tutto fa pensare che gli Usa, spingendo sulla trasformazione della produzione di automobili verso modelli a basso consumo e destinando 50-100 miliardi di dollari alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici e alle rinnovabili, si stiano attrezzando per una incisiva ed efficace fuoriuscita "ecologica" della crisi. In parallelo, gli investimenti sugli scisti bituminosi e sul nucleare subiranno invece un rallentamento. Giappone e Corea del Sud hanno analogamente lanciato dei pacchetti di stimolo marcati come "Green new deals" e la Cina intende spendere larga parte dei 586 miliardi di dollari in progetti legati all'energia e all'ambiente. L'Europa è sulla stessa strada, forte anche degli ottimi risultati che alcuni paesi, come la Germania e la Spagna hanno ottenuto in termini di nuove industrie ed occupazione nel campo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Segnali contraddittori e per certi versi sbagliati vengono invece dall'Italia. Saldi in tempi di crisi Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del Wwf Italia. Credo che la crisi farà diminuire l'impronta ecologica in maniera sensibile in una fase in cui eravamo di fronte a una evidente recessione ambientale, con le capacità del Pianeta di assimilare e rigenerare il nostro sviluppo decisamente superate. E' una crisi annunciata da chi, come il Club di Roma, la temeva da anni, venendo molto spesso dileggiato da personaggi, come il ministro Tremonti, che hanno scoperto solo ora queste tematiche. Nessuno si augurava però di arrivare a questo punto e nessuno pensava che l'uomo, essendo sapiens, dovesse passare attraverso questa situazione per capire le solide basi scientifiche dei limiti dello sviluppo. Questa crisi ora ci pone la possibilità di vedere la questione ambientale e di affrontarla in maniera positiva. Le scelte di Obama vanno in questa direzione anche per gli uomini straordinari di cui si è circondato. Ha dato spazio alla cultura scientifica mostrando di aver capito quali sono le opportunità della ripresa. Per ora ci sta indicando una strada di svolta molto interessante. Chi si posiziona per primo è favorito, ma da noi si fa un catenaccio difensivo e perdente. Tutto sommato non direi che la crisi "fa bene", ma più modestamente che rappresenta più un'opportunità che non un pericolo. Marzio Galeotti, docente di Economia ambientale all'Università di Milano e redattore della Voce.info E' molto difficile fare una previsione, le variabili sono molte e francamente non sono in grado di dare una risposta certa. La mia impressione è che nel complesso la crisi rappresenta un'opportunità, che però va colta mostrando coraggio e capacità d'innovazione e cambiamento, come sembra abbia capito Obama. Non credo però che puntare su rinnovabili ed efficienza energetica sia sufficiente a tirarci fuori dalla crisi. Sicuramente è un'occasione per una importante e profonda riforma. La crisi darà sicuramente una botta positiva alle emissioni di gas climalteranti, ma se nel frattempo non si introducono cambiamenti rischia di essere un sollievo provvisorio. Maurizio Pallante, animatore del Movimento italiano per la decrescita e ex consulente del ministro Pecoraro Scanio. Ritengo che la recessione porterà a superare la follia indotta nei paesi occidentali da sessant'anni di sovrabbondanza di petrolio a basso prezzo e ad adottare comportamenti individuali e stili di vita più responsabili nei confronti degli ambienti: meno spreco di risorse e meno emissioni. Ma ritengo che apra anche grandi prospettive per investimenti e sviluppo di settori industriali che producono, commercializzano, installano e fanno la manutenzione di tecnologie che accrescono l'efficienza nell'uso delle risorse: dalla coibentazione degli edifici alla produzione di macchinari ed elettrodomestici più efficienti, dal recupero delle materie prime secondarie contenute negli oggetti dismessi allo sviluppo di forme di mobilità più veloci e meno inquinanti (mezzi pubblici collettivi e mezzi pubblici a uso privato a domanda alimentati elettricamente a rete). E' compito della politica indirizzare in questi settori la ricerca e gli investimenti, ma non è detto che ci riesca o voglia farlo, perché le pressioni delle lobby industriali esistenti (automobile ed edilizia) sono molto forti. Se questa ipotesi si realizzasse, si potrebbe avviare un nuovo ciclo economico virtuoso basato sulla riduzione dei consumi di materie prime e di energia a parità di produzione. Roberto Della Seta, senatore Pd e ex leader di Legambiente. Non direi che la crisi è un bene perché non sono un fan della decrescita. Se la decrescita fosse una soluzione noi ambientalisti staremmo vincendo e Berlusconi sarebbe un nostro eroe, visto che ogni volta che va al governo il Pil diminuisce. Non credo che sia un bene perché in tempi di recessione c'è il rischio che la distribuzione delle risorse verso la tutela dell'ambiente e le politiche ambientali in genere finiscano per essere penalizzate. Tutto sommato penso però che sarà un'opportunità positiva, anche se a un prezzo (più povertà, più disoccupazione) che non avrei mai voluto pagare. Sono ottimista perché le elite (parlo del mondo, non certo dell'Italia) hanno reagito meglio di quanto si potesse sperare, soprattutto se teniamo conto che il rischio di risposte difensive, per esempio lo stop al 20-20-20 è stato forte e reale. La tentazione a mettere da parte il problema ambientale però rimane e la partita non è decisa. La percezione che bisogna orientare i consumi in maniera diversa ora però esiste. Arturo Lorenzoni, Direttore di Ricerca presso l'Istituto di Economia e Politica dell'Energia e dell'Ambiente dell'Università Bocconi di Milano. Gli effetti della crisi sul settore sono funzione delle politiche che andiamo ad avviare. Sta a noi decidere se amplificare la spirale negativa della crisi del manifatturiero o se dare una risposta forte a partire dalla domanda obbligata di sostenibilità nel settore energetico. Per questo in fondo ritengo sia un'opportunità: la discesa dei tassi avvantaggia gli investimenti ad alta intensità di capitale; i problemi del settore auto favoriscono interventi mirati a soluzioni innovative (non incentivi a pioggia, ma sostegno a soluzioni efficienti, come le auto a bassi consumi, le ibride, le elettriche); l'edilizia può riprendersi se punta sulla qualità di materiali e impianti. Le scelte americane possono veramente stravolgere i mercati. Se si confermano i target altissimi a breve termine (raddoppio delle rinnovabili Usa in tre anni), ad esempio tutta la produzione dell'est di moduli fotovoltaici, che ora sono venduti sottocosto in Europa, riprende la via degli Stati Uniti, con una ripresa degli investimenti e un sostegno ai prezzi (buono per l'industria, meno per i consumatori). Ma gli esempi possono essere molti. (13 febbraio 2009

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CINA: TRE SI LANCIANO CON AUTO CONTRO CANCELLO AMBASCIATA USA (sezione: Globalizzazione)

( da "Agi" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

CINA: TRE SI LANCIANO CON AUTO CONTRO CANCELLO AMBASCIATA USA (AGI) - Pechino, 13 feb. - Tre cittadini cinesi si sono lanciati con la loro auto contro uno degli ingressi dell'ambasciata degli Stati Uniti a Pechino, senza ferire nessuno ma causando gravi danni alla cancellata e distruggendo il veicolo, una 'Volkswagen Passat'. I tre sono peraltro stati immediatamente assaliti dai poliziotti di guardia, che li hanno portati via. La vicenda risale al pomeriggio del 28 gennaio, ma e' stata resa nota soltanto adesso da Susan Stevenson, portavoce della rappresentanza Usa, la quale ha aggiunto che non si e' piu' saputo nulla degli assalitori: le forze dell'ordine cinesi si sono limitate a comunicare che sono in corso le indagini, ma su che cosa ne sia stato degli accusati niente e' trapelato. Comunque, ha concluso la portavoce americana, per il personale della legazione, diplomatico e non, non sono stati diramate particolari disposizioni concernenti un rafforzamento delle misure di sicurezza. Dopo quella in Iraq, l'ambasciata Usa in Cina e' la piu' grande tra le rappresentanze di Washington all'estero; fu inaugurata l'anno scorso dall'allora presidente, George W. Bush, in occasione dei Giochi Olimpici di Pechino 2008.

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<Incentivi per mobili? Legati all'ambiente> (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

SPAZIO CASA. Proposta del presidente settore legno di Assoartigiani Pedon: «I nostri prodotti artigianali sono naturali contrariamente a quelli usa e getta della Cina» 13/02/2009 rss e-mail print A Spazio Casa si è parlato degli incentivi fiscali del governo Maria Elena Bonacini VICENZA «Anche gli incentivi per l'acquisto di mobili dovrebbero tenere conto dell'ambiente». A lanciare la proposta è Donato Pedon, presidente regionale del settore legno di Assoartigiani, in apertura del convegno "Risparmio, benessere, estetica: naturalmente legno" organizzato dall'associazione provinciale di categoria durante la fiera Spazio Casa di Vicenza, nel quale esperti del settore hanno illustrato le caratteristiche di questo materiale, la gestione forestale sostenibile e le nuove tecniche di lavorazione per far durare i prodotti nel tempo. «Nel piano anticrisi - spiega Pedon - il Governo ha previsto aiuti al settore del mobile, legati alla ristrutturazione della casa o alla sostituzione di altri mobili. Mentre però in altri campi si guarda all'ambiente e all'ecosostenibilità, ad esempio negli incentivi per l'auto e per le energie alternative, nel nostro settore questo non viene fatto, anche se sarebbe giusto. I mobili artigianali, infatti, sono prodotti naturali, durano nel tempo e possono essere riparati, contrariamente a quelli provenienti da Cina, Svezia o Turchia, che sono usa e getta e vengono fabbricati con plastica ed elementi inquinanti. Senza contare le emissioni prodotte dai camion che li trasportano in Italia e che queste aziende non pagano le tasse nel nostro Paese. Chiederemmo, insomma, che chi deciderà i criteri con cui assegnare gli incentivi tenga conto di qualità e filiera corta». Il settore, del resto, non sta attraversando un momento d'oro, «anche se - afferma Giancarlo Gili - presidente provinciale della categoria legno - stiamo soffrendo meno di altri settori. Ci aspettiamo una ripresa soprattutto dal rilancio dell'edilizia». «È indubbio - conclude Pedon - che un rallentamento c'è, anche se non siamo fermi. La produzione di conifere, infatti, è calata del 30 per cento. Siamo però ottimisti, perché la sensazione è che la gente stia riscoprendo il valore del denaro e lo spenda più accuratamente. Arriveremo ad una situazione come quella del Dopoguerra e penso che le spese saranno fatte guardando anche alla durata dei prodotti, che gli artigiani possono garantire».

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Sepe: noi, vescovi del Sud riorganizziamo la speranza (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

CHIESA 13-02-2009 l'evento L'arcivescovo di Napoli ha aperto ieri il convegno «Chiesa nel Sud, Chiese del Sud. Nel futuro da credenti responsabili» a vent'anni dal documento della Cei sul Mezzogiorno. La sfida: essere Chiesa «in ascolto della nostra gente, al servizio del bene comune» in una terra ferita da mali profondi come la criminalità organizzata VANGELO E SOCIETÀ Inviato ai partecipanti un messaggio del presidente della Repubblica, Napolitano: «Il vostro incontro riflette la dimensione sociale e pubblica del fatto religioso» Sepe: noi, vescovi del Sud riorganizziamo la speranza DAL NOSTRO INVIATO A NAPOLI SALVATORE MAZZA un tempo «di estrema difficoltà». Tempo «di incertezza e di sofferenza». Un tempo «che vede ancora di più nel bisogno e nella precarietà le famiglie, i giovani, coloro che ogni giorno lottano per portare a casa il pane quotidiano, con onestà e con fatica, preoccupati di mantenere integra la propria dignità». Un tempo che sembra investire tutti, in ogni angolo del Paese; che al Sud, però, assume i contorni di una sorta di condanna eterna, senza appello, senza più speranza davanti a mali che, come «i condizionamenti perversi della criminalità organizzata», appaiono incurabili. Ed è questa, alla fine, la grande sfida, e per questo «noi vescovi del Sud siamo qui per riorganizzare la speranza evangelica come presupposto, come struttura, come fondamento del rispetto e dei diritti della gente del Meridione». È stato il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, a introdurre con queste parole i lavori del convegno Chiesa nel Sud, Chiese del Sud. Nel futuro da credenti responsabili, apertosi ieri a Napoli su iniziativa delle Chiese delle cinque regioni meridionali. Una grande, visibile assunzione d'impegno da parte di oltre ottanta arcivescovi e vescovi, e più di trecento delegati diocesani per ribadire a vent'anni dal documento della Cei Chiesa i- È taliana e Mezzogiorno «la nostra volontà di dare ragione ha detto Sepe della gioia nostra e della speranza che è in noi: incarnare la Parola di Dio, mettendoci all'ascolto della nostra gente, al servizio del bene comune». Un'iniziativa, come ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio indirizzato a Sepe, letto in apertura di un convegno, che «riflette chiaramente la dimensione sociale e pubblica del fatto religioso, da me richiamata nel primo messaggio al Parlamento. Essa costituisce un esempio aggiunge il capo dello Stato della sensibilità e dell'impegno civile della Chiesa e del mondo cattolico specialmente rispetto a una realtà così critica come quella delle regioni meridionali e dunque alla necessità di uno sforzo solidale della comunità nazionale per garantirne uno sviluppo sostenibile ed equo». Un'occasione di incontro e di confronto importante, e sentita. Aperta dall'auspicio espresso dall'arcivescovo di Reggio Calabria- Bova Vittorio Mondello, presidente della prima sessione dei lavori, che il convegno «possa dare un contributo al documento della Cei che sarà predisposto, come ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, a vent'anni da quello del 1989. Spero che dai nostri lavori emerga una documentazione valida, che non resti solo sulla carta, come purtroppo non ha nascosto il presule ho l'impressione sia avvenuto con il documento di vent'anni fa». Certo, ha detto Sepe nel saluto introduttivo, «sappiamo che non è possibile parlare, oggi, del Mezzogiorno, senza aver presenti le difficoltà che l'intero Paese si trova a vivere nel suo insieme», ma non «può consolare il fatto che la crisi del Mezzogiorno italiano deriva proprio dal mondo globalizzato». Per il porporato «sarebbe questa, in sostanza, la causa di una presunta inattualità di una politica espressamente indirizzata al Mezzogiorno. Di fronte alle dinamiche del mondo globalizzato, non ci sarebbe spazio, così si afferma, per localismi fuori dal tempo e, forse, dalla storia. Sempre più si sta dimostrando, tuttavia, che la globalizzazione non può essere un totem e che il valore delle identità, oltre che essere importante in sé, può mettere al riparo dagli squilibri che, spesso, la globalizzazione porta con sé». Così, davanti a chi evoca l'idea del fallimento, «le Chiese del Sud non possono e non vogliono rassegnarsi, in nome del Vangelo che grida giustizia, pace e verità. Noi, insieme alla nostra gente, vogliamo essere protagonisti dello sviluppo del territorio in cui viviamo e in cui hanno vissuto i nostri padri. Senza vergogna, senza nasconderci le difficoltà. Apparteniamo all'Italia, apparteniamo all'unica Chiesa italiana, ma siamo Chiesa nel Sud», che «vuole far sentire la propria presenza, vuole alleviare i dolori di una popolazione mortificata dai pregiudizi esterni e avvelenata dalle violenze interne». Violenze come «una camorra sempre più invasiva, che condiziona la vita dei cittadini», ha aggiunto più tardi il cardinale ai microfoni di Sat2000, di fronte alla quale «la Chiesa vuole spezzare questo legame mortifero, richiamando tutti a reagire con dignità. Certo ha aggiunto le parole non bastano. Il popolo di Dio chiede fatti. Bisogna cambiare lo stile della nostra pastorale. Se usciremo dai palazzi e ascolteremo chi non ha voce riusciremo a fare qualcosa. Bisogna togliere il terreno alla malavita, e offrire a chi vive nella zizzania la possibilità di formazione e di impegno lavorativo». L'ultimo accenno Sepe l'ha dedicato ai giovani, invitati a essere le «sentinelle» di una rinnovata speranza. I giovani, ha sottolineato, hanno dato al Mezzogiorno «molto», pur essendo stati «essi per primi a pagare i prezzi che la mancanza di lavoro, la sopraffazione della violenza organizzata, la rete di clientele, che li ha esclusi da ogni processo produttivo, ha imposto in modo sistematico e talvolta crudele ». Mondello (Reggio Calabria-Bova): è tempo di parole vere che non restino sulla carta. Presenti ottanta vescovi e oltre trecento delegati diocesani Napoli: l'intervento introduttivo del cardinale Sepe ieri al convegno «Chiesa nel Sud, Chiese del Sud. Nel futuro da credenti responsabili» (foto agenzia Controluce)

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Sepe: Il Sud ritorni a sperare (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Napoli chiesa e societa' Sepe: Il Sud ritorni a sperare Mezzogiorno, il cardinale: Si cresce solo se si sconfigge la logica del fallimento "Il Mezzogiorno deve riappropriarsi della speranza contro i condizionamenti perversi della criminalità". Lo afferma il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, aprendo i lavori del convegno "La Chiesa del Sud. La Chiesa nel Sud" in corso a Napoli. Per Sepe "Per molti il Sud evoca l'idea del fallimento, un'idea che deve essere sradicata soprattutto tra i giovani. Il futuro è nella vittoria della legalità e nella conversione delle coscienze".?All'evento prendono parte 80 vescovi e oltre 250 delegati. Il convegno si pone a 20 anni di distanza dal documento "La Chiesa italiana e il Mezzogiorno", sulla questione meridionale. Daniela Liguori "Noi vescovi del Sud siamo qui per riorganizzare la speranza evangelica come presupposto, come struttura, come fondamento del rispetto e dei diritti della gente del meridione". Con queste parole il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe apre il convegno "Chiesa nel Sud, Chiese del Sud", affermando che "A vent'anni dall'incontro che ha prodotto il documento dei vescovi italiani "Chiesa italiana e Mezzogiorno", vogliamo ribadire l'mpegno e la volontà di affermare che la speranza è il punto chiave da cui ripartire". "Non è possibile parlare di Sud- afferma Sepe - senza le difficoltà che l'intero paese si trova a vivere. Siamo consapevoli del livello della crisi economica. Ne può consolare - sottolinea - il fatto che la crisi del Mezzogiorno derivi dal mondo globalizzato, che sarebbe in sostanza la causa di una presunta inattualità di una politica indirizzata al Sud. E' difronte alla dimensione della globalità che il Mezzogiorno evoca, per molti, l'idea del fallimento ciò che noi dobbiamo fare è sicuramente cercare di risolvere le difficoltà del Sud". Le chiese del Sud, secondo Sepe, "non possono e non vogliono rassegnarsi, perché vogliono essere protagoniste dello sviluppo del territorio in cui viviamo. Noi siamo la chiesa del sud, e non abbiamo paura di accettare le sfide e provocazione che ci vengono dalla società globalizzata,ne pensiamo di rinchiuderci nel confini del disimpegno, accettando devastanti catastrofismi che sono la matrice di fuga dalla speranza". "Non posso fare a meno -sostiene Sepe di rivolgere un pensiero particolare ai giovani. I giovani devono ritornare ad essere il volto e l'anima di un meridione che non può fare a meno della loro intelligenza". "Vent'anni fa l'Assise dei Vescovi si chiuse con la consapevolezza che non ci saremo salvati se non insieme". Il cardinale Crescenzio Sepe afferma che "quel grido oggi è ancora più attuale di allora" ma, secondo il cardinale , bisogna "partire dal Sud per riscattare il Sud". Napolitano: Serve uno sforzo di solidarietà La necessità "di uno sforzo solidale della comunità nazionale" per garantire "uno sviluppo sostenibile ed equo" del Mezzogiorno è affermata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio letto in apertura del convegno promosso dalla Curia di Napoli. Nel messaggio, il presidente della Repubblica afferma che l'iniziativa "riflette chiaramente la dimensione sociale e pubblica del fatto religioso da me richiamata nel primo messaggio al Parlamento. Essa costituisce un esempio - aggiunge nel messaggio - della sensibilità e dell'impegno civile della Chiesa e del mondo cattolico specialmente rispetto a una realtà così critica come quella delle regioni meridionali e dunque alla necessità di uno sforzo solidale della comunità nazionale per garantirne uno sviluppo sostenibile ed equo". Dl Mercato, lavoro e legalità: la ricetta per lo sviluppo Un "disegno organico di politica economica nel quale trovino equilibrio stato ed imprese, innovazione e cautela, regole e doveri di comportamento". E' questa la ricetta per far ripartire il Mezzogiorno secondo Piero Barucci, membro dell'autorità garante della concorrenza e del mercato. Barucci è intervenuto ieri, durante il primo convegno "Chiesa nel Sud, Chiese del Sud", e sottolinea che "in Italia, e soprattutto nel Mezzogiorno, è necessario cercare di costruire una politica che promuova il mercato, aiuti il lavoro e sia promotore di legalità". D'accordo con Barucci si dice Giuseppe Savagnone, docente di latino e editorialista di Avvenire: "Solo una politica per un'Italia e per un Mezzogiorno coesa ed in crescita può garantire quell'unità della nazionale cui tutti dobbiamo aspirare". Per Giuseppe Acocella, vice presidente del Cnel, "Bisogna che il Mezzogiorno cominci ad affrontare i propri problemi, si tratta di un'area che produce talenti e poi esporta, che mercifica il proprio capitale naturale, storico, artistico, che vive di nuove forme di trasferimento dovute ad attività illegali, che diffonde atteggiamenti probabilistici invece che volontà imprenditoriali, che continua a serbare al proprio tessuto urbano il destino tipico del mercato disorganizzato nel quale tutto è possibile. Un'area di questo tipo afferma Acocella sopravvive esaltando le sue diversità e non riducendole come dovrebbe". Dl del 13-02-2009 num.

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Export: record italiano nel 2008 (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mediterraneo libano Export: record italiano nel 2008 Gi scambi toccano quota 1,1 miliardi $ con un incremento del 49,1 per cento Gli ultimi dati delle dogane libanesi fissano il valore totale dell'interscambio del Libano per l'intero 2008 in 19 miliardi e 615 milioni di dollari, denotando un incremento del 34,1 per cento rispetto al 2007. Tale cifra si compone di 16 miliardi e 137 milioni di import (+36,6 per cento rispetto al 2007) e di 3 miliardi 478 milioni di export (+23,5 per cento). Il deficit per la bilancia commerciale libanese, quindi, ammonta a 12 miliardi 659 milioni di dollari, in aumento del 40,7 per cento rispetto al 2007. Malgrado una crescita dell'export libanese dell'ordine del 23,5 per cento rispetto all'anno precedente, il valore di $ 3.478 milioni resta però limitato e con oltre il 51 per cento del totale destinato ai Paesi del Medio Oriente. A livello merceologico i principali prodotti esportati dal Libano sono: articoli di oreficeria e gioielleria, macchinari e apparecchiature elettriche, prodotti metallurgici, chimici alimentari e di legno. Queste sei voci rappresentano circa il 74 per cento delle esportazione totali libanesi. La Svizzera (con $ 329 milioni e una quota del 9,5 per cento, contro l'11 per cento dell'anno precedente) ha ceduto il suo posto di primo mercato di sbocco del Libano agli Emirati Arabi, che hanno importato merci dal Libano per 346 milioni di dollari, pari al 9,9 per cento dell'export totale libanese. Va precisato che l'export verso la Svizzera è costituito prevalentemente da rottami d'oro e oro usato destinati alla fusione e alla successiva reimportazione in Libano come lingotti d'oro. Altri mercati di sbocco per i prodotti libanesi sono: Iraq (7,7 per cento del totale contro il 5,2 per cento nel 2007), Siria (6,4 per cento), Arabia Saudita e Turchia (6,0 per cento), Egitto (3,7 per cento), Giordania (3,4 per cento), Iran (2,9 per cento) e Kuwait (2,8 per cento). L'Italia, al 18 posto nella graduatoria dei Paesi acquirenti con una quota dell'1,5 per cento dell'export totale del Libano, è ancora un mercato assai marginale a causa anche di una limitata offerta libanese. L'import libanese è invece cresciuto del 36,6 per cento rispetto all'anno precedente raggiungendo un valore globale di 16 miliardi e 137 milioni di dollari. I principali Paesi fornitori sono, nell'ordine: Usa con $1,85 miliardi (11,5 per cento dell'import totale del Libano), Cina ($1,39 miliardi; 8,6 per cento), Francia ($1,33 miliardi; 8,3 per cento), Italia (1,11 milardi; 6,9 per cento) e Germania (1,03 miliardi; 6,4 per cento). Rispetto al 2007, gli Usa hanno fatto registrare un incremento del 62,4 per cento (grazie all'export di petrolio raffinato per un valore di $971 milioni), la Francia del 51,2 per cento (grazie ai $724 milioni di petrolio raffinato), la Germania del 36,9 per cento (dovuto alla voce autoveicoli per $523 milioni), e la Cina del 36,6 per cento (dovuto all'aumento delle tre maggiori voci del suo export verso il Libano: macchinari $412 milioni e +37,8 per cento, prodotti siderurgici $228 milioni e +83,9 per cento, e tessile abbigliamento $193 milioni e +26,1 per cento). Con la cifra record di $1,11 miliardi, il volume dell'export italiano verso il Libano ha registrato un incremento del 4,7 per cento che consolida lo straordinario +49,1 per cento del 2007 rispetto al 2006. Sotto il profilo merceologico, i prodotti più rappresentativi dell'import libanese sono: petrolio raffinato (27 per cento dell'import totale libanese), mezzi di trasporto (11 per cento), macchinari (10 per cento), prodotti siderurgici (8 per cento), prodotti chimici (8 per cento), oreficeria/ gioielleria (5 per cento), alimentari e bevande (5 per cento), prodotti del regno vegetale (4 per cento), tessile abbigliamento (4 per cento), prodotti del regno animale (4 per cento), e plastica e gomma (4 per cento). del 13-02-2009 num.

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Bce: Economia in grave recessione (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Borsa & Mercati europa Bce: Economia in grave recessione Nell'ultimo bollettino mensile la banca centrale europea lancia l'allarme L'economia mondiale "sta attraversando una fase di grave recessione". " il nuovo allarme lanciato dalla Bce nel suo bollettino mensile. "L'impatto sensibilmente negativo delle turbolenze finanziarie sull'attività economica reale resta accentuato da una forte contrazione del commercio internazionale", spiega la Banca centrale europea, sottolineando che "le prospettive per la crescita economica internazionale rimangono estremamente incerte e i rischi sono orientati al ribasso". Proprio per questo nel 2009 sette paesi di Eurolandia supereranno il tetto del 3 per cento del rapporto deficit-Pil, infrangendo così le regole del Patto di stabilità sottolinea ancora la Bce . Secondo l'istituto di Francoforte, "il rapido deterioramento dei saldi di bilancio, generalizzato all'interno dell'area dell'euro, è riconducibile al sensibile rallentamento dell'economia, a ulteriori riduzioni delle entrate e alle misure di stimolo fiscale adottate da molti governi". Inoltre, spiega ancora l'Eurotower, "molti governi sono incorsi in ingenti passività potenziali associate alla concessione di garanzie alle banche e dovranno farsi carico delle iniezioni di capitale a sostegno del settore finanziario. Per rafforzare la fiducia del pubblico nella sostenibilità dei conti - conclude - è quindi indispensabile che i governi ristabiliscano quanto prima un impegno credibile a favore degli obiettivi di bilancio a medio termine". Ma, il tentativo di arginare la crisi, non deve diventare per i governi europei l'occasione di mettre in campo politiche protezioniste. Occorre, secondo la Bce, "arginare le richieste di misure" protezionistiche sebbene "ad oggi non si rilevino evidenze importanti di un aumento delle misure concrete" in tal senso. Al momento però secondo i vertici dell'Eurotower, "tali spinte tendono a intensificarsi". La Bce sottolinea inoltre che "l'impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente negativo". Per la Bce "il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria". La Bce è pronta ad assumersi le sue responsabilità sul fronte della vigilanza ha detto successivamente Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della Banca centrale, in un intervento al Parlamento europeo, sottolineando la necessità di una maggiore cooperazione e di un maggior coordinamento tra le varie autorità di vigilanza nazionali. "Il coordinamento sul fronte della vigilanza in Europa è credibile solo se assicura un elevato grado di affidabilità, indipendenza ed efficienza delle decisioni", ha detto Bini Smaghi. "Tutto ciò esiste già - ha aggiunto - ed è la Bce". "La concorrenza tra le autorità e le istituzioni finanziarie nazionali - ha proseguito - è un ostacolo all'effettiva cooperazione tra i supervisori nazionali. In particolare, si riducono gli incentivi a scambiarsi le informazioni sulle singole istituzioni finanziarie. del 13-02-2009 num.

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Transazioni online: serve più cura (sezione: Globalizzazione)

( da "01net" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Transazioni online: serve più cura Una scarsa performance delle applicazioni via Internet influenza negativamente la soddisfazione dei clienti. 13 Febbraio 2009 Link Apm, cosa da grandi Ca ha annunciato i risultati di un sondaggio sul modo in cui le imprese interpretano le transazioni online effettuate dai propri clienti e gestiscono la performance delle relative applicazioni. Dallo studio, condotto online a livello globale da Idg Research Services, emerge che la maggioranza degli intervistati (personale informatico aziendale) riconosce l'importanza dell'esperienza vissuta dal cliente quando accede e utilizza un'applicazione e la ripercussione che questa provoca su produttività e vendite. In materia, il 90% degli intervistati ritiene che una soluzione di Application Performance Management (Apm) costituisca un mezzo efficace per individuare e risolvere dei problemi legati alla performance di queste applicazioni. Il sondaggio commissionato da Ca ha raccolto l'opinione di professionisti It che operano presso aziende presenti negli Usa, Regno Unito, Germania, Australia, Cina, Brasile e Messico. Il 21% degli intervistati ricopre un ruolo manageriale elevato. All'inchiesta hanno partecipato in totale 400 professionisti del settore It. L'80% degli intervistati ritiene molto importante capire le sensazioni di un cliente che tenta di accedere ai servizi online è estremamente o molto importante. Fra chi riconosce l'importanza di monitorare e misurare l'esperienza dell'utente finale per la propria azienda, l'87% sostiene anche che creare una correlazione fra i problemi transazionali e le componenti applicative nonché supportare i sistemi di back-end sia estremamente o molto importante. Fra i vantaggi associati all'Apm sono stati indicati la capacità di eseguire in tempi rapidi triage e analisi delle cause ultime dei problemi legati alle applicazioni (58%); maggiore produttività delle risorse It, libere di concentrarsi su nuove iniziative invece di doversi dedicare all'analisi delle cause dei problemi legati alle applicazioni (55%); migliore allineamento fra l'It e il business, che riescono finalmente a comunicare fra loro usando un linguaggio comune per dati e applicazioni (48%).

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CENTRE CULTUREL SUISSE DE PARIS PRESENTS ANDRES L (sezione: Globalizzazione)

( da "WindPress.it" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

13-02-2009 e-flux - http://e-flux.com February 13, 2009 Centre Culturel Suisse Christmas Wolf (2008) © Andres Lutz & Anders Guggisberg Andres Lutz & Anders Guggisberg 14th February - 19th April 2009 Opening Saturday 14th February 2009 from 5 to 9 pm Centre Culturel Suisse 32-38, rue des Francs-Bourgeois F-75003 Paris eguigo@ccsparis.com http://www.ccsparis.com Working as a duo since 1996, the art of Andres Lutz & Anders Guggisberg draws from a variety of fields including history, ethnology, geology, fauna, science fiction and literature. It is also multifacted, combining many elements and often comes about by chance and is based on the imagination. Humour, derision, ecstatic madness, their very free artistic research is similar to an experimental laboratory or a cabinet of curiosities. This first Lutz & Guggisberg exhibition in France is based on a new large installation that makes use of all available space and also shows off some new sculptures and an astonishing series of black and white photographs. There is also a programme of different disciplines running alongside the exhibition: Dance with the Compagnie 7273 working with guitarist Sir Richard Bishop (14, 16 and 17.02). Cinema with the screening of Fernand Melgar's documentary La Forteresse, winner of the Golden Lé©opard in the "Ciné©astes du Pré©sent" (current filmmakers) category of the last Locarno Film Festival (4 to 11.03). Music with exceptional concerts from singer Polar (with a different guest each night) for the release of his latest album (16 to 21.03) and the visit to Paris of the extraordinary group Die Regierung (7 to 9.04). Literature with two special evenings, one devoted to Charles Lewinsky (26.02) and the other to Michel Mettler & Peter Weber (31.03). Theatre with the Alakran Company, Oskar Gó³mez Mata and their latest piece Kaï¯ros, sisyphes et zombies (24 to 26.03). And finally, two round tables, organized in partnership with L'Hebdo, to debate ideas and reflections on diverse subjects like the role of cultural centres (13.03) or current town planning policies (03.04). New directors at the Centre culturel Suisse: The new co-directors of the Centre culturel suisse de Paris, Jean-Paul Felley and Olivier Kaeser, define the Centre as a hive â?? an artistic meeting place of production and presentation of works. Their first programme comes with a renewal of the Centre culturel suisse graphic charter, a new internet site and a new communication tool: Le Phare news bulletin. Coming next: Explore the document, 16 May to 19 July 2009 Guest: Visions du Ré©el â?? International film festival, Nyon and Uses of the document (collective exhibition) Extraball, Festival of living arts, 15 to 20 September 2009 Silvie Defraoui solo exhibition, 10 October to 13 December 2009 In partnership with Radio Suisse Romande â?? Espace2 L'Hebdo Mouvement The Centre culturel suisse de Paris is the representation of Pro Helvetia, Arts Council of Switzerland Handy information: Open from Wednesday to Sunday / 1 pm â?? 8 pm / late night Thursday till 10 pm (entrance by 38 rue des Francs-Bourgeois â?? at the end of the passage) / free entry Evenings / 8 pm / reservation recommended 01 42 71 44 50 Subscribe now to the CCS newsletter on newsletter@ccsparis.com e-flux corp. 41 Essex street New York, NY 10002, USA Contact us: http://www.e-flux.com/contact Subscribe: http://www.e-flux.com/pages/subscribe Unsubscribe: http://www.e-flux.com/pages/unsubscribe?email=comunicati.email@windpress.it --_----------=_1234519202215470--

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<Il federalismo fiscale, storica opportunità per il Sud> (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Il federalismo fiscale, storica opportunità per il Sud» michele nania nostro inviato Enna. Il presidente Fini in Sicilia è di casa e forse non s'aspettava freddo e neve. Scende dall'auto di servizio senza soprabito - elegantissimo come sempre, in blu con cravatta rosa d'ordinanza - e rinvia «a dopo» la piccola folla di cronisti in attesa davanti alla Kore. E' l'uomo del giorno dopo la tempesta che in questi giorni ha agitato le già tumultuose acque della politica italiana; la sua difesa di Napolitano davanti agli attacchi di Berlusconi, il suo richiamo al «colonnello» di An Maurizio Gasparri, i malumori della sua vecchia destra e le aspettative nel nuovo Pdl, la sua cautela nel caso Englaro, il suo proporsi come uomo delle istituzioni a difesa delle medesime... Ce n'è abbastanza, insomma, per attenderlo al varco: una sua dichiarazione, oggi, è a rischio prima pagina. E la sua prima dichiarazione - «ohibò, nevica» - prima di sfrecciare nell'auditorium universitario, non è da prima pagina. Vedremo dopo. Prima c'è la lectio magistralis sulla «Costituzione ?materiale? nel processo di costruzione del diritto dell'Unione europea», e la grande sala della Kore è già gremita e pronta a non perdersi neanche una parola. IL TRATTATO DI LISBONA. «Uno dei profili di miglioramento dell'impianto europeo ad opera del Trattato di riforma -afferma- è proprio l'estensione del principio di democraticità» anche se «il potere democratico non è solo rappresentanza: esso è - sottolinea Fini - anche rappresentazione, identificazione fiduciaria». PROCESSI DECISIONALI. Favorire l'identificazione, ma anche rafforzare l'efficacia e l'efficienza delle procedure. Fini, infatti, afferma che «occorre risolvere alcuni problemi che attendono ancora una risposta compiuta, a partire dalla oggettiva complessità ed opacità dei processi decisionali che necessitano di essere rivitalizzati, per marcare in senso autenticamente democratico il funzionamento delle istituzioni europee». Certo da un lato il Parlamento europeo si impegna in modo da consentire all'Ue di avere una sorta di «riserva strategica di democrazia» rappresentata dai Parlamenti nazionali, tuttavia si tratta di «sforzi che rischiano di non soddisfare pienamente le esigenze che scaturiscono dall'annosa questione del deficit democratico». PARTECIPAZIONE. Da questo punto di vista, prosegue Fini, il Trattato di Lisbona «non ignora il problema» introducendo disposizioni «in materia di partecipazione popolare, specie per il tramite delle formazioni sociali, cui si accompagna la previsione di ampie consultazioni da parte della Commissione europea ai fini dell'esercizio dei suoi poteri di proposta». «In questo modo -argomenta il presidente della Camera- viene assegnato sistematicamente un ruolo ai cittadini e ai corpi intermedi nel processo di costruzione delle politiche e del diritto dell'Unione Europea» in qualche modo rendendo attuabile l'auspicio espresso nel 2002, ricorda Fini, dall'attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché i cittadini dell'Europa «possano riconoscersi, identificarsi senza smarrire le loro identità nazionali e operare come soggetti consapevoli e attivi». RIGENERAZIONE. Fini avverte che «istituzioni adeguatamente rigenerate che traggano linfa dal coinvolgimento degli organismi rappresentativi della società possono risultare decisive per una correzione di rotta ma tutti devono essere consapevoli che, come insegna Ralf Dahrendorf, nella relazione tra il demos e la democrazia tutto sta cambiando». Insomma, «i metodi tradizionali, dai comizi ai parlamenti, dai partiti ai sindacati, non soddisfano più i bisogni della decisione democratica. Siamo chiamati a muoverci su un terreno nuovo e in larga parte inesplorato. Siamo chiamati a sperimentare soluzioni innovative, ma questo non ci deve spaventare». La terza carica dello Stato ritiene indispensabile «aggiornare gli strumenti e i metodi della democrazia che devono sempre basarsi sul libero e fecondo confronto di idee, di concezioni, di istanze, soprattutto se diverse tra loro». GLOBALIZZAZIONE. Il presidente della Camera affronta quindi il tema alla luce della complessità dei fenomeni legati alla globalizzazione: «La progressiva integrazione dei mercati - avverte - sotto l'incalzare della tumultuosa crescita dei fenomeni di carattere transnazionale, evidenzia il gap esistente tra le dimensioni di scala di questi fenomeni e gli strumenti di cui, allo stato attuale, dispongono i singoli Stati membri. È evidente ormai che alcune questioni non possono trovare adeguata risposta e non possono essere gestite se non vengono trattate a livello sovranazionale. Da questa costatazione discende la necessità di favorire un ampliamento delle sfere di competenza dell'Europa». In sostanza, rileva il presidente Fini, «il trasferimento di quote di sovranità dagli Stati membri all'Unione Europea è, a ben vedere, una risposta utile, oltre che inevitabile, per consentire agli stessi Stati di cogestire fenomeni complessi che altrimenti non sarebbero in grado di controllare». PROTEZIONISMO. Uno dei «fenomeni complessi» di cui sopra è il protezionismo, e alcuni dei ragazzi chiamati a porre domande al presidente l'hanno posto al centro dei loro quesiti. «Il presidente francese Sarkozy - rileva Gaetano Martinez, studente a Giurisprudenza - voleva imporre misure a protezione dell'industria francese, lo stesso si accingeva a fare la cancelliera tedesca Merkel. E il caso dei lavoratori siciliani accusati di ?rubare? lavoro ai colleghi inglesi è stato emblematico. L'Europa come reagisce?» «L'Europa - risponde il presidente Fini -reagisce ammonendo che queste cose non si possono fare, e difatti le minacce sono rientrate. Ovviamente in periodo di crisi si tende a difendere il proprio lavoro, il proprio mercato, il proprio reddito: ma in un'Europa davvero coesa e con regole certe e uguali per tutti si procede nella medesima direzione. Ecco perché a noi tutti dovrebbe importare sul serio avere un'autentica unione europea». GLI STATI UNITI E NOI. «Sì d'accordo - incalza lo studente Pierluigi Tuminelli - ma quanto continueremo a dipendere dagli Stati Uniti? Quanta importanza si continuerà a dare alle banche e quanta ai cittadini?» «Ritengo - risponde Fini - che la nuova politica degli Stati Uniti, finora orientata a scelte unilaterali, con la guida di Barack Obama prenderà una direzione diversa, certamente multilaterale. E che l'?economia drogata? che ha determinato lo stato di crisi planetaria sarà più attenta all'economia reale che non al mondo della finanza, che è ben altra cosa». TESTAMENTO BIOLOGICO. In un breve incontro con i giornalisti dopo la «lectio», Fini è tornato indirettamente sul caso di Eluana Englaro: «C'era e c'è purtroppo un vuoto legislativo che deve essere colmato nel più breve tempo possibile una discussione approfondita in Parlamento scevra da pregiudizi. Il ddl sul testamento biologico è già incardinato al Senato perché la vicenda Englaro ha fatto sì che tutti i gruppi prendessero l'impegno per una sollecita discussione ed approvazione del testo. Non appena arriverà alla Camera, la Camera agirà con la stessa considerazione». IL RUOLO DELL'UE. «L'idea forte per rilanciare l'Unione europea deve essere quella di un protagonismo nella politica internazionale. La politica estera - ha ragionato Fini - oggi non la può fare il singolo Stato: occorre un protagonismo a livello europeo. Che non sia solo in mano alle diplomazie ma passi anche dall'impegno a livello militare». Fini sottolinea come l'Europa debba avere un ruolo da protagonista anche nella crisi mediorientale: «Il conflitto israelo-palestinese - sottolinea - è più facile che si capisca a Bruxelles che non a Washington, indipendentemente da quale presidente ci sia alla Casa Bianca».

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Aperte iscrizioni Nucleo Comunale Protezione Civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Caserta News" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Venerdì 13 Febbraio 2009 Aperte iscrizioni Nucleo Comunale Protezione Civile ISTITUZIONI | S.Marco E. Sono aperte le iscrizioni al Gruppo comunale di Protezione civile per l'anno 2009. La domanda di adesione dovrà essere indirizzata al sindaco Gabriele Zitiello entro il 31 ottobre di quest'anno. Il modello di iscrizione può essere ritirato presso l'Ufficio di Protezione civile, presso la casa comunale, o scaricato direttamente dal sito internet del Comune (www.comune.sanmarcoevangelista.ce.it) nella sezione dedicata al nucleo di volontari. Riorganizzata recentemente dallo stesso sindaco, che ha nominato come coordinatore Nicola Paccone e come suo vice Pierino Palermo, la Protezione civile sammarchese si è distinta negli ultimi mesi per l'impegno al fianco delle scuole e delle istituzioni. L'assistenza e la vigilanza all'uscita delle scuole, il controllo del territorio per il rispetto dell'ambiente, la prevenzione durante le feste di Natale contro l'uso pericoloso di fuochi d'artificio, sono alcune delle iniziative che hanno caratterizzato l'opera del nucleo di volontari. "Io ho bisogno della partecipazione, dell'impegno e della volontà di tutti. Vi prometto ? aveva affermato il coordinatore Nicola Paccone all'atto della sua nomina - impegno e serietà, vi garantisco e mi adopererò perché che ci sia massima partecipazione e con il contributo di tutti faremo un ottimo lavoro". "Si può fare tanto se siamo in tanti ? aveva aggiunto in quella sede anche il vicecoordinatore Pierino Palermo ?e se da tutti c'è l'impegno a fare cose buone. Da parte nostra c'è la massima volontà; ma occorre che tutti, nel nostro piccolo, ci mostriamo pronti a dare il massimo ogni giorno e così questo nucleo di protezione civile sarà l'orgoglio della città". L'Ufficio di Protezione civile resterà aperto, per ogni informazione, il martedì e giovedì pomeriggio dalle 17.30 alle 19.30.

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Protocollo di Kyoto, l'Italia ce la può fare (sezione: Globalizzazione)

( da "Villaggio Globale.it" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ultime Notizie Presentato il Dossier Kyoto realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Protocollo di Kyoto, l'Italia ce la può fare In Italia dal 2005 le emissioni di gas serra diminuiscono, prima dell'arrivo della crisi economica. Necessaria una governance globale dell'ambiente. Con Obama le aspettative migliorano ? Il Dossier Kyoto A quattro anni di distanza dall'approvazione del Protocollo di Kyoto è tempo di bilanci per l'Italia e per chi credeva che gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera fossero una chimera, ecco una bella sorpresa: il nostro Paese, infatti, ce la potrebbe fare a rispettare gli impegni presi in sede internazionale. È quanto è emerso stamattina a Roma nel corso della conferenza stampa di presentazione del Dossier Kyoto realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. «Dal 2005 il trend in Italia è cambiato ? ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e firmatario del Protocollo di Kyoto ? al 2012 potremmo essere molto vicini all'obiettivo di Kyoto (a -5,4%, rispetto all'obiettivo di -6,5%). Ciò cambia anche il quadro per gli obiettivi europei di riduzione al 2020: un quadro praticabile per l'Italia, anche se restano molto impegnativi gli obiettivi di incremento delle rinnovabili e dell'efficienza energetica». Nel 2007 e nella prima metà del 2008 questa tendenza è stata rafforzata dal consistente aumento del prezzo del petrolio. Alla fine del 2008 invece è arrivata la crisi e il petrolio è calato, ma sono calati anche i consumi di energia. «Sulla base dei dati legati ai consumi energetici (sia a livello industriale che non) abbiamo elaborato una stima delle emissioni di gas serra nel 2008 pari a 550 milioni di tonnellate ? ha detto Ronchi ?. È una stima che possiamo ritenere approssimata per eccesso, in quanto prevede per il 2008 meno di metà della riduzione delle emissioni verificatasi durante l'anno precedente, con una riduzione di sole 5,8 milioni di tonnellate rispetto al 2007». «Nel 2009 le emissioni prevedibilmente continueranno a diminuire ? ha aggiunto Ronchi .- Le proiezioni che prevedevano continue crescite delle emissioni di CO2 in Italia sono risultate infondate anche se per raggiungere gli obiettivi al 2012 occorre uno sforzo aggiuntivo». A livello internazionale il Dossier Kyoto mostra come l'Europa sia sulla buona strada per centrare i target fissati nel 2005. L'obiettivo è di ridurre le emissioni dell'8% come media del periodo 2008-2012 e «applicando i meccanismi previsti dal Protocollo ? dice Ronchi ? nel 2012 lo supererà addirittura, raggiungendo una riduzione dell'11,3%». Nel corso degli anni però gli scenari internazionali sono mutati. Nel 1992 infatti i Paesi che con il Protocollo di Kyoto avevano impegni di riduzione rappresentavano il 62% delle emissioni mondiali, mentre oggi raggiungono a malapena il 47%. La spiegazione va ricercata nella crescita industriale fatta registrare negli ultimi anni da Paesi come India e Cina. Perciò nonostante l'impegno dell'Unione europea le emissioni mondiali di CO2 sono aumentate da 20,95 miliardi di tonnellate nel 1990 a 27,89 miliardi nel 2006: un incremento notevole, che sfiora i 7 miliardi di tonnellate, facendo aumentare di un terzo le emissioni mondiali in soli 16 anni. Un incremento che va imputato ai Paesi Ocse, e fra questi alla crescita delle emissioni degli Stati Uniti, e ai Paesi di nuova industrializzazione, e fra questi alla fortissima crescita delle emissioni della Cina. Per questioni legate alle emissioni storiche e a quelle procapite (ancora nettamente più basse quelle dei paesi in via di sviluppo) «gli impegni di riduzione dovrebbero restare maggiori per i Paesi più industrializzati ? dice Ronchi ? ma sarà indispensabile, per mitigare la crisi climatica, associare anche i Paesi di nuova industrializzazione, a partire dalla Cina che ha ormai superato le emissioni degli Stati Uniti». «Questa è solo una delle cause che hanno determinato l'insuccesso del Protocollo di Kyoto ? prosegue Ronchi ?. I Trattati internazionali ambientali non dispongono infatti di strumenti di operatività, di controllo e di sanzioni efficaci. I Paesi che non ne rispettano gli obiettivi saranno richiamati ufficialmente, la loro inadempienza sarà resa nota, ma non avranno obblighi di alcun genere. L'acquisto dei diritti di emissione, il ricorso ai meccanismi flessibili, alla resa dei fatti sono più possibilità che obblighi, in mancanza di sanzioni efficaci del Protocollo». «La mancata adesione degli Usa al Protocollo di Kyoto è un altro fattore fondamentale che ha determinato questo insuccesso ? continua Ronchi ?. Gli Stati Uniti anziché ridurre le loro emissioni, nel 2006 le hanno aumentate del 16% rispetto al 1990. Inoltre il diniego dell'amministrazione Bush nei confronti del Protocollo ha fornito un forte argomento ai Paesi di nuova industrializzazione per non frenare le loro emissioni». Per la nuova fase, quella del dopo Kyoto, per la quale rivestirà un ruolo fondamentale la conferenza di Copenhagen del prossimo dicembre, occorre prestare molta più attenzione a un tema fino ad ora trascurato: la governance globale dell'ambiente. «Anche se, con l'elezione del Presidente Obama, favorevole a un impegno per il clima ? conclude Ronchi ? le aspettative sono radicalmente migliorate». (Fonte Fondazione per lo sviluppo sostenibile) (13 Febbraio 2009)

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Usa/ Clinton in viaggio in Asia,Pechino in cima a lista (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

New York, 13 feb. (Apcom) - Se l'agenda degli impegni internazionali indica la priorità nelle relazioni diplomatiche l'estremo oriente sembra aver momentaneamente scalzato la tradizionale predilezione nei rapporti tra Stati Uniti ed Europa. Contrariamente ai suoi predecessori infatti il neo segretario di Stato americano, Hillary Clinton, si recherà in Asia per la sua prima visita ufficiale invece che nel Vecchio Continente. La motivazione ufficiale è che in Europa è già venuto la settimana scorsa il vicepresidente Joe Biden, ma in molti sottolineano il ruolo chiave che avrà in particolare la Cina nella rete diplomatica statunitense dei prossimi quattro anni. Madam Secretary, come è già stata ribattezzata Clinton nelle stanze della diplomazia a stelle e strisce, aveva definito le relazioni con la Cina come quelle "più importanti" già durante la campagna elettorale. Secondo il Wall Street Journal l'ex first lady affronterà a Pechino principalmente i temi economici, dalla risposta cinese al rallentamento dell'economia internazionale fino ai prossimi passi in materia ambientale, su cui l'amministrazione di Barack Obama ha promesso un'inversione di rotta rispetto a quella repubblicana appena uscita di scena. La Cina inoltre ha negli ultimi mesi occupato le pagine dei giornali economici americani alla luce dei mastodontici investimenti in titoli di Stato americani che hanno legato ancora di più i due Paesi. Usa e Cina parleranno inoltre di accordi militari dopo che Pechino ha fermato il dialogo con Washington sull'argomento a seguito dell'intesa raggiunta dall'allora presidente George W. Bush e Taiwan. Nonostante la freddezza per i rapporti con Taiwan l'amministrazione Bush ha tuttavia aperto negli ultimi anni due canali di dialogo con la Cina: uno sui temi di sicurezza internazionale e uno strettamente dedicato ai temi economici. Nello stesso viaggio il segretario di Stato si recherà anche a Tokyo, Seul e Giacarta. Una tappa, quest'ultima particolarmente voluta da Clinton per sottolineare l'apertura verso il mondo musulmano, essendo l'Indonesia il più grande Paese islamico del mondo per numero di abitanti. L'Europa dunque non figura per ora nell'agenda di Clinton che il mese prossimo si recherà in Medio Oriente in occasione della conferenza internazionale del Cairo, in Egitto, per discutere della ricostruzione della Striscia di Gaza. La nuova amministrazione democratica ha dato fina da subito la priorità alla crisi mediorientale dove si sono già recati l'inviato speciale per la regione, George Mitchell, e lo stesso vicepresidente Biden. Nei territori palestinesi ed Israele arriverà infine anche il presidente della commissine esteri del Senato, John Kerry, che la settimana prossima sarà inoltre in Egitto, Giordania e Siria.

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Piemonte/ Protezione civile Regione: allerta frane nelle (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 13 feb. (Apcom) - A causa delle forti piogge, la protezione civile regionale del Piemonte lancia l'allerta per rischio frane nelle Langhe e nell'alessandrino e invita gli enti locali a monitorare a scopo preventivo il territorio. In relazione agli intensi e ripetuti fenomeni di precipitazione che si sono verificati dallo scorso novembre e proseguiti, fino a tutto il mese di gennaio 2009, il Settore Protezione civile della Regione Piemonte, sulla base dell'analisi dei dati di pioggia e neve accumulatasi e registrati dai pluviometri e nivometri gestiti da Arpa Piemonte, "richiama l'attenzione delle Autorità di Protezione civile su un possibile sviluppo di dissesti in particolare nel settore delle Langhe piemontesi". L'analisi delle precipitazioni dell'inverno 2008-2009 - condotta da Arpa Piemonte - indica, infatti, che "saranno raggiunte le condizioni che favoriscono il verificarsi di fenomeni franosi a partire dal mese di febbraio 2009 fino, orientativamente, ad aprile 2009". Alcune frane si sono già innescate nel dicembre 2008 nei Comuni di Mango, Rodino, Treiso. Per questo la Protezione civile regionale "invita i Comuni interessati ad adottare specifiche misure di controllo attivo del territorio volte all'identificazione preventiva di situazioni di pericolo".

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G7, Tremonti: servono più regole, non più capitali (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 13-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

ROMA (Reuters) - Il ministro dell'Economia e presidente del G7 Giulio Tremonti torna a chiedere un nuovo standard di regole internazionali per il ripristino della fiducia sui mercati e la ripresa dell'economia internazionale provata dalla crisi innescata dai mutui sub prime Usa. "C'è un deficit di regole, di etica e di principi. Ci sono molti deficit nelle banche, nell'economia e nei bilanci pubblici. A mancare più di tutto non sono più capitali ma più regole e più principi. C'erano prima della globalizzazione, dobbiamo rifarli dopo la globalizzazione", ha detto Tremonti in una intervista al Tg1 dopo il colloquio con il Segretario al Tesoro Usa, a margine delle riunioni del G7. Il ministro -- che stasera proporrà ai colleghi del G7 nella cena inaugurale della riunione romana l'adesione a una piattaforma di principi etico-legali per il business internazionale battezzata legal standard -- ha anche detto di considerare il pacchetto Usa di stimolo all'economia "un piano ... molto consistente". Tuttavia, ha proseguito, "penso che il maggiore valore venga dalla figura di un presidente che trasmette simboli di novità e di forza, ma anche di valori". Alla domanda se anche in Italia i banchieri dovranno scusarsi in pubblico come successo in Gran Bretagna, Tremonti ha risposto: "In Italia la situazione è diversa perché le famiglie hanno risparmiato e continuano a risparmiare". "Dobbiamo tutelare il risparmio, le famiglie e un sistema che è finora meno peggio degli altri", ha concluso il presidente di turno del G7.

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G7, si punta a regole comuni (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Reggio" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

G7, si punta a regole comuni Il vertice di Roma: si va verso un allargamento a G14 Almunia: «Spero che si crei un po' di ottimismo con il varo delle misure di stimolo fiscale» ALESSANDRO CECIONI ROMA. Le parole di speranza le esprime Joaquin Almunia, commissario europeo agli Affari economici: «Spero che con le misure di ripristino dei mercati finanziari e quelle di stimolo fiscale, si ricrei un po' di ottimismo e si vada verso una ripresa nella seconda metà dell'anno». Le parole di pessimismo Robert Zoellick, presidente della Banca mondiale: «La crisi può diventare umanitaria». Quelle più filosofiche di Shoichi Nakagawa, ministro delle Finanze del Giappone: «Il protezionismo è un male assoluto, va combattuto». Da ieri sono riuniti a Roma i ministri delle Finanze delle prime sette potenze economiche del mondo (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Giappone) più la Russia. Devono confrontarsi con una crisi che si allarga sempre di più e che tocca in profondità l'economia reale e l'occupazione. Tanto che, come dice appunto il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick, si rischia che la crisi cambi pelle. «La crisi finanziaria - dice Zoellick - è diventata economica, aumentando la disoccupazione. Senza interventi può diventare una crisi umanitaria». Sul tavolo ci sono regole comuni in campo finanziario, coordinamento dei controllori dei vari mercati, un'azione più armonizzata dei vari governi. Ma anche, come chiedono gli Stati Uniti, interventi più decisi, forti. «Davanti a una crisi eccezionale - fa sapere Timothy Garthner, segretario al Tesoro Usa - servono interventi eccezionali». Da tempo, poi, si discute di un allargamento del G7 (a Roma è già un G8 con l'invito esteso alla Russia): si trasformi in un G14 facendo entrare anche le grandi economie finora escluse, dalla Cina all'India, al Brasile, all'Egitto. Anzi, secondo il ministro del Tesoro britannico, Alistair Darling, l'allargamento deve avvenire quanto prima e i Paesi Bric (Brasile, Cina, India e Russia) devono entrare subito negli organismi internazionali come per esempio il Financial Stability Forum (presieduto dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi). L'idea di arrivare alla riforma dei cosiddetti «legal standard», le regole generali della finanza mondiale, sta molto a cuore all'Italia e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ne ha parlato ieri sera alla cena a Villa Madama che ha aperto di fatto i lavori. Non è un percorso facile armonizzare tassazione, regole del commercio, regole della finanza, ma gioca a favore di una soluzione in tempi più rapidi il fatto che se ne discutesse già prima della crisi e che il tracollo dei mercati internazionali ha messo l'argomento al primo posto. Un ruolo decisivo potrebbero avere, e gli stessi Stati Uniti spingono in questa direzione, Fondo monetario, Financial Stability Forum, Banca mondiale e Wto, non a caso invitati a questo G7+1. Ieri ci sono stati incontri bilaterali fra il segretario al Tesoro americano e tutti i colleghi presenti. Ma Geithner ha incontrato anche Mario Draghi, proprio perché l'Fsf presieduto dal governatore potrebbe essere lo strumento attraverso cui far passare buona parte della riforma delle regole.

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Usa/ Un arresto per esportazione illegale verso la Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Washington, 14 feb. (Ap) - Una cittadina statunitense è stata arrestata con l'accusa di aver portato in Cina dei microcomponenti impiegati nella fabbricazione di aerei senza pilota: lo hanno reso noto fonti del governo federale americano. I componenti utilizzano una tecnologia che non può essere condivisa con la Cina per motivi di sicurezza nazionale; la donna, identificata come Yaming Nina Hanson, avrebbe spedito le parti lo scorso agosto senza alcuna licenza di esportazione: se colpevole, rischia fino a 20 anni di carcere e una multa di un milione di dollari.

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Mercato globale e finanza etica nell'incontro Acli (sezione: Globalizzazione)

( da "Cittadino, Il" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercato globale e finanza etica nell'incontro Acli n L'Azione cattolica e le Acli organizzano per la giornata di domani, domenica 15 febbraio (ore 16.30 presso le Acli di via Marsala), un incontro dal titolo "Solidarietà globale e finanza etica" aperto a tutti i cittadini del vicariato.L'evento giunge dunque a pochi giorni dalla conclusione della visita pastorale di monsignor Giuseppe Merisi come ulteriore opportunità di confronto fra comunità limitrofe, invitate ora ad approfondire il tema della globalizzazione alla luce di un modello di finanza etica che, dopo la crisi del sistema economico internazionale, torna quindi a suggerire nuove prospettive. Di fatto non è semplice individuare una definizione univoca di "finanza etica", poiché numerose e diverse sono le esperienze che rientrano in questa sfera, ma fondamentale in ogni caso resta il legame con la solidarietà. Durante l'appuntamento interverranno come relatori per la categoria "adulti" il sindaco di Somaglia Pier Giuseppe Medaglia, che porterà la sua personale testimonianza in riferimento ad un'esperienza di solidarietà vissuta in Brasile, e Giambattista Pera, membro della commissione Banca etica di Lodi; per il pubblico giovanile invece sarà Simone Venosta a relazionare sulle attività della finanza etica così come Romolo Macchetta, rappresentante a livello diocesano dei progetti legati a questo ambito.

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Si vota il piano di Obama: È solo l'inizio serviranno anni (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 14/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Si vota il piano di Obama: «È solo l'inizio serviranno anni» NEW YORK Il piano anti-crisi dell'amministrazione Obama si muove al Congresso, dove ha ricevuto il via libera definitivo dalla Camera, prima di essere votato nella notte nel Senato (ieri sera le votazioni erano ancora in corso, ndr), per giungere così sulla scrivania del presidente per la firma lunedì. In attesa del disco verde e di chiarimenti sul piano salva-banche, Wall Street si mantiene debole, con il Dow Jones saldamente sotto gli 8.000 punti. Sul progetto anti-crisi, contenuto in 800-1.000 pagine e che è - ha avvertito Obama - «solo l'inizio» per tornare a far girare l'economia, è alta l'attenzione, soprattutto sulla riformulazione della clausola «Buy America», che ha scatenato polemiche. Secondo indiscrezioni, il compromesso raggiunto fra Camera e Senato su uno stimolo da 789 miliardi di dollari dovrebbe prevedere una riformulazione della clausola, stabilendo che i Paesi che hanno accordi commerciali con gli Usa possano fornire alcuni prodotti. Sarebbero - secondo alcune lobby contrarie alla revisione - le agenzie governative a dover determinare gli acquisti, rischiando così - avvertono - di «rallentare gli acquisti e i progetti che lo stimolo» dovrebbe invece favorire. Dei 789 miliardi, circa il 38% andrà in sgravi fiscali, il 24% alla spesa e il 38% agli aiuti. La voce più consistente del capitolo spesa dovrebbero essere i 29 miliardi destinati alla costruzione e all'ammodernamento di strade e ponti. Nel pacchetto dovrebbe figurare anche un blocco dei bonus per i top manager delle banche che hanno già ricevuto aiuti dal Governo: l'emendamento presentato dal senatore Chris Dodd fissa i bonus a un terzo del compenso totale e stabilisce che siano distribuiti sotto forma di titoli. «Siamo in tempi duri: le sfide economiche sono varie e vaste», spiega Obama al Business Council, organismo indipendente creato nel 1993 per offrire consigli e raccomandazioni al governo. «Abbiamo la chance, che capita una volta ogni generazione, di agire in modo forte, trasformare le avversità in opportunità e usare la crisi come chance di trasformare la nostra economia per il 21mo secolo». Il pacchetto, il cui obiettivo - ha ribadito Obama - è quello di creare occupazione, è «solo l'inizio» per far tornare a girare l'economia: lo stimolo è un investimento per la crescita. «La nostra ripresa sarà misurata - ha aggiunto - in anni e non in mesi». E, per la ripresa, è fondamentale stabilizzare anche i mercati finanziari, per i quali è stato messo a punto dal segretario al Tesoro, Geithner, un piano molto criticato, e accolto gelidamente dal mercato. Lawrence Summers, consigliere economico di Obama, ha evidenziato come per il fondo pubblico-privato per l'acquisto di asset tossici è già stato espresso interesse da parte di alcuni investitori. Inoltre - ha aggiunto - al fondo possono partecipare anche investitori stranieri. Per fronteggiare la crisi in atto, Geithner premerà sul G7 affinché vengano assunte misure «eccezionali»: «Tempi straordinari richiedono misure straordinarie da parte di tutti», ha spiegato il Dipartimento del Tesoro. Secondo Summers, Europa, Cina e Giappone «non stanno probabilmente facendo abbastanza» contro la crisi: la politica a livello globale - ha aggiunto in un'intervista a Bloomberg - «deve fare di più».

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Dove investire rinnovabile (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Milano Finanza Numero 032  pag. 24 del 14/2/2009 | Indietro Dove investire rinnovabile ECO:NOMIA Di Ester Corvi Nella graduatoria Ernst & Young al primo posto gli Usa. Ultima la Finlandia Qual è il paese più attraente per un investitore che volesse puntare sulle energie rinnovabili? A questa domanda risponde l'indice recentemente realizzato da Ernst & Young, che misura il potenziale di futuro sviluppo delle tecnologie verdi (eolico, solare, biomasse e altro) nei diversi mercati nazionali. L'obiettivo è individuare le potenzialità a lungo termine di ciascun paese, in funzione delle caratteristiche dei vari business. Scorrendo la classifica, al primo posto si posizionano gli Stati Uniti, seguiti da Cina e Germania. «Il settore delle rinnovabili» spiega Angelo Era, partner di Ernst & Young nel settore energia, «è uno dei pochi che riesce ad attrarre gli investimenti anche in questo momento difficile, poiché questi business hanno il vantaggio di avere un sottostante industriale e finanziario che è garantito dagli incentivi statali». Negli Usa, come in altri paesi, le energie alternative recentemente sono tornate sotto i riflettori per le problematiche legate all'indipendenza energetica. «In Italia» conclude Era «il segmento più favorito è stato il fotovoltaico, dove c'è stato un vero e proprio boom nell'installazione di impianti di piccola dimensione. A mio parere, il solare ha ancora una grande capacità di attrarre investimenti, grazie agli ampi margini di miglioramento tecnologico e agli incentivi statali. Il limite maggiore è rappresentato invece dall'estrema lentezza nell'ottenere le autorizzazioni. Segue l'eolico, che è oggi la tecnologia più matura e a costi più bassi». (riproduzione riservata) Young  Ernst  dove  Usa  posto  Finlandia   Alias Prima di lasciare un commento e' necessario scegliere un alias Inserisci Alias* Strumenti Invia il tuo commento  |   Leggi i commenti        Ricevi RSS    |  

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Crisi Usa. Ok della Camera al pacchetto di stimolo (sezione: Globalizzazione)

( da "AmericaOggi Online" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi Usa. Ok della Camera al pacchetto di stimolo 14-02-2009 WASHINGTON. Il piano anti-crisi dell'amministrazione Obama si muove al Congresso, dove ha ricevuto ieri il via libera definitivo dalla Camera (con 7 voti democratici contrari). In attesa del disco verde del Senato - per giungere poi sulla scrivania del presidente per la firma presumibilmente lunedì prossimo - e di chiarimenti sul piano salva-banche, Wall Street si mantiene debole, con il Dow Jones saldamente sotto gli 8.000 punti. Sul progetto anti-crisi, contenuto in 800-1.000 pagine e che è - ha avvertito Barack Obama - "soltanto l'inizio" per tornare a far girare l'economia, é alta l'attenzione, soprattutto sulla riformulazione della clausola "Buy America", che nelle ultime settimane ha scatenato polemiche. Secondo indiscrezioni, il compromesso raggiunto fra Camera e Senato su uno stimolo da 789 miliardi di dollari dovrebbe prevedere una riformulazione della clausola, stabilendo che i Paesi che hanno accordi commerciali con gli Usa possano fornire alcuni prodotti. Sarebbero - secondo alcune lobby contrarie alla revisione - le agenzie governative a dover determinare gli acquisti, rischiando così - avvertono - di "rallentare gli acquisti e i progetti che lo stimolo" dovrebbe invece favorire. Dei 789 miliardi, circa il 38% andrà in sgravi fiscali, il 24% alla spesa e il 38% agli aiuti. La voce più consistente del capitolo spesa dovrebbero essere i 29 miliardi destinati alla costruzione e all'ammodernamento di strade e ponti. Nel pacchetto dovrebbe figurare anche un blocco dei bonus per i top manager delle banche che hanno già ricevuto aiuti dal governo. "Siamo in tempi duri: le sfide economiche sono varie e vaste", spiega Obama al Business Council, organismo indipendente creato nel 1993 per offrire consigli e raccomandazioni al governo. "Abbiamo la chance, che capita una volta ogni generazione, di agire in modo forte, trasformare le avversità in opportunità e usare la crisi come chance di trasformare la nostra economia per il 21mo secolo". Il pacchetto, il cui obiettivo - ha ribadito Obama - è quello di creare occupazione, ed è "solo l'inizio" per far tornare a girare l'economia: lo stimolo è un investimento per la crescita. "La nostra ripresa sarà misurata - ha aggiunto - in anni e non in mesi". E, per un ripresa, è fondamentale stabilizzare anche i mercati finanziari, per i quali è stato messo a punto dal segretario al Tesoro, Timothy Geithner, un piano molto criticato, e accolto gelidamente dal mercato. Lawrence Summers, consigliere economico di Obama, ha evidenziato come per il fondo pubblico-privato per l'acquisto di asset tossici è già stato espresso interesse da parte di alcuni investitori. Inoltre - ha aggiunto - al fondo possono partecipare anche investitori stranieri. Per fronteggiare la crisi in atto, Geithner premerà sul G7 affinché vengano assunte misure "eccezionali": "Tempi straordinari richiedono misure straordinarie da parte di tutti", ha spiegato il Dipartimento del Tesoro. Secondo Summers, Europa, Cina e Giappone "non stanno probabilmente facendo abbastanza" contro la crisi: la politica a livello globale - ha aggiunto in un'intervista a Bloomberg - "deve fare di più". Il Senato è stato convocato per votare il piano di stimolo dell'economia approvato ieri dalla Camera alle 17:30 ora di Washington. Ma il risultato potrebbe venir ritardato di alcune ore per permettere ad un senatore di partecipare al funerale della madre. La Camera ha votato il piano con 246 deputati a favore e 183 contro. Nessun repubblicano ha votato per il piano, così come sette democratici.

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Premio Brescianità e ciclo di conferenze (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

ATENEO. DOMANI MATTINA LA CERIMONIA Premio Brescianità e ciclo di conferenze L'attività accademica 2009 dell'Ateneo di Brescia si aprirà, emblematicamente, nel salone della sede storica di Palazzo Tosio il giorno dei santi patroni della città Faustino e Giovita, con la consegna del «Premio Brescianità» a Franca Grisoni, Giuseppe Rivadossi e Leonardo Urbinati. La cerimonia avrà luogo appunto domani alle 9.30. Il ciclo di conferenze sarà quindi inaugurato venerdì 20 febbraio, alle 17.30, sempre nel salone di Palazzo Tosio, dal saggista lumezzanese Alfredo Pasotti che parlerà di un tema che riveste particolare attualità in questo momento di crisi economica: «Il caso-Lumezzane. Splendori, miserie e paradossi di una comunità prealpina unica (forse) nel suo genere». «Tra Hobbiville e Nibelheim - spiega Pasotti - potrebbe essere la sintesi dello spirito del genius loci lumezzanese: una comunità profondamente individualista e al tempo stesso profondamente integrata e solidale, saldamente legata alla propria valle ma al tempo stesso fautrice di una globalizzazione antelitteram, motivata dall' atavica volontà di liberarsi dai vincoli dalla propria storia che però non può e non vuole rinnegare». A.M.

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g7, il tesoro usa: servono misure eccezionali - elena polidori (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 2 - Economia I Grandi dell´economia riuniti a Roma contro la crisi: coro di "no" contro la risposta protezionistica G7, il Tesoro Usa: servono misure eccezionali Tremonti e Draghi concordi: regole comuni per dare più etica ai mercati Allarme del presidente della Banca mondiale: rischiamo una crisi umanitaria In America la Camera approva il pacchetto di aiuti di Obama. Ora tocca al Senato ELENA POLIDORI ROMA - Al suo debutto sul palcoscenico del G7 il neo ministro americano Tim Geithner chiede ai partner riuniti a Villa Madama «misure eccezionali»per fronteggiare la doppia crisi, finanziaria ed economica. Un mix micidiale che potrebbe anche trasformarsi in una «crisi umanitaria» per il Sud del mondo, secondo l´allarme della Banca Mondiale. Geithner giunge a Roma proprio mentre la Camera Usa approva il piano di rilancio da 787 miliardi deciso dall´amministrazione Obama, ora all´esame del Senato. Atterra a Fiumicino nel giorno in cui escono gli ultimi, terribili dati sulla recessione che è grave, profonda, diffusa e i cui effetti «ancora devono arrivare», nell´analisi del Fmi. Subito vede ad uno ad uno tutti i colleghi. Incontra separatamente il governatore della Banca d´Italia, Mario Draghi. Pranza e discute per due ore con il ministro dell´Economia, Giulio Tremonti. E fa pressing per incoraggiare «le controparti ad assumere azioni forti». In una nota, diffusa via mail, fa sapere che «tempi straordinari richiedono misure straordinarie da parte di tutti». La performance dell´economia globale fa paura: i Grandi si consultano e cercano rimedi. L´Italia, che presiede il G7, lancia una proposta: serve un «legal standard», cioè un set di regole condivise, non solo economiche ma anche morali, per rendere i mercati più trasparenti e ripristinare la fiducia. Tremonti in Tv spiega che nel mondo post globalizzazione c´è appunto «un deficit» di principi e di etica che va colmato. «Non mancano più capitali, ma più regole», specifica. Draghi, che partecipa al summit anche come presidente del Financial Stability Forum, l´organismo anti-crisi voluto dal G7, «condivide» l´opinione del ministro. Nel chiuso della cena spiega che ci vuole «un insieme di regole di base sulla trasparenza nella conduzione degli affari e sul funzionamento della finanza e dell´economia globale». Questo «global standard», così lo chiama, potrebbe «integrare» i compiti del suo Forum, già «pienamente impegnato» nella definizione di simili regole che andranno poi recepite nei diversi ordinamenti. Ma c´è anche altro. Christine Lagarde, ministro francese dell´economia, preme per avere maggiori controlli sugli hedge fund, i fondi speculativi per eccellenza. Il collega tedesco Peer Steinbrueck si dice d´accordo e lancia un appello perché «non si facciano gli errori» commessi negli anni Trenta. Si discute a fondo anche del rischio-protezionismo: non quello legato a dazi e barriere, bensì quello strisciante, insito nei piani anti-crisi varati dai governi, Usa in testa. «E´ il male assoluto», dichiara il ministro nipponico Shoichi Nakagawa. In più, danneggerebbe i paesi poveri. Robert Zoellick, presidente della Banca mondiale, fornisce un numero da brivido: altri 46 milioni di persone rischiano di finire in condizioni di povertà estrema. Perciò, sarebbe bene che lo 0,7% delle risorse contenute nei piani anti-crisi fosse devoluto ai più bisognosi. Anche l´Onu chiede al G7 di «non dimenticare» chi soffre. Già, ma la recessione morde. Il commissario Ue Joaquin Almunia spera in una ripresa «dalla seconda metà dell´anno» ma intanto annuncia che il pacchetto di sostegno Ue, varato a dicembre, andrà rinforzato. Ocse, Fmi e Banca mondiale in una nota congiunta chiedono ai governi di agire «in modo più aggressivo» per stimolare la crescita e ripristinare la fiducia sui mercati. «La stabilizzazione dell´economia resta la priorità», si legge in una bozza del comunicato. «Useremo tutti gli strumenti per sostenere la crescita e l´occupazione» ed «evitare» il protezionismo; bisogna evitare «una eccessiva volatilità dei cambi». Oggi il G7 continua: appuntamento alle 8, presso il Tesoro.

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Il G7: contro la crisi nuove regole e no al protezionismo Tremonti: <Ripristinare... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 39 del 2009-02-14 pagina 4 Il G7: contro la crisi nuove regole e no al protezionismo Tremonti: «Ripristinare etica e principi» E l'America sollecita «misure eccezionali» di Gian Battista Bozzo RomaLa priorità dei governi deve essere di riportare l'economia in una «situazione di normalità». É una delle frasi chiave contenute nel comunicato che, oggi, sarà approvato nel summit del Gruppo dei Sette, a Roma. Per due giorni Roma è il crocevia dell'economia mondiale, scossa dalla crisi finanziaria, dalla recessione e da ventate di protezionismo. E per rispondere alla sfida nella maniera più unitaria possibile, si riuniscono nella capitale i ministri finanziari del G7 (Usa, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Francia, Canada e Italia più la Russia, che partecipa solo ad alcune sessioni del G7/G8), insieme con i governatori delle banche centrali e i capi di tutte le istituzioni economiche internazionali, dal Fmi alla Banca mondiale, dall'Ocse all'Unione europea. Gli occhi sono tutti puntati su Tim Geithner, neo segretario al Tesoro dell'amministrazione Obama al suo esordio al G7, che chiede ai partner «misure eccezionali» per affrontare la recessione e la crisi finanziaria. Alle autorità economiche mondiali, riunite ieri sera a cena nei saloni di villa Madama, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti - presidente di turno del G7 finanziario - rivolge la proposta di stabilire nuove regole condivise (legal standard) per la finanza, con l'obiettivo di ricreare fiducia sui mercati. «Nel mondo post globalizzazione - osserva Tremonti - c'è un deficit di regole, di etica e di principi: ci sono molti deficit nelle banche, nell'economia e nei bilanci pubblici, ma quel che manca più di tutto sono regole e principi. Dobbiamo rifarli». Un lavoro lungo, ma che non parte da zero: ne discutono da mesi il Financial Stability Forum guidato da Mario Draghi, il Fmi, l'Ocse. «Condivido l'opinione del ministro Tremonti che suggerisce al G7 la definizione di un global legal standard - dice il governatore di Bankitalia - che stabilisca un insieme di regole di base sulla trasparanza nella conduzione degli affari, e sul funzionamento della finanza». Il Fsf, aggiunge Draghi, è impegnato a dare un contributo per colmare le lacune normative. Su richiesta di Francia e Germania, si discute anche di revisione delle norme sugli hedge fund. Isolare gli asset tossici delle banche, ripristinare il circuito del credito, stimolare l'economia con incentivi fiscali, e nel medio periodo creare nuove regole per la finanza. Questo l'impegnativa road map che il G7 si assegna, mentre sul vertice romano piombano i dati, molto negativi, del pil nei principali Paesi europei. «Le cifre sottolineano la gravità della situazione - osserva il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Junker - ma abbiamo la forte speranza che la crescita tornerà a fine anno, e migliorerà gradualmente nel 2010». Per il ministro delle Finanze tedesco Peer Steinbrueck, bisogna cominciare a discutere della exit strategy dalla crisi. «Spero che si ricrei un po' d'ottimismo e si vada verso una ripresa nella seconda metà dell'anno», conferma l'eurocommissario Joaquin Almunia. É evidente che tutti aspettano un forte segnale dalla prima economia del mondo, quella americana. Il segretario al Tesoro Geithner passa l'intera giornata in incontri bilaterali, i primi con Tremonti e Draghi, per illustrare il piano anticrisi dell'amministrazione Obama. «Un piano molto consistente», commenta il nostro ministro dell'Economia. C'è preoccupazione, tuttavia, in Giappone e in Europa per la clausola buy american (acquisto di soli prodotti americani) inserita nel piano da 789 miliardi di dollari lanciato dalla Casa Bianca. «Vogliamo su questo argomento una discussione franca», dice il ministro nipponico Shoichi Nakagawa. «Il protezionismo non è una risposta», aggiungono Juncker e Almunia. «Gli Stati Uniti - precisa il cancelliere britannico Alistair Darling - sono consapevoli delle loro responsabilità nei confronti del mondo». Il comunicato conclusivo del summit, che sarà reso noto oggi al termine della riunione vera e propria del G7/G8 al Tesoro, confermerà che i Grandi sono favorevoli senza eccezioni alle regole del libero commercio. Non ci sarà invece particolare enfasi sui cambi. «La volatilità delle monete è aumentata, ma le quotazioni sono più vicine ai loro normali valori», dice Almunia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Ma gli incentivi non riempiono il frigorifero (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ma gli incentivi non riempiono il frigorifero Luca Volonté La libertà economica è davvero in crisi? Un incontro sulla libertà economica, a commento degli annuali rilevamenti dell'Heritage Foundation sugli indici di libertà in vari Paesi, si terrà a Roma nei prossimi giorni. In tanti saranno chiamati a riflettere sui risultati (quello dell'Italia è ancora una volta deludente), ma anche sul tema più complessivo vista la tentazione protezionista che aleggia nelle politiche di molti Paesi, Usa e Francia in primis. L'Italia lo scorso anno era al 64° posto, quest'anno scivola al 76° con un tasso di libertà del 61,4%, dato ormai vicinissimo ai Paesi definiti "poco liberi". Un risultato pessimo per il nostro Paese che ci colloca, come accennato, in un contesto molto preoccupante nel quale a una seria crisi finanziaria vanno a sommarsi il ritorno di un interventismo economico massiccio e un ritorno all'autarchismo, francamente senza precedenti, che dimentica quanto la globalizzazione abbia contribuito a spostare fuori dall'Occidente le grandi produzioni di beni. Secondo Alberto Mingardi, direttore generale dell'Ibl, «l'incontro offrirà molti elementi di riflessioni su un'Italia che purtroppo continua a rinviare il momento di quelle riforme strutturali - in tema di mercato del lavoro e liberalizzazioni, ad esempio - che sarebbero oggi tanto necessarie per affrontare nel migliore dei modi quel ripensamento della nostra economia che è indispensabile in un momento di crisi. Ma soprattutto esso cercherà di avviare un dibattito su come oggi sia possibile evitare che il serio dissesto finanziario venga utilizzato dalle classi politiche di tutto il mondo per riaffermare il loro controllo sulla vita economica». Siamo al 32° posto su 43 Paesi europei e abbiamo un punteggio di poco superiore alla media mondiale, abbiamo ottimi punteggi sulla libertà d'impresa, sulla libertà di scambio e sulla libertà di investimento, anche le procedure burocratiche sono state snellite, alleggeriti i dazi doganali anche se il peso della burocrazia tende a scoraggiare gli investimenti dall'estero. La libertà fiscale e quella dallo Stato continuano a essere i veri talloni d'Achille della nostra nazione, insieme alla corruzione e alla enormità rappresentata dalla spesa della pubblica amministrazione. Enorme continua a essere il Pil in nero. Ora con questi fondamentali, fatta salva l'accorta politica bancaria attuata prima da Antonio Fazio e ora da Mario Draghi e la vitalità delle piccole e medie imprese, sarà difficile uscire con grande smalto dalla situazione attuale. Certamente meglio di Inghilterra e Spagna che insieme nel 2008 hanno perso 6.600.000 posti di lavoro, che vedono grandi e tradizionali gruppi industriali chiudere per fallimento e faticano a trovare intese bipartisan per uscire dalla crisi. Oddio, vista la rissosità interna tedesca e italiana, le maleparole che stanno volando sulle pagine dei giornali tra Francia e Repubblica ceca, c'è da sperare di recuperare presto un idem sentire europeo. Presto, prima che si sfasci tutto. A proposito, senza nessuna volontà polemica, vi sembra intelligente dare benefici per chi compra un frigorifero super pulito, magari bianco brillante e con le cromature a specchio, quando si fatica a riempirlo di alimentari. Perché, sia chiaro, arrivare dignitosamente alla seconda settimana è diventato sempre più difficile?sì, la libertà economica è davvero in crisi.Luca Volontéè parlamentare dell'Udc. 14/02/2009

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Protezionismonel mirinodei 7 grandi (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Protezionismonel mirinodei 7 grandi il vertice nROMA. Un rinnovato impegno contro il sorgere di pressioni protezionistiche, la promessa di proseguire i negoziati di Doha per l'accordo sul commercio internazionale e un plauso alla Cina per le misure di politica fiscale adottate e l'impegno preso a favore di una maggiore flessibilità del tasso di cambio che dovrebbe portare a un continuo apprezzamento dello yuan. Sono questi alcuni dei punti principali della bozza di comunicato preparato dai 7 Grandi riuniti a Roma, dove debutta Timothy Geithner come segretario al Tesoro Usa facendo sapere che l'America spinge per risposte «eccezionali» alla crisi. Una tempesta pericolosa che rischia di far scoppiare una bomba umanitaria nei Paesi poveri, sottolinea il presidente della Banca Mondiale. «Continuiamo a monitorare da vicino i mercati dei cambi, e a cooperare... Il gruppo rimane determinato ad evitare misure protezionistiche», dice il documento. I Sette sono impegnati, inoltre, a non innalzare nuove barriere commerciali e a lavorare per una rapida conclusione del negoziato di Doha sul commercio internazionale. «Rimane la nostra più alta priorità» il ripristino di condizioni di normalità dell'economia globale e dei mercati, scrivono i ministri del G7. «Confermiamo l'impegno ad agire insieme per la crescita e ad usare a questo fine tutti gli strumenti», viene poi ribadito dai Sette, pronti ad ogni ulteriore azione necessaria per riportare la fiducia nel sistema finanziario globale e a lavorare insieme per evitare distorsioni e sovrapposizioni indesiderabili. Arrivato a Roma insieme al presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, Geithner si è mostrato deciso a «incoraggiare le controparti a mettere in atto azioni decise per gestire i problemi del settore macroeconomico e finanziario» e mettere in rilievo che «questi tempi straordinari richiedono misure eccezionali e complementari da parte di tutti», come si legge in un comunicato del Tesoro americano. Geithner, che nel suo primo giorno romano ha incontrato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il ministro canadese James Flaherty, il tedesco Peer Steinbrueck, il britannico Alistair Darling, il russo Alexei Kudrin e il giapponese Shoichi Nakagawa, dovrà spiegare ai partner i dettagli del piano varato martedì scorso per salvare il settore bancario americano, cercando di fugare le perplessità scatenate dalla tiepida accoglienza ricevuta da Wall Street. L'economia mondiale si trova «in una profonda recessione», anche se non sta andando necessariamente incontro a un periodo di depressionem ha spiegato il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn. L'Italia, per bocca del ministro dell'Economia Giulio Tremonti chiede un nuovo standard di regole internazionali per il ripristino della fiducia sui mercati: «C'è un deficit di regole, di etica e di principi». 14/02/2009

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l'intervista Franco Brevini <Gli idiomi non si fissano, evolvono> (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

l'intervista Franco Brevini «Gli idiomi non si fissano, evolvono» --> Sabato 14 Febbraio 2009 SPETTACOLI, pagina 42 e-mail print A «Volgar'Eloquio» parteciperà anche Franco Brevini, esperto di letterature dialettali, professore di Letteratura italiana e di Letteratura italiana contemporanea all'Università di Bergamo e allo Iulm di Milano. Brevini ha pubblicato una ventina di volumi, fra cui Poeti dialettali del Novecento (Einaudi), Le parole perdute. Dialetti e poesia nel nostro secolo (Einaudi), La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al Novecento e il recente Voci di Lombardia (Hoepli). «I dialetti continuano a vivere nelle loro puntiformi varietà - spiega Brevini -. Parliamo del bergamasco... Possiamo parlare oggi di un unico bergamasco? No, esistono differenze da paese a paese. Si rischia d'imbalsamare una norma astratta. Il dialetto è una materia fluida e variabile, non può essere ipostatizzata, fissata in alcun modo. La dialettofonia è ancora viva, soprattutto in certe zone periferiche, per rimanere nel nostro territorio, soprattutto nelle valli. Ma anche il bergamasco si sta sempre più modificando verso l'italiano. E i ragazzi hanno del dialetto solo una competenza passiva. Nulla più nasce in dialetto, ma se è per questo non nasce più nemmeno nulla in italiano. Tutto sorge dall'inglese». E lo vediamo dagli aggiornamenti dei dizionari. «I neologismi sono delle mere traduzioni in italiano di termini inglesi. Mentre il dialetto è una lingua dell'idiomatica e della differenza». Eppure queste differenze vengono meno con la globalizzazione... «Ed è proprio l'esito inatteso della globalizzazione che per reazione fa emergere questo nuovo bisogno di radicamento nelle nostre identità locali». Come tutelare i nostri dialetti? «Tutelare è una parola pericolosa. Le lingue non si dirigono e non si pilotano. Le lingue sono in continua evoluzione, così i dialetti. Non serve fare il Jurassik park del dialetto. Abbiamo nostalgia del dialetto? Va bene, ma non dobbiamo dare una risposta nostalgica. A mio avviso l'unica soluzione è dare un premio economico, un riconoscimento a quelle famiglie che parlano il dialetto coi figli. Così si può aiutare il processo di radicamento. Perché una lingua la si impara dal padre e dalla madre. Non dalle cassette. Non succede nemmeno per l'inglese. L'italiano non ha mai goduto di buona salute come oggi. Oggi abbiamo una lingua più che mai unitaria e diffusa. Certo, sono pochi a parlare un bell'italiano. Non ha senso fare confronti con i grandi del passato. Finiamola con questi sterili paragoni con la lingua del Manzoni o del Machiavelli. Dobbiamo convincerci che la lingua evolve. Una lingua, per essere tale, deve essere viva e articolata nei livelli stilistici, geografici e sociali. La lingua di Bruno Vespa non è quella di Taricone e nemmeno quella di Pippo Baudo. E meno male». Ma. R. 14/02/2009 nascosto-->

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Tremonti: c'è un deficit di regole (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-02-14 - pag: 5 autore: Tremonti: c'è un deficit di regole Primi sì alla nuova disciplina - Draghi: «global standard» complemento ai principi Fsf Rossella Bocciarelli ROMA Primo via libera dal G-7 al "global legal standard" per la finanza globale proposto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: principi comuni e standard sulla proprietà, l'integrità e la trasparenza del'attività economica e finanziaria internazionale formeranno l'oggetto di un rapporto che i "deputies" dei ministri dei sette grandi dovranno preparare entro quattro mesi, secondo il comunicato che verrà diffuso oggi. La discussione sui global legal standard ha occupato ministri e governatori, insieme ai vertici dei maggiori organismi sovrannazionali, alla cena di ieri sera a villa Madama, che ha preceduto la sessione di oggi al Tesoro. «C'è un deficit di regole, di etica e di principi. Ci sono molti deficit nelle banche, nell'economia e nei bilanci pubblici. A mancare più di tutto non sono più capitali ma più regole e più principi. C'erano prima della globalizzazione, dobbiamo rifarli dopo la globalizzazione». Così ha commentato Tremonti, in un'intervista al Tg1. Quanto al piano Usa anti- crisi, «il maggiore valore viene dalla figura di un presidente che trasmette simboli di novità e di forza, ma anche di valori». Per Tremonti, comunque «la situazione italiana è diversa, perché le famiglie hanno risparmiato e continuano a risparmiare: dobbiamo tutelare il risparmio, le famiglie e un sistema che è finora meno peggio degli altri». Accanto a Tremonti e al segre-tario dell'Ocse, Angel Gurria, a introdurre la discussione fra i Grandi è stato il Governatore della Banca d'Italia,Mario Draghi,nella sua qualità di presidente del Financial stability forum. Nel suo speech, Draghi è partito in primo luogo dalla questione della scelta delle regole essenziali, che debbono valere per tutti i partecipanti al mercato mondiale. «Quel che ci occorre –ha spiegato il Governatore – è in primo luogo una selezione dei temi: la lotta alla corruzione, la corporate governance e gli standard della contabilità finanziaria internazionale sono probabilmente le priorità». Ma questo è solo il primo passo. C'è poi un passaggio più importante da compiere: «Dobbiamo ottenere– ha sottolineato – che queste regole vengano recepite anche dai Paesi non Ocse e , soprattutto, dobbiamo accrescerne l'enforcement: è questo, probabilmente, il compito più difficile, che richiede un forte impegno da parte di tutti gli Stati, a cominciare, ovviamente, dai paesi del G-7». Un "global standard", ha aggiunto Draghi, fornirebbe un buon complemento all'insieme di standard finanziari definiti nell'ambito del Financial stability forum sin dal momento della sua nascita. Naturalmente, come lo standard globale ha bisogno di evolvere, così anche le singole regole debbono poterlo fare. «Come Fsf siamo fortemente impegnati nella ridefinizione di molti standard del settore finanziario, da quelli relativi al capitale a quelli che riguardano la liquidità, agli standard contabili, delle agenzie di rating, e delle infrastrutture finanziarie ». Poi, Draghi si è occupato più esplicitamente dei campi nei quali oggi c'è il deficit di regole di cui ha parlato il ministro. «La crisi ha fatto emergere – ha spiegato – una serie di settori nei quali non esistono standard codificati; aree nelle quali i problemi etici e quelli prudenziali si sono posti insieme». Un campo, ha chiarito, è quello degli schemi di compenso nelle strutture finanziarie. E qui, Draghi ha annunciato che il Fsf sta sviluppando dei principi che puntano ad abbattere l'incentivo ad assumere rischi eccessivi. «Siamo cercando il modo di far rispettare questi principi attraverso attraverso la vigilanza bancaria » ha sottolineato. Un altro campo in cui c'è carenza di regole di base è la responsabilità degli intermediari verso coloro ai quali esse vendono prodotti finanziari. Infine, manca anche, secondo il presidente del Fsf, la definizione di requisiti per gli investitori istituzionali, che permettano un'attenta verifica economico- finanziaria da parte degli investitori. «Non capitali ma principi». Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti CONTRASTO

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G7, forte risposta a crisi e condanna protezionismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

ROMA (Reuters) - Il G7, temendo un ritorno degli errori che hanno amplificato la grande depressione degli Anni 30, farà quanto possibile per combattere la recessione economica ed evitare che siano assunti provvedimenti protezionistici. è quanto si legge nel comunicato che chiude i lavori del summit, svoltosi tra ieri e oggi a Roma. Nelle pieghe del documento si nota anche un tono più conciliante nei confronti della Cina, dopo le dichiarazioni del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner, che aveva accusato di recente Pechino di manipolare il tasso di cambio dello yuan. La nota, non molto diversa dalla bozza che Reuters ha diffuso ieri sera, sembra messa a punto anche per mitigare i timori di chi vede i governi determinati a varare misure di sostegno all'occupazione e alle industrie nazionali rinunciando al rispetto dei principi di concorrenza e libero scambio. Mentre il G7 era in corso nella notte, infatti, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il piano anticrisi da 787 miliardi di dollari dell'Amministrazione Obama che contiene decine di miliardi di investimenti in opere pubbliche, investimenti vincolati però all'acquisto di beni e materie prime - come l'acciaio - prodotti negli Stati Uniti, sintetizzato nello slogan 'buy American'. Secondo il ministro dell'Economia italiano, Giulio Tremonti, "c'è stata una discussione tutta convergente sul punto: il protezionismo è negativo". Il cancelliere dello Scacchiere britannico Alistair Darling ha detto di aver discusso con Geithner del cosiddetto "buy american" e che "gli Stati uniti sono consapevoli delle loro responsabilità verso il resto del mondo". La clausola "buy american" non è la sola a preoccupare il G7. Le misure di sostegno all'industria dell'auto in Francia e Italia hanno sollevato preoccupazioni, come pure le campagne anti-italiani in Gran Bretagna per assicurare il lavoro ai cittadini inglesi. Sul "buy American" Geithner, alla sua prima uscita internazionale, apprezzato dai colleghi per i toni distesi e concilianti, ha voluto assicurare che lo stesso Barack Obama ha ben presenti le preoccupazioni internazionali. Continua...

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G7, FORTE RISPOSTA A CRISI E CONDANNA PROTEZIONISMO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

G7, forte risposta a crisi e condanna protezionismo -->ROMA (Reuters) - Il G7, temendo un ritorno degli errori che hanno amplificato la grande depressione degli Anni 30, farà quanto possibile per combattere la recessione economica ed evitare che siano assunti provvedimenti protezionistici. È quanto si legge nel comunicato che chiude i lavori del summit, svoltosi tra ieri e oggi a Roma. Nelle pieghe del documento si nota anche un tono più conciliante nei confronti della Cina, dopo le dichiarazioni del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner, che aveva accusato di recente Pechino di manipolare il tasso di cambio dello yuan. La nota, non molto diversa dalla bozza che Reuters ha diffuso ieri sera, sembra messa a punto anche per mitigare i timori di chi vede i governi determinati a varare misure di sostegno all'occupazione e alle industrie nazionali rinunciando al rispetto dei principi di concorrenza e libero scambio. Mentre il G7 era in corso nella notte, infatti, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il piano anticrisi da 787 miliardi di dollari dell'Amministrazione Obama che contiene decine di miliardi di investimenti in opere pubbliche, investimenti vincolati però all'acquisto di beni e materie prime - come l'acciaio - prodotti negli Stati Uniti, sintetizzato nello slogan 'buy American'. Secondo il ministro dell'Economia italiano, Giulio Tremonti, "c'è stata una discussione tutta convergente sul punto: il protezionismo è negativo". Il cancelliere dello Scacchiere britannico Alistair Darling ha detto di aver discusso con Geithner del cosiddetto "buy american" e che "gli Stati uniti sono consapevoli delle loro responsabilità verso il resto del mondo". La clausola "buy american" non è la sola a preoccupare il G7. Le misure di sostegno all'industria dell'auto in Francia e Italia hanno sollevato preoccupazioni, come pure le campagne anti-italiani in Gran Bretagna per assicurare il lavoro ai cittadini inglesi. Sul "buy American" Geithner, alla sua prima uscita internazionale, apprezzato dai colleghi per i toni distesi e concilianti, ha voluto assicurare che lo stesso Barack Obama ha ben presenti le preoccupazioni internazionali. Il comunicato G7 aggiunge che stabilizzare economia e mercati finanziari è essenziale e che tutti devono collaborare utilizzando ogni mezzo di politica economica per assicurare il massimo effetto. "Continueremo a lavorare insieme per evitare effetti indesiderabili e distorsioni", dice il comunicato. Altro tema discusso è stato quello del tasso di cambio dello yuan cinese. Il comunicato G7 è stato più conciliante rispetto alla riunione di ottobre, lanciando un esplicito apprezzamento dell'impegno a un regime valutario più flessibile assunto da Pechino. Nessun riferimento, come ampiamente anticipato ma non considerato scontato dai mercati, ad altre valute. "Il tono più conciliante sulla Cina è la differenza chiave rispetto al precedente comunicato", ha detto Geoffrey Yu, analista di Ubs commentando l'esito del summit. Tremonti ha detto che dall'incontro di Roma parte un percorso per la riscrittura delle regole economiche a livello internazionale che potrà portare alla formazione di un "nuovo ordine". Il documento finale del G7 non menziona i cosiddetti "legal standard" sulla cui necessità il presidente italiano di turno del G7 aveva insistito nei giorni scorsi: si parla più genericamente di "common principle and standard".

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Usa/ Domani debutto internazionale Clinton come capo (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 14-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Washington, 14 feb. (Ap) - Il primo viaggio all'estero come capo della diplomazia del presidente degli Stati Uniti Barack Obama sarà per il segretario di Stato Hillary Clinton l'occasione per ribadire l'interesse americano verso l'Asia più che un contesto in cui produrre veri e propri cambiamenti delle politiche attuali. La scelta è comunque significativa, visto che mentre in passato i segretari di Stato hanno scelto per il loro primo viaggio l'Europa o il Medio Oriente, Clinton partirà domani alla volta di Giappone, Indonesia, Corea del Sud e Cina. "E' importante dare un segnale sul fatto che gli Stati Uniti vogliono costruire relazioni più ampie e profonde non solo con i Paesi che saranno visitati, ma anche con le altre nazioni dell'Asia e della zona che si affaccia sul Pacifico", ha detto Clinton, sottolineando la convinzione che "il futuro delle nostre nazioni sia indissolubilmente collegato". Venerdì, parlando dall'Asia Society di New York, Clinton ha detto di volere "impegno più rigoroso e duraturo" dai paesi della regione, auspicando una partecipazione attiva sulle questioni di interesse globale, dalla crisi finanziaria ai cambiamenti climatici. In particolare, il segretario di Stato aveva lanciato un monito alla Corea del Nord, invitandola a rinunciare ad azioni "provocatorie" e ribadendo la volontà di Obama di "normalizzare" i rapporti con Pyongyang se questa rinuncerà in via definitiva al proprio programma nucleare. "Abbiamo la possibilità di fare progredire le discussioni, ma è necessario che la Corea del Nord eviti azioni provocatorie e l'inutile retorica verso la Corea del Sud", ha detto Clinton.

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La diplomazia di Geithner, un americano a Roma (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 15-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Incontri Niente passeggiate ma solo vertici per il debutto internazionale del segretario Usa al Tesoro La diplomazia di Geithner, un americano a Roma ROMA - Chi sperava di incrociare Timothy Geithner mentre passeggiava per i Fori imperiali mano nella mano con sua moglie Carole Sonnenfeld, o magari di stringergli la mano a piazza Navona, si è dovuto rassegnare. La prima giornata da americano a Roma del segretario al Tesoro, primo rappresentante di un'amministrazione democratica a tornare sulle sponde del Tevere dopo gli otto interminabili anni dell'epoca di George W. Bush, non poteva essere come quella, pirotecnica, di Bill Clinton, nel giugno del 1994: anche allora, con Silvio Berlusconi a palazzo Chigi. Niente jogging in calzoncini e maglietta Radio city a Villa Borghese con l'ambasciatore, che del resto ancora non c'è. Niente scambi di battute con i passanti. Niente caramelle con il simbolo della Casa Bianca distribuite ai bambini. Sia chiaro: non perché il segretario al Tesoro di Barack Obama non sia uno sportivo. Tutt'altro. Gioca a tennis, pratica il surf, sa andare sullo snowboard ed è anche un discreto praticante di softball. Ma nemmeno perché Geithner non sia un tipo espansivo. Coetaneo del presidente, del quale è appena 14 giorni più giovane, ha vissuto in Africa, India, Cina e Tailandia. Se il giovane Obama visse per quattro anni a Giacarta con la madre e il suo secondo marito, Geithner ha finito le scuola superiori a Bangkok. Ha studiato cinese e giapponese, ha la fama di persona ottimista e aperta e non dimostra la sua età. Dettaglio che qualcuno considera un difetto. «A 47 anni Tim ne dimostra 32, invece di questi tempi devi avere i capelli grigi e l'aria grave. Non è che non sia qualificato. È come appare...», ha detto di lui al Washington post Ken Duberstein, ex capo dello staff di Ronald Reagan. Il fatto è che Geithner, reclutato dalla Federal reserve di New York, di cui era presidente, non è un politico. È un banchiere centrale che aveva lavorato in precedenza al dipartimento del Tesoro con Robert Rubin e Lawrence Summers. Anche se nella sua storia da «civil servant» non manca un'ombra che negli Usa non è considerata proprio trascurabile: 35 mila dollari di dollari di contributi previdenziali non pagati quando era al Fondomonetario internazionale. Una scivolata a cui ha rimediato pagando e scusandosi, ma che è stata l'ennesima per il nuovo gabinetto, che ha perso il segretario designato alla Salute Tom Daschle, colpito dalle accuse di evasione fiscale, e Nancy Killefer, la garante governativa per i progetti economici che non aveva versato 900 dollari di contributi per la sua colf. Senza contare le dimissioni del senatore Bill Richardson, E poi lo stile obamiano ha oggettivamente poco a che vedere con quello clintoniano. Soprattutto oggi, a distanza di quasi 15 anni da quella prima volta da americano a Roma di Clinton. Allora non c'erano stati fallimenti bancari a ripetizione, l'economia mondiale non era in picchiata a causa dei disastri finanziari innescati proprio dagli Stati Uniti, e gli americani non dovevano difendersi dalle accuse di protezionismo che adesso piovono da tutte le parti. Lo struscio nel centro di Roma, insomma, sarebbe stato decisamente fuori luogo. Anche a prescindere dagli impegni fittissimi della giornata, con un pomeriggio pieno zeppo di colloqui bilaterali fra il segretario del Tesoro americano e i suoi colleghi degli altri Paesi. Per evitare di passare proprio inosservato è stata sufficiente una stretta di mano con il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, che Geithner conosce bene per averlo frequentato a lungo da capo della Fed e componente del Financial stability Forum, immortalata dai fotografi fuori dall'Hotel Excelsior, e qualche sorriso ai curiosi che osservavano la scena. Prima di andare al ministero dell'Economia per incontrare Giulio Tremonti e pranzare con lui, nella foresteria di via XX settembre. Forse, tra tutti i ministri di questo G8, quello con il quale il nuovo e più giovane segretario al Tesoro ha almeno una cosa in comune: il giorno del compleanno. Tremonti e Geithner sono entrambi nati il 18 agosto. Sergio Rizzo stampa |

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Tremonti: deficit di regole Via libera agli standard globali (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 15-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Summit Primo sì dei ministri finanziari alla proposta italiana. Alt al protezionismo Tremonti: deficit di regole Via libera agli standard globali Il ministro Usa: contro la crisi misure eccezionali ROMA «Occorre che tutti i paesi prendano misure eccezionali e complementari» per far fronte alle «circostanze straordinarie » create dalla crisi finanziaria ed economica. Il nuovo segretario al Tesoro Usa, Tim Geithner si presenta così, con un appello all'azione immediata, al vertice iniziato ieri a Roma che vede riuniti governatori e ministri del Tesoro e delle Finanze degli otto paesi più ricchi del mondo, il G7 più la Russia. L'avvio del summit, cade proprio nel giorno in cui l'Italia come gli altri paesi industrializzati riceve la conferma della gravità della recessione ed il richiamo di Geithner agli altri partner «ad adottare misure decise per affrontare le sfide che si pongono sul fronte macroeconomico e finanziario», come rileva la nota diffusa ieri dal Tesoro Usa, accentua i toni dell'urgenza degli incontri di Roma. E in qualche modo cerca pure di stemperare i timori del prevertice incentrati proprio sul piano di aiuti annunciato dal governo Obama con la clausola Buy American, approvato ieri dalla Camera prima di passare all'esame del Senato: contro le tentazioni di protezionismo sono intervenuti ieri il ministro delle Finanze tedesco Peer Steinbrueck e soprattutto il ministro giapponese Shoichi Nakagawa che ne ha parlato direttamente al collega statunitense in uno degli incontri bilaterali che ieri hanno preceduto la cena d'avvio del summit. I primi colloqui a quattr'occhi Geitnher li ha avuti con i «padroni di casa», il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. Ministro e governatore ieri si sono presentati in singolare compattezza alla cena di discussione che si è svolta in serata a Villa Madama. Nel quadro della ricerca di soluzioni per la crisi finanziaria Tremonti ha illustrato la proposta italiana di definire un «Global legal standard». Draghi, intervenuto dopo di lui e dopo il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, si è detto d'accordo con Tremonti: «Condivido l'opinione del ministro che suggerisce al G7 di stabilire un insieme di regole base sulla trasparenza nella conduzione degli affari e sul funzionamento della finanza e dell'economia globale», ha affermato. Disegnando poi il percorso da fare per raggiungere gli standard globali ai vari livelli con l'integrazione dei principi elaborati in sede Ocse, Fmi, e Fsf, l'organismo che Draghi presiede. Si tratta di un processo non brevissimo e quindi ancora di una "proposta aperta" dell'Italia, che comunque ieri sera ha ricevuto il primo consenso dei partecipanti alla discussione. «C'è un deficit di regole, etica e principi. Ci sono deficit nelle banche, nell'economia e nei bilanci pubblici. Ma a mancare maggiormente non sono i capitali, ma regole e principi. C'erano prima della globalizzazione, dobbiamo rifarli ora» ha ripetuto ieri Tremonti. E la Francia ha chiesto controlli più stringenti sugli hedge funds, d'accordo con Italia e Germania. Il focus del vertice di Roma resta però l'allarme per la crisi che «ancora deve esprimere tutti suoi effetti negativi», come ha detto il direttore generale del Fmi Dominique Strauss- Kahn o che potrebbe determinare, guardando ai paesi più poveri, una «disastrosa crisi umanitaria » come ha avvertito il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick. I ministri e i governatori delle banche centrali del G7 ribadiranno nel comunicato finale del vertice la «priorità» dell'obiettivo di «riportare la stabilità » nell'economia mondiale, utilizzando tutti gli strumenti «per sostenere la crescita e l'occupazione » e «promuovendo ulteriori azioni per ripristinare la fiducia nei mercati» facendo salva la «lotta al protezionismo ». Mario Sensini Stefania Tamburello stampa |

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Geithner: Non faremo scelte protezionistiche (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 15-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 15/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Geithner: «Non faremo scelte protezionistiche» Il segretario Usa al Tesoro, alla prima uscita internazionale, rassicura tutti sulla clausola «buy american» ROMALa nuova amministrazione Usa tende la mano al mondo per scrivere assieme le regole comuni e superare la crisi economica e assicura che non ricorrerà a sistemi protezionistici. Al suo debutto nei vertici internazionali il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, è intervenuto a Roma per rassicurare i partner del G7 sulle intenzioni di lavoro comune degli Stati Uniti in quella che è la crisi «più ampia e profonda degli ultimi decenni» e per raffreddare le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta. Alla chiusura dei lavori del vertice, Geithner si è presentato alla stampa. «È imperativo che lavoriamo insieme per ristabilire le condizioni normali dell'economia e dei sistemi finanziari», ha detto Geithner che, pur riconoscendo la gravità della situazione è apparso animato da uno spirito positivo e da un cauto ottimismo proiettato al futuro senza accennare agli errori passati del sistema finanziario americano. Dopo aver ricordato la velocità della nuova amministrazione Obama nel dare una risposta alla crisi ha annunciato che «nelle prossime settimane la Casa Bianca presenterà delle misure nell'ambito della legge di bilancio che mirano a rendere più sostenibili le nostre politiche fiscali nel medio termine». Geithner assicura quindi che «tutti i Paesi si devono impegnare al libero commercio e le politiche di investimento, che sono essenziali alla crescita e alla prosperità economica». Il segretario smorza così i timori della vigilia sulle clausole denominate «buy american» a favore dei prodotti nazionali contenute nel piano di stimolo da 787 miliardi varato da Camera e Senato. La clausola del «buy american», ha assicurato Geithner verrà attuata nel «rispetto delle regole del libero commercio». Secondo Geithner «l'importante è trovare una strada comune per disegnare degli standard efficaci, e questo richiederà la stretta collaborazione di tutti» i Paesi. Infine, un riconoscimento alla Cina e al suo ruolo nello stabilizzare i mercati finanziari e nel rendere sempre più flessibile lo yuan, raffreddando così le polemiche accese con Pechino nelle scorse settimane.

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Con l'Unasur torna il sogno di Simon Bolivar L'unione dei 12 Paesi del Continente sancisce la fine della dottrina Monroe. Grandi progetti (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 15-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 15/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Sudamerica La via dell'integrazione Con l'Unasur torna il sogno di Simon Bolivar L'unione dei 12 Paesi del Continente sancisce la fine della dottrina Monroe. Grandi progetti Una manifestazione a favore dell'integrazione latinoamericana. Da sinistra si notano Esteban Silva Cuadra, il presidente nicaraguense Ortega e quello venezuelano Chavez Unione panamericana, Osa, Patto Andino, Mercosur, Alca, Unasur: tutte sigle che in tempi diversi, tra Paesi differenti e con modi propri definiscono vari tentativi di integrazione tra i Paesi sudamericani a partire da metà Ottocento fino ai giorni nostri. Come le grida manzoniane, il loro grande numero segnala l'obiettiva difficoltà di dare corpo a un autentico processo di unificazione politico-economica continentale. Uno dei problemi è che metà continente è di cultura indio-spagnola e l'altra metà, rappresentata dal Brasile (che copre da solo il 47% del territorio continentale) è lusitofona. Mancano, per ora, interessi strategici unificanti forti a parte quello, a suo modo molto potente, di rendersi autonomi dalla «protezione» statunitense. È quanto basta per cominciare un percorso, ma non è sufficiente per portarlo a compimento. Mercosur e Patto Andino In ogni caso, è questa istanza (l'emancipazione dagli Stati Uniti) a informare i tentativi di integrazione nati nel corso degli ultimi decenni. Nel 1969 viene fondato il Patto Andino tra Perù, Cile, Bolivia, Colombia, Ecuador e Venezuela (il Cile uscirà nel 1976 e il Perù si farà da parte nel 1992). Nel 1991 prende avvio il Mercosur, sull'esempio del Mercato comune europeo (il Mec), che comprende Argentina, Uruguay, Paraguay e, dal 2006, il Venezuela. Infine, il tornante più interessante si ha il 23 maggio 2008 quando a Brasilia viene fondato l'Unasur, alleanza continentale che congloba tutti i Paesi sudamericani con un ruolo più politico rispetto a quello essenzialmente commerciale e doganale del Mercosur. Si mira a una autentica integrazione regionale sul modello della Ue. Beninteso, unione delle patrie, alla De Gaulle, più che federazione alla Schumann o, restando in territorio latinoamericano, alla Simon Bolivar (anche se è il sogno del Libertador a ispirare il progetto). Non c'è dubbio che la fine delle dittature (negli anni Ottanta), il ritorno alla democrazia e la «simpatia» politica tra le capitali del Continente, quasi tutte guidate da Governi di centrosinistra, hanno dato forte impulso alle spinte aggregative. Unasur: grandi ambizioni, ma anche grandi problemi e difficoltà. L'America latina pensa in grande Intanto un dato, di notevole portata storica: la dottrina Monroe è andata in frantumi (si tratta del diritto autoproclamato dagli Stati Uniti, nel 1823, che tutto il continente americano debba cadere nella loro esclusiva area di influenza). Il «funerale» è stato celebrato il 4 e 5 novembre 2005 al vertice del Mar del Plata, in Argentina. In quell'occasione i Paesi del Mercosur affossarono definitivamente l'«Alca», la «Zona di libero scambio delle due Americhe», proposta nel 2001 dagli Stati Uniti (sede a Washington) come estremo tentativo, appunto, di dare ossigeno alla dottrina Monroe, ormai agonizzante. Successivamente, nel 2006/2007, lo stesso Bush, in due successivi incontri con il presidente Lula, ha preso atto che ormai il Latinoamerica e, soprattutto il Brasile, avevano acquisito statura e ruolo tali da poter (e dover) camminare con le proprio gambe (in quest'opera di emancipazione, occorre riconoscerlo, un ruolo fondamentale ha svolto Cuba, unico vero successo politico di Castro in un mare di fallimenti). Oggi l'Unasur sta pensando in grande. C'è in cantiere la Carretera Interoceanica, l'autostrada che collegherà il Perù, sul Pacifico, alla costa atlantica del Brasile: 2.600 chilometri. È già in costruzione: dovrebbe essere pronta nel 2012. C'è il Grande Gasoducto pensato da Chavez: un «tubo» di 80 cm di diametro che dovrebbe collegare il Venezuela all'Argentina e portare il gas «bolivariano» per 10mila km. Il più grande gasdotto del mondo (quello siberiano misura 5mila km). Spesa prevista: 20 miliardi di dollari. C'è il progetto di una moneta unica continentale. C'è il tentativo di costruire un comune sistema di difesa e sicurezza, una sorta di Nato del Sud che Chavez, un po' enfaticamente, ha già battezzato Sato (South american treaty organization). Tanta carne al fuoco. Brasilia nel ruolo di global player Ma non mancano i problemi. Quello di fondo fa perno sul Brasile. Questo Paese da solo occupa quasi la metà del Sudamerica e rappresenta il 50 per cento del Pil di tutta l'Unasur. È il terzo esporatore mondiale dopo Giappone e Germania e rappresenta la decima economia del Pianeta. Il Brasile ha la statura di vera potenza regionale, un «global palyer», un giocatore globale, al pari di India e Cina. La sua vocazione è di essere leader continentale. Questo fatto crea invidie e contrasti con altri due Paesi con vocazione di leadership: l'Argentina e il Venezuela. L'Argentina in questo momento non «pesa» a causa della sua debolezza dopo la bancarotta del 2001 (in parte risolta grazie al generoso prestito di 2,5 miliardi di dollari interessatamente messo a disposizione da Chavez). Resta il Venezuela, che, in questo contesto geopolitico e in questo momento, è il vero «contendente» del Brasile. Due galli nel pollaio, il cui antagonismo di fondo indebolisce tutta l'impalcatura dell'Unasur. Il pomo della discordia è l'energia. Il Venezuela punta tutto sul petrolio e sul gas, di cui è ricchissimo. Il Brasile punta invece sui biocarburanti di cui è leader mondiale assieme agli Stati Uniti. Ma i «biocarburanti» sono alternativi al petrolio. Le due fonti energetiche sono in concorrenza. Nel 2007 a San Paolo, Lula ha siglato con Bush il «patto dell'etanolo», al fine di promuovere, a livello bilaterale, la ricerca e la commercializzazione dei biocarburanti e, possibilmente al fine di trasformarli in «commodities». Nell'occasione Brasilia ha mostrato di avere più interessi comuni con Washington che con Caracas. In cambio la Casa Bianca ha accettato il rango del Brasile quale potenza regionale e partner strategico sui temi globali. Chavez non l'ha presa affatto bene. Lo stesso Grande Gasducto è di dubbia convenienza Di più. Il Brasile di Lula si presenta sul proscenio internazionale con panni moderati e con discreta affidabilità. Non altrettanto può dirsi dell'inventore del «socialismo del XXI secolo», Hugo Chavez. Il quale si è già ritagliato un ruolo di leadership autonoma creando l'associazione degli Stati «antimperialisti» (anti-Usa) denominata Alba: Alternativa bolivariana delle Americhe, che raggruppa Venezuela, Bolivia, Honduras, Nicaragua, Cuba e Dominica. E che progetta una sua moneta comune, il Sucre, in concorrenza con quella a cui pensa l'Unasur. Ma Lula, per tener buona l'ala sinistra del suo Partito dei lavoratori, ufficialmente non disdegna di dialogare anche con il Venezuela. E con tutti gli altri attori sudamericani. Ed è così che il 19 dicembre 2008, a Bahia, in Brasile, tutti i membri dell'Unasur e i Paesi del Caribe hanno creato un organo di cooperazione tra le Forze Armate che esclude gli Usa e che mira a creare un comune Consiglio regionale di difesa. Una sorta di Nato del Sud. È un altro colpo alla dottrina Monroe. Un altro momento di aggregazione continentale, che, tra alti e bassi, cerca di procedere. Claudio Gandolfo

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l'impegno del g7: no al protezionismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Centro, Il" del 15-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Gigi Furini L'impegno del G7: «No al protezionismo» Il vertice di Roma propone la riforma del Fondo monetario internazionale ROMA. Bisogna utilizzare tutti gli strumenti per sostenere la crescita e l'occupazione. Bisogna stabilizzare i mercati finanziari, ci vogliono azioni coordinate contro il protezionismo e, infine, bisogna riformare il Fondo monetario internazionale (Fmi). Il G7 si chiude con un elenco di buone intenzioni perchè «la crisi è grave e persisterà per tutto il 2009». Ora dalle parole si dovrà passare ai fatti perchè crescono i disoccupati, calano i consumi e le valute sono sempre troppo volatili. Il dollaro, l'euro e la moneta cinese che oscillano troppo velocemente non fanno bene alle imprese che devono poter programmare gli investimenti. Il G7 finanziario, promosso sotto la presidenza italiana, si è dato quattro mesi di tempo per elaborare un primo documento per regole comuni. E' stato Giulio Tremonti, e non da ora, ad avvertire che non basta inondare i mercati di miliardi di dollari se non ci sono regole certe. Perchè il rischio è di veder polverizzati gli interventi e ritrovarsi, fra pochi anni, al punto di partenza. Per questo le sette maggiori economie avanzate sono determinate «a ristabilire la piena fiducia nel sistema finanziario». Infatti siamo in presenza «di un grave deterioramento dell'economia globale, che ha già implicato significative perdite di posti di lavoro, e ci si attende che persista per tutto il 2009». I Paesi del G7 riaffermano anche la loro determinazione «a evitare misure protezionistiche e a non erigere nuove barriere che non farebbero altro che esacerbare la fase negativa». Crisi di fiducia. E' il ministro Tremonti a dire, per primo, che non siamo in presenzaa solo di una crisi finanziaria, ma anche di una crisi di fiducia. La gente non crede più alle banche, pensa ai suoi risparmi andati in fumo e se la prende con i governi che non hanno vigilato. «Credo - spiega Tremonti - che il punto fondamentale sia l'impegno fortissimo su nuove regole per un nuovo ordine economico coerente con la struttura del capitalismo e del mercato globale». Le regole. I ministri si sono dati quattro mesi di tempo per fissare un "legal standard". «Inizia - dice Tremonti - un'attività di assemblaggio di materiali politici ed economici. Vogliamo arrivare a formare un corpo di regole giuridiche ed economiche che devono introdurre fiducia ed evitare che, terminata questa crisi, lo sviluppo futuro porti alla crisi successiva». No al protezionismo. «Il protezionismo è oggettivamente un pericolo», dice Tremonti. E come la mettiamo con il "Buy American", cioè con la clausola inserita nel piano di stimolo all'economia Usa a favore dei prodotti nazionali? «Credo si tratti di uno slogan, più che di un disegno politico - risponde il ministro italiano - poichè vengono comunque ribaditi gli impegni all'interno del Wto (l'organizazione mondiale del commercio) che sono garanzia sufficiente per escludere effetti protezionistici». Il Tesoro Usa. Il G7 di Roma ha segnato il debutto di Timothy Geithner. Il neo segretario al Tesoro americano non ha usato mezze parole per parlare della crisi, descritta come «la più ampia e profonda degli ultimi decenni». Inoltre ha raffreddato le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta (era stata ancorata per legge al valore del dollaro, creando squilibrio sul mercato) Il Fmi. Il Fondo monetario sarà raffozato con risorse aggiuntive. «E' cruciale per rispondere in modo flessibile all'attuale crisi», dice Tremonti.

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dalla regione un premio all'originale progetto che fa dialogare paesaggio, antichità ed eventi (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 15-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

UN TEAM DI ARCHITETTI Dalla Regione un premio all'originale progetto che fa dialogare paesaggio, antichità ed eventi MARTIS. Il progetto "Il Parco Paleobotanico dell'Anglona nella città territoriale dell'acqua" ha vinto proprio in questi giorni uno dei premi del paesaggio, il concorso di idee indetto dalla Regione per la promozione di interventi di qualità paesaggistica e sostenibilità ambientale di opere di urbanistica, edilizia e infrastrutturale. La commissario ha dato una precisa motivazione. "L'attenta lettura delle valenze paesaggistiche del contesto di riferimento ha come esito il dialogo tra ambiti con elevati caratteri di unicità che vengono raccordati in un sistema dialettico. Tuttavia la materializzazione progettuale dell'idea di base appare caratterizzare il territorio in maniera predominate rispetto alla eccellenze paesaggistiche naturali e archeologiche da valorizzare". Il progetto è stato pubblicato recentemente nella rivista "Topos", la prestigiosa rivista internazionale di architettura che dedica il suo ultimo numero al rapporto tra la forma ed il concetto che sta dietro la forma (Concept and Form) e che raccoglie progetti provenienti dal Canada, Australia, Usa, Argentina, Cina, Olanda, Svezia, Spagna, Turchia, Israele e Germania. A rappresentare l'Italia su questo tema c'è proprio il lavoro dell'equipe di Vanni Maciocco. «Con economia di mezzi e senza trasformazioni fisiche irreversibili sono state realizzate delle macchine lignee territoriali - ha spiegato Maciocco - che estendono il concetto di convivialità urbana a tutto il territorio dell'Anglona che, per la sua geomorfologia e per i suoi paesaggi agrari, ha un valore assolutamente sovralocale». Una sorta di "città estesa" quindi costituita dai piccoli centri dell'Anglona che trova nella sua struttura territoriale una "vita di città" estesa sul territorio. «E' come se queste grandi macchine - sostiene Vanni Maciocco - siano gli strumenti di lettura che ci rivelano significati del territorio che sono invece assolutamente latenti e ci fanno capire cos'è in realtà questo territorio. Le aree realizzate attorno alle gallerie-ombrario sono state strutturate per ospitare eventi, manifestazioni o altro che potranno in questo modo tenersi persino in simultanea in simultanea così che comuni che in passato hanno guardato solo a se stessi possano guardare anche alle cose che hanno in comune». (m.t.)

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No degli Usa al protezionismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Economia Pagina 216 la proposta Debutto del segretario al Tesoro No degli Usa al protezionismo La proposta. Debutto del segretario al Tesoro --> La nuova amministrazione Usa tende la mano al mondo per scrivere assieme le regole comuni e superare la crisi economica e assicura che non ricorrerà a sistemi protezionistici per favorire la ripresa del paese. Al suo debutto nei vertici internazionali il neo segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, è intervenuto a Roma per rassicurare i partner del G7 sulle intenzioni di lavoro comune degli Stati Uniti in quella che è la crisi «più ampia e profonda degli ultimi decenni» e per raffreddare le polemiche sulla Cina e sul suo uso disinvolto della moneta. Alla chiusura dei lavori del vertice, Geithner si è presentato alla stampa con spirito dinamico e affabile dopo aver incassato i complimenti dei vertici di Bce, Commissione Europea e Eurogruppo. «È un buon oratore, franco e aperto» è stato il parere comune di Jean-Claude Trichet, Joaquin Almunia e Jean-Claude Juncker, mentre il ministro francese Christine Lagarde ha definito il suo un «ottimo debutto». LA COLLABORAZIONE «È imperativo che lavoriamo insieme per ristabilire» le condizioni normali dell'economia e dei sistemi finanziari, ha detto Geithner che, pur riconoscendo la gravità della situazione è apparso animato da uno spirito positivo e da un cauto ottimismo proiettato al futuro senza accennare agli errori commessi nel passato dal sistema finanziario americano. Dopo aver ricordato la velocità della nuova amministrazione Obama nel dare una risposta alla crisi ha annunciato che «nelle prossime settimane la Casa Bianca presenterà delle misure nell'ambito della legge di bilancio che mirano a rendere più sostenibili le nostre politiche fiscali nel medio termine». L'IMPEGNO Geithner assicura quindi che «tutti i paesi si devono impegnare al libero commercio e le politiche di investimento, che sono essenziali alla crescita e alla prosperità economica». Il segretario smorza così i timori della vigilia sulle clausole denominate ?Buy american? a favore dei prodotti nazionali contenute nel piano di stimolo da 787 miliardi di dollari che il presidente Obama firmerà nei prossimi giorni dopo l'approvazione di Camera e Senato. La clausola, ha assicurato Geithner, verrà attuata nel «rispetto delle regole del libero commercio». In particolare, il segretario al Tesoro si è detto «assolutamente concorde» sul fatto che «bisogna lavorare insieme ora per fare tutto il possibile per affrontare la crisi» con gli altri Paesi del G7 e del G20. «Bisogna iniziare un processo per ristabilire la fiducia attraverso degli standard più rigorosi». Al di là dei possibili modelli da adottare, ovvero quello europeo o quello americano, secondo Geithner «l'importante è trovare una strada comune per disegnare degli standard efficaci, e questo richiederà la stretta collaborazione di tutti» i Paesi. Inoltre, il segretario Usa ha sottolineato l'importanza di trovare le vie giuste per far funzionare il mercato del credito e realizzare «banche più robuste» oltre a garantire la trasparenza e far ripartire l'afflusso dei capitali privati.

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Possono i convegni (come il G7) salvare il mondo? il liberista (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 15-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Possono i convegni (come il G7) salvare il mondo? il liberista I Grandi della Terra si danno appuntamento, e che fanno? Fanno un dibattito, come i tanti altri di questi mesi segue dalla prima pagina Tremonti, tetragono con i gruppi di pressione, si è messo su un altro livello. Che sia stato percepito anche dai colleghi, è giusto. Dall'einaudiano conoscere per deliberare discende che, nell'ignoranza, è meglio star fermi. In quest'orgia di ipotesi e congetture sulle cause della crisi, Tremonti non ha fatto mancare le sue: ma non ha pensato di imbastirci una politica di governo, dimostrando più umiltà di tanti altri. Chi non lo ama, e sospetta che dietro le sue mosse ci sia un disegno politico più che una consapevole cautela, deve abbozzare. Il suo è un immobilismo virtuoso. Se popperianamente bisogna giudicare i prodotti e non gli autori, ha ragione Vito Tanzi, che nella fossa dei leoni della voce.info ha dato a Giulio quel che è di Giulio. «Sarebbe imprudente e molto rischioso tentare una espansione keynesiana o aumentare la spesa pubblica, se non marginalmente, per proteggere i più colpiti dalla crisi», ha scritto Tanzi lo scorso dicembre. «L'espansione potrebbe far aumentare il "rischio paese" in modo incontrollabile». Da un certo punto di vista, Tremonti ha replicato lo schema usato con "La paura e la speranza". Con quel pamphlet, il Colbert de' noantri aveva ridotto alla balbuzie i suoi avversari. È vero che in Italia le (poche) riforme liberali le ha fatte la sinistra. Ma è anche vero che le ha fatte di malavoglia, subendo il "vincolo esterno", cercando non nella modernizzazione del Paese di per sé, quanto in qualche "obiettivo civetta" (l'entrata nell'euro), l'appiglio a cui agganciarsi. Dopo dieci anni passati ad ingollare pane e globalizzazione come amara purga per i propri vizi ideologici, la sinistra si è trovata di fronte un nemico che dissotterrava parte del suo stesso armamentario storico (con tanto di laccate citazioni marxiane), proprio contro la globalizzazione. Oggi accade lo stesso. Ciampi, Prodi, Padoa Schioppa. Il vestito buono della gauche, in questo Paese, è il rispetto dei conti pubblici. È sotto quelle insegne, che l'antiberlusconismo si legittimava in società. Ricordate? Non si abbassino le tasse, che poi il piatto piange. Ma la religione del contenimento del debito non può valere solo contro la curva di Laffer. Ecco che Tremonti, non si sa se più per convinzione o per necessità, l'ha sfilata da sotto i piedi al Pd e ai suoi intellettuali, ferendo a morte i già esangui "liberisti di sinistra". L'unico vero antagonista che gli rimane è Mario Draghi. Il resto, è deserto. Questa è una buona cosa per il Paese? Certamente no. Il problema di Tremonti è quello di tutto il centro destra. La sua stella brilla solo perché il cielo è sgombro. Se va reso merito all'ostinazione con cui ha frenato l'espansione della spesa, entusiasmarsi per il Tremonti-pensiero è difficile. L'immobilismo virtuoso va bene come risposta di breve periodo. Già nel medio, bisogna avere un progetto. Nella speranza che non saremo tutti morti. Nel suo recente articolo sul Corriere della sera, Tremonti ha preannunciato le sue riflessioni sulla crisi, poi in qualche maniera condivise nel G7. I Grandi della Terra si danno appuntamento, e che fanno? Un convegno. Da cui escono auspici non diversi da quelli prodotti in tanti altri incontri pubblici, in questi mesi. Per non dire della confusione delle lingue. Si parla di "global legal standard": ma poi si dice che il deficit nelle banche è "etico e di regole". Solo che l'etica è una faccenda individuale, e le regole dovrebbero essere generali e astratte. Se manca l'etica, se l'avidità travolge ogni cosa, non c'è muro di norme che possa frenare questa marea. Siamo in Italia e lo sappiamo benissimo: fatta la legge, gabbato lo frate. Per credere che il problema sia "di regole", bisognerebbe ipotizzare che l'attività finanziaria si sia svolta sin qui in totale anarchia. L'innovazione finanziaria si è invece accompagnata con una accelerazione esponenziale della normativa, e un crescente peso della vigilanza. Le regole sicuramente non mancavano. Si può dire fossero sbagliate? In questo caso, per quale ragione si dovrebbe supporre che gli stessi processi da cui erano sortite regole sbagliate, oggi ne debbano produrre di giuste? Non al G7, ma a latere del G7, Tremonti ha sgranato di nuovo il suo ormai usuale rosario. Invettive contro gli hedge fund, contrapposti alle società per azioni (quando quasi tutti gli hedge fund sono società per azioni). Preci al conto capitale contro il conto economico. Richiami a una misteriosa etica del capitalismo, che sarebbe stata spazzata via dalla globalizzazione: il profitto che va bene solo all'interno dello Stato nazione. Il tutto in un curioso minestrone in cui "legale" e "morale" si rincorrono, si confondono e si azzannano come levrieri nella storia delle idee. Questo guazzabuglio è quanto di più coerente sia filtrato sulle pagine dei giornali, nei giorni del G7. «Può la politica salvare il mondo?», si chiedevano Alesina e Giavazzi nel sottotitolo del loro pamphlet. Perché la risposta sia chiara, giova riformulare la domanda. Possono i convegni salvare il mondo? di Alberto Mingardi 15/02/2009

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Charles Saatchi il guru <usa e getta> cerca talenti in tv (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 15-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Charles Saatchi il guru «usa e getta» cerca talenti in tv DECLINO. Da pubblicitario a collezionista «a tempo pieno» d'arte contemporanea: compra e rivende subito, «un fanatico dell'oggi». E se non basta, crea gli artisti «come Re Mida», ma le percentuali di successo non gli danno ragione. Per un Damien Hirst consacrato, in molti conoscono solo il fallimento. Ora ritenta la fortuna con un Reality per forgiare nuovi personaggi. Ma l'arte vera «si scopre non si cucina». di Francesco Bonami Charles Saatchi ricorda un orso dei cartoni animati e come ogni orso che si rispetti questo ebreo iracheno nato nel 1943 a Baghdad trapiantatro a Londra non ha altro interesse che quello di cercare il miele. Ma il miele che piace a Saatchi si chiama con un nome molto preciso «arte contemporanea». Ne è così ghiotto che è capace di farne scorpacciate incredibili. Lo chiamano il Citizen Kane del mondo dell'arte per il suo carattere scontroso e recluso, anche ora farà un Reality su i giovani talenti inglese come l'Apprendista di Donald Trump della televisione americana. Forse è per questo che il nostro amato Vittorio Sgarbi ora vuole anche lui partecipare al reality casareccio della Fattoria. Se un rispettato collezionista si abbassa a tanto, perché un critico d'arte non dovrebbe abbassarsi ancora di più strisciando sul pavimento della dignità. L'arte contemporanea a Londra prima di questa crisi che sembra diffondersi come la peste di Camus è uno dei temi più amati dalla stampa popolare di quotidiani e settimanali. Compete con musica, cinema e moda anzi più che competere compenetra questi campi creando quella nuvola tossica del "glamour" che a Londra è più densa che in nessuna altra parte del mondo. Saatchi è diventato prima famoso fondando l'agenzia pubblicitaria Saatchi & Saatchi insieme a suo fratello Maurice nel 1970 oggi diventata un impero anche se non più di sua proprietà. Da pubblicitario si è poi trasformato in collezionista a tempo pieno tanto che molti dicono non sia solo un collezionista ma anche un mercante visto che quello che compra poi al momento di solito giusto lo rivende con enormi guadagni, basti pensare allo squalo in formaldeide di Damien Hirst comprato per 90,000 dollari nel 1992 e poi rivenduto ad un collezionista americano per 13 milioni di dollari. Ma questo è uno dei suoi tanti affari. Anche se la sua foga di comprare e vendere a volte lo frega. Il coniglio di Koons , quello famoso di acciao inossidabile, lo comprò per due soldi nel 1986 rivendendolo a metà degli anni ?90 per 900 mila dollari sempre ad un americano . Sembrava un cifra esorbitante. Qualche mese fa con l'assalto alla carovana di Wall Street ancora in corso una dei tre esemplari di quel coniglietto è stato venduto a un anonimo compratore per 80 milioni di dollari. Ma Saatchi non ha rammarichi: il suo metodo in fondo è diverso da quello di un collezionista vecchia maniera che compra per costruire un patrimonio culturale, lasciando poi un'eredità e una storia. Saatchi non crede nell'immortalità della cultura ma è un fanatico dell'oggi, del momento, della zampata giusta al momento giusto. Re Mida lo chiamano anche se è una questione di punti di vista e di percentuali. Per ogni Damien Hirst diventato ci sono centinaia di altri artisti usati e gettati. La prima opera d'arte comprata da Saatchi nel 1973 era dell'artista inglese David Hepher uno sconosciuto sul quale il tocco di Mida non ha funzionato. Cosi per tanti altri. La mostra Freeze, che nel 1988 fu il punto di partenza del tornado dei Yba, Young British Artists, fra i quali Damien Hirst e dalla quale Saatchi, fino ad allora concentrato sull'arte americana e sulla pittura del neo-espresionismo tedesco e la Transavanguardia, iniziò a pescare comprendeva sedici artisti. Di questo gruppetto solo pochi sono sopravvissiuti alla moda,al tempo e al mercato. Il suo ideatore Angus Fairhurst si è tolto la vita tragicamente lo scorso anno senza aver mai potuto raggiungere la notorietà e la ricchezza di amici come Sarah Lucas , Gary Hume e il solito Damien Hirst. Sandro Chia, una delle memorabili tre C, gli altri sono Cucchi e Clemente, della Transavanguardia ha accusato Saatchi di avergli rovinato la carriera mettendo in vendita di colpo tutte le opere che aveva in collezione facendo crollare il mercato. In realtà la storia non sta proprio così. Il collezionista londinese aveva solo sette lavori del pittore italiano che vendette a ottimi prezzi in modo discreto attraverso i mercanti dell'artista. La responsabilità di Saatchi nel declino di Chia è limitata. Ma tuttavia nel mondo dell'arte è sempre necessario un "cattivo" contro cui scagliarsi quando le cose vanno male e a Saatchi questo ruolo volente o nolente viene appioppato spesso. La teoria della cospirazione è uno dei paracaduti più comuni usati da artisti, curatori e critici per giustificare i propri insuccessi. Se c'è però uno fin troppo ecumenico questo è invece proprio Saatchi. Il suo sito internet è una banca data incredibile. Si può trovare la documentazione su centinaia di artisti di tutto il mondo. La qualità certo non è diffusa ma l'informazione su cosa è meglio evitare di conoscere più a fondo nel mondo dell'arte è vasta. Il successo di Saatchi si basa sulla teoria dei grandi numeri. Se compri 100 artisti cinesi è possibile che tre siano dei grandi artisti. Se compri 20 lavori per ognuno di questi tre artisti è probabile che ti ritrovi nelle mani un capolavoro che ti ripagherà di quello investito nelle altre chiamiamole "fregature". I grandi nomi sopravvissuti alle mandibole di Charles, come un tempo veniva chiamato il collezionista da quelli che volevano far credere fosse un loro intimo, sono alla fine della giornata molto pochi, Koons, Hirst, Doig, Lucas, Chapmans, Ofili. Il problema di Saatchi è un problema comune a molti collezionisti, critici e curatori. Ovvero quello di pensare in base ai successi ottenuti di essere dei creatori di talenti e non degli scopritori. Nessun collezionista, nessun critico e nessun curatore può creare un grande artista. Al massimo può avere la fortuna e il fiuto di scoprirlo. Illudersi di avere il potere di inventarsi un Picasso o un Hirst è il peggior difetto di qualsiasi professionista dell'arte contemporanea. Il fenomeno dei Yba che ha definitivamente stabilito la fama e il potere di Saatchi nel sistema dell'arte fu un fenomeno basato su tre componenti che difficilmente si potranno verificvare ancora. La prima componente fu la nascita di un gruppo di artisti innovativo. La seconda la presenza di un collezionista, Saatchi appunto, capace di capire questo potenziale di investirci sopra. Terza e ultima ragione del successo dei Yba la nascita di una nuova rivista, Frieze, capace di fare da cassa di risonanza alle idee e al lavoro di questi artisti. Dopo i Yba e la mostra Sensation alla Royal Accademy di Londra che santificò la giovane arte inglese ma che ne segnò anche i limiti, Charles Saatchi non ne ha più in realtà azzeccata una. Il credersi onnipotente lo ha assottigliato la sua capacità di intercettare il genio e il capolavoro. La costante overdose di arte ha riportato il collezionista nei panni del pubblicitario, novità dipendente e incapace di selezionare la qualità e la rarità delle opere d'arte. In questa mattanza da un paese all'altro da un medium all'altro molti grandi talenti degli ultimi dieci anni sono sfuggiti agli arpioni di questo capitano Achab dell'arte contemporanea. Passato dalla pittura alla scultura dalla Cina al Mondo Arabo Saatchi ha fatto confusione fra linguaggio e geografia, fra vere idee e divertente folclore. È un peccato perché la sua passione e la sua energia hanno fatto un gran bene alla diffusione dell'arte contemporanea. Paradossalmente da cacciatore Charles Saatchi è diventato preda del suo stesso gioco. La sua terza moglie, la maestra di cucina televisiva Nigella Lawson, potrebbe ricordargli che troppi cuochi rovinano la minestra. Anche se nel suo caso si dovrebbe dire che troppe minestre hanno rovinato il cuoco. 15/02/2009

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Brucia la città. Ma YouTube che c'entra? (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 15-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Feb 0915 Brucia la città. Ma YouTube che c'entra? Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 19:17 in globalizzazione Due ragazzi si danno fuoco per apparire su YouTube. Guardarsi e farsi guardare in uno schermo. Il dito puntato contro "internet". Poche riflessioni sul mutamento profondo nelle generazioni italiane. Leggevo un capitolo dell'ultimo libro di Giuseppe Culicchia, Brucia la città. Si intitola "YouTube". La voce narrante è Iaio, un dj: ha appena saputo che su YouTube c'è un suo video in cui vomita "addosso a una spastica". Lui non ricorda di averlo fatto. "Vado su YouTube, digito il mio nome. Vengono fuori i soliti video in cui suono al Tortuga o da qualche altra parte, e anche quello in cui parlo ubriaco con Samuel dei Subsonica a proposito dei suoi cappellini. Ma il primo della lista, il più recente e anche il più cliccato, è il filmato a cui si riferiva Zombie. Titolo: ANNEGA LA SPASTICA. Clicco anch'io. Guardo. Poi vado ai commenti: ke kaldo Iaio kosì si fa! tigrearkan84 Ah ah ah questa sì ke è club culture!! bobtheboss Suonasse come vomita sarebbe il nostro Number One! kkk Ma ke figo!!! Dmn in klasse tutti a sbroccare sul mostro!!! Susy91 (...) Scorro velocemente tutti gli altri, più o meno una ventina. Be', alla fine sono tutti molto positivi, a parte quello di kkk che dice Suonasse come vomita: di fisso è un invidoso del giro djistico". Forse YouTube è l'ultimo dei problemi, di questi tempi...

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