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Report "Globalizzazione"   12-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

"È troppo presto per dare la mano a Barack Obama" ( da "Stampa, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Non solo le potenze occidentali, ma anche Cina e Russia hanno votato le sanzioni contro l'Iran. «Almeno dieci membri del Consiglio di sicurezza ci hanno spiegato di aver votato contro di noi su pressione dei governi americano e britannico. Crediamo che non si possa gestire il mondo in questo modo.

Nordcorea: Lunedìvoto condanna test missilistico all'onu ( da "KataWeb News" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più il Giappone hanno raggiunto un'intesa su una bozza che hanno trasmesso agli altri nove Stati membri. Il testo è frutto della mediazione tra Tokyo e gli Usa, che già la sera del 5 puntavano a una nuova "risoluzione" di condanna, atto ben più rilevante della semplice dichiarazione (

Un sorriso ed una speranza per ogni nuova tenda ( da "Giornale di Brescia" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in primo piano Un sorriso ed una speranza per ogni nuova tenda È sorto in poche ore, a Monticchio, il secondo campo della Protezione civile bresciana, che ospita 250 sfollati Emanuele Turelli, portavoce della Protezione civile bresciana, ieri al rientro in città, con la figlioletta BRESCIALa speranza dell'Abruzzo è fatta anche di piccole cose. Un pasto caldo in una notte gelida.

Negozianti cinesi in città Buffoni: controlli a tappeto ( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Non possiamo certo chiuderci alla concorrenza o negare i fenomeni di globalizzazione, ma essa deve essere fatta con regole uguali per tutti». «Siamo di fronte ad una invasione di prodotti provenienti dalla Cina - denuncia Marina Buffoni - che hanno introdotto una concorrenza sleale che compromette settori trainanti della nostra economia».

Carissimi fratelli e sorelle, qual è l'augurio più bello che posso farvi a Pasqua? Vi... ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: per adeguare i sistemi organizzativi, finanziari, formativi e di protezione sociale alle nuove condizioni del lavoro e per fornire adeguati supporti alle crescenti esigenze di mobilità. Nell'attuale contesto globalizzato è indispensabile che le imprese, piccole o grandi che siano, stabiliscano tra di loro rapporti di collaborazione.

una fregata a caccia dei corsari venti di guerra nel mare d'africa - fabio scuto ( da "Repubblica, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla Cina alla Russia, dall´India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force "150" e "151", entrambe a guida Usa, o come la flotta Nato "Snmg1", oppure unità inviate da singoli Paesi ma solo difesa degli interessi nazionali.

Dopo Obama anche la Cina: segnali positivi all'orizzonte ( da "Unita, L'" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Obama anche la Cina: segnali positivi all'orizzonte MARCO TEDESCHI Da un capo all'altro del mondo cercansi segni di ripresa. Di «barlumi di speranza» parlava l'altro giorno il presidente Usa, Barack Obama. Ieri era il premier cinese Wen Jiabao a diffondere notizie incoraggianti alla fine del summit dei leader asiatici a Pattaya: l'economia cinese starebbe rivelando segnali positivi,

l'europa dimenticata nella corsa alle elezioni - nino alongi ( da "Repubblica, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: vecchio continente di essere ancora protagonista nel contesto di un mondo globalizzato, pervaso da spinte diverse e spesso contrastanti, e di difendersi dalle crisi mondiali, ultima quella finanziaria che stiamo vivendo. Tra il personale politico che in queste settimane sta organizzando nell´Isola la campagna elettorale, fa bella mostra il presidente della Regione Raffaele Lombardo.

trent'anni di devozione in scatti d'autore ( da "Repubblica, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che affiora ora nelle testimonianze delle ritualità di ieri, ora nella festa ormai globalizzata. Nel mezzo resiste a fatica, ma resiste, il senso della tradizione: a dimostrarlo proprio due scatti della Galli che, a venticinque anni di distanza l´uno dall´altro, raffigurano l´immagine di San Nicola nelle formelle di pane realizzate nella città vecchia.

L'origine del capitalismo Stato, Mercato e Chiesa ( da "Riformista, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione e la tecnofinanza hanno messo in crisi uno dei pilastri della cultura economica occidentale: il profitto del commerciante o del banchiere si giustifica perché il suo lavoro serve alla società. Lo spiega Paolo Prodi nel suo ultimo libro.

ROMA - Staccano assegni con cifre a tre zeri. Sono di un'altra Italia, un altro Abruzzo, e hann... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Soprattutto raccogliendo fondi per la ricostruzione. Si considerano americani, inglesi, australiani, quindi italiani e infine abruzzesi, nelle origini, nella lingua e a volte solo nel cibo della nonna. E in tempi di globalizzazione è la sola cosa che conta. Smocovich e Serafini a pag.31

Terra più calda, diplomazia verde ( da "Corriere della Sera" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: emissioni La Cina ha superato di poco gli Usa nella classifica dei gas serra. E tra i due Paesi ci sono accuse e ritorsioni Terra più calda, diplomazia verde Le previsioni: possibile aumento di 5 gradi entro il 2050 Prove di dialogo in vista del nuovo protocollo di Kyoto D a qualche tempo alcune compagnie americane rifiutano di rinnovare le polizze assicurative ai proprietari di case.

ROMA È diventato forse il tratto di mare più pericoloso del mondo, ma il Golfo di Aden &#... ( da "Messaggero, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali:

Sicurezza a ( da "Nazione, La (Prato)" del 12-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: lo stato attuale della globalizzazione e le sue nuove sfide. «Identità e Multiculturalità» è un progetto che si propone di favorire diffusione e condivisione di un confronto culturale nella nostra realtà connotata da un forte flusso migratorio; un tentativo di lavorare sulla caratterizzazione identitaria per riconoscersi parte integrante di un contesto,

Protezione civile, in quaranta fino a giugno Preziosa opera dei volontari reggiani ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della Protezione civile provinciale che venerdì era a Villa Sant'Angelo dell'Aquila insieme ai 40 volontari reggiani di protezione civile che sono dispiegati nel campo base e alternandosi vi rimarranno fino a giugno. «Ho visto nella gente il terrore che ha provato - riferisce Ballarini - ho incontrato persone che sono riuscite a salvarsi e hanno visto le case di fronte crollare,

Ancora in ostaggio il comandante Usa ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 12-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per questo oltre al gruppo navale europeo operano nella zona altre formazioni provenienti dagli Stati Uniti e dal Giappone, dalla Cina e dall'India, dalla Russia e dall'Indonesia. E non per tutti le regole d'ingaggio sono uguali e quindi non mancano vere e proprie battaglie. Come quella che Sarkozy ha lanciato nella sfortunata difesa del veliero francese.

Una fregata a caccia dei corsari venti di guerra nel Mare d'Africa ( da "Repubblica.it" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force "150" e "151", entrambe a guida Usa, o come la flotta Nato "Snmg1", oppure unità inviate da singoli Paesi ma solo difesa degli interessi nazionali.

Ahmadinejad: "Obama, basta parole" ( da "Stampaweb, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Non solo le potenze occidentali, ma anche Cina e Russia hanno votato le sanzioni contro l'Iran. «Almeno dieci membri del Consiglio di sicurezza ci hanno spiegato di aver votato contro di noi su pressione dei governi americano e britannico. Crediamo che non si possa gestire il mondo in questo modo.

a difesa dei commerci ( da "Avvenire" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in tutto sono almeno una trentina i Paesi dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali:

23:21 NORDCOREA: LUNEDI' ONU CONDANNERA' TEST MISSILISTICO ( da "Agi" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) piu' il Giappone hanno raggiunto un'intesa su una bozza che hanno trasmesso agli altri nove Stati membri. Il testo e' frutto della mediazione tra Tokyo e gli Usa, che gia' la sera del 5 puntavano a una nuova "risoluzione" di condanna, atto ben piu' rilevante della semplice dichiarazione (

La fregata Maestrale in soccorso della nave ( da "Corriere Adriatico" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali:

Protezione civile, piano per la sede ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Protezione civile, piano per la sede Pronto il progetto esecutivo per l'edificio di via Troiat. Trecentomila euro di spesa Domenica 12 Aprile 2009, Azzano Decimo Sono partiti alle 22 di venerdì altri quattro volontari della Protezione civile per dare il cambio a quelli impegnati in Abruzzo già dal 6 aprile.

MONASTIER Protezione civile Si inaugura la nuova sede ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: MONASTIER Protezione civile Si inaugura la nuova sede Domenica 12 Aprile 2009, Monastier Inaugurazione sede della Protezione Civile nel parco Interverrà anche il sottosegretario al Ministero dell'Interno, on. Francesco Nitto Palma, all'inaugurazione della sede della Protezione Civile di Monastier, che si terrà venerdì prossimo 17 aprile alle ore 11.

I Vini Vicentini protagonisti al Vinitaly con Asiago, sopressa e grappe ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina. In calo, come era abbastanza prevedibile, i paesi più colpiti dalla crisi: Usa, Inghilterra, Germania e Giappone. Gli operatori hanno ancora una volta dimostrato di gradire quei prodotti che implicano anzitutto un'attenta selezione della materia prima ma anche l'eccellenza nella lavorazione e la volontà a individuare sempre nuove nicchie di mercato.

La fregata Maestrale in aiuto ai 30 Paesi già schierati ( da "Gazzettino, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali:

Un grazie ai volontari in Abruzzo Mi sento inutile in questo angolo d'Italia, posso solt... ( da "Gazzettino, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la globalizzazione. I flussi di capitali dai Paesi occidentali a quelli in via di sviluppo stanno crollando: tra il 2007 e il 2009 sono calati dell'82%. Per conto sono da record i flussi di capitali verso gli Stati Uniti e l'Europa; pertanto siamo costretti a domandarci se oggi si stiano semplicemente aggiustando gli squilibri del passato,

La Protezione ha il deposito ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Protezione ha il deposito Domenica 12 Aprile 2009, Cinto Caomaggiore (M.M.) Inaugurato il nuovo magazzino comunale della Protezione Civile. Anche se l'edificio sorge in zona industriale, in via Leonardi da Vinci 11, la festa è stata in piazza non solo per la spettacolare esibizione dei vigili del fuoco di Portogruaro nel loro saggio dimostrativo,


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"È troppo presto per dare la mano a Barack Obama" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

"È troppo presto per dare la mano a Barack Obama" Presidente Ahmadinejad, tre settimane fa Barack Obama si è rivolto in un video alla nazione iraniana. Come ha accolto il discorso del presidente americano? «In modo ambivalente: alcuni passaggi erano nuovi, altri ribadivano posizioni note da tempo. È positivo che abbia posto l'accento sul rispetto reciproco e sull'onestà dei rapporti come fondamento della collaborazione. Il grande errore di George W. Bush è stato quello di voler risolvere tutti i problemi per via militare. È finito il tempo in cui si potevano impartire ordini agli altri popoli». Obama ha parlato di un nuovo inizio nelle relazioni degli Stati Uniti con l'Iran e le ha teso la mano. «Accogliamo con favore i cambiamenti, ma finora non ci sono stati». Lei presenta sempre delle richieste, ma sono la sua politica e le catastrofiche relazioni dell'Iran con gli Usa a minacciare la pace nel mondo. Qual è il suo contributo alla distensione? «Appoggiamo colloqui sulla base dell'onestà e del rispetto. Questa è stata sempre la nostra posizione. Aspettiamo che Obama annunci i suoi piani per poterli analizzare». Il mondo la pensa diversamente: l'Iran deve agire e mostrarsi disposto a fare delle concessioni. «Dov'è il mondo di cui parlate? Cosa dobbiamo fare?». I governi occidentali sono convinti che l'Iran sostiene delle organizzazioni terroristiche. «Noi non compiamo nessuna azione terroristica, ma siamo vittime del terrorismo. Negli anni scorsi abbiamo contribuito alla stabilizzazione sia in Afghanistan che in Iraq. E mentre noi davamo il nostro contributo, l'Amministrazione Bush ci accusava del contrario. Credete che si possano risolvere i problemi con la forza militare e le invasioni? La strategia dell'America e della Nato non era sbagliata sin dall'inizio? Abbiamo sempre detto che non si possono combattere i terroristi in questo modo; oggi sono più forti che mai. Gli americani devono correggere il loro corso. Vedete dei segnali che ciò stia accadendo? Ci sono cambiamenti nella scelta dei termini, ma questo non basta». Il suo atteggiamento verso il nuovo governo Usa è impregnato di diffidenza. «Parliamo con grande rispetto di Barack Obama. Ma siamo realisti. Vogliamo vedere dei cambiamenti. Vogliamo aiutare a correggere una politica sbagliata in Afghanistan». Che cosa vuol fare? «Finora sono stati spesi più di 250 miliardi di dollari per la missione militare. Con quella cifra si potevano realizzare fabbriche, fondare università, costruire strade e coltivare terreni». Obama punta di più sulla ricostruzione civile, ma crede anche che bisogna agire militarmente contro i radicali che vogliono impedire tale ricostruzione. «Questa nuova politica di Obama è sbagliata. Gli americani non conoscono la regione, la percezione dei vertici della Nato è sbagliata». Se gli Usa si ritirassero dall'Iraq probabilmente la situazione di sicurezza in quel Paese peggiorerebbe. Lei riempirà il vuoto di potere nel vicino Iraq? «Crediamo che il popolo iracheno sia in grado di provvedere alla propria sicurezza e sosterremo qualunque forma di governo sceglieranno». L'Iran è sospettato di costruire la bomba atomica col pretesto della ricerca per scopi civili. Quattro risoluzioni Onu vi invitano a sospendere l'arricchimento dell'uranio. Perché non lo fate? «Questa discussione è superata. I 118 Paesi del Movimento dei non-allineati ci sostengono tutti, così come 57 Paesi dell'Organizzazione della Conferenza islamica. Se un paio di Paesi sono contro di noi non potete certo dire che si tratta del mondo intero». Il Consiglio di sicurezza dell'Onu è contro di Lei. Non solo le potenze occidentali, ma anche Cina e Russia hanno votato le sanzioni contro l'Iran. «Almeno dieci membri del Consiglio di sicurezza ci hanno spiegato di aver votato contro di noi su pressione dei governi americano e britannico. Crediamo che non si possa gestire il mondo in questo modo. Si devono rispettare tutti i popoli e conceder loro gli stessi diritti». Di quale diritto si sente privato l'Iran? «Se una tecnologia è utile, dovrebbero averla tutti; se è negativa, nessuno. La composizione del Consiglio di sicurezza e il diritto di veto sono conseguenze della Seconda guerra mondiale, che è finita oltre sessant'anni fa. Tale composizione va cambiata». Anche l'Iran dovrebbe essere un membro permanente? «Se nel mondo ci fosse giustizia, anche l'Iran dovrebbe sedere nel Consiglio di sicurezza». L'Agenzia internazionale per l'energia atomica può allora risparmiarsi ogni discussione con l'Iran? Non ci sarà nessuno stop dell'arricchimento dell'uranio? «Credo che a Vienna siano già giunti a questa conclusione». L'Iran ha mascherato, ingannato, fuorviato e suscitato così la diffidenza del mondo. «È una grossa bugia! Abbiamo collaborato con l'Agenzia per l'energia atomica. Non abbiamo nessun interesse a costruire l'arma atomica». Lei è uno degli attori più potenti nella regione, perché è un antesignano della causa palestinese. «Noi difendiamo soltanto i diritti fondamentali dei palestinesi oppressi. La nostra proposta per risolvere il conflitto in Medio Oriente è che possano decidere da soli del loro futuro in un referendum libero». Se la maggioranza dei palestinesi votasse a favore dei due Stati, anche lei dovrebbe riconoscere Israele. «Il regime sionista è il risultato della Seconda guerra mondiale. Che cosa c'entra il popolo palestinese con tutto questo? Credo si debba affrontare il problema alla radice». "Affrontare il problema alla radice" significa cancellare Israele? «Significa esigere i diritti del popolo palestinese. Ma non vogliamo parlare anche della Germania? Credete che il popolo tedesco sia dalla parte del regime sionista? Credete che si possa organizzare in Germania un referendum su questo punto? Se autorizzaste un simile referendum scoprireste che il popolo tedesco odia il regime sionista». Copyright Der Spiegel

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Nordcorea: Lunedìvoto condanna test missilistico all'onu (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nordcorea: Lunedìvoto condanna test missilistico all'onu 11 aprile 2009 alle 23:45 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Lunedì il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite voterà una "dichiarazione" di condanna del test missilistico effettuato dalla Corea del Nord il 5 aprile scorso e valuterà un aggiustamento delle sanzioni in vigore. Lo ha annunciato il presidente di turno dell'organo esecutivo del palazzo di vetro, il messicano Claude Heller secondo cui i 5 membri permanenti (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più il Giappone hanno raggiunto un'intesa su una bozza che hanno trasmesso agli altri nove Stati membri. Il testo è frutto della mediazione tra Tokyo e gli Usa, che già la sera del 5 puntavano a una nuova "risoluzione" di condanna, atto ben più rilevante della semplice dichiarazione (che comunque richiede l'unanimità), e le posizione di Mosca e Pechino, che alla fine hanno prevalso.Il testo stabilisce che il Consiglio "condanna" il lancio perché "in contrasto con la risoluzione 1718 del Consiglio" che proibisce a Pyongyang esperimenti nucleari o test missilistici e impone -- nuovamente -- "che la Corea del Nord si astenga da qualsiasi nuovo lancio". La bozza non prevede in sostanza nuove sanzioni ma si limita ad un "aggiustamento" delle misure fin quì adottate contro Pyongyang con la risoluzione 1718. In sintesi entro la fine del mese saranno attuate le misure previste dal provvedimento (approvato il 14 ottobre 2006 dopo il fallito lancio di un altro missile e l'esplosione del primo ordigno atomico nordcoreano) ma mai attuate per non compromettere la distensione con Pyongyang: saranno individuate nel dettaglio le società nordcoreane i cui conti e beni all'estero saranno congelati. AGI

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Un sorriso ed una speranza per ogni nuova tenda (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 12/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Un sorriso ed una speranza per ogni nuova tenda È sorto in poche ore, a Monticchio, il secondo campo della Protezione civile bresciana, che ospita 250 sfollati Emanuele Turelli, portavoce della Protezione civile bresciana, ieri al rientro in città, con la figlioletta BRESCIALa speranza dell'Abruzzo è fatta anche di piccole cose. Un pasto caldo in una notte gelida. Una coperta in più per riparare il sonno dall'angoscia serpeggiante. La speranza è una tenda, e un'altra ancora. Dieci, venti, trenta tende, che sorgono fino a riempire un prato, un piazzale. È successo a Monticchio, dove in una manciata di ore i volontari della Protezione civile bresciana hanno approntato un secondo campo per gli sfollati. Una città nella città, in grado di accogliere fino a 250 persone. «L'allestimento del nuovo campo - racconta il portavoce della Protezione civile bresciana, Emanuele Turelli, rientrato in città ieri mattina dopo aver trascorso cinque giorni in Abruzzo - ha portato una ventata di ottimismo fra gli sfollati. Molte persone, che fino a venerdì avevano trovato riparo nelle automobili o erano stati costretti a vagare alla ricerca di una branda fra le tendopoli, hanno finalmente trovato rifugio a Monticchio. Nel nuovo campo, oltre a 250 posti letto, trovano spazio tendoni polifunzionali, una cucina perfettamente attrezzata e i bagni. Gli abruzzesi sono gente stupenda. Hanno una grande dignità e hanno contribuito, nonostante la stanchezza e la disperazione, all'allestimento del campo». Fra chi parte, chi arriva e chi tenta la «fuga» per tornare a presidiare le abitazioni semidistrutte, è tempo di ritorni anche per i volontari bresciani. Per gli uomini della Protezione civile comincerà domani il turn over che riporterà nel Bresciano una parte degli uomini di stanza a Bazzano e Monticchio. Contemporaneamente partiranno altri volontari, altre squadre per sostituire chi ha condiviso per quasi una settimana il gelo, il terrore e la fatica della popolazione abruzzese. «Non varierà la consistenza delle forze impegnate - conferma Turelli - e per ogni volontario di ritorno a Brescia ci sarà un sostituto in partenza per l'Abruzzo». In procinto di partire, anche l'assessore provinciale alla Protezione civile Corrado Scolari che, dopo aver coordinato le operazioni da Brescia, si metterà in marcia lunedì sera per raggiungere i campi dove operano i «suoi» volontari e dove si fermerà qualche giorno. Intanto ieri sera, nelle piccole città di fortuna, don Roberto Ferazzoli, cappellano della Protezione civile, ha celebrato con gli sfollati la prima Messa pasquale. Un'altra funzione sarà celebrata questa mattina fra Bazzano e Monticchio. i. ro.

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Negozianti cinesi in città Buffoni: controlli a tappeto (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Negozianti cinesi in città Buffoni: controlli a tappeto CONEGLIANO. Cinquantacinque attività commerciali cinesi in città: il capogruppo di An Marina Buffoni lancia un appello alla giunta affinchè «l'istituzione ponga in essere tutte le attività di controllo a tutela dei consumatori e affinchè la polizia locale svolga tutte quelle verifiche di regolarità dal punto di vista igenico-sanitario, sulle merci in vendita. E' impensabile che queste attività entrino a far parte dell'Ascom di Conegliano - afferma Buffoni - perché le differenze tra le imprese aderenti sono molteplici. Anzitutto bisogna chiarire il tipo di merce che entra di colpo nel nostro mercato, come il luogo di produzione, i materiali con cui è composta, quali tessuti sono stati usati, ecc. Non possiamo certo chiuderci alla concorrenza o negare i fenomeni di globalizzazione, ma essa deve essere fatta con regole uguali per tutti». «Siamo di fronte ad una invasione di prodotti provenienti dalla Cina - denuncia Marina Buffoni - che hanno introdotto una concorrenza sleale che compromette settori trainanti della nostra economia».

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Carissimi fratelli e sorelle, qual è l'augurio più bello che posso farvi a Pasqua? Vi... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 12 Aprile 2009, Carissimi fratelli e sorelle, qual è l'augurio più bello che posso farvi a Pasqua? Vi auguro la solidarietà e la speranza. Perché per vivere abbiamo bisogno innanzitutto di non essere lasciati soli nel momento della prova. E poi abbiamo bisogno di speranza. E oggi la nostra speranza è messa a dura prova. Il futuro si presenta come una sfida. Molti non reggono alla fatica di vivere. Il dolore, il male del mondo ci arriva in casa a valanga: al mattino attraverso le notizie dei quotidiani, alla sera attraverso le immagini del telegiornale. In questi giorni, poi, siamo rimasti sgomenti davanti le scene strazianti provocate dal terremoto dell'Abruzzo. Per le oltre 280 vittime, che hanno perso la vita in quel drammatico terremoto, elevo al Signore la preghiera di suffragio. Agli oltre mille feriti e alle decine di migliaia di famiglie, rimaste senza casa o con la casa inagibile, esprimo tutta la mia solidarietà. Vogliamo essere vicini a loro, oltre che con i nostri numerosi volontari, con le nostre offerte. Ma assieme a questo dramma, continua a preoccuparci sempre di più la grave crisi economica mondiale, che sta avvolgendo anche l'Italia, compreso il nostro Polesine. Per tante famiglie che hanno perso o rischiano di perdere il posto di lavoro, la preoccupazione per il domani diventa sempre più angosciante. In questo frangente, per essere vicini concretamente a queste famiglie, ho voluto dare vita giovedì scorso a un "fondo straordinario di solidarietà", che sarà composto dalle offerte delle parrocchie, dal contributo della Fondazione della Cassa di risparmio di Padova e Rovigo e dalle offerte di singoli cittadini e di quegli enti pubblici e privati che decideranno di sostenerlo. Sono ben consapevole che questa iniziativa è ben lontana dal risolvere i problemi economici delle famiglie in grave difficoltà. Essa è solo un "piccolo" segno di vicinanza, di accompagnamento e di solidarietà della Chiesa diocesana e di tutte le persone e istituzioni di buona volontà verso coloro che versano in particolari situazioni di necessità. Per risolvere la grave crisi economica in atto è necessario che quanti hanno responsabilità politiche, economiche, finanziarie, sindacali e capacità imprenditoriali collaborino insieme e ricerchino le modalità per salvare i posti di lavoro, per creare nuove forme di occupazione, per attivare nuovi modelli di sviluppo, per adeguare i sistemi organizzativi, finanziari, formativi e di protezione sociale alle nuove condizioni del lavoro e per fornire adeguati supporti alle crescenti esigenze di mobilità. Nell'attuale contesto globalizzato è indispensabile che le imprese, piccole o grandi che siano, stabiliscano tra di loro rapporti di collaborazione. I problemi socio-economici non si risolvono più con la "concorrenza", ma solo mediante la "convergenza", cioè con la ricerca di tutte le sinergie o le forme di collaborazione e di solidarietà che sono possibili. In questa grave crisi economica, cui si è aggiunto in questi giorni il tragico sisma abruzzese, non devono venire meno alcuni valori fondamentali per la nostra vita. Primo, il primato dell'uomo sul lavoro e sul denaro: alla supremazia dell'economia, del mercato, del benessere materiale, va opposta la supremazia dell'uomo e del suo sviluppo integrale. Secondo, il valore della sobrietà: non dobbiamo lasciarci "drogare" da bisogni artificiali, ma saperci accontentare del necessario. Terzo, il valore della solidarietà: dobbiamo maturare un atteggiamento permanente di solidarietà verso le persone in stato di necessità. Quarto, la virtù della speranza: per vivere abbiamo bisogno di affrontare il domani con fiducia e con coraggio: con la fiducia di poter superare le difficoltà e con la volontà di superarle. * vescovo di Adria-Rovigo segue a pagina XI

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una fregata a caccia dei corsari venti di guerra nel mare d'africa - fabio scuto (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 3 - Esteri Una fregata a caccia dei corsari venti di guerra nel Mare d´Africa Ma i barchini dei banditi continuano a beffare le Marine di tutto il mondo Sei sequestri in una settimana, almeno 270 marinai rapiti Governi divisi sulla linea da adottare Eyl, Garacad, Hobyo, i piccoli villaggi di pescatori sono fortini dei corsari somali FABIO SCUTO Il tratto di mare più pericoloso del Pianeta è in questo momento anche quello più affollato da navi da guerra delle Marine militari di mezzo mondo con la migliore tecnologia del mondo a disposizione. Sul ponte di comando del cacciatorpediniere americano "USS Bainbrige" da giovedì tutti gli occhi sono puntati sui radar di bordo. A macchine avanti piano, questo gioiello della Us Navy sta pedinando un piccolo puntino sullo schermo, un barchino, dove - guardato da quattro pirati somali - c´è il capitano Richard Phillips. A bordo i Seals, gli incursori della Navy, sono pronti. Ma l´ordine da Washington di tentare l´assalto per liberare il comandante Phillips ancora non è arrivato. Il "pedinamento" continua. Nonostante questo sfoggio di armi e tecnologia i barchini dei pirati somali imperversano in quelle acque come api sul miele, attaccano mercantili a centinaia di miglia dalla costa, se ne impadroniscono e si allontanano sulle navi sequestrate con il loro carico e gli equipaggi in ostaggio. Sono più di 250 i marinai un po´ di tutto il mondo nelle mani dei pirati, parte a terra attorno al porticciolo di Eyl e parte a bordo dei natanti sorvegliati a vista dai loro carcerieri. Sei navi assaltate in meno di una settimana sono la dimostrazione palese che i "bucanieri del terzo millennio" hanno raggiunto capacità operative di un certo livello, che hanno a disposizione una tecnologia che seppur essenziale, è in grado di determinare, rotte, velocità, possibile armamento di difesa dei battelli da predare. In questo è fondamentale il ruolo svolto dalle basi a terra sparpagliate - in quella terra senza tetto né legge che è il Puntland - lungo la costa che scende verso Mogadiscio. Eyl, Garacad, Hobyo, i piccoli villaggi di pescatori che in meno di tre anni sono diventati dei veri e propri fortini dei corsari somali. La "rete" a terra delle organizzazioni criminali si incarica poi di reinvestire gli introiti dei riscatti. E´ questo probabilmente quello che frena i governi dei Paesi coinvolti nella caccia ai pirati. Attaccare in mare i barchini o colpire le basi a terra da dove partono gli abbordaggi? Bombardare dal cielo e dal mare Eyl o inviare i soldati a terra per espugnare i santuari di questa Tortuga d´Africa? Da ieri è in zona anche la fregata della Marina militare italiana Maestrale, che sta dirigendo a tutta velocità verso l´area dove è stato sequestrato il rimorchiatore "Buccaneer" e per sei mesi parteciperà alla missione "Atalanta", la prima guidata dall´Unione europea contro i pirati. Accanto al gruppo navale della Ue, sono numerosi quelli impegnati nella stessa area in compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i Paesi - dalla Cina alla Russia, dall´India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force "150" e "151", entrambe a guida Usa, o come la flotta Nato "Snmg1", oppure unità inviate da singoli Paesi ma solo difesa degli interessi nazionali. Un grande potenziale militare ma che senza un coordinamento nel pattugliamento rischia di portare a casa risultati modesti. La Francia ha dimostrato - con i tre blitz dei suoi commandos in un anno - di aver scelto la "linea dura", gli statunitensi stanno ammassando navi e uomini. Un "build up" che potrebbe significare l´imminenza di un intervento, ma al momento dal Pentagono non è arrivata nessuna indicazione su come agire contro i pirati. Altri Paesi - come l´Arabia saudita e la Norvegia - hanno preferito finora mettere mano al portafoglio pagare il riscatto e rientrare in possesso delle navi. Una linea soft che però riempie le casse dei bucanieri di milioni di dollari e lascia quel tratto di mare in balìa di questi predoni.

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Dopo Obama anche la Cina: segnali positivi all'orizzonte (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Dopo Obama anche la Cina: segnali positivi all'orizzonte MARCO TEDESCHI Da un capo all'altro del mondo cercansi segni di ripresa. Di «barlumi di speranza» parlava l'altro giorno il presidente Usa, Barack Obama. Ieri era il premier cinese Wen Jiabao a diffondere notizie incoraggianti alla fine del summit dei leader asiatici a Pattaya: l'economia cinese starebbe rivelando segnali positivi, malgrado debba ancora fronteggiare «grandi sfide». Poi si è autoelogiato: «La politica del governo cinese è stata tempestiva, corretta e decisa». Le «grandi sfide» cinesi sono interne ed esterne. A dare conferma della tensione interna la notizia diffusa dalla agenzia ufficiale cinese Xinhua: a Pechino, nel distretto Tongzhou nella zona orientale dalla capitale, venti operai edili avevano occupato un edificio di dieciassette piani che stavano costruendo per chiedere salari mai ricevuti, è intervenuta la polizia, la protesta si è risolta nel giro di alcune ore e le paghe sono state versate. Paghe operaie Singolare soprattutto il rilievo alltribuito alla vicenda: quasi una giustificazione alla decisione che sarebbe stata presa poco dopo dal governo di bloccare i compensi dei manager delle società a partecipazione statale, seguendo un crityerio molto riguido: per il 2008 gli stipendi degli executive non potranno superare il 90% di quanto ricevuto nel 2007, limite che scenderebbe all'80% in caso di compagnie che avessero riportato un bilancio in perdita. Niente a che vedere con la condizione e con la sorte dei manager occidentali: Jianqing, presidente della Industrial & Commercial Bank of China, maggiore istituto del paese, ha ricevuto come compenso 2008 circa 1,61 milioni di yuan, circa 235.000 dollari, cioè il 10,3% in meno rispetto al 2007 nonostante un aumento del 38% dell'utile netto della banca. Altri problemi giungono dall'esterno e cioè dai ripetuti stop alla crescita delle riserve valutarie straniere in Cina: nel primo trimestre si è registrato l'incremento più basso da otto anni per via del rallentamento delle esportazioni e della riduzione degli investimenti esteri. La Banca Popolare della Cina ha comunicato sul sito web che nei primi tre mesi del 2009 le riserve sono cresciute di 7,7 miliardi di dollari. Un incremento così debole non si vedeva dal secondo trimestre del 2001 e si raffronta al rialzo di 40 miliardi di dollari nel quarto trimestre 2008. Nei primi tre mesi di quest'anno il surplus commerciale cinese ha evidenziato un crollo del 45% rispetto al trimestre precedente e il ridimensionamento delle riserve ufficiali cinesi rischia di far diminuire gli investimenti di Pechino in titoli di Stato americani, proprio quando l'amministrazione Obama punta a vendere un ammontare record di Treasury, di buoni del Tesoro, per finanziare il piano di stimolo da quasi 800 miliardi di dollari. Il cerchio si chiude. Giacomo Vaciago, economista, interpreta cautamente la situazione: «Presto per brindare. L'unica cosa d buona è la Borsa che dal 9 marzo al 9 aprile ha segnato un rimbalzo fantastico. I rimbalzi possono fiutare una ripresa sei mesi dopo. Vedremo a settembre». Dagli Usa alla Cina, segnali contrastanti. Per fortuna non è tutto nero quel che si intravvede all'orizzonte. Il premier cinese scorge ad esempio «segnali positivi e grandi sfide». Vaciago: «Confortante la Borsa».

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l'europa dimenticata nella corsa alle elezioni - nino alongi (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina I - Palermo L´analisi L´Europa dimenticata nella corsa alle elezioni NINO ALONGI Nel groviglio di problemi che vive l´Isola, le elezioni europee, per quanto vicine, restano lontane e comunque estranee agli interessi e alle aspirazioni dei cittadini. E la nostra classe dirigente, che non ha mai brillato, non solo non reagisce ma cerca di trarre da questa freddezza europea il massimo dei vantaggi. Le elezioni si stanno configurando pertanto come un´occasione che colgono i partiti per risolvere i loro interni travagli, quelli che conosciamo: di visibilità, di schieramento, di leadership. è appena il caso di ricordare che l´integrazione europea, con tutti i limiti che ancora presenta, non solo ha scongiurato il ripetersi di conflitti tra le nazioni vicine, come è avvenuto per secoli, ma ha consentito al vecchio continente di essere ancora protagonista nel contesto di un mondo globalizzato, pervaso da spinte diverse e spesso contrastanti, e di difendersi dalle crisi mondiali, ultima quella finanziaria che stiamo vivendo. Tra il personale politico che in queste settimane sta organizzando nell´Isola la campagna elettorale, fa bella mostra il presidente della Regione Raffaele Lombardo. La sua aspirazione, come sappiamo, non è l´Europa (almeno per il momento) ma il raggiungimento del massimo di visibilità nazionale insieme con l´Mpa (il movimento del quale egli è fondatore e leader). SEGUE A PAGINA XVII

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trent'anni di devozione in scatti d'autore (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XVI - Bari Il libro Un volume della fotografa barese Luciana Galli dedicato a san Nicola e arricchito dai testi di Altomare Trent´anni di devozione in scatti d´autore Trent´anni di devozione popolare e, nel suo specchio, la storia di una città. A raccontare la vicenda provvedono le immagini della fotografa barese Luciana Galli che, dal 1976 al 2008, ha documentato con l´obiettivo della sua reflex la festa nicolaiana di maggio in maniera tutt´altro che didascalica. Una cinquantina di immagini, fra le migliaia catturate negli anni dalla Galli, sono ora raccolte nell´album San Nicola di Bari e di Myra (cronaca di una festa di maggio), dato alle stampe dal Comune di Bari con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Puglia. Fra le pagine le fotografie della stessa Galli, interpolate con i testi del giornalista Tito Manlio Altomare. Cinque gli eloquenti titoli per le altrettante sezioni del volume: Tre navi partirono da Bari...; Iconografia di San Nicola, La processione a terra (gens peregrina); Sanda N´Col a p´ mar e Festa Fede Affari. A dominare in questo racconto fotografico della Galli è un´impronta di marcato realismo, che affiora ora nelle testimonianze delle ritualità di ieri, ora nella festa ormai globalizzata. Nel mezzo resiste a fatica, ma resiste, il senso della tradizione: a dimostrarlo proprio due scatti della Galli che, a venticinque anni di distanza l´uno dall´altro, raffigurano l´immagine di San Nicola nelle formelle di pane realizzate nella città vecchia. Il libro è in distribuzione gratuita al Comune di Bari. (antonio di giacomo)

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L'origine del capitalismo Stato, Mercato e Chiesa (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'origine del capitalismo Stato, Mercato e Chiesa storia. La globalizzazione e la tecnofinanza hanno messo in crisi uno dei pilastri della cultura economica occidentale: il profitto del commerciante o del banchiere si giustifica perché il suo lavoro serve alla società. Lo spiega Paolo Prodi nel suo ultimo libro. di Stefano Feltri Quest'estate, all'inizio della stagione delle nazionalizzazioni delle banche americane, il Financial Times dedicava un approfondimento allo «Stato che torna al centro dell'economia», chiudendo un ventennio di deregolamentazione e fiducia religiosa nel mercato che ha creato le premesse per i diastri finanziari e la Grande Recessione. Ma in un libro appena uscito per il Mulino, "Settimo non rubare, furto e mercato nella storia dell'Occidente" (396 pp., 29 euro), Paolo Prodi spiega perché per capire quello che sta succedendo bisogna tornare non a Ronald Reagan, neppure ad Adam Smith, ma a Gesù, o almeno al Medioevo. Prodi è professore emerito di Storia moderna all'università di Bologna e da trent'anni nel suo lavoro indaga le fondamenta culturali della civiltà occidentale. Dopo un libro sul rapporto tra Stato e Chiesa ("Il sovrano pontefice", ristampato nel 2006) e "Una storia della giustizia" (2000), da qualche anno si è dedicato alle origini della cultura economica. In questo nuovo saggio che parte dal settimo comandamento, ripercorre il rapporto tra mercato, regole ed etica nella storia dell'occidente, uno strumento utile per inquadrare il fenomeno di rigetto sociale verso i bonus pagati ai manager di Aig con soldi pubblici, i sequestri dei capi azienda e i cortei contro i banchieri. «L'economia è una cosa troppo seria per lasciarla agli economisti», scherza Prodi al telefono con il Riformista. «In Occidente, intorno al dodicesimo secolo, nasce il mercato inteso non più solo come luogo di scambio delle merci, ma come foro di valutazione dei beni». Quello di forum, foro, è il concetto chiave dell'analisi di Prodi: il tribunale diventa il foro della giustizia (ed è l'unico ambito in cui il termine è sopravvissuto) dove si valutano le azioni degli uomini, mentre la Chiesa si assume il ruolo di foro di valutazione degli animi e delle intenzioni che hanno determinato le azioni giudicate dal tribunale. Il mercato valuta i beni. Alla fine del 1200 si supera il concetto secondo cui il prezzo del prodotto finale è dato solo dalla somma dei prezzi di tutte le sue parti più quello del lavoro. Un prodotto vale quanto il prezzo che il mercato gli attribuisce. Per dirla con una delle frasi di Tommaso d'Aquino che ricorrono nel testo di Prodi, «Justum autem pretium est, quod secundum aestimationem fori illius temporis potest valere res vendita». I teologi, da Tommaso a Pietro di Giovanni Olivi e Alberto Magno sono d'accordo. Comincia una rivoluzione concettuale che troverà nelle teorie della forza autonoma del mercato e della mano invisibile di Adam Smith, nel 1776, il suo compimento teorico, «e non l'inizio - spiega Prodi - come si pensa di solito». I mercanti e il tempio. Tra le conseguenze c'è che la percezione dei mercanti (prima) e dei banchieri (poi) cambia, viene loro riconosciuto un ruolo importante nella società per i rischi che si assumono e i servizi che offrono, anche i loro profitti trovano quindi una legittimazione. «Nasce una ricchezza finanziaria e quella che io chiamo una repubblica internazionale del denaro». Un'élite che attraversa confini e culture creando un embrione di globalizzazione, ma soprattutto emancipandosi dal potere politico che non riesce a controllare i capitali come aveva fatto fino a quel momento con i terreni, principale (e pressoché unica) fonte di reddito. «In Occidente si osserva un fenomeno che non si verifica in altre civiltà, come quella islamica. Nasce una dialettica tra i tre poteri, quello politico, quello della Chiesa e quello economico. Convivono senza identificarsi in un potere monistico. L'unico momento in cui si sono uniti è stato nei totalitarismi del Novecento». Anche nel Vangelo si trovano le premesse per questo equilibrio tra i poteri, dall'invito a dare a Cesare ciò che gli spetta, ma soprattutto nel passaggio in cui Gesù scaccia i mercanti dal tempio, che Prodi suggerisce si possa interpretare come uno dei momenti in cui si costruisce «il recinto del sacro». I mercanti vengono allontanati dal luogo di culto non solo per tutelarne la purezza, ma anche per consentire loro di svilupparsi in modo autonomo. Lo stesso succede alla politica quando riesce, anche dolorosamente (Prodi cita spesso la lotta per le investiture tra papato e impero nell'undicesimo e dodicesimo secolo) a separarsi dalla sfera del trascendente. Un processo di ricomposizione degli equilibri tra i pilastri della società che è caratteristico dello sviluppo dell'Europa e che Prodi definisce, richiamandosi a Max Weber, «de-magificazione del mondo». Chiesa, Stato e Mercato legittimano la tripartizione del potere perché ciascuno, nel proprio campo, si occupa del perseguimento del bene comune, spartendosi gli ambiti d'azione: benessere delle coscienze, concordia politica e benessere economico. Anche la condanna del profitto finanziario viene superata proprio accettando questa logica del marciare divisi per colpire uniti. Finché il prestito a interesse viene percepito come un abuso, un tentativo di lucrare sulle difficoltà altrui e sfruttando un bene divino come il passare del tempo, l'unica forma di finanziamento tollerata resta quella che oggi è alla base della finanza islamica: la condivisione del rischio di impresa e la compartecipazione tanto all'investimento iniziale, quanto al profitto (o perdita) finale. Solo quando si afferma l'idea che anche il finanziere ha un ruolo nel perseguimento del bene comune si trova una giustificazione (economica e morale) del suo profitto, che non viene più percepito come furto. Parte del processo di evoluzione del rapporto tra la trinità dei poteri occidentali è infatti proprio il cambiamento del concetto di furto: ciò che viene sanzionato non è più la violazione del settimo comandamento ("non rubare"), ma la rottura del contratto sociale. La cosa grave non è l'appropriarsi di cosa altrui, ma arricchirsi senza perseguire il bene comune, anzi lavorando contro di esso. Ed è proprio questo che i manifestanti - sia pure con altri toni - rimproverano nelle piazze ai manager che hanno accumulato bonus mentre la loro gestione aziendale creava le premesse per la crisi attuale. Osserva Prodi: «Se il furto è un peccato verso la società, oltre che verso Dio, per porvi rimedio non basta più ammettere la colpa nel segreto del confessionale, ma restituire quanto sottratto alla collettività». Proprio quello che gli elettori americani hanno chiesto di fare al Congresso che ora vuole tassare al 90 per cento i bonus dei manager pagati con soldi pubblici. Il bene comune. Oggi, dice Prodi, «viene da chiedersi se dopo la crisi si riuscirà ad elaborare una dialettica tra Stato, Mercato e Chiesa, in termini nuovi», o se si accentuerà un fenomeno che già si intravede, quello del ritorno a «un'economia palaziale» in cui tutto si confonde, tempio, foro del mercato e potere dello Stato in economia. La premessa di questa confusione è stata «una crescente espansione anche culturale del mercato a cui non è corrisposta un'eguale forza della politica». La lezione di John Maynard Keynes secondo cui sono gli «spiriti animali» irrazionali, cioè l'animo, a guidare le scelte economiche degli individui è stata dimenticata. E hanno prevalso quelle teorie, estremizzate da Milton Friedman, che vedono il mercato come forza autonoma e razionale e che quindi trascurano quella dialettica tra poteri che per il professor Prodi è una specificità imprescindibile della cultura occidentale: «Nell'ottica del tempo lungo, non significa essere statalisti dire che la respublica deve stabilire gli obiettivi (chiamamoli di bene comune) con i quali il mercato stesso deve misurarsi nella sua autonomia: sue poteri né uniti né separati ma sempre in tensione tra loro». Nelle università di Economia, invece, scompaiono gli insegnamenti storici e antropologici, nota Prodi nel libro, mentre si moltiplicano quelli quantitativi (econometria e statistica) che contribuiscono a rafforzare negli studenti l'idea di un mercato autonomo dagli altri aspetti delle relazioni umane. Anche questo è un sintomo «della crisi di un modello democratico che è nato in Inghilterra nel Settecento e che ora è invecchiato, le cui coordinate cronologiche sono rotte, perché i suoi ritmi non coincidono più con quelli della globalizzazione. E questo rende impossibile elaborare un concetto di bene comune adeguato ai tempi». 12/04/2009

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ROMA - Staccano assegni con cifre a tre zeri. Sono di un'altra Italia, un altro Abruzzo, e hann... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 12 Aprile 2009 Chiudi ROMA - Staccano assegni con cifre a tre zeri. Sono di un'altra Italia, un altro Abruzzo, e hanno un obiettivo preciso: ricostruire una chiesa, una scuola, una biblioteca un teatro di una paese che hanno lasciato tanti anni fa. Soldi che vogliono gestire direttamente per vedere dove vanno a finire. E' la solidarietà che arriva da oltre i confini dagli abruzzesi nel mondo. Per la verità non solo abruzzesi, ma anche le associazioni molisane, laziali, venete e siciliane all'estero in questi giorni si stanno mobilitando per esprimere solidarietà ai centri distrutti dal terremoto. Soprattutto raccogliendo fondi per la ricostruzione. Si considerano americani, inglesi, australiani, quindi italiani e infine abruzzesi, nelle origini, nella lingua e a volte solo nel cibo della nonna. E in tempi di globalizzazione è la sola cosa che conta. Smocovich e Serafini a pag.31

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Terra più calda, diplomazia verde (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Focus Vuota data: 12/04/2009 - pag: 10 Le cifre Se la crescita media delle temperature dovesse essere come previsto il costo sarà fra il 5 e il 20% dell'economia globale Le emissioni La Cina ha superato di poco gli Usa nella classifica dei gas serra. E tra i due Paesi ci sono accuse e ritorsioni Terra più calda, diplomazia verde Le previsioni: possibile aumento di 5 gradi entro il 2050 Prove di dialogo in vista del nuovo protocollo di Kyoto D a qualche tempo alcune compagnie americane rifiutano di rinnovare le polizze assicurative ai proprietari di case. Non succede solo dove il rischio uragani è ovvio, come in Florida o in Louisiana: capita anche a Brooklyn. Lì, fra l'Hudson e l'Atlantico, la probabilità di inondazioni future sarebbe considerata troppo alta. In Cina nel frattempo oltre metà dei grandi centri urbani sperimenta problemi di sicurezza degli approvvigionamenti d'acqua. Fra le cause, l'aumento della siccità che erode le falde. La Repubblica popolare ha appena compiuto il sorpasso, ma con gli Stati Uniti resta un testa a testa all'ultima tonnellata di carbonio. Da pochi mesi l'Impero di mezzo è primo produttore di gas a effetto serra, con quasi sette miliardi di tonnellate di CO2 o equivalenti. L'America viene subito dietro ed entrambi staccano nettamente Indonesia e Brasile, rispettivamente terzi e quarti assoluti a causa della loro deforestazione massiccia. L'Italia è molto più indietro: a volte in modo riluttante, fa parte di un'Europa leader mondiale dei piani di taglio alle emissioni. E con la guida del G8, ha un'occasione quasi senza precedenti di pesare nel sistema globale. Il problema, nota Nicholas Stern della London School of Economics, è che l'impatto del carbonio nell'atmosfera sembra peggiore di quello stimato fino a solo due o tre anni fa: la probabilità di un aumento medio delle temperature della Terra di 5 gradi entro il 2050 è del 50% e il costo sarebbe simile a quello di due guerre mondiali: l'ultima volta che la Terra è stata così calda fu nell'Eocene, quando le aree emerse erano soprattutto foreste paludose. Migrazioni di centinaia di milioni di persone e distruzioni di molta della superficie arabile del mondo sarebbero inevitabili. Il costo, fra il 5% e il 20% dell'economia globale ogni anno. Le stime sono contenute negli ultimi due studi di Stern, in questi giorni in uscita in Gran Bretagna, Stati Uniti e in Italia ( Un piano per salvare il pianeta, Feltrinelli, e Clima: è vera emergenza, Brioschi). Lord Stern, fisico di formazione, ex capo-economista della Banca mondiale, consulente del governo di Londra e autore del rapporto del 2006 alla base delle idee più accettate sull'effetto serra, non esce in un momento a caso. E più che di concentrazione di particelle o catastrofi a venire, stavolta parla di politica: per dicembre è fissato a Copenaghen quello che lui definisce «l'incontro internazionale più importante dalla fine della seconda guerra mondiale ». I Paesi ricchi e emergenti sono chiamati a dare un seguito al protocollo di Kyoto in scadenza nel 2012 con l'obiettivo, se possibile, di limitare le emissioni perché la temperatura non salga di oltre due gradi nel ventunesimo secolo. Decine di Paesi sono invitati. Ma mai come adesso il riscaldamento globale è la prima grande questione del G2, più della stessa crisi finanziaria: Cina e Stati Uniti inquinano abbastanza da poter decidere per tutti, lascia capire Stern. Non che questo sia rassicurante. Il film degli ultimi mesi è una lunga sequenza di equivoci, accuse reciproche, ritorsioni a cavallo di due amministrazioni alla Casa Bianca. L'ultimo incidente è forse il più paradossale: alla fine del mese scorso ad alzare la tensione ci ha pensato Steven Chu. Cinese di origine, premio Nobel per la Fisica del '97, il professor Chu è il nuovo segretario all'Energia di Barack Obama, l'ex candidato democratico che nel vincere la nomination su Hillary Clinton annunciò che quello sarebbe passato alla storia come «il giorno in cui il livello del mare iniziò a scendere». Mesi dopo, cioè tre settimane fa, Chu con l'appoggio di Obama ha fatto della questione clima una guerra commerciale con la Cina. Tutto è in una breve clausola nascosta nel progetto di legge sul cosiddetto «cap and trade» (il diritto delle imprese che inquinano meno di vendere i propri diritti di emissione di carbonio, così incentivando i sistemi «verdi»). Il progetto Chu-Obama dà all'amministrazione il potere di imporre dazi sull'export dei Paesi che non mirino a ridurre l'intensità di carbonio dei loro sistemi produttivi. A Pechino non è sfuggito a chi fosse rivolta quella misura e ha reagito: pochi giorni più tardi, d'improvviso, l'autorità antitrust cinese ha bloccato

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ROMA È diventato forse il tratto di mare più pericoloso del mondo, ma il Golfo di Aden &#... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 12 Aprile 2009 Chiudi ROMA È diventato forse il tratto di mare più pericoloso del mondo, ma il Golfo di Aden è anche quello più affollato di navi militari di diversi Paesi, impegnate a difendere i mercantili in transito dai pirati: proprio da ieri è operativa in zona anche la fregata della Marina militare italiana Maestrale, che sta dirigendo a tutta velocità verso l'area dove è stato sequestrato il rimorchiatore Buccaneer. La fregata italiana, salpata il 2 aprile scorso dal porto di Taranto, per sei mesi parteciperà alla missione Atalanta, la prima guidata dall'Unione europea contro i pirati. Ma accanto al gruppo navale della Ue, sono numerosi quelli impegnati nella stessa area in compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i Paesi - dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali: è quello che fece anche l'Italia, nel 2005, quando il governo decise di impiegare il pattugliatore Granatiere dopo una serie di attacchi a mercantili italiani. Attualmente, la presenza nazionale è costituita soltanto dalla fregata Maestrale, che appartiene al Comando delle Forze d'altura della Marina, ha un equipaggio di 220 marinai, dispone di due elicotteri AB 212 ed è al comando del capitano di Fregata Angelo Virdis. La nave partecipa alla missione Atalanta, partita il 13 dicembre 2008 e alla quale contribuiscono unità britanniche, francesi, greche, tedesche e spagnole, tutte inserite nel gruppo aero-navale europeo (Eunavfor) comandato dal capitano di vascello Juan Garat, della Marina militare spagnola. L' impegno anti-pirateria della Marina italiana è cominciato nel 2005, appunto con la partecipazione del pattugliatore Granatiere all'operazione Mare Sicuro, ed è continuato negli anni. Le ultime missioni sono state quelle del caccia Durand de la Penne, nave ammiraglia della flotta Nato Snmg2, che al comando dell'ammiraglio Giovanni Gumiero ha sventato almeno 13 sequestri di mercantili, e la breve partecipazione del pattugliatore Comandante Bettica alla stessa missione Atalanta. Ora è la volta della fregata Maestrale, chiamata a dare una mano nel contrasto ad un fenomeno in crescita: secondo i dati forniti proprio in occasione della partenza della nave italiana, nel 2008 sono stati 177 gli attacchi di pirati, che hanno portato al sequestro di 43 imbarcazioni, rispetto ai 58 attacchi (12 con sequestro) del 2007. Nell'area del golfo di Aden e del Corno d'Africa transitano annualmente più di 20.000 navi, 2.000 delle quali sono legate ad interessi italiani e 600 battono bandiera italiana.

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Sicurezza a (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Prato)" del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione, La (Prato))

Argomenti: Cina Usa

AGENDA PRATO pag. 13 Sicurezza a «Spazio pubblico» SARÀ l'antropologo della contemporaneità Marc Augè a chiudere il ciclo di incontri su «Identità e multiculturalità» promosso dalla Consulta Cultura & Società di Confartigianato con il patrocinio e il contributo della Provincia e del Comune di Prato e la collaborazione di Caritas Diocesana. L'appuntamento è per mercoledì 15 aprile (alle 21) al teatro «Magnolfi nuovo» per affrontare, insieme a Gianni Cascone che coordina l'incontro, i rapporti fra Islam e mondo occidentale, lo stato attuale della globalizzazione e le sue nuove sfide. «Identità e Multiculturalità» è un progetto che si propone di favorire diffusione e condivisione di un confronto culturale nella nostra realtà connotata da un forte flusso migratorio; un tentativo di lavorare sulla caratterizzazione identitaria per riconoscersi parte integrante di un contesto, valorizzando tratti comuni e differenze. Un contributo pacato alla riflessione in una realtà come quella pratese, ricca di comunità straniere e laborartorio multiculturale unico in Italia. «Non a caso l'idea del progetto è partita dal ciclo di incontri su Francesco Datini, personaggio simbolo pratese che, partendo da Prato ha impiantato vari commerci all'estero diversificando la produzione e poi, tornato in patria, ha reinvestito le risorse nel territorio anche in campo sociale - si legge in un comunicato di presentazione della Provincia - Un esempio emblematico sia dell'emigrazione in terra straniera che del ritorno in patria in una interazione di ruoli dove una forte identità gioca un ruolo decisivo per l'incontro e la disponibilità allo scambio con culture altre'.

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Protezione civile, in quaranta fino a giugno Preziosa opera dei volontari reggiani (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

REGGIO pag. 10 Protezione civile, in quaranta fino a giugno Preziosa opera dei volontari reggiani SONO A VILLA SANT'ANGELO di MARIAGIUSEPPINA BO «NEL GIORNO tristissimo dei funerali di Stato abbiamo portato le bare al cimitero di Villa Sant'Angelo, affiancando una popolazione che mostra verso di noi stima e affetto. I nostri volontari, oltre a lavorare giorno e notte per gli impianti e le strutture logistiche, sono sempre disponibili anche ad ascoltare e confortare la popolazione». Lo afferma Giorgio Ballarini, presidente delle associazioni di volontariato della Protezione civile provinciale che venerdì era a Villa Sant'Angelo dell'Aquila insieme ai 40 volontari reggiani di protezione civile che sono dispiegati nel campo base e alternandosi vi rimarranno fino a giugno. «Ho visto nella gente il terrore che ha provato - riferisce Ballarini - ho incontrato persone che sono riuscite a salvarsi e hanno visto le case di fronte crollare, altre che hano visto sbriciolarsi la propria abitazione e sono salve perchè una trave cadendo le ha protetti. Le scosse si susseguono. I nostri volontari lavorano giorno e notte senza sosta». IL CAMPO è stato allestito dove si è registrato l'epicentro del terremoto, tra Villa Sant'Angelo, Onna e Paganica. Ieri erano state montate 60 tende per ospitare 380 persone e i volontari reggiani che operano insieme a queli del resto della regione. I nostri volontari delle 24 associazioni provinciali di Protezione Civile sono affiancati da altri volontari reggiani dell'Anpas, degli Scuot Agesci e Cngei, degli alpini dell'Ana, tecnici e veterinari. Ieri è partito per il servizio veterinario l'esperto Giovani Marmiroli e sono stati spediti da Reggio 15 sacchi di mangime. La protezione civile di Reggio ha inviato al campo due blocchi di servizi, uno per le docce, una grande cella frigorifera, la recinzione per il campo, tende pneumatiche, atrezzatutre e mezzi fuoristrada. Là operano anche Marte Iotti (vice capo) e Fabrizio Zampiri (vice presidente del coordinamento di protezione cvilie provinciale).

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Ancora in ostaggio il comandante Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione, La (Firenze)) (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Cina Usa

PRIMO PIANO pag. 3 Ancora in ostaggio il comandante Usa LA SFIDA SEI ASSALTI IN UNA SETTIMANA di RICCARDO JANNELLO LA TRAGICA conclusione venerdì del blitz francese contro i pirati, che avevano sequestrato il 4 aprile il veliero «Tanit» con cinque persone a bordo, dimostra l'assoluta pericolosità della zona di mare del Corno d'Africa. La vittima è il proprietario dello yacht, Florent Lemacon, colpito durante il conflitto a fuoco e non è chiaro da chi fra la task force e i filibustieri (due di loro sono stati uccisi, uno è finito in mare e non se ne hanno più notizie); illesi gli altri quattro passeggeri, fra cui il figlio di tre anni del morto. Ieri è intanto arrivata a Mombasa, in Kenya, la nave battente bandiera americana assaltata e poi rilasciata mercoledì. La filibusta ha ancora in ostaggio il capitano, Richard Phillips. Il cargo di 17mila tonnellate trasporta 232 container di generi alimentari che il Programma alimentare mondiale dell'Onu ha destinato alla popolazione di Somalia, Ruanda e Uganda. L'Fbi interrogherà i venti uomini dell'equipaggio e continuerà le trattative per la liberazione del comandante, a cui è andato male il tentativo di scappare a nuoto dalla scialuppa sulla quale era stato portato via. Sono ancora diverse le imbarcazioni in mano ai pirati, mentre per altre sono stati pagati riscatti. Ci sono anche risultati positivi nella caccia a questi banditi che infestano rotte commerciali molto ambite. Ieri dieci pirati sono stati condannati da un tribunale somalo della regione autonoma autoproclamata del Puntland, nel Nord Est del Paese. Sono stati considerati responsabili del sequestro, il 9 ottobre 2008, di un cargo somalo sul quale erano imbarcati anche dei siriani e che incrociava sulla rotta fra Oman e Mogadiscio. Arrestati durante un intervento della guardia costiera regionale, hanno avuto ognuno venti anni di condanna. Abdirashid Muse Mohamed, il capo pirata, ha dichiarato alla corte che lo aveva appena mandato in carcere che le azioni non sono fatte a scopo criminale. «Il motivo per cui attacchiamo ha spiegato è che le navi depredano le nostre risorse naturali». Non si è trattato della prima condanna nella decisionista regione del Puntland. Sette pirati e quattro complici un anno fa avevano avuto l'ergastolo. Nel 2008 il bilancio dei presunti pirati arrestati è di 150, con 130 navi assaltate. Il 2009 non è certo iniziato diversamente, anzi. Solo nell'ultima settimana gli assalti portati a termine sono stati sei, e il timore per alcuni equipaggi è elevato. La provenienza delle navi e dei marinai è la più disparata, nessuno viene risparmiato. Per questo oltre al gruppo navale europeo operano nella zona altre formazioni provenienti dagli Stati Uniti e dal Giappone, dalla Cina e dall'India, dalla Russia e dall'Indonesia. E non per tutti le regole d'ingaggio sono uguali e quindi non mancano vere e proprie battaglie. Come quella che Sarkozy ha lanciato nella sfortunata difesa del veliero francese.

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Una fregata a caccia dei corsari venti di guerra nel Mare d'Africa (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL TRATTO di mare più pericoloso del Pianeta è in questo momento anche quello più affollato da navi da guerra delle Marine militari di mezzo mondo con la migliore tecnologia del mondo a disposizione. Sul ponte di comando del cacciatorpediniere americano "USS Bainbrige" da giovedì tutti gli occhi sono puntati sui radar di bordo. A macchine avanti piano, questo gioiello della Us Navy sta pedinando un piccolo puntino sullo schermo, un barchino, dove - guardato da quattro pirati somali - c'è il capitano Richard Phillips. A bordo i Seals, gli incursori della Navy, sono pronti. Ma l'ordine da Washington di tentare l'assalto per liberare il comandante Phillips ancora non è arrivato. Il "pedinamento" continua. Nonostante questo sfoggio di armi e tecnologia i barchini dei pirati somali imperversano in quelle acque come api sul miele, attaccano mercantili a centinaia di miglia dalla costa, se ne impadroniscono e si allontanano sulle navi sequestrate con il loro carico e gli equipaggi in ostaggio. Sono più di 250 i marinai un po' di tutto il mondo nelle mani dei pirati, parte a terra attorno al porticciolo di Eyl e parte a bordo dei natanti sorvegliati a vista dai loro carcerieri. Sei navi assaltate in meno di una settimana sono la dimostrazione palese che i "bucanieri del terzo millennio" hanno raggiunto capacità operative di un certo livello, che hanno a disposizione una tecnologia che seppur essenziale, è in grado di determinare, rotte, velocità, possibile armamento di difesa dei battelli da predare. In questo è fondamentale il ruolo svolto dalle basi a terra sparpagliate - in quella terra senza tetto né legge che è il Puntland - lungo la costa che scende verso Mogadiscio. Eyl, Garacad, Hobyo, i piccoli villaggi di pescatori che in meno di tre anni sono diventati dei veri e propri fortini dei corsari somali. La "rete" a terra delle organizzazioni criminali si incarica poi di reinvestire gli introiti dei riscatti. OAS_RICH('Middle'); E' questo probabilmente quello che frena i governi dei Paesi coinvolti nella caccia ai pirati. Attaccare in mare i barchini o colpire le basi a terra da dove partono gli abbordaggi? Bombardare dal cielo e dal mare Eyl o inviare i soldati a terra per espugnare i santuari di questa Tortuga d'Africa? Da ieri è in zona anche la fregata della Marina militare italiana Maestrale, che sta dirigendo a tutta velocità verso l'area dove è stato sequestrato il rimorchiatore "Buccaneer" e per sei mesi parteciperà alla missione "Atalanta", la prima guidata dall'Unione europea contro i pirati. Accanto al gruppo navale della Ue, sono numerosi quelli impegnati nella stessa area in compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i Paesi - dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force "150" e "151", entrambe a guida Usa, o come la flotta Nato "Snmg1", oppure unità inviate da singoli Paesi ma solo difesa degli interessi nazionali. Un grande potenziale militare ma che senza un coordinamento nel pattugliamento rischia di portare a casa risultati modesti. La Francia ha dimostrato - con i tre blitz dei suoi commandos in un anno - di aver scelto la "linea dura", gli statunitensi stanno ammassando navi e uomini. Un "build up" che potrebbe significare l'imminenza di un intervento, ma al momento dal Pentagono non è arrivata nessuna indicazione su come agire contro i pirati. Altri Paesi - come l'Arabia saudita e la Norvegia - hanno preferito finora mettere mano al portafoglio pagare il riscatto e rientrare in possesso delle navi. Una linea soft che però riempie le casse dei bucanieri di milioni di dollari e lascia quel tratto di mare in balìa di questi predoni. (12 aprile 2009

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Ahmadinejad: "Obama, basta parole" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Presidente Ahmadinejad, tre settimane fa Barack Obama si è rivolto in un video alla nazione iraniana. Come ha accolto il discorso del presidente americano? «In modo ambivalente: alcuni passaggi erano nuovi, altri ribadivano posizioni note da tempo. È positivo che abbia posto l'accento sul rispetto reciproco e sull'onestà dei rapporti come fondamento della collaborazione. Il grande errore di George W. Bush è stato quello di voler risolvere tutti i problemi per via militare. È finito il tempo in cui si potevano impartire ordini agli altri popoli». Obama ha parlato di un nuovo inizio nelle relazioni degli Stati Uniti con l'Iran e le ha teso la mano. «Accogliamo con favore i cambiamenti, ma finora non ci sono stati». Lei presenta sempre delle richieste, ma sono la sua politica e le catastrofiche relazioni dell'Iran con gli Usa a minacciare la pace nel mondo. Qual è il suo contributo alla distensione? «Appoggiamo colloqui sulla base dell'onestà e del rispetto. Questa è stata sempre la nostra posizione. Aspettiamo che Obama annunci i suoi piani per poterli analizzare». Il mondo la pensa diversamente: l'Iran deve agire e mostrarsi disposto a fare delle concessioni. «Dov'è il mondo di cui parlate? Cosa dobbiamo fare?». I governi occidentali sono convinti che l'Iran sostiene delle organizzazioni terroristiche. «Noi non compiamo nessuna azione terroristica, ma siamo vittime del terrorismo. Negli anni scorsi abbiamo contribuito alla stabilizzazione sia in Afghanistan che in Iraq. E mentre noi davamo il nostro contributo, l'Amministrazione Bush ci accusava del contrario. Credete che si possano risolvere i problemi con la forza militare e le invasioni? La strategia dell'America e della Nato non era sbagliata sin dall'inizio? Abbiamo sempre detto che non si possono combattere i terroristi in questo modo; oggi sono più forti che mai. Gli americani devono correggere il loro corso. Vedete dei segnali che ciò stia accadendo? Ci sono cambiamenti nella scelta dei termini, ma questo non basta». Il suo atteggiamento verso il nuovo governo Usa è impregnato di diffidenza. «Parliamo con grande rispetto di Barack Obama. Ma siamo realisti. Vogliamo vedere dei cambiamenti. Vogliamo aiutare a correggere una politica sbagliata in Afghanistan». Che cosa vuol fare? «Finora sono stati spesi più di 250 miliardi di dollari per la missione militare. Con quella cifra si potevano realizzare fabbriche, fondare università, costruire strade e coltivare terreni». Obama punta di più sulla ricostruzione civile, ma crede anche che bisogna agire militarmente contro i radicali che vogliono impedire tale ricostruzione. «Questa nuova politica di Obama è sbagliata. Gli americani non conoscono la regione, la percezione dei vertici della Nato è sbagliata». Se gli Usa si ritirassero dall'Iraq probabilmente la situazione di sicurezza in quel Paese peggiorerebbe. Lei riempirà il vuoto di potere nel vicino Iraq? «Crediamo che il popolo iracheno sia in grado di provvedere alla propria sicurezza e sosterremo qualunque forma di governo sceglieranno». L'Iran è sospettato di costruire la bomba atomica col pretesto della ricerca per scopi civili. Quattro risoluzioni Onu vi invitano a sospendere l'arricchimento dell'uranio. Perché non lo fate? «Questa discussione è superata. I 118 Paesi del Movimento dei non-allineati ci sostengono tutti, così come 57 Paesi dell'Organizzazione della Conferenza islamica. Se un paio di Paesi sono contro di noi non potete certo dire che si tratta del mondo intero». Il Consiglio di sicurezza dell’Onu è contro di Lei. Non solo le potenze occidentali, ma anche Cina e Russia hanno votato le sanzioni contro l'Iran. «Almeno dieci membri del Consiglio di sicurezza ci hanno spiegato di aver votato contro di noi su pressione dei governi americano e britannico. Crediamo che non si possa gestire il mondo in questo modo. Si devono rispettare tutti i popoli e conceder loro gli stessi diritti». Di quale diritto si sente privato l'Iran? «Se una tecnologia è utile, dovrebbero averla tutti; se è negativa, nessuno. La composizione del Consiglio di sicurezza e il diritto di veto sono conseguenze della Seconda guerra mondiale, che è finita oltre sessant'anni fa. Tale composizione va cambiata». Anche l'Iran dovrebbe essere un membro permanente? «Se nel mondo ci fosse giustizia, anche l'Iran dovrebbe sedere nel Consiglio di sicurezza». L'Agenzia internazionale per l'energia atomica può allora risparmiarsi ogni discussione con l'Iran? Non ci sarà nessuno stop dell'arricchimento dell'uranio? «Credo che a Vienna siano già giunti a questa conclusione». L'Iran ha mascherato, ingannato, fuorviato e suscitato così la diffidenza del mondo. «È una grossa bugia! Abbiamo collaborato con l'Agenzia per l'energia atomica. Non abbiamo nessun interesse a costruire l'arma atomica». Lei è uno degli attori più potenti nella regione, perché è un antesignano della causa palestinese. «Noi difendiamo soltanto i diritti fondamentali dei palestinesi oppressi. La nostra proposta per risolvere il conflitto in Medio Oriente è che possano decidere da soli del loro futuro in un referendum libero». Se la maggioranza dei palestinesi votasse a favore dei due Stati, anche lei dovrebbe riconoscere Israele. «Il regime sionista è il risultato della Seconda guerra mondiale. Che cosa c'entra il popolo palestinese con tutto questo? Credo si debba affrontare il problema alla radice». "Affrontare il problema alla radice" significa cancellare Israele? «Significa esigere i diritti del popolo palestinese. Ma non vogliamo parlare anche della Germania? Credete che il popolo tedesco sia dalla parte del regime sionista? Credete che si possa organizzare in Germania un referendum su questo punto? Se autorizzaste un simile referendum scoprireste che il popolo tedesco odia il regime sionista». Copyright Der Spiegel

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a difesa dei commerci (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 12-04-2009)

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MONDO 12-04-2009 «Task force» a difesa dei commerci diventato forse il tratto di mare più pericoloso del mondo, ma il Golfo di Aden è anche quello più affollato di navi militari di diversi Paesi, impegnate a difendere i mercantili in transito dai pirati: proprio da ieri è operativa in zona anche la fregata della Marina militare italiana Maestrale. Salpata il 2 aprile scorso dal porto di Taranto, la Maestrale per sei mesi parteciperà alla missione Atalanta, la prima guidata dall'Unione europea contro i pirati. Ma accanto al gruppo navale della Ue, sono nume- È rosi quelli impegnati nella stessa area in compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i Paesi dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali: è quello che fece anche l'Italia, nel 2005, quando il governo decise di impiegare il pattugliatore Granatiere dopo una serie di attacchi a mercantili italiani. Attualmente, la presenza nazionale è costituita soltanto dalla fregata Mae-- strale, che appartiene al Comando delle Forze d'altura della Marina, ha un equipaggio di 220 marinai, dispone di due elicotteri AB 212 ed è al comando del capitano di Fregata Angelo Virdis. L'impegno antipirateria della Marina italiana è cominciato nel 2005, appunto con la partecipazione del pattugliatore Granatiere all'operazione Mare Sicuro, ed è continuato negli anni. Le ultime missioni sono state quelle del caccia Durand de la Penne, nave ammiraglia della flotta Nato Snmg2, che al comando dell'ammiraglio Giovanni Gumiero ha sventato almeno 13 sequestri di mercantili, e la breve partecipazione del pattugliatore Comandante Bettica alla stessa missione Atalanta. Nell'area del golfo di Aden e del Corno d'Africa transitano annualmente più di 20.000 navi, 2.000 delle quali sono legate ad interessi italiani e 600 battono bandiera italiana. La nave portoghese «Nrb Corte Real» che fa parte della flotta Nato, ha captato l'Sos degli italiani prima che le comunicazioni fossero interrotte sei minuti dopo (Reuters) la forza multinazionale Sono una trentina i Paesi che schierano mezzi da guerra per proteggere il traffico marittimo

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23:21 NORDCOREA: LUNEDI' ONU CONDANNERA' TEST MISSILISTICO (sezione: Globalizzazione)

( da "Agi" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

NORDCOREA: LUNEDI' ONU CONDANNERA' TEST MISSILISTICO (AGI) - New York, 11 apr. - Lunedi' il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite votera' una "dichiarazione" di condanna del test missilistico effettuato dalla Corea del Nord il 5 aprile scorso e valutera' un aggiustamento delle sanzioni in vigore. Lo ha annunciato il presidente di turno dell'organo esecutivo del palazzo di vetro, il messicano Claude Heller secondo cui i 5 membri permanenti (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) piu' il Giappone hanno raggiunto un'intesa su una bozza che hanno trasmesso agli altri nove Stati membri. Il testo e' frutto della mediazione tra Tokyo e gli Usa, che gia' la sera del 5 puntavano a una nuova "risoluzione" di condanna, atto ben piu' rilevante della semplice dichiarazione (che comunque richiede l'unanimita'), e le posizione di Mosca e Pechino, che alla fine hanno prevalso.Il testo stabilisce che il Consiglio "condanna" il lancio perche' "in contrasto con la risoluzione 1718 del Consiglio" che proibisce a Pyongyang esperimenti nucleari o test missilistici e impone - nuovamente - "che la Corea del Nord si astenga da qualsiasi nuovo lancio". La bozza non prevede in sostanza nuove sanzioni ma si limita ad un "aggiustamento" delle misure fin qui' adottate contro Pyongyang con la risoluzione 1718. In sintesi entro la fine del mese saranno attuate le misure previste dal provvedimento (approvato il 14 ottobre 2006 dopo il fallito lancio di un altro missile e l'esplosione del primo ordigno atomico nordcoreano) ma mai attuate per non compromettere la distensione con Pyongyang: saranno individuate nel dettaglio le societa' nordcoreane i cui conti e beni all'estero saranno congelati.

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La fregata Maestrale in soccorso della nave (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Adriatico" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La fregata Maestrale in soccorso della nave Roma E' diventato forse il tratto di mare più pericoloso del mondo, ma il Golfo di Aden è anche quello più affollato di navi militari di diversi Paesi, impegnate a difendere i mercantili in transito dai pirati: proprio da ieri è operativa in zona anche la fregata della Marina militare italiana Maestrale, che sta dirigendo a tutta velocità verso l'area dove è stato sequestrato il rimorchiatore Buccaneer. La fregata italiana, salpata il 2 aprile scorso dal porto di Taranto, per sei mesi parteciperà alla missione Atalanta, la prima guidata dall'Unione europea contro i pirati. Ma accanto al gruppo navale della Ue, sono numerosi quelli impegnati nella stessa area in compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i Paesi - dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali: è quello che fece anche l'Italia, nel 2005, quando il governo decise di impiegare il pattugliatore Granatiere dopo una serie di attacchi a mercantili italiani. Attualmente, la presenza nazionale è costituita soltanto dalla fregata Maestrale, che appartiene al Comando delle Forze d'altura della Marina, ha un equipaggio di 220 marinai, dispone di due elicotteri AB 212 ed è al comando del capitano di Fregata Angelo Virdis. La nave partecipa alla missione Atalanta, partita il 13 dicembre 2008 e alla quale contribuiscono unità britanniche, francesi, greche, tedesche e spagnole, tutte inserite nel gruppo aero-navale europeo (Eunavfor) comandato dal capitano di vascello Juan Garat, della Marina militare spagnola. VINCENZO SINAPI,

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Protezione civile, piano per la sede (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Protezione civile, piano per la sede Pronto il progetto esecutivo per l'edificio di via Troiat. Trecentomila euro di spesa Domenica 12 Aprile 2009, Azzano Decimo Sono partiti alle 22 di venerdì altri quattro volontari della Protezione civile per dare il cambio a quelli impegnati in Abruzzo già dal 6 aprile. I volontari azzanesi partiti sono Fabio Allegro, Maurizio Maurutto e Giulio Crozzoli guidati dal coordinatore comunale Fabrizio Pin, che hanno dato il cambio ai volontari Eugenio Tonso e Roberto De Simone, rientrati ieri sera ad Azzano. I volontari presenti da lunedì sera nel luogo del disastro, hanno contribuito alla logistica e alla costruzione delle tendopoli. L'assessore Alessandro Tesolin ricorda che il gruppo di volontari, oltre ad essere operativo nel campo dell'emergenza, si è anche attivato nella raccolta fondi tra i propri volontari e familiari per poi donarli direttamente alla Protezione civile. Intanto si lavora anche sul progetto della nuova sede operativa per i volontari di Azzano Decimo. La vecchia struttura di via Troiat sarà ripristinata e ampliata, con una spesa di circa 300 mila euro e a breve sarà approvato l'esecutivo. Seguirà l'appalto dei lavori che partiranno a settembre. La sede operativa sarà fornita di un ufficio, di una sala riunioni, di spogliatoi, servizi igienici e un ampio spazio che ospiterà i mezzi a disposizione degli oltre trenta volontari azzanesi. «Da sempre - commenta il sindaco Enzo Bortolotti - abbiamo una grande attenzione per i nostri volontari di Protezione civile che durante l'anno sono chiamati ad intervenire fronteggiando diverse tipologie di emergenza. La loro presenza garantisce a tutti noi la costante sorveglianza e tutela del patrimonio ambientale, ma non solo. Con la nuova sede - conclude - intendiamo rendere più agevole il prezioso lavoro del nostro corpo di volontari». Nel frattempo dall'incontro promosso con i dindaci del Distretto del Sil (Protezione civile di Azzano Decimo, Fiume Veneto, Pravisdomini, Chions e Pasiano, tenuto alla sede del municipio giovedì scorso, si è deciso che il coordinamento del Distretto, dopo due anni ad Azzano, passerà al Comune di Pasiano.

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MONASTIER Protezione civile Si inaugura la nuova sede (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 12-04-2009)

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MONASTIER Protezione civile Si inaugura la nuova sede Domenica 12 Aprile 2009, Monastier Inaugurazione sede della Protezione Civile nel parco Interverrà anche il sottosegretario al Ministero dell'Interno, on. Francesco Nitto Palma, all'inaugurazione della sede della Protezione Civile di Monastier, che si terrà venerdì prossimo 17 aprile alle ore 11.00 presso il parco comunale di via Einaudi a Monastier. "In un momento tragico come questo, a causa del sisma in Abruzzo, - ha commentato il sindaco, Salvatore Lo Stimolo - ci rendiamo ancora più conto di quanto sia fondamentale contare su un gruppo di Protezione Civile organizzato ed efficiente come il nostro". Al taglio del nastro ci saranno presenzieranno Vendemiano Sartor (assessore regionale alle Attività Produttive) e Gilberto Muraro (presidente Provincia di Treviso), insieme ai sindaci della zona e agli studenti delle scuole medie. Quest'ultimi suoneranno l'inno nazionale. La sede per la Protezione Civile di Monastier e per i gruppi di gestione del parco, è costata al Comune all'incirca 300mila euro, di cui 100mila finanziati dal precedente Governo Berlusconi e 67mila dalla Regione Veneto. Si tratta di un edificio ad un piano, con ampie vetrate, che dispone di un ufficio per la PC, una sala riunioni che può contenere una cinquantina di persone, la cucina, i servizi igienici (sia per uso della casa che del parco), 2 magazzini (dei quali uno destinato alla PC e l'altro al Comune per la gestione del parco). L'ammministrazione comunale di Monastier, per dare a tutti la possibilità di visitare il nuovo edificio e il grande parco di 50mila quadrati in cui la casa è immersa, ha previsto un momento di festa anche domenica 19 aprile. Dalle ore 10.00 alle 18.00 la Protezione Civile farà alcune dimostrazioni di intervento e ci sarà un rinfresco. Federica Florian

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I Vini Vicentini protagonisti al Vinitaly con Asiago, sopressa e grappe (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

I Vini Vicentini protagonisti al Vinitaly con Asiago, sopressa e grappe Domenica 12 Aprile 2009, Chi si aspettava un Vinitaly in sordina, in linea con la situazione economica generale, ha avuto di che ricredersi. La 43a edizione del più importante Salone internazionale dedicato al vino ha chiuso con numeri incoraggianti: 45mila operatori professionali stranieri accreditati e 150mila visitatori. Bilancio positivo anche per Vicenza Qualità, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Vicenza, presente a Verona con il Consorzio Vini Vicentini doc, e otto aziende vitivinicole, nello scenografico stand su due piani, allestito all'interno del Padiglione Veneto. Uno spazio espositivo completamente rinnovato nell'immagine e ampliato negli spazi, rispetto alle passate edizioni. Soddisfazione da parte dei produttori vicentini che hanno presentato il meglio dell'enologia berica, in un'area espositiva dove è stato posto l'accento sul tema dell'eccellenza del territorio, con gigantografie di edifici palladiani stilizzati disposte vicino a disegni di grappoli d'uva, secondo il concept "Le Vigne del Palladio" del Consorzio Vini Vicentini. La degustazione dei vini è stata abbinata ad attività di tasting di altri prodotti, simbolo delle tipicità gastronomiche e agroalimentari provinciali, come il formaggio Asiago dop e la Soprèssa Vicentina dop e le grappe. Per il Consorzio Vini Vicentini, di nuovo al Vinitaly dopo molti anni, la manifestazione si è riconfermata una vetrina importante, come attestato dalle aziende che ne fanno parte, avendo avuto contatti anche con buyer africani. C'è chi, come l'Azienda Agricola Masari di Valdagno, ha sperimentato un Vinitaly migliore dell'anno scorso. Bilancio positivo anche per l'Azienda Agricola Vigneto Due Santi di Breganze, che partecipa con Vicenza Qualità da ormai 10 anni. Pochi gli operatori americani da loro incontrati, com'era prevedibile, ma molti gli europei. Molta soddisfazione anche per la Bertolà di Trissino, grazie all'incontro con acquirenti concentrati e professionali, per nulla infastiditi o amareggiati dalla crisi. Alla Gastaldia Vini Società Agricola di Breganze, ci si augura che il Vinitaly 2009 sia stato un punto di partenza verso l'uscita dalla crisi globale. Il supporto dell'Azienda Speciale Camerale si rivela fondamentale per facilitare l'accesso diretto al mercato estero anche per chi, dal punto di vista strutturale, troverebbe altrimenti difficoltà ad approcciare nuovi canali di business. Sotto l'egida di Vicenza Qualità, quindi, anche la Angelo Scaroni di Breganze ha potuto godere di una vetrina importante come il Vinitaly. L'Azienda Agricola Alessandro Piovene Porto Godi di Toara di Villaga è soddisfatta dell'esito della manifestazione, anche se attende, nelle prossime settimane, di vedere la concretizzazione dei contatti avviati. La Vignaioli di Contra' Soarda di Bassano del Grappa e la Società Agricola Colle di Bugano di Longare hanno trovato un pubblico preparato, anche tra i compratori italiani. Gli espositori vicentini concordano sul fatto che si respirasse un'atmosfera migliore del previsto. Da parte delle aziende vicentine c'è stata la percezione che i buyer esteri fossero interessati a continuare ad investire per trovarsi pronti nel momento della ripresa economica. Affluenza molto buona in particolare da Sud America, Australia, Canada, Cina. In calo, come era abbastanza prevedibile, i paesi più colpiti dalla crisi: Usa, Inghilterra, Germania e Giappone. Gli operatori hanno ancora una volta dimostrato di gradire quei prodotti che implicano anzitutto un'attenta selezione della materia prima ma anche l'eccellenza nella lavorazione e la volontà a individuare sempre nuove nicchie di mercato. Il patrimonio enogastronomico vicentino può quindi incontrare margini di crescita sul mercato mondiale e potrà trarre beneficio dall'attività di promozione e valorizzazione condotta da Vicenza Qualità in ambito nazionale e internazionale. Insomma, un forte segnale positivo per il futuro del vino, anche in un momento generale di difficoltà per l'economia a livello globale.

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La fregata Maestrale in aiuto ai 30 Paesi già schierati (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La fregata Maestrale in aiuto ai 30 Paesi già schierati L'unità della Marina militare italiana dirige a tutta forza verso l'area di crisi che ha destabilizzato la sicurezza dei transiti oltre il Canale di Suez Domenica 12 Aprile 2009, Roma È diventato forse il tratto di mare più pericoloso del mondo ed ha crato una crisi di livello mondiale perché ha mandato quasi al tracollo i transiti sul Canale di Suez con danni commericiali - e quindi economici - enormi, per i Paesi della zona, ma il Golfo di Aden è anche quello più affollato di navi militari di diversi Paesi, impegnate a difendere i mercantili in transito dai pirati. Proprio da ieri è operativa in zona anche la fregata della Marina militare italiana Maestrale, che sta dirigendo a tutta forza verso l'area dove è stato sequestrato il rimorchiatore Buccaneer. La fregata italiana, salpata il 2 aprile scorso dal porto di Taranto, per sei mesi parteciperà alla missione Atalanta, la prima guidata dall'Unione europea contro i pirati. Ma accanto al gruppo navale della Ue, sono numerosi quelli impegnati nella stessa area in compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i Paesi - dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali: è quello che fece anche l'Italia, nel 2005, quando il governo decise di impiegare il pattugliatore Granatiere dopo una serie di attacchi a mercantili italiani. Attualmente, la presenza nazionale è costituita soltanto dalla fregata Maestrale, che appartiene al Comando delle Forze d'altura della Marina, ha un equipaggio di 220 marinai, dispone di due elicotteri AB 212 ed è al comando del capitano di Fregata Angelo Virdis. La nave partecipa alla missione Atalanta, alla quale contribuiscono unità britanniche, francesi, greche, tedesche e spagnole, tutte inserite nel gruppo aero-navale europeo (Eunavfor). L'impegno anti-pirateria della Marina italiana è cominciato nel 2005, appunto con la partecipazione del pattugliatore Granatiere all'operazione Mare Sicuro. Le ultime missioni sono state quelle del caccia Durand de la Penne, nave ammiraglia della flotta Nato Snmg2, che al comando dell'ammiraglio Giovanni Gumiero ha sventato almeno 13 sequestri di mercantili, e la breve partecipazione del pattugliatore Comandante Bettica alla stessa missione Atalanta. Ora è la volta della fregata Maestrale, chiamata a contrastare un fenomeno in crescita: secondo i dati forniti proprio in occasione della partenza della nave italiana, nel 2008 sono stati 177 gli attacchi di pirati, che hanno portato al sequestro di 43 imbarcazioni, rispetto ai 58 attacchi (12 con sequestro) del 2007. Nell'area del golfo di Aden e del Corno d'Africa transitano annualmente più di 20.000 navi, 2.000 delle quali sono legate ad interessi italiani e 600 battono bandiera italiana.

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Un grazie ai volontari in Abruzzo Mi sento inutile in questo angolo d'Italia, posso solt... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 12 Aprile 2009, Un grazie ai volontari in Abruzzo Mi sento inutile in questo angolo d'Italia, posso soltanto unirmi al dolore di chi soffre e dire una preghiera. Posso soltanto dire ancora "un altro ce l'ha fatta". Posso ringraziare i volontari, i pompieri e tutti quelli che aiutano quella povera gente. Lo so sono solo parole, ma vengono dal cuore. Mi si è marchiato a fuoco nella mente lo sguardo disperato, smarrito di una mamma che stringe al petto la sua creatura. I suoi occhi pieni di dolore e colmi di lacrime non piangono, sono asciutti. Odo il suono della sua voce e "non so più cosa dare al mio bambino. Ho perso tutto". Un pompiere tiene tra le braccia una vecchina di 98 anni; per due giorni ha atteso al secondo piano la salvezza. Si stringe al collo di quel pompiere mentre preoccupata si scusa per il disordine in cui si trova: "non mi sono pettinata". Un'altra nonnina a stento sorride e ringrazia i suoi quattro angeli, "non ho più niente, ma sono viva". Un pastore cura con amore quello che è rimasto del suo gregge decimato: una decina di pecore ed una mucca. La dignità che trasmette mi fa rabbrividire. Una famiglia di quattro persone ha appena trascorso la notte in auto; è l'unico riparo che tiene per l'intemperie. Un cane si aggira solitario fra le macerie cercando il calore di una carezza che non trova. Attimi di vita che hanno rapito il mio cuore. Un'altra signora aiuta i volontari della mensa a preparare il pranzo. Macerie, calcinacci, squadre di pompieri e volontari che si alternano alla ricerca disperata di qualche altro sopravissuto. Flash dati dalla televisione. Attimi che si accavallano uno sull'altro in un momento lungo come un incubo. Non sono cosa dire a questi pompieri, a questi volontari e a tutte le persone che si prodigano e si stanno prodigando in questo momento. Le mie parole sono come foglie al vento, forse non aiutano, non danno loro una mano. Posso soltanto dire loro: "grazie". Aurora Fiorotto Treviso Il capitale in letargo causa crisi In poco più di otto mesi la rappresentatività della Borsa italiana si è dimezzata, crollando dal 35% al 17% del Pil. Come mai tutta l'elite dell'industria e della finanza della Penisola è arrivata a valere meno del patrimonio immobiliare di una città come Milano? Per ora l'unico fatto certo è che i flussi di vendita sono arrivati soprattutto dall'estero. È logico che la crisi partita dalle banche e scaricata soprattutto sulle banche, finisca per penalizzare i mercati che sono i più esposti del settore. Infatti negli Stati Uniti il principale responsabile è considerato il sistema finanziario, sviluppatosi in modo abnorme e fragile come è stato per i mutui ipotecari. Però non stanno soffrendo solo le banche e le case automobilistiche, la tempesta sta investendo anche il fenomeno più importante degli ultimi decenni: la globalizzazione. I flussi di capitali dai Paesi occidentali a quelli in via di sviluppo stanno crollando: tra il 2007 e il 2009 sono calati dell'82%. Per conto sono da record i flussi di capitali verso gli Stati Uniti e l'Europa; pertanto siamo costretti a domandarci se oggi si stiano semplicemente aggiustando gli squilibri del passato, oppure se il mercato stia andando verso una de-globalizzazione più strutturale. I grandi istituti finanziari occidentali in crisi, in gran parte salvati dai loro Governi, dovendo ridurre l'attività, preferiscono farlo all'estero e non in patria. C'è un altro canale che ora frena: le rimesse, cioè i soldi che gli emigrati spediscono alle famiglie. Per riattivare il ciclo economico è tornata in campo la proposta di eurobond, con la prospettiva di destinarli non solo alla missione per la quale Delors li aveva pensati, finanziare opere di comune interesse europeo, ma anche al sostegno di piccole e medie imprese. Ma finché il capitale globale non uscirà dal proprio letargo e comincerà a prendersi qualche rischio, le probabilità che i governi siano in grado di far affluire risorse verso le migliori opportunità di investimento rimangono piuttosto basse. Enrico Campagnari Padova Se la destra dimentica Almirante Mi sia consentito esprimere la mia delusione in merito alla "Mozione Congressuale di An - Dalla Destra al Popolo della Libertà". Tramite disservizio postale sono venuto in possesso in data 23 marzo della "Mozione Congressuale di An", ciò nonostante mi sono sentito in dovere di consultarla con interesse in quanto documento di elevata importanza politica, volta ad un avvenimento che resterà nella storia della politica italiana. In ben 511 righe su 13 cartelle non si è trovato un piccolo spazio per menzionare un nome a me (e spero a tanti altri) assai caro: Giorgio Almirante. Mentre con motivate argomentazioni storiche lo spazio vi è stato giustamente per illustri personaggi che hanno fatto storia, da Dante a Gentile, da Corridoni a D'Annunzio, da Montanelli a Pavarotti e tanti altri fino a concludere con Enrico Mattei. Sono ormai vecchio con i miei 85 anni, molti dei quali dedicati ad onorare la mia Patria e ricordo benissimo ciò che accadde nel 1987 al Congresso di Salerno, quando Giorgio Almirante ebbe a dirmi (ero amico di famiglia) "vota e fai votare per il mio pupillo Fini". Orfango Campigli Mestre La sicurezza e i telefonini "anonimi" Controllare tutti per non controllare nessuno, pare essere questo il sunto della vicenda sulle migliaia di utenze telefoniche illegali, libere da intercettazioni che sono state attivate senza previa verifica della reale identità delle persone che utilizzeranno quei numeri. Ogni sim deve essere abbinata ad un documento d'identità e ad un codice fiscale, per questioni di sicurezza e di antiterrorismo: no documenti no telefono. Altre nazioni che hanno un sistema di controllo e di spionaggio tra i migliori al mondo su questo argomento non impongono controlli tanto asfissianti. Nel regno di James Bond e del mitico servizio segreto MI6 le sim prepagate per i telefoni cellulari si comprano senza mostrare alcun documento. Randall J Wilkins

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La Protezione ha il deposito (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Protezione ha il deposito Domenica 12 Aprile 2009, Cinto Caomaggiore (M.M.) Inaugurato il nuovo magazzino comunale della Protezione Civile. Anche se l'edificio sorge in zona industriale, in via Leonardi da Vinci 11, la festa è stata in piazza non solo per la spettacolare esibizione dei vigili del fuoco di Portogruaro nel loro saggio dimostrativo, ma anche per dare una degna cornice alla cerimonia visto che dopo un mese di chiusura della provinciale per lavori, è stata «scoperto» il nuovo volto di Cinto Caomaggiore, tra Chiesa e Municipio. Sparito l'asfalto, ora sulla trafficata provinciale che attraversa il centro si corre sopra un lastricato di porfido che oltre ad abbellire il cuore della cittadina dà il segno più tangibile del punto di riferimento e di ritrovo sociale. Concluso l'intervento del sindaco Luigi Bagnariol, l'assessore provinciale alla Protezione Civile Amalia Lieta Smajato ha presentato il Piano Comunale di Protezione Civile che è stato appunto curato dalla Provincia di Venezia. Quindi tutti in corteo verso via Leonardo da Vinci per il taglio del nastro del magazzino della Protezione civile e relativo rinfresco. Si tratta di una struttura importante per il volontariato che ora ha una sede dove collocare tutte le dotazioni indispensabili agli interventi in caso di emergenze e calamità naturali.

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