CENACOLO
DEI COGITANTI |
"È troppo presto per
dare la mano a Barack Obama"
( da "Stampa, La" del
12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Non solo le potenze occidentali, ma
anche Cina e Russia hanno votato le sanzioni contro l'Iran. «Almeno dieci
membri del Consiglio di sicurezza ci hanno spiegato di aver votato contro di
noi su pressione dei governi americano e britannico. Crediamo che non si possa
gestire il mondo in questo modo.
Nordcorea: Lunedìvoto
condanna test missilistico all'onu
( da "KataWeb News" del
12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Russia, Cina, Francia e Gran
Bretagna) più il Giappone hanno raggiunto un'intesa su una bozza che hanno
trasmesso agli altri nove Stati membri. Il testo è frutto della mediazione tra
Tokyo e gli Usa, che già la sera del 5 puntavano a una nuova "risoluzione"
di condanna, atto ben più rilevante della semplice dichiarazione (
Un sorriso ed una speranza
per ogni nuova tenda ( da "Giornale
di Brescia" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in primo piano Un sorriso ed una
speranza per ogni nuova tenda È sorto in poche ore, a Monticchio, il secondo
campo della Protezione civile bresciana, che ospita 250 sfollati Emanuele
Turelli, portavoce della Protezione civile bresciana, ieri al rientro in città,
con la figlioletta BRESCIALa speranza dell'Abruzzo è fatta anche di piccole
cose. Un pasto caldo in una notte gelida.
Negozianti cinesi in città
Buffoni: controlli a tappeto ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Non possiamo certo chiuderci alla
concorrenza o negare i fenomeni di globalizzazione, ma essa deve essere fatta
con regole uguali per tutti». «Siamo di fronte ad una invasione di prodotti
provenienti dalla Cina - denuncia Marina Buffoni - che hanno introdotto una
concorrenza sleale che compromette settori trainanti della nostra economia».
Carissimi fratelli e
sorelle, qual è l'augurio più bello che posso farvi a Pasqua? Vi...
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: per adeguare i sistemi
organizzativi, finanziari, formativi e di protezione sociale alle nuove
condizioni del lavoro e per fornire adeguati supporti alle crescenti esigenze
di mobilità. Nell'attuale contesto globalizzato è indispensabile che le
imprese, piccole o grandi che siano, stabiliscano tra di loro rapporti di
collaborazione.
una fregata a caccia dei
corsari venti di guerra nel mare d'africa - fabio scuto
( da "Repubblica, La"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla Cina alla Russia, dall´India
al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta
di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force
"150" e "151", entrambe a guida Usa, o come la flotta Nato
"Snmg1", oppure unità inviate da singoli Paesi ma solo difesa degli
interessi nazionali.
Dopo Obama anche la Cina:
segnali positivi all'orizzonte ( da "Unita,
L'" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Obama anche la Cina: segnali
positivi all'orizzonte MARCO TEDESCHI Da un capo all'altro del mondo cercansi
segni di ripresa. Di «barlumi di speranza» parlava l'altro giorno il presidente
Usa, Barack Obama. Ieri era il premier cinese Wen Jiabao a diffondere notizie
incoraggianti alla fine del summit dei leader asiatici a Pattaya: l'economia
cinese starebbe rivelando segnali positivi,
l'europa dimenticata nella
corsa alle elezioni - nino alongi
( da "Repubblica, La"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: vecchio continente di essere ancora
protagonista nel contesto di un mondo globalizzato, pervaso da spinte diverse e
spesso contrastanti, e di difendersi dalle crisi mondiali, ultima quella
finanziaria che stiamo vivendo. Tra il personale politico che in queste
settimane sta organizzando nell´Isola la campagna elettorale, fa bella mostra
il presidente della Regione Raffaele Lombardo.
trent'anni di devozione in
scatti d'autore ( da "Repubblica,
La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che affiora ora nelle testimonianze
delle ritualità di ieri, ora nella festa ormai globalizzata. Nel mezzo resiste
a fatica, ma resiste, il senso della tradizione: a dimostrarlo proprio due
scatti della Galli che, a venticinque anni di distanza l´uno dall´altro,
raffigurano l´immagine di San Nicola nelle formelle di pane realizzate nella
città vecchia.
L'origine del capitalismo
Stato, Mercato e Chiesa ( da "Riformista,
Il" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La globalizzazione e la
tecnofinanza hanno messo in crisi uno dei pilastri della cultura economica
occidentale: il profitto del commerciante o del banchiere si giustifica perché
il suo lavoro serve alla società. Lo spiega Paolo Prodi nel suo ultimo libro.
ROMA - Staccano assegni
con cifre a tre zeri. Sono di un'altra Italia, un altro Abruzzo, e hann...
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Soprattutto raccogliendo fondi per
la ricostruzione. Si considerano americani, inglesi, australiani, quindi
italiani e infine abruzzesi, nelle origini, nella lingua e a volte solo nel
cibo della nonna. E in tempi di globalizzazione è la sola cosa che conta.
Smocovich e Serafini a pag.31
Terra più calda,
diplomazia verde ( da "Corriere
della Sera" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: emissioni La Cina ha superato di
poco gli Usa nella classifica dei gas serra. E tra i due Paesi ci sono accuse e
ritorsioni Terra più calda, diplomazia verde Le previsioni: possibile aumento
di 5 gradi entro il 2050 Prove di dialogo in vista del nuovo protocollo di
Kyoto D a qualche tempo alcune compagnie americane rifiutano di rinnovare le
polizze assicurative ai proprietari di case.
ROMA È diventato forse il
tratto di mare più pericoloso del mondo, ma il Golfo di Aden &#...
( da "Messaggero, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla Cina alla Russia, dall'India
al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta
di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e
151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate
autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali:
Sicurezza a
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: lo stato attuale della
globalizzazione e le sue nuove sfide. «Identità e Multiculturalità» è un
progetto che si propone di favorire diffusione e condivisione di un confronto
culturale nella nostra realtà connotata da un forte flusso migratorio; un
tentativo di lavorare sulla caratterizzazione identitaria per riconoscersi
parte integrante di un contesto,
Protezione civile, in
quaranta fino a giugno Preziosa opera dei volontari reggiani
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: della Protezione civile provinciale
che venerdì era a Villa Sant'Angelo dell'Aquila insieme ai 40 volontari
reggiani di protezione civile che sono dispiegati nel campo base e alternandosi
vi rimarranno fino a giugno. «Ho visto nella gente il terrore che ha provato -
riferisce Ballarini - ho incontrato persone che sono riuscite a salvarsi e
hanno visto le case di fronte crollare,
Ancora in ostaggio il
comandante Usa ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
12-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Per questo oltre al gruppo navale
europeo operano nella zona altre formazioni provenienti dagli Stati Uniti e dal
Giappone, dalla Cina e dall'India, dalla Russia e dall'Indonesia. E non per
tutti le regole d'ingaggio sono uguali e quindi non mancano vere e proprie
battaglie. Come quella che Sarkozy ha lanciato nella sfortunata difesa del
veliero francese.
Una fregata a caccia dei
corsari venti di guerra nel Mare d'Africa
( da "Repubblica.it"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla Cina alla Russia, dall'India
al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta
di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force
"150" e "151", entrambe a guida Usa, o come la flotta Nato
"Snmg1", oppure unità inviate da singoli Paesi ma solo difesa degli
interessi nazionali.
Ahmadinejad: "Obama,
basta parole" ( da "Stampaweb,
La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Non solo le potenze occidentali, ma
anche Cina e Russia hanno votato le sanzioni contro l'Iran. «Almeno dieci
membri del Consiglio di sicurezza ci hanno spiegato di aver votato contro di
noi su pressione dei governi americano e britannico. Crediamo che non si possa
gestire il mondo in questo modo.
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in tutto sono almeno una trentina i
Paesi dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone che schierano loro unità
navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni
internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la
la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate autonomamente da singoli Paesi a difesa
degli interessi nazionali:
23:21 NORDCOREA: LUNEDI'
ONU CONDANNERA' TEST MISSILISTICO
( da "Agi" del
12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Russia, Cina, Francia e Gran
Bretagna) piu' il Giappone hanno raggiunto un'intesa su una bozza che hanno
trasmesso agli altri nove Stati membri. Il testo e' frutto della mediazione tra
Tokyo e gli Usa, che gia' la sera del 5 puntavano a una nuova
"risoluzione" di condanna, atto ben piu' rilevante della semplice
dichiarazione (
La fregata Maestrale in
soccorso della nave ( da "Corriere
Adriatico" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla Cina alla Russia, dall'India
al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta
di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e
151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate
autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali:
Protezione civile, piano
per la sede ( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Protezione civile, piano per la
sede Pronto il progetto esecutivo per l'edificio di via Troiat. Trecentomila
euro di spesa Domenica 12 Aprile 2009, Azzano Decimo Sono partiti alle 22 di
venerdì altri quattro volontari della Protezione civile per dare il cambio a
quelli impegnati in Abruzzo già dal 6 aprile.
MONASTIER Protezione
civile Si inaugura la nuova sede ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: MONASTIER Protezione civile Si
inaugura la nuova sede Domenica 12 Aprile 2009, Monastier Inaugurazione sede
della Protezione Civile nel parco Interverrà anche il sottosegretario al
Ministero dell'Interno, on. Francesco Nitto Palma, all'inaugurazione della sede
della Protezione Civile di Monastier, che si terrà venerdì prossimo 17 aprile
alle ore 11.
I Vini Vicentini
protagonisti al Vinitaly con Asiago, sopressa e grappe
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina. In calo, come era abbastanza
prevedibile, i paesi più colpiti dalla crisi: Usa, Inghilterra, Germania e
Giappone. Gli operatori hanno ancora una volta dimostrato di gradire quei
prodotti che implicano anzitutto un'attenta selezione della materia prima ma
anche l'eccellenza nella lavorazione e la volontà a individuare sempre nuove
nicchie di mercato.
La fregata Maestrale in
aiuto ai 30 Paesi già schierati ( da "Gazzettino,
Il" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla Cina alla Russia, dall'India
al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di mare. Si tratta
di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le task force 150 e
151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate
autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali:
Un grazie ai volontari in
Abruzzo Mi sento inutile in questo angolo d'Italia, posso solt...
( da "Gazzettino, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la globalizzazione. I flussi di
capitali dai Paesi occidentali a quelli in via di sviluppo stanno crollando:
tra il 2007 e il 2009 sono calati dell'82%. Per conto sono da record i flussi
di capitali verso gli Stati Uniti e l'Europa; pertanto siamo costretti a
domandarci se oggi si stiano semplicemente aggiustando gli squilibri del
passato,
La Protezione ha il
deposito ( da "Gazzettino,
Il (Venezia)" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Protezione ha il deposito
Domenica 12 Aprile 2009, Cinto Caomaggiore (M.M.) Inaugurato il nuovo magazzino
comunale della Protezione Civile. Anche se l'edificio sorge in zona
industriale, in via Leonardi da Vinci 11, la festa è stata in piazza non solo per
la spettacolare esibizione dei vigili del fuoco di Portogruaro nel loro saggio
dimostrativo,
( da "Stampa, La" del
12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
"È troppo
presto per dare la mano a Barack Obama" Presidente Ahmadinejad, tre
settimane fa Barack Obama si è rivolto in un video alla nazione iraniana. Come
ha accolto il discorso del presidente americano? «In modo ambivalente: alcuni passaggi
erano nuovi, altri ribadivano posizioni note da tempo. È positivo che abbia
posto l'accento sul rispetto reciproco e sull'onestà dei rapporti come
fondamento della collaborazione. Il grande errore di George W. Bush è stato
quello di voler risolvere tutti i problemi per via militare. È finito il tempo
in cui si potevano impartire ordini agli altri popoli». Obama ha parlato di un
nuovo inizio nelle relazioni degli Stati Uniti con l'Iran e le ha teso la mano.
«Accogliamo con favore i cambiamenti, ma finora non ci sono stati». Lei
presenta sempre delle richieste, ma sono la sua politica e le catastrofiche
relazioni dell'Iran con gli Usa a minacciare la pace
nel mondo. Qual è il suo contributo alla distensione? «Appoggiamo colloqui
sulla base dell'onestà e del rispetto. Questa è stata sempre la nostra
posizione. Aspettiamo che Obama annunci i suoi piani per poterli analizzare».
Il mondo la pensa diversamente: l'Iran deve agire e mostrarsi disposto a fare
delle concessioni. «Dov'è il mondo di cui parlate? Cosa dobbiamo fare?». I
governi occidentali sono convinti che l'Iran sostiene delle organizzazioni
terroristiche. «Noi non compiamo nessuna azione terroristica, ma siamo vittime
del terrorismo. Negli anni scorsi abbiamo contribuito alla stabilizzazione sia in
Afghanistan che in Iraq. E mentre noi davamo il nostro contributo,
l'Amministrazione Bush ci accusava del contrario. Credete che si possano
risolvere i problemi con la forza militare e le invasioni? La strategia
dell'America e della Nato non era sbagliata sin dall'inizio? Abbiamo sempre
detto che non si possono combattere i terroristi in questo modo; oggi sono più
forti che mai. Gli americani devono correggere il loro corso. Vedete dei
segnali che ciò stia accadendo? Ci sono cambiamenti nella scelta dei termini,
ma questo non basta». Il suo atteggiamento verso il nuovo governo Usa è impregnato di diffidenza. «Parliamo con grande
rispetto di Barack Obama. Ma siamo realisti. Vogliamo vedere dei cambiamenti.
Vogliamo aiutare a correggere una politica sbagliata in Afghanistan». Che cosa
vuol fare? «Finora sono stati spesi più di 250 miliardi di dollari per la
missione militare. Con quella cifra si potevano realizzare fabbriche, fondare
università, costruire strade e coltivare terreni». Obama punta di più sulla
ricostruzione civile, ma crede anche che bisogna agire militarmente contro i
radicali che vogliono impedire tale ricostruzione. «Questa nuova politica di
Obama è sbagliata. Gli americani non conoscono la regione, la percezione dei
vertici della Nato è sbagliata». Se gli Usa si
ritirassero dall'Iraq probabilmente la situazione di sicurezza in quel Paese
peggiorerebbe. Lei riempirà il vuoto di potere nel vicino Iraq? «Crediamo che
il popolo iracheno sia in grado di provvedere alla propria sicurezza e sosterremo
qualunque forma di governo sceglieranno». L'Iran è sospettato di costruire la
bomba atomica col pretesto della ricerca per scopi civili. Quattro risoluzioni
Onu vi invitano a sospendere l'arricchimento dell'uranio. Perché non lo fate?
«Questa discussione è superata. I 118 Paesi del Movimento dei non-allineati ci
sostengono tutti, così come 57 Paesi dell'Organizzazione della Conferenza
islamica. Se un paio di Paesi sono contro di noi non potete certo dire che si
tratta del mondo intero». Il Consiglio di sicurezza dell'Onu è contro di Lei. Non solo le potenze occidentali, ma anche Cina e Russia hanno votato le sanzioni contro l'Iran. «Almeno dieci
membri del Consiglio di sicurezza ci hanno spiegato di aver votato contro di
noi su pressione dei governi americano e britannico. Crediamo che non si possa
gestire il mondo in questo modo. Si devono rispettare tutti i popoli e
conceder loro gli stessi diritti». Di quale diritto si sente privato l'Iran?
«Se una tecnologia è utile, dovrebbero averla tutti; se è negativa, nessuno. La
composizione del Consiglio di sicurezza e il diritto di veto sono conseguenze
della Seconda guerra mondiale, che è finita oltre sessant'anni fa. Tale
composizione va cambiata». Anche l'Iran dovrebbe essere un membro permanente?
«Se nel mondo ci fosse giustizia, anche l'Iran dovrebbe sedere nel Consiglio di
sicurezza». L'Agenzia internazionale per l'energia atomica può allora
risparmiarsi ogni discussione con l'Iran? Non ci sarà nessuno stop
dell'arricchimento dell'uranio? «Credo che a Vienna siano già giunti a questa
conclusione». L'Iran ha mascherato, ingannato, fuorviato e suscitato così la
diffidenza del mondo. «È una grossa bugia! Abbiamo collaborato con l'Agenzia
per l'energia atomica. Non abbiamo nessun interesse a costruire l'arma atomica».
Lei è uno degli attori più potenti nella regione, perché è un antesignano della
causa palestinese. «Noi difendiamo soltanto i diritti fondamentali dei
palestinesi oppressi. La nostra proposta per risolvere il conflitto in Medio
Oriente è che possano decidere da soli del loro futuro in un referendum
libero». Se la maggioranza dei palestinesi votasse a favore dei due Stati,
anche lei dovrebbe riconoscere Israele. «Il regime sionista è il risultato
della Seconda guerra mondiale. Che cosa c'entra il popolo palestinese con tutto
questo? Credo si debba affrontare il problema alla radice». "Affrontare il
problema alla radice" significa cancellare Israele? «Significa esigere i
diritti del popolo palestinese. Ma non vogliamo parlare anche della Germania?
Credete che il popolo tedesco sia dalla parte del regime sionista? Credete che
si possa organizzare in Germania un referendum su questo punto? Se autorizzaste
un simile referendum scoprireste che il popolo tedesco odia il regime
sionista». Copyright Der Spiegel
( da "KataWeb News"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Nordcorea:
Lunedìvoto condanna test missilistico all'onu 11 aprile 2009 alle 23:45 —
Fonte: repubblica.it — 0 commenti Lunedì il Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite voterà una "dichiarazione" di condanna del test
missilistico effettuato dalla Corea del Nord il 5 aprile scorso e valuterà un
aggiustamento delle sanzioni in vigore. Lo ha annunciato il presidente di turno
dell'organo esecutivo del palazzo di vetro, il messicano Claude Heller secondo
cui i 5 membri permanenti (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più il Giappone hanno raggiunto
un'intesa su una bozza che hanno trasmesso agli altri nove Stati membri. Il
testo è frutto della mediazione tra Tokyo e gli Usa, che già la
sera del 5 puntavano a una nuova "risoluzione" di condanna, atto ben
più rilevante della semplice dichiarazione (che comunque richiede
l'unanimità), e le posizione di Mosca e Pechino, che alla fine hanno
prevalso.Il testo stabilisce che il Consiglio "condanna" il lancio
perché "in contrasto con la risoluzione 1718 del Consiglio" che
proibisce a Pyongyang esperimenti nucleari o test missilistici e impone --
nuovamente -- "che la Corea del Nord si astenga da qualsiasi nuovo
lancio". La bozza non prevede in sostanza nuove sanzioni ma si limita ad
un "aggiustamento" delle misure fin quì adottate contro Pyongyang con
la risoluzione
( da "Giornale di Brescia"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 12/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Un
sorriso ed una speranza per ogni nuova tenda È sorto in poche ore, a
Monticchio, il secondo campo della Protezione civile bresciana, che ospita 250
sfollati Emanuele Turelli, portavoce della Protezione civile bresciana, ieri al
rientro in città, con la figlioletta BRESCIALa speranza dell'Abruzzo è fatta
anche di piccole cose. Un pasto caldo in una notte gelida. Una coperta
in più per riparare il sonno dall'angoscia serpeggiante. La speranza è una
tenda, e un'altra ancora. Dieci, venti, trenta tende, che sorgono fino a
riempire un prato, un piazzale. È successo a Monticchio, dove in una manciata
di ore i volontari della Protezione civile bresciana hanno approntato un
secondo campo per gli sfollati. Una città nella città, in grado di accogliere
fino a 250 persone. «L'allestimento del nuovo campo - racconta il portavoce
della Protezione civile bresciana, Emanuele Turelli, rientrato in città ieri
mattina dopo aver trascorso cinque giorni in Abruzzo - ha portato una ventata
di ottimismo fra gli sfollati. Molte persone, che fino a venerdì avevano
trovato riparo nelle automobili o erano stati costretti a vagare alla ricerca
di una branda fra le tendopoli, hanno finalmente trovato rifugio a Monticchio.
Nel nuovo campo, oltre a 250 posti letto, trovano spazio tendoni
polifunzionali, una cucina perfettamente attrezzata e i bagni. Gli abruzzesi
sono gente stupenda. Hanno una grande dignità e hanno contribuito, nonostante
la stanchezza e la disperazione, all'allestimento del campo». Fra chi parte,
chi arriva e chi tenta la «fuga» per tornare a presidiare le abitazioni
semidistrutte, è tempo di ritorni anche per i volontari bresciani. Per gli
uomini della Protezione civile comincerà domani il turn over che riporterà nel
Bresciano una parte degli uomini di stanza a Bazzano e Monticchio.
Contemporaneamente partiranno altri volontari, altre squadre per sostituire chi
ha condiviso per quasi una settimana il gelo, il terrore e la fatica della
popolazione abruzzese. «Non varierà la consistenza delle forze impegnate -
conferma Turelli - e per ogni volontario di ritorno a Brescia ci sarà un
sostituto in partenza per l'Abruzzo». In procinto di partire, anche l'assessore
provinciale alla Protezione civile Corrado Scolari che, dopo aver coordinato le
operazioni da Brescia, si metterà in marcia lunedì sera per raggiungere i campi
dove operano i «suoi» volontari e dove si fermerà qualche giorno. Intanto ieri
sera, nelle piccole città di fortuna, don Roberto Ferazzoli, cappellano della
Protezione civile, ha celebrato con gli sfollati la prima Messa pasquale.
Un'altra funzione sarà celebrata questa mattina fra Bazzano e Monticchio. i.
ro.
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Negozianti cinesi in
città Buffoni: controlli a tappeto CONEGLIANO. Cinquantacinque attività
commerciali cinesi in città: il capogruppo di An Marina Buffoni lancia un
appello alla giunta affinchè «l'istituzione ponga in essere tutte le attività
di controllo a tutela dei consumatori e affinchè la polizia locale svolga tutte
quelle verifiche di regolarità dal punto di vista igenico-sanitario, sulle
merci in vendita. E' impensabile che queste attività entrino a far parte dell'Ascom
di Conegliano - afferma Buffoni - perché le differenze tra le imprese aderenti
sono molteplici. Anzitutto bisogna chiarire il tipo di merce che entra di colpo
nel nostro mercato, come il luogo di produzione, i materiali con cui è
composta, quali tessuti sono stati usati, ecc. Non possiamo
certo chiuderci alla concorrenza o negare i fenomeni di globalizzazione, ma
essa deve essere fatta con regole uguali per tutti». «Siamo di fronte ad una
invasione di prodotti provenienti dalla Cina - denuncia Marina Buffoni - che
hanno introdotto una concorrenza sleale che compromette settori trainanti della
nostra economia».
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Domenica 12 Aprile
2009, Carissimi fratelli e sorelle, qual è l'augurio più bello che posso farvi
a Pasqua? Vi auguro la solidarietà e la speranza. Perché per vivere abbiamo
bisogno innanzitutto di non essere lasciati soli nel momento della prova. E poi
abbiamo bisogno di speranza. E oggi la nostra speranza è messa a dura prova. Il
futuro si presenta come una sfida. Molti non reggono alla fatica di vivere. Il
dolore, il male del mondo ci arriva in casa a valanga: al mattino attraverso le
notizie dei quotidiani, alla sera attraverso le immagini del telegiornale. In
questi giorni, poi, siamo rimasti sgomenti davanti le scene strazianti provocate
dal terremoto dell'Abruzzo. Per le oltre 280 vittime, che hanno perso la vita
in quel drammatico terremoto, elevo al Signore la preghiera di suffragio. Agli
oltre mille feriti e alle decine di migliaia di famiglie, rimaste senza casa o
con la casa inagibile, esprimo tutta la mia solidarietà. Vogliamo essere vicini
a loro, oltre che con i nostri numerosi volontari, con le nostre offerte. Ma
assieme a questo dramma, continua a preoccuparci sempre di più la grave crisi
economica mondiale, che sta avvolgendo anche l'Italia, compreso il nostro
Polesine. Per tante famiglie che hanno perso o rischiano di perdere il posto di
lavoro, la preoccupazione per il domani diventa sempre più angosciante. In
questo frangente, per essere vicini concretamente a queste famiglie, ho voluto
dare vita giovedì scorso a un "fondo straordinario di solidarietà",
che sarà composto dalle offerte delle parrocchie, dal contributo della
Fondazione della Cassa di risparmio di Padova e Rovigo e dalle offerte di
singoli cittadini e di quegli enti pubblici e privati che decideranno di
sostenerlo. Sono ben consapevole che questa iniziativa è ben lontana dal
risolvere i problemi economici delle famiglie in grave difficoltà. Essa è solo
un "piccolo" segno di vicinanza, di accompagnamento e di solidarietà
della Chiesa diocesana e di tutte le persone e istituzioni di buona volontà
verso coloro che versano in particolari situazioni di necessità. Per risolvere
la grave crisi economica in atto è necessario che quanti hanno responsabilità
politiche, economiche, finanziarie, sindacali e capacità imprenditoriali
collaborino insieme e ricerchino le modalità per salvare i posti di lavoro, per
creare nuove forme di occupazione, per attivare nuovi modelli di sviluppo, per adeguare i sistemi organizzativi, finanziari, formativi e di
protezione sociale alle nuove condizioni del lavoro e per fornire adeguati
supporti alle crescenti esigenze di mobilità. Nell'attuale contesto
globalizzato è indispensabile che le imprese, piccole o grandi che siano,
stabiliscano tra di loro rapporti di collaborazione. I problemi
socio-economici non si risolvono più con la "concorrenza", ma solo
mediante la "convergenza", cioè con la ricerca di tutte le sinergie o
le forme di collaborazione e di solidarietà che sono possibili. In questa grave
crisi economica, cui si è aggiunto in questi giorni il tragico sisma abruzzese,
non devono venire meno alcuni valori fondamentali per la nostra vita. Primo, il
primato dell'uomo sul lavoro e sul denaro: alla supremazia dell'economia, del
mercato, del benessere materiale, va opposta la supremazia dell'uomo e del suo
sviluppo integrale. Secondo, il valore della sobrietà: non dobbiamo lasciarci
"drogare" da bisogni artificiali, ma saperci accontentare del
necessario. Terzo, il valore della solidarietà: dobbiamo maturare un
atteggiamento permanente di solidarietà verso le persone in stato di necessità.
Quarto, la virtù della speranza: per vivere abbiamo bisogno di affrontare il
domani con fiducia e con coraggio: con la fiducia di poter superare le difficoltà
e con la volontà di superarle. * vescovo di Adria-Rovigo segue a pagina XI
( da "Repubblica, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 3 - Esteri
Una fregata a caccia dei corsari venti di guerra nel Mare d´Africa Ma i
barchini dei banditi continuano a beffare le Marine di tutto il mondo Sei
sequestri in una settimana, almeno 270 marinai rapiti Governi divisi sulla
linea da adottare Eyl, Garacad, Hobyo, i piccoli villaggi di pescatori sono
fortini dei corsari somali FABIO SCUTO Il tratto di mare più pericoloso del
Pianeta è in questo momento anche quello più affollato da navi da guerra delle
Marine militari di mezzo mondo con la migliore tecnologia del mondo a
disposizione. Sul ponte di comando del cacciatorpediniere americano "USS
Bainbrige" da giovedì tutti gli occhi sono puntati sui radar di bordo. A
macchine avanti piano, questo gioiello della Us Navy sta pedinando un piccolo
puntino sullo schermo, un barchino, dove - guardato da quattro pirati somali -
c´è il capitano Richard Phillips. A bordo i Seals, gli incursori della Navy,
sono pronti. Ma l´ordine da Washington di tentare l´assalto per liberare il
comandante Phillips ancora non è arrivato. Il "pedinamento" continua.
Nonostante questo sfoggio di armi e tecnologia i barchini dei pirati somali
imperversano in quelle acque come api sul miele, attaccano mercantili a centinaia
di miglia dalla costa, se ne impadroniscono e si allontanano sulle navi
sequestrate con il loro carico e gli equipaggi in ostaggio. Sono più di 250 i
marinai un po´ di tutto il mondo nelle mani dei pirati, parte a terra attorno
al porticciolo di Eyl e parte a bordo dei natanti sorvegliati a vista dai loro
carcerieri. Sei navi assaltate in meno di una settimana sono la dimostrazione
palese che i "bucanieri del terzo millennio" hanno raggiunto capacità
operative di un certo livello, che hanno a disposizione una tecnologia che
seppur essenziale, è in grado di determinare, rotte, velocità, possibile
armamento di difesa dei battelli da predare. In questo è fondamentale il ruolo
svolto dalle basi a terra sparpagliate - in quella terra senza tetto né legge che
è il Puntland - lungo la costa che scende verso Mogadiscio. Eyl, Garacad,
Hobyo, i piccoli villaggi di pescatori che in meno di tre anni sono diventati
dei veri e propri fortini dei corsari somali. La "rete" a terra delle
organizzazioni criminali si incarica poi di reinvestire gli introiti dei
riscatti. E´ questo probabilmente quello che frena i governi dei Paesi
coinvolti nella caccia ai pirati. Attaccare in mare i barchini o colpire le
basi a terra da dove partono gli abbordaggi? Bombardare dal cielo e dal mare
Eyl o inviare i soldati a terra per espugnare i santuari di questa Tortuga
d´Africa? Da ieri è in zona anche la fregata della Marina militare italiana
Maestrale, che sta dirigendo a tutta velocità verso l´area dove è stato
sequestrato il rimorchiatore "Buccaneer" e per sei mesi parteciperà
alla missione "Atalanta", la prima guidata dall´Unione europea contro
i pirati. Accanto al gruppo navale della Ue, sono numerosi quelli impegnati
nella stessa area in compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i
Paesi - dalla Cina alla Russia,
dall´India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di
mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le
task force "150" e "151", entrambe a guida Usa, o come la flotta Nato "Snmg1", oppure unità inviate
da singoli Paesi ma solo difesa degli interessi nazionali. Un grande
potenziale militare ma che senza un coordinamento nel pattugliamento rischia di
portare a casa risultati modesti. La Francia ha dimostrato - con i tre blitz
dei suoi commandos in un anno - di aver scelto la "linea dura", gli
statunitensi stanno ammassando navi e uomini. Un "build up" che
potrebbe significare l´imminenza di un intervento, ma al momento dal Pentagono
non è arrivata nessuna indicazione su come agire contro i pirati. Altri Paesi -
come l´Arabia saudita e la Norvegia - hanno preferito finora mettere mano al
portafoglio pagare il riscatto e rientrare in possesso delle navi. Una linea
soft che però riempie le casse dei bucanieri di milioni di dollari e lascia
quel tratto di mare in balìa di questi predoni.
( da "Unita, L'" del
12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Dopo Obama anche la Cina: segnali positivi all'orizzonte
MARCO TEDESCHI Da un capo all'altro del mondo cercansi segni di ripresa. Di
«barlumi di speranza» parlava l'altro giorno il presidente Usa, Barack Obama. Ieri era il premier cinese Wen Jiabao a
diffondere notizie incoraggianti alla fine del summit dei leader asiatici a
Pattaya: l'economia cinese starebbe rivelando segnali positivi, malgrado
debba ancora fronteggiare «grandi sfide». Poi si è autoelogiato: «La politica
del governo cinese è stata tempestiva, corretta e decisa». Le «grandi sfide»
cinesi sono interne ed esterne. A dare conferma della tensione interna la
notizia diffusa dalla agenzia ufficiale cinese Xinhua: a Pechino, nel distretto
Tongzhou nella zona orientale dalla capitale, venti operai edili avevano
occupato un edificio di dieciassette piani che stavano costruendo per chiedere
salari mai ricevuti, è intervenuta la polizia, la protesta si è risolta nel
giro di alcune ore e le paghe sono state versate. Paghe operaie Singolare
soprattutto il rilievo alltribuito alla vicenda: quasi una giustificazione alla
decisione che sarebbe stata presa poco dopo dal governo di bloccare i compensi
dei manager delle società a partecipazione statale, seguendo un crityerio molto
riguido: per il 2008 gli stipendi degli executive non potranno superare il 90%
di quanto ricevuto nel 2007, limite che scenderebbe all'80% in caso di
compagnie che avessero riportato un bilancio in perdita. Niente a che vedere
con la condizione e con la sorte dei manager occidentali: Jianqing, presidente
della Industrial & Commercial Bank of China, maggiore istituto del paese,
ha ricevuto come compenso 2008 circa 1,61 milioni di yuan, circa 235.000
dollari, cioè il 10,3% in meno rispetto al 2007 nonostante un aumento del 38%
dell'utile netto della banca. Altri problemi giungono dall'esterno e cioè dai
ripetuti stop alla crescita delle riserve valutarie straniere in Cina: nel primo trimestre si è registrato l'incremento più
basso da otto anni per via del rallentamento delle esportazioni e della
riduzione degli investimenti esteri. La Banca Popolare della Cina
ha comunicato sul sito web che nei primi tre mesi del 2009 le riserve sono
cresciute di 7,7 miliardi di dollari. Un incremento così debole non si vedeva
dal secondo trimestre del 2001 e si raffronta al rialzo di 40 miliardi di
dollari nel quarto trimestre 2008. Nei primi tre mesi di quest'anno il surplus
commerciale cinese ha evidenziato un crollo del 45% rispetto al trimestre
precedente e il ridimensionamento delle riserve ufficiali cinesi rischia di far
diminuire gli investimenti di Pechino in titoli di Stato americani, proprio
quando l'amministrazione Obama punta a vendere un ammontare record di Treasury,
di buoni del Tesoro, per finanziare il piano di stimolo da quasi 800 miliardi
di dollari. Il cerchio si chiude. Giacomo Vaciago, economista, interpreta
cautamente la situazione: «Presto per brindare. L'unica cosa d buona è la Borsa
che dal 9 marzo al 9 aprile ha segnato un rimbalzo fantastico. I rimbalzi
possono fiutare una ripresa sei mesi dopo. Vedremo a settembre». Dagli Usa alla Cina, segnali
contrastanti. Per fortuna non è tutto nero quel che si intravvede
all'orizzonte. Il premier cinese scorge ad esempio «segnali positivi e grandi
sfide». Vaciago: «Confortante la Borsa».
( da "Repubblica, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina I - Palermo
L´analisi L´Europa dimenticata nella corsa alle elezioni NINO ALONGI Nel
groviglio di problemi che vive l´Isola, le elezioni europee, per quanto vicine,
restano lontane e comunque estranee agli interessi e alle aspirazioni dei
cittadini. E la nostra classe dirigente, che non ha mai brillato, non solo non
reagisce ma cerca di trarre da questa freddezza europea il massimo dei
vantaggi. Le elezioni si stanno configurando pertanto come un´occasione che
colgono i partiti per risolvere i loro interni travagli, quelli che conosciamo:
di visibilità, di schieramento, di leadership. è appena il caso di ricordare
che l´integrazione europea, con tutti i limiti che ancora presenta, non solo ha
scongiurato il ripetersi di conflitti tra le nazioni vicine, come è avvenuto
per secoli, ma ha consentito al vecchio continente di
essere ancora protagonista nel contesto di un mondo globalizzato, pervaso da
spinte diverse e spesso contrastanti, e di difendersi dalle crisi mondiali,
ultima quella finanziaria che stiamo vivendo. Tra il personale politico che in
queste settimane sta organizzando nell´Isola la campagna elettorale, fa bella
mostra il presidente della Regione Raffaele Lombardo. La sua
aspirazione, come sappiamo, non è l´Europa (almeno per il momento) ma il
raggiungimento del massimo di visibilità nazionale insieme con l´Mpa (il
movimento del quale egli è fondatore e leader). SEGUE A PAGINA XVII
( da "Repubblica, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina XVI - Bari Il
libro Un volume della fotografa barese Luciana Galli dedicato a san Nicola e
arricchito dai testi di Altomare Trent´anni di devozione in scatti d´autore
Trent´anni di devozione popolare e, nel suo specchio, la storia di una città. A
raccontare la vicenda provvedono le immagini della fotografa barese Luciana
Galli che, dal 1976 al
( da "Riformista, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
L'origine del
capitalismo Stato, Mercato e Chiesa storia. La
globalizzazione e la tecnofinanza hanno messo in crisi uno dei pilastri della
cultura economica occidentale: il profitto del commerciante o del banchiere si
giustifica perché il suo lavoro serve alla società. Lo spiega Paolo Prodi nel
suo ultimo libro. di Stefano Feltri Quest'estate, all'inizio della
stagione delle nazionalizzazioni delle banche americane, il Financial Times
dedicava un approfondimento allo «Stato che torna al centro dell'economia»,
chiudendo un ventennio di deregolamentazione e fiducia religiosa nel mercato
che ha creato le premesse per i diastri finanziari e la Grande Recessione. Ma
in un libro appena uscito per il Mulino, "Settimo non rubare, furto e
mercato nella storia dell'Occidente" (396 pp., 29 euro), Paolo Prodi spiega
perché per capire quello che sta succedendo bisogna tornare non a Ronald
Reagan, neppure ad Adam Smith, ma a Gesù, o almeno al Medioevo. Prodi è
professore emerito di Storia moderna all'università di Bologna e da trent'anni
nel suo lavoro indaga le fondamenta culturali della civiltà occidentale. Dopo
un libro sul rapporto tra Stato e Chiesa ("Il sovrano pontefice",
ristampato nel 2006) e "Una storia della giustizia" (2000), da
qualche anno si è dedicato alle origini della cultura economica. In questo
nuovo saggio che parte dal settimo comandamento, ripercorre il rapporto tra
mercato, regole ed etica nella storia dell'occidente, uno strumento utile per
inquadrare il fenomeno di rigetto sociale verso i bonus pagati ai manager di
Aig con soldi pubblici, i sequestri dei capi azienda e i cortei contro i
banchieri. «L'economia è una cosa troppo seria per lasciarla agli economisti»,
scherza Prodi al telefono con il Riformista. «In Occidente, intorno al
dodicesimo secolo, nasce il mercato inteso non più solo come luogo di scambio
delle merci, ma come foro di valutazione dei beni». Quello di forum, foro, è il
concetto chiave dell'analisi di Prodi: il tribunale diventa il foro della
giustizia (ed è l'unico ambito in cui il termine è sopravvissuto) dove si
valutano le azioni degli uomini, mentre la Chiesa si assume il ruolo di foro di
valutazione degli animi e delle intenzioni che hanno determinato le azioni
giudicate dal tribunale. Il mercato valuta i beni. Alla fine del 1200 si supera
il concetto secondo cui il prezzo del prodotto finale è dato solo dalla somma
dei prezzi di tutte le sue parti più quello del lavoro. Un prodotto vale quanto
il prezzo che il mercato gli attribuisce. Per dirla con una delle frasi di
Tommaso d'Aquino che ricorrono nel testo di Prodi, «Justum autem pretium est,
quod secundum aestimationem fori illius temporis potest valere res vendita». I
teologi, da Tommaso a Pietro di Giovanni Olivi e Alberto Magno sono d'accordo.
Comincia una rivoluzione concettuale che troverà nelle teorie della forza
autonoma del mercato e della mano invisibile di Adam Smith, nel 1776, il suo
compimento teorico, «e non l'inizio - spiega Prodi - come si pensa di solito».
I mercanti e il tempio. Tra le conseguenze c'è che la percezione dei mercanti
(prima) e dei banchieri (poi) cambia, viene loro riconosciuto un ruolo
importante nella società per i rischi che si assumono e i servizi che offrono,
anche i loro profitti trovano quindi una legittimazione. «Nasce una ricchezza
finanziaria e quella che io chiamo una repubblica internazionale del denaro».
Un'élite che attraversa confini e culture creando un embrione di
globalizzazione, ma soprattutto emancipandosi dal potere politico che non
riesce a controllare i capitali come aveva fatto fino a quel momento con i
terreni, principale (e pressoché unica) fonte di reddito. «In Occidente si
osserva un fenomeno che non si verifica in altre civiltà, come quella islamica.
Nasce una dialettica tra i tre poteri, quello politico, quello della Chiesa e
quello economico. Convivono senza identificarsi in un potere monistico. L'unico
momento in cui si sono uniti è stato nei totalitarismi del Novecento». Anche
nel Vangelo si trovano le premesse per questo equilibrio tra i poteri,
dall'invito a dare a Cesare ciò che gli spetta, ma soprattutto nel passaggio in
cui Gesù scaccia i mercanti dal tempio, che Prodi suggerisce si possa
interpretare come uno dei momenti in cui si costruisce «il recinto del sacro».
I mercanti vengono allontanati dal luogo di culto non solo per tutelarne la
purezza, ma anche per consentire loro di svilupparsi in modo autonomo. Lo
stesso succede alla politica quando riesce, anche dolorosamente (Prodi cita
spesso la lotta per le investiture tra papato e impero nell'undicesimo e
dodicesimo secolo) a separarsi dalla sfera del trascendente. Un processo di
ricomposizione degli equilibri tra i pilastri della società che è
caratteristico dello sviluppo dell'Europa e che Prodi definisce, richiamandosi
a Max Weber, «de-magificazione del mondo». Chiesa, Stato e Mercato legittimano
la tripartizione del potere perché ciascuno, nel proprio campo, si occupa del
perseguimento del bene comune, spartendosi gli ambiti d'azione: benessere delle
coscienze, concordia politica e benessere economico. Anche la condanna del
profitto finanziario viene superata proprio accettando questa logica del
marciare divisi per colpire uniti. Finché il prestito a interesse viene
percepito come un abuso, un tentativo di lucrare sulle difficoltà altrui e
sfruttando un bene divino come il passare del tempo, l'unica forma di finanziamento
tollerata resta quella che oggi è alla base della finanza islamica: la
condivisione del rischio di impresa e la compartecipazione tanto
all'investimento iniziale, quanto al profitto (o perdita) finale. Solo quando
si afferma l'idea che anche il finanziere ha un ruolo nel perseguimento del
bene comune si trova una giustificazione (economica e morale) del suo profitto,
che non viene più percepito come furto. Parte del processo di evoluzione del
rapporto tra la trinità dei poteri occidentali è infatti proprio il cambiamento
del concetto di furto: ciò che viene sanzionato non è più la violazione del
settimo comandamento ("non rubare"), ma la rottura del contratto
sociale. La cosa grave non è l'appropriarsi di cosa altrui, ma arricchirsi
senza perseguire il bene comune, anzi lavorando contro di esso. Ed è proprio
questo che i manifestanti - sia pure con altri toni - rimproverano nelle piazze
ai manager che hanno accumulato bonus mentre la loro gestione aziendale creava
le premesse per la crisi attuale. Osserva Prodi: «Se il furto è un peccato
verso la società, oltre che verso Dio, per porvi rimedio non basta più
ammettere la colpa nel segreto del confessionale, ma restituire quanto
sottratto alla collettività». Proprio quello che gli elettori americani hanno chiesto
di fare al Congresso che ora vuole tassare al 90 per cento i bonus dei manager
pagati con soldi pubblici. Il bene comune. Oggi, dice Prodi, «viene da
chiedersi se dopo la crisi si riuscirà ad elaborare una dialettica tra Stato,
Mercato e Chiesa, in termini nuovi», o se si accentuerà un fenomeno che già si
intravede, quello del ritorno a «un'economia palaziale» in cui tutto si
confonde, tempio, foro del mercato e potere dello Stato in economia. La
premessa di questa confusione è stata «una crescente espansione anche culturale
del mercato a cui non è corrisposta un'eguale forza della politica». La lezione
di John Maynard Keynes secondo cui sono gli «spiriti animali» irrazionali, cioè
l'animo, a guidare le scelte economiche degli individui è stata dimenticata. E
hanno prevalso quelle teorie, estremizzate da Milton Friedman, che vedono il
mercato come forza autonoma e razionale e che quindi trascurano quella
dialettica tra poteri che per il professor Prodi è una specificità
imprescindibile della cultura occidentale: «Nell'ottica del tempo lungo, non
significa essere statalisti dire che la respublica deve stabilire gli obiettivi
(chiamamoli di bene comune) con i quali il mercato stesso deve misurarsi nella
sua autonomia: sue poteri né uniti né separati ma sempre in tensione tra loro».
Nelle università di Economia, invece, scompaiono gli insegnamenti storici e
antropologici, nota Prodi nel libro, mentre si moltiplicano quelli quantitativi
(econometria e statistica) che contribuiscono a rafforzare negli studenti
l'idea di un mercato autonomo dagli altri aspetti delle relazioni umane. Anche
questo è un sintomo «della crisi di un modello democratico che è nato in
Inghilterra nel Settecento e che ora è invecchiato, le cui coordinate
cronologiche sono rotte, perché i suoi ritmi non coincidono più con quelli
della globalizzazione. E questo rende impossibile elaborare un concetto di bene
comune adeguato ai tempi». 12/04/2009
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Domenica 12 Aprile
2009 Chiudi ROMA - Staccano assegni con cifre a tre zeri. Sono di un'altra
Italia, un altro Abruzzo, e hanno un obiettivo preciso: ricostruire una chiesa,
una scuola, una biblioteca un teatro di una paese che hanno lasciato tanti anni
fa. Soldi che vogliono gestire direttamente per vedere dove vanno a finire. E'
la solidarietà che arriva da oltre i confini dagli abruzzesi nel mondo. Per la
verità non solo abruzzesi, ma anche le associazioni molisane, laziali, venete e
siciliane all'estero in questi giorni si stanno mobilitando per esprimere
solidarietà ai centri distrutti dal terremoto. Soprattutto
raccogliendo fondi per la ricostruzione. Si considerano americani, inglesi,
australiani, quindi italiani e infine abruzzesi, nelle origini, nella lingua e
a volte solo nel cibo della nonna. E in tempi di globalizzazione è la sola cosa
che conta. Smocovich e Serafini a pag.31
( da "Corriere della Sera"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
sezione: Focus Vuota data: 12/04/2009 - pag: 10 Le cifre Se la crescita media
delle temperature dovesse essere come previsto il costo sarà fra il 5 e il 20%
dell'economia globale Le emissioni La Cina ha superato di poco gli Usa nella
classifica dei gas serra. E tra i due Paesi ci sono accuse e ritorsioni Terra
più calda, diplomazia verde Le previsioni: possibile aumento di 5 gradi entro
il 2050 Prove di dialogo in vista del nuovo protocollo di Kyoto D a qualche
tempo alcune compagnie americane rifiutano di rinnovare le polizze assicurative
ai proprietari di case. Non succede solo dove il rischio uragani è
ovvio, come in Florida o in Louisiana: capita anche a Brooklyn. Lì, fra
l'Hudson e l'Atlantico, la probabilità di inondazioni future sarebbe
considerata troppo alta. In Cina nel frattempo oltre
metà dei grandi centri urbani sperimenta problemi di sicurezza degli
approvvigionamenti d'acqua. Fra le cause, l'aumento della siccità che erode le
falde. La Repubblica popolare ha appena compiuto il sorpasso, ma con gli Stati
Uniti resta un testa a testa all'ultima tonnellata di carbonio. Da pochi mesi
l'Impero di mezzo è primo produttore di gas a effetto serra, con quasi sette
miliardi di tonnellate di CO2 o equivalenti. L'America viene subito dietro ed
entrambi staccano nettamente Indonesia e Brasile, rispettivamente terzi e
quarti assoluti a causa della loro deforestazione massiccia. L'Italia è molto
più indietro: a volte in modo riluttante, fa parte di un'Europa leader mondiale
dei piani di taglio alle emissioni. E con la guida del G8, ha un'occasione
quasi senza precedenti di pesare nel sistema globale. Il problema, nota
Nicholas Stern della London School of Economics, è che l'impatto del carbonio
nell'atmosfera sembra peggiore di quello stimato fino a solo due o tre anni fa:
la probabilità di un aumento medio delle temperature della Terra di 5 gradi
entro il 2050 è del 50% e il costo sarebbe simile a quello di due guerre
mondiali: l'ultima volta che la Terra è stata così calda fu nell'Eocene, quando
le aree emerse erano soprattutto foreste paludose. Migrazioni di centinaia di
milioni di persone e distruzioni di molta della superficie arabile del mondo
sarebbero inevitabili. Il costo, fra il 5% e il 20% dell'economia globale ogni
anno. Le stime sono contenute negli ultimi due studi di Stern, in questi giorni
in uscita in Gran Bretagna, Stati Uniti e in Italia ( Un piano per salvare il
pianeta, Feltrinelli, e Clima: è vera emergenza, Brioschi). Lord Stern, fisico
di formazione, ex capo-economista della Banca mondiale, consulente del governo
di Londra e autore del rapporto del 2006 alla base delle idee più accettate
sull'effetto serra, non esce in un momento a caso. E più che di concentrazione
di particelle o catastrofi a venire, stavolta parla di politica: per dicembre è
fissato a Copenaghen quello che lui definisce «l'incontro internazionale più
importante dalla fine della seconda guerra mondiale ». I Paesi ricchi e
emergenti sono chiamati a dare un seguito al protocollo di Kyoto in scadenza nel
2012 con l'obiettivo, se possibile, di limitare le emissioni perché la
temperatura non salga di oltre due gradi nel ventunesimo secolo. Decine di
Paesi sono invitati. Ma mai come adesso il riscaldamento globale è la prima
grande questione del G2, più della stessa crisi finanziaria: Cina
e Stati Uniti inquinano abbastanza da poter decidere per tutti, lascia capire
Stern. Non che questo sia rassicurante. Il film degli ultimi mesi è una lunga
sequenza di equivoci, accuse reciproche, ritorsioni a cavallo di due
amministrazioni alla Casa Bianca. L'ultimo incidente è forse il più
paradossale: alla fine del mese scorso ad alzare la tensione ci ha pensato
Steven Chu. Cinese di origine, premio Nobel per la Fisica del '97, il professor
Chu è il nuovo segretario all'Energia di Barack Obama, l'ex candidato
democratico che nel vincere la nomination su Hillary Clinton annunciò che
quello sarebbe passato alla storia come «il giorno in cui il livello del mare
iniziò a scendere». Mesi dopo, cioè tre settimane fa, Chu con l'appoggio di
Obama ha fatto della questione clima una guerra commerciale con la Cina. Tutto è in una breve clausola nascosta nel progetto di
legge sul cosiddetto «cap and trade» (il diritto delle imprese che inquinano
meno di vendere i propri diritti di emissione di carbonio, così incentivando i
sistemi «verdi»). Il progetto Chu-Obama dà all'amministrazione il potere di
imporre dazi sull'export dei Paesi che non mirino a ridurre l'intensità di
carbonio dei loro sistemi produttivi. A Pechino non è sfuggito a chi fosse
rivolta quella misura e ha reagito: pochi giorni più tardi, d'improvviso,
l'autorità antitrust cinese ha bloccato
( da "Messaggero, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Domenica 12 Aprile
2009 Chiudi ROMA È diventato forse il tratto di mare più pericoloso del mondo,
ma il Golfo di Aden è anche quello più affollato di navi militari di diversi
Paesi, impegnate a difendere i mercantili in transito dai pirati: proprio da
ieri è operativa in zona anche la fregata della Marina militare italiana
Maestrale, che sta dirigendo a tutta velocità verso l'area dove è stato
sequestrato il rimorchiatore Buccaneer. La fregata italiana, salpata il 2
aprile scorso dal porto di Taranto, per sei mesi parteciperà alla missione
Atalanta, la prima guidata dall'Unione europea contro i pirati. Ma accanto al
gruppo navale della Ue, sono numerosi quelli impegnati nella stessa area in
compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i Paesi - dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità
navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni
internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate
autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali: è
quello che fece anche l'Italia, nel 2005, quando il governo decise di impiegare
il pattugliatore Granatiere dopo una serie di attacchi a mercantili italiani.
Attualmente, la presenza nazionale è costituita soltanto dalla fregata
Maestrale, che appartiene al Comando delle Forze d'altura della Marina, ha un
equipaggio di 220 marinai, dispone di due elicotteri AB 212 ed è al comando del
capitano di Fregata Angelo Virdis. La nave partecipa alla missione Atalanta,
partita il 13 dicembre 2008 e alla quale contribuiscono unità britanniche,
francesi, greche, tedesche e spagnole, tutte inserite nel gruppo aero-navale
europeo (Eunavfor) comandato dal capitano di vascello Juan Garat, della Marina
militare spagnola. L' impegno anti-pirateria della Marina italiana è cominciato
nel 2005, appunto con la partecipazione del pattugliatore Granatiere
all'operazione Mare Sicuro, ed è continuato negli anni. Le ultime missioni sono
state quelle del caccia Durand de la Penne, nave ammiraglia della flotta Nato
Snmg2, che al comando dell'ammiraglio Giovanni Gumiero ha sventato almeno 13
sequestri di mercantili, e la breve partecipazione del pattugliatore Comandante
Bettica alla stessa missione Atalanta. Ora è la volta della fregata Maestrale,
chiamata a dare una mano nel contrasto ad un fenomeno in crescita: secondo i
dati forniti proprio in occasione della partenza della nave italiana, nel 2008
sono stati 177 gli attacchi di pirati, che hanno portato al sequestro di 43
imbarcazioni, rispetto ai 58 attacchi (12 con sequestro) del 2007. Nell'area
del golfo di Aden e del Corno d'Africa transitano annualmente più di 20.000
navi, 2.000 delle quali sono legate ad interessi italiani e 600 battono
bandiera italiana.
( da "Nazione, La (Prato)"
del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione,
La (Prato))
Argomenti: Cina Usa
AGENDA PRATO pag. 13
Sicurezza a «Spazio pubblico» SARÀ l'antropologo della contemporaneità Marc
Augè a chiudere il ciclo di incontri su «Identità e multiculturalità» promosso
dalla Consulta Cultura & Società di Confartigianato con il patrocinio e il
contributo della Provincia e del Comune di Prato e la collaborazione di Caritas
Diocesana. L'appuntamento è per mercoledì 15 aprile (alle 21) al teatro
«Magnolfi nuovo» per affrontare, insieme a Gianni Cascone che coordina
l'incontro, i rapporti fra Islam e mondo occidentale, lo
stato attuale della globalizzazione e le sue nuove sfide. «Identità e
Multiculturalità» è un progetto che si propone di favorire diffusione e
condivisione di un confronto culturale nella nostra realtà connotata da un
forte flusso migratorio; un tentativo di lavorare sulla caratterizzazione
identitaria per riconoscersi parte integrante di un contesto,
valorizzando tratti comuni e differenze. Un contributo pacato alla riflessione
in una realtà come quella pratese, ricca di comunità straniere e laborartorio
multiculturale unico in Italia. «Non a caso l'idea del progetto è partita dal
ciclo di incontri su Francesco Datini, personaggio simbolo pratese che,
partendo da Prato ha impiantato vari commerci all'estero diversificando la
produzione e poi, tornato in patria, ha reinvestito le risorse nel territorio
anche in campo sociale - si legge in un comunicato di presentazione della
Provincia - Un esempio emblematico sia dell'emigrazione in terra straniera che
del ritorno in patria in una interazione di ruoli dove una forte identità gioca
un ruolo decisivo per l'incontro e la disponibilità allo scambio con culture
altre'.
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
REGGIO pag. 10
Protezione civile, in quaranta fino a giugno Preziosa opera dei volontari
reggiani SONO A VILLA SANT'ANGELO di MARIAGIUSEPPINA BO «NEL GIORNO tristissimo
dei funerali di Stato abbiamo portato le bare al cimitero di Villa Sant'Angelo,
affiancando una popolazione che mostra verso di noi stima e affetto. I nostri
volontari, oltre a lavorare giorno e notte per gli impianti e le strutture
logistiche, sono sempre disponibili anche ad ascoltare e confortare la
popolazione». Lo afferma Giorgio Ballarini, presidente delle associazioni di
volontariato della Protezione civile provinciale che
venerdì era a Villa Sant'Angelo dell'Aquila insieme ai 40 volontari reggiani di
protezione civile che sono dispiegati nel campo base e alternandosi vi
rimarranno fino a giugno. «Ho visto nella gente il terrore che ha provato -
riferisce Ballarini - ho incontrato persone che sono riuscite a salvarsi e
hanno visto le case di fronte crollare, altre che hano visto
sbriciolarsi la propria abitazione e sono salve perchè una trave cadendo le ha
protetti. Le scosse si susseguono. I nostri volontari lavorano giorno e notte
senza sosta». IL CAMPO è stato allestito dove si è registrato l'epicentro del
terremoto, tra Villa Sant'Angelo, Onna e Paganica. Ieri erano state montate 60
tende per ospitare 380 persone e i volontari reggiani che operano insieme a
queli del resto della regione. I nostri volontari delle 24 associazioni
provinciali di Protezione Civile sono affiancati da altri volontari reggiani
dell'Anpas, degli Scuot Agesci e Cngei, degli alpini dell'Ana, tecnici e
veterinari. Ieri è partito per il servizio veterinario l'esperto Giovani
Marmiroli e sono stati spediti da Reggio 15 sacchi di mangime. La protezione
civile di Reggio ha inviato al campo due blocchi di servizi, uno per le docce,
una grande cella frigorifera, la recinzione per il campo, tende pneumatiche,
atrezzatutre e mezzi fuoristrada. Là operano anche Marte Iotti (vice capo) e
Fabrizio Zampiri (vice presidente del coordinamento di protezione cvilie
provinciale).
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione,
La (Firenze)) (Giorno, Il (Milano))
Argomenti: Cina Usa
PRIMO PIANO pag. 3
Ancora in ostaggio il comandante Usa LA SFIDA SEI
ASSALTI IN UNA SETTIMANA di RICCARDO JANNELLO LA TRAGICA conclusione venerdì
del blitz francese contro i pirati, che avevano sequestrato il 4 aprile il
veliero «Tanit» con cinque persone a bordo, dimostra l'assoluta pericolosità
della zona di mare del Corno d'Africa. La vittima è il proprietario dello
yacht, Florent Lemacon, colpito durante il conflitto a fuoco e non è chiaro da
chi fra la task force e i filibustieri (due di loro sono stati uccisi, uno è
finito in mare e non se ne hanno più notizie); illesi gli altri quattro
passeggeri, fra cui il figlio di tre anni del morto. Ieri è intanto arrivata a
Mombasa, in Kenya, la nave battente bandiera americana assaltata e poi
rilasciata mercoledì. La filibusta ha ancora in ostaggio il capitano, Richard
Phillips. Il cargo di 17mila tonnellate trasporta 232 container di generi
alimentari che il Programma alimentare mondiale dell'Onu ha destinato alla
popolazione di Somalia, Ruanda e Uganda. L'Fbi interrogherà i venti uomini
dell'equipaggio e continuerà le trattative per la liberazione del comandante, a
cui è andato male il tentativo di scappare a nuoto dalla scialuppa sulla quale
era stato portato via. Sono ancora diverse le imbarcazioni in mano ai pirati,
mentre per altre sono stati pagati riscatti. Ci sono anche risultati positivi
nella caccia a questi banditi che infestano rotte commerciali molto ambite.
Ieri dieci pirati sono stati condannati da un tribunale somalo della regione
autonoma autoproclamata del Puntland, nel Nord Est del Paese. Sono stati
considerati responsabili del sequestro, il 9 ottobre 2008, di un cargo somalo
sul quale erano imbarcati anche dei siriani e che incrociava sulla rotta fra
Oman e Mogadiscio. Arrestati durante un intervento della guardia costiera
regionale, hanno avuto ognuno venti anni di condanna. Abdirashid Muse Mohamed,
il capo pirata, ha dichiarato alla corte che lo aveva appena mandato in carcere
che le azioni non sono fatte a scopo criminale. «Il motivo per cui attacchiamo
ha spiegato è che le navi depredano le nostre risorse naturali». Non si è
trattato della prima condanna nella decisionista regione del Puntland. Sette
pirati e quattro complici un anno fa avevano avuto l'ergastolo. Nel 2008 il
bilancio dei presunti pirati arrestati è di 150, con 130 navi assaltate. Il
2009 non è certo iniziato diversamente, anzi. Solo nell'ultima settimana gli
assalti portati a termine sono stati sei, e il timore per alcuni equipaggi è
elevato. La provenienza delle navi e dei marinai è la più disparata, nessuno
viene risparmiato. Per questo oltre al gruppo navale
europeo operano nella zona altre formazioni provenienti dagli Stati Uniti e dal
Giappone, dalla Cina e dall'India, dalla Russia e dall'Indonesia. E non per tutti le
regole d'ingaggio sono uguali e quindi non mancano vere e proprie battaglie.
Come quella che Sarkozy ha lanciato nella sfortunata difesa del veliero
francese.
( da "Repubblica.it"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL TRATTO di mare
più pericoloso del Pianeta è in questo momento anche quello più affollato da
navi da guerra delle Marine militari di mezzo mondo con la migliore tecnologia
del mondo a disposizione. Sul ponte di comando del cacciatorpediniere americano
"USS Bainbrige" da giovedì tutti gli occhi sono puntati sui radar di
bordo. A macchine avanti piano, questo gioiello della Us Navy sta pedinando un
piccolo puntino sullo schermo, un barchino, dove - guardato da quattro pirati
somali - c'è il capitano Richard Phillips. A bordo i Seals, gli incursori della
Navy, sono pronti. Ma l'ordine da Washington di tentare l'assalto per liberare
il comandante Phillips ancora non è arrivato. Il "pedinamento"
continua. Nonostante questo sfoggio di armi e tecnologia i barchini dei pirati
somali imperversano in quelle acque come api sul miele, attaccano mercantili a
centinaia di miglia dalla costa, se ne impadroniscono e si allontanano sulle
navi sequestrate con il loro carico e gli equipaggi in ostaggio. Sono più di
250 i marinai un po' di tutto il mondo nelle mani dei pirati, parte a terra
attorno al porticciolo di Eyl e parte a bordo dei natanti sorvegliati a vista
dai loro carcerieri. Sei navi assaltate in meno di una settimana sono la
dimostrazione palese che i "bucanieri del terzo millennio" hanno
raggiunto capacità operative di un certo livello, che hanno a disposizione una
tecnologia che seppur essenziale, è in grado di determinare, rotte, velocità,
possibile armamento di difesa dei battelli da predare. In questo è fondamentale
il ruolo svolto dalle basi a terra sparpagliate - in quella terra senza tetto
né legge che è il Puntland - lungo la costa che scende verso Mogadiscio. Eyl,
Garacad, Hobyo, i piccoli villaggi di pescatori che in meno di tre anni sono
diventati dei veri e propri fortini dei corsari somali. La "rete" a terra
delle organizzazioni criminali si incarica poi di reinvestire gli introiti dei
riscatti. OAS_RICH('Middle'); E' questo probabilmente quello che frena i
governi dei Paesi coinvolti nella caccia ai pirati. Attaccare in mare i
barchini o colpire le basi a terra da dove partono gli abbordaggi? Bombardare
dal cielo e dal mare Eyl o inviare i soldati a terra per espugnare i santuari
di questa Tortuga d'Africa? Da ieri è in zona anche la fregata della Marina
militare italiana Maestrale, che sta dirigendo a tutta velocità verso l'area
dove è stato sequestrato il rimorchiatore "Buccaneer" e per sei mesi
parteciperà alla missione "Atalanta", la prima guidata dall'Unione
europea contro i pirati. Accanto al gruppo navale della Ue, sono numerosi
quelli impegnati nella stessa area in compiti analoghi: in tutto sono almeno
una trentina i Paesi - dalla Cina alla Russia,
dall'India al Giappone - che schierano loro unità navali in quel tratto di
mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni internazionali, come le
task force "150" e "151", entrambe a guida Usa, o come la flotta Nato "Snmg1", oppure unità inviate
da singoli Paesi ma solo difesa degli interessi nazionali. Un grande
potenziale militare ma che senza un coordinamento nel pattugliamento rischia di
portare a casa risultati modesti. La Francia ha dimostrato - con i tre blitz
dei suoi commandos in un anno - di aver scelto la "linea dura", gli
statunitensi stanno ammassando navi e uomini. Un "build up" che
potrebbe significare l'imminenza di un intervento, ma al momento dal Pentagono
non è arrivata nessuna indicazione su come agire contro i pirati. Altri Paesi -
come l'Arabia saudita e la Norvegia - hanno preferito finora mettere mano al
portafoglio pagare il riscatto e rientrare in possesso delle navi. Una linea
soft che però riempie le casse dei bucanieri di milioni di dollari e lascia
quel tratto di mare in balìa di questi predoni. (12 aprile 2009
( da "Stampaweb, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Presidente
Ahmadinejad, tre settimane fa Barack Obama si è rivolto in un video alla
nazione iraniana. Come ha accolto il discorso del presidente americano? «In
modo ambivalente: alcuni passaggi erano nuovi, altri ribadivano posizioni note
da tempo. È positivo che abbia posto l'accento sul rispetto reciproco e
sull'onestà dei rapporti come fondamento della collaborazione. Il grande errore
di George W. Bush è stato quello di voler risolvere tutti i problemi per via
militare. È finito il tempo in cui si potevano impartire ordini agli altri
popoli». Obama ha parlato di un nuovo inizio nelle relazioni degli Stati Uniti
con l'Iran e le ha teso la mano. «Accogliamo con favore i cambiamenti, ma
finora non ci sono stati». Lei presenta sempre delle richieste, ma sono la sua
politica e le catastrofiche relazioni dell'Iran con gli Usa
a minacciare la pace nel mondo. Qual è il suo contributo alla distensione?
«Appoggiamo colloqui sulla base dell'onestà e del rispetto. Questa è stata
sempre la nostra posizione. Aspettiamo che Obama annunci i suoi piani per
poterli analizzare». Il mondo la pensa diversamente: l'Iran deve agire e
mostrarsi disposto a fare delle concessioni. «Dov'è il mondo di cui parlate?
Cosa dobbiamo fare?». I governi occidentali sono convinti che l'Iran sostiene
delle organizzazioni terroristiche. «Noi non compiamo nessuna azione
terroristica, ma siamo vittime del terrorismo. Negli anni scorsi abbiamo
contribuito alla stabilizzazione sia in Afghanistan che in Iraq. E mentre noi
davamo il nostro contributo, l'Amministrazione Bush ci accusava del contrario.
Credete che si possano risolvere i problemi con la forza militare e le
invasioni? La strategia dell'America e della Nato non era sbagliata sin
dall'inizio? Abbiamo sempre detto che non si possono combattere i terroristi in
questo modo; oggi sono più forti che mai. Gli americani devono correggere il
loro corso. Vedete dei segnali che ciò stia accadendo? Ci sono cambiamenti
nella scelta dei termini, ma questo non basta». Il suo atteggiamento verso il
nuovo governo Usa è impregnato di diffidenza.
«Parliamo con grande rispetto di Barack Obama. Ma siamo realisti. Vogliamo
vedere dei cambiamenti. Vogliamo aiutare a correggere una politica sbagliata in
Afghanistan». Che cosa vuol fare? «Finora sono stati spesi più di 250 miliardi
di dollari per la missione militare. Con quella cifra si potevano realizzare
fabbriche, fondare università, costruire strade e coltivare terreni». Obama
punta di più sulla ricostruzione civile, ma crede anche che bisogna agire
militarmente contro i radicali che vogliono impedire tale ricostruzione.
«Questa nuova politica di Obama è sbagliata. Gli americani non conoscono la
regione, la percezione dei vertici della Nato è sbagliata». Se gli Usa si ritirassero dall'Iraq probabilmente la situazione di
sicurezza in quel Paese peggiorerebbe. Lei riempirà il vuoto di potere nel
vicino Iraq? «Crediamo che il popolo iracheno sia in grado di provvedere alla
propria sicurezza e sosterremo qualunque forma di governo sceglieranno». L'Iran
è sospettato di costruire la bomba atomica col pretesto della ricerca per scopi
civili. Quattro risoluzioni Onu vi invitano a sospendere l'arricchimento
dell'uranio. Perché non lo fate? «Questa discussione è superata. I 118 Paesi
del Movimento dei non-allineati ci sostengono tutti, così come 57 Paesi
dell'Organizzazione della Conferenza islamica. Se un paio di Paesi sono contro
di noi non potete certo dire che si tratta del mondo intero». Il Consiglio di
sicurezza dellOnu è contro di Lei. Non solo le
potenze occidentali, ma anche Cina e Russia hanno votato le
sanzioni contro l'Iran. «Almeno dieci membri del Consiglio di sicurezza ci
hanno spiegato di aver votato contro di noi su pressione dei governi americano
e britannico. Crediamo che non si possa gestire il mondo in questo modo.
Si devono rispettare tutti i popoli e conceder loro gli stessi diritti». Di
quale diritto si sente privato l'Iran? «Se una tecnologia è utile, dovrebbero
averla tutti; se è negativa, nessuno. La composizione del Consiglio di
sicurezza e il diritto di veto sono conseguenze della Seconda guerra mondiale,
che è finita oltre sessant'anni fa. Tale composizione va cambiata». Anche
l'Iran dovrebbe essere un membro permanente? «Se nel mondo ci fosse giustizia,
anche l'Iran dovrebbe sedere nel Consiglio di sicurezza». L'Agenzia
internazionale per l'energia atomica può allora risparmiarsi ogni discussione
con l'Iran? Non ci sarà nessuno stop dell'arricchimento dell'uranio? «Credo che
a Vienna siano già giunti a questa conclusione». L'Iran ha mascherato,
ingannato, fuorviato e suscitato così la diffidenza del mondo. «È una grossa
bugia! Abbiamo collaborato con l'Agenzia per l'energia atomica. Non abbiamo
nessun interesse a costruire l'arma atomica». Lei è uno degli attori più
potenti nella regione, perché è un antesignano della causa palestinese. «Noi
difendiamo soltanto i diritti fondamentali dei palestinesi oppressi. La nostra
proposta per risolvere il conflitto in Medio Oriente è che possano decidere da
soli del loro futuro in un referendum libero». Se la maggioranza dei
palestinesi votasse a favore dei due Stati, anche lei dovrebbe riconoscere
Israele. «Il regime sionista è il risultato della Seconda guerra mondiale. Che
cosa c'entra il popolo palestinese con tutto questo? Credo si debba affrontare
il problema alla radice». "Affrontare il problema alla radice"
significa cancellare Israele? «Significa esigere i diritti del popolo
palestinese. Ma non vogliamo parlare anche della Germania? Credete che il
popolo tedesco sia dalla parte del regime sionista? Credete che si possa
organizzare in Germania un referendum su questo punto? Se autorizzaste un
simile referendum scoprireste che il popolo tedesco odia il regime sionista».
Copyright Der Spiegel
( da "Avvenire" del
12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
MONDO 12-04-2009
«Task force» a difesa dei commerci diventato forse il tratto di mare più
pericoloso del mondo, ma il Golfo di Aden è anche quello più affollato di navi
militari di diversi Paesi, impegnate a difendere i mercantili in transito dai
pirati: proprio da ieri è operativa in zona anche la fregata della Marina
militare italiana Maestrale. Salpata il 2 aprile scorso dal porto di Taranto,
la Maestrale per sei mesi parteciperà alla missione Atalanta, la prima guidata
dall'Unione europea contro i pirati. Ma accanto al gruppo navale della Ue, sono
nume- È rosi quelli impegnati nella stessa area in compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i Paesi dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone che schierano loro unità
navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni
internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate
autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali: è
quello che fece anche l'Italia, nel 2005, quando il governo decise di impiegare
il pattugliatore Granatiere dopo una serie di attacchi a mercantili italiani.
Attualmente, la presenza nazionale è costituita soltanto dalla fregata Mae--
strale, che appartiene al Comando delle Forze d'altura della Marina, ha un
equipaggio di 220 marinai, dispone di due elicotteri AB 212 ed è al comando del
capitano di Fregata Angelo Virdis. L'impegno antipirateria della Marina
italiana è cominciato nel 2005, appunto con la partecipazione del pattugliatore
Granatiere all'operazione Mare Sicuro, ed è continuato negli anni. Le ultime
missioni sono state quelle del caccia Durand de la Penne, nave ammiraglia della
flotta Nato Snmg2, che al comando dell'ammiraglio Giovanni Gumiero ha sventato
almeno 13 sequestri di mercantili, e la breve partecipazione del pattugliatore
Comandante Bettica alla stessa missione Atalanta. Nell'area del golfo di Aden e
del Corno d'Africa transitano annualmente più di 20.000 navi, 2.000 delle quali
sono legate ad interessi italiani e 600 battono bandiera italiana. La nave
portoghese «Nrb Corte Real» che fa parte della flotta Nato, ha captato l'Sos
degli italiani prima che le comunicazioni fossero interrotte sei minuti dopo
(Reuters) la forza multinazionale Sono una trentina i Paesi che schierano mezzi
da guerra per proteggere il traffico marittimo
( da "Agi" del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
NORDCOREA: LUNEDI'
ONU CONDANNERA' TEST MISSILISTICO (AGI) - New York, 11 apr. - Lunedi' il
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite votera' una
"dichiarazione" di condanna del test missilistico effettuato dalla
Corea del Nord il 5 aprile scorso e valutera' un aggiustamento delle sanzioni
in vigore. Lo ha annunciato il presidente di turno dell'organo esecutivo del
palazzo di vetro, il messicano Claude Heller secondo cui i 5 membri permanenti
(Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) piu' il Giappone hanno raggiunto
un'intesa su una bozza che hanno trasmesso agli altri nove Stati membri. Il
testo e' frutto della mediazione tra Tokyo e gli Usa, che gia' la
sera del 5 puntavano a una nuova "risoluzione" di condanna, atto ben
piu' rilevante della semplice dichiarazione (che comunque richiede
l'unanimita'), e le posizione di Mosca e Pechino, che alla fine hanno
prevalso.Il testo stabilisce che il Consiglio "condanna" il lancio
perche' "in contrasto con la risoluzione 1718 del Consiglio" che
proibisce a Pyongyang esperimenti nucleari o test missilistici e impone -
nuovamente - "che la Corea del Nord si astenga da qualsiasi nuovo
lancio". La bozza non prevede in sostanza nuove sanzioni ma si limita ad
un "aggiustamento" delle misure fin qui' adottate contro Pyongyang
con la risoluzione
( da "Corriere Adriatico"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
La fregata Maestrale
in soccorso della nave Roma E' diventato forse il tratto di mare più pericoloso
del mondo, ma il Golfo di Aden è anche quello più affollato di navi militari di
diversi Paesi, impegnate a difendere i mercantili in transito dai pirati:
proprio da ieri è operativa in zona anche la fregata della Marina militare
italiana Maestrale, che sta dirigendo a tutta velocità verso l'area dove è
stato sequestrato il rimorchiatore Buccaneer. La fregata italiana, salpata il 2
aprile scorso dal porto di Taranto, per sei mesi parteciperà alla missione
Atalanta, la prima guidata dall'Unione europea contro i pirati. Ma accanto al
gruppo navale della Ue, sono numerosi quelli impegnati nella stessa area in
compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i Paesi - dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità
navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni
internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate
autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali: è
quello che fece anche l'Italia, nel 2005, quando il governo decise di impiegare
il pattugliatore Granatiere dopo una serie di attacchi a mercantili italiani.
Attualmente, la presenza nazionale è costituita soltanto dalla fregata
Maestrale, che appartiene al Comando delle Forze d'altura della Marina, ha un equipaggio
di 220 marinai, dispone di due elicotteri AB 212 ed è al comando del capitano
di Fregata Angelo Virdis. La nave partecipa alla missione Atalanta, partita il
13 dicembre 2008 e alla quale contribuiscono unità britanniche, francesi,
greche, tedesche e spagnole, tutte inserite nel gruppo aero-navale europeo
(Eunavfor) comandato dal capitano di vascello Juan Garat, della Marina militare
spagnola. VINCENZO SINAPI,
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Protezione
civile, piano per la sede Pronto il progetto esecutivo per l'edificio di via
Troiat. Trecentomila euro di spesa Domenica 12 Aprile 2009, Azzano Decimo Sono
partiti alle 22 di venerdì altri quattro volontari della Protezione civile per
dare il cambio a quelli impegnati in Abruzzo già dal 6 aprile. I volontari azzanesi partiti sono
Fabio Allegro, Maurizio Maurutto e Giulio Crozzoli guidati dal coordinatore
comunale Fabrizio Pin, che hanno dato il cambio ai volontari Eugenio Tonso e
Roberto De Simone, rientrati ieri sera ad Azzano. I volontari presenti da
lunedì sera nel luogo del disastro, hanno contribuito alla logistica e alla
costruzione delle tendopoli. L'assessore Alessandro Tesolin ricorda che il
gruppo di volontari, oltre ad essere operativo nel campo dell'emergenza, si è
anche attivato nella raccolta fondi tra i propri volontari e familiari per poi
donarli direttamente alla Protezione civile. Intanto si lavora anche sul
progetto della nuova sede operativa per i volontari di Azzano Decimo. La vecchia
struttura di via Troiat sarà ripristinata e ampliata, con una spesa di circa
300 mila euro e a breve sarà approvato l'esecutivo. Seguirà l'appalto dei
lavori che partiranno a settembre. La sede operativa sarà fornita di un
ufficio, di una sala riunioni, di spogliatoi, servizi igienici e un ampio
spazio che ospiterà i mezzi a disposizione degli oltre trenta volontari
azzanesi. «Da sempre - commenta il sindaco Enzo Bortolotti - abbiamo una grande
attenzione per i nostri volontari di Protezione civile che durante l'anno sono
chiamati ad intervenire fronteggiando diverse tipologie di emergenza. La loro
presenza garantisce a tutti noi la costante sorveglianza e tutela del
patrimonio ambientale, ma non solo. Con la nuova sede - conclude - intendiamo
rendere più agevole il prezioso lavoro del nostro corpo di volontari». Nel
frattempo dall'incontro promosso con i dindaci del Distretto del Sil
(Protezione civile di Azzano Decimo, Fiume Veneto, Pravisdomini, Chions e
Pasiano, tenuto alla sede del municipio giovedì scorso, si è deciso che il
coordinamento del Distretto, dopo due anni ad Azzano, passerà al Comune di
Pasiano.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
MONASTIER
Protezione civile Si inaugura la nuova sede Domenica 12 Aprile 2009, Monastier
Inaugurazione sede della Protezione Civile nel parco Interverrà anche il
sottosegretario al Ministero dell'Interno, on. Francesco Nitto Palma,
all'inaugurazione della sede della Protezione Civile di Monastier, che si terrà
venerdì prossimo 17 aprile alle ore 11.00 presso il parco comunale di via Einaudi a
Monastier. "In un momento tragico come questo, a causa del sisma in
Abruzzo, - ha commentato il sindaco, Salvatore Lo Stimolo - ci rendiamo ancora
più conto di quanto sia fondamentale contare su un gruppo di Protezione Civile
organizzato ed efficiente come il nostro". Al taglio del nastro ci saranno
presenzieranno Vendemiano Sartor (assessore regionale alle Attività Produttive)
e Gilberto Muraro (presidente Provincia di Treviso), insieme ai sindaci della
zona e agli studenti delle scuole medie. Quest'ultimi suoneranno l'inno
nazionale. La sede per la Protezione Civile di Monastier e per i gruppi di
gestione del parco, è costata al Comune all'incirca 300mila euro, di cui
100mila finanziati dal precedente Governo Berlusconi e 67mila dalla Regione
Veneto. Si tratta di un edificio ad un piano, con ampie vetrate, che dispone di
un ufficio per la PC, una sala riunioni che può contenere una cinquantina di
persone, la cucina, i servizi igienici (sia per uso della casa che del parco),
2 magazzini (dei quali uno destinato alla PC e l'altro al Comune per la
gestione del parco). L'ammministrazione comunale di Monastier, per dare a tutti
la possibilità di visitare il nuovo edificio e il grande parco di 50mila
quadrati in cui la casa è immersa, ha previsto un momento di festa anche
domenica 19 aprile. Dalle ore 10.00 alle 18.00 la Protezione Civile farà alcune
dimostrazioni di intervento e ci sarà un rinfresco. Federica Florian
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
I Vini Vicentini
protagonisti al Vinitaly con Asiago, sopressa e grappe Domenica 12 Aprile 2009,
Chi si aspettava un Vinitaly in sordina, in linea con la situazione economica
generale, ha avuto di che ricredersi. La 43a edizione del più importante Salone
internazionale dedicato al vino ha chiuso con numeri incoraggianti: 45mila
operatori professionali stranieri accreditati e 150mila visitatori. Bilancio
positivo anche per Vicenza Qualità, Azienda Speciale della Camera di Commercio
di Vicenza, presente a Verona con il Consorzio Vini Vicentini doc, e otto
aziende vitivinicole, nello scenografico stand su due piani, allestito
all'interno del Padiglione Veneto. Uno spazio espositivo completamente
rinnovato nell'immagine e ampliato negli spazi, rispetto alle passate edizioni.
Soddisfazione da parte dei produttori vicentini che hanno presentato il meglio
dell'enologia berica, in un'area espositiva dove è stato posto l'accento sul
tema dell'eccellenza del territorio, con gigantografie di edifici palladiani
stilizzati disposte vicino a disegni di grappoli d'uva, secondo il concept
"Le Vigne del Palladio" del Consorzio Vini Vicentini. La degustazione
dei vini è stata abbinata ad attività di tasting di altri prodotti, simbolo
delle tipicità gastronomiche e agroalimentari provinciali, come il formaggio
Asiago dop e la Soprèssa Vicentina dop e le grappe. Per il Consorzio Vini
Vicentini, di nuovo al Vinitaly dopo molti anni, la manifestazione si è
riconfermata una vetrina importante, come attestato dalle aziende che ne fanno
parte, avendo avuto contatti anche con buyer africani. C'è chi, come l'Azienda
Agricola Masari di Valdagno, ha sperimentato un Vinitaly migliore dell'anno
scorso. Bilancio positivo anche per l'Azienda Agricola Vigneto Due Santi di
Breganze, che partecipa con Vicenza Qualità da ormai 10 anni. Pochi gli
operatori americani da loro incontrati, com'era prevedibile, ma molti gli
europei. Molta soddisfazione anche per la Bertolà di Trissino, grazie
all'incontro con acquirenti concentrati e professionali, per nulla infastiditi
o amareggiati dalla crisi. Alla Gastaldia Vini Società Agricola di Breganze, ci
si augura che il Vinitaly 2009 sia stato un punto di partenza verso l'uscita
dalla crisi globale. Il supporto dell'Azienda Speciale Camerale si rivela
fondamentale per facilitare l'accesso diretto al mercato estero anche per chi,
dal punto di vista strutturale, troverebbe altrimenti difficoltà ad approcciare
nuovi canali di business. Sotto l'egida di Vicenza Qualità, quindi, anche la
Angelo Scaroni di Breganze ha potuto godere di una vetrina importante come il
Vinitaly. L'Azienda Agricola Alessandro Piovene Porto Godi di Toara di Villaga
è soddisfatta dell'esito della manifestazione, anche se attende, nelle prossime
settimane, di vedere la concretizzazione dei contatti avviati. La Vignaioli di
Contra' Soarda di Bassano del Grappa e la Società Agricola Colle di Bugano di
Longare hanno trovato un pubblico preparato, anche tra i compratori italiani.
Gli espositori vicentini concordano sul fatto che si respirasse un'atmosfera
migliore del previsto. Da parte delle aziende vicentine c'è stata la percezione
che i buyer esteri fossero interessati a continuare ad investire per trovarsi
pronti nel momento della ripresa economica. Affluenza molto buona in
particolare da Sud America, Australia, Canada, Cina. In calo,
come era abbastanza prevedibile, i paesi più colpiti dalla crisi: Usa, Inghilterra, Germania e Giappone. Gli operatori hanno ancora
una volta dimostrato di gradire quei prodotti che implicano anzitutto
un'attenta selezione della materia prima ma anche l'eccellenza nella
lavorazione e la volontà a individuare sempre nuove nicchie di mercato.
Il patrimonio enogastronomico vicentino può quindi incontrare margini di
crescita sul mercato mondiale e potrà trarre beneficio dall'attività di
promozione e valorizzazione condotta da Vicenza Qualità in ambito nazionale e
internazionale. Insomma, un forte segnale positivo per il futuro del vino,
anche in un momento generale di difficoltà per l'economia a livello globale.
( da "Gazzettino, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
La fregata Maestrale
in aiuto ai 30 Paesi già schierati L'unità della Marina militare italiana
dirige a tutta forza verso l'area di crisi che ha destabilizzato la sicurezza
dei transiti oltre il Canale di Suez Domenica 12 Aprile 2009, Roma È diventato
forse il tratto di mare più pericoloso del mondo ed ha crato una crisi di
livello mondiale perché ha mandato quasi al tracollo i transiti sul Canale di
Suez con danni commericiali - e quindi economici - enormi, per i Paesi della
zona, ma il Golfo di Aden è anche quello più affollato di navi militari di
diversi Paesi, impegnate a difendere i mercantili in transito dai pirati.
Proprio da ieri è operativa in zona anche la fregata della Marina militare
italiana Maestrale, che sta dirigendo a tutta forza verso l'area dove è stato
sequestrato il rimorchiatore Buccaneer. La fregata italiana, salpata il 2
aprile scorso dal porto di Taranto, per sei mesi parteciperà alla missione
Atalanta, la prima guidata dall'Unione europea contro i pirati. Ma accanto al
gruppo navale della Ue, sono numerosi quelli impegnati nella stessa area in
compiti analoghi: in tutto sono almeno una trentina i Paesi - dalla Cina alla Russia, dall'India al Giappone - che schierano loro unità
navali in quel tratto di mare. Si tratta di navi che partecipano a formazioni
internazionali, come le task force 150 e 151, entrambe a guida Usa, o come la la flotta Nato Snmg1, oppure unità inviate
autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali: è
quello che fece anche l'Italia, nel 2005, quando il governo decise di impiegare
il pattugliatore Granatiere dopo una serie di attacchi a mercantili italiani.
Attualmente, la presenza nazionale è costituita soltanto dalla fregata
Maestrale, che appartiene al Comando delle Forze d'altura della Marina, ha un
equipaggio di 220 marinai, dispone di due elicotteri AB 212 ed è al comando del
capitano di Fregata Angelo Virdis. La nave partecipa alla missione Atalanta,
alla quale contribuiscono unità britanniche, francesi, greche, tedesche e
spagnole, tutte inserite nel gruppo aero-navale europeo (Eunavfor). L'impegno
anti-pirateria della Marina italiana è cominciato nel 2005, appunto con la
partecipazione del pattugliatore Granatiere all'operazione Mare Sicuro. Le
ultime missioni sono state quelle del caccia Durand de la Penne, nave
ammiraglia della flotta Nato Snmg2, che al comando dell'ammiraglio Giovanni
Gumiero ha sventato almeno 13 sequestri di mercantili, e la breve
partecipazione del pattugliatore Comandante Bettica alla stessa missione
Atalanta. Ora è la volta della fregata Maestrale, chiamata a contrastare un
fenomeno in crescita: secondo i dati forniti proprio in occasione della
partenza della nave italiana, nel 2008 sono stati 177 gli attacchi di pirati,
che hanno portato al sequestro di 43 imbarcazioni, rispetto ai 58 attacchi (12
con sequestro) del 2007. Nell'area del golfo di Aden e del Corno d'Africa
transitano annualmente più di 20.000 navi, 2.000 delle quali sono legate ad
interessi italiani e 600 battono bandiera italiana.
( da "Gazzettino, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Domenica 12 Aprile
2009, Un grazie ai volontari in Abruzzo Mi sento inutile in questo angolo
d'Italia, posso soltanto unirmi al dolore di chi soffre e dire una preghiera.
Posso soltanto dire ancora "un altro ce l'ha fatta". Posso
ringraziare i volontari, i pompieri e tutti quelli che aiutano quella povera
gente. Lo so sono solo parole, ma vengono dal cuore. Mi si è marchiato a fuoco
nella mente lo sguardo disperato, smarrito di una mamma che stringe al petto la
sua creatura. I suoi occhi pieni di dolore e colmi di lacrime non piangono,
sono asciutti. Odo il suono della sua voce e "non so più cosa dare al mio
bambino. Ho perso tutto". Un pompiere tiene tra le braccia una vecchina di
98 anni; per due giorni ha atteso al secondo piano la salvezza. Si stringe al
collo di quel pompiere mentre preoccupata si scusa per il disordine in cui si
trova: "non mi sono pettinata". Un'altra nonnina a stento sorride e
ringrazia i suoi quattro angeli, "non ho più niente, ma sono viva".
Un pastore cura con amore quello che è rimasto del suo gregge decimato: una
decina di pecore ed una mucca. La dignità che trasmette mi fa rabbrividire. Una
famiglia di quattro persone ha appena trascorso la notte in auto; è l'unico
riparo che tiene per l'intemperie. Un cane si aggira solitario fra le macerie
cercando il calore di una carezza che non trova. Attimi di vita che hanno
rapito il mio cuore. Un'altra signora aiuta i volontari della mensa a preparare
il pranzo. Macerie, calcinacci, squadre di pompieri e volontari che si
alternano alla ricerca disperata di qualche altro sopravissuto. Flash dati
dalla televisione. Attimi che si accavallano uno sull'altro in un momento lungo
come un incubo. Non sono cosa dire a questi pompieri, a questi volontari e a
tutte le persone che si prodigano e si stanno prodigando in questo momento. Le
mie parole sono come foglie al vento, forse non aiutano, non danno loro una
mano. Posso soltanto dire loro: "grazie". Aurora Fiorotto Treviso Il
capitale in letargo causa crisi In poco più di otto mesi la rappresentatività
della Borsa italiana si è dimezzata, crollando dal 35% al 17% del Pil. Come mai
tutta l'elite dell'industria e della finanza della Penisola è arrivata a valere
meno del patrimonio immobiliare di una città come Milano? Per ora l'unico fatto
certo è che i flussi di vendita sono arrivati soprattutto dall'estero. È logico
che la crisi partita dalle banche e scaricata soprattutto sulle banche, finisca
per penalizzare i mercati che sono i più esposti del settore. Infatti negli
Stati Uniti il principale responsabile è considerato il sistema finanziario,
sviluppatosi in modo abnorme e fragile come è stato per i mutui ipotecari. Però
non stanno soffrendo solo le banche e le case automobilistiche, la tempesta sta
investendo anche il fenomeno più importante degli ultimi decenni: la globalizzazione. I flussi di capitali dai Paesi occidentali a
quelli in via di sviluppo stanno crollando: tra il 2007 e il 2009 sono calati
dell'82%. Per conto sono da record i flussi di capitali verso gli Stati Uniti e
l'Europa; pertanto siamo costretti a domandarci se oggi si stiano semplicemente
aggiustando gli squilibri del passato, oppure se il mercato stia andando
verso una de-globalizzazione più strutturale. I grandi istituti finanziari
occidentali in crisi, in gran parte salvati dai loro Governi, dovendo ridurre
l'attività, preferiscono farlo all'estero e non in patria. C'è un altro canale
che ora frena: le rimesse, cioè i soldi che gli emigrati spediscono alle
famiglie. Per riattivare il ciclo economico è tornata in campo la proposta di
eurobond, con la prospettiva di destinarli non solo alla missione per la quale
Delors li aveva pensati, finanziare opere di comune interesse europeo, ma anche
al sostegno di piccole e medie imprese. Ma finché il capitale globale non
uscirà dal proprio letargo e comincerà a prendersi qualche rischio, le
probabilità che i governi siano in grado di far affluire risorse verso le
migliori opportunità di investimento rimangono piuttosto basse. Enrico
Campagnari Padova Se la destra dimentica Almirante Mi sia consentito esprimere
la mia delusione in merito alla "Mozione Congressuale di An - Dalla Destra
al Popolo della Libertà". Tramite disservizio postale sono venuto in
possesso in data 23 marzo della "Mozione Congressuale di An", ciò nonostante
mi sono sentito in dovere di consultarla con interesse in quanto documento di
elevata importanza politica, volta ad un avvenimento che resterà nella storia
della politica italiana. In ben 511 righe su 13 cartelle non si è trovato un
piccolo spazio per menzionare un nome a me (e spero a tanti altri) assai caro:
Giorgio Almirante. Mentre con motivate argomentazioni storiche lo spazio vi è
stato giustamente per illustri personaggi che hanno fatto storia, da Dante a
Gentile, da Corridoni a D'Annunzio, da Montanelli a Pavarotti e tanti altri
fino a concludere con Enrico Mattei. Sono ormai vecchio con i miei 85 anni,
molti dei quali dedicati ad onorare la mia Patria e ricordo benissimo ciò che
accadde nel 1987 al Congresso di Salerno, quando Giorgio Almirante ebbe a dirmi
(ero amico di famiglia) "vota e fai votare per il mio pupillo Fini".
Orfango Campigli Mestre La sicurezza e i telefonini "anonimi"
Controllare tutti per non controllare nessuno, pare essere questo il sunto
della vicenda sulle migliaia di utenze telefoniche illegali, libere da
intercettazioni che sono state attivate senza previa verifica della reale
identità delle persone che utilizzeranno quei numeri. Ogni sim deve essere
abbinata ad un documento d'identità e ad un codice fiscale, per questioni di
sicurezza e di antiterrorismo: no documenti no telefono. Altre nazioni che
hanno un sistema di controllo e di spionaggio tra i migliori al mondo su questo
argomento non impongono controlli tanto asfissianti. Nel regno di James Bond e
del mitico servizio segreto MI6 le sim prepagate per i telefoni cellulari si
comprano senza mostrare alcun documento. Randall J Wilkins
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
La
Protezione ha il deposito Domenica 12 Aprile 2009, Cinto Caomaggiore (M.M.)
Inaugurato il nuovo magazzino comunale della Protezione Civile. Anche se
l'edificio sorge in zona industriale, in via Leonardi da Vinci 11, la festa è
stata in piazza non solo per la spettacolare esibizione dei vigili del fuoco di
Portogruaro nel loro saggio dimostrativo, ma anche per dare una degna cornice alla cerimonia
visto che dopo un mese di chiusura della provinciale per lavori, è stata
«scoperto» il nuovo volto di Cinto Caomaggiore, tra Chiesa e Municipio. Sparito
l'asfalto, ora sulla trafficata provinciale che attraversa il centro si corre
sopra un lastricato di porfido che oltre ad abbellire il cuore della cittadina
dà il segno più tangibile del punto di riferimento e di ritrovo sociale.
Concluso l'intervento del sindaco Luigi Bagnariol, l'assessore provinciale alla
Protezione Civile Amalia Lieta Smajato ha presentato il Piano Comunale di
Protezione Civile che è stato appunto curato dalla Provincia di Venezia. Quindi
tutti in corteo verso via Leonardo da Vinci per il taglio del nastro del
magazzino della Protezione civile e relativo rinfresco. Si tratta di una
struttura importante per il volontariato che ora ha una sede dove collocare
tutte le dotazioni indispensabili agli interventi in caso di emergenze e
calamità naturali.