CENACOLO
DEI COGITANTI |
Darwin: variazioni sul tema
dell'evoluzione ( da "Blogosfere"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract:
Il G7 cominci a decidere su
Fmi e Banca Mondiale ( da "Milano
Finanza (MF)" del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: si propone di sottoporre alla discussione: dall'introduzione di legal standard a disciplina dei fenomeni di globalizzazione, al rafforzamento delle norme antiriciclaggio e dei centri off-shore, dalla regolazione degli hedge fund e della finanza derivata, alla discussione sulle bad bank che separino i titoli tossici dai bilanci delle aziende di credito.
Rampini: la vostra Cina è il
Mediterraneo ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ha il passaggio obbligato in Cina e India. «I colossi asiatici devono aumentare per forza la loro domanda interna, finora hanno risparmiato, la Cina è diventato il principale salvadanaio del mondo: i loro consumi non possono che crescere. Gli Stati Uniti, invece, saranno costretti a frenare il proprio tenore di vita».
Bruxelles difende l'acciaio
dai cinesi ( da "Milano
Finanza (MF)" del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: siano compatibli con gli accordi internazionali siglati dagli Usa. La svolta protezionistica della Ue contro la Cina arriva in un periodo particolarmente delicato per l'economia del Paese asiatico. Ieri Pechino ha infatti annunciato drammatici dati su importazioni ed esportazioni nel mese di gennaio. L'export è sceso del 17,5% su base annua dopo il calo del 2,8% di dicembre mentre l'
Cina, la crisi morde Crollo
dell'export ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il cruciale avanzo commerciale della Cina verso gli Usa è aumentato, toccando i 12,3 miliardi di dollari in gennaio, sempre secondo i dati diffusi dall'Amministrazione generale delle dogane cinesi. In generale, il surplus negli scambi con l'estero si è attestato sui di 39,11 miliardi di dollari a gennaio.
Si ferma la Cina Male Nike e
Coca-Cola Tempi da austerity ( da "Manifesto,
Il" del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: DIARIO DELLA CRISI Si ferma la Cina Male Nike e Coca-Cola Tempi da «austerity» Carlo Leone Del Bello La crisi economica mondiale fa vacillare la globalizzazione, colpita duramente sia nella sostanza che nei simboli: le bilance commerciali di Cina e Usa mostrano un brusco calo degli scambi, mentre Coca-Cola e Nike annunciano rispettivamente perdite in bilancio e licenziamenti.
Porte aperte Questa scuola è
di tutti ( da "Nazione,
La (Umbria)" del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: L' immigrazione è un fenomeno irreversibile in un mondo globalizzato; per questo la Carducci ha facilitato l'istruzione e l'integrazione degli alunni non italiani con corsi supplementari, pomeridiani e in orario scolastico, grazie ai fondi dell' Usr e lavorando spesso a classi aperte in gruppi modulari.
Per Geithner il debutto
difficile con i sette Grandi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: quando ha accusato la Cina di manipolazione dello yuan. è probabile che i sette si limitino a ribadire l'importanza della flessibilità delle valute, compresa quella cinese, anche per evitare una escalation del protezionismo. Per il resto, sostiene David Woo, di Barclays Capital, «il comunicato ripeterà l'indesiderabilità di una volatilità eccessiva,
Deficit Usa ai minimi da 6
anni ( da "Sole
24 Ore, Il" del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il deficit commerciale con la Cina
si è ridotto a 19,9 miliardi in dicembre dai 23 di novembre: nell'intero 2008,
il passivo con Pechino si è attestato a 266 miliardi di dollari, in lieve
aumento rispetto ai 256 miliardi del 2007. Il disavanzo annuale con l'Unione
Europea si è invece ridotto da
UNA buona notizia: la lingua
italiana sta bene e reagisce in modo "sano" all'invasione dei
nuovi... ( da "Messaggero,
Il" del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: paesi che adottano politiche rigorose di protezione della lingua». Per la globalizzazione mediatica aumentano invece quelli che la studiosa definisce "gli internazionalismi". Ovvero i termini stranieri tradotti in italiano. «Ad esempio - dice - in "bolla speculativa", "finanza etica" e "fuoco amico" c'è un inglese sottostante, che non appare».
ROMA Con il vertice dei
ministri economici e dei governatori delle banche centrali parte uf...
( da "Messaggero, Il"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La crisi finanziaria partita dagli Usa si è diffusa a livello globale in un lampo. E sta avendo pesanti ripercussioni sulla crescita economica. Persino paesi come Cina e India, che avrebbero dovuto fare da locomotiva del mondo, sostituendosi nel ruolo svolto per decenni dagli Stati Uniti, stanno mostrando il fiato corto.
Crolla l'export cinese, a
gennaio calo del 17,5% La caduta dei consumi
( da "Corriere della Sera"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La caduta dei consumi Le esportazioni della Cina sono crollate mentre il mercato interno stenta a fa ripartire i consumi. In gennaio il calo provocato dalla crisi dei principali mercati dell'industria manifatturiera cinese è stato del 17,5%, segnando una forte accelerazione rispetto al -2,8% registrato nel dicembre dell'anno scorso.
Caro Direttore, le chiedo:
nell'era della globalizzazione ha ancora senso parlare di media ingl...
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 8 Caro Direttore, le chiedo: nell'era della globalizzazione ha ancora senso parlare di media ingl... Caro Direttore, le chiedo: nell'era della globalizzazione ha ancora senso parlare di media inglese? E' un retaggio quasi ottocentesco, quando andare in trasferta costituiva davvero una grande difficoltà.
BCE: CRESCONO SPINTE
PROTEZIONISTICHE, MAGGIORE VIGILANZA
( da "KataWebFinanza"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: intensificazione delle seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua perdita di benessere che un aumento di protezionismo comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - cio' richiede una maggiore vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello internazionale".
Bce: <Economia in grave
recessione> ( da "Corriere.it"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente negativo». Per la Bce «il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria».
Le ultime.
( da "Blogosfere" del
12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il consumo di elettricità in Cina è
sceso dell'8% a dicembre rispetto ad un anno prima. - Il produttore di petrolio
EOG Resources, a causa della caduta dei prezzi, taglia le proprie piattaforme
da
Tutto cambia. Cambiamo
tutto?': Oltre 200 aziende già iscritte.
( da "PubblicitàItalia.it"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Le imprese tra nuove strategie e sfide impegnative" potrà contare su relatori come James Canton (futurologo, fondatore dell'Institute For Global Futures di San Francisco), Federico Rampini (editorialista e corrispondente de La Repubblica dalla Cina), Andrea Illy (ad illycaffè), Mario Moretti Polegato (presidente Geox) e Sami Kahale (ad Procter & Gamble Italia).
BCE: CONTRASTARE IL
PROTEZIONISMO ( da "Agi"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: intensificazione delle seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua perdita di benessere che un aumento di protezionismo comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - cio' richiede una maggiore vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello internazionale".
Recessione mondiale, Bce:
"Il protezionismo sfavorisce la crescita"
( da "Giornale.it, Il"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente negativo". Per la Bce, dunque, "il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria"
Bce: allarme protezionismo,
pronti ad assumerci responsabilità di supervisione
( da "Rai News 24" del
12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: intensificazione delle seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua perdita di benessere che un aumento di protezionismo comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - ciò richiede una maggiore vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello internazionale".
Per un'economia responsabile
( da "Blogosfere" del
12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Globalizzazione, New Media, Non Profit, Sviluppo Sostenibile Per chi è interessato alla responsabilità sociale delle imprese e a un'economia sostenibile: Beeaware.tamtamy.com vuole essere un'occasione per condividere iniziative, esperienze, buone pratiche e idee tra singoli, aziende e organizzazioni che vedono nel Web un'
PRIMO Sì AL PIANO
SALVA-ECONOMIA USA. LA CRISI INVESTE ANCHE LA CINA. DOMANI AL VIA IL G7 A ROMA
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Primo sì al piano salva-economia Usa. La crisi investe anche la Cina. Domani al via il G7 a Roma
ROMA. BISOGNA FARE PRESTO.
IL PRESIDENTE AMERICANO, BARACK OBAMA, RILANCIA IL SUO APPELLO AL CONGRES...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina in rosso. La recessione investe in pieno anche Pechino. Le esportazioni della Cina sono crollate mentre il mercato interno stenta a far ripartire i consumi. In gennaio il calo dell'industria manifatturiera è stato del 17,5%. La netta flessione della domanda in Europa e negli Usa, che ha colpito soprattutto l'industria tessile e quella dei giocattoli,
Suona stonata l'opening bell
( da "KataWebFinanza"
del 12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: risultati superiori alle attese grazie anche a un aumento a due cifre delle vendite in Cina, India e Europa dell'Est e il titolo sul Dow Jones 30 guadagna il 2,16%. Tutti negativi i settoriali, perde il 3,45% il comparto dei finanziari, male anche gli energetici -2,23% e gli industriali -2,18%. Alle 16:00 ora italiana sar reso noto il datosulle scorte all'ingrosso nel mese di dicembre.
PAESE CHE VAI PROTEZIONISMO
CHE TROVI - il primo marzo a Bruxelles vertice contro il protezionismo: LA
BESTIA NERA SARANNO GLI AIUTI All'auto di Sarkozy FRANCIA SOLA CONTRO TUTTI
( da "Dagospia.com" del
12-02-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Con la Confindustria tedesca scesa ieri sul piede di guerra, la Merkel non poteva essere più chiara: sarà il protezionismo ma soprattutto il protezionismo sull'auto di Sarkozy la bestia nera del summit. Anche se, apparentemente, la Francia non pare disposta a darsi per vinta nonostante lo scontro si faccia incandescente. NEELIE KROES «Non è protezionismo.
( da "Blogosfere" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Feb 0912 Darwin:
variazioni sul tema dell'evoluzione Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 02:18 in globalizzazione Magnifiche immagini dalle Galapagos, visitate
da Charles Darwin, ideatore della teoria dell'evoluzione, nato 200 anni fa.
L'evoluzione secondo i Simpson La lettura Steampunk (ma attenzione... )
L'esplorazione del dna permette di comprendere anche la storia
"recente" dell'uomo, quella precedente all'invenzione della
scrittura. Come dimostrano le ricostruzioni che portano al più antico
antenato comune per via paterna (cromosoma Y) e materna (dna mitocondriale).
Buona lettura
( da "Milano Finanza (MF)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF Numero 030
pag. 5 del 12/2/2009 | Indietro Il G7 cominci a decidere
su Fmi e Banca Mondiale COMMENTI & ANALISI Di Angelo de Mattia Ogni giorno
appare sempre più evidente la mancanza di un efficace coordinamento anticrisi
da parte degli organismi europei. Si profila, ora, un vertice straordinario dei
capi di Stato e di governo entro la fine di febbraio. Dal canto suo, Sarkozy –
che insieme con la Merkel ha rappresentato l'urgenza di una tale riunione per
operare un raccordo delle misure contro la recessione – ha deciso una forma di
sostegno alle industrie automobilistiche francesi, ricorrendo a una serie di
condizioni di «protezione», attraverso prestiti agevolati che prevedono un
concorso pubblico per oltre 6 miliardi: un sostegno che avrebbe potuto essere
progettato, per esempio, anche per la Fiat, sia pure con modalità e quantità
diverse, ricorrendo a un'emissione obbligazionaria garantita dallo Stato; ma,
non appena profilato, ha riscosso troppo frettolose e poco documentate
obiezioni. Da un lato, si reclama un ruolo per l'integrazione e
l'armonizzazione delle diverse misure da parte dell'Unione Europea; dall'altro,
non si perde occasione per operare a ranghi sciolti. Tuttavia, se l'Europa non
appare in grado di svolgere un ruolo unitario, se neppure per limitate materie
è capace di parlare con una sola voce, e di conseguenza operare, c'è da
chiedersi come l'Italia possa svolgere una funzione di punta – secondo una
diffusa aspirazione negli ambienti governativi – in occasione del G7
finanziario di Roma di questo fine di settimana. In effetti, più che al peso
politico occorrerà affidarsi alla capacità di individuare misure efficaci,
convincenti, aggreganti. Per ora se ne profila una nutrita gamma che la
presidenza del vertice – che sarà tenuta da Tremonti – si
propone di sottoporre alla discussione: dall'introduzione di legal standard a
disciplina dei fenomeni di globalizzazione, al rafforzamento delle norme
antiriciclaggio e dei centri off-shore, dalla regolazione degli hedge fund e
della finanza derivata, alla discussione sulle bad bank che separino i titoli
tossici dai bilanci delle aziende di credito. Si potrebbe osservare che
c'è molta, e dura, «carne al fuoco»; stando così le cose, si può correre il
rischio che il vertice romano si concluda con il documento finale di rito,
denso di frasi generiche, costruito con la tecnica della famosa virgola nel
responso della Sibilla cumana. Questo è il pericolo più grave da scongiurare.
Sarebbe già rilevante se il vertice terminasse con pochi ma precisi impegni,
pronti ad essere tradotti in coerenti decisioni o in strumenti normativi nei
Paesi che compongono il G7, ovvero nella predisposizione di deliberati per le
prossime importanti riunioni internazionali (G20 e G8). Al vertice di Roma
parteciperà il Segretario al Tesoro Usa che giunge nella capitale dopo che è
stato approvato il piano Obama, quindi con una posizione chiara sulle scelte
fondamentali di politica economica e finanziaria degli americani per rispondere
alla crisi: con esse occorrerà confrontarsi. Un'esigenza maggiore, dunque, di
concretezza e tempestività. Sotto questo profilo, poiché finora l'unica
elaborazione concreta è quella del Financial Stability Forum, si potrebbe fare
il punto sull'attuazione delle raccomandazioni di tale organismo e sostenerne,
per quelle non applicate, l'adozione generalizzata attraverso normative cogenti
nei singoli Stati. Si ritiene che queste raccomandazioni non incidano molto?
Che sono provvedimenti predisposti da persone che operano nel settore, mentre
le regole devono essere prodotte dalle istituzioni della politica? Ammesso e
non concesso che si tratti di osservazioni fondate, poiché la crisi non aspetta
di certo le decisioni della politica, sarebbe almeno opportuno promuovere le
nuove regole, intanto, con gli strumenti ora disponibili. Si tratterebbe di
norme a termine, mirate a fronteggiare le difficoltà di questa fase. Parallelamente,
potrebbe essere decisa e programmata – secondo un piano ovviamente non a lungo
termine – l'attuazione dei nuovi standard legali. Ma ciò che urge è predisporre
il percorso perché si operi, nelle riunioni che si terranno a partire da quella
del G20, una scelta definitiva sulla riforma del Fmi e della Banca mondiale. E'
da quasi 10 anni che se ne parla. Nel frattempo, il Cancelliere tedesco ha
proposto l'istituzione, in seno all'Onu, di un Consiglio di sicurezza
economica. Prima che arrivino altre proposte – che in fin dei conti non
farebbero che accrescere la confusione – è quantomai opportuno decidere. Il Fmi
dovrebbe diventare l'Organo di vigilanza internazionale, preposto anzitutto
alla prevenzione delle crisi e, per quanto possibile, dovrebbe configurarsi
come la Banca centrale mondiale. Non è, poi, immaginabile che nel vertice non
vengano affrontati i problemi del rapporto tra le tre aree monetarie,
dell'euro, del dollaro e dello yen. Anche in questo caso, occorrerebbe dire
qualcosa in più del consueto ricorso al cerchiobottismo. Non bisogna
dimenticare che il sistema monetario è privo di un'àncora dal 1971 e che
occorrerebbe un'analisi continua e un controllo della liquidità internazionale.
Anche la carenza di queste funzioni ha contribuito allo scoppio della crisi.
Uscire dal vertice con due o tre decisioni incisive, applicabili rapidamente,
prese all'unanimità, rialimenterebbe la fiducia, rilegittimerebbe il ruolo di
questi incontri. Quando si sostiene il carattere cruciale del ripristino della
fiducia, non si può trascurare che essa promana anzitutto dagli indirizzi che
scaturiscono da riunioni come quella romana. Carlo Azeglio Ciampi, invitato da
Tremonti all'apertura dei lavori del G7, ha fatto presente di non poter
partecipare, ricordati i limiti imposti dall'anagrafe, ma con una lettera
inviata al Ministro ha tra l'altro sottolineato la rilevanza degli orientamenti
e delle decisioni che riunioni del genere hanno nell'operare per un ordine
economico internazionale capace di dare risposte adeguate ai mutamenti in
corso. Una rilevanza sperimentata da Ciampi nell'esercizio delle diverse
cariche ricoperte. Il concetto del nuovo ordine monetario globale è uscito
dalle secche dell'utopia internazionalista nelle quali era stato,
ingiustamente, confinato. Ora è diventato esigenza diffusa, robustamente
dimostrata. «Merito» della crisi. Ma adesso occorre che venga sostanziato con
specifiche scelte concrete e con provvedimenti coerenti, se non si vuole che
ritorni nelle nebbie dei concetti astratti. E' anche responsabilità del
prossimo G7 che si diffonda la capacità di costruire questa nuova governance
globale. (riproduzione riservata) decidere Tremonti Banca Mondiale
Banca Fmi ndash
( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il giornalista era
ieri a Treviso per presentare il suo ultimo libro. «Treviso sa assomigliare alla
California: attira stranieri per essere competitiva» Rampini: la vostra Cina è il Mediterraneo «L'Asia è lontana, opportunità
straordinarie dal Marocco alla Turchia» FABIO POLONI Treviso per uscire dalla
crisi deve somigliare alla California. Niente sole e surf, bensì capacità di
fare della propria multietnicità una «risorsa competitiva». E deve puntare più
vicino il mirino della propria internazionalizzazione, senza per forza guardare
alla Cina. «La fascia dei Paesi a nord del
Mediterraneo, dal Marocco alla Turchia, è un'opportunità straordinaria».
Federico Rampini, giornalista e scrittore (ieri a Treviso per presentare il suo
ultimo libro) «specializzato» nei nuovi baricentri in Far East dell'economia
internazionale, indica quali possono essere le punture di spillo in grado di
far risvegliare il sistema economico trevigiano. Le indica non come medico ma
come osservatore, nel senso che Treviso sta già tentando di fare ciò che
Rampini descrive. Per esempio, attirando gli investimenti cinesi. Il modello è
quello californiano: lo stato della West Coast statunitense è
"virtualmente" la quinta potenza industriale del mondo, ha 37 milioni
di abitanti e il suo prodotto interno lordo è superiore a quello di Inghilterra
e Italia. E' il cuore delle innovazioni tecnologiche nate e cresciute attorno
alla Silicon Valley e alle grandi università (Berkeley, Ucla, Stanford). E
Treviso che c'entra? «La funzione di avanguardia deve molto alla composizione
etnica - dice Rampini - che ha fatto della California uno "stato di immigrati".
Più di un quarto dei residenti è straniero, quasi dieci milioni hanno un
passaporto estero». Lo stato più ricco nella bandiera a stelle e strisce,
insomma, è anche quello più multietnico, e non è una coincidenza: «La
California ha fatto della sua multietnicità una ragione di superiorità
competitiva». Gli industriali di Treviso, secondo Rampini, hanno capito la
lezione: più il territorio si equipaggia «per essere attraente e accogliente
verso gli immigrati di talento (imprenditori, professionisti, ricercatori), più
questi creano ricchezza e occupazione per tutti». Ecco le piccole punture di
spillo: sono le micro-decisioni che un territorio (e le persone che lo
compongono) può prendere. Ma aprirsi non significa per forza guardare più
lontano possibile. «La Cina è un'opportunità
straordinaria - dice Rampini - ma è difficile da conquistare per imprese medie
e piccole. Treviso può guardare ad altre zone più vicine ma altrettanto
interessanti, con tassi di crescita simili. Penso alla fascia a sud del Mediterraneo,
dal Marocco alla Turchia. Le occasioni ci sono, e le distanze fisiche e
culturali sono meno proibitive». La ripresa dell'economia mondiale, però, ha il passaggio obbligato in Cina e India. «I
colossi asiatici devono aumentare per forza la loro domanda interna, finora
hanno risparmiato, la Cina è diventato il principale salvadanaio del mondo: i loro consumi
non possono che crescere. Gli Stati Uniti, invece, saranno costretti a frenare
il proprio tenore di vita». Rampini è stato vicedirettore del Sole 24
Ore, poi capo della redazione milanese e inviato di Repubblica a Parigi,
Bruxelles e San Francisco. Ha lasciato poi gli Usa per
aprire l'ufficio di corrispondenza di Pechino. L'ultimo suo libro è Centomila
punture di spillo (scritto con Carlo De Benedetti, Mondadori).
( da "Milano Finanza (MF)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF Numero 030
pag. 7 del 12/2/2009 | Indietro Bruxelles difende
l'acciaio dai cinesi MERCATI GLOBALI Di Luca Gualtieri intanto l'import e
l'export di pechino nel mese di gennaio hanno segnato cali record La
Commissione Ue impone dazi fino al 25% sull'importazione di tondini dal Paese asiatico.
L'intervento protezionistico durerà sei mesi e punta a combattere la crisi del
settore siderurgico Bruxelles corre ai ripari per salvare l'acciaio europeo. In
uno dei periodi più drammatici per la siderurgia del Vecchio Continente, la
Commissione europea, guidata da José Barroso, ha deciso di imporre dazi
temporanei fino al 25% sulle importazioni di tondini d'acciaio cinesi. Una
misura che dovrebbe ridare fiato a un comparto messo alle strette dalla crisi
dell'automotive e dell'edilizia e permettere ai maggiori operatori di
sopportare l'agguerrita concorrenza asiatica. Per ora comunque il provvedimento
è temporaneo, con una durata fissata in sei mesi, in attesa di decisioni
definitive che dovrebbero essere prese in accordo con i 27 Paesi membri dell'Ue.
In ogni caso, la discesa in campo della Commissione con una misura
protezionistica è sintomo di una situazione esplosiva. Proprio ieri, per
esempio, il colosso franco-indiano Arcelor Mittal ha annunciato risultati molto
negativi (utile netto in calo del del 9% e produzione in picchiata) e nei mesi
scorsi gli altri competitor hanno dato inequivocabili segnali di stanchezza.
Severstal ha annunciato che ridurrà la produzione in Italia e in Russia
rispettivamente del 30 e del 25% mentre l'impero italo-argentino della famiglia
Rocca (Siderar e Tenaris) sta tirando il freno. Il provvedimento dell'Unione
Europea, del resto, non è la prima forma di protezionismo messa in atto a
livello mondiale per proteggere il settore dell'acciaio. Il governo argentino
ha recentemente introdotto misure per regolamentare le importazioni di tubi
mentre negli Stati niti la Camera dei Rappresentanti ha approvato la misura
cosiddetta «Buy American» che prevede di usare solo acciaio americano per
realizzare le infrastrutture finanziate dal piano di stimolo. La norma, però,
aveva indisposto i partner commerciali degli Stati Uniti, Ue in testa, che
avevano ventilato un ricorso al Wto per violazione del Trattato sulle gare
d'appalto. Il neopresidente Barack Obama ha fatto quindi pressione per
ammorbidire la norma: il testo appena approvato dal Senato prevede infatti che
le misure «Buy American» siano compatibli con gli accordi
internazionali siglati dagli Usa. La svolta protezionistica della
Ue contro la Cina arriva in un periodo particolarmente delicato per l'economia del
Paese asiatico. Ieri Pechino ha infatti annunciato drammatici dati su
importazioni ed esportazioni nel mese di gennaio. L'export è sceso del 17,5% su
base annua dopo il calo del 2,8% di dicembre mentre l'import è caduto del
43,1%, il doppio rispetto al -21,3% del mese precedente. Entrambe le flessioni
sono le più elevate registrate dall'inizio delle rilevazioni nel
( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cina, la crisi morde Crollo dell'export
--> Le vendite all'estero precipitano a gennaio del 17,5% A picco l'import,
giù del 43%. Oltre 20 milioni senza lavoro Giovedì 12 Febbraio 2009 GENERALI,
pagina 6 e-mail print PECHINOLe esportazioni della Cina
sono crollate mentre il mercato interno stenta a fa ripartire i consumi. In
gennaio il calo provocato dalla crisi dei principali mercati dell'industria
manifatturiera cinese è stato, su base annua, del 17,5 per cento, segnando una
forte accelerazione rispetto al -2,8% registrato nel dicembre dell'anno scorso.
«Le cifre sono terribili e la situazione brutta... Ci saranno forti pressioni
sull'occupazione», ha commentato l'economista Ken Peng di Citigroup. Secondo i
dati diffusi ieri dalle dogane cinesi, le importazioni sono andate ancora
peggio. Questo dato ha fatto svanire come fantasie ottimistiche le previsioni
che si erano diffuse la scorsa settimana in Cina, secondo
le quali l'economia mostrava segni di ripresa. Il calo delle importazioni è
stato infatti del 43%, sempre su base annua. dati peggiori del previsto
«Difficile che (le importazioni) mostrino segni di miglioramento prima del
secondo semestre», sostiene Hu Lubin, un analista della Zhao Shang Securities.
Hu aggiunge che la flessione dell'export «è stata più forte del previsto». La
maggioranza degli analisti prevedeva per gennaio un calo del 12-14%. Alcuni di
loro invitano alla prudenza, ricordando che i dati potrebbero essere falsati
dalla settimana di vacanza per il nuovo anno lunare cinese, nel quale le dogane
lavorano a regime ridotto. Difficile che i dati completi cambino in modo
significativo il panorama, che appare preoccupante per l'industria cinese.
tessile e giocattoli i più colpiti La netta flessione della domanda in Europa e
negli Usa, che ha colpito soprattutto l'industria
tessile e quella dei giocattoli, ha provocato la perdita di 20 milioni di posti
di lavoro. Tuttavia, secondo il sito dell'agenzia di stampa missionaria
AsiaNews «il numero potrebbe essere molto maggiore dato che tra i migranti è
diffuso il lavoro nero. Il dato, inoltre, non considera i molti che già
ricevono un salario minore o addirittura nessun salario, pur continuando a lavorare».
La maggior parte degli immigrati è rientrata nei propri Paesi d'origine nei
giorni scorsi per celebrare con le famiglie il nuovo anno lunare. Il governo di
Pechino sta ora cercando di convincerli a restare nei villaggi e a cominciare
un'attività sul posto attraverso un programma di crediti alle imprese
familiari. I finanziamenti fanno parte del pacchetto di misure di stimolo
all'economia di quasi 600 miliardi di dollari lanciato l'anno scorso. Come
risultato del crollo sia dell'export che dell'import, il
cruciale avanzo commerciale della Cina verso gli Usa è aumentato, toccando i 12,3 miliardi di dollari in gennaio,
sempre secondo i dati diffusi dall'Amministrazione generale delle dogane
cinesi. In generale, il surplus negli scambi con l'estero si è attestato sui di
39,11 miliardi di dollari a gennaio. Il mese scorso le importazioni di
greggio in Cina hanno toccato la loro cifra più bassa
degli ultimi 15 mesi, -8% su base annua. Esperti parlano di una crescita della Cina del 6,1% nel primo trimestre 2009 - scrive AsiaNews -
il minimo mai raggiunto dal 1999, visto che il Pil del Dragone da anni fa
segnare una crescita a due cifre. soffre tutta la regione Ulteriori
rallentamenti di produzione ed export - immaginabili senza una ripresa dei
consumi di Usa ed Europa - avrebbero effetti
deprimenti sull'intera economia della regione, dato che i Paesi vicini -
osserva AsiaNews - vendono alla Cina materie prime e
prodotti semilavorati. A dicembre le esportazioni di Taiwan sono scese del 42%,
quelle giapponesi del 35% e quelle della Corea del Sud del 17%: sono i 3
maggiori fornitori di prodotti semilavorati poi assemblati nelle fabbriche
cinesi. Il mercato interno appare depresso nonostante la crescente deflazione,
con i prezzi delle merci alla produzione scesi del 3,3% a gennaio e i prezzi al
consumo aumentati appena dell'1%, il minimo da 30 mesi. 12/02/2009 nascosto
-->
( da "Manifesto, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
DIARIO
DELLA CRISI Si ferma la Cina Male Nike e
Coca-Cola Tempi da «austerity» Carlo Leone Del Bello La crisi economica
mondiale fa vacillare la globalizzazione, colpita duramente sia nella sostanza che
nei simboli: le bilance commerciali di Cina e Usa mostrano un
brusco calo degli scambi, mentre Coca-Cola e Nike annunciano rispettivamente
perdite in bilancio e licenziamenti. Negli Stati uniti, il deficit commerciale si è ridotto
nuovamente in dicembre, passando a 39,9 miliardi di dollari dai 41,6 di
novembre, il minimo dal 2003. Il dato del saldo, da solo, nasconde l'andamento
dei flussi di commercio: le esportazioni sono infatti calate dell'8,4%,
rispetto al dicembre 2007, mentre le importazioni sono crollate del 14,7%.
Nonostante gran parte del calo sia causato dalla diminuzione dei prezzi delle
materie prime (il commercio si misura in valore e non in volume), dai dati
elaborati dal governo Usa emerge un forte calo anche
nell'import/export di beni di consumo e di beni capitale. Notevole invece il
crollo delle importazioni cinesi in gennaio, scese del 43,1%. Anche le
esportazioni sono diminuite, sebbene di un più modesto 17,5%. Stavolta però la
«colpa» sarebbe dei festeggiamenti per capodanno lunare, una settimana in cui
il paese si è fermato. Il governo della Rpc ha reso noto che eliminando
l'effetto della festività, l'import si sarebbe ridotto del 26,4% mentre
l'export sarebbe addirittura cresciuto del 6,8%. Complice il calo delle
esportazioni, la bilancia commerciale ha comunque registrato un surplus record
pari 39 miliardi di dollari, il doppio rispetto al gennaio dello scorso anno.
L'amministrazione generale delle dogane cinesi ha riportato che il paese ha
importato l'11% di tonnellate di minerale ferroso in meno, e il 40% in meno di
prodotti industriali finiti. A giudicare dai dati, sembra proprio che la Cina non sta facendo da volano per la ripresa mondiale. Ha
smesso invece di essere frizzante la performance della Coca Cola, che ha
dichiarato ieri di aver subito perdite trimestrali pari a 1,45 miliardi di
dollari. Addirittura in calo, anche se di poco, il fatturato, cioé il totale
delle vendite. Anche Nike, il colosso dell'abbigliamento sportivo, non se la
passa bene e ha annunciato un «riallineamento» della produzione che costerà il
lavoro a 1400 dei 35 mila dipendenti in tutto il mondo. Nel vecchio continente
la situazione non è certo migliore: secondo Mervyn King, governatore della Bank
of England, il pil dell'economia britannica cadrà del 4% nel primo trimestre,
mentre l'indice tedesco Ifo, che misura la fiducia nell'euro-zona, è al record
minimo di 45 punti per il trimestre in corso. In Spagna intanto si sta
verificando un vero e proprio uragano nel settore creditizio: le morosità nel
credito (ritardi nel pagamento e inadempienze) di famiglie e imprese sono
aumentate nel 2008 dell'84%. Gran parte dell'incremento è avvenuto nel mese di
dicembre, quando i tassi di insolvenza sono saliti del 43% rispetto al
( da "Nazione, La (Umbria)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
CAMPIONATO DI
GIORNALISMO pag. 11 Porte aperte Questa scuola è di tutti IL PUNTO DAI DATI del
II Rapporto 2008 sugli studenti stranieri in Umbria dell' U.S.R, emerge che
nelle Scuole secondarie di I di Perugia la percentuale degli alunni stranieri è
del 21%. Analizzando i dati relativi alle singole scuole vediamo che alla
Carducci-Purgotti gli alunni stranieri costituiscono solo il 13% del totale. Il
dato cambia osservando i numeri della Sede centrale dove gli alunni stranieri
sono di più rispetto a quelli di altre scuole medie della città. Forse altre
scuole hanno difficoltà a gestire una questione complessa che da noi si è già
imparato ad affrontare? L' immigrazione è un fenomeno
irreversibile in un mondo globalizzato; per questo la Carducci ha facilitato
l'istruzione e l'integrazione degli alunni non italiani con corsi supplementari,
pomeridiani e in orario scolastico, grazie ai fondi dell' Usr e lavorando
spesso a classi aperte in gruppi modulari. Una domanda è però d'obbligo:
quanto influisce un numero elevato di alunni stranieri sul rendimento di una
classe? Alcuni pensano che il lavoro dei ragazzi italiani sia rallentato dalla
presenza dei compagni stranieri, ignorando che non tutti gli stranieri sono
stranieri. Molti infatti sono nati in Italia o hanno frequentato qui le
elementari e comprendono non solo l'Italiano ma anche il perugino! Per gli
altri, per quelli che chiamiamo «neo arrivati», la scuola si è da tempo
attivata. La Carducci ha un' enorme ricchezza: i diversi modi di pensare
insegnano agli alunni italiani a non dare giudizi affrettati.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore sezione:
IN PRIMO PIANO data: 2009-02-12 - pag: 2 autore: Dopo l'ok del Senato al piano
da 838 miliardi Per Geithner il debutto difficile con i sette Grandi di
Alessandro Merli D ebutto difficile domani sera a villa Madama per il
segretario al Tesoro americano, Tim Geithner, alla riunione dei ministri
finanziari e dei governatori del G-7. è la prima uscita di un esponente
dell'amministrazione Obama a un vertice internazionale e il compito di Geithner
non è certo reso più semplice, non solo dall'emergenza economica e finanziaria
globale, ma anche dai primi passi mossi dal nuovo governo a Washington in
queste quattro settimane. Diversi dei quali si sono già rivelati problematici
per i maggiori partner dell'America. Geithner si presenterà a Roma, secondo una
fonte del Tesoro Usa, con due carte forti:
l'approvazione in Senato del piano di stimolo dell'economia da oltre 800
miliardi di dollari e l'annuncio di un vasto programma per stabilizzare il
sistema finanziario con oltre 2mila miliardi di dollari. La stessa fonte ha
detto ieri che il segretario chiederà agli altri Paesi di intraprendere azioni
altrettanto decise su entrambi i fronti, del rilancio della crescita e del
salvataggio di banche e mercati. «Nel G-7 – ha affermato la fonte – c'è il
sentimento comune che tutti dobbiamo adottare misure straordinarie ed
eccezionali per far fronte a una situazione straordinaria». Anche se da parte
degli altri sei grandi c'è la disponibilità a un'apertura di credito verso la
nuova amministrazione, che si ritiene più disponibile al dialogo multilaterale,
e se lo stesso Geithner, per il suo passato alla Federal Reserve di New York e
al Tesoro nell'era Clinton, gode di ottima considerazione negli ambienti della
diplomazia finanziaria internazionale, le prime reazioni a come si è mosso
finora il team economico di Barack Obama sono però tiepide. Sul piano–banche il
timore è che ricalchi parte degli errori compiuti dal predecessore di Geithner,
Hank Paulson, compresa la vaghezza sui dettagli che rischia di prolungare
l'incertezza che finora è stato il peggiore nemico della normalizzazione del
sistema finanziario. Le perplessità espresse dai mercati americani subito dopo
l'annuncio di martedì venivano riecheggiate ieri in Europa. Fonti di mercato
sottolineavano tra l'altro forti dubbi sulla capacità di attrarre
nell'iniziativa capitali privati. Sempre sui temi della finanza, assai meno
controversa dovrebbe risultare la questione della definizione di nuove regole,
affidata al Financial stability forum, presieduto dal governatore della Banca
d'Italia, Mario Draghi, che riferirà sui progressi compiuti. Quanto allo
stimolo all'economia, anche su questo punto l'iniziativa americana ha fatto
storcere il naso nelle altre capitali, per l'inclusione della clausola
"buy american" nei progetti finanziati con soldi pubblici. Ieri le
critiche sono state ribadite dal sottosegretario alle Finanze tedesco, JÖrg
Asmussen, e dal Governo giapponese. L'iniziativa Usa,
come del resto quella francese per gli aiuti all'auto, che già ha suscitato
polemiche in sede europea, mina la credibilità dell'impegno,già sbandierato al
G-20 di Washington a novembre e che è previsto venga reiterato anche nel
comunicato di sabato, a resistere al protezionismo per non indebolire
ulteriormente l'economia globale. Sui cambi, che peraltro non saranno al centro
della discussione di Roma, Geithner ha già fatto una gaffe che si è dovuto
rimangiare, quando ha accusato la Cina di
manipolazione dello yuan. è probabile che i sette si limitino a ribadire
l'importanza della flessibilità delle valute, compresa quella cinese, anche per
evitare una escalation del protezionismo. Per il resto, sostiene David Woo, di
Barclays Capital, «il comunicato ripeterà l'indesiderabilità di una volatilità
eccessiva, ma senza indicare una valuta in particolare », come venne
fatto a ottobre con lo yen. Il rafforzamento dello yen e l'indebolimento della
sterlina, i due fenomeni più preoccupanti, hanno dato segni di stabilizzazione
nell'ultimo mese. alessandro.merli@ilsole24ore.com «BUY AMERICAN» Gli Usa chiederanno altri stimoli per l'economia ma è in
discussione il loro impegno a difesa del commercio mondiale MERCATO MONETARIO
Superata la gaffe sulla manipolazione dello yuan, il segretario al Tesoro
firmerà un vago monito contro la volatilità dei cambi
( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore sezione:
MONDO data: 2009-02-12 - pag: 7 autore: Pesano la flessione dei consumi e la
caduta dei prezzi del petrolio Deficit Usa ai minimi
da 6 anni NEW YORK Il deficit commerciale statunitense a dicembre si è ridotto
del 4% a 39,9 miliardi di dollari. Si tratta del livello più basso dal febbraio
del 2003. Il calo è comunque inferiore rispetto alle previsioni degli analisti,
che puntavano su una diminuzione a 35,7 miliardi, a causa della caduta
superiore al previsto delle esportazioni. Per l'intero 2008, il passivo
commerciale è sceso a 677,1 miliardi dai 700,3 miliardi del 2007. La frenata
del commercio estero americano, come di quello cinese ed europeo, è dovuta
all'impatto del calo dei prezzi del petrolio sull'import e più in generale alla
contrazione dei consumi globali. A dicembre le importazioni sono calate del
5,5% a 173,7 miliardi, rivedendo i minimi da settembre 2005, mentre le
esportazioni sono diminuite del 6% a 133,8 miliardi. La performance dell'export
in realtà è stata ancora peggiore (-7,7%, il minimo dal settembre 2001) se non
si considera il balzo (+144%) del settore aeronautico legato alla fine di uno
sciopero alla Boeing. Il deficit commerciale con la Cina si è ridotto a 19,9 miliardi in dicembre dai 23 di novembre:
nell'intero 2008, il passivo con Pechino si è attestato a 266 miliardi di
dollari, in lieve aumento rispetto ai 256 miliardi del 2007. Il disavanzo
annuale con l'Unione Europea si è invece ridotto da
( da "Messaggero, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Giovedì 12 Febbraio
2009 Chiudi di OLIVIERO LA STELLA UNA buona notizia: la lingua italiana sta
bene e reagisce in modo "sano" all'invasione dei nuovi termini
prodotti dalla globalizzazione e dalla diffusione delle reti telematiche. Si
arricchisce di neologismi, certo, ma utilizzando gli schemi e i meccanismi di
formazione delle parole che le sono propri: con il proliferare in Italia delle
rivendite di kebab, pietanza tipica della cucina araba, arriva dunque
"kebabberia", un vocabolo nuovo che tuttavia adotta lo stesso
suffisso di pizzeria, rosticceria e via dicendo. La diagnosi rassicurante è di
due linguisti, Giovanni Adamo e Valeria Della Valle, che per la Treccani hanno
curato in qualità di direttori scientifici il vocabolario Neologismi. Un'opera
ponderosa (718 pagine, 170 euro) nella quale sono contenute 4.163 nuove parole
di uso più o meno corrente, raccolte nel corso di un'indagine decennale,
compiuta tra il 1998 e il 2008. Nel solco tracciato ai primi del Novecento da
Alfredo Panzini con il suo Dizionario moderno, Adamo, Della Valle e i loro
collaboratori hanno scelto come terreno di ricerca i giornali quotidiani (57
testate nazionali e locali), registrando e studiando le parole nuove che vi
comparivano. Elevando così i giornalisti al ruolo di onomaturghi, ovvero
produttori di parole. Tra i più prolifici vanno citati Michele Serra, Massimo
Gramellini, Gian Antonio Stella, Aldo Grasso, il nostro Mario Ajello... Ma
forse ancora più creativi sono i politici, primi tra tutti Silvio Berlusconi e
Romano Prodi. E ben figurano anche Giuliano Amato, Francesco Rutelli, Giulio
Tremonti, Walter Veltroni e altri ancora. Tra questi ultimi qualcuno, leggendo
il vocabolario della Treccani, proverà una piccola delusione scoprendo di non
avere il copyright su certi termini. Il ministro Renato Brunetta, ad esempio,
vi leggerà che prima di lui ad usare la parola "fannullonismo" fu il
filosofo perugino Aldo Capitini. Mentre invece Tommaso Padoa Schioppa può
legittimamente rivendicare la paternità di "bamboccionismo". Fra gli
onomaturghi sono rappresentati anche alcuni personaggi dello spettacolo, come
Nanni Moretti e Mina (che scrive su La Stampa). La ricerca condotta da Adamo e
Della Valle è abbastanza rassicurante anche per quanto riguarda il temuto
rischio di "colonizzazione" dell'italiano da parte dell'inglese e
dell'angloamericano. I due professori già per Olschki nel 2003 e per Sperling
& Kupfer nel 2006 curarono due libri sui neologismi. Questa costante
attività di osservazione consente a Valeria Della Valle di dire che «la
percentuale degli anglismi non è in aumento, seppure indubbiamente superiore a
quella che si può registrare in Francia o in Spagna, paesi
che adottano politiche rigorose di protezione della lingua». Per la
globalizzazione mediatica aumentano invece quelli che la studiosa definisce
"gli internazionalismi". Ovvero i termini stranieri tradotti in
italiano. «Ad esempio - dice - in "bolla speculativa", "finanza
etica" e "fuoco amico" c'è un inglese sottostante, che non
appare». E' quella capacità reattiva della nostra lingua alla quale si
accennava. «Insomma, l'italiano sarà forse meno elegante - conferma - ma è
comunque in buona salute». Scorrendo i neologismi impressiona l'abbondanza di
quelli che cominciano con il prefisso iper: "iperburocratico",
"ipercapitalista", "iperconcentrazione",
"iperconflitto", "iperdrammatizzazione",
"iperliberista", "ipermondo", "iper-stressante",
eccetera eccetera. Così come quelli preceduti da anti: da
"antiberlusconismo", "antibipolare",
"antibuonismo", "antiburqa", "anticasta",
"antifestivaliero", "antislamista", "anti-Tav",
"anti-veline"... Spiega Valeria Della Valle: «L'enfasi è un tratto
dell'attuale lessico giornalistico. Per colpire il lettore, i quotidiani vi
ricorrono spesso e in modo così marcato da produrre effetti ansiogeni». Ma -
aggiungiamo noi - il generoso impiego dei prefissi anti (e contro) - riflette
probabilmente anche l'inasprimento del dibattito politico e sociale. Il
dibattito politico, certo, sforna molti neologismi, anche per l'ampio e forse
eccessivo spazio che i quotidiani italiani gli dedicano. Ma ne producono anche
la moda (come "pashminato" ed "etno-chic"), lo sport
("cassanata" e "zidanata"), lo spettacolo
("primadonnismo", "acchiappa-ascolti") ed altri settori
dell'informazione. Di alcuni termini la caducità appare evidente. Infatti,
quanto ancora potranno resistere parole come "cofferatiano",
"cofferatismo" e "cofferatizzarsi"? Se Sergio Cofferati,
come ha annunciato, si ritirerà dalla politica per dedicarsi a tempo pieno al
mestiere di padre, è presumibile che ben presto queste parole scompariranno
dall'uso comune. «Questo vocabolario - risponde la professoressa Della Valle -
non è solo uno strumento di consultazione ma ha anche una valenza storica e
sociale». Insomma, servirà ai posteri per capire come e di che cosa parlavano
gli italiani tra la fine del secondo millennio e il principio del terzo.
Speriamo in un loro giudizio benevolo, anche se nutriamo qualche dubbio.
( da "Messaggero, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Giovedì 12 Febbraio
2009 Chiudi di ROSSELLA LAMA ROMA Con il vertice dei ministri economici e dei
governatori delle banche centrali parte ufficialmente il semestre di presidenza
italiana del G8. I sette paesi più ricchi del mondo, più la Russia, si riuniranno
domani sera a Roma per fare il punto sulle misure anticrisi che sono già state
adottate, verificarne la loro efficacia, e soprattutto, trovare i correttivi da
apportare per rendere più difficile che situazioni come queste abbiano a
ripetersi. La crisi finanziaria partita dagli Usa si è diffusa a livello globale in un lampo. E sta avendo pesanti
ripercussioni sulla crescita economica. Persino paesi come Cina e India, che avrebbero dovuto fare da locomotiva del mondo,
sostituendosi nel ruolo svolto per decenni dagli Stati Uniti, stanno mostrando
il fiato corto. Un'economia globalizzata come la nostra richiede la
messa a punto di standard di trasparenza e comportamenti condivisi, nella
finanza, nell'economia, nel commercio, nei servizi. Quel Legal Standard insomma
sul quale Tremonti batte da tempo, e che caratterizzerà, come lo stesso
ministro ha più volte annunciato, questo semestre di presidenza italiano. Si
parte domani sera con una cena di lavoro a Villa Madama. I lavori proseguiranno
nella mattinata di sabato al ministero dell'Economia in via XX settembre. E' il
primo ministero eretto a Roma dopo l'unità d'Italia, simbolo della nuova
immagine di capitale del nuovo Regno d'Italia. Questo summit sarà la prima
uscita ufficiale ad un vertice internazionale del neoministro del Tesoro
americano Timothy Geithner, che arriva a Roma con il governatore della Federal
Reserve, Ben Bernanke. In vista della riunione il ministro delle Finanze del
Giappone Shoichi Nakagava ha chiesto agli altri paesi partecipanti (Usa, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Canada) che a
Roma si discuta della clausola Buy American contenuta nel pacchetto di aiuti
del Congresso Usa. La clausola prevede che nella
costruzione di opere infrastrutturali finanziate con le risorse pubbliche debbano
essere utilizzati prodotti dell'industria americana. Dopo le durissime reazioni
del Giappone e della Ue, che hanno parlato di protezionismo,
questi paletti sono stati ammorbiditi, ma le polemiche e i sospetti restano
alti. Anche perché la tentazione di proteggere la propria industria nazionale a
scapito degli altri si sta rapidamente diffondendo. E' di due giorni fa il
richiamo della Commissione Ue al piano di Sarkozy di sostegno all'auto francese
da 6,5 miliardi di euro: «è contro le regole della concorrenza, e così com'è
non lo approveremo», ha già chiarito Neelie Kroes. Nel sito del G7
dell'Economia si legge che «l'elaborazione di regole comuni e il contrasto a
istanze protezionistiche, che tendono ad essere più forti in condizioni
economiche difficili rappresenteranno le linee guida del programma di lavoro
della Presidenza italiana». «Si discuterà di come migliorare la trasparenza e
il corretto funzionamento dei mercati. A questo scopo la presidenza italiana
promuoverà l'adozione di un insieme minimo di regole sulla proprietà delle
attività internazionali e sulla trasparenza, un Legal Standard che l'intera
comunità internazionale dovrebbe impegnarsi a recepire». Una ricetta magica per
risolvere la crisi non c'è, ha detto ieri il presidente della Commissione,
Manuel Barroso, invoca però un approccio coordinato a livello europeo. Per fare
il punto sulla situazione, sulle misure adottate e da adottare, è stato
convocato per il primo marzo un vertice straordinario dei Capi di stato e di
governo della Ue, anche in vista della riunione del G20 di Londra del 2 aprile.
( da "Corriere della Sera" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-02-12 num: - pag: 35 categoria:
REDAZIONALE Panorama Crolla l'export cinese, a gennaio calo del 17,5% La caduta dei consumi Le esportazioni della Cina sono crollate mentre il mercato interno stenta a fa ripartire i
consumi. In gennaio il calo provocato dalla crisi dei principali mercati
dell'industria manifatturiera cinese è stato del 17,5%, segnando una forte
accelerazione rispetto al -2,8% registrato nel dicembre dell'anno scorso.
E il calo delle importazioni è stato del 43%, sempre su base annua.
CONFINDUSTRIA, KRAUS VICE
( da "Nazione, La (Firenze)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
LETTERE E COMMENTI
pag. 8 Caro Direttore, le chiedo: nell'era della
globalizzazione ha ancora senso parlare di media ingl... Caro Direttore, le
chiedo: nell'era della globalizzazione ha ancora senso parlare di media
inglese? E' un retaggio quasi ottocentesco, quando andare in trasferta
costituiva davvero una grande difficoltà. Prenda Milan-Lazio in Coppa
Italia: una partita secca dove le squadre hanno giocato senza stare a pensare
se fossero in casa o fuori. Credo che il campionato sia falsato, oltre che
dagli arbitri, anche da questa storia del fattore campo. Ci sono squadre che in
casa sono rulli e fuori casa balbettano. Non le sembra strano tutto questo?
Franco Gàbici, Pesaro
( da "KataWebFinanza" del 12-02-2009)
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BCE: CRESCONO SPINTE
PROTEZIONISTICHE, MAGGIORE VIGILANZA (AGI) - Roma, 12 feb. - Serve una
"maggiore vigilanza" contro le crescenti spinte protezionistiche. A
mettere in guardia e' la Bce che dedica ampio spazio, all'interno del suo
bollettino mensile, alla valutazione delle tendenze mondiali in materia di protezionismo. Partendo da un distinzione tra misure (ad
esempio tariffarie e non tariffarie) e spinte protezionistiche, l'Eurotower
sottolinea come a oggi "non esistano prove importanti di un aumento delle prime
ma allo stesso tempo si riscontrano segnali chiari di un'intensificazione
delle seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla
globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la
cospicua perdita di benessere che un aumento di protezionismo
comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - cio' richiede una maggiore
vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello
internazionale". Sebbene a oggi, osserva la Bce, "non si
rilevino evidenze importanti di un aumento delle misure concrete" in tal
senso, occorre "arginare le richieste di tali misure". "Il
sostegno alla globalizzazione - spiega l'istituto di Francoforte - si
indebolisce in diverse regioni del mondo e cio' non desta sorpresa, poiche' le
spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica
e finanziaria. Per tale motivo, in prospettiva, e' molto importante continuare
a contrastare le richieste di misure in questo senso". L'impatto del protezionismo sulla crescita economica, spiega ancora la
Bce, "e' sostanzialmente negativo" ma "la sua entita' varia
notevolmente da un paese all'altro e dipende in misura fondamentale dal
contesto macroeconomico". (AGI) 12/02/2009 - 10:46
( da "Corriere.it" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
sette paesi di
eurolandia sopra il tetto del 3%, serve impegno politico a rientrare Bce:
«Economia in grave recessione» La Banca centrale europea: «L'impatto delle
turbolenze finanziarie accentuato dalla contrazione del commercio» FRANCOFORTE
(GERMANIA) - L'economia mondiale «sta attraversando una fase di grave
recessione». È il nuovo allarme lanciato dalla Bce nel suo bollettino mensile.
«L'impatto sensibilmente negativo delle turbolenze finanziarie sull'attività
economica reale resta accentuato da una forte contrazione del commercio
internazionale», spiega la Banca centrale europea, sottolineando che «le prospettive
per la crescita economica internazionale rimangono estremamente incerte e i
rischi sono orientati al ribasso». EUROLANDIA E DEFICIT/PIL - Proprio per
questo nel 2009 sette paesi di Eurolandia supereranno il tetto del 3% del
rapporto deficit-Pil, infrangendo così le regole del Patto di stabilità
sottolinea ancora la Bce . Secondo l'istituto di Francoforte, «il rapido
deterioramento dei saldi di bilancio, generalizzato all'interno dell'area
dell'euro, è riconducibile al sensibile rallentamento dell'economia, a
ulteriori riduzioni delle entrate e alle misure di stimolo fiscale adottate da
molti governi». Inoltre, spiega ancora l'Eurotower, «molti governi sono incorsi
in ingenti passività potenziali associate alla concessione di garanzie alle
banche e dovranno farsi carico delle iniezioni di capitale a sostegno del
settore finanziario. Per rafforzare la fiducia del pubblico nella sostenibilità
dei conti - conclude - è quindi indispensabile che i governi ristabiliscano
quanto prima un impegno credibile a favore degli obiettivi di bilancio a medio
termine». PROTEZIONISMO - Ma, il tentativo di arginare la crisi, non deve
diventare per i governi europei l'occasione di mettre in campo politiche
protezioniste. Occorre, secondo la Bce, «arginare le richieste di misure»
protezionistiche sebbene «ad oggi non si rilevino evidenze importanti di un
aumento delle misure concrete» in tal senso. Al momento però secondo i vertici
dell'Eurotower, «tali spinte tendono a intensificarsi». La Bce sottolinea
inoltre che «l'impatto del protezionismo
sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente
negativo». Per la Bce «il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in
diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte
protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e
finanziaria». VIGILANZA - «La Bce è pronta ad assumersi le sue
responsabilità» sul fronte della vigilanza ha detto successivamente Lorenzo
Bini Smaghi, membro del board della Banca centrale, in un intervento al
Parlamento europeo, sottolineando la necessità di una maggiore cooperazione e
di un maggior coordinamento tra le varie autorità di vigilanza nazionali. «Il
coordinamento sul fronte della vigilanza in Europa è credibile solo se assicura
un elevato grado di affidabilità, indipendenza ed efficienza delle decisioni»,
ha detto Bini Smaghi. «Tutto ciò esiste già - ha aggiunto - ed è la Bce». «La
concorrenza tra le autorità e le istituzioni finanziarie nazionali - ha
proseguito - è un ostacolo all'effettiva cooperazione tra i supervisori
nazionali. In particolare, si riducono gli incentivi a scambiarsi le
informazioni sulle singole istituzioni finanziarie. E questo - ha continuato
Bini Samghi - a sua volta colpisce l'efficacia di ogni meccanismo di prevenzione
delle crisi». Ora, per Bini Smaghi, «questo scambio di informazioni può essere
realizzato in maniera migliore all'interno di una singola istituzione». stampa
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( da "Blogosfere" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Feb 0912 Le ultime.
Pubblicato da Debora Billi alle 10:13 in Current Affairs - Con il ristagno
dello sviluppo delle sabbie canadesi, gli investimenti dei prossimi 11 anni
subiranno un taglio del 31%. La produzione prevista per il 2015 scende da 3,4
milioni di barili al giorno a 1,9. - I militanti nigeriani hanno attaccato un
impianto Shell nel Niger Delta. - La Gazprom investirà 2,5 miliardi di dollari
nello sviluppo del gas nigeriano. - La produzione messicana scenderà di un
ulteriore 7% quest'anno dopo il -9% del 2008. - Nicholas Sarkis, direttore
dell'Arab Petroleum Research Centre, ha accusato l'OPEC per il collasso dei
prezzi petroliferi. - Il Dipartimento dell'Agricoltura USA chiede di aumentare
l'ammontare di etanolo nella benzina venduta negli Stati Uniti. Il produttore
di etanolo Archer Daniels Midland Co sostiene che il 21% della capacità
produttiva americana è stata tagliata per via della scarsa domanda. - Uno
studio prevede che malgrado il calo degli investimenti, la spesa per
l'esplorazione petrolifera oceanica ammonterà a 162 miliardi di dollari tra il
2009 e il 2013. -La produzione norvegese è ulteriormente scesa a 2,11 milioni
di barili al giorno, dai 2,20 milioni del mese di dicembre. - La produzione
russa è scesa a 9,7 milioni di barili al giorno, un -0,9% su base annua. - Il consumo di elettricità in Cina è sceso
dell'8% a dicembre rispetto ad un anno prima. - Il produttore di petrolio EOG
Resources, a causa della caduta dei prezzi, taglia le proprie piattaforme da
( da "PubblicitàItalia.it" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
12/02/2009 Tutto
cambia. Cambiamo tutto?': Oltre 200 aziende già iscritte. Le trasformazioni in
atto nello scenario economico mostrano un'accelerazione innescata dalla crisi
internazionale. E richiedono alle aziende capacità di risposta altrettanto
rapide e decise. Le due giornate del Summit Tutto cambia. Cambiamo tutto?', in
programma a Roma l'11 e il 12 marzo prossimi, tenteranno di dire come e quanto
si riuscirà a influire sul cambiamento. "Potrà la pubblicità aiutarci ad
uscire dalla crisi? è una delle domande su cui ci interrogheremo - afferma il
Presidente Upa Lorenzo Sassoli de Bianchi (nella foto) -. "L'obiettivo è
infatti quello di incontrarsi per comprendere quale metamorfosi attraversi la comunicazione
e come sia possibile riaffermarne la centralità anche in un momento di
incertezza e difficoltà economica". Intanto cresce l'interesse verso
l'appuntamento romano, con più di 200 aziende iscritte ad oggi, oltre ai
rappresentanti dei mezzi di comunicazione e delle agenzie di pubblicità. Merito
anche degli oltre trenta relatori di prestigio internazionale che si
confronteranno nelle quattro sessioni previste. Nella mattina dell'11, alla
sessione "Il nuovo consumatore non sta più al suo posto", saranno
presenti Arianna Huffinghton, (fondatrice dell'Huffington Post, indicata da
Time tra i 100 personaggi più influenti degli Usa),
Manuel Andrès (presidente e ad di Nestlè Italiana) e Andy Sernovitz
(cofondatore della World of Mounth Marketing Association). Nel pomeriggio, a
"L'evoluzione nei mezzi di comunicazione: cambiamenti e
interconnessioni" parteciperanno Reid Hoffmann (fondatore e presidente di
Linkedin), Enrico Finzi (presidente di Astra Ricerche che presenterà gli ultimi
dati de "Il Futuro della Pubblicità), Claudio Cappon (dg RAI) e Carlo
Malinconico (presidente FIEG). Il giorno seguente dibatteranno su
"Pubblicità e strumenti della comunicazione" due grandi creativi come
David Droga (fondatore e chairman dell'agenzia pubblicitaria Droga 5) e Scott
Goodson (fondatore dell'agenzia di pubblicità Strawberry Frog), insieme al noto
economista francese Jacques Attali, all'ad di Publitalia '80 e di Mediaset
Giuliano Adreani, a Martin Sorrell (ceo WPP) e Maurizio Braccialarghe (AD
Sipra). La sessione conclusiva "Le imprese tra nuove
strategie e sfide impegnative" potrà contare su relatori come James Canton
(futurologo, fondatore dell'Institute For Global Futures di San Francisco),
Federico Rampini (editorialista e corrispondente de La Repubblica dalla Cina), Andrea Illy (ad illycaffè), Mario Moretti Polegato (presidente
Geox) e Sami Kahale (ad Procter & Gamble Italia). I
( da "Agi" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
BCE: CONTRASTARE IL
PROTEZIONISMO (AGI) - Roma, 12 feb. - Serve una "maggiore vigilanza"
contro le crescenti spinte protezionistiche. A mettere in guardia e' la Bce che
dedica ampio spazio, all'interno del suo bollettino mensile, alla valutazione
delle tendenze mondiali in materia di protezionismo.
Partendo da un distinzione tra misure (ad esempio tariffarie e non tariffarie)
e spinte protezionistiche, l'Eurotower sottolinea come a oggi "non
esistano prove importanti di un aumento delle prime ma allo stesso tempo si
riscontrano segnali chiari di un'intensificazione delle
seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla
globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua
perdita di benessere che un aumento di protezionismo
comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - cio' richiede una maggiore
vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello
internazionale".Sebbene a oggi, osserva la Bce, "non si rilevino
evidenze importanti di un aumento delle misure concrete" in tal senso,
occorre "arginare le richieste di tali misure". "Il sostegno
alla globalizzazione - spiega l'istituto di Francoforte - si indebolisce in
diverse regioni del mondo e cio' non desta sorpresa, poiche' le spinte
protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e
finanziaria. Per tale motivo, in prospettiva, e' molto importante continuare a
contrastare le richieste di misure in questo senso". L'impatto del protezionismo sulla crescita economica, spiega ancora la
Bce, "e' sostanzialmente negativo" ma "la sua entita' varia
notevolmente da un paese all'altro e dipende in misura fondamentale dal
contesto macroeconomico". La Bce fa poi sapere che nel 2009 sette paesi di
Eurolandia supereranno il tetto del 3% del rapporto deficit-Pil, infrangendo
cosi' le regole del Patto di Stabilita'. Secondo l'istituto di Francoforte,
"il rapido deterioramento dei saldi di bilancio, generalizzato all'interno
dell'area dell'euro, e' riconducibile al sensibile rallentamento dell'economia,
a ulteriori riduzioni delle entrate e alle misure di stimolo fiscale adottate
da molti governi". Inoltre, spiega ancora l'Eurotower, "molti governi
sono incorsi in ingenti passivita' potenziali associate alla concessione di
garanzie alle banche e dovranno farsi carico delle iniezioni di capitale a
sostegno del settore finanziario. Per rafforzare la fiducia del pubblico nella
sostenibilita' dei conti - conclude - e' quindi indispensabile che i governi ristabiliscano
quanto prima un impegno credibile a favore degli obiettivi di bilanci".
L'istituto di Francoforte avverte poi che l'economia mondiale "sta
attraversando una fase di grave recessione". "L'impatto sensibilmente
negativo delle turbolenze finanziarie sull'attivita' economica reale - si legge
bnel bollettino - resta accentuato da una forte contrazione del commercio
internazionale", spiega la banca centrale europea, sottolineando che
"le prospettive per la crescita economica internazionale rimangono
estremamente incerte e i rischi sono orientati al ribasso".
( da "Giornale.it, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 37 del 2009-02-12
pagina 0 Recessione mondiale, Bce: "Il protezionismo
sfavorisce la crescita" di Redazione L?entità e la durata del
rallentamento dipenderanno in misura dai tempi di soluzione della crisi
finanziaria. Forte preoccupazione per l'Eurozona: "Nei prossimi trimestri
scenario di persistente debolezza" Bruxelles - L?economia mondiale
"sta attraversando una fase di grave recessione" e per l?area
dell?euro persiste "nei prossimi trimestri uno scenario di persistente
debolezza". è quanto si legge nel bollettino mensile della Bce di febbraio
secondo cui "l?entità e la durata del rallentamento dipenderanno in misura
fondamentale dai tempi di soluzione della crisi finanziaria". Allarme protezionismo Occorre "arginare le richieste di
misure" protezionistiche sebbene "ad oggi non si rilevino evidenze
importanti di un aumento delle misure concrete" in tal senso. Secondo i
tecnici della Bce, al momento "tali spinte tendono a intensificarsi".
La Bce sottolinea inoltre che "l?impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è
sostanzialmente negativo". Per la Bce, dunque, "il sostegno alla
globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta
sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di
tensione economica e finanziaria". L'appello ai governi Nel
bollettino mensile di febbraio, la Banca centrale europea invita i governi
europei, che hanno visto incrementare il disavanzo pubblico a casa della crisi
e degli interventi a sostegno delle banche, a ristabilire "quanto prima un
impegno credibile a favore degli obiettivi di bilancio a medio termine".
Secondo i tecnici di Bruxelles, infatti, tale obiettivo è indispensabile per
"rafforzare la fiducia del pubblico nella sostenibilità dei conti".
Inflazione a livelli molto bassi Il livello di incertezza sull?inflazione
"resta eccezionalmente elevato" ma la Bce si attende che questa si
"dovrebbe ridurre ulteriormente a metà anno" collocandosi "su
livelli molto bassi" con un ripresa della crescita "nella seconda
metà dell?anno". Secondo i tecnici di Bruxelles, dunque, "il
Consiglio direttivo continuerà a mantenere le attese di inflazione saldamente
ancorate alla sua definizione di stabilità di prezzi, ossia a livelli inferiori
ma prossimi al 2% su un orizzonte di medio termine". Un livello, si legge,
che sostiene "il potere di acquisto delle famiglie". Il nodo sui
mutui Nel primo trimestre 2009 le banche dell?area europea dovrebbero mostrare
meno rigidità nella concessione di mutui per l?acquisto di abitazioni dopo la
forte stretta dei due trimestri precedenti. Nei primi tre mesi dell?anno
"l?irrigidimento netto dei criteri per la concessione" dei prestiti
per l?acquisto di abitazioni, del credito al consumo e di altri prestiti alle
famiglie calerà "considerevomente rispetto al quarto trimestre". Nel
quarto trimestre 2008 si è registrata "un?ulteriore diminuzione della
domanda netta tanto di prestiti alle imprese, tanto di credito al consumò,
mentre la domanda netta di mutui per l?acquisto di abitazioni è rimasta su
livelli fortemente negativi". Per il primo trimestre 2009 tuttavia
"la domanda netta di prestiti a favore delle imprese dovrebbe essere meno
negativa (-26%) rispetto agli ultimi tre mesi del 2008". La Bce segnala
inoltre come "le iniziative di aiuto alla ricapitalizzazione e di garanzia
statale delle emissioni di titoli di debito bancari sembrano aver già prodotto
nel quarto trimestre un impatto favorevole sull?accesso alle banche al finanziamento
all?ingrosso e dovrebbero agire ulteriormente in tal senso nel primo trimestre
2009". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Rai News 24" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Francoforte | 12
febbraio 2009 Bce: allarme protezionismo, pronti ad
assumerci responsabilità di supervisione L'eurotower della Bce a Francoforte
"La Bce è pronta ad assumere la responsabilità per la missione che le
autorità politiche europee possono assegnarle". Lorenzo Bini Smaghi,
membro del board della Banca Centrale Europea, dice chiaro all'europarlamento
che "rafforzare il ruolo della bce nel campo della supervisione ha
importanti vantaggi che superano gli svantaggi". "A livello europeo -
ha detto Bini Smaghi a Bruxelles- c'è bisogno di cooperazione e coordinamento.
Il coordinamento può funzionare solo se è sostenuto da un quadro istituzionale
solido, sano e semplice, che assicuri regole, standard e pratiche comuni".
Per l'economista "il coordinamento in Europa è credibile solo se basato su
una istituzione che offre affidabilità, indipendenza e un efficiente capacita'
decisionale". E questa istituzione, ha detto, Bini Smaghi, nell'Ue c'è
già, non occorre invertarsela: "Essa svolge questo ruolo nella politica
monetaria e lo ha svolto in aree associate alla stabilita' finanziaria. E' la
Bce e il sistema euro, per la zona della moneta unica". Vantaggi Secondo
Bini Smaghi "portare la supervisione prudenziale sotto il tetto della Bce
assicurerebbe che le sinergie relative allo scambio di informazioni tra le
banche centrali e la supervisione siano sfruttate al massimo". Inoltre,
"ciò assicurerebbe che la supervisione sia posta nelle mani di una
istituzione che ha già dimostrato quello che sa fare, ha una rilevante
expertise tecnica in casa e ha uno status indipendente". Tra i compiti di
supervisione che secondo Bini Smaghi potrebbero essere assegnati alla Bce vi e'
ad esempio "lo sviluppo di sistemi 'early warning' sull'emergenza di
rischi e vulnerabilita' nel sistema finanziario, la realizzazione di test di
'macro-stress' per verificare il grado di resistenza del sistema finanziario a
schock specifici". O ancora "la definizione di requisiti di
informazione" o anche "regole macro-prudenziali relative alla
pro-ciclicita', all'esposizione bancaria, al rischio di concentrazioni o
squilibri di liquidita'". Tutto questo, ha concluso Bini Smaghi,
"richiede che la Bce partecipi nei rilevanti collegi dei supervisori dei
maggiori gruppi bancari". Come superare la crisi Le misure anticrisi
devono essere mirate e temporanee per poter favorire una ripresa durevole, si
legge nel bollettino della Bce: "L'area dell'euro dovrebbe beneficiare,
col tempo, degli effetti delle significative misure decise negli ultimi mesi
per far fronte alle turbolenze finanziarie e alle loro ricadute negative".
"Questi interventi - dice la Bce - dovrebbero contribuire a ripristinare
la fiducia nel sistema finanziario e ad allentare le limitazioni nell'offerta
di credito alle famiglie e alle imprese. Affinché tali misure favoriscano
efficacemente una ripresa durevole è di primaria importanza che restino mirate
e di carattere temporaneo, in modo da mantenere una prospettiva di medio
periodo orientata alla stabilità nella conduzione delle politiche
macroeconomiche". No al protezionismo Partendo da
un distinzione tra misure (ad esempio tariffarie e non tariffarie) e spinte
protezionistiche, l'Eurotower sottolinea come a oggi "non esistano prove
importanti di un aumento delle prime ma allo stesso tempo si riscontrano
segnali chiari di un'intensificazione delle seconde in
determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla globalizzazione resta
solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua perdita di
benessere che un aumento di protezionismo comporterebbe -
osserva l'istituto di Francoforte - ciò richiede una maggiore vigilanza nel contrastare
le pressioni in tal senso a livello internazionale". Sebbene a
oggi, osserva la Bce, "non si rilevino evidenze importanti di un aumento
delle misure concrete" in tal senso, occorre "arginare le richieste
di tali misure". "Il sostegno alla globalizzazione - spiega
l'istituto di Francoforte - si indebolisce in diverse regioni del mondo e cio'
non desta sorpresa, poiche' le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi
nei momenti di tensione economica e finanziaria. Per tale motivo, in prospettiva,
e' molto importante continuare a contrastare le richieste di misure in questo
senso". L'impatto del protezionismo sulla
crescita economica, spiega ancora la Bce, "e' sostanzialmente
negativo" ma "la sua entita' varia notevolmente da un paese all'altro
e dipende in misura fondamentale dal contesto macroeconomico".
( da "Blogosfere" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Feb 0912 Per
un'economia responsabile Pubblicato da Gaetano Farina alle 12:46 in Diritti, Globalizzazione, New Media, Non Profit, Sviluppo Sostenibile Per chi è
interessato alla responsabilità sociale delle imprese e a un'economia
sostenibile: Beeaware.tamtamy.com vuole essere un'occasione per condividere
iniziative, esperienze, buone pratiche e idee tra singoli, aziende e
organizzazioni che vedono nel Web un'opportunità di diffusione di
cultura e di strumenti di esercizio di un fare impresa responsabile. Su
http://beeaware.tamtamy.com/tamtamy/home.action puoi trovare testimonianze,
documentazione, video, foto e segnalazioni...da tutto il mondo
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Primo
sì al piano salva-economia Usa. La crisi
investe anche la Cina. Domani al via il G7 a Roma
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma. Bisogna fare
presto. Il presidente americano, Barack Obama, rilancia il suo appello al
Congresso per approvare con urgenza il piano di salvataggio dell'economia da
800 miliardi di euro. E si richiama al suo «modello» di riferimento, il
presidente Lincoln: «Il tempo delle chiacchiere è finito, è ora di agire». Ma
il suo piano salva-economia ha per ora raccolto un accoglienza praticamente
gelida a Wall Street. Una cautela che si è trasmessa subito alle Borse europee,
che hanno registrato ieri una chiusura contrastata, a cavallo della parità. La
flessione più forte a Milano, con un calo dello 0,76%. Le critiche al piano,
giudicato troppo vago e con troppi interrogativi ancora di risolvere, si sono
subito trasferite sul presidente Obama, già accusato di «aver gettato al vento
la prima occasione per far sentire la svolta rispetto al passato». Del resto i
venti di crisi non accennano ad arrestarsi. Cina in rosso. La
recessione investe in pieno anche Pechino. Le esportazioni della Cina sono crollate mentre il mercato interno stenta a far ripartire i
consumi. In gennaio il calo dell'industria manifatturiera è stato del 17,5%. La
netta flessione della domanda in Europa e negli Usa, che ha
colpito soprattutto l'industria tessile e quella dei giocattoli, ha
provocato la perdita di 20 milioni di posti di lavoro. Consulto a Roma. La
situazione dell'economia mondiale terrà banco, da domani, nella capitale dove è
previsto il vertice del G7 finanziario sotto la presidenza italiana. La
riunione sarà aperta da una cena a Villa Madama. La giornata decisiva sarà però
sabato. Fra i temi anche la questione del cosiddetto «legal standard», un
insieme di regole che dovrebbero dare maggiore trasparenza ai mercati mondiali.
Nel comunicato finale ci dovrebbe essere anche un appello contro il
protezionismo. Riflettori puntati anche su Bruxelles, dove il primo marzo ci
sarà un nuovo vertice dei capi di Stato dell'Ue. Energia in tilt. La crisi
abbatte anche i consumi energetici. Elettricità e carburanti mostrano a gennaio
una drastica flessione della domanda. E se dietro alla riduzione ci sono anche
effetti di calendario, sull'entità del calo incide, e non poco, il crollo della
produzione industriale. I dati più pesanti riguardano l'elettricità: il mese
scorso i consumi registrati da Terna si sono attestati a 27,3 miliardi di
kilowattora, con una flessione dell'8,5% rispetto al gennaio del 2008. Per
trovare una caduta paragonabile a questa bisogna risalire fino al 1975. La
frenata dell'industria condiziona anche i consumi petroliferi, in picchiata già
da parecchi mesi. A gennaio sono calati dell'8,4% mentre la domanda di benzina
è scesa del 7,2%. Più pesante il calo del gasolio, pari all'8,1%. Un dato che
va letto in relazione alla crisi: il diesel è il principale combustibile dei
Tir. Banche. Il Tesoro ha presentato all'Ue una serie di correttivi per rendere
più «appetibili» i Tremonti-Bond, le obbligazioni convertibili che lo Stato
intende acquistare per sostenere le banche. L'obiettivo resta quello di
ritoccare il tasso fissato per accedere ai titoli, fissato al 7,5% e
considerato troppo elevato dai banchieri. Era stato proprio il ministro
dell'Economia, Giulio Tremonti, a sottolineare come il tasso non sia stato
deciso dall'Italia ma il frutto di un accordo con l'Europa. Bot. Intanto, in
Italia, i rendimenti dei Bot continuano a scendere toccando nuovi minimi
storici. Con il nuovo ribasso segnato ieri, i rendimenti netti sono scesi ormai
sotto alla soglia dell'1%. E si registrano i primi segnali di disaffezione dai
parte dei piccoli risparmiatori. Un trend compensato, invece, dall'aumento
degli investitori istituzionali. an.tr.
( da "KataWebFinanza" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Suona stonata
l'opening bell (Teleborsa) - Roma, 12 feb - Partenza all'insegna delle vendite
per i listini americani. Il Dow Jones inizia le contrattazioni con un calo
dell'1,84%, in flessione anche il Nasdaq: l'indice dei tecnologici cede
l'1,52%. L'S&P 500 registra una flessione di quasi due puniti percentuali
(-1,97%). Il mercato non ha reagito ai dati macro, sebbene questi siano
risultati superiori alle attese: sono salite dell'1% su base mensile le vendite
al dettaglio in Usa relative al mese di gennaio,
attestandosi a 344,6 mld di dollari, mentre gli analisti si attendevano un calo
dello 0,4%. Diminuiscono di 8.000 unit le nuove richieste di sussidio alla
disoccupazione relative alla settimana al 7 febbraio 2009, attestandosi a 623 mila
unit. Sul fronte societario la Coca-Cola Co. ha reso noto che i profitti, nel
quarto trimestre, sono scivolati a 995 milioni di dollari, o 43 centesimi per
azione, a partire dagli 1,21 miliardi di dollari, o 52 centesimi per azione,
dello stesso periodo dello scorso anno. Coca-Cola ha registrato risultati superiori alle attese grazie anche a un aumento a due
cifre delle vendite in Cina, India e Europa dell'Est e il titolo sul Dow Jones 30 guadagna
il 2,16%. Tutti negativi i settoriali, perde il 3,45% il comparto dei
finanziari, male anche gli energetici -2,23% e gli industriali -2,18%. Alle
16:00 ora italiana sar reso noto il datosulle scorte all'ingrosso nel mese di
dicembre. 12/02/2009 - 15:40
( da "Dagospia.com" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
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articolo --> PAESE CHE VAI PROTEZIONISMO CHE TROVI - il primo marzo a
Bruxelles vertice contro il protezionismo: LA BESTIA
NERA SARANNO GLI AIUTI All?auto di Sarkozy ? FRANCIA SOLA CONTRO TUTTI? NON è DETTO
? IL RISCHIO SCONTRO TRA ?VECCHI? E NUOVI? EUROPEI? Adriana Cerretelli per
"Il Sole 24 Ore" Nicolas Sarkozy Si terrà il primo marzo a Bruxelles
il vertice straordinario contro il protezionismo: non
quello che arriva da fuori ma quello fatto in casa,il più insidioso per la
tenuta dell'Unione e del suo mercato unico. «Il nostro obiettivo è il
coordinamento delle misure nazionali, perché soltanto uniti potremo superare la
crisi», ha dichiarato il premier ceco Mirek Topolanek che ieri a Bruxelles ha
incontrato la Commissione al gran completo. Dopo l'esordio diplomatico,
l'attacco: «Ogni Paese ha un approccio diverso per affrontare la crisi. Alcuni
auspicano più protezionismo, altri invocano il rispetto
delle regole europee. La Presidenza ceca ritiene che tutti debbano rispettare
le regole». Sul banco degli imputati il presidente Nicolas Sarkozy, il suo
pacchetto da 6 miliardi di prestiti a favore di Renault e Peugeot, ma
soprattutto l'invito ad entrambi a rilocalizzare in Francia gli impianti che
producono in Repubblica Ceca e Slovacchia. «Lancio un appello a tutti i leader
perché si comportino con spirito europeo e non si lascino tentare
dall'unilateralismo: sarebbe una tragedia per l'Europa e per loro stessi» ha
avvertito il presidente della Commissione Ue, José Barroso, annunciando per
maggio a Praga un nuovo vertice straordinario sull'occupazione. manuel barroso
Dopo quasi una settimana di stupefacente silenzio nell'arena europea, e dalla
parte del partito anti-protezionista accanto al presidente dell'Unione e della
Commissione, ieri è sceso anche il cancelliere tedesco. «Tutti siamo
preoccupati per le nostre industrie automobilistiche. Per questo dobbiamo
valutare attentamente il tipo di misure che adottiamo. La Commissione Ue è il
giudice che deve garantire che siano giuste ed eque», ha dichiarato Angela
Merkel. Sicura che al prossimo vertice si discuterà «il livello dei tassi di
interesse previsto per i prestiti pubblici alle imprese ( 6% per l'auto
francese, ndr) per stabilire se sono conformi o no alle leggi del mercato e il
futuro della produzione e dei legami con altri Paesi in cui sono fabbricate le
auto francesi, totalmente o solo in parte». Con la
Confindustria tedesca scesa ieri sul piede di guerra, la Merkel non poteva
essere più chiara: sarà il protezionismo ma soprattutto il protezionismo sull'auto di Sarkozy la bestia nera del summit. Anche se,
apparentemente, la Francia non pare disposta a darsi per vinta nonostante lo
scontro si faccia incandescente. NEELIE KROES «Non è protezionismo.
È difesa della nostra industria e dei nostri posti di lavoro. È il meno che ci
si può aspettare dal Governo davanti a questa crisi», ha affermato Bruno Le
Maire, il ministro francese per gli Affari europei. Che oggi approderà a
Bruxelles con il primo ministro Francois Fillon, proprio per difendere il piano
di aiuti all'auto che è già entrato nel mirino del commissario Ue alla
Concorrenza, Neelie Kroes. «Se i produttori tradizionali di auto nei maggiori
Paesi europei non vanno bene, le cose non possono certo andare bene nella
Repubblica Ceca, in Slovenia o Romania»: Christine Lagarde, il ministro
dell'Economia, non ha cercato giri di parole. Anzi. «La priorità è mantenere
l'industria in Francia. Di questo nessuno deve dubitare». Decisamente non si
annuncia sereno il vertice del primo marzo. Francia sola contro tutti? Non è
detto. E comunque non pare proprio disposta a cedere su niente. Il protezionismo però è un veleno mortale per la convivenza
europea. Anche perché mescola ed esaspera i forti divari di ricchezza che
l'allargamento ha importato dentro la Ue. Con il rischio che si trasformi anche
in un conflitto tra i "vecchi" Paesi ricchi, che possono distribuire
aiuti pubblici in tempi di recessione, e i "nuovi", più poveri e
disarmati, costretti a subirne tutti i danni. [12-02-2009]