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INDICE DEI DOSSIER

Report "Globalizzazione"   12-2-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Darwin: variazioni sul tema dell'evoluzione ( da "Blogosfere" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 18 in globalizzazione Magnifiche immagini dalle Galapagos, visitate da Charles Darwin, ideatore della teoria dell'evoluzione, nato 200 anni fa. L'evoluzione secondo i Simpson La lettura Steampunk (ma attenzione... ) L'esplorazione del dna permette di comprendere anche la storia "recente" dell'uomo, quella precedente all'invenzione della scrittura.

Il G7 cominci a decidere su Fmi e Banca Mondiale ( da "Milano Finanza (MF)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: si propone di sottoporre alla discussione: dall'introduzione di legal standard a disciplina dei fenomeni di globalizzazione, al rafforzamento delle norme antiriciclaggio e dei centri off-shore, dalla regolazione degli hedge fund e della finanza derivata, alla discussione sulle bad bank che separino i titoli tossici dai bilanci delle aziende di credito.

Rampini: la vostra Cina è il Mediterraneo ( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ha il passaggio obbligato in Cina e India. «I colossi asiatici devono aumentare per forza la loro domanda interna, finora hanno risparmiato, la Cina è diventato il principale salvadanaio del mondo: i loro consumi non possono che crescere. Gli Stati Uniti, invece, saranno costretti a frenare il proprio tenore di vita».

Bruxelles difende l'acciaio dai cinesi ( da "Milano Finanza (MF)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: siano compatibli con gli accordi internazionali siglati dagli Usa. La svolta protezionistica della Ue contro la Cina arriva in un periodo particolarmente delicato per l'economia del Paese asiatico. Ieri Pechino ha infatti annunciato drammatici dati su importazioni ed esportazioni nel mese di gennaio. L'export è sceso del 17,5% su base annua dopo il calo del 2,8% di dicembre mentre l'

Cina, la crisi morde Crollo dell'export ( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il cruciale avanzo commerciale della Cina verso gli Usa è aumentato, toccando i 12,3 miliardi di dollari in gennaio, sempre secondo i dati diffusi dall'Amministrazione generale delle dogane cinesi. In generale, il surplus negli scambi con l'estero si è attestato sui di 39,11 miliardi di dollari a gennaio.

Si ferma la Cina Male Nike e Coca-Cola Tempi da austerity ( da "Manifesto, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: DIARIO DELLA CRISI Si ferma la Cina Male Nike e Coca-Cola Tempi da «austerity» Carlo Leone Del Bello La crisi economica mondiale fa vacillare la globalizzazione, colpita duramente sia nella sostanza che nei simboli: le bilance commerciali di Cina e Usa mostrano un brusco calo degli scambi, mentre Coca-Cola e Nike annunciano rispettivamente perdite in bilancio e licenziamenti.

Porte aperte Questa scuola è di tutti ( da "Nazione, La (Umbria)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: L' immigrazione è un fenomeno irreversibile in un mondo globalizzato; per questo la Carducci ha facilitato l'istruzione e l'integrazione degli alunni non italiani con corsi supplementari, pomeridiani e in orario scolastico, grazie ai fondi dell' Usr e lavorando spesso a classi aperte in gruppi modulari.

Per Geithner il debutto difficile con i sette Grandi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: quando ha accusato la Cina di manipolazione dello yuan. è probabile che i sette si limitino a ribadire l'importanza della flessibilità delle valute, compresa quella cinese, anche per evitare una escalation del protezionismo. Per il resto, sostiene David Woo, di Barclays Capital, «il comunicato ripeterà l'indesiderabilità di una volatilità eccessiva,

Deficit Usa ai minimi da 6 anni ( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il deficit commerciale con la Cina si è ridotto a 19,9 miliardi in dicembre dai 23 di novembre: nell'intero 2008, il passivo con Pechino si è attestato a 266 miliardi di dollari, in lieve aumento rispetto ai 256 miliardi del 2007. Il disavanzo annuale con l'Unione Europea si è invece ridotto da 107 a 93 miliardi.

UNA buona notizia: la lingua italiana sta bene e reagisce in modo "sano" all'invasione dei nuovi... ( da "Messaggero, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: paesi che adottano politiche rigorose di protezione della lingua». Per la globalizzazione mediatica aumentano invece quelli che la studiosa definisce "gli internazionalismi". Ovvero i termini stranieri tradotti in italiano. «Ad esempio - dice - in "bolla speculativa", "finanza etica" e "fuoco amico" c'è un inglese sottostante, che non appare».

ROMA Con il vertice dei ministri economici e dei governatori delle banche centrali parte uf... ( da "Messaggero, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La crisi finanziaria partita dagli Usa si è diffusa a livello globale in un lampo. E sta avendo pesanti ripercussioni sulla crescita economica. Persino paesi come Cina e India, che avrebbero dovuto fare da locomotiva del mondo, sostituendosi nel ruolo svolto per decenni dagli Stati Uniti, stanno mostrando il fiato corto.

Crolla l'export cinese, a gennaio calo del 17,5% La caduta dei consumi ( da "Corriere della Sera" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La caduta dei consumi Le esportazioni della Cina sono crollate mentre il mercato interno stenta a fa ripartire i consumi. In gennaio il calo provocato dalla crisi dei principali mercati dell'industria manifatturiera cinese è stato del 17,5%, segnando una forte accelerazione rispetto al -2,8% registrato nel dicembre dell'anno scorso.

Caro Direttore, le chiedo: nell'era della globalizzazione ha ancora senso parlare di media ingl... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 8 Caro Direttore, le chiedo: nell'era della globalizzazione ha ancora senso parlare di media ingl... Caro Direttore, le chiedo: nell'era della globalizzazione ha ancora senso parlare di media inglese? E' un retaggio quasi ottocentesco, quando andare in trasferta costituiva davvero una grande difficoltà.

BCE: CRESCONO SPINTE PROTEZIONISTICHE, MAGGIORE VIGILANZA ( da "KataWebFinanza" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: intensificazione delle seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua perdita di benessere che un aumento di protezionismo comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - cio' richiede una maggiore vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello internazionale".

Bce: <Economia in grave recessione> ( da "Corriere.it" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente negativo». Per la Bce «il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria».

Le ultime. ( da "Blogosfere" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il consumo di elettricità in Cina è sceso dell'8% a dicembre rispetto ad un anno prima. - Il produttore di petrolio EOG Resources, a causa della caduta dei prezzi, taglia le proprie piattaforme da 73 a 45 nel 2009. - Le compagnie elettriche asiatiche potrebbero tagliare le importazioni di gas liquefatto del 74% a causa del calo della domanda.

Tutto cambia. Cambiamo tutto?': Oltre 200 aziende già iscritte. ( da "PubblicitàItalia.it" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le imprese tra nuove strategie e sfide impegnative" potrà contare su relatori come James Canton (futurologo, fondatore dell'Institute For Global Futures di San Francisco), Federico Rampini (editorialista e corrispondente de La Repubblica dalla Cina), Andrea Illy (ad illycaffè), Mario Moretti Polegato (presidente Geox) e Sami Kahale (ad Procter & Gamble Italia).

BCE: CONTRASTARE IL PROTEZIONISMO ( da "Agi" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: intensificazione delle seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua perdita di benessere che un aumento di protezionismo comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - cio' richiede una maggiore vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello internazionale".

Recessione mondiale, Bce: "Il protezionismo sfavorisce la crescita" ( da "Giornale.it, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente negativo". Per la Bce, dunque, "il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria"

Bce: allarme protezionismo, pronti ad assumerci responsabilità di supervisione ( da "Rai News 24" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: intensificazione delle seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua perdita di benessere che un aumento di protezionismo comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - ciò richiede una maggiore vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello internazionale".

Per un'economia responsabile ( da "Blogosfere" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione, New Media, Non Profit, Sviluppo Sostenibile Per chi è interessato alla responsabilità sociale delle imprese e a un'economia sostenibile: Beeaware.tamtamy.com vuole essere un'occasione per condividere iniziative, esperienze, buone pratiche e idee tra singoli, aziende e organizzazioni che vedono nel Web un'

PRIMO Sì AL PIANO SALVA-ECONOMIA USA. LA CRISI INVESTE ANCHE LA CINA. DOMANI AL VIA IL G7 A ROMA ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Primo sì al piano salva-economia Usa. La crisi investe anche la Cina. Domani al via il G7 a Roma

ROMA. BISOGNA FARE PRESTO. IL PRESIDENTE AMERICANO, BARACK OBAMA, RILANCIA IL SUO APPELLO AL CONGRES... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina in rosso. La recessione investe in pieno anche Pechino. Le esportazioni della Cina sono crollate mentre il mercato interno stenta a far ripartire i consumi. In gennaio il calo dell'industria manifatturiera è stato del 17,5%. La netta flessione della domanda in Europa e negli Usa, che ha colpito soprattutto l'industria tessile e quella dei giocattoli,

Suona stonata l'opening bell ( da "KataWebFinanza" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: risultati superiori alle attese grazie anche a un aumento a due cifre delle vendite in Cina, India e Europa dell'Est e il titolo sul Dow Jones 30 guadagna il 2,16%. Tutti negativi i settoriali, perde il 3,45% il comparto dei finanziari, male anche gli energetici -2,23% e gli industriali -2,18%. Alle 16:00 ora italiana sar reso noto il datosulle scorte all'ingrosso nel mese di dicembre.

PAESE CHE VAI PROTEZIONISMO CHE TROVI - il primo marzo a Bruxelles vertice contro il protezionismo: LA BESTIA NERA SARANNO GLI AIUTI All'auto di Sarkozy FRANCIA SOLA CONTRO TUTTI ( da "Dagospia.com" del 12-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Con la Confindustria tedesca scesa ieri sul piede di guerra, la Merkel non poteva essere più chiara: sarà il protezionismo ma soprattutto il protezionismo sull'auto di Sarkozy la bestia nera del summit. Anche se, apparentemente, la Francia non pare disposta a darsi per vinta nonostante lo scontro si faccia incandescente. NEELIE KROES «Non è protezionismo.


Articoli

Darwin: variazioni sul tema dell'evoluzione (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Feb 0912 Darwin: variazioni sul tema dell'evoluzione Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 02:18 in globalizzazione Magnifiche immagini dalle Galapagos, visitate da Charles Darwin, ideatore della teoria dell'evoluzione, nato 200 anni fa. L'evoluzione secondo i Simpson La lettura Steampunk (ma attenzione... ) L'esplorazione del dna permette di comprendere anche la storia "recente" dell'uomo, quella precedente all'invenzione della scrittura. Come dimostrano le ricostruzioni che portano al più antico antenato comune per via paterna (cromosoma Y) e materna (dna mitocondriale). Buona lettura

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Il G7 cominci a decidere su Fmi e Banca Mondiale (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza (MF)" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

MF Numero 030  pag. 5 del 12/2/2009 | Indietro Il G7 cominci a decidere su Fmi e Banca Mondiale COMMENTI & ANALISI Di Angelo de Mattia Ogni giorno appare sempre più evidente la mancanza di un efficace coordinamento anticrisi da parte degli organismi europei. Si profila, ora, un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo entro la fine di febbraio. Dal canto suo, Sarkozy – che insieme con la Merkel ha rappresentato l'urgenza di una tale riunione per operare un raccordo delle misure contro la recessione – ha deciso una forma di sostegno alle industrie automobilistiche francesi, ricorrendo a una serie di condizioni di «protezione», attraverso prestiti agevolati che prevedono un concorso pubblico per oltre 6 miliardi: un sostegno che avrebbe potuto essere progettato, per esempio, anche per la Fiat, sia pure con modalità e quantità diverse, ricorrendo a un'emissione obbligazionaria garantita dallo Stato; ma, non appena profilato, ha riscosso troppo frettolose e poco documentate obiezioni. Da un lato, si reclama un ruolo per l'integrazione e l'armonizzazione delle diverse misure da parte dell'Unione Europea; dall'altro, non si perde occasione per operare a ranghi sciolti. Tuttavia, se l'Europa non appare in grado di svolgere un ruolo unitario, se neppure per limitate materie è capace di parlare con una sola voce, e di conseguenza operare, c'è da chiedersi come l'Italia possa svolgere una funzione di punta – secondo una diffusa aspirazione negli ambienti governativi – in occasione del G7 finanziario di Roma di questo fine di settimana. In effetti, più che al peso politico occorrerà affidarsi alla capacità di individuare misure efficaci, convincenti, aggreganti. Per ora se ne profila una nutrita gamma che la presidenza del vertice – che sarà tenuta da Tremonti – si propone di sottoporre alla discussione: dall'introduzione di legal standard a disciplina dei fenomeni di globalizzazione, al rafforzamento delle norme antiriciclaggio e dei centri off-shore, dalla regolazione degli hedge fund e della finanza derivata, alla discussione sulle bad bank che separino i titoli tossici dai bilanci delle aziende di credito. Si potrebbe osservare che c'è molta, e dura, «carne al fuoco»; stando così le cose, si può correre il rischio che il vertice romano si concluda con il documento finale di rito, denso di frasi generiche, costruito con la tecnica della famosa virgola nel responso della Sibilla cumana. Questo è il pericolo più grave da scongiurare. Sarebbe già rilevante se il vertice terminasse con pochi ma precisi impegni, pronti ad essere tradotti in coerenti decisioni o in strumenti normativi nei Paesi che compongono il G7, ovvero nella predisposizione di deliberati per le prossime importanti riunioni internazionali (G20 e G8). Al vertice di Roma parteciperà il Segretario al Tesoro Usa che giunge nella capitale dopo che è stato approvato il piano Obama, quindi con una posizione chiara sulle scelte fondamentali di politica economica e finanziaria degli americani per rispondere alla crisi: con esse occorrerà confrontarsi. Un'esigenza maggiore, dunque, di concretezza e tempestività. Sotto questo profilo, poiché finora l'unica elaborazione concreta è quella del Financial Stability Forum, si potrebbe fare il punto sull'attuazione delle raccomandazioni di tale organismo e sostenerne, per quelle non applicate, l'adozione generalizzata attraverso normative cogenti nei singoli Stati. Si ritiene che queste raccomandazioni non incidano molto? Che sono provvedimenti predisposti da persone che operano nel settore, mentre le regole devono essere prodotte dalle istituzioni della politica? Ammesso e non concesso che si tratti di osservazioni fondate, poiché la crisi non aspetta di certo le decisioni della politica, sarebbe almeno opportuno promuovere le nuove regole, intanto, con gli strumenti ora disponibili. Si tratterebbe di norme a termine, mirate a fronteggiare le difficoltà di questa fase. Parallelamente, potrebbe essere decisa e programmata – secondo un piano ovviamente non a lungo termine – l'attuazione dei nuovi standard legali. Ma ciò che urge è predisporre il percorso perché si operi, nelle riunioni che si terranno a partire da quella del G20, una scelta definitiva sulla riforma del Fmi e della Banca mondiale. E' da quasi 10 anni che se ne parla. Nel frattempo, il Cancelliere tedesco ha proposto l'istituzione, in seno all'Onu, di un Consiglio di sicurezza economica. Prima che arrivino altre proposte – che in fin dei conti non farebbero che accrescere la confusione – è quantomai opportuno decidere. Il Fmi dovrebbe diventare l'Organo di vigilanza internazionale, preposto anzitutto alla prevenzione delle crisi e, per quanto possibile, dovrebbe configurarsi come la Banca centrale mondiale. Non è, poi, immaginabile che nel vertice non vengano affrontati i problemi del rapporto tra le tre aree monetarie, dell'euro, del dollaro e dello yen. Anche in questo caso, occorrerebbe dire qualcosa in più del consueto ricorso al cerchiobottismo. Non bisogna dimenticare che il sistema monetario è privo di un'àncora dal 1971 e che occorrerebbe un'analisi continua e un controllo della liquidità internazionale. Anche la carenza di queste funzioni ha contribuito allo scoppio della crisi. Uscire dal vertice con due o tre decisioni incisive, applicabili rapidamente, prese all'unanimità, rialimenterebbe la fiducia, rilegittimerebbe il ruolo di questi incontri. Quando si sostiene il carattere cruciale del ripristino della fiducia, non si può trascurare che essa promana anzitutto dagli indirizzi che scaturiscono da riunioni come quella romana. Carlo Azeglio Ciampi, invitato da Tremonti all'apertura dei lavori del G7, ha fatto presente di non poter partecipare, ricordati i limiti imposti dall'anagrafe, ma con una lettera inviata al Ministro ha tra l'altro sottolineato la rilevanza degli orientamenti e delle decisioni che riunioni del genere hanno nell'operare per un ordine economico internazionale capace di dare risposte adeguate ai mutamenti in corso. Una rilevanza sperimentata da Ciampi nell'esercizio delle diverse cariche ricoperte. Il concetto del nuovo ordine monetario globale è uscito dalle secche dell'utopia internazionalista nelle quali era stato, ingiustamente, confinato. Ora è diventato esigenza diffusa, robustamente dimostrata. «Merito» della crisi. Ma adesso occorre che venga sostanziato con specifiche scelte concrete e con provvedimenti coerenti, se non si vuole che ritorni nelle nebbie dei concetti astratti. E' anche responsabilità del prossimo G7 che si diffonda la capacità di costruire questa nuova governance globale. (riproduzione riservata) decidere  Tremonti  Banca Mondiale  Banca  Fmi  ndash  

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Rampini: la vostra Cina è il Mediterraneo (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il giornalista era ieri a Treviso per presentare il suo ultimo libro. «Treviso sa assomigliare alla California: attira stranieri per essere competitiva» Rampini: la vostra Cina è il Mediterraneo «L'Asia è lontana, opportunità straordinarie dal Marocco alla Turchia» FABIO POLONI Treviso per uscire dalla crisi deve somigliare alla California. Niente sole e surf, bensì capacità di fare della propria multietnicità una «risorsa competitiva». E deve puntare più vicino il mirino della propria internazionalizzazione, senza per forza guardare alla Cina. «La fascia dei Paesi a nord del Mediterraneo, dal Marocco alla Turchia, è un'opportunità straordinaria». Federico Rampini, giornalista e scrittore (ieri a Treviso per presentare il suo ultimo libro) «specializzato» nei nuovi baricentri in Far East dell'economia internazionale, indica quali possono essere le punture di spillo in grado di far risvegliare il sistema economico trevigiano. Le indica non come medico ma come osservatore, nel senso che Treviso sta già tentando di fare ciò che Rampini descrive. Per esempio, attirando gli investimenti cinesi. Il modello è quello californiano: lo stato della West Coast statunitense è "virtualmente" la quinta potenza industriale del mondo, ha 37 milioni di abitanti e il suo prodotto interno lordo è superiore a quello di Inghilterra e Italia. E' il cuore delle innovazioni tecnologiche nate e cresciute attorno alla Silicon Valley e alle grandi università (Berkeley, Ucla, Stanford). E Treviso che c'entra? «La funzione di avanguardia deve molto alla composizione etnica - dice Rampini - che ha fatto della California uno "stato di immigrati". Più di un quarto dei residenti è straniero, quasi dieci milioni hanno un passaporto estero». Lo stato più ricco nella bandiera a stelle e strisce, insomma, è anche quello più multietnico, e non è una coincidenza: «La California ha fatto della sua multietnicità una ragione di superiorità competitiva». Gli industriali di Treviso, secondo Rampini, hanno capito la lezione: più il territorio si equipaggia «per essere attraente e accogliente verso gli immigrati di talento (imprenditori, professionisti, ricercatori), più questi creano ricchezza e occupazione per tutti». Ecco le piccole punture di spillo: sono le micro-decisioni che un territorio (e le persone che lo compongono) può prendere. Ma aprirsi non significa per forza guardare più lontano possibile. «La Cina è un'opportunità straordinaria - dice Rampini - ma è difficile da conquistare per imprese medie e piccole. Treviso può guardare ad altre zone più vicine ma altrettanto interessanti, con tassi di crescita simili. Penso alla fascia a sud del Mediterraneo, dal Marocco alla Turchia. Le occasioni ci sono, e le distanze fisiche e culturali sono meno proibitive». La ripresa dell'economia mondiale, però, ha il passaggio obbligato in Cina e India. «I colossi asiatici devono aumentare per forza la loro domanda interna, finora hanno risparmiato, la Cina è diventato il principale salvadanaio del mondo: i loro consumi non possono che crescere. Gli Stati Uniti, invece, saranno costretti a frenare il proprio tenore di vita». Rampini è stato vicedirettore del Sole 24 Ore, poi capo della redazione milanese e inviato di Repubblica a Parigi, Bruxelles e San Francisco. Ha lasciato poi gli Usa per aprire l'ufficio di corrispondenza di Pechino. L'ultimo suo libro è Centomila punture di spillo (scritto con Carlo De Benedetti, Mondadori).

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Bruxelles difende l'acciaio dai cinesi (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza (MF)" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

MF Numero 030  pag. 7 del 12/2/2009 | Indietro Bruxelles difende l'acciaio dai cinesi MERCATI GLOBALI Di Luca Gualtieri intanto l'import e l'export di pechino nel mese di gennaio hanno segnato cali record La Commissione Ue impone dazi fino al 25% sull'importazione di tondini dal Paese asiatico. L'intervento protezionistico durerà sei mesi e punta a combattere la crisi del settore siderurgico Bruxelles corre ai ripari per salvare l'acciaio europeo. In uno dei periodi più drammatici per la siderurgia del Vecchio Continente, la Commissione europea, guidata da José Barroso, ha deciso di imporre dazi temporanei fino al 25% sulle importazioni di tondini d'acciaio cinesi. Una misura che dovrebbe ridare fiato a un comparto messo alle strette dalla crisi dell'automotive e dell'edilizia e permettere ai maggiori operatori di sopportare l'agguerrita concorrenza asiatica. Per ora comunque il provvedimento è temporaneo, con una durata fissata in sei mesi, in attesa di decisioni definitive che dovrebbero essere prese in accordo con i 27 Paesi membri dell'Ue. In ogni caso, la discesa in campo della Commissione con una misura protezionistica è sintomo di una situazione esplosiva. Proprio ieri, per esempio, il colosso franco-indiano Arcelor Mittal ha annunciato risultati molto negativi (utile netto in calo del del 9% e produzione in picchiata) e nei mesi scorsi gli altri competitor hanno dato inequivocabili segnali di stanchezza. Severstal ha annunciato che ridurrà la produzione in Italia e in Russia rispettivamente del 30 e del 25% mentre l'impero italo-argentino della famiglia Rocca (Siderar e Tenaris) sta tirando il freno. Il provvedimento dell'Unione Europea, del resto, non è la prima forma di protezionismo messa in atto a livello mondiale per proteggere il settore dell'acciaio. Il governo argentino ha recentemente introdotto misure per regolamentare le importazioni di tubi mentre negli Stati niti la Camera dei Rappresentanti ha approvato la misura cosiddetta «Buy American» che prevede di usare solo acciaio americano per realizzare le infrastrutture finanziate dal piano di stimolo. La norma, però, aveva indisposto i partner commerciali degli Stati Uniti, Ue in testa, che avevano ventilato un ricorso al Wto per violazione del Trattato sulle gare d'appalto. Il neopresidente Barack Obama ha fatto quindi pressione per ammorbidire la norma: il testo appena approvato dal Senato prevede infatti che le misure «Buy American» siano compatibli con gli accordi internazionali siglati dagli Usa. La svolta protezionistica della Ue contro la Cina arriva in un periodo particolarmente delicato per l'economia del Paese asiatico. Ieri Pechino ha infatti annunciato drammatici dati su importazioni ed esportazioni nel mese di gennaio. L'export è sceso del 17,5% su base annua dopo il calo del 2,8% di dicembre mentre l'import è caduto del 43,1%, il doppio rispetto al -21,3% del mese precedente. Entrambe le flessioni sono le più elevate registrate dall'inizio delle rilevazioni nel 1993. L'avanzo commerciale della Cina, intanto, si è attestato sui 39 miliardi di dollari. La situazione potrebbe portare a un'ulteriore chiusura di fabbriche e al conseguente aumento della disoccupazione in un Paese che negli ultimi tempi ha già perso oltre 20 milioni di posti di lavoro. I dati hanno subito allarmato gli analisti internazionali. «Questi numeri sono terribili, la situazione cinese è pessima», ha commentato Ken Peng, economista di Citigroup. Secondo alcuni analisti, tra l'altro, il trend negativo non potrà che peggiorare di fronte alla crisi economica. Il mese scorso le importazioni di greggio in Cina hanno toccato il livello più basso degli ultimi 15 mesi (-8% su base annua). (riproduzione riservata) Cina  acciaio  cinesi  Pechino  bruxelles  Paese  

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Cina, la crisi morde Crollo dell'export (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cina, la crisi morde Crollo dell'export --> Le vendite all'estero precipitano a gennaio del 17,5% A picco l'import, giù del 43%. Oltre 20 milioni senza lavoro Giovedì 12 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 6 e-mail print PECHINOLe esportazioni della Cina sono crollate mentre il mercato interno stenta a fa ripartire i consumi. In gennaio il calo provocato dalla crisi dei principali mercati dell'industria manifatturiera cinese è stato, su base annua, del 17,5 per cento, segnando una forte accelerazione rispetto al -2,8% registrato nel dicembre dell'anno scorso. «Le cifre sono terribili e la situazione brutta... Ci saranno forti pressioni sull'occupazione», ha commentato l'economista Ken Peng di Citigroup. Secondo i dati diffusi ieri dalle dogane cinesi, le importazioni sono andate ancora peggio. Questo dato ha fatto svanire come fantasie ottimistiche le previsioni che si erano diffuse la scorsa settimana in Cina, secondo le quali l'economia mostrava segni di ripresa. Il calo delle importazioni è stato infatti del 43%, sempre su base annua. dati peggiori del previsto «Difficile che (le importazioni) mostrino segni di miglioramento prima del secondo semestre», sostiene Hu Lubin, un analista della Zhao Shang Securities. Hu aggiunge che la flessione dell'export «è stata più forte del previsto». La maggioranza degli analisti prevedeva per gennaio un calo del 12-14%. Alcuni di loro invitano alla prudenza, ricordando che i dati potrebbero essere falsati dalla settimana di vacanza per il nuovo anno lunare cinese, nel quale le dogane lavorano a regime ridotto. Difficile che i dati completi cambino in modo significativo il panorama, che appare preoccupante per l'industria cinese. tessile e giocattoli i più colpiti La netta flessione della domanda in Europa e negli Usa, che ha colpito soprattutto l'industria tessile e quella dei giocattoli, ha provocato la perdita di 20 milioni di posti di lavoro. Tuttavia, secondo il sito dell'agenzia di stampa missionaria AsiaNews «il numero potrebbe essere molto maggiore dato che tra i migranti è diffuso il lavoro nero. Il dato, inoltre, non considera i molti che già ricevono un salario minore o addirittura nessun salario, pur continuando a lavorare». La maggior parte degli immigrati è rientrata nei propri Paesi d'origine nei giorni scorsi per celebrare con le famiglie il nuovo anno lunare. Il governo di Pechino sta ora cercando di convincerli a restare nei villaggi e a cominciare un'attività sul posto attraverso un programma di crediti alle imprese familiari. I finanziamenti fanno parte del pacchetto di misure di stimolo all'economia di quasi 600 miliardi di dollari lanciato l'anno scorso. Come risultato del crollo sia dell'export che dell'import, il cruciale avanzo commerciale della Cina verso gli Usa è aumentato, toccando i 12,3 miliardi di dollari in gennaio, sempre secondo i dati diffusi dall'Amministrazione generale delle dogane cinesi. In generale, il surplus negli scambi con l'estero si è attestato sui di 39,11 miliardi di dollari a gennaio. Il mese scorso le importazioni di greggio in Cina hanno toccato la loro cifra più bassa degli ultimi 15 mesi, -8% su base annua. Esperti parlano di una crescita della Cina del 6,1% nel primo trimestre 2009 - scrive AsiaNews - il minimo mai raggiunto dal 1999, visto che il Pil del Dragone da anni fa segnare una crescita a due cifre. soffre tutta la regione Ulteriori rallentamenti di produzione ed export - immaginabili senza una ripresa dei consumi di Usa ed Europa - avrebbero effetti deprimenti sull'intera economia della regione, dato che i Paesi vicini - osserva AsiaNews - vendono alla Cina materie prime e prodotti semilavorati. A dicembre le esportazioni di Taiwan sono scese del 42%, quelle giapponesi del 35% e quelle della Corea del Sud del 17%: sono i 3 maggiori fornitori di prodotti semilavorati poi assemblati nelle fabbriche cinesi. Il mercato interno appare depresso nonostante la crescente deflazione, con i prezzi delle merci alla produzione scesi del 3,3% a gennaio e i prezzi al consumo aumentati appena dell'1%, il minimo da 30 mesi. 12/02/2009 nascosto -->

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Si ferma la Cina Male Nike e Coca-Cola Tempi da austerity (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

DIARIO DELLA CRISI Si ferma la Cina Male Nike e Coca-Cola Tempi da «austerity» Carlo Leone Del Bello La crisi economica mondiale fa vacillare la globalizzazione, colpita duramente sia nella sostanza che nei simboli: le bilance commerciali di Cina e Usa mostrano un brusco calo degli scambi, mentre Coca-Cola e Nike annunciano rispettivamente perdite in bilancio e licenziamenti. Negli Stati uniti, il deficit commerciale si è ridotto nuovamente in dicembre, passando a 39,9 miliardi di dollari dai 41,6 di novembre, il minimo dal 2003. Il dato del saldo, da solo, nasconde l'andamento dei flussi di commercio: le esportazioni sono infatti calate dell'8,4%, rispetto al dicembre 2007, mentre le importazioni sono crollate del 14,7%. Nonostante gran parte del calo sia causato dalla diminuzione dei prezzi delle materie prime (il commercio si misura in valore e non in volume), dai dati elaborati dal governo Usa emerge un forte calo anche nell'import/export di beni di consumo e di beni capitale. Notevole invece il crollo delle importazioni cinesi in gennaio, scese del 43,1%. Anche le esportazioni sono diminuite, sebbene di un più modesto 17,5%. Stavolta però la «colpa» sarebbe dei festeggiamenti per capodanno lunare, una settimana in cui il paese si è fermato. Il governo della Rpc ha reso noto che eliminando l'effetto della festività, l'import si sarebbe ridotto del 26,4% mentre l'export sarebbe addirittura cresciuto del 6,8%. Complice il calo delle esportazioni, la bilancia commerciale ha comunque registrato un surplus record pari 39 miliardi di dollari, il doppio rispetto al gennaio dello scorso anno. L'amministrazione generale delle dogane cinesi ha riportato che il paese ha importato l'11% di tonnellate di minerale ferroso in meno, e il 40% in meno di prodotti industriali finiti. A giudicare dai dati, sembra proprio che la Cina non sta facendo da volano per la ripresa mondiale. Ha smesso invece di essere frizzante la performance della Coca Cola, che ha dichiarato ieri di aver subito perdite trimestrali pari a 1,45 miliardi di dollari. Addirittura in calo, anche se di poco, il fatturato, cioé il totale delle vendite. Anche Nike, il colosso dell'abbigliamento sportivo, non se la passa bene e ha annunciato un «riallineamento» della produzione che costerà il lavoro a 1400 dei 35 mila dipendenti in tutto il mondo. Nel vecchio continente la situazione non è certo migliore: secondo Mervyn King, governatore della Bank of England, il pil dell'economia britannica cadrà del 4% nel primo trimestre, mentre l'indice tedesco Ifo, che misura la fiducia nell'euro-zona, è al record minimo di 45 punti per il trimestre in corso. In Spagna intanto si sta verificando un vero e proprio uragano nel settore creditizio: le morosità nel credito (ritardi nel pagamento e inadempienze) di famiglie e imprese sono aumentate nel 2008 dell'84%. Gran parte dell'incremento è avvenuto nel mese di dicembre, quando i tassi di insolvenza sono saliti del 43% rispetto al 2007. In Italia sono invece in netto calo i consumi di energia. Secondo Terna, società che gestisce la rete elettrica, solo nel mese di gennaio i consumi sono calati dell'8,5%, il calo più marcato dal 1975, quando si era in piena austerity. Per la società, oltre a due giornate lavorative in meno rispetto a gennaio 2007, ha pesato la debolezza della produzione industriale. Di analogo ammontare, il calo dei consumi di prodotti petroliferi, diminuiti, secondo l'Unione petrolifera, dell'8,4% rispetto al gennaio dello scorso anno.

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Porte aperte Questa scuola è di tutti (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

CAMPIONATO DI GIORNALISMO pag. 11 Porte aperte Questa scuola è di tutti IL PUNTO DAI DATI del II Rapporto 2008 sugli studenti stranieri in Umbria dell' U.S.R, emerge che nelle Scuole secondarie di I di Perugia la percentuale degli alunni stranieri è del 21%. Analizzando i dati relativi alle singole scuole vediamo che alla Carducci-Purgotti gli alunni stranieri costituiscono solo il 13% del totale. Il dato cambia osservando i numeri della Sede centrale dove gli alunni stranieri sono di più rispetto a quelli di altre scuole medie della città. Forse altre scuole hanno difficoltà a gestire una questione complessa che da noi si è già imparato ad affrontare? L' immigrazione è un fenomeno irreversibile in un mondo globalizzato; per questo la Carducci ha facilitato l'istruzione e l'integrazione degli alunni non italiani con corsi supplementari, pomeridiani e in orario scolastico, grazie ai fondi dell' Usr e lavorando spesso a classi aperte in gruppi modulari. Una domanda è però d'obbligo: quanto influisce un numero elevato di alunni stranieri sul rendimento di una classe? Alcuni pensano che il lavoro dei ragazzi italiani sia rallentato dalla presenza dei compagni stranieri, ignorando che non tutti gli stranieri sono stranieri. Molti infatti sono nati in Italia o hanno frequentato qui le elementari e comprendono non solo l'Italiano ma anche il perugino! Per gli altri, per quelli che chiamiamo «neo arrivati», la scuola si è da tempo attivata. La Carducci ha un' enorme ricchezza: i diversi modi di pensare insegnano agli alunni italiani a non dare giudizi affrettati.

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Per Geithner il debutto difficile con i sette Grandi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-02-12 - pag: 2 autore: Dopo l'ok del Senato al piano da 838 miliardi Per Geithner il debutto difficile con i sette Grandi di Alessandro Merli D ebutto difficile domani sera a villa Madama per il segretario al Tesoro americano, Tim Geithner, alla riunione dei ministri finanziari e dei governatori del G-7. è la prima uscita di un esponente dell'amministrazione Obama a un vertice internazionale e il compito di Geithner non è certo reso più semplice, non solo dall'emergenza economica e finanziaria globale, ma anche dai primi passi mossi dal nuovo governo a Washington in queste quattro settimane. Diversi dei quali si sono già rivelati problematici per i maggiori partner dell'America. Geithner si presenterà a Roma, secondo una fonte del Tesoro Usa, con due carte forti: l'approvazione in Senato del piano di stimolo dell'economia da oltre 800 miliardi di dollari e l'annuncio di un vasto programma per stabilizzare il sistema finanziario con oltre 2mila miliardi di dollari. La stessa fonte ha detto ieri che il segretario chiederà agli altri Paesi di intraprendere azioni altrettanto decise su entrambi i fronti, del rilancio della crescita e del salvataggio di banche e mercati. «Nel G-7 – ha affermato la fonte – c'è il sentimento comune che tutti dobbiamo adottare misure straordinarie ed eccezionali per far fronte a una situazione straordinaria». Anche se da parte degli altri sei grandi c'è la disponibilità a un'apertura di credito verso la nuova amministrazione, che si ritiene più disponibile al dialogo multilaterale, e se lo stesso Geithner, per il suo passato alla Federal Reserve di New York e al Tesoro nell'era Clinton, gode di ottima considerazione negli ambienti della diplomazia finanziaria internazionale, le prime reazioni a come si è mosso finora il team economico di Barack Obama sono però tiepide. Sul piano–banche il timore è che ricalchi parte degli errori compiuti dal predecessore di Geithner, Hank Paulson, compresa la vaghezza sui dettagli che rischia di prolungare l'incertezza che finora è stato il peggiore nemico della normalizzazione del sistema finanziario. Le perplessità espresse dai mercati americani subito dopo l'annuncio di martedì venivano riecheggiate ieri in Europa. Fonti di mercato sottolineavano tra l'altro forti dubbi sulla capacità di attrarre nell'iniziativa capitali privati. Sempre sui temi della finanza, assai meno controversa dovrebbe risultare la questione della definizione di nuove regole, affidata al Financial stability forum, presieduto dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che riferirà sui progressi compiuti. Quanto allo stimolo all'economia, anche su questo punto l'iniziativa americana ha fatto storcere il naso nelle altre capitali, per l'inclusione della clausola "buy american" nei progetti finanziati con soldi pubblici. Ieri le critiche sono state ribadite dal sottosegretario alle Finanze tedesco, JÖrg Asmussen, e dal Governo giapponese. L'iniziativa Usa, come del resto quella francese per gli aiuti all'auto, che già ha suscitato polemiche in sede europea, mina la credibilità dell'impegno,già sbandierato al G-20 di Washington a novembre e che è previsto venga reiterato anche nel comunicato di sabato, a resistere al protezionismo per non indebolire ulteriormente l'economia globale. Sui cambi, che peraltro non saranno al centro della discussione di Roma, Geithner ha già fatto una gaffe che si è dovuto rimangiare, quando ha accusato la Cina di manipolazione dello yuan. è probabile che i sette si limitino a ribadire l'importanza della flessibilità delle valute, compresa quella cinese, anche per evitare una escalation del protezionismo. Per il resto, sostiene David Woo, di Barclays Capital, «il comunicato ripeterà l'indesiderabilità di una volatilità eccessiva, ma senza indicare una valuta in particolare », come venne fatto a ottobre con lo yen. Il rafforzamento dello yen e l'indebolimento della sterlina, i due fenomeni più preoccupanti, hanno dato segni di stabilizzazione nell'ultimo mese. alessandro.merli@ilsole24ore.com «BUY AMERICAN» Gli Usa chiederanno altri stimoli per l'economia ma è in discussione il loro impegno a difesa del commercio mondiale MERCATO MONETARIO Superata la gaffe sulla manipolazione dello yuan, il segretario al Tesoro firmerà un vago monito contro la volatilità dei cambi

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Deficit Usa ai minimi da 6 anni (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-12 - pag: 7 autore: Pesano la flessione dei consumi e la caduta dei prezzi del petrolio Deficit Usa ai minimi da 6 anni NEW YORK Il deficit commerciale statunitense a dicembre si è ridotto del 4% a 39,9 miliardi di dollari. Si tratta del livello più basso dal febbraio del 2003. Il calo è comunque inferiore rispetto alle previsioni degli analisti, che puntavano su una diminuzione a 35,7 miliardi, a causa della caduta superiore al previsto delle esportazioni. Per l'intero 2008, il passivo commerciale è sceso a 677,1 miliardi dai 700,3 miliardi del 2007. La frenata del commercio estero americano, come di quello cinese ed europeo, è dovuta all'impatto del calo dei prezzi del petrolio sull'import e più in generale alla contrazione dei consumi globali. A dicembre le importazioni sono calate del 5,5% a 173,7 miliardi, rivedendo i minimi da settembre 2005, mentre le esportazioni sono diminuite del 6% a 133,8 miliardi. La performance dell'export in realtà è stata ancora peggiore (-7,7%, il minimo dal settembre 2001) se non si considera il balzo (+144%) del settore aeronautico legato alla fine di uno sciopero alla Boeing. Il deficit commerciale con la Cina si è ridotto a 19,9 miliardi in dicembre dai 23 di novembre: nell'intero 2008, il passivo con Pechino si è attestato a 266 miliardi di dollari, in lieve aumento rispetto ai 256 miliardi del 2007. Il disavanzo annuale con l'Unione Europea si è invece ridotto da 107 a 93 miliardi. Il dato, peggiore del previsto, potrebbe spingere al ribasso le stime sull'andamento del Pil americano nel quarto trimestre. La prima stima del Bureau of Economic Analysis ha indicato una flessione trimestrale annualizzata del 3,8 per cento. Secondo Jp Morgan, che prima del dato di ieri si aspettava una contrazione del 4,6%, ora il Pil potrebbe scendere addirittura del 5,1% annualizzato.

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UNA buona notizia: la lingua italiana sta bene e reagisce in modo "sano" all'invasione dei nuovi... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 12 Febbraio 2009 Chiudi di OLIVIERO LA STELLA UNA buona notizia: la lingua italiana sta bene e reagisce in modo "sano" all'invasione dei nuovi termini prodotti dalla globalizzazione e dalla diffusione delle reti telematiche. Si arricchisce di neologismi, certo, ma utilizzando gli schemi e i meccanismi di formazione delle parole che le sono propri: con il proliferare in Italia delle rivendite di kebab, pietanza tipica della cucina araba, arriva dunque "kebabberia", un vocabolo nuovo che tuttavia adotta lo stesso suffisso di pizzeria, rosticceria e via dicendo. La diagnosi rassicurante è di due linguisti, Giovanni Adamo e Valeria Della Valle, che per la Treccani hanno curato in qualità di direttori scientifici il vocabolario Neologismi. Un'opera ponderosa (718 pagine, 170 euro) nella quale sono contenute 4.163 nuove parole di uso più o meno corrente, raccolte nel corso di un'indagine decennale, compiuta tra il 1998 e il 2008. Nel solco tracciato ai primi del Novecento da Alfredo Panzini con il suo Dizionario moderno, Adamo, Della Valle e i loro collaboratori hanno scelto come terreno di ricerca i giornali quotidiani (57 testate nazionali e locali), registrando e studiando le parole nuove che vi comparivano. Elevando così i giornalisti al ruolo di onomaturghi, ovvero produttori di parole. Tra i più prolifici vanno citati Michele Serra, Massimo Gramellini, Gian Antonio Stella, Aldo Grasso, il nostro Mario Ajello... Ma forse ancora più creativi sono i politici, primi tra tutti Silvio Berlusconi e Romano Prodi. E ben figurano anche Giuliano Amato, Francesco Rutelli, Giulio Tremonti, Walter Veltroni e altri ancora. Tra questi ultimi qualcuno, leggendo il vocabolario della Treccani, proverà una piccola delusione scoprendo di non avere il copyright su certi termini. Il ministro Renato Brunetta, ad esempio, vi leggerà che prima di lui ad usare la parola "fannullonismo" fu il filosofo perugino Aldo Capitini. Mentre invece Tommaso Padoa Schioppa può legittimamente rivendicare la paternità di "bamboccionismo". Fra gli onomaturghi sono rappresentati anche alcuni personaggi dello spettacolo, come Nanni Moretti e Mina (che scrive su La Stampa). La ricerca condotta da Adamo e Della Valle è abbastanza rassicurante anche per quanto riguarda il temuto rischio di "colonizzazione" dell'italiano da parte dell'inglese e dell'angloamericano. I due professori già per Olschki nel 2003 e per Sperling & Kupfer nel 2006 curarono due libri sui neologismi. Questa costante attività di osservazione consente a Valeria Della Valle di dire che «la percentuale degli anglismi non è in aumento, seppure indubbiamente superiore a quella che si può registrare in Francia o in Spagna, paesi che adottano politiche rigorose di protezione della lingua». Per la globalizzazione mediatica aumentano invece quelli che la studiosa definisce "gli internazionalismi". Ovvero i termini stranieri tradotti in italiano. «Ad esempio - dice - in "bolla speculativa", "finanza etica" e "fuoco amico" c'è un inglese sottostante, che non appare». E' quella capacità reattiva della nostra lingua alla quale si accennava. «Insomma, l'italiano sarà forse meno elegante - conferma - ma è comunque in buona salute». Scorrendo i neologismi impressiona l'abbondanza di quelli che cominciano con il prefisso iper: "iperburocratico", "ipercapitalista", "iperconcentrazione", "iperconflitto", "iperdrammatizzazione", "iperliberista", "ipermondo", "iper-stressante", eccetera eccetera. Così come quelli preceduti da anti: da "antiberlusconismo", "antibipolare", "antibuonismo", "antiburqa", "anticasta", "antifestivaliero", "antislamista", "anti-Tav", "anti-veline"... Spiega Valeria Della Valle: «L'enfasi è un tratto dell'attuale lessico giornalistico. Per colpire il lettore, i quotidiani vi ricorrono spesso e in modo così marcato da produrre effetti ansiogeni». Ma - aggiungiamo noi - il generoso impiego dei prefissi anti (e contro) - riflette probabilmente anche l'inasprimento del dibattito politico e sociale. Il dibattito politico, certo, sforna molti neologismi, anche per l'ampio e forse eccessivo spazio che i quotidiani italiani gli dedicano. Ma ne producono anche la moda (come "pashminato" ed "etno-chic"), lo sport ("cassanata" e "zidanata"), lo spettacolo ("primadonnismo", "acchiappa-ascolti") ed altri settori dell'informazione. Di alcuni termini la caducità appare evidente. Infatti, quanto ancora potranno resistere parole come "cofferatiano", "cofferatismo" e "cofferatizzarsi"? Se Sergio Cofferati, come ha annunciato, si ritirerà dalla politica per dedicarsi a tempo pieno al mestiere di padre, è presumibile che ben presto queste parole scompariranno dall'uso comune. «Questo vocabolario - risponde la professoressa Della Valle - non è solo uno strumento di consultazione ma ha anche una valenza storica e sociale». Insomma, servirà ai posteri per capire come e di che cosa parlavano gli italiani tra la fine del secondo millennio e il principio del terzo. Speriamo in un loro giudizio benevolo, anche se nutriamo qualche dubbio.

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ROMA Con il vertice dei ministri economici e dei governatori delle banche centrali parte uf... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 12 Febbraio 2009 Chiudi di ROSSELLA LAMA ROMA Con il vertice dei ministri economici e dei governatori delle banche centrali parte ufficialmente il semestre di presidenza italiana del G8. I sette paesi più ricchi del mondo, più la Russia, si riuniranno domani sera a Roma per fare il punto sulle misure anticrisi che sono già state adottate, verificarne la loro efficacia, e soprattutto, trovare i correttivi da apportare per rendere più difficile che situazioni come queste abbiano a ripetersi. La crisi finanziaria partita dagli Usa si è diffusa a livello globale in un lampo. E sta avendo pesanti ripercussioni sulla crescita economica. Persino paesi come Cina e India, che avrebbero dovuto fare da locomotiva del mondo, sostituendosi nel ruolo svolto per decenni dagli Stati Uniti, stanno mostrando il fiato corto. Un'economia globalizzata come la nostra richiede la messa a punto di standard di trasparenza e comportamenti condivisi, nella finanza, nell'economia, nel commercio, nei servizi. Quel Legal Standard insomma sul quale Tremonti batte da tempo, e che caratterizzerà, come lo stesso ministro ha più volte annunciato, questo semestre di presidenza italiano. Si parte domani sera con una cena di lavoro a Villa Madama. I lavori proseguiranno nella mattinata di sabato al ministero dell'Economia in via XX settembre. E' il primo ministero eretto a Roma dopo l'unità d'Italia, simbolo della nuova immagine di capitale del nuovo Regno d'Italia. Questo summit sarà la prima uscita ufficiale ad un vertice internazionale del neoministro del Tesoro americano Timothy Geithner, che arriva a Roma con il governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke. In vista della riunione il ministro delle Finanze del Giappone Shoichi Nakagava ha chiesto agli altri paesi partecipanti (Usa, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Canada) che a Roma si discuta della clausola Buy American contenuta nel pacchetto di aiuti del Congresso Usa. La clausola prevede che nella costruzione di opere infrastrutturali finanziate con le risorse pubbliche debbano essere utilizzati prodotti dell'industria americana. Dopo le durissime reazioni del Giappone e della Ue, che hanno parlato di protezionismo, questi paletti sono stati ammorbiditi, ma le polemiche e i sospetti restano alti. Anche perché la tentazione di proteggere la propria industria nazionale a scapito degli altri si sta rapidamente diffondendo. E' di due giorni fa il richiamo della Commissione Ue al piano di Sarkozy di sostegno all'auto francese da 6,5 miliardi di euro: «è contro le regole della concorrenza, e così com'è non lo approveremo», ha già chiarito Neelie Kroes. Nel sito del G7 dell'Economia si legge che «l'elaborazione di regole comuni e il contrasto a istanze protezionistiche, che tendono ad essere più forti in condizioni economiche difficili rappresenteranno le linee guida del programma di lavoro della Presidenza italiana». «Si discuterà di come migliorare la trasparenza e il corretto funzionamento dei mercati. A questo scopo la presidenza italiana promuoverà l'adozione di un insieme minimo di regole sulla proprietà delle attività internazionali e sulla trasparenza, un Legal Standard che l'intera comunità internazionale dovrebbe impegnarsi a recepire». Una ricetta magica per risolvere la crisi non c'è, ha detto ieri il presidente della Commissione, Manuel Barroso, invoca però un approccio coordinato a livello europeo. Per fare il punto sulla situazione, sulle misure adottate e da adottare, è stato convocato per il primo marzo un vertice straordinario dei Capi di stato e di governo della Ue, anche in vista della riunione del G20 di Londra del 2 aprile.

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Crolla l'export cinese, a gennaio calo del 17,5% La caduta dei consumi (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-02-12 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Panorama Crolla l'export cinese, a gennaio calo del 17,5% La caduta dei consumi Le esportazioni della Cina sono crollate mentre il mercato interno stenta a fa ripartire i consumi. In gennaio il calo provocato dalla crisi dei principali mercati dell'industria manifatturiera cinese è stato del 17,5%, segnando una forte accelerazione rispetto al -2,8% registrato nel dicembre dell'anno scorso. E il calo delle importazioni è stato del 43%, sempre su base annua. CONFINDUSTRIA, KRAUS VICEDIRETTORE GENERALE Daniel Kraus è stato nominato vicedirettore generale di Confindustria. Lo ha reso noto Viale dell'Astronomia al termine del direttivo di ieri pomeriggio. La nomina è stata approvata dal consiglio direttivo su proposta del direttore generale Giampaolo Galli. SUL «MONDO» L'ESAME AI TITOLI DI STATO Rendimenti reali sottozero, tassi all'emissione ai minimi storici, concorrenza delle obbligazioni straniere, risparmiatori in crisi. E' davvero finita l'era dei Bot, gli strumenti di investimento tradizionalmente preferiti dalle famiglie italiane? La cover story de Il Mondo, in edicola domani con il Corriere, analizza con l'aiuto degli addetti ai lavori l'appeal dei titoli del Tesoro in questa fase del ciclo economico. TERNA: CONSUMI ELETTRICI A -8,5% I consumi elettrici a gennaio hanno segnato una flessione dell'8,5% sullo stesso mese del 2008. Si tratta della maggiore flessione da 34 anni. Su base mensile, informa Terna, il calo è dello 0,4%. IL VINO ITALIANO CROLLA SUL MERCATO USA Le vendite di vino italiano negli Stati Uniti stanno accusando un calo senza precedenti, pari al 20-30%. E' la valutazione di Leonardo LoCascio, presidente di Winebow, uno degli importatori di vini italiani più importanti negli Stati Uniti, in un'intervista all'agenzia Winenews. LETTA INCONTRA IMBERT (JP MORGAN) Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta ha incontrato a Palazzo Chigi il chairman di Jp Morgan in Italia, Federico Imbert.

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Caro Direttore, le chiedo: nell'era della globalizzazione ha ancora senso parlare di media ingl... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

LETTERE E COMMENTI pag. 8 Caro Direttore, le chiedo: nell'era della globalizzazione ha ancora senso parlare di media ingl... Caro Direttore, le chiedo: nell'era della globalizzazione ha ancora senso parlare di media inglese? E' un retaggio quasi ottocentesco, quando andare in trasferta costituiva davvero una grande difficoltà. Prenda Milan-Lazio in Coppa Italia: una partita secca dove le squadre hanno giocato senza stare a pensare se fossero in casa o fuori. Credo che il campionato sia falsato, oltre che dagli arbitri, anche da questa storia del fattore campo. Ci sono squadre che in casa sono rulli e fuori casa balbettano. Non le sembra strano tutto questo? Franco Gàbici, Pesaro

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BCE: CRESCONO SPINTE PROTEZIONISTICHE, MAGGIORE VIGILANZA (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWebFinanza" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

BCE: CRESCONO SPINTE PROTEZIONISTICHE, MAGGIORE VIGILANZA (AGI) - Roma, 12 feb. - Serve una "maggiore vigilanza" contro le crescenti spinte protezionistiche. A mettere in guardia e' la Bce che dedica ampio spazio, all'interno del suo bollettino mensile, alla valutazione delle tendenze mondiali in materia di protezionismo. Partendo da un distinzione tra misure (ad esempio tariffarie e non tariffarie) e spinte protezionistiche, l'Eurotower sottolinea come a oggi "non esistano prove importanti di un aumento delle prime ma allo stesso tempo si riscontrano segnali chiari di un'intensificazione delle seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua perdita di benessere che un aumento di protezionismo comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - cio' richiede una maggiore vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello internazionale". Sebbene a oggi, osserva la Bce, "non si rilevino evidenze importanti di un aumento delle misure concrete" in tal senso, occorre "arginare le richieste di tali misure". "Il sostegno alla globalizzazione - spiega l'istituto di Francoforte - si indebolisce in diverse regioni del mondo e cio' non desta sorpresa, poiche' le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria. Per tale motivo, in prospettiva, e' molto importante continuare a contrastare le richieste di misure in questo senso". L'impatto del protezionismo sulla crescita economica, spiega ancora la Bce, "e' sostanzialmente negativo" ma "la sua entita' varia notevolmente da un paese all'altro e dipende in misura fondamentale dal contesto macroeconomico". (AGI) 12/02/2009 - 10:46

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Bce: <Economia in grave recessione> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

sette paesi di eurolandia sopra il tetto del 3%, serve impegno politico a rientrare Bce: «Economia in grave recessione» La Banca centrale europea: «L'impatto delle turbolenze finanziarie accentuato dalla contrazione del commercio» FRANCOFORTE (GERMANIA) - L'economia mondiale «sta attraversando una fase di grave recessione». È il nuovo allarme lanciato dalla Bce nel suo bollettino mensile. «L'impatto sensibilmente negativo delle turbolenze finanziarie sull'attività economica reale resta accentuato da una forte contrazione del commercio internazionale», spiega la Banca centrale europea, sottolineando che «le prospettive per la crescita economica internazionale rimangono estremamente incerte e i rischi sono orientati al ribasso». EUROLANDIA E DEFICIT/PIL - Proprio per questo nel 2009 sette paesi di Eurolandia supereranno il tetto del 3% del rapporto deficit-Pil, infrangendo così le regole del Patto di stabilità sottolinea ancora la Bce . Secondo l'istituto di Francoforte, «il rapido deterioramento dei saldi di bilancio, generalizzato all'interno dell'area dell'euro, è riconducibile al sensibile rallentamento dell'economia, a ulteriori riduzioni delle entrate e alle misure di stimolo fiscale adottate da molti governi». Inoltre, spiega ancora l'Eurotower, «molti governi sono incorsi in ingenti passività potenziali associate alla concessione di garanzie alle banche e dovranno farsi carico delle iniezioni di capitale a sostegno del settore finanziario. Per rafforzare la fiducia del pubblico nella sostenibilità dei conti - conclude - è quindi indispensabile che i governi ristabiliscano quanto prima un impegno credibile a favore degli obiettivi di bilancio a medio termine». PROTEZIONISMO - Ma, il tentativo di arginare la crisi, non deve diventare per i governi europei l'occasione di mettre in campo politiche protezioniste. Occorre, secondo la Bce, «arginare le richieste di misure» protezionistiche sebbene «ad oggi non si rilevino evidenze importanti di un aumento delle misure concrete» in tal senso. Al momento però secondo i vertici dell'Eurotower, «tali spinte tendono a intensificarsi». La Bce sottolinea inoltre che «l'impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente negativo». Per la Bce «il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria». VIGILANZA - «La Bce è pronta ad assumersi le sue responsabilità» sul fronte della vigilanza ha detto successivamente Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della Banca centrale, in un intervento al Parlamento europeo, sottolineando la necessità di una maggiore cooperazione e di un maggior coordinamento tra le varie autorità di vigilanza nazionali. «Il coordinamento sul fronte della vigilanza in Europa è credibile solo se assicura un elevato grado di affidabilità, indipendenza ed efficienza delle decisioni», ha detto Bini Smaghi. «Tutto ciò esiste già - ha aggiunto - ed è la Bce». «La concorrenza tra le autorità e le istituzioni finanziarie nazionali - ha proseguito - è un ostacolo all'effettiva cooperazione tra i supervisori nazionali. In particolare, si riducono gli incentivi a scambiarsi le informazioni sulle singole istituzioni finanziarie. E questo - ha continuato Bini Samghi - a sua volta colpisce l'efficacia di ogni meccanismo di prevenzione delle crisi». Ora, per Bini Smaghi, «questo scambio di informazioni può essere realizzato in maniera migliore all'interno di una singola istituzione». stampa |

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Le ultime. (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Feb 0912 Le ultime. Pubblicato da Debora Billi alle 10:13 in Current Affairs - Con il ristagno dello sviluppo delle sabbie canadesi, gli investimenti dei prossimi 11 anni subiranno un taglio del 31%. La produzione prevista per il 2015 scende da 3,4 milioni di barili al giorno a 1,9. - I militanti nigeriani hanno attaccato un impianto Shell nel Niger Delta. - La Gazprom investirà 2,5 miliardi di dollari nello sviluppo del gas nigeriano. - La produzione messicana scenderà di un ulteriore 7% quest'anno dopo il -9% del 2008. - Nicholas Sarkis, direttore dell'Arab Petroleum Research Centre, ha accusato l'OPEC per il collasso dei prezzi petroliferi. - Il Dipartimento dell'Agricoltura USA chiede di aumentare l'ammontare di etanolo nella benzina venduta negli Stati Uniti. Il produttore di etanolo Archer Daniels Midland Co sostiene che il 21% della capacità produttiva americana è stata tagliata per via della scarsa domanda. - Uno studio prevede che malgrado il calo degli investimenti, la spesa per l'esplorazione petrolifera oceanica ammonterà a 162 miliardi di dollari tra il 2009 e il 2013. -La produzione norvegese è ulteriormente scesa a 2,11 milioni di barili al giorno, dai 2,20 milioni del mese di dicembre. - La produzione russa è scesa a 9,7 milioni di barili al giorno, un -0,9% su base annua. - Il consumo di elettricità in Cina è sceso dell'8% a dicembre rispetto ad un anno prima. - Il produttore di petrolio EOG Resources, a causa della caduta dei prezzi, taglia le proprie piattaforme da 73 a 45 nel 2009. - Le compagnie elettriche asiatiche potrebbero tagliare le importazioni di gas liquefatto del 74% a causa del calo della domanda. -La Cina ha raddoppiato la sua produzione di energia eolica nel 2008, giungendo ad un totale di 12.210 megawatt. - La produzione di Petroleos De Venezuela è scesa a 2,51 milioni di barili al giorno dai 2,61 del 2004. -Il Qatar, il Bahrain e l'Oman necessitano di un prezzo del barile superiore ai 60$ perrestare in pareggio di bilanci, sostieneil Kuwait Financial Centre. (da EnergyBulletin)

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Tutto cambia. Cambiamo tutto?': Oltre 200 aziende già iscritte. (sezione: Globalizzazione)

( da "PubblicitàItalia.it" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

12/02/2009 Tutto cambia. Cambiamo tutto?': Oltre 200 aziende già iscritte. Le trasformazioni in atto nello scenario economico mostrano un'accelerazione innescata dalla crisi internazionale. E richiedono alle aziende capacità di risposta altrettanto rapide e decise. Le due giornate del Summit Tutto cambia. Cambiamo tutto?', in programma a Roma l'11 e il 12 marzo prossimi, tenteranno di dire come e quanto si riuscirà a influire sul cambiamento. "Potrà la pubblicità aiutarci ad uscire dalla crisi? è una delle domande su cui ci interrogheremo - afferma il Presidente Upa Lorenzo Sassoli de Bianchi (nella foto) -. "L'obiettivo è infatti quello di incontrarsi per comprendere quale metamorfosi attraversi la comunicazione e come sia possibile riaffermarne la centralità anche in un momento di incertezza e difficoltà economica". Intanto cresce l'interesse verso l'appuntamento romano, con più di 200 aziende iscritte ad oggi, oltre ai rappresentanti dei mezzi di comunicazione e delle agenzie di pubblicità. Merito anche degli oltre trenta relatori di prestigio internazionale che si confronteranno nelle quattro sessioni previste. Nella mattina dell'11, alla sessione "Il nuovo consumatore non sta più al suo posto", saranno presenti Arianna Huffinghton, (fondatrice dell'Huffington Post, indicata da Time tra i 100 personaggi più influenti degli Usa), Manuel Andrès (presidente e ad di Nestlè Italiana) e Andy Sernovitz (cofondatore della World of Mounth Marketing Association). Nel pomeriggio, a "L'evoluzione nei mezzi di comunicazione: cambiamenti e interconnessioni" parteciperanno Reid Hoffmann (fondatore e presidente di Linkedin), Enrico Finzi (presidente di Astra Ricerche che presenterà gli ultimi dati de "Il Futuro della Pubblicità), Claudio Cappon (dg RAI) e Carlo Malinconico (presidente FIEG). Il giorno seguente dibatteranno su "Pubblicità e strumenti della comunicazione" due grandi creativi come David Droga (fondatore e chairman dell'agenzia pubblicitaria Droga 5) e Scott Goodson (fondatore dell'agenzia di pubblicità Strawberry Frog), insieme al noto economista francese Jacques Attali, all'ad di Publitalia '80 e di Mediaset Giuliano Adreani, a Martin Sorrell (ceo WPP) e Maurizio Braccialarghe (AD Sipra). La sessione conclusiva "Le imprese tra nuove strategie e sfide impegnative" potrà contare su relatori come James Canton (futurologo, fondatore dell'Institute For Global Futures di San Francisco), Federico Rampini (editorialista e corrispondente de La Repubblica dalla Cina), Andrea Illy (ad illycaffè), Mario Moretti Polegato (presidente Geox) e Sami Kahale (ad Procter & Gamble Italia). I

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BCE: CONTRASTARE IL PROTEZIONISMO (sezione: Globalizzazione)

( da "Agi" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

BCE: CONTRASTARE IL PROTEZIONISMO (AGI) - Roma, 12 feb. - Serve una "maggiore vigilanza" contro le crescenti spinte protezionistiche. A mettere in guardia e' la Bce che dedica ampio spazio, all'interno del suo bollettino mensile, alla valutazione delle tendenze mondiali in materia di protezionismo. Partendo da un distinzione tra misure (ad esempio tariffarie e non tariffarie) e spinte protezionistiche, l'Eurotower sottolinea come a oggi "non esistano prove importanti di un aumento delle prime ma allo stesso tempo si riscontrano segnali chiari di un'intensificazione delle seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua perdita di benessere che un aumento di protezionismo comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - cio' richiede una maggiore vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello internazionale".Sebbene a oggi, osserva la Bce, "non si rilevino evidenze importanti di un aumento delle misure concrete" in tal senso, occorre "arginare le richieste di tali misure". "Il sostegno alla globalizzazione - spiega l'istituto di Francoforte - si indebolisce in diverse regioni del mondo e cio' non desta sorpresa, poiche' le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria. Per tale motivo, in prospettiva, e' molto importante continuare a contrastare le richieste di misure in questo senso". L'impatto del protezionismo sulla crescita economica, spiega ancora la Bce, "e' sostanzialmente negativo" ma "la sua entita' varia notevolmente da un paese all'altro e dipende in misura fondamentale dal contesto macroeconomico". La Bce fa poi sapere che nel 2009 sette paesi di Eurolandia supereranno il tetto del 3% del rapporto deficit-Pil, infrangendo cosi' le regole del Patto di Stabilita'. Secondo l'istituto di Francoforte, "il rapido deterioramento dei saldi di bilancio, generalizzato all'interno dell'area dell'euro, e' riconducibile al sensibile rallentamento dell'economia, a ulteriori riduzioni delle entrate e alle misure di stimolo fiscale adottate da molti governi". Inoltre, spiega ancora l'Eurotower, "molti governi sono incorsi in ingenti passivita' potenziali associate alla concessione di garanzie alle banche e dovranno farsi carico delle iniezioni di capitale a sostegno del settore finanziario. Per rafforzare la fiducia del pubblico nella sostenibilita' dei conti - conclude - e' quindi indispensabile che i governi ristabiliscano quanto prima un impegno credibile a favore degli obiettivi di bilanci". L'istituto di Francoforte avverte poi che l'economia mondiale "sta attraversando una fase di grave recessione". "L'impatto sensibilmente negativo delle turbolenze finanziarie sull'attivita' economica reale - si legge bnel bollettino - resta accentuato da una forte contrazione del commercio internazionale", spiega la banca centrale europea, sottolineando che "le prospettive per la crescita economica internazionale rimangono estremamente incerte e i rischi sono orientati al ribasso".

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Recessione mondiale, Bce: "Il protezionismo sfavorisce la crescita" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 37 del 2009-02-12 pagina 0 Recessione mondiale, Bce: "Il protezionismo sfavorisce la crescita" di Redazione L?entità e la durata del rallentamento dipenderanno in misura dai tempi di soluzione della crisi finanziaria. Forte preoccupazione per l'Eurozona: "Nei prossimi trimestri scenario di persistente debolezza" Bruxelles - L?economia mondiale "sta attraversando una fase di grave recessione" e per l?area dell?euro persiste "nei prossimi trimestri uno scenario di persistente debolezza". è quanto si legge nel bollettino mensile della Bce di febbraio secondo cui "l?entità e la durata del rallentamento dipenderanno in misura fondamentale dai tempi di soluzione della crisi finanziaria". Allarme protezionismo Occorre "arginare le richieste di misure" protezionistiche sebbene "ad oggi non si rilevino evidenze importanti di un aumento delle misure concrete" in tal senso. Secondo i tecnici della Bce, al momento "tali spinte tendono a intensificarsi". La Bce sottolinea inoltre che "l?impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente negativo". Per la Bce, dunque, "il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria". L'appello ai governi Nel bollettino mensile di febbraio, la Banca centrale europea invita i governi europei, che hanno visto incrementare il disavanzo pubblico a casa della crisi e degli interventi a sostegno delle banche, a ristabilire "quanto prima un impegno credibile a favore degli obiettivi di bilancio a medio termine". Secondo i tecnici di Bruxelles, infatti, tale obiettivo è indispensabile per "rafforzare la fiducia del pubblico nella sostenibilità dei conti". Inflazione a livelli molto bassi Il livello di incertezza sull?inflazione "resta eccezionalmente elevato" ma la Bce si attende che questa si "dovrebbe ridurre ulteriormente a metà anno" collocandosi "su livelli molto bassi" con un ripresa della crescita "nella seconda metà dell?anno". Secondo i tecnici di Bruxelles, dunque, "il Consiglio direttivo continuerà a mantenere le attese di inflazione saldamente ancorate alla sua definizione di stabilità di prezzi, ossia a livelli inferiori ma prossimi al 2% su un orizzonte di medio termine". Un livello, si legge, che sostiene "il potere di acquisto delle famiglie". Il nodo sui mutui Nel primo trimestre 2009 le banche dell?area europea dovrebbero mostrare meno rigidità nella concessione di mutui per l?acquisto di abitazioni dopo la forte stretta dei due trimestri precedenti. Nei primi tre mesi dell?anno "l?irrigidimento netto dei criteri per la concessione" dei prestiti per l?acquisto di abitazioni, del credito al consumo e di altri prestiti alle famiglie calerà "considerevomente rispetto al quarto trimestre". Nel quarto trimestre 2008 si è registrata "un?ulteriore diminuzione della domanda netta tanto di prestiti alle imprese, tanto di credito al consumò, mentre la domanda netta di mutui per l?acquisto di abitazioni è rimasta su livelli fortemente negativi". Per il primo trimestre 2009 tuttavia "la domanda netta di prestiti a favore delle imprese dovrebbe essere meno negativa (-26%) rispetto agli ultimi tre mesi del 2008". La Bce segnala inoltre come "le iniziative di aiuto alla ricapitalizzazione e di garanzia statale delle emissioni di titoli di debito bancari sembrano aver già prodotto nel quarto trimestre un impatto favorevole sull?accesso alle banche al finanziamento all?ingrosso e dovrebbero agire ulteriormente in tal senso nel primo trimestre 2009". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Bce: allarme protezionismo, pronti ad assumerci responsabilità di supervisione (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Francoforte | 12 febbraio 2009 Bce: allarme protezionismo, pronti ad assumerci responsabilità di supervisione L'eurotower della Bce a Francoforte "La Bce è pronta ad assumere la responsabilità per la missione che le autorità politiche europee possono assegnarle". Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della Banca Centrale Europea, dice chiaro all'europarlamento che "rafforzare il ruolo della bce nel campo della supervisione ha importanti vantaggi che superano gli svantaggi". "A livello europeo - ha detto Bini Smaghi a Bruxelles- c'è bisogno di cooperazione e coordinamento. Il coordinamento può funzionare solo se è sostenuto da un quadro istituzionale solido, sano e semplice, che assicuri regole, standard e pratiche comuni". Per l'economista "il coordinamento in Europa è credibile solo se basato su una istituzione che offre affidabilità, indipendenza e un efficiente capacita' decisionale". E questa istituzione, ha detto, Bini Smaghi, nell'Ue c'è già, non occorre invertarsela: "Essa svolge questo ruolo nella politica monetaria e lo ha svolto in aree associate alla stabilita' finanziaria. E' la Bce e il sistema euro, per la zona della moneta unica". Vantaggi Secondo Bini Smaghi "portare la supervisione prudenziale sotto il tetto della Bce assicurerebbe che le sinergie relative allo scambio di informazioni tra le banche centrali e la supervisione siano sfruttate al massimo". Inoltre, "ciò assicurerebbe che la supervisione sia posta nelle mani di una istituzione che ha già dimostrato quello che sa fare, ha una rilevante expertise tecnica in casa e ha uno status indipendente". Tra i compiti di supervisione che secondo Bini Smaghi potrebbero essere assegnati alla Bce vi e' ad esempio "lo sviluppo di sistemi 'early warning' sull'emergenza di rischi e vulnerabilita' nel sistema finanziario, la realizzazione di test di 'macro-stress' per verificare il grado di resistenza del sistema finanziario a schock specifici". O ancora "la definizione di requisiti di informazione" o anche "regole macro-prudenziali relative alla pro-ciclicita', all'esposizione bancaria, al rischio di concentrazioni o squilibri di liquidita'". Tutto questo, ha concluso Bini Smaghi, "richiede che la Bce partecipi nei rilevanti collegi dei supervisori dei maggiori gruppi bancari". Come superare la crisi Le misure anticrisi devono essere mirate e temporanee per poter favorire una ripresa durevole, si legge nel bollettino della Bce: "L'area dell'euro dovrebbe beneficiare, col tempo, degli effetti delle significative misure decise negli ultimi mesi per far fronte alle turbolenze finanziarie e alle loro ricadute negative". "Questi interventi - dice la Bce - dovrebbero contribuire a ripristinare la fiducia nel sistema finanziario e ad allentare le limitazioni nell'offerta di credito alle famiglie e alle imprese. Affinché tali misure favoriscano efficacemente una ripresa durevole è di primaria importanza che restino mirate e di carattere temporaneo, in modo da mantenere una prospettiva di medio periodo orientata alla stabilità nella conduzione delle politiche macroeconomiche". No al protezionismo Partendo da un distinzione tra misure (ad esempio tariffarie e non tariffarie) e spinte protezionistiche, l'Eurotower sottolinea come a oggi "non esistano prove importanti di un aumento delle prime ma allo stesso tempo si riscontrano segnali chiari di un'intensificazione delle seconde in determinate regioni del mondo (anche se il sostegno alla globalizzazione resta solido nelle economie di mercato emergenti). Data la cospicua perdita di benessere che un aumento di protezionismo comporterebbe - osserva l'istituto di Francoforte - ciò richiede una maggiore vigilanza nel contrastare le pressioni in tal senso a livello internazionale". Sebbene a oggi, osserva la Bce, "non si rilevino evidenze importanti di un aumento delle misure concrete" in tal senso, occorre "arginare le richieste di tali misure". "Il sostegno alla globalizzazione - spiega l'istituto di Francoforte - si indebolisce in diverse regioni del mondo e cio' non desta sorpresa, poiche' le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria. Per tale motivo, in prospettiva, e' molto importante continuare a contrastare le richieste di misure in questo senso". L'impatto del protezionismo sulla crescita economica, spiega ancora la Bce, "e' sostanzialmente negativo" ma "la sua entita' varia notevolmente da un paese all'altro e dipende in misura fondamentale dal contesto macroeconomico".

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Per un'economia responsabile (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Feb 0912 Per un'economia responsabile Pubblicato da Gaetano Farina alle 12:46 in Diritti, Globalizzazione, New Media, Non Profit, Sviluppo Sostenibile Per chi è interessato alla responsabilità sociale delle imprese e a un'economia sostenibile: Beeaware.tamtamy.com vuole essere un'occasione per condividere iniziative, esperienze, buone pratiche e idee tra singoli, aziende e organizzazioni che vedono nel Web un'opportunità di diffusione di cultura e di strumenti di esercizio di un fare impresa responsabile. Su http://beeaware.tamtamy.com/tamtamy/home.action puoi trovare testimonianze, documentazione, video, foto e segnalazioni...da tutto il mondo

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PRIMO Sì AL PIANO SALVA-ECONOMIA USA. LA CRISI INVESTE ANCHE LA CINA. DOMANI AL VIA IL G7 A ROMA (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Primo sì al piano salva-economia Usa. La crisi investe anche la Cina. Domani al via il G7 a Roma

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ROMA. BISOGNA FARE PRESTO. IL PRESIDENTE AMERICANO, BARACK OBAMA, RILANCIA IL SUO APPELLO AL CONGRES... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma. Bisogna fare presto. Il presidente americano, Barack Obama, rilancia il suo appello al Congresso per approvare con urgenza il piano di salvataggio dell'economia da 800 miliardi di euro. E si richiama al suo «modello» di riferimento, il presidente Lincoln: «Il tempo delle chiacchiere è finito, è ora di agire». Ma il suo piano salva-economia ha per ora raccolto un accoglienza praticamente gelida a Wall Street. Una cautela che si è trasmessa subito alle Borse europee, che hanno registrato ieri una chiusura contrastata, a cavallo della parità. La flessione più forte a Milano, con un calo dello 0,76%. Le critiche al piano, giudicato troppo vago e con troppi interrogativi ancora di risolvere, si sono subito trasferite sul presidente Obama, già accusato di «aver gettato al vento la prima occasione per far sentire la svolta rispetto al passato». Del resto i venti di crisi non accennano ad arrestarsi. Cina in rosso. La recessione investe in pieno anche Pechino. Le esportazioni della Cina sono crollate mentre il mercato interno stenta a far ripartire i consumi. In gennaio il calo dell'industria manifatturiera è stato del 17,5%. La netta flessione della domanda in Europa e negli Usa, che ha colpito soprattutto l'industria tessile e quella dei giocattoli, ha provocato la perdita di 20 milioni di posti di lavoro. Consulto a Roma. La situazione dell'economia mondiale terrà banco, da domani, nella capitale dove è previsto il vertice del G7 finanziario sotto la presidenza italiana. La riunione sarà aperta da una cena a Villa Madama. La giornata decisiva sarà però sabato. Fra i temi anche la questione del cosiddetto «legal standard», un insieme di regole che dovrebbero dare maggiore trasparenza ai mercati mondiali. Nel comunicato finale ci dovrebbe essere anche un appello contro il protezionismo. Riflettori puntati anche su Bruxelles, dove il primo marzo ci sarà un nuovo vertice dei capi di Stato dell'Ue. Energia in tilt. La crisi abbatte anche i consumi energetici. Elettricità e carburanti mostrano a gennaio una drastica flessione della domanda. E se dietro alla riduzione ci sono anche effetti di calendario, sull'entità del calo incide, e non poco, il crollo della produzione industriale. I dati più pesanti riguardano l'elettricità: il mese scorso i consumi registrati da Terna si sono attestati a 27,3 miliardi di kilowattora, con una flessione dell'8,5% rispetto al gennaio del 2008. Per trovare una caduta paragonabile a questa bisogna risalire fino al 1975. La frenata dell'industria condiziona anche i consumi petroliferi, in picchiata già da parecchi mesi. A gennaio sono calati dell'8,4% mentre la domanda di benzina è scesa del 7,2%. Più pesante il calo del gasolio, pari all'8,1%. Un dato che va letto in relazione alla crisi: il diesel è il principale combustibile dei Tir. Banche. Il Tesoro ha presentato all'Ue una serie di correttivi per rendere più «appetibili» i Tremonti-Bond, le obbligazioni convertibili che lo Stato intende acquistare per sostenere le banche. L'obiettivo resta quello di ritoccare il tasso fissato per accedere ai titoli, fissato al 7,5% e considerato troppo elevato dai banchieri. Era stato proprio il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a sottolineare come il tasso non sia stato deciso dall'Italia ma il frutto di un accordo con l'Europa. Bot. Intanto, in Italia, i rendimenti dei Bot continuano a scendere toccando nuovi minimi storici. Con il nuovo ribasso segnato ieri, i rendimenti netti sono scesi ormai sotto alla soglia dell'1%. E si registrano i primi segnali di disaffezione dai parte dei piccoli risparmiatori. Un trend compensato, invece, dall'aumento degli investitori istituzionali. an.tr.

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Suona stonata l'opening bell (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWebFinanza" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Suona stonata l'opening bell (Teleborsa) - Roma, 12 feb - Partenza all'insegna delle vendite per i listini americani. Il Dow Jones inizia le contrattazioni con un calo dell'1,84%, in flessione anche il Nasdaq: l'indice dei tecnologici cede l'1,52%. L'S&P 500 registra una flessione di quasi due puniti percentuali (-1,97%). Il mercato non ha reagito ai dati macro, sebbene questi siano risultati superiori alle attese: sono salite dell'1% su base mensile le vendite al dettaglio in Usa relative al mese di gennaio, attestandosi a 344,6 mld di dollari, mentre gli analisti si attendevano un calo dello 0,4%. Diminuiscono di 8.000 unit le nuove richieste di sussidio alla disoccupazione relative alla settimana al 7 febbraio 2009, attestandosi a 623 mila unit. Sul fronte societario la Coca-Cola Co. ha reso noto che i profitti, nel quarto trimestre, sono scivolati a 995 milioni di dollari, o 43 centesimi per azione, a partire dagli 1,21 miliardi di dollari, o 52 centesimi per azione, dello stesso periodo dello scorso anno. Coca-Cola ha registrato risultati superiori alle attese grazie anche a un aumento a due cifre delle vendite in Cina, India e Europa dell'Est e il titolo sul Dow Jones 30 guadagna il 2,16%. Tutti negativi i settoriali, perde il 3,45% il comparto dei finanziari, male anche gli energetici -2,23% e gli industriali -2,18%. Alle 16:00 ora italiana sar reso noto il datosulle scorte all'ingrosso nel mese di dicembre. 12/02/2009 - 15:40

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PAESE CHE VAI PROTEZIONISMO CHE TROVI - il primo marzo a Bruxelles vertice contro il protezionismo: LA BESTIA NERA SARANNO GLI AIUTI All'auto di Sarkozy FRANCIA SOLA CONTRO TUTTI (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 12-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> PAESE CHE VAI PROTEZIONISMO CHE TROVI - il primo marzo a Bruxelles vertice contro il protezionismo: LA BESTIA NERA SARANNO GLI AIUTI All?auto di Sarkozy ? FRANCIA SOLA CONTRO TUTTI? NON è DETTO ? IL RISCHIO SCONTRO TRA ?VECCHI? E NUOVI? EUROPEI? Adriana Cerretelli per "Il Sole 24 Ore" Nicolas Sarkozy Si terrà il primo marzo a Bruxelles il vertice straordinario contro il protezionismo: non quello che arriva da fuori ma quello fatto in casa,il più insidioso per la tenuta dell'Unione e del suo mercato unico. «Il nostro obiettivo è il coordinamento delle misure nazionali, perché soltanto uniti potremo superare la crisi», ha dichiarato il premier ceco Mirek Topolanek che ieri a Bruxelles ha incontrato la Commissione al gran completo. Dopo l'esordio diplomatico, l'attacco: «Ogni Paese ha un approccio diverso per affrontare la crisi. Alcuni auspicano più protezionismo, altri invocano il rispetto delle regole europee. La Presidenza ceca ritiene che tutti debbano rispettare le regole». Sul banco degli imputati il presidente Nicolas Sarkozy, il suo pacchetto da 6 miliardi di prestiti a favore di Renault e Peugeot, ma soprattutto l'invito ad entrambi a rilocalizzare in Francia gli impianti che producono in Repubblica Ceca e Slovacchia. «Lancio un appello a tutti i leader perché si comportino con spirito europeo e non si lascino tentare dall'unilateralismo: sarebbe una tragedia per l'Europa e per loro stessi» ha avvertito il presidente della Commissione Ue, José Barroso, annunciando per maggio a Praga un nuovo vertice straordinario sull'occupazione. manuel barroso Dopo quasi una settimana di stupefacente silenzio nell'arena europea, e dalla parte del partito anti-protezionista accanto al presidente dell'Unione e della Commissione, ieri è sceso anche il cancelliere tedesco. «Tutti siamo preoccupati per le nostre industrie automobilistiche. Per questo dobbiamo valutare attentamente il tipo di misure che adottiamo. La Commissione Ue è il giudice che deve garantire che siano giuste ed eque», ha dichiarato Angela Merkel. Sicura che al prossimo vertice si discuterà «il livello dei tassi di interesse previsto per i prestiti pubblici alle imprese ( 6% per l'auto francese, ndr) per stabilire se sono conformi o no alle leggi del mercato e il futuro della produzione e dei legami con altri Paesi in cui sono fabbricate le auto francesi, totalmente o solo in parte». Con la Confindustria tedesca scesa ieri sul piede di guerra, la Merkel non poteva essere più chiara: sarà il protezionismo ma soprattutto il protezionismo sull'auto di Sarkozy la bestia nera del summit. Anche se, apparentemente, la Francia non pare disposta a darsi per vinta nonostante lo scontro si faccia incandescente. NEELIE KROES «Non è protezionismo. È difesa della nostra industria e dei nostri posti di lavoro. È il meno che ci si può aspettare dal Governo davanti a questa crisi», ha affermato Bruno Le Maire, il ministro francese per gli Affari europei. Che oggi approderà a Bruxelles con il primo ministro Francois Fillon, proprio per difendere il piano di aiuti all'auto che è già entrato nel mirino del commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes. «Se i produttori tradizionali di auto nei maggiori Paesi europei non vanno bene, le cose non possono certo andare bene nella Repubblica Ceca, in Slovenia o Romania»: Christine Lagarde, il ministro dell'Economia, non ha cercato giri di parole. Anzi. «La priorità è mantenere l'industria in Francia. Di questo nessuno deve dubitare». Decisamente non si annuncia sereno il vertice del primo marzo. Francia sola contro tutti? Non è detto. E comunque non pare proprio disposta a cedere su niente. Il protezionismo però è un veleno mortale per la convivenza europea. Anche perché mescola ed esaspera i forti divari di ricchezza che l'allargamento ha importato dentro la Ue. Con il rischio che si trasformi anche in un conflitto tra i "vecchi" Paesi ricchi, che possono distribuire aiuti pubblici in tempi di recessione, e i "nuovi", più poveri e disarmati, costretti a subirne tutti i danni. [12-02-2009]

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