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Report "Globalizzazione"   11-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Gli Stati Uniti e le cyberspie ( da "superEva notizie" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in azione ad esempio in caso di una guerra tra gli Usa e la Cina o la Russia. Quasi tutte le "intrusioni" sono state scoperte dalle speciali squadre dell'Intelligence che si occupano della guerra al "cyber terrorismo", ma le "motivazioni" delle cyberspie non sono ancora del tutto chiare. La protezione della rete elettrica e di altre infrastrutture é nel programma di Obama sulla "

È il D day della Protezione Civile In partenza i primi dodici volontari ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: è il D day della Protezione Civile In partenza i primi dodici volontari LA MISSIONE Una settimana a Bazzano MANTOVA. Dodici volontari impiegati nel campo di Bazzano per otto giorni, da oggi a domenica prossima. è la prima azione che vede il coinvolgimento diretto della Protezione Civile della nostra provincia in Abruzzo.

Vinitaly, vince la voglia di riscossa ( da "Giornale di Brescia" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ci sono gli Usa, dove il consumo pro capite cresce da anni senza fermarsi, sono la Cina dove si dice che la popolazione che beve vino è una esigua minoranza, ma è una minoranza che conta 130 milioni di consumatori. Nella scelta del vino, lo abbiamo già notato in altra occasione sul giornale, prevale l'identità, il vino che si fa riconoscere,

Israele agli Usa: Date all'Iran una scadenza ( da "Arena, L'" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Non proprio le parole che si aspettavano a Washington, soprattutto alla luce della decisione Usa di partecipare direttamente ai colloqui con Teheran in qualità di membro del gruppo 5+1, cioé i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania.

Quando gli italiani erano immigrati clandestini ( da "Arena, L'" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: MIGLIAIA DI LAVORATORI IN CONDIZIONE DI IRREGOLARITÀ Quando gli italiani erano immigrati clandestini La loro storia, cinquant'anni prima della globalizzazione. Un saggio di Sandro Rinauro dell'Università di Milano «Il 50% dei lavoratori italiani emigrati in Francia tra il 1945 e il 1960 era clandestino e il 90% dei loro familiari li raggiunse nella nuova patria altrettanto illegalmente.

Ieri mattina, nel corso di una riunione coordinata dal capo della Protezione civile trentina, Raffaele De Col, che si è tenuta presso la sala operativa del Corpo permanente dei Vig ( da "Adige, L'" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nel corso di una riunione coordinata dal capo della Protezione civile trentina, Raffaele De Col, che si è tenuta presso la sala operativa del Corpo permanente dei Vigili del fuoco, sono state messe a punto le procedure per l'affidamento ad una serie di ditte trentine dell'incarico di realizzare un primo lotto di 20 casette (10 a due stanze, 5 ad una stanza e 5 a tre stanze)

Domani i volontari della Protezione civile di Pofi partono alla volta dell'Abruzzo ( da "Tempo, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: stampa Domani i volontari della Protezione civile di Pofi partono alla volta dell'Abruzzo Nunzio Pantano POFI La Protezione civile di Pofi domani parte per dare alla volta dell'Abruzzo. Ottenuta l'autorizzazione, grazie alla fattiva collaborazione dell'assessore comunale Paolo Berardi, Roberto Rossi (presidente dell'associazione), Roberto Pacioni,

e per pasquetta al refugio arrivano i gatti mézzi ( da "Tirreno, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzata e tecnologica che sta dimenticandosi dei propri vicoli bui e puzzolenti, dei suoni e dei rumori nascosti che qui è possibile udire e dei suoi abitanti secchi e spelacchiati che in questi luoghi fanno di un gran trambusto la loro esistenza fra un miagolio d'amore e un altro di disperazione».

Gli uomini-termite che smontano le navi ( da "Stampa, La" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il box simbolo della globalizzazione, che sta affrontando una frenata epocale (le linee tra Cina ed Europa segnano un deficit del 20%). Già oggi, stimano i broker londinesi, l'11% della flotta mondiale (1,4 milioni di contenitori) è inutilizzato. Se non vi sarà un'inversione di tendenza 1500 navi potrebbero trovarsi da un giorno all'altro fuori servizio.

La finanza global cambia ma l'Europa segna il passo ( da "Eco di Bergamo, L'" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Difficilmente il mondo rinuncerà alla globalizzazione economica, ossia a una crescita dell'interscambio di beni e di servizi superiore alla stessa crescita del Pil planetario. Nell'aspetto in esame, l'economia globale ha significato una crescita del benessere dell'umanità su una scala dimensionale tale da fare prendere contezza a tutti che non si può più ragionare in termini di G7 o di G8,

S ARA ISOLANI, 33 anni, aretina, titolare di un negozio di ... ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E' il risultato di una globalizzazione selvaggia che non ha risparmiato neanche la nostra città. Per questo motivo abbiamo perso un po' delle nostre radici. Per il resto la città non è cambiata, è sempre la stessa, solita vita di tutti i giorni, anche se per quanto riguarda la sicurezza abbiamo perso tranquillità.

nostro servizio Si deve parlare di contraddizioni, ma nondimeno il pres... ( da "Messaggero, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: iniziativa va vista nel quadro di un cambiamento della politica dell'amministrazione Obama anche nei confronti di Cuba, dopo le aperture alla Cina e alla Siria e più in generale al mondo dell'Islam. La prossima settimana il presidente Usa potrebbe annunciare la fine delle restrizioni poste dal suo predecessore ai viaggi e all'invio di denaro a Cuba per gli americani di origine cubana.

ZVEZDNY GORODOK (Mosca) Andiamo! Quell'incitamento pronunciato a pochi minuti da... ( da "Messaggero, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina permettendo. I preparativi sono già iniziati. Nella piscina profonda 19 metri sommozzatori si affaccendano intorno al facsimile del "segmento" russo della Iss: «Con ogni immersione possono perdere fino a 4 chili», spiega Marina, la guida.

Lambrusco rose e pallone Il gitano Bora con l'idea-Iraq ( da "Unita, L'" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Messico, Costa Rica, Stati Uniti, Nigeria, Cina Honduras e Giamaica, 5 mondiali, qualche club. Non potendo allenare in Antartide, ha scelto l'Iraq. Pochi giorni fa, in maniche corte tra il rossobianconero della bandiera nazionale e un paio di portavoce avvolti da eleganti sahariane, sembrava a suo agio.

È ancora in piedi lo stadio a Kabul? . C'è, c'è. Anche se il campo ... ( da "Unita, L'" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Messico, Costa Rica, Stati Uniti, Nigeria, Cina Honduras e Giamaica, 5 mondiali, qualche club. Non potendo allenare in Antartide, ha scelto l'Iraq. Pochi giorni fa, in maniche corte tra il rossobianconero della bandiera nazionale e un paio di portavoce avvolti da eleganti sahariane, sembrava a suo agio.

Obama: negli Usa segnali di uscita dalla recessione ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Bankitalia e Ocse: fiducia a Italia e Francia - La Cina migliora Obama: negli Usa segnali di uscita dalla recessione «Barlumi di speranza» per l'economia Usa,oltrela recessione. Lo ha detto Barack Obama: dopo un incontro con i vertici di Tesoro e Fed, il presidente ha espresso fiducia anche sulle prospettive delle banche.

Solidarietà, dolce sorpresa nell'uovo di cioccolata ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Anche l'uovo pasquale è figlio di questo pianeta globalizzato,interconnesso e insostenibile. Tre giorni fa, la Mars – come già la stessa Cadbury tempo addietro – ha promesso di adottare stringenti principi etici, nei suoi approvvigionamenti di cacao. Non da domani, ma a partire dal 2020.

Tentativi di ripresa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Tuttavia, per usare il linguaggio dell'Ocse, siamo solo ai «tentativi» di miglioramento congiunturale, che si vedono qua e là in Italia, in Francia, negli Usa o in Cina. Un peggioramento che rallenta non è affatto un miglioramento, o almeno: non lo è ancora. è bene ricordarlo: per evitare inattese delusioni.

Concorso degli extravergine a Roma, primo premio per il "Senolio" ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Russia e Usa. La Sardegna è stata pluripremiata al concorso Olivario (due primi e due secondi posti, su un totale di 313 oli extravergini partecipanti provenienti da 17 regioni italiane). Oltre all'Oleificio sociale di Seneghe il primo posto è andato anche all'olio Ghermanu dell'azienda agricola Giuliana Puligheddu di Oliena;

La crociata sui bonus arriva in Cina ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: del salario La crociata sui bonus arriva in Cina Stefano Carrer TOKYO L'onda lunga del risentimento popolare per i superstipendi dei manager delle istituzioni finanziarie arriva in Cina e induce il governo di Pechino ad agire d'autorità per ridurre il livello dei loro compensi. Una direttiva del ministero delle Finanze ha stabilito un taglio del 10% agli stipendi degli "

La strategia del commodoro dell'800 ( da "Corriere della Sera" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Oppio con la Cina fu quando i guardiacoste cinesi nel 1858 catturarono la nave pirata Arrow battente bandiera britannica. Il console Parkes chiese le scuse. I cinesi rifiutarono. Il console mandò la Royal Navy a bombardare Canton. A Londra il governo si divise, ma il console trovò l'appoggio decisivo in Lord Palmerston,

Vitantonio e una a Padova ( da "Corriere del Veneto" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lo spettacolo si sviluppa sulla scia dei ricordi di un'infanzia trascorsa in un paesino molisano i cui abitanti sono molto più vicini ai protagonisti di un romanzo latinoamericano che agli italiani dell'epoca della globalizzazione. (F. Ver.)

Bankitalia: ( da "Giorno, Il (Milano)" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: a metà anno la Cina tornerà su buoni tassi di crescita, allora anche le economie del resto del mondo verranno trainate in avanti. D'altra parte il Governatore Mario Draghi già il 3 aprile, parlando all'Econfin di Praga, aveva lanciato un prudente segnale positivo sostenendo di aver individuato nell'economia internazionale «un rallentamente del deterioramento»

Bankitalia: ( da "Nazione, La (Firenze)" del 11-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: a metà anno la Cina tornerà su buoni tassi di crescita, allora anche le economie del resto del mondo verranno trainate in avanti. D'altra parte il Governatore Mario Draghi già il 3 aprile, parlando all'Econfin di Praga, aveva lanciato un prudente segnale positivo sostenendo di aver individuato nell'economia internazionale «un rallentamente del deterioramento»

Obama perde tutte le guerre (per fortuna finte) con la Cina ( da "Giornale.it, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mercato quale la manipolazione del prezzo del gas da parte della Russia - la Cina ha vinto, approfittando, sovente, della rivalità tra Mosca e Washington. Ma non solo. Secondo uno dei partecipanti, il professor Paul Bracken della Yale School of Management, gli Usa non sono ancora in grado di coordinare efficacemente le loro ingenti risorse militari e quelle economico-finanziarie.

Boeing: dal 2010 produrremo meno aeroplani ( da "Corriere della Sera" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: chiuso con una perdita netta di 11,6 milioni rispetto all'utile di 12,5 milioni nel 2007. Nominato il nuovo cda, presieduto da Franco Moschini. CINA, CALA EXPORT A MARZO MA SALE SURPLUS Le esportazioni in Cina calano del 17,1% a marzo, ma il surplus commerciale balza a 18,5 miliardi di dollari dai 4,8 miliardi di febbraio.

Timi: ( da "Giornale.it, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: cataloghi di esposizioni e flash d'epoca (il patrimonio degli spartiti si trova alla Fondazione Cini di Venezia). «Guardate», la signora mostra un catalogo realizzato da Pier Marco De Santi. Dagli autografi ai manifesti; tutto in quella casa sembra parlare di Rota. «Muti, a cui fece da testimone di nozze, lo ha eseguito tantissimo», rammenta.

La lunga marcia delle Borse cinesi ( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: al netto della Cina, perdevano oltre il 45%. Letto in questa più corretta prospettiva, il "peso" delle due Borse della Cina popolare è raddoppiato da poco più del 3 a oltre il 7% del valore mondiale. Se gli si somma poi anche il valore della Borsa di Hong Kong, il totale degli asset azionari investiti nei territori controllati da Pechino passa dal 6,

terremoto, "staffetta" fra i soccorritori ( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Protezione civile che saranno sostituiti da altri quattro, fra i quali una donna. Ecco dunque concretizzarsi il primo "turnover" con forze fresche per dare il cambio ai goriziani, vigili del fuoco e volontari della Protezione civile, che da lunedì sono stati impegnati all'Aquila e dintorni lavorando con ritmi massacranti per dare il proprio contributo alla straordinaria macchina

Quando gli italiani erano immigrati clandestini ( da "Brescia Oggi" del 11-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anni prima della globalizzazione. Un saggio di Sandro Rinauro dell'Università di Milano 11/04/2009 rss e-mail print La copertina del saggio di Sandro Rinauro «Il 50% dei lavoratori italiani emigrati in Francia tra il 1945 e il 1960 era clandestino e il 90% dei loro familiari li raggiunse nella nuova patria altrettanto illegalmente.

Pivetti, così l'astrattismo diventa memoria civica ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Un corpo in torsione rappresenta la "Globalizzazione", un "Glob" informe che tutto prende ma che spesso perde anche i pezzi di sè, come cantava Giorgio Gaber negli anni Settanta. Di fronte è raffigurato "Il grande giallo". Che sia la Cina, pronta fagocitare tutto e tutti? Pivetti scuote la testa e sorride.

L'innovazione viaggia via Sms ( da "Denaro, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: esperienza in Cina e in Egitto. Da una missione in Russia, invece, Sms Engineering è appena tornata come rappresentante della Sezione Ict dell'Unione Industriali di Napoli. Il viaggio d'affari, guidato per la Campania dal vicepresidente dell'Unione industriali di Napoli Paolo Scudieri, è stato coordinato a livello nazionale dal numero uno nazionale di Confindustria Emma Marcegaglia.

ARCHIVI TRASCURATI CONFRONTO APERTO GIULIO RAIMONDI, PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE AMICI DE... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 11-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: lancia un missile intercontinentale in grado di colpire tutta la Cina e Parte della costa ovest degli Stati Uniti. Mentre la popolazione muore di fame, i coreani trovano miliardi di dollari per progettare e realizzare un ordigno del genere. Nonostante questo, nei vari cortei che hanno sfasciato tutto sia a Londra che a Strasburgo e che non perdono occasione di inneggiare alla pace,

Protezione civile regionale all'ex Ersa ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Protezione civile regionale all'ex Ersa Sabato 11 Aprile 2009, Tolmezzo (d.z.) L'immobile ex Ersa situato a Tolmezzo nella zona artigianale nord lungo Via Paluzza ed occupato attualmente dalla protezione civile comunale, dall'Ana e dalla Croce Rossa Italiana, passa finalmente nelle mani del Comune e si appresta a diventare punto di riferimento della Protezione civile regionale per

Marina Usa messa in scacco dai pirati somali ( da "Gazzettino, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: a queste si aggiungono navi da battaglia dell'India, della Cina, giapponesi, russe, dell'Iran e di altre nazioni. Ciò nonostante per gli armatori il 2008 è stato un anno di grandi perdite (oltre ai danni per i ritardi sulle consegne) con circa 40 milioni di dollari di riscatti pagati ai pirati somali.

Dieci le Nazionali, la Domovip raddoppia i sestetti ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Beijng Cina, Croazia e Domovip B. Le locali guidate da Pierantonio Coden e le sedicenni di Giulia Di Prampero giocano in casa e cercheranno di ben figurare, con l'appoggio dei tifosi. Attenzione alla Croazia e soprattutto alla Cina. Chions, Villotta (Girone B): Top Team Belluno, Zhuang Cina, Slovenia, Bayer Leverkusen Germania.

Soccorsi all'Abruzzo, la Regione convoca tutti i sindaci ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 11-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dipartimento della Protezione civile» Ma Tondo ha anche voluto testimoniare un pubblico plauso alla Protezione civile friulana e al suo direttore, Guglielmo Berlasso: ha scritto un "post" con la foto del Capo dello Stato che gli stringe la mano e ha annotato: «Anche il Presidente Napolitano ha voluto complimentarsi con il direttore della Protezione civile regionale Guglielmo Berlasso,

SISMA ABRUZZO/ PROTEZIONE CIVILE CAMPANIA INVIA ROULOTTE ( da "Wall Street Italia" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sisma Abruzzo/ Protezione civile Campania invia roulotte di Apcom Sono attrezzate per disabili e ammalati -->Napoli, 11 apr. (Apcom) - Cinque roulotte attrezzate per disabili e ammalati, dotate anche di stufe, sono arrivate al Campo di accoglienza di Poggio Picenze, nel territorio de L'Aquila.

Ecco le piazze 'sicure' per guadagnare">Portafoglio, addio diversificazione Ecco le piazze 'sicure' per guadagnare ( da "Affari Italiani (Online)" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La crisi delle certezze La globalizzazione e le ultime due crisi, quella del 2000 e quella attuale hanno mandato in soffitta la teoria della diversificazione. E' sotto gli occhi il crollo all'unisono di tutte le Piazze azionarie del mondo avvenuto nell'ultima parte del 2008 e nei primi mesi di quest'anno.

TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE CAMPANIA INVIA ROULOTTE PER DISABILI. ( da "Asca" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE CAMPANIA INVIA ROULOTTE PER DISABILI (ASCA) - Napoli, 11 apr - Cinque roulotte attrezzate per disabili e ammalati, dotate anche di stufe, sono arrivate al Campo di accoglienza di Poggio Picenze. Le ha inviate la Protezione civile della Regione Campania, che aveva allestito la struttura.

Piacenza, Anci, Consulta Protezione Civile sull'emergenza Abruzzo ( da "Sestopotere.com" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Consulta Protezione Civile sull?emergenza Abruzzo (11/4/2009 16:52) | (Sesto Potere) - Piacenza - 11 aprile 2009 -Si è riunita , a Roma, la Consulta nazionale della Protezione Civile dell?Anci, presieduta dal sindaco di Piacenza Roberto Reggi. All?ordine del giorno, gli interventi nelle zone colpite dal sisma in Abruzzo,

TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE, MIGLIAIA LE MAIL DI AIUTO ARRIVATE. ( da "Asca" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: PROTEZIONE CIVILE, MIGLIAIA LE MAIL DI AIUTO ARRIVATE (ASCA) - Roma, 11 apr - Sono 2.250 le e-mail arrivate dal 6 al 10 aprile alla redazione del sito della Protezione Civile. Le persone che hanno scritto hanno testimoniato la loro solidarieta' in vari modi: prevalenti le offerte di alloggio ma sono molte anche le disponibilita'

La Protezione Civile della Provincia di Asti in Abruzzo per l'emergenza ( da "Sestopotere.com" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Protezione Civile della Provincia di Asti in Abruzzo per l'emergenza (11/4/2009 20:07) | (Sesto Potere) - Asti - 11 aprile 2009 - La Protezione Civile della Provincia di Asti da mercoledì 15 aprile sarà in Abruzzo nella zona colpita dal terremoto nei giorni scorsi.

SISMA ABRUZZO/AGIBILITÀ,20 TECNICI DA PROTEZIONE CIVILE CAMPANIA ( da "Wall Street Italia" del 11-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sisma Abruzzo/Agibilità,20 tecnici da Protezione civile Campania di Apcom Verificheranno idoneità edifici di Poggio Picenze -->Napoli, 11 apr. (Apcom) - Partirà martedì 14 la verifica, da parte della Protezione civile della Regione Campania, dell'agibilità degli edifici dei comuni dell'Aquilano colpiti dall'evento sismico.


Articoli

Gli Stati Uniti e le cyberspie (sezione: Globalizzazione)

( da "superEva notizie" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Gli Stati Uniti e le cyberspie "The Wall Street Journal rivela i particolari" The Wall Street Journal in un articolo di prima pagina rivela i particolari di una "guerra fredda" informatica che sarebbe già costata agli Stati Uniti cento milioni di dollari negli ultimi sei mesi: la rete elettrica americana messa in pericolo da sofisticati software, ed a rischio altre infrastrutture. Un ex funzionario del Department of Homeland Security, ha spiegato che sono state scoperte delle "intrusioni" in continuo aumento. Per i servizi d'Intelligence americani le "cyberspie" non hanno creato danni istantanei, ma sarebbero arrivati a penetrare in più punti della rete elettrica degli Stati Uniti, sistemando programmi che potrebbero essere messi in azione ad esempio in caso di una guerra tra gli Usa e la Cina o la Russia. Quasi tutte le "intrusioni" sono state scoperte dalle speciali squadre dell'Intelligence che si occupano della guerra al "cyber terrorismo", ma le "motivazioni" delle cyberspie non sono ancora del tutto chiare. La protezione della rete elettrica e di altre infrastrutture é nel programma di Obama sulla "cyber security" e la Casa Bianca intende estenderlo anche alle reti informatiche private. PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 11 aprile 2009 in: Attualità » Invia tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le vostre opinioni

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È il D day della Protezione Civile In partenza i primi dodici volontari (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

è il D day della Protezione Civile In partenza i primi dodici volontari LA MISSIONE Una settimana a Bazzano MANTOVA. Dodici volontari impiegati nel campo di Bazzano per otto giorni, da oggi a domenica prossima. è la prima azione che vede il coinvolgimento diretto della Protezione Civile della nostra provincia in Abruzzo. La colonna mobile, guidata dal rappresentante della consulta provinciale del volontariato Claudio Giovannini, partirà questa mattina in direzione del campo di prima accoglienza cui è stata destinata dalla Regione. Insieme ai dodici volontari ci sarà anche l'assessore provinciale Dimitri Melli. Quello in partenza oggi è solo il primo gruppo di iscritti alla Protezione Civile mantovana pronto a raggiungere i luoghi del disastro: nel complesso sono novanta ad aver dato la propria disponibilità. I primi impiegati sono quelli delle tre associazioni del Destra Secchia. Dunque altri volontari sono destinati a partire, ma non sono chiare né le modalità né i tempi del loro impiego sul luogo del disastro: la situazione è in continua evoluzione e non sono ancora arrivate indicazioni precise. Al vaglio anche l'ipotesi di allestire un secondo campo di accoglienza gestito dalla Protezione Civile mantovana.

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Vinitaly, vince la voglia di riscossa (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 11/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:dove&quando Vinitaly, vince la voglia di riscossa La crisi sembra aver lasciato indenne il vino di qualità, grazie anche alla crescita dei nuovi mercati È ripreso l'export verso gli Stati Uniti. Aumento record di visitatori nel padiglione della Lombardia Gli appassionati non sembrano rinunciare al piacere del vino VERONASono riprese le esportazioni verso gli Stati Uniti. Non granché, ma gli ordini tornano ad affluire dopo la «gelata» di novembre. Vero, come dice il governatore di Bankitalia Draghi, che non si deve confondere una rondine con la primavera, ma la ripresa degli ordini dagli Usa è un «segnale importante». A dirlo è Maurizio Felluga che, con la Livio Felluga di Cormons nel Collio Friulano, rappresenta uno dei grandi nomi del vino. La Felluga ha lo stand in comune con la franciacortina Monterossa (uno stand traboccante di visitatori anche nei, pochi, momenti di relativa calma). Emanuele Rabotti conferma: «il primo trimestre del 2009 si è chiuso per noi con un più 1,5%. Ne sono molto soddisfatto, è un segnale importante». Non solo curiosità, ma ordini. «Vero che dopo una fiera si deve aspettarsi il buon esisto delle trattative nella metà della metà di quello che si pensa di aver raccolto. Ma anche se fosse così sarebbe già un bel risultato», dice un espositore. Entusiasmo che non t'aspetti È stato il Vinitaly dell'entusiasmo, della voglia di riscatto. Tutti i commenti della stampa nei giorni della kermesse veronese e in quelli seguenti hanno sottolineato la sorpresa. In effetti i menagramo si erano già fatti avanti nei giorni prima di Vinitaly annunciando una edizione della crisi. Ma i profeti di sventura, sbeffeggiati dai commentatori con il senno di poi, avevano riferito il reale sentimento degli espositori. Ne abbiamo sentiti a decine e tutti erano rassegnati ad un Vinitaly sotto tono anche se i numeri non davano ancora conferma di una crisi in atto per il settore del vino. In effetti un calo delle vendite allarmante ha riguardato solo i vini di bassa qualità. Il vino di qualità media e medio alta (quello che esce dalla cantina sopra i cinque euro franco cantina) è addirittura in crescita. Persino tra le maison della Champagne il clima è tutt'altro che disfattista. Il calo delle vendite di Champagne in Italia dovrebbe essere tra il 6 e il 10%, ma a perdere clienti sono sempre gli altri. La minuscola e blasonata maison De Vilmont che è di proprietà italiana (della famiglia Serena di Conegliano) osserva la crisi con un incremento delle vendite del 2%, mentre la proprietà corre con un più 10% nel Prosecco di casa. La collana di testimonianze è persino imbarazzante. Proprio nei giorni di Vinitaly sono usciti i dati disastrosi della cassa integrazione. Né il vino può chiamarsi fuori. Il dramma dell'Abruzzo è piombato anche su Verona. I produttori di Cerasuolo hanno fatto le valige lunedì mattina lasciando nel loro padiglione un vuoto carico di angoscia. Crisi, ma non per tutti Difficile negare la crisi. Naturalmente la crisi c'è e forse non ha raggiunto il suo culmine, ma di certo il vino ne è toccato poco. La possibile spiegazione, offerta da alcuni, è che un buon bicchiere è una soddisfazione che rimane alla portata di molti. Anche il mondo del vino offre la riprova che la crisi colpisce alcuni (soprattutto gli strati sociali più deboli) e non tocca più di tanto le tasche di chi sta bene. Il mondo del vino offre però anche un segnale che può essere generalizzato: è finita la grande gelata, la grande paralizzante paura. Nel vino è vero che gli ordini si sono bloccati nell'autunno 2008, ma ora si pensa a rifornire, magari in modo più selettivo, le cantine che sono rimaste vuote. Sicuramente nessuno ne uscirà come prima. La crisi restituisce un consumatore più attento a come spende i suoi soldi. La qualità è indispensabile. Ci diceva un produttore: «Perché mai bere vino scadente, quando l'offerta di vino di qualità è così abbondante?». Esportare, esportare, esportare L'altro cambiamento che resterà è la propensione all'export. «La crisi del vino rosso? È solo crisi dei vini rossi mediocri. Cala il consumo in Italia? Niente paura, ci sono gli altri», ci diceva un espositore. E gli altri sono la Russia che all'80% preferisce i vini rossi, ci sono gli Usa, dove il consumo pro capite cresce da anni senza fermarsi, sono la Cina dove si dice che la popolazione che beve vino è una esigua minoranza, ma è una minoranza che conta 130 milioni di consumatori. Nella scelta del vino, lo abbiamo già notato in altra occasione sul giornale, prevale l'identità, il vino che si fa riconoscere, che racconta un territorio e persino la mano dell'enologo. E questa è del resto la scelta produttiva dei giovani. Vale per i bresciani, ma vale anche per dei ragazzi toscani che hanno disboscato la sterpaglia dietro Piombino per creare dei vini personalissimi, figli di tecniche raffinate e di un terra sconosciuta. Diego Monelli ci racconta l'avventura di Poggiorosso, sei ettari e ci fa assaggiare vini che non saranno al top, ma di sicuro te li ricordi. La crisi conferma la voglia di innovazione. Così va alla grande lo spumante di Lambrusco della Cantine Ceci che ha anche una inconfondibile bottiglia quadrata. Ma registra incrementi di visite «imbarazzanti» (più 50%) anche la bresciana Fratelli Muratori che propone il vino affinato nel Berricoccio, cioè la barrique di terra cotta. Sa di buoni sapori di una volta: morbido e rotondo, senza saper di legno. In questo quadro la Lombardia ha brillato più di ogni altro segnando l'incremento record di visitatori. Il padiglione Lombardia ha segnato un più venti per cento di presenze. A tirare sono state la Franciacorta e la Lugana, ma c'era tanta gente anche alla Valcaleppio. Il successo della Franciacorta è confermato dalla impenetrabilità degli stand delle firme maggiori. E non si trattava di semplici curiosi. Più operatori, meno curiosi E l'organizzazione della fiera? Il numero dei visitatori è record (150 mila), ma soprattutto è record sui visitatori esteri (45 mila). Va detto che il colpo d'occhio era da incrementi del 30-40%, non confermati dai biglietti passati ai tornelli. Meglio comunque la qualità dei visitatori. Molti espositori ci hanno segnalato che «domenica è stato il giorno con meno gente». E domenica è, di solito, il giorno prediletto dei curiosi. Al risultato ha contribuito il fatto che sabato sera sono stati sequestrati i biglietti a cinque bagarini che stazionavano agli ingressi (ma lunedì ce n'erano ancora). Nel complesso comunque è andata meglio del solito. Pia Donata Berlucchi dice che «vedere tanta affluenza formata da importatori e rivenditori, comunque gente del settore enologico, era davvero fuori da ogni previsione». Gianmichele Portieri

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Israele agli Usa: Date all'Iran una scadenza (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 11 Aprile 2009 NAZIONALE Pagina 6 MEDIORIENTE. La battaglia sul nucleare Israele agli Usa: «Date all'Iran una scadenza» Il vice di Netanyahu chiede alla Casa Bianca di porre dei paletti al dialogo: «Non perdiamo tempo» TEHERAN All'indomani dell'inaugurazione del primo impianto per la produzione di combustibile per alimentare centrali nucleari in Iran, la comunità internazionale è tornata a preoccuparsi. Ieri il vicepremier israeliano Silvan Shalom ha affermato che Tel Aviv non si oppone, in linea di principio, ai tentativi diplomatici statunitensi volti a dissuadere l'Iran dal dotarsi di ordigni nucleari. Ma ha aggiunto che è necessario porre dei limiti di tempo. L'argomento sarà sul tavolo a maggio quando il premier Netanyahu prevede di incontrare Obama durante una sua prima visita negli Stati Uniti da primo ministro. La strategia che terrà Tel Aviv l'ha anticipata proprio ieri il capo dell'intelligence militare (Aman), il generale Amos Yadlin: «Occorre la formula giusta che combini il dialogo con le sanzioni, la carota con il bastone». Le preoccupazioni di Israele derivano anche dalla risposta di giovedì scorso del presidente iraniano Ahmadinejad che si è detto scettico di un «reale cambiamento» nella politica americana («Finora non risulta siano state prese decisioni importanti») e ha minacciato gli Usa a non intraprendere di nuovo le strade battute dalla precedente amministrazione. Non proprio le parole che si aspettavano a Washington, soprattutto alla luce della decisione Usa di partecipare direttamente ai colloqui con Teheran in qualità di membro del gruppo 5+1, cioé i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania.  

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Quando gli italiani erano immigrati clandestini (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 11 Aprile 2009 CULTURA Pagina 49 SOCIETÀ. L'ESODO SUCCESSIVO ALLA GUERRA VIDE MIGLIAIA DI LAVORATORI IN CONDIZIONE DI IRREGOLARITÀ Quando gli italiani erano immigrati clandestini La loro storia, cinquant'anni prima della globalizzazione. Un saggio di Sandro Rinauro dell'Università di Milano «Il 50% dei lavoratori italiani emigrati in Francia tra il 1945 e il 1960 era clandestino e il 90% dei loro familiari li raggiunse nella nuova patria altrettanto illegalmente. Basterebbe questo dato - ma lo stesso riguardò gli spagnoli, i portoghesi - a smontare il mito che la migrazione clandestina sia appannaggio dell'epoca della globalizzazione. E l'Italia - spiega Rinauro, ricercatore all'Università di Milano - è stata «per decenni la principale protagonista internazionale» del fenomeno. Solo negli anni Sessanta il primato dell'esodo illegale in Europa occidentale le è stato sottratto da altre nazioni. Italiani un tempo clandestini come albanesi o curdi oggi, dunque? Rinauro respinge la semplificazione: «la ricostruzione storica del passato» mostra molte differenze. Una fra tutte: «con l'avvento al potere di De Gasperi, l'Italia adottò una politica migratoria d'incondizionato e quasi spregiudicato sostegno della libertà d'emigrazione». E questo avvenne contro il meccanismo burocratico previsto dagli stessi paesi di accoglienza e al di là della semplice logica di domanda-offerta. Nel 1947 la Francia chiese, per esempio, 200mila lavoratori della penisola: se ne presentarono solo 51mila e di questi 13mila erano clandestini. Stessa cosa nel 1948: a fronte di una domanda simile (200mila), l'offerta fu di 29mila, di cui la metà irregolari. Perchè?, perchè appunto emigrare con le carte in regola era difficilissimo, perchè c'era una selezione rigida e soprattutto perchè il mercato del lavoro preferiva «una riserva di manodopera illegale e quindi economica, flessibile, adattabile istantaneamente ai capricci della congiuntura». Insomma, alcune delle principali cause che provocano il fenomeno anche oggi. Con la distinzione che l'emigrazione italiana di quegli anni - molto diversa da quella di fine ottocento e primi novecento - vedeva alcune ragioni specifiche: dal divieto di abbandonare il luogo di residenza una volta stabilitisi regolarmente, al mestiere «coatto»; dal preferire i clandestini per diminuire le garanzie chieste dal governo italiano, al favorire gli italiani a scapito dei ben «più temuti» nordafricani. E, infine, a due fattori ancora più peculiari: il ricorso ai clandestini italiani come carne da cannone per le avventure coloniali francesi (e l'autore tratteggia molto bene questa parte) e l'emigrazione di quanti in Italia (non pochi) si erano compromessi con il fascismo. Una situazione diversa da quella di oggi dove, in parte, «uomini, donne e bambini fuggono da guerre etniche e regimi totalitari». E' il caso, tragico, di migliaia di profughi del Darfur, o, ai tempi di Saddam Hussein, di curdi. Ma la sostanza di fondo resta la stessa: le migrazioni illegali non erano e non sono il risultato della sola iniziativa dei migranti ma anche di quella dei paesi di destinazione, pronti a richiederne la presenza per «coprire» le necessità della manodopera ma restii a regolarizzarne la presenza.  

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Ieri mattina, nel corso di una riunione coordinata dal capo della Protezione civile trentina, Raffaele De Col, che si è tenuta presso la sala operativa del Corpo permanente dei Vig (sezione: Globalizzazione)

( da "Adige, L'" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ieri mattina, nel corso di una riunione coordinata dal capo della Protezione civile trentina, Raffaele De Col, che si è tenuta presso la sala operativa del Corpo permanente dei Vigili del fuoco, sono state messe a punto le procedure per l'affidamento ad una serie di ditte trentine dell'incarico di realizzare un primo lotto di 20 casette (10 a due stanze, 5 ad una stanza e 5 a tre stanze) Ieri mattina, nel corso di una riunione coordinata dal capo della Protezione civile trentina, Raffaele De Col, che si è tenuta presso la sala operativa del Corpo permanente dei Vigili del fuoco, sono state messe a punto le procedure per l'affidamento ad una serie di ditte trentine dell'incarico di realizzare un primo lotto di 20 casette (10 a due stanze, 5 ad una stanza e 5 a tre stanze). Complessivamente saranno un centinaio le casette che si conta di far arrivare a Paganica entro due mesi circa. La Protezione civile trentina ha iniziato, sempre questa mattina a Paganica, ad effettuare i primi rilievi topografici sulle prime tre aree individuate per l'allestimento dei primi "villaggi" destinati agli sfollati. Le aree sono nel territorio comunale di Paganica, in una zona a prato vicina ad un'area di espansione edilizia, e la loro urbanizzazione sarà affidata ai volontari. Continua nel frattempo l'opera dei vigili del fuoco trentini impegnati ad aiutare quanti hanno perso la casa, mentre nel centro dell'Aquila gli uomini del Gruppo Ricerca Macerie, guidati dal caposquadra Lorenzo Pegoretti, dei Vigili del fuoco permanenti di Trento, con la ditta Zampedri di Riva del Garda che ha messo gratuitamente a disposizione uomini e mezzi, stanno cercando sotto le macerie di una palazzina un uomo di 47 anni. L'edificio è lo stesso dalle cui macerie martedì scorso è stata estratta viva Eleonora Calesini, una ragazza riminese di 22 anni, e purtroppo due vittime. «Non ce ne andremo da qui fino a quando non l'abbiamo trovato - racconta Andrea Zampedri, il titolare della ditta - anche se sono 6 giorni che io e i miei operai non dormiamo. Siamo qui con tre escavatori, un lavoro delicato, difficile, ma devo ringraziare tutta la Protezione civile trentina per il grande aiuto che ci sta dando. Anche il Nucleo elicotteri ci ha aiutato andando a prendere a Pescara un pezzo di ricambio per un escavatore che si era rotto: eravamo disperati per questo, ci hanno pensato loro facendoci risparmiare una giornata». Delicato e non privo di pericoli, per le continue scosse che si avvertono ancora in Abruzzo è anche il lavoro dei vigili del fuoco che stanno aiutando quanti hanno perso la propria casa a recuperare dalle macerie i propri effetti personali. «Nella sola giornata di ieri - spiega Gianfranco Cesarini Sforza, responsabile del Servizio Prevenzione Rischi che, assieme al comandante dei Vigili del Fuoco di Trento Silvio Zanetti, coordina in queste ore a Paganica l'intervento dei trentini - abbiamo effettuato 250 interventi di questo tipo. Ogni intervento viene effettuato con una squadra di tre persone, due vigili del fuoco e un forestale, che accompagnano la persona sulle macerie della propria casa. Al minimo avvertimento di scossa sismica, l'ultima l'abbiamo sentita questa mattina alle 6.30, si abbandona il luogo e ci si mette in sicurezza e si attende poi un'ora prima di riprendere il lavoro di recupero. Qui è ancora tutto molto pericoloso, ed è praticamente impossibile procedere ora nei controlli sulla stabilità degli edifici lesionati». Gli escavatori che fanno parte del contingente di mezzi portati in Abruzzo dalla Protezione civile trentina lavorano a pieno ritmo, sia per preparare le aree sulle quali sono stati allestiti i campi profughi (450 gli sfollati che questa notte hanno potuto dormire nelle tende riscaldate), sia per altri interventi d'emergenza come quello effettuato oggi per ripristinare una pista di collegamento con una stalla a monte di Paganica. La stalla, salvatasi in un primo momento dal terremoto, è stata poi quasi interamente spazzata via dall'acqua fuoriuscita dall'acquedotto che scende dal Gran Sasso e che la scossa aveva tranciato: circa 200 le pecore che hanno così potuto essere salvate. Senza sosta è pure l'attività dei volontari dei Nuvola, che hanno completato l'allestimento del loro terzo campo nel paese di Sassa. Nel campo Trento 2 a Paganica è attiva da stamattina anche la seconda cucina mobile: oltre 600 i pasti distribuiti oggi. «Stiamo dando il massimo», spiega il presidente dei Nuvola, Giuliano Mattei, che domani sarà nuovamente in Abruzzo accanto ai suoi uomini. 11/04/2009

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Domani i volontari della Protezione civile di Pofi partono alla volta dell'Abruzzo (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Domani i volontari della Protezione civile di Pofi partono alla volta dell'Abruzzo Nunzio Pantano POFI La Protezione civile di Pofi domani parte per dare alla volta dell'Abruzzo. Ottenuta l'autorizzazione, grazie alla fattiva collaborazione dell'assessore comunale Paolo Berardi, Roberto Rossi (presidente dell'associazione), Roberto Pacioni, Gianni De Filippis, Roberto Finacchioli, Danilo Persichilli e Alberigo Rizzi, si sono dichiarati pronti per mettersi a disposizione dei vertici della Protezione civile nazionale. Partiranno, domani alle ore 9 con l'auto attrezzata per eventuali interventi. Con loro anche due camion, messi a disposizione dall'Associazione ecologica di Ceprano carichi di prodotti igienici offerto dalla generosa popolazione pofana. Il gruppo della Protezione civile di Pofi, rimarrà sul posto per ben quattro giorni, pronto ad ogni intervento che sarà loro affidato.

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e per pasquetta al refugio arrivano i gatti mézzi (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 14 - Livorno E per Pasquetta al Refugio arrivano i Gatti Mézzi Vernacolo pisano con Tommaso Novi (pianoforte e voce) e Francesco Bottai (chitarra e voce) LIVORNO. «L'immagine evocativa di due gatti infradiciati scorrazzanti in un vicolo notturno alla ricerca di una lisca o di una compagna in calore è l'idea che ci ha affascinato. Una Pisa borghese, globalizzata e tecnologica che sta dimenticandosi dei propri vicoli bui e puzzolenti, dei suoni e dei rumori nascosti che qui è possibile udire e dei suoi abitanti secchi e spelacchiati che in questi luoghi fanno di un gran trambusto la loro esistenza fra un miagolio d'amore e un altro di disperazione». Questi sono i Gatti Mézzi, l'ormai celebre duo pisano che con chitarra e pianoforte cantano il vernacolo pisano. Un vernacolo che si sta atrofizzando in una parlata che fonde sempre più spesso diversi modi linguistici extraprovinciali. Ascoltando un giovane ventenne pisano siamo in grado di riconoscere sfumature livornesi, lucchesi, viareggine e fiorentine, quando invece in queste province si è conservata una forte identità linguistica, una propria cadenza musicale del verbo, una terminologia tipica. Il duo pisano si forma nell'estate 2005 da un'interessante combinazione: Tommaso Novi, pianoforte e voce, e Francesco Bottai, chitarra e voce, entrambi pisani. Nascono alcune rime, poi diventano sonetti, racconti e canzoni. Si parla di Pisa e delle sue genti e di tutto quello che le generazioni precedenti hanno lasciato in eredità. Nel 2007 i Gatti Mézzi vincono il Premio Piero Ciampi. Gli album realizzati fino ad ora sono: "Anco alle puce ni viene la tosse" (2006) e "Amori e fortori" 2007 e l'ultimo: "Struscioni" del 2009, prodotto da Sam di Mirco Mencacci. Info. Lunedì 13 aprile. Teatrofficina Refugio, Scali del Refugio, 8 alle ore 22 - Posto Unico 5 euro.

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Gli uomini-termite che smontano le navi (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Inchiesta FUORI SERVIZIO MORIRE DI LAVORO Gli uomini-termite che smontano le navi FABIO POZZO E MARCO SODANO La previsione del Wto: 1500 portacontainer rischiano lo stallo Tra tumori e incidenti Solo l'1% degli operai sopravvive oltre i 45 anni Due dollari al giorno per smantellare le petroliere. A mani nude Il boom Tenere un cargo fermo costa Meglio demolirlo: il business sta crescendo grazie a paghe da fame e zero controlli La crisi Qui è la benvenuta: da gennaio si sono arenate 130 imbarcazioni Tante quante nei due anni precedenti TORINO Gli attrezzi: un casco e un paio di occhiali di protezione (ma solo ai più fortunati), la fiamma ossidrica e le mani, soprattutto le mani. La paga: dieci centesimi (di euro) l'ora. L'orario: sedici ore al giorno. Missione: demolire navi. Portacontainer, petroliere, pescherecci. Si sbarca così il lunario ad Alang, sulle coste indiane del Gujarat, ma anche nel Bangladesh, in Cina e in Pakistan. Squadre da un centinaio di persone - i bambini sono numerosissimi - in quattro mesi sono in grado di demolire una petroliera da 20 mila tonnellate. Ad Alang gli uomini-termite sono circa 20 mila e riescono a malapena a mettere in tavola la cena - guadagnano meno di due euro al giorno - ma le società di shipbreaking («distruggi-navi») rivendendo i materiali realizzano profitti che si calcolano in decine di milioni. Il business cresce. Visnu Kumar Gupta, segretario della Alang Ship Breaker Association (l'associazione dei demolitori), ha spiegato alla Reuters che nei primi tre mesi di quest'anno sono arrivate 130 navi, come nei due anni precedenti. Tenere una nave ferma costa, mentre il ferrivecchi paga la petroliera di cui sopra 14 milioni di dollari e alla fine ne guadagna quasi tre. Le mappe di Google (foto in alto) sono eloquenti. Non si sa quando il satellite abbia scattato quell'immagine, certo quel giorno di fronte ad Alang c'era una portaerei. Nel 2006 la Francia voleva farne demolire una (la Clémenceau) proprio ad Alang, ma l'India si oppose: troppo amianto. Ora sappiamo che c'era un precedente. L'allarme disarmo I cimiteri delle navi, insomma, prosperano. Il mondo dello shipping è alle prese con una crisi senza precedenti. Il Wto prevede che nel 2009 gli scambi commerciali crolleranno del 9%, la contrazione maggiore dalla Grande Depressione: da un pezzo è scattato l'allarme disarmo. Soprattutto sulle rotte dei container, il box simbolo della globalizzazione, che sta affrontando una frenata epocale (le linee tra Cina ed Europa segnano un deficit del 20%). Già oggi, stimano i broker londinesi, l'11% della flotta mondiale (1,4 milioni di contenitori) è inutilizzato. Se non vi sarà un'inversione di tendenza 1500 navi potrebbero trovarsi da un giorno all'altro fuori servizio. Nelle acque tra la Cina del Sud e Singapore sono almeno 500 le portacontainer che aspettano la chiamata per un carico (quando un anno fa si faceva la fila per noleggiarle). Anche le super-petroliere non se la passano bene: il crollo del prezzo del petrolio ha dato una mazzata agli armatori. Finora hanno retto utilizzando le navi come immense taniche galleggianti, piene di greggio, tenute in stallo nell'attesa che le quotazioni dell'oro nero risalgano (speculazione pura). Ma fino a quando? Piombo, arsenico ed amianto Fino a quando qualcuno non decide che spiaggiarle sulla costa indiana conviene. Allora gli uomini-termite di Alang si mettono al lavoro. E se la paga è da ridere, l'ambiente di lavoro fa piangere. Smantellando una petroliera da 20 mila tonnellate si producono un centinaio di tonnellate di metalli tra piombo, arsenico, zinco e cromo. Circa dieci di tonnellate d'amianto, diecimila litri di oli lubrificanti e mille metri cubi di idrocarburi assortiti. Finisce tutto in mare: il Bangladesh non ha una legislazione in materia. L'India sì, ma è in difficoltà con i controlli: quando la nave arriva è tardi per intervenire. Così non c'è da stupirsi se tumori, malattie respiratorie e della pelle decimano gli uomini termite. Quelli che vivono abbastanza a lungo da morire di cancro: perché tagliando una lamiera con la fiamma ossidrica si può sfiorare una sentina piena di gasolio o una bombola di gas. E allora cadaveri e mutilati si contano a decine. Solo l'1% di questi operai arriva ai 45 anni. Statistiche affidabili sul numero dei morti non ce ne sono. Medici legali, ambulatori, anagrafi? Tutti troppo lontani dal termitaio di Alang. Dove la gente va al macello col sorriso sulle labbra, perché due dollari al giorno sono una ricchezza. Le navi non vanno in pensione Il lavoro non gli mancherà. Un paio d'anni fa il boom del trasporto marittimo aveva incoraggiato i «re del container» ad ordinare nuovi colossi. E così anche quelli del petrolio, più di recente, quando i prezzi del greggio sono schizzati alle stelle. Ordini per «ultra-cargo» e «ultra-tanker», mostri da 400 metri che possono trasportare fino a 10-11 mila box metallici e fiumi di oro nero; che quasi non entrano nei porti e che avevano fatto sognare nuove denominazioni, come «Malacca max», giga-navi che passano a malapena nell'omonimo Stretto (Suez e Panama sarebbero stati un ricordo). Ma la crisi ha scombinato le carte. Anzi, le ha bruciate. Gli armatori che non avevano definito gli ordini, li hanno strappati. Quelli che li avevano già firmati, li rinegoziano con i cantieri, che devono far buon viso perché rischiano di restare con gli scali vuoti e dunque non possono tirare la corda più di tanto. E per i progetti in fase già avanzata? Si cerca di trasformare in corsa le navi, da porta-container a petroliere, da petroliere a unità da crociera. Cercando di seguire l'onda della ripresa. Fin quando si può: per il naviglio più vecchio, non restano che Alang o il Golfo del Bengala. Le navi non vanno in pensione. Muoiono. Come gli uomini-termite.

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La finanza global cambia ma l'Europa segna il passo (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La finanza global cambia ma l'Europa segna il passo --> Sabato 11 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 15 e-mail print La sede della Bce Gli osservatori senza, a mio parere, visione prospettica sono dell'opinione che la riunione del G20 sia servita solo ad esprimere un desiderio di coordinamento delle politiche economiche delle grandi aree: Stati Uniti, Unione europea, Cina, India, Russia, Brasile e zone emergenti dell'America Latina. Il tutto per superare la crisi in atto dell'economia reale. Sfugge all'attenzione che questa crisi determinerà il cambiamento politico e strategico della finanza globale. Difficilmente il mondo rinuncerà alla globalizzazione economica, ossia a una crescita dell'interscambio di beni e di servizi superiore alla stessa crescita del Pil planetario. Nell'aspetto in esame, l'economia globale ha significato una crescita del benessere dell'umanità su una scala dimensionale tale da fare prendere contezza a tutti che non si può più ragionare in termini di G7 o di G8, ma bisogna riconoscere di essere ormai almeno in 20. Solo tre lustri fa sarebbe stato difficile immaginare la partecipazione del Brasile, per esempio, al gruppo dei Paesi economicamente più rilevanti. Appare anzi in parte anacronistica la partecipazione dei singoli Stati europei e non dell'Unione europea come area economico-politica in sé. Non tenere in considerazione tale possibile anomalia può voler dire che l'Europa volge a emarginarsi a motivo che non sa unificarsi. La generale richiesta di rifuggire dal protezionismo per superare la crisi economica non è l'espressione di una larga prevalenza e diffusione di idee liberali e/o liberiste, ma la contezza che senza l'economia globale il mondo farebbe lunghi passi a ritroso. Se non che, anche se non evidente dai comunicati ufficiali, è emersa la cognizione che l'integrazione dei mercati monetari e finanziari, con il dollaro come moneta dominante e le grandi istituzioni finanziarie americane come motori, non ha espresso una buona finanza globale, e che qualche condizione, talune forme e modi di organizzazione dei mercati del credito vadano cambiati. Ne ha parlato per primo il governatore della Banca centrale cinese, mettendo in moto un «asse» sino-americano tale da non pregiudicare gli interessi immediati della Cina e degli Stati Uniti, ma da avviare una riforma del sistema monetario e bancario mondiali, nel quale contesto i prodotti derivati non siano più il riferimento di stabilizzazione del sistema stesso. E la perdita d'immagine che ha colpito le maggiori banche mondiali, sia americane sia europee, non è certo l'ultima circostanza che pesa nelle prospettive monetarie e finanziarie della prossima economia globale. Si noti che per governare il cambiamento, la politica estera degli Stati Uniti deve pure mutare: il costo della presenza militare in Afghanistan e in Iraq deve diminuire nell'ambito del bilancio federale statunitense. Se per tale obiettivo l'aiuto dell'Europa fosse meno rilevante di quello cinese, pure sollecitato, bisognerebbe mettere in conto che il Vecchio continente ha optato per il proprio declino politico. Non di meno il presidente degli Stati Uniti ha lanciato molti messaggi, fra i quali quello di non trascurare l'importanza strategica, militare e politica della Turchia. Si ha l'impressione, insomma, che l'Europa non abbia ancora preso atto che il mondo socio-politico è profondamente mutato dopo la prima guerra mondiale, conclusasi ormai da oltre 90 anni. Avere poi iniziato un secondo conflitto mondiale ha significato la progressiva uscita dal governo dell'evoluzione socio-politica internazionale. Non comprendere i nuovi cambiamenti connessi con la crisi economica in atto, mi sembra un grave deficit di prospettiva culturale in ottica internazionale. Si afferma: la crisi verrà superata e il mondo non sarà più quello. Una previsione del tutto attendibile, solo che nel cambiamento è meglio essere dalla parte giusta. Tancredi Bianchi 11/04/2009 nascosto-->

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S ARA ISOLANI, 33 anni, aretina, titolare di un negozio di ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Arezzo)" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRONACA AREZZO pag. 7 S ARA ISOLANI, 33 anni, aretina, titolare di un negozio di ... S ARA ISOLANI, 33 anni, aretina, titolare di un negozio di parrucchiera in via De' Cenci, ritiene che la città abbia cambiato volto. «Arezzo ha perso la sua fisionomia, questo purtroppo per la massiccia immigrazione degli ultimi anni. E' il risultato di una globalizzazione selvaggia che non ha risparmiato neanche la nostra città. Per questo motivo abbiamo perso un po' delle nostre radici. Per il resto la città non è cambiata, è sempre la stessa, solita vita di tutti i giorni, anche se per quanto riguarda la sicurezza abbiamo perso tranquillità. Basta vedere piazza Guido Monaco e piazza Sant'Agostino, soprattutto la sera. Nel mio negozio tengo la porta chiusa e chi vuole entrare deve suonare il campanello, questo proprio per motivi di sicurezza.Quando ho finito di lavorare verso le 20, ho sempre paura e mi devo fare accompagnare». « Anche sul fronte culturale non è cambiato nulla, solo qualche evento sporadico e poi non abbiamo più neanche il teatro. Mi sembra di capire che la riapertura del Petrarca sia ancora lontana, Siamo credo l'unica città Italia che non ha più il teatro e questo la dice lunga. Per il resto c'è quasi nulla, qualche manifestazione durante il periodo estivo, ma poca roba. Anche per i giovani i divertimenti sono veramente pochi. Sul turismo la città veramente tra gli ultimi posti e pensare che abbiamo tante opere d'arte da mettere in mostra. Meno male che abbiamo la Fiera Antiquaria che porta visitatori, altrimenti siamo sempre alle solite, con un turismo mordi e fuggi. Mi auguro che con la mostra dedicata ai Della Robbia, arrivi qualche visitatore in più, come accadde per la rassegna dedicata a Piero della Francesca due anni fa. Il turismo andrebbe incentivato maggiormente, si dovrebbe investire di più in questo importante comparto». Massimo Benigni

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nostro servizio Si deve parlare di contraddizioni, ma nondimeno il pres... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 11 Aprile 2009 Chiudi nostro servizio «Si deve parlare di contraddizioni, ma nondimeno il presidente Obama ha ottenuto con la sua prima visita all'estero risultati politici indiscutibili. Non somiglia affatto al suo predecessore». Nell'ennesima "riflessione" (on line in Cubadebate.cu) Fidel Castro torna a dimostrare il suo interesse per il «presidente nero» americano e la sua rivoluzione copernicana (rispetto a Bush) nella politica estera degli States. Fuori dalla gestione del potere ormai dal luglio 2006 a causa di una grave malattia, il vecchio (82 anni) lider maximo dimostra di essere ancora lucido e pronto a nuove sfide. La più grande - per la sua storia e quella di Cuba- consiste appunto nell'apertura di un dialogo con il presidente del potente vicino del Nord. La disponibilità a iniziare trattative non poteva essere più eclatante: «Credo nelle sincere intenzioni di Obama. Come possiamo aiutarlo?» aveva chiesto Fidel alla deputata democratica americana (e leader del Black Caucus) Barbara Lee martedì scorso, alla fine di un incontro con alcuni dei sette congressiti statunitensi che hanno visitato Cuba per cinque giorni. I membri della delegazione hanno messo in chiaro di essersi recati nell'isola caraibica «a titolo personale» e «di non essere latori di alcuna proposta da parte di Obama». Ma una tale iniziativa va vista nel quadro di un cambiamento della politica dell'amministrazione Obama anche nei confronti di Cuba, dopo le aperture alla Cina e alla Siria e più in generale al mondo dell'Islam. La prossima settimana il presidente Usa potrebbe annunciare la fine delle restrizioni poste dal suo predecessore ai viaggi e all'invio di denaro a Cuba per gli americani di origine cubana. Venerdì inizierà a Trinidad e Tobago il vertice delle Americhe (unica assente Cuba). I più importanti leader sudamericani, soprattutto il presidente brasiliano Lula, nelle ultime settimane hanno moltiplicato iniziative diplomatiche per chiedere che gli Usa accettino di reintegrare l'Avana nell'Organizzazione degli Stati Americani (Oea) e facciano passi concreti per mettere fine all'embargo in vigore da quasi cinquant'anni. La congressista Lee ha chiesto di incontrare Obama prima del vertice per fargli una relazione degli incontri avuti a Cuba (col presidente Raul Castro oltre che con Fidel) per ribadire che è ora di cambiare la «fallimentare» politica degli Usa nei confronti dell'Avana. Lee è in buona compagnia: più di cento legislatori (di entrambe le Camere del Congresso) sono favorevoli a eliminare le restrizioni (viaggi e rimesse a Cuba) non solo per i cubanoamericani ma per tutti i cittadini statunitensi. Decine di migliaia di turisti americani sarebbero «ambasciatori della democrazia». E per il governo cubano rappresenterebbero una sfida ben maggiore dell'embargo che «è fallito nei suoi scopi: invece di indebolire il regime dei Castro lo ha rafforzato». Il vicepresidente Biden ha dichiarato nei giorni scorsi che l'eliminazione dell'embargo non è nell'ordine del giorno dell'Amministrazione. Del resto, alcuni analisti sostengono che anche il vertice cubano non vedrebbe di buon occhio una liberalizzazione in tempi brevi dei viaggi nell'isola. Una tale misura, scriveva El Pais, potrebbe «avere effetti destabilizzanti». R.L.

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ZVEZDNY GORODOK (Mosca) Andiamo! Quell'incitamento pronunciato a pochi minuti da... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 11 Aprile 2009 Chiudi di LUCIA SGUEGLIA ZVEZDNY GORODOK (Mosca) - Andiamo! Quell'incitamento pronunciato a pochi minuti dal primo volo umano nello spazio da Juri Gagarin, sta impresso nel marmo della hall of fame della Città delle Stelle. Un vecchio guardiano ricorda sorridendo anche quella battuta, poco gradita al Partito: «Non sono stato il primo uomo nello spazio, ma l'ultimo cane». Ma oggi nel leggendario centro di addestramento dei cosmonauti sovietici, 32 km a nordest di Mosca, non c'è tempo per la nostalgia. Dopo la crisi nei '90, il baricentro della conquista dello spazio sta per spostarsi di nuovo qui. Negli hangar in mattoni che un tempo furono fortezza chiusa, invisibile sulle mappe. Era guerra fredda, la gara ad arrivar prima degli Usa nella corsa al cielo. Oggi è la Nasa a dover chiedere un passaggio sulla Sojuz russa, per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale (Iss, Mks in russo). Dopo i default recenti degli Shuttle, l'agenzia Usa chiuderà il programma di voli spaziali dal 2010 al 2015, finché non sarà pronta la nuova generazione di navicelle, Constellation. Nei prossimi 5 anni, gli astronauti americani potranno arrivare sulla Iss solo da Star City. Pagando il biglietto: 141 milioni di dollari, con il contratto firmato a dicembre tra Nasa e Roskosmos, l'agenzia spaziale russa. Un idea di George Bush per risparmiare, che Obama pare assecondare in tempi di crisi. La Russia diverrà monopolista dei viaggi spaziali. Cina permettendo. I preparativi sono già iniziati. Nella piscina profonda 19 metri sommozzatori si affaccendano intorno al facsimile del "segmento" russo della Iss: «Con ogni immersione possono perdere fino a 4 chili», spiega Marina, la guida. In un'altra sala, 3 del team sostitutivo - russo, olandese e canadese - accucciati nella simil-Sojuz provano i sistemi di telecomunicazione, sotto la guida dell'istruttore Dmitri Bondarenko: «Con gli americani collaboriamo dall'inizio degli anni 90, ormai abbiamo ottimi rapporti, le famiglie si frequentano». Tra loro parlano russo: non puoi lavorare qui senza saperlo. Attualmente a Zvezdny Gorodok vivono 15 stranieri e 43 russi in attesa di essere lanciati in orbita. Hanno scuole, asili, banche, uffici postali, cinema, ferrovia. Un idillio la convivenza? Non proprio a sentire Gennadj Padalka, veterano dello spazio e prossimo comandante della Iss. Qualche giorno fa prima di partire ha denunciato: «Lassù l'atmosfera è peggiorata dal 2003, da quando i viaggi si pagano», raccontando di dinieghi e scaramucce per lo scambio di cibo e l'utilizzo di facilities appartenenti ai moduli di diverse nazioni, in teoria comuni. E ha aggiunto: «Il segmento russo è indietro di anni per tecnologia sugli altri». «Nel cosmo la politica non esiste», smentisce Juri Lonchakov. «Quello che decidono a terra per noi non conta. Lì siamo tutti una famiglia, usiamo il buon senso. Se da noi la toilette è occupata posso farla dal mio amico Juri», conferma in russo con accento yankee Michael Fink. I due sono appena tornati da 6 mesi sulla Iss. Per la Sojuz era il 19esimo volo in 40 anni di vita. Con loro c'era il milionario Charles Simony, turista dello spazio: 10 giorni per 30 milioni di dollari. La crisi economica? «Per ora non si avverte», dice un tecnico; appena avviato qui Mars 500, il più lungo esperimento di simulazione di viaggio spaziale nella storia. «Ma nel 2009 il budget sarà tagliato del 30%».

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Lambrusco rose e pallone Il gitano Bora con l'idea-Iraq (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lambrusco rose e pallone Il gitano Bora con l'idea-Iraq Il giramondo serbo Milutinovic ha scelto Baghdad L'ultima avventura del tecnico dei cinque mondiali Dall'incontro con Bill Clinton alla parentesi a Udine MALCOM PAGANI È ancora in piedi lo stadio a Kabul?». C'è, c'è. Anche se il campo è a Baghdad e gli afgani li incontrerà in un'altra vita. Non c'è paradiso senza inferno, trapezio senza vuoto, brivido senza paura. Bora ha annusato il vento, preso fischietto, tuta e occhiali da diva sul viale del tramonto e si è spostato verso il sole. Il profilo a metà tra Kennedy e Redford in libera uscita. Osservando cose strane. Messico, Costa Rica, Stati Uniti, Nigeria, Cina Honduras e Giamaica, 5 mondiali, qualche club. Non potendo allenare in Antartide, ha scelto l'Iraq. Pochi giorni fa, in maniche corte tra il rossobianconero della bandiera nazionale e un paio di portavoce avvolti da eleganti sahariane, sembrava a suo agio. «Se mi ritiro muoio», ma uno così non può andarsene. Mai. Mogli, figli e passato disseminati senza ordine. Contratti firmati sul ciglio del crinale, invenzioni, filosofia, pensiero. Bora Milutinovic, serbo. Genitori trucidati da nazisti, pane e castagne procurate da una vecchia zia, moglie miliardaria che si abbronza ai tepori di Acapulco e disegna arredamento d'interni per tasche senza fondo. «Avere un padre povero è destino, ma imparentarsi con un suocero nullatente è da stupidi». Curacao, letteratura e milonghe. Migliaia di chilometri, macchine smarmittate, aerei russi di incerta generazione, scomodità e avventura, gambe che si sfiorano, tentazioni che si parlano. Iniziò in Messico, da calciatore, calzini abbassati, sguardo di chi passa lì per caso, pavoni al guinzaglio e notti bianche messe in fila. Tra le nuvole riatterrò nel 1986. La nazionale gli affidò la guida di un verde sogno e se rovesciate e giravolte di Hugo Sanchez erano dei migliori, ai piedi del capo, suonava un'armonia sovversiva. Bora sfiorò la semifinale e divenne fraterno sodale di albechiare da rimirare con Ignacio Paco Taibo II. «Mai visto uno più aperto di lui, disposto a fare spettacolo con qualsiasi materiale». In effetti, pareva un circo. Hermosillo, il terzino, aveva l'Africa in giardino. Un leone per autopunirsi di una storia d'amore naufragata. Cruz, invece chiedeva un momento a Dio. Ci parlava, pretendeva di sedergli a fianco pranzo e cena. Apparecchiava, parlava da solo, leggeva la Bibbia, mangiava per due. Arringava i compagni: «A Bere e fumare si fa peccato, pregate, finchè siete in tempo». Aguirre, mezzapunta senza furore e velleità di conquista, non si riprese più: «Una "locura", un insieme di pazzi e di talenti, però Milutinovic mi insegnò a rispettare i ladri e i poveri». Bora emigrò oltre la frontiera. Quattro anni più tardi. Il Costarica di Medford. Italia '90. L'orrendo "Ciao", il simbolo della manifestazione, Zenga che smarrisce il tempo. E poi una squadra di zanzare capace di gettarsi al di là dell'ostacolo. Sei punti, il passaggio del turno, i riflettori. Per quel prodigio prese 30.000 euro. Una prestazione occasionale. «Ho fatto piazza pulita escludendo gli intoccabili. Me lo sono permesso perché sentimenti e affetto non contavano». Salutò dopo essere stato in ritiro a Manziana ed avere invitato i suoi a un ballo sfacciato. A Napoli, ottavi di finale, prevalsero i cechi. Lo sciamano emigrò ancora. Usa '94. Dalla panca scorse Escobar firmare il suo destino con l'autogol che gli costò la morte, ammirò Maradona: «Si marca con una gabbia, mai a uomo. Bisogna rispettarlo». Invitò Lalas ad accorciare le chiome: «Tagliati i capelli» e poi incurante di scaramanzie, ricorsi storici e pudore, si spinse a proporre a Clinton di andare a trovarli a Dallas, con l'altro pietrificato a svicolare, fissare il rendez-vous alla Casa Bianca e vagheggiare magnifiche sorti progressive: «Siamo orgogliosi di voi, avete catturato l'immaginazione di milioni di persone. Mi aspetto di vedere la gente con un pallone mentre va al lavoro». Non accadde e le strade si intersecarono ancora, più tardi, all'epoca della guerra mossa da Bill alla Serbia. Prima di New York-Dc United, si vestì di tutto punto, camicia bianca e cravatta nera: «Mi serve solo per far capire che sono in lutto». Rabbia estetica. In Africa fu inutile. Con le treccine verdi gli scatti d'ira di West, i ventricoli traballanti di Kanu e l'aristocratico distacco del Principe portiere, Rufai, ci voleva altro. Così Bora fissò l'allenamento libero, mise due casse a bordo campo per la musica tribale e girò con la fedele telecamera un film in ogni casa. Bussava, gli aprivano e lui a sua volta, spalancava le vite degli altri. Un documentario su ogni giocatore, da mostrare al momento giusto, quando la nostalgia diventava un dolore e c'era bisogno di identificarsi in qualcuno. Riprese il parto della moglie di Babangida, arrivando in anticipo sul legittimo padre. «Una volta incontrai Trapattoni: "Che te ne fai di quella cosa?". E io: «È la mia seconda testa». Con la quale giocare sporco, se necessario. Alla vigilia di Nigeria-Spagna, ai mondiali '98, riunì tutti nella sala tv. Poi premette play. Quelli aspettavano schemi e videro nonne che mandavano baci. Le radici. Vinsero per 3-2. Solo il nipote capisce lo zio. Lagos, però, lo inquietava: «Lì tutto può cambiare in un attimo. Giocano a piedi nudi, tra discariche, fogne e immondizie, con una violenza sempre pronta a scatenarsi. In Italia, in una sera capisci dove sei, in Nigeria non basta un anno. Giravo con due militari a fianco. Non mi fidavo, per dormire mi trasferivo in un altro paese. E quando dopo una sconfitta mi dissero: "Dobbiamo parlarti", preferii declinare. Si esaltano facilmente». Diversi dai friuliani. A Udine, stanziò per 9 settimane. Litigi con Graziani e Chierico, con la corporazione degli allenatori nostrani terrorizzata dalla contaminazione (grottesco processo a Coverciano), rifiuto di andare in panchina, comunicazioni via transitor col vice Lombardo, e accordo stracciato alla vigilia di Natale 1987. Una parentesi diversa dalla Cina, la penultima impresa. Lui li qualificò dopo 44 anni e una teoria di fallimenti ai mondiali 2002. Loro ricambiarono, permettendogli di guadagnare con sponsorizzazioni di ogni genere. Spazzolini, televisori e birre. Come Hiddink (cui pure somiglia) in Sud Corea, Milutinovic recitò da allucinazione collettiva. Lo vestirono da guardia della rivoluzione, provarono a incanalarne la dialettica e poi lo allontanarono. L'illusione era diventata polvere. Quella volta non trionfò, ma ogni timbro sul passaporto, per Bora, non è che il trampolino per la sua curiosità. Di viaggiare, sudare, mischiarsi, vivere, respirare. Davvero. Il ritratto

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È ancora in piedi lo stadio a Kabul? . C'è, c'è. Anche se il campo ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

È ancora in piedi lo stadio a Kabul?». C'è, c'è. Anche se il campo è a Baghdad e gli afgani li incontrerà in un'altra vita. Non c'è paradiso senza inferno, trapezio senza vuoto, brivido senza paura. Bora ha annusato il vento, preso fischietto, tuta e occhiali da diva sul viale del tramonto e si è spostato verso il sole. Il profilo a metà tra Kennedy e Redford in libera uscita. Osservando cose strane. Messico, Costa Rica, Stati Uniti, Nigeria, Cina Honduras e Giamaica, 5 mondiali, qualche club. Non potendo allenare in Antartide, ha scelto l'Iraq. Pochi giorni fa, in maniche corte tra il rossobianconero della bandiera nazionale e un paio di portavoce avvolti da eleganti sahariane, sembrava a suo agio. «Se mi ritiro muoio», ma uno così non può andarsene. Mai. Mogli, figli e passato disseminati senza ordine. Contratti firmati sul ciglio del crinale, invenzioni, filosofia, pensiero. Bora Milutinovic, serbo. Genitori trucidati da nazisti, pane e castagne procurate da una vecchia zia, moglie miliardaria che si abbronza ai tepori di Acapulco e disegna arredamento d'interni per tasche senza fondo. «Avere un padre povero è destino, ma imparentarsi con un suocero nullatente è da stupidi». Curacao, letteratura e milonghe. Migliaia di chilometri, macchine smarmittate, aerei russi di incerta generazione, scomodità e avventura, gambe che si sfiorano, tentazioni che si parlano. Iniziò in Messico, da calciatore, calzini abbassati, sguardo di chi passa lì per caso, pavoni al guinzaglio e notti bianche messe in fila. Tra le nuvole riatterrò nel 1986. La nazionale gli affidò la guida di un verde sogno e se rovesciate e giravolte di Hugo Sanchez erano dei migliori, ai piedi del capo, suonava un'armonia sovversiva. Bora sfiorò la semifinale e divenne fraterno sodale di albechiare da rimirare con Ignacio Paco Taibo II. «Mai visto uno più aperto di lui, disposto a fare spettacolo con qualsiasi materiale». In effetti, pareva un circo. Hermosillo, il terzino, aveva l'Africa in giardino. Un leone per autopunirsi di una storia d'amore naufragata. Cruz, invece chiedeva un momento a Dio. Ci parlava, pretendeva di sedergli a fianco pranzo e cena. Apparecchiava, parlava da solo, leggeva la Bibbia, mangiava per due. Arringava i compagni: «A Bere e fumare si fa peccato, pregate, finchè siete in tempo». Aguirre, mezzapunta senza furore e velleità di conquista, non si riprese più: «Una "locura", un insieme di pazzi e di talenti, però Milutinovic mi insegnò a rispettare i ladri e i poveri». Bora emigrò oltre la frontiera. Quattro anni più tardi. Il Costarica di Medford. Italia '90. L'orrendo "Ciao", il simbolo della manifestazione, Zenga che smarrisce il tempo. E poi una squadra di zanzare capace di gettarsi al di là dell'ostacolo. Sei punti, il passaggio del turno, i riflettori. Per quel prodigio prese 30.000 euro. Una prestazione occasionale. «Ho fatto piazza pulita escludendo gli intoccabili. Me lo sono permesso perché sentimenti e affetto non contavano». Salutò dopo essere stato in ritiro a Manziana ed avere invitato i suoi a un ballo sfacciato. A Napoli, ottavi di finale, prevalsero i cechi. Lo sciamano emigrò ancora. Usa '94. Dalla panca scorse Escobar firmare il suo destino con l'autogol che gli costò la morte, ammirò Maradona: «Si marca con una gabbia, mai a uomo. Bisogna rispettarlo». Invitò Lalas ad accorciare le chiome: «Tagliati i capelli» e poi incurante di scaramanzie, ricorsi storici e pudore, si spinse a proporre a Clinton di andare a trovarli a Dallas, con l'altro pietrificato a svicolare, fissare il rendez-vous alla Casa Bianca e vagheggiare magnifiche sorti progressive: «Siamo orgogliosi di voi, avete catturato l'immaginazione di milioni di persone. Mi aspetto di vedere la gente con un pallone mentre va al lavoro». Non accadde e le strade si intersecarono ancora, più tardi, all'epoca della guerra mossa da Bill alla Serbia. Prima di New York-Dc United, si vestì di tutto punto, camicia bianca e cravatta nera: «Mi serve solo per far capire che sono in lutto». Rabbia estetica. In Africa fu inutile. Con le treccine verdi gli scatti d'ira di West, i ventricoli traballanti di Kanu e l'aristocratico distacco del Principe portiere, Rufai, ci voleva altro. Così Bora fissò l'allenamento libero, mise due casse a bordo campo per la musica tribale e girò con la fedele telecamera un film in ogni casa. Bussava, gli aprivano e lui a sua volta, spalancava le vite degli altri. Un documentario su ogni giocatore, da mostrare al momento giusto, quando la nostalgia diventava un dolore e c'era bisogno di identificarsi in qualcuno. Riprese il parto della moglie di Babangida, arrivando in anticipo sul legittimo padre. «Una volta incontrai Trapattoni: "Che te ne fai di quella cosa?". E io: «È la mia seconda testa». Con la quale giocare sporco, se necessario. Alla vigilia di Nigeria-Spagna, ai mondiali '98, riunì tutti nella sala tv. Poi premette play. Quelli aspettavano schemi e videro nonne che mandavano baci. Le radici. Vinsero per 3-2. Solo il nipote capisce lo zio. Lagos, però, lo inquietava: «Lì tutto può cambiare in un attimo. Giocano a piedi nudi, tra discariche, fogne e immondizie, con una violenza sempre pronta a scatenarsi. In Italia, in una sera capisci dove sei, in Nigeria non basta un anno. Giravo con due militari a fianco. Non mi fidavo, per dormire mi trasferivo in un altro paese. E quando dopo una sconfitta mi dissero: "Dobbiamo parlarti", preferii declinare. Si esaltano facilmente». Diversi dai friuliani. A Udine, stanziò per 9 settimane. Litigi con Graziani e Chierico, con la corporazione degli allenatori nostrani terrorizzata dalla contaminazione (grottesco processo a Coverciano), rifiuto di andare in panchina, comunicazioni via transitor col vice Lombardo, e accordo stracciato alla vigilia di Natale 1987. Una parentesi diversa dalla Cina, la penultima impresa. Lui li qualificò dopo 44 anni e una teoria di fallimenti ai mondiali 2002. Loro ricambiarono, permettendogli di guadagnare con sponsorizzazioni di ogni genere. Spazzolini, televisori e birre. Come Hiddink (cui pure somiglia) in Sud Corea, Milutinovic recitò da allucinazione collettiva. Lo vestirono da guardia della rivoluzione, provarono a incanalarne la dialettica e poi lo allontanarono. L'illusione era diventata polvere. Quella volta non trionfò, ma ogni timbro sul passaporto, per Bora, non è che il trampolino per la sua curiosità. Di viaggiare, sudare, mischiarsi, vivere, respirare. Davvero.

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Obama: negli Usa segnali di uscita dalla recessione (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-04-11 - pag: 1 autore: Bankitalia e Ocse: fiducia a Italia e Francia - La Cina migliora Obama: negli Usa segnali di uscita dalla recessione «Barlumi di speranza» per l'economia Usa,oltrela recessione. Lo ha detto Barack Obama: dopo un incontro con i vertici di Tesoro e Fed, il presidente ha espresso fiducia anche sulle prospettive delle banche. Segnali di recupero pure in Europa, in particolare in Italia e Francia per Bankitalia e Ocse. In Cina risale l'export. Servizi u pagine 6 e 7 Commenti u pagina 12 Settimana finanziaria u pag. 28-29 l'articolo prosegue in altra pagina

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Solidarietà, dolce sorpresa nell'uovo di cioccolata (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-04-11 - pag: 1 autore: ... BUSINESS E TRADIZIONE ... Solidarietà, dolce sorpresa nell'uovo di cioccolata di Marco Magrini D i cono che le prime uova colorate risalgano a 2.500 anni fa, quando i persiani le usavano per celebrare l'equinozio di primavera. Fu papa Gregorio I, nel sesto secolo, a incorporarle nella tradizione cristiana, diffondendole così nel mondo. Dicono che il primo europeo a sperimentare le delizie della cioccolata sia stato Hernan Cortés, quando fece visita al re azteco Montezuma. Cinquecento anni più tardi, l'Europa importa il 42% del cacao mondiale, e resta la prima produttrice e consumatrice di cioccolata del pianeta. La londinese Cadbury, regina del cacao anglosassone, realizza metà del fatturato solo a Pasqua. In Australia vende circa 240 milioni di uova, fra grandi e piccole. Fanno undici uova per abitante. Anche l'uovo pasquale è figlio di questo pianeta globalizzato,interconnesso e insostenibile. Tre giorni fa, la Mars – come già la stessa Cadbury tempo addietro – ha promesso di adottare stringenti principi etici, nei suoi approvvigionamenti di cacao. Non da domani, ma a partire dal 2020. Perché su quella pianta – chiamata dai botanici theobroma cacao, il "cibo degli dèi" – si consuma una sorta di chocolate divide: ha un sapore dolcissimo, nei palati del mondo ricco. Però è amarissimo altrove. Continua u pagina 7 2,8 Milioni di tonnellate La produzione mondiale di cacao l'articolo prosegue in altra pagina

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Tentativi di ripresa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-11 - pag: 12 autore: ... BANKITALIA E OCSE Tentativi di ripresa I l Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi aveva anticipato durante il vertice europeo di Praga la prospettiva di una schiarita futura nel quadro buio che continua ad avvolgere l'economia mondiale. Aveva aggiunto però che «una rondine non fa primavera » per far capire che nella lotta contro la recessione non è il caso di abbassare la guardia. Ieri, a sviluppare questa "partitura", è intervenuta anche l'analisi del Bollettino. Via Nazionale ricorda che a livello internazionale vanno va-lutati alcuni segnali di allentamento delle tensioni. E sottolinea anche che finora l'azione di governi e autorità monetarie è stata molto intensa: ad esempio, per effetto degli interventi di politica monetaria, il bilancio della Bce è oggi pari al 20% del Pil dell'Eurozona e quello della Federal Reserve ha raggiunto il 30% del Prodotto americano. Tuttavia, per usare il linguaggio dell'Ocse, siamo solo ai «tentativi» di miglioramento congiunturale, che si vedono qua e là in Italia, in Francia, negli Usa o in Cina. Un peggioramento che rallenta non è affatto un miglioramento, o almeno: non lo è ancora. è bene ricordarlo: per evitare inattese delusioni.

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Concorso degli extravergine a Roma, primo premio per il "Senolio" (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Provincia di Oristano Pagina 4019 Seneghe Concorso degli extravergine a Roma, primo premio per il “Senolio” Seneghe --> Ancora una volta l'olio di Seneghe torna alla ribalta aggiudicandosi il primo premio al concorso nazionale Ercole Olivario a Roma. Il “Senolio” dell'oleificio sociale di Seneghe si è aggiudicato l'oro tra gli oli extravergini di oliva fruttato medio. Un bel risultato che premia la politica della coop e la radicata passione dell'olio nella cittadina. Dopo questa affermazione la partecipazione insieme agli altri oli vincitori del concorso alla fiera Sol di Verona, dove oltre alla degustazione è stato possibile creare contatti con le delegazioni di operatori stranieri, organizzati dall'Ice, provenienti da India, Giappone, Cina, Russia e Usa. La Sardegna è stata pluripremiata al concorso Olivario (due primi e due secondi posti, su un totale di 313 oli extravergini partecipanti provenienti da 17 regioni italiane). Oltre all'Oleificio sociale di Seneghe il primo posto è andato anche all'olio Ghermanu dell'azienda agricola Giuliana Puligheddu di Oliena; i due secondi invece sono stati Su Mastru dell'oleificio Secchi di Sennori e il Delogu dell'azienda Delogu di Ittiri. JOSEPH PINTUS

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La crociata sui bonus arriva in Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-11 - pag: 25 autore: Stipendi d'oro. Pechino chiede a banchieri e assicuratori tagli del 10% del salario La crociata sui bonus arriva in Cina Stefano Carrer TOKYO L'onda lunga del risentimento popolare per i superstipendi dei manager delle istituzioni finanziarie arriva in Cina e induce il governo di Pechino ad agire d'autorità per ridurre il livello dei loro compensi. Una direttiva del ministero delle Finanze ha stabilito un taglio del 10% agli stipendi degli "executive" di banche e assicurazioni, che sale al 20% per i responsabili degli istituti che l'anno scorso hanno conseguito risultati di bilancio in declino. In un momento in cui il rallentamento economico ha fatto perdere il lavoro a circa 20 milioni di persone, "l'armonia sociale" – obiettivo conclamato del governo – appare messa a rischio dalla crescente disparità tra i compensi dei manager di istituzioni (che sono pubbliche) e il resto della popolazione. Se nelle città lo stipendio medio dei lavoratori è equivalente a circa 2.200 dollari (assai meno nelle zone rurali), i compensi medi presso i principali istituti finanziari – secondo vari e stime – ammontano a oltre 58mila dollari, mentre per le alte posizioni dirigenziali delle società quotate arrivano a circa 90mila dollari. Poco per gli standard occidentali, ma troppo in un Paese ancora formalmente guidato da un Partito Comunista, specialmente ora che lo Stato ha dovuto lanciarsi in un imponente programma di spesa pubblica per raddrizzare l'economia. Così Pechino ha deliberato che vadano fatti maggiori sforzi per «una più equa distribuzione del reddito nell'interesse della nazione e degli azionisti ». La direttiva non potrà essere ignorata, ma secondo alcuni osservatori potrà esserci qualche scappatoia per gli istituti che hanno quotato filiali a Hong Kong. è chiaro che anche in Cina non tutti seguiranno con entusiasmo l'esempio diPeterMa,ilriccopresidente del Ping An Insurance Group che ha rinunciato allo stipendio del 2008 per assumersi la responsabilità del fiasco dell'investimento nel gruppo Fortis. Ma è probabile che ora non pochi esponenti del Congresso americano, almeno su questo terreno, cominceranno a guardare con una certa invidia al "modello cinese", visto che negli Usa gli sforzi per porre un freno ai compensi dei manager rischiano di essere vanificati da agguerriti avvocati a base di codicilli legali e contrattuali. «La storia si ripete – afferma Richard Koo, capo economista del Nomura research Institute –.In Giappone già10 anni fa ci furono polemiche sugli stipendi dei banchieri, quando il governo ricapitalizzò gli istituti. I loro salari erano un decimo dei bonus americani di oggi: logico che il risentimento sia 10 volte superiore». Comunque si attendono ancora riscontri l'invito di alcuni membri del Congresso, rivolto ai manager di istituti salvati con denaro pubblico, non solo a restituire i bonus, ma ad andare alla giapponese a inchinarsi davanti alle telecamerea scusarsi con il popolo americano. Una volta tanto, molti cominciano ad «avere pensieri che non condividono»: cedere alla tentazione di inchinarsi ai modelli asiatici. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'OBIETTIVO Nel Paese asiatico la crisi ha provocato 20 milioni di nuovi disoccupati: compensi troppo elevati mettono in crisi «l'armonia sociale»

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La strategia del commodoro dell'800 (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 11/04/2009 - pag: 13 Passato e presente Diplomazia delle cannoniere nel XXI secolo La strategia del commodoro dell'800 L'America in Africa: dal capitano Decatur a «Black Hawk down» La Somalia di oggi come il Mediterraneo di due secoli fa, la «diplomazia delle cannoniere» di ottocentesca memoria e «l'interventismo liberal» del britannico Lord Palmerston presi a modello (dalla Bbc) per inquadrare le mosse di Barack Obama al largo del Corno d'Africa. Lo stesso tipo di nemico: nel maggio del 1815 dieci navi da guerra Usa attraversano le Colonne d'Ercole (prima missione oltreoceano) per fare piazza pulita dei pirati lungo le coste del Nord Africa. Guida la flotta il Commodoro (capitano di più vascelli) Stephen Decatur, 36 anni del Maryland, che tornato in patria morirà in duello e passerà alla storia come il «conquistatore dei pirati berberi». Decatur si è distinto nel 1803 penetrando nel porto di Tripoli a bordo di un barchino nemico precedentemente catturato. Il suo compito: affondare (per renderla inutilizzabile) la fregata Philadelphia caduta in mano ai ladroni. Dodici anni dopo missione più difficile: porre fine ai taglieggiamenti che gli «stati pirati» da Algeri a Tunisi praticano sul commercio marittimo. Decatur cattura la nave ammiraglia del Bey (il governante) di Algeri, costretto a capitolare (e a rilasciare gli ostaggi Usa). Il Bey proverà a ripudiare l'accordo. Inglesi e olandesi lo convinceranno bombardando Algeri. «Gunboat diplomacy», come la chiamavano i britannici: poca diplomazia e molte cannoniere. Nell' 800 le potenze occidentali inviavano la flotta per convincere gli altri Paesi nel mondo ad accettare le proprie politiche. Al Commodoro Perry nel 1853 bastò mostrare quattro navi a vapore nella baia di Edo per indurre i giapponesi ad aprire i porti al commercio. La scintilla della Seconda Guerra dell'Oppio con la Cina fu quando i guardiacoste cinesi nel 1858 catturarono la nave pirata Arrow battente bandiera britannica. Il console Parkes chiese le scuse. I cinesi rifiutarono. Il console mandò la Royal Navy a bombardare Canton. A Londra il governo si divise, ma il console trovò l'appoggio decisivo in Lord Palmerston, grande fautore della gunboat diplomacy. A ogni livello: nel 1841 da ministro degli Esteri prese le difese dell'ufficiale di Marina Joseph Denman che sulle coste africane aveva distrutto a cannonate diversi fortini (vuoti) dove i negrieri rinchiudevano gli schiavi prima di spedirli in America. I proprietari spagnoli chiesero i danni. A Londra il ministro della Giustizia dichiarò le azioni di Denman non conformi al diritto. Palmerstone s'impuntò: «Distruggere un nido di vespe è più efficace che ucciderle una per una». E le operazioni della Royal Navy continuarono (dal 1820 al 1870 1.600 navi negriere catturate e 150.000 schiavi liberati). Altri tempi. Oggi la cattura di vascelli pirata è ammessa dalla Convenzione sui Mari approvata dall'Onu solo se condotta da «navi da guerra» e a condizione che, prima, si mandi una delegazione per verificare i documenti di bordo e certificare che si tratta proprio di pirati. Improbabile. E un po' rischioso, anche se i bucanieri somali non sono così inabbordabili come quelli dei Caraibi, tipacci alla Henry Morgan che nel '600 appendeva per i genitali gli ostaggi per costringerli a parlare. E la lezione del Commodoro Decatur? Impraticabile, anche se la comunità internazionale permettesse un bombardamento come quello su Algeri nel 1815. La Somalia non ha una capitale, non è più uno Stato: cosa bombardare? Un eventuale «conquistatore dei pirati somali» oggi dovrebbe «conquistare » il Paese, mettere «gli anfibi» sul terreno. Gli americani ci hanno provato nel '93 con Clinton presidente: il sanguinoso epilogo di quella missione la racconta Mark Bowden in Black Hawk Down. Soldati uccisi, la strage dei civili. E l'abbandono della Somalia, diventata vespaio di profughi e corsari. Michele Farina Ieri e oggi Da sinistra Lord Palmerston (politico britannico dell'800) e il commodoro (capitano di più vascelli) Usa Stephen Decatur. Sotto, la fregata Philadelphia preda dei pirati berberi e la locandina del film Black Hawk Down

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Vitantonio e una a Padova (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Veneto" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere del Veneto sezione: NOTTEEGIORNO data: 11/04/2009 - pag: 14 NOTTE E GIORNO eventiveneti@corriereveneto.it FAX 178 279 7071 Stasera al teatro dell'Inutile Vitantonio e una «valigia piena di dollari» a Padova «Sono emigrata nel 1997 come la maggior parte dei miei coetanei, e come molti di loro non sono più tornata a casa. Io non lo so, sinceramente, non lo so, cosa ognuno di noi si è portato dietro». Carla Vitantonio racconta così il cuore di «Una valigia piena di dollari», lo spettacolo che questa sera (ore 21, info 049/2022907) sarà portato in scena al teatro de Linutile di Padova e che partecipa al premio «Linutile del teatro» 2009. Il racconto, scritto e interpretato dall'attrice molisana Carla Vitantonio, è una storia di radici e di identità, perché, sottolinea l'autrice, «non possiamo parlare di accoglienza o di integrazione se prima non conosciamo quali sono le nostre radici». Lo spettacolo si sviluppa sulla scia dei ricordi di un'infanzia trascorsa in un paesino molisano i cui abitanti sono molto più vicini ai protagonisti di un romanzo latinoamericano che agli italiani dell'epoca della globalizzazione. (F. Ver.)

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Bankitalia: (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

VETRINA ECONOMIA pag. 22 Bankitalia: «Crisi violenta, ma si sta E anche Obama apre uno spiraglio: «Barlumi di speranza. Ce la faremo, di OLIVIA POSANI ROMA LA RECESSIONE forse sta allentando la morsa. Cenni, piccoli indizi, quel tanto che basta però alla Banca d'Italia per osservare che sì, gli effetti della crisi finanziaria sull'economia «si stanno manifestando con virulenza», tuttavia «si intravedono alcuni segnali di allentamento della forza della recessione». Segnali legati anche al possibile rallentamento della caduta produttiva degli Stati Uniti. Non a caso, più o meno nelle stesse ore, dall'altra parte dell'Atlantico, Barack Obama annunciava al termine di un vertice con il ministro del Tesoro e il presidente della Federal Reserve: «Ci sono barlumi di speranza per l'economia americana». Certo, «c'è ancora molto da fare» e infatti il presidente Usa ha annunciato nuove iniziative nelle prossime settimane da parte dell'amministrazione , «l'economia è sempre sotto grave stress», tuttavia «stiamo iniziando a riscontrare dei progressi e se riusciamo a portarli avanti senza esitare di fronte alle difficoltà, mi sento assolutamente convinto che rimetteremo questa economia in carreggiata». A far ben sperare gli americani è il boom delle domande di rifinanziamento dei mutui e dei prestiti alle piccole e medie imprese. Se l'economia americana riprenderà a tirare, se, come pare, a metà anno la Cina tornerà su buoni tassi di crescita, allora anche le economie del resto del mondo verranno trainate in avanti. D'altra parte il Governatore Mario Draghi già il 3 aprile, parlando all'Econfin di Praga, aveva lanciato un prudente segnale positivo sostenendo di aver individuato nell'economia internazionale «un rallentamente del deterioramento», ma, aveva ammonito, «una rondine non fa primavera». Ora cifre e previsioni sono messe su bianco nel bollettino economico di via Nazionale. Si inizia con un elenco impressionante di tutto ciò che non va. Il primo trimestre dell'anno si chiuderà, per la quarta volta consecutiva, con un «pronunciato» calo dell'attività economica e con un Pil diminuito dell'1,9%: il dato più pesante dal 1974, ma al contrario di allora non potremo essere rapidamente salvati da un aumento dell'export. La disoccupazione e la cassa integrazione sono in «costante aumento», tanto che il bollettino parla di «progressivo deterioramento del mercato del lavoro», specialmente per quanto riguarda gli occupati a termine su cui «ricadono in particolare i costi della crisi». NONOSTANTE la riduzione dei tassi e la minore inflazione, la fiducia delle imprese e delle famiglie è ai minimi, soprattutto per quanto riguarda il rischio disoccupazione: un terzo degli imprenditori prevede di ridurre il numero dei suoi dipendenti. Gli economisti intervistati si attendono una riduzione del Pil pari al 2,8%: le ultime previsioni del Governo sono di gennaio e danno un -2%. Il deficit è in crescita e il debito è aumentato di un altro 2,3% (105,8% rispetto al Pil). I prestiti bancari continuano a rallentare e gli utili delle banche sono diminuiti di un terzo. La produzione industriale, che a gennaio e febbraio si è ridotta mediamente del 5%, subirà una caduta ancora più pesante a marzo, visto come stanno andando i dati sul consumo di energia elettrica. In particolare affanno è il settore automobilistico. Ma è proprio qui che iniziano i timidi segnali di cambiamento. Palazzo Koch riconosce che «la natura dell'attuale recessione rende incerti i tempi di ritorno su un sentiero di crescita, che secondo le principali istituzioni internazionali potrebbe avviarsi nei prossimi anni». TUTTAVIA spiega che il settore dell'auto «potrebbe registrare un parziale recupero nei prossimi mesi grazie all'avvio degli incentivi». Ma soprattutto sono «alcuni dati più recenti, la cui significatività e tenuta andranno valutate nelle prossime settimane» a suggerire «un possibile rallentamento della caduta produttiva degli Usa, in particolare con riferimento al mercato immobiliare e ai consumi». Da verificare anche gli effetti delle «eccezionali misure di politica economica adottate in quasi tutto il mondo per stimolare la domanda», cioè la voglia di riprendere a comprare e consumare.

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Bankitalia: (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 11-04-2009)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Bologna))

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA & FINANZA pag. 22 Bankitalia: «Crisi violenta, ma si sta E anche Obama apre uno spiraglio: «Barlumi di speranza. Ce la faremo, di OLIVIA POSANI ROMA LA RECESSIONE forse sta allentando la morsa. Cenni, piccoli indizi, quel tanto che basta però alla Banca d'Italia per osservare che sì, gli effetti della crisi finanziaria sull'economia «si stanno manifestando con virulenza», tuttavia «si intravedono alcuni segnali di allentamento della forza della recessione». Segnali legati anche al possibile rallentamento della caduta produttiva degli Stati Uniti. Non a caso, più o meno nelle stesse ore, dall'altra parte dell'Atlantico, Barack Obama annunciava al termine di un vertice con il ministro del Tesoro e il presidente della Federal Reserve: «Ci sono barlumi di speranza per l'economia americana». Certo, «c'è ancora molto da fare» e infatti il presidente Usa ha annunciato nuove iniziative nelle prossime settimane da parte dell'amministrazione , «l'economia è sempre sotto grave stress», tuttavia «stiamo iniziando a riscontrare dei progressi e se riusciamo a portarli avanti senza esitare di fronte alle difficoltà, mi sento assolutamente convinto che rimetteremo questa economia in carreggiata». A far ben sperare gli americani è il boom delle domande di rifinanziamento dei mutui e dei prestiti alle piccole e medie imprese. Se l'economia americana riprenderà a tirare, se, come pare, a metà anno la Cina tornerà su buoni tassi di crescita, allora anche le economie del resto del mondo verranno trainate in avanti. D'altra parte il Governatore Mario Draghi già il 3 aprile, parlando all'Econfin di Praga, aveva lanciato un prudente segnale positivo sostenendo di aver individuato nell'economia internazionale «un rallentamente del deterioramento», ma, aveva ammonito, «una rondine non fa primavera». Ora cifre e previsioni sono messe su bianco nel bollettino economico di via Nazionale. Si inizia con un elenco impressionante di tutto ciò che non va. Il primo trimestre dell'anno si chiuderà, per la quarta volta consecutiva, con un «pronunciato» calo dell'attività economica e con un Pil diminuito dell'1,9%: il dato più pesante dal 1974, ma al contrario di allora non potremo essere rapidamente salvati da un aumento dell'export. La disoccupazione e la cassa integrazione sono in «costante aumento», tanto che il bollettino parla di «progressivo deterioramento del mercato del lavoro», specialmente per quanto riguarda gli occupati a termine su cui «ricadono in particolare i costi della crisi». NONOSTANTE la riduzione dei tassi e la minore inflazione, la fiducia delle imprese e delle famiglie è ai minimi, soprattutto per quanto riguarda il rischio disoccupazione: un terzo degli imprenditori prevede di ridurre il numero dei suoi dipendenti. Gli economisti intervistati si attendono una riduzione del Pil pari al 2,8%: le ultime previsioni del Governo sono di gennaio e danno un -2%. Il deficit è in crescita e il debito è aumentato di un altro 2,3% (105,8% rispetto al Pil). I prestiti bancari continuano a rallentare e gli utili delle banche sono diminuiti di un terzo. La produzione industriale, che a gennaio e febbraio si è ridotta mediamente del 5%, subirà una caduta ancora più pesante a marzo, visto come stanno andando i dati sul consumo di energia elettrica. In particolare affanno è il settore automobilistico. Ma è proprio qui che iniziano i timidi segnali di cambiamento. Palazzo Koch riconosce che «la natura dell'attuale recessione rende incerti i tempi di ritorno su un sentiero di crescita, che secondo le principali istituzioni internazionali potrebbe avviarsi nei prossimi anni». TUTTAVIA spiega che il settore dell'auto «potrebbe registrare un parziale recupero nei prossimi mesi grazie all'avvio degli incentivi». Ma soprattutto sono «alcuni dati più recenti, la cui significatività e tenuta andranno valutate nelle prossime settimane» a suggerire «un possibile rallentamento della caduta produttiva degli Usa, in particolare con riferimento al mercato immobiliare e ai consumi». Da verificare anche gli effetti delle «eccezionali misure di politica economica adottate in quasi tutto il mondo per stimolare la domanda», cioè la voglia di riprendere a comprare e consumare.

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Obama perde tutte le guerre (per fortuna finte) con la Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 87 del 2009-04-11 pagina 16 Obama perde tutte le guerre (per fortuna finte) con la Cina di Marcello Foa Un gruppo di esperti ha simulato crisi provocate da caos politico o manovre di mercato. Esiti preoccupanti: l'America è impreparata Durante la guerra fredda con l'Unione sovietica, al Pentagono si svolgevano regolarmente delle simulazioni per tentare di prevedere le reazioni del Cremlino in caso di crisi o di conflitto. Erano veri e propri giochi di guerra, in cui alcuni dei massimi specialisti dell'Urss dovevano immedesimarsi nei leader sovietici e sfidare a distanza un finto, ma molto credibile, governo americano. L'Urss non esiste più, ma i giochi di guerra continuano in un mondo dove i combattimenti avvengono sempre meno tra super-eserciti capaci, con le loro armi nucleari, di distruggere il pianeta, ma usando armi e tecniche non convenzionali e asimmetriche, quelle descritte oltre una decina di anni fa da due esperti cinesi in un libro, Guerra senza limiti, segnalato all'opinione pubblica europea dal generale italiano Fabio Mini. Quei due esperti avevano previsto la forza dirompente del nuovo terrorismo impersonato da Bin Laden e le potenzialità destabilizzanti di una crisi finanziaria. Certo, il crash dei subprime non è frutto di un sabotaggio internazionale, bensì dell'avida insipienza delle banche americane, ma il Pentagono ha imparato la lezione e per la prima volta ha simulato un gioco di guerra esclusivamente economico. Di solito queste esercitazioni restano segrete, ma, curiosamente, l'ultima non è stata classificata e il sito Politico ne ha potuto rivelare l'esistenza. Per due giorni, dal 17 al 18 marzo, un gruppo di esperti finanziari, tra cui gestori di hedge funds, docenti universitari, manager (uno addirittura di una banca straniera, la svizzera Ubs), si sono chiusi in un reparto della John Hopkins University a Laurel, nel Maryland divisi in cinque squadre: Stati Uniti, Russia, Cina, Estremo oriente e «altri». L'Unione europea, nonostante il suo peso economico, non è stata considerata come un soggetto capace di imprimere svolte strategiche autonome; alla stessa stregua del piccolo e sempre più vecchio Giappone. E non c'è da stupirsi se lo sguardo degli americani sia rivolto soprattutto all'Asia. L'Office of Net Assessment, il riservatissimo e influente centro studi del Pentagono, da tempo è persuaso che il vero potere si concentrerà in questa parte del mondo ed è lì che l'America dovrà dimostrare di essere ancora una, anzi la, superpotenza. Ma il responso dell'esercitazione, affidato a una squadra di giudici neutrali, non è affatto incoraggiante per l'Amministrazione Obama. Nell'insieme delle situazioni contemplate - alcune generate da crisi politiche come il tracollo della Corea del nord, altre da manovre di mercato quale la manipolazione del prezzo del gas da parte della Russia - la Cina ha vinto, approfittando, sovente, della rivalità tra Mosca e Washington. Ma non solo. Secondo uno dei partecipanti, il professor Paul Bracken della Yale School of Management, gli Usa non sono ancora in grado di coordinare efficacemente le loro ingenti risorse militari e quelle economico-finanziarie. Come dire: o muovono gli eserciti o usano la leva dei mercati o del boicottaggio, ma non riescono a orchestrare una strategia coerente e questo li rende vulnerabili o comunque poco efficaci. Sempre secondo Bracken, è improbabile che la Cina, che possiede centinaia di miliardi di dollari di Buoni del Tesoro Usa, decida di far crollare improvvisamente il dollaro, perché danneggerebbe se stessa. Tuttavia, potrebbe ricorrere a strategie intermedie, come la vendita a scaglioni della valuta Usa, che, a fronte di un rischio calcolato, permetterebbe a Pechino di indebolire l'economia americana. Il responso è chiaro: Pechino è molto più attrezzata e flessibile di Washington per affrontare un conflitto asimmetrico. L'America appare come un gigante superarmato e ipertecnologico, ma impacciato, incapace di prevedere e poi di neutralizzare i folli piani di Al Qaida, le guerriglia in Irak e in Afghanistan e domani, forse, una crisi di Wall Street teleguidata dall'estero. http://blog.ilgiornale.it/foa/ © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Boeing: dal 2010 produrremo meno aeroplani (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 11/04/2009 - pag: 37 Panorama Boeing: dal 2010 produrremo meno aeroplani A causa di «una flessione senza precedenti» nel traffico aereo, la Boeing nel 2010 taglierà del 29% la produzione del 777 e rinvierà l'incremento dei modelli 747 e 767. FIAT-CHRYSLER, TESORO USA ATTENDE LE BANCHE Il Tesoro Usa, scrive il Wsj, è in attesa che i creditori di Chrysler chiariscano la loro posizione in merito alla ristrutturazione del debito della più piccola delle case automobilistiche di Detroit. POLAROID, BOCCIATA VENDITA ALL'ASTA Il tribunale di St. Paul, nel Minnesota, boccia per la seconda volta la vendita di Polaroid a un'asta fallimentare per le proteste dei creditori sulle offerte presentate (53,6 milioni di dollari). Il solo marchio della società guidata da Mary L. Jeffries ( nella foto), sostengono, vale 266 milioni in America e 380 in Europa. POLTRONA FRAU, PERDITA DI 11,6 MILIONI Via libera al bilancio 2008 di Poltrona Frau, chiuso con una perdita netta di 11,6 milioni rispetto all'utile di 12,5 milioni nel 2007. Nominato il nuovo cda, presieduto da Franco Moschini. CINA, CALA EXPORT A MARZO MA SALE SURPLUS Le esportazioni in Cina calano del 17,1% a marzo, ma il surplus commerciale balza a 18,5 miliardi di dollari dai 4,8 miliardi di febbraio.

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Timi: (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 87 del 2009-04-11 pagina 9 Timi: «Non so stare senza teatro» di Luca Pavanel Dai ricordi dell'amico-regista Fellini alle sue immagini in bianco e nero, sfogliando i diari di famiglia. Il legame con Eduardo De Filippo, la stima del direttore Muti, i disegni dell'illustratore Novello. Nino Rota, uno scrigno di ricordi. Il 1979, purtroppo, è fondamentale. «Ricordo bene - dice la signora -. Lo invitai all'inaugurazione di una mostra alla Scala, venne. Due giorni dopo morì a soli 67 anni». Proprio così, era il 10 aprile. Ieri, il giorno esatto in cui ricorre il trentennale della scomparsa dell'illustre compositore milanese. Premio Oscar nel 1975, arcinoto per avere firmato molte colonne sonore di film di successo internazionale, tra cui quasi tutti quelli di Fellini (da Lo sceicco bianco a La dolce vita), cui si aggiungono pellicole (e musiche) indimenticabili, come Il Gattopardo di Luchino Visconti, Il Padrino di Francis Ford Coppola o, ancora, Assassinio sul Nilo, di John Guillermin. A tenere viva la memoria con testimonianze personali e una raccolta privata di documenti «in evoluzione» è una brillante ultraottantenne milanese: la cugina del maestro: Silvia Rota Blanchaert. Riceve con l'ospitalità d'altri tempi; sul tavolo del salotto, nel signorile appartamento di via De Amicis, foto del musicista, copertine di vecchi dischi, cataloghi di esposizioni e flash d'epoca (il patrimonio degli spartiti si trova alla Fondazione Cini di Venezia). «Guardate», la signora mostra un catalogo realizzato da Pier Marco De Santi. Dagli autografi ai manifesti; tutto in quella casa sembra parlare di Rota. «Muti, a cui fece da testimone di nozze, lo ha eseguito tantissimo», rammenta. Aneddoti col «vecchio» maestro Malipiero. Dalla raccolta ecco un articolo che riporta un dialogo con ilare finale. L'anziano compositore al giovane collega: «Stasera voglio ascoltare alla radio il tuo "Cappello di paglia"...». Risposta: «No, non lo faccia. Senza vedere le scene, la mia musica non ha senso...». Accigliato Malipiero, in dialetto veneto: «Ben, che el me manda una fotografia». Ride Silvia Rota. La sua mente corre a quegli splendidi anni: «L'ho seguito dappertutto, Nino, negli Usa, in Russia, Francia e Spagna». Lode alla sua musica, scritta in un periodo nel quale i santoni delle avanguardie gli davano del «melodico»; «poi tutti hanno compreso anche l'importanza della sua produzione operistica e da camera». Rota si trasferì a Roma («quando iniziò a scrivere il cinema»), poi a Bari, dove rimase per una vita («non aveva buona salute, ci andò per l'aria»). Spesso dormiva in conservatorio, componeva di notte, amava contemplare gli aranci del giardino di fronte. «Milano fino a un certo punto lo celebrò - conclude -, alla piccola Scala e al Piermarini. Una sera qui c'erano lui, Fellini e la moglie del regista, Giulietta Masina. Si cenò tutti insieme poi andammo a vedere il balletto con Carla Fracci tratto dal film "La strada"». E ora? La signora Silvia scuote la testa e s'aspetta che la città non lo dimentichi. «Vedremo...». Eppur qualcosa si muove, ma altrove: il 28, alla Siae capitolina ci sarà una giornata a lui dedicata. Tra gli invitati, oltre alla cugina Rota Blanchaert, nomi che fanno storia: la regista Lina Wertmüller, il compositore Michele dall'Ongaro e il maestro Bacalov. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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La lunga marcia delle Borse cinesi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Plus sezione: ATTUALITA data: 2009-04-11 - pag: 9 autore: Mercati azionari. Così la crisi modifica gli equilibri internazionali La lunga marcia delle Borse cinesi Il peso di Pechino è raddoppiato Wall Street tiene I Paesi emergenti tallonano l'Europa C ome dighe squarciate da un bombardamento, nei 24 mesi trascorsi tra marzo 2007 e febbraio scorso le Borse mondiali hanno visto la propria capitalizzazione crollare quasi della metà, distruggendo in due anni investimenti (cioé risparmi) per la somma astronomica di 17.200 miliardi di euro. L'onda d'urto della crisi ha cambiato gli equilibri finanziari mondiali. Se il dominio di Wall Street non è ancora in discussione – ma solo pochi anni fa era inimmaginabile che potesse essere anche solo contestato –, lo sfidante di domani alla cintura di "campione dei pesi massimi" tra i mercati azionari si sta già allenando. Il futuro contender però non avrà più il nome né il volto della vecchia Europa, né quello ormai definitivamente accantonato del Giappone. La forza rampante è la nuova Tigre, la Cina. Lo attesta l'analisi sui listini azionari condotta da «Plus24» in base delle statistiche della Federazione mondiale delle Borse ( Wfe). Per dare un'ordine di grandezza alle dimensioni dell'"effetto povertà" scatenato dal tonfo dei listini mondiali, basta osservare che la ricchezza distrutta negli ultimi due anni sui soli mercati azionari è pari a quella prodotta dagli Stati Uniti, prima economia del pianeta, in 19 mesi. è l'effetto collaterale, poco notato ma molto concreto nelle sue ricadute reali, della crisi globale che due anni fa ha preso le mosse dal crollo del mercato immobiliare Usa, si è trasferita a velocità inimmaginabile all'economia "di carta" e poi alla produzione di beni e servizi. Ma questa gigantesca dissipazione non si è distribuita affatto in modo uniforme: mentre quasi tutti i listini azionari si dissanguavano, chi più chi meno, due mercati riuscivano invece addirittura a rafforzarsi. Sono le Borse cinesi di Shanghai e di Shenzhen che, in due anni, hanno visto la capitalizzazione complessiva crescere di oltre 350 miliardi di euro. La cifra pare esigua, nemmeno il 2% del controvalore complessivo dei listini mondiali. Ma la proporzione è fuorviante: tra marzo 2007 e febbraio 2009 il valore della Borsa di Shanghai è cresciuto di oltre il 30% e di oltre il 20% quello di Shenzhen. Nello stesso periodo le Borse mondiali, al netto della Cina, perdevano oltre il 45%. Letto in questa più corretta prospettiva, il "peso" delle due Borse della Cina popolare è raddoppiato da poco più del 3 a oltre il 7% del valore mondiale. Se gli si somma poi anche il valore della Borsa di Hong Kong, il totale degli asset azionari investiti nei territori controllati da Pechino passa dal 6,5 all'11,3% di quelli mondiali. Il dato si fa poi ancor più significativo se, invece che con il totale mondiale, il valore delle Borse cinesi viene messo in rapporto con quello di Wall Street, dato dalla somma di Nyse edi Nasdaq. Nel marzo 2007 i circa 2.550 miliardi di euro investiti in azioni a Shanghai, Shenzhen e Hong Kong erano solo un quinto degli oltre 14.600 miliardi di New York. A febbraio 2009, rimasti i cinesi allo stesso livello, rappresentano un terzo degli 8.400 miliardi ai quali è piombato il valore complessivo delle due principali Borse Usa, che nel frattempo hanno accusato un calo di oltre 6.200 miliardi di euro (il 42,5% del loro valore iniziale), pur aumentando – per il gioco delle proporzioni – il loro "peso" sulla capitalizzazione globale di quasi lo 0,5 per cento. Lette in questo modo, le cifre indicano una realtà diversa. Gli Stati Uniti non hanno capitolato ma anzi "tenuto", si direbbe in gergo sportivo, conservando e anzi migliorando lievemente le proprie performance. Nonostante il lungo crollo e il repentino rimbalzo della propensione al risparmio dei cittadini statunitensi, Wall Street esce dalla crisi confermandosi dunque polo di attrazione dei risparmi mondiali, come d'altronde recita il motto del New York Stock Exchange (" The world puts its stock in us", un gioco di parole intraducibile che può significare "Il mondo ci affida le sue azioni" come anche "Il mondo affida le sue azioni agli Stati Uniti"). Ma se l'uragano non ha scosso le fondamenta bisecolari del Nyse (fondata nel 1792), ha comunque soffiato in poppa alle vele delle leggere giunche cinesi, spinte avanti a tutta forza non solo dall'interesse degli investitori internazionali per le opportunità create dall'impetuoso sviluppo della Tigre, ma anche dall'enorme capacità di accumulare risparmi del suo miliardo e 300 milioni di abitanti "ufficiali", ai quali si aggiungono poi altre decine e decine di milioni di cinesi della diaspora che vivono in tutto il mondo. La battaglia per il primato finanziario mondiale era ingaggiata da tempo: la crisi, dunque, l'ha solo riaperta modificandone, almeno in parte, gli equilibri. A soffrirne meno sono anche le Borse dei Paesi in via di sviluppo, come l'India e il Brasile, che insieme alla Cina vedono il loro peso complessivo passare dal 29,8% al 45,8% sul totale dei listini mondiali e con oltre 3.850 miliardi di euro "tallonano" il totale delle Borse Ue calate a 4.180. Chi esce assai malconcio dalla redistribuzione mondiale è proprio il Vecchio continente: se nel 2007, combinate, le Borse di Londra, Parigi-Bruxelles-Amsterdam, Francoforte, Madrid e Milano valevano il 61,7% di Wall Street, oggi pesano meno della metà di Nyse e Nasdaq. Con una nota dolente che ci riguarda da vicino: Piazza Affari in due anni ha perso 500 miliardi di euro di capitalizzazione che, in percentuale, segnano un crollo di oltre 61 punti. Il salasso peggiore tra le prime 22 Borse mondiali. Nicola Borzi nicola.borzi@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

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terremoto, "staffetta" fra i soccorritori (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 2 - Gorizia Terremoto, "staffetta" fra i soccorritori Cambio della guardia fra ieri e oggi tra i volontari della Protezione civile e i vigili del fuoco ABRUZZO Cri, raccolta dei generi di prima necessità serrande abbassate nei negozi durante i funerali Tra quelli che sono partiti ieri sera c'è anche una donna, Elena Guarin Si completa questa mattina il primo cambio della guardia tra i volontari della Protezione civile e i vigili del fuoco goriziani in terra abruzzese. Nelle primissime ore della mattinata è rientrato a Gorizia il primo scaglione di vigili del fuoco, sostituiti da 13 colleghi, di ritorno dalle terre martoriate dal terremoto, e questa mattina è previsto il rientro dei volontari della Protezione civile che saranno sostituiti da altri quattro, fra i quali una donna. Ecco dunque concretizzarsi il primo "turnover" con forze fresche per dare il cambio ai goriziani, vigili del fuoco e volontari della Protezione civile, che da lunedì sono stati impegnati all'Aquila e dintorni lavorando con ritmi massacranti per dare il proprio contributo alla straordinaria macchina dei soccorsi che sta operando incessantemente in terra abruzzese da ormai sei giorni. Ieri alle 3.30 del mattino sono rientrati i 19 vigili del fuoco, guidati dal caposquadra Gianfranco Sandrigo, che erano giunti in Abruzzo lunedì, i primi inviati dal Comando provinciale goriziano. Altri 13 colleghi sono partiti dal capoluogo isontino giovedì mattina per arrivare all'Aquila nel tardo pomeriggio e ieri erano regolarmente operativi nelle zone colpite dal sisma. Per quanto riguarda la Protezione civile di Gorizia, ieri sera sono partiti quattro volontari: si tratta di Massimo e Maurizio Munarin, Cristian Persoglia ed Elena Guarin. Elena tra i volontari goriziani sarà la prima donna operativa in terra abruzzese. Sempre questa mattina rientreranno i 4 volontari della Protezione civile goriziana partiti per l'Aquila lunedì mattina, Stefano Mastrolillo e Roberto Strgar, oltre a Lorenzo Picech, volontario e guardia forestale, che fa parte del gruppo cinofilo assieme a Brio, femmina di labrador. Per quanto riguarda la raccolta di generi di prima necessità avviata dalla Croce rossa, ecco l'elenco dei materiali "desiderati": pasta, riso, tonno, carne, legumi e pelati in scatola, latte a lunga conservazione, cracker, biscotti e fette biscottate, zucchero, confettura, frutta sciroppata, succhi di frutta, alimenti per celiaci, acqua minerale, olio, omogeneizzati e prodotti alimentari per la prima infanzia, pannoloni e pannolini, assorbenti igienici, saponette, salviette umidificate, pasta lenitiva per bimbi, giocattoli. I generi alimentari devono avere scadenza almeno a 6 mesi, tutto il materiale dev'essere nuovo e confezionato. La sede di via Codelli resterà aperta la mattina dalle 10 alle 12 e il pomeriggio dalle 17 alle 19. Scatoloni di pannolini (60 in tutto) sono stati già offerti da un'impresa locale. Un'altra ha messo a disposizione un migliaio di scarpe nuove. Da sottolineare, ancora, che ieri è stata presentata dall'assessore Francesco Del Sordi la nuova sezione del sito web dell'amministrazione comunale "Gorizia per l'emergenza". Cliccando sul logo della Protezione civile, che riporta la scritta "Go for L'Aquila", è possibile trovare tutti i riferimenti necessari per le donazioni destinate ai terremotati. Nella pagina è possibile tenersi aggiornati anche sull'attività dei volontari della Protezione civile impegnati nei soccorsi. È stato firmato, inoltre, un protocollo di collaborazione con la Cri per gestire le eventuali donazioni. Per maggiori informazioni www.comune.gorizia.it/ufficinew/protezionecivile.php. Ieri mattina infine i negozi del centro hanno simbolicamente abbassato le serrande in concomitanza con i funerali. Piero Tallandini

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Quando gli italiani erano immigrati clandestini (sezione: Globalizzazione)

( da "Brescia Oggi" del 11-04-2009)
Pubblicato anche in: (Arena.it, L')

Argomenti: Cina Usa

Quando gli italiani erano immigrati clandestini SOCIETÀ. L'ESODO SUCCESSIVO ALLA GUERRA VIDE MIGLIAIA DI LAVORATORI IN CONDIZIONE DI IRREGOLARITÀ La loro storia, cinquant'anni prima della globalizzazione. Un saggio di Sandro Rinauro dell'Università di Milano 11/04/2009 rss e-mail print La copertina del saggio di Sandro Rinauro «Il 50% dei lavoratori italiani emigrati in Francia tra il 1945 e il 1960 era clandestino e il 90% dei loro familiari li raggiunse nella nuova patria altrettanto illegalmente. Basterebbe questo dato - ma lo stesso riguardò gli spagnoli, i portoghesi - a smontare il mito che la migrazione clandestina sia appannaggio dell'epoca della globalizzazione. E l'Italia - spiega Rinauro, ricercatore all'Università di Milano - è stata «per decenni la principale protagonista internazionale» del fenomeno. Solo negli anni Sessanta il primato dell'esodo illegale in Europa occidentale le è stato sottratto da altre nazioni. Italiani un tempo clandestini come albanesi o curdi oggi, dunque? Rinauro respinge la semplificazione: «la ricostruzione storica del passato» mostra molte differenze. Una fra tutte: «con l'avvento al potere di De Gasperi, l'Italia adottò una politica migratoria d'incondizionato e quasi spregiudicato sostegno della libertà d'emigrazione». E questo avvenne contro il meccanismo burocratico previsto dagli stessi paesi di accoglienza e al di là della semplice logica di domanda-offerta. Nel 1947 la Francia chiese, per esempio, 200mila lavoratori della penisola: se ne presentarono solo 51mila e di questi 13mila erano clandestini. Stessa cosa nel 1948: a fronte di una domanda simile (200mila), l'offerta fu di 29mila, di cui la metà irregolari. Perchè?, perchè appunto emigrare con le carte in regola era difficilissimo, perchè c'era una selezione rigida e soprattutto perchè il mercato del lavoro preferiva «una riserva di manodopera illegale e quindi economica, flessibile, adattabile istantaneamente ai capricci della congiuntura». Insomma, alcune delle principali cause che provocano il fenomeno anche oggi. Con la distinzione che l'emigrazione italiana di quegli anni - molto diversa da quella di fine ottocento e primi novecento - vedeva alcune ragioni specifiche: dal divieto di abbandonare il luogo di residenza una volta stabilitisi regolarmente, al mestiere «coatto»; dal preferire i clandestini per diminuire le garanzie chieste dal governo italiano, al favorire gli italiani a scapito dei ben «più temuti» nordafricani. E, infine, a due fattori ancora più peculiari: il ricorso ai clandestini italiani come carne da cannone per le avventure coloniali francesi (e l'autore tratteggia molto bene questa parte) e l'emigrazione di quanti in Italia (non pochi) si erano compromessi con il fascismo. Una situazione diversa da quella di oggi dove, in parte, «uomini, donne e bambini fuggono da guerre etniche e regimi totalitari». E' il caso, tragico, di migliaia di profughi del Darfur, o, ai tempi di Saddam Hussein, di curdi. Ma la sostanza di fondo resta la stessa: le migrazioni illegali non erano e non sono il risultato della sola iniziativa dei migranti ma anche di quella dei paesi di destinazione, pronti a richiederne la presenza per «coprire» le necessità della manodopera ma restii a regolarizzarne la presenza.

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Pivetti, così l'astrattismo diventa memoria civica (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

MOSTRE /1. ALLA GALLERIA ART-Ù LA PERSONALE DELL'ARCHITETTO PITTORE VICENTINO CHE FU VICINO A NERI POZZA Ventidue lavori recenti tutti dedicati alla riflessione su Vicenza e a un "j'accuse" per la situazione odierna 11/04/2009 rss e-mail print Pierdavide Pivetti, architetto e pittore, vicino alla sua opera "Bacchiglione" alla galleria Art-Ù Si potrebbe definire una "pittura civica" quella di Pierdavide "Alberto" Pivetti, 59 anni, architetto nella vita professionale (ha lavorato anche con James Stirling) ma forte di un diploma all'Accademia di Venezia e di un'attività artistica iniziata alla fine degli anni Sessanta con Otello De Maria alla sua "Soffitta". Più esattamente, i 22 quadri di Pivetti, esposti alla galleria "Art-Ù" in via Soccorso Soccorsetto fino al 19 aprile, lasciano scorgere una "memoria civica" assai legata a Vicenza e a quei personaggi che l'autore ha conosciuto bene sin dagli anni Settanta. Attenzione: questa memoria non racconta solo la nostalgia del tempo che fu, ma diventa un lamento per l'immobilismo di oggi, provocazione, protesta. Quasi una imprecazione sussurrata, confida l'autore. Sia chiaro. Tutto va mediato e interpretato. La scelta artistica di Pivetti, che è partito da un linguaggio figurativo (la sua prima mostra è del 1976), da tempo è approdata all'astratto. Ma, a saperli leggere, i significati dei quadri sono chiari. I quadrati in marcia di "Corteo", spiega l'autore, rimandano a una città che non sa più protestare, indignarsi. Che non dice più la sua. Pivetti, impegnato a suo tempo con il Partito Repubblicano, ricorda i dibattiti degli anni Settanta animati dal suo grande amico Neri Pozza (di cui era una sorta di segretario, accompagnatore nelle passeggiate cittadine, autista...), ma anche da altri esponenti, politicamente distanti: dal democristiano Antonio Baldo al socialista Mario Giulianati, al comunista Luciano Rainaldi. Neri Pozza tuonava sul teatro da ricostruire ma anche sulle sponde dei fiumi da ripulire, ambientalista ante litteram. «Nei primi Settanta voleva organizzare una "sindacale" di pittura in Basilica - ricorda Pivetti - Chiamò al telefono mezzo mondo: ordinò a Carlo Scarpa di preoccuparsi dell'allestimento, convocò Bepi Mazzariol, padreterno dello Iuav a Venezia, chiamò a rapporto i maggiori pittori vicentini di allora. Tutti si misero sull'attenti, ma l'obiettivo forse era troppo impegnativo. La mostra la realizzò, in formato ridotto, Mario Albanese l'anno dopo». Vicenza è presente nei quadri di Pivetti in parecchi modi. C'è la "Città murata", con una carena della Basilica rovesciata, simbolo della sua storia ma anche di quegli ostacoli che a Vicenza spesso si frappongono alla realizzazione di molti obiettivi. C'è l'ansa verde del Bacchiglione vicino alla Rotonda: a sinistra del fiume è raffigurato uno slanciato pioppo - cipressino; a destra una macchia scura, simbolo di quel bosco di pioppi che non c'è più. «Un quadro mezzo sogno e mezzo incubo». Il paesaggio mutato è un'altra costante dei quadri di Pivetti: «Vicino a Lapio avrò dipinto 40 tele - racconta -. Ma grano, papaveri e fiordalisi non ci sono più». E così dalla cima dei Berici cementizzati, Pivetti fa sgorgare un rosso che scende dalle colline: il sangue della violenza edilizia subita. Nei suoi quadri sono spesso raffigurati, nascosti o evidenti, il sole e la luna: rappresentano una metafora dell'uomo, che resta ancora al centro del pianeta. Finché almeno la "Città macchina" non avrà lasciato il posto alla "Città tecnologica": «Le macchine hanno bisogno di un uomo che le faccia funzionare, la città cablata no. Sarà la fine». Nei "paesaggi urbani" di Pivetti non si descrivono i volumi, ma le tensioni. Un corpo in torsione rappresenta la "Globalizzazione", un "Glob" informe che tutto prende ma che spesso perde anche i pezzi di sè, come cantava Giorgio Gaber negli anni Settanta. Di fronte è raffigurato "Il grande giallo". Che sia la Cina, pronta fagocitare tutto e tutti? Pivetti scuote la testa e sorride. Ricorda un altro suo amico, Licisco Magnagnato, direttore dei musei di Bassano, Vicenza e Verona. Ammoniva i giovani a uscire da Vicenza per allargare gli orizzonti. «Il grande giallo dev'essere inteso alla Agata Christie. Che cos'è la vicentinità? Qual è il mistero che la circonda? Perché tutti se lo chiedono? La mia risposta è questo quadro. Il giallo è il colore della gelosia, dell'invidia. Molti problemi dei vicentini e di Vicenza sono legati a questi sentimenti». Antonio Di Lorenzo Antonio Di Lorenzo

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L'innovazione viaggia via Sms (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Soldi & Imprese competitività territoriale / imprese nell'incubatore L'innovazione viaggia via Sms Per l'azienda del settore Ict riconoscimenti da Confindustria e Microsoft Parte con questo numero del Denaro un nuovo spazio settimanale, "Competitività territoriale", realizzato in collaborazione con Città della Scienza, la società della Regione Campania "braccio operativo" per le attività di sostegno all'innovazione e all'internazionalizzazione del tessuto produttivo. Al tema della competitività territoriale Il Denaro dedicherà ogni sabato due pagine: la prima sarà destinata alle aziende presenti nell'incubatore di Città della scienza (struttura che, ricordiamo, ha vinto alla fine dello scorso anno a Parigi nell'ambito della settima conferenza annuale degli incubatori il premio internazionale 'Best Science Based Incubator 2008' come 'Overall Winner' per l'alto valore, la qualità e le migliori prassi), raccontandone le caratteristiche distintive; la seconda approfondirà la mission di Città della Scienza al servizio dello sviluppo regionale e della competitività del sistema territoriale analizzando in dettaglio tutti gli strumenti attivati (o in programma) dalla società a sostegno delle imprese, dell'innovazione, dell'internazionalizzazione e della cooperazione territoriale. Il viaggio fra le circa quaranta aziende presenti nell'incubatore di Città della Scienza parte questa settimana (vedere in pagina, sotto)?con Sms Engineering, società che opera dal 1998 nel settore Ict e che con il presidente Antonio?Ascione ha vinto nel 2001 il Premio Marrama per i Talenti d'impresa assegnato dall'Istituto Banco di Napoli Fondazione in collaborazione con Il Denaro Ricerche & Formazione e Srm (Studi e ricerche per il Mezzogiorno). Nelle prossime puntate sarà raccontata la storia (una ogni sabato) delle altre aziende presenti nell'incubatore. A pagina 19, la presentazione della nuova mission di Città della Scienza con gli strumenti messi in campo a sostegno delle imprese. valentina monarco E' stata riconosciuta lo scorso anno da Confindustria come l'impresa più innovativa del Mezzogiorno nella categoria zero-cinquanta dipendenti. Ha avuto nel 2007, unica azienda del Sud Italia, la nomination alla finale mondiale del Microsoft award negli Usa come produttrice di software per piccole e medie imprese. Senza dimenticare la menzione di azienda di eccellenza nel settore innovazione a Napoli ricevuta lo scorso dicembre dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Stiamo parlando di Sms Engineering, software house nata nel 1998 e da oltre sei anni presente nell'incubatore di Città della Scienza, specializzata nel mercato dell'Information & communication technology (Ict) e che lavora per fornire ai proprio clienti soluzioni "chiavi in mano", di elevato livello tecnologico. l'attivita' L'attività principale di Sms Engineering è quella di integrare l'informatica e le telecomunicazioni nei processi aziendali, amministrativi e commerciali per aiutare i clienti a gestire le proprie esigensze quotidiane: la missione dell'azienda quindi si fonda sulla centralità del sistema informatico integrato come fattore decisivo dell'innovazione e del successo di un'impresa. Ma non solo. "In un momento di crisi e difficoltà economica come quello che stiamo vivendo a livello internazionale spiega il vicepresidente di Sms Massimiliano Canestro - è necessario orientare i nostri servizi sempre di più verso il cliente, perché sopravvive solo chi riesce a vendere servizi realmente di qualità". Qualità, innovazione e territorio sono dunque le parole chiave che contraddistinguono l'attività di Sms Engineering sin dalla sua nascita, nel 1998, quando tre studenti della facoltà di Ingegneria dell'Università Federico II di Napoli (Antonio Ascione, Massimiliano Canestro e Francesco Castagna) sviluppano il progetto e l'idea che porterà alla creazione di Sms. A quei tre studenti, negli anni, si aggiungono altri colleghi, anch'essi laureandi nella stessa facoltà, incontrati durante i pomeriggi di studio nella biblioteca del Politecnico. Oggi l'azienda ha venti dipendenti, un fatturato da 1,2 milioni di euro e vanta una specializzazione nella produzione di software per la logistica, la business intelligence e i portali web. Importante anche il know how decennale maturato nella realizzazione di impianti per elaborare le informazioni, in particolare riguardo alla business continuity che garantisce ai clienti "affari che non si fermano mai" e alla unified communication, ovvero la possibilità di comunicare come e dove si vuole. La formula per il trasferimento tecnologico, inventata e diffusa dall'azienda, ha consentito a molte piccole e medie imprese campane di sperimentare i benefici degli investimenti nel settore Ict grazie a ritorni vantaggiosi. l'incubatore e i vantaggi L'integrazione nell'incubatore di imprese di Città della Scienza Spa, avvenuta nel 2003, è un aspetto che si è rivelato poi fondamentale per ottenere i risultati e i riconoscimenti conseguiti negli anni da Sms Engineering. "Il Business Innovation Center, nel cui seno sono sbocciate circa quaranta aziende innovative - spiega il presidente della società Antonio Ascione - permette uno scambio di conoscenze e informazioni indispensabili per la realizzazione di soluzioni di alto contenuto tecnologico. La sinergia tra le imprese incubate funziona, nel senso che le realtà più grandi utilizzano le strutture più piccole, altamente specializzate, per la realizzazione di soluzioni complementari e con costi accettabili. Le realtà in start-up, invece, spesso spin-off universitari oppure titolari di brevetti e conoscenze specialistiche, utilizzano il know how maturato nelle forniture alle aziende incubate per imparare a fare impresa e lavorare in un contesto di qualità e specializzazione". Il servizio dell'incubatore rivelatosi più utile e maggiormente utilizzato è il tutoraggio, aggiunge Canestro: "Si tratta di esperti di Città della Scienza che propongono attività, bandi e finanziamenti agevolati, ma anche consigli su eventuali azioni di ristrutturazione organizzativa: tutti consigli molto preziosi in questo periodo. E'un servizio che funziona bene e a favore dell'impresa, perché si tratta di unsupporto 'puro', che propone valori reali e prodotti che servono concretamente alle Pmi". i progetti Attualmente la Sms Engineering è impegnata nello sviluppo di un processo di internazionalizzazione, il cui "freno più grande afferma Canestro è la dimensione dell'impresa". Nel 2007 la società è stata protagonista a Denver, in Colorado, con una nomination ai Microsoft Wpc Awards per la soluzione di Business Intelligence MyBi, e successivamente ha portato la propria esperienza in Cina e in Egitto. Da una missione in Russia, invece, Sms Engineering è appena tornata come rappresentante della Sezione Ict dell'Unione Industriali di Napoli. Il viaggio d'affari, guidato per la Campania dal vicepresidente dell'Unione industriali di Napoli Paolo Scudieri, è stato coordinato a livello nazionale dal numero uno nazionale di Confindustria Emma Marcegaglia. l'esperienza cinese Sms Engineering, almeno virtualmente, tocca anche la Cina: l'azienda infatti sta lavorando allo sviluppo di China.me, un portale commerciale che si prepara a dare battaglia ad Alì Babà.com, la principale piattaforma online di commercio business-to-business. China.me sarà una vetrina web per buyer e imprenditori. Ogni volta che si vuole acquistare merce in Cina, il portale contatterà le aziende, per conto dell'imprenditore interessato a comprare, attraverso il supporto di una struttura di comunicazione fissa nel Paese. Un supporto fondamentale, per aiutare il compratore a individuare i prodotti di qualità migliore, nello sterminato e complesso merca1o cinese. La scheda Nome impresa SMS Engineering srl Settore Ict Anno di nascita 1998 Soci Antonio Ascione (presidente) Massimiliano Canestro (vicepresidente) Francesco Castagna (amministratore delegato) Rosangela Capasso (direttore generale) Fatturato 2008 1.200.000 euro Dipendenti 20 Mercato 70% Campania, 24% Italia, 6% estero Sito web www.smsengineering.it del 11-04-2009 num.

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ARCHIVI TRASCURATI CONFRONTO APERTO GIULIO RAIMONDI, PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE AMICI DE... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 11-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Cina Usa

Archivi trascurati confronto aperto Giulio Raimondi, presidente dell'Associazione Amici degli archivi onlus - NAPOLI La lettera di Salvatore Varriale del 4 aprile può stupire solo coloro che per gli archivi napoletani ed in particolare per quello del Comune di Napoli non hanno alcun interesse. L'unica sede auspicata dal Varriale è la prescrizione che dal 1964 la Sovrintendenza Archivistica per la Campania - da me diretta in passato - ha dato all'amministrazione comunale e da questa sempre disattesa. Nel 1975 la sede destinata a Archivio Storico del Comune, costruita a tal scopo a P.zza Giovanni XXIII-Soccavo, invece di accogliere e custodire tutte le scritture degli archivi del Comune è stata utilizzata per la maggior parte da uffici, dai vigili urbani, dalla sanità e solo alcuni locali destinati agli archivi di deposito degli assessorati. Nel 1980 i locali di San Lorenzo con ingresso dalla Torre di Masaniello e destinati all'archivio furono invece, in occasione del terremoto del novembre, sottratti alla loro destinazione e utilizzati per le emergenze del sisma. Con successivi provvedimenti mai comunicati alla Soprintendenza Archivistica furono ridotti ulteriormente gli spazi disponibili in base a convenzioni stipulate con le altre Soprintendenze. Dal 1983 al 1991 numerosi furono gli edifici «studiati» per ospitare l'Archivio Storico ma per nessuno si riuscì a raggiungere risultati concreti. Soltanto con la prima giunta Bassolino e la Commissione per gli Archivi presieduta da Amedeo Lepore furono concretizzate alcune delle varie proposte: la sede prevista attualmente (salvo smentite) è l'edificio già dell'anagrafe sito in P.zza Dante. L'Archivio Storico del Comune di Napoli, pur distrutto più o meno totalmente, conserva però un notevole patrimonio è può essere «ricostruito» per la storia della città e della società napoletana per i secoli passati. La sua documentazione, però, va conservata e valorizzata e basterebbe per iniziare, bandire un concorso riservato agli archivisti per la direzione dell'Archivio. Per ogni archivio è necessario un archivista ma questo principio basilare è inosservato e da più di dieci anni non vi è una dirigenza tecnica. Il missile coreano nessuno protesta Alan Kulparey - WASHINGTON La Corea del Nord lancia un missile intercontinentale in grado di colpire tutta la Cina e Parte della costa ovest degli Stati Uniti. Mentre la popolazione muore di fame, i coreani trovano miliardi di dollari per progettare e realizzare un ordigno del genere. Nonostante questo, nei vari cortei che hanno sfasciato tutto sia a Londra che a Strasburgo e che non perdono occasione di inneggiare alla pace, non è apparso neanche uno striscione o un cartello contro il dittatore di quel Paese. Strano anche il comportamento degli Usa: per anni hanno sostenuto le guerre stellari e dichiarato de essere in grado di sviluppare un'arma per intercettare e abbattere i missili nemici in volo che possono costituire un pericolo per la sicurezza nazionale. Gli Usa hanno avuto la possibilità di dimostrare al mondo intero che il sistema delle guerre stellari funziona e può essere indispensabile, magari facendo decollare un missile intercettore da una delle basi giapponesi o da una delle portaerei (o sottomarino) che incrociano nel Pacifico. L'abbattimento di un missile nordcoreano in volo, agli effetti della riduzione degli armamenti, vale molto più di mille discorsi di Obama contro gli arsenali atomici. Microrganismi nei cellulari Luca Voletti - BRUXELLES Il futuro delle auto e dei telefoni cellulari sarà governato da microrganismi geneticamente modificati che permetteranno di realizzare batterie rivoluzionarie. Come faranno i verdi che da sempre si sono schierati contro tutto quello che è Ogm e che ora si trovano a dover dire di no al sogno di un'auto completamente elettrica che per camminare non genera neppure un grammo di anidride carbonica? Voglio pensare che grazie alla costruzione di alcune decine di centrali nucleari a fissione e, in un futuro neppure troppo distante, di altrettante a fusione, tra non molto tutte le auto potranno fare a meno della tanto odiata benzina. Ma per farlo dovranno ingoiare il boccone amaro e accettare il rischio che questi virus, forse patogeni, in caso di incidente o di smaltimenti della batterie che ancora non sappiamo come realizzare, possano finire nell'ambiente ed eventualmente nella catena alimentare. Shopping pagato dallo Stato Clio Tidiai - NAPOLI C'è chi, per giustificare il discutibile comportamento delle dipendenti pubbliche che si assentano temporaneamente dal lavoro per fare la spesa durante l'orario di lavoro, ha accampato giustificazioni alquanto vacue e prive di significato. Vero che le dipendenti devono poter fare la spesa perché hanno una famiglia da mandare avanti, ma se si guarda attentamente nel dettaglio si scopre la completa malafede di chi fa shopping retribuito dallo Stato, quindi da tutti noi. A tutte coloro che non riescono a rinunciare alla fuitina chiederei quale ragione c'è di fare la spesa al mattino in pieno orario di lavoro, chi lavora nel privato, e che quindi non gode di questa sorveglianza blanda, non mangia forse? Non è una novità: gli ipermercati da molti anni fanno orario continuato restando aperti fino alle 21, c'è tutto il tempo che serve specie per chi lavora in uffici nei quali l'orario di lavoro inizia alle 8 e termina alle 11. Con orari simili c'è anche il tempo per andare, una volta terminato l'orario di lavoro, di trovare ancora il mercato rionale per acquistare frutta e verdura. Se tuttavia l'arretrato in ufficio è talmente impegnativo da non permettere un'uscita in tempi utili in settimana, c'è sempre il mercato rionale al sabato mattina. Non si conoscono uffici pubblici aperti di sabato e di solito chi lavora sul serio fa la spesa una volta alla settimana, basta e avanza. Ci sarebbe un sistema per scoraggiare le fughe per shopping delle dipendenti pubbliche: è sufficiente ridurre adeguatamente i loro stipendi, senza soldi in tasca non hanno nulla da comprare.

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Protezione civile regionale all'ex Ersa (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Protezione civile regionale all'ex Ersa Sabato 11 Aprile 2009, Tolmezzo (d.z.) L'immobile ex Ersa situato a Tolmezzo nella zona artigianale nord lungo Via Paluzza ed occupato attualmente dalla protezione civile comunale, dall'Ana e dalla Croce Rossa Italiana, passa finalmente nelle mani del Comune e si appresta a diventare punto di riferimento della Protezione civile regionale per l'Alto Friuli. «Si è concluso infatti l'iter procedurale che prevede il trasferimento dell'immobile e delle aree scoperte dalla Regione all'Amministrazione comunale a titolo gratuito - spiega il vice-sindaco Dario Zearo - tutto ciò grazie ad una serie di incontri tra l'assessore regionale alle finanze Sandra Savino e il consigliere regionale Luigi Cacitti. Da diverso tempo avevamo affrontato l'argomento, anche in seguito all'abbandono dei locali da parte di Carniacque che proprio li ha avuto la sede per diverso tempo, ed ora finalmente grazie ai due esponenti regionali l'idea dell'amministrazione di Tolmezzo trova compimento. Il passaggio di proprietà verrà ora perfezionato con delibera del consiglio comunale, così da far entrare l'immobile all'interno del nostro patrimonio immobiliare». Questo passaggio permetterà poi di mettere in campo le risorse finanziarie ottenute sempre dalla Regione ed in particolare attraverso l'assessore alla protezione civile Vanni Lenna, con le quali si andranno a realizzare sia opere impiantistiche che opportune modifiche al fabbricato, mediante la realizzazione anche di alcuni ampliamenti che si rendono necessari. Una volta adeguato, lo stabile assumerà finalità soprattutto legate alle attività di protezione civile, di pronto intervento e soccorso. Zearo ha fatto sapere poi che il consigliere regionale Luigi Cacitti in questi giorni si è già attivato verso l'assessore regionale alla protezione civile Vanni Lenna per verificare anche la possibilità di dare maggiore importanza al centro di protezione civile comunale, mediante la creazione di un punto di riferimento importante della protezione civile regionale in loco a servizio e supporto dell'intero territorio dell'Alto Friuli. A breve in Municipio un incontro tra i tre esponenti.

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Marina Usa messa in scacco dai pirati somali (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Marina Usa messa in scacco dai pirati somali La Francia libera uno yacht: durante il blitz morti uno dei cinque ostaggi e due predoni, altri tre sono stati catturati Sabato 11 Aprile 2009, Rischia di esplodere la situazione al largo delle coste somale spazzate dalle scorrerie dei nuovi pirati. Mentre è in una fase di apparente stallo il confronto fra il gruppo di predoni che ha attaccato una nave battente bandiera americana e la Us Navy, un commando francese ha liberato lo yacht Tanit catturato sabato scorso. Bilancio del blitz: un morto fra gli ostaggi e due fra i predoni. Altri tre banditi sono stati catturati, liberi i quattro ostaggi superstiti. In queste ore l'attenzione resta concentrata sulla vicenda della "Alabama" la nave danese della Maersk con bandiera Usa. Dopo il fallito arrembaggio tentato dai pirati del Corno d'Africa mercoledì scorso, il capitano del cargo, Richard Phillips, è sempre nelle mani dei banditi che hanno chiesto per la sua liberazione un riscatto attorno ai 2 milioni di euro e un salvacondotto per ritornare a terra senza essere attaccati dalle forze navali americane. Infatti, al cacciatorpediniere lanciamissili "Bainbridge" subito intervenuto a difesa della nave da carico americana impegnata nel trasporto per il Programma alimentare mondiale (Pam) si sono affiancate nelle ultime ore altre unità da battaglia. Si tratta della fregata "Halyburton" e della nave "Boxer". Il Pentagono ha confermato queste presenze sebbene non abbia fornito dettagli sul tipo di operazioni a cui sono state comandate le due unità che comunque dispongono anche di elicotteri. E mentre si tratta, ieri, il comandante Phillips ha vanamente tentato di sfuggire ai suoi sequestratori. Un tentativo sfortunato: l'ufficiale è stato catturato nuovamente dai pirati che tuttavia sono nella morsa della marina Usa. Sono in quattro praticamente abbandonati su una delle scialuppe dell'Alabama e senza carburante con il miraggio della costa e dei "santuari" della nuova pirateria e del terrorismo islamico ad oltre 400 km. E le tre navi americane che non li perdono di vista, non solo sui radar. Ma è proprio questo gioco di caccia al topo, laddove la parte del gatto è impersonata dalla più potente marina militare del pianeta, che sta mettendo in luce i limiti di una strategia militare poco abituata a confrontarsi con tale tipo di minacce. In questi mesi gli attacchi dei pirati somali si sono moltiplicati (ieri è stata rilasciata una nave norvegese) mentre si è esteso il loro raggio d'azione grazie all'utilizzo di "navi-madre" oceaniche che trasportano piccoli motoscafi veloci usati poi per gli arrembaggi. Il caso della superpetroliera saudita attaccata davanti alle coste del Kenya lo scorso novembre ne è stato un chiaro esempio. E così anche la superpotenza americana deve adeguarsi e ricalibrare lo stesso concetto di guerra navale. È per questo che il capo del Pentagono, Robert Gates, ha recentemente annunciato un taglio degli investimenti per le tradizionali unità da battaglia per riallocarli per la costruzione di navi armate veloci e flessibili adatte al pattugliamento costiero e al contrasto ad azioni come quelle dei nuovi pirati. Resta il fatto che in questo momento continua la situazione di stallo e il rischio è che più passa il tempo maggiori sono le possibilità che i predoni che tengono in ostaggio il comandante della nave americana riescano ad accordarsi con i terroristi di Al Qaida a cui "vendere" il prigioniero. È anche per questo che nell'operazione di salvataggio sono coinvolti anche gli specialisti del Federal Bureau of Investigation. I pirati da parte loro hanno risposto sprezzantemente allo spiegamento di forze della V Flotta: «Reagiremo a un vostro attacco» hanno fatto sapere durante conversazioni via telefono satellitare, aggiungendo «Non abbiamo paura degli americani». Una mossa a sorpresa è lo spostamento di una nave tedesca già in mano a un altro gruppo di pirati che così vorrebbero portare aiuto e "difendere" i banditi nel mirino degli americani fidando sul fatto che questi mai aprirebbero il fuoco su una nave dell'alleato tedesco e sul suo equipaggio. Il livello della prova di forza sta quindi aumentando mentre nell'area incrocia ormai una squadra navale multinazionale di grandi dimensioni. Due flotte di "coalizione" sono state allestite dagli Stati Uniti e dall'Unione europea, a queste si aggiungono navi da battaglia dell'India, della Cina, giapponesi, russe, dell'Iran e di altre nazioni. Ciò nonostante per gli armatori il 2008 è stato un anno di grandi perdite (oltre ai danni per i ritardi sulle consegne) con circa 40 milioni di dollari di riscatti pagati ai pirati somali. Agostino Buda

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Dieci le Nazionali, la Domovip raddoppia i sestetti (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Dieci le Nazionali, la Domovip raddoppia i sestetti Sabato 11 Aprile 2009, Pordenone Scatta questa mattina alle 9.30, nei palazzetti di Porcia, Villotta, Gruaro, Pasiano, Sacile e Pordenone (Forum, ex Fiera e PalaGallini) la 27. edizione del Memorial internazionale maschile e femminile di pallavolo Ferruccio Cornacchia. Saranno 32 le squadre impegnate nelle varie palestre, in rappresentaza di Stati Uniti, Cina, Croazia, Slovenia, Germania, Bulgaria, Ungheria, Algeria, Austria, India, Svizzera, Israele, Spagna, Lussemburgo, Serbia e naturalmente Italia. Tra quste, 10 Nazionali Under 19 (le due tunisine hanno dato forfait, ndr). FEMMINILE - Porcia, PalaCornacchia (Girone A): in lizza Domovip A, Beijng Cina, Croazia e Domovip B. Le locali guidate da Pierantonio Coden e le sedicenni di Giulia Di Prampero giocano in casa e cercheranno di ben figurare, con l'appoggio dei tifosi. Attenzione alla Croazia e soprattutto alla Cina. Chions, Villotta (Girone B): Top Team Belluno, Zhuang Cina, Slovenia, Bayer Leverkusen Germania. Particolarmente attese le detentrici bellunesi del Cornacchia 2008, che avranno come antagonista principale la tosta Selezione slovena. Pordenone, ex Fiera (Girone C): Varna, Svizzera, Israele, Baden Wuerttemberg Germania. La compagine tedesca è il frutto di una "super-rappresentativa" di due regioni e può farla da padrona. Da tenere d'occhio Israele, capace di schierare sempre sestetti di notevole livello tecnico. Gruaro (Girone D): Northern Lights Usa, Nazionale del Lussemburgo, Sant Cugat Spagna, Novi Sad Serbia. Le americane tenteranno di emulare le connazionali del Mizuno Long Beach per ripetere l'exploit del 2007 e riportare oltreoceano il trofeo. Da non sottovalutare le serbe del Novi Sad. MASCHILE - Pordenone, Forum (Girone E): Varna Bulgaria, Israele, Zuzemberk Slovenia, Sisley Treviso. Attenzione alla Sisley e a Israele. Saranno queste due squadre, molto probabilmente, a superare il turno. Meno chance per il Varna, che vinse nel 2003 mentre la Slovenia è da tenere d'occhio. Pasiano (Girone F): Gyor, Algeria, Baden Wurttemberg Germania, Semprevolley Padova. Algerini favoriti in questo nucleo. I blasonati ungheresi, che hanno già vinto nel 1997, 1999 e 2001 il Cornacchia, in questo frangente hanno puntato su una formazione particolarmente giovane. Sacile (Girone G): Futura Cordenons, Klagenfurt Austria, India, Modena. Autentico girone di ferro, con l'India che dopo i centri fatti nel 2005 e 2006 vorrebbe calare il tris. I cordenonesi del Futura, guidati da Erika Montino, avranno come leader Mattia Gabana e Marco Santin. Ottimi protagonisti in serie D, cercheranno di emergere in un raggruppamento comunque difficilissmo. Attenzione anche ai giovani talenti del Modena di serie A. Pordenone, PalaGallini (Girone H): Team San Donà, Triestina, Svizzera, Club Italia. Gli azzurrini del cordenonese Alessandro Preti vorrebbero emulare l'Italia dello scorso anno. Dal momento che la Tunisia (vincitrice nel 2007) ha dato forfait, sarà sicuramente più facile. Interessante il team sandonatese, che ha raccolto il meglio di tre realta pallavolistiche (oltre al San Donà, Piave e Bassano) e la novità Triestina. Nazzareno Loreti

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Soccorsi all'Abruzzo, la Regione convoca tutti i sindaci (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 11-04-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il (Udine))

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Soccorsi all'Abruzzo, la Regione convoca tutti i sindaci Sabato 11 Aprile 2009, Udine NOSTRO INVIATO Un messaggio segnato dal lutto, con tanto di drappo nero, mentre si stavano per celebrare i funerali delle vittime del terremoto in Abruzzo: è quanto ha fatto ieri di prima mattina il presidente Renzo Tondo con un "post" sul suo blog (www.renzotondo.blogspot.com). «Oggi, giorno dei funerali delle vittime del terremoto in Abruzzo, è lutto nazionale - ha scritto il governatore - e anche io mi unisco al dolore delle famiglie che hanno perso i loro cari». Tondo ha anche ricordato che «in queste ore i gestori telefonici hanno predisposto, d'intesa con il Dipartimento della Protezione civile, un numero per chi volesse effettuare donazioni tramite sms o chiamate: se volete aiutare utilizzate il 48580. Sarà possibile fare una donazione fino al 30 aprile - ha precisato il presidente - e il ricavato sarà interamente devoluto al Dipartimento della Protezione civile» Ma Tondo ha anche voluto testimoniare un pubblico plauso alla Protezione civile friulana e al suo direttore, Guglielmo Berlasso: ha scritto un "post" con la foto del Capo dello Stato che gli stringe la mano e ha annotato: «Anche il Presidente Napolitano ha voluto complimentarsi con il direttore della Protezione civile regionale Guglielmo Berlasso, al quale va la mia gratitudine per quanto lui e tutti i volontari stanno facendo». A lutto ieri anche Autovie Venete, con bandiere a mezz'asta ai caselli. La Protezione civile ha aperto un conto corrente bancario sul quale far convergere le donazioni dei cittadini e degli enti. I bonifici vanno versati a UniCredit Banca Spa, filiale di via Silvio Pellico 3 - 34122 Trieste, e intestati a "Tesoreria del Fondo regionale per la Protezione civile" con la causale "Pro sisma Abruzzo", codice Iban IT 50 Z 02008 02241 000003120964. Proprio sul terreno del fare, la Regione ha convocato i presidenti delle Province e tutti e 217 i sindaci per una martedì alle 15 nell'auditorium della sede udinese, in via Sabbadini. I lavori saranno coordinati dagli assessori Vanni Lenna (Protezione civile) e Federica Seganti (Autonomie locali). Lo scopo dichiarato è procedere a un censimento di massima delle molte iniziative di solidarietà avviate a livello locale, "incanalarle" in un sistema unitario e scandirle a seconda delle effettive necessità - di tempi e di tipologie di aiuto - che arrivano dal centro operativo dell'Aquila, dove la Protezione civile friulana è capofila nazionale dei soccorsi. M.B.

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SISMA ABRUZZO/ PROTEZIONE CIVILE CAMPANIA INVIA ROULOTTE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sisma Abruzzo/ Protezione civile Campania invia roulotte di Apcom Sono attrezzate per disabili e ammalati -->Napoli, 11 apr. (Apcom) - Cinque roulotte attrezzate per disabili e ammalati, dotate anche di stufe, sono arrivate al Campo di accoglienza di Poggio Picenze, nel territorio de L'Aquila. Le ha inviate la Protezione civile della Regione Campania che aveva allestito la struttura. Altre 12 tende per creare un campo di accoglienza per le persone cosiddette 'itineranti', ossia per coloro che solo di notte usufruiscono del campo o per i parenti che vogliano assistere i congiunti alloggiati nella struttura, saranno pronte da domani. La Protezione civile della Regione Campania è pronta, con i suoi tecnici e con quelli che hanno già dichiarato la propria adesione d'intesa con l'Ordine degli Ingegneri, a effettuare le verifiche sugli stabili. Gli enti - informa una nota - che intendano contribuire all'invio di beni di prima necessità e mezzi possono fare riferimento alla Protezione civile della Regione Campania, individuata dal Dipartimento nazionale, quale coordinatrice delle attività che riguardino l'assistenza dalla Campania.

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Ecco le piazze 'sicure' per guadagnare">Portafoglio, addio diversificazione Ecco le piazze 'sicure' per guadagnare (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Portafoglio/ Addio diversificazione: ecco le piazze 'sicure' per guadagnare Sabato 11.04.2009 14:29 Negli ultimi 20 anni, più o meno da quando ci fu il primo grande crollo di Borsa dell'era attuale, quello del famigerato venerdì nero del 1987 quando Wall Street in una sola seduta cedette del 29%, analisti, economisti, e soprattutto gestori e promotori finanziari, hanno ripetuto fino a sgolarsi che l'unico modo per ridurre al massimo i rischi di un investimento azionario fosse quello di diversificare l'investimento e di mantenerlo un tempo sufficientemente lungo, almeno 10 anni. Un tempo era la diversificazione Quindi non concentrare tutto il capitale in un unico titolo, ma distribuirlo su almeno una decina di azioni. Meglio ancora se la diversificazione era fatta a livello settoriale (ovvero acquisto di titoli di vari settori) e geografico (titoli di Borse di vari Paesi e quindi legati all'andamento di diverse economie). Per non sbagliare il promotore finanziario proponeva l'acquisto di fondi che puntavano ognuno su diverse Piazze azionarie permettendo l'investimento su un amplissimo ventaglio di titoli quotati a cui si aggiungeva una diversificazione geografica. Da mantenere per un periodo sufficientemente lungo, perché, si diceva, nel lungo periodo le Borse hanno sempre guadagnato. La crisi delle certezze La globalizzazione e le ultime due crisi, quella del 2000 e quella attuale hanno mandato in soffitta la teoria della diversificazione. E' sotto gli occhi il crollo all'unisono di tutte le Piazze azionarie del mondo avvenuto nell'ultima parte del 2008 e nei primi mesi di quest'anno. E anche a livello settoriale non c'è stato indice azionario che si è salvato. Chi più, finanziari e automobili, chi meno, prodotti per la salute e farmaceutici, tutte i comparti hanno patito una indiscriminata e irrazionale discesa dei corsi. pagina successiva >>

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TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE CAMPANIA INVIA ROULOTTE PER DISABILI. (sezione: Globalizzazione)

( da "Asca" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE CAMPANIA INVIA ROULOTTE PER DISABILI (ASCA) - Napoli, 11 apr - Cinque roulotte attrezzate per disabili e ammalati, dotate anche di stufe, sono arrivate al Campo di accoglienza di Poggio Picenze. Le ha inviate la Protezione civile della Regione Campania, che aveva allestito la struttura. Altre 12 tende per creare un campo di accoglienza per le persone cosiddette ''itineranti'', ossia per coloro che solo di notte usufruiscono del campo o per i parenti che vogliano assistere i congiunti alloggiati nella struttura, saranno pronte da domani. La Protezione civile della Regione Campania e' pronta, con i suoi tecnici e con quelli che hanno gia' dichiarato la propria adesione, e d'intesa con l'Ordine degli Ingegneri, ad effettuare le verifiche sugli stabili. Gli enti che intendano contribuire all'invio di beni di prima necessita' e mezzi possono fare riferimento alla Protezione civile della Regione Campania, individuata dal Dipartimento nazionale, quale coordinatrice delle attivita' che riguardino l'assistenza dalla Campania. Com-dqu/cam/ss (Asca)

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Piacenza, Anci, Consulta Protezione Civile sull'emergenza Abruzzo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Piacenza, Anci, Consulta Protezione Civile sull’emergenza Abruzzo (11/4/2009 16:52) | (Sesto Potere) - Piacenza - 11 aprile 2009 -Si è riunita , a Roma, la Consulta nazionale della Protezione Civile dell’Anci, presieduta dal sindaco di Piacenza Roberto Reggi. All’ordine del giorno, gli interventi nelle zone colpite dal sisma in Abruzzo, in una situazione di emergenza rispetto alla quale Reggi ha sottolineato “la tempestività e l’efficacia con cui ha agito il Dipartimento di Protezione Civile”, auspicando nel contempo che “qualsiasi operazione venga effettuata sotto il coordinamento delle organizzazioni preposte ad affrontare eventi calamitosi di questa portata”. La novità emersa nel corso della riunione sta nel fatto che ciascun Comune abruzzese terremotato potrà gemellarsi con un altro Comune italiano, che lo sosterrà nel percorso necessario a ripristinare la funzionalità dell’amministrazione e dei servizi pubblici essenziali: “L’idea condivisa è quella di dare vita a gemellaggi tra Comuni e territori colpiti dal sisma – ha spiegato Roberto Reggi, coordinatore della Consulta - gemellaggi che non riguardano soltanto la corrispondenza tra i territori, ma anche le funzioni”. In pratica uno stesso territorio terremotato potrà essere adottato da più Comuni per funzioni differenti, e tale adozione sarà gestita direttamente dalle Anci Regionali. Durante la riunione è stata evidenziata anche la necessità di organizzare al meglio le generose offerte che arrivano sia dai Comuni, che dai cittadini e dalle associazioni di volontariato. “Al momento il dipartimento nazionale della protezione civile non è in grado di fornire il quadro preciso del fabbisogno che peraltro muta continuamente”, ha precisato Reggi. Per questo motivo “ai sindaci daremo indicazione di raccogliere le disponibilità dei cittadini e delle associazioni che si stanno mobilitando, di farne un elenco ordinato, rendendosi pronti ad intervenire quando ci sarà richiesto”. Reggi, in quanto coordinatore della Consulta Anci protezione civile, ha evidenziato la necessità che si costruisca un sistema di concertazione tra governo centrale ed amministrazioni comunali. Tale coordinamento “sarà reso possibile dal contatto diretto tra Anci nazionale e sindaci locali – ha annunciato – ma anche dalla presenza assicurata dal dipartimento nazionale di protezione civile di un referente Anci all’interno del Dicomac” (l'organo di Coordinamento Nazionale delle strutture di Protezione Civile nell'area colpita ndr). Altro punto su cui l’associazione si sta molto impegnando – ha spiegato ancora il sindaco di Piacenza – è quello della “raccolta dei nominativi dei tecnici resisi disponibili ad intervenire nei territori colpiti dal sisma”. Da questo punto “soprattutto i grandi Comuni, come Roma, si sono organizzati attivando servizi navette per trasferire quotidianamente il personale sul luogo del terremoto”. Inoltre, lo stesso Comune capitolino si è offerto come campo base dove potranno rivolgersi gli altri Comuni anche per le attività successive alla fase di emergenza. Mentre il sindaco di Pereto, in provincia dell’Aquila, si è detto pronto a realizzare a 25 km dal capoluogo aquilano il campo base per i tecnici oltre che per le altre attività. La Consulta Anci per la protezione Civile tornerà a riunirsi il prossimo 23 aprile, per fare il punto della situazione e definire altri dettagli operativi dell’intervento a favore dei Comuni e delle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma. Reggi ha colto l’occasione, infine, per ricordare la raccolta di fondi promossa dall’Anci per dare assistenza alle Amministrazioni comunali colpite dal terremoto, attraverso l’attivazione del conto corrente denominato “Anci – Emergenza Terremoto Abruzzo”, le cui coordinate Iban sono: IT 56 D 03226 03203 000500074907. A questo proposito, unitamente ai colleghi Salvatore Perugini di Cosenza e Vito Santarsiero di Potenza, il primo cittadino di Piacenza aveva già lanciato l’appello ad accorpare in un’unica data il referendum e la tornata elettorale per europee e amministrative, recuperando così 460 milioni di euro che potrebbero essere destinati all’emergenza sisma.

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TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE, MIGLIAIA LE MAIL DI AIUTO ARRIVATE. (sezione: Globalizzazione)

( da "Asca" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE, MIGLIAIA LE MAIL DI AIUTO ARRIVATE (ASCA) - Roma, 11 apr - Sono 2.250 le e-mail arrivate dal 6 al 10 aprile alla redazione del sito della Protezione Civile. Le persone che hanno scritto hanno testimoniato la loro solidarieta' in vari modi: prevalenti le offerte di alloggio ma sono molte anche le disponibilita' a partire per prestare aiuto sul posto. Numerosissimi i singoli cittadini, le famiglie, i professionisti e le organizzazioni che hanno offerto beni di prima necessita' e farmaci. Sono molti coloro che dall'estero hanno manifestato la volonta' di fare donazioni alla Protezione Civile. Circa 3.000 le telefonate ricevute in cinque giorni ai numeri attivati dai Servizi Formazione e Comunicazione del Dipartimento. E' impossibile contare le chiamate ricevute dal centralino e dalle altre strutture del Sistema Nazionale della Protezione Civile. ''Ringraziamo tutti e ciascuno per lo slancio di generosita' dimostrato anche in questi giorni'', scrive la Protezione Civile: ''il sistema sta vagliando le offerte di alloggio e ha indirizzato le offerte di beni e materiali di prima necessita' al servizio organizzato dalla Croce Rossa . Ricordiamo - conclude - che per partire volontari occorre essere iscritti ad un'associazione di volontariato di protezione civile e che per la sicurezza dei soccorritori e della popolazione colpita dal terremoto e' necessario che gli interventi siano organizzati e non spontanei. Anche la distribuzione di generi e beni materiali viene organizzata secondo un piano di fabbisogni collaudato: raccomandiamo quindi a tutti i cittadini di non raccogliere materiale se non su espressa richiesta e di utilizzare i conti correnti attivati dalle Amministrazioni dello Stato per inviare un aiuto''. res-mpd/cam/ss

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La Protezione Civile della Provincia di Asti in Abruzzo per l'emergenza (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 11-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Protezione Civile della Provincia di Asti in Abruzzo per l'emergenza (11/4/2009 20:07) | (Sesto Potere) - Asti - 11 aprile 2009 - La Protezione Civile della Provincia di Asti da mercoledì 15 aprile sarà in Abruzzo nella zona colpita dal terremoto nei giorni scorsi. La Provincia collaborerà con la Regione Piemonte che attualmente in sede di COM è operativa nel comune di Barisciano (AQ), per la disponibilità a gestire e a supervisionare le strutture temporanee allestite nei comuni limitrofi. “Il personale della Protezione Civile della Provincia di Asti sarà il primo ad affiancare la Regione Piemonte è un dovere civile ma soprattutto gli astigiani saranno presenti in questa emergenza” ha dichiarato il Presidente della Provincia Maria Teresa Armosino. Il sistema italiano della protezione civile prevede una organizzazione a livelli per coordinare nel miglior modo possibile persone e mezzi strettamente necessari. Nell’intera zona colpita dal sisma gli interventi e i soccorsi sono gestiti direttamente dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile di Roma. Per gli aiuti che arrivano da tutta Italia è stata individuata come capofila delle operazioni la Regione Friuli Venezia Giulia. “La Regione Piemonte ha attivato i Coordinamenti provinciali delle Associazioni e Gruppi di volontariato di protezione civile delle otto Province piemontesi per la formazione della colonna mobile regionale – spiega l’Assessore alla Protezione Civile Antonio Baudo - Per quanto riguarda Asti una prima squadra composta da 2 mezzi pesanti muniti di gru, da 2 pulmini, una cucina da campo e 14 volontari debitamente formati sono partiti per L’Aquila con il compito di contribuire alla costruzione di un campo base interamente autosufficiente che ospiterà circa 300 persone oltre ai volontari necessari per farlo funzionare. Un altro gruppo è già nella zona da venerdì 10 aprile”. Il Gruppo astigiano è parte di una più ampia delegazione formata da volontari di altre province che congiuntamente intervengono sul territorio nazionale al verificarsi di situazioni straordinarie che mettono in crisi il territorio. Si ricorda che gli uffici delle istituzioni locali, preposte alla direzione e al coordinamento delle emergenze, di protezione civile, raccolgono le singole disponibilità al fine di realizzare una banca dati regionale e nazionale da utilizzarsi in caso di necessità.

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SISMA ABRUZZO/AGIBILITÀ,20 TECNICI DA PROTEZIONE CIVILE CAMPANIA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 11-04-2009)

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Sisma Abruzzo/Agibilità,20 tecnici da Protezione civile Campania di Apcom Verificheranno idoneità edifici di Poggio Picenze -->Napoli, 11 apr. (Apcom) - Partirà martedì 14 la verifica, da parte della Protezione civile della Regione Campania, dell'agibilità degli edifici dei comuni dell'Aquilano colpiti dall'evento sismico. In particolare, i controlli eseguiti dalla compagine campana, riguarderanno Poggio Picenze, il centro abruzzese in cui è situato anche il campo di accoglienza curato dalla Protezione civile campana. Saranno 20 i tecnici del primo contingente del Settore regionale impegnati nell'attività di controllo e monitoraggio degli stabili: si tratta di ingegneri con specifiche competenze, formati anche attraverso i corsi che si sono tenuti nella Scuola di Protezione civile della Regione Campania.

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