CENACOLO DEI COGITANTI |
Lo tsunami della crisi
affonda i commerci ( da "EUROPA
ON-LINE" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: industria marittima, termometro della globalizzazione DANIELE CASTELLANI PERELLI Dal New Jersey alla Malesia, da Shanghai a Rotterdam, le cronache dei giornali locali sembrano scritte dalla stessa mano. Tutte raccontano la solitudine dei porti mondiali, tutte si pongono lo stesso interrogativo: come farà a rialzarsi l?
Addio alle scampagnate La
Sat si globalizza ( da "Trentino"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globalizza» ARCO. Altro che scampagnate domenicali, zaino in spalla e borraccia in tasca, fino al rifugio sopra casa. La Sat di Arco può fare concorrenza ad un tour operator nell'organizzazione di viaggi in giro per il mondo. Dopo alcune iniziative isolate quest'anno, per la prima volta, è stato realizzato un vero e proprio programma che offre ai satini (
Nave della Us Navy nel mar
cinese Tensioni tra Washington e Pechino
( da "Corriere.it" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usns Impeccable» della marina militare Usa MILANO - E' tensione tra la Cina e gli Stati Uniti. Il governo di Pechino accusa la marina militare americana di aver violato le leggi internazionali muovendosi nelle acque del Mar cinese meridionale e chiede formalmente agli Usa di interrompere ogni «attività navale illegale».
Cina: una stabilità
segnale di difficoltà di Fernando Mezzetti
( da "Giornale di Brescia"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Giornale di Brescia sezione:estero L'analisi Cina: una «stabilità» segnale di difficoltà di Fernando Mezzetti Colpita anch'essa dalla crisi, ma comunque ancora in crescita, e mentre il mondo conta su di essa per uscirne, la Cina fa il pugno duro all'interno e muso duro all'esterno, affrontando ricorrenze cariche di simbolismi e tensione.
La crisi si beve i vini
d'Italia ( da "Italia
Oggi" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Mentre sul mercato asiatico, se Cina e Corea «prendono fiato» (+1% e -1%) e l'India è in piena crisi (-17%) le piazze di Hong Kong (+29%) e Singapore (+17%) sono in grande espansione. Infine in crescita tumultuosa è il mercato degli Emirati Arabi, con volumi aumentati del 50% e valori più che raddoppiati.
Croce rossa e volontari
presi di mira dai ladri ( da "Arena,
L'" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: presi di mira dai ladri Spariti un navigatore e il cellulare di servizio Protezione civile privata di tende ed attrezzature Furto nella notte tra sabato e domenica al capannone di Borgo Secolo utilizzato a Peschiera come deposito mezzi dalle locali delegazioni di Croce Rossa e Protezione civile. «Un gesto ignobile, perché colpisce due realtà che sono un bene a disposizione di tutti»,
Troppe regole non tutelano
il credito ( da "Finanza
e Mercati" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: cogliere le sfide della globalizzazione, come i flussi di investimenti, i cambiamenti demografici, gli squilibri finanziari, il riscaldamento globale, ecc... Né l'economia reale né le banche saranno tutelate se ci fossero meno scambi internazionali, più protezionismo, una forte dose di nazionalizzazione economica, finanziamenti basati sul credito piuttosto che sul mercato,
si fondono anche le
squadre di protezione civile ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Coordinatore sarà Danilo Bazzeo Si fondono anche le squadre di Protezione civile CAMPOLONGO TAPOGLIANO. La squadra unica di Protezione civile nel nuovo comune di Campolongo Tapogliano è realtà. Recentemente sono stati comunicati alla sede regionale della protezione civile i nominativi delle cariche assegnate in seno al sodalizio.
Pechino <Dice menzogne,
gli Usa non lo aiutino> ( da "Giornale.it,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: intelligence Usa Dennis Blair, che ha parlato in un'audizione al Senato la disputa con la Cina sulla nave Usa, «è la più grave dal 2001», quando un aereo militare americano venne costretto ad atterrare in Cina. Pechino mostra negli ultimi tempi «un atteggiamento più aggressivo» per quanto riguarda le sue forze militari,
"Repubblica"
s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties"
( da "Giornale.it, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 91 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies?
la trasmissione di santoro
domani arriva a prato ( da "Tirreno,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Prato è diventata un caso, il simbolo della fatica delle piccola e media impresa in tempi di crisi e di globalizzazione. Un servizio sul distretto lo sta confezionando Famiglia Cristiana, l'argomento è stato sviluppato anche su Rai International.
export tessile: numeri da
incubo ( da "Tirreno,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 9% nel 2008, Usa e Giappone i mercati peggiori, segno più in Cina PRATO. L'Area studi dell'Unione ha elaborato i dati Istat relativi all'export a livello territoriale. Dai risultati emerge nel quarto trimestre dell'anno un peggioramento delle tendenze già negative in atto nei primi tre trimestri del 2008.
"giusto reprimere
tienanmen" lascia il vertice dell'intelligence
( da "Repubblica, La"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Giusto reprimere Tienanmen" lascia il vertice dell´Intelligence WASHINGTON - Uno degli 007 più quotati degli Usa, Charles Freeman, ha rinunciato ieri alla carica di direttore del National Intelligence Council. Aveva irritato dei membri del Congresso dicendo che la Cina doveva "intervenire prima" per reprimere Tienanmen.
il dalai lama: "il
tibet è un inferno" sale la tensione tra cina e stati uniti - raimondo
bultrini ( da "Repubblica,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Pagina 14 - Esteri Il Dalai Lama: "Il Tibet è un inferno" sale la tensione tra Cina e Stati Uniti Duro discorso del leader buddista nel 50° della rivolta anticinese RAIMONDO BULTRINI BANGKOK - Il Tibet? «è stato trasformato in un inferno in terra. Questi 50 anni hanno portato indicibili sofferenze al Paese e al popolo».
ventata d'ottimismo per
l'auto "a maggio mercato con il segno più" - paolo griseri
( da "Repubblica, La"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina +25% PAOLO GRISERI TORINO - Inversione di tendenza o semplice rimbalzo? è un fatto che da qualche settimana i segnali che provengono dal mercato dell´auto sono di segno positivo anche se pochi operatori del settore si lascerebbero andare all´ottimismo di Berlusconi che ieri ha sintetizzato: «Si svuotano i magazzini e ripartono gli ordini»
Guerra alle droghe? Un
fallimento ( da "Manifesto,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Colombia, Repubblica ceca, India, Messico, Olanda, Portogallo, Regno unito, Russia, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria e Usa - oltre a fornire altri dati sui paesi Ue. Le conclusioni mettono in scacco l'Onu e la sua strategia già dalla base, dalla raccolta dei dati, considerati «non affidabili».
il dalai lama: tibet, un
inferno in terra ( da "Tirreno,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: «Gli Usa - ha affermato il portavoce - rispettano l'integrità territoriale della Cina e considerano il Tibet parte della Cina». Nello stesso tempo, però, la Casa Bianca è preoccupata «dalla situazione dei diritti umani in Tibet». E' entrato invece nel merito delle accuse del Dalai Lama il governatore cinese del Tibet,
Crisi, Berlino vuole
tornare a trainare l'Europa ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: economia e nel perorare la causa della riforma delle istituzioni finanziarie internazionali con l'ingresso di Russia, Cina, India e Brasile nel Financial stability forum in chiave di un coordinamento delle azioni anticrisi dei principali governi. Usa e Ue, due ricette diverse Gli Usa premono per un super piano di stimolo coordinato tra le principali economie mondiali.
Berlusconi: votino i
capigruppo Fini: la proposta cadrà nel vuoto
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina replica: menzogne. u pagina 11 Usa,il Senato toglie restrizioni su viaggi a Cuba Il Senato statunitense ha approvato un disegno di legge che concede altri 410 miliardi di dollari per il bilancio 2009. Sono state poi tolte alcune restrizioni sui viaggi e sulla vendita di medicinali a Cuba.
Quelle incognite sulla
fiammata ( da "Sole
24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: bisognerebbe fare quello che aveva fatto Hong Kong prima di tornare sotto la Cina, quando, approfittando del crollo delle quotazioni, il Governo si era comprato il 10-11% della Borsa, per poi rivendere le azioni con profitto qualche anno dopo. Ma, almeno per quanto riguarda il Vecchio continente, l'ipotesi suona più come una provocazioneche come una strada concretamente percorribile.
L'intelligence Usa: grave
crisi con la Cina ( da "Sole
24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: intelligence Usa: grave crisi con la Cina Mario Platero NEW YORK. Dal nostro corrispondente Quasi certamente la crisi navale al largo delle coste cinesi fra Pechino e Washington finirà nella classica tempesta in un bicchier d'acqua.Intanto però è una tempesta che suggerisce dichiarazioni bellicose sia agli Stati Uniti («L'episodio è il più grave incidente diplomatico con Pechino dal 2001»
Non c'è alternativa, serve
la bad bank ( da "Sole
24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globalizzazione, sono diventate più grandi dei Paesi d'origine e residenza tanto da rendere problematico il loro salvataggio eventuale (da parte di chi? Coi soldi di chi?): da " too big to fail" sono diventate "too big to save". L'intera crescita economica degli ultimi anni è stata in realtà un boom finanziato col debito e basato su aspettative e comportamenti autorealizzantisi,
LA DECISIONE di Barack
Obama di rimuovere i limiti posti dal suo predecessore Bush alla ricerca ...
( da "Messaggero, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: riguarda il numero non insignificante di ricercatori che hanno lasciato gli Usa per il Regno Unito o altri Paesi dove erano possibili questo tipo di studi. Esiste inoltre un altro problema che non è stato espresso pubblicamente ma che deve aver influito sulla decisione di Obama: in Cina, infatti, la ricerca sulle staminali è massiccia, il numero di linee cellulari isolate molto elevato,
Alla Protezione civile
rubano il rimorchio per le imbarcazioni
( da "Giorno, Il (Legnano)"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 7 Alla Protezione civile rubano il rimorchio per le imbarcazioni TURBIGO TURBIGO LADRI SCATENATI a Turbigo. Se la prendono addirittura con i volontari cui vengono sottratti gli attrezzi del mestiere. L'altra notte, i malviventi hanno svaligiato la sede della Protezione civile, coordinata da Giuseppe Sporchia,
Un milione per crescere
all'estero ( da "Sole
24 Ore, Il (Nord Ovest)" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: come India, Cina, Brasile, Paesi del Golfo, rispondendo alla domanda di consumo della fascia alta; infine, intercettare le potenzialità di business nelle altre economie contraddistinte da prospettive di sviluppo. «Per superare l'ostacolo rappresentato dalle piccole dimensioni delle nostre Pmi –
Servono meno prodotti ma
con più innovazione ( da "Sole
24 Ore, Il (Centro Nord)" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Le chiavi di volta, spiega Bianchi,
possono essere l'innovazione di prodotto e la maggiore attenzione ai servizi
offerti alla clientela. Aspetti, questi, che «riporteranno molte aziende in
Italia» dopo l'ondata globalizzatrice. Intervista u pagina
Borse Asia-Pacifico:
indici in rialzo su attese Citi, giù Cina
( da "Reuters Italia"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: MILANO (Reuters) - Borse asiatiche in salita quest'oggi sulle attese che la banca Usa Citigroup possa chiudere il primo trimestre dell'anno in utile. Queste speranze hanno ridato la fiducia ai mercati, anche se i dati sulle esportazioni cinesi, non positivi, hanno spinto molti investitori verso il porto sicuro del dollaro.
Il grido del Dalai Lama
<Tibet, inferno in terra> ( da "Corriere
della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: anche il dipartimento di Stato Usa ha espresso «profonda preoccupazione» e ha chiesto a Pechino di «rivedere la sua politica», pur sottolineando di «considerare il Tibet come parte della Cina» e di «rispettare l'integrità territoriale» di quest'ultima. Pechino si prepara a sabotaggi, il Dalai Lama, altrettanto esplicitamente, sostiene che «occorre prepararsi al peggio»
<Hillary ha sbagliato,
Obama corregga la linea> ( da "Corriere
della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Gli Usa si sono indebitati fino al collo con la Cina e l'era in cui potevano dettare le politiche ad altri Paesi è finita». Dovrebbe intervenire l'Onu? «Cina e Usa fanno entrambe parte del Consiglio di sicurezza, oggi obsoleto e impotente perché non toccherà mai gli interessi di un Paese membro ».
Diritti umani, l'ora di
cambiare ( da "Corriere
della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: e le occasioni di certo non mancheranno) servirà qualcosa di più, proprio perché la Cina, con le sue gravi carenze in tema di diritti civili, è un terreno di affermazione della nostra identità liberaldemocratica. Si pecca forse in tal modo di ingenuità, si dimentica che in tempi di crisi finanziaria i cinesi tengono per il collo gli Usa, e dunque anche noi?
Cuba, un embargo da
ripensare ( da "Corriere
della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: influenza degli Usa a Cuba, ma con ogni probabilità diventerebbe lo strumento più efficace, sotto la guida di Obama, per risollevare la posizione americana in tutto l'emisfero occidentale. Gli Stati Uniti sono pronti a collaborare con Cina e Russia, per non parlare della mano tesa a Corea del Nord, Siria e persino all'Iran.
Usa-Cina, tensioni in mare
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 20 Usa-Cina, tensioni in mare ALTA
TENSIONE tra Stati Uniti e Cina a causa di un incidente navale avvenuto
domenica a circa
ca' foscari, l'università
dei poliglotti ( da "Nuova
Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in breve tempo anche a causa della globalizzazione, se si esclude il cinese già insegnato da molti anni. Una torre di Babele che fa di Venezia un punto di riferimento per studenti di tutta Italia. Ieri l'auditorium Santa Margherita ha ospitato una lettura di brani. La convivenza di lingue diverse - ha detto Amos Luzzato - fornisce stimolo e arricchimento alla libertà di pensiero.
Assegnato il Premio del
Rotary all'imprenditore Gavino Piu
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: le aziende sono lasciate da sole a fronteggiare un mercato sempre più caratterizzato dalle regole della globalizzazione a discapito della qualità. «È un modo per far sentire alle imprese locali che il loro territorio riconosce i loro sforzi e la positività della loro azione nel mercato locale ed internazionale», spiega il presidente del Rotary Club di Bosa Mariolino Contini.
Megalopoli a caccia di
talenti ( da "Stampa,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: INTRECCI MORTALI Megalopoli a caccia di talenti Una nuova generazione di sindaci guida lo sviluppo delle città in Asia e Cina. E in Italia? Immobili da morire Da Seul a Shanghai una sola strategia: investire, innovare aprirsi ai flussi internazionali Banchieri e politici si attivano per attrarre ricercatori e dollari. E l'Occidente accorre Il paragone con le nostre città è sconfortante.
La Cina accusa gli Usa di
spionaggio dopo lo scontro navale di domenica
( da "Rai News 24" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina accusa gli Usa di spionaggio dopo lo scontro navale di domenica Nave militare Dopo la battaglia navale partono le accuse di spionaggio della Cina contro gli Usa. Domenica c'era stato l'incidente navale oggi Pechino accusa Washington di spionaggio dopo che il Pentagono ha denunciato che cinque navi cinesi hanno effettuato manovre pericolose portandosi in stretta vicinanza della
Cuneo: volontari della
Protezione Civile bonificano lo Stura
( da "Targatocn.it" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: volontari della Protezione Civile bonificano lo Stura Sabato 7 marzo scorso i volontari della Protezione Civile del Comune di Cuneo hanno intrapreso i lavori di bonifica del letto e degli argini del fiume Stura da alberi e detriti vari. L?operazione, che viene svolta periodicamente, è tesa a prevenire eventuali problemi dovuti alla formazione di barriere o dighe,
Cina, una speranza che
dura un giorno ( da "Finanza.com"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, una speranza che dura un giorno (9 Marzo 2009 - 08:13) MILANO (Finanza.com) - Da La Repubblica: Mercoledì scorso i mercati hanno ricevuto due notizie importanti. La prima, fortemente negativa, era fornita dalla pubblicazione del Beige Book, il rapporto della Federal Reserve sull'economia degli Stati Uniti.
Tibet: Cina a usa,
critiche ingiustificate minano rapporti
( da "KataWeb News" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Tibet: Cina a usa, critiche ingiustificate minano rapporti 11 marzo 2009 alle 09:53 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La Cina ha lanciato un avvertimento agli Stati Uniti: le critiche "ingiustificate" sulla situazione in Tibet potrebbero nuocere alle relazioni tra i due Paesi.
Inganno Statistico
( da "Blogosfere" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: micro e macroeconomiche della Cina che ha prima sconvolto i mercati con prodotti di massa dalla bassa qualità e infimo prezzo e poi ha garantito una massa monetaria artificialmente creata che ha sostenuto il crescente indebitamento USA.Se questa è la situazione allora il 2008 è il punto di svolta della crisi, è stato l'inverno che ha gelato e nel 2009 vediamo i rami secchi cadere.
Tibet/ Cina a Usa:
"accuse gratuite", a rischio nostre
( da "Virgilio Notizie"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: interni cinesi per evitare di danneggiare le relazioni tra Cina e Stati Uniti". Gli Usa ieri hanno invitato la Cina a rivedere la sua politica e a riaprire il dialogo con il Dalai Lama. Nel giorno del 50esimo anniversario della fallita rivolta tibetana contro i cinesi, ieri 10 marzo, il leader dei buddisti tibetani ha accusato la Cina di aver trasformato il Tibet in un "inferno"
Tibet, cresce la tensione
tra Usa e Cina ( da "Stampaweb,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: interni cinesi per evitare di danneggiare le relazioni tra Cina e Stati Uniti». Gli Usa ieri hanno invitato la Cina a rivedere la sua politica e a riaprire il dialogo con il Dalai Lama. Nel giorno del 50esimo anniversario della fallita rivolta tibetana contro i cinesi, ieri 10 marzo, il leader dei buddisti tibetani ha accusato la Cina di aver trasformato il Tibet in un «inferno»
<Guerra alle droghe? Un
fallimento> ( da "Manifesto,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Colombia, Repubblica ceca, India, Messico, Olanda, Portogallo, Regno unito, Russia, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria e Usa - oltre a fornire altri dati sui paesi Ue. Le conclusioni mettono in scacco l'Onu e la sua strategia già dalla base, dalla raccolta dei dati, considerati «non affidabili».
Il Ping-pong di
responsabilità non è un buon segno per il G20
( da "Denaro, Il" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: L'Unione europea vuole il raddoppio a 500 miliardi di dollari delle munizioni a disposizione del Fmi per aiutare i paesi in difficoltà, compresi quelli dell'Europa orientale, e desidera che siano Cina, Arabia Saudita, Russia e altri a pagare la maggior parte del conto. del 11-03-2009 num.
Vino, esportazioni
italiane in calo nel 2008 ( da "Reuters
Italia" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Le esportazioni a Hong Kong, visto come la porta principale per la Cina, sono cresciute del 29% e le vendite negli Emirati Arabi Uniti hanno visto una crescita esplosiva del 50% nei volumi e sono più che raddoppiate in termini di valore, ha detto l'Uiv.
Intesa San Paolo: prima
banca in Italia ad utilizzare Banknet
( da "Data Manager" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: di globalizzare i sistemi e gli standard delle transazioni. Setefi è nata nel 1989 con l?obiettivo di proporre sistemi elettronici di pagamento tecnologicamente avanzati, di offrire soluzioni d?avanguardia per le banche del gruppo ISP e per i suoi Merchant tramite un servizio di Acquiring di eccellenza.
RESOCONTO STAPLES, INC.
PER IL QUARTO TRIMESTRE E PER L'INTERO 2008
( da "Wall Street Italia"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract:
CINA, PIANI DI RILANCIO IN
STILE PECHINESE: IO SPENDO, TU PAGHI
( da "Wall Street Italia"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina e Stati Uniti si finanziano in modi diversi. L'America usa il credito del governo per raccogliere denaro direttamente dal mercato. La Cina ricorre al finanziamento semi-governativo, così che i costi reali del piano siano impossibili da calcolare per gli investitori, anche se in ultima analisi ricadono su Pechino.
Confindustria Ancona :
ecco come esportare negli Stati Uniti e in Cina
( da "Sestopotere.com"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ecco come esportare negli Stati Uniti e in Cina (11/3/2009 11:14) | (Sesto Potere) - Ancona - 11 marzo 2009 - Seminario in Confindustria Ancona 18 marzo 2009 per approfondire la regolamentaizone e le certificazioni tecniche che regolano l'esportazione in questi paesi. Cina e USA: due mercati totalmente diversi ma entrambi di particolare interesse per le esportazioni italiane.
Calzatura, la crisi si
sente però i segnali sono positivi
( da "Corriere Adriatico"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la crisi si sente però i segnali sono positivi I vertici di Confindustria Macerata e Fermo analizzano i dati Civitanova La Cina continua a far paura. Russia (-40%), Ucraina (- 35%) e Inghilterra (- 38%), hanno saltato il giro. Per fortuna i francesi, gli spagnoli, e gli svizzeri. Al Micam, vera cartina di tornasole delle calzature mondiali, la crisi si è fatta sentire.
Stupri e giustizia, la
sinistra ascolterà Cofferati? ( da "Giornale.it,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies?
Un piano di protezione
civile da prendere a esempio ( da "Varesenews"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: piano di protezione civile da prendere a esempio In arrivo 40mila euro per la Protezione Civile di Somma Lombardo. Il bando della Provincia di Varese rivolto al potenziamento delle attrezzature e degli strumenti in dotazione ai diversi nuclei di Protezione Civile provinciali ha promosso il piano progettato dal Comune di Somma Lombardo quale migliore fra tutti i 26 finanziati all?
BIGOTTISMO GLOBALIZZATO:
"sono stato allontanato dalla scuola (privata, E a Londra!) per aver
espresso la mia contrarietà verso eufemismi quali "nigger" e
"faggot" e "(DR) DOWN" E"
( da "Dagospia.com" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: GLOBALIZZATO: "sono stato allontanato dalla scuola (privata, E a Londra!) per aver espresso la mia contrarietà verso eufemismi quali "nigger" e "faggot" e "(DR) DOWN" E"Paki" e dato vento al mio disprezzo per ogni religione" SMS DI ALDO BUSI Riceviamo e pubblichiamo: Aldo Busi Globalizzazione del bigottismo: dietro richiesta di alcuni studenti di tutte le nazionalità del mio corso
Ma Obama combatte davvero
le lobbies? ( da "Giornale.it,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies?
Usa-Cina: Obama incontra
domani ministro Esteri Pechino ( da "KataWeb
News" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa-Cina: Obama incontra domani ministro Esteri Pechino 11 marzo 2009 alle 20:23 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, incontrerà domani il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi. Lo ha annunciato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs.
Clinton: "ventaglio
di opzioni" se Nord Corea testa missile
( da "Reuters Italia"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ha detto la numero uno della politica estera Usa, aggiungendo che un lancio violerebbe una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu. La Cina ha partecipato ai negoziati a sei sull'armamento atomico della Corea del Nord, in stallo da mesi. "I nostri partner dei negoziati a sei sono preoccupati dalla possibilità di un lancio missilistico, intendano affrontarlo,
Il spalam sau facem altul?
( da "Romania Libera"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: sansele ca va remarca cineva ca sunt mic, verde si am antene atunci cand bat la usa unei agentii guvernamentale sa depun un dosar complet de licitatie sunt zero. sansele ca politistul de trafic sa nu ma amendeze cand fac prostii fiindca stie cine sunt (persoana importanta) sunt de neglijat.
Tibet: Congresso usa,
Pechino metta fine a "Repressione"
( da "KataWeb News" del
11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Tibet: Congresso usa, Pechino metta fine a "Repressione" 11 marzo 2009 alle 21:53 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La Camera dei rappresentanti statunitensi ha votato all'unanimità una mozione in cui chiede che la Cina metta fine alla "repressione" in Tibet.
Usa-Cina/ Clinton e Yang:
evitare tensioni, migliorare ( da "Virgilio
Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract:
Basta privilegiare
l'export La Cina deve pensare di più al suo mercato domestico
( da "Stampa, La" del
12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: idea di una Cina priva di un enorme avanzo delle partite correnti è seducente. Gli Usa hanno spesso criticato questo partner commerciale per aver tenuto basso il corso della valuta in modo da stimolare artificialmente l'export. Gli americani non sapevano resistere al costo basso delle merci cinesi, soprattutto quando i partner commerciali,
I commercialisti come
Obama "È ora di cambiare"
( da "Stampa, La" del
12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: A livello internazionale bisogna ricostruire le regole, rifuggire dal protezionismo, governare la globalizzazione... Nel nostro Paese, invece, serve realismo e responsabilità». Non si può, ad esempio, «più eludere il problema del debito, pari al 110% del pil, acceso non per finanziare infrastrutture, ma per dare tutto a tutti e guadagnare consenso».
La partita afgana si gioca
a Teheran ( da "EUROPA
ON-LINE" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Iran alla Cina. L?ombra delle caute aperture diplomatiche dell?amministrazione Obama verso l?Iran aleggerà infatti all?interno del sontuoso palazzo di Saadabad, dove si raduneranno stamattina i nove presidenti. All?interno dell?Eco figurano paesi-membri Nato, come la Turchia, paesi assai vicini a Washington, come l?
Una scia di sangue
iniziata a Columbine ( da "Giornale
di Brescia" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: adolescenti restano uccisi e quattro sono feriti nel dormitorio di un liceo a Ruzhou in Cina. Marzo 2005 Cinque studenti e quattro adulti muoiono sotto i colpi di un adolescente che poi si suicida in una scuola a Red Lake, nel Minnesota. Ottobre 2006 La follia omicida si scatena in una scuola amish di Nickels Mine in Pennsylvania: un maniaco si barrica nella scuola, uccide cinque bambine,
Se la crisi morde
l'economia reale ( da "Cittadino,
Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la cui parte finale avanzava una dura critica alle prime forme di globalizzazione commerciale. Con forza sottolineava che «l'ultimo termine» delle «speculazioni di Commercio, di Finanza, di Politica» è «la rovina di tutto», rovina preparata dai «momentanei espedienti» ai quali le autorità governative sono solite far ricorso in momenti di crisi profonda.
l'italia sarà salvata dai
"giardinieri di dio" ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globalizzazione buona? «Certo. È quella che consente di mettere in rete la diversità. In Italia, però, assistiamo a una globalizzazione di rapina, per un'indecente combutta tra piccola politica e piccola burocrazia. Un esempio? La pastorizia, massacrata da divieti igientistici che rendono impossibile a qualsiasi giovane praticare questo mestiere antico come il nostro Paese e aprono
Prysmian mette Mosca nel
mirino ( da "Milano
Finanza (MF)" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ma anche a crescere in usa e cina Prysmian mette Mosca nel mirino Lo stabilimento per la produzione di cavi ad altissima tensione in Nord America entrerà in funzione già la prossima estate, in tempo per cogliere le opportunità del piano Obama nel settore energetico L'ingresso nel mercato russo e l'entrata in produzione, già la prossima estate,
sulle bancarelle di andrée
si vendono pane e poesia - simona spaventa
( da "Repubblica, La"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: cibo e globalizzazione, ma trattati in modo leggero" SIMONA SPAVENTA Bancarelle in sala e nel foyer, attori che vendono pane, latte e verdure. Per dieci giorni, il Teatro Franco Parenti si trasforma in un mercato, di quelli di una volta, dove oltre alla merce si vende fantasia e c´è anche e una magica macchina ecologica che recupera l´
il filo rosso che lega
moschea e gay pride - enrico pedemonte
( da "Repubblica, La"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il Gay Pride e l´arrivo a Genova di 350 ricercatori (da 38 paesi) che oggi lavorano all´Iit di Morego? Sembrano tre questioni diverse, eppure c´è un filo rosso che le lega. Nell´era della globalizzazione, in tutto il mondo ci si chiede quali siano gli ingredienti che determinano il successo di una città. SEGUE A PAGINA III
Prima Industrie dopo il
successo la cassa integrazione ( da "Unita,
L'" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: con una forte vocazione all'export:
ha stabilimenti in Finlandia, Usa, tre joint venture in Cina, è presente in 50
paesi. Fatturato in crescita fino al salto dello scorso anno: il giro d'affari
è schizzato da
L'assemblea del
Mezzogiorno di Legacoop ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Socialità e Solidarietà in un sistema globalizzato?. I lavori, presieduti da Paolo Laguardia, saranno aperti dalla relazione di Antonio Carta, presidente di Legacoop Sardegna. Seguiranno una comunicazione di Antonio Sassu (Università di Cagliari) e gli interventi di Rodolfo De Dominicis, Massimo Putzu, Giuseppe Corso, Giorgio Gemelli e Gianni Pittella.
PARLAMENTO EUROPEO:
COORDINARE I PIANI DI SALVATAGGIO ECONOMICO METTENDO IN GUARDIA DALLA CRESCITA
DEL DEBITO PUBBLICO, UN ESAME DEL COMPORTAMENTO TENUTO DALLE BANCHE E DEGLI
AIUTI ( da "marketpress.info"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Fondo di adeguamento alla globalizzazione in modo da sostenere una più ampia gamma di situazioni, inclusi i lavoratori temporanei che hanno perso il lavoro. Rileva poi l´importanza «di non lasciare che la crisi eserciti una pressione negativa sui salari». Facendo proprio un emendamento del Pse, inoltre, l´Aula ritiene che gli obiettivi principali della politica occupazionale dell´
POLITICA DELL'OCCUPAZIONE,
L'EUROPA CAMBI ROTTA: CONTRO LA DISOCCUPAZIONE IL FUTURO È VERDE
( da "marketpress.info"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: premere per maggiori finanziamenti per il Fondo sulla Globalizzazione e non dimenticare che per situazioni di questo tipo esiste la Banca Europea per gli Investimenti. Andersson propone anche che gli Stati membri destinino almeno il 2 per cento del loro Pil (Prodotto interno lordo) al varo di questo piano, così come sta avvenendo negli Stati Uniti.
Testamenti-video e pistole
( da "Tempo, Il" del
12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina: 8 adolescenti uccisi e 4 feriti nel dormitorio di un liceo a Ruzhou in Cina. 21 marzo 2005 - Usa: 5 studenti e 4 adulti muoiono sotto i colpi di un adolescente di 16 anni che attacca una scuola e si suicida a Red Lake, nel Minnesota. 3 ottobre 2006 - Usa: La follia omicida si scatena in una scuola amish di Nickels Mine in Pennsylvania:
Orocapital Preziosi in
Fiera ( da "Tempo,
Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in un mercato sempre più competitivo e globalizzato. Anche quest'anno la Camera di Commercio, nell'ambito degli interventi a sostegno dei diversi settori dell'economia locale, partecipa alla manifestazione mettendo a disposizione delle imprese interessate di Roma e provincia degli spazi espositivi, con un occhio attento alle aziende giovani,
L'Obama cubano
( da "Manifesto, Il"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Russia, europei, latino-americani, asiatici - nel campo dell'economia e al limite lo stesso regime cubano in campo politico, facilitato nell'addebitare tutti i problemi interni (non pochi e non piccoli) al blocco Usa e nel rafforzare una coesione sociale basata su un orgoglioso nazionalismo anti-gringo piuttosto che sul socialismo di stato.
Le belve moderne? I
banchieri ( da "Manifesto,
Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: alla Cina. Gli Stati Uniti hanno dominato per anni ma ora hanno soltanto il primato del deficit puublico, mentre la Cina è il paese che possiede assieme ai paesi asiatici la maggior parte dei titoli del debito pubblico americano. Io credo che un'utopia possibile sia una sorta di Commonwealth composto da Cina Europa e Stati Uniti in grado di ricucire il sistema finanziario mondiale.
Ritorna lo spettro della
deflazione Madoff concilia ( da "Manifesto,
Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Intanto la crisi sembra aggredire anche la Cina che vede ridursi drasticamente gli scambi commerciali con l'estero: in febbraio le esportazioni sono diminuite del 25,7% e l'import del 24,1%. Secondo le Dogane cinesi il saldo della bilancia commerciale è ancora attivo per 4,84 miliardi di dollari, livello ben al di sotto dei 39,11 miliardi di gennaio o degli 8,
Presentato il programma
della prima edizione di Biennaledemocrazia
( da "Manifesto, Il"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla globalizzazione ai media. Il programma prevede, tra le altre cose, sessioni dedicate all'India (Mariella Gramaglia e l'economista Prem Shankar Jha); alla storia europe a partire dalla caduta del Muro di Berlino; sul futuro della democrazia (Gustavo Zagrebelsky, Pau Ginsborg, Alfio Mastropaolo, Gianfranco Pasquino e Salvatore Veca)
Guerra dei poveri Noi e
gli altri ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: prepotente affacciarsi del protezionismo economico, che è poi il nazionalismo del piccolo mondo antico che si ritiene assediato dalla modernità, s'accompagna alla de-globalizzazione. Da un eccesso all'altro: dall'edonismo reaganiano all'orgoglio isolazionista. Dalla retorica compiacente verso il capitalismo ideologico e oltranzista alla chiusura populista in difesa dei campioni nazionali.
Deglobalizzazione Sarà
questo l'esito della crisi? il filosofo
( da "Riformista, Il"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il tema della democrazia può diventare dirimente, giacché la nuova globalizzazione, che si dovrà aprire, dovrà contenere gli elementi di un equilibrio sorretto dal riconoscimento del valore della democrazia. Se l'Occidente, unito, rinuncerà a questo, è come se avesse rinunciato a se stesso, e tutto diventerà più duro nel mondo post-globale.
Rischio industriale: oggi
a Filago tavolo sulle procedure d'emergenza
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la Croce Rossa e la rappresentanza della protezione Civile dei quattro paesi guidata da Ennio Bonetti. Parteciperanno come osservatori anche i gruppi di Protezione civile di Ferrara e di Bellizzi (Salerno), comuni dove ha partecipato l'Ats con dei gruppi di Protezione civile. «Durante l'incontro si predisporranno la macchina organizzatrice e la programmazione dell'
Marsciano, scambi e
trasferte per la Protezione civile
( da "Nazione, La (Umbria)"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: scambi e trasferte per la Protezione civile PRIMAVERA ricca di impegni per il Gruppo comunale di Protezione civile. Domani i volontari marscianesi si uniranno a quelli di Monte Castello di Vibio, di recente costituzione, per andare in visita al Centro funzionale delocalizzato della Protezione civile di Foligno.
Il Congresso Usa dà il via
libera alla mozione a sostegno del Tibet
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: CINA Il Congresso Usa dà il via libera alla mozione a sostegno del Tibet L'impegno degli Stati Uniti sui diritti umani in Cina «non è in discussione»: il Segretario di Stato Hillary Clinton, dopo l'incontro ieri a Washington con il collega cinese Yang Jiechi, ha così risposto alle critiche che l'amministrazione Obama avrebbe messo la sordina alla repressione di Pechino.
Il nemico non è più a Cuba
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il loro modello è la Cina, lo si chiami capitalismo, mercato socialista o socialismo. Russia e Cina erano tornati recentemente nell'isola a rinverdire i ricordi della Guerra Fredda. Ma Putin era più interessato a George Bush che a Cuba: se Barack Obama rinuncerà ai missili in Ucraina e Georgia non c'è ragione che i russi tornino all'Havana.
L'India, il doppio volto
della globalità ( da "Sole
24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: è stata il centro della globalizzazione almeno per due elementi. Come ha scritto Amartya Sen, «attorno all'anno Mille la diffusione globale della scienza, della tecnologia e della matematica stava cambiando la natura del Vecchio mondo: il sistema decimale nacque e fu sviluppato in India tra il II e il VI secolo.
Paradisi , impegni e
illusioni ( da "Sole
24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Germania, Italia, Brasile, Francia, Russia, Gran Bretagna, Cina, Spagna, Messico, Corea del Sud, India e Canada. Tutti - tranne la Spagna - sono membri del G-20: proprio il gruppo di Paesi che ha annunciato misure contro i paradisi fiscali. Dunque, tanto rumore per nulla anche questa volta? Non è detto.
Il calo del surplus cinese
penalizza il dollaro ( da "Sole
24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Le statistiche hanno fatto sorgere dubbi sulla capacità della Cina di finanziare il deficit estero degli Stati Uniti. Questo non ha impedito però agli investitori di dedicarsi ad alcuni Paesi emergenti o in transizione, come l'Ungheria o la Polonia, le cui valute sono salite verso la moneta americana. In serata, l'euro era a 1,2811 dollari, da 1,2670, dopo aver toccato quota;
In salita le giacenze di
grano ( da "Sole
24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: grazie al fatto che le vendite
record verso la Cina stanno portando le scorte Usa a 185 milioni di bushel,
minimo quinquennale Quasi neutrale l'impatto esercitato dal rapporto sul
mercato cotoniero: l'export americano salirà nell'annata 2008-
Morales, provocazione alla
cocaina Ma passa la linea italiana antidroga
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: strumenti e le politiche tese a sbarrare la strada al dilagare della tossicodipendenza sono condivisi da grandi nazioni come Usa, Cina e Giappone. Il senatore Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga ha illustrato la bozza approvata del «piano di azione», lo strumento che delinea per i prossimi dieci anni la politica dell'Onu.
Emendamento D'Alia è
censura web ( da "Articolo21.com"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: sarà limitata a livelli della Cina. C'è un blog che Vi invito a visitare, ed è quello di Stefano Quintarelli, che in un suo post, analizza nei dettagli l'emendamento D'Alia: http://blog.quintarelli.it/blog/2009/02/quel-biiip-di-biiip-ha-biiip-una-biiip-.html In una nota di poco fa sull'agenzia Apcom, il Senatore D'Alia: http://notizie.
Usa-Cina. Incontro tra
Clinton e Yang Jechi a Washington
( da "AmericaOggi Online"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa-Cina. Incontro tra Clinton e Yang Jechi a Washington 12-03-2009 WASHINGTON. Stati Uniti e Cina hanno portato avanti il loro dialogo, con un incontro a Washington tra il segretario di Stato Hillary Clinton e il suo collega cinese Yang Jechi, nonostante il recente incidente navale e le polemiche sul rispetto dei diritti umani in Tibet.
Crisi Usa. Obama e
Geithner presentano il piano per il G20. Caccia a uno stimolo globale
( da "AmericaOggi Online"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: India e Cina. E non è certo un caso l'annuncio di un suo incontro in forma decisamente insolita, col ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi, oggi alla Casa Bianca. "Uno degli argomenti che il segretario Geithner affronterà a Londra" - ha spiegato Obama - "è come possiamo garantire che i mercati emergenti ed i Paesi in via di sviluppo,
WTA Indian Wells: avanti
Razzano e Vaidisova ( da "Datasport"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Q) Evgeniya Rodina (RUS) 63 64 Li Na (CIN) b. Tamarine Tanasugarn (THA) 64 64 Petra Kvitova (CZE) b. Pauline Parmentier (FRA) 63 62 Shahar Peer (ISR) b. Kateryna Bondarenko (UCR) 62 61 Tsvetana Pironkova (BUL) b. Marina Erakovic (NZL) 64 61 Ekaterina Makarova (RUS) b. Nathalie Dechy (FRA) 36 61 63 Elena Vesnina (RUS) b.
<Le belve moderne? I
banchieri> ( da "Manifesto,
Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: alla Cina. Gli Stati Uniti hanno dominato per anni ma ora hanno soltanto il primato del deficit puublico, mentre la Cina è il paese che possiede assieme ai paesi asiatici la maggior parte dei titoli del debito pubblico americano. Io credo che un'utopia possibile sia una sorta di Commonwealth composto da Cina Europa e Stati Uniti in grado di ricucire il sistema finanziario mondiale.
La Protezione civile
<Dieci anni di storia> ( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: capo dipartimento protezione civile e sottosegretario all'emergenza, di Giancarlo Galan, presidente della Regione e di Elena Donazzan, assessore alla protezione civile. «Dieci anni, un appuntamento importante - ha detto l'assessore di palazzo Nievo, Marcello Spigolon - che coinvolge tutto il sistema della protezione civile della Regione e che,
Obama preme sull'Ue e
punta agli emergenti ( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: India e Cina. E non è un caso l'annuncio di un incontro, in forma decisamente insolita, col ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi oggi alla Casa Bianca. «Uno degli argomenti che Geithner affronterà a Londra», dice Obama, «è come possiamo garantire che i mercati emergenti e i Paesi in via di sviluppo, che possono essere colpiti molto duramente dalla crisi,
Cittadini in tv, il nuovo
canale YouTube del Movimento Difesa del Cittadino
( da "Comunicatori Pubblici"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Università Roma Tre sul nuovo Master "Globalizzazione dei mercati e tutela dei Consumatori”. Tra tutti i video spicca lo Speciale su Eluana Englaro. La comunicazione del Movimento non si è evoluta solo in direzione video. I consumatori saranno più consapevoli e informati anche grazie a “
Piani di rilancio,
l'Europa dice no a Obama (e fa bene).
( da "Giornale.it, Il"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies?
<Il G20decida
azioniconcertatee più regole> ( da "Sicilia,
La" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Obama fa capire che l'obiettivo degli Stati Uniti è ottenere l'appoggio di Paesi emergenti come Brasile, India e Cina. E non è certo un caso l'annuncio di un suo incontro in forma decisamente insolita, col ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi, oggi alla Casa Bianca. Emanuele Riccardi
Torniamo ai vecchi calcoli
con le dita ( da "Sicilia,
La" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Secondo questa tesi non è un problema di globalizzazione, né di saturazione dei mercati, né di folli giochetti finanziari, né di una fermata all'illusione dello sviluppo infinito, ma si tratta di una ignoranza collettiva che ci fa dimenticare un principio basilare: se si spende più di quanto si guadagna, si entra in un girone infernale di debiti,
Sopralluogo in vista del
riordino ( da "Sicilia,
La" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: funzionari del Dipartimento regionale di Protezione civile, ing. Marcello Pezzino , responsabile Uob XXII e l'ing. Piero Marano curatore dei rapporti tra Dipartimento e Comune. Riunione tenutasi per la predisposizione e revisione del Piano comunale di Protezione civile relativo ai rischi presenti a Calatabiano, a cui hanno preso parte l'assessore alla Protezione civile Tonino Fazio,
Terra e persona, Tremonti:
Crisi globale figlia globalizzazione
( da "Velino.it, Il"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: proprio sul fenomeno della globalizzazione in atto in quegli anni . “La crisi è globale ed è causata dalla globalizzazione. Un tempo il simbolo della moneta era l?aratro. L?errore che hanno fatto gli stati in tutti questi anni è stato quello di sostituire alla moneta degli stati una moneta bancaria che non ha alcun fondamento reale.
Editoriale - Diritti
umani, l'ora di cambiare di F. Venturini
( da "Corriere.it" del
12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: a chiedere alla Cina garanzie di libero accesso nella regione e un dialogo costruttivo con il Dalai Lama «nella cornice della Costituzione cinese». Ma soprattutto, la mozione di Montecitorio riporta in primo piano, e non soltanto per l'Italia, quell'eterno dilemma tra sfera morale (la difesa dei diritti umani) e sfera politico-diplomatica (
Usa/ Dietro le dimissioni
di Freeman la "lobby israeliana"
( da "Virgilio Notizie"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Lo afferma lo stesso ex ambasciatore in Arabia Saudita e Cina in un'email inviata agli organi di stampa e ripresa dal quotidiano Washington Post. Nel testo, il diplomatico statunitense afferma che "le calunnie contro di me... e la loro facile tracciabilità" dimostrano che c'è una "potente lobby" determinata a impedire che ogni punto di vista diverso dal loro sia reso pubblico,
Usa-Cina/ Disputa navi,
Obama incontra ministro Esteri ( da "Virgilio
Notizie" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: vengono contese da Cina, Filippine, Taiwan, Brunei, Vietnam e Malaysia. Ieri Yang ha incontrato il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton, la quale ha detto che le due nazioni hanno concordato di lavorare insieme per evitare simili confronti futuri. I due si sono detti anche "d'accordo nell'opporsi al lancio di missili della Corea del Nord e nel discutere una risposta"
Cina, crolla l'export. Il
Pil crescerà "solo" del 5%
( da "Gazzettino, Il"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: a febbraio in Cina sono state
vendute 607.300 vetture, segnando un incremento del 24,23% rispetto allo stesso
mese del
*Terra e persona,
Tremonti: Crisi globale figlia globalizzazione
( da "Velino.it, Il"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: proprio sul fenomeno della globalizzazione in atto in quegli anni . “La crisi è globale ed è causata dalla globalizzazione. Un tempo il simbolo della moneta era l?aratro. L?errore che hanno fatto gli Stati in tutti questi anni è stato quello di sostituire alla moneta sovrana degli Stati una moneta bancaria che non ha alcun fondamento reale.
RISCHIO CINA PER IL PAPA
IN AFRICA - ANSALDO A TAIPEI NIENTE DITINO AL SENATO BROWN L'INQUINATORE METTI
LARUSSA & C. IN 500 - TREMONTI FA LEZIONE AI DALEMIANI RUTELLI WEB (
da "Dagospia.com" del
12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: RISCHIO CINA PER IL PAPA IN AFRICA - ANSALDO A TAIPEI ? NIENTE DITINO AL SENATO ? BROWN L?INQUINATORE ? METTI LARUSSA & C. IN 500 - TREMONTI FA LEZIONE AI DALEMIANI ? RUTELLI WEB ? LA COSTITUZIONE DI MARCORé ? IL GHOSTWRITER DEL PAPA VA A MALTA? Da "Panorama" in edicola domani Papa Benedetto XVI 1 - RISCHIO CINA PER IL PAPA IN AFRICA.
Scajola al Giubileo
Paolino degli Universitari ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: "Nel contesto globalizzato in cui viviamo, se vogliamo realmente promuovere uno sviluppo economico di qualità, non possiamo che puntare agli investimenti strategici nella ricerca scientifica, all'innovazione tecnologica, alla sostenibilità ambientale e sociale, alla formazione di elevate professionalità".
Il piccolo Paese che ne
batte uno grande ( da "AprileOnline.info"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: invasione mongola che aveva sottomesso la Cina. A metà del XIX secolo il Vietnam era stato investito, insieme al Laos ed alla Cambogia, dall'espansione coloniale della Francia, sloggiata durante la II guerra mondiale dai giapponesi, cacciati a loro volta dai vietnamiti nel 1945, quando Ho Chi Minh, primo presidente della Repubblica Vietnamita,
TIBET: CINA CHIEDE AGLI
USA DI SMETTERE DI INTERFERIRE ( da "Adnkronos"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: TIBET: CINA CHIEDE AGLI USA DI SMETTERE DI INTERFERIRE commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 12 marzo, ore 21:25
Cina-Usa/ Obama e Jang
Jiechi: "Cooperare contro crisi
( da "Virgilio Notizie"
del 12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: rafforzare la cooperazione fra Usa e Cina" per costruire una relazione "positiva e costruttiva". Non va oltre il linguaggio formale la Casa Bianca nel riferire dell'incontro fra il presidente americano Barack Obana e il ministro degli Esteri cinese Jang Jiechi, in un momento in cui i rapporti fra Pechino e Washington attraversano una fase di tensione.
12/03/2009 21:25 TIBET:
CINA CHIEDE AGLI USA DI SMETTERE DI INTERFERIRE
( da "ITnews.it" del
12-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in visita a Washington, sollecita gli Stati Uniti a cessare ogni interferenza sulla questione del Tibet. ''Il Tibet e' parte inalienabile della Cina e le questioni tibetane sono esclusivamente questioni interne cinesi'', ha dichiarato Yang, in un discorso pronunciato al Center for Strategic and International Studies.
( da "EUROPA ON-LINE" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lo tsunami della
crisi affonda i commerci I guai dell?industria marittima, termometro della
globalizzazione DANIELE CASTELLANI PERELLI Dal New Jersey alla Malesia, da
Shanghai a Rotterdam, le cronache dei giornali locali sembrano scritte dalla
stessa mano. Tutte raccontano la solitudine dei porti mondiali, tutte si
pongono lo stesso interrogativo: come farà a rialzarsi l?industria marittima?
L?allarme ufficiale l?ha lanciato qualche settimana fa il Baltic Dry Index, un
indice quotidiano compilato dalla londinese Baltic Exchange, la più autorevole
società di informazioni del settore. L?indice, che si basa sui costi delle
materie prime, è crollato da quota 11.793 (raggiunto lo scorso maggio) a un misero
800, il record minimo degli ultimi ventidue anni. La crisi viene confermata
anche da un altro dato, il costo del noleggio quotidiano di una ?nave porta
rinfuse? (cioè quelle che possono trasportare carichi non-liquidi e che sono un
po? il simbolo del settore), che è passato dai 234mila dollari della scorsa
estate ai meno di 3mila dei primi dicembre: un?incredibile riduzione del 99 per
cento. Ma come si spiega questo tracrollo? «Si spiega direttamente con la
caduta della domanda nei mercati occidentali, specialmente quello americano,
nei confronti dei beni prodotti in Cina e nelle altre economie asiatiche del
Pacifico ? ci dice Thomas Cullen, analista del centro studi britannico
Transport Intelligence ?. Per usare le parole dell?economista Robert Reich, il consumatore
americano era l??Energizer Bunny? (il coniglietto protagonista della pubblicità
delle pile Energizer, ndr) dell?economia mondiale e dunque del mercato
marittimo globale. Se manca l?energia, tutto rallenta». «Conta però molto anche
l?impatto del collasso finanziario che ha avuto origine con lo scandalo della
Lehman Brothers ? aggiunge Calum Kennedy, analista della Clarkson Research
Services ? Il secondo round del credit crunch (la stretta del credito, ndr) ha
toccato in due modi questa industria: tagliando le spese dei consumatori
occidentali e limitando l?accesso al credito». «La violenza di questo crollo
non si era mai vista prima, mai», ha dichiarato alla rivista Time il direttore
esecutivo della Baltic Exchange, Jeremy Penn. In effetti hanno fatto il giro
del mondo le immagini delle novantamila automobili bloccate in Germania nel
porto di Bremerhaven. Giocattoli ed elettrodomestici giacciono invenduti,
sebbene noleggiare un container da Hong Kong a Rotterdam costi poche centinaia
di dollari, contro i duemila e cinquecento della fine del 2007. Prima di
settembre gli operatori del settore non erano troppo pessimisti, perché si
riteneva che la Cina avrebbe continuato almeno ad alimentare il traffico di
materiali come il carbone, i minerali, il cemento. Una previsione rivelatasi
errata, come dimostra il crollo della produzione di acciaio in Cina. Se la
domanda continuerà a calare, anche la produzione di petrolio rallenterà (anche
a causa della possibile svolta verde dell?industria automobilistica americana e
internazionale), e così tante petroliere rimarranno ferme nei porti. Calum
Kennedy ritiene «impossibile predire quando l?industria marittima potrà
riprendersi, molto dipenderà da quanto durerà la recessione», mentre Thomas
Cullen cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: «Questa può essere
un?occasione per ristrutturare il settore». Qualche piccola buona notizia c?è.
La domanda di carbone australiano è aumentata, e questo ha dato un po? di
respiro al mercato. Nelle ultime settimane il Baltic Dry Index è risalito un
po?, qualche giorno fa ha toccato la quota record annuale di 2167, ma rimane
comunque assai distante dai livelli di un anno fa. Dati dunque che non lasciano
sperare troppo, se è vero che la Cina ha annunciato che nel 2009 gli ordini marittimi
scenderanno del cinquanta per cento (per questo il governo di Pechino pensa a
stimoli economici mirati al settore). «La shipping industry è il termometro
della globalizzazione», ha dichiarato a Time Oliviero Baccelli, economista
bocconiano, e infatti anche in questo campo tutti guardano alla Cina e agli
Stati Uniti, le due potenze nelle cui mani è ormai l?economia internazionale. E
l?Italia? Paolo Costa, presidente d e l l? a u t o r i t à portuale di Venezia
e della commissione trasporti del parlamento europeo, traccia un bilancio
sorprendentemente positivo della situazione veneziana: «I dati della fine del
dicembre 2008 non hanno registrato alcuna crisi. Abbiamo chiuso l?anno con lo
stesso livello complessivo di traffico di quello precedente. Uno dei punti di
forza del nostro porto è che ci muoviamo su tutti i fronti, abbiamo un po?
tutto, dalle crociere al trasporto di mangimi, ferro, carbone. Abbiamo
aumentato del quindici per cento i container e i ro-ro (roll-on/roll-off, navi
che trasportano carichi su ruote, ndr), e continuiamo a ricevere tutti i giorni
i traghetti dalla Grecia. Se non sapessi che c?è la crisi in giro, direi che
tutto va bene». Certo, Venezia rimane pur sempre sul pianeta terra, dove la
crisi è evidente: «Nel settore turistico sentiremo gli effetti della crisi ?
ammette ? ma comunque ci stiamo già attrezzando. Non ci fermeremo con gli
investimenti e stiamo preparando il congelamento delle tariffe». Come guarda al
futuro l?ex sindaco? «Il noleggio di un container che dall?estremo oriente
arrivi in Europa costava oltre i duemila dollari, e oggi siamo sotto i
cinquecento. Anch?io ho dei barometri che dicono pioggia o addirittura tempesta
? conclude ? A Venezia ancora non grandina, ma temo che anche qui alla fine
pioverà».
( da "Trentino" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Addio alle
scampagnate La Sat si «globalizza» ARCO. Altro che
scampagnate domenicali, zaino in spalla e borraccia in tasca, fino al rifugio
sopra casa. La Sat di Arco può fare concorrenza ad un tour operator
nell'organizzazione di viaggi in giro per il mondo. Dopo alcune iniziative
isolate quest'anno, per la prima volta, è stato realizzato un vero e proprio
programma che offre ai satini (e non solo) l'opportunità di andare alla
scoperta di paesaggi mozzafiato e panorami unici in sella ad una bicicletta o a
piedi. E' la vacanza attiva, la nuova frontiera di un turismo che inizia a
guardare al di là dei villaggi mordi e fuggi. Quelle che erano iniziative
sporadiche, compiute quasi per caso una o due volte all'anno, sono diventate a
tutti gli effetti un calendario con tanto di date e programmi. Si parte a fine
aprile con la "Sicilia in bicicletta" e si finisce praticamente a
settembre con il tour su due ruote dell'Alsazia, in Francia. In mezzo altre sei
uscite che in realtà sono delle vere e proprie vacanze di 5-7 persino 8 giorni
e che vedranno i satini raggiungere addirittura la "sperduta"
Islanda. Oltre alle mete, certamente fuori dal comune per quanto riguarda i
tradizionali canoni turistici, il filo conduttore di questa proposta è il
metodo: ogni viaggio richiederà un particolare coinvolgimento ai partecipanti
che dovranno "guadagnarsi" la vacanza mettendosi in gioco. Un turismo
lontano anni luce da quello ormai un po' stantio dei villaggi
"all-inclusive" dove ogni dettaglio tende ad essere standardizzato,
commercializzato e quindi garantito. In realtà la Sat non ha fatto tutta da sola.
Per organizzare questo calendario si è appoggiata all'agenzia La Palma di Arco
che si sta specializzando nell'organizzazione di pacchetti
"alternativi". Michele Faitelli, il titolare, si è incontrato con il
presidente satino Bruno "Piuma" Calzà e altri del direttivo per
pianificare assieme a loro il programma delle escursioni. Ne è venuta fuori una
proposta assai interessante. Il 25 aprile, come detto, si andrà in aereo in
Sicilia dove si pedalerà da Scopello a Segesta da Trapani a Selinunte ammirando
da una visuale insolita la bellissima Trinacria. In maggio, invece, ci si
recherà, in pullman e con biciclette al seguito, sulle strade del Barbaresco e
del Barolo in Piemonte e a giugno toccherà alla Maremma e all'isola del Giglio.
Non solo bici ma anche trekking: sempre a giugno si scoprirà la Corsica
passeggiando anche su di un crinale da cui ci si affaccia su entrambi i mari.
Poi sarà la volta dei Monti Tauri in Austria e quindi, dal 6 al 13 luglio,
dell'Islanda da scoprire a piedi giorno dopo giorno. Dal 15 al 19 luglio il
cicloturismo lungo la via Augusta e infine, ad agosto, l'Alsazia. Una serie di
percorsi alla portata di chiunque, tutt'altro che spedizioni alpinistiche
«classiche», per una tipologia di turismo che sta prendendo sempre più piede.
( da "Corriere.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Avete violato le
leggi internazionali». «No, navigavamo in acque libere» Nave della Us Navy nel
mar cinese Tensioni tra Washington e Pechino Braccio di ferro diplomatico e
scambi di accuse reciproci sull'attività della Usns Impeccable Un'immagine
della «Usns Impeccable» della marina militare Usa MILANO - E' tensione tra la Cina e gli Stati Uniti. Il governo di
Pechino accusa la marina militare americana di aver violato le leggi
internazionali muovendosi nelle acque del Mar cinese meridionale e chiede
formalmente agli Usa di
interrompere ogni «attività navale illegale». Lo sconfinamento sarebbe
stato opera di una nave oceanografica della Us Navy che secondo la Cina si trovava in acque cinesi e non internazionali, come
invece sostenuto dal Pentagono. Di conseguenza, secondo il ministero degli
Esteri cinese, gli americani avrebbero violato la legge internazionale e quella
cinese. «VIOLAZIONE INACCETTABILE» - A nulla sono valsi i tentativi degli Stati
Uniti di spiegare che non c'è stata alcuna violazione e che la navigazione è
avvenuta al di fuori dei limiti territoriali cinesi. Il portavoce del ministero
degli esteri cinese, Ma Zhaoxu, ha detto che l'incidente della nave è una
violazione «inaccettabile» e che la Cina chiede agli Usa di «mettere fine a queste attività» e ad «evitare che
episodi analoghi si ripetano». Non si parla di possibili conseguenze o
ritorsioni, ma i toni sono alquanto accesi. La Cina
respinge infatti anche le accuse degli Stati uniti, secondo cui una propria
nave sarebbe stata «ostacolata» da cinque navi cinesi nelle acque del Mar
meridionale cinese. «NON CE NE ANDREMO» - La Casa Bianca aveva affermato ieri
che le navi della marina militare Usa continueranno a
operare nel Mar cinese meridionale. Il governo di Obama aveva commentato
l'episodio della nave americana Usns Impeccable, che è secondo quanto
denunciano gli Usa è stata seguita e ostacolata da
cinque navi cinesi. «Continueremo a operare in quelle acque internazionali e ci
aspettiamo che la Cina rispetti la legge internazionale»,
ha detto il portavoce dell'amministrazione, Robert Gibbs, parlando nel corso di
una conferenza stampa indetta alla Casa Bianca. Nel frattempo i funzionari del
dipartimento della Difesa Usa hanno precisato che
l'incidente diplomatico è stato preceduto da un atteggiamento di «crescente
aggressività» da parte delle navi cinesi, che si è manifestato negli ultimi
giorni. La Usns Impeccable, ha precisato il dipartimento della Difesa Usa, al momento dell'episodio era disarmata, e stava
raccogliendo campioni oceanici in acque internazionali nel Mar cinese
meridionale. stampa |
( da "Giornale di Brescia" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 11/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:estero L'analisi Cina: una «stabilità» segnale di
difficoltà di Fernando Mezzetti Colpita anch'essa dalla crisi, ma comunque
ancora in crescita, e mentre il mondo conta su di essa per uscirne, la Cina fa il pugno duro all'interno e muso
duro all'esterno, affrontando ricorrenze cariche di simbolismi e tensione.
"Grande Muraglia" di stabilità, cioè poliziesca, in Tibet, ordinata
dal capo del partito e dello Stato, Hu Jintao, per i cinquanta anni ieri della
rivolta anticinese e della fuga del Dalai Lama, e in vista dell'anniversario
dei disordini del 14 marzo 2008, con morti, feriti e centinaia di arresti di
monaci e laici. Esaltazione sfrenata, alla sessione annuale dell'Assemblea del
popolo ora in corso, da parte del suo presidente, numero due dello Stato e
vicepresidente del partito comunista, del sistema centrato sul partito stesso,
"senza alcuna separazione dei tre poteri" o più partiti che si alternino
al Governo. Muscoli mostrati verso gli Stati Uniti, con le molestie e le
minacce di attacco in acque internazionali a una loro nave per ricerche
oceanografiche, da parte di unità della Marina della Repubblica Popolare. È
solo l'inizio di un clima destinato a farsi più pesante. Nell'aprile di
vent'anni fa, per la morte di Hu Yaobang, il riformista capo del partito
destituito l'anno prima, cominciarono le manifestazioni di massa culminate
nella repressione del 4 giugno, con i carri armati, sulla Tiananmen. Nel luglio
di dieci anni fa fu messa al bando e repressa la setta Falun Gong, che poco
prima con straordinaria e segreta capacità organizzativa aveva sfidato il
sistema con un imponente raduno intorno alla sede centrale del potere, vicino
alla Città Proibita. La "Muraglia di stabilità" non è e non sarà solo
sul Tibet. Le ricorrenze cadono su una situazione economica, sociale e
politica, fattasi pesante. Pechino avrà quest'anno un tasso di sviluppo dell'8
per cento, contribuendo a trainare le economie occidentali; ma dopo anni di
crescita a doppie cifre, dopo il trionfale 13 per cento del 2007, ciò vuol dire
recessione. Sono decine di milioni i disoccupati, soprattutto emigrati interni
che, accorsi nelle città per il boom edilizio da tempo sgonfiatosi, sono tornati
nelle campagne portando, con l'amarezza della perdita del lavoro, i
risentimenti per le ineguaglianze sperimentate, per il distacco dalla prospera
popolazione urbana. Tempo fa, fu reso noto che nel 2007, anno di grande
espansione, si erano avute circa 70mila proteste e ribellioni a carattere
locale, fermamente represse. Era un monito in oscure manovre interne. Oltre ai
pochi e coraggiosi attivisti per i diritti umani, infatti, emergono critici
"di sinistra" nei confronti del partito. Serpeggiano a vari livelli
correnti di pensiero da "nuova sinistra", o neo-marxisti, duri verso
un social-capitalismo che ha promosso grande sviluppo, ma con abissi di
differenze sociali, e rapaci esponenti del potere, approfittatori e corrotti.
Lo slogan di Hu Jintao, finora, è stato la creazione di una "società
stabile e armoniosa". Ora parla solo di stabilità, rivelando nervosismo e
preoccupazioni di contrasti sociali più rischiosi del Tibet, dove
"l'armonia" si fonda su repressione e reparti armati. Per Lhasa si fa
appello al senso nazionale e identitario Han, denunciando interferenze esterne.
E su questo, il potere ha certamente consenso interno, sia per nazionalismo sia
perché, nella frenesia dello sviluppo, il cinese comune semplicemente non
capisce perché il Tibet rifiuti la modernizzazione che Pechino proclama di
avervi portato. Ma in concomitanza con la tensione celata sul tetto del mondo,
Pechino enfatizza quella verso l'esterno. L'incidente con la nave Usa, il più grave dal 2001, serve anche a mettere in secondo
piano i problemi interni davanti a presunti rischi da fuori.
( da "Italia Oggi" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ItaliaOggi sezione:
agricoltura data: 11/03/2009 - pag: 10 autore: Pagina a cura di Luigi Chiarello
Nel 2008 Usa col freno tirato, Europa a due velocità,
Emirati boom. Spumanti ok La crisi si beve i vini d'Italia Giù del 7% le
vendite all'estero, ma il valore cresce Meno 7% in volume, ma più 2% in valore.
Il 2008 del vino italiano ha chiuso in retromarcia sul fronte esportazioni.
L'andamento al ralenti sui mercati internazionali, partito fin da gennaio 2008,
era stato già registrato dall'Istat. Ma a chiusura d'esercizio i dati parlano
chiaro: venduti 17,8 milioni di ettolitri, per una variazione negativa del 7%.
Anche se, come detto, sono in leggera crescita i valori, saliti del 2% a quota
3,6 miliardi di euro. Male anche il segmento dello sfuso, crollato del 16% a
volume, mentre l'imbottigliato contiene il calo a -4% per un fatturato stabile
a 2,8 miliardi. Territorio negativo in quest'ultimo segmento sia per i vini da
tavola (bianchi -4% e rossi -10%) sia per i Doc-Docg (bianchi -4%, rossi -8%).
Mentre è in netta controtendenza il settore spumanti, che chiude l'ennesimo
anno boom con aumenti in volume del 15%, a 1,4 mln di ettolitri, e valori su
dell'11%, a poco meno di mezzo miliardo. L'analisi sui trend del nettare di
Bacco è dell'Unione italiana vini (Uiv). Dati che il presidente Uiv, Andrea
Sartori, preferisce leggere in positivo. «Se guardiamo il contesto
internazionale e quello che è accaduto ai nostri vicini di casa francesi oppure
agli australiani, non possiamo certo lamentarci», dice Sartori, «chiudiamo un
anno difficile, in cui comunque il nostro prodotto ha tenuto le posizioni
guadagnate in passato». Il mercato in cui il vino italiano soffre di più è
comunque quello Ue: in un anno il saldo è negativo per il 10% a volumi, mentre
gli stati terzi tengono, con un +2%. Stentano la Germania, primo acquirente di
vini italiani a volume (con i 5,6 mln di ettolitri importati nel 2008 segna un
calo del 10%), la Francia (-27%), l'Austria (-25%), la Danimarca (-6%). Stabile
il Regno Unito (-1%), seconda piazza per il vino d'Italia, soffrono gli Stati
Uniti, terzo mercato a volume (-2%) e primo a valore con quasi 800 mln di euro
di fatturato (-4%).Fra gli altri grandi acquirenti, stabile a volumi la
Svizzera (-1%), in leggera ripresa il Canada (+2%) e a doppia velocità la performance
della Repubblica Ceca, che a un calo in volume del 3% affianca una crescita a
valori del 13%. Sui mercati di «seconda fascia», invece, volano le performance
della Russia (+36% a volume e +12% a valore), che si attesta come 12° piazza
per il vino italiano; bene il Giappone (+6%), la Polonia (+10%), Svezia e
Norvegia, mentre in forte sofferenza sono Ungheria, che ha dimezzato gli
acquisti, e Slovacchia (un terzo). In America latina, a un Brasile in calo del
2% fa da contraltare un Messico in grande spolvero (+34%). Mentre
sul mercato asiatico, se Cina e Corea «prendono fiato» (+1% e -1%) e l'India è in piena crisi
(-17%) le piazze di Hong Kong (+29%) e Singapore (+17%) sono in grande
espansione. Infine in crescita tumultuosa è il mercato degli Emirati Arabi, con
volumi aumentati del 50% e valori più che raddoppiati.
( da "Arena, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 11 Marzo
2009 PROVINCIA Pagina 28 PESCHIERA. Incursione notturna nel deposito a Borgo
Secolo. I malviventi sono probabilmente entrati dal retro, dove l'area confina
con l'isola ecologica comunale Croce rossa e volontari presi
di mira dai ladri Spariti un navigatore e il cellulare di servizio Protezione
civile privata di tende ed attrezzature Furto nella notte tra sabato e domenica
al capannone di Borgo Secolo utilizzato a Peschiera come deposito mezzi dalle
locali delegazioni di Croce Rossa e Protezione civile. «Un gesto ignobile,
perché colpisce due realtà che sono un bene a disposizione di tutti»,
commentano con amarezza Massimiliano Grande, ispettore del gruppo arilicense
della Cri, e Claudio Delfini, caposquadra della Protezione civile. L'area di
Borgo Secolo, di proprietà del Demanio, è a ridosso del centro storico, vicino
alla Casa di riposo. Sul retro confina con l'isola ecologica del Comune ed è
proprio da questa zona che i ladri sono entrati. «A quanto pare», continua
Grande, «gli autori di questo gesto assurdo hanno camminato lungo lo sterrato
di confine tra le due aree e poi con delle scalette hanno scavalcato la rete
col filo spinato e sono entrati dalle finestre del capannone scardinandole e
rompendo i vetri. A noi hanno portato via il navigatore satellitare in
dotazione su una ambulanza, il telefono cellulare di servizio, lo stereo del
furgone che usiamo per il trasporto di anziani, e una scheda carburante». «Alla
nostra squadra invece», aggiunge Delfini, «hanno rubato tre motoseghe e 10
tende igloo. Per che cosa, poi, faccio fatica a capirlo...». A scoprire il
furto sono stati domenica i volontari della Croce Rossa, che si erano recati al
capannone per prendere uno dei veicoli in dotazione. «Ci siamo accorti che
mancava il cellulare, quello con cui comunichiamo con il 118. Abbiamo
verificato che non fosse stato lasciato su qualche altro mezzo. A quel punto
abbiamo pensato di controllate meglio tutto e così abbiamo scoperto che ci
erano stati rubati anche lo stereo del furgone e il navigatore satellitare. Uno
strumento, quest'ultimo», sottolinea l'ispettore, «di ottima qualità. Un
apparecchio così costa circa 500 euro: è già talmente difficile trovare i fondi
per sostenere la nostra attività che, come quella della Protezione civile, è
totalmente volontaria che si può ben capire quanto sia doloroso vedersi portar
via così strumenti indispensabili». Grande e Delaini hanno sporto denuncia ai
carabinieri di Peschiera. «Poi», aggiunge il capogruppo della Protezione
civile, «abbiamo spostato dal capannone tutte le strumentazioni facilmente
asportabili. Ma rimane la gravità di un gesto che danneggia non solo noi quanto
tutta la comunità».
( da "Finanza e Mercati" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Troppe regole non
tutelano il credito» da Finanza&Mercati del 11-03-2009 ANDREA GIACOBINO «Il
segreto bancario del cliente svizzero rimane intatto. Non è pensato per
proteggere i criminali o per coprire le frode fiscali. Il segreto bancario non
è mai stato assoluto al 100% e non comporta un ostacolo alle inchieste». Pierre
Mirabaud, erede di una dinastia di banchieri privati ginevrini, è il presidente
dell'Associazione svizzera dei banchieri e ha voluto fare il punto con F&M
sulle questioni più scottanti che coinvolgono il sistema creditizio elvetico,
anche nei suoi rapporti con l'Europa e gli Usa. Quali sono le origini della
crisi finanziaria globale? Esistono responsabilità specifiche degli operatori e
dei regulator Usa? Le origini della crisi sono da ricondurre a varie e
complesse interdipendenze finanziarie. Per cinque anni il credito era
facilmente accessibile, gli investitori avevano fame di alti rendimenti, le
banche finanziavano grandi buy-out e gli investitori facevano la coda per
negoziare i debiti. Abbiamo assistito a un alto grado di ingegnerizzazione
finanziaria e all'esplosione delle cartolarizzazioni, così l'elevato rischio
era incentivato. Ed era certamente elevato, non per quelle persone meglio
equipaggiate a gestirlo, ma, come è emerso, tra chi era meno attrezzato ad
affrontarlo. La stabilità del sistema finanziario era un assunto. L'uso della
leva è aumentato ed era chiaro che il mercato non avrebbe più potuto
sostenerlo. Il crunch è giunto col collasso totale della domanda nei confronti
di alcune forme di debito collateralizzato. È evidente che la situazione di
oggi è il risultato di una politica e di decisioni manageriali discutibili.
Mentre i mercati sono crollati, le società finanziarie hanno compiuto seri
errori, così come policymaker e regolatori. Quali potrebbero essere i paletti
di una re-regulation del sistema? Sosteniamo la stretta, dal punto di vista
normativo, in materia di management del capitale, della liquidità e del
rischio. La politica nazionale dovrebbe essere appoggiata da una politica
internazionale. Il regolatore svizzero, Finma, ha aumentato i requisiti
richiesti da Basilea II sul Tier-1 sia per Ubs sia per Credit Suisse e sta
introducendo un leverage ratio compreso tra il 3 e il 5% fino al 2012. Le
banche svizzere hanno tradizionalmente i requisiti patrimoniali più alti di
quelli stabiliti dal Basilea II (un extra 20%) e oggi hanno livelli di
patrimonializzazione che eccedono gli standard di Basilea II. Un ulteriore
deleveraging nei bilanci è necessario ma bisogna tenere a mente che questo
comporta alcune conseguenze. Siamo scettici circa una forte riduzione del
leverage ratio perché sosteniamo con fermezza i principi basati sul rischio,
con rispetto della normativa sui requisiti patrimoniali. Nazionalizzare le
banche è una soluzione? Lo strumento è stato usato in vari Paesi, inclusi Stati
Uniti, Gran Bretagna, Germania e Svizzera. Comunque, varia il grado con cui i
governi detengono queste partecipazioni: in Svizzera, lo Stato possiede meno
del 10% di Ubs e non sta interferendo nelle decisioni di business né è
rappresentato nel board della banca. Non definirei questa una nazionalizzazione
e il governo svizzero non ha alcuna intenzione di guidare una banca. Altre
nazioni hanno livelli di proprietà più alta, ma questa sarà solo una misura
temporanea. L'importante è avere una strategia di uscita chiara e decisa. Come
cambierà il business bancario post-crisi? Si dice che nel futuro «banking is
boring», cioè l'attività tornerà a essere più retail, con minori margini ma più
sicura... La crisi finanziaria avrà effetti a lungo termine sul futuro
bancario, la regolamentazione e la supervisione. Le banche nel 2015 opereranno
in maniera diversa in tante aree di business e i cambiamenti saranno in parte
spinti dal mercato e in parte dai nuovi regolamenti. Molti si aspettano una
banca futura più avversa al rischio, meno esposta alla leva e a complessi
prodotti finanziari, più commerciale e meno investment, insomma. Tuttavia, la
banche dovranno servire l'economia reale che sarà tecnologicamente più
complessa e, probabilmente più di oggi, cogliere le sfide
della globalizzazione, come i flussi di investimenti, i cambiamenti
demografici, gli squilibri finanziari, il riscaldamento globale, ecc... Né
l'economia reale né le banche saranno tutelate se ci fossero meno scambi
internazionali, più protezionismo, una forte dose di nazionalizzazione economica, finanziamenti
basati sul credito piuttosto che sul mercato, o una maggiore limitazione
delle cartolarizzazione o dei derivati Otc. Né l'economia reale né le banche
saranno ben tutelate da una regolamentazione troppo restrittiva. Ma dove
servono davvero più regole? La regolamentazione ha un senso se aumenta la
trasparenza in una maniera efficiente. La regolamentazione non dovrebbe puntare
a vietare prodotti strutturati o hedge fund o renderli troppo costosi. Gli
investitori di hedge fund tendono a essere investitori professionali, non
retail. Non vediamo la necessità di una protezione speciale per loro, né un
bisogno di regolamentazione che giunga fino a questo punto. L'innovazione
finanziaria potrebbe aver contribuito alla crisi, ma non è la radice della
crisi. Cartolarizzazioni, hedge fund, cds e altri derivati possono essere
strumenti utili per le operazione di rifinanziamento e per il risk management.
Scaricare la colpa di tutti i problemi sull'ingegnerizzazione finanziaria è
inappropriato. Questi strumenti continueranno a esistere nel futuro, sebbene tenderanno
adessere meno complessi e più standardizzati. Organizzare un mercato dei cds
con controparti centrali dovrebbe aumentare la trasparenza. E gli hedge fund?
Durante le prime battute della crisi, gli hedge fund non erano un problema
nonostante per lungo tempo fossero considerati come i principali responsabili
della destabilizzazione del mercato. Durante la crisi, i fondi si sono rivelati
essi stessi vittime piuttosto che colpevoli. In media, hanno un leverage
(assets to equity) di circa 2-3 volte, rispetto a una media di 20 per le banche
di investimento. I regolatori erano preoccupati che gli hedge fund potessero
rappresentare un rischio per i broker: Bear Stearns e Lehman Brothers hanno
dimostrato che era vero il contrario. Anche lo short selling ha avuto una
cattiva stampa, spesso immeritata. Non è stata la ragione principale per la
caduta dei titoli, che è continuata anche dopo che lo short selling è stato
vietato. La vendita allo scoperto stabilizza i prezzi delle azioni e garantisce
liquidità al mercato. I policy maker dovrebbero prendere in considerazione
requisiti di trasparenza piuttosto che vietare il short selling. Come giudica
il lavoro di Mario Draghi come presidente del Financial Stability Forum? È
stato molto efficace. Ha senso sospendere gli accordi di Basilea II? Ha senso
sospendere i criteri contabili del fair value? Non sono al corrente di seri
tentativi di sospendere gli accordi di Basilea II. Come ho detto, ci saranno
modifiche. Il fair value è un buon concetto quando c'è liquidità nei mercati
che permette al fair value di manifestarsi. Tuttavia, il fair value non
funziona nei mercati illiquidi. I rischi sono quelli di una spirale ribassista
e di un panic selling generale. I prezzi di vendita non rappresentano il fair
value. Per questo, la temporanea e selettiva sospensione del fair value
avvenuta lo scorso autunno era giustificata.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Campolongo
Tapogliano. Nuova decisione dopo l'unione dei Comuni. Coordinatore
sarà Danilo Bazzeo Si fondono anche le squadre di Protezione civile CAMPOLONGO
TAPOGLIANO. La squadra unica di Protezione civile nel nuovo comune di
Campolongo Tapogliano è realtà. Recentemente sono stati comunicati alla sede
regionale della protezione civile i nominativi delle cariche assegnate in seno
al sodalizio. C'è equilibrio di presenze tra i tapoglianesi e i campolonghesi
che facevano parte entrambe di due nutriti e attivi gruppi di Protezione
civile. Coordinatore della squadra sarà il tapoglianese Danilo Bazzeo mentre i
capisquadra saranno ben quattro: Francesco Bearzotti e Furio Cozzi di
Tapogliano assieme a franco Comar e Luigi Baschiera di Campolongo. La carica di
responsabile dell'area web e di manager formativo è stata assegnata a Ludwig
Bazzeo (Tapogliano) mentre manager informativo sarà Luigi Baschiera. «Si tratta
di un gruppo molto preparato - commenta con orgoglio il commissario, già
sindaco di Tapogliano Luigi Morsut - composto da 35 volontari: è uno dei numeri
più numerosi del distretto». La sede del gruppo sarà la nuova struttura di
Tapogliano, inaugurata lo scorso 10 maggio ed è stata realizzata grazie al
contributo di 110 mila euro erogato in due tranches dalla Direzione regionale
della Protezione civile e da 10 mila euro di fondi propri del comune di
Tapogliano. La struttura di via IX Giugno è composta da un grande magazzino di
( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 60 del 2009-03-11
pagina 15 Pechino «Dice menzogne, gli Usa non lo
aiutino» di Redazione Altolà di Pechino al Congresso statunitense che vorrebbe
approvare una risoluzione per sollecitare la Cina a
mettere fine alla «repressione» in Tibet. Per il governo cinese le denunce del
Dalai Lama sono «menzogne che non meritano risposta». Da qui l'invito al
Congresso di Washington a ritirare la mozione, che è stata presentata lunedì e
che gode dell'appoggio della stessa speaker della Camera, Nancy Pelosi, da sempre
molto attenta alla causa tibetana. «La risoluzione proposta al congresso
americano da qualche parlamentare anti-cinese va contro la storia e la realtà
del Tibet», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Ma Zhaoxu . La
risoluzione rivolge un appello al governo cinese «affinché risponda alle
iniziative del Dalai Lama per trovare una soluzione alla situazione tibetana».
L'avvertimento di Pechino arriva in un momento di tensione nei rapporti con
Washington, dopo l'incidente di domenica che ha coinvolto una nave
oceanografica della Marina statunitense. Secondo il Pentagono l'imbarcazione
sarebbe stata minacciata domenica scorsa da cinque unità cinesi nel mar della Cina e si sarebbe sfiorata una vera e propria battaglia. I
cinesi dal canto loro lanciano accuse pesanti: in base a dichiarazioni di fonti
anonime vicine al ministero degli Esteri di Pechino la nave svolgeva una
sorveglianza illegale al largo dell'isola meridionale di Hainan. Secondo il
direttore nazionale dell'intelligence Usa Dennis Blair, che ha parlato in
un'audizione al Senato la disputa con la Cina sulla nave Usa, «è la più grave dal 2001», quando un aereo militare americano
venne costretto ad atterrare in Cina. Pechino mostra negli ultimi tempi «un atteggiamento più
aggressivo» per quanto riguarda le sue forze militari, ha aggiunto
Blair. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Attenti, amici
bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non
valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola:
siccome "si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi
utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero,
rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al
forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono
essere considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai
messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i
blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può
ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito
alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione
sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la
magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento
religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume
alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il
'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie
sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e
che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di
espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci
garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni
scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia,
democrazia, giornalismo Commenti ( 6 ) » (3 voti, il voto medio è: 4.67 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica"
s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a
rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei
contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento
un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri
La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in
viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è
stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un
valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da
colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la
temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che
tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul
comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre
foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso
racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities.
Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori
più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso
di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del
tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il
cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il
cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna
nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà
nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da
lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel".
Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma,
un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente
preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia,
giornalismo Commenti ( 33 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di
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Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli
hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha
trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge
funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore:
potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in
caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego
in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille
miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli
speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi
varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra
di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con
l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è
ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia,
gli usa e il mondo Commenti ( 49 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar
fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks,
presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank
conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama
anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare
tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla
casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la
recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le
banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e
dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri
qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada.
L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non
solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno
dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad
allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel
baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli
tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per
trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in
fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle
banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia
potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra
gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio?
AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150
miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato.
A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la
Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo:
l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama,
globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 71 ) » (6 voti, il
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Mar 09
Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova
distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo
articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il
dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e,
secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a
Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia
lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i
Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante
e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente
disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è
innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso,
improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di
smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è
vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno
al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma,
un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie
debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di
superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare
dagli Usa? Scritto in
globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo,
russia, medio oriente, islam Commenti ( 91 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte
davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il
discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che
intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di
sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù
l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari
intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover
diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha
detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per
iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro
accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i
college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama,
«le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni
fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere
all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di
lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha
affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel
pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo
dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di
poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che
valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad
alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia
davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di
spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme
l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè
elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa,
che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di
percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di
questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non
fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi,
spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo
Commenti ( 48 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ...
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articolo a un amico 24Feb
( da "Tirreno, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ANNO ZERO La
trasmissione di Santoro domani arriva a Prato PRATO. Anche "Anno
zero" la trasmissione di Michele Santoro arriva a Prato. Domani, nella
trasmissione su Rai2 in prima serata, sono previsti tre collegamenti dalla
città. Argomento: la crisi del distretto. La trasmissione di Santoro riunirà in
una piazza - ancora da decidere quale - operai, artigiani e imprenditori, le
voci della città e della piccola media industria che mostreranno la bandiera
lunga un chilometro usata nella manifestazione del 28 febbraio. Questa mattina
una giornalista di "Anno zero", inoltre, parteciperà al tavolo di
distretto. Prato è diventata un caso, il simbolo della
fatica delle piccola e media impresa in tempi di crisi e di globalizzazione. Un
servizio sul distretto lo sta confezionando Famiglia Cristiana, l'argomento è
stato sviluppato anche su Rai International.
( da "Tirreno, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 3 - Prato
Export tessile: numeri da incubo Meno 10,9% nel 2008, Usa e Giappone i mercati peggiori, segno
più in Cina PRATO. L'Area
studi dell'Unione ha elaborato i dati Istat relativi all'export a livello
territoriale. Dai risultati emerge nel quarto trimestre dell'anno un
peggioramento delle tendenze già negative in atto nei primi tre trimestri del
( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 14 - Esteri
Washington "Giusto reprimere Tienanmen" lascia il
vertice dell´Intelligence WASHINGTON - Uno degli 007 più quotati degli Usa, Charles Freeman, ha rinunciato ieri
alla carica di direttore del National Intelligence Council. Aveva irritato dei
membri del Congresso dicendo che la Cina doveva "intervenire prima" per reprimere Tienanmen.
( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
14 - Esteri Il Dalai Lama: "Il Tibet è un inferno" sale la tensione
tra Cina e Stati Uniti Duro discorso del leader buddista nel 50°
della rivolta anticinese RAIMONDO BULTRINI BANGKOK - Il Tibet? «è stato
trasformato in un inferno in terra. Questi 50 anni hanno portato indicibili sofferenze
al Paese e al popolo». Dalla sua residenza indiana d´esilio a Dharamsala, il Dalai Lama ha
usato toni forti nel giorno di una cerimonia attesa da tempo. Il leader
spirituale buddista celebrava la data forse più triste nella storia moderna del
suo popolo, la fallita rivolta anticinese del 10 marzo 1959, la fuga attraverso
l´Himalaya e le stragi seguite alle proteste del marzo 2008. «Ancora oggi �
ha detto � i tibetani in Tibet vivono in costante paura e le autorità cinesi
restano perennemente sospettose di loro». Non solo. «I tibetani � ha aggiunto
- sono considerati criminali, meritevoli della morte». Consapevole della
solidarietà che milioni di persone hanno tributato ieri alla causa del Tibet
nel mondo, con manifestazioni e iniziative da Taiwan a New York, da Katmandu a
Canberra, Londra e New Delhi, il Dalai Lama ha insistito nella sua trentennale
offerta alla Cina di una «genuina autonomia» invece
della piena indipendenza. Ma ancora una volta la reazione di Pechino è stata
sferzante: «Non risponderò alle menzogne del Dalai Lama», ha detto il portavoce
del ministero degli Esteri, Ma Zhaoxu, «la cricca del Dalai Lama sta
confondendo il bianco con il nero. Mettono in giro solo delle voci. Le riforme
democratiche cinesi sono le più ampie e profonde mai realizzate nella storia
del Tibet». I vertici di Pechino hanno minacciato serie conseguenze
diplomatiche nelle relazioni con gli Stati Uniti se non sarà ritirata la
risoluzione del deputato democratico Rush Holt che chiede di «riconoscere la
disperazione del popolo tibetano in occasione del cinquantesimo anniversario
dell´esilio del Dalai Lama» e invita a «compiere uno sforzo multilaterale per
trovare una soluzione duratura e pacifica». La mozione, in attesa dell´esame
del Congresso Usa, rivolge un appello al governo
cinese «affinché risponda alle iniziative del Dalai Lama per trovare una
soluzione alla situazione tibetana». Ma la risposta dello stesso portavoce
Zhaoxu non lascia spiragli: «La proposta al Congresso americano fatta da
qualche parlamentare anti-cinese va contro la storia e la realtà del Tibet». Il
fattore storico è stato alla base della rottura delle trattative durate fino
allo scorso anno. «L´insistenza cinese nel farci accettare che il Tibet è stato
parte della Cina dai tempi antichi - ha spiegato ieri
il Dalai Lama - è errata e irragionevole. Non possiamo cambiare il passato».
Quanto alla realtà di quest´ultimo mezzo secolo - ha aggiunto - il governo
cinese ha condotto «campagne violente e repressive» che hanno imposto la legge
marziale e programmi di «rieducazione», causando «profonda sofferenza» fra i
tibetani.
( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 21 - Economia
Ventata d´ottimismo per l´auto "A maggio mercato con il segno più" Le
previsioni del Csp. Berlusconi: "Ordini in ripresa". Marchionne in
trincea. Cina +25% PAOLO GRISERI TORINO
- Inversione di tendenza o semplice rimbalzo? è un fatto che da qualche
settimana i segnali che provengono dal mercato dell´auto sono di segno positivo
anche se pochi operatori del settore si lascerebbero andare all´ottimismo di
Berlusconi che ieri ha sintetizzato: «Si svuotano i magazzini e ripartono gli
ordini». Gli annunci di una possibile ripresa sono diversi. Prima
l´indagine congiunta Anfia-Unrae secondo cui gli ordinativi dai concessionari
sono in aumento del quattro per cento nel confronto febbraio 2008-febbraio
2009. Poi le ricerche del Centro Studi Promotor di Bologna, da anni
osservatorio specializzato sulla vendita delle quattro ruote: «Se si manterrà
la tendenza che abbiamo cominciato a osservare oggi - dice Gian Primo
Quagliano, presidente di Csp - a maggio il mercato italiano dell´automobile
potrebbe tornare con il segno più». Se così fosse, l´uscita dal momento
peggiore della crisi sarebbe più rapida del previsto. Un effetto importante lo
hanno certamente avuto gli incentivi. E, come nel ´97, quando vennero
introdotti per la prima volta, il sostegno pubblico alla vendita fa sentire i
suoi effetti con qualche mese di ritardo rispetto alla data di entrata in
vigore. I concessionari intervistati da Csp confermano la tendenza al
miglioramento: a gennaio solo l´uno per cento denunciava una quota di
ordinativi «alta» mentre a febbraio la stessa indicazione veniva dal 34 per
cento degli intervistati. Uno dei primi effetti del ritorno della domanda in
Italia è l´annuncio della Fiat che ieri ha detto di voler aumentare la
produzione dei motori nello stabilimento di Termoli al punto di dover
trasferire 100 dipendenti dallo stabilimento di Pratola Serra a quello
molisano. Inversioni di tendenza che sembra registrare non solo la Borsa (ieri
il titolo è salito del 9 per cento) ma anche l´ad del Lingotto, Sergio
Marchionne: «Combatterò fino all´ultimo - ha detto in un´intervista - per
mantenere l´auto in utile nel 2009». Si muove in senso positivo anche il
mercato cinese: grazie agli incentivi di Pechino, a febbraio è balzato in
avanti del 25 per cento rispetto allo stesso mese del 2008. Continua invece a
essere preoccupante la situazione negli Usa. Ieri sono
giunti a Detroit gli esperti di Obama che devono decidere entro il 31 marzo se
concedere a Gm e Chrysler altri 21 miliardi di dollari o se invece lasciar
fallire i due marchi. La crisi Gm preoccupa l´Europa per gli effetti che
inevitabilmente rischia di avere sugli stabilimenti Opel in Germania ma anche
in altri paesi europei come l´Inghilterra, la Svezia, il Portogallo, la Spagna
e il Belgio. Venerdì si terrà a Bruxelles una riunione dei ministri
dell´industria e dell´economia dei paesi europei chiamati a concordare una
linea comune.
( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
DROGHE «La
repressione non ha fatto diminuire il problema». Oggi il via alla Conferenza
Onu di Vienna «Guerra alle droghe? Un fallimento» Un rapporto della Commissione
Ue affossa la dottrina sostenuta dall'America di Bush Alberto D'Argenzio
BRUXELLES A Vienna, alla Conferenza mondiale sulle droghe, si parte da un
fallimento, quello di 10 anni di politiche repressive, ben riassunte dal
Rapporto sul mercato illecito della droga 1998-2007 presentato ieri nella
capitale austriaca dalla Commissione europea. Lo studio è indipendente, firmato
dal think tank Rand Europe e dall'Istituto olandese per le malattie mentali e le
dipendenze, e non lascia spazio a dubbi: «Nel periodo che va dal 1998 al 2007
non esiste alcun elemento che faccia apparire in diminuzione il problema
mondiale della droga». Con buona pace dell'Onu, che nel 1998 lanciava lo slogan
«un mondo libero dalle droghe in 10 anni» varando un armamentario di politiche
repressive, il pianeta è oggi più drogato di quanto lo fosse allora, con un
preoccupante incremento dei consumi nei paesi in via di sviluppo ed un
altrettanto preoccupante e generalizzata diminuzione dei prezzi di cannabis,
coca ed ero. Lo studio non parla solo di mercati, ma anche di politiche, con
delle brutte sorprese per le posizione difese dal governo italiano, che rischia
di trovarsi a Vienna ben più isolato di quanto vada predicando in giro. «Una
delle conclusioni importanti - si legge nel rapporto - è che le politiche di
riduzione del danno, ancora controverse in alcuni paesi, guadagnano consensi in
un numero crescente di Stati che le considerano come un metodo efficace per
ridurre le malattie, i problemi sociali e la mortalità legati all'uso di
droga». Lo studio, va detto, non riflette la posizione della Commissione Ue, ma
comunque questa non se ne discosta di molto. «La riduzione del danno - spiega
un esperto dell'esecutivo comunitario - è parte integrante della politica
europea sulla droga, lo studio ne dimostra senza dubbio l'utilità». Il tutto
con buona pace dell'Italia, che dietro alla riduzione vede, parole del ministro
Carlo Giovanardi, una «cronicizzazione della tossicodipendenza». «È l'opinione
di un governo - continua l'esperto - ma ci sono chiare evidenze dell'efficacia
della riduzione del danno nella lotta all'Aids ed alla dipendenza». Il
commissario Ue alla libertà sicurezza e giustizia Jacques Barrot non usa gli
stessi termini, ma parla di «attaccare il fenomeno droga basandoci su delle
prove empiriche», in sostanza abbandonando le posizioni ideologiche. Anche il
Parlamento europeo ha chiesto in due occasioni una revisione pragmatica delle
politiche mondiali anti-droga. E se Giovanardi afferma che l'Italia non è sola
nella sua battaglia per modificare il concetto di riduzione del danno, da quel
che raccontano le fonti comunitarie solo la Svezia starebbe «esitando» mentre
gli altri paesi Ue sarebbero ben convinti dell'utilità di questo strumento.
«C'è un gruppo di altri paesi - spiega ancora l'esperto - composto da Russia,
Giappone, Colombia e Stati uniti che accettano il concetto, ma non la dizione,
vorrebbero si parlasse di "riduzione delle conseguenze sociali", ma
si tratta di obiezioni formali. Anche gli Usa hanno
cambiato posizione e ora accettano l'uso del metadone e altri trattamenti
sostitutivi». Insomma, a conti fatti l'Italia appare come la più conservatrice
in materia di droghe, l'unica a voler procedere senza indugi per un cammino
rivelatosi sbagliato. E che sia un senso unico lo dimostrano i dati dello
studio presentato ieri che offre un'analisi del fenomeno droga in 18 paesi -
Australia, Brasile, Canada, Cina,
Colombia, Repubblica ceca, India, Messico, Olanda, Portogallo, Regno unito,
Russia, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria e Usa - oltre a fornire altri dati sui
paesi Ue. Le conclusioni mettono in scacco l'Onu e la sua strategia già dalla
base, dalla raccolta dei dati, considerati «non affidabili». Poi ci sono
le cifre della produzione e del consumo. La metà dei nati dopo il
( da "Tirreno, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 4 - Attualità
Il Dalai Lama: «Tibet, un inferno in terra» Durissima denuncia dell'occupazione
cinese. «Ma insistiamo col dialogo» NEW DELHI. Il Tibet sotto amministrazione
cinese è stato in questi ultimi 50 anni una sorta di «inferno sulla terra» che
ha causato la morte di «centinaia di migliaia di persone», ma nonostante questo
o forse per questo, il Dalai Lama, massima autorità tibetana in esilio, ritiene
che nei confronti di Pechino si debba insistere con l'arma politica del
dialogo. Rivolgendosi da Dharamsala (India settentrionale), sede del governo
tibetano in esilio, prima ad un gruppo di dignitari buddisti e poi a circa
10.000 persone convenute da ogni dove per ascoltarlo, il Dalai Lama ha usato
parole di fuoco nei confronti dei diversi governi cinesi che nell'ultimo mezzo
secolo hanno amministrato il Tibet. Con il suo tradizionale stile suadente il
Premio Nobel per la Pace
( da "Eco di Bergamo, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi, Berlino vuole
tornare a trainare l'Europa --> Le ricette per il rilancio: la Germania
punta sulla ripresa dell'export, la Francia difende i produttori di automobili
L'Inghilterra entra nelle banche. L'Italia rilancia le opere pubbliche.
Campiglio: Tremonti prudente, conti a rischio Mercoledì 11 Marzo 2009 GENERALI,
pagina 4 e-mail print Chi sta peggio e chi sta meglio (o meno peggio) di fronte
alla crisi globale? Quali risposte vengono messe in campo nei singoli Paesi?
Difficile stilare classifiche in un momento dove le stesse stime economiche -
quelle su cui si basano i bilanci e gli investimenti di famiglie, imprese e
Paesi interi - mostrano tutta la loro aleatorietà, smentite da un giorno con
l'altro come non accadeva da anni. Una cosa è certa: ottimismo o pessimismo a
parte, qualche numero, purtroppo, continua a contare. Come le ore di cig, i
milioni di disoccupati, i miliardi stanziati dai governi per salvare interi
comparti industriali, il rosso o il nero di Borse, conti correnti e partite
doppie. Ma in questo «viaggio» dentro le ricette antirecessione partiamo da
quello che sino ad ora non è stato detto o, più semplicemente, non è stato
esplicitato come forse meritava. Caccia a 5.600 miliardi Ne da notizia in un
inserto settimanale de «Il Sole 24Ore»: «Un tesoro stimato tra i 4.000 e i
5.600 miliardi di euro», nascosto nei forzieri dei Paesi offshore continentali
e no, è in fase di schedatura da parte di una task force del G7 e dell'Ocse.
Tutto capitale sommerso, protetto dal segreto bancario. Basterebbe recuperare
solo l'1% di questa enorme somma di evasione fiscale per pagarci una
Finanziaria. Per la verità, 35 santuari del «silenzio bancario» hanno già
deciso di collaborare con le autorità europee e mondiali. Mai momento è apparso
così opportuno per cercare di recuperare nuove risorse. Il rischio Belpaese
Nessuna deriva pessimistica ma grande attenzione al recente passato del
Belpaese, osservano gli economisti. Se vanno in tilt interi settori industriali
- tessile, meccanico, automobilistico, ecc - il governo risponde con circa nove
nove miliardi in vecchi e nuoti ammortizzatori sociali. Se il lavoro, insieme al
credito, resta l'emergenza principale, vengono sbloccati 17 miliardi per le
infrastrutture (non senza polemiche sui tempi) e sono a disposizione i
Tremonti-bond, obbligazioni emesse dalle sole banche quotate e sottoscritte dal
Tesoro per sostenere la capitalizzazione degli istituti di credito e per
mantenere il flusso di finanziamenti alle famiglie e alla Pmi. La lista va
completata con le misure prese per sostenere i consumi (2 miliardi) e i redditi
dei più deboli, oltre al piano casa, su cui hanno competenza diretta le Regioni
e gli enti locali. Ma le emergenze sono anche d'altro tipo: «Il governo -
spiega Luigi Campiglio, economista dell'Università Cattolica di Milano -
ritiene che in una situazione così tempestosa il vincolo del debito pubblico,
molto più che nel passato, potrebbe diventare un problema. Ci sono tutta una
serie di indicatori internazionali che lo certificano. E in questo quadro
l'attenzione ai vincoli di bilancio a me pare doverosa. Questo non vuol dire
che bisogna stare fermi. Probabilmente bisogna anche saper inventare cose
nuove, perché adesso siamo entrati nel lato oscuro della globalizzazione. Forse
il governo è nella fase di chi aspetta che qualcuno riparta, riproducendo il
favorevole ciclo dell'export 2007». Tutto bene dunque? Campiglio risponde: «No.
La crisi è talmente forte che il rischio è che si deteriori da un giorno con
l'altro il tenore di vita di chi perde il lavoro. Proprio per questo
l'intervento di protezione sociale deve scattare automaticamente anche con il
rischio di qualche abuso». La locomotiva tedesca Il motore economico d'Europa
teme che nel mondo aumenti la spinta protezionistica ed è preoccupato per le
proprie esportazioni. Come potrebbe essere diversamente? Berlino, che per il
2009 prevede una contrazione del Pil del 2,25% (+1,3% nel 2008) e un aumento
della disoccupazione dal 7,8% all'8,4%, realizza circa il 40% della propria
crescita grazie all'export. Di conseguenza, per la Germania «i mercati aperti
sono una necessità», ha sottolineato più volte il cancelliere Angela Merkel,
che ha annunciato investimenti massicci per sostenere l'innovazione e la
ricerca. Berlino vuole essere pronta a non mancare l'aggancio con la ripresa,
tornando a trainare mezza Europa. Per quanto riguarda il credito, è stato
istituito il cosiddetto Fondo di stabilizzazione da circa 500 miliardi di euro
e lo Stato è già entrato nel capitale della seconda banca commerciale del
Paese, la Commerzbank. Soffrono anche le ferrovie tedesche (Deutsche Bahn), che
stanno preparando un doloroso piano anticrisi. Infine, non accenna a placarsi
la polemica attorno al salvataggio dei tre impianti della Opel, controllata
dall'americana General Motors. Per ora lo Stato tedesco ha ritenuto di stare a
guardare l'evoluzione della crisi, mentre ai produttori francesi manda una
serie di avvertimenti. Francia protezionista Gli ammonimenti che arrivano da
Berlino battono sempre sullo stesso tema: gli aiuti diretti alle case
automobilistiche transalpine, quelli per cui si è lamentato anche
l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne. Aiuti ritenuti «sleali»
sia dai tedeschi che dagli italiani proprio perché riservati soltanto ai
produttori francesi. Sarkozy, prima di questa polemica, aveva annunciato un
piano di rilancio da 20 miliardi di euro per far fronte alle difficoltà
dell'intero settore automobilistico nazionale e per sostenere il settore delle
costruzioni. Verranno finanziate le infrastrutture (stradali e ferroviarie), ma
anche la ricerca e le università. Gran Bretagna, non solo banche Scossa dalla
discesa della sterlina e dalle code del recente passato davanti agli sportelli
di alcuni big del credito (in parte seminazionalizzato), la Gran Bretagna ha
adottato una manovra per ridurre l'Iva dal 17,5% al 15% a partire dal 1°
dicembre fino alla fine del 2009. Inoltre, dal 2010, è previsto un aumento del
5% della tassazione per tutti i contribuenti con un reddito annuo superiore
alle 150.000 sterline. Il principale obiettivo di questa operazione è fare in
modo che ai cittadini, nonostante la crisi, restino più soldi da spendere,
incrementando le vendite e aiutando l'industria e il commercio. Londra è
determinata nel sostenere l'intervento statale a sostegno dell'economia e nel perorare la causa della riforma delle istituzioni
finanziarie internazionali con l'ingresso di Russia, Cina, India e Brasile nel Financial stability forum in chiave di un
coordinamento delle azioni anticrisi dei principali governi. Usa e Ue, due ricette diverse Gli Usa premono per un super piano di
stimolo coordinato tra le principali economie mondiali. Invece, per la
Ue la priorità continua a essere la messa a punto di nuove regole del mercato,
con l'obbiettivo di evitare il ripetersi di una crisi provocata dalla mancanza
di controlli sugli hedge fund (i fondi a rischio dei paradisi fiscali) e
soprattutto su strumenti derivati come i Credit default swap (Cds, una sorta di
assicurazione sulle società a rischio). Secondo il «Wall Street Journal»,
l'amministrazione Usa preme per una virata, chiedendo
agli europei di avviare ampi programmi di spesa pubblica sul modello di quello
statunitense, «dato che i mercati attendono un piano di azione unificato da
parte delle nazioni economicamente più potenti». Alcuni esperti Usa temono che la situazione in Europa sia peggiore, visto
come istituti finanziari, anche italiani, si sono esposti a Est. Un'analisi che
gli esperti Ue giudicano però esagerata e soprattutto strumentale. Cina in ripresa? La ripresa dell'economia sarebbe già
vicina? Gli unici a dirlo, sino ad ora, sono stati i dirigenti cinesi riuniti a
Pechino per il Congresso nazionale del popolo. La situazione è seria - dicono
-, ma le misure decise a novembre (4.000 miliardi di yuan di spese) starebbero
producendo i loro frutti. Un dato di questi giorni sembra confermare questa tesi:
l'aumento del 25% nelle vendite di automobili a febbraio, il primo rialzo da
quattro mesi, forse causato dalla riduzione delle tasse su alcuni modelli. Ma
questo ottimismo farebbe a pugni con un altro indicatore: a febbraio l'indice
dei prezzi al consumo è calato (- 1,6%) per la prima volta da sei anni. Dati
contrastanti anche per Pechino. E previsioni quasi impossibili. Daniele
Vaninetti 11/03/2009 nascosto-->
( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMA data: 2009-03-11 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ... Berlusconi:
votino i capigruppo Fini: la proposta cadrà nel vuoto Silvio Berlusconi avanza
una proposta di modifica dei regolamenti parlamentari: per snellire le
procedure ogni capogruppo potrà esprimere un voto che rappresenti l'intero
gruppo. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, boccia subito l'idea
(«Impossibile, cadrà nel vuoto»)e definisce invece«non remota»l'ipotesi di
Berlusconi al Quirinale. Il Pd attacca: dal premier pulsioni autoritarie. Di
Pietro: evitiamo un Saddam Hussein italiano. u pagina 16 Alfano sul caso
Genchi: a rischio la sicurezza nazionale Il caso Genchi «investe la sicurezza
nazionale». L'allarme viene dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, che
annuncia un «intervento normativo sul codice di procedura penale idoneo a dare
maggiori garanzie agli apparati di sicurezza dello Stato». u pagina 17
Caffarella: arresti revocati, ma romeni ancora in carcere I due cittadini
romeni Alexandru Iszoitka Loyos e Karol Racz non sono responsabili dello stupro
avvenuto nel parco romano della Caffarella il 14 febbraio scorso ma restano in
cella per altri reati. Lo ha deciso ieri il Tribunale del Riesame di Roma. u
pagina 17 Istat: prezzi alla produzione in calo,-2% sul
( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-11 - pag: 3 autore: ANALISI Quelle
incognite sulla fiammata di Antonella Olivieri I n Borsa, quando non sono molto
convinti che il rialzo possa durare, i trader parlano di "rimbalzo del
gatto morto". Purtroppo, anche ieri era questa l'opinione prevalente. La
verità però è che nessuno sa cosa succederà tra un anno. Eppure servirebbe
proprio il responso dell'oracolo per rispondere all'amletica domanda che
aleggia nelle sale operative:abbiamo toccato il fondo e possiamo solo risalire,
oppure dobbiamo aspettarci una fiammata delle quotazioni che prelude a
ulteriori ribassi? Tipicamente la Borsa anticipa di un anno la ripresa
dell'economia,dicono i veterani. Cosicché se ci fossero ragionevoli speranze di
rivedere una crescita nel 2010 – e per la Borsa crescita significa soprattutto
crescita degli utili societari – allora si potrebbe pensare di approfittare dei
saldi difine stagione consegnati dall'Orso. Facendo riferimento al grafico
pubblicato più sotto, relativo alle grandi crisi di Wall Street, la domanda è
cioè la seguente: stiamo ripercorrendo le orme della Grande depressione del '29
oppure siamo nella situazione della crisi petrolifera del '73 e dello sboom
della bolla tecnologica del 2000? Se si guardasse alla distanza dai massimi, si
direbbe che siamo arrivati. In 17 mesi l'indice della Borsa Usa
ha ceduto quasi il 57%: più di quanto abbia perso con lo sboom tecnologico
all'inizio del decennio quando il minimo era stato toccato a -49%, o con la
crisi petrolifera degli anni Settanta (minimo a-48%). O, ancora, più di quanto
aveva perso negli anni Trenta (-47,9%) prima di concedersi un rimbalzo. Il
punto è che, nelle crisi più recenti, la correzione è stata sufficiente a far
ripartire il listino, mentre nel post '29, dopo un rimbalzo durato quattro
mesi, la caduta delle quotazioni è proseguita fino a toccare il fondo a -89% e
a quasi tre anni dai massimi. E dunque? A che stadio della crisi ci troviamo
oggi? Nessuno sa dirlo. Quel che è certo è che il mercato al momento è in una
fase molto "tecnica", vale a dire che si muove su stimoli che hanno
una loro logica ma nulla hanno a che fare con i fondamentali. Vero per tutti,
ma soprattutto per Piazza Affari: dopo una settimana in cui si è staccata dal
resto del mondo, ci sta che il recupero – non foss'altro che per motivi
"aritmetici" – sia più pronunciato. La Borsa di Milano aveva iniziato
a rimbalzare ancor prima che aprisse Wall Street, il cui effetto è stato solo
quello di amplificare il rialzo nostrano, non di sollecitarlo: l'impressione è
che gli "agenti misteriosi" che hanno accentuato il ribasso di inizio
mese abbiano completato il loro lavoro, lasciando libero il listino di scattare
come una molla compressa. Ora però la crisi delle Borse si è avvitata in tal
modo da suscitare – soprattutto nei Paesi che ne sono più dipendenti – un dibattito,
a livello istituzionale- politico, su cosa si possa fare per aiutarle a
ritrovare la loro strada. Gli sgravi fiscali non paiono in grado di fungere da
stimolo: se il mercato prosegue al ribasso il vantaggio relativo delle imposte
non compensa lo svantaggio assoluto del calo delle quotazioni. Piuttosto, se
l'obiettivo è quello di ripristinare la fiducia, bisognerebbe
fare quello che aveva fatto Hong Kong prima di tornare sotto la Cina, quando, approfittando del crollo
delle quotazioni, il Governo si era comprato il 10-11% della Borsa, per poi
rivendere le azioni con profitto qualche anno dopo. Ma, almeno per quanto
riguarda il Vecchio continente, l'ipotesi suona più come una provocazioneche
come una strada concretamente percorribile. IL DILEMMA DEL MERCATO
Solitamente la Borsa anticipa di un anno la ripresa, ma nessuno sa ancora
predire cosa succederà nel 2010
( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-11 - pag: 11 autore: Washington. Dopo lo scontro
sfiorato al largo dell'isola Hainan L'intelligence Usa: grave crisi con la Cina Mario Platero NEW YORK. Dal nostro
corrispondente Quasi certamente la crisi navale al largo delle coste cinesi fra
Pechino e Washington finirà nella classica tempesta in un bicchier
d'acqua.Intanto però è una tempesta che suggerisce dichiarazioni bellicose sia
agli Stati Uniti («L'episodio è il più grave incidente diplomatico con Pechino
dal 2001») che alla Cina: gli Stati Uniti hanno
violato le nacque territoriali conducendo operazioni militari non autorizzate.
Tutto comincia domenica. Una nave di perlustrazione della marina militare
americana, la Impeccable, si trova a
( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-11 - pag: 15 autore: Finanza e
imprese. Le distorsioni del sistema Non c'è alternativa, serve la bad bank di
Vincenzo Visco * F inché il sistema finanziario non riprenderà a funzionare
correttamente è molto improbabile che l'economia globale possa sperimentare una
ripresa. La crisi attuale infatti è l'effetto del collasso di un meccanismo di
espansione finanziariae creditizia ininterrotta e crescente su cui si è basata
la crescita economica negli ultimi 15-20 anni, con una fortissima accelerazione
negli ultimi 5-7. Il peso della industria finanziaria rispetto al Pil è
sistematicamente cresciuto nei singoli Paesi e a livello globale; l'espansione
del credito ha seguito, anticipato e finanziato la crescita reale e la crescita
dei prezzi degli asset; le banche, grazie alla globalizzazione,
sono diventate più grandi dei Paesi d'origine e residenza tanto da rendere
problematico il loro salvataggio eventuale (da parte di chi? Coi soldi di
chi?): da " too big to fail" sono diventate "too big to
save". L'intera crescita economica degli ultimi anni è stata in realtà un
boom finanziato col debito e basato su aspettative e comportamenti
autorealizzantisi, e quindi fortemente instabile: il collasso poteva
avvenire prima, o si poteva andare avanti ancora per qualche tempo, ma l'esito
finale era segnato. Le caratteristiche del modello hanno reso particolarmente
grave l'impatto recessivo della crisi finanziaria in quanto una crisi che
origina dal debito non comporta semplicemente una perdita di denaro o di valori
di Borsa, ma provoca immediatamente condizioni d'insolvenza o quasi- insolvenza
a catena che si diffondono da una banca all'altra, da un'impresa a un'altra, e
anche solo il timore o l'incertezzasulla solvibilità di una controparte può in
realtà provocarla. Ciò che è "collassato" quindi è un modello di
sviluppo, un "sistema" coerente e una visione del mondo che ha anche
conosciuto grandi successi e che oggi dopo il collasso cerca di sopravvivere
alla sua crisi. è questo il motivo per cui è così difficile risolvere il
problema delle banche: è stato colpito il cuore del sistema e non ci sono
ancora visioni e modelli alternativi credibili. Il meccanismo con cui le banche
hanno inondato l'economia globale di credito illimitato e a basso costo si è
basato sulla creazione di una vero e proprio sistema bancario parallelo non
regolato utilizzando Siv, conduits, eccetera, fortemente indebitati con
rapporti debt/equity di
( da "Messaggero, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 11 Marzo
2009 Chiudi di ALBERTO OLIVERIO LA DECISIONE di Barack Obama di rimuovere i
limiti posti dal suo predecessore Bush alla ricerca sulle cellule staminali
embrionali rappresenta un drastico cambiamento di rotta per le scienze
biomediche statunitensi. Bush aveva di fatto bloccato la ricerca pubblica sulle
staminali negando qualsiasi forma di finanziamento federale rivolto a questo
tipi di studi. Ora, invece, il National institute of health (Nih), l'istituto
federale per la sanità pubblica, elaborerà una serie di linee guida relative
alle modalità con cui distribuire i fondi federali. Indipendentemente da ogni
valutazione di tipo etico, il blocco della ricerca sulle staminali ha avuto
finora due tipi di conseguenze: la prima riguarda il ritardo dei laboratori
pubblici statunitensi rispetto a quelli privati e soprattutto rispetto a quelli
di altri Paesi in cui si è continuato a investire nella ricerca sulle
staminali. La seconda riguarda il numero non insignificante
di ricercatori che hanno lasciato gli Usa per il Regno Unito o altri Paesi dove erano possibili questo
tipo di studi. Esiste inoltre un altro problema che non è stato espresso
pubblicamente ma che deve aver influito sulla decisione di Obama: in Cina, infatti, la ricerca sulle
staminali è massiccia, il numero di linee cellulari isolate molto elevato,
le possibili ricadute economiche non indifferenti. La Cina
potrebbe diventare uno dei Paesi leader in questo settore e porre le basi per
una situazione di netta supremazia. Detto questo, il secondo interrogativo da
porsi è quali vantaggi possano derivare da questo tipo di ricerca e in che
tempi possiamo attenderci ricadute terapeutiche. Al momento attuale, l'utilizzo
di cellule staminali embrionali è indubbiamente più promettente rispetto a
strategie "di aggiramento" utilizzate dai ricercatori che non
vogliono scontrarsi con problemi etici: è vero che si possono isolare staminali
adulte o riprogrammare le cellule per renderle "totipotenziali", vale
a dire in grado di diventare cellule del fegato, delle ossa, del rene o della
cute, ma la strategia delle staminali embrionali è più diretta, lineare e
rapida. Detto questo, le staminali possono ricostruire tessuti diversi, alcuni
in modo più semplice, come ad esempio la pelle, la cornea o il fegato, il
cuore, altri invece presentano più complicazioni come le cellule nervose che
degenerano nel corso di malattie come il Morbo di Alzheimer o di Parkinson.
Resta il fatto che la ricerca sulle staminali costituisce un capitolo appassionante
e promettente, soprattutto se si tiene conto che con l'allungarsi della vita
media aumentano le malattie degenerative della terza età, ad esempio le forme
di degenerazione delle cartilagini e delle articolazioni. Gli interventi sul
cuore sono poi un aspetto di tutto rilievo: già oggi, soprattutto in Germania,
sono stati fatti diversi interventi per riparare i danni legati all'infarto con
risultati positivi e incoraggianti ed è presumibile che le potenzialità nella
cura dell'infarto siano enormi. Ma la ricerca sulle staminali comporta una
serie di ricadute indirette, come d'altronde avviene per ogni ricerca su nuove
tecnologie: dal comportamento di queste cellule e dalle loro interazioni coi
tessuti in cui vengono trapiantate si può infatti imparare molto sui meccanismi
di regolazione e sui fattori che promuovono il benessere o la degenerazione
delle cellule in condizioni patologiche o, più semplicemente, con
l'invecchiamento.
( da "Giorno, Il (Legnano)" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
LEGNANESE CASTANESE
pag. 7 Alla Protezione civile rubano il rimorchio per le
imbarcazioni TURBIGO TURBIGO LADRI SCATENATI a Turbigo. Se la prendono
addirittura con i volontari cui vengono sottratti gli attrezzi del mestiere.
L'altra notte, i malviventi hanno svaligiato la sede della Protezione civile,
coordinata da Giuseppe Sporchia, prelevando il rimorchio ormeggiato sul
Naviglio Grande con il quale i volontari trasportavano le barche per le
esercitazioni in acqua. I ladri hanno cercato di rubare anche il
"barcé", la barca sulla quale viene trasportato il Babbo Natale in
occasione delle feste natalizie. «Erano ladri decisamente maldestri ha
commentato il coordinatore del gruppo, Sporchia . Il tentativo ha provocato
l'abbassamento dell'ancora e, quindi, hanno dovuto desistere». La Protezione
Civile di Turbigo è conosciuta per essere uno dei gruppi più attivi sul territorio.
Conta una quarantina di volontari specializzati in vari settori e numerosi
mezzi. Il presidente Sporchia pensa di ottenere un altro rimorchio che
sostituirà quello rubato.
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del
11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Nord-Ovest sezione:
ECONOMIA e IMPRESE Vda data: 2009-03-11 - pag: 8 autore: Export. L'accordo di
programma tra Regione e Ice finanzia 12 progetti di promozione nel 2009 Un
milione per crescere all'estero Europa e Paesi del Bric al centro delle
principali azioni di sistema PAGINA A CURA DI Fabrizio Favre Cresce
l'investimento per favorire l'internazionalizzazione delle imprese valdostane.
Sono per ora 12 i progetti presentati in vista dell'accordo di programma 2009
Regione-Ice (per un ammontare di 912mila euro, 150 mila in più del 2008) , un
filone che si va ad aggiungere alle altre iniziative locali, tra cui quelle
gestite insieme al Ceipiemonte. Mercoledì si è aperta la fase di negoziazione
tra l'assessore alle Attività produttive Ennio Pastoret e i referenti Ice. Tre
le direttrici lungo le quali si muoverà la nuova convenzione: presidiare i mercati
di tradizionale interesse, quali l'Europa, il Giappone e la Russia; puntare a
introdursi nei mercati dove le previsioni registrano interessanti valori di
crescita del Pil, come India, Cina, Brasile, Paesi del
Golfo, rispondendo alla domanda di consumo della fascia alta; infine,
intercettare le potenzialità di business nelle altre economie contraddistinte
da prospettive di sviluppo. «Per superare l'ostacolo rappresentato dalle
piccole dimensioni delle nostre Pmi – annuncia Pastoret – si sono concordati progetti
tesi a presentare un'immagine complessiva della Regione, in tutti i suoi
aspetti e settori produttivi, privilegiando le produzioni di eccellenza ».
Quelle che hanno più possibilità di competere oltreconfine, dove nel 2008 la
Vallée ha venduto beni o servizi per 717 milioni, di cui il 56,9% nell'Unione
europea e appena l'1,8 negli Usa. Il settore
agroalimentare e quello energetico saranno ancora al centro dell'attenzione.
Nel passato progetti in convenzione portati a termine hanno riguardato diversi
settori dell'economia valdostana: dalla promozione generale della Vallée in
Russia ed Ucraina, a quella dell'agroalimentare in Francia, dalla presentazione
dei vini valdostani a sommeil-ler francesi, al lancio del forte di Bard in
Europa. Nicola Rosset, responsabile per Confindustria degli alimen-taristi,
giudica positivamente l'impegno della Regione, perché «soprattutto in un
momento di difficoltà come questo la ricerca di nuovi mercati può rivelarsi
particolarmente utile per ridare slancio all'attività produttiva». E proprio in
questi giorni, sempre all'interno del programma di iniziative concordate con
l'Ice la Chambre ha partecipato con un proprio stand al "Salon des
energies renouvelables di Lione". Un evento con oltre 800 espositori (350
dei quali del settore delle energie rinnovabili), più di 50mila visitatori
registrati, decine di scuole di formazione ed enti certificatori. «Si è
trattato – spiega il vice presidente della Chambre, Felix Mario Risso – di
un'esperienza che riteniamo assolutamente positiva, in quanto ci ha permesso di
instaurare degli importanti contatti a diversi livelli. Da un lato infatti
abbiamo potuto promuovere Rigenergia tra le associazioni e i professionisti
francesi; dall'altro, grazie alla tipologia del nostro stand, è stato possibile
mettere in vetrina le diverse tipologie costruttive a contenuto consumo
energetico tipiche della nostro territorio regionale». LA SITUAZIONE Il 56,9%
delle vendite oltre confine dell'area è nel Vecchio Continente Stati Uniti
sotto i due punti percentuali
( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del
11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Centro-Nord sezione:
CENTRO NORD data: 2009-03-11 - pag: 1 autore: PATRIZIO BIANCHI «Servono meno
prodotti ma con più innovazione» di Andrea Lanzarini L' imperativo è «ripensare
la struttura produttiva, oggi non più adeguata al mercato». Per Patrizio
Bianchi, 56 anni, economista e rettore dell'Università di Ferrara, l'attuale
crisi impone una revisione dei modelli industriali finora improntati a una
produzione non in grado di esse-re assorbita dal mercato. Le
chiavi di volta, spiega Bianchi, possono essere l'innovazione di prodotto e la
maggiore attenzione ai servizi offerti alla clientela. Aspetti, questi, che
«riporteranno molte aziende in Italia» dopo l'ondata globalizzatrice.
Intervista u pagina
( da "Reuters Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MILANO
(Reuters) - Borse asiatiche in salita quest'oggi sulle attese che la banca Usa Citigroup
possa chiudere il primo trimestre dell'anno in utile. Queste speranze hanno
ridato la fiducia ai mercati, anche se i dati sulle esportazioni cinesi, non
positivi, hanno spinto molti investitori verso il porto sicuro del dollaro. Nonostante i tentativi di Pechino
di dare un impulso all'economia, le prospettive a medio termine sono a rischio
considerato che sia le esportazioni che le importazioni sono scese per il
quarto mese consecutivo. Citi, il cui valore del titolo è sceso sotto il
livello di 1 dollaro per la prima volta la scorsa settimana, è in utile nei
primi due mesi dell'anno, ha ieri detto l'AD dell'istituto. Wall Street è
balzata di circa il 6%, mentre è stato più contenuto il rally delle borse
asiatiche perché resta tuttora incerta la natura di questi profitti della
banca. "Nonostante gli sforzi del governo Usa nel
trovare vie per stabilizzare il sistema bancario, restiamo scettici sul rally
che abbiamo visto oggi sui mercati azionari", osserva un broker. Intorno
alle
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-11 num: - pag: 15 categoria:
REDAZIONALE Anniversari A cinquanta anni dalla sommossa contro i cinesi Il
grido del Dalai Lama «Tibet, inferno in terra» Il premio Nobel: «Centinaia di
migliaia uccisi» La Casa Bianca invita Pechino a dialogare ed esprime
preoccupazione per la situazione dei diritti umani DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINO — Divisi su tutto, la Cina e il Dalai Lama. Un
po' meno sulle metafore. Se Pechino si affanna a sostenere, dati alla mano, che
il Tibet non è mai stato il lieto Shangri- La, il paradiso spirituale
vagheggiato «da certi occidentali », ma anzi una terra di schiavitù e
arretratezza medievale, il leader buddista ieri ha usato un'immagine affine: «I
tibetani hanno letteralmente sperimentato l'inferno in terra ». Ha parlato da
Dharamsala, in India, dove vive da mezzo secolo. Ricorreva l'anniversario della
sommossa che nel 1959 portò alla fuga oltreconfine del giovane Dalai Lama, e
lui ieri aveva davanti il nocciolo dei suoi seguaci, che sognano un improbabile
ritorno in una terra idealizzata ma che al contempo seguono il loro capo sulla
linea della «via di mezzo»: né cruda annessione alla Cina
né indipendenza, ma «una legittima e significativa autonomia». Il Dalai Lama ha
rinunciato dal
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-11 num: - pag: 15 categoria:
REDAZIONALE Bianca Jagger Ex moglie del leader dei Rolling Stones, attivista
per i diritti umani: «La Clinton ha preferito il business» «Hillary ha
sbagliato, Obama corregga la linea» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — «Gli
attivisti come me si sono battuti per anni contro le atroci politiche
dell'amministrazione Bush, chiedendo la chiusura di Guantanamo e la fine della
tortura. Le nostre voci sono state ascoltate dal presidente Obama cui oggi
chiediamo di convincere la Cina, una volta e per
tutte, a rispettare la legge internazionale in materia di diritti umani».
Bianca Jagger, la 58enne ex moglie di Mick Jagger, da anni avvocato per i
diritti umani (fa parte del direttivo di Amnesty International e presiede la
Bianca Jagger Human Rights Foundation), s'appella all'Occidente per risolvere
il dramma del Tibet: «Il suo doppio standard ipocrita deve finire. Così come
dichiariamo guerre in nome della cosiddetta democrazia, dobbiamo essere capaci
di far leva sull'ambizione cinese di appartenere alla lega delle nazioni». Che
cosa può fare in concreto l'Occidente? «Appoggiare Amnesty, che chiede al
governo cinese di aprire immediatamente il Tibet a media e operatori umanitari,
ponendo fine alla cruenta campagna di repressione per prevenire le
manifestazioni di protesta nel 50esimo anniversario». L'America dovrebbe essere
più dura coi cinesi? «Non facciamoci illusioni: Washington dipende
finanziariamente da Pechino, che se la ride delle sue minacce, sapendo di avere
la superpotenza in pugno. Gli Usa si sono indebitati fino al collo con la Cina e l'era in cui potevano dettare le
politiche ad altri Paesi è finita». Dovrebbe intervenire l'Onu? «Cina e Usa fanno entrambe parte del Consiglio di sicurezza, oggi obsoleto e
impotente perché non toccherà mai gli interessi di un Paese membro ». La
soluzione potrebbe essere un embargo economico? «Gli embarghi imposti in
passato hanno forse funzionato? Nicaragua, Cuba e Iraq sono stati un
fallimento. E perché penalizzare certi Paesi ma non altri, come Israele o
l'America di Bush? Abbiamo bisogno di politiche coerenti e univoche, che
puniscano chiunque violi i diritti umani». Il prossimo G8 potrebbe essere
l'occasione giusta per aumentare la pressione sulla Cina?
«La questione non è quando e dove esercitare tale pressione ma come. Obama deve
stabilire un dialogo con il presidente cinese Hu Jintao, persuadendolo a
invertire rotta». Nella recente trasferta in Asia il segretario di Stato
Hillary Clinton è stata criticata per aver anteposto il business ai diritti
umani. «Ha sbagliato. Nessun Paese dovrebbe mai inviare tale messaggio e
rinunciare ai diritti umani per motivi finanziari. Spero che Hillary abbia
parlato a titolo personale e non dell'amministrazione ». Alessandra Farkas
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-11 num: - pag: 34 autore: di
FRANCO VENTURINI categoria: REDAZIONALE SE L'ITALIA SI MUOVE Diritti umani,
l'ora di cambiare SEGUE DALLA PRIMA Ma siamo davvero davanti a una colpa del
Tpi, a un gesto puramente dimostrativo carico di conseguenze negative? Il
Tribunale, visto che esiste, deve fare il suo mestiere. In maniera ampiamente
incompleta e imperfetta, come accade nella realtà, ma senza abdicare. Dov'è,
piuttosto, la politica? Non è stato approvata, in sede Onu, una formula
interventista chiamata responsability to protect? Non aveva deciso, la stessa
Onu, l'invio in Darfur di una forza vicina ai 20.000 uomini? Non è forse vero
che il suo dispiegamento non ha mai avuto luogo, che pochissimi Paesi offrono
truppe, che mancano gli elicotteri, che insomma al-Bashir può continuare a fare
i suoi comodi? Sostenere che il Tpi sia stato incauto è una foglia di fico per
coprire l'assenza, anzi la fuga della politica. La quale ha ora il dovere di
mantenere i suoi impegni e di reagire alla espulsione delle Ong, senza
colpevolizzare un Tribunale che si è trovato a surrogare governi pavidi. Sul
Tibet bene hanno fatto i nostri Radicali a promuovere la rara convergenza di
ieri alla Camera. Ma alla prima occasione (e le occasioni
di certo non mancheranno) servirà qualcosa di più, proprio perché la Cina, con le sue gravi carenze in tema
di diritti civili, è un terreno di affermazione della nostra identità
liberaldemocratica. Si pecca forse in tal modo di ingenuità, si dimentica che
in tempi di crisi finanziaria i cinesi tengono per il collo gli Usa, e dunque anche noi? Siamo
piuttosto convinti che i cinesi abbiano anch'essi bisogno degli altri, e che
non siano disposti, loro per primi, a correre troppi rischi nei rapporti con
l'Occidente. Sempre che l'Occidente diventi credibile, e smetta di aver paura
di essere se stesso.
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-11 num: - pag: 34 autore: di
RICHARD HAASS categoria: REDAZIONALE L'AMERICA DI OBAMA / 2 Cuba, un embargo da
ripensare C i sono segnali che il cambiamento sta finalmente per sbarcare a
Cuba, cinquant'anni dopo la rivoluzione che portò al potere Fidel Castro. (...)
Alcuni conservatori americani sostengono che gli Stati Uniti hanno più che
ragione nel perseguire una politica che ignora Cuba, sotto il profilo
diplomatico, e le impone sanzioni sotto quello economico. In principio,
perlomeno, si potrebbe affermare che la rivoluzione ha ormai il fiato corto e
che finalmente il regime potrebbe introdurre sostanziose modifiche dal suo
interno. Il problema è che tale tesi ignora del tutto la realtà cubana. Il
Paese non traballa affatto sull'orlo del baratro. Anzi, la stretta alleanza tra
partito, governo e forze armate assicura il controllo della situazione. La
popolazione, che vede soddisfatte le sue necessità di base e garantita tanto la
salute quanto l'istruzione pubblica, non è per nulla incline a mutamenti
radicali, né in grado di avviarli. La politica americana di isolare Cuba è
fallita. Anzi, i politici cubani oggi si vantano che all'Havana transitano più
missioni diplomatiche che in qualsiasi altro paese della regione, a eccezione
del Brasile. Né ha funzionato l'embargo economico. O peggio, sì, funziona, ma
per paesi come il Canada, la Corea del Sud e decine di altre nazioni che fanno
a gara per rifornire Cuba di viveri, generatori e materiali da costruzione. Nel
Congresso, quei parlamentari che si lamentano della delocalizzazione dei posti
di lavoro dovrebbero riflettere sul fatto che l'embargo sottrae occupazione a
migliaia di lavoratori americani. La politica di isolare Cuba funziona inoltre
— iniquamente — per rafforzare il regime cubano. L'embargo Usa
fornisce ai leader cubani la scusa più conveniente per affermare
tranquillamente che i guai dell'economia cubana sono causati dalle sanzioni
americane, e non dalla loro inettitudine. La mancanza di turisti e investimenti
americani aiuta inoltre il governo a esercitare un totale controllo politico.
C'è un'altra ragione che ci spinge a dubitare dell'opportunità di questo lungo
isolamento di Cuba. Per quanto lentamente, il paese sta cambiando e occorre
chiedersi se gli Stati Uniti saranno in grado di influenzare la direzione e il
ritmo di questo cambiamento. Nessuno si augura il fallimento di Cuba, nel caso
in cui il regime esistente ceda il passo a una dittatura repressiva di diverso
colore politico, oppure il paese venga travolto dai disordini innescati dal
traffico della droga, dalla criminalità, dal terrore o da una crisi umanitaria
che spingerebbe centinaia di migliaia di cubani a cercar rifugio negli Stati
Uniti. Piuttosto, Washington dovrebbe intervenire per indirizzare il comportamento
e la politica della leadership cubana, affinché il paese possa aprirsi
maggiormente sia dal punto di vista politico che economico. Anche se
cinquant'anni di ostilità non si cancellano in un sol colpo, per Washington è
giunto il momento di agire. (...) Dobbiamo superare la situazione attuale,
affrontare una volta per tutte la questione dell'embargo e cancellare Cuba
dalla lista degli stati che appoggiano il terrorismo. Oggi il governo Obama ha
una grande occasione per modificare la politica americana prima o durante il
Summit delle Americhe, che si terrà ad aprile a Trinidad. Una nuova strategia
americana non solo aumenterebbe l'influenza degli Usa a Cuba, ma con ogni probabilità
diventerebbe lo strumento più efficace, sotto la guida di Obama, per
risollevare la posizione americana in tutto l'emisfero occidentale. Gli Stati
Uniti sono pronti a collaborare con Cina e Russia, per non parlare della mano tesa a Corea del Nord,
Siria e persino all'Iran. Perché non farlo anche con Cuba? traduzione di
Rita Baldassarre © Newsweek 2009
( da "Nazione, La (Firenze)" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ESTERI pag. 20 Usa-Cina, tensioni in mare ALTA TENSIONE tra
Stati Uniti e Cina a causa
di un incidente navale avvenuto domenica a circa
( da "Nuova Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 1 - Prima
Pagina Ca' Foscari, l'università dei poliglotti Si insegnano 40 lingue: è
l'offerta di studi linguistici più vasta d'Europa VENEZIA. Dal tibetano al
serbo croato, dal mancese al cantonese. La facoltà di lingue dell'Università
Ca' Foscari, con quaranta idiomi, è la più fornita di corsi di studi
linguistici di tutta Europa. Il boom delle lingue non tradizionali è avvenuto in breve tempo anche a causa della globalizzazione, se si esclude
il cinese già insegnato da molti anni. Una torre di Babele che fa di Venezia un
punto di riferimento per studenti di tutta Italia. Ieri l'auditorium Santa
Margherita ha ospitato una lettura di brani. La convivenza di lingue diverse -
ha detto Amos Luzzato - fornisce stimolo e arricchimento alla libertà di
pensiero. ARTALE A PAGINA 34
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Provincia di
Oristano Pagina 4018 bosa Assegnato il Premio del Rotary all'imprenditore
Gavino Piu Bosa --> Il Rotary Club ha consegnato ieri il premio
"Imprenditoria Salvatore Cau" al titolare dell'azienda "Piu
Carni", di Sindia, Antonio Gavino Piu. La scelta del presidente della
sezione bosana del Rotary Mariolino Contini, d'intesa con il direttivo, è stata
motivata dall'importante ruolo che l'impresa Piu svolge nel settore della
macellazione e del commercio all'ingrosso delle carni ovine, garantendo molti
posti di lavoro in un momento di forte crisi economica. La consegna della targa
è avvenuta ieri nel corso della cena conviviale organizzata presso un
ristorante della cittadina. Il premio per l'imprenditoria è giunto alla sua
settima edizione e viene assegnato annualmente ai titolari di aziende locali
che con la loro attività hanno contribuito allo sviluppo dell'economia di
questa parte della Sardegna, creando impresa ed occupazione. Il segnale che il
Rotary vuole dare è quello di un'attenzione non formale verso la realtà
imprenditoriale della Planargia e del Montiferru in cui, sovente, le aziende sono lasciate da sole a fronteggiare un mercato sempre
più caratterizzato dalle regole della globalizzazione a discapito della
qualità. «È un modo per far sentire alle imprese locali che il loro territorio
riconosce i loro sforzi e la positività della loro azione nel mercato locale ed
internazionale», spiega il presidente del Rotary Club di Bosa Mariolino
Contini. ANTONIO NAÌTANA
( da "Stampa, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
SULLA SCENA GLOBALE
ARRUOLAMENTO Irene Tinagli CONTRASTO INTRECCI MORTALI
Megalopoli a caccia di talenti Una nuova generazione di sindaci guida lo
sviluppo delle città in Asia e Cina. E in Italia? Immobili da morire Da Seul a Shanghai una sola
strategia: investire, innovare aprirsi ai flussi internazionali Banchieri e
politici si attivano per attrarre ricercatori e dollari. E l'Occidente accorre
Il paragone con le nostre città è sconfortante. Tutte le energie sono
spese per non cambiare Da noi i sistemi locali dipendono da partiti, enti e
aziende in cui si muovono le stesse persone Viviamo in un mondo sempre più
urbanizzato, e nemmeno la crisi economica ha fermato il processo di crescita e
globalizzazione delle città. Le città continuano a crescere, a proiettarsi in
dimensioni sempre meno locali e sempre più internazionali. Non tutte in egual
misura, però, alcune più di altre. Osservare questi trend dà spunti
interessanti per capire alcuni nodi cruciali dell'economia moderna. Un recente
rapporto del prestigioso magazine Foreign Policy sulle città più influenti e
globalizzate del mondo mostra risultati soprendenti. Un terzo delle città
presenti nella classifica sono città asiatiche e del Sud-Est asiatico, e non
soltanto città come Tokyo, Hong Kong e Singapore, che sono ormai ai primissimi
posti insieme a New York, Londra e Parigi. Altre si stanno facendo spazio: sia
grandi città già note come Seul, Bangkok, Kuala Lampur sia interessanti new
entries come Karachi, l'antica capitale del Pakistan, una delle città in
maggiore crescita del sud-est asiatico giunta a contare 12 milioni e mezzo di
abitanti. Ma il fenomeno che colpisce di più è la rapidità con cui sono
cresciute e stanno crescendo le città cinesi. Pechino è ormai ai livelli di
influenza di Washington, e molte altre città cinesi sono entrate
prepotentemente sullo scenario globale: Shanghai, Guangzhou, Shenzen,
Chingqing. Ma come fanno queste città a crescere ed internazionalizzarsi così
rapidamente? No, non si tratta di fortuna o semplicemente di economie nazionali
in buona salute. Si tratta piuttosto di nuove generazioni di amministratori,
capaci di aprire la città ai flussi internazionali di talenti, di far leva su
innovazioni e competenze che vanno ben oltre i confini delle proprie città.
Syed Mustafa Kamal, sindaco di Karachi nominato da Foreign Policy «sindaco del
momento», persegue politiche molto aggressive per attrarre investitori
internazionali, incoraggiare legami internazionali e rafforzare la capacità
attrattiva della città nei confronti di talenti provenienti da tutto il mondo.
Kamal probabilmente fa notizia anche per la sua giovane età: trentasei anni
oggi, trentatré quando fu eletto. Ma non è una questione di età quanto di
approccio, di apertura e trasparenza sia nei confronti dei propri cittadini che
del resto del mondo. Wang Hongju, sessantenne sindaco di Chingqing in Cina, ha rivoluzionato il modo di gestire la città,
coinvolgendo in modo sostanziale la cittadinanza nel proporre idee per la
crescita, confrontandosi con media e giornalisti in modo aperto e continuo,
aprendo la città ad investimenti stranieri. Non è un caso se negli ultimi cinque
anni la città ha attratto dall'estero la bellezza di 3 miliardi di dollari.
Altre città cinesi si stanno muovendo in modo ancora più attivo per attrarre
talenti da ogni parte del mondo. A dicembre una delegazione della città di
Shanghai, accompagnata dai maggiori esperti cinesi, è partita per un tour che
ha toccato i principali mercati finanziari occidentali, cominciando da Londra,
Chicago e Wall Street. L'obiettivo, come ha dichiarato il vicedirettore
dell'ufficio finanziario di Shanghai, Wu Jianrong, è quello di portare in Cina talenti finanziari che possano sostenere il processo di
crescita e di internazionalizzazione della città. Un obiettivo ambizioso ma che
Jianrong ritiene raggiungibile anche grazie alla crisi internazionale che rende
questi talenti più disponibili a spostarsi vista l'attuale fragilità dei loro
posti di lavoro nei mercati finanziari occidentali. Negli stessi giorni è
partito anche un gruppo di amministratori e manager della città di Nanjing,
capitale della provincia di Jiangsu. Un viaggio di dieci giorni tra Usa, Europa e Giappone per trovare 300 talenti da impiegare
sia nell'amministrazione della città che in oltre 60 aziende e banche della
regione. Altre città come Hangzhou della provincia di Zhejiang e Shenzhen della
provincia di Guangdong hanno in programma iniziative simili. Insomma,
approfittando dell'incertezza e della flessione di bonus e stipendi
nell'economie occidentali, questi enti, imprese e istituzioni sperano di
riuscire ad attrarre analisti, manager e ricercatori offrendo loro la
prospettiva di un'economia ancora in crescita soprattutto nei settori avanzati.
È difficile predire la buona riuscita di questi tentativi, ma già questo
slancio ci dovrebbe far pensare. Perché è così che crescono i sistemi locali
nell'economia del mondo globale. Amministratori, politici e banchieri locali
che si attivano per intercettare e portare nelle loro città i migliori manager,
finanzieri e consulenti da tutto il mondo per fare crescere il proprio
territorio. Il contrasto con le nostre città e il modo in cui siamo abituati a
gestirle è impressionante. Le nostre preoccupazioni sono in genere opposte a
quelle che animano gli amministratori delle città sopra citate: ci si preoccupa
che qualsiasi posizione di influenza sul territorio, che si tratti di
un'azienda municipalizzata o del consiglio di amministrazione di una banca
locale o dell'università, non vada in mano ad estranei o a persone che possano
sfuggire alle logiche e alle priorità politiche locali. Con rare eccezioni i
nostri sistemi locali finiscono spesso per essere gestiti da grovigli di
relazioni incestuose che legano partiti, enti locali, aziende municipalizzate e
banche locali. Relazioni in perenne movimento, ma in cui a muoversi sono, alla
fine, sempre le stesse persone che escono dalla porta di un ente o di un
partito per entrare in quelle di un altro ente, municipalizzata, o agenzia
locale. Flussi gattopardeschi che rimescolano tutto per non far cambiare nulla
nell'economia complessiva della gestione del potere locale E così le nostre
città restano piccole e provinciali, estranee ai grandi flussi internazionali
di talenti, saperi e professionalità. E non basterà rifare qualche piazza o
aprire un nuovo museo. Molte città italiane hanno fatto buoni progressi sulla
propria vivibilità e vivacità culturale, ma ora occorre fare il salto
successivo. Le nostre città devono divenire città del mondo e per fare questo
solo una nuova generazione di amministratori lungimiranti e nuovi flussi di
talenti di qualità potranno fare la differenza.
( da "Rai News 24" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pechino | 11 marzo
2009 La Cina accusa gli Usa di spionaggio dopo lo scontro navale
di domenica Nave militare Dopo la battaglia navale partono le accuse di
spionaggio della Cina
contro gli Usa. Domenica
c'era stato l'incidente navale oggi Pechino accusa Washington di spionaggio
dopo che il Pentagono ha denunciato che cinque navi cinesi hanno effettuato
manovre pericolose portandosi in stretta vicinanza della USNS
Impeccable, di una nave americana impegnata in ricerche oceanografiche in acque
internazionali. Pechino, che ieri aveva risposto sostenendo che la nave
americana aveva sconfinato in acque cinesi, oggi ha rincarato la dose: i
vertici della marina, citati dai quotidiani di Stato, hanno accusato senza
mezzi termini la USNS di svolgere attivita' di spionaggio. Un portavoce del ministero
degli Esteri ha aggiunto che la nave americana era in attivita' senza i
permessi di Pechino. "Ci domandiamo se gli Stati Uniti adottino misure in
gradi di prevenire questi episodi", si legge in un comunicato.
( da "Targatocn.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cuneo: volontari
della Protezione Civile bonificano lo Stura Sabato 7 marzo scorso i volontari
della Protezione Civile del Comune di Cuneo hanno intrapreso i lavori di
bonifica del letto e degli argini del fiume Stura da alberi e detriti vari.
L?operazione, che viene svolta periodicamente, è tesa a prevenire eventuali
problemi dovuti alla formazione di barriere o dighe, specialmente in prossimità
dei ponti, con i tronchi presenti in alveo. Tali sbarramenti possono creare
situazioni critiche in occasione delle piene sia primaverili che autunnali. I
lavori sono consistiti essenzialmente nel sezionare in piccole parti i tronchi
dei tantissimi alberi divelti dalla corrente e rimasti sul letto del fiume in
seguito agli eventi alluvionali dello scorso anno. Nel contempo, in vista della
primavera, è ripresa l?attività di monitoraggio del territorio comunale al fine
di verificare eventuali casi di abbandono di rifiuti e organizzare il loro
successivo recupero. L?attività del Gruppo comunale volontari della Protezione
Civile non si limita alla cura dei fiumi e dell?ambiente; essi intervengono a
supporto di diverse manifestazioni cittadine (legate al parco fluviale, allo
sport e alla cultura) e prestano servizio in occasione di iniziative di
beneficenza come la Giornata per la ricerca sul cancro o il Banco alimentare.
In foto, volontari al lavoro Immagini relative alla notizia
( da "Finanza.com" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cina, una speranza
che dura un giorno (9 Marzo 2009 - 08:13) MILANO (Finanza.com) - Da La
Repubblica: Mercoledì scorso i mercati hanno ricevuto due notizie importanti.
La prima, fortemente negativa, era fornita dalla pubblicazione del Beige Book,
il rapporto della Federal Reserve sull'economia degli Stati Uniti. La seconda veniva invece da
Pechino ed era giudicata molto positiva: l'ex capo dell'ufficio statistico
della Repubblica Popolare aveva dichiarato che il giorno seguente il Primo
ministro Wen Jabao nel suo discorso ai delegati dell'Assemblea Nazionale del
Popolo, avrebbe annunciato misure di stimolo all'economia. I mercati, alla
ricerca disperata di spunti sui quali impostare una manovra rialzista,
decidevano di ignorare il quadro oscurissimo che dell'economia Usa aveva dipinto con molti sgradevoli dettagli la Fed.
(Riproduzione riservata)
( da "KataWeb News" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Tibet: Cina a usa, critiche ingiustificate minano rapporti 11 marzo
2009 alle 09:53 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La Cina
ha lanciato un avvertimento agli Stati Uniti: le critiche
"ingiustificate" sulla situazione in Tibet potrebbero nuocere alle
relazioni tra i due Paesi. "Abbiamo chiesto agli Stati Uniti di accettare
che il Tibet è una parte della Cina e di opporsi
all'indipendenza del Tibet per evitare di danneggiare le nostre relazioni. E
abbiamo chiesto a Washington di smettere di usare il Tibet per interferire nei
nostri affari interni", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri,
Ma Zhaoxu. Ieri la Casa Bianca si era dichiarata preoccupata per la situazione
dei diritti umani in Tibet e aveva sollecitato la ripresa di un dialogo
"sostanziale" tra Pechino e i rappresentanti del Dalai Lama. AGI
( da "Blogosfere" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mar 0911 Inganno
Statistico Pubblicato da Demetrio Vacca alle 09:29 in Arena Si consolida oramai
negli ambienti economici e non la consapevolezza che la crisi attuale sia mal
interpretata dagli istituti statistici e dagli strumenti di previsione. E'
innegabile che le previsioni finora fatte sono state sballate dai risultati
effettivi. E' innegabile che la stessa sinistra italiana che prima utilizzava
le previsioni come strumento di propaganda politica abbia rinunciato a tale
mezzo quanto alla proposta di un sussidio per i precari, giacchè gli italiani
hanno scoperto che non riguardava i 2.500.000 precari ma solo i 40.000 precari
della P.A., alla faccia dei principi di equità e giustizia. Tornando alle
analisi economiche è evidente che la statistica si base su trend e dati storici
e che di fronte ad una crisi che ha impostato e stabilito nuovi comportamenti,
mostrano i loro limiti. Da più parti c'è un condiviso punto di vista che le
analisi economiche inizialmente hanno sottovalutato la crisi e che adesso la
stanno esagerando. A questa considerazione aggiungo una mia riflessione: la
crisi nasce nel 2007 con l'innalzamento del costo del denaro che ha spinto le
banche a ideare nuovi strumenti derivati che proponessero rendimenti aggressivi
in considerazione del crescere del costo del denaro;la crisi è stata aggravata
dalla speculazione operata dai broker statunitensi che ha portato il prezzo del
petrolio a livello record. Speculazione determinata dalla struttura dei
derivati che includeva accanto ai mutui subprime anche il prezzo delle materie
prime e dell'energia;la crisi è stata subita dall'economia reale per tutto il
biennio 2007/2008 quando l'innalzamento delle rate del mutuo ha messo in
difficoltà le famiglie, fermato i consumi e dal lato delle aziende ha reso
estremamente negativa la leva finanziaria spingendole a privilegiare la
marginalità del capitale investito rispetto a investimenti ed innovazione;la
crisi è stata sublimata dalle scelte micro e
macroeconomiche della Cina
che ha prima sconvolto i mercati con prodotti di massa dalla bassa qualità e
infimo prezzo e poi ha garantito una massa monetaria artificialmente creata che
ha sostenuto il crescente indebitamento USA.Se questa è la situazione allora il
2008 è il punto di svolta della crisi, è stato l'inverno che ha gelato e nel
2009 vediamo i rami secchi cadere... A questo punto il cammino è
definito e la crisi è ingovernabile in termini macro e sono pertanto permessi
solo interventi di contigency di fronte alle criticità già in atto. Ecco perchè
una manovra economica anticiclica non ha senso ed ecco perchè a sinistra da
Bersani a Epifani si fa un grande errore ritenendo di poter utilizzare la spesa
pubblica per contrastare il calo della domanda interna, manovra che sarebbe
stato giusto far partire nel 2006/2007 quando le condizioni economiche
permettevano interventi strutturali in termini fiscali, previdenziali e di
mercato del lavoro. Purtroppo la tipica miopia della sinistra italiana l'ha
privata della possibilità concreta di far star meglio questo paese...
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pechino, 11 mar.
(Apcom) - La Cina replica agli Stati Uniti, definendo
"accuse gratuite" le preoccupazioni espresse ieri dalla Casa Bianca
per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Per Pechino, inoltre, queste accuse
potrebbero portare a un peggioramento delle relazioni tra i due Paesi.
"Ignorando i fatti, gli Stati Uniti hanno fatto della accuse gratuite
contro la Cina sulla questione tibetana", ha
dichiarato il portavoce del ministero degli Affari esteri, Ma Zhaoxu, in un
comunicato. Ha poi invitato Washington a "smettere di utilizzare la
questione tibetana per fare ingerenze negli affari interni
cinesi per evitare di danneggiare le relazioni tra Cina e Stati Uniti". Gli Usa ieri hanno invitato la Cina a rivedere la sua politica e a riaprire il dialogo con il Dalai
Lama. Nel giorno del 50esimo anniversario della fallita rivolta tibetana contro
i cinesi, ieri 10 marzo, il leader dei buddisti tibetani ha accusato la Cina di aver trasformato il Tibet in un
"inferno" e di aver ucciso "centinaia di migliaia di
tibetani".
( da "Stampaweb, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
PECHINO La Cina replica agli Stati Uniti, definendo «accuse gratuite»
le preoccupazioni espresse ieri dalla Casa Bianca per il rispetto dei diritti
umani in Tibet. Per Pechino, inoltre, queste accuse potrebbero portare a un
peggioramento delle relazioni tra i due Paesi. «Ignorando i fatti, gli Stati
Uniti hanno fatto della accuse gratuite contro la Cina
sulla questione tibetana», ha dichiarato il portavoce del ministero degli
Affari esteri, Ma Zhaoxu, in un comunicato. Pechino ha poi invitato Washington
a «smettere di utilizzare la questione tibetana per fare ingerenze negli affari
interni cinesi per evitare di danneggiare le relazioni tra Cina e Stati Uniti». Gli Usa ieri hanno invitato la Cina a rivedere la sua politica e a
riaprire il dialogo con il Dalai Lama. Nel giorno del 50esimo anniversario
della fallita rivolta tibetana contro i cinesi, ieri 10 marzo, il leader dei
buddisti tibetani ha accusato la Cina di aver trasformato il Tibet in un «inferno» e di aver
ucciso «centinaia di migliaia di tibetani». La Casa Bianca ha inoltre espresso
ieri «preoccupazione» per il rispetto dei diritti umani in Tibet. «Siamo
preoccupati per la situazione dei diritti umani e pensiamo che un dialogo serio
permetterebbe di fare progressi per trovare soluzione a problemi irrisolti da
molto tempo e rappresenterebbe il miglior modo di giungere ad una stabilità
effettiva e durevole», ha spiegato il portavoce Robert Gibbs.
( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
DROGHE «La
repressione non ha fatto diminuire il problema». Oggi il via alla Conferenza
Onu di Vienna «Guerra alle droghe? Un fallimento» Un rapporto della Commissione
Ue affossa la dottrina sostenuta dall'America di Bush Alberto D'Argenzio
BRUXELLES A Vienna, alla Conferenza mondiale sulle droghe, si parte da un
fallimento, quello di 10 anni di politiche repressive, ben riassunte dal
Rapporto sul mercato illecito della droga 1998-2007 presentato ieri nella
capitale austriaca dalla Commissione europea. Lo studio è indipendente, firmato
dal think tank Rand Europe e dall'Istituto olandese per le malattie mentali e
le dipendenze, e non lascia spazio a dubbi: «Nel periodo che va dal 1998 al
2007 non esiste alcun elemento che faccia apparire in diminuzione il problema
mondiale della droga». Con buona pace dell'Onu, che nel 1998 lanciava lo slogan
«un mondo libero dalle droghe in 10 anni» varando un armamentario di politiche
repressive, il pianeta è oggi più drogato di quanto lo fosse allora, con un
preoccupante incremento dei consumi nei paesi in via di sviluppo ed un
altrettanto preoccupante e generalizzata diminuzione dei prezzi di cannabis,
coca ed ero. Lo studio non parla solo di mercati, ma anche di politiche, con
delle brutte sorprese per le posizione difese dal governo italiano, che rischia
di trovarsi a Vienna ben più isolato di quanto vada predicando in giro. «Una
delle conclusioni importanti - si legge nel rapporto - è che le politiche di
riduzione del danno, ancora controverse in alcuni paesi, guadagnano consensi in
un numero crescente di Stati che le considerano come un metodo efficace per
ridurre le malattie, i problemi sociali e la mortalità legati all'uso di
droga». Lo studio, va detto, non riflette la posizione della Commissione Ue, ma
comunque questa non se ne discosta di molto. «La riduzione del danno - spiega
un esperto dell'esecutivo comunitario - è parte integrante della politica
europea sulla droga, lo studio ne dimostra senza dubbio l'utilità». Il tutto
con buona pace dell'Italia, che dietro alla riduzione vede, parole del ministro
Carlo Giovanardi, una «cronicizzazione della tossicodipendenza». «È l'opinione
di un governo - continua l'esperto - ma ci sono chiare evidenze dell'efficacia
della riduzione del danno nella lotta all'Aids ed alla dipendenza». Il
commissario Ue alla libertà sicurezza e giustizia Jacques Barrot non usa gli
stessi termini, ma parla di «attaccare il fenomeno droga basandoci su delle
prove empiriche», in sostanza abbandonando le posizioni ideologiche. Anche il
Parlamento europeo ha chiesto in due occasioni una revisione pragmatica delle
politiche mondiali anti-droga. E se Giovanardi afferma che l'Italia non è sola
nella sua battaglia per modificare il concetto di riduzione del danno, da quel
che raccontano le fonti comunitarie solo la Svezia starebbe «esitando» mentre
gli altri paesi Ue sarebbero ben convinti dell'utilità di questo strumento.
«C'è un gruppo di altri paesi - spiega ancora l'esperto - composto da Russia,
Giappone, Colombia e Stati uniti che accettano il concetto, ma non la dizione,
vorrebbero si parlasse di "riduzione delle conseguenze sociali", ma
si tratta di obiezioni formali. Anche gli Usa hanno
cambiato posizione e ora accettano l'uso del metadone e altri trattamenti
sostitutivi». Insomma, a conti fatti l'Italia appare come la più conservatrice
in materia di droghe, l'unica a voler procedere senza indugi per un cammino
rivelatosi sbagliato. E che sia un senso unico lo dimostrano i dati dello
studio presentato ieri che offre un'analisi del fenomeno droga in 18 paesi -
Australia, Brasile, Canada, Cina,
Colombia, Repubblica ceca, India, Messico, Olanda, Portogallo, Regno unito,
Russia, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria e Usa - oltre a fornire altri dati sui
paesi Ue. Le conclusioni mettono in scacco l'Onu e la sua strategia già dalla
base, dalla raccolta dei dati, considerati «non affidabili». Poi ci sono
le cifre della produzione e del consumo. La metà dei nati dopo il
( da "Denaro, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Borsa & Mercati
mondo Il Ping-pong di responsabilità non è un buon segno per il G20 I
preparativi per la riunione del G20 del mese prossimo stanno degenerando in un
esercizio di rimpallo di responsabilità più che nella definizione di un
"Grande accordo" per salvare l'economia mondiale e dare nuove regole
al capitalismo. Le potenze industrializzate sono in disaccordo su come
arrestare la slavina della produzione e gestire il collasso delle banche, su
quanta regolamentazione introdurre nei mercati, su come raggiungere una intesa
sul commercio internazionale e scongiurare rigurgiti protezionisti, su come
distribuire peso politico alle economie emergenti in cambio dei loro soldi. Di
questo passo, è molto difficile che il summit del 2 aprile a Londra - debutto
internazionale per il presidente Usa Barack Obama -
riporti la fiducia. Gli Stati Uniti ritengono che gli altri Paesi dovrebbero
seguire il loro esempio e investire maggiori risorse pubbliche nel rilancio
della domanda. E fanno orecchie da mercante a chi chiede una radicale
regolamentazione finanziaria. I ministri delle Finanze della zona euro, ansiosi
di difendere la disciplina finanziaria sulla quale si base la loro moneta
unica, si rifiutano di accumulare altro debito prima che i provvedimenti di
stimolo all'economia già decisi abbiano prodotto i primi effetti. L'Unione europea vuole il raddoppio a 500 miliardi di dollari
delle munizioni a disposizione del Fmi per aiutare i paesi in difficoltà,
compresi quelli dell'Europa orientale, e desidera che siano Cina, Arabia Saudita, Russia e altri a
pagare la maggior parte del conto. del 11-03-2009 num.
( da "Reuters Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MILANO (Reuters) -
Le esportazioni di vino dall'Italia, uno dei principali produttori europei,
sono diminuite l'anno scorso a causa della forte concorrenza dei mercati
europei tradizionali. Lo ha reso noto l'Unione Italiana Vini (Uiv). Il volume
delle esportazioni di vino è scesa del 7% a 17,8 milioni di ettolitri nel 2008,
anche se il valore è cresciuto del 2% a 3,6 miliardi di euro, ha detto l'Uiv in
una nota. "Chiudiamo un anno difficile in cui comunque il nostro prodotto
ha tenuto le posizioni guadagnate in passato", ha sottolineato Andrea
Sartori, presidente di Uiv. Sartori ha detto che la concorrenza crescente da
parte di Stati Uniti, Argentina, Cile e Sudafrica ha colpito non soltanto i
produttori di vino italiani, ma anche i rivali francesi e gli altri produttori
europei. "La sfida per quest'anno e per i prossimi sarà... di essere
sempre più competitivi, alzando la qualità media dei nostri prodotti e
soprattutto comunicando di più e meglio le valenze del vino italiano'', ha
detto Sartori. Le esportazioni verso la Germania, maggior consumatore di vino
italiano in termini di volumi, sono diminuite del 10% a 5,6 milioni di
ettolitri, mentre quelle verso Francia e Austria sono crollate rispettivamente
del 27% e del 26%, ha detto l'Uiv. Le vendite di vino italiano sul mercato Usa, prima destinazione per le esportazioni italiane in
termini di valore e terza in termini di volume, sono diminuite del 4% a 800
milioni di euro, mentre il volume delle vendite ha ceduto il 2%. La reputazione
del vino italiano negli Stati Uniti, uno dei maggiori mercati mondiali del
vino, è stata colpita l'anno scorso dalle inchieste sull'autenticità di alcuni
vini rossi pregiati prodotti da aziende di Montalcino e Montepulciano. Al
contrario, le vendite di vino italiano in Russia sono cresciute del 36% in
volume e del 12% in valore l'anno scorso, facendo salire il Paese al 12esimo
posto dei mercati del vino italiano. Le esportazioni a Hong
Kong, visto come la porta principale per la Cina, sono cresciute del 29% e le vendite negli Emirati Arabi Uniti
hanno visto una crescita esplosiva del 50% nei volumi e sono più che
raddoppiate in termini di valore, ha detto l'Uiv.
( da "Data Manager" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Intesa San Paolo:
prima banca in Italia ad utilizzare Banknet A cura di Redazione DMO Pubblicato
il 11-03-2009 11:30 Setefi, la società di ISP che gestisce i pagamenti
elettronici, compie per prima in Italia la migrazione verso la piattaforma
Banknet, adottata da MasterCard a livello mondiale con l?obiettivo di
incrementare l?efficenza e le prestazioni, di globalizzare i sistemi e gli
standard delle transazioni. Setefi è nata nel 1989 con l?obiettivo di proporre
sistemi elettronici di pagamento tecnologicamente avanzati, di offrire
soluzioni d?avanguardia per le banche del gruppo ISP e per i suoi Merchant
tramite un servizio di Acquiring di eccellenza. Grazie a Banknet Setefi compie
così un importante passo verso un format globale che offre tantissimi benefici
dall?esplorazione di nuovi prodotti, all?efficienza di un network di massima
affidabilità, ad una migliore gestione di costi. Per Setefi e Intesa San Paolo,
infatti, Banknet significa poter usufruire di un?interfaccia standardizzata con
MasterCard e allo stesso tempo l?opportunità di implementare nuovi servizi a
valore aggiunto, di utilizzare nuovi strumenti e molteplici vendor di software.
“Questa migrazione offre a Setefi, e quindi a Intesa San Paolo, le condizioni
ottimali per sviluppare, creare e distribuire prodotti nuovi e avanzati –
afferma Ilario Bolis, Direzione Strategie Operative Setefi Spa. Grazie a
MasterCard e alla piattaforma Banknet, insieme ad Acquiring e Processing, sono
possibili servizi innovativi, come, ad esempio, quelli relativi alle nuove
tecnologie contactless MasterCard PayPass.”
( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Resoconto Staples,
Inc. per il quarto trimestre e per l'intero 2008 -->Staples, Inc. (Nasdaq:
SPLS) ha annunciato oggi i risultati del quarto trimestre e dell'anno fiscale
concluso il 31 gennaio 2009. Rispetto al quarto trimestre del 2007, il
fatturato totale della società è aumentato del 16%, fino a quota 6,2 miliardi
di dollari. Escluso l'impatto di Corporate Express, il fatturato totale del
quarto trimestre
( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cina, piani di rilancio in stile
pechinese: io spendo, tu paghi -->Di Wei Gu HONG KONG (Reuters) - Pechino
critica i consumatori americani perché spendono i soldi che non hanno, ma la
verità è che i leader cinesi fanno lo stesso, semmai hanno l'accortezza di non
toccare i loro bilanci. Nel piano di stimolo dell'economia da 585 miliardi di
dollari, il governo centrale ha contribuito per un quarto della somma
stanziata, lasciando il resto alle banche, ai governi locali e al settore
privato. Il Tesoro Usa, invece, dovrebbe finanziare al
100% il piano di ripresa dell'economia da 787 miliardi di dollari, aumentando
il suo debito con l'emissione di nuovi titoli di Stato. Il governo centrale
cinese potrà anche riuscire a trasferire il grosso del rischio e dei costi di
finanziamento a banche e governi locali, ma se si accumula cattivo debito,
questo si ritorcerà su Pechino. Cina e Stati Uniti si finanziano in modi diversi. L'America usa il
credito del governo per raccogliere denaro direttamente dal mercato. La Cina ricorre al finanziamento
semi-governativo, così che i costi reali del piano siano impossibili da
calcolare per gli investitori, anche se in ultima analisi ricadono su Pechino.
Il governo cinese non avrà problemi a trovare amministrazioni locali e banche
pronte a finanziare il piano di stimolo e questo per due ragioni: è nel loro
interesse ingraziarsi le autorità centrali e, grazie all'abbondante liquidità,
sono pronti a prestare denaro, visto che i progetti del piano di stimolo hanno
il sostegno del governo. Le banche hanno già risposto all'appello di Pechino,
come dimostra il record di prestiti in yuan a gennaio. Ma c'è una seria
controindicazione al modello cinese. LO STILE CINESE "Il principale
problema nel ricorrere alle banche, invece di aumentare esplicitamente il
deficit di bilancio è la trasparenza", dice Tao Wang, capo delle ricerche
economiche sulla Cina di Ubs. "Affidarsi al
finanziamento delle banche contribuisce a rendere meno trasparenti le scelte di
spesa legate ai progetti di stimolo". Si prevede che il deficit di
bilancio cinese aumenterà solo al 3% dallo 0,6% dello scorso anno. Il deficit
federale Usa, invece, esploderà dal 3,2% al 12,3%.
Molti economisti non capiscono perché Pechino voglia tenere la nuova spesa
pubblica fuori dai suoi libri contabili. Il bilancio dello stato è
probabilmente uno dei più solidi al mondo e i governanti non hanno scrupoli ad
usare il potere dello stato per incoraggiare la crescita economica. Alcuni
economisti cinesi pensano che il governo cerchi di evitare l'esame del
Congresso nazionale del popolo (Npc), ma l'Npc ha funzionato finora come una
fotocopiatrice del governo e non ci sono ragioni per pensare che sia pronto a
cambiare adesso. Hongbin Qu, capo economista all'HSBC, osserva che si tratta
semplicemente del modo cinese di fare le cose. E cita la strada che Pechino ha
scelto per far fronte ai costi del terremoto nel Sichuan lo scorso anno: il
governo centrale ha affidato gli sforzi della ricostruzione alle 21 province
più ricche del paese, ognuna delle quali doveva provvedere ad una contea
colpita dal sisma. "Il governo cinese è abituato a fare la spesa e
lasciare il conto da pagare a qualcun altro", ha detto Qu. Pechino ha
chiesto alle banche di emettere prestiti a bassi tassi di interesse per oltre
10 anni agli enti del governo incaricati dei progetti in infrastrutture. Con un
ritorno così basso le banche non avranno risorse di scorta per affrontare
potenziali crisi. Se questo approccio sarà perseguito fino in fondo, potrebbe
mettere a rischio i conti delle banche, la loro reputazione e la fiducia degli
investitori. Ma, ancora una volta, dato che i progetti sono sostenuti dal
governo centrale, le banche sono contente di prestare denaro. Un'altra
questione è l'indebitamento delle amministrazioni locali, le quali
contribuiranno per 4000 miliardi di yuan al pacchetto di stimolo e hanno
promesso 18.000 miliardi di yuan in sostegno al piano nazionale. Ma i governi
locali non hanno denaro e per legge non possono fare deficit o prendere in
prestito denaro. Aggirano queste restrizioni creando società veicolo che
trasformano questo debito in privato, riversandolo sul mercato entro la fine
dell'anno. Molte di queste società veicolo fanno poco utile operativo, ma il
debito riceve comunque una tripla A di rating perché è implicitamente garantito
dal governo. "In apparenza il governo non ha molti debiti, ma in realtà
sta solo spostando il rischio da un'altra parte", ha detto Vincent Chan,
capo delle ricerca per la Cina di Credit Suisse.
( da "Sestopotere.com" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Confindustria Ancona
: ecco come esportare negli Stati Uniti e in Cina (11/3/2009 11:14) | (Sesto Potere)
- Ancona - 11 marzo 2009 - Seminario in Confindustria Ancona 18 marzo 2009 per
approfondire la regolamentaizone e le certificazioni tecniche che regolano
l'esportazione in questi paesi. Cina e USA: due mercati totalmente diversi ma entrambi di particolare
interesse per le esportazioni italiane. Da una parte l'economia cinese
che gode di un mercato del lavoro favorevole alle imprese, di una finanza
pubblica sana e un risparmio crescente da parte delle famiglie. Dall'altra,
l'economica statunitense da sempre sensibile al made in Italy. Due mercati nei
quali la commercializzazione dei prodotti è regolamentata da precise normative
e requisiti tecnici, il rispetto dei quali diventa condizione indispensabile
per procedere ad una corretta operazione di esportazione. L'incontro che
Confindustria Ancona e Consorzio Markexport organizzano, in collaborazione con
IMQ il 18 marzo 2009 alle ore
( da "Corriere Adriatico" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Calzatura, la crisi si sente però i segnali sono positivi I vertici di
Confindustria Macerata e Fermo analizzano i dati Civitanova La Cina continua a far paura. Russia
(-40%), Ucraina (- 35%) e Inghilterra (- 38%), hanno saltato il giro. Per
fortuna i francesi, gli spagnoli, e gli svizzeri. Al Micam, vera cartina di
tornasole delle calzature mondiali, la crisi si è fatta sentire. Non
nella qualità e nel design, ma in un calo del 5,7% di presenze in meno rispetto
all'edizione 2008. Su 36.555 visitatori, 17.610 (-1,5%) sono stati italiani e
18.945 stranieri (-9,4%); tra i 1600 calzaturifici, dislocati su una superficie
espositiva totale di
( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Attenti, amici
bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non
valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola:
siccome "si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi
utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero,
rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al
forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono
essere considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai
messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i
blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può
ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito
alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione
sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la
magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento
religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume
alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il
'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie
sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e
che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di
espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci
garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni
scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia,
democrazia, giornalismo Commenti ( 23 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica"
s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a
rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei
contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento
un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri
La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in
viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è
stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un
valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da
colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la
temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che
tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul
comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre
foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso
racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities.
Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori
più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso
di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del
tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il
cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il
cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna
nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà
nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da
lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel".
Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma,
un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente
preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia,
giornalismo Commenti ( 33 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di
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Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli
hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha
trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge
funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore:
potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in
caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego
in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille
miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli
speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi
varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra
di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con
l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è
ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia,
gli usa e il mondo Commenti ( 49 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar
fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks,
presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank
conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama
anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare
tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla
casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la
recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le
banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e
dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri
qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada.
L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non
solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno
dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad
allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel
baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli
tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per
trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in
fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle
banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia
potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra
gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio?
AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150
miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato.
A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la
Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo:
l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama,
globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 72 ) » (6 voti, il
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Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova
distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo
articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il
dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e,
secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a
Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia
lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i
Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante
e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente
disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è
innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso,
improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di
smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è
vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno
al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma,
un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie
debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di
superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare
dagli Usa? Scritto in
globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo,
russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte
davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il
discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che
intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di
sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù
l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari
intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover
diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha
detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per
iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro
accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i
college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama,
«le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni
fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere
all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di
lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha
affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel
pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo
dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di
poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che
valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad
alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia
davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di
spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme
l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè
elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa,
che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di
percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di
questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non
fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi,
spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo
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articolo a un amico 24Feb
( da "Varesenews" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Somma Lombardo - Il
bando provinciale assegna 40mila euro al Comune attribuendo al suo progetto il
massimo del punteggio tra i 26 finanziati Un piano di protezione civile da
prendere a esempio In arrivo 40mila euro per la Protezione Civile di Somma
Lombardo. Il bando della Provincia di Varese rivolto al potenziamento delle
attrezzature e degli strumenti in dotazione ai diversi nuclei di Protezione
Civile provinciali ha promosso il piano progettato dal Comune di Somma Lombardo
quale migliore fra tutti i 26 finanziati all?interno dei 76 totali pervenuti,
assegnandovi una cifra considerevole che ora servirà da supporto agli
investimenti già attivati o previsti dall?Assessorato sommese a favore della
Protezione Civile. «Abbiamo appreso con grande soddisfazione il risultato del
bando promosso dalla Provincia di Varese – commenta il sindaco di Somma
Lombardo Guido Colombo -. è il riconoscimento di un ottimo lavoro di
programmazione che ha portato all?elaborazione di un piano ritenuto il migliore
a livello provinciale e ci permette di potenziare ulteriormente gli strumenti
in dotazione». Alla soddisfazione del sindaco si aggiunge naturalmente quella
del neo-assessore alla Protezione Civile Luigi Mancini: «Il finanziamento
provinciale – spiega Mancini – ci permette di acquistare nuove attrezzature per
l?emergenza, strumenti, dispositivi di protezione individuale». Con fondi
stanziati dal Comune, alla Protezione Civile sono arrivati nei giorni scorsi
una pala spazzaneve per intervenire in strade di piccole dimensioni e uno
spargisale: «Acquisti – dice ancora l?assessore Luigi Mancini – molto
importanti anche a fronte dell?ottimo lavoro di supporto offerto dalla nostra
Protezione Civile, pur con mezzi limitati, durante le nevicate delle scorse
settimane. Inoltre il finanziamento provinciale ci potrà supportare nel già
programmato acquisto di un carrello per le emergenze di pronto intervento». In
fase di redazione, ora, il nuovo piano di sicurezza annuale che riguarda la
Protezione Civile che permetterà la partecipazione a nuovi bandi. «Ci siamo
permessi – confida lMancini – di suggerire alla Provincia di valutare
l?opportunità di bandi anche per le strutture, come già avvenuto a livello
regionale. Da parte nostra, comunque, come Comune già abbiamo previsto in
bilancio cifre da destinare alla realizzazione di strutture per il ricovero e
dei mezzi e delle attrezzature di Protezione Civile». Mercoledi 11 Marzo 2009
( da "Dagospia.com" del 11-03-2009)
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articolo --> BIGOTTISMO GLOBALIZZATO: "sono stato
allontanato dalla scuola (privata, E a Londra!) per aver espresso la mia
contrarietà verso eufemismi quali "nigger" e "faggot" e
"(DR) DOWN" E"Paki" e dato vento al mio disprezzo per ogni
religione" SMS DI ALDO BUSI Riceviamo e pubblichiamo: Aldo Busi Globalizzazione del bigottismo: dietro
richiesta di alcuni studenti di tutte le nazionalità del mio corso di
Inglese, sono appena stato allontanato dalla scuola (privata, e a Londra!) per
aver espresso la mia contrarietà verso gli eufemismi usando termini a citazione
quali "nigger" e "faggot" e "(Dr) Down" e
"Paki" e dato vento al mio disprezzo e per ogni religione e per i
troppi miliardi in più di umani che le donne e gli uomini, invece di farsi
sterilizzare per i prossimi vent'anni e di fatto distruggendo il pianeta,
continuano a sfornare alla cazzo di cane per dare un senso alle loro stupide e
irresponsabili esistenze senza vita. La direttrice, medio orientale color
nocciola non spelata, era pallida di terrore: ha ripreso un po' di colore
quando le ho garantito che non avrei fatto storie e che poteva tranquillamente
ritornarsene nel rassicurante abbraccio dei suoi protetti nemici naturali. Mica
ha capito: guai difendere le vittime, specialmente se di mestiere. Ormai è
l'Italia ovunque. E baci, darwiniani con moderazione - una scimmia non sarà
davvero troppo? Aldo Busi [11-03-2009]
( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
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Attenti, amici
bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non
valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome
"si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli
utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo
visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum",
spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere
considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi
che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno
l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare
il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla
decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla
religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di
Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni
bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume alludendo
espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme
del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono
indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che
costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di
espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci
garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni
scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia,
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s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a
rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi
sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina.
Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e
dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per
cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock:
"Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti
prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva:
spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta.
In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose,
spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe
come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta
bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il
grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop
alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per
shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che
si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via
i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per
pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona
notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a
parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state
tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le
scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i
lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi
che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in
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un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) Un altro
breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far
ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private
equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti
illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è
legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede
l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il
progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti..
Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa
raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi
di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una
brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama,
globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (7 voti, il
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09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso,
Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei
principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo
giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per
peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che
gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha
provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure
radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il
punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema,
grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa
sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto
americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere
coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà
continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia
reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con
titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici
per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in
fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle
banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia
potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra
gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio?
AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi
di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo
punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran
Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo:
l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama,
globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 72 ) » (6 voti, il
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Quando Obama supplica il mondo. Obama non vede l'ora di avviare una nuova
distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo
articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il
dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e,
secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a
Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia
lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i
Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante
e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente
disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è
innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso,
improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di
smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è
vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno
al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma,
un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie
debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di
superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare
dagli Usa? Scritto in
globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo,
russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su
un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli
Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte
davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il
discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che
intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di
sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù
l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono
bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più
competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama.
«Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi
all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma
così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più
finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie
petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30
miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle
energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà,
però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le
lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio
del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che
riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di
miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di
miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito
del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando
l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata
sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non
solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora
una volta il vero problema dell'economia Usa, che è
sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali
ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo
passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi
ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era
obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 48
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un amico 24Feb
( da "KataWeb News" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Usa-Cina:
Obama incontra domani ministro Esteri Pechino 11 marzo 2009 alle 20:23 — Fonte:
repubblica.it — 0 commenti Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama,
incontrerà domani il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi. Lo ha
annunciato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs. Si tratta del primo
incontro tra Obama e un rappresentante del governo di Pechino dopo le tensioni
che hanno fatto seguito all'incidente di domenica tra le cinque navi cinesi e
l'imbarcazione statunitense. "L'incidente sarà nell'agenda dei
colloqui", ha spiegato Gibbs, secondo il quale i due leader discuteranno
anche anche di crisi economica globale. Jiechi oggi ha incontrato il segretario
di Stato americano, Hillary Clinton. Entrambi hanno concordato che l'incidente
avvenuto nel Mar della Cina "non dovrebbe
ripetersi in futuro". AGI
( da "Reuters Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
WASHINGTON (Reuters)
- La segretaria di Stato Usa Hillary Clinton ha detto
oggi che esiste "un ventaglio di opzioni" da utilizzare contro la
Corea del Nord se il regime comunista sperimentasse un missile balistico a
lunga gittata. Tra le misure possibili, anche quella di portare il caso al
Consiglio di Sicurezza. Clinton ha detto che gli Stati Uniti sperano ancora di
dissuadere la Corea del Nord a evitare un "provocatorio" lancio
missilistico e di convincere Pyongyang a riprendere i negoziati a sei che
avevano per scopo quello di porre fine al programma militare atomico
nordcoreano. La Corea del Nord starebbe preparandosi a testare un missile
capace di raggiungere il territorio Usa, sebbene
Pyongyang affermi che si sta preparando a lanciare un satellite nell'ambito del
proprio programma spaziale pacifico. "Discuteremo di una risposta se non
avremo successo nel convincerli a non andare oltre con quello che è un atto
molto provocatorio", ha detto Clinton ai giornalisti dopo un incontro con
ministro cinese degli Esteri Yang Jiechi. "C'è un ventaglio di opzioni
disponibili per agire contro i nordcoreani a seguito del lancio di un missile
se proseguiranno", ha detto la numero uno della
politica estera Usa,
aggiungendo che un lancio violerebbe una risoluzione del Consiglio di Sicurezza
Onu. La Cina ha partecipato
ai negoziati a sei sull'armamento atomico della Corea del Nord, in stallo da
mesi. "I nostri partner dei negoziati a sei sono preoccupati dalla
possibilità di un lancio missilistico, intendano affrontarlo, se
accadesse, con noi in diversi modi, compreso il Consiglio di Sicurezza",
ha detto Clinton.
( da "Romania Libera" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
> Cititi online
anunturile din ziarul ?Romania libera?: Il spalam sau facem altul? Alina
Mungiu-Pippidi Joi, 12 Martie 2009 Conform unui vechi banc rasist romanesc, in
ziua in care copilul de tigan vine acasa chiar mai jegos ca de obicei dupa
joaca de fiecare zi, parintii au de raspuns la urmatoarea intrebare: il spalam
sau facem altul? Cam asa ma tem ca ne simtim si noi fata de sistemul politic
romanesc, nu fata de un partid anume, ci fiecare fata de toate. Eu am crezut in
ultimele doua alegeri, citind multe biografii, ca exista un partid mai curat
decat altele, care acum se numeste PDL. La nivelul anului 2004 pot chiar proba
acest lucru. si sunt convinsa ca si astazi e inca adevarat. Numai ca, vazand
viteza cu care oameni din alte partide sunt recrutati in PDL, sau faptul ca a
fost posibila numirea intr-o functie a unuia care sa fie saltat de DIICOT a
doua zi, ma intreb de cateva luni incoace pana cand va rezista aceasta
diferenta pozitiva. Cu toate astea, cine ma citeste regulat stie ca nu cred in
solutii radicale. E plin la noi de oameni care sunt gata sa faca altul si
foarte putini dintre cei care pun mana sa spele ceva. Primul e un exercitiu
divertizant, din al doilea ies zoi si te poti murdari daca o faci chiar pe bune.
Ne aratam valoarea prin asemenea incercari individuale si cotidiene, nu prin
inventii institutionale. Erou pentru mine e omul caruia i se ofera
posibilitatea unui castig nemeritat si o refuza, nu unul care scrie un proiect
de lege anticoruptie. Nici o lege nu a schimbat vreodata o societate. Numai
oamenii, prin atitudinea lor, schimba ceva. Sunt sigura, in acest context, ca
cititorii mei au inteles perfect ca aceasta telenovela cu Alina versus Elena
pusa in scena si interpretata de o varietate de organe de presa in ultimele
zile este o pura inventie. Dar, ca sa zic asa, daca personalizarea ajuta ca
lumea sa participe la o alegere de principiu, sunt gata sa accept toata
tabloidizarea si mizeria aferenta ei, oricat de falsa e alegerea. Definitia cea
mai buna a unei societati moderne este aceea in care spatiul public are la baza
relatii impersonale. sansele ca voi porni o firma cu un partener strain ar
trebui sa fie la fel de mari ca si cu un membru al familiei. sansele ca va remarca cineva ca sunt mic, verde si am antene
atunci cand bat la usa unei agentii guvernamentale sa depun un dosar complet de
licitatie sunt zero. sansele ca politistul de trafic sa nu ma amendeze cand fac
prostii fiindca stie cine sunt (persoana importanta) sunt de neglijat.
Asa functioneaza societatea moderna, pe baza deplinei impersonalitati si
formalitati. Nu ne cunoastem, nu ne batem pe spate, nu punem pachete de Kent pe
buletin, nu vorbim intre noi una si in public alta, dar suntem tratati perfect,
adica nici mai bine, nici mai rau decat toata lumea. Occidentul european
dezvoltat, plus cateva foste colonii britanice (din Canada la Singapore) asa
functioneaza. Noi nu: pentru noi lumea e un spatiu al cumetriei, cum ar spune
antropologii, in care cautam, dimpotriva, sa personalizam relatiile noastre cu
indivizii si cu statul. Noi nu credem in aplicatii impersonale, cuvantul in
sine are ceva peiorativ la noi. Esti cineva sau nu existi. Numai cine e cineva
e vreodata tratat cumsecade. Adica asa cum ar trebui sa fim tratati toti. Mai are
vreun sens sa explic de ce, intr-o lume moderna, e o anomalie ca fiica unui sef
de stat si, informal, si de partid, sa faca o cariera in interiorul aceleiasi
organizatii? Simplu spus, pentru ca existenta relatiei personale va vicia tot
acest sistem de relatii, nu doar pentru ea, ci si pentru ceilalti. Eu am facut
o facultate in care tatal meu era profesor si daca o sa ma intrebati ce e iadul
pe pamant o sa va spun ca asta e. si eu am crescut in acea facultate, dar cand
am fost fortata sa studiez acolo mi-am blestemat zilele si m-am simtit pentru
prima oara libera in viata cand am scapat (voluntar) din acel loc. Multumesc
colegilor mei ca nu m-au detestat, dar oricat te-ai stradui, nu ai cum sa iesi
vreodata bine din asemenea situatii. Cel mai bine e sa le eviti. Ca sa arati
cine esti, trebuie sa te incerci intr-un loc in care nu ai relatii personale.
si asta fac multi tineri azi, care cresc intr-o lume mai normala decat cea in
care am crescut eu. Numai pe masa mea de lucru am vreo douazeci de dosare de
admitere la doctorat ale unor oameni care, la 25 de ani, au facut deja
voluntariat in Uganda, in India, in Bosnia, pe langa ca si-au luat cu brio
diplomele si au facut vara internate pe langa politicieni (cu care nu se
cunosteau dinainte). In aceasta generatie de aspiranti la un doctorat in
politici publice vad destui est-europeni, desi putini romani. Care cresc cu
ochii la stirile din Darfur si Gaza si isi cearta parintii ca fumeaza si isi
iau masini care polueaza mediul. Asa arata portretul unui tanar cool din mediul
educat occidental azi. Conflictul asta trivial, sub un pretext ridicol (Europa
e aceeasi daca Romania nu are deloc reprezentanti in Parlamentul European), e
un test, din pacate. O incercare mult mai serioasa decat pare. E un test daca
sistemul nostru semiprezidential e modern si european sau poate deveni oricand
un fel de caricatura populista latino-americana. E un test daca macar singurul
nostru partid curatel e mai mult decat un SRL dezvoltat pe o pleasca
incredibila, cum plastic l-a demascat dl Paleologu. E un test daca avem
intelectuali publici adevarati, capabili de vreo atitudine autonoma, sau numai
niste rentieri de curte. E un test daca Traian Basescu poate pastra si vreun
prieten critic, capabil sa spuna si un adevar dezagreabil la nevoie, si nu doar
o gasca ce gaseste curajul sa iti spuna ca e inundatie doar dupa ce apa e la
etajul 1. Nu e nici o placere sa faci pe dirigintele, credeti-ma. Dar reactiile
pe care le-am vazut la mii de oameni pe forumuri saptamana asta ma conving ca
asumarea acestui rol antipatic nu e o atitudine singulara, ci o forma de a
articula pretentia noastra colectiva de modernitate. Aveam indoieli ca de la
distanta se mai poate juca vreun rol civic: nu mai am. Societatea romaneasca
urbana si alfabetizata pare gata pentru Europa si cere sa fie tratata ca
europeana. si imi pare rau ca trebuie sa facem asa un efort penibil pentru
indeplinirea regulii numarul
( da "KataWeb News" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Tibet: Congresso
usa, Pechino metta fine a "Repressione" 11 marzo 2009 alle 21:53 —
Fonte: repubblica.it — 0 commenti La Camera dei rappresentanti statunitensi ha
votato all'unanimità una mozione in cui chiede che la Cina
metta fine alla "repressione" in Tibet. La mozione -- approvata da
422 deputati (un solo voto contrario) -- chiede a Pechino di "cessare la
sua repressione contro il popolo tibetano e di interrompere immediatamente le
dure politiche imposte sui tibetani". Inoltre, si chiede al governo cinese
di riprendere il dialogo con il Dalai Lama per "trovare una soluzione
durevole alla questione tibetana". AGI
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Washington, 11 mar.
(Apcom) - Incontro oggi a Washington tra il segretario di Stato americano
Hillary Clinton e il suo collega cinese Yang Jiechi, a tre giorni
dall'incidente navale tra i due Paesi nel Mar cinese meridionale, dove una nave
della marina americana è stata circondata in acque internazionali da navi
cinesi. "Siamo entrambi d'accordo che dobbiamo lavorare per evitare il
ripetersi di incidenti simili", ha detto Clinton ai giornalisti al termine
dell'incontro. "Abbiamo entrambi esposto le nostre posizioni, ma
l'importante punto di accordo raggiunto nei colloqui con il ministro Yang è che
dobbiamo lavorare duro in futuro per evitare simili incidenti e per far sì che
questo incidente non abbia ripercussioni inaspettate", ha aggiunto il capo
della diplomazia americana. Per la Clinton la visita di Yang rappresenta uno
sviluppo "molto positivo", e il segretario di Stato spera di poter
continuare i colloqui avviati avviati in occasione del suo viaggio a Pechino
dello scorso mese, con l'obiettivo di migliorare i rapporti bilaterali. I due
si sono detti anche "d'accordo nell'opporsi al lancio di missili della
Corea del Nord e nel discutere una risposta". Domani Yang incontrerà il
presidente americano Barack Obama e il suo consigliere per la sicurezza
nazionale, il generale James Jones. Il portavoce della Casa Bianca, Robert
Gibbs, ha assicurato che la questione dell'incidente navale sarà affrontata ma
non sarà l'argomento centrale dei colloqui.
( da "Stampa, La" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Basta privilegiare
l'export La Cina deve pensare di più al suo mercato
domestico La grande truffa di Madoff finirà senza tanto rumore Tutto qui? La
più grande frode finanziaria della storia è stata sistemata in quattro e
quattr'otto? Per quanto difficile da accettare per le vittime, che da Israele
alla Colombia e da Milano a New York hanno affidato 65 miliardi di dollari a
Bernard Madoff, lo scandalo sembrerebbe un caso chiuso. Questa settimana,
davanti a un tribunale di Manhattan, Madoff si dichiarerà colpevole di 11 capi
di imputazione che gli costeranno una condanna a 150 anni di reclusione. Madoff
ha aggiunto una forte dose di suspense al panico del 2008, e la conclusione
pacifica della sua vicenda è un po' una delusione. Nel 1920, quando è crollato
lo schema di Charles Ponzi, gli investitori defraudati si sono accalcati
davanti alla sua porta. La dimora di Madoff a Park Avenue è invece tranquilla.
I clienti facoltosi si addentreranno in inutili vertenze legali sulla
ripartizione dei beni confiscati, del tutto inutili perché il denaro si è
volatilizzato. Un processo lungo e combattuto sarebbe stato un miglior
spettacolo. Invece no, Madoff non seguirà le orme dei cattivi di Enron Ken Lay
e Jeff Skilling, o dell'ad di Tyco Dennis Kozlowski. Nessuna dichiarazione
d'innocenza, nessuna giustificazione razionale di spese faraoniche, nessun
procuratore agguerrito pronto a sfruttare la pubblicità del caso. La
lacrimevole confessione di Madoff è stata una questione privata, non una
tragedia pubblica. E questo si distacca dal comportamento usuale del
truffatore. Si pensi a Samuel Israel, che dopo aver defraudato i clienti
dell'hedge fund Bayou ha simulato la propria morte e si è dato alla macchia per
tre settimane. Non è ancora tutto finito. L'accusa potrebbe ancora avere in
serbo una "pistola fumante". Ma sembra che il mondo dovrà fare a meno
delle rivelazioni di parenti disonesti, complici improbabili, spie del Mossad o
gangster russi assetati di vendetta. La frode di Madoff non ha precedenti per
vastità, durata e reputazione delle vittime, ma finirà in tono minore. Un
settantenne, elegantemente vestito, farà il suo ingresso nell'istituto di pena
dove trascorrerà, senza clamori, il resto della sua vita. \ La Cina sembra resistere alla crisi. I dati diffusi ieri
indicano che a febbraio il surplus commerciale della Cina
si è ridotto a 4,8 miliardi di dollari, il minimo degli ultimi tre anni. La
caduta improvvisa è traumatica ma, per ora, questa economia fondata
sull'esportazione di merci a basso costo si mantiene in equilibrio. L'idea di una Cina priva di un enorme avanzo delle partite correnti è seducente.
Gli Usa hanno spesso
criticato questo partner commerciale per aver tenuto basso il corso della
valuta in modo da stimolare artificialmente l'export. Gli americani non
sapevano resistere al costo basso delle merci cinesi, soprattutto quando i
partner commerciali, grazie al surplus, potevano prestare loro i dollari
per acquistarle. Senza il bottino dell'export, la Cina
avrebbe avuto meno dollari da prestare ai superindebitati consumatori Usa. Ci sarebbero state anche meno ragioni per ritardare la
rivalutazione della moneta cinese per paura di un raffreddamento degli scambi.
L'oscillazione del renminbi avrebbe anche potuto essere graduale. Il concetto
di normalità può essere sfuggente. La chiusura delle fabbriche a cavallo del
capodanno cinese distorce le cifre di gennaio e febbraio. Le esportazioni sono
in rapida diminuzione, ma i recenti sgravi fiscali potrebbero rappresentare uno
stimolo efficace. Le importazioni sono scese meno delle esportazioni,
comprimendo il surplus, ma questo dato può essere attribuito agli aggiustamenti
d'inventario anziché al cambiamento dei modelli di consumo. Le speranze di
normalità non sono ancora morte, soprattutto se i 4000 miliardi di renminbi
(585 miliardi di dollari) di stimolo fiscale varati dal governo saranno ben
impiegati. Per un paese con 1,2 miliardi di consumatori, la prosperità può
essere duratura solo se si fonda su aziende di valore orientate al mercato
interno, non sull'export di beni prodotti da manodopera a basso costo. Tutto
questo è di cattivo auspicio per i paesi vicini. Non tutti soffriranno in pari
misura, India e Malaysia possono almeno contare su materie prime di cui la Cina è priva. \
( da "Stampa, La" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
A TORINO IL PRIMO
CONGRESSO DELLA CATEGORIA UNIFICATA I commercialisti come Obama "È ora di
cambiare" «Non è più accettabile un processo civile così lungo: copiamo la
ricetta Nigeria» [FIRMA]FABIO POZZO TORINO Cita Gandhi, Kennedy (Robert), ma anche
una massima attinta da «Kung fu Panda», il cartone animato che ha visto con suo
figlio (Ieri era il passato, domani un mistero, oggi è un dono...). Parla della
necessità di cambiamento, come Obama; un cambiamento che sembra cominciare
proprio da lui. Claudio Siciliotti, 57 anni, friulano (stirpe concreta) di
Udine, bocconiano, il presidente del Consiglio nazionale dei dottori
commercialisti e degli esperti contabili, apre a Torino il primo congresso
dell'albo unificato (commercialisti e ragionieri) parlando chiaro, convincendo,
strappando applausi alla platea. Tra le cui file si dice sia il primo leader ad
aver aperto la categoria, tradizionalmente orientata verso centro-destra, ad
una collocazione più bipartisan (ma Siciliotti dice «no partisan») e, anche,
che sarebbe pronto per scendere in politica. Il suo è un intervento fiume, che
tocca tutti i temi, e le corde giuste. «Siamo qui per dare al Paese, non per
chiedere», l'esordio. E poi, giù con le ricette. Che partono da un presupposto:
è venuto il momento di agire, di non rinviare più le scelte. Per cambiare una
«società bloccata», incatenata tra «grandi imprese, grande Stato, grande
sindacato». Mancano, invece, le voci delle «piccole e medie imprese, del mondo
accademico e di quello delle professioni». Categorie cui bisogna aprirsi, per
«programmare insieme il futuro». Il tema portante è quello della crisi. «A livello internazionale bisogna ricostruire le regole, rifuggire
dal protezionismo,
governare la globalizzazione... Nel nostro Paese, invece, serve realismo e
responsabilità». Non si può, ad esempio, «più eludere il problema del debito,
pari al 110% del pil, acceso non per finanziare infrastrutture, ma per dare
tutto a tutti e guadagnare consenso». Da qui, anche la crisi dei sistemi
di governance e la rivendicazione di un modello, quello italiano, che si è
rivelato vincente laddove quello anglosassone ha fallito. «Anche Stiglitz, il
premio Nobel per l'economia, si augura che il nostro modello di collegio
sindacale possa essere adottato dalla comunità internazionale». Il presidente è
per diversificare il controllo contabile, «non più unico, ma suddiviso tra
grandi imprese quotate, grandi imprese e pmi»; per mettere mano al conflitto
d'interesse (non più di un incarico in società quotate); per rivedere la regolamentazione
anti-riciclaggio («ci sono state solo 175 segnalazioni: o il problema non
esiste, oppure il sistema non funziona»), premiando chi vi adempie. Siciliotti
parla della Giustizia, dell'«inaccettabile lentezza delle cause civili» e
propone lo strumento-filtro della conciliazione obbligatoria («Ce l'hanno in
Nigeria, grazie alla Banca mondiale e insegnanti italiani»), ma anche il rito
abbreviato e un pool di professionisti-consulenti per sveltire separazioni e
divorzi. Per il Fisco, la ricetta è quella della «responsabilità, trasparenza,
coerenza e semplificazione», cominciando «a lavorare sulle aliquote, anziché
continuare a massacrare gli imponibili». Sì anche al federalismo fiscale
(sostenibile) e alla sanzione dell'ineleggibilità per quegli amministratori
pubblici «che non raggiungono gli obiettivi». E poi, un welfare dove la
flessibilità non significhi «pagare meno e solo lavoro a termine», dove «tutti
devono lavorare più a lungo per far crescere il Paese». Quanto alla
professione, lo slogan è «merito, fiducia, etica, tolleranza». Applausi.
( da "EUROPA ON-LINE" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
La partita afgana si
gioca a Teheran SIAVUSH RANDJBAR-DAEMI Da sempre si considera il paese-cardine
della regione circostante. Ora l?Iran è più che mai ansioso di dimostrare il
proprio peso negli equilibri geo-strategici oltre l?area mediorientale. E oggi
è la giornata perfetta per farlo. Ieri sera sono infatti giunti a Teheran i
capi di stato dei membri dell?Eco, l?organizzazione di cooperazione economica
di cui fanno parte, oltre al paese ospitante, la Turchia, l?Afghanistan, il
Pakistan, il Kirgizistan, l?Azerbaijan, il Kazakistan, l?Uzbekistan e il
Tagikistan. Le discussioni nella capitale iraniana andranno probabilmente ben
oltre lo scopo prefissato del summit, quello di puntare al rafforzamento dei
legami economici e commerciali tra i paesi membri per fronteggiare la crisi
mondiale e ai preliminari per la costruzione di una rete ferroviaria dall?Iran
alla Cina. L?ombra delle caute aperture diplomatiche
dell?amministrazione Obama verso l?Iran aleggerà infatti all?interno del
sontuoso palazzo di Saadabad, dove si raduneranno stamattina i nove presidenti.
All?interno dell?Eco figurano paesi-membri Nato, come la Turchia, paesi assai
vicini a Washington, come l?Azerbaijan e il Kazakistan, o l?Afghanistan, che
costituisce il principale rompicapo geopolitico ereditato da Obama dalla
prcedente amministrazione. Nonostante il riconoscimento da parte di Usa e Ue, del ruolo di primo piano che l?Iran può svolgere
nel contenimento della minaccia talebana al governo centrale di Hamid Karzai,
Teheran deve tuttora confermare in via formale la propria partecipazione a una
serie di conferenze sul conflitto afghano che sta allestendo nei mesi a venire,
a partire dalla conferenza ? patrocinata dalla Nato ? del 31 marzo fino il
vertice di Trieste della fine di giugno. L?arrivo di Karzai a Teheran potrebbe
però sancire l?assenso definitivo dell?Iran, e quindi l?avvio di un percorso di
riavvicinamento diplomatico tra la Repubblica islamica e l?Occidente che
aggiri, almeno per il momento, lo spinoso tema nucleare. Altrettanto delicata
si preannuncia la missione della delegazione turca, condotta dal presidente
Abdullah Gul e dall?abile ministro degli esteri Ali Babacan. Secondo
indiscrezioni riprese dai media turchi e iraniani, Gul è latore di un messaggio
di Obama ad Ahmadinejad. Il capo di stato turco probabilmente dedicherà i
colloqui che terrà con la sua controparte iraniana Ahmadinejad ai margini della
conferenza di oggi a rinnovare l?offerta turca, ripetuta formalmente ieri da
Babacan, di una mediazione a qualsiasi livello per l?apertura del dialogo tra
Teheran e Washington. La presenza di Gul a Teheran segue di pochi giorni la
visita di Hillary Clinton ad Ankara e precede di qualche settimana l?arrivo di
Obama, previsto per il 6 aprile, nella capitale turca. Il presidente iraniano
Ahmadinejad non può però godersi appieno il ruolo di anfitrione di queste
delicate assise di alto livello diplomatico. Nel pomeriggio di ieri l?ex primo
ministro dei tempi della guerra tra Iran e Iraq, Mir-Hossein Mousavi, ha
infatti comunicato formalmente l?intenzione di candidarsi alle elezioni
presidenziali di giugno. Abile amministratore dell?economia degli anni Ottanta,
Mousavi gode del sostegno di quella generazione di iraniani memore del suo
successo nel tenere a bada il tasso d?inflazione per gran parte del conflitto
con il regime di Saddam Hussein. Tutto ciò non è d?aiuto a Mahmoud Ahmadinejad,
che si ritrova così costretto a fronteggiare ben tre capofila del fronte
moderato in quella che già si preannuncia come la corsa presidenziale più
competitiva nella storia trentennale della Repubblica islamica.
( da "Giornale di Brescia" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 12/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Una scia di sangue iniziata
a Columbine Dieci anni fa la prima strage a scuola in Colorado. Nel 2007 un
giovane coreano fece 33 vittime Studenti Usa sotto
choc a Columbine nel 1999 STOCCARDAQuella di ieri è la quarta strage in una
scuola in Germania negli ultimi anni. Altri due massacri tra le mura
scolastiche sono avvenuti in Finlandia. E numerosi sono quelli avvenuti negli
Stati Uniti tra cui il bagno di sangue che è rimasto il simbolo di questa
terribile forma di violenza urbana, avvenuto a Colombine e rappresentato dal
celebre film di Michael Moore. Ecco i precedenti: Aprile 1999 Due giovani
armati di pistole e di bombe fatte in casa aprono il fuoco nella loro ex
scuola, il liceo di Columbine in Colorado. Muoiono 12 studenti e 1 professore.
I due si suicidano. Giugno 2001 Uno squilibrato uccide 8 bambini a coltellate
in una scuola di Tokyo. Febbraio
( da "Cittadino, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Se la crisi morde
l'economia reale Che la crisi economica e finanziaria sia tangibilissima credo
bastino due dati a testimoniarlo. Il primo riguarda la situazione in cui versa
l'economia mondiale: il Fondo Monetario Internazionale sottolinea come il 2009
presenterà una crescita negativa del PIL mondiale, "il peggior dato di
sempre"; il secondo fotografa amaramente la situazione del Bel Paese: in
soli due mesi sono state presentate all'INPS 370.561 domande di disoccupazione,
il 46 per cento in più rispetto al 2008. Ne l 1776 il grande illuminista
francese Condillac pubblicava il suo volume su Il commercio e il governo
considerati l'uno relativamente all'altro. Opera elementare, la cui parte finale avanzava una dura critica alle prime forme di
globalizzazione commerciale. Con forza sottolineava che «l'ultimo termine»
delle «speculazioni di Commercio, di Finanza, di Politica» è «la rovina di
tutto», rovina preparata dai «momentanei espedienti» ai quali le autorità
governative sono solite far ricorso in momenti di crisi profonda. E,
purtroppo, gli attuali politici italiani non costituiscono un'eccezione a
siffatta regola. In effetti, dopo le avventuristiche strategie del commercio
globalizzato, dopo le sofisticherie tragiche della finanza americana, ci tocca
di assistere, nel cortile della politica nostrana, alle sgangherate proposte
che i leader politici di maggioranza e opposizione continuano ad avanzare a
spron battuto per fronteggiare una crisi che di giorno in giorno tracima dal
campo della finanza a quello dell'economia reale. Dario Franceschini,
segretario del PD, ha sollecitato il governo a sostenere i lavoratori
licenziati per effetto della crisi con un assegno mensile pari allo stipendio
da essi percepito. Il premier Berlusconi ha subito rigettato tale progetto,
denunciando anzitempo le possibili malversazioni a cui l'imprenditoria italiana
potrebbe indulgere se un simile provvedimento fosse assunto, ad esempio
licenziare lavoratori che poi farebbe lavorare "in nero". Resta noto:
per Berlusconi la crisi non esisteva, e, forse, tuttora non esiste, anche se,
per citare altri dati, nel solo mese di febbraio 650 mila lavoratori americani
hanno perso il loro impiego e in Italia il ricorso alla cassa integrazione sta
definitivamente facendo evaporare distretti industriali ridotti a liofilizzato
di se stessi. Tant'è: prima il governo ha annunciato una serie iperbolica di
interventi con relativi stanziamenti (compreso il "mitico" ponte
sullo Stretto), poi ha lanciato il piano casa, e ieri ha ottenuto il via libera
dall'Ecofin per rendere permanente il regime agevolato dell'Iva (10 per cento)
sulle ristrutturazioni abitative. Resta indubbio che l'edilizia si è sempre
presentata come settore davvero trainante, tuttavia non è l'unico che possa far
riverberare benefici influssi su altri processi produttivi. Se è così, perché
non individuare leve fiscali e strumenti finanziari che possano aiutare tutti i
comparti?
( da "Messaggero Veneto, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
«È IN ATTO IL GRANDE
ASSALTO MA C'è UN'ANIMA IN OGNI LUOGO CHE CI AIUTERà» L'Italia sarà salvata dai
"giardinieri di dio" Gli appunti del reporter diventano uno
spettacolo-denuncia contro la spoliazione TERRITORIO MINACCIATO di MICHELE
MELONI TESSITORI Un grido di allarme contro il grande assalto ai territori,
spolpati di ogni risorsa, preda dell'imbroglio globalizzato. Un grido di
speranza perché l'Italia è piena di resistenti, i giardinieri di dio,
depositari dell'anima dei territori, capaci ancora di salvarci dalla
spoliazione. Paolo Rumiz, reporter e narratore, approda al teatro con questo
tema apocalittico, da nuovo millennio, frutto del suo minuzioso lavoro di
cronista che ha percorso in lungo e in largo il Paese e il centro-Est Europa.
La leggenda dei mondi naviganti (premio Grinzane Montagna e Chatwin), romanzo
di viaggio lungo le salite e i sentieri tra le Alpi e gli Appennini, è infatti
divenuto uno spettacolo che andrà in scena oggi, alle 21, al Teatro Pasolini di
Cervignano. «Non è un'idea mia, ma di Roberta Biagiarelli (autrice della
riduzione teatrale e attrice, ndr) che ha la stessa mia visione partigiana
circa la scrittura al servizio del paesaggio. Entrambi gridiamo nel deserto il
nostro allarme per l'eclissi dei territori e delle identità, coscienti che
viviamo il momento del grande assalto alle ultime ricchezze del pianeta
Italia». Tutto - spiega Rumiz - va nella direzione dell'esaurirsi delle risorse,
«con un premier che chiede poteri eccezionali per mettere discariche e nucleare
dove vuole lui; con allarmi, come quello degli immigrati clandestini,
inesistenti, allo scopo di non farci vedere qual è il vero dramma, cioè che ci
stanno mangiando la merenda». «Questa ricerca di poteri assoluti, questa enfasi
sui nemici alle porte, questo occultamento dei problemi reali attraverso un
bombardamento mediatico, ci hanno rimbecilliti tutti; e anche la presenza di
un'opposizione allo sbando fa sí che non ci si accorga che soprattutto in
montagna si gioca l'ultima partita di una grande rapina: dall'acqua, all'aria
(l'eolico invade indecentemente ogni angolo piú bello), all'ultima terra
pulita...». Dello spettacolo in scena al Pasolini Rumiz parla come di «un buon
apprendistato alla conoscenza dell'Italia che non è sulle tv, una grande
costellazione federata di diversità insultata dai centralismi ora romano, ora
papalino, ora fascista, fino a quest'epoca di imbroglio globalizzato». Il
dramma - denuncia - è che questa costellazione di diversità «invece di fare
rete crede di difendesi arroccandosi ciascuna nel proprio fortilizio,
condannandosi alla dissoluzione». Mai come oggi avrebbe invece bisogno di
«cantare in coro». Perché, secondo Rumiz, «il Paese sta andando a grandi balzi
verso il federalismo irresponsabile in cui non i popoli, ma le burocrazie delle
varie province e regioni chiedono di avere licenza illimitata di spesa e di
sperpero. La Jugoslavia è crollata cosí, non a caso inventandosi una questione
etnica per non pagare il dazio del fallimento». Invece ci vorrebbe un
federalismo responsabile «alla tedesca, con uno stato leggero, ma che c'è e dà
regole». Rumiz sembra, dunque, vestire i panni dello scrittore militante,
fortemente ideologico: «Diciamo che il libro nasceva dal desiderio di
percorrere territori ignoti, perché gli italiani non hanno mai conosciuto male
il Paese come in questi anni che ci tengono incollati agli studi tv, mentre
nessuno rappresenta piú il paesaggio. Volevo provare l'implicito godimento di
scoprire un'Italia semideserta e semisconosciuta. A questo si è agganciata la
parte militante». Lo spettacolo rivela ancor piú le ragioni di questa missione:
«Sono andato alla ricerca degli dei alla macchia. Perché io credo che nel
territorio se ne nascondano. Nel dio uno dei territori si cela anzi un
politeismo che si esprime soprattutto attraverso i dialetti, le lingue, le
voci, i profumi, la cucina. Roberta (Biagiaretti, ndr) e il suo compagno di
scena hanno colto molto bene che in questo viaggio non si cercano tanto le
persone, i luoghi, ma ciò che sta loro dietro, l'anima dei territori. Il
paesaggio non è il luogo, ma ciò che il questo mi dice: è il genius loci.
Quindi è un dio, un piccolo dio che mi conquista, che mi parla attraverso
lunghezze d'onda misteriose che si perpetuano. Di fronte allo strepito della
contemporaneità questi dei si sono ritirati alla macchia, sono diventati dei
partigiani. Io sono convinto che al momento giusto salteranno fuori per dirci
come uscire dal vicolo cieco in cui ci siamo cacciati». In scena, dunque «si
mandano anche segnali di speranza, perché l'Italia è piena di straordinari
personaggi resistenti, quelli che io chiamo i giardinieri di dio». Sono le voci
di Rigoni Stern, di Bonatti, di Guccini, di Capossela. «Ma in scena si avverte
anche il grande silenzio dell'Appennino tosco-emiliano, con i suoi animali
mitologici, orsi, balene fossili, elefanti annibalici, perché, lungi
dall'essere sistematico, il mio è stato un viaggio alla ricerca dell'anima dei
luoghi». Ma, viene da chiedere, ci potrà pur essere una globalizzazione
buona? «Certo. È quella che consente di mettere in rete la diversità. In
Italia, però, assistiamo a una globalizzazione di rapina, per un'indecente
combutta tra piccola politica e piccola burocrazia. Un esempio? La pastorizia,
massacrata da divieti igientistici che rendono impossibile a qualsiasi giovane
praticare questo mestiere antico come il nostro Paese e aprono le porte
senza regole alle carni importate dalla Nuova Zelanda, ai centri commerciali
immensi e deficitari che uccidono l'anima dei luoghi. A me fa male al cuore
vedere anche i friulani affluire a migliaia nei week-end in zona centri
commerciali invece di andare a cercare i prodotti sulle loro colline, in
montagna, nella Bassa. In questo la Slovenia è molto piú avanti di noi. E in
Francia un pastore con 120 pecore vive e manda i figli all'università». Ci
pensi anche il presidente della nostra Regione, Renzo Tondo - dice Rumiz
lanciando un appello alla politica - «lui che è un montanaro, uno che dieci
anni fa mi aprí gli occhi sui mali di pancia delle periferie. Guardi questo
spettacolo e il degrado in cui siamo precipitati. Rifletta sulla scelta della
bella Donata di Lauco che ha mollato la banca in fondo valle per andare a
mungere vacche in quota: è un monumento alla resistenza».
( da "Milano Finanza (MF)" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF sezione: Mercati
Globali data: 12/03/2009 - pag: 13 autore: di Luisa Leone nel 2009 punta
all'ingresso diretto nel mercato russo, ma anche a crescere
in usa e cina Prysmian mette Mosca nel mirino Lo stabilimento per la produzione
di cavi ad altissima tensione in Nord America entrerà in funzione già la
prossima estate, in tempo per cogliere le opportunità del piano Obama nel
settore energetico L'ingresso nel mercato russo e l'entrata in produzione, già
la prossima estate, del primo stabilimento per la fabbricazione di cavi
ad alta e altissima tensione negli Stati Uniti sono due dei punti chiave della
strategia di Prysmian per superare questo difficile
( da "Repubblica, La" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina XVII - Milano
Da stasera al Parenti "Al mercato" con la regia della Shammah Sulle
bancarelle di Andrée si vendono pane e poesia "I temi sono quelli
dell´Expo: cibo e globalizzazione, ma trattati in modo
leggero" SIMONA SPAVENTA Bancarelle in sala e nel foyer, attori che
vendono pane, latte e verdure. Per dieci giorni, il Teatro Franco Parenti si
trasforma in un mercato, di quelli di una volta, dove oltre alla merce si vende
fantasia e c´è anche e una magica macchina ecologica che recupera l´acqua
e la terra sfruttate senza giudizio dall´uomo. Succede da stasera con Al
mercato, il nuovo spettacolo di Andrée Ruth Shammah che è l´appuntamento di
punta di Sapere dei sapori, la rassegna che coniuga teatro, filosofia e
convivialità per riscoprire il vero valore del cibo nell´epoca della
globalizzazione. Sedici attori distribuiti tra i banchetti ? l´ortolano e il
pescivendolo, la lattaia, il panettiere e l´arrotino ? diventano il pretesto
per vivere in modo nuovo, informale, i bellissimi spazi del rinnovato Franco
Parenti, con un centinaio di spettatori a replica liberi di sedersi dove
vogliono, a distanza ravvicinata o lontani dagli attori, girando tra il foyer e
la sala grande privata delle poltrone. «I temi sono quelli dell´Expo, il cibo,
l´acqua e la terra ? spiega la regista ? e infatti l´idea dello spettacolo era
nata a ottobre, per la Giornata mondiale dell´alimentazione. Senza rinnegare il
valore della parola scritta, ho voluto tentare un esperimento che non lasci il
teatro relegato in palcoscenico. Il mercato è reale, ci sono le bancarelle, ma
dato che l´argomento è fisico ho voluto trattarlo in modo leggero». E così, gli
attori rappresentano un gruppo di utopisti, una compagnia di girovaghi con le
loro storie personali e i loro litigi: «Personaggi che vendono l´impalpabile ?
prosegue Shammah ? il panettiere non vende pane, ma l´amore di fare il pane, la
lattaia canta il latte, e poi ci sono il poeta che scrive preghiere per chi non
le ha, apparizioni di fioraie, una festa di ragazzini. Insomma, è un mercato
ideale, uno scambio che "non renda gli uni avidi e gli altri
affamati", come scriveva Gibran in una sua poesia. Più che una pièce
tradizionale, sarà un´esperienza di vita. è un rischio. Così ho anche previsto
un finto pubblico che alla fine, un po´ alla Pirandello, si arrabbia e
protesta».
( da "Repubblica, La" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina III - Genova
Il commento Il filo rosso che lega Moschea e Gay Pride ENRICO PEDEMONTE Che
rapporto c´è tra il dibattito sulla Moschea, il Gay Pride e
l´arrivo a Genova di 350 ricercatori (da 38 paesi) che oggi lavorano all´Iit di
Morego? Sembrano tre questioni diverse, eppure c´è un filo rosso che le lega.
Nell´era della globalizzazione, in tutto il mondo ci si chiede quali siano gli
ingredienti che determinano il successo di una città. SEGUE A PAGINA III
( da "Unita, L'" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Prima Industrie dopo
il successo la cassa integrazione Mai un giorno di stop in trent'anni, neppure
dopo la gelata del mercato Usa seguita alla strage
delle Torri gemelle, ma ora anche la Prima Industrie, azienda del presidente
degli industriali torinesi Gianfranco Carbonato, fiore all'occhiello
dell'eccellenza subalpina, è costretta a capitolare. Per i quattro stabilimenti
italiani del gruppo leader nella produzione di macchine laser per il taglio
delle lamiere, Carbonato chiederà la cassa integrazione: in Italia la società
conta circa 700 dipendenti, età media 33 anni, e in gran parte laureati. Ma il
piano riguarderà tutti i 1700 dipendenti del gruppo. Negli Usa,
dove Prima Industrie ha tre siti produttivi e circa 200 dipendenti ci sarà un
ridimensionamento occupazionale. Ancora nulla di formalizzato: la notizia è
stata anticipata dalla Fiom, ma il leader degli industriali, che ha presentato
un quadro congiunturale a tinte scure per le aziende associate - il 44% prevede
cali occupazionali -, conferma senza entrare nei dettagli. Venerdì il cda
dell'azienda esaminerà i risultati 2008. Prima Industrie è una delle aziende
più innovative, con una forte vocazione all'export: ha
stabilimenti in Finlandia, Usa, tre joint venture in Cina, è presente in 50 paesi. Fatturato in crescita fino al salto
dello scorso anno: il giro d'affari è schizzato da
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Economia Pagina
( da "marketpress.info" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Giovedì 12 Marzo
2009 PARLAMENTO EUROPEO: COORDINARE I PIANI DI SALVATAGGIO ECONOMICO METTENDO
IN GUARDIA DALLA CRESCITA DEL DEBITO PUBBLICO, UN ESAME DEL COMPORTAMENTO
TENUTO DALLE BANCHE E DEGLI AIUTI CHE RICEVERANNO E UN MIGLIORE ACCESSO AL
CREDITO PER LE PMI E I CITTADINI. Strasburgo, 12 marzo 2009 - Il Parlamento
sollecita il coordinamento dei piani di salvataggio economico, mettendo in
guardia dalla crescita del debito pubblico, un esame del comportamento tenuto
dalle banche e degli aiuti che riceveranno e un migliore accesso al credito per
le Pmi e i cittadini. Chiede anche un´iniziativa europea a favore
dell´occupazione e la possibilità di applicare un tasso d´Iva ridotto per le
attività ad alta intensità di manodopera, nonché il rilancio degli
investimenti, in particolare nelle Ten-t. Approvando con 526 voti favorevoli,
105 contrari e 22 astensioni la relazione di Anne Ferreira (Pse, Fr), il
Parlamento accoglie con favore l´iniziativa della Commissione di varare un
piano europeo di ripresa economica in risposta alla grave crisi in atto.
Tuttavia, ne sottolinea la formulazione «troppo vaga» e paventa il rischio che
la sua attuazione prenda «un certo tempo». Rileva inoltre che la maggior parte
delle misure comunitarie proposte «poggia su un esercizio di ridistribuzione
nel bilancio di finanziamenti già programmati e non sulla mobilitazione di
nuove risorse di bilancio». In proposito, nel ricordare che tale
redistribuzione «potrebbe ostacolare le politiche esistenti», chiede ulteriori
dettagli sulla fase di sviluppo di ciascun progetto e rammenta che qualsiasi
modifica del livello di pagamenti dovrà essere approvato dai due rami
dell?autorità di bilancio (Parlamento europeo e Consiglio). Accogliendo un
emendamento del Pse, l´Aula ribadisce anche «l´urgente necessità di rafforzare
il bilancio europeo, rivedendone la dotazione e la struttura di spesa». I
deputati rilevano poi che la principale priorità del piano di ripresa «deve
consistere nel promuovere l´economia e la competitività dell´Unione europea al
fine di tutelare le opportunità e la sicurezza dei cittadini ed evitare un
aumento della disoccupazione». Il piano di ripresa dovrebbe quindi «invertire
il declino economico consentendo ai mercati finanziari di riprendere un normale
funzionamento, favorire gli investimenti e migliorare le opportunità per la
crescita e l´occupazione». Anche perché, come suggerito dal Pse, la crisi
«peggiora di giorno in giorno» e, quindi, in assenza di un intervento pubblico
«più deciso ed efficace» l´Ue e i paesi limitrofi «si avvicinano sempre più a
una profonda crisi sociale e politica che mette alla prova la solidarietà
europea» Raccomandando il coordinamento dei piani nazionali di ripresa
economica quale requisito essenziale per l´efficacia, i deputati mettono in
guardia contro il rischio che le soluzioni adottate «sfocino nella somma delle
politiche nazionali, con conflitti e costi potenziali, pregiudicando il mercato
unico e l´unione economica e monetaria e indebolendo il ruolo dell´Unione
europea quale attore globale». Approvando un emendamento dell´Alde, i deputati
chiedono anche di valutare i benefici che potrebbero derivare dalla creazione
di un fondo sovrano europeo, «il cui costo per il servizio del debito sia
inferiore a quello relativo all´aggregato equivalente dei debiti nazionali», e
che sia di natura temporanea e venga trasferito dopo un certo periodo ai debiti
nazionali». Al contempo, facendo proprio un emendamento del Pse, sostengono la
decisione dei membri Ue del G20 «di un´azione definitiva contro i paradisi
fiscali e le giurisdizioni non collaborative concordando quanto prima un
pacchetto di sanzioni». Sottolineano inoltre l´importanza di una convergenza a
livello mondiale per affrontare questo problema. Il Parlamento ribadisce che
tutti gli aiuti finanziari devono essere «tempestivi, mirati e temporanei».
Ammonendo sui possibili rischi di esclusione e di abbandono della politica di
concorrenza dell´Unione europea, invita a ripristinare, non appena possibile, i
mercati equi e competitivi definiti dai trattati. Inoltre, nel prendere atto
con preoccupazione della rapida crescita del debito pubblico e dei deficit di
bilancio, esprime il timore che il debito pubblico possa diventare un onere
eccessivo per le future generazioni. Sollecita quindi il ritorno a finanze
statali sane «non appena possibile», come previsto dal Patto rivisto di
stabilità e crescita. Allo stesso tempo il Parlamento è dell´avviso che
l´attuale crisi «non sollevi l´Unione europea dalla sua responsabilità di
promuovere lo sviluppo internazionale e la lotta contro la povertà nel mondo».
Mette inoltre in guardia contro il rischio di un ritorno a politiche
protezionistiche e auspica la tempestiva conclusione del ciclo di negoziati
commerciali di Doha che potrebbe favorire la ripresa. Ripristinare la fiducia
nel settore finanziario - Il Parlamento si compiace delle misure a breve
termine adottate per ripristinare la fiducia nel sistema finanziario, ma
ricorda che tali misure d´emergenza «non sono sufficienti per risolvere alcuni
dei problemi fondamentali alla base della crisi», vale a dire «gli squilibri
globali, l´assunzione di rischi estremi, il ricorso alla leva finanziaria e la
predilezione per il breve termine». Nel ribadire la necessità di esaminare i
sistemi di remunerazione quale possibile fonte di instabilità finanziaria,
auspica un´azione coordinata fra gli Stati membri che preveda garanzie bancarie
generali ed esplicite a livello nazionale a copertura delle passività, ma
escluda il capitale azionario. Approvando un emendamento dell´Alde, invita gli
Stati membri dell´area euro a esaminare la possibilità di «un grande prestito
europeo», da essi «garantito in solido». I deputati insistono poi sul fatto che
i principali motivi alla base dell´eccezionale intervento pubblico nel sistema
finanziario sono la necessità di garantire la tutela dei risparmi e la
concessione di crediti ai singoli e alle imprese, comprese le Pmi. Ribadiscono
inoltre che occorre riservare un´attenzione particolare al ripristino dei
normali livelli di estensione del credito da parte delle banche al momento
della definizione di un nuovo quadro regolamentare, soprattutto al fine di
rilanciare il processo di cartolarizzazione, «essenziale per la ripresa del
finanziamento per le ipoteche, l´acquisto di vetture e le carte di credito».
Allo stesso tempo, il Parlamento ricorda che le autorità di regolamentazione e
le altre autorità competenti degli Stati membri devono controllare in modo
approfondito le attività svolte da banche e banchieri negli ultimi mesi e
stabilire se al crollo del sistema bancario «possano aver contribuito
comportamenti reprensibili se non fraudolenti». Ritiene inoltre che sia
necessario attuare un rigoroso monitoraggio dei pacchetti di salvataggio degli
istituti finanziari, in modo da garantire condizioni di parità. Reputando che i
piani di salvataggio del settore bancario debbano essere soggetti alla
condizionalità in termini di incentivi monetari, concessione di crediti,
condizioni di prestito, ristrutturazione del settore e salvaguardia dei regimi
sociali, chiede alla Commissione di effettuare un´analisi precisa del loro
impatto sulla competitività del settore finanziario e sul funzionamento del
mercato interbancario. Per i deputati occorre anche potenziare il ruolo della
Banca centrale europea nel monitoraggio della stabilità finanziaria nell´area
dell´euro, in particolare in termini di supervisione del settore bancario a
livello dell´Unione europea. Sottolineano poi che le iniziative in materia di
regolamentazione devono mirare a creare trasparenza, sostenibilità, stabilità e
ad «aumentare la responsabilità dei soggetti finanziari nel mercato».
Ricordando alla Commissione il suo obbligo di dare seguito alle richieste
avanzate dal Parlamento in materia di hedge fund e dei fondi di private equity,
ritengono che le agenzie di rating del credito dovrebbero colmare le lacune
informative e divulgare le incertezze e i conflitti di interesse. Ribadiscono
poi la necessità di rivedere e migliorare le politiche contabili «per evitare
gli effetti di aggravamento congiunturale». In una risoluzione specifica sul
Vertice di primavera - adottata con 579 voti favorevoli, 94 contrari e 21
astensioni - il Parlamento sottolinea che la piena affidabilità, efficienza e
trasparenza dei mercati finanziari «sono il presupposto di un´economia europea
sana e innovativa, capace dei generare crescita e posti di lavoro».
Un´attenzione particolare per le Pmi per tutelare l´occupazione - Nella
relazione, il Parlamento raccomanda «vivamente» di garantire con urgenza in
tutta l´Unione europea un accesso adeguato e ragionevole al credito alle Pmi,
ai cittadini e ai settori che vedono il loro futuro sostenibile compromesso
dalla crisi. Sottolineando poi come le Pmi stiano affrontando «gravi problemi
di liquidità» e un limitato accesso al credito, suggerisce di rispettare un
periodo massimo di 30 giorni per i pagamenti a loro dovuti da autorità
pubbliche e dai clienti privati. La risoluzione sul Vertice aggiunge poi la
richiesta di anticipare l´introduzione dello Small Businness Act, varare e
attuare in tempi rapidi la normativa sullo statuto della società privata e
introdurre un brevetto comunitario. Chiede inoltre di aumentare gli
investimenti nella ricerca e sottolinea che, liberalizzando ulteriormente il
mercato interno delle telecomunicazioni, dell´energia e della ricerca, l´Europa
potrà «uscire rafforzata dagli attuali sconvolgimenti economici». Auspicando
che il Consiglio di primavera giunga a un accordo su un orientamento chiaro e
misure concrete per salvaguardare l´occupazione e creare nuove opportunità di lavoro,
i deputati chiedono anche il lancio effettivo di una vasta iniziativa europea
dell?occupazione. Si tratterebbe, da un lato, di garantire che un?impresa possa
essere creata in qualunque luogo nell?Unione europea in tre giorni e senza
spese e che le formalità per l?assunzione dei primi lavoratori dipendenti
possano essere espletate attraverso uno sportello unico. Dall´altro, occorre
rafforzare i finanziamenti e gli investimenti a favore della formazione. Gli
Stati membri, inoltre, dovrebbero investire nell´economia sociale e attuare i
principi della flessicurezza, «garantendo al contempo una protezione sociale
adeguata per tutti». Il Parlamento chiede poi al Consiglio di approvare la
proposta di dare a tutti gli Stati membri l?opzione di applicare un?aliquota
Iva ridotta per i servizi ad alta intensità di manodopera prestati a livello
locale, «alla luce del loro potenziale effetto di stimolo per l?occupazione e
la domanda». Mentre gli Stati membri dovrebbero considerare la possibilità di
ridurre la tassazione del lavoro per le fasce salariali più basse «al fine di
aumentare il potere d?acquisto e di stimolare la domanda dei prodotti al
dettaglio». La risoluzione sul Vertice sostiene, tra l´altro, l´introduzione di
soluzioni innovative (quali ad esempio buoni per l?acquisto di servizi
domestici e di custodia dei bambini, sussidi per l?assunzione di persone
appartenenti a categorie vulnerabili), già sperimentate con successo in alcuni
Stati membri. Chiede inoltre agli Stati membri di prevedere normative su questioni
quali il salario minimo, conformemente alle tradizioni nazionali, «in modo da
permettere ai lavoratori a tempo pieno di ottenere dai loro guadagni un tenore
di vita decoroso». Inoltre, affinché l´Europa disponga di una forza lavoro
«sana», rileva l´importanza di infrastrutture efficienti di custodia dei
bambini per permettere di conciliare vita professionale e vita familiare. Gli
Stati membri dovrebbero anche rinnovare le politiche d´immigrazione per
attrarre persone altamente qualificate. Con 609 voti favorevoli, 60 contrari e
27 astensioni, l´Aula ha peraltro approvato la proposta di decisione della
Commissione sugli orientamenti degli Stati membri in materia di occupazione.
Nella relativa risoluzione - approvata con 548 voti favorevoli, 74 contrari e 3
astensioni - il Parlamento si dice però convinto che la Commissione debba
essere pronta ad adottare «misure eccezionali», tra cui un ampliamento
dell´accesso al Fondo di adeguamento alla globalizzazione
in modo da sostenere una più ampia gamma di situazioni, inclusi i lavoratori
temporanei che hanno perso il lavoro. Rileva poi l´importanza «di non lasciare
che la crisi eserciti una pressione negativa sui salari». Facendo proprio un
emendamento del Pse, inoltre, l´Aula ritiene che gli obiettivi principali della
politica occupazionale dell´Ue devono essere di conservare il maggior
numero di posti di lavoro, aiutare a creare occupazione e sostenere il potere
d´acquisto dei lavoratori disoccupati Investimenti intelligenti e sostenibili -
Nella relazione adottata, i deputati rilevano la necessità di investimenti
considerevoli, «derivanti da uno sforzo coordinato e senza precedenti», nei
settori dell´energia, dell´ambiente e delle infrastrutture «per favorire lo
sviluppo sostenibile, contribuire alla creazione di posti di lavoro di qualità
e garantire la coesione sociale». Anche perché ritengono che «una forte
politica pubblica degli investimenti mirante a creare un?economia a basse
emissioni di carbonio rivesta la massima importanza per far fronte alla recessione
economica». Rilevando l´importanza delle reti transeuropee, chiedono lo
sviluppo di nuovi metodi finanziamento delle infrastrutture di trasporto e di
aumentare il bilancio dei progetti Ten-t, includendoli inoltre tra i progetti
idonei a beneficiare dei 5 miliardi di euro addizionali da utilizzare in base
al piano di rilancio. Con 302 voti favorevoli e 340 contrari, l´Aula ha però
respinto un emendamento del Pse che invitava la Commissione a promuovere un
accordo tra gli Stati membri per l´emissione congiunta di titoli (ad esempio le
eurobbligazioni) «come ulteriore strumento finanziario per sostenere le
principali priorità politiche europee». Crisi, ambiente e New green deal - I
deputati invitano inoltre gli Stati membri a riformare i loro sistemi fiscali
«per assicurare che determinati settori aventi un pesante impatto
sull´ambiente, quali l´agricoltura, i trasporti e l´energia, operino in modo
sostenibile». Adottando un emendamento proposto dai Verdi, inoltre, chiedono al
Consiglio di dare la possibilità agli Stati membri di applicare un´aliquota Iva
ridotta per i beni e i servizi efficienti sul piano energetico. Il piano di
ripresa, inoltre, dovrebbe predisporre un accordo internazionale equo e giusto
che subentri al protocollo di Kyoto nel 2012. Più in particolare, in una
ulteriore risoluzione sui cambiamenti climatici - adottata con 610 voti
favorevoli, 50 contrari e 25 astensioni - il Parlamento sottolinea che, nel
quadro dell´attuale crisi finanziaria ed economica, l´obiettivo dell´Unione
europea di lottare contro i cambiamenti climatici può integrare grandi e
importanti opportunità economiche per lo sviluppo di nuove tecnologie, la
creazione di posti di lavoro e il rafforzamento della sicurezza energetica. In
proposito, rileva che un accordo a Copenaghen potrebbe fornire l´impulso
necessario per un ´Nuovo corso verde´ che rilanci la crescita economica,
promuova le tecnologie verdi e garantisca questi nuovi posti di lavoro nell´Ue
e nei paesi in via di sviluppo. Ritiene inoltre della massima importanza
adottare un piano d´azione più completo sul finanziamento futuro della politica
climatica che copra tutti i pertinenti settori e fonti di finanziamento. .
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( da "marketpress.info" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Giovedì 12 Marzo
2009 POLITICA DELL?OCCUPAZIONE, L´EUROPA CAMBI ROTTA: CONTRO LA DISOCCUPAZIONE IL
FUTURO È VERDE Bruxelles, 12 marzo 2009 - Jan Andersson crede che investire
nelle tecnologie ambientali sia la soluzione alla crisi economica Lo spettro
della disoccupazione minaccia l´Europa. A rischiare sono soprattutto i più
giovani. Lo svedese Jan Anderson chiede una "Nuova Era" come
nell´America fine anni ´20. Tecnologie ambientali, infrastrutture sostenibili
ed apprendimento permanente sono le chiavi di volta. Il monito della
Commissione non lascia spazio a dubbi; l´attuale crisi economica finanziaria
necessità misure immediate e sostanziali. "New Deal", 80 anni dopo -
Lo svedese Jan Andersson, presidente della commissione parlamentare Lavoro,
parla del bisogno di un "New Deal" (Nuova Era) del 2009: il
riferimento è al piano di riforme economiche e sociali promosso dal presidente
americano Franklin Delano Roosevelt fra il 1933 e il 1937, allo scopo di
risollevare il Paese dalla grande depressione che aveva travolto gli Stati
Uniti d´America a partire dal 1929. Misure concrete - Per creare nuovi posti di
lavoro Andersson propone di puntare sugli investimenti verdi (ad esempio
migliorare l´efficienza energetica delle case), sulle infrastrutture (come il
trasporto su rotaia) e l´apprendimento permanente. Per aiutare l´economia è
indispensabile rilanciare i consumi, e per ciò Andersson propone di sostenere
le fasce di popolazione più deboli, come le famiglie con figli piccoli o i
pensionati. Con quali soldi? Secondo il deputato svedese bisognerebbe adottare
un nuovo regolamento del Fondo Sociale Europeo, premere per
maggiori finanziamenti per il Fondo sulla Globalizzazione e non dimenticare che per situazioni di questo tipo esiste la
Banca Europea per gli Investimenti. Andersson propone anche che gli Stati
membri destinino almeno il 2 per cento del loro Pil (Prodotto interno lordo) al
varo di questo piano, così come sta avvenendo negli Stati Uniti. Aiutare
i giovani - A correre i rischi maggiori sono i più giovani, per il quali è
difficile inserirsi nel mondo del lavoro anche in tempi di non recessione:
"Dobbiamo adeguare meglio l´istruzione alla formazione
professionale". L´invito rivolto agli Stati membri è di creare un
programma che garantisca ad ogni giovane che ha finito il percorso di studi
"un lavoro, un apprendistato, un ulteriore tirocinio o qualsiasi cosa lo
aiuti ad inserirsi professionalmente". Andersson ha portato come esempio
il caso della Svezia. "Se i giovani finiscono nel baratro della
disoccupazione sarebbe una catastrofe - L´esperienza del 1990 ci insegna che
chi si ritrova disoccupato per un lungo periodo dopo la scuola può non riuscire
ad inserirsi più nel mercato del lavoro". Le aziende potrebbero investire
nel loro impiego - "d´altronde se i giovani rimangono senza lavoro
costituiscono lo stesso un costo per la società". Andersson, d´altra
parte, ha poi ammesso che oggigiorno non è proprio facile entrare nel mondo del
lavoro. "Ecco perché noi politici, nazionali o di livello locale, dobbiamo
agire prima possibile". . <<BACK
( da "Tempo, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
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Testamenti-video e pistole I precedenti Non solo scuole tedesche e americane
nel mirino Una lunga scia di sangue di giovani innocenti finiti col suicidio
Quella di oggi è la quarta strage in una scuola in Germania negli ultimi anni.
Altri due massacri tra le mura scolastiche sono avvenuti in Finlandia. E
numerosi sono quelli avvenuti negli Stati Uniti tra cui il bagno di sangue che
è rimasto il simbolo di questa terribile forma di violenza urbana, avvenuto a
Colombine e rappresentato dal celebre film-documentario di Michael Moore. Ecco
i precedenti. 20 aprile 1999 - Usa: Due giovani armati
di pistole e di bombe fatte in casa aprono il fuoco nella loro ex scuola, il
liceo di Columbine in Colorado. Muoiono 12 studenti e un professore. I due si
suicidano. 8 giugno 2001 - Giappone: Uno squilibrato uccide 8 bambini a
coltellate in una scuola di Tokyo. 19 febbraio 2002 - Germania: A Eching,
vicino Monaco, un neonazista di 22 anni irrompe nei locali della ditta per la
quale aveva lavorato e uccide due persone, poi va a Freising, nell'istituto
professionale che aveva frequentato per qualche anno, uccide il direttore della
scuola e ferisce altre due persone. Quindi si suicida. 26 aprile 2002 -
Germania: In un liceo di Erfurt, un ex allievo di 19 anni spara contro 13
insegnanti, un agente e 2 studentesse, poi si suicida. 2 luglio 2003 -
Germania: Uno studente di 16 anni apre il fuoco durante una lezione. Riesce
solo a ferire un insegnante, poi si uccide. 26 novembre 2004 - Cina: 8 adolescenti uccisi e 4 feriti
nel dormitorio di un liceo a Ruzhou in Cina. 21 marzo 2005 - Usa: 5 studenti e 4 adulti muoiono sotto i colpi di un adolescente
di 16 anni che attacca una scuola e si suicida a Red Lake, nel Minnesota. 3
ottobre 2006 - Usa: La
follia omicida si scatena in una scuola amish di Nickels Mine in Pennsylvania:
un maniaco molestatore si barrica nella scuola, uccide 5 bambine, ne ferisce
gravemente 6 e poi si suicida. 16 aprile 2007 - Usa:
Lo studente coreano Cho Seung-Hui prima uccide due compagni, poi registra su un
cd-rom un «testamento» che invia alla Nbc, poi fa strage nel campus della
Virginia Tech. In totale le vittime sono 33. 7 novembre 2007 - Finlandia: In un
liceo di Tuusula, un ragazzo di 18 anni estrae una pistola durante la lezione e
uccide 8 persone. Poi si spara in testa. 14 febbraio 2008 - Usa:
Un giovane apre il fuoco nel campus di una università dell'Illinois: fa 5 morti
e 15 feriti prima di suicidarsi. 23 settembre - Finlandia: In un istituto
professionale di Kauhajoki, uno studente di 22 anni, con passamontagna e
vestito di nero, irrompe in classe lanciando una bottiglia incendiaria e
sparando ai compagni. Perdono la vita 9 studenti e un professore. Il giorno
prima aveva pubblicato su YouTube un video che lo ritraeva mentre sparava colpi
di pistola.
( da "Tempo, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
stampa L'EVENTO
Orocapital Preziosi in Fiera Tutto pronto per Orocapital Event, la
manifestazione dedicata alle eccellenze orafe che si terrà dal 13 al 16 marzo
alla Fiera di Roma. L'evento, giunto alla 46esima edizione, rappresenta una
qualificata e importante occasione di incontro e aggiornamento per gli
operatori e le aziende del settore. Una vetrina di prodotti e creazione di
oreficeria, argenteria, orologeria, bigiotteria, articoli da regalo, accessori,
macchinari e attrezzature per la lavorazione e produzione di gioielli. Negli
anni, grazie al numero crescente di espositori e l'opportunità di business,
Orocapital è diventata la fiera di riferimento per il bacino del Mediterraneo,
punto di incontro tra domanda e offerta, in un mercato
sempre più competitivo e globalizzato. Anche quest'anno la Camera di Commercio,
nell'ambito degli interventi a sostegno dei diversi settori dell'economia
locale, partecipa alla manifestazione mettendo a disposizione delle imprese
interessate di Roma e provincia degli spazi espositivi, con un occhio attento
alle aziende giovani, che potranno usufruire del 20% dei posti
disponibili. Sono 20 le aziende locali che prendono parte alla fiera negli
spazi camerali, suddivise in altrettanti stand da circa 16 mq. ciascuno e
appartenenti ai settori più disparati tra gioelleria, bigiotteria, pietre e
semilavorati.
( da "Manifesto, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
L'Obama cubano Dopo
il sofferto sì del senato Usa all'ammorbidimento di
alcune delle più becere disposizioni di Bush sul blocco Maurizio Matteuzzi
Nell'ultimo mezzo secolo la politica delle varie amministrazioni Usa rispetto a Cuba - sia quelle «di destra» repubblicane
sia quelle «di sinistra» democratiche - è stata un fallimento. Quando alla
fine, nel luglio 2006, non gli americani ma l'età e la malattia hanno costretto
Fidel a farsi da parte, non è successo niente di speciale. Raúl gli è
subentrato e dopo un anno ha fatto piazza pulita dei due fidelisti più in vista
del governo, il «talebano» Pérez Roque e il «riformatore» Lage, senza che
succedesse niente. «Il paese non traballa affatto sull'orlo del baratro - ha
scritto il Newsweek di questa settimana -. La politica americana di isolare
Cuba è fallita... né ha funzionato l'embargo economico». Anzi, in tutta
evidenza, ha funzionato contro gli americani: favorendo altri paesi - Canada, Cina, Russia, europei, latino-americani,
asiatici - nel campo dell'economia e al limite lo stesso regime cubano in campo
politico, facilitato nell'addebitare tutti i problemi interni (non pochi e non piccoli)
al blocco Usa e nel
rafforzare una coesione sociale basata su un orgoglioso nazionalismo
anti-gringo piuttosto che sul socialismo di stato. Questo è stato dal
'61 - presidente il democratico John F. Kennedy - il bilancio disastroso e
perverso di quella che l'ex-segretario di stato Henry Kissinger ha chiamato
«the policy of perpetual hostility». Il prezzo di una insensata ossessione
anti-cubana che non ha riscontri su altri versanti. Non solo la Cina e il Vietnam ma anche alcuni dei paesi dell'ex asse del
male: l'Iran e la Corea del nord. Il candidato Obama fra i vari impegni presi
in campagna elettorale aveva preso anche quello - ovvio - di «rivedere» i
rapporti Usa-Cuba, estendendo anche al regime cubano
la proposta di «direct diplomacy», fra uguali e senza precondizioni, lanciata
all'Iran di Ahmadinejad. Una revisione che non arrivava all'annuncio della
prossima revoca tout court di un blocco economico che è l'anacronistico
residuato bellico della guerra fredda. Meno che mai della restituzione della
base Usa di Guantanamo a Cuba e non solo della
chiusura dell'infame lager voluto da Bush, che in fin dei conti è un problema
americano. Una revisione che partiva dalle cose più facili e a costo politico
zero o quasi. Come l'ammorbidimento delle restrizioni imposte da Bush a partire
dal 2003 ai viaggi dei cubano-americani e alle loro rimesse a Cuba, nonché la
flessibilizzzazione delle regole sulla vendita di medicinali e alimenti made in
Usa. Eppure Obama ha dovuto faticare non poco per
strappare il sì del senato (quello della Camera era arrivato il mese scorso) a
inserire in una mega-legge finanziaria da 410 miliardi di dollari i paragrafi
che si riferivano a Cuba. Il segretario al tesoro Timothy Geithner ha dovuto
scrivere una lettera personale a due o tre senatori eletti nelle zone calde
anti-castriste della Florida e del New Jersey (Bill Nelson, Mel Martinez e Bob
Menedez) per garantirgli che il governo interpreterà le nuove disposizioni in
modo tanto stretto da renderle senza effetti pratici. Garanzie che hanno
convinto quei due o tre senatori a cambiare la decisione e votare sì (
( da "Manifesto, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL GRANDE CRAC «Le
belve moderne? I banchieri» Intervista a Guido Rossi. La grande finanza, con la
sua ingordigia, ha corroso l'economia reale e la vita delle persone. Ma la
crisi di oggi non è partita nel 2007: risale almeno agli anni Novanta, allo
scoppio delle prime «bolle». Rendendo evidente l'esigenza di un controllo, che
deve essere politico e sovranazionale Bruno Perini «Ha presente gli animal
spirits imprenditoriali di cui ci parla John Maynard Keynes nella sua Teoria
Generale? L'economista di Cambridge si riferiva allo spirito libero che avrebbe
dovuto ispirare l'azione dell'attività imprenditoriale. Oggi quell'immagine
suggestiva di Keynes fa venire i brividi se si pensa alla sua metamorfosi. A
cosa mi riferisco? Non vorrei essere troppo crudele ma oggi se devo pensare
agli animal spirits della nostra epoca mi vengono in mente i banchieri.
Purtroppo questi moderni animal spirits, senza alcun controllo, hanno spinto
l'economia mondiale sull'orlo del più grande disastro degli ultimi decenni. Le
fornisco soltanto un dato piuttosto impressionante di questo disastro: a causa
dell'azione combinata dei nostri animal spirits, dal giugno 2007 alla fine del
2008 la perdita degli asset dei fondi pensione negli Usa
è di 1,3 trilioni di dollari. Un dato devastante che dimostra quanto la finanza
abbia corroso l'economia reale e la vita delle persone». Il professor Guido
Rossi, come al solito, non bada a spese quando si tratta di essere severi,
affila le parole come fossero sciabole, e lancia fendenti dolorosissimi. Prima
di proseguire nella sua requisitoria sulle ragioni della crisi che sta mutando
l'economia del pianeta, si fa spazio tra le decine di libri che occupano il
tavolino del salotto di casa e estrae il suo ultimo lavoro pubblicato
dall'Adelphi. Il titolo di copertina è duplice: sopra c'è John Maynard Keynes,
«Possibilità economiche per i nostri nipoti», e sotto c'è il suo saggio. Il
titolo è identico ma è accompagnato da un angoscioso punto di domanda:
«Possibilità economiche per i nostri nipoti?». L'occhio cade sull'ultima pagina
del libro: «La Fenice dello sviluppo economico contemporaneo sta bruciando su
un rogo che si è accesa da sola. Ciò che nascerà dalle sue ceneri dovrà essere
molto diverso dal capitalismo come lo abbiamo fin qui conosciuto e dai suoi
derivati, come il supercapitalismo evocato da Reich». Sono parole che non hanno
bisogno di tanti commenti: mi pare che lei pensi a una crisi di sistema, o
sbaglio? Non c'è dubbio. Siamo di fronte a una crisi epocale e di sistema. Una
crisi che ha dei punti di non ritorno. Le difficoltà economiche di oggi non
possono essere risolte come in passato ma richiedono nuovi assetti
istituzionali, nuovi equilibri, un diverso rapporto tra Stato ed economia.
Dobbiamo renderci conto che è arrivato il momento di mettere a nudo i limiti
dell'economia di mercato globalizzata. D'altronde lo stesso Adam Smith aveva
capito che il mercato andava inserito in un sistema di controlli. I liberisti?
Nel 2000 e ancor prima credevano di aver conquistato il mondo. «E' finita
l'deologia è iniziata la libertà», gridavano ai quattro venti. In realtà la
vera ideologia era la loro ed è quella ideologia che ha registrato un clamoroso
fallimento. C'è chi ha fatto dei paragoni con la grande crisi del '29. Lei che
ne pensa? Attenzione, la crisi del 1929 fu molto diversa. Fu una crisi
strisciante che durò anni. La caduta iniziale delle Borse non fu così drammatica
ma i ribassi dei valori dei titoli continuarono fino al 1933 quando ci si rese
conto che il valore di Borsa si era ridotto di tre quarti rispetto al 1929. Il
New Deal di Roosevelt nacque proprio per gestire la grande depressione e ancora
nella seconda metà degli anni 30 negli Stati Uniti si assisteva al crollo del
Pil e a una caduta dei profitti. Io credo che la la crisi del '29 fu purtroppo
risolta dalla seconda guerra mondiale. Solo allora si uscì dalla grande
depressione. E la crisi attuale? La crisi attuale non è partita nel 2007. Le
basi di quello che sta accadendo ora vengono poste alla fine del millennio
passato con la bolla della new economy. Si scopre che il sistema economico e
finanziario mondiale è un insieme di grandi bolle speculative che prima o poi
esplodono con effetti drammatici. Nel 2000 poi scoppia l'altro fenomeno che
caratterizza la nostra epoca: il debito pubblico. E proprio all'inizio di
questo millennio che torna l'nstabilità dei mercati di keynesiana memoria. E
con l'instabilità si fa sempre più gigantesco il deficit degli Stati Uniti. Un
deficit, si badi bene, che viene finanziato in gran parte dai paesi asiatici e
in particolare dalla Cina. Ecco l'intreccio tra est e
ovest che molti osservatori hanno sottovalutato. Ma all'inizio del 2000 si
verifica il fenomeno più grave della storia economica recente: inizia una
totale, forsennata e irresponsabile deregolamentazione. Anche in questo caso
gli effetti sono gravidi di conseguenze: gli animal spirits dei banchieri
prendono il sopravvento e sul mercato vengono messi prodotti ad alto rischio.
Come ha detto Warren Buffett le banche e i banchieri hanno inventato prodotti e
strumenti finanziari che si sono rivelati armi di distruzione di massa. C'è una
grave responsabilità in tutto ciò e non sappiamo se mai qualcuno pagherà per i
guasti che sono stati fatti al sistema. Mi pare che il guaio vero sia che gli
animali della finanza abbiano infettato anche l'economia reale. Non è così?
Certo che è così. L'esempio dei fondi pensione è drammatico da questo punto di
vista. Lì non si tratta semplicemente di un crollo di titoli azionari, in quel
caso dietro la caduta di corsi di Borsa ci sono le liquidazioni di milioni di
persone messe a rischio dalle belve selvagge. Chi sono le belve selvagge? E'
una definizione efficace con la quale Martin Wolf definisce la finanza moderna:
una giungla abitata da belve selvagge. Ora io credo che per il futuro non sarà
più possibile immaginare un sistema economico interamente dominato dalla
finanza. Lei mi chiede come mai malgrado le iniezioni di liquidità immesse nel
sistema dai governi la crisi persiste e si aggrava. Io le rispondo che oggi il
problema non è più quello della liquidità ma quello dell'insolvenza delle
grandi imprese industriali e bancarie. Il virus è ormai insediato nell'economia
reale. Oggi paghiamo i costi dell'illusione liberista. L'illusione che nel
mercato del lavoro, ad esempio, si potesse risolvere la crisi con un equilibrio
spontaneo del mercato. Keynes l'aveva già capito: la disoccupazione è uno dei
sintomi dell'instabilità permanente del capitalismo. Come si esce dal questa
crisi? Intanto dobbiamo sapere che il centro di gravità del mondo è cambiato,
si è spostato dagli Stati Uniti alla Cina. Gli Stati Uniti hanno dominato per
anni ma ora hanno soltanto il primato del deficit puublico, mentre la Cina è il paese che possiede assieme ai
paesi asiatici la maggior parte dei titoli del debito pubblico americano. Io
credo che un'utopia possibile sia una sorta di Commonwealth composto da Cina Europa e Stati Uniti in grado di
ricucire il sistema finanziario mondiale. Io penso ad esempio a un
authority internazionale sui mercati finanziari. Per far ciò è assolutamente
necessario che ci sia un ritorno del ruolo degli Stati e dunque del primato
della politica sull'economia, altrimenti sarà un disastro. Non possiamo
permetterci la memoria corta. La crisi del '29 ebbe come sbocco drammatico gli
Stati totalitari in Italia e Germania e poi la seconda guerra mondiale. Se
vogliamo evitare catastrofi di quelle dimensioni dobbiamo immaginare un nuovo
multilateralismo in grado di controllare e gestire la crisi. 120 MILA EURO DI
REDDITO E' la soglia al di sopra della quale il neosegretario del Pd
Franceschini ha proposto di aumentare il prelievo fiscale di due punti di
Irpef. I primi a dare un contributo una tantum per le fasce più estreme di
povertà sarebbero i parlamentari. 200 MILA CONTRIBUENTI Sarebbero i soggetti
coinvolti dal maggior prelievo secondo la proposta Pd. Il contributo sarebbe
destinato al fondo sociale gestito dai Comuni e dalle associazioni di
volontariato e del terzo settore. Foto: ILLUSTRAZIONE DI G. SPAGNUL. IN ALTO A
SINISTRA GUIDO ROSSI. IN ALTO A DESTRA, IL SEGRETARIO DEL PD ENRICO
FRANCESCHINI
( da "Manifesto, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
DIARIO DELLA CRISI
Ritorna lo spettro della deflazione Madoff «concilia» Galapagos Si torna a
parlare di deflazione, cioè di una fase recessiva accompagnata da una forte
caduta dei prezzi. Il timore è particolarmente forte in Giappone, paese nel
quale la caduta del Pil nell'ultimo trimestre 2008 è stata violenta. Un timore
fatto proprio dalla BoJ, la banca centrale nipponica, commentando la seconda
caduta consecutiva dei prezzi alla produzione che in febbraio - sui base annua
- sono scesi dell'1,1% contro lo 0,3% di gennaio.Prezzi alla produzione in
caduta anche in Germania: -1,2% su dicembre in gennaio, ma rispetto al gennaio
2008 si registra ancora una crescita del 2%. Sempre in Germania, in gennaio gli
ordini di beni durevoli sono diminuiti dell'8%, (-7,6% in dicembre). Intanto la crisi sembra aggredire anche la Cina che vede ridursi drasticamente gli scambi
commerciali con l'estero: in febbraio le esportazioni sono diminuite del 25,7%
e l'import del 24,1%. Secondo le Dogane cinesi il saldo della bilancia
commerciale è ancora attivo per 4,84 miliardi di dollari, livello ben al di
sotto dei 39,11 miliardi di gennaio o degli 8,56 miliardi di dollari del
febbraio 2008. Va decisamente peggio per la Gran Bretagna: il deficit
commerciale in gennaio è salito a 7,745 miliardi di sterline dai 7,2 di
dicembre. Il deficit con i paesi non Ue è salito al record di 5,704 miliardi,
mentre quello con i paesi Ue è salito del 6%, al massimo dall'agosto
( da "Manifesto, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
DA APRILE A TORINO
INCONTRI, SEMINARI E LETTURE Presentato il programma della prima edizione di
«Biennaledemocrazia» È stato presentato ieri il programma di «Biennale
Democrazia», iniziativa patrocinata dalla Città di Torino e dal Comitato Italia
150. Dal 22 al 26 aprile, la città piemontese ospiterà dunque incontri,
seminari, lezioni sulla democrazia alla luce dei temi della contemporaneità,
dalla bioetica alla tecnologia, dalla globalizzazione ai
media. Il programma prevede, tra le altre cose, sessioni dedicate all'India
(Mariella Gramaglia e l'economista Prem Shankar Jha); alla storia europe a
partire dalla caduta del Muro di Berlino; sul futuro della democrazia (Gustavo
Zagrebelsky, Pau Ginsborg, Alfio Mastropaolo, Gianfranco Pasquino e Salvatore
Veca); sulla privacy e le tecnologie digitali (Sunil Abraham, Mario
Losano e Stefano Rodotà). Adriana Cavarero commenterà Platone, Elana Puccini
Alexis de Tocqueville, Simona Forti Friedrich Nietzsche. Per ulteriori
informazioni: biennaledemocrazia.acmos.net
( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Guerra dei poveri
Noi e gli altri --> Giovedì 12 Marzo 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print
Facendo proprie le parole di Bossi, la «Padania» di ieri ha scritto che
difendere i lavoratori italiani a scapito degli immigrati è «legittima difesa».
In tempi di vacche grasse questo ragionamento sarebbe stato tacciato se non di
xenofobia certamente di scarsa fratellanza sociale. Questa interpretazione, nel
( da "Riformista, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Deglobalizzazione
Sarà questo l'esito della crisi? il filosofo Nel '900 la Prima guerra mondiale
fu il prodotto della contraddizione fa-tale fra l'internazionalizzazione dei
mercati e il corporativismo nazionalista delle politiche Con la crisi
irrompente è incominciata l'era della deglobalizzazione? Ad annotare dati e
iniziative di governi sembrerebbe proprio di sì. Sui dati, basta ricordare il
vero e proprio crollo dei flussi finanziari privati verso i Paesi in via di sviluppo,
il ritiro del credito da parte delle Banche verso i Paesi emergenti, il
carattere nazionale che stanno acquisendo i fondi sovrani: Il Sole 24 Ore di
domenica scorsa ha dedicato pagine ben documentate al problema. Sulle
iniziative dei governi, spesso nascoste fra le pieghe di provvedimenti più
ampi, incomincia a farsi vivo l'incoraggiamento a produrre nei confini
nazionali, a comprare "nazionale", a chiudere spazi di circolazione
che si erano liberati, tornando nella prospettiva di un più rigido controllo
del territorio. Insomma, il protezionismo, negato a
parole, sembra affermarsi nelle cose. E forse val la pena rivolgere un po'
d'attenzione al problema, liberandosi per un momento dalle risse casalinghe che
non sembrano volersi misurare con l'aspetto più imprevedibile della crisi in
corso, se si vuole avere un minimo di senso della prospettiva. Non andrebbe
infatti dimenticato che l'ultimo ventennio (demonizzato ormai come fonte di
crisi distruttiva, con tanti a Canossa dallo statalismo) è stato anche quello
in cui si è verificata la più grande rivoluzione tecnologica di tutti i tempi,
e un ampliamento straordinario degli spazi di mercato, il che ha consentito a
milioni di esseri umani di entrare in nuovi livelli di convivenza civile, di
mangiare e consumare di più: dalla Cina all'India e perfino a zone dell'Africa.
L'indebitamento dei consumatori americani, con tutte le mediazioni necessarie,
permetteva ai contadini cinesi di andare in città e sollevarsi da una miseria
millenaria. Il capitalismo ha una vitalità prometeica (come ben sapeva Marx,
che l'ha celebrata più di tutti), ed è proprio lì la sua arma a doppio taglio.
Se tutto questo si interrompe, e non può non interrompersi almeno nelle forme
che abbiamo conosciuto, che cosa accadrà? Non si tratta, naturalmente, di
giustificare l'aspetto dissennato di un irripetibile ventennio, ma di
immaginare la possibilità che un processo rapido di deglobalizzazione possa
accendere ancor più violente diseguaglianze nel mondo (con la buona pace dei
no-global, di destra e di sinistra) e che, soprattutto, si possano riaffacciare
anche in Europa i volti di nazionalismi più o meno chiusi in sé stessi: un protezionismo dell'Europa, auspicato da alcuni (compreso,
almeno nei suoi scritti, da Giulio Tremonti) non potrebbe germinare, infatti,
che da un ritornante protezionismo degli Stati che ne
fanno parte, con una regressione possibile dell'intero progetto. Il vero nodo
che emerge dalla crisi, sottratto a essa l'elemento certo drammatico
dell'emergenza immediata e della necessità di trovare subito le risposte
adeguate, è proprio quello della futura fisionomia del mondo e dei futuri
rapporti di forza. La storia serve ancora a qualcosa. E val la pena di
ricordare che la prima deglobalizzazione novecentesca contribuì a produrre la
Prima guerra mondiale, proprio per l'insorgere di una contraddizione fatale fra
l'internazionalizzazione dei mercati e il corporativismo nazionalista delle
politiche. Nessuno pensa che la storia possa ripetersi, tante cose sono nel
frattempo cambiate, ma lo stato del mondo è preoccupante e potrebbe prevalere
l'idea di un multipolarismo duro, di egemonismi regionali contro altri
egemonismi regionali, in assenza di chi possa, in qualche misura, dirigere il
traffico fra tanti sovranismi. L'Europa risponde poco e male al problema. In
questi anni, non ha coltivato una grande idea di sé, e oggi sembra arrancare
senza immaginazione, con una tendenza a ridurre il suo già scarso peso sulla
scena mondiale come entità unitaria. Eppure, è proprio il momento in cui
potrebbe far sentire la sua voce, pur sempre quella di un continente che ha
saputo, almeno in parte, organizzare gli elementi di un sistema integrato di
mercato e qualcosa che somiglia all'embrione di una volontà comune. Per
rimettersi in campo, essa dovrebbe forse rivolgere uno sguardo aperto
all'America di Obama, una grande nazione che ha fede nel futuro. La lotta al protezionismo o sarà comune all'Occidente, o non avrà forza
propulsiva. Il protezionismo è elemento di divisione,
anche fra chi può essere unito da valori comuni. Il valori non sono
"caciocavalli appesi", come ironicamente diceva Antonio Labriola. E
il protezionismo non è solo freno economico, ma blocco
culturale. La forza di un Occidente unito può essere ancora straordinaria e,
all'opposto, una divisione, che qua e là si incomincia a intravedere,
rafforzerebbe gli elementi di una geopolitica più aperta alle potenze
dispotiche. Una nuova Bretton Woods può nascere solo dalla forza
dell'Occidente. Il tema della democrazia può diventare
dirimente, giacché la nuova globalizzazione, che si dovrà aprire, dovrà
contenere gli elementi di un equilibrio sorretto dal riconoscimento del valore
della democrazia. Se l'Occidente, unito, rinuncerà a questo, è come se avesse
rinunciato a se stesso, e tutto diventerà più duro nel mondo post-globale.
di Biagio De Giovanni 12/03/2009
( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Rischio industriale:
oggi a Filago tavolo sulle procedure d'emergenza --> Giovedì 12 Marzo 2009
PROVINCIA, pagina 21 e-mail print FILAGODurante una manovra di carico della
formaldeide, un prodotto chimico usato nella produzione, nei silos della ditta
Far di Filago, incidentalmente si stacca la manichetta con conseguente
dispersione e perdita gassosa del prodotto in atmosfera. Scatta subito
l'allarme in ditta, si avvisano la Prefettura, il 115, il 118 e il sindaco, che
a sua volta allerta la Polizia Locale e la Protezione Civile assieme all'Ats
(Ambiente territorio e servizi). Così nella mattinata di sabato 28 marzo
inizierà l'esercitazione di emergenza in caso di rischio industriale, che
coinvolgerà oltre duecento volontari della Protezione Civile dei comuni di
Filago, Bottanuco, Capriate San Gervasio e Madone, enti sovraccomunali e
istituzioni del territorio. Ma perché questa esercitazione venga svolta nel
miglior dei modi occorre organizzarla e programmarla nei minimi dettagli, ciò
che farà il «Tavolo di lavoro» stamattina nella sede dell'Ats di Filago, in via
dell'Assunta. Saranno presenti i Vigili del fuoco di Dalmine con il loro
coordinatore Gianmario Gnecchi, referenti della Prefettura, della Provincia, della
Questura, dei Carabinieri della stazione di Brembate, gli agenti di Polizia
locale di Filago, Brembate, Capriate, Bottanuco e Madone, l'Asl, l'Arpa, il
118, il Centro antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo, la Croce Rossa e la rappresentanza della protezione Civile dei
quattro paesi guidata da Ennio Bonetti. Parteciperanno come osservatori anche i
gruppi di Protezione civile di Ferrara e di Bellizzi (Salerno), comuni dove ha
partecipato l'Ats con dei gruppi di Protezione civile. «Durante l'incontro si
predisporranno la macchina organizzatrice e la programmazione dell'esercitazione
di emergenze per "Dispersione tossica di industria chimica". -
Riferisce Giuseppe Arsuffi, funzionario dell'Ats di Filago, punto di
riferimento delle Protezioni Civile dei quattro paesi. - Al Tavolo di lavoro
saranno presenti una sessantina di persone che dovranno vedere nei dettagli il
grande evento che si terrà nell'industria chimica di via Dell'Industria
( da "Nazione, La (Umbria)" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ASSISI / TODI /
BASTIA pag. 12 Marsciano, scambi e trasferte per la
Protezione civile PRIMAVERA ricca di impegni per il Gruppo comunale di
Protezione civile. Domani i volontari marscianesi si uniranno a quelli di Monte
Castello di Vibio, di recente costituzione, per andare in visita al Centro
funzionale delocalizzato della Protezione civile di Foligno. Domenica 15
è in programma il «montaggio tende» con il Gruppo di Trevi al campo sportivo di
Monte Castello di Vibio. Spetterà all'Unità cinofila del gruppo con i cani in
dotazione trascorrere (il 28 marzo) un pomeriggio con i bambini nella «Casa di
Pollicino» a Compignano, offrendo colorate uova pasquali. Come ogni anno, in
questo periodo, sono previsti anche dei corsi: sarà il dottor Mauro Tonzania a
tenere quello su Orientamento e cartografia (il 29 marzo), mentre il 9 maggio
sarà la volta dell'aggiornamento per gli operatori di Blsd alla sala Capitini
del Municipio di Marsciano (con operatori abilitati del «118»). C.U.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-12 - pag: 8 autore: STATI UNITI-CINA Il Congresso Usa dà il via libera alla mozione a sostegno del Tibet L'impegno
degli Stati Uniti sui diritti umani in Cina «non è in discussione»: il Segretario di Stato Hillary Clinton,
dopo l'incontro ieri a Washington con il collega cinese Yang Jiechi, ha così
risposto alle critiche che l'amministrazione Obama avrebbe messo la sordina
alla repressione di Pechino. Lo ha fatto nel giorno in cui il Congresso
ha approvato una risoluzione a sostegno del Tibet in occasione del 50Ú
anniversario dell'insurrezione tibetana contro la Cina
che fu seguita dall'esilio del Dalai Lama. Pechino ha espresso contrarietà di
fronte all'iniziativa della Camera. La questione dei diritti umani sarà un
punto delicato della visita di Jiechi - che oggi incontra Barack Obama- insieme
agli incidenti navali dei giorni scorsi nel Mar cinese. Incontro. Hillary
Clinton con il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi REUTERS
( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-12 - pag: 11 autore: La nuova linea americana Il
nemico non è più a Cuba di Ugo Tramballi V olare a Cuba una volta l'anno
anziché ogni tre, per trovare i parenti rimasti nell'isola, non è una
rivoluzione. Non lo è neppure poter mandare qualche dollaro in più né esportare
pochi prodotti agricoli e farmaceutici comunque sottoposti a una prassi
burocratica estenuante. Ma è dalle piccole cose che vengono i grandi cambiamenti.
A dire il vero cambiare la po-litica americana verso Cuba, alleggerire ed
eventualmente eliminare il vecchio bloqueo, il boicottaggio economico, non
sarebbe poi un così grande mutamento né una sfida difficile. Lo è cimentarsi in
un dialogo con Siria e Iran, protettori dei fondamentalismi islamici di oggi.
Temere ancora un comunismo sia pure a
( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-12 - pag: 12 autore: L'ECONOMIA E
LE IDEE ... L'India, il doppio volto della globalità G li otto meritati Oscar
al film The millionaire hanno riportato in primo piano la realtà di un Paese
come l'India, indicato spesso come uno dei grandi protagonisti dell'economia
del XXI secolo, ma messo ora un po' in ombra dalle ondate sempre più allarmanti
della crisi globale. Ma l'India resta un elemento centrale. L'elefante ha messo
le ali come dice il fortunato titolo del libro di Antonio Armellini,
ambasciatore italiano a New Delhi fino allo scorso anno. Un Paese tuttavia
contrassegnato, come dimostra il film di Danny Boyle, da una realtà in cui
convivono l'industria più avanzata e i servizi più sofisticati, con una
popolazione in larga, larghissima maggioranza, sotto la soglia di povertà. Con
elementi di forza che sono comuni a tutto il Paese. Innanzitutto la democrazia,
«un dato reale – scrive Armellini - dove la dialettica politica è vivace e
l'alternanza funziona, le minoranze hanno una voce, ancorché insufficiente,
l'azione del Governo è sottoposta a uno scrutino effettivo e l'ordinamento
giudiziario offre guarentigie accettabili al cittadino ». E poi la diffusione
dell'inglese, «uno degli argomenti per affermare la superiore capacità di
attrazione degli investimenti stranieri». Un Paese di grandi tradizioni
religiose, dove l'induismoe la sua concezione etica sono insieme un elemento
fondamentale di coesione sociale, ma stanno insieme alla base di un determinismo
storico sostanzialmente indifferente alle condizioni e anche alle tragedie dei
singoli. Ma anche una realtà che l'Occidente (e in piccola parte anche
l'Italia) sta riscoprendo nelle sue opportunità per le enormi potenzialità di
crescita soprattutto nel settore manifatturiero. La storia dell'economia sotto
questo profilo ha molto da insegnare. Proprio l'India, infatti, è stata il centro della globalizzazione almeno per due elementi.
Come ha scritto Amartya Sen, «attorno all'anno Mille la diffusione globale
della scienza, della tecnologia e della matematica stava cambiando la natura
del Vecchio mondo: il sistema decimale nacque e fu sviluppato in India tra il
II e il VI secolo. L'Europa sarebbe molto più povera, dal punto di vista
economico, scientifico e culturale, se avesse opposto resistenza alla
diffusione della matematica, della scienza e della tecnologia di quel tempo». E
poi nel XV secolo le navi portoghesi iniziano a percorrere la rotta del Capo di
Buona Speranza trasformando in pochi decenni, con l'arrivo delle compagnie
commerciali inglese e olandese, l'Oceano Indiano in una "lago
europeo", in cui le produzioni di beni e merci si realizzavano in funzione
dei bisogni dell'Occidente. è proprio da questo periodo che si può
concretamente parlare di globalizzazione dell'economia. E ora, di fronte alla
vastità della crisi finanziaria, viene a galla il lato problematico della
globalità e anche l'India mostra le sue debolezze: una spesa e un crescente
deficit pubblico, un'economia di base fortemente assistita, una carenza di
riserve valutarie, una forte dipendenza energetica. L'elefante ha messo le
ali... ma è rimasto un elefante. LA CITAZIONE “ «Nel Paese la dialettica
politica è vivace. Le minoranze hanno voce, ancorché insufficiente» Antonio
Armellini Dal libro L'elefante ha messo le ali, Università Bocconi, pagg. 397,
à 28,00 http://gianfrancofabi.blog.ilsole24ore.com/ di Gianfranco Fabi
( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-12 - pag: 12 autore: DALLA PRIMA
«Paradisi», impegni e illusioni Ma quanto rilevanti sono gli interessi di
quest'ultimi, Paese per Paese? è un calcolo difficile. Però possiamo pensare
che la forza di questo "partito" dipenda in un Paese almeno da due
fattori: le dimensioni dell'economia sommersa, che coglie quanto diffuso è
l'interesse ad evadere la tassazione; e la capacità di reddito di
quell'economia, che alimenta direttamente l'export dei capitali. Così
calcolata, la rilevanza del "partito degli evasori-esportatori" vede
ai primi posti nell'ordine: Stati Uniti, Giappone, Germania,
Italia, Brasile, Francia, Russia, Gran Bretagna, Cina, Spagna, Messico, Corea del Sud, India e Canada. Tutti - tranne
la Spagna - sono membri del G-20: proprio il gruppo di Paesi che ha annunciato
misure contro i paradisi fiscali. Dunque, tanto rumore per nulla anche questa
volta? Non è detto. Per almeno due ragioni. In primo luogo, in diversi
Paesi-chiave Usa, Germania, Francia - i politici
affermano con decisione di voler mettere in atto politiche redistributive,
avendone compreso i guadagni di consenso. Quindi la bilancia potrebbe pendere a
favore dei cittadini contribuenti. Inoltre, lo stesso partito degli esportatori
di capitali si è assottigliato. La crisi finanziaria ha mostrato come
l'investimento nei paradisi fiscali garantisca - forse - l'evasione delle tasse
e la riservatezza, ma non certo i rendimenti. Allo stesso tempo di capitali c'è
più bisogno all'interno delle imprese, cioè tendenzialmente entro i confini di
casa. Donato Masciandaro
( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
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sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-03-12 - pag: 41 autore: CAMBI E TASSI
www.ilsole24ore.com COMMENTI E DATI IN TEMPO REALE Il calo del surplus cinese
penalizza il dollaro I l dollaro ha perso terreno, ieri: il desiderio degli
investitori di prendere profitto ha incrociato la notizia che le esportazioni
cinesi sono calate del 25,7% annuo a febbraio, contro l'attesa flessione
dell'un per cento. Il surplus commerciale si è così ridotto a 4,84 miliardi di
dollari, dopo i 39,1 miliardi di gennaio. Le statistiche
hanno fatto sorgere dubbi sulla capacità della Cina di finanziare il deficit estero degli Stati Uniti. Questo non ha
impedito però agli investitori di dedicarsi ad alcuni Paesi emergenti o in
transizione, come l'Ungheria o la Polonia, le cui valute sono salite verso la
moneta americana. In serata, l'euro era a 1,2811 dollari, da 1,2670, dopo aver
toccato quota; mentre la valuta Usa era a 97,33
yen da 98,69.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MATERIE PRIME data: 2009-03-12 - pag: 42 autore: Raccolti agricoli.
Gli stock americani di soia si assottigliano In salita le giacenze di grano I
dati che hanno maggiormante influenzato i corsi al Chicago Board of Trade sono
quelli emersi sul frumento nel rapporto mensile del Dipartimento americano
dell'Agricoltura (Usda): la produzione mondiale 2008-09 sarà da primato (684,4
milioni di tonnel-late), l'export statunitense sarà inferiore a quanto si
prevedesse in precedenza e gli stock di fine campagna toccheranno nel mondo
155,9 milioni di tonn., massimo degli ultimi sei anni. Come risultato, il
future sul grano è arrivato a perdere durante la sessione fino al 5% rispetto
al giorno precedente. Un effetto di trascinamento verso il basso forse è stato
avvertito anche in altri settori. Il mais infatti ha ceduto ieri più del 3%, di
fronte a stime Usdaa due facce: l'export americano è stimato in diminuzione,
mai consumi interni per produrre bioetanolo saliranno da
( da "Giorno, Il (Milano)" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ESTERI pag. 20
Morales, provocazione alla cocaina Ma passa la linea italiana antidroga
CONFERENZA ONU IL PRESIDENTE BOLIVIANO MASTICA FOGLIE PROIBITE SFIDA Il
presidente della Bolivia Evo Morales e, in piccolo, il precedente del leader
venezuelano Hugo Chavez (Ap) VIENNA UNA PROVOCAZIONE che ha fatto gridare allo
scandalo. In apertura della 52ª conferenza dell'Onu sulla droga, in corso a
Vienna, il presidente della Bolivia, Evo Morales, è intervenuto masticando in
pubblico una foglia di coca. Ha fatto di tutto per richiamare l'attenzione dei
presenti sul suo exploit assolutamente non convenzionale. Ha definito un
«errore storico» l'aver inserito, dal lontano 1961, le foglie di coca sulla
lista delle sostanze stupefacenti delle Nazioni Unite. «Non è una droga ma un medicinale
usato da 3.000 anni, fa parte della cultura andina ed impiegato ad esempio ha
dichiarato anche contro il diabete. Masticare la foglia di coca non è nocivo
per la salute ha aggiunto Morales, alludendo al suo comportamento non provoca
danni psichici o dipendenza». IL COMPORTAMENTO di Morales non ha convinto le
delegazioni dei 53 paesi membri della Commissione. Nel corso dei lavori della
riunione plenaria è prevalsa infatti la linea italiana: nessuna concessione o
indulgenza, ma contrasto all'abuso di droghe su tutti i fronti. Gli strumenti e le politiche tese a sbarrare la strada al dilagare
della tossicodipendenza sono condivisi da grandi nazioni come Usa, Cina e Giappone. Il senatore Carlo Giovanardi, sottosegretario alla
presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga ha illustrato la
bozza approvata del «piano di azione», lo strumento che delinea per i prossimi
dieci anni la politica dell'Onu. Il nodo della discussione era legato ai
casi cronici. Nel nuovo testo cadono le ambiguità e scompare la formulazione di
«riduzione del danno», anche se è fatto salvo il concetto di meccanismi di
recupero come la somministrazione di metadone. Ma niente stanze del buco. a. m.
Image: 20090312/foto/7223.jpg
( da "Articolo21.com" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Emendamento D'Alia è
censura web di Marco Bazzoni Il Senatore Gianpiero D'Alia, con il suo
emendamento all'articolo 50 del DDL 773 (pacchetto sicurezza), già approvato
dal senato:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=16&id=392701&idoggetto=413875
con una scusa sacrosanta (bloccare chi inneggia alla mafia, al terrorismo e
alla violenza) si prepara a mettere il bavaglio alla rete. Andrebbe ricordato
che il reato di apologia e di istigazione a delinquere, è già previsto e punito
dal codice penale, quindi chiunque ne venga accusato, viene processato, e se
colpevole, condannato. Ovvio che il fine non quello, ma è di limitare la
libertà di espressione e di opinione in rete. In pratica, sempre se questo
emendamento non verrà ritirato, e quindi approvato definitivamente dalla Camera
dei Deputati, se su un blog, social media, ad esempio Youtube o Facebook, ci
sono commenti, articoli che commettono apologia di reato e istigazione a
delinquere, esempio invitare ad non osservare una legge considerata sbagliata,
e non vengono rimossi entro 24 ore, il provider è obbligato dalla legge a
oscurarli, pena una sanzione da 50 mila a 250 mila euro: Questo emendamento è
incostituzionale, perchè va contro l'Articolo 21 della costituzione che dice:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione....." Se l'emendamento
D'Alia non verrà stralciato, anche in Italia la libertà d'informazione su
internet, sarà limitata a livelli della Cina. C'è un blog che Vi invito a
visitare, ed è quello di Stefano Quintarelli, che in un suo post, analizza nei
dettagli l'emendamento D'Alia:
http://blog.quintarelli.it/blog/2009/02/quel-biiip-di-biiip-ha-biiip-una-biiip-.html
In una nota di poco fa sull'agenzia Apcom, il Senatore D'Alia: http://notizie.virgilio.it/notizie/politica/2009/02_febbraio/13/sicurezza_d_alia_a_di_pietro_mio_emendamento_non_censura_web,17971950.html,
risponde al post di Antonio Di Pietro:
http://www.antoniodipietro.com/2009/02/_il_senato_con_voto.html#comments, che
accusava questo emendamento di censura, dicendo che il suo emendamento non
censura il web. Invece ha ragione Di Pietro!!! Inoltre D'Alia, sempre nella sua
nota di agenzia, arriva addirittura a dire che i blog di Beppe Grillo e di
Antonio Di Pietro sono pieni di sciocchezze, quando non è assolutamente così,
dimostrando di non avere il minimo rispetto per le centinaia di migliaia di
persone che accedono ogni giorno a questi blog. C'è ne fossero di blog così!!!
Infine, concordo pienamente con quanto dice Sonia Alfano, che in una nota di
agenzia stampa, dice "che invece di oscurare internet, si potrebbe ad
esempio riaprire le inchieste sulle stragi di Ustica, Via D'Amelio, Capaci,
Piazza Fontana, e molte altre, e far avere alle vittime delle molteplici stragi
italiane la giustizia che non hanno mai ottenuto". bazzoni_m@tin.it NEGLI
USA OBAMA VIENE ELETTO DA INTERNET. E IN ITALIA CHE SI FA? SI CENSURA LA RETE -
di Stefano Corradino
( da "AmericaOggi Online" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Usa-Cina. Incontro tra
Clinton e Yang Jechi a Washington 12-03-2009 WASHINGTON. Stati Uniti e Cina hanno portato
avanti il loro dialogo, con un incontro a Washington tra il segretario di Stato
Hillary Clinton e il suo collega cinese Yang Jechi, nonostante il recente
incidente navale e le polemiche sul rispetto dei diritti umani in Tibet. Al termine del colloquio tra la
Clinton e Yang, il secondo in un mese, Usa e Cina hanno detto di essere "uniti" nella condanna
ai lanci di missili della Corea del Nord e di avere concordato che non debbano
ripetersi in futuro incidenti navali come quello di domenica. Il segretario di
Stato ha inoltre definito "un passo molto positivo" le misure di
stimolo che la Cina intende attuare per il rilancio
della sua economia. E ha sottolineato che l'impegno degli Usa
a favore del rispetto dei diritti umani "non è in discussione". Ieri
la Camera ha approvato una risoluzione a sostegno del Tibet in occasione del
50/mo anniversario della insurrezione tibetana contro la presenza dei cinesi.
Pechino aveva espresso la propria contrarietà di fronte a questa iniziativa
della Camera. Il Dipartimento di Stato aveva espresso "profonda
preoccupazione" per il mancato rispetto dei diritti umani in Tibet in una
dichiarazione che ha provocato immediate reazioni di Pechino che ha definito
"gratuite" tali accuse. Il ministro cinese si recherà oggi anche alla
Casa Bianca per incontrare il presidente Barack Obama ed il consigliere per la
sicurezza nazionale James Jones. In tale occasione sarà discussa la crisi
economica globale ed anche il recente incidente navale nel Mar della Cina. Non a caso Hillary Clinton ha effettuato in Asia il suo
primo viaggio da segretario di stato e durante la sua visita in Cina ha mostrato molta attenzione nell'ascoltare il punto di
vista dei dirigenti di Pechino su una serie di questioni bilaterali e
internazionali. La partecipazione della Cina alla
soluzione di problemi globali come il mutamento del clima e la crisi
finanziaria è considerata molto importante dalla amministrazione Obama - oggi
il ministro cinese ha incontrato anche il segretario al Tesoro Timothy Geithner
- che vede un ruolo di Pechino anche negli sforzi per dissuadere l'Iran e la
Corea del Nord dal portare avanti i loro programmi nucleari. Hillary Clinton,
ricevendo l'ospite al dipartimento di stato, ha definito oggi "molto
positivo" il fatto che i due ministri siano già al secondo incontro nel
giro di poche settimane. E Yang ha sottolineato, nella stessa occasione, che
l'incontro odierno mirava anche a gettare le basi per il primo faccia a faccia
tra il presidente Obama e il collega cinese Hu Jintao previsto all'inizio di
aprile in margine al G20 di Londra. La importanza di un rafforzamento dei
canali di comunicazione tra i due Paesi è stata confermata dall'incidente
avvenuto domenica nel Mar della Cina Meridionale dove
cinque navi cinesi hanno bloccato una imbarcazione oceanografica Usa in acque considerate 'internazionali' da Washington e
nella 'propria zona economica' da Pechino. L'incidente, definito dal Pentagono
"il più grave" da quando nel 2001 un aereo spia Usa
venne costretto ad atterrare su territorio cinese, ha coronato una serie di
manifestazioni di crescente aggressività da parte dell'apparato militare
cinese, a giudizio degli esperti americani.
( da "AmericaOggi Online" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi Usa. Obama e Geithner presentano il piano per il G20. Caccia
a uno stimolo globale di Emanuele Ricciardi 12-03-2009 NEW YORK. Il presidente
degli Stati Uniti, Barack Obama, ingrana la quarta e decide di premere per un
pacchetto di stimolo globale dell'economia, con un'azzardata mossa volta a
isolare i paesi dell'Eurozona, restii ad aumentare la spesa pubblica nel timore
di un ritorno dell'inflazione, la più ingiusta delle tasse. Obama lo fa con una
lunga dichiarazione dallo Studio Ovale, con accanto a sé Timothy Geithner,
poche ore prima della partenza alla volta di Londra del segretario al Tesoro,
dove parteciperà alla riunione dei ministri dell'Economia e delle finanze del
G20, i sette più ricchi più gli emergenti. Obiettivo della riunione di questo
fine settimana è di gettare le basi delle decisioni che verranno prese al
vertice dei leader del G20 in calendario, sempre a Londra, il 2 aprile, per
tentare di uscire rapidamente dalla crisi. Le ricette sono diverse, a seconda
della sponda dell' Atlantico. Gli americani vogliono soprattutto lo stimolo
globale (ma si dicono aperti ad alcune riforme). Gli europei premono per regole
più stringenti sui mercati, in particolare sugli hedge fund (i fondi a rischio
dei paradisi fiscali) e sui prodotti derivati come i Credit default swap (Cds),
una sorta di assicurazione su investimenti poco garantiti. "Abbiamo due
obiettivi al G20" - spiega Obama ai giornalisti -. "Il primo è
assicurarci che ci sarà un'azione concertata in tutto il mondo per rilanciare
l'economia. Il secondo obiettivo è garantire che ci stiamo muovendo verso
un'agenda di riforma delle regole per assicurarci che non vedremo più rischi
sistemici di questo tipo, oltre a sapere come evitarli in futuro".
L'inquilino della Casa Bianca, ricordando che gli Usa
hanno avviato ambiziosi pacchetti di stimolo dell'economia, si dice ottimista
sull'esito del vertice di aprile, confermando la propria contrarietà a misure
protezionistiche, spesso attraenti in momenti di crisi. Obama fa capire che
l'obiettivo degli Stati Uniti è di ottenere l'appoggio di Paesi emergenti come
Brasile, India e Cina. E non è certo un caso l'annuncio di un suo incontro in forma
decisamente insolita, col ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi, oggi alla
Casa Bianca. "Uno degli argomenti che il segretario Geithner affronterà a
Londra" - ha spiegato Obama - "è come possiamo garantire che i
mercati emergenti ed i Paesi in via di sviluppo, che possono essere
colpiti molto duramente dalla crisi economica, possano rimanere stabili e
continuare ad acquistare beni americani". Poche ore dopo il presidente, è
Geithner a dare qualche dettaglio in più: "lo stimolo globale deve durare
quanto la crisi, con aiuti alle economie più deboli, per ritrovare la crescita
mondiale. Accanto a ciò occorre una riforma dei diritti di voto al Fondo
Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale, da varare nel 2011".
( da "Datasport" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
WTA Indian Wells:
avanti Razzano e Vaidisova (Nicole Vaidisova) (AGM-DS) - 12/03/2009 9.26.36 -
(AGM-DS) - Milano, 12 marzo - E' iniziato il torneo di Indian Wells (cemento, $
4.500.000) con le prime sfide del tabellone femminile. Le teste di serie
entreranno in scena a partire dal secondo turno, mentre le italiane saranno
impegnate a partire da questa notte, essendo tutte nella parte bassa del
tabellone. Nelle partite giocate la scorsa notte, successi per Razzano, Li e
Vaidisova, mentre sono state eliminate Dechy e Dokic. I risultati del primo
turno: Virginie Razzano (FRA) b. (Q) Evgeniya Rodina (RUS)
63 64 Li Na (CIN) b. Tamarine Tanasugarn (THA) 64 64 Petra Kvitova (CZE) b.
Pauline Parmentier (FRA) 63 62 Shahar Peer (ISR) b. Kateryna Bondarenko (UCR)
62 61 Tsvetana Pironkova (BUL) b. Marina Erakovic (NZL) 64 61 Ekaterina Makarova
(RUS) b. Nathalie Dechy (FRA) 36 61 63 Elena Vesnina (RUS) b. Sabine
Lisicki (GER) 76(4) 75 Olga Govortsova (BLR) b. Anne Keothavong (GBR) 26 63 61
Chan Yung-Jan (TPE) b. (Q) Virginia Ruano Pascual (SPA) 64 61 Anna-Lena
Groenefeld (GER) b. Monica Niculescu (ROM) 63 60 Nicole Vaidisova (CZE) b. (WC)
Michaella Krajicek (OLA) 63 64 Timea Bacsinszky (SVI) b. Sofia Arvidsson (SVE)
62 63 Jill Craybas (USA) b. (WC) Jelena Dokic (AUS) 64 62 (Q) Yaroslava
Shvedova (KAZ) b. Alla Kudryavtseva (RUS) 64 62 (WC) Urszula Radwanska (POL) b.
(Q) Michelle Larcher de Brito (POR) 46 62 64 (WC) Alexa Glatch (USA) b. (Q)
Stéphanie Dubois (CAN) 63 62
( da "Manifesto, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL GRANDE CRAC «Le
belve moderne? I banchieri» Intervista a Guido Rossi. La grande finanza, con la
sua ingordigia, ha corroso l'economia reale e la vita delle persone. Ma la
crisi di oggi non è partita nel 2007: risale almeno agli anni Novanta, allo
scoppio delle prime «bolle». Rendendo evidente l'esigenza di un controllo, che
deve essere politico e sovranazionale Bruno Perini «Ha presente gli animal
spirits imprenditoriali di cui ci parla John Maynard Keynes nella sua Teoria
Generale? L'economista di Cambridge si riferiva allo spirito libero che avrebbe
dovuto ispirare l'azione dell'attività imprenditoriale. Oggi quell'immagine
suggestiva di Keynes fa venire i brividi se si pensa alla sua metamorfosi. A
cosa mi riferisco? Non vorrei essere troppo crudele ma oggi se devo pensare
agli animal spirits della nostra epoca mi vengono in mente i banchieri.
Purtroppo questi moderni animal spirits, senza alcun controllo, hanno spinto
l'economia mondiale sull'orlo del più grande disastro degli ultimi decenni. Le
fornisco soltanto un dato piuttosto impressionante di questo disastro: a causa
dell'azione combinata dei nostri animal spirits, dal giugno 2007 alla fine del
2008 la perdita degli asset dei fondi pensione negli Usa
è di 1,3 trilioni di dollari. Un dato devastante che dimostra quanto la finanza
abbia corroso l'economia reale e la vita delle persone». Il professor Guido
Rossi, come al solito, non bada a spese quando si tratta di essere severi,
affila le parole come fossero sciabole, e lancia fendenti dolorosissimi. Prima
di proseguire nella sua requisitoria sulle ragioni della crisi che sta mutando
l'economia del pianeta, si fa spazio tra le decine di libri che occupano il
tavolino del salotto di casa e estrae il suo ultimo lavoro pubblicato
dall'Adelphi. Il titolo di copertina è duplice: sopra c'è John Maynard Keynes,
«Possibilità economiche per i nostri nipoti», e sotto c'è il suo saggio. Il
titolo è identico ma è accompagnato da un angoscioso punto di domanda:
«Possibilità economiche per i nostri nipoti?». L'occhio cade sull'ultima pagina
del libro: «La Fenice dello sviluppo economico contemporaneo sta bruciando su
un rogo che si è accesa da sola. Ciò che nascerà dalle sue ceneri dovrà essere
molto diverso dal capitalismo come lo abbiamo fin qui conosciuto e dai suoi
derivati, come il supercapitalismo evocato da Reich». Sono parole che non hanno
bisogno di tanti commenti: mi pare che lei pensi a una crisi di sistema, o
sbaglio? Non c'è dubbio. Siamo di fronte a una crisi epocale e di sistema. Una
crisi che ha dei punti di non ritorno. Le difficoltà economiche di oggi non
possono essere risolte come in passato ma richiedono nuovi assetti
istituzionali, nuovi equilibri, un diverso rapporto tra Stato ed economia.
Dobbiamo renderci conto che è arrivato il momento di mettere a nudo i limiti
dell'economia di mercato globalizzata. D'altronde lo stesso Adam Smith aveva
capito che il mercato andava inserito in un sistema di controlli. I liberisti?
Nel 2000 e ancor prima credevano di aver conquistato il mondo. «E' finita
l'deologia è iniziata la libertà», gridavano ai quattro venti. In realtà la
vera ideologia era la loro ed è quella ideologia che ha registrato un clamoroso
fallimento. C'è chi ha fatto dei paragoni con la grande crisi del '29. Lei che
ne pensa? Attenzione, la crisi del 1929 fu molto diversa. Fu una crisi
strisciante che durò anni. La caduta iniziale delle Borse non fu così
drammatica ma i ribassi dei valori dei titoli continuarono fino al 1933 quando
ci si rese conto che il valore di Borsa si era ridotto di tre quarti rispetto
al 1929. Il New Deal di Roosevelt nacque proprio per gestire la grande
depressione e ancora nella seconda metà degli anni 30 negli Stati Uniti si
assisteva al crollo del Pil e a una caduta dei profitti. Io credo che la la
crisi del '29 fu purtroppo risolta dalla seconda guerra mondiale. Solo allora
si uscì dalla grande depressione. E la crisi attuale? La crisi attuale non è
partita nel 2007. Le basi di quello che sta accadendo ora vengono poste alla
fine del millennio passato con la bolla della new economy. Si scopre che il
sistema economico e finanziario mondiale è un insieme di grandi bolle
speculative che prima o poi esplodono con effetti drammatici. Nel 2000 poi
scoppia l'altro fenomeno che caratterizza la nostra epoca: il debito pubblico.
E proprio all'inizio di questo millennio che torna l'nstabilità dei mercati di
keynesiana memoria. E con l'instabilità si fa sempre più gigantesco il deficit
degli Stati Uniti. Un deficit, si badi bene, che viene finanziato in gran parte
dai paesi asiatici e in particolare dalla Cina. Ecco
l'intreccio tra est e ovest che molti osservatori hanno sottovalutato. Ma
all'inizio del 2000 si verifica il fenomeno più grave della storia economica
recente: inizia una totale, forsennata e irresponsabile deregolamentazione.
Anche in questo caso gli effetti sono gravidi di conseguenze: gli animal
spirits dei banchieri prendono il sopravvento e sul mercato vengono messi
prodotti ad alto rischio. Come ha detto Warren Buffett le banche e i banchieri
hanno inventato prodotti e strumenti finanziari che si sono rivelati armi di
distruzione di massa. C'è una grave responsabilità in tutto ciò e non sappiamo
se mai qualcuno pagherà per i guasti che sono stati fatti al sistema. Mi pare
che il guaio vero sia che gli animali della finanza abbiano infettato anche
l'economia reale. Non è così? Certo che è così. L'esempio dei fondi pensione è
drammatico da questo punto di vista. Lì non si tratta semplicemente di un
crollo di titoli azionari, in quel caso dietro la caduta di corsi di Borsa ci
sono le liquidazioni di milioni di persone messe a rischio dalle belve
selvagge. Chi sono le belve selvagge? E' una definizione efficace con la quale
Martin Wolf definisce la finanza moderna: una giungla abitata da belve
selvagge. Ora io credo che per il futuro non sarà più possibile immaginare un
sistema economico interamente dominato dalla finanza. Lei mi chiede come mai
malgrado le iniezioni di liquidità immesse nel sistema dai governi la crisi
persiste e si aggrava. Io le rispondo che oggi il problema non è più quello
della liquidità ma quello dell'insolvenza delle grandi imprese industriali e
bancarie. Il virus è ormai insediato nell'economia reale. Oggi paghiamo i costi
dell'illusione liberista. L'illusione che nel mercato del lavoro, ad esempio,
si potesse risolvere la crisi con un equilibrio spontaneo del mercato. Keynes
l'aveva già capito: la disoccupazione è uno dei sintomi dell'instabilità
permanente del capitalismo. Come si esce dal questa crisi? Intanto dobbiamo
sapere che il centro di gravità del mondo è cambiato, si è spostato dagli Stati
Uniti alla Cina. Gli Stati Uniti hanno dominato per anni ma ora hanno soltanto
il primato del deficit puublico, mentre la Cina è il paese che possiede assieme ai paesi asiatici la maggior
parte dei titoli del debito pubblico americano. Io credo che un'utopia
possibile sia una sorta di Commonwealth composto da Cina Europa e Stati Uniti in grado di ricucire il sistema finanziario
mondiale. Io penso ad esempio a un authority internazionale sui mercati
finanziari. Per far ciò è assolutamente necessario che ci sia un ritorno del
ruolo degli Stati e dunque del primato della politica sull'economia, altrimenti
sarà un disastro. Non possiamo permetterci la memoria corta. La crisi del '29
ebbe come sbocco drammatico gli Stati totalitari in Italia e Germania e poi la
seconda guerra mondiale. Se vogliamo evitare catastrofi di quelle dimensioni
dobbiamo immaginare un nuovo multilateralismo in grado di controllare e gestire
la crisi.
( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL MEETING
PROVINCIALE. Da domani a domenica tutti a Lonigo 12/03/2009 rss e-mail print Al
centro l'assessore Spigolon, il sindaco di Lonigo ed Elena Donazzan Arrivano
dappertutto. Maltempo, incendi, esondazioni, terremoti. Partono, raggiungono
qualunque zona d'Italia e, spesso, arrivano in Paesi oltre i confini nazionali,
si organizzano con campi, tende e cucine. Uomini e donne della Protezione
civile sono ormai un "esercito" indispensabile al Paese. Non solo
perché la loro preparazione e formazione è sempre attenta, ma per il senso
civico che li muove fatto di volontà, spirito di servizio e solidarietà.
Concetti che spesso si dimenticano. Ieri a palazzo Nievo sono stati presentati
tre giorni di convegni ed esercitazioni che si terranno a Lonigo in vista dei
"Dieci anni di meeting della Protezione civile". A palazzo Nievo per
presentare la manifestazione che si terrà da domani a domenica, 15 marzo,
l'assessore regionale Elena Donazzan, per il Comune di Lonigo il sindaco
Silvano Marchetto, l'assessore Alessandro Faccio e, infine, l'assessore
provinciale Marcello Spigolon. Saranno più di tremila le persone tra volontari,
organizzazioni, amministratori comunali che si incontreranno nel prossimo
wek-end, infatti si tratta di un'occasione importante per il confronto tra i
numerosi gruppi che operano nel Veneto: cinofili, subacquei, radioamatori,
reparti sanitari, reparti a cavallo, reparti per interventi antincendio
boschivo e generici per calamità naturali, esondazioni e terremoti.
L'inaugurazione ufficiale (sabato alle 12 al parco Ippodromo) con Guido
Bertolaso, capo dipartimento protezione civile e
sottosegretario all'emergenza, di Giancarlo Galan, presidente della Regione e
di Elena Donazzan, assessore alla protezione civile. «Dieci anni, un
appuntamento importante - ha detto l'assessore di palazzo Nievo, Marcello
Spigolon - che coinvolge tutto il sistema della protezione civile della Regione
e che, viste le presenze e le richieste di iscrizione da tutta Italia,
conferma il suo spessore». L'assessore ha citato numeri e cifre che riguardano
il Vicentino. «Nel 2008 sono state effettuate 12 esercitazioni per emergenze e
grandi eventi che hanno coinvolto 78 associazioni e 600 volontari. Sono state
realizzate 2 prove con il coinvolgimento di 15 organizzazioni e 140 volontari.
Sono stati realizzati 8 corsi base, che hanno coinvolto, in 24 fine-settimana,
più di 240 volontari per un totale di oltre 11.500 ore di formazione». Ed è
proprio sulla formazione e sulle capacità degli oltre 16 mila volontari che
l'assessore Donazzan ha puntato il dito. «Il meeting è una vetrina per tutti i
gruppi della Regione. Le numerose situazioni di emergenza che si sono
verificate nel corso di questi ultimi anni hanno dimostrato come il pronto e
corretto intervento del volontariato, in ordinato affiancamento alle
istituzioni, risulti fondamentale».C.R.
( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
STATI UNITI. La Casa
Bianca lancia all'Europa la sua sfida a non temere l'inflazione. Timothy
Geithner vola a Londra Barack: «I Paesi in via di sviluppo devono poter
continuare ad acquistare prodotti americani» 12/03/2009 rss e-mail print Il
presidente Barack Obama NEW YORK Obama ingrana la quarta e decide di premere
per un pacchetto di stimolo globale all'economia, con una mossa che intende
isolare i Paesi dell'Eurozona, restii ad aumentare la spesa pubblica nel timore
di un ritorno dell'inflazione. Obama lo fa con una lunga dichiarazione dallo
studio ovale, accanto a Timothy Geithner che sta per partire per Londra dove
parteciperà alla riunione dei ministri dell'Economia e delle finanze del G20, i
sette più ricchi più gli emergenti. Obiettivo della riunione di questo fine
settimana è di gettare le basi delle decisioni che verranno prese al vertice
dei leader del G20 del 2 aprile, sempre a Londra, per tentare di uscire
rapidamente dalla crisi. Gli americani vogliono soprattutto lo stimolo globale
ma si dicono aperti ad alcune riforme; gli europei premono per regole più
stringenti sui mercati, in particolare sugli hedge fund (i fondi a rischio dei
paradisi fiscali) e sui prodotti derivati come i Credit default swap (Cds).
«Abbiamo due obiettivi al G20», spiega Obama. «Il primo è assicurarci che ci
sarà un'azione concertata in tutto il mondo per rilanciare l'economia. Il
secondo è garantire che ci stiamo muovendo verso un'agenda di riforma delle
regole per assicurarci che non vedremo più rischi sistemici di questo tipo,
oltre a sapere come evitarli in futuro». Obama, ricordando che gli Usa hanno avviato ambiziosi pacchetti di stimolo
dell'economia, si dice ottimista sull'esito del vertice di aprile, confermando
la sua contrarietà a misure protezionistiche. L'obiettivo degli Stati Uniti è
ottenere l'appoggio di Paesi emergenti come Brasile, India
e Cina. E non è un caso
l'annuncio di un incontro, in forma decisamente insolita, col ministro degli
Esteri cinese Yang Jiechi oggi alla Casa Bianca. «Uno degli argomenti che
Geithner affronterà a Londra», dice Obama, «è come possiamo garantire che i
mercati emergenti e i Paesi in via di sviluppo, che possono essere colpiti
molto duramente dalla crisi, rimangano stabili e continuino ad
acquistare beni americani». Poco dopo, è Geithner a dare qualche dettaglio: lo
stimolo globale deve durare quanto la crisi, con aiuti alle economie più
deboli. E occorre una riforma dei diritti di voto a Fmi e Banca mondiale.
( da "Comunicatori Pubblici" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pubblicato il:
12-03-2009 Cittadini in tv, il nuovo canale YouTube del Movimento Difesa del
Cittadino Una Web Tv sul mondo dei consumi in tutte le sue sfaccettature, dalla
spesa ai temi bioetici, dalla sicurezza on line ai tempi lenti della
burocrazia. L?esperimento è stato lanciato dal Movimento Difesa del Cittadino
che ha appena aperto un nuovo canale su YouTube. La Web Tv raccoglie le puntate
delle trasmissioni televisive con la partecipazione dei rappresentanti di Mdc e
manda in onda le edizioni dei telegiornali che si occupano di consumo e delle
iniziative dell'associazione. Oltre a tutto ciò, “Cittadini in TV” realizza per
gli utenti servizi auto-prodotti inediti. Ogni giovedì la home page del sito
Mdc.it e il canale di Youtube “Cittadini in TV” saranno aggiornati con un
servizio dedicato a un argomento di stretta attualità sul mondo dei consumatori
oppure a un'iniziativa dell'associazione. Già ricco l?elenco di video tratti da
diversi network pubblici e privati: Cifre in chiaro - Burocrazia lumaca, per
esempio, o Babyconsumers e nuove tecnologie. Tra gli autoprodotti: Donne
sull'orlo di una crisi... "economica", un servizio utilissimo sui
pagamenti elettronici e le frodi, e l?intervista a Liliana Rossi Carleo
dell?Università Roma Tre sul nuovo Master "Globalizzazione
dei mercati e tutela dei Consumatori”. Tra tutti i video spicca lo Speciale su
Eluana Englaro. La comunicazione del Movimento non si è evoluta solo in
direzione video. I consumatori saranno più consapevoli e informati anche grazie
a “MDC News”, la nuova newsletter con le ultime notizie sul mondo
dell'associazione e dei consumi, articoli di attualità e d'interesse per i
cittadini. L'appuntamento con la newsletter è bisettimanale, ogni martedì e
giovedì: per riceverla, ci si potrà iscrivere direttamente nell'home page del
sito www.mdc.it. Movimento Difesa del Cittadino ha investito molto sulla
comunicazione per rafforzare gli obiettivi di promuovere la tutela dei diritti
dei consumatori, informandoli e dotandoli di strumenti giuridici di autodifesa,
prestando assistenza e tutela tramite esperti. Dopo aver fondato la prima
agenzia d'informazione on line dedicata ai consumi, Help Consumatori
(www.helpconsumatori.it), e rinnovato la veste grafica del sito istituzionale
Mdc.it ora sta progettando la spedizione di altre due newsletter tematiche:
Salute&Gusto sull'alimentazione e una seconda dedicata al risparmio
energetico. Giada Lonardi
( da "Giornale.it, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Giornale di oggi
scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione
europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto
centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni
preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii.
"Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che
porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal
Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi
eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica".
Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede
addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli
economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a
breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche
decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture
incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe
rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare
misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a
resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con
l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano
allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa
sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a
lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il
dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e
mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e
Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è
la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi,
manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e
il mondo Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa ©
2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Mar
09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i blog Attenti, amici bloggisti, la
Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non valgono le
regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome
"si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli
utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo
visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum",
spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere considerati
come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi che potevanoe
possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di
rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare il sequestro
di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla decisione del
Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla religione
cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di Catania
aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti
"avevano travalicato limiti del buon costume alludendo espressamente a
pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme del
Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono
indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che
costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di
espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci
garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni
scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia,
democrazia, giornalismo Commenti ( 42 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica"
s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a
rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei
contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera
pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di
Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per
il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno
shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che
ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva:
spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta.
In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose,
spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe
come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta
bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il
grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop
alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per
shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che
si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via
i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per
pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona
notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a
parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state
tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le
scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i
lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi
che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in
crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 33 ) »
(6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) Un altro
breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire
il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo
loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti
illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è
legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede
l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il
progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei
contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari
ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del
Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al
dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi,
progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti
( 50 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog
di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo
a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che
mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise
institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti
importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi
finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è
inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che
questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile,
meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in
grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a
lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi
sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da
certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto
leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di
tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra
conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè
creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le
banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività
fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene
azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio
investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide.
L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra
l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra
ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel
sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due
possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la
bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in
capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il
mondo Commenti ( 74 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading
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questo articolo a un amico 04Mar 09 Quando Obama supplica il mondo. Obama non
vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente
ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a
Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto
banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni
scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono
importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del
regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre
più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi
segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro.
La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese
ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia
teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il
mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di
numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti.
Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le
proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status
di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi
guidare dagli Usa? Scritto
in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo,
russia, medio oriente, islam Commenti ( 96 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su
un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli
Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte
davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il
discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che
intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di
sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù
l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari
intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare
più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama.
«Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi
all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma
così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più
finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie
petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30
miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle
energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà,
però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le
lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio
del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che
riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di
miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di
miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito
del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando
l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata
sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non
solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora
una volta il vero problema dell'economia Usa, che è
sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali
ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo
passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi
ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era
obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 48 )
» (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 24Feb
( da "Sicilia, La" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Il G20 decida
azioni concertate e più regole» New York. Il presidente degli Stati Uniti,
Barack Obama, ingrana la quarta e decide di premere per un pacchetto di stimolo
globale dell'economia, con un'azzardata mossa volta a isolare i Paesi
dell'Eurozona, restii ad aumentare la spesa pubblica nel timore di un ritorno
dell'inflazione, la più ingiusta delle tasse. Obama lo fa con una lunga
dichiarazione dallo Studio Ovale, con accanto a sé Timothy Geithner, poche ore
prima della partenza alla volta di Londra del segretario al Tesoro, dove
parteciperà alla riunione dei ministri dell'Economia e delle finanze del G20, i
sette più ricchi più gli emergenti. Obiettivo della riunione di questo fine
settimana è gettare le basi delle decisioni che verranno prese al vertice dei leader
del G20 in calendario, sempre a Londra, il 2 aprile, per tentare di uscire
rapidamente dalla crisi. Le ricette sono diverse, a seconda della sponda
dell'Atlantico. Gli americani vogliono soprattutto lo stimolo globale (ma si
dicono aperti ad alcune riforme). Gli europei premono per regole più stringenti
sui mercati, in particolare sugli hedge fund (i fondi a rischio dei paradisi
fiscali) e sui prodotti derivati come i Credit default swap (Cds), una sorta di
assicurazione su investimenti poco garantiti. «Abbiamo due obiettivi al G20 -
spiega Obama ai giornalisti - il primo è assicurarci che ci sarà un'azione
concertata in tutto il mondo per rilanciare l'economia. Il secondo obiettivo è
garantire che ci stiamo muovendo verso un'agenda di riforma delle regole per
assicurarci che non vedremo più rischi sistemici di questo tipo, oltre a sapere
come evitarli in futuro». L'inquilino della Casa Bianca, ricordando che gli Usa hanno avviato ambiziosi pacchetti di stimolo
dell'economia, si dice ottimista sull'esito del vertice di aprile, confermando
la propria contrarietà a misure protezionistiche, spesso attraenti in momenti
di crisi. Obama fa capire che l'obiettivo degli Stati Uniti
è ottenere l'appoggio di Paesi emergenti come Brasile, India e Cina. E non è certo un caso l'annuncio
di un suo incontro in forma decisamente insolita, col ministro degli Esteri
cinese Yang Jiechi, oggi alla Casa Bianca. Emanuele Riccardi
( da "Sicilia, La" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Appunti Torniamo ai
vecchi calcoli con le dita Salvatore Scalia Ci voleva un premio Nobel per la
fisica, Sheldon Glashow, per spiegarci che le crisi economiche nascono
dall'incapacità della gente di calcolare che due più due quattro. Secondo questa tesi non è un problema di globalizzazione, né di
saturazione dei mercati, né di folli giochetti finanziari, né di una fermata
all'illusione dello sviluppo infinito, ma si tratta di una ignoranza collettiva
che ci fa dimenticare un principio basilare: se si spende più di quanto si
guadagna, si entra in un girone infernale di debiti, di tassi bancari,
di moltiplicazione di interessi passivi e di usurai. Insomma il benessere dei
popoli è assicurato dalla saggezza che, tradotta in termini matematici,
significa sapere come si fanno le addizioni e le sottrazioni. Con le
moltiplicazioni e le divisioni saremmo già in una condizione più evoluta. Se
così fosse basterebbe riappropriarsi delle leggi elementari dei numeri per
salvare il mondo. Sicché in un'epoca di superalfabetizzazione tecnologica
sarebbe opportuno tornare al vecchio calcolo con le dita. Glashow non considera
però un aspetto basilare della crisi: le tecniche psicologiche di convincimento
dell'era consumista. Si può capire di aritmetica ma cedere agli allettamenti e
al bisogno di soddisfare un desiderio superfluo dopo l'altro.
( da "Sicilia, La" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
calatabiano:
archivio comunale Sopralluogo in vista del riordino Un territorio comunale con aree
estese a rischio idrogeologico, con situazioni di rischio che coinvolgono le
vie di comunicazione con il centro abitato. È quanto emerso durante la riunione
operativa che si è svolta ieri mattina nell'Auditorium dell'Istituto
comprensivo "G. Macherione", tra l'amministrazione comunale di
Calatabiano, guidata dal sindaco arch. Antonio Petralia e i funzionari del Dipartimento regionale di Protezione civile, ing.
Marcello Pezzino , responsabile Uob XXII e l'ing. Piero Marano curatore dei
rapporti tra Dipartimento e Comune. Riunione tenutasi per la predisposizione e
revisione del Piano comunale di Protezione civile relativo ai rischi presenti a
Calatabiano, a cui hanno preso parte l'assessore alla Protezione civile Tonino
Fazio, promotore dell'incontro operativo e i rappresentanti delle
Funzioni pubbliche di supporto, compresi i referenti delle associazioni di
volontariato. Nel dibattito sono stati analizzati i rischi presenti nel
territorio facendo una sintesi degli eventi calamitosi accaduti di recente, quali
lo straripamento dei torrenti, l'allagamento di alcune strade, spiegando come
in questi casi si attivi la macchina di Protezione civile,nello specifico il
Coc (Centro operativo comunale) con le proprie funzioni di supporto secondo il
metodo "Augustus" dove ogni responsabile cura uno specifico settore.
«Oggi è un occasione importante - ha dichiarato il sindaco Antonio Petralia -
per iniziare ufficialmente questo rapporto di collaborazione con il Drpc del
resto già iniziato da diversi mesi per la formulazione del Piano contro il
rischio incendi che visto impegnato questo ente, i volontari e i tecnici della
Protezione civile quest'estate». Per il dipartimento l'ing Marcello Pezzino:
«Il Dipartimento Regionale accoglie con piacere le richieste di collaborazione
che vengono dai Comuni per la Pianificazione di Protezione civile. Con il
comune di Calatabiano continua il percorso iniziato quest'estate per
prevenzione degli incendi di interfaccia per arrivare al più presto ad un più
articolato piano d'emergenza comunale. Tutto ciò sarà reso possibile grazie
all'impegno dei funzionari e dei tecnici del Centro Operativo Regionale di
Giarre». Salvatore Zappulla
( da "Velino.it, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. POL -
Terra e persona, Tremonti: Crisi globale figlia globalizzazione Roma, 12 mar
(Velino) - Cita la Bibbia il ministro dell?Economia, Giulio Tremonti, per
evidenziare l?importanza che la terra ha nella vita e nell?economia dell?uomo.
“Nessuna parte del mondo può rinunciare all?agricoltura – ha detto Tremonti
intervenendo al convegno Terra e persona voluto dal sottosegretario
all?Agricoltura Antonio Bonfiglio –. La terra non è solo un contenitore di
determinati prodotti da conservare, ma rappresenta anche l?ambiente e quando la
crisi sarà finita il mondo avrà dimensioni più reali”. Secondo Tremonti “siamo
in terra incognita. Dopo 20 anni dalla caduta del muro di Berlino ora si pagano
le conseguenze di una globalizzazione che non si doveva né si poteva fermare”
“e che, sicuramente, secondo il titolare dell?Economia, “è stata spinta con
troppa rapidità e troppo addebito”. Il ministro lo aveva d?altronde già scritto
molti anni fa e precisamente nel 1995 quando pubblicò “Il Fantasma della
povertà” proprio sul fenomeno della globalizzazione in atto in quegli anni .
“La crisi è globale ed è causata dalla globalizzazione. Un tempo il simbolo
della moneta era l?aratro. L?errore che hanno fatto gli stati in tutti questi
anni è stato quello di sostituire alla moneta degli stati una moneta bancaria
che non ha alcun fondamento reale. La tecno finanza ha permesso un processo di
globalizzazione ma ha anche accelerato troppo i tempi”. (esp) 12 mar 2009 12:50
( da "Corriere.it" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
TIBET, SE L'ITALIA
SI MUOVE Diritti umani l'ora di cambiare Nel giorno del cinquantesimo anniversario
della rivolta di Lhasa la Camera dei Deputati ha espresso ieri un sì bipartisan
alla mozione proposta dai Radicali per il rispetto dei diritti umani in Tibet.
Il testo impegna il governo italiano, spesso timido in materia, a chiedere alla Cina garanzie di libero accesso nella regione e un dialogo
costruttivo con il Dalai Lama «nella cornice della Costituzione cinese». Ma
soprattutto, la mozione di Montecitorio riporta in primo piano, e non soltanto
per l'Italia, quell'eterno dilemma tra sfera morale (la difesa dei diritti
umani) e sfera politico-diplomatica (la tutela degli interessi) che
negli ultimi tempi è stato messo a dura prova. Prima Hillary Clinton va in Cina e «dimentica » la repressione del dissenso interno. Poi
il Tribunale penale internazionale spicca un mandato d'arresto contro il
presidente sudanese al-Bashir e si attira per questo un mare di critiche. E ora
torna alla ribalta la questione del Tibet, nel silenzio, quasi generale, dei
governi. Casi tra loro diversi, che tuttavia ripropongono lo stesso
interrogativo: come deve comportarsi la comunità di valori chiamata Occidente
davanti alla violazione sistematica dei suoi princìpi? Sventolare la bandiera
della propria identità è un diritto- dovere, oppure è un gesto autolesionista
da anime belle? Proprio dall'identità crediamo si debba partire. Sarkozy, che è
abbastanza forte, ha ricevuto nei mesi scorsi il Dalai Lama e le minacce di
rappresaglia cinesi si sono spente senza conseguenze. Barroso, che è più debole
pur rappresentando in teoria tutta l'Europa, si è fatto dare una strigliata
pubblica da Putin per aver sollevato perplessità su una Russia che non trova
gli assassini della Politkovskaya e che sottopone Khodorkovsky a un secondo
processo politico. Ma anche Putin non è andato oltre. E cosa avrebbero mai
fatto i cinesi se la Clinton fosse rimasta fedele alla sua parte? Un comunicato
e basta. Eccolo, il vero problema: l'Occidente si autocensura sottovalutando la
reciprocità degli interessi concreti. E così finisce con il non esprimere
collettivamente e singolarmente quei valori identitari senza i quali rischia di
cessare di esistere. Ma, dirà qualcuno, affermare la giustizia è compito del
Tribunale penale internazionale. Tralasciamo il fatto che l'America non ne ha
sottoscritto la creazione, e andiamo a vedere cosa è accaduto con i l mandato c
o n t r o al-Bashir (il primo contro un capo di Stato in carica). Nella regione
del Darfur sono state massacrate almeno trecentomila persone. I profughi sono
due milioni. Chi è rimasto viene regolarmente attaccato, con una predilezione
(tipica anche della guerra in Congo) per la pulizia etnica a base di stupri. La
responsabilità di al-Bashir è ampiamente provata e documentata. Cosa doveva
fare il Tpi, infilare la testa nella sabbia per non innescare le reazioni
controproducenti che sono regolarmente arrivate dall'uomo forte di Khartum? Non
ci sfugge che queste reazioni (in particolare l'espulsione di un gran numero di
Ong impegnate nella distribuzione di viveri e medicine) porteranno a nuove sofferenze
per la popolazione. Non ci sfugge che arrestare al-Bashir, salvo colpi di
scena, si rivelerà impossibile. Ma siamo davvero davanti a una colpa del Tpi, a
un gesto puramente dimostrativo carico di conseguenze negative? Il Tribunale,
visto che esiste, deve fare il suo mestiere. In maniera ampiamente incompleta e
imperfetta, come accade nella realtà, ma senza abdicare. Dov'è, piuttosto, la
politica? Non è stato approvata, in sede Onu, una formula interventista
chiamata responsability to protect? Non aveva deciso, la stessa Onu, l'invio in
Darfur di una forza vicina ai 20.000 uomini? Non è forse vero che il suo
dispiegamento non ha mai avuto luogo, che pochissimi Paesi offrono truppe, che
mancano gli elicotteri, che insomma al-Bashir può continuare a fare i suoi
comodi? Sostenere che il Tpi sia stato incauto è una foglia di fico per coprire
l'assenza, anzi la fuga della politica. La quale ha ora il dovere di mantenere
i suoi impegni e di reagire alla espulsione delle Ong, senza colpevolizzare un
Tribunale che si è trovato a surrogare governi pavidi. Sul Tibet bene hanno
fatto i nostri Radicali a promuovere la rara convergenza di ieri alla Camera.
Ma alla prima occasione (e le occasioni di certo non mancheranno) servirà
qualcosa di più, proprio perché la Cina, con le sue
gravi carenze in tema di diritti civili, è un terreno di affermazione della
nostra identità liberaldemocratica. Si pecca forse in tal modo di ingenuità, si
dimentica che in tempi di crisi finanziaria i cinesi tengono per il collo gli Usa, e dunque anche noi? Siamo piuttosto convinti che i
cinesi abbiano anch'essi bisogno degli altri, e che non siano disposti, loro
per primi, a correre troppi rischi nei rapporti con l'Occidente. Sempre che
l'Occidente diventi credibile, e smetta di aver paura di essere se stesso.
Franco Venturini stampa |
( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 10 mar.
(Apcom) - Dietro le dimissioni di Charels W. Freeman Jr. dalla presidenza del
Consiglio Nazionale di Intelligence ci sono le lobby israeliane. Lo afferma lo stesso ex ambasciatore in Arabia Saudita e Cina in un'email inviata agli organi di
stampa e ripresa dal quotidiano Washington Post. Nel testo, il diplomatico
statunitense afferma che "le calunnie contro di me... e la loro facile
tracciabilità" dimostrano che c'è una "potente lobby"
determinata a impedire che ogni punto di vista diverso dal loro sia reso
pubblico, ancor meno se riguarda gli avvenimenti del Medio Oriente.
"L'obiettivo" di questa lobby israeliana, attacca ancora Freeman
"è il controllo politico" attraverso "l'esercizio del veto"
sulle nomine di persone che possono contraddire il "loro punto di
vista". Il risultato di tutto ciò, spiega l'ex ambasciatore, è
"l'incapacità dell'opinione pubblica americana di discutere, o del governo
di considerare", qualsiasi opzione per la politica degli Stati Uniti in
Medio Oriente "diversa da quella preminente in Israele".
( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 12 mar.
(Apcom) - Il conteso Mar meridionale cinese finisce nella già piena agenda di
Barack Obama: il presidente americano ha invitato oggi alla Casa Bianca il
ministro cinese degli Esteri Yang Jiechi per parlare dell'incidente, che ha
reso elettrici i rapporti diplomatici tra i due paesi, avvenuto domenica in
quest'area dell'Oceno Pacifico. Obama e Yang, scrive la Bbc citando il
portavoce dell'Amministrazione Usa, Robert Gibbs,
parleranno di questo tema ma anche di economia. Quattro giorni fa, cinque navi
cinesi hanno seguito da vicino una nave della Marina statunitense e hanno
effettuato manovre pericolose in sua prossimità, in quello che è sembrato un
tentativo di ostacolare l'equipaggio statunitense. In una nota, il Dipartimento
della Difesa ha spiegato che una nave dei servizi segreti cinesi e molte altre
imbarcazioni hanno circondato la 'Usns Impeccable', una nave disarmata con
equipaggio civile che stava raccogliendo campioni oceanici in acque
internazionali nel Mar cinese meridionale. La Casa Bianca ha chiesto alla Cina di rispettare le leggi internazionali, in particolare
nella zona del Mar cinese meridionale mentre Pechino due giorni fa ha inviato
"proteste ufficiali" a Washington chiedendo che terminassero le
attività navali considerate illegali. Per Pechino gli Stati Uniti hanno violato
le leggi internazionali operando con le loro navi nella Zona economica
esclusiva (EEZ-Exclusive Economic Zone), un 'area che a dire il vero non ha
un'estensione ben definitiva e riconosciuta dagli altri Stati. Le acque
territoriali del Mar meridionale cinese, ricco di giacimenti di petrolio e gas
oltr che essere solcato da importanti linee commerciali marittime, vengono contese da Cina, Filippine, Taiwan, Brunei, Vietnam e Malaysia. Ieri Yang ha
incontrato il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton, la quale ha detto che le due nazioni hanno
concordato di lavorare insieme per evitare simili confronti futuri. I due si
sono detti anche "d'accordo nell'opporsi al lancio di missili della Corea
del Nord e nel discutere una risposta". Yang, che oggi incontrerà
anche il consigliere per la sicurezza nazionale, il generale James Jones, ha
spiegato che si trova a Washington per prepararsi al summit del G20 che si
terrà in aprile a Londra e per "lavorare insieme per migliorare le nostre
relazioni".
( da "Gazzettino, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cina, crolla l'export. Il Pil crescerà
"solo" del 5% Le vendite all'estero del gigante dell'Asia scendono di
oltre il 25% in febbraio e ora gli economisti vedono nero Giovedì 12 Marzo
2009, Roma I venti della crisi economica mondiale si abbattono sulla Cina e fanno crollare l'export del 25,7% a 64,8 miliardi di
dollari a febbraio. Un evento che ha colto di sorpresa gli economisti che si
aspettavano una flessione di appena l'1%. Calano del 24,1% a 60 miliardi di
dollari le importazioni, dopo che a gennaio erano precipitate del 43%. Ne
risente la bilancia commerciale del gigante asiatico, che vede il proprio
attivo sprofondare a 4,8 miliardi di dollari dai 39,11 miliardi di gennaio,
quando il calo dell'export era stato del 17,5%. «L'export cinese soffrirà fino
a quando l'economia mondiale sarà in recessione», ha spiegato l'economista
Sherman Chan dell'agenzia di rating Moody's; quindi «è impossibile una ripresa
delle esportazioni cinesi nel breve e medio periodo», ha aggiunto Wang Qian,
economista di JPMorgan ad Hong Kong. Per far fronte alla caduta delle
esportazioni, Pechino ha varato un pacchetto di stimolo di 586 miliardi di
dollari che prevede tagli fiscali e investimenti nelle infrastrutture del
Paese. Secondo l'ufficio di statistica di Pechino, nel solo bimestre gennaio-febbraio
gli investimenti nelle infrastrutture sono balzati del 26,5% rispetto allo
stesso periodo del 2008. Sempre per sostenere la crescita, il governo ha
bloccato l'apprezzamento dello yuan sul dollaro americano e punta ora ad
azzerare i dazi doganali sulle esportazioni nazionali, perché oltre il 30% dei
prodotto cinesi sono venduti sui mercati internazionali, ha detto il ministro
del Commercio cinese Chen Deming. Tutte queste misure, secondo il premier Wen
Jiabao, dovrebbero permettere alla Cina di segnare una
crescita dell'8% nel 2009. Gli economisti si aspettano, invece, una crescita
del 5% per l'anno in corso. Il crollo delle esportazioni e delle importazioni
ha avuto conseguenze sulle imprese e sull'occupazione nel Paese. Oltre 20.000
piccole e medie imprese nella provincia del Guangdong sono state costrette a
chiudere, con la perdita di più di due milioni di posti di lavoro. Tuttavia,
secondo un sondaggio trimestrale della Banca Centrale cinese, gli imprenditori
cinesi vedono un miglioramento del clima economico in Cina
nel secondo e terzo trimestre dell'anno rispetto al primo. A febbraio il
mercato cinese dell'auto è cresciuto del 24% tornando ad occupare la seconda
posizione nel mondo. Al primo posto si sono ricollocati gli Stati Uniti che a gennaio
erano invece stati sorpassati dalle vendite del Paese della Grande Muraglia.
Secondo i dati ufficiali diffusi dall'Associazione cinese dei costruttori di
auto, a febbraio in Cina sono state vendute 607.300 vetture, segnando un incremento del
24,23% rispetto allo stesso mese del
( da "Velino.it, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. POL -
*Terra e persona, Tremonti: Crisi globale figlia globalizzazione --IL VELINO
AGROALIMENTARE-- Roma, 12 mar (Velino) - Cita la Bibbia il ministro
dell?Economia, Giulio Tremonti, per evidenziare l?importanza che la terra ha
nella vita e nell?economia dell?uomo. “Nessuna parte del mondo può rinunciare
all?agricoltura – ha detto Tremonti intervenendo al convegno Terra e persona
promosso dal sottosegretario all?Agricoltura Antonio Bonfiglio –. La terra non
è solo un contenitore di determinati prodotti da conservare, ma rappresenta
anche l?ambiente e quando la crisi sarà finita il mondo avrà dimensioni più
reali”. Secondo Tremonti “siamo in terra incognita". Dopo 20 anni dalla
caduta del muro di Berlino ora si pagano le conseguenze di una globalizzazione
"che non si doveva né si poteva fermare” e che, sicuramente, secondo il
titolare dell?Economia, “è stata spinta con troppa rapidità e troppo addebito”.
Il ministro lo aveva d?altronde già scritto molti anni fa e precisamente nel
1995 quando pubblicò “Il Fantasma della povertà” proprio sul fenomeno della
globalizzazione in atto in quegli anni . “La crisi è globale ed è causata dalla
globalizzazione. Un tempo il simbolo della moneta era l?aratro. L?errore che
hanno fatto gli Stati in tutti questi anni è stato quello di sostituire alla
moneta sovrana degli Stati una moneta bancaria che non ha alcun fondamento
reale. La tecno-finanza ha permesso un processo di globalizzazione ma ha anche
accelerato troppo i tempi”. (esp) 12 mar 2009 12:50
( da "Dagospia.com" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
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articolo --> RISCHIO CINA PER IL PAPA IN AFRICA - ANSALDO A TAIPEI ? NIENTE
DITINO AL SENATO ? BROWN L?INQUINATORE ? METTI LARUSSA & C. IN 500 -
TREMONTI FA LEZIONE AI DALEMIANI ? RUTELLI WEB ? LA COSTITUZIONE DI MARCORé ?
IL GHOSTWRITER DEL PAPA VA A MALTA? Da "Panorama" in edicola domani
Papa Benedetto XVI 1 - RISCHIO CINA PER IL PAPA IN AFRICA... Il cerimoniere di
Joseph Ratzinger, monsignor Guido Marini, ha voluto recarsi in Africa di
persona, il mese scorso, a impartire le direttive per lo svolgimento delle
cerimonie pontificie in vista del viaggio di Benedetto XVI in Camerun e Angola,
dal 17 al 23 marzo. Cerimonie non troppo lunghe per non affaticare il Papa,
donne il più possibile coperte, canti e danze indigene limitati ad alcuni
momenti della messa, unica concessione alla liturgia africana sarà il Vangelo
portato sulle spalle, danzando, prima della lettura di fronte all'assemblea.
Niente a che vedere, dunque, con le interminabili e variopinte liturgie di
Giovanni Paolo II in occasione dei suoi 16 viaggi in Africa. Benedetto XVI
tiene molto a questa visita per ricordare alla comunità internazionale che la
crisi economica sta mettendo in ginocchio non solo i paesi sviluppati ma anche
l'Africa e rischia di accendere nuovi focolai di conflitto. Crisi alimentare,
guerre regionali, lotta all'aids, tutela dei diritti della donna, libertà
religiosa, lotta alla corruzione e riconciliazione tra i popoli saranno i temi
principali dei discorsi papali. La tappa in Angola sarà molto delicata dal
punto di vista diplomatico: nel denunciare il neocolonialismo in Africa,
Ratzinger non dovrà urtare la suscettibilità della Cina,
lanciata nello sfruttamento delle materie prime dell'Africa subsahariana, per
non compromettere i timidi rapporti con Pechino avviati nei mesi scorsi dalla
Santa sede. Alla Chiesa africana, passata da 2 milioni di cattolici nel 1900 ai
circa 160 milioni di oggi, Benedetto XVI chiederà più rigore nel rispetto delle
norme sul celibato sacerdotale e dei comportamenti morali. E darà appuntamento
a Roma, dal 4 al 25 ottobre 2009, per un nuovo sinodo dei vescovi sull'Africa
su «riconciliazione, giustizia e pace». Nel corso della visita in Camerun il
Papa consegnerà ai vescovi africani il documento di lavoro del sinodo. (Ignazio
Ingrao) Gordon Brown 2 - ANCHE IN ORIENTE IMMOBILI GIÙ... La bolla immobiliare
colpisce anche la Cina. A Pechino in gennaio i prezzi
delle case sono scesi per la prima volta dal 2005, ossia da quando la
Repubblica Popolare misura questo indicatore. Il calo non risparmia i lussuosi
appartamenti del villaggio olimpico, i cui prezzi erano raddoppiati fra gennaio
e settembre 2008 ma che ora hanno perduto il 3,1 per cento del valore e vengono
ceduti a 31 mila yuan al metro quadrato, pari a circa 3.550 euro. Altri
appartamenti di nuova costruzione nella zona del Bird's Nest, lo stadio
dell'inaugurazione, si aggirano sui 14.800 yuan al metro quadrato, contro i 25
mila chiesti prima dell'avvio dei Giochi. Un investimento decisamente in
perdita. (Alessandro Bonini) 3 - ANSALDO STS FA GOL A TAIPEI... È una delle
poche società quotate alla borsa italiana convinta di fare un 2009 alla grande.
L'Ansaldo Sts d'altronde è un gioiellino di tecnologia tutta italiana. Basti
pensare al mondo del segnalamento ferroviario per i treni ad alta velocità: in
un caso su due sono apparati made in Ansaldo Sts. Ha realizzato a Copenaghen la
prima metropolitana in Europa senza conducente a bordo. Nei giorni scorsi si è
portata a casa una commessa per la metro di Taipei da 220 milioni di euro. La
società fattura oltre 1 miliardo di euro e stima di chiudere il 2009 con un
portafoglio di ordini vicino ai 3,5 miliardi. E i suoi vertici hanno accantonato
riserve da 300 milioni per fare nel prossimo triennio da quattro a sei
acquisizioni. (Nicola Porro) 4 - EUROPARLAMENTO DIVISO A METÀ FRA I DUE SESSI?
IL 51 % DELLE ITALIANE DICE NO... Solo il 49 per cento delle italiane vorrebbe
in rosa almeno la metà del prossimo Parlamento europeo. È quanto emerge da un
sondaggio Eurobarometro. La media Ue è del 48. Sopra la media anche Regno
Unito, Spagna, Germania. A credere di più nel potere rosa è la Svezia con il 74
per cento. Sotto la media la Francia. Oggi le donne a Strasburgo sono solo il
31 per cento del totale: 244 contro 541 uomini. (A.M.A.) Renato Schifani 5 - IL
SENATORE NON LASCIA IMPRONTA... Al Senato, a differenza della Camera, niente
impronte. A contrastare i «pianisti» pensa il presidente Renato Schifani.
Aiutato dal fatto che i senatori sono metà dei deputati, Schifani ha quasi
debellato il fenomeno. La ricetta? L'introduzione a luglio dei posti fissi e
una vigilanza scrupolosa. Il presidente non ha esitato a far ripetere le
votazioni in caso di contestazione. Il segretario di presidenza Piergiorgio
Stiffoni (Lega) dice: «A parte quei soliti due o tre senatori che ancora
provano a fare i furbi, abbiamo quasi risolto il problema. Basta che uno si
assenti per mezz'ora lasciando la scheda introdotta e gli facciamo una bella
lavata di capo». Insomma, niente impronte, siamo senatori. (Paola Sacchi) 6 - È
BROWN IL PREMIER CHE INQUINA DI PIÙ... È il premier britannico Gordon Brown il
leader europeo più «inquinante», sebbene nel 2008 abbia viaggiato meno del presidente
francese Nicolas Sarkozy, il più girovago, e del cancelliere tedesco Angela
Merkel. Lo ha calcolato la rivista francese Terra eco, sulla base del tipo di
aerei utilizzati, delle loro dimensioni e prestazioni e delle rotte seguite.
Brown ha percorso
( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Scajola al Giubileo
Paolino degli Universitari (Teleborsa) - Roma, 12 mar - Il Ministro Scajola ha
partecipato, presso il Ministero degli Esteri, al Giubileo Paolino degli Universitari,
il Forum Internazionale della cooperazione e delle Università, che ha
organizzato, per l'apertura, un seminario dal titolo "La cooperazione
universitaria per lo sviluppo economico sostenibile". "Nel
contesto globalizzato in cui viviamo, se vogliamo realmente promuovere uno
sviluppo economico di qualità, non possiamo che puntare agli investimenti
strategici nella ricerca scientifica, all'innovazione tecnologica, alla
sostenibilità ambientale e sociale, alla formazione di elevate professionalità".
- Ha affermato il Ministro Scajola nel corso del suo intervento. Ed ha aggiunto
- "Occorre quindi potenziare il nostro sistema educativo, creando i
presupposti perché le nuove generazioni siano sempre più preparate ad
affrontare le sfide del nuovo Millennio, sensibili alla dimensione globale dei
fenomeni, attente all'esigenza di rispettare i valori dell'uomo e
dell'ambiente". 12/03/2009 - 17:02
( da "AprileOnline.info" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il piccolo Paese che
ne batte uno grande Giustiniano Rossi, 12 marzo 2009, 17:16 L'Almanacco 13
marzo 1954: un villaggio del Vietnam nord-occidentale sarebbe diventato il
simbolo della lotta per l'indipendenza e l'unità nazionale e di tutte le lotte
di liberazione dei popoli del mondo all'indomani della II guerra mondiale Il
fondatore del Viet Minh e liberatore di Hanoi dall'occupazione giapponese nel
1945, generale Vo Nguyen Giap, lanciava 55 anni fa, il 13 marzo 1954, le sue
truppe contro la grande base militare tenuta da paracadutisti francesi e da
truppe della Legione Straniera di Dien Bien Phu, un villaggio del Vietnam
nord-occidentale che sarebbe diventato il simbolo della lotta per
l'indipendenza e l'unità nazionale e di tutte le lotte di liberazione dei
popoli del mondo all'indomani della II guerra mondiale. La bandiera rossa del
Viet Minh veniva issata sulle macerie della base il 7 maggio 1954, dopo 55 giorni
di combattimenti costati la vita a decine di migliaia di uomini e 11.000
francesi superstiti venivano fatti prigioneri: la Francia era costretta a
sgomberare in breve tempo l'intero territorio vietnamita rendendo evidente per
i popoli oppressi di tutto il mondo che la vittoria di un piccolo paese di
poveri contadini, che si batteva per una causa giusta contando sulle proprie
forze, su una grande potenza europea era possibile. Il popolo vietnamita aveva
un'esperienza di lotta per l'indipendenza lunga oltre un millennio: fin dal X
secolo era riuscito a liberarsi dal dominio del potente vicino cinese e a
bloccare in seguito l'invasione mongola che aveva
sottomesso la Cina. A metà
del XIX secolo il Vietnam era stato investito, insieme al Laos ed alla Cambogia,
dall'espansione coloniale della Francia, sloggiata durante la II guerra
mondiale dai giapponesi, cacciati a loro volta dai vietnamiti nel 1945, quando
Ho Chi Minh, primo presidente della Repubblica Vietnamita, dichiarava
nullo il trattato di protettorato siglato nel 1883 con la Francia e proclamava
l'indipendenza. Nel 1949 la Francia, nel tentativo di recuperare la sua ex
colonia, aveva messo il vecchio imperatore Bao Dai alla testa di un nuovo
"stato" nel Sud Vietnam con capitale Saigon e nel 1953 aveva lanciato
l'operazione Castor: 10.000 paracadutisti avevano costruito nelle valle di Dien
Bien Phu una base aerea dotata di due piste di decollo e fortificato le otto
colline circostanti, senza accorgersi di essere circondati da postazioni di
artiglieria vietnamite e da una micidiale contraerea, che impediva ai
rifornimenti, che finivano nelle mani degli avversari, di raggiungere la base.
Partiti i francesi, le due zone, separate dal fiume Ban Hai, nelle quali gli
accordi di Ginevra del 1954 dividevano il Paese, avrebbero dovuto essere
unificate con le elezioni del 1956, ma gli USA finanziavano un colpo di stato
nel Sud, mettendo Ngo Dinh Diem alla testa di uno stato fantoccio. Nel 1960 il
Viet Cong unificava un vasto Fronte di Liberazione Nazionale per cacciare Ngo
Dinh Diem e portare a termine il processo di indipendenza e unità nazionale.
Nel 1963 Diem veniva assassinato e nel 1965 forze americane provenienti dalla
Corea del Sud, dalla Thailandia, dall'Australia e dalla Nuova Zelanda
intervenivano in Vietnam per impedirne l'unificazione, sperando di ripetere
l'operazione attuata in Corea quando, per completare il controllo economico e
militare del continente asiatico, gli USA, in nome della lotta al comunismo,
avevano spaccato il paese lungo la linea armistiziale di Panmunjon che ancora
oggi lo divide, dopo tre anni di guerra (1950-1953) e due milioni e mezzo di
morti. La guerra per tentare di impedire l'unificazione del Vietnam
indipendente, mai dichiarata dagli USA, durerà dieci anni, costerà milioni di vite
umane, sarà l'occasione per collaudare, dopo le bombe atomiche sganciate su
Hiroshima e Nagasaki, in Giappone, nel 1945, le bombe al napalm, l'agente
Orange e altre micidiali sostanze che provocano ancora oggi, a distanza di
oltre trent'anni, migliaia di decessi dovuti al cancro e la nascita di bambini
con orribili malformazioni, mentre decine di migliaia di chilometri quadrati
del territorio vietnamita restano irrimediabilmente inquinati e improduttivi.
Il popolo vietnamita è uscito esangue dalla lotta contro i francesi, i
giapponesi e gli americani, una lotta seguita a lunghi secoli di sfruttamento
coloniale che ha arricchito una piccola parte del mondo a scapito di tutto il
resto, ha concentrato nel 20% della popolazione mondiale l'80% delle sue ricchezze
condannando alla miseria oltre la metà dell'umanità, tuttavia è riuscito a
risollevarsi e a cicatrizzare le ferite subite, sia pure a prezzo di pesanti
compromessi economici con gli ex nemici. La dura lezione subita a opera del
piccolo popolo vietnamita, armato soprattutto della coscienza di battersi per
una causa giusta, non ha giovato ai governi americani che si sono succeduti dal
( da "Adnkronos" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
TIBET:
CINA CHIEDE AGLI USA DI SMETTERE DI INTERFERIRE commenta 0 vota 0 tutte le
notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 12 marzo, ore 21:25
( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 12 mar.
(Apcom) - E' necessario "rafforzare la cooperazione
fra Usa e Cina" per costruire una relazione
"positiva e costruttiva". Non va oltre il linguaggio formale la Casa
Bianca nel riferire dell'incontro fra il presidente americano Barack Obana e il
ministro degli Esteri cinese Jang Jiechi, in un momento in cui i rapporti fra
Pechino e Washington attraversano una fase di tensione. Il primo
incontro di Obama con il presidente cinese Hu Jintao è previsto a Londra, ai
primi di aprile, in occasione dei lavori del G20. Tuttavia, la tempesta
finanziaria soffia su tutti e impone decisioni rapide, per cui dall'incontro di
oggi è emerso - fa sapere la casa Bianca - un accordo anche per lavorare
"insieme e con urgenza" contro la crisi economica. Durante l'incontro
con Jiechi, Obama ha parlato anche dell'importanza che i due paesi rafforzino
il dialogo militare. Questo, sempre stando a quanto reso noto dalla Casa
Bianca, al fine di evitare incidenti simili a quello che si è verificato giorni
fa nel Mar cinese meridionale, quando cinque navi cinesi hanno seguito e
ostacolato la nave americana "Usns Impeccable". Nel suo primo incontro
con un esponente cinese, Obama ha ribadito che per gli Stati Uniti la difesa
dei diritti dell'uomo costituisce un "aspetto essenziale" della
politica estera, e che spera pertanto che ci saranno "progressi"
nella questione del Tibet. Soltanto ieri il Congresso americano aveva votato
una mozione chiedendo a Pechino di "porre fine alla repressione del popolo
tibetano". Mozione che Pechino aveva "condannato con fermezza",
accusando il Congresso di sostenere le "politiche secessioniste" del
Dalai Lama.
( da "ITnews.it" del 12-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Washington, 12 mar.
- (Adnkronos/Xinhua) - Il ministro degli esteri cinese, Yang Jeichi, in visita a Washington, sollecita gli Stati Uniti a cessare ogni
interferenza sulla questione del Tibet. ''Il Tibet e' parte inalienabile della Cina e le questioni tibetane sono
esclusivamente questioni interne cinesi'', ha dichiarato Yang, in un discorso
pronunciato al Center for Strategic and International Studies.