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Report "Globalizzazione"  1-5 luglio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

World League di pallavolo maschile, al PalaPanini di Modena la nazionale di Andrea Anastasi cerca il passaporto per la finale di Belgrado ( da "Sestopotere.com" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: risultati gli azzurri sono al terzo posto della classifica del girone preceduti da Usa (due sconfitte dell'Italia in Usa) e Olanda (2 vittorie italiane in Olanda). Segue la Cina con cui gli italiani in trasferta hanno vinto un match e perso l'altro. Il programma del girone di ritorno prevede il 12 e 13 giugno a Verona Italia - Cina, il 19 e il 21 giugno Italia - Usa a Firenze e Catania.

le curve difficili dell'industria dell'auto - luciano gallino ( da "Repubblica, La" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: specie se Cina e India arrivassero a una densità di vetture per abitante simile a quella occidentale. La soluzione starebbe nel convertire l´autoindustria in un´industria del trasporto globale di massa, che produce accanto a un numero minore di auto una quota crescente di treni (che la Fiat già produceva, prima di cedere,

I TREMILA EURO messi in palio dal Centro ricerche Giulio Natta della società... ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il docente ha analizzato le origini di una crisi che inizia con la globalizzazione e che è dovuta principalmente a due fattori: il primo riguarda il falso ideale, secondo il quale la ricchezza si genera attraverso la finanza e non, come accadeva in passato, attraverso il lavoro dell'uomo. Il secondo invece consiste nel considerare l'impresa, non un'organizzazione di capitali,

Esaote, scalata al mondo in 15 anni ( da "Secolo XIX, Il" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 300 dipendenti, 300 milioni di ricavi, Cina e India conquistate dalla prima pagina Ora si diverte persino: «Serve denaro, per il progetto di privatizzazione. Lo cerco anche a Genova, ma solo un personaggio importante della vita economica mi ascolta. Mi ascolta, ma la risposta è raggelante: "E' un'idea bislacca.

NEELIE KROES, ( da "Corriere della Sera" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la finanza e le banche guidavano la globalizzazione. L'ultima graduatoria annuale di «The Banker», il settimanale del gruppo «Financial Times» fotografa invece in testa un Paese la cui valuta non è neppure pienamente convertibile. Ovviamente è la Cina: nella lista delle 25 banche che hanno realizzato maggiori profitti nell'ultimo anno, è la più rappresentata con cinque istituti (

Moneta globale? Intanto la Cina compra dollari ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Intanto la Cina compra dollari L a Cina e gli altri Bric (Brasile, Russia, India) vorrebbero un sistema monetario internazionale meno dipendente dal dollaro. Curiosamente, il comunicato finale dopo il loro incontro di Ekaterinburg di due settimane fa era vago su quali potessero essere le alternative.

La Cina rinvia il software anti-porno ( da "Stampaweb, La" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa hanno criticato duramente Pechino per il provvedimento che impone l?installazione di un software (il "Green Dam") su tutti i computer venduti e fabbricati in Cina, sostenendo che la misura crea di fatto una barriera al commercio. + Raddoppia la censura in Cina + La Cina desiste, Green Dam sarà facoltativo + Cina,

Corruzione, calcio "perfetto" per riciclaggio di denaro ( da "Reuters Italia" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della globalizzazione di questo sport e delle necessità finanziarie delle squadre. Lo ha detto oggi un organismo anti-corruzione. Lo sport più popolare del mondo attira i criminali con i suoi enormi trasferimenti di denaro da uno Stato all'altro e i suoi metodi di contabilità spesso poco chiari, secondo un rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.

Clima, le pagelle del Wwf "Bocciati in cinque su otto" ( da "Repubblica.it" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dal Sudafrica alla Cina, dal Messico all'India, che si stanno dando tutti attivamente da fare per rallentare le future emissioni di gas serra. GUARDA LA CARTINA INTERATTIVA "Prime della classe - si legge nel rapporto allegato agli Scorecards 2009 - sono Germania, Regno Unito e Francia, che hanno già raggiunto i rispettivi obiettivi nazionali per il Protocollo di Kyoto.

Borsa Usa, indici positivi su dati macro sopra stime ( da "Reuters Italia" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per diverse settimane abbiamo assistito a dati macro forti in Europa e Cina", sottolinea un broker. "E negli Stati Uniti le cose non stanno poi andando così male come si crede". Alle 19,15 il Dow sale dell'1,7% a 8.546 punti, il Nasdaq avanza dell'1,13% a 1.855 punti, mentre l'indice sullo S&P'500 cresce dell'1% a 928,48 punti.

Wall Street in positivo tonificata dai dati globali manifatture ( da "Reuters Italia" del 01-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: NEW YORK (Reuters) - La Borsa Usa ha chiuso oggi in positivo tonificata da rassicuranti dati sulle manifatture provenienti da Cina, Europa e Usa, che fanno sperare che l'economia mondiale sia sulla via di un recupero. Il Dow Jones ha guadagnato 57,06 punti, lo 0,68%, chiudendo ufficiosamente a 8.

Il consumatore ora guarda al soldo ( da "Italia Oggi (MarketingOggi)" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Quanto al futuro negli Usa la green economy potrebbe essere la locomotiva dell'economia. In Cina, invece, il governo sta cercando di incentivare la domanda interna (che al momento rappresenta 1/3 del Pil). Attualmente la maggior parte dei consumatori cinesi è costituita da giovani che vivono nelle grandi città della fascia costiera e,

l'onu alla prova della crisi globale - joseph e. stiglitz ( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: premuto in direzione della globalizzazione. Ma la crisi ha dimostrato che sono loro a non aver saputo gestire bene tale globalizzazione come avrebbero dovuto. Se la globalizzazione deve funzionare per tutti, la decisione su come gestirla deve essere effettuata con modalità democratiche e in grado di coinvolgere tutti i Paesi, con la partecipazione di colpevoli e vittime degli errori.

a eraldo affinati il superflaiano ( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il voto è stato espresso da 200 lettori italiani e stranieri e dai componenti della giuria letteraria presieduta da Jacqueline Risset. I premi per l´italianistica sono andati a Stefano Fogelberg Rota (Svezia), Margherita Heyer-Caput (Usa) e Tian Shigang (Cina).

otto anni dopo, il ritorno dei no global sabato dibattito ai giardini di via napoli ( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: angolo Via Vesuvio si parlerà di "Crisi della globalizzazione, diritti e prospettive di cambiamento", con Deborah Lucchetti, di Fair, Francesco Gesualdi, coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Pietro Raitano, direttore della Rivista Altreconomia. Modererà Laura Guglielmi, direttore di Mentelocale.

tra cultura dello sviluppo e globalizzazione domani la tavola rotonda a palazzo ducale ( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Genova Il convegno Tra cultura dello sviluppo e globalizzazione domani la tavola rotonda a Palazzo Ducale "Cultura dello sviluppo, globalizzazione e impresa cooperativa" è il titolo scelto da Legacoop per il convegno che si svolgerà domani a Palazzo Ducale e che ruoterà attorno alla presenza di Alberto Alesina, professore di Economia all´Harvard University.

Svolta verde, tutti d'accordo ( da "Secolo XIX, Il" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come Cina e Usa. Pechino ha stanziato addirittura 220 miliardi di dollari nello sviluppo "verde": un mare di soldi se si pensa che il pacchetto complessivo per l'economia è di 586 miliardi di dollari. Con Obama, poi, lo sviluppo ecosostenibile sta diventando un punto fermo anche della politica americana: a Washington sono stati stanziati ben 112 miliardi per l'

"boicottare non basta più servono leggi anti-censura" - anais ginori ( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: esempio a Yahoo che è stata denunciata negli Usa per aver consegnato alla Cina i dati provenienti dalla casella di posta elettronica del giornalista Shi Tao, poi arrestato e condannato a dieci anni di prigione». Il controllo sui cellulari di chi protesta in Iran è una novità? «L´accelerazione delle comunicazioni è tale che lo "spione offline" - il vicino di casa o il finto amico -

Turchia e Africa in lista d'attesa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina di avere tra le sue riserve in valuta estera asset che non siano denominati in dollari – dice Lucia Lorenzoni, economista alla Banca Monte dei Paschi di Siena - . Pechino è il primo detentore mondiale di bond statunitensi che acquista con le sue riserve in valuta e da qualche anno sta cercando di diversificare maggiormente la sua esposizione in valuta per annacquare le

Fini: politica del fare ma anche del pensare ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nella fase della post globalizzazione – spiega il curatore del rapporto, Paolo Quercia – è emersa la necessità per ogni Stato di formulare la propria via alla globalizzazione. In questo contesto, il commercio con l'Estero e l'internazionalizzazione potrebbero tornare di competenza statale, senza però per questo voler cedere a tentazioni protezionistiche »

Il marketing non porta occhiali ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: inventore della parola globalizzazione che utilizzò per la prima volta in un articolo del 1983. Il saggio Marketing myopia, da oggi in edicola con Il Sole 24 Ore a 6,90 euro, inaugura la serie «I classici della Harvard business review», la nuova collana sui fondamenti del management in edizione pocket, edita dal Sole 24 Ore.

Il made in Italy alla ricerca di nuovi obiettivi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la farmaceutica aumenteranno il loro peso, grazie alle politiche in Cina e in Usa. Questi consigli anticrisi arrivano dallo studio commissionato da Comitato Leonardo e Ice alla Fondazione Manlio Masi e a Luiss Lab, frutto di un lavoro coordinato tra Beniamino Quintieri, che ieri ha illustrato i risultati, e Stefano Manzocchi.

via libera ai bond anticrisi dell'fmi - luca iezzi ( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Ue e Giappone) si sono impegnati in un aumento di capitale da 325 miliardi mentre Cina, Brasile e Russia, in attesa di una revisione delle quote, hanno chiesto di partecipare utilizzando il nuovo canale. «Questo schema innovativo - ha dichiarato il direttore del Fmi Dominique Strauss-Kahn - rafforzerà ulteriormente la capacità del fondo di portare rapida assistenza ai suoi membri

Nucleare, né pulito né abbondante ( da "Manifesto, Il" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: per gli obiettivi anche per gli Usa e per la Cina. Il nucleare non dà kwh a «basso costo» I costi dichiarati dall'ente elettrico francese (EdF) e dal ministero dell'energia americano (DoE) allineano il costo del kwh nucleare a quello da idrocarburi: 5-6 cent di euro. Ma per il nucleare il costo non include quelli associati alla ricerca fondamentale che tale fonte ancora richiede.

Droghe e diritti umani, il disgelo internazionale ( da "Manifesto, Il" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: stati mantengono la pena di morte per reati di droga e la Cina ha eseguito dieci condanne per «celebrare» la giornata mondiale 2009 contro la droga; negli Stati Uniti e in molti altri paesi, le prigioni scoppiano perché piene di consumatori che hanno commesso reati minori non violenti; in Russia, migliaia di persone che usano eroina non hanno accesso al metadone perché il governo l'

La Cina innesca i rialzi di commodity e azioni ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La speculazione legata alla grande liquidità immessa da Pechino La Cina innesca i rialzi di commodity e azioni Più controlli dell'Authority Usa sui future delle materie prime Roberto Capezzuoli Walter Riolfi è ragionevole credere che alla base del forte rialzo nei prezzi di tutte le materie prime vi sia l'aspettativa di una forte ripresa economica.

Hollywood Party ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Fantastici duelli nella Cina del tempo che fu. Che eleganza! E che azione! RAITRE 23,35 Doc 3- Hair India. Alla scoperta di un mondo sempre più globalizzato: i documentari della serie mostrano lati insoliti del business che coinvolge l'intero pianeta. Attualità RAITRE 10,55 Cominciamo Bene Estate.

ON FESTIVAL Diritti umani: 3 film-denuncia agli Orti Giuli ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Un documento sul lavoro manuale nel mondo: dai minatori in Ucraina, agli addetti ai sulfuri in Indonesia, Nigeria, Pakistan, dagli operai dell'acciaio in Cina, fino ai lavoratori della civilizzata Germania. Ogni film sarà presentato da Tommaso Capolicchio, autore e sceneggiatore, figlio del noto regista Lino Capolicchio.

Il che usa software occidentali ( da "Corriere della Sera" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Iran, Birmania e Arabia Saudita controllano Internet grazie ad accordi con le multinazionali Usa e Ue Il «quadrilatero della censura» che usa software occidentali Un sospiro di sollievo. E anche molta sorpresa. La decisione del governo di Pechino di rinviare l'introduzione, obbligatoria, di un filtro informatico in tutti i pc venduti nel Paese è stata accolta con soddisfazione:

Il Papa ai politici: valori etici e morali ( da "Corriere della Sera" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: etica e di una governance mondiale della globalizzazione coerente con i principi di sussidiarietà e solidarietà che coinvolga anche realtà come no profit e ong, un nuovo modello di sviluppo in cui i Paesi poveri possano decidere. Un superamento del modello «da taluni definito liberista», dice l'economista Stefano Zamagni, tra gli esperti consultati.

CHIUSURA di seduta in netto rialzo per la Borsa, che dopo una giornata già positiva ben... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ha iniziato la prima seduta del nuovo semestre di buon ritmo sulla scia della crescita dell'attività manifatturiera in Cina; nel pomeriggio il rialzo si è ampliato dopo il dato Usa positivo sull'indice Ism manifatturiero. Brillanti bancari ed energetici. Nei primi si mettono in evidenza Monte Paschi (+3,21%) e Banco Popolare (+2,44%), cui si accoda Intesa Sanpaolo, con un +3,27%.

Gli Usa che i turisti non conoscono ( da "Corriere della Sera" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina si sta mangiando l'industria americana. Intanto, in California, è ripresa la corsa all'oro: di domenica, con kit da dilettanti. Andrea Salvatore ha realizzato un ottimo documentario sulla crisi economica che ha colpito l'America: Da Wall Street a Gran Torino (Raitre, martedì, ore 21.

Cina spera in diversificazione sistema valutario internazionale ( da "Reuters Italia" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: particolarmente sensibile ai commenti della Cina perchè i broker stimano che il paese abbia circa il 70% delle proprie riserve in valuta Usa . "Non ho sentito che la Cina abbia fatto questa richiesta", ha detto il vice ministro rispondendo ad una domanda ma poi ha aggiunto che Pechino si aspetta che si parli di questo argomento all'incontro del G8 in Italia.

Borsa Tokyo chiude in calo in attesa dati Usa, Nikkei -0,64% ( da "Reuters Italia" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dal tono di fondo comunque positivo grazie anche agli ultimi rassicuranti dati relativi alla produzione in Europa, Cina Usa. Tra i singoli titoli spicca in positivo Hitachi sulla scia di un articolo di stampa secondo cui la società avrebbe intenzione di incrementare i volumi di produzione delle batterie al litio per le vetture ibride. Il Nikkei ha terminato in calo dello 0,64% a 9.

Euro in calo su dlr, occhi su Cina, attesa occupati Usa, Bce ( da "Reuters Italia" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sulla presunta intenzione della Cina di discutere nel corso del G8 italiano alcune proposte per la creazione di una nuova valuta globale, è intervenuto il vice ministro degli Esteri cinese affermando di non essere a conoscenza di tale richiesta. C'è un po' di pressione anche in vista della riunione di politica monetaria della Banca centrale europea,

Borse Europa, indici in calo con energia, auto, minerari ( da "Reuters Italia" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: acquisto di asset in Cina e India posseduta da Rbs. * CREDIT AGRICOLE sale del 2,6% dopo la promozione di Credit Suisse a "outperform" da "neutral". Il broker svizzero ha inoltre alzato i target price di BNP Paribas a 53 da 52 euro, e di SOCIETE GENERALE a 42 da 39 euro, ma i due titoli sono in ribasso rispettivamente dell'1% e del 2%.

Cambiamento clima, Merkel crede in accordo su tetto 2 gradi a G8 ( da "Reuters Italia" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che chiede alle grandi industrie di ridurre i gas nocivi del 17% entro il 2020 e dell'83% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2005 -- dimostra che c'è un cambiamento nella politica Usa. Secondo Merkel, ora Europa e Stati Uniti devono sollecitare le grandi economie in via di sviluppo come India e Cina a unirsi alla lotta contro il riscaldamento globale.

Privacy: Garante, relazione attività 2008 ( da "Sestopotere.com" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che ha visto riconfermato per altri due anni il ruolo di Presidenza al Garante italiano. Nel 2008 il Garante italiano ha organizzato a Roma la annuale Conferenza dei Garanti europei dedicata alle nuove tecnologie, al fenomeno dei social network e a come garantire un effettiva tutela della privacy in un mondo globalizzato.

Privacy. Garante, relazione attività 2008: blog e social network nello sviluppo e nella difesa della democrazia ( da "Sestopotere.com" del 02-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che ha visto riconfermato per altri due anni il ruolo di Presidenza al Garante italiano. Nel 2008 il Garante italiano ha organizzato a Roma la annuale Conferenza dei Garanti europei dedicata alle nuove tecnologie, al fenomeno dei social network e a come garantire un effettiva tutela della privacy in un mondo globalizzato.

la corea del nord minaccia nel mirino il 4 luglio di obama - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 03-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Independence day Il momento scelto è denso di messaggi cifrati: da ieri a Pechino gli incontri tra Cina e Stati Uniti FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente PECHINO - Kim Jong-il vuole trasformare in un incubo Independence Day, lanciando un missile intercontinentale verso le Hawaii nel giorno della festa nazionale americana del 4 luglio?

Il Paese che può competere ( da "Riformista, Il" del 03-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Asia centrale allo stallo della globalizzazione. «Fare Italia nel mondo è più facile di quel che si pensi, basta guardare quello che abbiamo fatto da sempre, nel corso dei millenni, prima intorno al Mediterraneo e poi lungo le migrazioni secolari», scrive il viceministro Adolfo Urso, segretario generale di Farefuturo, nella premessa al volume.

Stregoneria e misticismo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la puntata si sofferma sulla rivalità tra i due giganti asiatici, India e Cina. RAITRE 23,50 Sfide. Un campione visto da vicino: la vita e la carriera del calciatore svedese Zlatan Ibrahimovic,da anni in Italia,prima nella Juventus e poi nell'Inter. Spettacolo CULT 21,00 Kalifornia, di Dominic Sena, con Juliette Lewis, Brad Pitt, Usa 1993 (117').

I segnali positivi di Cina e Brasile Il General Electric ( da "Corriere della Sera" del 03-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il freno dei consumi Usa I segnali positivi di Cina e Brasile Il «termometro» General Electric MILANO - Se c'è un'area che può tirare l'Europa fuori dai guai, per la prima volta da secoli non va cercata nella parte sinistra della cartina. Va cercata a destra, verso l'Asia, e forse anche a sinistra ma in basso, verso il Brasile.

Corea del Nord aumenta tensioni con lanci missilistici ( da "Reuters Italia" del 03-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il Nord effettua spesso i suoi lanci di missili a corto raggio nei periodi di frizioni diplomatiche e ieri Philip Goldberg, inviato Usa che coordina le sanzioni contro Pyongyang, si è recato in Cina per chiedere l'aiuto di Pechino nell'inasprimento dei provvedimenti contro la Corea del Nord.

Berlusconi: ( da "Corriere della Sera" del 03-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Messico e Sudafrica. Giovedì ci saranno i loro rappresentanti. Una dichiarazione congiunta con il G8 elencherà i cinque Paesi, sancendo il ruolo del gruppo. Un privilegio precluso all'Egitto, pur invitato per giovedì dalla presidenza italiana perché islamico, arabo e africano (e nostro fornitore di petrolio).

Omologati, anche nei connotati ( da "Corriere della Sera" del 03-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Si potrebbe persino scommettere: chi mai direbbe che quel viso appartiene a uno studente di Cagliari piuttosto che a un metalmeccanico scozzese? A una dottoressa di Rimini piuttosto che a una sciampista della periferia di Parigi? Come se la globalizzazione ci avesse persino omologato i connotati.

"nessuno perda il lavoro l'unico modello di sviluppo" ( da "Repubblica, La" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione e impresa cooperativa", ieri al Ducale: dopo i saluti di Sandro Frega e l´introduzione di Gianluigi Granero, l´economista di Harvard ha "letto la crisi". Subito dopo confronto molto vivace, con Poletti, il presidente della Regione Claudio Burlando, il membro della commissione attività produttive della Camera Eugenio Minasso e lo stesso Alesina.

E-recruiting, trovare lavoro on-line sui portali e i social network ( da "ItaliaOggi7" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La rete, inoltre, globalizza il mercato. Infatti, mette in comunicazione candidati e profili, ma anche opportunità di lavoro, superando i confini ristretti dei mercati locali, nazionali, domestici, immettendo i numerosi job seeker internettiani in un mercato internazionale.

Dall'Olanda a Hong Kong: c'è chi se la passa peggio ( da "ItaliaOggi7" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il prossimo anno le insolvenze negli Usa dovrebbero diminuire del 4%. Contrazioni più marcate per la Slovacchia (-11%), la Cina (-10%), la Danimarca (-9%) o l'Irlanda (-8%), mentre in Italia continueranno a sentirsi ancora in maniera pesante gli strascichi della crisi con un tasso di insolvenze atteso in crescita del 15%.

"Voi G8, noi G(s)OTTO"il controvertice ( da "Secolo XIX, Il" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Otto anni dopo il G8 genovese si discuterà di crisi della globalizzazione, diritti e prospettive di cambiamento. Introduce Deborah Lucchetti, con Francesco Gesualdi, Pietro Raitano. Modera Laura Guglielmi. A seguire, a partire dalle 22, serata di musica e danze popolari con i Romenian Gipsy Band. 04/07/2009 SI SVOLGE oggi e domani a Riva Trigoso il "Five Lands 2009",

Prima giunta Ferlin, debutta la nuova squadra ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della salute, della globalizzazione. Pirous Fateh Moghadam parlerà su "Effetti dei conflitti armati su salute ed ambiente". Nel weekend spazio alla musica. E a chiusura l'immancabile spettacolo dell'attore ballerino Thierry Parmentier dal titolo "Uno nasce bianco o nero, ricco o povero, fortunato o sfortunato.

I dazi russi schiacciano i mobili veneti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Impero dei blocchi e il primo embrione di globalizzazione e capisce che anche dal piccolo e laborioso Veneto a un niente dalla Gorizia della cortina di ferro comunista si può partecipare alla nuova corsa all'oro. «In quei mesi – spiega al telefono da Mosca dove sta cercando di capire come liberarsi dal cappio dei dazi –

Berlusconi: il peggio è passato ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: già in occasione della recente visita in Usa, Berlusconi aveva ammesso che le nuove regole non avrebbero potuto essere un prodotto del G8 ma necessariamente sarebbero state affrontate al G20, il foro internazionale allargato anche a Cina, India e altri importanti paesi emergenti che ha preso in mano la gestione della crisi finanziaria e che proprio negli Usa,

Business Cina per le imprese ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina ha liquidità per oltre 100 miliardi di dollari», ha detto ieri il vice mini-stro, in una conferenza stampa con Cesare Romiti e Gianni De Michelis, presidente e responsabile del comitato strategico della Fondazione Italia-Cina, impegnata in un progetto di master e borse di studio per far arrivare studenti cinesi.

Mercati ancora drogati dalla liquidità ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: è il caso della Cina), e a tassi così bassi (in termini reali sotto lo zero), che una buona parte di questo denaro è finita sui mercati finanziari: azioni, bond societari ad alto rendimento, cartolarizzazioni e materie prime. Un altro aspetto meno bello della questione è che questo denaro, più che andare direttamente sui titoli azionari o sulle commodity fisiche,

Se la Germania mette a rischio l'euro ( da "Manifesto, Il" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: analista del Financial Times preconizza quindi una situazione in cui la Germania viene intrappolata nel debito francese come la Cina è intrappolata nel debito Usa. Ma tale situazione, conclude con ragione Münchau, inficia la volontà da parte di chi ottiene un basso rendimento finanziario (Germania) di restare in regime europeo a moneta unica.

La ripresa parte dagli emergenti ( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: attenzione continua a essere incentrata su Cina, India, Brasile, ma vengono guardati con attenzione anche il Cile, il Messico, la Repubblica Ceca, la Malesia e Taiwan, mentre c'è cautela sull'Ungheria e sulla Turchia. Secondo gli analisti di Schroders, i listini azionari dei mercati emergenti sono ben posizionati per beneficiare della ripresa,

La Corea del Nord lancia sette missili ( da "Stampaweb, La" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: applicazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Del resto al vertice dell?Aquila, tranne la Corea del Nord, ci saranno tutti i leader dei colloqui a Sei per la denuclearizzazione della penisola coreana oltre al Giappone: Usa, Russia, Cina e Corea del Sud.

Festa multietnica alle CiminiereDialogo necessario e desiderato ( da "Sicilia, La" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «In una società come la nostra, sempre più globalizzata - dice una nota della Caritas - non si può fare a meno di capire e di sperare in una solidarietà culturale, sociale e politica tra i popoli. D'altra parte la necessità di integrazione rappresenta un elemento imprescindibile della vita quotidiana di ciascuno di noi.

Nuovo reato di clandestinita', Petteni (Cisl Lombardia): "Una scelta sbagliata e pericolosa" ( da "Sestopotere.com" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: complessità delle società globalizzata. "E' stata volutamente strumentalizzata la parola sicurezza - ha aggiunto -. Anziché affrontare i problemi si enfatizza un'idea di sicurezza da ronde. Impegniamoci invece a far diventare serio e davvero sicuro questo paese: non si è sicuri a vivere vicino a una stazione, non si è sicuri sul lavoro e si continua a morire per infortuni sul lavoro,

Iran, l'ombra del processo politico su 20 giustiziati ( da "Stampaweb, La" del 04-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: indignazione per la repressione in corso nel Paese che secondo Amnesty vanta il titolo di secondo al mondo dopo la Cina per numero di esecuzioni capitali (346 ufficiali nel 2008). Si tratta di trafficanti di droga secondo l'agenzia semiufficiale iraniana Fars che fornisce qualche scarno dettaglio: avevano fra i 35 ed i 48 anni, erano stati arrestati nell?

Kim sfida gli Usa con sette missili ( da "Stampa, La" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa chiedevano, prima di andare avanti, che anche il programma all'uranio fosse denunciato e smantellato. La Cina avrebbe offerto una specie di scambio politico: un accredito politico per il ragazzo Kim in cambio dell'abbandono delle armi nucleari e di un ritorno al tavolo delle trattative.

"l'america è pronta a sfidare la crisi" ( da "Repubblica, La" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con i leader dei paesi più industrializzati, con la Cina, con un occhio agli elettori americani. La crisi economica resta in cima alle sue preoccupazioni. Lo ha ripetuto ieri, nel suo abituale messaggio del sabato su YouTube che quest´anno è coinciso con il 4 luglio, anniversario e festa dell´Indipendenza degli Stati Uniti.

Missili, nuova sfida di Seul nel giorno della festa Usa ( da "Secolo XIX, Il" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, in una nota congiunta, hanno invitato alla calma e al ritorno al tavolo dei negoziati a Sei ( le due Coree, Stati Uniti, Cina. Giappone e Russia) sulla crisi nucleare. Da Seul, il giudizio è duro: atti provocatori che «violano palesemente le risoluzioni 1695, 1718 e 1874 del Consiglio di sicurezza dell'Onu e che vietano alla Corea del Nord tutte le attività relative ai missili

corea, sette missili per sfidare gli usa - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: impelagata negli inconcludenti negoziati del «tavolo a sei» (Usa, Cina, le due Coree, Giappone, Russia). Intanto Kim Jong-il sembra vincitore su tutti i terreni. Sta mettendo in vetrina la sua tecnologia bellica, l´unico export pregiato con cui mantiene proficui rapporti con altri Stati-canaglia (Siria, Iran, Birmania).

volti nell'italia del lavoro - roberto rombi ( da "Repubblica, La" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sono intervenuti fenomeni come globalizzazione, immigrazione, scelte industriali sbagliate, promesse non mantenute. Il film di Vicari cerca il confronto con quello del 1960 realizzato da Joris Ivens nel 1960, commissionato dall´Eni di Enrico Mattei, L´Italia non è un Paese povero, un altro viaggio in cui il regista olandese raccontava la trasformazione industriale del nostro Paese.

Il nostro (ultimo?) G8 soffre l'impietosa sfida col G20 ( da "Riformista, Il" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India, Brasile, Sudafrica, Messico + l'Egitto voluto dall'Italia). Non è la prima volta, ma gli osservatori all'Aquila diventano partner. Si fonda il G8+5 come associazione stabile e strutturata con i Paesi emergenti, che dispiegherà poi geometrie variabili a secondo dei temi affrontati: dal G18 - Major Economic Forum che giovedì con Indonesia,

Dopo Teheran, Pyongyang Il dialogo non interessa ( da "Riformista, Il" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I sei partecipanti che Cina e Russia vorrebbero rivedere al tavolo del negoziato sono le due Coree, la Cina, la Russia, il Giappone e gli Stati Uniti. Lo scenario si presenta drammaticamente complicato perché il regime di Pyongyang appare impermeabile alle critiche oltre che assolutamente chiuso all'analisi degli esperti.

NOSTALGIE D'ESTATE, DAGLI ORGANETTI AGLI ECHI BALCANICI ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Oggi, con la globalizzazione, le strade della città risuonano di echi balcanici. Una piccola troupe di musicanti, due uomini con la tromba e un ragazzino con la fisarmonica, passano e ripassano sotto le finestre suonando motivi antichi alla maniera di Goran Bregovic.

LA RISCOSSA DELLO YUAN ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 23 LA RISCOSSA DELLO YUAN LETTERA DA SHANGHAI LA CINA è la seconda potenza commerciale al mondo, eppure la sua moneta è praticamente sconosciuta. È una potenza planetaria, tuttavia lo yuan o renmimbi, moneta del popolo non è convertibile. I turisti possono infatti ufficialmente scambiarlo contro altre monete solo ad Hong Kong.

Riccardo Cavazzoni Modena PROVE generali di Campionati Mondiali per il PalaPanin... ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: al momento gli USA veleggiano al primo posto nel girone A, precedendo azzurri e tulipani, appaiati a 4 lunghezze di distacco. Ultima la Cina, che è ormai eliminata, che però ha battuto 3-2 gli USA, e ospiterà gli ultimi turni di qualificazione. La gara di questa sera è anche l'ultima in Italia della Nazionale di Anastasi e Gardini,

Viaggio nell'Italia del lavoro con imprese di eccellenza e territori in declino. Chi sta guadag... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Viaggio nell'Italia del lavoro con imprese di eccellenza e territori in declino. Chi sta guadagnando dalla globalizzazione e chi invece ha perso il lavoro. Le tante luci e ombre di un paese complesso. Un road movie che parte dal polo industriale Fiat di Termini Imerese, in Sicilia.

Quattro luglio, festa e guastafeste ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sfida agli Usa. Continuano ad essere in aperta violazione con le risoluzioni dell'Onu, con lo scopo di alzare sempre di più la tensione. Pyongyang ha rotto i negoziati a sei (tra le due Coree, Usa, Cina, Giappone e Russia) dopo essere stata condannata per il lancio di un missile il 5 aprile scorso, e adesso per riprenderli vuole trattare solo se considerata come potenza nucleare.

<È un grido contro gli egoismi: la Chiesa si fa voce degli emarginati>( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il mondo globalizzato richiede una solidarietà globalizzata e che i destini degli uni siano legati ai destini degli altri. Del resto, la Chiesa ha sempre affermato che l'esistenza di larghe aree di povertà è uno scandalo, un'ingiustizia e una minaccia alla sicurezza di tutti» L'economia, in altri termini, andrebbe ripensata.

E Napolitano cita ( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La sfilata comincerà domani, con l'arrivo sul Colle del presidente della Cina e componente del G5, Hu Jintao, impegnato in una visita di Stato che avrà una coda importante all'Aquila. E mercoledì toccherà al presidente Usa, Barack Obama, in arrivo da Mosca, salire al Quirinale come prima tappa del suo viaggio in Italia.

La sfida della Corea del Nord Lanciati altri sette missili ( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gli Usa hanno sottolineato che i missili «non sono utili» alla risoluzione della crisi e hanno esortato la Corea del Nord a «trattenersi da azioni che aggravano la tensione». Secondo un copione ormai rodato, Cina e Russia sono intervenute in posizione più o meno intermedia, invitando le parti a riprendere il dialogo.

Addio ritiri, oggi si gira il mondo L'Inter inaugura una nuova era ( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il discorso Cina rientra in questo quadro, con differenti sfumature. «A differenza che in Usa osserva Paolillo là siamo presenti già da un po' con Inter club e negozi a Shanghai e Pechino». La Supercoppa dell' 8 agosto (la quarta all'estero dopo quelle del 1993 a Washington, del 2002 a Tripoli e del 2003 a New York) permette così ancora una volta di unire competizione e business.

Anche Buttafuoco diventa didascalico ( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per parlare di India e di Cina, Buttafuoco ha intervistato Giancarlo Elia Valori («Il Marco Polo dei poteri forti»), Federico Rampini (che ha appena messo su casa a New York), Salman Rushdie (cui non perdoniamo di non aver capito The Millionaire ), Michela Fontana, Pino Bongiorno ed altri ancora (bella l'idea che la Cina sta coniugando Marx con Confucio)

( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nell'era della globalizzazione non possiamo pensare di fermare la circolazione dei talenti. La città deve trasformarsi, invece, in un grande polo di attrazione per i giovani che oggi vanno in Gran Bretagna, meta prediletta soprattutto dai ricercatori dei Paesi dell'Est: dal Mediterraneo al Medio Oriente fino all'India.>

Dino Risi, il cattivo da riscoprire ( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Vittorio Gassman è un profeta della globalizzazione ante litteram che scopre di avere un figlio terrorista. E Risi (che sceneggia col figlio Marco) è spietato nell'inchiodare vizi e difetti di una borghesia che si crede indistruttibile. E che forse, come mostrano gli sviluppi della nostra Storia, lo è veramente.

Scudo spaziale, Medvedev a stampa: con Usa troveremo soluzione ( da "Reuters Italia" del 05-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina e la Russia", ha detto al Corriere, chiarendo che per "passioni" intende "le dichiarazioni bellicose di questi ultimi tempi". Parlando del G8 della prossima settimana all'Aquila, il presidente russo ha detto che "in Italia dovremo occuparci soprattutto della crisi economica", aggiungendo che sul tavolo ci sono anche altri "


Articoli

World League di pallavolo maschile, al PalaPanini di Modena la nazionale di Andrea Anastasi cerca il passaporto per la finale di Belgrado (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

World League di pallavolo maschile, al PalaPanini di Modena la nazionale di Andrea Anastasi cerca il passaporto per la finale di Belgrado (30/6/2009 19:05) | (Sesto Potere) - Modena - 30 giugno 2009 Domenica 5 luglio alle 20,30 sul parquet del PalaPanini di Modena in via Divisione Acqui tappa modenese della World League di pallavolo maschile che vedrà di fronte le nazionali di Italia ed Olanda. Si tratta di una tappa d'avvicinamento ai Campionati del Mondo 2010, in cui Modena figura fra le dieci città che ospiteranno uno dei gironi preliminari. Ed è per questo che la Fivb, la Federazione Internazionale Pallavolo, considera quella del 5 luglio come una sorta di prova generale dell'organizzazione e dell'impianto. I prezzi dei biglietti sono davvero speciali: il posto unico in gradinata costa 10 euro, il ridotto in gradinata per ragazzi, Under 18 e tesserati Fipav 5 euro. La nazionale italiana del tecnico Inastasi è reduce da due importanti successi in casa degli olandesi al termine del girone d'andata della World League. Con questi risultati gli azzurri sono al terzo posto della classifica del girone preceduti da Usa (due sconfitte dell'Italia in Usa) e Olanda (2 vittorie italiane in Olanda). Segue la Cina con cui gli italiani in trasferta hanno vinto un match e perso l'altro. Il programma del girone di ritorno prevede il 12 e 13 giugno a Verona Italia - Cina, il 19 e il 21 giugno Italia - Usa a Firenze e Catania. Infine Italia - Olanda il 3 luglio a Mantova e il 5 luglio a Modena. La finale della World League si giocherà dal 22 al 26 luglio a Belgrado.

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le curve difficili dell'industria dell'auto - luciano gallino (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 31 - Commenti Le curve difficili dell´industria dell´auto LUCIANO GALLINO Sulla strada dell´industria mondiale dell´auto si approssimano curve difficili. Nella corsa spasmodica con gli altri produttori, il destino di Fiat si gioca sia sul modo in cui essa si muoverà per affrontarle, sia sulle politiche pubbliche che verranno adottate o no per sostenere un´industria che dà lavoro a quattro o cinque persone per ogni addetto alla costruzione finale di una vettura. Una prima curva è già ben visibile. Si chiama eccesso di capacità produttiva globale, e prolungato calo della domanda di auto sui maggiori mercati, gli Usa e la Ue. Ben prima che esplodesse la crisi in atto, era noto che l´industria denunciava un eccesso di capacità del 30 per cento. Lo stesso ad Fiat, Marchionne, durante le trattative per acquisire la Opel dichiarò che sarebbe stato comunque necessario ridurre la taglia degli impianti europei dei due marchi di oltre il 20 per cento. Da parte sua la Gm ha annunciato giorni fa, durante le trattative per il fallimento controllato, che chiuderà 13 siti produttivi entro il 2010 e ridurrà di 20.000 unità i dipendenti diretti – un quarto del totale 2008. Le prospettive di vendita sono anche più scure. In Usa nel 2008 si sono vendute 13,1 milioni di auto, 4 in meno rispetto al picco di 17 milioni registrato nel 2000. Sebbene vi siano notevoli divergenze nelle previsioni degli istituti specializzati, esse convergono intorno a una media di 10-11 milioni di vendite dal 2009 al 2013, e una lenta quanto dubbia risalita negli anni successivi. Riguardo alla Ue a 27, in essa si sono vendute 16 milioni di auto nel 2007, scese a 14,7 nel 2008, mentre per il 2009 l´Associazione dei costruttori europei (Acea) prevede che si arriverà forse a 11 milioni. In effetti il primo trimestre ha visto, grazie agli incentivi governativi, aumenti delle vendite consistenti in Germania, tangibili in Francia e minimi in Italia; però grandi mercati come lo spagnolo e il britannico han fatto registrare, su base annua, cadute del 45 e del 24 per cento, e addirittura dell´80 per cento in vari paesi dell´Est che vanno dalla Romania all´Estonia. Sempre l´Acea prevede che le vendite di auto nella Ue si avvicineranno nuovamente ai livelli 2007 tra il 2013 e il 2015. In complesso le cifre suddette significano che arrivare a produrre stabilmente – e a vendere – 6 milioni di auto nelle condizioni dell´autoindustria mondiale del 2007 era per Fiat fin dall´inizio un obbiettivo assai ambizioso; nelle condizioni che molto probabilmente prevarranno da qui al 2015, con una drastica contrazione dei due maggiori mercati mondiali e correlativo aumento della competizione, il medesimo obbiettivo appare nulla meno che titanico. Sulla stessa strada che l´autoindustria mondiale e Fiat con essa sta percorrendo c´è poi un´altra curva ostica: quella dell´innovazione all´insegna dell´auto ecologicamente sostenibile. A leggere le pagine motoristiche dei quotidiani, o i settimanali del ramo (in verità con qualche eccezione), sembra che l´auto ibrida a portata di tutti sia per domani, mentre per dopodomani è previsto l´arrivo dei motori alimentati da una cella a idrogeno. In realtà l´auto ibrida rimane, per ora, un prodotto capace di attrarre sui principali mercati alcune decine di migliaia di acquirenti l´anno. E non solo per il suo costo. Affinché gli acquirenti diventino milioni bisognerebbe dotarla di batterie che pesino un quarto o meno rispetto ai 20-30 chili l´una di quelle attuali; siano ricaricabili in pochi minuti invece che in diverse ore; permettano di fare centinaia di chilometri senza ricarica in luogo di cinquanta, pur assicurando per tutto il percorso prestazioni paragonabili ai motori a combustione. Non è un progetto impossibile da realizzare. Basterebbe investire in ricerca e sviluppo svariati miliardi di euro. Più altri miliardi per costruire griglie capillari di distribuzione di energia elettrica aventi alta capacità di erogazione per la ricarica delle batterie, di modo che essa diventi altrettanto rapida e agevole della usuale sosta alla stazione di servizio. Quanto all´idrogeno, gli investimenti sarebbero presumilmente ancora più elevati. E´ evidente che né la Fiat attuale né quella accresciuta che speriamo di vedere, e nemmeno alcun gruppo automotoristico mondiale è in grado di fare simili investimenti in ricerca e sviluppo. E´ necessario l´intervento della mano pubblica. Di fatto essa ha finora ignorato il problema, anche in Usa. I governi americani hanno investito trilioni di dollari in ogni settore immaginabile, da Internet all´aerospaziale e al Gps, ma gli investimenti in R&S per far diventare attraente e accessibile l´auto ibrida o magari totalmente elettrica sono stati trascurabili. Occorre un partenariato tra pubblico e privato per far decollare rapidamente questa tecnologia, come proponeva pochi mesi fa il «Scientific American». Che aveva in mente com´è ovvio i costruttori americani. Per l´autoindustria europea, dovrebbe essere la Ue a farsi carico di organizzare un simile partenariato. Al riguardo occorrerebbe che il solo ente che opera di fatto come un governo centrale, la Commissione Europea, si destasse dal letargo in cui pare immersa dinanzi al serissimo problema di una riorganizzazione complessiva dell´autoindustria del continente. Che non è fatta soltanto di alcune decine di stabilimenti con un marchio sul frontale, ma di decine di migliaia d´imprese piccole e medie che fabbricano tre quarti dei componenti che in quegli stabilimenti diventano auto finite. Proseguendo sulla stessa strada c´è poi la curva più difficile per l´autoindustria. Quella che si identifica col fatto che mentre l´automobile rimarrà insostituibile per i viaggi turistici, le vacanze, lo svago settimanale o serale, come mezzo di trasporto collettivo per andare e tornare dai luoghi di lavoro essa appare ormai clamorosamente irrazionale. L´auto di domani potrebbe magari essere a rumore e inquinamento zero. Resta l´insensatezza economica ed ecologica di un mezzo che pesa una tonnellata, occupa otto-dieci metri quadrati di spazio, e viene usato per trasportare per poche decine di chilometri al giorno (nelle nostre città meno di dieci) un singolo passeggero che pesa in media 60 chili e occupa mezzo metro quadrato. Ma il fattore critico che occorre valutare è sia l´elevatissimo consumo di suoli che il trasporto quotidiano di milioni di persone in singole auto comporta, sia lo stravolgimento della struttura urbanistica delle città che ne deriva. Da questa curva l´autoindustria potrebbe anche uscirne bene, ma ne uscirebbe assai male il pianeta, specie se Cina e India arrivassero a una densità di vetture per abitante simile a quella occidentale. La soluzione starebbe nel convertire l´autoindustria in un´industria del trasporto globale di massa, che produce accanto a un numero minore di auto una quota crescente di treni (che la Fiat già produceva, prima di cedere, in una passata gestione, la divisione ferroviaria al suo maggior concorrente), autobus e metropolitane di varie dimensioni. Grandi centri di ricerca come il Mit si stanno già occupando della sfida dei sistemi di trasporto globali. Ma dovrebbero essere gli stati ad affrontare insieme con l´autoindustria una trasformazione produttiva, ecologica, territoriale, sociale di portata planetaria, forse la maggiore del XXI secolo.

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I TREMILA EURO messi in palio dal Centro ricerche Giulio Natta della società... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

FERRARA CRONACA pag. 6 I TREMILA EURO messi in palio dal Centro ricerche Giulio Natta della società... I TREMILA EURO messi in palio dal Centro ricerche Giulio Natta della società Basell Poliolefine Italia s.r.l., per il premio Foschini alla migliore tesi di master, sono andati a Paolo Lovreglio, ingegnere chimico laureato presso l'Università della Calabria. Questa la motivazione della commissione giudicatrice composta da Gianna Foschini Borghesani, presidente; Angelo Chianese, Università di Roma1 La Sapienza, Francesco Dondi, Università di Ferrara, Gabriele Mei, Claudio Mingozzi e Salvatore Mazzullo, Basell Poliolefine Italia S.r.l. - Centro ricerche Giulio Natta: «La tesi viene premiata per come è stato descritto il comportamento termodinamico di miscele di interesse industriale, in particolar modo i sistemi idrocarburi/acqua/alcol». Il premio, giunto alla sua 18esima edizione, è nato in ricordo di Giorgio Foschini che è stato direttore del Centro ricerche Giulio Natta con l'obiettivo di riconoscere il talento degli studenti che si applicano nella scienza e nell'ingegneria dei materiali polimerici, nelle tecniche, nelle tecnologie e materiali per l'ambiente. A partecipare, gli studenti dei due masters, denominati MaSTeM (Master of Science, Technology and Management) dell'Università di Ferrara e Maspens (Master on Polymer Engineering and Science) dell'Università di Roma La Sapienza, congiuntamente sviluppati con LyondellBasell/Centro ricerche Giulio Natta. Molti studenti arrivano da più parti del mondo, dal Brasile, dall'Iran, dal Cile, da Israele, a testimonianza che sotto l'egida della chimica, non esistono conflitti etnici, né sociali. «Con questo lavoro ha spiegato il vincitore del premio ho cercato di agevolare l'attività degli ingegneri di processo, quando si trovano a dover aprire impianti, avendo a che fare con miscele di idrocarburi, acqua e alcol». La cerimonia, allietata ad intervalli da un intrattenimento corale di un gruppo di studenti universitari, si è conclusa con una conferenza dal titolo Le radici remote della crisi finanziaria attuale: la lezione e il mònito', tenuta da Stefano Zamagni, professore di Economia politica all'Università di Bologna. Il docente ha analizzato le origini di una crisi che inizia con la globalizzazione e che è dovuta principalmente a due fattori: il primo riguarda il falso ideale, secondo il quale la ricchezza si genera attraverso la finanza e non, come accadeva in passato, attraverso il lavoro dell'uomo. Il secondo invece consiste nel considerare l'impresa, non un'organizzazione di capitali, materia prima e lavoro, ma una merce di scambio.

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Esaote, scalata al mondo in 15 anni (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Esaote, scalata al mondo in 15 anni il 1° luglio 1994 la privatizzazione dell'azienda genovese nata da una costola dell'ansaldo Nella top-ten del biomedicale, 1.300 dipendenti, 300 milioni di ricavi, Cina e India conquistate dalla prima pagina Ora si diverte persino: «Serve denaro, per il progetto di privatizzazione. Lo cerco anche a Genova, ma solo un personaggio importante della vita economica mi ascolta. Mi ascolta, ma la risposta è raggelante: "E' un'idea bislacca. Non ci credo, quindi non ci metto una lira. Ma sappia che quando fallirà, un piatto di minestra a casa mia lo troverà sempre". Mica un bel viatico...». E no. Però, i fondi di investimento, che sono come i cani da tartufo e scoprono il business dove neanche l'immagini, ci credono. «Advent prende una quota del 30%, altri partecipano con pacchetti minori e noi rompiamo il salvadanaio...». Noi sta per Carlo Castellano e compagni, gli altri manager che ne condividono la visione. Appunto, sono dei visionari, per Genova e non solo. La folgorazione data 1980, quando l'Iri è un concentrato di industria pubblica, la Finmeccanica è una holding finanziaria e l'Ansaldo una protagonista globale nell'elettromeccanica. Ma Castellano ha il vizio di guardarsi intorno con la curiosità dei bambini. Osserva e vede: «Le grandi multinazionali si sono tuffate nel biomedicale, perché Ansaldo non può fare lo stesso?». Lo ripagano con la moneta dello scetticismo, all'Iri, in Finmeccanica, in Ansaldo. Però non si scoraggia. E ottiene, per sfinimento se non per convinzione, di assumere una persona che rediga uno studio di fattibilità. E' il marzo 1981. Poche settimane, l'analisi industriale e quella di mercato dicono ciò che lui già sapeva: «Gli spazi ci sono. Io mi fiondo ai piani alti e annuncio: si può fare!». Arriva il disco verde, perché nelle Partecipazioni statali ci saranno camarille e clientelismo, ma c'è pure cultura d'impresa vera e se appena affiora un dubbio - "ma vuoi vedere che questo c'ha ragione?" - gli ostacoli cadono. «Nasce - racconta Castellano - la divisione Ansaldo elettronica biomedicale, che in seguito diventerà parte di Esacontrol. Cerchiamo un partner che ci accompagni sul mercato e lo troviamo in Hitachi. Così, nell'autunno del 1982 vendiamo la prima apparecchiatura con il marchio Ansaldo. La compra il Laboratorio Albaro». Fanno 51,5 milioni di lire più il 18% di Iva. Corre veloce l'idea di Castellano, corre come la tartaruga che nel paradosso di Zenone non verrà mai raggiunta dal pur rapidissimo Achille. Ha il passo sicuro e inesorabile della testuggine: nel 1988 Montedison vende la Ote Biomedicale di Firenze e quando un gruppo svedese sta per impossessarsene Castellano convince l'Iri a muoversi. «Compriamo e nel 1988 facciamo la fusione con Esacontrol». E' il vero atto di nascita di Esaote. Già l'acronimo ha un che di terribile, ma c'è da svenire se si declinano le generalità per esteso: Elsag Selenia Ansaldo Officine Toscane Elettromeccaniche. Tre anni dopo, parte l'internazionalizzazione. L'approdo inevitabile è al di là dell'Atlantico: Stati Uniti d'America, città di Indianapolis. Che è sede di uno storico gran premio automobilistico e pure di un'azienda niente male, la Biosound. «E' ancora il caposaldo delle nostre attività negli Usa» spiega Castellano. E' un repentino ritorno al presente: «Nonostante la crisi planetaria, stiamo per chiudere un semestre positivo. Noi avvertiamo meno la morsa della recessione, perché siamo forti in Paesi emergenti quali Brasile, India e Cina». E' l'area chiamata "Bric". Ma la "erre"è moscia, in questo momento, perché"erre" sta per Russia: «Lì hanno tutti dei problemi. Il sistema finanziario e quello bancario sono deboli, troppo esposti alla furia del ciclo economico avverso». A Ekaterinburg, sede dell'Esaote sorta alla corte dei "nuovi zar", comunque tengono duro. Ma è vita grama se paragonata a quella di Semt, la joint-venture di Shenzhen, nella Repubblica popolare cinese, e a quella di Esaote Asia Pacific Diagnostic, a New Delhi. Peròè ottimista, Castellano. Lo è come quando viene a sapere, siamo nell'Italia depressa dei primi Anni Novanta, che il governo - prima di Giuliano Amato poi di Carlo Azeglio Ciampi - pensa di vendere i gioielli di famiglia per fare cassa. Comincia lì la liquidazione dell'Iri, sulla cui tolda siede un certo Romano Prodi. E comincia anche da Esaote. Silvio Berlusconi arriva il 10 maggio 1994, ma ormai non c'è modo, ammesso che qualcuno ci pensi, di fermare i motori. «L'inerzia dello stupore dura poco - si scalda Castellano - e metto su una cordata. Tutto voglio, tranne che la nostra creatura finisca in mani straniere». Di pronte e leste ce ne sono, ma i "ragazzi" dell'Ansaldo arrivano prima. Con l'assegno in bocca e entusiasmo da vendere. Paradossalmente, forse è proprio questo a convincere i fondi di investimento, che invece per natura sono algidi assai. E il primo luglio 1994 l'operazione si realizza: tecnicamente si chiama management buy out, i manager che si fanno imprenditori. L'originalitàè che per la prima volta in Italia questo accade staccando una costola dell'industria pubblica. La storia si ripete, nel 2006. Stavolta il buy out - attraverso la società veicolo Imaging - si consuma per il disimpegno dell'azionista di riferimento, il gruppo di Diana Bracco, ex presidente di Assolombarda e oggi alla guida di Expo 2015. In Esaote la Lady dei farmaci ci arriva nel 1998 e nel 2003 lancia un'Opa rilevandone il 100%. Però, quando per ragioni di equilibrio finanziario deve rimettere ordine nella sua galassia, il primo cespite a finire in vendita è proprio l'azienda genovese. Alla General Electric non par vero di farne un sol boccone, ma Castellano è già in trincea. Come nel 1994. Al suo fianco c'è un pool di banche e pure questa volta non passa lo straniero. La vicenda è convulsa, Esaote ne esce come un'Araba Fenice risorta dalle proprie ceneri. Torna anche in Borsa, dove l'esordio lo fa, in Piazza Affari e al secondario di New York, il 24 giugno 1996. Prezzo di riferimento: 3.900 lire. Quando la Bracco ne decide il "delisting" la quotazione è intorno alle 10.000 lire. «Bè, non si può dire che non abbiamo dato soddisfazione agli azionisti...» celia Castellano. A quindici anni giusto oggi, questo primo luglio 2009 non è meno caldo. Solo il meteo, finalmente? L'emozione del fare, semmai: 300 milioni di ricavi (dei quali il 26,5% investiti in ricerca e sviluppo, «perché questo è il passaporto per il futuro»), 1.300 dipendenti nel mondo (di cui 300 a Genova e il 20 per cento dedicati alla ricerca) con un'età media di 40 anni, almeno 500 addetti nell'indotto (un florilegio di aziende dell'innovazione su cui è germogliata la scommessa hi-tech di Genova che sta prendendo corpo nel villaggio tecnologico degli Erzelli), il 60% del fatturato derivante dall'export. Il successo deve pur nascondere un segreto se Esaote è un'azienda ragazzina ma è come ci fosse da sempre. Allarga le braccia, Castellano. E si apre in un sorriso: «Il segreto? Il fattore umano, la forte, fortissima identificazione delle persone con l'azienda e dell'azienda con le persone». A quindici anni si è giovani, giovanissimi. Ma si può già avere una storia alle spalle. E una davanti. Da scrivere con i caratteri dell'ingegno. Luigi Leone leone@ilsecoloxix.it 01/07/2009 AZIONARIO 01/07/2009 la ricetta«Il vero segreto del successo è il fattore umano, l'identificazione fra persone e azienda» 01/07/2009 nobiltà di titolo«Entrammo in Borsa a 3.900 lire e ne uscimmo a 10.000! Adesso siamo tornati...» 01/07/2009 guardare avanti«Investire il 26,5% dei ricavi in ricerca e sviluppo significa avere il passaporto verso il futuro» 01/07/2009 ' 01/07/2009 la profeziasbagliataA Genova dissero: quando fallirete, lei un piatto di minestra qui lo troverà sempre. Eccoci qua... carlo castellanoamministratore delegato Esaote 01/07/2009

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NEELIE KROES, (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 01/07/2009 - pag: 33 La lente NEELIE KROES, LE BANCHE CINESI LEADER GLOBALI E L'ITALIA CHE SALE «Prima», la finanza e le banche guidavano la globalizzazione. L'ultima graduatoria annuale di «The Banker», il settimanale del gruppo «Financial Times» fotografa invece in testa un Paese la cui valuta non è neppure pienamente convertibile. Ovviamente è la Cina: nella lista delle 25 banche che hanno realizzato maggiori profitti nell'ultimo anno, è la più rappresentata con cinque istituti (e tre dei primi quattro). Anche la Spagna si afferma malgrado la crisi, con il Santander al terzo posto e il Bbva al quinto. Gli Stati Uniti piazzano invece solo due pedine agli ultimi posti (Bofa e Us Bancorp). La tendenza è insomma l'ascesa degli istituti dedicati al mestiere di base di raccogliere depositi e dare prestiti e concentrati sul proprio territorio nazionale d'origine. L'opposto della finanza come la intendeva Royal Bank of Scotland, che da Edimburgo voleva diventare globale. Per «The Banker» Rbs guida ora la classifica delle 25 prime banche per perdite, con 59,2 miliardi di dollari. L'istituto scozzese sopravvive solo con una nazionalizzazione di fatto, che ora fa segnare il primo contraccolpo: Neelie Kroes, commissario Ue alla Concorrenza, chiede che Rbs e Lloyds vendano parti rilevanti dei rispettivi gruppi, a tutela del mercato dopo gli enormi salvataggi pubblici ricevuti. Quanto all'Italia, il grande soqquadro dell'ultimo anno sembra promuoverla. Unicredit sale dal 18esimo al nono posto mondiale per profitti ed è 18esima al mondo in base a una serie di fattori fra cui la solidità del capitale. E anche Intesa Sanpaolo entra fra le prime 25. Con una curiosità: per «The Banker» entrambe le banche italiane salirebbero in graduatoria senza i salvataggi pubblici (degli altri governi). Federico Fubini

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Moneta globale? Intanto la Cina compra dollari (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-07-01 - pag: 14 autore: MERCATI E MERCANTI ... Moneta globale? Intanto la Cina compra dollari L a Cina e gli altri Bric (Brasile, Russia, India) vorrebbero un sistema monetario internazionale meno dipendente dal dollaro. Curiosamente, il comunicato finale dopo il loro incontro di Ekaterinburg di due settimane fa era vago su quali potessero essere le alternative. Più dei pronunciamenti dei summit, che inevitabilmente hanno una componente politica, è utile seguire il recente comportamento delle autorità cinesi, che in questa vicenda sono quelle che contano veramente, essendo sedute su riserve ufficiali pari a 2mila miliardi di dollari. A ogni dichiarazione di voler diversificare dal dollaro, ne hanno fatto subito seguire una di segno almeno parzialmente contrario. Questa settimana hanno fatto sapere che la politica delle riserve resta «sempre piuttosto stabile». Pechino ha un'ambizione e un interesse comprensibile di diversificazione nel lungo periodo, ma nel breve-medio termine deve tener conto di due motivazioni di senso opposto e quindi cercare di evitare una svalutazione precipitosa della moneta Usa: tutelare il valore dei propri ingenti investimenti in dollari e salvaguardare, attraverso il cambio, la competitività del proprio export. Non a caso, gli acquisti di dollari da parte delle banche centrali (quella cinese e degli altri paesi emergenti) si intensificano quando il dollaro flette. I titoli del debito pubblico Usa detenuti dalla Banca centrale cinese, che oggi è il primo creditore ufficiale degli Stati Uniti, sono aumentati di 174 miliardi di dollari da quando il governatore Zhou Xiaochuan, nel marzo scorso, alla vigilia del G-20 di Londra, sollevò per la prima volta con forza la questione della diversificazione delle riserve. Proprio per questo conflitto fra gli interessi della Cina sui diversi orizzonti temporali, è bene quindi osservare soprattutto quello che Pechino fa, anche se quello che dice ha un importante valore segnaletico. Da un lato, la Cina non ha certo smesso, come abbiamo visto, di comprare dollari, anzi. Dall'altro, sta continuando una sua politica di diversificazione ai margini. Ma il destinatario di questa strategia non sono tanto le altre valute: la quota del biglietto verde sulle riserve ufficiali globali è variata di poco negli ultimi anni, oscillando fra il 66 e il 61%, e si trova ora più o meno a metà di questo ristretto range. L'euro non è per ora emerso come vera alternativa, mentre i discorsi sui diritti speciali di prelievo sono poco praticabili e quelli sulla moneta mondiale hanno un orizzonte molto di là da venire. Pechino sta invece battendo altre strade: anzi tutto, l'oro, la cui presenza nelle riserve ufficiali è aumentata del 75% dal 2003 e di cui le autorità cinesi hanno ammesso di aver acquistato negli ultimi anni 450 tonnellate. Ma anche le altre materie prime, a scopo non solo di approvvigionamento per la loro economia. Infine l'acquisto all'estero (Africa e America Latina soprattutto) di miniere, terreni agricoli, società produttrici di risorse. Ma non sarà da Pechino che verrà il segnale per la fuga dal dollaro. © RIPRODUZIONE RISERVATA www.ilsole24ore.com/economia Online «Mercati e mercanti» di Alessandro Merli di Alessandro Merli

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La Cina rinvia il software anti-porno (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

PECHINO Sottoposto a pressioni internazionali, il governo cinese ha deciso di rinviare l’imposizione di un sistema di filtraggio sui pc cinesi per impedire l’accesso ai siti porno ed altri siti considerati proibiti. Il provvedimento sarebbe dovuto entrare in vigore oggi. Il ministero dell’Industria cinese ha spiegato che la decisione è stata presa perché alcuni produttori di personal computer non sono in grado di rispettare le scadenze fissate dal governo. Gli Usa hanno criticato duramente Pechino per il provvedimento che impone l’installazione di un software (il "Green Dam") su tutti i computer venduti e fabbricati in Cina, sostenendo che la misura crea di fatto una barriera al commercio. + Raddoppia la censura in Cina + La Cina desiste, Green Dam sarà facoltativo + Cina, appello per revoca del software di censura + Pechino stringe la morsa della censura sui produttori di pc + Abbasso la censura, gli internauti cinesi contestano il governo

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Corruzione, calcio "perfetto" per riciclaggio di denaro (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

PARIGI (Reuters) - Il calcio è sempre più spesso utilizzato dai criminali per riciclare denaro sporco ed evadere le tasse, con il contributo della globalizzazione di questo sport e delle necessità finanziarie delle squadre. Lo ha detto oggi un organismo anti-corruzione. Lo sport più popolare del mondo attira i criminali con i suoi enormi trasferimenti di denaro da uno Stato all'altro e i suoi metodi di contabilità spesso poco chiari, secondo un rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. "Le squadre di calcio sono viste dai criminali come il veicolo perfetto per il riciclaggio di denaro", ha detto il gruppo d'azione finanziaria dell'Ocse. Mentre ci sono anche altri sport a rischio -- come il cricket, il rugby, le corse di cavalli e le corse automobilistiche -- il calcio è un "candidato naturale per indagare sul riciclaggio di denaro attraverso lo sport", perché con le sue dimensioni globali sovrasta tutti gli altri. In un caso, dice il rapporto, gli investigatori hanno bloccato un tentativo di riciclare del denaro sporco attraverso l'acquisto di una famosa squadra italiana con fondi forniti da un'associazione criminale operante nel centro Italia. "Sono attualmente in corso procedimenti giudiziari per riciclaggio di denaro, insider trading, estorsione, concorrenza sleale e altri reati", si legge nel rapporto, che non cita il nome della squadra. Sulla base di 20 casi di riciclaggio di denaro nel calcio, il rapporto conclude che la struttura finanziaria e la cultura di questo sport tendono a promuovere crimini finanziari.

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Clima, le pagelle del Wwf "Bocciati in cinque su otto" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ROMA - Si fanno chiamare "otto grandi", ma quando si tratta di tagliare le emissioni di CO2 e mettere in campo politiche per contrastare il riscaldamento globale, tanto grandi non lo sono più. E, soprattutto, da otto diventano tre. A una settimana dal G8 in programma a L'Aquila e a poco meno di sei mesi dalla fondamentale scadenza della conferenza Onu sul clima in programma a dicembre a Copenaghen, il Wwf internazionale in collaborazione con Allianz, ha distribuito, come è ormai consuetudine (vedi l'edizione 2008 e 2007), gli "Scorecards", le pagelle sulle politiche nazionali di contrasto ai cambiamenti climatici. Il quadro che ne emerge non è affatto rassicurante. A essere promosse, tenendo conto solo del rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica fissati dal timido Protocollo di Kyoto ma non certo di quanto occorrerebbe fare in realtà, sono solo Germania, Gran Bretagna e Francia. Bocciate, per ragioni diverse, Italia, Stati Uniti, Giappone, Russia e Canada. Molto meglio invece, soprattutto per gli impegni messi in campo, i paesi emergenti, dal Sudafrica alla Cina, dal Messico all'India, che si stanno dando tutti attivamente da fare per rallentare le future emissioni di gas serra. GUARDA LA CARTINA INTERATTIVA "Prime della classe - si legge nel rapporto allegato agli Scorecards 2009 - sono Germania, Regno Unito e Francia, che hanno già raggiunto i rispettivi obiettivi nazionali per il Protocollo di Kyoto. L'Italia resta ferma al quarto posto per il terzo anno consecutivo, collocandosi a un livello intermedio insieme al Giappone". Il nostro paese galleggia a metà classifica grazie a consumi energetici non particolarmente elevati che una politica inetta e indecisa, fatta di provvedimenti disorganici e spesso contraddittori, non riesce però a ridurre ulteriormente, abbassandoli ad un livello di sostenibilita. Anche se, come ribadisce uno studio commissionato appositamente dal Wwf alla società Ecofys in vista del G8, all'Italia costerebbe davvero poco (4 miliardi di euro l'anno, lo 0,2% del Pil) per tagliare del 30% le emissioni entro il 2020. Ancora più indietro restano il Canada, la Russia e gli Usa, anche se questi ultimi, grazie alle iniziative pianificate o annunciate dell'amministrazione Obama, hanno comunque guadagnato una posizione in classifica rispetto all'ultimo posto dell'anno scorso. La sterzata di Washington, per quanto decisa in extremis, alimenta però grandi speranze per il futuro, grazie alle fondamentali ricadute positive che la ritrovata leadership americana può mettere in moto. "La prima, vera azione da parte dei paesi del G8 - ricorda Mariagrazia Midulla, responsabile Energia e Clima del Wwf Italia - deve essere l'esempio, non si può chiedere agli altri quello che non si è (o non si è stati) capaci di fare in casa propria, quando i cambiamenti climatici sono il prodotto della nostra industrializzazione". Per questo il Wwf in vista del summit dell'Aquila chiede ai paesi del G8 di assumere una guida effettiva, "affrontando le questioni ambientali contestualmente con quelle economiche". "Stabilità globale, pace e benessere - sottolinea l'associazione - possono essere raggiunte solo grazie a un ambiente sano e sicuro. Per questo il cambiamento climatico deve diventare parte integrale dei negoziati sulle misure finanziarie, le opportunità di lavoro e gli investimenti". (1 luglio 2009

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Borsa Usa, indici positivi su dati macro sopra stime (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

NEW YORK (Reuters) - L'azionario Usa è positivo nel tardo pomeriggio a seguito del miglioramento delle prospettive per il settore manifatturiero nel mondo che suggeriscono che l'economia globale stia andando verso la ripresa. L'indice manifatturiero Usa si è contratto meno del previsto a giugno, facendo intendere che i profitti delle aziende beneficeranno dalla ripresa. La stagione dei risultati trimestrali parte la prossima settimana. General Mills, produttore dei cereali Cheerios, ha dato altre ragioni agli investitori per essere ottimisti sull'economia dopo che il gruppo alimentare ha annunciato stime migliori delle attese sull'utile per il corrente anno fiscale. Il titolo sale del 3,3% a 57,89 dollari. Le prospettive di una ripresa dell'economia globale hanno fatto salire i prezzi delle materie prime, dando carburante ai titoli energetici e del settore dei materiali. Il titolo Chevron Corp CVX.N> avanza dello 0,6% a 66,69 dollari, mentre Alcoa dell'1,7% a 10,5 dollari. "Per diverse settimane abbiamo assistito a dati macro forti in Europa e Cina", sottolinea un broker. "E negli Stati Uniti le cose non stanno poi andando così male come si crede". Alle 19,15 il Dow sale dell'1,7% a 8.546 punti, il Nasdaq avanza dell'1,13% a 1.855 punti, mentre l'indice sullo S&P'500 cresce dell'1% a 928,48 punti.

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Wall Street in positivo tonificata dai dati globali manifatture (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 01-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

NEW YORK (Reuters) - La Borsa Usa ha chiuso oggi in positivo tonificata da rassicuranti dati sulle manifatture provenienti da Cina, Europa e Usa, che fanno sperare che l'economia mondiale sia sulla via di un recupero. Il Dow Jones ha guadagnato 57,06 punti, lo 0,68%, chiudendo ufficiosamente a 8.504,06. Lo Standard & Poor's è salito di 3,98 punti, lo 0,43%, a 923,30. Il Nasdaq ha guadagnato 10,68 punti, lo 0,58%, chiudendo a 1.845,72.

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Il consumatore ora guarda al soldo (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi (MarketingOggi)" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi Numero 155  pag. 18 del 2/7/2009 | Indietro Il consumatore ora guarda al soldo MARKETING Di Antonio Ranalli Una ricerca svela le opportunità per il made in Italy. Vendite del lusso in calo del 7-8% Quintieri: contro la crisi servono nuove politiche di prezzo I consumatori dei paesi più sviluppati sono sempre più parsimoniosi. Per questo è necessario rivedere i modelli di consumo. è quanto emerge dalla ricerca realizzata dalla Fondazione Manlio Masi e da Luiss Labb per il Comitato Leonardo e l'Istituto nazionale per il Commercio Estero, e presentata ieri a Roma in occasione del convegno «Il mondo è cambiato. Le opportunità del Made in Italy». Il deterioramento delle aspettative relative all'andamento del reddito, dovuto ai timori per la disoccupazione e alle perplessità sulla crisi mondiale, ha causato atteggiamenti di prudenza negli acquisti e determinerà probabilmente un aumento del tasso di risparmio. Così i consumatori sono diventati più parsimoniosi, sono molto attenti alle spese e valutano attentamente la convenienza di ogni acquisto. Una situazione che potrebbe favorire i prodotti di origine asiatica nei mercati dei paesi sviluppati. Per questo motivo le imprese del Made in Italy devono rispondere con nuove politiche di prezzo, riducendo da un lato i margini di guadagno ma nello stesso tempo aumentando i volumi. «Se finora, per reagire alla crisi» ha spiegato il presidente della Fondazione Masi, Beniamino Quintieri, «come abbiamo osservato nelle precedenti ricerche, le imprese italiane hanno puntato molto all'alta qualità e ciò ha permesso loro di avere un maggior potere di mercato e quindi di praticare prezzi più alti sui mercati internazionali, oggi queste strategie vanno riviste e ricalibrate». La crisi ha frenato l'acquisto di prodotti di lusso da parte dei ceti con reddito alto. Gli esperti prevedono che le vendite globali di beni di lusso si ridurranno quest'anno del 7/8%. Cambiamo anche le modalità di acquisto. I consumi americani sono sempre più orientati verso i canali di vendita online: gli acquisti su Internet, pur avendo subito un ribasso, si mantengono su livelli superiori a quelli effettuati nei negozi tradizionali. Quanto al futuro negli Usa la green economy potrebbe essere la locomotiva dell'economia. In Cina, invece, il governo sta cercando di incentivare la domanda interna (che al momento rappresenta 1/3 del Pil). Attualmente la maggior parte dei consumatori cinesi è costituita da giovani che vivono nelle grandi città della fascia costiera e, essendo molto insicuri, chi ha disponibilità economica si affida a prodotti di marca, come dimostra il successo ottenuto da alcuni brand di abbigliamento. «In tutti paesi», ha spiegato il presidente dell'Ice, Umberto Vattani, «si pone il problema di come aprire i mercati. Un esempio è stato Hong Kong dove sono stati aboliti i dazi sull'importazione dei vini. Una battaglia che abbiamo vinto insieme ai francesi». Al convegno era ospite, tra gli altri, anche Mikhail Kusnirovich, giovane imprenditore russo che con la società Bosco dei ciliegi ha portato in alto il Made in Italy nella federazione russa. Le imprese italiane, come ha spiegato il presidente del Comitato Leonardo, Luisa Todini «non sono rassegnate al declino. Nonostante il momento critico per l'export a livello globale, ritengo che l'Italia e i suoi imprenditori abbiano capacità, prodotti e strategie in grado di difendere il Made in Italy, senza lasciarsi tentare dalla delocalizzazione».

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l'onu alla prova della crisi globale - joseph e. stiglitz (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 37 - Commenti L´ONU ALLA PROVA DELLA CRISI GLOBALE JOSEPH E. STIGLITZ Mentre negli Stati Uniti il dibattito sui "primi verdi germogli" dell´economia prosegue con la medesima animazione, in molti Paesi, e specialmente nel mondo in via di sviluppo, la situazione sta peggiorando. La crisi americana iniziata con il cedimento del sistema finanziario si è rapidamente tradotta in un rallentamento dell´economia reale. Ma nel mondo in via di sviluppo le cose stanno procedendo esattamente al contrario: vi è un calo nelle esportazioni, si registrano entrate inferiori, minori investimenti diretti stranieri, e una caduta rovinosa dell´afflusso di capitali che ha provocato un indebolimento generale dell´economia. Di conseguenza, anche i Paesi che hanno buoni sistemi normativi devono adesso far fronte ai problemi che emergono nei loro settori finanziari. Il 23 giugno a una conferenza delle Nazioni Unite nella quale si è posta particolare attenzione alla crisi economica globale e al suo impatto sui Paesi in via di sviluppo si è raggiunto un consenso sulle cause della crisi e sul perché essa stia incidendo così fortemente in senso negativo sui Paesi in via di sviluppo. Si sono altresì delineati alcuni provvedimenti che dovrebbero essere presi in considerazione e si è formato un gruppo di lavoro per indagare nuove modalità di intervento, possibilmente sotto la guida di un nuovo gruppo di esperti. L´intesa è sicuramente di grande importanza: nel fornire quella che da molti punti di vista è stata un´articolazione molto più esauriente e chiara della crisi e di ciò che occorre fare per porle rimedio rispetto a quella prospettata dal G-20, le Nazioni Unite hanno dimostrato che il processo decisionale non deve essere di pertinenza di un club auto-selettivo, privo di legittimità politica e in buona misura controllato da coloro che hanno una responsabilità precisa e grave per la crisi stessa. In realtà, l´accordo siglato il 23 giugno ha messo in luce l´importanza di un approccio a più vasto raggio - per esempio tramite questioni di importanza fondamentale che potrebbero essere troppo delicate dal punto di vista politico perché alcuni dei Paesi più grandi le sollevino, o sottolineando le preoccupazioni che affliggono i più poveri, anche se sono di importanza secondaria per i più ricchi. Si sarebbe potuto immaginare che gli Stati Uniti avrebbero assunto un ruolo leader, tenuto conto che la crisi è partita da loro. In effetti il Tesoro degli Stati Uniti (ivi compresi alcuni funzionari che sono entrati a far parte del team di collaboratori per l´Economia del presidente Barack Obama) ha esercitato pressioni per la liberalizzazione dei mercati finanziari, che ha comportato un´epidemia immediata in tutto il mondo dei problemi che affliggevano l´America. Se da un lato si è avvertita questa minore leadership da parte degli americani rispetto a quella che si sarebbe potuto auspicare - in realtà attesa, considerate le circostanze - molti partecipanti si sono rincuorati scoprendo che l´America non ha frapposto ostacoli al raggiungimento di un consenso globale, come sarebbe accaduto se George W. Bush fosse stato ancora presidente. Sì, si sarebbe potuto decisamente sperare che l´America fosse stata la prima a offrire ingenti somme di denaro per portare aiuto alle vittime innocenti delle politiche di cui si è fatta promotrice, ma così non è stato e Obama ha anzi dovuto lottare energicamente per ottenere importi davvero contenuti per il Fondo monetario internazionale da un Congresso molto riluttante. Molti Paesi in via di sviluppo sono da poco usciti da un gravoso indebitamento e non vogliono ricaderci. Ne consegue che essi hanno bisogno di sovvenzioni, non di prestiti. Il G-20, che si è rivolto al Fmi affinché fornisse la maggior parte del denaro di cui necessitano i Paesi in via di sviluppo per far fronte alla crisi, non ha sottolineato sufficientemente questo dato di fatto, ma la conferenza delle Nazioni Unite sì. La questione più delicata affrontata dalla conferenza dell´Onu - troppo delicata in effetti per essere discussa al G-20 - è stata la riforma delle riserve monetarie globali. La costituzione di riserve monetarie contribuisce nello specifico agli squilibri globali e a un´insufficiente domanda aggregata globale, poiché i Paesi mettono da parte centinaia di miliardi di dollari per tutelarsi nei confronti dell´instabilità globale. Non stupisce più di tanto il fatto che l´America, che trae profitto dai trilioni di dollari di prestiti concessi ai Paesi in via di sviluppo - a interesse pressoché zero -, non si è dimostrata granché entusiasta di questa discussione. Piaccia o non piaccia agli Stati Uniti, il sistema delle scorte monetarie in dollari sta perdendo terreno: resta pertanto solo da chiedersi se preferiamo passare dall´attuale sistema a un´alternativa in modo azzardato o se preferiamo farlo con maggiore cautela e organizzazione. I Paesi che hanno accumulato ingenti scorte di denaro sanno bene che i dollari non sono un buon affare: non offrono infatti che un basso rendimento, se mai lo offrono, e presentano invece un alto rischio di inflazione o di deprezzamento della valuta. In entrambi i casi il valore reale del denaro da loro accumulato scenderebbe. L´ultimo giorno della conferenza - mentre l´America esprimeva le sue riserve sulla semplice necessità di discutere di questa questione che incide sul benessere di tutti i Paesi in sede di conferenza delle Nazioni Unite - la Cina ancora una volta ha ribadito che per le riserve monetarie è giunta l´ora di cominciare a riflettere su una valuta globale. Poiché la valuta di un Paese può essere utilizzata per le scorte monetarie soltanto se gli altri Paesi sono disposti ad accettarla in quanto tale, il tempo a disposizione del dollaro potrebbe iniziare a esaurirsi. Emblematica della differenza di atteggiamento tra le conferenze dell´Onu e del G-20 è stata la discussione sul segreto bancario: mentre quella del G-20 si è concentrata sull´evasione fiscale, quella delle Nazioni Unite ha preso di petto anche la corruzione che secondo alcuni esperti è all´origine delle fughe di capitali da alcuni dei Paesi più poveri per importi che superano perfino gli aiuti dall´estero che ricevono. Gli Stati Uniti e altri Paesi industrializzati avanzati hanno premuto in direzione della globalizzazione. Ma la crisi ha dimostrato che sono loro a non aver saputo gestire bene tale globalizzazione come avrebbero dovuto. Se la globalizzazione deve funzionare per tutti, la decisione su come gestirla deve essere effettuata con modalità democratiche e in grado di coinvolgere tutti i Paesi, con la partecipazione di colpevoli e vittime degli errori. Malgrado tutte le sue pecche, le Nazioni Unite restano l´unica istituzione internazionale inclusiva: la recente conferenza - come la precedente sul finanziamento ai Paesi in via di sviluppo - ha dimostrato il ruolo chiave che l´Onu può rivestire in qualsiasi discussione globale sulla riforma del sistema finanziario ed economico globale. L´autore, professore di Economia alla Columbia University, presiede la Commissione di esperti nominata dal presidente dell´Assemblea generale dell´Onu per le riforme del sistema monetario internazionale e il sistema finanziario Copyright Project Syndicate, 2009 www. project-syndicate. org Traduzione di Anna Bissanti

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a eraldo affinati il superflaiano (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 47 - Cultura Premi A Eraldo Affinati il Superflaiano PESCARA - Lo scrittore italiano Eraldo Affinati, con Berlin (Rizzoli), ha vinto il Superflaiano 2009. Affinati si è affermato con 56 voti sugli altri quattro finalisti del Flaiano: Aharon Appelfeld con Paesaggio con bambina (Guanda), Amelie Nothomb con Causa di forza maggiore (Voland), Hanif Kureishi con Ho qualcosa da dirti (Bompiani) e Boris Pahor con Qui vietato parlare (Fazi) che è stato il secondo autore più votato. Il voto è stato espresso da 200 lettori italiani e stranieri e dai componenti della giuria letteraria presieduta da Jacqueline Risset. I premi per l´italianistica sono andati a Stefano Fogelberg Rota (Svezia), Margherita Heyer-Caput (Usa) e Tian Shigang (Cina).

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otto anni dopo, il ritorno dei no global sabato dibattito ai giardini di via napoli (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina V - Genova L´evento Otto anni dopo, il ritorno dei no global sabato dibattito ai giardini di via Napoli Otto anni dopo, quali segni ha lasciato il G8 di Genova, oltre alle ferite della repressione? Il dibattito è aperto. Il movimento no global ha già convocato il suo "controvertice" nel Sulcis, in Sardegna. E il dibattito, inevitabilmente, raggiunge anche Genova. Sabato 4 luglio, alle 20.30, ai giardini di Via Napoli, angolo Via Vesuvio si parlerà di "Crisi della globalizzazione, diritti e prospettive di cambiamento", con Deborah Lucchetti, di Fair, Francesco Gesualdi, coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Pietro Raitano, direttore della Rivista Altreconomia. Modererà Laura Guglielmi, direttore di Mentelocale. A seguire musica e danze popolari con i Romenian Gipsy Band.

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tra cultura dello sviluppo e globalizzazione domani la tavola rotonda a palazzo ducale (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XVII - Genova Il convegno Tra cultura dello sviluppo e globalizzazione domani la tavola rotonda a Palazzo Ducale "Cultura dello sviluppo, globalizzazione e impresa cooperativa" è il titolo scelto da Legacoop per il convegno che si svolgerà domani a Palazzo Ducale e che ruoterà attorno alla presenza di Alberto Alesina, professore di Economia all´Harvard University. Il convegno, che inizierà col saluto del presidente di Legacoop Claudio Pontiggia, proseguirà con la lectio magistralis e poi con una tavola rotonda cui, oltre ad Alesina, partecipano Claudio Burlando, il presidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti e l´onorevole Eugenio Minasso. Nel pomeriggio seconda tavola rotonda con Michele Scandroglio, Fulvio Fammoni e Poletti. Modera il giornalista Roberto Onofrio.

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Svolta verde, tutti d'accordo (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Svolta verde, tutti d'accordo«Ma serve meno burocrazia» armatori e ecologia Roma.Verdi sì, ma quanto? Sembrerebbe mai abbastanza. Come ha spiegato ieri, in un tripudio di interventi inneggianti lo sviluppo ecosostenibile, Giampiero Soncini di Spectec (informatica per il settore navale): «Si fa di tutto per essere sempre più ambientalisti, poi però ci si scontra con un eccesso di burocrazia che fa perdere di vista i veri obiettivi». Soncini cita l'esempio di alcuni porti americani e una serie di normative che si impilano una sull'altra: «Ce n'è una americana, un'altra californiana. Poi arrivi nel porto e scopri che c'è una direttiva particolare pure lì. Cosìè troppo». Ma uno sviluppo verde si può fare. Anzi è già in atto, come ha spiegato l'ad del Rina, Ugo Salerno, che più che coniugare i verbi al futuro preferisce farlo al presente. Riportando dati incontrovertibili sul supporto allo sviluppo sostenibile di due grandi Paesi, diversi tra loro, come Cina e Usa. Pechino ha stanziato addirittura 220 miliardi di dollari nello sviluppo "verde": un mare di soldi se si pensa che il pacchetto complessivo per l'economia è di 586 miliardi di dollari. Con Obama, poi, lo sviluppo ecosostenibile sta diventando un punto fermo anche della politica americana: a Washington sono stati stanziati ben 112 miliardi per l'ambiente. E lo stesso Obama ama ripetere che chi vincerà per primo la sfida ecologica, avrà le chiavi per essere il Paese guida del XXI secolo. «Le navi sono un mezzo di trasporto più pulito rispetto ad aerei e camion - ha continuato Salerno -. Per questo bisogna trovare il modo di rendere lo shipping ancor più verde e all'avanguardia». Ciò può accadere lavorando a migliorie in fase progettuale e operativa: dalle vernici ai carburanti, ai nuovi metodi di propulsione, la lista di quel che si può fare è lunga. Per questo, dopo la certificazione ecologica Green Star, il Rina ha già pronto anche il Green Plus. Federica Guidi, presidente dei giovani di Confindustria, si ritiene soddisfatta di quel che ha fatto l'Europa, puntando il dito sugli statunitensi, che col rifiuto del protocollo di Kyoto avevano scelto un'altra via, di sicuro meno verde. E ora rincorrono. R. Sc. 02/07/2009

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"boicottare non basta più servono leggi anti-censura" - anais ginori (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 41 - Esteri Riccardo Noury, Amnesty Italia: "Cellulari e web ultime frontiere del dissenso" "Boicottare non basta più servono leggi anti-censura" ANAIS GINORI Quasi mezzo secolo fa Amnesty International fece il suo debutto pubblicando un articolo su un giornale inglese. Oggi, probabilmente, userebbe una email o un sms. «Le telecomunicazioni sono l´ultima frontiera del dissenso e della denuncia di violazione di diritti umani» spiega Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana. «E´ quindi matematico che vedremo sempre più spesso strategie di controllo e repressione in questo settore». Già nel 2002 Amnesty accusò Microsoft, Sun, Cisco e Nortel di aver venduto al regime di Pechino tecnologia per la censura online. "Siamo politicamente neutrali - rispose allora un manager di Cisco - quello che il governo della Cina vuole fare con i nostri software non ci riguarda". E´ possibile applicare questo ragionamento anche a Nokia-Siemens e al contratto di fornitura per le intercettazioni sui cellulari con il regime di Teheran? «Su questa vicenda stiamo facendo le nostre indagini, non voglio ancora pronunciarmi. Quello che posso dire è che nessuna compagnia privata può sottrarsi a una responsabilità diretta o indiretta nella violazione di diritti umani». Cosa rischiano le aziende che vendono tecnologia a governi per mettere in atto azioni di censura? «Purtroppo il diritto internazionale è ancora carente. Ci sono però tribunali nazionali che hanno portato in giudizio aziende coinvolte in casi di questo tipo. Penso ad esempio a Yahoo che è stata denunciata negli Usa per aver consegnato alla Cina i dati provenienti dalla casella di posta elettronica del giornalista Shi Tao, poi arrestato e condannato a dieci anni di prigione». Il controllo sui cellulari di chi protesta in Iran è una novità? «L´accelerazione delle comunicazioni è tale che lo "spione offline" - il vicino di casa o il finto amico - è diventato obsoleto. Si è visto due anni fa durante le proteste in Birmania, dove il regime per giorni non si è accorto delle riprese video con telefonini e delle testimonianze email circolati in tutto il mondo. Quando ne hanno capito la potenza, i generali hanno fatto oscurare Internet». Amnesty ha denunciato diverse multinazionali dell´hi-tech che fanno affari con la Cina. «E´ l´esempio più macroscopico. Pur di stare sul mercato cinese, le multinazionali occidentali accettano in maniera supina di firmare accordi di autocensura. Il caso di Google.cn dal quale non è consentito accedere a singole parole è diventato simbolico di questa silenziosa sottomissione alle norme repressive». Il boicottaggio serve? «Noi operiamo una sistematica denuncia dei casi più gravi. Ma chiediamo che ci sia una convenzione internazionale che riguardi le responsabilità delle aziende in materia di diritti umani, fissando obblighi e doveri da rispettare come previsto dalla Dichiarazione universale. Nessuno deve più poter scaricare le proprie colpe».

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Turchia e Africa in lista d'attesa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-02 - pag: 8 autore: Gli emergenti candidati ai nuovi aiuti Turchia e Africa in lista d'attesa Vittorio Da Rold Chi sarà il prossimo paese ad accedere a un prestito flessibile alla polacca o a un più classico stand-by all'ungherese? «Sicuramente uno dei paesi candidati a ricevere un consistente aiuto dall'Fmi è la Turchia (la più grande economia emergente al mondo dopo i Bric). La cifra potrebbe aggirarsi tra i 25 e i 45 miliardi di dollari e l'accordo finale con il Fondo potrebbe essere raggiunto dopo l'estate », pronostica Matteo Ferrazzi, economista di UniCredit Group. Certo va tenuto conto che i rapporti tra governo turco e Fmi assomigliano a una lunga telenovela e le trattative per il prestito vanno avanti ormai da maggio 2008 con rinvii all'ultimo momento. Il premier Recep Tayyip Erdogan e il vicedirettore del Fondo John Lipsky hanno più volte dichiarato, prima a Davos poi ad Ankara, di essere vicininissimi alla stretta finale, ma si sono arenati sullo scoglio della politica fiscale e soprattutto sui tagli agli enti locali. «Dall'inizio della crisi (autunno 2008) a oggi il 55% dei fondi spesi dall'Fmi a livello mondiale a supporto dei paesi in difficoltà è stato destinato ai paesi dell'Europa Centroorientale (la Bosnia-Erzegovina con 1,52 miliardi di dollari è stato l'ultimo della serie di interventi dell'Fmi nell'area). Se includiamo anche la Turchia, questa quota diverrebbe superiore al 60-65% degli aiuti erogati dal Fondo negli ultimi nove mesi», afferma Ferrazzi. Certo va tenuto conto che i paesi che hanno già ricevuto aiuti (Ucraina, Lettonia) potrebbero chiederne di ulteriori, senza dimenticare che c'è anche l'Africa in lista d'attesa con il Kenya che ha richiesto 100 milioni a marzo e lo Zambia che potrebbe ricevere altri 100-150 milioni di dollari per affrontare la crisi del calo del prezzo del rame. Nei prossimi mesi anche le situazioni di quei paesi emergenti che non producono materie prime potrebbero peggioreranno ulteriormente. «Credo che alla base della richiesta di emissione di bond da parte dell'Fmi ci sia soprattutto l'esigenza della Cina di avere tra le sue riserve in valuta estera asset che non siano denominati in dollari – dice Lucia Lorenzoni, economista alla Banca Monte dei Paschi di Siena - . Pechino è il primo detentore mondiale di bond statunitensi che acquista con le sue riserve in valuta e da qualche anno sta cercando di diversificare maggiormente la sua esposizione in valuta per annacquare le perdite derivanti dall'indebolimento del biglietto verde». «In futuro questo potrebbe creare un minor flusso di acquisto di bond in dollari – aggiunge Lorenzoni – in una fase in cui il Tesoro americano sta emettendo ingenti quantità di debito per finanziare la spesa pubblica e potrebbe generare pressioni al rialzo per i tassi di rendimento Usa e una ulteriore spinta all'indebolimento del biglietto verde». © RIPRODUZIONE RISERVATA LUNGHE TRATTATIVE Ankara sta negoziando da maggio del 2008: l'accordo sulla cifra (tra i 25 e i 45 miliardi) potrebbe arrivare dopo l'estate

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Fini: politica del fare ma anche del pensare (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-07-02 - pag: 15 autore: Il presidente della Camera a Farefuturo: ok a un ministro per l'internazionalizzazione Fini: politica del fare ma anche del pensare ROMA «Mi fa sorridere il tentativo di contrapporre la politica del fare a quella del pensare, anche perché mi pare che prima si pensa a cosa si può fare e poi si agisce, di solito. Sono due cose che si possono fare contemporaneamente ». Gianfranco Fini parla al convegno "Fare Italia nel mondo", organizzato dalla fondazione Farefuturo. Secondo Fini, occuparsi del "pensare" «non vuol dire non occuparsi di infrastruttureo ricerca»: «Sono due modelli non alternativi – sottolinea – che devono marciare in parallelo». E a proposito di politica del fare, la Fondazione (che ha come segretario generale il viceministro del Commercio estero Adolfo Urso) propone di istituire un nuovo ministero che sia l'evoluzione di quello del Commercio con l'estero, presente nella scorsa legislatura. «Sarebbe opportuno – si legge nel rapporto "Fare Italia nel mondo" – procedere verso l'evoluzione dell'ex ministero del Commercio con l'estero in un vero ministero dell'Internazionalizzazione ( o delle relazioni economiche internazionali), passando innanzitutto per una riforma degli strumenti per l'internazionalizzazione (Ice,Simest, Finest, Sace, Informest), ma anche per un ampliamento delle sue potenzialità, trasformando l'ex ministero del Commercio con l'estero in una vera cabina di regia strategica per le relazioni economiche internazionali tanto in entrata quanto in uscita dall'Italia».Secondo Farefuturo nel nuovo dicastero dovrebbero essere comprese non solo le competenze dell'attuale dipartimento internazionalizzazione del ministero per lo Sviluppo guidato da Urso ma anche «quelle relative alla promozione e gestione dei flussi turistici e soprattutto la sempre più strategica azione di attrazione degli investimenti esteri di capitali». La proposta nasce direttamente da una serie di riflessioni contenute nello stesso rapporto. «Negli ultimi anni, nella fase della post globalizzazione – spiega il curatore del rapporto, Paolo Quercia – è emersa la necessità per ogni Stato di formulare la propria via alla globalizzazione. In questo contesto, il commercio con l'Estero e l'internazionalizzazione potrebbero tornare di competenza statale, senza però per questo voler cedere a tentazioni protezionistiche ». «Sono d'accordo»,ha detto Fini a chi gli chiedeva un commento alla proposta avanzata dalla fondazione da lui presieduta. E d'accordosiè detta anche Emma Bonino rilevando che si poteva anche "sacrificare" il neonato ministero del Turismo per il più strategico ministero del Commercio con l'estero: «Il ministero del Turismo non c'entra nulla perché è una competenza esclusiva delle regioni, mentre il commercio con l'estero è competenza concorrente con le regioni e c'erano tutte le ragioni per tenerlo perché quando ripartirà l'export bisognerà esserci»riflette l'ex ministro del commercio internazionale. Il diretto interessato – Urso – non si pronuncia e si limita ad osservare: «Lavoriamo bene così, non è un'idea all'ordine del giorno ma una riflessione strategica». M. Se. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il marketing non porta occhiali (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-07-02 - pag: 12 autore: I classici dell'economia. Il libro di Theodore Levitt con Il Sole 24 Ore Il marketing non porta occhiali I nsieme al guru Philip Kotler, Theodore Levitt (1925-2006) è considerato tra i padri nobili del marketing. Nato a Vollmerz, nel land tedesco di Hessen, si trasferì in America, nell'Ohio, quando aveva dieci anni. Levitt, tra le altre cose, è anche l'inventore della parola globalizzazione che utilizzò per la prima volta in un articolo del 1983. Il saggio Marketing myopia, da oggi in edicola con Il Sole 24 Ore a 6,90 euro, inaugura la serie «I classici della Harvard business review», la nuova collana sui fondamenti del management in edizione pocket, edita dal Sole 24 Ore. Nel libro, l'esperto di marketing dimostra come un'azienda possa diventare obsoleta se non riesce a comprendere le esigenze del mercato e, perciò, quello che i suoi clienti le chiedono. In Marketing myopia Levitt identifica i quattro miti più diffusi che mettono in pericolo le aziende e spiega con chiarezza in che modo i leader aziendali possono concentrare la loro attenzione sui bisogni dei clienti. Tra le sue frasi celebri, c'è la seguente: «Per assicurarsi un futuro, le aziende devono prevedere i nuovi bisogni e i desideri dei consumatori. Non affidarsi alla presunta longevità dei prodotti di maggior successo». Come si vede da questa citazione (oltre che dalle storie professionali raccontate sul Sole 24 Ore di domenica 28 giugno), il management non è un'arte che può essere confinata - e delegata - alle competenze di poche persone. I guru, come vengono definiti i teorici di economia e organizzazione, sono infatti persone che sviluppano idee da mettere in pratica. E questo è proprio il motivo per cui Il Sole 24 Ore ha deciso di lanciare una nuova collana sui grandi pensatori del management. Si tratta di una dozzina di agili volumi che contengono le idee "evergreen" dell'organizzazione e del business, usciti sull'Harvard business review.

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Il made in Italy alla ricerca di nuovi obiettivi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-07-02 - pag: 19 autore: L'analisi di Comitato Leonardo e Ice: abbassare i prezzi per aumentare i volumi - Più investimenti Il made in Italy alla ricerca di nuovi obiettivi Nicoletta Picchio ROMA. Se il mondo cambia, bisogna modificare anche le strategie. Se negli anni passati, con la domanda globale in aumento, i prodotti made in Italy potevano spuntare prezzi più alti dei concorrenti, oggi è opportuno fare l'opposto. E cioè aumentare i volumi, anche a costo di ridurre prezzi e margini, e diversificare geograficamente. Non solo: altra strategia è intercettare i nuovi modelli di consumo. Se le vendite globali dei beni di lusso si ridurranno del 7-8% nell'anno, gli acquisti di super luxury di solito non sono influenzati dalla congiuntura. Ma in particolare nel dopo crisi bisogna tenere d'occhio i settori emergenti legati alle fonti di energia rinnovabile. Secondo una ricerca, un consumatore su tre sarebbe disposto a pagare dal 5 al 10% in più per un prodotto ecologico. Ed anche la chimica, la farmaceutica aumenteranno il loro peso, grazie alle politiche in Cina e in Usa. Questi consigli anticrisi arrivano dallo studio commissionato da Comitato Leonardo e Ice alla Fondazione Manlio Masi e a Luiss Lab, frutto di un lavoro coordinato tra Beniamino Quintieri, che ieri ha illustrato i risultati, e Stefano Manzocchi. L'occasione è stato il Forum del Comitato Leonardo. «L'Italia e i suoi imprenditori hanno capacità, prodotti e strategie per difendere il made in Italy. Mi auguro che, con le mosse giuste, potremo essere tra i primi a cogliere la ripresa», ha detto la presidente del Comitato Leonardo, Luisa Todini. «Bisogna puntare sugli investimenti, perchè ricerca e innovazione sono un elemento di forza. Ora purtroppo stanno soffrendo proprio i migliori, quelli che hanno investito », sostiene il vice presidente di Confindustria, Andrea Moltrasio, apprezzando i provvedimenti del Governo, in particolare la detassazione degli investimenti in macchinari. In platea e sul palco, per la tavola rotonda, alcuni campioni dal made in Italy hanno indicato la loro ricetta. «Non bisogna solo esportare, ma creare investimenti all'estero » è il suggerimento di Roberto Colaninno, che a giugno ha avviato la produzione della Vespa nello stabilimento in Vietnam, costruito in un anno e mezzo. La domanda c'è: i primi 2.500 scooter sono stati venduti tutti, in un Paese dove vivono 50 milioni di giovani sotto i 30 anni. Dice Adolfo Guzzini, presidente e a.d. della I Guzzini illuminazione, che è stata scelta per il museo internazionale di Pechino: «Dobbiamo muoverci: la diplomazia tedesca ha stabilito contatti tra i musei di Monaco, Berlino e Dresda e i cinesi. Non dobbiamo limitarci a un ruolo di nicchia». Cresce anche Permasteelisa, di cui Davide Croff è presidente: la riorganizzazione ha migliorato i conti, ma è l'innovazione, come il fotovoltaico sulle facciate dei grattacieli, a renderli leader. Certo, servono i soldi: Fabio Gallia, a.d. di Bnl, sottolinea che gli investimenti sono caduti e alle banche viene chiesto soprattutto di finanziare il circolante. La volontà di dare credito c'è, anche senza applicare alla lettera Basilea 2, ma le aziende si devono patrimonializzare. Di banche ha parlato anche il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola: «Bisogna finire lo scaricabarile che se non c'è credito è colpa delle banche o del governo. Bisogna migliorare ma non spingendo il credito cattivo, che terrebbe in vita artificialmente aziende decotte». A portare il saluto di Palazzo Chigi, il sottosegretario Gianni Letta: «La crisi c'è, ma il governo si impegna per creare gli stimoli necessari. Poi devono essere le imprese a reagire» ha detto Letta, complimentandosi con la Ricerca, che punta a trovare le vie d'uscita. E non manca il rimprovero ai giornali: «Si scambia la normale dialettica,come c'è dentro il Governo, per rissa. Invece proprio attraverso la dialettica si dimostra vitalità». © RIPRODUZIONE RISERVATA LE INDICAZIONI Attenzione ai settori emergenti legati alle fonti di energia rinnovabili, diversificare i mercati, non limitarsi a un ruolo di nicchia

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via libera ai bond anticrisi dell'fmi - luca iezzi (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 30 - Economia Via libera ai bond anticrisi dell´Fmi Storica emissione da 150 miliardi di dollari per gli Stati membri I titoli saranno denominati in Drs, ossia sulla media di dollaro, euro, sterlina e yen LUCA IEZZI ROMA - Storica decisione del Fondo monetario internazionale che emetterà obbligazioni per la cifra record di 150 miliardi di dollari a favore dei paesi partecipanti. Tra questi alcuni avevano già manifestato il loro interesse: la Cina ha segnalato la sua intenzione di investire fino a 50 miliardi di dollari e Brasile e Russia fino a 10 miliardi ciascuno. Proprio il negoziato con queste economie emergenti ha portato alla decisione del mega bond: il G20 di Londra aveva deciso di aumentare di 500 miliardi (contro i 250 attuali) i capitali a disposizione del fondo con lo scopo di fronteggiare la crisi globale concedendo prestiti alle economie in difficoltà. I paesi sviluppati (Usa, Ue e Giappone) si sono impegnati in un aumento di capitale da 325 miliardi mentre Cina, Brasile e Russia, in attesa di una revisione delle quote, hanno chiesto di partecipare utilizzando il nuovo canale. «Questo schema innovativo - ha dichiarato il direttore del Fmi Dominique Strauss-Kahn - rafforzerà ulteriormente la capacità del fondo di portare rapida assistenza ai suoi membri quando questa occorra». «L´emissione dei titoli potrà iniziare - informa l´Fmi in una nota - dopo che sarà concluso il primo accordo di acquisto con un paese membro». L´altra novità è che i bond saranno denominati in Drs, la "moneta - paniere" utilizzata dall´Fmi per alcuni prestiti (il suo valore viene definito attraverso la media delle quotazioni di dollaro, euro, sterlina e yen). Anche questa è stata una richiesta dei paesi sottoscrittori, che vogliono utilizzare i titoli per differenziare le loro riserve ora troppo esposte alle fluttuazioni del dollaro. Il numero due del Fondo, l´americano John Lipsky, ha dichiarato che il board ha dato il via libera a emissioni fino a 500 miliardi anche se la quantità reale sarà più bassa e dipenderà dalle richieste che arriveranno dai vari governi e banche centrale. Una volta che i titoli saranno acquistati dai paesi membri, essi potranno essere negoziati sul mercato verso tutti i soggetti abilitati a detenere Drs, che include tutti i membri Fmi, le loro banche centrali e 15 istituzioni multilaterali, quelle che sono designate a detenere i diritti speciali di prelievo, la durata di queste obbligazioni è di cinque anni e dovrebbero garantire tassi d´interesse leggermente superiori ai titoli di Stato americani di durata analoga. La scelta del bond permette anche di rimandare la parte più spinosa della revisione delle quote di cui dispone ogni paese, riforma che dovrebbe concludersi entro il 2011 e dovrebbe aumentare il peso come azionisti proprio dei colossi emergenti (Cina, Russia, India, Brasile) a scapito dei paesi europei più piccoli. Conseguentemente dovrebbe cambiare anche la composizione dei vertici e del consiglio di amministrazione ora sbilanciato a favore dei paesi di vecchia industrializzazione (l´Europa detiene 8 seggi su 24).

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Nucleare, né pulito né abbondante (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nucleare, né pulito né abbondante Gianni Mattioli Massimo Scalia Il nucleare aveva fatto un cauto ingresso nella fantapolitica. Lo stop dato da Tremonti al disegno di legge sullo sviluppo economico, che contiene gli articoli sul rilancio del nucleare, aveva addirittura dato motivo a qualche commentatore di alludere a intrighi per la successione del «conducador». Ma restiamo al reale e precisamente al ddl 1441ter-B, che è stato votato ieri dalla Camera e che dovrà ora tornare al Senato. Che cosa prevedere? Ormai le armi della propaganda sono spuntate, anche se essa continua incessante mescolando falso e incompetenza. Per esempio, abbiamo ancora nelle orecchie le castronerie che Fulvio Conti, amministratore delegato dell'Enel, ammanniva su RadioTre a un compiacente, si fa per dire, intervistatore. Ma al di là degli spot e del servilismo della stragrande maggioranza dei media, anche agli esponenti del governo tocca confrontarsi con la debolezza degli argomenti usati per il rilancio. Quanto ai costi, ci ha pensato Tremonti a sottolinearli. Il nucleare non è «pulito» Già nelle normali condizioni di esercizio delle centrali nucleari, dosi di radioattività dovute ai rilasci di routine colpiscono le popolazioni; ridurle al di sotto dei livelli fissati comporterebbe, a causa dei costi, la rinuncia al nucleare stesso, come conferma la commissione tecnica internazionale per la protezione dalle radiazioni (Icrp, n. 103 del 2007). Per i lavoratori di una centrale atomica la dose massima ammissibile è venti volte superiore. Il problema delle scorie radioattive più pericolose e di vita lunghissima, del come limitare la loro contaminazione nel tempo e nello spazio, è ancora un problema di ricerca fondamentale. Riduzione della Co2? Anche a raddoppiare l'attuale potenza elettronucleare installata nel mondo - un mare di soldi, quanto tempo? e uno sforzo enorme, che infatti non è nei piani di nessun governo - si avrebbe solo un 5 per cento in meno di anidride carbonica. A fronte del 20 per cento in meno, che è l'obiettivo europeo, e del 15 per cento in meno degli Usa, e peraltro prima, al 2020. In un senso più generale, il nucleare è poi ancora meno «pulito», non esistendo alcuna filiera nucleare che non proliferi armi atomiche. Come viene ricordato costantemente all'Iran di Ahmadinejad. Il nucleare non è «abbondante» Anche lo studio congiunto Nea-Iaea (le agenzie atomiche dell'Ocse e delle Nazioni Unite) di due anni fa non andava oltre, e con parecchio sforzo sulle stime, i 70-80 anni di riserva dell'uranio 235, che ovviamente si ridurrebbero drasticamente in corrispondenza a un maggior ricorso a quella fonte. Guerre sull'uranio come sul petrolio? A meno che non si ricorra all'uranio 238, ma allora si parla della tecnologia dei reattori veloci autofertilizzanti. È il leit motiv di Generation IV, il consorzio che vari paesi hanno costituito dal 2000 per il rilancio del nucleare, ma i tempi si stanno allungando al 2040. A parte ogni considerazione sui problemi di sicurezza di quel tipo di reattori, saremo ben dopo il 2020 della Ue, che è diventato l'anno di riferimento per gli obiettivi anche per gli Usa e per la Cina. Il nucleare non dà kwh a «basso costo» I costi dichiarati dall'ente elettrico francese (EdF) e dal ministero dell'energia americano (DoE) allineano il costo del kwh nucleare a quello da idrocarburi: 5-6 cent di euro. Ma per il nucleare il costo non include quelli associati alla ricerca fondamentale che tale fonte ancora richiede. E il problema vero sono gli enormi esborsi di capitale per la realizzazione di una centrale atomica, già nei primi anni di costruzione, con un tempo di ritorno che è ottimistico valutare in vent'anni. Quale imprenditore privato è disposto a sobbarcarsi un tale differimento? E infatti ci vogliono gli incentivi dello stato, la mano pubblica che sottrae le risorse necessarie dalle tasche dei cittadini. Un vampiro si aggira per l'Italia Questi sono i fatti. Ormai abbastanza chiari anche al governo, con una differenziazione di ruoli in qualche modo scontata. Berlusconi guarda ai tempi del provvedimento legislativo e non vuole proprio trovarsi tra i piedi alle elezioni regionali del 2010, in nome di un bluff sostanzialmente ideologico, la mappa dei siti per le centrali nucleari che va prodotta entro sei mesi dall'entrata in vigore delle legge. Scajola invece si erge a difesa del ddl e preme sui tempi, in omaggio al suo ruolo e pressato dall'industria. Sicuramente dalla francese Areva, quella dell'accordo con Sarkozy per i quattro reattori Epr, che è assetata di commesse. Il mercato infatti è povero e, proprio per questo, la Siemens ha divorziato da Areva - complice la joint venture per il reattore finlandese con i suoi sovra costi e ritardi clamorosi - per andare a impalmare Putin, nella speranza che almeno in Russia si riesca a piantare qualche chiodo. Le ispezioni a caccia di siti, che Areva sta compiendo in Italia con l'Enel, sono le preoccupazioni più attuali. Un vampiro cui è stato promesso il sangue dei contribuenti italiani in cambio di veleno radioattivo, e che non ha nessuna intenzione di mollare. Per questo, per un segnale forte da dare all'esterno, non certo all'interno del Parlamento dove la sproporzione numerica non lascia margini, sarebbe bene che si esercitasse da parte dell'opposizione, segnatamente da parte del Partito democratico, una battaglia assai più «cruenta» di quella in corso.

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Droghe e diritti umani, il disgelo internazionale (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

FUORILUOGO Droghe e diritti umani, il disgelo internazionale Grazia Zuffa Prende corpo il cambiamento promesso da Obama, anche per le droghe. Prima, la fine del veto sul finanziamento pubblico allo scambio-siringhe; poi, lo stop ai raid della polizia federale contro i pazienti e i medici che prescrivono la canapa terapeutica negli stati dove questa è depenalizzata; infine, il ripudio della war on drugs per bocca del nuovo zar antidroga, Gil Kerlikowske, seguito da una misura concreta: il taglio ai programmi di sradicamento forzato del papavero da oppio in Afghanistan. Per i contadini poveri afgani è la fine di un incubo, poiché l'oppio rappresenta per loro l'unica fonte di sostentamento. Per gli Usa, le parole dell'inviato speciale in Afghanistan Richard Holbrook significano un vero cambio di passo. «Una politica del tutto inutile»: così Holbrook ha definito la fumigazione delle coltivazioni illegali. Non sfuggano i riflessi che la nuova posizione statunitense avrà sugli indirizzi delle Nazioni Unite. Basti pensare all'ultimo meeting Onu di Vienna del marzo scorso: da alcuni paesi sud americani e dalle Ong fu avanzata l'idea di sospendere l'eradicazione forzata delle piantagioni illegali in assenza di coltivazioni alternative, ma allora non trovò ascolto. Oggi lo scenario cambia, non fosse altro perché in tutto il mondo i programmi di sradicamento si basano principalmente sui fondi americani. Se una brezza soffia da Washington, qualche gemma si schiude anche a Vienna. Così almeno pare, sfogliando lo World Drug Report 2009 con la prefazione politica del direttore dell'agenzia Onu sulle droghe (Unodc), Antonio Maria Costa. «La svolta dell'Onu», titola entusiasta Repubblica (25 giugno). L'eccitazione è esagerata, ma qualche novità c'è. Per la prima volta, Costa prende sul serio chi dice che il controllo della droga non funziona; e ammette che questo «ha creato un mercato criminale di dimensioni macro-economiche, che usa la violenza e la corruzione per mediare fra la domanda e l'offerta». Venendo al nocciolo: il danno dell'illegalità non è più solo un argomento degli antiproibizionisti. Va da sé che la ricetta di Costa è diversa: ammorbidire la proibizione, spostando la repressione dai consumatori ai trafficanti e proponendo il trattamento al posto del carcere. Il direttore dell'Unodc si appella agli stati membri perché perseguano l'obiettivo «dell'accesso universale alle cure come impegno per salvare vite e ridurre la domanda di droga». Ancora più interessanti sono i passaggi del Rapporto, che suggeriscono interventi di polizia per ridurre le conseguenze negative dei mercati illegali (invece che combatterli secondo i metodi tradizionali). Si citano azioni per allontanare dai quartieri interi contingenti di spacciatori «senza ricorrere necessariamente ad arresti di massa». Non solo «non è efficace arrestare i consumatori», afferma il documento; di più, l'incarcerazione dovrebbe essere particolarmente mirata a chi commette reati violenti, in modo «da favorire mercati più pacifici» (!). In poche parole, è il famoso principio della riduzione del danno, che, dall'ambito tradizionale del consumo, si estende allo spaccio. Sembra passato un secolo dallo stesso meeting Onu di marzo, quando l'espressione «riduzione del danno» fu oggetto di scontro frontale: con l'Italia in testa per bandire dal documento finale la parola eretica, in odore di antiproibizionismo. Quanto le «svolte» dell'Unodc di Costa siano tali e non semplici giravolte, è presto per dire. In ogni modo, è bene guardarle con occhi spassionati, per non perdersi in alchimie politiche mentre la casa brucia. Trenta stati mantengono la pena di morte per reati di droga e la Cina ha eseguito dieci condanne per «celebrare» la giornata mondiale 2009 contro la droga; negli Stati Uniti e in molti altri paesi, le prigioni scoppiano perché piene di consumatori che hanno commesso reati minori non violenti; in Russia, migliaia di persone che usano eroina non hanno accesso al metadone perché il governo l'ha bandito: è l'agghiacciante denuncia di due autorità internazionali indipendenti, i Rapporteur sulla salute e contro la tortura, Anand Grover e Manfred Nowak, apparsa sul New York Times del 26 giugno. Che concludono: l'Onu non nasconda la testa sotto la sabbia, per non diventare complice degli abusi contro i diritti umani. Sottoscriviamo queste parole. (Lo World Drug Report 2009 su www.fuoriluogo.it)

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La Cina innesca i rialzi di commodity e azioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-07-02 - pag: 39 autore: Mercati. La speculazione legata alla grande liquidità immessa da Pechino La Cina innesca i rialzi di commodity e azioni Più controlli dell'Authority Usa sui future delle materie prime Roberto Capezzuoli Walter Riolfi è ragionevole credere che alla base del forte rialzo nei prezzi di tutte le materie prime vi sia l'aspettativa di una forte ripresa economica. Ma, con i Paesi occidentalie il Giappone ancora in profonda recessione e con la sola Cina e pochi altri Stati emergenti in contenuta crescita, è anche lecito pensare che buona parte di questi rialzi sia stata determinata più dalla speculazione che da una domanda che ancora stenta ad affacciarsi. Così la pensa una larga fetta dei parlamentari americani, specie dopo aver osservato il balzo del petrolio, e così pare concordare anche la Commodity Futures Trading Commission, ossia l'organismo americano che regola la contrattazione dei future sulle materie prime. In realtà la Cftc non ha parlato di speculazione, ma ha annunciato che «vigilerà attentamente per scovare ogni segnale di eccessiva speculazione». E Gary Gensler, neo-presidente di Cftc,ha ieri ribadito l'importanza che «la Commissione usi tutti i suoi poteri per adempiere vigorosamente alla missione di mantenere i mercati liberi da frodi e manipolazioni ». Come mai il petrolio è passato dai 34 $ di febbraio ai 73 di giugno, lo zucchero greggio è salito in tre mesi di oltre il 40%, il rame e la soia del 28%? Non c'è alcuna evidenza di una solida crescita dei consumi tale da giustificare i rincari che le commodity hanno registrato nel secondo trimestre dell'anno, nemmeno nelle locomotive Cina e India. Per Pechino si può parlare solo di un aumento della domanda, in gran parte legato all'accumulo di scorte: fortemente cresciute nella scommessa di una ripresa economica mondiale che ancora non intravvede e che nelle previsioni degli economisti dovrebbe invece rivelarsi piuttosto cauta. Infatti,dietro agli acquisti cinesi c'è anche l'aggressivo intervento della speculazione, allettata da rincari che poco hanno a che vedere con i fondamentali, cioè con la produzione, i consumi e le scorte. Un ottimismo che non sembra genuino, ma che trae vantaggio da un lato dalla debolezza del dollaro e dall'altro dal desiderio di proteggersi dai rischi di inflazione. Agli hedge fund, che tornano a invadere i mercati, si aggiungono gli Etf su singole materie prime. Quando questi strumenti non prevedono l'accantonamento di merce fisica (richiesta invece se il sottostante è l'oro), la loro diffusione tra i piccoli risparmiatori va a ingigantire il volume di fuoco degli hedge fund e dei derivati sugli indici, a cui è concesso lasciar scadere i future in portafoglio senza consegnare o ricevere la merce. è il fenomeno del cash settlement , che allontana i valori dei mercati a termine da quelli reali, i cui effetti distorsivi si sono visti nella bolla dei prezzi scoppiata dopo il giugno 2008. Il guaio è che i mercati finanziari stanno procedendo di eccesso in eccesso e la nuova grande liquidità creata dai Governi per salvare le banche e rilanciare l'economia sta creando adesso un'altra bolla speculativa: in parte sugli stessi mercati azionari e soprattutto su quelli delle materie prime. Il fenomeno sta diventando macroscopico proprio in Cina, il cui Governo non a caso è quello che più ha dispensato denaro (dopo gli Usa) per stimolare l'economia. Sono proprio le banche cinesi, come scrive Andy Xie (ex capo economista di Morgan Stanley), che prestano abbondantemente denaro a buon mercato a investitori e imprenditori, accettando anche le commodity come collaterale (garanzia). A loro volta sono le stesse imprese controllate dallo Stato a prestare altro denaro a interessi un po' più alti. Don Dion (un noto advisor finanziario americano) stima che nella prima metà del 2009 le banche cinesi abbiano concesso finanziamenti pari al 150% di quelli concessi nell'intero 2008. Una parte di questo denaro, circa il 20% nelle stime di Dion, avrebbe alimentato la speculazione sulla Borsa e sugli immobili. Della stessa opinione è Xie, secondo il quale anche il forte rialzo della Borsa di Hong Kong (+46%dai minimi dell'ottobre scorso) sarebbe stato sostenuto da acquisti provenienti da investitori della terraferma. Il grosso s'è però indirizzato sul mercato di Shanghai il cui indice ha guadagnato il 71% dal minimo di novembre (contro un rialzo del 60% dell'indice Ms emerging markets) con una straordinaria accelerazione proprio nell'ultimo mese. è per questo che qualche giorno fa le autorità cinesi hanno deciso i primi provvedimenti per tentare di raffreddare sia gli acquisti speculativi sulle commodity sia quelli sulle azioni. E la decisione di riconsentire la quotazione di nuove società (le Ipo erano state sospese da quasi un anno) risponde proprio all'esigenza di evitare che l'ancora modesto listino di Shanghai finisca in bolla a causa della troppa liquidità. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Hollywood Party (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI ENTI LOCALI data: 2009-07-02 - pag: 33 autore: TV A CURA DI LUIGI PAINI Hollywood Party SKY CINEMA CLASSICS 21.00 Di Blake Edwards (Usa 1968), con Peter Sellers (nella foto) Il party più movimentato (ed esilarante) della storia di Hollywood DA NON PERDERE RETE 4 16,20 Il cielo può attendere, di Ernst Lubitsch, con Don Ameche, Gene Tierney, Usa 1943 (101'). Con Lubitsch, anche il viaggio nell'aldilà diventa motivo di divertimento. RAIUNO 21,10 Superquark. Dopo un restauro durato ben trent'anni, sono finalmente visibili a Roma gli affreschi della casa di Augusto e Livia, sul Palatino. Con Alberto Angela. CANALE 5 21,10 Zig Zelig. Il meglio del varietà dedicato al cabaret: rivediamo, fra i molti, Natalino Balasso, Paolo Cevoli, Angela Finocchiaro e Raul Cremona. RETE 4 21,10 Il colpo, di David Mamet, con Gene Hackman, Danny DeVito, Usa 2001 (111'). Un colpo "finale", capace di chiudere la "carriera" per sempre di un ladro professionista. Ma il diavolo ci mette lo zampino... LA 7 21,10 La tigre e il dragone, di Ang Lee, con Chow Yun-fat, Hong Kong 2000 (119'). Fantastici duelli nella Cina del tempo che fu. Che eleganza! E che azione! RAITRE 23,35 Doc 3- Hair India. Alla scoperta di un mondo sempre più globalizzato: i documentari della serie mostrano lati insoliti del business che coinvolge l'intero pianeta. Attualità RAITRE 10,55 Cominciamo Bene Estate. Una mattina all'insegna dell'humour e dell'intelligenza: il programma di Arianna Ciompoli e Michele Mirabella si distingue per compostezza e scelta degli argomenti. CANALE 5 23,30 Terra! Estate. Edizione estiva del programma di attualità realizzato da Toni Capuozzo (anche conduttore) e Sandro Provvisionato. Spettacolo RAISAT CINEMA WORLD 21,00 Super Nacho, di Jared Hess, con Jack Black, Usa 2006 (100'). Da cuoco di un monastero a lottatore di wrestling& RAIDUE 21,05 Cocciante canta Cocciante. Dall'Arena di Verona la registrazione del mega- concerto tenuto dal popolare cantante lo scorso 30 maggio. SKY CINEMA 1 22,55 In Bruges-La coscienza dell'assassino, di Martin McDonagh, con Colin Farrell, Gran Bretagna 2008 (107'). Due killer inglesi si nascondono nella bellissima città belga: qualcosa è andato storto nella loro precedente " missione". E ora, che succederà? CULT 23,00 Sweet sixteen, con Ken Loach, con Martin Compston, Gran Bretagna 2002 (106'). Sedici anni e un destino già segnato. Per i poveri di Loach il mondo è davvero un gran brutto posto.

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ON FESTIVAL Diritti umani: 3 film-denuncia agli Orti Giuli (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

PESARO PRIMO PIANO pag. 3 ON FESTIVAL Diritti umani: 3 film-denuncia agli Orti Giuli PREMERE il pulsante «on» agli Orti Giuli. E questa volta ad accendersi è il cinema. Istruzioni per l'uso del secondo evento, atteso per il weekend (domani, sabato e domenica), dell'On Festival della Provincia, il contenitore dei giovani per i giovani, e non solo, che propone una riflessione su «grandi temi» sociali e culturali, dai diritti umani alla legalità, dall'ambiente all'economia sostenibile, fino alla pace. La finestra illuminata sul grande schermo si chiama «Shining», questo il titolo della rassegna, e propone tre pellicole denuncia che parlano di esistenze violate. Proiezioni alle 21,30, ingresso gratuito. Si comincia domani con «Taxi to the Dark Side» del regista Alex Gibney (Usa, 2007). Premiata come miglior documentario al Tribeca film festival, la pellicola fa rivivere l'omicidio del tassista afgano Dilawar avvenuto nella base militare americana di Bagram. Sabato sera è invece la volta di «Per uno solo dei miei due occhi» (Francia-Israele 2005), un film di Avi Mograbi che mette a fuoco la crisi tra Israele e Palestina vista attraverso gli occhi dei palestinesi. Terzo appuntamento domenica con "Workingman's death" (Austria-Germania 2005) di Michael Glawogger. Un documento sul lavoro manuale nel mondo: dai minatori in Ucraina, agli addetti ai sulfuri in Indonesia, Nigeria, Pakistan, dagli operai dell'acciaio in Cina, fino ai lavoratori della civilizzata Germania. Ogni film sarà presentato da Tommaso Capolicchio, autore e sceneggiatore, figlio del noto regista Lino Capolicchio.

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Il che usa software occidentali (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 02/07/2009 - pag: 23 Il caso Cina, Iran, Birmania e Arabia Saudita controllano Internet grazie ad accordi con le multinazionali Usa e Ue Il «quadrilatero della censura» che usa software occidentali Un sospiro di sollievo. E anche molta sorpresa. La decisione del governo di Pechino di rinviare l'introduzione, obbligatoria, di un filtro informatico in tutti i pc venduti nel Paese è stata accolta con soddisfazione: dai produttori mondiali di computer ma anche dai governi occidentali e dai semplici utenti (sono 300 milioni i netizen cinesi). Fine, positiva, della storia? Non pare. Il software battezzato Green Dam, «diga verde» (in mandarino: Lübà-Huajì Hùháng) pare sia stato accantonato non tanto, o non solo, per le proteste interne ed esterne dovute al timore per l'ennesima invasione nella privacy. Ma perché è semplicemente «nato vecchio»: di produzione locale lo ha ideato la Zhengzhou Jinhui Computer System Engineering Ltd. conterrebbe codici copiati da software di produzione estera risalenti al 2006 (un esempio: CyberSitter, programma sviluppato dall'americana Solid Oak Software) e dunque datati (oltre che piratati). In particolare, Green Dam potrebbe provocare malfunzionamenti del sistema operativo e, anche, aprire il pc all'intrusione di eventuali hacker (le «visite di controllo » da parte della polizia informatica erano probabilmente previste). Altri Paesi dove Internet (e dunque la libertà) è sotto stretto controllo hanno osservato con attenzione la disavventura cinese. Insomma, meglio lasciar perdere i software di produzione domestica. Meglio continuare a fare affari con quelle aziende occidentali che hanno finora garantito paradosso dei nostri tempi la possibilità di controllare, reprimere e arrestare dissidenti «professionisti» come i semplici cittadini, autori di blog o di messaggi su Twitter. Insomma, tutti coloro che hanno cercato di veicolare sul web le loro istanze di protesta e di rivendicazione dei diritti fondamentali. L'esempio più recente ci porta in Iran. Dove, come ha ben spiegato il Wall Street Journal , un consorzio tra la tedesca Siemens e la finlandese Nokia ha consentito alle autorità di tenere sotto controllo la Rete, rintracciando i «nemici della Rivoluzione» con sistemi tecnologici talmente sofisticati da permettere di raccogliere, preventivamente, informazioni sui singoli utenti e, addirittura, distribuire false notizie attribuendole a persone inconsapevoli. Perché queste due società avrebbero dovuto fare tutto questo? La risposta è semplice: affari. La fornitura della tecnologia per il monitoraggio è stata inserita nel contratto firmato nel 2008 a fronte di un appalto per la vendita all'Iran di un sistema per le comunicazioni cellulari. Soldi, soldi, soldi. Guardando un po' più indietro le cronache hanno registrato episodi altrettanto significativi, nella maggioranza dei casi connessi alla Repubblica popolare cinese: se non altro per la natura del suo sviluppo tecnologie all'avanguardia e le caratteristiche del sistema di governo, ancora immune da riforme. Dunque abbiamo il portale Yahoo! che, pur di entrare nel succulento mercato cinese, si è piegato alle richieste di Pechino fornendo informazioni sensibili su singoli utenti, informazioni che hanno portato all'arresto del giornalista Shi Tao e altri dissidenti. E ancora, l'americana Cisco Systems che ha garantito alla Repubblica popolare tecnologia e apparati per monitorare l'immenso oceano del web. La Juniper Networks (sede in California) che ha fatto milioni (in dollari) per aggiornare, sempre in Cina, la Grande Muraglia di Fuoco, ovvero la barriera che oscura tutti i siti politicamente sgraditi. E ancora Microsoft e Google, che hanno accettato di autocensurarsi (limitando la libertà dei propri utenti) pur di fare affari in Oriente. Il viaggio nelle nazioni dove la libertà è ancora soltanto una speranza non è finito. Il «quadrilatero della censura», dopo Iran e Cina, ci porta in Birmania, Paese che ha vissuto, nell'autunno del 2007, una stagione di protesta che proprio come a Teheran nelle scorse settimane senza Internet non avrebbe mai potuto minacciare il regime. Ma, come un rubinetto che sgocciola e viene serrato piano piano, la Rivoluzione zafferano dei monaci è stata strangolata, oltre che con i fucili, con i software forniti, secondo un rapporto di Open- Net Initiative (associazione che riunisce i prestigiosi atenei di Cambridge, Harvard e Toronto), da un'azienda americana, la Fortinet. «È uno dei sistemi di censura e controllo più rigidi che abbiamo mai studiato», ha detto Ronald J. Deibert, direttore del Centro Studi Internazionali dell'Università di Toronto. Chiudiamo con l'Arabia Saudita. Da dove provengono i sistemi di censura dei siti «pornografici» o semplicemente scomodi? Risposta: SmartFilter (San José, California) e Blue Coat System (Sunnyvale, California). Paolo Salom Controllo Google, in Cina, si autocensura Telefonini La Nokia ha aiutato il regime iraniano Censura Filtri della Fortinet usati in Birmania

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Il Papa ai politici: valori etici e morali (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 02/07/2009 - pag: 26 Vaticano Il Papa ai politici: valori etici e morali CITTÀ DEL VATICANO Benedetto XVI richiama all'«importanza dei valori etici e morali nella politica», condanna quel «flagello sociale» che è «il fenomeno devastante dell'usura e dell'estorsione» chiedendo che lo Stato dia «adeguato sostegno» alle «famiglie che trovano il coraggio di denunciare» e, alla fine dell'udienza, assicura «un ricordo nella preghiera» ai maturandi. Intanto ieri la Santa Sede ha annunciato che l'enciclica Caritas in veritate sarà presentata il 7 luglio. Al centro, la difesa della vita, l'idea che l'economia ha bisogno dell'etica e di una governance mondiale della globalizzazione coerente con i principi di sussidiarietà e solidarietà che coinvolga anche realtà come no profit e ong, un nuovo modello di sviluppo in cui i Paesi poveri possano decidere. Un superamento del modello «da taluni definito liberista», dice l'economista Stefano Zamagni, tra gli esperti consultati. «La Chiesa difende l'economia di mercato, che però non si identifica col modello capitalistico».

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CHIUSURA di seduta in netto rialzo per la Borsa, che dopo una giornata già positiva ben... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

BREVI DI ECONOMIA pag. 29 CHIUSURA di seduta in netto rialzo per la Borsa, che dopo una giornata già positiva ben... CHIUSURA di seduta in netto rialzo per la Borsa, che dopo una giornata già positiva beneficia nel finale anche della spinta proveniente da Wall Street. L'indice Ftse Mib si fissa così sul +1,99% e il Ftse Italia All-Share sale dell'1,92%. Scambi poco attivi, a 1,9 miliardi di controvalore. Piazza Affari ha iniziato la prima seduta del nuovo semestre di buon ritmo sulla scia della crescita dell'attività manifatturiera in Cina; nel pomeriggio il rialzo si è ampliato dopo il dato Usa positivo sull'indice Ism manifatturiero. Brillanti bancari ed energetici. Nei primi si mettono in evidenza Monte Paschi (+3,21%) e Banco Popolare (+2,44%), cui si accoda Intesa Sanpaolo, con un +3,27%. In campo energetico, muovono sul rincaro del greggio, Eni (+2,79%) e Saipem (+2,19%). Molto attive le tlc con Telecom a +3,55% e Fastweb a +3,54%, mentre un report Credit Suisse promuove il settore europeo. Nel lusso bene Luxottica (+3,22%), tra i media Rcs balza del 6,33%, dopo che Banca Leonardo ne ha rivisto il giudizio. Vivaci anche le Generali (+1,6%). Sul titolo sono tra l'altro proseguiti gli acquisti del gruppo Caltagirone, che negli ultimi giorni di giugno ne ha rilevati un altro milione di pezzi (lo 0,07% del capitale), con un investimento di 14,7 milioni, portando così la sua quota sopra l'1,5%. Nel resto del listino, ancora giù Pirelli Re (-7,8%), sale Fiera Milano (+3,8%), vola Uni Land (+24%).

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Gli Usa che i turisti non conoscono (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Spettacoli TV data: 02/07/2009 - pag: 55 A fil di rete di Aldo Grasso Gli Usa che i turisti non conoscono A Detroit si possono comprare case a un dollaro. Il vicedirettore della Lehman Brothers, quando è stato licenziato, ha avuto due ore di tempo per raccogliere gli effetti personali: un privilegio, perché, di solito, il tempo a disposizione è inferiore. Bernie Madoff ha truffato molte persone ma ha anche rimesso in circolazione «il peggio dello stereotipo ebreo», l'uomo avido, interessato solo ai soldi. Gli Stati Uniti sono in recessione, ma, secondo alcuni, il peggio deve ancora venire. La Cina si sta mangiando l'industria americana. Intanto, in California, è ripresa la corsa all'oro: di domenica, con kit da dilettanti. Andrea Salvatore ha realizzato un ottimo documentario sulla crisi economica che ha colpito l'America: Da Wall Street a Gran Torino (Raitre, martedì, ore 21.15). Ha curato la fotografia, si è preso il tempo necessario, ha sentito il meglio dell'italianità che lavora negli States, da Alberto Alesina a Luigi Zingales, da Teresa Ghilarducci a Michele Marotta, da Mario Platero a Christian Rocca, ad altri ancora. Questa è l'America che i turisti italiani (quelli disposti a fare la coda per ore e ore davanti a un negozio di Abercrombie & Fitch) non conoscono, questa è l'America che dopo anni e anni di dottrine liberiste conosce il medicamento balsamico dello statalismo, questa è l'America Casinò, descritta nell'inchiesta di Lesile Cockburn, presentata al Tribeca Film Festival. L'aspetto più interessante di Da Wall Street a Gran Torino è rappresentato dall'impaginazione, che riesce ad amalgamare le due parti dell'inchiesta. Da un parte il racconto della crisi, la storia dei truffati e dei truffatori, la devastazione dei pignoramenti e le cure di disintossicazione da carta di credito; dall'altra le note a piè di pagina, rappresentate, appunto, da esperti che s'incaricano di spiegarci e razionalizzare questa devastante recessione. Intanto la Fiat...

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Cina spera in diversificazione sistema valutario internazionale (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

PECHINO (Reuters) - La Cina spera in una diversificazione del sistema valutario internazionale in futuro e sarebbe "normale" che questa istanza fosse discussa al vertice del G8, ha dichiarato il vice ministro degli Esteri He Yafei. Ad una conferenza stampa che precede la partecipazione del presidente Hu Jintao al summit G8 previsto la prossima settimana in Italia, il vice ministro ha dichiarato di non essere al corrente del fatto che la Cina abbia fatto mettere in agenda un dibattito sulle valute di riserva globale. Fonti G8 hanno detto a Reuters ieri che Pechino ha chiesto che l'argomento delle riserve valutarie venga affrontato al G8 e che il tema potrebbe essere ripreso nelle dichiarazioni finali. La notizia ha appesantito il dollaro, particolarmente sensibile ai commenti della Cina perchè i broker stimano che il paese abbia circa il 70% delle proprie riserve in valuta Usa . "Non ho sentito che la Cina abbia fatto questa richiesta", ha detto il vice ministro rispondendo ad una domanda ma poi ha aggiunto che Pechino si aspetta che si parli di questo argomento all'incontro del G8 in Italia. "Questa crisi ha esposto pienamente i difetti del sistema valutario internazionale", ha dichiarato. "Certamente speriamo che in futuro il sistema valutario internazionale possa essere diversificato". "Credo che si tratti di un punto che la comunità internazionale naturalmente vuole capire, e come ho detto , se nel corso del summit alcuni leader sollevassero la questione sarebbe normale", ha concluso.

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Borsa Tokyo chiude in calo in attesa dati Usa, Nikkei -0,64% (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

TOKYO (Reuters) - La borsa di Tokyo chiude in calo una seduta cauta per le attese dei dati chiave sull'occupazione Usa. Per gli analisti di mercato l'indice benchmark Nikkei si è preso una pausa di riflessione dopo avere recuperato circa il 40% dai minimi di marzo scorso, in un mercato dal tono di fondo comunque positivo grazie anche agli ultimi rassicuranti dati relativi alla produzione in Europa, Cina Usa. Tra i singoli titoli spicca in positivo Hitachi sulla scia di un articolo di stampa secondo cui la società avrebbe intenzione di incrementare i volumi di produzione delle batterie al litio per le vetture ibride. Il Nikkei ha terminato in calo dello 0,64% a 9.876,15 punti, mentre il più ampio paniere Topix è sceso dello 0,46% a 924,02.

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Euro in calo su dlr, occhi su Cina, attesa occupati Usa, Bce (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

LONDRA (Reuters) - L'euro perde terreno sul dollaro, in un clima di agitazione provocato dalla speculazione su una possibile nuova valuta globale che sostituisca il biglietto verde americano. All'indomani del netto calo del dollaro, sulla presunta intenzione della Cina di discutere nel corso del G8 italiano alcune proposte per la creazione di una nuova valuta globale, è intervenuto il vice ministro degli Esteri cinese affermando di non essere a conoscenza di tale richiesta. C'è un po' di pressione anche in vista della riunione di politica monetaria della Banca centrale europea, nonostante gli economisti siano quasi concordi nel prevedere una conferma dei tassi all'1%. Sul fronte macro sotto i riflettori saranno oggi i dati sull'occupazione americana nel settore non agricolo. Ieri il rapporto Adp, considerato un precursore del dato di oggi, ha evidenziato la perdita a giugno nel settore privato di 473.000 posti di lavoro, molti più dei 393.000 attesi dagli analisti. Nel frattempo la Banca centrale svedese ha sorpreso gli economisti con un inaspettato taglio di 25 punti base al suo tasso di interesse, sceso così al minimo record dello 0,25%. Ha inoltre deciso di immettere sul mercato finanziamenti a tasso fisso con scadenza a 1 anno per 100 miliardi di corone svedesi (circa 13,2 miliardi di dollari). Dalla Svizzera la banca centrale ha invece rassicurato i mercati, sostenendo di essere pronta a mettere in atto ulteriori interventi per combattere il rialzo del franco svizzero su dollaro e euro. La valuta nazionale ne ha risentito, accumulando perdite.

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Borse Europa, indici in calo con energia, auto, minerari (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

LONDRA (Reuters) - Avvio in ribasso sulle piazze europee,estremamente caute in attesa dei dati mensili sull'occupazione del settore non-agricolo Usa - anticipati a oggi in vista del lungo weekend dell'Independence Day - e della riunione della Bce sulla politica monetaria. Per la maggior parte degli economisti la Banca Centrale Europea dovrebbe confermare i tassi all'1% , ma le attenzioni saranno rivolte alla conferenza stampa del presidente Trichet. Tra i settori già deboli in questa fase di seduta le commodities sulla scia di prezzi del petrolio e dei metalli in discesa. Ribassi dunque per titoli come BG Group, BP, Royal Dutch Shell e Total. Più colpiti i minerari con Rio Tinto in ribasso del 2% circa dopo l'aumento di capitale da 15,2 miliardi di dollari. In calo anche il settore auto, declassato da Credit Suisse a "market weight" da "overweight". Poco dopo le 10,00 l'indice FTSEurofirst 300 perde l'1,26%. Sui singoli listini il Ftse 100 perde l'1%, il Cac-40 l'1,3% e il Dax l'1,6%. Tra i titoli in evidenza: * STANDARD CHARTERED avanza dello 0,5% mentre ROYAL BANK OF SCOTLAND perde l'1% dopo che una fonte a conoscenza diretta della vicenda ha riferito di colloqui per l'acquisto di asset in Cina e India posseduta da Rbs. * CREDIT AGRICOLE sale del 2,6% dopo la promozione di Credit Suisse a "outperform" da "neutral". Il broker svizzero ha inoltre alzato i target price di BNP Paribas a 53 da 52 euro, e di SOCIETE GENERALE a 42 da 39 euro, ma i due titoli sono in ribasso rispettivamente dell'1% e del 2%. * La chimica svizzera CLARIANT perde il 5,6% dopo il lancio di un bond convertibile.

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Cambiamento clima, Merkel crede in accordo su tetto 2 gradi a G8 (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

BERLINO (Reuters) - Il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto oggi di aspettarsi che i leader dei Paesi membri del G8 appoggino l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a non oltre 2 gradi. Merkel, rivolgendosi al Parlamento, ha definito "una svolta" le recenti decisioni del presidente Usa Barack Obama, che ha promesso azioni più severe per ridurre il riscaldamento globale rispetto a quelle adottate dal suo predecessore, George W. Bush. "Dobbiamo sentirci incoraggiati perché non possiamo (combattere il cambiamento climatico) senza gli Stati Uniti", ha spiegato alla Camera bassa, la Bundestag. "Ecco perché è importante avere una consapevolezza chiara dell'obiettivo dei 2 gradi nei documenti del summit dell'Aquila". Merkel ha detto anche che il provvedimento approvato la scorsa settimana dalla Camera dei Rappresentanti negli Stati Uniti -- che chiede alle grandi industrie di ridurre i gas nocivi del 17% entro il 2020 e dell'83% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2005 -- dimostra che c'è un cambiamento nella politica Usa. Secondo Merkel, ora Europa e Stati Uniti devono sollecitare le grandi economie in via di sviluppo come India e Cina a unirsi alla lotta contro il riscaldamento globale.

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Privacy: Garante, relazione attività 2008 (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Privacy: Garante, relazione attività 2008 (2/7/2009 17:34) | (Sesto Potere) - Roma - 2 luglio 2009 - L'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, composta da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan e Giuseppe Fortunato, presenta oggi la Relazione sul 12mo anno di attività e sullo stato di attuazione della normativa sulla privacy. La Relazione sull'attività 2008 traccia il bilancio del lavoro svolto dall'Autorità e indica le prospettive di azione verso le quali intende muoversi il Garante nell'obiettivo di costruire una autentica ed effettiva protezione dei dati personali. L'attività del Garante La messa in sicurezza delle grandi banche dati pubbliche e private; la protezione dei dati giudiziari; le banche dati del Dna; il settore della sanità; il sistema delle telecomunicazioni; il corretto rapporto tra diritto di cronaca e dignità delle persone; le esigenze di semplificazione per imprese e P.a.; i trasferimenti dei dati all'estero. E ancora: le telefonate pubblicitarie indesiderate; la videosorveglianza sempre più estesa; la tutela dei minori; Internet e il fenomeno dei social network; il controllo dei lavoratori. Sono solo alcuni dei principali e complessi settori nei quali il Garante ha assicurato il suo intervento nel corso del 2008 a difesa dei diritti fondamentali dei cittadini. Intervento oggi potenziato dai maggiori poteri sanzionatori di recente attribuiti all'Autorità. Numerose sono state le Audizioni parlamentari: tra le più rilevanti, quelle sulle problematiche del settore assicurativo, quelle sulla Anagrafe tributaria e quella sulle frodi e furti di identità. Le cifre I provvedimenti collegiali adottati nel 2008 sono stati 524. Rilevante incremento si è registrato nelle risposte a segnalazioni e reclami, passate dalle 3.078 del 2007 alle 5.252 del 2008 (in particolare, riguardo a telefonia, sanità, credito al consumo, Internet, giornalismo, videosorveglianza, pubblicità indesiderata). I ricorsi presentati al Garante sono stati 321 (in maggioranza relativi a banche e finanziarie, datori di lavoro pubblici e privati, amministrazioni pubbliche), mantenendosi stabili rispetto al 2007. Si è data risposta a 1.058 quesiti posti da soggetti pubblici e privati (in maggioranza riguardanti sanità, trasparenza amministrativa, videosorveglianza, fascicoli personali dei dipendenti). Il Collegio ha reso 21 pareri al Governo e al Parlamento (in materia di banche dati e di informatizzazione della Pubblica Amministrazione, attività di polizia, giustizia, banche e imprese). Le ispezioni effettuate sono state 500 registrando una progressione costante. I controlli hanno riguardato numerosi settori, con particolare riguardo ai sistemi di videosorveglianza, agli istituti di credito, all'amministrazione finanziaria, agli operatori telefonici, alle cliniche private. Le violazioni amministrative contestate sono aumentate del 30% raggiungendo le 338 del 2008. Una parte consistente ha riguardato le attività promozionali indesiderate o attivazione di servizi non richiesti tramite call center. I proventi riscossi a titolo di pagamento delle sanzioni sono passati da 814.625 euro del 2007 a 1 milione e 62mila euro. Oltre 335mila euro sono stati pagati per estinguere il reato in materia di misure di sicurezza. L'attività di relazione con il pubblico ha fatto registrare quest'anno circa 40.000 contatti all'Urp, quasi 20.000 e-mail trattate nell'anno. Sono state approvate importanti Linee guida: in particolare, riguardo all'attività dei periti e dei consulenti dei magistrati, all'attività degli amministratori di sistema, alle sperimentazioni cliniche dei farmaci, al fascicolo sanitario elettronico. Il Garante ha adottato anche alcuni provvedimenti generali per specifici settori: in particolare, la messa in sicurezza dei dati di traffico telefonico e telematico conservati a fini di giustizia; la "rottamazione" sicura di pc e cellulari; la semplificazione per imprese e P.a. delle procedure per l'adozione delle misure di sicurezza; la semplificazione degli adempimenti in caso di fusioni e scissioni societarie. E' stato inoltre varato il Codice di deontologia per le investigazioni difensive, che fissa le tutele per il trattamento dei dati personali dei clienti da parte di avvocati e investigatori privati Gli interventi più rilevanti Gli interventi più rilevanti hanno riguardato molteplici e delicati ambiti: telecomunicazioni (conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico, misure di sicurezza per le intercettazioni, bollette telefoniche con ultime tre cifre in chiaro); giornalismo e informazione (cronache giudiziarie, tutela dei minori e delle vittime di violenza, notizie sui minori adottati, dati sullo stato di salute e sulla vita sessuale, archivi giornalistici on line); marketing (telefonate indesiderate e call center, attivazione di servizi non richiesti, "profilazione" a fini commerciali di utenti e clienti, "carte di fedeltà" della grande distribuzione); pubblica amministrazione (misure di sicurezza per l'Anagrafe tributaria, accertamenti fiscali, trasparenza degli emolumenti pubblici, interconnessione e sicurezza delle banche dati, redditi on line); sanità (sperimentazioni dei farmaci, fascicolo sanitario elettronico, "scontrino fiscale parlante", dati sulla salute on line, uso dei dati genetici, riservatezza nelle strutture sanitarie, uso delle reti telematiche); lavoro (sistemi di rilevazione biometrica, navigazione in Internet e controllo dei lavoratori, sistemi di videosorveglianza, dati on line , cedolini dello stipendio); giustizia e polizia (misure di sicurezza per gli uffici giudiziari, banche dati Dna, Ced del Dipartimento di P.s., periti e consulenti dei giudici, censimento nomadi); nuove tecnologie (geolocalizzazione, Google street view e servizi satellitari, software spia applicabili ai cellulari); Internet (Facebook e social network, motori di ricerca, illegittima conservazione dei dati sulla navigazione in Internet, condivisione files musicali,); scuola e università (pubblicità scrutini e voti scolastici, preiscrizioni universitarie); vita sociale (sistemi di videosorveglianza nei condomini, telecamere negli spogliatoi, propaganda elettorale); sistema impresa (semplificazione adempimenti, trasferimento di dati all'estero, azionisti e accesso al libro soci); sistema bancario, finanziario e assicurativo (semplificazione adempimenti per sistemi di informazione commerciale, accesso e utilizzo ai dati dei clienti delle banche, misure di protezione, sistema antifrodi). L'attività internazionale Importante l'attività del Garante nel Gruppo di lavoro comune delle Autorità di protezione europee (WP29) in particolare riguardo ai sistemi Rfid, agli standard anti doping, alla tutela dei minori, alle comunicazioni elettroniche, alle regole vincolanti di impresa, ai dati dei passeggeri aerei. Intenso il lavoro nell' ambito delle Autorità di controllo Schengen, Europol, Eurodac e soprattutto nel WPPJ, il Gruppo di lavoro appositamente istituito dalle Autorità garanti europee per la tutela dei cittadini nel settore della polizia, della sicurezza e della giustizia, che ha visto riconfermato per altri due anni il ruolo di Presidenza al Garante italiano. Nel 2008 il Garante italiano ha organizzato a Roma la annuale Conferenza dei Garanti europei dedicata alle nuove tecnologie, al fenomeno dei social network e a come garantire un effettiva tutela della privacy in un mondo globalizzato.

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Privacy. Garante, relazione attività 2008: blog e social network nello sviluppo e nella difesa della democrazia (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 02-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Privacy. Garante, relazione attività 2008: blog e social network nello sviluppo e nella difesa della democrazia (2/7/2009 17:34) | (Sesto Potere) - Roma - 2 luglio 2009 - L'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, composta da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan e Giuseppe Fortunato, presenta oggi la Relazione sul 12mo anno di attività e sullo stato di attuazione della normativa sulla privacy. La Relazione sull'attività 2008 traccia il bilancio del lavoro svolto dall'Autorità e indica le prospettive di azione verso le quali intende muoversi il Garante nell'obiettivo di costruire una autentica ed effettiva protezione dei dati personali. L'attività del Garante La messa in sicurezza delle grandi banche dati pubbliche e private; la protezione dei dati giudiziari; le banche dati del Dna; il settore della sanità; il sistema delle telecomunicazioni; il corretto rapporto tra diritto di cronaca e dignità delle persone; le esigenze di semplificazione per imprese e P.a.; i trasferimenti dei dati all'estero. E ancora: le telefonate pubblicitarie indesiderate; la videosorveglianza sempre più estesa; la tutela dei minori; Internet e il fenomeno dei social network; il controllo dei lavoratori. Sono solo alcuni dei principali e complessi settori nei quali il Garante ha assicurato il suo intervento nel corso del 2008 a difesa dei diritti fondamentali dei cittadini. Intervento oggi potenziato dai maggiori poteri sanzionatori di recente attribuiti all'Autorità. Numerose sono state le Audizioni parlamentari: tra le più rilevanti, quelle sulle problematiche del settore assicurativo, quelle sulla Anagrafe tributaria e quella sulle frodi e furti di identità. Le cifre I provvedimenti collegiali adottati nel 2008 sono stati 524. Rilevante incremento si è registrato nelle risposte a segnalazioni e reclami, passate dalle 3.078 del 2007 alle 5.252 del 2008 (in particolare, riguardo a telefonia, sanità, credito al consumo, Internet, giornalismo, videosorveglianza, pubblicità indesiderata). I ricorsi presentati al Garante sono stati 321 (in maggioranza relativi a banche e finanziarie, datori di lavoro pubblici e privati, amministrazioni pubbliche), mantenendosi stabili rispetto al 2007. Si è data risposta a 1.058 quesiti posti da soggetti pubblici e privati (in maggioranza riguardanti sanità, trasparenza amministrativa, videosorveglianza, fascicoli personali dei dipendenti). Il Collegio ha reso 21 pareri al Governo e al Parlamento (in materia di banche dati e di informatizzazione della Pubblica Amministrazione, attività di polizia, giustizia, banche e imprese). Le ispezioni effettuate sono state 500 registrando una progressione costante. I controlli hanno riguardato numerosi settori, con particolare riguardo ai sistemi di videosorveglianza, agli istituti di credito, all'amministrazione finanziaria, agli operatori telefonici, alle cliniche private. Le violazioni amministrative contestate sono aumentate del 30% raggiungendo le 338 del 2008. Una parte consistente ha riguardato le attività promozionali indesiderate o attivazione di servizi non richiesti tramite call center. I proventi riscossi a titolo di pagamento delle sanzioni sono passati da 814.625 euro del 2007 a 1 milione e 62mila euro. Oltre 335mila euro sono stati pagati per estinguere il reato in materia di misure di sicurezza. L'attività di relazione con il pubblico ha fatto registrare quest'anno circa 40.000 contatti all'Urp, quasi 20.000 e-mail trattate nell'anno. Sono state approvate importanti Linee guida: in particolare, riguardo all'attività dei periti e dei consulenti dei magistrati, all'attività degli amministratori di sistema, alle sperimentazioni cliniche dei farmaci, al fascicolo sanitario elettronico. Il Garante ha adottato anche alcuni provvedimenti generali per specifici settori: in particolare, la messa in sicurezza dei dati di traffico telefonico e telematico conservati a fini di giustizia; la "rottamazione" sicura di pc e cellulari; la semplificazione per imprese e P.a. delle procedure per l'adozione delle misure di sicurezza; la semplificazione degli adempimenti in caso di fusioni e scissioni societarie. E' stato inoltre varato il Codice di deontologia per le investigazioni difensive, che fissa le tutele per il trattamento dei dati personali dei clienti da parte di avvocati e investigatori privati Gli interventi più rilevanti Gli interventi più rilevanti hanno riguardato molteplici e delicati ambiti: telecomunicazioni (conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico, misure di sicurezza per le intercettazioni, bollette telefoniche con ultime tre cifre in chiaro); giornalismo e informazione (cronache giudiziarie, tutela dei minori e delle vittime di violenza, notizie sui minori adottati, dati sullo stato di salute e sulla vita sessuale, archivi giornalistici on line); marketing (telefonate indesiderate e call center, attivazione di servizi non richiesti, "profilazione" a fini commerciali di utenti e clienti, "carte di fedeltà" della grande distribuzione); pubblica amministrazione (misure di sicurezza per l'Anagrafe tributaria, accertamenti fiscali, trasparenza degli emolumenti pubblici, interconnessione e sicurezza delle banche dati, redditi on line); sanità (sperimentazioni dei farmaci, fascicolo sanitario elettronico, "scontrino fiscale parlante", dati sulla salute on line, uso dei dati genetici, riservatezza nelle strutture sanitarie, uso delle reti telematiche); lavoro (sistemi di rilevazione biometrica, navigazione in Internet e controllo dei lavoratori, sistemi di videosorveglianza, dati on line , cedolini dello stipendio); giustizia e polizia (misure di sicurezza per gli uffici giudiziari, banche dati Dna, Ced del Dipartimento di P.s., periti e consulenti dei giudici, censimento nomadi); nuove tecnologie (geolocalizzazione, Google street view e servizi satellitari, software spia applicabili ai cellulari); Internet (Facebook e social network, motori di ricerca, illegittima conservazione dei dati sulla navigazione in Internet, condivisione files musicali,); scuola e università (pubblicità scrutini e voti scolastici, preiscrizioni universitarie); vita sociale (sistemi di videosorveglianza nei condomini, telecamere negli spogliatoi, propaganda elettorale); sistema impresa (semplificazione adempimenti, trasferimento di dati all'estero, azionisti e accesso al libro soci); sistema bancario, finanziario e assicurativo (semplificazione adempimenti per sistemi di informazione commerciale, accesso e utilizzo ai dati dei clienti delle banche, misure di protezione, sistema antifrodi). L'attività internazionale Importante l'attività del Garante nel Gruppo di lavoro comune delle Autorità di protezione europee (WP29) in particolare riguardo ai sistemi Rfid, agli standard anti doping, alla tutela dei minori, alle comunicazioni elettroniche, alle regole vincolanti di impresa, ai dati dei passeggeri aerei. Intenso il lavoro nell' ambito delle Autorità di controllo Schengen, Europol, Eurodac e soprattutto nel WPPJ, il Gruppo di lavoro appositamente istituito dalle Autorità garanti europee per la tutela dei cittadini nel settore della polizia, della sicurezza e della giustizia, che ha visto riconfermato per altri due anni il ruolo di Presidenza al Garante italiano. Nel 2008 il Garante italiano ha organizzato a Roma la annuale Conferenza dei Garanti europei dedicata alle nuove tecnologie, al fenomeno dei social network e a come garantire un effettiva tutela della privacy in un mondo globalizzato.

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la corea del nord minaccia nel mirino il 4 luglio di obama - federico rampini (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 03-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 25 - Esteri La Corea del Nord minaccia nel mirino il 4 luglio di Obama Ieri lanciati due missili, attesa per l´Independence day Il momento scelto è denso di messaggi cifrati: da ieri a Pechino gli incontri tra Cina e Stati Uniti FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente PECHINO - Kim Jong-il vuole trasformare in un incubo Independence Day, lanciando un missile intercontinentale verso le Hawaii nel giorno della festa nazionale americana del 4 luglio? La minaccia viene presa sul serio a Washington, dopo i due nuovi test balistici effettuati ieri dalla Corea del Nord. Le sanzioni decise dall´Onu contro Pyongyang il 12 giugno non hanno piegato la dittatura comunista, che aveva già sfidato la comunità internazionale con l´esperimento atomico del 25 maggio. La risoluzione del Consiglio di sicurezza che rafforza l´embargo sul traffico di armi con la Corea del Nord non ha placato il regime: al contrario, l´attivismo bellico è di nuovo ai livelli di massima allerta. Ieri i due missili di corto raggio sono stati lanciati dal porto nordcoreano di Wonsan nel mare del Giappone: proprio l´area che Pyongyang ha "proibito" con un diktat a navi e aerei nipponici fino all´11 luglio. Dal test atomico fino a ieri, sono già sei i missili lanciati dalla Corea del Nord in un crescendo di manovre offensive. Il momento scelto per gli ultimi lanci è denso di messaggi cifrati, come spesso accade per le mosse di Kim Jong-il. Proprio ieri sono iniziati a Pechino gli incontri fra i dirigenti cinesi e l´inviato di Barack Obama, Philip Goldberg, che deve cercare di ottenere dalla Repubblica Popolare un´adesione effettiva alle sanzioni decise dal Consiglio di sicurezza. La Cina è l´unico sostegno importante della Corea del Nord, a cui fornisce aiuti economici, energia e armi. Anche se Pechino ha accettato di votare la risoluzione 1874 del Consiglio di sicurezza, continua a dare l´impressione di non volere utilizzare fino in fondo la sua forza per indurre alla ragione il piccolo alleato. Altrettanto simbolico è il fatto che i due lanci di ieri siano avvenuti esattamente quando a Seul si apriva all´ambasciata americana il ricevimento per la celebrazione (anticipata) di Independence Day. Il primo missile è partito nell´istante in cui il ministro degli Esteri della Corea del Sud, Yu Myung-hwan, varcava la soglia della residenza dell´ambasciatore Usa. C´è un precedente: nel 2006 Pyongyang effettuò il lancio di un missile balistico di lunga gittata nelle prime ore del 5 luglio, che per la differenza del fuso orario corrispondevano alla festa del 4 luglio negli Stati Uniti. Per questo a Washington cresce l´inquietudine all´approssimarsi di Independence Day. Tanto da indurre il capo dello U.S. Northern Command, il generale Victor Renuart, a rassicurare pubblicamente i suoi concittadini. «La nostra nazione - ha dichiarato Renuart - ha un dispositivo di difesa anti-missilistica molto credibile». Evocando apertamente l´ipotesi di un lancio nordcoreano verso le Hawaii (la terra natale di Obama), il generale ha voluto enumerare tutte le difese in campo. «In Alaska e in California - ha dichiarato - i nostri sistemi di intercettazione sono efficaci. Se un missile balistico intercontinentale dovesse essere lanciato, sono fiducioso che potremmo impedirgli di infliggere un danno serio a qualsiasi parte del territorio americano». Sull´ipotesi di un lancio dalla Corea del Nord verso le Hawaii il generale ha detto: «Dobbiamo comportarci come se questo sia possibile, ed essere pronti». Sulle ragioni di questa escalation di provocazioni, le ipotesi in campo sono diverse. Kim Jong-il ha avviato le grandi manovre per la propria successione, alla quale vuole designare il figlio più giovane, e questo può indurlo a "pagare un pegno" all´ala dura del suo esercito. Inoltre Pyongyang può tentare una tattica che ha già funzionato in passato: il ricatto per estorcere aiuti dall´America e dalla Corea del Sud. E´ un test delicato per la diplomazia di Obama che si aggiunge alla crisi in Iran, e sarà al centro dei suoi colloqui con il presidente cinese Hu Jintao al G-8 dell´Aquila la prossima settimana.

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Il Paese che può competere (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 03-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Un libro Il Paese che può competere In questi anni chi si è opposto alla tesi del declino italiano ha sempre trovato nei dati sulle esportazioni un argomento a proprio favore. Soprattutto nel made in Italy, quel combinato di eccellenza tecnica, innovazione e creatività artigianale che ha permesso a molte imprese di rimanere competitive. E da lì si deve ripartire per immaginare l'Italia dopo la crisi. La fondazione Farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini, ha appena pubblicato in collaborazione con Marsilio un corposo rapporto (500 pagine) dal titolo "Fare Italia nel mondo". Nella raccolta di saggi curata da Paolo Quercia, analista di relazioni internazionali e collaboratore di Farefuturo, vengono analizzate nel dettaglio le possibilità di sviluppo e gli scenari in cui le imprese italiane dovranno competere. I parametri rilevanti non sono solo quelli microeconomici, ma anche quelli geostrategici, dalle tensioni nell'Asia centrale allo stallo della globalizzazione. «Fare Italia nel mondo è più facile di quel che si pensi, basta guardare quello che abbiamo fatto da sempre, nel corso dei millenni, prima intorno al Mediterraneo e poi lungo le migrazioni secolari», scrive il viceministro Adolfo Urso, segretario generale di Farefuturo, nella premessa al volume. Visto che però questo è l'anno della recessione, con il Pil a meno cinque e un crollo generalizzato dei consumi, servono anche politiche per uscire dalla crisi. Il rapporto di Farefuturo si chiude quindi con dieci pagine di "spunti decisionali", linee strategiche su cui muoversi per costruire un approccio coerente all'internazionalizzazione. Una combinazione pragmatica di politiche liberali - nazionali ed europee - che però non escludono l'elaborazione di un concetto di "nuova sovranità" fuori dal campo economico (Urso si occupa di commercio estero e crede - molto - nel Wto). Ci sono anche ricette che nel dibattito accademico sono state controverse: Farefuturo dice che serve la «crescita dimensionale d'impresa», combattere la logica del piccolo è bello con incentivi fiscali alle fusioni e alla creazione di distretti. 03/07/2009

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Stregoneria e misticismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-07-03 - pag: 35 autore: TV A CURA DI LUIGI PAINI Stregoneria e misticismo RAITRE 21.10 Fra gli ospiti di Corrado Augias in «Enigma», il regista Dario Argento (nella foto) Da non perdere RETE 4 16,00 Gli uccelli, di Alfred Hitchcock, con Tippi Hedren, Usa 1963 (115'). Impotenti di fronte alla natura che si ribella. L'angoscia secondo Hitchcock. SKY CINEMA CLASSICS 21,00 Un uomo per tutte le stagioni, di Fred Zinnemann, con Paul Scofield, Gran Bretagna 1966 (120'). Da una parte sir Thomas Moore, dall'altra il re d'Inghilterra Enrico VIII: un insanabile contrasto. RAIUNO 21,20 Speciale Porta a porta. Serata dedicata alle eccellenze italiane nel mondo: Bruno Vespa ospita, fra gli altri, Luca Cordero di Montezemolo e Valentino Rossi. RAIDUE 0,25 Pianeta Terra. Le immagini della serie, prodotta dalla Bbc, sono assolutamente impressionanti. Titolo della puntata "Le grotte". RAITRE 0,50 Big. Lo scrittore Andrea Camilleri racconta le esperienze che lo hanno portato a creare il personaggio del commissario Montalbano. Attualità RAIDUE 23,10 Il grande gioco. Scenari geopolitici illustrati da Pietrangelo Buttafuoco: la puntata si sofferma sulla rivalità tra i due giganti asiatici, India e Cina. RAITRE 23,50 Sfide. Un campione visto da vicino: la vita e la carriera del calciatore svedese Zlatan Ibrahimovic,da anni in Italia,prima nella Juventus e poi nell'Inter. Spettacolo CULT 21,00 Kalifornia, di Dominic Sena, con Juliette Lewis, Brad Pitt, Usa 1993 (117'). Due coppie in viaggio verso la California: nel gruppo si nasconde un serial killer. STUDIO UNIVERSAL 21,00 I mastini della guerra, di John Irvin, con Christopher Walken, Usa 1980 (90'). Mercenari bianchi in azione in Africa, tra rivolte e sanguinari dittatori. Dal bestseller di Fredrick Forsyth, CANALE 5 21,10 Notting Hill, di Roger Michell, con Hugh Grant, Julia Roberts, Usa 1999 (124'). Lui ha un negozio di libri, lei è una celebre diva. Cose che possono succedere solo al cinema:i due s'innamorano& LA 7 21,10 U-Boot 96, di Wolfgang Petersen, con Jurgen Prochnow, Germania 1980 (149'). A bordo di un sottomarino tedesco durante la Seconda guerra mondiale. RETE 4 23,05 Conan il barbaro, di John Milius, con Arnold Schwarzenegger, Usa 1981 (128'). Uno dei ruoli migliori di "Schwarzy". La sceneggiatura è firmata dal regista e da Oliver Stone. RAITRE 1,25 Fuori orario. La "notte cinefila" si apre con "Il mio corpo ti scalderà" (Usa 1943), di Howard Hughes.

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I segnali positivi di Cina e Brasile Il General Electric (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 03-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/07/2009 - pag: 6 Oltre la recessione Le vendite nel Paese asiatico, il freno dei consumi Usa I segnali positivi di Cina e Brasile Il «termometro» General Electric MILANO - Se c'è un'area che può tirare l'Europa fuori dai guai, per la prima volta da secoli non va cercata nella parte sinistra della cartina. Va cercata a destra, verso l'Asia, e forse anche a sinistra ma in basso, verso il Brasile. In breve tempo, la ricerca di indizi confortanti sull'economia è diventato uno degli sport più popolari anche perché praticarlo in apparenza non è poi così difficile. Non lo è se si prendono proprio quelle aree che in Occidente finiscono sotto la definizione unica di Paesi emergenti. Emergenti ma ingombranti, per il Peterson Institute di Washington: a parità di poteri d'acquisto, cioè tenendo conto dei livelli dei prezzi, gli «emergenti» rappresentano già metà dell'economia mondiale; fra 10-13 anni peseranno per i due terzi e il vecchio G7, il club dei «grandi», sarà una minoranza produttiva oltre che numerica. È da quell'area in espansione che stanno arrivando le notizie migliori di questo orribile 2009, in cui per la Banca mondiale il Pil globale cadrà del 2,9%. Gli esempi non mancano: il principale listino di Shanghai è salito del 65% dall'inizio dell'anno, la fiducia dei manager cinesi è in aumento e, stima Fred Bergsten del Peterson Institute, la Repubblica popolare crescerà dell' 8-10% nella seconda parte dell'anno. Al più tardi entro metà 2010, supererà il Giappone e sarà il primo importatore d'Asia e la seconda più grande economia al mondo. Anche gli elementi concreti mostrano i germogli di ripresa di cui molti parlano. Per restare in Cina, lì le vendite di General Electric sono del 16% più alte di un anno fa. Ma la lista potrebbe continuare altrove, per esempio in Brasile dove Petrobras sta per lanciare un colossale investimento da 167 miliardi di dollari. Parte del finanziamento viene proprio dalla Cina ma l'obiettivo è mettere in produzione un maxi-giacimento di petrolio sotto l'Atlantico al largo del Brasile: il più grande al mondo scoperto in anni recenti. Quanto all'India, una crescita non lontana dal 6% sembra raggiungibile nel 2009. Dopo gli choc del 2008 metà dell'umanità riprende dunque a correre, ma capire se ciò basti a rimettere anche solo a passo di marcia l'Italia e l'Europa è un'altra questione. A prima vista sembrerebbe di sì, a patto che certe spie della fiducia riflettano davvero la speranza di conquistare nuovi mercati. L'Ifo, l'indice delle attese dei manager tedeschi, sta salendo da tre mesi e dati simili emergono altrove in Europa, Usa e Giappone; secondo l'istituto Niesr la Gran Bretagna è addirittura cresciuta (dello 0,1%) a maggio. Ma non è detto che duri, una volta che le imprese avranno ricostituito stock di magazzino vecchi di mesi. Fino al 2007 i due terzi della domanda mondiale erano infatti trainati dai consumatori americani, che ora resteranno paralizzati a lungo dai debiti (il tasso di risparmio è già salito dallo zero al 5%) e dalla disoccupazione in aumento oltre il 10%. Né la Cina, né il Brasile, né l'India possono riempire subito quest'enorme voragine al centro del sistema. A maggior ragione non possono, se continua l'emorragia di posti di lavoro in Occidente che contrae ancor più la domanda. Il simbolo dell'economia globale nel 2008 era il banchiere fallito, quest'anno sarà il disoccupato; prima che diventi un cinese che fa shopping, bisognerà aspettare ancora un po'. Federico Fubini Nella rubrica di Massimo Gaggi a pagina 49 un'analisi sull'impatto della disoccupazione sul tessuto sociale

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Corea del Nord aumenta tensioni con lanci missilistici (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 03-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

SEOUL (Reuters) - La Corea del Nord potrebbe testare missili a medio raggio o lanciarne altri a corto raggio per aumentare maggiormente la tensione che ha già provocato nella regione. Lo ha scritto oggi un quotidiano sudcoreano. Ieri Pyongyang ha effettuato quattro lanci di prova di missili a corto raggio, che fanno seguito al lancio di un razzo in aprile e al test nucleare del 25 maggio, che avvicina il Paese alla possibilità di avere una bomba atomica. "Il loro comportamento continua ad essere imprevedibile, anche se l'attività che abbiamo visto oggi non era inattesa", ha detto ieri il portavoce del Pentagono Bryan Whitman. Il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo sostiene che potrebbero essere in arrivo altri lanci: ".. come dimostrazione militare di propositi verso l'esterno, c'è la possibilità di altri lanci a medio o corto raggio, quindi stiamo controllando attentamente la situazione", ha detto un funzionario dell'esercito sudcoreano secondo quanto riportato dal quotidiano. Il Nord effettua spesso i suoi lanci di missili a corto raggio nei periodi di frizioni diplomatiche e ieri Philip Goldberg, inviato Usa che coordina le sanzioni contro Pyongyang, si è recato in Cina per chiedere l'aiuto di Pechino nell'inasprimento dei provvedimenti contro la Corea del Nord.

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Berlusconi: (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 03-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 03/07/2009 - pag: 19 Verso il G8 Il premier annuncia gli impegni durante il vertice Berlusconi: «Con Obama nei luoghi del terremoto» E con la Merkel visita a Onna, il paese più colpito ROMA Silvio Berlusconi, ieri, ha annunciato dall'Aquila quali saranno alcuni dei suoi impegni ai margini del vertice del G8 in programma da mercoledì prossimo: «Accompagnerò il cancelliere Angela Merkel in visita a Onna e il presidente Barack Obama alla Chiesa di Santa Maria della Concezione in Paganica e nel centro della città, perché vedano i danni del terremoto ». Il riguardo tedesco per Onna non si deve soltanto al fatto che quello è il paese dell'Abruzzo più devastato dalle scosse della terra. Lì la Wermacht, l'11 giugno 1944, mandò a morte 17 civili. Vicino alle macerie la Merkel verrà seguita dalle tv, comunque la preda principale delle troupe di tutto il mondo sarà il presidente degli Usa. In vista della sua visita di lunedì a Mosca, Obama ha dichiarato che in Russia incontrerà oltre al collega Dmitri Medvedev anche Vladimir Putin, primo ministro, affinché sappia che con gli Usa «i vecchi approcci della Guerra fredda» sono «datati». Comporterà piogge di affermazioni come queste, il summit , da mercoledì. Ma quando si dice che dall'8 al 10 luglio si riunirà all'Aquila il G8 si dice soltanto una parte della verità. I formati delle riunioni non coinvolgeranno esclusivamente i sette Paesi più sviluppati del mondo con l'aggiunta della Russia, e le versioni più larghe non si limiteranno alla presenza di qualche capo di Stato africano abituale da quando, inseguiti da contestazioni, gli Otto riservano udienze e promesse a colleghi di Paesi poveri. L'elenco degli appuntamenti ha un senso politico sullo stato degli equilibri del mondo: indica quanto ormai sia chiaro che il G8 non costituisce un concentrato di potere sufficiente a orientare le scelte del pianeta. Allo stesso tempo, le riunioni avranno liste di partecipanti diverse perché i soci del G8 non accettano ancora di affidare in via stabile a «G» più larghi (tranne il G20 sull'economia presieduto da Londra) la definizione delle varie politiche. La vera giornata del G8 sarà mercoledì, e anche qui il numero 8 è inesatto. A questa sessione gli Otto parleranno di politica internazionale, sviluppo e clima parteciperanno il presidente della Commissione europea e la Svezia, in qualità di presidente di turno dell'Ue. Il G8 non può dettare regole. Proverà ad affinare indicazioni su come uscire dalla crisi finanziaria da girare al G20. Si domanderà: a che punto è la crisi? Servono altri stimoli? Oggi non c'è né un accordo sulla scomparsa del G8 né uno che permetta di istituzionalizzare in G13, G14 e così via gli altri formati. All'Aquila però si avrà un passo avanti nel consolidamento del cosiddetto G5 formato da Brasile, India, Cina, Messico e Sudafrica. Giovedì ci saranno i loro rappresentanti. Una dichiarazione congiunta con il G8 elencherà i cinque Paesi, sancendo il ruolo del gruppo. Un privilegio precluso all'Egitto, pur invitato per giovedì dalla presidenza italiana perché islamico, arabo e africano (e nostro fornitore di petrolio). Per parlare delle fonti di una auspicata crescita economica, tutti questi Stati incontreranno poi i massimi gradi di Onu, Fondo monetario, Banca mondiale, Ocse, Agenzia internazionale per l'energia, Wto. Ci saranno ulteriori riunioni. Sul commercio con Australia, Corea del Sud, Indonesia (il Mef). Sul clima con la Danimarca (presiederà la conferenza di dicembre). Berlusconi ha invitato all'Aquila la Turchia, oltre a Spagna e Olanda. La vuole, non è un dettaglio, a un vertice di Stati europei. E giovedì tutti a una cena di Napolitano con gli africani. Tra i quali non mancherà di farsi notare Muammar el Gheddafi. I rapporti Usa-Russia La Casa Bianca avverte Mosca: «Gli approcci della Guerra fredda sono datati» Alla guida Berlusconi su un'auto elettrica davanti alla Scuola della Guardia di Finanza ( Ansa) Maurizio Caprara

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Omologati, anche nei connotati (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 03-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 03/07/2009 - pag: 31 Il commento Prevale la voglia di stare sul palcoscenico Omologati, anche nei connotati di PAOLO DI STEFANO F orse aveva ragione Orson Welles: l'Italia consta di 50 milioni (oggi, direbbe 60) di attori. I peggiori dei quali stanno sul palcoscenico. Ormai, sul palcoscenico, ci stiamo tutti, nel senso che prima o poi ci capiterà di finire su YouTube o di partecipare a Raccomandati. Il che può significare, usando una sorta di comparativo assoluto, che siamo tutti peggiori. E in effetti, se c'è un tratto che si potrebbe dire ancora tipicamente nostro, è proprio questo: i personaggi fotografati sembrano tradire una malcelata velleità teatrale. Sanno di trovarsi sulla scena. Per questo, più che proporre la propria identità nuda e cruda, preferiscono ammiccare: chi rimandando alla cresta, chi al design degli occhiali, chi al pizzo filiforme, chi al piercing sotto il labbro, chi al codino di mezza età, chi al petto palestrato. Ma ciò che colpisce ancora di più sono i tratti non-distintivi che emergono da questi ritratti decontestualizzati (su fondo bianco). Si potrebbe persino scommettere: chi mai direbbe che quel viso appartiene a uno studente di Cagliari piuttosto che a un metalmeccanico scozzese? A una dottoressa di Rimini piuttosto che a una sciampista della periferia di Parigi? Come se la globalizzazione ci avesse persino omologato i connotati.

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"nessuno perda il lavoro l'unico modello di sviluppo" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina X - Genova Confronto acceso tra l´economista Alesina e Poletti, Legacoop "Nessuno perda il lavoro l´unico modello di sviluppo" "Nell´attraversata del deserto, che è questa crisi, noi pensiamo ad una carovana che non lasci indietro nessuno» sbotta, a metà convegno, Giuliano Poletti, presidente nazionale di Legacoop. Il pubblico di cooperatori presente nella Sala del Minor Consiglio lo sommerge di applausi «perché i deboli sono un valore. Una delle nostre ultime nate è una coop che tritura tappi di sughero e ne fa pannelli fonoassorbenti. Cosa c´è di più inutile di un tappo? Ebbene, lì sono nati venti posti di lavoro, molti dei quali per persone disabili». La lectio magistralis del professor Alberto Alesina ha fatto da filo conduttore del convegno internazionale su "Cultura dello sviluppo, globalizzazione e impresa cooperativa", ieri al Ducale: dopo i saluti di Sandro Frega e l´introduzione di Gianluigi Granero, l´economista di Harvard ha "letto la crisi". Subito dopo confronto molto vivace, con Poletti, il presidente della Regione Claudio Burlando, il membro della commissione attività produttive della Camera Eugenio Minasso e lo stesso Alesina. Attraverso i modelli delle Cinqueterre e della stessa Genova (con le trasformazioni avvenute con Colombiane e la nascita dell´Acquario) Burlando ha dimostrato che "un altro modello è possibile". A sorpresa, scintille tra il professor Alesina (non propriamente un "economista di sinistra") e l´onorevole Minasso (già segretario di An, oggi vicario regionale del Pdl). "Io sono per fare riforme tutti assieme" dice Minasso. "Ma che maggioranza volete, il 95%? Ditelo chiaramente che non volete cambiare niente" sbotta Alesina.

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E-recruiting, trovare lavoro on-line sui portali e i social network (sezione: Globalizzazione)

( da "ItaliaOggi7" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi7 sezione: Io Lavoro / Preview data: 06/07/2009 - pag: 3 autore: E-recruiting, trovare lavoro on-line sui portali e i social network Sino ad ora è stato un canale trascurato, ma oggi si è conquistato un posto in prima fila nell'incrocio tra la domanda e l'offerta di lavoro. Secondo le più recenti ricerche, l'e-recruiting, vale a dire la ricerca di lavoro attraverso il web e la rete, sta allargando la sua sfera di influenza e in qualche caso sta spodestando la carta stampata. Da alcune survey americane, si stima che i curriculum oggi presenti nella rete abbiano superato i 200 milioni e che quotidianamente migliaia di persone trovino nuove opportunità di lavoro proprio grazie al web e all'on-line.Ci sono i giovani, geneticamente internettiani, ma ci sono anche i quarantenni, e non solo informatici, che si sono gettati nella mischia. Infine, si sta aprendo anche per le figure di top management un mercato, per quanto più élitario, di e.recruiting.Come si può leggere nell'inchiesta di copertina (vedere a pagina 51), la rete oggi conta molto, ma non è tutto. Infatti, come sottolineano i diversi esperti interpellati, il web si rivela uno strumento efficace di contatto e di conoscenza, ma non può sostituire il colloquio di selezione, quel faccia a faccia tra l'head hunter e il candidato, che resta decisivo sia nei cambi di lavoro sia per chi cerca la sua prima occasione.La rete, inoltre, globalizza il mercato. Infatti, mette in comunicazione candidati e profili, ma anche opportunità di lavoro, superando i confini ristretti dei mercati locali, nazionali, domestici, immettendo i numerosi job seeker internettiani in un mercato internazionale.Non ci sono più, tra l'altro, i portali, che stanno incrementando i loro servizi nella rete, i portali specializzati, tra cui Monster e Infojobs sono in Italia tra i più noti, ma sono presenti e stanno debuttando in questo mercato anche i social network, come per esempio Xing, che migliorano costantemente la loro offerta non solo nel mercato relation e entertainment, ma anche nel mercato più professionale.Ai siti, portali e social network specializzati vanno poi aggiunti i portali d'impresa, che non rappresentano più solo una vetrina, ma sono diventati ormai uno strumento dinamico ed efficace di recruiting e di employer branding.

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Dall'Olanda a Hong Kong: c'è chi se la passa peggio (sezione: Globalizzazione)

( da "ItaliaOggi7" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi7 sezione: Imprese & fallimenti data: 06/07/2009 - pag: 7 autore: La situazione internazionale Dall'Olanda a Hong Kong: c'è chi se la passa peggio Di qui a fine anno il numero di insolvenze aziendali sembra destinato ad aumentare un po' ovunque. Nei mesi scorsi il rallentamento della domanda ha costretto gli imprenditori a limitare, se non a interrompere, il ciclo produttivo dando fondo alle riserve di cassa presenti in azienda per resistere all'ondata di crisi. Denaro, questo, destinato prima o poi a esaurirsi. E così, il prolungato perdurare delle turbolenze economiche potrebbe tradursi in un domino delle imprese, impossibilitate, giorno dopo giorno, a far fronte agli impegni economici che gravano sulla propria attività. Il risultato è un vero e proprio boom delle insolvenze attese per il 2009 ma con strascichi anche nel 2010, soprattutto nei paesi che finora sono riusciti a resistere più degli altri al crollo dei mercati. È questa la lucida analisi condotta da Euler Hermes (EH) dopo aver scandagliato i movimenti del comparto imprenditoriale in tutti gli angoli del pianeta. In Olanda, per esempio, il numero di insolvenze attese quest'anno dovrebbe risultare il 75% in più di quelle dello scorso anno. Situazione molto simile a Hong Kong dove il perdurare della crisi si dovrebbe tradurre in un +71% di imprese insolventi se raffrontate con i dati del 2008. Non se la passano bene nemmeno Norvegia, Spagna, Regno Unito e Irlanda con una variazione attesa delle insolvenze comprese tra il +66% e il +55%, mentre negli Usa le previsioni per quest'anno parlano di un incremento delle aziende insolventi del 45% dopo il +54% registrato un anno prima. E cosa dire della zona euro? Secondo gli analisti di Euler Hermes, nel 2009 il numero di insolvenze nei paesi dell'Unione dovrebbe registrare un'accelerazione del 35% (+33% lo scorso anno), perfettamente in linea con la media mondiale elaborata da EH. Situazione confortante per le imprese italiane che quest'anno registreranno una diminuzione del trend rialzista delle insolvenze. Dopo il +45% del 2008, infatti, i dati previsionali per l'anno in corso parlano di un incremento delle insolvenze pari al +31%. Ma c'è anche chi ha fatto meglio. È il caso della Germania (+19%), della Svizzera (+16%) o della Cina (+10%). Per parlare di virtuosismo a tutto tondo bisogna però spostare l'attenzione verso il Brasile, unico paese al mondo, tra quelli analizzati da Euler Hermes, che assisterà al miracolo di una riduzione del numero di insolvenze nel corso del 2009. Entro la fine dell'anno in corso, infatti, il numero di insolvenze dovrebbe subire una contrazione dell'8% rispetto al 2008, quando i dati di EH avevano mostrato una tendenza positiva alla crescita economica delle imprese con una riduzione delle insolvenze del 18%. «Negli ultimi mesi è cambiato radicalmente il panorama dei settori colpiti dalle insolvenze», hanno avvertito gli analisti di Euler Hermes. «Se nel 2008 la parte del leone era stata fatta dalle società attive nella finanza e nelle costruzioni, adesso il tarlo delle insolvenze sembra essersi esteso anche al comparto industriale. Basti guardare alla clamorosa insolvenza di Chrysler nel comparto automobilistico a stelle e strisce, alla canadese Nortel nel segmento delle telecomunicazioni e al colosso farmaceutico Lyondell negli Stati Uniti». Ma non solo. Nei prossimi mesi il peso della crisi produrrà effetti disastrosi anche sulle imprese attive nel settore delle vendite al dettaglio e dei trasporti. Niente paura. Si tratta solamente di pazientare ancora qualche mese. A partire dal 2010, infatti, gli esperti di Euler Hermes prevedono una decisa inversione di tendenza con il numero di insolvenze destinate a crescere soltanto del 4% a livello mondiale contro il +35% atteso per il 2009. Questo risultato sarà l'effetto della netta sterzata registrata nelle principali economie dove si prevedono dati con il segno meno nel trend di insolvenze. In base alle previsioni di Euler Hermes, per esempio, il prossimo anno le insolvenze negli Usa dovrebbero diminuire del 4%. Contrazioni più marcate per la Slovacchia (-11%), la Cina (-10%), la Danimarca (-9%) o l'Irlanda (-8%), mentre in Italia continueranno a sentirsi ancora in maniera pesante gli strascichi della crisi con un tasso di insolvenze atteso in crescita del 15%.

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"Voi G8, noi G(s)OTTO"il controvertice (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

"Voi G8, noi G(s)OTTO"il controvertice via napoli OGGI alle 20.30, nei Giardini di via Napoli, angolo via Vesuvio, si svolgerà l'incontro dal titolo "Voi G8, noi G(s)OTTO: voci dal basso per un'economia di giustizia". L'iniziativa rappresenta il controvertice della società civile al G8 2009 che si svolgerà in Sardegna. Otto anni dopo il G8 genovese si discuterà di crisi della globalizzazione, diritti e prospettive di cambiamento. Introduce Deborah Lucchetti, con Francesco Gesualdi, Pietro Raitano. Modera Laura Guglielmi. A seguire, a partire dalle 22, serata di musica e danze popolari con i Romenian Gipsy Band. 04/07/2009 SI SVOLGE oggi e domani a Riva Trigoso il "Five Lands 2009", raduno Harley Davidson. Dalle 10 registrazione all'ingresso della passeggiata mare. Alle 12, al Bunker bar, distribuzione del pranzo al sacco. Alle 20 apertura stand gastronomici sulla passeggiata; alle 21 H-D & Buell Contest; alle 22 beach party con i Discomania e Superdance. 04/07/2009

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Prima giunta Ferlin, debutta la nuova squadra (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

BADIA E LENDINARA pag. 14 Prima giunta Ferlin, debutta la nuova squadra LENDINARA IERI LA PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA E' TUTTO già pronto, sta per andare in scena e per il 26° anno, il Festival dei Popoli, a confermarlo direttamente gli organizzatori dell'evento, nel corso della conferenza di presentazione che si è svolta nella Sala Consiliare. La sede badiese del CDP in via S.Rocco sarà per oltre una settimana, dal 4 al 12 luglio, sede di importanti momenti di cultura, di spettacolo, e di confronto. Il tema 2009 del Festival è "Cambiare si deve" i valori portanti dell'evento sono : giustizia, pace, sviluppo. Si parte oggi alle 21,15 con la presentazione del libro "liberamente solidali", che narra la storia del Cdp e del video "un segno leggero" , autori del tutto Nicola Chiarini, Nicola Quadrelli, Simone Pizzardo e Alessandro Gasperotto.Domenica, alle 21,15 si inaugura la tradizionale Mostra fotografica- documentaria "La storia negata, trent'anni di Tribunale Permanente dei Popoli". Lunedì lo spettacolo teatrale "Una relazione per un'accademia", con la compagnia Teatrale Mure Rosse di Norberto Presta. Nei giorni successivi altri incontri sul tema dei conflitti armati, della salute, della globalizzazione. Pirous Fateh Moghadam parlerà su "Effetti dei conflitti armati su salute ed ambiente". Nel weekend spazio alla musica. E a chiusura l'immancabile spettacolo dell'attore ballerino Thierry Parmentier dal titolo "Uno nasce bianco o nero, ricco o povero, fortunato o sfortunato. L'importante è danzare con la vita", con intervento conclusivo di Gianni Tognoni. Giovanni Saretto

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I dazi russi schiacciano i mobili veneti (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-07-04 - pag: 2 autore: I dazi russi schiacciano i mobili veneti A maggio e giugno commesse in calo del 50-60% di Marco Alfieri u Continua da pagina 1 L a Camelgroup del signor Fiore si trova a Orsago, un pugno di chilometri da Vittorio Veneto verso il confine con la provincia di Pordenone, e dà lavoro a 40 dipendenti (25 milioni il fatturato 2008) oltreché ai suoi tre figli: Luca, che parla correntemente il russo (è stato appena premiato dalla camera di commercio siberiana), copre il mercato dell'Est, e fa consulenza alle imprese tricolore che vogliono buttarsi sul mercato russo e ucraino; Paolo, che si occupa di gestione interna dopo essersi fatto le ossa all'investment banking di Credit Suisse First Boston a Londra; e Francesca, che cura il commerciale. è una storia metafora, quella dei Piovesana. Dopo aver insegnato al liceo, infatti, il signor Fiore si prende un anno sabbatico. Gira un po' per il mondo,la curiosità non gli manca, intercetta l'autunno della guerra fredda, il tramonto dell'Impero dei blocchi e il primo embrione di globalizzazione e capisce che anche dal piccolo e laborioso Veneto a un niente dalla Gorizia della cortina di ferro comunista si può partecipare alla nuova corsa all'oro. «In quei mesi – spiega al telefono da Mosca dove sta cercando di capire come liberarsi dal cappio dei dazi – mi arrangiavo facendo l'interprete per qualche mobilificio pioniere dell'export». Da cosa nasce cosa, «e visto che c'era spazio e un intero mondo si stava per aprire mi sono buttato. Con 300mila lire decido di appoggiarmi al telex di un amico. Mando avanti le prime proposte,i primi cataloghi.All'inizio acquistavo e rivendevo prodotti finiti – ricorda con una punta di romanticismo – poi ho scoperto un terzismo sapiente sul territorio a cui appaltare le lavorazioni». Arriva così il primo capannone e il boom del mercato americano, «dove fino al 2002 abbiamo esportato il 70% del nostro arredamento ». Poi il crollo del dollaro, le Torri gemelle, l'ingresso deicinesi nel Wto e la successiva invasione del mercato Usa attraverso "the box", l'inconfondibile container, «la riconversione obbligata sui mercati dell'Est: Russia, Ucraina, Polonia. Dove ormai esportiamo il 100% delle nostre produzioni ». Camere comode e divani per i nuovi ceti medi russi. Senza farsi mancare nulla, come le luci led Rgb per la cromoterapia incassate nei comodini del modello di camera Decor, perché anche i sogni dei bimbi post sovietici vanno coccolati. Un bengodi per molte imprese italiane. L'Ice, le associazioni di categoria, le Camere di commercio non a caso spingono molti piccoli a consorziarsi per investire su questi mercati: nuovi prodotti, nuovi cataloghi, partecipazione a fiere e tanta, tanta pubblicità. Nel frattempo si aprono magazzini e store in joint venture con il distributore locale e i famosi negozi dedicati bi o trimarca. «I famosi Italian gallery che tanto fanno impazzire il ceto medio russo», sorride Piovesana. Un po' come le famiglie brianzole che sciamavano alla Campionaria di Milano nel dopoguerra, «le signore che siedono degnissimamente sui divani dei bravi mobilieri di Lissone» raccontati da un inarrivabile Carlo Emilio Gadda. Nel 2007 gli investimenti cominciano a dare ritorni importanti. Nel 2008 il fatturato italiano del settore arredamento (escluso il legno) è pari a 23 miliardi di cui il 52%, cioè 12 miliardi, esportati. Il 23% prodotto solo tra Treviso e Pordenone, il primo distretto del mobile in Italia, davanti anche ai colleghi della Brianza, divisi ormai su tre province (Milano Monza e Como), e Pesaro- Urbino. Mentre l'export russo schizza del 58,6% sul 2007, dopo un decennio di grande crescita, grazie proprio ai nuovi sbocchi centro europei in forte espansione, capaci di assorbire prodotti di livello medio-alto in quote importanti. «Certo c'erano già i dazi, però non proibitivi», precisa Piovesana. Poi, all'improvviso, lo "sboom". Dopo l'estate arriva la crisi, il mercato si pianta di colpo, ordinativi e commesse a picco e le dogane che impazziscono. «C'è chi dice per sostenere la produzione interna, chi per inefficienza delle autorità russe, incapaci di controllare la periferia dell'ex impero che impone alle sbarre di confine balzelli extra. Sta di fatto che da gennaio siamo in piena emergenza. Le nostre merci, camerette e sale da pranzo, diventano invendibili per la middle class russa», la più colpita nell'acquistare il mobile italiano non di nicchia. Nei primi 4 mesi del 2009 le commesse crollano del 30-40%, insieme al valore del rublo sull'euro (-30%). Non solo Russia, l'epicentro del business triveneto, ma anche i paesi di corona, Ucraina e Polonia, rivna e zloty. Nel frattempo il sistema bancario chiude i rubinetti del credito al consumo e molte piccole banche locali congelano i risparmi privati per puntellarsi, prive di solidità finanziaria e di ombrelli pubblici di protezione. Nella vicenda di Fiore Piovesana e dei piccoli dell'arredo veneto alle prese coi superdazi russi c'è insomma tutto quel che si può chiedere a una moderna guerra di mercato, una miniatura di tutti i nodi oggi sul tavolo: lo tsunami finanziario globale che scuote i territori produttivi, le scorciatoie cinesi, un'economia italiana forse troppo sbilanciat a sull'ex port, il glob alismo messo in tensione da un miope revanchismo protezionista, il cinismo della Grande Russia, l'ordine sparso italiano sul made in Italy, la scarsa reattività della diplomazia europea, le regole del commercio mondiale senza reciprocità, e la voglia incessante di mettersi in proprio (Piovesana prima insegnava) e di non mollare mai dei padroncini che vogliono capire il da farsi prima eventualmente di diversificare un'altra volta o lanciarsi in altri settori. Come fece quella volta nella vicina Spresiano Adriano Gionco,l'imprenditore- scrittore, che per anni ha commerciato in legnami, ma siccome il settore è andato in crisi per non fallire si è reinventato senza piangersi addosso costruttore di cofani funebri in legno, ramo "estremo saluto". «Le bare dell'infinito », come le chiama lui. Con tanto di pubblicità (poi ritirata) che fece scalpore ma indubbiamente d'impatto: «Muori, e diventeremo amici& ». Al netto del lugubre, la prova provata di uno shumpeterismo applicato e diffuso in Nord-Est come in pochi altri posti sulla terra. Che fare, dunque? Ovviamente «ci stiamo organizzando», racconta Piovesana. «Abbiamo fatto parecchie riunioni con la Federlegno Veneto. Abbiamo chiamato l'Ice e le associazioni di categoria, a cominciare da Unindustria Treviso, in cui siedo nel direttivo. Berlusconi è amico del Putin, giusto? Va in giro a dire che lui è l'arbitro di un nuovo accordo con la Russia, e tra Russia e Stati Uniti, Barak Obama e Dimitri Medvedev, dopo il precedente di Pratica di Mare? Bene. Allora intervenga. Non c'è solo l'Eni e il gas, sapete. Il made in Italy non basta decantarlo alle fiere e nei convegni, bisogna sostenerlo concretamente. Le imprese vorrebbero capire quali sono i criteri con cui vengono applicati i dazi reali: valore della merce? Peso? Entrambe le cose? Altrimenti qui va tutto gambe all'aria. Export, indotto, fornitura, territorio. Qualche mese e salta tutto, davvero». Verniciatori, assemblatori, corniciai, intagliatori, decoratori. Una sapienza artigiana che rischia di finire nel cestino. Anche perché il 70-75% dell'export italiano di comparto in Russia è mobile classico, tradizionale. «A loro piace ancora il legno che si vede». Ma questo coinvolge nella realizzazione un numero di terzisti artigiani molto alto, un numero di passaggi di filiera più numeroso rispetto al mobile liscio di design. Per questo lo "sboom" spaventa. «Un'impresa come la nostra,infatti, che non incorpora tutta la filiera produttiva, vive di fornitori. Se un artigiano o una pmi di terzisti va in crisi per noi è un disastro», si lamenta Piovesana, che lavora con circa 40 aziendine dell'indotto diffuso. Specie in un paese in cui il 13,2% delle imprese è a rischio insolvenza e i tanti subfornitori che non incassano le fatture dai mediograndi in difficoltà rischiano di trasformarsi, esaurito l'effetto della cassa in deroga, nel vero baco dell'economia reale. «L'altro giorno – dice quasi sottovoce Mr Camelgroup – si sono presentati due fornitori con le lacrime agli occhi. Ci faccia fare qualcosa, signor Fiore, qualsiasi cosa. Anche tagliare il prato, o qualche lavoretto in casa. Non ci costringa a licenziare gente che lavora con noi da 20 anni». La previsione purtroppo è quella di un ulteriore calo nelle vendite e negli ordinativi almeno fino a settembre, con rischi reali per l'occupazione e la tenuta delle aziende. Il -30/40% del primo quadrimestre è diventato –50/60% di maggio/ giugno. «Chi come noi ancora non ha messo in cassa i propri dipendenti, è perché sta facendo smaltire le ferie arretrate, un ultima piccola valvola di sfogo» spiega l'imprenditore. Tolte quelle agostane tradizionali, infatti, le vacanze medie accumulate per ogni addetto nelle pmi dell'Alto Piave sono di circa 60 giorni. Molti altri aspettano l'autunno per capire che fare: chiudere, ripartire o diversificare. Nel frattempo la cassa nelle ultime tre settimane si è impennata. Sono a rischio asfissia, nell'indotto, circa 150 microimprese. Mille addetti a un passo dal lastrico. «E se non interviene la politica – conclude – questa volta non so proprio come faremo». © RIPRODUZIONE RISERVATA L'ALLARME Piovesana (Camelgroup): «Da gennaio siamo in piena emergenza. Non riusciamo più a vendere i nostri prodotti non di nicchia nei paesi dell'Est» LA CRISI Circa 150 microimprese dell'indotto sono a rischio, mille addetti a un passo dal lastrico e fino a settembre si prevedono ulteriori cali di ordini e vendite Dal 30 al 45% In Russia i dazi sui mobili d'importazione hanno subito in pochi giorni un forte incremento; un'impennata che sta mandando fuori mercato l'arredamento italiano di fascia medio-bassa L'IMPENNATA

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Berlusconi: il peggio è passato (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-07-04 - pag: 3 autore: Berlusconi: il peggio è passato «Porteremo al G-8 il global standard di Tremonti, ma siamo lontani da un risultato» Rossella Bocciarelli ROMA «Sul nuovo codice di regole globali, la proposta di Giulio Tremonti, siamo lontani dal risultato ». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ieri ha presenziato a un workshop Tesoro– Ocse, ha chiarito che il vertice dei capi di Stato dell'Aquila non vedrà il battesimo di quelle che il responsabile di Via XX settembre ha immaginato come le "dodici tavole" del mondo post-crisi, ovvero i nuovi standard per gli affari internazionali: i grandi del mondo sembrano ancora molto lontani dall'avere un consenso.«Prima di arrivare a un codice condiviso – ha avvertito Berlusconi, mettendo in pratica le mani avanti rispetto ai risultati possibili del vertice– avremo da fare molti passaggi, l'Aquila è uno step verso ulteriori approfondimenti». Ma ieri il premier ha ribadito anche la propria valutazione del momento economico: «Ciò che di peggio doveva accadere è già accaduto. Chi doveva fallire ha fallito e tutti quelli che facevano speculazione non ci sono più. La situazione non sta peggiorando, ma sta migliorando», ha aggiunto. «Certo è una cosa terribile - ha proseguito - stare al Governo, ricevere le giuste richieste dei cittadini, parlarne con il ministro dell'Economia e sapere che non ci sono fondi. è come mettere le mani in tasca per fare una spesa e tirarle fuori vuote perché i soldi non ci sono. Da imprenditore non mi era mai capitato». Per il premier il problema più importante resta quello psicologico, connesso alle aspettative: «Penso che non ci siano proposte alternative alla guerra contro la paura. Questa paura della crisi determina una riduzione dei consumi, e quindi tutti dobbiamo avere paura della paura». A Berlusconi ha replicato ieri il segretario del Pd Dario Franceschini: «Minimizzare è inaccettabile. è insopportabile – ha aggiunto – questo modo di fronteggiare la crisi di fronte a migliaia di imprese e famiglie che chiedono misure urgenti per essere aiutati». Secondo Franceschini, «continua questo atteggiamento di Berlusconi di minimizzare e negare i problemi, e lui continuaa intimidire gli editori, e ad accusare gli organismi internazionali perché diffondono numeri. Insomma – ha concluso – non se ne può più. Il governo ha il dovere di agire». A proposito di numeri, quelle che il Governo Berlusconi considera le sue nuove cifre-obiettivo, saranno presentate il giorno prima dell'inizio del G8: nel 2009 il Pil segnerà un -5%, mentre il rapporto deficit-Pil si attesterà al -5,2 per cento. Il Dpef rivede al ribasso le precedenti stime contenute nel programma di stabilità del 6 febbraio scorso, che prevedevano il Pil al -2% e l'indebitamento netto al -3,7. Tornando alla questione dei nuovi standard globali ,che dovrebbero rappresentare il cuore economico del vertice dell'Aquila, già in occasione della recente visita in Usa, Berlusconi aveva ammesso che le nuove regole non avrebbero potuto essere un prodotto del G8 ma necessariamente sarebbero state affrontate al G20, il foro internazionale allargato anche a Cina, India e altri importanti paesi emergenti che ha preso in mano la gestione della crisi finanziaria e che proprio negli Usa, a Pittsburgh vedrà la prossima riunione dei capi di governo. Intanto, però, resta agli atti il lavoro svolto al G7 finanziario di Lecce, dov'era era stato approvato un documento di oltre 70 pagine, definito, in quell'occasione, un work in progress. I cinque capitoli della "Lecce Framework" riguardano: corporate governance, integrità dei mercati, regolamentazione e sorveglianza finanziaria, cooperazione in materia di tassazione e trasparenza delle politiche macroeconomiche e dei dati.L'iniziativa si sovrappone, in una certa misura, al lavoro del Financial stability board (Fsb), presieduto dal Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi,incaricato dal G20 di indicare le modifiche necessarie al sistema finanziario e di vigilanza perché non si ripeta la crisi innescata dai subprime americani. Draghi, peraltro, non sarà presente a L'Aquila, ma presenterà i risultati operativi del Fsb a Pittsburgh. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Business Cina per le imprese (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-07-04 - pag: 16 autore: Mercati globali. A Roma una delegazione di 300 imprenditori al seguito del presidente Hu Jintao Business Cina per le imprese Urso: Pechino ha una liquidità per oltre 100 miliardi di dollari Nicoletta Picchio ROMA Arriveranno in trecento, al seguito del presidente Hu Jintao, invitato in Italia per il G8 allargato. La prima visita a così alto livello dopo dieci anni: bisogna tornare indietro al 1999 e a Jiang Zemin per trovare nella storia italiana una missione, da noi, di un presidente cinese. Altra realtà, altri obiettivi: oggi è il business in primo piano, con la Cina che, con un Pil nel 2009 quasi a +8%, ha tutti i presupposti per essere protagonista e locomotiva della ripresa. Da lunedì, per due giorni, i trecento imprenditori cinesi gireranno l'Italia, partendo da Roma e toccando Venezia, Pisa e altre città, per cercare opportunità di acquisto e investimento. La giornata clou sarà proprio lunedì, nella Capitale: sono in programma incontri faccia a faccia tra aziende cinesi e italiane, secondo al formula sperimentata delle missioni di sistema Confindustria, Ice, Abi e Governo (sono già più di mille). E inoltre colloqui istituzionali tra il presidente cinese, il ministro del commercio internazionale Chen Deming, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Sono già previsti una serie di accordi, anche se la valutazione economica di questa imponente missione si potrà fare solo alla fine. Le premesse sono positive: l'ultimo shopping cinese dello scorso febbraio in Germania, Inghilterra e Svizzera si è concluso con acquisti di 11,5 miliardi di euro. L'Italia, ha ricordato ieri il vice ministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, finora è stata tagliata fuori. Ma il nostro Paese è riuscito a muoversi tempestivamente: Urso è andato a Pechino ai primi di giugno, per creare le basi di questo arrivo. «La Cina ha liquidità per oltre 100 miliardi di dollari», ha detto ieri il vice mini-stro, in una conferenza stampa con Cesare Romiti e Gianni De Michelis, presidente e responsabile del comitato strategico della Fondazione Italia-Cina, impegnata in un progetto di master e borse di studio per far arrivare studenti cinesi. I rapporti economici tra noi e la Cina si sono intensificati, nonostante la crisi: nei primi quattro mesi dell'anno,l'export è cresciuto del 18,9%, con vendite trainate da macchinari e beni strumentali (a fronte di un calo complessivo delle esportazioni di quasi il 20 per cento). Nel 2008 l'Italia ha esportato beni per 6,5 miliardi di euro, in crescita del 2,5%, ed ha importato per 23,5 miliardi, con un passivo di 17 miliardi di euro. Per questo, ha spiegato Urso, la Cina utilizzerà la visita italiana per riequilibrare la bilancia commerciale. Ma c'è anche interesse per gli investimenti: la Cina ha aumentato quelli all'estero da 2,7 miliardi di dollari del 2003 a 52,2 miliardi del 2008. Dopo l'Italia, la missione cinese andrà in Finlandia e in Portogallo, ma la delegazione che arriverà nel nostro Paese è la più numerosa. Oltre all'industria, ci sono possibilità di grande crescita nel turismo: nel 2008 il nostro Paese è stato il primo come destinazione europea. A marzo, ha spiegato Urso, è stato firmato un accordo politico per portare da tre a cinque le città da collegare con voli diretti tra i due Paesi, sia per gli aerei da turismo che per i cargo. «Darà uno spinta al turismo e al business». Il presidente Hu Jintao arriverà domani e mercoledì sarà a L'Aquila per il G8. Tra i temi, anche il rilancio del Doha Round. Per le nostre aziende che esportano in Cina, ci sono ancora dazi e barriere che rendono i nostri prodotti meno competitivi. E c'è chi accusa i cinesi da avere un atteggiamento protezionista: la crescita infatti in questi mesi è stata sostenuta dagli incentivi alla domanda interna e dall'input del Governo alle amministrazioni di favorire le imprese cinesi. Secondo Urso, i negoziati del Wto potrebbero avere un nuovo impulso, visto che in Usa e India, i Paesi che determinarono il fallimento nei mesi scorsi, oggi ci sono al Governo nuovi protagonisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA MISSIONE AL VIA DA LUNEDì Previsti incontri anche a Venezia, Pisa e in altre città per cercare opportunità di acquisto - Forte interesse da parte di Confindustria

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Mercati ancora drogati dalla liquidità (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: SETTIMANA FINANZIARIA data: 2009-07-04 - pag: 38 autore: Borse. Il forte rialzo dei listini azionari e soprattutto delle materie prime è stato alimentato dalla massa di denaro immessa dalle banche centrali Mercati ancora «drogati» dalla liquidità Ma adesso la prospettiva di una ripresa più lenta e più lontana fa soffrire azioni e commodity di Walter Riolfi I l bello di questo rialzo delle Borse, che dura ormai da quattro mesi, è che ha fatto dimenticare il catastrofismo d'inizio anno:quello di una nuova Grande Depressione. Il brutto è che una crescita degli indici, così rapida come mai s'era vista in precedenza, è stata alimentata per lo più dalla forte liquidità creatasi nel sistema finanziario mondiale. Bella scoperta. Tutti i rialzi di Borsa visti negli ultimi 30 anni, e pure quello tragicamente conclusosi nell'ottobre del 1929, furono guidati dal denaro facile e a buon prezzo. Ma questa volta c'è qualcosa di diverso: perché tutta la liquidità esistente proviene dalle generose mani delle banche centrali e in definitiva dalla inusitata prodigalità dei Governi. Fed, Bce, BoE, BoJ, Banca del Popolo cinese eccetera hanno concesso talmente tanti prestiti agli istituti di credito, accettando come col-laterale (garanzia) titoli di varia natura e persino commodity (è il caso della Cina), e a tassi così bassi (in termini reali sotto lo zero), che una buona parte di questo denaro è finita sui mercati finanziari: azioni, bond societari ad alto rendimento, cartolarizzazioni e materie prime. Un altro aspetto meno bello della questione è che questo denaro, più che andare direttamente sui titoli azionari o sulle commodity fisiche, s'è indirizzato sui derivati: in particolare sui future. Il fenomeno è macroscopico sui mercati delle materie prime, al punto che la Cftc, ossia la commissione Usa che regola questi mercati, ha deciso di vigilare attentamente per controllare la speculazione. Il risultato s'è visto soprattutto nei future su petrolio, rame e altre materie prime che sono di fatto raddoppiati dai minimi di qualche mese fa. In questo gioco al rialzo, alimentato dalle aspettative di una forte ripresa economica, sono stati gli investitori cinesi ad aver avuto un ruolo dominante. Con quali soldi? Con quelli elargiti direttamente e indirettamente dalla Banca del Popolo, al punto che nei soli primi sei mesi di quest'anno le banche hanno prestato l'equivalente di circa mille miliardi di dollari contro i 620 dell'intero 2008. Ma sulle Borse, oltre ai vari strumenti derivati, si sono affermati altri prodotti che hanno avuto un ruolo crescente nel determinare la velocità di crescita (o di discesa) dei mercati azionari. Sono gli Etf (fondi gestiti elettronicamente) specializzati nei vari settori, tra cui proprio le materie prime. E da meno di due anni riscuotono un grande successo gli Etf a leva ( possono investire fino a due o tre volte il patrimonio) sia al rialzo sia al ribasso. Si ricorderà la polemica nei primi due mesi dell'anno attorno ai fondi ultrashort (ultra ribassisti) sui titoli finanziari,ritenuti con un po' di ragione colpevoli dei forti cali subiti dai titoli bancari. Ma dal 9 marzo sta succedendo il contrario e gli Etf prediletti sono quelli ultralong (ultra rialzisti). Se si considera che su questi nuovi strumenti puntano gli occhi anche numerosi piccoli investitori e che su un Etf si possono costruire opzioni come su un qualsiasi titolo, si capisce come la leva della liquidità, aumentata da quella insita nei derivati, possa produrre movimenti degli indici che vanno ben oltre i fondamentali delle aziende e dell'economia. Va tutto bene se la scommessa rialzista degli investitori trova conforto in un miglioramento delle condizioni economiche. Ma se, come giovedì scorso, arriva un dato poco consolante sull'occupazione Usa, le Borse perdono quasi il 3%. Il guaio di quel dato è che, se da un lato conferma un miglioramento nell'attività manifatturiera, dall'altro (con disoccupati ben oltre le attese e oltre il numero del mese precedente) mostra come nei servizi sia ancora profonda la recessione. E l'attività manifatturiera conta per tre quarti del Pil Usa. Così la prospettiva di una ripresa economica più lontana e più lenta ha reso prudenti, oltre le Borse, anche i mercati delle materie prime. In settimana, l'S&P ha perso il 2,4% (-2,3% il Nasdaq) e lo Stoxx lo 0,2% (-1,4% Francoforte, -0,3% Parigi, -0,2% Londra, ma Milano segna +0,6%).

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Se la Germania mette a rischio l'euro (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Se la Germania mette a rischio l'euro Joseph Halevi Se non fosse stato per il martellamento dell'ottimo Financial Times, durato l'intero mese scorso fino al 28 giugno, non ce ne saremmo accorti essendo il fattaccio passato pressoché inosservato nel resto della stampa europea. Il Bundestag di Berlino ha recentemente votato un emendamento costituzionale che obbliga il governo ad azzerare il deficit pubblico per il 2016 il cui tetto massimo in termini strutturali non dovrà eccedere lo 0,35 per cento del Pil. Non è detto che ci riusciranno ma il meccanismo non dipende più dalle politiche economiche. L'esecutivo dovrà ottemperare alla legge che è addirittura diventata dettato costituzionale. Contrariamente a quanto è avvenuto per il patto di stabilità strutturale agganciato ai parametri di Maastricht, prima aggirato e poi ignorato sia dalla Francia che dalla Germania, la nuova legge costituzionale tedesca è vincolante. Ed essa condizionerà il resto dell'Europa molto di più dell'ormai moribondo trattato di Maastricht. Sottolineiamo che la promulgazione di questa legge è a sua volta una violazione dello spirito giuridico di Maastricht, che prevede consultazioni intraeuropee qualora uno stato volesse apportare delle modificazioni importanti al proprio funzionamento. Cosa significa l'unilateralismo tedesco, molto desiderato dalla Merkel? Vuol semplicemente dire che la Germania non mette un solo euro per il proprio rilancio economico e ne chiederà invece all'Europa; vedremo poi come. La dinamica che si prospetta è quindi la seguente. Laddove risulterà necessario, Berlino elargirà soldi al sistema bancario: il ciclo della crisi finanziaria si è attenuato ma non è stato superato. A queste misure corrisponderanno decisioni di restrizione fiscale per recuperare gli esborsi. La stessa procedura vale nel caso degli aumenti delle spese della sicurezza sociale in seguito alla crescita della disoccupazione. La legge iniziò il suo iter lo scorso ottobre quando cento deputati del Bundestag firmarono un appello affinché venisse costituzionalmente garantita la «giustizia intergenerazionale». L'appello partiva dalla falsa idea che il debito pubblico viene sempre pagato dalle generazioni future. Questa errata visione è condivsa dall'insieme della società civile tedesca e si cala perfettamente nella concezione dell'accumulazione fondata sulle esportazioni nette portata avanti dal capitale tedesco, sia finanziario che industriale. Il rigore fiscale introdotto dalla nuova legge costituzionale affossa infatti la domanda interna della Germania. Prima di entrare in crisi, tale domanda era già stagnante da anni. Durante il forte boom delle esportazioni del periodo 2002-2007, le società tedesche dicevano che la stagnazione andava benissimo in quanto abbassava i salari reali. Il Deutsche capitale monopolistico vedeva nel mantenimento della modernità della base tecnico produttiva dei mezzi di produzione, in opposizione all'espansione della domanda interna, la condizione per una continua crescita sui mercati esteri. Ora questa legge istituzionalizza, anzi costituzionalizza, il modello di accumulazione tedesco in una fase in cui esso è in crisi. La Germania, infatti, sta perdendo esportazioni nette in assoluto pur rimanendo attiva in termini relativi. Per esempio, se nel 2007 il Pil tedesco era 100 le esportazioni nette erano circa il 7 per cento. Oggi il Pil è grosso modo sceso a 94 e le esportazioni nette sono calate al 5 per cento del nuovo valore del Pil. Per mantenere in vita il proprio modello di accumulazione monopolistica la Germania non potrà più farsi trainare dalla crescita inesistente degli altri paesi europei ed ancor meno da quella degli Usa, di là da venire e che comunque attira esportazione asiatiche. La Germania dovrà invece aggredire la domanda calante dei paesi dell'Europa occidentale; le economie dell'Est sono in sfacelo e non potranno più assorbire un ammontare di esportazioni tedesche che, nel 2007, rivaleggiava con l'export di Berlino verso gli Usa. Nel quadro della moneta unica c'è un solo modo per effettuare tale blitzkrieg permanente verso il resto dell'Europa: accentuare la massiccia deflazione salariale in casa, imponendo agli altri paesi europei di fare altrettanto per difendersi. Sul piano dei salari e dell'occupazione effettiva la dinamica istituzionale innescata dalla Germania è in retromarcia, anche per il resto dell'Europa. Ne consegue che le reazioni politiche e legislative alla crisi in corso prefigurano una situazione di prolungato scontro commerciale attraverso i saggi salariali. Probabilmente Berlino riuscirà a mantenere il surplus estero relativo, soprattutto nei confronti dell'Europa stessa. Qui sorge un problema finanziario colto alla perfezione da Wolfang Münchau nei suoi articoli sul Financial Times del 28 e 21 giugno. La Francia non intende seguire la stessa politica di rigore di bilancio. Deflazione salariale sì, licenziamenti pubblici pure ma i soldi agli assi portanti del capitalismo francese non verranno lesinati. Parigi non può permettersi una politica di rigore fiscale. I due principali paesi europei sono quindi in rotta di collisione per ciò che riguarda i reciproci bilanci. Un'ulteriore prova della caducità dei patti di stabilità e dello sfaldamento del trattato di Maastricht. Dove verrà piazzato finanziariamente il surplus estero tedesco? Nel recentissimo passato, con la domanda interna stagnante, le banche tedesche, anche quelle regionali, hanno piazzato i proventi del surplus nei prodotti tossici, derivati e strutturati emessi da quell'iceberg di spazzatura che è il mercato dei capitali Usa. Oggi le stesse istituzioni finanziarie non ne vogliono più sapere di quelle cartacce. La logica dice che i surplus potrebbero essere investiti in buoni del Tesoro di Berlino. Ma il limite dello 0,35 per cento del deficit pubblico sul Pil cui aspira la nuova legge ridurrà l'emissione di buoni del Tesoro tedeschi. La Francia invece continuerà ad emetterli perché manterrà un deficit pubblico non indifferente. Münchau osserva che dopo l'esperienza della spazzatura americana, le società finanziarie tedesche investiranno in debito pubblico europeo. Quello francese è il più maturo e «profondo». Le società tedesche piazzeranno i soldi in debito francese ottenendone però un rendimento basso. L'analista del Financial Times preconizza quindi una situazione in cui la Germania viene intrappolata nel debito francese come la Cina è intrappolata nel debito Usa. Ma tale situazione, conclude con ragione Münchau, inficia la volontà da parte di chi ottiene un basso rendimento finanziario (Germania) di restare in regime europeo a moneta unica.

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La ripresa parte dagli emergenti (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Plus sezione: STORIA COP data: 2009-07-04 - pag: 6 autore: Nuovi mercati / 1. Lo scenario La ripresa parte dagli emergenti A tre/cinque anni i risultati dei listini hanno superato quelli delle Borse «sviluppate» D iffidenza e interesse. Così vengono guardati i mercati emergenti. La ragione? Lontananza e scarsa trasparenza da una parte, ma anche – e soprattutto – le buone performance nei momenti difficili. Per quanto si tratti di listini volatili, di solito poco conosciuti e quindi con un margine di rischio potenzialmente elevato, negli ultimi anni si sono rivelati un investimento premiante per chi ci ha scommesso. E sono i numeri a dirlo. Prendiamo per esempio l'indice della Borsa cinese: in un anno si è rivalutato del 22%, in tre dell'88,8 e in cinque anni di oltre il 122 per cento. Ma non solo. Nello stesso periodo il listino indiano si è rafforzato rispettivamente dell'8,6, del 19,7 e del 151,6%, mentre il Venezuela ha portato a casa il 34,2, il 58,4 e l'85,1%. L'andamento degli indici delle principali Borse sviluppate, invece, non è stato altrettanto positivo. Il mercato italiano, tanto per fare un esempio, in 12 mesi ha lasciato sul terreno più del 32%, mentre a tre e cinque anni ha perso il 47 e il 30%; l'S&P500 si è indebolito del 20, del 34 e del 30%, per l'Ftse di Londra il calo è stato del 27, del 40 e del 23 per cento, mentre per Parigi la perdita è stata del 30, del 35 e del 13%. Da questo breve quadro è evidente chi abbia tenuto e chi no. Però le performance passate lasciano un po' il tempo che trovano. Quello che conta è riuscire a capire cosa accadrà nei prossimi mesi. E la percezione degli operatori è unanime: quando partirà la ripresa, gli emergenti faranno da volano. Per questo l'attenzione continua a essere incentrata su Cina, India, Brasile, ma vengono guardati con attenzione anche il Cile, il Messico, la Repubblica Ceca, la Malesia e Taiwan, mentre c'è cautela sull'Ungheria e sulla Turchia. Secondo gli analisti di Schroders, i listini azionari dei mercati emergenti sono ben posizionati per beneficiare della ripresa, anche perché le economie di questi paesi non hanno dovuto affrontare le grandi difficoltà che invece hanno colpito le aree sviluppate. Attenzione però, perché ci vorrà del tempo: i segnali di ripresa al momento sono ancora deboli, ma gli emerging contribuiranno per il 70/75% alla crescita globale futura. Credit Suisse, invece, riduce il peso dei mercati asiatici ex Giappone dal 40 al 20%, anche se comunque resta sovraesposta nell'area. «Le ragioni di questa riduzione – si legge nell'analisi – sono il P/e e i P/cash flows relativi vicini ai massimi (18 e 25%) i deflussi record dei fondi comuni, l'elevato prezzo delle materie prime di cui questi paesi sono i più grandi importatori ». Morgan Stanley sta rivedendo l'outlook sull'America Latina e si attende una graduale ripresa durante il secondo semestre del 2009 e nel corso del 2010. Buone prospettive per il Cile e il Messico, ma il Brasile (il cui listino in 5 anni si è rivalutato del 233%, anche se su base annua viaggia in rosso del 27,8%) resta la scommessa principale, anche se la ripresa non sarà ai livelli di quella che si è vista nel periodo 2003-2007: le stime di crescita della banca d'affari Usa sono passate dal -4,5% al -1% per il 2009 e dallo 0,5 al 2,5% per il 2010. Isabella Della Valle i.dellavalle@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA Lunedì In Finanza: quali comparti di Borsa saranno premiati nei prossimi mesi? Secondo l'analisi tecnica, nell'Eurostoxx i settori più interessanti sono banche e assicurazioni, auto, telefonici e utilities.

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La Corea del Nord lancia sette missili (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

SEUL La Corea del Nord ha effettuato oggi il test di sette missili nel giorno dell’Independence Day negli Usa e a ridosso del summit G8 dell’Aquila, in programma dall’8 al 10 luglio, dove inevitabilmente la questione è destinata ad avere ampia visibilità. I primi due vettori balistici, ha reso noto l’agenzia Yonhap, citando fonti del governo di Seul, sono stati lanciati alle ore 8 locali (all’una di notte in Italia) ed erano del tipo Scud, «con una gittata stimata di circa 500 chilometri». A distanza di poche ore ne sono stati lanciati altri 4, presumibilmente dello stesso tipo, da una base vicino Wonsan, nella provincia di Gangwon: sono caduti nel mar del Giappone dopo aver coperto una distanza di circa 400 chilometri. L’ultimo, secondo fonti militari sudcoreana, è stato un vettore balistico. Immediata la protesta di Tokyo e Seul che hanno definito i lanci come «provocazione» e contrari alle risoluzioni Onu. Secondo la Corea del Sud, non vi è alcun elemento che segnali l’imminenza del lancio di un missile balistico intercontinentale (Icbm) nè dalla base orientale di Musudan-ri nè da quella nuova di Tongchang-ri sulla sua costa occidentale. Tuttavia, se i primi missili sono stati classificati come Scud, gli ultimi, per fonti nipponiche e sudcoreane, potrebbero pure essere Rodong, vettori a medio raggio capaci di raggiungere 1.000-1.500 chilometri. «Il test missilistico di Pyongyang del 2 luglio scorso è stato condotto nell’ambito di esercitazioni di routine - ha aggiunto la fonte all’agenzia sudcoreana -, ma oggi sembra che l’iniziativa abbia una natura politica, considerando che negli Usa ricorre la festa dell’Indipendenza». Il Paese comunista, che è solito fare leva sui missili nei momenti d’attrito con la comunità internazionale, ha incassato nuove sanzioni Onu con la risoluzione 1874, che il Consiglio di sicurezza ha votato in risposta al test nucleare del 25 maggio. Per gli analisti la nuova sfida di Pyongyang, proprio nel giorno di festa dell’America, è la risposta del regime alle sanzioni. Il summit G8 sarà l’occasione per affrontare la questione nordcoreana: il premier nipponico Taro Aso punta a sollecitare i gli Otto Grandi all’unità d’intenti e all’applicazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Del resto al vertice dell’Aquila, tranne la Corea del Nord, ci saranno tutti i leader dei colloqui a Sei per la denuclearizzazione della penisola coreana oltre al Giappone: Usa, Russia, Cina e Corea del Sud.

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Festa multietnica alle CiminiereDialogo necessario e desiderato (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Festa multietnica alle Ciminiere Dialogo necessario e desiderato Oggi sabato, alle 20,30, all'Anfiteatro Le Ciminiere, si terrà, con ingresso libero, la «festa multietnica della Caritas». «In una società come la nostra, sempre più globalizzata - dice una nota della Caritas - non si può fare a meno di capire e di sperare in una solidarietà culturale, sociale e politica tra i popoli. D'altra parte la necessità di integrazione rappresenta un elemento imprescindibile della vita quotidiana di ciascuno di noi. Ciascuno si confronta quotidianamente con culture nuove, diversi modi di fare e di pensare a volte molto lontani dai modelli culturali cui si è stati educati, anche se in realtà, a ben guardare, molti dei modelli culturali che noi superficialmente giudichiamo "diversi" fanno riferimento a popoli con i quali abbiamo un legame storico molto forte, anche se lontano nel tempo, basti pensare alla cultura araba o a quella degli altri popoli mediterranei, quante delle nostre tradizioni hanno attinto dalla cultura di questi popoli? «Forse, solamente cercando di immedesimarsi nell'altro; cercando di capire le sue esigenze, colmando la distanza, sarà possibile comprendere i profondi cambiamenti che attualmente travolgono l'intero tessuto sociale e che non necessariamente rappresentano il pericolo di "snaturare" le nostre tradizioni, anzi, probabilmente rappresentano l'opportunità di recuperare una parte della nostra storia da un lato, e dall'altro l'opportunità di allargare i nostri orizzonti a stili e modelli di vita altri. Cultura e multicultiralismo, devono essere espressione di un arricchimento reciproco; fondamento su cui poter edificare un percorso esistenziale di tolleranza e solidarietà. Occorre comprendere che abbiamo bisogno l'uno dell'altro e soprattutto che le differenze che da un lato sembrano dividerci, in realtà costituiscono un'opportunità, un valore aggiunto sul quale fare affidamento per migliorarci. Ecco perché occorre creare delle occasioni di incontro tra i popoli e le culture con le quali conviviamo, ecco perché la Caritas di Catania - ogni giorno a contatto con coloro che definiamo "stranieri", persone costrette a lasciare la loro terra in cerca di un posto dove fare casa - desidera condividere con la città l'immenso valore di questa opportunità: conoscere l'altro per apprezzarlo, per accoglierlo, per ricevere. La "Festa Multietnica", alla terza edizione, propone un'occasione di incontro e di conoscenza, attraverso la musica, la danza, l'arte, un linguaggio universale sul quale fondare i motivi di un dialogo necessario e desiderato»

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Nuovo reato di clandestinita', Petteni (Cisl Lombardia): "Una scelta sbagliata e pericolosa" (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nuovo reato di clandestinita', Petteni (Cisl Lombardia): "Una scelta sbagliata e pericolosa" (4/7/2009 16:09) | (Sesto Potere) - Milano - 4 luglio 2009 - "Il decreto sicurezza è sbagliato. Il Parlamento ha compiuto una scelta pericolosa, perché rinvia i problemi e li rende più complessi. Già da oggi ci organizzeremo per mettere in campo iniziative di forte critica e opposizione alle norme approvate". Il segretario generale della Cisl Lombardia, Gigi Petteni, ha commentato così le nuove norme approvate ieri al Senato. Aprendo i lavori della conferenza finale del progetto europeo Espoir I, sull'integrazione e l'interculturalità, Petteni ha sottolineato che non vi possono essere scorciatoie all'esigenza di affrontare la complessità delle società globalizzata. "E' stata volutamente strumentalizzata la parola sicurezza - ha aggiunto -. Anziché affrontare i problemi si enfatizza un'idea di sicurezza da ronde. Impegniamoci invece a far diventare serio e davvero sicuro questo paese: non si è sicuri a vivere vicino a una stazione, non si è sicuri sul lavoro e si continua a morire per infortuni sul lavoro, non si è sicuri perché a causa della crisi si teme di perdere il posto". "Il tema dell'immigrazione dovrà essere una delle priorità da affrontare per il nuovo Parlamento europeo - ha affermato ancora Petteni -, che non può essere lasciato alla discrezionalità dei singoli Stati. La risposta all'arrivo di migliaia di immigrati - ha concluso il segretario generale della Cisl Lombardia - non potrà essere una legislazione repressiva, ma un nuovo incontro di culture e il dialogo tra di esse: da questo dipende il futuro del nostro continente e del nostro Paese".

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Iran, l'ombra del processo politico su 20 giustiziati (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 04-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Venti persone impiccate in una sola mattinata in Iran, nel penitenziario Rajai Shahr, a Karaj, vicino a Teheran, riaccendono l'attenzione sul Paese che sarà al centro dei dibattiti dell'imminente G8 e danno nuovi spunti all'indignazione per la repressione in corso nel Paese che secondo Amnesty vanta il titolo di secondo al mondo dopo la Cina per numero di esecuzioni capitali (346 ufficiali nel 2008). Si tratta di trafficanti di droga secondo l'agenzia semiufficiale iraniana Fars che fornisce qualche scarno dettaglio: avevano fra i 35 ed i 48 anni, erano stati arrestati nell’arco degli ultimi cinque anni e facevano parte di una banda di spaccio all’ingrosso: erano stati trovati in possesso di 700 chilogrammi di stupefacenti tra eroina, cocaina e oppio. Da record il numero delle esecuzioni in un solo giorno, ma c'è comunque un precedente, il 27 luglio 2008 i giustiziati furono 29. Tuttavia, non tutti i conti tornano all'associaizone Iran Human Rights, che sta investigando per sapere se tra i 20 uccisi c`è anche qualcuna delle persone arrestate nei giorni scorsi durante le manifestazioni di piazza contro l'esito delle elezioni. «Il carcere di Rajaee shahr», sottolinea Iran Human Rights in un comunicato, «non è una prigione dove normalmente avvengono impiccagioni, ma viene utilizzata soltanto in situazioni speciali». Sottolineando che: «Ben 34 persone sono state giustiziate in Iran negli ultimi 4 giorni e 26 di queste impiccagioni sono avvenute a Teheran. Secondo Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di IHR, «Non ci sono dubbi sul fatto che queste esecuzioni abbiano lo scopo di diffondere il terrore sulla popolazione e spegnere il movimento democratico che si è levato in questi giorni in Iran. Diverse migliaia di persone sono state arrestate durante le manifestazioni delle settimane passate. Molti di loro sono a rischio tortura, confessioni forzate e pena di morte. La comunità internazionale, le Nazioni Unite, l`Unione Europea e tutte le nazioni che intrattengono relazioni diplomatiche con l`Iran devono fare il massimo per fermare lo spargimento di sangue che il regime iraniano ha appena iniziato», aggiunge. «Il mondo deve agire subito, prima che sia troppo tardi! Chiediamo alla comunità internazionale di sostenere le legittime richieste democratiche del popolo iraniano e di non riconoscere il risultato delle recenti elezioni», conclude Amiry-Moghaddam. Tra il gruppo degli esponenti riformisti arrestati dopo le elezioni del 12 giugno in Iran e accusati di ’attività contro la sicurezza nazionalè, vi è Mohammad Ali Abtahi, che in passato è stato il più stretto collaboratore dell’ex presidente Mohammad Khatami. Abtahi, che ha 52 anni, ha studiato teologia e appartiene al clero sciita, col grado intermedio di hojatoleslam, come Khatami. Come l’ex presidente, porta il turbante nero dei seyed, i discendenti del profeta Maometto. È stato capo di gabinetto di Khatami e vice presidente per gli affari legali e parlamentari. Negli stessi anni altri degli arrestati hanno ricoperto cariche di rilievo: Abdollah Ramezanzadeh, un curdo, è stato portavoce del governo, Mohsen Aminzadeh vice ministro degli Esteri e Safay Farahani vice ministro dell’Economia. Una figura di particolare rilievo per il suo ruolo in tutti i 30 anni della rivoluzione è Behzad Nabavi, 67 anni, che condusse tra l’altro le trattative con gli Stati Uniti per la liberazione del personale americano preso in ostaggio con un assalto all’ambasciata a Teheran nel 1979. Fu lui a firmare ad Algeri l’accordo con gli Usa che portò alla liberazione degli ostaggi nel gennaio 1981. Nabavi ha poi ricoperto incarichi di rilievo presso vari ministeri ed è stato vice presidente del Parlamento. Un altro degli arrestati, Mohsen Mirdamadi, di 54 anni, da studente fece parte proprio del commando che prese d’assalto l’ambasciata Usa. Successivamente, come molti dei giovani protagonisti di quell’azione, ha abbracciato la causa riformista. Dal 2000 al 2004 è stato presidente della commissione affari esteri e sicurezza nazionale del Parlamento. Venti persone, condannate per traffico di droga, sono state impiccate oggi in una sola mattinata in una prigione nei dintorni di Teheran. Lo ha reso noto l’agenzia semiufficiale iraniana Fars. Le esecuzioni sono tutte avvenute nella mattinata di oggi nel penitenziario Rajai Shahr, nella località di Karaj, ad una cinquantina di chilometri a ovest della capitale. Secondo la Fars i venti condannati avevano fra i 35 ed i 48 anni ed erano stati arrestati nell’arco degli ultimi cinque anni. Stando all’agenzia essi facevano parte di una banda di spaccio all’ingrosso: erano stati trovati in possesso di 700 chilogrammi di stupefacenti tra eroina, cocaina e oppio. Nei calcoli di Amnesty International l’Iran, con 346 nel 2008, è secondo solo alla Cina per numero di esecuzioni in un anno, ma anche per la repubblica islamica è raro che si arrivi a una tale massa di impiccagioni in una sola giornata. Il 27 luglio 2008 furono però 29, a carico di trafficanti di droga e stupratori.

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Kim sfida gli Usa con sette missili (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Kim sfida gli Usa con sette missili [FIRMA]FRANCESCO SISCI PECHINO Il giorno della festa nazionale americana, Pyongyang ha lanciato sette missili balistici in un nuovo atto di sfida agli Stati uniti e alle sanzioni dell'Onu. Ciò avviene qualche giorno prima che i Paesi del G8+5 si riuniscano a l'Aquila, e il giorno in cui il presidente cinese Hu Jintao è partito per l'Italia per la prima visita di un capo di stato cinese dopo dieci anni. I missili sono di tipo Scud, e sono stati sparati dalla costa Est della penisola in un arco di tempo di sette ore. Hanno viaggiato per circa 400 chilometri e sono finiti in mare. La Corea del Nord possiede missili Hwasong-5, con una gittata di circa 300 chilometri, e Hwasong-6, con una gittata di circa 500 chilometri. Al momento non è chiaro quali siano stati sparati. A maggio Pyongyang aveva già condotto un test nucleare, sparando vari missili a corto raggio nel tentativo di attirare attenzione internazionale. Russia, America e Inghilterra hanno chiesto di fermare l'escalation militare nella penisola In realtà è fallita una grande operazione di mediazione cinese. Pechino aveva tentato di proporre uno scambio, accreditando come successore al «trono» del Nord il figlio dell'attuale leader Kim Jong-il, Kim Jong-un, in cambio della fine delle provocazioni militari da parte di Pyongyang. Secondo rapporti giapponesi e sudcoreani, Kim Jong-un, di appena 25-26 anni, a giugno è stato in Cina per circa una settimana. Da molti anni il padre chiedeva che Pechino riconoscesse il figlio come «erede» alla guida del Paese. Questo riconoscimento sarebbe stato considerato da Pyongyang come una garanzia che effettivamente Pechino sarebbe intervenuta per consolidare dall'esterno il regime nordcoreano in caso di scomparsa del genitore. Secondo questa lettura, la decisione della Corea del Nord di dotarsi dell'arma nucleare serviva come un'assicurazione contro eventuali interventi militari ai danni del regime da parte dell'America. I colloqui a sei si erano incagliati da mesi. L'America e la comunità internazionale offrivano aiuti alla Nord Corea in cambio del suo disarmo. Pyongyang aveva cominciato a smantellare il suo programma nucleare al plutonio, ma negava l'esistenza di un programma all'uranio. Gli Usa chiedevano, prima di andare avanti, che anche il programma all'uranio fosse denunciato e smantellato. La Cina avrebbe offerto una specie di scambio politico: un accredito politico per il ragazzo Kim in cambio dell'abbandono delle armi nucleari e di un ritorno al tavolo delle trattative. Ora questo scambio sembra essere naufragato e tutte le opzioni sono aperte contro la Nord Corea. Questi missili inoltre complicano il quadro internazionale intorno all'Iran, anch'esso attivo con un suo programma nucleare. Quest'ultimo atto di provocazione dopo la mano tesa cinese pare volere indicare che ogni forma di mediazione è inutile con Pyongyang. Imbarazza poi moltissimo la Cina, sostenitrice finora di una linea più morbida. In realtà Pyongyang potrebbe scommettere che nella partita «Nord Corea contro tutti», tutti si arrendano. Opzioni militari sono praticamente impossibili contro un Paese che punta ottomila cannoni su Seul, ad appena 30 chilometri dalla frontiera. Ma se il mondo si arrende con Pyongyang, dovrebbe poi arrendersi con Teheran, e qui il prezzo globale potrebbe essere troppo elevato.

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"l'america è pronta a sfidare la crisi" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Esteri "L´America è pronta a sfidare la crisi" Obama parte per l´Europa. Vertice da Medvedev: "Con Mosca rapporto alla pari" I protagonisti DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - L´economia, il clima, i rapporti con la Russia, la "sua" Africa. L´agenda di Barack Obama, che stasera lascia Washington per il viaggio che lo porterà al G8 in Italia preceduto dalla visita a Mosca e seguito da quella in Ghana), è ricca di temi che la Casa Bianca intende sfruttare al meglio: con i leader dei paesi più industrializzati, con la Cina, con un occhio agli elettori americani. La crisi economica resta in cima alle sue preoccupazioni. Lo ha ripetuto ieri, nel suo abituale messaggio del sabato su YouTube che quest´anno è coinciso con il 4 luglio, anniversario e festa dell´Indipendenza degli Stati Uniti. «Due guerre, una recessione profonda, costi esorbitanti della sanità, scuole inadeguate, dipendenza energetica dal petrolio straniero, sono sfide di portata storica. Ma ognuno di noi sa che il suo destino è nelle sue mani, perché l´America non ha paura del futuro, l´America produce il futuro». La Casa Bianca è consapevole che il G8 è più che altro una grande parata, ma il presidente vuole sfruttare l´appuntamento dell´Aquila anche per affrontare altri due temi che gli stanno a cuore: il mutamento climatico e la non proliferazione. Sul clima la svolta verde della Casa Bianca può trovare facili sponde in Europa, sulla non proliferazione Obama ha chiesto e ottenuto che al G8 abbia ampio spazio. E´ un tema attualissimo - vedi questioni nucleari in Iran e Corea del Nord - che il presidente Usa affronterà direttamente con Medvedev e Putin nella prima tappa del suo viaggio quando al Cremlino si discuterà dei negoziati per la riduzione dei rispettivi arsenali nucleari e dei rapporti più generali («l´America rispetta la Russia, vogliamo costruire un rapporto da uguali a uguali») tra quelle che fino a venti anni fa erano le due incontrastate superpotenze. Sul vertice dell´Aquila, poi, incomberà l´Iran, la repressione in corso a Teheran e lo "sciopero pacifico" proclamato da Moussavi. Ma la tappa italiana non è solo G8. Per la Casa Bianca l´incontro tra il primo presidente afro-americano e il papa tedesco vale quantomeno il summit dei Grandi. Obama sarà in Vaticano il 9 luglio, pronto a discutere delle «cose su cui siamo d´accordo e di quelle che ci dividono», con un particolare occhio alla «povertà globale». Ultima tappa Accra, in Ghana. Il valore simbolico della sua prima visita da presidente nel continente dove è nato suo padre è fuori discussione. a. f. d´a.

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Missili, nuova sfida di Seul nel giorno della festa Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Missili, nuova sfida di Seul nel giorno della festa Usa un messaggio di minaccia al mondo Sette lanci, nuovo test della Corea. Washington e Tokyo reagiscono TOKYO. La Corea del Nord ha messo in atto ieri un'altra sfida alla comunità internazionale, lanciando in un test sette missili nel giorno dell'Independence Day americano e a ridosso del summit G8-G20 dell'Aquila, in programma dall'8 al 10 luglio, durante il quale il problema dei programmi nucleare e missilistico di Pyongyang è destinato a trovare ampio spazio. La Corea del Nord non deve «esacerbare le tensioni» e i lanci «sperimentali di missili di ieri e oggi non aiutano ad attenuarle», è stata la prima reazione del Dipartimento di Stato americano, mentre Russia e Cina, in una nota congiunta, hanno invitato alla calma e al ritorno al tavolo dei negoziati a Sei ( le due Coree, Stati Uniti, Cina. Giappone e Russia) sulla crisi nucleare. Da Seul, il giudizio è duro: atti provocatori che «violano palesemente le risoluzioni 1695, 1718 e 1874 del Consiglio di sicurezza dell'Onu e che vietano alla Corea del Nord tutte le attività relative ai missili balistici». Il governo giapponese ha fatto sapere di aver presentato protesta formale contro il Nord comunista attraverso i canali diplomatici a Pechino, mentre in una nota, il capo di gabinetto Takeo Kawamura, ha parlato di «una grave provocazione contro la sicurezza dei Paesi vicini». I primi missili balistici di ieri, con gli osservatori che tendono a inquadrare il dispiego di muscoli militari di Pyongyang nell'ambito del passaggio di potere dal "caro leader" Kim Jong-il al terzogenito Kim Jong-un, sono stati lanciati nel mattino ed erano del tipo Scud, «con una gittata stimata di circa 500 chilometri», hanno spiegato all'agenzia di stampa Yonhap da fonti del governo sudcoreano. A distanza di poche ore ne sono stati lanciati altri quattro, presumibilmente dello stesso modello, dalla base di Gitdaeryong: sono caduti nel mar del Giappone dopo aver coperto la distanza di 400 chilometri. Anche l'ultimo, secondo fonti militari sudcoreane, è stato uno Scud, ma - rielaborando l'intera serie - non è del tutto escluso che siano stati testati vettori balistici come i Rodong, vettori a medio raggio capaci di raggiungere 1.000-1.500 km. Non vi è alcun elemento di segnali sull'imminenza del lancio di un missile balistico intercontinentale (Icbm), ha detto Seul. Trovando concordanza di vedute nei giudizi espressi dall'ambasciatore britannico a Pyongyang, Peter Hughes, in un'inedita videoconferenza con alcuni giornalisti collegati da Londra. «Non ci sono segnali che il lancio di un missile intercontinentale multistadio possa avvenire nei prossimi giorni» ha spiegato il diplomatico. Il Paese comunista, che è solito fare leva sui missili nei momenti d'attrito con la comunità internazionale, ha dovuto subire nuove sanzioni Onu con la risoluzione 1874, che il Consiglio di sicurezza ha votato in risposta al test nucleare sotterraneo effettuato dalla Corea del Nord il 25 maggio scorso. Il G8 sarà l'occasione per l'esame della situazione con tutte le principali parti coinvolte nella questione nordcoreana che saranno presenti all'Aquila: i presidenti americano Barack Obama e cinese Hu Jintao, il premier nipponico Taro Aso, che punta a chiedere agli Otto Grandi unità d'intenti e applicazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza, il presidente russo Dmitri Medvedev e Lee Myung-bak, il presidente della Corea del Sud, che il prossimo anno assumerà la guida del G20. 05/07/2009

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corea, sette missili per sfidare gli usa - federico rampini (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 16 - Esteri Corea, sette missili per sfidare gli Usa I razzi sono finiti in mare. Allarme a Tokyo e Seul, monito di Washington La provocazione con Scud da 400 km di gittata in occasione della festa del 4 luglio FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente PECHINO - è il più costoso spettacolo di fuochi d´artificio mai organizzato per celebrare l´Independence Day. Lo ha offerto senza badare a spese Kim Jong-il sulla "sua" sponda del Pacifico: sette missili balistici Scud-Rodong. Tutti lanciati la mattina del 4 luglio, partiti dalla Corea del Nord in direzione del Giappone. Una micidiale esibizione di forza, che ha sorvolato le zone a più alta densità di militari americani nell´Estremo Oriente. Solo in Corea del Sud sono di stanza 28.500 soldati Usa, bersaglio potenziale di un´offensiva di Pyongyang. La dittatura comunista nordcoreana ha voluto umiliare l´America nel giorno della sua festa nazionale. Kim Jong-il ha calpestato impunemente la risoluzione 1874 dell´Onu, approvata dal Consiglio di sicurezza dopo il suo esperimento nucleare del 25 maggio. Quella risoluzione vieta i lanci di missili balistici. Da quando è stata approvata il 12 giugno, la Corea del Nord l´ha già beffata dieci volte. Per ora senza pagare alcun prezzo. Anche ieri si è ripetuto un copione ormai noto. Le reazioni diplomatiche sdegnate dalle capitali più direttamente interessate, Washington Tokyo e Seul, nascondono una sostanziale impotenza. Lo stato maggiore della Corea del Sud si è dichiarato «pronto a contrastare ogni minaccia». Il capogabinetto del governo giapponese, Takeo Kawamura, ha definito gli ultimi test «una seria provocazione contro la sicurezza nazionale». Dall´America durante il ponte festivo ha parlato l´ammiraglio capo Gary Roughead, rassicurando i suoi concittadini sulla capacità delle forze armate Usa di neutralizzare un attacco missilistico nordcoreano. Parole senza conseguenze, perché Kim Jong-il sembra il padrone di questo gioco. E´ una sfida sui nervi degli avversari, che fa salire la paura ma non offre il destro per risposte più energiche. I missili Scud-Rodong fin qui utilizzati variano da una gittata di 400 chilometri, sufficiente a colpire qualsiasi punto della Corea del Sud, fino a 1.300 chilometri, abbastanza per centrare una città giapponese o una base navale americana nel Sol Levante. Mai nessuno di questi bersagli è stato toccato, però. La Corea del Nord mette in mostra le sue capacità, indica fin dove può arrivare la sua pericolosità. La prossima tappa nella escalation potrebbe essere il test di un vettore intercontinentale Taepodong-2, teoricamente capace di trasportare una testata nucleare fino alla West Coast americana. Pyongyang ha annunciato di voler riattivare l´estrazione di plutonio e di avviare un nuovo programma di arricchimento dell´uranio. Washington subisce il lento logoramento, la sua diplomazia gira a vuoto. Obama ha un inviato speciale a Pechino, per convincere i cinesi ad applicare con severità le sanzioni Onu, togliendo ogni appoggio economico-militare al piccolo alleato comunista. Ma la speranza di un intervento risolutivo dei cinesi ha già tenuto a bagnomaria per anni l´Amministrazione Bush, impelagata negli inconcludenti negoziati del «tavolo a sei» (Usa, Cina, le due Coree, Giappone, Russia). Intanto Kim Jong-il sembra vincitore su tutti i terreni. Sta mettendo in vetrina la sua tecnologia bellica, l´unico export pregiato con cui mantiene proficui rapporti con altri Stati-canaglia (Siria, Iran, Birmania). Esalta il proprio status di mini-potenza capace di tenere a bada nazioni ben più grandi. All´interno del paese il crescendo di mobilitazione pre-bellica serve a stringere la morsa del terrore, a compattare il partito comunista e i militari, preparando un´altra successione dinastica a favore del figlio minore di Kim. Ora Washington tenta la carta dello strangolamento finanziario, mirato direttamente alla nomenklatura. Il dipartimento del Tesoro ha una lista di 17 banche offshore dove Kim e gli altri gerarchi di Pyongyang custodiscono i propri patrimoni. Washington spera di riuscire a congelare quei conti. E´ il colpo che riuscì agli americani nel 2005 con il Banco Delta Asia di Macao, dove transitavano i proventi del traffico di armi nordcoreano. Come si è visto, però, il «monarca rosso» Kim è sopravvissuto anche all´attentato mirato alle sue finanze personali.

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volti nell'italia del lavoro - roberto rombi (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 41 - Spettacoli Su RaiTre il documentario di Vicari "Il mio Paese", vincitore del David di Donatello Volti nell´Italia del lavoro ROBERTO ROMBI Un road movie, un viaggio in Italia, dalla Sicilia al Veneto, per raccontare il paese del lavoro, dell´industrializzazione e della disoccupazione. RaiTre trasmette, alle 23.30, il film inchiesta di Daniele Vicari Il mio Paese, vincitore del David di Donatello nel 2007 come miglior documentario. Un tour personale, quello del regista, per documentare come è cambiato il mondo del lavoro in Italia nel giro di quasi cinquant´anni dopo che sono intervenuti fenomeni come globalizzazione, immigrazione, scelte industriali sbagliate, promesse non mantenute. Il film di Vicari cerca il confronto con quello del 1960 realizzato da Joris Ivens nel 1960, commissionato dall´Eni di Enrico Mattei, L´Italia non è un Paese povero, un altro viaggio in cui il regista olandese raccontava la trasformazione industriale del nostro Paese. Il percorso inizia in Sicilia, partendo dal polo industriale Fiat di Termini Imerese, passando per gli ex giacimenti di gas naturale della Basilicata, le industrie tessili di Prato, i centri di ricerca Enea vicino a Roma, per concludersi nei cantieri navali e nel polo petrolchimico di Porto Marghera.

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Il nostro (ultimo?) G8 soffre l'impietosa sfida col G20 (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il nostro (ultimo?) G8 soffre l'impietosa sfida col G20 Ansia da prestazione. Le insidie sono tante, dalla terra che trema alle intercettazioni che fanno tremare. Ma il problema è strutturale. Il format è inadeguato. E non offre una "success story". Istruzioni per l'uso di un summit che per l'ltalia è quasi un addio, l'uscita di scena di una potenza che non c'è. Da sinistra, Nicolas Sarkozy, Angela Merkel, Silvio Berlusconi, Gordon Brown, Barack Obama, Tari ... segue dalla prima pagina Da qui a domenica prossima i rischi sono tanti. Ma più delle insidie pesano i limiti strutturali nostri e del consesso che abbiamo il privilegio di presiedere. Anche se la terra non tremerà sotto i piedi dei Grandi; se nessun anarco-insurrezionalista infiammerà le strade delle nostre città; se non arriverà nessuna intercettazione, foto o altra cartuccia audiovisiva a impallinare il Cavaliere il successo vero, pieno, tanto politico quanto mediatico, sarà comunque difficile da cogliere. Ogni vigilia di G8 - ormai da anni - dà luogo a ineccepibili riflessioni sull'anacronismo di un club ristretto e mal assortito e sulla sua inconcludenza come governo globale. Paradossalmente, il "popolo di Seattle" che irruppe nel G8 genovese è stato l'ultimo a credere al vertice come "cittadella del potere globale" degna di essere assediata. Era l'ultimo G8 prima dell'11/9. L'ultima celebrazione dell'età dell'oro della globalizzazione. Un'era geopolitica fa. Il G8 aquilano è un'altra cosa. La crisi globale sulla carta lo rende più necessario che mai. E così finisce col svelarne tutti i limiti, in mano al protagonista obiettivamente più debole e schiacciato dal confronto col G20. Non stupisce che la diplomazia italiana - al termine di un anno di gran lavoro - soffra oggi di "ansia da prestazione", consapevole della difficoltà di vendere il vertice come "success story". Il problema è innanzitutto di format. Dopo il G20 il club degli 8 (poco più del 50% del Pil mondiale, 13% della popolazione) è destinato a sfigurare. Come ha sottolineato con perfidia la Merkel «il summit in Italia dimostrerà l'inadeguatezza di questo formato». Non lo abbiamo scelto noi. L'Italia ha preso atto che non c'era un consenso internazionale per l'allargamento del club dei grandi. "No more Gs" è la prima regola d'ingaggio del vertice. Un cambio di passo però c'è, visibile anche nella scaletta degli eventi. Si parte in 8 poi il tavolo si allarga, in primis ai 5 Paesi "emergenti" (Cina, India, Brasile, Sudafrica, Messico + l'Egitto voluto dall'Italia). Non è la prima volta, ma gli osservatori all'Aquila diventano partner. Si fonda il G8+5 come associazione stabile e strutturata con i Paesi emergenti, che dispiegherà poi geometrie variabili a secondo dei temi affrontati: dal G18 - Major Economic Forum che giovedì con Indonesia, Australia e Corea del Sud negozia su commercio e clima, fino alla giornata africana di chiusura con Libia, Etiopia, Algeria, Senegal e Angola. Basta per battere il G20? Probabilmente no. La foto di gruppo all'Aquila sarà mossa, rifletterà una struttura di "governance globale" in transizione. Perché ancora non si è deciso cosa fare del G20, reinventato come governo d'emergenza per gestire la crisi globale. Non è detto che possa sopravvivere alla crisi e sia in grado di svolgere i compiti di governo permanente che si è dato (con scarsi risultati) il G8. Il nostro quindi è un vertice di passaggio, in attesa di capire se il G8+5 diventerà G13 o si scioglierà nel G20. E per lo stesso motivo per noi - italiani e europei - è il vertice dell'ultima chance. Nel G20 siamo destinati a diventare uno dei tanti, sottoposti all'egemonia del G2 sino-americano in economia e a quello russo-americano sull'agenda della sicurezza. Il G8+5 è anche un argine provvisorio a una struttura che penalizza l'Europa. Non a caso un euro-tiepido come Berlusconi pensa a una riunione speciale tra europei il secondo giorno del vertice, estendendo l'invito anche a Spagna, Danimarca, Svezia e Turchia. Il compito di mediatore che con alterne fortune ama ritagliarsi il Cavaliere tra le grandi potenze, più cerimoniere che facilitatore, è già un anacronismo. La nuova Amministrazione Usa peraltro non gradisce né ha bisogno della nostra intercessione per parlare a Mosca. Pratica di Mare - nella versione migliore - e Villa Certosa - in quella peggiore - non saranno più palcoscenici della diplomazia internazionale. Il G20 però non minaccia solo il nostro status futuro, ma anche il successo del vertice abruzzese. Il trillione gettato sul tavolo a Londra non si batte. È un impietoso ma inevitabile metro di paragone. Poco importa che il trillione sia "finto", annunciato e non erogato. È una sintesi potente che ha sancito il successo del G20. Londra però partiva in netto vantaggio. Il G20 è stato riattivato con l'unico obiettivo di rispondere alla crisi. È l'emergenza che lo ha reso prezioso. Il G8 rischia invece di cadere vittima della sindrome "brevi cenni sull'universo". Manca un focus. Certo, il vertice si occuperà della "exit strategy" dalla crisi finanziaria, abbozzando anche le regole del gioco post-crisi. Ma la tensione è calata, il tremontiano "global standard" ancora da definire e anche Berlusconi ammette che le somme si tireranno più in là, magari al G20 di Pittsburgh a fine settembre. E sugli altri temi in agenda il meccanismo è lo stesso. Perché il G8 - che orienta, suggerisce, facilita - non decide (quasi) nulla. La diplomazia italiana ha lavorato bene ma all'Aquila serviranno gli intenditori per apprezzare i frutti di un anno di negoziati. Che non mancheranno. Sul clima ad esempio (il tema aquilano più caro a Obama) per la prima volta l'Europa dovrebbe trovare una piattaforma comune con Washington. E sulla base di un significativo minimo comune denominatore tra gli 8 la presidenza italiana cerca l'accordo anche con i Paesi emergenti. Sarebbe un bel passo avanti, da consegnare però ad altri - il segretario generale Onu Ban Ki Moon sarà presente ai lavori - in vista della conferenza di fine anno a Copenhagen. Anche Pascal Lamy, direttore generale del Wto, potrebbe lasciare l'Abruzzo con in tasca un impegno: riprendere i negoziati sul commercio internazionale del Doha Round. E sulla cooperazione - tra "food security" e aiuti - l'Italia (una volta saldati i conti da donatore inadempiente) lancerà il nuovo "whole country approach". La somma di tanti "deliverables" però non fa un successo. L'ultimo G8 che ha lasciato un segno, quello britannico di Gleaneagles, fu il capolavoro degli spin doctor di Tony Blair, prima ancora che dei diplomatici. Downing Street puntò su Africa e Clima e sostenne la sua agenda con una grande campagna di comunicazione. All'Aquila sarà più difficile vendere i successi politici annunciati sulla carta. Ogni G8 però viene animato dall'attualità internazionale, dal feeling tra i protagonisti, e dalla dichiarazione politica che riesce a produrre. È chiaro che l'Iran terrà banco. Ma non può essere l'informale G8 il luogo delle sanzioni (evocate da Berlusconi, smentite dalla Farnesina). E a occhio e croce, vista la riluttanza della Russia e la prudenza degli Stati Uniti, neanche delle prese di posizioni dure e impegnative. Perchè sarà il rapporto Russia-Usa a decidere la sorte del G8 sulle questioni di "sicurezza globale". Nel bene o nel male. Il successo del bilaterale Medvedev-Obama (che arriva a Mosca domattina) potrebbe avere una ricaduta virtuosa, dalla non-proliferazione alla cooperazione sull'Afghanistan, sul nostro summit. Sarebbe la conferma che il G8 "politico" segue il ritmo impresso dal G2 russo-americano, un po' come il G8 "economico" è ormai subalterno al G2 sino-americano. Rassegniamoci (o consoliamoci), neanche il nostro imprevedibile timoniere è in grado di cambiare - in un senso o nell'altro - la sostanza della partita. La nostra impotenza è bipartisan. E la nostra attenzione comunque sarà concentrata su altro: l'eterna paura di fare brutta figura; la capacità del Cavaliere di muoversi in società senza destare scandali; i voti severi - e un po' italianofobi - della stampa estera. Se l'Italia non inciampa sulla passerella potrà perlomeno rivendicare lo status da magnifico anfitrione. Non è poco, ma forse è il preludio a una dignitosa uscita di scena dal club dei Grandi. Luigi Spinola 05/07/2009

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Dopo Teheran, Pyongyang Il dialogo non interessa (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Dopo Teheran, Pyongyang Il dialogo non interessa La Corea del Nord ha lanciato forse la più grave sfida degli ultimi tempi. Veri e propri fuochi d'artificio per inasprire la crisi internazionale e attirare l'attenzione sul regime di Pyongyang. Nell'arco di nove ore, dalle 8,30 del mattino (all'incirca l'una di notte italiana) fino alle 17,40, sono stati lanciati ben sette missili a corta gittata. Si tratta di missili Scud con la possibilità di colpire a 400/500 chilometri. Alcuni sono caduti sul Mar del Giappone. I missili sono stati lanciati da una base sulla costa orientale presso il porto di Wonsan. A nessuno è sfuggito che la decisione della Corea del Nord coincide con l'Indipendence Day quasi a indirizzare una sfida diretta agli Stati Uniti di Obama. Un'altra coincidenza appare altrettanto evidente ed è l'avvicinarsi della data di celebrazione del G8 dell'Aquila. È come se il regime coreano avesse chiesto così di entrare prepotentemente nell'agenda internazionale. Le reazioni sono state immediate e allarmate. La prima è venuta dal Giappone che si è visto direttamente minacciare dal lancio dei missili quasi a ridosso delle proprie coste. Una reazione altrettanto forte è venuta dall'Unione europea con un comunicato del ministro degli Esteri comunitario, Javier Solana, che ha "condannato" come «una provocazione» la scalata missilistica coreana. Singolarmente misurate le prime reazioni degli Usa che sono i primi destinatari della decisione di Pyongyang di scatenare la crisi dei missili. In un comunicato gli Stati Uniti invitano «a non aggravare le tensioni e a concentrarsi sui colloqui per la denuclearizzazione e l'attuazione degli impegni assunti con la dichiarazione del 19 settembre del 2005». Un comunicato congiunto dei ministri degli Esteri russo e cinese ha indicato anche la preoccupazione di Pechino e di Mosca. I due Paesi invitano a riprendere il negoziato a sei, che fu avviato nel 2003 sotto l'egida di Pechino, per far recedere la Corea del Nord dall'impegno missilistico e nucleare. I sei partecipanti che Cina e Russia vorrebbero rivedere al tavolo del negoziato sono le due Coree, la Cina, la Russia, il Giappone e gli Stati Uniti. Lo scenario si presenta drammaticamente complicato perché il regime di Pyongyang appare impermeabile alle critiche oltre che assolutamente chiuso all'analisi degli esperti. Che cosa ha in mente la Corea del Nord? Il lancio dei missili è un atto diversivo per dire agli americani impegnati sul fronte afghano e iracheno che ci sono altri pericoli? Il lancio punta a creare una larga alleanza dei Paesi esclusi dal club atomico? Interrogativi che incrinano la strategia del dialogo inaugurata da Obama che vorrebbe affidare tutte le sue carte alla diplomazia. Da Pyongyang a Teheran non viene, però, alcun segnale di interlocuzione. 05/07/2009

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NOSTALGIE D'ESTATE, DAGLI ORGANETTI AGLI ECHI BALCANICI (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

MODENA E AGENDA pag. 11 NOSTALGIE D'ESTATE, DAGLI ORGANETTI AGLI ECHI BALCANICI IL PENSIERO DELLA DOMENICA UN TEMPO c'erano gli organetti con i loro valzer tristi e le povere canzoni da due soldi. Oggi, con la globalizzazione, le strade della città risuonano di echi balcanici. Una piccola troupe di musicanti, due uomini con la tromba e un ragazzino con la fisarmonica, passano e ripassano sotto le finestre suonando motivi antichi alla maniera di Goran Bregovic. Aspettando che qualcuno getti loro cinquanta centesimi di euro. «Di dove siete?». «Di Romania» rispondono timidi. E poi ti chiedono se hai un paio di scarpe vecchie da regalargli. La nuova Europa è anche questa. E affiorano i ricordi, quando gli organetti a due ruote, trainati da somarelli stenti che parevano usciti dal libro di Pinocchio, si muovevano barcollando sui ciottoli del centro. SULLO STRUMENTO una piccola scimmia mangiava noccioline e attorno al calesse musicale una bambina con gli abiti cenciosi distribuiva colorati pianetini della fortuna'. La musica sospirava e intristiva nell'aria calda del pomeriggio. Piovevano poche lire dalle finestre spalancate. Era una specie di rito per la gente comune nei lontani anni Cinquanta. Gente che si vedeva riflessa in quei musicanti nomadi, figli di un dio minore. Eppure gli organetti di Barberia avevano una loro nobiltà meccanica.Erano formati da una cassa rettangolare che conteneva un mantice e delle canne su cui scorreva un cartone perforato, mosso da una manovella per produrre i suoni. MOLTO DIFFUSI all'estero e chi l'avrebbe detto? negli Stati Uniti, erano stati inventati proprio a Modena da un certo Giovanni Barbieri nel 1702, dal quale presero il nome. Chi lo sapeva? E a chi interessava? L'importante era farsi cullare dalla malinconia. Una stretta al cuore e una mano al portafogli. Dopo il boom' economico gli organetti sparirono, almeno dalle nostre parti. Oggi la musica è tornata per la strada. Viene da lontano e porta con sé le note nostalgiche dell'Europa orientale. E' la colonna sonora della crisi. Buona domenica.

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LA RISCOSSA DELLO YUAN (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA & FINANZA pag. 23 LA RISCOSSA DELLO YUAN LETTERA DA SHANGHAI LA CINA è la seconda potenza commerciale al mondo, eppure la sua moneta è praticamente sconosciuta. È una potenza planetaria, tuttavia lo yuan o renmimbi, moneta del popolo non è convertibile. I turisti possono infatti ufficialmente scambiarlo contro altre monete solo ad Hong Kong. L'asimmetria tra potenza economica e diffusione della propria valuta è una delle contraddizioni della Cina odierna, uscita in fretta dalle sacche del sottosviluppo. L'accelerazione della crescita ha fatto leva sugli investimenti, la produzione e l'export, un trittico di successo che ha tuttavia relegato gli altri aspetti ad arretratezze ora non più sopportabili. Troppo antiquato era il sistema finanziario per poterlo esporre ai venti della concorrenza; ora invece l'economia è robusta ed è prevedibile sia una razionalizzazione del sistema che un ruolo più forte del renmimbi. L'esigenza di uscire dalla dipendenza del dollaro Usa, che ancora domina le transazioni internazionali, è stata espressa con chiarezza dal presidente Hu Jintao, a conferma della natura politica, e dunque dell'importanza, che assume questa determinazione. Pechino non può ancora mettere in discussione gli assetti del Fondo Monetario Internazionale. Mentre a Washington la partita sarà lunga, in Asia e nei paesi emergenti i tentacoli di Pechino stanno invece muovendosi con acume ed efficacia. Shanghai e quattro città del Guandong, la provincia meridionale a maggiore vocazione esportativa, sono state autorizzate a svolgere transazioni commerciali in renmimbi. Recentemente due provincie del Sud, lo Yunan ed il Guanxi, hanno ricevuto la stessa autorizzazione per le loro aziende. Il tentativo è di stimolare le relazioni commerciali con i paesi del sud-est asiatico, facilitando l'accesso al credito e riducendo i rischi di cambio. La misura ha sanato una situazione di fatto. Nella zona di Hanoi, in Vietnam, in Laos, Cambogia e Birmania la maggior parte delle transazioni avviene in Rmb. La popolazione tesaurizza la moneta cinese riconoscendole forza e sicurezza. INFINE, un'offensiva economica-diplomatica è in corso per allargare il fronte dei Paesi che accettano la moneta cinese per le transazioni. Sono stati firmato accordi per 100 miliardi di Usd, denominati in Rmb e da utilizzare per le transazioni con Argentina, Bielorussia, Sud Corea, Malaysia e prossimamente Brasile. Contemporaneamente continuano gli acquisti Treasury Bond di Washington. Pechino detiene una quantità impressionante di dollari e non può farli deprezzare. Il pendolo decisionale della Cina si muove tra l'affermazione della propria moneta ed il sostegno all'andamento del dollaro. L'ambizione, ragionata e impegnativa, è di fargli perdere importanza senza ridurre il suo valore.

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Riccardo Cavazzoni Modena PROVE generali di Campionati Mondiali per il PalaPanin... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

MODENA SPORT pag. 8 Riccardo Cavazzoni Modena PROVE generali di Campionati Mondiali per il PalaPanin... Riccardo Cavazzoni Modena PROVE generali di Campionati Mondiali per il PalaPanini di Modena, che questa sera alle 20.30 torna ad ospitare una gara della World League Maschile ricevendo l'Olanda, a distanza di cinque anni dallo sfortunato precedente contro la Serbia Montenegro, che vinse con un netto 3-1. VITTORIA. Gli azzurri ritrovano l'Olanda, guidata in panchina dal'ex-avversario Peter Blangè, formazione contro la quale l'Italia lotta per rimanere in corsa per qualificarsi alla Final Six: l'Italia ha vinto venerdì sera a Mantova per 3-0 (25/19 25/19 25/22), terzo successo consecutivo centrato contro gli olandesi, e punta ad un'altra vittoria che rafforzi il secondo posto in classifica, che potrebbe ancora valere per qualificarsi in vista dell'atto conclusivo che si giocherà a Belgrado. QUALIFICAZIONE. La formula della World League infatti prevede la qualificazione per la prima di ciascuno dei quattro gironi di qualificazione, la migliore tra le quattro seconde, e la Serbia come paese organizzatore: al momento gli USA veleggiano al primo posto nel girone A, precedendo azzurri e tulipani, appaiati a 4 lunghezze di distacco. Ultima la Cina, che è ormai eliminata, che però ha battuto 3-2 gli USA, e ospiterà gli ultimi turni di qualificazione. La gara di questa sera è anche l'ultima in Italia della Nazionale di Anastasi e Gardini, attesa la prossima settimana negli USA per una doppia sfida ad Hoffmann Estates, ed il 17 e 18 a Nanchino per le ultime sfide con i cinesi. SFIDA. Due i "gialloblù" che il pubblico modenese potrà ammirare in campo questa sera: tra gli azzurri in regia ci dovrebbe essere Dragan Travica, che nelle ultime uscite ha ottimamente impressionato in diagonale con Lasko, mentre in maglia orange ci sarà Wytze Kooistra, che nella propria nazionale torna al ruolo naturale di centrale. I due giocatori, il cui futuro a Modena è ancora in discussione, cercheranno di sfruttare l'occasione per convincere Da Re e Prandi per una possibile riconferma: del resto da quando Travica gioca titolare in azzurro, l'Italia sembra aver trovato l'assetto più efficace. E a questo proposito da segnalare la presenza in campo tra gli azzurri di Manià, futuro libero di Modena, di Piscopo indicato come prossimo colpo per quanto riguarda il ruolo di centrale. Senza dimenticare Gavotto, l'opposto di Montichiari, pare ancora nel mirino di Da Re. INIZIATIVE. Tante le iniziative a contorno della gara, tra cui la presentazione della mascotte dei Mondiali Volly, con cui i tifosi più piccoli potranno anche giocare: si attende il pubblico delle grandi occasioni, e sicuramente sulle tribune del PalaPanini tanti dirigenti di club italiani si ritroveranno per fare mercato. I biglietti potrenno essere acquistati in giornata presso le biglietterie del Palapanini.

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Viaggio nell'Italia del lavoro con imprese di eccellenza e territori in declino. Chi sta guadag... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

OGGI IN TV pag. 43 Viaggio nell'Italia del lavoro con imprese di eccellenza e territori in declino. Chi sta guadag... Viaggio nell'Italia del lavoro con imprese di eccellenza e territori in declino. Chi sta guadagnando dalla globalizzazione e chi invece ha perso il lavoro. Le tante luci e ombre di un paese complesso. Un road movie che parte dal polo industriale Fiat di Termini Imerese, in Sicilia.

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Quattro luglio, festa e guastafeste (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ESTERI pag. 21 Quattro luglio, festa e guastafeste New York riapre la Statua della Libertà, la Corea lancia sette missili 'INDEPENDENCE DAY' IN TONO MINORE dall'inviato GIAMPAOLO PIOLI NEW YORK CON UNA luccicante Statua della libertà riaperta al pubblico dopo i lavori di restauro e di sicurezza seguiti all'11 settembre, e una cascata di fuochi artificiali sparati dal mezzo dell'Hudson, un'America più sobria e all'insegna dell'austerity ha celebrato ieri «l'Indipendence day». I fuochi questa volta, in una New York che punta ad un rapido rilancio, sono diventati anche subacquei, esplodendo sotto il livello dell'acqua con l'obiettivo di ricreare un effetto luminoso davvero straordinario. E' stato però decisamente diverso il fragore dei sette missili sperimentali a corto raggio lanciati ieri mattina dalla Corea del Nord come diretta sfida agli Usa. Continuano ad essere in aperta violazione con le risoluzioni dell'Onu, con lo scopo di alzare sempre di più la tensione. Pyongyang ha rotto i negoziati a sei (tra le due Coree, Usa, Cina, Giappone e Russia) dopo essere stata condannata per il lancio di un missile il 5 aprile scorso, e adesso per riprenderli vuole trattare solo se considerata come potenza nucleare. A TENERE tutti saldamente con i piedi per terra, diviso tra celebrazione e preoccupazione per la situazione internazionale, senza abbandonare un moderato ottimismo, ha provveduto il presidente Obama col suo messaggio di saluto alla nazione. Riferendosi al grande esempio di un pugno di patrioti che con lo spirito del 4 luglio «hanno dichiarato l'indipendenza da un potente impero per dare vita ad un nuovo mondo governato dal popolo», Barack ha ricordato che i tempi rimangono difficili ma gli Usa ce la faranno. «Americani ha esortato noi non siamo gente che ha paura del futuro. Siamo gente che produce il futuro, ognuno di noi sa che il suo destino è nelle sue mani. Per questo la nostra generazione lascerà il suo segno nella storia». Lontano dalle parate dai pic nic e dalle celebrazioni americane, a Pyongyang il clima però è completamente diverso. I sette missili di corto raggio lanciati dal regime comunista sono una nuova sfrontata provocazione. Il Dipartimento di Stato Usa ripete che Pyongyang non deve «aggravare le tensioni» aggiungendo che il lancio dei missili «non aiuta ad attenuarle». La Corea del Sud intanto si dice pronta a rispondere militarmente a qualsiasi minaccia «in perfetta alleanza con le forze americane». Gli analisti ritengono che se i quattro precedenti missili lanciati due giorni fa potevano rientrare in una esercitazione militare, sfrontata ma di routine e annunciata per tempo, i sette di ieri hanno un significato esclusivamente politico verso la Casa Bianca. Così come ha mantenuto la calma con l'Iran senza chiudere mai la porta, anche con Pyongyang il presidente Usa ritiene che non vi sia alternativa al dialogo e invita il regime a sedersi e a riflettere sulla denuclearizzazione dell'intera area. CINA E RUSSIA ritengono che «non vi sia alternativa ai negoziati a sei, e chiedono che vengano ripresi il più presto possibile». Un appoggio all'approccio dialettico della Casa Bianca che riproporrà la questione tanto al summit con Medvedev a Mosca a partire da domani, ma anche al vertice del G8. Ma il caro leader Kim John Il appare impaziente e sta alzando la voce. Anche lui vuole un dialogo diretto con l'America, ma a differenza dell'Iran sarà più difficile da accontentare.

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<È un grido contro gli egoismi: la Chiesa si fa voce degli emarginati>(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 05/07/2009 - pag: 2 L'Intervista Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio «È un grido contro gli egoismi: la Chiesa si fa voce degli emarginati» MILANO Parliamo con Andrea Riccardi storico, autore di numerosi saggi tradotti in diverse lingue, fondatore nel 1968 della Comunità di Sant'Egidio della lettera che Papa Benedetto XVI ha inviato al presidente del consiglio Silvio Berlusconi in occasione del prossimo G8 che si terrà a L'Aquila. Professore, cosa può dire della lettera? Una sua prima impressione... «A me sembra che questo Papa, estremamente spirituale e attento alle questioni di fede, riesca a mostrare come esse riguardino in profondità la qualità della vita e si fa voce della Chiesa, esperta di umanità ma non solo, e anche delle altre religioni (infatti, si è riunito recentemente a Roma proprio un G8 delle religioni). Inoltre il Papa insiste sul multilateralismo come via decisiva per garantire un largo sviluppo e una pace stabile. E si fa anche voce delle aree del mondo povere e marginali...» Intende dire che è preoccupato di una soluzione della crisi soltanto nella prospettiva dei Paesi ricchi? «Certo, questo è un pericolo e una tendenza. Il Papa fa una chiamata alla responsabilità dei grandi Paesi del mondo, mostrando di non indulgere a quella fiducia nel 'provvidenzialismo' del mercato che è invalsa sino ad oggi. Chiede che l'economia sia governata ma non soltanto dalle fredde leggi dell'interesse, delle quali abbiamo conosciuto recentemente i tristi effetti, anche dall'etica». Il che cosa comporta? «Semplicemente che, come si può dedurre da questa lettera di Benedetto XVI, il mondo globalizzato richiede una solidarietà globalizzata e che i destini degli uni siano legati ai destini degli altri. Del resto, la Chiesa ha sempre affermato che l'esistenza di larghe aree di povertà è uno scandalo, un'ingiustizia e una minaccia alla sicurezza di tutti» L'economia, in altri termini, andrebbe ripensata. E come? «Si sente nelle parole del Papa il preannuncio della prossima enciclica che sembra coniugare economia e umanesimo. Inoltre desidera chiaramente manifestare che la Chiesa cattolica e le religioni non vogliono essere assenti dalla costruzione del futuro, in larga parte determinato dall'economia. La crisi di questi tempi mostra il limite del governo di pochissimi signori dei beni del mondo, il quale è basato troppo sul mercato. E proprio il mercato, non dimentichiamolo, ha corroso lentamente gli spazi di gratuità e di umanità sino alla scuola e alla famiglia. Mi sembra che il Papa reclami il valore dell'elemento umano in un'epoca in cui tutto si compra e tutto si vende». Non le sembra però che la crisi renda più difficile questo progetto? «Il Papa lancia un grido d'allarme perché la cooperazione internazionale non cessi ma, anzi, si intensifichi. E il momento che stiamo vivendo vede gli egoismi internazionali giustificati dal vittimismo della crisi. Questa cooperazione non è soltanto un'esigenza etica della solidarietà ma finisce per essere l'interesse di tutti in una realtà globale. C'è una miopia nel lasciare una parte del mondo nella miseria. Bisogna cominciare a ragionare proprio in termini di interesse globale e la Chiesa cattolica, comunità di popoli differenti, sente intimamente il destino comune dell'umanità ». Ha notato qualche passo nella lettera che potrebbe sollevare critiche o riserve? «Questo Papa teologo mostra di essere radicato nell'attenzione all'umano, qualità che non si disgiunge da una riflessione sulla realtà economica. In tal senso il mondo dello spirito esprime passione e libertà nel trattare tali problemi. Per rispondere completamente alla sua domanda occorre ricordare che, al di là delle formule di convenienza, mi sembra che l'utilizzo della metafora della città de L'Aquila è quasi come inchiodare i grandi a una responsabilità e ricordare loro che quello non è un teatro. È prendere sul serio l'Italia e chiedere all'Italia di essere seria». Armando Torno Etica \\ Benedetto XVI chiede che l'economia sia guidata non soltanto dalle fredde leggi dell'interesse ma anche dall'etica... Reclama il valore dell'elemento umano in un'epoca in cui tutto si compra e si vende

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E Napolitano cita (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 05/07/2009 - pag: 3 Il Quirinale Il riferimento del Presidente alla crisi del 1929 e alle parole dell'economista sull'«armonia tra nazioni» E Napolitano cita «lo spirito di Keynes» Gli incontri del capo dello Stato con i leader e l'appello per un governo del mondo ROMA Le solite intese annuali tra pochi e ricchi Paesi industrializzati non sono sufficienti per affrontare la crisi che ha investito il mondo. La tempesta partita da Wall Street e subito dilagata nell'intero atlante geopolitico, impone sforzi congiunti, in grado di riunire le energie del maggior numero possibile di nazioni di tutti i continenti. Impegnandole, oltre che sul terreno economico, finanziario e commerciale, sulle grandi sfide aperte oggi. Vale a dire il sottosviluppo dell'Africa, la povertà, la vulnerabilità delle nostre società di fronte al terrorismo, gli sviluppi delle persistenti tensioni in tre aree cruciali per la pace (Afghanistan, Medio Oriente e Corno d'Africa). Ruoterà attorno a questi temi, con un esplicito appello alla «responsabilità» per una sorta di inedito ma ormai indispensabile «governo del mondo», il messaggio che Giorgio Napolitano lancerà al G8. Concepito in una chiave diversa dalle rituali e stereotipate comunicazioni diplomatiche, il discorso aprirà il pranzo che il presidente della Repubblica offrirà ai capi di Stato e di governo presenti all'Aquila giovedì 9 luglio. Sono questioni che Napolitano ha anticipato a larghe linee nelle scorse settimane, in un paio di incontri in qualche modo propedeutici all'appuntamento abruzzese. Per esempio: il 16 giugno, durante un incontro al Quirinale con i leader mondiali delle religioni che saranno anch'essi presenti al vertice, quando ha proposto di «ripensare» a come si possa ristabilire una base comune di «valori spirituali e morali» e riaffermare così convivenza, dialogo e rispetto delle diversità. E, prima ancora, durante un intervento all'Istituto internazionale per gli studi strategici di Londra, il 19 maggio, quando pose l'interrogativo appunto sulle «responsabilità» (in quel caso soprattutto dell'Europa) di fronte ai problemi del mondo globalizzato. Una riflessione, quest'ultima, che il capo dello Stato aveva chiuso con il ricordo di un giudizio esortativo pronunciato da John Maynard Keynes alla conferenza di Bretton Woods, i cui accordi posero le basi per uscire dalla crisi del '29: «Abbiamo dimostrato che un gruppo di 44 Nazioni è in grado di collaborare per un compito costruttivo in amicizia e armonia completa. Pochi lo credevano possibile. Se riusciremo a continuare con un compito più ampio come abbiamo cominciato con questo compito limitato, c'è speranza per il mondo». Ecco, è a quello «spirito di saggezza, pazienza e severo riserbo» invocato allora da Keynes, che Napolitano si richiamerà. Trovando magari utile citarlo di nuovo, davanti ai leader con i quali si intratterrà anche in incontri bilaterali. La sfilata comincerà domani, con l'arrivo sul Colle del presidente della Cina e componente del G5, Hu Jintao, impegnato in una visita di Stato che avrà una coda importante all'Aquila. E mercoledì toccherà al presidente Usa, Barack Obama, in arrivo da Mosca, salire al Quirinale come prima tappa del suo viaggio in Italia. Mentre altri faccia a faccia con i leader del summit allargato sono in via di definizione in queste ore. Con tutti l'impegno del capo dello Stato, secondo la Costituzione che ne circoscrive severamente la responsabilità in politica estera, dovrebbe limitarsi a un ruolo di alta rappresentanza diplomatica. Ma è chiaro che, dopo le polemiche su Berlusconi riprese con insistenza dai giornali di mezzo pianeta, stavolta la sua influenza morale e politica è destinata a pesare. E tanto. Marzio Breda Riflessione Il 19 maggio scorso, ospite dell'Istituto internazionale di studi strategici di Londra, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha citato l'economista John Maynard Keynes alla conferenza di Bretton Woods. Il capo dello Stato tornerà a parlare di «responsabilità» il prossimo 9 luglio al G8 dell'Aquila

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La sfida della Corea del Nord Lanciati altri sette missili (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 05/07/2009 - pag: 6 La sfida della Corea del Nord Lanciati altri sette missili Il test nel giorno della Festa dell'Indipendenza americana DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO Anche la Corea del Nord ha festeggiato la Festa dell'Indipendenza americana. A modo suo. Con 7 missili lanciati nel mar del Giappone. Il conteggio è stato tenuto dai militari sudcoreani, tre la mattina, uno verso mezzogiorno, tre nel pomeriggio, che vanno ad aggiungersi ai quattro sparati giovedì 2. Missili a corto raggio, «alcuni tipo Scud», secondo gli analisti di Seul, con una gittata massima in grado di raggiungere il Giappone ma tarati su una distanza minore. La raffica di test è una provocazione contro gli Stati Uniti, l'arcinemico che ieri celebrava la sua festa nazionale, e contro l'Onu, che ha vietato al regime di Kim Jong-il test balistici. L'ultima risoluzione, la 1874, è stata varata il mese scorso dopo il test nucleare del 25 maggio, a sua volta preceduto dal lancio di un missile che ha scavalcato il Giappone. Il gesto di sfida, poi, viene amplificato dall'imminenza del G8. Rapporti convergenti ipotizzano che ora tocchi a un missile a lunga gittata. Il Giappone ha reagito immediatamente, con una «forte protesta ». Più tardi, gli Usa hanno sottolineato che i missili «non sono utili» alla risoluzione della crisi e hanno esortato la Corea del Nord a «trattenersi da azioni che aggravano la tensione». Secondo un copione ormai rodato, Cina e Russia sono intervenute in posizione più o meno intermedia, invitando le parti a riprendere il dialogo. Pyongyang ha abbandonato il tavolo negoziale a sei cui partecipava con Corea del Sud, Cina, Giappone, Russia e Usa, ma nelle settimane scorse è stata avanzata la proposta di riavviare la formula anche senza la Corea del Nord: ne aveva parlato il presidente sudcoreano Lee Myung-bak con Barack Obama e martedì scorso è stato il ministero degli Esteri di Pechino a rilanciare l'idea. La comunità internazionale sta giocando con Pyongyang una partita con molte incognite. Anche se secondo la Banca centrale sudcoreana i dati dell'economia del Nord nel 2008 sono inaspettatamente positivi (+3,7% sul 2007), la scorsa settimana il World Food Program, l'agenzia Onu per le emergenze alimentari, ha dichiarato che è in atto una «critica mancanza di cibo». E nell'escalation innescata dalla Corea del Nord rientra la decisione di riavviare la lavorazione di materiale fissile a scopo militare, sia plutonio sia uranio. Data la feroce avversione per il Giappone, non è stata accolta con indifferenza la designazione di un nipponico, Yukiya Amano, a prossimo capo dell'Aiea, l'agenzia atomica dell'Onu. L'unico Paese con una capacità di influenza è la Cina. Sono trapelate voci di un recente viaggio dell'erede designato di Kim Jong-il: il figlio Jong-un avrebbe raggiunto Pechino e, con discrezione, anche Shanghai e Canton, quasi la vetrina di quello che (ottimisticamente) la Nord Corea potrebbe diventare se desistesse dalla sua nevrosi militaresca e aprisse la sua economia. Marco Del Corona Le armi Un missile nordcoreano Scud-B ( al centro) riprodotto in un museo di Seul. Intorno, missili sudcoreani ( Ap)

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Addio ritiri, oggi si gira il mondo L'Inter inaugura una nuova era (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Sport data: 05/07/2009 - pag: 38 La rivoluzione Il world tour dei nerazzurri inizierà il 12 luglio e finirà il 9 agosto: tappe a Los Angeles, Boston, Pechino e Montecarlo Addio ritiri, oggi si gira il mondo L'Inter inaugura una nuova era Dalla California alla Cina, il club incasserà 3 milioni di euro DAL NOSTRO INVIATO LOS ANGELES L'Inter World Tour 2009 scatterà il 12 luglio e finirà il 9 agosto: una sosta di due settimane negli Stati Uniti fra Los Angeles e Boston, sei giorni in Cina e una seratina a Montecarlo che non guasta mai. L'Italia sarà solo terra di transito, qualche giorno non consecutivo giusto per cambiare la canottiera e salutare la famiglia. È il programma del precampionato estivo dell'Inter, che ha deciso di rompere gli schemi tradizionali delle squadre italiane e, seguendo un esempio già consolidato in Premier League e nella Liga, effettuare l'intera preparazione della stagione 2009-2010 dall'altra parte del mondo. Tecnicamente, la scelta di stare oltreconfine e/o di giocare amichevoli all'estero non è certo una novità. Genoa, Napoli e Palermo, per esempio, quest'anno andranno a prepararsi in Austria. Lo stesso Milan, dopo dieci giorni a Milanello, si sposterà per altri dieci negli States dove incrocerà proprio i nerazzurri nel derby di Boston il 26 luglio. Ma prendere settanta persone tra calciatori e staff, caricarle su un aereo e portarle per un mese attraverso mezzo mondo è un'idea decisamente alternativa e forte: «Ci pensavamo già da un po' spiega Ernesto Paolillo, a.d. dell'Inter , ma i contratti preesistenti con Brunico ci impedivano la svolta. Quest'anno, grazie anche all'esperienza positiva già maturata in Usa da Mourinho quando era al Chelsea, abbiamo deciso che si poteva provare». Le motivazioni della scelta sono diverse (nuovi stimoli, internazionalizzazione del marchio, disponibilità di attrezzature all'avanguardia), ma infine confluiscono tutte in una sola: soldi. «Anni fa ricorda Paolillo il ritiro per un club era un costo, eventualmente ridotto con interventi delle Pro loco che a loro volta potevano sfruttare il turismo, anche quello di una sola giornata, dei tifosi. Ora la situazione è diversa». Oggi i costi sono completamente coperti e per i ritiri italiani le aziende di soggiorno danno alle squadre della serie A dai 40 ai 150.000 euro per i club più importanti. Ma per il tour americano dell'Inter il registro è completamente diverso: anche se in società nessuno fornisce cifre ufficiali, il club ricaverà 3 milioni di euro netti, ai quali andranno aggiunti i soldi dei diritti tv italiani (la gara per l'assegnazione è ancora aperta, la trasmissione per i match con Club America, Chelsea e Milan sarà sulla Espn America che garantisce agli sponsor una copertura totale sul territorio nord e sudamericano), senza contare l'indotto del merchandising. «In fondo, il principio è banale: l'unico modo per sviluppare la propria presenza in un territorio nuovo e creare nuovi tifosi è essere presenti fisicamente sul posto dice Paolillo . Portare i giocatori, ogni tanto, può servire: era successo in Cina con Toldo all'apertura dell'Inter Store a Shanghai, così come lo è stato all'inizio di giugno con Mourinho a Pechino. Chiaramente però la presenza di tutta la squadra, con allenamenti e partite importanti, tra l'altro anche queste scelte con un occhio a mercati differenti (una squadra è messicana, l'altra inglese, l'altra italiana), dà un altro peso al progetto di internazionalizzazione del club». A questo poi, per fortuna, si aggiungono la possibilità di disporre delle strutture perfette della Ucla a Los Angeles e il vantaggio di diversificare e rendere interessante per i giocatori la fase più noiosa della stagione. Il discorso Cina rientra in questo quadro, con differenti sfumature. «A differenza che in Usa osserva Paolillo là siamo presenti già da un po' con Inter club e negozi a Shanghai e Pechino». La Supercoppa dell' 8 agosto (la quarta all'estero dopo quelle del 1993 a Washington, del 2002 a Tripoli e del 2003 a New York) permette così ancora una volta di unire competizione e business. Inter e Lazio avranno infatti come minimo garantito un milione e mezzo di euro a testa, cifra cui andranno aggiunti i soldi dei diritti tv (ancora da assegnare) e metà dell'incasso. Così si spiega perché Mourinho, a Pechino per verificare le condizioni dello stadio Olimpico (il famoso «Nido»), teatro della partita, si sia augurato una massiccia presenza di tifosi. Apparentemente, insomma, il campo estivo itinerante dei boys nerazzurri è un'idea senza falle. Se l'operazione funzionerà sul campo è tutto da vedere. Da questo punto di vista, il tour è forse un rischio perché, in caso di risultati negativi, molti com'è già successo in passato, non solo all'Inter, nel caso di certi ritiri invernali acchiappasoldi nei Paesi arabi saranno pronti a domandare se era proprio il caso. Sul piano economico, però, già adesso non ci sono dubbi. «Dopo averne parlato in società e con il mister abbiamo risolto che ne valeva la pena», conclude Paolillo. Il ricavato totale magari non basterà nemmeno a pagare Ibrahimovic o un suo sostituto, ma in questi tempi di crisi è sempre meglio di niente. Il tifoso abituato alla gita in montagna col panino e il bandierone su al campo sportivo, alla fine, come sempre, se ne farà una ragione: in vacanza andrà al mare e per avere notizie e immagini dei polpacci dei suoi idoli si accontenterà dell'ottimo Inter Channel. Naturalmente, pagando prima l'abbonamento. Alessandro Pasini Leader Mourinho (Reuters)

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Anche Buttafuoco diventa didascalico (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Spettacoli TV data: 05/07/2009 - pag: 55 A fil di rete di Aldo Grasso Anche Buttafuoco diventa didascalico C he perfido Pietrangelo Buttafuoco! Inizia la terza puntata de «Il grande gioco» (Raidue, venerdì, ore 23,10) invitando in studio un abbronzato Fausto Bertinotti. Se è vero che la storia d'oggi è una risposta a quella di ieri, l'amato Berty non si trovava lì per caso: fingeva di prendersela con la globalizzazione («Ci ha resi tutti un po' più stupidi») ma in realtà stava espiando le troppe ore passate da Bruno Vespa. Certo, quando usa la parola «intrigante» (con la erre ben arrotata) Buttafuoco lo dovrebbe bacchettare e chiedergli l'origine della sua camicia lilla (frutto di qualche globalizzazione?) e invece, per gentilezza, usa anche lui l'infausto aggettivo. «Il grande gioco », ideato da Buttafuoco e da Francesco Cirafici, è una sorta di viaggio in quattro tappe tematiche (Nord-Eurasia, il Sud-Atlantide, l'Est-Il drago, l'Ovest-Occidente) per cercare di comprendere tutti gli scenari della geopolitica mondiale. Scenari, non scenografie; peccato, perché così il gioco sarebbe più facile potendo la trasmissione vantare il più bel impianto scenografico visto quest'anno in tv. Per parlare di India e di Cina, Buttafuoco ha intervistato Giancarlo Elia Valori («Il Marco Polo dei poteri forti»), Federico Rampini (che ha appena messo su casa a New York), Salman Rushdie (cui non perdoniamo di non aver capito The Millionaire ), Michela Fontana, Pino Bongiorno ed altri ancora (bella l'idea che la Cina sta coniugando Marx con Confucio). E poi si è parlato di Matteo Ricci e Marco Polo, del declino del Giappone, della Corea del Nord, della storia triste del popolo Karen, che sta per scomparire, del reporter di guerra con Mimmo Candito. Un Buttafuoco insolitamente didascalico (nonostante il suo mentore televisivo, Pasquale D'Alessandro lo definisca «intellettuale spettinato»; occhio, perché anche Augias si presenta ricercatamente spettinato!) per una programma molto impegnativo e molto interessante. È la tv della disuguaglianza.

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 05/07/2009 - pag: 3 L'intervista «La sanità è un'eccellenza a Milano». Oltre al San Raffaele nascerà la città della scienza in Vialba con il Sacco, il Besta, l'Istituto dei tumori e il Cerba «Niente futuro per gli ospedali senza ricerca Liste d'attesa, bisogna raddoppiare le Tac» Veronesi: sbagliato vietare l'alcol ai minorenni, il nemico è il fumo. Cambiare gli stili di vita «La strada da percorrere è ancora lunga. Ma ce la possiamo fare». Da sempre il sogno di Umberto Veronesi è fare diventare Milano la capitale della medicina e della salute. In quest'intervista l'oncologo più famoso d'Italia spiega quali sfide la città deve ancora vincere per diventare l'Houston d'Europa. È una scommessa che gli sta a cuore: il fondatore dell'Istituto europeo di oncologia è nato proprio a Milano, 82 anni fa, qui lavora come chirurgo, ricercatore, uomo di scienza e ha cresciuto i suoi sette figli. Con 691 mila ricoveri all'anno, di cui il 13 per cento di pazienti che arrivano da fuori Lombardia, Milano è comunemente considerata il fiore all'occhiello della sanità italiana. È un giudizio che condivide? «Nessuno vuole mettere in dubbio l'eccellenza della sanità milanese. Ma per fare il vero salto di qualità la città, insieme con il resto della Lombardia, deve tagliare nuovi traguardi». Quali? «Tutto dovrà ruotare intorno alla ricerca: i grandi ospedali dovranno avere un dipartimento ad hoc e condividere fra loro le piattaforme operative, oltre alle attrezzature diagnostiche e terapeutiche. I centri specializzati in singole patologie possono rischiare l'isolamento se non si integrano con altri centri. Alcuni di piccole dimensioni andranno chiusi». Una rivoluzione, per gli ospedali della città. «È la medicina che negli ultimi anni ha vissuto due profondi cambiamenti: la decodifica del Dna e l'evoluzione delle tecnologie biomediche, che oggi ci danno la possibilità di scoprire un'infinità di malattie al loro esordio. Solo gli ospedali che si adegueranno ai tempi potranno dare risposte d'alto profilo ai pazienti». Allora il futuro sta nei grandi poli ospedalieri? «Sì. Solo così si può essere all'altezza delle ultime scoperte della medicina. I primi passi nella giusta direzione sono stati fatti. In città, a breve, ci saranno tre poli d'eccellenza. A nord-ovest sorgerà la cittadella pubblica delle scienza con il raggruppamento in Vialba del Sacco, dell'Istituto dei tumori e del neurologico Besta; a sud avremo il Centro europeo di ricerca biomedica avanzata (Cerba), che nascerà di fianco all'Istituto europeo di oncologia; a nord-ovest c'è già il San Raffaele. Ma non bisogna fermarsi qui. Soprattutto sul fronte della ricerca clinica». Ma Milano è competitiva con il resto d'Europa? In molti se ne vanno. «Io penso che creare conoscenza non voglia dire trattenere i cervelli: nell'era della globalizzazione non possiamo pensare di fermare la circolazione dei talenti. La città deve trasformarsi, invece, in un grande polo di attrazione per i giovani che oggi vanno in Gran Bretagna, meta prediletta soprattutto dai ricercatori dei Paesi dell'Est: dal Mediterraneo al Medio Oriente fino all'India.>Per riuscirci Milano deve sviluppare maggiormente la cultura della ricerca e diventare un incubatore di intuizioni innovative. È il mio chiodo fisso. Il miscuglio di etnie è la condizione per la fertilizzazione reciproca delle idee che è il bene più importante non solo per la città, ma per il Paese». Ma quali sono le criticità della sanità milanese? «Non si investe ancora abbastanza nelle nuove apparecchiature diagnostiche. Del resto, gli aggiornamenti tecnologici non sono mai sufficienti. Bisogna fare sempre di più». Concretamente? «Sono da raddoppiare le Tac spirali e le risonanze magnetiche di ultima generazione Pet. E bisogna investire maggiormente sulle sale operatorie. È un modo anche per accorciare le liste d'attesa, il vero problema della sanità di Milano. Una criticità strettamente collegata all'elevata qualità delle cure e ai viaggi della speranza: Milano attrae dal resto d'Italia 85 mila malati l'anno». Le terapie sono all'avanguardia. Ma si può dire altrettanto per le strutture ospedaliere? «Purtroppo no. Sul fronte dell'edilizia sanitaria anche a Milano c'è molto da migliorare. Negli ospedali dovrebbero esserci solo camere singole. In segno di rispetto della privacy del malato. Non solo: le giornate di ricovero sono da diminuire. Tre giorni al massimo: e, poi, il paziente in via di guarigione deve essere ospitato in strutture di accoglienza di tipo alberghiero. Lui sta meglio: e altri possono essere ricoverati al suo posto». Nel suo libro dei sogni, professor Veronesi, non fa i conti con i fondi limitati a disposizione della sanità. «La tecnologia costa, ma aumenta la produttività. Oltre una malattia scoperta all'esordio richiede terapie meno costose. Va quindi potenziata la rete di centri per la diagnosi precoce e vanno sviluppate campagne di prevenzione ». A Milano non se ne fanno già abbastanza? «Spesso si prendono di mira bersagli sbagliati. Un esempio su tutti: vietare la vendita di alcol ai minori di 16-18 anni, come vuole fare adesso il Comune, dubito sarà efficace». Il motivo? «Oggi il vero problema è il fumo: i dati, infatti, dicono che dal 1975 al 2007 il consumo annuo pro capite di superalcolici è crollato da 4 litri e mezzo a 0,6 litri, quello di vino da 104 litri a 44,7. L'unico in aumento è quello di birra, ma con i nostri 31 litri all'anno a persona, siamo il Paese europeo dove se ne beve di meno». Ma dai numeri di Palazzo Marino emerge che il 40 per cento dei quindicenni di Milano si è già ubriacato almeno una volta. Non solo: una richiesta di soccorso su due al 118, il venerdì e il sabato, arriva da adolescenti sbronzi. «Nessuno dice che non bisogna dissuadere i giovani dal bere, ma il proibizionismo non paga. Anzi, si fa venire ai giovani più voglia di bere. La norma che prevede multe per chi vende alcol agli under 16-18 la vedo, oltretutto, di difficile realizzazione pratica. È un altro provvedimento destinato a restare sulla carta». Quali politiche di prevenzione deve adottare il Comune? «A Milano più della metà dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni fuma (o ha provato, almeno una volta, una sigaretta). Un disastro. Servono nuove campagne mirate. Di più. Per dissuadere i giovani dai comportamenti sbagliati, bisogna offrir loro soprattutto alternative valide contro la noia. Come lo sport, il teatro, la cultura in genere». Quali sono gli altri stili di vita sbagliati adottati dai milanesi? «Ancora in troppi mangiano male. Quasi un bambino milanese su tre è in sovrappeso. Bisogna diffondere la cultura del mangiar poco e sano». Professor Veronesi, sulla sua scrivania ha il libro di Andrew Berry e James D. Watson dal titolo «Dna. Il segreto della vita». Qual è, invece, il segreto della longevità? «Prevenzione a parte, l'età si misura dal cervello, che bisogna tenere allenato anche coltivando gli ideali». Simona Ravizza sravizza@corriere.it \\ Giusto cercare di dissuadere i giovani dall'alcol, ma il proibizionismo non paga \\ A Milano più della metà dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni fuma o ha provato: un disastro \\ Bisogna raddoppiare le Tac e le risonanze magnetiche di ultima generazione Competitività «Nell'era della globalizzazione non possiamo pensare di fermare la circolazione dei talenti: piuttosto occorre saper attrarre i migliori cervelli dall'estero» Ospedali e privacy «Sul fronte dell'edilizia sanitaria siamo indietro: negli ospedali dovrebbero esserci solo camere singole, in segno di rispetto per la privacy dei malati»

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Dino Risi, il cattivo da riscoprire (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Tempo Libero data: 05/07/2009 - pag: 15 IN DVD Dino Risi, il cattivo da riscoprire Dino Risi ha girato tanti film, ma si ricordano sempre i soliti. Spesso l'oblio di certi titoli dipende solo da questioni pratiche: diritti bloccati, homevideo distratto. La collana dvd «Italiani da culto» della 01 colma molte lacune: dal neorealismo rosa anni 50 di «Poveri ma belli» (che oggi appare un po' finto, con le bellone che concedono solo baci in vista del matrimonio) alla malinconia di «Tolgo il disturbo» (1991), con Gassman innocuo matto. Chi esige la cattiveria tipica del regista può rivolgersi a «Caro papà», che nel 1978 rappresenta un'Italia sull'orlo del crollo. Vittorio Gassman è un profeta della globalizzazione ante litteram che scopre di avere un figlio terrorista. E Risi (che sceneggia col figlio Marco) è spietato nell'inchiodare vizi e difetti di una borghesia che si crede indistruttibile. E che forse, come mostrano gli sviluppi della nostra Storia, lo è veramente. (Alberto Pezzotta)

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Scudo spaziale, Medvedev a stampa: con Usa troveremo soluzione (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 05-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

MOSCA/MILANO (Reuters) - In un'intervista a tutto tondo con un quotidiano italiano in cui ha parlato di Iran, Corea del Nord ma anche del G8 dell'Aquila, il presidente russo Dmitry Medvedev ha detto oggi che un accordo volto a ridurre gli armamenti nucleari non sarà possibile senza un'intesa sullo scudo missilistico in Europa, precisando però di credere che Usa e Russia saranno "capaci di trovar una soluzione ragionevole". Il presidente Usa Barack Obama arriverà domani a Mosca per incontrare Medvedev e discutere di come sostituire il Trattato Start del 1991 (Strategic Arms Reduction Treaty) prima della sua scadenza, il prossimo 5 dicembre. Intervistato dal Corriere della Sera, Medvedev -- che ha riferito che i rapporti tra Mosca e Washington "hanno avuto una nuova partenza" -- ha detto: "No, credo che i due temi siano interdipendenti perché non si può discutere di missili offensivi senza parlare di quelli difensivi", rispondendo alla domanda se l'accordo sugli arsenali nucleari sarà possibile anche senza un'intesa sullo scudo anti-balistico. Ma ha anche detto di credere "che saremo capaci di trovare una soluzione ragionevole" rispondendo alla domanda se sia necessario che gli Usa rinuncino completamente al loro progetto. "Non è assolutamente necessario cancellare tutte le decisioni prese in precedenza. Basta dare prova di moderazione. Noi non siamo contrari a sviluppare questi strumenti di difesa ma crediamo non debba trattarsi di iniziative unilaterali dirette contro una parte disponibile al dialogo come la Russia", ha precisato. "LA COREA DEL NORD CI PREOCCUPA PIU' DELL'IRAN" Il presidente russo ha parlato anche delle recenti tensioni internazionali con l'Iran e la Corea del Nord -- che a suo dire "sono casi diversi" -- precisando che "Pyongyang ci preoccupa di più perché non ha alcun dialogo con il resto del mondo". "(Pyongyang) dispone di vettori a medio e lungo raggio, ed esiste il pericolo che le passioni possano far crescere la tensione con la Corea del Sud, il Giappone, la Cina e la Russia", ha detto al Corriere, chiarendo che per "passioni" intende "le dichiarazioni bellicose di questi ultimi tempi". Parlando del G8 della prossima settimana all'Aquila, il presidente russo ha detto che "in Italia dovremo occuparci soprattutto della crisi economica", aggiungendo che sul tavolo ci sono anche altri "temi importantissimi" come l'ambiente, gli aiuti ai Paesi poveri e le crisi regionali. Continua...

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