CENACOLO DEI COGITANTI |
la classe media va in
paradiso - enrico franceschini ( da "Repubblica,
La" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: un boom che per esempio in Cina
l´ha portata a passare dal sedici al sessantadue per cento della popolazione
tra il 1990 e il 2007; e in India sarà cresciuta nello stesso periodo dal
cinque al venti per cento, con previsione del quaranta per cento entro il 2025.
Utilizzando questa chiave di misura, l´economista indiano stima che la classe
media sia aumentata negli ultimi quindici-
nuova dogana europea , al propeller
( da "Tirreno, Il" del
01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La dimensione del ruolo economico
rivestito dalla dogana in un contesto di globalizzazione - ha spiegato
Dioguardi - è stata recepita in svariate norme, tra cui recentemente il
regolamento CE n. 450/2008 attinente la semplificazione dei regimi doganali ed il
crescente utilizzo delle procedure elettroniche, che diventerà obbligatorio nel
2013.
monaco tibetano si dà
fuoco contro la cina ( da "Tirreno,
Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: un gesto confermato anche
dall'agenzia di stampa ufficiale di Pechino Nuova Cina. Secondo testimoni
citati dalla Campagna Internazionale per il Tibet (Ict), un gruppo filotibetano
basato negli Usa, agenti di polizia avrebbero ripetutamente sparato contro il
giovane monaco prima di spegnere le fiamme che lo avvolgevano.
La politica fra eccessie
deficit di democrazia ( da "Secolo
XIX, Il" del
01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Francia, Cina, Urss,
Inghilterra, avevano tutte iniziato con i programmi militari e poi riversato un
po' di background nel civile. Ancora oggi la Francia non è leader mondiale
nella produzione di energia atomica per un'accorta e redditizia politica, ma
come inevitabile conseguenza della sua politica,
LA CRISI finanziaria
innescata dagli Stati Uniti nel 2007 è diventata una profonda depressi...
( da "Messaggero, Il (Ancona)"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: economia di mercato e si sono
riflessi in fallimenti dei meccanismi di corporate governance, non solo delle
banche. Come Giulio Tremonti aveva intuito, si trattava e si tratta di una
crisi derivante da una globalizzazione troppo rapida, non accompagnata da
principi etici e sociali, dall'attenzione alla sostenibilità della crescita e
dei valori.
Dalla Cina al latte Gli
affari di <K Street> ( da "Corriere
della Sera" del
01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: investono miliardi di dollari Dalla
Cina al latte Gli affari di «K Street» Trentamila agenzie fanno pressione sui
politici WASHINGTON — Nella politica Usa, per «Quarto potere», dopo quelli legislativo, esecutivo e giudiziario, s'intende la
stampa, i media. Ma è un mito scaturito nell'anteguerra, quando Orson Wells
dedicò a Randolph Hearst,
<I cinesi? Hanno
portato lavoro> ( da "Corriere
della Sera" del
01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Chi diceva che la globalizzazione
sarebbe stata un'opportunità per il distretto di Prato, diceva una furfanteria.
E sono stati fatti tanti errori». Tipo? «Pensare che
fosse un momento di crisi e non capire che siamo di fronte a un inevitabile
declino». E adesso?
Il pianeta India fra
conflitti e rilancio economico ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il Paese avrebbe i numeri per
diventare entro il 2050 la terza economia mondiale dopo Usa e Cina. L'AUTORE,
già ambasciatore a New Delhi e attuale ambasciatore a Parigi, compie un viaggio
per capire l'India del XXI secolo: dalla sua affermazione come stato-nazione e
dal retaggio coloniale all'analisi del sistema delle caste e al conflitto
città-campagna;
Tibet, risale la tensione
anti cinese (
da "Giornale di Brescia"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: agenzia di stampa ufficiale di
Pechino Nuova Cina. Secondo testimoni citati dalla Campagna Internazionale per
il Tibet (Ict), gruppo filotibetano negli Usa, agenti di polizia avrebbero
ripetutamente sparato contro il giovane monaco prima di spegnere le fiamme che
lo avvolgevano. Confermando la notizia, Nuova Cina ha scritto che il giovane è
ricoverato in ospedale con ustioni «
Abra Beta globalizza i
micro-disk (
da "Giornale di Brescia"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: economia Abra Beta globalizza i
micro-disk L'azienda di Pian Camuno è leader mondiale nelle mole abrasive: ne
produce 100mila al giorno Avviata con successo una partnership con Microsoft
per la prima sperimentazione in Italia di un innovativo Erp PIAN CAMUNOPrimi in
Europa in un una nicchia della nicchia, quella dei
«micro-disk».
DIRITTI UMANI
( da "Gazzettino, Il"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: un gesto confermato anche
dall'agenzia di stampa ufficiale di Pechino Nuova Cina. Secondo testimoni
citati dalla Campagna Internazionale per il Tibet (Ict), un gruppo filotibetano
basato negli Usa, agenti di polizia avrebbero ripetutamente sparato contro il
giovane monaco prima di spegnere le fiamme che lo avvolgevano.
A Carlo Rubbia, premio
Nobel per la fisica nel 1984, uno nato a Gorizia,
Alberto Semi aveva chiesto ... ( da "Gazzettino,
Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: «La globalizzazione - spiega - è un
importante mutante "biologico", una inevitabile
tappa dell'evoluzione: nelle scienze ha ampliato in misura eccezionale
l'efficacia della ricerca, non ha eliminato le diversità e ha creato un quadro
dove gli elementi positivi superano i negativi».
Il pericolo oscuro, nero e
professionale ( da "Blogosfere"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: In realtà i poteri forti USA
vogliono continuare a mantenere la loro leadership nel mondo e per farlo sono
disposti a vendere l'anima alla Cina e a prendere in giro i cittadini
statunitensi, infatti proporre la sanità pubblica
avendo le casse vuote è come proporre alla General Motors di costruire auto ad
idrogeno.
Ma Obama combatte davvero
le lobbies?.
( da "Giornale.it, Il"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globalizzazione, economia, gli usa
e il mondo Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa ©
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Aiuti all'Est, l'Ue non
trova l'intesa <Ma non abbandoneremo nessuno>
( da "Corriere.it" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Fondo sociale europea e il fondo per la globalizzazione.
Spetterà poi al vertice straordinario Ue sull'occupazione convocato per il 4
maggio a Praga esprimersi su altre iniziative destinate a mitigare l'impatto
della crisi sull'occupazione. In apertura del vertice, il presidente della
Commissione Ue Jose Manuel Barroso aveva fatto un richiamo all'unità: «Dobbiamo
procedere insieme,
BENIAMINO NATALE PECHINO.
TENSIONE ALTA IN TIBET DOPO IL TENTATIVO DI SUICIDIO CON IL FUOCO DI UN...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Nuova Cina. Secondo testimoni
citati dalla Campagna Internazionale per il Tibet (Ict), un gruppo filotibetano
basato negli Usa, agenti di polizia avrebbero sparato contro il monaco prima di
spegnere le fiamme che lo avvolgevano. Confermando la notizia, l'agenzia
governativa Nuova Cina ha scritto che il giovane è ricoverato con ustioni «
Sarkozy: "Intesa
sugli asset tossici" Berlusconi: assegno di disoccupazione non
sostenibile, costa 1,5 punti di Pil
( da "Giornale.it, Il"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il Fondo sociale europea e il fondo per la globalizzazione.
Spetterà poi al vertice straordinario Ue sull'occupazione convocato per il 4
maggio a Praga esprimersi su altre iniziative destinate a mitigare l'impatto
della crisi sull'occupazione. Evitare divisioni Serrare i ranghi ed evitare che
di fronte a una crisi di proporzioni sempre più drammatiche l'Unione europea si
divida:
( da "Repubblica, La" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 36 - Cultura
La classe media va in paradiso Terzo Stato l´attualità Per la prima volta nella
storia metà della popolazione mondiale è entrata a far parte della middle class
Cindia, Brasile e altre locomotive economiche del Terzo Mondo aumentano il
proprio benessere. Europa e Usa, complice la crisi, lo
assottigliano. Risultato: ricchi sempre più ricchi e tutti gli altri sempre più
uguali ENRICO FRANCESCHINI LONDRA è impossibile stabilire con precisione quando
è accaduto, ma in un qualche momento degli ultimi dodici mesi, per la prima
volta nella storia, più di metà della popolazione mondiale è entrata a far
parte della classe media. Tra il 1990 e oggi, in meno di due decenni, due
miliardi di nuovi "borghesi" si sono aggiunti al totale di coloro che
appartengono alla middle class, che sono così diventati la maggioranza tra gli
abitanti del pianeta. Ad annunciare il raggiungimento di questo traguardo, una
pietra miliare nel progresso dell´umanità, è l´Economist, il settimanale
globale con sede a Londra ma lettori in ogni continente. Naturalmente bisogna
intendersi su cosa significa esattamente "classe media". In uno
studio pubblicato nel 2002 da due illustri sociologi, Branko Milanovic e Shlomo
Yitzaki, per classe media si intende chi percepisce un salario a metà strada
tra quello medio dell´Italia, considerato come il livello maggiore, e quello
medio del Brasile, considerato il livello minore. Su tale base, la classe media
consisterebbe attualmente di poco più del sei per cento della popolazione
terrestre; e pur continuando a espandersi di anno in anno, rappresenterebbe
soltanto il quindici per cento della popolazione mondiale nel 2030. Ma un
economista indiano, Surjit Bhalla, autore di un imminente libro sul tema (The
Middle Class Kingdom of China and India), obietta che un calcolo di questo
genere non riflette l´esistenza di un´ampia categoria di persone con un reddito
da classe media nei paesi in via di sviluppo, pur guadagnando molto meno di chi
viene considerato middle class nei paesi industrializzati. Il professor Bhalla
preferisce usare una definizione differente: è classe media, afferma, chiunque
guadagna trai dieci e i cento dollari al giorno, ovvero da trecento a tremila
dollari al mese, fascia che al livello superiore consente consumi da classe
media occidentale, mentre a quello inferiore li consente soltanto in paesi emergenti.
è proprio in questi, tuttavia, che con l´avvento della
globalizzazione si è registrata la più spettacolare avanzata della classe
media, un boom che per esempio in Cina l´ha portata
a passare dal sedici al sessantadue per cento della popolazione tra il 1990 e
il 2007; e in India sarà cresciuta nello stesso periodo dal cinque al venti per
cento, con previsione del quaranta per cento entro il 2025. Utilizzando questa
chiave di misura, l´economista indiano stima che la classe media sia aumentata
negli ultimi quindici-venti anni da un terzo a oltre metà
(cinquantasette per cento) della popolazione del mondo. Quale che sia il tipo
di calcolo, non c´è dubbio che la classe media sia stata e continui ad essere
in crescita costante da almeno due secoli. Secondo i dati riportati da Surjit
Bhalla, questa classe, la classe dei grandi e piccoli borghesi, annoverava
appena il due per cento della popolazione mondiale nel 1820, era già salita al
dodici per cento nel 1913 alla vigilia della Prima guerra mondiale, al ventidue
per cento nel 1938, vigilia della Seconda guerra mondiale, balzando quasi al
trenta per cento negli anni Sessanta, al quaranta per cento nel 2000, per
superare quota cinquanta per cento negli ultimi anno o
due. Un prodigioso cammino verso benessere e progresso, che ha conosciuto tre
ondate: la prima durante la rivoluzione industriale, verso la fine
dell´Ottocento e l´inizio del Novecento; la seconda tra la fine degli anni
Cinquanta e i successivi vent´anni, quando è nata la cosiddetta generazione dei
baby boomers, i figli del boom economico; e la terza sta avvenendo ora, per lo
più in grandi nazioni del Terzo Mondo, come Cina,
India, Brasile. Paesi in cui, in realtà, esistono oggi due distinte classi
medie: una consiste di coloro che sono middle class sotto qualunque standard,
dunque guadagnano abbastanza da poter appartenere alla classe media globale,
avendo molto in comune con i borghesi di Europa e America, una categoria in
rapida crescita ma che conta per adesso solamente il dieci per cento della popolazione
nei paesi emergenti. L´altra, assai più numerosa, è composta da coloro che si
possono considerare classe media nei paesi in via di sviluppo ma non lo
sarebbero nei paesi ricchi occidentali. Del primo gruppo fanno probabilmente
parte i tre milioni di cinesi che si sono dati con passione allo sci, uno sport
che nemmeno esisteva in Cina fino a quindici anni or
sono. Del secondo gruppo fanno probabilmente parte gli abitanti di
Paraisopolis, una delle favelas di San Paolo del Brasile notoriamente infestata
dal crimine, dove hanno recentemente cominciato ad aprire i negozi di una
catena di elettrodomestici venduti a rate: televisori e frigoriferi vanno a
ruba, in uno slum dove a prima vista non ci sono nemmeno elettricità e acqua
corrente. Un altro sistema di definizione e misura, osserva l´Economist citando
una ricerca di Diana Farrell, membro del National Economic Council americano, è
che uno comincia a far parte della classe media quando gli rimane «un terzo»
del proprio stipendio da spendere per beni secondari o voluttuari, ossia dopo
avere già provveduto a coprire tutte le spese di alloggio e
di vitto necessarie al sostentamento. è un
sistema di misurazione messo a dura prova dalla recessione globale, in una fase
in cui sempre più gente fatica ad arrivare alla fine del mese ed è costretta a
ridurre drasticamente le spese "superflue". In
effetti si può dire che già da alcuni anni, anche prima che scoppiasse
la crisi economica, si è verificato un doppio movimento: da un lato, la classe
media dei paesi emergenti che si espande; dall´altro, quella dei paesi
sviluppati, come l´Italia, che perde potere d´acquisto, scivola verso la
"lower middle class", o talvolta anche più sotto. Ma gli uni e gli
altri, mentre ovunque si allarga il gap tra ricchi e poveri, si ritrovano
comunque nel mezzo, sempre più numerosi, finalmente maggioranza. Diventeremo
tutti, un giorno, classe media? Nel futuro immediato, conclude l´Economist,
dipende da quanto durerà la recessione: se solo un paio d´anni, e in tal caso
la risposta è che l´avanzata mondiale della middle class, dopo una breve pausa,
proseguirà e potrebbe anzi accelerare; o se durerà più a lungo, e allora la
risposta è più incerta.
( da "Tirreno, Il" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 9 - Livorno
«Nuova dogana europea», al Propeller Illustrata l'introduzione delle nuove
normative dell'Unione LIVORNO. "Nuova dogana europea: trasformazione dei
ruoli e delle aspettative". Questo il tema di un incontro al Propeller
club. Ospite del presidente Francesco Ruffini e dei soci, Pasquale Dioguardi,
responsabile team audit per lo status europeo AEO. L'argomento è stato
introdotto dal direttore dell'Ufficio della Dogana Luigi Benedetto Martina. La dimensione del ruolo economico rivestito dalla dogana in un
contesto di globalizzazione - ha spiegato Dioguardi - è stata recepita in
svariate norme, tra cui recentemente il regolamento CE n. 450/2008 attinente la
semplificazione dei regimi doganali ed il crescente utilizzo delle procedure
elettroniche, che diventerà obbligatorio nel 2013. Dal
1^ gennaio 2008 è possibile, per un operatore economico ed i partners
commerciali che hanno un ruolo nella catena logistica, ottenere il
riconoscimento dello status europeo di Operatore Economico Autorizzato (AEO)
attraverso una specifica azione di audit esercitata da un team di esperti che
terrà conto delle eventuali autorizzazioni già rilasciate. Snellimenti
procedurali (sportello unico), velocizzazione dei traffici e sicurezza sono le
priorità: a questo proposito la dogana ha un progetto pilota di tracciabilità
dei sigilli doganali a radiofrequenza (AFID) e di procedura di preclearing
(sdoganamento anticipato quando la nave è ancora in rada). Cristina Battaglini
( da "Tirreno, Il" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cresce la tensione
Monaco tibetano si dà fuoco contro la Cina PECHINO.
Tensione alta in Tibet dopo il tentativo di suicidio con il fuoco di un giovane
monaco tibetano ad Aba (Ngaba in tibetano) in una zona a popolazione tibetana
della provincia cinese del Sichuan, un gesto confermato
anche dall'agenzia di stampa ufficiale di Pechino Nuova Cina. Secondo testimoni citati dalla Campagna Internazionale per il
Tibet (Ict), un gruppo filotibetano basato negli Usa, agenti di
polizia avrebbero ripetutamente sparato contro il giovane monaco prima di
spegnere le fiamme che lo avvolgevano. Confermando la notizia, l'agenzia
governativa Nuova Cina ha scritto che il giovane
monaco tibetano è ricoverato in ospedale con ustioni «al collo e alla testa»,
ma non fa menzione di ferite da arma da fuoco.
( da "Secolo XIX, Il" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
La politica fra
eccessie deficit di democrazia dalla prima pagina Ma c'è un qualche principio
della democrazia sostanziale che in questo Paese oggi sia tutelato e promosso?
No. Infatti non è questo l'unico caso di disprezzo
della volontà popolare: molte importanti riforme politiche sono state attuate
in direzione esattamente opposta alle decisioni espresse dai cittadini nei
diversi referendum in cui hanno potuto dire la loro: finanziamento pubblico dei
partiti, sistemi elettorali, ecc... ecc... È molto difficile stabilire quando
in questo Paese il popolo sia sovrano e quando no. Probabilmente, oggi come
oggi, al popolo non interessa neppure più tanto essere sovrano, sulla scia di
una lunga tradizione di rinuncia alla sovranità in cambio di altro e più
gradito. Chi mi dice che non è necessario che io venga interpellato, sostiene
che ho certamente cambiato opinione - chissà da dove gli viene questa
supponenza - e che comunque quando decisi lo feci per
motivazioni emozionali e senza razionalità. E questo in parte è vero. Oggi so
che ho detto no al nucleare non avendo adeguate informazioni al riguardo, ma
vivendo una fortissima pressione esercitata dal recente disastro di Chernobyl,
e dall'idea stessa di "nucleare". Come dimenticare, in anni in cui
giravano alcune decine di migliaia di bombe atomiche, che l'energia atomica non
fu realizzata per fornire all'umanità energia illimitata, ma per distruggere il
nemico a costo di distruggere il mondo intero? Energia atomica era innanzitutto
"l'atomica", l'orrore più grande inventato dall'umanità. Del resto le
potenze atomiche, Usa, Francia, Cina, Urss, Inghilterra, avevano tutte iniziato con i programmi
militari e poi riversato un po' di background nel civile. Ancora oggi la
Francia non è leader mondiale nella produzione di energia atomica per
un'accorta e redditizia politica, ma come inevitabile conseguenza della sua
politica, assai poco economica in verità, di grandeur, e la sua energia
costa poco ai francesi solo per il fortissimo intervento di sostegno statale.
Questo non sta scritto su un memoriale segreto, ma su un qualunque giornale
francese. Già, l'informazione. Vent'anni fa non ce n'era abbastanza a diretta
disposizione dei cittadini perché potessero decidere con cognizione di causa.
Gli stessi fautori del nucleare sostenevano pubblicamente posizioni fortemente
ideologiche, come se non avessero voglia di farsi capire, dicevano un sacco di
palesi bugie, come se fossero essi stessi travolti dai rischi insiti nella
tecnica nucleare. Chernobyl fu il più tragico, ma non l'unico incidente di
quell'epoca; nel mondo se ne contarono almeno 6 di intensità 5 e 6 della scala
Ines (limite 7) e c'erano buone ragioni per sospettare che molti atri fossero
stati coperti da segreto militare. Da allora sono cambiate molte cose. La
tecnica si è evoluta, è molto più difficile nascondere le cose, abbiamo molta
più fame di energia no-carbonio. Ma siamo più informati? Ci sono state messe a
disposizione congrue informazioni per decidere oggi con maggiore cognizione di
causa? No, non credo. Da un lato si continuano a sollecitare le pulsioni
emotive e a proporre piani di produzione alternativi inverosimili. Se fossimo
un Paese virtuoso come la Germania, la Svezia e, pare, prossimamente gli Usa, potremmo ragionevolmente pensare di produrre entro 20
anni il 25% del nostro fabbisogno da fonti rinnovabili; non di più, e sarebbe
un bellissimo risultato. Dall'altro lato si continuano a farfugliare slogan e a
dire bugie. Non è vero, ad esempio, che l'energia atomica sia economica, è
invece cara; è un investimento strategico che si ammortizza in decenni, se
tutto va bene. I francesi pagano meno di noi la loro
bolletta perché lo Stato ci mette una parte di soldi e vigila occhiuto che le
agenzie private non guadagnino troppo. Non è vero che non ci siano più rischi;
ce ne sono sempre meno e ce ne saranno meno ancora, a fronte di una conduzione
esemplare degli impianti e al proseguo della ricerca.
Da dove ricavo queste informazioni? Dalla stampa specializzata ad alta
attendibilità, che è stampa perlopiù straniera. Come può un lettore giudicare
se dico il vero? Non può, perché ha scarse possibilità di informarsi come faccio
io, che ci spendo un sacco di tempo e di denaro, e i media a cui accede sono di
un pressapochismo delittuoso. E non è detto che io sia informato a sufficienza,
perché a mia volta non sono uno specialista e devo rinunciare a capire parte di
ciò che può aggiungere informazione. Ci sono, è vero, bravi e attendibili
specialisti anche in questo Paese che si offrono di informarci, ma sono
quotidianamente sommersi da una montagna di paccottiglia, perché la
paccottiglia è conveniente e fascinosa assai più della serietà. Se fossi
chiamato, e non lo sarò, a decidere sul futuro energetico nucleare del mio
Paese voterei ancora no. Non perché sia ancora contrario per ragioni di
principio, cosa che non è più, ma in base alle informazioni che ho e quelle che
non ho. Tutto quello che so è che il nucleare è un impegno strategico che si
proietta decenni nel futuro e pretende serietà e affidabilità che nessun
governo ha intenzione di garantirmi, cosa di cui ho ampia esperienza. So che,
differentemente da tutti gli altri Paesi avanzati, il mio non investe nulla e
non promuove in nessun modo, ma penalizza se possibile, la ricerca e
l'applicazione delle fonti rinnovabili di energia; e tutti, ma proprio tutti,
compresa dunque la Cina, i Paesi che sono impegnati
nel nucleare investono altrettante risorse anche in questo settore altrettanto
e ancor di più strategico. Perché so, e anche in questo caso mi soccorre
l'esperienza, che gli enormi costi del nucleare finirò per pagarli io come contribuente,
anche se mi si assicura del contrario; e alla fine sarò destinato a finanziare
i guadagni di qualche grande impresa e non il mio benessere energetico; visto
che - vuoi scommetterci? - qualche grosso problema finirà per frapporsi in
corso d'opera a una soddisfacente realizzazione degli ambiziosi programmi.
maurizio maggiani (per commentare: Spazio Maggiani nel sito www.ilsecoloxix.it)
01/03/2009
( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Domenica 01 Marzo 2009 Chiudi di RAINER MASERA LA CRISI finanziaria
innescata dagli Stati Uniti nel 2007 è diventata una profonda depressione
economica, anche in Europa. Gravi ritardi nella diagnosi hanno implicato
risposte tardive. La crisi, connessa all'utilizzo di strumenti derivati per finanziare
progetti non meritevoli di credito, ha radici profonde che investono i valori
fondamentali dell'economia di mercato e si sono riflessi in
fallimenti dei meccanismi di corporate governance, non solo delle banche. Come
Giulio Tremonti aveva intuito, si trattava e si tratta di una crisi derivante
da una globalizzazione troppo rapida, non accompagnata da principi etici e
sociali, dall'attenzione alla sostenibilità della crescita e dei valori.
( da "Corriere della Sera" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-01 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Poteri Scandali e relazioni
pericolose. I «promotori» investono miliardi di dollari Dalla Cina al latte Gli affari di «K Street» Trentamila agenzie
fanno pressione sui politici WASHINGTON — Nella politica Usa,
per «Quarto potere», dopo quelli legislativo,
esecutivo e giudiziario, s'intende la stampa, i media. Ma è un mito scaturito
nell'anteguerra, quando Orson Wells dedicò a Randolph Hearst, un colosso del
giornalismo americano, un famoso film con questo titolo. In realtà, negli Stati
Uniti il «Quarto potere», il solo non elettivo sottolineò il Times di Londra
nel 2006, sono le lobbies, i gruppi di pressione sul governo e sul Congresso.
Il Times si riferiva all'ennesimo scandalo, lo scandalo Abramoff, dal nome di
un lobbista a cui si erano aperte persino le porte della Casa Bianca. Le
indagini misero in luce il rapporto incestuoso tra il mondo degli affari
rappresentato dalle lobbies e la politica, e soprattutto il fenomeno noto come
la «revolving door», la porta girevole, la metamorfosi di parlamentari e
pubblici funzionari in lobbisti alla scadenza del mandato, e viceversa. Nel
Registro delle lobbies — studi legali, agenzie di relazioni pubbliche e così
via — che devono precisare chi rappresentino, se entità straniere o americane,
figurano 30 mila persone circa. Secondo alcune ricerche del 2006, negli otto
anni precedenti esse avevano speso quasi 15 miliardi di dollari, una somma
enorme, in una opera di persuasione per lo più occulta
dei politici. In testa alla classifica figuravano le banche, le assicurazioni e
le immobiliari, con ben oltre 2 miliardi di dollari, tallonate dalla industria medica e farmaceutica (l'industria
petrolifera era quinta, con 1 miliardo e mezzo di dollari). Ottocento dei
lobbisti erano inoltre tesorieri di altrettanti Pac, i Comitati di azione
politica, con una pesantissima influenza sulle campagne elettorali. Di più. Dal
1998 al 2005 circa 2.200 ex parlamentari ed ex alti funzionari governativi, tra
cui 273 ex membri della Casa Bianca, si erano riciclati come lobbisti. Il caso
più clamoroso fu quello del deputato Dick Zimmer, un crociato della guerra alle
lobbies, che ne aveva invano proposto una drastica riforma nel 1995: nel 2002,
dopo la sua sconfitta alle elezioni, Zimmer si arrese ed entrò a far parte di
una di esse. La «revolving door» funzionava a pieno ritmo: si contavano
addirittura 12 ex lobbisti alla Casa Bianca, in primo luogo Andrew Card, il
capo di gabinetto dell'allora presidente George Bush. Una
prassi bipartisan, che neppure Obama è riuscito a stroncare, perché ci
sono ex lobbisti anche nel suo staff (come in quello dell'ultimo presidente
democratico prima di lui, Bill Clinton). In America, si dice che con le lobbies
il denaro voti due volte, e vari studi lo confermano: i parlamentari, che oggi
per farsi eleggere o rieleggere hanno bisogno fino a 20 milioni di dollari,
sanno che se non ne tuteleranno gli interessi saranno probabilmente battuti
alle urne. E' una corruzione istituzionalizzata, protestava Dick Zimmer prima
della conversione. Che però arricchisce chi la pratica: dal '99, quando si
dimise per uno scandalo sessuale, al
( da "Corriere della Sera" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-01 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Lo scrittore Sandro Veronesi «I
cinesi? Hanno portato lavoro» ROMA — «è inutile prendersela con i cinesi che si
sono stabiliti a Prato. Non hanno rubato lavoro, semmai lo hanno portato. E
anche loro soffrono la concorrenza di Cina e Corea»:
Sandro Veronesi, scrittore autore fra l'altro di Caos Calmo, conosce bene la
realtà della città toscana capitale dell'industria tessile. «Ho vissuto qui
fino a 25 anni e da un po' di tempo ci sono tornato», dice. Ma non è sorpreso:
«è una crisi annunciata». Si può salvare il distretto tessile? «E come fai a combattere con la concorrenza di Paesi dove
producono la stessa pezza a un quarto del costo e in un terzo del tempo? Chi diceva che la globalizzazione sarebbe stata un'opportunità
per il distretto di Prato, diceva una furfanteria. E sono stati fatti tanti
errori». Tipo? «Pensare che fosse un momento di crisi
e non capire che siamo di fronte a un inevitabile declino». E adesso?
«Salviamo il salvabile». Cioè? «La ricchezza della
nostra città è che tutti hanno sempre remato nella stessa direzione. Operai,
miliardari e vagabondi tutti insieme. Prato era una grande industria a cielo
aperto fatta di tante piccole realtà». E come si salva questa ricchezza?
«Riconvertendola in qualche attività che può avere mercato senza temere la
concorrenza». Per esempio? «Forse la produzione di energia, magari
diversificando le fonti». Lo scrittore Sandro Veronesi: ha vissuto a Prato fino
a 25 anni e ci è tornato da poco Pa.Fo.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
VETRINA
GIORNO & NOTTE pag. 29 Il pianeta India fra conflitti e rilancio economico
STABAT MATER DOMANI, alle 17,30, nella Sala dello Stabat Mater
dell'Archiginnasio, a Bologna, viene presentato il libro di Antonio Armellini
(nella foto) "L'elefante ha messo le ali. L'India del XXI
secolo". Intervengono Marzia Casolari, Alessandro Merli, Mario
Pirani, Romano Prodi. L'India è in deciso movimento, orgogliosa del suo ruolo
di potenza mondiale emergente: vive le sue contraddizioni in chiave di crescita
anziché, come in passato, di subordinazione e ritardo. Il
Paese avrebbe i numeri per diventare entro il 2050 la terza economia mondiale
dopo Usa e Cina. L'AUTORE, già ambasciatore a New Delhi e attuale ambasciatore a
Parigi, compie un viaggio per capire l'India del XXI secolo: dalla sua
affermazione come stato-nazione e dal retaggio coloniale all'analisi del
sistema delle caste e al conflitto città-campagna; dal ruolo dei partiti
a quello dei mezzi di comunicazione, delle Ong e dei movimenti per i diritti civili;
dalla difficile convivenza di induismo e islamismo al ruolo delle minoranze
sikh, parsi e cristiana. Vengono inoltre analizzate la
politica estera e l'economia indiana, con una particolare attenzione rivolta
alla cooperazione con il nostro paese e alla presenza dell'industria italiana
in India. Image: 20090301/foto/2101.jpg
( da "Giornale di Brescia" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 01/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:estero Tibet,
risale la tensione anti cinese Giovane monaco tenta il suicidio col fuoco per
protestare contro un divieto di preghiera Esuli tibetani in India protestano
contro il governo cinese PECHINOTensione alta in Tibet dopo il tentativo di
suicidio con il fuoco di un giovane monaco tibetano ad Aba in una zona a
popolazione tibetana della provincia cinese del Sichuan, un gesto confermato
anche dall'agenzia di stampa ufficiale di Pechino Nuova Cina. Secondo testimoni citati dalla Campagna Internazionale per il
Tibet (Ict), gruppo filotibetano negli Usa, agenti di
polizia avrebbero ripetutamente sparato contro il giovane monaco prima di
spegnere le fiamme che lo avvolgevano. Confermando la notizia, Nuova Cina ha scritto che il giovane è ricoverato in ospedale con ustioni «al
collo e alla testa», ma non fa menzione di ferite da arma da fuoco. Il dramma
avviene mentre in tutte le zone a popolazione tibetana della Cina
è in corso una silenziosa protesta che consiste nel non partecipare ai
festeggiamenti per Losar, il capodanno tibetano, che in genere durano 15 giorni
durante i quali si svolgono banchetti, canti e balli tradizionali. La protesta
è stata indetta in segno di «rispetto» per le persone che hanno perso la vita
durante le manifestazioni anticinesi del marzo
( da "Giornale di Brescia" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 01/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:economia Abra Beta globalizza i micro-disk L'azienda di Pian
Camuno è leader mondiale nelle mole abrasive: ne produce 100mila al giorno
Avviata con successo una partnership con Microsoft per la prima sperimentazione
in Italia di un innovativo Erp PIAN CAMUNOPrimi in Europa in un una nicchia
della nicchia, quella dei «micro-disk». Mole abrasive veloci e precise
nel taglio dell'acciaio; perfette nel smerigliare i cordoni di saldatura e gli
spigoli di manufatti in ghisa, alluminio, ottone e bronzo. Dallo stabilimento
Abra Beta di Piancamuno escono quasi 100mila pezzi al giorno, più di 15 milioni
l'anno, destinati ai cantieri navali, le ferramenta
pesanti, le carpenterie e le fonderie di mezzo mondo. Innovare: il segreto del
successo Per rinforzare i dischi abrasivi, Abra Beta usa corindone, zirconio,
bakelite o ancora carburo di silicio. Ingredienti sapientemente mescolati a
legante resinoide fino a formare un impasto che viene steso e cotto in forno,
quasi come si fosse in una panetteria. Ma il successo di Abra Beta non risiede
solo nel sapiente «impasto»: fin dall'apertura dell'azienda, la famiglia
Baiguini ha investito in automazione e tecnologia con macchinari e presse di
ultima generazione. Rientra in quest'ottica la partnership avviata lo scorso
anno con Microsof per la prima sperimentazione in Italia dell'innovativo Erp,
software che consente di monitorare costantemente qualsiasi fase produttiva. Si
tratta di Dynamics Nav 5.0 la piattaforma creata ad hoc da una società di
Microsoft. «La nostra azienda lavora anche su commessa
- ci spiega Tarcisio Baiguini affiancato dai figli Luca e Francesco e dal
responsabile Massimiliano Carta -. Questo richiede una pianificazione precisa
degli approvvigionamenti e dei cicli di produzione, una corretta gestione dei
parametri degli impianti, insieme alla necessità di un continuo controllo sugli
avanzamenti». Il sistema rileva in tempo reale ogni riduzione di produttività o
momentanee interruzioni delle linee consentendo di intervenire tempestivamente
sulle linee di produzione. L'obiettivo, pianificare in maniera ottimale i tempi
di consegna per i quasi 1.500 clienti dell'azienda, correggere eventuali
scostamenti di produzione e interagire direttamente con i clienti sui tempi di
consegna (spedizone, etichettatura, gestione magazzino). La piattaforma si
presenta precisa: monitora ogni singola fase del ciclo produttivo, ottimizza il
lavoro, ad ogni fermo ricalcola quantità di produzione e tempi di consegna. Dal
garage allo stabilimento Sono passati più di 34 anni da quando Tarcisio
Baiguini, allora 31enne, aveva installato la prima pressa automatica in un
piccolo garage di Gratacasolo. «Fui il primo a capire
che automatizzando la produzione si potevano produrre molti più dischi ad un
prezzo più basso - ci spiega -. Il successo fu tale che poco tempo dopo
installammo una seconda pressa nel pollaio vicino». La svolta nel 1994 con il
trasferimento dell'azienda nell'attuale sede di Pian Camuno in due capannoni,
oltre 10mila metriquadri coperti. «Controlliamo
l'intero ciclo produttivo, questa è la nostra forza - spiega ancora Bauiguini
-. Nello stabilimento c'è uno specifico reparto di produzione delle reti di
rinforzo dei dischi abrasivi. I nostri macchinari sono esclusivi e siamo uno
dei pochissimi produttori del settore ad essere completamente indipendente. Una
scelta strategica vincente che ci ha permesso di crescere ininterrottamente».
90 dipendenti, 13,5 milioni di fatturato I numeri di Abra Beta spa sono da
capogiro: dallo stabilimento di via Delle Sorti a Pian Camuno vengono prodotte
ogni giorno quasi 100mila mole abrasive, sono oltre 90 dipendenti diretti (105
nei periodi di picco della produzione), 40 rappresentanti sparsi per il mondo.
Oggi Abra Beta produce oltre 200 articoli, il 50% della produzione viene
venduto in Italia, il 50% raggiunge l'estero (Europa, Paesi dell'Est, ma anche medio Oriente e Africa) con marchio proprio o con altri marchi.
Il fatturato nel 2008 è stato superiore ai 13,5 milioni di euro in crescita del
10% rispetto al 2007. Roberto Ragazzi r.ragazzi@giornaledibrescia.it
( da "Gazzettino, Il" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
DIRITTI UMANI
Domenica 1 Marzo 2009, PECHINO - Tensione alta in
Tibet dopo il tentativo di suicidio con il fuoco di un giovane monaco tibetano
ad Aba (Ngaba in tibetano) -che si era avvolto in una bandiera tibetana con al
centro l'effigie del Dalai Lama- in una zona a popolazione tibetana della
provincia cinese del Sichuan, un gesto confermato anche
dall'agenzia di stampa ufficiale di Pechino Nuova Cina. Secondo
testimoni citati dalla Campagna Internazionale per il Tibet (Ict), un gruppo
filotibetano basato negli Usa, agenti di polizia avrebbero
ripetutamente sparato contro il giovane monaco prima di spegnere le fiamme che
lo avvolgevano. Confermando la notizia, l'agenzia Nuova Cina ha scritto che il giovane è ricoverato in ospedale con
ustioni «al collo e alla testa», ma non fa menzione di ferite da arma da fuoco.
Il dramma avviene mentre in tutte le zone a popolazione tibetana della Cina è in corso una silenziosa protesta che consiste nel non
partecipare ai festeggiamenti per "Losar", il capodanno tibetano, che
in genere durano 15 giorni durante i quali si svolgono banchetti, canti e balli
tradizionali. La protesta è stata indetta in segno di «rispetto» per le persone
che hanno perso la vita durante le manifestazioni anticinesi svoltesi nel marzo
dell'anno scorso in molte zone della Cina abitate da
tibetani. Secondo Pechino i morti sono stati solo venti, tutti civili uccisi
dai rivoltosi tibetani, mentre i tibetani in esilio sostengono che le vittime
sono state circa duecento e di mille persone arrestate in quel periodo - tra
marzo e maggio dell'anno scorso - non si hanno notizie. Inoltre è vicina la
delicata scadenza del 10 marzo, giorno nel quale cade l'anniversario della
rivolta del 1959 che si concluse con la fuga in India del Dalai Lama, il leader
spirituale tibetano che da allora è vissuto in esilio. Secondo la ricostruzione
di Ict, la protesta del monaco risale a mercoledì ed è stata innescata dal
divieto posto dalle autorità alla celebrazione delle preghiere di Monlam, una
festa religiosa collegata a quella di Losar.
( da "Gazzettino, Il" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Domenica 1 Marzo
( da "Blogosfere" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mar 09 1 Il pericolo
oscuro, nero e professionale Pubblicato da Demetrio Vacca alle 14:57 in Arena
Riporto dal corriere della sera un estratto di un articolo con il quale
concordo appieno, stante le pie illusioni ed ottimistici sogni di quanti
credono nei messia e nei profeti: "Il dubbio che
serpeggia è che il nuovo Presidente possa non rivelarsi all'altezza, che la
Presidenza Obama possa un domani, quando verrà il momento dei bilanci, mostrare
di avere qualcosa in comune con l'Amministrazione (repubblicana) di Herbert
Hoover, la quale, con le sue scelte sbagliate, aggravò la crisi seguita al
crollo di Wall Street del 1929." Finora di fronte a tutte le poche ma ben
pubblicizzate azioni di Obama i mercati hanno risposto negativamente al punto
che le cose rispetto all'amministrazione Bush sono decisamente peggiorate,
l'impressione è che la mostruosa spesa pubblica prevista dal piano d'incentivo
di Obama sia per tutti insostenibile quanto lontane sono le prospettive di
un'industria ecologica, giacchè il sistema produttivo USA è alla
prese con una crisi talmente forte da non avere risorse per avviare una
riconversione energetica a breve. A quanto pare la ricetta banale e già vista
di usare la spesa pubblica in modalità anticiclica non ha convinto nessuno a
parte i politiculi italiani di estrema sinistra che ancora non hanno capito che
questa crisi non è del modello liberista ma quanto di quel modello finanziario
che per anni è stato sogno di Prodi e degli uomini di Goldman Sachs. Obama sta
cercando di convincere i suoi cittadini di rinviare alle generazioni future il
disastro finanziario creato dalle lobby che lo sostengono e lo hanno sostenuto.
E' una vergogna il suo discorso con le lobby ed i poteri forti giacchè Obama si
è fatto ampiamente finanziare da uomini della finanza potenti ed oscuri come
Soros. In realtà i poteri forti USA vogliono continuare a
mantenere la loro leadership nel mondo e per farlo sono disposti a vendere
l'anima alla Cina e a prendere in giro i cittadini statunitensi, infatti proporre la sanità pubblica avendo le casse vuote è
come proporre alla General Motors di costruire auto ad idrogeno. Tutto
il piano di Obama non è un ripensamento dell'economia e dell'etica del mercato,
che sarebbe la vera cura del malato, ma una rianimazione artificiale che deve
salvaguardare parassiti e virus (i finanziatori alla Goldman Sachs e Soros)
lasciano il malato in uno stato di debolezza. Nulla di quel piano è
realizzabile nell'arco del mandato di Obama e nulla incide nella sostanza del
problema, è un mixt di statalismo, demagogia e populismo. Nella sostanza i
mercati e gli economisti temono questo neo-statalismo perchè sanno che è una
cura pericolosa e che nel caso degli USA può portare al collasso infatti spesso "Si dimentica il fatto essenziale che
tanto il mercato quanto lo Stato, in quanto istituzioni umane e per ciò
imperfette, possono fallire ma che i fallimenti dello Stato sono in genere
assai più catastrofici di quelli del mercato.". Come non essere d'accordo
con queste parole: "Oggi, i Robin Hood di tutto il mondo (i nostri, i
Robin Hood italiani, sono addirittura entusiasti) lodano Obama che toglie ai
ricchi per dare ai poveri. Finalmente, come si sente continuamente ripetere, lo
«strapotere del mercato» è finito. Dimenticando che quello «strapotere» ci ha
dato decenni di crescita economica impetuosa con molte ricadute virtuose in
ambito politico (si pensi a quanto si è diffusa e radicata nel mondo la forma
di governo democratica). Tornare all'epoca dello «strapotere dello Stato» è
certo un'idea attraente per coloro che detestano il mercato, e la competizione
che ne è l'essenza. Ma che succede se lo strapotere dello Stato impedisce di
rilanciare la crescita, e ci fa precipitare in un mondo di conflitti
neo-protezionisti? Lo sceriffo di Nottingham sarà pure stato sconfitto ma non
resterà, a quel punto, abbastanza bottino per sfamare
i poveri." Come non rendersi conto che una rivoluzione ecologica come
quella di Obama è realizzabile in almeno 25 anni e che nel frattempo gli USA
rischiano di frantumarsi e con essi tutto il mondo economico? Come non rendersi
conto che mentre tutti i grandi paesi del mondo si riuniscono con i loro capi
di governo...Obama non si vede nè si sente..certo lui
fuori dagli Usa non è mai andato e a questo punto
l'impressione del suo fine protezionista sembra diventare certezza... forse
pensavamo che Bush fosse il male..ma al male non c'è mai fine solo che mentre
il primo mostrava il lato banale...questo mostra il lato seduttivo..la speranza
è che il "commendatore se lo porti negli inferi prima che faccia
danno" a questo novello don Giovanni dalla bella affabulazione e retorica.
( da "Giornale.it, Il" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
I media di tutto il
mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler
lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano
economico". La retorica è quella di sempre: "Questo
è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che
i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle
assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per
continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le
banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università
non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo
salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente
accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non
ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari,
ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di
creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il
presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al
governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia
del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi
a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori
rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione
mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione
che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E'
un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con
queste riforme l'America non solo non cambia, ma
rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero
problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento
dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato
americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne
rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione,
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( da "Corriere.it" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
SUMMIT A BRUXELLES
sui paesi a rischio. Il 5 aprile Obama a Praga con i leader europei Vertice Ue:
no al «piano per l'Est», sì allo sblocco dei canali del credito La proposta
ungherese non raccoglie consensi: «Potrebbe provocare il panico». «Aiuti, ma caso per caso» Strette di mano tra i leader in
attesa della foto ufficiale (Ap) MILANO - No a un «blocco dell'est» all'interno
della nuova Europa. Non raccoglie consensi, al vertice straordinario di
Bruxelles sui Paesi a rischio, la proposta del premier ungherese Ferenc
Gyucsany di un piano complessivo per l'Est da almeno 180 miliardi. La paura è
quella di una sorta di «ghetto» economico in cui sarebbero in questo caso
relegati i Paesi dell'ex blocco sovietico. L'annuncio di un piano per l'Europa
orientale potrebbe essere controproducente, provocando il panico. Sì, invece,
ad aiuti caso per caso, allo sblocco dei canali del credito e al rafforzamento
della stabilità finanziaria «in tutta Europa», come si legge nella bozza del
comunicato finale del vertice. Ribadito l'appello a mantenere «la solidarietà
europea» e resistere «ad ogni tentazione di protezionismo»,
come ha sottolineato il premier polacco Donald Tusk durante il pre-vertice dei
nove Paesi dell'Europa centrale e dell'est, che invitano ad affrontare la crisi
«con spirito europeo e coordinato», nel rispetto delle regole del mercato
unico. IL 5 APRILE OBAMA AL VERTICE UE - Nel frattempo, proprio durante il meeting
tra i leader europei, è arrivata la notizia che il Presidente americano, Barack
Obama, sarà il 5 aprile a Praga per il vertice Ue. Lo ha annunciato il
presidente di turno dell'Unione europea, il premier ceco, Mirek Topolanek. LA
PROPOSTA UNGHERESE - La Repubblica ceca, che presiede l'Unione europea, e
diversi altri Paesi europei hanno nel frattempo espresso la loro opposizione al
«Programma multilaterale europeo di stabilizzazione e integrazione» proposto
dall'Ungheria, uno dei Paesi più colpiti dalla crisi. E questo nonostante i
pericoli prospettati dal premier Gyucsany: «I bisogni di rifinanziamento
dell'Europa centrale potrebbero raggiungere quota 300 miliardi di euro, ossia
il 30% del pil della regione», si legge nel documento in cui viene presentata
la proposta, che suggerisce la creazione di un fondo tra i 160 e i 190 miliardi
di euro e sottolinea come una crisi dell'Europa dell'est potrebbe avere effetti
sistemici globali. Tra i Paesi più coinvolti da questo «effetto domino» ci
sarebbe anche l'Italia, che insieme ad Austria e Grecia ha «accumulato più
esposizione sul debito della regione». LE REAZIONI NEGATIVE - «Non credo che in
Europa ci sia una zona speciale, non credo che sia necessario separare diversi
Paesi all'interno dell'Unione europea, vorrei aiutare tutti i Paesi (che ne
hanno bisogno), non in particolare l'Europa orientale», è stato il secco
commento del premier ceco e presidente di turno dell'Ue, Mirek Topolanek. Anche
il primo ministro estone Andrus Ansip si è detto «fortemente contrario»
all'idea di creare un «blocco dell'Est Europa» in seno all'Ue, sottolineando
che il suo paese non soffre di crisi liquidità, diversamente dalla vicina
Lettonia. No anche dalla Polonia: «Siamo contrari perché rappresenta
un'eccessiva drammatizzazione della situazione e mette tutti gli stati membri
dell'est Europa in un'unica categoria, sbagliando», ha detto il ministro
polacco agli affari europei, Mikolaj Dowgielewicz. La Polonia, che ha promosso il mini vertice tra i 9 Paesi dell'est, non è ovviamente
contraria a ipotesi di aiuto per le banche, ma ritiene che le conseguenze della
crisi vadano affrontate «con un approccio europeo». «NESSUN PAESE SARA'
ABBANDONATO» - Nessun paese in difficoltà sarà abbandonato a se stesso ha poi
ribadito il presidente di turno dell'Ue, Mirek Topolanek, al termine del
vertice straordinario. «Dal vertice - ha detto
Topolanek - è emerso che nessuno lascerà gli altri nei guai. Ma abbiamo anche
rifiutato di creare divisioni artificiose dell'Europa tra est e ovest, nord e
sud ed area euro e non. I casi di difficoltà saranno
affrontati di volta in volta» LA MERKEL: VEDERE CASO PER CASO - Dello stesso
parere il cancelliere tedesco Angela Merkel: la situazione di alcuni Paesi come
Ungheria o i Baltici è particolarmente compromessa dalla crisi economica, ma
non è lo stesso, ad esempio, per la Polonia o la Repubblica ceca, che risentono
ovviamente della crisi ma in misura più contenuta. La Merkel ha
sconsigliato di fare un dibattito a colpi di «cifre gigantesche»: «Abbiamo
mostrato finora che noi aiutiamo i Paesi che hanno bisogno, in particolare
proprio con l'esempio dell'Ungheria», ha detto il cancelliere tedesco. «Noi
continueremo a farlo naturalmente, attraverso le organizzazioni internazionali
e attraverso mezzi europei», ha aggiunto. La Merkel invita quindi analizzare
ogni situazione caso per caso. LA BOZZA DEL COMUNICATO - Nella bozza del
comunicato finale, i 27 leader osservano che lo sblocco dei canali del credito
è «cruciale» per dare efficacia agli stimoli per l'economia attuati dalle
politiche di bilancio. L'emergenza credito apre il documento, nel quale, subito
dopo, si «sottolinea l'importanza» di fare fronte alla problematica degli asset
tossici seguendo le linee guida presentate mercoledì scorso dalla Commissione
Ue. Nel comunicato, i 27 insistono poi sul «rafforzamento» della stabilità
finanziaria «in tutta Europa» sulla base delle analisi della Commissione
europea e delle istituzioni finanziarie internazionali. L'Ecofin terrà sotto
controllo l'evolversi della situazione e predisporrà «possibili azioni
concrete» attraverso un approccio «caso per caso». Il mercato unico, per i
leader Ue, dovrà essere «utilizzato al massimo» come «motore della ripresa a
sostegno della crescita e dell'occupazione». PIU' COLLABORAZIONE - La Commissione
europea viene «invitata» a trovare mezzi e strumenti per assicurare un «rapido
ed effettivo» scambio di informazioni sulle misure proposte dai singoli Paesi
Ue e su quelle prese da Paesi terzi. Il vertice riconosce poi l'importanza di
misure per combattere la disoccupazione e evidenzia che a questo scopo dovranno
essere utilizzati gli strumenti Ue già esistenti, in primo luogo il Fondo sociale europea e il fondo per la globalizzazione. Spetterà poi al vertice
straordinario Ue sull'occupazione convocato per il 4 maggio a Praga esprimersi
su altre iniziative destinate a mitigare l'impatto della crisi
sull'occupazione. In apertura del vertice, il presidente della Commissione Ue
Jose Manuel Barroso aveva fatto un richiamo all'unità: «Dobbiamo
procedere insieme, considerando le difficoltà della situazione. Penso
che ce la possiamo fare, ma serve un coordinamento molto forte, che tenga conto
delle diverse situazioni dei ventisette Stati membri».
PAURA PER LA MERKEL - Angela Merkel è arrivata con due ore e mezza di ritardo:
fonti diplomatiche hanno riferito che l'aereo del cancelliere tedesco, partito
da Berlino, è stato costretto ad effettuare un atterraggio di emergenza ad
Hannover per problemi ai motori. La Merkel non compare quindi nella foto di
rito con tutti i leader, scattata prima del suo arrivo. Già lo scorso 17
luglio, al termine di una visita ad Algeri, la Merkel era rimasta a terra a
causa di uno squarcio di
(
da
"Mattino, Il (Nazionale)" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
BENIAMINO
NATALE Pechino.
Tensione alta in Tibet dopo il tentativo di suicidio con il fuoco di un giovane
monaco tibetano ad Aba, in una zona a maggioranza tibetana della provincia
cinese del Sichuan: un gesto confermato ieri anche dall'agenzia di stampa
ufficiale di Pechino, Nuova Cina. Secondo
testimoni citati dalla Campagna Internazionale per il Tibet (Ict), un gruppo
filotibetano basato negli Usa, agenti di polizia avrebbero
sparato contro il monaco prima di spegnere le fiamme che lo avvolgevano.
Confermando la notizia, l'agenzia governativa Nuova Cina ha scritto
che il giovane è ricoverato con ustioni «al collo e alla testa», ma non
fa menzione di ferite da arma da fuoco. Il dramma avviene mentre in tutte le
zone a popolazione tibetana della Cina è in corso una
silenziosa protesta che consiste nel non partecipare ai festeggiamenti per il
«Losar», il capodanno tibetano, che durano 15 giorni durante i quali si
svolgono banchetti, canti e balli tradizionali. La protesta è stata indetta in
segno di «rispetto» per le persone che hanno perso la vita durante le
manifestazioni anticinesi che si sono svolte nel marzo dell'anno scorso in
molte zone della Cina abitate da tibetani. Secondo
Pechino i morti furono in realtà solo venti, tutti civili cinesi uccisi dai
rivoltosi tibetani, mentre i tibetani in esilio sostengono che le vittime sono
state circa duecento e di mille persone arrestate in quel periodo - tra marzo e
maggio dell'anno scorso - non si hanno notizie. Inoltre è vicina la delicata
scadenza del 10 marzo, giorno nel quale cade l'anniversario della rivolta del
1959 che si concluse con la fuga in India del Dalai Lama, il leader spirituale
tibetano che da allora è vissuto in esilio. Secondo la ricostruzione di Ict, la
protesta del monaco risalirebbe a mercoledì ed sarebbe stata innescata dal
divieto posto dalle autorità alla celebrazione delle preghiere di «Monlam», una
festa religiosa collegata a quella di Losar. Poche ore dopo la notifica del
divieto, il monaco - il cui corpo era già cosparso di kerosene - è stato visto
nel mercato vicino al monastero e, prima che gli agenti presenti potessero
intervenire, si è dato fuoco agitando una bandiera tibetana fatta a mano con al centro un ritratto del Dalai Lama. I poliziotti lo
hanno circondato e si sono uditi dei colpi di pistola. In seguito le fiamme
sono state spente ed il giovane è stato portato via, in un apparente stato di
incoscienza. Secondo l'emittente di tibetani in esilio Voice of Tibet,
manifestazioni anticinesi e pro-Dalai Lama alle quali avrebbero preso parte
centinaia di persone si sono svolte recentemente a Guinan (Mangra in tibetano)
e ad Hainan (Tsolho in tibetano), nella provincia del Qinghai. Colloqui tra
esponenti cinesi ed inviati del Dalai Lama si sono tenuti in ottobre senza che
sia stato raggiunto un accordo. Pechino accusa il leader tibetano di perseguire
la secessione del Tibet dalla Cina, mentre il Dalai
Lama afferma di voler per il territorio quella che chiama una «vera» autonomia.
( da "Giornale.it, Il" del
01-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 52 del 2009-03-01 pagina 0
Sarkozy: "Intesa sugli asset tossici" Berlusconi: assegno di
disoccupazione non sostenibile, costa 1,5 punti di Pil di Redazione L'accordo
prevede "grande flessibilità" e serve a sbloccare l'attività creditizia
nel Continente. Piano per i 12 Paesi dell'Est: non c'è l'intesa, la Merkel
frena, no della Polonia. Berlusconi: "Gli asset tossici non riguardano
l'Italia". Poi il premier replica a Francheschini: "La proposta degli
assegni di disoccupazione non è sostenibile" Bruxelles - I leader dei
paesi Ue hanno raggiunto un accordo quadro per affrontare la questione degli
asset 'tossici' detenuti dalle banche. Lo ha
annunciato il presidente francese Nicolas Sarkozy, al termine del Vertice
straordinario Ue. Gli asset 'tossici' sono attualmente
ritenuti una delle principali cause che stanno determinando il blocco
dell'attività creditizia in Europa. L'accordo prevede "grande flessibilità
per quanto riguarda la determinazione degli asset tossici", ma prevede
anche "un quadro Europeo per garantire il corretto funzionamento del
mercato interno", ha aggiunto Sarkozy. Ma il presidente ha escluso
l'ipotesi di costituire una bad bank: "No, la Francia non ne farà
una".. Ma sulla proposta di un piano per i 12
paesi dell'est, avanzata dall'Ungheria, non c'è accordo: la germania frena, la
Polonia dice no. Intanto Silvio Berlusconi spiega: "Il problema degli
asset tossici non riguarda l'Italia". E parlando
parlando con i giornalisti a Bruxelles, ha spiegato che il governo
vorrebbe "fare ancora di più" per fronteggiare i problemi aperti
dalla crisi e, in particolare, la disoccupazione. "Ma noi viviamo in
Europa e abbiamo quindi vincoli europei", nonché, ha spiegato, un enorme
debito pubblico. Per cui un provvedimento per l'assegno di
disoccupazione come quello proposto dal Pd, che costerebbe 1,5 punti del pil,
non è sostenibile". No al protezionismo L'Unione
europea ha confermato oggi l'impegno comune "a non varare misure
protezioniste", ha detto il presidente del Consiglio in una conferenza
stampa al termine del vertice straordinario. I 27: sbloccare i canali del
credito Lo sblocco dei canali del credito é "cruciale" per dare
efficacia agli stimoli per l'economia attuati dalle politiche di bilancio. E'
quanto si legge nella bozza del comunicato finale del vertice straordinario Ue
in corso a Bruxelles. L'emergenza credito apre il documento, nel quale, subito
dopo, si "sottolinea l'importanza" di fare fronte alla problematica
degli asset tossici seguendo le linee guida presentate mercoledì scorso dalla
Commissione Ue. Ma sulla proposta di un piano per i 12 paesi dell'est, avanzata
dall'Ungheria, non c'è accordo: la germania frena, la Polonia dice no.
Rafforzare la stabilità Nel comunicato i 27 insistono poi sul
"rafforzamento" della stabilità finanziaria "in tutta
Europa" sulla base delle analisi della Commissione europea e delle istituzioni
finanziarie internazionali. L'Ecofin terrà sotto controllo l'evolversi della
situazione e predisporrà "possibili azioni concrete" attraverso un
approccio "caso per caso". Il mercato unico, per i leader Ue, dovrà
essere "utilizzato al massimo" come "motore della ripresa a
sostegno della crescita e dell'occupazione". La Commissione europea viene
"invitata" a trovare mezzi e strumenti per assicurare un "rapido
ed effettivo" scambio di informazioni sulle misure proposte dai singoli
Paesi Ue e su quelle prese da Paesi terzi. Il vertice riconosce poi
l'importanza di misure per combattere la disoccupazione e evidenzia che a
questo scopo dovranno essere utilizzati gli strumenti Ue già esistenti, in
primo luogo il Fondo sociale europea e il fondo per la globalizzazione. Spetterà poi al vertice
straordinario Ue sull'occupazione convocato per il 4 maggio a Praga esprimersi
su altre iniziative destinate a mitigare l'impatto della crisi
sull'occupazione. Evitare divisioni Serrare i ranghi ed evitare che di fronte a
una crisi di proporzioni sempre più drammatiche l'Unione europea si divida:
questo l'obiettivo principale del vertice straordinario dei 27 capi di Stato e
di governo in corso a Bruxelles , preceduto da una
riunione dei leader di nove Paesi dell'Europa centro-orientale, voluta dal
premier polacco, Donald Tusk. Il rischio bancarotta di alcuni Stati della nuova
Europa è infatti una delle maggiori preoccupazioni,
anche per le ripercussioni che un tracollo del genere avrebbe sui Paesi
occidentali. Ungheria: piano per i Paesi dell'Est A proporlo il premier
ungherese, Ferenc Gyurcsany, che ha ribadito la richiesta di un piano di aiuti
verso i Paesi ex-comunisti dell'Ue pari a 160-190 miliardi di euro, soprattutto
per salvare il loro settore finanziario. Le risorse stanziate da Banca europea
degli investimenti, Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo)e Banca
mondiale sono giudicate insufficienti. Ma questo approccio non è condiviso
dalla Repubblica ceca, che in questo momento detiene la presidenza di turno
dell'Ue: "Non penso che sia necessario un approccio speciale per l'est
europeo, ma serve piuttosto un approccio comune per tutta l'Unione
europea". Polonia contraria Il governo di Varsavia é "contrario al piano anti-crisi proposto dall'Ungheria per 12 paesi
europei dell'ex blocco comunista, più Croazia e Ucraina. "Siamo contrari
perché rappresenta un' eccessiva drammatizzazione
della situazione e mette tutti gli stati membri dell'est Europa in un'unica
categoria, sbagliando", ha detto il ministro polacco agli affari europei,
Mikolaj Dowgielewicz. Anche la Merkel frena Il cancelliere tedesco Angela
Merkel non è favorevole a considerare la situazione dei Paesi dell'est Europa
come un unico blocco. Parlando a margine del vertice straordinario ha
sottolineato "la situazione molto differente" di Paesi come la
Slovenia, la Slovacchia e l'Ungheria. La Merkel ha sconsigliato di fare un
dibattito a colpi di "cifre gigantesche". "Noi abbiamo mostrato
finora che noi aiutiamo i Paesi che hanno bisogno, in particolare proprio con
l'esempio dell'Ungheria", ha detto il cancelliere tedesco. "Noi
continueremo a farlo naturalmente, attraverso le organizzazioni internazionali
e attraverso mezzi europei". Ma a rischio, sono anche Paesi come la Grecia
e l'Austria, quest'ultima molto esposta con le banche dell'est europeo. Da
Bruxelles continuano comunque a giurare che non esiste alcun rischio che la
zona euro possa perdere pezzi. Ma il compito di evitare fughe in avanti appare
più che mai arduo. Sullo sfondo della riunione odierna anche le proposte che
l'Ue dovrà presentare al tavolo del G20 del prossimo 2 aprile a Londra, quello
che dovrebbe mettere in moto la riforma del sistema finanziario internazionale.
Al vertice prende parte anche il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet,
oltre al presidente della Commissione Ue, José Manuel Durao Barroso, che
informerà i 27 sulla proposta di riforma del sistema europeo di vigilanza
finanziaria presentata giorni fa dal gruppo di esperti guidati da Jacques
Larosiere. Atterraggio d'emergenza per la Merkel Il cancelliere
tedesco Angela Merkel non ha potuto partecipare all'inizio del vertice a
causa di un problema al suo aereo, che partito da Berlino è stato costretto ad
un atterraggio d'emergenza ad Hannover. Per problemi tecnici all'aereo, la
Merkel, è arrivata con quasi due ore di ritardo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
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