CENACOLO  DEI COGITANTI

PRIMA PAGINA

TUTTI I DOSSIER

Report "Globalizzazione"   22-2-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Usa-Cina/ Clinton partecipa a funzione religiosa a Pechino ( da "Virgilio Notizie" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha partecipato oggi alla funzione religiosa nella chiesa cristiana di Haidian, a Pechino, all'indomani dei suoi incontri con i leader cinesi, incentrati su economia e cambiamenti climatici. La funzione religiosa e un incontro con le donne sono gli ultimi appuntamenti della visita in Asia del Segretario di Stato.

Clinton in Cina: insieme contro la crisi ( da "Giornale di Brescia" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l'Amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano».

Un accordo anticrisi tra Cina e Usa ( da "Alto Adige" del 22-02-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l' amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano».

un nuovo capitolo cina-usa ( da "Nuova Sardegna, La" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Un nuovo capitolo Cina-Usa PECHINO. Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo ieri il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La Clinton, nella sua prima visita in Cina nella sua nuova veste di esponente di spicco dell'amministrazione Obama,

pechino: arriva hillary, dissidenti in cella - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La cooperazione è obbligatoria per il peso finanziario della Cina, su questo Hillary è stata esplicita. «Apprezziamo molto - ha detto - la costante fiducia del governo cinese verso i titoli del Tesoro americano. Io sono certa che è una fiducia ben riposta. E´ ragionevole credere che America e Cina si riprenderanno dalla crisi economica, e insieme guideremo la crescita mondiale».

Hillary Clinton ricuce tra Pechino e Stati Uniti ( da "Arena, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno parlato di un «confronto aperto» dichiarandosi «d'accordo nell'essere in disaccordo». Le relazioni bilaterali, per la Clinton, devono basarsi «su una semplice premessa: è essenziale che abbiamo una relazione positiva,

Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? ( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 51 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd.

Il ministro di Obama nel lager di Guantanamo Vedrò i prigionieri ( da "Unita, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina ne ha chiesto il rimpatrio per processarli come appartenenti a un'organizzazione terroristica. Loro in Cina non vogliono essere portati. Il problema con Pechino è stato affrontato anche da Hillary Clinton, al suo primo viaggio in Asia come segretaria di Stato.

lo stato populista ( da "Mattino di Padova, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: possibile contrastare localmente gli effetti della globalizzazione, trasformando il tema-chiave dell'insicurezza esistenziale in esclusiva sicurezza personale. Uno spostamento di tiro che, anche grazie al non disinteressato sostegno di mezzi di comunicazione di massa che trasformano i cittadini in telespettatori, indirizza l'attenzione sull'esclusiva dimensione del rischio devianza.

CINA-USA: HILLARY CLINTON APRE UN NUOVO CAPITOLO / ANSA ( da "Secolo XIX, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l'amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del Segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano».

un accordo anticrisi tra cina e usa ( da "Tirreno, Il" del 22-02-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l' amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano».

sicurezza privatizzata deriva pericolosa ( da "Tirreno, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: possibile contrastare localmente gli effetti della globalizzazione, trasformando il tema-chiave dell'insicurezza esistenziale in esclusiva sicurezza personale. Uno spostamento di tiro che, anche grazie al non disinteressato sostegno di mezzi di comunicazione di massa che trasformano i cittadini in telespettatori, indirizza l'attenzione sull'esclusiva dimensione del rischio devianza.

Hillary ai cinesi: fateci credito ( da "KataWeb News" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina si riprenderanno dalla crisi economica, e insieme guideremo la crescita mondiale". In cima alla sua agenda dunque la responsabile della politica estera di Obama ha messo la questione del rifinanziamento del debito pubblico Usa, un assillo tanto più cruciale in vista delle massicce emissioni di Treasury Bonds necessarie per pagare la manovra di rilancio approvata dal Congresso

Clinton chiede a Pechino di continuare a investire negli Usa ( da "Virgilio Notizie" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il segretario di Stato Usa, Hillary Rodham Clinton, chiede a Pechino di continuare a investire in bond del Tesoro americano. In un'intervista rilasciata al programma tv 'One on One' durante la sua visita in Cina, Clinton definisce intelligente la decisione delle autorità cinesi di continuare a investire negli Stati Uniti, sottolineando che si tratta di investimenti sicuri.

<Di fronte alla recessione Cina e America mano nella mano> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l'amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano».

Una battaglia persa conservare l'esistente per contenere la crisi ( da "Eco di Bergamo, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ha trascinato il mondo verso la globalizzazione, le sovrastrutture finanziarie, ecc. Ebbene, le rilevanti spese e investimenti in infrastrutture, richieste per sostenere la domanda globale, non potranno non riflettersi, anche questa volta, sulle produzioni e sulla distribuzione di beni e di servizi;

Usa e Cina patto anticrisi: Salveremo noi il mondo ( da "Messaggero, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Domenica 22 Febbraio 2009 Chiudi Usa e Cina patto anticrisi: «Salveremo noi il mondo» Hillary Clinton: prima l'economia, altra cosa i diritti umani

Hillary a Pechino: <I diritti umani? Non interferiscano con le crisi> ( da "Corriere della Sera" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con altri argomenti di cooperazione con la Cina, Amnesty si è detta «scioccata » ed «estremamente delusa» dalle affermazioni del segretario di stato perché gli Usa «sono uno dei pochi Paesi che possono tenere testa alla Cina in materia di diritti ». «Quest'atteggiamento risponde a una necessità e corrisponde a una tendenza della società statunitense » dice al Corriere Shi Yinhong,

<Diritti umani? Meglio parlare d'economia> Esordio con gaffe per Hillary Clinton ( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: o dei dissidenti illegalmente detenuti in Cina. Però non sarebbe carino, potrebbe mal disporre l'interlocutore, di cui l'America non ha mai avuto tanto bisogno: da anni il Tesoro Usa ha sostenuto un ricorso sistematico al denaro facile stampando quantità record di buoni del tesoro che ben pochi americani acquistano, nella certezza che li avrebbe rilevati quasi in blocco la Cina.

Harvard, gli studenti protestano <Obama ci ruba i migliori prof> ( da "Corriere della Sera" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ex rettore e guru della globalizzazione, andato a dirigere il National Economic Council, di fatto il più importante consigliere economico del presidente; Samantha Power, già coinvolta nella campagna di Obama, dimessasi un anno fa per aver definito un «mostro» Hillary Clinton e ora ripescata in un posto di primo piano nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale;

ROMA - La crisi morde ma in Cina il settore auto resiste ( da "Adige, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il mese scorso in Cina sono state vendute 735mila vetture contro le 656.976 degli Usa (secondo le stime preliminari della società di ricerca Autodata). Gli analisti avvertono tuttavia che il sorpasso potrebbe essere temporaneo, perché in gennaio gli Usa risentono di un calo fisiologico delle vendite nel dopo-Natale, mentre in Cina le festività del Capodanno Lunare provocano l'

Un lato della medaglia della crescita del Pil è fatto di vite umane ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Europa in un mondo globalizzato. A un anno dal traguardo del 2010 del decennio della Strategia di Lisbona, l'Europa è in avanti rispetto agli Usa in molti parametri di qualità. Tra gli Stati dell'Ue, l'Italia è, tuttavia, molto indietro riguardo ai parametri su dispersione scolastica, disoccupazione giovanile, qualificazione della manodopera,

La Clinton chiede a Pechino di continuare a comprare i buoni del Tesoro americani ( da "Rai News 24" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il premier Wen Jabao e il ministro degli Esteri Yang Jiechi, Clinton ha cercato di rassicurare Pechino sulla solidita' dei suoi investimenti in America. A settembre, la Cina e' diventato il primo creditore di Washington, spodestando il Giappone. A dicembre, Pechino aveva 696,2 miliardi di dollari in buoni del Tesoro, secondo gli ultimi dati Usa.

Visita Clinton in Cina termina in chiesa e su chat online ( da "Reuters Italia" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Stati Uniti dipendono entrambi dalla ripresa dell'economia statunitense e cadranno o si risolleveranno assieme, come ha detto la Clinton a Dragon Tv nel corso di un'intervista. La Cina è il maggior finanziatore del debito statunitense e Clinton ha definito la decisione di continuare a investire nei titoli di Stato Usa "

Energia, basta poco per risparmiare ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «In questo momento gli Usa con Obama sembrano avere una posizione più consapevole su questo problema. Cina e direi anche India devono fare delle opzioni». I due colossi emergenti sono coscienti dei rischi dei cambiamenti climatici? «I loro ricercatori sì, i politici non so».

La Venice University studia la globalizzazione ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Venice University studia la globalizzazione Domenica 22 Febbraio 2009, Interessanti opportunità per gli studenti dell'Università di Ca' Foscari e dell'Università Iuav (facoltà di pianificazione) iscritti all'ultimo anno della Laurea Magistrale intenzionati a sviluppare la loro tesi su di esso e a tutti gli studenti di Venice Internazional University.

Pechino Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di Stato Usa Hil... ( da "Gazzettino, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una relazione positiva e di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono analogo e ha detto che la Cina continuerà ad investire nei buoni del Tesoro Usa. Il buon inizio è stato confermato anche dagli incontri della numero uno della diplomazia americana col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao.

Vertice Berlino, Berlusconi: accordo totale, no a protezionismo ( da "Reuters Italia" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nella direzione giusta" ma per questo è anche necessario assicurarsi che le altre potenze, Usa e Cina, "condividano" la linea europea. Berlusconi ha poi detto di ritenere "molto opportuno mandare una nostra delegazione presso l'amministrazione Usa per confrontarci con loro e trovare un preventivo accordo su ciò che decideremo al G20".

Crisi e mercati, sì a nuove regole Berlusconi: "L'Italia meglio di altri" ( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Missione Ue in Usa" Nel fronteggiare la crisi "dovremo assicurarci che ciò che noi decideremo sia condiviso anche da altri importanti paesi come la Cina e dall'economia più importante che è quella degli Stati Uniti e per questo ritengo molta opportuna un'altra decisione che abbiamo qui evocato di mandare una nostra delegazione presso l'

G20/ Berlusconi: Pensiamo a viaggio in Usa prima di aprile ( da "Virgilio Notizie" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "forse addirittura prima del G20" in programma i primi di aprile a Londra, ha precisato il Premier. Comunque, ha puntualizzato Berlusconi, "è una stata un'idea, non una decisione". "Dobbiamo andare a parlare con l'amministrazione statunitense, dobbiamo coinvolgere anche la Cina", ha concluso il Premier.

Crisi, i Grandi Ue: sì a nuove regole Berlusconi: "L'Italia meglio di altri" ( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Missione Ue in Usa" Nel fronteggiare la crisi "dovremo assicurarci che ciò che noi decideremo sia condiviso anche da altri importanti paesi come la Cina e dall'economia più importante che è quella degli Stati Uniti e per questo ritengo molta opportuna un'altra decisione che abbiamo qui evocato di mandare una nostra delegazione presso l'


Articoli

Usa-Cina/ Clinton partecipa a funzione religiosa a Pechino (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 22 feb. (Ap) - Il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha partecipato oggi alla funzione religiosa nella chiesa cristiana di Haidian, a Pechino, all'indomani dei suoi incontri con i leader cinesi, incentrati su economia e cambiamenti climatici. La funzione religiosa e un incontro con le donne sono gli ultimi appuntamenti della visita in Asia del Segretario di Stato. Il servizio di sicurezza ha tenuto a distanza dalla chiesa un piccolo gruppo di curiosi. Pechino è la quarta e ultima tappa del viaggio in Asia che ha portato Clinton in Corea del Sud, Indonesia e Giappone.

Torna all'inizio


Clinton in Cina: insieme contro la crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 22/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Clinton in Cina: insieme contro la crisi Il Segretario di Stato Usa a Pechino. Il gigante asiatico continuerà a comprare i Bot statunitensi Accento anche sullo sviluppo sostenibile, ma sui diritti umani «d'accordo nell'essere in disaccordo» con il presidente cinese Hu Jintao ieri a Pechino" title="Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton con il presidente cinese Hu Jintao ieri a Pechino" onClick="showImage('http://www.giornaledibrescia.it/gdbonline/contenuti/20090222/foto/full_brescia_139.jpg',600,427)"> Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton con il presidente cinese Hu Jintao ieri a Pechino PECHINO Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo ieri il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La Clinton, nella sua prima visita in Cina nella sua nuova veste ha assicurato di aver «sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili, lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze, le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la Clinton, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e il collega Yang Jiechi hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo». «Gli eventi mondiali - ha affermato il segretario di Stato - ci hanno messo davanti un'agenda piena e formidabile». Le relazioni tra i due Paesi, ha proseguito, devono basarsi «su una semplice premessa: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una relazione positiva, di cooperazione». Attraverso il fiume sulla stessa barca Yang ha mantenuto un tono analogo, affermando tra l'altro che la Cina continuerà ad investire nei buoni del Tesoro statunitensi. Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l'Amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano». Dal colloquio Hillary-Wen è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato dal Governo di Bush, molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu Jintao - che in aprile incontrerà Obama a Londra durante il G20 - ha espresso il suo «apprezzamento» per il fatto che la prima missione della Clinton all'estero si sia svolta in Cina e in altri Paesi asiatici. La svolta verde e i diritti umani Per indicare in quale modo Cina ed Usa possono collaborare nel combattere l'inquinamento e il surriscaldamento del pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce energia pulita alla periferia di Pechino. «La Cina deve crescere ma spero che non ripetiate i nostri errori», ha commentato l'ex first lady. L'atteggiamento della Clinton sui diritti umani è stato criticato dai gruppi internazionali, che lo considerano un cedimento all'autoritarismo di Pechino. Ieri China Human Rights Defender ha denunciato che decine di dissidenti sono stati messi agli arresti domiciliari per impedir loro di incontrare il segretario di Stato. Due di loro, la blogger Zeng Jinyan e lo scrittore Yu Jie, hanno confermato di non potersi muovere dalle loro abitazioni. Oggi, in quella che vuole essere una «testimonianza» dell'importanza che l'Amministrazione Obama attribuisce ai diritti umani, Hillary parteciperà ad una messa in una chiesa protestante, poi riceverà nell'ambasciata Usa un gruppo di «leader della società civile».

Torna all'inizio


Un accordo anticrisi tra Cina e Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Alto Adige" del 22-02-2009)
Pubblicato anche in: (Trentino)

Argomenti: Cina Usa

Prima visita del segretario di Stato, Hillary Clinton: ma i diritti umani restano in secondo piano Un accordo anticrisi tra Cina e Usa «Lavoriamo insieme per l'economia e le questioni ambientali» PECHINO. Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo oggi il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La Clinton, nella sua prima visita in Cina nella sua nuova veste di esponente di spicco dell'amministrazione di Barack Obama, ha assicurato di aver «sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili. Ma lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze, le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve conferenza stampa con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo». «Gli eventi mondiali - ha affermato il segretario di Stato - ci hanno messo davanti un'agenda piena e formidabile». Le relazioni tra i due Paesi, ha proseguito, devono basarsi «su una semplice premessa: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una relazione positiva, di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono analogo, affermando tra l'altro che la Cina continuerà ad investire nei buoni del Tesoro statunitensi. Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l' amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano». Dal colloqui Hillary-Wen è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato da W.Bush, molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu Jintao - che in aprile incontrerà Obama a Londra, dove si svolgerà il vertice del G20 sulla crisi economica, ha espresso il suo «apprezzamento» per il fatto che la prima missione della Clinton all'estero si sia svolta in Cina e in altri paesi asiatici (Giappone, Indonesia e Corea del Sud). Per indicare in quale modo Cina ed Usa possono collaborare nel combattere l'inquinamento e il surriscaldamento del pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce energia pulita alla periferia di Pechino.

Torna all'inizio


un nuovo capitolo cina-usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

La visita di Hillary Clinton minimizza il peso dei «diritti civili violati» Un nuovo capitolo Cina-Usa PECHINO. Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo ieri il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La Clinton, nella sua prima visita in Cina nella sua nuova veste di esponente di spicco dell'amministrazione Obama, ha assicurato di aver «sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili, lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze, le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve conferenza stampa con l'omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Anche se sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto essere «d'accordo nell'essere in disaccordo».

Torna all'inizio


pechino: arriva hillary, dissidenti in cella - federico rampini (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 15 - Esteri Pechino: arriva Hillary, dissidenti in cella Arresti durante la visita ma per la Clinton le priorità sono economia e ambiente Arresti durante la visita ma per la Clinton le priorità sono economia e ambiente Quando venne da senatrice nel 2005 ebbe parole durissime sul regime Washington ha bisogno di aiuto per superare il periodo di crisi FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente PECHINO - Al suo battesimo diplomatico Hillary Clinton è costretta a incassare la prima beffa cinese. Arrivando a Pechino il segretario di Stato aveva dichiarato che la pressione verso la Repubblica Popolare sui diritti umani «non deve interferire» con le priorità del dialogo e cioè «la cooperazione bilaterale per uscire dalla crisi economica globale, per combattere il cambiamento climatico, e le questioni della sicurezza». I padroni di casa l´hanno presa subito in parola. Ieri la polizia cinese ha messo agli arresti domiciliari e sotto stretta sorveglianza i più noti dissidenti della capitale, in particolare i firmatari dell´appello Carta 08, per impedire che entrassero in contatto con la delegazione americana. Un passo falso per la Clinton, prontamente criticata dalle organizzazioni umanitarie, che hanno ricordato la posizione ben più coraggiosa che lei stessa aveva adottato sui diritti umani in una visita in Cina nel 2005. Human Rights Watch ha definito la dichiarazione del segretario di Stato «un errore strategico, che riduce il futuro potere di pressione degli Stati Uniti in favore dei diritti umani». Ma quando venne qui nel 2005 Hillary era solo una senatrice di New York. Ieri la ragion di Stato le ha imposto di mettere la sordina alle critiche. «Possiamo discutere - ha detto - sui temi su cui abbiamo divergenze, dal Tibet alle libertà politiche, ma partendo da questa premessa: è essenziale che gli Stati Uniti abbiano una relazione positiva e amichevole». La cooperazione è obbligatoria per il peso finanziario della Cina, su questo Hillary è stata esplicita. «Apprezziamo molto - ha detto - la costante fiducia del governo cinese verso i titoli del Tesoro americano. Io sono certa che è una fiducia ben riposta. E´ ragionevole credere che America e Cina si riprenderanno dalla crisi economica, e insieme guideremo la crescita mondiale». In cima alla sua agenda dunque la responsabile della politica estera di Obama ha messo la questione del rifinanziamento del debito pubblico Usa, un assillo tanto più cruciale in vista delle massicce emissioni di Treasury Bonds necessarie per pagare la manovra di rilancio approvata dal Congresso e i salvataggi bancari. E´ noto che la banca centrale cinese è il primo detentore assoluto di titoli pubblici americani (con 2.000 miliardi di dollari di riserve ufficiali) e la Clinton ha voluto assicurarsi che non ci siano ripensamenti a Pechino. Una preoccupazione tutt´altro che infondata: i responsabili della politica monetaria cinese temono che l´esplosione del debito pubblico Usa possa portare a una caduta del dollaro, decurtando il valore delle riserve cinesi. Perciò il ministro degli Esteri Yang Jiechi ha voluto precisare che gli investimenti cinesi sono guidati da criteri di «sicurezza, valore, liquidità». Poi ha rassicurato l´interlocutrice, sia pure in tono condizionale: «i fatti contano più delle parole. I fatti dicono che la Cina ha cooperato con gli Stati Uniti, e siamo pronti a continuare così». E´ toccato quindi alla Clinton ricucire le prime tensioni che si erano manifestate tra Pechino e l´Amministrazione Obama. Prima per l´uscita del segretario al Tesoro Tim Geithner che aveva accusato i cinesi di manipolare la loro valuta per aiutare l´export. Poi con la clausola Buy American inserita nella maximanovra di spesa pubblica, una norma protezionista che prende di mira in particolare l´acciaio cinese. C´erano le premesse per una escalation di rappresaglie, che il segretario di Stato ha voluto disinnescare al più presto. Inserendo nel suo primo viaggio all´estero la Repubblica Popolare alla pari con Giappone, Corea del Sud e Indonesia - cioè tre alleati storici dell´America - la Clinton ha avuto un gesto di riguardo importante. La prova che Washington sa di non potersi permettere un braccio di ferro protezionista con la seconda economia del pianeta, nonché la sua creditrice più generosa. Hillary ne ha approfittato per "arruolare" la leadership cinese nella campagna che sta più a cuore a Barack Obama - subito dopo la guerra alla recessione - e cioè la riduzione delle emissioni di Co2. Ieri a Pechino il segretario di Stato ha visitato una centrale termoelettrica a gas alimentata da turbine della General Electric, una tecnologia molto meno inquinante del carbone. «Noi vogliamo che la Cina cresca - ha dichiarato - ma ci auguriamo che nel vostro sviluppo non ripetiate gli errori che facemmo noi all´epoca dell´industrializzazione».

Torna all'inizio


Hillary Clinton ricuce tra Pechino e Stati Uniti (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 22 Febbraio 2009 NAZIONALE Pagina 6 CINA. Visita fruttuosa Hillary Clinton ricuce tra Pechino e Stati Uniti PECHINO Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il neosegretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo ieri il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra Stati Uniti e Pechino. La Clinton, nella prima visita a Pechino nella sua nuova veste di esponente dell'amministrazione Obama, ha assicurato di aver «sollevato» con gli interlocutori il problema dei diritti umani e civili, lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze, le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve conferenza stampa con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno parlato di un «confronto aperto» dichiarandosi «d'accordo nell'essere in disaccordo». Le relazioni bilaterali, per la Clinton, devono basarsi «su una semplice premessa: è essenziale che abbiamo una relazione positiva, di cooperazione». Yang ha usato un tono analogo, confermando che la Cina continuerà ad investire nei buoni del Tesoro Usa. Il buon inizio delle relazioni tra l'amministrazione Obama e Pechino è stato confermato dagli incontri di l'ex First lady col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao.  

Torna all'inizio


Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo 1 Commento » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 51 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 60 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 76 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 54 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Feb 09 L'ultima truffa della casta dei banchieri Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato per 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva.E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Feb 09 Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere Ho seguito con crescente turbamento le polemiche sulla vicenda di Eluana. Chiunque abbia provato che cosa significhi assistere un proprio caro che ha subito danni al cervello, non può che provare una struggente solidarietà con il padre di Eluana. Questo è un dramma intimo, straziante, che richiede raccoglimento e invece è diventato il tema di una battaglia furibonda da entrambi gli schieramenti. Stamattina ho letto sulla Stampa l'opinione controcorrente di un autorevole cattolico, quella dell'arcivescovo Giuseppe Casale che dice: «Mi sento vicinissimo a papà Peppino. Quella di Eluana non è più vita, porre termine al suo calvario è un atto di misericordia». «Non è tollerabile accanirsi ancora nè proseguire questo stucchevole can can. C'è poco da dire: l'alimentazione e l'idratazione artificiali sono assimilabili a trattamenti medici. E se una cura non porta a nessun beneficio può essere legittimamente interrotta». E ancora: "Si è creato il 'caso Englarò agitando lo spettro dell'eutanasia, ma qui non si tratta di eutanasia. Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile. Una vita senza relazioni, alimentata artificialmente non è vita. Come cattolici dovremmo interrompere tutto questo clamore e dovremmo essere più sereni affinchè la sorte di Eluana possa svilupparsi naturalmente - aggiunge monsignor Casale - . I trattamenti medici cui è stata sottoposta non possono prolungare una vera vita, ma solo un calvario disumano. È giusto lasciarla andare nelle mani di Dio.» «L'alimentazione artificiale - conclude Monsignor Casale - è accanimento terapeutico, se la si interrompe Eluana muore. Rispettiamo le sue ultime volontà e non lasciamo solo un padre che, appena si saranno spenti i riflettori di una parossistica attenzione, sarà in esclusiva compagnia del suo dolore. Io lo comprendo, prego per lui, gli sono vicino. Neanche io vorrei vivere attaccato alle macchine come Eluana, anche per me chiederei di staccare la spina. Eluana non c'è più già da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un'esistenza definitivamente svanita». Le parole di Monsignor Casale fanno riflettere. Che abbia ragione lui? Scritto in società, Italia, giornalismo Commenti ( 235 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Feb 09 Quei manager che si tagliano lo stipendio. Dopo lo scandalo dei bonus da 18 miliardi distribuiti ai manager dalle banche americane salvate dallo Stato, Obama corre ai ripari: oggi annuncia una norma che impone un limite di 500mila dollari agli stipendi dei dirigenti delle società che beneficiano dei sussidi pubblici. Bene, è un passo nella giusta direzione. Tuttavia, mi chiedo: i 18 miliardi rappresentano un abuso colossale e una distorsione di fondi pubblici: perchè Obama non ne pretende la restituzione? Se lo avesse fatto sarebbe stato davvero credibile, in questo modo invece premia la casta, legalizza l'ultima rapina. E invece in un frangente di crisi come questo sarebbe stato necessario un segnale molto più forte che, evidentemente, Obama non può permettersi. Segnali che invece giungono da alcune aziende private. In Giappone, ad esempio, i manager di alcune grandi società in difficoltà si sono ridotti del 30% lo stipendio. Lo stesso è avvenuto in Italia, nel mio mondo, quello dell'editoria. Il gruppo del Sole 24 Ore ha appena inviato una lettera a tutti i collaboratori in cui annuncia una riduzione dei compensi del 25% per fare fronte a quella che definisce la "Grande Crisi". La lettera è firmata dal direttore Ferruccio de Bortoli e dall'amministratore delegato Claudio Calabi, che hanno dato l'esempio riducendosi di un quarto lo stipendio. Che differenza rispetto ai banchieri di Wall Street! Questa è la strada giusta: se i tempi sono duri, lo sono per tutti. Ed è il capo che mostra la via assumendosi in prima persona i sacrifici richiesti. Io lo chiamo capitalismo responsabile e mi piace moltissimo. Scritto in economia, società, era obama, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, giornalismo Commenti ( 80 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Feb 09 Ecco perché il clandestino in realtà non viene espulso Sul Giornale di ieri Stefano Zurlo ha scritto un bell'articolo, in cui racconta che cosa accade agli irregolari che vengono arrestati. Mi ha colpito questo passaggio: "È un meccanismo davvero surreale. Il clandestino viene espulso; non se ne va o torna di nascosto nel nostro Paese e allora scatta, obbligatorio, l'arresto. Ma i processi, di media, sono catene di montaggio delle scarcerazioni: l'imputato esce, in attesa del verdetto, e tanti saluti. Oppure, se la sentenza arriva di volata, viene condannato, ad una pena di 6-8-10 mesi. E subito dopo rimesso in libertà. Come è normale quando la pena è inferiore ai due anni. Insomma, l'irregolare viene afferrato dalla legge e dalla legge riconsegnato alla sua vita invisibile. Con una postilla: se lo acciufferanno di nuovo, sempre senza documenti, non potranno più processarlo: non si può giudicare due volte una persona per lo stesso reato". Se questa è la realtà, e non dubito che lo sia, la lotta ai clandestini è assolutamente inutile. Continueranno ad arrivare, sempre più numerosi, proprio perché è garantita l'impunità. E allora è necessario correre ai ripari, varando norme che non permettano la scarcerazione in attesa del processo e, come ho già scritto, che rendano obbligatorio il rilevamento, oltre delle impronte digitali, dell'iride dell'occhio. Solo così l'Italia può assumere una credibilità che oggi non ha. L'alternativa è che l'Italia si trasformi non in una società tendenzialmente multietnica, ma in un Paese anarchico con profonde ingiustizie sociali e un razzismo diffuso. Non c'è più tempo da perdere: tocca al governo di centrodestra proporre misure concrete. E al centrosinistra moderato di Veltroni sostenerle con spirito bipartisan. Perché il problema degli immigrati non ha più colore politico ma è sentito, con angoscia, dalla stragrande maggioranza degli italiani, compresi i progressisti. O no? Scritto in società, globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 71 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (1) capitalismo (1) cina (16) democrazia (55) economia (23) era obama (6) europa (9) francia (21) germania (3) giornalismo (47) giustizia (1) gli usa e il mondo (52) globalizzazione (33) immigrazione (38) islam (18) israele (1) Italia (146) manipolazione (2) medio oriente (12) notizie nascoste (41) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (2) russia (13) sicurezza (1) sindacati (1) società (17) spin (1) svizzera (5) turchia (12) Varie (16) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni Davide K: Caro Franco Parpaiola, le dico la mia verità politicamente scorretta. Tutte le cosiddette democrazie... lino: certo che se basta l'uso di internet e facebook per fare di un politico l'obama italiano,... Franco Parpaiola: Salve. Le cose sono proprio così Signor Foa, le Cayman sono sedi di cosidette società Offshore,... caputo giuseppe: Chissà perchè sia più facile fare le cassandre piuttosto che, non dico i buontemponi, ma un pò... Marcello Foa: . e naturalmente grazie a Dekebalos e a davide k per i chiarimenti commenti sul Tremonti bond e a... Ultime news Franceschini eletto segreterio del Pd Un ex Dc alla guida degli ex del PciL'allarme di Draghi: "Rischio occupazione" Tremonti ottimistaIl Quirinale risparmia Tagli per sei milioniTrionfa Marco Carta: da "Amici" a SanremoRonde, Vaticano: rispetto per scelta del governoCadavere fatto a pezzi, fermata coppia di romeni: confessione della donnaE Pechino finisce sotto la neve per ordine supremo del governoNew York è in rosso E la moda punta tutto sul nero"Ecco perché ho investito due alunni"Ville in Italia: paradiso da scoprire e gustare Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it February 2009 M T W T F S S « Jan 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 Archivio dei post February 2009 (10) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Ma è questo l'Obama italiano? Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? L'ultima truffa della casta dei banchieri Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere Quei manager che si tagliano lo stipendio. Ecco perché il clandestino in realtà non viene espulso Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


Il ministro di Obama nel lager di Guantanamo Vedrò i prigionieri (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il ministro di Obama nel lager di Guantanamo «Vedrò i prigionieri» Il ministro della Giustizia di Obama domani andrà a Guantanamo: «Non c'è altro modo per capire davvero cosa sta succedendo e vedere in che condizioni sono i prigionieri», ha detto prima di partire. Un'ispezione nel buco nero della giustizia internazionale. Eric Holder, segretario alla Giustizia dell'amministrazione Obama, ha deciso di andare personalmente a Guantanamo per rendersi conto della situazione. L'arrivo nel campo di reclusione all'interno della base navale Usa in territorio cubano è previsto domani. Holder è il primo esponente di rango governativo a visitare la prigione. «Non c'e' altro modo per capire davvero cosa sta succedendo - spiega Holder in conferenza stampa - Per vedere in che condizioni sono i prigionieri, per sapere come sono stati interrogati. Questo è il primo passo per eseguire il compito che il presidente ci ha assegnato». Barack Obama il 22 gennaio, due giorni dopo il suo ingresso nello Studio Ovale, ha firmato un ordine esecuitivo per la chiusura del carcere entro la fine dell'anno e l'immediata sospensione delle «tecniche aggressive di interrogatorio». Holder sarà accompagnato da Matthew Olsen, il responsabile per la Sicurezza nazionale del dipartimento alla Giustizia. Della commissione ristretta incaricata di procedere al trasferimento dei prigionieri e allo smantellamento del campo fa parte anche il segretario alla Difesa Robert Gates. L'arrivo di Holder potrebbe coincidere con il rilascio di un altro dei circa 250 detenuti ancora rinchiusi a Guantanamo. Il Pentagono per prassi annuncia le scarcerazioni solo quando sono avvenute, ma second fonti di Washington sarebbe già stato deciso il rimpatrio di Binyam Mohammed, cittadino britannico di origine etiope, per la cui liberazione Londra si batte a tempo. Arrestato in Pakistan nel 2001 e consegnato agli americani, è stato torturato in Marocco prima di essere trasferito a Guantanamo. Le confessioni sotto tortura si sono rivelate false e gli Usa hanno ritirato tutte le accuse contro di lui. Più complicate la situazione dei 17 cinesi della minoranza musulmana Uighur, contro cui la magistratura militare non ha messo insieme alcuna prova e di cui un tribunale civile ha ordinate la liberazione. I giudici d'Appello hanno deciso che non possono entrare negli Stati Uniti. La Cina ne ha chiesto il rimpatrio per processarli come appartenenti a un'organizzazione terroristica. Loro in Cina non vogliono essere portati. Il problema con Pechino è stato affrontato anche da Hillary Clinton, al suo primo viaggio in Asia come segretaria di Stato. La Svezia è disposta a dare asilo a uno di loro. RO.RE. robertorezzo@unita.us

Torna all'inizio


lo stato populista (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 7 - Attualità LO STATO POPULISTA SEGUE DALLA PRIMA Al di là della prevedibile inefficacia delle ronde, il vero pericolo è dato dal diffondersi della falsa idea del «popolo che si fa Stato» senza mediazioni istituzionali; di una subcultura politica che vive la Costituzione, la magistratura, lo stesso operato delle forze dell'ordine, come orpelli, come limiti da superare. Una novità, quella del vigilantismo, che accanto alla progressiva trasformazione delle polizie municipali in organo di ordine pubblico generale in concorrenza con i corpi di polizia nazionale, rischia di alimentare non solo conflitti istituzionali ma anche drammatiche torsioni dei diritti. Un percorso che, se sottovalutato perché confuso con il folclore, rischia di accentuare progressivamente la corsa verso una sorta di «democrazia totalitaria» che ha come fine l'adesione del cittadino a una supposta «volontà generale». Una concezione di «Stato della paura» che fa paura. Non è un caso che il presidente della Repubblica, pur obbligato a dare via libera al provvedimento, ne abbia immediatamente preso le distanze, precisando come i contenuti del decreto siano di «esclusiva responsabilità del governo». Timori che aleggiano in ampi strati della società italiana e anche Oltretevere. Tanto che il Vaticano, preoccupato per le possibili conseguenze dell'uso politico del vigilantismo, nelle intenzioni dei suoi promotori destinato a mettere sotto controllo le nuove «classi pericolose», a partire dagli immigrati, ha definito la scelta un'«abdicazione dello Stato di diritto». Un ordine del discorso che le forze più responsabili del Paese, quelle che storicamente lo hanno salvato nei suoi momenti più difficili pur essendo spesso espressioni di «minoranze attive», devono non solo respingere ma contrastare culturalmente. A partire da una capacità di analisi che spesso latita. La destra xenofoba e populista offre, infatti, l'illusione che sia possibile contrastare localmente gli effetti della globalizzazione, trasformando il tema-chiave dell'insicurezza esistenziale in esclusiva sicurezza personale. Uno spostamento di tiro che, anche grazie al non disinteressato sostegno di mezzi di comunicazione di massa che trasformano i cittadini in telespettatori, indirizza l'attenzione sull'esclusiva dimensione del rischio devianza. Come se al fondamentale diritto all'incolumità e alla protezione fisica delle persone non dovesse accompagnarsi anche a quello alla protezione sociale. Scompaiono così dal dibattito pubblico temi quali una crisi economica che si annuncia durissima, la difesa e la redistribuzione dei redditi, lo sgretolamento del welfare, la drammatica caduta del capitale sociale, a partire dalla formazione e dall'istruzione, il degrado di quel bene indisponibile che è l'ambiente. Su questi versanti il nuovo «Stato populista» vagheggiato dalla destra non ha nulla da dire: il cittadino deve essere mobilitato solo per sorreggerne il progetto carismatico e securitario. Per il resto, che si arrangi: un salto all'indietro di due secoli. Renzo Guolo

Torna all'inizio


CINA-USA: HILLARY CLINTON APRE UN NUOVO CAPITOLO / ANSA (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

CINA-USA: HILLARY CLINTON APRE UN NUOVO CAPITOLO / ANSA PECHINO. Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo ieri il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra Stati Uniti e Cina. La Clinton, per la prima volta a Pechino nella sua nuova veste di esponente di spicco dell'amministrazione Obama, ha assicurato di aver «sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili, lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze, le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve conferenza stampa con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo». «Gli eventi mondiali - ha affermato il Segretario di Stato - ci hanno messo davanti un'agenda piena e formidabile». Le relazioni tra i due Paesi, ha proseguito, devono basarsi «su una semplice premessa: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una relazione positiva, di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono analogo, affermando tra l'altro che la Cina continuerà a investire nei buoni del Tesoro statunitensi. Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l'amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del Segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano». Dal colloqui Hillary-Wen è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato dal governo di George W.Bush, molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu Jintao - che in aprile incontrerà Obama a Londra, dove si svolgerà il vertice del G20 sulla crisi economica, ha espresso il suo «apprezzamento» per il fatto che la prima missione della Clinton all'estero si sia svolta in Cina e in altri Paesi asiatici (Giappone, Indonesia e Corea del Sud). Per indicare in quale modo Cina e Usa possono collaborare nel combattere l'inquinamento e il surriscaldamento del pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce energia pulita alla periferia di Pechino. La Taiyanggong Geothermal Power, alimentata a gas da sofisticate turbine prodotte dall'americana General Electric, è molto più efficiente delle inquinanti centrali a carbone che ancora forniscono gran parte dell'energia consumata in Cina. «La Cina deve crescere ma spero che non ripetiate i nostri errori», ha commentato l'ex first lady. L'atteggiamento della Clinton sui diritti umani è stato criticato dai gruppi internazionali, che lo considerano un cedimento all'autoritarismo di Pechino. Ieri China Human Rights Defender ha denunciato che decine di dissidenti sono stati messi agli arresti domiciliari per impedir loro di incontrare il Segretario di Stato. Due di loro, la blogger Zeng Jinyan e lo scrittore Yu Jie, hanno confermato di non potersi muovere dalle loro abitazioni, strettamente controllate dalla polizia. Ding Zhilin, la fondatrice delle Madri di piazza Tiananmen, ha inviato, attraverso un sito sino-americano, una lettera alla Clinton, invitandola a chiedere la liberazione del dissidente Liu Xiaobo. Oggi, in quella che vuole essere una «testimonianza» dell'importanza che l'amministrazione Obama attribuisce ai diritti umani e civili, Hillary parteciperà a una messa in una chiesa protestante e poi riceverà nell'ambasciata americana un gruppo di «leader e attivisti della società civile». Beniamino Natale (Ansa) 22/02/2009

Torna all'inizio


un accordo anticrisi tra cina e usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 22-02-2009)
Pubblicato anche in: (Centro, Il)

Argomenti: Cina Usa

Prima visita del segretario di Stato, Hillary Clinton: ma i diritti umani restano in secondo piano Un accordo anticrisi tra Cina e Usa «Lavoriamo insieme per l'economia e le questioni ambientali» PECHINO. Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo oggi il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La Clinton, nella sua prima visita in Cina nella sua nuova veste di esponente di spicco dell'amministrazione di Barack Obama, ha assicurato di aver «sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili. Ma lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze, le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve conferenza stampa con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo». «Gli eventi mondiali - ha affermato il segretario di Stato - ci hanno messo davanti un'agenda piena e formidabile». Le relazioni tra i due Paesi, ha proseguito, devono basarsi «su una semplice premessa: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una relazione positiva, di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono analogo, affermando tra l'altro che la Cina continuerà ad investire nei buoni del Tesoro statunitensi. Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l' amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano». Dal colloqui Hillary-Wen è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato da W.Bush, molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu Jintao - che in aprile incontrerà Obama a Londra, dove si svolgerà il vertice del G20 sulla crisi economica, ha espresso il suo «apprezzamento» per il fatto che la prima missione della Clinton all'estero si sia svolta in Cina e in altri paesi asiatici (Giappone, Indonesia e Corea del Sud). Per indicare in quale modo Cina ed Usa possono collaborare nel combattere l'inquinamento e il surriscaldamento del pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce energia pulita alla periferia di Pechino.

Torna all'inizio


sicurezza privatizzata deriva pericolosa (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

DALLA PRIMA SICUREZZA PRIVATIZZATA DERIVA PERICOLOSA Mai come questa volta il nome indica la sostanza delle cose, al di là del tentativo della destra di matrice aennina di riconvertirlo nel più burocratese «sicurezza partecipata», segna una deriva pericolosa. Perché, nonostante i correttivi introdotti nel decreto, mina lo storico primato dello Stato in materia di sicurezza, «privatizzandolo» a favore di gruppi che possono potenzialmente diventare una sorta di milizia personale o di partito. Perché produce conseguenze potenzialmente destinate a mettere a rischio proprio quella sicurezza che si vorrebbe tutelare. Perché tende a fare dell'ordine pubblico mobilitato il terreno prevalente della politica: mescolando, in una preoccupante confusione di ruoli, dimensioni istituzionali e militanza, organi di governo e nuove milizie, che snaturano i caratteri dello Stato democratico. Al di là della prevedibile inefficacia delle ronde, il vero pericolo è dato dal diffondersi della falsa idea del «popolo che si fa Stato» senza mediazioni istituzionali; di una subcultura politica che vive la Costituzione, la magistratura, lo stesso operato della polizia, come limiti da superare. Una novità, quella del vigilantismo, che accanto alla progressiva trasformazione delle polizie municipali in organo di ordine pubblico generale in concorrenza con i corpi di polizia nazionale, rischia di alimentare non solo conflitti istituzionali ma anche drammatiche torsioni dei diritti. Un percorso che, se sottovalutato perché confuso con il folclore, rischia di accentuare progressivamente la corsa verso una sorta di «democrazia totalitaria» che ha come fine l'adesione del cittadino a una supposta «volontà generale». Una concezione di «Stato della paura» che fa paura. Non è un caso che il presidente della Repubblica, pur obbligato a dare via libera al provvedimento, ne abbia immediatamente preso le distanze, precisando come i contenuti del decreto siano di «esclusiva responsabilità del governo». Timori che aleggiano in ampi strati della società italiana e anche Oltretevere. Tanto che il Vaticano, preoccupato per le possibili conseguenze dell'uso politico del vigilantismo, nelle intenzioni dei suoi promotori destinato a mettere sotto controllo le nuove «classi pericolose», a partire dagli immigrati, ha definito la scelta un'«abdicazione dello Stato di diritto». Un ordine del discorso che le forze più responsabili del Paese, quelle che storicamente lo hanno salvato nei suoi momenti più difficili pur essendo spesso espressioni di «minoranze attive», devono non solo respingere ma contrastare culturalmente. A partire da una capacità di analisi che spesso latita. La destra xenofoba e populista offre, infatti, l'illusione che sia possibile contrastare localmente gli effetti della globalizzazione, trasformando il tema-chiave dell'insicurezza esistenziale in esclusiva sicurezza personale. Uno spostamento di tiro che, anche grazie al non disinteressato sostegno di mezzi di comunicazione di massa che trasformano i cittadini in telespettatori, indirizza l'attenzione sull'esclusiva dimensione del rischio devianza. Come se al fondamentale diritto all'incolumità e alla protezione fisica delle persone non dovesse accompagnarsi anche a quello alla protezione sociale. Scompaiono così dal dibattito pubblico temi quali una crisi economica che si annuncia durissima, la difesa e la redistribuzione dei redditi, lo sgretolamento del welfare, la drammatica caduta del capitale sociale, a partire dalla formazione e dall'istruzione, il degrado di quel bene indisponibile che è l'ambiente. Su questi versanti il nuovo «Stato populista» vagheggiato dalla destra non ha nulla da dire: il cittadino deve essere mobilitato solo per sorreggerne il progetto carismatico e securitario. Per il resto, che si arrangi: un salto all'indietro di due secoli. Renzo Guolo

Torna all'inizio


Hillary ai cinesi: fateci credito (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Hillary ai cinesi: fateci credito 22 febbraio 2009 alle 06:18 — Fonte: rampini.blogautore.repubblica.it — 0 commenti La cooperazione Washington-Pechino è obbligatoria per il peso finanziario della Cina, su questo Hillary è stata esplicita ieri nei suoi incontri con i leader della Repubblica Popolare. "Apprezziamo molto - ha detto - la costante fiducia del governo cinese verso i titoli del Tesoro americano. Io sono certa che è una fiducia ben riposta. E' ragionevole credere che America e Cina si riprenderanno dalla crisi economica, e insieme guideremo la crescita mondiale". In cima alla sua agenda dunque la responsabile della politica estera di Obama ha messo la questione del rifinanziamento del debito pubblico Usa, un assillo tanto più cruciale in vista delle massicce emissioni di Treasury Bonds necessarie per pagare la manovra di rilancio approvata dal Congresso e i salvataggi bancari. E' noto che la banca centrale cinese è il primo detentore assoluto di titoli pubblici americani (con 2.000 miliardi di dollari di riserve ufficiali) e la Clinton ha voluto assicurarsi che non ci siano ripensamenti a Pechino. Una preoccupazione tutt'altro che infondata: i responsabili della politica monetaria cinese temono che l'esplosione del debito pubblico Usa possa portare a una caduta del dollaro, decurtando il valore delle riserve cinesi. Perciò il ministro degli Esteri Yang Jiechi ha voluto precisare che gli investimenti cinesi sono guidati da criteri di "sicurezza, valore, liquidità". Poi ha rassicurato l'interlocutrice, sia pure in tono condizionale: "I fatti contano più delle parole. I fatti dicono che la Cina ha cooperato con gli Stati Uniti, e siamo pronti a continuare così". E' toccato quindi alla Clinton ricucire le prime tensioni che si erano manifestate tra Pechino e l'Amministrazione Obama. Prima per l'uscita del segretario al Tesoro Tim Geithner che aveva accusato i cinesi di manipolare la loro valuta per aiutare l'export. Poi con la clausola Buy American inserita nella maximanovra di spesa pubblica, una norma protezionista che prende di mira in particolare l'acciaio cinese. C'erano le premesse per una escalation di rappresaglie, che il segretario di Stato ha voluto disinnescare al più presto. Inserendo nel suo primo viaggio all'estero la Repubblica Popolare alla pari con Giappone, Corea del Sud e Indonesia - cioè tre alleati storici dell'America - la Clinton ha avuto un gesto di riguardo importante. La prova che Washington sa di non potersi permettere un braccio di ferro protezionista con la seconda economia del pianeta, nonché la sua creditrice più generosa. Hillary ne ha approfittato per "arruolare" la leadership cinese nella campagna che sta più a cuore a Barack Obama - subito dopo la guerra alla recessione - e cioè la riduzione delle emissioni di Co2. Ieri a Pechino il segretario di Stato ha visitato una centrale termoelettrica a gas alimentata da turbine della General Electric, una tecnologia molto meno inquinante del carbone. "Noi vogliamo che la Cina cresca - ha dichiarato - ma ci auguriamo che nel vostro sviluppo non ripetiate gli errori che facemmo noi all'epoca dell'industrializzazione". rampini

Torna all'inizio


Clinton chiede a Pechino di continuare a investire negli Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 22 feb. (Ap) - Il segretario di Stato Usa, Hillary Rodham Clinton, chiede a Pechino di continuare a investire in bond del Tesoro americano. In un'intervista rilasciata al programma tv 'One on One' durante la sua visita in Cina, Clinton definisce intelligente la decisione delle autorità cinesi di continuare a investire negli Stati Uniti, sottolineando che si tratta di investimenti sicuri. Per rilanciare e rafforzare l'economia, ha sottolineato il segretario di Stato, gli Stati Uniti dovranno indebitarsi ancora. "Non sarebbe nell'interesse della Cina se noi non fossimo in grado di rilanciare la nostra economia - ha aggiunto - quindi continuando a sostenere gli strumenti del Tesoro americano, i cinesi riconoscono la nostra interdipendenza. Ce la possiamo fare insieme o falliremo insieme. Siamo sulla stessa barca. Le nostre economie sono così intrecciate, per cui i cinesi sanno che per iniziare a esportare ancora nel loro principale mercato, gli Stati Uniti, gli Stati Uniti devono adottare alcune misure molto drastiche, come il pacchetto di stimolo, che vuol dire indebitarsi ancora". Nei suoi incontri con il presidente cinese Hu Jintao, il premier Wen Jabao e il ministro degli Esteri Yang Jiechi, Clinton ha cercato di rassicurare Pechino sulla solidità dei suoi investimenti in America. A settembre, la Cina è diventato il primo creditore di Washington, spodestando il Giappone. A dicembre, Pechino aveva 696,2 miliardi di dollari in buoni del Tesoro, secondo gli ultimi dati Usa.

Torna all'inizio


<Di fronte alla recessione Cina e America mano nella mano> (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Di fronte alla recessione Cina e America mano nella mano» --> Domenica 22 Febbraio 2009 SOCIETA, pagina 11 e-mail print Hillary Clinton e Hu Jintao LaPresse PECHINOConcentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo ieri il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La Clinton, nella sua prima visita in Cina nella sua nuova veste di esponente di spicco dell'amministrazione Obama, ha assicurato di aver «sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili, lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze, le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve conferenza stampa con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo». «Gli eventi mondiali - ha affermato il segretario di Stato - ci hanno messo davanti un'agenda piena e formidabile». Le relazioni tra i due Paesi, ha proseguito, devono basarsi «su una semplice premessa: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una relazione positiva, di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono analogo, affermando tra l'altro che la Cina continuerà ad investire nei buoni del Tesoro statunitensi. Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l'amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano». Dal colloqui Hillary-Wen è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato dal governo di George W.Bush, molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu Jintao - che in aprile incontrerà Obama a Londra, dove si svolgerà il vertice del G20 sulla crisi economica -, ha espresso il suo «apprezzamento» per il fatto che la prima missione della Clinton all'estero si sia svolta in Cina e in altri Paesi asiatici (Giappone, Indonesia e Corea del Sud). Per indicare in quale modo Cina ed Usa possono collaborare nel combattere l'inquinamento e il surriscaldamento del pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce energia pulita alla periferia di Pechino. La Taiyanggong Geothermal Power, alimentata a gas da sofisticate turbine prodotte dall'americana General Electric, è molto più efficiente delle inquinanti centrali a carbone che ancora forniscono gran parte dell'energia consumata in Cina. «La Cina deve crescere ma spero che non ripetiate i nostri errori», ha commentato l'ex first lady. L'atteggiamento della Clinton sui diritti umani è stato criticato dai gruppi internazionali, che lo considerano un cedimento all'autoritarismo di Pechino. Beniamino Natale 22/02/2009 nascosto-->

Torna all'inizio


Una battaglia persa conservare l'esistente per contenere la crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Una battaglia persa conservare l'esistente per contenere la crisi --> Domenica 22 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 6 e-mail print Caratteristica comune di molte richieste di aiuti pubblici, da parte delle imprese e delle famiglie, è quella di volere difendere un modello economico molto simile, in sostanza uguale, a quello in essere fino a poco prima dell'inizio della crisi. Si concorda anche sul punto che va meglio disciplinato il settore finanziario, che si giudica come la «madre» di tutti i mali in atto. Ma, invero, la storia dimostra che tutte le grandi crisi economiche portano innovazioni profonde nei sistemi produttivi e distributivi: tentare di conservare l'esistente è solo chiedere protezione per un mondo che non corrisponde più alla realtà prossima ventura. Consideriamo alcuni punti. Si concorda che la domanda aggregata dovrebbe essere sospinta da spesa pubblica e privata in infrastrutture, nel campo delle energie alternative, nel settore delle telecomunicazioni. In tutti e tre i casi si cambia il modello economico. Per banalizzare il discorso, dopo la seconda guerra mondiale il piano autostradale ha cambiato il modello dei trasporti delle persone e delle merci, ha mutato stili di vita e la stessa scelta degli insediamenti umani, e così via: ha innovato, in sintesi, il sistema economico. Ha però determinato anche una maggiore domanda di petrolio e modificato le grandi correnti di scambi internazionali. E così la rivoluzione multimediale, con la possibilità di disporre di informazioni e di conoscenze in tempo reale, o quasi, ha trascinato il mondo verso la globalizzazione, le sovrastrutture finanziarie, ecc. Ebbene, le rilevanti spese e investimenti in infrastrutture, richieste per sostenere la domanda globale, non potranno non riflettersi, anche questa volta, sulle produzioni e sulla distribuzione di beni e di servizi; ogni sforzo per sottrarsi alla soggezione dal petrolio, come fonte di energia, se coronato da successo, muterà le correnti del commercio mondiale e anche molti equilibri politici; l'ampio ricorso alla «banda larga» nel campo delle telecomunicazioni sarà un'altra circostanza di innovazione e cambiamento. In ogni caso, credere di potere conservare l'esistente, che pensavamo vantaggioso per il nostro benessere fino a due anni fa, è combattere una battaglia persa. Ma i governi debbono gestire la transizione da un modello all'altro. Debbono aiutare l'industria automobilistica nell'immediato e sospingerla alla ricerca di modelli di autovetture che consumino carburanti ed energia meno soggetti al petrolio. Debbono scegliere i modelli di trasporti più convenienti per l'economia prossima ventura. Debbono cercare di non fermare le centrali elettriche presenti, ma di promuovere fonti energetiche alternative. Debbono sospingere a profonde innovazioni nelle telecomunicazioni, ma non rendere troppo rapidamente obsoleti gli investimenti esistenti. Inutile dire che la via della comodità e della popolarità indirizza verso la tutela dell'esistente; la via del rischio politico, che pare un calice molto amaro, è di avvertire la pubblica opinione che molto deve cambiare e che ogni risorsa consumata per conservare l'esistente diminuisce la competitività rispetto a un mondo nuovo, che pure si concreterà. Negli Usa si afferma che gli aiuti all'industria automobilistica sono condizionati ai piani di cambiamenti e di innovazione della medesima. In Italia, per ora, abbiamo un piano di rottamazione di auto. Non so se gli americani raggiungeranno gli obiettivi che si prefiggono; so che è impossibile raggiungere fini non programmati. Nel campo delle energie alternative non bisogna insistere a percorrere vie che possono pesare, al massimo, il 2% in proporzione al fabbisogno. Nel campo delle telecomunicazioni non si dovrebbero operare scelte che rinviano il nuovo attraverso accordi e intese limitatori della concorrenza. Sono tutti errori commessi già 80 anni fa: costati molto all'Italia e all'Europa. Tancredi Bianchi 22/02/2009 nascosto-->

Torna all'inizio


Usa e Cina patto anticrisi: Salveremo noi il mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 22 Febbraio 2009 Chiudi Usa e Cina patto anticrisi: «Salveremo noi il mondo» Hillary Clinton: prima l'economia, altra cosa i diritti umani

Torna all'inizio


Hillary a Pechino: <I diritti umani? Non interferiscano con le crisi> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-22 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Diplomazia Incontro del segretario di Stato con Hu Jintao. Rilanciata la «cooperazione strategica» Hillary a Pechino: «I diritti umani? Non interferiscano con le crisi» La protesta di Amnesty International e di Human Rights Watch Ultima tappa del viaggio inaugurale in Asia. Il premier Wen Jiabao parla di «due Paesi che devono tenersi per mano» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Non è la stessa Cina e non è la stessa Clinton. Nel 1995 Hillary era la first lady e accompagnava un marito qui festeggiatissimo, il mondo seguiva un'altra orbita. Oggi la stessa Hillary viaggia come segretario di Stato e la Cina è un partner di cui l'America ha disperato bisogno. «La nostra collaborazione su temi come l'economia e il clima è obbligatoria», gli Usa «apprezzano grandemente la fiducia nei buoni del Tesoro» statunitensi e «le nostre relazioni vanno approfondite e allargate»: sono queste la parole che Hillary Clinton ha dedicato al Paese dov'era atterrata venerdì sera, ultima tappa di un viaggio in quattro tappe, cominciato in Giappone e proseguito in Indonesia e Corea del Sud. Un omaggio e un annuncio programmatico che completa la decisione, già di per sé simbolicamente forte, di avviare il mandato da segretario di Stato con un viaggio in Asia e non attraverso l'Atlantico. Non accadeva da decenni, ma sono i tempi che lo pretendono. E il vertice fra i presidenti Barack Obama e Hu Jintao a Londra in occasione del G20 di aprile sancirà la linea della collaborazione che la Clinton è venuta a proporre. Quello con Hu è stato il terzo incontro in agenda ieri, preceduto dalle conversazioni con il ministro degli Esteri, Yang Jiechi, e con il premier Wen Jiabao, che ha parlato di due Paesi che «devono tenersi per mano», un'espressione che riecheggia la speranza della Clinton: «Abbiamo tutti i motivi per credere che Usa e Cina si riprenderanno e che insieme aiuteranno il mondo a riprendersi ». è la crisi economica a dominare pensieri e promesse di collaborazione, accanto al tema del controllo delle emissioni, come ha dimostrato la visita di Hillary a una centrale energetica ecologica realizzata con tecnologia americana (General Electric). «Speriamo che voi non facciate gli errori che abbiamo fatto noi» ha commentato. L'economia. L'ambiente. La sicurezza, con l'avvio di un dialogo strategico che comporti il coinvolgimento più stretto della Cina sui dossier chiave: vedi l'Afghanistan (ma anche il Sudan e la Birmania) e i programmi nucleari di Iran e Corea del Nord, che sono crisi croniche. Su Pyongyang, tra l'altro, il segretario di Stato aveva parlato a Seul, ponendo al Nord la precondizione della fine degli atteggiamenti aggressivi nei confronti del Sud. Per trovare una piena adesione con Pechino sull'agenda più importante, la Clinton ha deliberatamente messo in second'ordine i temi che dividono e che comunque assicura di avere sollevato con i suoi interlocutori: il Tibet, i diritti umani, Taiwan. Cosa che ha provocato la reazione di Amnesty International e di Human Rights Watch. Se per la Clinton la questione dei diritti umani «non deve interferire» con altri argomenti di cooperazione con la Cina, Amnesty si è detta «scioccata » ed «estremamente delusa» dalle affermazioni del segretario di stato perché gli Usa «sono uno dei pochi Paesi che possono tenere testa alla Cina in materia di diritti ». «Quest'atteggiamento risponde a una necessità e corrisponde a una tendenza della società statunitense » dice al Corriere Shi Yinhong, direttore del centro di studi americani dell'Università del Popolo. Quanto ai diritti umani, «è un tema su cui Washington torna volentieri. Non mi stupirei se in futuro gli Usa ricominciassero a utilizzarlo strumentalmente contro Pechino. Dipenderà dalle circostanze, anche se su alcuni argomenti per ora messi da parte è interesse anche della Cina parlare, prima o poi: mi riferisco a Taiwan. Per ora prevale l'urgenza di avere una Cina aperta, di lavorare con lei anche per l'Iran e la Nord Corea, di avviare una collaborazione proficua». Per usare le parole della Clinton: «L'insistenza su tali questioni non deve interferire con la crisi globale, la crisi climatica e le crisi della sicurezza». Dialogo Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton e il presidente cinese Hu Jintao a Pechino discutono di crisi economica e cambiamenti climatici (Ap) Marco Del Corona

Torna all'inizio


<Diritti umani? Meglio parlare d'economia> Esordio con gaffe per Hillary Clinton (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 46 del 2009-02-22 pagina 14 «Diritti umani? Meglio parlare d'economia» Esordio con gaffe per Hillary Clinton di Alberto Pasolini Zanelli Doppio scivolone del segretario di Stato americano in visita a Pechino Sorvola sui temi più controversi e parla del leader nordcoreano in fin di vita WashingtonI diplomatici, insegna un antico detto, sono, o dovrebbero essere dei «gentiluomini che mentono nell'interesse del loro Paese». Adesso Hillary Clinton, capo della diplomazia americana, pare voler sperimentare una variante di questo adagio: interpretato da lei, un diplomatico (a cominciare dal segretario di Stato) è invece una donna che dice cose vere anche quando queste mettono in imbarazzo il governo e il Paese che lei rappresenta. Ne ha dato già un paio di esempi, durante il suo viaggio inaugurale come braccio destro di Barack Obama nella gestione degli affari internazionali. Si è concentrata - o l'hanno concentrata - sull'Asia orientale (considerata evidentemente più urgente dell'Europa e non così scomoda come il Medio Oriente) e lei ha interpretato il mandato così: cercando di stabilire con gli interlocutori rapporti più personali e «umani» di come li gestiva, per esempio, l'ormai mitico Henry Kissinger, tutto affari e niente sorrisi. Invece Hillary, per esempio a Giakarta, ha portato i saluti personali di Barack ai suoi vecchi compagni di scuola (l'attuale presidente ha frequentato le scuole elementari in Indonesia), poi è apparsa in uno spettacolo televisivo di varietà. Poi è andata a Seul e lì ha invece mescolato consigli «da donna a donna» a una giovane sposa sudcoreana con un severo monito alla Corea del Nord per le sue ambizioni nucleari. E fin qui niente di nuovo, anche se proprio con Pyongyang la defunta amministrazione Bush aveva concluso un accordo considerato soddisfacente. Ma nella vera e propria gaffe c'è cascata, non si sa per caso se deliberatamente, quando ha sollevato un argomento tabù, «rivelando» quello che tutti sapevano, ma di cui nessuno parlava, e cioè le pessime condizioni di salute del dittatore nordcoreano Kim Jong Il e dunque implicitamente il problema della successione. Che terrorizza molti nella Corea del Nord, ma ne imbarazza quasi altrettanti nella Corea del Sud, il cui governo si sforza, comprensibilmente, di saperne più che può e nel fingere di interessarsene il meno che può. Ma finora siamo nel pettegolezzo o poco più in là. Il vero «strappo» con la diplomazia americana tradizionale è venuto a Pechino dove la Clinton ha dichiarato pari pari che i diritti umani sono certo una cosa importante e bella, ma che in questo momento non debbono interferire o peggio ostacolare le relazioni tra Washington e Pechino perché la precedenza va data alla cosa che conta veramente: la collaborazione economica per cercare di salvarsi, e salvare il mondo, da una recessione così feroce e tenace che alcuni cominciano già a chiamare con il nome superproibito di Depressione. Proprio così: «È essenziale che gli Stati Uniti e la Cina abbiano rapporti positivi di cooperazione. I diritti umani non possono interferire nella crisi economica e neanche nella minaccia dei mutamenti climatici e nelle crisi che riguardano la sicurezza». Non è che sia proprio proibito parlare del Tibet, per esempio, o dei dissidenti illegalmente detenuti in Cina. Però non sarebbe carino, potrebbe mal disporre l'interlocutore, di cui l'America non ha mai avuto tanto bisogno: da anni il Tesoro Usa ha sostenuto un ricorso sistematico al denaro facile stampando quantità record di buoni del tesoro che ben pochi americani acquistano, nella certezza che li avrebbe rilevati quasi in blocco la Cina. Proprio adesso è in arrivo un quantitativo record e i cinesi hanno promesso di continuare ad aprire il portafogli. Meglio, però, non disturbarli con discorsetti irritanti. E far infuriare semmai Amnesty International che, saputa la notizia, si è detta «scioccata» ed «estremamente delusa» dal segretario di Stato. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Harvard, gli studenti protestano <Obama ci ruba i migliori prof> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-22 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE Usa Dalla Kennedy School quattro «star» sono andate con il presidente Harvard, gli studenti protestano «Obama ci ruba i migliori prof» Esodo di docenti dall'università. E arrivano gli uomini di Bush Anche il dipartimento di Economia e la Scuola di Legge hanno accusato defezioni importanti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Come ogni presidente democratico degno di questo nome (e anche più, forse perché lui stesso vi ha studiato) Barack Obama ha saccheggiato Harvard per riempire i ranghi della propria Amministrazione. Sono al momento almeno sette, ma destinati sicuramente ad aumentare, i professori della più celebre università americana nominati in posti- chiave della squadra presidenziale. Bene per il prestigio dell'ateneo. Un po' meno per gli studenti, che a metà gennaio, quando si fa lo «shopping» per la scelta dei corsi del semestre di primavera, hanno visto cancellati dal programma classi molto prestigose e contese. A lamentarsi e protestare, come riporta The Harvard Crimson, il quotidiano del campus, sono soprattutto quelli della Kennedy School of Government, tradizionale serbatoio dei democratici, che anche questa volta ha pagato il prezzo accademico più alto al loro ritorno al potere. Sono quattro, infatti, tutte star nei rispettivi campi, i docenti della Kennedy School che hanno risposto alla chiamata di Barack Obama, abbandonando le loro cattedre: Larry Summers, l'ex rettore e guru della globalizzazione, andato a dirigere il National Economic Council, di fatto il più importante consigliere economico del presidente; Samantha Power, già coinvolta nella campagna di Obama, dimessasi un anno fa per aver definito un «mostro» Hillary Clinton e ora ripescata in un posto di primo piano nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale; Jeffrey Liebman, nominato condirettore dell'Office for Management and Budget e John Holdren, ambientalista senza compromessi, che il presidente ha voluto alla guida dell'Office of Science and Technology, oltre che come consigliere speciale sul tema. Ad alimentare la frustrazione, è il fatto che i corsi siano stati cancellati all'ultimo minuto, senza che agli studenti fosse stato anticipato nulla in precedenza: «C'è stata zero comunicazione da parte dell'Amministrazione. Hanno atteso fino all'ultimo per dire che quei professori andavano via», ha detto al Crimson Benjamin Polk, presidente dello «Student Government», l'organismo di rappresentanza degli studenti. La cancellazione del corso di Summers, il richiestissimo «Contenuti della globalizzazione: temi, attori e decisioni », lascia ad esempio un vuoto per chi si voglia specializzare in Finanza e Commercio Internazionale, che ora ha a disposizione solo un altro corso sull'argomento. La Kennedy School comunque non è sola. Anche il dipartimento di Economia ha accusato una defezione importante, quella di Jeremy Stein, che ora fa parte del National Economic Council e lavora alla Casa Bianca con Summers. Idem per la Law School, quella dove si laureò anche Obama, che ha visto partire Cass Sustein, marito di Samantha Power, nominato capo dell'Office of Information and Regulatory Affairs, che in pratica fa le pulci a tutti gli atti di governo, regolamenti, direttive o disegni di legge, per assicurarsi che siano coerenti con le strategie politiche del presidente. Ma per un tempio liberal come la Kennedy School, al danno per la perdita di queste stelle, si aggiunge quella che gli studenti considerano una beffa: l'arrivo nel corpo docenti di alcuni ex dell'Amministrazione Bush. Nel semestre appena inziatosi, insegnano infatti Meghan O'Sullivan, già viceconsigliere per la Sicurezza nazionale, e Nick Burns, che è Stato numero due al Dipartimento di Stato sia con Colin Powell che con Condoleezza Rice. Un limite però c'è: sono due pragmatici, mai identificati con il gruppo più ideologico e conservatore della squadra di George W. Chi se ne va A sinistra Lawrence Summers e a destra, dall'alto, Samantha Power, John Holdren e Jeffrey Liebman Paolo Valentino

Torna all'inizio


ROMA - La crisi morde ma in Cina il settore auto resiste (sezione: Globalizzazione)

( da "Adige, L'" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

ROMA - La crisi morde ma in Cina il settore auto resiste ROMA - La crisi morde ma in Cina il settore auto resiste. La Repubblica Popolare ha infatti superato gli Stati Uniti per la prima volta, in gennaio, diventando il primo mercato del mondo per le automobili. Secondo i dati diffusi da Dong Yang, vicedirettore della China Association of Automobile Manufacturers (Caam), il mese scorso in Cina sono state vendute 735mila vetture contro le 656.976 degli Usa (secondo le stime preliminari della società di ricerca Autodata). Gli analisti avvertono tuttavia che il sorpasso potrebbe essere temporaneo, perché in gennaio gli Usa risentono di un calo fisiologico delle vendite nel dopo-Natale, mentre in Cina le festività del Capodanno Lunare provocano l' effetto opposto. Inoltre, la contrazione della domanda è stata meno forte in Cina che negli Usa, una circostanza che non promette nulla di buono per i produttori ma che aiuta a spiegare i dati. Secondo Wu Ai Lian, direttrice delle vendite in una grande concessionaria dell' americana General Motors di Shanghai, «gli affari non vanno così male... in Cina la GM è da molti anni il numero uno, la auto magari sono più costose di altre ma noi diciamo ai nostri clienti che la sicurezza non ha prezzo». La valutazione di Wu non è del tutto precisa. Secondo la Caam, le auto più vendute nel Paese sono la Jetta e la Santana della tedesca Volkswagen - prodotte con due diversi soci cinesi - seguite dalla Buick della GM, anch' essa coprodotta con un partner cinese. L' automobile è il più popolare tra gli status symbol della crescente classe media cinese, e negli anni scorsi il mercato è cresciuto a ritmi del 40-50 per cento, un ritmo impossibile da tenere a lungo. Yale Zhang, uno studioso del mercato dell' auto in Cina, sostiene che nel settore c' è ancora un grande spazio per la crescita. «Negli Usa - spiega - ci sono in media 800 auto per mille persone, in Cina le vetture sono 20 su mille» e per i consumatori cinesi l' acquisto di un' auto è ancora un «grande evento». 22/02/2009

Torna all'inizio


Un lato della medaglia della crescita del Pil è fatto di vite umane (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Commenti Pagina 357 Un lato della medaglia della crescita del Pil è fatto di vite umane --> La crisi finanziaria, scoppiata negli Stati Uniti e sparsasi a macchia d'olio nel pianeta, ha prodotto e continua a produrre effetti deleteri sull'economia reale. La recessione, in piena espansione, si abbatte principalmente sui Paesi, industrializzati ed emergenti, che hanno registrato tassi di crescita del Pil da mediamente a molto sostenuti. Le pesanti ricadute dovute alla recessione si traducono in forti segni negativi dei tassi medi del Pil e in alti incrementi della disoccupazione a livello globale. Partendo da questi fatti, gli specialisti (ricercatori, studiosi di macroeconomia, ecc.) scoprono che il parametro Pil, considerato fino a ieri il migliore indice della ricchezza prodotta e della salute economica di una nazione, non era altro che un feticcio anche perché, quando il Pil aumentava, si aveva la certezza che tutto procedeva per il meglio. Ora, al posto di questa, ci si rende conto che, in periodi di vacche grasse, il Pil non ha messo in evidenza le distorsioni in esso implicite. Queste distorsioni sono venute a galla quando il Pil ha imboccato il cammino inverso della crescita: evoluzione negativa iniziata nel 2008 e scontata per quest'anno e per il 2010. È iniziata, così, la gara tra le potenze economiche a chi fa prima a condannare alla pena capitale il Pil perché si è dimostrato inadeguato quale termometro per misurare lo stato di salute dell'economia. In verità, il Pil non è altro che un comune indice di misura quantitativa che nasconde un insieme di distorsioni e paradossi, di cui alcuni sono passati di seguito in rassegna a mo' d'esempio. Durante la recente discussione al Congresso americano del programma anticrisi del presidente Barack Obama, lo scrittore Jonathan Rowe, richiesto di dare il suo parere, ha paragonato il Pil a "un malato terminale affetto da cancro, ricoverato in ospedale e in piena causa di divorzio". Egli deve far fronte a salate spese ospedaliere e verso studi legali. Questo malato terminale in fase di divorzio contribuisce alla crescita del Pil molto più di un padre di famiglia sano e felice. L'Amministrazione democratica, pressata dal Congresso, s'impegna a misurare gli effetti qualitativi delle misure previste dal programma anticrisi appena varato di 787 miliardi di dollari, tra cui la protezione sanitaria per quaranta milioni di poveri, la copertura delle spese scolastiche dei figli dei meno abbienti, la diminuzione del consumo di combustibili fossili (carbone e petrolio) mediante la sostituzione progressiva con energie rinnovabili (eolica, solare fotovoltaica e termodinamica). Anche in Europa, le reazioni riguardo alle distorsioni del Pil si sono mosse da tempo nella giusta direzione, privilegiando la crescita di qualità e sviluppo socialmente sostenibile. Questi parametri fanno parte integrante e sostanziale della "Strategia di Lisbona" (da non confondere col Trattato di Lisbona), lanciata dall'Unione europea (Ue) nel 2000 e fino al 2010. Tra i parametri più significativi, importanza è data a quelli contenuti nel triangolo della conoscenza ricerca-innovazione-istruzione. Questi parametri dovranno essere rafforzati perché impartire un'istruzione di qualità e investire di più ed efficacemente sul genere umano e sulla creatività significa aprire la strada a elementi essenziali per il successo dell'Europa in un mondo globalizzato. A un anno dal traguardo del 2010 del decennio della Strategia di Lisbona, l'Europa è in avanti rispetto agli Usa in molti parametri di qualità. Tra gli Stati dell'Ue, l'Italia è, tuttavia, molto indietro riguardo ai parametri su dispersione scolastica, disoccupazione giovanile, qualificazione della manodopera, produttività media del lavoro, bassi salari e stipendi. In questo quadro poco lusinghiero per l'Italia, la Sardegna si classifica ancor peggio nel contesto nazionale ed europeo. Significativo a riguardo il contenuto del film in difesa dell'ambiente, dal titolo Oil, la forza devastante del petrolio di Massimiliano Mazzotta sulla raffineria della Saras di Sarroch, nel quale sono denunciate le morti per tumore da emissioni nocive. L'Unione Sarda di giovedì scorso ha pubblicato, nell'ottimo articolo di Andrea Piras, la foto choc del pastore protetto da una maschera antigas. Il film mette in luce le distorsioni del feticcio della crescita quantitativa del Pil avente, come rovescio della medaglia, l'alto tributo umano pagato a causa dell'inquinamento ambientale, contro il quale i decisori politici regionali e nazionali sono chiamati a porre rimedio. ANTONIO MARONGIU (marongiuantonio@tiscali.it)

Torna all'inizio


La Clinton chiede a Pechino di continuare a comprare i buoni del Tesoro americani (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino | 22 febbraio 2009 La Clinton chiede a Pechino di continuare a comprare i buoni del Tesoro americani Hillary Clinton e Hu Jintao Il segretario di stato americano Hillary Clinton ha chiesto alla Cina di continuare a comprare i buoni del tesoro americani, di cui è il primo detentore al mondo, nel momento in cui Washington si trova ad affrontare un indebitamento crescente. "Non sarà nell'interesse della Cina il fatto che noi non saremo in grado di far ripartire la nostra economia, ha detto la Clinton riferendosi alla crisi attuale, al termine di una visita di tre giorni in Cina, sottolineando che le economie dei due paesi sono strettamente legate. Continuando a sostenere gli strumenti del Tesoro americani la Cina riconosce la nostra indipendenza. Chiaramente o ne usciremo o cadremo insieme", ha aggiunto il segretario di stato. "Le nostre economie sono cosi' intrecciate, per cui i cinesi sanno che per iniziare a esportare ancora nel loro principale mercato, gli Stati Uniti, gli Stati Uniti devono adottare alcune misure molto drastiche, come il pacchetto di stimolo, che vuol dire indebitarsi ancora". Nei suoi incontri con il presidente cinese Hu Jintao, il premier Wen Jabao e il ministro degli Esteri Yang Jiechi, Clinton ha cercato di rassicurare Pechino sulla solidita' dei suoi investimenti in America. A settembre, la Cina e' diventato il primo creditore di Washington, spodestando il Giappone. A dicembre, Pechino aveva 696,2 miliardi di dollari in buoni del Tesoro, secondo gli ultimi dati Usa.

Torna all'inizio


Visita Clinton in Cina termina in chiesa e su chat online (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

PECHINO (Reuters) - Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha terminato la sua visita in Cina ieri partecipando alle funzioni religiose di una chiesa che non gode dell'appoggio dello Stato, conversando con gli attivisti per i diritti delle donne e partecipando a una chat su Internet. Gli appuntamenti dell'ultimo giorno del suo tour asiatico, durato una settimana, sottolineano l'impegno di Clinton per i diritti civili e religiosi, ma declinato in modo da non creare dissapori con il governo cinese, che vede spesso queste critiche come un'interferenza nei suoi affari interni. "Ogni società deve fare i conti con sfide, problemi, vari nodi e ostacoli ed è importante che le persone come voi continuino a sollevare queste questioni e a parlarne", ha detto Clinton a una ventina di attivisti per i diritti delle donne, incontrati all'ambasciata Usa. Clinton ha lodato l'impegno degli attivisti, alcuni dei quali cercano di promuovere i diritti processuali, altri quelli ambientali. Tra di loro c'è anche un medico di 82 anni, Gao Yaojie, che denuncia il concorso degli apparati ufficiali nella diffusione dell'Aids nella Cina centrale presso cliniche, spesso gestite dallo Stato, i cui parametri igienici sono scarsi. "Il cambiamento deriva dalle decisioni dei singoli, milioni di decisioni di singole persone, tra cui c'è anche qualcuno come il dottor Gao che dice 'No, non me ne starò zitto e buono'", ha spiegato Clinton. "E' questo ciò che dobbiamo sollecitare". Clinton ha fatto capire esplicitamente nel corso della sua visita che non permetterà che i timori americani sui diritti civili intralcino la strada del lavoro congiunto sull'economia globale, il cambiamento climatico e le questioni della sicurezza. Cina e Stati Uniti dipendono entrambi dalla ripresa dell'economia statunitense e cadranno o si risolleveranno assieme, come ha detto la Clinton a Dragon Tv nel corso di un'intervista. La Cina è il maggior finanziatore del debito statunitense e Clinton ha definito la decisione di continuare a investire nei titoli di Stato Usa "molto intelligente". "Continuando a investire negli strumenti del Tesoro americano, i cinesi stanno riconoscendo il nostro legame. Ci risolleveremo insieme o precipiteremo insieme. Siamo sulla stessa barca e stiamo remando nella stessa direzione".

Torna all'inizio


Energia, basta poco per risparmiare (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Energia, «basta poco per risparmiare» Domenica 22 Febbraio 2009, Trieste «Lo dicono i sondaggi: agli italiani delle politiche per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici non gliene importa un fico secco». E' la denuncia a muso duro di Filippo Giorgi, Nobel per la Pace nel 2007 (quale membro dell'Ipcc) insieme ad Al Gore. Il monito è stato lanciato dalla sala convegni della Friulia di Trieste dove l'Associazione Arteventi-ArT&20 ha organizzato un dibattito cui hanno preso parte anche il fisico Renzo Rosei e il giornalista scientifico Daniele Pernigotti. Pernigotti ha ricordato che nella media pro capite gli italiani emettono 8 tonnellate di anidride carbonica all'anno, mentre il massimo riconducibile a ognuno di noi dovrebbe essere pari a 2. Unica consolazione in una prospettiva poco confortante: nel 2050 ci sarà un assestamento della popolazione mondiale. Secondo Giorgi, abruzzese di Sulmona, ma attivo a Trieste quale direttore dell'Esp (fisica del sistema terrestre), «dobbiamo aspettare che in Italia succeda qualcosa di grosso come gli americani con l'uragano Katrina per avere paura». Come fronteggiare i cambiamenti climatici prodotti anche dall'effetto serra? «Se avessimo politiche energetiche il problema potrebbe essere risolto - spiega Giorgi -. Non serve tornare all'età della pietra. Bisognerebbe cominciare a usare la lavatrice A al posto della lavatrice B. Soprattutto bisogna fare pressioni politiche». Professor Giorgi, chi sta contribuendo di più a rovinare il pianeta? «In questo momento gli Usa con Obama sembrano avere una posizione più consapevole su questo problema. Cina e direi anche India devono fare delle opzioni». I due colossi emergenti sono coscienti dei rischi dei cambiamenti climatici? «I loro ricercatori sì, i politici non so». Dovremo finire col vivere nella penombra per il risparmio energetico? «Adottare politiche nuove non significa sacrificare la qualità della vita. Una casa più isolata e più coibentata è anche una casa più confortevole». Rigassificatori, nucleare, energie rinnovabili. Che cosa possiamo fare qui in Italia e nel Nord Est per contribuire all'igiene del pianeta? «Non c'è una soluzione unica che possa risolvere il problema. Ma le energie rinnovabili possono dare un contributo». Un Nobel come lei viene ascoltato dai politici? «Non molto». P.P.

Torna all'inizio


La Venice University studia la globalizzazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Venice University studia la globalizzazione Domenica 22 Febbraio 2009, Interessanti opportunità per gli studenti dell'Università di Ca' Foscari e dell'Università Iuav (facoltà di pianificazione) iscritti all'ultimo anno della Laurea Magistrale intenzionati a sviluppare la loro tesi su di esso e a tutti gli studenti di Venice Internazional University. Alla Viu, a San Servolo, sono stati inaugurati i corsi di primavera 2009 - che inizieranno domanie termineranno il 29 maggio - e il Globalization program. Li hanno presentati, Stefano Micelli, rettore della VIU e Luca Pes direttore della School of Humanities and Social Sciences e i vari docenti ognuno per la propria disciplina, alla presenza di Ignazio Musu, direttore Centro di Ricerca Ten e di un folto pubblico di studenti entusiasti e carichi di aspettative. Le lezioni spaziano dalla storia di Venezia alla storia contemporanea d'Italia, dall'economia al teatro (il corso autunnale è stato realizzato in collaborazione con la Biennale Teatro di Maurizio Scaparro). Il Globalization programma consta di un pacchetto di corsi avanzati, laboratori e seminari sul tema della globalizzazione e sulle sue implicazioni economiche, ambientali, sociali e culturali. Le promesse sono allettanti: poter seguire corsi tenuti da giovani docenti internazionali che trattano tematiche attuali; potersi sentire parte attiva di una comunità multiculturale di studenti e docenti; completare la tesi di laurea presso importanti centri di ricerca internazionali; migliorare il proprio inglese dato che i corsi sono tenuti in tale lingua e, all'interno dei corsi stessi sono previste guest lecture tenute da esperti dei temi affrontati. I migliori studenti riceveranno borse di studio per sviluppare la tesi di laurea all'estero presso una delle università consorziate con la Viu. Nella pace dell'isola la globalizzazione è un fatto positivo ricco di fermento intellettuale e di attività di studio e ricerca. Circa cento gli iscritti di cui 35 italiani e gli altri provenienti da varie parti del mondo. Maria Teresa Secondi

Torna all'inizio


Pechino Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di Stato Usa Hil... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 22 Febbraio 2009, Pechino Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha messo il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La ex first lady, nella sua prima visita in Cina come esponente di spicco dell'amministrazione Obama, ha assicurato di aver «sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili, lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze, le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». In una breve conferenza stampa con il suo omologo cinese Yang Jiechi, la Clinton ( ha sottolineato che i due Paesi possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo». Le relazioni tra i due Paesi, ha aggiunto la Clinton, devono basarsi «su una semplice premessa: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una relazione positiva e di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono analogo e ha detto che la Cina continuerà ad investire nei buoni del Tesoro Usa. Il buon inizio è stato confermato anche dagli incontri della numero uno della diplomazia americana col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca», ma «procedere tenendosi per mano». Insomma, il «dialogo economico strategico» iniziato dal governo di George W. Bush e molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu Jintao - che in aprile incontrerà Obama a Londra, al vertice del G20 sulla crisi economica, ha espresso «apprezzamento» perché la prima missione della Clinton all'estero si è svolta in Cina e in altri Paesi dell'Estremo Oriente: Giappone, Corea del Sud e Indonesia. Per indicare come Cina ed Usa possano collaborare nel combattere l'inquinamento e il surriscaldamento del pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce "energia pulita" alla periferia di Pechino. La Taiyanggong Geothermal Power, alimentata a gas da sofisticate turbine realizzate dal colosso americano General Electric, è molto più efficiente delle inquinanti centrali a carbone che ancora forniscono quasi tutta l'energia consumata in Cina. «La Cina deve crescere, ma spero che non ripetiate i nostri errori», ha commentato l'ex first lady (nella foto accanto, accolta da alti dirigenti di Pechino). L'atteggiamento poco incisivo della Clinton sui diritti umani è stato criticato dai gruppi internazionali che lo considerano un cedimento all'autoritarismo di Pechino. China Human Rights Defender ha denunciato che decine di dissidenti sono stati messi agli arresti domiciliari, per impedir loro di avvicinare il segretario di Stato o manifestare durante la sua visita. Due di loro, la "blogger" Zeng Jinyan e lo scrittore Yu Jie, hanno detto di essere confinati nelle rispettive case, "assediate" dalla polizia. Ding Zhilin, la fondatrice delle "Madri di piazza Tienanmen" - in ricordo della rivolta studentesca del 1989 repressa nel sangue - ha inviato via internet una lettera alla Clinton, invitandola a chiedere la liberazione del dissidente Liu Xiaobo. Oggi, per «testimoniare» l'importanza che l'amministrazione Obama dà ai diritti umani e civili, Hillary parteciperà ad una messa in una chiesa protestante e riceverà nell'ambasciata Usa alcuni «attivisti della società civile cinese».

Torna all'inizio


Vertice Berlino, Berlusconi: accordo totale, no a protezionismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

BERLINO (Reuters) - I leader europei dei G20 riunitisi oggi a Berlino in vista del summit di aprile a Londra sono d'accordo sulla necessità di nuove regole condivise per i mercati finanziari e di respingere le tendenza protezioniste. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo nella conferenza stampa conclusiva insieme con gli altri leader. "Sono naturalmente d'accordo anche io sulle considerazioni evocate dai miei colleghi. L'accordo è totale sul fatto che dobbiamo agire in modo coordinato per abrogare le vecchie regole che non hanno funzionato e riscrivere un global legal standard e non cadere nella tentazione del protezionismo", ha detto Berlusconi. Il premier si è detto convinto che al G20 di Londra si andrà "nella direzione giusta" ma per questo è anche necessario assicurarsi che le altre potenze, Usa e Cina, "condividano" la linea europea. Berlusconi ha poi detto di ritenere "molto opportuno mandare una nostra delegazione presso l'amministrazione Usa per confrontarci con loro e trovare un preventivo accordo su ciò che decideremo al G20". Berlusconi è passato poi rapidamente a parlare di Italia ribadendo che grazie alla solidità del sistema bancario "non coinvolto nei titoli tossici", ai risparmi e alle tutele sociali, "la situazione è migliore" rispetto agli altri. "Il governo italiano si è mosso con tempestività assoluta... con tempestività di riduce lo svolgersi della crisi", ha concluso.

Torna all'inizio


Crisi e mercati, sì a nuove regole Berlusconi: "L'Italia meglio di altri" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 46 del 2009-02-22 pagina 0 Crisi e mercati, sì a nuove regole Berlusconi: "L'Italia meglio di altri" di Redazione Summit per una soluzione comune in vista del G20: allo studio sanzioni per i paradisi fiscali. Berlusconi parla del presidente americano, della crisi economica e del G8 a la Maddalena in una intervista al quotidiano tedesco Bild. E di Obama dice: "Ci lega un tratto comune, siamo entrambi uomini tesi al fare". "La Merkel? Ha polso..." Berlino - Trovato un primo importante punto d'incontro, o meglio un'intesa totale, come è stata definita, al vertice dei Paesi europei del G20 a Berlino, intesa che verrà presentata all'atteso G20 del due aprile prossimo a Londra. A berlino sono arrivati alla cancelleria tedesca i leader dei Paesi europei del G8 - Italia, Francia e Regno Unito oltre alla Germania - più quelli spagnoli e olandesi. Presenti anche la Repubblica Ceca nella sua veste di presidente di turno dell'Ue, il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, quello dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker e il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. Intesa sulle regole per i mercati I Paesi europei del G20 ribadiscono la determinazione ad attuare il piano di azione concordato dallo stesso G20 "rapidamente e in tutte le sue parti". E' quanto si legge nel documento finale del vertice di Berlino. I leader europei del G20 hanno concordato di regolare e supervisionare i mercati finanziari internazionali in tutte le sue parti, inclusi i fondi d'investimento ad alto rischio, 'hedge funds'. Lo hanno riferito fonti del governo tedesco. I Paesi europei del G20 invitano a delineare con urgenza sanzioni da applicare ai paradisi fiscali. La Merkel: ora azioni concrete "Un chiaro messaggio e delle azioni concrete sono necessari per generare una nuova fiducia nei mercati e per riportare il mondo sulla strada di un maggiore sviluppo e una maggiore occupazione'. Cosi' il cancelliere tedesco Angela Merkel in una dichiarazione scritta diffusa a margine del vertice. "Per sconfiggere la crisi nel breve periodo adotteremo soltanto misure che mantengano le distorsioni della concorrenza ad un livello assolutamente minimo e ci aspettiamo che anche gli altri Stati del G20 si comportino allo stesso modo. Le risorse del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) dovrebbero essere raddoppiate" Berlusconi: "Italia meglio di altri" "Vorrei qui sottolineare che il mio Paese si trova in una situazione relativamente migliore rispetto a quello che i miei colleghi hanno riferito dei loro Paesi", ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa congiunta con gli altri leader presenti al vertice dei Paesi europei. L'Italia è in una situazione migliore, ha sottolineato, "perché ha un sistema bancario solido, le banche italiane non sono state coinvolte dai titoli tossici, le famiglie italiane sono delle famiglie risparmiatrici e ogni italiano che perde il lavoro ha una totale assistenza sanitaria e percepisce il 70% di quella che è la sua principale retribuzione". Berlusconi ha quindi sottolineato che il governo è stato "tempestivo" nell'affrontare la crisi. "L'Italia ha un sistema bancario solido, le banche italiane non sono state coinvolte dai titoli tossici", ha aggiunto. "Missione Ue in Usa" Nel fronteggiare la crisi "dovremo assicurarci che ciò che noi decideremo sia condiviso anche da altri importanti paesi come la Cina e dall'economia più importante che è quella degli Stati Uniti e per questo ritengo molta opportuna un'altra decisione che abbiamo qui evocato di mandare una nostra delegazione presso l'amministrazione americana per trovare un preventivo accordo su ciò che decideremo insieme al G20", ha spiegato Berlusconi che ha aggiunto: "E' molto importante che ci sia una stretta collaborazione e che tutti i leader siano in stretto contatto per fare in modo che in nessuna occasione ci sia qualcosa di non coordinato". Intervista alla "Bild": io e Obama uomini del fare "Ci lega un tratto comune, siamo entrambi uomini tesi al fare". Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi parla del presidente americano Barack Obama in un'intervista al quotidiano tedesco Bild che sarà in edicola domani. Secondo Berlusconi "Obama è un leader carismatico, capace di infondere fiducia". Quindi, aggiunge nell'intervista, "la sua azione politica e i suoi provvedimenti saranno valutati sul campo". "Ma intanto per quanto mi concerne sono fiducioso che la sua 'audacia della speranza' sia l'approccio giusto per risolvere i grandi problemi con cui si è trovato a confrontarsi", ha detto ancora a Bild. Il premier ha anche sottolineato che il suo "rapporto di amicizia" con George W. Bush "non ha impedito di avere a volte idee diverse, ma sempre sulla base di una profonda e reciproca stima". Infatti, secondo Berlusconi, "la forza del rapporto tra i leader sta nella solidità del rapporto tra i loro popoli". "Sono certo che con Obama si instaurerà una relazione altrettanto forte", ha assicurato. Berlusconi loda la "stabilità dell'Euro" e la "ritrovata flessibilità di bilancio" dell'Unione europea: infatti grazie a questi due elementi l'Europa sembra oggi in grado di reagire alla crisi economica. Di fronte alla crisi economica mondiale, ha spiegato il presidente del Consiglio, "l'Europa soffre di alcuni anacronismi" e "manca di una forte dimensione politica". "Gli unici strumenti per fronteggiare le crisi sono rimasti, finora, monetari. La sola infrastruttura assimilabile alla sfera politica è il Patto di stabilità e crescita", ha spiegato. E "se l'Europa è in grado oggi di rispondere con efficacia agli effetti della crisi finanziaria attraverso piani nazionali anti-crisi, è grazie alla ritrovata flessibilità di bilancio e alla stabilità dell'euro. Il rigore deve potersi coniugare con lo sviluppo", ha aggiunto Berlusconi ricordando di essere stato "criticato anni fa" per aver chiesto di rendere il Patto "un po' meno rigido", idea che poi invece "é prevalsa". Il G8 a guida italiana proporrà la 'Detax', "un meccanismo fiscale che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale", ha annunciato il premier. "Dobbiamo contrastare la crisi e lavorare per la ripresa, ma anche preoccuparci di ridurre gli squilibri che ci sono nel mondo. Per fare ciò - ha spiegato il premier - l'Italia ha proposto l'apertura del G8 alle economie emergenti, perché il G8 diventi più inclusivo e rappresentativo, senza perdere la sua efficacia". "Intendiamo rafforzare il dialogo con Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa attraverso un partenariato stabile e strutturato, e intendiamo coinvolgere anche un Paese musulmano, arabo e africano come l'Egitto", ha concluso Berlusconi. Quest'anno alla Maddalena sarà la terza volta che Silvio Berlusconi presiederà un vertice del G8: "un primato che se da un lato mi dispiace, perché prova che sono troppo vecchio, dall'altro garantisce una leadership di saggezza e di esperienza nella nostra politica estera". "La Merkel ha polso" Il cancelliere tedesco Angela Merkel é "una vera protagonista, una donna coraggiosa, di polso, molto preparata". "Non tocca a me dare la pagella al vostro cancelliere", avverte Berlusconi nell'intervista ma aggiunge: "Angela Merkel ha fatto col massimo impegno tutto ciò che poteva per mettere in sicurezza il bilancio tedesco, e credo che i risultati debbano essere valutati per la loro positività anche in base alla gravità della crisi. Lei ha voluto scommettere sulla ripresa e ha adottato misure coraggiose". "La Germania - conclude il premier - è un Paese fortunato, nei momenti cruciali ha sempre avuto Cancellieri all'altezza della situazione: Adenauer, Brandt, Helmut Kohl". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


G20/ Berlusconi: Pensiamo a viaggio in Usa prima di aprile (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Berlino, 22 feb. (Apcom) - I leader europei che hanno partecipato oggi a un incontro pre-G20 a Berlino stanno pensando di andare a presentare i risultati della discussione all'amministrazione statunitense prima del vertice di inizio aprile a Londra. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Berlino. "Probabilmente faremo anche una puntata in America per concordare con l'amministrazione americana le decisioni finali del G20", ha spiegato Berlusconi. "Penso che ci sarà la formazione di oggi, noi come responsabili del G8, Merkel, Sarkozy, ma poi vedremo". Il viaggio dovrebbe avvenire prima del G8 luglio, "forse addirittura prima del G20" in programma i primi di aprile a Londra, ha precisato il Premier. Comunque, ha puntualizzato Berlusconi, "è una stata un'idea, non una decisione". "Dobbiamo andare a parlare con l'amministrazione statunitense, dobbiamo coinvolgere anche la Cina", ha concluso il Premier.

Torna all'inizio


Crisi, i Grandi Ue: sì a nuove regole Berlusconi: "L'Italia meglio di altri" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 46 del 2009-02-22 pagina 0 Crisi, i Grandi Ue: sì a nuove regole Berlusconi: "L'Italia meglio di altri" di Redazione Summit per una soluzione comune in vista del G20: allo studio sanzioni per i paradisi fiscali. Berlusconi parla del presidente americano, della crisi economica e del G8 a la Maddalena in una intervista al quotidiano tedesco Bild. E di Obama dice: "Ci lega un tratto comune, siamo entrambi uomini tesi al fare". "La Merkel? Ha polso..." Berlino - Trovato un primo importante punto d'incontro, o meglio un'intesa totale, come è stata definita, al vertice dei Paesi europei del G20 a Berlino, intesa che verrà presentata all'atteso G20 del due aprile prossimo a Londra. A berlino sono arrivati alla cancelleria tedesca i leader dei Paesi europei del G8 - Italia, Francia e Regno Unito oltre alla Germania - più quelli spagnoli e olandesi. Presenti anche la Repubblica Ceca nella sua veste di presidente di turno dell'Ue, il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, quello dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker e il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. Intesa sulle regole per i mercati I Paesi europei del G20 ribadiscono la determinazione ad attuare il piano di azione concordato dallo stesso G20 "rapidamente e in tutte le sue parti". E' quanto si legge nel documento finale del vertice di Berlino. I leader europei del G20 hanno concordato di regolare e supervisionare i mercati finanziari internazionali in tutte le sue parti, inclusi i fondi d'investimento ad alto rischio, 'hedge funds'. Lo hanno riferito fonti del governo tedesco. I Paesi europei del G20 invitano a delineare con urgenza sanzioni da applicare ai paradisi fiscali. La Merkel: ora azioni concrete "Un chiaro messaggio e delle azioni concrete sono necessari per generare una nuova fiducia nei mercati e per riportare il mondo sulla strada di un maggiore sviluppo e una maggiore occupazione'. Cosi' il cancelliere tedesco Angela Merkel in una dichiarazione scritta diffusa a margine del vertice. "Per sconfiggere la crisi nel breve periodo adotteremo soltanto misure che mantengano le distorsioni della concorrenza ad un livello assolutamente minimo e ci aspettiamo che anche gli altri Stati del G20 si comportino allo stesso modo. Le risorse del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) dovrebbero essere raddoppiate" Berlusconi: "Italia meglio di altri" "Vorrei qui sottolineare che il mio Paese si trova in una situazione relativamente migliore rispetto a quello che i miei colleghi hanno riferito dei loro Paesi", ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa congiunta con gli altri leader presenti al vertice dei Paesi europei. L'Italia è in una situazione migliore, ha sottolineato, "perché ha un sistema bancario solido, le banche italiane non sono state coinvolte dai titoli tossici, le famiglie italiane sono delle famiglie risparmiatrici e ogni italiano che perde il lavoro ha una totale assistenza sanitaria e percepisce il 70% di quella che è la sua principale retribuzione". Berlusconi ha quindi sottolineato che il governo è stato "tempestivo" nell'affrontare la crisi. "L'Italia ha un sistema bancario solido, le banche italiane non sono state coinvolte dai titoli tossici", ha aggiunto. "Missione Ue in Usa" Nel fronteggiare la crisi "dovremo assicurarci che ciò che noi decideremo sia condiviso anche da altri importanti paesi come la Cina e dall'economia più importante che è quella degli Stati Uniti e per questo ritengo molta opportuna un'altra decisione che abbiamo qui evocato di mandare una nostra delegazione presso l'amministrazione americana per trovare un preventivo accordo su ciò che decideremo insieme al G20", ha spiegato Berlusconi che ha aggiunto: "E' molto importante che ci sia una stretta collaborazione e che tutti i leader siano in stretto contatto per fare in modo che in nessuna occasione ci sia qualcosa di non coordinato". Intervista alla "Bild": io e Obama uomini del fare "Ci lega un tratto comune, siamo entrambi uomini tesi al fare". Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi parla del presidente americano Barack Obama in un'intervista al quotidiano tedesco Bild che sarà in edicola domani. Secondo Berlusconi "Obama è un leader carismatico, capace di infondere fiducia". Quindi, aggiunge nell'intervista, "la sua azione politica e i suoi provvedimenti saranno valutati sul campo". "Ma intanto per quanto mi concerne sono fiducioso che la sua 'audacia della speranza' sia l'approccio giusto per risolvere i grandi problemi con cui si è trovato a confrontarsi", ha detto ancora a Bild. Il premier ha anche sottolineato che il suo "rapporto di amicizia" con George W. Bush "non ha impedito di avere a volte idee diverse, ma sempre sulla base di una profonda e reciproca stima". Infatti, secondo Berlusconi, "la forza del rapporto tra i leader sta nella solidità del rapporto tra i loro popoli". "Sono certo che con Obama si instaurerà una relazione altrettanto forte", ha assicurato. Berlusconi loda la "stabilità dell'Euro" e la "ritrovata flessibilità di bilancio" dell'Unione europea: infatti grazie a questi due elementi l'Europa sembra oggi in grado di reagire alla crisi economica. Di fronte alla crisi economica mondiale, ha spiegato il presidente del Consiglio, "l'Europa soffre di alcuni anacronismi" e "manca di una forte dimensione politica". "Gli unici strumenti per fronteggiare le crisi sono rimasti, finora, monetari. La sola infrastruttura assimilabile alla sfera politica è il Patto di stabilità e crescita", ha spiegato. E "se l'Europa è in grado oggi di rispondere con efficacia agli effetti della crisi finanziaria attraverso piani nazionali anti-crisi, è grazie alla ritrovata flessibilità di bilancio e alla stabilità dell'euro. Il rigore deve potersi coniugare con lo sviluppo", ha aggiunto Berlusconi ricordando di essere stato "criticato anni fa" per aver chiesto di rendere il Patto "un po' meno rigido", idea che poi invece "é prevalsa". Il G8 a guida italiana proporrà la 'Detax', "un meccanismo fiscale che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale", ha annunciato il premier. "Dobbiamo contrastare la crisi e lavorare per la ripresa, ma anche preoccuparci di ridurre gli squilibri che ci sono nel mondo. Per fare ciò - ha spiegato il premier - l'Italia ha proposto l'apertura del G8 alle economie emergenti, perché il G8 diventi più inclusivo e rappresentativo, senza perdere la sua efficacia". "Intendiamo rafforzare il dialogo con Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa attraverso un partenariato stabile e strutturato, e intendiamo coinvolgere anche un Paese musulmano, arabo e africano come l'Egitto", ha concluso Berlusconi. Quest'anno alla Maddalena sarà la terza volta che Silvio Berlusconi presiederà un vertice del G8: "un primato che se da un lato mi dispiace, perché prova che sono troppo vecchio, dall'altro garantisce una leadership di saggezza e di esperienza nella nostra politica estera". "La Merkel ha polso" Il cancelliere tedesco Angela Merkel é "una vera protagonista, una donna coraggiosa, di polso, molto preparata". "Non tocca a me dare la pagella al vostro cancelliere", avverte Berlusconi nell'intervista ma aggiunge: "Angela Merkel ha fatto col massimo impegno tutto ciò che poteva per mettere in sicurezza il bilancio tedesco, e credo che i risultati debbano essere valutati per la loro positività anche in base alla gravità della crisi. Lei ha voluto scommettere sulla ripresa e ha adottato misure coraggiose". "La Germania - conclude il premier - è un Paese fortunato, nei momenti cruciali ha sempre avuto Cancellieri all'altezza della situazione: Adenauer, Brandt, Helmut Kohl". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio