CENACOLO DEI COGITANTI |
Usa-Cina/
Clinton partecipa a funzione religiosa a Pechino
( da "Virgilio
Notizie" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha partecipato
oggi alla funzione religiosa nella chiesa cristiana di Haidian, a Pechino,
all'indomani dei suoi incontri con i leader cinesi, incentrati su economia e
cambiamenti climatici. La funzione religiosa e un incontro con le donne sono
gli ultimi appuntamenti della visita in Asia del Segretario di Stato.
Clinton
in Cina: insieme contro la crisi ( da "Giornale di Brescia"
del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra
l'Amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del
segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha
detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca»
ma «procedere insieme tenendosi per mano».
Un
accordo anticrisi tra Cina e Usa ( da "Alto Adige"
del 22-02-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l'
amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del
segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha
detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca»
ma «procedere insieme tenendosi per mano».
un
nuovo capitolo cina-usa ( da "Nuova Sardegna, La"
del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Un nuovo capitolo Cina-Usa PECHINO. Concentrandosi su
economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di Stato americano
Hillary Clinton ha messo ieri il suo marchio su un nuovo capitolo delle
relazioni tra i due Paesi. La Clinton, nella sua prima visita in Cina nella sua
nuova veste di esponente di spicco dell'amministrazione Obama,
pechino:
arriva hillary, dissidenti in cella - federico rampini
( da "Repubblica,
La" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La cooperazione è obbligatoria per il peso finanziario
della Cina, su questo Hillary è stata esplicita. «Apprezziamo molto - ha detto
- la costante fiducia del governo cinese verso i titoli del Tesoro americano.
Io sono certa che è una fiducia ben riposta. E´ ragionevole credere che America
e Cina si riprenderanno dalla crisi economica, e insieme guideremo la crescita
mondiale».
Hillary
Clinton ricuce tra Pechino e Stati Uniti
( da "Arena,
L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi».
Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e
Yang hanno parlato di un «confronto aperto» dichiarandosi «d'accordo
nell'essere in disaccordo». Le relazioni bilaterali, per la Clinton, devono
basarsi «su una semplice premessa: è essenziale che abbiamo una relazione
positiva,
Banche
e crisi, il peggio deve ancora venire?
( da "Giornale.it,
Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e
il mondo Commenti ( 51 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il
problema è il Pd.
Il
ministro di Obama nel lager di Guantanamo Vedrò i prigionieri
( da "Unita,
L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La Cina ne ha chiesto il rimpatrio per processarli come
appartenenti a un'organizzazione terroristica. Loro in Cina non vogliono essere
portati. Il problema con Pechino è stato affrontato anche da Hillary Clinton,
al suo primo viaggio in Asia come segretaria di Stato.
lo
stato populista ( da "Mattino di Padova, Il"
del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: possibile contrastare localmente gli effetti della
globalizzazione, trasformando il tema-chiave dell'insicurezza esistenziale in
esclusiva sicurezza personale. Uno spostamento di tiro che, anche grazie al non
disinteressato sostegno di mezzi di comunicazione di massa che trasformano i
cittadini in telespettatori, indirizza l'attenzione sull'esclusiva dimensione
del rischio devianza.
CINA-USA:
HILLARY CLINTON APRE UN NUOVO CAPITOLO / ANSA
( da "Secolo
XIX, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra
l'amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del
Segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha
detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca»
ma «procedere insieme tenendosi per mano».
un
accordo anticrisi tra cina e usa ( da "Tirreno, Il"
del 22-02-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra l'
amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del
segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha
detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca»
ma «procedere insieme tenendosi per mano».
sicurezza
privatizzata deriva pericolosa ( da "Tirreno, Il"
del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: possibile contrastare localmente gli effetti della
globalizzazione, trasformando il tema-chiave dell'insicurezza esistenziale in
esclusiva sicurezza personale. Uno spostamento di tiro che, anche grazie al non
disinteressato sostegno di mezzi di comunicazione di massa che trasformano i
cittadini in telespettatori, indirizza l'attenzione sull'esclusiva dimensione
del rischio devianza.
Hillary
ai cinesi: fateci credito ( da "KataWeb News"
del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina si riprenderanno dalla crisi economica, e insieme
guideremo la crescita mondiale". In cima alla sua agenda dunque la
responsabile della politica estera di Obama ha messo la questione del
rifinanziamento del debito pubblico Usa, un assillo tanto più cruciale in vista
delle massicce emissioni di Treasury Bonds necessarie per pagare la manovra di
rilancio approvata dal Congresso
Clinton
chiede a Pechino di continuare a investire negli Usa
( da "Virgilio
Notizie" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il segretario di Stato Usa, Hillary Rodham Clinton, chiede
a Pechino di continuare a investire in bond del Tesoro americano. In
un'intervista rilasciata al programma tv 'One on One' durante la sua visita in
Cina, Clinton definisce intelligente la decisione delle autorità cinesi di
continuare a investire negli Stati Uniti, sottolineando che si tratta di
investimenti sicuri.
<Di
fronte alla recessione Cina e America mano nella mano>
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il buon inizio del capitolo delle relazioni tra
l'amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del
segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha
detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca»
ma «procedere insieme tenendosi per mano».
Una
battaglia persa conservare l'esistente per contenere la crisi
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: ha trascinato il mondo verso la globalizzazione, le
sovrastrutture finanziarie, ecc. Ebbene, le rilevanti spese e investimenti in
infrastrutture, richieste per sostenere la domanda globale, non potranno non
riflettersi, anche questa volta, sulle produzioni e sulla distribuzione di beni
e di servizi;
Usa e
Cina patto anticrisi: Salveremo noi il mondo
( da "Messaggero,
Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Domenica 22 Febbraio 2009 Chiudi Usa e Cina patto
anticrisi: «Salveremo noi il mondo» Hillary Clinton: prima l'economia, altra
cosa i diritti umani
Hillary
a Pechino: <I diritti umani? Non interferiscano con le crisi>
( da "Corriere
della Sera" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: con altri argomenti di cooperazione con la Cina, Amnesty
si è detta «scioccata » ed «estremamente delusa» dalle affermazioni del
segretario di stato perché gli Usa «sono uno dei pochi Paesi che possono tenere
testa alla Cina in materia di diritti ». «Quest'atteggiamento risponde a una
necessità e corrisponde a una tendenza della società statunitense » dice al
Corriere Shi Yinhong,
<Diritti
umani? Meglio parlare d'economia> Esordio con gaffe per Hillary Clinton
( da "Giornale.it,
Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: o dei dissidenti illegalmente detenuti in Cina. Però non
sarebbe carino, potrebbe mal disporre l'interlocutore, di cui l'America non ha
mai avuto tanto bisogno: da anni il Tesoro Usa ha sostenuto un ricorso
sistematico al denaro facile stampando quantità record di buoni del tesoro che
ben pochi americani acquistano, nella certezza che li avrebbe rilevati quasi in
blocco la Cina.
Harvard,
gli studenti protestano <Obama ci ruba i migliori prof>
( da "Corriere
della Sera" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: ex rettore e guru della globalizzazione, andato a dirigere
il National Economic Council, di fatto il più importante consigliere economico
del presidente; Samantha Power, già coinvolta nella campagna di Obama,
dimessasi un anno fa per aver definito un «mostro» Hillary Clinton e ora
ripescata in un posto di primo piano nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale;
ROMA -
La crisi morde ma in Cina il settore auto resiste
( da "Adige,
L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: il mese scorso in Cina sono state vendute 735mila vetture
contro le 656.976 degli Usa (secondo le stime preliminari della società di
ricerca Autodata). Gli analisti avvertono tuttavia che il sorpasso potrebbe
essere temporaneo, perché in gennaio gli Usa risentono di un calo fisiologico
delle vendite nel dopo-Natale, mentre in Cina le festività del Capodanno Lunare
provocano l'
Un lato
della medaglia della crescita del Pil è fatto di vite umane
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Europa in un mondo globalizzato. A un anno dal traguardo
del 2010 del decennio della Strategia di Lisbona, l'Europa è in avanti rispetto
agli Usa in molti parametri di qualità. Tra gli Stati dell'Ue, l'Italia è,
tuttavia, molto indietro riguardo ai parametri su dispersione scolastica,
disoccupazione giovanile, qualificazione della manodopera,
La
Clinton chiede a Pechino di continuare a comprare i buoni del Tesoro americani
( da "Rai
News 24" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: il premier Wen Jabao e il ministro degli Esteri Yang
Jiechi, Clinton ha cercato di rassicurare Pechino sulla solidita' dei suoi
investimenti in America. A settembre, la Cina e' diventato il primo creditore
di Washington, spodestando il Giappone. A dicembre, Pechino aveva 696,2
miliardi di dollari in buoni del Tesoro, secondo gli ultimi dati Usa.
Visita
Clinton in Cina termina in chiesa e su chat online
( da "Reuters
Italia" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina e Stati Uniti dipendono entrambi dalla ripresa
dell'economia statunitense e cadranno o si risolleveranno assieme, come ha
detto la Clinton a Dragon Tv nel corso di un'intervista. La Cina è il maggior
finanziatore del debito statunitense e Clinton ha definito la decisione di
continuare a investire nei titoli di Stato Usa "
Energia,
basta poco per risparmiare ( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: «In questo momento gli Usa con Obama sembrano avere una
posizione più consapevole su questo problema. Cina e direi anche India devono
fare delle opzioni». I due colossi emergenti sono coscienti dei rischi dei
cambiamenti climatici? «I loro ricercatori sì, i politici non so».
La
Venice University studia la globalizzazione
( da "Gazzettino,
Il (Venezia)" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La Venice University studia la globalizzazione Domenica 22
Febbraio 2009, Interessanti opportunità per gli studenti dell'Università di Ca'
Foscari e dell'Università Iuav (facoltà di pianificazione) iscritti all'ultimo
anno della Laurea Magistrale intenzionati a sviluppare la loro tesi su di esso
e a tutti gli studenti di Venice Internazional University.
Pechino
Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di
Stato Usa Hil... ( da "Gazzettino, Il"
del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una relazione
positiva e di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono analogo e ha detto che
la Cina continuerà ad investire nei buoni del Tesoro Usa. Il buon inizio è
stato confermato anche dagli incontri della numero uno della diplomazia
americana col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao.
Vertice
Berlino, Berlusconi: accordo totale, no a protezionismo
( da "Reuters
Italia" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: nella direzione giusta" ma per questo è anche necessario
assicurarsi che le altre potenze, Usa e Cina, "condividano" la linea
europea. Berlusconi ha poi detto di ritenere "molto opportuno mandare una
nostra delegazione presso l'amministrazione Usa per confrontarci con loro e
trovare un preventivo accordo su ciò che decideremo al G20".
Crisi e
mercati, sì a nuove regole Berlusconi: "L'Italia meglio di altri"
( da "Giornale.it,
Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Missione Ue in Usa" Nel fronteggiare la crisi
"dovremo assicurarci che ciò che noi decideremo sia condiviso anche da
altri importanti paesi come la Cina e dall'economia più importante che è quella
degli Stati Uniti e per questo ritengo molta opportuna un'altra decisione che
abbiamo qui evocato di mandare una nostra delegazione presso l'
G20/
Berlusconi: Pensiamo a viaggio in Usa prima di aprile
( da "Virgilio
Notizie" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: "forse addirittura prima del G20" in programma i
primi di aprile a Londra, ha precisato il Premier. Comunque, ha puntualizzato
Berlusconi, "è una stata un'idea, non una decisione". "Dobbiamo
andare a parlare con l'amministrazione statunitense, dobbiamo coinvolgere anche
la Cina", ha concluso il Premier.
Crisi,
i Grandi Ue: sì a nuove regole Berlusconi: "L'Italia meglio di altri"
( da "Giornale.it,
Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Missione Ue in Usa" Nel fronteggiare la crisi
"dovremo assicurarci che ciò che noi decideremo sia condiviso anche da
altri importanti paesi come la Cina e dall'economia più importante che è quella
degli Stati Uniti e per questo ritengo molta opportuna un'altra decisione che
abbiamo qui evocato di mandare una nostra delegazione presso l'
( da "Virgilio Notizie" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pechino,
22 feb. (Ap) - Il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha partecipato oggi
alla funzione religiosa nella chiesa cristiana di Haidian, a Pechino,
all'indomani dei suoi incontri con i leader cinesi, incentrati su economia e
cambiamenti climatici. La funzione religiosa e un incontro con le donne sono
gli ultimi appuntamenti della visita in Asia del Segretario di Stato. Il
servizio di sicurezza ha tenuto a distanza dalla chiesa un piccolo gruppo di
curiosi. Pechino è la quarta e ultima tappa del viaggio in Asia che ha portato
Clinton in Corea del Sud, Indonesia e Giappone.
( da "Giornale di Brescia" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
22/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Clinton in Cina: insieme contro la crisi Il Segretario di Stato Usa a Pechino. Il gigante asiatico continuerà a comprare i
Bot statunitensi Accento anche sullo sviluppo sostenibile, ma sui diritti umani
«d'accordo nell'essere in disaccordo» con il presidente cinese Hu Jintao ieri a
Pechino" title="Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton con
il presidente cinese Hu Jintao ieri a Pechino"
onClick="showImage('http://www.giornaledibrescia.it/gdbonline/contenuti/20090222/foto/full_brescia_139.jpg',600,427)">
Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton con il presidente cinese Hu
Jintao ieri a Pechino PECHINO Concentrandosi su economia e cambiamenti
climatici, il nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo ieri
il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La
Clinton, nella sua prima visita in Cina nella sua
nuova veste ha assicurato di aver «sollevato» con i suoi interlocutori il
problema dei diritti umani e civili, lasciandolo però in secondo piano rispetto
alle necessità che le due potenze, le cui economie si sono rivelate nella crisi
fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha
detto la Clinton, Usa e Cina
possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di
Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e il collega Yang Jiechi hanno
detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo
nell'essere in disaccordo». «Gli eventi mondiali - ha affermato il segretario
di Stato - ci hanno messo davanti un'agenda piena e formidabile». Le relazioni
tra i due Paesi, ha proseguito, devono basarsi «su una semplice premessa: è
essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una
relazione positiva, di cooperazione». Attraverso il fiume sulla stessa barca
Yang ha mantenuto un tono analogo, affermando tra l'altro che la Cina continuerà ad investire nei buoni del Tesoro
statunitensi. Il buon inizio del capitolo delle relazioni
tra l'Amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri del segretario di Stato col
premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il fiume sulla stessa barca» ma
«procedere insieme tenendosi per mano». Dal colloquio Hillary-Wen è
emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato dal Governo di Bush,
molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu Jintao - che in aprile incontrerà
Obama a Londra durante il G20 - ha espresso il suo «apprezzamento» per il fatto
che la prima missione della Clinton all'estero si sia svolta in Cina e in altri Paesi asiatici. La svolta verde e i diritti
umani Per indicare in quale modo Cina ed Usa possono collaborare nel combattere l'inquinamento e il
surriscaldamento del pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce
energia pulita alla periferia di Pechino. «La Cina
deve crescere ma spero che non ripetiate i nostri errori», ha commentato l'ex
first lady. L'atteggiamento della Clinton sui diritti umani è stato criticato
dai gruppi internazionali, che lo considerano un cedimento all'autoritarismo di
Pechino. Ieri China Human Rights Defender ha denunciato che decine di
dissidenti sono stati messi agli arresti domiciliari per impedir loro di
incontrare il segretario di Stato. Due di loro, la blogger Zeng Jinyan e lo
scrittore Yu Jie, hanno confermato di non potersi muovere dalle loro
abitazioni. Oggi, in quella che vuole essere una «testimonianza»
dell'importanza che l'Amministrazione Obama attribuisce ai diritti umani,
Hillary parteciperà ad una messa in una chiesa protestante, poi riceverà
nell'ambasciata Usa un gruppo di «leader della società
civile».
( da "Alto Adige" del 22-02-2009)
Pubblicato anche in: (Trentino)
Argomenti: Cina Usa
Prima
visita del segretario di Stato, Hillary Clinton: ma i diritti umani restano in
secondo piano Un accordo anticrisi tra Cina e Usa «Lavoriamo insieme per l'economia e le questioni
ambientali» PECHINO. Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il
nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo oggi il suo
marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La Clinton, nella
sua prima visita in Cina nella sua nuova veste di
esponente di spicco dell'amministrazione di Barack Obama, ha assicurato di aver
«sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili. Ma
lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze,
le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti,
«lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve
conferenza stampa con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa
e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi».
Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e
Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati
«d'accordo nell'essere in disaccordo». «Gli eventi mondiali - ha affermato il
segretario di Stato - ci hanno messo davanti un'agenda piena e formidabile». Le
relazioni tra i due Paesi, ha proseguito, devono basarsi «su una semplice
premessa: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo
una relazione positiva, di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono analogo,
affermando tra l'altro che la Cina continuerà ad
investire nei buoni del Tesoro statunitensi. Il buon inizio
del capitolo delle relazioni tra l' amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri
del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen
ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il
fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano». Dal
colloqui Hillary-Wen è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato da
W.Bush, molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu Jintao - che in aprile
incontrerà Obama a Londra, dove si svolgerà il vertice del G20 sulla crisi
economica, ha espresso il suo «apprezzamento» per il fatto che la prima
missione della Clinton all'estero si sia svolta in Cina
e in altri paesi asiatici (Giappone, Indonesia e Corea del Sud). Per indicare
in quale modo Cina ed Usa
possono collaborare nel combattere l'inquinamento e il surriscaldamento del
pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce energia pulita alla
periferia di Pechino.
( da "Nuova Sardegna, La" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
La
visita di Hillary Clinton minimizza il peso dei «diritti civili violati» Un nuovo capitolo Cina-Usa PECHINO.
Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il nuovo segretario di
Stato americano Hillary Clinton ha messo ieri il suo marchio su un nuovo
capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La Clinton, nella sua prima visita in
Cina nella sua nuova veste
di esponente di spicco dell'amministrazione Obama, ha assicurato di aver
«sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili,
lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze,
le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti,
«lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve
conferenza stampa con l'omologo cinese Yang Jiechi, Usa
e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi».
Anche se sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani,
Hillary e Yang hanno detto essere «d'accordo nell'essere in disaccordo».
( da "Repubblica, La" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
15 - Esteri Pechino: arriva Hillary, dissidenti in cella Arresti durante la
visita ma per la Clinton le priorità sono economia e ambiente Arresti durante
la visita ma per la Clinton le priorità sono economia e ambiente Quando venne
da senatrice nel 2005 ebbe parole durissime sul regime Washington ha bisogno di
aiuto per superare il periodo di crisi FEDERICO RAMPINI dal nostro
corrispondente PECHINO - Al suo battesimo diplomatico Hillary Clinton è
costretta a incassare la prima beffa cinese. Arrivando a Pechino il segretario
di Stato aveva dichiarato che la pressione verso la Repubblica Popolare sui
diritti umani «non deve interferire» con le priorità del dialogo e cioè «la
cooperazione bilaterale per uscire dalla crisi economica globale, per combattere
il cambiamento climatico, e le questioni della sicurezza». I padroni di casa
l´hanno presa subito in parola. Ieri la polizia cinese ha messo agli arresti
domiciliari e sotto stretta sorveglianza i più noti dissidenti della capitale,
in particolare i firmatari dell´appello Carta 08, per impedire che entrassero
in contatto con la delegazione americana. Un passo falso per la Clinton,
prontamente criticata dalle organizzazioni umanitarie, che hanno ricordato la
posizione ben più coraggiosa che lei stessa aveva adottato sui diritti umani in
una visita in Cina nel 2005. Human Rights Watch ha
definito la dichiarazione del segretario di Stato «un errore strategico, che
riduce il futuro potere di pressione degli Stati Uniti in favore dei diritti
umani». Ma quando venne qui nel 2005 Hillary era solo una senatrice di New
York. Ieri la ragion di Stato le ha imposto di mettere la sordina alle
critiche. «Possiamo discutere - ha detto - sui temi su cui abbiamo divergenze,
dal Tibet alle libertà politiche, ma partendo da questa premessa: è essenziale
che gli Stati Uniti abbiano una relazione positiva e amichevole». La cooperazione è obbligatoria per il peso finanziario della Cina, su questo Hillary è stata
esplicita. «Apprezziamo molto - ha detto - la costante fiducia del governo
cinese verso i titoli del Tesoro americano. Io sono certa che è una fiducia ben
riposta. E´ ragionevole credere che America e Cina si riprenderanno dalla crisi economica, e insieme guideremo la
crescita mondiale». In cima alla sua agenda dunque la responsabile della
politica estera di Obama ha messo la questione del rifinanziamento del debito
pubblico Usa, un assillo tanto più cruciale in vista
delle massicce emissioni di Treasury Bonds necessarie per pagare la manovra di
rilancio approvata dal Congresso e i salvataggi bancari. E´ noto che la banca
centrale cinese è il primo detentore assoluto di titoli pubblici americani (con
2.000 miliardi di dollari di riserve ufficiali) e la Clinton ha voluto
assicurarsi che non ci siano ripensamenti a Pechino. Una preoccupazione
tutt´altro che infondata: i responsabili della politica monetaria cinese temono
che l´esplosione del debito pubblico Usa possa portare
a una caduta del dollaro, decurtando il valore delle riserve cinesi. Perciò il
ministro degli Esteri Yang Jiechi ha voluto precisare che gli investimenti
cinesi sono guidati da criteri di «sicurezza, valore, liquidità». Poi ha
rassicurato l´interlocutrice, sia pure in tono condizionale: «i fatti contano
più delle parole. I fatti dicono che la Cina ha
cooperato con gli Stati Uniti, e siamo pronti a continuare così». E´ toccato
quindi alla Clinton ricucire le prime tensioni che si erano manifestate tra
Pechino e l´Amministrazione Obama. Prima per l´uscita del segretario al Tesoro
Tim Geithner che aveva accusato i cinesi di manipolare la loro valuta per
aiutare l´export. Poi con la clausola Buy American inserita nella maximanovra
di spesa pubblica, una norma protezionista che prende di mira in particolare
l´acciaio cinese. C´erano le premesse per una escalation di rappresaglie, che
il segretario di Stato ha voluto disinnescare al più presto. Inserendo nel suo
primo viaggio all´estero la Repubblica Popolare alla pari con Giappone, Corea
del Sud e Indonesia - cioè tre alleati storici dell´America - la Clinton ha avuto
un gesto di riguardo importante. La prova che Washington sa di non potersi
permettere un braccio di ferro protezionista con la seconda economia del
pianeta, nonché la sua creditrice più generosa. Hillary ne ha approfittato per
"arruolare" la leadership cinese nella campagna che sta più a cuore a
Barack Obama - subito dopo la guerra alla recessione - e cioè la riduzione
delle emissioni di Co2. Ieri a Pechino il segretario di Stato ha visitato una
centrale termoelettrica a gas alimentata da turbine della General Electric, una
tecnologia molto meno inquinante del carbone. «Noi vogliamo che la Cina cresca - ha dichiarato - ma ci auguriamo che nel vostro
sviluppo non ripetiate gli errori che facemmo noi all´epoca
dell´industrializzazione».
( da "Arena, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Domenica
22 Febbraio 2009 NAZIONALE Pagina 6 CINA. Visita fruttuosa Hillary Clinton
ricuce tra Pechino e Stati Uniti PECHINO Concentrandosi su economia e
cambiamenti climatici, il neosegretario di Stato americano Hillary Clinton ha
messo ieri il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra Stati Uniti
e Pechino. La Clinton, nella prima visita a Pechino nella sua nuova veste di
esponente dell'amministrazione Obama, ha assicurato di aver «sollevato» con gli
interlocutori il problema dei diritti umani e civili, lasciandolo però in
secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze, le cui economie si
sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». Con
questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve conferenza stampa con
il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina
possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di
Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno parlato di un
«confronto aperto» dichiarandosi «d'accordo nell'essere in disaccordo». Le
relazioni bilaterali, per la Clinton, devono basarsi «su una semplice premessa:
è essenziale che abbiamo una relazione positiva, di cooperazione». Yang
ha usato un tono analogo, confermando che la Cina
continuerà ad investire nei buoni del Tesoro Usa. Il
buon inizio delle relazioni tra l'amministrazione Obama e Pechino è stato
confermato dagli incontri di l'ex First lady col premier Wen Jiabao e col
presidente Hu Jintao.
( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama
italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo
il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora
candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di
Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama,
Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono
un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di
lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano,
Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al
Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al
presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia
da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne
ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd
ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che
le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi";
seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato
e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di
qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito
una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci
illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy
(ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito
è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta?
Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze",
degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i
video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è
davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in
progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia,
giornalismo 1 Commento » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora
venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno
lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui
titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una
crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi
insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario
internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare
oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura
violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama,
che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di
250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo
della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra
gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale
iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera
con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il
che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non
può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere
destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma
la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più
potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo
Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il
sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non
è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà
estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta.
Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una
spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in
manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia,
svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 51 ) » (4
voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico
17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese
come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo
Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità
per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui
il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare
l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per
queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della
società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione
e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità,
i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in
teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito
che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima
al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che
alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di
crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi
politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era
pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate:
un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova
dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di
sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile
che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima
diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso
la fine della "visione" e del "sogno" di un partito
diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli
ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti,
pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia,
elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana
lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del
passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì
lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto
avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia
riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti,
società, democrazia, Italia Commenti ( 60 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la
sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati,
riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un
tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore
era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne
commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure
espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente
anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la
giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione
rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid
punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe
essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese
civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di
legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità
della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un
passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga
assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi
giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e,
soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo:
faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo
metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il
territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia,
società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 76 ) » (2 voti, il voto
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RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09
Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è
la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia
d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela,
nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo
spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore
di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla
a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha
chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa
di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi:
"Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la
reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene
senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato
vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto
che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che
deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo
che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona
ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo
compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità
maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di
leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il
che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di
più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei
media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati
l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra.
Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche
dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica
più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche
noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un
pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la
storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già
crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la
stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio
distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. -
Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia,
Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo
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Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta
davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che
accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda,
dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca
responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della
Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento
nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole
riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano.
Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso.
Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità,
Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna.
Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita?
Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli
Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura
Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo
(Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa
a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato
titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare,
soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che
l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di
ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da
5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9
milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il
rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il
tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci
fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi
dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega
niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di
Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo
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articolo a un amico 09Feb
( da "Unita, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
ministro di Obama nel lager di Guantanamo «Vedrò i prigionieri» Il ministro
della Giustizia di Obama domani andrà a Guantanamo: «Non c'è altro modo per
capire davvero cosa sta succedendo e vedere in che condizioni sono i
prigionieri», ha detto prima di partire. Un'ispezione nel buco nero della
giustizia internazionale. Eric Holder, segretario alla Giustizia
dell'amministrazione Obama, ha deciso di andare personalmente a Guantanamo per
rendersi conto della situazione. L'arrivo nel campo di reclusione all'interno
della base navale Usa in territorio cubano è previsto
domani. Holder è il primo esponente di rango governativo a visitare la
prigione. «Non c'e' altro modo per capire davvero cosa sta succedendo - spiega
Holder in conferenza stampa - Per vedere in che condizioni sono i prigionieri,
per sapere come sono stati interrogati. Questo è il primo passo per eseguire il
compito che il presidente ci ha assegnato». Barack Obama il 22 gennaio, due
giorni dopo il suo ingresso nello Studio Ovale, ha firmato un ordine esecuitivo
per la chiusura del carcere entro la fine dell'anno e l'immediata sospensione
delle «tecniche aggressive di interrogatorio». Holder sarà accompagnato da
Matthew Olsen, il responsabile per la Sicurezza nazionale del dipartimento alla
Giustizia. Della commissione ristretta incaricata di procedere al trasferimento
dei prigionieri e allo smantellamento del campo fa parte anche il segretario
alla Difesa Robert Gates. L'arrivo di Holder potrebbe coincidere con il
rilascio di un altro dei circa 250 detenuti ancora rinchiusi a Guantanamo. Il
Pentagono per prassi annuncia le scarcerazioni solo quando sono avvenute, ma
second fonti di Washington sarebbe già stato deciso il rimpatrio di Binyam
Mohammed, cittadino britannico di origine etiope, per la cui liberazione Londra
si batte a tempo. Arrestato in Pakistan nel 2001 e consegnato agli americani, è
stato torturato in Marocco prima di essere trasferito a Guantanamo. Le
confessioni sotto tortura si sono rivelate false e gli Usa
hanno ritirato tutte le accuse contro di lui. Più complicate la situazione dei
17 cinesi della minoranza musulmana Uighur, contro cui la magistratura militare
non ha messo insieme alcuna prova e di cui un tribunale civile ha ordinate la
liberazione. I giudici d'Appello hanno deciso che non possono entrare negli
Stati Uniti. La Cina ne ha chiesto il rimpatrio per processarli come appartenenti a
un'organizzazione terroristica. Loro in Cina non vogliono essere portati. Il problema con Pechino è stato
affrontato anche da Hillary Clinton, al suo primo viaggio in Asia come
segretaria di Stato. La Svezia è disposta a dare asilo a uno di loro.
RO.RE. robertorezzo@unita.us
( da "Mattino di Padova, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
7 - Attualità LO STATO POPULISTA SEGUE DALLA PRIMA Al di là della prevedibile
inefficacia delle ronde, il vero pericolo è dato dal diffondersi della falsa
idea del «popolo che si fa Stato» senza mediazioni istituzionali; di una
subcultura politica che vive la Costituzione, la magistratura, lo stesso
operato delle forze dell'ordine, come orpelli, come limiti da superare. Una
novità, quella del vigilantismo, che accanto alla progressiva trasformazione
delle polizie municipali in organo di ordine pubblico generale in concorrenza
con i corpi di polizia nazionale, rischia di alimentare non solo conflitti
istituzionali ma anche drammatiche torsioni dei diritti. Un percorso che, se
sottovalutato perché confuso con il folclore, rischia di accentuare
progressivamente la corsa verso una sorta di «democrazia totalitaria» che ha
come fine l'adesione del cittadino a una supposta «volontà generale». Una concezione
di «Stato della paura» che fa paura. Non è un caso che il presidente della
Repubblica, pur obbligato a dare via libera al provvedimento, ne abbia
immediatamente preso le distanze, precisando come i contenuti del decreto siano
di «esclusiva responsabilità del governo». Timori che aleggiano in ampi strati
della società italiana e anche Oltretevere. Tanto che il Vaticano, preoccupato
per le possibili conseguenze dell'uso politico del vigilantismo, nelle
intenzioni dei suoi promotori destinato a mettere sotto controllo le nuove
«classi pericolose», a partire dagli immigrati, ha definito la scelta
un'«abdicazione dello Stato di diritto». Un ordine del discorso che le forze
più responsabili del Paese, quelle che storicamente lo hanno salvato nei suoi
momenti più difficili pur essendo spesso espressioni di «minoranze attive»,
devono non solo respingere ma contrastare culturalmente. A partire da una
capacità di analisi che spesso latita. La destra xenofoba e populista offre,
infatti, l'illusione che sia possibile contrastare
localmente gli effetti della globalizzazione, trasformando il tema-chiave
dell'insicurezza esistenziale in esclusiva sicurezza personale. Uno spostamento
di tiro che, anche grazie al non disinteressato sostegno di mezzi di
comunicazione di massa che trasformano i cittadini in telespettatori, indirizza
l'attenzione sull'esclusiva dimensione del rischio devianza. Come se al
fondamentale diritto all'incolumità e alla protezione fisica delle persone non
dovesse accompagnarsi anche a quello alla protezione sociale. Scompaiono così
dal dibattito pubblico temi quali una crisi economica che si annuncia
durissima, la difesa e la redistribuzione dei redditi, lo sgretolamento del
welfare, la drammatica caduta del capitale sociale, a partire dalla formazione
e dall'istruzione, il degrado di quel bene indisponibile che è l'ambiente. Su
questi versanti il nuovo «Stato populista» vagheggiato dalla destra non ha
nulla da dire: il cittadino deve essere mobilitato solo per sorreggerne il
progetto carismatico e securitario. Per il resto, che si arrangi: un salto
all'indietro di due secoli. Renzo Guolo
( da "Secolo XIX, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
CINA-USA:
HILLARY CLINTON APRE UN NUOVO CAPITOLO / ANSA PECHINO. Concentrandosi su
economia e cambiamenti climatici, il nuovo Segretario di Stato americano
Hillary Clinton ha messo ieri il suo marchio su un nuovo capitolo delle
relazioni tra Stati Uniti e Cina. La Clinton, per la
prima volta a Pechino nella sua nuova veste di esponente di spicco
dell'amministrazione Obama, ha assicurato di aver «sollevato» con i suoi
interlocutori il problema dei diritti umani e civili, lasciandolo però in
secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze, le cui economie si
sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti, «lavorino insieme». Con
questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve conferenza stampa con
il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Sulle
spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang
hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo
nell'essere in disaccordo». «Gli eventi mondiali - ha affermato il Segretario
di Stato - ci hanno messo davanti un'agenda piena e formidabile». Le relazioni
tra i due Paesi, ha proseguito, devono basarsi «su una semplice premessa: è
essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una
relazione positiva, di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono analogo,
affermando tra l'altro che la Cina continuerà a
investire nei buoni del Tesoro statunitensi. Il buon inizio
del capitolo delle relazioni tra l'amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri
del Segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen
ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il
fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano». Dal
colloqui Hillary-Wen è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato
dal governo di George W.Bush, molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu
Jintao - che in aprile incontrerà Obama a Londra, dove si svolgerà il vertice
del G20 sulla crisi economica, ha espresso il suo «apprezzamento» per il fatto
che la prima missione della Clinton all'estero si sia svolta in Cina e in altri Paesi asiatici (Giappone, Indonesia e Corea
del Sud). Per indicare in quale modo Cina e Usa possono collaborare nel combattere l'inquinamento e il
surriscaldamento del pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce
energia pulita alla periferia di Pechino. La Taiyanggong Geothermal Power,
alimentata a gas da sofisticate turbine prodotte dall'americana General
Electric, è molto più efficiente delle inquinanti centrali a carbone che ancora
forniscono gran parte dell'energia consumata in Cina.
«La Cina deve crescere ma spero che non ripetiate i
nostri errori», ha commentato l'ex first lady. L'atteggiamento della Clinton
sui diritti umani è stato criticato dai gruppi internazionali, che lo
considerano un cedimento all'autoritarismo di Pechino. Ieri China Human Rights
Defender ha denunciato che decine di dissidenti sono stati messi agli arresti
domiciliari per impedir loro di incontrare il Segretario di Stato. Due di loro,
la blogger Zeng Jinyan e lo scrittore Yu Jie, hanno confermato di non potersi
muovere dalle loro abitazioni, strettamente controllate dalla polizia. Ding
Zhilin, la fondatrice delle Madri di piazza Tiananmen, ha inviato, attraverso
un sito sino-americano, una lettera alla Clinton, invitandola a chiedere la
liberazione del dissidente Liu Xiaobo. Oggi, in quella che vuole essere una
«testimonianza» dell'importanza che l'amministrazione Obama attribuisce ai
diritti umani e civili, Hillary parteciperà a una messa in una chiesa
protestante e poi riceverà nell'ambasciata americana un gruppo di «leader e
attivisti della società civile». Beniamino Natale (Ansa) 22/02/2009
( da "Tirreno, Il" del 22-02-2009)
Pubblicato anche in: (Centro, Il)
Argomenti: Cina Usa
Prima
visita del segretario di Stato, Hillary Clinton: ma i diritti umani restano in
secondo piano Un accordo anticrisi tra Cina e Usa «Lavoriamo insieme per l'economia e le questioni
ambientali» PECHINO. Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici, il
nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo oggi il suo
marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La Clinton, nella
sua prima visita in Cina nella sua nuova veste di
esponente di spicco dell'amministrazione di Barack Obama, ha assicurato di aver
«sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili. Ma
lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze,
le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti,
«lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la Clinton in una breve
conferenza stampa con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa
e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi».
Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e
Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati
«d'accordo nell'essere in disaccordo». «Gli eventi mondiali - ha affermato il
segretario di Stato - ci hanno messo davanti un'agenda piena e formidabile». Le
relazioni tra i due Paesi, ha proseguito, devono basarsi «su una semplice
premessa: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo
una relazione positiva, di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono analogo,
affermando tra l'altro che la Cina continuerà ad
investire nei buoni del Tesoro statunitensi. Il buon inizio
del capitolo delle relazioni tra l' amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri
del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen
ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il
fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano». Dal
colloqui Hillary-Wen è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato da
W.Bush, molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu Jintao - che in aprile
incontrerà Obama a Londra, dove si svolgerà il vertice del G20 sulla crisi
economica, ha espresso il suo «apprezzamento» per il fatto che la prima
missione della Clinton all'estero si sia svolta in Cina
e in altri paesi asiatici (Giappone, Indonesia e Corea del Sud). Per indicare
in quale modo Cina ed Usa
possono collaborare nel combattere l'inquinamento e il surriscaldamento del
pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce energia pulita alla
periferia di Pechino.
( da "Tirreno, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
DALLA
PRIMA SICUREZZA PRIVATIZZATA DERIVA PERICOLOSA Mai come questa volta il nome
indica la sostanza delle cose, al di là del tentativo della destra di matrice
aennina di riconvertirlo nel più burocratese «sicurezza partecipata», segna una
deriva pericolosa. Perché, nonostante i correttivi introdotti nel decreto, mina
lo storico primato dello Stato in materia di sicurezza, «privatizzandolo» a
favore di gruppi che possono potenzialmente diventare una sorta di milizia
personale o di partito. Perché produce conseguenze potenzialmente destinate a
mettere a rischio proprio quella sicurezza che si vorrebbe tutelare. Perché
tende a fare dell'ordine pubblico mobilitato il terreno prevalente della
politica: mescolando, in una preoccupante confusione di ruoli, dimensioni
istituzionali e militanza, organi di governo e nuove milizie, che snaturano i
caratteri dello Stato democratico. Al di là della prevedibile inefficacia delle
ronde, il vero pericolo è dato dal diffondersi della falsa idea del «popolo che
si fa Stato» senza mediazioni istituzionali; di una subcultura politica che
vive la Costituzione, la magistratura, lo stesso operato della polizia, come
limiti da superare. Una novità, quella del vigilantismo, che accanto alla
progressiva trasformazione delle polizie municipali in organo di ordine
pubblico generale in concorrenza con i corpi di polizia nazionale, rischia di
alimentare non solo conflitti istituzionali ma anche drammatiche torsioni dei
diritti. Un percorso che, se sottovalutato perché confuso con il folclore,
rischia di accentuare progressivamente la corsa verso una sorta di «democrazia
totalitaria» che ha come fine l'adesione del cittadino a una supposta «volontà
generale». Una concezione di «Stato della paura» che fa paura. Non è un caso
che il presidente della Repubblica, pur obbligato a dare via libera al
provvedimento, ne abbia immediatamente preso le distanze, precisando come i
contenuti del decreto siano di «esclusiva responsabilità del governo». Timori
che aleggiano in ampi strati della società italiana e anche Oltretevere. Tanto
che il Vaticano, preoccupato per le possibili conseguenze dell'uso politico del
vigilantismo, nelle intenzioni dei suoi promotori destinato a mettere sotto
controllo le nuove «classi pericolose», a partire dagli immigrati, ha definito
la scelta un'«abdicazione dello Stato di diritto». Un ordine del discorso che
le forze più responsabili del Paese, quelle che storicamente lo hanno salvato
nei suoi momenti più difficili pur essendo spesso espressioni di «minoranze
attive», devono non solo respingere ma contrastare culturalmente. A partire da
una capacità di analisi che spesso latita. La destra xenofoba e populista
offre, infatti, l'illusione che sia possibile contrastare
localmente gli effetti della globalizzazione, trasformando il tema-chiave
dell'insicurezza esistenziale in esclusiva sicurezza personale. Uno spostamento
di tiro che, anche grazie al non disinteressato sostegno di mezzi di
comunicazione di massa che trasformano i cittadini in telespettatori, indirizza
l'attenzione sull'esclusiva dimensione del rischio devianza. Come se al
fondamentale diritto all'incolumità e alla protezione fisica delle persone non
dovesse accompagnarsi anche a quello alla protezione sociale. Scompaiono così
dal dibattito pubblico temi quali una crisi economica che si annuncia
durissima, la difesa e la redistribuzione dei redditi, lo sgretolamento del
welfare, la drammatica caduta del capitale sociale, a partire dalla formazione
e dall'istruzione, il degrado di quel bene indisponibile che è l'ambiente. Su
questi versanti il nuovo «Stato populista» vagheggiato dalla destra non ha
nulla da dire: il cittadino deve essere mobilitato solo per sorreggerne il
progetto carismatico e securitario. Per il resto, che si arrangi: un salto
all'indietro di due secoli. Renzo Guolo
( da "KataWeb News" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Hillary
ai cinesi: fateci credito 22 febbraio 2009 alle 06:18 — Fonte:
rampini.blogautore.repubblica.it — 0 commenti La cooperazione
Washington-Pechino è obbligatoria per il peso finanziario della Cina, su questo Hillary è stata esplicita ieri nei suoi
incontri con i leader della Repubblica Popolare. "Apprezziamo molto - ha
detto - la costante fiducia del governo cinese verso i titoli del Tesoro
americano. Io sono certa che è una fiducia ben riposta. E' ragionevole credere
che America e Cina si
riprenderanno dalla crisi economica, e insieme guideremo la crescita
mondiale". In cima alla sua agenda dunque la responsabile della politica
estera di Obama ha messo la questione del rifinanziamento del debito pubblico Usa, un assillo tanto più cruciale in
vista delle massicce emissioni di Treasury Bonds necessarie per pagare la
manovra di rilancio approvata dal Congresso e i salvataggi bancari. E'
noto che la banca centrale cinese è il primo detentore assoluto di titoli
pubblici americani (con 2.000 miliardi di dollari di riserve ufficiali) e la
Clinton ha voluto assicurarsi che non ci siano ripensamenti a Pechino. Una
preoccupazione tutt'altro che infondata: i responsabili della politica
monetaria cinese temono che l'esplosione del debito pubblico Usa
possa portare a una caduta del dollaro, decurtando il valore delle riserve
cinesi. Perciò il ministro degli Esteri Yang Jiechi ha voluto precisare che gli
investimenti cinesi sono guidati da criteri di "sicurezza, valore,
liquidità". Poi ha rassicurato l'interlocutrice, sia pure in tono
condizionale: "I fatti contano più delle parole. I fatti dicono che la Cina ha cooperato con gli Stati Uniti, e siamo pronti a
continuare così". E' toccato quindi alla Clinton ricucire le prime
tensioni che si erano manifestate tra Pechino e l'Amministrazione Obama. Prima
per l'uscita del segretario al Tesoro Tim Geithner che aveva accusato i cinesi
di manipolare la loro valuta per aiutare l'export. Poi con la clausola Buy
American inserita nella maximanovra di spesa pubblica, una norma protezionista
che prende di mira in particolare l'acciaio cinese. C'erano le premesse per una
escalation di rappresaglie, che il segretario di Stato ha voluto disinnescare
al più presto. Inserendo nel suo primo viaggio all'estero la Repubblica
Popolare alla pari con Giappone, Corea del Sud e Indonesia - cioè tre alleati
storici dell'America - la Clinton ha avuto un gesto di riguardo importante. La
prova che Washington sa di non potersi permettere un braccio di ferro protezionista
con la seconda economia del pianeta, nonché la sua creditrice più generosa.
Hillary ne ha approfittato per "arruolare" la leadership cinese nella
campagna che sta più a cuore a Barack Obama - subito dopo la guerra alla
recessione - e cioè la riduzione delle emissioni di Co2. Ieri a Pechino il
segretario di Stato ha visitato una centrale termoelettrica a gas alimentata da
turbine della General Electric, una tecnologia molto meno inquinante del
carbone. "Noi vogliamo che la Cina cresca - ha
dichiarato - ma ci auguriamo che nel vostro sviluppo non ripetiate gli errori
che facemmo noi all'epoca dell'industrializzazione". rampini
( da "Virgilio Notizie" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pechino,
22 feb. (Ap) - Il segretario di Stato Usa, Hillary Rodham Clinton, chiede a
Pechino di continuare a investire in bond del Tesoro americano. In
un'intervista rilasciata al programma tv 'One on One' durante la sua visita in Cina, Clinton definisce intelligente la
decisione delle autorità cinesi di continuare a investire negli Stati Uniti,
sottolineando che si tratta di investimenti sicuri. Per rilanciare e
rafforzare l'economia, ha sottolineato il segretario di Stato, gli Stati Uniti
dovranno indebitarsi ancora. "Non sarebbe nell'interesse della Cina se noi non fossimo in grado di rilanciare la nostra
economia - ha aggiunto - quindi continuando a sostenere gli strumenti del
Tesoro americano, i cinesi riconoscono la nostra interdipendenza. Ce la
possiamo fare insieme o falliremo insieme. Siamo sulla stessa barca. Le nostre
economie sono così intrecciate, per cui i cinesi sanno che per iniziare a
esportare ancora nel loro principale mercato, gli Stati Uniti, gli Stati Uniti
devono adottare alcune misure molto drastiche, come il pacchetto di stimolo, che
vuol dire indebitarsi ancora". Nei suoi incontri con il presidente cinese
Hu Jintao, il premier Wen Jabao e il ministro degli Esteri Yang Jiechi, Clinton
ha cercato di rassicurare Pechino sulla solidità dei suoi investimenti in
America. A settembre, la Cina è diventato il primo
creditore di Washington, spodestando il Giappone. A dicembre, Pechino aveva
696,2 miliardi di dollari in buoni del Tesoro, secondo gli ultimi dati Usa.
( da "Eco di Bergamo, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Di
fronte alla recessione Cina e America mano nella mano»
--> Domenica 22 Febbraio 2009 SOCIETA, pagina 11 e-mail print Hillary
Clinton e Hu Jintao LaPresse PECHINOConcentrandosi su economia e cambiamenti
climatici, il nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton ha messo ieri
il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La
Clinton, nella sua prima visita in Cina nella sua
nuova veste di esponente di spicco dell'amministrazione Obama, ha assicurato di
aver «sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e
civili, lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due
potenze, le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente
interdipendenti, «lavorino insieme». Con questa collaborazione, ha detto la
Clinton in una breve conferenza stampa con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il
mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei
diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e
si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo». «Gli eventi mondiali
- ha affermato il segretario di Stato - ci hanno messo davanti un'agenda piena
e formidabile». Le relazioni tra i due Paesi, ha proseguito, devono basarsi «su
una semplice premessa: è essenziale che Stati Uniti e Cina
abbiamo una relazione positiva, di cooperazione». Yang ha mantenuto un tono
analogo, affermando tra l'altro che la Cina continuerà
ad investire nei buoni del Tesoro statunitensi. Il buon
inizio del capitolo delle relazioni tra l'amministrazione democratica e la Cina è stato confermato dagli incontri
del segretario di Stato col premier Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen
ha detto che Cina e Usa devono non solo «attraversare il
fiume sulla stessa barca» ma «procedere insieme tenendosi per mano». Dal
colloqui Hillary-Wen è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato
dal governo di George W.Bush, molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu
Jintao - che in aprile incontrerà Obama a Londra, dove si svolgerà il vertice
del G20 sulla crisi economica -, ha espresso il suo «apprezzamento» per il
fatto che la prima missione della Clinton all'estero si sia svolta in Cina e in altri Paesi asiatici (Giappone, Indonesia e Corea
del Sud). Per indicare in quale modo Cina ed Usa possono collaborare nel combattere l'inquinamento e il
surriscaldamento del pianeta, Hillary ha visitato un impianto che produce
energia pulita alla periferia di Pechino. La Taiyanggong Geothermal Power,
alimentata a gas da sofisticate turbine prodotte dall'americana General Electric,
è molto più efficiente delle inquinanti centrali a carbone che ancora
forniscono gran parte dell'energia consumata in Cina.
«La Cina deve crescere ma spero che non ripetiate i
nostri errori», ha commentato l'ex first lady. L'atteggiamento della Clinton sui
diritti umani è stato criticato dai gruppi internazionali, che lo considerano
un cedimento all'autoritarismo di Pechino. Beniamino Natale 22/02/2009
nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Una
battaglia persa conservare l'esistente per contenere la crisi --> Domenica
22 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 6 e-mail print Caratteristica comune di molte
richieste di aiuti pubblici, da parte delle imprese e delle famiglie, è quella
di volere difendere un modello economico molto simile, in sostanza uguale, a
quello in essere fino a poco prima dell'inizio della crisi. Si concorda anche
sul punto che va meglio disciplinato il settore finanziario, che si giudica
come la «madre» di tutti i mali in atto. Ma, invero, la storia dimostra che
tutte le grandi crisi economiche portano innovazioni profonde nei sistemi
produttivi e distributivi: tentare di conservare l'esistente è solo chiedere
protezione per un mondo che non corrisponde più alla realtà prossima ventura.
Consideriamo alcuni punti. Si concorda che la domanda aggregata dovrebbe essere
sospinta da spesa pubblica e privata in infrastrutture, nel campo delle energie
alternative, nel settore delle telecomunicazioni. In tutti e tre i casi si
cambia il modello economico. Per banalizzare il discorso, dopo la seconda
guerra mondiale il piano autostradale ha cambiato il modello dei trasporti
delle persone e delle merci, ha mutato stili di vita e la stessa scelta degli
insediamenti umani, e così via: ha innovato, in sintesi, il sistema economico.
Ha però determinato anche una maggiore domanda di petrolio e modificato le
grandi correnti di scambi internazionali. E così la rivoluzione multimediale,
con la possibilità di disporre di informazioni e di conoscenze in tempo reale,
o quasi, ha trascinato il mondo verso la globalizzazione,
le sovrastrutture finanziarie, ecc. Ebbene, le rilevanti spese e investimenti
in infrastrutture, richieste per sostenere la domanda globale, non potranno non
riflettersi, anche questa volta, sulle produzioni e sulla distribuzione di beni
e di servizi; ogni sforzo per sottrarsi alla soggezione dal petrolio,
come fonte di energia, se coronato da successo, muterà le correnti del
commercio mondiale e anche molti equilibri politici; l'ampio ricorso alla
«banda larga» nel campo delle telecomunicazioni sarà un'altra circostanza di
innovazione e cambiamento. In ogni caso, credere di potere conservare
l'esistente, che pensavamo vantaggioso per il nostro benessere fino a due anni
fa, è combattere una battaglia persa. Ma i governi debbono gestire la
transizione da un modello all'altro. Debbono aiutare l'industria
automobilistica nell'immediato e sospingerla alla ricerca di modelli di
autovetture che consumino carburanti ed energia meno soggetti al petrolio.
Debbono scegliere i modelli di trasporti più convenienti per l'economia
prossima ventura. Debbono cercare di non fermare le centrali elettriche
presenti, ma di promuovere fonti energetiche alternative. Debbono sospingere a
profonde innovazioni nelle telecomunicazioni, ma non rendere troppo rapidamente
obsoleti gli investimenti esistenti. Inutile dire che la via della comodità e
della popolarità indirizza verso la tutela dell'esistente; la via del rischio
politico, che pare un calice molto amaro, è di avvertire la pubblica opinione
che molto deve cambiare e che ogni risorsa consumata per conservare l'esistente
diminuisce la competitività rispetto a un mondo nuovo, che pure si concreterà.
Negli Usa si afferma che gli aiuti all'industria automobilistica sono
condizionati ai piani di cambiamenti e di innovazione della medesima. In
Italia, per ora, abbiamo un piano di rottamazione di auto. Non so se gli
americani raggiungeranno gli obiettivi che si prefiggono; so che è impossibile
raggiungere fini non programmati. Nel campo delle energie alternative non
bisogna insistere a percorrere vie che possono pesare, al massimo, il 2% in
proporzione al fabbisogno. Nel campo delle telecomunicazioni non si dovrebbero
operare scelte che rinviano il nuovo attraverso accordi e intese limitatori
della concorrenza. Sono tutti errori commessi già 80 anni fa: costati molto
all'Italia e all'Europa. Tancredi Bianchi 22/02/2009 nascosto-->
( da "Messaggero, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Domenica 22 Febbraio 2009 Chiudi Usa e Cina patto
anticrisi: «Salveremo noi il mondo» Hillary Clinton: prima l'economia, altra
cosa i diritti umani
( da "Corriere della Sera" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-22 num: - pag: 13
categoria: REDAZIONALE Diplomazia Incontro del segretario di Stato con Hu
Jintao. Rilanciata la «cooperazione strategica» Hillary a Pechino: «I diritti
umani? Non interferiscano con le crisi» La protesta di Amnesty International e
di Human Rights Watch Ultima tappa del viaggio inaugurale in Asia. Il premier
Wen Jiabao parla di «due Paesi che devono tenersi per mano» DAL NOSTRO
CORRISPONDENTE PECHINO — Non è la stessa Cina e non è
la stessa Clinton. Nel 1995 Hillary era la first lady e accompagnava un marito
qui festeggiatissimo, il mondo seguiva un'altra orbita. Oggi la stessa Hillary
viaggia come segretario di Stato e la Cina è un
partner di cui l'America ha disperato bisogno. «La nostra collaborazione su
temi come l'economia e il clima è obbligatoria», gli Usa
«apprezzano grandemente la fiducia nei buoni del Tesoro» statunitensi e «le
nostre relazioni vanno approfondite e allargate»: sono queste la parole che
Hillary Clinton ha dedicato al Paese dov'era atterrata venerdì sera, ultima
tappa di un viaggio in quattro tappe, cominciato in Giappone e proseguito in
Indonesia e Corea del Sud. Un omaggio e un annuncio programmatico che completa
la decisione, già di per sé simbolicamente forte, di avviare il mandato da
segretario di Stato con un viaggio in Asia e non attraverso l'Atlantico. Non
accadeva da decenni, ma sono i tempi che lo pretendono. E il vertice fra i
presidenti Barack Obama e Hu Jintao a Londra in occasione del G20 di aprile
sancirà la linea della collaborazione che la Clinton è venuta a proporre.
Quello con Hu è stato il terzo incontro in agenda ieri, preceduto dalle
conversazioni con il ministro degli Esteri, Yang Jiechi, e con il premier Wen
Jiabao, che ha parlato di due Paesi che «devono tenersi per mano»,
un'espressione che riecheggia la speranza della Clinton: «Abbiamo tutti i
motivi per credere che Usa e Cina
si riprenderanno e che insieme aiuteranno il mondo a riprendersi ». è la crisi
economica a dominare pensieri e promesse di collaborazione, accanto al tema del
controllo delle emissioni, come ha dimostrato la visita di Hillary a una
centrale energetica ecologica realizzata con tecnologia americana (General
Electric). «Speriamo che voi non facciate gli errori che abbiamo fatto noi» ha
commentato. L'economia. L'ambiente. La sicurezza, con l'avvio di un dialogo
strategico che comporti il coinvolgimento più stretto della Cina
sui dossier chiave: vedi l'Afghanistan (ma anche il Sudan e la Birmania) e i
programmi nucleari di Iran e Corea del Nord, che sono crisi croniche. Su
Pyongyang, tra l'altro, il segretario di Stato aveva parlato a Seul, ponendo al
Nord la precondizione della fine degli atteggiamenti aggressivi nei confronti
del Sud. Per trovare una piena adesione con Pechino sull'agenda più importante,
la Clinton ha deliberatamente messo in second'ordine i temi che dividono e che
comunque assicura di avere sollevato con i suoi interlocutori: il Tibet, i
diritti umani, Taiwan. Cosa che ha provocato la reazione di Amnesty
International e di Human Rights Watch. Se per la Clinton la questione dei
diritti umani «non deve interferire» con altri argomenti di
cooperazione con la Cina,
Amnesty si è detta «scioccata » ed «estremamente delusa» dalle affermazioni del
segretario di stato perché gli Usa «sono uno dei pochi Paesi che possono tenere testa alla Cina in materia di diritti ».
«Quest'atteggiamento risponde a una necessità e corrisponde a una tendenza
della società statunitense » dice al Corriere Shi Yinhong, direttore del
centro di studi americani dell'Università del Popolo. Quanto ai diritti umani,
«è un tema su cui Washington torna volentieri. Non mi stupirei se in futuro gli
Usa ricominciassero a utilizzarlo strumentalmente
contro Pechino. Dipenderà dalle circostanze, anche se su alcuni argomenti per
ora messi da parte è interesse anche della Cina
parlare, prima o poi: mi riferisco a Taiwan. Per ora prevale l'urgenza di avere
una Cina aperta, di lavorare con lei anche per l'Iran
e la Nord Corea, di avviare una collaborazione proficua». Per usare le parole
della Clinton: «L'insistenza su tali questioni non deve interferire con la
crisi globale, la crisi climatica e le crisi della sicurezza». Dialogo Il
segretario di Stato Usa Hillary Clinton e il
presidente cinese Hu Jintao a Pechino discutono di crisi economica e
cambiamenti climatici (Ap) Marco Del Corona
( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
n.
46 del 2009-02-22 pagina 14 «Diritti umani? Meglio parlare d'economia» Esordio
con gaffe per Hillary Clinton di Alberto Pasolini Zanelli Doppio scivolone del
segretario di Stato americano in visita a Pechino Sorvola sui temi più
controversi e parla del leader nordcoreano in fin di vita WashingtonI
diplomatici, insegna un antico detto, sono, o dovrebbero essere dei
«gentiluomini che mentono nell'interesse del loro Paese». Adesso Hillary
Clinton, capo della diplomazia americana, pare voler sperimentare una variante
di questo adagio: interpretato da lei, un diplomatico (a cominciare dal
segretario di Stato) è invece una donna che dice cose vere anche quando queste
mettono in imbarazzo il governo e il Paese che lei rappresenta. Ne ha dato già
un paio di esempi, durante il suo viaggio inaugurale come braccio destro di
Barack Obama nella gestione degli affari internazionali. Si è concentrata - o
l'hanno concentrata - sull'Asia orientale (considerata evidentemente più
urgente dell'Europa e non così scomoda come il Medio Oriente) e lei ha
interpretato il mandato così: cercando di stabilire con gli interlocutori
rapporti più personali e «umani» di come li gestiva, per esempio, l'ormai mitico
Henry Kissinger, tutto affari e niente sorrisi. Invece Hillary, per esempio a
Giakarta, ha portato i saluti personali di Barack ai suoi vecchi compagni di
scuola (l'attuale presidente ha frequentato le scuole elementari in Indonesia),
poi è apparsa in uno spettacolo televisivo di varietà. Poi è andata a Seul e lì
ha invece mescolato consigli «da donna a donna» a una giovane sposa sudcoreana
con un severo monito alla Corea del Nord per le sue ambizioni nucleari. E fin
qui niente di nuovo, anche se proprio con Pyongyang la defunta amministrazione
Bush aveva concluso un accordo considerato soddisfacente. Ma nella vera e
propria gaffe c'è cascata, non si sa per caso se deliberatamente, quando ha
sollevato un argomento tabù, «rivelando» quello che tutti sapevano, ma di cui
nessuno parlava, e cioè le pessime condizioni di salute del dittatore
nordcoreano Kim Jong Il e dunque implicitamente il problema della successione.
Che terrorizza molti nella Corea del Nord, ma ne imbarazza quasi altrettanti
nella Corea del Sud, il cui governo si sforza, comprensibilmente, di saperne
più che può e nel fingere di interessarsene il meno che può. Ma finora siamo
nel pettegolezzo o poco più in là. Il vero «strappo» con la diplomazia
americana tradizionale è venuto a Pechino dove la Clinton ha dichiarato pari
pari che i diritti umani sono certo una cosa importante e bella, ma che in
questo momento non debbono interferire o peggio ostacolare le relazioni tra
Washington e Pechino perché la precedenza va data alla cosa che conta veramente:
la collaborazione economica per cercare di salvarsi, e salvare il mondo, da una
recessione così feroce e tenace che alcuni cominciano già a chiamare con il
nome superproibito di Depressione. Proprio così: «È essenziale che gli Stati
Uniti e la Cina abbiano rapporti positivi di
cooperazione. I diritti umani non possono interferire nella crisi economica e
neanche nella minaccia dei mutamenti climatici e nelle crisi che riguardano la
sicurezza». Non è che sia proprio proibito parlare del Tibet, per esempio, o dei dissidenti illegalmente detenuti in Cina. Però non sarebbe carino, potrebbe
mal disporre l'interlocutore, di cui l'America non ha mai avuto tanto bisogno:
da anni il Tesoro Usa ha
sostenuto un ricorso sistematico al denaro facile stampando quantità record di
buoni del tesoro che ben pochi americani acquistano, nella certezza che li
avrebbe rilevati quasi in blocco la Cina. Proprio adesso è in arrivo un quantitativo record e i
cinesi hanno promesso di continuare ad aprire il portafogli. Meglio, però, non
disturbarli con discorsetti irritanti. E far infuriare semmai Amnesty
International che, saputa la notizia, si è detta «scioccata» ed «estremamente
delusa» dal segretario di Stato. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano
( da "Corriere della Sera" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-22 num: - pag: 17
categoria: REDAZIONALE Usa Dalla Kennedy School quattro «star» sono andate con
il presidente Harvard, gli studenti protestano «Obama ci ruba i migliori prof»
Esodo di docenti dall'università. E arrivano gli uomini di Bush Anche il
dipartimento di Economia e la Scuola di Legge hanno accusato defezioni
importanti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Come ogni presidente
democratico degno di questo nome (e anche più, forse perché lui stesso vi ha
studiato) Barack Obama ha saccheggiato Harvard per riempire i ranghi della
propria Amministrazione. Sono al momento almeno sette, ma destinati sicuramente
ad aumentare, i professori della più celebre università americana nominati in posti-
chiave della squadra presidenziale. Bene per il prestigio dell'ateneo. Un po'
meno per gli studenti, che a metà gennaio, quando si fa lo «shopping» per la
scelta dei corsi del semestre di primavera, hanno visto cancellati dal
programma classi molto prestigose e contese. A lamentarsi e protestare, come
riporta The Harvard Crimson, il quotidiano del campus, sono soprattutto quelli
della Kennedy School of Government, tradizionale serbatoio dei democratici, che
anche questa volta ha pagato il prezzo accademico più alto al loro ritorno al
potere. Sono quattro, infatti, tutte star nei rispettivi campi, i docenti della
Kennedy School che hanno risposto alla chiamata di Barack Obama, abbandonando
le loro cattedre: Larry Summers, l'ex rettore e guru della
globalizzazione, andato a dirigere il National Economic Council, di fatto il
più importante consigliere economico del presidente; Samantha Power, già
coinvolta nella campagna di Obama, dimessasi un anno fa per aver definito un
«mostro» Hillary Clinton e ora ripescata in un posto di primo piano nel
Consiglio per la Sicurezza Nazionale; Jeffrey Liebman, nominato
condirettore dell'Office for Management and Budget e John Holdren,
ambientalista senza compromessi, che il presidente ha voluto alla guida
dell'Office of Science and Technology, oltre che come consigliere speciale sul
tema. Ad alimentare la frustrazione, è il fatto che i corsi siano stati
cancellati all'ultimo minuto, senza che agli studenti fosse stato anticipato
nulla in precedenza: «C'è stata zero comunicazione da parte
dell'Amministrazione. Hanno atteso fino all'ultimo per dire che quei professori
andavano via», ha detto al Crimson Benjamin Polk, presidente dello «Student
Government», l'organismo di rappresentanza degli studenti. La cancellazione del
corso di Summers, il richiestissimo «Contenuti della globalizzazione: temi,
attori e decisioni », lascia ad esempio un vuoto per chi si voglia
specializzare in Finanza e Commercio Internazionale, che ora ha a disposizione
solo un altro corso sull'argomento. La Kennedy School comunque non è sola.
Anche il dipartimento di Economia ha accusato una defezione importante, quella
di Jeremy Stein, che ora fa parte del National Economic Council e lavora alla
Casa Bianca con Summers. Idem per la Law School, quella dove si laureò anche
Obama, che ha visto partire Cass Sustein, marito di Samantha Power, nominato
capo dell'Office of Information and Regulatory Affairs, che in pratica fa le
pulci a tutti gli atti di governo, regolamenti, direttive o disegni di legge,
per assicurarsi che siano coerenti con le strategie politiche del presidente.
Ma per un tempio liberal come la Kennedy School, al danno per la perdita di
queste stelle, si aggiunge quella che gli studenti considerano una beffa:
l'arrivo nel corpo docenti di alcuni ex dell'Amministrazione Bush. Nel semestre
appena inziatosi, insegnano infatti Meghan O'Sullivan, già viceconsigliere per
la Sicurezza nazionale, e Nick Burns, che è Stato numero due al Dipartimento di
Stato sia con Colin Powell che con Condoleezza Rice. Un limite però c'è: sono
due pragmatici, mai identificati con il gruppo più ideologico e conservatore
della squadra di George W. Chi se ne va A sinistra Lawrence Summers e a destra,
dall'alto, Samantha Power, John Holdren e Jeffrey Liebman Paolo Valentino
( da "Adige, L'" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ROMA
- La crisi morde ma in Cina il settore auto resiste
ROMA - La crisi morde ma in Cina il settore auto
resiste. La Repubblica Popolare ha infatti superato gli Stati Uniti per la
prima volta, in gennaio, diventando il primo mercato del mondo per le
automobili. Secondo i dati diffusi da Dong Yang, vicedirettore della China
Association of Automobile Manufacturers (Caam), il mese
scorso in Cina sono state
vendute 735mila vetture contro le 656.976 degli Usa (secondo le stime preliminari della società di ricerca
Autodata). Gli analisti avvertono tuttavia che il sorpasso potrebbe essere
temporaneo, perché in gennaio gli Usa risentono di un calo fisiologico delle vendite nel dopo-Natale,
mentre in Cina le festività
del Capodanno Lunare provocano l' effetto opposto. Inoltre, la
contrazione della domanda è stata meno forte in Cina
che negli Usa, una circostanza che non promette nulla
di buono per i produttori ma che aiuta a spiegare i dati. Secondo Wu Ai Lian,
direttrice delle vendite in una grande concessionaria dell' americana General
Motors di Shanghai, «gli affari non vanno così male... in Cina
la GM è da molti anni il numero uno, la auto magari sono più costose di altre
ma noi diciamo ai nostri clienti che la sicurezza non ha prezzo». La
valutazione di Wu non è del tutto precisa. Secondo la Caam, le auto più vendute
nel Paese sono la Jetta e la Santana della tedesca Volkswagen - prodotte con
due diversi soci cinesi - seguite dalla Buick della GM, anch' essa coprodotta
con un partner cinese. L' automobile è il più popolare tra gli status symbol
della crescente classe media cinese, e negli anni scorsi il mercato è cresciuto
a ritmi del 40-50 per cento, un ritmo impossibile da tenere a lungo. Yale
Zhang, uno studioso del mercato dell' auto in Cina,
sostiene che nel settore c' è ancora un grande spazio per la crescita. «Negli Usa - spiega - ci sono in media 800 auto per mille persone,
in Cina le vetture sono 20 su mille» e per i
consumatori cinesi l' acquisto di un' auto è ancora un «grande evento».
22/02/2009
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Commenti
Pagina 357 Un lato della medaglia della crescita del Pil è fatto di vite umane
--> La crisi finanziaria, scoppiata negli Stati Uniti e sparsasi a macchia
d'olio nel pianeta, ha prodotto e continua a produrre effetti deleteri
sull'economia reale. La recessione, in piena espansione, si abbatte
principalmente sui Paesi, industrializzati ed emergenti, che hanno registrato
tassi di crescita del Pil da mediamente a molto sostenuti. Le pesanti ricadute
dovute alla recessione si traducono in forti segni negativi dei tassi medi del
Pil e in alti incrementi della disoccupazione a livello globale. Partendo da
questi fatti, gli specialisti (ricercatori, studiosi di macroeconomia, ecc.)
scoprono che il parametro Pil, considerato fino a ieri il migliore indice della
ricchezza prodotta e della salute economica di una nazione, non era altro che
un feticcio anche perché, quando il Pil aumentava, si aveva la certezza che
tutto procedeva per il meglio. Ora, al posto di questa, ci si rende conto che,
in periodi di vacche grasse, il Pil non ha messo in evidenza le distorsioni in
esso implicite. Queste distorsioni sono venute a galla quando il Pil ha
imboccato il cammino inverso della crescita: evoluzione negativa iniziata nel
2008 e scontata per quest'anno e per il 2010. È iniziata, così, la gara tra le
potenze economiche a chi fa prima a condannare alla pena capitale il Pil perché
si è dimostrato inadeguato quale termometro per misurare lo stato di salute
dell'economia. In verità, il Pil non è altro che un comune indice di misura
quantitativa che nasconde un insieme di distorsioni e paradossi, di cui alcuni
sono passati di seguito in rassegna a mo' d'esempio. Durante la recente
discussione al Congresso americano del programma anticrisi del presidente
Barack Obama, lo scrittore Jonathan Rowe, richiesto di dare il suo parere, ha
paragonato il Pil a "un malato terminale affetto da cancro, ricoverato in
ospedale e in piena causa di divorzio". Egli deve far fronte a salate
spese ospedaliere e verso studi legali. Questo malato terminale in fase di
divorzio contribuisce alla crescita del Pil molto più di un padre di famiglia
sano e felice. L'Amministrazione democratica, pressata dal Congresso, s'impegna
a misurare gli effetti qualitativi delle misure previste dal programma anticrisi
appena varato di 787 miliardi di dollari, tra cui la protezione sanitaria per
quaranta milioni di poveri, la copertura delle spese scolastiche dei figli dei
meno abbienti, la diminuzione del consumo di combustibili fossili (carbone e
petrolio) mediante la sostituzione progressiva con energie rinnovabili (eolica,
solare fotovoltaica e termodinamica). Anche in Europa, le reazioni riguardo
alle distorsioni del Pil si sono mosse da tempo nella giusta direzione,
privilegiando la crescita di qualità e sviluppo socialmente sostenibile. Questi
parametri fanno parte integrante e sostanziale della "Strategia di
Lisbona" (da non confondere col Trattato di Lisbona), lanciata dall'Unione
europea (Ue) nel 2000 e fino al 2010. Tra i parametri più significativi,
importanza è data a quelli contenuti nel triangolo della conoscenza
ricerca-innovazione-istruzione. Questi parametri dovranno essere rafforzati
perché impartire un'istruzione di qualità e investire di più ed efficacemente
sul genere umano e sulla creatività significa aprire la strada a elementi
essenziali per il successo dell'Europa in un mondo
globalizzato. A un anno dal traguardo del 2010 del decennio della Strategia di
Lisbona, l'Europa è in avanti rispetto agli Usa in molti parametri di qualità.
Tra gli Stati dell'Ue, l'Italia è, tuttavia, molto indietro riguardo ai
parametri su dispersione scolastica, disoccupazione giovanile, qualificazione
della manodopera, produttività media del lavoro, bassi salari e
stipendi. In questo quadro poco lusinghiero per l'Italia, la Sardegna si
classifica ancor peggio nel contesto nazionale ed europeo. Significativo a
riguardo il contenuto del film in difesa dell'ambiente, dal titolo Oil, la
forza devastante del petrolio di Massimiliano Mazzotta sulla raffineria della
Saras di Sarroch, nel quale sono denunciate le morti per tumore da emissioni
nocive. L'Unione Sarda di giovedì scorso ha pubblicato, nell'ottimo articolo di
Andrea Piras, la foto choc del pastore protetto da una maschera antigas. Il
film mette in luce le distorsioni del feticcio della crescita quantitativa del
Pil avente, come rovescio della medaglia, l'alto tributo umano pagato a causa
dell'inquinamento ambientale, contro il quale i decisori politici regionali e
nazionali sono chiamati a porre rimedio. ANTONIO MARONGIU
(marongiuantonio@tiscali.it)
( da "Rai News 24" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pechino
| 22 febbraio 2009 La Clinton chiede a Pechino di continuare a comprare i buoni
del Tesoro americani Hillary Clinton e Hu Jintao Il segretario di stato
americano Hillary Clinton ha chiesto alla Cina di
continuare a comprare i buoni del tesoro americani, di cui è il primo detentore
al mondo, nel momento in cui Washington si trova ad affrontare un indebitamento
crescente. "Non sarà nell'interesse della Cina il
fatto che noi non saremo in grado di far ripartire la nostra economia, ha detto
la Clinton riferendosi alla crisi attuale, al termine di una visita di tre
giorni in Cina, sottolineando che le economie dei due
paesi sono strettamente legate. Continuando a sostenere gli strumenti del
Tesoro americani la Cina riconosce la nostra indipendenza.
Chiaramente o ne usciremo o cadremo insieme", ha aggiunto il segretario di
stato. "Le nostre economie sono cosi' intrecciate, per cui i cinesi sanno
che per iniziare a esportare ancora nel loro principale mercato, gli Stati
Uniti, gli Stati Uniti devono adottare alcune misure molto drastiche, come il
pacchetto di stimolo, che vuol dire indebitarsi ancora". Nei suoi incontri
con il presidente cinese Hu Jintao, il premier Wen Jabao e
il ministro degli Esteri Yang Jiechi, Clinton ha cercato di rassicurare Pechino
sulla solidita' dei suoi investimenti in America. A settembre, la Cina e' diventato il primo creditore di
Washington, spodestando il Giappone. A dicembre, Pechino aveva 696,2 miliardi
di dollari in buoni del Tesoro, secondo gli ultimi dati Usa.
( da "Reuters Italia" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
PECHINO
(Reuters) - Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha terminato la
sua visita in Cina ieri partecipando alle funzioni
religiose di una chiesa che non gode dell'appoggio dello Stato, conversando con
gli attivisti per i diritti delle donne e partecipando a una chat su Internet.
Gli appuntamenti dell'ultimo giorno del suo tour asiatico, durato una
settimana, sottolineano l'impegno di Clinton per i diritti civili e religiosi,
ma declinato in modo da non creare dissapori con il governo cinese, che vede
spesso queste critiche come un'interferenza nei suoi affari interni. "Ogni
società deve fare i conti con sfide, problemi, vari nodi e ostacoli ed è
importante che le persone come voi continuino a sollevare queste questioni e a
parlarne", ha detto Clinton a una ventina di attivisti per i diritti delle
donne, incontrati all'ambasciata Usa. Clinton ha
lodato l'impegno degli attivisti, alcuni dei quali cercano di promuovere i
diritti processuali, altri quelli ambientali. Tra di loro c'è anche un medico
di 82 anni, Gao Yaojie, che denuncia il concorso degli apparati ufficiali nella
diffusione dell'Aids nella Cina centrale presso
cliniche, spesso gestite dallo Stato, i cui parametri igienici sono scarsi.
"Il cambiamento deriva dalle decisioni dei singoli, milioni di decisioni
di singole persone, tra cui c'è anche qualcuno come il dottor Gao che dice 'No,
non me ne starò zitto e buono'", ha spiegato Clinton. "E' questo ciò
che dobbiamo sollecitare". Clinton ha fatto capire esplicitamente nel
corso della sua visita che non permetterà che i timori americani sui diritti
civili intralcino la strada del lavoro congiunto sull'economia globale, il
cambiamento climatico e le questioni della sicurezza. Cina e Stati Uniti dipendono entrambi dalla ripresa dell'economia
statunitense e cadranno o si risolleveranno assieme, come ha detto la Clinton a
Dragon Tv nel corso di un'intervista. La Cina è il maggior finanziatore del debito statunitense e Clinton ha
definito la decisione di continuare a investire nei titoli di Stato Usa "molto
intelligente". "Continuando a investire negli strumenti del Tesoro
americano, i cinesi stanno riconoscendo il nostro legame. Ci risolleveremo
insieme o precipiteremo insieme. Siamo sulla stessa barca e stiamo remando
nella stessa direzione".
( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Energia,
«basta poco per risparmiare» Domenica 22 Febbraio 2009, Trieste «Lo dicono i
sondaggi: agli italiani delle politiche per salvare il pianeta dai cambiamenti
climatici non gliene importa un fico secco». E' la denuncia a muso duro di
Filippo Giorgi, Nobel per la Pace nel 2007 (quale membro dell'Ipcc) insieme ad
Al Gore. Il monito è stato lanciato dalla sala convegni della Friulia di
Trieste dove l'Associazione Arteventi-ArT&20 ha organizzato un dibattito
cui hanno preso parte anche il fisico Renzo Rosei e il giornalista scientifico
Daniele Pernigotti. Pernigotti ha ricordato che nella media pro capite gli
italiani emettono 8 tonnellate di anidride carbonica all'anno, mentre il
massimo riconducibile a ognuno di noi dovrebbe essere pari a 2. Unica
consolazione in una prospettiva poco confortante: nel 2050 ci sarà un
assestamento della popolazione mondiale. Secondo Giorgi, abruzzese di Sulmona,
ma attivo a Trieste quale direttore dell'Esp (fisica del sistema terrestre),
«dobbiamo aspettare che in Italia succeda qualcosa di grosso come gli americani
con l'uragano Katrina per avere paura». Come fronteggiare i cambiamenti
climatici prodotti anche dall'effetto serra? «Se avessimo politiche energetiche
il problema potrebbe essere risolto - spiega Giorgi -. Non serve tornare
all'età della pietra. Bisognerebbe cominciare a usare la lavatrice A al posto
della lavatrice B. Soprattutto bisogna fare pressioni politiche». Professor
Giorgi, chi sta contribuendo di più a rovinare il pianeta? «In
questo momento gli Usa con
Obama sembrano avere una posizione più consapevole su questo problema. Cina e direi anche India devono fare
delle opzioni». I due colossi emergenti sono coscienti dei rischi dei
cambiamenti climatici? «I loro ricercatori sì, i politici non so».
Dovremo finire col vivere nella penombra per il risparmio energetico? «Adottare
politiche nuove non significa sacrificare la qualità della vita. Una casa più
isolata e più coibentata è anche una casa più confortevole». Rigassificatori,
nucleare, energie rinnovabili. Che cosa possiamo fare qui in Italia e nel Nord
Est per contribuire all'igiene del pianeta? «Non c'è una soluzione unica che
possa risolvere il problema. Ma le energie rinnovabili possono dare un
contributo». Un Nobel come lei viene ascoltato dai politici? «Non molto». P.P.
( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
La Venice University studia la globalizzazione Domenica 22
Febbraio 2009, Interessanti opportunità per gli studenti dell'Università di Ca'
Foscari e dell'Università Iuav (facoltà di pianificazione) iscritti all'ultimo
anno della Laurea Magistrale intenzionati a sviluppare la loro tesi su di esso
e a tutti gli studenti di Venice Internazional University. Alla Viu, a San Servolo, sono
stati inaugurati i corsi di primavera 2009 - che inizieranno domanie
termineranno il 29 maggio - e il Globalization program. Li hanno presentati,
Stefano Micelli, rettore della VIU e Luca Pes direttore della School of
Humanities and Social Sciences e i vari docenti ognuno per la propria
disciplina, alla presenza di Ignazio Musu, direttore Centro di Ricerca Ten e di
un folto pubblico di studenti entusiasti e carichi di aspettative. Le lezioni
spaziano dalla storia di Venezia alla storia contemporanea d'Italia,
dall'economia al teatro (il corso autunnale è stato realizzato in
collaborazione con la Biennale Teatro di Maurizio Scaparro). Il Globalization
programma consta di un pacchetto di corsi avanzati, laboratori e seminari sul
tema della globalizzazione e sulle sue implicazioni economiche, ambientali,
sociali e culturali. Le promesse sono allettanti: poter seguire corsi tenuti da
giovani docenti internazionali che trattano tematiche attuali; potersi sentire
parte attiva di una comunità multiculturale di studenti e docenti; completare
la tesi di laurea presso importanti centri di ricerca internazionali;
migliorare il proprio inglese dato che i corsi sono tenuti in tale lingua e,
all'interno dei corsi stessi sono previste guest lecture tenute da esperti dei
temi affrontati. I migliori studenti riceveranno borse di studio per sviluppare
la tesi di laurea all'estero presso una delle università consorziate con la
Viu. Nella pace dell'isola la globalizzazione è un fatto positivo ricco di
fermento intellettuale e di attività di studio e ricerca. Circa cento gli
iscritti di cui 35 italiani e gli altri provenienti da varie parti del mondo. Maria
Teresa Secondi
( da "Gazzettino, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Domenica
22 Febbraio 2009, Pechino Concentrandosi su economia e cambiamenti climatici,
il nuovo segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha
messo il suo marchio su un nuovo capitolo delle relazioni tra i due Paesi. La
ex first lady, nella sua prima visita in Cina come
esponente di spicco dell'amministrazione Obama, ha assicurato di aver
«sollevato» con i suoi interlocutori il problema dei diritti umani e civili,
lasciandolo però in secondo piano rispetto alle necessità che le due potenze,
le cui economie si sono rivelate nella crisi fortemente interdipendenti,
«lavorino insieme». In una breve conferenza stampa con il suo omologo cinese
Yang Jiechi, la Clinton ( ha sottolineato che i due Paesi possono «guidare il
mondo fuori dalla crisi». Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei
diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e
si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo». Le relazioni tra i
due Paesi, ha aggiunto la Clinton, devono basarsi «su una semplice premessa: è essenziale che Stati Uniti e Cina abbiamo una relazione positiva e di cooperazione». Yang ha
mantenuto un tono analogo e ha detto che la Cina continuerà ad investire nei buoni del Tesoro Usa. Il buon inizio è stato confermato
anche dagli incontri della numero uno della diplomazia americana col premier
Wen Jiabao e col presidente Hu Jintao. Wen ha detto che Cina e Usa devono non solo
«attraversare il fiume sulla stessa barca», ma «procedere tenendosi per mano». Insomma,
il «dialogo economico strategico» iniziato dal governo di George W. Bush e
molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Hu Jintao - che in aprile incontrerà
Obama a Londra, al vertice del G20 sulla crisi economica, ha espresso
«apprezzamento» perché la prima missione della Clinton all'estero si è svolta
in Cina e in altri Paesi dell'Estremo Oriente:
Giappone, Corea del Sud e Indonesia. Per indicare come Cina
ed Usa possano collaborare nel combattere
l'inquinamento e il surriscaldamento del pianeta, Hillary ha visitato un
impianto che produce "energia pulita" alla periferia di Pechino. La
Taiyanggong Geothermal Power, alimentata a gas da sofisticate turbine
realizzate dal colosso americano General Electric, è molto più efficiente delle
inquinanti centrali a carbone che ancora forniscono quasi tutta l'energia
consumata in Cina. «La Cina
deve crescere, ma spero che non ripetiate i nostri errori», ha commentato l'ex
first lady (nella foto accanto, accolta da alti dirigenti di Pechino).
L'atteggiamento poco incisivo della Clinton sui diritti umani è stato criticato
dai gruppi internazionali che lo considerano un cedimento all'autoritarismo di
Pechino. China Human Rights Defender ha denunciato che decine di dissidenti
sono stati messi agli arresti domiciliari, per impedir loro di avvicinare il
segretario di Stato o manifestare durante la sua visita. Due di loro, la
"blogger" Zeng Jinyan e lo scrittore Yu Jie, hanno detto di essere
confinati nelle rispettive case, "assediate" dalla polizia. Ding
Zhilin, la fondatrice delle "Madri di piazza Tienanmen" - in ricordo
della rivolta studentesca del 1989 repressa nel sangue - ha inviato via
internet una lettera alla Clinton, invitandola a chiedere la liberazione del
dissidente Liu Xiaobo. Oggi, per «testimoniare» l'importanza che
l'amministrazione Obama dà ai diritti umani e civili, Hillary parteciperà ad
una messa in una chiesa protestante e riceverà nell'ambasciata Usa alcuni «attivisti della società civile cinese».
( da "Reuters Italia" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
BERLINO
(Reuters) - I leader europei dei G20 riunitisi oggi a Berlino in vista del summit
di aprile a Londra sono d'accordo sulla necessità di nuove regole condivise per
i mercati finanziari e di respingere le tendenza protezioniste. Lo ha detto il
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo nella conferenza stampa
conclusiva insieme con gli altri leader. "Sono naturalmente d'accordo
anche io sulle considerazioni evocate dai miei colleghi. L'accordo è totale sul
fatto che dobbiamo agire in modo coordinato per abrogare le vecchie regole che
non hanno funzionato e riscrivere un global legal standard e non cadere nella
tentazione del protezionismo", ha detto Berlusconi. Il premier si è detto
convinto che al G20 di Londra si andrà "nella
direzione giusta" ma per questo è anche necessario assicurarsi che le
altre potenze, Usa e Cina, "condividano" la linea
europea. Berlusconi ha poi detto di ritenere "molto opportuno mandare una
nostra delegazione presso l'amministrazione Usa per confrontarci con loro e trovare un preventivo accordo su ciò
che decideremo al G20". Berlusconi è passato poi rapidamente a
parlare di Italia ribadendo che grazie alla solidità del sistema bancario
"non coinvolto nei titoli tossici", ai risparmi e alle tutele
sociali, "la situazione è migliore" rispetto agli altri. "Il
governo italiano si è mosso con tempestività assoluta... con tempestività di
riduce lo svolgersi della crisi", ha concluso.
( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
n.
46 del 2009-02-22 pagina 0 Crisi e mercati, sì a nuove regole Berlusconi:
"L'Italia meglio di altri" di Redazione Summit per una soluzione
comune in vista del G20: allo studio sanzioni per i paradisi fiscali.
Berlusconi parla del presidente americano, della crisi economica e del G8 a la
Maddalena in una intervista al quotidiano tedesco Bild. E di Obama dice:
"Ci lega un tratto comune, siamo entrambi uomini tesi al fare".
"La Merkel? Ha polso..." Berlino - Trovato un primo importante punto
d'incontro, o meglio un'intesa totale, come è stata definita, al vertice dei
Paesi europei del G20 a Berlino, intesa che verrà presentata all'atteso G20 del
due aprile prossimo a Londra. A berlino sono arrivati alla cancelleria tedesca
i leader dei Paesi europei del G8 - Italia, Francia e Regno Unito oltre alla
Germania - più quelli spagnoli e olandesi. Presenti anche la Repubblica Ceca
nella sua veste di presidente di turno dell'Ue, il presidente della Bce Jean-Claude
Trichet, quello dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker e il presidente della
Commissione europea, José Manuel Barroso. Intesa sulle regole per i mercati I
Paesi europei del G20 ribadiscono la determinazione ad attuare il piano di
azione concordato dallo stesso G20 "rapidamente e in tutte le sue
parti". E' quanto si legge nel documento finale del vertice di Berlino. I
leader europei del G20 hanno concordato di regolare e supervisionare i mercati
finanziari internazionali in tutte le sue parti, inclusi i fondi d'investimento
ad alto rischio, 'hedge funds'. Lo hanno riferito fonti del governo tedesco. I
Paesi europei del G20 invitano a delineare con urgenza sanzioni da applicare ai
paradisi fiscali. La Merkel: ora azioni concrete "Un chiaro messaggio e
delle azioni concrete sono necessari per generare una nuova fiducia nei mercati
e per riportare il mondo sulla strada di un maggiore sviluppo e una maggiore
occupazione'. Cosi' il cancelliere tedesco Angela Merkel in una dichiarazione
scritta diffusa a margine del vertice. "Per sconfiggere la crisi nel breve
periodo adotteremo soltanto misure che mantengano le distorsioni della
concorrenza ad un livello assolutamente minimo e ci aspettiamo che anche gli
altri Stati del G20 si comportino allo stesso modo. Le risorse del Fondo
Monetario Internazionale (Fmi) dovrebbero essere raddoppiate" Berlusconi:
"Italia meglio di altri" "Vorrei qui sottolineare che il mio
Paese si trova in una situazione relativamente migliore rispetto a quello che i
miei colleghi hanno riferito dei loro Paesi", ha detto il premier Silvio
Berlusconi nel corso della conferenza stampa congiunta con gli altri leader
presenti al vertice dei Paesi europei. L'Italia è in una situazione migliore,
ha sottolineato, "perché ha un sistema bancario solido, le banche italiane
non sono state coinvolte dai titoli tossici, le famiglie italiane sono delle
famiglie risparmiatrici e ogni italiano che perde il lavoro ha una totale
assistenza sanitaria e percepisce il 70% di quella che è la sua principale
retribuzione". Berlusconi ha quindi sottolineato che il governo è stato
"tempestivo" nell'affrontare la crisi. "L'Italia ha un sistema
bancario solido, le banche italiane non sono state coinvolte dai titoli
tossici", ha aggiunto. "Missione Ue in Usa" Nel fronteggiare la crisi
"dovremo assicurarci che ciò che noi decideremo sia condiviso anche da
altri importanti paesi come la Cina e dall'economia più importante che è quella degli Stati Uniti e
per questo ritengo molta opportuna un'altra decisione che abbiamo qui evocato
di mandare una nostra delegazione presso l'amministrazione americana per
trovare un preventivo accordo su ciò che decideremo insieme al G20", ha
spiegato Berlusconi che ha aggiunto: "E' molto importante che ci sia una
stretta collaborazione e che tutti i leader siano in stretto contatto per fare
in modo che in nessuna occasione ci sia qualcosa di non coordinato".
Intervista alla "Bild": io e Obama uomini del fare "Ci lega un
tratto comune, siamo entrambi uomini tesi al fare". Così il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi parla del presidente americano Barack Obama in
un'intervista al quotidiano tedesco Bild che sarà in edicola domani. Secondo
Berlusconi "Obama è un leader carismatico, capace di infondere
fiducia". Quindi, aggiunge nell'intervista, "la sua azione politica e
i suoi provvedimenti saranno valutati sul campo". "Ma intanto per
quanto mi concerne sono fiducioso che la sua 'audacia della speranza' sia
l'approccio giusto per risolvere i grandi problemi con cui si è trovato a
confrontarsi", ha detto ancora a Bild. Il premier ha anche sottolineato
che il suo "rapporto di amicizia" con George W. Bush "non ha
impedito di avere a volte idee diverse, ma sempre sulla base di una profonda e
reciproca stima". Infatti, secondo Berlusconi, "la forza del rapporto
tra i leader sta nella solidità del rapporto tra i loro popoli".
"Sono certo che con Obama si instaurerà una relazione altrettanto
forte", ha assicurato. Berlusconi loda la "stabilità dell'Euro"
e la "ritrovata flessibilità di bilancio" dell'Unione europea:
infatti grazie a questi due elementi l'Europa sembra oggi in grado di reagire
alla crisi economica. Di fronte alla crisi economica mondiale, ha spiegato il
presidente del Consiglio, "l'Europa soffre di alcuni anacronismi" e
"manca di una forte dimensione politica". "Gli unici strumenti
per fronteggiare le crisi sono rimasti, finora, monetari. La sola
infrastruttura assimilabile alla sfera politica è il Patto di stabilità e
crescita", ha spiegato. E "se l'Europa è in grado oggi di rispondere
con efficacia agli effetti della crisi finanziaria attraverso piani nazionali
anti-crisi, è grazie alla ritrovata flessibilità di bilancio e alla stabilità
dell'euro. Il rigore deve potersi coniugare con lo sviluppo", ha aggiunto
Berlusconi ricordando di essere stato "criticato anni fa" per aver
chiesto di rendere il Patto "un po' meno rigido", idea che poi invece
"é prevalsa". Il G8 a guida italiana proporrà la 'Detax', "un
meccanismo fiscale che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di
gettito fiscale", ha annunciato il premier. "Dobbiamo contrastare la
crisi e lavorare per la ripresa, ma anche preoccuparci di ridurre gli squilibri
che ci sono nel mondo. Per fare ciò - ha spiegato il premier - l'Italia ha
proposto l'apertura del G8 alle economie emergenti, perché il G8 diventi più
inclusivo e rappresentativo, senza perdere la sua efficacia".
"Intendiamo rafforzare il dialogo con Brasile, Cina,
India, Messico e Sud Africa attraverso un partenariato stabile e strutturato, e
intendiamo coinvolgere anche un Paese musulmano, arabo e africano come
l'Egitto", ha concluso Berlusconi. Quest'anno alla Maddalena sarà la terza
volta che Silvio Berlusconi presiederà un vertice del G8: "un primato che
se da un lato mi dispiace, perché prova che sono troppo vecchio, dall'altro
garantisce una leadership di saggezza e di esperienza nella nostra politica
estera". "La Merkel ha polso" Il cancelliere tedesco Angela
Merkel é "una vera protagonista, una donna coraggiosa, di polso, molto
preparata". "Non tocca a me dare la pagella al vostro
cancelliere", avverte Berlusconi nell'intervista ma aggiunge: "Angela
Merkel ha fatto col massimo impegno tutto ciò che poteva per mettere in
sicurezza il bilancio tedesco, e credo che i risultati debbano essere valutati
per la loro positività anche in base alla gravità della crisi. Lei ha voluto
scommettere sulla ripresa e ha adottato misure coraggiose". "La
Germania - conclude il premier - è un Paese fortunato, nei momenti cruciali ha
sempre avuto Cancellieri all'altezza della situazione: Adenauer, Brandt, Helmut
Kohl". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Virgilio Notizie" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Berlino,
22 feb. (Apcom) - I leader europei che hanno partecipato oggi a un incontro
pre-G20 a Berlino stanno pensando di andare a presentare i risultati della
discussione all'amministrazione statunitense prima del vertice di inizio aprile
a Londra. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Berlino.
"Probabilmente faremo anche una puntata in America per concordare con
l'amministrazione americana le decisioni finali del G20", ha spiegato
Berlusconi. "Penso che ci sarà la formazione di oggi, noi come
responsabili del G8, Merkel, Sarkozy, ma poi vedremo". Il viaggio dovrebbe
avvenire prima del G8 luglio, "forse addirittura prima
del G20" in programma i primi di aprile a Londra, ha precisato il Premier.
Comunque, ha puntualizzato Berlusconi, "è una stata un'idea, non una
decisione". "Dobbiamo andare a parlare con l'amministrazione
statunitense, dobbiamo coinvolgere anche la Cina", ha concluso il Premier.
( da "Giornale.it, Il" del 22-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
n.
46 del 2009-02-22 pagina 0 Crisi, i Grandi Ue: sì a nuove regole Berlusconi:
"L'Italia meglio di altri" di Redazione Summit per una soluzione
comune in vista del G20: allo studio sanzioni per i paradisi fiscali.
Berlusconi parla del presidente americano, della crisi economica e del G8 a la
Maddalena in una intervista al quotidiano tedesco Bild. E di Obama dice:
"Ci lega un tratto comune, siamo entrambi uomini tesi al fare".
"La Merkel? Ha polso..." Berlino - Trovato un primo importante punto
d'incontro, o meglio un'intesa totale, come è stata definita, al vertice dei
Paesi europei del G20 a Berlino, intesa che verrà presentata all'atteso G20 del
due aprile prossimo a Londra. A berlino sono arrivati alla cancelleria tedesca
i leader dei Paesi europei del G8 - Italia, Francia e Regno Unito oltre alla
Germania - più quelli spagnoli e olandesi. Presenti anche la Repubblica Ceca
nella sua veste di presidente di turno dell'Ue, il presidente della Bce
Jean-Claude Trichet, quello dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker e il presidente
della Commissione europea, José Manuel Barroso. Intesa sulle regole per i
mercati I Paesi europei del G20 ribadiscono la determinazione ad attuare il
piano di azione concordato dallo stesso G20 "rapidamente e in tutte le sue
parti". E' quanto si legge nel documento finale del vertice di Berlino. I
leader europei del G20 hanno concordato di regolare e supervisionare i mercati
finanziari internazionali in tutte le sue parti, inclusi i fondi d'investimento
ad alto rischio, 'hedge funds'. Lo hanno riferito fonti del governo tedesco. I
Paesi europei del G20 invitano a delineare con urgenza sanzioni da applicare ai
paradisi fiscali. La Merkel: ora azioni concrete "Un chiaro messaggio e
delle azioni concrete sono necessari per generare una nuova fiducia nei mercati
e per riportare il mondo sulla strada di un maggiore sviluppo e una maggiore
occupazione'. Cosi' il cancelliere tedesco Angela Merkel in una dichiarazione scritta
diffusa a margine del vertice. "Per sconfiggere la crisi nel breve periodo
adotteremo soltanto misure che mantengano le distorsioni della concorrenza ad
un livello assolutamente minimo e ci aspettiamo che anche gli altri Stati del
G20 si comportino allo stesso modo. Le risorse del Fondo Monetario
Internazionale (Fmi) dovrebbero essere raddoppiate" Berlusconi:
"Italia meglio di altri" "Vorrei qui sottolineare che il mio
Paese si trova in una situazione relativamente migliore rispetto a quello che i
miei colleghi hanno riferito dei loro Paesi", ha detto il premier Silvio
Berlusconi nel corso della conferenza stampa congiunta con gli altri leader
presenti al vertice dei Paesi europei. L'Italia è in una situazione migliore,
ha sottolineato, "perché ha un sistema bancario solido, le banche italiane
non sono state coinvolte dai titoli tossici, le famiglie italiane sono delle
famiglie risparmiatrici e ogni italiano che perde il lavoro ha una totale
assistenza sanitaria e percepisce il 70% di quella che è la sua principale
retribuzione". Berlusconi ha quindi sottolineato che il governo è stato
"tempestivo" nell'affrontare la crisi. "L'Italia ha un sistema
bancario solido, le banche italiane non sono state coinvolte dai titoli
tossici", ha aggiunto. "Missione Ue in Usa" Nel fronteggiare la crisi
"dovremo assicurarci che ciò che noi decideremo sia condiviso anche da
altri importanti paesi come la Cina e dall'economia più importante che è quella degli Stati Uniti e
per questo ritengo molta opportuna un'altra decisione che abbiamo qui evocato
di mandare una nostra delegazione presso l'amministrazione americana per
trovare un preventivo accordo su ciò che decideremo insieme al G20", ha
spiegato Berlusconi che ha aggiunto: "E' molto importante che ci sia una
stretta collaborazione e che tutti i leader siano in stretto contatto per fare
in modo che in nessuna occasione ci sia qualcosa di non coordinato".
Intervista alla "Bild": io e Obama uomini del fare "Ci lega un
tratto comune, siamo entrambi uomini tesi al fare". Così il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi parla del presidente americano Barack Obama in
un'intervista al quotidiano tedesco Bild che sarà in edicola domani. Secondo
Berlusconi "Obama è un leader carismatico, capace di infondere
fiducia". Quindi, aggiunge nell'intervista, "la sua azione politica e
i suoi provvedimenti saranno valutati sul campo". "Ma intanto per
quanto mi concerne sono fiducioso che la sua 'audacia della speranza' sia
l'approccio giusto per risolvere i grandi problemi con cui si è trovato a
confrontarsi", ha detto ancora a Bild. Il premier ha anche sottolineato
che il suo "rapporto di amicizia" con George W. Bush "non ha
impedito di avere a volte idee diverse, ma sempre sulla base di una profonda e
reciproca stima". Infatti, secondo Berlusconi, "la forza del rapporto
tra i leader sta nella solidità del rapporto tra i loro popoli".
"Sono certo che con Obama si instaurerà una relazione altrettanto
forte", ha assicurato. Berlusconi loda la "stabilità dell'Euro"
e la "ritrovata flessibilità di bilancio" dell'Unione europea:
infatti grazie a questi due elementi l'Europa sembra oggi in grado di reagire
alla crisi economica. Di fronte alla crisi economica mondiale, ha spiegato il
presidente del Consiglio, "l'Europa soffre di alcuni anacronismi" e
"manca di una forte dimensione politica". "Gli unici strumenti
per fronteggiare le crisi sono rimasti, finora, monetari. La sola
infrastruttura assimilabile alla sfera politica è il Patto di stabilità e
crescita", ha spiegato. E "se l'Europa è in grado oggi di rispondere
con efficacia agli effetti della crisi finanziaria attraverso piani nazionali
anti-crisi, è grazie alla ritrovata flessibilità di bilancio e alla stabilità
dell'euro. Il rigore deve potersi coniugare con lo sviluppo", ha aggiunto
Berlusconi ricordando di essere stato "criticato anni fa" per aver
chiesto di rendere il Patto "un po' meno rigido", idea che poi invece
"é prevalsa". Il G8 a guida italiana proporrà la 'Detax', "un
meccanismo fiscale che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di
gettito fiscale", ha annunciato il premier. "Dobbiamo contrastare la
crisi e lavorare per la ripresa, ma anche preoccuparci di ridurre gli squilibri
che ci sono nel mondo. Per fare ciò - ha spiegato il premier - l'Italia ha
proposto l'apertura del G8 alle economie emergenti, perché il G8 diventi più
inclusivo e rappresentativo, senza perdere la sua efficacia".
"Intendiamo rafforzare il dialogo con Brasile, Cina,
India, Messico e Sud Africa attraverso un partenariato stabile e strutturato, e
intendiamo coinvolgere anche un Paese musulmano, arabo e africano come
l'Egitto", ha concluso Berlusconi. Quest'anno alla Maddalena sarà la terza
volta che Silvio Berlusconi presiederà un vertice del G8: "un primato che
se da un lato mi dispiace, perché prova che sono troppo vecchio, dall'altro
garantisce una leadership di saggezza e di esperienza nella nostra politica
estera". "La Merkel ha polso" Il cancelliere tedesco Angela
Merkel é "una vera protagonista, una donna coraggiosa, di polso, molto
preparata". "Non tocca a me dare la pagella al vostro
cancelliere", avverte Berlusconi nell'intervista ma aggiunge: "Angela
Merkel ha fatto col massimo impegno tutto ciò che poteva per mettere in
sicurezza il bilancio tedesco, e credo che i risultati debbano essere valutati
per la loro positività anche in base alla gravità della crisi. Lei ha voluto
scommettere sulla ripresa e ha adottato misure coraggiose". "La
Germania - conclude il premier - è un Paese fortunato, nei momenti cruciali ha
sempre avuto Cancellieri all'altezza della situazione: Adenauer, Brandt, Helmut
Kohl". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano