CENACOLO DEI COGITANTI |
Il caso
del giornalista Parwiz Kambakhsh
e l'impegno italiano ( da "Articolo21.com"
del 18-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: In un comunicato l'Unama sottolinea che i procedimenti giudiziari legati alla
libertà di religione o espressione ci sono in molti paesi e richiedono una
particolare attenzione. ''Le pressioni per le sentenze di colpevolezza, gli
avvertimenti ai giornalisti, o come in questo caso, tenere un processo a porte chiuse
senza che l?
I
magistrati spagnoli scioperano per la modernizzazione della giustizia
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 19-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: anche del degrado e della lentezza
del sistema giudiziario, con gli attuali 2,5 milioni di procedimenti non
risolti. La tensione fra governo e opposizione sta tornando sulla giustizia a
livelli di scontro dimenticati dalle politiche del marzo 2008. I magistrati,
che minacciano altri scioperi, chiedono che gli investimenti per la giustizia
siano triplicati nei prossimi cinque anni.
Dopo
l'assoluzione dei quattro imputati per l'omicidio della giornalista russa
( da "Cittadino,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Il primo problema è che il potere
giudiziario russo non gode di alcuna reale indipendenza e autonomia dal potere
esecutivo e legislativo.Il
secondo problema è culturale, una sorta di eredità sovietica: per troppo tempo
i magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino (il famoso "diritto
telefonico"), tanto che in un recente sondaggio una grande parte dei
cittadini intervistati (
caso politkovskaia, l'inchiesta riparte
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Il primo problema è che il potere
giudiziario russo non gode di alcuna reale indipendenza e autonomia dal potere
esecutivo e legislativo. Il secondo problema è culturale, una sorta di eredità
sovietica: per troppo tempo i magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino
(il famoso "diritto telefonico"), tanto che in un recente sondaggio
la maggioranza dei cittadini intervistati,
Delitto
Politkovskaia, l'inchiesta riparte da zero tra le polemiche
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Il primo problema è che il potere
giudiziario russo non gode di alcuna reale indipendenza e autonomia dal potere
esecutivo e legislativo. il vero imputato: la
giustizia Il secondo problema è culturale, una sorta di eredità sovietica: per
troppo tempo i magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino (il famoso
«diritto telefonico»
"Giustizia
venduta": riaperto il dossier sulla morte della giornalista
( da "Gazzettino,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Il primo problema è che il potere
giudiziario russo non gode di alcuna reale indipendenza e autonomia dal potere
esecutivo e legislativo. Il secondo problema è culturale, una sorta di eredità
sovietica: per troppo tempo i magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino
(il famoso "diritto telefonico"), tanto che in un recente sondaggio
la maggioranza dei cittadini intervistati,
( da "Articolo21.com"
del 18-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Il caso
del giornalista Parwiz Kambakhsh
e l'impegno italiano di CISDA* Nell?ottobre del 2007
è stato incarcerato, nella provincia di Balkh (nel
nord dell?Afghanistan), il giovane giornalista Parwiz Kambakhsh. Parwiz è stato accusato di blasfemia per aver distribuito
un articolo, stampato da Internet, nel quale si parlava dei diritti delle donne
nell?Islam. Inizialmente condannato a morte dall?oscurantista consiglio dei religiosi di Balkh, Parwiz ha aspettato per un
anno, in galera, la sentenza della corte d?appello e ora la sua esecuzione è
stata trasformata in 20 anni di reclusione. I suoi avvocati vogliono ricorrere
alla corte suprema, ma senza una mobilitazione internazionale a favore di Parwiz la condanna sarà probabilmente confermata. Le
infamanti accuse nei confronti di Parwiz da parte dei
tribunali afghani dimostrano come in Afghanistan, a sette anni dall?invasione militare americana, la libertà di stampa sia
totalmente negata e come non sia in vigore una giustizia
che possa definirsi tale. Un altro esempio è quello di Naseer
Fayyaz, un altro coraggioso giornalista, che per aver
criticato il governo è stato minacciato di morte e perseguitato dai servizi
segreti afghani (KHAD), finché si è trovato costretto a lasciare il Paese. In
Afghanistan quella in vigore è solo la legge del più forte, e chiunque osi
opporsi ai fondamentalisti al potere e alle autorità
religiose viene punito con condanne esemplari, minacciato, costretto ad
allontanarsi dal paese, ucciso, indagato dai servizi segreti. Durante la
legislatura di centrodestra (2005-2006), il governo italiano - secondo le
direttive varate dopo le conferenze di Bonn (2001) e di Londra (2006) - ha
messo in piedi un costosissimo programma giustizia (71
milioni di euro, spesi dai contribuenti italiani) al quale
hanno lavorato centinaia di esperti italiani, e con cui si sarebbe dovuto
ricostruire il sistema giuridico afghano. L?assurda condanna di Parwiz Kambakhsh dimostra quanto
il programma giustizia promosso dal nostro governo sia
stato fallimentare, soprattutto a fronte dell?enorme
spesa sostenuta. è anche un?ulteriore disfatta per Karzai e per i governi occidentali che hanno vestito dei
noti criminali di guerra in giacca e cravatta definendoli democratici e
portandoli al potere. Chiediamo che tutti i sinceri
democratici, coloro che credono che non esista una giustizia
di serie A, per gli occidentali, e una di serie B, per tutti gli altri, alzino
la loro voce mobilitandosi in tutti i modi possibili e a tutti i livelli, per
assicurare la libertà a Parwiz Kambakhsh
e la libertà di espressione e la legalità a tutti i giornalisti e democratici
afghani. Cosa possiamo fare? - Informare sulla situazione - Sollecitare la
stampa affinchè non abbandoni Parwiz
al suo destino continuando a denunciare il caso e a informare l'opinione
pubblica - Chiedere al rappresentante del Governo italiano che si impegni a
fare rispettare la giustizia in Afghanistan - Inviare
la seguente lettera di protesta alle istituzioni afgane e alle organizzazioni
internazionali impegnate nel paese. Testo
in inglese da inviare: Release Parwiz Kambakhsh Parwiz Kambakhsh, a young afghan journalist, is imprisoned since
October 2007. He was sentenced to death by the obscurantist Council of the
Elders from
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 19-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Esteri Pagina 113 I giudici: «Serve un sistema più rapido
ed efficace» I magistrati spagnoli scioperano per la modernizzazione della giustizia I giudici: «Serve un sistema più rapido ed
efficace» --> MADRID Storico sciopero dei magistrati in Spagna ieri contro
il governo del premier socialista Josè Luis Zapatero: oltre la metà dei 4.400
togati iberici per la prima volta si sono astenuti dal lavoro per chiedere una
profonda riforma e la modernizzazione del sistema giudiziario
del paese, sempre più lento e inefficace. La protesta dei magistrati, definita «senza base
legale» dal Consiglio generale del potere giudiziario
(Cgpj, il Csm spagnolo), in quanto i giudici
costituiscono un potere dello Stato, e definita dal ministro della giustizia Adriano
Bermejo «corporativa», ha teso ulteriormente i rapporti fra governo socialista
e opposizione già avvelenati dall'inchiesta del giudice Baltasar
Garzon su una presunta tangentopoli a Madrid e
Valencia che coinvolgerebbe ambienti del Partido Popular. Il leader del Pp Mariano
Rajoy ha chiesto in parlamento le dimissioni di Bermejo,
sotto accusa anche per avere partecipato il 7 febbraio a una battuta di caccia
con Garzon poche ore dopo che il giudice, ritenuto di
simpatie socialiste, aveva fatto arrestare tre imprenditori vicini
all'opposizione. Bermejo - cui Zapatero ha confermato l'appoggio - ha
seccamente respinto la richiesta di dimissioni del Pp,
che lo vede responsabile anche del degrado e della lentezza
del sistema giudiziario, con gli attuali 2,5 milioni di procedimenti non risolti. La
tensione fra governo e opposizione sta tornando sulla giustizia a
livelli di scontro dimenticati dalle politiche del marzo 2008. I magistrati,
che minacciano altri scioperi, chiedono che gli investimenti per la giustizia siano triplicati nei prossimi cinque anni.
( da "Cittadino,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Processo
Politkovskaia al palo Ora le indagini ripartono da
zero MOSCA Riparte da zero tra polemiche e pessimismo l'inchiesta
sull'uccisione della giornalista di opposizione Anna Politkovskaia,
la più feroce voce critica della Russia putiniana,
dopo il verdetto di non colpevolezza pronunciato giovedì a Mosca all'unanimità
dalla giuria nei confronti di tutti e quattro gli imputati. Ieri il tribunale
militare, emessa la sentenza assolutoria, ha ritrasmesso il fascicolo alla
procura perché avvii nuove indagini. Ha inoltre riconosciuto il diritto degli
accusati a chiedere un risarcimento per il processo. Ma ora, sul banco degli
imputati, sono finiti gli inquirenti e tutto il sistema giudiziario
del Paese, come emerge anche dalla stampa russa singolarmente concorde nel
criticare «il fallimento totale» dell'inchiesta.Un
naufragio giudiziario che ai difensori dei diritti
umani non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. La
sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di posizione di
alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata infatti
l'ennesima cartina di tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto
quotidianamente sconfessato.Il primo problema è che il potere giudiziario
russo non gode di alcuna reale indipendenza e autonomia dal potere esecutivo e legislativo.Il
secondo problema è culturale, una sorta di eredità sovietica: per troppo tempo
i magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino (il famoso "diritto
telefonico"), tanto che in un recente sondaggio una grande parte dei
cittadini intervistati (dal 39% al 44% a secondo del grado di
istruzione) non considera i tribunali come un potere
indipendente. E certo non aiutano certe uscite, come quella cinica di Putin
sulla marginalità della Politkovskaia, poco dopo il delitto.C'è
poi il problema della corruzione e dei conflitti di potere,
come quello tra la procura e il comitato d'indagine istituito nell'estate del
2007, che ha poi raccolto le prove del processo Politkovskaia.
A dirigerlo è Aleksander Bastrikin,
un uomo di fiducia di Vladimir Putin. Lo scorso luglio un deputato giornalista
denunciò in modo documentato che faceva affari all'estero con un'impresa
immobiliare nella Repubblica Ceca contravvenendo alle leggi. È bastata una
smentita e Bastrikin é rimasto lì.In compenso uno dei suoi collaboratori, Dmitri Dovghi, che aveva
denunciato come inchieste importanti siano state aperte su pressione delle
autorità, è finito indagato per una tangente da 750 mila euro. Ha creato un
caso anche la vicepresidente della suprema corte di
arbitrato, Ielena Valiavina,
rivelando che Valery Boiev,
ex dirigente del Cremlino con Putin, l'aveva minacciata nel 2005 di rovinarle
la carriera, se non avesse ribaltato una sentenza contro il servizio dei beni
federali. Proprio oggi invece la presidente della stessa corte, Valentina Maikova, è stata destituita dai suoi colleghi per una
vicenda da «affittopoli».Passando al caso Politkovskaia, non ci si deve quindi stupire se uno degli
imputati ha sostenuto di avere ricevuto dagli investigatori la promessa di una
pena ridotta se avesse coinvolto l'oligarca in esilio Boris Berezovski,
nemico numero uno di Putin. Intanto altri difensori dei diritti umani ed altri
giornalisti continuano ad essere uccisi, come l'avvocato Stanislav
Markelov e la reporter Anastasia Baburova.
Ma la giustizia russa sa anche colpire due volte lo
stesso imputato, se vuole: per ironia della sorte, nel giorno dell'assoluzione
nel processo Politkovskaia, è stato annunciato il
processo bis a Mikhail Kodorkhovski,
un altro nemico giurato di Putin.Claudio Salvalaggio
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Giustizia
L'annuncio
dopo l'assoluzione dei 4 imputati di omicidio Caso Politkovskaia,
l'inchiesta riparte Il tribunale manda il fascicolo al pm MOSCA
MOSCA. Riparte da zero tra polemiche e
pessimismo l'inchiesta sull'uccisione della giornalista di opposizione Anna Politkovskaia, la più feroce critica della Russia putiniana, dopo il verdetto di non colpevolezza pronunciato
giovedì a Mosca dalla giuria nei confronti di tutti e quattro gli imputati.
Ieri il tribunale militare, emessa la sentenza assolutoria, ha ritrasmesso il
fascicolo alla procura perchè avvii nuove indagini e
riconosciuto il diritto degli accusati a chiedere un risarcimento per
l'ingiusto processo. Ma ora, sul banco degli imputati, sono finiti gli
inquirenti e tutto il sistema giudiziario del Paese,
come emerge anche dalla stampa russa singolarmente concorde nel criticare «il
fallimento totale» dell'inchiesta. Un naufragio giudiziario
che ai difensori dei diritti umani non lascia molto ottimismo sulle prospettive
di una nuova indagine. La sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il
mondo e prese di posizione di alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata
l'ennesima cartina di tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto
quotidianamente sconfessato. Il primo problema è che il potere giudiziario russo non gode di alcuna reale indipendenza e autonomia dal potere esecutivo e legislativo. Il secondo problema è culturale, una
sorta di eredità sovietica: per troppo tempo i magistrati sono stati
addomesticati dal Cremlino (il famoso "diritto telefonico"), tanto
che in un recente sondaggio la maggioranza dei cittadini intervistati,
dal 39% al 44% a secondo del grado di istruzione, non
considera i tribunali come un potere indipendente. E
certo non aiutano certe uscite, come quella cinica di Putin sulla marginalità
della Politkovskaia, poco dopo il delitto. C'è poi il
problema della corruzione e dei conflitti di potere,
come quello tra la procura e il comitato d'indagine istituito nell'estate del
2007, che ha poi raccolto le prove del processo Politkovskaia.
A dirigerlo è Aleksander Bastrikin,
un uomo di fiducia di Vladimir Putin. In luglio un deputato giornalista
denunciò in modo documentato che faceva affari all'estero con un'impresa
immobiliare nella Repubblica Ceca contravvenendo alle leggi. È bastata una
smentita e Bastrikin è rimasto lì. In compenso uno
dei suoi collaboratori, Dmitri Dovghi,
che aveva denunciato come inchieste importanti siano state aperte su pressione
delle autorità, è finito indagato per una tangente da 750 mila euro. Ha creato
un caso anche la vicepresidente della suprema corte di
arbitrato, Ielena Valiavina,
rivelando che Valery Boiev,
ex dirigente del Cremlino con Putin, l'aveva minacciata nel 2005 di rovinarle
la carriera, se non avesse ribaltato una sentenza contro il servizio dei beni
federali. Proprio oggi invece la presidente della stessa corte, Valentina Maikova, è stata destituita dai suoi colleghi per una
vicenda da "affittopoli". Passando al caso Politkovskaia, non ci si deve quindi stupire se uno degli
imputati ha sostenuto di aver ricevuto dagli investigatori la promessa di una
pena ridotta se avesse coinvolto l'oligarca in esilio Boris Berezovski,
nemico numero uno di Putin. Intanto altri difensori dei diritti umani e altri
giornalisti continuano ad essere uccisi, come l'avvocato Stanislav
Markelov e la reporter Anastasia Baburova.
Ma la giustizia russa sa anche colpire due volte lo
stesso imputato, se vuole: per ironia della sorte, nel giorno dell'assoluzione
nel processo Politkovskaia, è stato annunciato il
processo bis a Mikhail Kodorkhovski,
un altro nemico giurato di Putin.
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Delitto
Politkovskaia, l'inchiesta riparte da zero tra le
polemiche --> Ai quattro imputati assolti riconosciuto
il diritto di chiedere un risarcimento Il fascicolo riassegnato alla procura
per nuove indagini. Sconcerto nel Paese Sabato 21 Febbraio
2009 SOCIETA, pagina 13 e-mail print MOSCARiparte da zero tra polemiche e pessimismo l'inchiesta
sull'uccisione della giornalista di opposizione Anna Politkovskaia,
la più feroce critica della Russia putiniana, dopo il
verdetto di non colpevolezza pronunciato giovedì a Mosca all'unanimità dalla
giuria nei confronti di tutti e quattro gli imputati. Ieri il tribunale
militare, emessa la sentenza assolutoria, ha ritrasmesso il fascicolo alla
procura perché avvii nuove indagini e riconosciuto il diritto degli accusati a
chiedere un risarcimento per l'ingiusto processo. Ma ora, sul banco degli
imputati, sono finiti gli inquirenti e tutto il sistema giudiziario
del Paese, come emerge anche dalla stampa russa singolarmente concorde nel
criticare «il fallimento totale» dell'inchiesta. Un naufragio giudiziario che ai difensori dei diritti umani non lascia
molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. la
sentenza e le proteste La sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il
mondo e prese di posizione di alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata
l'ennesima cartina di tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto
quotidianamente sconfessato. Il primo problema è che il potere giudiziario russo non gode di alcuna reale indipendenza e autonomia dal potere esecutivo e legislativo. il vero
imputato: la giustizia Il secondo problema è culturale, una sorta di eredità sovietica:
per troppo tempo i magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino (il famoso
«diritto telefonico»), tanto che in un recente sondaggio la maggioranza
dei cittadini intervistati, dal 39% al 44% a secondo del grado di istruzione,
non considera i tribunali come un potere indipendente.
E certo non aiutano certe uscite, come quella cinica di Putin sulla marginalità
della Politkovskaia, poco dopo il delitto. C'è poi il
problema della corruzione e dei conflitti di potere,
come quello tra la procura e il comitato d'indagine istituito nell'estate del
2007, che ha poi raccolto le prove del processo Politkovskaia.
A dirigerlo è Aleksander Bastrikin,
un uomo di fiducia di Vladimir Putin. Lo scorso luglio un deputato giornalista
denunciò in modo documentato che faceva affari all'estero con un'impresa
immobiliare nella Repubblica Ceca contravvenendo alle leggi. È bastata una
smentita e Bastrikin è rimasto lì. In compenso uno
dei suoi collaboratori, Dmitri Dovghi,
che aveva denunciato come inchieste importanti siano state aperte su pressione
delle autorità, è finito indagato per una tangente da 750 mila euro. altri giornalisti uccisi Passando al caso Politkovskaia, non ci si deve quindi stupire se uno degli
imputati ha sostenuto di aver ricevuto dagli investigatori la promessa di una
pena ridotta se avesse coinvolto l'oligarca in esilio Boris Berezovski,
nemico numero uno di Putin. Intanto altri difensori dei diritti umani ed altri
giornalisti continuano ad essere uccisi, come l'avvocato Stanislav
Markelov e la reporter Anastasia Baburova.
Claudio Salvalaggio 21/02/2009 nascosto-->
( da "Gazzettino,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Giustizia
"Giustizia
venduta": riaperto il dossier sulla morte della giornalista Sabato 21 Febbraio 2009, Mosca All'indomani dell'unanime verdetto di
non colpevolezza pronunciato giovedì a Mosca dalla giuria nei confronti di
tutti e quattro gli imputati, riparte da zero tra polemiche e pessimismo
l'inchiesta sull'uccisione della giornalista di opposizione Anna Politkovskaja, la voce ferocemente più critica della Russia
putiniana. Ieri il tribunale militare, emessa la
sentenza assolutoria, ha ritrasmesso il fascicolo alla procura perché avvii
nuove indagini e ha pure riconosciuto il diritto degli accusati a chiedere un
risarcimento per l'ingiusto processo. Ma ora, sul banco degli imputati, sono
finiti gli inquirenti e tutto il sistema giudiziario
del Paese, come emerge anche dalla stampa russa singolarmente concorde nel
criticare «il fallimento totale» dell'inchiesta. Un naufragio giudiziario che ai difensori dei diritti umani non lascia
molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. La sentenza, che ha
sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di posizione a Parigi e
Washington, è diventata l'ennesima cartina di tornasole di uno Stato di diritto
tanto proclamato quanto quotidianamente sconfessato. Il
primo problema è che il potere
giudiziario russo non gode di alcuna reale
indipendenza e autonomia dal potere esecutivo e legislativo. Il
secondo problema è culturale, una sorta di eredità sovietica: per troppo tempo
i magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino (il famoso "diritto
telefonico"), tanto che in un recente sondaggio la maggioranza dei
cittadini intervistati, dal 39% al 44% a
secondo del grado di istruzione, non considera i tribunali come un potere indipendente. E certo non aiutano certe uscite, come
quella cinica di Putin sulla marginalità della Politkovskaja,
poco dopo il delitto. C'è poi il problema della corruzione e dei conflitti di potere, come quello tra la procura e il comitato d'indagine
istituito nell'estate del 2007, che ha poi raccolto le prove del processo Politkovskaja. A dirigerlo è Aleksander
Bastrikin, un uomo di fiducia di Vladimir Putin. Lo
scorso luglio un deputato giornalista denunciò in modo documentato che faceva
affari all'estero con un'impresa immobiliare nella Repubblica Ceca
contravvenendo alle leggi. È bastata una smentita e Bastrikin
è rimasto lì. In compenso uno dei suoi collaboratori, Dmitri
Dovghi, che aveva denunciato come inchieste
importanti siano state aperte su pressione delle autorità, è finito indagato
per una tangente da 750mila euro. Ha creato un caso anche la
vicepresidente della suprema corte di arbitrato, Ielena
Valiavina, rivelando che Valery
Boiev, ex dirigente del Cremlino con Putin, l'aveva
minacciata nel 2005 di rovinarle la carriera, se non avesse ribaltato una
sentenza contro il servizio dei beni federali. E giusto ieri, la presidente
della stessa corte, Valentina Maikova, è stata
destituita dai suoi colleghi per una vicenda da "affittopoli".
Tornando al caso Politkovskaja, non ci si deve quindi
stupire se uno degli imputati ha sostenuto di aver ricevuto dagli investigatori
la promessa di una pena ridotta se avesse coinvolto l'oligarca in esilio Boris Berezovski, nemico numero uno di Putin. Intanto altri
difensori dei diritti umani ed altri giornalisti continuano ad essere uccisi,
come l'avvocato Stanislav Markelov
e la reporter Anastasia Baburova. Ma la giustizia russa sa anche colpire due volte lo stesso
imputato, se vuole: per ironia della sorte, nel giorno dell'assoluzione nel
processo Politkovskaja, è stato annunciato il
processo bis a Mikhail Kodorkhovski,
un altro nemico giurato di Putin.