CENACOLO  DEI COGITANTI

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Report "Giustizia"   9-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Aumentano i soci dell'Associazione migratoristi ( da "Giornale di Brescia" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Una sentenza della Corte costituzionale ha ritenuto incostituzionale la legge della Regione sulle deroghe. Questa situazione ha portato la giunta Formigoni ad emanare una delibera che evidenzia l'impossibilità di legiferare in futuro sulla materia in mancanza di una specifica delega che deve venire dal governo centrale».

Niente indennità a chi lascia il posto ( da "ItaliaOggi Sette" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CONTRATTI Chi lascia il posto di lavoro non ha diritto all'indennità di disoccupazione (ordinaria, agricola e non agricola, con requisiti normali o ridotti). Salvo che le dimissioni non siano presentate per una giusta causa, ha disposto la Corte costituzionale (sentenza n. 269/2002), perché [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati:

la filologica festeggia i 90 anni con sgorlon ma sul friulano resta il nodo del ricorso a roma ( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale finalmente si esprima in merito al ricorso presentato dal Governo italiano avverso la nuova legge regionale per la tutela , la valorizzazione e la promozione della lingua friulana (la numero 29 del 18 dicembre 2007, al cui centro c'è l'insegnamento della marilenghe nelle scuole), la Filologica archivia un memorabile 2008 e si prepara a raccogliere e a vincere

il tar ripesca i baroni "fuori ruolo" - (segue dalla prima pagina) lorenza pleuteri ( da "Repubblica, La" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: porre una questione generale di legittimità alla Corte costituzionale. Per quattro - l´ingegnere Roberto Pomè, i giuristi Sergio Chiarloni e Marino Bin, il sociologo Guido Sertorio - qualche giorno fa è arrivato il ripescaggio, deciso dai giudici della prima sezione. «Non possiamo che essere soddisfatti - commenta l´avvocato Gallo - perché sono state riconosciute le nostre ragioni.

L'ennesimo no Pd si... ( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: lo svilimento del Csm o il blocco sostanziale delle intercettazioni come strumento d'indagine». E ancora: «Il provvedimento sulle intercettazioni sarà un regalo alla criminalità». Una bocciatura a priori. A proposito di voti: si può provare a far funzionare la scuola, tornando al maestro unico per dare un solo punto di riferimento ai bambini e valorizzare la figura dell'

canone depurazione, oggi a torviscosa l'assemblea sulle richieste di rimborso ( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: cassato dalla Corte Costituzionale nello scorso ottobre per le situazioni di servizio non reso, oltre alle spiegazioni sulla compilazione dei moduli di richiesta di rimborso, nel corso dell'assemblea verranno fornite una serie di delucidazioni anche in merito alla recentissima legge varata dal Governo nazionale.

<Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli> ( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: «La legge è nata da un'esigenza indicata dalla stessa Corte costituzionale, ovvero la necessità di consentire alle più alte cariche dello Stato di svolgere appieno e con serenità il proprio importante mandato. In Italia, il principio del giusto processo prevede la piena partecipazione al dibattimento.

<Non sono un uomo di destra> ( da "Tempo, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il premier affronta anche la questione del Lodo Alfano: «È una legge nata dall'esigenza indicata dalla stessa Corte Costituzionale per consentire alle più alte cariche dello stato di svolgere appieno e con serenità il proprio mandato. È un meccanismo ben noto in altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari. Ale.Ber.

Aeroporto a Latina e quello di Frosinone bocciato? Lo ha detto ieri mattina nel capoluogo po... ( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In secondo luogo la Corte costituzionale ha chiarito che la localizzazione degli aeroporti spetta alla Regione e la Regione con una legge ha scelto Viterbo, e appunto, Frosinone». E non è finita qui: «La legge regionale ha rinviato ad una delibera di giunta, in fase di preparazione, la definizione dell'iter procedurale di tutto il percorso.

Il ministro Matteoli boccia l'ipotesi dell'aeroporto a Frosinone? Subito è scoppiata ... ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In secondo luogo la Corte costituzionale ha chiarito che la localizzazione degli aeroporti spetta alla Regione e la Regione con una legge ha scelto Viterbo, e appunto, Frosinone». Non è finita qui: «Noi abbiamo già un progetto e Latina non ha neanche una società costituita ad hoc.

Sulle cartelle mute una decisione di necessità ( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale, che pure sembra animata da buona volontà nella ricerca di una qualche razionalità, è costretta con la sua "giurisprudenza necessitata" a prendere atto delle cose con la ormai consolidata formula della «non irragionevolezza» o addirittura della «non manifesta irragionevolezza».

di RICCARDO JANNELLO MERCOLEDÌ il ministro della Giustizia brasiliano, Ta... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale. Gilmar Mendes, il suo presidente, giudice integerrimo, ha espresso il suo giudizio pubblicamente («sono per l'estradizione», ha detto in pratica), ma poi dovrà attenersi a quelle che sono le leggi del suo Paese. E la discussione fino a ora portata avanti deve ancora chiarire se la concessione dello status di rifugiato politico blocchi o meno la richiesta di

Piano casa, Franceschini: "No,... ( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: lo svilimento del Csm o il blocco sostanziale delle intercettazioni come strumento d?indagine». E ancora: «Il provvedimento sulle intercettazioni sarà un regalo alla criminalità». Una bocciatura a priori. A proposito di voti: si può provare a far funzionare la scuola, tornando al maestro unico per dare un solo punto di riferimento ai bambini e valorizzare la figura dell?

"Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli" ( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: esigenza indicata dalla stessa Corte costituzionale, ovvero la necessità di consentire alle più alte cariche dello Stato di svolgere appieno e con serenità il proprio importante mandato. In Italia, il principio del giusto processo prevede la piena partecipazione al dibattimento.

Giudici tributari, delega in arrivo ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ma su questo aspetto la Corte costituzionale si è espressa successivamente in modo restrittivo. Per cui, a meno di interventi sulla Carta costituzionale, non sembra praticabile questa situazione. Altri aspetti meritevoli di attenzione sono certamente la revisione della tipizzazione degli atti impugnabili contenuta nell'articolo 19 del Dlgs 546 del 1992,

Coop, sgravi contributivi solo con i minimi nazionali ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Corte costituzionale 291/1991, deve essere corretto l'orientamento precedente di questa Corte (espresso dalle sentenze 6055/1999, 28 marzo 2003 n. 4778 e 10 agosto 2004 n. 15459, che per il resto vanno confermate), il quale faceva decorrere da tale dichiarazione di incostituzionalità l'effetto di un'incondizionata applicazione degli sgravi anche per il periodo precedente »

L'uscita durante la malattia va sempre comunicata ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: comminate dalla Sezione disciplinare del Csm a un magistrato che per motivi di salute aveva fruito di lunghi periodi di aspettativa, durante i quali si impegnava in attività sportive incompatibili con la patologia lombosacrale. D'altro lato, con la sentenza 5106/08, la Suprema Corte ha invece considerato illegittimo il licenziamento di una dipendente che,

Distanze tra le costruzioni e principio della prevenzione ( da "AltaLex" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: infondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 873, 875 e 877 in riferimento agli artt. 3 e 42 Costituzione, basata sulla presunta lesione del principio di uguaglianza determinata dal principio di prevenzione. Secondo la Corte Costituzionale , il diritto di prevenzione per essere assicurato a ciascuno dei proprietari confinanti non viola il diritto di uguaglianza e,

L'intervista di El Mundo a Silvio Berlusconi, la traduzione integrale (seconda parte) ( da "Blogosfere" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La legge ha avuto origine da una necessità indicata dalla Corte Costituzionale: la necessità di permettere alle più alte cariche dello Stato di affrontare il loro mandato in serenità. In Italia, il principio del processo giusto prevede la piena partecipazione dell'imputato alleudienze. In un processo che dura due o tre anni, con due o tre udienze alla settimana,

Valle Telesina: Rimborsi canoni di depurazione Le perplessità espresse dal sindaco ( da "Sannio Online, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha stabilito con la sentenza n. 335/2008 che il canone di depurazione applicato sulla bolletta dell?acqua, in quanto componente tariffaria di un servizio non è dovuto se il relativo impianto è assente ovvero sia, anche temporaneamente, fuori servizio.

Giustizia/ Alfano: Non invio ispettori a Procura Palermo ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Oggi il Csm dovrebbe aprire un procedimento sulla vicenda. "Il lavoro del Csm - dice Alfano a margine della cerimonia dell'avvio dei lavori del raddoppio della Statale Agrigento-Caltanissetta - è sempre autonomo. Io ho una stima particolarissima nei confronti del procuratore Messineo perché nel suo campo ho potuto apprezzare i risultati nella lotta e contratasto alla mafia.

Da oltre 50 anni attende verità e giustizia ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ai vari ministri ed alla Corte Costituzionale chiedendo verità e giustizia. E qualche tempo fa ha ripetuto la stessa richiesta anche all'attuale presidente Berlusconi. Lui, Roberto Casetto, portinaio dell'ospedale di Adria, dal 1956 non ha ancora smesso di lottare. La vicenda è storia di oltre 50 anni fa e riguarda il padre Marcello e l'incidente del quale è rimasto vittima,

La Filologica rifà il look alla sede e mette in cantiere le avventure di Sherlock Holmes in friulano ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha ricordato che in attesa della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge regionale 29/2007 la Regione «deve fare la sua parte applicando prima possibile ciò che la legge prevede, mettendo a disposizione i finanziamenti necessari e rafforzando gli organismi competenti in materia». Per andare avanti insomma si guarda all'amministrazione regionale.

Dimensionamento, tutti per il rinvioIl dibattito. ( da "Sicilia, La" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sul piano concreto - ha detto Lombardo - oltre alle impugnative dinnanzi alla Corte Costituzionale, ricordo che abbiamo accorpato Formazione e Istruzione e la dirigente generale della Regione, Patrizia Monterosso, per un precisa scelta gestisce entrambi i dipartimenti, anche se gli assessorati per il momento sono separati.

ANTONINO SINISCALCHI SORRENTO. RILANCIARE L'IMMAGINE DEGLI AGRUMETI SORRENTINI, AFFLITTI DA ... ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 1984 della Corte Costituzionale, sono prive di effetti le norme che disciplinavano le tabelle dei moltiplicatori dell'equo canone e dei redditi dominicali. «Una carenza - ha evidenziato Luigi Pentangelo - che lascia la determinazione del canone alla libera contrattazione delle parti, regolamentando solo la durata dei contratti agrari,

Alta velocità 150 milioni di risarcimento e 27 condanne per i danni al Mugello ( da "e-gazette" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il reato di furto aggravato di acque pubbliche è stato stralciato alla Corte Costituzionale. ?È una sentenza severa di cui occorre prendere atto, anche se il procedimento si presenta aperto a ulteriori sviluppi: la Corte costituzionale si dovrà pronunciare sul furto d?acqua e in sede civile dovrà essere quantificata l?

INTERCETTAZIONI: PD AD ALFANO, LOTTA AL CRIMINE NON E' ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il ministro denigra e delegittima l'impegno della polizia giudiziaria che con dedizione lavora ogni giorno mettendo a repentaglio anche la vita''. ''Per questo -conclude Ferranti- il ddl del governo e' un regalo alla criminalita' che in un colpo solo indebolisce il potere giudiziario e riporta il paese indietro in materia di diritti civili''.

Intercettazioni/ Ferranti (Pd): su spese Alfano è in ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: mera questione di risorse economiche il ministro denigra e delegittima l'impegno della polizia giudiziaria che con dedizione lavora ogni giorno mettendo a repentaglio anche la vita. Per questo - conclude la deputata Pd - il ddl del governo è un regalo alla criminalità che in un colpo solo indebolisce il potere giudiziario e riporta il paese indietro in materia di diritti civili".

Diffamò Woodcock, atti processo a Gasparri inviati a ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Tribunale di Roma ha sollevato conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato (Giurisdizione Ordinaria e Camera dei Deputati) dinanzi alla Corte Costituzionale in merito al procedimento in cui è imputato per diffamazione il senatore del Pdl, in seguito ad una querela del pm di Potenza Henry John Woodcock per alcune dichiarazioni rese nel corso di una trasmissione radiofonica della Rai.

Spagna: Garzon nei guai, ha occultato 203.000 dlr ( da "KataWeb News" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm spagnolo. E' quanto scrive il sito web di El Mundo secondo cui Garzon, celebre per aver fatto arrestare l'ex dittatore cileno Augusto Pinochet e recentemente per aver messo sotto accusa esponenti di primo piano del Partido Popular, negli stessi 15 mesi continuò a percepire lo stipendio di magistrato della Procura nazionale.


Articoli

Aumentano i soci dell'Associazione migratoristi (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 09/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:città e provincia Aumentano i soci dell'Associazione migratoristi Il presidente Gafforini: «Si registra il 3% in più rispetto all'anno precedente». L'indagine sui richiami dei cacciatori Un momento dell'assemblea provinciale dell'Anuu L'associazione Anuu (migratoristi italiani) si è riunita ieri nella sede di Concesio. La mattinata si è aperta con l'assemblea provinciale che ha visto l'intervento del presidente Umberto Gafforini, del presidente dell'Ambito Piardi e la presentazione del bilancio da parte di Domenico Grandini alla quale è seguita l'assemblea regionale che ha visto la presenza di Marco Castellani e Massimo Marracci, di Vanni Ligasacchi e di Bravi. Anche per il 2008 l'associazione conferma un aumento di associati che a livello provinciale hanno raggiunto il numero di 5212 con un incremento di circa il 3% e anche per il 2008 Lumezzane si è distinto con 61 nuovi associati (il 9,80% in più). Nell'analisi dei principali avvenimenti dello scorso anno, il presidente ha ricordato come «una sentenza del Tar abbia anticipato la chiusura degli impianti per la cattura dei presicci, cosa che non si verificava da anni. La sentenza del Tar sulla sospensione delle catture dei richiami vivi si basa sulla mancanza di dati certi sul quantitativo dei richiami che detengono i cacciatori, per questo la Provincia ha disposto il loro censimento. Una sentenza della Corte costituzionale ha ritenuto incostituzionale la legge della Regione sulle deroghe. Questa situazione ha portato la giunta Formigoni ad emanare una delibera che evidenzia l'impossibilità di legiferare in futuro sulla materia in mancanza di una specifica delega che deve venire dal governo centrale». Nell'assemblea sono state ricordate anche le numerose iniziative organizzate dai cacciatori nel 2008 come i corsi per aspiranti cacciatori, manifestazioni sportive a vario livello e la gestione dei centri di raccolta e distribuzione dei presicci e la festa del cacciatore organizzata a Nave a fine luglio e la festa di Federcaccia e Anuu di Erbusco, queste due associazioni domenica prossima offriranno un mezzo di trasporto per disabili alla Croce rossa di Erbusco. Inoltre, il gruppo è sempre disponibile a prestare il proprio aiuto in diverse manifestazioni. «Ottimi risultati per la settima edizione di Caccia in cucina - hanno ricordato -; da quest'anno parteciperanno anche Asso Selvaggina e ATC unico di Brescia con il patrocinio dell'assessorato Caccia, pesca e sport della provincia di Brescia e dall'assessorato alla Sicurezza e polizia provinciale ittico-venatoria.

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Niente indennità a chi lascia il posto (sezione: Giustizia)

( da "ItaliaOggi Sette" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi Sette Numero 057  pag. 17 del 9/3/2009 | Indietro Niente indennità a chi lascia il posto LEGGI & CONTRATTI Chi lascia il posto di lavoro non ha diritto all'indennità di disoccupazione (ordinaria, agricola e non agricola, con requisiti normali o ridotti). Salvo che le dimissioni non siano presentate per una giusta causa, ha disposto la Corte costituzionale (sentenza n. 269/2002), perché [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati: 2      

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la filologica festeggia i 90 anni con sgorlon ma sul friulano resta il nodo del ricorso a roma (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Regione La Filologica festeggia i 90 anni con Sgorlon Ma sul friulano resta il nodo del ricorso a Roma UDINE. Aspettando buone nuove da Roma, cioé che la Corte Costituzionale finalmente si esprima in merito al ricorso presentato dal Governo italiano avverso la nuova legge regionale per la tutela , la valorizzazione e la promozione della lingua friulana (la numero 29 del 18 dicembre 2007, al cui centro c'è l'insegnamento della marilenghe nelle scuole), la Filologica archivia un memorabile 2008 e si prepara a raccogliere e a vincere le ulteriori sfide del 2009, l'anno del novantesimo di fondazione, che sarà celebrato con misurata ma orgogliosa solennità attraverso una serie di iniziative dall'alto profilo culturale. Sul piano editoriale ricordiamo, fra gli altri, il nuovissimo romanzo in friulano di Carlo Sgorlon (ancora top secret, a parte il titolo: Ombris tal infinît), il vocabolario friulano di uso pratico curato da Federico Vicario e Paolo Roseano, la Storia del Friuli di Pier Carlo Begotti, il secondo tomo della serie Arte in Friuli e l'antologia delle opere di Dino Virgili, il grande di Risultive. Fra gli eventi espositivi, avremo la doppia mostra su Ugo Pellis (immagini della Sardegna a Udine, fotografie friulane a villa Manin) e l'atteso allestimento per celebrare il novantesimo proprio a Gorizia, la città dove la Filologica è nata il 23 novembre del 1919. Si è svolta su questi binari - ieri mattina nella sala Paolino d'Aquileia -, tra bilanci e progetti, l'assemblea annuale della benemerita istituzione friulana (l'unica in regione riconosciuta dal Ministero dei Beni culturali). Gli interventi del presidente Lorenzo Pelizzo, del vice Federico Vicario, del tesoriere Giannino Angeli e di Francesco Rocco per i revisori dei conti hanno delineato una situazione societaria di buona salute, tanto sul piano delle iniziative culturali quanto su quello degli aspetti economici. Fra questi ultimi, è stato presentato l'impegno di spesa per la ristrutturazione di palazzo Mantica, in via Manin, sede udinese della Sff, che dalla fine del mese sarà oggetto di una importante serie di lavori. Infine, Pelizzo ha ricordato che la Filologica ha presentato alla Regione un piano per la costituzione di un'Agenzia europea - con sede in Friuli - per la valorizzazione delle tradizioni linguistiche e culturali. «La risposta della Regione è stata positiva, ma adesso si tratta naturalmente di tradurre in atti concreti questa prospettiva, che ci permetterà di fare un grande salto di qualità e di portare la Filologica a confrontarsi direttamente con le più importanti istituzioni culturali europee». (n.c.)

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il tar ripesca i baroni "fuori ruolo" - (segue dalla prima pagina) lorenza pleuteri (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Torino Il Tar ripesca i baroni "fuori ruolo" In nove ricorrono, quattro vincono: "Sono docenti di chiara fama" (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) LORENZA PLEUTERI (segue dalla prima di cronaca) Per capire contenuto e portata della causa amministrativa e dei ricorsi vinti bisogna fare un passo indietro. Lo storico istituto del «fuori ruolo», lo stand by lavorativo riservato ai professori prossimi alla pensione per raggiunti limiti di età, è stato modificato e abolito dalla Finanziaria 2007. Già ridotto in passato da cinque a tre anni, ritenuto da molti un privilegio e un ostacolo all´immissione delle nuove leve, è stato cancellato, non tout court, ma con un meccanismo di riduzione graduale e progressiva. Docenti torinesi di chiara fama e di lungo corso - tutti classe �36 e tutti ugualmente decisi a non farsi rottamare prima del tempo - per decisione dei rettori sono stati messi in congedo a partire da novembre 2009, in anticipo rispetto a quanto avevano previsto in base al principio della applicazione a scalare del «fuori ruolo» residuo. In nove, assistiti dal professor Carlo Emanuele Gallo, hanno fatto ricorso al Tar chiedendo l´annullamento dei provvedimenti rettorali di quiescenza ravvicinata e presentando le argomentazioni per un porre una questione generale di legittimità alla Corte costituzionale. Per quattro - l´ingegnere Roberto Pomè, i giuristi Sergio Chiarloni e Marino Bin, il sociologo Guido Sertorio - qualche giorno fa è arrivato il ripescaggio, deciso dai giudici della prima sezione. «Non possiamo che essere soddisfatti - commenta l´avvocato Gallo - perché sono state riconosciute le nostre ragioni. Adesso toccherà alla Consulta valutare la legittimità della cancellazione del «fuori ruolo», una abolizione che secondo noi è in contrasto con almeno due articoli della Costituzione. L´istituto, se le nostre argomentazioni saranno recepite, potrebbe essere ripristinato e fino a tre anni». In attesa della decisione romana, alle sentenze Tar pro docenti guardano i colleghi che hanno presentato ricorsi analoghi alla sezione piemontese e quelli che hanno giocato la stessa carta nel resto d´Italia, un piccolo esercito di economisti, linguisti, luminari del diritto.

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L'ennesimo no Pd si... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 10 del 2009-03-09 pagina 2 L'ennesimo «no» Pd si abbatte persino sulle ristrutturazioni di Francesco Cramer Dopo nucleare, giustizia, sicurezza, economia e scuola Franceschini boccia l'ultimo progetto del governo Roma«No, no, no». Il governo annuncia un piano-casa per far ripartire l'edilizia segando pastoie e burocrazie? In fondo il settore zoppica e potrebbe far da volano all'intera economia. Ma dal jukebox dell'opposizione parte la solita musica. Non il ballo del mattone ma il disco rotto del «no, no, no». «Si apre una nuova stagione di cementificazione dell'Italia», si è subito spolmonato il leader del Pd Franceschini, sposando la comoda linea politica del bastian contrario. Dall'energia alla giustizia, dalla scuola alle grandi opere, dall'Alitalia alla sicurezza, la sinistra ha sempre la carta pronta da gettare sul tavolo, il suo particolare jolly: il niet. In fondo che bisogno c'era di fare un governo ombra quando su tutti i grandi temi dall'opposizione arriva sempre e comunque un rifiuto? La proposta alternativa al giusto processo, mirabilmente descritta dal Guardasigilli ombra Lanfranco Tenaglia, è illuminante: «La riforma della maggioranza è in alcune parti dannosa, in altre controproducente». E pensare che per intercettare il voto moderato l'impallinato leader piddino Veltroni auspicava riforme condivise. Maggio 2008: «Confermiamo la nostra disponibilità a convergere sulle riforme per consentire al Paese di marciare più veloce, di essere più moderno». Parola di Walter. Salvo poi gridare ai quattro venti: «Sulla giustizia è difficile trovare un accordo se l'esecutivo insegue solo la separazione delle carriere, lo svilimento del Csm o il blocco sostanziale delle intercettazioni come strumento d'indagine». E ancora: «Il provvedimento sulle intercettazioni sarà un regalo alla criminalità». Una bocciatura a priori. A proposito di voti: si può provare a far funzionare la scuola, tornando al maestro unico per dare un solo punto di riferimento ai bambini e valorizzare la figura dell'insegnante. Oppure, sull'università, si può tagliare la giungla di corsi inutili e razionalizzare le spese ma la condotta della sinistra sarà sempre quella: rigettare, ripudiare, respingere. «La riforma Gelmini smantella la scuola», hanno urlato ai quattro venti Veltroni e soci. Ma nel sussidiario dei «no» della gauche c'è pure il capitolo «grandi opere». Il governo mette sul piatto 18 miliardi di euro per azionare la leva delle infrastrutture, dalla Tav al Mose, dal Ponte sullo stretto di Messina? L'opposizione arriccia il naso e fa partire il «no» con l'Alta velocità: «Sono uno specchietto per le allodole di fronte alla crisi». Già, la crisi. Forse abolendo l'Ici sulla prima casa, sostenendo il potere d'acquisto dei meno abbienti con bonus famiglia e social card arriverà qualche sì anche dall'opposizione? Macché. La social card «è soltanto un'elemosina di Stato» e in fondo, parole di Veltroni: «È umiliante per quanti la usano perché nei supermercati vengono identificati come bisognosi». Sull'atomo è meglio lasciar perdere: getti le basi per aumentare l'indipendenza energetica producendo, entro il 2020, circa il 20% del fabbisogno di energia grazie al nucleare che alla sinistra scoppiano i nervi: «Ennesimo spreco di denaro pubblico». E a proposito di sprechi: con il federalismo, assicurando autonomia di entrata e di spesa agli enti locali, si tira la cinghia sulle uscite dello Stato-Pantalone. Piacerà? No: «Determinerà un aumento di spesa pubblica e burocrazia». E su Alitalia? Salvi la compagnia di bandiera: privata, italiana e con un forte partner internazionale. Volerà un applauso così, per sbaglio... Bersani: «Una soluzione debole e problematica, molto più di quello che avrebbe potuto essere». E te pareva. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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canone depurazione, oggi a torviscosa l'assemblea sulle richieste di rimborso (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 14 - Udine Canone depurazione, oggi a Torviscosa l'assemblea sulle richieste di rimborso TORVISCOSA. Assemblea pubblica stasera al centro civico di Torviscosa, alle 20.30. In tale occasione si parlerà della situazione del Consorzio Depurazione Laguna spa e di quella relativa ai rimborsi delle bollette. Nel corso dell'assemblea, organizzata dal consigliere di minoranza Mareno Settimo, e dal rappresentante dei comitati per i ricorsi, Paolo De Toni, verranno date anche delucidazioni per la compilazione dei moduli per le richieste di rimborso. Il consigliere Settimo in tale occasione, riproporrà la richiesta di dimissioni della presidente del Consorzio del Tubone, Luisa De Marco (nonostante questa abbia già pubblicamente chiarito al sua posizione in merito), a fronte della situazione giudiziaria in cui la Società di depurazione è coinvolta (due dipendenti del Consorzio e l'ex presidente) a causa di un ipotizzato "disastro ambientale innominato" che avrebbe prodotto nell'ecosistema della Bassa Friulana e al mare prospiciente la laguna di Marano, a causa dello smaltimento di circa 320 mila tonnellate di rifiuti liquidi, danni quantificabili in circa 38 milioni di euro. Per quanto riguarda le questione dei rimborsi per il canone di depurazione, cassato dalla Corte Costituzionale nello scorso ottobre per le situazioni di servizio non reso, oltre alle spiegazioni sulla compilazione dei moduli di richiesta di rimborso, nel corso dell'assemblea verranno fornite una serie di delucidazioni anche in merito alla recentissima legge varata dal Governo nazionale. Si tratta di una norma sulla quale si attendono ancora chiarimenti su alcuni punti significativi, come hanno evidenziato qualche giorno fa gli uffici dell'Ambito Territoriale Ottimale. Francesca Artico

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<Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli> (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 10 del 2009-03-09 pagina 6 «Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli» di Redazione Il premier a «El Mundo»: «Al G8 della Maddalena vogliamo avviare una nuova era Ai mercati servono regole etiche, per il benessere delle generazioni attuali e future» Lei si è sempre dichiarato un grande difensore del libero mercato e del capitalismo. Dopo questa crisi crede ancora che il capitalismo sia il sistema economico più adeguato o pensa che abbia bisogno di essere riformato? Si dibatterà al vertice del G8 all'isola La Maddalena su questo argomento e si farà un esame di coscienza, visto che molti considerano che gli otto Paesi più ricchi del mondo hanno una grande responsabilità in questa crisi? «Il capitalismo resta il sistema migliore se paragonato a quelli ispirati al pensiero collettivista che hanno condannato intere popolazioni alla miseria e all'assenza di libertà. Però alcune regole, soprattutto in campo finanziario, vanno riformate: ne dibatteremo alla Maddalena e l'esame di coscienza lo stiamo già facendo. Uno degli obiettivi della Presidenza italiana del G8 è avviare un'era di cooperazione e coordinamento tra i Paesi del G8 e tra questi e le economie emergenti, per definire standard etici e giuridici comuni e nuove regole di trasparenza, correttezza e integrità delle attività economiche e finanziarie internazionali. Non è il capitalismo sul banco degli imputati, ma la degenerazione di alcuni aspetti del libero mercato. Vogliamo poi rafforzare il dialogo Nord-Sud, riducendo lo squilibrio tra Paesi ricchi e poveri. Al G8 proporremo la Detax, un meccanismo fiscale che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale, e lanceremo una nuova filosofia degli aiuti che coinvolga più strumenti e più attori, anche privati. Credo in un modello di capitalismo sostenibile volto al benessere non solo delle generazioni attuali, ma di quelle future. In Italia abbiamo adottato misure concrete a sostegno dei più deboli: i "bonus" per le famiglie più povere e numerose, la social card, il fondo per i neonati, le detrazioni di spesa per asili nido e pubblici trasporti, i fondi per agevolare gli affitti, sconti fiscali sui mutui e un grande finanziamento per alimentare gli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori che perdono il posto di lavoro». Lei ha stravinto le scorse elezioni e la sua popolarità in questo momento vola a livelli stratosferici. Secondo lei perché gli italiani la amano così tanto? «Con la crisi in corso un apprezzamento tra il 64 e il 73 per cento è francamente imbarazzante. Non può che diminuire! Gli italiani hanno capito che questa crisi è globale, che non è una responsabilità del governo e che, anzi, stiamo facendo tutto il possibile, in sintonia con gli amici europei, per alleviarne gli effetti, per ridare fiducia alle famiglie e alle imprese e preparare la ripresa. Gli italiani mi conoscono da sempre. Hanno fiducia in me perché ero il più popolare e invidiato imprenditore italiano e ho lasciato tutto per mettere a disposizione del mio Paese e dei miei concittadini la mia esperienza e le mie capacità. Erano stanchi delle chiacchiere della sinistra, volevano fatti. In meno di due mesi abbiamo risolto la tragedia dei rifiuti a Napoli e in Campania, abbiamo mantenuto italiana la nostra compagnia di bandiera, l'Alitalia, abbiamo garantito i conti pubblici innovando con l'adozione di una finanziaria triennale che le lobby non sono riuscite a modificare, abbiamo fatto ripartire le grandi opere bloccate dai veti ideologici della sinistra, abbiamo riformato la scuola e la giustizia, abbiamo difeso consumatori e risparmiatori dalla crisi finanziaria, e infine abbiamo restituito al Paese un ruolo da protagonista sulla scena internazionale». Questo è il primo Parlamento italiano del dopoguerra nel quale non c'è un comunista. E poi alcuni giorni fa Walter Veltroni, leader del principale partito di centrosinistra, si è dimesso. Come interpreta lei, un uomo di destra, i motivi della crisi della sinistra italiana? È contento di governare senza opposizione? «Mi spiace doverla smentire. Io non sono un uomo di destra. La ragione del consenso di cui godo nel Paese è che le vecchie ideologie non contano più. Chi si ostina a farsene portavoce, viene punito dal voto. Siamo stati noi ad avviare le riforme per cambiare l'Italia con un programma sociale tra i più avanzati. Al contrario, i partiti della sinistra si sono arroccati in difesa dei privilegi, delle corporazioni e della vecchia politica, senza essere in grado di interpretare i bisogni di un Paese che si è evoluto. Noi, invece, abbiamo rilanciato il nucleare e la campagna contro l'assenteismo. La sinistra è tuttora soggetta al ricatto del fanatismo ambientalista, avrebbe perso altro tempo prezioso prima di mettere mano all'emergenza energetica del Paese. Sotto il ricatto dei localismi, non avrebbe mai potuto risolvere il problema dei rifiuti. Sotto quello delle minoranze sindacali, non avrebbe mai accolto il criterio del merito nella pubblica amministrazione e nella scuola. Inoltre, divisa al suo interno praticamente su tutto, non avrebbe avuto mai il coraggio di assumere decisioni importanti su temi cruciali. La crisi dell'opposizione non può far piacere a nessuno. Anzi, preoccupa. Il ruolo della minoranza in una democrazia è essenziale e bisogna saperlo esercitare in modo costruttivo. Ma purtroppo la crisi dell'opposizione italiana sembra destinata a durare a lungo». Secondo lei, che ha detto che ha mandato a casa uno dopo l'altro sette esponenti del centrosinistra, c'è qualcuno nel centrosinistra che potrebbe essere all'altezza di fare il capo dell'opposizione? «Non sette. Otto. C'era anche Renato Soru, leader in pectore del Partito Democratico, candidatosi a governare la Sardegna e ad essere in prospettiva il leader del Pd, e invece sconfitto nelle elezioni regionali. Lei mi chiede se c'è qualcuno all'altezza di fare il leader dell'opposizione. Le osservo che il Partito Democratico ha appena scelto un nuovo segretario...». Perché il suo governo era così deciso a impedire la morte di Eluana? Lei ha detto che il Consiglio dei ministri ha preso la decisione di salvare Eluana per motivi morali. Ma la morale non dovrebbe essere lasciata fuori, visto che è una cosa molto soggettiva? Per il papà di Eluana, era morale permettere che sua figlia si spegnesse. E poi la Giustizia aveva sentenziato che a Eluana poteva essere interrotta l'alimentazione e l'idratazione artificiale. Non crede che il governo avrebbe dovuto rispettare quella sentenza in nome del principio democratico della divisione di poteri? «Un governo democraticamente eletto ha il diritto e il dovere di prendere delle decisioni. La morale può essere soggettiva, la legge no. Soprattutto su temi fondamentali come quelli che implicano la vita e la morte, non si possono lasciare vuoti normativi, perché è in quel vuoto che nasce il problema. La magistratura, a differenza del Parlamento, non ha il potere di fare le leggi, ha invece l'onere e l'onore di applicarle. Se c'è un vuoto, il compito di colmarlo con una legge spetta al Parlamento. Ma poiché questa legge sul "fine vita" in Italia non c'era, noi abbiamo naturalmente portato in Parlamento la nostra proposta, con la libertà per i nostri parlamentari di votare secondo coscienza. Vorrei ricordarle che nel caso di Eluana non è stata interrotta una cura, non si è messo fine a un accanimento terapeutico. Semplicemente, a una donna malata si volevano togliere acqua e alimenti, e di qui nasceva la necessità e l'urgenza di un provvedimento del governo che poi il Parlamento avrebbe approvato o respinto, e i magistrati applicato». Quanto ha pesato l'opinione del Vaticano su questa vicenda? «Le scelte del governo italiano sono assolutamente autonome. E lo sono state anche in questo caso. È ovvio che in una società libera la Chiesa possa esprimere il proprio punto di vista, come tutti. Mi stupirei se non lo facesse, specie quando sono in gioco alcuni valori che per i cristiani sono essenziali. Piuttosto, noto che i critici del mio governo strumentalizzano le dichiarazioni di esponenti della Chiesa, definendole ingerenze quando appaiono in sintonia col governo, e invece critiche del tutto legittime quando sembrano divergere». Uno dei primi provvedimenti approvati dal suo governo è stato il cosiddetto Lodo-Alfano, definito dall'opposizione una legge "ad personam", varata per evitare il processo Mills. Alcuni giorni fa, infatti, un Tribunale di Milano ha condannato l'avvocato Mills a quattro anni e mezzo di carcere per essere stato corrotto, secondo i giudici, da lei. E invece lei non può essere giudicato per quella vicenda. Non crede che il premier dovrebbe sottoporsi per primo alla giustizia? «La legge è nata da un'esigenza indicata dalla stessa Corte costituzionale, ovvero la necessità di consentire alle più alte cariche dello Stato di svolgere appieno e con serenità il proprio importante mandato. In Italia, il principio del giusto processo prevede la piena partecipazione al dibattimento. In un processo che dura due o tre anni con una cadenza di due o tre udienze la settimana, è praticamente impossibile partecipare e difendersi per coloro che svolgono alte e impegnative funzioni istituzionali. Il meccanismo dell'immunità è ben noto in altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari ed è molto più forte che in Italia, dove il processo viene soltanto sospeso. Nel merito, io non ho mai neppure conosciuto il signor Mills e sono assolutamente certo di venire assolto quando il processo riprenderà. Aggiungo che la presidente del collegio di quel tribunale è una nota esponente di sinistra che si è espressa più volte contro le leggi del nostro governo. Il dubbio sulla sua imparzialità è legittimo. Purtroppo, una parte della magistratura italiana è politicizzata e ha usato e usa il proprio potere come arma di lotta politica contro gli avversari, in particolare contro l'unico esponente del centrodestra a poter prevalere sulla sinistra. I giudici politicizzati della sinistra hanno persino tentato di ribaltare il risultato del voto democratico, riuscendovi nel 1994 con un'accusa da cui sono stato naturalmente assolto con formula piena dopo dieci anni di processi. Ricordo solo pochi dati: dal 1994 al 2006, ben 789 magistrati si sono occupati di Silvio Berlusconi con indagini e processi che hanno portato a 587 visite della polizia giudiziaria o della Guardia di Finanza e a 2.500 udienze, più di un record mondiale! Conclusione: sono sempre risultato innocente, perché fortunatamente i giudici imparziali sono ancora la maggioranza». In tanti la criticano per non aver detto parole sufficientemente chiare e nette di condanna del ventennio fascista. Cosa pensa di quel periodo e come giudica queste critiche? «Il partito di cui sono il leader si chiama Popolo della Libertà e fa parte della grande famiglia della democrazia e della libertà che è il Partito dei Popolari Europei. Nessuno può pensare che io abbia reticenze riguardo al fascismo e per la verità non mi risultano le critiche a cui lei fa riferimento. Mi riconosco in pieno nei principi della nostra Costituzione repubblicana e li ho difesi in più occasioni. Le ricordo che la stessa Costituzione prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento alle nuove esigenze dei tempi. Piuttosto, non mi appassiona il dibattito sul passato. Gli italiani devono guardare avanti. Per troppo tempo in Italia siamo rimasti chiusi dentro una gabbia culturale, in una contrapposizione anacronistica tra fascismo e antifascismo». La politica italiana contro l'immigrazione è stata molto criticata da esponenti del governo spagnolo. Alcune persone, infatti, hanno accusato il suo governo di avere atteggiamenti xenofobi, soprattutto contro i rom. Lei come risponde a quelle critiche? «La nostra politica dell'immigrazione non è "contro", come dice lei. Non è contro l'immigrazione tout court. Abbiamo rispetto verso coloro che vengono in Italia per migliorare le proprie condizioni di vita e quelle della loro famiglia attraverso un lavoro onesto, tra mille sacrifici e rispettando le leggi. Al contrario, abbiamo un atteggiamento fermo verso coloro che in Italia entrano illegalmente e vivono di crimini e di espedienti senza alcuna volontà di integrarsi. La realtà è che i bambini stranieri frequentano le nostre scuole in numero sempre maggiore, le famiglie straniere godono di una piena assistenza sanitaria, e il governo ha anche stanziato fondi per la sanità a favore degli immigrati irregolari. Altri governi, non escluso quello spagnolo, si trovano alle prese con una forte immigrazione illegale. I clandestini mandati via dalla Spagna negli ultimi anni sono stati decine di migliaia. Quanto ai romeni, che sono cittadini europei, la Francia ne ha espulsi migliaia solo nel 2008. Nello stesso periodo, l'Italia appena quaranta. Pure i tempi di detenzione nei Centri d'accoglienza sono inferiori da noi a quelli della gran parte dei Paesi europei. Per ciò che riguarda le critiche di razzismo che ci sono state mosse in passato, il suo stesso giornale le ha definite "gaffe" nei nostri confronti». Lei, che è un self-made man, non cercherebbe di entrare in Italia come clandestino nel caso fosse nato in un Paese del terzo mondo e fosse povero? «Io, come le ho detto, apprezzo chi tenta di costruirsi onestamente un futuro per sé e per i propri figli integrandosi in un altro Paese. Ma ho ancora più stima di chi decide di non lasciare la propria terra e, anzi, di contribuire con il proprio lavoro e la propria iniziativa a farla crescere, mettendosi al servizio della sua comunità. Io non sono andato a fare l'imprenditore negli Stati Uniti, sono rimasto qui». L'Enel è ormai proprietaria del 92% di Endesa, la più importante compagnia elettrica spagnola. Invece, quasi ogni volta che gli spagnoli hanno cercato di investire in Italia non hanno potuto farlo (caso Abertis e Autostrade, nel Bbva e Banca Nazionale del Lavoro). E non mi faccia per favore l'esempio di Telefonica, perché sebbene sia l'azionista di maggioranza in Telecom Italia, non ha nelle sue mani il controllo della compagnia... Non crede che ci sia un grande disequilibrio tra i due Paesi? Non crede che l'Italia sia troppo protezionista? «Guardiamo i fatti. Per quanto riguarda Abertis e Autostrade, il problema è nato col precedente governo, non è quindi a me che va posta la domanda. Il Bbva è stato azionista importante della Bnl finché non ha deciso di ritirarsi ricevendo un'ottima plusvalenza. Lo stesso vale per il Banco di Santander rispetto al San Paolo, prima della fusione con Banca Intesa. La Bnl, peraltro, è stata acquisita da una banca francese. Quando l'Italia ha aperto il mercato dell'energia, sono entrati senza problemi gruppi stranieri. L'investimento di Telefonica è finanziario, nessuno l'ha costretta a entrare in Telecom in quella posizione. Il nostro governo, poi e innanzitutto, non è mai intervenuto e non interviene nelle vicende di aziende private. Insomma, da parte nostra non c'è alcun atteggiamento protezionistico. Al contrario, gli investimenti e le aziende di altri Paesi, con in testa quelli spagnoli, sono i benvenuti in Italia». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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<Non sono un uomo di destra> (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 09-03-2009)

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stampa «Non sono un uomo di destra» Berlusconi si racconta a "El Mundo": il consenso che ho in Italia è imbarazzante Tre intere pagine, dalla 22 alla 24. Questo è lo spazio che il quotidiano spagnolo El Mundo ha dedicato al presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi intervistato da Irene Hernandez Velasco. Un evento importante a tal punto che si è conquistato addirittura un richiamo in prima pagina sotto la scritta a caratteri cubitali «Exclusiva». Così il premier torna a parlare con la stampa straniera e lo fa con un quotidiano che, nonostante abbia una linea editoriale vicino alle posizioni del centrodestra, meno di un anno fa, quando il Cavaliere si stava preparando ad insediarsi per la quarta volta, in meno di due decenni, alla guida del governo non gli risparmiò qualche frecciatina definendolo: «L'uomo che ha più vite di un gatto». Ma si sa che Berlusconi sulla sua grande maestria comunicativa ha costruito buona parte del consenso elettorale e quindi non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione per parlare a tutto tondo: dalla crisi economica alle sue vicende giudiziarie, dalle vicessitudini del Pd ai temi caldi sull'immigrazione. La crisi non è colpa del governo «Con la crisi in corso un apprezzamento tra il 64% e il 73% è francamente imbarazzante. Gli italiani hanno capito che questa crisi è globale, che non è una responsabilità del governo e che, anzi, stiamo facendo tutto il possibile in sintonia con gli amici europei per alleviarne gli effetti per ridare fiducia alle famiglie e alle imprese e preparare la ripresa» Le vecchie ideologie non contano più «Io non sono un uomo di Destra — continua Berlusconi — La ragione del consenso di cui godo nel Paese è che le vecchie ideologie non contano più. Chi si ostina a farsene portavoce viene punito dal voto». E alla domanda sulla sua posizione sul fascismo spiega: «Nessuno può pensare che io abbia reticenze riguardo al fascismo. Mi riconosco in pieno nei principi della nostra Costituzione repubblicana e li ho difesi in più occasioni. Le ricordo che la stessa Costituzione prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento alle nuove esigenze dei tempi». Opposizione allo sbando «La crisi dell'opposizione non può far piacere a nessuno. Anzi preoccupa. Così il premier torna sul ruolo della minoranza in democrazia. «Il loro ruolo in una democrazia è essenziale e bisogna saperlo esercitare in modo costruttivo. La crisi dell'opposizione italiana sembra destinata a durare a lungo. I partiti della sinistra si sono arroccati in difesa dei privilegi, delle corporazioni e della vecchia politica, mentre noi avviavamo le riforme per cambiare l'Italia come il nucleare e la campagna contro l'assenteismo». La "detax" «Un meccanismo fiscale – spiega il premier - che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale, e lanceremo una nuova filosofia degli aiuti che coinvolga più strumenti e più attori, anche privati». Un progetto che Berlusconi ribadisce vorrà proporre al prossimo G8. Sulla legge del "fine vita" «I parlamentari del Pdl - continua il Cavaliere - sono liberi di votare secondo coscienza. Un governo democraticamente eletto ha il diritto e il dovere di prendere decisioni. La morale può essere soggettiva, la legge no. Su tematiche come queste non si possono lasciare vuoti normativi, perché è in quel vuoto che nasce il problema. Ricordiamo che nel caso di Eluana non è stata interrotta una cura. Era una donna malata alla quale si volevano togliere acqua e alimenti e di qui nasceva la necessità e l'urgenza di un provvedimento del governo». Processo Mills? Verrò assolto «Non ho mai neppure conosciuto il signor Mills e sono assolutamente certo che quando il processo riprenderà, verrò assolto». Il premier affronta anche la questione del Lodo Alfano: «È una legge nata dall'esigenza indicata dalla stessa Corte Costituzionale per consentire alle più alte cariche dello stato di svolgere appieno e con serenità il proprio mandato. È un meccanismo ben noto in altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari. Ale.Ber.

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Aeroporto a Latina e quello di Frosinone bocciato? Lo ha detto ieri mattina nel capoluogo po... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 09-03-2009)

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Lunedì 09 Marzo 2009 Chiudi di LUCIANO D'ARPINO Aeroporto a Latina e quello di Frosinone bocciato? Lo ha detto ieri mattina nel capoluogo pontino il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli e subito è scoppiata la polemica. Il presidente della Provincia uscente Francesco Scalia, ora assessore regionale, replica secco: «Le dichiarazioni del ministro? Posso solo dire che è iniziata la campagna elettorale». Ma andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio che cosa ha detto il ministro Matteoli al congresso provinciale di An a Latina. «Ampliando di circa 300 metri la pista - ha spiegato - si potrà regalare a Latina un aeroporto commerciale di un certo rilievo, partendo anche con la presenza dei low cost. Latina potrà avere un aeroporto di livello, anche se non uguale a quello di Viterbo. Gli uffici del ministero e dell' amministrazione comunale hanno già avviato un percorso». Poi Matteoli ha aggiunto: «Nel Lazio è stata fatta una scelta su tre località: Frosinone, Viterbo e Latina. Frosinone a mio avviso non aveva titoli. È stata poi fatta una valutazione su Viterbo, abbiamo trovato le carte già pronte. Ma questa scelta è stata compiuta su ragioni di forza politica, per la presenza del ministro Fioroni. Ora possiamo rimediare dando a Latina un aeroporto commerciale». Una vera e propria bocciatura dunque per le aspirazioni dei frusinati che contavano su un'infrastruttura così importante per rilanciare la derelitta economia provinciale. Ma Francesco Scalia non pensa affatto di riporre il sogno nel cassetto e, oltre a bollare la sortita del ministro come "trovata elettorale" afferma che quelle affermazioni sono prive di fondamento. Ecco perché: «Innanzitutto va detto che siamo noi ad aver fatto ricorso contro la graduatoria dello stesso Ministero che ha messo Viterbo al primo posto, Frosinone al secondo e Latina al terzo e loro non hanno neanche contestato la graduatoria. In secondo luogo la Corte costituzionale ha chiarito che la localizzazione degli aeroporti spetta alla Regione e la Regione con una legge ha scelto Viterbo, e appunto, Frosinone». E non è finita qui: «La legge regionale ha rinviato ad una delibera di giunta, in fase di preparazione, la definizione dell'iter procedurale di tutto il percorso. Ma noi abbiamo già un progetto e Latina non ha neanche una società costituita ad hoc. Da noi si sta già definendo anche la variante urbanistica in zona Asi per quanto riguarda solo la porzione di aeroporto che ricadrebbe in territorio di Ferentino, mentre quella frusinate è già a posto. Noi, infine, abbiamo una società con cinque milioni di capitale che è già partita e riuscira a realizzare la struttura anche prima di Viterbo». Quali sono allora i tempi previsti? «Velocissimi una volta definita la delibera della giunta regionale. Noi siamo pronti a partire subito con la finanza di progetto. Spero vivamente che il ministero non frapponga ostacoli che, sinceramente, non si comprenderebbero».

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Il ministro Matteoli boccia l'ipotesi dell'aeroporto a Frosinone? Subito è scoppiata ... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 09-03-2009)

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Lunedì 09 Marzo 2009 Chiudi Il ministro Matteoli boccia l'ipotesi dell'aeroporto a Frosinone? Subito è scoppiata la polemica e subito il presidente della Provincia uscente Francesco Scalia, ora assessore regionale, replica: «Le dichiarazioni del Ministro? Posso solo dire che è iniziata la campagna elettorale». Nonostante le parole di Matteoli Scalia non ha intenzione di riporre il sogno nel cassetto e afferma che quelle affermazioni sono prive di fondamento. Ecco perché: «Innanzitutto va detto che siamo noi ad aver fatto ricorso contro la graduatoria dello stesso Ministero che ha messo Viterbo al primo posto, Frosinone al secondo e Latina al terzo e loro non hanno neanche contestato la graduatoria. In secondo luogo la Corte costituzionale ha chiarito che la localizzazione degli aeroporti spetta alla Regione e la Regione con una legge ha scelto Viterbo, e appunto, Frosinone». Non è finita qui: «Noi abbiamo già un progetto e Latina non ha neanche una società costituita ad hoc. Da noi si sta già definendo anche la variante urbanistica in zona Asi per quanto riguarda solo la porzione di aeroporto che ricadrebbe in territorio di Ferentino, mentre quella che verte su Frosinone è già a posto. Noi, infine, abbiamo una società con cinque milioni di capitale che riuscirà a realizzare la struttura anche prima di Viterbo». Tempi previsti? «Noi siamo pronti a partire subito con la finanza di progetto. Spero vivamente che il ministero non frapponga ostacoli».

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Sulle cartelle mute una decisione di necessità (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-03-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-03-08 - pag: 15 autore: FISCO E COSTITUZIONE Sulle cartelle mute una decisione «di necessità» di Enrico De Mita I profili dell'irrazionalità dell'ordinamento tributario sono dovuti a più fattori: a) una tecnica difettosa e arbitraria nella delimitazione dei fatti tassabili; b) la violazione non necessaria delle norme di diritto comune (civile, processuale, amministrativo) per garantire la comodità del fisco; c) i tentativi mal riusciti per eliminare i tanti difetti delle leggi già emanate. L'introduzione tardiva nell'ordinamento tributario di istituti e regole del diritto comune avviene sempre in tempi e modi tali da lasciare sempre trasparire un favore per il fisco. Si creano situazioni contraddittorie per mancanza di coordinamento. è inutile ricordare che la legislazione fiscale è fatta dalla stessa amministrazione: il parlamento fa da notaio. Sembra che il legislatore sia preso da una logica perversa dalla quale non riesce ad uscire. La Corte costituzionale, che pure sembra animata da buona volontà nella ricerca di una qualche razionalità, è costretta con la sua "giurisprudenza necessitata" a prendere atto delle cose con la ormai consolidata formula della «non irragionevolezza» o addirittura della «non manifesta irragionevolezza». Quando la Corte ha dichiarato che la legge pone l'obbligo di sottoscrizione delle cartelle esattoriali da parte del responsabile del procedimento ha indicato le ragioni nobili di tale disciplina: la trasparenza amministrativa, l'informazione del cittadino, il suo diritto alla difesa (337/2007). Dal perseguimento di tali obiettivi dovrebbe derivare l'invalidità del procedimento quando manchi quella sottoscrizione. Ma la legge 31/2008, volendo ridurre la portata dell'obbligo, ha stabilito che l'innovazione entra in vigore solo a partire dal 1Ú giugno 2008, sicché le cartelle emesse prima di tale data ancorché dopo l'emanazione della legge, sono valide anche se non sottoscritte perché, come precisato anche dalla Cassazione, la nullità deve essere espressamente prevista e la legge 212/2000, a differenza di quanto previsto con riferimento ad altre disposizioni, non commina la nullità per la violazione della disposizione indicata. Alla situazione che si è creata hanno concorso due decisioni della Corte costituzionale, una della Cassazione e due leggi. Il risultato pratico è che a partiredal1 Úgiugno2008siècreata nel nostro ordinamento una contraddizione fra principi e pratica che fanno apparire il diritto tributario come una cosa inutile, al massimo decorativa, malgrado la Corte avesse illustrati gli scopi civili di ispirazione costituzionalistica che sono alla base dell'obbligo di sottoscrizione della cartella. La ragione politica di tale contraddizione è evidente, è la ragione fiscale. E la prevalenza di tale ragione o doveva portare alla dichiarazione d'incostituzionalità in quanto arbitraria oppure doveva essere giudicata costituzionale come tale senza la eufemistica formula della «non manifesta irragionevolezza », una formula che va bene per tutti gli usi. Queste formule vanno bene quando non emergono manifestamente i termini della giustificazione; la formula dubitativa va bene per riferirsi a discipline che non hanno una ratio definita. Invece qui non c'è niente di dubbio e di opinabile, ma l'arbitraria fissazione della data di entrata in vigore della legge, senza una sola parola che servisse a giustificarla. Come si dice che i termini per l'accertamento possono essere rinviati per la disfunzione dell'amministrazione così si poteva spiegare da parte della Corte che il rinvio dell'entrata in vigore di una legge fosse dovuto ad assenza di preparazione, a una causa comprensibile insomma dai contribuenti: si doveva dare nome e cognome all'interesse pubblico e non rendere il tutto incomprensibile sotto la cortina fumogena della «non palese irragionevolezza ». Tanto era sembrata ineccepibilmente dottrinale la sentenza che aveva riconosciuto la sussistenza dell'obbligo di sottoscrizione, tanto oggi quella sentenza appare inutile. La sentenza ultima sembra presa dalla fretta di motivare in qualsiasi modo, senza porsi il problema della motivazione, non solo con riguardo alla funzione politica della Corte stessa ma alle perplessità che circolano nel mondo politico circa la sua giurisprudenza, perché non tutti sono disposti a difendere le sue contraddizioni pratichee non solo teoriche con l'indulgente qualificazione di una giurisprudenza necessitata. Non potendo dubitare della collegialità di questo giudice, mi chiedo se non sia arrivato il momento di introdurre la " dissentig opinion". Rimane apprezzabile il punto della sentenza secondo il quale non «hanno rango costituzionale, neppure come norme interposte le previsioni della legge n. 212 del 2000» (Statuto dei diritti del contribuente). Mentre l'affermazione secondo la quale la disposizione impugnata non incide sulla posizione di chi abbia ricevuto una cartella di pagamento anteriormenteal termine da essa indicata e quindi non sarebbero violati gli articoli 24 e 111 della Costituzione avrebbe avuto bisogno di qualche parola in più.

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di RICCARDO JANNELLO MERCOLEDÌ il ministro della Giustizia brasiliano, Ta... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 09-03-2009)

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PRIMO PIANO pag. 5 di RICCARDO JANNELLO MERCOLEDÌ il ministro della Giustizia brasiliano, Ta... di RICCARDO JANNELLO MERCOLEDÌ il ministro della Giustizia brasiliano, Tarso Genro, è stato «invitato» a presentarsi davanti alla commissione Affari esteri del Senato federale, a Brasilia, per spiegare quali siano i motivi che lo hanno condotto a concedere lo stato di rifugiato politico all'«assassino» Cesare Battisti e non a due pugili cubani che volevano scappare dal regime castrista. Visto che il presidente della commissione è un importante esponente della opposizione di centrodestra, il «democrata» Heraclito Fortes, la convocazione di Genro assume una forte valenza politica e dimostra come il Brasile non sia assolutamente convinto che il terrorista italiano debba essere «salvato» dalla giustizia italiana. E sottolineando che Battisti ha condanne per quattro omicidi, Fortes fa capire che bisogna considerare questo lato della vicenda e non solo quello squisitamente ideologico, come fu, invece, per Luciano Pessina la cui estradizione non venne accettata. Se si pensasse nel caso Battisti solo alla questione ideologica spiega Fortes «si rischierebbe di rompere i rapporti con Paesi che sono amici». E fonti federali che vogliono rimanere anonime dicono che il presidente Inacio Lula Da Silva sia il primo che, nonostante abbia appoggiato la decisione di Genro, ora avanzi dubbi sulla opportunità di tenersi il fuggiasco e metterlo in libertà sulle spiagge dorate di Rio. Rischiando magari così di perdere, come hanno adombrato le associazioni produttive del Sud dove la componente dei nostri emigrati è molto forte, un partner economico di prima fascia. LA VICENDA Battisti deve trovare una soluzione entro il mese di marzo: lo hanno ripetuto più volte sia il governo brasiliano sia il presidente del Supremo tribunal federal, una sorta di Corte Costituzionale. Gilmar Mendes, il suo presidente, giudice integerrimo, ha espresso il suo giudizio pubblicamente («sono per l'estradizione», ha detto in pratica), ma poi dovrà attenersi a quelle che sono le leggi del suo Paese. E la discussione fino a ora portata avanti deve ancora chiarire se la concessione dello status di rifugiato politico blocchi o meno la richiesta di estradizione. Il punto di partenza della maggioranza dei giudici, e che viene sostenuta dalla memoria italiana allegata agli atti, è che l'iter della causa deve andare comunque avanti. Un'ammissione che è un punto a favore di Roma. MA LA VERA partita ormai si gioca a livello politico. Lula va verso la fine del suo mandato e non può inimicarsi metà Paese per la quale l'Italia non è certo un luogo dove i detenuti vengono torturati. Nello stesso tempo, se vuole lasciare possibilità al prossimo candidato alla presidenza del suo schieramento non deve estremizzare il confronto col centrodestra. E poi il richiamo di Fortes al favore fatto a Castro, rimandandogli due pugili che ai Giochi panamericani avevano chiesto asilo politico, apre le porte allo stesso trattamento per Battisti. Che avrà anche motivato i suoi reati come «politici», ma è pur sempre stato condannato per quattro omicidi.

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Piano casa, Franceschini: "No,... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)

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n. 10 del 2009-03-09 pagina 2 Piano casa, Franceschini: "No, è cementificazione" di Francesco Cramer Dopo nucleare, giustizia, sicurezza, economia e scuola il segretario del Pd boccia anche l?ultimo progetto del governo. Le "riforme condivise" non sono mai diventate realtà Roma - «No, no, no». Il governo annuncia un piano-casa per far ripartire l?edilizia segando pastoie e burocrazie? In fondo il settore zoppica e potrebbe far da volano all?intera economia. Ma dal jukebox dell?opposizione parte la solita musica. Non il ballo del mattone ma il disco rotto del «no, no, no». «Si apre una nuova stagione di cementificazione dell?Italia», si è subito spolmonato il leader del Pd Franceschini, sposando la comoda linea politica del bastian contrario. Dall?energia alla giustizia, dalla scuola alle grandi opere, dall?Alitalia alla sicurezza, la sinistra ha sempre la carta pronta da gettare sul tavolo, il suo particolare jolly: il niet. In fondo che bisogno c?era di fare un governo ombra quando su tutti i grandi temi dall?opposizione arriva sempre e comunque un rifiuto? La proposta alternativa al giusto processo, mirabilmente descritta dal Guardasigilli ombra Lanfranco Tenaglia, è illuminante: «La riforma della maggioranza è in alcune parti dannosa, in altre controproducente». E pensare che per intercettare il voto moderato l?impallinato leader piddino Veltroni auspicava riforme condivise. Maggio 2008: «Confermiamo la nostra disponibilità a convergere sulle riforme per consentire al Paese di marciare più veloce, di essere più moderno». Parola di Walter. Salvo poi gridare ai quattro venti: «Sulla giustizia è difficile trovare un accordo se l?esecutivo insegue solo la separazione delle carriere, lo svilimento del Csm o il blocco sostanziale delle intercettazioni come strumento d?indagine». E ancora: «Il provvedimento sulle intercettazioni sarà un regalo alla criminalità». Una bocciatura a priori. A proposito di voti: si può provare a far funzionare la scuola, tornando al maestro unico per dare un solo punto di riferimento ai bambini e valorizzare la figura dell?insegnante. Oppure, sull?università, si può tagliare la giungla di corsi inutili e razionalizzare le spese ma la condotta della sinistra sarà sempre quella: rigettare, ripudiare, respingere. «La riforma Gelmini smantella la scuola», hanno urlato ai quattro venti Veltroni e soci. Ma nel sussidiario dei «no» della gauche c?è pure il capitolo «grandi opere». Il governo mette sul piatto 18 miliardi di euro per azionare la leva delle infrastrutture, dalla Tav al Mose, dal Ponte sullo stretto di Messina? L?opposizione arriccia il naso e fa partire il «no» con l?Alta velocità: «Sono uno specchietto per le allodole di fronte alla crisi». Già, la crisi. Forse abolendo l?Ici sulla prima casa, sostenendo il potere d?acquisto dei meno abbienti con bonus famiglia e social card arriverà qualche sì anche dall?opposizione? Macché. La social card «è soltanto un?elemosina di Stato» e in fondo, parole di Veltroni: «è umiliante per quanti la usano perché nei supermercati vengono identificati come bisognosi». Sull?atomo è meglio lasciar perdere: getti le basi per aumentare l?indipendenza energetica producendo, entro il 2020, circa il 20% del fabbisogno di energia grazie al nucleare che alla sinistra scoppiano i nervi: «Ennesimo spreco di denaro pubblico». E a proposito di sprechi: con il federalismo, assicurando autonomia di entrata e di spesa agli enti locali, si tira la cinghia sulle uscite dello Stato-Pantalone. Piacerà? No: «Determinerà un aumento di spesa pubblica e burocrazia». E su Alitalia? Salvi la compagnia di bandiera: privata, italiana e con un forte partner internazionale. Volerà un applauso così, per sbaglio... Bersani: «Una soluzione debole e problematica, molto più di quello che avrebbe potuto essere». E te pareva. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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"Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 10 del 2009-03-09 pagina 6 "Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli" di Redazione Il premier Silvio Berlusconi al quotidiano spagnolo El Mundo: "Al G8 della Maddalena vogliamo avviare una nuova era. Ai mercati servono regole etiche, per il benessere delle generazioni attuali e future" Il primo bilancio del governo e le prossime sfide che attendono l?esecutivo, in Italia e nella comunità internazionale. Dalle politiche più efficaci per affrontare la crisi economica alle difficoltà dell?opposizione, dalla delicatissima scelta di intervenire sul caso di Eluana Englaro ai difficili rapporti con una parte della magistratura. In una lunga intervista a Irene Velasco, corrispondente del quotidiano spagnolo «El Mundo», Silvio Berlusconi interviene a tutto campo sui grandi scenari del 2009. E annuncia il più ambizioso obiettivo della presidenza italiana del G8: «Avviare un?era di cooperazione e coordinamento tra i Paesi occidentali e le economie emergenti», per «ridurre lo squilibrio tra ricchi e poveri» nel mondo. è il progetto di un «capitalismo sostenibile», volto al benessere non solo delle generazioni attuali, ma anche di quelle future». Lei si è sempre dichiarato un grande difensore del libero mercato e del capitalismo. Dopo questa crisi crede ancora che il capitalismo sia il sistema economico più adeguato o pensa che abbia bisogno di essere riformato? Si dibatterà al vertice del G8 all?isola La Maddalena su questo argomento e si farà un esame di coscienza, visto che molti considerano che gli otto Paesi più ricchi del mondo hanno una grande responsabilità in questa crisi? «Il capitalismo resta il sistema migliore se paragonato a quelli ispirati al pensiero collettivista che hanno condannato intere popolazioni alla miseria e all?assenza di libertà. Però alcune regole, soprattutto in campo finanziario, vanno riformate: ne dibatteremo alla Maddalena e l?esame di coscienza lo stiamo già facendo. Uno degli obiettivi della Presidenza italiana del G8 è avviare un?era di cooperazione e coordinamento tra i Paesi del G8 e tra questi e le economie emergenti, per definire standard etici e giuridici comuni e nuove regole di trasparenza, correttezza e integrità delle attività economiche e finanziarie internazionali. Non è il capitalismo sul banco degli imputati, ma la degenerazione di alcuni aspetti del libero mercato. Vogliamo poi rafforzare il dialogo Nord-Sud, riducendo lo squilibrio tra Paesi ricchi e poveri. Al G8 proporremo la Detax, un meccanismo fiscale che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale, e lanceremo una nuova filosofia degli aiuti che coinvolga più strumenti e più attori, anche privati. Credo in un modello di capitalismo sostenibile volto al benessere non solo delle generazioni attuali, ma di quelle future. In Italia abbiamo adottato misure concrete a sostegno dei più deboli: i “bonus” per le famiglie più povere e numerose, la social card, il fondo per i neonati, le detrazioni di spesa per asili nido e pubblici trasporti, i fondi per agevolare gli affitti, sconti fiscali sui mutui e un grande finanziamento per alimentare gli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori che perdono il posto di lavoro». Lei ha stravinto le scorse elezioni e la sua popolarità in questo momento vola a livelli stratosferici. Secondo lei perché gli italiani la amano così tanto? «Con la crisi in corso un apprezzamento tra il 64 e il 73 per cento è francamente imbarazzante. Non può che diminuire! Gli italiani hanno capito che questa crisi è globale, che non è una responsabilità del governo e che, anzi, stiamo facendo tutto il possibile, in sintonia con gli amici europei, per alleviarne gli effetti, per ridare fiducia alle famiglie e alle imprese e preparare la ripresa. Gli italiani mi conoscono da sempre. Hanno fiducia in me perché ero il più popolare e invidiato imprenditore italiano e ho lasciato tutto per mettere a disposizione del mio Paese e dei miei concittadini la mia esperienza e le mie capacità. Erano stanchi delle chiacchiere della sinistra, volevano fatti. In meno di due mesi abbiamo risolto la tragedia dei rifiuti a Napoli e in Campania, abbiamo mantenuto italiana la nostra compagnia di bandiera, l?Alitalia, abbiamo garantito i conti pubblici innovando con l?adozione di una finanziaria triennale che le lobby non sono riuscite a modificare, abbiamo fatto ripartire le grandi opere bloccate dai veti ideologici della sinistra, abbiamo riformato la scuola e la giustizia, abbiamo difeso consumatori e risparmiatori dalla crisi finanziaria, e infine abbiamo restituito al Paese un ruolo da protagonista sulla scena internazionale». Questo è il primo Parlamento italiano del dopoguerra nel quale non c?è un comunista. E poi alcuni giorni fa Walter Veltroni, leader del principale partito di centrosinistra, si è dimesso. Come interpreta lei, un uomo di destra, i motivi della crisi della sinistra italiana? è contento di governare senza opposizione? «Mi spiace doverla smentire. Io non sono un uomo di destra. La ragione del consenso di cui godo nel Paese è che le vecchie ideologie non contano più. Chi si ostina a farsene portavoce, viene punito dal voto. Siamo stati noi ad avviare le riforme per cambiare l?Italia con un programma sociale tra i più avanzati. Al contrario, i partiti della sinistra si sono arroccati in difesa dei privilegi, delle corporazioni e della vecchia politica, senza essere in grado di interpretare i bisogni di un Paese che si è evoluto. Noi, invece, abbiamo rilanciato il nucleare e la campagna contro l?assenteismo. La sinistra è tuttora soggetta al ricatto del fanatismo ambientalista, avrebbe perso altro tempo prezioso prima di mettere mano all?emergenza energetica del Paese. Sotto il ricatto dei localismi, non avrebbe mai potuto risolvere il problema dei rifiuti. Sotto quello delle minoranze sindacali, non avrebbe mai accolto il criterio del merito nella pubblica amministrazione e nella scuola. Inoltre, divisa al suo interno praticamente su tutto, non avrebbe avuto mai il coraggio di assumere decisioni importanti su temi cruciali. La crisi dell?opposizione non può far piacere a nessuno. Anzi, preoccupa. Il ruolo della minoranza in una democrazia è essenziale e bisogna saperlo esercitare in modo costruttivo. Ma purtroppo la crisi dell?opposizione italiana sembra destinata a durare a lungo». Secondo lei, che ha detto che ha mandato a casa uno dopo l?altro sette esponenti del centrosinistra, c?è qualcuno nel centrosinistra che potrebbe essere all?altezza di fare il capo dell?opposizione? «Non sette. Otto. C?era anche Renato Soru, leader in pectore del Partito Democratico, candidatosi a governare la Sardegna e ad essere in prospettiva il leader del Pd, e invece sconfitto nelle elezioni regionali. Lei mi chiede se c?è qualcuno all?altezza di fare il leader dell?opposizione. Le osservo che il Partito Democratico ha appena scelto un nuovo segretario...». Perché il suo governo era così deciso a impedire la morte di Eluana? Lei ha detto che il Consiglio dei ministri ha preso la decisione di salvare Eluana per motivi morali. Ma la morale non dovrebbe essere lasciata fuori, visto che è una cosa molto soggettiva? Per il papà di Eluana, era morale permettere che sua figlia si spegnesse. E poi la Giustizia aveva sentenziato che a Eluana poteva essere interrotta l?alimentazione e l?idratazione artificiale. Non crede che il governo avrebbe dovuto rispettare quella sentenza in nome del principio democratico della divisione di poteri? «Un governo democraticamente eletto ha il diritto e il dovere di prendere delle decisioni. La morale può essere soggettiva, la legge no. Soprattutto su temi fondamentali come quelli che implicano la vita e la morte, non si possono lasciare vuoti normativi, perché è in quel vuoto che nasce il problema. La magistratura, a differenza del Parlamento, non ha il potere di fare le leggi, ha invece l?onere e l?onore di applicarle. Se c?è un vuoto, il compito di colmarlo con una legge spetta al Parlamento. Ma poiché questa legge sul “fine vita” in Italia non c?era, noi abbiamo naturalmente portato in Parlamento la nostra proposta, con la libertà per i nostri parlamentari di votare secondo coscienza. Vorrei ricordarle che nel caso di Eluana non è stata interrotta una cura, non si è messo fine a un accanimento terapeutico. Semplicemente, a una donna malata si volevano togliere acqua e alimenti, e di qui nasceva la necessità e l?urgenza di un provvedimento del governo che poi il Parlamento avrebbe approvato o respinto, e i magistrati applicato». Quanto ha pesato l?opinione del Vaticano su questa vicenda? «Le scelte del governo italiano sono assolutamente autonome. E lo sono state anche in questo caso. è ovvio che in una società libera la Chiesa possa esprimere il proprio punto di vista, come tutti. Mi stupirei se non lo facesse, specie quando sono in gioco alcuni valori che per i cristiani sono essenziali. Piuttosto, noto che i critici del mio governo strumentalizzano le dichiarazioni di esponenti della Chiesa, definendole ingerenze quando appaiono in sintonia col governo, e invece critiche del tutto legittime quando sembrano divergere». Uno dei primi provvedimenti approvati dal suo governo è stato il cosiddetto Lodo-Alfano, definito dall?opposizione una legge “ad personam”, varata per evitare il processo Mills. Alcuni giorni fa, infatti, un Tribunale di Milano ha condannato l?avvocato Mills a quattro anni e mezzo di carcere per essere stato corrotto, secondo i giudici, da lei. E invece lei non può essere giudicato per quella vicenda. Non crede che il premier dovrebbe sottoporsi per primo alla giustizia? «La legge è nata da un?esigenza indicata dalla stessa Corte costituzionale, ovvero la necessità di consentire alle più alte cariche dello Stato di svolgere appieno e con serenità il proprio importante mandato. In Italia, il principio del giusto processo prevede la piena partecipazione al dibattimento. In un processo che dura due o tre anni con una cadenza di due o tre udienze la settimana, è praticamente impossibile partecipare e difendersi per coloro che svolgono alte e impegnative funzioni istituzionali. Il meccanismo dell?immunità è ben noto in altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari ed è molto più forte che in Italia, dove il processo viene soltanto sospeso. Nel merito, io non ho mai neppure conosciuto il signor Mills e sono assolutamente certo di venire assolto quando il processo riprenderà. Aggiungo che la presidente del collegio di quel tribunale è una nota esponente di sinistra che si è espressa più volte contro le leggi del nostro governo. Il dubbio sulla sua imparzialità è legittimo. Purtroppo, una parte della magistratura italiana è politicizzata e ha usato e usa il proprio potere come arma di lotta politica contro gli avversari, in particolare contro l?unico esponente del centrodestra a poter prevalere sulla sinistra. I giudici politicizzati della sinistra hanno persino tentato di ribaltare il risultato del voto democratico, riuscendovi nel 1994 con un?accusa da cui sono stato naturalmente assolto con formula piena dopo dieci anni di processi. Ricordo solo pochi dati: dal 1994 al 2006, ben 789 magistrati si sono occupati di Silvio Berlusconi con indagini e processi che hanno portato a 587 visite della polizia giudiziaria o della Guardia di Finanza e a 2.500 udienze, più di un record mondiale! Conclusione: sono sempre risultato innocente, perché fortunatamente i giudici imparziali sono ancora la maggioranza». In tanti la criticano per non aver detto parole sufficientemente chiare e nette di condanna del ventennio fascista. Cosa pensa di quel periodo e come giudica queste critiche? «Il partito di cui sono il leader si chiama Popolo della Libertà e fa parte della grande famiglia della democrazia e della libertà che è il Partito dei Popolari Europei. Nessuno può pensare che io abbia reticenze riguardo al fascismo e per la verità non mi risultano le critiche a cui lei fa riferimento. Mi riconosco in pieno nei principi della nostra Costituzione repubblicana e li ho difesi in più occasioni. Le ricordo che la stessa Costituzione prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento alle nuove esigenze dei tempi. Piuttosto, non mi appassiona il dibattito sul passato. Gli italiani devono guardare avanti. Per troppo tempo in Italia siamo rimasti chiusi dentro una gabbia culturale, in una contrapposizione anacronistica tra fascismo e antifascismo». La politica italiana contro l?immigrazione è stata molto criticata da esponenti del governo spagnolo. Alcune persone, infatti, hanno accusato il suo governo di avere atteggiamenti xenofobi, soprattutto contro i rom. Lei come risponde a quelle critiche? «La nostra politica dell?immigrazione non è “contro”, come dice lei. Non è contro l?immigrazione tout court. Abbiamo rispetto verso coloro che vengono in Italia per migliorare le proprie condizioni di vita e quelle della loro famiglia attraverso un lavoro onesto, tra mille sacrifici e rispettando le leggi. Al contrario, abbiamo un atteggiamento fermo verso coloro che in Italia entrano illegalmente e vivono di crimini e di espedienti senza alcuna volontà di integrarsi. La realtà è che i bambini stranieri frequentano le nostre scuole in numero sempre maggiore, le famiglie straniere godono di una piena assistenza sanitaria, e il governo ha anche stanziato fondi per la sanità a favore degli immigrati irregolari. Altri governi, non escluso quello spagnolo, si trovano alle prese con una forte immigrazione illegale. I clandestini mandati via dalla Spagna negli ultimi anni sono stati decine di migliaia. Quanto ai romeni, che sono cittadini europei, la Francia ne ha espulsi migliaia solo nel 2008. Nello stesso periodo, l?Italia appena quaranta. Pure i tempi di detenzione nei Centri d?accoglienza sono inferiori da noi a quelli della gran parte dei Paesi europei. Per ciò che riguarda le critiche di razzismo che ci sono state mosse in passato, il suo stesso giornale le ha definite “gaffe” nei nostri confronti». Lei, che è un self-made man, non cercherebbe di entrare in Italia come clandestino nel caso fosse nato in un Paese del terzo mondo e fosse povero? «Io, come le ho detto, apprezzo chi tenta di costruirsi onestamente un futuro per sé e per i propri figli integrandosi in un altro Paese. Ma ho ancora più stima di chi decide di non lasciare la propria terra e, anzi, di contribuire con il proprio lavoro e la propria iniziativa a farla crescere, mettendosi al servizio della sua comunità. Io non sono andato a fare l?imprenditore negli Stati Uniti, sono rimasto qui». L?Enel è ormai proprietaria del 92% di Endesa, la più importante compagnia elettrica spagnola. Invece, quasi ogni volta che gli spagnoli hanno cercato di investire in Italia non hanno potuto farlo (caso Abertis e Autostrade, nel Bbva e Banca Nazionale del Lavoro). E non mi faccia per favore l?esempio di Telefonica, perché sebbene sia l?azionista di maggioranza in Telecom Italia, non ha nelle sue mani il controllo della compagnia... Non crede che ci sia un grande disequilibrio tra i due Paesi? Non crede che l?Italia sia troppo protezionista? «Guardiamo i fatti. Per quanto riguarda Abertis e Autostrade, il problema è nato col precedente governo, non è quindi a me che va posta la domanda. Il Bbva è stato azionista importante della Bnl finché non ha deciso di ritirarsi ricevendo un?ottima plusvalenza. Lo stesso vale per il Banco di Santander rispetto al San Paolo, prima della fusione con Banca Intesa. La Bnl, peraltro, è stata acquisita da una banca francese. Quando l?Italia ha aperto il mercato dell?energia, sono entrati senza problemi gruppi stranieri. L?investimento di Telefonica è finanziario, nessuno l?ha costretta a entrare in Telecom in quella posizione. Il nostro governo, poi e innanzitutto, non è mai intervenuto e non interviene nelle vicende di aziende private. Insomma, da parte nostra non c?è alcun atteggiamento protezionistico. Al contrario, gli investimenti e le aziende di altri Paesi, con in testa quelli spagnoli, sono i benvenuti in Italia». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Giudici tributari, delega in arrivo (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-09 - pag: 4 autore: Giudici tributari, delega in arrivo Antonio Criscione La giustizia tributaria pronta al restyling. E non solo sotto il punto di vista ordinamentale, ma probabilmente anche con qualche intervento in campo processuale. Degli aspetti legati all'organizzazione della magistratura tributaria avevano parlato il sottosegretario all'Economia,Luigi Casero,e alla Giustizia, Giacomo Caliendo, in occasione dell'anno giudiziario tributario della Ct regionale della Lombardia ( si veda «Il Sole 24 Ore» del 21 febbraio scorso). Ma si parla anche di un nuovo coinvolgimento di Cesare Glendi, che è stato uno dei principali protagonisti della riforma varata nel 1992, sia dell'allargamento della giurisdizione introdotto dalla Finanziaria 2002. Dal punto di vista ordinamentale, le modifiche che dovrebbero entrare nella delega in fase di elaborazione riguardano le modalità di "assunzione" dei giudici tributari, quelle relative ai passaggi di carriera, alla determinazione dei compensi. Nel primo caso le ipotesi che circolano – al momento non sono ancora noti nuovi testi – prevedono l'ingresso nella magistratura tributaria per tutti comecomponenti delle commissioni tributarie provinciali. Solo successivamente potrebbero concorrere per l'ingresso nella funzione di giudice della commissione tributaria regionale o avere un incarico direttivo. Questo accesso però – secondo i progetti che erano circolati nella passata legislatura – sarebbe differenziato a seconda della provenienza dei giudici tributari, nel senso che richiederebbe tempi differenti di permanenza nella Ctp prima di giustificare lo scatto, a seconda della provenienza del giudice tributario (per esempio un giudice di carriera avrebbe bisogno di meno di un professionista e così via). L'intervento andrebbe anche sul piano della precisazione delle cause di incompatibilità, sia a livello di parentela che di attività esercitata. E inoltre dovrebbe essere prevista la consacrazione legislativa della Sezione tributaria della Cassazione. Interventi sul processo al momento non sono facili da ipotizzare. In passato si era pensato a un ulteriore allargamento della giurisdizione delle Ct anche ai contributi previdenziali e assistenziali, ma su questo aspetto la Corte costituzionale si è espressa successivamente in modo restrittivo. Per cui, a meno di interventi sulla Carta costituzionale, non sembra praticabile questa situazione. Altri aspetti meritevoli di attenzione sono certamente la revisione della tipizzazione degli atti impugnabili contenuta nell'articolo 19 del Dlgs 546 del 1992, che da tempo mostra la corda, e la possibilità di estendere al secondo grado la sospensione cautelare degli atti.

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Coop, sgravi contributivi solo con i minimi nazionali (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: LAVORO E SENTENZE data: 2009-03-09 - pag: 31 autore: Requisiti retributivi. Nelle aree ex Cassa del Mezzogiorno Coop, sgravi contributivi solo con i minimi nazionali La cooperativa di produzione e lavoro che opera nel Mezzogiorno deve aver corrisposto ai propri dipendenti retribuzioni non inferiori a quelle del contratto nazionale o provinciale del settore di appartenenza per poter fruire degli sgravi contributivi nel periodoantecedenteal1 Úgennaio1988. A stabilirlo la sezione Lavoro della Cassazione con la sentenza 4080/09 dello scorso 19 febbraio. L'articolo 18 del Dl 918/1968, nell'introdurre uno sgravio sul complesso dei contributi dovuti all'Inps, ha individuato, al comma 1, i beneficiari della riduzione nelle aziende industriali con più di 35 dipendenti nelle zone di intervento dell'ex Cassa del Mezzogiorno. Nella ricostruzione operata dalla Suprema corte, il comma 2 però «ha indirettamente ristretto la platea dei beneficiari, escludendo implicitamente le cooperative di produzione e lavoro». La disposizione è stata poi dichiarata incostituzionale dalla sentenza della Consulta n. 261/1991 nella parte in cui «esclude dal beneficio degli sgravi contributivi le imprese industriali operanti nel Mezzogiorno d'Italia, relativamente al personale dipendente le cui retribuzioni non siano assoggettate a contribuzione contro la disoccupazione involontaria». Ma, come ricorda la sentenza 4080/09, tale norma, così come l'articolo 14 della legge 183/1976, pur rimuovendo la ragione di esclusione per le cooperative costituita dalla mancata sottoposizione all'obbligo contributivo per la disoccupazione involontaria, non hanno inciso sul principio secondo cui condizione per godere del beneficio delle riduzioni contributive in genere (sia per gli sgravi contributivi, sia per la fiscalizzazione degli oneri sociali) è che i lavoratori siano regolarmente denunciati agli istituti previdenziali e godano di retribuzioni non inferiori a quelle previste dai contratti collettivi nazionali e provinciali. In seguito, il comma 4 dell'articolo 3 del Dl 536/1987 ha esteso nominativamente a decorrere dal 1Ú gennaio 1988 le disposizioni dell'articolo 18 del Dl 918/1968 ai soci delle cooperative di servizi di produzione lavoro soggetti alla disciplina del Dpr 602/1970. Pertanto «le retribuzioni su cui si calcolano gli sgravi sono le stesse, convenzionali o di fatto, se superiori, su cui la cooperativa effettua il versamento dei contributi ». E, secondo la Cassazione, «limitatamente alla portatae agli effetti della sentenza della Corte costituzionale 291/1991, deve essere corretto l'orientamento precedente di questa Corte (espresso dalle sentenze 6055/1999, 28 marzo 2003 n. 4778 e 10 agosto 2004 n. 15459, che per il resto vanno confermate), il quale faceva decorrere da tale dichiarazione di incostituzionalità l'effetto di un'incondizionata applicazione degli sgravi anche per il periodo precedente » all'articolo 3, comma 4, del Dl 536/1987. Così, la Suprema corte ha accolto il ricorso dell'Inps sulla fruizione degli sgravi per il periodo precedente al 1Ú gennaio 1988 e ha disposto il rinvio alla Corte d'appello. G. Par. PRODUZIONE E LAVORO Altra condizione è che i dipendenti fossero regolarmente iscritti Accolto il ricorso dell'Inps per la fruizione ante 1988

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L'uscita durante la malattia va sempre comunicata (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: LAVORO E SENTENZE data: 2009-03-09 - pag: 31 autore: Visite fiscali. Non basta il certificato medico L'uscita durante la malattia va sempre comunicata Guido Pietrosanti Con parere del 13 febbraio il dipartimento della Funzione pubblica ha stabilito che, anche se la dichiarazione del medico attesta che lo stato di salute del lavoratore è incompatibile con la reperibilità, il dipendente non può lasciare il proprio domicilio senza prima comunicarlo all'ufficio, in ogni caso in cui debba lasciare il domicilio. Una posizione basata sull'articolo 71 del Dl 112/08, il cui terzo comma prescrive «il controllo in ordine alla sussistenza della malattia del dipendente anche nel caso di assenza di un solo giorno, tenuto conto delle esigenze funzionali e organizzative». Il parere afferma che l'onere di preventiva comunicazione degli spostamenti permane sul lavoratore per tutta la durata dell'assenza. Ciò anche per evitare un probabile esito negativo della visita fiscale, in contrasto con le esigenze funzionali e organizzative che, d'altro lato, possono consentire la deroga all'obbligo di visita fiscale. E al riguardo la Funzione pubblica puntualizza (come affermato nella circolare 7/08) che l'eccezione all'obbligo di controllo si può configurare in presenza di «particolari impedimenti del servizio del personale derivanti da un eccezionale carico di lavoro o urgenze della giornata». In ogni caso, nonostante non tutte le amministrazioni pubbliche dispongano la visita di controllo, le disposizioni del ministro Brunetta un effetto lo hanno raggiunto, visto che, secondo i dati del ministero, le assenze dei lavoratori pubblici negli ultimi mesi sono diminuite del 40%. Quanto poi agli assenteisti, non sempre sono rimasti impuniti. Una ricognizione della giurisprudenza in materia evidenzia, infatti, come l'assenza ingiustificata da sempre esponga il dipendente non solo al rischio di licenziamento e di risarcimento, ma di condanna penale e di trasferimento. La Cassazione, ad esempio, ha sciolto un apparente enigma sulla questione dell'incompatibilità delle attività svolte dal malato con il ristabilimento delle condizioni di salute. Con la pronuncia 17929/08, ha confermato la sanzione della perdita di un anno di anzianità e del trasferimento d'ufficio, comminate dalla Sezione disciplinare del Csm a un magistrato che per motivi di salute aveva fruito di lunghi periodi di aspettativa, durante i quali si impegnava in attività sportive incompatibili con la patologia lombosacrale. D'altro lato, con la sentenza 5106/08, la Suprema Corte ha invece considerato illegittimo il licenziamento di una dipendente che, durante la malattia, aveva effettuato un viaggio da Milano a Roma per partecipare a una trasmissione televisiva, in qualità di cantante lirica amatoriale. In questo caso, il periodo di astensione dal lavoro è stato ritenuto compatibile con attività che non richiedevano eccessivo dispendio di energie psicofisiche e con un trasferimento del paziente non implicante eccessivo affaticamento. GIRO DI VITE BRUNETTA Ininfluente il fatto che lo stato di salute permetta di allontanarsi da casa Controlli estesi alle assenze di un giorno

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Distanze tra le costruzioni e principio della prevenzione (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 09-03-2009)

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Distanze tra le costruzioni e principio della prevenzione Articolo di Andrea Berto 09.03.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi DISTANZE TRA LE COSTRUZIONI E PRINCIPIO DELLA PREVENZIONE di Andrea Berto ** * ** Il presente studio ha lo scopo di fornire un breve excursus sulle pronunce giurisprudenziali in tema di distanze tra le costruzioni e sull'applicazione concreta del principio di prevenzione L'art. 873 del Codice Civile, rubricato ?distanze nelle costruzioni?, stabilisce che ?le costruzioni su fondi finitimi, se non sono unite o aderenti, devono essere tenute a distanza non minore di tre metri. Nei regolamenti locali può essere stabilita una distanza maggiore?. I. Ratio La pacifica giurisprudenza è concorde nel ritenere che ratio della disposizione in oggetto sia quella di impedire che tra costruzioni vicine si creino intercapedini che, per la loro esiguità, abbiano a risultare pericolose (sotto il profilo dell?insalubrità nonché dell?ordine pubblico). Pertanto, stante la finalità di perseguire un interesse pubblico, accertata l'inosservanza delle distanze legali, è da ritenere irrilevante qualsiasi ulteriore accertamento sull'edificabilità o meno del fondo o sulla concreta pericolosità o dannosità delle intercapedini, essendo tale situazione presupposta dalla norma. Conformemente alla sua ratio, l'art. 873 trova applicazione solo nel caso in cui due fabbricati, sorgenti da bande opposte rispetto alla linea di confine, si fronteggino, anche se in minima parte, nel senso che supponendo di farli avanzare verso il confine in linea retta, si incontrino almeno in un punto [Cassaz. 26.6.1995 n. 5892; C 12.12.1986 n. 7384]. Le distanze di cui all'articolo in esame, pertanto, non sono applicabili all caso di fabbricati disposti ad angolo senza avere pareti contrapposte. II..Nozione di costruzione "Costruzione", ai fini della disciplina dettata dall'art. 873, è un concetto che non si esaurisce in quello di "edificio" o di struttura realizzata con muri di cemento o laterizi, ma, come ha chiarito la giurisprudenza, si estende a qualsiasi opera stabilmente infissa al suolo[1] . In generale, rientra nel concetto di costruzione ogni manufatto, di qualunque materiale esso sia costituito, che emerga in modo sensibile al di sopra del livello del suolo o non sia completamente interrato, e che, pur difettando di una propria individualità, per struttura, solidità, compattezza, consistenza e sporgenza dal terreno, sia idoneo a creare quelle intercapedini dannose, in quanto impediscono il passaggio di aria e luce, che la legge, stabilendo la distanza minima fra le costruzioni, intende evitare [in tal senso, C 30.8.2004 n. 17390; C 15.2.2001 n. 222; C 22.5.1998 n. 5116]. Tenendo conto della ratio della norma, e venendo ad una breve disamina dei casi particolari, la Cassazione ha qualificato come costruzione: la tettoia che avanzi rispetto all'edificio già esistente [C 30.10.2003 n. 16358], i balconi [C 25.3.2004 n. 5963; C 29.3.1999 n. 2986; C 10.6.1998 n. 5719,],una pensilina costruita su un terrazzo con materiali metallici [C 21.6.1985 n. 3727]; una scala esterna in muratura [C 30.8.2004 n. 17390; C 26.5.1998 n. 5222]; un chiosco annesso all'impianto di distribuzione di carburante [C 9.6.1992 n. 7069]; un manufatto, con finestra, coperto da tettoia formata da travi con soprastanti lamiere, destinata a fienile, magazzino e pollaio [C 24.5.1997 n. 4639,]; un barbacane quale elemento costruttivo di completamento dell'edificio [C 29.8.1997 n. 8240, GBLT 1998, 60]. Secondo la Cassazione, non rientrano, invece, nel concetto di costruzione e non sono quindi soggette alla normativa sulle distanze: le condutture elettriche ed i pali che le sostengono [C 21.9.1970 n. 1647] ; uno zoccolo basso in muratura con rete metallica infissa [C 20.7.1973 n. 1647]; i manufatti realizzati all'interno di preesistenti costruzioni eseguite in appoggio o in aderenza ad un muro comune sul confine [C 21.2.1979 n. 1117]; un campo da tennis ad uso privato, dato che la rete metallica che di solito circonda simili campi, non può formare un'intercapedine e come tale non rientra nella previsione dell'art. 873 [C 1.7.1996 n. 5956]. Non sono altresì considerate costruzione il muro di contenimento di una scarpata o di un terrapieno [C 19.8.2002 n. 12239; C 15.6.2001 n. 8144; C 21.5.1997 n. 4541] e, ai sensi dell'art. 878, il muro di cinta con altezza non superiore ai tre metri.. Quando si realizzi un edificio dotato di sporti od aggetti[2], bisogna distinguere a a seconda che presentino una funzione meramente decorativa o se, invece, abbiano dimensioni consistenti tali da ampliare la superficie o la funzionalità del fabbricato. Solo in quest'ultimo caso gli sporti assumono il carattere di costruzione, mentre quelli di limitata consistenza, secondo la giurisprudenza, non devono essere inclusi nel computo delle distanze, in quanto configurano entità trascurabili rispetto all'interesse tutelato dalla norma considerato nel suo triplice aspetto della tutela della sicurezza, della salubrità e dell'igiene [in tal senso C 5.11.1990 n. 10615]. III. Il criterio della prevenzione In materia di costruzioni sul confine, la legge si ispira al principio della prevenzione temporale[3], desumibile dal combinato disposto degli artt. 873, 874, 875 e 877, secondo il quale il proprietario che costruisce per primo determina, in concreto, le distanze da osservare per le altre costruzioni da erigersi sui fondi vicini. Chi edifica per primo su di un fondo contiguo ad un altro ha una triplice facoltà alternativa: a) costruire sul confine: di conseguenza il vicino potrà costruire in aderenza o in appoggio (pagando in tale ipotesi, ai sensi dell'art. 874, la metà del valore del muro); b) costruire con distacco dal confine: e cioè alla distanza di un metro e mezzo dallo stesso o a quella maggiore stabilita dai regolamenti locali; in tal caso il vicino sarà costretto a costruire alla distanza stabilita dal codice civile o dagli strumenti urbanistici locali; c)costruire con distacco dal confine ad una distanza inferiore alla metà di quella totale prescritta per le costruzioni su fondi finitimi salvo il diritto del vicino, che costruisca successivamente, di avanzare la propria fabbrica fino a quella preesistente, pagando il valore del suolo. In tal caso, il vicino può costruire in appoggio, chiedendo la comunione del muro che non si trova a confine (ed in tale ipotesi deve pagare, ai sensi dell'art. 875, la metà del valore del muro) oppure in aderenza. II diritto di prevenzione, riconosciuto a chi per primo edifica, si esaurisce con il completamento, dal punto di vista strutturale e funzionale, della costruzione[4]. Esso, pertanto, non può giovare automaticamente per un successivo manufatto, ancorché accessorio ad una preesistente costruzione, se il giudice del merito ne accerta le caratteristiche di costruzione in senso tecnico-giuridico [C 21.5.2001 n. 6926]. Nel caso della sopraelevazione ? che secondo la pacifica giurisprudenza costituisce una nuova costruzione ? il criterio della prevenzione non esclude che il preveniente sia tenuto al rispetto della sopravvenuta disciplina regolamentare integrativa di quella dettata dal codice civile e debba pertanto effettuare la sopraelevazione del proprio fabbricato rispettando la diversa distanza legale stabilita da tale disciplina, con la conseguenza che, ove lo strumento urbanistico locale, successivamente intervenuto, abbia sancito l'obbligo inderogabile di osservare una determinata distanza dal confine, è da escludere il diritto a sopraelevare in allineamento con l'originaria costruzione Qualora la priorità nel tempo della costruzione non emerga dallo stato dei luoghi o delle cose, l'onere della prova di aver costruito per primo grava su colui che chiede l'arretramento del fabbricato altrui, sul presupposto della preesistenza della propria costruzione [C 7.8.2002 n. 11899,; C 25.6.2001 n. 8661; C 16.5.1991 n. 5472; C 8.2.1986 n. 790; C 13.11.1982 n. 6058]. Il principio della prevenzione opera anche nel caso in cui la prima costruzione sia stata realizzata senza la prescritta concessione e quindi sia illegittima dal punto di vista urbanistico, in quanto questa attiene solo alla regolamentazione dei rapporti tra privati e P.A. e non riguarda i rapporti tra i privati stessi, in ordine alle distanze legali, che restano regolati esclusivamente dal c.c. e dagli strumenti urbanistici locali[5]. La prevenzione non opera quando gli strumenti urbanistici locali prevedono una distanza minima dal confine [C 5.4.2002 n. 4895; C 5.10.2001 n. 1229; C 13.12.1999 n. 13963] . La giurisprudenza ha, a tal proposito chiarito che in tema di distanze legali, solo se i regolamenti edilizi stabiliscono espressamente la necessità di rispettare determinate distanze dal confine, vietando la costruzione sullo stesso, non può trovare applicazione il principio della prevenzione; viceversa, qualora tali regolamenti consentano la predetta facoltà di costruire sul confine (in aderenza o in appoggio), come alternativa all?obbligo di rispettare una determinata distanza da esso, si versa in ipotesi del tutto analoga, sul piano normativo, a quella prevista e disciplinata dagli artt. 873 ss c.c., con la conseguente operatività del principio della prevenzione[6]. IV Interpello preventivo Come si è più sopra detto, una delle facoltà del preveniente è quella di costruire ad una distanza inferiore alla metà di quella totale prescritta. In tal caso, il vicino, secondo l'art. 875 c.c. ?può chiedere la comunione del muro soltanto allo scopo di fabbricare contro il muro stesso, pagando oltre il valore della metà del muro, il valore del suolo da occupare con la nuova fabbrica, salvo che il proprietario preferisca estendere il suo muro sino al confine? Il secondo comma dell'articolo in esame stabilisce poi che ?il vicino che intende domandare la comunione deve interpellare preventivamente il proprietario se preferisca di estendere il muro al confine o di procedere alla sua demolizione. Questi deve manifestare la propria volontà entro il termine di quindici giorni e deve procedere alla costruzione o alla demolizione entro sei mesi dal giorno in cui ha comunicato la risposta?. La disposizione dell'art. 875 in esame subordina dunque l'acquisto della comunione al mancato esercizio da parte del proprietario del diritto di estendere il muro sino al confine. A tal fine, il proprietario del fondo contiguo dovrà preventivamente interpellare il proprietario del muro per sapere se intende estendere il muro al confine, procedere alla sua demolizione o arretrarlo alla distanza legale onde consentirgli di sottrarlo alla comunione. La mancata risposta dell'interpellato e, quindi, il suo silenzio, equivarrà al mancato esercizio del potere di impedire la comunione forzosa e secondo la dottrina, qualora trascorso il termine, il proprietario iniziasse a demolire il muro, tale attività sarebbe illegittima e comunque inidonea ad impedire l'acquisto della comunione. [1] La caratteristica dell'immobilizzazione rispetto al suolo si ha anche nel caso in cui il collegamento al suolo avvenga mediante appoggio, incorporazione o collegamento fisso ad una preesistente fabbrica [C 5.1.2000 n. 45] o mediante mezzi meccanici, i quali consentano attraverso procedimenti o manovre o procedimenti inversi una nuova mobilizzazione e l'esportazione del manufatto [C 26.6.2000 n. 8691] [2]Secondo la giurisprudenza, rientrano nella categoria tecnico-giuridica degli sporti le mensole, le lesene, i risalti verticali delle pareti con funzione decorativa, gli elementi in aggetto di ridotte dimensioni con funzioni di sostegno, le canalizzazioni di gronda ed i loro sostegni e simili [C Stato 19.3.1996 n. 268]. Costituisce costruzione e rientra tra gli sporti, la soletta di balcone in cemento armato [C 22.12.1986 n. 7844] [3] E' stata dichiarata manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 873, 875 e 877 in riferimento agli artt. 3 e 42 Costituzione, basata sulla presunta lesione del principio di uguaglianza determinata dal principio di prevenzione. Secondo la Corte Costituzionale , il diritto di prevenzione per essere assicurato a ciascuno dei proprietari confinanti non viola il diritto di uguaglianza e, inoltre, l'esercizio della prevenzione, una volta che sia stati concretamente compiuto, dà luogo ad una situazione differenziata rispetto alla precedente tale da giustificare la diversità di disciplina per situazioni diverse (Corte Costituz. 22.3., n. 1905) [4] È pacifico in giurisprudenza che la distanza legale tra fabbricati deve necessariamente sussistere da ogni punto della costruzione [C 9.9.1970 n. 1367] e deve essere computata dai punti di massima sporgenza [C 16.11.1996 n. 10064] della stessa. La scelta del preveniente in ordine alla distanza della sua costruzione rispetto al confine, che condiziona il prevenuto, va individuata con riferimento alla base dell'edificio realizzato, essendo irrilevanti eventuali arretramenti dei piani superiori. Pertanto, rispettata alla base la distanza legale dall'edificio del preveniente, il prevenuto non può avanzare i piani superiori a distanza inferiore solo perché per essi viene rispettata la distanza medesima dalla corrispondente porzione dell'edificio costruito in precedenza [C 20.2.2003 n. 2570]. [5] In particolare, la giurisprudenza della Suprema Corte ha chiarito che ?in tema di distanze legali il principio della prevenzione opera, nei rapporti fra privati, anche nel caso in cui la prima costruzione sia stata realizzata senza la prescritta concessione o licenza edilizia e sia quindi illegittima, sotto il profilo urbanistico, giacché non è ipotizzabile alcuna lesione soggettiva del proprietario prevenuto, il quale non ha alcun diritto all'osservanza, da parte del preveniente, delle norme edilizie non integrative del codice civile in materia di distanze, come quelle delle leggi urbanistiche concernenti l'obbligo della licenza o della concessione, che attengono esclusivamente all'aspetto formale dell'attività costruttiva (così Cassazione civile , sez. II, 24 maggio 2004, n. 991). [6] La Suprema Corte ha avuto modo di chiarire anche come vada interpretato l'art. 9 n. 2 DM 2/4/1968 n. 1444 (che, in ogni caso, non è immediatamente operante nei rapporti tra privati, ma deve essere inserito negli strumenti urbanistici locali, cfr. ex multis Cass.30 marzo 2006, n. 3563 ) in applicazione del principio della prevenzione. Secondo Cass. Civ. Sez. II 7/3/2002 n. 3340, in caso di realizzazione di pareti finestrate, ?la disciplina in tema di distanze, va trovata integrando le previsioni di cui all?art. 9 n. D.M. 2 aprile 1968 con il principio di prevenzione, nei limiti in cui lo stesso può trovare applicazione. Se il preveniente costruisce una parete finestrata ad una distanza pari o superiore a mt. 5 dal confine non vi sono problemi. Il prevenuto potrà, a sua volta, realizzare un edificio con una parete, finestrata o meno, ad una distanza pari ad almeno mt. 10, anche se inferiore a mt. 5 dal confine. Ove il preveniente dovesse invece realizzare una parete finestrata ad una distanza dal confine inferiore a mt. 5, il vicino non sarà tenuto ad arretrare la propria costruzione fino a rispettare la distanza di mt. 10 da tale parte, ma potrà imporre al preveniente di chiudere le aperture e costruire (evidentemente con parete non finestrata)? Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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L'intervista di El Mundo a Silvio Berlusconi, la traduzione integrale (seconda parte) (sezione: Giustizia)

( da "Blogosfere" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mar 09 9 L'intervista di El Mundo a Silvio Berlusconi, la traduzione integrale (seconda parte) Pubblicato da Massimo Brignolo alle 09:04 in Diario Concludiamo la traduzione integrale dell'intervista rilasciata dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi al quotidiano spagnolo El Mundo di cui ieri abbiamo pubblicato la prima parte. Una delle prime leggi approvate dal suo Governo è stato il Lodo Alfano, una legge che assicura l'immunità alle quattro maggiori cariche dello Stato e che l'opposizione ha indicato come una legge ad personam. Non crede che come Presidente del Consiglio dovrebbe dare l'esemipio ed essere il primo a sottomettersi alla giustizia? "La legge ha avuto origine da una necessità indicata dalla Corte Costituzionale: la necessità di permettere alle più alte cariche dello Stato di affrontare il loro mandato in serenità. In Italia, il principio del processo giusto prevede la piena partecipazione dell'imputato alleudienze. In un processo che dura due o tre anni, con due o tre udienze alla settimana, è praticamente impossibile per chi esercita importanti funzioni istituzionali partecipare e difendersi. Il meccanismo dell'immunità è ben conosciuto in altri paesi, compresa la Spagna, dove si estende anche ai parlamentari ed è più forte che in Italia dove il processo viene solo sospeso. Sfortunatamente una parte della Magistratura italiana è politicizzata e ha usato e sta usando il suo potere come arma di lotta politica contro gli avversari, in particolare contro l'unico che è stato in grado di sconfiggere la sinistra. I giudici politicizzati hanno tentato di rovesciare il voto democratico, nel 1994 con un'accusa della quale sono stato assolto con formula piena dopo dieci anni di processi. Le ricordo alcuni dati: tra il 1994 e il 2006, 789 magistrati si sono occupati di Silvio Berlusconi con inchieste e processi che hanno significato 587 visite la Polizia Giudiziaria o della Guardia di Finanza e 2500 udienza, un record mondiale. Conclusione: sono sempre stato riconosciuto innocente perchè fortunatamente i giudici imparziali continuano ad essere la maggioranza". La politica italiana contro l'immigrazione è stata molto criticata, anche da esponenti del Governo spagnolo. Alcuni hanno accusato il suo Governo di xenofobia, soprattutto contro gli immigrati Rom. Come risponde a queste critiche? "La nostra politica non è 'contro', non è contro l'immigrazione. Rispettiamo chi viene in Italia per migliorare le sue condizioni di vita con un lavoro onesto, con mille sacrifici e rispettando la Legge. Al contrario, abbiamo una posizione ferma contro chi entra illegalmente e vive di crimini non mostrando alcuna volontà di integrarsi. In quanto ai rumeni, sono cittadini europei. La Francia ne ha espulsi migliaia solo nel 2008, l'Italia solo 40. Ma lei che dice di essere un uomo che si è fatto da solo, non tenterebbe di entrare clandestinamente in Italia se fosse nato in un paese del Terzo Mondo e fosse disperato? "Apprezzo chi cerca di costruire onestamente un futuro per sè e i propri figli integrandosi in un altro paese. Però ho maggiore stima per chi decide di non abbandonare il suo paese contribuendo con il suo lavoro e la sua iniziativa a farlo crescere, mettendosi al servizio della comunità" L'Enel è proprietaria del 92% di Endesa, la compagnia elettrica spagnola più importante. Ogni volta che un'impresa spagnola ha cercato di investire in Italia non ha avuto sucesso. Non crede che da questo punto di vista esista un grande squilibrio tra i due paesi? Non le sembra che l'Italia sia eccessivamente protezionista? "Il nostro Governo non è mai intervenuto e non interverrà mai in difesa di aziende private. Per cui non vi è alcuna attitudine protezionista dalla nostr aprte. Al contrario, gli investimenti e le imprese di altri paesi sono benvenuti in Italia".

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Valle Telesina: Rimborsi canoni di depurazione Le perplessità espresse dal sindaco (sezione: Giustizia)

( da "Sannio Online, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Valle Telesina: Rimborsi canoni di depurazione Le perplessità espresse dal sindaco Pubblicato il 09-03-2009 La fascia tricolore di Foglianise Giovanni Mastrocinque risponde all?interrogazione consiliare per la restituzione del canone idrico di depurazione... La fascia tricolore Giovanni Mastrocinque risponde all?interrogazione consiliare per la restituzione del canone idrico di depurazione. Esordisce il primo cittadino: ?In riscontro alla interrogazione presentata da Tommaso Boscaino chiarisco la posizione assunta da questa maggioranza e ribadita più volte. La Corte Costituzionale ha stabilito con la sentenza n. 335/2008 che il canone di depurazione applicato sulla bolletta dell?acqua, in quanto componente tariffaria di un servizio non è dovuto se il relativo impianto è assente ovvero sia, anche temporaneamente, fuori servizio. Tutto ciò a seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale dell?art. 14 comma 1 L. n. 36/1994 della legge Galli, nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti ?anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi? e dell?art. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti ?anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi?. Continua il sindaco Mastrocinque: ?Sulla base di questi principi sarebbe possibile richiedere il rimborso della quota riferita al servizio di depurazione, previa formale e specifica richiesta al Comune adeguatamente documentata??. Quindi il sindaco ribadisce la volontà di attenersi alla legge e sancire il risarcimento: ?E? comunque opportuno tener presente che: il canone di che trattasi è divenuto corrispettivo di servizio e quindi quota di tariffa rimborsabile alla luce della citata sentenza della Corte Costituzionale, a far data dall?anno 2000 e ammonta mediamente a circa il 26% del costo del singolo metro cubo di acqua pagato; il depuratore del Comune in località Sala è stato in servizio fino a tutto l?anno 2000 per cui eventuali rimborsi decorrerebbero presumibilmente a far data dall?anno 2001; il canone di depurazione è stato effettivamente pagato dagli utenti e riscosso dal Comune relativamente ai consumi idrici riferiti a tutto il 31-12-2005; il canone dovuto ai sensi delle norme oggi dichiarate incostituzionali e legittimamente riscosso dal Comune dal 2000 al 2005, nonché contabilizzato in bilancio fino a tutto l?esercizio 2008, è stato pro-quota accantonato in fondi vincolati destinati alla manutenzione del depuratore comunale, così come imposto dalla legge nonché dalla giurisprudenza vigente fino all?ottobre 2008, concorrendo in ogni caso per ciascuna quota di competenza alla copertura minima di legge (80%) del servizio idrico integrato nei rispettivi esercizi; dall?anno 2000 il canone di depurazione, in quanto quota di tariffa, è stato assoggettato ad IVA (10%) riscossa e contabilizzata a debito in favore dello Stato; il Comune di Foglianise, essendo privo di risorse idriche proprie , attualmente interamente fornite dal consorzio Cabib, unica fonte di approvvigionamento esterna, a partire già dal prossimo bilancio , dovendo necessariamente continuare a coprire almeno l?80% del costo del servizio, sarà costretto ad integrare le tariffe idriche vigenti almeno per la quota pari al canone soppresso; il Comune di Foglianise, infine, ad oggi è creditore nei confronti degli utenti del servizio idrico di oltre tre anni di consumi (2006-2008) per cui eventuali rimborsi legittimamente riconosciuti dovrebbero essere necessariamente compensati con i crediti maturati e/o maturandi alla stessa data?. Conclude il primo cittadino di Foglianise: ?Tempi e modalità del rimborso sono stati recentemente al centro dell?attenzione del Parlamento con un disegno di legge in cui viene stabilita una decorrenza per il rimborso a partire dal 1° ottobre 2009 entro il termine massimo di cinque anni, legata all?obbligo del Ministero dell?Ambiente di emettere opportuni decreti di attuazione i quali dovrebbe prevedere, tra l?altro, anche la quota da versare da parte di chi, non essendo immesso nelle reti di depurazioni, determina comunque un costo ambientale. Viene stabilita altresì l?esclusione del rimborso degli oneri relativi all?attività di progettazione, realizzazione o completamento degli impianti di depurazione. La giurisprudenza è divisa in merito al problema relativo alla decorrenza temporale. Le ipotesi spaziano dal termine biennale (art. 21 L. 546/92 e circolare ministero Finanze 177/2000) a quello quinquennale (art. 2948 C.C.) o decennale (art. 2946 C.C.). Basti pensare alle opposte pronunce degli ultimi giorni. La Corte dei Conti della Lombardia, con parere n. 25 del 2009, ha individuato nel termine di cinque anni il diritto a richiedere rimborso dei canoni di depurazione maturati prima della sentenza della Corte, fermo restando il termine di ordinaria prescrizione decennale- in applicazione dell?art. 2033 del C.C.- per i canoni pagati dopo il 15 ottobre 2008, data di pubblicazione della sentenza della Consulta. La Corte dei Conti del Veneto, invece, con parere 17 del 2009, fissa l?obbligo del rimborso dal momento di entrata in vigore della tariffa , intesa come corrispettivo e non come tributo. Tale decorrenza andrebbe quindi fissata al 3 ottobre 2000, come sancito dall?art. 24 del D. L. 18 agosto 2000, n. 258. In contrapposizione ai citati indirizzi giurisprudenziali si pone l?art. 136 della Costituzione a mente del quale quando la Corte dichiara la illegittimità costituzionale di una norma quest?ultima cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione. Non si esclude da parte di Questo Ente la richiesta di un circostanziato parere alla Corte dei Conti Regionale onde verificare la esistenza di eventuale danno erariale conseguente alla restituzione di somme già riscosse e quindi già influenti ai fini degli equilibri di Bilancio relativi alle annualità di competenza. In tali condizioni, così come anticipato in un pubblico manifesto affisso in data 5 febbraio, appare evidente che nessuna decisione può allo stato essere assunta in merito all?effettivo rimborso?.

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Giustizia/ Alfano: Non invio ispettori a Procura Palermo (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Racalmuto (Agrigento), 9 mar. (Apcom) - Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, non invierà ispettori alla Procura di Palermo dopo la notizia che il cognato del procuratore capo, Francesco Messineo, sarebbe indagato. "Assolutamente no", risponde il Guardasigilli a chi gli chiedeva se avesse intenzione di inviare ispettore da via Arenula. Oggi il Csm dovrebbe aprire un procedimento sulla vicenda. "Il lavoro del Csm - dice Alfano a margine della cerimonia dell'avvio dei lavori del raddoppio della Statale Agrigento-Caltanissetta - è sempre autonomo. Io ho una stima particolarissima nei confronti del procuratore Messineo perché nel suo campo ho potuto apprezzare i risultati nella lotta e contratasto alla mafia. Il Governo e il Parlamento hanno prodotto atti e leggi - sottolinea - e la procura di Palermo è stata in prima linea, basta vedere l'aggressione ai patrimoni mafiosi, e i risultati sono stati straordinari".

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Da oltre 50 anni attende verità e giustizia (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Da oltre 50 anni attende verità e giustizia Travolto da una camionetta della Polizia, rimase invalido ma non gli fu riconosciuto nulla Lunedì 9 Marzo 2009, Da molti anni scrive ai presidenti della Repubblica che si sono succeduti nel tempo, ai presidenti del Consiglio, ai vari ministri ed alla Corte Costituzionale chiedendo verità e giustizia. E qualche tempo fa ha ripetuto la stessa richiesta anche all'attuale presidente Berlusconi. Lui, Roberto Casetto, portinaio dell'ospedale di Adria, dal 1956 non ha ancora smesso di lottare. La vicenda è storia di oltre 50 anni fa e riguarda il padre Marcello e l'incidente del quale è rimasto vittima, precisamente il 21 gennaio 1956, travolto ad Adria con altre persone da una camionetta del reparto Celere della Polizia nei pressi dell'incrocio di via Peschiera. Un incidente il cui esito fu molto grave per il padre e, di conseguenza, per la sua famiglia. «Quel giorno, a causa della forte velocità con cui viaggiava con il suo mezzo - espone Roberto Casetto nella sua lettera - un poliziotto della Celere travolse tre persone. Un incidente nel quale mio padre, che allora aveva appena 25 anni, fu dato per morto a causa del violento impatto subito». Invece, fortunatamente, sopravvisse, ma rimase invalido per tutta la sua vita cessata nel 1993. «Onorevole Presidente - riprende il suo racconto Casetto - lo Stato non ha mai voluto riconoscere il danno causato da un suo agente ad un cittadino, rovinando così la vita ad un'intera famiglia». Tempi durissimi quelli trascorsi nei ricordi di Roberto Casetto, in cui nessuno è intervenuto in loro sostegno ed in cui i modestissimi introiti del padre non erano di certo sufficienti per tutte le necessità. «Allora i mezzi della Polizia erano assicurati dal ministero dell'Interno, ma a mio padre non venne riconosciuto alcunchè. Da quando venne sottoposo a visita medico legale non ci è mai stata consegnata copia del referto. Perchè? Cosa ci viene nascosto?» si chiede Roberto Casetto, rivolgendo la domanda al presidente Berlusconi, nella speranza, mai sopita in questi lunghi anni, che lui possa fare qualcosa. Neppure gli avvocati che nel tempo sono stati incaricati di scavare nel caso sono venuti a capo di nulla, quasi la pratica Marcello Casetto non esistesse più e l'errore di un poliziotto dovesse essere nascosto. «Uno di questi avvocati ci ha risposto che i rappresentanti dello Stato avevano rubato la vita a mio padre. Presidente - si rivolge quindi il figlio a Capo del Governo - chiedo solamente di avere una copia di quel certificato, anche se il caso è oramai passato in prescrizione. Così come noi cittadini dobbiamo rispettare la legge, allo stesso modo anche lo Stato deve osservarla. Altrimenti - conclude il suo appello - come può un cittadino credere nella giustizia?». Roberto Casetto resta in attesa di una risposta! Moreno Tenani

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La Filologica rifà il look alla sede e mette in cantiere le avventure di Sherlock Holmes in friulano (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La Filologica rifà il look alla sede e mette in cantiere le avventure di Sherlock Holmes in friulano Lunedì 9 Marzo 2009, Pubblicazioni, didattica e un lifting alla sede. Il bilancio di previsione 2009 della Società filologica friulana è stato approvato ieri all'unanimità dai soci presenti nella sala Paolino d'Aquileia in occasione dell'assemblea generale ordinaria dove il presidente Lorenzo Pelizzo, esprimendo piena soddisfazione per i risultati raggiunti, ha ricordato che in attesa della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge regionale 29/2007 la Regione «deve fare la sua parte applicando prima possibile ciò che la legge prevede, mettendo a disposizione i finanziamenti necessari e rafforzando gli organismi competenti in materia». Per andare avanti insomma si guarda all'amministrazione regionale. Nel frattempo anche la Filologica ha fatto la sua parte. Il 2008 si è chiuso con un bilancio positivo e un avanzo di gestione di 1.200 euro, un risultato di non poco conto se si considerano le tantissime iniziative portate avanti dalla Società dai convegni alle manifestazioni, dai concorsi ai corsi di formazione che hanno impegnato 34 docenti fino alle pubblicazioni come Olmis, il diario bilingue italiano-friulano dedicato agli allievi delle scuole che è stato distribuito in 18mila copie. I progetti sono tanti anche per il 2009 a cominciare dalle iniziative per i 90 anni della Società con due incontri che si svolgeranno il prossimo autunno a Gorizia e Pordenone. Ma sul totale di 861mila euro di spese di gestione previste per il 2009, la prima voce in capitolo è quella relativa alle spese per pubblicazioni e produzioni; nel 2009 oltre a riproporre i classici periodici "Sot la Nape", "Ce Fastu?" E il "Strolic", la filologica s'impegnerà in nuove pubblicazioni di rilievo come l'antologia delle opere di Dino Virgili, la storia del Friuli, racconti popolari e persino le avventure di Sherlock Holmes saranno tradotte in friulano. Fra i progetti specifici spiccano la bibliografia virtuale friulana e l'atlante di toponomastica del Friuli Venezia Giulia. Sarà un anno all'insegna della marilenghe. In cantiere ci sono anche i lavori di ristrutturazione della sede della filologica in via Manin che prenderanno il via a fine mese e si divideranno in due lotti. Il primo riguarderà il recupero della facciata di Palazzo Mantica, nuove sale e un utilizzo più funzionale dei locali; il secondo lotto interesserà gli impianti di riscaldamento, climatizzazione e l'impianto elettrico e l'installazione di un ascensore. Lisa Zancaner

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Dimensionamento, tutti per il rinvioIl dibattito. (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Dimensionamento, tutti per il rinvioIl dibattito. Concordi i sindacati, non si fa in tempo a modificare organici e status degli istituti «Il mondo della scuola catanese e siciliano può contare su sostegno concreto e fattivo del governo regionale per fare fronte alle difficoltà da cui è oggettivamente gravato sia per la riforma Gelmini, che non tiene conto della specificità di cui la scuola del Sud è portatrice. Intanto questa iniziativa dell'assessore comunale Sebastiano Arcidiacono di creare un coordinamento è meritevole di apprezzamento perché intelligente e propositiva e permette di affrontare con maggiore determinazione le questioni sul tappeto». Lo ha detto il presidente della Regione Raffaele Lombardo concludendo l'incontro promosso con il capo del governo regionale e a cui hanno partecipato oltre duecento tra assessori comunali e dirigenti scolastici della provincia di Catania, ma anche di altre province: «Sul piano concreto - ha detto Lombardo - oltre alle impugnative dinnanzi alla Corte Costituzionale, ricordo che abbiamo accorpato Formazione e Istruzione e la dirigente generale della Regione, Patrizia Monterosso, per un precisa scelta gestisce entrambi i dipartimenti, anche se gli assessorati per il momento sono separati. Poi possiamo mettere in campo un certo decisionismo che come governo regionale abbiamo più volte fatto valere e lo faremo per le ragioni della scuola siciliana che sono chiare ed evidenti per come le avete rappresentate». L'assessore alla Politiche scolastiche del Comune Sebastiano Arcidiacono, promotore dell'iniziativa, nel ringraziare il presidente Lombardo ha sottolineato come la scuola è ancor oggi «La prima azienda coi suoi 20 mila addetti solo in provincia di Catania oltre centomila in tutta l'isola. Prendiamo atto - ha detto Sebastiano Arcidiacono - che anzichè investire sulla scuola, lo Stato opera i tagli salvaguardando le scuole a tempo pieno, quelle che più mancano al Sud, con risultati devastanti sia per l'occupazione dei docenti del tempo ordinario e per il diritto all'istruzione dei ragazzi soprattutto meridionali e siciliani». Arcidiacono, nel consegnare a Lombardo un documento elaborato da un gruppo di dirigenti scolastici ha ricordato il ruolo bipartisan di questi incontri e ha sottolineato come ancora una volta venga penalizzato il Sud, e la Sicilia in particolare, che dovrà pagare con il taglio di oltre tremila docenti precari che finora hanno contribuito a portare avanti la scuola: «Già da tempo nelle scuole non si possono acquistare né banchi né sedie per mancanza di risorse -ha aggiunto l'assessore comunale alla Pi di Catania - e per questo è necessario che la Regione conduca la battaglia insieme a noi, consapevoli come siamo che la scuola è bene di tutti e va assolutamente salvaguardato». Ricco di spunti il dibattito a cui hanno preso parte anche i rappresentanti dell'organizzazione che rappresenta i presidi e gli insegnanti. Nel documento consegnato a Lombardo e che verrà dato nei prossimi giorni anche alle massime cariche dello Stato e ai capigruppo del parlamento nazionale e regionale, viene elaborato un piano di proposte per fare fronte alla crisi della scuola siciliana con l'adozione di tutta una serie di misure in grado di migliorare il funzionamento dell'apparato scolastico e attenuare almeno in parte i disagi che provoca la legge Gelmini e i tagli indiscrimati in essa contenuti».

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ANTONINO SINISCALCHI SORRENTO. RILANCIARE L'IMMAGINE DEGLI AGRUMETI SORRENTINI, AFFLITTI DA ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ANTONINO SINISCALCHI Sorrento. Rilanciare l'immagine degli agrumeti sorrentini, afflitti da degrado e abbandono, regolamentando il rapporto tra proprietari e affittuari dei fondi agricoli. È l'esigenza che ha ispirato il convegno sul tema «L'agricoltura sorrentina e la legge sui patti agrari», svoltosi ieri mattina nella sala consiliare del comune di Sorrento, organizzato dall'associazione forense sorrentina, per analizzare il disegno di legge presentato dal senatore Raffaele Lauro finalizzato all'aggiornamento della legge 203/1982. Introdotto dall'avvocato Antonino Cuomo e coordinato dal presidente dell'Associazione Francesco Esposito, al convegno sono intervenuti il magistrato Luigi Pentangelo, giudice presso la sezione agraria del tribunale di Torre Annunziata, il senatore Raffaele Lauro (nella foto a destra) e il presidente della commissione Agricoltura della camera dei deputati Paolo Russo. Evidenziata la necessità di integrare la predetta legge, in quanto la Cassazione ha stabilito cinque anni fa che in base alla sentenza 139/1984 della Corte Costituzionale, sono prive di effetti le norme che disciplinavano le tabelle dei moltiplicatori dell'equo canone e dei redditi dominicali. «Una carenza - ha evidenziato Luigi Pentangelo - che lascia la determinazione del canone alla libera contrattazione delle parti, regolamentando solo la durata dei contratti agrari, fissata in 15 anni». Il meccanismo di equo canone, privato degli strumenti alla base della sua determinazione, non essendo operativo, priva di qualsiasi tutela gli affittuari di terreni agricoli. Per contro, i proprietari sono pressati dalle difficoltà economiche di gestione dei fondi. «Per rilanciare i fondi è necessaria una redditività adeguata alle potenzialità delle strutture - ha spiegato Antonino Cuomo -. I costi per rinnovare i pergolati sono talmente rilevanti che suggeriscono ai proprietari di abbandonare i fondi agricoli. Basta guardarsi intorno. Anche gli interventi di sostegno istituzionali sono nulli o inadeguati, nonostante le norme demandino alla Regione il compito di finanziare tutte le iniziative per la tutela del settore agricolo». Il disegno di legge del senatore Raffaele Lauro, sottoscritto anche da altri 35 senatori bipartisan, che si innesta sulla struttura normativa del 1982, in caso di approvazione, quindi, andrebbe incontro in maniera efficace anche all'esigenza di salvaguardare le attività produttive degli affittuari di terreni adibiti in costiera alle coltivazioni di arance e limoni. «È necessaria una nuova disciplina dei contratti agrari - ha detto il senatore Lauro - rispettosa della garanzia della proprietà e nello stesso tempo, tale da perseguire il fine di equi rapporti sociali. In penisola sorrentina questa necessità è sostenuta anche nell'ottica di salvaguardare l'agricoltura come comparto essenziale per l'immagine turistica del territorio».

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Alta velocità 150 milioni di risarcimento e 27 condanne per i danni al Mugello (sezione: Giustizia)

( da "e-gazette" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Alta velocità ? 150 milioni di risarcimento e 27 condanne per i danni al Mugello Chiuso il processo per i danni creati dalla Tav tra Toscana ed Emilia Romagna. Le condanne per ?illecito smaltimento dei rifiuti?. Il Wwf: ?Sia un monito per le altre grandi opere?. Firenze, 9 marzo ? Sono ventisette le persone condannate per reati ambientali e c?è l?obbligo, per il Cavet, il consorzio che ha avuto in appalto i lavori, di risarcire le parti civili versando 50 milioni di euro al ministero dell?Ambiente, 50 alla Regione e 50 alla Provincia. Si è concluso così il processo sulla costruzione della Tav fra Emilia Romagna e Toscana. Il territorio del Mugello è stato duramente sacrificato a una grande opera di ingegneria realizzata con scarsissima attenzione per l?ambiente. È la conclusione dei giudici sulla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità (Tav) fra Emilia Romagna e Toscana: 79 chilometri, di cui 73 in galleria. Cominciato oltre quattro anni fa, il 26 novembre 2004, il processo si è chiuso in questi giorni, dopo cento udienze, con la condanna di 27 persone a pene comprese fra cinque anni di reclusione e tre mesi di arresto per illecito smaltimento dei rifiuti. Invece, il reato di furto aggravato di acque pubbliche è stato stralciato alla Corte Costituzionale. ?È una sentenza severa di cui occorre prendere atto, anche se il procedimento si presenta aperto a ulteriori sviluppi: la Corte costituzionale si dovrà pronunciare sul furto d?acqua e in sede civile dovrà essere quantificata l?entità complessiva del danno . ? è il commento alla sentenza del presidente della Toscana, Claudio Martini ? Ma il danno ambientale c?è stato: esistenza e consistenza sono stati riconosciute in modo significativo dal tribunale di Firenze, il che conferma la giustezza dell?impegno che abbiamo sempre assunto per la realizzazione delle opere necessarie al ripristino dell?equilibrio ambientale in Mugello?. Soddisfazione per la sentenza è stato poi espresso dal Wwf Italia, parte civile al processo. ?Questa sentenza dovrebbe essere un ulteriore monito per una corretta valutazione dell?impatto ambientale di queste opere?, si augura l?associazione ambientalista. E-GAZETTE - 09/03/2009 e-gazette.it -->

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INTERCETTAZIONI: PD AD ALFANO, LOTTA AL CRIMINE NON E' (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

(ASCA) - Roma, 9 mar - ''Alfano e' in malafede e riduce la lotta al crimine ad una mera questione di denaro''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti replica all'intervento del ministro Angelino Alfano a Governoincontra. ''In un momento di crisi economica il ministro spiattella dati per confondere gli italiani. Se fosse veramente oggettivo oltre a rendere pubblica la posizione debitoria del Ministero della Giustizia nei confronti delle societa' che forniscono i servizi di intercettazioni, il ministro renderebbe pubblica l'entita' del patrimonio (somme di denaro, preziosi, automobili, immobili, ecc.) che e' stato recuperato proprio grazie allo strumento delle intercettazioni''. ''Inoltre il ministro dimentica di dire -prosegue Ferranti- che gran parte di quei 400 milioni sono solo anticipati dal ministero, come tutte le altre spese del processo, e che devono essere recuperati a carico dei condannati. E allora- si chiede - a che punto sono le procedure di recupero? Riducendo la lotta al crimine ad una mera questione di risorse economiche - prosegue - il ministro denigra e delegittima l'impegno della polizia giudiziaria che con dedizione lavora ogni giorno mettendo a repentaglio anche la vita''. ''Per questo -conclude Ferranti- il ddl del governo e' un regalo alla criminalita' che in un colpo solo indebolisce il potere giudiziario e riporta il paese indietro in materia di diritti civili''.

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Intercettazioni/ Ferranti (Pd): su spese Alfano è in (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 9 mar. (Apcom) - "Alfano è in malafede e riduce la lotta al crimine ad una mera questione di denaro". Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti replica all'intervento del ministro Angelino Alfano a Governoincontra . "In un momento di crisi economica - afferma Ferranti - il ministro spiattella dati per confondere gli italiani. Se fosse veramente oggettivo oltre a rendere pubblica la posizione debitoria del ministero della giustizia nei confronti delle società che forniscono i servizi di intercettazioni, il ministro renderebbe pubblica l'entità del patrimonio (somme di denaro, preziosi, automobili, immobili, ecc.) che è stato recuperato proprio grazie allo strumento delle intercettazioni. Inoltre - prosegue - il ministro dimentica di dire che gran parte di quei 400 milioni sono solo anticipati dal ministero, come tutte le altre spese del processo, e che devono essere recuperati a carico dei condannati". "E allora - si chiede Ferranti - a che punto sono le procedure di recupero? Riducendo la lotta al crimine ad una mera questione di risorse economiche il ministro denigra e delegittima l'impegno della polizia giudiziaria che con dedizione lavora ogni giorno mettendo a repentaglio anche la vita. Per questo - conclude la deputata Pd - il ddl del governo è un regalo alla criminalità che in un colpo solo indebolisce il potere giudiziario e riporta il paese indietro in materia di diritti civili".

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Diffamò Woodcock, atti processo a Gasparri inviati a (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 9 mar. (Apcom) - Atti alla Consulta per il processo a Maurizio Gasparri. Il giudice monocratico della X sezione penale del Tribunale di Roma ha sollevato conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato (Giurisdizione Ordinaria e Camera dei Deputati) dinanzi alla Corte Costituzionale in merito al procedimento in cui è imputato per diffamazione il senatore del Pdl, in seguito ad una querela del pm di Potenza Henry John Woodcock per alcune dichiarazioni rese nel corso di una trasmissione radiofonica della Rai. Il giudice ha accolto la riserva su una istanza del difensore di Woodcock, l'avvocato Bruno Larosa. Quest'ultimo ha chiesto che la Corte costituzionale dichiari che non spettava alla Camera sindacare le opinioni espresse da Gasparri durante la trasmissione radiofonica Rai 'Radio 3131' andata in onda l'8 febbraio del 2004. Alla domanda del conduttore "Come sta Gasparri, di umore...?", Gasparri rispose: "Di umore molto sereno perché ho avuto due soddisfazioni in questi giorni: è stata spazzata via una farneticante accusa di un giudice irresponsabile di Potenza dalla magistratura romana che l'ha archiviata". Dopo la citazione a giudizio di Gasparri la difesa del senatore chiese che il giudice trasmettesse gli atti al Parlamento perché si pronunciasse sulla sindacabilità delle dichiarazioni. La Camera deliberò il 19 dicembre 2008 a maggioranza per la insindacabilità delle opinioni espresse. All'udienza del 9 marzo 2008 la difesa di Woodcock aveva chiesto formalmente al Giudice di sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato ed il giudice, oggi, ha accolto l'istanza, sospendendo il processo e trasmettendo gli atti alla Consulta.

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Spagna: Garzon nei guai, ha occultato 203.000 dlr (sezione: Giustizia)

( da "KataWeb News" del 09-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Spagna: Garzon nei guai, ha occultato 203.000 dlr 9 marzo 2009 alle 22:23 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti È bufera sul giudice più famoso di Spagna: Baltasar Garzon. Il 'grande inquisitore', denuncia la Corte di Cassazione di Madrid, si è "dimenticato" di dichiarare 203.000 dollari percepiti tra il marzo del 2005 e il giugno del 2006 quando si trovava per un anno sabbatico a New York, dove ha anche tenuto alcune lezioni all'Università. Il 'Tribunale Supremo' ha girato l'incartamento al 'Consejo general del poder judicial (Cgpj), il Csm spagnolo. E' quanto scrive il sito web di El Mundo secondo cui Garzon, celebre per aver fatto arrestare l'ex dittatore cileno Augusto Pinochet e recentemente per aver messo sotto accusa esponenti di primo piano del Partido Popular, negli stessi 15 mesi continuò a percepire lo stipendio di magistrato della Procura nazionale. Garzon ricevette indennità di viaggio per 21.152 dollari, oltre ad altri 21.650 per pagare alla figlia la retta della scuola internazionale delle Nazioni Unite. A queste voci si aggiungono i circa 160.000 dollari di stipendio per le lezioni tenute al Centro Rey Juan Carlos I e al Centro di Diritto e Sicurezza presso la New York University. Il giudice, scrive El Mundo, rischia grosso perché quando chiese la sua pausa retribuita, in seguito prorogata, "non ha mai reso conto dei redditi percepiti e dei rimborsi spese" quando era negli Usa. AGI

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