CENACOLO DEI COGITANTI |
Aumentano i soci
dell'Associazione migratoristi ( da "Giornale
di Brescia" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Una sentenza della Corte
costituzionale ha ritenuto incostituzionale la legge della Regione sulle
deroghe. Questa situazione ha portato la giunta Formigoni ad emanare una
delibera che evidenzia l'impossibilità di legiferare in futuro sulla materia in
mancanza di una specifica delega che deve venire dal governo centrale».
Niente indennità a chi
lascia il posto ( da "ItaliaOggi
Sette" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: CONTRATTI Chi lascia il posto di
lavoro non ha diritto all'indennità di disoccupazione (ordinaria, agricola e
non agricola, con requisiti normali o ridotti). Salvo che le dimissioni non
siano presentate per una giusta causa, ha disposto la Corte costituzionale
(sentenza n. 269/2002), perché [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti
per Registrati:
la filologica festeggia i
90 anni con sgorlon ma sul friulano resta il nodo del ricorso a roma
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale finalmente si
esprima in merito al ricorso presentato dal Governo italiano avverso la nuova
legge regionale per la tutela , la valorizzazione e la promozione della lingua
friulana (la numero 29 del 18 dicembre 2007, al cui centro c'è l'insegnamento della
marilenghe nelle scuole), la Filologica archivia un memorabile 2008 e si
prepara a raccogliere e a vincere
il tar ripesca i baroni
"fuori ruolo" - (segue dalla prima pagina) lorenza pleuteri
( da "Repubblica, La"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: porre una questione generale di
legittimità alla Corte costituzionale. Per quattro - l´ingegnere Roberto Pomè,
i giuristi Sergio Chiarloni e Marino Bin, il sociologo Guido Sertorio - qualche
giorno fa è arrivato il ripescaggio, deciso dai giudici della prima sezione.
«Non possiamo che essere soddisfatti - commenta l´avvocato Gallo - perché sono
state riconosciute le nostre ragioni.
L'ennesimo no Pd si...
( da "Giornale.it, Il"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: lo svilimento del Csm o il blocco
sostanziale delle intercettazioni come strumento d'indagine». E ancora: «Il
provvedimento sulle intercettazioni sarà un regalo alla criminalità». Una
bocciatura a priori. A proposito di voti: si può provare a far funzionare la
scuola, tornando al maestro unico per dare un solo punto di riferimento ai
bambini e valorizzare la figura dell'
canone depurazione, oggi a
torviscosa l'assemblea sulle richieste di rimborso
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: cassato dalla Corte Costituzionale
nello scorso ottobre per le situazioni di servizio non reso, oltre alle
spiegazioni sulla compilazione dei moduli di richiesta di rimborso, nel corso
dell'assemblea verranno fornite una serie di delucidazioni anche in merito alla
recentissima legge varata dal Governo nazionale.
<Il mio capitalismo
sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli>
( da "Giornale.it, Il"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: «La legge è nata da un'esigenza
indicata dalla stessa Corte costituzionale, ovvero la necessità di consentire
alle più alte cariche dello Stato di svolgere appieno e con serenità il proprio
importante mandato. In Italia, il principio del giusto processo prevede la
piena partecipazione al dibattimento.
<Non sono un uomo di
destra> ( da "Tempo,
Il" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il premier affronta anche la
questione del Lodo Alfano: «È una legge nata dall'esigenza indicata dalla
stessa Corte Costituzionale per consentire alle più alte cariche dello stato di
svolgere appieno e con serenità il proprio mandato. È un meccanismo ben noto in
altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari. Ale.Ber.
Aeroporto a Latina e
quello di Frosinone bocciato? Lo ha detto ieri mattina nel capoluogo po...
( da "Messaggero, Il (Frosinone)"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: In secondo luogo la Corte
costituzionale ha chiarito che la localizzazione degli aeroporti spetta alla
Regione e la Regione con una legge ha scelto Viterbo, e appunto, Frosinone». E
non è finita qui: «La legge regionale ha rinviato ad una delibera di giunta, in
fase di preparazione, la definizione dell'iter procedurale di tutto il
percorso.
Il ministro Matteoli
boccia l'ipotesi dell'aeroporto a Frosinone? Subito è scoppiata ...
( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: In secondo luogo la Corte
costituzionale ha chiarito che la localizzazione degli aeroporti spetta alla
Regione e la Regione con una legge ha scelto Viterbo, e appunto, Frosinone».
Non è finita qui: «Noi abbiamo già un progetto e Latina non ha neanche una
società costituita ad hoc.
Sulle cartelle mute una
decisione di necessità ( da "Sole
24 Ore, Il" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale, che pure
sembra animata da buona volontà nella ricerca di una qualche razionalità, è
costretta con la sua "giurisprudenza necessitata" a prendere atto
delle cose con la ormai consolidata formula della «non irragionevolezza» o
addirittura della «non manifesta irragionevolezza».
di RICCARDO JANNELLO
MERCOLEDÌ il ministro della Giustizia brasiliano, Ta...
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale. Gilmar
Mendes, il suo presidente, giudice integerrimo, ha espresso il suo giudizio
pubblicamente («sono per l'estradizione», ha detto in pratica), ma poi dovrà
attenersi a quelle che sono le leggi del suo Paese. E la discussione fino a ora
portata avanti deve ancora chiarire se la concessione dello status di rifugiato
politico blocchi o meno la richiesta di
Piano casa, Franceschini:
"No,... ( da "Giornale.it,
Il" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: lo svilimento del Csm o il blocco
sostanziale delle intercettazioni come strumento d?indagine». E ancora: «Il
provvedimento sulle intercettazioni sarà un regalo alla criminalità». Una
bocciatura a priori. A proposito di voti: si può provare a far funzionare la
scuola, tornando al maestro unico per dare un solo punto di riferimento ai
bambini e valorizzare la figura dell?
"Il mio capitalismo
sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli"
( da "Giornale.it, Il"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: esigenza indicata dalla stessa
Corte costituzionale, ovvero la necessità di consentire alle più alte cariche
dello Stato di svolgere appieno e con serenità il proprio importante mandato.
In Italia, il principio del giusto processo prevede la piena partecipazione al
dibattimento.
Giudici tributari, delega
in arrivo ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ma su questo aspetto la Corte
costituzionale si è espressa successivamente in modo restrittivo. Per cui, a
meno di interventi sulla Carta costituzionale, non sembra praticabile questa
situazione. Altri aspetti meritevoli di attenzione sono certamente la revisione
della tipizzazione degli atti impugnabili contenuta nell'articolo 19 del Dlgs
546 del 1992,
Coop, sgravi contributivi
solo con i minimi nazionali ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: della Corte costituzionale
291/1991, deve essere corretto l'orientamento precedente di questa Corte
(espresso dalle sentenze 6055/1999, 28 marzo 2003 n. 4778 e 10 agosto 2004 n.
15459, che per il resto vanno confermate), il quale faceva decorrere da tale
dichiarazione di incostituzionalità l'effetto di un'incondizionata applicazione
degli sgravi anche per il periodo precedente »
L'uscita durante la
malattia va sempre comunicata ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: comminate dalla Sezione
disciplinare del Csm a un magistrato che per motivi di salute aveva fruito di
lunghi periodi di aspettativa, durante i quali si impegnava in attività
sportive incompatibili con la patologia lombosacrale. D'altro lato, con la
sentenza 5106/08, la Suprema Corte ha invece considerato illegittimo il
licenziamento di una dipendente che,
Distanze tra le
costruzioni e principio della prevenzione
( da "AltaLex" del
09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: infondata la questione di
legittimità costituzionale degli artt. 873, 875 e
L'intervista di El Mundo a
Silvio Berlusconi, la traduzione integrale (seconda parte)
( da "Blogosfere" del
09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La legge ha avuto origine da una
necessità indicata dalla Corte Costituzionale: la necessità di permettere alle
più alte cariche dello Stato di affrontare il loro mandato in serenità. In
Italia, il principio del processo giusto prevede la piena partecipazione
dell'imputato alleudienze. In un processo che dura due o tre anni, con due o
tre udienze alla settimana,
Valle Telesina: Rimborsi
canoni di depurazione Le perplessità espresse dal sindaco
( da "Sannio Online, Il"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte Costituzionale ha
stabilito con la sentenza n. 335/2008 che il canone di depurazione applicato
sulla bolletta dell?acqua, in quanto componente tariffaria di un servizio non è
dovuto se il relativo impianto è assente ovvero sia, anche temporaneamente,
fuori servizio.
Giustizia/ Alfano: Non
invio ispettori a Procura Palermo
( da "Virgilio Notizie"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Oggi il Csm dovrebbe aprire un
procedimento sulla vicenda. "Il lavoro del Csm - dice Alfano a margine
della cerimonia dell'avvio dei lavori del raddoppio della Statale
Agrigento-Caltanissetta - è sempre autonomo. Io ho una stima particolarissima
nei confronti del procuratore Messineo perché nel suo campo ho potuto
apprezzare i risultati nella lotta e contratasto alla mafia.
Da oltre 50 anni attende
verità e giustizia ( da "Gazzettino,
Il (Rovigo)" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ai vari ministri ed alla Corte
Costituzionale chiedendo verità e giustizia. E qualche tempo fa ha ripetuto la
stessa richiesta anche all'attuale presidente Berlusconi. Lui, Roberto Casetto,
portinaio dell'ospedale di Adria, dal 1956 non ha ancora smesso di lottare. La
vicenda è storia di oltre 50 anni fa e riguarda il padre Marcello e l'incidente
del quale è rimasto vittima,
La Filologica rifà il look
alla sede e mette in cantiere le avventure di Sherlock Holmes in friulano
( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha ricordato che in attesa della
sentenza della Corte Costituzionale sulla legge regionale 29/2007 la Regione
«deve fare la sua parte applicando prima possibile ciò che la legge prevede,
mettendo a disposizione i finanziamenti necessari e rafforzando gli organismi
competenti in materia». Per andare avanti insomma si guarda all'amministrazione
regionale.
Dimensionamento, tutti per
il rinvioIl dibattito. ( da "Sicilia,
La" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sul piano concreto - ha detto
Lombardo - oltre alle impugnative dinnanzi alla Corte Costituzionale, ricordo
che abbiamo accorpato Formazione e Istruzione e la dirigente generale della
Regione, Patrizia Monterosso, per un precisa scelta gestisce entrambi i
dipartimenti, anche se gli assessorati per il momento sono separati.
ANTONINO SINISCALCHI
SORRENTO. RILANCIARE L'IMMAGINE DEGLI AGRUMETI SORRENTINI, AFFLITTI DA ...
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 1984 della Corte Costituzionale,
sono prive di effetti le norme che disciplinavano le tabelle dei moltiplicatori
dell'equo canone e dei redditi dominicali. «Una carenza - ha evidenziato Luigi
Pentangelo - che lascia la determinazione del canone alla libera contrattazione
delle parti, regolamentando solo la durata dei contratti agrari,
Alta velocità 150 milioni
di risarcimento e 27 condanne per i danni al Mugello
( da "e-gazette" del
09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il reato di furto aggravato di
acque pubbliche è stato stralciato alla Corte Costituzionale. ?È una sentenza
severa di cui occorre prendere atto, anche se il procedimento si presenta
aperto a ulteriori sviluppi: la Corte costituzionale si dovrà pronunciare sul
furto d?acqua e in sede civile dovrà essere quantificata l?
INTERCETTAZIONI: PD AD
ALFANO, LOTTA AL CRIMINE NON E' ( da "Virgilio
Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il ministro denigra e delegittima
l'impegno della polizia giudiziaria che con dedizione lavora ogni giorno
mettendo a repentaglio anche la vita''. ''Per questo -conclude Ferranti- il ddl
del governo e' un regalo alla criminalita' che in un colpo solo indebolisce il
potere giudiziario e riporta il paese indietro in materia di diritti civili''.
Intercettazioni/ Ferranti
(Pd): su spese Alfano è in ( da "Virgilio
Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: mera questione di risorse
economiche il ministro denigra e delegittima l'impegno della polizia
giudiziaria che con dedizione lavora ogni giorno mettendo a repentaglio anche
la vita. Per questo - conclude la deputata Pd - il ddl del governo è un regalo
alla criminalità che in un colpo solo indebolisce il potere giudiziario e
riporta il paese indietro in materia di diritti civili".
Diffamò Woodcock, atti
processo a Gasparri inviati a ( da "Virgilio
Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Tribunale di Roma ha sollevato
conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato (Giurisdizione Ordinaria e
Camera dei Deputati) dinanzi alla Corte Costituzionale in merito al
procedimento in cui è imputato per diffamazione il senatore del Pdl, in seguito
ad una querela del pm di Potenza Henry John Woodcock per alcune dichiarazioni
rese nel corso di una trasmissione radiofonica della Rai.
Spagna: Garzon nei guai,
ha occultato 203.000 dlr ( da "KataWeb
News" del 09-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il Csm spagnolo. E' quanto scrive
il sito web di El Mundo secondo cui Garzon, celebre per aver fatto arrestare
l'ex dittatore cileno Augusto Pinochet e recentemente per aver messo sotto
accusa esponenti di primo piano del Partido Popular, negli stessi 15 mesi
continuò a percepire lo stipendio di magistrato della Procura nazionale.
( da "Giornale di Brescia" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione: 09/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:città e provincia Aumentano i soci
dell'Associazione migratoristi Il presidente Gafforini: «Si registra il 3% in
più rispetto all'anno precedente». L'indagine sui richiami dei cacciatori Un
momento dell'assemblea provinciale dell'Anuu L'associazione Anuu (migratoristi
italiani) si è riunita ieri nella sede di Concesio. La mattinata si è aperta
con l'assemblea provinciale che ha visto l'intervento del presidente Umberto
Gafforini, del presidente dell'Ambito Piardi e la presentazione del bilancio da
parte di Domenico Grandini alla quale è seguita l'assemblea regionale che ha
visto la presenza di Marco Castellani e Massimo Marracci, di Vanni Ligasacchi e
di Bravi. Anche per il
( da "ItaliaOggi Sette" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi Sette
Numero 057 pag. 17 del 9/3/2009 | Indietro Niente
indennità a chi lascia il posto LEGGI & CONTRATTI Chi
lascia il posto di lavoro non ha diritto all'indennità di disoccupazione
(ordinaria, agricola e non agricola, con requisiti normali o ridotti). Salvo
che le dimissioni non siano presentate per una giusta causa, ha disposto la
Corte costituzionale
(sentenza n. 269/2002), perché [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti
per Registrati: 2
( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 5 - Regione
La Filologica festeggia i 90 anni con Sgorlon Ma sul friulano resta il nodo del
ricorso a Roma UDINE. Aspettando buone nuove da Roma, cioé che la Corte Costituzionale finalmente si esprima in merito al ricorso
presentato dal Governo italiano avverso la nuova legge regionale per la tutela
, la valorizzazione e la promozione della lingua friulana (la numero 29 del 18
dicembre 2007, al cui centro c'è l'insegnamento della marilenghe nelle scuole),
la Filologica archivia un memorabile 2008 e si prepara a raccogliere e a
vincere le ulteriori sfide del
( da "Repubblica, La" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina III - Torino
Il Tar ripesca i baroni "fuori ruolo" In nove ricorrono, quattro
vincono: "Sono docenti di chiara fama" (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)
LORENZA PLEUTERI (segue dalla prima di cronaca) Per capire contenuto e portata
della causa amministrativa e dei ricorsi vinti bisogna fare un passo indietro.
Lo storico istituto del «fuori ruolo», lo stand by lavorativo riservato ai
professori prossimi alla pensione per raggiunti limiti di età, è stato
modificato e abolito dalla Finanziaria 2007. Già ridotto in passato da cinque a
tre anni, ritenuto da molti un privilegio e un ostacolo all´immissione delle
nuove leve, è stato cancellato, non tout court, ma con un meccanismo di
riduzione graduale e progressiva. Docenti torinesi di chiara fama e di lungo
corso - tutti classe �36 e tutti ugualmente decisi a non farsi rottamare
prima del tempo - per decisione dei rettori sono stati messi in congedo a
partire da novembre
( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 10 del 2009-03-09
pagina
( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 14 - Udine
Canone depurazione, oggi a Torviscosa l'assemblea sulle richieste di rimborso
TORVISCOSA. Assemblea pubblica stasera al centro civico di Torviscosa, alle
20.30. In tale occasione si parlerà della situazione del Consorzio Depurazione
Laguna spa e di quella relativa ai rimborsi delle bollette. Nel corso dell'assemblea,
organizzata dal consigliere di minoranza Mareno Settimo, e dal rappresentante
dei comitati per i ricorsi, Paolo De Toni, verranno date anche delucidazioni
per la compilazione dei moduli per le richieste di rimborso. Il consigliere
Settimo in tale occasione, riproporrà la richiesta di dimissioni della
presidente del Consorzio del Tubone, Luisa De Marco (nonostante questa abbia
già pubblicamente chiarito al sua posizione in merito), a fronte della
situazione giudiziaria in cui la Società di depurazione è coinvolta (due
dipendenti del Consorzio e l'ex presidente) a causa di un ipotizzato
"disastro ambientale innominato" che avrebbe prodotto nell'ecosistema
della Bassa Friulana e al mare prospiciente la laguna di Marano, a causa dello
smaltimento di circa 320 mila tonnellate di rifiuti liquidi, danni
quantificabili in circa 38 milioni di euro. Per quanto riguarda le questione
dei rimborsi per il canone di depurazione, cassato dalla
Corte Costituzionale nello scorso ottobre per le situazioni di servizio non
reso, oltre alle spiegazioni sulla compilazione dei moduli di richiesta di
rimborso, nel corso dell'assemblea verranno fornite una serie di delucidazioni
anche in merito alla recentissima legge varata dal Governo nazionale. Si
tratta di una norma sulla quale si attendono ancora chiarimenti su alcuni punti
significativi, come hanno evidenziato qualche giorno fa gli uffici dell'Ambito
Territoriale Ottimale. Francesca Artico
( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 10 del 2009-03-09
pagina 6 «Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei deboli» di
Redazione Il premier a «El Mundo»: «Al G8 della Maddalena vogliamo avviare una
nuova era Ai mercati servono regole etiche, per il benessere delle generazioni
attuali e future» Lei si è sempre dichiarato un grande difensore del libero
mercato e del capitalismo. Dopo questa crisi crede ancora che il capitalismo
sia il sistema economico più adeguato o pensa che abbia bisogno di essere
riformato? Si dibatterà al vertice del G8 all'isola La Maddalena su questo
argomento e si farà un esame di coscienza, visto che molti considerano che gli
otto Paesi più ricchi del mondo hanno una grande responsabilità in questa
crisi? «Il capitalismo resta il sistema migliore se paragonato a quelli
ispirati al pensiero collettivista che hanno condannato intere popolazioni alla
miseria e all'assenza di libertà. Però alcune regole, soprattutto in campo
finanziario, vanno riformate: ne dibatteremo alla Maddalena e l'esame di
coscienza lo stiamo già facendo. Uno degli obiettivi della Presidenza italiana
del G8 è avviare un'era di cooperazione e coordinamento tra i Paesi del G8 e
tra questi e le economie emergenti, per definire standard etici e giuridici
comuni e nuove regole di trasparenza, correttezza e integrità delle attività
economiche e finanziarie internazionali. Non è il capitalismo sul banco degli
imputati, ma la degenerazione di alcuni aspetti del libero mercato. Vogliamo
poi rafforzare il dialogo Nord-Sud, riducendo lo squilibrio tra Paesi ricchi e
poveri. Al G8 proporremo la Detax, un meccanismo fiscale che destina ai Paesi
in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale, e lanceremo una nuova
filosofia degli aiuti che coinvolga più strumenti e più attori, anche privati.
Credo in un modello di capitalismo sostenibile volto al benessere non solo
delle generazioni attuali, ma di quelle future. In Italia abbiamo adottato
misure concrete a sostegno dei più deboli: i "bonus" per le famiglie
più povere e numerose, la social card, il fondo per i neonati, le detrazioni di
spesa per asili nido e pubblici trasporti, i fondi per agevolare gli affitti,
sconti fiscali sui mutui e un grande finanziamento per alimentare gli
ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori che perdono il posto di lavoro».
Lei ha stravinto le scorse elezioni e la sua popolarità in questo momento vola
a livelli stratosferici. Secondo lei perché gli italiani la amano così tanto?
«Con la crisi in corso un apprezzamento tra il 64 e il 73 per cento è
francamente imbarazzante. Non può che diminuire! Gli italiani hanno capito che
questa crisi è globale, che non è una responsabilità del governo e che, anzi,
stiamo facendo tutto il possibile, in sintonia con gli amici europei, per
alleviarne gli effetti, per ridare fiducia alle famiglie e alle imprese e
preparare la ripresa. Gli italiani mi conoscono da sempre. Hanno fiducia in me
perché ero il più popolare e invidiato imprenditore italiano e ho lasciato
tutto per mettere a disposizione del mio Paese e dei miei concittadini la mia
esperienza e le mie capacità. Erano stanchi delle chiacchiere della sinistra, volevano
fatti. In meno di due mesi abbiamo risolto la tragedia dei rifiuti a Napoli e
in Campania, abbiamo mantenuto italiana la nostra compagnia di bandiera,
l'Alitalia, abbiamo garantito i conti pubblici innovando con l'adozione di una
finanziaria triennale che le lobby non sono riuscite a modificare, abbiamo
fatto ripartire le grandi opere bloccate dai veti ideologici della sinistra,
abbiamo riformato la scuola e la giustizia, abbiamo difeso consumatori e
risparmiatori dalla crisi finanziaria, e infine abbiamo restituito al Paese un
ruolo da protagonista sulla scena internazionale». Questo è il primo Parlamento
italiano del dopoguerra nel quale non c'è un comunista. E poi alcuni giorni fa
Walter Veltroni, leader del principale partito di centrosinistra, si è dimesso.
Come interpreta lei, un uomo di destra, i motivi della crisi della sinistra
italiana? È contento di governare senza opposizione? «Mi spiace doverla
smentire. Io non sono un uomo di destra. La ragione del consenso di cui godo
nel Paese è che le vecchie ideologie non contano più. Chi si ostina a farsene
portavoce, viene punito dal voto. Siamo stati noi ad avviare le riforme per
cambiare l'Italia con un programma sociale tra i più avanzati. Al contrario, i
partiti della sinistra si sono arroccati in difesa dei privilegi, delle
corporazioni e della vecchia politica, senza essere in grado di interpretare i
bisogni di un Paese che si è evoluto. Noi, invece, abbiamo rilanciato il
nucleare e la campagna contro l'assenteismo. La sinistra è tuttora soggetta al
ricatto del fanatismo ambientalista, avrebbe perso altro tempo prezioso prima
di mettere mano all'emergenza energetica del Paese. Sotto il ricatto dei
localismi, non avrebbe mai potuto risolvere il problema dei rifiuti. Sotto
quello delle minoranze sindacali, non avrebbe mai accolto il criterio del
merito nella pubblica amministrazione e nella scuola. Inoltre, divisa al suo
interno praticamente su tutto, non avrebbe avuto mai il coraggio di assumere
decisioni importanti su temi cruciali. La crisi dell'opposizione non può far
piacere a nessuno. Anzi, preoccupa. Il ruolo della minoranza in una democrazia
è essenziale e bisogna saperlo esercitare in modo costruttivo. Ma purtroppo la
crisi dell'opposizione italiana sembra destinata a durare a lungo». Secondo
lei, che ha detto che ha mandato a casa uno dopo l'altro sette esponenti del
centrosinistra, c'è qualcuno nel centrosinistra che potrebbe essere all'altezza
di fare il capo dell'opposizione? «Non sette. Otto. C'era anche Renato Soru,
leader in pectore del Partito Democratico, candidatosi a governare la Sardegna
e ad essere in prospettiva il leader del Pd, e invece sconfitto nelle elezioni
regionali. Lei mi chiede se c'è qualcuno all'altezza di fare il leader
dell'opposizione. Le osservo che il Partito Democratico ha appena scelto un
nuovo segretario...». Perché il suo governo era così deciso a impedire la morte
di Eluana? Lei ha detto che il Consiglio dei ministri ha preso la decisione di
salvare Eluana per motivi morali. Ma la morale non dovrebbe essere lasciata
fuori, visto che è una cosa molto soggettiva? Per il papà di Eluana, era morale
permettere che sua figlia si spegnesse. E poi la Giustizia aveva sentenziato
che a Eluana poteva essere interrotta l'alimentazione e l'idratazione
artificiale. Non crede che il governo avrebbe dovuto rispettare quella sentenza
in nome del principio democratico della divisione di poteri? «Un governo
democraticamente eletto ha il diritto e il dovere di prendere delle decisioni.
La morale può essere soggettiva, la legge no. Soprattutto su temi fondamentali
come quelli che implicano la vita e la morte, non si possono lasciare vuoti
normativi, perché è in quel vuoto che nasce il problema. La magistratura, a
differenza del Parlamento, non ha il potere di fare le leggi, ha invece l'onere
e l'onore di applicarle. Se c'è un vuoto, il compito di colmarlo con una legge
spetta al Parlamento. Ma poiché questa legge sul "fine vita" in
Italia non c'era, noi abbiamo naturalmente portato in Parlamento la nostra
proposta, con la libertà per i nostri parlamentari di votare secondo coscienza.
Vorrei ricordarle che nel caso di Eluana non è stata interrotta una cura, non
si è messo fine a un accanimento terapeutico. Semplicemente, a una donna malata
si volevano togliere acqua e alimenti, e di qui nasceva la necessità e
l'urgenza di un provvedimento del governo che poi il Parlamento avrebbe
approvato o respinto, e i magistrati applicato». Quanto ha pesato l'opinione
del Vaticano su questa vicenda? «Le scelte del governo italiano sono assolutamente
autonome. E lo sono state anche in questo caso. È ovvio che in una società
libera la Chiesa possa esprimere il proprio punto di vista, come tutti. Mi
stupirei se non lo facesse, specie quando sono in gioco alcuni valori che per i
cristiani sono essenziali. Piuttosto, noto che i critici del mio governo
strumentalizzano le dichiarazioni di esponenti della Chiesa, definendole
ingerenze quando appaiono in sintonia col governo, e invece critiche del tutto
legittime quando sembrano divergere». Uno dei primi provvedimenti approvati dal
suo governo è stato il cosiddetto Lodo-Alfano, definito dall'opposizione una
legge "ad personam", varata per evitare il processo Mills. Alcuni
giorni fa, infatti, un Tribunale di Milano ha condannato l'avvocato Mills a
quattro anni e mezzo di carcere per essere stato corrotto, secondo i giudici,
da lei. E invece lei non può essere giudicato per quella vicenda. Non crede che
il premier dovrebbe sottoporsi per primo alla giustizia? «La
legge è nata da un'esigenza indicata dalla stessa Corte costituzionale, ovvero la necessità di
consentire alle più alte cariche dello Stato di svolgere appieno e con serenità
il proprio importante mandato. In Italia, il principio del giusto processo
prevede la piena partecipazione al dibattimento. In un processo che dura
due o tre anni con una cadenza di due o tre udienze la settimana, è
praticamente impossibile partecipare e difendersi per coloro che svolgono alte
e impegnative funzioni istituzionali. Il meccanismo dell'immunità è ben noto in
altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari ed è molto più
forte che in Italia, dove il processo viene soltanto sospeso. Nel merito, io
non ho mai neppure conosciuto il signor Mills e sono assolutamente certo di
venire assolto quando il processo riprenderà. Aggiungo che la presidente del
collegio di quel tribunale è una nota esponente di sinistra che si è espressa
più volte contro le leggi del nostro governo. Il dubbio sulla sua imparzialità
è legittimo. Purtroppo, una parte della magistratura italiana è politicizzata e
ha usato e usa il proprio potere come arma di lotta politica contro gli
avversari, in particolare contro l'unico esponente del centrodestra a poter
prevalere sulla sinistra. I giudici politicizzati della sinistra hanno persino
tentato di ribaltare il risultato del voto democratico, riuscendovi nel 1994
con un'accusa da cui sono stato naturalmente assolto con formula piena dopo
dieci anni di processi. Ricordo solo pochi dati: dal 1994 al 2006, ben 789
magistrati si sono occupati di Silvio Berlusconi con indagini e processi che
hanno portato a 587 visite della polizia giudiziaria o della Guardia di Finanza
e a 2.500 udienze, più di un record mondiale! Conclusione: sono sempre
risultato innocente, perché fortunatamente i giudici imparziali sono ancora la
maggioranza». In tanti la criticano per non aver detto parole sufficientemente
chiare e nette di condanna del ventennio fascista. Cosa pensa di quel periodo e
come giudica queste critiche? «Il partito di cui sono il leader si chiama Popolo
della Libertà e fa parte della grande famiglia della democrazia e della libertà
che è il Partito dei Popolari Europei. Nessuno può pensare che io abbia
reticenze riguardo al fascismo e per la verità non mi risultano le critiche a
cui lei fa riferimento. Mi riconosco in pieno nei principi della nostra
Costituzione repubblicana e li ho difesi in più occasioni. Le ricordo che la
stessa Costituzione prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento
alle nuove esigenze dei tempi. Piuttosto, non mi appassiona il dibattito sul
passato. Gli italiani devono guardare avanti. Per troppo tempo in Italia siamo
rimasti chiusi dentro una gabbia culturale, in una contrapposizione
anacronistica tra fascismo e antifascismo». La politica italiana contro
l'immigrazione è stata molto criticata da esponenti del governo spagnolo.
Alcune persone, infatti, hanno accusato il suo governo di avere atteggiamenti
xenofobi, soprattutto contro i rom. Lei come risponde a quelle critiche? «La
nostra politica dell'immigrazione non è "contro", come dice lei. Non
è contro l'immigrazione tout court. Abbiamo rispetto verso coloro che vengono
in Italia per migliorare le proprie condizioni di vita e quelle della loro
famiglia attraverso un lavoro onesto, tra mille sacrifici e rispettando le leggi.
Al contrario, abbiamo un atteggiamento fermo verso coloro che in Italia entrano
illegalmente e vivono di crimini e di espedienti senza alcuna volontà di
integrarsi. La realtà è che i bambini stranieri frequentano le nostre scuole in
numero sempre maggiore, le famiglie straniere godono di una piena assistenza
sanitaria, e il governo ha anche stanziato fondi per la sanità a favore degli
immigrati irregolari. Altri governi, non escluso quello spagnolo, si trovano
alle prese con una forte immigrazione illegale. I clandestini mandati via dalla
Spagna negli ultimi anni sono stati decine di migliaia. Quanto ai romeni, che
sono cittadini europei, la Francia ne ha espulsi migliaia solo nel 2008. Nello
stesso periodo, l'Italia appena quaranta. Pure i tempi di detenzione nei Centri
d'accoglienza sono inferiori da noi a quelli della gran parte dei Paesi
europei. Per ciò che riguarda le critiche di razzismo che ci sono state mosse
in passato, il suo stesso giornale le ha definite "gaffe" nei nostri
confronti». Lei, che è un self-made man, non cercherebbe di entrare in Italia
come clandestino nel caso fosse nato in un Paese del terzo mondo e fosse
povero? «Io, come le ho detto, apprezzo chi tenta di costruirsi onestamente un
futuro per sé e per i propri figli integrandosi in un altro Paese. Ma ho ancora
più stima di chi decide di non lasciare la propria terra e, anzi, di
contribuire con il proprio lavoro e la propria iniziativa a farla crescere,
mettendosi al servizio della sua comunità. Io non sono andato a fare l'imprenditore
negli Stati Uniti, sono rimasto qui». L'Enel è ormai proprietaria del 92% di
Endesa, la più importante compagnia elettrica spagnola. Invece, quasi ogni
volta che gli spagnoli hanno cercato di investire in Italia non hanno potuto
farlo (caso Abertis e Autostrade, nel Bbva e Banca Nazionale del Lavoro). E non
mi faccia per favore l'esempio di Telefonica, perché sebbene sia l'azionista di
maggioranza in Telecom Italia, non ha nelle sue mani il controllo della
compagnia... Non crede che ci sia un grande disequilibrio tra i due Paesi? Non
crede che l'Italia sia troppo protezionista? «Guardiamo i fatti. Per quanto
riguarda Abertis e Autostrade, il problema è nato col precedente governo, non è
quindi a me che va posta la domanda. Il Bbva è stato azionista importante della
Bnl finché non ha deciso di ritirarsi ricevendo un'ottima plusvalenza. Lo
stesso vale per il Banco di Santander rispetto al San Paolo, prima della
fusione con Banca Intesa. La Bnl, peraltro, è stata acquisita da una banca
francese. Quando l'Italia ha aperto il mercato dell'energia, sono entrati senza
problemi gruppi stranieri. L'investimento di Telefonica è finanziario, nessuno
l'ha costretta a entrare in Telecom in quella posizione. Il nostro governo, poi
e innanzitutto, non è mai intervenuto e non interviene nelle vicende di aziende
private. Insomma, da parte nostra non c'è alcun atteggiamento protezionistico.
Al contrario, gli investimenti e le aziende di altri Paesi, con in testa quelli
spagnoli, sono i benvenuti in Italia». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via
G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Tempo, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa «Non sono un
uomo di destra» Berlusconi si racconta a "El Mundo": il consenso che
ho in Italia è imbarazzante Tre intere pagine, dalla 22 alla 24. Questo è lo
spazio che il quotidiano spagnolo El Mundo ha dedicato al presidente del
consiglio italiano Silvio Berlusconi intervistato da Irene Hernandez Velasco.
Un evento importante a tal punto che si è conquistato addirittura un richiamo
in prima pagina sotto la scritta a caratteri cubitali «Exclusiva». Così il
premier torna a parlare con la stampa straniera e lo fa con un quotidiano che,
nonostante abbia una linea editoriale vicino alle posizioni del centrodestra,
meno di un anno fa, quando il Cavaliere si stava preparando ad insediarsi per
la quarta volta, in meno di due decenni, alla guida del governo non gli
risparmiò qualche frecciatina definendolo: «L'uomo che ha più vite di un
gatto». Ma si sa che Berlusconi sulla sua grande maestria comunicativa ha
costruito buona parte del consenso elettorale e quindi non poteva lasciarsi
sfuggire l'occasione per parlare a tutto tondo: dalla crisi economica alle sue
vicende giudiziarie, dalle vicessitudini del Pd ai temi caldi
sull'immigrazione. La crisi non è colpa del governo «Con la crisi in corso un
apprezzamento tra il 64% e il 73% è francamente imbarazzante. Gli italiani
hanno capito che questa crisi è globale, che non è una responsabilità del
governo e che, anzi, stiamo facendo tutto il possibile in sintonia con gli
amici europei per alleviarne gli effetti per ridare fiducia alle famiglie e
alle imprese e preparare la ripresa» Le vecchie ideologie non contano più «Io
non sono un uomo di Destra — continua Berlusconi — La ragione del consenso di
cui godo nel Paese è che le vecchie ideologie non contano più. Chi si ostina a
farsene portavoce viene punito dal voto». E alla domanda sulla sua posizione
sul fascismo spiega: «Nessuno può pensare che io abbia reticenze riguardo al
fascismo. Mi riconosco in pieno nei principi della nostra Costituzione
repubblicana e li ho difesi in più occasioni. Le ricordo che la stessa Costituzione
prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento alle nuove esigenze dei
tempi». Opposizione allo sbando «La crisi dell'opposizione non può far piacere
a nessuno. Anzi preoccupa. Così il premier torna sul ruolo della minoranza in
democrazia. «Il loro ruolo in una democrazia è essenziale e bisogna saperlo
esercitare in modo costruttivo. La crisi dell'opposizione italiana sembra
destinata a durare a lungo. I partiti della sinistra si sono arroccati in
difesa dei privilegi, delle corporazioni e della vecchia politica, mentre noi
avviavamo le riforme per cambiare l'Italia come il nucleare e la campagna
contro l'assenteismo». La "detax" «Un meccanismo fiscale – spiega il
premier - che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale,
e lanceremo una nuova filosofia degli aiuti che coinvolga più strumenti e più
attori, anche privati». Un progetto che Berlusconi ribadisce vorrà proporre al
prossimo G8. Sulla legge del "fine vita" «I parlamentari del Pdl -
continua il Cavaliere - sono liberi di votare secondo coscienza. Un governo
democraticamente eletto ha il diritto e il dovere di prendere decisioni. La
morale può essere soggettiva, la legge no. Su tematiche come queste non si
possono lasciare vuoti normativi, perché è in quel vuoto che nasce il problema.
Ricordiamo che nel caso di Eluana non è stata interrotta una cura. Era una
donna malata alla quale si volevano togliere acqua e alimenti e di qui nasceva
la necessità e l'urgenza di un provvedimento del governo». Processo Mills? Verrò
assolto «Non ho mai neppure conosciuto il signor Mills e sono assolutamente
certo che quando il processo riprenderà, verrò assolto». Il
premier affronta anche la questione del Lodo Alfano: «È una legge nata
dall'esigenza indicata dalla stessa Corte Costituzionale per consentire alle
più alte cariche dello stato di svolgere appieno e con serenità il proprio
mandato. È un meccanismo ben noto in altri Paesi, compresa la Spagna, dove
riguarda i parlamentari. Ale.Ber.
( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del
09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Lunedì 09 Marzo 2009
Chiudi di LUCIANO D'ARPINO Aeroporto a Latina e quello di Frosinone bocciato?
Lo ha detto ieri mattina nel capoluogo pontino il ministro delle Infrastrutture
e dei Trasporti Altero Matteoli e subito è scoppiata la polemica. Il presidente
della Provincia uscente Francesco Scalia, ora assessore regionale, replica
secco: «Le dichiarazioni del ministro? Posso solo dire che è iniziata la
campagna elettorale». Ma andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio che cosa ha
detto il ministro Matteoli al congresso provinciale di An a Latina. «Ampliando
di circa
( da "Messaggero, Il (Latina)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Lunedì 09 Marzo 2009
Chiudi Il ministro Matteoli boccia l'ipotesi dell'aeroporto a Frosinone? Subito
è scoppiata la polemica e subito il presidente della Provincia uscente
Francesco Scalia, ora assessore regionale, replica: «Le dichiarazioni del
Ministro? Posso solo dire che è iniziata la campagna elettorale». Nonostante le
parole di Matteoli Scalia non ha intenzione di riporre il sogno nel cassetto e
afferma che quelle affermazioni sono prive di fondamento. Ecco perché:
«Innanzitutto va detto che siamo noi ad aver fatto ricorso contro la
graduatoria dello stesso Ministero che ha messo Viterbo al primo posto,
Frosinone al secondo e Latina al terzo e loro non hanno neanche contestato la
graduatoria. In secondo luogo la Corte costituzionale ha chiarito che la
localizzazione degli aeroporti spetta alla Regione e la Regione con una legge
ha scelto Viterbo, e appunto, Frosinone». Non è finita qui: «Noi abbiamo già un
progetto e Latina non ha neanche una società costituita ad hoc. Da noi
si sta già definendo anche la variante urbanistica in zona Asi per quanto
riguarda solo la porzione di aeroporto che ricadrebbe in territorio di
Ferentino, mentre quella che verte su Frosinone è già a posto. Noi, infine,
abbiamo una società con cinque milioni di capitale che riuscirà a realizzare la
struttura anche prima di Viterbo». Tempi previsti? «Noi siamo pronti a partire
subito con la finanza di progetto. Spero vivamente che il ministero non
frapponga ostacoli».
( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-03-08 - pag: 15 autore: FISCO E
COSTITUZIONE Sulle cartelle mute una decisione «di necessità» di Enrico De Mita
I profili dell'irrazionalità dell'ordinamento tributario sono dovuti a più
fattori: a) una tecnica difettosa e arbitraria nella delimitazione dei fatti
tassabili; b) la violazione non necessaria delle norme di diritto comune
(civile, processuale, amministrativo) per garantire la comodità del fisco; c) i
tentativi mal riusciti per eliminare i tanti difetti delle leggi già emanate.
L'introduzione tardiva nell'ordinamento tributario di istituti e regole del
diritto comune avviene sempre in tempi e modi tali da lasciare sempre
trasparire un favore per il fisco. Si creano situazioni contraddittorie per
mancanza di coordinamento. è inutile ricordare che la legislazione fiscale è
fatta dalla stessa amministrazione: il parlamento fa da notaio. Sembra che il
legislatore sia preso da una logica perversa dalla quale non riesce ad uscire. La Corte costituzionale, che pure sembra animata da buona volontà nella ricerca di una
qualche razionalità, è costretta con la sua "giurisprudenza
necessitata" a prendere atto delle cose con la ormai consolidata formula
della «non irragionevolezza» o addirittura della «non manifesta
irragionevolezza». Quando la Corte ha dichiarato che la legge pone
l'obbligo di sottoscrizione delle cartelle esattoriali da parte del
responsabile del procedimento ha indicato le ragioni nobili di tale disciplina:
la trasparenza amministrativa, l'informazione del cittadino, il suo diritto
alla difesa (337/2007). Dal perseguimento di tali obiettivi dovrebbe derivare
l'invalidità del procedimento quando manchi quella sottoscrizione. Ma la legge
31/2008, volendo ridurre la portata dell'obbligo, ha stabilito che
l'innovazione entra in vigore solo a partire dal 1Ú giugno 2008, sicché le
cartelle emesse prima di tale data ancorché dopo l'emanazione della legge, sono
valide anche se non sottoscritte perché, come precisato anche dalla Cassazione,
la nullità deve essere espressamente prevista e la legge 212/2000, a differenza
di quanto previsto con riferimento ad altre disposizioni, non commina la
nullità per la violazione della disposizione indicata. Alla situazione che si è
creata hanno concorso due decisioni della Corte costituzionale,
una della Cassazione e due leggi. Il risultato pratico è che a partiredal1
Úgiugno2008siècreata nel nostro ordinamento una contraddizione fra principi e
pratica che fanno apparire il diritto tributario come una cosa inutile, al
massimo decorativa, malgrado la Corte avesse illustrati gli scopi civili di
ispirazione costituzionalistica che sono alla base dell'obbligo di
sottoscrizione della cartella. La ragione politica di tale contraddizione è
evidente, è la ragione fiscale. E la prevalenza di tale ragione o doveva
portare alla dichiarazione d'incostituzionalità in quanto arbitraria oppure doveva
essere giudicata costituzionale come tale senza la
eufemistica formula della «non manifesta irragionevolezza », una formula che va
bene per tutti gli usi. Queste formule vanno bene quando non emergono
manifestamente i termini della giustificazione; la formula dubitativa va bene
per riferirsi a discipline che non hanno una ratio definita. Invece qui non c'è
niente di dubbio e di opinabile, ma l'arbitraria fissazione della data di
entrata in vigore della legge, senza una sola parola che servisse a giustificarla.
Come si dice che i termini per l'accertamento possono essere rinviati per la
disfunzione dell'amministrazione così si poteva spiegare da parte della Corte
che il rinvio dell'entrata in vigore di una legge fosse dovuto ad assenza di
preparazione, a una causa comprensibile insomma dai contribuenti: si doveva
dare nome e cognome all'interesse pubblico e non rendere il tutto
incomprensibile sotto la cortina fumogena della «non palese irragionevolezza ».
Tanto era sembrata ineccepibilmente dottrinale la sentenza che aveva
riconosciuto la sussistenza dell'obbligo di sottoscrizione, tanto oggi quella
sentenza appare inutile. La sentenza ultima sembra presa dalla fretta di
motivare in qualsiasi modo, senza porsi il problema della motivazione, non solo
con riguardo alla funzione politica della Corte stessa ma alle perplessità che
circolano nel mondo politico circa la sua giurisprudenza, perché non tutti sono
disposti a difendere le sue contraddizioni pratichee non solo teoriche con
l'indulgente qualificazione di una giurisprudenza necessitata. Non potendo
dubitare della collegialità di questo giudice, mi chiedo se non sia arrivato il
momento di introdurre la " dissentig opinion". Rimane apprezzabile il
punto della sentenza secondo il quale non «hanno rango costituzionale,
neppure come norme interposte le previsioni della legge n. 212 del 2000»
(Statuto dei diritti del contribuente). Mentre l'affermazione secondo la quale
la disposizione impugnata non incide sulla posizione di chi abbia ricevuto una
cartella di pagamento anteriormenteal termine da essa indicata e quindi non
sarebbero violati gli articoli 24 e 111 della Costituzione avrebbe avuto
bisogno di qualche parola in più.
( da "Nazione, La (Firenze)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMO PIANO pag. 5
di RICCARDO JANNELLO MERCOLEDÌ il ministro della Giustizia brasiliano, Ta... di
RICCARDO JANNELLO MERCOLEDÌ il ministro della Giustizia brasiliano, Tarso
Genro, è stato «invitato» a presentarsi davanti alla commissione Affari esteri
del Senato federale, a Brasilia, per spiegare quali siano i motivi che lo hanno
condotto a concedere lo stato di rifugiato politico all'«assassino» Cesare
Battisti e non a due pugili cubani che volevano scappare dal regime castrista.
Visto che il presidente della commissione è un importante esponente della
opposizione di centrodestra, il «democrata» Heraclito Fortes, la convocazione
di Genro assume una forte valenza politica e dimostra come il Brasile non sia
assolutamente convinto che il terrorista italiano debba essere «salvato» dalla
giustizia italiana. E sottolineando che Battisti ha condanne per quattro omicidi,
Fortes fa capire che bisogna considerare questo lato della vicenda e non solo
quello squisitamente ideologico, come fu, invece, per Luciano Pessina la cui
estradizione non venne accettata. Se si pensasse nel caso Battisti solo alla
questione ideologica spiega Fortes «si rischierebbe di rompere i rapporti con
Paesi che sono amici». E fonti federali che vogliono rimanere anonime dicono
che il presidente Inacio Lula Da Silva sia il primo che, nonostante abbia
appoggiato la decisione di Genro, ora avanzi dubbi sulla opportunità di tenersi
il fuggiasco e metterlo in libertà sulle spiagge dorate di Rio. Rischiando
magari così di perdere, come hanno adombrato le associazioni produttive del Sud
dove la componente dei nostri emigrati è molto forte, un partner economico di
prima fascia. LA VICENDA Battisti deve trovare una soluzione entro il mese di
marzo: lo hanno ripetuto più volte sia il governo brasiliano sia il presidente
del Supremo tribunal federal, una sorta di Corte
Costituzionale. Gilmar Mendes, il suo presidente, giudice integerrimo, ha
espresso il suo giudizio pubblicamente («sono per l'estradizione», ha detto in
pratica), ma poi dovrà attenersi a quelle che sono le leggi del suo Paese. E la
discussione fino a ora portata avanti deve ancora chiarire se la concessione
dello status di rifugiato politico blocchi o meno la richiesta di
estradizione. Il punto di partenza della maggioranza dei giudici, e che viene
sostenuta dalla memoria italiana allegata agli atti, è che l'iter della causa
deve andare comunque avanti. Un'ammissione che è un punto a favore di Roma. MA
LA VERA partita ormai si gioca a livello politico. Lula va verso la fine del
suo mandato e non può inimicarsi metà Paese per la quale l'Italia non è certo
un luogo dove i detenuti vengono torturati. Nello stesso tempo, se vuole
lasciare possibilità al prossimo candidato alla presidenza del suo schieramento
non deve estremizzare il confronto col centrodestra. E poi il richiamo di
Fortes al favore fatto a Castro, rimandandogli due pugili che ai Giochi panamericani
avevano chiesto asilo politico, apre le porte allo stesso trattamento per
Battisti. Che avrà anche motivato i suoi reati come «politici», ma è pur sempre
stato condannato per quattro omicidi.
( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 10 del 2009-03-09
pagina 2 Piano casa, Franceschini: "No, è cementificazione" di
Francesco Cramer Dopo nucleare, giustizia, sicurezza, economia e scuola il
segretario del Pd boccia anche l?ultimo progetto del governo. Le "riforme
condivise" non sono mai diventate realtà Roma - «No, no, no». Il governo
annuncia un piano-casa per far ripartire l?edilizia segando pastoie e
burocrazie? In fondo il settore zoppica e potrebbe far da volano all?intera
economia. Ma dal jukebox dell?opposizione parte la solita musica. Non il ballo
del mattone ma il disco rotto del «no, no, no». «Si apre una nuova stagione di
cementificazione dell?Italia», si è subito spolmonato il leader del Pd
Franceschini, sposando la comoda linea politica del bastian contrario.
Dall?energia alla giustizia, dalla scuola alle grandi opere, dall?Alitalia alla
sicurezza, la sinistra ha sempre la carta pronta da gettare sul tavolo, il suo
particolare jolly: il niet. In fondo che bisogno c?era di fare un governo ombra
quando su tutti i grandi temi dall?opposizione arriva sempre e comunque un
rifiuto? La proposta alternativa al giusto processo, mirabilmente descritta dal
Guardasigilli ombra Lanfranco Tenaglia, è illuminante: «La riforma della
maggioranza è in alcune parti dannosa, in altre controproducente». E pensare
che per intercettare il voto moderato l?impallinato leader piddino Veltroni
auspicava riforme condivise. Maggio 2008: «Confermiamo la nostra disponibilità
a convergere sulle riforme per consentire al Paese di marciare più veloce, di
essere più moderno». Parola di Walter. Salvo poi gridare ai quattro venti:
«Sulla giustizia è difficile trovare un accordo se l?esecutivo insegue solo la
separazione delle carriere, lo svilimento del Csm o il blocco sostanziale delle
intercettazioni come strumento d?indagine». E ancora: «Il provvedimento sulle
intercettazioni sarà un regalo alla criminalità». Una bocciatura a priori. A
proposito di voti: si può provare a far funzionare la scuola, tornando al
maestro unico per dare un solo punto di riferimento ai bambini e valorizzare la
figura dell?insegnante. Oppure, sull?università, si può tagliare la giungla di
corsi inutili e razionalizzare le spese ma la condotta della sinistra sarà
sempre quella: rigettare, ripudiare, respingere. «La riforma Gelmini smantella
la scuola», hanno urlato ai quattro venti Veltroni e soci. Ma nel sussidiario
dei «no» della gauche c?è pure il capitolo «grandi opere». Il governo mette sul
piatto 18 miliardi di euro per azionare la leva delle infrastrutture, dalla Tav
al Mose, dal Ponte sullo stretto di Messina? L?opposizione arriccia il naso e fa
partire il «no» con l?Alta velocità: «Sono uno specchietto per le allodole di
fronte alla crisi». Già, la crisi. Forse abolendo l?Ici sulla prima casa,
sostenendo il potere d?acquisto dei meno abbienti con bonus famiglia e social
card arriverà qualche sì anche dall?opposizione? Macché. La social card «è
soltanto un?elemosina di Stato» e in fondo, parole di Veltroni: «è umiliante
per quanti la usano perché nei supermercati vengono identificati come
bisognosi». Sull?atomo è meglio lasciar perdere: getti le basi per aumentare
l?indipendenza energetica producendo, entro il 2020, circa il 20% del
fabbisogno di energia grazie al nucleare che alla sinistra scoppiano i nervi:
«Ennesimo spreco di denaro pubblico». E a proposito di sprechi: con il
federalismo, assicurando autonomia di entrata e di spesa agli enti locali, si
tira la cinghia sulle uscite dello Stato-Pantalone. Piacerà? No: «Determinerà
un aumento di spesa pubblica e burocrazia». E su Alitalia? Salvi la compagnia
di bandiera: privata, italiana e con un forte partner internazionale. Volerà un
applauso così, per sbaglio... Bersani: «Una soluzione debole e problematica,
molto più di quello che avrebbe potuto essere». E te pareva. © SOCIETà EUROPEA
DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 10 del 2009-03-09
pagina 6 "Il mio capitalismo sostenibile: sviluppo e tutela dei
deboli" di Redazione Il premier Silvio Berlusconi al quotidiano spagnolo
El Mundo: "Al G8 della Maddalena vogliamo avviare una nuova era. Ai
mercati servono regole etiche, per il benessere delle generazioni attuali e
future" Il primo bilancio del governo e le prossime sfide che attendono
l?esecutivo, in Italia e nella comunità internazionale. Dalle politiche più
efficaci per affrontare la crisi economica alle difficoltà dell?opposizione,
dalla delicatissima scelta di intervenire sul caso di Eluana Englaro ai
difficili rapporti con una parte della magistratura. In una lunga intervista a
Irene Velasco, corrispondente del quotidiano spagnolo «El Mundo», Silvio
Berlusconi interviene a tutto campo sui grandi scenari del 2009. E annuncia il
più ambizioso obiettivo della presidenza italiana del G8: «Avviare un?era di
cooperazione e coordinamento tra i Paesi occidentali e le economie emergenti»,
per «ridurre lo squilibrio tra ricchi e poveri» nel mondo. è il progetto di un
«capitalismo sostenibile», volto al benessere non solo delle generazioni
attuali, ma anche di quelle future». Lei si è sempre dichiarato un grande
difensore del libero mercato e del capitalismo. Dopo questa crisi crede ancora
che il capitalismo sia il sistema economico più adeguato o pensa che abbia
bisogno di essere riformato? Si dibatterà al vertice del G8 all?isola La
Maddalena su questo argomento e si farà un esame di coscienza, visto che molti
considerano che gli otto Paesi più ricchi del mondo hanno una grande
responsabilità in questa crisi? «Il capitalismo resta il sistema migliore se
paragonato a quelli ispirati al pensiero collettivista che hanno condannato
intere popolazioni alla miseria e all?assenza di libertà. Però alcune regole,
soprattutto in campo finanziario, vanno riformate: ne dibatteremo alla
Maddalena e l?esame di coscienza lo stiamo già facendo. Uno degli obiettivi
della Presidenza italiana del G8 è avviare un?era di cooperazione e
coordinamento tra i Paesi del G8 e tra questi e le economie emergenti, per
definire standard etici e giuridici comuni e nuove regole di trasparenza,
correttezza e integrità delle attività economiche e finanziarie internazionali.
Non è il capitalismo sul banco degli imputati, ma la degenerazione di alcuni
aspetti del libero mercato. Vogliamo poi rafforzare il dialogo Nord-Sud,
riducendo lo squilibrio tra Paesi ricchi e poveri. Al G8 proporremo la Detax,
un meccanismo fiscale che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale
di gettito fiscale, e lanceremo una nuova filosofia degli aiuti che coinvolga
più strumenti e più attori, anche privati. Credo in un modello di capitalismo
sostenibile volto al benessere non solo delle generazioni attuali, ma di quelle
future. In Italia abbiamo adottato misure concrete a sostegno dei più deboli: i
“bonus” per le famiglie più povere e numerose, la social card, il fondo per i
neonati, le detrazioni di spesa per asili nido e pubblici trasporti, i fondi
per agevolare gli affitti, sconti fiscali sui mutui e un grande finanziamento
per alimentare gli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori che perdono
il posto di lavoro». Lei ha stravinto le scorse elezioni e la sua popolarità in
questo momento vola a livelli stratosferici. Secondo lei perché gli italiani la
amano così tanto? «Con la crisi in corso un apprezzamento tra il 64 e il 73 per
cento è francamente imbarazzante. Non può che diminuire! Gli italiani hanno
capito che questa crisi è globale, che non è una responsabilità del governo e
che, anzi, stiamo facendo tutto il possibile, in sintonia con gli amici
europei, per alleviarne gli effetti, per ridare fiducia alle famiglie e alle
imprese e preparare la ripresa. Gli italiani mi conoscono da sempre. Hanno
fiducia in me perché ero il più popolare e invidiato imprenditore italiano e ho
lasciato tutto per mettere a disposizione del mio Paese e dei miei concittadini
la mia esperienza e le mie capacità. Erano stanchi delle chiacchiere della
sinistra, volevano fatti. In meno di due mesi abbiamo risolto la tragedia dei
rifiuti a Napoli e in Campania, abbiamo mantenuto italiana la nostra compagnia
di bandiera, l?Alitalia, abbiamo garantito i conti pubblici innovando con
l?adozione di una finanziaria triennale che le lobby non sono riuscite a modificare,
abbiamo fatto ripartire le grandi opere bloccate dai veti ideologici della
sinistra, abbiamo riformato la scuola e la giustizia, abbiamo difeso
consumatori e risparmiatori dalla crisi finanziaria, e infine abbiamo
restituito al Paese un ruolo da protagonista sulla scena internazionale».
Questo è il primo Parlamento italiano del dopoguerra nel quale non c?è un
comunista. E poi alcuni giorni fa Walter Veltroni, leader del principale
partito di centrosinistra, si è dimesso. Come interpreta lei, un uomo di
destra, i motivi della crisi della sinistra italiana? è contento di governare
senza opposizione? «Mi spiace doverla smentire. Io non sono un uomo di destra.
La ragione del consenso di cui godo nel Paese è che le vecchie ideologie non
contano più. Chi si ostina a farsene portavoce, viene punito dal voto. Siamo
stati noi ad avviare le riforme per cambiare l?Italia con un programma sociale
tra i più avanzati. Al contrario, i partiti della sinistra si sono arroccati in
difesa dei privilegi, delle corporazioni e della vecchia politica, senza essere
in grado di interpretare i bisogni di un Paese che si è evoluto. Noi, invece,
abbiamo rilanciato il nucleare e la campagna contro l?assenteismo. La sinistra
è tuttora soggetta al ricatto del fanatismo ambientalista, avrebbe perso altro
tempo prezioso prima di mettere mano all?emergenza energetica del Paese. Sotto
il ricatto dei localismi, non avrebbe mai potuto risolvere il problema dei
rifiuti. Sotto quello delle minoranze sindacali, non avrebbe mai accolto il criterio
del merito nella pubblica amministrazione e nella scuola. Inoltre, divisa al
suo interno praticamente su tutto, non avrebbe avuto mai il coraggio di
assumere decisioni importanti su temi cruciali. La crisi dell?opposizione non
può far piacere a nessuno. Anzi, preoccupa. Il ruolo della minoranza in una
democrazia è essenziale e bisogna saperlo esercitare in modo costruttivo. Ma
purtroppo la crisi dell?opposizione italiana sembra destinata a durare a
lungo». Secondo lei, che ha detto che ha mandato a casa uno dopo l?altro sette
esponenti del centrosinistra, c?è qualcuno nel centrosinistra che potrebbe
essere all?altezza di fare il capo dell?opposizione? «Non sette. Otto. C?era
anche Renato Soru, leader in pectore del Partito Democratico, candidatosi a
governare la Sardegna e ad essere in prospettiva il leader del Pd, e invece
sconfitto nelle elezioni regionali. Lei mi chiede se c?è qualcuno all?altezza
di fare il leader dell?opposizione. Le osservo che il Partito Democratico ha
appena scelto un nuovo segretario...». Perché il suo governo era così deciso a
impedire la morte di Eluana? Lei ha detto che il Consiglio dei ministri ha
preso la decisione di salvare Eluana per motivi morali. Ma la morale non
dovrebbe essere lasciata fuori, visto che è una cosa molto soggettiva? Per il
papà di Eluana, era morale permettere che sua figlia si spegnesse. E poi la
Giustizia aveva sentenziato che a Eluana poteva essere interrotta
l?alimentazione e l?idratazione artificiale. Non crede che il governo avrebbe
dovuto rispettare quella sentenza in nome del principio democratico della
divisione di poteri? «Un governo democraticamente eletto ha il diritto e il
dovere di prendere delle decisioni. La morale può essere soggettiva, la legge
no. Soprattutto su temi fondamentali come quelli che implicano la vita e la
morte, non si possono lasciare vuoti normativi, perché è in quel vuoto che
nasce il problema. La magistratura, a differenza del Parlamento, non ha il
potere di fare le leggi, ha invece l?onere e l?onore di applicarle. Se c?è un
vuoto, il compito di colmarlo con una legge spetta al Parlamento. Ma poiché
questa legge sul “fine vita” in Italia non c?era, noi abbiamo naturalmente
portato in Parlamento la nostra proposta, con la libertà per i nostri
parlamentari di votare secondo coscienza. Vorrei ricordarle che nel caso di
Eluana non è stata interrotta una cura, non si è messo fine a un accanimento
terapeutico. Semplicemente, a una donna malata si volevano togliere acqua e
alimenti, e di qui nasceva la necessità e l?urgenza di un provvedimento del
governo che poi il Parlamento avrebbe approvato o respinto, e i magistrati
applicato». Quanto ha pesato l?opinione del Vaticano su questa vicenda? «Le
scelte del governo italiano sono assolutamente autonome. E lo sono state anche
in questo caso. è ovvio che in una società libera la Chiesa possa esprimere il
proprio punto di vista, come tutti. Mi stupirei se non lo facesse, specie
quando sono in gioco alcuni valori che per i cristiani sono essenziali.
Piuttosto, noto che i critici del mio governo strumentalizzano le dichiarazioni
di esponenti della Chiesa, definendole ingerenze quando appaiono in sintonia
col governo, e invece critiche del tutto legittime quando sembrano divergere».
Uno dei primi provvedimenti approvati dal suo governo è stato il cosiddetto
Lodo-Alfano, definito dall?opposizione una legge “ad personam”, varata per
evitare il processo Mills. Alcuni giorni fa, infatti, un Tribunale di Milano ha
condannato l?avvocato Mills a quattro anni e mezzo di carcere per essere stato corrotto,
secondo i giudici, da lei. E invece lei non può essere giudicato per quella
vicenda. Non crede che il premier dovrebbe sottoporsi per primo alla giustizia?
«La legge è nata da un?esigenza indicata dalla stessa Corte
costituzionale, ovvero la
necessità di consentire alle più alte cariche dello Stato di svolgere appieno e
con serenità il proprio importante mandato. In Italia, il principio del giusto
processo prevede la piena partecipazione al dibattimento. In un processo
che dura due o tre anni con una cadenza di due o tre udienze la settimana, è
praticamente impossibile partecipare e difendersi per coloro che svolgono alte
e impegnative funzioni istituzionali. Il meccanismo dell?immunità è ben noto in
altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari ed è molto più
forte che in Italia, dove il processo viene soltanto sospeso. Nel merito, io
non ho mai neppure conosciuto il signor Mills e sono assolutamente certo di
venire assolto quando il processo riprenderà. Aggiungo che la presidente del
collegio di quel tribunale è una nota esponente di sinistra che si è espressa
più volte contro le leggi del nostro governo. Il dubbio sulla sua imparzialità
è legittimo. Purtroppo, una parte della magistratura italiana è politicizzata e
ha usato e usa il proprio potere come arma di lotta politica contro gli
avversari, in particolare contro l?unico esponente del centrodestra a poter
prevalere sulla sinistra. I giudici politicizzati della sinistra hanno persino
tentato di ribaltare il risultato del voto democratico, riuscendovi nel 1994
con un?accusa da cui sono stato naturalmente assolto con formula piena dopo
dieci anni di processi. Ricordo solo pochi dati: dal 1994 al 2006, ben 789
magistrati si sono occupati di Silvio Berlusconi con indagini e processi che
hanno portato a 587 visite della polizia giudiziaria o della Guardia di Finanza
e a 2.500 udienze, più di un record mondiale! Conclusione: sono sempre
risultato innocente, perché fortunatamente i giudici imparziali sono ancora la
maggioranza». In tanti la criticano per non aver detto parole sufficientemente
chiare e nette di condanna del ventennio fascista. Cosa pensa di quel periodo e
come giudica queste critiche? «Il partito di cui sono il leader si chiama
Popolo della Libertà e fa parte della grande famiglia della democrazia e della
libertà che è il Partito dei Popolari Europei. Nessuno può pensare che io abbia
reticenze riguardo al fascismo e per la verità non mi risultano le critiche a
cui lei fa riferimento. Mi riconosco in pieno nei principi della nostra
Costituzione repubblicana e li ho difesi in più occasioni. Le ricordo che la
stessa Costituzione prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento
alle nuove esigenze dei tempi. Piuttosto, non mi appassiona il dibattito sul
passato. Gli italiani devono guardare avanti. Per troppo tempo in Italia siamo
rimasti chiusi dentro una gabbia culturale, in una contrapposizione
anacronistica tra fascismo e antifascismo». La politica italiana contro
l?immigrazione è stata molto criticata da esponenti del governo spagnolo.
Alcune persone, infatti, hanno accusato il suo governo di avere atteggiamenti
xenofobi, soprattutto contro i rom. Lei come risponde a quelle critiche? «La
nostra politica dell?immigrazione non è “contro”, come dice lei. Non è contro
l?immigrazione tout court. Abbiamo rispetto verso coloro che vengono in Italia
per migliorare le proprie condizioni di vita e quelle della loro famiglia
attraverso un lavoro onesto, tra mille sacrifici e rispettando le leggi. Al
contrario, abbiamo un atteggiamento fermo verso coloro che in Italia entrano
illegalmente e vivono di crimini e di espedienti senza alcuna volontà di
integrarsi. La realtà è che i bambini stranieri frequentano le nostre scuole in
numero sempre maggiore, le famiglie straniere godono di una piena assistenza
sanitaria, e il governo ha anche stanziato fondi per la sanità a favore degli
immigrati irregolari. Altri governi, non escluso quello spagnolo, si trovano
alle prese con una forte immigrazione illegale. I clandestini mandati via dalla
Spagna negli ultimi anni sono stati decine di migliaia. Quanto ai romeni, che
sono cittadini europei, la Francia ne ha espulsi migliaia solo nel 2008. Nello
stesso periodo, l?Italia appena quaranta. Pure i tempi di detenzione nei Centri
d?accoglienza sono inferiori da noi a quelli della gran parte dei Paesi
europei. Per ciò che riguarda le critiche di razzismo che ci sono state mosse
in passato, il suo stesso giornale le ha definite “gaffe” nei nostri
confronti». Lei, che è un self-made man, non cercherebbe di entrare in Italia
come clandestino nel caso fosse nato in un Paese del terzo mondo e fosse
povero? «Io, come le ho detto, apprezzo chi tenta di costruirsi onestamente un
futuro per sé e per i propri figli integrandosi in un altro Paese. Ma ho ancora
più stima di chi decide di non lasciare la propria terra e, anzi, di
contribuire con il proprio lavoro e la propria iniziativa a farla crescere,
mettendosi al servizio della sua comunità. Io non sono andato a fare
l?imprenditore negli Stati Uniti, sono rimasto qui». L?Enel è ormai
proprietaria del 92% di Endesa, la più importante compagnia elettrica spagnola.
Invece, quasi ogni volta che gli spagnoli hanno cercato di investire in Italia
non hanno potuto farlo (caso Abertis e Autostrade, nel Bbva e Banca Nazionale
del Lavoro). E non mi faccia per favore l?esempio di Telefonica, perché sebbene
sia l?azionista di maggioranza in Telecom Italia, non ha nelle sue mani il
controllo della compagnia... Non crede che ci sia un grande disequilibrio tra i
due Paesi? Non crede che l?Italia sia troppo protezionista? «Guardiamo i fatti.
Per quanto riguarda Abertis e Autostrade, il problema è nato col precedente
governo, non è quindi a me che va posta la domanda. Il Bbva è stato azionista
importante della Bnl finché non ha deciso di ritirarsi ricevendo un?ottima
plusvalenza. Lo stesso vale per il Banco di Santander rispetto al San Paolo,
prima della fusione con Banca Intesa. La Bnl, peraltro, è stata acquisita da
una banca francese. Quando l?Italia ha aperto il mercato dell?energia, sono
entrati senza problemi gruppi stranieri. L?investimento di Telefonica è
finanziario, nessuno l?ha costretta a entrare in Telecom in quella posizione.
Il nostro governo, poi e innanzitutto, non è mai intervenuto e non interviene
nelle vicende di aziende private. Insomma, da parte nostra non c?è alcun
atteggiamento protezionistico. Al contrario, gli investimenti e le aziende di
altri Paesi, con in testa quelli spagnoli, sono i benvenuti in Italia». ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
09-03-2009)
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Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-09 - pag: 4 autore: Giudici
tributari, delega in arrivo Antonio Criscione La giustizia tributaria pronta al
restyling. E non solo sotto il punto di vista ordinamentale, ma probabilmente
anche con qualche intervento in campo processuale. Degli aspetti legati
all'organizzazione della magistratura tributaria avevano parlato il
sottosegretario all'Economia,Luigi Casero,e alla Giustizia, Giacomo Caliendo,
in occasione dell'anno giudiziario tributario della Ct regionale della
Lombardia ( si veda «Il Sole 24 Ore» del 21 febbraio scorso). Ma si parla anche
di un nuovo coinvolgimento di Cesare Glendi, che è stato uno dei principali
protagonisti della riforma varata nel 1992, sia dell'allargamento della
giurisdizione introdotto dalla Finanziaria 2002. Dal punto di vista
ordinamentale, le modifiche che dovrebbero entrare nella delega in fase di
elaborazione riguardano le modalità di "assunzione" dei giudici
tributari, quelle relative ai passaggi di carriera, alla determinazione dei compensi.
Nel primo caso le ipotesi che circolano – al momento non sono ancora noti nuovi
testi – prevedono l'ingresso nella magistratura tributaria per tutti
comecomponenti delle commissioni tributarie provinciali. Solo successivamente
potrebbero concorrere per l'ingresso nella funzione di giudice della
commissione tributaria regionale o avere un incarico direttivo. Questo accesso
però – secondo i progetti che erano circolati nella passata legislatura –
sarebbe differenziato a seconda della provenienza dei giudici tributari, nel
senso che richiederebbe tempi differenti di permanenza nella Ctp prima di
giustificare lo scatto, a seconda della provenienza del giudice tributario (per
esempio un giudice di carriera avrebbe bisogno di meno di un professionista e così
via). L'intervento andrebbe anche sul piano della precisazione delle cause di
incompatibilità, sia a livello di parentela che di attività esercitata. E
inoltre dovrebbe essere prevista la consacrazione legislativa della Sezione
tributaria della Cassazione. Interventi sul processo al momento non sono facili
da ipotizzare. In passato si era pensato a un ulteriore allargamento della
giurisdizione delle Ct anche ai contributi previdenziali e assistenziali, ma su questo aspetto la Corte costituzionale si è espressa successivamente in modo restrittivo. Per cui, a
meno di interventi sulla Carta costituzionale, non sembra praticabile questa situazione. Altri aspetti
meritevoli di attenzione sono certamente la revisione della tipizzazione degli
atti impugnabili contenuta nell'articolo 19 del Dlgs 546 del 1992, che
da tempo mostra la corda, e la possibilità di estendere al secondo grado la
sospensione cautelare degli atti.
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
09-03-2009)
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lunedì sezione: LAVORO E SENTENZE data: 2009-03-09 - pag: 31 autore: Requisiti
retributivi. Nelle aree ex Cassa del Mezzogiorno Coop, sgravi contributivi solo
con i minimi nazionali La cooperativa di produzione e lavoro che opera nel
Mezzogiorno deve aver corrisposto ai propri dipendenti retribuzioni non
inferiori a quelle del contratto nazionale o provinciale del settore di
appartenenza per poter fruire degli sgravi contributivi nel
periodoantecedenteal1 Úgennaio1988. A stabilirlo la sezione Lavoro della
Cassazione con la sentenza 4080/09 dello scorso 19 febbraio. L'articolo 18 del
Dl 918/1968, nell'introdurre uno sgravio sul complesso dei contributi dovuti
all'Inps, ha individuato, al comma 1, i beneficiari della riduzione nelle
aziende industriali con più di 35 dipendenti nelle zone di intervento dell'ex
Cassa del Mezzogiorno. Nella ricostruzione operata dalla Suprema corte, il comma 2 però «ha indirettamente ristretto la
platea dei beneficiari, escludendo implicitamente le cooperative di produzione
e lavoro». La disposizione è stata poi dichiarata incostituzionale
dalla sentenza della Consulta n. 261/1991 nella parte in cui «esclude dal
beneficio degli sgravi contributivi le imprese industriali operanti nel
Mezzogiorno d'Italia, relativamente al personale dipendente le cui retribuzioni
non siano assoggettate a contribuzione contro la disoccupazione involontaria».
Ma, come ricorda la sentenza 4080/09, tale norma, così come l'articolo 14 della
legge 183/1976, pur rimuovendo la ragione di esclusione per le cooperative
costituita dalla mancata sottoposizione all'obbligo contributivo per la
disoccupazione involontaria, non hanno inciso sul principio secondo cui
condizione per godere del beneficio delle riduzioni contributive in genere (sia
per gli sgravi contributivi, sia per la fiscalizzazione degli oneri sociali) è
che i lavoratori siano regolarmente denunciati agli istituti previdenziali e
godano di retribuzioni non inferiori a quelle previste dai contratti collettivi
nazionali e provinciali. In seguito, il comma 4 dell'articolo 3 del Dl 536/1987
ha esteso nominativamente a decorrere dal 1Ú gennaio 1988 le disposizioni
dell'articolo 18 del Dl 918/1968 ai soci delle cooperative di servizi di
produzione lavoro soggetti alla disciplina del Dpr 602/1970. Pertanto «le
retribuzioni su cui si calcolano gli sgravi sono le stesse, convenzionali o di
fatto, se superiori, su cui la cooperativa effettua il versamento dei
contributi ». E, secondo la Cassazione, «limitatamente alla portatae agli
effetti della sentenza della Corte costituzionale 291/1991, deve essere
corretto l'orientamento precedente di questa Corte (espresso dalle sentenze
6055/1999, 28 marzo 2003 n. 4778 e 10 agosto 2004 n. 15459, che per il resto
vanno confermate), il quale faceva decorrere da tale dichiarazione di
incostituzionalità l'effetto di un'incondizionata applicazione degli sgravi
anche per il periodo precedente » all'articolo 3, comma 4, del Dl
536/1987. Così, la Suprema corte ha accolto il ricorso
dell'Inps sulla fruizione degli sgravi per il periodo precedente al 1Ú gennaio
1988 e ha disposto il rinvio alla Corte d'appello. G. Par. PRODUZIONE E LAVORO
Altra condizione è che i dipendenti fossero regolarmente iscritti Accolto il
ricorso dell'Inps per la fruizione ante 1988
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
09-03-2009)
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lunedì sezione: LAVORO E SENTENZE data: 2009-03-09 - pag: 31 autore: Visite
fiscali. Non basta il certificato medico L'uscita durante la malattia va sempre
comunicata Guido Pietrosanti Con parere del 13 febbraio il dipartimento della
Funzione pubblica ha stabilito che, anche se la dichiarazione del medico
attesta che lo stato di salute del lavoratore è incompatibile con la
reperibilità, il dipendente non può lasciare il proprio domicilio senza prima
comunicarlo all'ufficio, in ogni caso in cui debba lasciare il domicilio. Una
posizione basata sull'articolo 71 del Dl 112/08, il cui terzo comma prescrive
«il controllo in ordine alla sussistenza della malattia del dipendente anche
nel caso di assenza di un solo giorno, tenuto conto delle esigenze funzionali e
organizzative». Il parere afferma che l'onere di preventiva comunicazione degli
spostamenti permane sul lavoratore per tutta la durata dell'assenza. Ciò anche
per evitare un probabile esito negativo della visita fiscale, in contrasto con
le esigenze funzionali e organizzative che, d'altro lato, possono consentire la
deroga all'obbligo di visita fiscale. E al riguardo la Funzione pubblica
puntualizza (come affermato nella circolare 7/08) che l'eccezione all'obbligo
di controllo si può configurare in presenza di «particolari impedimenti del
servizio del personale derivanti da un eccezionale carico di lavoro o urgenze
della giornata». In ogni caso, nonostante non tutte le amministrazioni
pubbliche dispongano la visita di controllo, le disposizioni del ministro
Brunetta un effetto lo hanno raggiunto, visto che, secondo i dati del
ministero, le assenze dei lavoratori pubblici negli ultimi mesi sono diminuite
del 40%. Quanto poi agli assenteisti, non sempre sono rimasti impuniti. Una
ricognizione della giurisprudenza in materia evidenzia, infatti, come l'assenza
ingiustificata da sempre esponga il dipendente non solo al rischio di
licenziamento e di risarcimento, ma di condanna penale e di trasferimento. La
Cassazione, ad esempio, ha sciolto un apparente enigma sulla questione
dell'incompatibilità delle attività svolte dal malato con il ristabilimento
delle condizioni di salute. Con la pronuncia 17929/08, ha confermato la
sanzione della perdita di un anno di anzianità e del trasferimento d'ufficio, comminate dalla Sezione disciplinare del Csm a un magistrato che
per motivi di salute aveva fruito di lunghi periodi di aspettativa, durante i
quali si impegnava in attività sportive incompatibili con la patologia
lombosacrale. D'altro lato, con la sentenza 5106/08, la Suprema Corte ha invece
considerato illegittimo il licenziamento di una dipendente che, durante
la malattia, aveva effettuato un viaggio da Milano a Roma per partecipare a una
trasmissione televisiva, in qualità di cantante lirica amatoriale. In questo
caso, il periodo di astensione dal lavoro è stato ritenuto compatibile con
attività che non richiedevano eccessivo dispendio di energie psicofisiche e con
un trasferimento del paziente non implicante eccessivo affaticamento. GIRO DI
VITE BRUNETTA Ininfluente il fatto che lo stato di salute permetta di
allontanarsi da casa Controlli estesi alle assenze di un giorno
( da "AltaLex" del 09-03-2009)
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Distanze tra le
costruzioni e principio della prevenzione Articolo di Andrea Berto 09.03.2009
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DELLA PREVENZIONE di Andrea Berto ** * ** Il presente studio ha lo scopo di
fornire un breve excursus sulle pronunce giurisprudenziali in tema di distanze
tra le costruzioni e sull'applicazione concreta del principio di prevenzione
L'art. 873 del Codice Civile, rubricato ?distanze nelle costruzioni?,
stabilisce che ?le costruzioni su fondi finitimi, se non sono unite o aderenti,
devono essere tenute a distanza non minore di tre metri. Nei regolamenti locali
può essere stabilita una distanza maggiore?. I. Ratio La pacifica
giurisprudenza è concorde nel ritenere che ratio della disposizione in oggetto
sia quella di impedire che tra costruzioni vicine si creino intercapedini che,
per la loro esiguità, abbiano a risultare pericolose (sotto il profilo
dell?insalubrità nonché dell?ordine pubblico). Pertanto, stante la finalità di
perseguire un interesse pubblico, accertata l'inosservanza delle distanze
legali, è da ritenere irrilevante qualsiasi ulteriore accertamento
sull'edificabilità o meno del fondo o sulla concreta pericolosità o dannosità
delle intercapedini, essendo tale situazione presupposta dalla norma.
Conformemente alla sua ratio, l'art. 873 trova applicazione solo nel caso in
cui due fabbricati, sorgenti da bande opposte rispetto alla linea di confine,
si fronteggino, anche se in minima parte, nel senso che supponendo di farli
avanzare verso il confine in linea retta, si incontrino almeno in un punto
[Cassaz. 26.6.1995 n. 5892; C 12.12.1986 n. 7384]. Le distanze di cui
all'articolo in esame, pertanto, non sono applicabili all caso di fabbricati
disposti ad angolo senza avere pareti contrapposte. II..Nozione di costruzione
"Costruzione", ai fini della disciplina dettata dall'art. 873, è un
concetto che non si esaurisce in quello di "edificio" o di struttura
realizzata con muri di cemento o laterizi, ma, come ha chiarito la
giurisprudenza, si estende a qualsiasi opera stabilmente infissa al suolo[1] .
In generale, rientra nel concetto di costruzione ogni manufatto, di qualunque
materiale esso sia costituito, che emerga in modo sensibile al di sopra del
livello del suolo o non sia completamente interrato, e che, pur difettando di
una propria individualità, per struttura, solidità, compattezza, consistenza e
sporgenza dal terreno, sia idoneo a creare quelle intercapedini dannose, in
quanto impediscono il passaggio di aria e luce, che la legge, stabilendo la
distanza minima fra le costruzioni, intende evitare [in tal senso, C 30.8.2004
n. 17390; C 15.2.2001 n. 222; C 22.5.1998 n. 5116]. Tenendo conto della ratio
della norma, e venendo ad una breve disamina dei casi particolari, la
Cassazione ha qualificato come costruzione: la tettoia che avanzi rispetto
all'edificio già esistente [C 30.10.2003 n. 16358], i balconi [C 25.3.2004 n.
5963; C 29.3.1999 n. 2986; C 10.6.1998 n. 5719,],una pensilina costruita su un
terrazzo con materiali metallici [C 21.6.1985 n. 3727]; una scala esterna in
muratura [C 30.8.2004 n. 17390; C 26.5.1998 n. 5222]; un chiosco annesso
all'impianto di distribuzione di carburante [C 9.6.1992 n. 7069]; un manufatto,
con finestra, coperto da tettoia formata da travi con soprastanti lamiere,
destinata a fienile, magazzino e pollaio [C 24.5.1997 n. 4639,]; un barbacane
quale elemento costruttivo di completamento dell'edificio [C 29.8.1997 n. 8240,
GBLT 1998, 60]. Secondo la Cassazione, non rientrano, invece, nel concetto di
costruzione e non sono quindi soggette alla normativa sulle distanze: le
condutture elettriche ed i pali che le sostengono [C 21.9.1970 n. 1647] ; uno
zoccolo basso in muratura con rete metallica infissa [C 20.7.1973 n. 1647]; i
manufatti realizzati all'interno di preesistenti costruzioni eseguite in
appoggio o in aderenza ad un muro comune sul confine [C 21.2.1979 n. 1117]; un
campo da tennis ad uso privato, dato che la rete metallica che di solito
circonda simili campi, non può formare un'intercapedine e come tale non rientra
nella previsione dell'art. 873 [C 1.7.1996 n. 5956]. Non sono altresì
considerate costruzione il muro di contenimento di una scarpata o di un
terrapieno [C 19.8.2002 n. 12239; C 15.6.2001 n. 8144; C 21.5.1997 n. 4541] e,
ai sensi dell'art. 878, il muro di cinta con altezza non superiore ai tre
metri.. Quando si realizzi un edificio dotato di sporti od aggetti[2], bisogna
distinguere a a seconda che presentino una funzione meramente decorativa o se,
invece, abbiano dimensioni consistenti tali da ampliare la superficie o la
funzionalità del fabbricato. Solo in quest'ultimo caso gli sporti assumono il
carattere di costruzione, mentre quelli di limitata consistenza, secondo la
giurisprudenza, non devono essere inclusi nel computo delle distanze, in quanto
configurano entità trascurabili rispetto all'interesse tutelato dalla norma
considerato nel suo triplice aspetto della tutela della sicurezza, della
salubrità e dell'igiene [in tal senso C 5.11.1990 n. 10615]. III. Il criterio
della prevenzione In materia di costruzioni sul confine, la legge si ispira al
principio della prevenzione temporale[3], desumibile dal combinato disposto
degli artt. 873, 874, 875 e 877, secondo il quale il proprietario che
costruisce per primo determina, in concreto, le distanze da osservare per le
altre costruzioni da erigersi sui fondi vicini. Chi edifica per primo su di un
fondo contiguo ad un altro ha una triplice facoltà alternativa: a) costruire
sul confine: di conseguenza il vicino potrà costruire in aderenza o in appoggio
(pagando in tale ipotesi, ai sensi dell'art. 874, la metà del valore del muro);
b) costruire con distacco dal confine: e cioè alla distanza di un metro e mezzo
dallo stesso o a quella maggiore stabilita dai regolamenti locali; in tal caso
il vicino sarà costretto a costruire alla distanza stabilita dal codice civile
o dagli strumenti urbanistici locali; c)costruire con distacco dal confine ad
una distanza inferiore alla metà di quella totale prescritta per le costruzioni
su fondi finitimi salvo il diritto del vicino, che costruisca successivamente,
di avanzare la propria fabbrica fino a quella preesistente, pagando il valore
del suolo. In tal caso, il vicino può costruire in appoggio, chiedendo la
comunione del muro che non si trova a confine (ed in tale ipotesi deve pagare,
ai sensi dell'art. 875, la metà del valore del muro) oppure in aderenza. II
diritto di prevenzione, riconosciuto a chi per primo edifica, si esaurisce con
il completamento, dal punto di vista strutturale e funzionale, della costruzione[4].
Esso, pertanto, non può giovare automaticamente per un successivo manufatto,
ancorché accessorio ad una preesistente costruzione, se il giudice del merito
ne accerta le caratteristiche di costruzione in senso tecnico-giuridico [C
21.5.2001 n. 6926]. Nel caso della sopraelevazione ? che secondo la pacifica
giurisprudenza costituisce una nuova costruzione ? il criterio della
prevenzione non esclude che il preveniente sia tenuto al rispetto della
sopravvenuta disciplina regolamentare integrativa di quella dettata dal codice
civile e debba pertanto effettuare la sopraelevazione del proprio fabbricato
rispettando la diversa distanza legale stabilita da tale disciplina, con la
conseguenza che, ove lo strumento urbanistico locale, successivamente intervenuto,
abbia sancito l'obbligo inderogabile di osservare una determinata distanza dal
confine, è da escludere il diritto a sopraelevare in allineamento con
l'originaria costruzione Qualora la priorità nel tempo della costruzione non
emerga dallo stato dei luoghi o delle cose, l'onere della prova di aver
costruito per primo grava su colui che chiede l'arretramento del fabbricato
altrui, sul presupposto della preesistenza della propria costruzione [C
7.8.2002 n. 11899,; C 25.6.2001 n. 8661; C 16.5.1991 n. 5472; C 8.2.1986 n.
790; C 13.11.1982 n. 6058]. Il principio della prevenzione opera anche nel caso
in cui la prima costruzione sia stata realizzata senza la prescritta
concessione e quindi sia illegittima dal punto di vista urbanistico, in quanto
questa attiene solo alla regolamentazione dei rapporti tra privati e P.A. e non
riguarda i rapporti tra i privati stessi, in ordine alle distanze legali, che
restano regolati esclusivamente dal c.c. e dagli strumenti urbanistici
locali[5]. La prevenzione non opera quando gli strumenti urbanistici locali
prevedono una distanza minima dal confine [C 5.4.2002 n. 4895; C 5.10.2001 n.
1229; C 13.12.1999 n. 13963] . La giurisprudenza ha, a tal proposito chiarito
che in tema di distanze legali, solo se i regolamenti edilizi stabiliscono
espressamente la necessità di rispettare determinate distanze dal confine,
vietando la costruzione sullo stesso, non può trovare applicazione il principio
della prevenzione; viceversa, qualora tali regolamenti consentano la predetta
facoltà di costruire sul confine (in aderenza o in appoggio), come alternativa
all?obbligo di rispettare una determinata distanza da esso, si versa in ipotesi
del tutto analoga, sul piano normativo, a quella prevista e disciplinata dagli
artt. 873 ss c.c., con la conseguente operatività del principio della
prevenzione[6]. IV Interpello preventivo Come si è più sopra detto, una delle
facoltà del preveniente è quella di costruire ad una distanza inferiore alla
metà di quella totale prescritta. In tal caso, il vicino, secondo l'art. 875
c.c. ?può chiedere la comunione del muro soltanto allo scopo di fabbricare
contro il muro stesso, pagando oltre il valore della metà del muro, il valore
del suolo da occupare con la nuova fabbrica, salvo che il proprietario
preferisca estendere il suo muro sino al confine? Il secondo comma
dell'articolo in esame stabilisce poi che ?il vicino che intende domandare la
comunione deve interpellare preventivamente il proprietario se preferisca di
estendere il muro al confine o di procedere alla sua demolizione. Questi deve
manifestare la propria volontà entro il termine di quindici giorni e deve
procedere alla costruzione o alla demolizione entro sei mesi dal giorno in cui
ha comunicato la risposta?. La disposizione dell'art.
( da "Blogosfere" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Mar 09
( da "Sannio Online, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Valle Telesina:
Rimborsi canoni di depurazione Le perplessità espresse dal sindaco Pubblicato
il 09-03-2009 La fascia tricolore di Foglianise Giovanni Mastrocinque risponde
all?interrogazione consiliare per la restituzione del canone idrico di depurazione...
La fascia tricolore Giovanni Mastrocinque risponde all?interrogazione
consiliare per la restituzione del canone idrico di depurazione. Esordisce il
primo cittadino: ?In riscontro alla interrogazione presentata da Tommaso
Boscaino chiarisco la posizione assunta da questa maggioranza e ribadita più
volte. La Corte Costituzionale ha stabilito con la sentenza n. 335/2008 che il
canone di depurazione applicato sulla bolletta dell?acqua, in quanto componente
tariffaria di un servizio non è dovuto se il relativo impianto è assente ovvero
sia, anche temporaneamente, fuori servizio. Tutto ciò a seguito della
dichiarazione di illegittimità costituzionale
dell?art. 14 comma
( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Racalmuto
(Agrigento), 9 mar. (Apcom) - Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, non
invierà ispettori alla Procura di Palermo dopo la notizia che il cognato del
procuratore capo, Francesco Messineo, sarebbe indagato. "Assolutamente
no", risponde il Guardasigilli a chi gli chiedeva se avesse intenzione di
inviare ispettore da via Arenula. Oggi il Csm dovrebbe
aprire un procedimento sulla vicenda. "Il lavoro del Csm - dice Alfano a
margine della cerimonia dell'avvio dei lavori del raddoppio della Statale
Agrigento-Caltanissetta - è sempre autonomo. Io ho una stima particolarissima
nei confronti del procuratore Messineo perché nel suo campo ho potuto
apprezzare i risultati nella lotta e contratasto alla mafia. Il Governo
e il Parlamento hanno prodotto atti e leggi - sottolinea - e la procura di
Palermo è stata in prima linea, basta vedere l'aggressione ai patrimoni
mafiosi, e i risultati sono stati straordinari".
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Da oltre 50 anni
attende verità e giustizia Travolto da una camionetta della Polizia, rimase
invalido ma non gli fu riconosciuto nulla Lunedì 9 Marzo 2009, Da molti anni
scrive ai presidenti della Repubblica che si sono succeduti nel tempo, ai
presidenti del Consiglio, ai vari ministri ed alla Corte
Costituzionale chiedendo verità e giustizia. E qualche tempo fa ha ripetuto la
stessa richiesta anche all'attuale presidente Berlusconi. Lui, Roberto Casetto,
portinaio dell'ospedale di Adria, dal 1956 non ha ancora smesso di lottare. La
vicenda è storia di oltre 50 anni fa e riguarda il padre Marcello e l'incidente
del quale è rimasto vittima, precisamente il 21 gennaio 1956, travolto
ad Adria con altre persone da una camionetta del reparto Celere della Polizia
nei pressi dell'incrocio di via Peschiera. Un incidente il cui esito fu molto
grave per il padre e, di conseguenza, per la sua famiglia. «Quel giorno, a
causa della forte velocità con cui viaggiava con il suo mezzo - espone Roberto
Casetto nella sua lettera - un poliziotto della Celere travolse tre persone. Un
incidente nel quale mio padre, che allora aveva appena 25 anni, fu dato per
morto a causa del violento impatto subito». Invece, fortunatamente,
sopravvisse, ma rimase invalido per tutta la sua vita cessata nel 1993.
«Onorevole Presidente - riprende il suo racconto Casetto - lo Stato non ha mai
voluto riconoscere il danno causato da un suo agente ad un cittadino, rovinando
così la vita ad un'intera famiglia». Tempi durissimi quelli trascorsi nei
ricordi di Roberto Casetto, in cui nessuno è intervenuto in loro sostegno ed in
cui i modestissimi introiti del padre non erano di certo sufficienti per tutte
le necessità. «Allora i mezzi della Polizia erano assicurati dal ministero
dell'Interno, ma a mio padre non venne riconosciuto alcunchè. Da quando venne
sottoposo a visita medico legale non ci è mai stata consegnata copia del
referto. Perchè? Cosa ci viene nascosto?» si chiede Roberto Casetto, rivolgendo
la domanda al presidente Berlusconi, nella speranza, mai sopita in questi
lunghi anni, che lui possa fare qualcosa. Neppure gli avvocati che nel tempo
sono stati incaricati di scavare nel caso sono venuti a capo di nulla, quasi la
pratica Marcello Casetto non esistesse più e l'errore di un poliziotto dovesse
essere nascosto. «Uno di questi avvocati ci ha risposto che i rappresentanti
dello Stato avevano rubato la vita a mio padre. Presidente - si rivolge quindi
il figlio a Capo del Governo - chiedo solamente di avere una copia di quel
certificato, anche se il caso è oramai passato in prescrizione. Così come noi
cittadini dobbiamo rispettare la legge, allo stesso modo anche lo Stato deve
osservarla. Altrimenti - conclude il suo appello - come può un cittadino
credere nella giustizia?». Roberto Casetto resta in attesa di una risposta!
Moreno Tenani
( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La Filologica rifà il
look alla sede e mette in cantiere le avventure di Sherlock Holmes in friulano
Lunedì 9 Marzo 2009, Pubblicazioni, didattica e un lifting alla sede. Il
bilancio di previsione 2009 della Società filologica friulana è stato approvato
ieri all'unanimità dai soci presenti nella sala Paolino d'Aquileia in occasione
dell'assemblea generale ordinaria dove il presidente Lorenzo Pelizzo,
esprimendo piena soddisfazione per i risultati raggiunti, ha
ricordato che in attesa della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge
regionale 29/2007 la Regione «deve fare la sua parte applicando prima possibile
ciò che la legge prevede, mettendo a disposizione i finanziamenti necessari e
rafforzando gli organismi competenti in materia». Per andare avanti insomma si
guarda all'amministrazione regionale. Nel frattempo anche la Filologica
ha fatto la sua parte. Il 2008 si è chiuso con un bilancio positivo e un avanzo
di gestione di 1.200 euro, un risultato di non poco conto se si considerano le
tantissime iniziative portate avanti dalla Società dai convegni alle
manifestazioni, dai concorsi ai corsi di formazione che hanno impegnato 34
docenti fino alle pubblicazioni come Olmis, il diario bilingue
italiano-friulano dedicato agli allievi delle scuole che è stato distribuito in
18mila copie. I progetti sono tanti anche per il
( da "Sicilia, La" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Dimensionamento,
tutti per il rinvioIl dibattito. Concordi i sindacati, non si fa in tempo a
modificare organici e status degli istituti «Il mondo della scuola catanese e
siciliano può contare su sostegno concreto e fattivo del governo regionale per
fare fronte alle difficoltà da cui è oggettivamente gravato sia per la riforma
Gelmini, che non tiene conto della specificità di cui la scuola del Sud è
portatrice. Intanto questa iniziativa dell'assessore comunale Sebastiano
Arcidiacono di creare un coordinamento è meritevole di apprezzamento perché
intelligente e propositiva e permette di affrontare con maggiore determinazione
le questioni sul tappeto». Lo ha detto il presidente della Regione Raffaele
Lombardo concludendo l'incontro promosso con il capo del governo regionale e a
cui hanno partecipato oltre duecento tra assessori comunali e dirigenti
scolastici della provincia di Catania, ma anche di altre province: «Sul piano concreto - ha detto Lombardo - oltre alle impugnative
dinnanzi alla Corte Costituzionale, ricordo che abbiamo accorpato Formazione e
Istruzione e la dirigente generale della Regione, Patrizia Monterosso, per un
precisa scelta gestisce entrambi i dipartimenti, anche se gli assessorati per
il momento sono separati. Poi possiamo mettere in campo un certo
decisionismo che come governo regionale abbiamo più volte fatto valere e lo
faremo per le ragioni della scuola siciliana che sono chiare ed evidenti per
come le avete rappresentate». L'assessore alla Politiche scolastiche del Comune
Sebastiano Arcidiacono, promotore dell'iniziativa, nel ringraziare il
presidente Lombardo ha sottolineato come la scuola è ancor oggi «La prima
azienda coi suoi 20 mila addetti solo in provincia di Catania oltre centomila
in tutta l'isola. Prendiamo atto - ha detto Sebastiano Arcidiacono - che
anzichè investire sulla scuola, lo Stato opera i tagli salvaguardando le scuole
a tempo pieno, quelle che più mancano al Sud, con risultati devastanti sia per
l'occupazione dei docenti del tempo ordinario e per il diritto all'istruzione
dei ragazzi soprattutto meridionali e siciliani». Arcidiacono, nel consegnare a
Lombardo un documento elaborato da un gruppo di dirigenti scolastici ha
ricordato il ruolo bipartisan di questi incontri e ha sottolineato come ancora
una volta venga penalizzato il Sud, e la Sicilia in particolare, che dovrà
pagare con il taglio di oltre tremila docenti precari che finora hanno
contribuito a portare avanti la scuola: «Già da tempo nelle scuole non si
possono acquistare né banchi né sedie per mancanza di risorse -ha aggiunto
l'assessore comunale alla Pi di Catania - e per questo è necessario che la
Regione conduca la battaglia insieme a noi, consapevoli come siamo che la
scuola è bene di tutti e va assolutamente salvaguardato». Ricco di spunti il
dibattito a cui hanno preso parte anche i rappresentanti dell'organizzazione
che rappresenta i presidi e gli insegnanti. Nel documento consegnato a Lombardo
e che verrà dato nei prossimi giorni anche alle massime cariche dello Stato e
ai capigruppo del parlamento nazionale e regionale, viene elaborato un piano di
proposte per fare fronte alla crisi della scuola siciliana con l'adozione di
tutta una serie di misure in grado di migliorare il funzionamento dell'apparato
scolastico e attenuare almeno in parte i disagi che provoca la legge Gelmini e
i tagli indiscrimati in essa contenuti».
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del
09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ANTONINO SINISCALCHI
Sorrento. Rilanciare l'immagine degli agrumeti sorrentini, afflitti da degrado
e abbandono, regolamentando il rapporto tra proprietari e affittuari dei fondi
agricoli. È l'esigenza che ha ispirato il convegno sul tema «L'agricoltura
sorrentina e la legge sui patti agrari», svoltosi ieri mattina nella sala
consiliare del comune di Sorrento, organizzato dall'associazione forense
sorrentina, per analizzare il disegno di legge presentato dal senatore Raffaele
Lauro finalizzato all'aggiornamento della legge 203/1982. Introdotto
dall'avvocato Antonino Cuomo e coordinato dal presidente dell'Associazione
Francesco Esposito, al convegno sono intervenuti il magistrato Luigi
Pentangelo, giudice presso la sezione agraria del tribunale di Torre Annunziata,
il senatore Raffaele Lauro (nella foto a destra) e il presidente della
commissione Agricoltura della camera dei deputati Paolo Russo. Evidenziata la
necessità di integrare la predetta legge, in quanto la Cassazione ha stabilito
cinque anni fa che in base alla sentenza 139/1984 della
Corte Costituzionale, sono prive di effetti le norme che disciplinavano le
tabelle dei moltiplicatori dell'equo canone e dei redditi dominicali. «Una
carenza - ha evidenziato Luigi Pentangelo - che lascia la determinazione del
canone alla libera contrattazione delle parti, regolamentando solo la durata
dei contratti agrari, fissata in 15 anni». Il meccanismo di equo canone,
privato degli strumenti alla base della sua determinazione, non essendo
operativo, priva di qualsiasi tutela gli affittuari di terreni agricoli. Per
contro, i proprietari sono pressati dalle difficoltà economiche di gestione dei
fondi. «Per rilanciare i fondi è necessaria una redditività adeguata alle
potenzialità delle strutture - ha spiegato Antonino Cuomo -. I costi per
rinnovare i pergolati sono talmente rilevanti che suggeriscono ai proprietari
di abbandonare i fondi agricoli. Basta guardarsi intorno. Anche gli interventi
di sostegno istituzionali sono nulli o inadeguati, nonostante le norme
demandino alla Regione il compito di finanziare tutte le iniziative per la
tutela del settore agricolo». Il disegno di legge del senatore Raffaele Lauro,
sottoscritto anche da altri 35 senatori bipartisan, che si innesta sulla
struttura normativa del
( da "e-gazette" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Alta velocità ? 150
milioni di risarcimento e 27 condanne per i danni al Mugello Chiuso il processo
per i danni creati dalla Tav tra Toscana ed Emilia Romagna. Le condanne per
?illecito smaltimento dei rifiuti?. Il Wwf: ?Sia un monito per le altre grandi
opere?. Firenze, 9 marzo ? Sono ventisette le persone condannate per reati
ambientali e c?è l?obbligo, per il Cavet, il consorzio che ha avuto in appalto
i lavori, di risarcire le parti civili versando 50 milioni di euro al ministero
dell?Ambiente, 50 alla Regione e 50 alla Provincia. Si è concluso così il
processo sulla costruzione della Tav fra Emilia Romagna e Toscana. Il
territorio del Mugello è stato duramente sacrificato a una grande opera di
ingegneria realizzata con scarsissima attenzione per l?ambiente. È la conclusione
dei giudici sulla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità (Tav)
fra Emilia Romagna e Toscana:
( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
(ASCA) - Roma, 9 mar
- ''Alfano e' in malafede e riduce la lotta al crimine ad una mera questione di
denaro''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera,
Donatella Ferranti replica all'intervento del ministro Angelino Alfano a Governoincontra.
''In un momento di crisi economica il ministro spiattella dati per confondere
gli italiani. Se fosse veramente oggettivo oltre a rendere pubblica la
posizione debitoria del Ministero della Giustizia nei confronti delle societa'
che forniscono i servizi di intercettazioni, il ministro renderebbe pubblica
l'entita' del patrimonio (somme di denaro, preziosi, automobili, immobili,
ecc.) che e' stato recuperato proprio grazie allo strumento delle
intercettazioni''. ''Inoltre il ministro dimentica di dire -prosegue Ferranti-
che gran parte di quei 400 milioni sono solo anticipati dal ministero, come
tutte le altre spese del processo, e che devono essere recuperati a carico dei
condannati. E allora- si chiede - a che punto sono le procedure di recupero?
Riducendo la lotta al crimine ad una mera questione di risorse economiche -
prosegue - il ministro denigra e delegittima l'impegno
della polizia giudiziaria che con dedizione lavora ogni giorno mettendo a
repentaglio anche la vita''. ''Per questo -conclude Ferranti- il ddl del
governo e' un regalo alla criminalita' che in un colpo solo indebolisce il potere giudiziario e riporta il paese
indietro in materia di diritti civili''.
( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 9 mar. (Apcom)
- "Alfano è in malafede e riduce la lotta al crimine ad una mera questione
di denaro". Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della
Camera, Donatella Ferranti replica all'intervento del ministro Angelino Alfano
a Governoincontra . "In un momento di crisi economica - afferma Ferranti -
il ministro spiattella dati per confondere gli italiani. Se fosse veramente
oggettivo oltre a rendere pubblica la posizione debitoria del ministero della giustizia nei confronti delle società che forniscono i
servizi di intercettazioni, il ministro renderebbe pubblica l'entità del
patrimonio (somme di denaro, preziosi, automobili, immobili, ecc.) che è stato
recuperato proprio grazie allo strumento delle intercettazioni. Inoltre -
prosegue - il ministro dimentica di dire che gran parte di quei 400 milioni
sono solo anticipati dal ministero, come tutte le altre spese del processo, e
che devono essere recuperati a carico dei condannati". "E allora - si
chiede Ferranti - a che punto sono le procedure di recupero? Riducendo la lotta
al crimine ad una mera questione di risorse economiche il
ministro denigra e delegittima l'impegno della polizia giudiziaria che con
dedizione lavora ogni giorno mettendo a repentaglio anche la vita. Per questo -
conclude la deputata Pd - il ddl del governo è un regalo alla criminalità che
in un colpo solo indebolisce il potere giudiziario e riporta il paese indietro in materia di diritti civili".
( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 9 mar. (Apcom)
- Atti alla Consulta per il processo a Maurizio Gasparri. Il giudice
monocratico della X sezione penale del Tribunale di Roma ha
sollevato conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato (Giurisdizione
Ordinaria e Camera dei Deputati) dinanzi alla Corte Costituzionale in merito al
procedimento in cui è imputato per diffamazione il senatore del Pdl, in seguito
ad una querela del pm di Potenza Henry John Woodcock per alcune dichiarazioni
rese nel corso di una trasmissione radiofonica della Rai. Il giudice ha
accolto la riserva su una istanza del difensore di Woodcock, l'avvocato Bruno
Larosa. Quest'ultimo ha chiesto che la Corte costituzionale
dichiari che non spettava alla Camera sindacare le opinioni espresse da
Gasparri durante la trasmissione radiofonica Rai 'Radio 3131' andata in onda
l'8 febbraio del 2004. Alla domanda del conduttore "Come sta Gasparri, di
umore...?", Gasparri rispose: "Di umore molto sereno perché ho avuto
due soddisfazioni in questi giorni: è stata spazzata via una farneticante
accusa di un giudice irresponsabile di Potenza dalla magistratura romana che
l'ha archiviata". Dopo la citazione a giudizio di Gasparri la difesa del
senatore chiese che il giudice trasmettesse gli atti al Parlamento perché si
pronunciasse sulla sindacabilità delle dichiarazioni. La Camera deliberò il 19
dicembre
( da "KataWeb News" del 09-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Spagna: Garzon nei
guai, ha occultato 203.000 dlr 9 marzo 2009 alle 22:23 — Fonte: repubblica.it —
0 commenti È bufera sul giudice più famoso di Spagna: Baltasar Garzon. Il
'grande inquisitore', denuncia la Corte di Cassazione di Madrid, si è
"dimenticato" di dichiarare 203.000 dollari percepiti tra il marzo
del 2005 e il giugno del 2006 quando si trovava per un anno sabbatico a New
York, dove ha anche tenuto alcune lezioni all'Università. Il 'Tribunale
Supremo' ha girato l'incartamento al 'Consejo general del poder judicial
(Cgpj), il Csm spagnolo. E' quanto scrive il sito web di El
Mundo secondo cui Garzon, celebre per aver fatto arrestare l'ex dittatore
cileno Augusto Pinochet e recentemente per aver messo sotto accusa esponenti di
primo piano del Partido Popular, negli stessi 15 mesi continuò a percepire lo
stipendio di magistrato della Procura nazionale. Garzon ricevette
indennità di viaggio per 21.152 dollari, oltre ad altri 21.650 per pagare alla
figlia la retta della scuola internazionale delle Nazioni Unite. A queste voci
si aggiungono i circa 160.000 dollari di stipendio per le lezioni tenute al
Centro Rey Juan Carlos I e al Centro di Diritto e Sicurezza presso la New York
University. Il giudice, scrive El Mundo, rischia grosso perché quando chiese la
sua pausa retribuita, in seguito prorogata, "non ha mai reso conto dei
redditi percepiti e dei rimborsi spese" quando era negli Usa. AGI