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Report "Giustizia" 7-9 giugno 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

La Corte ha funzione di garanzia Giuseppe Frigo, giudice della Consulta, ospite del Rotary club Brescia Nord ( da "Giornale di Brescia" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale, oggi: la funzione di garanzia nell'ambito degli equilibri istituzionali». «È significativa la collocazione stessa della Corte Costituzionale: il Palazzo della Consulta in Roma, nelle vicinanze del Palazzo del Quirinale, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana - ha spiegato il prof.

Dicembre '73 un giudice molesta un minorenne Ma dopo tre gradi di giudizio viene scagionato ( da "Tempo, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: accomoderà anche lui sul seggiolone di presidente della Corte Costituzionale. C'è Giacomo Caliendo, che oggi siede nel governo di Silvio Berlusconi, con l'incarico di sottosegretario alla Giustizia. C'è Michele Coiro, che sarà procuratore generale del Tribunale di Roma e poi direttore generale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.

Pubblichiamo ampi stralci del primo capitolo del libro di Stefano Livadiotti, . Un magistrato viene sorpreso in un cinema di periferia, dove ha promesso so ( da "Tempo, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: accomoderà anche lui sul seggiolone di presidente della Corte Costituzionale. C'è Giacomo Caliendo, che oggi siede nel governo di Silvio Berlusconi, con l'incarico di sottosegretario alla Giustizia. C'è Michele Coiro, che sarà procuratore generale del Tribunale di Roma e poi direttore generale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.

Le quote acqua da rimborsare: attendiamo Roma ( da "Adige, L'" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 14 e l'art.55 del D.L. 152/06 laddove si prevede che la quota di tariffaria del servizio idrico integrato, relativamente alla depurazione delle acque, non sia attuabile e applicabile ai cittadini laddove gli impianti di depurazione non siano realizzati o attivi.

LA BIOETICA E IL DIRITTO DEL PADRE ( da "Unita, L'" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ha a che vedere con la legge 40 e con i recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale nel merito di alcuni passaggi di quella normativa. In particolare, la caduta dell'obbligo a «un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre», rende possibile crioconservare quegli embrioni che non vengono usati al primo tentativo;

Libro di Ciccardini Arriva Scalfaro ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Insieme all'autore saranno presenti l'ex capo di Stato e Massimo Papini, direttore dell'istituto regionale per la storia delle Marche e Michele Zolla, vice presidente dell'associazione nazionale ex parlamentari. Il libro si avvale della prefazione dell'ex presidente della Corte Costituzionale Leopoldo Elia.

Imprenditori, date lo stipendio lordo ai lavoratori il liberista ( da "Riformista, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte costituzionale bocciò quattordici dei ventuno quesiti. Ai sette rimasti, venne poi a mancare qualsiasi sostegno dalla parte ad essi più affine, il raggruppamento guidato da Berlusconi, cui era più utile avere "problemi" ai quali promettere d'interessarsi, una volta tornato al potere, che "soluzioni" il cui merito politico sarebbe stato d'

( da "Giornale.it, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente emerito della Corte costituzionale, ex presidente della Rai e docente universitario, adesso si va a mettere in gioco per fare il sindaco di Terni. Perché? «Perché non me la sento di stare a guardare mentre la mia città sta morendo. Affossata dalla corruzione, dall'indebitamento finanziario, dall'inquinamento».

Legge impugnata dal governo Ora si lavora al regolamento ( da "Trentino" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ottobre la legge provinciale sugli appalti è stata impugnata dal governo Berlusconi di fronte alla Corte Costituzionale. Per l'esecutivo la competenza in materia è dello Stato e il consiglio provinciale non avrebbe titolo a legiferare sull'argomento. Uno stop arrivato nel pieno dello tsunami giudiziario che lo scorso autunno ha interessato proprio il mondo degli appalti trentino.

e moretton attacca tondo: chieda le compartecipazioni ( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: quanto è già stato avviato nella passata legislatura con il conquistato federalismo fiscale e l'ottenimento delle compartecipazioni Irpef sulle pensioni Inps, come riconosciuto anche dalla Corte costituzionale». «È grave - osserva ancora Moretton in una nota - che su questo fronte Tondo temporeggi ancora e minimizzi la sua incapacità di far valere e rispettare un diritto acquisito».

caccia: marsilio (pd): subito il piano faunistico ( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Corte costituzionale che ha bocciato alcuni articoli della legge regionale sulla caccia se non verrà approvato il Piano faunistico regionale. Da qui l'appello: «Chiedo al presidente Tondo, quale garante del rispetto delle norme regionali -, di approvare il Piano individuando anche gli indirizzi generali e i criteri per la predisposizione dei Piani venatori distrettuali e per l'

GUIDO PICCOLI LA VIOLENZA SCUOTE IMPROVVISAMENTE IL PERù. TRENTATRE MORTI, 22 MANIFESTANTI E... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: seguito al rifiuto del parlamento di Lima di accettare il giudizio di incostituzionalità di uno dei decreti governativi espresso dalla stessa Corte Costituzionale peruviana. La scelta repressiva di Alan García risulta comunue più che azzardata. Invece di spaventare i manifestanti, la repressione ha generalizzato la protesta spingendo tutti i maggiori sindacati ad uno sciopero generale.

Zampatti honoured for her style ( da "Daily Telegraph, The" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM, ACT, For exceptional service in management of the acquisition of the C-17 aircraft, as an acquisition management team member and as Project Director Air 8000 PH3-Heavy Airlift Project. Medal (OAM) General division Mr Stephen Roderick AHERN, Gladesville, NSW, For service to radio broadcasting as an educator,

Deja se stiu promovatele in Liga 1 la fotbal ( da "Romania Libera" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 08 Iunie 2009 International curtea de Arges si CSM Ploiesti si-au asigurat ieri promovarea in Liga I la fotbal, acolo unde erau deja "urcate" Ceahlaul Piatra Neamt si Unirea Alba Iulia. Cu o etapa inaintea finalului, suspansul se mentine doar in subsolul seriei a II-a. Rezultate din Seria I: Ceahlaul Piatra Neamt-CSM Ploiesti 0-2;

P2P, sorvegliare e disconnettere ( da "Punto Informatico" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale tedesca: l'azienda non aveva diritto di monitorare in maniera sistematica i circuiti del P2P a caccia di violazioni da registrare per essere impugnate contro il cittadino della rete. Ma sono numerosi, dentro e fuori dall'Italia, gli attori dell'industria che vorrebbero disporre della possibilità di tutelarsi senza doversi invischiare in tortuosi procedimenti

Elettrosmog e codice penale ( da "ItaliaOggi Sette" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 12 Elettrosmog e codice penale Chiedo se il fenomeno dell'elettrosmog possa incappare automaticamente nei rigori dell'art. 674 c. p. H.N. Risponde Piergiorgio Pizzo La Corte costituzionale, con la sentenza n. 127, del 7 marzo 1990 ebbe a puntualizzare che: «Fino a prova contraria, si deve [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati:

Saptesprezece cadavre ale pasagerilor zborului AF 447 au fost recuperate ( da "Romania Libera" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 150 de kilometri distanta de Recife, pe coasta nord-estica a Braziliei. Din aceeasi categorie: Fostul sef "Acvila": Achizitiile s-au derulat prin MAI CSM, acuzat ca evita sa vorbeasca de magistratii colaboratori ai Securitatii"Meciul" Patriciu ? SRI reincepe in noiembrie Voteaza

LINEE GUIDA SULL'INSERIMENTO DEGLI IMPIANTI RINNOVABILI NEL TERRITORIO: LA CONSULTA BOCCIA LA BASILICATA ( da "marketpress.info" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Preso atto di ciò, la Corte Costituzionale ha stabilito che l?emanazione delle Linee guida nazionali per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti da fonti rinnovabili ?è da ritenersi espressione della competenza statale in materia di tutela dell?ambiente?

LA LEGGE GILMOZZI SULLE SECONDE CASE E' PIENAMENTE COSTITUZIONALE LO RIBADISCE L'ASSESSORE PROVINCIALE ALL'URBANISTICA DI TRENTO ( da "marketpress.info" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: riunione del 22 dicembre 2005 aveva deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge provinciale sulle seconde case, limitatamente però a quanto previsto dall´art. 14 quater comma 5, che prevedeva la possibilità di affidare direttamente a privati le opere di urbanizzazione nei piani di lottizzazione (tipicamente, pere come un parcheggio o piccole costruzioni perimetrali);

Affidamento del contribuente da stabilizzare ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: decisione delle questioni sottoposte alla Corte. Solo la Corte costituzionale, dunque, potrebbe dare conforto alla tesi della Cassazione circa questa nozione di principi costituzionali in senso ampio, che, per quanto suggestiva, rimane in parte discutibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CONTRASTO Tra Cassazione e Corte costituzionale non c'è sintonia sul riconoscimento da dare al principio

carlo, il bimbo che non c'era vorrei non fosse il nostro futuro ( da "Nuova Venezia, La" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2) alla Corte Costituzionale; 3) alla Corte di Giustizia Europea. Solo nei casi più gravi chiederemo l'intervento o di un Commisario Straordinario per l'Emergenza Stupidità Dilagante o, se non se ne trovasse uno di libero, a po' di uomini o donne di Organismi Internazionali che si occupano dei bambini mai nati,

Tra le ultime novità ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Unite depositata il 25 maggio 2009 Tenuto conto quanto affermato più volte dalla Corte costituzionale (si veda la sentenza n. 42/80), ...deve prendersi atto che esiste tra il «territorio dell'impresa»e il «territorio del lavoro autonomo» un'area grigia,una linea mobile di confine, rappresentata dallo svolgimento delle attività ausiliarie di cui all'articolo 2195 del Codice civile,

L'assegno divorzile una tantum ( da "AltaLex" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte di Cassazione, ipotizzando la possibile violazione degli articoli 3 e 53 della Costituzione ha sollevato, con ordinanza 18 settembre 2000, n. 795, questione di legittimità costituzionale avente ad oggetto la disposizione sopra citata, nella parte in cui non include nella categoria di oneri deducibili ai fini IRPEF,

Garimberti e Masi ascoltati in Vigilanza ( da "Opinione, L'" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Commissione di Vigilanza Rai si è costituita in giudizio davanti alla Corte Costituzionale, nel ricorso promosso dal Comitato promotore dei referendum indetti per il 21 e 22 giugno. Lo ha deciso l'Ufficio di Presidenza della Commissione, nella seduta presieduta da Sergio Zavoli. Il ricorso riguarda il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato.

Berlusconi: riuscirà dopo l'insuccesso alle europee a mettere il bavaglio all'informazione e al Parlamento con le intercettazioni? ( da "Articolo21.com" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: significa non solo comprimere il diritto di cronaca che è un diritto fondamentale, perché la Corte costituzionale, a partire dalla sentenza n. 826 del 1988, ha detto che il diritto di cronaca tutela non solo il diritto del giornalista di scrivere, ma anche il diritto all'informazione dei cittadini. E non vi è dubbio che i cittadini debbano conoscere il processo ad un certo punto.

Turchia/ Maggioranza annuncia riforme prima dell'estate ( da "Virgilio Notizie" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale, attualmente composta da 11 giudici nominati dal presidente della repubblica, dovrebbe cambiare come segue. I membri dovrebbero diventare 18 eletti dalle istituzioni più importanti del Paese: 5 dalla Suprema Corte di Appello, 4 dal Consiglio di Stato, due dalla Suprema Corte di Appello militare,

Altro che legge sul friulano Si parli la lingua che si vuole ( da "Gazzettino, Il" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Quanto mai opportuna è giunta quindi la sentenza della Corte Costituzionale. La censura riguarda i punti sui quali i propositori avevano costruito il loro castello: la libertà di scelta della famiglia; la piena autonomia delle istituzioni scolastiche; l'obbligo degli uffici regionali di rispondere in friulano ai cittadini;

TERREMOTO. Cinque garanti per vigilare sui fondi ( da "Vita non profit online" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex presidente del Senato, Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte Costituzionale, Fernanda Contri, giudice della Corte Costituzionale ministro degli Affari sociali durante il governo Ciampi, il professore e avvocato Natalino Irti e il magistrato ed ex presidente della Regione Marche Vito D'Ambrosio.

Polemiche in vista - La Corte costituzionale: illegali le norme antieoliche regionali ( da "e-gazette" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Polemiche in vista - La Corte costituzionale: illegali le norme antieoliche regionali Una sentenza che boccia le linee guida della Basilicata apre un fronte di contenzioso: le Regioni non hanno diritto di porre vincoli paesaggistici e ambientali, che spettano allo Stato.

Gli studenti Unicam in visita alla Corte Costituzionale ( da "Bollettino Università & Ricerca" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Università di Camerino Gli studenti Unicam in visita alla Corte Costituzionale La Facoltà di Giurisprudenza dell?Ateneo di Camerino ha organizzato, per oggi, una visita di studio a Roma alla Corte costituzionale in occasione dell?Udienza pubblica. La visita è riservata agli studenti frequentati dei corsi di laurea in “

Vendita di Alitalia, occorreva l'autorizzazione Antitrust ( da "CittadinoLex" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale Vendita di Alitalia, occorreva l'autorizzazione Antitrust (Tar 684/2009) Sono fondati i dubbi di legittimità costituzionale sul decreto che ha consentito di procedere alla vendita dell'Alitalia. Lo ha stabilito il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, accogliendo il ricorso di una compagnia aerea perché nella vendita della compagnia di bandiera non

Napolitano atteso al CSM. Plenum straordinario per l'organizzazione delle procure ( da "AmericaOggi Online" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Napolitano atteso al CSM. Plenum straordinario per l'organizzazione delle procure 09-06-2009 ROMA. All'ordine del giorno, ufficialmente, c'é il tema dell' organizzazione delle procure, ma molti guardano al plenun straordinario del Csm in programma oggi come a una nuova occasione per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,

Le proiezioni dei seggi nei casi di vittoria di Vaccarezza o di Boffa ( da "Secolo XIX, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: con la spada di Damocle dei giudizi ancora pendenti davanti alla Corte Costituzionale e al Tar sui ricorsi presentati dalla stessa Popolo della libertà e dal Partito comunista dei lavoratori, quest'ultimo - al contrario del Pdl, riammesso - definitivamente escluso dalla competizione per le Provinciali. 09/06/2009

pd, elio corda in consiglio al posto di pierluigi caria ( da "Nuova Sardegna, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: norma è stata abrogata dalla Corte Costituzionale su ricorso del governo nazionale, quindi i giudici non hanno fatto altro che considerarne nulli gli effetti, vale a dire l'incompatibilità tra la presidenza dell'Ersu di Cagliari e la carica elettiva. I legali di Atzeri però - in linea con la Procura, rappresentata da Mario Marchetti - hanno sostenuto che cancellata la statutaria l'

E ad albengascoppia il casodelle firme finte ( da "Secolo XIX, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In seguito, e siamo a una decina di giorni fa, il Tribunale amministrativo della Liguria raccoglie il ricorso per la sospensiva contro la pronuncia dell'Ufficio Elettorale del tribunale di Savona. Giochi sospesi, per il momento, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale. 09/06/2009

savona, ballottaggio sul filo di lana - wanda valli ( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Che riammette il Pdl ma delega alla Corte Costituzionale il giudizio di merito sulla questione. Il Pdl decide di andare avanti, del resto è super favorito. Il Pd non fa polemica, spera in un risultato buono, se non clamoroso, vale a dire superare il primo turno, per poi giocarsi la partita delle alleanze.

tra le camicie nere di budapest "ripuliremo l'europa dagli zingari" - andrea tarquini ( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ungheria agli ungheresi", la Corte costituzionale ci critica. Ma stiamo scherzando? Parti della Costituzione risalgono al 1949, gli anni di Stalin. Va cambiata a fondo». Uniformi nere, vessili degli anni ?20 e ?30, e ai loro raduni bancarelle con busti e libri dell´ammiraglio Horthy, il reggente che poi si alleò con Hitler.

Giustizia, lo scontro si infiamma ( da "Italia Oggi" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E non si può dimenticare che sul lodo Alfano pende anche la spada di Damocle del giudizio della Corte costituzionale, non fosse altro che per il diretto precedente che ha coinvolto in passato un provvedimento simile. Si trattava del lodo Schifani, che sempre di scudo penale parlava, ma che venne sonoramente stoppato dai giudici della Consulta.

Niente casa al presunto stupratore ( da "Giorno, Il (Brianza)" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente emerito della Corte Costituzionale, aveva espresso la sua perplessità per quanto riguarda l'aspetto giuridico del provvedimento. IL SINDACO dal canto suo ne ha sempre difeso la legittimità: «Chi beneficia di una casa popolare, che sia del Comune o dell'Aler, lo fa grazie alla solidarietà dei cittadini ha detto il primo cittadino,

Boomerang per la Gelmini, la riforma non ha pezze d'appoggio ( da "Italia Oggi" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Un rinvio che consente di non eludere la decisione ma al tempo stesso di tenere conto del giudizio della Corte costituzionale. Già, perché oggi la Consulta si riunirà per decidere sulla questione di legittimità costituzionale relativa all'articolo 64 del decreto 112 (convertito con legge 133/2008) impugnato da alcune regioni, che lamentano invasioni di campo da parte del governo.

Tempistica irrispettosa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ancora si attende la decisione della Corte costituzionale) che non ad agevolare i contribuenti. La tempistica scelta dall'agenzia delle Entrate per richiedere il rimborso è la conferma di questo assunto. è vero che è la legge a prevedere una sorta di gara di velocità tra i contribuenti, stabilendo che le risorse disponibili per l'erogazione dei rimborsi (100 milioni per il 2009)

Scuola: consulta, i rocorsi di 8 regioni contro la gelmini ( da "Denaro, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: esame della Corte Costituzionale. Il ricorso di otto regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia) è discusso in udienza pubblica dinanzi ai giudici costituzionali. la decisione èattesa in settimana. Le Regioni chiedono ai giudici di dichiarare illegittime le norme sui tagli alle scuole contenute nell'

Nica: Se doreste ca "Prima Casa" sa se refere la locuinte nou construite ( da "Romania Libera" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Din aceeasi categorie: Procurorii, obligati sa anunte CSM daca incep urmarirea penala impotriva magistratilorTI: Romania, singura tara din UE care considera Parlamentul cea mai corupta institutieRecuperarea altor trei trupuri apartinand pasagerilor avionului AF 477 Voteaza

Il Comune condannato a risarcire cittadino ( da "Sicilia, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale, ha riconosciuto e affermato la giurisdizione del giudice ordinario, in materia di occupazione di suoli irreversibilmente trasformati, senza dichiarazione di pubblica utilità, da parte della pubblica amministrazione. L'occupazione cosidetta «usurpativa», si ha quando manca appunto la dichiarazione di pubblica utilità configurandosi in tal caso solo una mera occupazione

Ministerul Justitiei propune salarii lunare de peste 10.000 lei pentru magistrati ( da "Romania Libera" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Romania a sustinut ca majoritatea judecatorilor castiga de trei ori mai putin decat un membru CSM. UNJR informa atunci ca membrii CSM incaseaza venituri lunare cuprinse intre 11.761 si 13.941 lei net, in urma unei decizii a fostului presedinte Lidia Barbulescu, potrivit careia, la indemnizatiile brute, se adauga diferite sporuri ce dubleaza, in unele cazuri, veniturile membrilor CSM.

Pesca, Toscana: Cordone ombelicale tra associazioni e ministero ( da "Velino.it, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale ha riconosciuto la nostra competenza per quanto riguarda la pesca e l?acquacoltura”, incalza Del Re. E non è tutto. Il funzionario regionale spiega che “tutte le risorse che ci sono state trasferite dal ministero sono state utilizzate oltre a 1,4 milioni di euro che tutti gli anni la regione mette a disposizione per iniziative di ammodernamento

CSM: NAPOLITANO, EQUILIBRI COSTITUZIONALI SONO PRESIDIO DI ( da "Virgilio Notizie" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: durante il plenum del Csm, ha sottolineato che il tema degli equilibri costituzionali e' stato spesso presente nei suoi interventi: ''Ho ritenuto di dover piu' volte ritornare sul tema degli equilibri costituzionali, come garanzia per ril rispetto e l'affermazione dei principi fondamentali - ha sottolineato il Presidente - e come presidio di stabilita'

Ue/ Su rielezione Barroso divergenze tra Svezia e Parigi ( da "Virgilio Notizie" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la ratifica presidenziale in Repubblica Ceca e Polonia, nonchè un passaggio alla Corte costituzionale tedesca). Anche l'Italia a suo tempo, per bocca del ministro degli Esteri Franco Frattini, aveva espresso la sua preferenza per un unico confronto sul complesso delle nomine, anzichè dilazionarle nel tempo seguendo l'agenda di dicembre.

NAPOLITANO: CSM NON DEVE FARSI CONDIZIONARE DA 'CORRENTI' MAGISTRATI. ( da "Asca" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: NAPOLITANO: CSM NON DEVE FARSI CONDIZIONARE DA 'CORRENTI' MAGISTRATI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il Consiglio Superiore della Magistratura deve esercitare le sue funzioni con ''rigore e misura'', con ''obiettivita' e imparzialita''' e ''senza farsi, tra l'altro, condizionare nelle sue scelte da logiche di appartenenza correntizia''.

CSM: RIVIEZZO(MOVIMENTI), SU GIUDICI RISCHIO TENSIONI ANTI ISTITUZIONALI. ( da "Asca" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM: RIVIEZZO(MOVIMENTI), SU GIUDICI RISCHIO TENSIONI ANTI ISTITUZIONALI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il consigliere Ciro Riviezzo, eletto al Csm tra le fila della lista 'Movimenti per la giustizia'' ha sottolineato che oltre alla eventuale riforma, il Consiglio deve affrontare le interferenze indebite: ''Le aggressioni subite dai magistrati anche in questi giorni rischiano di rasentare

CSM: NAPOLITANO, EQUILIBRI COSTITUZIONALI SONO PRESIDIO DI DEMOCRAZIA. ( da "Asca" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM: NAPOLITANO, EQUILIBRI COSTITUZIONALI SONO PRESIDIO DI DEMOCRAZIA (ASCA) - Roma, 9 giu - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il plenum del Csm, ha sottolineato che il tema degli equilibri costituzionali e' stato spesso presente nei suoi interventi: ''Ho ritenuto di dover piu' volte ritornare sul tema degli equilibri costituzionali,

CSM: MANCINO, RAFFORZARE RUOLO DELLE PROCURE GENERALI. ( da "Asca" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM: MANCINO, RAFFORZARE RUOLO DELLE PROCURE GENERALI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, da un giudizio sostanzialmente positivo della riforma che ha rafforzato il ruolo dirigenziale del Procuratore Capo negli uffici requirenti: ''Non mi nascondo - ha detto Mancino - che esistono problemi di rapporti collaborativi tra il vertice delle procure e i piu'

CSM: MANCINO, PIU' LIMITI A PRATICHE A TUTELA MAGISTRATI. ( da "Asca" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM: MANCINO, PIU' LIMITI A PRATICHE A TUTELA MAGISTRATI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha annunciato un regolamento che limitera' le pratiche a tutela dei magistrati. Sul suo tavolo sono presenti da alcuni mesi diverse pratiche avviate in favore dei magistrati e in particolare quelle per giudici e pm del tribunale di Milano piu'

CSM: MANCINO, CONSIGLIO HA SPIRITO DI COLLABORAZIONE FATTIVA CON GOVERNO. ( da "Asca" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM: MANCINO, CONSIGLIO HA SPIRITO DI COLLABORAZIONE FATTIVA CON GOVERNO (ASCA) - Roma, 9 giu - Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino, definisce la discussione alla presenza del Presidente Napolitano ''essenziale e profiqua'': ''Desiderio sottolineare il comune impegno del Csm ad affrontare temi importanti della giustizia in spirito di collaborazione

GIUSTIZIA: QUAGLIARIELLO, BENE NAPOLITANO ORA MAGISTRATURA RIFLETTA. ( da "Asca" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giudiziario e di chi lo amministra non puo' non preoccupare chi ha a cuore lo Stato di diritto. E l'uso strumentale del potere giudiziario fino al punto di mettere a repentaglio la sovranita' popolare dovrebbe suscitare nella magistratura e nelle sue rappresentanze reazioni indignate di cui finora non s'e' vista traccia.

GIUSTIZIA: QUAGLIARIELLO, BENE NAPOLITANO ORA MAGISTRATURA ( da "Virgilio Notizie" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giudiziario e di chi lo amministra non puo' non preoccupare chi ha a cuore lo Stato di diritto. E l'uso strumentale del potere giudiziario fino al punto di mettere a repentaglio la sovranita' popolare dovrebbe suscitare nella magistratura e nelle sue rappresentanze reazioni indignate di cui finora non s'e' vista traccia.


Articoli

La Corte ha funzione di garanzia Giuseppe Frigo, giudice della Consulta, ospite del Rotary club Brescia Nord (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 07/06/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città «La Corte ha funzione di garanzia» Giuseppe Frigo, giudice della Consulta, ospite del Rotary club Brescia Nord Il prof. Giuseppe Frigo Ha un senso oggi il ruolo della Corte costituzionale? La risposta, fornita dal prof. Giuseppe Frigo, giudice della Corte costituzionale, non poteva che essere affermativa. E, a sostegno di tale affermazione, il giudice ha tenuto una lezione-relazione nella sede del Rotary Club Brescia Nord presieduto da Paola Minini, al termine della quale è stato insignito del riconoscimento «Paul Harris Fellow per la prestigiosa carriera e la testimonianza resa alla comunità in tanti anni di servizio ai massimi livelli istituzionali». Titolo della relazione: «La Corte Costituzionale, oggi: la funzione di garanzia nell'ambito degli equilibri istituzionali». «È significativa la collocazione stessa della Corte Costituzionale: il Palazzo della Consulta in Roma, nelle vicinanze del Palazzo del Quirinale, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana - ha spiegato il prof. Frigo -. Collocazione voluta per raggruppare ed avvicinare tra loro due istituzioni che racchiudono, ciascuna a proprio modo, le importantissime funzioni previste a Garanzia della Costituzione. La Corte, dunque, non organo politico, ma organismo che dialoga con la politica; non organo giudiziario, in quanto indipendente dalla magistratura stessa». Una Corte che, come recita la Costituzione, giudica: sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni; sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni, e tra le Regioni; sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, a norma della Costituzione. E per la quale, ora più che mai, si apre lo scenario delle leggi comunitarie.

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Dicembre '73 un giudice molesta un minorenne Ma dopo tre gradi di giudizio viene scagionato (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Dicembre '73 un giudice molesta un minorenne Ma dopo tre gradi di giudizio viene scagionato Pubblichiamo ampi stralci del primo capitolo del libro di Stefano Livadiotti, «Magistrati-l'ultracasta». Un magistrato viene sorpreso in un cinema di periferia, dove ha promesso soldi a un ragazzino per appartarsi con lui. Scattano le manette e la sospensione dal lavoro. Poi, però, dopo tre gradi di giudizio e grazie a un'amnistia, tutto è annullato. E il Consiglio superiore della magistratura lo riabilita. Con una sentenza grottesca che fa impennare gli stipendi di migliaia di suoi colleghi. Ecco i verbali segreti di tutta la storia. Sono le 18 di un freddo pomeriggio di dicembre quando L.V., rispettabile magistrato di Corte d'Appello con funzioni di giudice del Tribunale di Milano, fa il suo ingresso nella sala dell'Ariel, un piccolo cinema all'estrema periferia occidentale di Roma. Sullo schermo proiettano il film western La stella di latta. Ma ad attirare Vostro Onore nel locale non sono certo le gesta di John Wayne nei panni dello sceriffo burbero. No, a L.V., che ha ormai 41 anni suonati, dei cow-boy non frega proprio un fico secco. Se si è spinto tanto fuori mano è perché è in cerca di tutt'altro. Così, dopo aver scrutato a lungo nel buio della platea, individua il suo obiettivo. E, quatto quatto, scivola sulla poltroncina accanto a quella occupata dal quattordicenne I.M. Quello che succede in seguito lo ricostruisce il verbale della pattuglia del commissariato di polizia di Monteverde che alle 19.15 raggiunge il locale su richiesta della direzione. «Sul posto c'era l'appuntato di polizia G.P., in libera uscita e perciò casualmente spettatore nel cinema, che consegnava ai colleghi sopravvenuti due persone, un adulto e un minore, e indicava in una terza persona colui che aveva trovato i due in una toilette del cinema. L'adulto veniva poi identificato per il dottor L.V. e il minorenne per tale I.M. Il teste denunciante era tale F.Z.» «L'appuntato P. riferiva che verso le 19, mentre assisteva in sala alla proiezione del film, aveva sentito gridare dalla zona toilette: 'zozzone, zozzone, entra in direzione!'. Accorso, aveva trovato il teste Z. che, indicandogli i due, affermava di averli poco prima sorpresi all'interno di uno dei box dei gabinetti, intenti in atti di libidine». «Il minorenne, a sua volta, raccontava che verso le 18 era seduto nella platea del cinema intento a seguire il film quando un individuo si era collocato sulla sedia vicina: poco dopo questi aveva allungato un mano toccandogli dall'esterno i genitali. Egli aveva immediatamente allontanato quella mano e l'uomo se n'era andato. Ma dopo dieci minuti era ritornato, rinnovando la sua manovra. Questa volta egli aveva lasciato fare e allora l'uomo gli aveva sussurrato all'orecchio la proposta di recarsi con lui alla toilette, promettendogli del denaro. Egli s'era alzato senz'altro, dirigendosi alla toilette, seguito dall'uomo. Entrati nel box, l'uomo gli aveva sbottonato i calzoni, ed estratto il pene lo aveva preso in bocca». Adescare un ragazzino in un cinema è un fatto che si commenta da solo. Che a farlo sia poi un uomo di legge, o che tale dovrebbe essere, appare inqualificabile. Ma non è solo questo il punto. Se i fatti si fermassero qui, non potrebbero essere materia di questo libro. Invece, come vedremo, la storia che comincia nella sala dell'Ariel giovedì 13 dicembre del 1973, per concludersi ingloriosamente 8 anni dopo, va ben oltre lo squallido episodio di cronaca. Per diventare emblematica della logica imperante almeno in una parte del mondo della magistratura ordinaria (di cui esclusivamente ci occuperemo, senza prendere in considerazione quelle contabile, amministrativa e militare). Cioè, in una casta potentissima e sicura dell'impunità. Quel giorno, e non potrebbe essere altrimenti, V. viene dunque arrestato. Vostro Onore cerca disperatamente di negare l'evidenza. Ma non c'è niente da fare: l'istruttoria conferma la versione della polizia. Così, il Tribunale di Grosseto rinvia a giudizio V. per atti osceni e corruzione di minore. E, il 28 dicembre del 1973, si muove anche la sezione disciplinare del Csm, l'organo di governo della magistratura, che lo sospende dalle funzioni. V. sembra davvero un uomo finito. Ma non è così. Il 21 gennaio del 1976, il verdetto offre la prima sorpresa. Con il loro collega, i giudici toscani si dimostrano più che comprensivi. Il tribunale della ridente cittadina dell'alta Maremma ritiene infatti che, «atteso lo stato del costume», l'atto compiuto da V. nella sala del cinema vada considerato soltanto come contrario alla pubblica decenza. Come, «atteso lo stato del costume»? Cosa succedeva all'epoca nei cinema di Grosseto: erano un luogo di perdizione e nessuno lo sapeva? Boh. Andiamo avanti: «Conseguentemente lo condanna alla pena di un mese di arresto Per quanto poi riguarda la seconda parte dell'episodio, esclusa la procedibilità ex officio, essendo ormai il fatto connesso con una contravvenzione, proscioglie il V. per mancanza di querela dal delitto di corruzione». Ma il procuratore generale non è d'accordo, e questa è una buona notizia per tutto il Paese. E V., che pure dovrebbe fregarsi le mani, neanche. Entrambi presentano ricorso. Si arriva così all'8 marzo del 1977, quando a pronunciarsi è la Corte d'Appello di Firenze, che ribalta il precedente giudizio. Ma lo fa a modo suo. Per i giudici di secondo grado, quelli di V. sono atti osceni. Evviva. Però, siccome il primo approccio con il ragazzino è avvenuto nella penombra e l'atto sessuale si è poi consumato nel chiuso del gabinetto, il fatto non costituisce reato. V. se la cava quindi con una condanna a 4 mesi, con la condizionale, per la sola corruzione di minori. E di nuovo, non contento, ricorre, con ciò stesso dimostrando la sua incrollabile fiducia nella giustizia. Assolutamente ben riposta, come dimostra il terzo atto della vicenda, che va in scena due anni dopo, il 30 marzo del 1979: «La Corte Suprema, infine annulla senza rinvio limitatamente al delitto di corruzione di minorenne, a seguito dell'estinzione del reato in virtù di sopravvenuta amnistia». Amen. V. era definitivamente sputtanato davanti a tutti i colleghi. Ma senza più conti in sospeso con la legge. E tanto bastava al Consiglio superiore della magistratura (d'ora in avanti Csm), che il successivo 29 giugno revocava la sua sospensione. A V. restava da superare solo un ultimo scoglio: il verdetto della sezione disciplinare. Ed è proprio in quella sede che la storia assumerà i toni più grotteschi. La sceneggiata finale si svolge il 15 maggio del 1981, quando si riuniscono i magnifici 9 della giuria che deve esaminare il dossier n. 294. Molti di loro faranno una carriera coi fiocchi. C'è l'allora vicepresidente del Csm, che è addirittura Giovanni Conso, futuro numero uno della Consulta e ministro della Giustizia, prima con Amato e poi con Ciampi. C'è Ettore Gallo, che all'inizio degli anni novanta s'accomoderà anche lui sul seggiolone di presidente della Corte Costituzionale. C'è Giacomo Caliendo, che oggi siede nel governo di Silvio Berlusconi, con l'incarico di sottosegretario alla Giustizia. C'è Michele Coiro, che sarà procuratore generale del Tribunale di Roma e poi direttore generale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. E ancora: i togati Luigi Di Oreste, Guido Cucco, Francesco Marzachì e Francesco Pintor, e il laico Vincenzo Summa. Chi pensa che in un simile consesso le parole siano misurate con il bilancino è completamente fuori strada. La sentenza offre un campionario di spunti dalla comicità irresistibile. Come quello offerto dal medico di V., che lascia subito intendere quale incredibile piega potrà prendere la vicenda. «Veniva anche sentito il medico curante, dottor G., che testimoniò di aver sottoposto il V. a intense terapie nell'anno 1970 a causa di un trauma cranico riportato per il violento urto del capo contro l'architrave metallico di una bassa porta». Vostro Onore, insomma, aveva dato una craniata. E allora? «Benché fosse rimasto per dieci giorni nell'assoluto prescritto riposo, il paziente accusò per vari mesi preoccupanti disturbi, quali cefalee intense, sindromi vertiginose, instabilità dell'umore, turbe mnemoniche. Le ulteriori terapie praticate diedero temporaneo sollievo, ma vi furono frequenti ricadute, soprattutto di carattere depressivo, che si protrassero fino al 1972 ». Che c'entra?, direte voi. Tempo al tempo. Dopo quella del luminare, la seconda chicca è la testimonianza dell'amico notaio. «All'odierno dibattimento sono stati escussi sette testimoni, dai quali è rimasta confermata l'irreprensibilità della vita dell'incolpato. In particolare, il notaio dottor M. ha ricordato il fidanzamento del dottor V. con la sorella, assolutamente ineccepibile sul piano morale per i quattro cinque anni durante i quali egli ha frequentato la famiglia». Par di capire, tra le righe, che V. non molestasse sessualmente la fidanzata. La credibilità della qual cosa, alla luce della sua successiva performance con il ragazzino, appare, questa sì, davvero solida. Nonostante le strampalate deposizioni, gli illustri giurati sembrano decisi a fare sul serio. E subito escludono in maniera categorica di poter credere alla versione che il collega V., a dispetto di tutto, si ostina a sostenere. «I fatti», tagliano corto, «vanno assunti così come ritenuti dai magistrati di merito dei due gradi del giudizio penale». Poi, però, cominciano a tessere la loro tela. «E tuttavia ciò che colpisce e stupisce, in tutta la dolorosa e squallida vicenda, è la constatazione che l'episodio si staglia assolutamente isolato ed estraneo nel lungo volgere di un'intera esistenza, fatta di disciplina morale, di studi severi e di impegno professionale». Come diavolo abbiano fatto a stabilire che «l'episodio si staglia assolutamente isolato», i giurati lo sanno davvero solo loro. Ma andiamo avanti. La prosa è zoppicante, però vale la fatica: «Tutto questo non può essere senza significato e non può essere spiegato se non avanzando due diverse ipotesi. O l'episodio ha avuto carattere di improvvisa e anormale insorgenza, quasi di raptus ; oppure se, al di sotto delle apparenze, sussiste effettivamente una natura sessuale deviata o almeno ambigua, è doveroso stabilire perché mai essa si sia rivelata soltanto e unicamente in quell'occasione, durante tutto il corso di un'intera esistenza». L'alto consesso propende, ça va sans dire, per la prima delle due ipotesi. «Già i giudici penali avevano adombrato suggestivamente, in presenza dei referti clinici, della deposizione del curante e di quella del maresciallo S. che eseguì l'arresto, che la capacità di intendere e di volere del V., al momento del fatto, doveva essere scemata a tal punto da doversi ritenere "ridotta in misura rilevante", e ciò – secondo i giudici – "per una sorta di psicastenia, di una forma di malattia propria, tale da alterare specialmente l'efficienza dei suoi freni inibitori contro i suoi aberranti impulsi erotici"». Poste le premesse, i giudici dei giudici preparano il gran finale, citando il parere pro veritate di due professori, scelti naturalmente dalla difesa di V. «Secondo gli psichiatri l'episodio in esame, non soltanto costituisce l'unico del genere, ma esso, anzi, ponendosi in netto contrasto con le direttive abituali della personalità, è da riferirsi a quei fatti morbosi psichici che, iniziatisi nel 1970, si trovavano in piena produttività nel 1973, all'epoca del fatto. Durante il quale, pur conservandosi sufficientemente la consapevolezza dell'agire, restò invece completamente sconvolta la "coscienza riflettente"». Tutta colpa, dunque, della «coscienza riflettente», che era andata in tilt. Ma come mai? Chiaro: «Su tutta questa complessa situazione il trauma riportato nel 1970 ha svolto un ruolo – secondo i clinici – di graduale incentivazione delle dinamiche conflittuali latenti nella personalità, fino all'organizzazione della sindrome esplosa nell'episodio de quo». Vostro Onore, dunque, dopo la zuccata è diventato scemo? Neanche per sogno. Lo è stato, ma solo per un po'. «D'altra parte, poi, proprio l'alta drammaticità delle conseguenze scatenatesi a seguito del fatto, unita alle ulteriori cure e al lungo distacco dai fattori contingenti e condizionanti, hanno favorito il completo recupero della personalità all'ambito della norma, come è testimoniato dai successivi otto anni di rinnovata irreprensibilità». Adesso insomma Vostro Onore è guarito e può senz'altro rimettersi la toga. Conclusione, in nome del popolo italiano: «Il proscioglimento, pertanto, si impone». Addirittura. «La sezione assolve il dottor V. perché non punibile avendo agito in istato di transeunte incapacità di volere al momento del fatto». Il procuratore se n'è fatta una ragione e non propone l'impugnazione. Il futuro ministro non ha nulla da eccepire. Il collega che siederà sullo scranno di presidente della Consulta se ne sta muto come un pesce. E, diligentemente, i giurati mettono la firma sotto una simile sentenza. Dove si racconta la storiella di uno che ha sbattuto la testa e tre anni dopo è diventato scemo e ora però non lo è più. A parte il fatto che una zuccata prima o poi l'abbiamo presa tutti, magari pure Conso e Gallo, e qualcuno di noi da piccolo è perfino caduto dalla bicicletta: ma non è che poi ci siamo messi proprio tutti a dare la caccia ai ragazzini nei cinema di periferia. Il fatto che la sezione disciplinare del Csm non sia esattamente un tribunale islamico non è certo una notizia. Nel capitolo 3, intitolato Gli impuniti, ne racconteremo davvero di tutti i colori. Ma il caso di V. è al di là di ogni limite. Anche perché la sua storia non è rimasta sotto traccia come molte altre. Al contrario, nel mondo della magistratura è diventata molto, ma proprio molto popolare. Per un motivo semplicissimo, raccontato, nell'ottobre del 1994, dall'avvocato ed ex parlamentare radicale Mauro Mellini, in Il golpe dei giudici. Mellini sa bene quel che dice. Il libro lo ha infatti scritto quando aveva appena lasciato il Csm, di cui era consigliere: «A conclusione della vicenda V. non solo aveva ripreso servizio, ma era stato valutato positivamente per la promozione a consigliere di Cassazione, conseguendo però tale qualifica con un ritardo di molti anni. E, avendo cumulato nel frattempo molti scatti di anzianità sul suo stipendio di consigliere d'appello, si trovò per il principio del trascinamento a portarsi dietro, nella nuova qualifica, lo stipendio più elevato precedentemente goduto grazie a tali scatti e a essere quindi pagato più di tutti i suoi colleghi promossi in tempi normali. Questi ultimi, allora, grazie all'istituto del galleggiamento, ottennero un adeguamento della loro retribuzione al livello goduto dal nostro magistrato». Come consigliere, Mellini aveva modo di accedere agli archivi segreti del Csm. E così si era tolto la curiosità di fare due conti. «Pare che tale marchingegno abbia comportato per lo Stato un onere di oltre 70 miliardi». Tanto è costato ai cittadini italiani il caldo pomeriggio del pedofilo in toga. La domanda è inevitabile. Quando hanno deciso di prosciogliere il collega, Lor Signori del Csm non avevano a portata di mano un pallottoliere per fare due conti? O, al contrario, hanno prosciolto V. proprio perché i conti li avevano fatti, eccome? La risposta è arrivata nel 1993: il 29 settembre V. si è visto negare l'ultimo passaggio di carriera, quello alle funzioni direttive superiori della Cassazione. Eppure, i fatti sulla base dei quali è stato giudicato erano gli stessi di prima. Sarà perché nel frattempo era stato abolito il galleggiamento? E quindi nessuno avrebbe beneficiato di una sua ulteriore promozione?

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Pubblichiamo ampi stralci del primo capitolo del libro di Stefano Livadiotti, . Un magistrato viene sorpreso in un cinema di periferia, dove ha promesso so (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 07-06-2009)

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stampa Pubblichiamo ampi stralci del primo capitolo del libro di Stefano Livadiotti, «Magistrati-l'ultracasta». Un magistrato viene sorpreso in un cinema di periferia, dove ha promesso soldi a un ragazzino per appartarsi con lui. Scattano le manette e la sospensione dal lavoro. Poi, però, dopo tre gradi di giudizio e grazie a un'amnistia, tutto è annullato. E il Consiglio superiore della magistratura lo riabilita. Con una sentenza grottesca che fa impennare gli stipendi di migliaia di suoi colleghi. Ecco i verbali segreti di tutta la storia. Sono le 18 di un freddo pomeriggio di dicembre quando L.V., rispettabile magistrato di Corte d'Appello con funzioni di giudice del Tribunale di Milano, fa il suo ingresso nella sala dell'Ariel, un piccolo cinema all'estrema periferia occidentale di Roma. Sullo schermo proiettano il film western La stella di latta. Ma ad attirare Vostro Onore nel locale non sono certo le gesta di John Wayne nei panni dello sceriffo burbero. No, a L.V., che ha ormai 41 anni suonati, dei cow-boy non frega proprio un fico secco. Se si è spinto tanto fuori mano è perché è in cerca di tutt'altro. Così, dopo aver scrutato a lungo nel buio della platea, individua il suo obiettivo. E, quatto quatto, scivola sulla poltroncina accanto a quella occupata dal quattordicenne I.M. Quello che succede in seguito lo ricostruisce il verbale della pattuglia del commissariato di polizia di Monteverde che alle 19.15 raggiunge il locale su richiesta della direzione. «Sul posto c'era l'appuntato di polizia G.P., in libera uscita e perciò casualmente spettatore nel cinema, che consegnava ai colleghi sopravvenuti due persone, un adulto e un minore, e indicava in una terza persona colui che aveva trovato i due in una toilette del cinema. L'adulto veniva poi identificato per il dottor L.V. e il minorenne per tale I.M. Il teste denunciante era tale F.Z.» «L'appuntato P. riferiva che verso le 19, mentre assisteva in sala alla proiezione del film, aveva sentito gridare dalla zona toilette: 'zozzone, zozzone, entra in direzione!'. Accorso, aveva trovato il teste Z. che, indicandogli i due, affermava di averli poco prima sorpresi all'interno di uno dei box dei gabinetti, intenti in atti di libidine». «Il minorenne, a sua volta, raccontava che verso le 18 era seduto nella platea del cinema intento a seguire il film quando un individuo si era collocato sulla sedia vicina: poco dopo questi aveva allungato un mano toccandogli dall'esterno i genitali. Egli aveva immediatamente allontanato quella mano e l'uomo se n'era andato. Ma dopo dieci minuti era ritornato, rinnovando la sua manovra. Questa volta egli aveva lasciato fare e allora l'uomo gli aveva sussurrato all'orecchio la proposta di recarsi con lui alla toilette, promettendogli del denaro. Egli s'era alzato senz'altro, dirigendosi alla toilette, seguito dall'uomo. Entrati nel box, l'uomo gli aveva sbottonato i calzoni, ed estratto il pene lo aveva preso in bocca». Adescare un ragazzino in un cinema è un fatto che si commenta da solo. Che a farlo sia poi un uomo di legge, o che tale dovrebbe essere, appare inqualificabile. Ma non è solo questo il punto. Se i fatti si fermassero qui, non potrebbero essere materia di questo libro. Invece, come vedremo, la storia che comincia nella sala dell'Ariel giovedì 13 dicembre del 1973, per concludersi ingloriosamente 8 anni dopo, va ben oltre lo squallido episodio di cronaca. Per diventare emblematica della logica imperante almeno in una parte del mondo della magistratura ordinaria (di cui esclusivamente ci occuperemo, senza prendere in considerazione quelle contabile, amministrativa e militare). Cioè, in una casta potentissima e sicura dell'impunità. Quel giorno, e non potrebbe essere altrimenti, V. viene dunque arrestato. Vostro Onore cerca disperatamente di negare l'evidenza. Ma non c'è niente da fare: l'istruttoria conferma la versione della polizia. Così, il Tribunale di Grosseto rinvia a giudizio V. per atti osceni e corruzione di minore. E, il 28 dicembre del 1973, si muove anche la sezione disciplinare del Csm, l'organo di governo della magistratura, che lo sospende dalle funzioni. V. sembra davvero un uomo finito. Ma non è così. Il 21 gennaio del 1976, il verdetto offre la prima sorpresa. Con il loro collega, i giudici toscani si dimostrano più che comprensivi. Il tribunale della ridente cittadina dell'alta Maremma ritiene infatti che, «atteso lo stato del costume», l'atto compiuto da V. nella sala del cinema vada considerato soltanto come contrario alla pubblica decenza. Come, «atteso lo stato del costume»? Cosa succedeva all'epoca nei cinema di Grosseto: erano un luogo di perdizione e nessuno lo sapeva? Boh. Andiamo avanti: «Conseguentemente lo condanna alla pena di un mese di arresto Per quanto poi riguarda la seconda parte dell'episodio, esclusa la procedibilità ex officio, essendo ormai il fatto connesso con una contravvenzione, proscioglie il V. per mancanza di querela dal delitto di corruzione». Ma il procuratore generale non è d'accordo, e questa è una buona notizia per tutto il Paese. E V., che pure dovrebbe fregarsi le mani, neanche. Entrambi presentano ricorso. Si arriva così all'8 marzo del 1977, quando a pronunciarsi è la Corte d'Appello di Firenze, che ribalta il precedente giudizio. Ma lo fa a modo suo. Per i giudici di secondo grado, quelli di V. sono atti osceni. Evviva. Però, siccome il primo approccio con il ragazzino è avvenuto nella penombra e l'atto sessuale si è poi consumato nel chiuso del gabinetto, il fatto non costituisce reato. V. se la cava quindi con una condanna a 4 mesi, con la condizionale, per la sola corruzione di minori. E di nuovo, non contento, ricorre, con ciò stesso dimostrando la sua incrollabile fiducia nella giustizia. Assolutamente ben riposta, come dimostra il terzo atto della vicenda, che va in scena due anni dopo, il 30 marzo del 1979: «La Corte Suprema, infine annulla senza rinvio limitatamente al delitto di corruzione di minorenne, a seguito dell'estinzione del reato in virtù di sopravvenuta amnistia». Amen. V. era definitivamente sputtanato davanti a tutti i colleghi. Ma senza più conti in sospeso con la legge. E tanto bastava al Consiglio superiore della magistratura (d'ora in avanti Csm), che il successivo 29 giugno revocava la sua sospensione. A V. restava da superare solo un ultimo scoglio: il verdetto della sezione disciplinare. Ed è proprio in quella sede che la storia assumerà i toni più grotteschi. La sceneggiata finale si svolge il 15 maggio del 1981, quando si riuniscono i magnifici 9 della giuria che deve esaminare il dossier n. 294. Molti di loro faranno una carriera coi fiocchi. C'è l'allora vicepresidente del Csm, che è addirittura Giovanni Conso, futuro numero uno della Consulta e ministro della Giustizia, prima con Amato e poi con Ciampi. C'è Ettore Gallo, che all'inizio degli anni novanta s'accomoderà anche lui sul seggiolone di presidente della Corte Costituzionale. C'è Giacomo Caliendo, che oggi siede nel governo di Silvio Berlusconi, con l'incarico di sottosegretario alla Giustizia. C'è Michele Coiro, che sarà procuratore generale del Tribunale di Roma e poi direttore generale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. E ancora: i togati Luigi Di Oreste, Guido Cucco, Francesco Marzachì e Francesco Pintor, e il laico Vincenzo Summa. Chi pensa che in un simile consesso le parole siano misurate con il bilancino è completamente fuori strada. La sentenza offre un campionario di spunti dalla comicità irresistibile. Come quello offerto dal medico di V., che lascia subito intendere quale incredibile piega potrà prendere la vicenda. «Veniva anche sentito il medico curante, dottor G., che testimoniò di aver sottoposto il V. a intense terapie nell'anno 1970 a causa di un trauma cranico riportato per il violento urto del capo contro l'architrave metallico di una bassa porta». Vostro Onore, insomma, aveva dato una craniata. E allora? «Benché fosse rimasto per dieci giorni nell'assoluto prescritto riposo, il paziente accusò per vari mesi preoccupanti disturbi, quali cefalee intense, sindromi vertiginose, instabilità dell'umore, turbe mnemoniche. Le ulteriori terapie praticate diedero temporaneo sollievo, ma vi furono frequenti ricadute, soprattutto di carattere depressivo, che si protrassero fino al 1972 ». Che c'entra?, direte voi. Tempo al tempo. Dopo quella del luminare, la seconda chicca è la testimonianza dell'amico notaio. «All'odierno dibattimento sono stati escussi sette testimoni, dai quali è rimasta confermata l'irreprensibilità della vita dell'incolpato. In particolare, il notaio dottor M. ha ricordato il fidanzamento del dottor V. con la sorella, assolutamente ineccepibile sul piano morale per i quattro cinque anni durante i quali egli ha frequentato la famiglia». Par di capire, tra le righe, che V. non molestasse sessualmente la fidanzata. La credibilità della qual cosa, alla luce della sua successiva performance con il ragazzino, appare, questa sì, davvero solida. Nonostante le strampalate deposizioni, gli illustri giurati sembrano decisi a fare sul serio. E subito escludono in maniera categorica di poter credere alla versione che il collega V., a dispetto di tutto, si ostina a sostenere. «I fatti», tagliano corto, «vanno assunti così come ritenuti dai magistrati di merito dei due gradi del giudizio penale». Poi, però, cominciano a tessere la loro tela. «E tuttavia ciò che colpisce e stupisce, in tutta la dolorosa e squallida vicenda, è la constatazione che l'episodio si staglia assolutamente isolato ed estraneo nel lungo volgere di un'intera esistenza, fatta di disciplina morale, di studi severi e di impegno professionale». Come diavolo abbiano fatto a stabilire che «l'episodio si staglia assolutamente isolato», i giurati lo sanno davvero solo loro. Ma andiamo avanti. La prosa è zoppicante, però vale la fatica: «Tutto questo non può essere senza significato e non può essere spiegato se non avanzando due diverse ipotesi. O l'episodio ha avuto carattere di improvvisa e anormale insorgenza, quasi di raptus ; oppure se, al di sotto delle apparenze, sussiste effettivamente una natura sessuale deviata o almeno ambigua, è doveroso stabilire perché mai essa si sia rivelata soltanto e unicamente in quell'occasione, durante tutto il corso di un'intera esistenza». L'alto consesso propende, ça va sans dire, per la prima delle due ipotesi. «Già i giudici penali avevano adombrato suggestivamente, in presenza dei referti clinici, della deposizione del curante e di quella del maresciallo S. che eseguì l'arresto, che la capacità di intendere e di volere del V., al momento del fatto, doveva essere scemata a tal punto da doversi ritenere "ridotta in misura rilevante", e ciò – secondo i giudici – "per una sorta di psicastenia, di una forma di malattia propria, tale da alterare specialmente l'efficienza dei suoi freni inibitori contro i suoi aberranti impulsi erotici"». Poste le premesse, i giudici dei giudici preparano il gran finale, citando il parere pro veritate di due professori, scelti naturalmente dalla difesa di V. «Secondo gli psichiatri l'episodio in esame, non soltanto costituisce l'unico del genere, ma esso, anzi, ponendosi in netto contrasto con le direttive abituali della personalità, è da riferirsi a quei fatti morbosi psichici che, iniziatisi nel 1970, si trovavano in piena produttività nel 1973, all'epoca del fatto. Durante il quale, pur conservandosi sufficientemente la consapevolezza dell'agire, restò invece completamente sconvolta la "coscienza riflettente"». Tutta colpa, dunque, della «coscienza riflettente», che era andata in tilt. Ma come mai? Chiaro: «Su tutta questa complessa situazione il trauma riportato nel 1970 ha svolto un ruolo – secondo i clinici – di graduale incentivazione delle dinamiche conflittuali latenti nella personalità, fino all'organizzazione della sindrome esplosa nell'episodio de quo». Vostro Onore, dunque, dopo la zuccata è diventato scemo? Neanche per sogno. Lo è stato, ma solo per un po'. «D'altra parte, poi, proprio l'alta drammaticità delle conseguenze scatenatesi a seguito del fatto, unita alle ulteriori cure e al lungo distacco dai fattori contingenti e condizionanti, hanno favorito il completo recupero della personalità all'ambito della norma, come è testimoniato dai successivi otto anni di rinnovata irreprensibilità». Adesso insomma Vostro Onore è guarito e può senz'altro rimettersi la toga. Conclusione, in nome del popolo italiano: «Il proscioglimento, pertanto, si impone». Addirittura. «La sezione assolve il dottor V. perché non punibile avendo agito in istato di transeunte incapacità di volere al momento del fatto». Il procuratore se n'è fatta una ragione e non propone l'impugnazione. Il futuro ministro non ha nulla da eccepire. Il collega che siederà sullo scranno di presidente della Consulta se ne sta muto come un pesce. E, diligentemente, i giurati mettono la firma sotto una simile sentenza. Dove si racconta la storiella di uno che ha sbattuto la testa e tre anni dopo è diventato scemo e ora però non lo è più. A parte il fatto che una zuccata prima o poi l'abbiamo presa tutti, magari pure Conso e Gallo, e qualcuno di noi da piccolo è perfino caduto dalla bicicletta: ma non è che poi ci siamo messi proprio tutti a dare la caccia ai ragazzini nei cinema di periferia. Il fatto che la sezione disciplinare del Csm non sia esattamente un tribunale islamico non è certo una notizia. Nel capitolo 3, intitolato Gli impuniti, ne racconteremo davvero di tutti i colori. Ma il caso di V. è al di là di ogni limite. Anche perché la sua storia non è rimasta sotto traccia come molte altre. Al contrario, nel mondo della magistratura è diventata molto, ma proprio molto popolare. Per un motivo semplicissimo, raccontato, nell'ottobre del 1994, dall'avvocato ed ex parlamentare radicale Mauro Mellini, in Il golpe dei giudici. Mellini sa bene quel che dice. Il libro lo ha infatti scritto quando aveva appena lasciato il Csm, di cui era consigliere: «A conclusione della vicenda V. non solo aveva ripreso servizio, ma era stato valutato positivamente per la promozione a consigliere di Cassazione, conseguendo però tale qualifica con un ritardo di molti anni. E, avendo cumulato nel frattempo molti scatti di anzianità sul suo stipendio di consigliere d'appello, si trovò per il principio del trascinamento a portarsi dietro, nella nuova qualifica, lo stipendio più elevato precedentemente goduto grazie a tali scatti e a essere quindi pagato più di tutti i suoi colleghi promossi in tempi normali. Questi ultimi, allora, grazie all'istituto del galleggiamento, ottennero un adeguamento della loro retribuzione al livello goduto dal nostro magistrato». Come consigliere, Mellini aveva modo di accedere agli archivi segreti del Csm. E così si era tolto la curiosità di fare due conti. «Pare che tale marchingegno abbia comportato per lo Stato un onere di oltre 70 miliardi». Tanto è costato ai cittadini italiani il caldo pomeriggio del pedofilo in toga. La domanda è inevitabile. Quando hanno deciso di prosciogliere il collega, Lor Signori del Csm non avevano a portata di mano un pallottoliere per fare due conti? O, al contrario, hanno prosciolto V. proprio perché i conti li avevano fatti, eccome? La risposta è arrivata nel 1993: il 29 settembre V. si è visto negare l'ultimo passaggio di carriera, quello alle funzioni direttive superiori della Cassazione. Eppure, i fatti sulla base dei quali è stato giudicato erano gli stessi di prima. Sarà perché nel frattempo era stato abolito il galleggiamento? E quindi nessuno avrebbe beneficiato di una sua ulteriore promozione?

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Le quote acqua da rimborsare: attendiamo Roma (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

pannone e varano Le quote acqua da rimborsare: attendiamo Roma MORI - Con una interrogazione, il consigliere provinciale della Lega Nord Claudio Civettini (nella foto) aveva chiesto alla Provincia cosa intendesse fare con i rimborsi ai censiti di Pannone e Varano, che per anni hanno pagato lo smaltimento delle acque, anche se non esiste un depuratore. Con la sentenza n. 335/2008, la Corte Costituzionale aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 14 e l'art.55 del D.L. 152/06 laddove si prevede che la quota di tariffaria del servizio idrico integrato, relativamente alla depurazione delle acque, non sia attuabile e applicabile ai cittadini laddove gli impianti di depurazione non siano realizzati o attivi. «Le frazioni di Pannone e Varano - diceva Civettini nel testo - ne sono l'esempio classico, poiché gran parte dei residenti a tutt'oggi non sono collegati al sistema di depurazione e le acque reflue vengono scaricate direttamente nel Rio Gresta, con grave danno anche all'ambiente. Va precisato anche l'auspicio che velocemente si metta in essere la realizzazione dell'impianto di raccolta e che sono a conoscenza di una richiesta di rimborso retroattiva a favore degli utenti in questione». In questi giorni la risposta dell'assessore competente Alberto Pacher: «La Provincia è a conoscenza della richiesta di risarcimento da parte dei censiti - dice - dalla nota trasmessa dal Comune di Mori. A tale nota è stato dato riscontro il 6 maggio scorso, informando che la legge provinciale dà alla provincia la facoltà di determinare le modalità di rimborso ai Comuni delle somme dovute agli utenti». Il problema però è che un successivo decreto legge del Governo Berlusconi ha rimandato tutto «a successivi decreti ministeriali», com'è d'uso in Italia. Così i rimborsi sono certamente dovuti, ma mancano le norme di attuazione. «Alla provincia nessun cittadino ha fatto domanda diretta di rimborso - conclude Pacher - perché non è legittimata a riceverli, mentre lo sono le amministrazioni comunali. Non è possibile, al momento, stabilire l'importo dell'eventuale rimborso». In quanto alla mancanza del depuratore, Pacher risponde a Civettini che «la situazione è nota alle amministrazioni comunali che provvederanno, sulla base dei criteri stabiliti dalla giunta provinciale». 07/06/2009

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LA BIOETICA E IL DIRITTO DEL PADRE (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

LA BIOETICA E IL DIRITTO DEL PADRE Lunghe e faticose battaglie hanno affermato, nella nostra cultura, l'idea di "maternità consapevole". Lontani come siamo dal veder tradotta quella istanza in forme mediche e di welfare consolidate e diffuse, che garantiscano pienamente la donna, oggi vediamo che i confini della bioetica chiamano in causa anche il diritto maschile a una scelta genitoriale cosciente. Il Tribunale di Vigevano ha respinto la richiesta di una donna di accedere alla procreazione medicalmente assistita per avere un figlio dal marito, ricoverato in coma alla fondazione Maugeri di Pavia. La richiesta era stata sollecitata dal padre dell'uomo, in qualità di tutore; ed è stata rigettata in virtù del fatto che, dalle testimonianze raccolte, non è stato possibile - a parere dei giudici - ricostruire la chiara volontà dell'uomo di diventare padre. Una seconda questione la solleva Chiara Lalli, con grande lucidità, nel suo blog. Ha a che vedere con la legge 40 e con i recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale nel merito di alcuni passaggi di quella normativa. In particolare, la caduta dell'obbligo a «un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre», rende possibile crioconservare quegli embrioni che non vengono usati al primo tentativo; o tutti quelli prodotti se, per qualche ragione, il medico ritenesse opportuno rimandare l'impianto. Ovviamente nelle procedure di fecondazione assistita è contemplato il consenso informato e la possibilità, per entrambi gli aspiranti genitori, di revocare la loro volontà; ma, qui sta la bizzarria, ciò è possibile solo fino alla fecondazione dell'ovulo (e non, come in pressoché tutte le altre legislazioni, fino all'impianto dell'embrione). Lalli ci propone l'ipotesi di una coppia - Anna e Mario - che si rivolge a un centro per la fecondazione producendo 7 embrioni; 2 vengono utilizzati per un primo e inutile tentativo, gli altri 5 conservati per un secondo intervento che si rende necessario procrastinare. Nel lasso di tempo che separa quel primo tentativo da quello a venire i due interrompono la loro relazione; ma stante la legge italiana Anna ha diritto all'impianto degli embrioni, anche contro il volere di Mario che non può più ritirare il suo consenso. E ciò in direzione perfettamente contraria a quanto stabilito dalla Corte di Strasburgo riguardo a una controversia simile: una donna inglese si era rivolta a quella Corte invocando l'articolo 2 della Convenzione per la protezione dei diritti umani, domandando che si estendesse la tutela del "diritto alla vita" agli embrioni di cui chiedeva l'impianto contro il volere dell'uomo. I giudici respinsero la sua richiesta. Scrivere a: info@italiarazzismo.it

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Libro di Ciccardini Arriva Scalfaro (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

FABRIANO pag. 11 Libro di Ciccardini Arriva Scalfaro SABATO FABRIANO L'EX PRESIDENTE della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro sarà in città sabato alle 11 presso il convento San Domenico per presentare il libro di Bartolo Ciccardini dal titolo "Aspettando il 18 aprile: tra guelfi e ghibellini nella Italia unita". Insieme all'autore saranno presenti l'ex capo di Stato e Massimo Papini, direttore dell'istituto regionale per la storia delle Marche e Michele Zolla, vice presidente dell'associazione nazionale ex parlamentari. Il libro si avvale della prefazione dell'ex presidente della Corte Costituzionale Leopoldo Elia.

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Imprenditori, date lo stipendio lordo ai lavoratori il liberista (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Imprenditori, date lo stipendio lordo ai lavoratori il liberista Nel 2000, i radicali cercarono di presentare una ridda di referendum "liberisti" che, saltando l'intermediazione della classe politica, miravano a liberalizzare alcuni aspetti della vita economica italiana. Non ebbero fortuna, per due motivi. In primo luogo, la Corte costituzionale bocciò quattordici dei ventuno quesiti. Ai sette rimasti, venne poi a mancare qualsiasi sostegno dalla parte ad essi più affine, il raggruppamento guidato da Berlusconi, cui era più utile avere "problemi" ai quali promettere d'interessarsi, una volta tornato al potere, che "soluzioni" il cui merito politico sarebbe stato d'altri. Come è andata a finire lo sappiamo: il quinquennio berlusconiano non diede fiato alla domanda di libertà economica del Paese (eccezion fatta per la legge Biagi). E forse contribuì a smorzare l'entusiasmo dei ceti produttivi, che ne avevano decretato la vittoria non per affidarsi a san Gennaro: ma per semplificarsi, almeno un poco, la vita. Fra i referendum bocciati dalla Consulta, uno era quello sul sostituto d'imposta. Abolire le trattenute alla fonte, facendo sì che il datore di lavoro versi fino all'ultimo centesimo lo stipendio ai suoi impiegati, sarebbe una riforma semplicissima con implicazioni rivoluzionarie. Perché? Il sostituto d'imposta serve a consolidare tutta una serie di "illusioni politiche". Anzitutto, ed è precisamente il motivo per cui il sostituto d'imposta c'è, fa sì che i lavoratori non siano ben consapevoli di quante tasse pagano. Il "costo" che essi rappresentano per l'azienda è in buona sostanza doppio rispetto al salario che percepiscono. Quest'illusione mantiene in vita qualche residuo di lotta di classe. Il lavoratore, se ben imboccato da qualche leader dal populismo facile, arriva persino a pensare che il sistema fiscale sia concepito a vantaggio del "padrone": il quale può evadere o fare assegnamento su un buon commercialista. Siccome non ha contezza di quale sarebbe il suo reddito prima delle tasse, l'impiegato tende a non capire che c'è un prima e c'è un dopo. Cioè che, se lo Stato fosse meno famelico, avrebbe più quattrini a disposizione per sé e la sua famiglia. Non è un caso se, quando negli anni scorsi si parlava ancora di tagliare le tasse, quella fosse una battaglia che veniva ricondotta al famoso "popolo delle partita Iva". Quindi lavoratori autonomi, piccole e medie imprese, identificate come un mondo distinto e distante da quello invece della grande industria. Sull'abbattimento della pressione fiscale sulle persone fisiche, da sempre freddina. Lasciando spazio a un'altra illusione: che cioé le imprese "paghino tasse" di per sé, non in quanto avventure di uomini, individui, che sono i soli a versare parte del proprio reddito allo Stato. Anziché ricordare che ogni centesimo sottratto alle aziende è un centesimo sottratto alle persone che vi lavorano e alle persone che ne sono azionisti, la grande industria (dopo la parentesi di Antonio D'Amato in Confindustria) ha cercato di spuntare meno tributi per sé ma non per gli altri. Il risultato del puzzle è l'Italia in cui abbiamo vissuto negli ultimi quindici anni. Un Paese dove si pagano troppe tasse, e lo sanno anche i sassi. Però continuiamo a pagarle, perché la discussione politica vede il fronte dei contribuenti sempre diviso, e quindi incapace di articolare una domanda politica coerente. Di dire un "meno tasse" chiaro e ben scandito, che non sia solo un pretestuoso slogan elettorale prontamente abbandonato a urne aperte. Il quindicennio berlusconiano, in cui quello slogan, fondamentale all'affermazione iniziale del Cavaliere, è stato rapidamente disatteso, ha visto l'eclissi del contribuente. Da soggetto nuovo, sbalzato al centro della scena da Tangentopoli, a dettaglio in un quadro di crisi e progressivo peggioramento della finanza pubblica. Siamo tornati alla Prima Repubblica: le nostre istanze di pagatori di tasse, non valgono più nulla. Per questo dobbiamo ringraziare Giorgio Fidenato, un coraggioso imprenditore agricolo friulano ("Un agricoltore contro lo Stato", per citare il titolo di un suo libello), che da inizio anno si rifiuta di fare l'esattore per conto dello Stato, e versa ai suoi dipendenti lo stipendio lordo, senza ritenute. Paghino loro, ciascuno calcolando da sé quanto gli viene sottratto, tasse e contributi. "Scaricare queste incombenze sul lavoratore", come ha scritto qualcuno, farebbe lievitare i costi per lo Stato - ma non è un argomento. Lo Stato ci costringe a pagare le tasse: per farlo, dovrebbe al limite facilitarci lui, non viceversa. La battaglia di Fidenato è di buon senso e di equità fiscale. Soprattutto in un periodo di crisi, nel quale il potere d'acquisto dei salari va a rattrappirsi, il lavoratore ha almeno un diritto: quello di sapere di chi è la colpa. Non dell'arcigno datore di lavoro: ma del suo socio-ombra, lo Stato, che metodicamente si mangia metà di ciò che ai singoli lavoratori per diritto e impegno spetterebbe. Gli imprenditori hanno un modo per seguire Fidenato. Imitarne la disobbedienza civile, assolutamente trasparente, alla maniera di Thoreaux e Gandhi. Noialtri possiamo almeno iscriverci al gruppo di suoi fan su Facebook. Facciamolo oggi, all'acme di quell'orgia di buone intenzioni e finti scandali che è stata la campagna elettorale. Difendiamo il diritto a un contadino buon senso. di Alberto Mingardi 07/06/2009

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(sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 137 del 2009-06-07 pagina 7 «Io, ingraiano, sfido una sinistra senza teste» di Gabriele Villa Professor Baldassarre, lei si presenta a Terni con una lista civica sostenuta dal Pdl: deduciamo che ha fatto un falò dei suoi vecchi ideali di uomo di sinistra... «Non ho tradito io. Sono stati gli uomini a tradire me. Vede, io sono stato ingraiano quando ero giovanissimo, poi ho avuto riferimenti importanti come Napolitano, come Natta. Persone di un'onestà cristallina, da cui imparare. Adesso chi ho davanti? Nessuno. Perché la sinistra non esiste più e - sia a livello nazionale sia locale - è incapace di produrre uomini della levatura di un tempo, teste pensanti in grado di parlare alla gente di problemi veri e di capire dalla gente, ascoltandola, quali sono le priorità. È una sinistra senza idee e senza teste». Resta il fatto che lei, presidente emerito della Corte costituzionale, ex presidente della Rai e docente universitario, adesso si va a mettere in gioco per fare il sindaco di Terni. Perché? «Perché non me la sento di stare a guardare mentre la mia città sta morendo. Affossata dalla corruzione, dall'indebitamento finanziario, dall'inquinamento». Corruzione è una parola grossa... «Eppure è l'unica parola che si può usare per il comportamento scandaloso di un'amministrazione municipale di sinistra che, in una roccaforte rossa per tradizione, ha agito con impunità. Per esempio, a Terni c'è una grande disoccupazione giovanile ma la colpa non è della crisi economica. È di un sistema di potere clientelare e corrotto che privilegia solo coloro che appartengono a determinate famiglie e a un certo partito. Il sindaco è stato più volte condannato dalla Corte dei Conti per uso illegale di denaro pubblico, c'è stata un'indagine penale. E il Comune è finito sul lastrico con 200 milioni di debito per favorire le cooperative rosse». Quindi i giovani di Terni sono discretamente inferociti... «Se dovessero votare solo i giovani vinceremmo con dieci punti di vantaggio. In ogni caso, con questi giovani di Terni che vogliono lavorare per il bene della città e per ridarle dignità, sono sicuro che formeremo, nei prossimi cinque anni, una classe politica nuova». Parla come se fosse già sindaco... «Non ho ancora vinto, ma confido di vincere. Confido nell'onestà e nella voglia di cambiamento della gente di Terni. Che è stanca anche del clima intimidatorio creato dalla sinistra. Il Pd, a livello locale, è fatto di gente che cerca di arraffare soldi perché non ha mai lavorato in vita sua e di aiutare i parenti. Terni è una parentopoli». Anche «intimidatorio» è pesante... «Eppure è un'altra verità. Pensi che sono stati in molti a supportare il mio programma teso a spazzare via questa cappa di oligarchi che soffocano la città, creano discriminazione e frenano lo sviluppo. Tanti imprenditori e artigiani hanno dato contributi sostanziosi al mio comitato. Ma mi hanno pregato di non fare il nome altrimenti avrebbero subìto conseguenze. Conseguenze pesanti. Come accade in altre terre d'Italia. Mi sono spiegato?». Tre priorità che ha in animo per salvare Terni prima che sia troppo tardi. «Creare condizioni per lo sviluppo delle imprese e creare posti di lavoro per i giovani. Ridurre l'inquinamento perché non accada più che un sindaco, come è successo qui, ignori deliberatamente dodici allarmi radioattivi. Riorganizzare l'amministrazione pubblica che ha sperperato il denaro dei contribuenti con imprese fallimentari. Il centro multimediale, le farmacie comunali che, uniche in Italia, sono in rosso, i reparti ospedalieri creati non per soddisfare l'interesse dei cittadini ma quelli dei primari, le consulenze inventate con progetti fantasiosi per distribuire laute prebende». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Legge impugnata dal governo Ora si lavora al regolamento (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Legge impugnata dal governo Ora si lavora al regolamento TRENTO. Messa a punto in due anni di lavoro con le organizzazioni di categoria e le parti sociali, lo scorso ottobre la legge provinciale sugli appalti è stata impugnata dal governo Berlusconi di fronte alla Corte Costituzionale. Per l'esecutivo la competenza in materia è dello Stato e il consiglio provinciale non avrebbe titolo a legiferare sull'argomento. Uno stop arrivato nel pieno dello tsunami giudiziario che lo scorso autunno ha interessato proprio il mondo degli appalti trentino. La Provincia - ricorda il vicepresidente Alberto Pacher - ha però cominciato a lavorare sul regolamento attuativo per le parti della legge che non sono state impugnate. Il tavolo degli appalti proprio pochi giorni fa si è occupato del «libro di cantiere», uno strumento informatico che consentirà di tenere un controllo veloce e costante su chi opera nei cantieri.

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e moretton attacca tondo: chieda le compartecipazioni (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 7 - Regione E Moretton attacca Tondo: chieda le compartecipazioni I tributi Inps TRIESTE. Il capogruppo consiliare del Pd, Gianfranco Moretton, chiede al presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, di «attivarsi» per ottenere le compartecipazioni sulle pensioni Inps. Lo afferma, in una nota in cui commenta la possibilità per la Regione di accedere ai fondi «dopo più di un anno di sollecitazioni del gruppo Pd - precisa - sulla veridicità della conquista ottenuta dal governo di Centrosinistra nella passata legislatura». «A Tondo - prosegue Moretton - diciamo che la campagna elettorale è terminata, che non può più dire che le compartecipazioni sulle pensioni di anzianità sono una bugia del Centrosinistra e, tanto meno, fare il gioco del governo Berlusconi accettando ulteriori competenze - conclude - a carico della Regione». «Il presidente della Regione, Renzo Tondo, - dice ancora Moretton - dovrebbe farsi primo responsabile assoluto di spendere e recuperare quanto è già stato avviato nella passata legislatura con il conquistato federalismo fiscale e l'ottenimento delle compartecipazioni Irpef sulle pensioni Inps, come riconosciuto anche dalla Corte costituzionale». «È grave - osserva ancora Moretton in una nota - che su questo fronte Tondo temporeggi ancora e minimizzi la sua incapacità di far valere e rispettare un diritto acquisito».

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caccia: marsilio (pd): subito il piano faunistico (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 7 - Regione Caccia: Marsilio (Pd): subito il piano faunistico La richiesta UDINE. «Caccia ridotta ai minimi termini nella laguna di Marano, sul Carso triestino e nei Maigredi pordenonesi». Ecco quale sarà, secondo l'ex assessore all'Agricoltura e attuale consigliere del Pd, Enzo Marsilio, la conseguenza più immediata della sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato alcuni articoli della legge regionale sulla caccia se non verrà approvato il Piano faunistico regionale. Da qui l'appello: «Chiedo al presidente Tondo, quale garante del rispetto delle norme regionali -, di approvare il Piano individuando anche gli indirizzi generali e i criteri per la predisposizione dei Piani venatori distrettuali e per l'attuazione dei prelievi di fauna previsti dal medesimo». Altrimenti, a detta di Marsilio, la caccia rischia di finire nel caos. «Il ricorso del Governo, promosso dal Circolo friulano cacciatori e dall'Arcicaccia (con l'avallo politico della Lega Nord ) interessati solo a far cadere l'Associazione dei cacciatori - sostiene Marsilio -, rischia di far saltare l'organizzazione della gestione venatoria della regione basata storicamente sulle riserve di caccia. Mi chiedo quindi cosa dirà l'assessore Violino ai suoi amici cacciatori di Marano quando dovrà chiudere una parte della laguna alla caccia e che sacrifici richiederà al Carso e ai suoi bravi cacciatori legittimati finora a cacciare anche nelle zone protette definite dalla così detta legge Belci o ai suoi amici di Pordenone quando dovrà vietare la caccia nei Maigredi. Magari darà la colpa alla precedente amministrazione ma penso che gli crederanno in pochi». Il punto dolente della sentenza secondo Marsilio é la dichiarazione di illegittimità costituzionale degli articoli con i quali si stabilisce che viene destinata, a protezione della fauna, una quota non inferiore al 10% e non superiore al 20% del territorio agro-silvo-pastorale. "In più - aggiunge - dovrà essere riformulata la disciplina dell'aucupio: un disastro provocato dall'autolesionismo dei ricorrenti (associazioni venatorie e ambientalisti spalleggiati dalla Lega)». Cristian Rigo

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GUIDO PICCOLI LA VIOLENZA SCUOTE IMPROVVISAMENTE IL PERù. TRENTATRE MORTI, 22 MANIFESTANTI E... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

GUIDO PICCOLI La violenza scuote improvvisamente il Perù. Trentatre morti, 22 manifestanti e 11 poliziotti, e più di centocinquanta feriti rappresentano il bilancio ancora parziale di una battaglia decisa dal governo di Alan García per sloggiare migliaia di indigeni awajun e contadini dallo snodo stradale della Cueva del Diablo (la tana del diavolo), nel Perù settentrionale e amazzonico. Dai gas lacrimogeni e le pietre si è subito passati alle armi da fuoco, usate anche dagli elicotteri e dai blindati. Appena avuto notizia dello scontro, la rivolta si è estesa nella vicina città di Bagua, dove sono state incendiate le sedi istituzionali e quelle del partito governativo APRA e sono stati fatti prigionieri 38 poliziotti. In tutta la regione la situazione è molto confusa, nonostante gli appelli alla calma e la proclamazione del coprifuoco. Le versioni su quanto accaduto sono contrastanti. Alan García addossa ogni responsabilità ai manifestanti che avrebbero sparato per primi (mentre questi sostengono di avere solo lance e frecce) e che sarebbero strumentalizzati dai nemici stranieri intenzionati a bloccare lo sviluppo del paese: anche se non li ha nominati è evidente il riferimento ai presidenti dei paesi vicini, dall'ecuatoriano Rafael Correa al boliviano Evo Morales e soprattutto al venezuelano Hugo Chávez. Dall'altra parte, il leader della protesta, Alberto Pizango, costretto ormai alla clandestinità, ha accusato García di progettare un genocidio e ha chiesto la solidarietà degli organismi internazionali e dell'opinione pubblica mondiale che sostiene sempre, a parole, di avere a cuore la sopravvivenza dei popoli indigeni. Se è difficile capire cosa sia veramente accaduto nella Cueva del Diablo, anche per il black-out informativo imposto da Lima, sono invece chiare le ragioni delle mobilitazioni nel paese che vanno avanti ormai da due mesi e che si sono estese a macchia d'olio anche nelle regioni meridionali (dove, ad esempio, sono state bloccate perfino i trasporti turistici per il Machu Picchu e per il Lago Titicaca). Ad essere contestate sono nove decreti governativi che facilitano l'invasione dei territori indigeni da parte soprattutto delle società petrolifere, ma anche delle multinazionali del legno e degli agro-combustibili. Alle ragioni dei manifestanti che si oppongono alla devastazione della «Madre Terra» e del polmone amazzonico, il governo di Lima oppone quelle di uno sviluppo economico tendente all'autosufficienza energetica, ma soprattutto gli impegni pattuiti nel Trattato di Libero Commercio con gli Usa e con l'Europa. Dopo settimane di blocchi stradali, la rivolta è divampata giovedi in seguito al rifiuto del parlamento di Lima di accettare il giudizio di incostituzionalità di uno dei decreti governativi espresso dalla stessa Corte Costituzionale peruviana. La scelta repressiva di Alan García risulta comunue più che azzardata. Invece di spaventare i manifestanti, la repressione ha generalizzato la protesta spingendo tutti i maggiori sindacati ad uno sciopero generale. E in questo stato di tensione, ha ripreso fiato anche l'opposizione capeggiata da Ollanta Humala, considerato il Chávez peruviano.

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Zampatti honoured for her style (sezione: Giustizia)

( da "Daily Telegraph, The" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Carla Zampatti appointed a Companion of the Order of Australia Article from: Font size: Decrease Increase Email article: Email Print article: Print Submit comment: Submit comment By Lauren Williams June 08, 2009 12:00am AS the creative force behind many a red carpet design, Carla Zampatti is credited with helping countless numbers of the nation's style set make their names. Now, after four decades in the rag trade, Sydney's most sophisticated designer has been appointed a Companion of the Order of Australia (AC) in this year's Queen's Birthday honours. Zampatti was recognised for her leadership and management in business and her success in broadcasting as SBS chairwoman for the past 10 years. Joining Zampatti with Australia's highest honour are businessman Malcolm Kinnaird and Justice Peter Underwood. Also posthumously honoured today was acclaimed head and neck surgeon Professor Chris O'Brien, who died on Thursday after a two-year battle with an aggressive brain cancer. They are among hundreds of community, philanthropic, entertainment and sporting people, both famous and unheralded, honoured today. Zampatti yesterday dedicated her honour to the success of all women in business. "It is not only an honour for me, but wonderful recognition of what women are achieving," she said. The Italian-born self-made designer arrived in Australia in 1950 as a nine-year-old, full of "youthful optimism". From a small collection in 1965, the determined young woman grew to head one of Australia's most authoritative fashion houses, with over 30 boutiques around the country. "It is amazing what you can do with an incredible amount of youthful optimism and very little money," Ms Zampatti said of her early days in the business. The full NSW/ACT honours list: Order of AustraliaCompanion (AC) general division Carla ZAMPATTI-SPENDER AM, Woollahra, fashion, multicultural broadcasting. Officer (AO) in the general division David William BORTHWICK PSM, ACT, climate change, water allocation, emissions trading and heritage issues. Ms Gillian Elizabeth CALVERT, Dulwich Hill, protection of the rights and welfare of children and youth. Mr Peter Roland COATES, Mosman, development of low emission technologies, improved safety standards and climate change policy. Mr Richard Lucas ESTENS, Moree, Indigenous Australians and reconciliation. Ms Irene GLEESON, Belrose, aid for children affected by war and HIV/AIDS in northern Uganda. Professor Robert Michael GRAHAM, Birchgrove, medicine and stewardship of the Victor Chang Cardiac Research Institute. Mr Allan Grantley GYNGELL, ACT, foreign and security policy. The Honourable Justice David Hargraves HODGSON, Supreme Court of New South Wales, judiciary and to the law. Mr Peter Frank KING, Warrawee, humanitarian aid organisations. Professor Kurt LAMBECK, ACT, researcher and educator in the field of geoscience. Mrs Mari Ann LEWIS AM, Rose Bay, visual arts as an ambassador for Australian art. Mr Eric Paul McCLINTOCK, Kirribilli, finance and health, to Australian-Malaysian relations. Dr Robert Alexander McINTOSH, Theresa Park, research in the areas of wheat genetics and rust disease. Professor Christopher John O'BRIEN, AM, Hunters Hill, clinical research facilities for people with cancer. Mr Gregory John POCHE, Manly, medicine, aged care and sporting organisations. Mr Steven James ROBINSON, ACT, Australia's international interests. Professor John Lewis WARHURST, ACT, higher education, particularly in the field of political science. Member (AM) general division The Honourable Ian Morton ARMSTRONGOBE, Cowra, Service to the Parliament of New South Wales, to the agricultural and livestock sectors. Mrs Lesley Rosemary BOWREY, Rushcutters Bay, tennis as a player, coach and mentor to junior players. Mr Graham John BRADLEY, Neutral Bay, medical research and arts organisations. Mr Michael CHRISTODOULOU, Marrickville, Greek and Cypriot communities. Dr Helen Margaret CREASEY, Northwood, medicine as a geriatrician and neurologist. Mr Desmond Michael CUDMORE, Griffith, community of the Riverina. Mr Bruce Lawrence DAVIS, PSM, ACT, leadership of AusAID. Dr Robert Hugh EATHER, Mosman, study of space and the auroral lights. Mr Geoffrey John FISHER, Frenchs Forest, Turner Syndrome Association of Australia. Professor Bruce Crosby FORSTER, Double Bay, researcher and educator. Associate Professor Terence Matthew GAGEN, Sydney, researcher and mentor and through the National Mathematics Summer School. Mr Glenn Stewart GARDNER, Thornleigh, Northcott Society. Mr Stanley Vernard GRANT, Narrandera, preservation and promotion of the Wiradjuri language and culture. Associate Professor Deborah GREEN , Milsons Point, medical administration. Colonel Michael Albert GRIFFIN, Manly, legal and advisory roles with the Australian Defence Force. Mr John Edward HAINES OAM, Dundas, community of Parramatta. Professor Clive Charles HAMILTON, ACT, climate change, sustainability and societal trends. Mr John Arthur HASKINS, ACT, building and construction sector. Mr Malcolm John HAZELL, CVO, ACT, Australian Public Service, and as Official Secretary to the Governor-General of Australia. Dr Peter Anthony HOLDSWORTH, ACT, animal health industry. Professor David Murray HORNER, ACT, Australian military history and heritage. Associate Professor Michael Deane HORSBURGH, Glebe, Anglican Church of Australia. Dr Paul HUTCHINS, Ashfield, paediatrician. Dr Jack JELLINS, Dover Heights, development of diagnostic ultrasound equipment. Professor Richard Frederick KEFFORD, Summer Hill, oncology research. Adjunct Professor John Gerard KELLY, Fairlight, aged care policy development. Mr Kevin John KELLY, Spring Ridge, people with a disability. Professor Michael Richard KIDD , Potts Point, medicine and education. Professor Russell Duncan LANSBURY, Clareville, ndustrial relations as an educator and researcher. Mr Geoffrey James LEONARD, Newcastle, University of Newcastle, to the health care industry, and to medical research. Emeritus Professor Bruce Edgar MANSFIELD, Gordon, theology and history. Ms Geertrude Maria MILLS-EVERS, Rankin Park, service to the communities of Newcastle and the Hunter region. Professor Balakrishnan R NAIR, Merewether, medicine and medical education. Mr Peter Christopher O'CLERY, ACT, tourism industry. Dr Michael Christoph O'CONNOR, NSW, obstetrics and gynaecology. Mr Brendan Michael O'REILLY, West Ryde, aged care and disability. Dr Joseph Frederick PEREIRA, Castle Hill, welfare of Burmese refugees and migrants. Associate Professor Lynne PRESSLEY, Manly, the Heart Foundation. Mr Kenneth Maxwell RANDALL, OAM, ACT, journalism and public affairs. Mr Warren Allen RENNIE, OAM, Cronulla, surf lifesaving through executive roles with Surf Sports Australia. Professor John Alan RICHARDS, ACT, development of space science. Mr Brian Dudley SCARSBRICK, Brooklyn, environment through the Landcare movement. Mr Robert Stafford SHELDON, Castlecrag, architecture. Dr Michael STEER, Mount Kuring-gai, Royal Institute for Deaf and Blind Children. Mrs Jennifer THOMAS, ACT, philanthropic support for higher education and medical research organisations. Mrs Elizabeth Anne TREVAN, BEM, Lismore, children's health, to the development of cancer prevention and awareness programs. Mrs Lois Agnes TURK , Hunters Hill, philanthropic contributions to youth, social welfare and charitable organisations. Mr Paul Denis WAND, Bondi Beach, Indigenous community. Dr Anthony Duckett WHITE, Randwick, dermatology. Dr Mary Elizabeth WHITE, Johns River, botany as a researcher. Professor James Stanislaus WILLIAMS, ACT, physical sciences and engineering through education and research. Dr Colin Walter WRIGLEY, Epping, primary industry and improving wheat quality. Mr Alan Joseph ZAMMIT, Bella Vista, western Sydney. Associate Professor John Bernard ZIEGLER, Randwick, paediatric medicine in the areas of infectious disease, HIV/AIDS, and immunology and allergy. Member (AM) in the military division - Royal Australian NavyCommodore Raymond James GRIGGS, CSC RAN, ACT, exceptional service to the Royal Australian Navy as the Amphibious Task Group Commander, Deputy Fleet Commander, Director General Navy Strategic Policy and Futures, and as Director General Force Structure Review for the Defence White Paper. Australian ArmyBrigadier David Colin GILLIAN, ACT, For exceptional service to the Australian Army as the Director General Intelligence, and as the inaugural Commanding Officer, 1st Intelligence Battalion. Brigadier Peter Warwick GILMORE, DSC, ACT, For exceptional service as Director General Public Affairs, and as Director General Future Land Warfare. Royal Australian Air ForceAir Commodore James Michael BROWN, NSW, for exceptional service as the Director of Plans in Air Command, as the Officer Commanding Number 92 Wing, and as the Director General of Operations in Joint Operations Command. Group Captain Andrew Phillip DOYLE, CSM, ACT, For exceptional service in management of the acquisition of the C-17 aircraft, as an acquisition management team member and as Project Director Air 8000 PH3-Heavy Airlift Project. Medal (OAM) General division Mr Stephen Roderick AHERN, Gladesville, NSW, For service to radio broadcasting as an educator, media trainer and author. Mr Nelson Hayden ALLEN, West Wallsend, sporting and community. Mr Robert Jeffrey ALTAMORE, ACT, vision impairment. Mr Lennie ANDERSON, Fern Bay, land rights for the Worimi people. Mr Brian John ANDREWS, Kurri Kurri, documentation of the heritage of the Hunter Valley region. Ms Nina ANGELO, Macmasters Beach, arts and to the community. Mr Ian Murray ANGUS, Woollahra, community, arts and culture. Mrs Marjorie Joan ANSLOW, Narrandera, community of Narrandera. Mrs Jane Edna BAKER, Yass, Down Syndrome NSW and community. Mr David Robert BAMFORD, Toongabbie, Rotary International. Mr Darrell Maxwell BAMPTON, Kensington, Rugby League football and young athletes. Mrs Isla Violet BARING, London, young Australian musicians and performing artists. The Reverend Canon Dr John Gregory BARRETT, Port Macquarie, Anglican Church of Australia. Mr Keith William BELL, Wahroonga, biological methods for treating organic waste. Mr Robert Alexander BEVAN, Hazelbrook, real estate industry. Mr Neville Hilton BRACEY, Lemon Tree Passage, community of Port Stephens. Mrs Colleen Claire BRANDSTETTER, , ACT, community. Ms Margaret Florence BRESNAHAN, Rockdale, children's charities and overseas humanitarian aid. Mr Leslie Alan BROWN, Kyogle, road transport and community. Mr Robert Ritchie BRUCE, Glebe, Rotary Charity Regatta. Mrs Doris Elma BUDDEN, Manilla, community. Mrs Edna May BURGE, Jesmond, Guiding movement and community. Mrs Lynette Marie BURGESS, Pennant Hills, netball. Mr Richard Galbraith BYRES, North Parramatta, Rugby Union football as a player, referee and administrator. Medal (OAM) general division The Honourable Alan Glyndwr CADMAN, Galston, Parliament of Australia. Mrs Margaret Anne CALLINGHAM, Umina Beach, McDonald's Performing Arts Challenge and surf lifesaving movement. Mr Manuel Bermejo CASTILLO, Bangor, the Philippines-Australia Sports and Culture organisation. Mr Henry CHAN, Valentine, support for migrants and refugees. Mr Darryl John CHANNELLS, Doonside, sport for children. Mr Neville John CLARK, Port Macquarie, disabilities and their families. Mrs Barbara Ruth CLAYMAN, Killarney Heights, volunteer roles with Jewish organisations. Mr Thomas Oliver COLLESS, Leura, tourism, community and service organisations. Mrs Ruth Leonie CONDON, Gorokan, Torchbearers for Legacy. Mr Maurice George COOPER, Wentworth Falls, as a fundraiser for charitable organisations. Mr Russell Richard COOPER, Metford, community. Mr Mark Stephen CRANFIELD, ACT, Australian folklore and to the recording of oral histories. Mr Robert Charles CROSTHWAITE, Uralba, veterans and aged care. Mr Grahame Hugh CUMMING, Pennant Hills, history of the Freemasonry movement. Mr John Kenneth CUMMINS, Greenwich, motor racing, particularly historic cars. Mr John Charles DALBY, Kiama, St John Ambulance Australia. Mr Mario DAMO, ACT, multicultural community. Mrs Beatrice Mary DAVIES, Narromine, Royal Flying Doctor Service of Australia. Mr Christopher Warren DEACON, ACT, radio through the ArtSound organisation. Ms Piroozi DESAI-KEANE, Bondi Junction, music through the Sydney Eisteddfod. Mr Vaso DESPOTOVIC, Pyrmont, Serbian community in Australia. Mr Douglas William DIGGS, Gilgandra, Lions Australia. Mr Anthony Thomas DOYLE, Mungindi, Returned and Services League of Australia. Mr Barry John DOYLE, Cowra, sporting events and organisations. Mr Peter Norwood DOYLE, Vacy, youth, local government and health organisations. Mrs Janis Christine DUFFY, Kellyville, aged care, service and sporting organisations. Medal (OAM) general division Mr Frederick Alfred EDWARDS, Tamworth, voluntary roles with Rotary International. Mrs Dora EISENBERG, Leichhardt, community of Sydney as a volunteer. Mr Thomas Reginald ELLIS, Taree, charitable, agricultural and service organisations. Mr David Leslie FAHEY, Morundah, arts through Opera in the Bush. Mrs Roslyn FEITELSON, , deceased (Award wef 9 October 2008) Late of Bellevue Hill, fundraiser for Jewish organisations. Mrs Pamela Eleanor FISHER, North Curl Curl, Compassionate Friends of New South Wales organisation. Mr Alan John FORD, Umina, local government. Dr Ian Caithness FRANCIS, Castlecrag, medicine as an ophthalmologist. Mr Paul Ivan FRANCIS, Naremburn, Humpty Dumpty Foundation. Mrs Robyn Ann GERBER, Jewish community and Oxfam Australia. Mrs Lucy Kathleen GERMON, Gloucester, community. Mr Raymond George GILL, Kings Langley, New South Wales Volunteer Rescue Association. Ms Julia Virginia GILLESPIE, ACT, St Ninian's Uniting Church Friendship Group. Mr Alan John GRASSET, Northmead, training in the plumbing industry. Mrs Fay Mary GREEN, Walgett, education, and to the Indigenous community. Mr John Edward GREEN, Tamworth, local government. Mr Gordon Nigel GREGORY, ACT, National Rural Health Alliance. Mr Patrick Langley GRIFFIN, The Observatory Hotel, Sydney, Australian Hotels Association. Mr Philip John HANDEL, Beacon Hill, visual arts using the medium of stained glass. Dr Gorur Krishna HARINATH, Kogarah, cricket. Mr Clifford Edward HARRIS, Shell Cove, Swimming New South Wales. Mr Reuben Leonard HAWKINS, deceased (Award wef 15 January 2008), Late of Merrylands, research, charitable and social welfare organisations. Mr Alan Bruce HAYES, Central Coast, environment as an author and publisher. Mr George HICKS, Macksville, local government. Major Constance Joan HINDLE, Toronto, The Salvation Army. Major Stanley James HINDLE, Toronto, The Salvation Army. Mrs Beryl Mary HORWOOD, ACT, migrant and refugee women. Dr John Stephen HOWE, ACT, medicine as a general practitioner. Mrs Christine Gloria HUNTER, ACT, education. Mr Douglas James HUNTER, RFD, Albury, military history, particularly through the 8/13 Victorian Mounted Rifles Museum. Mr Francis Edward IFIELD, Galston, the arts as an entertainer. Mr Neil James INALL, Roseville, farming and the rural sector, particularly in the field of communication. Mr John Alexander IRELAND, Alexandria, through the Catholic Club, Sydney. Mrs Cherry JACKAMAN, Double Bay, heritage conservation through the National Trust of Australia (New South Wales). Mr Douglas William JONES, Carlingford, painting and decorating industry through education and training roles, and to the community. Mr Geoffrey Trevor JONES, St Clair, community through the Sydney Eisteddfod. Councillor Nigel Ashley JUDD, Ariah Park, to local government, and to the communities of Ariah Park and Temora. Ms Kay Marie KAVANAGH, Oatley, aged care industry. Ms Patricia Anne KEATING, Stockton, Indigenous communities of the Newcastle region and to environmental and historical organisations. Mr Ronald Charles KEYS, Doonside, athletics, particularly through administrative roles. The Reverend Peter Brian KILKEARY, Winmalee, to the Strathfield-Homebush Baptist Church. Mr John Russell KING, Jamisontown, fire and emergency services, and to the community of Penrith. Associate Professor James Leslie KOHEN, Doonside, Indigenous community, particularly the preservation of the heritage and culture of the Darug people. Dr Siobhan Kathleen LAVELLE, NSW, historical archaeology and heritage conservation, particularly the preservation of colonial roads and cemeteries. Sister Judith Bernadette LAWSON, Homebush West, to education as Principal of Santa Sabina College and through professional organisations. Mr Thomas Charles LEE, Narrandera, to the community of Narrandera through sporting, social welfare and ex-service organisations. Mr Matthew Joseph LEIGHTON, Narellan, to the communities of the Narellan and Camden areas. Mr Ian Craig LESLIE, Church Point, media, particularly current affairs journalism, and to the community. Mr Monty LEVENTHAL, Maroubra, science through volunteer roles at the Sydney Observatory. Mrs Judith Marie LEWIS, Riverstone, educational roles and to the Riverstone and District Historical Society. Mr William Alec LEWIS, Miranda, to the community of Port Hacking. Mr William Robert LIDDIARD, Maclean, community safety and horticultural organisations in the Maclean and Grafton areas. Mr William John LITTLE, Killarney Heights, Rotary Charity Regatta. Mr Ian Robert LOBSEY, Quirindi, local government, to education, and to the communities of Werris Creek and Nundle. Mr Robert Alister LOCKHART, Forbes, local government, and to the community of Forbes. Mr Jeremy Phillip LONG, Glebe, Indigenous community, to the public sector and to humanitarian groups. Ms Anne Catherine McCORMICK, Bellevue Hill, business as an antiquarian bookseller and to Australia's cultural heritage as a collector. Dr Alison McCUSKER, Woden, science through the cataloguing of Australian flora. Sister Patricia Anne McDERMOTT, Lima, Peru, development and establishment of facilities for disadvantaged families in Cerro Candela, Lima, Peru. Mrs Gladys May McLEAN, McKellar, Drugs in the Family support group. Mr Donald William MACINNIS, Taree, community of Taree and to the radiography profession. Dr Warwick Jason MACKAY, Ebenezer, medicine as a GP and to the community. The Reverend Father Brian Thomas MAHER, Jamison Centre ACT, historical organisations and to the Catholic Church of Australia. Mr Garry Leigh MALLARD, Bega, Shelter NSW and the National Tenant Support Network. Mrs Elizabeth MASTERMAN, Pelaw Main, community of Kurri Kurri. Mr John Vincent MEEHAN, Figtree, surf lifesaving, and to the community. Mrs Valma May MELVILLE, Kempsey, community of Kempsey. Mrs June Isabel MICKLEBURGH, Deakin, migrant and refugee women, and to the ACT Embroiderers' Guild. Mr John Robert MILHINCH, Pyrmont, Royal Flying Doctor Service of Australia. Mr Douglas Robert MINTY, Wentworthville, Watch and Clockmakers Societies of Australia. Mrs Margaret Anne MOLLOY, Lovett Bay, community of West Pittwater. Mrs Denise Margaret MOLONY, Cook, Indo Chinese, Albanian and Afghan communities in the Canberra region. Mrs Rhonda MOORE, Nowra, Shoalhaven region and through contributions to rural communities in Kenya. Mr Bruce Charles MORISON, Como, canoeing as an administrator, coach and mentor, and to the community. Mrs Erin Anne MOUNTSTEPHENS, Castle Cove, charitable organisations, particularly through fundraising for Vision Australia. Mr Dennis Peter MUDD, Bowral, education and to the community. Mr Rocco MUSTACA, Collaroy, community of Pittwater through support for health, service and multicultural organisations. Mr John NADER, Moruya, community of Moruya. Mr Patrick Micheal NATI, Dural, support of charitable organisations, particularly Special Olympics Australia. Mr Andrew Clark NEWELL, Wamberal, athletics and to the community of the Central Coast. Professor Alan B P NG, deceased (Award wef 28 August 2008), late of Cremorne, medicine, particularly in the field of pathology. Mrs Beverley Anne ORR, Giralang, children through foster care and child protection. Mrs Marion Fyfe PALMER, Jerilderie, through the Country Women's Association and the Uniting Church in Australia. Mr Rodney Taunton PEARSE, Neutral Bay, youth, particularly through the Juvenile Diabetes Research Foundation and Outward Bound Australia. Associate Professor Bruce John PENNAY, Lavington, community of the Albury Wodonga region, particularly through the establishment of the Bonegilla Migrant Reception Centre Heritage Park. Mr Joseph Patrick PEOPLES, Kingscliff, veterans and their families through the Kingscliff Sub-Branch of the Returned and Services League of Australia. Mr Richard James PETRIE, Randwick, community health through the Williams Syndrome Association of Australia and the Association of Genetic Support of Australasia. Mrs Margaret Jane PONTIFEX, Mangrove Mountain, conservation and the environment, particularly through the Mangrove Mountain and Districts Community Group, and to the community. Mr Peter Sean PRICE, Dover Heights, community safety through executive roles with the Crime Stoppers organisation. Associate Professor Peter Coulthard REED, Port Macquarie, medicine through education and training and to the community of Port Macquarie. Mrs Joan REESE, deceased (Award wef 11 September 2008), late of St Marys, study of early Australian history and genealogy through research and indexing. Mrs Martina REISGYS, Alfords Point, Lithuanian community of Sydney. Mr Keith Leonard RHIND, Katoomba, Rugby League football through administrative roles in the Penrith district. Mrs Audrey Margaret RHODES, Shellharbour, to the community of the Shellharbour district. Mr Thomas Barlow RHODES, Shellharbour, to the community of the Shellharbour district. Associate Professor David Alexander RICHARDS, Roseville, medicine in the field of cardiology and to the community through the Sydney City to Surf fun run. Mr Keith Ernest RICHARDS, Buronga, to children and young people in the Sunraysia region. Mr Ronald Frank RICHTER, Penrith, athletics, particularly in a range of voluntary roles. Mrs Cheryl ROACH, Bathurst, highland dancing as a teacher, and to the establishment of OzScot Australia. Mrs Norma ROACH, Karabar, arts through the development of cultural activities and facilities in the Queanbeyan region. Dr John Douglas ROBINSON, Chippendale, medicine as a GP and to the community through the Sydney City to Surf fun run. Mrs Nancy Joan ROOKE, Albury, Indigenous community of the Albury Wodonga region. Mr Bruce Alexander RUSTON, Strathfield, Rotary International and to the sign writing industry. Mrs Janet Maria SANDERS, Thornleigh, Indigenous community of the Hornsby area. Mrs Dorothea Joan SAWATZKI, Woodburn, community of the Richmond Valley. Dr Richard SCHODDE, Garran, science, particularly in the field of ornithology. Mr Brian Edward SEMMLER, Dubbo, community of the Dubbo region. Dr Leslie Edward SHARP, Bondi Junction, gymnastics in the Canberra region as a coach and administrator. Mr Wolodymyr SHUMSKY, Lidcombe, Ukrainian community through cultural, educational and literary contributions. Mrs Barbara Helen SILINIS, Weston, Lithuanian community of Canberra. Mrs Lurline Dorothy SIMPSON, Peakhurst, community of southern Sydney through a range of church, health and disability organisations. Mrs Anne Maree SMITH, Balgowlah, youth through the Guiding movement. Mrs Kathleen Meryle SMITH, Grenfell, community of Grenfell. Mr Richard Albert STEWART, Pearl Beach, surf lifesaving and church organisations. Mr Jonathan Howard SUMMERS, Edinburgh EH8 8BU, United Kingdom, for service to the performing arts as a baritone. Mr Donald Montague TAIT, Baulkham Hills, veterans, and to the preservation of artillery history and heritage. Mr John Robert TATE, Soldiers Point, veterans and their families, and to the community of Nelson Bay. Mrs Janice Claire THOMAS, Mooney Mooney, community, particularly through the 2/3 AHS Centaur Association. Mrs Jennifer Robin THOMAS, St Ives, community of North Sydney, particularly through charitable and service groups. Mr John Stewart THOMPSON, Tennyson, the Australian Light Horse Regiment 'A' Troop. Mrs Jean Marjorie THOMSON, Yarralumla, women's organisations, and to the Uniting Church in Australia. Dr Trevor James TIERNEY, Bonalbo, medicine as a general practitioner, and to the community of Bonalbo. Mr James Edward VARLEY, Tocumwal, the Tocumwal Rural Fire Brigade. Lieutenant Colonel Brian James VICKERY (Ret'd), Kingscliff, veterans, particularly through the 9th Battalion, The Royal Australian Regiment Association, and to surf lifesaving. Mr Barry Charles WALKER, Yass, wool industry as a producer, and to the community of the Yass district. Mr Barry John WALSH, South Penrith, Rugby League football through administrative roles in the Penrith district. Mr Donald William WARD, Deniliquin, financial counselling services for farmers affected by drought. Mr Thomas William WARNE, Bilgola Plateau, service to television broadcasting. Mrs Lynette Anne WATKINS, Albion Park, social welfare and ex-service organisations. Mr Roy WATTERSON, Balmain East, compere and organiser of concerts for senior citizens. Mrs Beryl Gwendoline WELLS, Kurrajong Heights, Nepean Group of the Country Women's Association of NSW. Mr Harry William WEST, Lane Cove, Papua New Guinea Association of Australia. Mrs Judith Anne WHITE, Turramurra, the Nepal Reconstructive Surgery Project and the Zonta Club of the Northern Beaches. Mr Norton John WHITMONT, Darling Point, tourism, and the Jewish community. Mr William Jason WHITTLAM, Kingsford, arts through contributions to the understanding of 19th Century painting techniques and decoration. Mr John Aaron WITHERS, Guildford, veterans through the HMAS Hobart Association, and to the community. Mr Kenneth Hudson YOUDALE DFC, Sydney, support for people affected by thalidomide and for their families. Medal (OAM) military division NSW Royal Australian NavyLieutenant Robert Andrew BARB RAN, meritorious service in the career management of the sailors of the Royal Australian Navy. Lieutenant Commander Gregory Michael RYAN RAN, meritorious service to the Royal Australian Navy in the field of embarked naval aviation operations. Australian Army Warrant Officer Class Two Bernard Francis CAREY, meritorious service to the development of the Australian Army's Commando capability and as the Company Sergeant Major of Delta Commando Company Group, the 4th Battalion (Commando), The Royal Australian Regiment. Warrant Officer Class One Michael Ian KERR, meritorious service as the Regimental Sergeant Major of the 2nd Combat Engineer Regiment and the 6th Engineer Support Regiment. Warrant Officer Class One Vivianne Renee NORTHOVER, meritorious service as Warrant Officer Personnel, Headquarters 1st Joint Movement Group; Operations Warrant Officer, Joint Movement Control Office Townsville; and as Movements Officer at Joint Task Force 633 in the Middle East. Royal Australian Force Group Captain Vincent Joseph IERVASI, meritorious service in the development of Australia's air combat capability and command of Number 3 Squadron. Public Service Medal (PSM) - Australian Public Service Dr Ronald Francis CAMERON, Kareela, nuclear science and safety. Mr Ian CARRUTHERS, Flynn, expanding the scope for science to support decision making on environmental matters. Mr Andrew Leigh CLARKE, ACT, driving significant reform of the energy market. Ms Ellen Erika DUNNE, Braddon, driving and leading innovation, change and improvement across Medicare Australia. His Excellency Mr Marc INNES-BROWN, ACT, Australian Ambassador to Iraq in advancing Australia's strategic, political and economic interests. Mrs Coral Lee McLEAN CSC, Carwoola, management of complex and sensitive human resource issues in the Department of Innovation, Industry, Science and Research. Ms Meghan Elizabeth QUINN, O'Connor, development of climate change policy. Mr Damien John ROBERTS, Chisholm, advocacy services for members of the Australian Defence Force. Mr Brian Paul STEWART, Yarralumla, significant reforms to information and communications technology across the Australian Government. Mr Michael Francis THOMPSON, Forrest, management and handling of highly classified material for the Department of Foreign Affairs and Trade. New South Wales Public ServiceMs Janet Mary ANDERSON, North Sydney, development and reform of policy frameworks for the use of resources within the NSW Health system. Ms Janice CARROLL, Newtown, children and young people of New South Wales who are considered to have high and complex needs. Mr Athol Patrick COOK, Mosman, NSW Public Sector over an extended period. Mr John Edward DENGATE, NSW, public affairs arena. Mr Sydney Hubert GRIFFITH, Pennant Hills, enhancement and improvement of the technical capabilities of NSW Police. Ms Patricia Thelma HALL, Bundanoon, provision of educational and tourist information for national parks and reserves in the South Coast. Ms Pauline Therese McKENZIE, Boambee, provision of public housing. Mr Barry Charles PEDDLE, Fairy Meadow, NSW Public Sector, leadership roles within TAFE NSW. Dr Larry VOGELNEST, Cobbitty, Senior Veterinarian, Taronga Conservation Society Australia. Mr Brian Anthony WEIR, Kiama, to the community of Shellharbour. Mr Kevin Ronald WRIGHT, Calamvale Qld, to the rail industry within NSW.Australian Police Medal (APM) - Australian Federal PoliceCommander Shane Patrick CONNELLY Federal Agent Gary Edward WYNCH New South Wales PoliceDetective Superintendent Geoffrey William BERESFORD Detective Inspector Mark GALLETTA Senior Constable Phillip Keith JACOBSON Detective Superintendent Ian Winston LYNCH Superintendent David John MEURANT Superintendent Kyle STEWART Sergeant Michael Allan WILLIAMS Australian Fire Service Medal (AFSM) - New South Wales Fire Services Mr Christopher John BARRON, Jerilderie Mr Brett Andrew BOWDEN, Orange Mr Keith Darral BUTT, Young Mr James Downing CHIVAS, Bullaburra Mr John Matthew McDONOUGH, Erina Mr Robert Thomas MURRAY, Waverley Mr Gregory Charles PICKERSGILL, Temora Mr Alfred Kenneth RAISTRICK, Cobbitty Mr Mark Dennis REILLY, NSW Mr Cecil John ROBINSON, Bourke Mr James Thomas SMITH, Dural ACT Fire Services Mr Gregory John KENT, Amaroo Ambulance Service Medal (ASM) - ACT Ambulance Service Mrs Therese Suzanne MOORE, Burra Creek Emergency Services Medal (ESM) - NSW Emergency Services Ms Debra May SCANES, Goulburn ACT Emergency Services Mrs Tracey Annette FOOTE, Murrumbateman Medal for Gallantry (MG) - Australian Army Corporal Justin Wayne HUGGETT, acts of gallantry in action in hazardous circumstances while deployed in Afghanistan with the 1st Battalion, The Grenadier Guards Battle Group during Exercise LONG LOOK 2007. Distinguished Service Cross (DSC) - Australian Army Major General Michael Simon HINDMARSH AO CSC, distinguished command and leadership in action in the Middle East Area of Operations as the Commander Joint Task Force 633 for Operations CATALYST and SLIPPER. Lieutenant Colonel Christopher Andrew WEBSDANE, for distinguished command and leadership in action as commander of the Overwatch Battle Group (West) - Four during Operation CATALYST. Commendation for Distinguished Service - Royal Australian Navy Captain Timothy Alan BROWN RAN, distinguished performance of duties in warlike operations as the Commander of Task Group 633.1 and Commanding Officer of HMAS Arunta during Operations SLIPPER and CATALYST. Australian ArmyLieutenant Colonel Scott GILLS, distinguished performance of duties in warlike operations as the Intelligence Officer and the Battle Group Chief of Staff for Overwatch Battle Group (West) - Four during Operation CATALYST in southern Iraq. Lieutenant Colonel Michael Anthony KING, United States of America, distinguished performance of duties in warlike operations as the Commander of the Force Level Logistic Asset, Middle East Area of Operations over the period February to August 2008. Corporal Luke Charles McDONALD, distinguished performance of duties in warlike operations as a Mortar Section Commander of the Reconstruction Task Force Three and of the 2nd Battalion, The Royal Australian Regiment. ROYAL AUSTRALIAN AIR FORCE Wing Commander Paul Anthony TURNER, distinguished performance of duties in warlike operations as the Reconnaissance Team leader and initial Detachment Commander of the Control and Reporting Centre, Afghanistan in support of Operation SLIPPER. Conspicuous Service Cross (CSC) - Royal Australian Navy Commander Stephen BECKMANN RAN, outstanding achievement as Director Navy Command, Control, Communications and Computers within the Royal Australian Navy's Communications and Intelligence Branch. Commander Katja BIZILJ RAN, outstanding achievement as Commanding Officer of the Australian Defence Force School of Languages. Commander Peter Robert DOWTON RAN, outstanding achievement as the Weapons Electrical Engineering Officer in HMAS Melbourne, particularly during the Guided Missile Frigate Upgrade program. Captain Mark James SACKLEY RAN, outstanding achievement in the field of logistics support to the Royal Australian Navy. Australian ArmyLieutenant Colonel Adam Winiata BOYD, outstanding achievement as the Operations Officer of the Counter Improvised Explosive Device Task Force. Lieutenant Colonel Simon Timothy JOHNSTONE, outstanding achievement in leadership and staff planning as the Staff Officer Grade One - Combat Development, Army Headquarters. Lieutenant Colonel Nicole Louise SADLER, outstanding achievement as Staff Officer Grade One Strategic Human Resources. Royal Australian Air ForceAir Commodore Adam Rayce BROWN, outstanding achievement as Officer Commanding, Air Lift Systems Program Office. Group Captain Alan Maurice HEMMINGWAY, outstanding achievement as an Operations and International Law expert. Group Captain Richard John KEIR AM, outstanding achievement as the Commanding Officer of Number 87 Squadron. Wing Commander Carl Stephen WALKER, outstanding achievement as Deputy Director, National Logistics (Air), Strategic Logistics Branch, Joint Logistics Command. Conspicuous Service Medal (CSM) - Royal Australian Navy Chief Petty Officer Paul Herman BODENSTEINER, meritorious achievement as the Chief Medical Regulator at Balmoral Naval Hospital, HMAS Penguin. Lieutenant Commander Bronwyn Adele FERRIER RAN, meritorious achievement as the Officer-in-Charge of the Fleet Industrial Hygiene Support Unit. Chief Petty Officer James Stewart LAWLESS, meritorious achievement as the Category Manager for Physical Trainers, Training Authority Maritime Warfare, HMAS Watson. Commander Graeme Bruce PEDLEY RAN, meritorious achievement as the Chief of Staff and Staff Officer Grade One Capability Policy and Development at the Amphibious and Afloat Support Force Element Group. Captain Caroline Lee KELLY, meritorious achievement to the discovery, reinterment and repatriation of the Australian Army's Missing in Action personnel. Colonel Allan Arthur MURRAY, meritorious achievement with the 2nd Division as Assistant Commander - Capability Development. Warrant Officer Class One Michael James SPRING, meritorious achievement as the Personnel Operations Warrant Officer, Directorate of Operations - Army. Royal Australian Air Force Wing Commander Williamina Robertson TENNANT, meritorious achievement as the Commanding Officer of the Royal Australian Air Force School of Administration and Logistics Training. Share this article What is this? AS the creative force behind many a red carpet design, Carla Zampatti is credited with helping countless numbers of the nation&squo;s style set make their names. Now, after four decades in the rag trade, Sydney&squo;s most sophisticated designer has been appointed a Companion of the Order of Australia (AC) in this year&squo;s Queen&squo;s Birthday honours. Zampatti was recognised for her leadership and management in business and her success in broadcasting as SBS chairwoman for the past 10 years. Joining Zampatti with Australia&squo;s highest honour are businessman Malcolm Kinnair... Click Headline for Full Story', 'http://www.news.com.au/dailytelegraph/story/0,22049,25600888-5005941,00.html', 1)" alt="Add to MySpace " title="Add to MySpace " >Add to MySpace Digg it Post to del.icio.us Post to Newsvine Post to Facebook Add to kwoff Stumble Upon

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Deja se stiu promovatele in Liga 1 la fotbal (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 07-06-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Deja se stiu promovatele in Liga 1 la fotbal Luni, 08 Iunie 2009 International curtea de Arges si CSM Ploiesti si-au asigurat ieri promovarea in Liga I la fotbal, acolo unde erau deja "urcate" Ceahlaul Piatra Neamt si Unirea Alba Iulia. Cu o etapa inaintea finalului, suspansul se mentine doar in subsolul seriei a II-a. Rezultate din Seria I: Ceahlaul Piatra Neamt-CSM Ploiesti 0-2; Dunarea Galati-Dinamo II 7-0; Petrolul Ploiesti-Dunarea Giurgiu 4-2; Delta Tulcea-FC Buftea 5-0; FCM Bacau-Sportul Studentesc 4-3. Meciul FC Botosani-FC Snagov nu a avut loc deoarece echipa oaspete nu s-a prezentat la aceasta intalnire. Clasament: 1. Ceahlaul Piatra Neamt – 66 puncte, 2. CSM Ploiesti – 64; 3. Delta Tulcea – 58. Au retrogradat Progresul Bucuresti, Forex Brasov, Prefab Modelu si stiinta Bacau. Rezultate din Seria a II-a: FCM Targu Mures-CFR Timisoara 6-1; UTA Arad-Dacia Mioveni 0-0; Muresul Deva-U Cluj 3-0; Ariesul Turda-ACU Arad 2-1; Mechel Campia Turzii-Drobeta Tr. Severin 3-1; FC Bihor-Liberty Oradea 0-2; Minerul Lupeni-CSM Rm. Valcea 3-1; FC Targoviste-Unirea Alba Iulia 2-4; Jiul Petrosani-International Curtea de Arges 1-1. Clasament: 1. Unirea Alba Iulia – 66 de puncte, 2. International Curtea de Arges – 61, 3. FCM Tg. Mures – 57. Au retrogradat Mechel Campia Turzii si FC Targoviste, iar U Cluj (40 de puncte), ACU Arad (40) si CFR Timisoara (39) lupta pentru evitarea ultimelor doua pozitii care duc in esalonul trei. Din aceeasi categorie: Dubla Romania-Germania in Liga EuropeiElena Bogdan a castigat finala de dublu junioare la Roland GarrosTurul Romaniei la ciclism, start spre 2000 de metri Voteaza

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P2P, sorvegliare e disconnettere (sezione: Giustizia)

( da "Punto Informatico" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma - Monitorare, avvertire e, a mali estremi, disconnettere: l'industria dei contenuti non sembra rinunciare ad aderire alle dinamiche che ormai sono legge in terra francese. Se nel Regno Unito, accanto a setacci e rallentatori, esiste la possibilità di introdurre le ghigliottine che finora autorità e provider avevano rigettato, la Svizzera legittima l'operato della società di sorveglianza Logistep. Ma il regime della risposta graduale alla pirateria avanza su una strada in salita. Il Regno Unito aveva tentato in precedenza di infilare nel quadro normativo una declinazione della dottrina Sarkozy: pressati dalle autorità e dai colossi dei contenuti, lo scorso anno i provider avevano firmato un'intesa con cui si caricavano della responsabilità di agire da messaggeri. Avrebbero recapitato missive minatorie agli abbonati il cui indirizzo IP fosse stato colto a violare il diritti d'autore. Si trattava di comunicazioni che a parere di molti sarebbero bastate per dissuadere i condivisori più impenitenti: l'eventualità delle disconnessioni era stata accantonata. Le stesse autorità, fra cui il ministro della Proprietà Intellettuale David Lammy, avevano fugato ogni dubbio a riguardo: le ghigliottine punitive fatte calare sulla connettività non sarebbero state una misura proporzionata, per tutelare il mercato di cui l'industria dei contenuti trae da vivere si finirebbe per calpestare innumerevoli diritti del cittadino. Ma il rapporto Digital Britain, un documento che dovrebbe tracciare il futuro dell'Isola connessa, potrebbe contenere disposizioni non allineate alle rassicurazioni di Lammy. Nel report, ha confermato il ministro della Cultura Andy Burnham, sarà contenuta la proposta di introdurre certe "misure tecniche" che agiscano da deterrente. Alle misure tecniche si era già fatto accenno nella versione preliminare del documento: si era ventilata la possibilità di incoraggiare i provider alle limitazioni della banda e alle discriminazioni del traffico. Un portavoce del Ministro ha lasciato trapelare che non si tratterà solo di misure preventive: nonostante Burnham abbia ricordato che un sistema deterrente che culmini con la disconnessione non sia "l'opzione da preferire", il suo portavoce ha riferito che si incoraggeranno gli accordi tra ISP e industria dei contenuti, che "l'accordo fra ISP e industria sarà supportato dai nuovi poteri consegnati ad OFCOM, sulla base dei quali potrà imporre soluzioni tecniche nei confronti di coloro che violassero ripetutamente il copyright nel caso gli avvertimenti si dimostrassero inefficaci". Il ministro delle Comunicazioni parla di dissuasori, come i dossi artificiali installati per invitare gli automobilisti a moderare la velocità. Ci sono osservatori che sospettano che invece il report abbia in serbo per i cittadini le temute disconnessioni. Se le autorità spingeranno sulle disconnessioni sarà in primo luogo necessario assicurarsi che i provider collaborino: gli ISP del Regno Unito non si sono finora mostrati cedevoli rispetto alla prospettiva di agire da boia dell'industria dei contenuti e di inimicarsi così i propri utenti. Proprio l'ostruzionismo dei provider ha disinnescato il corrispettivo neozelandese della dottrina Sarkozy, mentre la silente immobilità dei provider statunitensi starebbe facendo inabissare le ambizioni dell'industria dei contenuti rappresentata da RIAA e MPAA. Nessuno dei provider degli States avrebbe cominciato e collaborare a pieno regime con l'industria del copyright, che nei mesi scorsi aveva promesso di abbandonare la tattica dei processi per passare ai rastrellamenti di grandi numeri, netizen da inondare di missive e da disconnettere, qualora non si lasciassero intimorire e non desistessero dalle violazioni. I provider statunitensi inviano comunicazioni, ma si dimostrano restii a ghigliottinare le connessioni: il quadro normativo non sembrerebbe prevedere la giustizia privata, esercitata senza la mediazione dell'autorità giudiziaria. Al di qua dell'oceano, invece, si stanno preparando le basi per l'identificazione degli utenti: l'attività di Logistep, la società che al soldo dell'industria batte le reti P2P raccogliendo indirizzi IP a cui dare un nome, è stata legittimata da un tribunale svizzero. L'operato di Logistep era stato dichiarato illegittimo dal Garante della Privacy italiano nel quadro dell'affaire Peppermint, così come dalla Corte Costituzionale tedesca: l'azienda non aveva diritto di monitorare in maniera sistematica i circuiti del P2P a caccia di violazioni da registrare per essere impugnate contro il cittadino della rete. Ma sono numerosi, dentro e fuori dall'Italia, gli attori dell'industria che vorrebbero disporre della possibilità di tutelarsi senza doversi invischiare in tortuosi procedimenti burocratici che coinvolgano le autorità. La corte svizzera ha ammesso che l'attività di Logistep crea degli attriti in materia di diritto alla privacy, ma ha altresì decretato che le istanze dell'industria siano abbastanza rilevanti da giustificare la sorveglianza estensiva. I cittadini della rete, allertati dalla prospettiva di finire sotto la lente dell'industria dei contenuti, non hanno rinunciato alla mobilitazione. Sono innumerevoli gli strumenti imbracciati per sfuggire al controllo: a questi si è aggiunto IPODAH, un servizio di VPN analogo a quello proposto da The Pirate Bay. L'obiettivo di IPODAH è sfuggire ad HADOPI, l'Haute Autorité pour la Diffusion des Oeuvres et la Protection des Droits sur Internet che orchestra il regime della risposta graduale. Ammesso e non concesso che sia possibile. Gaia Bottà

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Elettrosmog e codice penale (sezione: Giustizia)

( da "ItaliaOggi Sette" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi Sette Numero 134  pag. 45 del 8/6/2009 | Indietro Elettrosmog e codice penale QUESITARIO - AMBIENTE Di Risponde Piergiorgio Pizzo Chiedo se il fenomeno dell'elettrosmog possa incappare automaticamente nei rigori dell'art. 674 c. p. H.N. 12 Elettrosmog e codice penale Chiedo se il fenomeno dell'elettrosmog possa incappare automaticamente nei rigori dell'art. 674 c. p. H.N. Risponde Piergiorgio Pizzo La Corte costituzionale, con la sentenza n. 127, del 7 marzo 1990 ebbe a puntualizzare che: «Fino a prova contraria, si deve [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati: 2      

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Saptesprezece cadavre ale pasagerilor zborului AF 447 au fost recuperate (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Saptesprezece cadavre ale pasagerilor zborului AF 447 au fost recuperate Imagini dintr-un elicopter al Fortelor Navale Braziliene. (Foto AP) Rl online Luni, 08 Iunie 2009 Saptesprezece cadavre au fost recuperate in total la acest sfarsit de saptamana, precum si "zeci de componente structurale" ale avionului Airbus al Air France, a anuntat duminica seara un purtator de cuvant militar, informeaza AFP, citat de Mediafax. Recuperarea a sase corpuri neinsufletite ale pasagerilor zborului AF 447 al Air France a fost anuntata anterior sambata si duminica. Aceasta cursa Rio-Paris s-a scufundat in Oceanul Atlantic in urma cu o saptamana. Purtatorul de cuvant al armatei, locotenent-colonelul Henry Munhoz, a precizat ca noua cadavre au fost recuperate de fregata braziliana Constitucao si opt de fregata franceza Ventose. Printre cele 11 cadavre recuperate duminica, se numara patru femei si patru barbati. Majoritatea corpurilor neinsufletite si resturilor au fost recuperate dintr-o zona aflata la 1.150 de kilometri distanta de Recife, pe coasta nord-estica a Braziliei. Din aceeasi categorie: Fostul sef "Acvila": Achizitiile s-au derulat prin MAI CSM, acuzat ca evita sa vorbeasca de magistratii colaboratori ai Securitatii"Meciul" Patriciu – SRI reincepe in noiembrie Voteaza

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LINEE GUIDA SULL'INSERIMENTO DEGLI IMPIANTI RINNOVABILI NEL TERRITORIO: LA CONSULTA BOCCIA LA BASILICATA (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 08 Giugno 2009 LINEE GUIDA SULL’INSERIMENTO DEGLI IMPIANTI RINNOVABILI NEL TERRITORIO: LA CONSULTA BOCCIA LA BASILICATA Milano, 8 giugno 2009 – Con sentenza n. 166/2009, depositata il 29 maggio 2009, la Consulta ha giudicato non conforme alla Costituzione l´art. 6 della legge della Regione Basilicata n. 9 del 26 aprile 2007 che aveva recepito le linee guida per il corretto inserimento degli impianti eolici nel territorio, adottate con una delibera di Giunta Regionale del 2004. Lintervento della Corte è stato innescato dal Tar Basilicata nel corso di giudizi in cui Aper è intervenuta ad adiuvandum a sostegno delle tesi giuridiche di un proprio associato ricorrente. Aper (unica associazione di categoria intervenuta anche nel giudizio di costituzionalità) sottolinea in particolare l’importanza di quanto affermato e riportato al punto 8 del considerato in fatto della sentenza: “l’adozione, da parte delle Regioni, nelle more dell’approvazione delle linee guida previste dall’art. 12 del d. Lgs. N. 387 del 2003, di una disciplina come quella oggetto di censura, provoca l’impossibilità di realizzare impianti eolici in un determinato territorio”. Preso atto di ciò, la Corte Costituzionale ha stabilito che l’emanazione delle Linee guida nazionali per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti da fonti rinnovabili “è da ritenersi espressione della competenza statale in materia di tutela dell’ambiente” che è di natura esclusiva. Pertanto, l’assenza delle linee guida nazionali “non consente alle Regioni … di provvedere autonomamente alla individuazione di criteri per il corretto inserimento degli impianti alimentati da fonti di energia alternativa”. “La tanto attesa sentenza della Corte - dichiara Roberto Longo, Presidente Aper – costituisce la conferma di quanto da anni denunciato dalla nostra Associazione e cioè, che l’emanazione delle Linee guida nazionali non è più procrastinabile”. Aper, infatti, già un anno fa aveva sottoposto al Governo la propria proposta di Linee guida nazionali. “Auspichiamo vivamente – continua Longo - che i Ministeri competenti siano solleciti nel dotare operatori e Istituzioni di un tale strumento che, siamo convinti, possa consentire al nostro Paese di superare una volta per tutte ostacoli burocratici e pregiudizi al quanto mai auspicato sviluppo del settore delle rinnovabili, a cui continuiamo a lavorare con determinazione e rinnovato impegno insieme all’Europa intera”. . <<BACK

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LA LEGGE GILMOZZI SULLE SECONDE CASE E' PIENAMENTE COSTITUZIONALE LO RIBADISCE L'ASSESSORE PROVINCIALE ALL'URBANISTICA DI TRENTO (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 08 Giugno 2009 LA LEGGE GILMOZZI SULLE SECONDE CASE E´ PIENAMENTE COSTITUZIONALE LO RIBADISCE L´ASSESSORE PROVINCIALE ALL´URBANISTICA DI TRENTO Trento, 8 giugno 2009 - In merito a notizie di stampa apparse il 5 giugno, che riportano quanto afferma Paolo Mondini, presidente dell´Associazione Grossisti dell´Unione Commercio, e cioè che il governo italiano avrebbe dichiarato incostituzionale la legge provinciale sulle seconde case, l´assessore provinciale all´urbanistica precisa che il vizio di incostituzionalità sollevato a suo tempo riguardava una parte secondaria della legge urbanistica e solo per il periodo in cui essa è rimasta in vigore (dal 16 novembre 2005 al 2 gennaio 2007); la Provincia ha infatti provveduto a modificare quella parte della legge prima ancora della sentenza della Corte. Al momento non esiste dunque alcun contenzioso fra Provincia e Governo sulla legge urbanistica. "La questione richiamata dal signor Mondini prende le mosse da una lettera del febbraio scorso del Capo di gabinetto del ministro degli Affari Regionali, in cui si ricorda che il Consiglio dei ministri nella sua riunione del 22 dicembre 2005 aveva deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge provinciale sulle seconde case, limitatamente però a quanto previsto dall´art. 14 quater comma 5, che prevedeva la possibilità di affidare direttamente a privati le opere di urbanizzazione nei piani di lottizzazione (tipicamente, pere come un parcheggio o piccole costruzioni perimetrali); sopra una certa soglia, infatti, la normativa comunitaria prevede l´indizione di una gara. Lo Stato, in altre parole, ha sì impugnato la legge provinciale in questione, ma solo per quel che riguarda una parte non certo fondamentale dell´intero impianto legislativo. A questo proposito Mondini, che si guarda bene dal citare questo particolare, si dimentica anche di dire che la Provincia aveva a suo tempo già provveduto a modificare l´articolo impugnato, cogliendo le osservazioni venute da Roma, ancor prima che venisse emessa la sentenza della Corte Costituzionale del 13 giugno 2007 che sanciva l´incostituzionalità della norma. In altre parole: non risponde al vero che ´per il governo la nostra legge sulle seconde case è incostituzionale´, come affermato nel virgolettato delle cronache di questa mattina. La legge, nel suo complesso, è passata al vaglio del governo italiano ed è stata per tempo corretta in quel solo particolare riferito agli affidamenti di appalti. Sussiste la possibilità per chi ne ha le competenze e si sente torteggiato dalla legge di rivolgersi alle sedi giurisdizionali opportune per chiedere l´eventuale revisione della norma; questa possibilità peraltro sussiste per tutte le leggi e comunque la norma provinciale a tutt´oggi risulta pienamente legittima e costituzionale nella lettera e nello spirito. Sia inoltre chiaro che allo stato attuale non esiste alcun conflitto istituzionale tra Provincia e Governo sulla legge delle seconde case, così come non è in essere alcun procedimento giursidizionale di revisione tendente a vagliarne l´incostituzionalità complessiva o anche solo specifica di qualche aspetto". . <<BACK

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Affidamento del contribuente da stabilizzare (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME data: 2009-06-07 - pag: 17 autore: FISCO E COSTITUZIONE Affidamento del contribuente da stabilizzare di Enrico De Mita I l principio di tutela del legittimo affidamento, reso esplicito in materia tributaria dallo Statuto del contribuente (articolo 10), trovando origine in alcuni principi della Costituzione (articoli 3, 23, 53 e 97), espressamente richiamati dall'articolo 1 dello Statuto stesso, è immanente in tutti i rapporti di diritto pubblico, e costituisce uno dei fondamenti dello Stato di diritto nelle sue diverse articolazioni, limitandone l'attività legislativa e amministrativa. La previsione dell'articolo 10 dello Statuto, a differenza di altre che presentano un contenuto innovativo rispetto alla legislazione preesistente, è dunque espressiva di principi generali, anche di rango costituzionale, immanenti nel diritto e nell'ordinamento tributario anche prima della legge n. 212/2000: di conseguenza tale norma vincola l'interprete, in virtù dell'interpretazione adeguatrice, risultando così applicabile sia a rapporti sorti prima dell'entrata in vigore dello Statuto, sia a rapporti fra contribuente ed ente impositore diverso dall'Amministrazione dello Stato, sia ad elementi di imposizione diversi da sanzioni e interessi. Questi i punti forti della sentenza n. 10982/2009 della Cassazione, che, proseguendo nella linea della propria costante giurisprudenza (21513/2006, 7080/2004, 17576/2002), segna un altro passo innanzi verso la precisazione dei principi generali della materia tributaria, verso l'inquadramento del diritto tributario nell'intero sistema giuridico. Il tutto mediante una valorizzazione dello Statuto dei diritti del contribuente e dei principi in esso contenuti che smentisce le pessimistiche previsioni sul destino di tale legge che la accompagnarono al momento della sua emanazione e che riemergono talora in dottrina. Nel caso sottoposto al giudizio della Cassazione, contribuente e Amministrazione erano dapprima pervenuti ad un accertamento con adesione; successivamente l'Ufficio aveva emanato un avviso di accertamento integrativo, annullato dai giudici di merito. La Cassazione, nel confermare la sentenza di appello, osserva come il potere di accertamento integrativo trovi applicazione solo con riferimento a quei periodi di imposta per i quali la definizione con concordato non fosse ancora stata realizzata alla data di entrata in vigore del D.Lgs. n. 218/1997, che tale potere ha appunto introdotto (articolo 2, comma 6). Infatti, dice la Cassazione, il principio dell'affidamento e quello di irretroattività delle norme tributarie sfavorevoli al contribuente impongono di ritenere non applicabile una norma simile, retroattivamente ai rapporti già definiti con accertamento con adesione. La sentenza n. 10982, dunque, ponendosi nella linea della consolidata giurisprudenza della Cassazione (e soprattutto della sentenza n. 21513/2006), ha tratto nuovi spunti di valorizzazione dello Statuto, soprattutto con riguardo a quelle norme che sono espressione di principi generali immanenti nel diritto. In base a tale decisione, i principi come quello del legittimo affidamento trovano applicazione nei rapporti, sorti anche prima dell'emanazione della legge n. 212/2000, che il contribuente ha con qualsiasi ente impositore; inoltre, avendo l'articolo 10 dello Statuto una funzione meramente esemplificativa di situazioni alle quali è applicabile il principio del legittimo affidamento (quelle legate alle ipotesi maggiormente frequenti, vale a dire sanzioni ed interessi), ben può tale norma applicarsi ad elementi dell'imposizione diversi da quelli elencati. Ma il punto più sottile ed interessante della sentenza è un altro, anche esso già presente nella giurisprudenza della Cassazione: vale a dire quello dell'interpretazione delle norme dello Statuto come «norme di rango costituzionale ». Ed è anche il punto che avrebbe bisogno di ulteriori approfondimenti, che potrebbero provenire soltanto dalla Corte costituzionale. è forte infatti l'obiezione di carattere formale circa la gerarchia delle fonti e circa la riserva di chi ricorda che lo Statuto è pur sempre una legge ordinaria. Di recente, per la verità, la Corte (nella decisione sul responsabile delle cartelle di pagamento, 58/2009) ha affermato che non «hanno rango costituzionale - neppure come norme interposte - le previsioni della legge n. 212 del 2000», richiamando peraltro la sua giurisprudenza (ordinanze n. 41 del 2008, n. 180 del 2007 e n. 428 del 2006). Si tratta però di affermazioni che non affrontano direttamente la questione della collocazione dello Statuto nella gerarchia delle fonti, costituendo di volta in volta degli obiter dictum o di considerazioni non determinanti al fine della decisione delle questioni sottoposte alla Corte. Solo la Corte costituzionale, dunque, potrebbe dare conforto alla tesi della Cassazione circa questa nozione di principi costituzionali in senso ampio, che, per quanto suggestiva, rimane in parte discutibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CONTRASTO Tra Cassazione e Corte costituzionale non c'è sintonia sul riconoscimento da dare al principio

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carlo, il bimbo che non c'era vorrei non fosse il nostro futuro (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 12 - Altre Carlo, il bimbo che non c'era Vorrei non fosse il nostro futuro Racconto una storia"che sarà una delle tante che vi sarà stata raccontata; per me è naturalmente unica, vera, documentata e documentabile storia, iniziata in terra toscana e terminata in terra veneta. E' la storia di un bimbo che non c'era e che un gruppo di persone ed istituzioni - ognuno per la propria parte e ruolo, ha contribuito a far esistere per l'anagrafe. Indico, solo per citarli, alcuni degli artefici. Sono: Le famiglie adottive e volontarie; il tutore volontario; tre avvocati nostri iscritti in speciali albi e quindi quasi volontari; i Servizi Sociali dei Comuni di nascita e residenza (del bimbo e della sua famiglia naturale); alcuni organi della Regione Veneto; il Tribunale dei Minori di Venezia e il Tribunale Civile di Prato con i rispettivi uffici dei Pubblici Ministeri; il Giudice Tutelare di Treviso; gli Uffici di Stato Civile e Anagrafe dei due Comuni: di nascita (Prato); di residenza (non lo indico per motivi di riservatezza); la scuola materna ed elementare, i medici, la parrocchia e altri ancora del Comune che li ospita. In breve una parte rilevante del mondo toscano-veneto dove la storia (fortunatamente, ma vista l'aria che adesso tira, meglio sarebbe dire fortunosamente) ha avuto rispettivamente inizio e fine; per l'appunto anagrafica. In breve: «Il mondo di Carletto» (nome di fantasia per i motivi di cui sopra). Così lo chiamò sua madre su un letto di ospedale a Prato; cosi dovette essere scritto sulla attestazione di nascita in un giorno di giugno dell'anno 1999. Da li iniziò il viaggio in Italia di Carletto il bimbo che non c'era (io chiamai in questo modo la sua storia, nella prima lezione di addestramento di qualche anno fa, dopo che ne assunsi la tutela volontaria). E' terminata esattamente 9 anni dopo, in un giorno di giugno dell'anno scorso, 2008: da allora, fortunatamente, Carletto c'è. Lui adesso è un adolescente; felice di essere nato nella nostra Italia, di vivere nella nostra accogliente regione, provincia ma soprattutto nel comune che lo ospita con la sua numerosa famiglia. Frequenta con profitto la locale scuola, vive la parrocchia con i suoi quattro fratellini minori e la madre; vive una esistenza sana e ben protetta" dalla comunità. I maestri tutti lo hanno condotto per mano con amore; gli hanno insegnato, e lui ha appreso, le regole del nostro vivere civile e democratico. Sarà, a tempo debito, un buon cittadino italiano magari con doppio passaporto; saprà ringraziare - già lo fa adesso con limiti dati dalla giovane età - tutti coloro che lo hanno fatto nascere e ne hanno accompagnato la crescita. Per gli altri - che ora non vorrebbero per mille motivi (giusti o sbagliati non mi importa) che ciò ancora avvenisse - avrà, forse, sentimenti di rabbia e sdegno; se non peggio. Alimentando così quella caccia alle streghe che tutta l'Europa ci invidia e di cui, come cittadino sud italico emigrato in Veneto, mi indigno e non sento sinceramente il bisogno. Farà, insomma, come abbiamo fatto, credo, tutti noi da piccoli; beninteso se istruiti da buoni maestri. Adesso, un po' più adulti, dovremo (se passa la sciagurata proposta di legge come l'ho sentita alcuni giorni fa alla radio), solo chiedere l'aiuto, nell'ordine: 1) al Presidente della Repubblica; 2) alla Corte Costituzionale; 3) alla Corte di Giustizia Europea. Solo nei casi più gravi chiederemo l'intervento o di un Commisario Straordinario per l'Emergenza Stupidità Dilagante o, se non se ne trovasse uno di libero, a po' di uomini o donne di Organismi Internazionali che si occupano dei bambini mai nati, dispersi o abbandonati. Fortunatamente ne abbiamo tanti e bravi. L'ultima la ho rivista (per alcuni sarà solo una nuova conosciuta) qualche notte fa ospite di «Parla con me» su RaiTre; occorrerebbe che qualcuno dei nostri sceriffi vedesse il filmato e rileggesse Guareschi con Don Camillo e Peppone; uomini di altri tempi e, per me allora giovane lettore certamente, migliori (quantomeno in umorismo). Se mi sono dimenticato di citare, nel bene o nel male, qualche altro che dovesse leggere i vostri quotidiani, chiedo loro venia fin da adesso. Nel mio piccolo riparerò, come credo tanti altri vostri lettori, con un molto attento prossimo voto e, per quanto mi riguarda, altrettanto forte e duraturo impegno civile e volontario. A.G. Mestre

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Tra le ultime novità (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-08 - pag: 35 autore: Tra le ultime novità • Sentenza n. 12110, Sezioni Unite depositata il 25 maggio 2009 Tenuto conto quanto affermato più volte dalla Corte costituzionale (si veda la sentenza n. 42/80), ...deve prendersi atto che esiste tra il «territorio dell'impresa»e il «territorio del lavoro autonomo» un'area grigia,una linea mobile di confine, rappresentata dallo svolgimento delle attività ausiliarie di cui all'articolo 2195 del Codice civile, le quali, pur essendo ai fini delle imposte sul reddito considerate produttive di reddito d'impresa,possono essere (e spesso sono) svolte dal soggetto senza «organizzazione di capitali o lavoro altrui». Se, infatti, si considerassero ai fini Irap queste attività tout court "attività di impresa",l'imposta non troverebbe corrispondenza nella sua ratio, e finirebbe per colpire una "base fittizia", un "fatto non reale"...

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L'assegno divorzile una tantum (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

L’assegno divorzile una tantum Articolo di Matteo Santini e Erika Pigliapoco 08.06.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi L’assegno divorzile una tantum di Matteo Santini e Erika Pigliapoco “Con la sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, il tribunale, tenuto conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello comune, del reddito di entrambi, e valutati tutti i suddetti elementi anche in rapporto alla durata del matrimonio, dispone l'obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell'altr un assegno quando quest'ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive.” Il testo appena riportato è quello del 4 comma dell’art 5 così come da ultimo modificato dall’art. 10 della legge n. 74 del 6 marzo 1987, norma di riferimento per la trattazione dell’istituto dell’assegno divorzile. A premettere, si deve rivolgere l’attenzione all’orientamento espresso in materia dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con sentenza n. 11492/90, e confermato anche di recente (Cass. n. 15610/06 e n. 25436/07) ai fini dell’ accertamento del diritto all’assegno di divorzio. La Suprema Corte ha, di fatti, precisato come il riconoscimento del diritto all’assegno abbia come presupposto la mancanza di “mezzi adeguati ”o l’impossibilità di procurarseli” per ragioni oggettive”, ovvero con rimando alla inadeguatezza dei mezzi del coniuge istante valutati sotto il profilo dei redditi posseduti “intesi come redditi idonei ad assicurare il tenore di vita goduto durante il matrimonio e che sarebbe presumibilmente proseguito in caso di continuazione dello stesso, o che poteva legittimamente e ragionevolmente fondarsi su aspettative maturate nel corso del rapporto, fissate al momento del divorzio” (Cass., sent. n. 6541 del 2002, n. 7541 del 2001). A tal fine, il tenore di vita precedente deve desumersi dalle potenzialità economiche dei coniugi, ossia dall’ammontare complessivo dei loro redditi e dalle loro disponibilità patrimoniali (Cass., sentenze n. 15610 e n. 4764 del 2007), senza che sia indispensabile uno stato di bisogno, come richiesto in caso di alimenti, e rilevando piuttosto l’apprezzabile deterioramento, in dipendenza del divorzio “delle precedenti condizioni economiche, le quali devono essere tendenzialmente ripristinate, per ristabilire un interrotto equilibrio “(Cassazione 28 febbraio 2007, n. 4764). Orbene la previsione dell’art. 5 comma 8 della legge n. 898 del 1970 già prevedeva che “su accordo delle parti” la corresponsione potesse avvenire in unica soluzione così normativizzando un’ipotesi di liquidazione cumulativa delle spettanze dovute a titolo di assegno divorzile, alternativa, purchè oggetto di espresso consenso da parte dei coniugi, a quella della corresponsione periodica. La novella intervenuta a seguito della legge n. 74 del 1987, nell’intento di assicurare al coniuge divorziato più debole, generalmente la donna, una tutela più estesa, ha così modificato il comma 8 dell’art. 5 “su accordo delle parti la corresponsione può avvenire in un'unica soluzione ove questa sia ritenuta equa dal Tribunale: in tal caso non può essere proposta alcuna successiva domanda di contenuto economico.” Si è così prevista la necessaria intermediazione dell’organo giudicante il quale, richiamando in parte la funzione svolta in sede di omologazione, si rende artefice di un controllo di equità con la importante conseguenza di ridurre l’accordo raggiunto dagli ex coniugi a semplice prerequisito, incapace, uti singulo,di determinare l’applicazione dell’istituto. Tramite tale giudizio il giudice eviterebbe ogni forma di abuso in danno del coniuge più debole che, a causa del suo stato di bisogno, potrebbe essere indotto ad accettare in unica soluzione attribuzioni inadeguate. Così come modificato dalla legge n. 74 del 1987 l’assegno una tantum ha continuato a destare l’interesse dei tecnici del settore, in primis, con riguardo alla sua funzione. Di fatti l’importo da corrispondere in forma periodica viene stabilito in base alla situazione esistente al momento della pronuncia di divorzio, con la conseguente possibilità di una sua successiva revisione, in sintonia alla funzione prevalentemente assistenziale dello stesso; al contrario l’ assegno divorzile una tantum viene concordato liberamente dai coniugi nel suo ammontare in maniera risolutiva e definitiva. Il pagamento unico definisce una volta per tutte i rapporti economici degli ex coniugi concretizzandosi in una dazione di natura patrimoniale e producendo l’effetto di rendere immodificabili le condizioni pattuite, “le quali restano così definitivamente fissate”. Si tratta evidentemente di un finalità risarcitoria che lo porta a distinguersi dal ruolo svolto dall’assegno periodico. Lo spartiacque tra i due istituti andrebbe rinvenuto nell’impossibilità per l’assegno divorzile una tantum di fungere da reddito, come autorevole giurisprudenza ha constatato. La Suprema Corte, a tale riguardo, argomentando a contrario, in mancanza cioè di una disposizione legislativa che qualifichi come reddito imponibile ai fini IRPEF il provento acquisito in capo al coniuge beneficiario, ha stabilito che il trasferimento una tantum attuerebbe piuttosto l’attribuzione di una somma capitale. "Il fatto che né il legislatore della riforma tributaria del 1971 nè quello successivo, fino ad oggi, abbiano mai dettato una espressa e specifica norma impositrice (…) che qualifichi come reddito imponibile ai fini IRPEF il provento conseguito dal coniuge beneficiario, avente ad oggetto la somma di denaro risultante dalla capitalizzazione dell’assegno divorzile, costituisce un serio indizio della natura non reddituale del provento medesimo per implcita, ma inequivoca, “intenzione” del legislatore medesimo" (Cass. sez. trib. 12.10.1999, n. 11437, GI, 2000, 263). Ma che cosa deve intendersi per reddito? A tale riguardo giova richiamare la stessa definizione di reddito utilizzata dal legislatore ai fini della abrogata imposta di ricchezza mobile laddove si constata che “presupposto dell'imposta è la produzione di un reddito netto, in danaro o in natura, continuativo od occasionale, derivante da capitale o da lavoro, o dal concorso di capitale e lavoro, ovvero derivante da qualsiasi altra fonte...”( art. 81 comma 1 D.P.R. 29 gennaio 1958 n. 645, recante approvazione del t.u. delle leggi sulle imposte dirette). Il reddito pertanto, in primis, costituisce una nuova ricchezza che si colloca in uno stringente rapporto di causa- effetto con una “fonte produttiva”. Mentre il reddito può predicarsi come “flusso di beni” , il patrimonio o capitale è un “fondo di beni” dal quale scaturisce il reddito come nuova ricchezza creata. Sulla base di tali premesse sembra da accogliere la tesi che ravvisa l’esistenza di “due fattispecie” separate e distinte: l’assegno corrisposto una tantum rientrerebbe nel concetto di attribuzione patrimoniale non in quello di reddito difettando del requisito di periodicità. In conformità a ciò, l’art. 10, 1° co., lett. c) del d.p.r. 22 dicembre 1986, n. 917 Testo unico delle imposte sui redditi nell’elencare gli oneri deducibili ai fini della determinazione del reddito imponibile, vi ascrive gli “assegni periodici corrisposti al coniuge ad esclusione di quelli destinati al mantenimento dei figli, in conseguenza di separazione legale ed effettiva, di scioglimento o annullamento del matrimonio o di cessazione dei suoi effetti civili nella misura in cui risulta dall’autorità giudiziaria” ma non include alla lista quelli corrisposti una tantum. La norma, a rilievo dei più, avrebbe delineato pertanto una trattamento fiscale non omogeneo stante la possibilità per il coniuge obbligato al versamento dell’assegno periodico, di fatto equiparato ad una retribuzione, di dedurre il rispettivo importo, possibilità negata in caso di assegno una tantum . Colta la questione, la Corte di Cassazione, ipotizzando la possibile violazione degli articoli 3 e 53 della Costituzione ha sollevato, con ordinanza 18 settembre 2000, n. 795, questione di legittimità costituzionale avente ad oggetto la disposizione sopra citata, nella parte in cui non include nella categoria di oneri deducibili ai fini IRPEF, l’assegno una tantum corrisposto all’ex coniuge in conseguenza della pronuncia di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio. La Corte Costituzionale, in risposta, dopo aver riconosciuto la manifesta infondatezza della questione sollevata, ha invocato “la piena discrezionalità legislativa” sul punto ritenendo tale disciplina ragionevole e perfettamente collimante con i principi di capacità contributiva in quanto “… la deducibilità o meno di oneri e spese dal reddito imponibile del contribuente non è generale ed illimitata, spettando al legislatore la sua individuazione in considerazione del necessario collegamento con la produzione del reddito, con il gettito generale dei tributi e con l'esigenza di adottare le opportune misure atte ad evitare le evasioni di imposta, secondo scelte che, in questa materia, appartengono alla discrezionalità legislativa, col solo limite del rispetto del generale principio di ragionevolezza” (Corte Cost. 22 novembre/6 dicembre 2001 n. 383). Quanto agli effetti dell’assegno divorzile, in relazione all’art 9 bis della legge sul divorzio, in tema di pensione di reversibilità in conseguenza del decesso dell’ex coniuge, la giurisprudenza ha sempre ritenuto che il diritto a tale forma pensionistica si origini soltanto nell’ipotesi in cui, al tempo della regolamentazione dei rapporti economici in sede di divorzio, gli ex coniugi non abbiano optato per la corresponsione di una somma capitale “una tantum”. La ratio ispiratrice risiederebbe nella natura liquidatoria del versamento unico, il quale sarebbe in grado di far scomparire ogni onere derivante dal pregresso vincolo matrimoniale. E, pertanto,” il coniuge divorziato che abbia ricevuto l’assegno divorzile mediante corresponsione di un capitale “una tantum”, sopravvenuto il decesso dell’ex coniuge, non può vantare diritti alla pensione di reversibilità” (Cass. sez. lav. 18-7-2002 n. 10458 ma anche C. Conti Sez III App. 14.12.2006, n. 457). Da ultimo, non meno rilevante aspetto su cui porre l’attenzione è quello relativo alla possibilità di revoca o meno dell’assegno divorzile una tantum in relazione a quanto espresso nel comma 8 dell’ art 5, sopra richiamato, ai sensi del quale, successivamente alla sua corresponsione “… non può essere proposta alcuna successiva domanda di contenuto economico.” Sul punto la Corte di cassazione ha allontanato ogni nuvola di dubbio precisando che se si procede ad una liquidazione in unica soluzione di quanto compete al coniuge più debole, dopo tale liquidazione non sopravvive un rapporto da cui possano scaturire nuovi ed ulteriori obblighi “in quanto l'aspettativa ad un assegno è stata esaurita attraverso l'una tantum, ed è venuto meno - a seguito del divorzio - ogni rapporto di natura personale fra i coniugi - potenziale fonte di altre pretese anche economiche. E che la conclusione suddetta è ulteriormente confortata dalla considerazione che la possibile modifica "in aumento" dell'assegno periodico trova, alla luce dell'art. 9 della legge 898, giustificazione nella circostanza che tale revisione può assumere due direzioni: può comportare cioè sia un aumento sia una diminuzione delle corresponsioni.” Invece,” se si permettesse di porre in discussione il rapporto definito con l'una tantum attraverso i meccanismi previsti dall'art.9 si perverrebbe all'assurdo di prevedere solo lo strumento attraverso cui la cifra concordata in sede di divorzio può essere …”.E’ dunque evidente “ l'intendimento del legislatore di rendere la revisione del tutto incompatibile con la liquidazione in unica soluzione, che del resto cesserebbe di essere "unica" ove potesse venir affiancata in epoca successiva da un assegno periodico” (Cass. 29 agosto 1998 n. 8654; 27 luglio 1998 n. 7365 e Corte Suprema di Cassazione ud. 28/9/2000 sent. n. 126/01). La revoca deve ritenersi biologicamente incompatibile con la natura e funzione di un istituto, quale quello dell’assegno divorzile una tantum, che consente di chiudere in maniera ermetica la vicenda di un rapporto matrimoniale ormai esaurito senza lasciare spazio per ulteriori diritti quesiti. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Garimberti e Masi ascoltati in Vigilanza (sezione: Giustizia)

( da "Opinione, L'" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il presidente e il direttore generale della Rai torneranno, mercoledì prossimo alle ore 14.30, davanti alla commissione parlamentare di Vigilanza presieduta dal senatore Sergio Zavoli. E' la terza audizione dei nuovi vertici dell'azienda radiotelevisiva e sarà dedicata alle risposte che il presidente Paolo Garimberti e il Direttore generale Mauro Masi daranno ai numerosi quesiti posti dai commissari nelle due precedenti audizioni. Tra i temi più rilevanti: nomine, pluralismo e completezza dell'informazione con riferimento ai criteri di responsabilità e autonomia dei giornalisti, rapporti tra Sky e Rai, organizzazione aziendale, produzioni in appalto, digitale terrestre. Intanto sempre nella giornata di ieri, la Commissione di Vigilanza Rai si è costituita in giudizio davanti alla Corte Costituzionale, nel ricorso promosso dal Comitato promotore dei referendum indetti per il 21 e 22 giugno. Lo ha deciso l'Ufficio di Presidenza della Commissione, nella seduta presieduta da Sergio Zavoli. Il ricorso riguarda il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato. Per il Comitato - spiega un comunicato - il regolamento per i Referendum adottato dalla Commissione il 14 maggio scorso non garantirebbe la propria presenza nella comunicazione della Rai. La Commissione, costituendosi in giudizio, ha osservato che i calendari delle Tribune e dei messaggi autogestiti prevedono, sempre, la partecipazione di un rappresentante del Comitato. La Commissione ha per giunta ribadito, che il Comitato per i Referendum è comunque compreso tra i soggetti politici cui è riservata parità di trattamento nei notiziari e nei programmi a contenuto informativo e di approfondimento. Sempre nella giornata di ieri, Sergio Zavoli ha espresso solidarietà al giornalista Michele Santoro, che mercoledì mattina si è visto recapitare negli studi Rai, una busta con un proiettile e minacce di morte. "Il clima elettorale creatosi intorno ai problemi dell'informazione, che coinvolgono in modi e misure speciali la Tv, - ha esordito Zavoli- produce anche effetti sciagurati. Alla violenza intimidatoria esercitata su Michele Santoro, un professionista di punta della Rai, occorre rispondere con lucida e civile fermezza". "Essa -prosegue il senatore- comincia dalla indicazione di nuove regole, eque ed efficaci, per tutti i casi in cui si manifesti un'istanza d'informazione conforme al pluralismo e alla completezza, alla responsabilità e all'autonomia dei soggetti chiamati in causa sulla frontiera del primum informare, dovere centrale del servizio pubblico. In tal senso, la Commissione -conclude Zavoli- continuerà a esercitare una avveduta pressione su quella televisione e su quella politica che condizionano tutte le relative logiche del cambiamento".

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Berlusconi: riuscirà dopo l'insuccesso alle europee a mettere il bavaglio all'informazione e al Parlamento con le intercettazioni? (sezione: Giustizia)

( da "Articolo21.com" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Berlusconi: riuscirà dopo l'insuccesso alle europee a mettere il bavaglio all'informazione e al Parlamento con le intercettazioni? di Roberto Zaccaria Il voto europeo segna una forte battuta di arresto per Berlusconi e per i suoi progetti egemonici. E' più debole di prima nella sua coalizione. E' più debole nel Paese. E' decisamente poco credibile nel contesto internazionale. Dai bunker di Arcore e di Villa Certosa aveva deciso di sferrare un altro attacco all'informazione con il blocco delle intercettazioni e al Parlamento, con la posizione di un'ennesima questione di fiducia (la quindicesima!). Avremo una verifica di tutto questo a partire da domani alla Camera. Vedremo se la Lega seguirà il Premier in questa assurda battaglia (con il referendum alle porte): Vedremo se Fini ed Alleanza nazionale (bruciata dal voto) vorrà intraprendere una nuova battaglia contro la magistratura. Il tema delle intercettazioni, dopo la sentenza Mills, dopo la vicenda Noemi, dopo i discutibili voli di Stato, dopo il sequestro delle foto "innocenti" di Villa Certosa, pubblicate dal Pais e da tutta la stampa internazionale, è diventato estremamente scivoloso. Berlusconi continuerà certo a parlare di abusi, ma alla luce delle vicende di cronaca davanti ai nostro occhi non sarà facile giustificare una così drastica riduzione della libertà di informazione in un settore nevralgico per la giustizia. La sensazione, invece, è che il provvedimento governativo nel suo complesso sia mirato a ridurre l'utilizzo dello strumento delle intercettazioni, con rilevanti conseguenze anche da un punto di vista processuale e giudiziario. In altre parole è come se si tendesse a ridurre la possibilità di conoscere quello che avviene attraverso questo strumento, ovvero si mira a sottrarre al cittadino la possibilità di conoscere ciò di cui i magistrati possono venire a sapere utilizzando lo strumento delle intercettazioni. Il Governo e la sua maggioranza stanno attuando questa operazione, appellandosi ad una sorta di indignazione popolare nei confronti delle intercettazioni. Ma la vera domanda da porsi è al seguente: si tratta di autentica indignazione della pubblica opinione o bensì di indignazione e autodifesa del Palazzo? Come sempre accade nel diritto, anche in questo caso vi sono tre beni giuridici fondamentali da tutelare a da bilanciare: giustizia e sicurezza, riservatezza (o privacy, sebbene non sia esattamente la stessa cosa, ma spesso i due termini vengono impiegati e come sinonimi) e, infine diritto all'informazione. Nell'esame della proposta di legge governativa presentata alla Camera, sarà quindi necessario giudicare se essa realizzi o meno un appropriato bilanciamento di questi tre valori fondamentali della nostra Carta costituzionale. Questo provvedimento non opera un corretto bilanciamento tra i tre beni di cui dicevo poc'anzi (giustizia e sicurezza, riservatezza e informazione). Esso propone sostanzialmente una menomazione dello strumento delle intercettazioni in mano ai magistrati e una riduzione - degli strumenti a disposizione della pubblica opinione dei cittadini. Per supportare concretamente le mie affermazioni, riporto quattro esempi collegati a questo provvedimento. Il primo è la modifica dell'articolo 114 del codice di procedura penale dove praticamente si afferma molto chiaramente che, anche quando è finita la copertura del segreto investigativo, rimane il divieto di pubblicazione. Ove finisce il segreto investigativo e l'esigenza di giustizia, permane il divieto di pubblicazione. Quindi, anche quando non ci sono più esigenze di giustizia, i cittadini non possono sapere; addirittura non si può sapere - sebbene questo aspetto possa essere giudicato secondario - chi è il magistrato, la sua faccia, il suo nome. L'articolo 147 delle norme di attuazione del codice di procedura penale consentiva la ripresa del processo, anche nella contrarietà delle parti, quando c'era un interesse sociale a conoscere e, ad esempio, il processo di Catanzaro e quello sulle stragi sono stati fatti e ripresi proprio in virtù dell'interesse sociale all'informazione ed era il giudice che doveva valutare se vi fosse questo interesse. è stato inserito un rafforzamento delle pene per la violazione di queste norme, non a carico di chi commette il reato, ma degli editori. è detto con una formula criptica; si parla degli «enti» e di «sanzioni». è una cosa comica: si applica all'ente la sanzione pecuniaria da 100 a 300 «quote». Ma chi capisce questa cosa? Si parla di 300, 400 mila euro; vuol dire che c'è una sorta di responsabilità oggettiva, perché non è chi ha commesso il reato che va eventualmente punito, ma il suo editore e così si porta l'editore in redazione. Infine, si dà spazio alle rettifiche e si dice che la rettifica dovrà essere pubblicata senza commento, il che vuol dire senza il diritto per il giornalista di replicare in sintesi esponendo il proprio punto di vista. Pertanto ciò significa non solo comprimere il diritto di cronaca che è un diritto fondamentale, perché la Corte costituzionale, a partire dalla sentenza n. 826 del 1988, ha detto che il diritto di cronaca tutela non solo il diritto del giornalista di scrivere, ma anche il diritto all'informazione dei cittadini. E non vi è dubbio che i cittadini debbano conoscere il processo ad un certo punto. L'articolo 101 della Costituzione afferma che la giustizia è amministrata in nome del popolo, quel popolo considerato nel secondo comma dell'articolo 1, lo stesso articolo che considera l'Italia una Repubblica democratica e il popolo ad un certo punto deve sapere quello che succede intorno al processo. Con queste norme limitative, il popolo non lo saprà più. Milena Gabanelli, nota giornalista e conduttrice qualche mese fa in un'intervista sulla La Stampa, ha detto molto chiaramente che se andassero avanti queste norme i giornalisti e i cittadini non saprebbero più di casi clamorosi avvenuti nel nostro Paese. Milena Gabanelli dice che non avremmo saputo più niente della vicenda Parmalat e venirne a conoscenza durante il processo - finito il segreto - significa consentire a una serie di persone di portare contributi al processo, rivalersi e dolersi. Noi non avremmo saputo delle vicende collegate alla clinica Santa Rita di Milano, una vicenda terrificante di malasanità. Non avremmo saputo dello stupro di Guidonia, di Antonveneta e della Banca d'Italia, del crack Cirio. Non vi è dubbio che queste siano limitazioni gravissime, non solo del diritto dei giornalisti, ma anche del diritto dell'opinione pubblica, in quanto insieme di cittadini, sapere che cosa succede in un processo. Questo diritto, con il provvedimento governativo che è all'esame della Camera verrebbe completamente meno.

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Turchia/ Maggioranza annuncia riforme prima dell'estate (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp), che detiene la maggioranza del Parlamento turco, ha annunciato che la Tbmm, la Grande assemblea nazionale turca, inizierà le due vacanze estive con oltre un mese di ritardo rispetto al solito per permettere il dibattito e la votazione di alcune importanti riforme per il Paese. La notizia delle ferie quasi dimezzate per i parlamentari turchi è stata data dallo stesso ufficio stampa del Parlamento. I lavori della Tbm si fermeranno l'8 agosto e riprenderanno il primo ottobre successivo. Le motivazioni sono sul quotidiano Zaman, come noto organo di informazione molto vicino alla maggioranza di governo. Secondo Zaman, prima di agosto il governo vorrebbe far passare la riforma della struttura della Corte Costituzionale e della legge sui partiti politici, considerati i primi due step di un pacchetto di 12 leggi di grande importanza per l'armonizzazione della Turchia ai criteri imposti dall'Unione Europea. Fonti vicine all'esecutivo hanno fatto sapere a Zaman che l'Akp sta cercando di cambiare la legge sui Partiti politici prima che la Corte Costituzionale decida di chiudere il Dtp, il partito curdo per la società democratica, che nel 2007 è finito sotto processo per attività volte a distruggere l'unità nazionale. Il governo infatti teme che se il Partito portavoce della minoranza curda dovesse essere chiuso dai giudici, questo potrebbe influire molto negativamente sui negoziati per l'ingresso in Unione Europea. Sempre stando a quanto riporta il quotidiano, la Corte Costituzionale, attualmente composta da 11 giudici nominati dal presidente della repubblica, dovrebbe cambiare come segue. I membri dovrebbero diventare 18 eletti dalle istituzioni più importanti del Paese: 5 dalla Suprema Corte di Appello, 4 dal Consiglio di Stato, due dalla Suprema Corte di Appello militare, quattro dal Parlamento e due dal Presidente della Repubblica.

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Altro che legge sul friulano Si parli la lingua che si vuole (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Altro che legge sul friulano Si parli la lingua che si vuole Lunedì 8 Giugno 2009, Con l'approvazione di una legge regionale sul friulano, lingua minoritaria locale, i maggiorenti della passata giunta avevano pensato ad una applicazione estensiva della legge nazionale n. 482 sulle minoranze, con una lunga serie di regole e prescrizioni coattive. Quanto mai opportuna è giunta quindi la sentenza della Corte Costituzionale. La censura riguarda i punti sui quali i propositori avevano costruito il loro castello: la libertà di scelta della famiglia; la piena autonomia delle istituzioni scolastiche; l'obbligo degli uffici regionali di rispondere in friulano ai cittadini; l'adozione di toponimi in solo friulano; il condizionatorio «silenzio / assenso». Le reazioni dei friulanisti si sono manifestate, a dir poco, furiose ed immediate, con pronunciamenti, idee e proposte onde riparare il danno, la mortificazione subita. Anzitutto i ricorsi, poi un appello al Presidente della Repubblica, indi l'intervento del Consiglio d'Europa, la presentazione di una nuova legge e molto altro ancora. C'è in Regione una squadra di dotti personaggi, che la sanno talmente lunga sul Friuli che ritengono di essere i depositari della verità ed i soli interpreti di ogni problematica, linguistica e non, si presenti alla discussione. Ora, l'argomento più importante di tutti sembra essere la salvaguardia della lingua (minoritaria), ma ancor più l'imposizione affinché tutti la parlino. Questi signori, friulanisti, non dovrebbero dimenticare che gli abitanti di questa regione non sono una minoranza etnica ma soltanto una piccola parte di una unica patria, che nel loro bagaglio culturale hanno una parlata che i glottologi ed accademici hanno elevato allo status di lingua. Però non si venga a parlare di obblighi di insegnamento ed apprendimento. I dialetti e le lingue complementari delle realtà sociali in cui si vive, si apprendono in famiglia, mentre invece proprio qui - tutto dire - si assiste al fenomeno dei genitori che ai loro pargoletti parlano esclusivamente in italiano. Ragion per cui questa nostra lingua - da salvare ad ogni costo - diventa un optional che non interessa più di tanto. Il friulano, lasciamo quindi che lo parli chi vuole, chi lo sa, dove e quando ritiene più opportuno. Luciano Girardi San Vito al Tagliamento

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TERREMOTO. Cinque garanti per vigilare sui fondi (sezione: Giustizia)

( da "Vita non profit online" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

TERREMOTO. Cinque garanti per vigilare sui fondi Reading time: 3 minutes --> di Carmen Morrone - pubblicato il 08 Giugno 2009 alle 16:15 Si tratta di 49milioni e provengono dalle raccolte dei giornali, tv, società di telefonia mobile, privati Il comitato dei garanti vigilerà su come e dove saranno impiegati i 49milioni di euro. Cinque persone, nominate dal Presidente del Consiglio, con il compito di seguire la filiera delle donazioni e per questo stanno programmando incontri con le realtà in prima fila nella raccolta fondi per stabilire modalità e tempi dell’impiego del denaro. I garanti sono: Franco Marini, ex presidente del Senato, Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte Costituzionale, Fernanda Contri, giudice della Corte Costituzionale ministro degli Affari sociali durante il governo Ciampi, il professore e avvocato Natalino Irti e il magistrato ed ex presidente della Regione Marche Vito D'Ambrosio.

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Polemiche in vista - La Corte costituzionale: illegali le norme antieoliche regionali (sezione: Giustizia)

( da "e-gazette" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Polemiche in vista - La Corte costituzionale: illegali le norme antieoliche regionali Una sentenza che boccia le linee guida della Basilicata apre un fronte di contenzioso: le Regioni non hanno diritto di porre vincoli paesaggistici e ambientali, che spettano allo Stato. Roma, 8 giugno – La Consulta ha giudicato incostituzionale la legge della Regione Basilicata che aveva recepito le linee guida per il corretto inserimento degli impianti eolici nel territorio, adottate con una delibera di Giunta. La Corte Costituzionale ha stabilito che l’emanazione delle Linee guida nazionali per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti da fonti rinnovabili “è da ritenersi espressione della competenza statale in materia di tutela dell’ambiente” che è di natura esclusiva. Pertanto, l’assenza delle linee guida nazionali “non consente alle Regioni di provvedere autonomamente alla individuazione di… Leggi l’articolo in pagina Rinnovabili E-GAZETTE - 08/06/2009 e-gazette.it -->

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Gli studenti Unicam in visita alla Corte Costituzionale (sezione: Giustizia)

( da "Bollettino Università & Ricerca" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Università di Camerino Gli studenti Unicam in visita alla Corte Costituzionale La Facoltà di Giurisprudenza dellAteneo di Camerino ha organizzato, per oggi, una visita di studio a Roma alla Corte costituzionale in occasione dell’Udienza pubblica. La visita è riservata agli studenti frequentati dei corsi di laurea in “Istituzioni di diritto pubblico” e in “Diritto costituzionale” del prof. Antonio Iannuzzi che incontreranno anche il Giudice costituzionale prof. Gaetano Silvestri. “La visita di studio alla Corte costituzionale – sottolinea il prof. Iannuzzi - rappresenta un’iniziativa didattica ormai tradizionale all’interno dell’offerta didattica della Facoltà di Giurisprudenza di Unicam. L’iniziativa rappresenta un momento formativo assai importante perché propone una sintesi fra le acquisizioni teoriche relative al processo costituzionale e l’osservazione empirica del processo costituzionale. Gli studenti – prosegue il Prof. Iannuzzi - nel corso delle lezioni hanno esaminato e discusso gli atti di promovimento delle questioni che saranno all’esame della Corte e quindi avranno l’opportunità di seguire con consapevolezza e cognizione l’Udienza pubblica. >> Al termine dell’Udienza gli studenti Unicam saranno ricevuti dal Giudice costituzionale, Prof. Gaetano Silvestri, al quale potranno porre domande, curiosità, osservazioni relative al ruolo del giudice e ai processi decisori dell’organo di giustizia costituzionale”. BUR.IT 09.06.09

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Vendita di Alitalia, occorreva l'autorizzazione Antitrust (sezione: Giustizia)

( da "CittadinoLex" del 08-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Sei in: Prima Pagina | Trasporti | Testo I giudici amministrativi hanno trasmesso gli atti alla Corte costituzionale Vendita di Alitalia, occorreva l'autorizzazione Antitrust (Tar 684/2009) Sono fondati i dubbi di legittimità costituzionale sul decreto che ha consentito di procedere alla vendita dell'Alitalia. Lo ha stabilito il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, accogliendo il ricorso di una compagnia aerea perché nella vendita della compagnia di bandiera non è stata ottenuta l'autorizzazione dell'Antitrust, prevista per le operazioni di concentrazione delle grandi imprese in crisi che si trovano in amministrazione straordinaria. Infatti, in base alla legge che regola la materia, l'Autorità Garante Concorrenza e Mercato ha il compito di valutare se le operazioni di concentrazione riguardanti le grandi imprese in crisi, operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, comportino la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante sul mercato nazionale tali da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza. Se l'Autorità, al termine dell'istruttoria, accerta che l'operazione comporta un'alterazione della concorrenza, può vietare la concentrazione oppure la può autorizzare, prescrivendo però le misure necessarie ad evitare fenomeni distorsivi del mercato. Nel caso della vendita dell'Alitalia alla società CAI, l'intera operazione è stata sottratta al controllo dell'Antitrust dato che il decreto ha stabilito a priori che l'operazione poteva realizzarsi, lasciando all'Autorità soltanto la funzione di prescrivere le misure comportamentali idonee a prevenire il rischio di imposizione di prezzi o altre condizioni contrattuali gravose per i consumatori in conseguenza dell'operazione ed escludendo, quindi, sia la possibilità che l'operazione fosse vietata sia l'imposizione di altre misure a tutela delle imprese concorrenti. Questa soluzione, adottata per salvare dal fallimento completo un sistema integrato di trasporti pubblici, via aerea su scala nazionale, in realtà ha creato una posizione di monopolio nel mercato a favore dell'acquirente CAI che si è trovato così ad essere l'unico vettore ad offrire servizi di trasporto aereo passeggeri di linea su numerose rotte e per un periodo di tempo non inferiore ai tre anni. La società acquirente ha incrementato la propria posizione in termini concorrenziali, con il risultato che le compagnie aeree non possono competere nel mercato in posizione di parità e con la conseguente violazione del principio di libertà di concorrenza e del principio di uguaglianza che vieta la disparità di trattamento. Il richiamo del decreto alla necessità di tutelare "preminenti interessi generali" senza specificare quali siano stati e senza spiegare perché "nel bilanciamento degli interessi prevarrebbero su altri valori costituzionalmente tutelati e senza spiegare perché non sia stato possibile perseguirli con modalità non discriminatorie e non lesive del principio di uguaglianza e del principio della libertà di concorrenza", non è sufficiente a giustificare perché l'operazione di concentrazione si è svolta con modalità lesive di principi di valore costituzionale, e pertanto la questione di legittimità costituzionale sul "decreto Alitalia" è da ritenersi rilevante e non manifestamente infondata. (d. c.) (08 giugno 2009)

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Napolitano atteso al CSM. Plenum straordinario per l'organizzazione delle procure (sezione: Giustizia)

( da "AmericaOggi Online" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Napolitano atteso al CSM. Plenum straordinario per l'organizzazione delle procure 09-06-2009 ROMA. All'ordine del giorno, ufficialmente, c'é il tema dell' organizzazione delle procure, ma molti guardano al plenun straordinario del Csm in programma oggi come a una nuova occasione per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di esternare sulla questione delicata e controversa dei rapporti tra politica e magistratura, tornata incandescente dopo la sentenza del processo Mills. L'aspettativa é alta, anche se finora nessun elemento avvalora questa attesa. Il capo dello Stato, che presiederà la seduta, interverrà su "esperienze e problematiche collegate all'attuazione di recenti provvedimenti legislativi in materia di assetto degli uffici di procura". Il capitolo dei rapporti tra i capi degli uffici e i loro sostituti tiene banco da tempo: l' ultimo caso a suscitare polemiche ha riguardato le tensioni a Napoli tra il procuratore Giandomenico Lepore e i pm titolari dell'inchiesta sui rifiuti. Un tema su cui il Csm si appresta a intervenire con una circolare già approvata in Commissione, ma contestata dai laici del Pdl perché metterebbe i procuratori - cui la riforma dell'ordinamento giudiziario ha dato ampi poteri - "sotto tutela". La circolare doveva essere discussa dal plenum il 7 maggio scorso ma il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, rinviò la trattazione annunciando che il capo dello Stato intendeva presiedere la seduta in cui se ne sarebbe discusso. In questi giorni, in ambienti del Quirinale è stato fatto presente che il Presidente della Repubblica in tempi recenti ha già detto chiaramente come la pensa sulle prerogative della magistratura: l' assemblea di oggi potrebbe offrire lo spunto per una ulteriore messa a punto. Il 14 febbraio scorso - proprio parlando al Csm - Napolitano sottolineò che politica e magistratura hanno una "comune responsabilità istituzionale" e perciò non possono guardarsi "come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco", dovrebbero confrontarsi liberi da "complessi difensivi e da impulsi di ritorsione polemica". Il presidente si è impegnato "a dare il contributo più obiettivo possibile" senza "salomonica equidistanza", e ha richiamato tutti " al rispetto di regole, esigenze, equilibri resi vincolanti dal nostro ordinamento". Alla commemorazione di Falcone e Borsellino, il 23 maggio scorso, il capo dello Stato ha ribadito lo stesso concetto quando, riferendosi alla lotta alla mafia, ha detto che ciò che conta è "la crescita della coscienza critica e della fiducia nello Stato di diritto", aggiungendo che essa "può rafforzarsi solo in un clima di rispetto in ogni circostanza degli equilibri costituzionali da parte di tutti coloro che sono chiamati ad osservarli". Quanto allo specifico tema delle procure, stando alle voci della vigilia a Palazzo dei Marescialli, Napolitano darà le proprie indicazioni di carattere generale. I consiglieri discuteranno in una successiva seduta la circolare, sulla quale il presidente della Repubblica - a quanto pare - avrebbe più di una perplessità.

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Le proiezioni dei seggi nei casi di vittoria di Vaccarezza o di Boffa (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Le proiezioni dei seggi nei casi di vittoria di Vaccarezza o di Boffa il consiglio provinciale Nel centrodestra toto giunta: tra i nomi Bussalai, Santi, Bracco, Garra, Guarnieri, Bronda e De Franceschi. Escluso Marino 09/06/2009 Savona. La proiezione riportata nel grafico illustra la composizione del prossimo consiglio provinciale in base a chi sarà il vincitore, al ballottaggio, tra Vaccarezza e Boffa. Se a vincere sarà il candidato del Pdl, i seggi saranno così ripartiti: dieci al Pdl, tre alla Lega, uno alla Dc. In minoranza, otto seggi al Pd, uno all'Idv e uno all'Udc. Se invece a prevalere fosse Boffa, la maggioranza sarebbe composta da dodici consiglieri del Pd e da due dell'Idv. In minoranza, sette seggi al Pdl, due alla Lega e uno all'Udc. Data la tarda ora nella quale è stato terminato il conteggio dei voti, il quadro di occuperà gli scranni in caso di vittoria dell'uno o dell'altro non è ancora definito. In ogni caso, se a vincere fosse Vaccarezza, nel lotto dei consiglieri di maggioranza dovrebbero entrare Calcagno, Fiorenzo Ghiso, Nicola Viassolo, Sasso, Santiago Vacca, De Michelis, Andrea Valle, Marco Melgrati, Luca Lettieri e Stefano Parodi. Sicura anche la pasionaria leghista Rosalia Guarnieri. Due le esclusioni eccellenti: non ce l'ha fatta il figlio dell'ex onorevole Enrico Nan e neppure Ileana Romagnoli. La loro bocciatura - sulla scorta di una scelta "meritocratica" - comporterebbe anche l'esclusione dalla giunta, in caso di vittoria, di Filippo Marino. Che, appunto, avrebbe dovuto rappresentare nell'esecutivo provinciale l'ala liberale che si rifà a Nan. Rischierebbero così di riemergere mai sopiti contrasti. In giunta, con Vaccarezza e Luigi Bussalai come vice, andrebbero, secondo i primi boatos, Piero Santi, Livio Bracco, Giorgio Garra (autore di una performance per Vince Savona a Cairo), Teresiano De Franceschi e i leghisti Rosalia Guarnieri e Andrea Bronda. Se invece la vittoria andasse al centrosinistra, i seggi sarebbero occupati da Mara Giusto, Sergio Verdino, Marco Russo, Maria Luisa Madini, Lorena Rambaudi, Giovanni Lunardon, Remo Zunino, Guido di Fabio (eletti anche in caso di sconfitta) e da Mauro Righello, Nicoletta Negro e Pierluigi Pesce. Ma ora, naturalmente, tutta l'attenzione sarà concentrata sulle due settimane "supplementari" di campagna elettorale che porteranno al ballottaggio. Ballottaggio che si terrà contemporaneamente al referendum sulla legge elettorale, convocato per il 21 e 22 giugno. Il tutto, ovviamente, con la spada di Damocle dei giudizi ancora pendenti davanti alla Corte Costituzionale e al Tar sui ricorsi presentati dalla stessa Popolo della libertà e dal Partito comunista dei lavoratori, quest'ultimo - al contrario del Pdl, riammesso - definitivamente escluso dalla competizione per le Provinciali. 09/06/2009

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pd, elio corda in consiglio al posto di pierluigi caria (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Ricorsi, primo round: nel Psd'Az Solinas batte Atzeri Pd, Elio Corda in consiglio al posto di Pierluigi Caria CAGLIARI. Elio Corda al posto di Pierluigi Caria nel gruppo Pd del consiglio regionale, Cristian Solinas resta invece sulla poltrona del Psd'az cui aspirava l'ex capogruppo Giuseppe Atzeri, primo dei non eletti. E' la decisione del tribunale civile presieduto da Massimo Poddighe, che ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Benedetto e Francesco Ballero per Corda. Dichiarato invece improcedibile quello degli avvocati Antonello Angioni e Giampiero Tronci per Atzeri a causa della bocciatura rimediata dalla legge statutaria davanti alla Consulta. La sentenza del collegio non è esecutiva. Considerato che ci saranno sicuramente i ricorsi in appello l'assemblea regionale resterà com'è almeno fino al pronunciamento di secondo grado. Diverso il ragionamento dei giudici sui due casi perchè diversa era la situazione delle parti in campo: Caria era ineleggibile perchè dirigente dell'Asl di Olbia e nel caso delle aziende sanitarie vige la legge 502, che stabilisce l'obbligo di lasciare l'incarico pubblico entro un termine stabilito. Nel suo caso era il 15 dicembre. Nel caso di Solinas invece i legali di Atzeri avevano fatto riferimento alla legge statutaria varata durante la legislatura Soru. Ma quella norma è stata abrogata dalla Corte Costituzionale su ricorso del governo nazionale, quindi i giudici non hanno fatto altro che considerarne nulli gli effetti, vale a dire l'incompatibilità tra la presidenza dell'Ersu di Cagliari e la carica elettiva. I legali di Atzeri però - in linea con la Procura, rappresentata da Mario Marchetti - hanno sostenuto che cancellata la statutaria l'incompatibilità si sarebbe comunque realizzata in base alla legge 154 del 1981. Ma il tribunale non ha accolto questa tesi e ha dichiarato improcedibile il ricorso per la mancanza, sopravvenuta nel corso del giudizio, dei presupposti giuridici. Che invece, visto che le norme della statutaria erano in piedi durante la fase pre-elettorale, secondo i legali di Atzeri c'erano. «Presto presenteremo contemporaneamente il ricorso in appello contro la decisione del tribunale - annuncia l'avvocato Angioni - e un nuovo ricorso in primo grado fondato sulla legge 154». Come dire che il tribunale sarà chiamato a pronunciarsi sulla stessa questione, ma per ragioni giuridiche diverse. (m.l)

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E ad albengascoppia il casodelle firme finte (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

E ad albengascoppia il casodelle firme finte irregolarità SAVONA. In Liguria ha tenuto banco, nel corso della campagna elettorale per la presidenza della provincia, il caso delle liste elettorali con firme irregolari. Che cosa è successo? Il tribunale di Savona sospettava che le firme raccolte ad Albenga, a sostegno della lista "Pdl Berlusconi per Vaccarezza", fossero state invece raccolte altrove. Questo perché nella lista a sostegno di Vaccarezza non era stato indicato il luogo dove le firme erano state raccolte. Alcuni firmatari erano stati contattati proprio dal Secolo XIX nei primi giorni di maggio, e avevano confermato questa tesi. Ma il capogruppo del Pdl Angelo Barbero ad Albenga sosteneva il contrario. Ora, bisognava stabilire se Barbero dichiarasse il falso. Per capire perché, bisogna innanzitutto addentrarsi nel complesso meccanismo della macchina elettorale. Ecco come funziona: un gruppo di elettori deve sottoscrivere la presentazione della lista per il candidato alle provinciali. La sottoscrizione è effettuata su appositi moduli dove vengono riportati i dati anagrafici dei sottoscrittori. La firma di ogni sottoscrittore deve essere autenticata da un pubblico funzionario. Firma che deve essere accompagnata da giorno, anno, qualifica del sottoscrittore. E naturalmente, il luogo dove è stata fatta questa sottoscrizione. Quindi, l'indicazione del luogo secondo il tribunale era indispensabile per verificare che le firme fossero effettivamente raccolte alla presenza di un pubblico ufficiale. Intorno a Barbero si alza un vero e proprio polverone, tanto che in un primo momento le liste del Popolo delle Libertà vengono sospese. In seguito, e siamo a una decina di giorni fa, il Tribunale amministrativo della Liguria raccoglie il ricorso per la sospensiva contro la pronuncia dell'Ufficio Elettorale del tribunale di Savona. Giochi sospesi, per il momento, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale. 09/06/2009

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savona, ballottaggio sul filo di lana - wanda valli (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VI - Genova Savona, ballottaggio sul filo di lana Vaccarezza sembra irraggiungibile, nella notte la rimonta di Boffa Le amministrative Il centrosinistra già al lavoro per cercare la difficile rimonta "Siamo pronti ad aprire il dialogo con tutti" WANDA VALLI è finita al fotofinish, a Savona, la sfida per le provinciali tra Michele Boffa, Pd, sostenuto da una parte del centrosinistra e Angelo Vaccarezza, sindaco di Loano e candidato dal centro destra. Ieri sera, quando mancavano 30 sezioni su un totale di 306, la partita era ancora aperta, con Vaccarezza al 49,5 per cento e Boffa fermo al 38,1. Poi c´è lo scatto finale del candidato del centrodestra, che quando mancano sedici sezioni, é il nuovo presidente della Provincia, con una percentuale del 50,7, e, infine si arriva al recupero di Boffa, che lo porta al ballottaggio. Del resto, nelle lunghe ore d´attesa, proprio Vaccarezza, aveva garantito sul ballottaggio, quando i dati delle sezioni scrutinate lo vedevano in testa addirittura con il 54 per cento dei voti. Lui ne aveva altri che lo spingevano a dichiarare «Andremo al secondo turno» per poi sottolineare «Comunque è la prima volta che il centro destra a Savona prende più voti alle amministrative rispetto alle politiche». In effetti, per la Provincia è andata a votare più gente rispetto alle Europee. Lo conferma Giovanni Lunardon, segretario provinciale del Pd: «Il centrosinistra alle europee ha toccato il 34 per cento con Di Pietro, ora si sale al 38. Ora apriremo il dialogo con tutti». Così Savona resta in bilico dopo un decennio di centrosinistra. Dopo l´amministrazione guidata da Alessandro Garassini e quella di Marco Bertolotto eletto la volta scorsa al primo turno. è stato proprio il medico ex Pd a aprire la crisi a Savona. Lui voleva essere riconfermato subito per il secondo mandato, il Pd preferiva aspettare, Bertolotto ha sbattuto la porta e se n´è andato. Verso il centrodestra. è stata un´elezione, segnata dal giallo delle firme di Albenga. Firme non correttamente raccolte e, quindi, secondo la Commissione elettorale, da respingere. Così il Pdl finisce fuori dalla gara elettorale. Finché, a sorpresa, arriva la decisione del Tar, il Tribunale Amministrativo Regionale, della Liguria. Che riammette il Pdl ma delega alla Corte Costituzionale il giudizio di merito sulla questione. Il Pdl decide di andare avanti, del resto è super favorito. Il Pd non fa polemica, spera in un risultato buono, se non clamoroso, vale a dire superare il primo turno, per poi giocarsi la partita delle alleanze. A tentare di disturbare il duello tra i due candidati prova Giancarlo Garassini che corre per l´Udc, mentre la sinistra mette in pista Furio Mocco di Rifondazione e Carlo Vasconi dei Verdi. Si rivede anche l´ex leghista Sergio Cappelli candidato per la lista civica "Altra Savona", ultimo contendente è Piero Pirritano per La Destra. Vaccarezza parte subito in grande vantaggio, Michele Boffa è di recupero lento ma costante. Si va avanti così, per tutto il giorno e la sera. Fino al ballottaggio. SEGUE A PAGINA V

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tra le camicie nere di budapest "ripuliremo l'europa dagli zingari" - andrea tarquini (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 23 - Esteri Tra le camicie nere di Budapest "Ripuliremo l´Europa dagli zingari" Il partito Jobbik guida la pattuglia dell´ultra destra a Strasburgo Ungheria "Ci chiamano fascisti e antisemiti, solo perché parliamo dei problemi reali" Uniformi scure, vessilli anni Trenta, e ai loro raduni i busti di Horthy, l´alleato di Hitler ANDREA TARQUINI DAL NOSTRO INVIATO BUDAPEST - L´entusiasmo della festa è ancora nell´aria, qui a Budapest sotto un sole già estivo. Hanno celebrato la vittoria fino a tarda notte, quelli di Jobbik: 15% delle preferenze, terzo partito d´Ungheria, tre seggi a Strasburgo. E dal loro quartier generale, guardavano soddisfatti i risultati da un capo all´altro dell´Europa: ecco il trionfo di Hans Christian Strache nella vicina Vienna, il volo di Geerd Wilders in Olanda, i successi nei paesi baltici, e persino nel Regno Unito. In strada, restano i manifesti: "Per un´Ungheria cristiana, un´Ungheria agli ungheresi", ha chiesto Jobbik. E anche "Basta!" col governo di sinistra, incalzavano nei loro poster i nazionalconservatori della Fidesz di Viktor Orban. Adesso la partita è cambiata, qui e in tutta Europa. Il nuovo sogno, per loro, sembra lavorare insieme con gli amici austriaci, olandesi, baltici e britannici, laggiù nelle lontane Bruxelles e Strasburgo, all´Europarlamento. Nel caldo quasi torrido la Budapest dove Jobbik esulta trionfante sembra la nuova capitale europea della destra radicale. «Ci chiamano fascisti, ci chiamano antisemiti, solo perché parliamo dei problemi reali», dice Andràs, responsabile del partito in uno dei distretti centrali di Budapest. «La stampa internazionale se la prende con la Guardia magiara, l´accusa di violenze, ma venite a fare un giro della provincia. Quando vede quelle uniformi che quei ragazzi si sono pagati da sole, la gente torna a sentirsi sicura. La gente ha paura, è indifesa contro le bande violente degli zingari. Minacciano, rubano, picchiano, uccidono. Come gli zingari romeni da voi, ma sono molti di più, un milione su dieci milioni di abitanti. La gente, fuori da Budapest, non manda più i figli a scuola, gli asili chiudono. E intanto gli ex comunisti ancora al potere, privatizzando hanno svenduto l´economia, hanno ridotto il popolo alla miseria. Perché votano in tanti per noi? Perché non ne possono più di una crisi che stronca il paese da sette anni. Ogni settimana vengono restituite al produttore diecimila auto, e ogni mese cinquemila case. Prezzi italiani o tedeschi, salari e stipendi dai 300 ai 400 euro, le tasse più alte del mondo e uno Stato quasi alla bancarotta. Ecco perché vinciamo. Votano per noi perché vogliono tornare a sorridere e a non sentirsi più schiavi in patria». Budapest, il day after: l´Ungheria che, insieme alla Polonia di Solidarnosc, fu un´avanguardia della fine dell´Impero sovietico, è irriconoscibile. Secondo la stampa di sinistra, la Guardia magiara impone la sua legge, uno Stato nello Stato. La sicurezza che la piccola gente vuole, senti dire qui, è imposta con metodi estremi. "Noi della Guardia siamo duri come un pugno, affilati come una spada", è il loro motto. Si narra di case di stranieri, soprattutto gitani, bersagliate con le molotov, di tiro a segno su chi fugge dagli edifici in fiamme, di attacchi incendiari contro le sezioni dei socialisti. O di battaglie tra gruppi di tifosi ultrà, com´è successo di recente anche con gli italiani. «Chi ci accusa non conosce la realtà, la vita quotidiana della gente», ribatte Andràs. «Noi diciamo "l´Ungheria agli ungheresi", la Corte costituzionale ci critica. Ma stiamo scherzando? Parti della Costituzione risalgono al 1949, gli anni di Stalin. Va cambiata a fondo». Uniformi nere, vessili degli anni ‘20 e ‘30, e ai loro raduni bancarelle con busti e libri dell´ammiraglio Horthy, il reggente che poi si alleò con Hitler. Horthy, per cui Budapest andava chiamata con disprezzo `Judapest´, la metropoli materialista con tanti ebrei. "Colonna goy" (il termine ebraico per definire i non ebrei) si chiama la scorta d´onore in motocicletta. Risorgono rancori antichi: «Pesa ancora la tragedia, l´ingiustizia del Trattato del Trianon, a Versailles l´Ungheria perdette quasi tre quarti del suo territorio». Il discorso va aperto, conviene persino Viktor Orban, il leader nazionalconservatore della Fidesz, probabile prossimo premier. Riparlare dei confini europei: in Slovacchia e in altri paesi vicini, è già allarme rosso. Poco importa. Nella calda Budapest i vincitori festeggiano tra palazzi asburgici ormai diroccati, e con gli amici olandesi e austriaci, britannici e slovacchi vivono già il quotidiano d´un nuovo sogno.

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Giustizia, lo scontro si infiamma (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 09/06/2009 - pag: 7 autore: di Mauro Romano Subito dopo lo stop per la tornata elettorale oggi alla camera si annuncia un'aspra battaglia Giustizia, lo scontro si infiamma Si riparte da lodo Alfano e intercettazioni. Il Pd: no alla fiducia Si riparte, con un menù che fa letteralmente tremare i polsi. Non si è nemmeno fatto in tempo a metabolizzare i risultati della tornata elettorale che oggi, nell'aula di Montecitorio, maggioranza e opposizione torneranno a confrontarsi sullo spinosissimo tema della giustizia. All'ordine del giorno due argomenti incandescenti. Da una parte è prevista la votazione della camera sulla mozione presentata a suo tempo dal segretario del Pd, Dario Franceschini, che mira a spazzare via il lodo Alfano, ovvero lo scudo penale per le più alte cariche dello stato. Dall'altra il disegno di legge sulle intercettazioni, provvedimento che sta molto a cuore al premier, Silvio Berlusconi, che vede nella possibile uscita di brogliacci e simili una minaccia che va assolutamente eliminata. Sul lodo firmato dal ministro della giustizia, Angelino Alfano, il dibattito dei mesi scorsi ha praticamente già fatto emergere tutte le posizioni in campo: la maggioranza di governo a difendere il provvedimento dell'esecutivo e l'opposizione, in primis il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, a martellare insistentemente per l'abrogazione di quello che dal centro-sinistra viene definito uno scandalo. E non si può dimenticare che sul lodo Alfano pende anche la spada di Damocle del giudizio della Corte costituzionale, non fosse altro che per il diretto precedente che ha coinvolto in passato un provvedimento simile. Si trattava del lodo Schifani, che sempre di scudo penale parlava, ma che venne sonoramente stoppato dai giudici della Consulta. A seguire oggi tornerà alla ribalta la discussione sul disegno di legge intercettazioni. Qui l'obiettivo di Berlusconi è quello di condurre in porto il risultato in tempi brevi. Per far questo il premier, che ha chiesto nei giorni scorsi ad Alfano di tenersi pronto alla battaglia, conta sull'appoggio della Lega. Il Carroccio di Umberto Bossi, del resto, come dimostrato ampiamente dal risultato elettorale, ha ottenuto in questo primo scorcio di legislatura alcuni risultati importanti, dall'immigrazione alla legge delega sul federalismo fiscale. Insomma, l'aver portato in cascina questi provvedimenti bandiera dovrebbe mettere il Carroccio nella condizione di appoggiare fedelmente l'esecutivo nella votazione compatta del ddl sulle intercettazioni. È molto probabile, in ogni caso, che sul provvedimento il governo metterà la fiducia. Del resto il terreno si presenta sdrucciolevole e la maggioranza vuole rendere il cammino sicuro, al riparo da possibili scivoloni. Da qui l'intenzione di blindare il testo che ieri, peraltro, ha già scatenato le veementi proteste dell'opposizione targata Pd e Idv. «Se il governo ricorresse alla fiducia sul ddl Alfano», ha commentato a tal proposito il capogruppo del Pd in commissione giustizia della camera, Donatella Ferranti, «avremmo la dimostrazione che i nuovi equilibri postelettorali non tranquillizzano il presidente del consiglio che vuole incassare rapidamente questo provvedimento che gli è tanto caro. Sarebbe una dimostrazione di debolezza». Se questa ipotesi si dovesse avverare, ha concluso il ragionamento la deputata, «il Pd farà opposizione dura su un provvedimento che giudica schizofrenico e che fa male al potere investigativo, compromette la sicurezza dei cittadini e mina la libertà di stampa. Laddove ve ne siano i presupposti, e ve ne sono, chiederemo il voto segreto».

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Niente casa al presunto stupratore (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA NORD MILANO pag. 23 Niente casa al presunto stupratore Il Tar respinge il ricorso contro lo sfratto dato dal Comune SESTO SAN GIOVANNI di MARCO VANNICELLI SESTO SAN GIOVANNI RIMARRÀ fuori da quella che ormai è la sua ex casa l'uomo accusato di violenza sessuale ai danni di una badante ucraina di 36 anni. A stabilirlo una sentenza del Tar, che ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da M.A., il presunto violentatore, cui l'amministrazione aveva tolto la casa comunale di via Marx dove abitava. Lo ha annunciato ieri il sindaco di Sesto Giorgio Oldrini: «Il Tar ha ritenuto del tutto legittimo il provvedimento col quale abbiamo deciso di espellere il violentatore dall'appartamento comunale nel quale aveva consumato i suoi odiosi reati». La decisione era stata presa all'indomani della denuncia presentata dalla donna ucraina, che aveva raccontato agli inquirenti di essersi recata da M.A., 53 anni, in cerca di un posto come badante. Ed è proprio nell'appartamento che sarebbe stato commesso lo stupro. RAGIONI per cui il Comune, che ha contestato all'uomo l'uso improprio della casa popolare, ha deciso di togliergli l'appartamento. Così a pochi giorni di distanza dal presunto stupro, era arrivata la comunicazione ufficiale del sindaco della revoca a M.A. dell'abitazione comunale di via Marx. Contro il provvedimento l'uomo aveva presentato ricorso, dove chiedeva, oltre alla sospensione, la riassegnazione della casa di via Marx. La vicenda non aveva mancato di far discutere con critiche trasversali, a destra come a sinistra, verso una decisione giudicata eccessiva, soprattutto perché l'uomo accusato dello stupro non è ancora stato giudicato. Anche Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, aveva espresso la sua perplessità per quanto riguarda l'aspetto giuridico del provvedimento. IL SINDACO dal canto suo ne ha sempre difeso la legittimità: «Chi beneficia di una casa popolare, che sia del Comune o dell'Aler, lo fa grazie alla solidarietà dei cittadini ha detto il primo cittadino, in occasione del ricorso presentato da M.A. . Qualunque persona la usi in modo improprio, come commettere un reato, perde i requisiti per l'assegnazione. Come abbiamo detto più volte solidarietà e legalità vanno di pari passo». Poi ieri la notizia della decisione del Tar, che ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal presunto stupratore, ha aggiunto un nuovo capitolo alla vicenda.

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Boomerang per la Gelmini, la riforma non ha pezze d'appoggio (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Azienda Scuola data: 09/06/2009 - pag: 11 autore: Antimo Di Geronimo Alessandra Ricciardi risvolti Boomerang per la Gelmini, la riforma non ha pezze d'appoggio Il Tar Lazio: «manca» il provvedimento sul primo ciclo e il piano programmatico dei tagli Gli uffici scolastici hanno emanato gli organici della scuola dell'infanzia e primaria e stanno predisponendo gli organici delle secondarie. Ma stanno applicando un decreto che non c'è e una circolare applicativa inapplicabile. Lo ha detto il Tar del Lazio - su ricorsi promossi da un gruppo di cittadini, dalla FlCgil e dal comune di Fiesole- con una delle 4 ordinanze depositate il 5 giugno scorso (la n. 02570/2009), di rinvio del giudizio di merito. Il Tar ha motivato la pronuncia facendo presente che «manca» il regolamento previsto dal decreto 112/2008, con il quale il governo avrebbe dovuto dare attuazione ai tagli previsti dalla Finanziaria. E «manca» pure, perché non pubblicato, il piano programmatico dove il ministero avrebbe dovuto spiegare come fare i tagli. Insomma, l'amministrazione scolastica ha tagliato le cattedre senza attendere che venissero emanate le relative disposizioni. E siccome i provvedimenti -in particolare quello sulla scuola primaria- non ci sono (si vocifera perché bloccati per rilievi presso la Corte dei conti) il Tar non ha potuto sospenderli e ha rimandato ogni decisione alla prossima udienza di merito prevista per il 13 luglio prossimo. Un rinvio che consente di non eludere la decisione ma al tempo stesso di tenere conto del giudizio della Corte costituzionale. Già, perché oggi la Consulta si riunirà per decidere sulla questione di legittimità costituzionale relativa all'articolo 64 del decreto 112 (convertito con legge 133/2008) impugnato da alcune regioni, che lamentano invasioni di campo da parte del governo. Una situazione di grave incertezza in cui il Tar attende che a fare chiarezza sia innanzitutto la Corte. Se la Consulta dovesse infatti dichiarare incostituzionale l'articolo 64 del decreto legge 112, a quel punto si verificherebbe un effetto domino, che coinvolgerebbe tutte le operazioni già effettuate dall'amministrazione: il tagliacattedre ma anche la mobilità. Fermo restando che, nel giro di un mese, il ministero potrebbe anche darsi da fare e finalmente ufficializzare i provvedimenti. In assenza della bocciatura dei giudici costituzionali, a questo punto, anche se a posteriori, tutto verrebbe sanato e prima che l'anno scolastico inizi.La vicenda, insomma, è molto complessa e ricca di variabili. Tutto inizia il 25 giugno del 2008 quando il governo emana un decreto legge con il quale veniva disposto il taglio di circa 131mila posti di lavoro nella scuola, tra docenti e non docenti. In questo decreto (n.112/2008) c'è scritto che il governo avrebbe dovuto disporre i tagli tramite un regolamento, con il quale avrebbe dovuto dettare le regole per la formazione degli organici. E il decreto avrebbe dovuto essere preceduto da un piano programmatico, nel quale il ministero dell'istruzione avrebbe dovuto spiegare come fare a tagliare i posti di lavoro. Entrambi i provvedimenti non sono ancora stati emanati, seppure resi noti e ampiamente commentati anche da ItaliaOggi. Attualmente per la magistratura esistono solo le bozze, che non dispiegano ancora alcun effetto non essendo stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Nel frattempo, però, il ministero dell'istruzione ha provveduto alla formazione degli organici nella scuola dell'infanzia e nella primaria ed è sul punto di farlo anche nelle secondarie. Il tutto applicando disposizioni che ancora non esistono. E siccome non si possono annullare provvedimenti che non esistono, il Tar ha dovuto rigettare l'istanza cautelare che era stata presentata dai ricorrenti, riservandosi di pensarci su.

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Tempistica irrispettosa (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-09 - pag: 37 autore: INTERVENTO Tempistica irrispettosa di Claudio Siciliotti F in dalla sua introduzione, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha sottolineato come la norma che istituiva la deducibilità parziale dell'Irap dalle imposte sul reddito, con valenza anche retroattiva per gli anni pregressi, fosse finalizzata a tentare di risolvere più un problema dello Stato ( la paventata incostituzionalità dell'indeducibilità Irap, sulla quale ancora si attende la decisione della Corte costituzionale) che non ad agevolare i contribuenti. La tempistica scelta dall'agenzia delle Entrate per richiedere il rimborso è la conferma di questo assunto. è vero che è la legge a prevedere una sorta di gara di velocità tra i contribuenti, stabilendo che le risorse disponibili per l'erogazione dei rimborsi (100 milioni per il 2009) seguano l'ordine cronologico di presentazione. Ma è vero anche che la legge in questione risale allo scorso gennaio e davvero non si capisce per quale motivo l'agenzia delle Entrate abbia ritenuto di dover attendere sino a venerdì per diramare il provvedimento recante le istruzioni operative per poter concretamente avviare la "gara". Tanto abbiamo giustificato e compreso il ritardo nel rilascio degli studi di settore (per la contingenza eccezionale della crisi e la necessità di un adeguamento pro contribuenti dello strumento), altrettanto riteniamo poco giustificabile il ritardo di mesi nel rilascio delle specifiche per l'inoltro delle istanze di rimborso Irap. Un ritardo che, peraltro, crea un ingorgo di scadenze e mette in ginocchio tutti quegli studi professionali che, nonostante tutto, vorrebbero assicurare ai propri clienti un servizio di qualità, presentando le dichiarazioni fiscali annuali senza proroghe e maggiorazioni, nonché attivandosi per essere in prima fila nella presentazione delle istanze di rimborso Irap, prima dell'esaurimento dei fondi disponibili. Tra agenzia delle Entrate e Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili intercorre un rapporto di collaborazione proficua che in quest'ultimo anno ha dato risultati soddisfacenti sotto molti punti di vista. è proprio in virtù di questo rapporto che sono assolutamente sereno nell'affermare che questa volta non c'è stata la dovuta attenzione nei confronti di contribuenti e professionisti, così come sono certo che questa considerazione sia condivisa anche dai vertici dell'agenzia delle Entrate. Ed è lecito attendersi che i vertici dell'Agenzia facciano ora quanto in loro potere per venire incontroa chi sta facendo richieste più che ragionevoli. Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scuola: consulta, i rocorsi di 8 regioni contro la gelmini (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

News scuola Scuola: consulta, i rocorsi di 8 regioni contro la gelmini Impugnate le norme sui "tagli" in vigore dell'anno 2009-2010 Ettore Mautone Il decreto Gelmini sui criteri di ridimensionamento degli istituti scolastici, contro cui gli l' onda' degli studenti è scesa in piazza lo scorso autunno, arriva OGGI all'esame della Corte Costituzionale. Il ricorso di otto regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia) è discusso in udienza pubblica dinanzi ai giudici costituzionali. la decisione èattesa in settimana. Le Regioni chiedono ai giudici di dichiarare illegittime le norme sui tagli alle scuole contenute nell' articolo 64 del decreto sullo sviluppo economico convertito nell'agosto 2008, e nel comma 6 bis (poi caduto in sede di conversione) che nel decreto sul contenimento della spesa sanitaria dell'ottobre 2008 aveva previsto il commissariamento delle Regioni che entro il 30 novembre non avessero presentato il loro piano di dimensionamento delle scuole. del 09-06-2009 num.

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Nica: Se doreste ca "Prima Casa" sa se refere la locuinte nou construite (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Nica: Se doreste ca "Prima Casa" sa se refere la locuinte nou construite Rl online Marti, 09 Iunie 2009 Vicepremierul Dan Nica a declarat, marti, dupa sedinta coalitiei, ca se doreste ca programul "Prima Casa" sa se refere, in principal, la locuinte nou construite, astfel incat sa se obtina un efect multiplicator in economie, anunta Mediafax. Nica a vorbit, totodata, de necesitatea de avea mai multe locuinte sociale. El a apreciat ca programul Prima Casa este unul foarte bun, dar a aratat ca acest program va trebui sa rezolve o componenta - in cadrul sau sau intr-un program separat - care sa vizeze constructia de locuinte sociale pentru tinerii cu posibilitati financiare modeste. El a aratat ca si acest program – destinat locuintelor sociale - creeaza un efect multimplicator in economie pentru ca va echivala cu alocarea de resurse financiare catre industria constructiilor, ceea ce inseamna locuri de munca, precum si o modalitate de scadere a somajului si de stabilizarea veniturilor. Nica a admis, insa, ca nu se poate exclude posibilitatea achizitionarii unei locuinte prin programul Prima Casa din fondul locativ existent, in situatia in care aceasta este mai ieftina. Vicepremierul a adaugat ca discutiile cu bancile au fost finalizate si ca acestea au avut, dintr-un anumit punct de vedere, o atitudine pozitiva, inclusiv in ceea ce priveste oferta si dobanzile cu care vor veni in acest program. Nica a mai spus ca, din punctul sau de vedere, dobanzile bancilor inca sunt mari pentru o familie tanara, iar conditiile de a avea venituri lunare de circa 1.000 de euro sunt restrictive si a pledat pentru a abordare mai flexibila. Bancile vor institui si reinnoi, in favoarea statului, un drept de ipoteca de rangul I asupra locuintelor contractate cu garantia statului prin programul "Prima Casa", pe intreaga durata a contractului de creditare, cu interdictia de vanzare a casei pe o perioada de cinci ani. "Asupra imobilelor achizitionate in cadrul programului «Prima Casa», bancile instituie si reinnoiesc in favoarea statului roman, reprezentat de Ministerul Finantelor Publice, un drept de ipoteca de rangul I pe toata durata contractului de creditare, cu interdictia de vanzare a locuintei pe o perioada de 5 ani", se arata in ordonanta de urgenta pentru aprobarea programului, adoptata, miercuri, de Guvern. Conform actului normativ, beneficiarii programului "Prima Casa" sunt persoane fizice care, la data intrarii in vigoare a ordonantei, nu detin in comun sau individual, impreuna cu sotii lor sau cu alte persoane, in proprietate o locuinta, indiferent de modul in care a fost dobandita, si nici nu au in derulare un credit ipotecar. Ordonanta a intrat in vigoare joi, 4 iunie. Plafonul anual al garantiilor care pot fi astfel emise, conditiile de acordare a acestora si de eligibilitate a bancilor si a persoanelor fizice beneficiare ale programului, precum si regulile de gestionare a garantiilor vor fi stabilite prin norme aprobate prin hotarare a Guvernului, in termen de 15 zile. Din aceeasi categorie: Procurorii, obligati sa anunte CSM daca incep urmarirea penala impotriva magistratilorTI: Romania, singura tara din UE care considera Parlamentul cea mai corupta institutieRecuperarea altor trei trupuri apartinand pasagerilor avionului AF 477 Voteaza

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Il Comune condannato a risarcire cittadino (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Licata Il Comune condannato a risarcire cittadino Licata. La sentenza non definitiva pronunciata dal giudice Pinto, ha risolto un'annosa vicenda giudiziaria che risale all'ottobre del 1981 per l'occupazione di un terreno di 2157 mq, senza alcun titolo, e cioè senza che vi fosse una preventiva dichiarazione di pubblica utilità. M.G., assistito dall'avvocato Benedetto Aldo Timineri, ha citato nn giudizio davanti al Tribunale di Agrigento, sezione di Licata, il Comune di Licata appunto, per il pagamento del valore venale dell'immobile occupato. Il giudice, esaminando le questioni preliminari sollevate dalla difesa del comune, ha dichiarato infondata l'eccezione di difetto di giurisdizione del giudice ordinario, affermando, tra l'altro, che tale giurisdizione era stata riconosciuta dal T.A.R. Sicilia Palermo, con la sentenza 270 del 7 Novembre 2006. Il Tribunale accogliendo le tesi difensive dell'avvocato. Timineri, sulla base delle pronunce delle Sezioni Unite della Cassazione e della Corte Costituzionale, ha riconosciuto e affermato la giurisdizione del giudice ordinario, in materia di occupazione di suoli irreversibilmente trasformati, senza dichiarazione di pubblica utilità, da parte della pubblica amministrazione. L'occupazione cosidetta «usurpativa», si ha quando manca appunto la dichiarazione di pubblica utilità configurandosi in tal caso solo una mera occupazione - detenzione illegittima dell'immobile privato da parte della pubblica amministrazione Conseguentemente all'attore va riconosciuto il diritto al risarcimento del danno dal momento che l'attività dell'amministrazione non è riconducibile all'esercizio di un pubblico potere. Il Tribunale, quindi, avendo risolto le questioni pregiudiziali relative all'eccezione del difetto di giurisdizione e di prescrizione, ha riconosciuto il diritto di M.G. al risarcimento del danno commisurato all'effettivo valore venale dell'immobile, disponendo un supplemento di istruttoria per la determinazione effettiva del "quantum" dovuto alla parte attrice, maggiorata da interessi e rivalutazione monetaria. Per effetto della sentenza non definitiva e dell'emittenda sentenza sulla determinazione del danno, M.G. potrà riscuotere un consistente risarcimento del danno per l'occupazione senza titolo dell'immobile di sua proprietà, da parte del Comune, maggiorato da interessi e rivalutazione, ottenendo quindi un giusto ed equo risarcimento del danno subito nel lontano 1981. Francesco Di Mare

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Ministerul Justitiei propune salarii lunare de peste 10.000 lei pentru magistrati (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Ministerul Justitiei propune salarii lunare de peste 10.000 lei pentru magistrati Rl online Marti, 09 Iunie 2009 Un judecator de judecatorie ar urma sa aiba o indemnizatie de minim 10.160 lei (16,9 salarii minime actuale), un membru al CSM - de 14.600 de lei, iar un inspector in Ministerul Justitiei va castiga 14.100 lei, potrivit propunerilor Ministerul Justitiei pentru grila de salarizare din Legea unitara, transmite NewsIn. Potrivit grilei inaintate Ministerului Muncii de catre Ministerul Justitiei, obtinute de NewsIn, un judecator si un procuror cu o vechime de 2-3 ani ar urma sa castige aproape 13 salarii minime pe economie, respectiv 7.690 lei, calculat la actualul salariu minim pe economie, de 600 lei. Un vicepresedinte la Inalta Curte de Casatie si Justitie (ICCJ) ar urma sa aiba un salariu lunar de 14.700 lei, iar un presedinte de sectie la ICCJ va primi cu 100 de lei mai putin, potrivit propunerilor ministerului. Tot 14.600 lei lunar ar urma sa primesca si un procuror-sef de la Departamentul National Anticoruptie (DNA) si un procuror-sef de la DIICOT. Procurorul general al Parchetului de pe langa Inalta Curte de Casatie si Justitie ar urma sa aiba o indemnizatie lunara de 14.500 lei, iar un procuror sef de sectie de pe langa ICCJ va castiga lunar 14.000 lei. Ministerul Justitiei a propus, totodata, ca presedintii Curtilor de Apel ca aiba o indemnizatie cu circa 4.000 de lei mai mare decat indemnizatia actuala a presedintelui Romaniei, respectiv 13.700 lei, comparativ cu 9.550 lei. Pentru presedintii de tribunal, propunerea este de 13.350 lei, suma echivalenta cu 22,25 de salarii minime pe economie. Presedintii de judecatorie si presedintii de tribunal militar ar urma sa castige fiecare 13.000 lei lunar, daca propunerile Ministerului Justitiei vor fi aprobate de ministerele Muncii si Finantelor. Salarizarea judecatorilor si procurorilor este reglementata in prezent de O.U.G.27/2006 aprobata prin Legea nr.45/2007. Acestia sunt salarizati in raport cu nivelul instantelor sau parchetelor, cu o indemnizatie de incadrare bruta lunara stabilita pe baza valorii de referinta sectoriala si a coeficientilor de multiplicare prevazuti in Anexa la ordonanta de mai sus. Raspunzand unei solicitari NewsIn, Ministerul Justitiei a comunicat ca, potrivit acestui algoritm de calcul, indemnizatia bruta lunara a unui judecator de Curte de apel este in prezent de 4.964 lei, la Tribunal de 4.380 de lei, iar la Judecatorie de 3.942 de lei. La indemnizatia astfel stabilita se adauga sporurile prevazute in actele normative invocate si anume majorarea pentru vechime efectiva in magistratura (intre 10-30%), spor titlu stiintific (15%), spor pentru conditii deosebite (15%) si spor vechime (5-25%). La inceputul anului, Uniunea Nationala a Judecatorilor din Romania a sustinut ca majoritatea judecatorilor castiga de trei ori mai putin decat un membru CSM. UNJR informa atunci ca membrii CSM incaseaza venituri lunare cuprinse intre 11.761 si 13.941 lei net, in urma unei decizii a fostului presedinte Lidia Barbulescu, potrivit careia, la indemnizatiile brute, se adauga diferite sporuri ce dubleaza, in unele cazuri, veniturile membrilor CSM. Astfel, UNJR a prezentat o situatie a veniturilor lunare ale judecatorilor, in contextul in care Consiliul Superior al Magistraturii (CSM) nu a facut public acest lucru si arata ca "publicul si-a format opinia ca indemnizatiile magistratilor sunt exorbitante. "Cuantumul indemnizatiei unui magistrat nu depaseste in medie 4.000 lei, incluzand toate sporurile acordate prin lege (spor de vechime, stabilitate, toxicitate si doctorat). In acest context, este inadmisibil ca institutia reprezentativa a sistemului judiciar sa acorde angajatilor proprii sume imense, cu titluri de recompense, premii, precum si sporuri salariale, fapt ce a condus in final la plata unor remuneratii cu mult peste nivelul mediu al unui magistrat nedetasat in structurile CSM", se arata intr-un comunicat al Uniunii transmis agentiei NewsIn. Reprezentantii Ministerului Muncii vor avea miercuri, joi si vineri noi discutii cu experti din cadrul ministerelor, pentru a se pune de acord asupra coeficientilor functiilor trecute in grila de salarizare, urmand ca martea viitoare sa aiba loc o noua discutie in cadrul grupuluide lucru la Ministerul Muncii. Pe de alta parte, secretarul de stat in Ministerul Muncii Valentin Mocanu a declarat, la finalul discutiilor de marti cu reprezentantii sindicatelor si cei ai ministerelor, ca perioada in care se va face echivalarea salariilor actuale ale bugetarilor cu cele prevazute in grila unica de salarizare va depinde "de modul in care va evolua economia in 2009-2014 si de cum se va rezolva criza la nivel mondial". Din aceeasi categorie: Britanicii si olandezii au votat deja pentru Parlamentul EuropeanPredoiu: raportul CE va fi negativ, daca Parlamentul nu da drumul la ancheteRomania, cea mai putin competitiva tara din Uniunea Europeana Voteaza

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Pesca, Toscana: Cordone ombelicale tra associazioni e ministero (sezione: Giustizia)

( da "Velino.it, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - Pesca, Toscana: Cordone ombelicale tra associazioni e ministero Roma, 9 giu (Velino) - I soldi europei destinati alla piccola pesca rischiano di andare perduti a causa di ritardi della pubblicazione dei bandi regionali. La colpa sarebbe dei cattivi rapporti tra le regioni e il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali che non avrebbero permesso alla cabina di regia di via Venti Settembre di mettere a punto la procedura di avvio per ottenere i soldi comunitari. E se i pescatori parlano di “ostruzionismo” da parte delle regioni che “sono state poco collaborative nell’oliare il sistema”, e di un possibile “ricentralismo del ministero di Roma”, le realtà locali la pensano diversamente. E quella che nasce è una polemica molto costosa - visto che si parla di decine di milioni di euro l’anno che tornerebbero a Bruxelles per essere dirottati verso stati più meritevoli – e a pagare alla fine dei conti sarebbero i pescatori che escono a mare. “La verità è che il piano nazionale della pesca ripartisce circa 26 milioni di euro tra le associazioni della pesca, i sindacati, le cooperative e il mondo della ricerca. Questo vuol dire che c’è un cordone ombelicale molto forte tra le associazioni ittiche e il ministero”, dichiara al VELINO Claudio Del Re, responsabile pesca e acquacoltura della regione Toscana. D’altronde quella del ricentralismo è una questione già affrontata. “La legge regionale 66 del 2005 prevede compiti particolari da parte delle regioni e nonostante il governo abbia cercato già di impugnarla, la Corte Costituzionale ha riconosciuto la nostra competenza per quanto riguarda la pesca e l’acquacoltura”, incalza Del Re. E non è tutto. Il funzionario regionale spiega che “tutte le risorse che ci sono state trasferite dal ministero sono state utilizzate oltre a 1,4 milioni di euro che tutti gli anni la regione mette a disposizione per iniziative di ammodernamento e promozione del comparto della pesca”. Per quanto riguarda i fondi relativi alla piccola pesca i problemi sarebbero causati dalla difficoltà di sciogliere alcuni nodi come quello di decidere chi saranno gli effettivi beneficiari degli aiuti. Tanto è vero che la regione Campania che aveva già pubblicato alcuni bandi, si è trovata nelle condizioni di doverli ritirare. “Per quanto riguarda la Toscana abbiamo speso tutto e abbiamo già pubblicato sette bandi. Dal 2000 al 2006 abbiamo perso solo centomila euro dello Sfop - Strumento finanziario di orientamento della pesca - per un imprevisto lontano da cause amministrative regionali”, prosegue Del Re. “L’attacco da parte delle associazioni è strumentale per mantenere in piedi il sistema del piano nazionale” che viene distribuito dal ministero di Roma, come spiegato prima, alle stesse associazioni, cooperative e sindacati. (esp) 9 giu 2009 17:16

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CSM: NAPOLITANO, EQUILIBRI COSTITUZIONALI SONO PRESIDIO DI (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il plenum del Csm, ha sottolineato che il tema degli equilibri costituzionali e' stato spesso presente nei suoi interventi: ''Ho ritenuto di dover piu' volte ritornare sul tema degli equilibri costituzionali, come garanzia per ril rispetto e l'affermazione dei principi fondamentali - ha sottolineato il Presidente - e come presidio di stabilita' e coesione per lo sviluppo della vita democratica''. Napolitano ha sottolineato l'importanza del ''richiamare il senso dei limiti e degli equilibri entro i quali ogni istituzione puo' e deve svolgere il proprio ruolo''.

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Ue/ Su rielezione Barroso divergenze tra Svezia e Parigi (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Jose Manuel Barroso questa mattina si è ufficialmente candidato ad un nuovo mandato alla guida della Commissione europea. E' l'unico candidato, nessuno ha fatto altri nomi, è un popolare e quindi ha l'appoggio dei leader del Ppe ed anche quello di alcuni socialisti, ma non appena il suo nome è stato scritto nero su bianco ecco che iniziano in "se" ed i "ma". Non tanto sulla scelta, che in realtà non entusiasma nessuno, quanto sui tempi. Un accordo preso tra i capi di Stato e di Governo nel dicembre scorso prevedeva che la nomina del nuovo presidente della Commissione fosse fatta a giugno, nel vertice della prossima settima anche se il Trattato di Lisbona, che fra l'altro impone nuove regole per la scelta del capo dell'esecutivo comunitario dando maggiori poteri al Parlamento, non è ancora stato ratificato dall'Irlanda e quindi non è in vigore. Oggi però la Francia, che pure aveva avanzato la proposta di giugno e la Germania, hanno espresso la loro preferenza per attendere l'approvazione di Lisbona da parte di tutti (manca ancora, oltre all'Irlanda, la ratifica presidenziale in Repubblica Ceca e Polonia, nonchè un passaggio alla Corte costituzionale tedesca). Anche l'Italia a suo tempo, per bocca del ministro degli Esteri Franco Frattini, aveva espresso la sua preferenza per un unico confronto sul complesso delle nomine, anzichè dilazionarle nel tempo seguendo l'agenda di dicembre. "Serve una discussione politica su un pacchetto di proposte - disse il ministro il 16 marzo scorso a Bruxelles -: sul Parlamento, per il quale decideranno le famiglie politiche europee, per il Consiglio, per la Commissione, per l'Alto rappresentante per la Politica Estera. Diciamo invece no alla discussione su singoli nomi". Una posizione simile l'ha espressa anche il presidente francese Nicolas Sarkozy, quando un paio di mesi fa disse che avrebbe voluto avere "almeno una visione di insieme" sulle nomine, e che avrebbe preferito che prima di procedere "l'Irlanda votasse il referendum (il secondo, con il quale ci si augura nella Ue che a fine settembre-inizio ottobre sia ratificato il Trattato, ndr)". Nelle stesse ore il prossimo presidente di turno della Ue, lo svedese Fredrik Reinfeldt, ha invece detto che "onestamente" preferirebbe che si procedesse alla nomina a giugno, ancora sotto presidenza ceca. "Sono favorevole alla designazione di Barroso al prossimo Consiglio", ha detto il premier incontrando alcuni giornalisti a Bruxelles, aggiungendo: "non ho sentito altri nomi di candidati dagli altri leaders con cui ho parlato. Credo sia possibile dare un pieno mandato a Barroso già al prossimo Summit". D'altra parte, ha aggiunto "i risultati delle elezioni mostrano una chiara predominanza del Ppe, e il Ppe sostiene Barroso". Secondo Reinfeldt, che assumerà la carica di presidente di turno della Ue il prossimo primo luglio, "viste le importanti scadenza che abbiamo davanti è importante dare già ora un segnale che Barroso ha un mandato pieno. Una leadership dell'Europa ora è necessaria e noi dobbiamo rafforzarla e tutti i leader che ho sentito mi hanno detto che vorrebbero nominare Barroso già a giugno". La Germania tra tre mesi, a settembre, andrà alle elezioni politiche e il cancelliere Angela Merkel non vorrebbe a quanto pare muovere troppo le acque in queste settimane e anche lei vorrebbe attendere. Sarkozy in particolare non ama Barroso, ed un certo "piacere" a tenerlo sulle spine potrebbe averlo, ma non ha un altro candidato e quindi il suo gioco su questo è piuttosto limitato. Probabilmente invece le difficoltà che oppone sono una tattica per potersi garantire un posto di prestigio nella nuova Commissione, come quello dell'Alto rappresentante per la Politica esterae, con Lisbona in vigore, vicepresidente della Commissione, per il quale si dice punti su Michel Barnier. Il rinvio a dopo l'auspicata ratifica di Lisbona ha però un aspetto non solo temporale, ma anche sostanziale. In base alle norme attualmente in vigore, infatti, la ratifica parlamentare di Barroso avverrebbe a maggioranza assoluta dei presenti, mentre con Lisbona è necessaria quella assoluta dei 736 membri. Il portoghese dovrebbe farcela anche nella seconda ipotesi se popolari, socialisti e liberali trovano una maggioranza solida, della quale sono però ancora ala ricerca.

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NAPOLITANO: CSM NON DEVE FARSI CONDIZIONARE DA 'CORRENTI' MAGISTRATI. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

NAPOLITANO: CSM NON DEVE FARSI CONDIZIONARE DA 'CORRENTI' MAGISTRATI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il Consiglio Superiore della Magistratura deve esercitare le sue funzioni con ''rigore e misura'', con ''obiettivita' e imparzialita''' e ''senza farsi, tra l'altro, condizionare nelle sue scelte da logiche di appartenenza correntizia''. Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento al plenum del Csm. fdv/dnp/bra

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CSM: RIVIEZZO(MOVIMENTI), SU GIUDICI RISCHIO TENSIONI ANTI ISTITUZIONALI. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CSM: RIVIEZZO(MOVIMENTI), SU GIUDICI RISCHIO TENSIONI ANTI ISTITUZIONALI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il consigliere Ciro Riviezzo, eletto al Csm tra le fila della lista 'Movimenti per la giustizia'' ha sottolineato che oltre alla eventuale riforma, il Consiglio deve affrontare le interferenze indebite: ''Le aggressioni subite dai magistrati anche in questi giorni rischiano di rasentare la delegittimazione. Il Consiglio deve affrontare il problema delle interferenze indebite e riaffermare il rispetto della giurisdizione, altrimenti c'e' il rischio che si affermino tensioni anti istituzionali''. sar/bra

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CSM: NAPOLITANO, EQUILIBRI COSTITUZIONALI SONO PRESIDIO DI DEMOCRAZIA. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CSM: NAPOLITANO, EQUILIBRI COSTITUZIONALI SONO PRESIDIO DI DEMOCRAZIA (ASCA) - Roma, 9 giu - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il plenum del Csm, ha sottolineato che il tema degli equilibri costituzionali e' stato spesso presente nei suoi interventi: ''Ho ritenuto di dover piu' volte ritornare sul tema degli equilibri costituzionali, come garanzia per ril rispetto e l'affermazione dei principi fondamentali - ha sottolineato il Presidente - e come presidio di stabilita' e coesione per lo sviluppo della vita democratica''. Napolitano ha sottolineato l'importanza del ''richiamare il senso dei limiti e degli equilibri entro i quali ogni istituzione puo' e deve svolgere il proprio ruolo''. sar/dnp/rob

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CSM: MANCINO, RAFFORZARE RUOLO DELLE PROCURE GENERALI. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CSM: MANCINO, RAFFORZARE RUOLO DELLE PROCURE GENERALI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, da un giudizio sostanzialmente positivo della riforma che ha rafforzato il ruolo dirigenziale del Procuratore Capo negli uffici requirenti: ''Non mi nascondo - ha detto Mancino - che esistono problemi di rapporti collaborativi tra il vertice delle procure e i piu' diretti collaboratori ma nessuna procura avrebbe successo se il luogo di ricercare adesione si dovesse chiudere in una sterile supremazia verticistica''. Il vicepresidente invita invece a ''rafforzare'' il ruolo di vigilanza delle Procure generali per ''chiudere il triangolo operativo Procura, Procura Generale presso la Corte di Appello e Procura Generale presso la Corte di Cassazione''. sar/dnp/bra

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CSM: MANCINO, PIU' LIMITI A PRATICHE A TUTELA MAGISTRATI. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CSM: MANCINO, PIU' LIMITI A PRATICHE A TUTELA MAGISTRATI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha annunciato un regolamento che limitera' le pratiche a tutela dei magistrati. Sul suo tavolo sono presenti da alcuni mesi diverse pratiche avviate in favore dei magistrati e in particolare quelle per giudici e pm del tribunale di Milano piu' volte finiti sotto gli attacchi di governo e maggioranza. Mancino spiega che i limiti saranno utili: ''Finalmente si perverra' a una diversa regolamentazione che ritiene ammissibile la pratica a tutela tutte le volte in cui sia minacciato, indebolito e impedito l'esercizio libero e autonomo dell'attivita' giudiziaria''. Secondo il vicepresidente una piu' rigorosa delimitazione tra cio' che e' doveroso tutelare e cio' che appartiene alla sfera delle reazioni personali, consentira' di uscire dalla prassi delle tutele generalizzate''. ''Le provocazioni dall'esterno'' ci sono, ammette Mancino, ma: ''Noi (giudici, ndr) dobbiamo comportarci come rappresentanti di un'istituzione che deve sempre avere massima attenzione verso il dialogo costruttivo''. sar/dnp/bra

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CSM: MANCINO, CONSIGLIO HA SPIRITO DI COLLABORAZIONE FATTIVA CON GOVERNO. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 09-06-2009)

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CSM: MANCINO, CONSIGLIO HA SPIRITO DI COLLABORAZIONE FATTIVA CON GOVERNO (ASCA) - Roma, 9 giu - Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino, definisce la discussione alla presenza del Presidente Napolitano ''essenziale e profiqua'': ''Desiderio sottolineare il comune impegno del Csm ad affrontare temi importanti della giustizia in spirito di collaborazione fattiva con il governo e il parlamento''. Mancino spiega che il Consilio si atterra' alle disposizioni legislative senza interferire con regolamenti attuativi che prevedano ''attenuazioni di tipo applicativo o interferenze normative secondarie'': ''Esiste pur sempre uno spazio di attivita' normative coessenziale alle attribuzioni costituzionali del nostro Consiglio. Quando, pero' il legislatore enunci criteri sufficientemente precisi, il Csm deve solo applicarli''. sar/dnp/bra

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GIUSTIZIA: QUAGLIARIELLO, BENE NAPOLITANO ORA MAGISTRATURA RIFLETTA. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 09-06-2009)

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GIUSTIZIA: QUAGLIARIELLO, BENE NAPOLITANO ORA MAGISTRATURA RIFLETTA (ASCA) - Roma, 9 giu - ''Le significative parole del presidente Napolitano hanno messo in luce un problema che gli organi di rappresentanza sindacale e di autogoverno istituzionale della magistratura si ostinano a non voler vedere''. Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL. ''La prima ad essere danneggiata dal protagonismo esasperato di alcuni pm, dall'uso distorto del potere giudiziario per fini impropri, e dalla difesa aprioristica e corporativa di chi si macchia di simili comportamenti - prosegue -, e' proprio la maggioranza silenziosa di magistrati che ogni giorno compie il proprio dovere senza cercare il clamore della ribalta o la persecuzione dell'avversario politico. La perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giudiziario e di chi lo amministra non puo' non preoccupare chi ha a cuore lo Stato di diritto. E l'uso strumentale del potere giudiziario fino al punto di mettere a repentaglio la sovranita' popolare dovrebbe suscitare nella magistratura e nelle sue rappresentanze reazioni indignate di cui finora non s'e' vista traccia. Speriamo che le parole del Capo dello Stato possano stimolare una profonda riflessione e un cambio di rotta. Dispiace solo - conclude Quagliariello - che proprio nel giorno in cui il presidente Napolitano invita il potere giudiziario all'autocritica e offre un contributo di tale portata alla soluzione del conflitto tra magistratura e politica che da quindici anni avvelena la vita del nostro Paese, l'opposizione e l'onorevole Franceschini non abbiano saputo far altro che chiedere l'abolizione di una legge di garanzia come il lodo Alfano, che va esattamente verso il ripristino di quell'equilibrio che il Capo dello Stato ha cosi' autorevolmente invocato''. red-njb/dnp/bra

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GIUSTIZIA: QUAGLIARIELLO, BENE NAPOLITANO ORA MAGISTRATURA (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 09-06-2009)

Argomenti: Giustizia

''Le significative parole del presidente Napolitano hanno messo in luce un problema che gli organi di rappresentanza sindacale e di autogoverno istituzionale della magistratura si ostinano a non voler vedere''. Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL. ''La prima ad essere danneggiata dal protagonismo esasperato di alcuni pm, dall'uso distorto del potere giudiziario per fini impropri, e dalla difesa aprioristica e corporativa di chi si macchia di simili comportamenti - prosegue -, e' proprio la maggioranza silenziosa di magistrati che ogni giorno compie il proprio dovere senza cercare il clamore della ribalta o la persecuzione dell'avversario politico. La perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giudiziario e di chi lo amministra non puo' non preoccupare chi ha a cuore lo Stato di diritto. E l'uso strumentale del potere giudiziario fino al punto di mettere a repentaglio la sovranita' popolare dovrebbe suscitare nella magistratura e nelle sue rappresentanze reazioni indignate di cui finora non s'e' vista traccia. Speriamo che le parole del Capo dello Stato possano stimolare una profonda riflessione e un cambio di rotta. Dispiace solo - conclude Quagliariello - che proprio nel giorno in cui il presidente Napolitano invita il potere giudiziario all'autocritica e offre un contributo di tale portata alla soluzione del conflitto tra magistratura e politica che da quindici anni avvelena la vita del nostro Paese, l'opposizione e l'onorevole Franceschini non abbiano saputo far altro che chiedere l'abolizione di una legge di garanzia come il lodo Alfano, che va esattamente verso il ripristino di quell'equilibrio che il Capo dello Stato ha cosi' autorevolmente invocato''.

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