CENACOLO
DEI COGITANTI |
La Corte ha funzione di
garanzia Giuseppe Frigo, giudice della Consulta, ospite del Rotary club Brescia
Nord ( da "Giornale
di Brescia" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: La Corte Costituzionale, oggi: la
funzione di garanzia nell'ambito degli equilibri istituzionali». «È
significativa la collocazione stessa della Corte Costituzionale: il Palazzo
della Consulta in Roma, nelle vicinanze del Palazzo del Quirinale, residenza ufficiale
del Presidente della Repubblica Italiana - ha spiegato il prof.
Dicembre '73 un giudice
molesta un minorenne Ma dopo tre gradi di giudizio viene scagionato
( da "Tempo, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: accomoderà anche lui sul seggiolone
di presidente della Corte Costituzionale. C'è Giacomo Caliendo, che oggi siede
nel governo di Silvio Berlusconi, con l'incarico di sottosegretario alla
Giustizia. C'è Michele Coiro, che sarà procuratore generale del Tribunale di
Roma e poi direttore generale del dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria.
Pubblichiamo ampi stralci
del primo capitolo del libro di Stefano Livadiotti,
Argomenti: Giustizia
Abstract: accomoderà anche lui sul seggiolone
di presidente della Corte Costituzionale. C'è Giacomo Caliendo, che oggi siede
nel governo di Silvio Berlusconi, con l'incarico di sottosegretario alla
Giustizia. C'è Michele Coiro, che sarà procuratore generale del Tribunale di
Roma e poi direttore generale del dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria.
Le quote acqua da
rimborsare: attendiamo Roma ( da "Adige,
L'" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale aveva
dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 14 e l'art.55 del D.L.
152/06 laddove si prevede che la quota di tariffaria del servizio idrico
integrato, relativamente alla depurazione delle acque, non sia attuabile e
applicabile ai cittadini laddove gli impianti di depurazione non siano
realizzati o attivi.
LA BIOETICA E IL DIRITTO
DEL PADRE ( da "Unita,
L'" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Ha a che vedere con la legge 40 e
con i recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale nel merito di alcuni
passaggi di quella normativa. In particolare, la caduta dell'obbligo a «un
unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre», rende possibile
crioconservare quegli embrioni che non vengono usati al primo tentativo;
Libro di Ciccardini Arriva
Scalfaro ( da "Resto
del Carlino, Il (Ancona)" del
07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Insieme all'autore saranno presenti
l'ex capo di Stato e Massimo Papini, direttore dell'istituto regionale per la
storia delle Marche e Michele Zolla, vice presidente dell'associazione
nazionale ex parlamentari. Il libro si avvale della prefazione dell'ex presidente
della Corte Costituzionale Leopoldo Elia.
Imprenditori, date lo
stipendio lordo ai lavoratori il liberista
( da "Riformista, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la Corte costituzionale bocciò quattordici
dei ventuno quesiti. Ai sette rimasti, venne poi a mancare qualsiasi sostegno
dalla parte ad essi più affine, il raggruppamento guidato da Berlusconi, cui
era più utile avere "problemi" ai quali promettere d'interessarsi,
una volta tornato al potere, che "soluzioni" il cui merito politico
sarebbe stato d'
Argomenti: Giustizia
Abstract: presidente emerito della Corte
costituzionale, ex presidente della Rai e docente universitario, adesso si va a
mettere in gioco per fare il sindaco di Terni. Perché? «Perché non me la sento
di stare a guardare mentre la mia città sta morendo. Affossata dalla
corruzione, dall'indebitamento finanziario, dall'inquinamento».
Legge impugnata dal
governo Ora si lavora al regolamento
( da "Trentino"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: ottobre la legge provinciale sugli
appalti è stata impugnata dal governo Berlusconi di fronte alla Corte
Costituzionale. Per l'esecutivo la competenza in materia è dello Stato e il
consiglio provinciale non avrebbe titolo a legiferare sull'argomento. Uno stop
arrivato nel pieno dello tsunami giudiziario che lo scorso autunno ha
interessato proprio il mondo degli appalti trentino.
e moretton attacca tondo:
chieda le compartecipazioni ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: quanto è già stato avviato nella
passata legislatura con il conquistato federalismo fiscale e l'ottenimento
delle compartecipazioni Irpef sulle pensioni Inps, come riconosciuto anche
dalla Corte costituzionale». «È grave - osserva ancora Moretton in una nota -
che su questo fronte Tondo temporeggi ancora e minimizzi la sua incapacità di
far valere e rispettare un diritto acquisito».
caccia: marsilio (pd):
subito il piano faunistico ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: della Corte costituzionale che ha
bocciato alcuni articoli della legge regionale sulla caccia se non verrà
approvato il Piano faunistico regionale. Da qui l'appello: «Chiedo al presidente
Tondo, quale garante del rispetto delle norme regionali -, di approvare il
Piano individuando anche gli indirizzi generali e i criteri per la
predisposizione dei Piani venatori distrettuali e per l'
GUIDO PICCOLI LA VIOLENZA
SCUOTE IMPROVVISAMENTE IL PERù. TRENTATRE MORTI, 22 MANIFESTANTI E...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: seguito al rifiuto del parlamento
di Lima di accettare il giudizio di incostituzionalità di uno dei decreti
governativi espresso dalla stessa Corte Costituzionale peruviana. La scelta
repressiva di Alan García risulta comunue più che azzardata. Invece di spaventare
i manifestanti, la repressione ha generalizzato la protesta spingendo tutti i
maggiori sindacati ad uno sciopero generale.
Zampatti honoured for her style ( da "Daily Telegraph, The"
Argomenti: Giustizia
Abstract: CSM,
ACT, For exceptional service in management of the acquisition of the C-17
aircraft, as an acquisition management team member and as Project Director Air
8000 PH3-Heavy Airlift Project. Medal (OAM) General division Mr Stephen Roderick
AHERN, Gladesville, NSW, For service to radio broadcasting as an educator,
Deja se stiu promovatele
in Liga 1 la fotbal ( da "Romania
Libera" del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: 08 Iunie 2009 International curtea
de Arges si CSM Ploiesti si-au asigurat ieri promovarea in Liga I la fotbal,
acolo unde erau deja "urcate" Ceahlaul Piatra Neamt si Unirea Alba
Iulia. Cu o etapa inaintea finalului, suspansul se mentine doar in subsolul seriei
a II-a. Rezultate din Seria I: Ceahlaul Piatra Neamt-CSM Ploiesti 0-2;
P2P, sorvegliare e
disconnettere ( da "Punto
Informatico" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale tedesca:
l'azienda non aveva diritto di monitorare in maniera sistematica i circuiti del
P2P a caccia di violazioni da registrare per essere impugnate contro il
cittadino della rete. Ma sono numerosi, dentro e fuori dall'Italia, gli attori
dell'industria che vorrebbero disporre della possibilità di tutelarsi senza
doversi invischiare in tortuosi procedimenti
Elettrosmog e codice
penale ( da "ItaliaOggi
Sette" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: 12 Elettrosmog e codice penale Chiedo
se il fenomeno dell'elettrosmog possa incappare automaticamente nei rigori
dell'art. 674 c. p. H.N. Risponde Piergiorgio Pizzo La Corte costituzionale,
con la sentenza n. 127, del 7 marzo 1990 ebbe a puntualizzare che: «Fino a
prova contraria, si deve [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per
Registrati:
Saptesprezece cadavre ale
pasagerilor zborului AF 447 au fost recuperate
( da "Romania Libera"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: 150 de kilometri distanta de
Recife, pe coasta nord-estica a Braziliei. Din aceeasi categorie: Fostul sef
"Acvila": Achizitiile s-au derulat prin MAI CSM, acuzat ca evita sa
vorbeasca de magistratii colaboratori ai Securitatii"Meciul" Patriciu
? SRI reincepe in noiembrie Voteaza
LINEE GUIDA
SULL'INSERIMENTO DEGLI IMPIANTI RINNOVABILI NEL TERRITORIO: LA CONSULTA BOCCIA
LA BASILICATA ( da "marketpress.info"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Preso atto di ciò, la Corte
Costituzionale ha stabilito che l?emanazione delle Linee guida nazionali per il
corretto inserimento nel paesaggio degli impianti da fonti rinnovabili ?è da
ritenersi espressione della competenza statale in materia di tutela
dell?ambiente?
LA LEGGE GILMOZZI SULLE
SECONDE CASE E' PIENAMENTE COSTITUZIONALE LO RIBADISCE L'ASSESSORE PROVINCIALE
ALL'URBANISTICA DI TRENTO ( da "marketpress.info"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: riunione del 22 dicembre 2005 aveva
deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge provinciale
sulle seconde case, limitatamente però a quanto previsto dall´art. 14 quater
comma 5, che prevedeva la possibilità di affidare direttamente a privati le
opere di urbanizzazione nei piani di lottizzazione (tipicamente, pere come un
parcheggio o piccole costruzioni perimetrali);
Affidamento del
contribuente da stabilizzare ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: decisione delle questioni
sottoposte alla Corte. Solo la Corte costituzionale, dunque, potrebbe dare
conforto alla tesi della Cassazione circa questa nozione di principi
costituzionali in senso ampio, che, per quanto suggestiva, rimane in parte discutibile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA IL CONTRASTO Tra Cassazione e Corte costituzionale non
c'è sintonia sul riconoscimento da dare al principio
carlo, il bimbo che non
c'era vorrei non fosse il nostro futuro
( da "Nuova Venezia, La"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: 2) alla Corte Costituzionale; 3)
alla Corte di Giustizia Europea. Solo nei casi più gravi chiederemo
l'intervento o di un Commisario Straordinario per l'Emergenza Stupidità
Dilagante o, se non se ne trovasse uno di libero, a po' di uomini o donne di
Organismi Internazionali che si occupano dei bambini mai nati,
Tra le ultime novità
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Unite depositata il 25 maggio 2009
Tenuto conto quanto affermato più volte dalla Corte costituzionale (si veda la
sentenza n. 42/80), ...deve prendersi atto che esiste tra il «territorio
dell'impresa»e il «territorio del lavoro autonomo» un'area grigia,una linea
mobile di confine, rappresentata dallo svolgimento delle attività ausiliarie di
cui all'articolo 2195 del Codice civile,
L'assegno divorzile una
tantum ( da "AltaLex"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la Corte di Cassazione, ipotizzando
la possibile violazione degli articoli 3 e 53 della Costituzione ha sollevato,
con ordinanza 18 settembre 2000, n. 795, questione di legittimità
costituzionale avente ad oggetto la disposizione sopra citata, nella parte in
cui non include nella categoria di oneri deducibili ai fini IRPEF,
Garimberti e Masi
ascoltati in Vigilanza ( da "Opinione,
L'" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la Commissione di Vigilanza Rai si
è costituita in giudizio davanti alla Corte Costituzionale, nel ricorso
promosso dal Comitato promotore dei referendum indetti per il 21 e 22 giugno.
Lo ha deciso l'Ufficio di Presidenza della Commissione, nella seduta presieduta
da Sergio Zavoli. Il ricorso riguarda il conflitto di attribuzione fra poteri
dello Stato.
Berlusconi: riuscirà dopo
l'insuccesso alle europee a mettere il bavaglio all'informazione e al
Parlamento con le intercettazioni?
( da "Articolo21.com"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: significa non solo comprimere il
diritto di cronaca che è un diritto fondamentale, perché la Corte
costituzionale, a partire dalla sentenza n. 826 del
Turchia/ Maggioranza
annuncia riforme prima dell'estate
( da "Virgilio Notizie"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale,
attualmente composta da 11 giudici nominati dal presidente della repubblica,
dovrebbe cambiare come segue. I membri dovrebbero diventare 18 eletti dalle
istituzioni più importanti del Paese: 5 dalla Suprema Corte di Appello, 4 dal
Consiglio di Stato, due dalla Suprema Corte di Appello militare,
Altro che legge sul
friulano Si parli la lingua che si vuole
( da "Gazzettino, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Quanto mai opportuna è giunta
quindi la sentenza della Corte Costituzionale. La censura riguarda i punti sui
quali i propositori avevano costruito il loro castello: la libertà di scelta
della famiglia; la piena autonomia delle istituzioni scolastiche; l'obbligo
degli uffici regionali di rispondere in friulano ai cittadini;
TERREMOTO. Cinque garanti
per vigilare sui fondi ( da "Vita
non profit online" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: ex presidente del Senato, Cesare
Mirabelli, ex presidente della Corte Costituzionale, Fernanda Contri, giudice
della Corte Costituzionale ministro degli Affari sociali durante il governo
Ciampi, il professore e avvocato Natalino Irti e il magistrato ed ex presidente
della Regione Marche Vito D'Ambrosio.
Polemiche in vista - La
Corte costituzionale: illegali le norme antieoliche regionali
( da "e-gazette"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Polemiche in vista - La Corte
costituzionale: illegali le norme antieoliche regionali Una sentenza che boccia
le linee guida della Basilicata apre un fronte di contenzioso: le Regioni non
hanno diritto di porre vincoli paesaggistici e ambientali, che spettano allo
Stato.
Gli studenti Unicam in
visita alla Corte Costituzionale ( da "Bollettino
Università & Ricerca" del
08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Università di Camerino Gli studenti
Unicam in visita alla Corte Costituzionale La Facoltà di Giurisprudenza
dell?Ateneo di Camerino ha organizzato, per oggi, una visita di studio a Roma
alla Corte costituzionale in occasione dell?Udienza pubblica. La visita è
riservata agli studenti frequentati dei corsi di laurea in “
Vendita di Alitalia,
occorreva l'autorizzazione Antitrust
( da "CittadinoLex"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Corte costituzionale Vendita di
Alitalia, occorreva l'autorizzazione Antitrust (Tar 684/2009) Sono fondati i
dubbi di legittimità costituzionale sul decreto che ha consentito di procedere
alla vendita dell'Alitalia. Lo ha stabilito il Tribunale Amministrativo
Regionale del Lazio, accogliendo il ricorso di una compagnia aerea perché nella
vendita della compagnia di bandiera non
Napolitano atteso al CSM.
Plenum straordinario per l'organizzazione delle procure
( da "AmericaOggi Online"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Napolitano atteso al CSM. Plenum
straordinario per l'organizzazione delle procure 09-06-2009 ROMA. All'ordine
del giorno, ufficialmente, c'é il tema dell' organizzazione delle procure, ma
molti guardano al plenun straordinario del Csm in programma oggi come a una
nuova occasione per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
Le proiezioni dei seggi
nei casi di vittoria di Vaccarezza o di Boffa
( da "Secolo XIX, Il"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: con la spada di Damocle dei giudizi
ancora pendenti davanti alla Corte Costituzionale e al Tar sui ricorsi
presentati dalla stessa Popolo della libertà e dal Partito comunista dei
lavoratori, quest'ultimo - al contrario del Pdl, riammesso - definitivamente
escluso dalla competizione per le Provinciali. 09/06/2009
pd, elio corda in
consiglio al posto di pierluigi caria
( da "Nuova Sardegna, La"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: norma è stata abrogata dalla Corte
Costituzionale su ricorso del governo nazionale, quindi i giudici non hanno
fatto altro che considerarne nulli gli effetti, vale a dire l'incompatibilità
tra la presidenza dell'Ersu di Cagliari e la carica elettiva. I legali di
Atzeri però - in linea con la Procura, rappresentata da Mario Marchetti - hanno
sostenuto che cancellata la statutaria l'
E ad albengascoppia il
casodelle firme finte ( da "Secolo
XIX, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: In seguito, e siamo a una decina di
giorni fa, il Tribunale amministrativo della Liguria raccoglie il ricorso per
la sospensiva contro la pronuncia dell'Ufficio Elettorale del tribunale di
Savona. Giochi sospesi, per il momento, in attesa del pronunciamento della
Corte Costituzionale. 09/06/2009
savona, ballottaggio sul
filo di lana - wanda valli ( da "Repubblica,
La" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Che riammette il Pdl ma delega alla
Corte Costituzionale il giudizio di merito sulla questione. Il Pdl decide di
andare avanti, del resto è super favorito. Il Pd non fa polemica, spera in un
risultato buono, se non clamoroso, vale a dire superare il primo turno, per poi
giocarsi la partita delle alleanze.
tra le camicie nere di
budapest "ripuliremo l'europa dagli zingari" - andrea tarquini
( da "Repubblica, La"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Ungheria agli ungheresi", la
Corte costituzionale ci critica. Ma stiamo scherzando? Parti della Costituzione
risalgono al 1949, gli anni di Stalin. Va cambiata a fondo». Uniformi nere,
vessili degli anni ?20 e ?30, e ai loro raduni bancarelle con busti e libri
dell´ammiraglio Horthy, il reggente che poi si alleò con Hitler.
Giustizia, lo scontro si
infiamma ( da "Italia
Oggi" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: E non si può dimenticare che sul
lodo Alfano pende anche la spada di Damocle del giudizio della Corte
costituzionale, non fosse altro che per il diretto precedente che ha coinvolto
in passato un provvedimento simile. Si trattava del lodo Schifani, che sempre
di scudo penale parlava, ma che venne sonoramente stoppato dai giudici della
Consulta.
Niente casa al presunto
stupratore ( da "Giorno,
Il (Brianza)" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: presidente emerito della Corte
Costituzionale, aveva espresso la sua perplessità per quanto riguarda l'aspetto
giuridico del provvedimento. IL SINDACO dal canto suo ne ha sempre difeso la
legittimità: «Chi beneficia di una casa popolare, che sia del Comune o
dell'Aler, lo fa grazie alla solidarietà dei cittadini ha detto il primo
cittadino,
Boomerang per la Gelmini,
la riforma non ha pezze d'appoggio
( da "Italia Oggi"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Un rinvio che consente di non
eludere la decisione ma al tempo stesso di tenere conto del giudizio della
Corte costituzionale. Già, perché oggi la Consulta si riunirà per decidere
sulla questione di legittimità costituzionale relativa all'articolo 64 del decreto
112 (convertito con legge 133/2008) impugnato da alcune regioni, che lamentano
invasioni di campo da parte del governo.
Tempistica irrispettosa
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: ancora si attende la decisione
della Corte costituzionale) che non ad agevolare i contribuenti. La tempistica
scelta dall'agenzia delle Entrate per richiedere il rimborso è la conferma di
questo assunto. è vero che è la legge a prevedere una sorta di gara di velocità
tra i contribuenti, stabilendo che le risorse disponibili per l'erogazione dei
rimborsi (100 milioni per il 2009)
Scuola: consulta, i
rocorsi di 8 regioni contro la gelmini
( da "Denaro, Il"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: esame della Corte Costituzionale.
Il ricorso di otto regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia,
Campania, Basilicata e Sicilia) è discusso in udienza pubblica dinanzi ai
giudici costituzionali. la decisione èattesa in settimana. Le Regioni chiedono
ai giudici di dichiarare illegittime le norme sui tagli alle scuole contenute
nell'
Nica: Se doreste ca
"Prima Casa" sa se refere la locuinte nou construite
( da "Romania Libera"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Din aceeasi categorie: Procurorii,
obligati sa anunte CSM daca incep urmarirea penala impotriva magistratilorTI:
Romania, singura tara din UE care considera Parlamentul cea mai corupta
institutieRecuperarea altor trei trupuri apartinand pasagerilor avionului AF
477 Voteaza
Il Comune condannato a
risarcire cittadino ( da "Sicilia,
La" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, ha
riconosciuto e affermato la giurisdizione del giudice ordinario, in materia di
occupazione di suoli irreversibilmente trasformati, senza dichiarazione di
pubblica utilità, da parte della pubblica amministrazione. L'occupazione
cosidetta «usurpativa», si ha quando manca appunto la dichiarazione di pubblica
utilità configurandosi in tal caso solo una mera occupazione
Ministerul Justitiei
propune salarii lunare de peste 10.000 lei pentru magistrati
( da "Romania Libera"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Romania a sustinut ca majoritatea
judecatorilor castiga de trei ori mai putin decat un membru CSM. UNJR informa
atunci ca membrii CSM incaseaza venituri lunare cuprinse intre 11.761 si 13.941
lei net, in urma unei decizii a fostului presedinte Lidia Barbulescu, potrivit
careia, la indemnizatiile brute, se adauga diferite sporuri ce dubleaza, in
unele cazuri, veniturile membrilor CSM.
Pesca, Toscana: Cordone
ombelicale tra associazioni e ministero
( da "Velino.it, Il"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale ha
riconosciuto la nostra competenza per quanto riguarda la pesca e
l?acquacoltura”, incalza Del Re. E non è tutto. Il funzionario regionale spiega
che “tutte le risorse che ci sono state trasferite dal ministero sono state
utilizzate oltre a 1,4 milioni di euro che tutti gli anni la regione mette a
disposizione per iniziative di ammodernamento
CSM: NAPOLITANO, EQUILIBRI
COSTITUZIONALI SONO PRESIDIO DI ( da "Virgilio
Notizie" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: durante il plenum del Csm, ha
sottolineato che il tema degli equilibri costituzionali e' stato spesso
presente nei suoi interventi: ''Ho ritenuto di dover piu' volte ritornare sul
tema degli equilibri costituzionali, come garanzia per ril rispetto e
l'affermazione dei principi fondamentali - ha sottolineato il Presidente - e
come presidio di stabilita'
Ue/ Su rielezione Barroso
divergenze tra Svezia e Parigi ( da "Virgilio
Notizie" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la ratifica presidenziale in
Repubblica Ceca e Polonia, nonchè un passaggio alla Corte costituzionale
tedesca). Anche l'Italia a suo tempo, per bocca del ministro degli Esteri
Franco Frattini, aveva espresso la sua preferenza per un unico confronto sul
complesso delle nomine, anzichè dilazionarle nel tempo seguendo l'agenda di
dicembre.
NAPOLITANO: CSM NON DEVE
FARSI CONDIZIONARE DA 'CORRENTI' MAGISTRATI.
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: NAPOLITANO: CSM NON DEVE FARSI
CONDIZIONARE DA 'CORRENTI' M
CSM: RIVIEZZO(MOVIMENTI),
SU GIUDICI RISCHIO TENSIONI ANTI ISTITUZIONALI.
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: CSM: RIVIEZZO(MOVIMENTI), SU
GIUDICI RISCHIO TENSIONI ANTI ISTITUZIONALI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il
consigliere Ciro Riviezzo, eletto al Csm tra le fila della lista 'Movimenti per
la giustizia'' ha sottolineato che oltre alla eventuale riforma, il Consiglio
deve affrontare le interferenze indebite: ''Le aggressioni subite dai
magistrati anche in questi giorni rischiano di rasentare
CSM: NAPOLITANO, EQUILIBRI
COSTITUZIONALI SONO PRESIDIO DI DEMOCRAZIA.
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: CSM: NAPOLITANO, EQUILIBRI
COSTITUZIONALI SONO PRESIDIO DI DEMOCRAZIA (ASCA) - Roma, 9 giu - Il Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il plenum del Csm, ha
sottolineato che il tema degli equilibri costituzionali e' stato spesso presente
nei suoi interventi: ''Ho ritenuto di dover piu' volte ritornare sul tema degli
equilibri costituzionali,
CSM: MANCINO, RAFFORZARE
RUOLO DELLE PROCURE GENERALI. ( da "Asca"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: CSM: MANCINO, RAFFORZARE RUOLO
DELLE PROCURE GENERALI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il vicepresidente del Csm, Nicola
Mancino, da un giudizio sostanzialmente positivo della riforma che ha
rafforzato il ruolo dirigenziale del Procuratore Capo negli uffici requirenti:
''Non mi nascondo - ha detto Mancino - che esistono problemi di rapporti
collaborativi tra il vertice delle procure e i piu'
CSM: MANCINO, PIU' LIMITI
A PRATICHE A TUTELA MAGISTRATI. ( da "Asca"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: CSM: MANCINO, PIU' LIMITI A
PRATICHE A TUTELA M
CSM: MANCINO, CONSIGLIO HA
SPIRITO DI COLLABORAZIONE FATTIVA CON GOVERNO.
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: CSM: MANCINO, CONSIGLIO HA SPIRITO
DI COLLABORAZIONE FATTIVA CON GOVERNO (ASCA) - Roma, 9 giu - Il vicepresidente
del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino, definisce la
discussione alla presenza del Presidente Napolitano ''essenziale e profiqua'':
''Desiderio sottolineare il comune impegno del Csm ad affrontare temi
importanti della giustizia in spirito di collaborazione
GIUSTIZIA: QUAGLIARIELLO,
BENE NAPOLITANO ORA MAGISTRATURA RIFLETTA.
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: perdita di fiducia dei cittadini
nei confronti del sistema giudiziario e di chi lo amministra non puo' non
preoccupare chi ha a cuore lo Stato di diritto. E l'uso strumentale del potere
giudiziario fino al punto di mettere a repentaglio la sovranita' popolare
dovrebbe suscitare nella magistratura e nelle sue rappresentanze reazioni
indignate di cui finora non s'e' vista traccia.
GIUSTIZIA: QUAGLIARIELLO,
BENE NAPOLITANO ORA MAGISTRATURA ( da "Virgilio
Notizie" del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: perdita di fiducia dei cittadini
nei confronti del sistema giudiziario e di chi lo amministra non puo' non
preoccupare chi ha a cuore lo Stato di diritto. E l'uso strumentale del potere
giudiziario fino al punto di mettere a repentaglio la sovranita' popolare
dovrebbe suscitare nella magistratura e nelle sue rappresentanze reazioni
indignate di cui finora non s'e' vista traccia.
( da "Giornale di Brescia"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione: 07/06/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:la città «La Corte ha funzione di
garanzia» Giuseppe Frigo, giudice della Consulta, ospite del Rotary club
Brescia Nord Il prof. Giuseppe Frigo Ha un senso oggi il ruolo della Corte costituzionale? La risposta, fornita dal prof. Giuseppe
Frigo, giudice della Corte costituzionale, non poteva
che essere affermativa. E, a sostegno di tale affermazione, il giudice ha
tenuto una lezione-relazione nella sede del Rotary Club Brescia Nord presieduto
da Paola Minini, al termine della quale è stato insignito del riconoscimento
«Paul Harris Fellow per la prestigiosa carriera e la testimonianza resa alla
comunità in tanti anni di servizio ai massimi livelli istituzionali». Titolo
della relazione: «La Corte Costituzionale, oggi: la
funzione di garanzia nell'ambito degli equilibri istituzionali». «È
significativa la collocazione stessa della Corte Costituzionale: il Palazzo
della Consulta in Roma, nelle vicinanze del Palazzo del Quirinale, residenza
ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana - ha spiegato il prof.
Frigo -. Collocazione voluta per raggruppare ed avvicinare tra loro due
istituzioni che racchiudono, ciascuna a proprio modo, le importantissime
funzioni previste a Garanzia della Costituzione. La Corte, dunque, non organo
politico, ma organismo che dialoga con la politica; non organo giudiziario, in
quanto indipendente dalla magistratura stessa». Una Corte che, come recita la
Costituzione, giudica: sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di
legge, dello Stato e delle Regioni; sui conflitti di attribuzione tra i poteri
dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni, e tra le Regioni; sulle
accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, a norma della
Costituzione. E per la quale, ora più che mai, si apre lo scenario delle leggi
comunitarie.
( da "Tempo, Il" del
07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Dicembre '73
un giudice molesta un minorenne Ma dopo tre gradi di giudizio viene scagionato
Pubblichiamo ampi stralci del primo capitolo del libro di Stefano Livadiotti,
«Magistrati-l'ultracasta». Un magistrato viene sorpreso in un cinema di
periferia, dove ha promesso soldi a un ragazzino per appartarsi con lui.
Scattano le manette e la sospensione dal lavoro. Poi, però, dopo tre gradi di
giudizio e grazie a un'amnistia, tutto è annullato. E il Consiglio superiore
della magistratura lo riabilita. Con una sentenza grottesca che fa impennare
gli stipendi di migliaia di suoi colleghi. Ecco i verbali segreti di tutta la
storia. Sono le 18 di un freddo pomeriggio di dicembre quando L.V.,
rispettabile magistrato di Corte d'Appello con funzioni di giudice del
Tribunale di Milano, fa il suo ingresso nella sala dell'Ariel, un piccolo
cinema all'estrema periferia occidentale di Roma. Sullo schermo proiettano il
film western La stella di latta. Ma ad attirare Vostro Onore nel locale non
sono certo le gesta di John Wayne nei panni dello sceriffo burbero. No, a L.V.,
che ha ormai 41 anni suonati, dei cow-boy non frega proprio un fico secco. Se
si è spinto tanto fuori mano è perché è in cerca di tutt'altro. Così, dopo aver
scrutato a lungo nel buio della platea, individua il suo obiettivo. E, quatto
quatto, scivola sulla poltroncina accanto a quella occupata dal quattordicenne
I.M. Quello che succede in seguito lo ricostruisce il verbale della pattuglia
del commissariato di polizia di Monteverde che alle 19.15 raggiunge il locale
su richiesta della direzione. «Sul posto c'era l'appuntato di polizia G.P., in
libera uscita e perciò casualmente spettatore nel cinema, che consegnava ai
colleghi sopravvenuti due persone, un adulto e un minore, e indicava in una
terza persona colui che aveva trovato i due in una toilette del cinema.
L'adulto veniva poi identificato per il dottor L.V. e il minorenne per tale
I.M. Il teste denunciante era tale F.Z.» «L'appuntato P. riferiva che verso le
19, mentre assisteva in sala alla proiezione del film, aveva sentito gridare
dalla zona toilette: 'zozzone, zozzone, entra in direzione!'. Accorso, aveva
trovato il teste Z. che, indicandogli i due, affermava di averli poco prima
sorpresi all'interno di uno dei box dei gabinetti, intenti in atti di
libidine». «Il minorenne, a sua volta, raccontava che verso le 18 era seduto
nella platea del cinema intento a seguire il film quando un individuo si era
collocato sulla sedia vicina: poco dopo questi aveva allungato un mano
toccandogli dall'esterno i genitali. Egli aveva immediatamente allontanato
quella mano e l'uomo se n'era andato. Ma dopo dieci minuti era ritornato,
rinnovando la sua manovra. Questa volta egli aveva lasciato fare e allora
l'uomo gli aveva sussurrato all'orecchio la proposta di recarsi con lui alla
toilette, promettendogli del denaro. Egli s'era alzato senz'altro, dirigendosi
alla toilette, seguito dall'uomo. Entrati nel box, l'uomo gli aveva sbottonato
i calzoni, ed estratto il pene lo aveva preso in bocca». Adescare un ragazzino
in un cinema è un fatto che si commenta da solo. Che a farlo sia poi un uomo di
legge, o che tale dovrebbe essere, appare inqualificabile. Ma non è solo questo
il punto. Se i fatti si fermassero qui, non potrebbero essere materia di questo
libro. Invece, come vedremo, la storia che comincia nella sala dell'Ariel
giovedì 13 dicembre del 1973, per concludersi ingloriosamente 8 anni dopo, va
ben oltre lo squallido episodio di cronaca. Per diventare emblematica della
logica imperante almeno in una parte del mondo della magistratura ordinaria (di
cui esclusivamente ci occuperemo, senza prendere in considerazione quelle
contabile, amministrativa e militare). Cioè, in una casta potentissima e sicura
dell'impunità. Quel giorno, e non potrebbe essere altrimenti, V. viene dunque
arrestato. Vostro Onore cerca disperatamente di negare l'evidenza. Ma non c'è
niente da fare: l'istruttoria conferma la versione della polizia. Così, il
Tribunale di Grosseto rinvia a giudizio V. per atti osceni e corruzione di
minore. E, il 28 dicembre del 1973, si muove anche la sezione disciplinare del
Csm, l'organo di governo della magistratura, che lo sospende dalle funzioni. V.
sembra davvero un uomo finito. Ma non è così. Il 21 gennaio del 1976, il verdetto
offre la prima sorpresa. Con il loro collega, i giudici toscani si dimostrano
più che comprensivi. Il tribunale della ridente cittadina dell'alta Maremma
ritiene infatti che, «atteso lo stato del costume», l'atto compiuto da V. nella
sala del cinema vada considerato soltanto come contrario alla pubblica decenza.
Come, «atteso lo stato del costume»? Cosa succedeva all'epoca nei cinema di
Grosseto: erano un luogo di perdizione e nessuno lo sapeva? Boh. Andiamo
avanti: «Conseguentemente lo condanna alla pena di un mese di arresto Per
quanto poi riguarda la seconda parte dell'episodio, esclusa la procedibilità ex
officio, essendo ormai il fatto connesso con una contravvenzione, proscioglie
il V. per mancanza di querela dal delitto di corruzione». Ma il procuratore
generale non è d'accordo, e questa è una buona notizia per tutto il Paese. E
V., che pure dovrebbe fregarsi le mani, neanche. Entrambi presentano ricorso.
Si arriva così all'8 marzo del 1977, quando a pronunciarsi è la Corte d'Appello
di Firenze, che ribalta il precedente giudizio. Ma lo fa a modo suo. Per i
giudici di secondo grado, quelli di V. sono atti osceni. Evviva. Però, siccome
il primo approccio con il ragazzino è avvenuto nella penombra e l'atto sessuale
si è poi consumato nel chiuso del gabinetto, il fatto non costituisce reato. V.
se la cava quindi con una condanna a 4 mesi, con la condizionale, per la sola
corruzione di minori. E di nuovo, non contento, ricorre, con ciò stesso
dimostrando la sua incrollabile fiducia nella giustizia. Assolutamente ben
riposta, come dimostra il terzo atto della vicenda, che va in scena due anni
dopo, il 30 marzo del 1979: «La Corte Suprema, infine annulla senza rinvio
limitatamente al delitto di corruzione di minorenne, a seguito dell'estinzione
del reato in virtù di sopravvenuta amnistia». Amen. V. era definitivamente
sputtanato davanti a tutti i colleghi. Ma senza più conti in sospeso con la
legge. E tanto bastava al Consiglio superiore della magistratura (d'ora in
avanti Csm), che il successivo 29 giugno revocava la sua sospensione. A V.
restava da superare solo un ultimo scoglio: il verdetto della sezione
disciplinare. Ed è proprio in quella sede che la storia assumerà i toni più
grotteschi. La sceneggiata finale si svolge il 15 maggio del 1981, quando si
riuniscono i magnifici 9 della giuria che deve esaminare il dossier n. 294.
Molti di loro faranno una carriera coi fiocchi. C'è l'allora vicepresidente del
Csm, che è addirittura Giovanni Conso, futuro numero uno della Consulta e
ministro della Giustizia, prima con Amato e poi con Ciampi. C'è Ettore Gallo,
che all'inizio degli anni novanta s'accomoderà anche lui
sul seggiolone di presidente della Corte Costituzionale. C'è Giacomo Caliendo,
che oggi siede nel governo di Silvio Berlusconi, con l'incarico di
sottosegretario alla Giustizia. C'è Michele Coiro, che sarà procuratore
generale del Tribunale di Roma e poi direttore generale del dipartimento
dell'amministrazione penitenziaria. E ancora: i togati Luigi Di Oreste,
Guido Cucco, Francesco Marzachì e Francesco Pintor, e il laico Vincenzo Summa.
Chi pensa che in un simile consesso le parole siano misurate con il bilancino è
completamente fuori strada. La sentenza offre un campionario di spunti dalla
comicità irresistibile. Come quello offerto dal medico di V., che lascia subito
intendere quale incredibile piega potrà prendere la vicenda. «Veniva anche
sentito il medico curante, dottor G., che testimoniò di aver sottoposto il V. a
intense terapie nell'anno
( da "Tempo, Il" del
07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Pubblichiamo
ampi stralci del primo capitolo del libro di Stefano Livadiotti,
«Magistrati-l'ultracasta». Un magistrato viene sorpreso in un cinema di
periferia, dove ha promesso soldi a un ragazzino per appartarsi con lui.
Scattano le manette e la sospensione dal lavoro. Poi, però, dopo tre gradi di
giudizio e grazie a un'amnistia, tutto è annullato. E il Consiglio superiore
della magistratura lo riabilita. Con una sentenza grottesca che fa impennare
gli stipendi di migliaia di suoi colleghi. Ecco i verbali segreti di tutta la
storia. Sono le 18 di un freddo pomeriggio di dicembre quando L.V.,
rispettabile magistrato di Corte d'Appello con funzioni di giudice del
Tribunale di Milano, fa il suo ingresso nella sala dell'Ariel, un piccolo
cinema all'estrema periferia occidentale di Roma. Sullo schermo proiettano il
film western La stella di latta. Ma ad attirare Vostro Onore nel locale non
sono certo le gesta di John Wayne nei panni dello sceriffo burbero. No, a L.V.,
che ha ormai 41 anni suonati, dei cow-boy non frega proprio un fico secco. Se
si è spinto tanto fuori mano è perché è in cerca di tutt'altro. Così, dopo aver
scrutato a lungo nel buio della platea, individua il suo obiettivo. E, quatto
quatto, scivola sulla poltroncina accanto a quella occupata dal quattordicenne
I.M. Quello che succede in seguito lo ricostruisce il verbale della pattuglia
del commissariato di polizia di Monteverde che alle 19.15 raggiunge il locale
su richiesta della direzione. «Sul posto c'era l'appuntato di polizia G.P., in
libera uscita e perciò casualmente spettatore nel cinema, che consegnava ai
colleghi sopravvenuti due persone, un adulto e un minore, e indicava in una
terza persona colui che aveva trovato i due in una toilette del cinema.
L'adulto veniva poi identificato per il dottor L.V. e il minorenne per tale
I.M. Il teste denunciante era tale F.Z.» «L'appuntato P. riferiva che verso le
19, mentre assisteva in sala alla proiezione del film, aveva sentito gridare
dalla zona toilette: 'zozzone, zozzone, entra in direzione!'. Accorso, aveva
trovato il teste Z. che, indicandogli i due, affermava di averli poco prima
sorpresi all'interno di uno dei box dei gabinetti, intenti in atti di
libidine». «Il minorenne, a sua volta, raccontava che verso le 18 era seduto
nella platea del cinema intento a seguire il film quando un individuo si era
collocato sulla sedia vicina: poco dopo questi aveva allungato un mano
toccandogli dall'esterno i genitali. Egli aveva immediatamente allontanato
quella mano e l'uomo se n'era andato. Ma dopo dieci minuti era ritornato,
rinnovando la sua manovra. Questa volta egli aveva lasciato fare e allora
l'uomo gli aveva sussurrato all'orecchio la proposta di recarsi con lui alla
toilette, promettendogli del denaro. Egli s'era alzato senz'altro, dirigendosi
alla toilette, seguito dall'uomo. Entrati nel box, l'uomo gli aveva sbottonato
i calzoni, ed estratto il pene lo aveva preso in bocca». Adescare un ragazzino
in un cinema è un fatto che si commenta da solo. Che a farlo sia poi un uomo di
legge, o che tale dovrebbe essere, appare inqualificabile. Ma non è solo questo
il punto. Se i fatti si fermassero qui, non potrebbero essere materia di questo
libro. Invece, come vedremo, la storia che comincia nella sala dell'Ariel
giovedì 13 dicembre del 1973, per concludersi ingloriosamente 8 anni dopo, va
ben oltre lo squallido episodio di cronaca. Per diventare emblematica della
logica imperante almeno in una parte del mondo della magistratura ordinaria (di
cui esclusivamente ci occuperemo, senza prendere in considerazione quelle
contabile, amministrativa e militare). Cioè, in una casta potentissima e sicura
dell'impunità. Quel giorno, e non potrebbe essere altrimenti, V. viene dunque
arrestato. Vostro Onore cerca disperatamente di negare l'evidenza. Ma non c'è
niente da fare: l'istruttoria conferma la versione della polizia. Così, il
Tribunale di Grosseto rinvia a giudizio V. per atti osceni e corruzione di
minore. E, il 28 dicembre del 1973, si muove anche la sezione disciplinare del
Csm, l'organo di governo della magistratura, che lo sospende dalle funzioni. V.
sembra davvero un uomo finito. Ma non è così. Il 21 gennaio del 1976, il
verdetto offre la prima sorpresa. Con il loro collega, i giudici toscani si
dimostrano più che comprensivi. Il tribunale della ridente cittadina dell'alta
Maremma ritiene infatti che, «atteso lo stato del costume», l'atto compiuto da
V. nella sala del cinema vada considerato soltanto come contrario alla pubblica
decenza. Come, «atteso lo stato del costume»? Cosa succedeva all'epoca nei
cinema di Grosseto: erano un luogo di perdizione e nessuno lo sapeva? Boh.
Andiamo avanti: «Conseguentemente lo condanna alla pena di un mese di arresto
Per quanto poi riguarda la seconda parte dell'episodio, esclusa la
procedibilità ex officio, essendo ormai il fatto connesso con una
contravvenzione, proscioglie il V. per mancanza di querela dal delitto di
corruzione». Ma il procuratore generale non è d'accordo, e questa è una buona
notizia per tutto il Paese. E V., che pure dovrebbe fregarsi le mani, neanche.
Entrambi presentano ricorso. Si arriva così all'8 marzo del 1977, quando a
pronunciarsi è la Corte d'Appello di Firenze, che ribalta il precedente
giudizio. Ma lo fa a modo suo. Per i giudici di secondo grado, quelli di V.
sono atti osceni. Evviva. Però, siccome il primo approccio con il ragazzino è
avvenuto nella penombra e l'atto sessuale si è poi consumato nel chiuso del
gabinetto, il fatto non costituisce reato. V. se la cava quindi con una
condanna a 4 mesi, con la condizionale, per la sola corruzione di minori. E di
nuovo, non contento, ricorre, con ciò stesso dimostrando la sua incrollabile
fiducia nella giustizia. Assolutamente ben riposta, come dimostra il terzo atto
della vicenda, che va in scena due anni dopo, il 30 marzo del 1979: «La Corte
Suprema, infine annulla senza rinvio limitatamente al delitto di corruzione di
minorenne, a seguito dell'estinzione del reato in virtù di sopravvenuta
amnistia». Amen. V. era definitivamente sputtanato davanti a tutti i colleghi.
Ma senza più conti in sospeso con la legge. E tanto bastava al Consiglio
superiore della magistratura (d'ora in avanti Csm), che il successivo 29 giugno
revocava la sua sospensione. A V. restava da superare solo un ultimo scoglio:
il verdetto della sezione disciplinare. Ed è proprio in quella sede che la
storia assumerà i toni più grotteschi. La sceneggiata finale si svolge il 15
maggio del 1981, quando si riuniscono i magnifici 9 della giuria che deve
esaminare il dossier n. 294. Molti di loro faranno una carriera coi fiocchi. C'è
l'allora vicepresidente del Csm, che è addirittura Giovanni Conso, futuro
numero uno della Consulta e ministro della Giustizia, prima con Amato e poi con
Ciampi. C'è Ettore Gallo, che all'inizio degli anni novanta s'accomoderà anche lui sul seggiolone di presidente della Corte
Costituzionale. C'è Giacomo Caliendo, che oggi siede nel governo di Silvio
Berlusconi, con l'incarico di sottosegretario alla Giustizia. C'è Michele
Coiro, che sarà procuratore generale del Tribunale di Roma e poi direttore generale
del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. E ancora: i togati
Luigi Di Oreste, Guido Cucco, Francesco Marzachì e Francesco Pintor, e il laico
Vincenzo Summa. Chi pensa che in un simile consesso le parole siano misurate
con il bilancino è completamente fuori strada. La sentenza offre un campionario
di spunti dalla comicità irresistibile. Come quello offerto dal medico di V.,
che lascia subito intendere quale incredibile piega potrà prendere la vicenda.
«Veniva anche sentito il medico curante, dottor G., che testimoniò di aver
sottoposto il V. a intense terapie nell'anno
( da "Adige, L'" del
07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
pannone e varano Le
quote acqua da rimborsare: attendiamo Roma MORI - Con una interrogazione, il
consigliere provinciale della Lega Nord Claudio Civettini (nella foto) aveva
chiesto alla Provincia cosa intendesse fare con i rimborsi ai censiti di
Pannone e Varano, che per anni hanno pagato lo smaltimento delle acque, anche
se non esiste un depuratore. Con la sentenza n. 335/2008, la
Corte Costituzionale aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale
dell'art. 14 e l'art.55 del D.L. 152/06 laddove si prevede che la quota di
tariffaria del servizio idrico integrato, relativamente alla depurazione delle
acque, non sia attuabile e applicabile ai cittadini laddove gli impianti di
depurazione non siano realizzati o attivi. «Le frazioni di Pannone e
Varano - diceva Civettini nel testo - ne sono l'esempio classico, poiché gran
parte dei residenti a tutt'oggi non sono collegati al sistema di depurazione e
le acque reflue vengono scaricate direttamente nel Rio Gresta, con grave danno
anche all'ambiente. Va precisato anche l'auspicio che velocemente si metta in
essere la realizzazione dell'impianto di raccolta e che sono a conoscenza di
una richiesta di rimborso retroattiva a favore degli utenti in questione». In
questi giorni la risposta dell'assessore competente Alberto Pacher: «La
Provincia è a conoscenza della richiesta di risarcimento da parte dei censiti -
dice - dalla nota trasmessa dal Comune di Mori. A tale nota è stato dato
riscontro il 6 maggio scorso, informando che la legge provinciale dà alla
provincia la facoltà di determinare le modalità di rimborso ai Comuni delle
somme dovute agli utenti». Il problema però è che un successivo decreto legge
del Governo Berlusconi ha rimandato tutto «a successivi decreti ministeriali»,
com'è d'uso in Italia. Così i rimborsi sono certamente dovuti, ma mancano le
norme di attuazione. «Alla provincia nessun cittadino ha fatto domanda diretta
di rimborso - conclude Pacher - perché non è legittimata a riceverli, mentre lo
sono le amministrazioni comunali. Non è possibile, al momento, stabilire
l'importo dell'eventuale rimborso». In quanto alla mancanza del depuratore,
Pacher risponde a Civettini che «la situazione è nota alle amministrazioni
comunali che provvederanno, sulla base dei criteri stabiliti dalla giunta
provinciale». 07/06/2009
( da "Unita, L'" del
07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
LA BIOETICA E IL
DIRITTO DEL PADRE Lunghe e faticose battaglie hanno affermato, nella nostra
cultura, l'idea di "maternità consapevole". Lontani come siamo dal
veder tradotta quella istanza in forme mediche e di welfare consolidate e
diffuse, che garantiscano pienamente la donna, oggi vediamo che i confini della
bioetica chiamano in causa anche il diritto maschile a una scelta genitoriale
cosciente. Il Tribunale di Vigevano ha respinto la richiesta di una donna di
accedere alla procreazione medicalmente assistita per avere un figlio dal
marito, ricoverato in coma alla fondazione Maugeri di Pavia. La richiesta era
stata sollecitata dal padre dell'uomo, in qualità di tutore; ed è stata
rigettata in virtù del fatto che, dalle testimonianze raccolte, non è stato
possibile - a parere dei giudici - ricostruire la chiara volontà dell'uomo di
diventare padre. Una seconda questione la solleva Chiara Lalli, con grande
lucidità, nel suo blog. Ha a che vedere con la legge 40 e
con i recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale nel merito di alcuni
passaggi di quella normativa. In particolare, la caduta dell'obbligo a «un
unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre», rende possibile
crioconservare quegli embrioni che non vengono usati al primo tentativo;
o tutti quelli prodotti se, per qualche ragione, il medico ritenesse opportuno
rimandare l'impianto. Ovviamente nelle procedure di fecondazione assistita è
contemplato il consenso informato e la possibilità, per entrambi gli aspiranti
genitori, di revocare la loro volontà; ma, qui sta la bizzarria, ciò è possibile
solo fino alla fecondazione dell'ovulo (e non, come in pressoché tutte le altre
legislazioni, fino all'impianto dell'embrione). Lalli ci propone l'ipotesi di
una coppia - Anna e Mario - che si rivolge a un centro per la fecondazione
producendo 7 embrioni; 2 vengono utilizzati per un primo e inutile tentativo,
gli altri 5 conservati per un secondo intervento che si rende necessario
procrastinare. Nel lasso di tempo che separa quel primo tentativo da quello a
venire i due interrompono la loro relazione; ma stante la legge italiana Anna
ha diritto all'impianto degli embrioni, anche contro il volere di Mario che non
può più ritirare il suo consenso. E ciò in direzione perfettamente contraria a
quanto stabilito dalla Corte di Strasburgo riguardo a una controversia simile:
una donna inglese si era rivolta a quella Corte invocando l'articolo 2 della
Convenzione per la protezione dei diritti umani, domandando che si estendesse
la tutela del "diritto alla vita" agli embrioni di cui chiedeva
l'impianto contro il volere dell'uomo. I giudici respinsero la sua richiesta.
Scrivere a: info@italiarazzismo.it
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
FABRIANO pag. 11
Libro di Ciccardini Arriva Scalfaro SABATO FABRIANO L'EX PRESIDENTE della
Repubblica Oscar Luigi Scalfaro sarà in città sabato alle 11 presso il convento
San Domenico per presentare il libro di Bartolo Ciccardini dal titolo
"Aspettando il 18 aprile: tra guelfi e ghibellini nella Italia
unita". Insieme all'autore saranno presenti l'ex capo
di Stato e Massimo Papini, direttore dell'istituto regionale per la storia
delle Marche e Michele Zolla, vice presidente dell'associazione nazionale ex
parlamentari. Il libro si avvale della prefazione dell'ex presidente della
Corte Costituzionale Leopoldo Elia.
( da "Riformista, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Imprenditori, date
lo stipendio lordo ai lavoratori il liberista Nel 2000, i radicali cercarono di
presentare una ridda di referendum "liberisti" che, saltando
l'intermediazione della classe politica, miravano a liberalizzare alcuni
aspetti della vita economica italiana. Non ebbero fortuna, per due motivi. In
primo luogo, la Corte costituzionale
bocciò quattordici dei ventuno quesiti. Ai sette rimasti, venne poi a mancare
qualsiasi sostegno dalla parte ad essi più affine, il raggruppamento guidato da
Berlusconi, cui era più utile avere "problemi" ai quali promettere
d'interessarsi, una volta tornato al potere, che "soluzioni" il cui
merito politico sarebbe stato d'altri. Come è andata a finire lo
sappiamo: il quinquennio berlusconiano non diede fiato alla domanda di libertà
economica del Paese (eccezion fatta per la legge Biagi). E forse contribuì a
smorzare l'entusiasmo dei ceti produttivi, che ne avevano decretato la vittoria
non per affidarsi a san Gennaro: ma per semplificarsi, almeno un poco, la vita.
Fra i referendum bocciati dalla Consulta, uno era quello sul sostituto
d'imposta. Abolire le trattenute alla fonte, facendo sì che il datore di lavoro
versi fino all'ultimo centesimo lo stipendio ai suoi impiegati, sarebbe una
riforma semplicissima con implicazioni rivoluzionarie. Perché? Il sostituto
d'imposta serve a consolidare tutta una serie di "illusioni
politiche". Anzitutto, ed è precisamente il motivo per cui il sostituto
d'imposta c'è, fa sì che i lavoratori non siano ben consapevoli di quante tasse
pagano. Il "costo" che essi rappresentano per l'azienda è in buona
sostanza doppio rispetto al salario che percepiscono. Quest'illusione mantiene
in vita qualche residuo di lotta di classe. Il lavoratore, se ben imboccato da
qualche leader dal populismo facile, arriva persino a pensare che il sistema
fiscale sia concepito a vantaggio del "padrone": il quale può evadere
o fare assegnamento su un buon commercialista. Siccome non ha contezza di quale
sarebbe il suo reddito prima delle tasse, l'impiegato tende a non capire che
c'è un prima e c'è un dopo. Cioè che, se lo Stato fosse meno famelico, avrebbe
più quattrini a disposizione per sé e la sua famiglia. Non è un caso se, quando
negli anni scorsi si parlava ancora di tagliare le tasse, quella fosse una
battaglia che veniva ricondotta al famoso "popolo delle partita Iva".
Quindi lavoratori autonomi, piccole e medie imprese, identificate come un mondo
distinto e distante da quello invece della grande industria. Sull'abbattimento
della pressione fiscale sulle persone fisiche, da sempre freddina. Lasciando
spazio a un'altra illusione: che cioé le imprese "paghino tasse" di
per sé, non in quanto avventure di uomini, individui, che sono i soli a versare
parte del proprio reddito allo Stato. Anziché ricordare che ogni centesimo
sottratto alle aziende è un centesimo sottratto alle persone che vi lavorano e
alle persone che ne sono azionisti, la grande industria (dopo la parentesi di
Antonio D'Amato in Confindustria) ha cercato di spuntare meno tributi per sé ma
non per gli altri. Il risultato del puzzle è l'Italia in cui abbiamo vissuto
negli ultimi quindici anni. Un Paese dove si pagano troppe tasse, e lo sanno
anche i sassi. Però continuiamo a pagarle, perché la discussione politica vede
il fronte dei contribuenti sempre diviso, e quindi incapace di articolare una
domanda politica coerente. Di dire un "meno tasse" chiaro e ben
scandito, che non sia solo un pretestuoso slogan elettorale prontamente
abbandonato a urne aperte. Il quindicennio berlusconiano, in cui quello slogan,
fondamentale all'affermazione iniziale del Cavaliere, è stato rapidamente
disatteso, ha visto l'eclissi del contribuente. Da soggetto nuovo, sbalzato al
centro della scena da Tangentopoli, a dettaglio in un quadro di crisi e
progressivo peggioramento della finanza pubblica. Siamo tornati alla Prima
Repubblica: le nostre istanze di pagatori di tasse, non valgono più nulla. Per
questo dobbiamo ringraziare Giorgio Fidenato, un coraggioso imprenditore
agricolo friulano ("Un agricoltore contro lo Stato", per citare il
titolo di un suo libello), che da inizio anno si rifiuta di fare l'esattore per
conto dello Stato, e versa ai suoi dipendenti lo stipendio lordo, senza
ritenute. Paghino loro, ciascuno calcolando da sé quanto gli viene sottratto,
tasse e contributi. "Scaricare queste incombenze sul lavoratore",
come ha scritto qualcuno, farebbe lievitare i costi per lo Stato - ma non è un
argomento. Lo Stato ci costringe a pagare le tasse: per farlo, dovrebbe al
limite facilitarci lui, non viceversa. La battaglia di Fidenato è di buon senso
e di equità fiscale. Soprattutto in un periodo di crisi, nel quale il potere
d'acquisto dei salari va a rattrappirsi, il lavoratore ha almeno un diritto:
quello di sapere di chi è la colpa. Non dell'arcigno datore di lavoro: ma del
suo socio-ombra, lo Stato, che metodicamente si mangia metà di ciò che ai
singoli lavoratori per diritto e impegno spetterebbe. Gli imprenditori hanno un
modo per seguire Fidenato. Imitarne la disobbedienza civile, assolutamente
trasparente, alla maniera di Thoreaux e Gandhi. Noialtri possiamo almeno
iscriverci al gruppo di suoi fan su Facebook. Facciamolo oggi, all'acme di
quell'orgia di buone intenzioni e finti scandali che è stata la campagna
elettorale. Difendiamo il diritto a un contadino buon senso. di Alberto
Mingardi 07/06/2009
( da "Giornale.it, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 137 del
2009-06-07 pagina 7 «Io, ingraiano, sfido una sinistra senza teste» di Gabriele
Villa Professor Baldassarre, lei si presenta a Terni con una lista civica
sostenuta dal Pdl: deduciamo che ha fatto un falò dei suoi vecchi ideali di
uomo di sinistra... «Non ho tradito io. Sono stati gli uomini a tradire me.
Vede, io sono stato ingraiano quando ero giovanissimo, poi ho avuto riferimenti
importanti come Napolitano, come Natta. Persone di un'onestà cristallina, da
cui imparare. Adesso chi ho davanti? Nessuno. Perché la sinistra non esiste più
e - sia a livello nazionale sia locale - è incapace di produrre uomini della
levatura di un tempo, teste pensanti in grado di parlare alla gente di problemi
veri e di capire dalla gente, ascoltandola, quali sono le priorità. È una
sinistra senza idee e senza teste». Resta il fatto che lei, presidente emerito della Corte costituzionale, ex
presidente della Rai e docente universitario, adesso si va a mettere in gioco
per fare il sindaco di Terni. Perché? «Perché non me la sento di stare a
guardare mentre la mia città sta morendo. Affossata dalla corruzione,
dall'indebitamento finanziario, dall'inquinamento». Corruzione è una
parola grossa... «Eppure è l'unica parola che si può usare per il comportamento
scandaloso di un'amministrazione municipale di sinistra che, in una roccaforte
rossa per tradizione, ha agito con impunità. Per esempio, a Terni c'è una
grande disoccupazione giovanile ma la colpa non è della crisi economica. È di
un sistema di potere clientelare e corrotto che privilegia solo coloro che
appartengono a determinate famiglie e a un certo partito. Il sindaco è stato
più volte condannato dalla Corte dei Conti per uso illegale di denaro pubblico,
c'è stata un'indagine penale. E il Comune è finito sul lastrico con 200 milioni
di debito per favorire le cooperative rosse». Quindi i giovani di Terni sono
discretamente inferociti... «Se dovessero votare solo i giovani vinceremmo con
dieci punti di vantaggio. In ogni caso, con questi giovani di Terni che
vogliono lavorare per il bene della città e per ridarle dignità, sono sicuro
che formeremo, nei prossimi cinque anni, una classe politica nuova». Parla come
se fosse già sindaco... «Non ho ancora vinto, ma confido di vincere. Confido
nell'onestà e nella voglia di cambiamento della gente di Terni. Che è stanca
anche del clima intimidatorio creato dalla sinistra. Il Pd, a livello locale, è
fatto di gente che cerca di arraffare soldi perché non ha mai lavorato in vita
sua e di aiutare i parenti. Terni è una parentopoli». Anche «intimidatorio» è
pesante... «Eppure è un'altra verità. Pensi che sono stati in molti a
supportare il mio programma teso a spazzare via questa cappa di oligarchi che
soffocano la città, creano discriminazione e frenano lo sviluppo. Tanti
imprenditori e artigiani hanno dato contributi sostanziosi al mio comitato. Ma
mi hanno pregato di non fare il nome altrimenti avrebbero subìto conseguenze.
Conseguenze pesanti. Come accade in altre terre d'Italia. Mi sono spiegato?».
Tre priorità che ha in animo per salvare Terni prima che sia troppo tardi.
«Creare condizioni per lo sviluppo delle imprese e creare posti di lavoro per i
giovani. Ridurre l'inquinamento perché non accada più che un sindaco, come è successo
qui, ignori deliberatamente dodici allarmi radioattivi. Riorganizzare
l'amministrazione pubblica che ha sperperato il denaro dei contribuenti con
imprese fallimentari. Il centro multimediale, le farmacie comunali che, uniche
in Italia, sono in rosso, i reparti ospedalieri creati non per soddisfare
l'interesse dei cittadini ma quelli dei primari, le consulenze inventate con
progetti fantasiosi per distribuire laute prebende». © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Trentino" del
07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Legge impugnata dal
governo Ora si lavora al regolamento TRENTO. Messa a punto in due anni di
lavoro con le organizzazioni di categoria e le parti sociali, lo scorso ottobre la legge provinciale sugli appalti è stata impugnata dal
governo Berlusconi di fronte alla Corte Costituzionale. Per l'esecutivo la
competenza in materia è dello Stato e il consiglio provinciale non avrebbe
titolo a legiferare sull'argomento. Uno stop arrivato nel pieno dello tsunami
giudiziario che lo scorso autunno ha interessato proprio il mondo degli appalti
trentino. La Provincia - ricorda il vicepresidente Alberto Pacher - ha
però cominciato a lavorare sul regolamento attuativo per le parti della legge
che non sono state impugnate. Il tavolo degli appalti proprio pochi giorni fa
si è occupato del «libro di cantiere», uno strumento informatico che consentirà
di tenere un controllo veloce e costante su chi opera nei cantieri.
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 7 - Regione E
Moretton attacca Tondo: chieda le compartecipazioni I tributi Inps TRIESTE. Il
capogruppo consiliare del Pd, Gianfranco Moretton, chiede al presidente del
Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, di «attivarsi» per ottenere le
compartecipazioni sulle pensioni Inps. Lo afferma, in una nota in cui commenta
la possibilità per la Regione di accedere ai fondi «dopo più di un anno di
sollecitazioni del gruppo Pd - precisa - sulla veridicità della conquista
ottenuta dal governo di Centrosinistra nella passata legislatura». «A Tondo -
prosegue Moretton - diciamo che la campagna elettorale è terminata, che non può
più dire che le compartecipazioni sulle pensioni di anzianità sono una bugia
del Centrosinistra e, tanto meno, fare il gioco del governo Berlusconi
accettando ulteriori competenze - conclude - a carico della Regione». «Il
presidente della Regione, Renzo Tondo, - dice ancora Moretton - dovrebbe farsi
primo responsabile assoluto di spendere e recuperare quanto
è già stato avviato nella passata legislatura con il conquistato federalismo
fiscale e l'ottenimento delle compartecipazioni Irpef sulle pensioni Inps, come
riconosciuto anche dalla Corte costituzionale». «È grave - osserva
ancora Moretton in una nota - che su questo fronte Tondo temporeggi ancora e
minimizzi la sua incapacità di far valere e rispettare un diritto acquisito».
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 7 - Regione
Caccia: Marsilio (Pd): subito il piano faunistico La richiesta UDINE. «Caccia
ridotta ai minimi termini nella laguna di Marano, sul Carso triestino e nei
Maigredi pordenonesi». Ecco quale sarà, secondo l'ex assessore all'Agricoltura
e attuale consigliere del Pd, Enzo Marsilio, la conseguenza più immediata della
sentenza della Corte costituzionale che
ha bocciato alcuni articoli della legge regionale sulla caccia se non verrà
approvato il Piano faunistico regionale. Da qui l'appello: «Chiedo al
presidente Tondo, quale garante del rispetto delle norme regionali -, di
approvare il Piano individuando anche gli indirizzi generali e i criteri per la
predisposizione dei Piani venatori distrettuali e per l'attuazione dei
prelievi di fauna previsti dal medesimo». Altrimenti, a detta di Marsilio, la
caccia rischia di finire nel caos. «Il ricorso del Governo, promosso dal
Circolo friulano cacciatori e dall'Arcicaccia (con l'avallo politico della Lega
Nord ) interessati solo a far cadere l'Associazione dei cacciatori - sostiene
Marsilio -, rischia di far saltare l'organizzazione della gestione venatoria
della regione basata storicamente sulle riserve di caccia. Mi chiedo quindi
cosa dirà l'assessore Violino ai suoi amici cacciatori di Marano quando dovrà
chiudere una parte della laguna alla caccia e che sacrifici richiederà al Carso
e ai suoi bravi cacciatori legittimati finora a cacciare anche nelle zone
protette definite dalla così detta legge Belci o ai suoi amici di Pordenone
quando dovrà vietare la caccia nei Maigredi. Magari darà la colpa alla
precedente amministrazione ma penso che gli crederanno in pochi». Il punto
dolente della sentenza secondo Marsilio é la dichiarazione di illegittimità costituzionale degli articoli con i quali si stabilisce che
viene destinata, a protezione della fauna, una quota non inferiore al 10% e non
superiore al 20% del territorio agro-silvo-pastorale. "In più - aggiunge -
dovrà essere riformulata la disciplina dell'aucupio: un disastro provocato
dall'autolesionismo dei ricorrenti (associazioni venatorie e ambientalisti
spalleggiati dalla Lega)». Cristian Rigo
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
GUIDO PICCOLI La
violenza scuote improvvisamente il Perù. Trentatre morti, 22 manifestanti e 11
poliziotti, e più di centocinquanta feriti rappresentano il bilancio ancora
parziale di una battaglia decisa dal governo di Alan García per sloggiare
migliaia di indigeni awajun e contadini dallo snodo stradale della Cueva del
Diablo (la tana del diavolo), nel Perù settentrionale e amazzonico. Dai gas
lacrimogeni e le pietre si è subito passati alle armi da fuoco, usate anche
dagli elicotteri e dai blindati. Appena avuto notizia dello scontro, la rivolta
si è estesa nella vicina città di Bagua, dove sono state incendiate le sedi
istituzionali e quelle del partito governativo APRA e sono stati fatti
prigionieri 38 poliziotti. In tutta la regione la situazione è molto confusa,
nonostante gli appelli alla calma e la proclamazione del coprifuoco. Le
versioni su quanto accaduto sono contrastanti. Alan García addossa ogni
responsabilità ai manifestanti che avrebbero sparato per primi (mentre questi
sostengono di avere solo lance e frecce) e che sarebbero strumentalizzati dai
nemici stranieri intenzionati a bloccare lo sviluppo del paese: anche se non li
ha nominati è evidente il riferimento ai presidenti dei paesi vicini,
dall'ecuatoriano Rafael Correa al boliviano Evo Morales e soprattutto al
venezuelano Hugo Chávez. Dall'altra parte, il leader della protesta, Alberto
Pizango, costretto ormai alla clandestinità, ha accusato García di progettare
un genocidio e ha chiesto la solidarietà degli organismi internazionali e dell'opinione
pubblica mondiale che sostiene sempre, a parole, di avere a cuore la
sopravvivenza dei popoli indigeni. Se è difficile capire cosa sia veramente
accaduto nella Cueva del Diablo, anche per il black-out informativo imposto da
Lima, sono invece chiare le ragioni delle mobilitazioni nel paese che vanno
avanti ormai da due mesi e che si sono estese a macchia d'olio anche nelle
regioni meridionali (dove, ad esempio, sono state bloccate perfino i trasporti
turistici per il Machu Picchu e per il Lago Titicaca). Ad essere contestate
sono nove decreti governativi che facilitano l'invasione dei territori indigeni
da parte soprattutto delle società petrolifere, ma anche delle multinazionali
del legno e degli agro-combustibili. Alle ragioni dei manifestanti che si
oppongono alla devastazione della «Madre Terra» e del polmone amazzonico, il
governo di Lima oppone quelle di uno sviluppo economico tendente
all'autosufficienza energetica, ma soprattutto gli impegni pattuiti nel
Trattato di Libero Commercio con gli Usa e con l'Europa. Dopo settimane di
blocchi stradali, la rivolta è divampata giovedi in seguito
al rifiuto del parlamento di Lima di accettare il giudizio di
incostituzionalità di uno dei decreti governativi espresso dalla stessa Corte
Costituzionale peruviana. La scelta repressiva di Alan García risulta comunue
più che azzardata. Invece di spaventare i manifestanti, la repressione ha
generalizzato la protesta spingendo tutti i maggiori sindacati ad uno sciopero
generale. E in questo stato di tensione, ha ripreso fiato anche
l'opposizione capeggiata da Ollanta Humala, considerato il Chávez peruviano.
( da "Daily Telegraph, The"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Carla Zampatti
appointed a Companion of the Order of Australia Article from: Font size:
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Submit comment By Lauren Williams June 08, 2009 12:00am AS the creative force
behind many a red carpet design, Carla Zampatti is credited with helping
countless numbers of the nation's style set make their names. Now, after four
decades in the rag trade, Sydney's most sophisticated designer has been
appointed a Companion of the Order of Australia (AC) in this year's Queen's
Birthday honours. Zampatti was recognised for her leadership and management in
business and her success in broadcasting as SBS chairwoman for the past 10
years. Joining Zampatti with Australia's highest honour are businessman Malcolm
Kinnaird and Justice Peter Underwood. Also posthumously honoured today was
acclaimed head and neck surgeon Professor Chris O'Brien, who died on Thursday
after a two-year battle with an aggressive brain cancer. They are among
hundreds of community, philanthropic, entertainment and sporting people, both
famous and unheralded, honoured today. Zampatti yesterday dedicated her honour
to the success of all women in business. "It is not only an honour for me,
but wonderful recognition of what women are achieving," she said. The
Italian-born self-made designer arrived in Australia in 1950 as a
nine-year-old, full of "youthful optimism". From a small collection
in 1965, the determined young woman grew to head one of Australia's most
authoritative fashion houses, with over 30 boutiques around the country.
"It is amazing what you can do with an incredible amount of youthful
optimism and very little money," Ms Zampatti said of her early days in the
business. The full NSW/ACT honours list: Order of AustraliaCompanion (AC)
general division Carla ZAMPATTI-SPENDER AM, Woollahra, fashion, multicultural
broadcasting. Officer (AO) in the general division David William BORTHWICK PSM,
ACT, climate change, water allocation, emissions trading and heritage issues.
Ms Gillian Elizabeth CALVERT, Dulwich Hill, protection of the rights and
welfare of children and youth. Mr Peter Roland COATES, Mosman, development of
low emission technologies, improved safety standards and climate change policy.
Mr Richard Lucas ESTENS, Moree, Indigenous Australians and reconciliation. Ms
Irene GLEESON, Belrose, aid for children affected by war and HIV/AIDS in
northern Uganda. Professor Robert Michael GRAHAM, Birchgrove, medicine and
stewardship of the Victor Chang Cardiac Research Institute. Mr Allan Grantley
GYNGELL, ACT, foreign and security policy. The Honourable Justice David
Hargraves HODGSON, Supreme Court of New South Wales, judiciary and to the law.
Mr Peter Frank KING, Warrawee, humanitarian aid organisations. Professor Kurt
LAMBECK, ACT, researcher and educator in the field of geoscience. Mrs Mari Ann
LEWIS AM, Rose Bay, visual arts as an ambassador for Australian art. Mr Eric
Paul McCLINTOCK, Kirribilli, finance and health, to Australian-Malaysian
relations. Dr Robert Alexander McINTOSH, Theresa Park, research in the areas of
wheat genetics and rust disease. Professor Christopher John O'BRIEN, AM,
Hunters Hill, clinical research facilities for people with cancer. Mr Gregory
John POCHE, Manly, medicine, aged care and sporting organisations. Mr Steven
James ROBINSON, ACT, Australia's international interests. Professor John Lewis
WARHURST, ACT, higher education, particularly in the field of political
science. Member (AM) general division The Honourable Ian Morton ARMSTRONGOBE,
Cowra, Service to the Parliament of New South Wales, to the agricultural and
livestock sectors. Mrs Lesley Rosemary BOWREY, Rushcutters Bay, tennis as a
player, coach and mentor to junior players. Mr Graham John BRADLEY, Neutral
Bay, medical research and arts organisations. Mr Michael CHRISTODOULOU,
Marrickville, Greek and Cypriot communities. Dr Helen Margaret CREASEY,
Northwood, medicine as a geriatrician and neurologist. Mr Desmond Michael
CUDMORE, Griffith, community of the Riverina. Mr Bruce Lawrence DAVIS, PSM,
ACT, leadership of AusAID. Dr Robert Hugh EATHER, Mosman, study of space and
the auroral lights. Mr Geoffrey John FISHER, Frenchs Forest, Turner Syndrome
Association of Australia. Professor Bruce Crosby FORSTER, Double Bay, researcher
and educator. Associate Professor Terence Matthew GAGEN, Sydney, researcher and
mentor and through the National Mathematics Summer School. Mr Glenn Stewart
GARDNER, Thornleigh, Northcott Society. Mr Stanley Vernard GRANT, Narrandera,
preservation and promotion of the Wiradjuri language and culture. Associate
Professor Deborah GREEN , Milsons Point, medical administration. Colonel
Michael Albert GRIFFIN, Manly, legal and advisory roles with the Australian
Defence Force. Mr John Edward HAINES OAM, Dundas, community of Parramatta.
Professor Clive Charles HAMILTON, ACT, climate change, sustainability and
societal trends. Mr John Arthur HASKINS, ACT, building and construction sector.
Mr Malcolm John HAZELL, CVO, ACT, Australian Public Service, and as Official
Secretary to the Governor-General of Australia. Dr Peter Anthony HOLDSWORTH,
ACT, animal health industry. Professor David Murray HORNER, ACT, Australian
military history and heritage. Associate Professor Michael Deane HORSBURGH,
Glebe, Anglican Church of Australia. Dr Paul HUTCHINS, Ashfield, paediatrician.
Dr Jack JELLINS, Dover Heights, development of diagnostic ultrasound equipment.
Professor Richard Frederick KEFFORD, Summer Hill, oncology research. Adjunct
Professor John Gerard KELLY, Fairlight, aged care policy development. Mr Kevin
John KELLY, Spring Ridge, people with a disability. Professor Michael Richard
KIDD , Potts Point, medicine and education. Professor Russell Duncan LANSBURY,
Clareville, ndustrial relations as an educator and researcher. Mr Geoffrey
James LEONARD, Newcastle, University of Newcastle, to the health care industry,
and to medical research. Emeritus Professor Bruce Edgar MANSFIELD, Gordon,
theology and history. Ms Geertrude Maria MILLS-EVERS, Rankin Park, service to
the communities of Newcastle and the Hunter region. Professor Balakrishnan R
NAIR, Merewether, medicine and medical education. Mr Peter Christopher O'CLERY,
ACT, tourism industry. Dr Michael Christoph O'CONNOR, NSW, obstetrics and
gynaecology. Mr Brendan Michael O'REILLY, West Ryde, aged care and disability.
Dr Joseph Frederick PEREIRA, Castle Hill, welfare of Burmese refugees and
migrants. Associate Professor Lynne PRESSLEY, Manly, the Heart Foundation. Mr
Kenneth Maxwell RANDALL, OAM, ACT, journalism and public affairs. Mr Warren
Allen RENNIE, OAM, Cronulla, surf lifesaving through executive roles with Surf
Sports Australia. Professor John Alan RICHARDS, ACT, development of space
science. Mr Brian Dudley SCARSBRICK, Brooklyn, environment through the Landcare
movement. Mr Robert Stafford SHELDON, Castlecrag, architecture. Dr Michael
STEER, Mount Kuring-gai, Royal Institute for Deaf and Blind Children. Mrs
Jennifer THOMAS, ACT, philanthropic support for higher education and medical
research organisations. Mrs Elizabeth Anne TREVAN, BEM, Lismore, children's
health, to the development of cancer prevention and awareness programs. Mrs
Lois Agnes TURK , Hunters Hill, philanthropic contributions to youth, social
welfare and charitable organisations. Mr Paul Denis WAND, Bondi Beach,
Indigenous community. Dr Anthony Duckett WHITE, Randwick, dermatology. Dr Mary
Elizabeth WHITE, Johns River, botany as a researcher. Professor James
Stanislaus WILLIAMS, ACT, physical sciences and engineering through education
and research. Dr Colin Walter WRIGLEY, Epping, primary industry and improving
wheat quality. Mr Alan Joseph ZAMMIT, Bella Vista, western Sydney. Associate
Professor John Bernard ZIEGLER, Randwick, paediatric medicine in the areas of
infectious disease, HIV/AIDS, and immunology and allergy. Member (AM) in the
military division - Royal Australian NavyCommodore Raymond James GRIGGS, CSC
RAN, ACT, exceptional service to the Royal Australian Navy as the Amphibious
Task Group Commander, Deputy Fleet Commander, Director General Navy Strategic
Policy and Futures, and as Director General Force Structure Review for the
Defence White Paper. Australian ArmyBrigadier David Colin GILLIAN, ACT, For
exceptional service to the Australian Army as the Director General
Intelligence, and as the inaugural Commanding Officer, 1st Intelligence
Battalion. Brigadier Peter Warwick GILMORE, DSC, ACT, For exceptional service
as Director General Public Affairs, and as Director General Future Land
Warfare. Royal Australian Air ForceAir Commodore James Michael BROWN, NSW, for
exceptional service as the Director of Plans in Air Command, as the Officer
Commanding Number 92 Wing, and as the Director General of Operations in Joint
Operations Command. Group Captain Andrew Phillip DOYLE, CSM, ACT, For
exceptional service in management of the acquisition of the C-17 aircraft, as
an acquisition management team member and as Project Director Air 8000
PH3-Heavy Airlift Project. Medal (OAM) General division Mr Stephen Roderick
AHERN, Gladesville, NSW, For service to radio broadcasting as an educator,
media trainer and author. Mr Nelson Hayden ALLEN, West Wallsend, sporting and
community. Mr Robert Jeffrey ALTAMORE, ACT, vision impairment. Mr Lennie
ANDERSON, Fern Bay, land rights for the Worimi people. Mr Brian John ANDREWS,
Kurri Kurri, documentation of the heritage of the Hunter Valley region. Ms Nina
ANGELO, Macmasters Beach, arts and to the community. Mr Ian Murray ANGUS,
Woollahra, community, arts and culture. Mrs Marjorie Joan ANSLOW, Narrandera,
community of Narrandera. Mrs Jane Edna BAKER, Yass, Down Syndrome NSW and
community. Mr David Robert BAMFORD, Toongabbie, Rotary International. Mr
Darrell Maxwell BAMPTON, Kensington, Rugby League football and young athletes.
Mrs Isla Violet BARING, London, young Australian musicians and performing
artists. The Reverend Canon Dr John Gregory BARRETT, Port Macquarie, Anglican
Church of Australia. Mr Keith William BELL, Wahroonga, biological methods for
treating organic waste. Mr Robert Alexander BEVAN, Hazelbrook, real estate
industry. Mr Neville Hilton BRACEY, Lemon Tree Passage, community of Port
Stephens. Mrs Colleen Claire BRANDSTETTER, , ACT, community. Ms Margaret
Florence BRESNAHAN, Rockdale, children's charities and overseas humanitarian
aid. Mr Leslie Alan BROWN, Kyogle, road transport and community. Mr Robert
Ritchie BRUCE, Glebe, Rotary Charity Regatta. Mrs Doris Elma BUDDEN, Manilla,
community. Mrs Edna May BURGE, Jesmond, Guiding movement and community. Mrs
Lynette Marie BURGESS, Pennant Hills, netball. Mr Richard Galbraith BYRES,
North Parramatta, Rugby Union football as a player, referee and administrator.
Medal (OAM) general division The Honourable Alan Glyndwr CADMAN, Galston,
Parliament of Australia. Mrs Margaret Anne CALLINGHAM, Umina Beach, McDonald's
Performing Arts Challenge and surf lifesaving movement. Mr Manuel Bermejo
CASTILLO, Bangor, the Philippines-Australia Sports and Culture organisation. Mr
Henry CHAN, Valentine, support for migrants and refugees. Mr Darryl John
CHANNELLS, Doonside, sport for children. Mr Neville John CLARK, Port Macquarie,
disabilities and their families. Mrs Barbara Ruth CLAYMAN, Killarney Heights,
volunteer roles with Jewish organisations. Mr Thomas Oliver COLLESS, Leura,
tourism, community and service organisations. Mrs Ruth Leonie CONDON, Gorokan,
Torchbearers for Legacy. Mr Maurice George COOPER, Wentworth Falls, as a
fundraiser for charitable organisations. Mr Russell Richard COOPER, Metford,
community. Mr Mark Stephen CRANFIELD, ACT, Australian folklore and to the
recording of oral histories. Mr Robert Charles CROSTHWAITE, Uralba, veterans
and aged care. Mr Grahame Hugh CUMMING, Pennant Hills, history of the
Freemasonry movement. Mr John Kenneth CUMMINS, Greenwich, motor racing,
particularly historic cars. Mr John Charles DALBY, Kiama, St John Ambulance
Australia. Mr Mario DAMO, ACT, multicultural community. Mrs Beatrice Mary
DAVIES, Narromine, Royal Flying Doctor Service of Australia. Mr Christopher
Warren DEACON, ACT, radio through the ArtSound organisation. Ms Piroozi
DESAI-KEANE, Bondi Junction, music through the Sydney Eisteddfod. Mr Vaso
DESPOTOVIC, Pyrmont, Serbian community in Australia. Mr Douglas William DIGGS,
Gilgandra, Lions Australia. Mr Anthony Thomas DOYLE, Mungindi, Returned and
Services League of Australia. Mr Barry John DOYLE, Cowra, sporting events and
organisations. Mr Peter Norwood DOYLE, Vacy, youth, local government and health
organisations. Mrs Janis Christine DUFFY, Kellyville, aged care, service and
sporting organisations. Medal (OAM) general division Mr Frederick Alfred
EDWARDS, Tamworth, voluntary roles with Rotary International. Mrs Dora
EISENBERG, Leichhardt, community of Sydney as a volunteer. Mr Thomas Reginald
ELLIS, Taree, charitable, agricultural and service organisations. Mr David
Leslie FAHEY, Morundah, arts through Opera in the Bush. Mrs Roslyn FEITELSON, ,
deceased (Award wef 9 October 2008) Late of Bellevue Hill, fundraiser for
Jewish organisations. Mrs Pamela Eleanor FISHER, North Curl Curl, Compassionate
Friends of New South Wales organisation. Mr Alan John FORD, Umina, local
government. Dr Ian Caithness FRANCIS, Castlecrag, medicine as an
ophthalmologist. Mr Paul Ivan FRANCIS, Naremburn, Humpty Dumpty Foundation. Mrs
Robyn Ann GERBER, Jewish community and Oxfam Australia. Mrs Lucy Kathleen GERMON,
Gloucester, community. Mr Raymond George GILL, Kings Langley, New South Wales
Volunteer Rescue Association. Ms Julia Virginia GILLESPIE, ACT, St Ninian's
Uniting Church Friendship Group. Mr Alan John GRASSET, Northmead, training in
the plumbing industry. Mrs Fay Mary GREEN, Walgett, education, and to the
Indigenous community. Mr John Edward GREEN, Tamworth, local government. Mr
Gordon Nigel GREGORY, ACT, National Rural Health Alliance. Mr Patrick Langley
GRIFFIN, The Observatory Hotel, Sydney, Australian Hotels Association. Mr
Philip John HANDEL, Beacon Hill, visual arts using the medium of stained glass.
Dr Gorur Krishna HARINATH, Kogarah, cricket. Mr Clifford Edward HARRIS, Shell
Cove, Swimming New South Wales. Mr Reuben Leonard HAWKINS, deceased (Award wef
15 January 2008), Late of Merrylands, research, charitable and social welfare
organisations. Mr Alan Bruce HAYES, Central Coast, environment as an author and
publisher. Mr George HICKS, Macksville, local government. Major Constance Joan
HINDLE, Toronto, The Salvation Army. Major Stanley James HINDLE, Toronto, The
Salvation Army. Mrs Beryl Mary HORWOOD, ACT, migrant and refugee women. Dr John
Stephen HOWE, ACT, medicine as a general practitioner. Mrs Christine Gloria
HUNTER, ACT, education. Mr Douglas James HUNTER, RFD, Albury, military history,
particularly through the 8/13 Victorian Mounted Rifles Museum. Mr Francis
Edward IFIELD, Galston, the arts as an entertainer. Mr Neil James INALL,
Roseville, farming and the rural sector, particularly in the field of
communication. Mr John Alexander IRELAND, Alexandria, through the Catholic
Club, Sydney. Mrs Cherry JACKAMAN, Double Bay, heritage conservation through
the National Trust of Australia (New South Wales). Mr Douglas William JONES,
Carlingford, painting and decorating industry through education and training
roles, and to the community. Mr Geoffrey Trevor JONES, St Clair, community
through the Sydney Eisteddfod. Councillor Nigel Ashley JUDD, Ariah Park, to
local government, and to the communities of Ariah Park and Temora. Ms Kay Marie
KAVANAGH, Oatley, aged care industry. Ms Patricia Anne KEATING, Stockton,
Indigenous communities of the Newcastle region and to environmental and
historical organisations. Mr Ronald Charles KEYS, Doonside, athletics,
particularly through administrative roles. The Reverend Peter Brian KILKEARY,
Winmalee, to the Strathfield-Homebush Baptist Church. Mr John Russell KING,
Jamisontown, fire and emergency services, and to the community of Penrith.
Associate Professor James Leslie KOHEN, Doonside, Indigenous community,
particularly the preservation of the heritage and culture of the Darug people.
Dr Siobhan Kathleen LAVELLE, NSW, historical archaeology and heritage
conservation, particularly the preservation of colonial roads and cemeteries.
Sister Judith Bernadette LAWSON, Homebush West, to education as Principal of
Santa Sabina College and through professional organisations. Mr Thomas Charles
LEE, Narrandera, to the community of Narrandera through sporting, social
welfare and ex-service organisations. Mr Matthew Joseph LEIGHTON, Narellan, to
the communities of the Narellan and Camden areas. Mr Ian Craig LESLIE, Church
Point, media, particularly current affairs journalism, and to the community. Mr
Monty LEVENTHAL, Maroubra, science through volunteer roles at the Sydney
Observatory. Mrs Judith Marie LEWIS, Riverstone, educational roles and to the
Riverstone and District Historical Society. Mr William Alec LEWIS, Miranda, to
the community of Port Hacking. Mr William Robert LIDDIARD, Maclean, community
safety and horticultural organisations in the Maclean and Grafton areas. Mr
William John LITTLE, Killarney Heights, Rotary Charity Regatta. Mr Ian Robert
LOBSEY, Quirindi, local government, to education, and to the communities of
Werris Creek and Nundle. Mr Robert Alister LOCKHART, Forbes, local government,
and to the community of Forbes. Mr Jeremy Phillip LONG, Glebe, Indigenous
community, to the public sector and to humanitarian groups. Ms Anne Catherine
McCORMICK, Bellevue Hill, business as an antiquarian bookseller and to
Australia's cultural heritage as a collector. Dr Alison McCUSKER, Woden,
science through the cataloguing of Australian flora. Sister Patricia Anne
McDERMOTT, Lima, Peru, development and establishment of facilities for disadvantaged
families in Cerro Candela, Lima, Peru. Mrs Gladys May McLEAN, McKellar, Drugs
in the Family support group. Mr Donald William MACINNIS, Taree, community of
Taree and to the radiography profession. Dr Warwick Jason MACKAY, Ebenezer,
medicine as a GP and to the community. The Reverend Father Brian Thomas MAHER,
Jamison Centre ACT, historical organisations and to the Catholic Church of
Australia. Mr Garry Leigh MALLARD, Bega, Shelter NSW and the National Tenant
Support Network. Mrs Elizabeth MASTERMAN, Pelaw Main, community of Kurri Kurri.
Mr John Vincent MEEHAN, Figtree, surf lifesaving, and to the community. Mrs
Valma May MELVILLE, Kempsey, community of Kempsey. Mrs June Isabel MICKLEBURGH,
Deakin, migrant and refugee women, and to the ACT Embroiderers' Guild. Mr John
Robert MILHINCH, Pyrmont, Royal Flying Doctor Service of Australia. Mr Douglas
Robert MINTY, Wentworthville, Watch and Clockmakers Societies of Australia. Mrs
Margaret Anne MOLLOY, Lovett Bay, community of West Pittwater. Mrs Denise Margaret
MOLONY, Cook, Indo Chinese, Albanian and Afghan communities in the Canberra
region. Mrs Rhonda MOORE, Nowra, Shoalhaven region and through contributions to
rural communities in Kenya. Mr Bruce Charles MORISON, Como, canoeing as an
administrator, coach and mentor, and to the community. Mrs Erin Anne
MOUNTSTEPHENS, Castle Cove, charitable organisations, particularly through
fundraising for Vision Australia. Mr Dennis Peter MUDD, Bowral, education and
to the community. Mr Rocco MUSTACA, Collaroy, community of Pittwater through
support for health, service and multicultural organisations. Mr John NADER,
Moruya, community of Moruya. Mr Patrick Micheal NATI, Dural, support of
charitable organisations, particularly Special Olympics Australia. Mr Andrew
Clark NEWELL, Wamberal, athletics and to the community of the Central Coast.
Professor Alan B P NG, deceased (Award wef 28 August 2008), late of Cremorne,
medicine, particularly in the field of pathology. Mrs Beverley Anne ORR,
Giralang, children through foster care and child protection. Mrs Marion Fyfe
PALMER, Jerilderie, through the Country Women's Association and the Uniting
Church in Australia. Mr Rodney Taunton PEARSE, Neutral Bay, youth, particularly
through the Juvenile Diabetes Research Foundation and Outward Bound Australia.
Associate Professor Bruce John PENNAY, Lavington, community of the Albury
Wodonga region, particularly through the establishment of the Bonegilla Migrant
Reception Centre Heritage Park. Mr Joseph Patrick PEOPLES, Kingscliff, veterans
and their families through the Kingscliff Sub-Branch of the Returned and
Services League of Australia. Mr Richard James PETRIE, Randwick, community
health through the Williams Syndrome Association of Australia and the
Association of Genetic Support of Australasia. Mrs Margaret Jane PONTIFEX,
Mangrove Mountain, conservation and the environment, particularly through the
Mangrove Mountain and Districts Community Group, and to the community. Mr Peter
Sean PRICE, Dover Heights, community safety through executive roles with the
Crime Stoppers organisation. Associate Professor Peter Coulthard REED, Port
Macquarie, medicine through education and training and to the community of Port
Macquarie. Mrs Joan REESE, deceased (Award wef 11 September 2008), late of St
Marys, study of early Australian history and genealogy through research and
indexing. Mrs Martina REISGYS, Alfords Point, Lithuanian community of Sydney.
Mr Keith Leonard RHIND, Katoomba, Rugby League football through administrative
roles in the Penrith district. Mrs Audrey Margaret RHODES, Shellharbour, to the
community of the Shellharbour district. Mr Thomas Barlow RHODES, Shellharbour,
to the community of the Shellharbour district. Associate Professor David
Alexander RICHARDS, Roseville, medicine in the field of cardiology and to the
community through the Sydney City to Surf fun run. Mr Keith Ernest RICHARDS,
Buronga, to children and young people in the Sunraysia region. Mr Ronald Frank
RICHTER, Penrith, athletics, particularly in a range of voluntary roles. Mrs Cheryl
ROACH, Bathurst, highland dancing as a teacher, and to the establishment of
OzScot Australia. Mrs Norma ROACH, Karabar, arts through the development of
cultural activities and facilities in the Queanbeyan region. Dr John Douglas
ROBINSON, Chippendale, medicine as a GP and to the community through the Sydney
City to Surf fun run. Mrs Nancy Joan ROOKE, Albury, Indigenous community of the
Albury Wodonga region. Mr Bruce Alexander RUSTON, Strathfield, Rotary
International and to the sign writing industry. Mrs Janet Maria SANDERS,
Thornleigh, Indigenous community of the Hornsby area. Mrs Dorothea Joan
SAWATZKI, Woodburn, community of the Richmond Valley. Dr Richard SCHODDE,
Garran, science, particularly in the field of ornithology. Mr Brian Edward
SEMMLER, Dubbo, community of the Dubbo region. Dr Leslie Edward SHARP, Bondi
Junction, gymnastics in the Canberra region as a coach and administrator. Mr
Wolodymyr SHUMSKY, Lidcombe, Ukrainian community through cultural, educational
and literary contributions. Mrs Barbara Helen SILINIS, Weston, Lithuanian
community of Canberra. Mrs Lurline Dorothy SIMPSON, Peakhurst, community of
southern Sydney through a range of church, health and disability organisations.
Mrs Anne Maree SMITH, Balgowlah, youth through the Guiding movement. Mrs
Kathleen Meryle SMITH, Grenfell, community of Grenfell. Mr Richard Albert
STEWART, Pearl Beach, surf lifesaving and church organisations. Mr Jonathan
Howard SUMMERS, Edinburgh EH8 8BU, United Kingdom, for service to the
performing arts as a baritone. Mr Donald Montague TAIT, Baulkham Hills,
veterans, and to the preservation of artillery history and heritage. Mr John
Robert TATE, Soldiers Point, veterans and their families, and to the community
of Nelson Bay. Mrs Janice Claire THOMAS, Mooney Mooney, community, particularly
through the 2/3 AHS Centaur Association. Mrs Jennifer Robin THOMAS, St Ives,
community of North Sydney, particularly through charitable and service groups.
Mr John Stewart THOMPSON, Tennyson, the Australian Light Horse Regiment 'A'
Troop. Mrs Jean Marjorie THOMSON, Yarralumla, women's organisations, and to the
Uniting Church in Australia. Dr Trevor James TIERNEY, Bonalbo, medicine as a
general practitioner, and to the community of Bonalbo. Mr James Edward VARLEY,
Tocumwal, the Tocumwal Rural Fire Brigade. Lieutenant Colonel Brian James
VICKERY (Ret'd), Kingscliff, veterans, particularly through the 9th Battalion,
The Royal Australian Regiment Association, and to surf lifesaving. Mr Barry
Charles WALKER, Yass, wool industry as a producer, and to the community of the
Yass district. Mr Barry John WALSH, South Penrith, Rugby League football
through administrative roles in the Penrith district. Mr Donald William WARD,
Deniliquin, financial counselling services for farmers affected by drought. Mr
Thomas William WARNE, Bilgola Plateau, service to television broadcasting. Mrs
Lynette Anne WATKINS, Albion Park, social welfare and ex-service organisations.
Mr Roy WATTERSON, Balmain East, compere and organiser of concerts for senior
citizens. Mrs Beryl Gwendoline WELLS, Kurrajong Heights, Nepean Group of the
Country Women's Association of NSW. Mr Harry William WEST, Lane Cove, Papua New
Guinea Association of Australia. Mrs Judith Anne WHITE, Turramurra, the Nepal
Reconstructive Surgery Project and the Zonta Club of the Northern Beaches. Mr
Norton John WHITMONT, Darling Point, tourism, and the Jewish community. Mr
William Jason WHITTLAM, Kingsford, arts through contributions to the
understanding of 19th Century painting techniques and decoration. Mr John Aaron
WITHERS, Guildford, veterans through the HMAS Hobart Association, and to the
community. Mr Kenneth Hudson YOUDALE DFC, Sydney, support for people affected
by thalidomide and for their families. Medal (OAM) military division NSW Royal
Australian NavyLieutenant Robert Andrew BARB RAN, meritorious service in the
career management of the sailors of the Royal Australian Navy. Lieutenant
Commander Gregory Michael RYAN RAN, meritorious service to the Royal Australian
Navy in the field of embarked naval aviation operations. Australian Army
Warrant Officer Class Two Bernard Francis CAREY, meritorious service to the
development of the Australian Army's Commando capability and as the Company
Sergeant Major of Delta Commando Company Group, the 4th Battalion (Commando),
The Royal Australian Regiment. Warrant Officer Class One Michael Ian KERR,
meritorious service as the Regimental Sergeant Major of the 2nd Combat Engineer
Regiment and the 6th Engineer Support Regiment. Warrant Officer Class One
Vivianne Renee NORTHOVER, meritorious service as Warrant Officer Personnel,
Headquarters 1st Joint Movement Group; Operations Warrant Officer, Joint
Movement Control Office Townsville; and as Movements Officer at Joint Task
Force
( da "Romania Libera"
del 07-06-2009)
Argomenti: Giustizia
> Cititi online
anunturile din ziarul Romania libera: Deja se stiu
promovatele in Liga 1 la fotbal Luni, 08 Iunie 2009 International curtea de
Arges si CSM Ploiesti si-au asigurat ieri promovarea in Liga I la fotbal,
acolo unde erau deja "urcate" Ceahlaul Piatra Neamt si Unirea Alba
Iulia. Cu o etapa inaintea finalului, suspansul se mentine doar in subsolul
seriei a II-a. Rezultate din Seria I: Ceahlaul Piatra Neamt-CSM Ploiesti 0-2; Dunarea Galati-Dinamo II 7-0; Petrolul
Ploiesti-Dunarea Giurgiu 4-2; Delta Tulcea-FC Buftea 5-0; FCM Bacau-Sportul
Studentesc 4-3. Meciul FC Botosani-FC Snagov nu a avut loc deoarece echipa
oaspete nu s-a prezentat la aceasta intalnire. Clasament: 1. Ceahlaul Piatra
Neamt – 66 puncte, 2. CSM Ploiesti – 64; 3. Delta
Tulcea – 58. Au retrogradat Progresul Bucuresti, Forex Brasov, Prefab Modelu si
stiinta Bacau. Rezultate din Seria a II-a: FCM Targu Mures-CFR Timisoara 6-1;
UTA Arad-Dacia Mioveni 0-0; Muresul Deva-U Cluj 3-0; Ariesul Turda-ACU Arad
2-1; Mechel Campia Turzii-Drobeta Tr. Severin 3-1; FC Bihor-Liberty Oradea 0-2;
Minerul Lupeni-CSM Rm. Valcea 3-1; FC
Targoviste-Unirea Alba Iulia 2-4; Jiul Petrosani-International Curtea de Arges
1-1. Clasament: 1. Unirea Alba Iulia – 66 de puncte, 2. International Curtea de
Arges – 61, 3. FCM Tg. Mures – 57. Au retrogradat Mechel Campia Turzii si FC
Targoviste, iar U Cluj (40 de puncte), ACU Arad (40) si CFR Timisoara (39)
lupta pentru evitarea ultimelor doua pozitii care duc in esalonul trei. Din
aceeasi categorie: Dubla Romania-Germania in Liga EuropeiElena Bogdan a
castigat finala de dublu junioare la Roland GarrosTurul Romaniei la ciclism,
start spre 2000 de metri Voteaza
( da "Punto Informatico"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma - Monitorare,
avvertire e, a mali estremi, disconnettere: l'industria dei contenuti non
sembra rinunciare ad aderire alle dinamiche che ormai sono legge in terra
francese. Se nel Regno Unito, accanto a setacci e rallentatori, esiste la
possibilità di introdurre le ghigliottine che finora autorità e provider
avevano rigettato, la Svizzera legittima l'operato della società di
sorveglianza Logistep. Ma il regime della risposta graduale alla pirateria
avanza su una strada in salita. Il Regno Unito aveva tentato in precedenza di
infilare nel quadro normativo una declinazione della dottrina Sarkozy: pressati
dalle autorità e dai colossi dei contenuti, lo scorso anno i provider avevano
firmato un'intesa con cui si caricavano della responsabilità di agire da messaggeri.
Avrebbero recapitato missive minatorie agli abbonati il cui indirizzo IP fosse
stato colto a violare il diritti d'autore. Si trattava di comunicazioni che a
parere di molti sarebbero bastate per dissuadere i condivisori più impenitenti:
l'eventualità delle disconnessioni era stata accantonata. Le stesse autorità,
fra cui il ministro della Proprietà Intellettuale David Lammy, avevano fugato
ogni dubbio a riguardo: le ghigliottine punitive fatte calare sulla
connettività non sarebbero state una misura proporzionata, per tutelare il
mercato di cui l'industria dei contenuti trae da vivere si finirebbe per
calpestare innumerevoli diritti del cittadino. Ma il rapporto Digital Britain,
un documento che dovrebbe tracciare il futuro dell'Isola connessa, potrebbe
contenere disposizioni non allineate alle rassicurazioni di Lammy. Nel report,
ha confermato il ministro della Cultura Andy Burnham, sarà contenuta la
proposta di introdurre certe "misure tecniche" che agiscano da
deterrente. Alle misure tecniche si era già fatto accenno nella versione
preliminare del documento: si era ventilata la possibilità di incoraggiare i
provider alle limitazioni della banda e alle discriminazioni del traffico. Un
portavoce del Ministro ha lasciato trapelare che non si tratterà solo di misure
preventive: nonostante Burnham abbia ricordato che un sistema deterrente che
culmini con la disconnessione non sia "l'opzione da preferire", il
suo portavoce ha riferito che si incoraggeranno gli accordi tra ISP e industria
dei contenuti, che "l'accordo fra ISP e industria sarà supportato dai
nuovi poteri consegnati ad OFCOM, sulla base dei quali potrà imporre soluzioni
tecniche nei confronti di coloro che violassero ripetutamente il copyright nel
caso gli avvertimenti si dimostrassero inefficaci". Il ministro delle
Comunicazioni parla di dissuasori, come i dossi artificiali installati per
invitare gli automobilisti a moderare la velocità. Ci sono osservatori che
sospettano che invece il report abbia in serbo per i cittadini le temute disconnessioni.
Se le autorità spingeranno sulle disconnessioni sarà in primo luogo necessario
assicurarsi che i provider collaborino: gli ISP del Regno Unito non si sono
finora mostrati cedevoli rispetto alla prospettiva di agire da boia
dell'industria dei contenuti e di inimicarsi così i propri utenti. Proprio
l'ostruzionismo dei provider ha disinnescato il corrispettivo neozelandese
della dottrina Sarkozy, mentre la silente immobilità dei provider statunitensi
starebbe facendo inabissare le ambizioni dell'industria dei contenuti
rappresentata da RIAA e MPAA. Nessuno dei provider degli States avrebbe
cominciato e collaborare a pieno regime con l'industria del copyright, che nei
mesi scorsi aveva promesso di abbandonare la tattica dei processi per passare
ai rastrellamenti di grandi numeri, netizen da inondare di missive e da
disconnettere, qualora non si lasciassero intimorire e non desistessero dalle
violazioni. I provider statunitensi inviano comunicazioni, ma si dimostrano
restii a ghigliottinare le connessioni: il quadro normativo non sembrerebbe
prevedere la giustizia privata, esercitata senza la mediazione dell'autorità
giudiziaria. Al di qua dell'oceano, invece, si stanno preparando le basi per
l'identificazione degli utenti: l'attività di Logistep, la società che al soldo
dell'industria batte le reti P2P raccogliendo indirizzi IP a cui dare un nome,
è stata legittimata da un tribunale svizzero. L'operato di Logistep era stato
dichiarato illegittimo dal Garante della Privacy italiano nel quadro
dell'affaire Peppermint, così come dalla Corte
Costituzionale tedesca: l'azienda non aveva diritto di monitorare in maniera
sistematica i circuiti del P2P a caccia di violazioni da registrare per essere
impugnate contro il cittadino della rete. Ma sono numerosi, dentro e fuori
dall'Italia, gli attori dell'industria che vorrebbero disporre della
possibilità di tutelarsi senza doversi invischiare in tortuosi procedimenti
burocratici che coinvolgano le autorità. La corte
svizzera ha ammesso che l'attività di Logistep crea degli attriti in materia di
diritto alla privacy, ma ha altresì decretato che le istanze dell'industria
siano abbastanza rilevanti da giustificare la sorveglianza estensiva. I
cittadini della rete, allertati dalla prospettiva di finire sotto la lente dell'industria
dei contenuti, non hanno rinunciato alla mobilitazione. Sono innumerevoli gli
strumenti imbracciati per sfuggire al controllo: a questi si è aggiunto IPODAH,
un servizio di VPN analogo a quello proposto da The Pirate Bay. L'obiettivo di
IPODAH è sfuggire ad HADOPI, l'Haute Autorité pour la Diffusion des Oeuvres et
la Protection des Droits sur Internet che orchestra il regime della risposta
graduale. Ammesso e non concesso che sia possibile. Gaia Bottà
( da "ItaliaOggi Sette"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi Sette
Numero 134 pag. 45 del 8/6/2009 | Indietro Elettrosmog e
codice penale QUESITARIO - AMBIENTE Di Risponde Piergiorgio Pizzo Chiedo se il
fenomeno dell'elettrosmog possa incappare automaticamente nei rigori dell'art.
674 c. p. H.N. 12 Elettrosmog e codice penale Chiedo se il
fenomeno dell'elettrosmog possa incappare automaticamente nei rigori dell'art.
674 c. p. H.N. Risponde Piergiorgio Pizzo La Corte costituzionale,
con la sentenza n. 127, del 7 marzo 1990 ebbe a puntualizzare che: «Fino a
prova contraria, si deve [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per
Registrati: 2
( da "Romania Libera"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
> Cititi online
anunturile din ziarul Romania libera: Saptesprezece cadavre ale
pasagerilor zborului AF 447 au fost recuperate Imagini dintr-un elicopter al
Fortelor Navale Braziliene. (Foto AP) Rl online Luni, 08 Iunie 2009
Saptesprezece cadavre au fost recuperate in total la acest sfarsit de saptamana, precum si "zeci de
componente structurale" ale avionului Airbus al Air France, a anuntat
duminica seara un purtator de cuvant militar, informeaza AFP, citat de
Mediafax. Recuperarea a sase corpuri neinsufletite ale pasagerilor zborului AF
447 al Air France a fost anuntata anterior sambata si duminica. Aceasta cursa
Rio-Paris s-a scufundat in Oceanul Atlantic in urma cu o saptamana. Purtatorul
de cuvant al armatei, locotenent-colonelul Henry Munhoz, a precizat ca noua
cadavre au fost recuperate de fregata braziliana Constitucao si opt de fregata
franceza Ventose. Printre cele 11 cadavre recuperate duminica, se numara patru
femei si patru barbati. Majoritatea corpurilor neinsufletite si resturilor au
fost recuperate dintr-o zona aflata la 1.150 de kilometri distanta de Recife,
pe coasta nord-estica a Braziliei. Din aceeasi categorie: Fostul sef
"Acvila": Achizitiile s-au derulat prin MAI CSM,
acuzat ca evita sa vorbeasca de magistratii colaboratori ai
Securitatii"Meciul" Patriciu SRI reincepe in
noiembrie Voteaza
( da "marketpress.info"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Lunedì 08 Giugno
2009 LINEE GUIDA SULLINSERIMENTO DEGLI IMPIANTI RINNOVABILI NEL
TERRITORIO: LA CONSULTA BOCCIA LA BASILICATA Milano, 8 giugno 2009 Con
sentenza n. 166/2009, depositata il 29 maggio 2009, la Consulta ha giudicato
non conforme alla
Costituzione l´art. 6 della legge della Regione Basilicata n. 9 del 26 aprile
2007 che aveva recepito le linee guida per il corretto inserimento degli
impianti eolici nel territorio, adottate con una delibera di Giunta Regionale
del 2004. Lintervento
della Corte è stato innescato dal Tar Basilicata nel corso di giudizi in cui
Aper è intervenuta ad adiuvandum a sostegno delle tesi giuridiche di un proprio
associato ricorrente. Aper (unica associazione di categoria intervenuta anche
nel giudizio di costituzionalità) sottolinea in particolare limportanza
di quanto affermato e riportato al punto 8 del considerato in fatto della
sentenza: ladozione, da parte delle Regioni, nelle more
dellapprovazione delle linee guida previste dallart. 12 del d. Lgs. N. 387 del 2003, di una
disciplina come quella oggetto di censura, provoca limpossibilità
di realizzare impianti eolici in un determinato territorio. Preso atto di
ciò, la Corte Costituzionale ha stabilito che lemanazione delle Linee
guida nazionali per il
corretto inserimento nel paesaggio degli impianti da fonti rinnovabili è
da ritenersi espressione della competenza statale in materia di tutela
dellambiente che è di natura esclusiva. Pertanto, lassenza
delle linee guida nazionali non consente alle Regioni
di provvedere
autonomamente alla individuazione di criteri per il corretto inserimento degli
impianti alimentati da fonti di energia alternativa. La tanto
attesa sentenza della Corte - dichiara Roberto Longo, Presidente Aper
costituisce la
conferma di quanto da anni denunciato dalla nostra Associazione e cioè, che lemanazione
delle Linee guida nazionali non è più procrastinabile. Aper, infatti, già
un anno fa aveva sottoposto al Governo la propria proposta di Linee guida
nazionali. Auspichiamo
vivamente continua Longo - che i Ministeri competenti siano solleciti
nel dotare operatori e Istituzioni di un tale strumento che, siamo convinti,
possa consentire al nostro Paese di superare una volta per tutte ostacoli
burocratici e pregiudizi
al quanto mai auspicato sviluppo del settore delle rinnovabili, a cui
continuiamo a lavorare con determinazione e rinnovato impegno insieme allEuropa
intera. .
<<BACK
( da "marketpress.info"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Lunedì 08 Giugno
2009 LA LEGGE GILMOZZI SULLE SECONDE CASE E´ PIENAMENTE COSTITUZIONALE LO
RIBADISCE L´ASSESSORE PROVINCIALE ALL´URBANISTICA DI TRENTO Trento, 8 giugno
2009 - In merito a notizie di stampa apparse il 5 giugno, che riportano quanto
afferma Paolo Mondini, presidente dell´Associazione Grossisti dell´Unione
Commercio, e cioè che il governo italiano avrebbe dichiarato incostituzionale la legge provinciale sulle seconde case,
l´assessore provinciale all´urbanistica precisa che il vizio di incostituzionalità
sollevato a suo tempo riguardava una parte secondaria della legge urbanistica e
solo per il periodo in cui essa è rimasta in vigore (dal 16 novembre 2005 al 2
gennaio 2007); la Provincia ha infatti provveduto a modificare quella parte
della legge prima ancora della sentenza della Corte. Al momento non esiste
dunque alcun contenzioso fra Provincia e Governo sulla legge urbanistica.
"La questione richiamata dal signor Mondini prende le mosse da una lettera
del febbraio scorso del Capo di gabinetto del ministro degli Affari Regionali,
in cui si ricorda che il Consiglio dei ministri nella sua riunione
del 22 dicembre 2005 aveva deciso di impugnare davanti alla Corte
Costituzionale la legge provinciale sulle seconde case, limitatamente però a
quanto previsto dall´art. 14 quater comma 5, che prevedeva la possibilità di
affidare direttamente a privati le opere di urbanizzazione nei piani di
lottizzazione (tipicamente, pere come un parcheggio o piccole costruzioni
perimetrali); sopra una certa soglia, infatti, la normativa comunitaria
prevede l´indizione di una gara. Lo Stato, in altre parole, ha sì impugnato la
legge provinciale in questione, ma solo per quel che riguarda una parte non
certo fondamentale dell´intero impianto legislativo. A questo proposito
Mondini, che si guarda bene dal citare questo particolare, si dimentica anche
di dire che la Provincia aveva a suo tempo già provveduto a modificare
l´articolo impugnato, cogliendo le osservazioni venute da Roma, ancor prima che
venisse emessa la sentenza della Corte Costituzionale del 13 giugno 2007 che
sanciva l´incostituzionalità della norma. In altre parole: non risponde al vero
che ´per il governo la nostra legge sulle seconde case è incostituzionale´,
come affermato nel virgolettato delle cronache di questa mattina. La legge, nel
suo complesso, è passata al vaglio del governo italiano ed è stata per tempo
corretta in quel solo particolare riferito agli affidamenti di appalti.
Sussiste la possibilità per chi ne ha le competenze e si sente torteggiato dalla
legge di rivolgersi alle sedi giurisdizionali opportune per chiedere
l´eventuale revisione della norma; questa possibilità peraltro sussiste per
tutte le leggi e comunque la norma provinciale a tutt´oggi risulta pienamente
legittima e costituzionale nella lettera e nello
spirito. Sia inoltre chiaro che allo stato attuale non esiste alcun conflitto
istituzionale tra Provincia e Governo sulla legge delle seconde case, così come
non è in essere alcun procedimento giursidizionale di revisione tendente a vagliarne
l´incostituzionalità complessiva o anche solo specifica di qualche
aspetto". . <<BACK
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME data: 2009-06-07 - pag: 17 autore: FISCO E COSTITUZIONE
Affidamento del contribuente da stabilizzare di Enrico De Mita I l principio di
tutela del legittimo affidamento, reso esplicito in materia tributaria dallo
Statuto del contribuente (articolo 10), trovando origine in alcuni principi
della Costituzione (articoli 3, 23, 53 e 97), espressamente richiamati
dall'articolo 1 dello Statuto stesso, è immanente in tutti i rapporti di
diritto pubblico, e costituisce uno dei fondamenti dello Stato di diritto nelle
sue diverse articolazioni, limitandone l'attività legislativa e amministrativa.
La previsione dell'articolo 10 dello Statuto, a differenza di altre che
presentano un contenuto innovativo rispetto alla legislazione preesistente, è
dunque espressiva di principi generali, anche di rango costituzionale,
immanenti nel diritto e nell'ordinamento tributario anche prima della legge n.
212/2000: di conseguenza tale norma vincola l'interprete, in virtù
dell'interpretazione adeguatrice, risultando così applicabile sia a rapporti
sorti prima dell'entrata in vigore dello Statuto, sia a rapporti fra
contribuente ed ente impositore diverso dall'Amministrazione dello Stato, sia
ad elementi di imposizione diversi da sanzioni e interessi. Questi i punti
forti della sentenza n. 10982/2009 della Cassazione, che, proseguendo nella
linea della propria costante giurisprudenza (21513/2006, 7080/2004,
17576/2002), segna un altro passo innanzi verso la precisazione dei principi
generali della materia tributaria, verso l'inquadramento del diritto tributario
nell'intero sistema giuridico. Il tutto mediante una valorizzazione dello
Statuto dei diritti del contribuente e dei principi in esso contenuti che
smentisce le pessimistiche previsioni sul destino di tale legge che la
accompagnarono al momento della sua emanazione e che riemergono talora in
dottrina. Nel caso sottoposto al giudizio della Cassazione, contribuente e
Amministrazione erano dapprima pervenuti ad un accertamento con adesione;
successivamente l'Ufficio aveva emanato un avviso di accertamento integrativo,
annullato dai giudici di merito. La Cassazione, nel confermare la sentenza di
appello, osserva come il potere di accertamento integrativo trovi applicazione
solo con riferimento a quei periodi di imposta per i quali la definizione con
concordato non fosse ancora stata realizzata alla data di entrata in vigore del
D.Lgs. n. 218/1997, che tale potere ha appunto introdotto (articolo 2, comma
6). Infatti, dice la Cassazione, il principio dell'affidamento e quello di
irretroattività delle norme tributarie sfavorevoli al contribuente impongono di
ritenere non applicabile una norma simile, retroattivamente ai rapporti già
definiti con accertamento con adesione. La sentenza n. 10982, dunque, ponendosi
nella linea della consolidata giurisprudenza della Cassazione (e soprattutto
della sentenza n. 21513/2006), ha tratto nuovi spunti di valorizzazione dello
Statuto, soprattutto con riguardo a quelle norme che sono espressione di
principi generali immanenti nel diritto. In base a tale decisione, i principi
come quello del legittimo affidamento trovano applicazione nei rapporti, sorti
anche prima dell'emanazione della legge n. 212/2000, che il contribuente ha con
qualsiasi ente impositore; inoltre, avendo l'articolo 10 dello Statuto una
funzione meramente esemplificativa di situazioni alle quali è applicabile il
principio del legittimo affidamento (quelle legate alle ipotesi maggiormente
frequenti, vale a dire sanzioni ed interessi), ben può tale norma applicarsi ad
elementi dell'imposizione diversi da quelli elencati. Ma il punto più sottile
ed interessante della sentenza è un altro, anche esso già presente nella
giurisprudenza della Cassazione: vale a dire quello dell'interpretazione delle
norme dello Statuto come «norme di rango costituzionale
». Ed è anche il punto che avrebbe bisogno di ulteriori approfondimenti, che
potrebbero provenire soltanto dalla Corte costituzionale.
è forte infatti l'obiezione di carattere formale circa la gerarchia delle fonti
e circa la riserva di chi ricorda che lo Statuto è pur sempre una legge
ordinaria. Di recente, per la verità, la Corte (nella decisione sul
responsabile delle cartelle di pagamento, 58/2009) ha affermato che non «hanno
rango costituzionale - neppure come norme interposte -
le previsioni della legge n. 212 del 2000», richiamando peraltro la sua
giurisprudenza (ordinanze n. 41 del 2008, n. 180 del 2007 e n. 428 del 2006).
Si tratta però di affermazioni che non affrontano direttamente la questione
della collocazione dello Statuto nella gerarchia delle fonti, costituendo di
volta in volta degli obiter dictum o di considerazioni non determinanti al fine
della decisione delle questioni sottoposte alla Corte. Solo
la Corte costituzionale, dunque, potrebbe dare conforto alla tesi della Cassazione circa
questa nozione di principi costituzionali in senso ampio, che, per quanto
suggestiva, rimane in parte discutibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CONTRASTO
Tra Cassazione e Corte costituzionale non c'è sintonia sul riconoscimento da dare al principio
( da "Nuova Venezia, La"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 12 - Altre
Carlo, il bimbo che non c'era Vorrei non fosse il nostro futuro Racconto una
storia"che sarà una delle tante che vi sarà stata raccontata; per me è
naturalmente unica, vera, documentata e documentabile storia, iniziata in terra
toscana e terminata in terra veneta. E' la storia di un bimbo che non c'era e
che un gruppo di persone ed istituzioni - ognuno per la propria parte e ruolo,
ha contribuito a far esistere per l'anagrafe. Indico, solo per citarli, alcuni
degli artefici. Sono: Le famiglie adottive e volontarie; il tutore volontario;
tre avvocati nostri iscritti in speciali albi e quindi quasi volontari; i
Servizi Sociali dei Comuni di nascita e residenza (del bimbo e della sua
famiglia naturale); alcuni organi della Regione Veneto; il Tribunale dei Minori
di Venezia e il Tribunale Civile di Prato con i rispettivi uffici dei Pubblici
Ministeri; il Giudice Tutelare di Treviso; gli Uffici di Stato Civile e
Anagrafe dei due Comuni: di nascita (Prato); di residenza (non lo indico per
motivi di riservatezza); la scuola materna ed elementare, i medici, la
parrocchia e altri ancora del Comune che li ospita. In breve una parte
rilevante del mondo toscano-veneto dove la storia (fortunatamente, ma vista
l'aria che adesso tira, meglio sarebbe dire fortunosamente) ha avuto
rispettivamente inizio e fine; per l'appunto anagrafica. In breve: «Il mondo di
Carletto» (nome di fantasia per i motivi di cui sopra). Così lo chiamò sua
madre su un letto di ospedale a Prato; cosi dovette essere scritto sulla
attestazione di nascita in un giorno di giugno dell'anno 1999. Da li iniziò il
viaggio in Italia di Carletto il bimbo che non c'era (io chiamai in questo modo
la sua storia, nella prima lezione di addestramento di qualche anno fa, dopo
che ne assunsi la tutela volontaria). E' terminata esattamente 9 anni dopo, in
un giorno di giugno dell'anno scorso, 2008: da allora, fortunatamente, Carletto
c'è. Lui adesso è un adolescente; felice di essere nato nella nostra Italia, di
vivere nella nostra accogliente regione, provincia ma soprattutto nel comune
che lo ospita con la sua numerosa famiglia. Frequenta con profitto la locale
scuola, vive la parrocchia con i suoi quattro fratellini minori e la madre;
vive una esistenza sana e ben protetta" dalla comunità. I maestri tutti lo
hanno condotto per mano con amore; gli hanno insegnato, e lui ha appreso, le
regole del nostro vivere civile e democratico. Sarà, a tempo debito, un buon
cittadino italiano magari con doppio passaporto; saprà ringraziare - già lo fa
adesso con limiti dati dalla giovane età - tutti coloro che lo hanno fatto
nascere e ne hanno accompagnato la crescita. Per gli altri - che ora non
vorrebbero per mille motivi (giusti o sbagliati non mi importa) che ciò ancora
avvenisse - avrà, forse, sentimenti di rabbia e sdegno; se non peggio.
Alimentando così quella caccia alle streghe che tutta l'Europa ci invidia e di
cui, come cittadino sud italico emigrato in Veneto, mi indigno e non sento
sinceramente il bisogno. Farà, insomma, come abbiamo fatto, credo, tutti noi da
piccoli; beninteso se istruiti da buoni maestri. Adesso, un po' più adulti,
dovremo (se passa la sciagurata proposta di legge come l'ho sentita alcuni
giorni fa alla radio), solo chiedere l'aiuto, nell'ordine: 1) al Presidente
della Repubblica; 2) alla Corte Costituzionale; 3) alla
Corte di Giustizia Europea. Solo nei casi più gravi chiederemo l'intervento o
di un Commisario Straordinario per l'Emergenza Stupidità Dilagante o, se non se
ne trovasse uno di libero, a po' di uomini o donne di Organismi Internazionali
che si occupano dei bambini mai nati, dispersi o abbandonati.
Fortunatamente ne abbiamo tanti e bravi. L'ultima la ho rivista (per alcuni
sarà solo una nuova conosciuta) qualche notte fa ospite di «Parla con me» su
RaiTre; occorrerebbe che qualcuno dei nostri sceriffi vedesse il filmato e
rileggesse Guareschi con Don Camillo e Peppone; uomini di altri tempi e, per me
allora giovane lettore certamente, migliori (quantomeno in umorismo). Se mi
sono dimenticato di citare, nel bene o nel male, qualche altro che dovesse
leggere i vostri quotidiani, chiedo loro venia fin da adesso. Nel mio piccolo
riparerò, come credo tanti altri vostri lettori, con un molto attento prossimo
voto e, per quanto mi riguarda, altrettanto forte e duraturo impegno civile e
volontario. A.G. Mestre
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-08 - pag: 35 autore: Tra le
ultime novità • Sentenza n. 12110, Sezioni Unite depositata
il 25 maggio 2009 Tenuto conto quanto affermato più volte dalla Corte costituzionale (si veda la sentenza n. 42/80), ...deve prendersi atto che
esiste tra il «territorio dell'impresa»e il «territorio del lavoro autonomo»
un'area grigia,una linea mobile di confine, rappresentata dallo svolgimento
delle attività ausiliarie di cui all'articolo 2195 del Codice civile, le
quali, pur essendo ai fini delle imposte sul reddito considerate produttive di
reddito d'impresa,possono essere (e spesso sono) svolte dal soggetto senza
«organizzazione di capitali o lavoro altrui». Se, infatti, si considerassero ai
fini Irap queste attività tout court "attività di impresa",l'imposta
non troverebbe corrispondenza nella sua ratio, e finirebbe per colpire una
"base fittizia", un "fatto non reale"...
( da "AltaLex" del
08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Lassegno
divorzile una tantum Articolo di Matteo Santini e Erika Pigliapoco 08.06.2009
Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Lassegno divorzile una tantum di Matteo Santini
e Erika Pigliapoco Con la sentenza che pronuncia lo
scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, il tribunale,
tenuto conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del
contributo personale
ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del
patrimonio di ciascuno o di quello comune, del reddito di entrambi, e valutati
tutti i suddetti elementi anche in rapporto alla durata del matrimonio, dispone
l'obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell'altr un
assegno quando quest'ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può
procurarseli per ragioni oggettive. Il testo appena
riportato è quello del 4 comma dellart 5 così come da ultimo modificato dallart.
10 della legge n. 74 del 6 marzo 1987, norma di riferimento per la trattazione
dellistituto dellassegno divorzile. A premettere, si deve rivolgere
lattenzione allorientamento espresso in materia dalle Sezioni Unite
della Corte di Cassazione
con sentenza n. 11492/90, e confermato anche di recente (Cass. n. 15610/06 e n.
25436/07) ai fini dell accertamento del diritto allassegno
di divorzio. La Suprema Corte ha, di fatti, precisato come il riconoscimento
del diritto allassegno abbia come presupposto la mancanza di mezzi
adeguati o limpossibilità di procurarseli per ragioni
oggettive, ovvero con rimando alla inadeguatezza dei mezzi del coniuge
istante valutati sotto il profilo dei redditi posseduti intesi come
redditi idonei ad
assicurare il tenore di vita goduto durante il matrimonio e che sarebbe
presumibilmente proseguito in caso di continuazione dello stesso, o che poteva
legittimamente e ragionevolmente fondarsi su aspettative maturate nel corso del
rapporto, fissate al momento del divorzio (Cass., sent. n. 6541
del 2002, n. 7541 del 2001). A tal fine, il tenore di vita precedente deve
desumersi dalle potenzialità economiche dei coniugi, ossia dallammontare
complessivo dei loro redditi e dalle loro disponibilità patrimoniali (Cass., sentenze n. 15610 e n.
4764 del 2007), senza che sia indispensabile uno stato di bisogno, come
richiesto in caso di alimenti, e rilevando piuttosto lapprezzabile
deterioramento, in dipendenza del divorzio delle precedenti condizioni
economiche, le quali
devono essere tendenzialmente ripristinate, per ristabilire un interrotto
equilibrio (Cassazione 28 febbraio 2007, n. 4764). Orbene la previsione
dellart. 5 comma 8 della legge n. 898 del 1970 già prevedeva che su
accordo delle parti la corresponsione potesse avvenire in unica soluzione così
normativizzando unipotesi di liquidazione cumulativa delle
spettanze dovute a titolo di assegno divorzile, alternativa, purchè oggetto di
espresso consenso da parte dei coniugi, a quella della corresponsione periodica. La novella
intervenuta a seguito della legge n. 74 del 1987, nellintento
di assicurare al coniuge divorziato più debole, generalmente la donna, una
tutela più estesa, ha così modificato il comma 8 dellart. 5 su
accordo delle parti la corresponsione
può avvenire in un'unica soluzione ove questa sia ritenuta equa dal Tribunale:
in tal caso non può essere proposta alcuna successiva domanda di contenuto
economico. Si è così prevista la necessaria intermediazione
dellorgano giudicante il quale, richiamando in parte la funzione svolta in sede di
omologazione, si rende artefice di un controllo di equità con la importante
conseguenza di ridurre laccordo raggiunto dagli ex coniugi a
semplice prerequisito, incapace, uti singulo,di determinare lapplicazione dellistituto.
Tramite tale giudizio il giudice eviterebbe ogni forma di abuso in danno del
coniuge più debole che, a causa del suo stato di bisogno, potrebbe essere
indotto ad accettare in unica soluzione attribuzioni inadeguate. Così come modificato dalla legge n. 74 del 1987
lassegno una tantum ha continuato a destare linteresse dei
tecnici del settore, in primis, con riguardo alla sua funzione. Di fatti
limporto da corrispondere in forma periodica viene stabilito in base alla
situazione esistente
al momento della pronuncia di divorzio, con la conseguente possibilità di una
sua successiva revisione, in sintonia alla funzione prevalentemente
assistenziale dello stesso; al contrario l assegno divorzile una
tantum viene concordato liberamente dai coniugi nel suo ammontare in maniera risolutiva e
definitiva. Il pagamento unico definisce una volta per tutte i rapporti
economici degli ex coniugi concretizzandosi in una dazione di natura
patrimoniale e producendo leffetto di rendere immodificabili le condizioni pattuite, le
quali restano così definitivamente fissate. Si tratta evidentemente di un
finalità risarcitoria che lo porta a distinguersi dal ruolo svolto
dallassegno periodico. Lo spartiacque tra i due istituti andrebbe
rinvenuto nellimpossibilità
per lassegno divorzile una tantum di fungere da reddito, come
autorevole giurisprudenza ha constatato. La Suprema Corte, a tale riguardo,
argomentando a contrario, in mancanza cioè di una disposizione legislativa che
qualifichi come reddito imponibile
ai fini IRPEF il provento acquisito in capo al coniuge beneficiario, ha
stabilito che il trasferimento una tantum attuerebbe piuttosto lattribuzione
di una somma capitale. "Il fatto che né il legislatore della riforma
tributaria del 1971 nè quello successivo, fino ad oggi, abbiano mai dettato una espressa e
specifica norma impositrice (
) che qualifichi come reddito
imponibile ai fini IRPEF il provento conseguito dal coniuge beneficiario,
avente ad oggetto la somma di denaro risultante dalla capitalizzazione dellassegno
divorzile, costituisce un serio indizio della natura non reddituale del
provento medesimo per implcita, ma inequivoca, intenzione del
legislatore medesimo" (Cass. sez. trib. 12.10.1999, n. 11437, GI, 2000,
263). Ma che cosa deve intendersi
per reddito? A tale riguardo giova richiamare la stessa definizione di reddito
utilizzata dal legislatore ai fini della abrogata imposta di ricchezza mobile
laddove si constata che presupposto dell'imposta è la produzione di
un reddito netto, in
danaro o in natura, continuativo od occasionale, derivante da capitale o da
lavoro, o dal concorso di capitale e lavoro, ovvero derivante da qualsiasi
altra fonte...( art. 81 comma 1 D.P.R. 29 gennaio 1958 n.
645, recante approvazione del t.u. delle leggi sulle imposte dirette). Il reddito pertanto, in primis,
costituisce una nuova ricchezza che si colloca in uno stringente rapporto di
causa- effetto con una fonte produttiva. Mentre il reddito
può predicarsi come flusso di beni , il patrimonio o capitale è un fondo
di beni dal quale scaturisce il reddito come nuova ricchezza creata.
Sulla base di tali premesse sembra da accogliere la tesi che ravvisa
lesistenza di due fattispecie separate e distinte:
lassegno corrisposto una tantum rientrerebbe nel concetto di attribuzione
patrimoniale non in quello di reddito difettando del requisito di periodicità.
In conformità a ciò, lart. 10, 1° co., lett. c) del d.p.r. 22
dicembre 1986, n. 917 Testo unico delle imposte sui redditi nellelencare
gli oneri deducibili
ai fini della determinazione del reddito imponibile, vi ascrive gli assegni
periodici corrisposti al coniuge ad esclusione di quelli destinati al
mantenimento dei figli, in conseguenza di separazione legale ed effettiva, di
scioglimento o annullamento
del matrimonio o di cessazione dei suoi effetti civili nella misura in cui
risulta dallautorità giudiziaria ma non include alla lista quelli
corrisposti una tantum. La norma, a rilievo dei più, avrebbe delineato pertanto
una trattamento fiscale non
omogeneo stante la possibilità per il coniuge obbligato al versamento dellassegno
periodico, di fatto equiparato ad una retribuzione, di dedurre il rispettivo
importo, possibilità negata in caso di assegno una tantum . Colta la questione, la Corte di Cassazione,
ipotizzando la possibile violazione degli articoli 3 e 53 della Costituzione ha
sollevato, con ordinanza 18 settembre 2000, n. 795, questione di legittimità costituzionale avente ad oggetto la disposizione sopra citata, nella parte in
cui non include nella categoria di oneri deducibili ai fini IRPEF, lassegno
una tantum corrisposto allex coniuge in conseguenza della pronuncia di
scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio. La Corte
Costituzionale, in risposta, dopo aver riconosciuto la manifesta infondatezza della questione
sollevata, ha invocato la piena discrezionalità legislativa
sul punto ritenendo tale disciplina ragionevole e perfettamente collimante con
i principi di capacità contributiva in quanto
la deducibilità o meno di oneri e spese dal reddito
imponibile del contribuente non è generale ed illimitata, spettando al
legislatore la sua individuazione in considerazione del necessario collegamento
con la produzione del reddito, con il gettito generale dei tributi e con
l'esigenza di adottare le opportune misure atte ad evitare le evasioni di
imposta, secondo scelte che, in questa materia, appartengono alla
discrezionalità legislativa, col solo limite del rispetto del generale
principio di ragionevolezza (Corte Cost. 22 novembre/6 dicembre 2001 n. 383).
Quanto agli effetti dellassegno divorzile, in relazione
allart 9 bis della legge sul divorzio, in tema di pensione di
reversibilità in conseguenza del decesso dellex coniuge, la
giurisprudenza ha sempre ritenuto che il diritto a tale forma pensionistica si origini soltanto
nellipotesi in cui, al tempo della regolamentazione dei rapporti
economici in sede di divorzio, gli ex coniugi non abbiano optato per la
corresponsione di una somma capitale una tantum. La ratio ispiratrice risiederebbe nella
natura liquidatoria del versamento unico, il quale sarebbe in grado di far
scomparire ogni onere derivante dal pregresso vincolo matrimoniale. E,
pertanto, il coniuge divorziato che abbia ricevuto lassegno
divorzile mediante
corresponsione di un capitale una tantum, sopravvenuto il
decesso dellex coniuge, non può vantare diritti alla pensione di
reversibilità (Cass. sez. lav. 18-7-2002 n. 10458 ma anche C. Conti Sez
III App. 14.12.2006, n. 457). Da ultimo, non meno rilevante aspetto su cui porre lattenzione
è quello relativo alla possibilità di revoca o meno dellassegno divorzile
una tantum in relazione a quanto espresso nel comma 8 dell art 5, sopra
richiamato, ai sensi del quale, successivamente alla sua corresponsione
non può
essere proposta alcuna successiva domanda di contenuto economico. Sul
punto la Corte di cassazione ha allontanato ogni nuvola di dubbio precisando
che se si procede ad una liquidazione in unica soluzione di quanto compete al
coniuge più debole,
dopo tale liquidazione non sopravvive un rapporto da cui possano scaturire
nuovi ed ulteriori obblighi in quanto l'aspettativa ad un
assegno è stata esaurita attraverso l'una tantum, ed è venuto meno - a seguito
del divorzio - ogni rapporto di natura personale fra i coniugi - potenziale fonte di altre pretese
anche economiche. E che la conclusione suddetta è ulteriormente confortata
dalla considerazione che la possibile modifica "in aumento"
dell'assegno periodico trova, alla luce dell'art. 9 della legge 898,
giustificazione nella circostanza che tale revisione può assumere due
direzioni: può comportare cioè sia un aumento sia una diminuzione delle
corresponsioni. Invece, se si permettesse di porre
in discussione il rapporto definito con l'una tantum attraverso i meccanismi previsti
dall'art.9 si perverrebbe all'assurdo di prevedere solo lo strumento attraverso
cui la cifra concordata in sede di divorzio può essere
.E
dunque evidente l'intendimento del legislatore di rendere la revisione
del tutto incompatibile
con la liquidazione in unica soluzione, che del resto cesserebbe di essere
"unica" ove potesse venir affiancata in epoca successiva da un
assegno periodico (Cass. 29 agosto 1998 n. 8654; 27 luglio
1998 n. 7365 e Corte Suprema di Cassazione ud. 28/9/2000 sent. n. 126/01). La revoca deve ritenersi
biologicamente incompatibile con la natura e funzione di un istituto, quale
quello dellassegno divorzile una tantum, che consente di chiudere in
maniera ermetica la vicenda di un rapporto matrimoniale ormai esaurito senza lasciare
spazio per ulteriori diritti quesiti. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |
( da "Opinione, L'"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il presidente e il
direttore generale della Rai torneranno, mercoledì prossimo alle ore 14.30,
davanti alla commissione parlamentare di Vigilanza presieduta dal senatore
Sergio Zavoli. E' la terza audizione dei nuovi vertici dell'azienda
radiotelevisiva e sarà dedicata alle risposte che il presidente Paolo
Garimberti e il Direttore generale Mauro Masi daranno ai numerosi quesiti posti
dai commissari nelle due precedenti audizioni. Tra i temi più rilevanti:
nomine, pluralismo e completezza dell'informazione con riferimento ai criteri
di responsabilità e autonomia dei giornalisti, rapporti tra Sky e Rai,
organizzazione aziendale, produzioni in appalto, digitale terrestre. Intanto
sempre nella giornata di ieri, la Commissione di Vigilanza
Rai si è costituita in giudizio davanti alla Corte Costituzionale, nel ricorso
promosso dal Comitato promotore dei referendum indetti per il 21 e 22 giugno.
Lo ha deciso l'Ufficio di Presidenza della Commissione, nella seduta presieduta
da Sergio Zavoli. Il ricorso riguarda il conflitto di attribuzione fra poteri
dello Stato. Per il Comitato - spiega un comunicato - il regolamento per
i Referendum adottato dalla Commissione il 14 maggio scorso non garantirebbe la
propria presenza nella comunicazione della Rai. La Commissione, costituendosi
in giudizio, ha osservato che i calendari delle Tribune e dei messaggi
autogestiti prevedono, sempre, la partecipazione di un rappresentante del
Comitato. La Commissione ha per giunta ribadito, che il Comitato per i
Referendum è comunque compreso tra i soggetti politici cui è riservata parità
di trattamento nei notiziari e nei programmi a contenuto informativo e di
approfondimento. Sempre nella giornata di ieri, Sergio Zavoli ha espresso solidarietà
al giornalista Michele Santoro, che mercoledì mattina si è visto recapitare
negli studi Rai, una busta con un proiettile e minacce di morte. "Il clima
elettorale creatosi intorno ai problemi dell'informazione, che coinvolgono in
modi e misure speciali la Tv, - ha esordito Zavoli- produce anche effetti
sciagurati. Alla violenza intimidatoria esercitata su Michele Santoro, un
professionista di punta della Rai, occorre rispondere con lucida e civile
fermezza". "Essa -prosegue il senatore- comincia dalla indicazione di
nuove regole, eque ed efficaci, per tutti i casi in cui si manifesti un'istanza
d'informazione conforme al pluralismo e alla completezza, alla responsabilità e
all'autonomia dei soggetti chiamati in causa sulla frontiera del primum informare,
dovere centrale del servizio pubblico. In tal senso, la Commissione -conclude
Zavoli- continuerà a esercitare una avveduta pressione su quella televisione e
su quella politica che condizionano tutte le relative logiche del
cambiamento".
( da "Articolo21.com"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Berlusconi: riuscirà
dopo l'insuccesso alle europee a mettere il bavaglio all'informazione e al
Parlamento con le intercettazioni? di Roberto Zaccaria Il voto europeo segna
una forte battuta di arresto per Berlusconi e per i suoi progetti egemonici. E'
più debole di prima nella sua coalizione. E' più debole nel Paese. E'
decisamente poco credibile nel contesto internazionale. Dai bunker di Arcore e
di Villa Certosa aveva deciso di sferrare un altro attacco all'informazione con
il blocco delle intercettazioni e al Parlamento, con la posizione di
un'ennesima questione di fiducia (la quindicesima!). Avremo una verifica di
tutto questo a partire da domani alla Camera. Vedremo se la Lega seguirà il
Premier in questa assurda battaglia (con il referendum alle porte): Vedremo se
Fini ed Alleanza nazionale (bruciata dal voto) vorrà intraprendere una nuova
battaglia contro la magistratura. Il tema delle intercettazioni, dopo la
sentenza Mills, dopo la vicenda Noemi, dopo i discutibili voli di Stato, dopo il
sequestro delle foto "innocenti" di Villa Certosa, pubblicate dal
Pais e da tutta la stampa internazionale, è diventato estremamente scivoloso.
Berlusconi continuerà certo a parlare di abusi, ma alla luce delle vicende di
cronaca davanti ai nostro occhi non sarà facile giustificare una così drastica
riduzione della libertà di informazione in un settore nevralgico per la
giustizia. La sensazione, invece, è che il provvedimento governativo nel suo
complesso sia mirato a ridurre l'utilizzo dello strumento delle
intercettazioni, con rilevanti conseguenze anche da un punto di vista
processuale e giudiziario. In altre parole è come se si tendesse a ridurre la
possibilità di conoscere quello che avviene attraverso questo strumento, ovvero
si mira a sottrarre al cittadino la possibilità di conoscere ciò di cui i
magistrati possono venire a sapere utilizzando lo strumento delle
intercettazioni. Il Governo e la sua maggioranza stanno attuando questa
operazione, appellandosi ad una sorta di indignazione popolare nei confronti
delle intercettazioni. Ma la vera domanda da porsi è al seguente: si tratta di
autentica indignazione della pubblica opinione o bensì di indignazione e
autodifesa del Palazzo? Come sempre accade nel diritto, anche in questo caso vi
sono tre beni giuridici fondamentali da tutelare a da bilanciare: giustizia e
sicurezza, riservatezza (o privacy, sebbene non sia esattamente la stessa cosa,
ma spesso i due termini vengono impiegati e come sinonimi) e, infine diritto
all'informazione. Nell'esame della proposta di legge governativa presentata
alla Camera, sarà quindi necessario giudicare se essa realizzi o meno un
appropriato bilanciamento di questi tre valori fondamentali della nostra Carta costituzionale. Questo provvedimento non opera un corretto
bilanciamento tra i tre beni di cui dicevo poc'anzi (giustizia e sicurezza,
riservatezza e informazione). Esso propone sostanzialmente una menomazione
dello strumento delle intercettazioni in mano ai magistrati e una riduzione -
degli strumenti a disposizione della pubblica opinione dei cittadini. Per
supportare concretamente le mie affermazioni, riporto quattro esempi collegati
a questo provvedimento. Il primo è la modifica dell'articolo 114 del codice di
procedura penale dove praticamente si afferma molto chiaramente che, anche
quando è finita la copertura del segreto investigativo, rimane il divieto di
pubblicazione. Ove finisce il segreto investigativo e l'esigenza di giustizia,
permane il divieto di pubblicazione. Quindi, anche quando non ci sono più esigenze
di giustizia, i cittadini non possono sapere; addirittura non si può sapere -
sebbene questo aspetto possa essere giudicato secondario - chi è il magistrato,
la sua faccia, il suo nome. L'articolo 147 delle norme di attuazione del codice
di procedura penale consentiva la ripresa del processo, anche nella contrarietà
delle parti, quando c'era un interesse sociale a conoscere e, ad esempio, il
processo di Catanzaro e quello sulle stragi sono stati fatti e ripresi proprio
in virtù dell'interesse sociale all'informazione ed era il giudice che doveva
valutare se vi fosse questo interesse. è stato inserito un rafforzamento delle
pene per la violazione di queste norme, non a carico di chi commette il reato,
ma degli editori. è detto con una formula criptica; si parla degli «enti» e di
«sanzioni». è una cosa comica: si applica all'ente la sanzione pecuniaria da
( da "Virgilio Notizie"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Partito per la
Giustizia e lo Sviluppo (Akp), che detiene la maggioranza del Parlamento turco,
ha annunciato che la Tbmm, la Grande assemblea nazionale turca, inizierà le due
vacanze estive con oltre un mese di ritardo rispetto al solito per permettere
il dibattito e la votazione di alcune importanti riforme per il Paese. La
notizia delle ferie quasi dimezzate per i parlamentari turchi è stata data
dallo stesso ufficio stampa del Parlamento. I lavori della Tbm si fermeranno
l'8 agosto e riprenderanno il primo ottobre successivo. Le motivazioni sono sul
quotidiano Zaman, come noto organo di informazione molto vicino alla
maggioranza di governo. Secondo Zaman, prima di agosto il governo vorrebbe far
passare la riforma della struttura della Corte Costituzionale e della legge sui
partiti politici, considerati i primi due step di un pacchetto di 12 leggi di
grande importanza per l'armonizzazione della Turchia ai criteri imposti
dall'Unione Europea. Fonti vicine all'esecutivo hanno fatto sapere a Zaman che
l'Akp sta cercando di cambiare la legge sui Partiti politici prima che la Corte
Costituzionale decida di chiudere il Dtp, il partito curdo per la società
democratica, che nel 2007 è finito sotto processo per attività volte a
distruggere l'unità nazionale. Il governo infatti teme che se il Partito
portavoce della minoranza curda dovesse essere chiuso dai giudici, questo
potrebbe influire molto negativamente sui negoziati per l'ingresso in Unione
Europea. Sempre stando a quanto riporta il quotidiano, la
Corte Costituzionale, attualmente composta da 11 giudici nominati dal
presidente della repubblica, dovrebbe cambiare come segue. I membri dovrebbero
diventare 18 eletti dalle istituzioni più importanti del Paese: 5 dalla Suprema
Corte di Appello, 4 dal Consiglio di Stato, due dalla Suprema Corte di Appello
militare, quattro dal Parlamento e due dal Presidente della Repubblica.
( da "Gazzettino, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Altro che legge sul
friulano Si parli la lingua che si vuole Lunedì 8 Giugno 2009, Con
l'approvazione di una legge regionale sul friulano, lingua minoritaria locale,
i maggiorenti della passata giunta avevano pensato ad una applicazione
estensiva della legge nazionale n. 482 sulle minoranze, con una lunga serie di
regole e prescrizioni coattive. Quanto mai opportuna è
giunta quindi la sentenza della Corte Costituzionale. La censura riguarda i
punti sui quali i propositori avevano costruito il loro castello: la libertà di
scelta della famiglia; la piena autonomia delle istituzioni scolastiche;
l'obbligo degli uffici regionali di rispondere in friulano ai cittadini;
l'adozione di toponimi in solo friulano; il condizionatorio «silenzio /
assenso». Le reazioni dei friulanisti si sono manifestate, a dir poco, furiose
ed immediate, con pronunciamenti, idee e proposte onde riparare il danno, la
mortificazione subita. Anzitutto i ricorsi, poi un appello al Presidente della
Repubblica, indi l'intervento del Consiglio d'Europa, la presentazione di una
nuova legge e molto altro ancora. C'è in Regione una squadra di dotti
personaggi, che la sanno talmente lunga sul Friuli che ritengono di essere i
depositari della verità ed i soli interpreti di ogni problematica, linguistica
e non, si presenti alla discussione. Ora, l'argomento più importante di tutti
sembra essere la salvaguardia della lingua (minoritaria), ma ancor più
l'imposizione affinché tutti la parlino. Questi signori, friulanisti, non
dovrebbero dimenticare che gli abitanti di questa regione non sono una
minoranza etnica ma soltanto una piccola parte di una unica patria, che nel
loro bagaglio culturale hanno una parlata che i glottologi ed accademici hanno
elevato allo status di lingua. Però non si venga a parlare di obblighi di
insegnamento ed apprendimento. I dialetti e le lingue complementari delle
realtà sociali in cui si vive, si apprendono in famiglia, mentre invece proprio
qui - tutto dire - si assiste al fenomeno dei genitori che ai loro pargoletti
parlano esclusivamente in italiano. Ragion per cui questa nostra lingua - da
salvare ad ogni costo - diventa un optional che non interessa più di tanto. Il
friulano, lasciamo quindi che lo parli chi vuole, chi lo sa, dove e quando
ritiene più opportuno. Luciano Girardi San Vito al Tagliamento
( da "Vita non profit online"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
TERREMOTO. Cinque
garanti per vigilare sui fondi Reading time: 3 minutes --> di Carmen Morrone
- pubblicato il 08 Giugno 2009 alle 16:15 Si tratta di 49milioni e provengono
dalle raccolte dei giornali, tv, società di telefonia mobile, privati Il
comitato dei garanti vigilerà su come e dove saranno impiegati i 49milioni di
euro. Cinque persone, nominate dal Presidente del Consiglio, con il compito di
seguire la filiera delle donazioni e per questo stanno programmando incontri
con le realtà in prima fila nella raccolta fondi per stabilire modalità e tempi
dellimpiego del denaro. I garanti sono: Franco Marini, ex presidente
del Senato, Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte Costituzionale,
Fernanda Contri, giudice della Corte Costituzionale ministro degli Affari
sociali durante il governo Ciampi, il professore e avvocato Natalino Irti e il
magistrato ed ex presidente della Regione Marche Vito D'Ambrosio.
( da "e-gazette" del
08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Polemiche
in vista - La Corte costituzionale: illegali le
norme antieoliche regionali Una sentenza che boccia le linee guida della
Basilicata apre un fronte di contenzioso: le Regioni non hanno diritto di porre
vincoli paesaggistici e ambientali, che spettano allo Stato. Roma, 8 giugno
La Consulta ha
giudicato incostituzionale la legge della Regione
Basilicata che aveva recepito le linee guida per il corretto inserimento degli
impianti eolici nel territorio, adottate con una delibera di Giunta. La Corte
Costituzionale ha stabilito che lemanazione delle Linee guida nazionali per il
corretto inserimento nel paesaggio degli impianti da fonti rinnovabili è
da ritenersi espressione della competenza statale in materia di tutela
dellambiente che è di natura esclusiva. Pertanto, lassenza
delle linee guida
nazionali non consente alle Regioni di provvedere autonomamente alla
individuazione di
Leggi larticolo in pagina Rinnovabili E-GAZETTE -
08/06/2009 e-gazette.it -->
( da "Bollettino Università &
Ricerca" del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Università di
Camerino Gli studenti Unicam in visita alla Corte Costituzionale La Facoltà di
Giurisprudenza dellAteneo di Camerino ha organizzato, per oggi, una visita di
studio a Roma alla Corte costituzionale in occasione
dellUdienza pubblica. La visita è riservata agli studenti
frequentati dei corsi di laurea in “Istituzioni di diritto pubblico” e in
“Diritto costituzionale” del prof. Antonio Iannuzzi che incontreranno
anche il Giudice costituzionale prof. Gaetano
Silvestri. “La visita di studio alla Corte costituzionale
– sottolinea il prof. Iannuzzi - rappresenta uniniziativa
didattica ormai tradizionale allinterno dellofferta didattica della
Facoltà di Giurisprudenza di Unicam. Liniziativa rappresenta un momento
formativo assai importante perché propone una sintesi fra le acquisizioni teoriche
relative al processo costituzionale e losservazione
empirica del processo costituzionale. Gli studenti – prosegue il Prof. Iannuzzi -
nel corso delle lezioni hanno esaminato e discusso gli atti di promovimento
delle questioni che saranno allesame della Corte e quindi avranno
lopportunità di seguire con consapevolezza e cognizione lUdienza
pubblica. >> Al
termine dellUdienza gli studenti Unicam saranno ricevuti dal Giudice costituzionale,
Prof. Gaetano Silvestri, al quale potranno porre domande, curiosità,
osservazioni relative al ruolo del giudice e ai processi decisori dellorgano
di giustizia costituzionale”. BUR.IT 09.06.09
( da "CittadinoLex"
del 08-06-2009)
Argomenti: Giustizia
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| Trasporti | Testo I giudici amministrativi hanno trasmesso gli atti alla Corte costituzionale Vendita di Alitalia, occorreva l'autorizzazione Antitrust (Tar
684/2009) Sono fondati i dubbi di legittimità costituzionale sul
decreto che ha consentito di procedere alla vendita dell'Alitalia. Lo ha
stabilito il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, accogliendo il
ricorso di una compagnia aerea perché nella vendita della compagnia di bandiera
non è stata ottenuta l'autorizzazione dell'Antitrust, prevista per le
operazioni di concentrazione delle grandi imprese in crisi che si trovano in
amministrazione straordinaria. Infatti, in base alla legge che regola la
materia, l'Autorità Garante Concorrenza e Mercato ha il compito di valutare se
le operazioni di concentrazione riguardanti le grandi imprese in crisi,
operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, comportino la
costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante sul mercato
nazionale tali da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la
concorrenza. Se l'Autorità, al termine dell'istruttoria, accerta che
l'operazione comporta un'alterazione della concorrenza, può vietare la
concentrazione oppure la può autorizzare, prescrivendo però le misure necessarie
ad evitare fenomeni distorsivi del mercato. Nel caso della vendita
dell'Alitalia alla società CAI, l'intera operazione è stata sottratta al
controllo dell'Antitrust dato che il decreto ha stabilito a priori che
l'operazione poteva realizzarsi, lasciando all'Autorità soltanto la funzione di
prescrivere le misure comportamentali idonee a prevenire il rischio di
imposizione di prezzi o altre condizioni contrattuali gravose per i consumatori
in conseguenza dell'operazione ed escludendo, quindi, sia la possibilità che
l'operazione fosse vietata sia l'imposizione di altre misure a tutela delle
imprese concorrenti. Questa soluzione, adottata per salvare dal fallimento
completo un sistema integrato di trasporti pubblici, via aerea su scala
nazionale, in realtà ha creato una posizione di monopolio nel mercato a favore
dell'acquirente CAI che si è trovato così ad essere l'unico vettore ad offrire
servizi di trasporto aereo passeggeri di linea su numerose rotte e per un
periodo di tempo non inferiore ai tre anni. La società acquirente ha
incrementato la propria posizione in termini concorrenziali, con il risultato
che le compagnie aeree non possono competere nel mercato in posizione di parità
e con la conseguente violazione del principio di libertà di concorrenza e del
principio di uguaglianza che vieta la disparità di trattamento. Il richiamo del
decreto alla necessità di tutelare "preminenti interessi generali"
senza specificare quali siano stati e senza spiegare perché "nel
bilanciamento degli interessi prevarrebbero su altri valori costituzionalmente
tutelati e senza spiegare perché non sia stato possibile perseguirli con
modalità non discriminatorie e non lesive del principio di uguaglianza e del
principio della libertà di concorrenza", non è sufficiente a giustificare
perché l'operazione di concentrazione si è svolta con modalità lesive di
principi di valore costituzionale, e pertanto la
questione di legittimità costituzionale sul
"decreto Alitalia" è da ritenersi rilevante e non manifestamente
infondata. (d. c.) (08 giugno 2009)
( da "AmericaOggi Online"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Napolitano
atteso al CSM. Plenum straordinario per
l'organizzazione delle procure 09-06-2009 ROMA. All'ordine del giorno,
ufficialmente, c'é il tema dell' organizzazione delle procure, ma molti
guardano al plenun straordinario del Csm in programma oggi come a una nuova
occasione per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di esternare sulla questione
delicata e controversa dei rapporti tra politica e magistratura, tornata
incandescente dopo la sentenza del processo Mills. L'aspettativa é alta, anche
se finora nessun elemento avvalora questa attesa. Il capo dello Stato, che
presiederà la seduta, interverrà su "esperienze e problematiche collegate
all'attuazione di recenti provvedimenti legislativi in materia di assetto degli
uffici di procura". Il capitolo dei rapporti tra i capi degli uffici e i
loro sostituti tiene banco da tempo: l' ultimo caso a suscitare polemiche ha
riguardato le tensioni a Napoli tra il procuratore Giandomenico Lepore e i pm
titolari dell'inchiesta sui rifiuti. Un tema su cui il Csm si appresta a
intervenire con una circolare già approvata in Commissione, ma contestata dai
laici del Pdl perché metterebbe i procuratori - cui la riforma dell'ordinamento
giudiziario ha dato ampi poteri - "sotto tutela". La circolare doveva
essere discussa dal plenum il 7 maggio scorso ma il vice presidente del Csm,
Nicola Mancino, rinviò la trattazione annunciando che il capo dello Stato
intendeva presiedere la seduta in cui se ne sarebbe discusso. In questi giorni,
in ambienti del Quirinale è stato fatto presente che il Presidente della
Repubblica in tempi recenti ha già detto chiaramente come la pensa sulle
prerogative della magistratura: l' assemblea di oggi potrebbe offrire lo spunto
per una ulteriore messa a punto. Il 14 febbraio scorso - proprio parlando al
Csm - Napolitano sottolineò che politica e magistratura hanno una "comune
responsabilità istituzionale" e perciò non possono guardarsi "come
mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco", dovrebbero confrontarsi
liberi da "complessi difensivi e da impulsi di ritorsione polemica".
Il presidente si è impegnato "a dare il contributo più obiettivo
possibile" senza "salomonica equidistanza", e ha richiamato
tutti " al rispetto di regole, esigenze, equilibri resi vincolanti dal
nostro ordinamento". Alla commemorazione di Falcone e Borsellino, il 23
maggio scorso, il capo dello Stato ha ribadito lo stesso concetto quando,
riferendosi alla lotta alla mafia, ha detto che ciò che conta è "la
crescita della coscienza critica e della fiducia nello Stato di diritto",
aggiungendo che essa "può rafforzarsi solo in un clima di rispetto in ogni
circostanza degli equilibri costituzionali da parte di tutti coloro che sono
chiamati ad osservarli". Quanto allo specifico tema delle procure, stando
alle voci della vigilia a Palazzo dei Marescialli, Napolitano darà le proprie
indicazioni di carattere generale. I consiglieri discuteranno in una successiva
seduta la circolare, sulla quale il presidente della Repubblica - a quanto pare
- avrebbe più di una perplessità.
( da "Secolo XIX, Il"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Le proiezioni dei
seggi nei casi di vittoria di Vaccarezza o di Boffa il consiglio provinciale
Nel centrodestra toto giunta: tra i nomi Bussalai, Santi, Bracco, Garra,
Guarnieri, Bronda e De Franceschi. Escluso Marino 09/06/2009 Savona. La
proiezione riportata nel grafico illustra la composizione del prossimo
consiglio provinciale in base a chi sarà il vincitore, al ballottaggio, tra
Vaccarezza e Boffa. Se a vincere sarà il candidato del Pdl, i seggi saranno
così ripartiti: dieci al Pdl, tre alla Lega, uno alla Dc. In minoranza, otto
seggi al Pd, uno all'Idv e uno all'Udc. Se invece a prevalere fosse Boffa, la
maggioranza sarebbe composta da dodici consiglieri del Pd e da due dell'Idv. In
minoranza, sette seggi al Pdl, due alla Lega e uno all'Udc. Data la tarda ora
nella quale è stato terminato il conteggio dei voti, il quadro di occuperà gli
scranni in caso di vittoria dell'uno o dell'altro non è ancora definito. In
ogni caso, se a vincere fosse Vaccarezza, nel lotto dei consiglieri di
maggioranza dovrebbero entrare Calcagno, Fiorenzo Ghiso, Nicola Viassolo,
Sasso, Santiago Vacca, De Michelis, Andrea Valle, Marco Melgrati, Luca Lettieri
e Stefano Parodi. Sicura anche la pasionaria leghista Rosalia Guarnieri. Due le
esclusioni eccellenti: non ce l'ha fatta il figlio dell'ex onorevole Enrico Nan
e neppure Ileana Romagnoli. La loro bocciatura - sulla scorta di una scelta
"meritocratica" - comporterebbe anche l'esclusione dalla giunta, in
caso di vittoria, di Filippo Marino. Che, appunto, avrebbe dovuto rappresentare
nell'esecutivo provinciale l'ala liberale che si rifà a Nan. Rischierebbero
così di riemergere mai sopiti contrasti. In giunta, con Vaccarezza e Luigi
Bussalai come vice, andrebbero, secondo i primi boatos, Piero Santi, Livio
Bracco, Giorgio Garra (autore di una performance per Vince Savona a Cairo),
Teresiano De Franceschi e i leghisti Rosalia Guarnieri e Andrea Bronda. Se
invece la vittoria andasse al centrosinistra, i seggi sarebbero occupati da
Mara Giusto, Sergio Verdino, Marco Russo, Maria Luisa Madini, Lorena Rambaudi,
Giovanni Lunardon, Remo Zunino, Guido di Fabio (eletti anche in caso di
sconfitta) e da Mauro Righello, Nicoletta Negro e Pierluigi Pesce. Ma ora,
naturalmente, tutta l'attenzione sarà concentrata sulle due settimane
"supplementari" di campagna elettorale che porteranno al
ballottaggio. Ballottaggio che si terrà contemporaneamente al referendum sulla
legge elettorale, convocato per il 21 e 22 giugno. Il tutto, ovviamente, con la spada di Damocle dei giudizi ancora pendenti davanti alla
Corte Costituzionale e al Tar sui ricorsi presentati dalla stessa Popolo della
libertà e dal Partito comunista dei lavoratori, quest'ultimo - al contrario del
Pdl, riammesso - definitivamente escluso dalla competizione per le Provinciali.
09/06/2009
( da "Nuova Sardegna, La"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Ricorsi, primo
round: nel Psd'Az Solinas batte Atzeri Pd, Elio Corda in consiglio al posto di
Pierluigi Caria CAGLIARI. Elio Corda al posto di Pierluigi Caria nel gruppo Pd
del consiglio regionale, Cristian Solinas resta invece sulla poltrona del
Psd'az cui aspirava l'ex capogruppo Giuseppe Atzeri, primo dei non eletti. E'
la decisione del tribunale civile presieduto da Massimo Poddighe, che ha
accolto il ricorso presentato dagli avvocati Benedetto e Francesco Ballero per
Corda. Dichiarato invece improcedibile quello degli avvocati Antonello Angioni
e Giampiero Tronci per Atzeri a causa della bocciatura rimediata dalla legge
statutaria davanti alla Consulta. La sentenza del collegio non è esecutiva.
Considerato che ci saranno sicuramente i ricorsi in appello l'assemblea
regionale resterà com'è almeno fino al pronunciamento di secondo grado. Diverso
il ragionamento dei giudici sui due casi perchè diversa era la situazione delle
parti in campo: Caria era ineleggibile perchè dirigente dell'Asl di Olbia e nel
caso delle aziende sanitarie vige la legge 502, che stabilisce l'obbligo di
lasciare l'incarico pubblico entro un termine stabilito. Nel suo caso era il 15
dicembre. Nel caso di Solinas invece i legali di Atzeri avevano fatto
riferimento alla legge statutaria varata durante la legislatura Soru. Ma quella
norma è stata abrogata dalla Corte Costituzionale su
ricorso del governo nazionale, quindi i giudici non hanno fatto altro che
considerarne nulli gli effetti, vale a dire l'incompatibilità tra la presidenza
dell'Ersu di Cagliari e la carica elettiva. I legali di Atzeri però - in linea
con la Procura, rappresentata da Mario Marchetti - hanno sostenuto che
cancellata la statutaria l'incompatibilità si sarebbe comunque
realizzata in base alla legge 154 del 1981. Ma il tribunale non ha accolto
questa tesi e ha dichiarato improcedibile il ricorso per la mancanza,
sopravvenuta nel corso del giudizio, dei presupposti giuridici. Che invece,
visto che le norme della statutaria erano in piedi durante la fase
pre-elettorale, secondo i legali di Atzeri c'erano. «Presto presenteremo
contemporaneamente il ricorso in appello contro la decisione del tribunale -
annuncia l'avvocato Angioni - e un nuovo ricorso in primo grado fondato sulla
legge 154». Come dire che il tribunale sarà chiamato a pronunciarsi sulla
stessa questione, ma per ragioni giuridiche diverse. (m.l)
( da "Secolo XIX, Il"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
E ad albengascoppia
il casodelle firme finte irregolarità SAVONA. In Liguria ha tenuto banco, nel
corso della campagna elettorale per la presidenza della provincia, il caso
delle liste elettorali con firme irregolari. Che cosa è successo? Il tribunale
di Savona sospettava che le firme raccolte ad Albenga, a sostegno della lista
"Pdl Berlusconi per Vaccarezza", fossero state invece raccolte
altrove. Questo perché nella lista a sostegno di Vaccarezza non era stato
indicato il luogo dove le firme erano state raccolte. Alcuni firmatari erano
stati contattati proprio dal Secolo XIX nei primi giorni di maggio, e avevano
confermato questa tesi. Ma il capogruppo del Pdl Angelo Barbero ad Albenga
sosteneva il contrario. Ora, bisognava stabilire se Barbero dichiarasse il
falso. Per capire perché, bisogna innanzitutto addentrarsi nel complesso
meccanismo della macchina elettorale. Ecco come funziona: un gruppo di elettori
deve sottoscrivere la presentazione della lista per il candidato alle
provinciali. La sottoscrizione è effettuata su appositi moduli dove vengono
riportati i dati anagrafici dei sottoscrittori. La firma di ogni sottoscrittore
deve essere autenticata da un pubblico funzionario. Firma che deve essere
accompagnata da giorno, anno, qualifica del sottoscrittore. E naturalmente, il
luogo dove è stata fatta questa sottoscrizione. Quindi, l'indicazione del luogo
secondo il tribunale era indispensabile per verificare che le firme fossero
effettivamente raccolte alla presenza di un pubblico ufficiale. Intorno a Barbero
si alza un vero e proprio polverone, tanto che in un primo momento le liste del
Popolo delle Libertà vengono sospese. In seguito, e siamo a
una decina di giorni fa, il Tribunale amministrativo della Liguria raccoglie il
ricorso per la sospensiva contro la pronuncia dell'Ufficio Elettorale del
tribunale di Savona. Giochi sospesi, per il momento, in attesa del
pronunciamento della Corte Costituzionale. 09/06/2009
( da "Repubblica, La"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina VI - Genova
Savona, ballottaggio sul filo di lana Vaccarezza sembra irraggiungibile, nella
notte la rimonta di Boffa Le amministrative Il centrosinistra già al lavoro per
cercare la difficile rimonta "Siamo pronti ad aprire il dialogo con tutti"
WANDA VALLI è finita al fotofinish, a Savona, la sfida per le provinciali tra
Michele Boffa, Pd, sostenuto da una parte del centrosinistra e Angelo
Vaccarezza, sindaco di Loano e candidato dal centro destra. Ieri sera, quando
mancavano 30 sezioni su un totale di 306, la partita era ancora aperta, con
Vaccarezza al 49,5 per cento e Boffa fermo al 38,1. Poi c´è lo scatto finale
del candidato del centrodestra, che quando mancano sedici sezioni, é il nuovo
presidente della Provincia, con una percentuale del 50,7, e, infine si arriva
al recupero di Boffa, che lo porta al ballottaggio. Del resto, nelle lunghe ore
d´attesa, proprio Vaccarezza, aveva garantito sul ballottaggio, quando i dati
delle sezioni scrutinate lo vedevano in testa addirittura con il 54 per cento dei
voti. Lui ne aveva altri che lo spingevano a dichiarare «Andremo al secondo
turno» per poi sottolineare «Comunque è la prima volta che il centro destra a
Savona prende più voti alle amministrative rispetto alle politiche». In
effetti, per la Provincia è andata a votare più gente rispetto alle Europee. Lo
conferma Giovanni Lunardon, segretario provinciale del Pd: «Il centrosinistra
alle europee ha toccato il 34 per cento con Di Pietro, ora si sale al 38. Ora
apriremo il dialogo con tutti». Così Savona resta in bilico dopo un decennio di
centrosinistra. Dopo l´amministrazione guidata da Alessandro Garassini e quella
di Marco Bertolotto eletto la volta scorsa al primo turno. è stato proprio il
medico ex Pd a aprire la crisi a Savona. Lui voleva essere riconfermato subito
per il secondo mandato, il Pd preferiva aspettare, Bertolotto ha sbattuto la
porta e se n´è andato. Verso il centrodestra. è stata un´elezione, segnata dal
giallo delle firme di Albenga. Firme non correttamente raccolte e, quindi,
secondo la Commissione elettorale, da respingere. Così il Pdl finisce fuori
dalla gara elettorale. Finché, a sorpresa, arriva la decisione del Tar, il
Tribunale Amministrativo Regionale, della Liguria. Che
riammette il Pdl ma delega alla Corte Costituzionale il giudizio di merito
sulla questione. Il Pdl decide di andare avanti, del resto è super favorito. Il
Pd non fa polemica, spera in un risultato buono, se non clamoroso, vale a dire
superare il primo turno, per poi giocarsi la partita delle alleanze. A
tentare di disturbare il duello tra i due candidati prova Giancarlo Garassini
che corre per l´Udc, mentre la sinistra mette in pista Furio Mocco di
Rifondazione e Carlo Vasconi dei Verdi. Si rivede anche l´ex leghista Sergio
Cappelli candidato per la lista civica "Altra Savona", ultimo
contendente è Piero Pirritano per La Destra. Vaccarezza parte subito in grande
vantaggio, Michele Boffa è di recupero lento ma costante. Si va avanti così,
per tutto il giorno e la sera. Fino al ballottaggio. SEGUE A P
( da "Repubblica, La"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 23 - Esteri
Tra le camicie nere di Budapest "Ripuliremo l´Europa dagli zingari"
Il partito Jobbik guida la pattuglia dell´ultra destra a Strasburgo Ungheria
"Ci chiamano fascisti e antisemiti, solo perché parliamo dei problemi
reali" Uniformi scure, vessilli anni Trenta, e ai loro raduni i busti di
Horthy, l´alleato di Hitler ANDREA TARQUINI DAL NOSTRO INVIATO BUDAPEST -
L´entusiasmo della festa è ancora nell´aria, qui a Budapest sotto un sole già
estivo. Hanno celebrato la vittoria fino a tarda notte, quelli di Jobbik: 15%
delle preferenze, terzo partito d´Ungheria, tre seggi a Strasburgo. E dal loro
quartier generale, guardavano soddisfatti i risultati da un capo all´altro
dell´Europa: ecco il trionfo di Hans Christian Strache nella vicina Vienna, il
volo di Geerd Wilders in Olanda, i successi nei paesi baltici, e persino nel
Regno Unito. In strada, restano i manifesti: "Per un´Ungheria cristiana,
un´Ungheria agli ungheresi", ha chiesto Jobbik. E anche "Basta!"
col governo di sinistra, incalzavano nei loro poster i nazionalconservatori
della Fidesz di Viktor Orban. Adesso la partita è cambiata, qui e in tutta
Europa. Il nuovo sogno, per loro, sembra lavorare insieme con gli amici
austriaci, olandesi, baltici e britannici, laggiù nelle lontane Bruxelles e
Strasburgo, all´Europarlamento. Nel caldo quasi torrido la Budapest dove Jobbik
esulta trionfante sembra la nuova capitale europea della destra radicale. «Ci
chiamano fascisti, ci chiamano antisemiti, solo perché parliamo dei problemi
reali», dice Andràs, responsabile del partito in uno dei distretti centrali di
Budapest. «La stampa internazionale se la prende con la Guardia magiara,
l´accusa di violenze, ma venite a fare un giro della provincia. Quando vede
quelle uniformi che quei ragazzi si sono pagati da sole, la gente torna a
sentirsi sicura. La gente ha paura, è indifesa contro le bande violente degli
zingari. Minacciano, rubano, picchiano, uccidono. Come gli zingari romeni da
voi, ma sono molti di più, un milione su dieci milioni di abitanti. La gente,
fuori da Budapest, non manda più i figli a scuola, gli asili chiudono. E
intanto gli ex comunisti ancora al potere, privatizzando hanno svenduto
l´economia, hanno ridotto il popolo alla miseria. Perché votano in tanti per
noi? Perché non ne possono più di una crisi che stronca il paese da sette anni.
Ogni settimana vengono restituite al produttore diecimila auto, e ogni mese
cinquemila case. Prezzi italiani o tedeschi, salari e stipendi dai 300 ai 400
euro, le tasse più alte del mondo e uno Stato quasi alla bancarotta. Ecco
perché vinciamo. Votano per noi perché vogliono tornare a sorridere e a non
sentirsi più schiavi in patria». Budapest, il day after: l´Ungheria che,
insieme alla Polonia di Solidarnosc, fu un´avanguardia della fine dell´Impero
sovietico, è irriconoscibile. Secondo la stampa di sinistra, la Guardia magiara
impone la sua legge, uno Stato nello Stato. La sicurezza che la piccola gente
vuole, senti dire qui, è imposta con metodi estremi. "Noi della Guardia
siamo duri come un pugno, affilati come una spada", è il loro motto. Si
narra di case di stranieri, soprattutto gitani, bersagliate con le molotov, di
tiro a segno su chi fugge dagli edifici in fiamme, di attacchi incendiari
contro le sezioni dei socialisti. O di battaglie tra gruppi di tifosi ultrà,
com´è successo di recente anche con gli italiani. «Chi ci accusa non conosce la
realtà, la vita quotidiana della gente», ribatte Andràs. «Noi diciamo
"l´Ungheria agli ungheresi", la Corte costituzionale
ci critica. Ma stiamo scherzando? Parti della Costituzione risalgono al 1949,
gli anni di Stalin. Va cambiata a fondo». Uniformi nere, vessili degli anni 20
e 30, e ai loro raduni bancarelle con busti e libri dell´ammiraglio
Horthy, il reggente che poi si alleò con Hitler. Horthy, per cui Budapest andava chiamata con
disprezzo `Judapest´, la metropoli materialista con tanti ebrei. "Colonna
goy" (il termine ebraico per definire i non ebrei) si chiama la scorta
d´onore in motocicletta. Risorgono rancori antichi: «Pesa ancora la tragedia,
l´ingiustizia del Trattato del Trianon, a Versailles l´Ungheria perdette quasi
tre quarti del suo territorio». Il discorso va aperto, conviene persino Viktor
Orban, il leader nazionalconservatore della Fidesz, probabile prossimo premier.
Riparlare dei confini europei: in Slovacchia e in altri paesi vicini, è già
allarme rosso. Poco importa. Nella calda Budapest i vincitori festeggiano tra
palazzi asburgici ormai diroccati, e con gli amici olandesi e austriaci,
britannici e slovacchi vivono già il quotidiano d´un nuovo sogno.
( da "Italia Oggi"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Primo Piano data: 09/06/2009 - pag: 7 autore: di Mauro Romano Subito dopo lo
stop per la tornata elettorale oggi alla camera si annuncia un'aspra battaglia
Giustizia, lo scontro si infiamma Si riparte da lodo Alfano e intercettazioni.
Il Pd: no alla fiducia Si riparte, con un menù che fa letteralmente tremare i
polsi. Non si è nemmeno fatto in tempo a metabolizzare i risultati della
tornata elettorale che oggi, nell'aula di Montecitorio, maggioranza e
opposizione torneranno a confrontarsi sullo spinosissimo tema della giustizia.
All'ordine del giorno due argomenti incandescenti. Da una parte è prevista la
votazione della camera sulla mozione presentata a suo tempo dal segretario del
Pd, Dario Franceschini, che mira a spazzare via il lodo Alfano, ovvero lo scudo
penale per le più alte cariche dello stato. Dall'altra il disegno di legge
sulle intercettazioni, provvedimento che sta molto a cuore al premier, Silvio
Berlusconi, che vede nella possibile uscita di brogliacci e simili una minaccia
che va assolutamente eliminata. Sul lodo firmato dal ministro della giustizia,
Angelino Alfano, il dibattito dei mesi scorsi ha praticamente già fatto
emergere tutte le posizioni in campo: la maggioranza di governo a difendere il
provvedimento dell'esecutivo e l'opposizione, in primis il leader dell'Idv,
Antonio Di Pietro, a martellare insistentemente per l'abrogazione di quello che
dal centro-sinistra viene definito uno scandalo. E non si
può dimenticare che sul lodo Alfano pende anche la spada di Damocle del
giudizio della Corte costituzionale, non fosse altro che per il diretto precedente che ha coinvolto
in passato un provvedimento simile. Si trattava del lodo Schifani, che sempre
di scudo penale parlava, ma che venne sonoramente stoppato dai giudici della
Consulta. A seguire oggi tornerà alla ribalta la discussione sul disegno
di legge intercettazioni. Qui l'obiettivo di Berlusconi è quello di condurre in
porto il risultato in tempi brevi. Per far questo il premier, che ha chiesto
nei giorni scorsi ad Alfano di tenersi pronto alla battaglia, conta
sull'appoggio della Lega. Il Carroccio di Umberto Bossi, del resto, come
dimostrato ampiamente dal risultato elettorale, ha ottenuto in questo primo
scorcio di legislatura alcuni risultati importanti, dall'immigrazione alla
legge delega sul federalismo fiscale. Insomma, l'aver portato in cascina questi
provvedimenti bandiera dovrebbe mettere il Carroccio nella condizione di
appoggiare fedelmente l'esecutivo nella votazione compatta del ddl sulle
intercettazioni. È molto probabile, in ogni caso, che sul provvedimento il
governo metterà la fiducia. Del resto il terreno si presenta sdrucciolevole e
la maggioranza vuole rendere il cammino sicuro, al riparo da possibili
scivoloni. Da qui l'intenzione di blindare il testo che ieri, peraltro, ha già
scatenato le veementi proteste dell'opposizione targata Pd e Idv. «Se il
governo ricorresse alla fiducia sul ddl Alfano», ha commentato a tal proposito
il capogruppo del Pd in commissione giustizia della camera, Donatella Ferranti,
«avremmo la dimostrazione che i nuovi equilibri postelettorali non
tranquillizzano il presidente del consiglio che vuole incassare rapidamente
questo provvedimento che gli è tanto caro. Sarebbe una dimostrazione di
debolezza». Se questa ipotesi si dovesse avverare, ha concluso il ragionamento
la deputata, «il Pd farà opposizione dura su un provvedimento che giudica
schizofrenico e che fa male al potere investigativo, compromette la sicurezza
dei cittadini e mina la libertà di stampa. Laddove ve ne siano i presupposti, e
ve ne sono, chiederemo il voto segreto».
( da "Giorno, Il (Brianza)"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA NORD MILANO
pag. 23 Niente casa al presunto stupratore Il Tar respinge il ricorso contro lo
sfratto dato dal Comune SESTO SAN GIOVANNI di MARCO VANNICELLI SESTO SAN
GIOVANNI RIMARRÀ fuori da quella che ormai è la sua ex casa l'uomo accusato di
violenza sessuale ai danni di una badante ucraina di 36 anni. A stabilirlo una
sentenza del Tar, che ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da
M.A., il presunto violentatore, cui l'amministrazione aveva tolto la casa
comunale di via Marx dove abitava. Lo ha annunciato ieri il sindaco di Sesto
Giorgio Oldrini: «Il Tar ha ritenuto del tutto legittimo il provvedimento col
quale abbiamo deciso di espellere il violentatore dall'appartamento comunale
nel quale aveva consumato i suoi odiosi reati». La decisione era stata presa
all'indomani della denuncia presentata dalla donna ucraina, che aveva
raccontato agli inquirenti di essersi recata da M.A., 53 anni, in cerca di un
posto come badante. Ed è proprio nell'appartamento che sarebbe stato commesso
lo stupro. R
( da "Italia Oggi"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Azienda Scuola data: 09/06/2009 - pag: 11 autore: Antimo Di Geronimo Alessandra
Ricciardi risvolti Boomerang per la Gelmini, la riforma non ha pezze d'appoggio
Il Tar Lazio: «manca» il provvedimento sul primo ciclo e il piano programmatico
dei tagli Gli uffici scolastici hanno emanato gli organici della scuola
dell'infanzia e primaria e stanno predisponendo gli organici delle secondarie.
Ma stanno applicando un decreto che non c'è e una circolare applicativa
inapplicabile. Lo ha detto il Tar del Lazio - su ricorsi promossi da un gruppo
di cittadini, dalla FlCgil e dal comune di Fiesole- con una delle 4 ordinanze
depositate il 5 giugno scorso (la n. 02570/2009), di rinvio del giudizio di
merito. Il Tar ha motivato la pronuncia facendo presente che «manca» il
regolamento previsto dal decreto 112/2008, con il quale il governo avrebbe
dovuto dare attuazione ai tagli previsti dalla Finanziaria. E «manca» pure,
perché non pubblicato, il piano programmatico dove il ministero avrebbe dovuto
spiegare come fare i tagli. Insomma, l'amministrazione scolastica ha tagliato
le cattedre senza attendere che venissero emanate le relative disposizioni. E
siccome i provvedimenti -in particolare quello sulla scuola primaria- non ci
sono (si vocifera perché bloccati per rilievi presso la Corte dei conti) il Tar
non ha potuto sospenderli e ha rimandato ogni decisione alla prossima udienza
di merito prevista per il 13 luglio prossimo. Un rinvio che
consente di non eludere la decisione ma al tempo stesso di tenere conto del
giudizio della Corte costituzionale. Già, perché oggi la Consulta si riunirà per decidere sulla
questione di legittimità costituzionale relativa all'articolo 64 del decreto 112 (convertito con legge
133/2008) impugnato da alcune regioni, che lamentano invasioni di campo da
parte del governo. Una situazione di grave incertezza in cui il Tar
attende che a fare chiarezza sia innanzitutto la Corte. Se la Consulta dovesse
infatti dichiarare incostituzionale l'articolo 64 del
decreto legge
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-09 - pag: 37 autore: INTERVENTO
Tempistica irrispettosa di Claudio Siciliotti F in dalla sua introduzione, il
Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha
sottolineato come la norma che istituiva la deducibilità parziale dell'Irap
dalle imposte sul reddito, con valenza anche retroattiva per gli anni
pregressi, fosse finalizzata a tentare di risolvere più un problema dello Stato
( la paventata incostituzionalità dell'indeducibilità Irap, sulla quale ancora si attende la decisione della Corte costituzionale) che non ad agevolare i contribuenti. La tempistica scelta
dall'agenzia delle Entrate per richiedere il rimborso è la conferma di questo
assunto. è vero che è la legge a prevedere una sorta di gara di velocità tra i
contribuenti, stabilendo che le risorse disponibili per l'erogazione dei
rimborsi (100 milioni per il 2009) seguano l'ordine cronologico di
presentazione. Ma è vero anche che la legge in questione risale allo scorso
gennaio e davvero non si capisce per quale motivo l'agenzia delle Entrate abbia
ritenuto di dover attendere sino a venerdì per diramare il provvedimento
recante le istruzioni operative per poter concretamente avviare la
"gara". Tanto abbiamo giustificato e compreso il ritardo nel rilascio
degli studi di settore (per la contingenza eccezionale della crisi e la
necessità di un adeguamento pro contribuenti dello strumento), altrettanto
riteniamo poco giustificabile il ritardo di mesi nel rilascio delle specifiche
per l'inoltro delle istanze di rimborso Irap. Un ritardo che, peraltro, crea un
ingorgo di scadenze e mette in ginocchio tutti quegli studi professionali che,
nonostante tutto, vorrebbero assicurare ai propri clienti un servizio di
qualità, presentando le dichiarazioni fiscali annuali senza proroghe e
maggiorazioni, nonché attivandosi per essere in prima fila nella presentazione
delle istanze di rimborso Irap, prima dell'esaurimento dei fondi disponibili.
Tra agenzia delle Entrate e Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e
degli esperti contabili intercorre un rapporto di collaborazione proficua che
in quest'ultimo anno ha dato risultati soddisfacenti sotto molti punti di
vista. è proprio in virtù di questo rapporto che sono assolutamente sereno
nell'affermare che questa volta non c'è stata la dovuta attenzione nei confronti
di contribuenti e professionisti, così come sono certo che questa
considerazione sia condivisa anche dai vertici dell'agenzia delle Entrate. Ed è
lecito attendersi che i vertici dell'Agenzia facciano ora quanto in loro potere
per venire incontroa chi sta facendo richieste più che ragionevoli. Presidente
del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ©
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( da "Denaro, Il" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
News scuola Scuola:
consulta, i rocorsi di 8 regioni contro la gelmini Impugnate le norme sui
"tagli" in vigore dell'anno 2009-2010 Ettore Mautone Il decreto
Gelmini sui criteri di ridimensionamento degli istituti scolastici, contro cui
gli l' onda' degli studenti è scesa in piazza lo scorso autunno, arriva OGGI
all'esame della Corte Costituzionale. Il ricorso di otto
regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Campania, Basilicata
e Sicilia) è discusso in udienza pubblica dinanzi ai giudici costituzionali. la
decisione èattesa in settimana. Le Regioni chiedono ai giudici di dichiarare
illegittime le norme sui tagli alle scuole contenute nell' articolo 64
del decreto sullo sviluppo economico convertito nell'agosto 2008, e nel comma 6
bis (poi caduto in sede di conversione) che nel decreto sul contenimento della
spesa sanitaria dell'ottobre 2008 aveva previsto il commissariamento delle
Regioni che entro il 30 novembre non avessero presentato il loro piano di
dimensionamento delle scuole. del 09-06-2009 num.
( da "Romania Libera"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
> Cititi online
anunturile din ziarul Romania libera: Nica: Se doreste ca
"Prima Casa" sa se refere la locuinte nou construite Rl online Marti,
09 Iunie 2009 Vicepremierul Dan Nica a declarat, marti, dupa sedinta coalitiei,
ca se doreste ca programul "Prima Casa" sa se refere, in principal, la locuinte nou
construite, astfel incat sa se obtina un efect multiplicator in economie,
anunta Mediafax. Nica a vorbit, totodata, de necesitatea de avea mai multe
locuinte sociale. El a apreciat ca programul Prima Casa este unul foarte bun,
dar a aratat ca acest program va trebui sa rezolve o componenta - in cadrul sau
sau intr-un program separat - care sa vizeze constructia de locuinte sociale
pentru tinerii cu posibilitati financiare modeste. El a aratat ca si acest
program – destinat locuintelor sociale - creeaza un efect multimplicator in
economie pentru ca va echivala cu alocarea de resurse financiare catre
industria constructiilor, ceea ce inseamna locuri de munca, precum si o
modalitate de scadere a somajului si de stabilizarea veniturilor. Nica a admis,
insa, ca nu se poate exclude posibilitatea achizitionarii unei locuinte prin
programul Prima Casa din fondul locativ existent, in situatia in care aceasta
este mai ieftina. Vicepremierul a adaugat ca discutiile cu bancile au fost
finalizate si ca acestea au avut, dintr-un anumit punct de vedere, o atitudine
pozitiva, inclusiv in ceea ce priveste oferta si dobanzile cu care vor veni in
acest program. Nica a mai spus ca, din punctul sau de vedere, dobanzile bancilor
inca sunt mari pentru o familie tanara, iar conditiile de a avea venituri
lunare de circa 1.000 de euro sunt restrictive si a pledat pentru a abordare
mai flexibila. Bancile vor institui si reinnoi, in favoarea statului, un drept
de ipoteca de rangul I asupra locuintelor contractate cu garantia statului prin
programul "Prima Casa", pe intreaga durata a contractului de
creditare, cu interdictia de vanzare a casei pe o perioada de cinci ani.
"Asupra imobilelor achizitionate in cadrul programului «Prima Casa»,
bancile instituie si reinnoiesc in favoarea statului roman, reprezentat de
Ministerul Finantelor Publice, un drept de ipoteca de rangul I pe toata durata
contractului de creditare, cu interdictia de vanzare a locuintei pe o perioada
de 5 ani", se arata in ordonanta de urgenta pentru aprobarea programului,
adoptata, miercuri, de Guvern. Conform actului normativ, beneficiarii
programului "Prima Casa" sunt persoane fizice care, la data intrarii
in vigoare a ordonantei, nu detin in comun sau individual, impreuna cu sotii
lor sau cu alte persoane, in proprietate o locuinta, indiferent de modul in
care a fost dobandita, si nici nu au in derulare un credit ipotecar. Ordonanta
a intrat in vigoare joi, 4 iunie. Plafonul anual al garantiilor care pot fi
astfel emise, conditiile de acordare a acestora si de eligibilitate a bancilor
si a persoanelor fizice beneficiare ale programului, precum si regulile de
gestionare a garantiilor vor fi stabilite prin norme aprobate prin hotarare a
Guvernului, in termen de 15 zile. Din aceeasi categorie:
Procurorii, obligati sa anunte CSM daca incep urmarirea penala
impotriva magistratilorTI: Romania, singura tara din UE care considera
Parlamentul cea mai corupta institutieRecuperarea altor trei trupuri apartinand
pasagerilor avionului AF 477 Voteaza
( da "Sicilia, La"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Licata Il Comune
condannato a risarcire cittadino Licata. La sentenza non definitiva pronunciata
dal giudice Pinto, ha risolto un'annosa vicenda giudiziaria che risale
all'ottobre del 1981 per l'occupazione di un terreno di 2157 mq, senza alcun
titolo, e cioè senza che vi fosse una preventiva dichiarazione di pubblica
utilità. M.G., assistito dall'avvocato Benedetto Aldo Timineri, ha citato nn
giudizio davanti al Tribunale di Agrigento, sezione di Licata, il Comune di
Licata appunto, per il pagamento del valore venale dell'immobile occupato. Il
giudice, esaminando le questioni preliminari sollevate dalla difesa del comune,
ha dichiarato infondata l'eccezione di difetto di giurisdizione del giudice
ordinario, affermando, tra l'altro, che tale giurisdizione era stata
riconosciuta dal T.A.R. Sicilia Palermo, con la sentenza 270 del 7 Novembre
2006. Il Tribunale accogliendo le tesi difensive dell'avvocato. Timineri, sulla
base delle pronunce delle Sezioni Unite della Cassazione e della Corte Costituzionale, ha riconosciuto e affermato la
giurisdizione del giudice ordinario, in materia di occupazione di suoli
irreversibilmente trasformati, senza dichiarazione di pubblica utilità, da
parte della pubblica amministrazione. L'occupazione cosidetta «usurpativa», si
ha quando manca appunto la dichiarazione di pubblica utilità configurandosi in
tal caso solo una mera occupazione - detenzione illegittima
dell'immobile privato da parte della pubblica amministrazione Conseguentemente
all'attore va riconosciuto il diritto al risarcimento del danno dal momento che
l'attività dell'amministrazione non è riconducibile all'esercizio di un
pubblico potere. Il Tribunale, quindi, avendo risolto le questioni
pregiudiziali relative all'eccezione del difetto di giurisdizione e di prescrizione,
ha riconosciuto il diritto di M.G. al risarcimento del danno commisurato
all'effettivo valore venale dell'immobile, disponendo un supplemento di
istruttoria per la determinazione effettiva del "quantum" dovuto alla
parte attrice, maggiorata da interessi e rivalutazione monetaria. Per effetto
della sentenza non definitiva e dell'emittenda sentenza sulla determinazione
del danno, M.G. potrà riscuotere un consistente risarcimento del danno per
l'occupazione senza titolo dell'immobile di sua proprietà, da parte del Comune,
maggiorato da interessi e rivalutazione, ottenendo quindi un giusto ed equo
risarcimento del danno subito nel lontano 1981. Francesco Di Mare
( da "Romania Libera"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
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anunturile din ziarul Romania libera: Ministerul Justitiei propune salarii lunare
de peste 10.000 lei pentru magistrati Rl online Marti, 09 Iunie 2009 Un
judecator de judecatorie ar urma sa aiba o indemnizatie de minim 10.160 lei
(16,9 salarii minime actuale), un membru al CSM - de
14.600 de lei, iar un inspector in Ministerul Justitiei va castiga 14.100 lei,
potrivit propunerilor Ministerul Justitiei pentru grila de salarizare din Legea
unitara, transmite NewsIn. Potrivit grilei inaintate Ministerului Muncii de
catre Ministerul Justitiei, obtinute de NewsIn, un judecator si un procuror cu
o vechime de 2-3 ani ar urma sa castige aproape 13 salarii minime pe economie,
respectiv 7.690 lei, calculat la actualul salariu minim pe economie, de 600
lei. Un vicepresedinte la Inalta Curte de Casatie si Justitie (ICCJ) ar urma sa
aiba un salariu lunar de 14.700 lei, iar un presedinte de sectie la ICCJ va
primi cu 100 de lei mai putin, potrivit propunerilor ministerului. Tot 14.600
lei lunar ar urma sa primesca si un procuror-sef de la Departamentul National
Anticoruptie (DNA) si un procuror-sef de la DIICOT. Procurorul general al
Parchetului de pe langa Inalta Curte de Casatie si Justitie ar urma sa aiba o
indemnizatie lunara de 14.500 lei, iar un procuror sef de sectie de pe langa
ICCJ va castiga lunar 14.000 lei. Ministerul Justitiei a propus, totodata, ca
presedintii Curtilor de Apel ca aiba o indemnizatie cu circa 4.000 de lei mai
mare decat indemnizatia actuala a presedintelui Romaniei, respectiv 13.700 lei,
comparativ cu 9.550 lei. Pentru presedintii de tribunal, propunerea este de
13.350 lei, suma echivalenta cu 22,25 de salarii minime pe economie.
Presedintii de judecatorie si presedintii de tribunal militar ar urma sa
castige fiecare 13.000 lei lunar, daca propunerile Ministerului Justitiei vor
fi aprobate de ministerele Muncii si Finantelor. Salarizarea judecatorilor si
procurorilor este reglementata in prezent de O.U.G.27/2006 aprobata prin Legea
nr.45/2007. Acestia sunt salarizati in raport cu nivelul instantelor sau
parchetelor, cu o indemnizatie de incadrare bruta lunara stabilita pe baza
valorii de referinta sectoriala si a coeficientilor de multiplicare prevazuti
in Anexa la ordonanta de mai sus. Raspunzand unei solicitari NewsIn, Ministerul
Justitiei a comunicat ca, potrivit acestui algoritm de calcul, indemnizatia
bruta lunara a unui judecator de Curte de apel este in prezent de 4.964 lei, la
Tribunal de 4.380 de lei, iar la Judecatorie de 3.942 de lei. La indemnizatia
astfel stabilita se adauga sporurile prevazute in actele normative invocate si
anume majorarea pentru vechime efectiva in magistratura (intre 10-30%), spor
titlu stiintific (15%), spor pentru conditii deosebite (15%) si spor vechime
(5-25%). La inceputul anului, Uniunea Nationala a Judecatorilor din Romania a sustinut ca majoritatea judecatorilor castiga de trei
ori mai putin decat un membru CSM. UNJR informa atunci ca membrii CSM incaseaza venituri lunare cuprinse intre 11.761 si 13.941 lei
net, in urma unei decizii a fostului presedinte Lidia Barbulescu, potrivit
careia, la indemnizatiile brute, se adauga diferite sporuri ce dubleaza, in
unele cazuri, veniturile membrilor CSM.
Astfel, UNJR a prezentat o situatie a veniturilor lunare ale judecatorilor, in
contextul in care Consiliul Superior al Magistraturii (CSM)
nu a facut public acest lucru si arata ca "publicul si-a format opinia ca
indemnizatiile magistratilor sunt exorbitante. "Cuantumul indemnizatiei
unui magistrat nu depaseste in medie 4.000 lei, incluzand toate sporurile
acordate prin lege (spor de vechime, stabilitate, toxicitate si doctorat). In
acest context, este inadmisibil ca institutia reprezentativa a sistemului
judiciar sa acorde angajatilor proprii sume imense, cu titluri de recompense,
premii, precum si sporuri salariale, fapt ce a condus in final la plata unor
remuneratii cu mult peste nivelul mediu al unui magistrat nedetasat in
structurile CSM", se arata intr-un comunicat al
Uniunii transmis agentiei NewsIn. Reprezentantii Ministerului Muncii vor avea
miercuri, joi si vineri noi discutii cu experti din cadrul ministerelor, pentru
a se pune de acord asupra coeficientilor functiilor trecute in grila de
salarizare, urmand ca martea viitoare sa aiba loc o noua discutie in cadrul
grupuluide lucru la Ministerul Muncii. Pe de alta parte, secretarul de stat in
Ministerul Muncii Valentin Mocanu a declarat, la finalul discutiilor de marti
cu reprezentantii sindicatelor si cei ai ministerelor, ca perioada in care se
va face echivalarea salariilor actuale ale bugetarilor cu cele prevazute in
grila unica de salarizare va depinde "de modul in care va evolua economia
in 2009-2014 si de cum se va rezolva criza la nivel mondial". Din aceeasi
categorie: Britanicii si olandezii au votat deja pentru Parlamentul
EuropeanPredoiu: raportul CE va fi negativ, daca Parlamentul nu da drumul la
ancheteRomania, cea mai putin competitiva tara din Uniunea Europeana Voteaza
( da "Velino.it, Il" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO -
Pesca, Toscana: Cordone ombelicale tra associazioni e ministero Roma, 9 giu
(Velino) - I soldi europei destinati alla piccola pesca rischiano di andare
perduti a causa di ritardi della pubblicazione dei bandi regionali. La colpa
sarebbe dei cattivi rapporti tra le regioni e il ministero delle Politiche
agricole, alimentari e forestali che non avrebbero permesso alla cabina di
regia di via Venti Settembre di mettere a punto la procedura di avvio per
ottenere i soldi comunitari. E se i pescatori parlano di “ostruzionismo” da
parte delle regioni che “sono state poco collaborative nelloliare
il sistema”, e di un possibile “ricentralismo del ministero di Roma”, le realtà locali la
pensano diversamente. E quella che nasce è una polemica molto costosa - visto
che si parla di decine di milioni di euro lanno che tornerebbero a
Bruxelles per essere dirottati verso stati più meritevoli – e a pagare alla fine dei conti
sarebbero i pescatori che escono a mare. “La verità è che il piano nazionale
della pesca ripartisce circa 26 milioni di euro tra le associazioni della
pesca, i sindacati, le cooperative e il mondo della ricerca. Questo vuol dire
che cè un cordone ombelicale molto forte tra le associazioni ittiche
e il ministero”, dichiara al VELINO Claudio Del Re, responsabile pesca e
acquacoltura della regione Toscana. Daltronde quella del ricentralismo è
una questione già affrontata. “La legge regionale 66 del 2005 prevede compiti particolari da parte
delle regioni e nonostante il governo abbia cercato già di impugnarla, la Corte
Costituzionale ha riconosciuto la nostra competenza per quanto riguarda la
pesca e lacquacoltura”, incalza Del Re. E non è tutto. Il funzionario regionale spiega
che “tutte le risorse che ci sono state trasferite dal ministero sono state
utilizzate oltre a 1,4 milioni di euro che tutti gli anni la regione mette a
disposizione per iniziative di ammodernamento e promozione del comparto della
pesca”. Per quanto riguarda i fondi relativi alla piccola pesca i problemi
sarebbero causati dalla difficoltà di sciogliere alcuni nodi come quello di
decidere chi saranno gli effettivi beneficiari degli aiuti. Tanto è vero che la
regione Campania che aveva già pubblicato alcuni bandi, si è trovata nelle
condizioni di doverli ritirare. “Per quanto riguarda la Toscana abbiamo speso
tutto e abbiamo già pubblicato sette bandi. Dal 2000 al 2006 abbiamo perso solo
centomila euro dello Sfop - Strumento finanziario di orientamento della pesca -
per un imprevisto lontano da cause amministrative regionali”, prosegue Del Re.
“Lattacco da parte delle associazioni è strumentale per mantenere in piedi il sistema del piano
nazionale” che viene distribuito dal ministero di Roma, come spiegato prima,
alle stesse associazioni, cooperative e sindacati. (esp) 9 giu 2009 17:16
( da "Virgilio Notizie"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il plenum del Csm,
ha sottolineato che il tema degli equilibri costituzionali e' stato spesso
presente nei suoi interventi: ''Ho ritenuto di dover piu' volte ritornare sul
tema degli equilibri costituzionali, come garanzia per ril rispetto e
l'affermazione dei principi fondamentali - ha sottolineato il Presidente - e
come presidio di stabilita' e coesione per lo sviluppo della vita
democratica''. Napolitano ha sottolineato l'importanza del ''richiamare il
senso dei limiti e degli equilibri entro i quali ogni istituzione puo' e deve
svolgere il proprio ruolo''.
( da "Virgilio Notizie"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Jose Manuel Barroso
questa mattina si è ufficialmente candidato ad un nuovo mandato alla guida
della Commissione europea. E' l'unico candidato, nessuno ha fatto altri nomi, è
un popolare e quindi ha l'appoggio dei leader del Ppe ed anche quello di alcuni
socialisti, ma non appena il suo nome è stato scritto nero su bianco ecco che
iniziano in "se" ed i "ma". Non tanto sulla scelta, che in
realtà non entusiasma nessuno, quanto sui tempi. Un accordo preso tra i capi di
Stato e di Governo nel dicembre scorso prevedeva che la nomina del nuovo
presidente della Commissione fosse fatta a giugno, nel vertice della prossima
settima anche se il Trattato di Lisbona, che fra l'altro impone nuove regole
per la scelta del capo dell'esecutivo comunitario dando maggiori poteri al
Parlamento, non è ancora stato ratificato dall'Irlanda e quindi non è in
vigore. Oggi però la Francia, che pure aveva avanzato la proposta di giugno e
la Germania, hanno espresso la loro preferenza per attendere l'approvazione di
Lisbona da parte di tutti (manca ancora, oltre all'Irlanda, la ratifica presidenziale in Repubblica Ceca e Polonia, nonchè un
passaggio alla Corte costituzionale tedesca). Anche l'Italia a suo tempo, per bocca del ministro
degli Esteri Franco Frattini, aveva espresso la sua preferenza per un unico
confronto sul complesso delle nomine, anzichè dilazionarle nel tempo seguendo
l'agenda di dicembre. "Serve una discussione politica su un
pacchetto di proposte - disse il ministro il 16 marzo scorso a Bruxelles -: sul
Parlamento, per il quale decideranno le famiglie politiche europee, per il
Consiglio, per la Commissione, per l'Alto rappresentante per la Politica
Estera. Diciamo invece no alla discussione su singoli nomi". Una posizione
simile l'ha espressa anche il presidente francese Nicolas Sarkozy, quando un
paio di mesi fa disse che avrebbe voluto avere "almeno una visione di
insieme" sulle nomine, e che avrebbe preferito che prima di procedere
"l'Irlanda votasse il referendum (il secondo, con il quale ci si augura
nella Ue che a fine settembre-inizio ottobre sia ratificato il Trattato,
ndr)". Nelle stesse ore il prossimo presidente di turno della Ue, lo
svedese Fredrik Reinfeldt, ha invece detto che "onestamente"
preferirebbe che si procedesse alla nomina a giugno, ancora sotto presidenza
ceca. "Sono favorevole alla designazione di Barroso al prossimo
Consiglio", ha detto il premier incontrando alcuni giornalisti a
Bruxelles, aggiungendo: "non ho sentito altri nomi di candidati dagli
altri leaders con cui ho parlato. Credo sia possibile dare un pieno mandato a
Barroso già al prossimo Summit". D'altra parte, ha aggiunto "i
risultati delle elezioni mostrano una chiara predominanza del Ppe, e il Ppe
sostiene Barroso". Secondo Reinfeldt, che assumerà la carica di presidente
di turno della Ue il prossimo primo luglio, "viste le importanti scadenza
che abbiamo davanti è importante dare già ora un segnale che Barroso ha un
mandato pieno. Una leadership dell'Europa ora è necessaria e noi dobbiamo
rafforzarla e tutti i leader che ho sentito mi hanno detto che vorrebbero
nominare Barroso già a giugno". La Germania tra tre mesi, a settembre,
andrà alle elezioni politiche e il cancelliere Angela Merkel non vorrebbe a
quanto pare muovere troppo le acque in queste settimane e anche lei vorrebbe attendere.
Sarkozy in particolare non ama Barroso, ed un certo "piacere" a
tenerlo sulle spine potrebbe averlo, ma non ha un altro candidato e quindi il
suo gioco su questo è piuttosto limitato. Probabilmente invece le difficoltà
che oppone sono una tattica per potersi garantire un posto di prestigio nella
nuova Commissione, come quello dell'Alto rappresentante per la Politica
esterae, con Lisbona in vigore, vicepresidente della Commissione, per il quale
si dice punti su Michel Barnier. Il rinvio a dopo l'auspicata ratifica di
Lisbona ha però un aspetto non solo temporale, ma anche sostanziale. In base
alle norme attualmente in vigore, infatti, la ratifica parlamentare di Barroso
avverrebbe a maggioranza assoluta dei presenti, mentre con Lisbona è necessaria
quella assoluta dei 736 membri. Il portoghese dovrebbe farcela anche nella
seconda ipotesi se popolari, socialisti e liberali trovano una maggioranza
solida, della quale sono però ancora ala ricerca.
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
NAPOLITANO:
CSM NON DEVE FARSI CONDIZIONARE DA
'CORRENTI' M
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CSM: RIVIEZZO(MOVIMENTI), SU GIUDICI
RISCHIO TENSIONI ANTI ISTITUZIONALI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il consigliere Ciro
Riviezzo, eletto al Csm tra le fila della lista 'Movimenti per la giustizia''
ha sottolineato che oltre alla eventuale riforma, il Consiglio deve affrontare
le interferenze indebite: ''Le aggressioni subite dai magistrati anche in
questi giorni rischiano di rasentare la delegittimazione. Il Consiglio deve affrontare il
problema delle interferenze indebite e riaffermare il rispetto della
giurisdizione, altrimenti c'e' il rischio che si affermino tensioni anti
istituzionali''. sar/bra
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CSM: NAPOLITANO, EQUILIBRI
COSTITUZIONALI SONO PRESIDIO DI DEMOCRAZIA (ASCA) - Roma, 9 giu - Il Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il plenum del Csm, ha
sottolineato che il tema degli equilibri costituzionali e' stato spesso
presente nei suoi interventi: ''Ho ritenuto di dover piu' volte ritornare sul
tema degli equilibri costituzionali, come garanzia per ril rispetto e l'affermazione dei
principi fondamentali - ha sottolineato il Presidente - e come presidio di
stabilita' e coesione per lo sviluppo della vita democratica''. Napolitano ha
sottolineato l'importanza del ''richiamare il senso dei limiti e degli
equilibri entro i quali ogni istituzione puo' e deve svolgere il proprio
ruolo''. sar/dnp/rob
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CSM: MANCINO, RAFFORZARE RUOLO DELLE
PROCURE GENERALI (ASCA) - Roma, 9 giu - Il vicepresidente del Csm, Nicola
Mancino, da un giudizio sostanzialmente positivo della riforma che ha
rafforzato il ruolo dirigenziale del Procuratore Capo negli uffici requirenti:
''Non mi nascondo - ha detto Mancino - che esistono problemi di rapporti
collaborativi tra il vertice delle procure e i piu' diretti collaboratori ma nessuna
procura avrebbe successo se il luogo di ricercare adesione si dovesse chiudere
in una sterile supremazia verticistica''. Il vicepresidente invita invece a
''rafforzare'' il ruolo di vigilanza delle Procure generali per ''chiudere il
triangolo operativo Procura, Procura Generale presso la Corte di Appello e
Procura Generale presso la Corte di Cassazione''. sar/dnp/bra
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CSM: MANCINO, PIU' LIMITI A PRATICHE A
TUTELA M
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CSM: MANCINO, CONSIGLIO HA SPIRITO DI
COLLABORAZIONE FATTIVA CON GOVERNO (ASCA) - Roma, 9 giu - Il vicepresidente del
Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino, definisce la discussione
alla presenza del Presidente Napolitano ''essenziale e profiqua'': ''Desiderio
sottolineare il comune impegno del Csm ad affrontare temi importanti della
giustizia in spirito di collaborazione fattiva con il governo e il parlamento''. Mancino
spiega che il Consilio si atterra' alle disposizioni legislative senza
interferire con regolamenti attuativi che prevedano ''attenuazioni di tipo
applicativo o interferenze normative secondarie'': ''Esiste pur sempre uno
spazio di attivita' normative coessenziale alle attribuzioni costituzionali del
nostro Consiglio. Quando, pero' il legislatore enunci criteri sufficientemente
precisi, il Csm deve solo applicarli''. sar/dnp/bra
( da "Asca" del
09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
GIUSTIZIA:
QUAGLIARIELLO, BENE NAPOLITANO ORA M
( da "Virgilio Notizie"
del 09-06-2009)
Argomenti: Giustizia
''Le significative
parole del presidente Napolitano hanno messo in luce un problema che gli organi
di rappresentanza sindacale e di autogoverno istituzionale della magistratura
si ostinano a non voler vedere''. Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicepresidente
vicario dei senatori del PdL. ''La prima ad essere danneggiata dal protagonismo
esasperato di alcuni pm, dall'uso distorto del potere
giudiziario per fini impropri, e dalla difesa aprioristica e corporativa
di chi si macchia di simili comportamenti - prosegue -, e' proprio la
maggioranza silenziosa di magistrati che ogni giorno compie il proprio dovere
senza cercare il clamore della ribalta o la persecuzione dell'avversario
politico. La perdita di fiducia dei cittadini nei confronti
del sistema giudiziario e di chi lo amministra non puo' non preoccupare chi ha a cuore
lo Stato di diritto. E l'uso strumentale del potere giudiziario
fino al punto di mettere a repentaglio la sovranita' popolare dovrebbe
suscitare nella magistratura e nelle sue rappresentanze reazioni indignate di
cui finora non s'e' vista traccia. Speriamo che le parole del Capo dello
Stato possano stimolare una profonda riflessione e un cambio di rotta. Dispiace
solo - conclude Quagliariello - che proprio nel giorno in cui il presidente Napolitano
invita il potere giudiziario all'autocritica e offre
un contributo di tale portata alla soluzione del conflitto tra magistratura e
politica che da quindici anni avvelena la vita del nostro Paese, l'opposizione
e l'onorevole Franceschini non abbiano saputo far altro che chiedere
l'abolizione di una legge di garanzia come il lodo Alfano, che va esattamente
verso il ripristino di quell'equilibrio che il Capo dello Stato ha cosi'
autorevolmente invocato''.