CENACOLO DEI COGITANTI |
Report "Giustizia" 7-3-2009
La bufera ci ha colpito,
ma siamo imparziali ( da "Trentino"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: relazione di Mariuzzo ha citato
sentenze della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato e persino della
Corte di Strasburgo per dimostrare come la giurisprudenza ammetta tribunali a
composizione non esclusivamente togata. Infine Mariuzzo ha negato con decisione
che le sentenze del suo tribunale abbiano un andamento più favorevole alla
pubblica amministrazione dichiarando che «
Tutti solidali con
Sangiorgio ( da "Corriere
delle Alpi" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è vero che nel mirino del Csm
finiscono le responsabilità dei magistrati in ordine ai tempi e Sangiorgio paga
il prezzo di presunte inadempienze. Ma non è scaricando sui giudici
responsabilità, che molte volte non hanno, che si risolva il problema dei tempi
della giustizia.
La polizia dissuade le
donne dal presentare la denuncia ( da "Corriere
delle Alpi" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm, sono sconfortanti: c'è
«un'insufficiente sensibilità da parte delle forze di polizia nel momento della
raccolta della denuncia per maltrattamenti in famiglia»; un fenomeno «che si
manifesta con il tentativo di dissuadere la donna a presentarla, con la
minimizzazione della vicenda e con la comunicazione dell'iniziativa al soggetto
denunciato per attuare un tentativo di conciliazione
sorride il partito del
mattone - piero mannironi ( da "Nuova
Sardegna, La" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Un rapporto difficile sul quale si
è pronunciata anche la Corte Costituzionale nel febbraio del 2006, con la
sentenza numero 51. Il disegno di legge che Berlusconi proporrà nel prossimo
consiglio dei ministri rappresenta soprattutto la premessa a un radicale cambio
di filosofia, in Sardegna, sull'edificazione residenziale e turistica nelle
coste.
consiglio, più sedute e
meno leggi ( da "Nuova
Sardegna, La" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: L'assemblea regionale ha dato il
via libera a quattro programmi, nove documenti, sette risoluzioni e tre
regolamenti. Sette leggi, compresa la Statutaria per conflitto di attribuzione
sulla promulgazione, sono state impugnate dal governo davanti alla Corte
Costituzionale.
estorsione, sei bancari
verso l'archiviazione ( da "Tirreno,
Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ci opporremo alla richiesta di
archiviazione - afferma - e invieremo il nostro ricorso oltre che al gip di
Pistoia anche al Csm, al ministero di Grazia e Giustizia, alla Procura Generale
di Firenze e alla Procura della Repubblica di Genova. Vogliamo sia fatta luce
sulle indagini e sulle lungaggini che hanno accompagnato questa inchiesta a
Pistoia». P.B.
valide le cartelle "
mute" ( da "Tirreno,
Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte Costituzionale respinge le
eccezioni sulle tasse sollevate dalla commissione tributaria Valide le cartelle
" mute" Si deve pagare anche se manca il responsabile dell'atto
LUCCA. Sono valide le cosiddette "cartelle mute" e cioè quelle
mancanti della indicazione del responsabile del procedimento.
drammi, arresti e
polemiche i 79 giorni di magnanapoli - dario del porto
( da "Repubblica, La"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: cui posizione sarà poi stralciata
in attesa delle valutazioni della Corte Costituzionale sull´utilizzo delle
intercettazioni telefoniche di parlamentari. Pur scossa dal terremoto
giudiziario, il sindaco Iervolino sostituisce gli arrestati e va avanti.
Sentita come teste dai pm, non esita a definire «sfrantummati» i suoi ex
assessori, salvando dal caustico giudizio il solo Laudadio.
tasse, sono valide le
cartelle " mute" ( da "Tirreno,
Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Alta Corte tanti cittadini dovranno
pagare LUCCA. Sono valide le cosiddette "cartelle mute" e cioè quelle
mancanti della indicazione del responsabile del procedimento. Così ha stabilito
la Corte Costituzionale con sentenza 58/2009, respingendo le eccezioni di
incostituzionalità sollevate da varie commissioni tributarie di tutta Italia (
messa una pietosa toppa
dalle conseguenze pesanti ( da "Tirreno,
Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, con ordinanza
numero 377, censurò l'operato dei concessionari della riscossione (Equitalia)
che nelle cartelle di pagamento non indicavano il responsabile del procedimento
in violazione dell'articolo 7 dello Statuto dei diritti del contribuente che
espressamente stabiliva: "Gli atti dell'amministrazione finanziaria e dei
concessionari della riscossione devono
In magistratura dal 1967,
è tra le poche in Italia a rivestire questo incarico
( da "Cittadino, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: un ricorso approdato alla Corte
costituzionale. Nessuna concessione degli uomini, quindi. «Di anno in anno le
donne in magistratura sono diventate sempre di più, soprattutto negli ultimi
lustri, perché le donne studiano molto e vincono i concorsi prosegue la
presidente -, ma il fatto che siamo ancora relativamente poche nelle posizioni
di vertice dipende dai tempi della carriera.
palermo, i pm difendono
messineo ma il csm vuole aprire un'inchiesta - francesco viviano
( da "Repubblica, La"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm è il consigliere laico,
Gianfranco Anedda. «Il Csm non può rimanere indifferente di fronte a una
vicenda di questo genere. Se il vice presidente Nicola Mancino non aprirà
d´ufficio una pratica sul caso, credo che lo chiederemo noi lunedì prossimo,
quando si riunirà la Prima Commissione», ha dichiarato Anedda che ha chiesto di
sentire sulla spinosa vicenda il procuratore generale
Il ministero non può
inasprire la sanzione al sottufficiale
( da "CittadinoLex" del
07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale 62/2009) di
Ludovico Fraia È irragionevole che un'autorità superiore ma esterna alla
commissione di disciplina possa rendere più severa la sanzione prevista per un
sottufficiale delle Forze armate. I giudici costituzionali hanno così
dichiarato illegittimo l'articolo 75 della legge 31 luglio 1954 numero 99 (
al sant'alessandro
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex giudice della Corte
costituzionale e ordinario di Diritto civile all'Università La Sapienza di
Roma, che ha sviluppato il tema del controllo preventivo dei ricorsi e del
vaglio di ammissibilità. Ha concluso i lavori Mariacarla Giorgetti, docente di
Diritto civile e di diritto fallimentare all'Università di Bergamo,
Ok in vista per 5-6mila
alloggi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: arma del ricorso alla Corte
costituzionale, ritirando i procedimenti pendenti sul piano casa. Soddisfatto
il "negoziatore" Fitto (che continua a lavorare sul fronte dei
Comuni).L'accordo, ha detto il ministro, nasce «da un clima molto positivo di
collaborazione nonostante all'inizio vi fossero state posizioni molto
conflittuali».
VELLETRI Commiato di
Ferraro Si è tenut... ( da "Messaggero,
Il (Metropolitana)" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Chiudi VELLETRI Commiato di Ferraro
Si è tenuto ieri il commiato del presidente del Tribunale di Velletri Bruno
Ferraro, che dopo otto anni termina il suo incarico per andare a dirigere il
Tribunale di Tivoli. Il suo posto sarà affidato al presidente della sezione
penale Antonio Gannino, in attesa della nomina da parte del Csm. Ferraro era
arrivato a Velletri nel settembre del 2001.
Riparte il piano per le
case sociali ( da "Italia
Oggi" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ritireranno i ricorsi che avevano
presentato alla Corte costituzionale», ha fatto sapere il ministro per i
rapporti con le regioni, Raffaele Fitto. Il Piano casa approderà sul tavolo del
prossimo consiglio dei ministri, secondo quanto ha dichiarato il premier Silvio
Berlusconi, parlando di «effetti eccezionali» per l'economia perché le
costruzioni, ha spiegato,
ROMA Il piano casa fa un
passo avanti. Il governo ha infatti definito ieri l'accordo con le re...
( da "Messaggero, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: rinuncia ai ricorsi alla Corte
Costituzionale». La cifra rimanente sarà reperita nella prossima Finanziaria. I
fondi sono quelli destinati dal governo Prodi al vecchio piano per l'edilizia
abitativa che la manovra triennale approvata a giugno aveva dirottato sul nuovo
piano casa, innescando un contenzioso con le Regioni che si erano rivolte alla
Consulta per ottenerne la restituzione.
ROMA <ENTRO QUINDICI -
venti giorni spero di portare il &#...
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ndr) in cambio della rinuncia ai
ricorsi alla Corte Costituzionale». «SONO PIENAMENTE soddisfatto dell'accordo
raggiunto ha commentato Fitto che impegna consistenti risorse per affrontare
l'emergenza di una tensione abitativa che colpisce molte famiglie che versano
in condizioni di bisogno».
Zingaretti: date a
Guidonia più pm e agenti ( da "Corriere
della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: di ALESSANDRO CAPPONI categoria:
REDAZIONALE La lettera A MARONI E ALFANO Zingaretti: date a Guidonia più pm e
agenti Più magistrati e poliziotti per la procura di Tivoli e, quindi, per
Guidonia. Li chiede Nicola Zingaretti con una lettera indirizzata ai ministri
Maroni e Alfano e al vicepresidente del Csm Mancino. A PAGINA
No all'election day.
Cicchitto: lo spreco è tutta colpa di chi lo ha firmato
( da "Manifesto, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Guai invece a pensare di proporre
al parlamento un'iniziativa legislativa o, peggio, un decreto, che proponga un
accorpamento contro la volontà già espressa dal comitato promotore che fino al
referendum è equiparato ad un potere dello stato e che potrebbe anche sollevare
conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale».
Si stupiscono che Franceschini
è di sinistra visti da ( da "Riformista,
Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: le sentenze della Corte
costituzionale che venivano periodicamente a sollecitare una legge in materia,
e finalmente, in Parlamento, il primo schieramento di truppe pro e contro le tv
del Cavaliere. Finì che alla vigilia dell'approvazione della legge si dimisero
tutti insieme cinque ministri del governo Andreotti, manco a dirlo tutti della
sinistra dc.
Palermo, Pm solidali con
Messineo ( da "Avvenire"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: già nota al Csm e valutata come
irrilevante in occasione della nomina del dottore Messineo a procuratore capo
di Palermo; circostanza che non ha mai prodotto all'interno dell'ufficio
riserve o limiti di alcun genere, anche per il ritrovato entusiasmo nel lavoro
di gruppo, nella tradizione dello storico pool antimafia,
Giustizia, processo
simulato: parte la sfida alla Federico II
( da "Denaro, Il" del
07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Avvocato generale della Corte di
giustizia dell'Unione europea ora giudice della Corte costituzionale italiana e
il professore Roberto Mastroianni, titolare della cattedra di diritto comunitario
della facoltà di giurisprudenza dell'ateneo federiciano. La conclusione della
gara è prevista per questo pomeriggio con la premiazione della migliore squadra
e del migliore avvocato generale.
CSM: MANCINO, LUNEDI'
VICENDA MESSINEO ALL'ESAME PRIMA ( da "Virgilio
Notizie" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: CSM Nicola Mancino, come atto
dovuto, ha trasmesso alla Prima Commissione, per le valutazioni di competenza,
gli articoli pubblicati venerdi' 6 marzo e oggi''. Lo rende noto un comunicato
del Csm aggiungendo che ''alla documentazione di stampa, il vicepresidente del
CSM ha altresi' allegato una nota riservata inviata dal Procuratore generale
presso la Corte di Appello di Palermo
Csm, donne spesso
scoraggiate a denunciare gli stupri
( da "Adnkronos" del
07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm, donne spesso scoraggiate a
denunciare gli stupri Il Consiglio superiore della magistratura avvia
un'indagine dopo la denuncia di un'associazione che lamenta una
"insufficiente sensibilità da parte delle forze di polizia nel momento
della raccolta della denuncia per maltrattamenti in famiglia".
MATTEO CASALE, LUIGI
MASTROMINICO E UMBERTO MARCONI SONO I TRE MAGISTRATI IN CORSA PER LA
PRESIDENZA... ( da "Mattino,
Il (Salerno)" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Matteo Casale, Luigi Mastrominico e
Umberto Marconi sono i tre magistrati in corsa per la presidenza della corte di
appello di Salerno. Per i prossimi giorni previsto l'inizio delle audizioni in
sede di commissione Csm. A PAG. 32
NUOVO PRESIDENTE DELLA
CORTE DI APPELLO: IL CSM AVVIA LE AUDIZIONI PER LA COPERTURA DEL POSTO
VACANT... ( da "Mattino,
Il (Salerno)" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: a partire dal vice presidente del
Csm Mancino. Lo scontro tra le correnti, all'interno del Csm, è duro. E non è
escluso che rispetto ad un equilibrio unitario, raggiunto per altre e anche
recenti assegnazioni di uffici direttivi, sul caso della corte di appello di
Salerno possano concentrarsi i voti di Mi, Md e Movimenti intorno alla
candidatura del salernitano Matteo Casale,
SI VOTA IL 29, 30 E 31
MARZO PROSSIMI. E NON SARà UN VOTO QUALSIASI, STVOLTA, PER RINNOVARE LA ...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: significativamente a Salerno dove
ci sono state le ultime tre pesanti sentenze disciplinari per l'ex procuratore
Apicella (sospeso da funzioni e stipendio) e gli ex pm Nuzzi e Verasani
(trasferiti rispettivamente ai tribunali di Latina e Cassino). Proprio Apicella
disse nei giorni della sentenza disciplinare del Csm: «Lascerò l'Anm, le quote
associative le devolverò ai bambini di Gaza».
CLAUDIO SARDO ROMA. SI STA
FACENDO STRADA NEL GOVERNO L'IDEA DI INDIRE IL REFERENDUM ELETTOR...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha la possibilità di sollevare un
conflitto di attribuzioni presso la Corte costituzionale. Eventualità che
potrebbe costringere il governo a fare marcia indietro e tornare alla data del
15 giugno. Di certo, a fronte del patto Berlusconi-Bossi, il Pd insisterà per
l'election day. E Franceschini presto annuncerà anche il sì al quesito.
Paviotti attacca l'uso
strumentale della vicenda bollette e Tubone
( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La recente sentenza della Corte
costituzionale non ha detto che noi abbiamo sbagliato bensì che la legge era
sbagliata ed io ho sostenuto che, a questo punto dovrebbe pagare chi ha
sbagliato la legge e dunque lo Stato». Dai rimborsi previsti, infine, andranno
dedotte le spese legate agli investimenti effettuati dal Consorzio, «ma questo
-conclude Paviotti-
Nuove opere, un miliardo
per scuola e carceri ( da "Gazzettino,
Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Emilia-Romagna, Toscana, Umbria,
Marche e Provincia autonoma di Bolzano. Giovedì sera, aggiunge Fitto, si è
trovato con le Regioni anche l'accordo sul piano casa, che sblocca 550 milioni
e ne assegna subito
Si apre un'altra stagione
di <veleni>al Palazzo di Giustizia di Palermo
( da "Sicilia, La" del
07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: estate del 2006 quando il Csm si
apprestava a decidere, tra i candidati in corsa, chi sarebbe stato il nuovo
procuratore. Il nome di Sergio Sacco, 67 anni, è riemerso di recente nel corso
del processo per l'omicidio di Giovanni Bonanno, vittima, l'11 gennaio 2007,
della «lupara bianca» per ordine del boss Salvatore Lo Piccolo.
Ecco perché non va abolito
il difensore civico del Veneto ( da "Gazzettino,
Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Come sancito in numerose recenti
sentenze della Corte costituzionale, il difensore civico regionale ha il potere
di controllo di legittimità degli atti degli enti locali, funzione che era
propria dell'abolito Coreco (Comitato Regionale di Controllo). L'ultima
motivazione riguarda il problema delle riduzione dei costi, cui i consiglieri
hanno il dovere di tendere.
Csm/ Mancino apre pratica
su caso Messsineo (Procura ( da "Virgilio
Notizie" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il Vice Presidente del CSM Nicola
Mancino, come atto dovuto, ha trasmesso alla Prima Commissione, per le
valutazioni di competenza, gli articoli pubblicati venerdì 6 marzo e oggi. Alla
documentazione di stampa, il Vice Presidente del CSM ha altresì allegato una
nota riservata inviata dal Procuratore generale presso la Corte di Appello di
Palermo dott.
Battisti/ Brasile,
opposizione chiede riforma su ( da "Virgilio
Notizie" del 07-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: precedente che valse ad annullare
il processo in corso per il colombiano Oliverio Medina). I giudici favorevoli
all'estradizione potranno argomentare che l'iter processuale compete al potere
giudiziario e non può essere interrotto dall'esecutivo, o in alternativa che
questo può sì sospendere la richiesta di estradizione ma non il processo,
( da "Trentino" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
«La bufera ci ha
colpito, ma siamo imparziali» Il presidente Mariuzzo riconosce gli errori dei
suoi giudici però difende il tribunale «I magistrati laici non influenzano le
nostre sentenze» LUCA PETERMAIER TRENTO. Dopo un anno di attacchi e bufere che
hanno travolto il suo tribunale, il presidente Francesco Mariuzzo ieri ha fatto
outing. L'occasione propizia si è rivelata l'inaugurazione dell'anno
giudiziario del Tar, celebrata ieri nella sede di via Calepina. Forse alcuni
giudici del Tar hanno sbagliato - ha detto il presidente - e di questo
risponderanno in sede disciplinare. «Ma - ha concluso - si tratta di situazioni
che non hanno influito in alcun modo sull'imparzialità delle decisioni del
Tar». C'era attesa per ascoltare ciò che il presidente Mariuzzo avrebbe letto
nella sua relazione. Di carne al fuoco - del resto - negli ultimi mesi ne era
stata messa parecchia. Prima il trasferimento per incompatibilità ambientale
del giudice togato Silvia La Guardia, poi il polverone che ha investito il
giudice di nomina provinciale Fiorenzo Tomaselli. La prima ha dovuto lasciare
Trento dopo la scoperta (rivelata da questo giornale) che la stessa giudice era
moglie di un noto avvocato lombardo che la Provincia aveva assunto come
consulente nel progetto per il collegamento sciistico Pinzolo Campiglio. E
proprio su quest'opera il giudice La Guardia dovette pronunciarsi nell'ambito
di un ricorso delle associazioni verdi. Il «caso Tomaselli», invece, è più
recente. La bufera scoppiò dopo la rivelazione (fatta qualche mese fa sempre
dalla stampa) di un suo lungo e poco opportuno colloquio con l'ex presidente
dell'A22 Silvano Grisenti, intercettato nell'ambito dell'inchiesta sugli
appalti sospetti. Tomaselli, sollecitato da Grisenti, parlava di alcuni ricorsi
al vaglio del tribunale e delle simpatie e antipatie del presidente Mariuzzo.
Nel corso del suo intervento di ieri, lo stesso presidente ha definito «inappropriato»
il colloquio di Tomaselli (presente in aula al suo fianco) per il quale, ha
aggiunto Mariuzzo, «potrà profilarsi una responsabilità disciplinare, ma non
penale». Sia per la giudice con il marito consulente che per il magistrato a
colloquio con l'indagato, Mariuzzo non ha fatto nulla per nascondere
l'imbarazzo e la condanna del tribunale. Ma - ha spiegato - «i comportamenti
dell'una e dell'altro sono comunque totalmente estranei alla genesi della loro
nomina, per concorso pubblico la prima e per designazione politica il secondo».
In questo modo il presidente ha subito smorzato le critiche - ormai ricorrenti
- sulla composizione locale del Tar nel quale siedono anche giudici scelti
dalla Provincia: il classico caso del controllato che nomina il controllore. La
relazione di Mariuzzo ha citato sentenze della Corte
Costituzionale, del Consiglio di Stato e persino della Corte di Strasburgo per
dimostrare come la giurisprudenza ammetta tribunali a composizione non
esclusivamente togata. Infine Mariuzzo ha negato con decisione che le sentenze
del suo tribunale abbiano un andamento più favorevole alla pubblica
amministrazione dichiarando che «nonostante l'inaspettata burrasca i
miei colleghi ed io confidiamo di poter proseguire il nostro lavoro mantenendo
il necessario equilibrio e serenità». Tra gli interventi più significativi va
segnalato quello del presidente dell'ordine degli avvocati di Trento Roberto
Bertuol. Il legale ha sollevato qualche dubbio sulla tendenza del Tar a far
pagare le spese di giudizio alla parte che risulta soccombente («questo
disincentiva i ricorsi»), riaffermando la piena fiducia del foro trentino
sull'operato del tribunale, «ma - ha concluso - con una maggiore preoccupazione
dopo i recenti clamori di cronaca».
( da "Corriere delle Alpi" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Tutti solidali con
Sangiorgio Tandura: «Un giudice che sapeva dialogare con le parti» IL CASO
BELLUNO. La notizia dell'incriminazione del dottor Carlo Sangiorgio per
omissione in atti d'ufficio ha provocato numerose reazioni al palazzo di
giustizia. Il magistrato, da 3 anni al tribunale di Roma, è accusato di aver
ritardato il deposito di decine di motivazioni di sentenze, nel periodo tra il
2002 e il 2006. Il 19 marzo dovrà presentarsi in Corte d'Appello di Trento per
l'udienza preliminare. Ma nel frattempo sono stati molti gli attestati di stima
nei confronti del magistrato che per anni ha lavorato a Belluno. è chiara la
posizione del presidente del consiglio dell'Ordine degli avvocati, Franco
Tandura. «Confermo che il Consiglio dell'Ordine forense ha ritenuto opportuno
esprimere la propria solidarietà con un documento al giudice Sangiorgio. Una
decisione presa all'unanimità. Ritengo che le doti di un magistrato non si
possano valutare solo nella quantità e nella puntualità del lavoro svolto. è vero che nel mirino del Csm finiscono le responsabilità dei
magistrati in ordine ai tempi e Sangiorgio paga il prezzo di presunte
inadempienze. Ma non è scaricando sui giudici responsabilità, che molte volte
non hanno, che si risolva il problema dei tempi della giustizia. Questo
può far comodo a qualcuno. Ben altra è la questione». Secondo Tandura il
problema è nelle risorse. «Facendo così - aggiunge - si mettono fuori gioco
giudici del valore di Sangiorgio, e non solo dai punti di vista tecnico e
professionale. Sangiorgio aveva la capacità di dialogo con le parti e grande
equilibrio, la non influenzabilità e non ultima l'umiltà». Il presidente del
tribunale di Belluno Arturo Toppan precisa: «I ritardi nelle sentenze sono
stati tutti ripianati dal dottor Sangiorgio. In tribunale a Belluno ora i
magistrati non hanno più ritardi. Sulla vicenda giudiziaria? Difficile
esprimere un giudizio, anche perché se ne occupano i magistrati trentini.
Sicuramente Sangiorgio non era uno scansafatiche». Laconico l'avvocato Roberto
Pregaglia, presidente della Camera penale di Belluno e dell'Unione delle Camere
penali del Veneto: «Sapere che un magistrato del calibro di Sangiorgio debba
affrontare un'udienza preliminare con un simile capo d'incolpazione desta in me
una profonda amarezza».
( da "Corriere delle Alpi" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ABUSI IN FAMIGLIA La
polizia dissuade le donne dal presentare la denuncia ROMA. Tante voci per dire
no alla violenza maschile, no alla strumentalizzazione che la politica fa delle
donne per ottenere consensi. E' il leit motiv che oggi, 7 marzo, legherà le migliaia
di donne che scenderanno in piazza in tante città italiane in occasione della
Festa della donna. Sotto accusa anche gli ultimi provvedimenti del governo
considerati «razzisti» ed «autoritari». E da uno studio dell'associazione
"Donne in rete contro la violenza" arriva un nuovo allarme. Le donne
sarebbero scoraggiate a presentare denuncia per maltrattamenti o violenza
sessuale in famiglia proprio dalle forze di polizia che le dovrebbero tutelare.
Lo studio è ritenuto «importante» dallo stesso Consiglio superiore della
magistratura, al punto da spingerlo ad avviare una propria ricerca tra i
presidenti di tribunale e i procuratori della Repubblica. Lo studio ha messo
insieme i dati raccolti dalla Rete di avvocati presenti in 28 città italiane e
i risultati, riportati in una delibera del Csm, sono
sconfortanti: c'è «un'insufficiente sensibilità da parte delle forze di polizia
nel momento della raccolta della denuncia per maltrattamenti in famiglia»; un
fenomeno «che si manifesta con il tentativo di dissuadere la donna a
presentarla, con la minimizzazione della vicenda e con la comunicazione
dell'iniziativa al soggetto denunciato per attuare un tentativo di
conciliazione inopportuno anche per possibili ricadute negative sul
piano della protezione della vittima». Lo stesso avviene persino in presenza di
fatti ancora più gravi, quando ai maltrattamenti è connessa la violenza
sessuale.
( da "Nuova Sardegna, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 3 - Fatto del
giorno Sorride il «partito del mattone» Prossimo passo: modifica del Piano
paesaggistico regionale LO SCENARIO IN SARDEGNA Possibili tensioni politiche all'interno
della maggioranza PIERO MANNIRONI ROMA. Il partito del mattone «torna a
sorridere». Il nuovo presidente della Regione Ugo Cappellacci, prima ancora di
formare il suo governo, è infatti corso dal suo grande sponsor politico Silvio
Berlusconi per fornirgli un formidabile "assist": dare il suo ok
preventivo al disegno di legge che il Cavaliere ha definito con enfasi retorica
«la rivoluzione dell'edilizia». Che poi, tradotto in parole povere, significa
questo: aumenti di cubature fino al 20% nell'edilizia residenziale (30% in caso
di ristrutturazioni), agevolazioni fiscali per questo tipo di interventi,
procedure e autorizzazioni semplificate (con conseguente indebolimento dei
controlli) e un'attenuazione delle sanzioni per gli abusi edilizi. Per concludere,
infine, la previsione di un «ravvedimento operoso» che sa tanto di condono
strisciante. Berlusconi ha infilato il disegno di legge nel "pacchetto
anticrisi", sostenendo che la legge ridarebbe ossigeno al comparto
dell'edilizia, che oggi naviga in un mare di difficoltà. Sarà anche, ma non può
non colpire il fatto che, prima di portare il testo in consiglio dei ministri,
Berlusconi abbia voluto avere il supporto di due governatori a lui molto
vicini: Giancarlo Galan, presidente del Veneto, e, appunto, Cappellacci. E'
come un "affidavit", la firma su una cambiale politica, con la quale
il Cavaliere supererebbe facilmente il confine giuridico delle competenze,
fissato dall'articolo 117 della Costituzione, cuore della riforma del Titolo
Quinto della carta fondamentale dello Stato. La nuova norma sull'edilizia,
infatti, è come un testo-base che viene proposto alle Regioni, le quali,
esercitando la loro competenze statutarie, la possono recepire e quindi, fatta
propria, la possono applicare. Si supererebbe così il complesso rapporto tra la
competenza esclusiva dello Stato nella «tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e
dei beni culturali» e quella invece concorrente del «governo del territorio». Un rapporto difficile sul quale si è pronunciata anche la Corte
Costituzionale nel febbraio del 2006, con la sentenza numero 51. Il disegno di
legge che Berlusconi proporrà nel prossimo consiglio dei ministri rappresenta
soprattutto la premessa a un radicale cambio di filosofia, in Sardegna,
sull'edificazione residenziale e turistica nelle coste. D'altra parte,
la rottura con la politica dei vincoli è stato uno dei temi dominanti della
campagna elettorale e i risultati delle urne hanno dato una risposta
inequivocabile: il centrodestra ha vinto in 67 dei 72 comuni costieri della
Sardegna. L'interpretazione di questo dato non è poi tanto difficile: è
semplicemente il trionfo del "partito del cemento". Certo, la strada
verso una deregulation nel settore delle costruzioni non è facile. Si dovrà
infatti superare prima di tutto lo scoglio del Testo unico sull'edilizia e poi
aprire ampi varchi nel Piano paesaggistico regionale. Ostacoli comunque non
insuperabili. Per quanto riguarda il Ppr, per esempio, Cappellacci ha già
annunciato che sarà una delle prime riforme che affronterà la "sua
giunta". Ha cioé fatto capire con molta chiarezza che il Piano
paesaggistico sta molto stretto alla sua concezione di tutela ambientale. E
proprio a proposito della "sua giunta", viene oggi da chiedersi se
l'iniziativa di Cappellacci avrà conseguenze politiche. Se cioé assumersi una
responsabilità "pesante" come questa senza un preventivo confronto
con gli alleati, e soprattutto prima ancora di avere formato la sua squadra di
governo, possa creare serie turbolenze all'interno della coalizione. E poi,
dopo una campagna elettorale fortemente caratterizzata dall'invadenza del
presidente del Consiglio, molti alleati si aspettavano che Ugo Cappellacci
cercasse di smarcarsi un po' dall'ingombrante presenza del Cavaliere. Per darsi
un'immagine di autonomia e dare così maggiore credibilità al suo programma. E
invece il nuovo presidente della Regione inaugura il suo mandato con una
missione solitaria, e non concordata, ad Arcore per dare sostegno al presidente
del Consiglio. Il "partito del cemento", dunque, torna a sorridere
dopo gli "anni bui" del governo Soru. Si tratta adesso di vedere in
quali tempi e con quali modalità la lobby del mattone riprenderà la sua
occupazione soprattutto nelle aree oggi interdette. E soprattutto quali
resistenze troverà. Dal fronte ambientalista, infatti, arrivano squilli di
guerra. Il commento del portavoce del Gruppo di Intervento Giuridico, Stefano
Deliperi, è laconico, ma estremamente chiaro: «Per quello che potremo fare, gli
renderemo la vita impossibile». E' questo sicuramente l'inizio di una stagione
conflittuale, nella quale si giocherà anche il destino di aree
naturalisticamente pregiate e fragili. Ma sarà soprattutto il momento della
verità nel confronto tra due modelli di sviluppo, tra due filosofie politiche
che hanno una forte trasversalità. Non è perciò detto che i numeri sui quali
Cappellacci sostiene il proprio ruolo siano alla fine sufficienti per garantire
l'avanzata del "Partito del mattone". Un'ultima riflessione: sarà
anche interessante vedere se il disegno di legge sul quale Cappellacci ha già
detto sì a Berlusconi potrà diventare in futuro il grimaldello per far fiorire
i sogni di cemento di Marina Berlusconi a Costa Turchese.
( da "Nuova Sardegna, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
L'ultima legislatura
Consiglio, più sedute e meno leggi CAGLIARI. Quando sta per iniziare la
quattordicesima legislatura (il Consiglio si riunirà al massimo il 22 di questo
mese), si fanno i conti sull'ultimo quinquennio nel quale ci sono state più
sedute e maggiore durata dei lavori assembleari, ma meno leggi approvate. è
quanto emerge dai dati statistici elaborati dagli uffici del Consiglio regionale
sulla legislatura 2004-2009 e raffrontati con quelli del periodo 1999-
( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Richiesta al gip del
sostituto procuratore, ma la parte offesa annuncia opposizione Estorsione, sei
bancari verso l'archiviazione MONTECATINI. Una richiesta di archiviazione per
sei tra dirigenti e funzionari di banca e un professionista consulente del
tribunale, indagati a vario titolo per estorsione, ricettazione, falsa perizia
e interpretazione all'abuso di ufficio, è stata avanzata dal sostituto
procuratore Ornella Galeotti. Ma la parte offesa, un usurato, annuncia
opposizione a tutti i livelli. La storia. Il procedimento risale al 2006 quando
i sette finirono sul registro degli indagati nell'ambito di un'inchiesta
stralcio più ampia iniziata alcuni anni prima a Udine e conclusasi con la
condanna di tre usurai. Vittima degli strozzini Giuseppe Paoli, 51 anni,
capannorese per lunghi anni residente a Montecatini. Per l'indagine sull'usura
ai primi di febbraio è stato notificato l'avviso di chiusura delle indagini a
undici bancari. Verso l'archiviazione. Secondo la Procura non hanno commesso i
reati per cui sono stati indagati il presidente dell'ex Credito cooperativo di
Alberghi, oggi Banca di Pescia, Franco Papini; il direttore generale Riccardo
Arretini; il vice direttore generale Tiziano Berti; l'ex direttore della
filiale di Capannori, Nicola Matteoni; l'ex direttore della filiale
montecatinese del Monte dei Paschi di Siena, Daniele Braconi; un funzionario
della stessa Mps, Giordano Barbesi. Il settimo è Maurizio Mariottini, geometra,
consulente tecnico di parte (ctu) del giudice nel procedimento legato
all'esecuzione immobiliare. La contestazione. La parte offesa contestava
l'attribuzione di un valore dell'immobile messo all'asta dalle banche coinvolte
nell'indagine più bassa di quello reale. Secondo le ipotesi investigative della
Procura della Repubblica di Udine emergerebbe un disegno per appropriarsi dei
beni del montecatinese facendo leva su un debito di una società di capitali di
cui era socio. A Paoli, stando sempre all'ipotesi della procura di Udine,
sarebbero stati concessi finanziamenti e crediti sempre più importanti in modo
da condurlo al punto di non ritorno, per potersi appropriare delle sue
proprietà immobiliari. Opposizione. L'avvocato Mario Griffo, che assiste
Giuseppe Paoli, non accetta la decisione della Procura della Repubblica di
Pistoia. «Ci opporremo alla richiesta di archiviazione -
afferma - e invieremo il nostro ricorso oltre che al gip di Pistoia anche al
Csm, al ministero di Grazia e Giustizia, alla Procura Generale di Firenze e
alla Procura della Repubblica di Genova. Vogliamo sia fatta luce sulle indagini
e sulle lungaggini che hanno accompagnato questa inchiesta a Pistoia». P.B.
( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Lucca. La Corte Costituzionale respinge le eccezioni sulle tasse
sollevate dalla commissione tributaria Valide le cartelle " mute" Si
deve pagare anche se manca il responsabile dell'atto LUCCA. Sono valide le
cosiddette "cartelle mute" e cioè quelle mancanti della indicazione
del responsabile del procedimento. Così ha stabilito la Corte
Costituzionale con sentenza 58/2009, respingendo le eccezioni di
incostituzionalità sollevate da varie commissioni tributarie di tutta Italia
(fra le quali quella di Lucca, sezione 2, presidente Terrusi). Molti sono i
contribuenti lucchesi delusi da questo intervento della Corte, che accetta
perfino che il legislatore dal 1º giugno 2008, possa comminare la nullità a
cartelle che fino al giorno prima considerava valide. Ora dovranno pagare. In
Lucca IV SEGUE A PAGINA 4
( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina III - Napoli
La ricostruzione della vicenda che ha scosso Palazzo San Giacomo Drammi,
arresti e polemiche i 79 giorni di Magnanapoli Le dimissioni di Cardillo e il
suicidio di Nugnes anticiparono il ciclone giudiziario DARIO DEL PORTO Alla
fine di novembre due eventi scuotono la città nel giro di 48 ore: le dimissioni
a sorpresa dell´assessore al Bilancio della giunta Iervolino, Enrico Cardillo,
che lascia l´incarico per «dedicarsi all´università»; e il suicidio dell´ex assessore
Giorgio Nugnes, coinvolto nelle indagini sui disordini di Pianura. Quale che
sia la reale motivazione dei due gesti, è questo il momento in cui le
indiscrezioni su un´indagine potenzialmente clamorosa, fino ad allora rimaste
ad avvelenare i palazzi del potere, irrompono sui media di tutta Italia. Emerge
che tre pm, Vincenzo D´Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli,
coordinati dal procuratore aggiunto Franco Roberti, stanno indagando sulle
relazioni dell´imprenditore Alfredo Romeo e sull´attribuzione di appalti
rilevantissimi come quello per il Global Service. è un altro fascicolo
scaturito dalla "madre di tutte le inchieste", l´indagine avviata
dalla Procura e dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere sul piccolo caso di
una contravvenzione non pagata e poi via via ingrossatasi. Da lì era partita
l´inchiesta sull´Udeur e Clemente Mastella che, un anno fa di questi tempi,
assestò la definitiva spallata al governo Prodi. E sempre dallo stesso
procedimento è nato il capitolo sugli appalti che in codice, per gioco ma non
troppo, i magistrati del Centro direzionale hanno voluto chiamare
"Magnanapoli". Il 17 dicembre, per ordine del gip Paola Russo,
Alfredo Romeo finisce in carcere e altre dodici persone vanno agli arresti
domiciliari: ci sono anche quattro fra assessori ed ex assessori della giunta
Iervolino: Giuseppe Gambale (tornato libero ieri) Enrico Cardillo, Felice
Laudadio e Ferdinando Di Mezza, che saranno poi rimessi in libertà il primo dal
Riesame e gli altri due dal gip Russo. L´indagine, si apprende, coinvolgeva
anche Nugnes. La Procura chiede l´arresto anche per due deputati, Italo
Bocchino del Pdl e Renzo Lusetti, la cui posizione sarà poi
stralciata in attesa delle valutazioni della Corte Costituzionale sull´utilizzo
delle intercettazioni telefoniche di parlamentari. Pur scossa dal terremoto
giudiziario, il sindaco Iervolino sostituisce gli arrestati e va avanti.
Sentita come teste dai pm, non esita a definire «sfrantummati» i suoi ex
assessori, salvando dal caustico giudizio il solo Laudadio. L´indagine
si snoda fra polemiche e veleni politici, mentre le intercettazioni disegnano
uno spaccato di rapporti che fa discutere. Per tre volte il gip Russo respinge
l´istanza di scarcerazione presentata dai difensori di Romeo. Il Riesame conferma
il tessuto centrale dell´inchiesta. In Procura vengono sentiti come testi
Francesco Rutelli e Antonio Di Pietro, quest´ultimo per fatti riguardanti un
altro filone, che ruota attorno all´ex provveditore alle Opere pubbliche Mario
Mautone, nel quale è stato intercettato anche il figlio Cristiano. Il 27
gennaio la Procura chiude l´inchiesta, il 15 febbraio le 16 richieste di rinvio
a giudizio, imputato anche il deputato del Pdl Amedeo Laboccetta. Ora, 79
giorni dopo quel 17 dicembre, è tutto davanti al gup. Già in primavera potrà
arrivare la prima sentenza.
( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 4 - Lucca
Tasse, sono valide le cartelle " mute" Respinto il ricorso all'Alta Corte tanti cittadini dovranno pagare LUCCA. Sono valide le
cosiddette "cartelle mute" e cioè quelle mancanti della indicazione
del responsabile del procedimento. Così ha stabilito la Corte Costituzionale
con sentenza 58/2009, respingendo le eccezioni di incostituzionalità sollevate
da varie commissioni tributarie di tutta Italia (fra le quali quella di
Lucca, sezione 2, presidente Terrusi). Molti sono i contribuenti lucchesi
delusi da questo intervento della Corte, che accetta perfino che il legislatore
dal 1º giugno 2008, possa comminare la nullità a cartelle che fino al giorno
prima considerava valide. La vicenda delle cartelle chiamate correntemente
"mute", avrebbe certamente avuto un epilogo diverso, se di mezzo non
ci fossero stati tanti interessi da difendere per conto della società di
riscossione Equitalia e conseguentemente per conto dell'erario. Si pensi che,
soltanto nella nostra provincia, il valore delle cause pendenti relative a
questa seguita vertenza, è stimato, con una certa approssimazione, intorno ai
cinque milioni di euro. In certi casi evidentemente, non ha alcun significato
il famoso aforisma "chi sbaglia paga", perché qui a pagare è sempre e
comunque il cittadino. Il quale dal 1948 rimane ancora in attesa che si dia
attuazione all'articolo 97 della Costituzione, che era stato posto a garanzia
del buon andamento e dell'imparzialità dell'amministrazione. Tante le eccezioni
di incostituzionalità sollevate dalla commissione tributaria di Lucca
(presidente Francesco Terrusi, relatore avvocato Baldini) davanti alla Corte,
che però le ha respinte ritenendo valide la cartelle "mute". In
merito all'articolo 3 della Carta fondamentale (tutti i cittadini sono eguali
davanti alla legge) si eccepiva che risulta violato in ragione della disparità
di trattamento del contribuente destinatario della notificazione di una
cartella di pagamento prima e dopo il 1º giugno 2008, nonché per
irragionevolezza ed incoerenza della norma che, riconoscendo e sanzionando un
vizio di nullità per il futuro, al contempo lo sana per il periodo precedente a
quella data. Era ritenuto violato, dai ricorrenti, anche il principio costituzionale di diritto alla difesa e del giusto processo
per tutti coloro i quali, avendo ricevuto una cartella di pagamento priva
dell'indicazione del responsabile, prima del primo giugno 2008, vedono ridursi
la possibilità di difendersi efficacemente dalla pretesa tributaria,
considerata la sanatoria della nullità rilevata. La norma era quindi apparsa
lesiva delle prerogative del potere giudiziario, nella misura in cui - a
giudizio dei ricorrenti - va ad incidere sugli articoli della Costituzione che
prevedono che i giudici siano soggetti soltanto alla legge, che non possono
essere istituiti giudici straordinari o giudici speciali, che è assicurata
l'indipendenza dei giudici. Infine i ricorrenti ritenevano leso il principio di
buon andamento e imparzialità dell'operato della pubblica amministrazione,
violato nella misura in cui il contribuente non viene posto in condizione di
conoscere l'autore dell'atto impositivo, al fine di proporre contestazioni e
porre in rilievo eventuali responsabilità, per le procedure adottate fino a
tutto il periodo del mese di maggio 2008.
( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
DECISIONE
CONTRADDITTORIA MESSA UNA PIETOSA TOPPA DALLE CONSEGUENZE PESANTI Tutto ha
avuto inizio nel novembre 2007, quando la Corte
Costituzionale, con ordinanza numero 377, censurò l'operato dei concessionari
della riscossione (Equitalia) che nelle cartelle di pagamento non indicavano il
responsabile del procedimento in violazione dell'articolo 7 dello Statuto dei
diritti del contribuente che espressamente stabiliva: "Gli atti
dell'amministrazione finanziaria e dei concessionari della riscossione devono
tassativamente indicare... il responsabile del procedimento...". In quella
occasione la Corte osservava che "... l'obbligo imposto ai concessionari
di indicare nelle cartelle di pagamento il responsabile del procedimento, lungi
dall'essere un inutile adempimento, ha lo scopo di assicurare la trasparenza
dell'attività amministrativa, la piena informazione del cittadino (anche ai
fini di eventuali azioni nei confronti del responsabile) e la garanzia del
diritto di difesa, che sono altrettanti aspetti del buon andamento e
dell'imparzialità della pubblica amministrazione predicati dall'art. 97 della
Costituzione...". A questo punto il legislatore corre immediatamente ai
ripari, stabilendo con l'articolo 36 (decreto "mille proroghe"), che
la nullità riguardava soltanto le cartelle notificate dopo il 1º giugno 2008,
ma non anche quelle notificate in precedenza. Questa alzata d'ingegno fu
definita da parte dei più accreditati giuristi un infelice, discutibile
tentativo di mettere una pietosa "toppa" alle pesanti conseguenze
derivanti dalla mancata osservazione della legge da parte di Equitalia. Di
fronte alle tante eccezioni sollevate da varie commissioni tributarie, la Corte
Costituzionale oggi, stabilisce la piena validità delle cartelle già censurate,
e legittima la scelta del legislatore, salvando così gli interessi erariali. La
consulta rileva poi che l'articolo 7 dello Statuto dei diritti del
contribuente, pur affermando la "tassatività" della indicazione del
responsabile del procedimento, non commina la sanzione di nullità della
cartella per violazione della disposizione indicata. Come se la legge fosse
fatta per essere violata impunemente quando al precetto non corrisponda una
precisa sanzione. La regola generale è invece quella che la legge è emanata per
essere osservata (altrimenti non avrebbe alcun senso emetterla) e che, per
garantirne l'osservanza, non debbono affatto essere previste comminatorie di
nullità o di annullabilità degli atti adottati in violazione: l'osservanza
della legge è garantita dalla sua cogenza, che verrebbe meno qualora potesse
essere impunemente violata. Purtroppo, sia il legislatore che il giudice
dovrebbero evitare di pensare soltanto alle immediate esigenze di cassa,
lacerando continuamente il sistema con norme o giudizi di comodo, guardando
invece, come sempre si dovrebbe fare, al superiore bene della "certezza
del diritto". Giampiero Della Nina
( da "Cittadino, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La
"signora" della giustizia Adriana Garrammone guida il tribunale di
Lodi E'stata la prima presidente donna di un tribunale ordinario in Lombardia e
quando si è insediata ufficialmente a Lodi, il 15 settembre del 2005, è stata
accolta con un enorme mazzo di rose: Adriana Garrammone, magistrato dal 1967, è
comunque ancora tra le poche donne in Italia ad avere questa responsabilità, in
tutto meno di dieci. «Questo "primato" è figlio di un fatto storico
spiega la presidente Garrammone -: fino al 1963 infatti nel nostro Paese essere
uomini era uno dei requisiti per entrare in magistratura». E a rompere un tabù
che oggi appare fuori da ogni logica, ma che è figlio di una Storia che ha
quasi sempre visto gli uomini al potere, era stata ovviamente una donna, che,
esclusa dal concorso, aveva presentato, e vinto, un ricorso
approdato alla Corte costituzionale. Nessuna concessione degli uomini, quindi. «Di anno in anno le
donne in magistratura sono diventate sempre di più, soprattutto negli ultimi
lustri, perché le donne studiano molto e vincono i concorsi prosegue la
presidente -, ma il fatto che siamo ancora relativamente poche nelle posizioni
di vertice dipende dai tempi della carriera. Comunque stiamo arrivando
anche alla guida di un numero sempre maggiore di procure».Presidente, perché ha
scelto di fare il giudice?«Per poter fare giustizia. Non è assolutamente
semplice, ma è comunque un impegno ricco di stimoli. Mette insieme lo studio,
continuo, con la precisione, la pazienza, tutte doti indispensabili sia nel
campo civile sia in quello penale. E si fa una grande esperienza umana: si
entra in contatto quotidianamente con parti, mariti, mogli, imputati, avvocati,
testimoni, espressione di tantissime realtà diverse. E poi si arriva al momento
più difficile: la decisione».Prima al tribunale di Monza, la sua città, quindi
alla pretura di Milano, dal 1997 presidente dell'ottava sezione del tribunale
di Milano, dove ha giudicato anche fatti di criminalità organizzata e
terrorismo internazionale, da anni è protetta, costantemente ma con
discrezione, da una scorta. Sceglierebbe ancora questa
professione?«Senz'altro».Il fatto di essere donna in una giustizia che, al suo
ingresso, era degli uomini, l'ha fatta sentire in qualche modo in
minoranza?«Non mi sono mai ritenuta discriminata. Quando dovevo vincere i
concorsi, li ho sempre vinti».E ora anche a Lodi il panorama è mutato...«Sì,
forse tra un po' si parlerà di "quote azzurre": in procura ci sono
due uomini e due donne, tra tribunale e ufficio gip dieci donne e due soli
uomini, ma qui l'arrivo di due uditori a settembre ristabilirà un po' gli
equilibri. "Colore" a parte, oggi un problema vero della giustizia, e
a Lodi ne soffriamo in modo particolare, è però quello della mancanza di
personale amministrativo: i concorsi sono bloccati e quando il personale se ne
va, per qualsiasi motivo, non può essere sostituito. Questi richiede impegno da
parte di tutti, continui sforzi di riorganizzazione, e devo dire che in questo
palazzo tutti si stanno spendendo molto».Carlo Catena
( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 12 - Cronaca
Assemblea dei sostituti in sostegno del procuratore: "Il cognato non è
indagato" Palermo, i pm difendono Messineo ma il Csm vuole aprire
un´inchiesta Alla fine dell´incontro una nota per definire "cose
passate" le accuse a Sacco FRANCESCO VIVIANO PALERMO - Il Consiglio
superiore della Magistratura si occuperà dell´ultimo «Caso Palermo», la vicenda
relativa alle indagini sul clan dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, padre e
figlio, arrestati nei mesi scorsi e nella quale è coinvolto anche il boss
Sergio Maria Sacco, cognato del procuratore della Repubblica di Palermo,
Francesco Messineo. A sollecitare l´apertura di una pratica in prima
Commissione del Csm è il consigliere laico, Gianfranco
Anedda. «Il Csm non può rimanere indifferente di fronte a una vicenda di questo
genere. Se il vice presidente Nicola Mancino non aprirà d´ufficio una pratica
sul caso, credo che lo chiederemo noi lunedì prossimo, quando si riunirà la
Prima Commissione», ha dichiarato Anedda che ha chiesto di sentire sulla
spinosa vicenda il procuratore generale di Palermo, Luigi Croce. La
pubblicazione della notizia del coinvolgimento del cognato del Procuratore di
Palermo nelle inchieste su omicidi, traffici di droga ed omicidi del clan Lo
Piccolo e che da mesi girava con enorme imbarazzo negli uffici giudiziari, ha
provocato ieri mattina una riunione del procuratore Messineo con i suoi
aggiunti al termine della quale hanno diramato un comunicato nel quale svelano
che il cognato del Procuratore, non è iscritto nel registro degli indagati
perché nei suoi confronti non sarebbero emersi «nuovi indizi tali da
giustificarne l´iscrizione». Nel comunicato viene sottolineato che le inchieste
giudiziarie (almeno una decina in questi ultimi anni, fino al 2008) che
riguardano il cognato del Procuratore sono «cose passate», già vagliate dal Csm
che le ha ritenute «ininfluenti» quando nominò Messineo (2006) procuratore
della Repubblica di Palermo. Sergio Maria Sacco, fratello della moglie del
procuratore Messineo, è stato tirato in ballo nel gennaio del 2006, quando i
carabinieri intercettarono una conversazione della moglie di Giovanni Bonanno,
sequestrato ed ucciso dai Lo Piccolo, dove la donna raccontava al suo
interlocutore che proprio Sacco, amico e socio del defunto boss Armando Bonanno
(padre di Giovanni) gli aveva consigliato di andare via da Palermo perché i Lo
Piccolo volevano ucciderlo. E nel dicembre del 2008 la vedova di Giovanni
Bonanno, in un´aula di Corte d´Assise di Palermo, ha confermato quanto era
stato trascritto nelle intercettazioni telefoniche.
( da "CittadinoLex" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
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| Stato | Testo Illegittima la legge che consentiva di rendere più sfavorevole
il giudizio della commissione di disciplina Il ministero non può inasprire la
sanzione al sottufficiale (Corte costituzionale 62/2009) di Ludovico Fraia È irragionevole che un'autorità
superiore ma esterna alla commissione di disciplina possa rendere più severa la
sanzione prevista per un sottufficiale delle Forze armate. I giudici
costituzionali hanno così dichiarato illegittimo l'articolo 75 della legge 31
luglio 1954 numero 99 (Stato dei sottufficiali dell'Esercito, della
Marina e dell'Aeronautica), nella parte in cui prevede la possibilità, per
l'organo competente all'adozione delle sanzioni disciplinari di stato, di
discostarsi dal giudizio della Commissione di disciplina non solo in senso più
favorevole all'incolpato ma, sia pure soltanto in casi di particolare gravità,
anche a sfavore di questo. Proprio quest'ultima previsione non è andata giù
alla quarta sezione del Consiglio di Stato nel corso di un giudizio avente ad
oggetto la impugnazione della sentenza con la quale il Tribunale amministrativo
regionale del Lazio aveva rigettato il ricorso contro la sanzione disciplinare
della perdita del grado per rimozione di un sottufficiale dell'Esercito. I
supremi giudici amministrativi hanno ritenuto che permettere al ministro o il
responsabile della struttura amministrativa di peggiorare la sanzione fosse una
violazione dell'articolo 3 della Costituzione sull'uguaglianza e dell'articolo
97 sulla salvaguardia dell'imparzialità e del buon andamento della
amministrazione e la Corte costituzionale è stata
d'accordo. Del resto l'inasprimento della sanzione era proprio quello che era
capitato ad A. C. condannato alla pena detentiva di un anno a quattro mesi di
reclusione, a seguito di "patteggiamento", in relazione ad una
imputazione di detenzione a fini di "spaccio" di sostanze
stupefacenti. Il sottufficiale aveva impugnato il provvedimento col quale il
direttore generale de ministero della Difesa, nonostante il «parere favorevole
a conservare il grado espresso dalla Commissione di disciplina», aveva irrogato
nei suoi confronti la sanzione disciplinare della perdita del grado per
rimozione. (06 marzo 2009)
( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
al sant'alessandro
--> Sabato 07 Marzo 2009 CRONACA, pagina 19 e-mail print Relatori
d'eccezione ieri a Bergamo per l'incontro su «Le recenti novità del giudizio
avanti la Corte di Cassazione» organizzato dall'Associazione provinciale
forense (Anp), con il patrocinio dell'Ordine degli avvocati, e svoltosi
all'auditorium del collegio Sant'Alessandro (nella foto Bedolis il tavolo con
relatori e organizzatori). A tracciare un quadro della nuova disciplina che
norma il terzo grado di giudizio c'erano il primo presidente della Cassazione,
Vincenzo Carbone, che ha svolto la relazione introduttiva, e Romano Vaccarella,
ex giudice della Corte costituzionale e ordinario di Diritto civile all'Università La Sapienza di
Roma, che ha sviluppato il tema del controllo preventivo dei ricorsi e del
vaglio di ammissibilità. Ha concluso i lavori Mariacarla Giorgetti, docente di
Diritto civile e di diritto fallimentare all'Università di Bergamo, che
ha parlato della prassi applicativa della Cassazione sui quesiti di diritto e
sulla loro possibile soppressione. 07/03/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE
( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-07 - pag: 3 autore: Piano casa. Decisiva
la Conferenza unificata del 12 marzo Ok in vista per 5-6mila alloggi Massimo
Frontera ROMA Strada in discesa per il piano casa. Salvo colpi di scena, il
decreto attuativo dovrebbe ricevere l'ok dalla Conferenza unificata di giovedì
12 marzo, per poi attendere soltanto il primo Cipe utile. La principale
conseguenza della pace siglata con le Regioni è lo sblocco di 200 milioni per
interventi abitativi urgenti, che potrebbe tradursi in 5-6mila alloggi
"cantierabili". La disponibilità dei Comuni a partecipare alla
prossima conferenza arriverà dopo un incontro ottenuto con il premier Silvio
Berlusconi per martedì o mercoledì prossimo. I 5-6mila alloggi "cantierabili"
sono una quota degli oltre 11.800 indicati nel
( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del
07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato 07 Marzo 2009
Chiudi VELLETRI Commiato di Ferraro Si è tenuto ieri il
commiato del presidente del Tribunale di Velletri Bruno Ferraro, che dopo otto
anni termina il suo incarico per andare a dirigere il Tribunale di Tivoli. Il
suo posto sarà affidato al presidente della sezione penale Antonio Gannino, in
attesa della nomina da parte del Csm. Ferraro era arrivato a Velletri nel
settembre del 2001.
( da "Italia Oggi" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Edilizia e Territorio data: 07/03/2009 - pag: 10 autore: di Simonetta Scarane e
Simona d'Alessio Il programma da 500 milioni per l'edilizia pubblica sbloccato
dopo l'intesa tra il governo e le regioni Riparte il piano per le case sociali
Matteoli: siamo pronti. Stati generali delle costruzioni ad aprile Il governo e
le regioni hanno siglato giovedì sera e «dopo una lunga trattativa» il Piano
casa da 550 milioni di euro che ora andrà al prossimo consiglio dei ministri
per l'approvazione. Si sbloccano così le risorse che verranno assegnate alle
regioni. Le regioni «ritireranno i ricorsi che avevano
presentato alla Corte costituzionale», ha fatto sapere il ministro per i rapporti con le regioni,
Raffaele Fitto. Il Piano casa approderà sul tavolo del prossimo consiglio dei
ministri, secondo quanto ha dichiarato il premier Silvio Berlusconi, parlando
di «effetti eccezionali» per l'economia perché le costruzioni, ha spiegato,
«comportano la messa in moto di tanti altri settori». Una boccata d'ossigeno,
insieme al piano delle opere approvato ieri dal Cipe che dovrebbe riuscire a
invertire l'andamento negativo dell'industria delle costruzioni, che nel 4°
trimestre
( da "Messaggero, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato 07 Marzo 2009
Chiudi ROMA Il piano casa fa un passo avanti. Il governo ha infatti definito
ieri l'accordo con le regioni. Lo ha annunciato ieri il ministro per le
politiche regionali Raffaele Fitto al termine del consiglio dei ministri.
«L'intesa ha spiegato il ministro prevede lo sblocco immediato delle risorse e
l'assegnazione alle Regioni di una quota pari a 200-250 milioni su 550 milioni
in cambio della rinuncia ai ricorsi alla Corte
Costituzionale». La cifra rimanente sarà reperita nella prossima Finanziaria. I
fondi sono quelli destinati dal governo Prodi al vecchio piano per l'edilizia
abitativa che la manovra triennale approvata a giugno aveva dirottato sul nuovo
piano casa, innescando un contenzioso con le Regioni che si erano rivolte alla
Consulta per ottenerne la restituzione. «Il governo ha riconosciuto
finalmente le nostre ragioni dichiara al Messaggero il presidente della
Conferenza delle regioni, Vasco Errani che ha firmato l'intesa con Fitto e questo
ci consentirà di rimettere in moto i piani regionali per l'edilizia che erano
già stati avviati in molte regioni e che la manovra triennale aveva avuto il
paradossale effetto di bloccare. Quelle Regioni che erano già pronte, potranno
partire subito perché viene loro riconosciuta una priorità sulla disponibilità
dei fondi. Sarà così favorito l'effetto anticiclico. Le Regioni stanno facendo
uno sforzo enorme per destinare risorse ad investimenti». «Sono pienamente
soddisfatto dell'accordo raggiunto che impegna consistenti risorse per
affrontare l'emergenza di una tensione abitativa che colpisce molte famiglie»,
ha aggiunto il ministro Fitto. Resta ancora da trovare però l'accordo con i
Comuni che giovedì, alla vigilia del consiglio dei ministri, non si sono
presentati alla conferenza Stato-Regioni. «Con ogni probabilità ha detto
Berlusconi il piano casa sarà varato dal prossimo consiglio dei ministri». Per
il ministro Matteoli «il piano da 500 milioni consentirà di realizzare case dai
60 agli
( da "Nazione, La (Firenze)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMO PIANO pag. 2
ROMA «ENTRO QUINDICI - venti giorni spero di portare il &#... ROMA «ENTRO
QUINDICI - venti giorni spero di portare il piano casa' in consiglio dei
ministri» osserva Altero Matteoli. Le premesse ci sono, grazie all'accordo
sottoscritto dal ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto e dal
presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani. Palazzo Chigi è molto
soddisfatto. «Il piano ha commentato Silvio Berlusconi è importantissimo perchè
quando l'edilizia va, tutto va». «L'intesa osserva il ministro Raffaele Fitto
prevede lo sblocco immediato delle risorse e l'assegnazione alle regioni di una
quota pari a 200-250 milioni su 550 milioni (i fondi del vecchio piano per
l'edilizia abitativa, stanziati dal governo Prodi e dirottati sul nuovo piano
casa, di cui le regioni chiedevano la restituzione. ndr) in
cambio della rinuncia ai ricorsi alla Corte Costituzionale». «SONO PIENAMENTE
soddisfatto dell'accordo raggiunto ha commentato Fitto che impegna consistenti
risorse per affrontare l'emergenza di una tensione abitativa che colpisce molte
famiglie che versano in condizioni di bisogno». a.f.
( da "Corriere della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2009-03-07 num: - pag: 1 autore: di ALESSANDRO CAPPONI categoria: REDAZIONALE La lettera A MARONI
E ALFANO Zingaretti: date a Guidonia più pm e agenti Più magistrati e
poliziotti per la procura di Tivoli e, quindi, per Guidonia. Li chiede Nicola
Zingaretti con una lettera indirizzata ai ministri Maroni e Alfano e al
vicepresidente del Csm Mancino. A PAGINA 7
( da "Manifesto, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
No all'election day.
Cicchitto: lo spreco è tutta colpa di chi lo ha firmato La parola definitiva
non è ancora arrivata, ma la musica è chiara: il governo non ha intenzione di
accorpare il referendum elettorale con il voto delle europee e del primo turno
delle amministrative, il 6 e il 7 giugno. Perché questo significa assicurargli
il quorum e forse la vittoria. Il punto per il Pdl è disinnescare l'accusa, che
non a caso da giorni Dario Franceschini ripete, di spreco di denaro pubblico, i
400 milioni che servono per convocare le urne autonomamente. «Demagogia»,
replica il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto, «casomai di questa
spesa hanno la responsabilità coloro che hanno voluto indire il referendum».
Fra i quali però, per la cronaca, c'è anche Gianfranco Fini. Da quell'area
arriva una mezza apertura da parte del ministro Ignazio La Russa: «La norma che
prevede un quorum del 50 per cento per i referendum non ha più alcun
significato, in un'Europa in cui di norma non si supera di molto il 50 per
cento neanche per le politiche». Affermazione che scalda il cuore al
referendario Giovanni Guzzetta: ha ragione, quindi «se La Russa vuole prendere
l'iniziativa per abbassare il quorum siamo con lui: speriamo che lui sia con
noi nell'idea, stanti le regole attuali, di abbinare il referendum all'election
day del 7 giugno». Che poi è l'unico abbinamento «sensato», secondo il costituzionalista
Stefano Ceccanti, veltroniano e firmatario dei quesiti elettorali, che si
schiera contro le soluzioni «inefficaci e illegittime» che sembrano farsi
largo. «Spostare al 21 giugno, quando si voterà solo in pochissimi comuni e
province, significa non risparmiare quasi niente». E poi la legge prevede di
votare tra il 15 aprile e il 15 giugno. C'è un precedente del 1987, quando si
votò a novembre. «Ma in quel caso fu fatto su richiesta dei comitati promotori.
Guai invece a pensare di proporre al parlamento
un'iniziativa legislativa o, peggio, un decreto, che proponga un accorpamento
contro la volontà già espressa dal comitato promotore che fino al referendum è
equiparato ad un potere dello stato e che potrebbe anche sollevare conflitto di
attribuzione davanti alla Corte costituzionale».
( da "Riformista, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Si stupiscono che
Franceschini è di sinistra visti da È figlio della sinistra Dc, quella corrente
democristiana in cui nacque l'antiberlusconismo ai tempi della criticatissima
legge Mammì che sancì il duopolio televisivo. Solo chi non la ricorda pensa che
Dario si stia sbilanciando troppo E adesso tutti scoprono che Franceschini è di
sinistra, si rallegrano o si preoccupano, secondo i punti di vista, ma non
sanno spiegarsi come un esponente dell'ultima generazione democristiana parli e
si esprima con un linguaggio che, a tratti, fa concorrenza perfino a
Rifondazione comunista. Radicale, no. Si sbaglierebbe a definirlo così.
Franceschini è semplicemente uno della sinistra dc. Sono passati molti anni
dalla fine dello Scudocrociato (il simbolo tuttavia è ancora in circolazione,
conteso tra eredi non sempre titolati a reclamarlo), ma è possibile che nessuno
si ricordi la particolarità, per non dire l'anomalia, di questa fortissima
corrente, un partito nel partito, radicato su tutto il territorio nazionale e
determinante, sempre, nei congressi e nelle crisi di governo? Possibile, ormai
è storia. Se la Dc era un partito omnibus, in cui potevano convivere la destra
di De Carolis e Publio Fiori con le staffette partigiane alla Tina Anselmi, la
sinistra democristiana era la corrente che riuniva gli esponenti più potenti e
insieme i più tormentati del cattolicesimo democratico, un monaco come
Dossetti, un'università come la Cattolica di Milano, l'ala tecnocratica di
Andreatta e Marcora, un martire come Moro, il leader rimasto più a lungo in
carica nel partito, sette anni, De Mita, e l'ultimo segretario, Martinazzoli,
prima della fine decretata dall'avvento del sistema maggioritario. È in questo
contesto che ha preso forma l'antiberlusconismo, anche prima che Berlusconi decidesse
di entrare in politica. Il campo di battaglia è stato per molti anni la
televisione, quella di Stato al cui interno stava prendendo forma il partito
Rai, e quella privata che l'inventore del Biscione faticava a imporre e a cui i
socialisti e l'altra metà moderata della Dc cercavano di aprire la strada. Una
guerra interminabile, che accompagna tutti gli ultimi anni della Prima
Repubblica. Dai tempi dell'"opzione zero" (il primo tentativo di
antitrust, l'impossibilità, per la stessa azienda, di possedere giornali e tv)
al grande scontro sulla legge Mammì, la prima a consacrare giuridicamente il
duopolio e a legittimare la televisione commerciale che aveva vissuto
quattordici anni in una situazione di illegalità. In mezzo c'è il grande show
dell'oscuramento, deciso dai pretori di Torino,Roma e Pescara, di Retequattro e
Canale 5, le proteste dei telespettatori, il decreto proposto dal governo Craxi
per rimetterla in onda nel 1984, le sentenze della Corte costituzionale che venivano
periodicamente a sollecitare una legge in materia, e finalmente, in Parlamento,
il primo schieramento di truppe pro e contro le tv del Cavaliere. Finì che alla
vigilia dell'approvazione della legge si dimisero tutti insieme cinque ministri
del governo Andreotti, manco a dirlo tutti della sinistra dc. E che
l'indomani, pur di chiudere la partita, Andreotti, con un maxi-rimpasto, ne
nominò subito altri cinque, scegliendone perfidamente anche uno della stessa
corrente dei dimissionari. Il 5 agosto, di domenica, la legge fu approvata,
solo con qualche ora di vantaggio su una sentenza della Consulta che incombeva.
L'ultimo compromesso a dispetto delle tv commerciali fu di imporre l'obbligo di
trasmette i telegiornali, nella speranza che i costi e i cali d'ascolto imposti
da un genere a cui i telespettatori berlusconiani non erano ancora abituati,
avrebbero presto messo in crisi l'azienda che aveva sfidato la tv di Stato. In
quel momento nessuno poteva immaginare che con i tg, invece di creare un
ostacolo a Berlusconi, avevano fatto la sua fortuna. Il teatro delle dimissioni
e della crisi di governo fu la Camera. Al Senato andò in scena l'ostruzionismo.
I senatori della sinistra dc si riunivano al mattino, prima di entrare in Aula,
in un vicolo nei pressi di Palazzo Madama. C'erano, tra gli altri, Nicolò
Lipari, Luigi Granelli, Cesare Golfari. L'intervento più duro lo pronunciò,
poco prima dell'approvazione finale, Leopoldo Elia, già presidente della Corte costituzionale. Criticò duramente il testo che stava per
passare, ma dovette votarlo per disciplina di partito. Franceschini però, e non
solo per le comuni origini romagnole, ha scelto come suo punto di riferimento
Benigno Zaccagnini, il segretario del compromesso storico con il Pci e dei 55
giorni terribili del caso Moro, il vecchio partigiano che, sopraffatto dalla
condanna a morte del leader democristiano nella "prigione del
popolo", poco dopo si ritirò dalla politica attiva. È un richiamo a una
tradizione di rapporti tra i due grandi ex-partiti di massa del Novecento
italiano, maturata, come ricordava Nilde Iotti, "nelle canoniche e nei
giorni della Resistenza", tra le brigate di "Giustizia e
libertà", i partigiani rossi del Pci e le camicie verdi cattoliche alleate
nella guerra di liberazione. Ciò che fa capire, a pochi giorni dall'insediamento
del nuovo segretario, come i primi mugugni all'interno del Pd, a sorpresa,
invece di venire dai post-comunisti che con le dimissioni di Veltroni hanno
perso la segreteria, sono arrivate dai post-democristiani, che hanno paura che
il giovane Dario si stia sbilanciando troppo a sinistra. anna chimenti
07/03/2009
( da "Avvenire" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA 07-03-2009
Palermo, Pm solidali con Messineo PALERMO. Torna la polemica nel Palazzo di
giustizia di Palermo. I magistrati della procura fanno quadrato attorno al loro
capo, Francesco Messineo, dopo la pubblicazione su un quotidiano della notizia che
il cognato del procuratore sarebbe indagato per mafia, rinnovandogli la loro
«incondizionata stima». «Suscitano perplessità e inquietanti interrogativi - si
legge in un documento firmato da tutti i magistrati della procura - tale
improvvisa e concentrica attenzione mediatica su una circostanza molto datata, già nota al Csm e valutata come irrilevante in occasione della
nomina del dottore Messineo a procuratore capo di Palermo; circostanza che non
ha mai prodotto all'interno dell'ufficio riserve o limiti di alcun genere,
anche per il ritrovato entusiasmo nel lavoro di gruppo, nella tradizione dello
storico pool antimafia, e per l'effettiva gestione collegiale
dell'ufficio». L'uomo indagato sarebbe Sergio Maria Sacco, 64 anni, originario
di Camporeale, marito della sorella della moglie di Messineo, imparentato con
Vanni Sacco, boss degli anni '50 e '
( da "Denaro, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Campania universita'
Giustizia, processo simulato: parte la sfida alla Federico II I dispensari di
Na 1, Na 4 e Na 5 chiuderanno i battenti il 19 marzo e il 2 aprile Si è svolta
ieri, nella facoltà di Giurisprudenza dell'Università Federico II di Napoli la
prima giornata della finale regionale della European Law Moot Court
competition, ossia il processo simulato dinanzi alla Corte di giustizia,
competizione internazionale in cui gli studenti degli atenei partecipanti si
sfidano l'un l'altro vestendo i panni di difensori delle parti o di avvocato
generale dinanzi a una corte di esperti del diritto
comunitario. annalisa renzulli I team partecipanti erano stati accolti già
giovedì sera in occasione del briefing di apertura tenutosi presso l'Hotel
Palazzo Alabardieri, alla presenza di rappresentanti dei tre soggetti che si
sono occupati dell'organizzazione dell'evento: l'Elsa Napoli, la Federico II, e
la El
( da "Virgilio Notizie" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
(ASCA) - Roma, 7 mar
- ''In seguito a notizie di stampa relative alle indagini della Procura della
Repubblica di Palermo sul clan Lo Piccolo, che riguarderebbero anche un affine
del Procuratore Capo dott. Francesco Messineo, il vicepresidente del CSM Nicola Mancino, come atto dovuto, ha
trasmesso alla Prima Commissione, per le valutazioni di competenza, gli
articoli pubblicati venerdi' 6 marzo e oggi''. Lo rende noto un comunicato del
Csm aggiungendo che ''alla documentazione di stampa, il vicepresidente del CSM ha altresi' allegato una nota
riservata inviata dal Procuratore generale presso la Corte di Appello di
Palermo dott. Luigi Croce, in cui, mentre viene espressa preoccupazione
per l'improvvisa attenzione mediatica su una circostanza peraltro gia'
conosciuta, viene evidenziata la solidarieta' espressa al dott. Messineo da
tutti i magistrati della Procura della Repubblica di Palermo. Della questione
sara' messo a conoscenza il Comitato di Presidenza del CSM
nella riunione di lunedi' 9 marzo''.
( da "Adnkronos" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Csm,
donne spesso scoraggiate a denunciare gli stupri Il Consiglio superiore della
magistratura avvia un'indagine dopo la denuncia di un'associazione che lamenta
una "insufficiente sensibilità da parte delle forze di polizia nel momento
della raccolta della denuncia per maltrattamenti in famiglia". Il ministro delle Pari
opportunità: ''Garantire la certezza della pena'' commenta 0 vota 0 tutte le
notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 07 marzo, ore 14:02
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Matteo
Casale, Luigi Mastrominico e Umberto Marconi sono i tre magistrati in corsa per
la presidenza della corte di appello di Salerno. Per i prossimi giorni previsto
l'inizio delle audizioni in sede di commissione Csm. A PAG. 32
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Nuovo presidente
della corte di appello: il Csm avvia le audizioni per la copertura del posto
vacante per la scomparsa del presidente Nastro e attualmente ricoperto dal
presidente facente funzioni, Matteo Casale. Le audizioni ancora senza un
calendario definito riguarderanno tre dei più accreditati aspiranti alla
copetrura del posto: Luigi Mastrominico, attuale presidente del tribunale di
Salerno; Umberto Marconi, giudice della corte di appello di Napoli (sezione
lavoro); Matteo Casale, attuale presidente facente funzioni. Non è stata ancora
stabilita la date delle audizioni, per poi procedere alla proposta da
consegnare al plenum per la decisione, in quanto la quinta commissione intende
acquisire la completezza di tutti i fascicoli di altre domande presentate con i
rispettivi pareri delle corti di appello dei rispettivi magistrati che fanno
domanda. Al momento per la presidenza della corte di appello di Salerno sono
tre le candidature più quotate. E su questo, nelle ultime ore, si è
intensificato il gioco delle correnti della magistratura per la valutazione e
l'assegnazione del posto. Il sistema correntizio dei magistrati, sottoposto a
dure critiche nei giorni più acuti dello scontro giudiziario ta le procure di
Salerno e Catanzaro, torna in auge. Se mai era stato archiviato (è il gioco
correntizio che bocciò Falcone alla guida dell'ufficio istruzione di Palermo).
Per Umberto Marconi, già segretario nazionale di Unicost oltre che ex membro
del Csm, c'è l'imprinting di Unità per la Costituzione che è il gruppo di
maggioranza relativa nell'Anm. Al Consiglio Superiore della Magistratura tra i
componenti togati Unicost vanta sei membri. Le altre correnti contano tre voti
(Magistratura Indipendente), tre voti (Magistratura Democratica) e quattro voti
i Movimenti-Articolo 3. Sono sedici voti a disposizione dei togati ai quali
vanno ad aggiungersi i diciotto membri non togati, a
partire dal vice presidente del Csm Mancino. Lo scontro tra le correnti,
all'interno del Csm, è duro. E non è escluso che rispetto ad un equilibrio
unitario, raggiunto per altre e anche recenti assegnazioni di uffici direttivi,
sul caso della corte di appello di Salerno possano concentrarsi i voti di Mi,
Md e Movimenti intorno alla candidatura del salernitano Matteo Casale,
presidente facente funzioni, con un curriculum di tutto rispetto oltre che
dotato di non comuni qualità organizzative emerse anche nella recente gestione
dell'ufficio reso vacante dalla scomparsa del presidente Nastro. L'altro
concorrente, il presidente Luigi Mastrominico, era procuratore aggiunto della
Repubblica a Napoli prima di arrivare alla presidenza del tribunale di Salerno
dove ha dovuto fronteggiare numerose emergenze, sia di struttura che funzionali
(particolarmente delicata ed equilibrata la sua gestione dei contenziosi
interni alla sezione fallimentare dove è in corso ora l'ispezione
ministeriale). Ma all'orizzonte ci sono anche altre caselle da riempire nella
geografia dei posti direttivi negli uffici giudiziari del Salernitano: la
procura della Repubblica di Nocera Inferiore che sarà messa a concorso quando
andrà via per pensionamento l'attuale procuratore capo Domenico Romano e la
presidenza del tribunale di Vallo della Lucania per la scadenza del mandato
direttivo, per effetto della nuova legge, del presidente Claudio Tringali. La
nomina alla presidenza della Corte di appello di Salerno potrebbe determinare
anche nuovi equilibri tar le correnti che in seno al Csm valutano, al di là dei
curriculum e delle attitudini dirigenziali, anche per schieramenti e apprtenenze
interne alla stessa Anm. ant.man.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Si vota il 29, 30 e
31 marzo prossimi. E non sarà un voto qualsiasi, stvolta, per rinnovare la
giunta distrettuale dell'Anm dopo le polemiche sorte nell'associazione
salernitana dopo lo scontro tra gli uffici giudiziari di Catanaro e Salerno. In
pratica, l'effetto-Apicella. Quell'effetto che porterebbe molti magistrati a
disertare le urne oppure a indurre, i più pronti a manifestare dissenso contro
l'attuale assetto correntizio soprattutto dopo lo scontro tra procure, a
costruire una lista nuova. È quel che stanno valutando in queste ore tre
esponenti di punta della procura come Roberti Penna, Antonio Centore e Vincenzo
Montemurro. Poi tutto dovrebbe andare secondo la tradizionale appartenenza, la
lista Unicost (corrente maggioritario con oltre il 40 per cento del voto
associativo) già definita e con la previsione di sostituire l'attuale
presidente dell'Anm locale Sgroia, che è anche membro della giunta centrale,
con Vincenzo Pellegrino, magistrato dell'ufficio gip. Dietro Unicost,
Magistratura Indipendente e Magistratura Democratica. Problemi, soprattutto di
valutazione politico-associativo, per la formazione della lista
Movimenti-Articolo 3 che pure alle ultime elezionmi ha riportato il
ragguardevole consenso di 39 voti su 199 votanti (
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CLAUDIO SARDO Roma.
Si sta facendo strada nel governo l'idea di indire il referendum elettorale per
il 21 e 22 giugno, nel giorno degli eventuali ballottaggi delle amministrative.
Fin qui sembravano scontate le date del 14 e del 15. Ma la scelta del Pd si sposare
l'election-day, proposto dai referendari, e soprattutto la campagna del
segretario Dario Franceschini sui «460 milioni di euro che il governo è pronto
a buttare dalla finestra», hanno messo in imbarazzo la maggioranza. Celebrare
il referendum il 6 e 7 giugno, insieme alle elezioni europee e al primo turno
delle amministrative, consentirebbe un indubbio risparmio in tempi di crisi.
Viceversa, fissando il referendum nella domenica successiva alle europee, i
cittadini di qualche Comune o Provincia corrono persino il rischio di essere
chiamati alle urne per tre settimane consecutive: e in questi casi l'astensione
potrebbe alterare il responso stesso dei ballottaggi. Da qui il ripensamento
del governo. Di cui ieri si è fatto interprete il ministro Ignazio La Russa:
«Spostando il referendum nel giorno dei ballottaggi si possono realizzare
comunque dei risparmi». Sarebbero risparmi inconsistenti, hanno replicato dal
Pd. Tuttavia, il Pdl disporebbe di un'arma di difesa in più. Del resto
l'election day è un'ipotesi impraticabile per la maggioranza. Il veto della
Lega è assoluto. E Silvio Berlusconi ha più volte assicurato Umberto Bossi che
la consultazione fallirà. Se vincesse il sì al referendum, le coalizioni
verrebbero cancellate e il premio di maggioranza assegnato per intero alla
lista con più voti. Alla Lega non resterebbe che scegliere se confluire nel Pdl
(rinunciando al simbolo) o uscire dalla maggioranza. Far slittare il referendum
dal 15 al 21 giugno comunque non è semplicissimo. La legge istitutiva prevede
che il referendum debba tenersi tra il 15 aprile e il 15 giugno. Dunque, per
consentire l'accorpamento con i ballottaggi è necessaria una specifica
previsione di legge. La norma potrebbe essere inserita come emendamento nel
decreto, ora in discussione alla Camera, che consente in via eccezionale di
votare per le europee e le amministrative nel pomeriggio di sabato 6 giugno e
per l'intera giornata di domenica 7. Già una volta, nel novembre 1987, si votò
per un referendum (sul nucleare) in un tempo non canonico. Allora però il
comitato promotore era favorevole allo spostamento. Mentre oggi Giovanni
Guzzetta, promotore del referendum elettorale, è contrarissimo. E il comitato,
in quanto «potere dello Stato», ha la possibilità di
sollevare un conflitto di attribuzioni presso la Corte costituzionale. Eventualità che potrebbe
costringere il governo a fare marcia indietro e tornare alla data del 15
giugno. Di certo, a fronte del patto Berlusconi-Bossi, il Pd insisterà per
l'election day. E Franceschini presto annuncerà anche il sì al quesito.
Tra i democrat, a dire il vero, sono molti ad essere contrari al merito della
proposta Guzzetta-Segni. Tanto più i sostenitori del modello tedesco. Tuttavia,
lo stesso Franceschini si prepara a sostenere il sì con l'argomento che la
legge Calderoli va cambiata e che il referendum va inteso come uno strumento
per riportare la riforma in Parlamento.
( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Paviotti attacca
l'uso strumentale della vicenda bollette e Tubone Sabato 7 Marzo 2009,
Cervignano «Purtroppo si continua ad utilizzare il problema delle bollette del
Tubone a puro scopo propagandistico e per bassissimi fini di lotta partitica».
Il sindaco di Cervignano Pietro Paviotti non la manda a dire e risponde così
alle critiche giunte negli scorsi giorni sia dagli esponenti ambientalisti che
dall'opposizione cittadina. «La bolletta del Tubone diventa dunque strumento
efficace nelle mani di chi come Paolo De Toni, anarchico e disobbediente, opera
da anni per combattere le istituzioni alle quali non crede, ovvero al centro
destra -ma solo dove è all'opposizione come a Cervignano- per cercare di dare
la spallata al sindaco di sinistra e piantare la bandierina celeste». Secondo
il primo cittadino, in questo modo a uscire da tutta la vicenda è proprio il
tema da cui questa è nata: l'ambiente. «Il Tubone ha fatto del bene alla Bassa
friulana in quanto ha colmato un vuoto importante costruendo un depuratore che
funziona a San Giorgio di Nogaro e realizzando notevoli tratte di fognatura che
hanno permesso di collegare e depurare un numero sempre maggiore di scarichi
civili ed industriali». A detta di Paviotti, dunque, «ogni utente privato ed
ogni impresa collegati al depuratore sono un beneficio enorme per l'ambiente
perché preservano i nostri corsi d'acqua dall'inquinamento». Riguardo ai
successivi sviluppi normativi che hanno definito la questione, dalla Legge
Galli in poi, Paviotti ha ribadito di essersi sempre attenuto alle leggi dello
Stato. «La recente sentenza della Corte costituzionale non ha detto che noi
abbiamo sbagliato bensì che la legge era sbagliata ed io ho sostenuto che, a
questo punto dovrebbe pagare chi ha sbagliato la legge e dunque lo Stato». Dai
rimborsi previsti, infine, andranno dedotte le spese legate agli investimenti
effettuati dal Consorzio, «ma questo -conclude Paviotti- verrà deciso dall'Ato
e dal Governo di centrodestra, che se ne assumerà la responsabilità a Roma come
a Cervignano. Perchè non si è di centrodestra solo quando fa comodo». S. B.
( da "Gazzettino, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Nuove opere, un
miliardo per scuola e carceri Tra i cantieri del Nord finanziamenti alla tratta
ferroviaria Brescia-Treviglio ad alta velocità e al tunnel di sicurezza del
Frejus Sabato 7 Marzo 2009, Roma NOSTRA REDAZIONE Arriva a quota 17,8 miliardi
la somma smobilizzata dal Comitato interministeriale per la programmazione
economica per opere cantierabili «entro sei mesi». Le principali novità sono il
ritorno del Ponte sullo stretto di Messina, finanziato con 1,3 miliardi, e
l'aggiunta in extremis di 1,2 miliardi che andranno all'edilizia scolastica e
carceraria. Per il Nordest ci sono gli 800 milioni destinati al Mose (già
deliberati dal Cipe del 18 dicembre scorso) e i finanziamenti all'aeroporto e
alla tangenziale di Vicenza (a compenso dei disagi causati con il raddoppio
della base americana). Approvati anche otto piani operativi regionali «con
l'istruttoria già definita», per un totale di circa 4 miliardi. Secondo la
tabella diffusa al termine del consiglio dei ministri, sono stati assegnati
8,51 miliardi di contributi pubblici e 8,09 di contributi privati. I primi così
ripartiti: 800 milioni per il Mose; 2,75 milioni per la tratta Brescia-Treviglio
dell'asse ferroviario ad alta velocità Milano-Verona, la prima fase del terzo
valico Milano-Genova, il primo stralcio dell'asse ferroviario pontremolese e
oneri pregressi relativi alla linea ad alta velocità Firenze-Bologna; 2
miliardi per il tunnel di sicurezza del Fréjus, il sistema della pedemontana
Lecco-Bergamo, le prime fasi dei nodi di Perugia e Tre valli, la tangenziale di
Napoli, la Cainello-Benevento, il completamento della Salerno-Reggio Calabria,
il terzo stralcio della statale Jonica, l'Agrigento-Caltanissetta e l'asse
Maglie-Santa Maria di Leuca; 1,51 miliardi per opere connesse all'Expo 2015, la
linea C della metropolitana di Roma, la rete metropolitana regionale campana,
le reti metropolitane di Palermo e Catania, investimenti a Catania, sistemi
urbani e metropolitani di Cagliari e Bari, adeguamento dei sistemi
metropolitani di Parma, Brescia e Bologna, aeroporto di Vicenza, sistemi di
trasporto lacuale; 1,3 miliardi per il Ponte sullo Stretto; 150 milioni per gli
schemi idrici. Sono attivati con il contributo privato i lavori per l'asse
autostradale della Cisa, l'asse Brescia-Padova, l'asse Cecina-Civitavecchia, la
tangenziale est di Milano. All'ultimo momento sono stati aggiunti 1 miliardi
per l'edilizia scolastica e 200 milioni per quella carceraria. Restano al palo,
al momento, alcuni altri progetti che richiederebbero complessivamente 13,683
miliardi, di cui 11,468 risultano disponibili ma non smobilizzabili
immediatamente. In questo gruppo c'è una sola opera riguardante il Nordest, la
«piastra logistica» di Trieste, che dovrebbe dividere con la «sorella» di
Taranto - appena sarà possibile - 435 milioni. Il Cipe ha anche proceduto ad
aggiornare e ripartire le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas)
che complessivamente, per la parte di competenza nazionale e regionale, è pari
a 45 miliardi di euro. La parte nazionale è stata divisa tra il Fondo sociale
per l'occupazione (4 miliardi di euro), il Fondo Infrastrutture (5 miliardi),
il Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale istituito
presso la Presidenza del Consiglio (9 miliardi). I fondi di competenza
regionale sono andati, come prevede la legge, soprattutto al Sud: 22 miliardi
contro i 5 del Centro-Nord. È così attuato l'accordo con le Regioni del .. febbraio
scorso. Otto i programmi regionali varati. Quelli «con l'istruttoria già
definita», sottolinea il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto, «per
un importo di poco inferiore ai 4 miliardi di euro»: Piemonte, Val D'Aosta,
Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche
e Provincia autonoma di Bolzano. Giovedì sera, aggiunge Fitto, si è trovato con
le Regioni anche l'accordo sul piano casa, che sblocca 550 milioni e ne assegna
subito
( da "Sicilia, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Si apre un'altra
stagione di «veleni» al Palazzo di Giustizia di Palermo Giorgio Petta Palermo.
È il «Palazzo dei veleni» per antonomasia. Lo fu per anni, il Palazzo di
giustizia di Palermo, senza riuscire a scrollarsi di dosso questa terribile
nomèa. Poi, dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio che chiusero tragicamente
uno dei capitoli più scintillanti della storia della lotta alla mafia, sembrò
che i veleni non sarebbero più circolati tra i corridoi dell'enorme edificio in
marmo bianco. Si è trattato solo di una temporanea speranza perché il cancro
dei veleni ? che aveva rifatto capolino nell'estate del
( da "Gazzettino, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Ecco perché non va
abolito il difensore civico del Veneto Sabato 7 Marzo
( da "Virgilio Notizie" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 7 mar. (Apcom)
- In seguito a notizie di stampa relative alle indagini della Procura della
Repubblica di Palermo sul clan Lo Piccolo, che riguarderebbero anche un affine
del Procuratore Capo dott. Francesco Messineo, il Vice
Presidente del CSM Nicola
Mancino, come atto dovuto, ha trasmesso alla Prima Commissione, per le
valutazioni di competenza, gli articoli pubblicati venerdì 6 marzo e oggi. Alla
documentazione di stampa, il Vice Presidente del CSM ha altresì allegato una nota riservata inviata dal Procuratore
generale presso la Corte di Appello di Palermo dott. Luigi Croce, in
cui, mentre viene espressa preoccupazione per l'improvvisa attenzione mediatica
su una circostanza peraltro già conosciuta, viene evidenziata la solidarietà
espressa al dott. Messineo da tutti i magistrati della Procura della Repubblica
di Palermo. Della questione sarà messo a conoscenza il Comitato di Presidenza
del CSM nella riunione di lunedì 9 marzo.
( da "Virgilio Notizie" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 7 mar. (Apcom)
- Il caso Battisti continua a scatenare polemiche nel mondo politico
brasiliano, che attende il responso della Corte Suprema sulla concessione
dell'estradizione chiesta dall'Italia: una proposta di emendamento
costituzionale presentato dall'opposizione prevede che il potere
decisionale sulla concessione dell'asilo ai rifugiati politici già condannati
nel loro Pese passi dal Ministro della Giustizia al Senato. Viceversa, come
spiega il quotidiano brasiliano A Folha, al potere
esecutivo continuerebbe a spettare la decisione in quei casi "meno
complessi" in cui non sussista già alcuna sentenza della magistratura.
Come sottolinea il relatore, senatore Eduardo Azeredo, la condanna giudiziaria
presistente in un altro Paese "indica la necessità di un maggiore cautela,
dato il rischio di tensioni nei rapporti diplomatici con dei Paesi amici".
L'iter della proposta sarà prevedibilmente lento: dovrà prima passare per la
Commissione Giustizia del Senato, poi dovrà essere approvata - in seconda lettura
- dal Senato con almeno 41 voti favorevoli per poi passare alla Camera con
identica procedura, commissione e due voti con almeno 308 deputati a favore. In
attesa che il ministro della Giustizia Tarso Genro compaia in Senato per
spiegare la sua decisione di concedere l'asilo capovolgendo la decisione della
commissione ad hoc - e soprattutto la differenza di trattamento nei confronti
di due pugili cubani, restituiti all'Avana - molto prima dovrebbe giungere la
decisione della Corte Suprema Federale. Questa dovrà pronunciarsi sui tre
questioni diverse: la prima e più spinosa è se la concessione dell'asilo
interrompa l'iter della richiesta di estradizione presso la Corte (precedente che valse ad annullare il processo in corso per il
colombiano Oliverio Medina). I giudici favorevoli all'estradizione potranno
argomentare che l'iter processuale compete al potere
giudiziario e non può essere interrotto
dall'esecutivo, o in alternativa che questo può sì sospendere la richiesta di
estradizione ma non il processo, che dunque - essendo già approdato alla
Corte - seguirebbe il suo corso; se poi i giudici decidessero che i poteri del
Ministro sono incostituzionali, la questione non si porrebbe più. Superato
questo scoglio, i giudici dovrebbero decidere se i crimini per i quali è stato
condannato Battisti possano essere considerati politici o se si tratti invece
(come pare sia opinione della maggior parte dei giudici) di atti terroristici,
per i quali non è prevista la concessione dell'asilo; se l'ex membro dei Pac
sia stato processato in modo equo e se corra rischi di persecuzioni una volta
tornato in Italia. Infine verrà discussa l'estradizione vera e propria, per la
cui concessione l'unica precondizione è che la pena dell'ergastolo inflitta a
Battisti - che non esiste nell'ordinamento brasiliano - sia commutata in
trent'anni di carcere. In caso di giudizio favorevole all'estradizione,
spetterà al presidente Luiz Inacio Lula da Silva autorizzare il governo
italiano a prendere in consegna Battisti.