CENACOLO  DEI COGITANTI

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Report "Giustizia"   7-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

La bufera ci ha colpito, ma siamo imparziali ( da "Trentino" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: relazione di Mariuzzo ha citato sentenze della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato e persino della Corte di Strasburgo per dimostrare come la giurisprudenza ammetta tribunali a composizione non esclusivamente togata. Infine Mariuzzo ha negato con decisione che le sentenze del suo tribunale abbiano un andamento più favorevole alla pubblica amministrazione dichiarando che «

Tutti solidali con Sangiorgio ( da "Corriere delle Alpi" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è vero che nel mirino del Csm finiscono le responsabilità dei magistrati in ordine ai tempi e Sangiorgio paga il prezzo di presunte inadempienze. Ma non è scaricando sui giudici responsabilità, che molte volte non hanno, che si risolva il problema dei tempi della giustizia.

La polizia dissuade le donne dal presentare la denuncia ( da "Corriere delle Alpi" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm, sono sconfortanti: c'è «un'insufficiente sensibilità da parte delle forze di polizia nel momento della raccolta della denuncia per maltrattamenti in famiglia»; un fenomeno «che si manifesta con il tentativo di dissuadere la donna a presentarla, con la minimizzazione della vicenda e con la comunicazione dell'iniziativa al soggetto denunciato per attuare un tentativo di conciliazione

sorride il partito del mattone - piero mannironi ( da "Nuova Sardegna, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Un rapporto difficile sul quale si è pronunciata anche la Corte Costituzionale nel febbraio del 2006, con la sentenza numero 51. Il disegno di legge che Berlusconi proporrà nel prossimo consiglio dei ministri rappresenta soprattutto la premessa a un radicale cambio di filosofia, in Sardegna, sull'edificazione residenziale e turistica nelle coste.

consiglio, più sedute e meno leggi ( da "Nuova Sardegna, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: L'assemblea regionale ha dato il via libera a quattro programmi, nove documenti, sette risoluzioni e tre regolamenti. Sette leggi, compresa la Statutaria per conflitto di attribuzione sulla promulgazione, sono state impugnate dal governo davanti alla Corte Costituzionale.

estorsione, sei bancari verso l'archiviazione ( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ci opporremo alla richiesta di archiviazione - afferma - e invieremo il nostro ricorso oltre che al gip di Pistoia anche al Csm, al ministero di Grazia e Giustizia, alla Procura Generale di Firenze e alla Procura della Repubblica di Genova. Vogliamo sia fatta luce sulle indagini e sulle lungaggini che hanno accompagnato questa inchiesta a Pistoia». P.B.

valide le cartelle " mute" ( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale respinge le eccezioni sulle tasse sollevate dalla commissione tributaria Valide le cartelle " mute" Si deve pagare anche se manca il responsabile dell'atto LUCCA. Sono valide le cosiddette "cartelle mute" e cioè quelle mancanti della indicazione del responsabile del procedimento.

drammi, arresti e polemiche i 79 giorni di magnanapoli - dario del porto ( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: cui posizione sarà poi stralciata in attesa delle valutazioni della Corte Costituzionale sull´utilizzo delle intercettazioni telefoniche di parlamentari. Pur scossa dal terremoto giudiziario, il sindaco Iervolino sostituisce gli arrestati e va avanti. Sentita come teste dai pm, non esita a definire «sfrantummati» i suoi ex assessori, salvando dal caustico giudizio il solo Laudadio.

tasse, sono valide le cartelle " mute" ( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Alta Corte tanti cittadini dovranno pagare LUCCA. Sono valide le cosiddette "cartelle mute" e cioè quelle mancanti della indicazione del responsabile del procedimento. Così ha stabilito la Corte Costituzionale con sentenza 58/2009, respingendo le eccezioni di incostituzionalità sollevate da varie commissioni tributarie di tutta Italia (

messa una pietosa toppa dalle conseguenze pesanti ( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale, con ordinanza numero 377, censurò l'operato dei concessionari della riscossione (Equitalia) che nelle cartelle di pagamento non indicavano il responsabile del procedimento in violazione dell'articolo 7 dello Statuto dei diritti del contribuente che espressamente stabiliva: "Gli atti dell'amministrazione finanziaria e dei concessionari della riscossione devono

In magistratura dal 1967, è tra le poche in Italia a rivestire questo incarico ( da "Cittadino, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: un ricorso approdato alla Corte costituzionale. Nessuna concessione degli uomini, quindi. «Di anno in anno le donne in magistratura sono diventate sempre di più, soprattutto negli ultimi lustri, perché le donne studiano molto e vincono i concorsi prosegue la presidente -, ma il fatto che siamo ancora relativamente poche nelle posizioni di vertice dipende dai tempi della carriera.

palermo, i pm difendono messineo ma il csm vuole aprire un'inchiesta - francesco viviano ( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm è il consigliere laico, Gianfranco Anedda. «Il Csm non può rimanere indifferente di fronte a una vicenda di questo genere. Se il vice presidente Nicola Mancino non aprirà d´ufficio una pratica sul caso, credo che lo chiederemo noi lunedì prossimo, quando si riunirà la Prima Commissione», ha dichiarato Anedda che ha chiesto di sentire sulla spinosa vicenda il procuratore generale

Il ministero non può inasprire la sanzione al sottufficiale ( da "CittadinoLex" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale 62/2009) di Ludovico Fraia È irragionevole che un'autorità superiore ma esterna alla commissione di disciplina possa rendere più severa la sanzione prevista per un sottufficiale delle Forze armate. I giudici costituzionali hanno così dichiarato illegittimo l'articolo 75 della legge 31 luglio 1954 numero 99 (

al sant'alessandro ( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex giudice della Corte costituzionale e ordinario di Diritto civile all'Università La Sapienza di Roma, che ha sviluppato il tema del controllo preventivo dei ricorsi e del vaglio di ammissibilità. Ha concluso i lavori Mariacarla Giorgetti, docente di Diritto civile e di diritto fallimentare all'Università di Bergamo,

Ok in vista per 5-6mila alloggi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: arma del ricorso alla Corte costituzionale, ritirando i procedimenti pendenti sul piano casa. Soddisfatto il "negoziatore" Fitto (che continua a lavorare sul fronte dei Comuni).L'accordo, ha detto il ministro, nasce «da un clima molto positivo di collaborazione nonostante all'inizio vi fossero state posizioni molto conflittuali».

VELLETRI Commiato di Ferraro Si è tenut... ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Chiudi VELLETRI Commiato di Ferraro Si è tenuto ieri il commiato del presidente del Tribunale di Velletri Bruno Ferraro, che dopo otto anni termina il suo incarico per andare a dirigere il Tribunale di Tivoli. Il suo posto sarà affidato al presidente della sezione penale Antonio Gannino, in attesa della nomina da parte del Csm. Ferraro era arrivato a Velletri nel settembre del 2001.

Riparte il piano per le case sociali ( da "Italia Oggi" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ritireranno i ricorsi che avevano presentato alla Corte costituzionale», ha fatto sapere il ministro per i rapporti con le regioni, Raffaele Fitto. Il Piano casa approderà sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri, secondo quanto ha dichiarato il premier Silvio Berlusconi, parlando di «effetti eccezionali» per l'economia perché le costruzioni, ha spiegato,

ROMA Il piano casa fa un passo avanti. Il governo ha infatti definito ieri l'accordo con le re... ( da "Messaggero, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: rinuncia ai ricorsi alla Corte Costituzionale». La cifra rimanente sarà reperita nella prossima Finanziaria. I fondi sono quelli destinati dal governo Prodi al vecchio piano per l'edilizia abitativa che la manovra triennale approvata a giugno aveva dirottato sul nuovo piano casa, innescando un contenzioso con le Regioni che si erano rivolte alla Consulta per ottenerne la restituzione.

ROMA <ENTRO QUINDICI - venti giorni spero di portare il &#... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ndr) in cambio della rinuncia ai ricorsi alla Corte Costituzionale». «SONO PIENAMENTE soddisfatto dell'accordo raggiunto ha commentato Fitto che impegna consistenti risorse per affrontare l'emergenza di una tensione abitativa che colpisce molte famiglie che versano in condizioni di bisogno».

Zingaretti: date a Guidonia più pm e agenti ( da "Corriere della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di ALESSANDRO CAPPONI categoria: REDAZIONALE La lettera A MARONI E ALFANO Zingaretti: date a Guidonia più pm e agenti Più magistrati e poliziotti per la procura di Tivoli e, quindi, per Guidonia. Li chiede Nicola Zingaretti con una lettera indirizzata ai ministri Maroni e Alfano e al vicepresidente del Csm Mancino. A PAGINA

No all'election day. Cicchitto: lo spreco è tutta colpa di chi lo ha firmato ( da "Manifesto, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Guai invece a pensare di proporre al parlamento un'iniziativa legislativa o, peggio, un decreto, che proponga un accorpamento contro la volontà già espressa dal comitato promotore che fino al referendum è equiparato ad un potere dello stato e che potrebbe anche sollevare conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale».

Si stupiscono che Franceschini è di sinistra visti da ( da "Riformista, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: le sentenze della Corte costituzionale che venivano periodicamente a sollecitare una legge in materia, e finalmente, in Parlamento, il primo schieramento di truppe pro e contro le tv del Cavaliere. Finì che alla vigilia dell'approvazione della legge si dimisero tutti insieme cinque ministri del governo Andreotti, manco a dirlo tutti della sinistra dc.

Palermo, Pm solidali con Messineo ( da "Avvenire" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: già nota al Csm e valutata come irrilevante in occasione della nomina del dottore Messineo a procuratore capo di Palermo; circostanza che non ha mai prodotto all'interno dell'ufficio riserve o limiti di alcun genere, anche per il ritrovato entusiasmo nel lavoro di gruppo, nella tradizione dello storico pool antimafia,

Giustizia, processo simulato: parte la sfida alla Federico II ( da "Denaro, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Avvocato generale della Corte di giustizia dell'Unione europea ora giudice della Corte costituzionale italiana e il professore Roberto Mastroianni, titolare della cattedra di diritto comunitario della facoltà di giurisprudenza dell'ateneo federiciano. La conclusione della gara è prevista per questo pomeriggio con la premiazione della migliore squadra e del migliore avvocato generale.

CSM: MANCINO, LUNEDI' VICENDA MESSINEO ALL'ESAME PRIMA ( da "Virgilio Notizie" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM Nicola Mancino, come atto dovuto, ha trasmesso alla Prima Commissione, per le valutazioni di competenza, gli articoli pubblicati venerdi' 6 marzo e oggi''. Lo rende noto un comunicato del Csm aggiungendo che ''alla documentazione di stampa, il vicepresidente del CSM ha altresi' allegato una nota riservata inviata dal Procuratore generale presso la Corte di Appello di Palermo

Csm, donne spesso scoraggiate a denunciare gli stupri ( da "Adnkronos" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm, donne spesso scoraggiate a denunciare gli stupri Il Consiglio superiore della magistratura avvia un'indagine dopo la denuncia di un'associazione che lamenta una "insufficiente sensibilità da parte delle forze di polizia nel momento della raccolta della denuncia per maltrattamenti in famiglia".

MATTEO CASALE, LUIGI MASTROMINICO E UMBERTO MARCONI SONO I TRE MAGISTRATI IN CORSA PER LA PRESIDENZA... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Matteo Casale, Luigi Mastrominico e Umberto Marconi sono i tre magistrati in corsa per la presidenza della corte di appello di Salerno. Per i prossimi giorni previsto l'inizio delle audizioni in sede di commissione Csm. A PAG. 32

NUOVO PRESIDENTE DELLA CORTE DI APPELLO: IL CSM AVVIA LE AUDIZIONI PER LA COPERTURA DEL POSTO VACANT... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a partire dal vice presidente del Csm Mancino. Lo scontro tra le correnti, all'interno del Csm, è duro. E non è escluso che rispetto ad un equilibrio unitario, raggiunto per altre e anche recenti assegnazioni di uffici direttivi, sul caso della corte di appello di Salerno possano concentrarsi i voti di Mi, Md e Movimenti intorno alla candidatura del salernitano Matteo Casale,

SI VOTA IL 29, 30 E 31 MARZO PROSSIMI. E NON SARà UN VOTO QUALSIASI, STVOLTA, PER RINNOVARE LA ... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: significativamente a Salerno dove ci sono state le ultime tre pesanti sentenze disciplinari per l'ex procuratore Apicella (sospeso da funzioni e stipendio) e gli ex pm Nuzzi e Verasani (trasferiti rispettivamente ai tribunali di Latina e Cassino). Proprio Apicella disse nei giorni della sentenza disciplinare del Csm: «Lascerò l'Anm, le quote associative le devolverò ai bambini di Gaza».

CLAUDIO SARDO ROMA. SI STA FACENDO STRADA NEL GOVERNO L'IDEA DI INDIRE IL REFERENDUM ELETTOR... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha la possibilità di sollevare un conflitto di attribuzioni presso la Corte costituzionale. Eventualità che potrebbe costringere il governo a fare marcia indietro e tornare alla data del 15 giugno. Di certo, a fronte del patto Berlusconi-Bossi, il Pd insisterà per l'election day. E Franceschini presto annuncerà anche il sì al quesito.

Paviotti attacca l'uso strumentale della vicenda bollette e Tubone ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La recente sentenza della Corte costituzionale non ha detto che noi abbiamo sbagliato bensì che la legge era sbagliata ed io ho sostenuto che, a questo punto dovrebbe pagare chi ha sbagliato la legge e dunque lo Stato». Dai rimborsi previsti, infine, andranno dedotte le spese legate agli investimenti effettuati dal Consorzio, «ma questo -conclude Paviotti-

Nuove opere, un miliardo per scuola e carceri ( da "Gazzettino, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Provincia autonoma di Bolzano. Giovedì sera, aggiunge Fitto, si è trovato con le Regioni anche l'accordo sul piano casa, che sblocca 550 milioni e ne assegna subito 200 in cambio del ritiro dei ricorsi presentati dalle Regioni alla Corte costituzionale. Andrea Bianchi

Si apre un'altra stagione di <veleni>al Palazzo di Giustizia di Palermo ( da "Sicilia, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: estate del 2006 quando il Csm si apprestava a decidere, tra i candidati in corsa, chi sarebbe stato il nuovo procuratore. Il nome di Sergio Sacco, 67 anni, è riemerso di recente nel corso del processo per l'omicidio di Giovanni Bonanno, vittima, l'11 gennaio 2007, della «lupara bianca» per ordine del boss Salvatore Lo Piccolo.

Ecco perché non va abolito il difensore civico del Veneto ( da "Gazzettino, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Come sancito in numerose recenti sentenze della Corte costituzionale, il difensore civico regionale ha il potere di controllo di legittimità degli atti degli enti locali, funzione che era propria dell'abolito Coreco (Comitato Regionale di Controllo). L'ultima motivazione riguarda il problema delle riduzione dei costi, cui i consiglieri hanno il dovere di tendere.

Csm/ Mancino apre pratica su caso Messsineo (Procura ( da "Virgilio Notizie" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Vice Presidente del CSM Nicola Mancino, come atto dovuto, ha trasmesso alla Prima Commissione, per le valutazioni di competenza, gli articoli pubblicati venerdì 6 marzo e oggi. Alla documentazione di stampa, il Vice Presidente del CSM ha altresì allegato una nota riservata inviata dal Procuratore generale presso la Corte di Appello di Palermo dott.

Battisti/ Brasile, opposizione chiede riforma su ( da "Virgilio Notizie" del 07-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: precedente che valse ad annullare il processo in corso per il colombiano Oliverio Medina). I giudici favorevoli all'estradizione potranno argomentare che l'iter processuale compete al potere giudiziario e non può essere interrotto dall'esecutivo, o in alternativa che questo può sì sospendere la richiesta di estradizione ma non il processo,


Articoli

La bufera ci ha colpito, ma siamo imparziali (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«La bufera ci ha colpito, ma siamo imparziali» Il presidente Mariuzzo riconosce gli errori dei suoi giudici però difende il tribunale «I magistrati laici non influenzano le nostre sentenze» LUCA PETERMAIER TRENTO. Dopo un anno di attacchi e bufere che hanno travolto il suo tribunale, il presidente Francesco Mariuzzo ieri ha fatto outing. L'occasione propizia si è rivelata l'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tar, celebrata ieri nella sede di via Calepina. Forse alcuni giudici del Tar hanno sbagliato - ha detto il presidente - e di questo risponderanno in sede disciplinare. «Ma - ha concluso - si tratta di situazioni che non hanno influito in alcun modo sull'imparzialità delle decisioni del Tar». C'era attesa per ascoltare ciò che il presidente Mariuzzo avrebbe letto nella sua relazione. Di carne al fuoco - del resto - negli ultimi mesi ne era stata messa parecchia. Prima il trasferimento per incompatibilità ambientale del giudice togato Silvia La Guardia, poi il polverone che ha investito il giudice di nomina provinciale Fiorenzo Tomaselli. La prima ha dovuto lasciare Trento dopo la scoperta (rivelata da questo giornale) che la stessa giudice era moglie di un noto avvocato lombardo che la Provincia aveva assunto come consulente nel progetto per il collegamento sciistico Pinzolo Campiglio. E proprio su quest'opera il giudice La Guardia dovette pronunciarsi nell'ambito di un ricorso delle associazioni verdi. Il «caso Tomaselli», invece, è più recente. La bufera scoppiò dopo la rivelazione (fatta qualche mese fa sempre dalla stampa) di un suo lungo e poco opportuno colloquio con l'ex presidente dell'A22 Silvano Grisenti, intercettato nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti sospetti. Tomaselli, sollecitato da Grisenti, parlava di alcuni ricorsi al vaglio del tribunale e delle simpatie e antipatie del presidente Mariuzzo. Nel corso del suo intervento di ieri, lo stesso presidente ha definito «inappropriato» il colloquio di Tomaselli (presente in aula al suo fianco) per il quale, ha aggiunto Mariuzzo, «potrà profilarsi una responsabilità disciplinare, ma non penale». Sia per la giudice con il marito consulente che per il magistrato a colloquio con l'indagato, Mariuzzo non ha fatto nulla per nascondere l'imbarazzo e la condanna del tribunale. Ma - ha spiegato - «i comportamenti dell'una e dell'altro sono comunque totalmente estranei alla genesi della loro nomina, per concorso pubblico la prima e per designazione politica il secondo». In questo modo il presidente ha subito smorzato le critiche - ormai ricorrenti - sulla composizione locale del Tar nel quale siedono anche giudici scelti dalla Provincia: il classico caso del controllato che nomina il controllore. La relazione di Mariuzzo ha citato sentenze della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato e persino della Corte di Strasburgo per dimostrare come la giurisprudenza ammetta tribunali a composizione non esclusivamente togata. Infine Mariuzzo ha negato con decisione che le sentenze del suo tribunale abbiano un andamento più favorevole alla pubblica amministrazione dichiarando che «nonostante l'inaspettata burrasca i miei colleghi ed io confidiamo di poter proseguire il nostro lavoro mantenendo il necessario equilibrio e serenità». Tra gli interventi più significativi va segnalato quello del presidente dell'ordine degli avvocati di Trento Roberto Bertuol. Il legale ha sollevato qualche dubbio sulla tendenza del Tar a far pagare le spese di giudizio alla parte che risulta soccombente («questo disincentiva i ricorsi»), riaffermando la piena fiducia del foro trentino sull'operato del tribunale, «ma - ha concluso - con una maggiore preoccupazione dopo i recenti clamori di cronaca».

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Tutti solidali con Sangiorgio (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Tutti solidali con Sangiorgio Tandura: «Un giudice che sapeva dialogare con le parti» IL CASO BELLUNO. La notizia dell'incriminazione del dottor Carlo Sangiorgio per omissione in atti d'ufficio ha provocato numerose reazioni al palazzo di giustizia. Il magistrato, da 3 anni al tribunale di Roma, è accusato di aver ritardato il deposito di decine di motivazioni di sentenze, nel periodo tra il 2002 e il 2006. Il 19 marzo dovrà presentarsi in Corte d'Appello di Trento per l'udienza preliminare. Ma nel frattempo sono stati molti gli attestati di stima nei confronti del magistrato che per anni ha lavorato a Belluno. è chiara la posizione del presidente del consiglio dell'Ordine degli avvocati, Franco Tandura. «Confermo che il Consiglio dell'Ordine forense ha ritenuto opportuno esprimere la propria solidarietà con un documento al giudice Sangiorgio. Una decisione presa all'unanimità. Ritengo che le doti di un magistrato non si possano valutare solo nella quantità e nella puntualità del lavoro svolto. è vero che nel mirino del Csm finiscono le responsabilità dei magistrati in ordine ai tempi e Sangiorgio paga il prezzo di presunte inadempienze. Ma non è scaricando sui giudici responsabilità, che molte volte non hanno, che si risolva il problema dei tempi della giustizia. Questo può far comodo a qualcuno. Ben altra è la questione». Secondo Tandura il problema è nelle risorse. «Facendo così - aggiunge - si mettono fuori gioco giudici del valore di Sangiorgio, e non solo dai punti di vista tecnico e professionale. Sangiorgio aveva la capacità di dialogo con le parti e grande equilibrio, la non influenzabilità e non ultima l'umiltà». Il presidente del tribunale di Belluno Arturo Toppan precisa: «I ritardi nelle sentenze sono stati tutti ripianati dal dottor Sangiorgio. In tribunale a Belluno ora i magistrati non hanno più ritardi. Sulla vicenda giudiziaria? Difficile esprimere un giudizio, anche perché se ne occupano i magistrati trentini. Sicuramente Sangiorgio non era uno scansafatiche». Laconico l'avvocato Roberto Pregaglia, presidente della Camera penale di Belluno e dell'Unione delle Camere penali del Veneto: «Sapere che un magistrato del calibro di Sangiorgio debba affrontare un'udienza preliminare con un simile capo d'incolpazione desta in me una profonda amarezza».

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La polizia dissuade le donne dal presentare la denuncia (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ABUSI IN FAMIGLIA La polizia dissuade le donne dal presentare la denuncia ROMA. Tante voci per dire no alla violenza maschile, no alla strumentalizzazione che la politica fa delle donne per ottenere consensi. E' il leit motiv che oggi, 7 marzo, legherà le migliaia di donne che scenderanno in piazza in tante città italiane in occasione della Festa della donna. Sotto accusa anche gli ultimi provvedimenti del governo considerati «razzisti» ed «autoritari». E da uno studio dell'associazione "Donne in rete contro la violenza" arriva un nuovo allarme. Le donne sarebbero scoraggiate a presentare denuncia per maltrattamenti o violenza sessuale in famiglia proprio dalle forze di polizia che le dovrebbero tutelare. Lo studio è ritenuto «importante» dallo stesso Consiglio superiore della magistratura, al punto da spingerlo ad avviare una propria ricerca tra i presidenti di tribunale e i procuratori della Repubblica. Lo studio ha messo insieme i dati raccolti dalla Rete di avvocati presenti in 28 città italiane e i risultati, riportati in una delibera del Csm, sono sconfortanti: c'è «un'insufficiente sensibilità da parte delle forze di polizia nel momento della raccolta della denuncia per maltrattamenti in famiglia»; un fenomeno «che si manifesta con il tentativo di dissuadere la donna a presentarla, con la minimizzazione della vicenda e con la comunicazione dell'iniziativa al soggetto denunciato per attuare un tentativo di conciliazione inopportuno anche per possibili ricadute negative sul piano della protezione della vittima». Lo stesso avviene persino in presenza di fatti ancora più gravi, quando ai maltrattamenti è connessa la violenza sessuale.

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sorride il partito del mattone - piero mannironi (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Fatto del giorno Sorride il «partito del mattone» Prossimo passo: modifica del Piano paesaggistico regionale LO SCENARIO IN SARDEGNA Possibili tensioni politiche all'interno della maggioranza PIERO MANNIRONI ROMA. Il partito del mattone «torna a sorridere». Il nuovo presidente della Regione Ugo Cappellacci, prima ancora di formare il suo governo, è infatti corso dal suo grande sponsor politico Silvio Berlusconi per fornirgli un formidabile "assist": dare il suo ok preventivo al disegno di legge che il Cavaliere ha definito con enfasi retorica «la rivoluzione dell'edilizia». Che poi, tradotto in parole povere, significa questo: aumenti di cubature fino al 20% nell'edilizia residenziale (30% in caso di ristrutturazioni), agevolazioni fiscali per questo tipo di interventi, procedure e autorizzazioni semplificate (con conseguente indebolimento dei controlli) e un'attenuazione delle sanzioni per gli abusi edilizi. Per concludere, infine, la previsione di un «ravvedimento operoso» che sa tanto di condono strisciante. Berlusconi ha infilato il disegno di legge nel "pacchetto anticrisi", sostenendo che la legge ridarebbe ossigeno al comparto dell'edilizia, che oggi naviga in un mare di difficoltà. Sarà anche, ma non può non colpire il fatto che, prima di portare il testo in consiglio dei ministri, Berlusconi abbia voluto avere il supporto di due governatori a lui molto vicini: Giancarlo Galan, presidente del Veneto, e, appunto, Cappellacci. E' come un "affidavit", la firma su una cambiale politica, con la quale il Cavaliere supererebbe facilmente il confine giuridico delle competenze, fissato dall'articolo 117 della Costituzione, cuore della riforma del Titolo Quinto della carta fondamentale dello Stato. La nuova norma sull'edilizia, infatti, è come un testo-base che viene proposto alle Regioni, le quali, esercitando la loro competenze statutarie, la possono recepire e quindi, fatta propria, la possono applicare. Si supererebbe così il complesso rapporto tra la competenza esclusiva dello Stato nella «tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali» e quella invece concorrente del «governo del territorio». Un rapporto difficile sul quale si è pronunciata anche la Corte Costituzionale nel febbraio del 2006, con la sentenza numero 51. Il disegno di legge che Berlusconi proporrà nel prossimo consiglio dei ministri rappresenta soprattutto la premessa a un radicale cambio di filosofia, in Sardegna, sull'edificazione residenziale e turistica nelle coste. D'altra parte, la rottura con la politica dei vincoli è stato uno dei temi dominanti della campagna elettorale e i risultati delle urne hanno dato una risposta inequivocabile: il centrodestra ha vinto in 67 dei 72 comuni costieri della Sardegna. L'interpretazione di questo dato non è poi tanto difficile: è semplicemente il trionfo del "partito del cemento". Certo, la strada verso una deregulation nel settore delle costruzioni non è facile. Si dovrà infatti superare prima di tutto lo scoglio del Testo unico sull'edilizia e poi aprire ampi varchi nel Piano paesaggistico regionale. Ostacoli comunque non insuperabili. Per quanto riguarda il Ppr, per esempio, Cappellacci ha già annunciato che sarà una delle prime riforme che affronterà la "sua giunta". Ha cioé fatto capire con molta chiarezza che il Piano paesaggistico sta molto stretto alla sua concezione di tutela ambientale. E proprio a proposito della "sua giunta", viene oggi da chiedersi se l'iniziativa di Cappellacci avrà conseguenze politiche. Se cioé assumersi una responsabilità "pesante" come questa senza un preventivo confronto con gli alleati, e soprattutto prima ancora di avere formato la sua squadra di governo, possa creare serie turbolenze all'interno della coalizione. E poi, dopo una campagna elettorale fortemente caratterizzata dall'invadenza del presidente del Consiglio, molti alleati si aspettavano che Ugo Cappellacci cercasse di smarcarsi un po' dall'ingombrante presenza del Cavaliere. Per darsi un'immagine di autonomia e dare così maggiore credibilità al suo programma. E invece il nuovo presidente della Regione inaugura il suo mandato con una missione solitaria, e non concordata, ad Arcore per dare sostegno al presidente del Consiglio. Il "partito del cemento", dunque, torna a sorridere dopo gli "anni bui" del governo Soru. Si tratta adesso di vedere in quali tempi e con quali modalità la lobby del mattone riprenderà la sua occupazione soprattutto nelle aree oggi interdette. E soprattutto quali resistenze troverà. Dal fronte ambientalista, infatti, arrivano squilli di guerra. Il commento del portavoce del Gruppo di Intervento Giuridico, Stefano Deliperi, è laconico, ma estremamente chiaro: «Per quello che potremo fare, gli renderemo la vita impossibile». E' questo sicuramente l'inizio di una stagione conflittuale, nella quale si giocherà anche il destino di aree naturalisticamente pregiate e fragili. Ma sarà soprattutto il momento della verità nel confronto tra due modelli di sviluppo, tra due filosofie politiche che hanno una forte trasversalità. Non è perciò detto che i numeri sui quali Cappellacci sostiene il proprio ruolo siano alla fine sufficienti per garantire l'avanzata del "Partito del mattone". Un'ultima riflessione: sarà anche interessante vedere se il disegno di legge sul quale Cappellacci ha già detto sì a Berlusconi potrà diventare in futuro il grimaldello per far fiorire i sogni di cemento di Marina Berlusconi a Costa Turchese.

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consiglio, più sedute e meno leggi (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

L'ultima legislatura Consiglio, più sedute e meno leggi CAGLIARI. Quando sta per iniziare la quattordicesima legislatura (il Consiglio si riunirà al massimo il 22 di questo mese), si fanno i conti sull'ultimo quinquennio nel quale ci sono state più sedute e maggiore durata dei lavori assembleari, ma meno leggi approvate. è quanto emerge dai dati statistici elaborati dagli uffici del Consiglio regionale sulla legislatura 2004-2009 e raffrontati con quelli del periodo 1999-2004. L'aula si è riunita 479 volte (+3) nonostante l'attività si sia dovuta concludere anticipatamente di circa sei mesi per le dimissioni presentate dal presidente della giunta, Renato Soru, e diventate efficaci il 26 dicembre scorso. I consiglieri (chi più, chi meno) sono rimasti sui banchi 1.885 ore (+36). Si è ridotto il numero di proposte di legge presentate, 357 (-193), e pure quello delle leggi approvate, 79 (-14), anche se tra queste ci sono stati provvedimenti corposi come la legge Statutaria. Si aggiungono, poi, tredici proposte di legge nazionale, dieci statutarie e tre di iniziativa popolare (come quella, rimasta in un cassetto, finalizzata all'abbattimento delle indennità dei consiglieri). L'assemblea regionale ha dato il via libera a quattro programmi, nove documenti, sette risoluzioni e tre regolamenti. Sette leggi, compresa la Statutaria per conflitto di attribuzione sulla promulgazione, sono state impugnate dal governo davanti alla Corte Costituzionale.

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estorsione, sei bancari verso l'archiviazione (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Richiesta al gip del sostituto procuratore, ma la parte offesa annuncia opposizione Estorsione, sei bancari verso l'archiviazione MONTECATINI. Una richiesta di archiviazione per sei tra dirigenti e funzionari di banca e un professionista consulente del tribunale, indagati a vario titolo per estorsione, ricettazione, falsa perizia e interpretazione all'abuso di ufficio, è stata avanzata dal sostituto procuratore Ornella Galeotti. Ma la parte offesa, un usurato, annuncia opposizione a tutti i livelli. La storia. Il procedimento risale al 2006 quando i sette finirono sul registro degli indagati nell'ambito di un'inchiesta stralcio più ampia iniziata alcuni anni prima a Udine e conclusasi con la condanna di tre usurai. Vittima degli strozzini Giuseppe Paoli, 51 anni, capannorese per lunghi anni residente a Montecatini. Per l'indagine sull'usura ai primi di febbraio è stato notificato l'avviso di chiusura delle indagini a undici bancari. Verso l'archiviazione. Secondo la Procura non hanno commesso i reati per cui sono stati indagati il presidente dell'ex Credito cooperativo di Alberghi, oggi Banca di Pescia, Franco Papini; il direttore generale Riccardo Arretini; il vice direttore generale Tiziano Berti; l'ex direttore della filiale di Capannori, Nicola Matteoni; l'ex direttore della filiale montecatinese del Monte dei Paschi di Siena, Daniele Braconi; un funzionario della stessa Mps, Giordano Barbesi. Il settimo è Maurizio Mariottini, geometra, consulente tecnico di parte (ctu) del giudice nel procedimento legato all'esecuzione immobiliare. La contestazione. La parte offesa contestava l'attribuzione di un valore dell'immobile messo all'asta dalle banche coinvolte nell'indagine più bassa di quello reale. Secondo le ipotesi investigative della Procura della Repubblica di Udine emergerebbe un disegno per appropriarsi dei beni del montecatinese facendo leva su un debito di una società di capitali di cui era socio. A Paoli, stando sempre all'ipotesi della procura di Udine, sarebbero stati concessi finanziamenti e crediti sempre più importanti in modo da condurlo al punto di non ritorno, per potersi appropriare delle sue proprietà immobiliari. Opposizione. L'avvocato Mario Griffo, che assiste Giuseppe Paoli, non accetta la decisione della Procura della Repubblica di Pistoia. «Ci opporremo alla richiesta di archiviazione - afferma - e invieremo il nostro ricorso oltre che al gip di Pistoia anche al Csm, al ministero di Grazia e Giustizia, alla Procura Generale di Firenze e alla Procura della Repubblica di Genova. Vogliamo sia fatta luce sulle indagini e sulle lungaggini che hanno accompagnato questa inchiesta a Pistoia». P.B.

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valide le cartelle " mute" (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Lucca. La Corte Costituzionale respinge le eccezioni sulle tasse sollevate dalla commissione tributaria Valide le cartelle " mute" Si deve pagare anche se manca il responsabile dell'atto LUCCA. Sono valide le cosiddette "cartelle mute" e cioè quelle mancanti della indicazione del responsabile del procedimento. Così ha stabilito la Corte Costituzionale con sentenza 58/2009, respingendo le eccezioni di incostituzionalità sollevate da varie commissioni tributarie di tutta Italia (fra le quali quella di Lucca, sezione 2, presidente Terrusi). Molti sono i contribuenti lucchesi delusi da questo intervento della Corte, che accetta perfino che il legislatore dal 1º giugno 2008, possa comminare la nullità a cartelle che fino al giorno prima considerava valide. Ora dovranno pagare. In Lucca IV SEGUE A PAGINA 4

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drammi, arresti e polemiche i 79 giorni di magnanapoli - dario del porto (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Napoli La ricostruzione della vicenda che ha scosso Palazzo San Giacomo Drammi, arresti e polemiche i 79 giorni di Magnanapoli Le dimissioni di Cardillo e il suicidio di Nugnes anticiparono il ciclone giudiziario DARIO DEL PORTO Alla fine di novembre due eventi scuotono la città nel giro di 48 ore: le dimissioni a sorpresa dell´assessore al Bilancio della giunta Iervolino, Enrico Cardillo, che lascia l´incarico per «dedicarsi all´università»; e il suicidio dell´ex assessore Giorgio Nugnes, coinvolto nelle indagini sui disordini di Pianura. Quale che sia la reale motivazione dei due gesti, è questo il momento in cui le indiscrezioni su un´indagine potenzialmente clamorosa, fino ad allora rimaste ad avvelenare i palazzi del potere, irrompono sui media di tutta Italia. Emerge che tre pm, Vincenzo D´Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, coordinati dal procuratore aggiunto Franco Roberti, stanno indagando sulle relazioni dell´imprenditore Alfredo Romeo e sull´attribuzione di appalti rilevantissimi come quello per il Global Service. è un altro fascicolo scaturito dalla "madre di tutte le inchieste", l´indagine avviata dalla Procura e dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere sul piccolo caso di una contravvenzione non pagata e poi via via ingrossatasi. Da lì era partita l´inchiesta sull´Udeur e Clemente Mastella che, un anno fa di questi tempi, assestò la definitiva spallata al governo Prodi. E sempre dallo stesso procedimento è nato il capitolo sugli appalti che in codice, per gioco ma non troppo, i magistrati del Centro direzionale hanno voluto chiamare "Magnanapoli". Il 17 dicembre, per ordine del gip Paola Russo, Alfredo Romeo finisce in carcere e altre dodici persone vanno agli arresti domiciliari: ci sono anche quattro fra assessori ed ex assessori della giunta Iervolino: Giuseppe Gambale (tornato libero ieri) Enrico Cardillo, Felice Laudadio e Ferdinando Di Mezza, che saranno poi rimessi in libertà il primo dal Riesame e gli altri due dal gip Russo. L´indagine, si apprende, coinvolgeva anche Nugnes. La Procura chiede l´arresto anche per due deputati, Italo Bocchino del Pdl e Renzo Lusetti, la cui posizione sarà poi stralciata in attesa delle valutazioni della Corte Costituzionale sull´utilizzo delle intercettazioni telefoniche di parlamentari. Pur scossa dal terremoto giudiziario, il sindaco Iervolino sostituisce gli arrestati e va avanti. Sentita come teste dai pm, non esita a definire «sfrantummati» i suoi ex assessori, salvando dal caustico giudizio il solo Laudadio. L´indagine si snoda fra polemiche e veleni politici, mentre le intercettazioni disegnano uno spaccato di rapporti che fa discutere. Per tre volte il gip Russo respinge l´istanza di scarcerazione presentata dai difensori di Romeo. Il Riesame conferma il tessuto centrale dell´inchiesta. In Procura vengono sentiti come testi Francesco Rutelli e Antonio Di Pietro, quest´ultimo per fatti riguardanti un altro filone, che ruota attorno all´ex provveditore alle Opere pubbliche Mario Mautone, nel quale è stato intercettato anche il figlio Cristiano. Il 27 gennaio la Procura chiude l´inchiesta, il 15 febbraio le 16 richieste di rinvio a giudizio, imputato anche il deputato del Pdl Amedeo Laboccetta. Ora, 79 giorni dopo quel 17 dicembre, è tutto davanti al gup. Già in primavera potrà arrivare la prima sentenza.

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tasse, sono valide le cartelle " mute" (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 4 - Lucca Tasse, sono valide le cartelle " mute" Respinto il ricorso all'Alta Corte tanti cittadini dovranno pagare LUCCA. Sono valide le cosiddette "cartelle mute" e cioè quelle mancanti della indicazione del responsabile del procedimento. Così ha stabilito la Corte Costituzionale con sentenza 58/2009, respingendo le eccezioni di incostituzionalità sollevate da varie commissioni tributarie di tutta Italia (fra le quali quella di Lucca, sezione 2, presidente Terrusi). Molti sono i contribuenti lucchesi delusi da questo intervento della Corte, che accetta perfino che il legislatore dal 1º giugno 2008, possa comminare la nullità a cartelle che fino al giorno prima considerava valide. La vicenda delle cartelle chiamate correntemente "mute", avrebbe certamente avuto un epilogo diverso, se di mezzo non ci fossero stati tanti interessi da difendere per conto della società di riscossione Equitalia e conseguentemente per conto dell'erario. Si pensi che, soltanto nella nostra provincia, il valore delle cause pendenti relative a questa seguita vertenza, è stimato, con una certa approssimazione, intorno ai cinque milioni di euro. In certi casi evidentemente, non ha alcun significato il famoso aforisma "chi sbaglia paga", perché qui a pagare è sempre e comunque il cittadino. Il quale dal 1948 rimane ancora in attesa che si dia attuazione all'articolo 97 della Costituzione, che era stato posto a garanzia del buon andamento e dell'imparzialità dell'amministrazione. Tante le eccezioni di incostituzionalità sollevate dalla commissione tributaria di Lucca (presidente Francesco Terrusi, relatore avvocato Baldini) davanti alla Corte, che però le ha respinte ritenendo valide la cartelle "mute". In merito all'articolo 3 della Carta fondamentale (tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge) si eccepiva che risulta violato in ragione della disparità di trattamento del contribuente destinatario della notificazione di una cartella di pagamento prima e dopo il 1º giugno 2008, nonché per irragionevolezza ed incoerenza della norma che, riconoscendo e sanzionando un vizio di nullità per il futuro, al contempo lo sana per il periodo precedente a quella data. Era ritenuto violato, dai ricorrenti, anche il principio costituzionale di diritto alla difesa e del giusto processo per tutti coloro i quali, avendo ricevuto una cartella di pagamento priva dell'indicazione del responsabile, prima del primo giugno 2008, vedono ridursi la possibilità di difendersi efficacemente dalla pretesa tributaria, considerata la sanatoria della nullità rilevata. La norma era quindi apparsa lesiva delle prerogative del potere giudiziario, nella misura in cui - a giudizio dei ricorrenti - va ad incidere sugli articoli della Costituzione che prevedono che i giudici siano soggetti soltanto alla legge, che non possono essere istituiti giudici straordinari o giudici speciali, che è assicurata l'indipendenza dei giudici. Infine i ricorrenti ritenevano leso il principio di buon andamento e imparzialità dell'operato della pubblica amministrazione, violato nella misura in cui il contribuente non viene posto in condizione di conoscere l'autore dell'atto impositivo, al fine di proporre contestazioni e porre in rilievo eventuali responsabilità, per le procedure adottate fino a tutto il periodo del mese di maggio 2008.

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messa una pietosa toppa dalle conseguenze pesanti (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

DECISIONE CONTRADDITTORIA MESSA UNA PIETOSA TOPPA DALLE CONSEGUENZE PESANTI Tutto ha avuto inizio nel novembre 2007, quando la Corte Costituzionale, con ordinanza numero 377, censurò l'operato dei concessionari della riscossione (Equitalia) che nelle cartelle di pagamento non indicavano il responsabile del procedimento in violazione dell'articolo 7 dello Statuto dei diritti del contribuente che espressamente stabiliva: "Gli atti dell'amministrazione finanziaria e dei concessionari della riscossione devono tassativamente indicare... il responsabile del procedimento...". In quella occasione la Corte osservava che "... l'obbligo imposto ai concessionari di indicare nelle cartelle di pagamento il responsabile del procedimento, lungi dall'essere un inutile adempimento, ha lo scopo di assicurare la trasparenza dell'attività amministrativa, la piena informazione del cittadino (anche ai fini di eventuali azioni nei confronti del responsabile) e la garanzia del diritto di difesa, che sono altrettanti aspetti del buon andamento e dell'imparzialità della pubblica amministrazione predicati dall'art. 97 della Costituzione...". A questo punto il legislatore corre immediatamente ai ripari, stabilendo con l'articolo 36 (decreto "mille proroghe"), che la nullità riguardava soltanto le cartelle notificate dopo il 1º giugno 2008, ma non anche quelle notificate in precedenza. Questa alzata d'ingegno fu definita da parte dei più accreditati giuristi un infelice, discutibile tentativo di mettere una pietosa "toppa" alle pesanti conseguenze derivanti dalla mancata osservazione della legge da parte di Equitalia. Di fronte alle tante eccezioni sollevate da varie commissioni tributarie, la Corte Costituzionale oggi, stabilisce la piena validità delle cartelle già censurate, e legittima la scelta del legislatore, salvando così gli interessi erariali. La consulta rileva poi che l'articolo 7 dello Statuto dei diritti del contribuente, pur affermando la "tassatività" della indicazione del responsabile del procedimento, non commina la sanzione di nullità della cartella per violazione della disposizione indicata. Come se la legge fosse fatta per essere violata impunemente quando al precetto non corrisponda una precisa sanzione. La regola generale è invece quella che la legge è emanata per essere osservata (altrimenti non avrebbe alcun senso emetterla) e che, per garantirne l'osservanza, non debbono affatto essere previste comminatorie di nullità o di annullabilità degli atti adottati in violazione: l'osservanza della legge è garantita dalla sua cogenza, che verrebbe meno qualora potesse essere impunemente violata. Purtroppo, sia il legislatore che il giudice dovrebbero evitare di pensare soltanto alle immediate esigenze di cassa, lacerando continuamente il sistema con norme o giudizi di comodo, guardando invece, come sempre si dovrebbe fare, al superiore bene della "certezza del diritto". Giampiero Della Nina

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In magistratura dal 1967, è tra le poche in Italia a rivestire questo incarico (sezione: Giustizia)

( da "Cittadino, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La "signora" della giustizia Adriana Garrammone guida il tribunale di Lodi E'stata la prima presidente donna di un tribunale ordinario in Lombardia e quando si è insediata ufficialmente a Lodi, il 15 settembre del 2005, è stata accolta con un enorme mazzo di rose: Adriana Garrammone, magistrato dal 1967, è comunque ancora tra le poche donne in Italia ad avere questa responsabilità, in tutto meno di dieci. «Questo "primato" è figlio di un fatto storico spiega la presidente Garrammone -: fino al 1963 infatti nel nostro Paese essere uomini era uno dei requisiti per entrare in magistratura». E a rompere un tabù che oggi appare fuori da ogni logica, ma che è figlio di una Storia che ha quasi sempre visto gli uomini al potere, era stata ovviamente una donna, che, esclusa dal concorso, aveva presentato, e vinto, un ricorso approdato alla Corte costituzionale. Nessuna concessione degli uomini, quindi. «Di anno in anno le donne in magistratura sono diventate sempre di più, soprattutto negli ultimi lustri, perché le donne studiano molto e vincono i concorsi prosegue la presidente -, ma il fatto che siamo ancora relativamente poche nelle posizioni di vertice dipende dai tempi della carriera. Comunque stiamo arrivando anche alla guida di un numero sempre maggiore di procure».Presidente, perché ha scelto di fare il giudice?«Per poter fare giustizia. Non è assolutamente semplice, ma è comunque un impegno ricco di stimoli. Mette insieme lo studio, continuo, con la precisione, la pazienza, tutte doti indispensabili sia nel campo civile sia in quello penale. E si fa una grande esperienza umana: si entra in contatto quotidianamente con parti, mariti, mogli, imputati, avvocati, testimoni, espressione di tantissime realtà diverse. E poi si arriva al momento più difficile: la decisione».Prima al tribunale di Monza, la sua città, quindi alla pretura di Milano, dal 1997 presidente dell'ottava sezione del tribunale di Milano, dove ha giudicato anche fatti di criminalità organizzata e terrorismo internazionale, da anni è protetta, costantemente ma con discrezione, da una scorta. Sceglierebbe ancora questa professione?«Senz'altro».Il fatto di essere donna in una giustizia che, al suo ingresso, era degli uomini, l'ha fatta sentire in qualche modo in minoranza?«Non mi sono mai ritenuta discriminata. Quando dovevo vincere i concorsi, li ho sempre vinti».E ora anche a Lodi il panorama è mutato...«Sì, forse tra un po' si parlerà di "quote azzurre": in procura ci sono due uomini e due donne, tra tribunale e ufficio gip dieci donne e due soli uomini, ma qui l'arrivo di due uditori a settembre ristabilirà un po' gli equilibri. "Colore" a parte, oggi un problema vero della giustizia, e a Lodi ne soffriamo in modo particolare, è però quello della mancanza di personale amministrativo: i concorsi sono bloccati e quando il personale se ne va, per qualsiasi motivo, non può essere sostituito. Questi richiede impegno da parte di tutti, continui sforzi di riorganizzazione, e devo dire che in questo palazzo tutti si stanno spendendo molto».Carlo Catena

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palermo, i pm difendono messineo ma il csm vuole aprire un'inchiesta - francesco viviano (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 12 - Cronaca Assemblea dei sostituti in sostegno del procuratore: "Il cognato non è indagato" Palermo, i pm difendono Messineo ma il Csm vuole aprire un´inchiesta Alla fine dell´incontro una nota per definire "cose passate" le accuse a Sacco FRANCESCO VIVIANO PALERMO - Il Consiglio superiore della Magistratura si occuperà dell´ultimo «Caso Palermo», la vicenda relativa alle indagini sul clan dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, padre e figlio, arrestati nei mesi scorsi e nella quale è coinvolto anche il boss Sergio Maria Sacco, cognato del procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo. A sollecitare l´apertura di una pratica in prima Commissione del Csm è il consigliere laico, Gianfranco Anedda. «Il Csm non può rimanere indifferente di fronte a una vicenda di questo genere. Se il vice presidente Nicola Mancino non aprirà d´ufficio una pratica sul caso, credo che lo chiederemo noi lunedì prossimo, quando si riunirà la Prima Commissione», ha dichiarato Anedda che ha chiesto di sentire sulla spinosa vicenda il procuratore generale di Palermo, Luigi Croce. La pubblicazione della notizia del coinvolgimento del cognato del Procuratore di Palermo nelle inchieste su omicidi, traffici di droga ed omicidi del clan Lo Piccolo e che da mesi girava con enorme imbarazzo negli uffici giudiziari, ha provocato ieri mattina una riunione del procuratore Messineo con i suoi aggiunti al termine della quale hanno diramato un comunicato nel quale svelano che il cognato del Procuratore, non è iscritto nel registro degli indagati perché nei suoi confronti non sarebbero emersi «nuovi indizi tali da giustificarne l´iscrizione». Nel comunicato viene sottolineato che le inchieste giudiziarie (almeno una decina in questi ultimi anni, fino al 2008) che riguardano il cognato del Procuratore sono «cose passate», già vagliate dal Csm che le ha ritenute «ininfluenti» quando nominò Messineo (2006) procuratore della Repubblica di Palermo. Sergio Maria Sacco, fratello della moglie del procuratore Messineo, è stato tirato in ballo nel gennaio del 2006, quando i carabinieri intercettarono una conversazione della moglie di Giovanni Bonanno, sequestrato ed ucciso dai Lo Piccolo, dove la donna raccontava al suo interlocutore che proprio Sacco, amico e socio del defunto boss Armando Bonanno (padre di Giovanni) gli aveva consigliato di andare via da Palermo perché i Lo Piccolo volevano ucciderlo. E nel dicembre del 2008 la vedova di Giovanni Bonanno, in un´aula di Corte d´Assise di Palermo, ha confermato quanto era stato trascritto nelle intercettazioni telefoniche.

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Il ministero non può inasprire la sanzione al sottufficiale (sezione: Giustizia)

( da "CittadinoLex" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sei in: Prima Pagina | Stato | Testo Illegittima la legge che consentiva di rendere più sfavorevole il giudizio della commissione di disciplina Il ministero non può inasprire la sanzione al sottufficiale (Corte costituzionale 62/2009) di Ludovico Fraia È irragionevole che un'autorità superiore ma esterna alla commissione di disciplina possa rendere più severa la sanzione prevista per un sottufficiale delle Forze armate. I giudici costituzionali hanno così dichiarato illegittimo l'articolo 75 della legge 31 luglio 1954 numero 99 (Stato dei sottufficiali dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica), nella parte in cui prevede la possibilità, per l'organo competente all'adozione delle sanzioni disciplinari di stato, di discostarsi dal giudizio della Commissione di disciplina non solo in senso più favorevole all'incolpato ma, sia pure soltanto in casi di particolare gravità, anche a sfavore di questo. Proprio quest'ultima previsione non è andata giù alla quarta sezione del Consiglio di Stato nel corso di un giudizio avente ad oggetto la impugnazione della sentenza con la quale il Tribunale amministrativo regionale del Lazio aveva rigettato il ricorso contro la sanzione disciplinare della perdita del grado per rimozione di un sottufficiale dell'Esercito. I supremi giudici amministrativi hanno ritenuto che permettere al ministro o il responsabile della struttura amministrativa di peggiorare la sanzione fosse una violazione dell'articolo 3 della Costituzione sull'uguaglianza e dell'articolo 97 sulla salvaguardia dell'imparzialità e del buon andamento della amministrazione e la Corte costituzionale è stata d'accordo. Del resto l'inasprimento della sanzione era proprio quello che era capitato ad A. C. condannato alla pena detentiva di un anno a quattro mesi di reclusione, a seguito di "patteggiamento", in relazione ad una imputazione di detenzione a fini di "spaccio" di sostanze stupefacenti. Il sottufficiale aveva impugnato il provvedimento col quale il direttore generale de ministero della Difesa, nonostante il «parere favorevole a conservare il grado espresso dalla Commissione di disciplina», aveva irrogato nei suoi confronti la sanzione disciplinare della perdita del grado per rimozione. (06 marzo 2009)

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al sant'alessandro (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

al sant'alessandro --> Sabato 07 Marzo 2009 CRONACA, pagina 19 e-mail print Relatori d'eccezione ieri a Bergamo per l'incontro su «Le recenti novità del giudizio avanti la Corte di Cassazione» organizzato dall'Associazione provinciale forense (Anp), con il patrocinio dell'Ordine degli avvocati, e svoltosi all'auditorium del collegio Sant'Alessandro (nella foto Bedolis il tavolo con relatori e organizzatori). A tracciare un quadro della nuova disciplina che norma il terzo grado di giudizio c'erano il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, che ha svolto la relazione introduttiva, e Romano Vaccarella, ex giudice della Corte costituzionale e ordinario di Diritto civile all'Università La Sapienza di Roma, che ha sviluppato il tema del controllo preventivo dei ricorsi e del vaglio di ammissibilità. Ha concluso i lavori Mariacarla Giorgetti, docente di Diritto civile e di diritto fallimentare all'Università di Bergamo, che ha parlato della prassi applicativa della Cassazione sui quesiti di diritto e sulla loro possibile soppressione. 07/03/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE

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Ok in vista per 5-6mila alloggi (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-07 - pag: 3 autore: Piano casa. Decisiva la Conferenza unificata del 12 marzo Ok in vista per 5-6mila alloggi Massimo Frontera ROMA Strada in discesa per il piano casa. Salvo colpi di scena, il decreto attuativo dovrebbe ricevere l'ok dalla Conferenza unificata di giovedì 12 marzo, per poi attendere soltanto il primo Cipe utile. La principale conseguenza della pace siglata con le Regioni è lo sblocco di 200 milioni per interventi abitativi urgenti, che potrebbe tradursi in 5-6mila alloggi "cantierabili". La disponibilità dei Comuni a partecipare alla prossima conferenza arriverà dopo un incontro ottenuto con il premier Silvio Berlusconi per martedì o mercoledì prossimo. I 5-6mila alloggi "cantierabili" sono una quota degli oltre 11.800 indicati nel 2007 in un dettagliato programma: proprio quello finanziato con i 550 milioni poi dirottati sul piano casa (decisione che ha innescato l'impasse che dura dalla scorsa estate). L'erogazione delle risorse avverrà dopo l'ok delle Infrastrutture alla lista che le Regioni devono inviare a Porta Pia entro 30 giorni (a partire dalla data di registrazione del Dpcm alla Corte dei Conti). Si tratterà soprattutto di recuperi e ristrutturazioni di case inagibili, e in minore numero di nuovi alloggi. Nell'avviare il programma del 2007, Regioni e Comuni erano infatti partiti dagli interventi con il miglior rapporto tra numero di case e fondi disponibili. La laboriosa e tormentata trattativa con le Regioni condotta dal Governo – e in prima battuta dal ministro per gli Affari regionali,Raffaele Fitto –si è ufficialmente conclusa con la firma di una sorta di "concordato": il Governo riconosce alle Regioni 200 milioni su 550, dirottandone 350 sulle altre linee attuative del piano casa, ma con l'impegno a recuperare i 350 milioni necessari a completare il programma del 2007. Le Regioni hanno anche ottenuto il ripristino del parere vincolante sull'intesa in Conferenza unificata, cancellato qualche settimana fa. L'apposita norma potrebbe arrivare già martedì prossimo, attraverso un emendamento al Dl incentivi (n.5/2009) in discussione alla Camera. Da parte loro, le Regioni rinfoderano l'arma del ricorso alla Corte costituzionale, ritirando i procedimenti pendenti sul piano casa. Soddisfatto il "negoziatore" Fitto (che continua a lavorare sul fronte dei Comuni).L'accordo, ha detto il ministro, nasce «da un clima molto positivo di collaborazione nonostante all'inizio vi fossero state posizioni molto conflittuali». Ottimista anche il titolare delle Infrastrutture, Altero Matteoli, che prevede 15-20 giorni per il varo definitivo del Dpcm.

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VELLETRI Commiato di Ferraro Si è tenut... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 07 Marzo 2009 Chiudi VELLETRI Commiato di Ferraro Si è tenuto ieri il commiato del presidente del Tribunale di Velletri Bruno Ferraro, che dopo otto anni termina il suo incarico per andare a dirigere il Tribunale di Tivoli. Il suo posto sarà affidato al presidente della sezione penale Antonio Gannino, in attesa della nomina da parte del Csm. Ferraro era arrivato a Velletri nel settembre del 2001.

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Riparte il piano per le case sociali (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Edilizia e Territorio data: 07/03/2009 - pag: 10 autore: di Simonetta Scarane e Simona d'Alessio Il programma da 500 milioni per l'edilizia pubblica sbloccato dopo l'intesa tra il governo e le regioni Riparte il piano per le case sociali Matteoli: siamo pronti. Stati generali delle costruzioni ad aprile Il governo e le regioni hanno siglato giovedì sera e «dopo una lunga trattativa» il Piano casa da 550 milioni di euro che ora andrà al prossimo consiglio dei ministri per l'approvazione. Si sbloccano così le risorse che verranno assegnate alle regioni. Le regioni «ritireranno i ricorsi che avevano presentato alla Corte costituzionale», ha fatto sapere il ministro per i rapporti con le regioni, Raffaele Fitto. Il Piano casa approderà sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri, secondo quanto ha dichiarato il premier Silvio Berlusconi, parlando di «effetti eccezionali» per l'economia perché le costruzioni, ha spiegato, «comportano la messa in moto di tanti altri settori». Una boccata d'ossigeno, insieme al piano delle opere approvato ieri dal Cipe che dovrebbe riuscire a invertire l'andamento negativo dell'industria delle costruzioni, che nel 4° trimestre 2008 ha visto l'indice della produzione scendere a 123,6 con una diminuzione del 9,6% rispetto al 4° trimestre del 2007.Nella media del 2008, sia l'indice grezzo sia l'indice corretto per i giorni lavorativi hanno registrato, rispetto al 2007, una diminuzione del 2,1%. Non solo, ma la decisione del governo di investire nel settore delle infrastrutture, e dell'edilizia residenziale, in funzione anticiclica, va nella direzione delle richieste che erano giunte nei giorni scorsi da tutte le sigle del mondo delle costruzioni e giovedì sera le hanno messe nero su bianco nel protocollo di intesa sugli interventi anticrisi da mettere in campo. Protocollo per la prima volta unitario fra tutte le sigle del mondo delle associazioni imprenditoriali e sindacali di categoria: Ance, Agi, Aniem-Confapi, Ancpl-Lega, Federlavoro servizi I Confcooperative, Agci-Psl, Anaepa-Confartigianato, Cna Costruzioni, Fiae Casartigiani, Claai, Assoimmobiliare, Federbeton, Feneal-Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, che hanno convocato unitariamente per il mese prossimo gli stati generali delle costruzioni con i rappresentanti del governo. Servirà per discutere le proposte di rilancio del settore e dovrà essere preparato dal tavolo interministeriale di concertazione da istituire, è la richiesta, a Palazzo Chigi. Nel documento si chiedono interventi urgenti per recuperare il ritardo infrastrutturale e abitativo, favorire la qualità del lavoro, delle imprese e del loro prodotto, adeguare il sistema degli ammortizzatori sociali alle specificità del settore, prevedere semplificazioni procedurali per accelerare gli iter di autorizzazione e di realizzazione delle opere, dare precise garanzie sul rispetto dei tempi di pagamento per i lavori eseguiti e garantire il credito alle famiglie e alle imprese. «Il Piano casa è pronto», ha dichiarato il ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, «abbiamo ritardato perché era necessario un accordo con le regioni», ha affermato, «le regioni avevano a disposizione 550 milioni, così il piano finirà per essere autofinanziato». Il ministro ha spiegato che con il progetto «i cittadini acquisteranno case di 70-80 metri quadri. Le abitazioni saranno date in affitto a giovani coppie, anziani, studenti, immigrati che sono in regola con il permesso di soggiorno e che consentirà loro di poter riscattare dopo un certo numero di anni. È un'operazione», ha concluso il ministro, «che riguarda la costruzione di migliaia e migliaia di case».L'emergenza abitativa nel Lazio è stata esaminata ieri a Roma nel convegno di Confcooperative-Federabitazione Lazio dove è stata presentata la ricerca del Cresme diretto da Lorenzo Bellicini che, cifre alla mano, ha dimostrato il crollo della domanda di edilizia residenziale libera nella regione (compravendite -15,5% nel 2008) a causa del caro prezzi, che comunque sono in discesa (-10% a Frosinone, -6,5% a Viterbo, -5,5% a Roma e -0,5% a Latina; soltanto a Rieti c'è un incremento del 4,8%). La contrazione delle compravendite nel Lazio riflette il trend nazionale del calo generale delle compravendite immobiliare in tutta la Penisola: nel 2007, secondo il Cresme, la riduzione del 4,6% ha segnato la fine di un lungo boom in atto dal 1999. Nel Lazio l'inversione della dinamica di crescita era avvenuta già nel 2006 (-3,8%) raggiungendo nel 2007 -7,5%. Contemporaneamente è cresciuta la necessità di alloggi di housing sociale, a costi sostenibili, in proprietà e in locazione. Confcooperative Lazio ha chiesto che venga incentivata la collaborazione tra il movimento cooperativo e le amministrazioni pubbliche per il social-housing. La carenza di alloggi sociali nel Lazio per il sindaco di Roma Alemanno è «un costo notevole, 35 milioni di euro, nella spesa corrente che ogni anno il comune deve sostenere per il disagio abitativo».

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ROMA Il piano casa fa un passo avanti. Il governo ha infatti definito ieri l'accordo con le re... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 07 Marzo 2009 Chiudi ROMA Il piano casa fa un passo avanti. Il governo ha infatti definito ieri l'accordo con le regioni. Lo ha annunciato ieri il ministro per le politiche regionali Raffaele Fitto al termine del consiglio dei ministri. «L'intesa ha spiegato il ministro prevede lo sblocco immediato delle risorse e l'assegnazione alle Regioni di una quota pari a 200-250 milioni su 550 milioni in cambio della rinuncia ai ricorsi alla Corte Costituzionale». La cifra rimanente sarà reperita nella prossima Finanziaria. I fondi sono quelli destinati dal governo Prodi al vecchio piano per l'edilizia abitativa che la manovra triennale approvata a giugno aveva dirottato sul nuovo piano casa, innescando un contenzioso con le Regioni che si erano rivolte alla Consulta per ottenerne la restituzione. «Il governo ha riconosciuto finalmente le nostre ragioni dichiara al Messaggero il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani che ha firmato l'intesa con Fitto e questo ci consentirà di rimettere in moto i piani regionali per l'edilizia che erano già stati avviati in molte regioni e che la manovra triennale aveva avuto il paradossale effetto di bloccare. Quelle Regioni che erano già pronte, potranno partire subito perché viene loro riconosciuta una priorità sulla disponibilità dei fondi. Sarà così favorito l'effetto anticiclico. Le Regioni stanno facendo uno sforzo enorme per destinare risorse ad investimenti». «Sono pienamente soddisfatto dell'accordo raggiunto che impegna consistenti risorse per affrontare l'emergenza di una tensione abitativa che colpisce molte famiglie», ha aggiunto il ministro Fitto. Resta ancora da trovare però l'accordo con i Comuni che giovedì, alla vigilia del consiglio dei ministri, non si sono presentati alla conferenza Stato-Regioni. «Con ogni probabilità ha detto Berlusconi il piano casa sarà varato dal prossimo consiglio dei ministri». Per il ministro Matteoli «il piano da 500 milioni consentirà di realizzare case dai 60 agli 80 metri quadrati che andranno in affitto, con la possibilità di riscatto, a giovani, anziani, studenti, immigrati in regola con permesso di soggiorno e lavoro». B.C.

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ROMA <ENTRO QUINDICI - venti giorni spero di portare il &#... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMO PIANO pag. 2 ROMA «ENTRO QUINDICI - venti giorni spero di portare il &#... ROMA «ENTRO QUINDICI - venti giorni spero di portare il piano casa' in consiglio dei ministri» osserva Altero Matteoli. Le premesse ci sono, grazie all'accordo sottoscritto dal ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto e dal presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani. Palazzo Chigi è molto soddisfatto. «Il piano ha commentato Silvio Berlusconi è importantissimo perchè quando l'edilizia va, tutto va». «L'intesa osserva il ministro Raffaele Fitto prevede lo sblocco immediato delle risorse e l'assegnazione alle regioni di una quota pari a 200-250 milioni su 550 milioni (i fondi del vecchio piano per l'edilizia abitativa, stanziati dal governo Prodi e dirottati sul nuovo piano casa, di cui le regioni chiedevano la restituzione. ndr) in cambio della rinuncia ai ricorsi alla Corte Costituzionale». «SONO PIENAMENTE soddisfatto dell'accordo raggiunto ha commentato Fitto che impegna consistenti risorse per affrontare l'emergenza di una tensione abitativa che colpisce molte famiglie che versano in condizioni di bisogno». a.f.

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Zingaretti: date a Guidonia più pm e agenti (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2009-03-07 num: - pag: 1 autore: di ALESSANDRO CAPPONI categoria: REDAZIONALE La lettera A MARONI E ALFANO Zingaretti: date a Guidonia più pm e agenti Più magistrati e poliziotti per la procura di Tivoli e, quindi, per Guidonia. Li chiede Nicola Zingaretti con una lettera indirizzata ai ministri Maroni e Alfano e al vicepresidente del Csm Mancino. A PAGINA 7

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No all'election day. Cicchitto: lo spreco è tutta colpa di chi lo ha firmato (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

No all'election day. Cicchitto: lo spreco è tutta colpa di chi lo ha firmato La parola definitiva non è ancora arrivata, ma la musica è chiara: il governo non ha intenzione di accorpare il referendum elettorale con il voto delle europee e del primo turno delle amministrative, il 6 e il 7 giugno. Perché questo significa assicurargli il quorum e forse la vittoria. Il punto per il Pdl è disinnescare l'accusa, che non a caso da giorni Dario Franceschini ripete, di spreco di denaro pubblico, i 400 milioni che servono per convocare le urne autonomamente. «Demagogia», replica il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto, «casomai di questa spesa hanno la responsabilità coloro che hanno voluto indire il referendum». Fra i quali però, per la cronaca, c'è anche Gianfranco Fini. Da quell'area arriva una mezza apertura da parte del ministro Ignazio La Russa: «La norma che prevede un quorum del 50 per cento per i referendum non ha più alcun significato, in un'Europa in cui di norma non si supera di molto il 50 per cento neanche per le politiche». Affermazione che scalda il cuore al referendario Giovanni Guzzetta: ha ragione, quindi «se La Russa vuole prendere l'iniziativa per abbassare il quorum siamo con lui: speriamo che lui sia con noi nell'idea, stanti le regole attuali, di abbinare il referendum all'election day del 7 giugno». Che poi è l'unico abbinamento «sensato», secondo il costituzionalista Stefano Ceccanti, veltroniano e firmatario dei quesiti elettorali, che si schiera contro le soluzioni «inefficaci e illegittime» che sembrano farsi largo. «Spostare al 21 giugno, quando si voterà solo in pochissimi comuni e province, significa non risparmiare quasi niente». E poi la legge prevede di votare tra il 15 aprile e il 15 giugno. C'è un precedente del 1987, quando si votò a novembre. «Ma in quel caso fu fatto su richiesta dei comitati promotori. Guai invece a pensare di proporre al parlamento un'iniziativa legislativa o, peggio, un decreto, che proponga un accorpamento contro la volontà già espressa dal comitato promotore che fino al referendum è equiparato ad un potere dello stato e che potrebbe anche sollevare conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale».

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Si stupiscono che Franceschini è di sinistra visti da (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Si stupiscono che Franceschini è di sinistra visti da È figlio della sinistra Dc, quella corrente democristiana in cui nacque l'antiberlusconismo ai tempi della criticatissima legge Mammì che sancì il duopolio televisivo. Solo chi non la ricorda pensa che Dario si stia sbilanciando troppo E adesso tutti scoprono che Franceschini è di sinistra, si rallegrano o si preoccupano, secondo i punti di vista, ma non sanno spiegarsi come un esponente dell'ultima generazione democristiana parli e si esprima con un linguaggio che, a tratti, fa concorrenza perfino a Rifondazione comunista. Radicale, no. Si sbaglierebbe a definirlo così. Franceschini è semplicemente uno della sinistra dc. Sono passati molti anni dalla fine dello Scudocrociato (il simbolo tuttavia è ancora in circolazione, conteso tra eredi non sempre titolati a reclamarlo), ma è possibile che nessuno si ricordi la particolarità, per non dire l'anomalia, di questa fortissima corrente, un partito nel partito, radicato su tutto il territorio nazionale e determinante, sempre, nei congressi e nelle crisi di governo? Possibile, ormai è storia. Se la Dc era un partito omnibus, in cui potevano convivere la destra di De Carolis e Publio Fiori con le staffette partigiane alla Tina Anselmi, la sinistra democristiana era la corrente che riuniva gli esponenti più potenti e insieme i più tormentati del cattolicesimo democratico, un monaco come Dossetti, un'università come la Cattolica di Milano, l'ala tecnocratica di Andreatta e Marcora, un martire come Moro, il leader rimasto più a lungo in carica nel partito, sette anni, De Mita, e l'ultimo segretario, Martinazzoli, prima della fine decretata dall'avvento del sistema maggioritario. È in questo contesto che ha preso forma l'antiberlusconismo, anche prima che Berlusconi decidesse di entrare in politica. Il campo di battaglia è stato per molti anni la televisione, quella di Stato al cui interno stava prendendo forma il partito Rai, e quella privata che l'inventore del Biscione faticava a imporre e a cui i socialisti e l'altra metà moderata della Dc cercavano di aprire la strada. Una guerra interminabile, che accompagna tutti gli ultimi anni della Prima Repubblica. Dai tempi dell'"opzione zero" (il primo tentativo di antitrust, l'impossibilità, per la stessa azienda, di possedere giornali e tv) al grande scontro sulla legge Mammì, la prima a consacrare giuridicamente il duopolio e a legittimare la televisione commerciale che aveva vissuto quattordici anni in una situazione di illegalità. In mezzo c'è il grande show dell'oscuramento, deciso dai pretori di Torino,Roma e Pescara, di Retequattro e Canale 5, le proteste dei telespettatori, il decreto proposto dal governo Craxi per rimetterla in onda nel 1984, le sentenze della Corte costituzionale che venivano periodicamente a sollecitare una legge in materia, e finalmente, in Parlamento, il primo schieramento di truppe pro e contro le tv del Cavaliere. Finì che alla vigilia dell'approvazione della legge si dimisero tutti insieme cinque ministri del governo Andreotti, manco a dirlo tutti della sinistra dc. E che l'indomani, pur di chiudere la partita, Andreotti, con un maxi-rimpasto, ne nominò subito altri cinque, scegliendone perfidamente anche uno della stessa corrente dei dimissionari. Il 5 agosto, di domenica, la legge fu approvata, solo con qualche ora di vantaggio su una sentenza della Consulta che incombeva. L'ultimo compromesso a dispetto delle tv commerciali fu di imporre l'obbligo di trasmette i telegiornali, nella speranza che i costi e i cali d'ascolto imposti da un genere a cui i telespettatori berlusconiani non erano ancora abituati, avrebbero presto messo in crisi l'azienda che aveva sfidato la tv di Stato. In quel momento nessuno poteva immaginare che con i tg, invece di creare un ostacolo a Berlusconi, avevano fatto la sua fortuna. Il teatro delle dimissioni e della crisi di governo fu la Camera. Al Senato andò in scena l'ostruzionismo. I senatori della sinistra dc si riunivano al mattino, prima di entrare in Aula, in un vicolo nei pressi di Palazzo Madama. C'erano, tra gli altri, Nicolò Lipari, Luigi Granelli, Cesare Golfari. L'intervento più duro lo pronunciò, poco prima dell'approvazione finale, Leopoldo Elia, già presidente della Corte costituzionale. Criticò duramente il testo che stava per passare, ma dovette votarlo per disciplina di partito. Franceschini però, e non solo per le comuni origini romagnole, ha scelto come suo punto di riferimento Benigno Zaccagnini, il segretario del compromesso storico con il Pci e dei 55 giorni terribili del caso Moro, il vecchio partigiano che, sopraffatto dalla condanna a morte del leader democristiano nella "prigione del popolo", poco dopo si ritirò dalla politica attiva. È un richiamo a una tradizione di rapporti tra i due grandi ex-partiti di massa del Novecento italiano, maturata, come ricordava Nilde Iotti, "nelle canoniche e nei giorni della Resistenza", tra le brigate di "Giustizia e libertà", i partigiani rossi del Pci e le camicie verdi cattoliche alleate nella guerra di liberazione. Ciò che fa capire, a pochi giorni dall'insediamento del nuovo segretario, come i primi mugugni all'interno del Pd, a sorpresa, invece di venire dai post-comunisti che con le dimissioni di Veltroni hanno perso la segreteria, sono arrivate dai post-democristiani, che hanno paura che il giovane Dario si stia sbilanciando troppo a sinistra. anna chimenti 07/03/2009

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Palermo, Pm solidali con Messineo (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 07-03-2009 Palermo, Pm solidali con Messineo PALERMO. Torna la polemica nel Palazzo di giustizia di Palermo. I magistrati della procura fanno quadrato attorno al loro capo, Francesco Messineo, dopo la pubblicazione su un quotidiano della notizia che il cognato del procuratore sarebbe indagato per mafia, rinnovandogli la loro «incondizionata stima». «Suscitano perplessità e inquietanti interrogativi - si legge in un documento firmato da tutti i magistrati della procura - tale improvvisa e concentrica attenzione mediatica su una circostanza molto datata, già nota al Csm e valutata come irrilevante in occasione della nomina del dottore Messineo a procuratore capo di Palermo; circostanza che non ha mai prodotto all'interno dell'ufficio riserve o limiti di alcun genere, anche per il ritrovato entusiasmo nel lavoro di gruppo, nella tradizione dello storico pool antimafia, e per l'effettiva gestione collegiale dell'ufficio». L'uomo indagato sarebbe Sergio Maria Sacco, 64 anni, originario di Camporeale, marito della sorella della moglie di Messineo, imparentato con Vanni Sacco, boss degli anni '50 e '60. L'accusa nei confronti di Sacco si basa anche su alcune intercettazioni effettuate nel dicembre 2006 in cui l'uomo consigliava a Monica Burrosi, moglie del boss Giovanni Bonanno, di lasciare Palermo. Sacco, secondo gli investigatori, sarebbe stato vicino ai boss mafiosi Sandro e Salvatore Lo Piccolo. Il nome del cognato di Messineo era però emerso in passato nell'ambito di altre inchieste antimafia da cui venne poi assolto. Sulla faccenda si profila, però, l'intervento del Csm. A sollecitarlo sarà il laico di An Gianfranco Anedda, che chiederà l'apertura di una pratica in prima commissione, quella competente sui trasferimenti d'ufficio dei magistrati. (Ale.Tu) Il cognato del Procuratore sarebbe indagato per mafia. Si profila l'intervento del Csm Francesco Messineo

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Giustizia, processo simulato: parte la sfida alla Federico II (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Campania universita' Giustizia, processo simulato: parte la sfida alla Federico II I dispensari di Na 1, Na 4 e Na 5 chiuderanno i battenti il 19 marzo e il 2 aprile Si è svolta ieri, nella facoltà di Giurisprudenza dell'Università Federico II di Napoli la prima giornata della finale regionale della European Law Moot Court competition, ossia il processo simulato dinanzi alla Corte di giustizia, competizione internazionale in cui gli studenti degli atenei partecipanti si sfidano l'un l'altro vestendo i panni di difensori delle parti o di avvocato generale dinanzi a una corte di esperti del diritto comunitario. annalisa renzulli I team partecipanti erano stati accolti già giovedì sera in occasione del briefing di apertura tenutosi presso l'Hotel Palazzo Alabardieri, alla presenza di rappresentanti dei tre soggetti che si sono occupati dell'organizzazione dell'evento: l'Elsa Napoli, la Federico II, e la Elmc society. Tra i giudici hanno fatto gli onori di casa i napoletani Giuseppe Tesauro, dopo una lunga esperienza come Avvocato generale della Corte di giustizia dell'Unione europea ora giudice della Corte costituzionale italiana e il professore Roberto Mastroianni, titolare della cattedra di diritto comunitario della facoltà di giurisprudenza dell'ateneo federiciano. La conclusione della gara è prevista per questo pomeriggio con la premiazione della migliore squadra e del migliore avvocato generale. Sia la prima che il secondo si daranno appuntamento a Lussemburgo per la finale alla Corte di giustizia. Dodici i team presenti alla due giorni partenopea, tanti quanti nelle altre finali organizzate contemporaneamente a Boston, negli Usa, a Sofia in Bulgaria e a Bangor, in Galles. "Le università partecipanti devono restare sconosciute fino a conclusione della gara avverte Amedeo Arena, presidente del Comitato organizzatore dell'evento di modo che gli esperti che rivestono nella competizione il ruolo di giudici possano valutare i candidati senza alcun pregiudizio circa la provenienza, l'università di appartenenza, la conoscenza delle lingue straniere". In effetti il dibattimento orale si svolge in inglese o francese. I candidati si rivolgono ai giudici nella lingua, tra le due, che conoscono meglio ma possono ricevere domande dai membri della Corte anche nell'altra. Francofoni o anglofoni sono invitati a esporre in lingua diversa da quella madre, per non essere soggetti a una detrazione di punteggio. "L'ottima conoscenza delle lingue straniere - dice ancora Arena è una delle prime cose che i giudici possono apprezzare e che può rendere l'esposizione dei partecipanti particolarmente brillante. Per questa ragione la finale del Lussemburgo cui accedono le quattro vincitrici delle finali regionali ha spesso visto la presenza di team inglesi". Le difficoltà sembrano quest'anno tanto più amplificate tenuto conto che il caso oggetto della competizione è molto vasto, interessa la disciplina degli aiuti di stato, il diritto di stabilimento delle società, il principio di leale cooperazione e come ha avuto a dichiarare il giudice Hubert Monet, "potrebbe ritenersi il più complesso nella storia della El Moot Court". del 07-03-2009 num.

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CSM: MANCINO, LUNEDI' VICENDA MESSINEO ALL'ESAME PRIMA (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

(ASCA) - Roma, 7 mar - ''In seguito a notizie di stampa relative alle indagini della Procura della Repubblica di Palermo sul clan Lo Piccolo, che riguarderebbero anche un affine del Procuratore Capo dott. Francesco Messineo, il vicepresidente del CSM Nicola Mancino, come atto dovuto, ha trasmesso alla Prima Commissione, per le valutazioni di competenza, gli articoli pubblicati venerdi' 6 marzo e oggi''. Lo rende noto un comunicato del Csm aggiungendo che ''alla documentazione di stampa, il vicepresidente del CSM ha altresi' allegato una nota riservata inviata dal Procuratore generale presso la Corte di Appello di Palermo dott. Luigi Croce, in cui, mentre viene espressa preoccupazione per l'improvvisa attenzione mediatica su una circostanza peraltro gia' conosciuta, viene evidenziata la solidarieta' espressa al dott. Messineo da tutti i magistrati della Procura della Repubblica di Palermo. Della questione sara' messo a conoscenza il Comitato di Presidenza del CSM nella riunione di lunedi' 9 marzo''.

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Csm, donne spesso scoraggiate a denunciare gli stupri (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Csm, donne spesso scoraggiate a denunciare gli stupri Il Consiglio superiore della magistratura avvia un'indagine dopo la denuncia di un'associazione che lamenta una "insufficiente sensibilità da parte delle forze di polizia nel momento della raccolta della denuncia per maltrattamenti in famiglia". Il ministro delle Pari opportunità: ''Garantire la certezza della pena'' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 07 marzo, ore 14:02

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MATTEO CASALE, LUIGI MASTROMINICO E UMBERTO MARCONI SONO I TRE MAGISTRATI IN CORSA PER LA PRESIDENZA... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Matteo Casale, Luigi Mastrominico e Umberto Marconi sono i tre magistrati in corsa per la presidenza della corte di appello di Salerno. Per i prossimi giorni previsto l'inizio delle audizioni in sede di commissione Csm. A PAG. 32

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NUOVO PRESIDENTE DELLA CORTE DI APPELLO: IL CSM AVVIA LE AUDIZIONI PER LA COPERTURA DEL POSTO VACANT... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Nuovo presidente della corte di appello: il Csm avvia le audizioni per la copertura del posto vacante per la scomparsa del presidente Nastro e attualmente ricoperto dal presidente facente funzioni, Matteo Casale. Le audizioni ancora senza un calendario definito riguarderanno tre dei più accreditati aspiranti alla copetrura del posto: Luigi Mastrominico, attuale presidente del tribunale di Salerno; Umberto Marconi, giudice della corte di appello di Napoli (sezione lavoro); Matteo Casale, attuale presidente facente funzioni. Non è stata ancora stabilita la date delle audizioni, per poi procedere alla proposta da consegnare al plenum per la decisione, in quanto la quinta commissione intende acquisire la completezza di tutti i fascicoli di altre domande presentate con i rispettivi pareri delle corti di appello dei rispettivi magistrati che fanno domanda. Al momento per la presidenza della corte di appello di Salerno sono tre le candidature più quotate. E su questo, nelle ultime ore, si è intensificato il gioco delle correnti della magistratura per la valutazione e l'assegnazione del posto. Il sistema correntizio dei magistrati, sottoposto a dure critiche nei giorni più acuti dello scontro giudiziario ta le procure di Salerno e Catanzaro, torna in auge. Se mai era stato archiviato (è il gioco correntizio che bocciò Falcone alla guida dell'ufficio istruzione di Palermo). Per Umberto Marconi, già segretario nazionale di Unicost oltre che ex membro del Csm, c'è l'imprinting di Unità per la Costituzione che è il gruppo di maggioranza relativa nell'Anm. Al Consiglio Superiore della Magistratura tra i componenti togati Unicost vanta sei membri. Le altre correnti contano tre voti (Magistratura Indipendente), tre voti (Magistratura Democratica) e quattro voti i Movimenti-Articolo 3. Sono sedici voti a disposizione dei togati ai quali vanno ad aggiungersi i diciotto membri non togati, a partire dal vice presidente del Csm Mancino. Lo scontro tra le correnti, all'interno del Csm, è duro. E non è escluso che rispetto ad un equilibrio unitario, raggiunto per altre e anche recenti assegnazioni di uffici direttivi, sul caso della corte di appello di Salerno possano concentrarsi i voti di Mi, Md e Movimenti intorno alla candidatura del salernitano Matteo Casale, presidente facente funzioni, con un curriculum di tutto rispetto oltre che dotato di non comuni qualità organizzative emerse anche nella recente gestione dell'ufficio reso vacante dalla scomparsa del presidente Nastro. L'altro concorrente, il presidente Luigi Mastrominico, era procuratore aggiunto della Repubblica a Napoli prima di arrivare alla presidenza del tribunale di Salerno dove ha dovuto fronteggiare numerose emergenze, sia di struttura che funzionali (particolarmente delicata ed equilibrata la sua gestione dei contenziosi interni alla sezione fallimentare dove è in corso ora l'ispezione ministeriale). Ma all'orizzonte ci sono anche altre caselle da riempire nella geografia dei posti direttivi negli uffici giudiziari del Salernitano: la procura della Repubblica di Nocera Inferiore che sarà messa a concorso quando andrà via per pensionamento l'attuale procuratore capo Domenico Romano e la presidenza del tribunale di Vallo della Lucania per la scadenza del mandato direttivo, per effetto della nuova legge, del presidente Claudio Tringali. La nomina alla presidenza della Corte di appello di Salerno potrebbe determinare anche nuovi equilibri tar le correnti che in seno al Csm valutano, al di là dei curriculum e delle attitudini dirigenziali, anche per schieramenti e apprtenenze interne alla stessa Anm. ant.man.

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SI VOTA IL 29, 30 E 31 MARZO PROSSIMI. E NON SARà UN VOTO QUALSIASI, STVOLTA, PER RINNOVARE LA ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Si vota il 29, 30 e 31 marzo prossimi. E non sarà un voto qualsiasi, stvolta, per rinnovare la giunta distrettuale dell'Anm dopo le polemiche sorte nell'associazione salernitana dopo lo scontro tra gli uffici giudiziari di Catanaro e Salerno. In pratica, l'effetto-Apicella. Quell'effetto che porterebbe molti magistrati a disertare le urne oppure a indurre, i più pronti a manifestare dissenso contro l'attuale assetto correntizio soprattutto dopo lo scontro tra procure, a costruire una lista nuova. È quel che stanno valutando in queste ore tre esponenti di punta della procura come Roberti Penna, Antonio Centore e Vincenzo Montemurro. Poi tutto dovrebbe andare secondo la tradizionale appartenenza, la lista Unicost (corrente maggioritario con oltre il 40 per cento del voto associativo) già definita e con la previsione di sostituire l'attuale presidente dell'Anm locale Sgroia, che è anche membro della giunta centrale, con Vincenzo Pellegrino, magistrato dell'ufficio gip. Dietro Unicost, Magistratura Indipendente e Magistratura Democratica. Problemi, soprattutto di valutazione politico-associativo, per la formazione della lista Movimenti-Articolo 3 che pure alle ultime elezionmi ha riportato il ragguardevole consenso di 39 voti su 199 votanti (74 a Unicost, 39 a Mi, 23 Md). Il gruppo che conta magistrati come Vito Di Nicola, Antonio Scarpa, Mimma Gambardella, Rosa Volpe, Emiliana Ascoli, Rosa D'Apice valuta se e come presentare una lista per un sistema, quelle delle correnti, che sta subendo picconate nel mondo della magistartura italiana, come testimonia il blog Uguale per Tutti animato dal giudice siciliano Felice Lima. Intanto per fine mese sono previsti due appuntamenti di rilievo. Il primo, venerdì 20 marzo. Appuntamento all'hotel Baia per i magistrati campani aderenti al gruppo Magistratura Indipendente con i vertici nazionali Laudi, Schirò e il salernitano Mario Pagano che è anche il segretario organizzativo nazionale. Cinque giorni dopo, mercoledì 25 marzo, il convegno nazionale dell'Anm sulla responsabilità disciplinare del magistrato che si terrà significativamente a Salerno dove ci sono state le ultime tre pesanti sentenze disciplinari per l'ex procuratore Apicella (sospeso da funzioni e stipendio) e gli ex pm Nuzzi e Verasani (trasferiti rispettivamente ai tribunali di Latina e Cassino). Proprio Apicella disse nei giorni della sentenza disciplinare del Csm: «Lascerò l'Anm, le quote associative le devolverò ai bambini di Gaza».

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CLAUDIO SARDO ROMA. SI STA FACENDO STRADA NEL GOVERNO L'IDEA DI INDIRE IL REFERENDUM ELETTOR... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CLAUDIO SARDO Roma. Si sta facendo strada nel governo l'idea di indire il referendum elettorale per il 21 e 22 giugno, nel giorno degli eventuali ballottaggi delle amministrative. Fin qui sembravano scontate le date del 14 e del 15. Ma la scelta del Pd si sposare l'election-day, proposto dai referendari, e soprattutto la campagna del segretario Dario Franceschini sui «460 milioni di euro che il governo è pronto a buttare dalla finestra», hanno messo in imbarazzo la maggioranza. Celebrare il referendum il 6 e 7 giugno, insieme alle elezioni europee e al primo turno delle amministrative, consentirebbe un indubbio risparmio in tempi di crisi. Viceversa, fissando il referendum nella domenica successiva alle europee, i cittadini di qualche Comune o Provincia corrono persino il rischio di essere chiamati alle urne per tre settimane consecutive: e in questi casi l'astensione potrebbe alterare il responso stesso dei ballottaggi. Da qui il ripensamento del governo. Di cui ieri si è fatto interprete il ministro Ignazio La Russa: «Spostando il referendum nel giorno dei ballottaggi si possono realizzare comunque dei risparmi». Sarebbero risparmi inconsistenti, hanno replicato dal Pd. Tuttavia, il Pdl disporebbe di un'arma di difesa in più. Del resto l'election day è un'ipotesi impraticabile per la maggioranza. Il veto della Lega è assoluto. E Silvio Berlusconi ha più volte assicurato Umberto Bossi che la consultazione fallirà. Se vincesse il sì al referendum, le coalizioni verrebbero cancellate e il premio di maggioranza assegnato per intero alla lista con più voti. Alla Lega non resterebbe che scegliere se confluire nel Pdl (rinunciando al simbolo) o uscire dalla maggioranza. Far slittare il referendum dal 15 al 21 giugno comunque non è semplicissimo. La legge istitutiva prevede che il referendum debba tenersi tra il 15 aprile e il 15 giugno. Dunque, per consentire l'accorpamento con i ballottaggi è necessaria una specifica previsione di legge. La norma potrebbe essere inserita come emendamento nel decreto, ora in discussione alla Camera, che consente in via eccezionale di votare per le europee e le amministrative nel pomeriggio di sabato 6 giugno e per l'intera giornata di domenica 7. Già una volta, nel novembre 1987, si votò per un referendum (sul nucleare) in un tempo non canonico. Allora però il comitato promotore era favorevole allo spostamento. Mentre oggi Giovanni Guzzetta, promotore del referendum elettorale, è contrarissimo. E il comitato, in quanto «potere dello Stato», ha la possibilità di sollevare un conflitto di attribuzioni presso la Corte costituzionale. Eventualità che potrebbe costringere il governo a fare marcia indietro e tornare alla data del 15 giugno. Di certo, a fronte del patto Berlusconi-Bossi, il Pd insisterà per l'election day. E Franceschini presto annuncerà anche il sì al quesito. Tra i democrat, a dire il vero, sono molti ad essere contrari al merito della proposta Guzzetta-Segni. Tanto più i sostenitori del modello tedesco. Tuttavia, lo stesso Franceschini si prepara a sostenere il sì con l'argomento che la legge Calderoli va cambiata e che il referendum va inteso come uno strumento per riportare la riforma in Parlamento.

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Paviotti attacca l'uso strumentale della vicenda bollette e Tubone (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Paviotti attacca l'uso strumentale della vicenda bollette e Tubone Sabato 7 Marzo 2009, Cervignano «Purtroppo si continua ad utilizzare il problema delle bollette del Tubone a puro scopo propagandistico e per bassissimi fini di lotta partitica». Il sindaco di Cervignano Pietro Paviotti non la manda a dire e risponde così alle critiche giunte negli scorsi giorni sia dagli esponenti ambientalisti che dall'opposizione cittadina. «La bolletta del Tubone diventa dunque strumento efficace nelle mani di chi come Paolo De Toni, anarchico e disobbediente, opera da anni per combattere le istituzioni alle quali non crede, ovvero al centro destra -ma solo dove è all'opposizione come a Cervignano- per cercare di dare la spallata al sindaco di sinistra e piantare la bandierina celeste». Secondo il primo cittadino, in questo modo a uscire da tutta la vicenda è proprio il tema da cui questa è nata: l'ambiente. «Il Tubone ha fatto del bene alla Bassa friulana in quanto ha colmato un vuoto importante costruendo un depuratore che funziona a San Giorgio di Nogaro e realizzando notevoli tratte di fognatura che hanno permesso di collegare e depurare un numero sempre maggiore di scarichi civili ed industriali». A detta di Paviotti, dunque, «ogni utente privato ed ogni impresa collegati al depuratore sono un beneficio enorme per l'ambiente perché preservano i nostri corsi d'acqua dall'inquinamento». Riguardo ai successivi sviluppi normativi che hanno definito la questione, dalla Legge Galli in poi, Paviotti ha ribadito di essersi sempre attenuto alle leggi dello Stato. «La recente sentenza della Corte costituzionale non ha detto che noi abbiamo sbagliato bensì che la legge era sbagliata ed io ho sostenuto che, a questo punto dovrebbe pagare chi ha sbagliato la legge e dunque lo Stato». Dai rimborsi previsti, infine, andranno dedotte le spese legate agli investimenti effettuati dal Consorzio, «ma questo -conclude Paviotti- verrà deciso dall'Ato e dal Governo di centrodestra, che se ne assumerà la responsabilità a Roma come a Cervignano. Perchè non si è di centrodestra solo quando fa comodo». S. B.

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Nuove opere, un miliardo per scuola e carceri (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Nuove opere, un miliardo per scuola e carceri Tra i cantieri del Nord finanziamenti alla tratta ferroviaria Brescia-Treviglio ad alta velocità e al tunnel di sicurezza del Frejus Sabato 7 Marzo 2009, Roma NOSTRA REDAZIONE Arriva a quota 17,8 miliardi la somma smobilizzata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica per opere cantierabili «entro sei mesi». Le principali novità sono il ritorno del Ponte sullo stretto di Messina, finanziato con 1,3 miliardi, e l'aggiunta in extremis di 1,2 miliardi che andranno all'edilizia scolastica e carceraria. Per il Nordest ci sono gli 800 milioni destinati al Mose (già deliberati dal Cipe del 18 dicembre scorso) e i finanziamenti all'aeroporto e alla tangenziale di Vicenza (a compenso dei disagi causati con il raddoppio della base americana). Approvati anche otto piani operativi regionali «con l'istruttoria già definita», per un totale di circa 4 miliardi. Secondo la tabella diffusa al termine del consiglio dei ministri, sono stati assegnati 8,51 miliardi di contributi pubblici e 8,09 di contributi privati. I primi così ripartiti: 800 milioni per il Mose; 2,75 milioni per la tratta Brescia-Treviglio dell'asse ferroviario ad alta velocità Milano-Verona, la prima fase del terzo valico Milano-Genova, il primo stralcio dell'asse ferroviario pontremolese e oneri pregressi relativi alla linea ad alta velocità Firenze-Bologna; 2 miliardi per il tunnel di sicurezza del Fréjus, il sistema della pedemontana Lecco-Bergamo, le prime fasi dei nodi di Perugia e Tre valli, la tangenziale di Napoli, la Cainello-Benevento, il completamento della Salerno-Reggio Calabria, il terzo stralcio della statale Jonica, l'Agrigento-Caltanissetta e l'asse Maglie-Santa Maria di Leuca; 1,51 miliardi per opere connesse all'Expo 2015, la linea C della metropolitana di Roma, la rete metropolitana regionale campana, le reti metropolitane di Palermo e Catania, investimenti a Catania, sistemi urbani e metropolitani di Cagliari e Bari, adeguamento dei sistemi metropolitani di Parma, Brescia e Bologna, aeroporto di Vicenza, sistemi di trasporto lacuale; 1,3 miliardi per il Ponte sullo Stretto; 150 milioni per gli schemi idrici. Sono attivati con il contributo privato i lavori per l'asse autostradale della Cisa, l'asse Brescia-Padova, l'asse Cecina-Civitavecchia, la tangenziale est di Milano. All'ultimo momento sono stati aggiunti 1 miliardi per l'edilizia scolastica e 200 milioni per quella carceraria. Restano al palo, al momento, alcuni altri progetti che richiederebbero complessivamente 13,683 miliardi, di cui 11,468 risultano disponibili ma non smobilizzabili immediatamente. In questo gruppo c'è una sola opera riguardante il Nordest, la «piastra logistica» di Trieste, che dovrebbe dividere con la «sorella» di Taranto - appena sarà possibile - 435 milioni. Il Cipe ha anche proceduto ad aggiornare e ripartire le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas) che complessivamente, per la parte di competenza nazionale e regionale, è pari a 45 miliardi di euro. La parte nazionale è stata divisa tra il Fondo sociale per l'occupazione (4 miliardi di euro), il Fondo Infrastrutture (5 miliardi), il Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale istituito presso la Presidenza del Consiglio (9 miliardi). I fondi di competenza regionale sono andati, come prevede la legge, soprattutto al Sud: 22 miliardi contro i 5 del Centro-Nord. È così attuato l'accordo con le Regioni del .. febbraio scorso. Otto i programmi regionali varati. Quelli «con l'istruttoria già definita», sottolinea il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto, «per un importo di poco inferiore ai 4 miliardi di euro»: Piemonte, Val D'Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Provincia autonoma di Bolzano. Giovedì sera, aggiunge Fitto, si è trovato con le Regioni anche l'accordo sul piano casa, che sblocca 550 milioni e ne assegna subito 200 in cambio del ritiro dei ricorsi presentati dalle Regioni alla Corte costituzionale. Andrea Bianchi

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Si apre un'altra stagione di <veleni>al Palazzo di Giustizia di Palermo (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Si apre un'altra stagione di «veleni» al Palazzo di Giustizia di Palermo Giorgio Petta Palermo. È il «Palazzo dei veleni» per antonomasia. Lo fu per anni, il Palazzo di giustizia di Palermo, senza riuscire a scrollarsi di dosso questa terribile nomèa. Poi, dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio che chiusero tragicamente uno dei capitoli più scintillanti della storia della lotta alla mafia, sembrò che i veleni non sarebbero più circolati tra i corridoi dell'enorme edificio in marmo bianco. Si è trattato solo di una temporanea speranza perché il cancro dei veleni ? che aveva rifatto capolino nell'estate del 2006 in occasione della nomina del nuovo procuratore della Repubblica ? è riesploso con grande virulenza. Sconosciute ancora la regia e le finalità, l'obiettivo invece è noto. Si tratta del procuratore capo Francesco Messineo, al quale ? come pubblicato da due quotidiani ? vengono contestate alcune parentele imbarazzanti: quella del fratello, Mario, sotto processo per truffa aggravata e continuata, e quella del cognato, Sergio Sacco, coinvolto in passato in indagini antimafia. Parentele, tra l'altro, già saltate fuori nell'estate del 2006 quando il Csm si apprestava a decidere, tra i candidati in corsa, chi sarebbe stato il nuovo procuratore. Il nome di Sergio Sacco, 67 anni, è riemerso di recente nel corso del processo per l'omicidio di Giovanni Bonanno, vittima, l'11 gennaio 2007, della «lupara bianca» per ordine del boss Salvatore Lo Piccolo. Sacco, secondo un'informativa dei carabinieri, avrebbe consigliato, telefonandogli, a Bonanno di allontanarsi da Palermo. Circostanza confermata dalla vedova, Monica Burrosi, che ai magistrati avrebbe riferito di averlo casualmente incontrato il 24 dicembre 2006 mentre faceva shopping nei negozi del centro con il marito, al quale lo stesso Sacco avrebbe rivolto l'invito di «prendere aria» lontano da Palermo. La circostanza sarebbe stata verificata dagli inquirenti che non avrebbero contestato nulla a Sacco. E infatti è stato confermato che l'uomo non è indagato ? al contrario di quanto pubblicato dai giornali ? e che nei suoi confronti non sarebbero emersi nuovi indizi tali da giustificarne l'iscrizione nel registro degli indagati. In conseguenza di ciò, i magistrati della Procura hanno deciso di fare quadrato attorno a Messineo in attesa di un intervento del Csm, cosiì come richiesto dal consiglieer laico Gianfranco Anedda di An. Ieri pomeriggio si sono riuniti per ore nella stanza dell'aggiunto Antonio Ingroia. Al termine, hanno diffuso un puntiglioso documento di solidarietà, sottoscritto da tutti i pm ad eccezione di Maurizio Agnello, attualmente in ferie. «In una fase storica nella quale la Procura della Repubblica di Palermo è impegnata in uno straordinario sforzo di contrasto al sistema di potere mafioso, che si è concretato in risultati straordinari quali la disarticolazione della compagine interna dell'organizzazione mediante l'arresto di centinaia di uomini d'onore, anche di vertice, nonché nell'aggressione alle sue immense ricchezze mediante il sequestro di patrimoni per un valore di circa due miliardi e cinquecento milioni di euro ? si legge nel documento ? alcuni quotidiani puntano l'attenzione della pubblica opinione sul rapporto di parentela del Procuratore Messineo con alcuni soggetti in passato indagati. Suscita perplessità ed inquietanti interrogativi tale improvvisa e concentrica attenzione mediatica su una circostanza molto datata, già nota al Csm e valutata come irrilevante in occasione della nomina del dott. Messineo a Procuratore capo di Palermo; circostanza che non ha mai prodotto all'interno dell'Ufficio riserve o limiti di alcun genere, anche per il ritrovato entusiasmo nel lavoro di gruppo, nella tradizione dello storico pool antimafia, e per l'effettiva gestione collegiale dell'Ufficio. Tali perplessità si accrescono in considerazione della coincidenza temporale con il progredire di delicatissime indagini sulle relazioni esterne di Cosa Nostra. In tale momento ? conclude il documento ? i magistrati della Procura avvertono la necessità di rinnovare la propria incondizionata stima al Procuratore capo Francesco Messineo».

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Ecco perché non va abolito il difensore civico del Veneto (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Ecco perché non va abolito il difensore civico del Veneto Sabato 7 Marzo 2009, In riferimento alla proposta di legge volta ad abolire la difesa civica regionale, istituita venti anni orsono, potrei egoisticamente disinteressarmene, essendo quasi al termine di un mandato non più rinnovabile. Ma avendo avuto il privilegio di presiedere questa istituzione per quasi dieci anni, il dovere se non la decenza mi impongono di prendere in esame le motivazioni che, stando a quanto riportato dalla stampa, sono alla base di questa proposta. Si dice che quella della difesa civica regionale sia una funzione già presente in Province e Comuni, e quindi un doppione. A questo proposito facciamo notare che le difese civiche locali rappresentano soltanto il 6% dei Comuni della nostra Regione, e quindi certamente insufficienti, ma in ogni caso ai sensi della legge istitutiva n. 28 del 1988 art. 7 co. 1 la difesa civica regionale ".interviene presso l'Amministrazione regionale, gli enti e le Aziende da essa dipendenti, le Unità locali socio-sanitarie, gli enti delegatari di funzioni amministrative regionali". Competenze quindi che riguardano la Regione e assolutamente inibite ai difensori civici locali. Quindi questi ultimi non sono assolutamente in grado di corrispondere, come dichiarato dai proponenti, alle richieste dei cittadini: non lo sono perché non lo possono fare. In effetti sono simili le funzioni, ma assolutamente diverse le competenze, in quanto le une riguardano i Comuni e la Province, le altre la Regione. Un'altra motivazione consisterebbe nel fatto che il difensore civico regionale avrebbe perso molta parte della sua originaria funzione. È vero assolutamente il contrario! Dopo la legge istitutiva del 1988 il difensore civico non solo ha continuato a svolgere le sue originarie funzioni, ma ad esse se ne sono aggiunte altre addirittura più pregnanti: 1. In base all'art. 16 della L. 127/97, il difensore civico regionale ha competenza per ciò che riguarda le Amministrazioni dello Stato (Ministeri - Istituti di Previdenza ed Assistenza - Aziende di Servizi (poste, comunicazioni, energia) ecc.). 2. In base all'art. 136 del Tuel del 2000, il difensore civico esercita i poteri sostitutivi nominando i commissari ad acta in caso di omissioni di atti obbligatori per legge (recenti sentenze del Consiglio di Stato hanno confermato che tale articolo è tuttora vigente anche dopo la riforma del titolo V della Costituzione). 3. In base all'art. 25 della L. 241/90 al difensore civico ci si può rivolgere, in alternativa ai tribunali amministrativi, in caso di diniego dell'accesso agli atti. 4. Come sancito in numerose recenti sentenze della Corte costituzionale, il difensore civico regionale ha il potere di controllo di legittimità degli atti degli enti locali, funzione che era propria dell'abolito Coreco (Comitato Regionale di Controllo). L'ultima motivazione riguarda il problema delle riduzione dei costi, cui i consiglieri hanno il dovere di tendere. Su ciò siamo assolutamente d'accordo, ma purché tale riduzione non significhi sacrificio di un diritto fondamentale, quale quello di ottenere giustizia in modo gratuito e tempestivo, diritto non meno pregnante di quello alla salute, all'istruzione, al lavoro, alla casa che ben altro dispendio economico comportano. *Difensore civico Regione Veneto P.S. L'indennità del difensore civico regionale - anno 2008- è pari ad euro 119.372. Vi è da sottolineare che l'attività del difensore civico è assolutamente incompatibile con qualsiasi altra attività. In effetti prima dell'accettazione dell'incarico ho dovuto cancellarmi dall'albo degli avvocati a cui sono stato iscritto per 30 anni.

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Csm/ Mancino apre pratica su caso Messsineo (Procura (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 7 mar. (Apcom) - In seguito a notizie di stampa relative alle indagini della Procura della Repubblica di Palermo sul clan Lo Piccolo, che riguarderebbero anche un affine del Procuratore Capo dott. Francesco Messineo, il Vice Presidente del CSM Nicola Mancino, come atto dovuto, ha trasmesso alla Prima Commissione, per le valutazioni di competenza, gli articoli pubblicati venerdì 6 marzo e oggi. Alla documentazione di stampa, il Vice Presidente del CSM ha altresì allegato una nota riservata inviata dal Procuratore generale presso la Corte di Appello di Palermo dott. Luigi Croce, in cui, mentre viene espressa preoccupazione per l'improvvisa attenzione mediatica su una circostanza peraltro già conosciuta, viene evidenziata la solidarietà espressa al dott. Messineo da tutti i magistrati della Procura della Repubblica di Palermo. Della questione sarà messo a conoscenza il Comitato di Presidenza del CSM nella riunione di lunedì 9 marzo.

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Battisti/ Brasile, opposizione chiede riforma su (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 07-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 7 mar. (Apcom) - Il caso Battisti continua a scatenare polemiche nel mondo politico brasiliano, che attende il responso della Corte Suprema sulla concessione dell'estradizione chiesta dall'Italia: una proposta di emendamento costituzionale presentato dall'opposizione prevede che il potere decisionale sulla concessione dell'asilo ai rifugiati politici già condannati nel loro Pese passi dal Ministro della Giustizia al Senato. Viceversa, come spiega il quotidiano brasiliano A Folha, al potere esecutivo continuerebbe a spettare la decisione in quei casi "meno complessi" in cui non sussista già alcuna sentenza della magistratura. Come sottolinea il relatore, senatore Eduardo Azeredo, la condanna giudiziaria presistente in un altro Paese "indica la necessità di un maggiore cautela, dato il rischio di tensioni nei rapporti diplomatici con dei Paesi amici". L'iter della proposta sarà prevedibilmente lento: dovrà prima passare per la Commissione Giustizia del Senato, poi dovrà essere approvata - in seconda lettura - dal Senato con almeno 41 voti favorevoli per poi passare alla Camera con identica procedura, commissione e due voti con almeno 308 deputati a favore. In attesa che il ministro della Giustizia Tarso Genro compaia in Senato per spiegare la sua decisione di concedere l'asilo capovolgendo la decisione della commissione ad hoc - e soprattutto la differenza di trattamento nei confronti di due pugili cubani, restituiti all'Avana - molto prima dovrebbe giungere la decisione della Corte Suprema Federale. Questa dovrà pronunciarsi sui tre questioni diverse: la prima e più spinosa è se la concessione dell'asilo interrompa l'iter della richiesta di estradizione presso la Corte (precedente che valse ad annullare il processo in corso per il colombiano Oliverio Medina). I giudici favorevoli all'estradizione potranno argomentare che l'iter processuale compete al potere giudiziario e non può essere interrotto dall'esecutivo, o in alternativa che questo può sì sospendere la richiesta di estradizione ma non il processo, che dunque - essendo già approdato alla Corte - seguirebbe il suo corso; se poi i giudici decidessero che i poteri del Ministro sono incostituzionali, la questione non si porrebbe più. Superato questo scoglio, i giudici dovrebbero decidere se i crimini per i quali è stato condannato Battisti possano essere considerati politici o se si tratti invece (come pare sia opinione della maggior parte dei giudici) di atti terroristici, per i quali non è prevista la concessione dell'asilo; se l'ex membro dei Pac sia stato processato in modo equo e se corra rischi di persecuzioni una volta tornato in Italia. Infine verrà discussa l'estradizione vera e propria, per la cui concessione l'unica precondizione è che la pena dell'ergastolo inflitta a Battisti - che non esiste nell'ordinamento brasiliano - sia commutata in trent'anni di carcere. In caso di giudizio favorevole all'estradizione, spetterà al presidente Luiz Inacio Lula da Silva autorizzare il governo italiano a prendere in consegna Battisti.

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