giustizia a rischio collasso
(
da "Tirreno, Il"
del 06-05-2009)
Argomenti: GiustiziaAbstract: della giornata della giustizia, non fa mistero del fatto che anche gli uffici giudiziari livornesi sono sotto la minaccia del collasso. Se a livello nazionale gli oltre 6 milioni e mezzo di processi pendenti rischiano di mandare a gambe all'aria la giustizia, dalle nostre parti i problemi che vengono riscontrati dalla Procura riguardano la difficoltà a coprire il numero di udienze.>
Via le tasse sul lusso
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: al centro di numerose polemiche e
sottoposte a revisione nel 2008, sono state eliminate con la Finanziaria 2009:
l'iter è in corso di completamento in Consiglio regionale. Con la manovra 2009
scompaiono le due imposte regionali ancora in vigore, dopo che la Corte
Costituzionale aveva già bocciato quelle sulla compravendita di immobili
adibiti a seconde case.
A Campobasso la Â
(
da "Tempo, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti: GiustiziaAbstract: Di rilievo anche le sentenze della Corte Costituzionale sulla legittimità dell'Ordine a tutelare la libertà degli iscritti dal potere economico dei datori di lavoro. La proposta di riforma prevede tuttavia mutamenti sul piano pratico, modifiche per quanto riguarda l'accesso alla professione, con particolare riguardo all'attività dei pubblicisti,>
il csm: corona torni in
procura l'inchiesta rifiuti verso la capitale
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Napoli Il Csm: Corona torni in
Procura l´inchiesta rifiuti verso la capitale Per l´indagine su Pansa la
competenza passa a Roma Una pratica apparentemente "di routine",
approvata ieri dal plenum del Csm, potrebbe avere effetti dirompenti sul
secondo filone dell´inchiesta su presunti illeciti nella gestione della crisi
rifiuti facendo scattare presto,
MERCOLEDÌ 29 aprile noi
ragazzi delle classi 3 B e 3 ... ( da "Resto
del Carlino, Il (Ascoli)" del
07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: udienze del Capo dello Stato ed il
giuramento dei giudici della Corte Costituzionale. L'ultima sala che abbiamo
ammirato è stato il Salone delle Feste, in cui la regina Margherita decise di
svolgere tutte le cerimonie e le feste, in quanto è la più grande. Sul
pavimento della sala è presente un tappeto che lo ricopre interamente e
attualmente vi si svolgono cerimonie e attività,
praga, klaus sgambetta
l'europa - andrea bonanni ( da "Repubblica,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: un nuovo ricorso di legittimità
costituzionale. E la prospettiva che la corte sia nuovamente chiamata a
pronunciarsi sull´argomento gli dà la giustificazione per rinviare la firma.
Finora sono cinque i Paesi che non hanno ancora completato l´iter delle
ratifiche: oltre a Irlanda, Polonia e Repubblica Ceca, ci sono la Germania,
dove la Corte costituzionale deve ancora pronunciarsi,
Il Csm promuove il pm che
ha indagato sugli omicidi D'Antona e Calipar. Si tratta di Pietro Sav...
( da "Unita, L'"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Csm promuove il pm che ha
indagato sugli omicidi D'Antona e Calipar. Si tratta di Pietro Saviotti, che da
sostituto procuratore diventa aggiunto alla procura di Roma. La nomina è stata
decisa all'unanimità dal plenum del Csm.
Il Senato ceco ha
approvato la ratifica del Trattato di Lisbona, mettendo così la parola fi...
( da "Unita, L'"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Klaus si è mostrato deluso e ha
detto di voler aspettare il ricorso di alcuni senatori davanti alla Corte
costituzionale. La ratifica del Senato mette fine a un problematico semestre di
presidenza ceca dell'Ue e rappresenta anche l'ultimo atto del governo di
centrodestra del premier Mirek Topolanek, sfiduciato in parlamento il 24 marzo
e il cui mandato scade venerdì.
Solidali coi magistrati
onorari ( da "Resto
del Carlino, Il (Rimini)" del
07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ai colleghi magistrati onorari
dell'Aquila che hanno chiesto invano al Csm di essere applicati in via
provvisoria in altre sedi fino al 30 novembre. Fino a quella data infatti
saranno disoccupati a causa della sospensione delle udienze e non hanno diritto
ad alcuna indennità, neppure a quelle di disoccupazione riconosciute ai
lavoratori autonomi.
Il Pd: Così l'Italia torna
alle leggi razziali ( da "Unita,
L'" del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Dobbiamo aprire contenziosi davanti
alla Corte Costituzionale e all'Europa- dice Soldini-. E pensare anche a un
referendum contro norme che cambiano il volto del nostro paese: il razzismo
istituzionale rischia di sommarsi a quello popolare diventando esplosivo».
Daniela Pompei di Sant'Egidio: «Ci preoccupano le norme sui matrimoni e quelle
sull'iscrizione dei bambini all'
Cancellate le tasse su
yacht e aerei ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Dopo il ricorso del Governo Prodi,
un anno fa la Corte costituzionale dichiarò illegittime le tasse sulle seconde
case e sulle compravendite. Girò invece alla Corte di giustizia europea (che
non si è ancora pronunciata) l'imposta su barche e aerei, nell'ipotesi che
violasse il principio della libera circolazione all'interno dell'Ue.
Prescrizione dietro
l'angolo per il crac ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sulla vicenda un anno fa si era
espressa anche la Corte Costituzionale: perché le parti civili avevano chiesto
di tirare in ballo anche l'Axa, la società per la quale lavoravano i promoter
finiti alla sbarra. Istanza respinta: l'Axa non dovrà scucire un quattrino e
ora il rischio è che neppure gli imputati debbano risarcire i loro clienti di
un tempo.
La Regione abolisce le
tasse di Soru ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: erano state cassate dalla Corte
costituzionale, che invece aveva rinviato alla Corte di giustizia europea la
decisione sugli scali dei natanti di grande stazza e degli aerei. Ieri il
Consiglio ha approvato gli articoli 2 e 3 della Finanziaria, con le misure di
contrasto alla povertà: per oggi è previsto il voto finale.
Il trattato Ue si blocca a
Praga ( da "Stampa,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: IL CAPO DI STATO EUROSCETTICO VUOLE
ASPETTARE PRIMA IL VERDETTO DELLA CORTE COSTITUZIONALE Il trattato Ue si blocca
a Praga «Mai così pochi hanno danneggiato così tanti», commenta un diplomatico
europeo [FIRMA]MARCO ZATTERIN INVIATO A PRAGA Applausi al parlamento europeo,
messaggi di soddisfazione da Bruxelles e da parecchie capitali.
Sì di Praga al Trattato di
Lisbona ( da "Sole
24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che farà ricorso alla Corte costituzionale
per verificarne la compatibilità con la legge fondamentale del paese. Ed è vero
che l'euroscettico per eccellenza, il presidente della Repubblica Vaclav Klaus,
ha subito ribadito che non firmerà il Trattato finché la Corte non renderà il
verdetto ma, soprattutto, fino a che non si conoscerà il responso del
referendum irlandese in autunno.
Il Paese chiede tolleranza
zero ( da "Sole
24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm, Anm. Nato per tutelare la
privacy di terzi estranei alle indagini, è diventato una mannaia sulle indagini
e sul diritto di cronaca. Tant'è che An e Lega in più di un'occasione hanno
storto il naso. Ci sono stati fior di costituzionalisti epronunciamenti
dell'Authority della privacy che testimoniano quanto sia stata invasa la
privacy e quanto sia indispensabile chiarire che le
Sedi disagiate? Subito il
concorso ( da "Sole
24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Csm ha comunicato da poche
settimane al ministero l'elenco (si veda la tabella a fianco) che comprende 54
uffici per un totale di 174 posti da coprire per andare a pieno organico. E
Alfano ha annunciato che, dopo una verifica dei carichi di lavoro delle sedi
indicate, entro 48 ore metterà a concorso i posti.
Formazione, in scadenza il
recupero degli aiuti ( da "Sole
24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: per i giudici costituzionali, deve
reputarsi prevalente il diritto nazionale «a meno che non renda impossibile la
ripetizione degli aiuti». La Corte costituzionale ha lasciato invece ai giudici
di merito il compito di definire se la pretesa vantata dall'Inps debba essere
ricondotta nella categoria delle obbligazioni contributive –
Storia infinita
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: concesse fra il 1995 e il 2001 per
le quali non sia arrivata la prescrizione Per la Corte costituzionale (sentenza
n. 125/09) non si può applicare alla vicenda il termine di dieci anni previsto
dall'articolo 15 del regolamento Ce 659/99. Prevalgono le norme nazionali
Tribunali divisi Molti tribunali finora hanno ritenuto applicabile alla vicenda
la prescrizione ordinaria decennale.
Uffici giudiziari, sulle
trascrizioni emergenza chiusa ( da "Sole
24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Giustizia. Rinnovato l'accordo
Uffici giudiziari, sulle trascrizioni emergenza chiusa Giovanni Negri MILANO Da
un certo punto di vista peccato che sia finita in così breve tempo e che
l'accordo con gli stenotipisti sia stato raggiunto. Perché l'emergenza sulla
trascrizione delle udienze aveva stimolato la fantasia dei magistrati.
Il dipendente non può
citare l'assicuratore del principale
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale (131/2009)
ha dichiarato «non fondata» la questione di legittimità sollevata dal tribunale
di Biella che coinvolgeva, in un procedimento per lesioni colpose a un operaio,
un imprenditore nel frattempo fallito. Proprio la procedura concorsuale in atto
aveva suggerito alla parte offesa di chiedere l'ingresso nel processo dell'
Il ceco euroscettico Klaus
non firma la Carta dell'Ue ( da "Corriere
della Sera" del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: su un nuovo ricorso alla Corte
costituzionale del suo Paese, che alcuni senatori dovrebbero presentare dopo
essere stati battuti da una maggioranza di 54 contro 20 nel voto di ieri. Una
precedente azione, già rigettata dai giudici costituzionali cechi, chiamava in
causa solo alcune parti del Trattato di Lisbona e potrebbe essere riproposta
sui punti in precedenza non contestati.
Le ratifiche
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il secondo aspetta il via libera
della Corte costituzionale, previsto per l'estate. Nei restanti 23 Paesi il
Trattato è stato approvato I tempi Le previsioni Il presidente
dell'Europarlamento Pöttering ha auspicato che «il Trattato entri in vigore
all'inizio del prossimo anno»
IPS Teodosie va fi
cercetat de catre Parchetul Inaltei Curti de Casatie si Justitie
( da "Romania Libera"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ei au afirmat ca nu vor sesiza
CSM-ul in acest caz. "In Codul de Procedura Penala scrie clar in ce cazuri
ma pot sesiza si nu s-a facut nimic ilegal sau pe langa lege in acest dosar.
Ne-am autosesizat si imediat am trimis acea adresa la Arhiepiscopia Tomisului
pentru a avea un raspuns oficial cu privire la functia detinuta de IPS
Teodosie",
Si allontana
l'estradizione di Battisti ( da "Stampaweb,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: entrerebbe in conflitto con il
potere giudiziario, mentre in caso contrario esautorerebbe di fatto il proprio
ministro della Giustizia, Tarso Genro. Per riuscire a sganciarsi da questa
situazione Lula spera dunque nell?aiuto della Corte stessa, riunitasi per
esaminare il caso e che dovrà pronunciarsi su tre questioni diverse.
Presidente Donini a Reggio
Emilia apre seminario 'Donne&donne, sulle tracce di Matilde di Canossa'
( da "Sestopotere.com"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presidente Api Emilia-Romagna),
Enrica Carretti (product manager), Francesca Chilloni (giornalista), Elisabetta
Farioli (direttrice Civici Musei – Reggio Emilia), le imprenditrici Deanna
Ferretti, Catia Iori e Paola Silvi, l?avvocato Celestina Tinelli (membro CSM),
Mariella Zanichelli (presidente FCR).
Servizi di
fotoregistrazionetecnici da ieri al lavoro
( da "Sicilia, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: numerosi processi sono stati
rinviati proprio perché non era possibile registrare l'udienza ed era
difficoltoso, in casi di processi complessi, verbalizzare a mano. Il problema
poteva aggirarsi nominando un perito, ma trattandosi di un soggetto esterno, magari
proveniente da altra sede, i costi del servizio aumentavano fino a triplicare.
Battisti, si allontana
l'estradizione dal Brasile ( da "Stampa,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale
brasiliana). Per De Souza, l'atto di concessione dell'asilo politico è politico
e espressione della sovranità dello Stato brasiliano. De Souza ha anche
suggerito che il processo presso il Stf sia estinto anche prima di essere
giudicato, facendo sua la richiesta presentata dal nuovo legale di Battisti,
nuovi assetti in procura
pool per animali e internet - meo ponte
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: soltanto quando saranno finalmente
nominati gli ultimi due aggiunti che dovranno sostituire Raffaele Guariniello e
Marcello Maddalena, neo procuratore generale che sinora ha diretto il pool
Reati contro la Pubblica Amministrazione. Tre sono i nomi dei papabili: Alberto
Perduca, ora responsabile dell´amministrazione in Kossovo, Giuseppe Ferrando e
Andrea Marini che è attualmente al Csm.
rifiuti, verso roma il
caso rompiballe ( da "Repubblica,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Cessata la collaborazione del
magistrato presso il ministero - sottolinea Mancino - è automaticamente venuta
meno la posizione fuori ruolo: da qui non la facoltà, ma l´obbligo da parte del
Csm di ricollocare il dottor Corona nell´ufficio da cui proveniva, cioè la
Procura di Napoli. Altro non poteva fare il Csm, che ha solo preso atto di
questa sopravvenuta situazione». (d.d.p.)
allarme giustizia:
"c'è il rischio paralisi" - mara chiarelli
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Pagina VIII - Bari Processi in
pericolo Allarme giustizia: "C´è il rischio paralisi" L´appalto passa
di mano, niente stenotipisti da una settimana Manca il personale per registrare
e verbalizzare lunghi interrogatori In pericolo processi in corso e inchieste
delicate.
CHI SOFFIA SUL RAZZISMO
( da "Unita, L'"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che avevano rivendicato giustamente
un voto di responsabilità e coscienza. Se questa legge sarà approvata senza
significativi cambiamenti dovremo valutare tutte le possibili impugnazioni
davanti alla Corte Costituzionale e quella di Giustizia Europea non escludendo
il ricorso al referendum abrogativo.
ASILO POLITICO A BATTISTI,
DAL BRASILENUOVO "SCHIAFFO" AL GOVERNO ITALIANO
( da "Secolo XIX, Il"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: estradizione nonostante l'eventuale
sì della Corte, entrerebbe in conflitto con il potere giudiziario, mentre in
caso contrario esautorerebbe di fatto il proprio ministro della Giustizia,
Tarso Genro. Per riuscire a sganciarsi da questa situazione Lula spera dunque
nell'aiuto della Corte stessa, riunitasi per esaminare il caso.
Riportati in Libia i 227
migranti Maroni: svolta. L'Onu: un errore
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: pagina23 Circolare del Csm, più
vincoli ai Procuratori capo Un argine ai poteri dei procuratori capo, nel
rispetto dell'autonomia dei sostituti. Lo prevede una bozza dicircolare
sull'organizzazione delle procure, che sarà esaminata dal Csm in un plenum, presieduto
dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano u pagina 35 I talebani al Papa: fermi
i crociati I talebani chiedono al Papa di «
Lotta all'evasione. Nelle
operazioni del 36% irregolarità per 3 miliardi Pag. 32 Giustizia. Il Csm prova
ad arginare i poteri dei Procuratori capo Pag. 35 In edicola a 6,50
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Nelle operazioni del 36%
irregolarità per 3 miliardi Pag. 32 Giustizia. Il Csm prova ad arginare i poteri
dei Procuratori capo Pag. 35 In edicola a 6,50 Á in più. La Guida alle novità
fiscali Ddl sviluppo. Per gli assicuratori in bilico il plurimandato Pag. 35
l'articolo prosegue in altra pagina
In Procura capi con più
vincoli ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Csm ha preparato le istruzioni
per l'organizzazione degli uffici In Procura capi con più vincoli Criteri
rigidi sull'assegnazione dei fascicoli - Incoraggiati i pool Giovanni Negri
MILANO Dal Csm un argine allo strapotere dei procuratori capo, nel rispetto del
principio costituzionale dell'autonomia dei sostituti.
Sedi disagiate comunicate
a dicembre ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sedi disagiate comunicate a
dicembre» Il Csm ha trasmesso lo scorso dicembre al ministro della Giustizia
l'elenco delle sedi disagiate. Lo precisa il presidente della III commissione
di Palazzo dei Marescialli, Roberto Carrelli Palombi, replicando a quanto
affermato dal Guardasigilli, Angelino Alfano, mercoledì alla Camera, durante il
question time.
Le spese di
spedizionetornano sulla bolletta Amat
( da "Secolo XIX, Il"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ci siamo dovuti semplicemente
adeguare a una recente sentenza della Corte Costituzionale - spiega il
direttore generale dell'Amat, Alberto Vaccari - le spese di spedizione sono
dovute dall'utente. Quando si gestisce, come nel nostra caso, denaro pubblico,
se non si attiva questo meccanismo si finisce per procurare un danno
all'erario.
Maestro colpevole5 anni al
preside ( da "Sicilia,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha chiesto di essere trasferito dal
Csm. A Palazzo dei Marescialli la prima commissione ha aperto un fascicolo
sulla vicenda, dopo che il sostituto procuratore aveva espresso tali
perplessità a conclusione di un processo in cui lui stesso era pm. Il fascicolo
davanti alla commissione, se la richiesta del pm di essere trasferito venisse
accolta,
Il Pg favorevolea fine
processo ( da "Sicilia,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale brasiliana).
Per De Souza, l'atto di concessione dell'asilo politico è politico e
espressione della sovranità dello Stato brasiliano. De Souza ha anche suggerito
che il processo presso il Stf sia estinto anche prima di essere giudicato,
facendo sua la richiesta presentata dal nuovo legale di Battisti,
La sentenza sugli embrioni
( da "Corriere
della Sera" del 09-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: motivazioni della Consulta Sarà il
medico a decidere quanti ovociti fecondare La sentenza sugli embrioni «Si
possono congelare» La Corte costituzionale cambia la legge 40, insorgono i
cattolici ROMA Sarà più libero il medico. Libero di scegliere le cure migliori
e meno rischiose per le coppie. Valutando anche la possibilità di mettere da
parte gli embrioni «prodotti ma non impiantati».
caselli, i 70 anni del
procuratore una vita dalla parte della legge - ettore boffano
( da "Repubblica, La"
del 09-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dal Csm all´impegno civile le sfide
di un magistrato austero e progressista Cattolico e figlio di una famiglia
operaia, ha seguito inchieste tra le più scottanti d´Italia Tifoso granata, di
cortesia subalpina, tenace e concreto va considerato tra i torinesi migliori
ETTORE BOFFANO Compie 70 anni oggi, 9 maggio,
inchiesta rifiuti, strappo
di de chiara - dario del porto ( da "Repubblica,
La" del 09-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: strappo di De Chiara Lettera al
Csm: "Lepore disse di non turbare il governo" DARIO DEL PORTO Uno
stralcio dettato dall´esigenza di non turbare il governo. Secondo quanto scrive
il procuratore aggiunto Aldo De Chiara in una lettera inviata al Csm, sarebbe
stata spiegata anche in questo modo dal procuratore capo Giandomenico Lepore,
la scelta di separare alcune posizioni,
contributi, stop dal
commissario l'ira di cascio: "ha sconfinato" - emanuele lauria
( da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: solleverà conflitto di attribuzione
davanti alla Corte costituzionale, ma si apre una discussione sull´esigenza di
mantenere in vita l´istituzione del commissariato dello Stato, che non esiste
nelle altre regioni d´Italia». Cascio accusa Di Pace di avere sconfinato e di
volere assumere un ruolo "politico": «L´Ars - afferma - aveva risolto
un problema: l´abolizione della tabella H,
stralcio rifiuti, la
verità di lepore "quell'inchiesta era incompleta" - dario del porto
( da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: inchiesta era incompleta" Il
procuratore interviene dopo la lettera di De Chiara Il Csm verso nuove
audizioni dei pm DARIO DEL PORTO Una richiesta di rinvio a giudizio nei
confronti dei prefetti Alessandro Pansa e Guido Bertolaso avrebbe rappresentato,
alla fine di luglio del 2008, «un´iniziativa giudiziaria in quel momento ancora
incompleta».
l'italia riapre il caso
battisti "francia e brasile indulgenti" - omero ciai
( da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: in Brasile ricopre anche funzioni
della nostra Corte Costituzionale), scusandosi del ritardo per un verdetto che
è previsto entro la fine del mese di maggio ma che potrebbe slittare ancora. A
favore di Battisti s´è pronunciato in questi giorni il procuratore capo della
nazione, De Souza, consegnando una memoria nella quale sostiene che il
Tribunale dovrebbe estinguere il processo,
Fecondazione, decide il
medico ( da "Sole
24 Ore, Il" del 10-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale. Depositata la
sentenza che ha censurato le disposizioni della legge 40 sulla procreazione
assistita Fecondazione, decide il medico Stop al limite dei tre embrioni e alle
regole su impianto e conservazione Donatella Stasio ROMA «In materia di pratica
terapeutica, la regola di fondo deve essere l'autonomia e la responsabilità del
medico che,
La legge non sceglie le
cure ( da "Sole
24 Ore, Il" del 10-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 151 con cui la Corte costituzionale
ha cancellato uno dei cardini della legge 40 del 2004 sulla fecondazione
assistita – l'articolo 14, comma 2, che impone il contemporaneo impianto dei
tre embrioni – rappresenta una lezione di civiltà giuridica.
Più facile diventare mamma
a 40 anni ( da "Tempo,
Il" del 10-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: diventare mamma a 40 anni Quali
sono le concrete conseguenze dal punto di vista tecnico dopo la pronuncia della
Corte Costituzionale? Che cosa accadrà in una clinica dedicata alla
fecondazione assistita? Con la nuova formulazione decisa dalla Corte
Costituzionale adesso il medico ha la possibilità di evitare il limite di solo
tre ovociti o gameti fecondati nell'utero della futura madre.
Basta viaggi all'estero
per i figli in provetta ( da "Tempo,
Il" del 10-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: nel suo fondamentale ricorso alla
Corte Costituzionale, in occasione del referendum, aveva fatto osservare che
l'obbligo di utilizzare al massimo tre embrioni per volta, da impiantare
contemporaneamente, durante un procedimento di fecondazione assistita, violava
l'articolo 3 della Costituzione «sotto il duplice profilo del principio di
ragionevolezza e di quello di uguaglianza,
Napolitano: (
da "Secolo XIX, Il"
del 10-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: della Camera Gianfranco Fini e il
vice presidente del Csm, Nicola Mancino, e c'è un nutrito drappello di
ministri. Ci sono i superstiti degli anni bui di stragi e terrorismo. Ma gli
occhi sono tutti puntati sulle quelle donne, segnate dal tempo e dal dolore di
una stessa vicenda, che per la prima volta si incontrano dopo 40 anni e trovano
la forza e il coraggio di riconciliarsi.
il braccio di ferro sui
fondi fas ( da "Sicilia,
La" del 10-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, ma, intanto,
per quanto mi riguarda si apre una discussione sull'esigenza di mantenere in
vita l'Istituzione stessa del Commissariato dello Stato, che non esiste nelle
altre regioni d'Italia. Istituzione questa che, travalicando le proprie
competenze costituzionali, si è tradotta in un'illegittima intrusione nella
libera volontà di un Parlamento che sin dall'
Crocetta attacca il
giudice Caponcello (
da "Sicilia, La"
del 10-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: apprendo che il Csm ritiene di
mandare alla Procura nazionale chi, in indagini sul controllo da parte della
mafia sulla grande distribuzione alimentare, e sui collegamenti
dell'imprenditore Scuto di Catania con boss palermitani, è stato bacchettato
dalla procura generale di Catania, che avocò il procedimento per ?
"Un omicidio? Forse
ma non è terrorismo" ( da "Stampa,
La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ma allora perché, in questo caso,
il ministro della Giustizia brasiliano ha concesso il rifugio? «Perché
l'esecutivo non aveva certezze su come avrebbe agito il sistema giudiziario,
essendoci la divisione dei poteri, e credo che Genro abbia preso questa decisione
per non correre il rischio dell'estradizione.
Seconda Cat. Parma girone
D Risultati Barcaccia-Sc S.Ilario 0-2 Boca Barc...
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Leo CSM-Team Frontiera 1-2
Sorbolo-Real Bibbiano 2-1 Tricolore Planet-Vetto 2-3 TotaleReti
SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana6126194359219Boca Barco6026186242168 Sc
S.Ilario592618534397Campeginese512615655230-1 Rocca 68452613674428-7Team
Frontiera4026124103630-12 Castelnovo 022526510112533-27Mezzani2526510113042-27
Vetto252667132337-
)PROVINCIA Lucchi (Pri): (
da "Resto del Carlino, Il (Cesena)"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: altra sentenza ideologica della
Corte Costituzionale» A PROPOSITO della Legge 40, siamo davanti all'ennesima
sentenza della Corte Costituzionale puramente ideologica perché non fa altro
che voler mettere dei paletti al diritto di vivere. Dalle motivazioni della
Consulta emerge la chiara volontà di non considerare persona il concepito e,
resa dei conti in procura
( da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che ha scritto al Csm per
aggiungere altri particolari sullo stralcio delle posizioni di Pansa e
Bertolaso dall´inchiesta rifiuti. Interviene anche l´Anm. Il presidente Tullio
Morello invita il Csm a «valutare il caso per poi voltare definitivamente pagina».
E si chiede: «Perché un procuratore aggiunto, intervenuto al consiglio
giudiziario,
caso lepore, interviene
l'anm "perché de chiara parla solo ora?" - dario del porto
( da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: quello di far riaprire il caso che,
dopo le audizioni in consiglio giudiziario e poi al Csm, il plenum del Csm
aveva chiuso appena martedì scorso dando ragione ai pm Noviello e Sirleo sulla
natura giudica dello stralcio, ritenuto una «revoca implicita», ma riaffermando
al tempo stesso la compattezza dell´ufficio inquirente.
un convegno da 225mila
euro: polemica al csm ( da "Repubblica,
La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: : sprechi inaccettabili Un convegno
da 225mila euro: polemica al Csm ROMA - Un convegno per aggiornare 530 toghe da
225mila euro. Mezzo miliardo di vecchie lire. Pagato a metà tra Csm e ministero
della Giustizia. E dove poi? A Palermo, tra il 7 e l´8 luglio, nella città dove
fa politica il Guardasigilli Angelino Alfano.
Giustizia, un convegno da
225mila euro Scoppiano le polemiche al Csm
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Scoppiano le polemiche al Csm DUE
GIORNI A PALERMO. IL CONSIGLIERE ANEDDA: «ALFANO LO DISERTI» ROMA
DUECENTOVENTICINQUEMILA euro, quasi mezzo miliardo delle vecchie lire, per un
incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a Palermo con tutti i capi
degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da ospitare in dieci differenti
alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia,
G. EZZELINA-ARSENAL
CUSINATI 2-0 G. EZZELINA: Mattiello, Brunello, Dal Nina, Pellizzari M.,
Bordignon ... ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: LENTIAI-VIRTUS CSM 3-3 VIRTUS:
Gosetto, Meneghin, Ferronato, Bet (30' st Bottarel), Busetti (30' st
Villanova), Nardi, Gerlin, Vassalli (8' st Tonon), Di Girolamo, Puppetti,
Bittante. All. Mognon. RETI: 8'e 42' st Zanin, 10' (rig) e 38' st Puppetti, 4'
st Di Girolamo, 20' st Pauletti (rig.
Evolution, Barbisano,
Resana: che rulli ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm Resana resta al secondo posto,
con il rammarico di aver perso la vetta agli sgoccioli del campionato ma con un
finale col botto, 6 gol al Pederobba. Chi festeggia di più è sicuramente il
bomber Ruffato che va in rete ben 5 volte e vince pure le scommesse coi
dirigenti, supera 25 gol e andrà a cena gratis almeno quattro volte.
Il Valdosport passa col
settebello ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: di esser stato promosso in seconda
categoria e di aver sbaragliato l'antagonista Csm Resana nelle ultime domeniche
del campionato. Ieri dà il colpo di grazia e si scaglia su un impotente S.
Giuseppe, 7-0 il bilancio finale. A beffa dei continui sfottò subiti nei vari
campi avversari durante tutto l'anno, il Valdosport commenta: «I montanari sono
i più forti».
BADOERE - FONTANE: 1 - 1
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: pt Francesco Favaro CSM RESANA -
PEDEROBBA: 6 - 0 RETI: 10' pt Ruffato (rigore), 10' st Tosetto, 18' st, 27' st,
45' st e 46' st Ruffato MILAN GUARDA - FANZOLO: 1 - 3 RETI: 45' pt Cattarin, 5'
st De Faveri, 25' st Luise, 43' st Gasparotto PADERNELLO - ROVERE SARTORATO: 1
- 2 RETI: 10' pt Lopes, 15' pt Nicolas Sartorato, 30' pt D.
ARDITA PERO -
BOCCADISTRADA: 0 - 1 ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: pt Francesco Favaro CSM RESANA -
PEDEROBBA: 6 - 0 RETI: 10' pt Ruffato (rigore), 10' st Tosetto, 18' st, 27' st,
45' st e 46' st Ruffato MILAN GUARDA - FANZOLO: 1 - 3 RETI: 45' pt Cattarin, 5'
st De Faveri, 25' st Luise, 43' st Gasparotto PADERNELLO - ROVERE SARTORATO: 1
- 2 RETI: 10' pt Lopes, 15' pt Nicolas Sartorato, 30' pt D.
Anedda blocca la riunione
troppo costosa ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Cronaca Italiana Pagina 107 Csm
Anedda blocca la riunione troppo costosa Csm --> ROMA
Duecentoventicinquemila euro, quasi mezzo miliardo delle vecchie lire, per un
incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a Palermo con tutti i capi
degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da ospitare in dieci differenti
alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia:
Terremoto, meno controlli
( da "Secolo XIX, Il"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale aveva però
bocciato l'articolo di legge. Conseguenza pratica? Già dal 5 maggio (il giorno
di deposito della sentenza) gli uffici erano stati sommersi da una mole
ingestibile di richieste di autorizzazione. A quel punto, invece di aumentare
le strutture per i controlli, la Regione Toscana ha inventato una nuova
disposizione per risolvere il problema senza violare
IL CONSIGLIO SARà
SUPERIORE? ( da "Unita,
L'" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Mentre la mafia si riorganizza, il
Csm deve schierare gli uomini giusti nei posti giusti». Sulla questione
interviene anche Antonio Di Pietro: «Da un po' di tempo non mi riconosco più
nell'operato di questo Csm: la sbrigativa liquidazione di De Magistris e dei
salernitani Apicella, Nuzzi e Verasani;
TRE GIORNIdi lezionie
dibattiti ( da "Secolo
XIX, Il" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: lezione magistrale di Giovanni
Maria Flick "La Costituzione, i diritti, la dignità delle persone",
docente di diritto penale e già presidente della Corte costituzionale. Alle 11,
al CAMeC, presentazione del libro "L'avvocato" di Guido Alpa. Il
programma dettagliato su www.comune.laspezia.it/paroledigiustizia. 11/05/2009
Sconti Irap, le incognite
di Unico ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: incombono sia la mancata pronuncia
della Corte costituzionale sull'indeducibilità dell'Irap ( fissata per il 7 e 8
luglio, si veda il servizio sotto), sia l'elevato costo che potrebbe essere
chiamato a sostenere l'Erario. Ipotizzando un'aliquota media del 25% ai fini
delle imposte dirette, lo sconto cui avrebbero diritto tutti i contribuenti
Irap (più di 5 milioni)
Verso il rinvio del vaglio
costituzionale? ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: EFFETTI DEL DL 185 Verso il rinvio
del vaglio costituzionale? Sono tutti da verificare gli effetti del Dl 185/2008
sull'Irap day, fissato dalla Corte costituzionale per la prima decade di
luglio. Le ordinanze di rimessione alla Consulta, infatti, hanno quasi sempre a
fondamento una richiesta di verifica sulla compatibilità costituzionale
dell'indeducibilità dell'intera imposta.
Corte Costituzionale: no a
promulgazione Statutaria ( da "Sardegna
oggi" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale: no a
promulgazione Statutaria La Corte Costituzionale ha bocciato la legge
Statutaria della Sardegna, stabilendo che la promulgazione fatta il 10 luglio
2008 da parte dell'allora Governatore Renato Soru va annullata perché non si
poteva procedere con tale atto in quanto la Corte d'Appello di Cagliari aveva
dichiarato non valido il referendum confermativo per
INIZIATIVA CONGELATA
( da "Trentino"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: polemiche nel Csm: 225mila euro per
convegno 225mila euro per un incontro di due giorni in luglio a Palermo con
tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone da ospitare in 10 alberghi e
con loro lo stato maggiore della Giustizia. Di fronte a una giustizia al
collasso, al consigliere del Csm Gianfranco Anedda è sembrato troppo.
Legge 40 : la Corte
Costituzionale restituisce al medico il ruolo centrale nella fecondazione
assistita ( da "SaluteEuropa.it"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale restituisce
al medico il ruolo centrale nella fecondazione assistita "La sentenza di
oggi restituisce al medico la responsabilità della scelta terapeutica nel
trattamento della infertilità di coppia - Anna Pia Ferraretti, direttore
scientifico di Sismer, Società italiana di Studi di Medicina della
Riproduzione,
la messa del papa in
giordania ( da "Sicilia,
La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: consigliere laico del Csm, non ha
dubbi: è uno spreco inaccettabile. Non si possono spendere 225 mila euro per un
incontro di due giorni da tenersi a luglio a Palermo con i capi degli uffici
giudiziari d'Italia. Cinquecentosedici persone ospitate in dieci alberghi,
compresi il Guardasigilli Angelino Alfano e il vicepresidente del Csm Nicola
Mancino.
Oltre duecentomila euro
per ospitare a Palermo per due giorni 516 persone
( da "Sicilia, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: per un incontro di due giorni da
tenersi in pieno luglio a Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516
persone in tutto da ospitare in dieci differenti alberghi e con loro lo stato
maggiore della Giustizia: dal ministro Angelino Alfano al vice presidente del
Csm Nicola Mancino, dal primo presidente Vitaliano Esposito al Pg della
Cassazione Vincenzo Carbone.
Costa troppo la Convegno
contestato. ( da "Sicilia,
La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Costa troppo la «giustizia
virtuosa»Convegno contestato. E il ministero blocca l'incontro per l'esosità
della spesa prevista Un consigliere del Csm: «E' uno spreco inaccettabile».
L'incontro viene congelato e i costi si abbassano
(
da "Sicilia, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale n.293/05, e la
sentenza sempre della Corte Costituzionale n.442/08. In sintesi, con
l'impugnazione dell'art. 61 della Legge finanziatria, che prevedeva che la
Regione tramite l'Arra provvedesse alla nomina di Commissari ad acta presso le
Società d'Ambito con l'incarico di attuare le operazioni necessarie per
monetizzare i crediti vantati dei singoli Ato alla
( da "Tempo, Il" del
06-05-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Domani
all'Aquila Magistrati, assemblea straordinaria dell'Anm PESCARA Il presidente
dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, con una delegazione
della giunta e del comitato direttivo centrale, parteciperà domani
all'assemblea straordinaria indetta all'Aquila dal presidente della sezione
abruzzese dell'Anm, Giampiero Di Florio. L'assemblea - spiega una nota -
esaminerà la situazione degli uffici giudiziari e del foro aquilano, e
discuterà la gestione dell'emergenza post-terremoto alla luce del decreto legge
28 aprile 2009, anche proponendo eventuali modifiche e integrazioni nel corso
dell'esame parlamentare per la conversione in legge. Per il
Csm è prevista la partecipazione dei consiglieri Riviezzo (in rappresentanza
del vicepresidente Mancino), Tinelli e Viola. Tra gli invitati, magistrati e
capi degli uffici giudiziari, presidenti e avvocati del Consiglio dell'Ordine
degli avvocati dell'Aquila e degli altri ordini forensi abruzzesi, i presidenti
della Giunta e del Consiglio regionale, senatori e deputati abruzzesi.
L'incontro fa seguito a quello convocato a Pescara il 9 aprile scorso, subito
dopo il terremoto, che consentì un primo scambio di informazioni tra
magistrati, avvocati, personale dell'Aquila e degli altri uffici giudiziari
abruzzesi, con gli amministratori locali e i parlamentari della regione.
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( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia
BOLOGNA PRIMO
PIANO pag. 4 «Non si tira fango sugli avversari» RAISI: «RESPONSABILE CHI HA
CERCATO L'ATTO E CHI L'HA DIFFUSO» E' DURISSIMO Enzo Raisi, parlamentare del
Pdl e candidato alla presidenza della Provincia che nei giorni scorsi aveva già
censurato l'iniziativa di Valerio Monteventi e Serafino D'Onofrio. «In campagna
elettorale non si usano questi sistemi attacca . Non si può tirare fango
sull'avversario che non ha il tempo per difendersi, ormai manca un mese alle
elezioni. Qui ci sono diverse responsabilità. Riguardano chi ha chiesto quel
documento, chi l'ha procurato e chi l'ha diffuso. Questa vicenda coinvolge
destra e sinistra». Eppure il Pd si è buttato a capofitto su questa storia.
«Certo obietta Raisi . Ma il partito democratico è anche quello che all'inizio
ha considerato un'ottima proposta l'idea del check up sanitario che voleva
colpire Guazzaloca». Raisi si dice anche stupito dal fatto che «la Procura
abbia aperto un'inchiesta in campagna elettorale e soprattutto che sia stata
resa pubblica. E come mai sono già usciti i nomi dei protagonisti? Se fossi
stato un magistrato, non avrei mai detto che avevo aperto l'inchiesta. Non è vero che il problema è solo quella delle porcherie in
politica. Il potere giudiziario deve star fuori dalla campagna elettorale». STRONCA la sinistra
radicale Galeazzo Bignami, numero due del Pdl. «In campagna elettorale si deve
cercare di spostare l'attenzione sui contenuti, sulle proposte concrete e sul
merito chiede dai microfoni di radio Tau . E' evidente che chi non ci
riesce usa gli strumenti, pochi, che ha, e dati anche a disposizione
dell'intelligenza. Quindi più di tanto non possiamo pretendere». Insomma, si
tenta «di buttarla in cavalleria e non credo che faccia bene a nessuno». «E'
abbastanza degradante scendere sul piano degli affari personali», dice Bignami,
e l'iniziativa di Bologna città libera la lista di Valerio Monteventi «è tutto
tranne che scoop» ma «mi rendo conto che hanno una morale politica differente
dalla mia». IL VICECOORDINATORE cittadino del Pdl si spende poi in difesa di
Alfredo Cazzola che «sconta il fatto di essere l'unico ad avere finora avanzato
un programma, proposte e idee: condivisibili o meno, ma sono le uniche
realizzate da un candidato sindaco. Né Delbono, né Guazzaloca hanno abbozzato
il programma». Image: 20090506/foto/1199.jpg
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( da "Repubblica, La"
del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina V -
Firenze TRENTA RIGHE Questioni di fede nel cuore del dibattito politico ANNA
BENEDETTI Le righe prescelte sono tratte dalla premessa del libro, dove la
laicità non è contrapposta alla religiosità ma è piuttosto un modo di essere
della società e della politica che dà alla religione il ruolo proprio non come
elemento conflittuale ma come elemento di composizione di una realtà
multiforme. (pagg. 3-4) Proprio l´analisi della realtà, la nuda forza delle
cronache, mostrano quanto sia ancora arduo riconoscere nella discussione
italiana l´accettazione piena di quel che scrisse, nella sentenza n. 203 del 1989, la Corte costituzionale sottolineando che «il principio supremo della laicità dello
Stato è uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica». Vi è,
dunque, una incompiutezza con la quale bisogna fare i conti. Conti
difficili perché, negli ultimi anni, stereotipi vecchi sono stati rinverditi e
irrigiditi, e a essi, ne sono stati aggiunti altri, nuovi nelle apparenze
perché legati alle innovazioni profonde determinate da scienza e tecnologia, ma
che in concreto hanno riproposto con durezza ancora maggiore una logica di
subordinazione a valori definiti fuori da ogni procedura democratica. La
polemica si è fatta così più aspra, alimentata com´è anche da una adesione
spregiudicata e strumentale a posizioni ufficiali della gerarchia vaticana da
parte di gruppi ed esponenti politici alla ricerca di consensi. Una nuova
generazione di defensores fidei, si è materializzata, trasferendo la questione
religiosa nel cuore del conflitto politico.
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( da "Repubblica, La"
del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina V -
Firenze Incontro oggi pomeriggio alle 17,30 alle Oblate con Stefano Rodotà
autore del saggio "Perché laico" "La laicità principio
costitutivo della democrazia" "Non rinchiudo la Chiesa nelle
parrocchie ma lei non può imporre i suoi principi" GAIA RAU Liberare la
laicità dal conflitto tra posizioni clericali e anticlericali, restituendole il
suo ruolo di principio fondamentale del sistema democratico, prerogativa
irrinunciabile del dibattito pubblico. E´ l´operazione sostenuta da Stefano
Rodotà - giurista, già garante della privacy e coautore della Carta dei diritti
fondamentali per l´Unione Europea - nel suo saggio Perché laico (Laterza,
2009), al centro dell´appuntamento di oggi a "Leggere per non
dimenticare" (alle 17.30 alla biblioteca delle Oblate, via dell´Oriuolo
26, ingresso libero). Con lui, intervengono Alfredo Jacopozzi, direttore
dell´ufficio Cultura e Università della Curia fiorentina, e il
costituzionalista Stefano Merlini. Testamento biologico, procreazione
assistita, unioni di fatto: il conflitto tra credenti e non sembra dominare il
dibattito pubblico. «Ho cercato di affrontare le questioni che oggi dividono
l´opinione pubblica partendo da un presupposto: la laicità non può essere
considerata una posizione di parte, ma un principio supremo della nostra
democrazia, così come afferma una sentenza della Corte
Costituzionale, la 203 del 1989, che ho citato in apertura al testo». In cosa
consiste il concetto di laicità? «Rispetto delle opinioni altrui, parità nella
discussione pubblica e garanzia dei diritti fondamentali. Non significa, cioè,
che la Chiesa non possa far sentire la sua voce: ma se vuole, così come
accade oggi, diventare essa stessa parte del dibattito pubblico, non può godere
di una situazione di privilegio». La Chiesa ha dunque tutto il diritto di
esprimere le proprie opinioni. «E questo non è soltanto lecito, ma positivo per
la democrazia. Mi hanno accusato di voler rinchiudere la Chiesa nelle
parrocchie, ma è una grossissima stupidaggine: semplicemente, non può imporre i
suoi principi, pretendendo che non siano negoziabili. I soli a non esserlo,
sono quelli contenuti nella Costituzione, in quanto unica carta dei valori
democraticamente legittimata». In questo senso, lei vuole andare oltre alla
polemica tra clericali e anticlericali? «Esatto: si tratta di considerare la
laicità non come elemento oppositivo, ma costitutivo della democrazia. E in
questo ho trovato molta apertura anche da parte di esponenti del mondo
cattolico, da Rosy Bindi a Guido Bodrato, da monsignor Bettazzi a Vinicio
Albanesi». Perché oggi è così difficile superare il conflitto? «Da una parte
c´è una regressione culturale, caratterizzata da una forte pressione delle
gerarchie vaticane. Oggi, leggi come quella sul divorzio o sull´aborto non
sarebbero possibili: ai tempi in cui furono approvate c´era un´apertura
maggiore, anche all´interno della stessa Dc. La critica però va anche allo
stesso mondo laico, che non è sufficientemente consapevole, e a un centro
sinistra che non ha saputo opporsi con il necessario rigore a pretese
fondamentaliste».
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(
da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia
JESI pag. 11 JESI «L'EVENTO jesino è al centro dell'atte... JESI «L'EVENTO jesino è al centro dell'attenzione e del dibattito negli ambienti culturali torinesi e fiorentini, con echi anche al Quirinale» Ad annunciarlo Gian Franco Berti, presidente del Centro studi «Piero Calamandrei», che sabato 23 maggio, ricorderà il suo presidente onorario, ad un secolo dalla sua nascita, attraverso il «Memorial Alessandro Galante Garrone». Una giornata, quella dedicata al magistrato, storico, figura di spicco della Resistenza, fondatore e militante del Partito d'Azione, suddivisa in tre momenti che vedrà a Jesi personaggi del calibro dei >presidenti
emeriti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e della Corte Costituzionale
Gustavo Zagrebelsky. Si inizierà alle 10.30, al teatro Pergolesi, dove oltre
500 studenti maturandi assisteranno alla lectio magistralis del professor
Zagrebelsky: «Dimmi, Pericle, mi sapresti dire che cosa è la legge?» Dopo la
consegna del premio Calamandrei al magistrato e al presidente emerito Ciampi,
gli «Onafifetti» dedicheranno alla memoria di Galante Garrone «La Badoglieide»,
uno dei canti più noti della Resistenza antifascista, che lui stesso avrebbe
voluto fosse cantata al suo funerale. Nel pomeriggio (ore 17, ingresso libero)
la tavola rotonda «I valori e le battaglie civili di un laico del 900» vedrà
nella sala convegni dell'università jesina: il direttore de «La Repubblica»
Ezio Mauro, la nipote del padre costituente che dà il nome al centro studi,
Silvia Calamandrei, Gustavo Zagrebelsky, Camilla Bergamaschi, Riccardo Marchis,
Massimo L. Salvadori, Carlo Augusto Viano e Alfredo Viterbo. La tavola rotonda
sarà coordinata da Paolo Borgogna, giurista che ha scritto assieme a Galante
Garrone la sua autobiografia «Il mite giacobino». Ma l'evento forse più atteso
è lo spettacolo, «in anteprima mondiale se si esclude il Cile»: «Il funerale di
Neruda» di Luis Sepùlveda e Renzo Sicco. Uno spettacolo della «Assemblea
teatro», con nove attori in scena che faranno rivivere la violenza della morte
di Neruda, del Golpe, ma anche il cammino contro di essa e contro la paura.
«Jesi per un giorno sarà la capitale della cultura italiana ha commentato il
presidente del Centro studi Berti in ricordo del presidente onorario,
Alessandro Galante Garrone, già insignito del prestigioso Premio Calamandrei. Un
laico, un magistrato, un uomo libero». L'evento è sostenuto dalla Regione
Marche, dalla Provincia, dal Comune, oltrechè dall' università jesina, Ubi BpA,
Fondazione Pergolesi Spontini, Interporto Marche e da partner privati.
Biglietti (da 20 a 25 euro): 0731 206888. Sara Ferreri
(
da "Sole 24 Ore, Il
(Nord Est)" del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Nord-Est
sezione: EST data: 2009-05-06 - pag: 20 autore: La Regione faccia barriera
contro le lacune normative L iberale da sempre, non sono affetto da
fondamentalismo ambientalista: il mio impegno contro la ripresa delle
estrazioni Eni in Alto Adriatico è stato costante e coerente, pur in ruoli
diversi, prima solo come "cittadino-chiunque", poi come avvocato di
parte civile della Provincia di Rovigo, poi come Commissario straordinario
dell'Ente Parco Delta del Po (dal giugno 2005 all'ottobre 2006)ed ora continua.
Come avvocato ritengo innanzitutto di ricordare che i vertici di Eni SpA,
alcuni componenti del gruppo istruttore della Commissione "Via"
nazionale ed altri soggetti sono stati rinviati a giudizio- ovviamente in
ipotesi accusatoria tutta da verificare- tra l'altro per atti idonei a
cagionare un disastroe tentativo di inondazione a seguito delle estrazioni
effettuate dai giacimenti Naomi Pandora e Irma Carola;il primo a 35 chilometri
dalla costa ed il secondo a 20. Ciononostante, senza neppure aspettare l'esito
del procedimento penale in questione (relativamente al quale è inopportuno fare
previsioni)com'è noto con legge n.133/08è stato convertito con modifiche il Dl
112/2008, il cui articolo 8 si occupa specificatamente di tali estrazioni.
Appena avuto notizia dell'approvazione di tale norma da parte delle Camere, ho
inviato una dettagliata memoria al Presidente della Repubblica chiedendogli che
rinviasse la legge alle Camere. Con comunicazione8 agosto 2008 il Consigliere
del Presidente per gli affari giuridici ha risposto in sostanza che non erano
emersi profili di costituzionalità che fossero di ostacolo alla promulgazione
della legge. «Ulteriori ed eventuali profili di legittimità –affermava –non
potrebbero che essere sottoposti eventualmente al vaglio della Corte
Costituzionale». La norma in questione afferma che il divieto di escavazioni
nel sottosuolo del Golfo di Venezia e nel Delta del Po «si applica sinoa quando
il Consiglio dei Ministri,d'intesa con la Regione Veneto, non abbia
definitivamente accertato la non sussistenza di rischi apprezzabili di
subsidenza sulle coste». Un divieto stabilito per legge può, secondo me, venire
a cadere solo a seguito di un provvedimento specificatamente previsto
dall'ordinamento ed espressamente individuato. La lacuna della succitata norma
è invece palese in quanto con essa si parla di generico accertamento senza
stabilire, effettuato tale supposto accertamento, con quale strumento giuridico
preciso si può rimuovere il divieto. Sconcertante è la condizione dell'accertamento
della«non sussistenza di rischi apprezzabili di subsidenza sulle coste». I
sinonimi di "apprezzabile" riportati dai vocabolari sono
preoccupanti: "Notevole, considerevole, rilevante". Ne consegue che
se vi è rischio di abbassamento, non di grande entità del fondale marinoe
conseguentemente delle coste nonché degli immobili costruiti nei limitrofi
terreni, si potrà dire: «Abbassiamoli pure»? Per fortuna occorre, per
riprendere le estrazioni,l'intesa con la Regione Venetoe prima di scrivere questo
intervento ho telefonato al Governatore Giancarlo Galan il quale mi ha
autorizzato a riportare il suo pensiero:«Basta prolungare di 5 anni la
concessione al Terminal gasifero per pareggiare tutto il gas che c'è là
sotto!Continuo ad essere decisamente contrario alla ripresa delle estrazioni».
Luigi Migliorini ENTE PARCO DELTA DEL PO Ex Commissario straordinario
(
da "Tirreno, Il"
del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 7
- Livorno «Giustizia a rischio collasso» Il procuratore: tante udienze, pochi
pm per coprirle LIVORNO. «Anche qui sono molti i processi
pendenti. E c'è un dato che sintetizza la difficoltà della loro gestione: il 60
per cento dei procedimenti arriva a dibattimento, appena il 40 si risolve fra
riti abbreviati e patteggiamenti. E' quasi una macchina diabolica, quella
processuale, per complessità e farraginosità». Il procuratore della Repubblica
Francesco De Leo, nel giorno della protesta dell'Associazione nazionale
magistrati in occasione della giornata della giustizia, non fa mistero del fatto che
anche gli uffici giudiziari livornesi sono sotto la minaccia del collasso. Se a
livello nazionale gli oltre 6 milioni e mezzo di processi pendenti rischiano di mandare a gambe all'aria la giustizia, dalle nostre parti i problemi che vengono riscontrati dalla
Procura riguardano la difficoltà a coprire il numero di udienze. «E'
arrivato recentemente un nuovo sostituto procuratore e un altro, per completare
l'organico - spiega De Leo - arriverà a fine luglio». A quel punto, i trasferimenti
di Carmen Santoro (a Bergamo) e Ugo De Carlo (Tar Lombardia) saranno
riequilibrati. Ma ciò che rende difficile la copertura delle udienze è anche la
carenza di vice procuratori onorari, che finora hanno assicurato lo svolgimento
di molti processi. «Non si può attingere dalla vecchia
graduatoria - dice il procuratore - perché è già stato bandito il nuovo
concorso, ma l'alto numero di domande rallenta il suo svolgimento». Frattanto,
Procura, tribunale, Ordine degli avvocati e Camera penale hanno sottoscritto un
protocollo d'intesa per migliorare la gestione dei processi.
«E' già stato fatto in altre città - conclude De Leo - naturalmente con
l'intento di migliorare la situazione e arrivare a un processo più rispettoso
per tutti». lu.dem.
(
da "Tribuna di Treviso,
La" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
SARDEGNA
Via le tasse sul lusso SASSARI. Vita breve per le cosiddette tasse sul lusso,
volute dalla Giunta regionale della Sardegna guidata da Renato Soru e rimaste
in vigore appena due anni. Inserite nella Finanziaria 2006, al centro di numerose polemiche e sottoposte a revisione nel
2008, sono state eliminate con la Finanziaria 2009: l'iter è in corso di
completamento in Consiglio regionale. Con la manovra 2009 scompaiono le due
imposte regionali ancora in vigore, dopo che la Corte Costituzionale aveva già
bocciato quelle sulla compravendita di immobili adibiti a seconde case.
(
da "Tempo, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Camera di commercioIn un dibattito sarà illustrata la proposta di riforma dell'Ordine professionale A Campobasso la «Giornata dell'informazione» Giornata nazionale dell'informazione sabato 9 maggio, con un dibattito in programma a Campobasso, alle ore 11, alla Camera di Commercio. Un'iniziativa promossa dall'Ordine nazionale dei giornalisti, di concerto con la Consulta dei presidenti e dei vicepresidenti del Consiglio regionale dell'Ordine, per illustrare il «Documento di indirizzo per la riforma dell'Ordine dei giornalisti». Un impegno assunto dall'ODG Molise, dopo l'approvazione del bilancio. Come spiega il presidente Antonio Lupo, insieme alle istituzioni si discuterà dei problemi dell'informazione, per sensibilizzare l'opinione pubblica e la classe politica sulla necessità di pervenire al più presto alla riforma dell'ordinamento professionale. Pur considerando ancora validissime le impostazioni della legge 69/1963 che disciplina la professione giornalistica, sono previste profonde modifiche strutturali e organizzative. Considerati sempre principi fondamentali la libertà di informazione e di critica, il rispetto della verità dei fatti, la tutela delle fonti. Di rilievo anche le sentenze della Corte Costituzionale sulla legittimità dell'Ordine a tutelare la libertà degli iscritti dal potere economico dei datori di lavoro. La proposta di riforma prevede tuttavia mutamenti sul piano pratico, modifiche per quanto riguarda l'accesso alla professione, con particolare riguardo all'attività dei pubblicisti,>
meno burocrazia, una regolamentazione dei procedimenti disciplinari. Il
dibattito di sabato si presenta dunque come un utile confronto, tra
partecipanti, colleghi e rappresentanti delle istituzioni, per esaminare anche
lo stato attuale dell'informazione molisana.
(
da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
IV - Napoli Il Csm: Corona torni in Procura l´inchiesta
rifiuti verso la capitale Per l´indagine su Pansa la competenza passa a Roma
Una pratica apparentemente "di routine", approvata ieri dal plenum
del Csm, potrebbe avere effetti dirompenti sul secondo filone dell´inchiesta su
presunti illeciti nella gestione della crisi rifiuti facendo scattare presto,
in tutto o in parte, la trasmissione degli atti a Roma. Palazzo dei Marescialli
infatti ha deliberato d´ufficio il rientro in Procura di Giovanni Corona, il pm
che aveva indagato sulla faida di Scampia e, dopo un periodo di aspettativa
elettorale chiesto per una candidatura poi tramontata alle elezioni Politiche
del 2006, aveva svolto per alcuni mesi, prima di essere nominato nel gennaio
scorso consulente del ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli, il ruolo
di consulente giuridico del prefetto Alessandro Pansa quando questi guidava il
commissario straordinario per l´emergenza rifiuti. In questa veste, alcuni
giorni or sono, Corona aveva ricevuto un avviso di chiusura delle indagini
preliminari firmato dal pm Maurizio De Marco con l´ipotesi di falso nell´ambito
del procedimento (stralciato dal capitolo principale con una decisione del
procuratore capo Giandomenico Lepore non condivisa dai pm Giuseppe Noviello e
Paolo Sirleo) nel quale sono indagati fra gli altri anche i prefetti Pansa e
Corrado Catenacci. Il Csm, preso atto della conclusione del rapporto di
consulenza presso il ministero delle Infrastrutture, ha disposto non solo il
rientro del pm nei ruoli della magistratura ma anche, d´ufficio, il suo ritorno
alla Procura di Napoli. Ma l´ordinamento prevede che la competenza per i
procedimenti nei quali sono coinvolti giudici e pm napoletani spetti
all´autorità giudiziaria di Roma. Ed è nella capitale che, quando Corona avrà
formalmente ripreso le funzioni di pubblico ministero presso l´ufficio del
Centro direzionale, dovrà essere trasmesso il fascicolo riguardante il
magistrato e le altre posizioni per le quali sarà rilevata una
"connessione". Dunque, verosimilmente, quella di Pansa. Ma potrebbe
non essere l´unica. Dovrà essere valutato il fascicolo riguardante il capo
della Protezione civile, Guido Bertolaso, il cui nome compare nell´inchiesta
con riferimento al primo periodo trascorso dall´attuale sottosegretario alla
guida del commissariato straordinario per l´emergenza rifiuti. E l´eccezione di
incompetenza potrebbe essere sollevata anche davanti ai giudici del collegio B
della quinta sezione penale, dove il 26 maggio prossimo inizierà il processo
nei confronti degli imputati del filone principale dell´inchiesta, fra i quali
il vicecapo della Protezione civile Marta Di Gennaro e l´ex amministratore di
Fibe Massimo Malvagna, rinviati a giudizio dal gup Raffaele Piccirillo. Il Csm
ha votato mentre, nell´aula bunker di Poggioreale, proseguiva il primo processo
sul ciclo dei rifiuti, quello dove sono imputati anche gli ex vertici Impregilo
e il governatore Bassolino. Il consulente della Procura, Paolo Rabitti, ha
detto di aver riscontrato nel 2005 un cattivo funzionamento degli impianti di
cdr (combustibile derivato dai rifiuti) contrariamente a quanto attestato
invece dall´esito dei collaudi. (d.d.p.)
(
da "Resto del Carlino,
Il (Ascoli)" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
CAMPIONATO
DI GIORNALISMO pag. 6 MERCOLEDÌ 29 aprile noi ragazzi delle classi 3ªB e 3ª...
MERCOLEDÌ 29 aprile noi ragazzi delle classi 3ªB e 3ªC della scuola media di
Castel di Lama siamo andati a Roma per visitare la residenza del presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano. Siamo partiti alle 6.10 e abbiamo percorso
la Salaria per circa quattro ore di viaggio e, arrivati nella capitale, ci
siamo subito recati al Quirinale, zona molto protetta e sorvegliata da vari
corazzieri che ci hanno pregato di rispettare il silenzio, di spegnere i
cellulari e di non masticare chewingum per evitare incidenti o danneggiare i
pregiatissimi tappeti. Come altra misura di sicurezza siamo dovuti passare
attraverso il metal detector. Dopo aver conosciuto la nostra guida, abbiamo
iniziato la visita al Quirinale, ammirando innanzitutto il Salone dei
Corazzieri, pieno di arazzi e affreschi tra cui quello raffigurante alcuni
ambasciatori seicenteschi realmente esistiti e provenienti da Cina, Giappone e
Africa. Il portale conduce alla Cappella Paolina, che veniva usata in
sostituzione della Cappella Sistina, infatti doveva essere anch'essa
affrescata, ma in mancanza di fondi non è stata decorata se non in modo molto
scarno. Abbiamo successivamente proseguito la nostra interessante visita nelle
piccole sale dedicate al soggiorno del Papa: la sala delle Virtù, dove ci sono
due grandi vasi messicani su basi di legno dorato e un orologio a mensola, e la
sala del Diluvio, in cui si trovano due busti raffiguranti l'imperatore Commodo
e l'imperatore Nerva, e quattro grandi vasi cinesi in porcellana, con
decorazioni blu e bianco e un orologio. Ci siamo quindi diretti nella sala del
Balcone, utilizzata per l'imbalsamazione dei Papi. Successivamente abbiamo
percorso la grande galleria di Alessandro VII che comprende la sala Gialla, la
sala di Augusto e la sala degli Ambasciatori che, prima dell'intervento del
governo napoleonico, costituivano un unico ambiente, poi fu diviso da transetti
e adibito al soggiorno dell'imperatrice francese. DEL QUIRINALE ci hanno
maggiormente colpito la sala degli Arazzi e la sala degli Specchi, che
inizialmente era una sala da ballo, poi considerata troppo piccola dai reali
Savoia e quindi adibita ad altri usi; qui ora si svolgono udienze
del Capo dello Stato ed il giuramento dei giudici della Corte Costituzionale.
L'ultima sala che abbiamo ammirato è stato il Salone delle Feste, in cui la
regina Margherita decise di svolgere tutte le cerimonie e le feste, in quanto è
la più grande. Sul pavimento della sala è presente un tappeto che lo ricopre
interamente e attualmente vi si svolgono cerimonie e attività, ma
soprattutto si tiene il giuramento del nuovo governo. Dopo pranzo siamo
ripartiti verso casa, entusiasti della visita nella capitale.
(
da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
17 - Esteri Praga, Klaus sgambetta l´Europa Dal Parlamento sì al Trattato di
Lisbona, ma il presidente rifiuta di firmare ANDREA BONANNI DAL NOSTRO INVIATO
PRAGA - Il senato ceco ha approvato ieri la ratifica del Trattato europeo di
Lisbona, che era già stato votato dalla camera in febbraio. Tuttavia il
presidente della repubblica, l´euroscettico Vaclav Klaus, ha subito fatto
sapere di non aver per ora intenzione di mettere la sua firma, necessaria per
completare la procedura di ratifica. Klaus va così ad aggiungersi al presidente
polacco, il clericale Lech Kaczynski, che pure si rifiuta di firmare il
trattato benché sia stato ratificato dal Parlamento nazionale. Il voto espresso
ieri dal senato di Praga, comunque, sgombera il campo da un certo numero di
preoccupazioni perché si trattava dell´ultimo pronunciamento parlamentare
ancora in sospeso. Il risultato non era affatto scontato: se tutti i senatori
del partito liberale di destra Ods, di cui fa parte Klaus, avessero votato
contro, la ratifica non sarebbe passata. Fortunatamente una dozzina di
parlamentari Ods hanno seguito le indicazioni di voto favorevole date dal primo
ministro uscente, Mirek Topolanek, e il Trattato è stato dunque approvato con
54 voti favorevoli e cinque astenuti su 79 votanti. Il via libera del senato
ceco coincide con l´uscita di scena di Topolanek e del suo governo,
protagonisti di una presidenza di turno dell´Unione europea a dir poco
discutibile. Il primo ministro, sfiduciato dal Parlamento a marzo, lascerà il
posto venerdì, al termine di un vertice dedicato al partenariato con i Paesi
dell´Est, e sarà sostituito da un governo tecnico di coalizione. A sua volta
piuttosto euroscettico, anche se non al livello del presidente della Repubblica,
ieri Topolanek non ha trovato di meglio per convincere i suoi ad approvare il
Trattato che rispolverare la minaccia dell´orso russo. «Io stesso non sono
entusiasta del Trattato di Lisbona - ha dichiarato al senato - ma lo considero
come il prezzo da pagare per far parte del club europeo». Una bocciatura del
Trattato, ha avvertito, metterebbe la Repubblica ceca ai margini dell´Unione «e
ci ricaccerebbe nella sfera di influenza di Mosca». Il presidente della
repubblica, comunque, tiene duro. «Per il momento - ha dichiarato - il Trattato
di Lisbona è morto, perché è stato bocciato dal referendum in uno stato membro.
Per cui una decisione sulla ratifica del Trattato non è all´ordine del giorno».
Klaus si riferisce alla bocciatura venuta dal referendum irlandese del giugno
scorso. Ma ora il governo di Dublino si è impegnato a indire una nuova
consultazione entro novembre e, dopo che l´euro ha attutito il tracollo
dell´economia irlandese, l´aspettativa è che il trattato venga approvato anche
in Irlanda e possa così entrare in vigore. Klaus, comunque, ha già chiesto ad
alcuni deputati del suo partito di presentare un nuovo
ricorso di legittimità costituzionale. E la prospettiva che la corte sia nuovamente chiamata a pronunciarsi sull´argomento gli dà la
giustificazione per rinviare la firma. Finora sono cinque i Paesi che non hanno
ancora completato l´iter delle ratifiche: oltre a Irlanda, Polonia e Repubblica
Ceca, ci sono la Germania, dove la Corte costituzionale deve ancora pronunciarsi, e la Finlandia, che ha ratificato
ma attende la conferma da parte del piccolo arcipelago autonomo delle isole
Aaland. Le dimissione del governo Topolanek in pieno semestre di presidenza
dell´Ue fanno ora planare un ultimo brivido sulla sorte della riforma
istituzionale della Ue. Infatti, visto il bassissimo profilo del nuovo governo
tecnico, è possibile che proprio il presidente della repubblica Klaus sia
chiamato a presiedere il Consiglio europeo di giugno che chiuderà la presidenza
ceca. E sarà proprio quel vertice che dovrà offrire all´Irlanda una serie di
nuove garanzie in materia di neutralità e non interferenza dell´Europa nelle
questioni etiche, in modo da rendere possibile la convocazione del nuovo
referendum. Il timore è che Klaus, in quanto presidente, possa e voglia boicottare
il processo.
(
da "Unita, L'"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Csm promuove il pm che ha indagato sugli omicidi D'Antona
e Calipar. Si tratta di Pietro Saviotti, che da sostituto procuratore diventa
aggiunto alla procura di Roma. La nomina è stata decisa all'unanimità dal
plenum del Csm.
(
da "Unita, L'"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Senato ceco ha approvato la ratifica del Trattato di Lisbona, mettendo così la
parola fine, dopo il sì già pronunciato dalla Camera il 18 febbraio, al
difficile processo di ratifica al Parlamento ceco. In favore hanno votato 54
senatori dei 79 presenti, contro 20, con cinque astenuti. L'ultima parola
spetta però ora al presidente, Vaclav Klaus, noto euroscettico che ha sempre
detto di voler firmare solo dopo l'esito del nuovo referendum in Irlanda (al
primo aveva vinto il no). In una prima reazione dopo il voto, Klaus si è mostrato deluso e ha detto di voler aspettare il
ricorso di alcuni senatori davanti alla Corte costituzionale. La ratifica del Senato mette fine a un problematico semestre di
presidenza ceca dell'Ue e rappresenta anche l'ultimo atto del governo di centrodestra
del premier Mirek Topolanek, sfiduciato in parlamento il 24 marzo e il cui
mandato scade venerdì.
(
da "Resto del Carlino,
Il (Rimini)" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
RIMINI
PRIMO PIANO pag. 2 Solidali coi magistrati onorari SCIOPERO VIRTUALE PER IL
TERREMOTO UN GIORNO di sciopero virtuale per aiutare i colleghi delle zone
terremotate. Lo hanno proclamato i magistrati onorari del Feder.Mot. A Rimini è
stata alta l'adesione al progetto. I magistrati, pur lavorando regolarmente,
hanno devoluto un giorno della loro indennità, circa 73 euro, ai colleghi magistrati onorari dell'Aquila che hanno chiesto
invano al Csm di essere applicati in via provvisoria in altre sedi fino al 30
novembre. Fino a quella data infatti saranno disoccupati a causa della
sospensione delle udienze e non hanno diritto ad alcuna indennità, neppure a
quelle di disoccupazione riconosciute ai lavoratori autonomi. Per il
sindacato, che rappresenta tanti dei 1841 giudici onorari e 1652 vice
procuratori onorari, «si tratta dell'ennesima ragione di protesta che si
aggiunge alla rivendicazione di stabilizzazione nell'esercizio delle attuali
funzioni e di tutti i diritti riconosciuti ai lavoratori».
(
da "Unita, L'"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Pd:
«Così l'Italia torna alle leggi razziali» ANDREA CARUGATI «È immorale usare la
legittima domanda di sicurezza degli italiani per tornare, 70 anni dopo, alle
leggi razziali», dice Dario Franceschini davanti a una platea di associazioni,
una trentina, che lavorano con gli immigrati, dalle Acli, ai sindacati, da
Sant'Egidio a Laura Boldrini dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati. PD
SULLE BARRICATE Il ddl sicurezza spaventa e indigna questo fronte vasto e
trasversale della società civile. E il leader Pd se ne fa carico: «C'è già
stato un momento nella nostra storia in cui molti bambini sono stati cacciati
dalle scuole per la loro religione. Ci sono cose giuste che vanno dette anche
se si rischia di perdere voti: una società multietnica è più giovane e colorata
di una chiusa, impaurita e invecchiata. Dobbiamo provare a svegliare le
coscienze dall'assuefazione». Il Pd alza la voce contro le norme
anti-immigrati, annuncia «battaglia dura». «I presidi e i medici? Li hanno
esentati dalla denuncia, ma con il reato di clandestinità tutti i pubblici
ufficiali, compresi loro, saranno costretti a denunciare», dice Franceschini. E
Anna Finocchiaro: «In quel ddl ci sono norme che contengono germi razzisti».
Rosy Bindi: «Berlusconi dovrebbe chiedere scusa agli italiani per la figuraccia
che sta facendo fare al nostro Paese». L'ALLARME DELLE ASSOCIAZIONI Di «leggi
di carattere razziale» ha parlato anche il responsabile immigrazione della Uil
Giuseppe Casucci. Mentre Piero Soldini della Cgil ha spiegato che «stanno
dichiarando guerra agli immigrati, cercando di arruolare intere categorie come
gli insegnanti, i medici, tutti i funzionari di stato civile». «Dobbiamo aprire contenziosi davanti alla Corte Costituzionale e
all'Europa- dice Soldini-. E pensare anche a un referendum contro norme che
cambiano il volto del nostro paese: il razzismo istituzionale rischia di
sommarsi a quello popolare diventando esplosivo». Daniela Pompei di
Sant'Egidio: «Ci preoccupano le norme sui matrimoni e quelle sull'iscrizione
dei bambini all'anagrafe: si rischia un aumento di aborti, di bambini
gettati nel cassonetto». Don Gianromano Gnesotto, della Fondazione Cei
Migrantes: «Al governo chiedo una pausa di riflessione sui principi cristiani
che hanno ispirato la Costituzione, un supplemento d'anima». Laura Boldrini si
dice «preoccupata per il clima che si respira in Italia dopo anni di equazioni
tra immigrati e minacce alla sicurezza». E ricorda due sondaggi, in cui la
maggioranza degli italiani si è detta favorevole ai presidi-spia e contraria
all'accoglienza dei disperati della nave Pinar. «Qualcuno osi sfidare gli
stereotipi che ci hanno resi tutti più impauriti», è il suo invito. Così anche
Paolo Beni dell'Arci, che si appella al Pd: «Dovete parlare al Paese, facendo
un enorme lavoro controvento». Angelo Caputo, di Magistratura democratica,
spiega che «il reato di clandestinità non serve a nulla, perché le espulsioni
si fanno già con i provvedimenti amministrativi: è una norma irrazionale e di
dubbia legittimità costituzionale». DESTRA FURIOSA Le
parole di Franceschini scatenano la reazione rabbiosa della destra. «Si
vergogni», tuona il ministro Ronchi. «È un'irresponsabile che gioca con la
storia», attacca Cicchitto. «Continuerà a perdere voti», insinua il leghista
Cota. E Franceschini replica: «Vedo che si sono agitati, ma io ho usato le
parole di Famiglia cristiana del 10 febbraio scorso: "L'Italia si sta
avviando verso il baratro delle leggi razziali"». «Con il ddl sicurezza il
governo torna alle leggi razziali», attacca Franceschini. Con lui le
associazioni, da Sant'Egidio ai sindacati. La Fondazione Cei «Migrantes» chiede
al governo «un supplemento d'anima».
(
da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Primo
Piano Pagina 103 Cancellate le tasse su yacht e aerei Finanziaria, il Consiglio
abolisce i tributi voluti da Renato Soru --> Finanziaria, il Consiglio
abolisce i tributi voluti da Renato Soru Dopo le entrate anticipate, il
Consiglio cancella un altro caposaldo della Giunta Soru: le tasse sul turismo.
La cimosa della nuova maggioranza, dopo esser passata sulle anticipazioni delle
entrate, cancella anche la tassa di soggiorno e soprattutto quella su yacht e
aerei privati: l'ultima ancora in vita di quel pacchetto, voluto da Renato
Soru, che fu definito tasse sul lusso (espressione poco amata, curiosamente,
sia da Soru che dal centrodestra). L'approvazione in Consiglio regionale
dell'articolo 2 della Finanziaria, che abolisce le imposte sui non residenti,
non è una sorpresa: fin dal giorno della vittoria di Ugo Cappellacci alle
Regionali si sapeva che quei tributi, eredità del passato, sarebbero saltati
quasi contemporaneamente ai tappi dello champagne post-elettorale. Certo però
c'è qualcosa di simbolico in questo uno-due che, in 24 ore, cancella due
capisaldi delle leggi finanziarie soriane. IL DIBATTITO La soppressione delle
entrate anticipate (martedì) e delle imposte turistiche chiude anni di
polemiche, ricorsi e sentenze delle supreme corti. E tutto questo accade
lontano dagli occhi del principale bersaglio, cioè l'ex governatore, assente
dall'aula. Del resto difendere quelle norme era impossibile, visto l'abissale vantaggio
numerico della maggioranza. Lo stesso centrosinistra se ne rende conto, e più
che altro tenta di battagliare un po' sulla tassa di soggiorno: considerata
«federalista» perché - ricordano Chicco Porcu e Giampaolo Diana del Pd - viene
applicata dai Comuni. Gianvalerio Sanna (Pd) ricorda comunque che le varie
imposte alimentavano un fondo compensativo in favore dei centri dell'interno. E
Luciano Uras (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori) attacca: «Prevale la tutela
dei privilegi rispetto all'interesse comune, vi preoccupate dei nababbi con le
superbarche e non dei disoccupati». Dal centrodestra, le prime picconate
verbali alle tasse sul lusso arrivano da Franco Cuccureddu (Mpa), che come
sindaco di Castelsardo aveva condotto la battaglia della rete dei porti contro
la precedente Giunta. Pierpaolo Vargiu (Riformatori) fa notare che, tra costi
di riscossione dei tributi e ricavi, la Regione è andata in perdita. E infine
l'assessore al Bilancio Giorgio La Spisa quasi maramaldeggia: «Quelle imposte
non sono inique, sono idiote». Da approfondire, al limite, la tassa di
soggiorno: «Ma se hanno deciso di applicarla solo a Sorso e Villasimius, un
motivo ci sarà». LA STORIA Si chiude così il capitolo forse più discusso
dell'era Soru: sicuramente quello che aveva attirato di più l'attenzione della
stampa mondiale. Istituite nel 2006, le imposte (riservate ai non residenti in
Sardegna) erano inizialmente di tre tipi: sugli scali di yacht e aerei, sul
possesso e sulle compravendite delle seconde case in fascia costiera. Novità
che avevano provocato una dura reazione dell'opposizione di centrodestra ma
anche degli imprenditori turistici. Le perplessità non mancavano neppure nella
maggioranza di allora. Soru però aveva difeso i tributi essenzialmente con due
motivazioni: come riequilibrio del consumo dell'ambiente a causa del turismo, e
come occasione di gettiti in favore dello sviluppo delle zone interne. Dopo il ricorso del Governo Prodi, un anno fa la Corte costituzionale dichiarò illegittime le
tasse sulle seconde case e sulle compravendite. Girò invece alla Corte di
giustizia europea (che non si è ancora pronunciata) l'imposta su barche e
aerei, nell'ipotesi che violasse il principio della libera circolazione
all'interno dell'Ue. E diede sostanziale via libera alla tassa di
soggiorno, introdotta nel 2007. LA FINANZIARIA Ma non c'è solo l'abolizione
delle tasse, nella manovra 2009 che marcia verso l'approvazione finale
(prevista per oggi). Ieri è passato anche l'articolo 3, che stanzia 67 milioni
di euro per il contrasto delle povertà e 126 per le persone non
autosufficienti. Approvato anche, col voto di entrambi i poli, un emendamento
di sintesi che accoglie alcune proposte dei capigruppo di minoranza in materia
di lavoro. In particolare, si avviano progetti occupazionali sperimentali per
giovani e donne, e azioni di mantenimento dei posti di lavoro nell'industria,
nei servizi culturali, nella ricerca e nell'informazione; si garantisce
l'attività dei centri per l'impiego («e la Giunta si è impegnata a varare entro
sei mesi una legge per la stabilizzazione dei lavoratori», sottolinea dal Pd
Franco Sabatini); e si va verso l'incremento di 4 milioni dei fondi per gli
ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori licenziati che ne sono sprovvisti.
«Non è quel che avevamo chiesto, ma è già un primo risultato», commentano Porcu
e Uras. Dalla maggioranza, Pietro Pittalis (Pdl) valorizza l'occasione di
dialogo, ma sottolinea «la diversa cultura del centrodestra che emerge da
questa Finanziaria. Noi puntiamo a non inasprire la pressione fiscale, ma al
tempo stesso stiamo creando i primi strumenti per combattere l'evasione».
GIUSEPPE MELONI
(
da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Provincia
di Sassari Pagina 7031 Pattada. Processo appeso a un filo: ai truffati
resterebbero solo tanti conti da pagare Prescrizione dietro l'angolo per il
crac Pattada.. Processo appeso a un filo: ai truffati resterebbero solo tanti
conti da pagare Il promoter Campus aveva incenerito 13 milioni di risparmi
--> Il promoter Campus aveva incenerito 13 milioni di risparmi In sei anni
di udienze nessuno si era accorto che il presidente del collegio Mariano
Brianda aveva già esercitato il ruolo di gip. Ai risparmiatori truffati
resterebbe un pugno di mosche e tanti conti da pagare. Il processo è appeso a
un filo: per il crac di Pattada potrebbe risolversi tutto in un nulla di fatto.
Perché in questi sei anni di udienze, testimonianze e racconti, nessuno si era
accorto che il presidente del collegio Mariano Brianda aveva esercitato il
ruolo di giudice per le indagini preliminari. Ieri mattina con un po' di imbarazzo,
lo ha fatto notare Nicola Di Benedetto, difensore dell'imputato ozierese
Salvatore Sanna, accusato insieme a Salvatore Campus, (sentenza prevista a
giugno con il rito ordinario), alle loro mogli, Brunella Lippi e Nina
Cabigliera, alla sorella di quest'ultima Maria Francesca e con la complicità di
due bancari, Cesare Dario Murgia e Mario Deiana, di aver truffato almeno
centottanta persone che avevano affidato loro i risparmi di una vita. Il
pericolo è che il processo sia tutto da rifare e i reati vadano prescritti
lasciando solo l'amaro in bocca alle parti civili, rappresentate dagli avvocati
Antonio Secci e Nicola Lucchi. In realtà la maggior parte dei reati contestati
dal pubblico ministero, Gianni Caria, hanno già superato il limite massimo
d'attesa per essere giudicati, finora resta in piedi solo l'associazione a
delinquere. Adesso, però, anche quella rischia di andare in fumo. La decisione
del presidente del tribunale è attesa per mercoledì prossimo, quando avrà
valutato la posizione del giudice che ieri mattina ha rimesso gli atti e
chiesto l'astensione per incompatibilità. Alle casalinghe, ai pensionati e ai
lavoratori che quasi dieci anni fa avevano affidato i loro soldi agli agenti di
Pattada non resta che sperare nell'altro filone processuale: quello che si
concluderà a giugno davanti al giudice dell'udienza preliminare Maria Teresa
Lupinu. Sarà lei a decidere se Salvatore Campus sia colpevole per quei tredici
milioni di euro mandati in fumo in investimenti che non hanno mai fruttato i
guadagni promessi. Sulla vicenda un anno fa si era espressa
anche la Corte Costituzionale: perché le parti civili avevano chiesto di tirare
in ballo anche l'Axa, la società per la quale lavoravano i promoter finiti alla
sbarra. Istanza respinta: l'Axa non dovrà scucire un quattrino e ora il rischio
è che neppure gli imputati debbano risarcire i loro clienti di un tempo.
MARIELLA CAREDDU
(
da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Prima
Pagina Pagina 2 Il Consiglio regionale imbocca con la Finanziaria una nuova
strada La Regione abolisce le tasse di Soru Il Consiglio regionale imbocca con
la Finanziaria una nuova strada Cancellati l'imposta di soggiorno e i balzelli
per i non residenti --> Cancellati l'imposta di soggiorno e i balzelli per i
non residenti Il Consiglio regionale cancella definitivamente la tassa di
soggiorno e quella su yacht e aerei privati dei non residenti in Sardegna. I
tributi, voluti da Renato Soru, avevano provocato forti polemiche e ricorsi
giudiziari: altre due imposte (sulle seconde case in fascia costiera e sulle
compravendite immobiliari) erano state cassate dalla Corte costituzionale, che invece aveva
rinviato alla Corte di giustizia europea la decisione sugli scali dei natanti
di grande stazza e degli aerei. Ieri il Consiglio ha approvato gli articoli 2 e
3 della Finanziaria, con le misure di contrasto alla povertà: per oggi è
previsto il voto finale. MELONI A PAGINA 3
(
da "Stampa, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
IL CAPO DI STATO EUROSCETTICO VUOLE ASPETTARE PRIMA IL
VERDETTO DELLA CORTE COSTITUZIONALE Il trattato Ue si blocca a Praga «Mai così
pochi hanno danneggiato così tanti», commenta un diplomatico europeo
[FIRMA]MARCO ZATTERIN INVIATO A PRAGA Applausi al parlamento europeo, messaggi
di soddisfazione da Bruxelles e da parecchie capitali. Tutto inutile. Il
Senato ceco ha approvato ieri con 54 voti favorevoli e 20 contrari il Trattato
di Lisbona, tuttavia il voto rischia di non avere effetto. Alcuni senatori
centristi hanno annunciato di voler chiedere alla Corte Costituzionale una
verifica di legittimità e il presidente euroscettico Vaclav Klaus ha colto
l'occasione per dire che non firmerà la decisione dell'assemblea prima che
l'alta magistratura si sia pronunciata. Risultato: la tabella di marcia che,
dopo il no irlandese, aveva fissato per fine anno l'entrata in vigore delle
nuove regole potrebbe subire un ulteriore e pericoloso ritardo. E' una storia
infinita. «Mai così pochi hanno danneggiato così tanti», confessa un
diplomatico europeo parafrasando Winston Churchill. La crisi ha dimostrato che
l'Europa ha uno straordinario bisogno di riforme istituzionali capaci di
renderla più snella, e di darle una guida che la liberi dall'alea delle
presidenze di turno foriere di sconquassi come l'attuale guida ceca. Invece
niente. L'Unione rimane ostaggio di Vaclav Klaus, nemico giurato del
rafforzamento comunitario, persuaso che «il Trattato sia morto» col referendum
irlandese del giugno 2008. Sinora ha fatto tutto per opporsi e non ha alcuna
intenzione di cambiare idea. Complica il quadro la crisi politica che attanaglia
la repubblica. Il premier Mirek Topolanek passerà domani le redini del governo
a Jan Fischer, successore a termine incaricato di traghettare il Paese verso le
elezioni anticipate d'autunno e concludere in qualche modo il semestre europeo.
A Bruxelles ci si aspettava che Praga desse un voto positivo e senza
possibilità di essere frainteso. Il ministro degli Esteri Karel Schwarzenberg
aveva anche invitato i colleghi a «lanciare un segnale chiaro per dire che
siamo un Paese europeo, che si vuole svilupparsi». Alla fine ha detto «siamo
fra quelli decisi a procedere in maniera coerente sulla strada europea». Ha
ragione solo in teoria. Gli esperti di questioni istituzionali sono
generalmente del parere che Klaus abbia il dovere di scrivere il suo nome sul testo
e porre fine alla procedura di ratifica, tuttavia non esiste alcuna
disposizione che glielo imponga. «Non mi pongo il problema se firmare o meno,
tanto verrà impugnato» ha sentenziato beffardo Klaus. I suoi dell'Ods, lo
schieramento centrista di cui fa parte anche Topolanek, sono pronti all'azione
di disturbo. Del resto il primo cittadino ha dato più volte dimostrazione di
non avere problemi ad interpretare la Costituzione a modo suo. Tutti coloro che
sono corsi a complimentarsi coi cechi per il grande passo, dal presidente della
Commissione José Manuel Barroso al ministro per le politiche comunitarie Andrea
Ronchi, si interrogano sul futuro. «Difficile essere chiari sui tempi» dicono
fonti del governo ceco. «E' un'ulteriore fonte di instabilità in vista del
secondo referendum irlandese che potrebbe tenersi in ottobre» aggiunge un
funzionario di Bruxelles. I 25 Stati che hanno ratificato Lisbona speravano di
chiudere ieri il dossier ceco per dedicarsi a convincere la gente di Dublino a
dire sì all'Europa. In tal mondo la rigenerata Ue avrebbe potuto entrare in
scena a gennaio, pronta a guidare il continente fuori dalla crisi economica,
ammesso che gli economisti abbiano ragione. Al contrario dovranno restare col
fiato sospeso per tutta l'estate, sperando che non ci siano altri incidenti
inattesi.
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-05-07 - pag: 10 autore: Summit. Oggi
l'incontro tra i Ventisette e le sei repubbliche ex sovietiche per l'avvio del
partenariato Sì di Praga al Trattato di Lisbona Il voto del Senato alla vigilia
del vertice tra Ue e Est dell'Europa Adriana Cerretelli PRAGA. Dal nostro
inviato Poteva finire in un disastro, peggio nel ridicolo: la presidenza
dell'Unione europea non solo in mano a un governo ceco dimissionario con il
primo ministro Mirek Topolanek a 24 ore dall'uscita di scena, ma affidata a un
paese cinico e baro che boccia il Trattato di Lisbona in barba all'Europa di
cui fa parte. Il tutto alla vigilia del vertice dei 33 (27 +6) che oggi a Praga
lancerà la nuova politica europea del partenariato orientale. Con un convitato
di pietra di pessimo umore: la Russia di Putin-Medvedev decisa a mettersi di
traverso. Lo scenario da incubo è stato scongiurato. Con 54 voti a favore e 20
contrari su un totale di 79 seggi, cioè a schiacciante maggioranza contro tutti
i pronostici, il Senato ceco ha infatti deciso ieri di ratificare il Trattato
di Lisbona.Facendo tirare all'Europa un grande sospiro di sollievo. è vero che
un gruppo di liberali irriducibili ha annunciato che farà
ricorso alla Corte costituzionale per verificarne la compatibilità con la legge fondamentale del
paese. Ed è vero che l'euroscettico per eccellenza, il presidente della
Repubblica Vaclav Klaus, ha subito ribadito che non firmerà il Trattato finché
la Corte non renderà il verdetto ma, soprattutto, fino a che non si conoscerà
il responso del referendum irlandese in autunno. Ma è altrettanto vero
che è sparito un grosso macigno sulla strada della riforma istituzionale
europea. Certo, il sì dell'Irlanda non è acquisito ma la grande crisi economica
ha calmato sull'isola molti bollenti spiriti. I sondaggi non sono più plumbei.
E ora il voto ceco porta nuova acqua al mulino del Trattato. Che per entrare in
vigore ha bisogno di 27 ratifiche: ormai ne manca solo una insieme a tre firme,
quelle dei presidenti ceco, polacco e tedesco (quest'ultimo in attesa della
sentenza della Corte di Karlshrue). Dunque è rinfrancata l'Europa che si
presenta oggi al vertice di Praga. E di sicuro ne aveva bisogno perché, a farlo
apposta, non avrebbe potuto scegliere un momento peggiore per lanciare la nuova
politica di partenariato orientale. Detta così, potrebbe sembrare una delle
tante iniziative asettiche e iperburocratiche che troppo spesso la
contraddistinguono. Invece no. Questa volta l'Unione tenta di entrare nella
tana dell'orso, russo naturalmente, non tanto e non solo per esportare il suo
bagaglio di democrazia e benessere ma anche e soprattutto per tentare di
regalare e regalarsi stabilità ai confini. Come prevedibile Mosca è insorta. Il
ministro degli Esteri, Serghej Lavrov, ha denunciato la manovra europea «per
allargare la sua zona di influenza» nel terreno di caccia che il Cremlino
considera sua riserva esclusiva. Tra il golpe appena fallito a Tbilisi, le
manovre Nato iniziate ieri in Georgia, l'Ucraina sull'orlo del baratro,la
Moldova reduce da una violenta insurrezione popolare - tutti episodi nei quali
molti vedono la longa manus di Mosca - di sicuro non poteva essere altrimenti.
Già, perché il partenariato orientale sarà offerto a sei ex-Repubbliche
sovietiche che oggi appaiono quasi altrettante bombe a orologeria: Georgia,
Ucraina e Moldova appunto, oltre a Bielorussia, Armenia e Azerbajan. Tensioni e
preoccupazioni sono ovunque talmente diffuse che quello di domani rischia di
essere ricordato, più che come un summit storico, come il vertice delle grandi
defezioni. Tra i Magnifici Sei in arrivo da Oriente, non ci saranno né il
presidente bielorusso Alexander Lukashenko né il moldavo Vladimir Voronin,
entrambi ipersensibili ai malumori russi ed entrambi sostituiti da personaggi
di secondo piano. Se non fosse per la pesante ombra di Mosca, si potrebbe dire
due figure imbarazzanti di meno per l'Europa, tra il primo appena uscito dalla
quarantena Ue grazie a qualche timida riforma e il secondo che accusa uno Stato
membro dell'Unione, la Romania, di sollevargli contro il paese. Più vistose
saranno però le assenze tra i 27. Oggi a Praga non si presenteranno né il
premier britannico Gordon Brown, né il presidente francese Nicolas Sarkozy,né
l'italiano Silvio Berlusconi e nemmeno il primo ministro spagnolo Josè
Zapatero. «Senza Francia e Gran Bretagna, l'iniziativa europea perderà peso e
credibilità, sarà una vittoria per la diplomazia russa » avvertiva qualche
giorno fa un addetto ai lavori. Invano. Ufficialmente Sarkozy dovrà presenziare
a una commemorazione della seconda guerra mondiale. In realtà l'avrebbe giurata
a Topolanek, che non aveva partecipato al lancio in pompa magna a Parigi
dell'Unione mediterranea. Zapatero sarebbe trattenuto da un non ben
identificato incontro sull'occupazione. Brown non si capisce, comunque si
dichiara «impegnato» sul fronte orientale. A presenziare, in prima fila, il
cancelliere tedesco Angela Merkel. E certo non per caso. Con l'allargamento
verso Est,i confini dell'Unione europea si sono pericolosamente avvicinati a
una zona tellurica. E se magari ieri l'Europa sognava disottrarre influenza a
Mosca in una cintura di paesi importanti per ragioni strategiche ed
energetiche, oggi si preoccupa soprattutto di evitare che i focolai di
instabilità si incendino.L'Ucraina è l'incubo tedesco del momento. Ma nemmeno
la Georgia scherza. Certo con un pacchetto di aiuti da 600 milioni di euro non
si può andare molto lontano. Soprattutto quando al tavolo del grande gioco
siede, in disparte ma iperattiva, la grande madre Russia. © RIPRODUZIONE
RISERVATA MOLTE DEFEZIONI Per l'entrata in vigore ora manca solo l'Irlanda
Nella capitale ceca assenti i premier di Francia, Spagna, Gran Bretagna e
Italia
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-05-07 - pag: 16 autore:
INTERVISTA Angelino Alfano Ministro della Giustizia «Il Paese chiede tolleranza
zero» Fiducia su sicurezza e intercettazioni per rispettare gli impegni con gli
elettori Donatella Stasio ROMA La doppia fiducia su sicurezza e
intercettazioni? «Nessuna forzatura, nessun malumore nel-la maggioranza, solo
l'esigenza di approvare prima della tornata elettorale i due provvedimenti e
dimostrare che il Governo ha rispettato gli impegni ».Dario Franceschini parla
di ritorno alle leggi razziali? «La risposta l'hanno già data i cittadini alle
elezioni, ma se al Pd va bene continuare a perde-re consensi sulla sicurezza,
sostenendo che noi cavalchiamo questo tema, contenti loro, contenti noi...».
Gli Stati Uniti di Obama abbandonano la politica della tol-leranza zero,
costruiscono meno carceri e puntano sulle misure alternative? «Noi
interpretiamo il nostro tempo nel nostro Paese, e i segni dei tempi ci chiedono
una politica della sicurezza di straordinaria durezza, come per la mafia, che
non può trovare un argine nella mancanza di posti letto nelle carceri».
Angelino Alfano, 38 anni, è appena rientrato al ministero della Giustizia dopo
l'ultimo vertice di maggioranza sulla sicurezza. Ad aspettarlo ci sono alcuni
imprenditori siciliani, tra cui Ivan Lo Bello e Antonello Montante (
rispettivamente presidente e responsabile sicurezza di Confindustria
Sicilia)con cui "festeggia"l'epilogo sulla norma antiracket, e poi il
Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, felice che il Governo gli abbia
restituito i poteri che la versione originaria del Ddl gli aveva sottratto. Due
delle poche norme non contestate del contestatissimo provvedimento su cui il
Governo, ieri mattina, ha deciso di porre la fiducia. Signor ministro,
l'opposizione considera la fiducia un colpo di mano per superare divisioni e
malumori interni alla maggioranza, una forzatura istituzionale. Nessuna
forzatura. I Ddl sicurezza e intercettazioni vanno approvati rapidamente, prima
della pausa elettorale, visto che hanno avuto un lungo e approfondito iter
parlamentare. E poi, con la fiducia il Governo mette in gioco se stesso. Il
nostro è un richiamo a scelte che risalgono all'inizio della legislatura per
dimostrare di aver onorato gli impegni con gli elettori sul fronte della
sicurezza, del contrasto alla mafia e ai clandestini. La sinistra non ha
fondate ragioni per recriminare. Il ministro Maroni non ha fatto che ripetere
che la fiducia doveva essere la garanzia contro "mal di pancia" e
"imboscate" della maggioranza. Insomma, lo dice lui che non c'è
compattezza. Ribadisco che la scelta della fiducia, in tutti e due i casi,
nasce solo dall'esigenza di chiudere rapidamente. Sulla sicurezza, la
maggioranza è compatta. Che su singoli aspetti ci sia stato qualche distinguo è
fisiologico. La fiducia deliberata fin d'ora sulle intercettazioni sa di
contropartita alla Lega per la fiducia sulla sicurezza. Nessuna contropartita.
Il testo sulle intercettazioni nasce da un accordo definito mesi fa, su cui c'è
stato un lavoro lungo e approfondito. Su quel Ddl, però, vi sono piovute
addosso critiche da ogni parte: costituzionalisti, Csm,
Anm. Nato per tutelare la privacy di terzi estranei alle indagini, è diventato
una mannaia sulle indagini e sul diritto di cronaca. Tant'è che An e Lega in
più di un'occasione hanno storto il naso. Ci sono stati fior di
costituzionalisti epronunciamenti dell'Authority della privacy che testimoniano
quanto sia stata invasa la privacy e quanto sia indispensabile chiarire che le
intercettazioni devono essere "assolutamente indispensabili", come
recita il nostro traditissimo Codice. Chi critica il Ddl non dice che è
scandaloso che le intercettazioni costino meno di 4 euro in una Procura e il
quintuplo inun'altra e che nessuno è mai stato condannato per una fuga di
notizie. La verità è che la legge è sistematicamente violata e soloil
Parlamento può dire come va applicata, senza più alibi. Per farlo, è necessario
dare una spallata a due pilastri della democrazia, come il controllo della
magistratura e quello dell'informazione? Abbiamo trovato un punto di equilibrio
assolutamente accettabile sia sulle intercettazioni (che scatteranno in
presenza di "evidenti" e non di "gravi" indizi di
colpevolezza) sia sulla libertà di cronaca (non più oscurata fino alla fine
delle indagini). Ovviamente, non contempliamo la libertà di pubblicare atti
irrilevanti e di dileggiare terzi del tutto estranei alle indagini. Torniamo al
Ddl sicurezza. è nato di 20 articoli ed ora ne conta 66, molti dei quali,
secondo l'opposizione, sono incostituzionali. Anche Fini vi ha dovuto
richiamare al rispetto della Costituzione sui presidi-spie. Infatti siamo
prontamente intervenuti con un emendamento, perché abbiamo riconosciuto, Maroni
per primo,che le osservazioni del presidente della Camera erano pertinenti. Sì,
ma nel complesso, la parte sui clandestini è di una durezza che fa impallidire
la Bossi-Fini. Gli immigrati sono trattati alla stregua di criminali, di
non-persone. L'Italia è uno Stato sovrano e appartiene a una libera Europa che
ha regole precise per l'accesso nel territorio dei paesi membri. Chi viola
queste regole come si chiama? Clandestino... Chiamiamolo come si vuole, ma
arrivare violando le regole è una prima offesa al paese in cui si entra. Le ricadute
del reato di clandestinità sulla salute, la famiglia, la casa, l'istruzione
fanno dire a Franceschini che c'è un ritorno alle leggi razziali. La migliore
risposta l'hanno data gli italiani alle elezioni e poi i romani quando hanno
bocciato la politica della sinistra proprio sulla sicurezza. Se al Pd va bene
perdere su questo tema continuando a dire che noi lo cavalchiamo, contenti
loro, contenti noi... Il Pdl è un partito garantista,ma ha messo in testa il
tema della sicurezza, declinandolo come contrasto sia ai clandestini che alla
mafia. La norma antiracket, l'inasprimento del 41 bis e delle misure
patrimoniali di prevenzione contro i mafiosi non sono garantiste, ma il frutto
di una scelta precisa: sulla sicurezza abbiamo deciso di imboccare una via di
straordinaria durezza. Lo stesso con gli immigrati: pretendiamo il rispetto, da
parte di tutti,delle leggi sull'ingresso nel nostro paese e possiamo accogliere
chi viene da paesi extracomunitari se vuole lavorare ed è fornito di permesso.
La tolleranza zero porta al cronico sovraffollamento delle nostre prigioni. Il
piano carceri prevede, al costo di 1,5 miliardi di euro, che di qui a qualche
anno ci saranno 17.129 posti in più, tanti quanti sono, già oggi, i detenuti in
esubero rispetto ai posti regolamentari. Meglio nuove carceri o una nuova
legislazione penale, più aperta a misure alternative? Non è la nostra linea.
Siamo contrari a indulti e amnistie e le nostre politiche su sicurezza e
criminalità non possono trovare un argine nella carenza di posti nelle carceri.
Perciò costruiremo nuove strutture. Puntiamo a creare dei circuiti
differenziati, in base alla pericolosità dei detenuti, per farli vivere in
condizioni migliori. E se funzionerà la collaborazione pubblico-privato,
metteremo a regime un sistema brillante e funzionante. Nessuno può dire se il
trend di crescita avrà una stabilizzazione o no. Quanto alle misure
alternative, la sinistra mi ha più volte proposte la depenalizzazione di una
serie di reati minori e io ho detto di no, perché il bisogno di sicurezza del
paese merita risposte opposte: una politica criminale severa e rigida, che
tuteli le vittime e che infligga una pena ai colpevoli mettendoli in condizione
di lavorare per rifarsi una vita onesta dopo il carcere. Le statistiche, però,
dicono che il carcere produce una recidiva del 70%: il triplo di quella
registrata tra chi sconta la pena in misura alternativa. Le statistiche dicono
anche che la recidiva è più alta tra chi non svolge attività rieducativa in
carcere e più bassa per chi si costruisce un'altra vita, lavorando in carcere.
Persino negli Usa stanno abbandonando la politica della tolleranza zero e della
costruzione di nuove carceri: le misure alternative costano meno e producono
più sicurezza. Oggi gli Usa non sono più il nostro modello? Noi interpretiamo
il nostro tempo nel nostro paese e i segnali che abbiamo ci impongono una
determinata politica. Perchè il Governo non prevede un impegno finanziario
altrettanto straordinario per l'efficienza della giustizia? Sulle carceri
contiamo molto sull'intervento dei privati.Quanto alla giustizia, dopo questo
primo anno di riforme legislative, ci sarà un forte impegno sull'organizzazione
e sull'efficienza. Martedì, a Roma, si è svolta la Giornata nazionale della
giustizia.Anm, Cgil, Confindustria, avvocati hanno denunciato la grave crisi di
funzionalità della giustizia e propongono un confronto con il Governo.
Accetterà? Sì, ma se il confronto avrà ad oggetto: "dateci più
soldi", ci facciano sapere prima dove li prendiamo; e se avrà ad oggetto i
presunti tagli, ci raccontino le magnifiche sorti della giustizia italiana
prima dei tagli. Spero in proposte più originali. Giorni fa, a chi gli chiedeva
di che cosa avesse assolutamente bisogno, il Procuratore Grasso ha risposto:
della benzina per le auto dell'ufficio. Lo rassicuro. Le auto non resteranno
ferme. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Crepe nella maggioranza sul rispetto dei
diritti? No, stiamo attuando scelte decise a inizio legislatura» «Niente
amnistie, puntiamo a costruire nuove carceri. Se ai Democratici va bene perdere
ancora consensi...» «Nessuna forzatura». Il ministro Angelino Alfano difende la
linea dura sulla giustizia CONTRASTO
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-05-07 - pag: 16 autore:
Magistrati. L'annuncio del Guardasigilli per coprire i posti vacanti in 54
uffici Sedi disagiate? Subito il concorso Giovanni Negri MILANO Il ministero
della Giustizia stringe i tempi per la copertura delle sedi disagiate. Ma nello
stesso tempo chiude la porta a qualsiasi ipotesi di modifica dell'ordinamento
giudiziario. Rispondendo ieri pomeriggio in Aula alla Camera a
un'interrogazione del Pd, il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha fatto
il punto sulla fuga dalle Procure (perché sono esclusivamente queste al momento
a essersi svuotate). Il Csm ha comunicato da poche
settimane al ministero l'elenco (si veda la tabella a fianco) che comprende 54
uffici per un totale di 174 posti da coprire per andare a pieno organico. E
Alfano ha annunciato che, dopo una verifica dei carichi di lavoro delle sedi
indicate, entro 48 ore metterà a concorso i posti. Naturalmente per
arginare l'emergenza basterebbero nell'immediato almeno un centinaio di
magistrati che trovassero appetibile il pacchetto di incentivi, un mix di
vantaggi economici e di carriera, messo in campo dal ministero con un decreto
legge dell'estate scorsa quando già la situazione era critica. Lo scetticismo è
però diffuso. Anche al ministero. Tanto che nel disegno di legge sulla riforma
del Codice di procedura penale (dopo il fallimento di due blitz per anticiparne
l'entrata in vigore, l'ultimo nell'ambito del disegno di legge sicurezza) sono
state inserite misure per rafforzare le opportunità dei trasferimenti d'ufficio
che diventano possibili anche nei confronti dei magistrati che hanno superato
la prima valutazione di professionalità e in trasgressione alle incompatibilità
territoriali sui passaggi da giudice a Pm e viceversa. Ad avere provocato
l'emergenza c'è, ormai è noto, la riforma dell'ordinamento giudiziario che ha
vietato agli uditori di occupare i posti di giudice unico e di pubblico ministero.
Me mentre nel primo caso i disagi sono limitati, lo stop per i i Pm ha di fatto
condotto alla paralisi delle piccole e anche medie procure del Mezzogiorno.
Ieri Alfano ha ribadito che non cambierà la norma: si tratta di una misura, ha
detto ieri, che ha ricevuto un ampio e trasversale consenso, anche per impedire
che giovani magistrati finiscano in uffici chiamati a fronteggiare una forte
presenza della criminalità organizzata. Dal Csm intanto si fa professione di
realismo. «Se non è possibile, anche se sarebbe la soluzione migliore, il
cambiamento totale della norma – sottolinea il togato Bernardo Petralia – si
potrebbe pensare almeno a una rimozione parziale. A forme di affiancamento o di
vigilanza da parte del capo dell'ufficio rispetto all'operato del collega più
giovane e inesperto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-07 - pag: 35 autore: Lavoro.
Tribunali divisi sull'applicazione della prescrizione di 5 o 10 anni
Formazione, in scadenza il recupero degli aiuti Per la Consulta vanno
utilizzate le regole del diritto interno Marco Bellinazzo ROMA Ormai è solo
questione di tempo. Sarà la prescrizione, infatti, a chiudere la vertenza
politico- giudiziaria sui «Cfl» (contratti di formazione e lavoro) che
contrappone da dieci anni Roma e Bruxelles. La possibilità che all'Inps siano
restituite almeno in parte le agevolazioni concesse a chi ha assunto tra il '95
e il 2001 giovani e/o disoccupati – agevolazioni giudicate dall'Unione europea
come illegittimi aiuti di Stato – si restringe sempre di più. E potrebbe essere
addirittura già sfumata se dovesse prevalere nei tribunali italiani la tesi
della prescrizione "breve" dell'azione di recupero (cinque anni)
sostenuta dalle aziende, anziché quella ordinaria decennale. Al momento, i
tribunali sono divisi sul punto, con una leggera prevalenza per la seconda
interpretazione. I margini di incertezza, del resto, non sono stati dissolti
dalla sentenza n. 125 della Corte costituzionale
depositata il 30 aprile. La Consulta, sollecitata dal tribunale di Reggio
Calabria (nella causa promossa da una società alla quale era stata notificata
una cartella esattoriale di 14 milioni di euro), è intervenuta sulla querelle
chiarendo che non è possibile applicare alla procedura avviata dall'Istituto di
previdenza il termine decennale di prescrizione ricavabile dalle norme
comunitarie. Soluzione prospettata invece dal tribunale calabrese richiamandosi
all'articolo 15 del regolamento Ue 659/1999. Secondo la Corte questa
disposizione stabilisce un periodo-limite decennale per il recupero degli aiuti
di Stato illegittimamente assegnati destinato a valere però solo nei rapporti
tra Commissione Ue e Stato membro, ma non anche tra quest'ultimo e i
beneficiari degli aiuti da recuperare.Nell'ambito dei rapporti interni, per i
giudici costituzionali, deve reputarsi prevalente il diritto nazionale «a meno
che non renda impossibile la ripetizione degli aiuti». La Corte costituzionale ha lasciato invece ai giudici di merito il
compito di definire se la pretesa vantata dall'Inps debba essere ricondotta
nella categoria delle obbligazioni contributive – e quindi se alla stessa si
applichi il termine quinquennale di prescrizione – ovvero se occorra fare
riferimento al termine decennale.«Tuttavia dalla Corte – sottolinea Giampiero
Proia, ordinario di diritto del lavoro all'università Roma 3 e membro del
collegio difensivo (insieme a Camillo Paroletti) che ha assistito la società
davanti alla Consulta – sono venute indicazioni importanti. Se si escludono le
norme Ue, non si può che applicare la prescrizione breve legata all'omessa
contribuzione». Tra il 1995 e il 2001 sono stati introdotti una serie di
incentivi per i Cfl (in particolare, con il decreto 299/1994 e poi con la legge
196/1997). Agevolazioni poi qualificate come aiuti di Stato non conformi al
Trattato Ce dalla Commissione europea con decisione dell'11 maggio 1999 (n.
2000/128), poi confermata dalla Corte di giustizia con la sentenza 7 marzo
2002, (causa C-310/99), ribadita con la pronunzia del 1Úaprile 2004 (causa
C-99/02). © RIPRODUZIONE RISERVATA
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-07 - pag: 35 autore: Storia
infinita La bocciatura della Ue Dopo la bocciatura dell'Unione europea,l'Inps
ha avviato il recupero degli sgravi indebitamente fruiti dalle imprese (circa
500 milioni di euro) per i contratti di formazione e lavoro La prescrizione
L'Inps potrà recuperare solo quella parte delle agevolazioni contributive concesse fra il 1995 e il 2001 per le quali non sia arrivata la
prescrizione Per la Corte costituzionale (sentenza n. 125/09) non si può applicare alla vicenda il
termine di dieci anni previsto dall'articolo 15 del regolamento Ce 659/99.
Prevalgono le norme nazionali Tribunali divisi Molti tribunali finora hanno
ritenuto applicabile alla vicenda la prescrizione ordinaria decennale.
Tra questi i Tribunali di Roma (a sentenza 10116/08) e Siracusa (sentenza
380/09) Per altri tribunali si applica il termine di prescrizione di cinque
anni valido per i crediti contributivi (tra cui, il tribunale di Forlì,
sentenza 99/08, e quello di Chieti, sentenza 877/08)
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24
Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-07 - pag: 38 autore: Giustizia. Rinnovato l'accordo Uffici giudiziari, sulle
trascrizioni emergenza chiusa Giovanni Negri MILANO Da un certo punto di vista
peccato che sia finita in così breve tempo e che l'accordo con gli stenotipisti
sia stato raggiunto. Perché l'emergenza sulla trascrizione delle udienze aveva
stimolato la fantasia dei magistrati. Ecco, a Brescia, per esempio, nel
processo sulla strage di piazza della Loggia, Enrico Fischetti, presidente
della Corte d'assise, aveva rimediato dapprima con una semplice registrazione,
garantendo che in seguito sarebbe stata eseguita la verbalizzazione; ma poi
aveva anche fatto capire che, se l'impasse fosse proseguita, avrebbe potuto
chiedere una mano a Radio radicale. L'emittente registra tutte le udienze di
processo ancora lontano dalla conclusione. Insomma, una radio come sostituto
del servizio pubblico. Il blocco però riguardava tutti i tribunali. Dai più
piccoli, ai più grandi. A Roma, per esempio, il tribunale più grande d'Europa,
le circa 700 udienze che si celebrano ogni giorno erano dal 4 maggio
verbalizzate solo con carta e penna. Con la necessità in molti casi di fare una
sintesi che, nella materia giudiziaria, è sempre cosa pericolosa. E questo malgrado
la fonoregistrazione, come ricordava il presidente dell'Anm romana Paolo
Auriemma, sia prevista sin dal 1989. Una situazione paradossale provocata dal
mancato rinnovo del contratto con il consorzio degli stenotipisti che gestisce
il servizio di registrazione e trascrizione su tutto il territorio nazionale.
Difficoltà che si trascinavano da tempo e che già l'anno scorso avevano
condotto i lavoratori del consorzio a incrociare le braccia per reclamare un
nutrito pacchetto di pagamenti arretrati. Poi le risorse erano state trovate e
la protesta rientrata. Ora il ministero della Giustizia è corso ai ripari e ha
reso noto che il servizio per la trascrizione è stato aggiudicato
integralmente, sull'intero territorio nazionale. I tre contratti, per il Nord, il
Centro e il Sud, sono stati, infatti, sottoscritti a mezzogiorno di martedì 5
maggio, formalmente approvati e resi immediatamente esecutivi a partire dalle
17. Per via Arenula «è stata pertanto risolta ogni questione con la garanzia
della continuità delle prestazioni». Sempre il ministero poi minimizza i
disservizi di questi giorni, parlando di «isolati e modesti disguidi».
Situazioni meno gravi di quelle verificatisi in passato, che avevano condotto a
problemi di entità certo superiore. E per il ministero
della Giustizia sul fronte della caccia ai fondi sono certo giorni
"caldi". La scorsa settimana il ministro titolare del dicastero aveva
dovuto convincere l'Economia a stanziare ulteriori 80 milioni alla voce «spese
di giustizia» per coprire i crediti pregressi vantati
dalle società che svolgono le operazioni di intercettazione. © RIPRODUZIONE
RISERVATA LA SITUAZIONE Il servizio era bloccato da qualche giorno: a Roma
verbali a mano e a Brescia aiuto da «Radio Radicale»
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI ENTI LOCALI data: 2009-05-07 - pag: 39
autore: Risarcimenti Il dipendente non può citare l'assicuratore del principale
Alessandro Galimberti Il lavoratore vittima di infortunio sul lavoro non può
citare nel processo penale, come responsabile civile, l'assicuratore del suo
datore di lavoro. La Corte costituzionale (131/2009) ha dichiarato «non fondata» la questione di
legittimità sollevata dal tribunale di Biella che coinvolgeva, in un
procedimento per lesioni colpose a un operaio, un imprenditore nel frattempo
fallito. Proprio la procedura concorsuale in atto aveva suggerito alla parte
offesa di chiedere l'ingresso nel processo dell'assicuratore, a garanzia
del suo credito da risarcimento. La legge tuttavia, all'articolo 83 del Codice
penale e all'articolo 1917 del Codice civile, non consente l'autorizzazione
alla citazione dell'assicuratore per la responsabilità civile del datore di
lavoro. Secondo i giudici piemontesi, l'impossibilità di azione diretta
rappresenta una disparità di trattamento rispetto a situazioni analoghe, come
nel rapporto tra dipendenti dell'appaltatore e committente, o in quello tra il
danneggiato da sinistro stradale e l'assicuratore della controparte. Ma a
giudizio della Corte sono situazioni diverse: nel caso della "rc
auto" si tratta di un sistema di assicurazione generale e obbligatorio, a differenza
del caso contestato, in cui l'assicurazione è facoltativa e non ha per oggetto
la salute del dipendente, ma «è unicamente diretta a soddisfare un interesse
del datore di lavoro ». Tra il credito risarcitorio del lavoratore e
l'indennizzo oggetto del contratto tra datore e assicuratore non c'è alcun
collegamento. © RIPRODUZIONE RISERVATA
(
da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Esteri data: 07/05/2009 - pag: 15 Trattato di Lisbona Il
presidente: «Per me è lettera morta» Il ceco euroscettico Klaus non firma la
Carta dell'Ue Dopo l'approvazione da parte del Parlamento DAL NOSTRO INVIATO
PRAGA Doveva consentire un recupero d'immagine al disastrato semestre di
presidenza ceca dell'Unione europea, che ha visto perfino franare il governo di
centrodestra del premier Mirek Topolanek costretto a uscire di scena domani. Ma
il sì del Senato di Praga al Trattato di Lisbona non diventa l'ultimo atto del
lungo e tormentato iter della ratifica nella Repubblica Ceca perché il capo
dello Stato euroscettico, Vaclav Klaus, ha annunciato di non voler apporre per
ora la sua indispensabile firma al procedimento. Klaus sostiene che la vittoria
del no nel referendum in Irlanda sul Trattato di Lisbona ha paralizzato tutto,
nonostante l'approvazione ieri del Senato ceco e quella precedente alla Camera.
Considera questo documento una mera riproposizione delle riforme per il funzionamento
dell'Ue allargata da 15 a 27 Paesi presenti nella Costituzione Ue, che era
stata abbandonata dopo la bocciatura nei referendum in Francia e Olanda. Ci
vede un eccessivo trasferimento della sovranità nazionale alle istituzioni di
Bruxelles. Klaus vorrebbe attendere almeno fino al referendum bis, che il
governo irlandese intenderebbe indire nel prossimo ottobre per ribaltare la
precedente bocciatura e rilanciare una procedura completabile solo con
l'approvazione di tutti i 27 Paesi membri (in alcuni Stati in Parlamento, negli
altri con la consultazione popolare). L'evidente ostruzionismo del presidente
ceco punta anche su un nuovo ricorso alla Corte costituzionale del suo Paese, che alcuni
senatori dovrebbero presentare dopo essere stati battuti da una maggioranza di
54 contro 20 nel voto di ieri. Una precedente azione, già rigettata dai giudici
costituzionali cechi, chiamava in causa solo alcune parti del Trattato di
Lisbona e potrebbe essere riproposta sui punti in precedenza non contestati.
Klaus di fatto si associa alla posizione del presidente euroscettico polacco
Lech Kaczynski, che ha rinviato la firma dell'approvazione parlamentare fin
quando non arriverà il sì dell'Irlanda. La quarta e ultima ratifica nazionale
ancora non conclusa è in Germania, dove il presidente Horst Köhler deve
aspettare una verifica costituzionale del testo prima
di sottoscrivere il via libera del Parlamento tedesco. «Il Trattato di Lisbona
è morto per il momento perché è stato respinto da un Paese membro ha fatto
sapere Klaus . Pertanto una decisione di ratifica non può essere messa in
agenda». Numerosi politici dei 27 Paesi membri, dal presidente
dell'Europarlamento Hans-Gert Pöttering al ministro delle Politiche comunitarie
Andrea Ronchi, hanno auspicato una rapida firma di Klaus. Ma lo stesso
Topolanek, notoriamente filo-Usa, aveva espresso dubbi sul Trattato e ha
contrastato il suo capo dello Stato solo per la preoccupazione che
l'allontanamento dall'Ue avrebbe riportato la Repubblica Ceca «sotto
l'influenza di Mosca». Domani il premier uscente deve lasciare le consegne al
nuovo governo tecnico di Jan Fischer, che sarà in carica fino alle elezioni
anticipate in autunno. Questa situazione ha inciso sulla rinuncia di numerosi
leader e ministri europei a partecipare ai vertici straordinari organizzati da
Topolanek a Praga oggi e domani. Il presidente Nicolas Sarkozy e i premier
Silvio Berlusconi, Gordon Brown e José Luis Zapatero hanno disdetto il viaggio.
Tra i governanti più autorevoli dell'Ue resta attesa a Praga solo la
cancelliera tedesca Angela Merkel. Ivo Caizzi
(
da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Esteri data: 07/05/2009 - pag: 15 Le ratifiche Il Trattato
Testo semplificato Il Trattato di Lisbona è stato firmato il 13 dicembre 2007
nella capitale portoghese dai capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri
Ue. È la versione semplificata della Costituzione che fu bocciata tramite
referendum da olandesi e francesi nel 2005 In Irlanda Il primo referendum Il
nuovo testo è stato respinto al referendum irlandese del 12 giugno 2008 con il
53,4% dei no contro il 46,6% dei sì. Gli irlandesi torneranno alle urne entro
l'autunno Polonia e Germania Le firme Oltre che in Repubblica Ceca restano in
sospeso anche le ratifiche in Polonia e Germania, dove si attende la firma dei
presidenti Lech Kaczynski e Horst Köhler. Il primo, dopo l'iniziale
opposizione, ha fatto capire che firmerà. Il secondo
aspetta il via libera della Corte costituzionale, previsto per l'estate. Nei restanti 23 Paesi il Trattato è
stato approvato I tempi Le previsioni Il presidente dell'Europarlamento
Pöttering ha auspicato che «il Trattato entri in vigore all'inizio del prossimo
anno»
(
da "Romania Libera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
>
Cititi online anunturile din ziarul Romania
libera: Dupa ce Parchetul de pe langa Tribunalul Constanta si-a declinat
competenta in acest caz, IPS Teodosie va fi cercetat de catre Parchetul Inaltei
Curti de Casatie si Justitie Rl online Joi, 07 Mai 2009 Dosarul in care este
cercetat IPS Teodosie, Arhiepiscopul Tomisului, a ajuns la Parchetul Inaltei
Curti de Casatie si Justitie, dupa ce Parchetul de pe langa Tribunalul
Constanta si-a declinat competenta in acest caz, intrucat IPS Teodosie are
calitatea de Inalt prelat, informeaza Realitatea TV. Parchetul de pe langa
Tribunalul Constanta si-a declinat competenta in acest caz dupa ce au primit o
adresa de la Arhiepiscopia Tomisului in care se precizeaza oficial calitatea
Inaltului prelat. Arhiepiscopul Tomisului face parte din Marele Cler, iar,
potrivit legii, ierarhii care apartin acestei categorii pot fi cercetati numai
de catre Parchetul General. Avocatii lui IPS Teodosie au afirmat, miercuri, ca
Parchetul de pe langa Tribunalul Constanta s-a pripit cand s-a autosesizat,
dupa numai sase ore, in legatura cu materialul publicat de Romania libera.
Paula Iacob, unul dintre avocati, a facut chiar o paralela cu cazul Becali, in
care, a afirmat ea, a durat trei - patru saptamani pana sa se prinda hotii.
Avocatii au sustinut ca ar fi fost de ajuns ca procurorii sa citeasca in DEX
definitia cuvantului "arhiepiscop" ca sa-si dea seama ca in acest caz
competenta apartine Parchetului General. Cu toate acestea, ei
au afirmat ca nu vor sesiza CSM-ul in acest caz. "In Codul de Procedura Penala scrie clar
in ce cazuri ma pot sesiza si nu s-a facut nimic ilegal sau pe langa lege in
acest dosar. Ne-am autosesizat si imediat am trimis acea adresa la
Arhiepiscopia Tomisului pentru a avea un raspuns oficial cu privire la functia
detinuta de IPS Teodosie", a declarat Adina Florea, prim-procurorul
Parchetului de pe langa Tribunalul Constanta. Procurorii urmeaza sa ii audieze
pe jurnalistii de la Romania Libera, care au realizat materialul in care
Arhiepiscopul Tomisului este incriminat, dar si pe IPS Teodosie si pe ceilalti
preoti implicati. Arhiepiscopul Tomisului, IPS Teodosie, este cercetat pentru
luare de mita si complicitate la fals intelectual, dupa ce Parchetul
Tribunalului Constanta s-a autosesizat, marti, in urma unei anchete publicate
de cotidianul Romania libera. Potrivit purtatorului de cuvant al Parchetului
Tribunalului Constanta, Adina Florea, institutia s-a autosesizat pentru
infractiunea de luare de mita si complicitate la fals intelectual. Parchetul
s-a autosesizat si fata de inspectorul Biroului Catehizare, parintele Emil Cosmin
Braescu, pentru savarsirea infractiunilor de complicitate la luare de mita si
fals intelectual. Din aceeasi categorie: Florian Costache, noul "don2
Costel" al Guvernului BocO aeronava Carpat Air cu probleme la motor,
nevoita sa se intoarca pe aeroportul de plecareLoteria Romana va plati FRF-ului
despagubiri de 5 milioane de euro Voteaza
(
da "Stampaweb, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
BRASILIA
Il Procuratore generale della Repubblica brasiliano Antonio de Souza avrebbe
presentato alla Corte Suprema parere contrario alla concessione dellestradizione dellex militante dei Pac, Cesare
Battisti: è quanto pubblica il quotidiano brasiliano O Globo. Il parere del
Procuratore non è vincolante e la decisione finale sul caso spetta comunque al
Tribunale supremo. Secondo il Procuratore infatti la concessione dellasilo politico da parte del ministro della Giustizia
Tarso Genro
è espressione della sovranità dello Stato e soggetto quindi alla sola
giurisdizione del potere esecutivo: il processo in
corso presso la Corte Suprema andrebbe quindi semplicemente archiviato, come
sostengono anche i difensori di Battisti. Contrario allestradizione è anche il presidente brasiliano Luiz
Inacio Lula da Silva, il quale vorrebbe tuttavia evitare uno scontro
istituzionale con la Corte Suprema: per cui se i giudici decidessero di
riappropriarsi del potere ultimo di decisione sulle
richieste di asilo, oggi nelle mani del Ministero della Giustizia, non si
opporrebbe al provvedimento. Secondo quanto riporta la stampa brasiliana Lula
vorrebbe così sottrarsi a una situazione che nei termini attuali non può che
portargli svantaggi: se infatti si opponesse allestradizione
nonostante leventuale sì della Corte, entrerebbe in conflitto con il potere giudiziario, mentre in caso contrario esautorerebbe
di fatto il proprio ministro della Giustizia, Tarso Genro. Per riuscire a
sganciarsi da questa situazione Lula spera dunque nellaiuto della Corte stessa, riunitasi per esaminare il
caso e che dovrà pronunciarsi su tre questioni diverse. La prima e più spinosa
è se la concessione dellasilo interrompa liter della richiesta di
estradizione presso la Corte (precedente che valse ad annullare il processo in
corso per il colombiano Oliverio Medina). I giudici favorevoli allestradizione potranno argomentare - contro
lopinione della Procura generale - che liter processuale compete al potere giudiziario e non può essere interrotto dallesecutivo; o in alternativa che lesecutivo può
sospendere, concendendo lasilo, la richiesta di estradizione ma non il
processo, e questo dunque - essendo già approdato alla Corte - seguirebbe il
suo corso. Se poi i giudici decidessero che i poteri di concedere lasilo ora di competenza del Ministro sono
incostituzionali - come spererebbe Lula - la questione non si porrebbe più.
Superato questo scoglio, i giudici dovrebbero decidere se i crimini per i quali
è stato condannato Battisti possano essere considerati politici o se si tratti invece
(come pare sia opinione della maggior parte dei giudici) di atti terroristici,
per i quali non è prevista la concessione dellasilo;
se lex membro dei Pac sia stato processato in modo equo e se corra rischi di
persecuzioni una volta tornato in Italia. Infine verrà discussa lestradizione vera e propria, per la cui concessione
lunica precondizione è che la pena dellergastolo inflitta a
Battisti - che non esiste nellordinamento brasiliano - sia commutata in
trentanni di carcere. Va sottolineato che se - e
solo se - i poteri del Ministero della Giustizia venissero revocati la
decisione della Corte in merito allestradizione diverrebbe vincolante: il
Presidente in questo caso non potrebbe rifiutarsi di firmare il provvedimento.
Lula sarebbe dunque pronto a pagare il prezzo politico di vedersi togliere il potere discrezionale sulle estradizioni a favore della Corte
Suprema, pur di evitare uno scontro istituzionale: un caso come quello attuale
- in cui la magistratura potrebbe autorizzare unestradizione
e il Presidente decidere di negarla - è infatti inedito in Brasile e la legge
vigente non prevede alcuna soluzione alternativa di arbitrato fra i due poteri.
L'ex terrorista rosso, rinchiuso in un penitenziario della capitale brasiliana dal
marzo 2007, alla fine di aprile, aveva ribadito i propri timori legati
all'estradizione. Battisti ha confidato deputato Domingos Dutra, appartenente
al partito del presidente Lula, che gli agenti del sistema penitenziario
italiano hanno sottoscritto un manifesto di condanna nei suoi confronti. Per
questo, ha aggiunto il deputato, lex
esponente dei Proletari armati per il comunismo ha espresso «un timore molto
grande che, se il Stf determinerà la sua estradizione, verrà assassinato
in Italia». Un'accusa cui il ministro La Russa ha replicato con veemenza:
«Battisti - detto il titolare della Difesa - oltre che un assassino, è un
bugiardo. È abituato solo a dire bugie, uccidere e scappare». Poi, in
un'intervista al mensile Pocket, ha ribadito l'appello alle autorità brasiliane
«affinché consegnino Battisti alle autorità italiane, non permettendo così, che
chi si è macchiato di reati tanto gravi possa passeggiare liberamente sulle
splendide spiagge di Rio, invece di scontare la pena nelle patrie galere».
Cesare Battisti era stato arrestato nel marzo di due anni fa in un albergo di
Rio, dopo tre anni di latitanza, perchè condannato definitivamente due volte
all'ergastolo e perchè imputato di altri due omicidi. Inutile, fino ad ora,
l'intervento di Giorgio Napolitano sul collega brasiliano Lula, al quale il
presidente della Repubblica ha espresso sentimenti di stupore e rammarico.
(
da "Sestopotere.com"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Presidente
Donini a Reggio Emilia apre seminario Donne&donne, sulle
tracce di Matilde di Canossa (7/5/2009 17:36)
| (Sesto Potere) - Reggio Emilia - 7 maggio 2009 - La Presidente
dellAssemblea legislativa, Monica Donini, interverrà domani, venerdì 8
maggio, alle ore 9.30 a Reggio Emilia, presso lIstituto statale darte G.Chierici, in apertura del seminario Donne&donne, sulle
tracce di Matilde di Canossa promosso
nellambito del progetto di partecipazione democratica e cittadinanza
attiva Partecipa.net dellAssemblea legislativa. L'incontro si svolge a
conclusione
della ricerca realizzata dalle studentesse della classe della IV F dellistituto Chierici tra importanti esponenti del mondo
femminile reggiano con lobiettivo di raccogliere le storie di donne che
nella vita, proprio seguendo le tracce di Matilde di Canossa, positivo
esempio di volontà e determinazione al femminile, ne hanno fatto proprio il
testamento spirituale. Quelle che la ricerca ha coinvolto attraverso una
quarantina di interviste, si legge nella presentazione della pubblicazione che
verrà diffusa nel corso del seminario, sono “donne che hanno saputo mantenere
la loro femminilità e il grande potenziale umano, emotivo e affettivo, pur
nella gestione produttiva e proficua della loro intelligenza, non rinunciando
alle loro femminilità e ad essere anche donne, madri e mogli”. Accanto alle
studentesse della IV F e la loro insegnante Mariagiuseppina Bo, saranno
presenti allincontro per raccontarsi e confrontarsi in una
tavola rotonda dal titolo Sulle tracce di Matilde di Canossa: le donne e
la loro carriera”:
Marina Botolani (giornalista), Chiara Cabassa (giornalista), Roberta Cardarello
(preside Facoltà Scienze della Formazione, Università di Modena e Reggio
Emilia, Cristina Carbognani(imprenditrice, presidente Api Emilia-Romagna),
Enrica Carretti (product manager), Francesca Chilloni (giornalista), Elisabetta
Farioli (direttrice Civici Musei – Reggio Emilia), le imprenditrici Deanna
Ferretti, Catia Iori e Paola Silvi, lavvocato
Celestina Tinelli (membro CSM), Mariella Zanichelli
(presidente FCR).
(
da "Sicilia, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia
evitata
la paralisi dei processi Servizi di fotoregistrazione
tecnici da ieri al lavoro v. p.) E' durato appena 24 ore lo "stop" ai
servizi di fonoregistrazione negli uffici giudiziari di tutta Italia; già ieri
mattina i tecnici sono tornati a lavorare dopo che il Ministero della Giustizia
ha ratificato e firmato il contratto con il Consorzio Astrea formato dalle
ditte che svolgono il servizio di fonoregistrazione e trascrizione delle
udienze e che il 20 aprile scorso aveva vinto la gara d'appalto aggiudicandosi
la fornitura del servizio per i prossimi 3 anni. Si è dovuto attendere però la
sottoscrizione del contratto sgombrando il timore di una lunga attesa (si era
parlato di due settimane). In effetti, nella mattinata di lunedì, numerosi processi sono stati rinviati proprio perché non era possibile registrare
l'udienza ed era difficoltoso, in casi di processi complessi, verbalizzare a mano. Il problema poteva aggirarsi
nominando un perito, ma trattandosi di un soggetto esterno, magari proveniente
da altra sede, i costi del servizio aumentavano fino a triplicare. Costi
che ricadevano sul Ministero e anche, in caso di condanna, sugli imputati nei
casi in cui il giudice avesse disposto il pagamento delle spese processuali.
Insomma, almeno per una volta, il buon senso ha trionfato, anche se lo
snellimento delle procedure e il facile accesso ai servizi per i cittadini
dovrebbero essere cose normali e non dei casi eccezionali.
(
da "Stampa, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
IL
PROCURATORE GENERALE HA DETTO SÌ ALLA RICHIESTA DI ASILO POLITICO Battisti, si
allontana l'estradizione dal Brasile Si allontana l'estradizione per Cesare
Battisti, il terrorista dei Pac in carcere in Brasile. Il procuratore generale
brasiliano, Antonio Fernando de Souza, ha dato ieri ragione al ministro della
Giustizia Tarso Genro sull'asilo politico concesso a Battisti e ha chiesto l'estinzione
del processo a suo carico in Brasile. Il parere del procuratore generale in
questo caso è solo consultivo, e non vincolante, rispetto alla decisione finale
che dovrà emettere il Supremo tribunal federal (Stf, la
Corte Costituzionale brasiliana). Per De Souza, l'atto di concessione
dell'asilo politico è politico e espressione della sovranità dello Stato
brasiliano. De Souza ha anche suggerito che il processo presso il Stf sia
estinto anche prima di essere giudicato, facendo sua la richiesta presentata
dal nuovo legale di Battisti, l'avvocato costituzionalista Luis Roberto
Barroso. «Ritengo non si debba procedere ancora prima che sia giudicata
chiedendo l'estinzione del processo», scrive De Souza nel documento inviato al
Supremo Tribunal.
(
da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina X
- Torino Nuovi assetti in Procura pool per animali e internet La Dda a
Ausiello, fasce deboli a Loreto Monitoraggio dettagliato della criminalità nei
quartieri. Sezioni speciali per le auto confiscate e i casi irrisolti MEO PONTE
Nuovo assetto per la Procura della Repubblica di Torino. In attesa che i neo
procuratori aggiunti recentemente nominati (Sandro Ausiello, Annamaria Loreto,
Paolo Borgna e Andrea Beconi) assumano ufficialmente le funzioni loro
assegnate, Giancarlo Caselli, capo dell´Ufficio, ha ridefinito i gruppi di
specializzazione. Al gruppo della Dda (Direzione distrettuale antimafia)
Terrorismo e criminalità organizzata affidato a Sandro Ausiello sono stati
aggiunti la sezione denominata Criminalità Informatica affidata ai pm Marco Gianoglio,
Patrizia Caputo, Andrea Calice, Cesare Parodi, Alessandro Sutera Sardo e Andrea
Bascheri e la sezione Riciclaggio e misure di prevenzione che può contare sui
pm Onelio Dodero, Roberto Sparagna, Vincenzo Pacileo, Beppe Riccaboni, Marcello
Maresca e Antonio Rinaudo. Alla Dda arriveranno presto tre pm dal gruppo Reati
contro la Pubblica Amministrazione: Enrico Arnaldi di Balme, Paola Stupino e
Carlo Pellicano. Quello che un tempo era il pool Reati contro l´economia è
stato invece trasformato nel Gruppo Diritto Penale dell´Economia e usura. In
attesa di essere diretto da Andrea Beconi, l´aggiunto che ha sostituito Bruno
Tinti, è coordinato da Vincenzo Pacileo. Ad Annamaria Loreto, quando l´attuale
aggiunto Pietro Forno tornerà alla Procura di Milano, sarà invece affidato il
pool Fasce deboli. Paolo Borgna che coordina il gruppo Sicurezza Urbana ha
preso recentemente contatto con le diverse circoscrizioni cittadine per un
monitoraggio reale e dettagliato del fenomeno criminale. Le vere novità però
sono state ideate da Caselli nell´ultimo mese. Il procuratore capo ha infatti
istituito tre nuove sezioni: «macchine confiscate» e «casi irrisolti» (di cui
fanno parte i pm Gabriella Viglione, Enrica Gabetta, Dionigi Tibone e Stefano
Castellani) e «animali maltrattati» (che esisteva già ma di cui ora si
occuperanno i pm Andrea Padalino, Roberto Sparagna e Stefano Castellani).
Questi tre gruppi di lavoro saranno coordinati dall´aggiunto Annamaria Loreto.
Particolarmente nuove è la sezione Macchine Confiscate che si occuperà delle
vendita in tempi veloci delle auto sequestrate dalla magistratura per i reati
di guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti. «Sinora
i tempi che intercorrono tra il sequestro e la vendita sono stati lunghissimi -
spiegano in Procura - la nuova sezione avrà il compito di accelerare al massimo
le procedure anche per ridurre i costi della custodia di tali vetture».
L´assetto definitivo della Procura della Repubblica di Torino però si saprà soltanto quando saranno finalmente nominati gli ultimi due
aggiunti che dovranno sostituire Raffaele Guariniello e Marcello Maddalena, neo
procuratore generale che sinora ha diretto il pool Reati contro la Pubblica
Amministrazione. Tre sono i nomi dei papabili: Alberto Perduca, ora responsabile
dell´amministrazione in Kossovo, Giuseppe Ferrando e Andrea Marini che è
attualmente al Csm.
(
da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
VIII - Napoli Rifiuti, verso Roma il caso Rompiballe Il legale di Impregilo:
soluzione opportuna dopo il ritorno di Corona Mancino: "Il Csm obbligato a
ricollocare il magistrato in Procura" La prima udienza è fissata tra meno
di venti giorni, il 26 maggio. Ma il processo su presunti illeciti nella
gestione della crisi rifiuti scaturito dall´inchiesta Rompiballe, 25 imputati
fra i quali l´ex amministratore delegato di Fibe Massimo Malvagna e il vice
capo dipartimento della Protezione civile, Marta Di Gennaro, potrebbe essere
trasmesso a Roma e ripartire da zero. è uno dei possibili effetti del ritorno a
Napoli di Giovanni Corona, il pm che indagò sulla faida di Scampia, già
consulente del prefetto Alessandro Pansa quando questi guidava il commissariato
straordinario per l´emergenza rifiuti, rientrato nei ruoli della magistratura
dopo sei mesi trascorsi al ministero delle Infrastrutture come consulente.
Corona è stato raggiunto da un avviso di chiusura delle indagini nell´ambito
dello stralcio dell´inchiesta, deciso dal procuratore Giandomenico Lepore in
disaccordo con i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, nel quale è indagato
anche il prefetto Pansa. Quando assumerà le funzioni di pubblico ministero,
scatterà per lui la competenza dell´autorità giudiziaria romana, alla quale
spetta curare i procedimenti sui magistrati napoletani. Ma se in questo caso la
trasmissione degli atti è prevista espressamente dalla legge, dovranno essere
poi il procuratore Lepore e il pm Maurizio De Marco, a decidere se altre
posizioni dovranno seguire "per connessione" il fascicolo.
Verosimilmente quella di Pansa e forse anche quella di Malvagna, perché
entrambi sono indicati come presunti concorrenti nelle ipotesi di falso e abuso
contestate a Corona (e sempre energicamente respinte). Ma resta da capire quali
saranno le valutazioni degli inquirenti sul capo della Protezione civile Guido
Bertolaso, oggi sottosegretario ai rifiuti, coinvolto per il primo periodo
trascorso al vertice del commissariato. E soprattutto, cosa accadrà nel
processo che inizia il 26. L´avvocato Alfonso Maria Stile, difensore di
Impregilo e Malvagna, argomenta: «In caso di trasferimento a Roma dello
stralcio, dovrebbe essere automatico anche il trasferimento del processo. E
questa soluzione sarebbe almeno a mio avviso quanto mai opportuna anche per le
ragioni ben note». Si riferisce, il penalista, alle polemiche successive alla
inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra che lo avevano indotto a
ventilare un possibile ricorso alla legge Cirami per ottenere lo spostamento
del processo lontano da Napoli. Poi aggiunge: «Mi auguro peraltro che lo
stralcio si concluda autonomamente prima di un eventuale trasferimento per il
rispetto che a mio avviso meritano tutti gli indagati di questo filone». Solo
ieri intanto è arrivata al Csm la comunicazione formale dell´indagine avviata
nei confronti di Corona. E da Palazzo dei Marescialli il vicepresidente, Nicola
Mancino, ieri, ha scritto a "Repubblica" una lettera «nell´interesse
e a tutela del Consiglio superiore della magistratura» per precisare: «Il
titolo "Csm: Corona torni in Procura" sembra alludere a una decisione
discrezionale dell´organo di autogoverno. Questo imperativo non è appropriato
al caso del dottor Corona, sostituto procuratore della Repubblica di Napoli
fuori ruolo su richiesta del ministero delle Infrastrutture. Cessata la collaborazione del magistrato presso il ministero -
sottolinea Mancino - è automaticamente venuta meno la posizione fuori ruolo: da
qui non la facoltà, ma l´obbligo da parte del Csm di ricollocare il dottor
Corona nell´ufficio da cui proveniva, cioè la Procura di Napoli. Altro non
poteva fare il Csm, che ha solo preso atto di questa sopravvenuta situazione».
(d.d.p.)
(
da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina VIII - Bari Processi in pericolo Allarme giustizia:
"C´è il rischio paralisi" L´appalto passa di mano, niente
stenotipisti da una settimana Manca il personale per registrare e verbalizzare
lunghi interrogatori In pericolo processi
in corso e inchieste delicate. Il ricorso a consulenze esterne mette a
dura prova il magro bilancio MARA CHIARELLI Rischio paralisi negli uffici
giudiziari baresi: niente stenotipia, niente fonoregistrazione, niente
verbalizzazione tecnologica di udienze o interrogatori. Da una settimana,
l´intero distretto della Corte d´appello di Bari, ma anche quello di Lecce,
Potenza, Roma e L´Aquila, non può contare sul servizio di assistenza fornito
finora dalla Stenoconsulting, cooperativa del consorzio Astrea. Tutto è infatti
nelle mani di un altro consorzio, l´ "Art.Co.", che si è aggiudicato
l´incarico, ma che ancora non ha cominciato a prestare la propria opera.
Lasciando, dunque, gli uffici di procura, tribunale, procura generale e corte
d´appello (comprese le sedi di Trani, Lucera e Foggia, che appartengono al
distretto barese) nei guai e costringendo, in alcuni casi, i responsabili degli
uffici a ricorrere a consulenze esterne. Il problema nasce nel febbraio scorso,
quando, in vista della scadenza del contratto nazionale (arrivata, dopo
un´ennesima proroga, il 30 aprile scorso), il ministero della giustizia ha bandito una gara d´appalto, suddividendo in
quattro lotti le diverse funzioni fino ad allora svolte dal consorzio Astrea:
la documentazione (isolata nel primo lotto), i servizi di stenotipia,
fonoregistrazione e verbalizzazione suddivisi per zone geografiche con criteri
abbastanza complessi. Ed è così che le Corti d´appello di Bari, Lecce, Potenza,
L´Aquila e Roma sono state affidate alla Art.Co. di Udine, mentre l´Astrea ha
ottenuto gli altri due lotti. Una specie di gioco delle tre carte, che rischia
però al momento di mettere in ginocchio l´intera giustizia
pugliese. La mancanza di personale disponibile a registrare, verbalizzare e
stenotipare lunghi interrogatori potrebbe bloccare il corso di processi o di delicate inchieste nelle quali è necessario
ascoltare testimoni o anche collaboratori di giustizia.
Il ricorso a consulenze esterne, in un momento in cui il capitolo di bilancio
destinato alle spese di giustizia è già molto
risicato, non sarebbe tantomeno la soluzione di ripiego.
(
da "Unita, L'"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
CHI
SOFFIA SUL RAZZISMO CON LA SCUSA DELLA SICUREZZA Il Presidente della Camera
Fini ha manifestato il suo dissenso rispetto al pacchetto sicurezza ponendo
l'accento sulle norme che riguardano i medici-spia e i presidi-spia e mettendo
in guardia il governo da probabili profili d'incostituzionalità. Il governo e
la maggioranza, Lega compresa, sembrano aver accolto queste obiezioni e si
appresterebbero a modificare queste specifiche norme: se così fosse ci si
dovrebbe tuttavia spiegare perché le stesse obiezioni non riguardano i
funzionari dello "stato civile spia" che sono ancora contenuti nel
Ddl sicurezza e che impediranno il matrimonio (diritto umano sancito dalla
carta dell'Onu, art. 16), la registrazione delle nascite e delle morti e il
riconoscimento dei figli naturali. È evidente che anche per questa fattispecie
valgono i motivi d'incostituzionalità di cui sopra. Il paradosso è che per
sanare la piaga della clandestinità si fa di tutto tranne l'unica cosa
realmente efficace: denunciare dove gli immigrati irregolari lavorano in nero e
offrire loro un'opportunità di regolarizzazione. In questo modo la stragrande
maggioranza degli immigrati irregolari diventerebbero legali e la clandestinità
criminale sarebbe isolata e più facilmente perseguibile. La verità è che, con
il pretesto della sicurezza, si vogliono colpire gli immigrati per dare sfogo
propagandistico ed elettorale a una ondata di razzismo pericolosamente
dilagante. In questo impianto legislativo s'incontrano come ulteriore materiale
esplosivo le norme sulle ronde e sulla detenzione prolungata nei Cie che
sembrava fossero cancellate e invece sono state di nuovo inserite.
L'ispirazione razziale è confermata anche da altre norme che nulla hanno a che
vedere con l'immigrazione illegale e la sicurezza. Mi riferisco alla tassa di
200 euro per rinnovare il permesso di soggiorno o chi fa richiesta della
cittadinanza, o la restrizione dei ricongiungimenti familiari, l'istituzione
del permesso a punti, l'innalzamento della idoneità alloggiativa, tutte restrizioni
e vessazioni persecutorie che riguardano lavoratori e cittadini immigrati
regolari che pagano le tasse e rispettano le leggi di questo Stato. Questo Ddl,
se approvato, rappresenta un vulnus gravissimo della nostra civiltà giuridica e
dei valori di uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione. Che il governo
abbia posto la fiducia su questo provvedimento è un atto di arroganza nei
confronti del Parlamento e di tutti quei deputati, compresi molti della
maggioranza, che avevano rivendicato giustamente un voto di
responsabilità e coscienza. Se questa legge sarà approvata senza significativi
cambiamenti dovremo valutare tutte le possibili impugnazioni davanti alla Corte
Costituzionale e quella di Giustizia Europea non escludendo il ricorso al
referendum abrogativo.
(
da "Secolo XIX, Il"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
ASILO
POLITICO A BATTISTI, DAL BRASILENUOVO "SCHIAFFO" AL GOVERNO ITALIANO
IL CASO ILPROCURATORE generale della Repubblica brasiliano Antonio de Souza ha
presentato alla Corte Suprema parere contrario alla concessione
dell'estradizione dell'ex militante dei Pac, Cesare Battisti. Secondo il
procuratore infatti la concessione dell'asilo politico da parte del ministro
della Giustizia Tarso Genro è espressione della sovranità dello Stato e
soggetto quindi alla sola giurisdizione del potere esecutivo:
il processo in corso presso la Corte Suprema andrebbe quindi semplicemente
archiviato, come sostengono anche i difensori di Battisti. Contrario
all'estradizione è anche il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, il
quale vorrebbe tuttavia evitare uno scontro istituzionale con la Corte Suprema:
per cui se i giudici decidessero di riappropriarsi del potere
ultimo di decisione sulle richieste di asilo, oggi nelle mani del ministero
della Giustizia, non si opporrebbe al provvedimento. Secondo quanto riporta la
stampa brasiliana Lula vorrebbe così sottrarsi a una situazione che nei termini
attuali non può che portargli svantaggi: se infatti si opponesse all'estradizione nonostante l'eventuale sì della Corte, entrerebbe in
conflitto con il potere giudiziario, mentre in caso contrario esautorerebbe di fatto il proprio
ministro della Giustizia, Tarso Genro. Per riuscire a sganciarsi da questa
situazione Lula spera dunque nell'aiuto della Corte stessa, riunitasi per
esaminare il caso. Intanto, il capogruppo dell'Udc al Senato, Gianpiero
D'Alia, propone al governo italiano di interrompere le relazioni diplomatiche
con il Brasile. «Giàè grave e sconcertante - osserva in una nota l'esponente
centrista - che un giudice brasiliano sia chiamato a discutere sullo status di
rifugiato di un terrorista pluriomicida come Battisti, che in Italia si è
macchiato di atti sanguinari ed è per questo ricercato dalle autorità del
nostro Paese». «Se poi il Supremo Tribunale e il governo di Brasilia dovessero
assecondare il parere del procuratore, all'Italia - conclude D'Alia - non
resterebbe altro che interrompere le relazioni diplomatiche con il Brasile».
08/05/2009
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-05-08 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ...
Riportati in Libia i 227 migranti Maroni: svolta. L'Onu: un errore Sono stati
rimandati in Libia i 227 migranti soccorsi mercoledì dalle autorità italiane
nel Canale di Sicilia. Esulta il ministro dell'Interno Maroni: un risultato
storico, sull'asilo deciderà la Libia. L'Onu censura l'Italia: scelta
sbagliata. Critiche anche dal Pd e dalla Cei che invita al rispetto dei diritti
umani. Un suicidio nel Cie di Roma ha dato luogo a una rivolta. u pagina 17 con
il Punto di Stefano Folli Oggi la nomina della Brambilla a ministro del Turismo
Il Consiglio dei ministri assegnerà a Michela Vittoria Brambilla il ministero
al Turismo e varerà un Ddl per lo scorporo della Salute dal Welfare da affidare
a Ferruccio Fazio. Promozione in vista a vice ministro per Adolfo Urso, Roberto
Castelli e Paolo Romani. u pagina 15 Ristrutturazioni edilizie, oltre 5mila
evasori totali Più di 5.200 evasori totali nel mercato delle ristrutturazioni
edilizie , con redditi evasi per circa tre miliardi e almeno 500 milioni di Iva
non dichiarata e non versata. Sono i risultati dell'«Operazione Pandora»
effettuata dalla Guardia di Finanza u pagina 32, commento a pagina 12 Ferrero
l'azienda più affidabile al mondo Il Reputation Index, l'istituto che misura la
rispettabilità delle aziende, ha assegnato alla Ferrero la palma di azienda più
affidabile al mondo; seconda Ikea, terza Johnson & Johnson. u pagina 22
Piattaforma separata per il contratto dei meccanici «Presenteremo la
piattaforma d'intesa con la Uilm il 30 giugno, secondo le nuove regole», ha
annunciato al XVII congresso della Fim-Cisl, il segretario generale Giuseppe
Farina, mentre Gianni Rinaldini ha ribadito «la non disponibilità della Fiom».
u pagina23 Circolare del Csm, più vincoli ai Procuratori
capo Un argine ai poteri dei procuratori capo, nel rispetto dell'autonomia dei
sostituti. Lo prevede una bozza dicircolare sull'organizzazione delle procure,
che sarà esaminata dal Csm in un plenum, presieduto dal Capo dello Stato,
Giorgio Napolitano u pagina 35 I talebani al Papa: fermi i crociati I talebani
chiedono al Papa di «fermare i crociati» in Afghanistan, minacciando
gravi conseguenze. E, alla vigilia del viaggio di Ratzinger in Medio
Oriente,l'Europarlamento ha bocciato una mozione di condanna del Pontefice per
il discorso africano sui preservativi. u pagina 11
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-08 - pag: 31 autore: Lotta
all'evasione. Nelle operazioni del 36% irregolarità per 3
miliardi Pag. 32 Giustizia. Il Csm prova ad arginare i poteri dei Procuratori
capo Pag. 35 In edicola a 6,50 Á in più. La Guida alle novità fiscali Ddl
sviluppo. Per gli assicuratori in bilico il plurimandato Pag. 35 l'articolo
prosegue in altra pagina
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-05-08 - pag: 35
autore: Ordinamento giudiziario. Il Csm ha preparato le
istruzioni per l'organizzazione degli uffici In Procura capi con più vincoli
Criteri rigidi sull'assegnazione dei fascicoli - Incoraggiati i pool Giovanni
Negri MILANO Dal Csm un argine allo strapotere dei procuratori capo, nel rispetto
del principio costituzionale dell'autonomia dei sostituti. è su questa
linea che si attesta la bozza di circolare sull'organizzazione delle Procure
che sarà esaminata dal Consiglio in un plenum che sarà presieduto dal Capo
dello Stato, Giorgio Napolitano. Il provvedimento era già stato inserito ieri
all'ordine del giorno, ma, in apertura di seduta, il vicepresidente del Csm,
Nicola Mancino, ha annunciato la volontà di Napolitano di presiedere in prima
persona l'assemblea. Tutto rinviato così a una data futura, ma intanto le linee
guida dell'intervento sono già delineate. Anche perchè il testo messo a punto
dalla Settima commissione è stato approvato con il solo voto contrario del
laico di An Gianfranco Anedda che spiega così il suo no al documento: «La riforma
dell'ordinamento giudiziario ha dato maggiori responsabilità ai capi delle
Procure accompagnate da poteri di scelta e invece la circolare del Csm,
soprattutto nella sua stesura originaria, mette i procuratori sotto tutela; lo
fa non solo ponendo limitazioni ai loro poteri, ma imponendo loro di motivare
ogni scelta, mentre la legge giustamente prevede la motivazione per i solo
provvedimenti di revoca delle indagini ai sostituti». La circolare fornisce una
serie di linee guida sulla riforma dell'ordinamento giudiziario invitando, tra
l'altro, i procuratori a coinvolgere nelle scelte delle strategie da seguire
tutti i magistrati dell'ufficio, ad adottare criteri oggettivi e predeterminati
nell'assegnazione degli affari ai gruppi di lavoro e ai singoli Pm, a motivare
l'assegnazione dei vari magistrati ai pool e la scelta dei coordinatori, a
valorizzare il ruolo degli aggiunti. Dal Csm arrivano così indicazioni per la
redazione di un programma organizzativo che valorizzi in modo particolare la
costituzione di gruppi di lavoro in materie particolarmente sensibili come la
tutela dei soggetti deboli (donne, minori) gli infortuni sul lavoro, la tutela
ambientale e i reati contro la pubblica amministrazione. Chiave di volta del
sistema organizzativo è il programma con il quale il capo procuratore deve
provvedere all'organizzazione dell'ufficio che va presentato ogni tre anni e
deve contenere tra l'altro: • l'eventuale costituzione dei gruppi di lavoro; •
la destinazione dei magistrati all'interno dell'ufficio; • l'assegnazione ai
gruppi di lavoro dei procuratori aggiunti e l'eventuale attribuzione
dell'incarico di coordinare più gruppi che trattano le singole materie; • i
criteri per l'assegnazione degli affari ai magistrati. Su quest'ultimo punto,
la circolare sottolinea che il Procuratore capo è il titolare esecutivo
dell'azione penale, la esercita personalmente o attraverso l'assegnazione a uno
o più magistrati con provvedimento motivato. Nel progetto organizzativo vanno
indicati i criteri di assegnazione dei procedimenti per materia a gruppi di
magistrati oppure le tipologie di reati per i quali i meccanismi di
assegnazione sono automatici. I criteri di assegnazione devono essere il più
possibile oggettivi e predeterminati anche per garantire i percorsi professionali
dei magistrati. Insomma, nessuno spazio per la discriminazione delle toghe
"scomode". Va poi assicurata la continuità nella trattazione dei
procedimenti evitando il più possibile le sostituzioni dei Pm se non per
ragioni contigenti. Il Procuratore capo può poi stabilire anche i criteri ai
quali il magistrato deve attenersi nell'esercizio dell'attività penale, senza
però che sia compromessa la sfera di autonomia del Pm. Delicato il caso della
revoca dell'assegnazione, con la quale il Procuratore capo può sottrarre il
procedimento al sostituto. Due i casi individuati: divergenza tra linea
investigativa del sostituto e criteri generali e particolari definiti in
precedenza; contrasto sulle modalità di esercizio dell'azione penale. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-05-08 - pag: 35
autore: IL CONSIGLIO AD ALFANO «Sedi disagiate comunicate a
dicembre» Il Csm ha trasmesso lo scorso dicembre al ministro della Giustizia
l'elenco delle sedi disagiate. Lo precisa il presidente della III commissione
di Palazzo dei Marescialli, Roberto Carrelli Palombi, replicando a quanto
affermato dal Guardasigilli, Angelino Alfano, mercoledì alla Camera, durante il
question time. «Mi corre l'obbligo di precisare – dice il rappresentante
dell'organo di autogoverno dei magistrati – che il Csm, ben prima del 10 aprile
2009, e cioè il 4 dicembre 2008, provvide a sottoporre all'attenzione del
ministro della Giustizia l'elenco delle sedi disagiate». Allora il ministro
decise di non chiedere la pubblicazione dell'elenco, prospettando un concorso
limitato agli uffici requirenti di primo grado: il Csm individuò un nuovo
elenco di sedi «tempestivamente » trasmesso al ministro. © RIPRODUZIONE
RISERVATA
(
da "Secolo XIX, Il"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Le spese
di spedizionetornano sulla bolletta Amat denuncia della federconsumatori
Giribaldi insorge: «Hanno ripristinato alla chetichella l'iniquo balzello» LE
SPESE DI SPEDIZIONE per le bollette di fornitura idrica dell'Amat tornano a
carico degli utenti. Una novità, quella contenuta nelle ultime due fatture
emesse dall'azienda imperiese che distribuisce acqua in città, che sta
provocando non poche proteste, e dure prese di posizione, da parte delle
diverse associazioni a difesa e tutela dei consumatori. «Le hanno ripristinate
alla chetichella - racconta Francesco Giribaldi, portavoce della
Federconsumatori di Imperia - sono stati proprio gli utenti a segnalarci questo
tipo di lamentela. E così, abbiamo scoperto che il presidente e il consiglio di
amministrazione hanno reintrodotto l'iniquo balzello, che tra l'altro era stato
soppresso in passato proprio a seguito di un altro moto di protesta popolare
sostenuto e portato avanti anche dalle associazioni dei consumatori». «A nostro
avviso è scorretto - continua Giribaldi - modificare quanto era stato
convenuto. Tutto ciò senza un preventivo confronto con i contraenti di un
accordo, atteggiamento ingiustificato vista la piena disponibilità della
Federconsumatori e delle altre associazioni ad affrontare responsabilmente il
problema». La decisione dell'Amat, a quanto pare, sarebbe da far risalire a
un'interpretazione estensiva di una sentenza della Cassazione, che in un caso(
bollette Telecom Italia) avente lo stesso oggetto ha dichiarato legittimi
questi addebiti. «Come certamente molti sanno - conclude Giribaldi - una
sentenza non è immediatamente applicabile per analogia ad altri casi,
considerato anche che, a una prima lettura della stessa, esistono molte
difformità rispetto alla normativa legata alle bollette idriche. Ma la cosa
grave è l' atteggiamento dell'azienda che dimostra assoluta indifferenza ai
problemi dei consumatori e alle loro associazioni. Ci saremmo sinceramente
attesi, dopo tanti episodi di collaborazione, di essere almeno preventivamente
avvertiti della decisione». Un augurio, infine. «Speriamo che il presidente
dell'Amat e il cda vogliano rivedere, in un momento di particolare difficoltà
economica degli utenti, la loro decisione, dichiarando da ora la nostra
disponibilità al confronto». La replica dell'Amat non si è fatta attendere. «Ci siamo dovuti semplicemente adeguare a una recente sentenza
della Corte Costituzionale - spiega il direttore generale dell'Amat, Alberto
Vaccari - le spese di spedizione sono dovute dall'utente. Quando si gestisce,
come nel nostra caso, denaro pubblico, se non si attiva questo meccanismo si
finisce per procurare un danno all'erario. Purtroppo - aggiunge Vaccari
- è un atto dovuto, lo dobbiamo fare, a malincuore ma lo dobbiamo fare...».
Meno di 19 mila euro è l'importo che l'Amat addebiterebbe agli utenti imperiesi
per l'invio delle bollette. «E' vero - conclude Vaccari - che, in passato, su
richiesta delle associazioni dei consumatori, avevamo tolto l'addebito ma, ora,
siamo stati costretti a reintrodurlo. Lo ripeto: non per nostra scelta. In
consiglio di amministrazione c'era più di un contrario...». Giorgio Bracco
08/05/2009 la storia L'addebito era stato soppresso, in passato, proprio su
richiesta delle associazioni dei consumatori. Ora il "triste" ritorno...
08/05/2009
(
da "Sicilia, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Maestro
colpevole 5 anni al preside «Non lo denunciò» Barcellona Pozzo di Gotto. Il
sostituto procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto, Olindo Canali, che in una
lettera aveva espresso perplessità sulla colpevolezza di Pippo Gullotti,
condannato all'ergastolo per l'omicidio del giornalista Beppe Alfano, ha chiesto di essere trasferito dal Csm. A Palazzo dei
Marescialli la prima commissione ha aperto un fascicolo sulla vicenda, dopo che
il sostituto procuratore aveva espresso tali perplessità a conclusione di un
processo in cui lui stesso era pm. Il fascicolo davanti alla commissione, se la
richiesta del pm di essere trasferito venisse accolta, dovrebbe essere
archiviato. Canali ha chiesto di essere destinato o alla Procura di
Caltanissetta o a quella di Gela. La lettera scritta da Canali era arrivata in
forma anonima. Il pm poi ne aveva ammesso la paternità. La richiesta di
trasferimento è ora nelle mani della terza commissione del Csm competente sui
trasferimenti.
(
da "Sicilia, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Pg
favorevole a fine processo Brasilia. Il procuratore generale brasiliano,
Antonio Fernando de Souza, ha dato ragione al ministro della Giustizia, Tarso
Genro, sull'asilo politico concesso all'ex terrorista rosso Cesare Battisti e
ha chiesto l'estinzione del processo a suo carico in Brasile. Il parere del
procuratore generale in questo caso è solo consultivo, e non vincolante,
rispetto alla decisione finale che dovrà emettere il Supremo tribunal federal
(Stf, la Corte Costituzionale brasiliana). Per De Souza,
l'atto di concessione dell'asilo politico è politico e espressione della
sovranità dello Stato brasiliano. De Souza ha anche suggerito che il processo
presso il Stf sia estinto anche prima di essere giudicato, facendo sua la
richiesta presentata dal nuovo legale di Battisti, l'avvocato
costituzionalista Luis Roberto Barroso. «Ritengo non procedente l'azione e mi
manifesto prima ancora che sia giudicata chiedendo l'estinzione del processo»,
scrive De Souza nel documento inviato al Supremo Tribunal. Il fatto che il pg
abbia dato il suo responso ieri fa pensare ad una possibile accelerazione dei
tempi per la sentenza sull'estradizione dell'ex terrorista, in carcere a
Brasilia in attesa del giudizio del Stf.
(
da "Corriere della Sera"
del 09-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Cronache data: 09/05/2009 - pag: 20 Le motivazioni
della Consulta Sarà il medico a decidere quanti ovociti fecondare La sentenza
sugli embrioni «Si possono congelare» La Corte costituzionale cambia la legge 40, insorgono i cattolici ROMA Sarà più libero
il medico. Libero di scegliere le cure migliori e meno rischiose per le coppie.
Valutando anche la possibilità di mettere da parte gli embrioni «prodotti ma
non impiantati». È la deroga al divieto di congelamento la vera sorpresa
della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha parzialmente bocciato la
legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Nelle motivazioni scritte
dal giudice Alfio Finocchiaro e pubblicate ieri dopo oltre un mese di attesa si
riconosce al ginecologo «autonomia e responsabilità» nello stabilire di volta
in volta quanti ovociti fecondare (attualmente c'era un limite di tre). Non
solo. Potrà decidere quanti «frutti» della provetta trasferire nell'utero.
Alcuni dei divieti fondamentali della legge secondo il giudice violano
l'articolo 3 della Costituzione «sotto il duplice profilo del principio di
ragionevolezza e di quello di eguaglianza in quanto il legislatore riserva il
medesimo trattamento a situazioni dissimili. Violano inoltre l'articolo 32 «per
il pregiudizio alla salute della donna ed eventualmente del feto». La sentenza
in teoria rivoluziona già da oggi l'attività dei centri. Il medico potrà
valutare ad esempio se sia il caso di fecondare quattro ovociti e, una volta
ottenuti un certo numero di embrioni, stabilire di non impiantarli tutti in
un'unica soluzione, come invece era previsto. La Corte però chiarisce che
«resta salvo il principio secondo cui le tecniche non devono creare un numero
di embrioni superiore a quello strettamente necessario». La preoccupazione di
base resta quella di evitare che si riempiano di nuovo i bidoni di azoto
liquido, la sostanza usata per la crioconservazione. Nel complesso però la
Consulta smonta lo steccato che ha delimitato l'attività dei centri di
fecondazione artificiale negli ultimi 5 anni. La considerazione di fondo è che
«la tutela dell'embrione non è assoluta» ma che occorre trovare «un
bilanciamento con l'esigenza di procreazione ». Resta in piedi l'ultimo
pilastro, il divieto di diagnosi preimpianto (se i genitori sono portatori di
malattie genetiche si possono selezionare gli embrioni sani), barriera che era
però stata in parte abbassata con la modifica delle linee guida allegate alla
legge da parte dell'ex ministro della Salute, Livia Turco. E proprio le linee
guida dovranno essere cambiate, alla luce della sentenza. Il sottosegretario al
Welfare Eugenia Roccella intende muoversi presto: «La legge resta al suo posto
pur con le modifiche forzate. Emerge un'incoerenza interna alla Corte. La
sentenza rispettava l'impianto del testo, le motivazioni vanno oltre. Non
conoscono i dati. Ci sono passaggi ambigui». Carlo Casini, del Movimento per la
Vita, si dice indignato per una «decisione che offende la ragione e
l'eguaglianza tra gli esseri umani». Il sottosegretario all'Interno, Alfredo
Mantovano, parla di «ideologica non condivisione» da parte dei giudici. Per la
sinistra è una rivincita. «È stata pienamente confermata la ragione dei
ricorrenti e di tutti quelli che avevano denunciato iniquità », affermano i
Radicali. «Non si possono fare le leggi ignorando la scienza», commenta il
senatore Pd Ignazio Marino. Barbara Pollastrini, deputata del Pd, chiede al
Parlamento di rivedere la legge. Margherita De Bac mdebac@corriere.it
(
da "Repubblica, La"
del 09-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina X
- Torino Caselli, i 70 anni del Procuratore una vita dalla parte della legge Il
personaggio Dalle Br alla mafia, dal Csm all´impegno civile
le sfide di un magistrato austero e progressista Cattolico e figlio di una
famiglia operaia, ha seguito inchieste tra le più scottanti d´Italia Tifoso
granata, di cortesia subalpina, tenace e concreto va considerato tra i torinesi
migliori ETTORE BOFFANO Compie 70 anni oggi, 9 maggio, Giancarlo
Caselli: "il procuratore" per antonomasia. E a guardarlo con quel suo
fisico asciutto e con ancora tutti i capelli sul capo (ma bianchi, da una vita:
il "Biancone", lo chiamavano i mafiosi nelle intercettazioni) ti
viene la voglia di dargliene almeno 15 di meno, oppure di riconoscergliela
tutta quella sua preziosa "vecchiaia" giudiziaria, ormai quasi unica
in Italia. Che mette assieme le storie più terribili della violenza, della
criminalità e anche della politica italiane. Tra Torino e Palermo, con in mezzo
la Roma del Csm. E il terrorismo delle Brigate Rosse e di Prima Linea, i morti
ammazzati, lo Stato che rischia il tracollo, gli amici o i colleghi di quei
giorni feroci uccisi tra i tanti altri morti, e infine quella cultura,
cresciuta nel cattolicesimo austero e giansenista di una famiglia operaia e
nelle convinzioni della sinistra sociale, messa alla prova da chi, proclamando
gli stessi ideali, aveva scelto la via delle armi e della lotta armata. Poi
l´impegno in "Magistratura Democratica" e l´elezione al Csm, nella
stagione difficile del "corvo di Palermo" e della delegittimazione di
Giovanni Falcone e dei "giudici ragazzini". Infine, dopo Capaci e via
D´Amelio, la scelta di prendere il posto proprio di Falcone e di Borsellino,
nella Sicilia delle stragi e con quel pedigree da "ufficiale del Savoia
Cavalleria" che aveva sconfitto le Br, ma che pareva poco adatto a capire
e inseguire i boss. Arriva nel giorno dell´arresto di Totò Riina, diventa il
procuratore che dà l´assalto al cielo delle protezioni politiche di Cosa
Nostra, porterà in aula il mistero del "bacio tra Riina e Belzebù" e
trascinerà sul banco degli imputati il "divo" Giulio Andreotti. Non
riuscirà a farlo condannare formalmente, ma nella tasca della giacca ha sempre
con sé la motivazione della sentenza che sancisce come solo la prescrizione del
reato abbia cancellato un´evidente e prolungata complicità. Infine il ritorno a
Torino, in Procura Generale, e adesso per lo scambio con l´amico di una vita:
Marcello Maddalena. Ora Giancarlo Caselli è da pochi mesi procuratore della
Repubblica a Torino: non poté diventare invece procuratore nazionale Antimafia
perché la destra di Berlusconi votò una legge per impedirglielo. Un caso unico
in Europa. Non ha mai messo da parte l´impegno continuo, senza nulla togliere a
un lavoro quasi ossessivo e assoluto, per propagandare la legalità. Dal
terrorismo alla mafia. E poi il Gruppo Abele di don Ciotti (un altro grande
amico), l´associazione Libera, il volontariato silenzioso. La famiglia, la
moglie e i due figli, la nipotina Giulia che oggi accompagnerà il nonno (o il
nonno accompagnerà lei) al Museo Egizio, dopo la presenza istituzionale alla
festa della Polizia. Il ricordo dei colleghi e degli amici portati via dalla
violenza: Carlo Alberto Dalla Chiesa, Bruno Caccia, Guido Galli, Emilio
Alessandrini, don Pino Puglisi. Senza dimenticare le scuole dai salesiani al
Valsalice e anche le partite di tennis (ce ne furono persino alcune
"studiate" dai killer brigatisti. Poi il pentito Peci gli racconterà:
«Giudice, eravamo pronti a ucciderla!») . C´è stata anche un´Italia (ma, per
fortuna, non una Torino) che ne ha fatto un avversario politico, che lo ha
insultato e diffamato (Vittorio Sgarbi è stato condannato per questo). Magari
non tutti gli avvocati lo amano, almeno quelli che non considerano il confronto
nelle cose di Giustizia come fatto di doveri, rispetto istituzionale e
applicazione di ogni norma. Non è immediatamente facile attraversare la sua
cortesia molto subalpina e molto controllata. Dopo, chi ci riesce, scopre un
uomo sincero, a volte troppo secco nelle sue timidezze, forse un po´ innamorato
di sé ma senza malizie, testardo e tenace riguardo alle proprie idee, concreto
e organizzato nel ragionare sino a sembrare pignolo, mai incoerente, mai
comunque sgarbato o disattento nei confronti dell´altro. Tifoso del Toro
(l´unica cosa capace di fargli perdere la testa e di trasformarlo in supporter
scatenato e da dimenticare), anche giornalista "pubblicista". Un
settantenne che Torino deve mettere tra i suoi uomini migliori.
(
da "Repubblica, La"
del 09-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
XI - Napoli Inchiesta rifiuti, strappo di De Chiara Lettera
al Csm: "Lepore disse di non turbare il governo" DARIO DEL PORTO Uno
stralcio dettato dall´esigenza di non turbare il governo. Secondo quanto scrive
il procuratore aggiunto Aldo De Chiara in una lettera inviata al Csm, sarebbe
stata spiegata anche in questo modo dal procuratore capo Giandomenico Lepore,
la scelta di separare alcune posizioni, fra le quali quelle dei prefetti
Alessandro Pansa e Guido Bertolaso, dall´elenco degli imputati all´inchiesta su
presunti illeciti nella crisi rifiuti. Nella missiva, De Chiara ha integrato la
ricostruzione fornita nell´audizione svoltasi a Palazzo dei Marescialli alcuni
giorni or sono, fornendo nuovi particolari sulla riunione in Procura del 24
luglio sfociata nello strappo fra il procuratore e i pm Giuseppe Noviello e
Paolo Sirleo, che in disaccordo con la scelta del capo non firmarono le
richieste di rinvio a giudizio. Lepore ha più volte ripetuto che alla base
dello stralcio c´era la volontà di approfondire le posizioni di indagati che
peraltro, a differenza di altri protagonisti dell´inchiesta, non erano stati
raggiunti da ordinanza cautelare. Ma quelli erano anche i giorni più acuti
dell´emergenza rifiuti e Lepore ha sempre rivendicato, con i suoi collaboratori,
il dovere per il capo dell´ufficio di valutare tutte le implicazioni di una
eventuale iniziativa, senza con questo intaccare l´autonomia dei pm o
l´obbligatorietà dell´azione penale. La lettera di De Chiara riapre però un
caso che sembrava appena chiuso: martedì il plenum del Csm aveva approvato una
delibera nella quale si definiva lo stralcio come «una revoca implicita», così
come ritenuto dai pm Noviello e Sirleo, ma si escludevano ripercussioni della
vicenda sulla compattezza dell´ufficio. La missiva è adesso agli atti della
prima commissione, che ha aperto una pratica "a tutela" dei pm
Noviello e Sirleo sulla scorta del documento, firmato anche da Lepore, inviato
dopo le affermazioni del premier Berlusconi durante l´inaugurazione del termovalorizzatore
di Acerra.
(
da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
II - Palermo Contributi, stop dal commissario L´ira di Cascio: "Ha
sconfinato" "Beneficiari fantasma". Torna in vita la tabella
dell´anno scorso Nel mirino anche il festival "O´ Scià" di Lampedusa
e i centomila euro per i Legionari di Cristo Piro difende Di Pace Cimino:
"Un affronto all´Ars". La legge sarà pubblicata senza le parti
impugnate EMANUELE LAURIA La Finanziaria del contributo selvaggio interrompe la
sua breve corsa in piazza Principe di Camporeale. Tocca al commissario dello
Stato bocciare la manovra pre-elettorale approvata dall´Ars dieci giorni fa. è
il prefetto Alberto Di Pace, alla fine, a impugnare l´intero articolo che dava
il via libera a quella pioggia di finanziamenti senza precedenti a enti,
associazioni, centri studi che aveva elevato l´asticella della spesa sino alla
quota record di 78 milioni: 14 in più dell´anno scorso. Dai soldi per i
Legionari di Cristo a quelli destinati ai "pistoleri" per hobby del
Combat club di Gela: cadono tutti, gli oltre cento nuovi sussidi concessi da
Palazzo dei Normanni. Il commissario dello Stato fa notare come l´articolo 77
da un lato abroghi le norme che autorizzavano le spese contenute nella tabella
H (il vecchio elenco di contributi) e dall´altro inserisca direttamente in
bilancio nuove uscite non previste in alcuna legge pre-esistente. «L´estrema
genericità di queste disposizioni - scrive Di Pace nel ricorso alla Consulta -
potrebbe compromettere, come già si prospetta nel corrente esercizio
finanziario, il principio costituzionale del buon
andamento della pubblica amministrazione». Ma va oltre, il commissario, e
addita «almeno 47 capitoli di spesa che non consentono l´individuazione certa
dei destinatari»: nel mirino finiscono, fra gli altri, i capitoli che erogano
100 mila euro ai Legionari di Cristo, 100 mila all´Associazione Scarlatti e 50
mila a "La svolta". «Nella prevalenza dei casi - prosegue il prefetto
- non è indicata la finalità per la quale il contributo è erogato»: in questo
caso, gli esempi fatti riguardano pure il sussidio da 200 mila euro assegnato
alla fondazione O´ Scià, che organizza il concerto di Baglioni a Lampedusa. E
ci sono anche capitoli nei quali mancano «l´indicazione della natura del
beneficiario, la sede, l´attività svolta e la finalità dell´erogazione»: fra
questi il commissario mette in evidenza i 100 mila euro assegnati
all´associazione Caput mundi, riconducibile al deputato del Pdl Franco Mineo.
Alcuni dei 253 organismi finanziati dalla Regione non figurano neppure su
Internet. Ma il commissario censura il fatto che «gli assegnatari dei
contributi siano sostanzialmente individuati a prescindere dalla verifica dei
requisiti e dalla rilevanza sociale dell´attività svolta». Che effetto ha
l´impugnativa del commissario dello Stato? Fa tornare in vita i contributi
della vecchia tabella H che veniva soppressa dalla norma bocciata. Le cifre
sono quelle che nella Finanziaria dell´anno scorso erano previste per il 2009.
La spesa totale scende, nei fatti, a 57 milioni. In sintesi, l´intervento del
prefetto farebbe «risparmiare» 21 milioni rispetto a quanto era stato
stanziato. Ma il colpo di scure non fa arretrare di un passo l´assessore al
Bilancio, Michele Cimino: «L´intervento del commissario è un affronto al lavoro
fatto dal Parlamento siciliano che rappresenta il popolo sovrano». Ed è
durissima la reazione del presidente dell´Assemblea, Francesco Cascio: «L´Ars -
dice - solleverà conflitto di attribuzione davanti alla
Corte costituzionale, ma si
apre una discussione sull´esigenza di mantenere in vita l´istituzione del
commissariato dello Stato, che non esiste nelle altre regioni d´Italia». Cascio
accusa Di Pace di avere sconfinato e di volere assumere un ruolo
"politico": «L´Ars - afferma - aveva risolto un problema:
l´abolizione della tabella H, in quanto la stessa consolidava delle
posizioni di privilegio che, però, evidentemente sono dure a morire. Non vorrei
che il commissario dello Stato si sia lasciato influenzare dalle polemiche condotte
dagli stessi difensori del privilegio». Il presidente dell´Ars ha intenzione di
chiedere al governo di riproporre in un nuovo disegno di legge le norme
impugnate. Una "sfida" al prefetto. «Ma intanto, per non bloccare il
bilancio in attesa del parere della Consulta - dice Cascio - non possiamo che
pubblicarne il resto senza le parti censurate». Ma il dibattito alla fine si
sposta sul ruolo del commissario. Rudy Maira, capogruppo dell´Udc, si chiede:
«Che senso ha questa figura in un sistema federalista? E d´ora in poi
smettiamola pure con la richiesta di pareri preventivi al prefetto, sembra un
esercizio di genuflessione». Voce dissonante nella maggioranza quella di Marco
Falcone (Pdl), per il quale «l´intervento del commissario è stato
provvidenziale». L´opposizione difende invece la figura del controllore delle
leggi regionali: «Questa vicenda mette in evidenza solo la necessità che ci sia
molta più attenzione alla qualità delle leggi che si fanno», dice il dirigente
del Pd Franco Piro, che per primo aveva denunciato l´illegittimità della
manovra dell´Ars. Il capogruppo dei democratici, Antonello Cracolici, bacchetta
Cascio: «Chi volesse ridiscutere il ruolo del commissario deve ricordare che le
sue prerogative sono indicate dallo Statuto». Fuori del Palazzo, la
soddisfazione di Valeria Ajovalasit (Arcidonna): «Per fortuna abbiamo il
commissario dello Stato a porre freni agli sprechi della nostra classe
politica».
(
da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
II - Napoli La polemica Stralcio rifiuti, la verità di Lepore "Quell´inchiesta era incompleta" Il procuratore interviene dopo la
lettera di De Chiara Il Csm verso nuove audizioni dei pm DARIO DEL PORTO Una
richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei prefetti Alessandro Pansa e
Guido Bertolaso avrebbe rappresentato, alla fine di luglio del 2008, «un´iniziativa
giudiziaria in quel momento ancora incompleta». La decisione di disporre
lo stralcio di quelle posizioni, insieme ad altre sei, dall´elenco degli
imputati dell´inchiesta su presunti illeciti nella gestione della crisi
rifiuti, spiega il procuratore Giandomenico Lepore, fu assunta tenendo conto
«esclusivamente della necessità di garantire il diritto di difesa degli
indagati che non erano stati oggetto di misura cautelare e che legittimamente
chiedevano di compiere ulteriori accertamenti». Ma non nasconde, il capo dei
pm, di aver operato anche una riflessione più ampia prima di disporre quel
provvedimento ancora al centro di polemiche dopo dieci mesi. «Come in ogni
valutazione che comporti rilevati implicazioni sull´esercizio di pubbliche
funzioni - afferma il procuratore - doverosamente ho soppesato limiti e
conseguenze che un´iniziativa giudiziaria in quel momento ancora incompleta
avrebbe potuto riflettere sull´emergenza rifiuti che in quei giorni tanto
drammaticamente interessava il nostro territorio». In quel contesto, prosegue
Lepore, «mi sono posto anche il problema dei rischi che un´iniziativa non
sufficientemente approfondita e ponderata potesse creare per la collettività e
per gli esiti giudiziari, se non costruita con il necessario approfondimento.
Come è mio costume - rileva ancora il magistrato - ho sottoposto le mie
convinzioni e le mie perplessità ai colleghi». Ecco dunque la verità di Lepore
su quella scelta sofferta, non condivisa dai pm Giuseppe Noviello e Paolo
Sirleo, finita all´esame del Consiglio giudiziario e poi del Csm che martedì
sembrava aver chiuso la pratica con un voto contrastato (dieci a favore, sei
contro, quattro astenuti) ma apparentemente risolutivo, perché dava ragione ai
sostituti sulla natura del provvedimento, considerato «revoca implicita» e come
tale bisognoso di una motivazione, riaffermando al tempo stesso la compattezza
dell´ufficio inquirente e il suo impegno «in prima linea» contro ogni forma di
illegalità. A riaprire il caso è arrivata però la lettera inviata a Palazzo dei
Marescialli da uno dei magistrati di vertice della Procura, il procuratore
aggiunto Aldo De Chiara, coordinatore del pool Ecologia, che ha voluto
integrare con una nota scritta il contenuto dell´audizione di alcuni giorni or
sono raccontando un particolare della riunione tenuta il 24 luglio 2008 per
tirare le somme dell´inchiesta: lo stralcio, riferisce in sostanza De Chiara,
fu motivato da Lepore anche con l´esigenza di non turbare il governo. Domani la
nota sarà esaminata dalla prima commissione del Csm, dove è ancora aperta la
pratica "a tutela" dei pm Noviello e Sirleo avviata dopo le frasi del
premier sui «manager eroi» di Impregilo. Scontate, a questo punto, nuove
audizioni per fare piena luce sulla vicenda. Nella sua replica, Lepore premette
di non essere stato «preliminarmente messo al corrente» della lettera del suo
vice e non cita mai Pansa o Bertolaso, limitandosi a parlare di «alcuni
indagati». Rimarca di essersi sempre imposto, «come responsabile del più grande
ufficio giudiziario requirente d´Italia, di evitare qualsiasi polemica, cosa
che peraltro dovrebbe appartenere alla deontologia di ogni magistrato». Ma
aggiunge di aver ravvisato, dinanzi ai resoconti di stampa della mossa del
procuratore aggiunto, «la necessità di ribadire pubblicamente quanto affermato
in sedi istituzionali al fine di evitare equivoci e strumentalizzazioni». E
sottolinea ancora una volta di considerare quella decisione «rispettosa delle
norme vigenti, coerente con l´imprescindibile dovere di accertare i fatti, pur
nel difficile contesto della gravità della situazione cittadina determinata
dall´emergenza rifiuti, senza voler minimamente intaccare - conclude il
procuratore - l´autonomia dei colleghi o trascurare il principio di
obbligatorietà dell´azione penale».
(
da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 4
- Interni L´Italia riapre il caso Battisti "Francia e Brasile
indulgenti" Il terrorista sarà difeso da Lollo nel parlamento sudamericano
La polemica Il j´accuse di Napolitano ai due governi: "Incomprensibile
indulgenza" OMERO CIAI ROMA - è severo il presidente Napolitano quando,
nel corso della celebrazione della Giornata della Memoria, ricorda i
«trattamenti incomprensibilmente indulgenti» riservati a «terroristi condannati
per fatti di sangue e per lungo tempo sottrattisi alla giustizia italiana». Il
presidente non cita i due terroristi, ma il suo riferimento a Cesare Battisti e
Marina Petrella è evidente. «Attenzione e rigore - insiste Napolitano - ho
dovuto mostrare in tempi recenti nei rapporti con i Capi di Stato della Francia
e del Brasile per difendere tra l´altro il prestigio del nostro sistema
democratico, che ha dato e dà tutte le garanzie dovute nell´amministrazione
della giustizia, e anche nella gestione delle sanzioni penali. Spero - ha
concluso - che la mia voce sia ascoltata con spirito di amicizia». Un giudizio
e un appello che oggi può pesare molto di più sul caso Battisti, ancora aperto
in Brasile, che su quello di Marina Petrella, chiuso con il no all´estradizione
per motivi umanitari, in Francia. Dopo la concessione dell´asilo politico da
parte del ministro della Giustizia all´inizio dell´anno, infatti, il processo
per l´estradizione dell´ex terrorista dei Pac è ancora in attesa di una
sentenza da parte del Tribunale Supremo di Brasilia. Il dibattito tra giudici,
procura, avvocati e politici in Brasile è serrato e previsioni sul verdetto
nessuno vuole farne. Martedì nella Commissione diritti umani del Parlamento
brasiliano si svolgerà un incontro al quale parteciperà, invitato come
"giornalista italiano", addirittura Achille Lollo, uno dei tre ex
militanti di Potere Operaio condannati per la strage di Primavalle. Insieme a
Lollo, che dopo la fuga dall´Italia raggiunse prima l´Angola e poi il Brasile,
ci saranno Fred Vargas, la giallista francese che protegge Battisti e finanzia
tutte le spese per la sua difesa; il ministro della Giustizia, Tarso Genro; e
gli avvocati dell´ex terrorista. Ad organizzare l´incontro sono i deputati e i
senatori del Pt, il partito del presidente Lula, e l´intento chiaro quello di
fare pressione sui magistrati del Tribunale. Intanto la sentenza tarda anche
perché i nodi giuridici da sciogliere sono complessi e i pareri discordi. «Sarà
una sentenza emblematica per la nostra storia giuridica» ha detto De Mello, uno
degli undici magistrati del Tribunale Supremo (un organo che in Brasile ricopre anche funzioni della nostra Corte
Costituzionale), scusandosi del ritardo per un verdetto che è previsto entro la
fine del mese di maggio ma che potrebbe slittare ancora. A favore di Battisti
s´è pronunciato in questi giorni il procuratore capo della nazione, De Souza,
consegnando una memoria nella quale sostiene che il Tribunale dovrebbe
estinguere il processo, perché l´attribuzione dell´asilo è un atto
politico del governo che non può essere messo in discussione dai magistrati.
Per il principio della separazione dei poteri - argomenta De Souza - qualsiasi
decisione di politica internazionale, come la concessione dello status di
rifugiato ad uno straniero, compete esclusivamente al governo brasiliano e
l´ultima parola non spetta ai magistrati ma semmai al presidente Lula. Le
parole di Napolitano hanno avuto eco in Brasile ma anche in Italia, dove sia il
ministro La Russa che l´esponente del Pd, Piero Fassino, hanno detto di
condividere la posizione del Quirinale.
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI PROFESSIONISTI data: 2009-05-09 - pag: 27
autore: Corte costituzionale. Depositata la sentenza che ha censurato le disposizioni della
legge 40 sulla procreazione assistita Fecondazione, decide il medico Stop al
limite dei tre embrioni e alle regole su impianto e conservazione Donatella
Stasio ROMA «In materia di pratica terapeutica, la regola di fondo deve essere
l'autonomia e la responsabilità del medico che, con il consenso del
paziente, opera le necessarie scelte professionali». In materia di fecondazione
assistita, quindi, d'ora in poi sarà il medico curante a stabilire, caso per
caso, quanti embrioni produrre (non necessariamente tre), quanti impiantarne
nell'utero della donna e quanti crioconservarne in vista di impianti
successivi, tenendo conto delle condizioni di salute della paziente. Ieri la
Consulta ha depositato la sentenza n. 151 (scritta dal giudice Alfio
Finocchiaro e già anticipata il 1Ú aprile scorso) che dichiara incostituzionale "il cuore" della legge n. 40 del
2004. Con la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale», dunque, si aprirà una
nuova stagione per le coppie che decidano di ricorrere alla procreazione
medicalmente assistita (si veda «Il Sole 24 Ore» del 3 aprile scorso). Non
solo. Il richiamo fatto dalla Corte all'autonomia e alla responsabilità del
medico nella scelta della terapia da seguire, con il consenso del paziente,
sebbene già contenuto in precedenti decisioni del 2002 e 2003, è destinato a
pesare anche sulle future scelte legislative in materia di bioetica. I giudici
ricordano, infatti, che le «acquisizioni scientifiche e sperimentali», peraltro
«in continua evoluzione», rappresentano «un limite alla discrezionalità
legislativa». La legge 40 è stata colpita al cuore perché non ha tenuto conto
né di queste acquisizioni, né del ruolo del medico curante né, soprattutto,
della salute della donna (ed eventualmente di quella del feto, aggiunge la
Corte). A cadere è l'articolo 14,non a caso intitolato «limiti all'applicazione
delle tecniche sugli embrioni», che stabiliva una sorta di automatismo perché
imponeva la produzione di non più di tre embrioni, da impiantare
contemporaneamente, a prescindere dalla valutazione del medico curante.
Spetterà invece a quest'ultimo ogni decisione su quanti ovuli fecondare e
quanti embrioni produrre, in considerazione della salute psico-fisica della
paziente e della sua età. Scrive infatti la Corte: il limite dei tre embrioni e
dell'unico impianto comporta la «moltiplicazione dei cicli di fecondazione»
perché «non sempre i tre embrioni eventualmente prodotti risultano in grado di
dar luogo a una gravidanza. Le possibilità di successo variano, infatti, in
relazione sia alle caratteristiche degli embrioni sia alle condizioni
soggettive delle donne che si sottopongono» alla procreazione assistita «sia,
infine, all'età delle stesse, il cui progressivo avanzare riduce gradualmente
le probabilità di una gravidanza». La Corte osserva che il limite dei tre
embrioni, da un lato, «finisce per favorire - rendendo necessario il ricorso
alla reiterazione dei cicli di stimolazione ovarica, ove il primo impianto non
dia luogo ad alcun esito - l'aumento dei rischi di insorgenza di patologie che
a tale iperstimolazione sono collegate »; dall'altro lato, «determina - in
quelle ipotesi in cui maggiori siano le possibilità di attecchimento - un
pregiudizio di diverso tipo alla salute della donna e del feto, in presenza di
gravidanze plurime, avuto riguardo al divieto di riduzione embrionaria
selettiva di tali gravidanze, salvo il ricorso all'aborto». D'ora in poi,al
medico spetterà, non solo la valutazione, caso per caso, su quanti embrioni produrre,
ma anche su quanti impiantarne per assicurare «un serio tentativo di
procreazione assistita, riducendo al minimo ipotizzabile il rischio per la
salute della donna e del feto». Ciò significa che sarà lui a decidere anche se
e quanti embrioni congelare. La Corte ha infatti censurato la legge perchè
limitava il congelamento ai casi di malattia acuta della donna. Ora, invece, il
medico potrà decidere quanti embrioni crioconservare, in vista di impianti
successivi, per non pregiudicare la salute della paziente. © RIPRODUZIONE
RISERVATA IL PRINCIPIO Secondo la Consulta il professionista deve valutare in
autonomia con il consenso del paziente
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI PROFESSIONISTI data: 2009-05-09 - pag: 27
autore: INTERVISTA Michele Ainis Università Roma Tre «La legge non sceglie le
cure» Marco Bellinazzo ROMA «Non può essere la legge a dire agli ingegneri come
si costruiscono i ponti o ai medici come si cura la gente». Per Michele Ainis,
ordinario di Diritto pubblico all'Università Roma Tre, la sentenza n. 151 con
cui la Corte costituzionale ha cancellato uno dei
cardini della legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita – l'articolo 14,
comma 2, che impone il contemporaneo impianto dei tre embrioni – rappresenta
una lezione di civiltà giuridica. Leggendo le motivazioni, depositate ieri, quali
conseguenze si possono trarre? La sentenza traccia una via antiideologica per
affrontare tutti i delicati temi a cavallo tra scienza ed etica. Oltre che un
argine al legislatore " prepotente". La Consulta ha ribadito il
principio per cui quando ci sono questioni scientifiche controverse la legge, e
la politica che confeziona le leggi, devono fare un passo indietro. A chi
spetta la decisione allora? In materia di pratiche terapeutiche la regola deve
essere l'autonomia e la responsabilità del medico. Il quale non può essere
obbligato da una direttiva generale e astratta ma deve poter valutare insieme
al paziente quale sia la strategia medica più appropriata nell'irripetibile
peculiarità del caso. In altre parole, la Corte suggerisce che la Costituzione
privilegia sempre un approccio pragmatico alle questioni di bioetica?
Esattamente. Al contrario dell'approccio che si è seguito per la legge 40 o che
di solito si segue in Italia. Penso a tutte le recenti polemiche sul testamento
biologico. Crede che questa decisione possa aprire la strada ad altri
interventi demolitori sulla legge 40? Sì. La Corte ha usato il coltello della
logica per recidere alcuni nodi di auto-contraddizione della legge 40. Come
quando fa notare che prima la legge enuncia il principio per cui deve essere
assicurata la minore invasività possibile per la salute della donna delle
tecniche di procreazione assistita e poi detta vincoli e divieti che producono
gli effetti opposti. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Approccio pragmatico differente
da quello seguito nel dibattito sul testamento biologico» Il costituzionalista.
Michele Ainis IMAGOECONOMICA
(
da "Tempo, Il"
del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa I
vantaggi Si potranno utilizzare fino a dodici gameti. Limite a otto per le più
giovani Più facile diventare mamma a 40 anni Quali sono le
concrete conseguenze dal punto di vista tecnico dopo la pronuncia della Corte Costituzionale?
Che cosa accadrà in una clinica dedicata alla fecondazione assistita? Con la
nuova formulazione decisa dalla Corte Costituzionale adesso il medico ha la
possibilità di evitare il limite di solo tre ovociti o gameti fecondati
nell'utero della futura madre. Quanti ne potrà utilizzare? La risposta è
semplice tenendo conto dell'orientamento dei medici in tutto il mondo. Si parla
di otto gameti nel caso di una donna giovane e addirittura dodici nel caso di
una quarantenne. Il medico in seguito esaminerà gli embrioni che si saranno
formati e, quando avranno raggiunto le dimensioni ottimali, provvederà a
impiantarli utilizzando o meglio selezionando soltanto quelli che hanno una
elevata possibilità di attecchimento. Rimane sempre per il medico l'obbligo di
evitare nella maniera più assoluta il cosiddetto «spreco» sia di ovociti che di
embrioni. Di questi ultimi saranno predisposti al congelamento soltanto quelli
che saranno adeguatamente formati e che sono arrivati a uno stadio di
blastocisti. La blastocisti è un preembrione che si forma nella prima parte del
processo di embriogenesi, dopo la formazione del blastocele, ma prima
dell'impianto. Possiede una massa cellulare interna (Cim), o embrioblasto, che
in seguito forma l'embrione, e una esterna, trofoblasto che forma la placenta.
Nella legge il congelamento degli embrioni in soprannumero rispetto alle
necessità dell'impianto è considerato legittimo. Più delicato invece è il tema
del trasferimento nell'utero della paziente. Un tempo avvenivano parti plurigemellari
in maniera notevole, a conclusione di una fecondazione assistita, suscitando in
un certo senso anche scandalo. Questi parti plurimi, infatti, creavano non
pochi problemi alle coppie. Adesso l'orientamento è di trasferire in una donna
giovane al massimo due embrioni, proprio per evitare il rischio di una nascita
plurigemellare. In una quarantenne ovviamente si adotterà un metro diverso
perché le possibilità di nascite multiple sono più remote. Gia. Cal.
(
da "Tempo, Il"
del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa
La Corte di Cassazione boccia parte della "legge 40" Basta viaggi
all'estero per i figli in provetta Arriva la svolta. La Corte di Cassazione
boccia parte della "legge 40": il medico potrà scegliere il numero di
embrioni da impiantare. Esulta il professor Severino Antinori, pioniere della
fecondazione assistita, il quale, nel suo fondamentale
ricorso alla Corte Costituzionale, in occasione del referendum, aveva fatto
osservare che l'obbligo di utilizzare al massimo tre embrioni per volta, da
impiantare contemporaneamente, durante un procedimento di fecondazione
assistita, violava l'articolo 3 della Costituzione «sotto il duplice profilo
del principio di ragionevolezza e di quello di uguaglianza, perché il
legislatore riserva il medesimo trattamento a situazioni dissimili». La norma
creava problemi anche per l'articolo 32 per «il pregiudizio alla salute della
donna, ed eventualmente del feto a esso connesso». Accogliendo in sostanza
nella sua totalità quest'argomentazione la Corte Costituzionale, ha in parte
bocciato la «legge 40» sulla procreazione assistita stabilendo l'«autonomia e
responsabilità del medico» nel determinare di volta in volta il numero
necessario di embrioni da impiantare, e «riducendo al minimo ipotizzabile il
rischio per la salute della donna, ed eventualmente del feto». La sentenza
conferma il ricorso al congelamento di quegli embrioni «prodotti ma non
impiantati per scelta medica». La norma in vigore, fino ad oggi, consentiva la
conservazione a bassissima temperatura in appositi contenitori solo in caso di
non prevedibile malattia acuta della donna. Secondo la Corte resta «salvo il
principio secondo cui le tecniche di produzione non devono creare un numero di
embrioni superiore a quello strettamente necessario», tuttavia a stabilire tale
numero saranno «accertamenti demandati al medico», con l'esclusione della
previsione «dell'obbligo di un unico e contemporaneo impianto e del numero
massimo di embrioni da impiantare». Tutti i rischi e i problemi, secondo la
Corte, si verificano perché la legge 40 «non riconosce al medico la possibilità
di una valutazione del singolo caso sottoposto al trattamento, con conseguente
individuazione, di volta in volta, del limite numerico di embrioni da
impiantare». Il professor Antinori, che è stato il primo a presentare ricorso
insiste, oggi, sull'assurdità (addirittura talebana secondo il ginecologo) del
limite dei tre embrioni, causa di una moltiplicazione dei cicli di fecondazione
con un aumento dei rischi di una iperstimolazione ovarica con tutte le conseguenze».
L'aspirante mamma rischiava di essere oberata di farmaci, tollerabili per un
tentativo, ma improponibili in forma continuativa. «è una grande vittoria della
nostra civiltà giuridica - conclude - che permetterà di evitare a centinaia di
mamme i viaggi della speranza all'estero con un aggravio di spese e una perdita
spesso della qualità dell'assistenza». La parola adesso alla sottosegretaria al
Welfare con delega alla bioetica, Eugenia Roccella, che dovrà emanare le nuove
norme di attuazione della legge sulla fecondazione assistita dopo la Sentenza
della Consulta.
(
da "Secolo XIX, Il"
del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Napolitano:
«Stragi, verità ancora lontana» Stretta di mano fra le vedove di Pinelli e di
Calabresi Roma. Un gesto che vale più di mille parole. Il senso della Giornata
della memoria, in cui il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ricorda le vittime
di stragi e terrorismo, sta tutto in quella stretta di mano rinviata per 40
anni tra le due vedove del commissario Luigi Calabresi e di Giuseppe Pinelli,
il ferroviere anarchico volato giù da una finestra della questura di Milano nel
'69, dopo la strage di piazza Fontana. L'evento è di quelli che segnano una
svolta e rimangono nei libri di storia: una storia macchiata dal sangue delle
vittime di bombe, attentati e agguati che richiedono la forza di «guardare
avanti senza dimenticare quello che è accaduto, ma superando ogni istinto di
rancore», dice Napolitano. C'è l'esigenza, però, anche di fare chiarezza sulla
catena di stragi, da Ustica a piazza Fontana alla stazione di Bologna, al
centro di «una lunga e tormentatissima vicenda di indagini e processi da cui
non si è riusciti a fare scaturire una esauriente verità giudiziaria». Nelle
parole del Capo dello Stato non c'è indulgenza né per gli stragisti né per i
terroristi, protagonisti di un medesimo disegno eversivo, convergente nel fine
di destabilizzare il sistema democratico. Le inchieste giudiziarie così come
quelle parlamentari non hanno fatto piena luce sull'«oscura strategia della
tensione» che ha insanguinato per anni l'Italia. «Identificarono - dice
Napolitano ai suoi ospiti - l'ispirazione politica delle stragi ma non tutte le
responsabilità di ideazione e di esecuzione». Al rammarico per le mancate
verità sulle stragi, il Capo dello Stato associa una durissima condanna del
terrorismo rosso, sottolineando che fu «eversione» non contestazione: anzi fu
una «stagione sciagurata» che non può ammettere «ricostruzioni basate su
memorie romanticheggiati e autogiustificative». Napolitano auspica una «visione
unitaria» sulla storia degli anni di piombo e delle stragi ma questo non
significa sminuire o confondere le responsabilità perché«non c'è
giustificazione o attenuante possibile» per chi sparò su bersagli politici
innocenti. Ecco perché Napolitano ricorda di aver chiesto più«attenzione e
rigore» ai capi di Stato di Francia e Brasile in presenza di certi «trattamenti
incomprensibilmente indulgenti, riservati a terroristi italiani condannati da
fatti di sangue e da lungo tempo sottratti alla giustizia italiana». Si tratta
di Marina Petrella e Cesare Battisti, che non sono stati estradati nonostante
le richieste del governo italiano e le sollecitazioni di Napolitano. Insomma,
il Capo dello Stato invita tutti, i familiari delle vittime e il Paese, a
«guardare avanti senza dimenticare», soprattutto per «sventare il rischio che
tornino i fantasmi del passato; fantasmi come quelli del terrorismo rosso che
sono di recente apparsi alla sbarra nel processo in corso a Milano». Se la
Giornata della memoria accomuna «nel rispetto e nell'omaggio i familiari di
tutte le vittime di una stagione di odio e di violenza», Napolitano dedica
tuttavia, rivolgendosi commosso alla vedova, parole di «rispetto e omaggio»
alla «figura di un innocente, Giuseppe Pinelli, che fu vittima due volte: prima
di pesantissimi, infondati sospetti e poi di un improvvisa, assurda fine». «Qui
non si vuole rimettere in questione un processo - precisa Napolitano - qui si
compie un gesto politico e istituzionale, si rompe il silenzio su una ferita,
non separabile da quella dei 17 che persero la vita a piazza Fontana, e su un
nome, di cui va riaffermata e onorata la linearità, sottraendola alla rimozione
e all'oblio». Nel salone, ad ascoltare Napolitano, è schierato il pubblico
istituzionale delle grandi occasioni, che prima della cerimonia ha deposto una
corona di fiori in via Caetani, davanti alla lapide che ricorda il sacrificio di
Aldo Moro. Ci sono i presidenti della Camera Gianfranco
Fini e il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, e c'è un nutrito drappello
di ministri. Ci sono i superstiti degli anni bui di stragi e terrorismo. Ma gli
occhi sono tutti puntati sulle quelle donne, segnate dal tempo e dal dolore di
una stessa vicenda, che per la prima volta si incontrano dopo 40 anni e trovano
la forza e il coraggio di riconciliarsi. La vedova del commissario
Calabresi fa il primo passo per ricucire una ferita rimasta aperta per molti
decenni: il suo è un gesto informale, anzi quasi intimo nel clima paludato di
una cerimonia affollata e istituzionale. Gemma Capra Calabresi si avvicina,
sorride, saluta e si china a stringere la mano di Licia Rognini Pinelli, che a
82 anni rimane seduta, lasciando alla figlia Claudia il compito di alzarsi per
dare la mano alla vedova del commissario. «Finalmente possiamo stringerci la
mano e guardarci negli occhi. Finalmente due famiglie si ritrovano», dice Gemma
Calabresi. Le due donne parlano a lungo, anche di «figli e nipoti». E si
lasciano con la promessa di ritrovarsi presto, a casa Pinelli. Avranno molte
cose da raccontarsi. Michele Lombardi lombardi@ilsecoloxix.it 10/05/2009
l'appelloIl Capo dello Stato ha rilevato come l'anarchico Giuseppe Pinelli sia
stato vittima due volte: «A lui sia ridato l'onore» 10/05/2009
(
da "Sicilia, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia
il
braccio di ferro sui fondi fas Palermo. Difficilmente il presidente dell'Ars,
nelle varie legislatura, si è pronunciato a muso duro sulle decisioni del
Commissario dello Stato. Francesco Cascio ieri ha picchiato duro: «Il
Commissario dello Stato si è assunto una gravissima responsabilità entrando nel
merito delle scelte politiche del Parlamento regionale, che ha votato la legge
finanziaria con grande consapevolezza e, in particolare, l'art. 77
all'unanimità». Quello che sostituisce la tabella H. Ed in proposito aggiunge:
«L'Ars aveva risolto un problema che ci impegnava da anni con l'abolizione
della tabella H che consolidava posizioni di privilegio evidentemente dure a
morire. Non vorrei che il Commissario dello Stato si sia lasciato influenzare
dalle polemiche condotte dagli stessi difensori del privilegio, perciò mi
riservo di studiare attentamente le motivazioni della decisione. La legge,
infatti, era ineccepibile dal punto di vista parlamentare, formale e costituzionale, nonché per quanto riguarda la copertura
finanziaria, che era stata certificata dagli uffici. L'impugnativa dell'art. 77
avrà ricadute pesanti sull'amministrazione regionale: creerà caos e disagio,
difficili da gestire da parte degli uffici». «L'Ars conclude Cascio solleverà conflitto di attribuzione
davanti alla Corte Costituzionale, ma, intanto, per quanto
mi riguarda si apre una discussione sull'esigenza di mantenere in vita
l'Istituzione stessa del Commissariato dello Stato, che non esiste nelle altre
regioni d'Italia. Istituzione questa che, travalicando le proprie competenze
costituzionali, si è tradotta in un'illegittima intrusione nella libera volontà
di un Parlamento che sin dall'inizio di questa legislatura ha operato
bene. Valuteremo nelle prossime ore che posizione assumere di fronte a questa
decisione che non può certo passare inosservata». Alle dichiarazioni del
presidente dell'Ars reagisce il capogruppo del Pd Cracolici: «Di fronte alle
decisioni del Commissario dello Stato serve sobrietà e senso delle istituzioni.
Chi volesse ridiscutere il ruolo stesso del Commissario deve ricordare che le
sue prerogative sono indicate dallo Statuto e per intervenire in questo campo
sarebbe necessaria una modifica delle norme statutarie». Nel merito della
decisione sui contributi ad enti e associazioni, rileva che, «di fatto, con il
suo intervento il Commissario dello Stato fa venir meno un provvedimento che
aveva suscitato sconcerto, anche per l'enormità della sua portata». In linea
col presidente dell'Ars, il capogruppo dell'Udc Maira: «C'era una volta il
Commissario dello Stato! Alla luce delle decisioni, direi
"politiche", prese dall'ufficio diretto da Alberto Di Pace, è da
chiedersi se tale organo abbia ragione d'esistere in un sistema di poteri
basato sul federalismo». Nell'ambito della maggioranza, Falcone (Pdl) invece
definisce la censura, «intervento provvidenziale e non inaspettato» che gli fa
tirare «un sospiro di sollievo su una questione che avrebbe aperto un triste
percorso senza precedenti, mi riferisco alla indiscriminata pioggia di
contributi ad enti, associazioni e pseudo - associazioni che hanno fatto
levitare a dismisura le spese del Bilancio. Auspico che il Governatore Lombardo
e l'Assessore Cimino, ripropongano, immediatamente, in Aula, gli articoli
censurati per le dovute variazioni, in ossequio alle opportune indicazioni
dettateci dal dr. Alberto Di Pace». G.C.
(
da "Sicilia, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Crocetta
attacca il giudice Caponcello «Non è antimafia» Catania. «In un momento in cui
nelle Istituzioni c'è bisogno di persone determinate ed esperte nella lotta a
Cosa nostra, apprendo che il Csm ritiene di mandare alla Procura nazionale chi,
in indagini sul controllo da parte della mafia sulla grande distribuzione
alimentare, e sui collegamenti dell'imprenditore Scuto di Catania con boss
palermitani, è stato bacchettato dalla procura generale di Catania, che avocò il
procedimento per mala gestio». Con
queste parole il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, candidato nel Pd alle
elezioni europee, ha puntato ieri l'attenzione su uno dei sei candidati che il
plenum del Csm nominerà alla Dna, il giudice Carlo Caponcello, attuale presidente
della seconda sezione penale del Tribunale di Catania. Secondo Crocetta - che
cita atti della Commissione parlamentare antimafia, ma non nomina direttamente
Caponcello - «questo magistrato catanese aveva omesso di procedere nei confronti
di importanti esponenti del clan Laudani, braccio armato dei Santapaola, poi
condannati a pene severissime, nel processo nato dall'avocazione. Eppure quel
magistrato era stato oggetto di interrogazione parlamentare per sue condotte in
altre importanti indagini, quelle dell'appalto dell'ospedale Garibaldi, in cui
emersero collusioni politiche-mafiose, in cui aveva tentato di impedire che si
indagasse il cognato Ignazio Sciortino, oggi dell'Udc, ostacolando l'attività
di intercettazione nei suoi confronti». Immediata la replica di Caponcello,
secondo il quale le dichiarazioni del sindaco di Gela sono «tanto gratuite
quanto farneticanti, gravemente offensive della mia dignità personale ed umana
ed intollerabilmente lesive della mia onestà e del mio prestigio professionale».
Caponcello ha dato mandato ai suoi legali per tutelare la sua reputazione.
«Constato, con grande amarezza e stupore, che un impegnato e coraggioso
esponente politico, strumentalizzando la propria carica e la propria
candidatura elettorale - ha aggiunto il magistrato - tenti di interferire e di
condizionare, intaccandone l'autonomia e l'indipendenza, l'operato del
Consiglio della magistratura il quale non ha, certamente, bisogno di essere
ispirato dalle sleali insinuazioni
del Crocetta per compiere, consapevolmente e in piena legittimità e libertà, le
sue scelte. Sono certo che il sindaco Crocetta, se eletto, vorrà rinunciare
all'mmunità parlamentare per rispondere della sua condotta innanzi alla
autorità giudiziaria». I parlamentari Enzo Bianco e Giovanni Burtone, sorpresi
per il contrasto tra due uomini noti per le loro battaglie antimafia, hanno
dichiarato che certamente Crocetta ha avuto «informazioni distorte» e hanno
manifestato piena solidarietà al giudice Caponcello.
(
da "Stampa, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Intervista
Il legale dell'italiano Il governo non si ferma nonostante le parole di
Napolitano "Un omicidio? Forse ma non è terrorismo" PAOLO MANZO
BRASILIA BRASILIA Anche un ex terrorista come Achille Lollo prenderà parte
all'audizione pubblica nel Parlamento brasiliano sul caso Battisti, in
programma domani a Brasilia. Per ironia della sorte la notizia dell'audizione
con la partecipazione di Lollo è stata diffusa un giorno prima delle
dichiarazioni del presidente della Repubblica italiana Napolitano nel corso
della celebrazione del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del
terrorismo. La conferma viene dal sito ufficiale della Camera dei Deputati del
paese verde oro, che non esita a definire Lollo «un giornalista italiano
radicato in Brasile». Silenzio assoluto, invece, sul suo passato, come a dire
che queste questioni sembrano non interessare. O forse che creano qualche
problema alle forze politiche che da mesi discutono sulla possibile
estradizione dell'ex membro dei Pac, i Proletari Armati per il Comunismo, dopo
il riconoscimento dello status di rifugiato politico da parte del Ministro
della Giustizia Tarso Genro. Lollo infatti, prima di essere «un giornalista
italiano radicato in Brasile» è stato uno dei tre militanti di Potere Operaio
che, insieme a Alessio Casimirri e Manlio Grilli, fu condannato per il rogo di
Primavalle. Soprannominati dai loro stessi compagni dell'epoca «quelli
dell'Arancia Meccanica» o semplicemente «dei matti» i tre sono stati condannati
a 18 anni di reclusione per aver ucciso nella notte tra il 15 e il 16 aprile
1973, i fratelli Mattei, Virgilio di 22 anni e Stefano di 8, figli di quel
Mario Mattei segretario della sezione missina di Primavalle. Dei tre esecutori
dell'omicidio Lollo era stato l'unico ad aver messo piede in una cella
italiana. Due anni in galera, poi la liberazione nel giugno del 1975 dopo la
prima sentenza che aveva assolto tutti e tre dal reato di strage per
«insufficienza di prove». Poi la fuga in Angola e in Brasile dove nel 1993
Lollo trascorre solo 6 mesi in un carcere di Rio de Janeiro. Niente
estradizione per lui ma la libertà, con tanto di scuse ufficiali delle autorità
brasiliane per le quali il reato di cui era accusato in Italia era da
considerarsi prescritto. Oggi Lollo risiede nel quartiere carioca di Botafogo,
a due passi da Copacabana e, oltre a fare il giornalista, si presenta come uno
degli ideologi del Psol, il partito della sinistra radicale nato nel 2004 dalle
costole del Pt (Il "Partido dos Trabalhadores" di Lula). Lollo
presenziò all'atto della fondazione del PSOL e forse proprio per questi
trascorsi, prima di terrorismo in Italia e poi di politica in Brasile, adesso
viene chiamato a difendere Battisti nell'audizione di domani. Oltre a Lollo
parteciperanno all'audizione di domani il ministro Tarso Genro, la scrittrice
francese Fred Vargas, uno degli avvocati di Battisti e infine un rappresentante
del Consiglio Federale dell'Ordine degli Avvocati del Brasile. Ad organizzare
l'incontro sono i deputati e i senatori del Pt con l'obiettivo di fare pressione
sui magistrati del Supremo Tribunale Federale che su Battisti e sulla sua
estradizione dovrà presto pronunciarsi. Nel suo intervento il presidente
italiano Napolitano non ha mai citato esplicitamente il nome di Battisti ma il
riferimento, insieme a quello a Marina Petrella, è stato evidente quando ha
ricordato «i trattamenti incomprensibilmente indulgenti riservati a terroristi
condannati per fatti di sangue e per lungo tempo sottrattisi alla giustizia italiana». Per ora, però, da Brasilia nessuna risposta,
presenza di Lollo alla Camera a parte.\Luis Roberto Barroso è l'ultimo avvocato
entrato a far parte del numeroso pool di difensori dell'ex terrorista Cesare
Battisti. Avvocato Barroso, lei difende la tesi che quelli commessi da Battisti
sarebbero crimini politici e, quindi, sarebbe corretta la decisione del
ministro Genro di concedergli il rifugio politico. Su cosa basa la sua
convinzione? «Su tanti elementi ma soprattutto sulle tante e rumorose reazioni
del governo e dello stato italiano. Contro la decisione del nostro ministro
della Giustizia Tarso Genro, abbiamo gli interventi del vostro presidente della
repubblica Napolitano, quelli dei ministri degli Esteri Frattini, della
Giustizia Alfano e della Difesa La Russa. Tutti si sono pronunciati con forza
contro la decisione del governo brasiliano. La Russa ha addirittura guidato una
manifestazione, a Milano, e una sua recente dichiarazione è stata "certo
che non lo torturiamo anche se mi piacerebbe"». Credo che quella di La
Russa fosse solo una battuta. «Sarà, ma è evidente che questo tipo di reazioni
rivelano che in Italia Battisti non è trattato come un criminale comune, ma
rappresenta il simbolo di un'epoca e catturarlo è una sorta di regolamento di
conti politico con il passato». Ma è stato lo stesso ministro brasiliano Genro
che ha dato per primo una connotazione politica al caso. Con Lollo, Mancini e
Pessina il Brasile rifiutò l'estradizione e punto. Sa, è la prima volta che un
italiano riceve il rifugio politico. «Credo che Battisti non possa essere
estradato per le stesse ragioni di Lollo, Mancini e Pessina. Non per motivi
umanitari, come nel caso della Petrella, ma perché il Brasile considera
politici i crimini per cui Roma ha chiesto l'estradizione e la costituzione
brasiliana del 1988 proibisce l'estradizione per motivi politici». Ma allora perché, in questo caso, il ministro della Giustizia
brasiliano ha concesso il rifugio? «Perché l'esecutivo non aveva certezze su
come avrebbe agito il sistema giudiziario, essendoci la divisione dei poteri, e credo che Genro abbia
preso questa decisione per non correre il rischio dell'estradizione.
Certo è che la reazione dell'Italia, oggi, è totalmente differente rispetto a
quella tenuta dalla stessa Italia nei confronti della Francia nei primi anni
Novanta». Sì, ma all'epoca a Parigi c'era la dottrina Mitterand. «Va bene, ma
oggi anche in Brasile c'è una dottrina. Noi crediamo che gli italiani che
furono attivisti durante gli anni di piombo debbano essere trattati come
criminali politici. E noi non estradiamo criminali politici». Questa è la sua
tesi da avvocato difensore di Battisti... «Certo, il caso divide, ne sono
consapevole e non è una questione banale anche dal punto di vista politico. Il
fatto che ci siano state dure critiche a Genro, anche in Brasile, rivela che la
decisione è complessa. Ma io sono sicuro che Genro ha avuto ragione». Anche ad
entrare nel merito di un processo di condanna che, in Italia, è passato
attraverso tre gradi di giudizio? «A non poter entrare nel merito è il Supremo
Tribunale Federale (il massimo organo del giudiziario brasiliano,
equiparabile alla nostra Corte Costituzionale, che deciderà la sorte di
Battisti nei prossimi mesi, ndr). Ma il ministro della Giustizia può farlo
senza problema». Sì, ma ammetterà che concedere il rifugio politico a un ex
terrorista, seppure siano passati 30 anni, è senza precedenti. «Senta, la
parola terrorista è cambiata dopo l'11 settembre. Atto di terrorismo è un
attentato in cui lei colpisce indiscriminatamente persone innocenti. Tirare
bombe alle stazioni ferroviarie è terrorismo, perché si uccidono
indiscriminatamente esseri umani. E in Italia il terrorismo è stato di destra».
Ma in Italia c'erano terroristi anche a sinistra. Il timore era indiscriminato
e palpabile dalla gente, comune e innocente. Come Torreggiani, un gioielliere.
«Sì, ma Torreggiani viaggiava armato». Perché era un gioielliere... «Va bene,
ma il terrorismo oggi è associato alle Torri gemelle. Uccidere una persona è
omicidio, è una cosa differente: può anche avere ucciso per motivi
ingiustificati, ma non si tratterebbe di terrorismo. Io non credo che le azioni
commesse da Battisti possano essere tecnicamente qualificate come terrorismo
nel senso stretto della terminologia. Una cosa è un attentato politico, un'
altra il terrorismo». Quindi, a suo avviso, i membri dei PAC e delle BR non
erano terroristi? «Credo che in Italia li si definisca terroristi per
stigmatizzare queste persone, e lo capisco. Qui in Brasile si dibatte sulla
legge dell'Amnistia della quale hanno beneficiato anche i torturatori durante
il periodo della dittatura militare. Io credo che chi è stato torturato abbia
un diritto eterno a puntare il dito contro i torturatori, ma ciò non vuol dire
che lo stato - valutando altre circostanze - non possa concedere un'amnistia,
come in effetti ha fatto».
(
da "Resto del Carlino,
Il (R. Emilia)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
SECONDA
CATEGORIA pag. 24 Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Sc S.Ilario
0-2 Boca Barc... Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Sc S.Ilario
0-2 Boca Barco-Rocca 68 1-0 Campeginese-Castelnovo 02 3-1 Mezzani-Viadana 1-3
S.Leo CSM-Team Frontiera 1-2 Sorbolo-Real Bibbiano 2-1 Tricolore
Planet-Vetto 2-3 TotaleReti SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana6126194359219Boca
Barco6026186242168 Sc S.Ilario592618534397Campeginese512615655230-1 Rocca
68452613674428-7Team Frontiera4026124103630-12 Castelnovo
022526510112533-27Mezzani2526510113042-27 Vetto252667132337-27Barcaccia242659123346-28
Sorbolo242666142538-28S.Leo CSM2326411113252-29
Tricolore Planet182646161645-34Real Bibbiano182646161649-34I Verdetti: Viadana
promossa. Boca Barco agli spareggi. Tricolore Planet e Real Bibbiano
retrocesse.
(
da "Resto del Carlino,
Il (Cesena)" del 11-05-2009)
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AGENDA
CESENA pag. 5 )PROVINCIA Lucchi (Pri): «Sulle grandi opere Bulbi sembra Batt...
)PROVINCIA Lucchi (Pri): «Sulle grandi opere Bulbi sembra Battisti...» CHI
PARLA di provincia integrata nei due centri primari di Forlì e Cesena
sinceramente non ha fatto un'attenta analisi. Nell'ultima legislatura appena
conclusa, poco o nulla è stato fatto per creare una vera area metropolitana
d'integrazione fra territorio forlivese e cesenate. L'integrazione si ottiene
con lo scambio veloce, e in questo il collegamento della nuova via Emilia è
fondamentale. Accorciare i tempi di percorrenza fra Cesena e Forlì pensando
anche a realizzare una metropolitana di superficie che colleghi piazza del
Popolo a Cesena e piazza Saffi a Forlì darebbe realmente possibilità di scambi
continui e di accesso ai servizi pubblici non sempre presenti ed efficienti in
uguale misura nelle due realtà. Peccato che, in certe opere, la maggioranza del
presidente uscente Massimo Bulbi non metta grande energia; insomma per citare
la canzone di Lucio Battisti "io vorrei, non vorrei ma se vuoi"
Giovanni Lucchi, candidato alla presidenza della Provincia, Pri )LEGGE 40 Sen.
Bianconi: «Un'altra sentenza ideologica della Corte
Costituzionale» A PROPOSITO della Legge 40, siamo davanti all'ennesima sentenza
della Corte Costituzionale puramente ideologica perché non fa altro che voler
mettere dei paletti al diritto di vivere. Dalle motivazioni della Consulta
emerge la chiara volontà di non considerare persona il concepito e, quindi,
lo priva di qualsiasi diritto andando contro lo stesso articolo uno della Legge
40 che lo considera tale. Voler introdurre la crioconservazione così come
lasciare alla discrezione del medico quanti ovuli impiantare significa
consentire la distruzione di un essere umano. Questo la maggior parte degli
italiani non lo vuole e non l'ha voluto quando ha deciso con il referendum di
sostenere la legge sulla fecondazione assistita uscita dal Parlamento. Risulta
evidente ormai che la magistratura tende sempre più spesso a voler riscrivere
le leggi in base al proprio pensiero sostituendosi arbitrariamente al
legislatore. Laura Bianconi, vice presidente dei senatori Pdl )SCUOLA I nonni
dell'Arcobaleno tengono vivi dialetto e tradizioni L'ASSOCIAZIONE Arcobaleno,
che da anni gestisce il Centro Sociale ex Montecatini in via Vigne 71 a Cesena,
grazie alla grande disponibilità dei suoi soci, collabora da diversi anni con
la scuola elementare Vigne. Si tratta di un grande impegno che coinvolge, sia
dal punto di vista didattico che da quello sociale, non solo gli insegnanti ma
anche persone che dedicano una buona parte del tempo libero ai bambini, nonni
dell'Arcobaleno in questi anni hanno di fatto coinvolto i bambini nella
coltivazione dei prodotti ortofrutticoli tipici del territorio, raccontate le
nostre tradizioni, esperienze di vita e l'approccio al dialetto romagnolo, che
hanno prodotto un vivace interesse degli alunni e, di conseguenza, all'interno
delle loro famiglie. Ringraziamo in particolar modo Paride Belli, augurandogli
di rimettersi presto in salute, per avere creato l'orto didattico,
un'esperienza affascinante per i ragazzi; Maria Moroni per avere riproposto le
tradizioni romagnole della cucina, cose semplici come i biscotti, la ciambella,
le cantarelle e altri dolci ancora, che corrono il rischio di essere travolti
dalla pubblicità industriale. Infine, per avere avviato un percorso importante
che avremmo piacere di continuare, di strutturare nell'ambito di tutta la
scuola e, perché no, anche ad altre direzioni didattiche, l'insegnamento del
dialetto romagnolo, ringraziamo Carla Masini e Benito Galbucci per avere
collaborato con l'insegnante Maria Grazia Civinelli all'avvio di questa
esperienza illustrando il significato di parole comuni, ricorrenti, che i bambini
possono riscontrare, risentire nell'ambito di casa, del quartiere, comprendere
e anche utilizzare; non solo, ma anche canzoni tipiche del territorio cesenate
che i bambini hanno accolto e imparato con notevole entusiasmo. Tonino Mordenti
)MUNICIPIO Angeli (Lf): «Com'è difficile andarci a piedi» IL COMUNE di Cesena
non è dotato nemmeno di un portabiciclette e i mezzi a due ruote dei cittadini
risultano quindi accatastati alla meno peggio davanti all'ingresso, ostacolando
il passaggio e addirittura ostruendo la passerella per i disabili. La
situazione è peggiorata nei giorni di mercato dalla carenza di spazio e
dall'afflusso di ciclisti alla disperata ricerca di un posto dove...
parcheggiare! Eppure la giunta cesenate predica l'uso della bicicletta, come
mezzo ecologico per muoversi in città, ma dimentica di dotare addirittura la
propria sede municipale (nonchè il mercato coperto) di attrezzature adatte alla
sosta dei mezzi. Un esempio di come spesso si predica bene, ma si razzola
Stefano Angeli, candidato sindaco di Cesena per Libertà e Futuro
(
da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina I
- Napoli Lo scontro tra Lepore e il suo vice torna domani alla prima
commissione del Csm, a cui si rivolge il giudice Morello Resa dei conti in
Procura Interviene l´Anm: "Perché De Chiara parla solo ora?" Per la
prima volta dopo lo strappo, si incontrano oggi il procuratore Lepore e il suo
vice De Chiara, che ha scritto al Csm per aggiungere altri
particolari sullo stralcio delle posizioni di Pansa e Bertolaso dall´inchiesta
rifiuti. Interviene anche l´Anm. Il presidente Tullio Morello invita il Csm a
«valutare il caso per poi voltare definitivamente pagina». E si chiede: «Perché
un procuratore aggiunto, intervenuto al consiglio giudiziario, al Csm e
all´assemblea dei sostituti, ha ritenuto solo adesso di fornire nuovi
elementi?». DARIO DEL PORTO A PAGINA III
(
da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
III - Napoli La querelle I precedenti Caso Lepore, interviene l´Anm
"Perché De Chiara parla solo ora?" è il momento di mettere la parola
fine a una vicenda divenuta ormai interminabile Tocca al Csm Il procuratore
aggiunto aveva già parlato al consiglio giudiziario a Palazzo dei Marescialli e
in assemblea DARIO DEL PORTO Oggi si ritroveranno in ufficio e dunque il
procuratore capo Giandomenico Lepore e il suo vice, Aldo De Chiara,
coordinatore del pool Ecologia, potranno parlare del contenuto della lettera
inviata da De Chiara al Csm per integrare l´audizione svolta a Palazzo dei
Marescialli due settimane or sono. Nella missiva, il procuratore aggiunto
ritorna sullo stralcio, deciso il 24 luglio da Lepore in disaccordo con i pm
Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, delle posizioni di sette indagati, fra i
quali i prefetti Guido Bertolaso e Alessandro Pansa, dall´elenco degli imputati
dell´inchiesta su presunti illeciti nella gestione della crisi rifiuti. Scelta
che, secondo scrive De Chiara nella lettera, sarebbe stata motivata dal
procuratore anche con l´intento di non turbare il governo. Domani il caso
tornerà in prima commissione del Csm, dove è aperta la pratica "a
tutela" di Noviello e Sirleo dopo le affermazioni del premier sui manager
di Impregilo definiti «eroi». E all´organo di autogoverno si rivolge il giudice
Tullio Morello, presidente della giunta distrettuale dell´Associazione
magistrati, che dice: «è arrivato il momento di scrivere la parola fine a una
vicenda interminabile. Spetta al Csm affrontare questo nuovo capitolo,
discuterne le implicazioni e poi voltare definitivamente pagina. Non si sente
il bisogno di altre polemiche». Morello non entra nel merito ma rileva: «Mi
lasciano perplesso due cose: da una parte, il fatto che una lettera indirizzata
in via riservata al Consiglio sia arrivata alla stampa, dall´altra mi chiedo
per quale ragione un procuratore aggiunto, intervenuto in consiglio
giudiziario, al Csm e poi all´assemblea dei sostituti, abbia ritenuto solo
adesso di aggiungere questi nuovi elementi». In consiglio giudiziario, i pm
Noviello e Sirleo avevano ripercorso le tappe del confronto con il procuratore
sulle posizioni di Pansa e Bertolaso, riferendo fra l´altro di quando Lepore
rimarcò che una richiesta di rinvio a giudizio per il sottosegretario avrebbe
scatenato un vero e proprio finimondo e che era determinato a disporre lo
stralcio. Sabato pomeriggio, dopo aver letto sui giornali i resoconti
dell´iniziativa di De Chiara (non smentiti dal magistrato) Lepore ha diramato
una lunga nota nella quale ribadiva di aver ritenuto lo stralcio necessario per
garantire il diritto di difesa a quegli indagati che non erano stati raggiunti
da ordinanza cautelare e aggiungeva di aver «doverosamente soppesato limiti e
conseguenze che un´iniziativa giudiziaria in quel momento ancora incompleta
avrebbe potuto riflettere sull´emergenza rifiuti che in quei giorni tanto
drammaticamente interessava il nostro territorio». Ma intanto la mossa di De
Chiara ha già ottenuto un effetto, quello di far riaprire il
caso che, dopo le audizioni in consiglio giudiziario e poi al Csm, il plenum
del Csm aveva chiuso appena martedì scorso dando ragione ai pm Noviello e
Sirleo sulla natura giudica dello stralcio, ritenuto una «revoca implicita», ma
riaffermando al tempo stesso la compattezza dell´ufficio inquirente.
(
da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
12 - Interni Sul corso di aggiornamento per magistrati a Palermo insorgono
Anedda (An) e Vacca (Pdci): sprechi inaccettabili Un
convegno da 225mila euro: polemica al Csm ROMA - Un convegno per aggiornare 530
toghe da 225mila euro. Mezzo miliardo di vecchie lire. Pagato a metà tra Csm e
ministero della Giustizia. E dove poi? A Palermo, tra il 7 e l´8 luglio, nella
città dove fa politica il Guardasigilli Angelino Alfano. E subito al Csm
ecco mugugni, ironie, aperti dissensi, che accomunano destra e sinistra. Protesta
l´ex aennino Gianfranco Anedda, ma anche Letizia Vacca del Pdci. Due plenum di
scontri, una pratica che va e viene dalla commissione, conti rivisti e calati
di un terzo, ma non basta per tacitare gli oppositori. Anedda punta i piedi: «è
uno spreco inaccettabile, con un ministero che non onora i suoi debiti verso
chi ha subito un processo lumaca e si fa pignorare i beni». Stessa musica dalla
Vacca: «Rischia d´essere un incontro plateale, ma poco proficuo sul piano dei
risultati». Lei, che da docente di diritto alla Sapienza è un´esperta di
formazione, contesta merito e metodo: «è difficile che 516 persone possano
interagire in modo utile in una kermesse di tali dimensioni». Il convegno-corso
è in standby. Con la maggior sponsor, Celestina Tinelli (Pd), che rivede i
conti. Pure il vicepresidente Nicola Mancino non vedrebbe il summit con
entusiasmo, preoccupato per costi, utilità, contestazioni. Come quella sulla
prima sede, il teatro Massimo, considerato anomalo come aula di studio. I 530
dirigenti dovrebbero capire come ha fatto, quand´era procuratore a Bolzano Cuno
Tarfusser, a garantire efficienza e bassi costi. Con 225mila euro? Gli
organizzatori si giustificano con i tanti presenti e i costi di alberghi e
ristoranti. Ma in tempi di crisi non basta qualche dispensa? (l.mi.)
(
da "Resto del Carlino,
Il (Bologna)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMO
PIANO pag. 2 Giustizia, un convegno da 225mila euro Scoppiano
le polemiche al Csm DUE GIORNI A PALERMO. IL CONSIGLIERE ANEDDA: «ALFANO LO
DISERTI» ROMA DUECENTOVENTICINQUEMILA euro, quasi mezzo miliardo delle vecchie
lire, per un incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a Palermo con
tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da ospitare in dieci
differenti alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia, dal
ministro Angelino Alfano al vice presidente del Csm Nicola Mancino (nella foto
LaPresse), dal primo presidente Vitaliano Esposito al Pg della Cassazione
Vincenzo Carbone. Di fronte a una giustizia al collasso per carenza di risorse,
con un «ministero che non onora i suoi debiti verso chi ha subito un processo
lumaca e si fa pignorare i beni», al consigliere del Csm Gianfranco Anedda
(Pdl) tutto questo è sembrato davvero troppo. «E' uno spreco inaccettabile» ha
tuonato nell'ultima seduta del plenum, chiedendo ad Alfano e a Palazzo dei
Marescialli di fare marcia indietro e ottenendo per ora il congelamento
dell'iniziativa. I mugugni al Csm sull'evento finalizzato a esportare negli
uffici giudiziari di tutta Italia le prassi virtuose della procura di Bolzano,
che è riuscita a ridurre le proprie spese e migliorare l'organizzazione,
utilizzando finanziamenti europei, si erano già fatti sentire una settimana
prima, quando la questione era approdata per la prima volta all'esame del
plenum. PIÙ D'UNO tra i consiglieri aveva espresso dubbi sull'utilità
dell'incontro, a cominciare dalla laica del Pdci Letizia Vacca: «Rischia di
essere un incontro plateale ma poco proficuo sul piano dei risultati. Mi pare
difficile che 516 persone possano interagire in maniera utile in una kermesse
di queste dimensioni». Image: 20090511/foto/8529.jpg
(
da "Tribuna di Treviso,
La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
G.
EZZELINA-ARSENAL CUSINATI 2-0 G. EZZELINA: Mattiello, Brunello, Dal Nina,
Pellizzari M., Bordignon ... G. EZZELINA-ARSENAL CUSINATI 2-0 G. EZZELINA:
Mattiello, Brunello, Dal Nina, Pellizzari M., Bordignon L., Zen, Pellizzari P.,
Citton R., Guadagnini (30' st Moscheni), Citton A. (11' st Rinaldo), Reginato
(26' st Stradiotto). Allenatore: Alberton. ARBITRO: Mirarco di Treviso. RETI:
13' Citton, 28' st Guadagnini. SALGAREDA-ALTINO 5-2 SALGAREDA: Izzo, Rosolen
(30' st Marcon), Andreuzza, Salvadori (20' st Bozzetto), Fornasier, Ostanello,
Bigaran, Baccini, Bonotto, Boen, Giabardo (20' st Baldissin). Allenatore:
Cavezzan. ARBITRO: Banzai di San Donà di Piave. RETI: 5' st Baccini, 20' st
Bianco, 26' st Bozzetto, 41' st Baldissin, 42' st Bonotto, 46' st Rossi N., 48'
st Baldissin. PAESE-MARCON 1-5 PAESE: Pozzobon, Alessandrini, Miglioranza (7'
st Valcarenghi), Lipomi, Bonvino, Poratto M., Carlesso, Orlando (7' st
Vincenzi), Tronchin, Stocco R., Porato Mirko (19' st Parisotto). Allenatore:
Pavan. ARBITRO: Bertini di Bassano. RETI: 18' Girardi, 30' Carlesso, 7' st
Cavagni, 15' st Corradi, 19' st Girardi, 43' st Biolo. CASALE-AURORA TV DUE 3-1
CASALE: Andreuzza, Berton, Valotto, Dal Ben, Vanin, Dotto, Calza (40' st
Schiavinato), Vettorello, Rizzato, Simonaggio, Leopizzi (44' st Del Pieri M.).
Allenatore: Favaro. AURORA TV DUE: Caverzerani, Nicolli (40' st Bjtjqi),
Basuzzi, Prandin, Coppe, Gumier, Awuku (40' Camatta), Essjà (20' st Bjtjqi),
Mella, Buqa, Dalla Tor. Allenatore: Gardiman. RETI: 25' Leopizzi, 15' st Coppe,
20' st Calza, 44' st Rizzato. MONASTIER-MIGNAGOLA 4-2 MONASTIER: Biasetto (25'
Criveller), Porcellatto, Fracass, Bortolan, Bardi, Toniolo, Acoleo, Tonon (20'
st Tommasi), Bizzaro (30' st Cremonese), Pietropolli, Vettori. Allenatore:
Dotto. MIGNAGOLA: Biffis, Bonotto, Merotto, Tommasi (15' st Carnio), Pilon,
Fossaluzza, Favaro (10' st Botter), Biasuzzi, Rizzo, Pinto (30' pt Conte),
Mion. Allenatore: Pavan. ARBITRO: Trentin di Treviso. RETI: 15' Vettori, 17'
Rizzo, 25' Bizzaro, 5' st Vettori, 25' st Bizzaro, 43' st Botter. OLMI
CALLALTA-FOSSALUNGA 0-2 OLMI CALLALTA: Casagrande, Vasin (21' st Cremonesi),
Marcigot, Lorenzon, Biscaro, Bettiol M., Visentin, Bruno, Mitzano (25' st
Bettiol G.), Brondolin, Bonotto (15' st Nan). Allenatore: Carniato. DAL SANTO
FOSSALUNGA: Sartoretto, Gambarotto, Mirotto, La Rocca, Gazzolla, Fighera (27'
st Dal Zotto), Azlanaj, Bandiera, Fuser (41' st Pasqualotto), Ruota, Castellan
(27' st Simionato). Allenatore: Grigni. ARBITRO: Doule di Belluno. RETI: 16' pt
Azlanj, 12' st Azlanj. SALVAROSA-CENDON 4-3 SALVAROSA: Ducato,Iozzino, Basso,
Brazzalotto, Beraldo, Visentin, Alessio, Sibillin, Racerro, Torresan, Baldassa.
Allenatore: Scappin. CENDON: Marcuzzo, Bin, Sartori, Zamuner, Caldato, Busato,
Favaro, Lorenzon, Pietrobon, Bessegato, Lecino. Allenatore: Patete. RETI: 5'
Baldassa, 20' Cecino, 40' Racerro, 45' Cecino, 18' st Basso, 27' st Pietrobon,
35' st Torresan. SALVATRONDA-CAMPIGO 1-1 SALVATRONDA: Campagnaro G., Campagnaro
M., Bertolo, Cremasco (23' st Piazza), Salvadori, Fedato, Milani, Marcon, Maci,
Zampieri (37' st Graziotto), Beltrame (8' st Martinelli). Allenatore:
Graziotto. CAMPIGO: Dario, Raso, Gabin, Pizzato, Bertoldo, Bergamin, Bortolotto
(36' st Favarotto), Prior, Bordignon (15' st Piovesan), Favaro, Enti (50' st
Sartor). Allenatore: Turcato. ARBITRO: Zoia di Treviso. RETI: 25' Bordignon,
48' st Graziotto. TREVILLE-S.ELENA 0-0 TREVILLE: Lorenzato, Bortolanza,
Guidolin, Cinel, Salvalaggio, Zillio, Bianco, D'Agostini (40' st De Gasperi),
Parolin (8' st Salvador), Haruna, Righetto (25' st Zuanon). S. ELENA: Erpini,
Paro (20' st Zanardo), Abrushia, Moro, Marostica, De Benedetti, Scomparin,
Cappellazzo, Smaniotto, Mattiuzzo, Tommasella. Allenatore: Dhedin.
GIUSSAGHESE-GORGHENSE 2-3 GIUSSAGHESE: Perissinotto, Cracco, Leorato (st 18' Trevisan),
J. Zoppelletto, Pasian (st 10' Caracciolo), Giomo, I. Zoppelletto, Gobbo,
Valenti, Dalla Pozza, Vicenzino. GORGHENSE: Vivan, Nan, Vettori A., Cancian,
Massarotto (st 20' Dubal), Candosin, Benedetti (st 1' Paro), Rusalen, Serafin,
Favero (st 1' Marchese), Battaglia. RETI: 4' Favero, 32' Battaglia, st 2' I.
Zoppelletto, 35' Valenti, 45' Paro. CAERANO-LA SERNAGLIA 0-1 CAERANO:
Peruzzato, Caverzan (1' st Fassina), Gobbo (1' st Bortolomiol), Brombal,
Pregoma, Tormena, Barp, Possagno, Rizzardo, Marinello, Merlo (20' st Bresolin).
Allenatore: Carniello. LA SERNAGLIA: Buzhala, Pederiva, Alessio (10' st
Fregolent), Giacomin, Saccon, Casagrande, Gerlin (43' st De stefani), Vicente,
Bottega (10' st Modenese), Bortot, Benincà. Allenatore: Trevisan. ARBITRO: Barba
di Treviso. RETE: 15' st Benincà. CASTION-JUVENTINA 0-0 CASTION: Toniolo,
Nussio M. (19' st Fogal), Nussio G., Baggio, Simeoni S. (14' st Simeoni M.),
Fior, Simionato, Scappin (30' st Favaro L.), Nussio L., Gazzola, Pegoraro.
Allenatore: Garbossa. ARBITRO: Paresin di Vicenza. MONTEGRAPPA-FOEN 4-1
MONTEGRAPPA: Codemo, De Martin, Sartor (1' st Merlo), Pinotto (1' st Cervo),
Zen, Bandiera, Galanti (15' st Marchet), Gatto, Pandolfo, Meneghin, Sartori.
Allenatore: Prosdocimo. ARBITRO: Bardin di Conegliano. RETI: 10' Galanti, 23'
Santor, 45' De Martin, 14' st Galanti, 25' st Slongo. SP CALCIO 2005-PIAVE
TEGORZO 1-0 SP CALCIO 2005: Specia, Franceschin, Carretta, Paduano, Granzotto,
Premaor, Tessaro, Caeran, Di Biasio, Bacchetti, Forato. Allenatore: Merlo. ARBITRO:
Spigariol Riccardo di Treviso. RETI: 15' st Carretta. UNION MASER-ALTIVOLESE
1-1 UNION MASER: Mattarollo, Casillo, Santinello E., Bronca, Boschierato,
Casagrande, Morli (22' st Zannino), Santinello F., Pincin (7' st Vettoretto),
Cunial, Berroa (20' pt Bastasin). Allenatore: Calzamatta. ALTIVOLESE: De Capua,
Covolan, Zanet, Merlo, Bogana, Bettamin, Bentivenga (10' st Visentin), Boin,
Bortolon D., Bortolon G., Pasqualetto (1' st Bressan). Allenatore: Martignon.
ARBITRO: Borgo di Treviso. RETI: 5' st Pincin, 15' st Visentin.
FRANCENIGO-GAIARINE 0-0 FRANCENIGO: Zaia, Maset (17' st Mazzucato), Corazza, De
Marchi, Zampol (29' pt Da Dalt), Manfè G., Fedrigo (38' st Biasi), Nardelotto,
Avologno, Vidotto, Nardin. Allenatore: Sozza. GAIARINE: Piccin, Vanette, Lot (3'
st Da Ros), Carlet, Girardo, Bottecchia, Dardengo G., Doimo (24' pt
Gasparotto), Mazzer, Battistuzzi (37' st Dandengo M.), Carnelos. Allenatore:
Cavecchia. ARBITRO: Forenza di Bassano del Grappa. SAN MICHELE-VAZZOLESE 0-3 S.
MICHELE CERFIM: Marcon E., Tonon, Varaschin, Marcon G., Grava, Da Ros G. (20'
st Sari), Grillo, Ceschin, Soldà, Da Ros A.(40' st Carone), Soldan. Allenatore:
Zaros. VAZZOLESE: Baradello, Fornasier, Cais, Vettorel, Montagner, Coppola (25'
st Salamon), Fall (20' st Tommasin), Battistel, Zulian, Battaglini, Franceschet
(15' st Da Ros A.). Allenatore: Paladin. ARBITRO: Vendramin di Treviso. RETI:
21' Fall, 23' Battaglini, 10' st Battaglini. SARMEDE-FULGOR FARRA 2-2 SARMEDE:
Brunetta, De Martin (32' st Cerminara), Tres, Da Fre, Cais, Padelli, Botteon,
Caberlotto, Zanette (20' st Gava), De Luca, Tessarolo (12' st Dal Cin).
Allenatore: Gallo. ARBITRO: Soster di Bassano. RETI: 16' Saviane, 17' Botteon,
30' st Biz, 42' st Cerminara. VITTSANGIACOMO-PONTE ALPI 2-3 VITTSANGIACOMO:
Cipriani, D'Abramo (37' pt Dallanese), Piccin E., Rui, Zanon, Piccin A.,
Frassinelli, Moz (30' st Mazzon), Pin, Visentin (21' st Rossoni), Dal Cin.
Allenatore: Sottana. ARBITRO: Magro di Conegliano. RETI: 15' Pin, 34' Frescura,
44' Pin, 1' st De Villa, 44' st Bortot. SOSPIROLO-BESSICA 2-2 BESSICA: Di
Stefano, Giordan, Marin, Parise, Campagnolo, Roncato (27' Luison), Zandonà (66'
Maggini), Tarraran, Pellizzari, Saulo, Torresin. ARBITRO: Reka di Treviso.
RETI: 8' Calesso autorete, 9' Tancon, 58' Tancon, 70' Parise. LENTIAI-VIRTUS CSM 3-3 VIRTUS: Gosetto, Meneghin, Ferronato, Bet (30' st Bottarel),
Busetti (30' st Villanova), Nardi, Gerlin, Vassalli (8' st Tonon), Di Girolamo,
Puppetti, Bittante. All. Mognon. RETI: 8'e 42' st Zanin, 10' (rig) e 38' st
Puppetti, 4' st Di Girolamo, 20' st Pauletti (rig.).
(
da "Tribuna di Treviso,
La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Evolution,
Barbisano, Resana: che rulli Le prime si divertono, scatta ora la preparazione
ai prossimi playoff promozione Prima vittoria in campionato del Morosini
Biancade Un successo per il futuro Il campionato è giunto al termine e le
regine erano già state designate da qualche domenica, ma restavano da definire
le sfidanti ai playoff. Chi passerà in seconda categoria? Dalla seconda alla
quinta classificata di ogni girone saranno impegnate nelle prossime sfide di
spareggio. Per tutte il sogno della promozione può ancora realizzarsi. La prima
tranche di sfide si svolgerà rispettivamente tra la seconda e la quinta e tra
la terza e la quarta. Le finaliste si disputeranno i posti liberi. Girone A.
Follinese è già promossa ma non si lascia andare neanche ieri, porta a casa
l'ennesima vittoria. Boccadistrada cerca di agguantare i playoff battendo
l'Ardita Pero ma il Campolongo fa altrettanto e si aggiudica l'ultimo posto
disponibile per gli spareggi. La squadra di Pero perde il secondo posto in
classifica e deve accontentarsi del bronzo e della sfida con il S. Giustina,
quarta. Cimapiave, con il solo gol della bandiera in terra felettiana,
raggiunge il secondo gradino del podio. Girone B. Valdosport, regina, si sente
di poter strafare e sfoggia il settebello con il S. Giuseppe. Nessuna sorpresa
tra le sfidanti ai playoff. Csm Resana resta al secondo
posto, con il rammarico di aver perso la vetta agli sgoccioli del campionato ma
con un finale col botto, 6 gol al Pederobba. Chi festeggia di più è sicuramente
il bomber Ruffato che va in rete ben 5 volte e vince pure le scommesse coi
dirigenti, supera 25 gol e andrà a cena gratis almeno quattro volte.
Fontane conclude la stagione con il bronzo e sfiderà il Rovere. Smacco
bruciante per il Postioma che pur aggiudicandosi il quinto posto della
classifica deve lasciare il sogno playoff al S. Gaetano che si è conquistato il
torneo «Provincia di Treviso» e il conseguente diritto agli spareggi. L'ultima
speranza per gli undici di Comin era una defaillance del Rovere, ma è stato
tutto vano. Girone S. Donà. Tre grandi soddisfazioni per le trevigiane. La
Zensonese promossa in seconda categoria, Evolution Team ai playoff e prima
vittoria in campionato del Morosini Biancade. La Tribuna porta... bene,
l'avevamo predetto. Girone Bassano. Union 98 perde l'ultima partita ma poco
importa: ormai sono in seconda categoria. Eagles Pedemontana festeggia una
buona prima stagione con un'altra bella vittoria. (Anna Collavo)
(
da "Tribuna di Treviso,
La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Valdosport passa col settebello Nespolo e soci senza pietà, il San Giuseppe
comincia a ricostruire TREVISO. Valdosport non si accontenta di aver vinto il
campionato, di esser stato promosso in seconda categoria e
di aver sbaragliato l'antagonista Csm Resana nelle ultime domeniche del
campionato. Ieri dà il colpo di grazia e si scaglia su un impotente S.
Giuseppe, 7-0 il bilancio finale. A beffa dei continui sfottò subiti nei vari
campi avversari durante tutto l'anno, il Valdosport commenta: «I montanari sono
i più forti». E lo dimostrano. Dopo un inizio stagione in sordina, a
detta loro per colpa «del vino e della vendemmia», reagiscono e fanno loro il
girone. Per gran parte dell'anno restano in vetta in compagnia del Resana e poi
con la volata finale conquistano la promozione. Omaggio della squadra al
presidente San Vito e all'allenatore Francesconi, vere colonne portanti della
squadra e della società. Ora non resta che festeggiare e oggi la festa sarà
doppia: Valdobbiadene rende onore alla squadra locale e ospita la terza tappa
del Giro d'Italia. Il gran finale sarà poi il weekend di bagordi sulla costa
romagnola di Rimini. Dal canto suo la squadra di S. Giuseppe accusa il colpo
dell'ultima giornata ma guarda al futuro. Giuseppe Falzone, numero 11 locale
commenta: «L'obiettivo di quest'anno, per la nostra società al suo primo
campionato, era quello di creare un gruppo solido. Possiamo fare un mea culpa
su alcune partite che potevano essere giocate meglio ma era un anno di
transizione. Il nostro mister De Biasi ha saputo raccogliere e rimettere in
sesto dei giocatori fermi da qualche tempo, mettendoli in grado di conquistare
anche qualche punto importante». L'anno prossimo è atteso un miglioramento.
«Abbiamo ancora qualcosa da chiedere alla classifica, le basi solide per delle
importanti conquiste ci sono». La squadra di S. Giuseppe ha però il grande
onore di aver vinto una corona importante: si sono classificati primi nella
gara del fairplay, vincendo la coppa disciplina del girone B. Ed ora, finito il
campionato, è il momento del meritato riposo? Non ancora, nelle prossime
settimane la società di S. Giuseppe sarà impegnata nei preparativi della nona
edizione del torneo «Calciotto 2009» che vedrà impegnati ben 600 giocatori di
tutte le categorie, suddivisi in quaranta squadre. (a.c.)
(
da "Tribuna di Treviso,
La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
BADOERE
- FONTANE: 1 - 1 BADOERE - FONTANE: 1 - 1 RETI: 10' pt Bertuola, 14' pt Francesco Favaro CSM RESANA - PEDEROBBA: 6 - 0 RETI: 10' pt Ruffato (rigore), 10' st
Tosetto, 18' st, 27' st, 45' st e 46' st Ruffato MILAN GUARDA - FANZOLO: 1 - 3
RETI: 45' pt Cattarin, 5' st De Faveri, 25' st Luise, 43' st Gasparotto
PADERNELLO - ROVERE SARTORATO: 1 - 2 RETI: 10' pt Lopes, 15' pt Nicolas
Sartorato, 30' pt D. Pozzebon VEDELAGHESE - S. GAETANO: 2 - 2 RETI: 16'
pt Zilio, 11' st Canonico, 19' st Callegari, 35' st Miotto VIDOR - S. ANTONINO:
1 - 1 RETI: 25' st Scaboro, 35' st Piazza VOLPAGO CAM - POSTIOMA: 3 - 4 RETI:
9' pt Poles (rigore), 31' pt Fregolent (rigore), 49' pt Simone Pavan (rigore),
9' st Pizzolato, 22' st Minotto, 43' st Simone Pavan, 44' st Minotto M.
BIANCADE - FOSSALTA: 2 - 1 RETI: 15' pt Montagner, 41' st e 45' st De Biasi
TORRE MOSTO - EVOLUTION TEAM: 0 - 6 RETI: 7' pt Battistiol, 10' pt e 31' pt
Bonotto, 34' pt Andrea Berto, 44' pt Cruzzolin, 32' st Zottarel ZENSONESE -
PONTE CREPALDO: 3 - 1 RETI: 10' pt Frasson, 5' e 40' st Beye, 25' st Zigoni.
UNION 98 - EUROCALCIO: 3 - 4 RETI: 25' pt e 37' st Mundar, 42' st Peruccon
PEDEMONTANA - F. BASSANO: 2 - 0 RETI: 16' pt Bernardi, 40' st G. Reginato
(
da "Tribuna di Treviso,
La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
ARDITA
PERO - BOCCADISTRADA: 0 - 1 ARDITA PERO - BOCCADISTRADA: 0 - 1 RETI: 47' st
Zanella BARBISANO - TARZO REVINE: 7 - 1 RETI: 2' pt Vidal, 20' pt Ignetto, 30'
pt Vidal, 36' pt Antoniazzi, 44' pt De Zotti, 3' st Shani, 20' st Vidal, 21' st
Coly CAMPOLONGO - BASALGHELLE: 3 - 0 RETI: 35' pt, 45' pt e 20' st Zanchetta
FELETTO - CIMAPIAVE: 0 - 1 RETI: 42' st Callegaro FOLLINESE - VALLATA 99: 2 - 1
RETI: 25' st Vendrame, 30' st Gusman, 38' st Gallon SANTA GIUSTINA - BREDA: 5 -
0 RETI: 3' pt Della Giustina, 14' pt Grava, 35' pt Birro, 38' st Coly, 45' st
Zanette LOVISPRESIANO - PARé: 1 - 2 RETI: 40' pt Rasera (rigore), 40' st Frare,
45' st Polo PRO REFRONTOLO - SUSEGANESE: 3 - 2 RETI: 40' pt Fioretti, 17' st
Zanella, 30' st Polo, 33' st Cagnato, 47' st Polo BADOERE - FONTANE: 1 - 1
RETI: 10' pt Bertuola, 14' pt Francesco Favaro CSM RESANA - PEDEROBBA: 6 - 0 RETI: 10'
pt Ruffato (rigore), 10' st Tosetto, 18' st, 27' st, 45' st e 46' st Ruffato
MILAN GUARDA - FANZOLO: 1 - 3 RETI: 45' pt Cattarin, 5' st De Faveri, 25' st
Luise, 43' st Gasparotto PADERNELLO - ROVERE SARTORATO: 1 - 2 RETI: 10' pt
Lopes, 15' pt Nicolas Sartorato, 30' pt D. Pozzebon VEDELAGHESE - S.
GAETANO: 2 - 2 RETI: 16' pt Zilio, 11' st Canonico, 19' st Callegari, 35' st
Miotto VIDOR - S. ANTONINO: 1 - 1 RETI: 25' st Scaboro, 35' st Piazza VOLPAGO
CAM - POSTIOMA: 3 - 4 RETI: 9' pt Poles (rigore), 31' pt Fregolent (rigore),
49' pt Simone Pavan (rigore), 9' st Pizzolato, 22' st Minotto, 43' st Simone
Pavan, 44' st Minotto M. BIANCADE - FOSSALTA: 2 - 1 RETI: 15' pt Montagner, 41'
st e 45' st De Biasi TORRE MOSTO - EVOLUTION TEAM: 0 - 6 RETI: 7' pt
Battistiol, 10' pt e 31' pt Bonotto, 34' pt Andrea Berto, 44' pt Cruzzolin, 32'
st Zottarel ZENSONESE - PONTE CREPALDO: 3 - 1 RETI: 10' pt Frasson, 5' e 40' st
Beye, 25' st Zigoni.
(
da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Cronaca
Italiana Pagina 107 Csm Anedda blocca la riunione troppo costosa Csm -->
ROMA Duecentoventicinquemila euro, quasi mezzo miliardo delle vecchie lire, per
un incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a Palermo con tutti i capi
degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da ospitare in dieci differenti
alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia: dal ministro Angelino
Alfano al vice presidente del Csm Nicola Mancino,. Di fronte a una giustizia al
collasso per carenza di risorse, con un «ministero che non onora i suoi debiti
verso chi ha subito un processo lumaca e si fa pignorare i beni», al
consigliere del Csm Gianfranco Anedda tutto questo è sembrato davvero troppo.
«È uno spreco inaccettabile» ha tuonato nell'ultima seduta del plenum,
chiedendo ad Alfano e a Palazzo dei Marescialli di fare marcia indietro e
ottenendo per ora il congelamento.
(
da "Secolo XIX, Il"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Terremoto,
meno controlli«E strutture inadeguate» il caso, verifiche solo a campione sui
progetti Polemica sulla legge regionale che ha ridisegnato la mappa sismica dal
nostro inviato marco menduni imperia. Improvvisamente divampa il fuoco della
polemica intorno alla nuova mappa sismica della Regione Liguria. Succede dopo
che il Secolo XIX di ieri (nell'articolo a pagina 10) ha segnalato come il
grado di rischio di alcune zone della regione sia improvvisamente calato, imponendo
non più controlli a tappeto anti-terremoto ma solo uno screening a campione. Ed
è una polemica che s'incentra soprattutto sulla provincia di Imperia. La
questione: una serie di Comuni (tra cui anche i più importanti, la stessa
Imperia e Sanremo) erano classificati, secondo la vecchia mappa elaborata dopo
il terremoto in Molise del 2002, nella classe di rischio 2. Traducendo: una
zona di media pericolosità, che impone il controllo di tutti i progetti
presentati. Tutti, uno per uno. Nell'ottobre del 2008, però le cose cambiano.
La classificazione viene modificata. E tutta la zona dell'Imperiese considerata
a maggior rischio viene "declassata". Le regole per costruire
rimangono le stesse, ma le verifiche calano in maniera consistente. Non si deve
più approfondire ogni singolo progetto, ma è sufficiente uno screening a
campione. Vale la pena di fare un passo indietro e raccontare per intero tutta
la cronologia della vicenda. Già nel 2006 la Regione aveva commissionato al
Dipteris, il Dipartimento di studio del territorio e sue risorse
dell'Università di Genova, uno studio sulle zone sismiche della Liguria. Poi la
Commissione regionale rischio sismico , il 5 giugno 2007, aveva approvato un
documento: la "proposta di riclassificazione sismica dei comuni liguri".
Con uno scenario del tutto nuovo. Tutta la "zona 2" di Imperia,
classificata di media pericolosità, diventa, sui documenti, meno rischiosa. Da
un giorno all'altro si ritrova nella classe 3, quella di bassa pericolosità.
Anzi, in una nuova sottocategoria chiamata 3S. Cosa significa? Che per tutte le
prescrizioni antisismiche il quadro precedente rimane immutato. Segno evidente
che il fattore-rischio non è calato. Qual è allora l'unica effettiva modifica?
I controlli, che possono ora essere svolti solo sul dieci per cento dei
progetti e non sulla loro totalità. La vicenda ligure ripercorre quel che era
già accaduto in Toscana nel 2006. Che cos'era accaduto? Che, sempre secondo la
classificazione seguita al sisma del Molise, era classificato in zona 2. La
Regione aveva provato a mettere una pezza, con una legge. Prevedeva che per
l'inizio dei lavori nelle zone sismiche non era necessaria l'autorizzazione
della struttura regionale competente. La Corte
Costituzionale aveva però bocciato l'articolo di legge. Conseguenza pratica?
Già dal 5 maggio (il giorno di deposito della sentenza) gli uffici erano stati
sommersi da una mole ingestibile di richieste di autorizzazione. A quel punto,
invece di aumentare le strutture per i controlli, la Regione Toscana ha inventato
una nuova disposizione per risolvere il problema senza violare le
disposizioni di legge. E ha rapidamente adottato una nuova classificazione
sismica del territorio, spostando 106 comuni dalla zona 2 alla nuova zona 3S, a
bassa sismicità ma per la quale le norme antisismiche per la progettazione sono
uguali a quelle previste per la zona 2. In questo modo i progetti devono essere
depositati (per i controlli a campione) ma non è richiesta l'autorizzazione per
iniziare i lavori. La stessa identica strada poi seguita dalla Liguria per i
Comuni a rischio della provincia di Imperia. In Toscana l'allarme era stato
lanciato da Massimo Zingoni, presidente del collegio dei Geometri, che aveva
definito il provvedimento della giunta Martini «un doppio salto carpiato». E
aveva chiosato: «Speriamo che in questa Regione per i prossimi cinquant'anni
non ci siano fenomeni sismici». E in Liguria? Il Secolo XIX ha ascoltato ancora
il parere di Giuliano Antonielli, il presidente regionale dell'Ordine dei
Geologi. Che ammette: «Gli organici delle strutture provinciali sono inadeguati
a effettuare tutti i controlli previsti e poi arriva una riclassificazione
sismica che abbatte in maniera consistente il numero dei controlli. Ognuno può
trarre la sua conclusione, ma mi sembra evidente». Questo può favorire una
situazione di pericolo? La delibera della giunta regionale del 24 ottobre 2008
recita testualmente: "Il territorio così articolato, suddiviso in zona 3 e
4 con eliminazione della zona 2, resta comunque assoggettato ad una disciplina
che garantisce un'adeguata tutela della pubblica e privata incolumità".
Dopo il grande terremoto che distrusse, nel 1887, Bussana, non ci sono più
stati eventi sismici particolarmente significativi. Quel precedente lontano nel
tempo (ma che è un battito d'ali nello scorrere delle ere) suggerisce però di
non abbassare la guardia. menduni@ilsecoloxix.it 11/05/2009
(
da "Unita, L'"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
IL
CONSIGLIO SARà SUPERIORE? ORA D'ARIA Nuove nubi si addensano sul Csm. Oggetto
del contendere: l'imminente promozione, con ampia e trasversale maggioranza,
alla Direzione nazionale antimafia di un pm già coinvolto nel «caso Catania» e
poi prosciolto a Messina. Protesta il sindaco antimafia di Gela, Rosario
Crocetta (ora eurocandidato del Pd): «Mentre nelle istituzioni c'è bisogno di
persone determinate ed esperte nella lotta a Cosa nostra dichiara Crocetta
all'Ansa - il Csm ritiene di mandare alla Dna chi, in indagini sul controllo da
parte della mafia sulla grande distribuzione alimentare e sui legami
dell'imprenditore catanese Scuto con boss palermitani, fu bacchettato dalla
Procura generale di Catania che avocò il procedimento per "mala
gestio"». «Questo pm catanese aggiunge Crocetta citando atti
dell'Antimafia - omise di procedere nei confronti di importanti esponenti del
clan Laudani, braccio armato dei Santapaola, poi condannati a pene severissime
nel processo nato dall'avocazione. Eppure quel pm era stato oggetto di
interrogazione parlamentare per sue condotte in altre indagini sulle collusioni
politico-mafiose nell'appalto per l'ospedale Garibaldi, in cui aveva tentato di
impedire che si indagasse il cognato Ignazio Sciortino, oggi Udc, ostacolando
l'attività di intercettazione nei suoi confronti. Il Csm, prima di mandare in
posti così delicati come la Dna, valuti in maniera completa il percorso
professionale di questo pm». Nella descrizione s'è riconosciuto il pm Carlo
Caponcello, candidato da Unicost alla Dna. Che ha minacciato di querelare
Crocetta. Il caso, ripetiamo, non riguarda il piano penale, già archiviato. È
una questione di opportunità. Il nome di Caponcello compariva, insieme a quelli
di alcuni colleghi, in un'interrogazione parlamentare della deputata di An
Angela Napoli, che nel 2003 chiese (invano) al guardasigilli Castelli
un'ispezione a Catania dopo le denunce dell'ex presidente del Tribunale di
minori Giovanbattista Scidà e del pm Niccolò Marino all'Antimafia su presunte
indagini insabbiate a carico di Sciortino, cognato di Caponcello. Ora Angela
Napoli (Pdl) torna sul caso: «Il Csm non può chiudere gli occhi su quanto
emerse a suo tempo a proposito del pm Caponcello nel caso Catania, che troppi
hanno ignorato e occultato. Per la Dna occorre la massima attenzione: ci sono
altri pm più idonei. Mentre la mafia si riorganizza, il Csm
deve schierare gli uomini giusti nei posti giusti». Sulla questione interviene
anche Antonio Di Pietro: «Da un po' di tempo non mi riconosco più nell'operato
di questo Csm: la sbrigativa liquidazione di De Magistris e dei salernitani
Apicella, Nuzzi e Verasani; il defenestramento illegittimo della Forleo;
ora la promozione alla Dna di pm che han dimostrato di non saper combattere la
mafia, danno l'impressione di una pericolosa smobilitazione, che rischia di
ringalluzzire il crimine organizzato». Riuscirà il Csm a ritrovare il prestigio
perduto?
(
da "Secolo XIX, Il"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
TRE
GIORNIdi lezionie dibattiti ALLA SPEZIA nRILANCIARE il dibattito su democrazia,
giustizia, libertà e diritti, per promuovere cultura politica, pensiero critico
e una rete di relazioni tra persone interessate a una nuova convivenza civile.
Sono questi i grandi temi al centro di "Parole di Giustizia 2009", la
manifestazione promossa dal Comune della Spezia e dall'associazione studi
giuridici Giuseppe Borrè, che si terrà dal 15 al 17 maggio con un intenso
programma di dibattiti, lezioni magistrali e spettacoli, tutti gratuiti. «La
rassegna» dice Livio Pepino, presidente dell'associazione Borrè«vuole riportare
i temi della giustizia dalla conflittualità esasperata con la politica alla
centralità del dibattito sociale, per ricominciare a discutere dei diritti e
della legalità in maniera attenta e propositiva, aprendo così il dibattito ai
ragazzi perchéè proprio nell'educazione dei più giovani che si pongono le basi
per la crescita della società. L'obbiettivo è recuperare e diffondere la
consapevolezza del carattere etico e politico, oltre che tecnico, della
questione giustizia». Un obiettivo da perseguire con le energie di tutti
perché, citando Norberto Bobbio, "Noi siamo, dobbiamo essere, democratici
sempre in allarme". Si inizia venerdì alle 16, al Centro Allende, con
Giulio Giorello e Nello Rossi, in un dibattito dal titolo "La giustizia,
la verità, l'errore". Segue alle 18, alla Loggia de' Banchi, la
presentazione del libro "Bolzaneto" di Massimo Calandri. Alle 21, al
Teatro Civico, il Teatro della Cooperativa mette in scena "È vietato
digiunare in spiaggia. Ritratto di Danilo Dolci", con Gian Carlo Caselli,
procuratore della Repubblica di Torino, nella parte di Piero Calamandrei.
Sabato 16, alle 9,30 nella Sala Dante, lezione magistrale di Nicola Colaianni
su "La laicità al tempo della globalizzazione", mentre alle 11,30
monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, parla di "Giustizia,
passione dell'uomo". Alle 16, in Sala Dante, lezione magistrale di Luigi
Ferrajol, docente di Filosofia del diritto, su "Giustizia e
consenso". Alle 21,30, al Teatro Civico, la compagnia della Fortezza di
Volterra mette in scena "Il libro della vita" (Storia di Alì).
Domenica 17, alle 10, in sala Dante, lezione magistrale di
Giovanni Maria Flick "La Costituzione, i diritti, la dignità delle
persone", docente di diritto penale e già presidente della Corte costituzionale. Alle 11, al CAMeC,
presentazione del libro "L'avvocato" di Guido Alpa. Il programma
dettagliato su www.comune.laspezia.it/paroledigiustizia. 11/05/2009
(
da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-11 - pag: 37
autore: Imposte sui redditi. Intanto si avvicina l'appuntamento con la Consulta
che deve pronunciarsi sull'indeducibilità Sconti Irap, le incognite di Unico
Per il passato, rimborsi in attesa del modello dell'agenzia delle Entrate
PAGINA A CURA DI Marco Mobili Alessandro Sacrestano Il mini-sconto Irap cerca
un posto in Unico 2009. Non solo. Per i rimborsi sul passato, oltre al rischio
di un pericoloso intreccio con domande già presentate al Fisco, si resta sempre
in attesa dell'annunciato modello che le Entrate dovrebbero predisporre. Su
tutto, ad appesantire la vicenda, incombono sia la mancata
pronuncia della Corte costituzionale sull'indeducibilità dell'Irap ( fissata per il 7 e 8 luglio, si
veda il servizio sotto), sia l'elevato costo che potrebbe essere chiamato a
sostenere l'Erario. Ipotizzando un'aliquota media del 25% ai fini delle imposte
dirette, lo sconto cui avrebbero diritto tutti i contribuenti Irap (più di 5
milioni) per l'imposta versata dal 2004 al 2007 va oltre i 3,2 miliardi
di euro. Operatori e imprese, intanto, con l'approvazione degli ultimi bilanci
lo scorso 30 aprile, hanno cercato di pesare e sfruttare al meglio la deduzione
Irap del 10% dalla base imponibile delle imposte sui redditi. Nonostante la
circolare 16/ E licenziata dalle Entrate il 14 aprile – quando peraltro i
documenti di bilancio erano, ormai, già pronti – abbia risolto alcuni dubbi,
sono ancora molte le perplessità rimaste disattese. Le più importanti
riguardano il rimborso dell'imposta versata negli esercizi precedenti e,
soprattutto, modalità di calcolo e l'indicazione in Unico della deduzione. La
norma L'articolo 6, comma 1, del Dl 185/2008, ha introdotto la possibilità di
scomputare dalla base imponibile Ires/Irpef un importo pari al 10% dell'Irap,
forfettariamente riferita all'imposta dovuta sulla quota imponibile degli
interessi passivi e oneri assimilati al netto degli interessi attivi e proventi
assimilati ovvero delle spese per il personale dipendente e assimilato al netto
delle deduzioni spettanti ai sensi dell'articolo 11, commi 1, lettera a),
1-bis), 4-bis), 4-bis).1 del Dlgs 446/97. Si tratta (si veda anche il box in
basso) del primo passo del Governo in risposta alle numerose sollecitazioni
giunte alla Consulta. Per tale motivo, il legislatore ha deciso che la
deduzione forfettaria può essere fatta valere anche per i periodi d'imposta
precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2008, consentendo un'apposita
procedura di rimborso per le maggiori imposte sui redditi versate. Rimborsi a
due vie Il mini-sconto del 10%, dunque, può essere fatto valere anche per i
periodi d'imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2008. La
circolare 16/E ha specificato che per questi periodi, qualora sia stata
presentata – entro il termine di decadenza di 48 mesi dalla data del versamento
– un'istanza di rimborso ai sensi dell'articolo 38 del Dpr 602/73, all'istante
spetterà il rimborso della quota delle imposte dirette corrispondente all'Irap
deducibile ai sensi della norma in esame. La circolare aggiunge che, per
rendere più spedite le procedure di gestione, anche per tali soggetti sarà
necessario presentare un'ulteriore istanza di rimborso, utilizzando il modello
telematico in corso di predisposizione dal Fisco. Le istruzioni dell'Agenzia,
però, non chiariscono cosa succede se la domanda di rimborso originariamente
presentata riguarda un'imposta maggiore rispetto a quella calcolata in base
alla normativa in esame: supponendo che per una qualsiasi motivazione un
contribuente abbia chiesto un rimborso Irap per importi superiori al 10%,
l'invio della nuova istanza telematica farà decadere la vecchia o provvederà a
scomputare dalla stessa la quota consentita dal Dl 185/08? La domanda attende
risposta, così da consentire ai contribuenti, ad esempio, di decidere se
presentare o meno la nuova istanza. Qualora al 29 novembre 2008, invece, non
sia stata già presentata un'istanza di rimborso, i contribuenti possono
provvedervi attraverso l'attesa procedura dell'Agenzia (disegnata con
provvedimento del Direttore). Tuttavia, l'istanza può essere prodotta solo con
riguardo ai versamenti Ires/Irpef per i quali al 29 novembre 2008 risultava
ancora pendente il termine di 48 mesi, decorrente dalla data del versamento, di
cui all'articolo 38 del Dpr 602. © RIPRODUZIONE RISERVATA
www.ilsole24ore.com/norme La circolare delle Entrate
(
da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-11 - pag: 37
autore: EFFETTI DEL DL 185 Verso il rinvio del vaglio costituzionale? Sono tutti da verificare
gli effetti del Dl 185/2008 sull'Irap day, fissato dalla Corte costituzionale per la prima decade di
luglio. Le ordinanze di rimessione alla Consulta, infatti, hanno quasi sempre a
fondamento una richiesta di verifica sulla compatibilità costituzionale dell'indeducibilità
dell'intera imposta. Consentire una deduzione limitata al 10%,
nonostante rappresenti un primo passo apprezzabile, equivale a una concessione
poco attraente per imprese e lavoratori autonomi. Resta da vedere, però, se la
manovra dell'Esecutivo frutterà un nuovo rinvio della decisione della Corte costituzionale, al fine di consentire alle commissioni
rimettenti di valutare se la nuova norma soddisfi o meno i principi che si
intendono violati. © RIPRODUZIONE RISERVATA
(
da "Sardegna oggi"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
venerdì,
08 maggio 2009 Corte Costituzionale: no a promulgazione
Statutaria La Corte Costituzionale ha bocciato la legge Statutaria della
Sardegna, stabilendo che la promulgazione fatta il 10 luglio 2008 da parte
dell'allora Governatore Renato Soru va annullata perché non si poteva procedere
con tale atto in quanto la Corte d'Appello di Cagliari aveva dichiarato non
valido il referendum confermativo per il mancato raggiungimento del
quorum. Cappellacci: "avevamo detto che la promulgazione era
illegittima". -->ROMA - Bocciata la Legge Statutaria della Sardegna. O
Meglio, bocciata la sua promulgazione. La Consulta ha infatti sancito che la
legge non poteva essere promulgata perché il procedimento di approvazione non
era giunto a compimento, stante l'invalidità del referendum per la partecipazione
solo del 15,7% degli aventi diritto. Con la Statutaria era stata disciplinata
la forma di governo, i rapporti tra gli organi e i principi fondamentali di
funzionamento della Regione. La legge sanciva tra l'altro il principio di
incompatibilità tra consigliere e assessore, il numero dei componenti della
Giunta (non meno di otto e non più di dieci assessori, contro gli attuali
dodici) e fissato le regole del conflitto di interessi. Ancora una volta potremo dire l'avevamo detto. Si è
voluto insistere
su una scelta illegittima e questo è il risultato finale, ha detto il presidente della Regione, Ugo
Cappellacci, spiegando anche che non vi sarà, per il momento, nessun rimpasto
nell'Esecutivo regionale. "La Giunta soddisfa in pieno il
presidente", ha aggiunto anche se ha chiarito che c'era sin dall'inizio
un'ipotesi di possibile modifica, derivante dalle scelte di qualche componente
della maggioranza. Intanto non dovrebbero esserci sorprese, in Giunta ed in
Consiglio regionale. Secondo la giurisprudenza, infatti, le sentenze della
Consulta incidono nelle situazioni pendenti e non in quelle definite, ma
soprattutto le parti più ''riformatrici'' della Statutaria non erano ancora
state codificate, ma erano demandate a leggi successive. Così è stato per l'organizzazione
dell'esecutivo, il conflitto di interessi e la Consulta di garanzia, argomenti,
soprattutto i primi due, che avevano animato il dibattito politico, non senza
strascichi polemici. Ora, dopo la bocciatura da parte della Consulta, per far ripartire
la stagione delle riforme statutarie, occorrerà ricominciare daccapo l'iter per
la formazione di una nuova Legge Statutaria. -->
(
da "Trentino"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
INIZIATIVA
CONGELATA INIZIATIVA CONGELATA Giustizia, polemiche nel
Csm: 225mila euro per convegno 225mila euro per un incontro di due giorni in
luglio a Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone da
ospitare in 10 alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia. Di fronte
a una giustizia al collasso, al consigliere del Csm Gianfranco Anedda è
sembrato troppo. «è uno spreco inaccettabile» ha tuonato nell'ultima
seduta del plenum, chiedendo ad Alfano e a Palazzo dei Marescialli di fare
marcia indietro. L'ANALISI DI UNIONCAMERE Vacanze in tempo di crisi: il 50% non
ha prenotato Manca poco all'estate, ma la metà degli italiani deve ancora
prenotare una vacanza. E nei primi tre mesi del 2009 il numero di
viaggi-vacanza è sceso del 5% rispetto al 2008. L'aria di crisi condiziona le
scelte della gente. L'analisi è del rapporto Unioncamere. I numeri descrivono
una tendenza al risparmio, anche perché alle spalle c'è un 2008 che ha visto
contrarsi del 5,6% le partenze.
(
da "SaluteEuropa.it"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
11/05/2009
Legge 40 : la Corte Costituzionale restituisce al medico il
ruolo centrale nella fecondazione assistita "La sentenza di oggi
restituisce al medico la responsabilità della scelta terapeutica nel
trattamento della infertilità di coppia - Anna Pia Ferraretti, direttore scientifico
di Sismer, Società italiana di Studi di Medicina della Riproduzione,
commenta così le motivazioni della Corte Costituzionale sulla sentenza emessa
lo scorso 1 aprile - Sono veramente soddisfatta perché, pur nel pieno rispetto
della Legge 40, credo fermamente che possiamo offrire alle coppie una terapia
con maggiori possibilità di successo e minori rischi per la salute della madre
e dei futuri nascituri". Il dibattito sulle migliori procedure da seguire
è già stato aperto. Continua Ferraretti: "Con un gruppo di centri, sia
pubblici sia privati, abbiamo già avuto un incontro dove abbiamo definito un
comportamento che, nel rispetto della Legge 40 e con le chiare indicazioni date
dalla Corte Costituzionale, ci permetta di decidere con ogni singola coppia il
piano terapeutico a lei più indicato. Finalmente molte coppie non dovranno più
sentirsi costrette ad andare all'estero per ricevere "migliori"
trattamenti. Questo mi rende veramente felice perché credo che l'esilio per
motivi riproduttivi sia una lesione dei diritti civili. Con la coppia di fronte
a noi, finalmente, possiamo dare il massimo che la nostra competenza medica ci
consente e, loro, possono sentire di ricevere il massimo".
(
da "Sicilia, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
la messa
del papa in giordania «Trasferire Bolzano a Gela è un sogno ammirevole ma
irrealizzabile. E noi per un'assurdità del genere dovremmo spendere mezzo
miliardo di lire, in un Paese in cui oltretutto 200 mila reati si prescrivono
ogni anno per carenza di risorse e il Ministero della Giustizia non onora i
suoi debiti?». Gianfranco Anedda (An), consigliere laico
del Csm, non ha dubbi: è uno spreco inaccettabile. Non si possono spendere 225
mila euro per un incontro di due giorni da tenersi a luglio a Palermo con i
capi degli uffici giudiziari d'Italia. Cinquecentosedici persone ospitate in
dieci alberghi, compresi il Guardasigilli Angelino Alfano e il vicepresidente
del Csm Nicola Mancino. L'idea-base del mega incontro palermitano è
condivisibile: esportare nella Penisola e nelle Isole metodi e strategie della
Procura di Bolzano, che è riuscita - ricorrendo a finanziamenti Ue - a ridurre
le spese, a migliorare l'organizzazione e ad ottenere risultati. Una
rivoluzione copernicana per la zoppicante - ma soprattutto scarsa di risorse
finanziarie - giustizia italiana, salutata da Celestina Tinelli, presidente
della VII commissione del Csm e sostenitrice della "due giorni", come
«l'inizio di una nuova era». Magari fosse così, perché la realtà della
Giustizia - per limitarci alla Sicilia - è simile ad un'automobile che vorrebbe
correre però si ritrova con tre ruote ed il motore che scarbura. L'on. Anedda
ha citato Gela. E mai riferimento è stato più azzeccato per un ufficio
giudiziario che rischia - non è il solo, purtroppo - la chiusura per mancanza
di magistrati. I chilometri tra Gela e Bolzano sono 1.571 e costituiscono, sul
fronte della giustizia ma non solo, una distanza insormontabile. servizio 6
(
da "Sicilia, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Oltre
duecentomila euro per ospitare a Palermo per due giorni 516 persone Roma.
Duecentoventicinquemila euro, quasi mezzo miliardo delle vecchie lire, per un incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a
Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da
ospitare in dieci differenti alberghi e con loro lo stato maggiore della
Giustizia: dal ministro Angelino Alfano al vice presidente del Csm Nicola
Mancino, dal primo presidente Vitaliano Esposito al Pg della Cassazione
Vincenzo Carbone. Di fronte a una giustizia al
collasso per carenza di risorse, con un «ministero che non onora i suoi debiti
verso chi ha subito un processo lumaca e si fa pignorare i beni», al
consigliere del Csm Gianfranco Anedda tutto questo è sembrato davvero troppo.
«È uno spreco inaccettabile» ha tuonato nell'ultima seduta del plenum,
chiedendo ad Alfano e a Palazzo dei Marescialli di fare marcia indietro e
ottenendo per ora il congelamento dell'iniziativa. I mugugni al Csm sull'evento
finalizzato a esportare negli uffici giudiziari di tutta Italia le prassi
virtuose della procura di Bolzano, che è riuscita a ridurre le proprie spese e
migliorare l'organizzazione , utilizzando finanziamenti europei, si erano già
fatti sentire una settimana prima, quando la questione era approdata per la
prima volta all'esame del plenum. Più d'uno tra i consiglieri aveva espresso
dubbi sull'utilità dell'incontro, a cominciare dalla laica del Pdci Letizia
Vacca: «Rischia di essere un incontro plateale ma poco proficuo sul piano dei
risultati. Mi pare difficile che 516 persone possano interagire in maniera
utile in una kermesse di queste dimensioni». Perplessità esplicite anche
sull'impegno finanziario giudicato troppo oneroso per le casse del Csm: più del
doppio dei 75mila euro ora previsti, visto che i restanti 150mila (di cui quasi
100mila per le sole spese di alloggio, cena e prima colazione per i 516 ospiti)
li metterà il ministero della Giustizia. Un costo inizialmente più salato anche
per la scelta di una sede di assoluto prestigio, il Teatro Massimo di Palermo,
ritenuta anche poco consona a un incontro di lavoro. Ma anche se i conti e lo
scenario si sono ridimensionati (il convegno si terrà in un hotel) il problema
per Anedda resta aperto. E così quando Celestina Tinelli, presidente della
Settima Commissione del Csm, che ha voluto l'iniziativa, è tornata in plenum
con le cifre corrette al ribasso e ha ribadito l'importanza dell'iniziativa per
«l'inizio di una nuova era nell'ottica della migliore organizzazione degli
uffici giudiziari», il laico di An ha sparato ad alzo zero. «Trasferire Bolzano
a Gela è un sogno ammirevole ma irrealizzabile. E noi per un'assurdità del
genere dovremmo spendere mezzo miliardo di vecchie lire, in un Paese in cui
oltretutto 200mila reati si prescrivono ogni anno per carenza di risorse?».
Sandra Fischetti
(
da "Sicilia, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Costa troppo la «giustizia virtuosa»Convegno contestato. E il
ministero blocca l'incontro per l'esosità della spesa prevista Un consigliere
del Csm: «E' uno spreco inaccettabile». L'incontro viene congelato e i costi si
abbassano
(
da "Sicilia, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia
la
soddisfazione di assoutenti e associazione consumatori «Tariffe sui rifiuti, la
legge è incostituzionale» Sospinta da sentenze delle
Commissioni tributarie siciliane, da Tar, Cga, ora è arrivata anche
l'impugnazione del Commissario di Stato dell'art. 61 della Legge Finanziaria
per il 2009 della Regione siciliana che boccia le tante discusse tariffe dei
rifiuti approvate idagli Ato. "Non esultiamo, ma esprimiamo grande
soddisfazione - è il commento di Mario Orlando, Pippo Bruno e Nicola Calabria,
presidenti provinciali del Centro studi "Antonio Romano", di
Assoutenti e dell'Associazione consumatori siciliana, alla notizia che il
Commissario dello Stato ha impugnato la legge sulla determinazione della
tariffa per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti adottati dagli Ato
rifiuti. "Non avevamo dubbi che il Commissario l'avrebbe impugnata e che
la legge fosse incostituzionale. Quello di oggi
rappresenta un risultato importante per la legalità che conferma quanto da noi
sostenuto da anni". Sono stati proprio il Centro studi, Assoutenti e
l'Associazione dei consumatori siciliana, subito dopo l'approvazione da parte
dell'Ars del disegno di legge presentato dalla II Commissione bilancio, a
sollevare delle osservazioni al Commissario dello Stato inviando il 29 aprile
scorso con raccomandate speciali e fax, per i provvedimenti che riteneva
opportuno, la sentenza n. 48/09 del Cga, l'Ordinanza della Corte
costituzionale n.293/05, e
la sentenza sempre della Corte Costituzionale n.442/08. In sintesi, con
l'impugnazione dell'art. 61 della Legge finanziatria, che prevedeva che la
Regione tramite l'Arra provvedesse alla nomina di Commissari ad acta presso le
Società d'Ambito con l'incarico di attuare le operazioni necessarie per
monetizzare i crediti vantati dei singoli Ato alla data del 31 dicenbre
2008; di fare salvi gli atti di determinazione della tariffa per la gestione
del ciclo dei rifiuti di cui al D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152, anche in assenza
dell'adozione del regolamento previsto da sesto comma e che nelle more
dell'adozione del regolamento la tariffa per la gestione dei rifiuti venisse
determianta ed approvata dagli Ato e riscossa dai soggetti affidatari del
servizio di gestione integrata, ancora una volta il Commissario dello Stato,
Alberto di Pace, ha dato una lezione di democrazia. Il contestato articolo 61
non poteva avere accoglimento anche perchè la sentenza del Cga 48/09 è
abbastanza eloguente: "Fin quando non è emanato il regolamento previsto
dall'art. 238 del D.Lgs 152, gli Ato non hanno il potere di derminare la
tariffa, ma possono soltanto gestire il servizio sulla base delle tariffe
determinate dai Comuni". Giacomo Lisacchi