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Report "Giustizia"  6-11 maggio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Magistrati, assemblea straordinaria dell'Anm ( da "Tempo, Il" del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per il Csm è prevista la partecipazione dei consiglieri Riviezzo (in rappresentanza del vicepresidente Mancino), Tinelli e Viola. Tra gli invitati, magistrati e capi degli uffici giudiziari, presidenti e avvocati del Consiglio dell'Ordine degli avvocati dell'Aquila e degli altri ordini forensi abruzzesi, i presidenti della Giunta e del Consiglio regionale,

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Non è vero che il problema è solo quella delle porcherie in politica. Il potere giudiziario deve star fuori dalla campagna elettorale». STRONCA la sinistra radicale Galeazzo Bignami, numero due del Pdl. «In campagna elettorale si deve cercare di spostare l'attenzione sui contenuti, sulle proposte concrete e sul merito chiede dai microfoni di radio Tau .

questioni di fede nel cuore del dibattito politico - anna benedetti ( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 203 del 1989, la Corte costituzionale sottolineando che «il principio supremo della laicità dello Stato è uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica». Vi è, dunque, una incompiutezza con la quale bisogna fare i conti.

"la laicità principio costitutivo della democrazia" - gaia rau ( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: così come afferma una sentenza della Corte Costituzionale, la 203 del 1989, che ho citato in apertura al testo». In cosa consiste il concetto di laicità? «Rispetto delle opinioni altrui, parità nella discussione pubblica e garanzia dei diritti fondamentali. Non significa, cioè, che la Chiesa non possa far sentire la sua voce: ma se vuole,

JESI ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidenti emeriti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky. Si inizierà alle 10.30, al teatro Pergolesi, dove oltre 500 studenti maturandi assisteranno alla lectio magistralis del professor Zagrebelsky: «Dimmi, Pericle, mi sapresti dire che cosa è la legge?» Dopo la consegna del premio Calamandrei al magistrato e al presidente emerito Ciampi,

La Regione faccia barriera contro le lacune normative ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che non erano emersi profili di costituzionalità che fossero di ostacolo alla promulgazione della legge. «Ulteriori ed eventuali profili di legittimità –affermava –non potrebbero che essere sottoposti eventualmente al vaglio della Corte Costituzionale». La norma in questione afferma che il divieto di escavazioni nel sottosuolo del Golfo di Venezia e nel Delta del Po «

giustizia a rischio collasso ( da "Tirreno, Il" del 06-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della giornata della giustizia, non fa mistero del fatto che anche gli uffici giudiziari livornesi sono sotto la minaccia del collasso. Se a livello nazionale gli oltre 6 milioni e mezzo di processi pendenti rischiano di mandare a gambe all'aria la giustizia, dalle nostre parti i problemi che vengono riscontrati dalla Procura riguardano la difficoltà a coprire il numero di udienze.>

Via le tasse sul lusso ( da "Tribuna di Treviso, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: al centro di numerose polemiche e sottoposte a revisione nel 2008, sono state eliminate con la Finanziaria 2009: l'iter è in corso di completamento in Consiglio regionale. Con la manovra 2009 scompaiono le due imposte regionali ancora in vigore, dopo che la Corte Costituzionale aveva già bocciato quelle sulla compravendita di immobili adibiti a seconde case.

A Campobasso la  ( da "Tempo, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Di rilievo anche le sentenze della Corte Costituzionale sulla legittimità dell'Ordine a tutelare la libertà degli iscritti dal potere economico dei datori di lavoro. La proposta di riforma prevede tuttavia mutamenti sul piano pratico, modifiche per quanto riguarda l'accesso alla professione, con particolare riguardo all'attività dei pubblicisti,>

il csm: corona torni in procura l'inchiesta rifiuti verso la capitale ( da "Repubblica, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Napoli Il Csm: Corona torni in Procura l´inchiesta rifiuti verso la capitale Per l´indagine su Pansa la competenza passa a Roma Una pratica apparentemente "di routine", approvata ieri dal plenum del Csm, potrebbe avere effetti dirompenti sul secondo filone dell´inchiesta su presunti illeciti nella gestione della crisi rifiuti facendo scattare presto,

MERCOLEDÌ 29 aprile noi ragazzi delle classi 3 B e 3 ... ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: udienze del Capo dello Stato ed il giuramento dei giudici della Corte Costituzionale. L'ultima sala che abbiamo ammirato è stato il Salone delle Feste, in cui la regina Margherita decise di svolgere tutte le cerimonie e le feste, in quanto è la più grande. Sul pavimento della sala è presente un tappeto che lo ricopre interamente e attualmente vi si svolgono cerimonie e attività,

praga, klaus sgambetta l'europa - andrea bonanni ( da "Repubblica, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: un nuovo ricorso di legittimità costituzionale. E la prospettiva che la corte sia nuovamente chiamata a pronunciarsi sull´argomento gli dà la giustificazione per rinviare la firma. Finora sono cinque i Paesi che non hanno ancora completato l´iter delle ratifiche: oltre a Irlanda, Polonia e Repubblica Ceca, ci sono la Germania, dove la Corte costituzionale deve ancora pronunciarsi,

Il Csm promuove il pm che ha indagato sugli omicidi D'Antona e Calipar. Si tratta di Pietro Sav... ( da "Unita, L'" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm promuove il pm che ha indagato sugli omicidi D'Antona e Calipar. Si tratta di Pietro Saviotti, che da sostituto procuratore diventa aggiunto alla procura di Roma. La nomina è stata decisa all'unanimità dal plenum del Csm.

Il Senato ceco ha approvato la ratifica del Trattato di Lisbona, mettendo così la parola fi... ( da "Unita, L'" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Klaus si è mostrato deluso e ha detto di voler aspettare il ricorso di alcuni senatori davanti alla Corte costituzionale. La ratifica del Senato mette fine a un problematico semestre di presidenza ceca dell'Ue e rappresenta anche l'ultimo atto del governo di centrodestra del premier Mirek Topolanek, sfiduciato in parlamento il 24 marzo e il cui mandato scade venerdì.

Solidali coi magistrati onorari ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ai colleghi magistrati onorari dell'Aquila che hanno chiesto invano al Csm di essere applicati in via provvisoria in altre sedi fino al 30 novembre. Fino a quella data infatti saranno disoccupati a causa della sospensione delle udienze e non hanno diritto ad alcuna indennità, neppure a quelle di disoccupazione riconosciute ai lavoratori autonomi.

Il Pd: Così l'Italia torna alle leggi razziali ( da "Unita, L'" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dobbiamo aprire contenziosi davanti alla Corte Costituzionale e all'Europa- dice Soldini-. E pensare anche a un referendum contro norme che cambiano il volto del nostro paese: il razzismo istituzionale rischia di sommarsi a quello popolare diventando esplosivo». Daniela Pompei di Sant'Egidio: «Ci preoccupano le norme sui matrimoni e quelle sull'iscrizione dei bambini all'

Cancellate le tasse su yacht e aerei ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dopo il ricorso del Governo Prodi, un anno fa la Corte costituzionale dichiarò illegittime le tasse sulle seconde case e sulle compravendite. Girò invece alla Corte di giustizia europea (che non si è ancora pronunciata) l'imposta su barche e aerei, nell'ipotesi che violasse il principio della libera circolazione all'interno dell'Ue.

Prescrizione dietro l'angolo per il crac ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sulla vicenda un anno fa si era espressa anche la Corte Costituzionale: perché le parti civili avevano chiesto di tirare in ballo anche l'Axa, la società per la quale lavoravano i promoter finiti alla sbarra. Istanza respinta: l'Axa non dovrà scucire un quattrino e ora il rischio è che neppure gli imputati debbano risarcire i loro clienti di un tempo.

La Regione abolisce le tasse di Soru ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: erano state cassate dalla Corte costituzionale, che invece aveva rinviato alla Corte di giustizia europea la decisione sugli scali dei natanti di grande stazza e degli aerei. Ieri il Consiglio ha approvato gli articoli 2 e 3 della Finanziaria, con le misure di contrasto alla povertà: per oggi è previsto il voto finale.

Il trattato Ue si blocca a Praga ( da "Stampa, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: IL CAPO DI STATO EUROSCETTICO VUOLE ASPETTARE PRIMA IL VERDETTO DELLA CORTE COSTITUZIONALE Il trattato Ue si blocca a Praga «Mai così pochi hanno danneggiato così tanti», commenta un diplomatico europeo [FIRMA]MARCO ZATTERIN INVIATO A PRAGA Applausi al parlamento europeo, messaggi di soddisfazione da Bruxelles e da parecchie capitali.

Sì di Praga al Trattato di Lisbona ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che farà ricorso alla Corte costituzionale per verificarne la compatibilità con la legge fondamentale del paese. Ed è vero che l'euroscettico per eccellenza, il presidente della Repubblica Vaclav Klaus, ha subito ribadito che non firmerà il Trattato finché la Corte non renderà il verdetto ma, soprattutto, fino a che non si conoscerà il responso del referendum irlandese in autunno.

Il Paese chiede tolleranza zero ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm, Anm. Nato per tutelare la privacy di terzi estranei alle indagini, è diventato una mannaia sulle indagini e sul diritto di cronaca. Tant'è che An e Lega in più di un'occasione hanno storto il naso. Ci sono stati fior di costituzionalisti epronunciamenti dell'Authority della privacy che testimoniano quanto sia stata invasa la privacy e quanto sia indispensabile chiarire che le

Sedi disagiate? Subito il concorso ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm ha comunicato da poche settimane al ministero l'elenco (si veda la tabella a fianco) che comprende 54 uffici per un totale di 174 posti da coprire per andare a pieno organico. E Alfano ha annunciato che, dopo una verifica dei carichi di lavoro delle sedi indicate, entro 48 ore metterà a concorso i posti.

Formazione, in scadenza il recupero degli aiuti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: per i giudici costituzionali, deve reputarsi prevalente il diritto nazionale «a meno che non renda impossibile la ripetizione degli aiuti». La Corte costituzionale ha lasciato invece ai giudici di merito il compito di definire se la pretesa vantata dall'Inps debba essere ricondotta nella categoria delle obbligazioni contributive –

Storia infinita ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: concesse fra il 1995 e il 2001 per le quali non sia arrivata la prescrizione Per la Corte costituzionale (sentenza n. 125/09) non si può applicare alla vicenda il termine di dieci anni previsto dall'articolo 15 del regolamento Ce 659/99. Prevalgono le norme nazionali Tribunali divisi Molti tribunali finora hanno ritenuto applicabile alla vicenda la prescrizione ordinaria decennale.

Uffici giudiziari, sulle trascrizioni emergenza chiusa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Giustizia. Rinnovato l'accordo Uffici giudiziari, sulle trascrizioni emergenza chiusa Giovanni Negri MILANO Da un certo punto di vista peccato che sia finita in così breve tempo e che l'accordo con gli stenotipisti sia stato raggiunto. Perché l'emergenza sulla trascrizione delle udienze aveva stimolato la fantasia dei magistrati.

Il dipendente non può citare l'assicuratore del principale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale (131/2009) ha dichiarato «non fondata» la questione di legittimità sollevata dal tribunale di Biella che coinvolgeva, in un procedimento per lesioni colpose a un operaio, un imprenditore nel frattempo fallito. Proprio la procedura concorsuale in atto aveva suggerito alla parte offesa di chiedere l'ingresso nel processo dell'

Il ceco euroscettico Klaus non firma la Carta dell'Ue ( da "Corriere della Sera" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: su un nuovo ricorso alla Corte costituzionale del suo Paese, che alcuni senatori dovrebbero presentare dopo essere stati battuti da una maggioranza di 54 contro 20 nel voto di ieri. Una precedente azione, già rigettata dai giudici costituzionali cechi, chiamava in causa solo alcune parti del Trattato di Lisbona e potrebbe essere riproposta sui punti in precedenza non contestati.

Le ratifiche ( da "Corriere della Sera" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il secondo aspetta il via libera della Corte costituzionale, previsto per l'estate. Nei restanti 23 Paesi il Trattato è stato approvato I tempi Le previsioni Il presidente dell'Europarlamento Pöttering ha auspicato che «il Trattato entri in vigore all'inizio del prossimo anno»

IPS Teodosie va fi cercetat de catre Parchetul Inaltei Curti de Casatie si Justitie ( da "Romania Libera" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ei au afirmat ca nu vor sesiza CSM-ul in acest caz. "In Codul de Procedura Penala scrie clar in ce cazuri ma pot sesiza si nu s-a facut nimic ilegal sau pe langa lege in acest dosar. Ne-am autosesizat si imediat am trimis acea adresa la Arhiepiscopia Tomisului pentru a avea un raspuns oficial cu privire la functia detinuta de IPS Teodosie",

Si allontana l'estradizione di Battisti ( da "Stampaweb, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: entrerebbe in conflitto con il potere giudiziario, mentre in caso contrario esautorerebbe di fatto il proprio ministro della Giustizia, Tarso Genro. Per riuscire a sganciarsi da questa situazione Lula spera dunque nell?aiuto della Corte stessa, riunitasi per esaminare il caso e che dovrà pronunciarsi su tre questioni diverse.

Presidente Donini a Reggio Emilia apre seminario 'Donne&donne, sulle tracce di Matilde di Canossa' ( da "Sestopotere.com" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente Api Emilia-Romagna), Enrica Carretti (product manager), Francesca Chilloni (giornalista), Elisabetta Farioli (direttrice Civici Musei – Reggio Emilia), le imprenditrici Deanna Ferretti, Catia Iori e Paola Silvi, l?avvocato Celestina Tinelli (membro CSM), Mariella Zanichelli (presidente FCR).

Servizi di fotoregistrazionetecnici da ieri al lavoro ( da "Sicilia, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: numerosi processi sono stati rinviati proprio perché non era possibile registrare l'udienza ed era difficoltoso, in casi di processi complessi, verbalizzare a mano. Il problema poteva aggirarsi nominando un perito, ma trattandosi di un soggetto esterno, magari proveniente da altra sede, i costi del servizio aumentavano fino a triplicare.

Battisti, si allontana l'estradizione dal Brasile ( da "Stampa, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale brasiliana). Per De Souza, l'atto di concessione dell'asilo politico è politico e espressione della sovranità dello Stato brasiliano. De Souza ha anche suggerito che il processo presso il Stf sia estinto anche prima di essere giudicato, facendo sua la richiesta presentata dal nuovo legale di Battisti,

nuovi assetti in procura pool per animali e internet - meo ponte ( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: soltanto quando saranno finalmente nominati gli ultimi due aggiunti che dovranno sostituire Raffaele Guariniello e Marcello Maddalena, neo procuratore generale che sinora ha diretto il pool Reati contro la Pubblica Amministrazione. Tre sono i nomi dei papabili: Alberto Perduca, ora responsabile dell´amministrazione in Kossovo, Giuseppe Ferrando e Andrea Marini che è attualmente al Csm.

rifiuti, verso roma il caso rompiballe ( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Cessata la collaborazione del magistrato presso il ministero - sottolinea Mancino - è automaticamente venuta meno la posizione fuori ruolo: da qui non la facoltà, ma l´obbligo da parte del Csm di ricollocare il dottor Corona nell´ufficio da cui proveniva, cioè la Procura di Napoli. Altro non poteva fare il Csm, che ha solo preso atto di questa sopravvenuta situazione». (d.d.p.)

allarme giustizia: "c'è il rischio paralisi" - mara chiarelli ( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Pagina VIII - Bari Processi in pericolo Allarme giustizia: "C´è il rischio paralisi" L´appalto passa di mano, niente stenotipisti da una settimana Manca il personale per registrare e verbalizzare lunghi interrogatori In pericolo processi in corso e inchieste delicate.

CHI SOFFIA SUL RAZZISMO ( da "Unita, L'" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che avevano rivendicato giustamente un voto di responsabilità e coscienza. Se questa legge sarà approvata senza significativi cambiamenti dovremo valutare tutte le possibili impugnazioni davanti alla Corte Costituzionale e quella di Giustizia Europea non escludendo il ricorso al referendum abrogativo.

ASILO POLITICO A BATTISTI, DAL BRASILENUOVO "SCHIAFFO" AL GOVERNO ITALIANO ( da "Secolo XIX, Il" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: estradizione nonostante l'eventuale sì della Corte, entrerebbe in conflitto con il potere giudiziario, mentre in caso contrario esautorerebbe di fatto il proprio ministro della Giustizia, Tarso Genro. Per riuscire a sganciarsi da questa situazione Lula spera dunque nell'aiuto della Corte stessa, riunitasi per esaminare il caso.

Riportati in Libia i 227 migranti Maroni: svolta. L'Onu: un errore ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pagina23 Circolare del Csm, più vincoli ai Procuratori capo Un argine ai poteri dei procuratori capo, nel rispetto dell'autonomia dei sostituti. Lo prevede una bozza dicircolare sull'organizzazione delle procure, che sarà esaminata dal Csm in un plenum, presieduto dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano u pagina 35 I talebani al Papa: fermi i crociati I talebani chiedono al Papa di «

Lotta all'evasione. Nelle operazioni del 36% irregolarità per 3 miliardi Pag. 32 Giustizia. Il Csm prova ad arginare i poteri dei Procuratori capo Pag. 35 In edicola a 6,50 ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Nelle operazioni del 36% irregolarità per 3 miliardi Pag. 32 Giustizia. Il Csm prova ad arginare i poteri dei Procuratori capo Pag. 35 In edicola a 6,50 Á in più. La Guida alle novità fiscali Ddl sviluppo. Per gli assicuratori in bilico il plurimandato Pag. 35 l'articolo prosegue in altra pagina

In Procura capi con più vincoli ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm ha preparato le istruzioni per l'organizzazione degli uffici In Procura capi con più vincoli Criteri rigidi sull'assegnazione dei fascicoli - Incoraggiati i pool Giovanni Negri MILANO Dal Csm un argine allo strapotere dei procuratori capo, nel rispetto del principio costituzionale dell'autonomia dei sostituti.

Sedi disagiate comunicate a dicembre ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sedi disagiate comunicate a dicembre» Il Csm ha trasmesso lo scorso dicembre al ministro della Giustizia l'elenco delle sedi disagiate. Lo precisa il presidente della III commissione di Palazzo dei Marescialli, Roberto Carrelli Palombi, replicando a quanto affermato dal Guardasigilli, Angelino Alfano, mercoledì alla Camera, durante il question time.

Le spese di spedizionetornano sulla bolletta Amat ( da "Secolo XIX, Il" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ci siamo dovuti semplicemente adeguare a una recente sentenza della Corte Costituzionale - spiega il direttore generale dell'Amat, Alberto Vaccari - le spese di spedizione sono dovute dall'utente. Quando si gestisce, come nel nostra caso, denaro pubblico, se non si attiva questo meccanismo si finisce per procurare un danno all'erario.

Maestro colpevole5 anni al preside ( da "Sicilia, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha chiesto di essere trasferito dal Csm. A Palazzo dei Marescialli la prima commissione ha aperto un fascicolo sulla vicenda, dopo che il sostituto procuratore aveva espresso tali perplessità a conclusione di un processo in cui lui stesso era pm. Il fascicolo davanti alla commissione, se la richiesta del pm di essere trasferito venisse accolta,

Il Pg favorevolea fine processo ( da "Sicilia, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale brasiliana). Per De Souza, l'atto di concessione dell'asilo politico è politico e espressione della sovranità dello Stato brasiliano. De Souza ha anche suggerito che il processo presso il Stf sia estinto anche prima di essere giudicato, facendo sua la richiesta presentata dal nuovo legale di Battisti,

La sentenza sugli embrioni ( da "Corriere della Sera" del 09-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: motivazioni della Consulta Sarà il medico a decidere quanti ovociti fecondare La sentenza sugli embrioni «Si possono congelare» La Corte costituzionale cambia la legge 40, insorgono i cattolici ROMA Sarà più libero il medico. Libero di scegliere le cure migliori e meno rischiose per le coppie. Valutando anche la possibilità di mettere da parte gli embrioni «prodotti ma non impiantati».

caselli, i 70 anni del procuratore una vita dalla parte della legge - ettore boffano ( da "Repubblica, La" del 09-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dal Csm all´impegno civile le sfide di un magistrato austero e progressista Cattolico e figlio di una famiglia operaia, ha seguito inchieste tra le più scottanti d´Italia Tifoso granata, di cortesia subalpina, tenace e concreto va considerato tra i torinesi migliori ETTORE BOFFANO Compie 70 anni oggi, 9 maggio,

inchiesta rifiuti, strappo di de chiara - dario del porto ( da "Repubblica, La" del 09-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: strappo di De Chiara Lettera al Csm: "Lepore disse di non turbare il governo" DARIO DEL PORTO Uno stralcio dettato dall´esigenza di non turbare il governo. Secondo quanto scrive il procuratore aggiunto Aldo De Chiara in una lettera inviata al Csm, sarebbe stata spiegata anche in questo modo dal procuratore capo Giandomenico Lepore, la scelta di separare alcune posizioni,

contributi, stop dal commissario l'ira di cascio: "ha sconfinato" - emanuele lauria ( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: solleverà conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale, ma si apre una discussione sull´esigenza di mantenere in vita l´istituzione del commissariato dello Stato, che non esiste nelle altre regioni d´Italia». Cascio accusa Di Pace di avere sconfinato e di volere assumere un ruolo "politico": «L´Ars - afferma - aveva risolto un problema: l´abolizione della tabella H,

stralcio rifiuti, la verità di lepore "quell'inchiesta era incompleta" - dario del porto ( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: inchiesta era incompleta" Il procuratore interviene dopo la lettera di De Chiara Il Csm verso nuove audizioni dei pm DARIO DEL PORTO Una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei prefetti Alessandro Pansa e Guido Bertolaso avrebbe rappresentato, alla fine di luglio del 2008, «un´iniziativa giudiziaria in quel momento ancora incompleta».

l'italia riapre il caso battisti "francia e brasile indulgenti" - omero ciai ( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in Brasile ricopre anche funzioni della nostra Corte Costituzionale), scusandosi del ritardo per un verdetto che è previsto entro la fine del mese di maggio ma che potrebbe slittare ancora. A favore di Battisti s´è pronunciato in questi giorni il procuratore capo della nazione, De Souza, consegnando una memoria nella quale sostiene che il Tribunale dovrebbe estinguere il processo,

Fecondazione, decide il medico ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale. Depositata la sentenza che ha censurato le disposizioni della legge 40 sulla procreazione assistita Fecondazione, decide il medico Stop al limite dei tre embrioni e alle regole su impianto e conservazione Donatella Stasio ROMA «In materia di pratica terapeutica, la regola di fondo deve essere l'autonomia e la responsabilità del medico che,

La legge non sceglie le cure ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 151 con cui la Corte costituzionale ha cancellato uno dei cardini della legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita – l'articolo 14, comma 2, che impone il contemporaneo impianto dei tre embrioni – rappresenta una lezione di civiltà giuridica.

Più facile diventare mamma a 40 anni ( da "Tempo, Il" del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: diventare mamma a 40 anni Quali sono le concrete conseguenze dal punto di vista tecnico dopo la pronuncia della Corte Costituzionale? Che cosa accadrà in una clinica dedicata alla fecondazione assistita? Con la nuova formulazione decisa dalla Corte Costituzionale adesso il medico ha la possibilità di evitare il limite di solo tre ovociti o gameti fecondati nell'utero della futura madre.

Basta viaggi all'estero per i figli in provetta ( da "Tempo, Il" del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nel suo fondamentale ricorso alla Corte Costituzionale, in occasione del referendum, aveva fatto osservare che l'obbligo di utilizzare al massimo tre embrioni per volta, da impiantare contemporaneamente, durante un procedimento di fecondazione assistita, violava l'articolo 3 della Costituzione «sotto il duplice profilo del principio di ragionevolezza e di quello di uguaglianza,

Napolitano: ( da "Secolo XIX, Il" del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Camera Gianfranco Fini e il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, e c'è un nutrito drappello di ministri. Ci sono i superstiti degli anni bui di stragi e terrorismo. Ma gli occhi sono tutti puntati sulle quelle donne, segnate dal tempo e dal dolore di una stessa vicenda, che per la prima volta si incontrano dopo 40 anni e trovano la forza e il coraggio di riconciliarsi.

il braccio di ferro sui fondi fas ( da "Sicilia, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale, ma, intanto, per quanto mi riguarda si apre una discussione sull'esigenza di mantenere in vita l'Istituzione stessa del Commissariato dello Stato, che non esiste nelle altre regioni d'Italia. Istituzione questa che, travalicando le proprie competenze costituzionali, si è tradotta in un'illegittima intrusione nella libera volontà di un Parlamento che sin dall'

Crocetta attacca il giudice Caponcello ( da "Sicilia, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: apprendo che il Csm ritiene di mandare alla Procura nazionale chi, in indagini sul controllo da parte della mafia sulla grande distribuzione alimentare, e sui collegamenti dell'imprenditore Scuto di Catania con boss palermitani, è stato bacchettato dalla procura generale di Catania, che avocò il procedimento per ?

"Un omicidio? Forse ma non è terrorismo" ( da "Stampa, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ma allora perché, in questo caso, il ministro della Giustizia brasiliano ha concesso il rifugio? «Perché l'esecutivo non aveva certezze su come avrebbe agito il sistema giudiziario, essendoci la divisione dei poteri, e credo che Genro abbia preso questa decisione per non correre il rischio dell'estradizione.

Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Sc S.Ilario 0-2 Boca Barc... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Leo CSM-Team Frontiera 1-2 Sorbolo-Real Bibbiano 2-1 Tricolore Planet-Vetto 2-3 TotaleReti SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana6126194359219Boca Barco6026186242168 Sc S.Ilario592618534397Campeginese512615655230-1 Rocca 68452613674428-7Team Frontiera4026124103630-12 Castelnovo 022526510112533-27Mezzani2526510113042-27 Vetto252667132337-

)PROVINCIA Lucchi (Pri): ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: altra sentenza ideologica della Corte Costituzionale» A PROPOSITO della Legge 40, siamo davanti all'ennesima sentenza della Corte Costituzionale puramente ideologica perché non fa altro che voler mettere dei paletti al diritto di vivere. Dalle motivazioni della Consulta emerge la chiara volontà di non considerare persona il concepito e,

resa dei conti in procura ( da "Repubblica, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che ha scritto al Csm per aggiungere altri particolari sullo stralcio delle posizioni di Pansa e Bertolaso dall´inchiesta rifiuti. Interviene anche l´Anm. Il presidente Tullio Morello invita il Csm a «valutare il caso per poi voltare definitivamente pagina». E si chiede: «Perché un procuratore aggiunto, intervenuto al consiglio giudiziario,

caso lepore, interviene l'anm "perché de chiara parla solo ora?" - dario del porto ( da "Repubblica, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: quello di far riaprire il caso che, dopo le audizioni in consiglio giudiziario e poi al Csm, il plenum del Csm aveva chiuso appena martedì scorso dando ragione ai pm Noviello e Sirleo sulla natura giudica dello stralcio, ritenuto una «revoca implicita», ma riaffermando al tempo stesso la compattezza dell´ufficio inquirente.

un convegno da 225mila euro: polemica al csm ( da "Repubblica, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: : sprechi inaccettabili Un convegno da 225mila euro: polemica al Csm ROMA - Un convegno per aggiornare 530 toghe da 225mila euro. Mezzo miliardo di vecchie lire. Pagato a metà tra Csm e ministero della Giustizia. E dove poi? A Palermo, tra il 7 e l´8 luglio, nella città dove fa politica il Guardasigilli Angelino Alfano.

Giustizia, un convegno da 225mila euro Scoppiano le polemiche al Csm ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Scoppiano le polemiche al Csm DUE GIORNI A PALERMO. IL CONSIGLIERE ANEDDA: «ALFANO LO DISERTI» ROMA DUECENTOVENTICINQUEMILA euro, quasi mezzo miliardo delle vecchie lire, per un incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da ospitare in dieci differenti alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia,

G. EZZELINA-ARSENAL CUSINATI 2-0 G. EZZELINA: Mattiello, Brunello, Dal Nina, Pellizzari M., Bordignon ... ( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: LENTIAI-VIRTUS CSM 3-3 VIRTUS: Gosetto, Meneghin, Ferronato, Bet (30' st Bottarel), Busetti (30' st Villanova), Nardi, Gerlin, Vassalli (8' st Tonon), Di Girolamo, Puppetti, Bittante. All. Mognon. RETI: 8'e 42' st Zanin, 10' (rig) e 38' st Puppetti, 4' st Di Girolamo, 20' st Pauletti (rig.

Evolution, Barbisano, Resana: che rulli ( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm Resana resta al secondo posto, con il rammarico di aver perso la vetta agli sgoccioli del campionato ma con un finale col botto, 6 gol al Pederobba. Chi festeggia di più è sicuramente il bomber Ruffato che va in rete ben 5 volte e vince pure le scommesse coi dirigenti, supera 25 gol e andrà a cena gratis almeno quattro volte.

Il Valdosport passa col settebello ( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di esser stato promosso in seconda categoria e di aver sbaragliato l'antagonista Csm Resana nelle ultime domeniche del campionato. Ieri dà il colpo di grazia e si scaglia su un impotente S. Giuseppe, 7-0 il bilancio finale. A beffa dei continui sfottò subiti nei vari campi avversari durante tutto l'anno, il Valdosport commenta: «I montanari sono i più forti».

BADOERE - FONTANE: 1 - 1 ( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pt Francesco Favaro CSM RESANA - PEDEROBBA: 6 - 0 RETI: 10' pt Ruffato (rigore), 10' st Tosetto, 18' st, 27' st, 45' st e 46' st Ruffato MILAN GUARDA - FANZOLO: 1 - 3 RETI: 45' pt Cattarin, 5' st De Faveri, 25' st Luise, 43' st Gasparotto PADERNELLO - ROVERE SARTORATO: 1 - 2 RETI: 10' pt Lopes, 15' pt Nicolas Sartorato, 30' pt D.

ARDITA PERO - BOCCADISTRADA: 0 - 1 ( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pt Francesco Favaro CSM RESANA - PEDEROBBA: 6 - 0 RETI: 10' pt Ruffato (rigore), 10' st Tosetto, 18' st, 27' st, 45' st e 46' st Ruffato MILAN GUARDA - FANZOLO: 1 - 3 RETI: 45' pt Cattarin, 5' st De Faveri, 25' st Luise, 43' st Gasparotto PADERNELLO - ROVERE SARTORATO: 1 - 2 RETI: 10' pt Lopes, 15' pt Nicolas Sartorato, 30' pt D.

Anedda blocca la riunione troppo costosa ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Cronaca Italiana Pagina 107 Csm Anedda blocca la riunione troppo costosa Csm --> ROMA Duecentoventicinquemila euro, quasi mezzo miliardo delle vecchie lire, per un incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da ospitare in dieci differenti alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia:

Terremoto, meno controlli ( da "Secolo XIX, Il" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale aveva però bocciato l'articolo di legge. Conseguenza pratica? Già dal 5 maggio (il giorno di deposito della sentenza) gli uffici erano stati sommersi da una mole ingestibile di richieste di autorizzazione. A quel punto, invece di aumentare le strutture per i controlli, la Regione Toscana ha inventato una nuova disposizione per risolvere il problema senza violare

IL CONSIGLIO SARà SUPERIORE? ( da "Unita, L'" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Mentre la mafia si riorganizza, il Csm deve schierare gli uomini giusti nei posti giusti». Sulla questione interviene anche Antonio Di Pietro: «Da un po' di tempo non mi riconosco più nell'operato di questo Csm: la sbrigativa liquidazione di De Magistris e dei salernitani Apicella, Nuzzi e Verasani;

TRE GIORNIdi lezionie dibattiti ( da "Secolo XIX, Il" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: lezione magistrale di Giovanni Maria Flick "La Costituzione, i diritti, la dignità delle persone", docente di diritto penale e già presidente della Corte costituzionale. Alle 11, al CAMeC, presentazione del libro "L'avvocato" di Guido Alpa. Il programma dettagliato su www.comune.laspezia.it/paroledigiustizia. 11/05/2009

Sconti Irap, le incognite di Unico ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: incombono sia la mancata pronuncia della Corte costituzionale sull'indeducibilità dell'Irap ( fissata per il 7 e 8 luglio, si veda il servizio sotto), sia l'elevato costo che potrebbe essere chiamato a sostenere l'Erario. Ipotizzando un'aliquota media del 25% ai fini delle imposte dirette, lo sconto cui avrebbero diritto tutti i contribuenti Irap (più di 5 milioni)

Verso il rinvio del vaglio costituzionale? ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: EFFETTI DEL DL 185 Verso il rinvio del vaglio costituzionale? Sono tutti da verificare gli effetti del Dl 185/2008 sull'Irap day, fissato dalla Corte costituzionale per la prima decade di luglio. Le ordinanze di rimessione alla Consulta, infatti, hanno quasi sempre a fondamento una richiesta di verifica sulla compatibilità costituzionale dell'indeducibilità dell'intera imposta.

Corte Costituzionale: no a promulgazione Statutaria ( da "Sardegna oggi" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale: no a promulgazione Statutaria La Corte Costituzionale ha bocciato la legge Statutaria della Sardegna, stabilendo che la promulgazione fatta il 10 luglio 2008 da parte dell'allora Governatore Renato Soru va annullata perché non si poteva procedere con tale atto in quanto la Corte d'Appello di Cagliari aveva dichiarato non valido il referendum confermativo per

INIZIATIVA CONGELATA ( da "Trentino" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: polemiche nel Csm: 225mila euro per convegno 225mila euro per un incontro di due giorni in luglio a Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone da ospitare in 10 alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia. Di fronte a una giustizia al collasso, al consigliere del Csm Gianfranco Anedda è sembrato troppo.

Legge 40 : la Corte Costituzionale restituisce al medico il ruolo centrale nella fecondazione assistita ( da "SaluteEuropa.it" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale restituisce al medico il ruolo centrale nella fecondazione assistita "La sentenza di oggi restituisce al medico la responsabilità della scelta terapeutica nel trattamento della infertilità di coppia - Anna Pia Ferraretti, direttore scientifico di Sismer, Società italiana di Studi di Medicina della Riproduzione,

la messa del papa in giordania ( da "Sicilia, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: consigliere laico del Csm, non ha dubbi: è uno spreco inaccettabile. Non si possono spendere 225 mila euro per un incontro di due giorni da tenersi a luglio a Palermo con i capi degli uffici giudiziari d'Italia. Cinquecentosedici persone ospitate in dieci alberghi, compresi il Guardasigilli Angelino Alfano e il vicepresidente del Csm Nicola Mancino.

Oltre duecentomila euro per ospitare a Palermo per due giorni 516 persone ( da "Sicilia, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: per un incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da ospitare in dieci differenti alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia: dal ministro Angelino Alfano al vice presidente del Csm Nicola Mancino, dal primo presidente Vitaliano Esposito al Pg della Cassazione Vincenzo Carbone.

Costa troppo la Convegno contestato. ( da "Sicilia, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Costa troppo la «giustizia virtuosa»Convegno contestato. E il ministero blocca l'incontro per l'esosità della spesa prevista Un consigliere del Csm: «E' uno spreco inaccettabile». L'incontro viene congelato e i costi si abbassano

( da "Sicilia, La" del 11-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale n.293/05, e la sentenza sempre della Corte Costituzionale n.442/08. In sintesi, con l'impugnazione dell'art. 61 della Legge finanziatria, che prevedeva che la Regione tramite l'Arra provvedesse alla nomina di Commissari ad acta presso le Società d'Ambito con l'incarico di attuare le operazioni necessarie per monetizzare i crediti vantati dei singoli Ato alla


Articoli

Magistrati, assemblea straordinaria dell'Anm (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 06-05-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Domani all'Aquila Magistrati, assemblea straordinaria dell'Anm PESCARA Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, con una delegazione della giunta e del comitato direttivo centrale, parteciperà domani all'assemblea straordinaria indetta all'Aquila dal presidente della sezione abruzzese dell'Anm, Giampiero Di Florio. L'assemblea - spiega una nota - esaminerà la situazione degli uffici giudiziari e del foro aquilano, e discuterà la gestione dell'emergenza post-terremoto alla luce del decreto legge 28 aprile 2009, anche proponendo eventuali modifiche e integrazioni nel corso dell'esame parlamentare per la conversione in legge. Per il Csm è prevista la partecipazione dei consiglieri Riviezzo (in rappresentanza del vicepresidente Mancino), Tinelli e Viola. Tra gli invitati, magistrati e capi degli uffici giudiziari, presidenti e avvocati del Consiglio dell'Ordine degli avvocati dell'Aquila e degli altri ordini forensi abruzzesi, i presidenti della Giunta e del Consiglio regionale, senatori e deputati abruzzesi. L'incontro fa seguito a quello convocato a Pescara il 9 aprile scorso, subito dopo il terremoto, che consentì un primo scambio di informazioni tra magistrati, avvocati, personale dell'Aquila e degli altri uffici giudiziari abruzzesi, con gli amministratori locali e i parlamentari della regione.

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(sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 06-05-2009)

Argomenti: Giustizia

BOLOGNA PRIMO PIANO pag. 4 «Non si tira fango sugli avversari» RAISI: «RESPONSABILE CHI HA CERCATO L'ATTO E CHI L'HA DIFFUSO» E' DURISSIMO Enzo Raisi, parlamentare del Pdl e candidato alla presidenza della Provincia che nei giorni scorsi aveva già censurato l'iniziativa di Valerio Monteventi e Serafino D'Onofrio. «In campagna elettorale non si usano questi sistemi attacca . Non si può tirare fango sull'avversario che non ha il tempo per difendersi, ormai manca un mese alle elezioni. Qui ci sono diverse responsabilità. Riguardano chi ha chiesto quel documento, chi l'ha procurato e chi l'ha diffuso. Questa vicenda coinvolge destra e sinistra». Eppure il Pd si è buttato a capofitto su questa storia. «Certo obietta Raisi . Ma il partito democratico è anche quello che all'inizio ha considerato un'ottima proposta l'idea del check up sanitario che voleva colpire Guazzaloca». Raisi si dice anche stupito dal fatto che «la Procura abbia aperto un'inchiesta in campagna elettorale e soprattutto che sia stata resa pubblica. E come mai sono già usciti i nomi dei protagonisti? Se fossi stato un magistrato, non avrei mai detto che avevo aperto l'inchiesta. Non è vero che il problema è solo quella delle porcherie in politica. Il potere giudiziario deve star fuori dalla campagna elettorale». STRONCA la sinistra radicale Galeazzo Bignami, numero due del Pdl. «In campagna elettorale si deve cercare di spostare l'attenzione sui contenuti, sulle proposte concrete e sul merito chiede dai microfoni di radio Tau . E' evidente che chi non ci riesce usa gli strumenti, pochi, che ha, e dati anche a disposizione dell'intelligenza. Quindi più di tanto non possiamo pretendere». Insomma, si tenta «di buttarla in cavalleria e non credo che faccia bene a nessuno». «E' abbastanza degradante scendere sul piano degli affari personali», dice Bignami, e l'iniziativa di Bologna città libera la lista di Valerio Monteventi «è tutto tranne che scoop» ma «mi rendo conto che hanno una morale politica differente dalla mia». IL VICECOORDINATORE cittadino del Pdl si spende poi in difesa di Alfredo Cazzola che «sconta il fatto di essere l'unico ad avere finora avanzato un programma, proposte e idee: condivisibili o meno, ma sono le uniche realizzate da un candidato sindaco. Né Delbono, né Guazzaloca hanno abbozzato il programma». Image: 20090506/foto/1199.jpg

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questioni di fede nel cuore del dibattito politico - anna benedetti (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina V - Firenze TRENTA RIGHE Questioni di fede nel cuore del dibattito politico ANNA BENEDETTI Le righe prescelte sono tratte dalla premessa del libro, dove la laicità non è contrapposta alla religiosità ma è piuttosto un modo di essere della società e della politica che dà alla religione il ruolo proprio non come elemento conflittuale ma come elemento di composizione di una realtà multiforme. (pagg. 3-4) Proprio l´analisi della realtà, la nuda forza delle cronache, mostrano quanto sia ancora arduo riconoscere nella discussione italiana l´accettazione piena di quel che scrisse, nella sentenza n. 203 del 1989, la Corte costituzionale sottolineando che «il principio supremo della laicità dello Stato è uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica». Vi è, dunque, una incompiutezza con la quale bisogna fare i conti. Conti difficili perché, negli ultimi anni, stereotipi vecchi sono stati rinverditi e irrigiditi, e a essi, ne sono stati aggiunti altri, nuovi nelle apparenze perché legati alle innovazioni profonde determinate da scienza e tecnologia, ma che in concreto hanno riproposto con durezza ancora maggiore una logica di subordinazione a valori definiti fuori da ogni procedura democratica. La polemica si è fatta così più aspra, alimentata com´è anche da una adesione spregiudicata e strumentale a posizioni ufficiali della gerarchia vaticana da parte di gruppi ed esponenti politici alla ricerca di consensi. Una nuova generazione di defensores fidei, si è materializzata, trasferendo la questione religiosa nel cuore del conflitto politico.

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"la laicità principio costitutivo della democrazia" - gaia rau (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina V - Firenze Incontro oggi pomeriggio alle 17,30 alle Oblate con Stefano Rodotà autore del saggio "Perché laico" "La laicità principio costitutivo della democrazia" "Non rinchiudo la Chiesa nelle parrocchie ma lei non può imporre i suoi principi" GAIA RAU Liberare la laicità dal conflitto tra posizioni clericali e anticlericali, restituendole il suo ruolo di principio fondamentale del sistema democratico, prerogativa irrinunciabile del dibattito pubblico. E´ l´operazione sostenuta da Stefano Rodotà - giurista, già garante della privacy e coautore della Carta dei diritti fondamentali per l´Unione Europea - nel suo saggio Perché laico (Laterza, 2009), al centro dell´appuntamento di oggi a "Leggere per non dimenticare" (alle 17.30 alla biblioteca delle Oblate, via dell´Oriuolo 26, ingresso libero). Con lui, intervengono Alfredo Jacopozzi, direttore dell´ufficio Cultura e Università della Curia fiorentina, e il costituzionalista Stefano Merlini. Testamento biologico, procreazione assistita, unioni di fatto: il conflitto tra credenti e non sembra dominare il dibattito pubblico. «Ho cercato di affrontare le questioni che oggi dividono l´opinione pubblica partendo da un presupposto: la laicità non può essere considerata una posizione di parte, ma un principio supremo della nostra democrazia, così come afferma una sentenza della Corte Costituzionale, la 203 del 1989, che ho citato in apertura al testo». In cosa consiste il concetto di laicità? «Rispetto delle opinioni altrui, parità nella discussione pubblica e garanzia dei diritti fondamentali. Non significa, cioè, che la Chiesa non possa far sentire la sua voce: ma se vuole, così come accade oggi, diventare essa stessa parte del dibattito pubblico, non può godere di una situazione di privilegio». La Chiesa ha dunque tutto il diritto di esprimere le proprie opinioni. «E questo non è soltanto lecito, ma positivo per la democrazia. Mi hanno accusato di voler rinchiudere la Chiesa nelle parrocchie, ma è una grossissima stupidaggine: semplicemente, non può imporre i suoi principi, pretendendo che non siano negoziabili. I soli a non esserlo, sono quelli contenuti nella Costituzione, in quanto unica carta dei valori democraticamente legittimata». In questo senso, lei vuole andare oltre alla polemica tra clericali e anticlericali? «Esatto: si tratta di considerare la laicità non come elemento oppositivo, ma costitutivo della democrazia. E in questo ho trovato molta apertura anche da parte di esponenti del mondo cattolico, da Rosy Bindi a Guido Bodrato, da monsignor Bettazzi a Vinicio Albanesi». Perché oggi è così difficile superare il conflitto? «Da una parte c´è una regressione culturale, caratterizzata da una forte pressione delle gerarchie vaticane. Oggi, leggi come quella sul divorzio o sull´aborto non sarebbero possibili: ai tempi in cui furono approvate c´era un´apertura maggiore, anche all´interno della stessa Dc. La critica però va anche allo stesso mondo laico, che non è sufficientemente consapevole, e a un centro sinistra che non ha saputo opporsi con il necessario rigore a pretese fondamentaliste».

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JESI (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 06-05-2009)

Argomenti: Giustizia

JESI pag. 11 JESI «L'EVENTO jesino è al centro dell'atte... JESI «L'EVENTO jesino è al centro dell'attenzione e del dibattito negli ambienti culturali torinesi e fiorentini, con echi anche al Quirinale» Ad annunciarlo Gian Franco Berti, presidente del Centro studi «Piero Calamandrei», che sabato 23 maggio, ricorderà il suo presidente onorario, ad un secolo dalla sua nascita, attraverso il «Memorial Alessandro Galante Garrone». Una giornata, quella dedicata al magistrato, storico, figura di spicco della Resistenza, fondatore e militante del Partito d'Azione, suddivisa in tre momenti che vedrà a Jesi personaggi del calibro dei >presidenti emeriti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky. Si inizierà alle 10.30, al teatro Pergolesi, dove oltre 500 studenti maturandi assisteranno alla lectio magistralis del professor Zagrebelsky: «Dimmi, Pericle, mi sapresti dire che cosa è la legge?» Dopo la consegna del premio Calamandrei al magistrato e al presidente emerito Ciampi, gli «Onafifetti» dedicheranno alla memoria di Galante Garrone «La Badoglieide», uno dei canti più noti della Resistenza antifascista, che lui stesso avrebbe voluto fosse cantata al suo funerale. Nel pomeriggio (ore 17, ingresso libero) la tavola rotonda «I valori e le battaglie civili di un laico del 900» vedrà nella sala convegni dell'università jesina: il direttore de «La Repubblica» Ezio Mauro, la nipote del padre costituente che dà il nome al centro studi, Silvia Calamandrei, Gustavo Zagrebelsky, Camilla Bergamaschi, Riccardo Marchis, Massimo L. Salvadori, Carlo Augusto Viano e Alfredo Viterbo. La tavola rotonda sarà coordinata da Paolo Borgogna, giurista che ha scritto assieme a Galante Garrone la sua autobiografia «Il mite giacobino». Ma l'evento forse più atteso è lo spettacolo, «in anteprima mondiale se si esclude il Cile»: «Il funerale di Neruda» di Luis Sepùlveda e Renzo Sicco. Uno spettacolo della «Assemblea teatro», con nove attori in scena che faranno rivivere la violenza della morte di Neruda, del Golpe, ma anche il cammino contro di essa e contro la paura. «Jesi per un giorno sarà la capitale della cultura italiana ha commentato il presidente del Centro studi Berti in ricordo del presidente onorario, Alessandro Galante Garrone, già insignito del prestigioso Premio Calamandrei. Un laico, un magistrato, un uomo libero». L'evento è sostenuto dalla Regione Marche, dalla Provincia, dal Comune, oltrechè dall' università jesina, Ubi BpA, Fondazione Pergolesi Spontini, Interporto Marche e da partner privati. Biglietti (da 20 a 25 euro): 0731 206888. Sara Ferreri

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La Regione faccia barriera contro le lacune normative (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 06-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Nord-Est sezione: EST data: 2009-05-06 - pag: 20 autore: La Regione faccia barriera contro le lacune normative L iberale da sempre, non sono affetto da fondamentalismo ambientalista: il mio impegno contro la ripresa delle estrazioni Eni in Alto Adriatico è stato costante e coerente, pur in ruoli diversi, prima solo come "cittadino-chiunque", poi come avvocato di parte civile della Provincia di Rovigo, poi come Commissario straordinario dell'Ente Parco Delta del Po (dal giugno 2005 all'ottobre 2006)ed ora continua. Come avvocato ritengo innanzitutto di ricordare che i vertici di Eni SpA, alcuni componenti del gruppo istruttore della Commissione "Via" nazionale ed altri soggetti sono stati rinviati a giudizio- ovviamente in ipotesi accusatoria tutta da verificare- tra l'altro per atti idonei a cagionare un disastroe tentativo di inondazione a seguito delle estrazioni effettuate dai giacimenti Naomi Pandora e Irma Carola;il primo a 35 chilometri dalla costa ed il secondo a 20. Ciononostante, senza neppure aspettare l'esito del procedimento penale in questione (relativamente al quale è inopportuno fare previsioni)com'è noto con legge n.133/08è stato convertito con modifiche il Dl 112/2008, il cui articolo 8 si occupa specificatamente di tali estrazioni. Appena avuto notizia dell'approvazione di tale norma da parte delle Camere, ho inviato una dettagliata memoria al Presidente della Repubblica chiedendogli che rinviasse la legge alle Camere. Con comunicazione8 agosto 2008 il Consigliere del Presidente per gli affari giuridici ha risposto in sostanza che non erano emersi profili di costituzionalità che fossero di ostacolo alla promulgazione della legge. «Ulteriori ed eventuali profili di legittimità –affermava –non potrebbero che essere sottoposti eventualmente al vaglio della Corte Costituzionale». La norma in questione afferma che il divieto di escavazioni nel sottosuolo del Golfo di Venezia e nel Delta del Po «si applica sinoa quando il Consiglio dei Ministri,d'intesa con la Regione Veneto, non abbia definitivamente accertato la non sussistenza di rischi apprezzabili di subsidenza sulle coste». Un divieto stabilito per legge può, secondo me, venire a cadere solo a seguito di un provvedimento specificatamente previsto dall'ordinamento ed espressamente individuato. La lacuna della succitata norma è invece palese in quanto con essa si parla di generico accertamento senza stabilire, effettuato tale supposto accertamento, con quale strumento giuridico preciso si può rimuovere il divieto. Sconcertante è la condizione dell'accertamento della«non sussistenza di rischi apprezzabili di subsidenza sulle coste». I sinonimi di "apprezzabile" riportati dai vocabolari sono preoccupanti: "Notevole, considerevole, rilevante". Ne consegue che se vi è rischio di abbassamento, non di grande entità del fondale marinoe conseguentemente delle coste nonché degli immobili costruiti nei limitrofi terreni, si potrà dire: «Abbassiamoli pure»? Per fortuna occorre, per riprendere le estrazioni,l'intesa con la Regione Venetoe prima di scrivere questo intervento ho telefonato al Governatore Giancarlo Galan il quale mi ha autorizzato a riportare il suo pensiero:«Basta prolungare di 5 anni la concessione al Terminal gasifero per pareggiare tutto il gas che c'è là sotto!Continuo ad essere decisamente contrario alla ripresa delle estrazioni». Luigi Migliorini ENTE PARCO DELTA DEL PO Ex Commissario straordinario

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giustizia a rischio collasso (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 06-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 7 - Livorno «Giustizia a rischio collasso» Il procuratore: tante udienze, pochi pm per coprirle LIVORNO. «Anche qui sono molti i processi pendenti. E c'è un dato che sintetizza la difficoltà della loro gestione: il 60 per cento dei procedimenti arriva a dibattimento, appena il 40 si risolve fra riti abbreviati e patteggiamenti. E' quasi una macchina diabolica, quella processuale, per complessità e farraginosità». Il procuratore della Repubblica Francesco De Leo, nel giorno della protesta dell'Associazione nazionale magistrati in occasione della giornata della giustizia, non fa mistero del fatto che anche gli uffici giudiziari livornesi sono sotto la minaccia del collasso. Se a livello nazionale gli oltre 6 milioni e mezzo di processi pendenti rischiano di mandare a gambe all'aria la giustizia, dalle nostre parti i problemi che vengono riscontrati dalla Procura riguardano la difficoltà a coprire il numero di udienze. «E' arrivato recentemente un nuovo sostituto procuratore e un altro, per completare l'organico - spiega De Leo - arriverà a fine luglio». A quel punto, i trasferimenti di Carmen Santoro (a Bergamo) e Ugo De Carlo (Tar Lombardia) saranno riequilibrati. Ma ciò che rende difficile la copertura delle udienze è anche la carenza di vice procuratori onorari, che finora hanno assicurato lo svolgimento di molti processi. «Non si può attingere dalla vecchia graduatoria - dice il procuratore - perché è già stato bandito il nuovo concorso, ma l'alto numero di domande rallenta il suo svolgimento». Frattanto, Procura, tribunale, Ordine degli avvocati e Camera penale hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per migliorare la gestione dei processi. «E' già stato fatto in altre città - conclude De Leo - naturalmente con l'intento di migliorare la situazione e arrivare a un processo più rispettoso per tutti». lu.dem.

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Via le tasse sul lusso (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

SARDEGNA Via le tasse sul lusso SASSARI. Vita breve per le cosiddette tasse sul lusso, volute dalla Giunta regionale della Sardegna guidata da Renato Soru e rimaste in vigore appena due anni. Inserite nella Finanziaria 2006, al centro di numerose polemiche e sottoposte a revisione nel 2008, sono state eliminate con la Finanziaria 2009: l'iter è in corso di completamento in Consiglio regionale. Con la manovra 2009 scompaiono le due imposte regionali ancora in vigore, dopo che la Corte Costituzionale aveva già bocciato quelle sulla compravendita di immobili adibiti a seconde case.

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A Campobasso la  (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Camera di commercioIn un dibattito sarà illustrata la proposta di riforma dell'Ordine professionale A Campobasso la «Giornata dell'informazione» Giornata nazionale dell'informazione sabato 9 maggio, con un dibattito in programma a Campobasso, alle ore 11, alla Camera di Commercio. Un'iniziativa promossa dall'Ordine nazionale dei giornalisti, di concerto con la Consulta dei presidenti e dei vicepresidenti del Consiglio regionale dell'Ordine, per illustrare il «Documento di indirizzo per la riforma dell'Ordine dei giornalisti». Un impegno assunto dall'ODG Molise, dopo l'approvazione del bilancio. Come spiega il presidente Antonio Lupo, insieme alle istituzioni si discuterà dei problemi dell'informazione, per sensibilizzare l'opinione pubblica e la classe politica sulla necessità di pervenire al più presto alla riforma dell'ordinamento professionale. Pur considerando ancora validissime le impostazioni della legge 69/1963 che disciplina la professione giornalistica, sono previste profonde modifiche strutturali e organizzative. Considerati sempre principi fondamentali la libertà di informazione e di critica, il rispetto della verità dei fatti, la tutela delle fonti. Di rilievo anche le sentenze della Corte Costituzionale sulla legittimità dell'Ordine a tutelare la libertà degli iscritti dal potere economico dei datori di lavoro. La proposta di riforma prevede tuttavia mutamenti sul piano pratico, modifiche per quanto riguarda l'accesso alla professione, con particolare riguardo all'attività dei pubblicisti,> meno burocrazia, una regolamentazione dei procedimenti disciplinari. Il dibattito di sabato si presenta dunque come un utile confronto, tra partecipanti, colleghi e rappresentanti delle istituzioni, per esaminare anche lo stato attuale dell'informazione molisana.

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il csm: corona torni in procura l'inchiesta rifiuti verso la capitale (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IV - Napoli Il Csm: Corona torni in Procura l´inchiesta rifiuti verso la capitale Per l´indagine su Pansa la competenza passa a Roma Una pratica apparentemente "di routine", approvata ieri dal plenum del Csm, potrebbe avere effetti dirompenti sul secondo filone dell´inchiesta su presunti illeciti nella gestione della crisi rifiuti facendo scattare presto, in tutto o in parte, la trasmissione degli atti a Roma. Palazzo dei Marescialli infatti ha deliberato d´ufficio il rientro in Procura di Giovanni Corona, il pm che aveva indagato sulla faida di Scampia e, dopo un periodo di aspettativa elettorale chiesto per una candidatura poi tramontata alle elezioni Politiche del 2006, aveva svolto per alcuni mesi, prima di essere nominato nel gennaio scorso consulente del ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli, il ruolo di consulente giuridico del prefetto Alessandro Pansa quando questi guidava il commissario straordinario per l´emergenza rifiuti. In questa veste, alcuni giorni or sono, Corona aveva ricevuto un avviso di chiusura delle indagini preliminari firmato dal pm Maurizio De Marco con l´ipotesi di falso nell´ambito del procedimento (stralciato dal capitolo principale con una decisione del procuratore capo Giandomenico Lepore non condivisa dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo) nel quale sono indagati fra gli altri anche i prefetti Pansa e Corrado Catenacci. Il Csm, preso atto della conclusione del rapporto di consulenza presso il ministero delle Infrastrutture, ha disposto non solo il rientro del pm nei ruoli della magistratura ma anche, d´ufficio, il suo ritorno alla Procura di Napoli. Ma l´ordinamento prevede che la competenza per i procedimenti nei quali sono coinvolti giudici e pm napoletani spetti all´autorità giudiziaria di Roma. Ed è nella capitale che, quando Corona avrà formalmente ripreso le funzioni di pubblico ministero presso l´ufficio del Centro direzionale, dovrà essere trasmesso il fascicolo riguardante il magistrato e le altre posizioni per le quali sarà rilevata una "connessione". Dunque, verosimilmente, quella di Pansa. Ma potrebbe non essere l´unica. Dovrà essere valutato il fascicolo riguardante il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, il cui nome compare nell´inchiesta con riferimento al primo periodo trascorso dall´attuale sottosegretario alla guida del commissariato straordinario per l´emergenza rifiuti. E l´eccezione di incompetenza potrebbe essere sollevata anche davanti ai giudici del collegio B della quinta sezione penale, dove il 26 maggio prossimo inizierà il processo nei confronti degli imputati del filone principale dell´inchiesta, fra i quali il vicecapo della Protezione civile Marta Di Gennaro e l´ex amministratore di Fibe Massimo Malvagna, rinviati a giudizio dal gup Raffaele Piccirillo. Il Csm ha votato mentre, nell´aula bunker di Poggioreale, proseguiva il primo processo sul ciclo dei rifiuti, quello dove sono imputati anche gli ex vertici Impregilo e il governatore Bassolino. Il consulente della Procura, Paolo Rabitti, ha detto di aver riscontrato nel 2005 un cattivo funzionamento degli impianti di cdr (combustibile derivato dai rifiuti) contrariamente a quanto attestato invece dall´esito dei collaudi. (d.d.p.)

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MERCOLEDÌ 29 aprile noi ragazzi delle classi 3 B e 3 ... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CAMPIONATO DI GIORNALISMO pag. 6 MERCOLEDÌ 29 aprile noi ragazzi delle classi 3ªB e 3ª... MERCOLEDÌ 29 aprile noi ragazzi delle classi 3ªB e 3ªC della scuola media di Castel di Lama siamo andati a Roma per visitare la residenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Siamo partiti alle 6.10 e abbiamo percorso la Salaria per circa quattro ore di viaggio e, arrivati nella capitale, ci siamo subito recati al Quirinale, zona molto protetta e sorvegliata da vari corazzieri che ci hanno pregato di rispettare il silenzio, di spegnere i cellulari e di non masticare chewingum per evitare incidenti o danneggiare i pregiatissimi tappeti. Come altra misura di sicurezza siamo dovuti passare attraverso il metal detector. Dopo aver conosciuto la nostra guida, abbiamo iniziato la visita al Quirinale, ammirando innanzitutto il Salone dei Corazzieri, pieno di arazzi e affreschi tra cui quello raffigurante alcuni ambasciatori seicenteschi realmente esistiti e provenienti da Cina, Giappone e Africa. Il portale conduce alla Cappella Paolina, che veniva usata in sostituzione della Cappella Sistina, infatti doveva essere anch'essa affrescata, ma in mancanza di fondi non è stata decorata se non in modo molto scarno. Abbiamo successivamente proseguito la nostra interessante visita nelle piccole sale dedicate al soggiorno del Papa: la sala delle Virtù, dove ci sono due grandi vasi messicani su basi di legno dorato e un orologio a mensola, e la sala del Diluvio, in cui si trovano due busti raffiguranti l'imperatore Commodo e l'imperatore Nerva, e quattro grandi vasi cinesi in porcellana, con decorazioni blu e bianco e un orologio. Ci siamo quindi diretti nella sala del Balcone, utilizzata per l'imbalsamazione dei Papi. Successivamente abbiamo percorso la grande galleria di Alessandro VII che comprende la sala Gialla, la sala di Augusto e la sala degli Ambasciatori che, prima dell'intervento del governo napoleonico, costituivano un unico ambiente, poi fu diviso da transetti e adibito al soggiorno dell'imperatrice francese. DEL QUIRINALE ci hanno maggiormente colpito la sala degli Arazzi e la sala degli Specchi, che inizialmente era una sala da ballo, poi considerata troppo piccola dai reali Savoia e quindi adibita ad altri usi; qui ora si svolgono udienze del Capo dello Stato ed il giuramento dei giudici della Corte Costituzionale. L'ultima sala che abbiamo ammirato è stato il Salone delle Feste, in cui la regina Margherita decise di svolgere tutte le cerimonie e le feste, in quanto è la più grande. Sul pavimento della sala è presente un tappeto che lo ricopre interamente e attualmente vi si svolgono cerimonie e attività, ma soprattutto si tiene il giuramento del nuovo governo. Dopo pranzo siamo ripartiti verso casa, entusiasti della visita nella capitale.

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praga, klaus sgambetta l'europa - andrea bonanni (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 17 - Esteri Praga, Klaus sgambetta l´Europa Dal Parlamento sì al Trattato di Lisbona, ma il presidente rifiuta di firmare ANDREA BONANNI DAL NOSTRO INVIATO PRAGA - Il senato ceco ha approvato ieri la ratifica del Trattato europeo di Lisbona, che era già stato votato dalla camera in febbraio. Tuttavia il presidente della repubblica, l´euroscettico Vaclav Klaus, ha subito fatto sapere di non aver per ora intenzione di mettere la sua firma, necessaria per completare la procedura di ratifica. Klaus va così ad aggiungersi al presidente polacco, il clericale Lech Kaczynski, che pure si rifiuta di firmare il trattato benché sia stato ratificato dal Parlamento nazionale. Il voto espresso ieri dal senato di Praga, comunque, sgombera il campo da un certo numero di preoccupazioni perché si trattava dell´ultimo pronunciamento parlamentare ancora in sospeso. Il risultato non era affatto scontato: se tutti i senatori del partito liberale di destra Ods, di cui fa parte Klaus, avessero votato contro, la ratifica non sarebbe passata. Fortunatamente una dozzina di parlamentari Ods hanno seguito le indicazioni di voto favorevole date dal primo ministro uscente, Mirek Topolanek, e il Trattato è stato dunque approvato con 54 voti favorevoli e cinque astenuti su 79 votanti. Il via libera del senato ceco coincide con l´uscita di scena di Topolanek e del suo governo, protagonisti di una presidenza di turno dell´Unione europea a dir poco discutibile. Il primo ministro, sfiduciato dal Parlamento a marzo, lascerà il posto venerdì, al termine di un vertice dedicato al partenariato con i Paesi dell´Est, e sarà sostituito da un governo tecnico di coalizione. A sua volta piuttosto euroscettico, anche se non al livello del presidente della Repubblica, ieri Topolanek non ha trovato di meglio per convincere i suoi ad approvare il Trattato che rispolverare la minaccia dell´orso russo. «Io stesso non sono entusiasta del Trattato di Lisbona - ha dichiarato al senato - ma lo considero come il prezzo da pagare per far parte del club europeo». Una bocciatura del Trattato, ha avvertito, metterebbe la Repubblica ceca ai margini dell´Unione «e ci ricaccerebbe nella sfera di influenza di Mosca». Il presidente della repubblica, comunque, tiene duro. «Per il momento - ha dichiarato - il Trattato di Lisbona è morto, perché è stato bocciato dal referendum in uno stato membro. Per cui una decisione sulla ratifica del Trattato non è all´ordine del giorno». Klaus si riferisce alla bocciatura venuta dal referendum irlandese del giugno scorso. Ma ora il governo di Dublino si è impegnato a indire una nuova consultazione entro novembre e, dopo che l´euro ha attutito il tracollo dell´economia irlandese, l´aspettativa è che il trattato venga approvato anche in Irlanda e possa così entrare in vigore. Klaus, comunque, ha già chiesto ad alcuni deputati del suo partito di presentare un nuovo ricorso di legittimità costituzionale. E la prospettiva che la corte sia nuovamente chiamata a pronunciarsi sull´argomento gli dà la giustificazione per rinviare la firma. Finora sono cinque i Paesi che non hanno ancora completato l´iter delle ratifiche: oltre a Irlanda, Polonia e Repubblica Ceca, ci sono la Germania, dove la Corte costituzionale deve ancora pronunciarsi, e la Finlandia, che ha ratificato ma attende la conferma da parte del piccolo arcipelago autonomo delle isole Aaland. Le dimissione del governo Topolanek in pieno semestre di presidenza dell´Ue fanno ora planare un ultimo brivido sulla sorte della riforma istituzionale della Ue. Infatti, visto il bassissimo profilo del nuovo governo tecnico, è possibile che proprio il presidente della repubblica Klaus sia chiamato a presiedere il Consiglio europeo di giugno che chiuderà la presidenza ceca. E sarà proprio quel vertice che dovrà offrire all´Irlanda una serie di nuove garanzie in materia di neutralità e non interferenza dell´Europa nelle questioni etiche, in modo da rendere possibile la convocazione del nuovo referendum. Il timore è che Klaus, in quanto presidente, possa e voglia boicottare il processo.

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Il Csm promuove il pm che ha indagato sugli omicidi D'Antona e Calipar. Si tratta di Pietro Sav... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Csm promuove il pm che ha indagato sugli omicidi D'Antona e Calipar. Si tratta di Pietro Saviotti, che da sostituto procuratore diventa aggiunto alla procura di Roma. La nomina è stata decisa all'unanimità dal plenum del Csm.

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Il Senato ceco ha approvato la ratifica del Trattato di Lisbona, mettendo così la parola fi... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 07-05-2009)

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Il Senato ceco ha approvato la ratifica del Trattato di Lisbona, mettendo così la parola fine, dopo il sì già pronunciato dalla Camera il 18 febbraio, al difficile processo di ratifica al Parlamento ceco. In favore hanno votato 54 senatori dei 79 presenti, contro 20, con cinque astenuti. L'ultima parola spetta però ora al presidente, Vaclav Klaus, noto euroscettico che ha sempre detto di voler firmare solo dopo l'esito del nuovo referendum in Irlanda (al primo aveva vinto il no). In una prima reazione dopo il voto, Klaus si è mostrato deluso e ha detto di voler aspettare il ricorso di alcuni senatori davanti alla Corte costituzionale. La ratifica del Senato mette fine a un problematico semestre di presidenza ceca dell'Ue e rappresenta anche l'ultimo atto del governo di centrodestra del premier Mirek Topolanek, sfiduciato in parlamento il 24 marzo e il cui mandato scade venerdì.

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Solidali coi magistrati onorari (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

RIMINI PRIMO PIANO pag. 2 Solidali coi magistrati onorari SCIOPERO VIRTUALE PER IL TERREMOTO UN GIORNO di sciopero virtuale per aiutare i colleghi delle zone terremotate. Lo hanno proclamato i magistrati onorari del Feder.Mot. A Rimini è stata alta l'adesione al progetto. I magistrati, pur lavorando regolarmente, hanno devoluto un giorno della loro indennità, circa 73 euro, ai colleghi magistrati onorari dell'Aquila che hanno chiesto invano al Csm di essere applicati in via provvisoria in altre sedi fino al 30 novembre. Fino a quella data infatti saranno disoccupati a causa della sospensione delle udienze e non hanno diritto ad alcuna indennità, neppure a quelle di disoccupazione riconosciute ai lavoratori autonomi. Per il sindacato, che rappresenta tanti dei 1841 giudici onorari e 1652 vice procuratori onorari, «si tratta dell'ennesima ragione di protesta che si aggiunge alla rivendicazione di stabilizzazione nell'esercizio delle attuali funzioni e di tutti i diritti riconosciuti ai lavoratori».

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Il Pd: Così l'Italia torna alle leggi razziali (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Pd: «Così l'Italia torna alle leggi razziali» ANDREA CARUGATI «È immorale usare la legittima domanda di sicurezza degli italiani per tornare, 70 anni dopo, alle leggi razziali», dice Dario Franceschini davanti a una platea di associazioni, una trentina, che lavorano con gli immigrati, dalle Acli, ai sindacati, da Sant'Egidio a Laura Boldrini dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati. PD SULLE BARRICATE Il ddl sicurezza spaventa e indigna questo fronte vasto e trasversale della società civile. E il leader Pd se ne fa carico: «C'è già stato un momento nella nostra storia in cui molti bambini sono stati cacciati dalle scuole per la loro religione. Ci sono cose giuste che vanno dette anche se si rischia di perdere voti: una società multietnica è più giovane e colorata di una chiusa, impaurita e invecchiata. Dobbiamo provare a svegliare le coscienze dall'assuefazione». Il Pd alza la voce contro le norme anti-immigrati, annuncia «battaglia dura». «I presidi e i medici? Li hanno esentati dalla denuncia, ma con il reato di clandestinità tutti i pubblici ufficiali, compresi loro, saranno costretti a denunciare», dice Franceschini. E Anna Finocchiaro: «In quel ddl ci sono norme che contengono germi razzisti». Rosy Bindi: «Berlusconi dovrebbe chiedere scusa agli italiani per la figuraccia che sta facendo fare al nostro Paese». L'ALLARME DELLE ASSOCIAZIONI Di «leggi di carattere razziale» ha parlato anche il responsabile immigrazione della Uil Giuseppe Casucci. Mentre Piero Soldini della Cgil ha spiegato che «stanno dichiarando guerra agli immigrati, cercando di arruolare intere categorie come gli insegnanti, i medici, tutti i funzionari di stato civile». «Dobbiamo aprire contenziosi davanti alla Corte Costituzionale e all'Europa- dice Soldini-. E pensare anche a un referendum contro norme che cambiano il volto del nostro paese: il razzismo istituzionale rischia di sommarsi a quello popolare diventando esplosivo». Daniela Pompei di Sant'Egidio: «Ci preoccupano le norme sui matrimoni e quelle sull'iscrizione dei bambini all'anagrafe: si rischia un aumento di aborti, di bambini gettati nel cassonetto». Don Gianromano Gnesotto, della Fondazione Cei Migrantes: «Al governo chiedo una pausa di riflessione sui principi cristiani che hanno ispirato la Costituzione, un supplemento d'anima». Laura Boldrini si dice «preoccupata per il clima che si respira in Italia dopo anni di equazioni tra immigrati e minacce alla sicurezza». E ricorda due sondaggi, in cui la maggioranza degli italiani si è detta favorevole ai presidi-spia e contraria all'accoglienza dei disperati della nave Pinar. «Qualcuno osi sfidare gli stereotipi che ci hanno resi tutti più impauriti», è il suo invito. Così anche Paolo Beni dell'Arci, che si appella al Pd: «Dovete parlare al Paese, facendo un enorme lavoro controvento». Angelo Caputo, di Magistratura democratica, spiega che «il reato di clandestinità non serve a nulla, perché le espulsioni si fanno già con i provvedimenti amministrativi: è una norma irrazionale e di dubbia legittimità costituzionale». DESTRA FURIOSA Le parole di Franceschini scatenano la reazione rabbiosa della destra. «Si vergogni», tuona il ministro Ronchi. «È un'irresponsabile che gioca con la storia», attacca Cicchitto. «Continuerà a perdere voti», insinua il leghista Cota. E Franceschini replica: «Vedo che si sono agitati, ma io ho usato le parole di Famiglia cristiana del 10 febbraio scorso: "L'Italia si sta avviando verso il baratro delle leggi razziali"». «Con il ddl sicurezza il governo torna alle leggi razziali», attacca Franceschini. Con lui le associazioni, da Sant'Egidio ai sindacati. La Fondazione Cei «Migrantes» chiede al governo «un supplemento d'anima».

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Cancellate le tasse su yacht e aerei (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Primo Piano Pagina 103 Cancellate le tasse su yacht e aerei Finanziaria, il Consiglio abolisce i tributi voluti da Renato Soru --> Finanziaria, il Consiglio abolisce i tributi voluti da Renato Soru Dopo le entrate anticipate, il Consiglio cancella un altro caposaldo della Giunta Soru: le tasse sul turismo. La cimosa della nuova maggioranza, dopo esser passata sulle anticipazioni delle entrate, cancella anche la tassa di soggiorno e soprattutto quella su yacht e aerei privati: l'ultima ancora in vita di quel pacchetto, voluto da Renato Soru, che fu definito tasse sul lusso (espressione poco amata, curiosamente, sia da Soru che dal centrodestra). L'approvazione in Consiglio regionale dell'articolo 2 della Finanziaria, che abolisce le imposte sui non residenti, non è una sorpresa: fin dal giorno della vittoria di Ugo Cappellacci alle Regionali si sapeva che quei tributi, eredità del passato, sarebbero saltati quasi contemporaneamente ai tappi dello champagne post-elettorale. Certo però c'è qualcosa di simbolico in questo uno-due che, in 24 ore, cancella due capisaldi delle leggi finanziarie soriane. IL DIBATTITO La soppressione delle entrate anticipate (martedì) e delle imposte turistiche chiude anni di polemiche, ricorsi e sentenze delle supreme corti. E tutto questo accade lontano dagli occhi del principale bersaglio, cioè l'ex governatore, assente dall'aula. Del resto difendere quelle norme era impossibile, visto l'abissale vantaggio numerico della maggioranza. Lo stesso centrosinistra se ne rende conto, e più che altro tenta di battagliare un po' sulla tassa di soggiorno: considerata «federalista» perché - ricordano Chicco Porcu e Giampaolo Diana del Pd - viene applicata dai Comuni. Gianvalerio Sanna (Pd) ricorda comunque che le varie imposte alimentavano un fondo compensativo in favore dei centri dell'interno. E Luciano Uras (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori) attacca: «Prevale la tutela dei privilegi rispetto all'interesse comune, vi preoccupate dei nababbi con le superbarche e non dei disoccupati». Dal centrodestra, le prime picconate verbali alle tasse sul lusso arrivano da Franco Cuccureddu (Mpa), che come sindaco di Castelsardo aveva condotto la battaglia della rete dei porti contro la precedente Giunta. Pierpaolo Vargiu (Riformatori) fa notare che, tra costi di riscossione dei tributi e ricavi, la Regione è andata in perdita. E infine l'assessore al Bilancio Giorgio La Spisa quasi maramaldeggia: «Quelle imposte non sono inique, sono idiote». Da approfondire, al limite, la tassa di soggiorno: «Ma se hanno deciso di applicarla solo a Sorso e Villasimius, un motivo ci sarà». LA STORIA Si chiude così il capitolo forse più discusso dell'era Soru: sicuramente quello che aveva attirato di più l'attenzione della stampa mondiale. Istituite nel 2006, le imposte (riservate ai non residenti in Sardegna) erano inizialmente di tre tipi: sugli scali di yacht e aerei, sul possesso e sulle compravendite delle seconde case in fascia costiera. Novità che avevano provocato una dura reazione dell'opposizione di centrodestra ma anche degli imprenditori turistici. Le perplessità non mancavano neppure nella maggioranza di allora. Soru però aveva difeso i tributi essenzialmente con due motivazioni: come riequilibrio del consumo dell'ambiente a causa del turismo, e come occasione di gettiti in favore dello sviluppo delle zone interne. Dopo il ricorso del Governo Prodi, un anno fa la Corte costituzionale dichiarò illegittime le tasse sulle seconde case e sulle compravendite. Girò invece alla Corte di giustizia europea (che non si è ancora pronunciata) l'imposta su barche e aerei, nell'ipotesi che violasse il principio della libera circolazione all'interno dell'Ue. E diede sostanziale via libera alla tassa di soggiorno, introdotta nel 2007. LA FINANZIARIA Ma non c'è solo l'abolizione delle tasse, nella manovra 2009 che marcia verso l'approvazione finale (prevista per oggi). Ieri è passato anche l'articolo 3, che stanzia 67 milioni di euro per il contrasto delle povertà e 126 per le persone non autosufficienti. Approvato anche, col voto di entrambi i poli, un emendamento di sintesi che accoglie alcune proposte dei capigruppo di minoranza in materia di lavoro. In particolare, si avviano progetti occupazionali sperimentali per giovani e donne, e azioni di mantenimento dei posti di lavoro nell'industria, nei servizi culturali, nella ricerca e nell'informazione; si garantisce l'attività dei centri per l'impiego («e la Giunta si è impegnata a varare entro sei mesi una legge per la stabilizzazione dei lavoratori», sottolinea dal Pd Franco Sabatini); e si va verso l'incremento di 4 milioni dei fondi per gli ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori licenziati che ne sono sprovvisti. «Non è quel che avevamo chiesto, ma è già un primo risultato», commentano Porcu e Uras. Dalla maggioranza, Pietro Pittalis (Pdl) valorizza l'occasione di dialogo, ma sottolinea «la diversa cultura del centrodestra che emerge da questa Finanziaria. Noi puntiamo a non inasprire la pressione fiscale, ma al tempo stesso stiamo creando i primi strumenti per combattere l'evasione». GIUSEPPE MELONI

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Prescrizione dietro l'angolo per il crac (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Provincia di Sassari Pagina 7031 Pattada. Processo appeso a un filo: ai truffati resterebbero solo tanti conti da pagare Prescrizione dietro l'angolo per il crac Pattada.. Processo appeso a un filo: ai truffati resterebbero solo tanti conti da pagare Il promoter Campus aveva incenerito 13 milioni di risparmi --> Il promoter Campus aveva incenerito 13 milioni di risparmi In sei anni di udienze nessuno si era accorto che il presidente del collegio Mariano Brianda aveva già esercitato il ruolo di gip. Ai risparmiatori truffati resterebbe un pugno di mosche e tanti conti da pagare. Il processo è appeso a un filo: per il crac di Pattada potrebbe risolversi tutto in un nulla di fatto. Perché in questi sei anni di udienze, testimonianze e racconti, nessuno si era accorto che il presidente del collegio Mariano Brianda aveva esercitato il ruolo di giudice per le indagini preliminari. Ieri mattina con un po' di imbarazzo, lo ha fatto notare Nicola Di Benedetto, difensore dell'imputato ozierese Salvatore Sanna, accusato insieme a Salvatore Campus, (sentenza prevista a giugno con il rito ordinario), alle loro mogli, Brunella Lippi e Nina Cabigliera, alla sorella di quest'ultima Maria Francesca e con la complicità di due bancari, Cesare Dario Murgia e Mario Deiana, di aver truffato almeno centottanta persone che avevano affidato loro i risparmi di una vita. Il pericolo è che il processo sia tutto da rifare e i reati vadano prescritti lasciando solo l'amaro in bocca alle parti civili, rappresentate dagli avvocati Antonio Secci e Nicola Lucchi. In realtà la maggior parte dei reati contestati dal pubblico ministero, Gianni Caria, hanno già superato il limite massimo d'attesa per essere giudicati, finora resta in piedi solo l'associazione a delinquere. Adesso, però, anche quella rischia di andare in fumo. La decisione del presidente del tribunale è attesa per mercoledì prossimo, quando avrà valutato la posizione del giudice che ieri mattina ha rimesso gli atti e chiesto l'astensione per incompatibilità. Alle casalinghe, ai pensionati e ai lavoratori che quasi dieci anni fa avevano affidato i loro soldi agli agenti di Pattada non resta che sperare nell'altro filone processuale: quello che si concluderà a giugno davanti al giudice dell'udienza preliminare Maria Teresa Lupinu. Sarà lei a decidere se Salvatore Campus sia colpevole per quei tredici milioni di euro mandati in fumo in investimenti che non hanno mai fruttato i guadagni promessi. Sulla vicenda un anno fa si era espressa anche la Corte Costituzionale: perché le parti civili avevano chiesto di tirare in ballo anche l'Axa, la società per la quale lavoravano i promoter finiti alla sbarra. Istanza respinta: l'Axa non dovrà scucire un quattrino e ora il rischio è che neppure gli imputati debbano risarcire i loro clienti di un tempo. MARIELLA CAREDDU

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La Regione abolisce le tasse di Soru (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-05-2009)

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Prima Pagina Pagina 2 Il Consiglio regionale imbocca con la Finanziaria una nuova strada La Regione abolisce le tasse di Soru Il Consiglio regionale imbocca con la Finanziaria una nuova strada Cancellati l'imposta di soggiorno e i balzelli per i non residenti --> Cancellati l'imposta di soggiorno e i balzelli per i non residenti Il Consiglio regionale cancella definitivamente la tassa di soggiorno e quella su yacht e aerei privati dei non residenti in Sardegna. I tributi, voluti da Renato Soru, avevano provocato forti polemiche e ricorsi giudiziari: altre due imposte (sulle seconde case in fascia costiera e sulle compravendite immobiliari) erano state cassate dalla Corte costituzionale, che invece aveva rinviato alla Corte di giustizia europea la decisione sugli scali dei natanti di grande stazza e degli aerei. Ieri il Consiglio ha approvato gli articoli 2 e 3 della Finanziaria, con le misure di contrasto alla povertà: per oggi è previsto il voto finale. MELONI A PAGINA 3

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Il trattato Ue si blocca a Praga (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

IL CAPO DI STATO EUROSCETTICO VUOLE ASPETTARE PRIMA IL VERDETTO DELLA CORTE COSTITUZIONALE Il trattato Ue si blocca a Praga «Mai così pochi hanno danneggiato così tanti», commenta un diplomatico europeo [FIRMA]MARCO ZATTERIN INVIATO A PRAGA Applausi al parlamento europeo, messaggi di soddisfazione da Bruxelles e da parecchie capitali. Tutto inutile. Il Senato ceco ha approvato ieri con 54 voti favorevoli e 20 contrari il Trattato di Lisbona, tuttavia il voto rischia di non avere effetto. Alcuni senatori centristi hanno annunciato di voler chiedere alla Corte Costituzionale una verifica di legittimità e il presidente euroscettico Vaclav Klaus ha colto l'occasione per dire che non firmerà la decisione dell'assemblea prima che l'alta magistratura si sia pronunciata. Risultato: la tabella di marcia che, dopo il no irlandese, aveva fissato per fine anno l'entrata in vigore delle nuove regole potrebbe subire un ulteriore e pericoloso ritardo. E' una storia infinita. «Mai così pochi hanno danneggiato così tanti», confessa un diplomatico europeo parafrasando Winston Churchill. La crisi ha dimostrato che l'Europa ha uno straordinario bisogno di riforme istituzionali capaci di renderla più snella, e di darle una guida che la liberi dall'alea delle presidenze di turno foriere di sconquassi come l'attuale guida ceca. Invece niente. L'Unione rimane ostaggio di Vaclav Klaus, nemico giurato del rafforzamento comunitario, persuaso che «il Trattato sia morto» col referendum irlandese del giugno 2008. Sinora ha fatto tutto per opporsi e non ha alcuna intenzione di cambiare idea. Complica il quadro la crisi politica che attanaglia la repubblica. Il premier Mirek Topolanek passerà domani le redini del governo a Jan Fischer, successore a termine incaricato di traghettare il Paese verso le elezioni anticipate d'autunno e concludere in qualche modo il semestre europeo. A Bruxelles ci si aspettava che Praga desse un voto positivo e senza possibilità di essere frainteso. Il ministro degli Esteri Karel Schwarzenberg aveva anche invitato i colleghi a «lanciare un segnale chiaro per dire che siamo un Paese europeo, che si vuole svilupparsi». Alla fine ha detto «siamo fra quelli decisi a procedere in maniera coerente sulla strada europea». Ha ragione solo in teoria. Gli esperti di questioni istituzionali sono generalmente del parere che Klaus abbia il dovere di scrivere il suo nome sul testo e porre fine alla procedura di ratifica, tuttavia non esiste alcuna disposizione che glielo imponga. «Non mi pongo il problema se firmare o meno, tanto verrà impugnato» ha sentenziato beffardo Klaus. I suoi dell'Ods, lo schieramento centrista di cui fa parte anche Topolanek, sono pronti all'azione di disturbo. Del resto il primo cittadino ha dato più volte dimostrazione di non avere problemi ad interpretare la Costituzione a modo suo. Tutti coloro che sono corsi a complimentarsi coi cechi per il grande passo, dal presidente della Commissione José Manuel Barroso al ministro per le politiche comunitarie Andrea Ronchi, si interrogano sul futuro. «Difficile essere chiari sui tempi» dicono fonti del governo ceco. «E' un'ulteriore fonte di instabilità in vista del secondo referendum irlandese che potrebbe tenersi in ottobre» aggiunge un funzionario di Bruxelles. I 25 Stati che hanno ratificato Lisbona speravano di chiudere ieri il dossier ceco per dedicarsi a convincere la gente di Dublino a dire sì all'Europa. In tal mondo la rigenerata Ue avrebbe potuto entrare in scena a gennaio, pronta a guidare il continente fuori dalla crisi economica, ammesso che gli economisti abbiano ragione. Al contrario dovranno restare col fiato sospeso per tutta l'estate, sperando che non ci siano altri incidenti inattesi.

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Sì di Praga al Trattato di Lisbona (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-05-07 - pag: 10 autore: Summit. Oggi l'incontro tra i Ventisette e le sei repubbliche ex sovietiche per l'avvio del partenariato Sì di Praga al Trattato di Lisbona Il voto del Senato alla vigilia del vertice tra Ue e Est dell'Europa Adriana Cerretelli PRAGA. Dal nostro inviato Poteva finire in un disastro, peggio nel ridicolo: la presidenza dell'Unione europea non solo in mano a un governo ceco dimissionario con il primo ministro Mirek Topolanek a 24 ore dall'uscita di scena, ma affidata a un paese cinico e baro che boccia il Trattato di Lisbona in barba all'Europa di cui fa parte. Il tutto alla vigilia del vertice dei 33 (27 +6) che oggi a Praga lancerà la nuova politica europea del partenariato orientale. Con un convitato di pietra di pessimo umore: la Russia di Putin-Medvedev decisa a mettersi di traverso. Lo scenario da incubo è stato scongiurato. Con 54 voti a favore e 20 contrari su un totale di 79 seggi, cioè a schiacciante maggioranza contro tutti i pronostici, il Senato ceco ha infatti deciso ieri di ratificare il Trattato di Lisbona.Facendo tirare all'Europa un grande sospiro di sollievo. è vero che un gruppo di liberali irriducibili ha annunciato che farà ricorso alla Corte costituzionale per verificarne la compatibilità con la legge fondamentale del paese. Ed è vero che l'euroscettico per eccellenza, il presidente della Repubblica Vaclav Klaus, ha subito ribadito che non firmerà il Trattato finché la Corte non renderà il verdetto ma, soprattutto, fino a che non si conoscerà il responso del referendum irlandese in autunno. Ma è altrettanto vero che è sparito un grosso macigno sulla strada della riforma istituzionale europea. Certo, il sì dell'Irlanda non è acquisito ma la grande crisi economica ha calmato sull'isola molti bollenti spiriti. I sondaggi non sono più plumbei. E ora il voto ceco porta nuova acqua al mulino del Trattato. Che per entrare in vigore ha bisogno di 27 ratifiche: ormai ne manca solo una insieme a tre firme, quelle dei presidenti ceco, polacco e tedesco (quest'ultimo in attesa della sentenza della Corte di Karlshrue). Dunque è rinfrancata l'Europa che si presenta oggi al vertice di Praga. E di sicuro ne aveva bisogno perché, a farlo apposta, non avrebbe potuto scegliere un momento peggiore per lanciare la nuova politica di partenariato orientale. Detta così, potrebbe sembrare una delle tante iniziative asettiche e iperburocratiche che troppo spesso la contraddistinguono. Invece no. Questa volta l'Unione tenta di entrare nella tana dell'orso, russo naturalmente, non tanto e non solo per esportare il suo bagaglio di democrazia e benessere ma anche e soprattutto per tentare di regalare e regalarsi stabilità ai confini. Come prevedibile Mosca è insorta. Il ministro degli Esteri, Serghej Lavrov, ha denunciato la manovra europea «per allargare la sua zona di influenza» nel terreno di caccia che il Cremlino considera sua riserva esclusiva. Tra il golpe appena fallito a Tbilisi, le manovre Nato iniziate ieri in Georgia, l'Ucraina sull'orlo del baratro,la Moldova reduce da una violenta insurrezione popolare - tutti episodi nei quali molti vedono la longa manus di Mosca - di sicuro non poteva essere altrimenti. Già, perché il partenariato orientale sarà offerto a sei ex-Repubbliche sovietiche che oggi appaiono quasi altrettante bombe a orologeria: Georgia, Ucraina e Moldova appunto, oltre a Bielorussia, Armenia e Azerbajan. Tensioni e preoccupazioni sono ovunque talmente diffuse che quello di domani rischia di essere ricordato, più che come un summit storico, come il vertice delle grandi defezioni. Tra i Magnifici Sei in arrivo da Oriente, non ci saranno né il presidente bielorusso Alexander Lukashenko né il moldavo Vladimir Voronin, entrambi ipersensibili ai malumori russi ed entrambi sostituiti da personaggi di secondo piano. Se non fosse per la pesante ombra di Mosca, si potrebbe dire due figure imbarazzanti di meno per l'Europa, tra il primo appena uscito dalla quarantena Ue grazie a qualche timida riforma e il secondo che accusa uno Stato membro dell'Unione, la Romania, di sollevargli contro il paese. Più vistose saranno però le assenze tra i 27. Oggi a Praga non si presenteranno né il premier britannico Gordon Brown, né il presidente francese Nicolas Sarkozy,né l'italiano Silvio Berlusconi e nemmeno il primo ministro spagnolo Josè Zapatero. «Senza Francia e Gran Bretagna, l'iniziativa europea perderà peso e credibilità, sarà una vittoria per la diplomazia russa » avvertiva qualche giorno fa un addetto ai lavori. Invano. Ufficialmente Sarkozy dovrà presenziare a una commemorazione della seconda guerra mondiale. In realtà l'avrebbe giurata a Topolanek, che non aveva partecipato al lancio in pompa magna a Parigi dell'Unione mediterranea. Zapatero sarebbe trattenuto da un non ben identificato incontro sull'occupazione. Brown non si capisce, comunque si dichiara «impegnato» sul fronte orientale. A presenziare, in prima fila, il cancelliere tedesco Angela Merkel. E certo non per caso. Con l'allargamento verso Est,i confini dell'Unione europea si sono pericolosamente avvicinati a una zona tellurica. E se magari ieri l'Europa sognava disottrarre influenza a Mosca in una cintura di paesi importanti per ragioni strategiche ed energetiche, oggi si preoccupa soprattutto di evitare che i focolai di instabilità si incendino.L'Ucraina è l'incubo tedesco del momento. Ma nemmeno la Georgia scherza. Certo con un pacchetto di aiuti da 600 milioni di euro non si può andare molto lontano. Soprattutto quando al tavolo del grande gioco siede, in disparte ma iperattiva, la grande madre Russia. © RIPRODUZIONE RISERVATA MOLTE DEFEZIONI Per l'entrata in vigore ora manca solo l'Irlanda Nella capitale ceca assenti i premier di Francia, Spagna, Gran Bretagna e Italia

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Il Paese chiede tolleranza zero (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-05-07 - pag: 16 autore: INTERVISTA Angelino Alfano Ministro della Giustizia «Il Paese chiede tolleranza zero» Fiducia su sicurezza e intercettazioni per rispettare gli impegni con gli elettori Donatella Stasio ROMA La doppia fiducia su sicurezza e intercettazioni? «Nessuna forzatura, nessun malumore nel-la maggioranza, solo l'esigenza di approvare prima della tornata elettorale i due provvedimenti e dimostrare che il Governo ha rispettato gli impegni ».Dario Franceschini parla di ritorno alle leggi razziali? «La risposta l'hanno già data i cittadini alle elezioni, ma se al Pd va bene continuare a perde-re consensi sulla sicurezza, sostenendo che noi cavalchiamo questo tema, contenti loro, contenti noi...». Gli Stati Uniti di Obama abbandonano la politica della tol-leranza zero, costruiscono meno carceri e puntano sulle misure alternative? «Noi interpretiamo il nostro tempo nel nostro Paese, e i segni dei tempi ci chiedono una politica della sicurezza di straordinaria durezza, come per la mafia, che non può trovare un argine nella mancanza di posti letto nelle carceri». Angelino Alfano, 38 anni, è appena rientrato al ministero della Giustizia dopo l'ultimo vertice di maggioranza sulla sicurezza. Ad aspettarlo ci sono alcuni imprenditori siciliani, tra cui Ivan Lo Bello e Antonello Montante ( rispettivamente presidente e responsabile sicurezza di Confindustria Sicilia)con cui "festeggia"l'epilogo sulla norma antiracket, e poi il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, felice che il Governo gli abbia restituito i poteri che la versione originaria del Ddl gli aveva sottratto. Due delle poche norme non contestate del contestatissimo provvedimento su cui il Governo, ieri mattina, ha deciso di porre la fiducia. Signor ministro, l'opposizione considera la fiducia un colpo di mano per superare divisioni e malumori interni alla maggioranza, una forzatura istituzionale. Nessuna forzatura. I Ddl sicurezza e intercettazioni vanno approvati rapidamente, prima della pausa elettorale, visto che hanno avuto un lungo e approfondito iter parlamentare. E poi, con la fiducia il Governo mette in gioco se stesso. Il nostro è un richiamo a scelte che risalgono all'inizio della legislatura per dimostrare di aver onorato gli impegni con gli elettori sul fronte della sicurezza, del contrasto alla mafia e ai clandestini. La sinistra non ha fondate ragioni per recriminare. Il ministro Maroni non ha fatto che ripetere che la fiducia doveva essere la garanzia contro "mal di pancia" e "imboscate" della maggioranza. Insomma, lo dice lui che non c'è compattezza. Ribadisco che la scelta della fiducia, in tutti e due i casi, nasce solo dall'esigenza di chiudere rapidamente. Sulla sicurezza, la maggioranza è compatta. Che su singoli aspetti ci sia stato qualche distinguo è fisiologico. La fiducia deliberata fin d'ora sulle intercettazioni sa di contropartita alla Lega per la fiducia sulla sicurezza. Nessuna contropartita. Il testo sulle intercettazioni nasce da un accordo definito mesi fa, su cui c'è stato un lavoro lungo e approfondito. Su quel Ddl, però, vi sono piovute addosso critiche da ogni parte: costituzionalisti, Csm, Anm. Nato per tutelare la privacy di terzi estranei alle indagini, è diventato una mannaia sulle indagini e sul diritto di cronaca. Tant'è che An e Lega in più di un'occasione hanno storto il naso. Ci sono stati fior di costituzionalisti epronunciamenti dell'Authority della privacy che testimoniano quanto sia stata invasa la privacy e quanto sia indispensabile chiarire che le intercettazioni devono essere "assolutamente indispensabili", come recita il nostro traditissimo Codice. Chi critica il Ddl non dice che è scandaloso che le intercettazioni costino meno di 4 euro in una Procura e il quintuplo inun'altra e che nessuno è mai stato condannato per una fuga di notizie. La verità è che la legge è sistematicamente violata e soloil Parlamento può dire come va applicata, senza più alibi. Per farlo, è necessario dare una spallata a due pilastri della democrazia, come il controllo della magistratura e quello dell'informazione? Abbiamo trovato un punto di equilibrio assolutamente accettabile sia sulle intercettazioni (che scatteranno in presenza di "evidenti" e non di "gravi" indizi di colpevolezza) sia sulla libertà di cronaca (non più oscurata fino alla fine delle indagini). Ovviamente, non contempliamo la libertà di pubblicare atti irrilevanti e di dileggiare terzi del tutto estranei alle indagini. Torniamo al Ddl sicurezza. è nato di 20 articoli ed ora ne conta 66, molti dei quali, secondo l'opposizione, sono incostituzionali. Anche Fini vi ha dovuto richiamare al rispetto della Costituzione sui presidi-spie. Infatti siamo prontamente intervenuti con un emendamento, perché abbiamo riconosciuto, Maroni per primo,che le osservazioni del presidente della Camera erano pertinenti. Sì, ma nel complesso, la parte sui clandestini è di una durezza che fa impallidire la Bossi-Fini. Gli immigrati sono trattati alla stregua di criminali, di non-persone. L'Italia è uno Stato sovrano e appartiene a una libera Europa che ha regole precise per l'accesso nel territorio dei paesi membri. Chi viola queste regole come si chiama? Clandestino... Chiamiamolo come si vuole, ma arrivare violando le regole è una prima offesa al paese in cui si entra. Le ricadute del reato di clandestinità sulla salute, la famiglia, la casa, l'istruzione fanno dire a Franceschini che c'è un ritorno alle leggi razziali. La migliore risposta l'hanno data gli italiani alle elezioni e poi i romani quando hanno bocciato la politica della sinistra proprio sulla sicurezza. Se al Pd va bene perdere su questo tema continuando a dire che noi lo cavalchiamo, contenti loro, contenti noi... Il Pdl è un partito garantista,ma ha messo in testa il tema della sicurezza, declinandolo come contrasto sia ai clandestini che alla mafia. La norma antiracket, l'inasprimento del 41 bis e delle misure patrimoniali di prevenzione contro i mafiosi non sono garantiste, ma il frutto di una scelta precisa: sulla sicurezza abbiamo deciso di imboccare una via di straordinaria durezza. Lo stesso con gli immigrati: pretendiamo il rispetto, da parte di tutti,delle leggi sull'ingresso nel nostro paese e possiamo accogliere chi viene da paesi extracomunitari se vuole lavorare ed è fornito di permesso. La tolleranza zero porta al cronico sovraffollamento delle nostre prigioni. Il piano carceri prevede, al costo di 1,5 miliardi di euro, che di qui a qualche anno ci saranno 17.129 posti in più, tanti quanti sono, già oggi, i detenuti in esubero rispetto ai posti regolamentari. Meglio nuove carceri o una nuova legislazione penale, più aperta a misure alternative? Non è la nostra linea. Siamo contrari a indulti e amnistie e le nostre politiche su sicurezza e criminalità non possono trovare un argine nella carenza di posti nelle carceri. Perciò costruiremo nuove strutture. Puntiamo a creare dei circuiti differenziati, in base alla pericolosità dei detenuti, per farli vivere in condizioni migliori. E se funzionerà la collaborazione pubblico-privato, metteremo a regime un sistema brillante e funzionante. Nessuno può dire se il trend di crescita avrà una stabilizzazione o no. Quanto alle misure alternative, la sinistra mi ha più volte proposte la depenalizzazione di una serie di reati minori e io ho detto di no, perché il bisogno di sicurezza del paese merita risposte opposte: una politica criminale severa e rigida, che tuteli le vittime e che infligga una pena ai colpevoli mettendoli in condizione di lavorare per rifarsi una vita onesta dopo il carcere. Le statistiche, però, dicono che il carcere produce una recidiva del 70%: il triplo di quella registrata tra chi sconta la pena in misura alternativa. Le statistiche dicono anche che la recidiva è più alta tra chi non svolge attività rieducativa in carcere e più bassa per chi si costruisce un'altra vita, lavorando in carcere. Persino negli Usa stanno abbandonando la politica della tolleranza zero e della costruzione di nuove carceri: le misure alternative costano meno e producono più sicurezza. Oggi gli Usa non sono più il nostro modello? Noi interpretiamo il nostro tempo nel nostro paese e i segnali che abbiamo ci impongono una determinata politica. Perchè il Governo non prevede un impegno finanziario altrettanto straordinario per l'efficienza della giustizia? Sulle carceri contiamo molto sull'intervento dei privati.Quanto alla giustizia, dopo questo primo anno di riforme legislative, ci sarà un forte impegno sull'organizzazione e sull'efficienza. Martedì, a Roma, si è svolta la Giornata nazionale della giustizia.Anm, Cgil, Confindustria, avvocati hanno denunciato la grave crisi di funzionalità della giustizia e propongono un confronto con il Governo. Accetterà? Sì, ma se il confronto avrà ad oggetto: "dateci più soldi", ci facciano sapere prima dove li prendiamo; e se avrà ad oggetto i presunti tagli, ci raccontino le magnifiche sorti della giustizia italiana prima dei tagli. Spero in proposte più originali. Giorni fa, a chi gli chiedeva di che cosa avesse assolutamente bisogno, il Procuratore Grasso ha risposto: della benzina per le auto dell'ufficio. Lo rassicuro. Le auto non resteranno ferme. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Crepe nella maggioranza sul rispetto dei diritti? No, stiamo attuando scelte decise a inizio legislatura» «Niente amnistie, puntiamo a costruire nuove carceri. Se ai Democratici va bene perdere ancora consensi...» «Nessuna forzatura». Il ministro Angelino Alfano difende la linea dura sulla giustizia CONTRASTO

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Sedi disagiate? Subito il concorso (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-05-07 - pag: 16 autore: Magistrati. L'annuncio del Guardasigilli per coprire i posti vacanti in 54 uffici Sedi disagiate? Subito il concorso Giovanni Negri MILANO Il ministero della Giustizia stringe i tempi per la copertura delle sedi disagiate. Ma nello stesso tempo chiude la porta a qualsiasi ipotesi di modifica dell'ordinamento giudiziario. Rispondendo ieri pomeriggio in Aula alla Camera a un'interrogazione del Pd, il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha fatto il punto sulla fuga dalle Procure (perché sono esclusivamente queste al momento a essersi svuotate). Il Csm ha comunicato da poche settimane al ministero l'elenco (si veda la tabella a fianco) che comprende 54 uffici per un totale di 174 posti da coprire per andare a pieno organico. E Alfano ha annunciato che, dopo una verifica dei carichi di lavoro delle sedi indicate, entro 48 ore metterà a concorso i posti. Naturalmente per arginare l'emergenza basterebbero nell'immediato almeno un centinaio di magistrati che trovassero appetibile il pacchetto di incentivi, un mix di vantaggi economici e di carriera, messo in campo dal ministero con un decreto legge dell'estate scorsa quando già la situazione era critica. Lo scetticismo è però diffuso. Anche al ministero. Tanto che nel disegno di legge sulla riforma del Codice di procedura penale (dopo il fallimento di due blitz per anticiparne l'entrata in vigore, l'ultimo nell'ambito del disegno di legge sicurezza) sono state inserite misure per rafforzare le opportunità dei trasferimenti d'ufficio che diventano possibili anche nei confronti dei magistrati che hanno superato la prima valutazione di professionalità e in trasgressione alle incompatibilità territoriali sui passaggi da giudice a Pm e viceversa. Ad avere provocato l'emergenza c'è, ormai è noto, la riforma dell'ordinamento giudiziario che ha vietato agli uditori di occupare i posti di giudice unico e di pubblico ministero. Me mentre nel primo caso i disagi sono limitati, lo stop per i i Pm ha di fatto condotto alla paralisi delle piccole e anche medie procure del Mezzogiorno. Ieri Alfano ha ribadito che non cambierà la norma: si tratta di una misura, ha detto ieri, che ha ricevuto un ampio e trasversale consenso, anche per impedire che giovani magistrati finiscano in uffici chiamati a fronteggiare una forte presenza della criminalità organizzata. Dal Csm intanto si fa professione di realismo. «Se non è possibile, anche se sarebbe la soluzione migliore, il cambiamento totale della norma – sottolinea il togato Bernardo Petralia – si potrebbe pensare almeno a una rimozione parziale. A forme di affiancamento o di vigilanza da parte del capo dell'ufficio rispetto all'operato del collega più giovane e inesperto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Formazione, in scadenza il recupero degli aiuti (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-07 - pag: 35 autore: Lavoro. Tribunali divisi sull'applicazione della prescrizione di 5 o 10 anni Formazione, in scadenza il recupero degli aiuti Per la Consulta vanno utilizzate le regole del diritto interno Marco Bellinazzo ROMA Ormai è solo questione di tempo. Sarà la prescrizione, infatti, a chiudere la vertenza politico- giudiziaria sui «Cfl» (contratti di formazione e lavoro) che contrappone da dieci anni Roma e Bruxelles. La possibilità che all'Inps siano restituite almeno in parte le agevolazioni concesse a chi ha assunto tra il '95 e il 2001 giovani e/o disoccupati – agevolazioni giudicate dall'Unione europea come illegittimi aiuti di Stato – si restringe sempre di più. E potrebbe essere addirittura già sfumata se dovesse prevalere nei tribunali italiani la tesi della prescrizione "breve" dell'azione di recupero (cinque anni) sostenuta dalle aziende, anziché quella ordinaria decennale. Al momento, i tribunali sono divisi sul punto, con una leggera prevalenza per la seconda interpretazione. I margini di incertezza, del resto, non sono stati dissolti dalla sentenza n. 125 della Corte costituzionale depositata il 30 aprile. La Consulta, sollecitata dal tribunale di Reggio Calabria (nella causa promossa da una società alla quale era stata notificata una cartella esattoriale di 14 milioni di euro), è intervenuta sulla querelle chiarendo che non è possibile applicare alla procedura avviata dall'Istituto di previdenza il termine decennale di prescrizione ricavabile dalle norme comunitarie. Soluzione prospettata invece dal tribunale calabrese richiamandosi all'articolo 15 del regolamento Ue 659/1999. Secondo la Corte questa disposizione stabilisce un periodo-limite decennale per il recupero degli aiuti di Stato illegittimamente assegnati destinato a valere però solo nei rapporti tra Commissione Ue e Stato membro, ma non anche tra quest'ultimo e i beneficiari degli aiuti da recuperare.Nell'ambito dei rapporti interni, per i giudici costituzionali, deve reputarsi prevalente il diritto nazionale «a meno che non renda impossibile la ripetizione degli aiuti». La Corte costituzionale ha lasciato invece ai giudici di merito il compito di definire se la pretesa vantata dall'Inps debba essere ricondotta nella categoria delle obbligazioni contributive – e quindi se alla stessa si applichi il termine quinquennale di prescrizione – ovvero se occorra fare riferimento al termine decennale.«Tuttavia dalla Corte – sottolinea Giampiero Proia, ordinario di diritto del lavoro all'università Roma 3 e membro del collegio difensivo (insieme a Camillo Paroletti) che ha assistito la società davanti alla Consulta – sono venute indicazioni importanti. Se si escludono le norme Ue, non si può che applicare la prescrizione breve legata all'omessa contribuzione». Tra il 1995 e il 2001 sono stati introdotti una serie di incentivi per i Cfl (in particolare, con il decreto 299/1994 e poi con la legge 196/1997). Agevolazioni poi qualificate come aiuti di Stato non conformi al Trattato Ce dalla Commissione europea con decisione dell'11 maggio 1999 (n. 2000/128), poi confermata dalla Corte di giustizia con la sentenza 7 marzo 2002, (causa C-310/99), ribadita con la pronunzia del 1Úaprile 2004 (causa C-99/02). © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Storia infinita (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-07 - pag: 35 autore: Storia infinita La bocciatura della Ue Dopo la bocciatura dell'Unione europea,l'Inps ha avviato il recupero degli sgravi indebitamente fruiti dalle imprese (circa 500 milioni di euro) per i contratti di formazione e lavoro La prescrizione L'Inps potrà recuperare solo quella parte delle agevolazioni contributive concesse fra il 1995 e il 2001 per le quali non sia arrivata la prescrizione Per la Corte costituzionale (sentenza n. 125/09) non si può applicare alla vicenda il termine di dieci anni previsto dall'articolo 15 del regolamento Ce 659/99. Prevalgono le norme nazionali Tribunali divisi Molti tribunali finora hanno ritenuto applicabile alla vicenda la prescrizione ordinaria decennale. Tra questi i Tribunali di Roma (a sentenza 10116/08) e Siracusa (sentenza 380/09) Per altri tribunali si applica il termine di prescrizione di cinque anni valido per i crediti contributivi (tra cui, il tribunale di Forlì, sentenza 99/08, e quello di Chieti, sentenza 877/08)

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Uffici giudiziari, sulle trascrizioni emergenza chiusa (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-07 - pag: 38 autore: Giustizia. Rinnovato l'accordo Uffici giudiziari, sulle trascrizioni emergenza chiusa Giovanni Negri MILANO Da un certo punto di vista peccato che sia finita in così breve tempo e che l'accordo con gli stenotipisti sia stato raggiunto. Perché l'emergenza sulla trascrizione delle udienze aveva stimolato la fantasia dei magistrati. Ecco, a Brescia, per esempio, nel processo sulla strage di piazza della Loggia, Enrico Fischetti, presidente della Corte d'assise, aveva rimediato dapprima con una semplice registrazione, garantendo che in seguito sarebbe stata eseguita la verbalizzazione; ma poi aveva anche fatto capire che, se l'impasse fosse proseguita, avrebbe potuto chiedere una mano a Radio radicale. L'emittente registra tutte le udienze di processo ancora lontano dalla conclusione. Insomma, una radio come sostituto del servizio pubblico. Il blocco però riguardava tutti i tribunali. Dai più piccoli, ai più grandi. A Roma, per esempio, il tribunale più grande d'Europa, le circa 700 udienze che si celebrano ogni giorno erano dal 4 maggio verbalizzate solo con carta e penna. Con la necessità in molti casi di fare una sintesi che, nella materia giudiziaria, è sempre cosa pericolosa. E questo malgrado la fonoregistrazione, come ricordava il presidente dell'Anm romana Paolo Auriemma, sia prevista sin dal 1989. Una situazione paradossale provocata dal mancato rinnovo del contratto con il consorzio degli stenotipisti che gestisce il servizio di registrazione e trascrizione su tutto il territorio nazionale. Difficoltà che si trascinavano da tempo e che già l'anno scorso avevano condotto i lavoratori del consorzio a incrociare le braccia per reclamare un nutrito pacchetto di pagamenti arretrati. Poi le risorse erano state trovate e la protesta rientrata. Ora il ministero della Giustizia è corso ai ripari e ha reso noto che il servizio per la trascrizione è stato aggiudicato integralmente, sull'intero territorio nazionale. I tre contratti, per il Nord, il Centro e il Sud, sono stati, infatti, sottoscritti a mezzogiorno di martedì 5 maggio, formalmente approvati e resi immediatamente esecutivi a partire dalle 17. Per via Arenula «è stata pertanto risolta ogni questione con la garanzia della continuità delle prestazioni». Sempre il ministero poi minimizza i disservizi di questi giorni, parlando di «isolati e modesti disguidi». Situazioni meno gravi di quelle verificatisi in passato, che avevano condotto a problemi di entità certo superiore. E per il ministero della Giustizia sul fronte della caccia ai fondi sono certo giorni "caldi". La scorsa settimana il ministro titolare del dicastero aveva dovuto convincere l'Economia a stanziare ulteriori 80 milioni alla voce «spese di giustizia» per coprire i crediti pregressi vantati dalle società che svolgono le operazioni di intercettazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA SITUAZIONE Il servizio era bloccato da qualche giorno: a Roma verbali a mano e a Brescia aiuto da «Radio Radicale»

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Il dipendente non può citare l'assicuratore del principale (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI ENTI LOCALI data: 2009-05-07 - pag: 39 autore: Risarcimenti Il dipendente non può citare l'assicuratore del principale Alessandro Galimberti Il lavoratore vittima di infortunio sul lavoro non può citare nel processo penale, come responsabile civile, l'assicuratore del suo datore di lavoro. La Corte costituzionale (131/2009) ha dichiarato «non fondata» la questione di legittimità sollevata dal tribunale di Biella che coinvolgeva, in un procedimento per lesioni colpose a un operaio, un imprenditore nel frattempo fallito. Proprio la procedura concorsuale in atto aveva suggerito alla parte offesa di chiedere l'ingresso nel processo dell'assicuratore, a garanzia del suo credito da risarcimento. La legge tuttavia, all'articolo 83 del Codice penale e all'articolo 1917 del Codice civile, non consente l'autorizzazione alla citazione dell'assicuratore per la responsabilità civile del datore di lavoro. Secondo i giudici piemontesi, l'impossibilità di azione diretta rappresenta una disparità di trattamento rispetto a situazioni analoghe, come nel rapporto tra dipendenti dell'appaltatore e committente, o in quello tra il danneggiato da sinistro stradale e l'assicuratore della controparte. Ma a giudizio della Corte sono situazioni diverse: nel caso della "rc auto" si tratta di un sistema di assicurazione generale e obbligatorio, a differenza del caso contestato, in cui l'assicurazione è facoltativa e non ha per oggetto la salute del dipendente, ma «è unicamente diretta a soddisfare un interesse del datore di lavoro ». Tra il credito risarcitorio del lavoratore e l'indennizzo oggetto del contratto tra datore e assicuratore non c'è alcun collegamento. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il ceco euroscettico Klaus non firma la Carta dell'Ue (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 07/05/2009 - pag: 15 Trattato di Lisbona Il presidente: «Per me è lettera morta» Il ceco euroscettico Klaus non firma la Carta dell'Ue Dopo l'approvazione da parte del Parlamento DAL NOSTRO INVIATO PRAGA Doveva consentire un recupero d'immagine al disastrato semestre di presidenza ceca dell'Unione europea, che ha visto perfino franare il governo di centrodestra del premier Mirek Topolanek costretto a uscire di scena domani. Ma il sì del Senato di Praga al Trattato di Lisbona non diventa l'ultimo atto del lungo e tormentato iter della ratifica nella Repubblica Ceca perché il capo dello Stato euroscettico, Vaclav Klaus, ha annunciato di non voler apporre per ora la sua indispensabile firma al procedimento. Klaus sostiene che la vittoria del no nel referendum in Irlanda sul Trattato di Lisbona ha paralizzato tutto, nonostante l'approvazione ieri del Senato ceco e quella precedente alla Camera. Considera questo documento una mera riproposizione delle riforme per il funzionamento dell'Ue allargata da 15 a 27 Paesi presenti nella Costituzione Ue, che era stata abbandonata dopo la bocciatura nei referendum in Francia e Olanda. Ci vede un eccessivo trasferimento della sovranità nazionale alle istituzioni di Bruxelles. Klaus vorrebbe attendere almeno fino al referendum bis, che il governo irlandese intenderebbe indire nel prossimo ottobre per ribaltare la precedente bocciatura e rilanciare una procedura completabile solo con l'approvazione di tutti i 27 Paesi membri (in alcuni Stati in Parlamento, negli altri con la consultazione popolare). L'evidente ostruzionismo del presidente ceco punta anche su un nuovo ricorso alla Corte costituzionale del suo Paese, che alcuni senatori dovrebbero presentare dopo essere stati battuti da una maggioranza di 54 contro 20 nel voto di ieri. Una precedente azione, già rigettata dai giudici costituzionali cechi, chiamava in causa solo alcune parti del Trattato di Lisbona e potrebbe essere riproposta sui punti in precedenza non contestati. Klaus di fatto si associa alla posizione del presidente euroscettico polacco Lech Kaczynski, che ha rinviato la firma dell'approvazione parlamentare fin quando non arriverà il sì dell'Irlanda. La quarta e ultima ratifica nazionale ancora non conclusa è in Germania, dove il presidente Horst Köhler deve aspettare una verifica costituzionale del testo prima di sottoscrivere il via libera del Parlamento tedesco. «Il Trattato di Lisbona è morto per il momento perché è stato respinto da un Paese membro ha fatto sapere Klaus . Pertanto una decisione di ratifica non può essere messa in agenda». Numerosi politici dei 27 Paesi membri, dal presidente dell'Europarlamento Hans-Gert Pöttering al ministro delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi, hanno auspicato una rapida firma di Klaus. Ma lo stesso Topolanek, notoriamente filo-Usa, aveva espresso dubbi sul Trattato e ha contrastato il suo capo dello Stato solo per la preoccupazione che l'allontanamento dall'Ue avrebbe riportato la Repubblica Ceca «sotto l'influenza di Mosca». Domani il premier uscente deve lasciare le consegne al nuovo governo tecnico di Jan Fischer, che sarà in carica fino alle elezioni anticipate in autunno. Questa situazione ha inciso sulla rinuncia di numerosi leader e ministri europei a partecipare ai vertici straordinari organizzati da Topolanek a Praga oggi e domani. Il presidente Nicolas Sarkozy e i premier Silvio Berlusconi, Gordon Brown e José Luis Zapatero hanno disdetto il viaggio. Tra i governanti più autorevoli dell'Ue resta attesa a Praga solo la cancelliera tedesca Angela Merkel. Ivo Caizzi

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Le ratifiche (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 07/05/2009 - pag: 15 Le ratifiche Il Trattato Testo semplificato Il Trattato di Lisbona è stato firmato il 13 dicembre 2007 nella capitale portoghese dai capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri Ue. È la versione semplificata della Costituzione che fu bocciata tramite referendum da olandesi e francesi nel 2005 In Irlanda Il primo referendum Il nuovo testo è stato respinto al referendum irlandese del 12 giugno 2008 con il 53,4% dei no contro il 46,6% dei sì. Gli irlandesi torneranno alle urne entro l'autunno Polonia e Germania Le firme Oltre che in Repubblica Ceca restano in sospeso anche le ratifiche in Polonia e Germania, dove si attende la firma dei presidenti Lech Kaczynski e Horst Köhler. Il primo, dopo l'iniziale opposizione, ha fatto capire che firmerà. Il secondo aspetta il via libera della Corte costituzionale, previsto per l'estate. Nei restanti 23 Paesi il Trattato è stato approvato I tempi Le previsioni Il presidente dell'Europarlamento Pöttering ha auspicato che «il Trattato entri in vigore all'inizio del prossimo anno»

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IPS Teodosie va fi cercetat de catre Parchetul Inaltei Curti de Casatie si Justitie (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Dupa ce Parchetul de pe langa Tribunalul Constanta si-a declinat competenta in acest caz, IPS Teodosie va fi cercetat de catre Parchetul Inaltei Curti de Casatie si Justitie Rl online Joi, 07 Mai 2009 Dosarul in care este cercetat IPS Teodosie, Arhiepiscopul Tomisului, a ajuns la Parchetul Inaltei Curti de Casatie si Justitie, dupa ce Parchetul de pe langa Tribunalul Constanta si-a declinat competenta in acest caz, intrucat IPS Teodosie are calitatea de Inalt prelat, informeaza Realitatea TV. Parchetul de pe langa Tribunalul Constanta si-a declinat competenta in acest caz dupa ce au primit o adresa de la Arhiepiscopia Tomisului in care se precizeaza oficial calitatea Inaltului prelat. Arhiepiscopul Tomisului face parte din Marele Cler, iar, potrivit legii, ierarhii care apartin acestei categorii pot fi cercetati numai de catre Parchetul General. Avocatii lui IPS Teodosie au afirmat, miercuri, ca Parchetul de pe langa Tribunalul Constanta s-a pripit cand s-a autosesizat, dupa numai sase ore, in legatura cu materialul publicat de Romania libera. Paula Iacob, unul dintre avocati, a facut chiar o paralela cu cazul Becali, in care, a afirmat ea, a durat trei - patru saptamani pana sa se prinda hotii. Avocatii au sustinut ca ar fi fost de ajuns ca procurorii sa citeasca in DEX definitia cuvantului "arhiepiscop" ca sa-si dea seama ca in acest caz competenta apartine Parchetului General. Cu toate acestea, ei au afirmat ca nu vor sesiza CSM-ul in acest caz. "In Codul de Procedura Penala scrie clar in ce cazuri ma pot sesiza si nu s-a facut nimic ilegal sau pe langa lege in acest dosar. Ne-am autosesizat si imediat am trimis acea adresa la Arhiepiscopia Tomisului pentru a avea un raspuns oficial cu privire la functia detinuta de IPS Teodosie", a declarat Adina Florea, prim-procurorul Parchetului de pe langa Tribunalul Constanta. Procurorii urmeaza sa ii audieze pe jurnalistii de la Romania Libera, care au realizat materialul in care Arhiepiscopul Tomisului este incriminat, dar si pe IPS Teodosie si pe ceilalti preoti implicati. Arhiepiscopul Tomisului, IPS Teodosie, este cercetat pentru luare de mita si complicitate la fals intelectual, dupa ce Parchetul Tribunalului Constanta s-a autosesizat, marti, in urma unei anchete publicate de cotidianul Romania libera. Potrivit purtatorului de cuvant al Parchetului Tribunalului Constanta, Adina Florea, institutia s-a autosesizat pentru infractiunea de luare de mita si complicitate la fals intelectual. Parchetul s-a autosesizat si fata de inspectorul Biroului Catehizare, parintele Emil Cosmin Braescu, pentru savarsirea infractiunilor de complicitate la luare de mita si fals intelectual. Din aceeasi categorie: Florian Costache, noul "don2 Costel" al Guvernului BocO aeronava Carpat Air cu probleme la motor, nevoita sa se intoarca pe aeroportul de plecareLoteria Romana va plati FRF-ului despagubiri de 5 milioane de euro Voteaza

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Si allontana l'estradizione di Battisti (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

BRASILIA Il Procuratore generale della Repubblica brasiliano Antonio de Souza avrebbe presentato alla Corte Suprema parere contrario alla concessione dell’estradizione dell’ex militante dei Pac, Cesare Battisti: è quanto pubblica il quotidiano brasiliano O Globo. Il parere del Procuratore non è vincolante e la decisione finale sul caso spetta comunque al Tribunale supremo. Secondo il Procuratore infatti la concessione dell’asilo politico da parte del ministro della Giustizia Tarso Genro è espressione della sovranità dello Stato e soggetto quindi alla sola giurisdizione del potere esecutivo: il processo in corso presso la Corte Suprema andrebbe quindi semplicemente archiviato, come sostengono anche i difensori di Battisti. Contrario all’estradizione è anche il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, il quale vorrebbe tuttavia evitare uno scontro istituzionale con la Corte Suprema: per cui se i giudici decidessero di riappropriarsi del potere ultimo di decisione sulle richieste di asilo, oggi nelle mani del Ministero della Giustizia, non si opporrebbe al provvedimento. Secondo quanto riporta la stampa brasiliana Lula vorrebbe così sottrarsi a una situazione che nei termini attuali non può che portargli svantaggi: se infatti si opponesse all’estradizione nonostante l’eventuale sì della Corte, entrerebbe in conflitto con il potere giudiziario, mentre in caso contrario esautorerebbe di fatto il proprio ministro della Giustizia, Tarso Genro. Per riuscire a sganciarsi da questa situazione Lula spera dunque nell’aiuto della Corte stessa, riunitasi per esaminare il caso e che dovrà pronunciarsi su tre questioni diverse. La prima e più spinosa è se la concessione dell’asilo interrompa l’iter della richiesta di estradizione presso la Corte (precedente che valse ad annullare il processo in corso per il colombiano Oliverio Medina). I giudici favorevoli all’estradizione potranno argomentare - contro l’opinione della Procura generale - che l’iter processuale compete al potere giudiziario e non può essere interrotto dall’esecutivo; o in alternativa che l’esecutivo può sospendere, concendendo l’asilo, la richiesta di estradizione ma non il processo, e questo dunque - essendo già approdato alla Corte - seguirebbe il suo corso. Se poi i giudici decidessero che i poteri di concedere l’asilo ora di competenza del Ministro sono incostituzionali - come spererebbe Lula - la questione non si porrebbe più. Superato questo scoglio, i giudici dovrebbero decidere se i crimini per i quali è stato condannato Battisti possano essere considerati politici o se si tratti invece (come pare sia opinione della maggior parte dei giudici) di atti terroristici, per i quali non è prevista la concessione dell’asilo; se l’ex membro dei Pac sia stato processato in modo equo e se corra rischi di persecuzioni una volta tornato in Italia. Infine verrà discussa l’estradizione vera e propria, per la cui concessione l’unica precondizione è che la pena dell’ergastolo inflitta a Battisti - che non esiste nell’ordinamento brasiliano - sia commutata in trent’anni di carcere. Va sottolineato che se - e solo se - i poteri del Ministero della Giustizia venissero revocati la decisione della Corte in merito all’estradizione diverrebbe vincolante: il Presidente in questo caso non potrebbe rifiutarsi di firmare il provvedimento. Lula sarebbe dunque pronto a pagare il prezzo politico di vedersi togliere il potere discrezionale sulle estradizioni a favore della Corte Suprema, pur di evitare uno scontro istituzionale: un caso come quello attuale - in cui la magistratura potrebbe autorizzare un’estradizione e il Presidente decidere di negarla - è infatti inedito in Brasile e la legge vigente non prevede alcuna soluzione alternativa di arbitrato fra i due poteri. L'ex terrorista rosso, rinchiuso in un penitenziario della capitale brasiliana dal marzo 2007, alla fine di aprile, aveva ribadito i propri timori legati all'estradizione. Battisti ha confidato deputato Domingos Dutra, appartenente al partito del presidente Lula, che gli agenti del sistema penitenziario italiano hanno sottoscritto un manifesto di condanna nei suoi confronti. Per questo, ha aggiunto il deputato, l’ex esponente dei Proletari armati per il comunismo ha espresso «un timore molto grande che, se il Stf determinerà la sua estradizione, verrà assassinato in Italia». Un'accusa cui il ministro La Russa ha replicato con veemenza: «Battisti - detto il titolare della Difesa - oltre che un assassino, è un bugiardo. È abituato solo a dire bugie, uccidere e scappare». Poi, in un'intervista al mensile Pocket, ha ribadito l'appello alle autorità brasiliane «affinché consegnino Battisti alle autorità italiane, non permettendo così, che chi si è macchiato di reati tanto gravi possa passeggiare liberamente sulle splendide spiagge di Rio, invece di scontare la pena nelle patrie galere». Cesare Battisti era stato arrestato nel marzo di due anni fa in un albergo di Rio, dopo tre anni di latitanza, perchè condannato definitivamente due volte all'ergastolo e perchè imputato di altri due omicidi. Inutile, fino ad ora, l'intervento di Giorgio Napolitano sul collega brasiliano Lula, al quale il presidente della Repubblica ha espresso sentimenti di stupore e rammarico.

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Presidente Donini a Reggio Emilia apre seminario 'Donne&donne, sulle tracce di Matilde di Canossa' (sezione: Giustizia)

( da "Sestopotere.com" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Presidente Donini a Reggio Emilia apre seminario ‘Donne&donne, sulle tracce di Matilde di Canossa’ (7/5/2009 17:36) | (Sesto Potere) - Reggio Emilia - 7 maggio 2009 - La Presidente dell’Assemblea legislativa, Monica Donini, interverrà domani, venerdì 8 maggio, alle ore 9.30 a Reggio Emilia, presso l’Istituto statale d’arte G.Chierici, in apertura del seminario ‘Donne&donne, sulle tracce di Matilde di Canossa’ promosso nell’ambito del progetto di partecipazione democratica e cittadinanza attiva Partecipa.net dell’Assemblea legislativa. L'incontro si svolge a conclusione della ricerca realizzata dalle studentesse della classe della IV F dell’istituto Chierici tra importanti esponenti del mondo femminile reggiano con l’obiettivo di raccogliere le storie di donne che nella vita, proprio seguendo le tracce di Matilde di Canossa, positivo esempio di volontà e determinazione al femminile, ne hanno fatto proprio il testamento spirituale. Quelle che la ricerca ha coinvolto attraverso una quarantina di interviste, si legge nella presentazione della pubblicazione che verrà diffusa nel corso del seminario, sono “donne che hanno saputo mantenere la loro femminilità e il grande potenziale umano, emotivo e affettivo, pur nella gestione produttiva e proficua della loro intelligenza, non rinunciando alle loro femminilità e ad essere anche donne, madri e mogli”. Accanto alle studentesse della IV F e la loro insegnante Mariagiuseppina Bo, saranno presenti all’incontro per raccontarsi e confrontarsi in una tavola rotonda dal titolo ‘Sulle tracce di Matilde di Canossa: le donne e la loro carriera”: Marina Botolani (giornalista), Chiara Cabassa (giornalista), Roberta Cardarello (preside Facoltà Scienze della Formazione, Università di Modena e Reggio Emilia, Cristina Carbognani(imprenditrice, presidente Api Emilia-Romagna), Enrica Carretti (product manager), Francesca Chilloni (giornalista), Elisabetta Farioli (direttrice Civici Musei – Reggio Emilia), le imprenditrici Deanna Ferretti, Catia Iori e Paola Silvi, l’avvocato Celestina Tinelli (membro CSM), Mariella Zanichelli (presidente FCR).

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Servizi di fotoregistrazionetecnici da ieri al lavoro (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Giustizia

evitata la paralisi dei processi Servizi di fotoregistrazione tecnici da ieri al lavoro v. p.) E' durato appena 24 ore lo "stop" ai servizi di fonoregistrazione negli uffici giudiziari di tutta Italia; già ieri mattina i tecnici sono tornati a lavorare dopo che il Ministero della Giustizia ha ratificato e firmato il contratto con il Consorzio Astrea formato dalle ditte che svolgono il servizio di fonoregistrazione e trascrizione delle udienze e che il 20 aprile scorso aveva vinto la gara d'appalto aggiudicandosi la fornitura del servizio per i prossimi 3 anni. Si è dovuto attendere però la sottoscrizione del contratto sgombrando il timore di una lunga attesa (si era parlato di due settimane). In effetti, nella mattinata di lunedì, numerosi processi sono stati rinviati proprio perché non era possibile registrare l'udienza ed era difficoltoso, in casi di processi complessi, verbalizzare a mano. Il problema poteva aggirarsi nominando un perito, ma trattandosi di un soggetto esterno, magari proveniente da altra sede, i costi del servizio aumentavano fino a triplicare. Costi che ricadevano sul Ministero e anche, in caso di condanna, sugli imputati nei casi in cui il giudice avesse disposto il pagamento delle spese processuali. Insomma, almeno per una volta, il buon senso ha trionfato, anche se lo snellimento delle procedure e il facile accesso ai servizi per i cittadini dovrebbero essere cose normali e non dei casi eccezionali.

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Battisti, si allontana l'estradizione dal Brasile (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

IL PROCURATORE GENERALE HA DETTO SÌ ALLA RICHIESTA DI ASILO POLITICO Battisti, si allontana l'estradizione dal Brasile Si allontana l'estradizione per Cesare Battisti, il terrorista dei Pac in carcere in Brasile. Il procuratore generale brasiliano, Antonio Fernando de Souza, ha dato ieri ragione al ministro della Giustizia Tarso Genro sull'asilo politico concesso a Battisti e ha chiesto l'estinzione del processo a suo carico in Brasile. Il parere del procuratore generale in questo caso è solo consultivo, e non vincolante, rispetto alla decisione finale che dovrà emettere il Supremo tribunal federal (Stf, la Corte Costituzionale brasiliana). Per De Souza, l'atto di concessione dell'asilo politico è politico e espressione della sovranità dello Stato brasiliano. De Souza ha anche suggerito che il processo presso il Stf sia estinto anche prima di essere giudicato, facendo sua la richiesta presentata dal nuovo legale di Battisti, l'avvocato costituzionalista Luis Roberto Barroso. «Ritengo non si debba procedere ancora prima che sia giudicata chiedendo l'estinzione del processo», scrive De Souza nel documento inviato al Supremo Tribunal.

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nuovi assetti in procura pool per animali e internet - meo ponte (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina X - Torino Nuovi assetti in Procura pool per animali e internet La Dda a Ausiello, fasce deboli a Loreto Monitoraggio dettagliato della criminalità nei quartieri. Sezioni speciali per le auto confiscate e i casi irrisolti MEO PONTE Nuovo assetto per la Procura della Repubblica di Torino. In attesa che i neo procuratori aggiunti recentemente nominati (Sandro Ausiello, Annamaria Loreto, Paolo Borgna e Andrea Beconi) assumano ufficialmente le funzioni loro assegnate, Giancarlo Caselli, capo dell´Ufficio, ha ridefinito i gruppi di specializzazione. Al gruppo della Dda (Direzione distrettuale antimafia) Terrorismo e criminalità organizzata affidato a Sandro Ausiello sono stati aggiunti la sezione denominata Criminalità Informatica affidata ai pm Marco Gianoglio, Patrizia Caputo, Andrea Calice, Cesare Parodi, Alessandro Sutera Sardo e Andrea Bascheri e la sezione Riciclaggio e misure di prevenzione che può contare sui pm Onelio Dodero, Roberto Sparagna, Vincenzo Pacileo, Beppe Riccaboni, Marcello Maresca e Antonio Rinaudo. Alla Dda arriveranno presto tre pm dal gruppo Reati contro la Pubblica Amministrazione: Enrico Arnaldi di Balme, Paola Stupino e Carlo Pellicano. Quello che un tempo era il pool Reati contro l´economia è stato invece trasformato nel Gruppo Diritto Penale dell´Economia e usura. In attesa di essere diretto da Andrea Beconi, l´aggiunto che ha sostituito Bruno Tinti, è coordinato da Vincenzo Pacileo. Ad Annamaria Loreto, quando l´attuale aggiunto Pietro Forno tornerà alla Procura di Milano, sarà invece affidato il pool Fasce deboli. Paolo Borgna che coordina il gruppo Sicurezza Urbana ha preso recentemente contatto con le diverse circoscrizioni cittadine per un monitoraggio reale e dettagliato del fenomeno criminale. Le vere novità però sono state ideate da Caselli nell´ultimo mese. Il procuratore capo ha infatti istituito tre nuove sezioni: «macchine confiscate» e «casi irrisolti» (di cui fanno parte i pm Gabriella Viglione, Enrica Gabetta, Dionigi Tibone e Stefano Castellani) e «animali maltrattati» (che esisteva già ma di cui ora si occuperanno i pm Andrea Padalino, Roberto Sparagna e Stefano Castellani). Questi tre gruppi di lavoro saranno coordinati dall´aggiunto Annamaria Loreto. Particolarmente nuove è la sezione Macchine Confiscate che si occuperà delle vendita in tempi veloci delle auto sequestrate dalla magistratura per i reati di guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti. «Sinora i tempi che intercorrono tra il sequestro e la vendita sono stati lunghissimi - spiegano in Procura - la nuova sezione avrà il compito di accelerare al massimo le procedure anche per ridurre i costi della custodia di tali vetture». L´assetto definitivo della Procura della Repubblica di Torino però si saprà soltanto quando saranno finalmente nominati gli ultimi due aggiunti che dovranno sostituire Raffaele Guariniello e Marcello Maddalena, neo procuratore generale che sinora ha diretto il pool Reati contro la Pubblica Amministrazione. Tre sono i nomi dei papabili: Alberto Perduca, ora responsabile dell´amministrazione in Kossovo, Giuseppe Ferrando e Andrea Marini che è attualmente al Csm.

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rifiuti, verso roma il caso rompiballe (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VIII - Napoli Rifiuti, verso Roma il caso Rompiballe Il legale di Impregilo: soluzione opportuna dopo il ritorno di Corona Mancino: "Il Csm obbligato a ricollocare il magistrato in Procura" La prima udienza è fissata tra meno di venti giorni, il 26 maggio. Ma il processo su presunti illeciti nella gestione della crisi rifiuti scaturito dall´inchiesta Rompiballe, 25 imputati fra i quali l´ex amministratore delegato di Fibe Massimo Malvagna e il vice capo dipartimento della Protezione civile, Marta Di Gennaro, potrebbe essere trasmesso a Roma e ripartire da zero. è uno dei possibili effetti del ritorno a Napoli di Giovanni Corona, il pm che indagò sulla faida di Scampia, già consulente del prefetto Alessandro Pansa quando questi guidava il commissariato straordinario per l´emergenza rifiuti, rientrato nei ruoli della magistratura dopo sei mesi trascorsi al ministero delle Infrastrutture come consulente. Corona è stato raggiunto da un avviso di chiusura delle indagini nell´ambito dello stralcio dell´inchiesta, deciso dal procuratore Giandomenico Lepore in disaccordo con i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, nel quale è indagato anche il prefetto Pansa. Quando assumerà le funzioni di pubblico ministero, scatterà per lui la competenza dell´autorità giudiziaria romana, alla quale spetta curare i procedimenti sui magistrati napoletani. Ma se in questo caso la trasmissione degli atti è prevista espressamente dalla legge, dovranno essere poi il procuratore Lepore e il pm Maurizio De Marco, a decidere se altre posizioni dovranno seguire "per connessione" il fascicolo. Verosimilmente quella di Pansa e forse anche quella di Malvagna, perché entrambi sono indicati come presunti concorrenti nelle ipotesi di falso e abuso contestate a Corona (e sempre energicamente respinte). Ma resta da capire quali saranno le valutazioni degli inquirenti sul capo della Protezione civile Guido Bertolaso, oggi sottosegretario ai rifiuti, coinvolto per il primo periodo trascorso al vertice del commissariato. E soprattutto, cosa accadrà nel processo che inizia il 26. L´avvocato Alfonso Maria Stile, difensore di Impregilo e Malvagna, argomenta: «In caso di trasferimento a Roma dello stralcio, dovrebbe essere automatico anche il trasferimento del processo. E questa soluzione sarebbe almeno a mio avviso quanto mai opportuna anche per le ragioni ben note». Si riferisce, il penalista, alle polemiche successive alla inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra che lo avevano indotto a ventilare un possibile ricorso alla legge Cirami per ottenere lo spostamento del processo lontano da Napoli. Poi aggiunge: «Mi auguro peraltro che lo stralcio si concluda autonomamente prima di un eventuale trasferimento per il rispetto che a mio avviso meritano tutti gli indagati di questo filone». Solo ieri intanto è arrivata al Csm la comunicazione formale dell´indagine avviata nei confronti di Corona. E da Palazzo dei Marescialli il vicepresidente, Nicola Mancino, ieri, ha scritto a "Repubblica" una lettera «nell´interesse e a tutela del Consiglio superiore della magistratura» per precisare: «Il titolo "Csm: Corona torni in Procura" sembra alludere a una decisione discrezionale dell´organo di autogoverno. Questo imperativo non è appropriato al caso del dottor Corona, sostituto procuratore della Repubblica di Napoli fuori ruolo su richiesta del ministero delle Infrastrutture. Cessata la collaborazione del magistrato presso il ministero - sottolinea Mancino - è automaticamente venuta meno la posizione fuori ruolo: da qui non la facoltà, ma l´obbligo da parte del Csm di ricollocare il dottor Corona nell´ufficio da cui proveniva, cioè la Procura di Napoli. Altro non poteva fare il Csm, che ha solo preso atto di questa sopravvenuta situazione». (d.d.p.)

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allarme giustizia: "c'è il rischio paralisi" - mara chiarelli (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VIII - Bari Processi in pericolo Allarme giustizia: "C´è il rischio paralisi" L´appalto passa di mano, niente stenotipisti da una settimana Manca il personale per registrare e verbalizzare lunghi interrogatori In pericolo processi in corso e inchieste delicate. Il ricorso a consulenze esterne mette a dura prova il magro bilancio MARA CHIARELLI Rischio paralisi negli uffici giudiziari baresi: niente stenotipia, niente fonoregistrazione, niente verbalizzazione tecnologica di udienze o interrogatori. Da una settimana, l´intero distretto della Corte d´appello di Bari, ma anche quello di Lecce, Potenza, Roma e L´Aquila, non può contare sul servizio di assistenza fornito finora dalla Stenoconsulting, cooperativa del consorzio Astrea. Tutto è infatti nelle mani di un altro consorzio, l´ "Art.Co.", che si è aggiudicato l´incarico, ma che ancora non ha cominciato a prestare la propria opera. Lasciando, dunque, gli uffici di procura, tribunale, procura generale e corte d´appello (comprese le sedi di Trani, Lucera e Foggia, che appartengono al distretto barese) nei guai e costringendo, in alcuni casi, i responsabili degli uffici a ricorrere a consulenze esterne. Il problema nasce nel febbraio scorso, quando, in vista della scadenza del contratto nazionale (arrivata, dopo un´ennesima proroga, il 30 aprile scorso), il ministero della giustizia ha bandito una gara d´appalto, suddividendo in quattro lotti le diverse funzioni fino ad allora svolte dal consorzio Astrea: la documentazione (isolata nel primo lotto), i servizi di stenotipia, fonoregistrazione e verbalizzazione suddivisi per zone geografiche con criteri abbastanza complessi. Ed è così che le Corti d´appello di Bari, Lecce, Potenza, L´Aquila e Roma sono state affidate alla Art.Co. di Udine, mentre l´Astrea ha ottenuto gli altri due lotti. Una specie di gioco delle tre carte, che rischia però al momento di mettere in ginocchio l´intera giustizia pugliese. La mancanza di personale disponibile a registrare, verbalizzare e stenotipare lunghi interrogatori potrebbe bloccare il corso di processi o di delicate inchieste nelle quali è necessario ascoltare testimoni o anche collaboratori di giustizia. Il ricorso a consulenze esterne, in un momento in cui il capitolo di bilancio destinato alle spese di giustizia è già molto risicato, non sarebbe tantomeno la soluzione di ripiego.

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CHI SOFFIA SUL RAZZISMO (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CHI SOFFIA SUL RAZZISMO CON LA SCUSA DELLA SICUREZZA Il Presidente della Camera Fini ha manifestato il suo dissenso rispetto al pacchetto sicurezza ponendo l'accento sulle norme che riguardano i medici-spia e i presidi-spia e mettendo in guardia il governo da probabili profili d'incostituzionalità. Il governo e la maggioranza, Lega compresa, sembrano aver accolto queste obiezioni e si appresterebbero a modificare queste specifiche norme: se così fosse ci si dovrebbe tuttavia spiegare perché le stesse obiezioni non riguardano i funzionari dello "stato civile spia" che sono ancora contenuti nel Ddl sicurezza e che impediranno il matrimonio (diritto umano sancito dalla carta dell'Onu, art. 16), la registrazione delle nascite e delle morti e il riconoscimento dei figli naturali. È evidente che anche per questa fattispecie valgono i motivi d'incostituzionalità di cui sopra. Il paradosso è che per sanare la piaga della clandestinità si fa di tutto tranne l'unica cosa realmente efficace: denunciare dove gli immigrati irregolari lavorano in nero e offrire loro un'opportunità di regolarizzazione. In questo modo la stragrande maggioranza degli immigrati irregolari diventerebbero legali e la clandestinità criminale sarebbe isolata e più facilmente perseguibile. La verità è che, con il pretesto della sicurezza, si vogliono colpire gli immigrati per dare sfogo propagandistico ed elettorale a una ondata di razzismo pericolosamente dilagante. In questo impianto legislativo s'incontrano come ulteriore materiale esplosivo le norme sulle ronde e sulla detenzione prolungata nei Cie che sembrava fossero cancellate e invece sono state di nuovo inserite. L'ispirazione razziale è confermata anche da altre norme che nulla hanno a che vedere con l'immigrazione illegale e la sicurezza. Mi riferisco alla tassa di 200 euro per rinnovare il permesso di soggiorno o chi fa richiesta della cittadinanza, o la restrizione dei ricongiungimenti familiari, l'istituzione del permesso a punti, l'innalzamento della idoneità alloggiativa, tutte restrizioni e vessazioni persecutorie che riguardano lavoratori e cittadini immigrati regolari che pagano le tasse e rispettano le leggi di questo Stato. Questo Ddl, se approvato, rappresenta un vulnus gravissimo della nostra civiltà giuridica e dei valori di uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione. Che il governo abbia posto la fiducia su questo provvedimento è un atto di arroganza nei confronti del Parlamento e di tutti quei deputati, compresi molti della maggioranza, che avevano rivendicato giustamente un voto di responsabilità e coscienza. Se questa legge sarà approvata senza significativi cambiamenti dovremo valutare tutte le possibili impugnazioni davanti alla Corte Costituzionale e quella di Giustizia Europea non escludendo il ricorso al referendum abrogativo.

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ASILO POLITICO A BATTISTI, DAL BRASILENUOVO "SCHIAFFO" AL GOVERNO ITALIANO (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ASILO POLITICO A BATTISTI, DAL BRASILENUOVO "SCHIAFFO" AL GOVERNO ITALIANO IL CASO ILPROCURATORE generale della Repubblica brasiliano Antonio de Souza ha presentato alla Corte Suprema parere contrario alla concessione dell'estradizione dell'ex militante dei Pac, Cesare Battisti. Secondo il procuratore infatti la concessione dell'asilo politico da parte del ministro della Giustizia Tarso Genro è espressione della sovranità dello Stato e soggetto quindi alla sola giurisdizione del potere esecutivo: il processo in corso presso la Corte Suprema andrebbe quindi semplicemente archiviato, come sostengono anche i difensori di Battisti. Contrario all'estradizione è anche il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, il quale vorrebbe tuttavia evitare uno scontro istituzionale con la Corte Suprema: per cui se i giudici decidessero di riappropriarsi del potere ultimo di decisione sulle richieste di asilo, oggi nelle mani del ministero della Giustizia, non si opporrebbe al provvedimento. Secondo quanto riporta la stampa brasiliana Lula vorrebbe così sottrarsi a una situazione che nei termini attuali non può che portargli svantaggi: se infatti si opponesse all'estradizione nonostante l'eventuale sì della Corte, entrerebbe in conflitto con il potere giudiziario, mentre in caso contrario esautorerebbe di fatto il proprio ministro della Giustizia, Tarso Genro. Per riuscire a sganciarsi da questa situazione Lula spera dunque nell'aiuto della Corte stessa, riunitasi per esaminare il caso. Intanto, il capogruppo dell'Udc al Senato, Gianpiero D'Alia, propone al governo italiano di interrompere le relazioni diplomatiche con il Brasile. «Giàè grave e sconcertante - osserva in una nota l'esponente centrista - che un giudice brasiliano sia chiamato a discutere sullo status di rifugiato di un terrorista pluriomicida come Battisti, che in Italia si è macchiato di atti sanguinari ed è per questo ricercato dalle autorità del nostro Paese». «Se poi il Supremo Tribunale e il governo di Brasilia dovessero assecondare il parere del procuratore, all'Italia - conclude D'Alia - non resterebbe altro che interrompere le relazioni diplomatiche con il Brasile». 08/05/2009

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Riportati in Libia i 227 migranti Maroni: svolta. L'Onu: un errore (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-05-08 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ... Riportati in Libia i 227 migranti Maroni: svolta. L'Onu: un errore Sono stati rimandati in Libia i 227 migranti soccorsi mercoledì dalle autorità italiane nel Canale di Sicilia. Esulta il ministro dell'Interno Maroni: un risultato storico, sull'asilo deciderà la Libia. L'Onu censura l'Italia: scelta sbagliata. Critiche anche dal Pd e dalla Cei che invita al rispetto dei diritti umani. Un suicidio nel Cie di Roma ha dato luogo a una rivolta. u pagina 17 con il Punto di Stefano Folli Oggi la nomina della Brambilla a ministro del Turismo Il Consiglio dei ministri assegnerà a Michela Vittoria Brambilla il ministero al Turismo e varerà un Ddl per lo scorporo della Salute dal Welfare da affidare a Ferruccio Fazio. Promozione in vista a vice ministro per Adolfo Urso, Roberto Castelli e Paolo Romani. u pagina 15 Ristrutturazioni edilizie, oltre 5mila evasori totali Più di 5.200 evasori totali nel mercato delle ristrutturazioni edilizie , con redditi evasi per circa tre miliardi e almeno 500 milioni di Iva non dichiarata e non versata. Sono i risultati dell'«Operazione Pandora» effettuata dalla Guardia di Finanza u pagina 32, commento a pagina 12 Ferrero l'azienda più affidabile al mondo Il Reputation Index, l'istituto che misura la rispettabilità delle aziende, ha assegnato alla Ferrero la palma di azienda più affidabile al mondo; seconda Ikea, terza Johnson & Johnson. u pagina 22 Piattaforma separata per il contratto dei meccanici «Presenteremo la piattaforma d'intesa con la Uilm il 30 giugno, secondo le nuove regole», ha annunciato al XVII congresso della Fim-Cisl, il segretario generale Giuseppe Farina, mentre Gianni Rinaldini ha ribadito «la non disponibilità della Fiom». u pagina23 Circolare del Csm, più vincoli ai Procuratori capo Un argine ai poteri dei procuratori capo, nel rispetto dell'autonomia dei sostituti. Lo prevede una bozza dicircolare sull'organizzazione delle procure, che sarà esaminata dal Csm in un plenum, presieduto dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano u pagina 35 I talebani al Papa: fermi i crociati I talebani chiedono al Papa di «fermare i crociati» in Afghanistan, minacciando gravi conseguenze. E, alla vigilia del viaggio di Ratzinger in Medio Oriente,l'Europarlamento ha bocciato una mozione di condanna del Pontefice per il discorso africano sui preservativi. u pagina 11

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Lotta all'evasione. Nelle operazioni del 36% irregolarità per 3 miliardi Pag. 32 Giustizia. Il Csm prova ad arginare i poteri dei Procuratori capo Pag. 35 In edicola a 6,50 (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-08 - pag: 31 autore: Lotta all'evasione. Nelle operazioni del 36% irregolarità per 3 miliardi Pag. 32 Giustizia. Il Csm prova ad arginare i poteri dei Procuratori capo Pag. 35 In edicola a 6,50 Á in più. La Guida alle novità fiscali Ddl sviluppo. Per gli assicuratori in bilico il plurimandato Pag. 35 l'articolo prosegue in altra pagina

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In Procura capi con più vincoli (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-05-08 - pag: 35 autore: Ordinamento giudiziario. Il Csm ha preparato le istruzioni per l'organizzazione degli uffici In Procura capi con più vincoli Criteri rigidi sull'assegnazione dei fascicoli - Incoraggiati i pool Giovanni Negri MILANO Dal Csm un argine allo strapotere dei procuratori capo, nel rispetto del principio costituzionale dell'autonomia dei sostituti. è su questa linea che si attesta la bozza di circolare sull'organizzazione delle Procure che sarà esaminata dal Consiglio in un plenum che sarà presieduto dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Il provvedimento era già stato inserito ieri all'ordine del giorno, ma, in apertura di seduta, il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha annunciato la volontà di Napolitano di presiedere in prima persona l'assemblea. Tutto rinviato così a una data futura, ma intanto le linee guida dell'intervento sono già delineate. Anche perchè il testo messo a punto dalla Settima commissione è stato approvato con il solo voto contrario del laico di An Gianfranco Anedda che spiega così il suo no al documento: «La riforma dell'ordinamento giudiziario ha dato maggiori responsabilità ai capi delle Procure accompagnate da poteri di scelta e invece la circolare del Csm, soprattutto nella sua stesura originaria, mette i procuratori sotto tutela; lo fa non solo ponendo limitazioni ai loro poteri, ma imponendo loro di motivare ogni scelta, mentre la legge giustamente prevede la motivazione per i solo provvedimenti di revoca delle indagini ai sostituti». La circolare fornisce una serie di linee guida sulla riforma dell'ordinamento giudiziario invitando, tra l'altro, i procuratori a coinvolgere nelle scelte delle strategie da seguire tutti i magistrati dell'ufficio, ad adottare criteri oggettivi e predeterminati nell'assegnazione degli affari ai gruppi di lavoro e ai singoli Pm, a motivare l'assegnazione dei vari magistrati ai pool e la scelta dei coordinatori, a valorizzare il ruolo degli aggiunti. Dal Csm arrivano così indicazioni per la redazione di un programma organizzativo che valorizzi in modo particolare la costituzione di gruppi di lavoro in materie particolarmente sensibili come la tutela dei soggetti deboli (donne, minori) gli infortuni sul lavoro, la tutela ambientale e i reati contro la pubblica amministrazione. Chiave di volta del sistema organizzativo è il programma con il quale il capo procuratore deve provvedere all'organizzazione dell'ufficio che va presentato ogni tre anni e deve contenere tra l'altro: • l'eventuale costituzione dei gruppi di lavoro; • la destinazione dei magistrati all'interno dell'ufficio; • l'assegnazione ai gruppi di lavoro dei procuratori aggiunti e l'eventuale attribuzione dell'incarico di coordinare più gruppi che trattano le singole materie; • i criteri per l'assegnazione degli affari ai magistrati. Su quest'ultimo punto, la circolare sottolinea che il Procuratore capo è il titolare esecutivo dell'azione penale, la esercita personalmente o attraverso l'assegnazione a uno o più magistrati con provvedimento motivato. Nel progetto organizzativo vanno indicati i criteri di assegnazione dei procedimenti per materia a gruppi di magistrati oppure le tipologie di reati per i quali i meccanismi di assegnazione sono automatici. I criteri di assegnazione devono essere il più possibile oggettivi e predeterminati anche per garantire i percorsi professionali dei magistrati. Insomma, nessuno spazio per la discriminazione delle toghe "scomode". Va poi assicurata la continuità nella trattazione dei procedimenti evitando il più possibile le sostituzioni dei Pm se non per ragioni contigenti. Il Procuratore capo può poi stabilire anche i criteri ai quali il magistrato deve attenersi nell'esercizio dell'attività penale, senza però che sia compromessa la sfera di autonomia del Pm. Delicato il caso della revoca dell'assegnazione, con la quale il Procuratore capo può sottrarre il procedimento al sostituto. Due i casi individuati: divergenza tra linea investigativa del sostituto e criteri generali e particolari definiti in precedenza; contrasto sulle modalità di esercizio dell'azione penale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sedi disagiate comunicate a dicembre (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-05-08 - pag: 35 autore: IL CONSIGLIO AD ALFANO «Sedi disagiate comunicate a dicembre» Il Csm ha trasmesso lo scorso dicembre al ministro della Giustizia l'elenco delle sedi disagiate. Lo precisa il presidente della III commissione di Palazzo dei Marescialli, Roberto Carrelli Palombi, replicando a quanto affermato dal Guardasigilli, Angelino Alfano, mercoledì alla Camera, durante il question time. «Mi corre l'obbligo di precisare – dice il rappresentante dell'organo di autogoverno dei magistrati – che il Csm, ben prima del 10 aprile 2009, e cioè il 4 dicembre 2008, provvide a sottoporre all'attenzione del ministro della Giustizia l'elenco delle sedi disagiate». Allora il ministro decise di non chiedere la pubblicazione dell'elenco, prospettando un concorso limitato agli uffici requirenti di primo grado: il Csm individuò un nuovo elenco di sedi «tempestivamente » trasmesso al ministro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le spese di spedizionetornano sulla bolletta Amat (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Le spese di spedizionetornano sulla bolletta Amat denuncia della federconsumatori Giribaldi insorge: «Hanno ripristinato alla chetichella l'iniquo balzello» LE SPESE DI SPEDIZIONE per le bollette di fornitura idrica dell'Amat tornano a carico degli utenti. Una novità, quella contenuta nelle ultime due fatture emesse dall'azienda imperiese che distribuisce acqua in città, che sta provocando non poche proteste, e dure prese di posizione, da parte delle diverse associazioni a difesa e tutela dei consumatori. «Le hanno ripristinate alla chetichella - racconta Francesco Giribaldi, portavoce della Federconsumatori di Imperia - sono stati proprio gli utenti a segnalarci questo tipo di lamentela. E così, abbiamo scoperto che il presidente e il consiglio di amministrazione hanno reintrodotto l'iniquo balzello, che tra l'altro era stato soppresso in passato proprio a seguito di un altro moto di protesta popolare sostenuto e portato avanti anche dalle associazioni dei consumatori». «A nostro avviso è scorretto - continua Giribaldi - modificare quanto era stato convenuto. Tutto ciò senza un preventivo confronto con i contraenti di un accordo, atteggiamento ingiustificato vista la piena disponibilità della Federconsumatori e delle altre associazioni ad affrontare responsabilmente il problema». La decisione dell'Amat, a quanto pare, sarebbe da far risalire a un'interpretazione estensiva di una sentenza della Cassazione, che in un caso( bollette Telecom Italia) avente lo stesso oggetto ha dichiarato legittimi questi addebiti. «Come certamente molti sanno - conclude Giribaldi - una sentenza non è immediatamente applicabile per analogia ad altri casi, considerato anche che, a una prima lettura della stessa, esistono molte difformità rispetto alla normativa legata alle bollette idriche. Ma la cosa grave è l' atteggiamento dell'azienda che dimostra assoluta indifferenza ai problemi dei consumatori e alle loro associazioni. Ci saremmo sinceramente attesi, dopo tanti episodi di collaborazione, di essere almeno preventivamente avvertiti della decisione». Un augurio, infine. «Speriamo che il presidente dell'Amat e il cda vogliano rivedere, in un momento di particolare difficoltà economica degli utenti, la loro decisione, dichiarando da ora la nostra disponibilità al confronto». La replica dell'Amat non si è fatta attendere. «Ci siamo dovuti semplicemente adeguare a una recente sentenza della Corte Costituzionale - spiega il direttore generale dell'Amat, Alberto Vaccari - le spese di spedizione sono dovute dall'utente. Quando si gestisce, come nel nostra caso, denaro pubblico, se non si attiva questo meccanismo si finisce per procurare un danno all'erario. Purtroppo - aggiunge Vaccari - è un atto dovuto, lo dobbiamo fare, a malincuore ma lo dobbiamo fare...». Meno di 19 mila euro è l'importo che l'Amat addebiterebbe agli utenti imperiesi per l'invio delle bollette. «E' vero - conclude Vaccari - che, in passato, su richiesta delle associazioni dei consumatori, avevamo tolto l'addebito ma, ora, siamo stati costretti a reintrodurlo. Lo ripeto: non per nostra scelta. In consiglio di amministrazione c'era più di un contrario...». Giorgio Bracco 08/05/2009 la storia L'addebito era stato soppresso, in passato, proprio su richiesta delle associazioni dei consumatori. Ora il "triste" ritorno... 08/05/2009

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Maestro colpevole5 anni al preside (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Maestro colpevole 5 anni al preside «Non lo denunciò» Barcellona Pozzo di Gotto. Il sostituto procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto, Olindo Canali, che in una lettera aveva espresso perplessità sulla colpevolezza di Pippo Gullotti, condannato all'ergastolo per l'omicidio del giornalista Beppe Alfano, ha chiesto di essere trasferito dal Csm. A Palazzo dei Marescialli la prima commissione ha aperto un fascicolo sulla vicenda, dopo che il sostituto procuratore aveva espresso tali perplessità a conclusione di un processo in cui lui stesso era pm. Il fascicolo davanti alla commissione, se la richiesta del pm di essere trasferito venisse accolta, dovrebbe essere archiviato. Canali ha chiesto di essere destinato o alla Procura di Caltanissetta o a quella di Gela. La lettera scritta da Canali era arrivata in forma anonima. Il pm poi ne aveva ammesso la paternità. La richiesta di trasferimento è ora nelle mani della terza commissione del Csm competente sui trasferimenti.

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Il Pg favorevolea fine processo (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Pg favorevole a fine processo Brasilia. Il procuratore generale brasiliano, Antonio Fernando de Souza, ha dato ragione al ministro della Giustizia, Tarso Genro, sull'asilo politico concesso all'ex terrorista rosso Cesare Battisti e ha chiesto l'estinzione del processo a suo carico in Brasile. Il parere del procuratore generale in questo caso è solo consultivo, e non vincolante, rispetto alla decisione finale che dovrà emettere il Supremo tribunal federal (Stf, la Corte Costituzionale brasiliana). Per De Souza, l'atto di concessione dell'asilo politico è politico e espressione della sovranità dello Stato brasiliano. De Souza ha anche suggerito che il processo presso il Stf sia estinto anche prima di essere giudicato, facendo sua la richiesta presentata dal nuovo legale di Battisti, l'avvocato costituzionalista Luis Roberto Barroso. «Ritengo non procedente l'azione e mi manifesto prima ancora che sia giudicata chiedendo l'estinzione del processo», scrive De Souza nel documento inviato al Supremo Tribunal. Il fatto che il pg abbia dato il suo responso ieri fa pensare ad una possibile accelerazione dei tempi per la sentenza sull'estradizione dell'ex terrorista, in carcere a Brasilia in attesa del giudizio del Stf.

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La sentenza sugli embrioni (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 09-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 09/05/2009 - pag: 20 Le motivazioni della Consulta Sarà il medico a decidere quanti ovociti fecondare La sentenza sugli embrioni «Si possono congelare» La Corte costituzionale cambia la legge 40, insorgono i cattolici ROMA Sarà più libero il medico. Libero di scegliere le cure migliori e meno rischiose per le coppie. Valutando anche la possibilità di mettere da parte gli embrioni «prodotti ma non impiantati». È la deroga al divieto di congelamento la vera sorpresa della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha parzialmente bocciato la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Nelle motivazioni scritte dal giudice Alfio Finocchiaro e pubblicate ieri dopo oltre un mese di attesa si riconosce al ginecologo «autonomia e responsabilità» nello stabilire di volta in volta quanti ovociti fecondare (attualmente c'era un limite di tre). Non solo. Potrà decidere quanti «frutti» della provetta trasferire nell'utero. Alcuni dei divieti fondamentali della legge secondo il giudice violano l'articolo 3 della Costituzione «sotto il duplice profilo del principio di ragionevolezza e di quello di eguaglianza in quanto il legislatore riserva il medesimo trattamento a situazioni dissimili. Violano inoltre l'articolo 32 «per il pregiudizio alla salute della donna ed eventualmente del feto». La sentenza in teoria rivoluziona già da oggi l'attività dei centri. Il medico potrà valutare ad esempio se sia il caso di fecondare quattro ovociti e, una volta ottenuti un certo numero di embrioni, stabilire di non impiantarli tutti in un'unica soluzione, come invece era previsto. La Corte però chiarisce che «resta salvo il principio secondo cui le tecniche non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario». La preoccupazione di base resta quella di evitare che si riempiano di nuovo i bidoni di azoto liquido, la sostanza usata per la crioconservazione. Nel complesso però la Consulta smonta lo steccato che ha delimitato l'attività dei centri di fecondazione artificiale negli ultimi 5 anni. La considerazione di fondo è che «la tutela dell'embrione non è assoluta» ma che occorre trovare «un bilanciamento con l'esigenza di procreazione ». Resta in piedi l'ultimo pilastro, il divieto di diagnosi preimpianto (se i genitori sono portatori di malattie genetiche si possono selezionare gli embrioni sani), barriera che era però stata in parte abbassata con la modifica delle linee guida allegate alla legge da parte dell'ex ministro della Salute, Livia Turco. E proprio le linee guida dovranno essere cambiate, alla luce della sentenza. Il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella intende muoversi presto: «La legge resta al suo posto pur con le modifiche forzate. Emerge un'incoerenza interna alla Corte. La sentenza rispettava l'impianto del testo, le motivazioni vanno oltre. Non conoscono i dati. Ci sono passaggi ambigui». Carlo Casini, del Movimento per la Vita, si dice indignato per una «decisione che offende la ragione e l'eguaglianza tra gli esseri umani». Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, parla di «ideologica non condivisione» da parte dei giudici. Per la sinistra è una rivincita. «È stata pienamente confermata la ragione dei ricorrenti e di tutti quelli che avevano denunciato iniquità », affermano i Radicali. «Non si possono fare le leggi ignorando la scienza», commenta il senatore Pd Ignazio Marino. Barbara Pollastrini, deputata del Pd, chiede al Parlamento di rivedere la legge. Margherita De Bac mdebac@corriere.it

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caselli, i 70 anni del procuratore una vita dalla parte della legge - ettore boffano (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 09-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina X - Torino Caselli, i 70 anni del Procuratore una vita dalla parte della legge Il personaggio Dalle Br alla mafia, dal Csm all´impegno civile le sfide di un magistrato austero e progressista Cattolico e figlio di una famiglia operaia, ha seguito inchieste tra le più scottanti d´Italia Tifoso granata, di cortesia subalpina, tenace e concreto va considerato tra i torinesi migliori ETTORE BOFFANO Compie 70 anni oggi, 9 maggio, Giancarlo Caselli: "il procuratore" per antonomasia. E a guardarlo con quel suo fisico asciutto e con ancora tutti i capelli sul capo (ma bianchi, da una vita: il "Biancone", lo chiamavano i mafiosi nelle intercettazioni) ti viene la voglia di dargliene almeno 15 di meno, oppure di riconoscergliela tutta quella sua preziosa "vecchiaia" giudiziaria, ormai quasi unica in Italia. Che mette assieme le storie più terribili della violenza, della criminalità e anche della politica italiane. Tra Torino e Palermo, con in mezzo la Roma del Csm. E il terrorismo delle Brigate Rosse e di Prima Linea, i morti ammazzati, lo Stato che rischia il tracollo, gli amici o i colleghi di quei giorni feroci uccisi tra i tanti altri morti, e infine quella cultura, cresciuta nel cattolicesimo austero e giansenista di una famiglia operaia e nelle convinzioni della sinistra sociale, messa alla prova da chi, proclamando gli stessi ideali, aveva scelto la via delle armi e della lotta armata. Poi l´impegno in "Magistratura Democratica" e l´elezione al Csm, nella stagione difficile del "corvo di Palermo" e della delegittimazione di Giovanni Falcone e dei "giudici ragazzini". Infine, dopo Capaci e via D´Amelio, la scelta di prendere il posto proprio di Falcone e di Borsellino, nella Sicilia delle stragi e con quel pedigree da "ufficiale del Savoia Cavalleria" che aveva sconfitto le Br, ma che pareva poco adatto a capire e inseguire i boss. Arriva nel giorno dell´arresto di Totò Riina, diventa il procuratore che dà l´assalto al cielo delle protezioni politiche di Cosa Nostra, porterà in aula il mistero del "bacio tra Riina e Belzebù" e trascinerà sul banco degli imputati il "divo" Giulio Andreotti. Non riuscirà a farlo condannare formalmente, ma nella tasca della giacca ha sempre con sé la motivazione della sentenza che sancisce come solo la prescrizione del reato abbia cancellato un´evidente e prolungata complicità. Infine il ritorno a Torino, in Procura Generale, e adesso per lo scambio con l´amico di una vita: Marcello Maddalena. Ora Giancarlo Caselli è da pochi mesi procuratore della Repubblica a Torino: non poté diventare invece procuratore nazionale Antimafia perché la destra di Berlusconi votò una legge per impedirglielo. Un caso unico in Europa. Non ha mai messo da parte l´impegno continuo, senza nulla togliere a un lavoro quasi ossessivo e assoluto, per propagandare la legalità. Dal terrorismo alla mafia. E poi il Gruppo Abele di don Ciotti (un altro grande amico), l´associazione Libera, il volontariato silenzioso. La famiglia, la moglie e i due figli, la nipotina Giulia che oggi accompagnerà il nonno (o il nonno accompagnerà lei) al Museo Egizio, dopo la presenza istituzionale alla festa della Polizia. Il ricordo dei colleghi e degli amici portati via dalla violenza: Carlo Alberto Dalla Chiesa, Bruno Caccia, Guido Galli, Emilio Alessandrini, don Pino Puglisi. Senza dimenticare le scuole dai salesiani al Valsalice e anche le partite di tennis (ce ne furono persino alcune "studiate" dai killer brigatisti. Poi il pentito Peci gli racconterà: «Giudice, eravamo pronti a ucciderla!») . C´è stata anche un´Italia (ma, per fortuna, non una Torino) che ne ha fatto un avversario politico, che lo ha insultato e diffamato (Vittorio Sgarbi è stato condannato per questo). Magari non tutti gli avvocati lo amano, almeno quelli che non considerano il confronto nelle cose di Giustizia come fatto di doveri, rispetto istituzionale e applicazione di ogni norma. Non è immediatamente facile attraversare la sua cortesia molto subalpina e molto controllata. Dopo, chi ci riesce, scopre un uomo sincero, a volte troppo secco nelle sue timidezze, forse un po´ innamorato di sé ma senza malizie, testardo e tenace riguardo alle proprie idee, concreto e organizzato nel ragionare sino a sembrare pignolo, mai incoerente, mai comunque sgarbato o disattento nei confronti dell´altro. Tifoso del Toro (l´unica cosa capace di fargli perdere la testa e di trasformarlo in supporter scatenato e da dimenticare), anche giornalista "pubblicista". Un settantenne che Torino deve mettere tra i suoi uomini migliori.

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inchiesta rifiuti, strappo di de chiara - dario del porto (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 09-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XI - Napoli Inchiesta rifiuti, strappo di De Chiara Lettera al Csm: "Lepore disse di non turbare il governo" DARIO DEL PORTO Uno stralcio dettato dall´esigenza di non turbare il governo. Secondo quanto scrive il procuratore aggiunto Aldo De Chiara in una lettera inviata al Csm, sarebbe stata spiegata anche in questo modo dal procuratore capo Giandomenico Lepore, la scelta di separare alcune posizioni, fra le quali quelle dei prefetti Alessandro Pansa e Guido Bertolaso, dall´elenco degli imputati all´inchiesta su presunti illeciti nella crisi rifiuti. Nella missiva, De Chiara ha integrato la ricostruzione fornita nell´audizione svoltasi a Palazzo dei Marescialli alcuni giorni or sono, fornendo nuovi particolari sulla riunione in Procura del 24 luglio sfociata nello strappo fra il procuratore e i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che in disaccordo con la scelta del capo non firmarono le richieste di rinvio a giudizio. Lepore ha più volte ripetuto che alla base dello stralcio c´era la volontà di approfondire le posizioni di indagati che peraltro, a differenza di altri protagonisti dell´inchiesta, non erano stati raggiunti da ordinanza cautelare. Ma quelli erano anche i giorni più acuti dell´emergenza rifiuti e Lepore ha sempre rivendicato, con i suoi collaboratori, il dovere per il capo dell´ufficio di valutare tutte le implicazioni di una eventuale iniziativa, senza con questo intaccare l´autonomia dei pm o l´obbligatorietà dell´azione penale. La lettera di De Chiara riapre però un caso che sembrava appena chiuso: martedì il plenum del Csm aveva approvato una delibera nella quale si definiva lo stralcio come «una revoca implicita», così come ritenuto dai pm Noviello e Sirleo, ma si escludevano ripercussioni della vicenda sulla compattezza dell´ufficio. La missiva è adesso agli atti della prima commissione, che ha aperto una pratica "a tutela" dei pm Noviello e Sirleo sulla scorta del documento, firmato anche da Lepore, inviato dopo le affermazioni del premier Berlusconi durante l´inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra.

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contributi, stop dal commissario l'ira di cascio: "ha sconfinato" - emanuele lauria (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina II - Palermo Contributi, stop dal commissario L´ira di Cascio: "Ha sconfinato" "Beneficiari fantasma". Torna in vita la tabella dell´anno scorso Nel mirino anche il festival "O´ Scià" di Lampedusa e i centomila euro per i Legionari di Cristo Piro difende Di Pace Cimino: "Un affronto all´Ars". La legge sarà pubblicata senza le parti impugnate EMANUELE LAURIA La Finanziaria del contributo selvaggio interrompe la sua breve corsa in piazza Principe di Camporeale. Tocca al commissario dello Stato bocciare la manovra pre-elettorale approvata dall´Ars dieci giorni fa. è il prefetto Alberto Di Pace, alla fine, a impugnare l´intero articolo che dava il via libera a quella pioggia di finanziamenti senza precedenti a enti, associazioni, centri studi che aveva elevato l´asticella della spesa sino alla quota record di 78 milioni: 14 in più dell´anno scorso. Dai soldi per i Legionari di Cristo a quelli destinati ai "pistoleri" per hobby del Combat club di Gela: cadono tutti, gli oltre cento nuovi sussidi concessi da Palazzo dei Normanni. Il commissario dello Stato fa notare come l´articolo 77 da un lato abroghi le norme che autorizzavano le spese contenute nella tabella H (il vecchio elenco di contributi) e dall´altro inserisca direttamente in bilancio nuove uscite non previste in alcuna legge pre-esistente. «L´estrema genericità di queste disposizioni - scrive Di Pace nel ricorso alla Consulta - potrebbe compromettere, come già si prospetta nel corrente esercizio finanziario, il principio costituzionale del buon andamento della pubblica amministrazione». Ma va oltre, il commissario, e addita «almeno 47 capitoli di spesa che non consentono l´individuazione certa dei destinatari»: nel mirino finiscono, fra gli altri, i capitoli che erogano 100 mila euro ai Legionari di Cristo, 100 mila all´Associazione Scarlatti e 50 mila a "La svolta". «Nella prevalenza dei casi - prosegue il prefetto - non è indicata la finalità per la quale il contributo è erogato»: in questo caso, gli esempi fatti riguardano pure il sussidio da 200 mila euro assegnato alla fondazione O´ Scià, che organizza il concerto di Baglioni a Lampedusa. E ci sono anche capitoli nei quali mancano «l´indicazione della natura del beneficiario, la sede, l´attività svolta e la finalità dell´erogazione»: fra questi il commissario mette in evidenza i 100 mila euro assegnati all´associazione Caput mundi, riconducibile al deputato del Pdl Franco Mineo. Alcuni dei 253 organismi finanziati dalla Regione non figurano neppure su Internet. Ma il commissario censura il fatto che «gli assegnatari dei contributi siano sostanzialmente individuati a prescindere dalla verifica dei requisiti e dalla rilevanza sociale dell´attività svolta». Che effetto ha l´impugnativa del commissario dello Stato? Fa tornare in vita i contributi della vecchia tabella H che veniva soppressa dalla norma bocciata. Le cifre sono quelle che nella Finanziaria dell´anno scorso erano previste per il 2009. La spesa totale scende, nei fatti, a 57 milioni. In sintesi, l´intervento del prefetto farebbe «risparmiare» 21 milioni rispetto a quanto era stato stanziato. Ma il colpo di scure non fa arretrare di un passo l´assessore al Bilancio, Michele Cimino: «L´intervento del commissario è un affronto al lavoro fatto dal Parlamento siciliano che rappresenta il popolo sovrano». Ed è durissima la reazione del presidente dell´Assemblea, Francesco Cascio: «L´Ars - dice - solleverà conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale, ma si apre una discussione sull´esigenza di mantenere in vita l´istituzione del commissariato dello Stato, che non esiste nelle altre regioni d´Italia». Cascio accusa Di Pace di avere sconfinato e di volere assumere un ruolo "politico": «L´Ars - afferma - aveva risolto un problema: l´abolizione della tabella H, in quanto la stessa consolidava delle posizioni di privilegio che, però, evidentemente sono dure a morire. Non vorrei che il commissario dello Stato si sia lasciato influenzare dalle polemiche condotte dagli stessi difensori del privilegio». Il presidente dell´Ars ha intenzione di chiedere al governo di riproporre in un nuovo disegno di legge le norme impugnate. Una "sfida" al prefetto. «Ma intanto, per non bloccare il bilancio in attesa del parere della Consulta - dice Cascio - non possiamo che pubblicarne il resto senza le parti censurate». Ma il dibattito alla fine si sposta sul ruolo del commissario. Rudy Maira, capogruppo dell´Udc, si chiede: «Che senso ha questa figura in un sistema federalista? E d´ora in poi smettiamola pure con la richiesta di pareri preventivi al prefetto, sembra un esercizio di genuflessione». Voce dissonante nella maggioranza quella di Marco Falcone (Pdl), per il quale «l´intervento del commissario è stato provvidenziale». L´opposizione difende invece la figura del controllore delle leggi regionali: «Questa vicenda mette in evidenza solo la necessità che ci sia molta più attenzione alla qualità delle leggi che si fanno», dice il dirigente del Pd Franco Piro, che per primo aveva denunciato l´illegittimità della manovra dell´Ars. Il capogruppo dei democratici, Antonello Cracolici, bacchetta Cascio: «Chi volesse ridiscutere il ruolo del commissario deve ricordare che le sue prerogative sono indicate dallo Statuto». Fuori del Palazzo, la soddisfazione di Valeria Ajovalasit (Arcidonna): «Per fortuna abbiamo il commissario dello Stato a porre freni agli sprechi della nostra classe politica».

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stralcio rifiuti, la verità di lepore "quell'inchiesta era incompleta" - dario del porto (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina II - Napoli La polemica Stralcio rifiuti, la verità di Lepore "Quell´inchiesta era incompleta" Il procuratore interviene dopo la lettera di De Chiara Il Csm verso nuove audizioni dei pm DARIO DEL PORTO Una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei prefetti Alessandro Pansa e Guido Bertolaso avrebbe rappresentato, alla fine di luglio del 2008, «un´iniziativa giudiziaria in quel momento ancora incompleta». La decisione di disporre lo stralcio di quelle posizioni, insieme ad altre sei, dall´elenco degli imputati dell´inchiesta su presunti illeciti nella gestione della crisi rifiuti, spiega il procuratore Giandomenico Lepore, fu assunta tenendo conto «esclusivamente della necessità di garantire il diritto di difesa degli indagati che non erano stati oggetto di misura cautelare e che legittimamente chiedevano di compiere ulteriori accertamenti». Ma non nasconde, il capo dei pm, di aver operato anche una riflessione più ampia prima di disporre quel provvedimento ancora al centro di polemiche dopo dieci mesi. «Come in ogni valutazione che comporti rilevati implicazioni sull´esercizio di pubbliche funzioni - afferma il procuratore - doverosamente ho soppesato limiti e conseguenze che un´iniziativa giudiziaria in quel momento ancora incompleta avrebbe potuto riflettere sull´emergenza rifiuti che in quei giorni tanto drammaticamente interessava il nostro territorio». In quel contesto, prosegue Lepore, «mi sono posto anche il problema dei rischi che un´iniziativa non sufficientemente approfondita e ponderata potesse creare per la collettività e per gli esiti giudiziari, se non costruita con il necessario approfondimento. Come è mio costume - rileva ancora il magistrato - ho sottoposto le mie convinzioni e le mie perplessità ai colleghi». Ecco dunque la verità di Lepore su quella scelta sofferta, non condivisa dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, finita all´esame del Consiglio giudiziario e poi del Csm che martedì sembrava aver chiuso la pratica con un voto contrastato (dieci a favore, sei contro, quattro astenuti) ma apparentemente risolutivo, perché dava ragione ai sostituti sulla natura del provvedimento, considerato «revoca implicita» e come tale bisognoso di una motivazione, riaffermando al tempo stesso la compattezza dell´ufficio inquirente e il suo impegno «in prima linea» contro ogni forma di illegalità. A riaprire il caso è arrivata però la lettera inviata a Palazzo dei Marescialli da uno dei magistrati di vertice della Procura, il procuratore aggiunto Aldo De Chiara, coordinatore del pool Ecologia, che ha voluto integrare con una nota scritta il contenuto dell´audizione di alcuni giorni or sono raccontando un particolare della riunione tenuta il 24 luglio 2008 per tirare le somme dell´inchiesta: lo stralcio, riferisce in sostanza De Chiara, fu motivato da Lepore anche con l´esigenza di non turbare il governo. Domani la nota sarà esaminata dalla prima commissione del Csm, dove è ancora aperta la pratica "a tutela" dei pm Noviello e Sirleo avviata dopo le frasi del premier sui «manager eroi» di Impregilo. Scontate, a questo punto, nuove audizioni per fare piena luce sulla vicenda. Nella sua replica, Lepore premette di non essere stato «preliminarmente messo al corrente» della lettera del suo vice e non cita mai Pansa o Bertolaso, limitandosi a parlare di «alcuni indagati». Rimarca di essersi sempre imposto, «come responsabile del più grande ufficio giudiziario requirente d´Italia, di evitare qualsiasi polemica, cosa che peraltro dovrebbe appartenere alla deontologia di ogni magistrato». Ma aggiunge di aver ravvisato, dinanzi ai resoconti di stampa della mossa del procuratore aggiunto, «la necessità di ribadire pubblicamente quanto affermato in sedi istituzionali al fine di evitare equivoci e strumentalizzazioni». E sottolinea ancora una volta di considerare quella decisione «rispettosa delle norme vigenti, coerente con l´imprescindibile dovere di accertare i fatti, pur nel difficile contesto della gravità della situazione cittadina determinata dall´emergenza rifiuti, senza voler minimamente intaccare - conclude il procuratore - l´autonomia dei colleghi o trascurare il principio di obbligatorietà dell´azione penale».

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l'italia riapre il caso battisti "francia e brasile indulgenti" - omero ciai (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 4 - Interni L´Italia riapre il caso Battisti "Francia e Brasile indulgenti" Il terrorista sarà difeso da Lollo nel parlamento sudamericano La polemica Il j´accuse di Napolitano ai due governi: "Incomprensibile indulgenza" OMERO CIAI ROMA - è severo il presidente Napolitano quando, nel corso della celebrazione della Giornata della Memoria, ricorda i «trattamenti incomprensibilmente indulgenti» riservati a «terroristi condannati per fatti di sangue e per lungo tempo sottrattisi alla giustizia italiana». Il presidente non cita i due terroristi, ma il suo riferimento a Cesare Battisti e Marina Petrella è evidente. «Attenzione e rigore - insiste Napolitano - ho dovuto mostrare in tempi recenti nei rapporti con i Capi di Stato della Francia e del Brasile per difendere tra l´altro il prestigio del nostro sistema democratico, che ha dato e dà tutte le garanzie dovute nell´amministrazione della giustizia, e anche nella gestione delle sanzioni penali. Spero - ha concluso - che la mia voce sia ascoltata con spirito di amicizia». Un giudizio e un appello che oggi può pesare molto di più sul caso Battisti, ancora aperto in Brasile, che su quello di Marina Petrella, chiuso con il no all´estradizione per motivi umanitari, in Francia. Dopo la concessione dell´asilo politico da parte del ministro della Giustizia all´inizio dell´anno, infatti, il processo per l´estradizione dell´ex terrorista dei Pac è ancora in attesa di una sentenza da parte del Tribunale Supremo di Brasilia. Il dibattito tra giudici, procura, avvocati e politici in Brasile è serrato e previsioni sul verdetto nessuno vuole farne. Martedì nella Commissione diritti umani del Parlamento brasiliano si svolgerà un incontro al quale parteciperà, invitato come "giornalista italiano", addirittura Achille Lollo, uno dei tre ex militanti di Potere Operaio condannati per la strage di Primavalle. Insieme a Lollo, che dopo la fuga dall´Italia raggiunse prima l´Angola e poi il Brasile, ci saranno Fred Vargas, la giallista francese che protegge Battisti e finanzia tutte le spese per la sua difesa; il ministro della Giustizia, Tarso Genro; e gli avvocati dell´ex terrorista. Ad organizzare l´incontro sono i deputati e i senatori del Pt, il partito del presidente Lula, e l´intento chiaro quello di fare pressione sui magistrati del Tribunale. Intanto la sentenza tarda anche perché i nodi giuridici da sciogliere sono complessi e i pareri discordi. «Sarà una sentenza emblematica per la nostra storia giuridica» ha detto De Mello, uno degli undici magistrati del Tribunale Supremo (un organo che in Brasile ricopre anche funzioni della nostra Corte Costituzionale), scusandosi del ritardo per un verdetto che è previsto entro la fine del mese di maggio ma che potrebbe slittare ancora. A favore di Battisti s´è pronunciato in questi giorni il procuratore capo della nazione, De Souza, consegnando una memoria nella quale sostiene che il Tribunale dovrebbe estinguere il processo, perché l´attribuzione dell´asilo è un atto politico del governo che non può essere messo in discussione dai magistrati. Per il principio della separazione dei poteri - argomenta De Souza - qualsiasi decisione di politica internazionale, come la concessione dello status di rifugiato ad uno straniero, compete esclusivamente al governo brasiliano e l´ultima parola non spetta ai magistrati ma semmai al presidente Lula. Le parole di Napolitano hanno avuto eco in Brasile ma anche in Italia, dove sia il ministro La Russa che l´esponente del Pd, Piero Fassino, hanno detto di condividere la posizione del Quirinale.

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Fecondazione, decide il medico (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI PROFESSIONISTI data: 2009-05-09 - pag: 27 autore: Corte costituzionale. Depositata la sentenza che ha censurato le disposizioni della legge 40 sulla procreazione assistita Fecondazione, decide il medico Stop al limite dei tre embrioni e alle regole su impianto e conservazione Donatella Stasio ROMA «In materia di pratica terapeutica, la regola di fondo deve essere l'autonomia e la responsabilità del medico che, con il consenso del paziente, opera le necessarie scelte professionali». In materia di fecondazione assistita, quindi, d'ora in poi sarà il medico curante a stabilire, caso per caso, quanti embrioni produrre (non necessariamente tre), quanti impiantarne nell'utero della donna e quanti crioconservarne in vista di impianti successivi, tenendo conto delle condizioni di salute della paziente. Ieri la Consulta ha depositato la sentenza n. 151 (scritta dal giudice Alfio Finocchiaro e già anticipata il 1Ú aprile scorso) che dichiara incostituzionale "il cuore" della legge n. 40 del 2004. Con la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale», dunque, si aprirà una nuova stagione per le coppie che decidano di ricorrere alla procreazione medicalmente assistita (si veda «Il Sole 24 Ore» del 3 aprile scorso). Non solo. Il richiamo fatto dalla Corte all'autonomia e alla responsabilità del medico nella scelta della terapia da seguire, con il consenso del paziente, sebbene già contenuto in precedenti decisioni del 2002 e 2003, è destinato a pesare anche sulle future scelte legislative in materia di bioetica. I giudici ricordano, infatti, che le «acquisizioni scientifiche e sperimentali», peraltro «in continua evoluzione», rappresentano «un limite alla discrezionalità legislativa». La legge 40 è stata colpita al cuore perché non ha tenuto conto né di queste acquisizioni, né del ruolo del medico curante né, soprattutto, della salute della donna (ed eventualmente di quella del feto, aggiunge la Corte). A cadere è l'articolo 14,non a caso intitolato «limiti all'applicazione delle tecniche sugli embrioni», che stabiliva una sorta di automatismo perché imponeva la produzione di non più di tre embrioni, da impiantare contemporaneamente, a prescindere dalla valutazione del medico curante. Spetterà invece a quest'ultimo ogni decisione su quanti ovuli fecondare e quanti embrioni produrre, in considerazione della salute psico-fisica della paziente e della sua età. Scrive infatti la Corte: il limite dei tre embrioni e dell'unico impianto comporta la «moltiplicazione dei cicli di fecondazione» perché «non sempre i tre embrioni eventualmente prodotti risultano in grado di dar luogo a una gravidanza. Le possibilità di successo variano, infatti, in relazione sia alle caratteristiche degli embrioni sia alle condizioni soggettive delle donne che si sottopongono» alla procreazione assistita «sia, infine, all'età delle stesse, il cui progressivo avanzare riduce gradualmente le probabilità di una gravidanza». La Corte osserva che il limite dei tre embrioni, da un lato, «finisce per favorire - rendendo necessario il ricorso alla reiterazione dei cicli di stimolazione ovarica, ove il primo impianto non dia luogo ad alcun esito - l'aumento dei rischi di insorgenza di patologie che a tale iperstimolazione sono collegate »; dall'altro lato, «determina - in quelle ipotesi in cui maggiori siano le possibilità di attecchimento - un pregiudizio di diverso tipo alla salute della donna e del feto, in presenza di gravidanze plurime, avuto riguardo al divieto di riduzione embrionaria selettiva di tali gravidanze, salvo il ricorso all'aborto». D'ora in poi,al medico spetterà, non solo la valutazione, caso per caso, su quanti embrioni produrre, ma anche su quanti impiantarne per assicurare «un serio tentativo di procreazione assistita, riducendo al minimo ipotizzabile il rischio per la salute della donna e del feto». Ciò significa che sarà lui a decidere anche se e quanti embrioni congelare. La Corte ha infatti censurato la legge perchè limitava il congelamento ai casi di malattia acuta della donna. Ora, invece, il medico potrà decidere quanti embrioni crioconservare, in vista di impianti successivi, per non pregiudicare la salute della paziente. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PRINCIPIO Secondo la Consulta il professionista deve valutare in autonomia con il consenso del paziente

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La legge non sceglie le cure (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI PROFESSIONISTI data: 2009-05-09 - pag: 27 autore: INTERVISTA Michele Ainis Università Roma Tre «La legge non sceglie le cure» Marco Bellinazzo ROMA «Non può essere la legge a dire agli ingegneri come si costruiscono i ponti o ai medici come si cura la gente». Per Michele Ainis, ordinario di Diritto pubblico all'Università Roma Tre, la sentenza n. 151 con cui la Corte costituzionale ha cancellato uno dei cardini della legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita – l'articolo 14, comma 2, che impone il contemporaneo impianto dei tre embrioni – rappresenta una lezione di civiltà giuridica. Leggendo le motivazioni, depositate ieri, quali conseguenze si possono trarre? La sentenza traccia una via antiideologica per affrontare tutti i delicati temi a cavallo tra scienza ed etica. Oltre che un argine al legislatore " prepotente". La Consulta ha ribadito il principio per cui quando ci sono questioni scientifiche controverse la legge, e la politica che confeziona le leggi, devono fare un passo indietro. A chi spetta la decisione allora? In materia di pratiche terapeutiche la regola deve essere l'autonomia e la responsabilità del medico. Il quale non può essere obbligato da una direttiva generale e astratta ma deve poter valutare insieme al paziente quale sia la strategia medica più appropriata nell'irripetibile peculiarità del caso. In altre parole, la Corte suggerisce che la Costituzione privilegia sempre un approccio pragmatico alle questioni di bioetica? Esattamente. Al contrario dell'approccio che si è seguito per la legge 40 o che di solito si segue in Italia. Penso a tutte le recenti polemiche sul testamento biologico. Crede che questa decisione possa aprire la strada ad altri interventi demolitori sulla legge 40? Sì. La Corte ha usato il coltello della logica per recidere alcuni nodi di auto-contraddizione della legge 40. Come quando fa notare che prima la legge enuncia il principio per cui deve essere assicurata la minore invasività possibile per la salute della donna delle tecniche di procreazione assistita e poi detta vincoli e divieti che producono gli effetti opposti. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Approccio pragmatico differente da quello seguito nel dibattito sul testamento biologico» Il costituzionalista. Michele Ainis IMAGOECONOMICA

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Più facile diventare mamma a 40 anni (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 10-05-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa I vantaggi Si potranno utilizzare fino a dodici gameti. Limite a otto per le più giovani Più facile diventare mamma a 40 anni Quali sono le concrete conseguenze dal punto di vista tecnico dopo la pronuncia della Corte Costituzionale? Che cosa accadrà in una clinica dedicata alla fecondazione assistita? Con la nuova formulazione decisa dalla Corte Costituzionale adesso il medico ha la possibilità di evitare il limite di solo tre ovociti o gameti fecondati nell'utero della futura madre. Quanti ne potrà utilizzare? La risposta è semplice tenendo conto dell'orientamento dei medici in tutto il mondo. Si parla di otto gameti nel caso di una donna giovane e addirittura dodici nel caso di una quarantenne. Il medico in seguito esaminerà gli embrioni che si saranno formati e, quando avranno raggiunto le dimensioni ottimali, provvederà a impiantarli utilizzando o meglio selezionando soltanto quelli che hanno una elevata possibilità di attecchimento. Rimane sempre per il medico l'obbligo di evitare nella maniera più assoluta il cosiddetto «spreco» sia di ovociti che di embrioni. Di questi ultimi saranno predisposti al congelamento soltanto quelli che saranno adeguatamente formati e che sono arrivati a uno stadio di blastocisti. La blastocisti è un preembrione che si forma nella prima parte del processo di embriogenesi, dopo la formazione del blastocele, ma prima dell'impianto. Possiede una massa cellulare interna (Cim), o embrioblasto, che in seguito forma l'embrione, e una esterna, trofoblasto che forma la placenta. Nella legge il congelamento degli embrioni in soprannumero rispetto alle necessità dell'impianto è considerato legittimo. Più delicato invece è il tema del trasferimento nell'utero della paziente. Un tempo avvenivano parti plurigemellari in maniera notevole, a conclusione di una fecondazione assistita, suscitando in un certo senso anche scandalo. Questi parti plurimi, infatti, creavano non pochi problemi alle coppie. Adesso l'orientamento è di trasferire in una donna giovane al massimo due embrioni, proprio per evitare il rischio di una nascita plurigemellare. In una quarantenne ovviamente si adotterà un metro diverso perché le possibilità di nascite multiple sono più remote. Gia. Cal.

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Basta viaggi all'estero per i figli in provetta (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 10-05-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa La Corte di Cassazione boccia parte della "legge 40" Basta viaggi all'estero per i figli in provetta Arriva la svolta. La Corte di Cassazione boccia parte della "legge 40": il medico potrà scegliere il numero di embrioni da impiantare. Esulta il professor Severino Antinori, pioniere della fecondazione assistita, il quale, nel suo fondamentale ricorso alla Corte Costituzionale, in occasione del referendum, aveva fatto osservare che l'obbligo di utilizzare al massimo tre embrioni per volta, da impiantare contemporaneamente, durante un procedimento di fecondazione assistita, violava l'articolo 3 della Costituzione «sotto il duplice profilo del principio di ragionevolezza e di quello di uguaglianza, perché il legislatore riserva il medesimo trattamento a situazioni dissimili». La norma creava problemi anche per l'articolo 32 per «il pregiudizio alla salute della donna, ed eventualmente del feto a esso connesso». Accogliendo in sostanza nella sua totalità quest'argomentazione la Corte Costituzionale, ha in parte bocciato la «legge 40» sulla procreazione assistita stabilendo l'«autonomia e responsabilità del medico» nel determinare di volta in volta il numero necessario di embrioni da impiantare, e «riducendo al minimo ipotizzabile il rischio per la salute della donna, ed eventualmente del feto». La sentenza conferma il ricorso al congelamento di quegli embrioni «prodotti ma non impiantati per scelta medica». La norma in vigore, fino ad oggi, consentiva la conservazione a bassissima temperatura in appositi contenitori solo in caso di non prevedibile malattia acuta della donna. Secondo la Corte resta «salvo il principio secondo cui le tecniche di produzione non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario», tuttavia a stabilire tale numero saranno «accertamenti demandati al medico», con l'esclusione della previsione «dell'obbligo di un unico e contemporaneo impianto e del numero massimo di embrioni da impiantare». Tutti i rischi e i problemi, secondo la Corte, si verificano perché la legge 40 «non riconosce al medico la possibilità di una valutazione del singolo caso sottoposto al trattamento, con conseguente individuazione, di volta in volta, del limite numerico di embrioni da impiantare». Il professor Antinori, che è stato il primo a presentare ricorso insiste, oggi, sull'assurdità (addirittura talebana secondo il ginecologo) del limite dei tre embrioni, causa di una moltiplicazione dei cicli di fecondazione con un aumento dei rischi di una iperstimolazione ovarica con tutte le conseguenze». L'aspirante mamma rischiava di essere oberata di farmaci, tollerabili per un tentativo, ma improponibili in forma continuativa. «è una grande vittoria della nostra civiltà giuridica - conclude - che permetterà di evitare a centinaia di mamme i viaggi della speranza all'estero con un aggravio di spese e una perdita spesso della qualità dell'assistenza». La parola adesso alla sottosegretaria al Welfare con delega alla bioetica, Eugenia Roccella, che dovrà emanare le nuove norme di attuazione della legge sulla fecondazione assistita dopo la Sentenza della Consulta.

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Napolitano: (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 10-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Napolitano: «Stragi, verità ancora lontana» Stretta di mano fra le vedove di Pinelli e di Calabresi Roma. Un gesto che vale più di mille parole. Il senso della Giornata della memoria, in cui il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ricorda le vittime di stragi e terrorismo, sta tutto in quella stretta di mano rinviata per 40 anni tra le due vedove del commissario Luigi Calabresi e di Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico volato giù da una finestra della questura di Milano nel '69, dopo la strage di piazza Fontana. L'evento è di quelli che segnano una svolta e rimangono nei libri di storia: una storia macchiata dal sangue delle vittime di bombe, attentati e agguati che richiedono la forza di «guardare avanti senza dimenticare quello che è accaduto, ma superando ogni istinto di rancore», dice Napolitano. C'è l'esigenza, però, anche di fare chiarezza sulla catena di stragi, da Ustica a piazza Fontana alla stazione di Bologna, al centro di «una lunga e tormentatissima vicenda di indagini e processi da cui non si è riusciti a fare scaturire una esauriente verità giudiziaria». Nelle parole del Capo dello Stato non c'è indulgenza né per gli stragisti né per i terroristi, protagonisti di un medesimo disegno eversivo, convergente nel fine di destabilizzare il sistema democratico. Le inchieste giudiziarie così come quelle parlamentari non hanno fatto piena luce sull'«oscura strategia della tensione» che ha insanguinato per anni l'Italia. «Identificarono - dice Napolitano ai suoi ospiti - l'ispirazione politica delle stragi ma non tutte le responsabilità di ideazione e di esecuzione». Al rammarico per le mancate verità sulle stragi, il Capo dello Stato associa una durissima condanna del terrorismo rosso, sottolineando che fu «eversione» non contestazione: anzi fu una «stagione sciagurata» che non può ammettere «ricostruzioni basate su memorie romanticheggiati e autogiustificative». Napolitano auspica una «visione unitaria» sulla storia degli anni di piombo e delle stragi ma questo non significa sminuire o confondere le responsabilità perché«non c'è giustificazione o attenuante possibile» per chi sparò su bersagli politici innocenti. Ecco perché Napolitano ricorda di aver chiesto più«attenzione e rigore» ai capi di Stato di Francia e Brasile in presenza di certi «trattamenti incomprensibilmente indulgenti, riservati a terroristi italiani condannati da fatti di sangue e da lungo tempo sottratti alla giustizia italiana». Si tratta di Marina Petrella e Cesare Battisti, che non sono stati estradati nonostante le richieste del governo italiano e le sollecitazioni di Napolitano. Insomma, il Capo dello Stato invita tutti, i familiari delle vittime e il Paese, a «guardare avanti senza dimenticare», soprattutto per «sventare il rischio che tornino i fantasmi del passato; fantasmi come quelli del terrorismo rosso che sono di recente apparsi alla sbarra nel processo in corso a Milano». Se la Giornata della memoria accomuna «nel rispetto e nell'omaggio i familiari di tutte le vittime di una stagione di odio e di violenza», Napolitano dedica tuttavia, rivolgendosi commosso alla vedova, parole di «rispetto e omaggio» alla «figura di un innocente, Giuseppe Pinelli, che fu vittima due volte: prima di pesantissimi, infondati sospetti e poi di un improvvisa, assurda fine». «Qui non si vuole rimettere in questione un processo - precisa Napolitano - qui si compie un gesto politico e istituzionale, si rompe il silenzio su una ferita, non separabile da quella dei 17 che persero la vita a piazza Fontana, e su un nome, di cui va riaffermata e onorata la linearità, sottraendola alla rimozione e all'oblio». Nel salone, ad ascoltare Napolitano, è schierato il pubblico istituzionale delle grandi occasioni, che prima della cerimonia ha deposto una corona di fiori in via Caetani, davanti alla lapide che ricorda il sacrificio di Aldo Moro. Ci sono i presidenti della Camera Gianfranco Fini e il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, e c'è un nutrito drappello di ministri. Ci sono i superstiti degli anni bui di stragi e terrorismo. Ma gli occhi sono tutti puntati sulle quelle donne, segnate dal tempo e dal dolore di una stessa vicenda, che per la prima volta si incontrano dopo 40 anni e trovano la forza e il coraggio di riconciliarsi. La vedova del commissario Calabresi fa il primo passo per ricucire una ferita rimasta aperta per molti decenni: il suo è un gesto informale, anzi quasi intimo nel clima paludato di una cerimonia affollata e istituzionale. Gemma Capra Calabresi si avvicina, sorride, saluta e si china a stringere la mano di Licia Rognini Pinelli, che a 82 anni rimane seduta, lasciando alla figlia Claudia il compito di alzarsi per dare la mano alla vedova del commissario. «Finalmente possiamo stringerci la mano e guardarci negli occhi. Finalmente due famiglie si ritrovano», dice Gemma Calabresi. Le due donne parlano a lungo, anche di «figli e nipoti». E si lasciano con la promessa di ritrovarsi presto, a casa Pinelli. Avranno molte cose da raccontarsi. Michele Lombardi lombardi@ilsecoloxix.it 10/05/2009 l'appelloIl Capo dello Stato ha rilevato come l'anarchico Giuseppe Pinelli sia stato vittima due volte: «A lui sia ridato l'onore» 10/05/2009

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il braccio di ferro sui fondi fas (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Giustizia

il braccio di ferro sui fondi fas Palermo. Difficilmente il presidente dell'Ars, nelle varie legislatura, si è pronunciato a muso duro sulle decisioni del Commissario dello Stato. Francesco Cascio ieri ha picchiato duro: «Il Commissario dello Stato si è assunto una gravissima responsabilità entrando nel merito delle scelte politiche del Parlamento regionale, che ha votato la legge finanziaria con grande consapevolezza e, in particolare, l'art. 77 all'unanimità». Quello che sostituisce la tabella H. Ed in proposito aggiunge: «L'Ars aveva risolto un problema che ci impegnava da anni con l'abolizione della tabella H che consolidava posizioni di privilegio evidentemente dure a morire. Non vorrei che il Commissario dello Stato si sia lasciato influenzare dalle polemiche condotte dagli stessi difensori del privilegio, perciò mi riservo di studiare attentamente le motivazioni della decisione. La legge, infatti, era ineccepibile dal punto di vista parlamentare, formale e costituzionale, nonché per quanto riguarda la copertura finanziaria, che era stata certificata dagli uffici. L'impugnativa dell'art. 77 avrà ricadute pesanti sull'amministrazione regionale: creerà caos e disagio, difficili da gestire da parte degli uffici». «L'Ars – conclude Cascio – solleverà conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, ma, intanto, per quanto mi riguarda si apre una discussione sull'esigenza di mantenere in vita l'Istituzione stessa del Commissariato dello Stato, che non esiste nelle altre regioni d'Italia. Istituzione questa che, travalicando le proprie competenze costituzionali, si è tradotta in un'illegittima intrusione nella libera volontà di un Parlamento che sin dall'inizio di questa legislatura ha operato bene. Valuteremo nelle prossime ore che posizione assumere di fronte a questa decisione che non può certo passare inosservata». Alle dichiarazioni del presidente dell'Ars reagisce il capogruppo del Pd Cracolici: «Di fronte alle decisioni del Commissario dello Stato serve sobrietà e senso delle istituzioni. Chi volesse ridiscutere il ruolo stesso del Commissario deve ricordare che le sue prerogative sono indicate dallo Statuto e per intervenire in questo campo sarebbe necessaria una modifica delle norme statutarie». Nel merito della decisione sui contributi ad enti e associazioni, rileva che, «di fatto, con il suo intervento il Commissario dello Stato fa venir meno un provvedimento che aveva suscitato sconcerto, anche per l'enormità della sua portata». In linea col presidente dell'Ars, il capogruppo dell'Udc Maira: «C'era una volta il Commissario dello Stato! Alla luce delle decisioni, direi "politiche", prese dall'ufficio diretto da Alberto Di Pace, è da chiedersi se tale organo abbia ragione d'esistere in un sistema di poteri basato sul federalismo». Nell'ambito della maggioranza, Falcone (Pdl) invece definisce la censura, «intervento provvidenziale e non inaspettato» che gli fa tirare «un sospiro di sollievo su una questione che avrebbe aperto un triste percorso senza precedenti, mi riferisco alla indiscriminata pioggia di contributi ad enti, associazioni e pseudo - associazioni che hanno fatto levitare a dismisura le spese del Bilancio. Auspico che il Governatore Lombardo e l'Assessore Cimino, ripropongano, immediatamente, in Aula, gli articoli censurati per le dovute variazioni, in ossequio alle opportune indicazioni dettateci dal dr. Alberto Di Pace». G.C.

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Crocetta attacca il giudice Caponcello (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Crocetta attacca il giudice Caponcello «Non è antimafia» Catania. «In un momento in cui nelle Istituzioni c'è bisogno di persone determinate ed esperte nella lotta a Cosa nostra, apprendo che il Csm ritiene di mandare alla Procura nazionale chi, in indagini sul controllo da parte della mafia sulla grande distribuzione alimentare, e sui collegamenti dell'imprenditore Scuto di Catania con boss palermitani, è stato bacchettato dalla procura generale di Catania, che avocò il procedimento per “mala gestio”». Con queste parole il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, candidato nel Pd alle elezioni europee, ha puntato ieri l'attenzione su uno dei sei candidati che il plenum del Csm nominerà alla Dna, il giudice Carlo Caponcello, attuale presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Catania. Secondo Crocetta - che cita atti della Commissione parlamentare antimafia, ma non nomina direttamente Caponcello - «questo magistrato catanese aveva omesso di procedere nei confronti di importanti esponenti del clan Laudani, braccio armato dei Santapaola, poi condannati a pene severissime, nel processo nato dall'avocazione. Eppure quel magistrato era stato oggetto di interrogazione parlamentare per sue condotte in altre importanti indagini, quelle dell'appalto dell'ospedale Garibaldi, in cui emersero collusioni politiche-mafiose, in cui aveva tentato di impedire che si indagasse il cognato Ignazio Sciortino, oggi dell'Udc, ostacolando l'attività di intercettazione nei suoi confronti». Immediata la replica di Caponcello, secondo il quale le dichiarazioni del sindaco di Gela sono «tanto gratuite quanto farneticanti, gravemente offensive della mia dignità personale ed umana ed intollerabilmente lesive della mia onestà e del mio prestigio professionale». Caponcello ha dato mandato ai suoi legali per tutelare la sua reputazione. «Constato, con grande amarezza e stupore, che un impegnato e coraggioso esponente politico, strumentalizzando la propria carica e la propria candidatura elettorale - ha aggiunto il magistrato - tenti di interferire e di condizionare, intaccandone l'autonomia e l'indipendenza, l'operato del Consiglio della magistratura il quale non ha, certamente, bisogno di essere ispirato dalle “sleali” insinuazioni del Crocetta per compiere, consapevolmente e in piena legittimità e libertà, le sue scelte. Sono certo che il sindaco Crocetta, se eletto, vorrà rinunciare all'mmunità parlamentare per rispondere della sua condotta innanzi alla autorità giudiziaria». I parlamentari Enzo Bianco e Giovanni Burtone, sorpresi per il contrasto tra due uomini noti per le loro battaglie antimafia, hanno dichiarato che certamente Crocetta ha avuto «informazioni distorte» e hanno manifestato piena solidarietà al giudice Caponcello.

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"Un omicidio? Forse ma non è terrorismo" (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Intervista Il legale dell'italiano Il governo non si ferma nonostante le parole di Napolitano "Un omicidio? Forse ma non è terrorismo" PAOLO MANZO BRASILIA BRASILIA Anche un ex terrorista come Achille Lollo prenderà parte all'audizione pubblica nel Parlamento brasiliano sul caso Battisti, in programma domani a Brasilia. Per ironia della sorte la notizia dell'audizione con la partecipazione di Lollo è stata diffusa un giorno prima delle dichiarazioni del presidente della Repubblica italiana Napolitano nel corso della celebrazione del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo. La conferma viene dal sito ufficiale della Camera dei Deputati del paese verde oro, che non esita a definire Lollo «un giornalista italiano radicato in Brasile». Silenzio assoluto, invece, sul suo passato, come a dire che queste questioni sembrano non interessare. O forse che creano qualche problema alle forze politiche che da mesi discutono sulla possibile estradizione dell'ex membro dei Pac, i Proletari Armati per il Comunismo, dopo il riconoscimento dello status di rifugiato politico da parte del Ministro della Giustizia Tarso Genro. Lollo infatti, prima di essere «un giornalista italiano radicato in Brasile» è stato uno dei tre militanti di Potere Operaio che, insieme a Alessio Casimirri e Manlio Grilli, fu condannato per il rogo di Primavalle. Soprannominati dai loro stessi compagni dell'epoca «quelli dell'Arancia Meccanica» o semplicemente «dei matti» i tre sono stati condannati a 18 anni di reclusione per aver ucciso nella notte tra il 15 e il 16 aprile 1973, i fratelli Mattei, Virgilio di 22 anni e Stefano di 8, figli di quel Mario Mattei segretario della sezione missina di Primavalle. Dei tre esecutori dell'omicidio Lollo era stato l'unico ad aver messo piede in una cella italiana. Due anni in galera, poi la liberazione nel giugno del 1975 dopo la prima sentenza che aveva assolto tutti e tre dal reato di strage per «insufficienza di prove». Poi la fuga in Angola e in Brasile dove nel 1993 Lollo trascorre solo 6 mesi in un carcere di Rio de Janeiro. Niente estradizione per lui ma la libertà, con tanto di scuse ufficiali delle autorità brasiliane per le quali il reato di cui era accusato in Italia era da considerarsi prescritto. Oggi Lollo risiede nel quartiere carioca di Botafogo, a due passi da Copacabana e, oltre a fare il giornalista, si presenta come uno degli ideologi del Psol, il partito della sinistra radicale nato nel 2004 dalle costole del Pt (Il "Partido dos Trabalhadores" di Lula). Lollo presenziò all'atto della fondazione del PSOL e forse proprio per questi trascorsi, prima di terrorismo in Italia e poi di politica in Brasile, adesso viene chiamato a difendere Battisti nell'audizione di domani. Oltre a Lollo parteciperanno all'audizione di domani il ministro Tarso Genro, la scrittrice francese Fred Vargas, uno degli avvocati di Battisti e infine un rappresentante del Consiglio Federale dell'Ordine degli Avvocati del Brasile. Ad organizzare l'incontro sono i deputati e i senatori del Pt con l'obiettivo di fare pressione sui magistrati del Supremo Tribunale Federale che su Battisti e sulla sua estradizione dovrà presto pronunciarsi. Nel suo intervento il presidente italiano Napolitano non ha mai citato esplicitamente il nome di Battisti ma il riferimento, insieme a quello a Marina Petrella, è stato evidente quando ha ricordato «i trattamenti incomprensibilmente indulgenti riservati a terroristi condannati per fatti di sangue e per lungo tempo sottrattisi alla giustizia italiana». Per ora, però, da Brasilia nessuna risposta, presenza di Lollo alla Camera a parte.\Luis Roberto Barroso è l'ultimo avvocato entrato a far parte del numeroso pool di difensori dell'ex terrorista Cesare Battisti. Avvocato Barroso, lei difende la tesi che quelli commessi da Battisti sarebbero crimini politici e, quindi, sarebbe corretta la decisione del ministro Genro di concedergli il rifugio politico. Su cosa basa la sua convinzione? «Su tanti elementi ma soprattutto sulle tante e rumorose reazioni del governo e dello stato italiano. Contro la decisione del nostro ministro della Giustizia Tarso Genro, abbiamo gli interventi del vostro presidente della repubblica Napolitano, quelli dei ministri degli Esteri Frattini, della Giustizia Alfano e della Difesa La Russa. Tutti si sono pronunciati con forza contro la decisione del governo brasiliano. La Russa ha addirittura guidato una manifestazione, a Milano, e una sua recente dichiarazione è stata "certo che non lo torturiamo anche se mi piacerebbe"». Credo che quella di La Russa fosse solo una battuta. «Sarà, ma è evidente che questo tipo di reazioni rivelano che in Italia Battisti non è trattato come un criminale comune, ma rappresenta il simbolo di un'epoca e catturarlo è una sorta di regolamento di conti politico con il passato». Ma è stato lo stesso ministro brasiliano Genro che ha dato per primo una connotazione politica al caso. Con Lollo, Mancini e Pessina il Brasile rifiutò l'estradizione e punto. Sa, è la prima volta che un italiano riceve il rifugio politico. «Credo che Battisti non possa essere estradato per le stesse ragioni di Lollo, Mancini e Pessina. Non per motivi umanitari, come nel caso della Petrella, ma perché il Brasile considera politici i crimini per cui Roma ha chiesto l'estradizione e la costituzione brasiliana del 1988 proibisce l'estradizione per motivi politici». Ma allora perché, in questo caso, il ministro della Giustizia brasiliano ha concesso il rifugio? «Perché l'esecutivo non aveva certezze su come avrebbe agito il sistema giudiziario, essendoci la divisione dei poteri, e credo che Genro abbia preso questa decisione per non correre il rischio dell'estradizione. Certo è che la reazione dell'Italia, oggi, è totalmente differente rispetto a quella tenuta dalla stessa Italia nei confronti della Francia nei primi anni Novanta». Sì, ma all'epoca a Parigi c'era la dottrina Mitterand. «Va bene, ma oggi anche in Brasile c'è una dottrina. Noi crediamo che gli italiani che furono attivisti durante gli anni di piombo debbano essere trattati come criminali politici. E noi non estradiamo criminali politici». Questa è la sua tesi da avvocato difensore di Battisti... «Certo, il caso divide, ne sono consapevole e non è una questione banale anche dal punto di vista politico. Il fatto che ci siano state dure critiche a Genro, anche in Brasile, rivela che la decisione è complessa. Ma io sono sicuro che Genro ha avuto ragione». Anche ad entrare nel merito di un processo di condanna che, in Italia, è passato attraverso tre gradi di giudizio? «A non poter entrare nel merito è il Supremo Tribunale Federale (il massimo organo del giudiziario brasiliano, equiparabile alla nostra Corte Costituzionale, che deciderà la sorte di Battisti nei prossimi mesi, ndr). Ma il ministro della Giustizia può farlo senza problema». Sì, ma ammetterà che concedere il rifugio politico a un ex terrorista, seppure siano passati 30 anni, è senza precedenti. «Senta, la parola terrorista è cambiata dopo l'11 settembre. Atto di terrorismo è un attentato in cui lei colpisce indiscriminatamente persone innocenti. Tirare bombe alle stazioni ferroviarie è terrorismo, perché si uccidono indiscriminatamente esseri umani. E in Italia il terrorismo è stato di destra». Ma in Italia c'erano terroristi anche a sinistra. Il timore era indiscriminato e palpabile dalla gente, comune e innocente. Come Torreggiani, un gioielliere. «Sì, ma Torreggiani viaggiava armato». Perché era un gioielliere... «Va bene, ma il terrorismo oggi è associato alle Torri gemelle. Uccidere una persona è omicidio, è una cosa differente: può anche avere ucciso per motivi ingiustificati, ma non si tratterebbe di terrorismo. Io non credo che le azioni commesse da Battisti possano essere tecnicamente qualificate come terrorismo nel senso stretto della terminologia. Una cosa è un attentato politico, un' altra il terrorismo». Quindi, a suo avviso, i membri dei PAC e delle BR non erano terroristi? «Credo che in Italia li si definisca terroristi per stigmatizzare queste persone, e lo capisco. Qui in Brasile si dibatte sulla legge dell'Amnistia della quale hanno beneficiato anche i torturatori durante il periodo della dittatura militare. Io credo che chi è stato torturato abbia un diritto eterno a puntare il dito contro i torturatori, ma ciò non vuol dire che lo stato - valutando altre circostanze - non possa concedere un'amnistia, come in effetti ha fatto».

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Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Sc S.Ilario 0-2 Boca Barc... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

SECONDA CATEGORIA pag. 24 Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Sc S.Ilario 0-2 Boca Barc... Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Sc S.Ilario 0-2 Boca Barco-Rocca 68 1-0 Campeginese-Castelnovo 02 3-1 Mezzani-Viadana 1-3 S.Leo CSM-Team Frontiera 1-2 Sorbolo-Real Bibbiano 2-1 Tricolore Planet-Vetto 2-3 TotaleReti SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana6126194359219Boca Barco6026186242168 Sc S.Ilario592618534397Campeginese512615655230-1 Rocca 68452613674428-7Team Frontiera4026124103630-12 Castelnovo 022526510112533-27Mezzani2526510113042-27 Vetto252667132337-27Barcaccia242659123346-28 Sorbolo242666142538-28S.Leo CSM2326411113252-29 Tricolore Planet182646161645-34Real Bibbiano182646161649-34I Verdetti: Viadana promossa. Boca Barco agli spareggi. Tricolore Planet e Real Bibbiano retrocesse.

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)PROVINCIA Lucchi (Pri): (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

AGENDA CESENA pag. 5 )PROVINCIA Lucchi (Pri): «Sulle grandi opere Bulbi sembra Batt... )PROVINCIA Lucchi (Pri): «Sulle grandi opere Bulbi sembra Battisti...» CHI PARLA di provincia integrata nei due centri primari di Forlì e Cesena sinceramente non ha fatto un'attenta analisi. Nell'ultima legislatura appena conclusa, poco o nulla è stato fatto per creare una vera area metropolitana d'integrazione fra territorio forlivese e cesenate. L'integrazione si ottiene con lo scambio veloce, e in questo il collegamento della nuova via Emilia è fondamentale. Accorciare i tempi di percorrenza fra Cesena e Forlì pensando anche a realizzare una metropolitana di superficie che colleghi piazza del Popolo a Cesena e piazza Saffi a Forlì darebbe realmente possibilità di scambi continui e di accesso ai servizi pubblici non sempre presenti ed efficienti in uguale misura nelle due realtà. Peccato che, in certe opere, la maggioranza del presidente uscente Massimo Bulbi non metta grande energia; insomma per citare la canzone di Lucio Battisti "io vorrei, non vorrei ma se vuoi" Giovanni Lucchi, candidato alla presidenza della Provincia, Pri )LEGGE 40 Sen. Bianconi: «Un'altra sentenza ideologica della Corte Costituzionale» A PROPOSITO della Legge 40, siamo davanti all'ennesima sentenza della Corte Costituzionale puramente ideologica perché non fa altro che voler mettere dei paletti al diritto di vivere. Dalle motivazioni della Consulta emerge la chiara volontà di non considerare persona il concepito e, quindi, lo priva di qualsiasi diritto andando contro lo stesso articolo uno della Legge 40 che lo considera tale. Voler introdurre la crioconservazione così come lasciare alla discrezione del medico quanti ovuli impiantare significa consentire la distruzione di un essere umano. Questo la maggior parte degli italiani non lo vuole e non l'ha voluto quando ha deciso con il referendum di sostenere la legge sulla fecondazione assistita uscita dal Parlamento. Risulta evidente ormai che la magistratura tende sempre più spesso a voler riscrivere le leggi in base al proprio pensiero sostituendosi arbitrariamente al legislatore. Laura Bianconi, vice presidente dei senatori Pdl )SCUOLA I nonni dell'Arcobaleno tengono vivi dialetto e tradizioni L'ASSOCIAZIONE Arcobaleno, che da anni gestisce il Centro Sociale ex Montecatini in via Vigne 71 a Cesena, grazie alla grande disponibilità dei suoi soci, collabora da diversi anni con la scuola elementare Vigne. Si tratta di un grande impegno che coinvolge, sia dal punto di vista didattico che da quello sociale, non solo gli insegnanti ma anche persone che dedicano una buona parte del tempo libero ai bambini, nonni dell'Arcobaleno in questi anni hanno di fatto coinvolto i bambini nella coltivazione dei prodotti ortofrutticoli tipici del territorio, raccontate le nostre tradizioni, esperienze di vita e l'approccio al dialetto romagnolo, che hanno prodotto un vivace interesse degli alunni e, di conseguenza, all'interno delle loro famiglie. Ringraziamo in particolar modo Paride Belli, augurandogli di rimettersi presto in salute, per avere creato l'orto didattico, un'esperienza affascinante per i ragazzi; Maria Moroni per avere riproposto le tradizioni romagnole della cucina, cose semplici come i biscotti, la ciambella, le cantarelle e altri dolci ancora, che corrono il rischio di essere travolti dalla pubblicità industriale. Infine, per avere avviato un percorso importante che avremmo piacere di continuare, di strutturare nell'ambito di tutta la scuola e, perché no, anche ad altre direzioni didattiche, l'insegnamento del dialetto romagnolo, ringraziamo Carla Masini e Benito Galbucci per avere collaborato con l'insegnante Maria Grazia Civinelli all'avvio di questa esperienza illustrando il significato di parole comuni, ricorrenti, che i bambini possono riscontrare, risentire nell'ambito di casa, del quartiere, comprendere e anche utilizzare; non solo, ma anche canzoni tipiche del territorio cesenate che i bambini hanno accolto e imparato con notevole entusiasmo. Tonino Mordenti )MUNICIPIO Angeli (Lf): «Com'è difficile andarci a piedi» IL COMUNE di Cesena non è dotato nemmeno di un portabiciclette e i mezzi a due ruote dei cittadini risultano quindi accatastati alla meno peggio davanti all'ingresso, ostacolando il passaggio e addirittura ostruendo la passerella per i disabili. La situazione è peggiorata nei giorni di mercato dalla carenza di spazio e dall'afflusso di ciclisti alla disperata ricerca di un posto dove... parcheggiare! Eppure la giunta cesenate predica l'uso della bicicletta, come mezzo ecologico per muoversi in città, ma dimentica di dotare addirittura la propria sede municipale (nonchè il mercato coperto) di attrezzature adatte alla sosta dei mezzi. Un esempio di come spesso si predica bene, ma si razzola Stefano Angeli, candidato sindaco di Cesena per Libertà e Futuro

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resa dei conti in procura (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina I - Napoli Lo scontro tra Lepore e il suo vice torna domani alla prima commissione del Csm, a cui si rivolge il giudice Morello Resa dei conti in Procura Interviene l´Anm: "Perché De Chiara parla solo ora?" Per la prima volta dopo lo strappo, si incontrano oggi il procuratore Lepore e il suo vice De Chiara, che ha scritto al Csm per aggiungere altri particolari sullo stralcio delle posizioni di Pansa e Bertolaso dall´inchiesta rifiuti. Interviene anche l´Anm. Il presidente Tullio Morello invita il Csm a «valutare il caso per poi voltare definitivamente pagina». E si chiede: «Perché un procuratore aggiunto, intervenuto al consiglio giudiziario, al Csm e all´assemblea dei sostituti, ha ritenuto solo adesso di fornire nuovi elementi?». DARIO DEL PORTO A PAGINA III

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caso lepore, interviene l'anm "perché de chiara parla solo ora?" - dario del porto (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Napoli La querelle I precedenti Caso Lepore, interviene l´Anm "Perché De Chiara parla solo ora?" è il momento di mettere la parola fine a una vicenda divenuta ormai interminabile Tocca al Csm Il procuratore aggiunto aveva già parlato al consiglio giudiziario a Palazzo dei Marescialli e in assemblea DARIO DEL PORTO Oggi si ritroveranno in ufficio e dunque il procuratore capo Giandomenico Lepore e il suo vice, Aldo De Chiara, coordinatore del pool Ecologia, potranno parlare del contenuto della lettera inviata da De Chiara al Csm per integrare l´audizione svolta a Palazzo dei Marescialli due settimane or sono. Nella missiva, il procuratore aggiunto ritorna sullo stralcio, deciso il 24 luglio da Lepore in disaccordo con i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, delle posizioni di sette indagati, fra i quali i prefetti Guido Bertolaso e Alessandro Pansa, dall´elenco degli imputati dell´inchiesta su presunti illeciti nella gestione della crisi rifiuti. Scelta che, secondo scrive De Chiara nella lettera, sarebbe stata motivata dal procuratore anche con l´intento di non turbare il governo. Domani il caso tornerà in prima commissione del Csm, dove è aperta la pratica "a tutela" di Noviello e Sirleo dopo le affermazioni del premier sui manager di Impregilo definiti «eroi». E all´organo di autogoverno si rivolge il giudice Tullio Morello, presidente della giunta distrettuale dell´Associazione magistrati, che dice: «è arrivato il momento di scrivere la parola fine a una vicenda interminabile. Spetta al Csm affrontare questo nuovo capitolo, discuterne le implicazioni e poi voltare definitivamente pagina. Non si sente il bisogno di altre polemiche». Morello non entra nel merito ma rileva: «Mi lasciano perplesso due cose: da una parte, il fatto che una lettera indirizzata in via riservata al Consiglio sia arrivata alla stampa, dall´altra mi chiedo per quale ragione un procuratore aggiunto, intervenuto in consiglio giudiziario, al Csm e poi all´assemblea dei sostituti, abbia ritenuto solo adesso di aggiungere questi nuovi elementi». In consiglio giudiziario, i pm Noviello e Sirleo avevano ripercorso le tappe del confronto con il procuratore sulle posizioni di Pansa e Bertolaso, riferendo fra l´altro di quando Lepore rimarcò che una richiesta di rinvio a giudizio per il sottosegretario avrebbe scatenato un vero e proprio finimondo e che era determinato a disporre lo stralcio. Sabato pomeriggio, dopo aver letto sui giornali i resoconti dell´iniziativa di De Chiara (non smentiti dal magistrato) Lepore ha diramato una lunga nota nella quale ribadiva di aver ritenuto lo stralcio necessario per garantire il diritto di difesa a quegli indagati che non erano stati raggiunti da ordinanza cautelare e aggiungeva di aver «doverosamente soppesato limiti e conseguenze che un´iniziativa giudiziaria in quel momento ancora incompleta avrebbe potuto riflettere sull´emergenza rifiuti che in quei giorni tanto drammaticamente interessava il nostro territorio». Ma intanto la mossa di De Chiara ha già ottenuto un effetto, quello di far riaprire il caso che, dopo le audizioni in consiglio giudiziario e poi al Csm, il plenum del Csm aveva chiuso appena martedì scorso dando ragione ai pm Noviello e Sirleo sulla natura giudica dello stralcio, ritenuto una «revoca implicita», ma riaffermando al tempo stesso la compattezza dell´ufficio inquirente.

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un convegno da 225mila euro: polemica al csm (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 12 - Interni Sul corso di aggiornamento per magistrati a Palermo insorgono Anedda (An) e Vacca (Pdci): sprechi inaccettabili Un convegno da 225mila euro: polemica al Csm ROMA - Un convegno per aggiornare 530 toghe da 225mila euro. Mezzo miliardo di vecchie lire. Pagato a metà tra Csm e ministero della Giustizia. E dove poi? A Palermo, tra il 7 e l´8 luglio, nella città dove fa politica il Guardasigilli Angelino Alfano. E subito al Csm ecco mugugni, ironie, aperti dissensi, che accomunano destra e sinistra. Protesta l´ex aennino Gianfranco Anedda, ma anche Letizia Vacca del Pdci. Due plenum di scontri, una pratica che va e viene dalla commissione, conti rivisti e calati di un terzo, ma non basta per tacitare gli oppositori. Anedda punta i piedi: «è uno spreco inaccettabile, con un ministero che non onora i suoi debiti verso chi ha subito un processo lumaca e si fa pignorare i beni». Stessa musica dalla Vacca: «Rischia d´essere un incontro plateale, ma poco proficuo sul piano dei risultati». Lei, che da docente di diritto alla Sapienza è un´esperta di formazione, contesta merito e metodo: «è difficile che 516 persone possano interagire in modo utile in una kermesse di tali dimensioni». Il convegno-corso è in standby. Con la maggior sponsor, Celestina Tinelli (Pd), che rivede i conti. Pure il vicepresidente Nicola Mancino non vedrebbe il summit con entusiasmo, preoccupato per costi, utilità, contestazioni. Come quella sulla prima sede, il teatro Massimo, considerato anomalo come aula di studio. I 530 dirigenti dovrebbero capire come ha fatto, quand´era procuratore a Bolzano Cuno Tarfusser, a garantire efficienza e bassi costi. Con 225mila euro? Gli organizzatori si giustificano con i tanti presenti e i costi di alberghi e ristoranti. Ma in tempi di crisi non basta qualche dispensa? (l.mi.)

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Giustizia, un convegno da 225mila euro Scoppiano le polemiche al Csm (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMO PIANO pag. 2 Giustizia, un convegno da 225mila euro Scoppiano le polemiche al Csm DUE GIORNI A PALERMO. IL CONSIGLIERE ANEDDA: «ALFANO LO DISERTI» ROMA DUECENTOVENTICINQUEMILA euro, quasi mezzo miliardo delle vecchie lire, per un incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da ospitare in dieci differenti alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia, dal ministro Angelino Alfano al vice presidente del Csm Nicola Mancino (nella foto LaPresse), dal primo presidente Vitaliano Esposito al Pg della Cassazione Vincenzo Carbone. Di fronte a una giustizia al collasso per carenza di risorse, con un «ministero che non onora i suoi debiti verso chi ha subito un processo lumaca e si fa pignorare i beni», al consigliere del Csm Gianfranco Anedda (Pdl) tutto questo è sembrato davvero troppo. «E' uno spreco inaccettabile» ha tuonato nell'ultima seduta del plenum, chiedendo ad Alfano e a Palazzo dei Marescialli di fare marcia indietro e ottenendo per ora il congelamento dell'iniziativa. I mugugni al Csm sull'evento finalizzato a esportare negli uffici giudiziari di tutta Italia le prassi virtuose della procura di Bolzano, che è riuscita a ridurre le proprie spese e migliorare l'organizzazione, utilizzando finanziamenti europei, si erano già fatti sentire una settimana prima, quando la questione era approdata per la prima volta all'esame del plenum. PIÙ D'UNO tra i consiglieri aveva espresso dubbi sull'utilità dell'incontro, a cominciare dalla laica del Pdci Letizia Vacca: «Rischia di essere un incontro plateale ma poco proficuo sul piano dei risultati. Mi pare difficile che 516 persone possano interagire in maniera utile in una kermesse di queste dimensioni». Image: 20090511/foto/8529.jpg

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G. EZZELINA-ARSENAL CUSINATI 2-0 G. EZZELINA: Mattiello, Brunello, Dal Nina, Pellizzari M., Bordignon ... (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

G. EZZELINA-ARSENAL CUSINATI 2-0 G. EZZELINA: Mattiello, Brunello, Dal Nina, Pellizzari M., Bordignon ... G. EZZELINA-ARSENAL CUSINATI 2-0 G. EZZELINA: Mattiello, Brunello, Dal Nina, Pellizzari M., Bordignon L., Zen, Pellizzari P., Citton R., Guadagnini (30' st Moscheni), Citton A. (11' st Rinaldo), Reginato (26' st Stradiotto). Allenatore: Alberton. ARBITRO: Mirarco di Treviso. RETI: 13' Citton, 28' st Guadagnini. SALGAREDA-ALTINO 5-2 SALGAREDA: Izzo, Rosolen (30' st Marcon), Andreuzza, Salvadori (20' st Bozzetto), Fornasier, Ostanello, Bigaran, Baccini, Bonotto, Boen, Giabardo (20' st Baldissin). Allenatore: Cavezzan. ARBITRO: Banzai di San Donà di Piave. RETI: 5' st Baccini, 20' st Bianco, 26' st Bozzetto, 41' st Baldissin, 42' st Bonotto, 46' st Rossi N., 48' st Baldissin. PAESE-MARCON 1-5 PAESE: Pozzobon, Alessandrini, Miglioranza (7' st Valcarenghi), Lipomi, Bonvino, Poratto M., Carlesso, Orlando (7' st Vincenzi), Tronchin, Stocco R., Porato Mirko (19' st Parisotto). Allenatore: Pavan. ARBITRO: Bertini di Bassano. RETI: 18' Girardi, 30' Carlesso, 7' st Cavagni, 15' st Corradi, 19' st Girardi, 43' st Biolo. CASALE-AURORA TV DUE 3-1 CASALE: Andreuzza, Berton, Valotto, Dal Ben, Vanin, Dotto, Calza (40' st Schiavinato), Vettorello, Rizzato, Simonaggio, Leopizzi (44' st Del Pieri M.). Allenatore: Favaro. AURORA TV DUE: Caverzerani, Nicolli (40' st Bjtjqi), Basuzzi, Prandin, Coppe, Gumier, Awuku (40' Camatta), Essjà (20' st Bjtjqi), Mella, Buqa, Dalla Tor. Allenatore: Gardiman. RETI: 25' Leopizzi, 15' st Coppe, 20' st Calza, 44' st Rizzato. MONASTIER-MIGNAGOLA 4-2 MONASTIER: Biasetto (25' Criveller), Porcellatto, Fracass, Bortolan, Bardi, Toniolo, Acoleo, Tonon (20' st Tommasi), Bizzaro (30' st Cremonese), Pietropolli, Vettori. Allenatore: Dotto. MIGNAGOLA: Biffis, Bonotto, Merotto, Tommasi (15' st Carnio), Pilon, Fossaluzza, Favaro (10' st Botter), Biasuzzi, Rizzo, Pinto (30' pt Conte), Mion. Allenatore: Pavan. ARBITRO: Trentin di Treviso. RETI: 15' Vettori, 17' Rizzo, 25' Bizzaro, 5' st Vettori, 25' st Bizzaro, 43' st Botter. OLMI CALLALTA-FOSSALUNGA 0-2 OLMI CALLALTA: Casagrande, Vasin (21' st Cremonesi), Marcigot, Lorenzon, Biscaro, Bettiol M., Visentin, Bruno, Mitzano (25' st Bettiol G.), Brondolin, Bonotto (15' st Nan). Allenatore: Carniato. DAL SANTO FOSSALUNGA: Sartoretto, Gambarotto, Mirotto, La Rocca, Gazzolla, Fighera (27' st Dal Zotto), Azlanaj, Bandiera, Fuser (41' st Pasqualotto), Ruota, Castellan (27' st Simionato). Allenatore: Grigni. ARBITRO: Doule di Belluno. RETI: 16' pt Azlanj, 12' st Azlanj. SALVAROSA-CENDON 4-3 SALVAROSA: Ducato,Iozzino, Basso, Brazzalotto, Beraldo, Visentin, Alessio, Sibillin, Racerro, Torresan, Baldassa. Allenatore: Scappin. CENDON: Marcuzzo, Bin, Sartori, Zamuner, Caldato, Busato, Favaro, Lorenzon, Pietrobon, Bessegato, Lecino. Allenatore: Patete. RETI: 5' Baldassa, 20' Cecino, 40' Racerro, 45' Cecino, 18' st Basso, 27' st Pietrobon, 35' st Torresan. SALVATRONDA-CAMPIGO 1-1 SALVATRONDA: Campagnaro G., Campagnaro M., Bertolo, Cremasco (23' st Piazza), Salvadori, Fedato, Milani, Marcon, Maci, Zampieri (37' st Graziotto), Beltrame (8' st Martinelli). Allenatore: Graziotto. CAMPIGO: Dario, Raso, Gabin, Pizzato, Bertoldo, Bergamin, Bortolotto (36' st Favarotto), Prior, Bordignon (15' st Piovesan), Favaro, Enti (50' st Sartor). Allenatore: Turcato. ARBITRO: Zoia di Treviso. RETI: 25' Bordignon, 48' st Graziotto. TREVILLE-S.ELENA 0-0 TREVILLE: Lorenzato, Bortolanza, Guidolin, Cinel, Salvalaggio, Zillio, Bianco, D'Agostini (40' st De Gasperi), Parolin (8' st Salvador), Haruna, Righetto (25' st Zuanon). S. ELENA: Erpini, Paro (20' st Zanardo), Abrushia, Moro, Marostica, De Benedetti, Scomparin, Cappellazzo, Smaniotto, Mattiuzzo, Tommasella. Allenatore: Dhedin. GIUSSAGHESE-GORGHENSE 2-3 GIUSSAGHESE: Perissinotto, Cracco, Leorato (st 18' Trevisan), J. Zoppelletto, Pasian (st 10' Caracciolo), Giomo, I. Zoppelletto, Gobbo, Valenti, Dalla Pozza, Vicenzino. GORGHENSE: Vivan, Nan, Vettori A., Cancian, Massarotto (st 20' Dubal), Candosin, Benedetti (st 1' Paro), Rusalen, Serafin, Favero (st 1' Marchese), Battaglia. RETI: 4' Favero, 32' Battaglia, st 2' I. Zoppelletto, 35' Valenti, 45' Paro. CAERANO-LA SERNAGLIA 0-1 CAERANO: Peruzzato, Caverzan (1' st Fassina), Gobbo (1' st Bortolomiol), Brombal, Pregoma, Tormena, Barp, Possagno, Rizzardo, Marinello, Merlo (20' st Bresolin). Allenatore: Carniello. LA SERNAGLIA: Buzhala, Pederiva, Alessio (10' st Fregolent), Giacomin, Saccon, Casagrande, Gerlin (43' st De stefani), Vicente, Bottega (10' st Modenese), Bortot, Benincà. Allenatore: Trevisan. ARBITRO: Barba di Treviso. RETE: 15' st Benincà. CASTION-JUVENTINA 0-0 CASTION: Toniolo, Nussio M. (19' st Fogal), Nussio G., Baggio, Simeoni S. (14' st Simeoni M.), Fior, Simionato, Scappin (30' st Favaro L.), Nussio L., Gazzola, Pegoraro. Allenatore: Garbossa. ARBITRO: Paresin di Vicenza. MONTEGRAPPA-FOEN 4-1 MONTEGRAPPA: Codemo, De Martin, Sartor (1' st Merlo), Pinotto (1' st Cervo), Zen, Bandiera, Galanti (15' st Marchet), Gatto, Pandolfo, Meneghin, Sartori. Allenatore: Prosdocimo. ARBITRO: Bardin di Conegliano. RETI: 10' Galanti, 23' Santor, 45' De Martin, 14' st Galanti, 25' st Slongo. SP CALCIO 2005-PIAVE TEGORZO 1-0 SP CALCIO 2005: Specia, Franceschin, Carretta, Paduano, Granzotto, Premaor, Tessaro, Caeran, Di Biasio, Bacchetti, Forato. Allenatore: Merlo. ARBITRO: Spigariol Riccardo di Treviso. RETI: 15' st Carretta. UNION MASER-ALTIVOLESE 1-1 UNION MASER: Mattarollo, Casillo, Santinello E., Bronca, Boschierato, Casagrande, Morli (22' st Zannino), Santinello F., Pincin (7' st Vettoretto), Cunial, Berroa (20' pt Bastasin). Allenatore: Calzamatta. ALTIVOLESE: De Capua, Covolan, Zanet, Merlo, Bogana, Bettamin, Bentivenga (10' st Visentin), Boin, Bortolon D., Bortolon G., Pasqualetto (1' st Bressan). Allenatore: Martignon. ARBITRO: Borgo di Treviso. RETI: 5' st Pincin, 15' st Visentin. FRANCENIGO-GAIARINE 0-0 FRANCENIGO: Zaia, Maset (17' st Mazzucato), Corazza, De Marchi, Zampol (29' pt Da Dalt), Manfè G., Fedrigo (38' st Biasi), Nardelotto, Avologno, Vidotto, Nardin. Allenatore: Sozza. GAIARINE: Piccin, Vanette, Lot (3' st Da Ros), Carlet, Girardo, Bottecchia, Dardengo G., Doimo (24' pt Gasparotto), Mazzer, Battistuzzi (37' st Dandengo M.), Carnelos. Allenatore: Cavecchia. ARBITRO: Forenza di Bassano del Grappa. SAN MICHELE-VAZZOLESE 0-3 S. MICHELE CERFIM: Marcon E., Tonon, Varaschin, Marcon G., Grava, Da Ros G. (20' st Sari), Grillo, Ceschin, Soldà, Da Ros A.(40' st Carone), Soldan. Allenatore: Zaros. VAZZOLESE: Baradello, Fornasier, Cais, Vettorel, Montagner, Coppola (25' st Salamon), Fall (20' st Tommasin), Battistel, Zulian, Battaglini, Franceschet (15' st Da Ros A.). Allenatore: Paladin. ARBITRO: Vendramin di Treviso. RETI: 21' Fall, 23' Battaglini, 10' st Battaglini. SARMEDE-FULGOR FARRA 2-2 SARMEDE: Brunetta, De Martin (32' st Cerminara), Tres, Da Fre, Cais, Padelli, Botteon, Caberlotto, Zanette (20' st Gava), De Luca, Tessarolo (12' st Dal Cin). Allenatore: Gallo. ARBITRO: Soster di Bassano. RETI: 16' Saviane, 17' Botteon, 30' st Biz, 42' st Cerminara. VITTSANGIACOMO-PONTE ALPI 2-3 VITTSANGIACOMO: Cipriani, D'Abramo (37' pt Dallanese), Piccin E., Rui, Zanon, Piccin A., Frassinelli, Moz (30' st Mazzon), Pin, Visentin (21' st Rossoni), Dal Cin. Allenatore: Sottana. ARBITRO: Magro di Conegliano. RETI: 15' Pin, 34' Frescura, 44' Pin, 1' st De Villa, 44' st Bortot. SOSPIROLO-BESSICA 2-2 BESSICA: Di Stefano, Giordan, Marin, Parise, Campagnolo, Roncato (27' Luison), Zandonà (66' Maggini), Tarraran, Pellizzari, Saulo, Torresin. ARBITRO: Reka di Treviso. RETI: 8' Calesso autorete, 9' Tancon, 58' Tancon, 70' Parise. LENTIAI-VIRTUS CSM 3-3 VIRTUS: Gosetto, Meneghin, Ferronato, Bet (30' st Bottarel), Busetti (30' st Villanova), Nardi, Gerlin, Vassalli (8' st Tonon), Di Girolamo, Puppetti, Bittante. All. Mognon. RETI: 8'e 42' st Zanin, 10' (rig) e 38' st Puppetti, 4' st Di Girolamo, 20' st Pauletti (rig.).

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Evolution, Barbisano, Resana: che rulli (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Evolution, Barbisano, Resana: che rulli Le prime si divertono, scatta ora la preparazione ai prossimi playoff promozione Prima vittoria in campionato del Morosini Biancade Un successo per il futuro Il campionato è giunto al termine e le regine erano già state designate da qualche domenica, ma restavano da definire le sfidanti ai playoff. Chi passerà in seconda categoria? Dalla seconda alla quinta classificata di ogni girone saranno impegnate nelle prossime sfide di spareggio. Per tutte il sogno della promozione può ancora realizzarsi. La prima tranche di sfide si svolgerà rispettivamente tra la seconda e la quinta e tra la terza e la quarta. Le finaliste si disputeranno i posti liberi. Girone A. Follinese è già promossa ma non si lascia andare neanche ieri, porta a casa l'ennesima vittoria. Boccadistrada cerca di agguantare i playoff battendo l'Ardita Pero ma il Campolongo fa altrettanto e si aggiudica l'ultimo posto disponibile per gli spareggi. La squadra di Pero perde il secondo posto in classifica e deve accontentarsi del bronzo e della sfida con il S. Giustina, quarta. Cimapiave, con il solo gol della bandiera in terra felettiana, raggiunge il secondo gradino del podio. Girone B. Valdosport, regina, si sente di poter strafare e sfoggia il settebello con il S. Giuseppe. Nessuna sorpresa tra le sfidanti ai playoff. Csm Resana resta al secondo posto, con il rammarico di aver perso la vetta agli sgoccioli del campionato ma con un finale col botto, 6 gol al Pederobba. Chi festeggia di più è sicuramente il bomber Ruffato che va in rete ben 5 volte e vince pure le scommesse coi dirigenti, supera 25 gol e andrà a cena gratis almeno quattro volte. Fontane conclude la stagione con il bronzo e sfiderà il Rovere. Smacco bruciante per il Postioma che pur aggiudicandosi il quinto posto della classifica deve lasciare il sogno playoff al S. Gaetano che si è conquistato il torneo «Provincia di Treviso» e il conseguente diritto agli spareggi. L'ultima speranza per gli undici di Comin era una defaillance del Rovere, ma è stato tutto vano. Girone S. Donà. Tre grandi soddisfazioni per le trevigiane. La Zensonese promossa in seconda categoria, Evolution Team ai playoff e prima vittoria in campionato del Morosini Biancade. La Tribuna porta... bene, l'avevamo predetto. Girone Bassano. Union 98 perde l'ultima partita ma poco importa: ormai sono in seconda categoria. Eagles Pedemontana festeggia una buona prima stagione con un'altra bella vittoria. (Anna Collavo)

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Il Valdosport passa col settebello (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Valdosport passa col settebello Nespolo e soci senza pietà, il San Giuseppe comincia a ricostruire TREVISO. Valdosport non si accontenta di aver vinto il campionato, di esser stato promosso in seconda categoria e di aver sbaragliato l'antagonista Csm Resana nelle ultime domeniche del campionato. Ieri dà il colpo di grazia e si scaglia su un impotente S. Giuseppe, 7-0 il bilancio finale. A beffa dei continui sfottò subiti nei vari campi avversari durante tutto l'anno, il Valdosport commenta: «I montanari sono i più forti». E lo dimostrano. Dopo un inizio stagione in sordina, a detta loro per colpa «del vino e della vendemmia», reagiscono e fanno loro il girone. Per gran parte dell'anno restano in vetta in compagnia del Resana e poi con la volata finale conquistano la promozione. Omaggio della squadra al presidente San Vito e all'allenatore Francesconi, vere colonne portanti della squadra e della società. Ora non resta che festeggiare e oggi la festa sarà doppia: Valdobbiadene rende onore alla squadra locale e ospita la terza tappa del Giro d'Italia. Il gran finale sarà poi il weekend di bagordi sulla costa romagnola di Rimini. Dal canto suo la squadra di S. Giuseppe accusa il colpo dell'ultima giornata ma guarda al futuro. Giuseppe Falzone, numero 11 locale commenta: «L'obiettivo di quest'anno, per la nostra società al suo primo campionato, era quello di creare un gruppo solido. Possiamo fare un mea culpa su alcune partite che potevano essere giocate meglio ma era un anno di transizione. Il nostro mister De Biasi ha saputo raccogliere e rimettere in sesto dei giocatori fermi da qualche tempo, mettendoli in grado di conquistare anche qualche punto importante». L'anno prossimo è atteso un miglioramento. «Abbiamo ancora qualcosa da chiedere alla classifica, le basi solide per delle importanti conquiste ci sono». La squadra di S. Giuseppe ha però il grande onore di aver vinto una corona importante: si sono classificati primi nella gara del fairplay, vincendo la coppa disciplina del girone B. Ed ora, finito il campionato, è il momento del meritato riposo? Non ancora, nelle prossime settimane la società di S. Giuseppe sarà impegnata nei preparativi della nona edizione del torneo «Calciotto 2009» che vedrà impegnati ben 600 giocatori di tutte le categorie, suddivisi in quaranta squadre. (a.c.)

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BADOERE - FONTANE: 1 - 1 (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

BADOERE - FONTANE: 1 - 1 BADOERE - FONTANE: 1 - 1 RETI: 10' pt Bertuola, 14' pt Francesco Favaro CSM RESANA - PEDEROBBA: 6 - 0 RETI: 10' pt Ruffato (rigore), 10' st Tosetto, 18' st, 27' st, 45' st e 46' st Ruffato MILAN GUARDA - FANZOLO: 1 - 3 RETI: 45' pt Cattarin, 5' st De Faveri, 25' st Luise, 43' st Gasparotto PADERNELLO - ROVERE SARTORATO: 1 - 2 RETI: 10' pt Lopes, 15' pt Nicolas Sartorato, 30' pt D. Pozzebon VEDELAGHESE - S. GAETANO: 2 - 2 RETI: 16' pt Zilio, 11' st Canonico, 19' st Callegari, 35' st Miotto VIDOR - S. ANTONINO: 1 - 1 RETI: 25' st Scaboro, 35' st Piazza VOLPAGO CAM - POSTIOMA: 3 - 4 RETI: 9' pt Poles (rigore), 31' pt Fregolent (rigore), 49' pt Simone Pavan (rigore), 9' st Pizzolato, 22' st Minotto, 43' st Simone Pavan, 44' st Minotto M. BIANCADE - FOSSALTA: 2 - 1 RETI: 15' pt Montagner, 41' st e 45' st De Biasi TORRE MOSTO - EVOLUTION TEAM: 0 - 6 RETI: 7' pt Battistiol, 10' pt e 31' pt Bonotto, 34' pt Andrea Berto, 44' pt Cruzzolin, 32' st Zottarel ZENSONESE - PONTE CREPALDO: 3 - 1 RETI: 10' pt Frasson, 5' e 40' st Beye, 25' st Zigoni. UNION 98 - EUROCALCIO: 3 - 4 RETI: 25' pt e 37' st Mundar, 42' st Peruccon PEDEMONTANA - F. BASSANO: 2 - 0 RETI: 16' pt Bernardi, 40' st G. Reginato

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ARDITA PERO - BOCCADISTRADA: 0 - 1 (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ARDITA PERO - BOCCADISTRADA: 0 - 1 ARDITA PERO - BOCCADISTRADA: 0 - 1 RETI: 47' st Zanella BARBISANO - TARZO REVINE: 7 - 1 RETI: 2' pt Vidal, 20' pt Ignetto, 30' pt Vidal, 36' pt Antoniazzi, 44' pt De Zotti, 3' st Shani, 20' st Vidal, 21' st Coly CAMPOLONGO - BASALGHELLE: 3 - 0 RETI: 35' pt, 45' pt e 20' st Zanchetta FELETTO - CIMAPIAVE: 0 - 1 RETI: 42' st Callegaro FOLLINESE - VALLATA 99: 2 - 1 RETI: 25' st Vendrame, 30' st Gusman, 38' st Gallon SANTA GIUSTINA - BREDA: 5 - 0 RETI: 3' pt Della Giustina, 14' pt Grava, 35' pt Birro, 38' st Coly, 45' st Zanette LOVISPRESIANO - PARé: 1 - 2 RETI: 40' pt Rasera (rigore), 40' st Frare, 45' st Polo PRO REFRONTOLO - SUSEGANESE: 3 - 2 RETI: 40' pt Fioretti, 17' st Zanella, 30' st Polo, 33' st Cagnato, 47' st Polo BADOERE - FONTANE: 1 - 1 RETI: 10' pt Bertuola, 14' pt Francesco Favaro CSM RESANA - PEDEROBBA: 6 - 0 RETI: 10' pt Ruffato (rigore), 10' st Tosetto, 18' st, 27' st, 45' st e 46' st Ruffato MILAN GUARDA - FANZOLO: 1 - 3 RETI: 45' pt Cattarin, 5' st De Faveri, 25' st Luise, 43' st Gasparotto PADERNELLO - ROVERE SARTORATO: 1 - 2 RETI: 10' pt Lopes, 15' pt Nicolas Sartorato, 30' pt D. Pozzebon VEDELAGHESE - S. GAETANO: 2 - 2 RETI: 16' pt Zilio, 11' st Canonico, 19' st Callegari, 35' st Miotto VIDOR - S. ANTONINO: 1 - 1 RETI: 25' st Scaboro, 35' st Piazza VOLPAGO CAM - POSTIOMA: 3 - 4 RETI: 9' pt Poles (rigore), 31' pt Fregolent (rigore), 49' pt Simone Pavan (rigore), 9' st Pizzolato, 22' st Minotto, 43' st Simone Pavan, 44' st Minotto M. BIANCADE - FOSSALTA: 2 - 1 RETI: 15' pt Montagner, 41' st e 45' st De Biasi TORRE MOSTO - EVOLUTION TEAM: 0 - 6 RETI: 7' pt Battistiol, 10' pt e 31' pt Bonotto, 34' pt Andrea Berto, 44' pt Cruzzolin, 32' st Zottarel ZENSONESE - PONTE CREPALDO: 3 - 1 RETI: 10' pt Frasson, 5' e 40' st Beye, 25' st Zigoni.

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Anedda blocca la riunione troppo costosa (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronaca Italiana Pagina 107 Csm Anedda blocca la riunione troppo costosa Csm --> ROMA Duecentoventicinquemila euro, quasi mezzo miliardo delle vecchie lire, per un incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da ospitare in dieci differenti alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia: dal ministro Angelino Alfano al vice presidente del Csm Nicola Mancino,. Di fronte a una giustizia al collasso per carenza di risorse, con un «ministero che non onora i suoi debiti verso chi ha subito un processo lumaca e si fa pignorare i beni», al consigliere del Csm Gianfranco Anedda tutto questo è sembrato davvero troppo. «È uno spreco inaccettabile» ha tuonato nell'ultima seduta del plenum, chiedendo ad Alfano e a Palazzo dei Marescialli di fare marcia indietro e ottenendo per ora il congelamento.

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Terremoto, meno controlli (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Terremoto, meno controlli«E strutture inadeguate» il caso, verifiche solo a campione sui progetti Polemica sulla legge regionale che ha ridisegnato la mappa sismica dal nostro inviato marco menduni imperia. Improvvisamente divampa il fuoco della polemica intorno alla nuova mappa sismica della Regione Liguria. Succede dopo che il Secolo XIX di ieri (nell'articolo a pagina 10) ha segnalato come il grado di rischio di alcune zone della regione sia improvvisamente calato, imponendo non più controlli a tappeto anti-terremoto ma solo uno screening a campione. Ed è una polemica che s'incentra soprattutto sulla provincia di Imperia. La questione: una serie di Comuni (tra cui anche i più importanti, la stessa Imperia e Sanremo) erano classificati, secondo la vecchia mappa elaborata dopo il terremoto in Molise del 2002, nella classe di rischio 2. Traducendo: una zona di media pericolosità, che impone il controllo di tutti i progetti presentati. Tutti, uno per uno. Nell'ottobre del 2008, però le cose cambiano. La classificazione viene modificata. E tutta la zona dell'Imperiese considerata a maggior rischio viene "declassata". Le regole per costruire rimangono le stesse, ma le verifiche calano in maniera consistente. Non si deve più approfondire ogni singolo progetto, ma è sufficiente uno screening a campione. Vale la pena di fare un passo indietro e raccontare per intero tutta la cronologia della vicenda. Già nel 2006 la Regione aveva commissionato al Dipteris, il Dipartimento di studio del territorio e sue risorse dell'Università di Genova, uno studio sulle zone sismiche della Liguria. Poi la Commissione regionale rischio sismico , il 5 giugno 2007, aveva approvato un documento: la "proposta di riclassificazione sismica dei comuni liguri". Con uno scenario del tutto nuovo. Tutta la "zona 2" di Imperia, classificata di media pericolosità, diventa, sui documenti, meno rischiosa. Da un giorno all'altro si ritrova nella classe 3, quella di bassa pericolosità. Anzi, in una nuova sottocategoria chiamata 3S. Cosa significa? Che per tutte le prescrizioni antisismiche il quadro precedente rimane immutato. Segno evidente che il fattore-rischio non è calato. Qual è allora l'unica effettiva modifica? I controlli, che possono ora essere svolti solo sul dieci per cento dei progetti e non sulla loro totalità. La vicenda ligure ripercorre quel che era già accaduto in Toscana nel 2006. Che cos'era accaduto? Che, sempre secondo la classificazione seguita al sisma del Molise, era classificato in zona 2. La Regione aveva provato a mettere una pezza, con una legge. Prevedeva che per l'inizio dei lavori nelle zone sismiche non era necessaria l'autorizzazione della struttura regionale competente. La Corte Costituzionale aveva però bocciato l'articolo di legge. Conseguenza pratica? Già dal 5 maggio (il giorno di deposito della sentenza) gli uffici erano stati sommersi da una mole ingestibile di richieste di autorizzazione. A quel punto, invece di aumentare le strutture per i controlli, la Regione Toscana ha inventato una nuova disposizione per risolvere il problema senza violare le disposizioni di legge. E ha rapidamente adottato una nuova classificazione sismica del territorio, spostando 106 comuni dalla zona 2 alla nuova zona 3S, a bassa sismicità ma per la quale le norme antisismiche per la progettazione sono uguali a quelle previste per la zona 2. In questo modo i progetti devono essere depositati (per i controlli a campione) ma non è richiesta l'autorizzazione per iniziare i lavori. La stessa identica strada poi seguita dalla Liguria per i Comuni a rischio della provincia di Imperia. In Toscana l'allarme era stato lanciato da Massimo Zingoni, presidente del collegio dei Geometri, che aveva definito il provvedimento della giunta Martini «un doppio salto carpiato». E aveva chiosato: «Speriamo che in questa Regione per i prossimi cinquant'anni non ci siano fenomeni sismici». E in Liguria? Il Secolo XIX ha ascoltato ancora il parere di Giuliano Antonielli, il presidente regionale dell'Ordine dei Geologi. Che ammette: «Gli organici delle strutture provinciali sono inadeguati a effettuare tutti i controlli previsti e poi arriva una riclassificazione sismica che abbatte in maniera consistente il numero dei controlli. Ognuno può trarre la sua conclusione, ma mi sembra evidente». Questo può favorire una situazione di pericolo? La delibera della giunta regionale del 24 ottobre 2008 recita testualmente: "Il territorio così articolato, suddiviso in zona 3 e 4 con eliminazione della zona 2, resta comunque assoggettato ad una disciplina che garantisce un'adeguata tutela della pubblica e privata incolumità". Dopo il grande terremoto che distrusse, nel 1887, Bussana, non ci sono più stati eventi sismici particolarmente significativi. Quel precedente lontano nel tempo (ma che è un battito d'ali nello scorrere delle ere) suggerisce però di non abbassare la guardia. menduni@ilsecoloxix.it 11/05/2009

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IL CONSIGLIO SARà SUPERIORE? (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

IL CONSIGLIO SARà SUPERIORE? ORA D'ARIA Nuove nubi si addensano sul Csm. Oggetto del contendere: l'imminente promozione, con ampia e trasversale maggioranza, alla Direzione nazionale antimafia di un pm già coinvolto nel «caso Catania» e poi prosciolto a Messina. Protesta il sindaco antimafia di Gela, Rosario Crocetta (ora eurocandidato del Pd): «Mentre nelle istituzioni c'è bisogno di persone determinate ed esperte nella lotta a Cosa nostra ­ dichiara Crocetta all'Ansa - il Csm ritiene di mandare alla Dna chi, in indagini sul controllo da parte della mafia sulla grande distribuzione alimentare e sui legami dell'imprenditore catanese Scuto con boss palermitani, fu bacchettato dalla Procura generale di Catania che avocò il procedimento per "mala gestio"». «Questo pm catanese ­ aggiunge Crocetta citando atti dell'Antimafia - omise di procedere nei confronti di importanti esponenti del clan Laudani, braccio armato dei Santapaola, poi condannati a pene severissime nel processo nato dall'avocazione. Eppure quel pm era stato oggetto di interrogazione parlamentare per sue condotte in altre indagini sulle collusioni politico-mafiose nell'appalto per l'ospedale Garibaldi, in cui aveva tentato di impedire che si indagasse il cognato Ignazio Sciortino, oggi Udc, ostacolando l'attività di intercettazione nei suoi confronti. Il Csm, prima di mandare in posti così delicati come la Dna, valuti in maniera completa il percorso professionale di questo pm». Nella descrizione s'è riconosciuto il pm Carlo Caponcello, candidato da Unicost alla Dna. Che ha minacciato di querelare Crocetta. Il caso, ripetiamo, non riguarda il piano penale, già archiviato. È una questione di opportunità. Il nome di Caponcello compariva, insieme a quelli di alcuni colleghi, in un'interrogazione parlamentare della deputata di An Angela Napoli, che nel 2003 chiese (invano) al guardasigilli Castelli un'ispezione a Catania dopo le denunce dell'ex presidente del Tribunale di minori Giovanbattista Scidà e del pm Niccolò Marino all'Antimafia su presunte indagini insabbiate a carico di Sciortino, cognato di Caponcello. Ora Angela Napoli (Pdl) torna sul caso: «Il Csm non può chiudere gli occhi su quanto emerse a suo tempo a proposito del pm Caponcello nel caso Catania, che troppi hanno ignorato e occultato. Per la Dna occorre la massima attenzione: ci sono altri pm più idonei. Mentre la mafia si riorganizza, il Csm deve schierare gli uomini giusti nei posti giusti». Sulla questione interviene anche Antonio Di Pietro: «Da un po' di tempo non mi riconosco più nell'operato di questo Csm: la sbrigativa liquidazione di De Magistris e dei salernitani Apicella, Nuzzi e Verasani; il defenestramento illegittimo della Forleo; ora la promozione alla Dna di pm che han dimostrato di non saper combattere la mafia, danno l'impressione di una pericolosa smobilitazione, che rischia di ringalluzzire il crimine organizzato». Riuscirà il Csm a ritrovare il prestigio perduto?

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TRE GIORNIdi lezionie dibattiti (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

TRE GIORNIdi lezionie dibattiti ALLA SPEZIA nRILANCIARE il dibattito su democrazia, giustizia, libertà e diritti, per promuovere cultura politica, pensiero critico e una rete di relazioni tra persone interessate a una nuova convivenza civile. Sono questi i grandi temi al centro di "Parole di Giustizia 2009", la manifestazione promossa dal Comune della Spezia e dall'associazione studi giuridici Giuseppe Borrè, che si terrà dal 15 al 17 maggio con un intenso programma di dibattiti, lezioni magistrali e spettacoli, tutti gratuiti. «La rassegna» dice Livio Pepino, presidente dell'associazione Borrè«vuole riportare i temi della giustizia dalla conflittualità esasperata con la politica alla centralità del dibattito sociale, per ricominciare a discutere dei diritti e della legalità in maniera attenta e propositiva, aprendo così il dibattito ai ragazzi perchéè proprio nell'educazione dei più giovani che si pongono le basi per la crescita della società. L'obbiettivo è recuperare e diffondere la consapevolezza del carattere etico e politico, oltre che tecnico, della questione giustizia». Un obiettivo da perseguire con le energie di tutti perché, citando Norberto Bobbio, "Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme". Si inizia venerdì alle 16, al Centro Allende, con Giulio Giorello e Nello Rossi, in un dibattito dal titolo "La giustizia, la verità, l'errore". Segue alle 18, alla Loggia de' Banchi, la presentazione del libro "Bolzaneto" di Massimo Calandri. Alle 21, al Teatro Civico, il Teatro della Cooperativa mette in scena "È vietato digiunare in spiaggia. Ritratto di Danilo Dolci", con Gian Carlo Caselli, procuratore della Repubblica di Torino, nella parte di Piero Calamandrei. Sabato 16, alle 9,30 nella Sala Dante, lezione magistrale di Nicola Colaianni su "La laicità al tempo della globalizzazione", mentre alle 11,30 monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, parla di "Giustizia, passione dell'uomo". Alle 16, in Sala Dante, lezione magistrale di Luigi Ferrajol, docente di Filosofia del diritto, su "Giustizia e consenso". Alle 21,30, al Teatro Civico, la compagnia della Fortezza di Volterra mette in scena "Il libro della vita" (Storia di Alì). Domenica 17, alle 10, in sala Dante, lezione magistrale di Giovanni Maria Flick "La Costituzione, i diritti, la dignità delle persone", docente di diritto penale e già presidente della Corte costituzionale. Alle 11, al CAMeC, presentazione del libro "L'avvocato" di Guido Alpa. Il programma dettagliato su www.comune.laspezia.it/paroledigiustizia. 11/05/2009

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Sconti Irap, le incognite di Unico (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-11 - pag: 37 autore: Imposte sui redditi. Intanto si avvicina l'appuntamento con la Consulta che deve pronunciarsi sull'indeducibilità Sconti Irap, le incognite di Unico Per il passato, rimborsi in attesa del modello dell'agenzia delle Entrate PAGINA A CURA DI Marco Mobili Alessandro Sacrestano Il mini-sconto Irap cerca un posto in Unico 2009. Non solo. Per i rimborsi sul passato, oltre al rischio di un pericoloso intreccio con domande già presentate al Fisco, si resta sempre in attesa dell'annunciato modello che le Entrate dovrebbero predisporre. Su tutto, ad appesantire la vicenda, incombono sia la mancata pronuncia della Corte costituzionale sull'indeducibilità dell'Irap ( fissata per il 7 e 8 luglio, si veda il servizio sotto), sia l'elevato costo che potrebbe essere chiamato a sostenere l'Erario. Ipotizzando un'aliquota media del 25% ai fini delle imposte dirette, lo sconto cui avrebbero diritto tutti i contribuenti Irap (più di 5 milioni) per l'imposta versata dal 2004 al 2007 va oltre i 3,2 miliardi di euro. Operatori e imprese, intanto, con l'approvazione degli ultimi bilanci lo scorso 30 aprile, hanno cercato di pesare e sfruttare al meglio la deduzione Irap del 10% dalla base imponibile delle imposte sui redditi. Nonostante la circolare 16/ E licenziata dalle Entrate il 14 aprile – quando peraltro i documenti di bilancio erano, ormai, già pronti – abbia risolto alcuni dubbi, sono ancora molte le perplessità rimaste disattese. Le più importanti riguardano il rimborso dell'imposta versata negli esercizi precedenti e, soprattutto, modalità di calcolo e l'indicazione in Unico della deduzione. La norma L'articolo 6, comma 1, del Dl 185/2008, ha introdotto la possibilità di scomputare dalla base imponibile Ires/Irpef un importo pari al 10% dell'Irap, forfettariamente riferita all'imposta dovuta sulla quota imponibile degli interessi passivi e oneri assimilati al netto degli interessi attivi e proventi assimilati ovvero delle spese per il personale dipendente e assimilato al netto delle deduzioni spettanti ai sensi dell'articolo 11, commi 1, lettera a), 1-bis), 4-bis), 4-bis).1 del Dlgs 446/97. Si tratta (si veda anche il box in basso) del primo passo del Governo in risposta alle numerose sollecitazioni giunte alla Consulta. Per tale motivo, il legislatore ha deciso che la deduzione forfettaria può essere fatta valere anche per i periodi d'imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2008, consentendo un'apposita procedura di rimborso per le maggiori imposte sui redditi versate. Rimborsi a due vie Il mini-sconto del 10%, dunque, può essere fatto valere anche per i periodi d'imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2008. La circolare 16/E ha specificato che per questi periodi, qualora sia stata presentata – entro il termine di decadenza di 48 mesi dalla data del versamento – un'istanza di rimborso ai sensi dell'articolo 38 del Dpr 602/73, all'istante spetterà il rimborso della quota delle imposte dirette corrispondente all'Irap deducibile ai sensi della norma in esame. La circolare aggiunge che, per rendere più spedite le procedure di gestione, anche per tali soggetti sarà necessario presentare un'ulteriore istanza di rimborso, utilizzando il modello telematico in corso di predisposizione dal Fisco. Le istruzioni dell'Agenzia, però, non chiariscono cosa succede se la domanda di rimborso originariamente presentata riguarda un'imposta maggiore rispetto a quella calcolata in base alla normativa in esame: supponendo che per una qualsiasi motivazione un contribuente abbia chiesto un rimborso Irap per importi superiori al 10%, l'invio della nuova istanza telematica farà decadere la vecchia o provvederà a scomputare dalla stessa la quota consentita dal Dl 185/08? La domanda attende risposta, così da consentire ai contribuenti, ad esempio, di decidere se presentare o meno la nuova istanza. Qualora al 29 novembre 2008, invece, non sia stata già presentata un'istanza di rimborso, i contribuenti possono provvedervi attraverso l'attesa procedura dell'Agenzia (disegnata con provvedimento del Direttore). Tuttavia, l'istanza può essere prodotta solo con riguardo ai versamenti Ires/Irpef per i quali al 29 novembre 2008 risultava ancora pendente il termine di 48 mesi, decorrente dalla data del versamento, di cui all'articolo 38 del Dpr 602. © RIPRODUZIONE RISERVATA www.ilsole24ore.com/norme La circolare delle Entrate

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Verso il rinvio del vaglio costituzionale? (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-11 - pag: 37 autore: EFFETTI DEL DL 185 Verso il rinvio del vaglio costituzionale? Sono tutti da verificare gli effetti del Dl 185/2008 sull'Irap day, fissato dalla Corte costituzionale per la prima decade di luglio. Le ordinanze di rimessione alla Consulta, infatti, hanno quasi sempre a fondamento una richiesta di verifica sulla compatibilità costituzionale dell'indeducibilità dell'intera imposta. Consentire una deduzione limitata al 10%, nonostante rappresenti un primo passo apprezzabile, equivale a una concessione poco attraente per imprese e lavoratori autonomi. Resta da vedere, però, se la manovra dell'Esecutivo frutterà un nuovo rinvio della decisione della Corte costituzionale, al fine di consentire alle commissioni rimettenti di valutare se la nuova norma soddisfi o meno i principi che si intendono violati. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Corte Costituzionale: no a promulgazione Statutaria (sezione: Giustizia)

( da "Sardegna oggi" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

venerdì, 08 maggio 2009 Corte Costituzionale: no a promulgazione Statutaria La Corte Costituzionale ha bocciato la legge Statutaria della Sardegna, stabilendo che la promulgazione fatta il 10 luglio 2008 da parte dell'allora Governatore Renato Soru va annullata perché non si poteva procedere con tale atto in quanto la Corte d'Appello di Cagliari aveva dichiarato non valido il referendum confermativo per il mancato raggiungimento del quorum. Cappellacci: "avevamo detto che la promulgazione era illegittima". -->ROMA - Bocciata la Legge Statutaria della Sardegna. O Meglio, bocciata la sua promulgazione. La Consulta ha infatti sancito che la legge non poteva essere promulgata perché il procedimento di approvazione non era giunto a compimento, stante l'invalidità del referendum per la partecipazione solo del 15,7% degli aventi diritto. Con la Statutaria era stata disciplinata la forma di governo, i rapporti tra gli organi e i principi fondamentali di funzionamento della Regione. La legge sanciva tra l'altro il principio di incompatibilità tra consigliere e assessore, il numero dei componenti della Giunta (non meno di otto e non più di dieci assessori, contro gli attuali dodici) e fissato le regole del conflitto di interessi. “Ancora una volta potremo dire l'avevamo detto. Si è voluto insistere su una scelta illegittima e questo è il risultato finale”, ha detto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, spiegando anche che non vi sarà, per il momento, nessun rimpasto nell'Esecutivo regionale. "La Giunta soddisfa in pieno il presidente", ha aggiunto anche se ha chiarito che c'era sin dall'inizio un'ipotesi di possibile modifica, derivante dalle scelte di qualche componente della maggioranza. Intanto non dovrebbero esserci sorprese, in Giunta ed in Consiglio regionale. Secondo la giurisprudenza, infatti, le sentenze della Consulta incidono nelle situazioni pendenti e non in quelle definite, ma soprattutto le parti più ''riformatrici'' della Statutaria non erano ancora state codificate, ma erano demandate a leggi successive. Così è stato per l'organizzazione dell'esecutivo, il conflitto di interessi e la Consulta di garanzia, argomenti, soprattutto i primi due, che avevano animato il dibattito politico, non senza strascichi polemici. Ora, dopo la bocciatura da parte della Consulta, per far ripartire la stagione delle riforme statutarie, occorrerà ricominciare daccapo l'iter per la formazione di una nuova Legge Statutaria. -->

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INIZIATIVA CONGELATA (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

INIZIATIVA CONGELATA INIZIATIVA CONGELATA Giustizia, polemiche nel Csm: 225mila euro per convegno 225mila euro per un incontro di due giorni in luglio a Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone da ospitare in 10 alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia. Di fronte a una giustizia al collasso, al consigliere del Csm Gianfranco Anedda è sembrato troppo. «è uno spreco inaccettabile» ha tuonato nell'ultima seduta del plenum, chiedendo ad Alfano e a Palazzo dei Marescialli di fare marcia indietro. L'ANALISI DI UNIONCAMERE Vacanze in tempo di crisi: il 50% non ha prenotato Manca poco all'estate, ma la metà degli italiani deve ancora prenotare una vacanza. E nei primi tre mesi del 2009 il numero di viaggi-vacanza è sceso del 5% rispetto al 2008. L'aria di crisi condiziona le scelte della gente. L'analisi è del rapporto Unioncamere. I numeri descrivono una tendenza al risparmio, anche perché alle spalle c'è un 2008 che ha visto contrarsi del 5,6% le partenze.

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Legge 40 : la Corte Costituzionale restituisce al medico il ruolo centrale nella fecondazione assistita (sezione: Giustizia)

( da "SaluteEuropa.it" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

11/05/2009 Legge 40 : la Corte Costituzionale restituisce al medico il ruolo centrale nella fecondazione assistita "La sentenza di oggi restituisce al medico la responsabilità della scelta terapeutica nel trattamento della infertilità di coppia - Anna Pia Ferraretti, direttore scientifico di Sismer, Società italiana di Studi di Medicina della Riproduzione, commenta così le motivazioni della Corte Costituzionale sulla sentenza emessa lo scorso 1 aprile - Sono veramente soddisfatta perché, pur nel pieno rispetto della Legge 40, credo fermamente che possiamo offrire alle coppie una terapia con maggiori possibilità di successo e minori rischi per la salute della madre e dei futuri nascituri". Il dibattito sulle migliori procedure da seguire è già stato aperto. Continua Ferraretti: "Con un gruppo di centri, sia pubblici sia privati, abbiamo già avuto un incontro dove abbiamo definito un comportamento che, nel rispetto della Legge 40 e con le chiare indicazioni date dalla Corte Costituzionale, ci permetta di decidere con ogni singola coppia il piano terapeutico a lei più indicato. Finalmente molte coppie non dovranno più sentirsi costrette ad andare all'estero per ricevere "migliori" trattamenti. Questo mi rende veramente felice perché credo che l'esilio per motivi riproduttivi sia una lesione dei diritti civili. Con la coppia di fronte a noi, finalmente, possiamo dare il massimo che la nostra competenza medica ci consente e, loro, possono sentire di ricevere il massimo".

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la messa del papa in giordania (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

la messa del papa in giordania «Trasferire Bolzano a Gela è un sogno ammirevole ma irrealizzabile. E noi per un'assurdità del genere dovremmo spendere mezzo miliardo di lire, in un Paese in cui oltretutto 200 mila reati si prescrivono ogni anno per carenza di risorse e il Ministero della Giustizia non onora i suoi debiti?». Gianfranco Anedda (An), consigliere laico del Csm, non ha dubbi: è uno spreco inaccettabile. Non si possono spendere 225 mila euro per un incontro di due giorni da tenersi a luglio a Palermo con i capi degli uffici giudiziari d'Italia. Cinquecentosedici persone ospitate in dieci alberghi, compresi il Guardasigilli Angelino Alfano e il vicepresidente del Csm Nicola Mancino. L'idea-base del mega incontro palermitano è condivisibile: esportare nella Penisola e nelle Isole metodi e strategie della Procura di Bolzano, che è riuscita - ricorrendo a finanziamenti Ue - a ridurre le spese, a migliorare l'organizzazione e ad ottenere risultati. Una rivoluzione copernicana per la zoppicante - ma soprattutto scarsa di risorse finanziarie - giustizia italiana, salutata da Celestina Tinelli, presidente della VII commissione del Csm e sostenitrice della "due giorni", come «l'inizio di una nuova era». Magari fosse così, perché la realtà della Giustizia - per limitarci alla Sicilia - è simile ad un'automobile che vorrebbe correre però si ritrova con tre ruote ed il motore che scarbura. L'on. Anedda ha citato Gela. E mai riferimento è stato più azzeccato per un ufficio giudiziario che rischia - non è il solo, purtroppo - la chiusura per mancanza di magistrati. I chilometri tra Gela e Bolzano sono 1.571 e costituiscono, sul fronte della giustizia ma non solo, una distanza insormontabile. servizio 6

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Oltre duecentomila euro per ospitare a Palermo per due giorni 516 persone (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Oltre duecentomila euro per ospitare a Palermo per due giorni 516 persone Roma. Duecentoventicinquemila euro, quasi mezzo miliardo delle vecchie lire, per un incontro di due giorni da tenersi in pieno luglio a Palermo con tutti i capi degli uffici giudiziari: 516 persone in tutto da ospitare in dieci differenti alberghi e con loro lo stato maggiore della Giustizia: dal ministro Angelino Alfano al vice presidente del Csm Nicola Mancino, dal primo presidente Vitaliano Esposito al Pg della Cassazione Vincenzo Carbone. Di fronte a una giustizia al collasso per carenza di risorse, con un «ministero che non onora i suoi debiti verso chi ha subito un processo lumaca e si fa pignorare i beni», al consigliere del Csm Gianfranco Anedda tutto questo è sembrato davvero troppo. «È uno spreco inaccettabile» ha tuonato nell'ultima seduta del plenum, chiedendo ad Alfano e a Palazzo dei Marescialli di fare marcia indietro e ottenendo per ora il congelamento dell'iniziativa. I mugugni al Csm sull'evento finalizzato a esportare negli uffici giudiziari di tutta Italia le prassi virtuose della procura di Bolzano, che è riuscita a ridurre le proprie spese e migliorare l'organizzazione , utilizzando finanziamenti europei, si erano già fatti sentire una settimana prima, quando la questione era approdata per la prima volta all'esame del plenum. Più d'uno tra i consiglieri aveva espresso dubbi sull'utilità dell'incontro, a cominciare dalla laica del Pdci Letizia Vacca: «Rischia di essere un incontro plateale ma poco proficuo sul piano dei risultati. Mi pare difficile che 516 persone possano interagire in maniera utile in una kermesse di queste dimensioni». Perplessità esplicite anche sull'impegno finanziario giudicato troppo oneroso per le casse del Csm: più del doppio dei 75mila euro ora previsti, visto che i restanti 150mila (di cui quasi 100mila per le sole spese di alloggio, cena e prima colazione per i 516 ospiti) li metterà il ministero della Giustizia. Un costo inizialmente più salato anche per la scelta di una sede di assoluto prestigio, il Teatro Massimo di Palermo, ritenuta anche poco consona a un incontro di lavoro. Ma anche se i conti e lo scenario si sono ridimensionati (il convegno si terrà in un hotel) il problema per Anedda resta aperto. E così quando Celestina Tinelli, presidente della Settima Commissione del Csm, che ha voluto l'iniziativa, è tornata in plenum con le cifre corrette al ribasso e ha ribadito l'importanza dell'iniziativa per «l'inizio di una nuova era nell'ottica della migliore organizzazione degli uffici giudiziari», il laico di An ha sparato ad alzo zero. «Trasferire Bolzano a Gela è un sogno ammirevole ma irrealizzabile. E noi per un'assurdità del genere dovremmo spendere mezzo miliardo di vecchie lire, in un Paese in cui oltretutto 200mila reati si prescrivono ogni anno per carenza di risorse?». Sandra Fischetti

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Costa troppo la Convegno contestato. (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Costa troppo la «giustizia virtuosa»Convegno contestato. E il ministero blocca l'incontro per l'esosità della spesa prevista Un consigliere del Csm: «E' uno spreco inaccettabile». L'incontro viene congelato e i costi si abbassano

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(sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 11-05-2009)

Argomenti: Giustizia

la soddisfazione di assoutenti e associazione consumatori «Tariffe sui rifiuti, la legge è incostituzionale» Sospinta da sentenze delle Commissioni tributarie siciliane, da Tar, Cga, ora è arrivata anche l'impugnazione del Commissario di Stato dell'art. 61 della Legge Finanziaria per il 2009 della Regione siciliana che boccia le tante discusse tariffe dei rifiuti approvate idagli Ato. "Non esultiamo, ma esprimiamo grande soddisfazione - è il commento di Mario Orlando, Pippo Bruno e Nicola Calabria, presidenti provinciali del Centro studi "Antonio Romano", di Assoutenti e dell'Associazione consumatori siciliana, alla notizia che il Commissario dello Stato ha impugnato la legge sulla determinazione della tariffa per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti adottati dagli Ato rifiuti. "Non avevamo dubbi che il Commissario l'avrebbe impugnata e che la legge fosse incostituzionale. Quello di oggi rappresenta un risultato importante per la legalità che conferma quanto da noi sostenuto da anni". Sono stati proprio il Centro studi, Assoutenti e l'Associazione dei consumatori siciliana, subito dopo l'approvazione da parte dell'Ars del disegno di legge presentato dalla II Commissione bilancio, a sollevare delle osservazioni al Commissario dello Stato inviando il 29 aprile scorso con raccomandate speciali e fax, per i provvedimenti che riteneva opportuno, la sentenza n. 48/09 del Cga, l'Ordinanza della Corte costituzionale n.293/05, e la sentenza sempre della Corte Costituzionale n.442/08. In sintesi, con l'impugnazione dell'art. 61 della Legge finanziatria, che prevedeva che la Regione tramite l'Arra provvedesse alla nomina di Commissari ad acta presso le Società d'Ambito con l'incarico di attuare le operazioni necessarie per monetizzare i crediti vantati dei singoli Ato alla data del 31 dicenbre 2008; di fare salvi gli atti di determinazione della tariffa per la gestione del ciclo dei rifiuti di cui al D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152, anche in assenza dell'adozione del regolamento previsto da sesto comma e che nelle more dell'adozione del regolamento la tariffa per la gestione dei rifiuti venisse determianta ed approvata dagli Ato e riscossa dai soggetti affidatari del servizio di gestione integrata, ancora una volta il Commissario dello Stato, Alberto di Pace, ha dato una lezione di democrazia. Il contestato articolo 61 non poteva avere accoglimento anche perchè la sentenza del Cga 48/09 è abbastanza eloguente: "Fin quando non è emanato il regolamento previsto dall'art. 238 del D.Lgs 152, gli Ato non hanno il potere di derminare la tariffa, ma possono soltanto gestire il servizio sulla base delle tariffe determinate dai Comuni". Giacomo Lisacchi

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