CENACOLO  DEI COGITANTI

PRIMA PAGINA

TUTTI I DOSSIER


Report "Giustizia"   5-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Rai, Amato vicino alla presidenza ( da "Stampa, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Treccani senza per questo creare un precedente visto che già nel 2002 l'ex presidente della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre salito al vertice del cda di viale Mazzini mantenne contemporaneamente (fino al 2003) anche l'incarico di presidente della Sisal, la società che gestisce il gioco del Superenalotto. Ma si sa, trattandosi di Rai tutto può arenarsi dal giorno alla sera.

La Piccola Brianza non c'è più ( da "Stampa, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: NOMINA DEL CSM REDDITI ELEZIONI All'interno Maddalena diventa procuratore generale «Meno tribunali» Regione, i manager guadagnano più dei politici Angeleri e Coral: la Lega fa campagna acquisti La Piccola Brianza non c'è più Alberto Gaino Servizio Maurizio Tropeano Il fenomeno Ikea accelera la morte dei mobilifici sulla Statale 25 Alessandro Ballesio

Voto unanime del Csm Dall'ex ufficio di Caselli ora coordinerà 17 procure ordinarie ( da "Stampa, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Voto unanime del Csm Dall'ex ufficio di Caselli ora coordinerà 17 procure ordinarie

"Meno tribunali" L'ora del ritorno di Maddalena ( da "Stampa, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: NOMINATO DAL CSM E' IL NUOVO PROCURATORE GENERALE DI PIEMONTE-VAL D'AOSTA "Meno tribunali" L'ora del ritorno di Maddalena [FIRMA]ALBERTO GAINO Da ieri Marcello Maddalena è ufficialmente il nuovo procuratore generale del Piemonte e della Valle d'Aosta: l'ha nominato all'unanimità il plenum del Consiglio superiore della magistratura,

fede e diritto carlassare cita wojtyla ( da "Mattino di Padova, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ottiene giustizia sino alla Corte Costituzionale. Paolo Zatti si sofferma sul concetto d'«integrità fisica e psichica» sancito dalla Carta dei Diritti dell'Unione Europea. Muraro esprime dolore e preoccupazione per «l'involuzione terribile di istituzioni laiche e cattoliche, che si pronunciano fuori dal dettato costituzionale».

maddalena nuovo procuratore generale - sarah martinenghi ( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Nomina unanime da parte del Csm che sottolinea il livello "altissimo" delle sue capacità SARAH MARTINENGHI Ora è davvero ufficiale: Marcello Maddalena, 67 anni, è il nuovo procuratore generale presso la Corte di Appello di Torino. La nomina è stata decisa ieri dal Csm che ha approvato la proposta votata all´unanimità dalla quinta commissione per gli incarichi direttivi.

bollette dell'acqua, addio rimborsi ( da "Tirreno, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Corte Costituzionale dovranno di nuovo pagare un canone per le spese relative agli investimenti necessari a mettere in funzione il depuratore. Con la sentenza della Corte costituzionale del 10 ottobre 2008, l'Ato 2 si era ritrovata con circa tre milioni di euro in meno in bilancio, dato che gli utenti non serviti dal depuratore non erano più sottoposti al pagamento del canone:

Così il Teatro Albéschida lotta contro il pregiudizio ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il gruppo si è formato con una serie di iniziative di volontariato all'interno del Centro Diurno del CSM di Carbonia. Dopo lo spettacolo Giulietta e Romeo , 2001, ha avviato un percorso con la compagnia Teatro Fueddu e Gestu che ha portato alla rappresentazione del Sogno di Edipo . Sono seguiti Nemus e Aspettando Amore , liberamente tratto da L'Asino d'oro di Apuleio.

L'inabile che lavora ha diritto alla pensione di reversibilità ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Rifacendosi ad una sentenza della Corte Costituzionale di dieci anni fa l'Inps però ha recentemente individuato un'eccezione secondo la quale, in presenza di un'attività lavorativa svolta per pochi giorni e con una retribuzione di scarsa entità, l'interessato possa comunque mantenere il diritto alla pensione.

Una sentenza che stabilisce dei fatti ( da "Manifesto, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: insufficienza legislativa ordinaria su questo punto, trasferiscono gli atti alla corte Costituzionale. Con la sentenza di oggi non si chiude quindi tutta la vicenda bensì si aprono nuovi scenari, dato che il pronunciamento non si esaurisce con l'individuazione di un mero illecito amministrativo, sanabile con un corrispettivo economico.

<Aiuto, perdo la casa per tre milioni di lire> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a quella del Consiglio e al Csm, che hanno sortito silenzi o risposte di cortesia. La casa dove vive, nel frattempo è stata pignorata. La controparte che reclama i 45 mila euro dovuti per legge ha chiesto l'esecuzione forzata e lunedì in via Manzoni busserà il consulente tecnico d'ufficio per un sopralluogo finalizzato «alle operazioni di perizia».

OSIMO LA CARICA degli oltre 400: tante sono, in 7 ... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: A seguito della sentenza della Corte Costituzionale del 10 ottobre 2008, che decreta la incostituzionalità dell'applicazione indiscriminata della tariffa depurazione, dovuta solo da chi usufruisce del servizio, è sorto il Comitato Rimborso Depurazione che si sta attivando gratuitamente per recepire le richieste di rimborso, ma soprattutto che chiede l'

Alcol dopo le due: slitta a maggio la decisione sul ricorso ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: direzione della remissione degli atti alla Corte Costituzionale per lo scrutinio di legittimità della norma. C'è infatti il forte dubbio che la norma sia incostituzionale sotto il profilo della irragionevolezza per la disparità di trattamento fra discoteche, che la legge sanziona, e altri locali come i pub, per i quali non vige il divieto di somministrare alco dopo le due di notte.

Qualche parola in difesa del difensore civico ( da "Corriere del Veneto" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Come sancito in numerose recenti sentenze della Corte costituzionale, il difensore civico regionale ha il potere di controllo di legittimità degli atti degli enti locali, funzione che era propria dell'abolito Comitato regionale di controllo (Coreco). L'ultima motivazione riguarda il problema delle riduzione dei costi, cui i consiglieri hanno il dovere di tendere.

Salerno indaga con Catanzaro ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che ha portato a nove decreti di perquisizione solo nel Salernitano e altri 26 a Roma, Pescara e Senigallia), che ha visto la collaborazione attiva dei colleghi catanzaresi. Certo, sotto la supervisione del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, ma condotta in prima linea da quegli stessi magistrati che fino a due mesi fa si sono dati battaglia fuori e dentro il Csm.

Milano e Monza <capitali> della giustizia più efficiente ( da "Corriere della Sera" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: riunirà il sottosegretario al ministero della Giustizia, Giacomo Caliendo, la consigliere Csm, Vincenza Maccora, la direttrice dell'Isae, Daniela Marchesi, il giudice fiorentino Luca Minniti e il capo dipartimento Giustizia del Pd, Lanfranco Tenaglia. L. Fer. Relatori Cuno Tarfusser, procuratore a Bolzano, e Giuseppe Airò, giudice di Monza

Acam: esentate 7.313 utenze ( da "Nazione, La (La Spezia)" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: collegamento ACAM ACQUE ha ottemperato agli obblighi derivanti dalla sentenza della Corte Costituzionale 335/08 con l'esenzione dalla tariffa di depurazione gli utenti che, pur usufruendo del servizio fognario, non sono assoggettabili alla tariffa di depurazione in quanto la rete non è ancora collegata al depuratore centralizzato ancorché quest'ultimo sia attivo e perfettamente funzionante.

Nei Tar magistrati, non consulenti ( da "Italia Oggi" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Questo esalterebbe la funzione giurisdizionale del giudice amministrativo che la Corte costituzionale, nella nota sentenza 204 del 2004, ha definito di controllo delle modalità di esercizio dei pubblici poteri.Affinché tale controllo sia ispirato ai canoni della più rigorosa terzietà, esso non deve essere offuscato dall'esercizio di funzioni che non si attagliano al ruolo del giudice.

I "pianisti" e le stecchedella casta politica ( da "Secolo XIX, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: da una sentenza della Corte Costituzionale: i parlamentari non sono perseguibili sia per le opinioni espresse e i voti dati in aula sia per i reati comuni eventualmente commessi durante il loro mandato. Con un termine coniato dal giornalismo politico, questi fiancheggiatori dell'assenteismo a Montecitorio e a Palazzo Madama sono chiamati "pianisti"

Marcello Maddalena nominato procuratore generale ( da "Giornale.it, Il" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il plenum del Csm, su proposta della commissione sugli incarichi direttivi. Maddalena, ex procuratore capo dell'ufficio giudiziario piemontese (incarico lasciato a causa della temporaneità degli incarichi direttivi) prende così il posto rimasto vacante dopo la nomina di Giancarlo Caselli alla guida della Procura torinese.

Assolti dopo trenta anni ( da "Nuovo Molise web" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: avvocato Giovanni Di Giandomenico, presentarono appello alla Corte centrale. Un processo lungo che spinse i giudici a sottoporre il caso all'attenzione della Corte Costituzionale. Dopo il pronunciamento della Consulta il processo fu ripreso e discusso. Gli imputati alla fine sono stati assolti da qualsiasi contestazione.

Ufficio Gip a pieno organico Il procuratore capo Borraccetti in corsa per la procura generale ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e ora spetterà alla commissione incarichi direttivi del Csm formulare la proposta da portare al plenum. Cinque i veneti in corsa: il procuratore di Venezia Vittorio Borraccetti, l'ex procuratore di Padova Piero Calogero, il procuratore di Belluno, Domenico Labozzetta, il procuratore di Treviso, Antonio Fojadelli e Luigi Delpino, attuale procuratore a Pordenone.

XIII Legislatura: più sedute e meno leggi ( da "Sardegna oggi" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: impugnate dal Governo davanti alla Corte Costituzionale. In base ai dati elaborati dagli uffici del Consiglio regionale, nella legislatura 2004-2009 è stato fatto ampio ricorso agli strumenti ispettivi sull'operato della Giunta. Le richieste di chiarimento sono state sollecitate soprattutto dall'opposizione di centrodestra: 1474 interrogazioni (-645 rispetto al periodo precedente 1999-

Magistratii turnatori vor fi cercetati penal pentru fals si uz de fals ( da "Romania Libera" del 05-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Martie 2009 Presedintele CSM, Virgil Andreies, a declarat ieri ca magistratii care au primit verdict de colaborare vor fi cercetati penal pentru fals in declaratii si uz de fals. Unii dintre ei activeaza inca in sistem. Reactia sefului Consiliului Superior al Magistraturii vine in contextul in care justitia a divulgat calitatea de colaborator al Securitatii pentru cinci magistrati.


Articoli

Rai, Amato vicino alla presidenza (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

MARTEDI' L'ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI, ALTRE SOLUZIONI: PETRUCCIOLI, MANZELLA E CHELI Rai, Amato vicino alla presidenza [FIRMA]PAOLO FESTUCCIA ROMA L'intesa è a portata di mano. E a mettere d'accordo tutti, maggioranza ed opposizione sul nuovo vertice della Rai potrebbe essere Giuliano Amato. E' sul nome del due volte presidente del Consiglio, infatti, che si lavora per trovare la sintesi tra le richieste del segretario del Pd, Dario Franceschini che sin dal suo insediamento ha chiesto un nome super partes e, soprattutto, di garanzia per guidare la tv pubblica, e quelle della maggioranza che, non a caso, lo scorso mese aveva dato il via libera alla sua nomina alla presidenza dell'Istituto dell'enciclopedia italiana. Tant'è che martedì scorso, sostanzialmente, tra il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta e il leader democratico Dario Franceschini si è discusso proprio di questo, e cioè del nome del futuro presidente di viale Mazzini. Ma il vero nodo non è Amato sì-Amato no, ma l'eventuale doppio incarico che giungerebbe sulle spalle dell'ex premier che dallo scorso 20 febbraio è al vertice della Treccani. Ed è su questo aspetto - raccontano fonti autorevoli - che la discussione è ancora aperta. Innanzitutto per non dare l'impressione che Giuliano Amato voglia lasciare la Treccani per un altro incarico a sole due settimane dal suo insediamento, e in secondo luogo per non venir meno ad una sorta di dovere istituzionale nei confronti di Giorgio Napolitano che ha emanato il decreto di nomina a capo del prestigioso Istituto. Ma al di là degli aspetti formali c'è anche il nodo politico: non è un mistero, infatti, che l'uscente Claudio Petruccioli sia nel cuore del Presidente della Repubblica e che punti tutte le sue carte sulla «ruota» del Quirinale al fine di restare un altro triennio al settimo piano di viale Mazzini. Dunque, Petruccioli ci spera ma a remare contro le ambizioni ci sono da un lato una serie di veti posti da una fetta del Pdl (alcuni commissari della Vigilanza hanno già comunicato al capogruppo in Commissione Alessio Butti di non voler votare Petruccioli) e dall'altro alcune «resistenze» di esponenti del suo stesso schieramento, che non vedono nemmeno di buon occhio un eventuale ticket con Mauro Masi, non più ormai candidato «granitico» alla direzione generale così come appariva fino alla scorsa settimana. La partita, dunque, sembra ormai alle battute finali. E l'ex premier Giuliano Amato, nel caso di una sua indicazione a presidente dal Tesoro e poi con il via libera definitivo della Vigilanza, potrebbe mantenere anche l'incarico alla Treccani senza per questo creare un precedente visto che già nel 2002 l'ex presidente della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre salito al vertice del cda di viale Mazzini mantenne contemporaneamente (fino al 2003) anche l'incarico di presidente della Sisal, la società che gestisce il gioco del Superenalotto. Ma si sa, trattandosi di Rai tutto può arenarsi dal giorno alla sera. E così in pista c'è anche l'eventuale ipotesi di Enzo Cheli che il prossimo 9 marzo (alla vigilia dell'Assemblea degli azionisti) avrà terminato i suoi quattro anni di incompatibilità previsti dalla legge per il suo ex ruolo di presidente dell'Autorità garante nelle comunicazioni, ma anche quella di Pier Luigi Celli, gradito ai dalemiani (che per la verità, nella vicenda Rai non hanno espresso né ipotesi né richieste) e quella di Andrea Manzella.

Torna all'inizio


La Piccola Brianza non c'è più (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

NOMINA DEL CSM REDDITI ELEZIONI All'interno Maddalena diventa procuratore generale «Meno tribunali» Regione, i manager guadagnano più dei politici Angeleri e Coral: la Lega fa campagna acquisti La Piccola Brianza non c'è più Alberto Gaino Servizio Maurizio Tropeano Il fenomeno Ikea accelera la morte dei mobilifici sulla Statale 25 Alessandro Ballesio

Torna all'inizio


Voto unanime del Csm Dall'ex ufficio di Caselli ora coordinerà 17 procure ordinarie (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Voto unanime del Csm Dall'ex ufficio di Caselli ora coordinerà 17 procure ordinarie

Torna all'inizio


"Meno tribunali" L'ora del ritorno di Maddalena (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

NOMINATO DAL CSM E' IL NUOVO PROCURATORE GENERALE DI PIEMONTE-VAL D'AOSTA "Meno tribunali" L'ora del ritorno di Maddalena [FIRMA]ALBERTO GAINO Da ieri Marcello Maddalena è ufficialmente il nuovo procuratore generale del Piemonte e della Valle d'Aosta: l'ha nominato all'unanimità il plenum del Consiglio superiore della magistratura, con le stesse modalità e rapidità con cui la quinta commissione l'aveva designato: cinque voti su cinque per lui, proposto e deciso in un minuto. Un riconoscimento esplicito al valore del magistrato che aveva dovuto lasciare l'incarico di procuratore capo di Torino con il varo della riforma che ha introdotto la soglia temporale di 8 anni come limite massimo per svolgere ruoli direttivi (procuratori, presidenti di tribunale) e semidirettivi (aggiunti, presidenti di sezione) degli stessi uffici giudiziari. Adesso si può andare in pensione, cambiare sede o incarico concorrendo con altri colleghi. Marcello Maddalena avrebbe potuto diventare procuratore capo di altre grandi città, ha preferito rimanere a Torino, accettando di tornare a fare il pm sia pure come coordinatore del pool reati contro la pubblica amministrazione e riferimento di tutti i «colleghi». Un lavoro in cui si è buttato a capofitto appena si è ripreso dall'intervento chirurgico che gli ha salvato la vita, nell'autunno scorso. E adesso si sposta nell'ufficio occupato sino a poco tempo fa dal suo successore in procura, Gian Carlo Caselli. «Spero di essere all'altezza» è il suo primo commento. Profilo bassissimo. Glielo si fa notare, sorride e risponde: «Se faccio una delle mie battute, chi non mi conosce può fraintendermi». Ha raccontato con ironia anche i lunghi minuti in cui si è trovato faccia a faccia con la morte, può ben spendere una battuta adesso su questo saliscendi di incarichi. Magari ripartendo da quell'intervento, in occasione dell'inaugurazione del nuovo palazzo di giustizia di Ciriè, in cui sostenne che per avere processi più veloci sarebbe stato utile eliminare il giudizio d'appello e le procure generali. Contrappasso? «La prenda per una battuta. - risponde ridendo e ironizzando su se stesso - Allora sostenni che fosse necessario unificare le due procure eliminando quella generale, e non ho cambiato idea. Penso soltanto che, unificandole, si potrebbe pensare alla soluzione opposta e sopprimere le procure ordinarie». Va bene, parliamo seriamente. Adesso le tocca sovrintendere e coordinare 17 procure ordinarie. «Mi sembrerà di tornare nel vecchio ufficio, riunendomi intorno a un tavolo con procuratori come Gian Carlo, Maurizio Laudi, Francesco Saluzzo, Paolo Tamponi, Alberto Bernardi, Marilinda Mineccia». Amarcord a parte, la stessa Anm, l'associazione di voi magistrati, prevede un taglio netto di tribunali e procure piemontesi. «Già vent'anni fa si voleva eliminarne 7. Non si è provveduto in tutto questo tempo e non si farà adesso». Forti interessi locali, forze politiche che si schierano, tant'è che il governo non ha raccolto la proposta dell'Anm. «Da un certo punto di vista è comprensibile che a livello locale non si voglia rinunciare alla propria sede giudiziaria, ma resta un grosso problema la dispersione sul territorio delle scarse risorse che dispone oggi l'amministrazione della giustizia». Vuol dire che la razionalizzazione degli uffici giudiziari sul territorio è diventata una necessità? «Il nostro è un lavoro che crea lavoro. Una maggiore concentrazione sarebbe auspicabile in un monento di crisi per carenza di organici e di risorse. Si tenga anche conto che, con il miglioramento delle vie di comunicazione, venire per esempio a Torino da Pinerolo o da Ivrea è molto più rapido di un tempo». Maddalena fa una riflessione ad alta voce, che può servire a mettere in moto un dibattito aperto alle istituzioni e alla società civile. Non sposa, tanto meno dà indicazioni per singoli progetti di soppressione di sedi giudiziarie. Nel frattempo, da procuratore generale, farà ciò che ha sempre fatto: indagini.

Torna all'inizio


fede e diritto carlassare cita wojtyla (sezione: Giustizia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sala Anziani gremita Fede e diritto Carlassare cita Wojtyla «O Signore, apri le porte al tuo servo». L'invocazione di Giovanni Paolo II in punto di morte, ricordata da Lorenza Carlassare in veste di "cattolica praticante", rimbalza su una Sala Anziani gremita, che ascolta lei, Gilberto Muraro e Paolo Zatti sugli «aspetti giuridici del fine vita». Strano questo concentramento di attacchi da più parti, Chiesa compresa», prosegue Carlassare «quando per quest'ultima la morte non è mai stata disgrazia da evitare, ma gioia di una nuova vita». In veste tecnica, Carlassare spiega quindi i passaggi della vicenda di Beppino Englaro: dalle prime sentenze negative sino a quando, motivando come tutore l'irrevocabile volontà pregressa di Eluana di non vivere in stato vegetativo permanente, ottiene giustizia sino alla Corte Costituzionale. Paolo Zatti si sofferma sul concetto d'«integrità fisica e psichica» sancito dalla Carta dei Diritti dell'Unione Europea. Muraro esprime dolore e preoccupazione per «l'involuzione terribile di istituzioni laiche e cattoliche, che si pronunciano fuori dal dettato costituzionale».

Torna all'inizio


maddalena nuovo procuratore generale - sarah martinenghi (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VI - Torino Maddalena nuovo procuratore generale Succede a Caselli: "Spero di essere all´altezza" Nomina unanime da parte del Csm che sottolinea il livello "altissimo" delle sue capacità SARAH MARTINENGHI Ora è davvero ufficiale: Marcello Maddalena, 67 anni, è il nuovo procuratore generale presso la Corte di Appello di Torino. La nomina è stata decisa ieri dal Csm che ha approvato la proposta votata all´unanimità dalla quinta commissione per gli incarichi direttivi. «Spero di essere all´altezza» ha commentato con un pizzico di modestia il magistrato che aveva dovuto lasciare il suo ruolo di procuratore capo, scambiandosi di poltrona con Giancarlo Caselli, per effetto della norma del nuovo ordinamento giudiziario che impone un tetto massimo di 8 anni di permanenza negli incarichi direttivi della magistratura. «Quando sarò al mio posto vedrò cosa c´è da fare, ma davvero, oltre a dire che spero di essere all´altezza dei miei predecessori, per ora non c´è molto da aggiungere» ha detto ancora Maddalena, spiegando però che «le prospettive di lavoro sono certamente diverse rispetto al mio incarico precedente: in procura infatti si seguono le indagini, mentre in procura generale si svolge più un controllo dell´attività che è già stata svolta. Dopo di che, quello che prevede la legge è di uniformare i modi operativi delle varie procure del distretto: si tratta dunque di un compito molto diverso». Entrato in magistratura dal 1967, Maddalena aveva iniziato la sua carriera proprio al tribunale di Torino con funzioni di giudice, per poi scegliere la carriera di pm. Dal 1986 al 1990 è stato membro del Csm. Tornato in ruolo, ha assunto l´incarico di procuratore aggiunto a Torino e dal 2000, per otto anni, è stato alla guida della procura. Si è occupato di inchieste sulle Brigate Rosse e Prima Linea, sul clan dei catanesi per traffico di droga, sui reati contro la pubblica amministrazione e sulla tutela della salute nei luoghi di lavoro. Maddalena ha fatto anche parte del gruppo di lavoro, costituito dal Csm nel 1978, sull´istituzione di un centro di raccolta delle informazioni sulla criminalità organizzata e i delitti di maggior allarme sociale, oltre che sui problemi connessi al potenziamento organizzativo ed alla specializzazione degli organi inquirenti impegnati nella lotta ai sequestri di persona. è stato anche membro dell´Osservatorio sul funzionamento del processo penale e collaboratore a tempo parziale della commissione parlamentare di inchiesta sulla mafia. La delibera del Csm ha sottolineato il livello «altissimo» delle sue capacità organizzative, ricordando in particolare la circolare con cui, nel 2007, stabilì criteri di priorità per i processi da svolgere in conseguenza all´applicazione dell´indulto. «Non ho idea se farò un´altra circolare - ha commentato Maddalena - bisogna anzitutto non guastare ciò che è stato fatto prima di me».

Torna all'inizio


bollette dell'acqua, addio rimborsi (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 1 - Empoli Bollette dell'acqua, addio rimborsi Un migliaio di famiglie non allacciate al depuratore non avranno indietro i soldi EMPOLI. Hanno pagato per anni un servizio mai ricevuto, non avranno alcun rimborso. Sono un migliaio le famiglie del Circondario che saranno escluse dall'obbligo dell'Ato 2 di restituire i soldi incassati con la quota delle bollette dell'acqua relativa al canone di depurazione. è l'effetto del decreto convertito in legge la scorsa settimana dal governo Berlusconi. A denunciarlo sono le associazioni dei consumatori, Federconsumatori in testa. Il Circondario non ha ancora calcolato con precisione il numero delle utenze interessate dalla novità normativa che modifica - almeno in buona parte - il dettato della Corte costituzionale che l'anno scorso aveva dichiarato illegittimo il pagamento del canone di depurazione o di fognatura quando l'utente non è allacciato alla rete. Tuttavia la stima che il sindacato dei consumatori - un migliaio, appunto, di famiglie nel territorio dell'Empolese-Valdelsa - è assolutamente plausibile. Sono cinquemila le utenze del Circondario non allacciate al depuratore che, in base alla sentenza della corte suprema, potevano attendersi il rimborso. Il 28 febbraio scorso, però, con la conversione del decreto 30 dicembre 2008 numero 208 la situazione si è ribaltata. La nuova legge stabilisce che dagli importi da restituire vadano dedotti gli oneri derivati dalle attività di progettazione, realizzazione o completamento dei depuratori, anche se non completati o nemmeno iniziati. In pratica negli 11 comuni dell'Empolese, circa un quinto delle famiglie esonerate dal pagamento con la sentenza della Corte Costituzionale dovranno di nuovo pagare un canone per le spese relative agli investimenti necessari a mettere in funzione il depuratore. Con la sentenza della Corte costituzionale del 10 ottobre 2008, l'Ato 2 si era ritrovata con circa tre milioni di euro in meno in bilancio, dato che gli utenti non serviti dal depuratore non erano più sottoposti al pagamento del canone: tre milioni che dovevano però essere reintegrati con una diversa articolazione dei costi. «Prima della sentenza - aveva spiegato il direttore dell'Ato 2 Alessandro Mazzei - gli investimenti che mancavano per allacciare gli utenti agli impianti di depurazione venivano finanziati da tutti. Da adesso la tariffa sarà legata al servizio ma i conti devono comunque tornare». E così a gennaio era arrivata un'addizionale da pagare per chi già usufruiva del servizio, con l'obbiettivo di finanziare la realizzazione dei depuratori mancanti. «Con la conversione in legge del decreto 208 - spiega Mazzei - ci saranno ancora cambiamenti: una buona percentuale di famiglie tornerà a pagare il canone di depurazione e quindi si dovranno rielaborare nuovamente i dati. Al momento possiamo dire che nei 57 comuni del Basso Valdarno, 30mila utenti non godono dei servizi di depurazione ma ancora non sappiamo quante famiglie torneranno a pagare il canone». Quei 30mila utenti equivalevano a tre milioni in meno all'anno pagati all'Ato 2. Se il 20% delle famiglie non allacciate, come afferma il sindacato, pagherà di nuovo, allora probabilmente chi già è servito dal depuratore e negli ultimi mesi si era visto aumentare il canone tornerà a pagare meno. Anche Carlo Tempesti, sindaco di Cerreto Guidi e delegato all'ambiente del Circondario, conferma che con la nuova legge ci saranno diversi cambiamenti. «E' necessario - spiega Tempesti - rielaborare i dati, insieme all'Ato 2 ed a Aque spa, perché con il decreto-legge 208 ci sarà una nuova redistribuzione dei costi». Elisa Bigazzi

Torna all'inizio


Così il Teatro Albéschida lotta contro il pregiudizio (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Spettacoli e Società Pagina 10245 Così il Teatro Albéschida lotta contro il pregiudizio --> Avvicinarsi al disturbo mentale senza pregiudizi. È quanto fa da otto anni il gruppo Teatro Albéschida di Carbonia, che domattina alle 10, nell'Ex Vetreria di Pirri, proporrà il suo Marat-Sade . Lo spettacolo rientra nella rassegna teatrale ?Un Ponte sulla Scena?, uno dei progetti sulla tutela della salute mentale che la Asl 7 della cittadina sulcitana in collaborazione con Albéschida propone nelle scuole. Per l'occasione è stata individuata una giornata dedicata agli studenti delle scuole superiori di Cagliari, ai docenti di ogni ordine e grado, dirigenti scolastici, studenti universitari e operatori del sociale. Il gruppo si è formato con una serie di iniziative di volontariato all'interno del Centro Diurno del CSM di Carbonia. Dopo lo spettacolo Giulietta e Romeo , 2001, ha avviato un percorso con la compagnia Teatro Fueddu e Gestu che ha portato alla rappresentazione del Sogno di Edipo . Sono seguiti Nemus e Aspettando Amore , liberamente tratto da L'Asino d'oro di Apuleio. Nel 2006 la compagnia, sotto la guida del regista Corrado Licheri, ha messo in scena Spero nel tuo nulla di trovare il Tutto ispirato al Faust di Goethe. Per poi dedicarsi a Marat/Sade , tratto da Peter Weiss. Adattamento al testo e regia sono di Corrado Licheri, le musiche originali di Angelina Figus, in scena 24 attori, per ?la persecuzione e l'assassinio di Jean Paul Marat rappresentati dai Filodrammatici di Charenton sotto la guida del marchese De Sade?. . Il gruppo è costituito da pazienti, operatori, familiari, volontari e studenti provenienti con esperienze artistiche di diversi livelli. Nel suo percorso umano e artistico ha posto particolare attenzione alla valenza educativa del fare teatro come parte integrante del vivere. Seguirà un dibattito sul disturbo mentale e sui metodi del "prendersi cura". Info: Gruppo teatro Albéschida Angela Nocco tel. 328 2761609, Manola Bacchis tel. 3397275147, alicesoldovilla@tiscali.it

Torna all'inizio


L'inabile che lavora ha diritto alla pensione di reversibilità (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

L'inabile che lavora ha diritto alla pensione di reversibilità I figli maggiorenni inabili conservano il diritto alla pensione ai superstiti se svolgono attività lavorativa con finalità terapeutiche. La nuova disposizione, introdotta lo scorso anno, viene illustrata dall'Inps con una circolare, la numero 15 del 6 febbraio 2009. Destinatari della disposizione sono i soggetti inabili che hanno diritto alla pensione ai superstiti e che svolgono attività lavorativa al compimento del 18esimo anno di età, oppure la intraprendono in epoca successiva. Perché la norma abbia valenza è necessario che l'attività sia svolta in laboratori protetti, in cooperative sociali di cui alla legge 381/1991, oppure presso datori di lavoro che abbiano stipulato convenzioni ai sensi della legge 68/1999, e che assumano gli inabili con contratti di formazione e lavoro, di apprendistato, o con le agevolazioni previste per le assunzioni dei disoccupati di lunga durata. Il legislatore ha stabilito che l'attività lavorativa, per questi casi, non possa comportare un impegno superiore alle venticinque ore settimanali. Ed ha anche precisato che l'importo del trattamento corrisposto non possa essere inferiore al trattamento minimo delle pensioni, incrementato del trenta per cento. L'accertamento della reale funzione terapeutica dell'attività lavorativa va effettuato dai centri medico legali dell'Inps. Questo aspetto è molto importante perché è necessario distinguere il collocamento con funzioni terapeutiche da quello, previsto dalla legge 68/99, finalizzato all'integrazione lavorativa di soggetti disagiati, che però ha pari dignità di quello di qualsiasi altro lavoratore. Per ora, i centri medico legali dell'Inps hanno avuto l'indicazione di accertare la funzione terapeutica del lavoro, acquisendo la documentazione che comprova che il collocamento è avvenuto durante la realizzazione di un programma di ergoterapia, predisposto da un centro di riabilitazione, nell'ambito delle prerogative di formazione professionale attribuite alle Regioni con la legge 194/192. é in queste circostanze che l'attività lavorativa ha lo scopo specifico e principale, non di procurare un guadagno per il mantenimento del soggetto e dei suoi familiari, ma di aiutarlo a sviluppare autonomie personali, motorie, comunicative e competenze socio-adattative. Il figlio maggiorenne studente, titolare di una quota di pensione ai superstiti, perde, di norma, il diritto alla quota se svolge una qualsiasi attività lavorativa retribuita. Rifacendosi ad una sentenza della Corte Costituzionale di dieci anni fa l'Inps però ha recentemente individuato un'eccezione secondo la quale, in presenza di un'attività lavorativa svolta per pochi giorni e con una retribuzione di scarsa entità, l'interessato possa comunque mantenere il diritto alla pensione. L'ente prevvidenziale oggi ritiene che in queste circostanze il soggetto non perda la qualifica prevalente di studente. Ciò in attesa di stabilire in via definitiva i criteri generali di applicazione della sentenza. Carlo Litrico

Torna all'inizio


Una sentenza che stabilisce dei fatti (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Una sentenza che stabilisce dei fatti Soddisfazione per la sentenza da parte del Wwf Italia, parte civile al processo sull'alta velocità Bologna-Firenze, che si è chiuso in primo grado con 27 condanne. Un territorio di 50 chilometri quadrati ha subito impatti ambientali significativi. In dettaglio ci sono state intercettazioni di falde acquifere, inquinamento chimico-fisico, mala gestione delle terre di scavo e dei rifiuti prodotti dai cantieri, decine di chilometri di corsi d'acqua essiccati o danneggiati, decine di pozzi scomparsi. Questi secondo le accuse della magistratura sono stati i danni subiti dal territorio del Mugello, danni che hanno portato il Wwf a costituirsi parte civile guidati dall'avvocato Eraldo Stefani. Una osservazione più generale rileva che troppo spesso per le grandi opere in Italia la progettazione si rivela lacunosa. Questa sentenza dovrebbe essere un ulteriore monito, per una corretta valutazione dell'impatto ambientale di queste opere. Wwf Italia Una sentenza che stabilisce dei fatti *** ! "# $ % !& " $ % ! "# ! !" # ' ("# # & " ) ** ! ) ! Dopo quattro anni di iter processuale, la sentenza di primo grado del Tribunale di Firenze in merito ai danni Tav in Mugello rappresenta un sostanziale riconoscimento delle ragioni dei comitati, associazioni e del movimento a difesa dell'acqua, bene comune primario. Siamo di fronte ad una esemplare condanna di Cavet, alla quale è imposto di risarcire ministero dell'Ambiente, Regione Toscana e Provincia di Firenze per cinquanta milioni ciascuno, oltre alla Comunità Montana e ai Comuni interessati dagli smaltimenti abusivi dei rifiuti operati dalla stessa Cavet. Del tutto insoddisfacente invece il risarcimento riconosciuto alle associazioni ambientaliste parti civili al processo, che con il loro agire hanno contribuito grandemente al raggiungimento del risultato del processo, coinvolgendo nella lotta le popolazioni interessate. Per quanto riguarda l'imputazione di furto d'acqua, la sentenza rappresenta una vittoria di fondo per tutto il movimento a difesa dell'acqua perché essa rileva nella Costituzione la priorità della tutela di questo bene. Di conseguenza i giudici, denunciando l'insufficienza legislativa ordinaria su questo punto, trasferiscono gli atti alla corte Costituzionale. Con la sentenza di oggi non si chiude quindi tutta la vicenda bensì si aprono nuovi scenari, dato che il pronunciamento non si esaurisce con l'individuazione di un mero illecito amministrativo, sanabile con un corrispettivo economico. Ora si è scritta una pagina che conferma le ragioni e da nuova linfa ai movimenti che si battono per il riconoscimento dell'acqua come bene prezioso, primario e che quindi la cui tutela deve essere prioritaria. Un passo avanti in questa direzione è stato fatto. Monica Sgherri capogruppo Prc Regione Toscana Anna Nocentini capogruppo Prc Comune Firenze

Torna all'inizio


<Aiuto, perdo la casa per tre milioni di lire> (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«Aiuto, perdo la casa per tre milioni di lire» --> Mozzo, non pagò gli interessi del mutuo ritenuti ingiusti Dopo 19 anni di causa condannato a pagare 45 mila euro Giovedì 05 Marzo 2009 PROVINCIA, pagina 25 e-mail print Francesco Di Lorenzo protesta davanti al Tribunale foto Bedolis mozzoRischia di vedersi sfrattato dalla casa di sua proprietà in via Manzoni a Mozzo, in cui vive con la moglie e i due figli, per colpa di tre milioni di vecchie lire. Nemmeno 1.500 euro, che adesso, col senno di poi e dopo anni di estenuanti lentezze processuali, sembrano una bazzecola, ma che allora, 1988, costituivano una questione di principio. La vicenda giudiziaria che ha investito Francesco Di Lorenzo, 71 anni da compiere, ex dipendente dell'Agenzia delle Entrate, è la classica palla di neve che ruzzolando a valle s'è ingigantita ed è diventata valanga. Il suo calvario comincia nel 1986 con la decisione di comprare un appartamento in una palazzina in via di costruzione a Mozzo. La guerra sugli interessi Anticipo di 14 milioni di lire, contratto che prevede la permuta della sua vecchia abitazione (quella dove vive tuttora), ma tempi di consegna che s'allungano. Pare che la società immobiliare sia in difficoltà economica, tanto che si fa anticipare dalla banca i soldi del mutuo. «Il fatto è - precisa il signor Di Lorenzo -, che il mutuo doveva partire solo al momento di consegnare l'appartamento». L'istituto di credito esige gli interessi passivi, che l'immobiliare pensa bene di addebitare ai futuri inquilini. Sono tre milioni di lire a testa, contro il cui esborso il signor Francesco s'impunta. Inizia in questo modo, tutto sommato banale, il domino di disavventure giudiziarie che gli rovinerà l'esistenza. La società reclama i soldi con tanto di fattura, il dipendente delle Entrate risponde con una lettera di diffida in cui contesta i tre milioni di interessi non dovuti, il ritardo nella consegna e alcuni lavori non eseguiti. È l'incipit della guerra legale, perché da lì in poi entrano in scena gli avvocati. Il primo legale di Di Lorenzo fa riferimento alla missiva dell'assistito, soprattutto al post scriptum sulle inadempienze contestate alla ditta che il dipendente statale aveva aggiunto a penna e che, vedremo in seguito, durante il processo sparirà misteriosamente. i contenziosi con l'immobiliare Le cause partono nel 1988: una di possesso che lo statale finirà per perdere in tempi relativamente rapidi (l'appartamento resterà di proprietà dell'immobiliare), l'altra di merito in cui ci si contende acconti, lavori effettuati, spese, interessi (fra cui i famosi tre milioni di lire). I rapporti tra le parti si deteriorano fin da subito. Non sono nemmeno passati sei mesi dall'inizio del contenzioso di possesso che la società cambia la serratura dell'abitazione. «Noi avevamo già iniziato il trasloco - ricorda Di Lorenzo -, dentro c'erano alcuni oggetti di valore affettivo, nonché suppellettili ed elettrodomestici nuovi di zecca, tutta roba che non fu più ritrovata». Qualche tempo dopo il dipendente statale ricambierà il blitz, procurandosi la chiave e andando a vivere in quell'appartamento per qualche mese. «Io e mia moglie non sopportavamo che tutti i lavori che avevamo deciso e pagato di tasca nostra andassero a beneficio di un altro (l'abitazione stava per essere affittata, ndr) - racconta il signor Francesco -. Rimanemmo lì con l'incertezza e il disagio di chi è privato della certezza di vivere in casa propria, fino a quando non scattò il sequestro conservativo». il legale gli fa causa È lì che Di Lorenzo comincia a infilarsi nell'imbuto della sua odissea giudiziaria. E dire che, alla prima udienza della causa di possesso, il pretore aveva invitato le parti a raggiungere un accordo. «Io ero quasi propenso a versare i tre milioni di lire - confida oggi il signor Francesco -, ma il mio avvocato (il secondo, dopo che il primo aveva lasciato l'incarico per subentrati impegni, ndr) continuava a insistere: c'è un contratto che va rispettato. Mi sono fidato di lui, ho pensato: è uno rinomato, saprà certo quel che fa. Col tempo ho cominciato a sospettare che lui agisse contro i miei interessi e che fosse d'accordo con il collega di controparte per tirarla per le lunghe e guadagnarci. Anche per questo motivo l'ho denunciato all'ordine degli avvocati, che però lo ha scagionato». Saranno i dissidi col suo legale a rappresentare la seconda tegola economico-giudiziaria. Perché, nel '94 (a causa ancora in corso), quando il cliente decide di sollevarlo dall'incarico, l'avvocato presenta una parcella da 40 milioni di lire, due anni dello stipendio del signor Francesco. Così, quando manifesta l'intenzione di non pagare, Di Lorenzo si ritrova con un altro contenzioso sul gobbone, intentato dal suo ex difensore e risoltosi con una sconfitta: lo statale viene condannato a risarcire 25 mila euro, che si affretta a reperire tramite prestiti di amici e di una finanziaria, nel momento in cui intuisce che metà della sua casa rischia di andare all'asta. verdetto ribaltato in appello Sul fronte dell'altro contenzioso, però, arrivano buone notizie. È il 2002 e Di Lorenzo vince la causa di merito. Il tribunale civile gli riconosce un risarcimento di 50 mila euro. La controparte impugna il verdetto e nel luglio del 2007 (19 anni dopo l'avvio) la Corte d'appello decreta che è lui a dovere 45 mila euro all'immobiliare. Per il signor Francesco il verdetto è ingiusto perché i giudici non hanno tenuto conto di una cosa: il post scriptum sparito dalla sua lettera. L'ex dipendente delle Entrate assicura che, in primo grado, la controparte - per dimostrare che non era stato lui a ventilare per primo la richiesta di messa in mora, un dettaglio fondamentale per vincere il contenzioso - aveva prodotto la sua missiva dopo aver debitamente cancellato la coda. Per questo motivo ha presentato una denuncia di falso, un atto che, in virtù di una sentenza della Corte suprema, sarebbe determinante per l'esito del processo civile e che, invece, in appello - per il signor Francesco - sarebbe stato liquidato come puro rilievo penale, e dunque estraneo al contendere. Si potrebbe ricorrere in Cassazione, ma l'ormai pensionato Di Lorenzo non ha più un avvocato: il suo terzo legale gli ha dato il benservito dopo che, ritenendolo involontario responsabile di alcuni errori, l'ex dipendente statale aveva denunciato pure lui all'Ordine. Tenta così di contattare altri avvocati, ma gli viene risposto che per il terzo grado occorrono molti soldi. E lui non ne ha. incatenato davanti al tribunale Da allora ha provato a smuovere le acque con una denuncia in Procura e poi con alcune lettere alla presidenza della Repubblica, a quella del Consiglio e al Csm, che hanno sortito silenzi o risposte di cortesia. La casa dove vive, nel frattempo è stata pignorata. La controparte che reclama i 45 mila euro dovuti per legge ha chiesto l'esecuzione forzata e lunedì in via Manzoni busserà il consulente tecnico d'ufficio per un sopralluogo finalizzato «alle operazioni di perizia». Lui, il signor Francesco, pensionato con a carico due figli adulti senza lavoro, facendo violenza al suo pudore e alla sua dignità di funzionario di Stato, ieri ha portato la sua storia fuori dal tribunale, dove s'è incatenato esibendo il cartello «La giustizia ci ha tolto la vita». Il presidente del tribunale Ezio Siniscalchi è sceso per confortarlo, mentre il carabiniere di piantone, con una delicatezza impacciata per la commozione, non riusciva a far altro che manifestargli la sua solidarietà e a ringraziarlo per i toni educati della protesta. 19 anni per una sentenza Lui, intanto, raccontava dei torti che ritiene di aver subito e dello scandalo dei 19 anni che la giustizia civile ci ha impiegato per sfornare la decisione su un tipo di questione molto comune e apparentemente non complicatissima. E di quei tre milioni di lire che, mannaggia, se li avesse pagati subito... Ma in quel lontano '88 - quando il Muro di Berlino era cemento e non solo storia e quando il Quartetto Cetra ancora teneva concerti - quella cifra per il signor Di Lorenzo era una questione di principio. Mai si sarebbe immaginato che quei soldi erano l'anticipo di un mare di guai. Ieri chiedeva soltanto come può salvare la sua casa. Legato a un cancello e in compagnia della sua disperazione: perché quella non gliela può pignorare nessuno. Stefano Serpellini 05/03/2009 nascosto-->

Torna all'inizio


OSIMO LA CARICA degli oltre 400: tante sono, in 7 ... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

OSIMO pag. 10 OSIMO LA CARICA degli oltre 400: tante sono, in 7 ... OSIMO LA CARICA degli oltre 400: tante sono, in 7 giorni, le richieste di rimborso pervenute fino a ieri mattina presso la sede del Comitato Rimborso Depurazione, in via Guazzatore, proprio dinanzi alla sede legale di Astea spa. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale del 10 ottobre 2008, che decreta la incostituzionalità dell'applicazione indiscriminata della tariffa depurazione, dovuta solo da chi usufruisce del servizio, è sorto il Comitato Rimborso Depurazione che si sta attivando gratuitamente per recepire le richieste di rimborso, ma soprattutto che chiede l'abolizione, già nella bolletta, della richiesta del canone di depurazione ed il rimborso totale delle quote versate in dieci anni, oltre all'Iva e agli interessi legali per tutti i cittadini che, pur avendo ottemperato al pagamento del canone di depurazione, non hanno mai usufruito di impianti di depurazione. Ci sarà tempo fino al 14 marzo per richiedere il rimborso, dopo di che il Comitato invierà all'Astea spa un pacco per raccomandata con ricevuta di ritorno le richieste pervenute, mentre per conoscenza sarà inviato il tabulato con i nominativi dei richiedenti il rimborso al Comune e all'Ato 3 Marche. Intanto il Governo sta valutando la predisposizione di una legge, a fronte della sentenza della Corte Costituzionale, per fissare la retrodatazione del rimborso a 5 anni, al fine di attenuare l'impatto economico delle aziende di Impianto Idrico Integrato, obbligando Ato e le aziende interessate a iniziare a erogare i rimborsi da ottobre 2009. Da una valutazione molto elastica, partendo dal presupposto che il rimborso sia retroattivo di 5 anni, occorreranno, per fronteggiare le richieste, qualche milione di euro. Il Comitato Rimborso Depurazione ha richiesto, qualche settimana fa, all'Astea una mappatura delle zone non servite dal depuratore, che però non è stata ancora completata dall'azienda, ma cliccando sul sito di AcquaAmbiente si può evincere che solo il 50% della città nella parte del versante sud è collegato al depuratore che va verso Castelfidardo, e ovviamente in gran parte delle case sparse nella periferia e nelle campagna non fruiscono di tale servizio, usando invece quello che viene chiamato «pozzo nero». Valeria Dentamaro

Torna all'inizio


Alcol dopo le due: slitta a maggio la decisione sul ricorso (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

RAVENNA CRONACA pag. 4 Alcol dopo le due: slitta a maggio la decisione sul ricorso TRIBUNALE CI SARÀ una nuova udienza, il 20 maggio, davanti al giudice civile Giangiacomo Lacentra, per la vicenda delle sanzioni pecuniarie inflitte nel giugno dello scorso anno dalla Prefettura a tre discoteche del litorale ravennate a seguito dell'accertamento della somministrazione di bevande alcoliche dopo le due di notte, condotta sanzionata con la legge di conversione del decreto legge Bianchi dell'agosto del 2007. ALL'UDIENZA di ieri mattina la Prefettura era presente il viceprefetto Raffaele Sirico ha presentato una memoria contestando nel merito alcune affermazioni della difesa dell'unico locale che ancora ha interesse alla causa, il BBK di Punta Marina, assistito dall'avvocato Gianluca Alni. Il giudice ha rinviato l'udienza a metà maggio per la decisione che, già era emerso all'udienza di dicembre, dovrebbe andare nella direzione della remissione degli atti alla Corte Costituzionale per lo scrutinio di legittimità della norma. C'è infatti il forte dubbio che la norma sia incostituzionale sotto il profilo della irragionevolezza per la disparità di trattamento fra discoteche, che la legge sanziona, e altri locali come i pub, per i quali non vige il divieto di somministrare alco dopo le due di notte.

Torna all'inizio


Qualche parola in difesa del difensore civico (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Veneto" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: NOTTEEGIORNO - data: 2009-03-05 num: - pag: 21 categoria: REDAZIONALE La lettera Qualche parola in difesa del difensore civico di VITTORIO BOTTOLI I n riferimento alla proposta di legge volta ad abolire la difesa civica regionale, istituita venti anni orsono, potrei egoisticamente disinteressarmene, essendo quasi al termine di un mandato non più rinnovabile. Ma avendo avuto il privilegio di presiedere questa istituzione per quasi dieci anni, il dovere se non la decenza mi impongono di prendere in esame le motivazioni che, stando a quanto riportato dalla stampa, sono alla base di questa proposta. Si dice che quella della difesa civica regionale sia una funzione già presente in Province e Comuni, e quindi un doppione. A questo proposito facciamo notare che le difese civiche locali rappresentano soltanto il 6 per cento dei Comuni della nostra Regione, e quindi certamente insufficienti, ma in ogni caso ai sensi della legge istitutiva la difesa civica regionale «…interviene presso l'Amministrazione regionale, gli enti e le Aziende da essa dipendenti, le Unità locali socio-sanitarie, gli enti delegatari di funzioni amministrative regionali». Competenze quindi che riguardano la Regione e assolutamente inibite ai difensori civici locali. Quindi questi ultimi non sono assolutamente in grado di corrispondere, come dichiarato dai proponenti, alle richieste dei cittadini: non lo sono perché non lo possono fare. In effetti sono simili le funzioni, ma assolutamente diverse le competenze, in quanto le une riguardano i Comuni e la Province, le altre la Regione. Un'altra motivazione consisterebbe nel fatto che il difensore civico regionale avrebbe perso molta parte della sua originaria funzione. E' vero assolutamente il contrario! Dopo la legge istitutiva del 1988 il difensore civico non solo ha continuato a svolgere le sue originarie funzioni, ma ad esse se ne sono aggiunte altre addirittura più pregnanti: 1) In base alla legge, il difensore civico regionale ha competenza per ciò che riguarda le Amministrazioni dello Stato (ministeri, istituti di previdenza e assistenza, aziende di servizi (poste, comunicazioni, energia). 2) Sempre in base alla legge, il difensore civico esercita i poteri sostitutivi nominando i commissari ad acta in caso di omissioni di atti obbligatori per legge (recenti sentenze del Consiglio di Stato hanno confermato che tale articolo è tuttora vigente anche dopo la riforma del titolo V della Costituzione). 3) Ancora in base alla legge al difensore civico ci si può rivolgere, in alternativa ai tribunali amministrativi, in caso di diniego dell'accesso agli atti. 4) Come sancito in numerose recenti sentenze della Corte costituzionale, il difensore civico regionale ha il potere di controllo di legittimità degli atti degli enti locali, funzione che era propria dell'abolito Comitato regionale di controllo (Coreco). L'ultima motivazione riguarda il problema delle riduzione dei costi, cui i consiglieri hanno il dovere di tendere. Su ciò siamo assolutamente d'accordo, ma purché tale riduzione non significhi sacrificio di un diritto fondamentale, quale quello di ottenere giustizia in modo gratuito e tempestivo, diritto non meno pregnante di quello alla salute, all'istruzione, al lavoro, alla casa che ben altro dispendio economico comportano. difensore civico della Regione del Veneto

Torna all'inizio


Salerno indaga con Catanzaro (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2009-03-05 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Procure alleate Salerno indaga con Catanzaro Nell'immaginario collettivo resteranno sempre le protagoniste indiscusse della cosiddetta «guerra tra toghe». Invece, i rapporti tra le procure di Salerno e di Catanzaro non sono stati sempre burrascosi. Lo dimostra l'ultima inchiesta partita da Salerno (che ha portato a nove decreti di perquisizione solo nel Salernitano e altri 26 a Roma, Pescara e Senigallia), che ha visto la collaborazione attiva dei colleghi catanzaresi. Certo, sotto la supervisione del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, ma condotta in prima linea da quegli stessi magistrati che fino a due mesi fa si sono dati battaglia fuori e dentro il Csm.

Torna all'inizio


Milano e Monza <capitali> della giustizia più efficiente (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Grande Milano - data: 2009-03-05 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE Bicocca Le migliori esperienze a confronto in un convegno Milano e Monza «capitali» della giustizia più efficiente Sono quasi 60 i Tribunali e le Procure protagonisti del progetto di «Diffusione di best practices negli uffici giudiziari italiani», mentre altri 21 stanno partecipando al concorso «Premiamo i risultati» del ministero per la Pubblica amministrazione e per l'innovazione. E, per un giorno, Milano diventa capitale di questi «cantieri» della giustizia quotidiana, con un convegno che cerca di «mettere insieme gli attori di queste esperienze per avere una fotografia di quanto è stato fatto e di quanto ancora si può fare, oltre che per innescare ed aiutare un benefico processo di contaminazione ed emulazione che possa far crescere esperienze e professionalità». Le tre sessioni della giornata di studio organizzata domani dall'Università Bicocca e da Magistratura democratica dalle 10 alle 19 nell'Auditorium dell'Università Bicocca in via Vizzola 5, metteranno a confronto, tra gli altri, il procuratore della Repubblica di Bolzano, Cuno Tarfusser, il professore ordinario di Scienze dell'Organizzazione, Federico Butera; i giudici Donatella Donati e Pasquale Liccardo (penale e civile), il giudice Enrico Consolandi (uno degli sperimentatori del processo civile telematico), il dirigente amministrativo del Tribunale di Trieste, Renato Romano; il presidente aggiunto dei gip milanesi, Claudio Castelli, il presidente degli avvocati milanesi, Paolo Giuggioli, e sul versante ministeriale il capo Dipartimento organizzazione giudiziaria, Giuseppe Birritteri. Mentre a presentare «un progetto di riorganizzazione » saranno Giuseppe Airò, giudice presso il Tribunale di Monza, e Walter Mapelli, sostituto procuratore nella stessa città, sede già alla ribalta di queste tematiche non solo per le buone performance della Procura diretta da Antonio Pizzi ma anche per il ruolo di battistrada, super-copiato in tutta Italia, nei protocolli di trattamento dei fallimenti. A tirare le somme dei lavori sarà la tavola rotonda che, coordinata da un esperto del settore come Lionello Mancini del Sole 24 ore, riunirà il sottosegretario al ministero della Giustizia, Giacomo Caliendo, la consigliere Csm, Vincenza Maccora, la direttrice dell'Isae, Daniela Marchesi, il giudice fiorentino Luca Minniti e il capo dipartimento Giustizia del Pd, Lanfranco Tenaglia. L. Fer. Relatori Cuno Tarfusser, procuratore a Bolzano, e Giuseppe Airò, giudice di Monza

Torna all'inizio


Acam: esentate 7.313 utenze (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (La Spezia)" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA LA SPEZIA pag. 4 Acam: esentate 7.313 utenze Cancellata la tariffa di depurazione in assenza di collegamento ACAM ACQUE ha ottemperato agli obblighi derivanti dalla sentenza della Corte Costituzionale 335/08 con l'esenzione dalla tariffa di depurazione gli utenti che, pur usufruendo del servizio fognario, non sono assoggettabili alla tariffa di depurazione in quanto la rete non è ancora collegata al depuratore centralizzato ancorché quest'ultimo sia attivo e perfettamente funzionante. Già dalla fatturazione di novembre - dicembre sono state esentate dal pagamento della quota, (applicata da tutte le aziende italiane di servizio idrico) 7.313 utenze (unità contatori). «Riguardo agli effetti della sentenza per gli anni precedenti (dal 2000 al 2008) la verifica - precisa il presidente di Acam Acque Walter Bertoloni - richiede un'istruttoria più complessa e articolata. In particolare occorre accertare la decorrenza contrattuale delle singole utenze, verificare che all'interno del periodo oggetto di eventuale rimborso non sia decaduto il contratto di somministrazione (con estinzione di qualunque rapporto pregresso), successivamente sostituito da nuovo contratto». Insomma, una cosa complessa, per le quale sono opportune ulteriori precisazioni. «La richiesta del rimborso potrà eventualmente essere accolta limitatamente all'ultimo periodo di vigenza contrattuale». Ma la partitta dei rimborsi non dipende solo dell'Acam «Sarà l'Ato idrico spezzino - puntualizza Bertoloni - ad approvare la specifica prassi applicativa in base anche all'evoluzione legislativa in corso. Occorre inoltre accertare la data effettiva di messa a disposizione della fognatura nera servita da impianto depurativo». In ogni caso, negli uffici dell'azienda in via Crispi alla Spezia sono disponibili i moduli per le richieste di rimborso. Acam Acque comunicherà i dati finali degli accertamenti all'Ato nella sua veste di autorità di controllo. «Acam Acque commenta il presidente Walter Bertoloni in più occasioni ha manifestato la propria disponibilità ed apertura al dialogo le associazioni dei consumatori con incontri che coinvolgano anche l'Ato. Un rapporto franco e diretto il solo, a nostro avviso, capace di dare risposte certe e coerenti agli utenti per evitare fraintendimenti e dichiarazioni che finiscono per apparire impropri atti di accusa contro l'azienda. Acam Acque ribadisce il presidente conferma la volontà pubblicamente manifestata di rimborsare tutti quei cittadini che ne avranno diritto».

Torna all'inizio


Nei Tar magistrati, non consulenti (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Magistrati Tar data: 05/03/2009 - pag: 15 autore: di Ugo De Carlo Le ipotesi per rimediare al deficit di legalità della p.a. cozzano con la missione dei tribunali Nei Tar magistrati, non consulenti Sempre più necessario dare risposte alle istanze di giustizia Una delle caratteristiche principali del nuovo assetto tra i vari enti che compongono la Repubblica, secondo la formulazione dell'art. 114 Cost. adottata dopo la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, è la riforma del regime dei controlli sugli enti substatali. Sono stati in sostanza azzerati i controlli preventivi di legittimità e di merito, sostituiti con controlli successivi di efficacia ed efficienza. Qualcuno vorrebbe rimediare al deficit di legalità degli atti amministrativi che questa situazione comporta, attribuendo ai Tar la funzione di consulenza giuridico-amministrativa, che il Consiglio di stato ha storicamente svolto per il governo, avvicinandola così agli enti locali.Sul punto è nato un vivace dibattito anche tra i magistrati amministrativi destinatari di questo possibile ampliamento di funzioni, che vede contrapporsi tesi opposte.Personalmente, quale appartenente alla categoria, esprimo un parere assolutamente contrario all'ampliamento dei compiti del giudice amministrativo di primo grado in questa direzione. Dirò, anzi, che sarebbe giunto il momento per rivedere le modalità di attuazione dell'art. 100 Cost. che ha attribuito al Consiglio di stato la sua funzione di organo ausiliario del governo.Non voglio certo svilire la preziosa opera che un organo con la tradizione del Consiglio di stato ha svolto in questo settore della vita amministrativa del nostro paese, ma ritengo che debba giungersi ad una rigida separazione tra lo svolgimento della funzione consultiva e l'esercizio della giurisdizione in grado di appello.Anche se il principio della separazione dei poteri non può più essere letto con rigido ossequio alla teoria del Montesquieu, non può esservi coincidenza tra chi, prima svolge una funzione di alta consulenza per il Governo, ormai autore di gran parte del corpus normativo, e chi, successivamente, dovrà verificare la legittimità dell'attuazione amministrativa di quelle stesse norme che spesso sono frutto del lavoro dei magistrati amministrativi in commissioni governative.Andrebbero pertanto distinte in modo netto le due attività all'interno dello stesso organo, destinando i consiglieri di nomina governativa esclusivamente alla funzione consultiva, e gli altri alla funzione giurisdizionale senza consentire passaggi, se non una volta sola nel corso della carriera, dalle funzioni giurisdizionali a quelle consultive.Questo esalterebbe la funzione giurisdizionale del giudice amministrativo che la Corte costituzionale, nella nota sentenza 204 del 2004, ha definito di controllo delle modalità di esercizio dei pubblici poteri.Affinché tale controllo sia ispirato ai canoni della più rigorosa terzietà, esso non deve essere offuscato dall'esercizio di funzioni che non si attagliano al ruolo del giudice. Non dimentichiamo che, ad esempio, al giudice ordinario è inibito fornire pareri a chicchessia e laddove lo avesse fatto, magari per motivi di amicizia o conoscenza personale, deve astenersi dal giudicare una vicenda anche lontanamente riconducibile a quella su cui si è già espresso.Se, quindi, sarebbe opportuno metter mano ad una riforma dell'ordinamento interno del Consiglio di stato, figuriamoci quale potrebbe essere l'utilità di istituire sezioni consultive presso i Tar. Ciò comporterebbe la necessità di rilevanti aumenti di organico specie nei piccoli Tar per evitare incompatibilità e creerebbe ancor più motivi di imbarazzo poiché i destinatari della nostra attività di consulenza sono molto più prossimi territorialmente e continuamente sottoposti all'esercizio della giurisdizione sui ricorsi presentati dai cittadini.Se gli enti locali hanno bisogno di consulenza si dotino, come spesso già fanno, di idonei uffici legali, magari consorziandosi tra loro nel caso di comuni di piccole dimensioni ( gli costerebbe meno che non rivolgersi al libero foro come fanno attualmente ).Non oso immaginare cosa potrebbe succedere in certe regioni meridionali, dove il rischio di infiltrazione malavitosa in alcune amministrazioni pubbliche è più alto che altrove, dall'inevitabile formarsi di quei legami tra giudici e amministratori che un'attività consultiva necessariamente comporta. Uno degli argomenti dei sostenitori della necessità di ampliare la funzione consultiva, con istituzioni di sezioni presso i Tar, è quello della copertura costituzionale della funzione di consulenza giuridico-amministrativa offerta dall'art. 100,comma 1 della Costituzione. Se si consultano i lavori dell'Assemblea costituente, potrà agevolmente rilevarsi come la formulazione che alla fine ha prevalso, nasce dalla scheda predisposta dalla Commissione Forti che ripercorre la storia del Consiglio di stato con grande apprezzamento dell'esistente. Non bisogna dimenticare che la funzione consultiva era nata molto prima di quella giurisdizionale, precedendo addirittura l'unità nazionale e pertanto fu confermata in Costituzione con l'avvertenza che la legge avrebbe assicurato l'indipendenza del Consiglio di stato e della Corte dei conti e dei loro componenti nei confronti del governo. Oggi il problema, però, non è tanto assicurare l'indipendenza, intesa come non influenza sulle modalità con cui l'organo ausiliario può svolgere il suo ruolo di consulenza, ma avere la certezza che sulle norme, frutto in un modo o nell'altro delle scelte governative, vi possa essere una verifica della loro applicazione da parte di un giudice realmente indipendente e nutrito della cultura della giurisdizione anche costituzionale.Solo così il cittadino sarà realmente tutelato dai possibili usi arbitrari del potere amministrativo o dalle illegittimità per ignoranza o sciatteria dell'azione amministrativa, con ricorso, quando si rivelerà necessario, al giudizio della Corte costituzionale sulle norme fondative del potere stesso.In conclusione ritengo che i giudici amministrativi non devono preoccuparsi di svolgere funzioni che non sono loro proprie, bensì di aumentare la loro capacità di dare risposta in tempi brevi alle istanze di giustizia da qualunque parte provengano evitando che vi sia una giurisdizione a due velocità, rapida su certe materie e foriera di maxi risarcimento da legge Pinto in altri casi.

Torna all'inizio


I "pianisti" e le stecchedella casta politica (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

I "pianisti" e le stecchedella casta politica luigi leone Per numero, i parlamentari italiani - fra deputati e senatori sono 915 - potrebbero formare un battaglione. Il quale, secondo la scansione delle unità militari, ha appunto una consistenza variabile fra i 600 e i 1.000 uomini. Ma la similitudine con chi indossa le stellette si ferma qui. Fra i due mondi, l'interpretazione del rigore è incomparabile. A meno di riferirsi alla cella di rigore. Giusto lì gli eletti meriterebbero di finire quando votano al posto dei colleghi assenti, perché la pratica non solo è vietata dal regolamento di Camera e Senato ma è pure un reato: sostituzione di persona e falso in atto pubblico. Non è mai stato contestato e dal 1996 è di fatto "depenalizzato" da una sentenza della Corte Costituzionale: i parlamentari non sono perseguibili sia per le opinioni espresse e i voti dati in aula sia per i reati comuni eventualmente commessi durante il loro mandato. Con un termine coniato dal giornalismo politico, questi fiancheggiatori dell'assenteismo a Montecitorio e a Palazzo Madama sono chiamati "pianisti". Una genìa che ha ingrossato le fila con il trascorrere delle legislature e che nessun fustigatore di (mal)costumi è riuscito a estirpare. Renato Brunetta, il ministro che sta (meritoriamente) cercando di arginare, con qualche successo, l'assenteismo nella pubblica amministrazione, non ci ha neppure provato con i politici, così adesso ci si affida al sistema presentato ieri dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, come una conquista della democrazia: la validazione del voto attraverso le impronte digitali. La vicenda potrebbe essere archiviata nel voluminoso libro delle italiche stranezze se non valicasse la soglia del decoro minimo. In quale Paese gli uomini per primi chiamati a dare esempio di rettitudine anche nei piccoli-grandi comportamenti quotidiani devono essere trattati alla stregua di una scolaresca fracassona e maleducata? Ovviamente in nessuno, a meno di non utilizzare come metro di paragone qualche Repubblica delle banane. E davvero così in basso siamo caduti se coloro che devono regolare la vita del Paese non sono in grado di autoregolare il proprio comportamento, obbligando lo Stato a spendere del denaro (pubblico) per fermare questo scandalo del "voto in contumacia". L'assenteismo dagli scranni parlamentari può avere una sua ragion d'essere nel caso di premier, ministri e sottosegretari (non sempre), chiamati ogni giorno a diversificati impegni di governo anche fuori dai "sacri" palazzi, ma è assolutamente immotivato e, quindi, ingiustificabile per il resto del "battaglione". Oltre a sostituzione di persona e falso in atto pubblico, ci sarebbe anche la truffa fra i reati da contestare, perché grazie ai "pianisti" (e difatti nello scambiarsi il favore c'è un forte spirito di corpo, meglio: di casta) chi rimane a casa o si crogiola nel "fancazzismo" romano incassa egualmente la diaria di 230 euro. In qualsiasi azienda, privata e pubblica, chi timbra il cartellino al posto di un collega viene licenziato. Non i 915. I quali, anzi, con una sfacciataggine intollerabile s'indignano per il fatto di vedersi schedati: «Non siamo gente da galera!». Le cronache ricordano che ciò non è sempre vero. E, comunque, almeno metaforicamente esattamente in quel modo andrebbero qualificati i poco onorevoli parlamentari "pianisti". Invece, godono delle guarentigie giuridiche, economiche e sociali fissate dagli articoli 68 e 69 della Costituzione. Disposizioni che, ormai, sembrano organismi geneticamente modificati: non più opportune tutele della buona politica, bensì salvacondotto per ogni nefandezza. Eppure, deputati e senatori strillano, offesi, contro le impronte digitali: il silenzio accompagnato almeno da un po' di rossore no? leone@ilsecoloxix.it 05/03/2009 Carlo Rognoni nove volte su dieci condivido le opinioni di Dino Cofrancesco. Se mi capita di avere idee diverse, non ho comunque mai pensato di avere titolo per intervenire. Questa volta, tuttavia, non posso starmene zitto. Cofrancesco ha usato il Festival di Sanremo a sproposito. Per sostenere la tesi che in Italia manca la cultura del mercato, per cui spesso «l'ideologia antimercatista»è lì pronta a sostenere che «il successo di un'iniziativa non si può valutare mica sulla base della vile pecunia» ecco che Cofrancesco porta il Festival di Sanremo come «esempio emblematico». Scrive: «Un'operazione che si è chiusa con un passivo di 4,5 milioni di euro non ha comportato nessuna conseguenza per il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce né per Claudio Cappon, il direttore generale della Rai». Mentre secondo lui avrebbe dovuto esserci «la richiesta di dimissioni del duo Cappon-Del Noce». E poi: «Chi butta al vento 9 miliardi di vecchie lire mostra una incapacità manageriale che nessun Paese occidentale può certo tollerare, specie nel periodo di vacche magre che stiamo attraversando». Non solo, Cofrancesco ce l'ha anche con l'entità dei compensi. «È sconsolante constatare ancora una volta come la cultura dominante in Italia - un mix di assistenzialismo parrocchiale e di antimodernismo egualitario - si sia soffermata sull'entità del compenso e non sulla sua assoluta gratuità». E conclude: «Solo da noi un Bonolis può farsi i miliardi non per avere conquistato i mercati, ma per essere stato prescelto dai vertici di un'azienda che, per i suoi fiaschi, non deve rendere conto a nessuno». Ebbene Cofrancesco mi perdonerà se gli sottopongo alcune modeste riflessioni. Si può, infatti, anche sostenere la tesi più ardita, più condivisibile e di buon senso, ma se per suffragarla si fa ricorso a un esempio sbagliato, il rischio è di indebolire la stessa tesi e di rischiare alla fine di non essere del tutto credibile. Ecco perché il Festival di Sanremo è stato considerato - al contrario di quello che afferma Cofrancesco - un successo da tutto il gruppo dirigente della Rai. Per quanto possa sembrare assurdo che un programma costi di più di quello che rende. Primo. Forse Cofrancesco non lo sa, ma il Festival di Sanremo è considerato dall'AgCom, l' Autorità garante delle comunicazioni, uno degli eventi che vanno trasmessi in chiaro - come le partite della Nazionale di calcio. Contribuisce, infatti, sia alla promozione della canzone italiana e dunque dell'industria discografica, sia alla formazione dell'identità nazionale. Può non piacere. Lo si può contestare. Ma rientra negli obblighi del servizio pubblico garantire programmi che non sono necessariamente in attivo. Secondo. Ci sono eventi come i mondiali di calcio, le Olimpiadi, gli Europei, gli stessi highlights del Campionato di calcio di Serie A e B, che la Rai come servizio pubblico radiotelevisivo trasmette anche se per ognuno di questi programmi i conti, dal punto di vista puramente commerciale, non tornano. Non a caso a fianco degli introiti pubblicitari, la Rai si mantiene per più della metà con il canone. Terzo. Quest'anno il Festival di Sanremo è costato circa 20 milioni di euro in totale: di cui nove per la convenzione con il Comune di Sanremo e gli altri undici per il costo complessivo di produzione delle cinque serate. Dal punto di vista dei ritorni pubblicitari la Sipra ha incassato circa 16 milioni di euro, due in meno rispetto al 2008. E la spiegazione è semplice: la congiuntura quest'anno è quella che è (basta leggere di quanto stanno diminuendo i ritorni pubblicitari di tutti i quotidiani); e poi i modesti risultati del Festival del 2008 si sono riflettuti sul bilancio Sipra del 2009. I conti, insomma, vanno fatti tenendo sempre presente il quadro dei risultati dell'anno precedente. Nel 2008 l'ascolto medio era stato di 6,6 milioni di telespettatori contro i 9,3 del 2007. E dunque nel 2009 si è scontato il cattivo risultato dell'anno precedente. Ora è realistico pensare che nel 2010 visto che l'ascolto medio di Sanremo quest'anno ha superato i 10,3 milioni (12,3 nella serata finale e con punte anche di 16 milioni per la presenza di Benigni) gli introiti della Sipra saranno in crescita. Quarto. Fra i risultati positivi quest'anno c'è anche il ritorno del televoto. Se nel 2008 c'erano stati 280 mila sms, quest'anno ce ne sono stati 2,5 milioni - a riprova del successo di pubblico. E la Rai ha ricavato altri 700 mila euro. Quinto. Il record degli ascolti negli ultimi anni fu fatto nel 2005 con Bonolis come conduttore: 11,7 milioni. E aver chiesto il suo ritorno in Rai per il Festival ha "pagato": in termini di ascolti quest'anno; in termini economici pagherà l'anno prossimo. Sesto. Non mi sembra sostenibile l'idea che un grande calciatore o un grande conduttore debbano essere pagati in base al risultato immediato. Detto ciò, la tesi che in Italia «abbiamo l'abilità di coniugare il peggio del collettivismo con il peggio del capitalismo, evitando come la peste gli aspetti positivi dell'uno e dell'altro» resta valida. Cofrancesco ha ragione. La forza della sua ragione sarebbe stata più convincente se come «esempio emblematico» non avesse scelto il Festival di Sanremo. Spesso della Rai si parla senza avere tutti gli elementi di giudizio. Chi ci ha lavorato lo sa. Forse che ognuno di noi non saprebbe far meglio del Ct nell'indicare la giusta formazione della Nazionale di calcio? Chiacchiere da bar! Da non sottovalutare mai. E tuttavia da alimentare - quando si può - con dati precisi.Carlo Rognoni è giornalista e ex consigliere di amministrazione della Rai. 05/03/2009

Torna all'inizio


Marcello Maddalena nominato procuratore generale (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 55 del 2009-03-05 pagina 14 Marcello Maddalena nominato procuratore generale di Redazione Marcello Maddalena è il nuovo procuratore generale di Torino: lo ha nominato, all'unanimità, il plenum del Csm, su proposta della commissione sugli incarichi direttivi. Maddalena, ex procuratore capo dell'ufficio giudiziario piemontese (incarico lasciato a causa della temporaneità degli incarichi direttivi) prende così il posto rimasto vacante dopo la nomina di Giancarlo Caselli alla guida della Procura torinese. In magistratura dal 1967, Maddalena ha 67 anni e ha iniziato la sua carriera proprio al tribunale di Torino con funzioni di giudice, passando poi alla locale Procura della Repubblica con il ruolo di pm. Dal 1986 al 1990 è stato membro del Csm. Tornato in ruolo, ha assunto l'incarico di Procuratore aggiunto a Torino, e, dal 2000, è stato alla guida della stessa Procura. Nel 2008 ha lasciato l'incarico dopo aver raggiunto il tetto di otto anni. In questi anni, tra le altre cose, si è occupato di procedimenti sulle Br e Prima linea. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Assolti dopo trenta anni (sezione: Giustizia)

( da "Nuovo Molise web" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Dalla città 05/03/2009 11:20 Assolti dopo trenta anni La Corte dei Conti di Roma ha chiuso il processo per 10 persone I tempi della giustizia sono lunghi ed è un fatto risaputo. Ora dopo trenta anni si è chiusa una vicenda che ha riguardato l'ospedale Cardarelli di Campobasso. La Corte dei Conti ha posto la parola fine con un'assoluzione agli amministratori. Agli inizi degli anni '80 il Comitato di Gestione dell'Unità sanitaria locale di Campobasso aveva provveduto ad affidare, tramite una regolare gara d'appalto, la gestione e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti e delle opere civili del centro ospedaliero alle ditte Califel e Di Placido. Ma a distanza di qualche anno per quel servizio vennero assunti sei dipendenti direttamente dall'amministrazione ospedaliera. Il che avrebbe comportato una duplicazione delle srtutture di servizio con un conseguente danno alle finanze pubbliche. L'indagine della Guardia di finanza portò il fascicolo sui tavoli della Corte dei Conti. Nel mirino finirono dieci persone tra amministratori e funzionari dell'Ente cui fu chiesto un risarcimento di 5 miliardi di vecchie lire. Tra coloro che avrebbero provocato il danno erariale figuravano Nicola Zezza, Salvatore D'Angelo e Nunzio Ruta. Il processo iniziò alla fine degli anni '90 per concludersi nel 2003 con una sentenza di condanna. Contro la sentenza Zezza e D'Angelo, tramite l'avvocato Giovanni Di Giandomenico, presentarono appello alla Corte centrale. Un processo lungo che spinse i giudici a sottoporre il caso all'attenzione della Corte Costituzionale. Dopo il pronunciamento della Consulta il processo fu ripreso e discusso. Gli imputati alla fine sono stati assolti da qualsiasi contestazione. La Corte ha ritenuto che nessun danno erariale era dato di rilevare e che non era derivato dai comportamenti degli amministratori. Un fascicolo che ha atteso trenta anni prima di essere chiuso che ha portato l'avvocato Di Giandomenico ad affermare: dopo quasi trenta anni è stata riconosciuta la verità e l'integrità di probi amministratori (qualcuno nel frattempo è deceduto ndr). Certo che i processi si prescrivono anche per i terroristi. Solo questi non si prescrivono mai (riferendosi al caso in oggetto ndr). mpt

Torna all'inizio


Ufficio Gip a pieno organico Il procuratore capo Borraccetti in corsa per la procura generale (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Ufficio Gip a pieno organico Il procuratore capo Borraccetti in corsa per la procura generale Giovedì 5 Marzo 2009, Sarà presto a piano organico la sezione gip/gup del Tribunale di Venezia. Il presidente del Tribunale, Attilio Passannante, ha provveduto alla copertura dei due posti ancora scoperti nominando il dottor Luca Marini, attualmente giudice al Tribunale civile, e il dottor Michele Medici, giudice penale nella sezione staccata di San Donà. I due magistrati prenderanno servizio all'ufficio gip/gup nei prossimi mesi. Il dottor Marini dovrebbe insediarsi il prossimo autunno, quando dovrà lasciare l'incarico il dottor Stefano Manduzio, il quale ha raggiunto il limite di dieci anni, e si sposterà alla sezione collegiale del Tribunale. Entro la primavera arriveranno al gip/gup gli altri due magistrati già designati all'inizio dell'anno: il primo sarà Alberto Scaramuzza, attualmente a Tolmezzo; poi sarà la volta di Roberta Marchiori, attualmente al Tribunale civile. Nel frattempo sono in corso le procedure per la nomina del nuovo procuratore generale, dopo il pensionamento di Ennio Fortuna, che si è ritirato lo scorso gennaio al raggiungimento dei 75 anni. Per il prestigioso incarico sono in corsa ben trenta magistrati, e ora spetterà alla commissione incarichi direttivi del Csm formulare la proposta da portare al plenum. Cinque i veneti in corsa: il procuratore di Venezia Vittorio Borraccetti, l'ex procuratore di Padova Piero Calogero, il procuratore di Belluno, Domenico Labozzetta, il procuratore di Treviso, Antonio Fojadelli e Luigi Delpino, attuale procuratore a Pordenone.

Torna all'inizio


XIII Legislatura: più sedute e meno leggi (sezione: Giustizia)

( da "Sardegna oggi" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

giovedì, 05 marzo 2009 XIII Legislatura: più sedute e meno leggi Più sedute e maggiore durata dei lavori assembleari, ma meno leggi approvate. E' quanto emerge dai dati statistici elaborati dagli uffici del Consiglio regionale sulla legislatura 2004-2009 e raffrontati con quelli del periodo 1999-2004. L'aula si è riunita 479 volte (+3) nonostante l'attività si sia dovuta concludere anticipatamente di circa sei mesi per le dimissioni presentate dal presidente della Giunta, Renato Soru, e diventate efficaci il 26 dicembre scorso. -->CAGLIARI - I consiglieri (chi più, chi meno) sono rimasti sui banchi 1885 ore (+36). Si è ridotto il numero di proposte di legge presentate, 357 (-193), e pure quello delle leggi approvate, 79 (-14), anche se tra queste ci sono stati provvedimenti corposi come la Statutaria. Si aggiungono, poi, 13 proposte di legge nazionale, 10 statutarie e 3 di iniziativa popolare (come quella, rimasta in un cassetto, finalizzata all'abbattimento delle indennità dei consiglieri). L'assemblea ha dato il via libera a 4 programmi, 9 documenti, 7 risoluzioni e 3 regolamenti. Sette leggi, compresa la Statutaria per conflitto di attribuzione sulla promulgazione, sono state impugnate dal Governo davanti alla Corte Costituzionale. In base ai dati elaborati dagli uffici del Consiglio regionale, nella legislatura 2004-2009 è stato fatto ampio ricorso agli strumenti ispettivi sull'operato della Giunta. Le richieste di chiarimento sono state sollecitate soprattutto dall'opposizione di centrodestra: 1474 interrogazioni (-645 rispetto al periodo precedente 1999-2004) e 210 mozioni (-74); solo delle interpellanze si è fatto minore uso, 351 contro 449. Il 67,2% delle interrogazioni hanno avuto una risposta scritta, ma si nota un progressivo costante calo (dal 93,3% del 2004 si è scesi al 30,8% del 2008). Basso (12%) è stato il numero delle interpellanze discusse, mentre si è toccato il 43,8% per le mozioni (ne è stato approvato il 6,7%). Nella legislatura appena conclusa si è quasi dimezzato il numero degli ordini del giorno approvati, 61 contro 112 (benchè sia stata frequente la critica su una poco frequente applicazione dei contenuti), mentre sono comparse ben 4, contro lo zero del periodo 1999-2004, richieste di istituzione di commissioni d'inchiesta. Solo una era stata effettivamente costituita, per il bando della Giunta sull'affidamento delle campagne promozionali istituzionali, il cosiddetto ?caso Saatchi'?. Sull'attività delle otto commissioni permanenti i dati statistici attribuiscono la palma di meno attiva (almeno in relazione alla durata delle sedute) alla Seconda, competente su Politiche e rapporti con l'Unione europea, Cooperazione internazionale, Diritti civili, Emigrazione ed immigrazione, Informazione. E' rimasta riunita complessivamente 185 ore pur fornendo 26 pareri e approvando 7 provvedimenti. C'è chi ha prodotto di meno: 14 pareri la Quarta (Pianificazione territoriale regionale, Urbanistica, Viabilità e trasporti, Navigazione e porti, Edilizia, Lavori Pubblici) che fu, però, molto rallentata dal lungo e complesso esame del Piano paesaggistico e del disegno di legge urbanistica; appena 6 provvedimenti sono stati esitati dall'Ottava (Istruzione, Edilizia scolastica, Formazione professionale, Ricerca scientifica, Cultura, Sport e spettacolo). In diversi casi, a seconda delle varie situazioni politiche in atto, le attività delle commissioni sono state negativamente condizionate dalla mancanza del numero legale. I maggiori contatti con l'esterno del Palazzo consiliare li hanno tenuti, per il numero di audizioni (74) la Quinta (Agricoltura, Caccia e pesca, Tutela dell'ambiente, Parchi e riserve naturali, Difesa del suolo) mentre, per i sopralluoghi (23) la più impegnata nelle missioni è stata la Settima (Sanità, Edilizia ospedaliera, Servizi sociali e assistenza). -->

Torna all'inizio


Magistratii turnatori vor fi cercetati penal pentru fals si uz de fals (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 05-03-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul ?Romania libera?: Magistratii turnatori vor fi cercetati penal pentru fals si uz de fals Costel Oprea, Departamentul Corespondenti Vineri, 06 Martie 2009 Presedintele CSM, Virgil Andreies, a declarat ieri ca magistratii care au primit verdict de colaborare vor fi cercetati penal pentru fals in declaratii si uz de fals. Unii dintre ei activeaza inca in sistem. Reactia sefului Consiliului Superior al Magistraturii vine in contextul in care justitia a divulgat calitatea de colaborator al Securitatii pentru cinci magistrati. Legea ii obliga pe toti magistratii sa semneze o declaratie pe proprie raspundere privind colaborarea cu Securitatea. Astfel, cei care primesc sentinta definitiva in acest sens vor fi cercetati penal pentru fals si uz de fals, deoarece au declarat ca nu au colaborat cu Securitatea. Pe rol se mai afla 24 de procese, printre care si doua cazuri, al unui judecator si al unui procuror care au primit verdictul de lucrator al Securitatii la Curtea de Apel, iar acum recursul se judeca la Inalta Curte de Justitie si Casatie. Dintre cei cinci care au primit verdict definitiv, doi lucreaza inca in sistem, sustinand ca legea nu le interzice acest lucru. Procurorul de la Parchetul de pe langa Judecatoria Buhusi Teodoru Bostan sustine ca nu are motive sa-si dea demisia, legea permitandu-i sa ocupe functia in care activeaza. El a declarat ca prin anii 1978-1979 s-ar fi incercat racolarea lui, pe vremea cand era profesor la scoala profesionala din Buhusi. "Mi s-a cerut ca in cazul in care observ fapte antisociale sau ceva deosebit, sa-i anunt urgent. Au fost niste discutii si am semnat o foaie pe care o scria un maior si in care se spunea ca voi acorda sprijinul. Nu am facut rau nimanui, spuneam ceea ce stia toata lumea, ce se vorbea pe la colt de strada, nimic altceva", a spus Bostan. Un alt magistrat, care a primit sentinta de colaborator al Securitatii, Lucian Cristea, de la Curtea de Apel Cluj, s-a pensionat anul trecut, dar a trecut in avocatura, unde activeaza si in prezent. In schimb, judecatorul Florian Murg de la Curtea de Apel Oradea s-a retras din activitate tot in 2008. Acest gest a fost urmat si de procurorul Adriana Ispas Jeni, de pe langa Parchetul Tribunalul Mures, anul trecut, dupa ce s-a pronuntat sentinta definitiva. Insa mai toti magistratii care au fost divulgati de CNSAS si ale caror procese se afla in derulare sunt in continuare in exercitiul functiunii. Ei se disculpa, considerandu-se nevinovati, spunand chiar ca au fost fortati sa semneze angajamente fata de Securitate. Mircea Brasoveanu, procuror din Mures, sustine ca nu a facut politie politica, ci a fost doar soldat si apoi sergent in trupele Securitatii in intervalul 1972-1974. Trei magistrati deconspirati de CNSAS sunt din Iasi. Este vorba despre judecatorii de la Curtea de Apel Dan Tabaltoc si Petru Ciubotariu si procurorul Mircea Bors, de pe langa Curtea de Apel Iasi. Tabaltoc, sub numele conspirativ "Violeta", a fost ofiter de Securitate, in timp ce Ciubotariu, alias "Spirache", si Bors, cu numele de cod "Rebeca", au fost deconspirati ca simpli turnatori ai Securitatii. Purtatorul de cuvant al Curtii de Apel Iasi, Liliana Palihovici, a afirmat ca cei trei magistrati nu mai ocupa nici o functie in cadrul Curtii de Apel, fiind simpli judecatori, adaugand ca pana cand instanta nu se va pronunta definitiv, nu se va lua nici o masura impotriva acestora. Magistratul "Spirache" a fost acuzat de CNSAS ca a turnat mai multi membri CAP din comuna Draguseni, unde a activat ca invatator. A fost, potrivit CNSAS, colaborator intre 1982 si 1984, informator intre 1984 si 1989 si persoana de sprijin in 1989. Procurorul "Rebeca" a recunoscut ca a semnat note informative, dar sustine ca a fost constrans sa le semneze, informarile nefiind ale lui. Insa CNSAS il contrazice: a fost colaborator intre 1985 si 1989, pe vremea cand activa ca invatator in comuna Laza (Vaslui). Pana acum, un singur magistrat a declarat pe proprie raspundere ca a colaborat cu Securitatea. Din aceeasi categorie: Guvernul a decis desfiintarea Cancelariei PremieruluiMai multi spioni romani in Anglia?Stolojan: In maximum zece zile, statul va cere oficial bani de la CE Voteaza

Torna all'inizio