CENACOLO DEI COGITANTI |
È finita l'unità Lo
scontro è ufficiale ( da "Manifesto,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: consigliere al Csm. «Dal diritto
penale minimo siamo passati al diritto penale del nemico che cresce, ogni passo
un divieto», spiega Giovanni Palombarini, che le battaglie sui diritti le ha
fatte praticamente tutte, ultime quelle sui Pacs e sulla legge 40: «E'
importante concentrarsi sulla difesa delle garanzie e sulla giurisprudenza,
Due rigori per la Virtus
Csm il Tegorzo finisce al tappeto
( da "Corriere delle Alpi"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Due rigori per la Virtus Csm il
Tegorzo finisce al tappeto SEGUSINO. Sconfitta di rigore per la Piave Tegorzo.
I ragazzi di Bee vengono superati in casa dalla Virtus Csm che passa grazie ai
due rigori concessi loro dall'arbitro. Il primo a passare è però il Tegorzo: al
37' una punizione dalla propria metà campo di Paolo Scopel rimbalza davanti al
portiere trevigiano e si infila,
CAMPESE - GIOV.EZZELINA
1-1 GIOV. EZZELINA: Mattiello, M.Pellizzari, Brunello, D.Pellizzari, ...
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: VAZZOLESE rinviata per
impraticabilità di campo PIAVE TEGORZO-VIRTUS CSM 1- 2 PIAVE TEGORZO:
Faccinetto, Coppe, Rahli, Furlan, Rizzotto, Paolo Scopel, Schievenin,
Prosdocimo, andrea Scopel, colmanet, Codemo. Sono entrati: Giotto, Berra. All.:
Bee. VIRTUS CSM: Gosetto, Meneghin, Gallon, M. Mognon, Bet, Fedato, Gerlin,
Zandonà, Vassalli, Puppetti, Bittante.
Caro Gianfranco e cari
amici, quella farfalla deve spiccare il volo.
( da "Tempo, Il" del
30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la riforma della Corte
Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura e più ampi e
democratici poteri in materia di referendum popolari. Tutto ciò lo facemmo in
oltre un anno di lavoro. Si trattava di riforme ispirate alle costituzioni di
più antica democrazia e di più collaudata efficienza, da quella inglese a
quella tedesca.
Tribunale, Â
Argomenti:
Giustizia
Abstract: sulla nomina del presidente Il
casoIl plenum del Csm non ha deciso: ma Cerasoli resterebbe in vantaggio Da
Alfano rassicurazioni sull'aumento dei giudici. Scongiurati i tagli al
personale Marco Battistini Ancora un «fumata grigia» per la nomina del
presidente del Tribunale di Latina. Il plenum del Csm, cui spetta la decisione,
non avrebbe ancora raggiunto un accordo sul nome.
Legal News
( da "ItaliaOggi Sette"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Avvocato anche per i giudici
amministrativi I magistrati amministrativi e quelli contabili potranno
avvalersi della difesa di un avvocato nei giudizi disciplinari che li vedono
coinvolti. La Corte costituzionale, con la sentenza n. 87/2009 depositata venerdì,
ha infatti dichiarato [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per
Registrati:
Federcaccia, un affondo
contro ogni estremismo ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: anche dalla Corte Costituzionale.
Quale strada propone di seguire la Federcaccia bresciana? L'associazione pensa
a una sostanziale modifica delle legge quadro nazionale 157 del '92,
soprattutto del comma che definisce la competenza per le deroghe; ma anche una riperimetrazione
delle zone speciali di conservazione (zsc) e di quelle di protezione speciale (
provincia, dalla tor
attende l'investitura - alberto vitucci
( da "Nuova Venezia, La"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex sindaco e parlamentare - oggi
consigliere del Csm - Ugo Bergamo, che correrà anche per le Europee. L'Udc è
accreditata in provincia di almeno il 5-6 per cento dei voti, dunque potrebbe
risultare determinante al secondo turno. I socialisti. Il partito socialista
che riunifica le varie anime del Garofano dovrebbe andare da solo.
Resistere e soprattutto
reagire agli attacchi che da tempo e in forma sempre pi...
( da "Unita, L'" del
30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: uno dei padri fondatori di Md e
attuale membro del Csm. Dall'altra quella più pragmatica, che ha ben chiaro il
codice genetico di Md - rifiuto del conformismo e della passività culturale e
difesa dei diritti - ma al tempo stesso sa anche che è necessaria
l'autocritica, riformarsi, dialogare di volta in volta sui vari punti con
l'interlocutore del momento.
union csm - bassanellog.:
2 - 1 ( da "Mattino
di Padova, Il" del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Altre UNION CSM - BASSANELLOG.: 2 -
1 UNION CSM - BASSANELLOG.: 2 - 1 UNION CAMPO SAN MARTINO: Stocco, Dal Casti,
Battilana, Tomasi, Tiso, Cardaioli, Maran, Ferraretto, Bolzan (25' st Macari),
Caielli, Rosso (10' st Ruzzon). All. Piccolo. BASSANELLOGUIZZA: Pinton, De
Lazzari, Grigoletto, Tonin, Rosso, Segafredo (25' st Bergamin),
L'impegno delle
"toghe rosse" Difenderemo la Carta
( da "Unita, L'" del
30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: uno dei padri fondatori di Md e
attuale membro del Csm. Dall'altra quella più pragmatica, che ha ben chiaro il
codice genetico di Md - rifiuto del conformismo e della passività culturale e
difesa dei diritti - ma al tempo stesso sa anche che è necessaria
l'autocritica, riformarsi, dialogare di volta in volta sui vari punti con
l'interlocutore del momento.
Migliaia in marcia contro
l'aborto ( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presenterà un ricorso alla Corte
costituzionale. La legge attuale, che risale al 1985, non depenalizza l'aborto
ma lo consente in tre casi: stupro o malformazione del feto (fino alla
dodicesima settimana), rischio psicofisico per la madre (senza limiti di tempo).
Quest'ultima disposizione è quella più applicata, nel 97 per cento dei circa
120mila aborti annui e a volte con gravi abusi,
Il
"pacchettosicurezza"a Chiavari
( da "Secolo XIX, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: avvocato e già vicepresidente della
Corte Costituzionale; Nando Dalla Chiesa, professore di sociologia delle
organizzazioni criminali all'Università Statale di Milano, e presidente
onorario dell'Associazione Libera; Fabio Occhi, segretario generale ligure del
sindacato italiano lavoratori della polizia di Cgil;
Confedilizia: i rimborsi
della tariffa dell'acqua senza depurazione
( da "Secolo XIX, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 335/2008, la Corte Costituzionale
ha dichiarato illegittima la norma che prevedeva che la quota di tariffa del
servizio idrico integrato, riferita al servizio di depurazione, fosse dovuta
dagli utenti anche in caso di mancanza o di temporanea inattività degli
impianti di depurazione».
"ho fatto un mutuo
per diventare mamma" boom di viaggi all'estero - caterina pasolini
( da "Repubblica, La"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Domani la Corte Costituzionale
deciderà se la legge 40 viola "il diritto alla salute, alla libertà di
cura, all´eguaglianza» stabiliti dai padri della patria. «Perché noi non
cerchiamo un figlio perfetto, su misura, ma un figlio che abbia una speranza»,
dicono Fabio e Silvia, portatori sani di atrofia muscolare spinale.
Non vogliamo essere
buro-giudici ( da "Sole
24 Ore, Il" del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Anm e del Csm- si sono trasformate
in lacerazioni, venute a galla in questo Congresso. «La verità è che è finita
l'unità di Md», ha detto Nello Rossi, esponente storico del gruppo, finito nel
tritacarne delle critiche per non aver fatto, in veste di segretario dell'Anm,
«un'opposizione dura» alla riforma dell'ordinamento giudiziario ai tempi del
Governo Prodi.
Aborto, contro Zapatero
sfila la
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dei circa 120 mila aborti praticati
ogni anno in Spagna, ed ha consentito diversi abusi, con aborti praticati fino
a sei-sette mesi. Il Partido popular ha annunciato nei giorni scorsi che, se la
nuova legge voluta da Zapatero sarà approvata, presenterà un ricorso alla Corte
Costituzionale. Francesco Cerri 30/03/2009 nascosto-->
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale brasiliana
deciderà entro fine aprile su Cesare Battisti (Ap) ROMA «RIVOLGO un appello
forte al Brasile perché Battisti sia estradato». Ignazio La Russa torna a
chiedere al Brasile l'estradizione di Cesare Battisti. Parlando a Roma, al
congresso Pdl, il ministro della Difesa, dice: «Faccio appello al popolo e agli
esponenti più responsabili delle istituzioni
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale brasiliana
deciderà entro fine aprile su Cesare Battisti (Ap) ROMA «RIVOLGO un appello
forte al Brasile perché Battisti sia estradato». Ignazio La Russa torna a
chiedere al Brasile l'estradizione di Cesare Battisti. Parlando a Roma, al
congresso Pdl, il ministro della Difesa, dice: «Faccio appello al popolo e agli
esponenti più responsabili delle istituzioni
Seconda Cat. Parma girone
D Risultati Barcaccia-Boca Barco 0-0 Ca...
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Leo CSM-Campeginese nd Team
Frontiera-Sorbolo 0-0 Tricolore Planet-Mezzani 3-2 Vetto-Real Bibbiano nd
Viadana-Rocca 68 2-0 TotaleReti SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana5020162247148Sc
S.Ilario462114433495 Boca Barco4521136234154Campeginese382011543720-2 Rocca
68362110653725-7Team Frontiera31219482823-12
Barcaccia22215793039-21Vetto21205691525-
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale brasiliana
deciderà entro fine aprile su Cesare Battisti (Ap) ROMA «RIVOLGO un appello
forte al Brasile perché Battisti sia estradato». Ignazio La Russa torna a
chiedere al Brasile l'estradizione di Cesare Battisti. Parlando a Roma, al
congresso Pdl, il ministro della Difesa, dice: «Faccio appello al popolo e agli
esponenti più responsabili delle istituzioni
Cinque anni per 16 righe
di verdetto ( da "Giorno,
Il (Milano)" del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: già salito alla ribalta delle
cronache per i suoi numerosi ritardi e sanzionato dal Csm, ha lasciato la
magistratura. Le conseguenze delle sue azioni, però, sono tuttora
imprevedibili. Più di 5 anni fa Gargiulo accolse la richiesta di risarcimento
danni avanzata dai parenti di 6 ex dipendenti Ansaldo di Legnano, tutti
ammalati di mesotelioma o asbestosi.
Md, sfida delle giovani
toghe: (
da "Corriere della Sera"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: della corrente uscita sconfitta
dalle ultime competizioni elettorali per il Csm e l'Anm, dopo l'aumento dei
consensi nei primi anni Duemila, quando più aspro era lo scontro tra politica e
giustizia. Ora che quello scontro rischia di rinnovarsi, i magistrati di sinistra
scelgono di restare uniti in difesa dell'autonomia e dell'indipendenza di chi
amministra la giustizia.
Caselli: Abstract: transitato attraverso la drammatica stagione dell'antiterrorismo (dal '73 all'82), eletto al Csm insieme a Pino Borrè e a Elena Paciotti ('86-'90), procuratore di Palermo dopo le stragi del '92 e capo dell'accusa al «processo del secolo» contro Giulio Andreotti, Caselli racchiude in sé molti dei filoni che, nel bene e nel male, hanno scandito la storia di Md.>
Argomenti: Giustizia
Il contenimento degli
ingressi non si riduce all'ordine pubblico
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sul punto la Corte costituzionale,
nella sentenza 22/2007, ha, infatti, rilevato che la condizione di straniero
irregolare, in quanto tale, non può essere associata a una presunzione di
pericolosità e lo stesso reato di indebito trattenimento nel territorio
nazionale dello straniero espulso ha come presupposto la semplice condotta di
inosservanza dell'
Quei faraoni che regnano
sui Tar ( da "Corriere
Economia" del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Un altro caso: tra i (molti)
privilegi dei giudici della Corte costituzionale c'è il fatto di percepire la
pensione anche senza avere svolto l'intero mandato di nove anni: un giudice ha
avuto una superliquidazione di ben 1.200.000 euro, pur essendosi dimesso
quattro anni prima dalla scadenza naturale del suo mandato.
La cancellazione del
protesto illegittimamente o erroneamente levato
( da "AltaLex"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Anche la Corte Costituzionale ha
posto in evidenza come « la legge (ovviamente) riconosca anche al traente di
assegno bancario il diritto alla cancellazione del protesto erroneamente o
illegittimamente levato » (Corte cost. 14.3.2003, n. 70, GD, 2003, n.
Lo Stato non deve
interferire con la finanza regionale
( da "CittadinoLex"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Giulia Lo Stato non deve
interferire con la finanza regionale (Corte costituzionale 74/2009) di Gianfranco
Lami Giusta rivendicazione, quella della Regione Friuli-Venezia Giulia, che ha
fatto valere, dinanzi alla Corte Costituzionale, le motivazioni del proprio
dissenso dalle "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2008",
Abstract: consigliere al Csm. «Dal diritto penale minimo siamo passati al diritto penale del nemico che cresce, ogni passo un divieto», spiega Giovanni Palombarini, che le battaglie sui diritti le ha fatte praticamente tutte, ultime quelle sui Pacs e sulla legge 40: «E' importante concentrarsi sulla difesa delle garanzie e sulla giurisprudenza,>
"TOGHE ROSSE"
PER TE "MAGISTRATURA DEMOCRATICA" IN CRISI: AL CONGRESSO GIOVANI E
VECCHIA GUARDIA LITIGANO CASCINI (SEGRETARIO ANM): "SI AL CONFRONTO COL
GOVERNO" SONO I PRIMI ( da "Dagospia.com"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: corrente uscita sconfitta dalle
ultime competizioni elettorali per il Csm e l'Anm, dopo l'aumento dei consensi
nei primi anni Duemila, quando più aspro era lo scontro tra politica e
giustizia. GIUSEPPE CASCINI Ora che quello scontro rischia di rinnovarsi, i
magistrati di sinistra scelgono di restare uniti in difesa dell'autonomia e
dell'indipendenza di chi amministra la giustizia.
"Ho fatto un mutuo
per diventare mamma" ( da "Repubblica.it"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Domani la Corte Costituzionale
deciderà se la legge 40 viola "il diritto alla salute, alla libertà di
cura, all'eguaglianza" stabiliti dai padri della patria. "Perché noi
non cerchiamo un figlio perfetto, su misura, ma un figlio che abbia una
speranza", dicono Fabio e Silvia, portatori sani di atrofia muscolare
spinale.
Cronaca: Gli avvocati
penalisti incrociano le braccia Da oggi niente udienze per una sett
( da "Sannio Online, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: una riforma del Csm che riconduca
tale consesso all?originario ruolo attribuitogli dai costituenti, sottraendolo
ai giochi di corrente e all?influenza del sindacato della magistratura; un
intervento sull?azione penale che, senza sacrificare il principio della sua
obbligatorietà, la disciplini tra l?
La Corte costituzionale,
il diritto della gestante e quello del nascituro
( da "Libertà"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale, il diritto
della gestante e quello del nascituro di LORENZO BUTTINI Alcuni lettori mi
hanno chiesto maggiori delucidazioni sulla sentenza della Corte Costituzionale,
da me più volte citata, che tra il diritto della gestante e quello del
nascituro operava una scelta di principio a favore del diritto della madre e,
FECONDAZIONE/ MOVIMENTO
PER LA VITA A CONSULTA: LEGGE 40 FUNZIONA
( da "Wall Street Italia"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: (Apcom) - La Corte costituzionale "non
potrà non tener conto" del fatto che la legge 40 sulla fecondazione
assistita "funziona": è la convinzione espressa dal Movimento per la
vita in vista del pronunciamento della Consulta sul ricorso avanzato dal Tar
del Lazio e da due giudici del Tribunale di Firenze.
COMPOSIZIONE ALLARGATA,
CON TUTTI I MEMBRI DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO. TRA GLI ARGOMENTI MESSI
ALL&1... ( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del 30-03-2009) + 5 altre
fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: formata in prevalenza da magistrati
e in minoranza da avvocati e docenti) e il Csm. Tre gli argomenti al centro
della querelle: la decisione di Lepore di stralciare sette posizioni rispetto
ai 25 imputati nel processo ecoballe; il rifiuto del capo dei pm napoletani di
firmare un arresto; e una controversia nata sulla perquisizione negli uffici
della Protezione civile.
Procreazione assistita,
raddoppiano i bimbi nati in provetta
( da "Giornale.it, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Martedì è attesa la decisione della
Corte Costituzionale su alcuni articoli della legge, ma intanto arrivano le
statistiche: sempre più coppie accedono alla fecondazione artificiale nei 341
centri iscritti al registro nazionale, sono aumentati anche i cicli di
trattamento, passati in due anni da circa 63mila a 75mila.
Interruzione del processo,
verifica del giudice, delibazione sommaria
( da "AltaLex"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: panorama giurisprudenziale
tendenzialmente consolidato e confortato anche dagli interventi del giudice
delle leggi (Corte cost. sent. 27 marzo 1992, n. 136; sent. 24 maggio 2000, n.
151; ord. 1 luglio 2005, n. 252), mentre la seconda, pur facendo riferimento
alla sentenza della Corte costituzionale n. 136 del 1992 e all'ordinanza n. 252
del 2005, nonchè alla sentenza della cassazione n.
Q 25 Agordina -
Castionrinv. Altivolese - Foen 0 - 1 Bessica - Monte...
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: CSM Farra 1 - 2 Sernaglia -
Lentiairinv. CLASSIFICA
Cisonese251582512253Montegrappa251492512951Bessica251465463548Caerano241374402146CSM
Farra251267433042SP Calcio241365331641P. Tegorzo25979293134Maser25979262934Juventina257810313729Foen258512364629Castion246612334924Altivolese256514374723Agordina246414305022Lentiai244911223221Sernaglia244911304021Fiori
Barp253616265015PROSSIMO TURNO
Piave Tegorzo - Virtus 1-2
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: VIRTUS FARRA CSM: Gosetto,
Meneghin, Gallon, M. Mognon, Bet, Fedato (pt. 16' Busetti), Gerlin (st. 28'
Baratto), Zandonà, Vassalli (st. 39' Tonon), Puppetti, Bittante. All. R.
Mognon. ARBITRO: Favotto di Treviso. NOTE: Espulso st 42' Busetti .
Buffon arriva a 20 gol
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Simoni (Virtus Csm). 10: D.
Bortolon (Altivolese). 9: Binotto (Montegrappa), Zandonà (Bessica). 8: L.
Nussio (Castion), Puppetti, Bittante (Virtus Csm). 7: Tavarner (Lentiai),
Pincin (Maser). GIRONE R 19 GOL: Facchin (Limana). 17: N. Giovanelli (S.Lucia
Mille) 15: Soravia (Auronzo).
Gobbo balza al 3. posto.
19 gol: Ruffato (C.S.M. Resana). ...
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 11: Schiavon (Rovere), Fornasier
(Valdosport), Vettor (Fanzolo). 10: Favaro (Badoere), Spagnol (Vidor), Tiziani
(Milan Guarda). 9: Bertuola (Fontane), Q. Tessaro, Filippi (Vidor), Possamai,
Canonico (S. Gaetano). 8: Vedelago (Fontane), Fabbian (Csm Resana), Menegazzo
(Valdosport), Adustini (Padernello).
Milan Guarda - C.S.M.
Resana0-3 ( da "Gazzettino,
Il (OgniSport)" del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: di Gobbo porta in vantaggio la
capolista CSM Resana. Poi i locali, imbottiti di Juniores, hanno cercato il
pareggio e si sono molto impegnati colpendo anche un palo. Ma nulla hanno
portuto, nella ripresa, di fronte alla capolista CSM Resana che ha dimostrato
il proprio valore. Bene la direzione di gara del giovane Palmieri.
Tegorzo-Virtus Csm 1-2
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Tegorzo-Virtus Csm 1-2 Lunedì 30
Marzo 2009, GOL: pt. 37' P. Scopel, 39' rig. Puppetti, st. 36' rig. Puppetti.
PIAVE TEGORZO: Faccinetto, Coppe, Rahli (st. 31' Giotto), Furlan, Rizzotto, P.
Scopel, Schievenin, Prosdocimo, A. Scopel (st. 19' Berra), Colmanet, Codemo.
Facchin e Biasion i super
goleador ( da "Gazzettino,
Il (OgniSport)" del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Virtus Csm). 10: D. Bortolon
(Altivolese). 9: Binotto (Montegrappa), Zandonà (Bessica). 8: L. Nussio
(Castion), Puppetti, Bittante (Virtus Csm). 7: Tavarner (Lentiai), Pincin
(Maser). 6: Carretta (S.P.Calcio 2005), Merlo (Caerano), Galanti (Montegrappa),
Farenzena (Agordina), Cesca (Cisonese), Lise, Cavesso (Fiori Barp),
Una Piave Tegorzo volitiva
ha dovuto cedere il passo tra le mura amiche al più quotato Virtus F...
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: più quotato Virtus Farra CSM al
termine di una gara vivace e giocata a viso aperto dalle due compagini nonostante
un terreno reso pesante ed insidioso dalla pioggia battente. Una vittoria
meritata per la squadra di mister Mognon dimostratasi in ottima condizione
fisica e capace di buone trame di gioco sebbene ci siano voluti due rigori per
piegare la resistenza dei padroni di casa.
Fecondazione: Legge 40
Domani a vaglio Consulta ( da "KataWeb
News" del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 40 sulla fecondazione assistita
finisce sotto la lente della Corte Costituzionale. Domani, infatti, i giudici
della Consulta inizieranno ad esaminare, dopo un'udienza pubblica che si terrà
in mattinata, le questioni di legittimità sollevate nel 2008 dal Tar del Lazio
e dal Tribunale di Firenze, con tre distinte ordinanze, relative all'articolo
14 (commi 1, 2, 3 e 4) della legge,
Cassazione/ Bossi offese
giudice: contro immunità atti a ( da "Virgilio
Notizie" del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: A parere dellla Suprema Corte un
conto sono gli interventi parlamentari di Bossi sul federalismo, altra cosa
sono i giudizi offensivi sul magistrato espressi peraltro, sottolinea la Corte,
diversi anni dopo. Sarà ora la Corte costituzionale a dover decidere se
Montecitorio poteva dichiarare 'fuori giurisdizione' le parole di Bossi.
CASSAZIONE/ BOSSI OFFESE
GIUDICE: CONTRO IMMUNITÀ ATTI A CONSULTA
( da "Wall Street Italia"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: A parere dellla Suprema Corte un
conto sono gli interventi parlamentari di Bossi sul federalismo, altra cosa
sono i giudizi offensivi sul magistrato espressi peraltro, sottolinea la Corte,
diversi anni dopo. Sarà ora la Corte costituzionale a dover decidere se
Montecitorio poteva dichiarare 'fuori giurisdizione' le parole di Bossi.
Studio finlandese:
funziona la tecnica dell'embrione single
( da "Corriere.it"
del 30-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte Costituzionale si riunisce
per discutere i ricorsi presentati con 3 ordinanze distinte dai tribunali del
Tar di Roma e Firenze. Le questioni di legittimità costituzionale sono legate
in particolare ad alcuni articoli-chiave della legge: formazione di un numero
limitato di embrioni e obbligo di impiantarli insieme,
( da "Manifesto, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
MAGISTRATI Md al
voto. Bruti Liberati lascia «È finita l'unità» Lo scontro è ufficiale Sara
Menafra INVIATA A MODENA Al terzo giorno di congresso, il tema dello scontro
salta fuori. Ne parla Nello Rossi, procuratore aggiunto di Roma ed ex
segretario generale di Md. Ma applaudono tutti, anche quelli che più si sentono
messi in discussione: «E' finita l'unità di magistratura democratica»,
esordisce lui. «Ma se siamo tutti più soli, dobbiamo essere anche più
responsabili». Il punto è la divisione interna, concretizzata nei due documenti
contrapposti, Albano contro Albamonte dal nome dei primi firmatari dei due
testi. Ovvero - se ci concediamo di banalizzare - l'intransigenza professionale
e il sostegno all'attività dell'Anm, contro la centralità dell'impegno politico,
dell'identità di Md nelle battaglie civili e sui diritti. Nell'intero anno che
ha preceduto il congresso di questi giorni a Modena, Magistratura democratica
ha discusso molto. Dividendosi soprattutto su due temi: la riforma Castelli
così come modificata dal centro-sinistra. E il caso De Magistris, con gli
strascichi dello scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro conficcati in
una contraddizione spinosa, fra la battaglia contro la corruzione e il rispetto
delle regole. «Negli anni in cui ero segretario, ho cercato di evitare il
disastro della riforma Castelli e prima di me e insieme a me l'ha fatto Edmondo
Bruti Liberati», dice Rossi: «Il testo che era già diventato legge quando ci
siamo misurati coi cambiamenti voluti dal centro-sinistra, proponeva di punire
sul piano disciplinare soprattutto noi di Md, perché siamo quelli che parlano,
che vogliono dire la loro». «Nel caso dello scontro tra Salerno e Catanzaro
avremmo potuto fermarci a una linea di attesa e prudenza», aggiunge Cascini che
oltre ad essere fra i principali dirigenti di Md è pure segretario dell'Anm:
«Invece abbiamo scelto di rifiutare ogni logica di appartenenza e protezione.
La negazione di ogni inettitudine è per noi l'unico modo di confrontarsi con
fatti e scelte concrete». Opposta, o almeno centrata su un altro fulcro, la
linea di Giovanni Palombarini, vice pg alla Cassazione. Ma pure di Sergio
Mattone, presidente della sezione lavoro del Palazzaccio, Renato Greco, a capo
del tribunale di Cosenza, Livio Pepino, consigliere al Csm.
«Dal diritto penale minimo siamo passati al diritto penale del nemico che
cresce, ogni passo un divieto», spiega Giovanni Palombarini, che le battaglie
sui diritti le ha fatte praticamente tutte, ultime quelle sui Pacs e sulla
legge 40: «E' importante concentrarsi sulla difesa delle garanzie e sulla
giurisprudenza, avendo il coraggio di criticare le sentenze arretrate e
succubi delle indicazioni politiche». La votazione finale prevista per oggi
sarà a dir poco complessa e non segnalerà immediatamente l'eventuale
avanzamento della linea «critica» del documento Albano. Colpa, soprattutto, del
sistema elettorale con cui viene nominato il consiglio di Md, composto di 20
membri, e di qui, con un'elezione indiretta, il presidente e il segretario.
Difficile sarà pure tradurre in voti il dibattito in corso. Non ci sono mozioni
contrapposte, ma ogni membro di Md vota una scheda che consente fino a 14
preferenze, 7 uomini e 7 donne, rispettando le quote rosa. Dunque vinti e
vincitori andranno dedotti incrociando voti e collocazione dei singoli. Un
cambiamento al vertice è praticamente obbligatorio. Edmondo Bruti Liberati,
oggi presidente, ha detto da tempo che non si candiderà più neppure al
consiglio. E il suo abbandono mette un punto interrogativo non solo sulla poltrona
più alta, ma pure su quella della segretaria generale, Rita Sanlorenzo,
candidata al rinnovo ma che potrebbe essere proposta come presidente
dall'opposizione, così da liberare il seggio più operativo. Foto: LA PM ILDA
BOCCASSINI /FOTO AP
( da "Corriere delle Alpi"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
SCONFITTA IN CASA
Due rigori per la Virtus Csm il Tegorzo finisce al tappeto
SEGUSINO. Sconfitta di rigore per la Piave Tegorzo. I ragazzi di Bee vengono
superati in casa dalla Virtus Csm che passa grazie ai due rigori concessi loro
dall'arbitro. Il primo a passare è però il Tegorzo: al 37' una punizione dalla
propria metà campo di Paolo Scopel rimbalza davanti al portiere trevigiano e si
infila, inaspettatamente, sotto l'incrocio dei pali. La reazione della
Virtus è immediata: Pupetti si guadagna il rigore e dal dischetto lo trasforma
due minuti dopo. Nella ripresa la Virtus Csm è subito in avanti: ci prova con
Vassalli, con Puppetti e con Meneghin. All'81' Rizzotto atterra Meneghin in
area e dal dischetto Puppetti segna il definitivo 2-1. (va.da.)
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CAMPESE -
GIOV.EZZELINA 1-1 GIOV. EZZELINA: Mattiello, M.Pellizzari, Brunello,
D.Pellizzari, ... CAMPESE - GIOV.EZZELINA 1-1 GIOV. EZZELINA: Mattiello,
M.Pellizzari, Brunello, D.Pellizzari, Bordignon, M.Zen, P.Pellizzari, R.Citton,
Facchinello, A.Citton (35' st Moschieni), Bazzacco (20' st Guadagnini).
Allenatore: Alberton. Arbitro: Collavo di Treviso. Reti: 20' pt Gabrielli, 35'
pt Facchinello AURORA TREVISO DUE - MONASTIER: 1-2 AURORA TREVISO DUE:
Cavarzerani, Sirena, Renosto, Prandin, Coppe, Gumier, Awuku, Camatta, Mella, Buqa,
Dalla Tor. Allenatore: Gardiman. MONASTIER: Criveller, Fracas, Gobbo,
Pietrobon, Girardi (25' st Bardi), Tonon, Pasqual (30' st Tommasi),
Pietropolli, Rubin, Cremonese (15' st Florian), Bortolan. Allenatore: Dotto.
Arbitro: Rossi di Bassano. Reti: 30' pt Fracas (rig.), 40' pt Rubin, 4'st Buqa
CALCIO PAESE - SALVATRONDA 1-1 CALCIO PAESE: Pozzobon (17' pt Bilibio), Bovino,
Alessandrini, Lipomi, Orlando (29' st Montin), Valcarenghi, Mattiazzi (35' st
Parisotto), Carlesso, Tronchin, R. Stocco, Girardin. Allenatore: Pavan.
SALVATRONDA: Campagnaro, Salvadori, Bertolo, Piazza, Fedato (40' st
Stangherlin), Graziotto, Milani, Zampieri (29' st Cosma), Zanon (33' st
beltrame), Maci, Pozzobon. Allenatore: Graziotto. Arbitro: Ajdini di Treviso.
Reti: 47' pt Milani, 33' st Tronchin. CAMPIGO - S. ELENA Rinviata per
impraticabilità del terreno di gioco CASALE - CIPRIANOCATRON 2-0 CASALE:
Zaffalon, Pegoraro (25' st Berton), Vallotto, Dal Ben, Vanin, Dotto,
Vettorello, Carlon, Rizzato (28' st Racchieru), Simonaggio, Leopizzi (33' st
Gobbo). Allenatore: Favaro CIPRIANOCATRON: Toffolo, Begotto, Ragno, Dal Ben, Di
STefano, Barbierato, Gasparini, Marian, Meneghin, Battistella, Pauletto
Allenatore: Corò. Arbitro: Barracano di Treviso. Reti: 9' pt Leopizzi (rig.),
34' pt Leopizzi. Note: espulso al 8' pt Marian per fallo. DAL SANTO FOSSALUNGA
- CENDON 0-2 DAL SANTO FOSSALUNGA: Sartoretto, A. Gazzola, Pozzobon, A. La
Rocca, Pastro, Gambarotto, Dal Zotto (5' st L. Gazzola), Asllanaj, L. La Rocca,
Ruota, Simionato (15' st Fuser, 25' st Castellan). Allenatore: Grigni. CENDON:
Marcuzzo, Bin, Zamuner, Viale, Caldato,Bessegato, Cavallarin (44' pt Favaro,
33'st Romano), Moci, Pietrobon, Sartori (31' pt Vanin), Cecino. Allenatore:
Patete. ARBITRO: Trentin di Treviso. RETI: 14' pt Moci, 33' pt Pietrobon. NOTE:
espulso Sartoretto al 30'st per fallo. GODIGESE - MIGNAGOLA 0-0 GODIGESE:
Rossi, Staltari, Amato (30' st Capovilla), Milani, Schirato, Vanin, Marzonetto,
Turcato, Cremasco, Daminato (5' st Sapo), Trentin. Allenatore: Miglioranza.
MIGNAGOLA: Biffis, Bomotto, Merotto, Tommasi, Pillon, Poloni, Zanolli (15' st
Fossaluzza), Biasuzzi, Rizzo (40' st Conte), Favaro (30' st Botter), Marton.
Allenatore: Pavan. ARBITRO: Agostini di Bassano. NOTE: espulso Trentin al 45'
st per fallo VIGOR - SALGAREDA rinviata per impraticabilità del terreno di
gioco VIGOR: Pivetta, Pagotto, Zaccagnino, Bertoli, Gabbaba, Morettin, Rui,
Pellegrini, Owusu, Daneluzzi, Sut. Allenatore: Gurizzan. SALGAREDA: Izzo,
Rosolen, Spigariol, Marcon, Fornasier, Ostanello, Bozzetto, Casonato, Bigaran,
Bona, Baldissin. Allenatore: Cavezzan. LA SALUTE - GORGHENSE rinviata per
impraticabilità del terreno di gioco LA SALUTE: Sorgon, Missio, Brichese A.,
Faggiani, Baiana, Presotto, Artico, Anese, Saro, Padovese, Valente. A
disposizione: Zussom Brichese F., Cappelletto, Cicuto, Marson F., Marson M.
Tonello. Allenatore: Gallo. GORGHENSE: Visintin, Massarotto, Cambosin, Cancian,
Antoniazzi, Da Dalt, Magnan, Rusalen, Paladin, Favero, Battaglia. A
disposizione: Vivan, Battistella, Benedetti, Paro, Battistel, Anzanello,
Bonotto. Allenatore: Garbin. ARBITRO: Calderan di San Donà di Piave. MARCON -
TREVILLE rinviata per impraticabilità del terreno di gioco MARCON: Finotto,
Cipolato, Cavagnis, Biolo, Bellato, Favaretto, Tagliapietra, Dal Fiore, Corradin,
Carraretto, Pistritto. A disposizione: Favaro, Piovesan, Girardi, Mion, Cester,
Terminelli, Franz. Allenatore: Berto. TREVILLE: Lorenzato, Ceron, Bortolanza,
Salvalaggio, Linel, M. Zilio, Bianco, Callegaro, Squizzato, Salvador, Guidolin.
A disposizione: Pegorin, Cavinato, Cucuecio, D'Agostini, Ferri, Parolin, Aruna.
Allenatore: R. Zilio. ARBITRO: Baggio di San Donà. NOTE: Rinviata causa
maltempo. ALTIVOLESE-FOEN 0-1 ALTIVOLESE: Zorzi, Bonetto, Zanet, Merlo, Bogana,
Bettamin, Cogolan, Bortolon, Boin, Bentivenga (20'st Pasqualetto), Visentin.
Allenatore: Martignon. ARBITRO: Shvail di Treviso. RETI: 6'pt Biasion.
BESSICA-MONTEGRAPPA 1-1 BESSICA: Campanaro, Giordan, Baggio, Parise, Meda,
Roncato, Favero (35'st Savio), Pastro, F.Pellizzari, Favaro (28'st Torresin),
Tarraran. Allenatore: Sardena. MONTEGRAPPA: Codemo, Pandolfo, Cosma, Bordin
(20'st Gatto), Zen, Bandiera, Galanti, Sartori, Sartor (44'st Cervo), Meneghin,
Binotto (10'st Merlo). Allenatore: Prosdocimo. ARBITRO: Ceneda di Conegliano.
RETI: 13'pt Binotto, 13'st Giordan. CAERANO-SP 2005IO rinviata per
impraticabilità di campo CISONESE-JUVENTINA 2-2 CISONESE: Bellotto, Gallina, De
Vecchi, Cesca, Marostica (16'st Conte), Padoin, Benincà, Nadir, Pradetto,
Buffon (28'st Bianco), Trinca. Allenatore: V. De Vecchi ARBITRO: Voltarel di
Treviso RETI: 1'pt Buffon, 8'pt Buffon su rigore, 25'st Marin, 40'st Robassa LA
SERNAGLIA-LENTIAI rinviata per impraticabilità di campo FRANCENIGO-ALPINA 0-1
FRANCENIGO: Zaia, Maset, Zampol, G.Manfè, Battistella, Biasi, Muner (20'st
Nardin), De Marchi, Ortolan (15'st Avologno), Vidotto, Nardellotto (40'st
Nadal). Allenatore: Sozza ARBITRO: Bresolin di Bassano RETI: 49'st Menegolla
GAIARINE-SARMEDE rinviata per imparticabilità di campo SANTA LUCIA
MILLE-VITTSANGIACOMO 4-0 S.LUCIA DEI MILLE: Lazzer, Bressan, M.Pillonetto
(23'pt E.Pillonetto), Rizzardo, Lorenzon (23'pt Barbaresso), Sambugaro,
N.Giovanelli, Tessariol, Bandiera, L. Giovanelli (40' st De Giglio), Ros.
Allenatore: Canal VITTSANGIACOMO: Cipriani, Modolo, De Luca, Rui (31'st Dal
Cin), Dal Col (39'st D'Abramo), A.Piccin, E.Piccin, Ferri, Frassinelli,
Visentin, Rossoni (6'st Pin). Allenatore: Sottana ARBITRO: Calabrò da
Conegliano RETI: 2'st N. Giovanelli, 8'st Ros, 33'st L.Giovanelli, 43'st De
Giglio. LIMANA-VAZZOLESE rinviata per impraticabilità di
campo PIAVE TEGORZO-VIRTUS CSM 1- 2 PIAVE TEGORZO: Faccinetto, Coppe, Rahli, Furlan, Rizzotto,
Paolo Scopel, Schievenin, Prosdocimo, andrea Scopel, colmanet, Codemo. Sono
entrati: Giotto, Berra. All.: Bee. VIRTUS CSM: Gosetto, Meneghin, Gallon, M. Mognon, Bet, Fedato, Gerlin,
Zandonà, Vassalli, Puppetti, Bittante. sono entrati: Busetti, Baratto,
Tonon. All.: Mognon. ARBITRO: Favotto di Treviso. RETI: 37' Paolo Scopel, 39'e
81'Puppetti (rig). FIORI BARP-UNION MASER 0-2 FIORI BARP SOSPIROLO: De Nadai,
Calesso, D. Da Canal, Sovilla, De Lazzer, Giozet (65' Caldart), Tancon (46' N.
Da Canal), Lise, Viel, Pradel. Allenatore De Michieli. UNION MASER: Cimolin,
Facchin, Favretto (69' Morlin), Bronca (53' e Santinello), Casagrande, De Zen,
Cunial (87' Vettoretto), F. Santinello, Pincin, Toscan, Berroa. Allenatore
Pupulin. ARBITRO: Robilotta di Vicenza. RETI: 25' Pincin, 33' F. Santinello.
NOTE: Ammonito Viel. Calci d'angolo
( da "Tempo, Il" del
30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Caro
Gianfranco e cari amici, quella farfalla deve spiccare il volo. Noi lo
vogliamo, lo vogliono soprattutto i nostri giovani. Perché i giovani si sentono
farfalle, non calabroni. Dobbiamo evitare la disaffezione delle nuove
generazioni. Dobbiamo innanzitutto applicare la Costituzione, dobbiamo
rivitalizzarla, dobbiamo arricchirla. E ci metteremo tutto il nostro impegno.
Ci troviamo però in una curiosa situazione, ed a questo mi riferivo quando
parlavo delle contraddizioni della sinistra. Noi la riforma istituzionale
l'avevamo fatta e completata nel 2005, un lavoro a tutto campo iniziato con la
prima approvazione della Camera il 15 ottobre 2004 e terminato il 16 novembre
2005 con definitiva promulgazione, in seconda lettura, da parte del Senato.
Quella riforma, giova ripeterlo, interveniva su una cinquantina di articoli
della Costituzione e comprendeva: la devoluzione, un decentramento vero dei
poteri dallo Stato alle Regioni e l'istituzione del rango di Roma capitale:
entrambe riforme che abbiamo già ripreso e già sono state approvate dalla
Camera ed ora aspettano il sì definitivo del Senato; comprendeva la riduzione
del numero dei deputati e la competenza della Camera a legiferare solo sulle
questioni attinenti allo Stato centrale; prevedeva la riduzione del numero dei
senatori e la trasformazione del Senato in Senato federale, con competenze
sulle materie in concorrenza tra Stato e Regioni sancendo così la fine
dell'attuale bicameralismo perfetto; prevedeva il rafforzamento dei poteri del
Presidente del Consiglio, che sarebbe diventato Primo Ministro, avrebbe avuto -
tra l'altro - il potere di nomina e revoca dei componenti del governo e il
diritto di chiedere e ottenere lo scioglimento della Camera; prevedeva infine
l'introduzione della sfiducia costruttiva e di norme anti-ribaltone, la riforma della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore
della Magistratura e più ampi e democratici poteri in materia di referendum
popolari. Tutto ciò lo facemmo in oltre un anno di lavoro. Si trattava di
riforme ispirate alle costituzioni di più antica democrazia e di più collaudata
efficienza, da quella inglese a quella tedesca. Ma come si comportò
allora la sinistra, quella sinistra che proprio oggi, attraverso alcuni suoi
esponenti di primo piano, plaude alla richiesta di riforme? Rifiutò di
contribuire a quella importante riforma, impedendo così di raggiungere il
consenso dei due terzi del Parlamento. E da lì a meno di un anno indisse addirittura
un referendum, che cancellò quelle fondamentali innovazioni, dopo una campagna
strumentale e manipolatoria con la quale ci si accusò addirittura di attentato
alla democrazia. Un comportamento irresponsabile, di cui ancora oggi scontiamo
le conseguenze in termini di governabilità, di costi della politica, di
distanza e di disaffezione tra i cittadini e lo Stato. Non solo. All'atto
dell'insediamento di questo governo abbiamo riproposto l'offerta
all'opposizione di un reciproco rapporto costruttivo, di una legislatura
costituente per ammodernare lo Stato e ridurne i costi e le inefficienze. E
l'abbiamo avanzata, quella offerta, nella sede più propria: non nei talk show o
con interviste estemporanee, ma in Parlamento. L'abbiamo avanzata, aggiungo,
accogliendo l'auspicio del capo dello Stato, che era il nostro auspicio. Ci
venne risposto di sì. Ma dopo pochi giorni quel sì si trasformò in no. La
conclamata buona volontà costituente degenerò in una campagna di insulti e di
ridicole accuse di regime nelle piazze, sui giornali, in televisione. È
evidente che riforme di questa portata andrebbero fatte in due, maggioranza e
opposizione. È ancora più evidente che, dopo queste esperienze, c'è molto da
dubitare sulla serietà della nostra controparte. Nonostante questo, ci siamo
impegnati a cambiare e a modernizzare lo Stato. E lo stiamo facendo. Lo sta
facendo la nostra maggioranza parlamentare. Stiamo portando a compimento
l'approvazione del federalismo; sul quale parte dell'opposizione, in
particolare il Pd, ha deciso di astenersi. Il federalismo — anche qui sfatiamo
un altro luogo comune — non è né un tributo pagato alla Lega di Bossi né una
mera ridistribuzione su base territoriali delle risorse fiscali e delle spese.
Il federalismo è qualcosa in cui insieme a Bossi abbiamo creduto fin
dall'inizio del nostro cammino comune, ed è profondamente diverso da quel finto
federalismo che la sinistra ha approvato in tutta fretta nel 2001, allo scadere
della sua legislatura, con appena quattro voti di maggioranza. Un falso federalismo,
quello, che ha aggravato e non risolto i problemi, che allontana e non avvicina
i cittadini alla cosa pubblica. No. Nulla di tutto questo. Il nostro
federalismo è una vera riforma di sistema che non frammenta le competenze, che
non si occupa dei poteri, ma distribuisce le risorse e le imposte sul
territorio sottoponendole al diretto controllo e alla sovranità dei cittadini,
quindi del popolo. È un federalismo che non dimentica mai la solidarietà verso
le aree ed i ceti più disagiati, verso il Sud, ponendo così fine all'era dei
finanziamenti a pioggia e degli sprechi inaugurando invece l'era della
responsabilità. Quando sarà a regime, il federalismo ci porterà ad una
riduzione delle spese inutili e quindi delle tasse, razionalizzerà le risorse
indirizzandole dove ce n'è veramente bisogno, responsabilizzerà gli
amministratori locali, restituirà sovranità ai cittadini e al popolo. Al
federalismo non può che fare da evidente ed indispensabile contrappeso il
rafforzamento dei poteri del governo centrale sulle materie di sua competenza.
Questa esigenza è già preesistente al federalismo: il Paese ha bisogno di
governabilità. La maggioranza ha finora governato in una situazione economica
mondiale tra le più difficili, difendendo i beni fondamentali della società
italiana: il lavoro, la famiglia, la casa, il risparmio, la coesione sociale,
la libertà d'impresa. Ma proprio in questi momenti l'esperienza ci dimostra che
nell'azione di governo il ruolo del premier resta fondamentale e deve avere
maggiori poteri rispetto a quelli attuali, di fatto inesistenti, che la
Costituzione gli assegna. Vedete, sui poteri del presidente del Consiglio
italiano si sono costruire molte favole. Eppure da noi la realtà è che il Capo
del governo non può nominare nè revocare i ministri come i suoi colleghi
europei, non ha gli stessi poteri che hanno i capi di governo delle grandi
democrazie, ma può soltanto redigere l'ordine del giorno del Consiglio dei
ministri ed esercitare un'azione di moral suasion. Scusate, ma è importante
chiarire questi punti e portarli alla conoscenza di tutti. Anche dei
giornalisti stranieri che in grande numero hanno chiesto di essere accreditati
al nostro congresso. Io non so fino a che punto conoscano tutte le regole che
limitano l'azione del premier italiano. Di certo sanno che nei loro Paesi il
capo del governo ha poteri veri. In Italia, invece, ha poteri finti. La verità
è che, così come è, lo Stato non funziona più. È lento e in costante ritardo
nel dare le risposte appropriate. Lo era in tempi di ordinaria amministrazione;
lo è drammaticamente oggi in situazioni di emergenza. Il governo, però, non può
assolutamente lasciarsi imbrigliare dai ritardi e dalle inefficienze dello
Stato. È dunque venuto il tempo di modernizzare la Costituzione nella sua seconda
parte arricchendola, non stravolgendola, per consentire al governo e al
Parlamento di svolgere al meglio ognuno la propria parte, ognuno nel proprio
ruolo. Questa è la grande missione della nostra maggioranza parlamentare. Già
oggi, di fatto, nelle elezioni Politiche gli elettori sono chiamati a votare un
partito e ad indicare un Capo del governo. Questa scelta che ha già
profondamente modernizzato la nostra democrazia, non viene più messa in
discussione da alcuno, viene praticata dai nostri avversari. I quali, anzi,
quando il loro premier eletto è stato scalzato da due capi del governo della
stessa coalizione, ma non eletti dal popolo, hanno pagato pesantemente in
termini di governabilità e di credibilità. I loro elettori si sono sentiti
traditi, e non a torto. E non è più rinviabile anche la riforma dei regolamenti
parlamentari, i quali sono rimasti praticamente immutati dall'epoca della prima
repubblica, e non possono essere più strumento di ritardi e pretesto e
strumento di ostruzionismo. La riforma, è perfino superfluo sottolinearlo, non
andrà a ridurre o mortificare il Parlamento, ma restituirà al Parlamento il suo
giusto ruolo legislativo e la sua piena dignità. Che è quella di valutare,
discutere e votare i provvedimenti di legge nei tempi imposti non dal governo,
ma dall'urgenza delle circostanze. Anche questo è un modo per restituire agli
eletti dal popolo la credibilità e la legittimazione agli occhi del popolo
stesso. Non spetta al governo né tanto meno al Presidente del Consiglio
riformare i poteri del capo del governo. Io ho espresso alcune considerazioni e
indicato le vie più logiche e percorribili. Ma la materia è di competenza del
Parlamento. È la tipica materia sulla quale è auspicabile, anzi necessario, il
confronto — e se possibile il concorso — dell'opposizione. Se questo concorso
ci sarà, e sarà serio e non durerà lo spazio di un mattino prima del ritorno
alla piazza, sarò il primo a rallegrarmene e darne atto ai leader della
minoranza. Ma è evidente che nel frattempo la maggioranza ed il Popolo della
Libertà non possono sottrarsi dal fare la loro parte, dal compiere il loro
dovere di sciogliere questo nodo nelle forme costituzionalmente previste,
nell'offrire a voi ed a tutti gli italiani la soluzione per un governo che
governi ed un Parlamento che controlli. I nostri capigruppo stanno da tempo
lavorando ad una proposta di legge di iniziativa parlamentare che riassumerà le
soluzioni più efficaci; su di essa chiederanno il consenso della maggioranza e
si misureranno con l'opposizione. Ma quando si parla di modernizzare lo Stato
non possiamo tralasciare la Pubblica Amministrazione. Che è poi quella parte di
Stato con la quale tutti voi, ogni cittadino, ogni impresa, si confronta ogni
giorno. Ogni volta che vi presentate ad uno sportello, ogni volta che siete
chiamati a sbrigare una pratica, voi e noi abbiamo di fronte la Pubblica
Amministrazione. Abbiamo iniziato a renderla più efficiente e trasparente.
Abbiamo introdotto negli uffici pubblici i criteri di merito e di
responsabilità. Abbiamo affermato il metodo secondo il quale la Pubblica
Amministrazione non è più il giudice di se stesso, ma sono i cittadini che
giudicano la Pubblica Amministrazione ed il funzionario pubblico. Da grande
moloch autoreferente, da grande corporazione inefficiente, la nostra Pubblica
Amministrazione si sta digitalizzando, velocizzando, sta cominciando a
ripulirsi di inefficienze ed anche di cattive abitudini. Cari amici, oggi si
conclude la lunghissima transizione italiana. Quella cominciata nel 1993, con
la fine della prima repubblica. Quando i giovani che per la prima volta
quest'anno andranno al voto, erano ancora all'asilo. Abbiamo lavorato,
combattuto, sofferto in questi anni per difendere la libertà, per non
consegnare il Paese alla sinistra, per dare voce all'Italia moderata,
all'Italia seria, all'Italia laboriosa. E abbiamo lavorato per costruire quello
che oggi si presenta agli italiani: questo nostro nuovo grande partito
moderato, liberale, nazionale, riformista, intorno al quale ruoterà la politica
italiana dei prossimi decenni. Quali sono allora le missioni del nostro nuovo
partito del Popolo della Libertà oltre quella di sostenere il governo e la sua
maggioranza? La storia del nostro Paese, che fra poco compie 150 anni, ha
conosciuto delle stagioni politiche di forte sviluppo nella democrazia e nella
libertà. Penso ai Padri fondatori, quelli che hanno costruito l'Italia unita e
quelli che, dopo la tragedia della guerra, l'hanno ricostruita. Il Popolo della
Libertà guiderà la terza ricostruzione, la ricostruzione di un Paese che
supererà la crisi economica e ne uscirà più forte di prima, ma che saprà anche
por fine a una fase di incertezza politica e ad un bipolarismo finora solo
abbozzato e che finalmente si compie. Un grande movimento come il nostro, che nei
sondaggi fatti ieri dopo il primo giorno di Congresso ha già superato il
consenso del 44% degli italiani e che si candida a raggiungere il 51%, non può
accontentarsi. Mai. Non ci accontentiamo dei grandi risultati ottenuti come
forza di governo, non ci accontentiamo di questi successi e di questo consenso,
sappiamo che ci sono ancora tanti altri italiani che possono unirsi a noi per
diventare con noi protagonisti del grande sogno e del grande progetto di fare
dell'Italia un Paese davvero moderno, davvero libero, davvero europeo. A loro,
oltre che ai tanti, tantissimi che ci hanno dato fiducia, ci rivolgeremo da
domani con l'entusiasmo e la passione di sempre. Non dobbiamo avere paura di
pensare in grande, ancora più in grande. Quello che abbiamo fondato oggi è un
grande partito per guidare l'Italia nel nuovo secolo, per rispondere alle nuove
e più complesse sfide del governo di una società complessa come la nostra.
Quello che abbiamo costruito durerà nel tempo e sopravviverà certamente ai suoi
fondatori. Non possiamo fermarci. Ci aspettano nuove sfide e nuove verifiche,
alcune quasi immediate. Le elezioni amministrative sono importanti: potranno
cambiare il volto e il colore politico di molte amministrazioni locali, ancor
oggi in mano alla sinistra. Ci serviranno per portare il buon governo dei
nostri amministratori nelle tante città, grandi e piccole, chiamate alle urne.
Noi vogliamo una democrazia che parta dal basso, che si fonda sul principio di
sussidiarietà, nella quale gli enti locali hanno un compito fondamentale. Noi
vorremmo che gli amministratori locali si sentissero partecipi, come noi, della
trasformazione del Paese. È questa la garanzia che offriranno i candidati del
popolo della Libertà alla guida delle nostre città e delle nostre province - province
che fino a quando esistono vanno governate nel migliore dei modi, con
efficienza e soprattutto profondo rispetto del denaro pubblico. Per questo i
nostri candidati saranno persone che vengono dalla trincea del lavoro, saranno
giovani, ci saranno molte donne. Saranno persone che hanno il nostro stesso
entusiasmo, i nostri stessi sogni, un grande sogno che vogliamo diventi realtà
in ciascuna delle nostre città. Ancora più importanti sono le elezioni europee.
Con le elezioni europee dobbiamo eleggere al Parlamento Europeo delle persone
preparate e motivate, delle persone che siano pronte ad impegnarsi ogni giorno
nei lavori dell'aula e delle commissioni, anche per difendere gli interessi del
nostro Paese. Puntiamo a diventare il primo partito del gruppo Popolare al
Parlamento Europeo. Possiamo riuscirci, per contare di più, perché la voce
dell'Italia sia più forte. Per questo non ho esitazioni a impegnarmi
direttamente, come credo un leader debba avere il coraggio di fare. Una
bandiera? Sì, una bandiera dietro la quale ogni vero leader chiama a raccolta
il suo popolo. Sarebbe bello che anche il leader dell'opposizione, se esistesse
un leader, facesse altrettanto. Un partito come il nostro non si può
accontentare dei successi ottenuti e non può guardare soltanto alle prossime
elezioni. Il Popolo della Libertà ha su di sé il peso della conduzione della
nazione: per questo dobbiamo pensare al futuro e alle prossime generazioni.
Pensare al futuro significa proiettare in avanti di 10-20 anni il nostro
orizzonte politico, con l'obiettivo di consegnare ai giovani di oggi un'Italia
completamente rinnovata. L'impresa del cambiamento non ci spaventa. Anzi, è la
nostra vera missione. Anche per questo siamo un partito diverso da tutti quelli
del passato. Non siamo il riflesso di un teorema ideologico, di un'utopia
visionaria, di una ragione astratta. Siamo piuttosto una felice espressione
della cultura del nostro tempo, della cultura del fare, una cultura che rifiuta
e rifugge da categorie ormai superate e privilegia invece i risultati e le
riforme concrete. Noi non dobbiamo dimenticare mai che tra i tanti nostri
meriti abbiamo quello di avere introdotto nella politica la vera moralità, la
moralità del fare. Dobbiamo esserne tutti consapevoli: che un rappresentante
delle istituzioni sia onesto, che non rubi, è davvero il minimo. Ciò che
bisogna pretendere è che chi è eletto onori il programma sul quale ha avuto la
fiducia dei cittadini, che mantenga gli impegni assunti con gli elettori. Per
noi il programma elettorale non è un pezzo di carta da stracciare dopo le
elezioni ma un patto vincolante, un impegno concreto con i cittadini che è da
onorare a tutti i costi. Queste dunque le missioni per il futuro del nostro
partito. Il Popolo della Libertà dovrà essere una fucina di idee e di programmi
per i nostri protagonisti, per il governo, per la nostra maggioranza
parlamentare. Un grande partito come quello a cui abbiamo dato vita ha un
bisogno assoluto del confronto delle idee, del dibattito politico, del
pluralismo culturale, dell'apporto delle diverse esperienze dei suoi componenti
e dell'apporto delle diverse sensibilità personali. Tutto questo - se non
diviene correntismo, se avviene in spirito unitario, leale, costruttivo - è il
lievito della democrazia e della forza dei movimenti politici che ambiscono non
solo a governare ma a rappresentare le speranze più profonde di un Paese.
Ringrazio perciò tutti i nostri amici che sono intervenuti nel corso di questi
tre giorni intensi di lavori, e che con i loro interventi - li ho ascoltati
tutti, di persona o alla TV - hanno dato vita ad un dibattito di alto profilo,
serio, responsabile, costruttivo che ha mostrato al Paese l'altissima qualità
della nostra classe dirigente. Vi sono grato per questo, e posso dirvi che
anche se per me è stata una conferma scontata, la prova è che il nostro è un
grande movimento, che nasce da una grande idea e che durerà nel tempo. Oggi voi
tutti siete protagonisti di una pagina della storia d'Italia. Ma il nostro
impegno, quello di chi ha partecipato a questi tre giorni di lavoro serrato,
quello di tutti i nostri militanti, del nostro Popolo, non finisce certo qui.
Avrete un'altra missione, non meno importante: dovrete impegnarvi nell'attività
missionaria, per far crescere i consensi e dovrete impegnarvi a fondo per
vincere le elezioni amministrative e per vincere le elezioni europee. E infine
dovrete impegnarvi sempre, ogni giorno, per radicare il nuovo partito nelle
vostre città e nei vostri Paesi, nei luoghi di lavoro e nelle scuole, fra i
vostri amici e i vostri colleghi per diffondere la conoscenza dei nostri
valori, per far conoscere i risultati del nostro impegno e del nostro lavoro.
Voi siete i Missionari della Libertà! Ed io con voi. Abbiamo appena eletto
l'Ufficio di Presidenza che condividerà con me la responsabilità delle scelte e
delle decisioni. Mi piacerebbe avervi tutti qui sul palco insieme a me, i
nostri Ministri, i nostri Governatori, i Capigruppo alle Camere, il Vice
Presidente della Commissione europea, il Sindaco della Capitale, i nostri tre
coordinatori Nazionali. Insieme noi vi auguriamo ogni bene e vi facciamo queste
promesse: Usciremo dalla crisi, non lasceremo indietro nessuno, cambieremo
l'Italia, difenderemo la nostra democrazia e la nostra libertà. Noi siamo il
partito degli italiani, siamo il Popolo della Libertà. Viva l'Italia. Viva la
libertà.
( da "Tempo, Il" del
30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Tribunale,
«fumata grigia» sulla nomina del presidente Il casoIl
plenum del Csm non ha deciso: ma Cerasoli resterebbe in vantaggio Da Alfano
rassicurazioni sull'aumento dei giudici. Scongiurati i tagli al personale Marco
Battistini Ancora un «fumata grigia» per la nomina del presidente del Tribunale
di Latina. Il plenum del Csm, cui spetta la decisione, non avrebbe ancora
raggiunto un accordo sul nome. Il giudice Guido Cerasoli appare ancora
il favorito, ma non avrebbe ancora convinto tutti i componenti dell'organismo.
Recentemente, Cerasoli aveva ricevuto una brutta sorpresa dalla prima sezione
del Tar di Roma che a gennaio rigettò il suo ricorso contro la decadenza dal
ruolo di presidente della sezione civile del Tribunale. Il dirigente aveva
impugnato la delibera del Csm, risalente al 30 aprile 2008, che disponeva la
pubblicazione di 167 uffici semidirettivi, tra cui quello da lui ricoperto a
Latina, nonché il provvedimento di decadenza dall'incarico e l'indizione del
nuovo concorso. I magistrati amministrativi romani hanno giudicato infondate le
tesi di Cerasoli, che ha guidato la sezione civile per oltre otto anni. Battuto
al Tar, il giudice potrebbe rifarsi al Csm, se si arriverà ad un'intesa sul suo
nome per la presidenza del Tribunale. Nel frattempo al palazzo di giustizia si
attendono novità positive sul potenziamento dell'organico. Dal Guardasigilli
sarebbero giunte nuove rassicurazioni sul completamento del personale
amministrativo, oltre all'impegno a garantire un prossimo ampliamento numerico
dei magistrati. «Abbiamo ascoltato con grande attenzione il ministro
nell'incontro avuto con lui di recente -ha riferito l'avvocato Malinconico,
presidente dell'Ordine degli avvocati- Il Guardasigilli è rimasto molto
sorpreso dai problemi esistenti per il personale di cancelleria, ed ha ordinato
una ricognizione al direttore generale dell'organizzazione del personale del
Ministero, che presto gli invierà una relazione sul Palazzo di giustizia di
Latina». C'è ottimismo sul raggiungimento degli obiettivi. «Fortunatamente
sarebbe stata scongiurata l'ipotesi di un taglio del personale -ha proseguito
Malinconico- come invece veniva prospettata in molte altre realtà della
penisola. Abbiamo evitato il peggio». Un traguardo, sia pur minimo, è stato raggiunto.
( da "ItaliaOggi Sette"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi Sette
Numero 075 pag. 212 del 30/3/2009 | Indietro Legal News
DIRITTO & SOCIETA' Avvocato anche per i giudici
amministrativi I magistrati amministrativi e quelli contabili potranno
avvalersi della difesa di un avvocato nei giudizi disciplinari che li vedono
coinvolti. La Corte costituzionale, con la sentenza n. 87/2009 depositata venerdì, ha infatti
dichiarato [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati:
6
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
L'ASSEMBLEA. Ieri
le assise provinciali. In calendario l'elezione del nuovo consiglio direttivo
Federcaccia, un affondo contro ogni estremismo di Sergio Botta C'era un clima
di grande attesa per l'assemblea della Federcaccia provinciale ospitata ieri
mattina dal Park hotel «Ca' Nöa» di Brescia. Oltre a seguire la relazione del
presidente provinciale uscente Enzo Bosio, infatti, gli iscritti dovevano
eleggere i 28 membri del nuovo consiglio direttivo che poi, giovedì, nominerà
il nuovo presidente. Grazie al nuovo statuto nazionale, il gruppo dirigenziale
resterà ora in carica non più per quattro ma per cinque anni, e ovviamente avrà
il compito di definire programmi e filosofia operativa dell'organizzazione.
Vedremo nei prossimi giorni come andrà a finire, ma intanto vanno sottolineate
alcune considerazioni «politiche» emerse dall'intervento di Bosio, neanche
troppo tenere con l'atteggiamento di altre realtà del mondo venatorio.
Raccogliendo le istanze delle sezioni, il presidente uscente ha ricordato «la
loro delusione nel constatare quale divario esista tra le nostre legittime
posizioni e gli scarsi risultati conseguiti. Inoltre si sta diffondendo
l'impressione che il peso politico di Federcaccia non conti per quel che
potrebbe, e che contemporaneamente sia venuto meno quel ruolo guida che non
solo il numero degli iscritti, ma anche le idee e il prestigio di una storia
centenaria dovrebbero garantirle». Sul banco degli imputati, dicevamo, alcune
associazioni venatorie che si distinguono per due caratteristiche:
«L'estremismo e la politicizzazione della caccia in vista di appuntamenti
elettorali o della distribuzione di incarichi e poltrone». Sul tappeto anche
l'annosa questione delle deroghe, e il continuo rimpallo di provvedimenti
approvati dalla Regione Lombardia e poi cassati sistematicamente per
illegittimità; anche dalla Corte Costituzionale. Quale
strada propone di seguire la Federcaccia bresciana? L'associazione pensa a una
sostanziale modifica delle legge quadro nazionale 157 del '92, soprattutto del
comma che definisce la competenza per le deroghe; ma anche una riperimetrazione
delle zone speciali di conservazione (zsc) e di quelle di protezione speciale (zps).
E poi la possibilità di cacciare su terreni coperti di neve da appostamento
fisso anche nelle zone di pianura. Inoltre, Federcaccia chiede la possibilità
di sparare agli acquatici da barche senza motore, l'abrogazione della scelta di
caccia in via esclusiva, l'abbassamento a 16 anni dell'età per il conseguimento
del porto d'armi per uso venatorio e la modifica dei tempi di prelievo per
alcune specie: dal primo settembre e fino a oltre il 31 gennaio. Nel frattempo,
però, si fanno i conti col calo degli iscritti, scesi l'anno scorso di 377 unità
(ora sono 16.635, suddivisi in 250 sezioni), e col bilancio 2008 (approvato
all'unanimità) in passivo di 10.400 euro.[\FIRMA]
( da "Nuova Venezia, La"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il presidente
Zoggia continua la campagna. Battaglia di sondaggi Provincia, Dalla Tor attende
l'investitura Dal Pdl annuncio ufficiale in settimana. Udc e Socialisti
andranno da soli ALBERTO VITUCCI Provincia al cardiopalmo. Sondaggi più o meno
ufficiali commissionati dal Pdl a due mesi dal voto danno il centrodestra in
vantaggio sugli avversari con una forbice che va dal 53 al 57 per cento. Ma
sono calcoli che tengono lo schieramento tutto insieme, frenano gli esperti.
Con il Pdl (ex Forza Italia e An) anche Udc e alcune civiche che fanno
riferimento al mondo socialista. Ma l'Udc, e anche il Partito socialista,
andranno da soli. Dunque è possibile che nessuno dei due schieramenti passi al
primo turno. Entra nel vivo la battaglia per la conquista di Ca' Corner.
Archiviato anche il congresso fondativo del Pdl, concluso ieri a Roma, si entra
nei giorni decisivi per liste e candidati. Entro la fine della settimana il Pdl
dovrebbe ufficializzare la candidatura di Mario dalla Tor, 53 anni, attuale
coordinatore provinciale di Forza Italia in pista da mesi. Anche se non tutte
le riserve sono state sciolte. La Lega. Pensando soprattutto alle regionali del
2010, la conflittualità fra il Carroccio e il Pdl è in aumento. Si voterà il
6-7 giugno in cinque delle sette province del Veneto. Non a Treviso e Vicenza
dove il presidente della Provincia è leghista. Due sono le amministrazioni dove
il centrodestra è favorito, Verona e Padova, tre dove l'esito è incerto: oltre
a Venezia, Rovigo e Belluno. Dopo il primo voto sul federalismo pare scontato
che la Lega non andrà da sola, appoggiando il candidato del Pdl. Ma se il Pdl
pretenderà il candidato a Padova il Carroccio potrebbe anche rimettere in
discussione l'ipotesi Dalla Tor. «Non esiste, per noi il candidato resta lui»,
dicono a una voce il coordinatore comunale Alessandro Danesin e l'assessore
regionale Renato Chisso. Dalla Tor sta lavorando in silenzio e ha già
formalizzato una lista di amministratori locali del centrodestra che lo
sostengono. Il centrosinistra. Davide Zoggia continua la sua campagna puntata
sulla «buona amministrazione» degli ultimi cinque anni e sull'alleanza larga,
che ha rimesso insieme i partiti dell'Unione. Con lui anche una lista civica
indipendente, Italia dei Valori e la sinistra. Udc. Il partito di Casini,
all'opposizione a Roma, è in giunta con Galan in Regione. Per la Provincia ha
scelto di correre da solo e metterà in campo l'ex sindaco e
parlamentare - oggi consigliere del Csm - Ugo Bergamo, che correrà anche per le
Europee. L'Udc è accreditata in provincia di almeno il 5-6 per cento dei voti,
dunque potrebbe risultare determinante al secondo turno. I socialisti. Il
partito socialista che riunifica le varie anime del Garofano dovrebbe andare da
solo. Altra incognita per i due contendenti Zoggia e Dalla Tor, dal
momento che il Ps conta di raggiungere almeno il 3 per cento dei voti. La
sfida. Nel 2004 finì sul filo di lana, con Zoggia eletto al primo turno con il
50,3 poer cento dei voti. Adesso la strada è in salita. Ma l'esito, a dispetto
dei sondaggi, resta incerto.
( da "Unita, L'" del
30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
«Resistere» e
soprattutto «reagire agli attacchi che da tempo e in forma sempre più grave
sono in corso all'assetto costituzionale dello stato repubblicano». La difesa
dei diritti e dei più deboli, dunque, come sempre al primo posto, utilizzando
però «la massima professionalità ed efficienza» e abbandonando una volta per
tutte «la difesa corporativa». Sono le linee guida principali con cui faticosamente,
dopo quattro giorni di confronti duri, a un passo dalla spaccatura interna,
Magistratura democratica chiude a Modena il congresso forse più difficile dei
suoi 45 anni di vita. Una vita per scelta in prima fila e impegnata
politicamente e da quindici anni vera ossessione del premier Berlusconi che
ancora indica le toghe rosse («l'armata rossa») come uno dei mali supremi, e
quindi da debellare. Il dibattito congressuale e della vigilia aveva due anime
contrapposte. Da una parte quella più identitaria e schierata che dice basta al
compromesso politico («il dialogo con Mastella ha solo prodotto guai») e
predica la «schiena dritta in un momento di crisi che è economica ma ancora
prima culturale» e che per sintesi fa riferimento a Livio Pepino, uno dei padri fondatori di Md e attuale membro del Csm.
Dall'altra quella più pragmatica, che ha ben chiaro il codice genetico di Md -
rifiuto del conformismo e della passività culturale e difesa dei diritti - ma
al tempo stesso sa anche che è necessaria l'autocritica, riformarsi, dialogare
di volta in volta sui vari punti con l'interlocutore del momento. È la
linea che ha prevalso in questi mesi nell'Anm - con la segreteria di Giuseppe
Cascini anche lui iscritto a Md - un po' meno nel Csm (il vicepresidente Mancino
non è venuto al congresso, segno di forti tensioni)e coltivata da alcune delle
menti più brillanti di Md, da Nello Rossi a Claudio Castelli, da Donatella
Donati a Anna Canepa per finire con il presidente uscente Edmondo Bruti
Liberati che dopo anni ringrazia, a sua volta è ringraziato con standing
ovation, ma lascia ogni incarico. I diritti dei clandestini La divisione ha
fatto sì che per la prima volta dagli anni settanta la corrente di sinistra
della magistratura sia andata al rinnovo delle cariche in ordine sparso, senza
un'indicazione di voto precisa. Quasi en plein di voti per Rita Sanlorenzo (400
su 506 votanti), segretario uscente, seguita da Donatella Donati e Claudio
Castelli (250) candidato alla presidenza. Se i numeri sembrano premiare la linea
più radicale, va detto che Sanlorenzo ha puntato nel suo intervento alla
mediazione tra le varie sensibilità e che il distacco nei confronti di
Castelli-Canepa-Donati non è così marcato. «Un risultato unitario e non di
spaccatura» dichiara Cascini. Unità che si ritrova nel documento finale,
miracolo di mediazione e tessitura di Vittorio Borraccetti e invocato dal palco
da Beniamino Deidda, il procuratore generale di Firenze che ha declinato
l'invito a fare il presidente. Gravissimi attacchi alla Carta Il futuro e
l'azione di Md vanno quindi ricercate nelle sette pagine del documento che
scandiscono le linee guida della corrente. La premessa è un manifesto politico:
«Nel nostro paese sono in corso da tempo e in forma sempre più grave attacchi
all'assetto costituzionale dello stato repubblicano». Seguono gli esempi: «Il
disegno di legge sul testamento biologico è in aperta violazione dei principi
universali della libertà personale e dell'autodeterminazione dell'individuo»;
il progetto di riforma delle intercettazioni «pregiudica l'efficacia
dell'azione investigativa e mette in discussione la libertà dell'informazione»;
le norme sui clandestini «espellono dalla moderna concezione di cittadinanza il
diritto primario e universale alla salute, ad avere un'identità e ad essere
titolare di diritti». Vengono messi in discussione il diritto allo sciopero e
il sistema della contrattazione collettiva, «tutela inderogabile delle
condizioni del lavoratore». Mentre, si legge ancora, «lo spazio privatissimo
del corpo umano viene pubblicizzato, lo spazio pubblico viene all'inverso
privatizzato destinandosi la tutela della sicurezza all'opera dei volontari
delle ronde». Poi l'accusa, netta, senza ombre, «alla politica di maggioranza
che promuove momenti di rottura della legalità costituzionale«. Un manifesto
molto chiaro. Politico oltre che giudiziario. Lontanissimo da quello
pronunciato da Berlusconi nel giorno in cui è diventato re del suo popolo.
( da "Mattino di Padova, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 29 - Altre UNION CSM - BASSANELLOG.: 2 - 1 UNION CSM - BASSANELLOG.: 2 - 1 UNION CAMPO SAN MARTINO: Stocco, Dal
Casti, Battilana, Tomasi, Tiso, Cardaioli, Maran, Ferraretto, Bolzan (25' st
Macari), Caielli, Rosso (10' st Ruzzon). All. Piccolo. BASSANELLOGUIZZA:
Pinton, De Lazzari, Grigoletto, Tonin, Rosso, Segafredo (25' st Bergamin),
Schiavon, Borella, Sandon, Penazzato (35' st Sabatini), Toson. All. Bonifacci.
RETI: 30' st Dal Casti, 32' st Caielli, 40' st Sandon (rigore).
( da "Unita, L'" del
30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
L'impegno delle
"toghe rosse" «Difenderemo la Carta» CLAUDIA FUSANI «Resistere» e
soprattutto «reagire agli attacchi che da tempo e in forma sempre più grave
sono in corso all'assetto costituzionale dello stato repubblicano». La difesa
dei diritti e dei più deboli, dunque, come sempre al primo posto, utilizzando
però «la massima professionalità ed efficienza» e abbandonando una volta per
tutte «la difesa corporativa». Sono le linee guida principali con cui
faticosamente, dopo quattro giorni di confronti duri, a un passo dalla
spaccatura interna, Magistratura democratica chiude a Modena il congresso forse
più difficile dei suoi 45 anni di vita. Una vita per scelta in prima fila e
impegnata politicamente e da quindici anni vera ossessione del premier
Berlusconi che ancora indica le toghe rosse («l'armata rossa») come uno dei
mali supremi, e quindi da debellare. Il dibattito congressuale e della vigilia
aveva due anime contrapposte. Da una parte quella più identitaria e schierata
che dice basta al compromesso politico («il dialogo con Mastella ha solo
prodotto guai») e predica la «schiena dritta in un momento di crisi che è
economica ma ancora prima culturale» e che per sintesi fa riferimento a Livio
Pepino, uno dei padri fondatori di Md e attuale membro del
Csm. Dall'altra quella più pragmatica, che ha ben chiaro il codice genetico di
Md - rifiuto del conformismo e della passività culturale e difesa dei diritti -
ma al tempo stesso sa anche che è necessaria l'autocritica, riformarsi,
dialogare di volta in volta sui vari punti con l'interlocutore del momento.
È la linea che ha prevalso in questi mesi nell'Anm - con la segreteria di
Giuseppe Cascini anche lui iscritto a Md - un po' meno nel Csm (il
vicepresidente Mancino non è venuto al congresso, segno di forti tensioni)e
coltivata da alcune delle menti più brillanti di Md, da Nello Rossi a Claudio
Castelli, da Donatella Donati a Anna Canepa per finire con il presidente
uscente Edmondo Bruti Liberati che dopo anni ringrazia, a sua volta è
ringraziato con standing ovation, ma lascia ogni incarico. I diritti dei
clandestini La divisione ha fatto sì che per la prima volta dagli anni settanta
la corrente di sinistra della magistratura sia andata al rinnovo delle cariche
in ordine sparso, senza un'indicazione di voto precisa. Quasi en plein di voti
per Rita Sanlorenzo (400 su 506 votanti), segretario uscente, seguita da
Donatella Donati e Claudio Castelli (250) candidato alla presidenza. Se i
numeri sembrano premiare la linea più radicale, va detto che Sanlorenzo ha
puntato nel suo intervento alla mediazione tra le varie sensibilità e che il
distacco nei confronti di Castelli-Canepa-Donati non è così marcato. «Un
risultato unitario e non di spaccatura» dichiara Cascini. Unità che si ritrova
nel documento finale, miracolo di mediazione e tessitura di Vittorio
Borraccetti e invocato dal palco da Beniamino Deidda, il procuratore generale
di Firenze che ha declinato l'invito a fare il presidente. Gravissimi attacchi
alla Carta Il futuro e l'azione di Md vanno quindi ricercate nelle sette pagine
del documento che scandiscono le linee guida della corrente. La premessa è un
manifesto politico: «Nel nostro paese sono in corso da tempo e in forma sempre
più grave attacchi all'assetto costituzionale dello stato repubblicano».
Seguono gli esempi: «Il disegno di legge sul testamento biologico è in aperta
violazione dei principi universali della libertà personale e
dell'autodeterminazione dell'individuo»; il progetto di riforma delle intercettazioni
«pregiudica l'efficacia dell'azione investigativa e mette in discussione la
libertà dell'informazione»; le norme sui clandestini «espellono dalla moderna
concezione di cittadinanza il diritto primario e universale alla salute, ad
avere un'identità e ad essere titolare di diritti». Vengono messi in
discussione il diritto allo sciopero e il sistema della contrattazione
collettiva, «tutela inderogabile delle condizioni del lavoratore». Mentre, si
legge ancora, «lo spazio privatissimo del corpo umano viene pubblicizzato, lo
spazio pubblico viene all'inverso privatizzato destinandosi la tutela della
sicurezza all'opera dei volontari delle ronde». Poi l'accusa, netta, senza
ombre, «alla politica di maggioranza che promuove momenti di rottura della legalità
costituzionale«. Un manifesto molto chiaro. Politico oltre che giudiziario.
Lontanissimo da quello pronunciato da Berlusconi nel giorno in cui è diventato
re del suo popolo. Si chiude a Modena il congresso di Magistratura democratica.
Raggiunta una faticosa mediazione in un documento di 8 pagine. I voti premiano
la linea radicale. Sanlorenzo segretario, Castelli verso la presidenza.
( da "Giornale.it, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 13 del
2009-03-30 pagina 18 Migliaia in marcia contro l'aborto di Redazione «No
all'Olocausto silenzioso», «Grazie mamma che mi hai lasciato vivere». Decine di
migliaia di spagnoli - mezzo milione di persone secondo gli organizzatori -
sono scese in piazza ieri a Madrid per dire «no» alla nuova legge sull'aborto
che potrebbe essere approvata entro la fine dell'anno e al suo regista, il
premier socialista José Luis Zapatero. La marcia è stata organizzata da un
centinaio di associazioni per la vita che hanno marciato insieme a persone
normali dietro a un maxi-striscione dal messaggio inequivocabile: «Non esiste
il diritto di uccidere, esiste il diritto di vivere» e hanno promesso che la
protesta è solo l'inizio di una mobilitazione ben più lunga. Il Partito Popular
ha annunciato nei giorni scorsi che se la nuova legge sarà approvata -
garantendo alle donne la possibilità di decidere se abortire o meno nelle prime
14 settimane - presenterà un ricorso alla Corte costituzionale. La legge attuale, che
risale al 1985, non depenalizza l'aborto ma lo consente in tre casi: stupro o
malformazione del feto (fino alla dodicesima settimana), rischio psicofisico
per la madre (senza limiti di tempo). Quest'ultima disposizione è quella più
applicata, nel 97 per cento dei circa 120mila aborti annui e a volte con gravi
abusi, come le interruzioni praticate anche fino a sei-sette mesi. ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Secolo XIX, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
"pacchettosicurezza"a Chiavari l'appuntamento Incontro pubblico
giovedì con Fernanda Contri, Nando Dalla Chiesa, Fabio Occhi, Doriano Saracino.
Modera Sandro Sansò 30/03/2009 CHIAVARI. "Pacchetto sicurezza. C'è da aver
paura?". Su questo tema si svolgerà un incontro pubblico organizzato
dall'associazione di cultura politica "Il bandolo". L'evento è in
programma giovedì, alle 21, alla Casa Charitas di via Marana a Chiavari. Per il
sodalizio, al debutto nelle scorse settimane, quello del 2 aprile sarà il secondo
incontro organizzato sul territorio. Il primo, infatti, si è svolto
recentemente alla Sala Rocca di Lavagna ed è stato dedicato a un altro
argomento di stretta attualità: "Testamento biologico. Chi decide della
tua vita?". In quel caso la sala si riempì di pubblico e gli organizzatori
confidano di ripetere il successo con questa nuova serata di confronto.
Relatori della conferenza sono Fernanda Contri, avvocato e
già vicepresidente della Corte Costituzionale; Nando Dalla Chiesa, professore
di sociologia delle organizzazioni criminali all'Università Statale di Milano,
e presidente onorario dell'Associazione Libera; Fabio Occhi, segretario
generale ligure del sindacato italiano lavoratori della polizia di Cgil;
Doriano Saracino, esponente della Comunità di Sant'Egidio. Moderatore del
dibattito è Sandro Sansò, giornalista e scrittore. D. BAD. 30/03/2009
( da "Secolo XIX, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Confedilizia: i
rimborsi della tariffa dell'acqua senza depurazione il documento «CON SENTENZA
n. 335/2008, la Corte Costituzionale ha dichiarato
illegittima la norma che prevedeva che la quota di tariffa del servizio idrico
integrato, riferita al servizio di depurazione, fosse dovuta dagli utenti anche
in caso di mancanza o di temporanea inattività degli impianti di depurazione».
Così Confedilizia-Associazione proprieta' edilizia, presieduta da Renato
Oldoini , con una nota illustra le novità sulla tariffa di depurazione in
seguityo lla recente sentenza della COnsulta. «A seguito di qust'ultima - si elgge
nel documento -, si sono individuati modalità e termini per la richiesta dei
rimborsi delle somme versate e non dovute, nonché circa il possibile
contenzioso da instaurare in caso di mancata risposta alle istanze di rimborso
ovvero di diniego del rimborso medesimo». «Ora la legge n. 13/09 ,- va avanti
ancora lka nota di Confedilizia - ha stabilito che in caso di mancanza
dell'impianto di depurazione o di temporanea inattività dello stesso, il canone
è comunque dovuto dai cittadini della zona "a decorrere dall'avvio delle
procedure di affidamento delle prestazioni di progettazione o di completamento
delle opere necessarie alla attivazione del servizio di depurazione, purché
alle stesse si proceda nel rispetto dei tempi programmati". Si è
stabilito, insomma, che i cittadini dovranno pagare - in espresso contrasto con
i principi affermati dalla Corte Costituzionale - quando dell'impianto in
questione c'è semplicemente una ipotesi di costruzione». «Quanto ai rimborsi-
spiega Confedilizia -, la stessa legge ha disposto che i gestori del servizio
idrico integrato provvedano "anche in forma rateizzata, entro il termine
massimo di cinque anni, a decorrere dal 1° ottobre 2009, alla restituzione
della quota di tariffa non dovuta, riferita all'esercizio del servizio di
depurazione", aggiungendo che, nei casi in cui manchino gli impianti di
depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, "dall'importo da
restituire vanno dedotti gli oneri derivati dalle attività di progettazione, di
realizzazione o di completamento avviate" e prevedendo che l'importo sia
individuato, entro il 30.06.09, dalle rispettive Autorità d'ambito, anche
tenendo conto - deve ritenersi - dei decreti che la stessa legge prevede che il
Ministro dell'ambiente emani entro la fine del prossimo mese di aprile». «Alla
luce del fatto che la legge fa obbligo ora ai gestori di provvedere alla
restituzione delle somme non dovute (con i limiti sopra segnalati) entro 5 anni
dall'01.10.09, e cioè entro il 30.09.2014- conclude la nota -, i cittadini che
abbiano presentato istanza di rimborso delle somme versate e non dovute devono
astenersi dall'impugnare dinanzi alla Commissione tributaria provinciale il
rifiuto tacito della restituzione, solo dall'01.10.2014, infatti, gli enti
gestori potranno essere considerati inadempienti all'obbligo di restituzione.
Saranno invece da valutarsi caso per caso eventuali rifiuti espressi della
restituzione». .x/30/0903 I nuovi termini per riavere le somme versate e non
dovute dopo la sentenza della Corte Costituzionale per assenza degli impianti
.x/30/0903
( da "Repubblica, La"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 21 -
Cronaca "Ho fatto un mutuo per diventare mamma" boom di viaggi
all´estero Fecondazione, domani decide la Consulta Nel 2008 diecimila coppie
italiane sono "emigrate" per poter fare un bambino I ricorsi contro
la legge 40 che per alcune associazioni non tutela il diritto alla salute
CATERINA PASOLINI ROMA - Un bambino a rate. Sognato, desiderato tanto da
ritrovarsi a ipotecare la casa pur di continuare a sperare di diventare
genitori, tanto da chiedere un mutuo o un prestito come Barbara per cercare
oltre confine di realizzare il desiderio di «un figlio che possa vivere. Senza
la condanna della mia malattia. E siamo sempre di più quelli costretti ad
emigrare, a fare i debiti perché in Italia, nonostante medici bravissimi, non sarebbe
stato possibile. Perché la legge 40 non rispetta la Costituzione, il diritto
alla salute, all´eguaglianza». Lo dice Barbara. Veneta volitiva che dopo
diverse trasferte in Spagna si balocca a turno col marito la sua piccolina. Lo
dicono ora - dopo quelle di Firenze e del Tar Lazio - anche altre due ordinanze
del tribunale di Milano che sollevano dubbi sulla Costituzionalità della legge
che «non rispetta la dignità e non tutela la salute». Dando ragione ai ricorsi
presentati dalle associazioni Sos Infertilità, Hera e Cittadinanza Attiva che
danno voce a migliaia di coppie costrette a costose trasferte. Come Fabio e
Laura, impiegati milanesi che dopo 16 tentativi adesso spesso non dormono per i
vagiti di Luca ma anche per il muto ipotecario sulla casa, che hanno dovuto
fare per pagarsi le trasferte della fecondazione assistita. Come loro più di
10mila coppie italiane nel 2008, secondo le associazioni, si sono rivolte alle
cliniche straniere - dalla Spagna alla Repubblica Ceca - dove la diagnosi
pre-impianto, la fecondazione eterologa, la conservazione degli embrioni sono
legali. A differenza del nostro Paese dove la legge 40 le vieta o le rende
«praticamente inutili», spiega il professor Nino Guglielmino del centro Hera di
Catania. «Per chi ha malattie genetiche come la talassemia o la fibrosi cistica
la diagnosi pre-impianto è l´unica via per sperare di avere figli sani. Ma la
legge consente al massimo la creazione di tre embrioni, numero troppo basso per
diagnosi statisticamente utili, e in più vieta di congelarli, obbligando le
donne a più bombardamenti ormonali, e poi prevede di impiantarli tutti, anche
quelli malati. Con la «libera scelta» di fare poi un aborto terapeutico al
terzo mese, aggiungendo dolore al dolore», scrive Anna sui blog delle associazioni
che si battono per cambiare la legge. Anche a furia di ricorsi, come quelli già
vinti contro la 40: «ingiusta, incostituzionale che
non rispetta la salute, l´eguaglianza, il diritto di scelta», sottolinea
Filomena Gallo di Amicacicogna. Quando in primavera è uscita la sentenza del
Tar Lazio che autorizzava la diagnosi pre-impianto molte coppie hanno atteso.
Poi l´esodo è ricominciato, più intenso. «Sono persone con malattie genetiche o
donne sterili che non se la sentono di fare bombardamenti ormonali a rischio
della salute, producendo magari 30 ovuli che non verranno fecondati perché la
legge prevede un massimo di tre e vieta il congelamento degli embrioni», spiega
Rosella Bartolucci, madre di due gemelli e presidente di Sos infertilità che ha
raccolto dati e storie dei viaggi della speranza. Viaggi sempre più numerosi.
Tanto che, ricorda il professor Andrea Borini, presidente dell´Osservatorio del
Turismo Procreativo, «grazie alle limitazioni della nostra legge i centri
esteri proliferano e hanno aperto 40 siti web in italiano visto che, dalle
mille richieste del 2001, nel 2006 erano già 4.200 le coppie in trasferta». E
l´anno scorso in una sola clinica a Barcellona hanno trattato mille donne
italiane. Esodo a prezzi variabili: dai 3.000 ai 9.000 euro. Troppo spesso,
denunciano le associazioni, senza ricevute. E c´è chi come Silvia ne ha fatti
16 prima di conoscere suo figlio. Anche lei aspetta con ansia il 31 marzo. Domani la Corte Costituzionale deciderà se la legge 40 viola
"il diritto alla salute, alla libertà di cura, all´eguaglianza» stabiliti
dai padri della patria. «Perché noi non cerchiamo un figlio perfetto, su
misura, ma un figlio che abbia una speranza», dicono Fabio e Silvia, portatori
sani di atrofia muscolare spinale.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: SYSTEM data: 2009-03-29 - pag: 12 autore: I giovani uditori al
congresso di Magistratura democratica «Non vogliamo essere buro-giudici»
Donatella Stasio MODENA. Dal nostro inviato «P osso solo dirvi quello che non
vogliamo essere ». Prende a prestito uno dei versi più belli di Eugenio
Montale, Fabrizio Filice, 30 anni, uditore giudiziario a Torino destinato a
Novara, per rispondere ai "colleghi" di Magistratura democratica, la
corrente di sinistra delle toghe italiane, che lo ha invitato al suo XVII
Congresso nazionale insieme ad altri 39 giovani magistrati, tutti spesati, per
sentire la voce delle nuove leve. «Denuncio il rischio di una fuga nella
burocratizzazione- dice Filice- .L'urgenza del quotidiano, che impone di
smaltire i fascicoli rischia di trasformarci in burocrati. E noi non vogliamo
essere così». Parole simili a quelle di Tommaso Pierini, uditore a Roma. «Una
volta c'era l'uditore monnezza, oggi c'è il rischio del giudice monnezza,
quello che deve pensare soltanto alla quantità dei processi da smaltire.
Sarebbe davvero un impoverimento. Io non voglio essere così. Perciò bisogna
acquisire anche una cultura dell'organizzazione del lavoro ». Fabio Regolo,
uditore a Milano in partenza per Vibo Valentia, dice con voce rotta dall'emozione:
«Stiamo per iniziare il lavoro più bello del mondo. Ricordateci sempre che
dobbiamo essere sentinelle di legalità e non impiegati statali». A modo loro,
questi giovani magistrati hanno contribuito a far ritrovare a Md la strada
della coesione tra le due anime della corrente: quella più politica e più
sensibile alla testimonianza dei valori e alla tutela dei diritti; quella più
pragmatica e attenta all'efficienza del servizio giustizia, disponibile al
dialogo con le altre correnti della magistratura e con il Governo. Negli ultimi
anni, le differenze si sono acuiteecomplice la crisi di consensi riscontrata
nelle più recenti elezioni dell'Anm e del Csm- si sono
trasformate in lacerazioni, venute a galla in questo Congresso. «La verità è
che è finita l'unità di Md», ha detto Nello Rossi, esponente storico del
gruppo, finito nel tritacarne delle critiche per non aver fatto, in veste di
segretario dell'Anm, «un'opposizione dura» alla riforma dell'ordinamento
giudiziario ai tempi del Governo Prodi. Lo ha ribadito ieri Livio
Pepino, anche lui esponente storico del gruppo, insistendo sulla necessità di
«volare alto», anche quando i tempi sono difficili. Una linea condivisa
dall'attuale segretario di Md, Rita Sanlorenzo, contestata dagli
"efficientisti", anche se sulla sua relazione introduttiva non ci
sono state critiche esplicite. Tant'è che è probabile la sua conferma da parte
del Consiglio nazionale, eletto oggi. Ad affiancarla come presidente non ci
sarà più Edmondo Bruti Liberati, leader storico della corrente e dell'Anm, che
ha deciso di non ricandidarsi (per lui, ieri, c'è stata una vera e propria
standing ovation). Potrebbe essere sostituito, nella linea della continuità, da
Claudio Castelli, uno dei maggiori esponenti dell'ala efficientista. Nel nuovo
gruppo dirigente, formato soprattutto da giovani, continueranno a rispecchiarsi
le diverse anime, ma unite da un'idea di fondo, quella della «resistenza
costituzionale». Rossi l'ha spiegata così: sui temi della sicurezza, dei
migranti, delle misure anticrisi, dell'inviolabilità dei corpi dei cittadini (
si tratti di alimentazione forzata o di castrazione chimica), «non dobbiamo
fare il lavoro socialmente, giuridicamente, istituzionalmente sporco che una
parte della classe politica intende riservarci. Se sarà necessario, dovremo
dire di no. L'eresia vera forse comincia ora, perché assai più che in passato,
sperimenteremo la solitudine dei veri eretici». Resta la diversità di vedute
sulle modalità di resistenza. Giuseppe Cascini, attuale segretario della Giunta
dell'Anm (insieme a Unicost e al Movimento e con Magistratura indipendente
all'opposizione), ha difeso la linea del rigore sul fronte della «questione
morale» e della professionalità dei magistrati nonché quella del dialogo con le
altre correnti e della disponibilità al confronto con il Governo, ferma
restando la tutela radicale di alcuni valori di fondo. «Oggi i pericoli per la
democrazia non sono minori di quelli degli anni del terrorismo. E anche oggi
c'è bisogno di noi-ha detto -. Quando piove letame, l'intellettuale collettivo
si rimbocca le maniche, prende il badile e comincia a spalare ». Come nel mito
di Icaro, si tratta di esercitare la «virtù della prudenza, pur consapevoli di
quanto sia più bello, esaltante e gratificante puntare dritto verso il sole».
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Aborto, contro
Zapatero sfila la «marea rossa» --> Madrid, in mezzo milione dicono no alla
depenalizzazione Tante famiglie e associazioni, tutti in rosso: colore della
vita Lunedì 30 Marzo 2009 GENERALI, pagina 6 e-mail print Madrid invasa dalla
«marea rossa» contro la depenalizzazione dell´aborto LaPresse MADRID«Marea
rossa» anti aborto nel cuore di Madrid: decine di migliaia di spagnoli - mezzo
milione per gli organizzatori - sono scesi in strada per denunciare il progetto
di depenalizzazione dell'aborto promosso dal premier Josè Luis Zapatero. forte
critica al governo È stata la prima grande manifestazione contro la nuova legge
sull'aborto, ma anche contro il governo socialista dall'inizio della seconda
legislatura Zapatero nel marzo 2008. La marcia è stata promossa da un centinaio
di associazioni per la vita, che avevano invitato la gente a scendere nella
strada in un «clima di festa» - perché «il diritto alla vita porta una corrente
di allegria, mentre la minoranza che propaga la morte è triste» - indossando
qualcosa di rosso (giacca, gonna, cappellino o sciarpa) il colore «simbolo
della forza e della vita». Tante le famiglie con bambini, gli anziani, i
giovani, nella grande marcia che si è snodata nel cuore della capitale fra
Alcalà e Plaza de Neptuno, accanto al Parlamento, dietro a un maxi-striscione
con la scritta «Non esiste il diritto di uccidere, esiste il diritto di
vivere». Il centrodestra spagnolo e la Chiesa, che a loro volta si oppongono
alla riforma voluta da Zapatero, non avevano appoggiato ufficialmente la
marcia, autoconvocata dalle associazioni anche attraverso Facebook. Ma diversi
deputati del Partido popular erano fra i manifestanti. Su Piazza del Nettuno
gruppi di adolescenti hanno organizzato girotondi sulle note di Volare cantando
«Grazie mamma che mi hai lasciato vivere!» fra cartelli con scritte come «Sì
alla donna, no all'aborto», «Adozione sì, aborto no», o più aggressive come «No
all'Olocausto silenzioso» o «Aborto è squartare un bambino». Nei discorsi di
chiusura i portavoce dei principali movimenti organizzatori, Derecho a Vivir, HatzeOir
(«Fatti Sentire»), Medicos por la Vida e Grupo ProVida, hanno invitato il
premier a ritirare il progetto di depenalizzazione, avvertendo che la
manifestazione di ieri è stata «solo l'inizio» di una mobilitazione di massa
contro la nuova legge. La bozza all'esame del Parlamento, che dovrebbe votarla
entro la fine dell'anno, prevede che la donna possa scegliere liberamente se
abortire o meno nelle prime 14 settimane, e che poi, fino alla 22ª settimana,
l'aborto resti possibile dietro parere medico in caso di malformazione del feto
o di rischio per la salute fisica o psichica della madre. La bozza prevede
anche - altra norma contestata - che le ragazze fra 16 e 18 anni possano
abortire senza che ne siano informati i genitori. l'opposizione del pp alla legge
«Lasciate le ragazze di 16 anni in pace!», hanno cantato ieri i manifestanti.
La legge attuale, del 1985, non depenalizza l'aborto ma lo consente in tre
casi: stupro o malformazione del feto (fino alla 12ª settimana), o rischio
psicofisico per la madre (senza limiti di tempo). Quest'ultima disposizione,
applicata a manica larga, è invocata nel 97% dei circa 120 mila aborti
praticati ogni anno in Spagna, ed ha consentito diversi abusi, con aborti
praticati fino a sei-sette mesi. Il Partido popular ha annunciato nei giorni
scorsi che, se la nuova legge voluta da Zapatero sarà approvata, presenterà un
ricorso alla Corte Costituzionale. Francesco Cerri 30/03/2009 nascosto-->
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMO PIANO pag.
7 «Ora basta, estradate Battisti» TERRORISMO APPELLO AL BRASILE DEL MINISTRO
DELLA DIFESA LA RUSSA L'ATTESA La Corte costituzionale brasiliana deciderà entro
fine aprile su Cesare Battisti (Ap) ROMA «RIVOLGO un appello forte al Brasile
perché Battisti sia estradato». Ignazio La Russa torna a chiedere al Brasile
l'estradizione di Cesare Battisti. Parlando a Roma, al congresso Pdl, il ministro
della Difesa, dice: «Faccio appello al popolo e agli esponenti più responsabili
delle istituzioni del Brasile. Tra noi c'è un'amicizia profonda che
rischia però di essere incrinata da un'aberrante decisione, quella di concedere
asilo, con la scusa che da noi sarebbe perseguitato, a un terrorista assassino,
Cesare Battisti, sul quale gravano condanne per una serie di omicidi
incredibili, non solo a sfondo terroristico, ma anche solo criminale». Sul caso
Battisti, la Corte costituzionale brasiliana deciderà
«entro fine aprile». Lo ha detto sabato il ministro degli Esteri, Franco
Frattini. Image: 20090330/foto/6509.jpg
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMO PIANO pag.
7 «Ora basta, estradate Battisti» TERRORISMO APPELLO AL BRASILE DEL MINISTRO
DELLA DIFESA LA RUSSA L'ATTESA La Corte costituzionale brasiliana deciderà entro
fine aprile su Cesare Battisti (Ap) ROMA «RIVOLGO un appello forte al Brasile
perché Battisti sia estradato». Ignazio La Russa torna a chiedere al Brasile
l'estradizione di Cesare Battisti. Parlando a Roma, al congresso Pdl, il
ministro della Difesa, dice: «Faccio appello al popolo e agli esponenti più
responsabili delle istituzioni del Brasile. Tra noi c'è un'amicizia
profonda che rischia però di essere incrinata da un'aberrante decisione, quella
di concedere asilo, con la scusa che da noi sarebbe perseguitato, a un
terrorista assassino, Cesare Battisti, sul quale gravano condanne per una serie
di omicidi incredibili, non solo a sfondo terroristico, ma anche solo
criminale». Sul caso Battisti, la Corte costituzionale
brasiliana deciderà «entro fine aprile». Lo ha detto sabato il ministro degli
Esteri, Franco Frattini. Image: 20090330/foto/233.jpg
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
SECONDA CATEGORIA
pag. 27 Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Boca Barco 0-0 Ca...
Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Boca Barco 0-0 Castelnovo 02-Sc
S.Ilario 0-0 S.Leo CSM-Campeginese nd Team Frontiera-Sorbolo 0-0 Tricolore
Planet-Mezzani 3-2 Vetto-Real Bibbiano nd Viadana-Rocca 68 2-0 TotaleReti
SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana5020162247148Sc S.Ilario462114433495 Boca
Barco4521136234154Campeginese382011543720-2 Rocca 68362110653725-7Team
Frontiera31219482823-12 Barcaccia22215793039-21Vetto21205691525-19
Castelnovo 0220204882225-20Sorbolo192147101827-22 Mezzani172138102436-24S.Leo CSM17203892442-21 Real Bibbiano172045111538-25Tricolore
Planet132134141037-28Prossimo turno: Boca Barco-Viadana; Campeginese-Vetto; Mezzani-Team
Frontiera; Real Bibbiano-Rocca 68; Sc S.Ilario-S.Leo CSM;
Sorbolo-Castelnovo 02; Tricolore Planet-Barcaccia.
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMO PIANO pag.
7 «Ora basta, estradate Battisti» TERRORISMO APPELLO AL BRASILE DEL MINISTRO
DELLA DIFESA LA RUSSA L'ATTESA La Corte costituzionale brasiliana deciderà entro
fine aprile su Cesare Battisti (Ap) ROMA «RIVOLGO un appello forte al Brasile
perché Battisti sia estradato». Ignazio La Russa torna a chiedere al Brasile
l'estradizione di Cesare Battisti. Parlando a Roma, al congresso Pdl, il
ministro della Difesa, dice: «Faccio appello al popolo e agli esponenti più
responsabili delle istituzioni del Brasile. Tra noi c'è un'amicizia
profonda che rischia però di essere incrinata da un'aberrante decisione, quella
di concedere asilo, con la scusa che da noi sarebbe perseguitato, a un
terrorista assassino, Cesare Battisti, sul quale gravano condanne per una serie
di omicidi incredibili, non solo a sfondo terroristico, ma anche solo
criminale». Sul caso Battisti, la Corte costituzionale
brasiliana deciderà «entro fine aprile». Lo ha detto sabato il ministro degli
Esteri, Franco Frattini. Image: 20090330/foto/1171.jpg
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA MILANO
pag. 2 Cinque anni per 16 righe di verdetto E le parti civili ora rischiano di
dover restituire i risarcimenti già ottenuti MORTI D'AMIANTO, INCREDIBILE
RITARDO DEL GIUDICE di MARIO CONSANI MILANO CINQUE ANNI E MEZZO per scrivere le
motivazioni di una sentenza. E, alla fine, 16 righe in tutto che, con molta
probabilità, porteranno all'annullamento del verdetto. Con il rischio concreto
che le parti civili, tutti familiari di operai morti o malati d'amianto,
debbano anche restituire i risarcimenti provvisori avuti dopo il processo. È
l'effetto devastante che potrebbe essere innescato dal deposito delle
motivazioni con cui, a dicembre 2008, il giudice del lavoro Leonardo Gargiulo
ha spiegato le ragioni che più di 5 anni fa lo spinsero a dar ascolto alle
parti lese e torto all'Ansaldo Energia spa. Sentenza emessa il 12 giugno 2003,
16 righe scritte il 17 dicembre 2008: «(...) si ritiene di riconoscere il
fondamento del ricorso apparendo in particolare fondate le conclusioni del
consulente tecnico d'ufficio (...)». Una specie di leggerissima
"pezza" messa su un un buco nero di 2.000 giorni di vacuità trascorsi
dalla pronuncia del verdetto al deposito delle ragioni. Nel frattempo il
giudice Gargiulo, già salito alla ribalta delle cronache
per i suoi numerosi ritardi e sanzionato dal Csm, ha lasciato la magistratura.
Le conseguenze delle sue azioni, però, sono tuttora imprevedibili. Più di 5
anni fa Gargiulo accolse la richiesta di risarcimento danni avanzata dai
parenti di 6 ex dipendenti Ansaldo di Legnano, tutti ammalati di mesotelioma o
asbestosi. Nel corso della causa, i ricorrenti avevano provato che nei
vari reparti dello dello stabilimento si era fatto uso massiccio di amianto
fino all'inizio degli anni '90, che i mezzi di protezione personali in
dotazione ai lavoratori erano tutti composti da amianto e che il piano di
bonifica era stato disatteso per un lungo periodo. Avevano dimostrato il nesso
di causalità tra la morte dei lavoratori per malattie tipiche dell'amianto e la
mancanza di adeguate misure di tutela. E alla fine il giudice Gargiulo aveva
riconosciuto a tredici parti civili risarcimenti fra 20 mila e 100 mila euro.
Soldi che adesso le famiglie potrebbero essere costrette a restituire se
l'Ansaldo dovesse (come è assai probabile) impugnare la sentenza e ottenere
ragione viste le scarne motivazioni del verdetto. QUELLE 16 RIGHE
"partorite" dopo una gestazione durata più di cinque anni, nella loro
estrema sinteticità rischiano di non poter essere neppure qualificate come
"motivazioni". In quel caso la sentenza potrebbe essere ritenuta
nulla e i beneficiari dei risarcimenti potrebbero dover attendere un nuovo
verdetto prima rientrare in possesso dei loro soldi. Prima di lasciare la
magistratura, il dottor Gargiulo - stando alle statistiche fatte elaborare dal
Csm uno dei primatisti nel deposito delle sentenze con ritardi epocali - aveva
fatto in tempo a farsi punire proprio per questo dal Consiglio superiore della
magistratura con un anno di perdita di anzianità. Image: 20090330/foto/65.jpg
( da "Corriere della Sera"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della
Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-30 num: - pag: 10
categoria: REDAZIONALE Md, sfida delle giovani toghe: «Sì al confronto con il
governo» Corrente di sinistra divisa. La «vecchia guardia»: rischi di
autonormalizzazione La discussione al congresso di Modena. Poi prevale una
mozione che prova a ricomporre le diverse posizioni DAL NOSTRO INVIATO MODENA —
Il contrasto è diventato esplicito quando Giuseppe Cascini — 44 anni, pubblico
ministero a Roma, esponente di Magistratura democratica ma anche segretario
dell'Associazione nazionale magistrati, il sindacato dei giudici — è salito sul
palco e ha lanciato la sfida: «Siamo tutti d'accordo nel presentarci
all'esterno come non ideologicamente contrari al governo e disponibili al
dialogo e al confronto sulle riforme necessarie per il funzionamento della
giustizia? Siamo d'accordo sul considerare la politica l'arte del possibile e
del ragionevole che richiede duttilità, apertura al confronto, capacità di
dialogo e ascolto, rifiutando logiche pregiudiziali e puramente ideologiche? ».
No, ha risposto, non siamo tutti d'accordo. Invece lui crede fermamente a una
linea di «resistenza costituzionale» e «difesa a oltranza» dell'assetto attuale
della magistratura, certo, affiancata però a rigorosi criteri di
professionalità e di merito quando c'è da valutare singoli comportamenti,
«rompendo le logiche di appartenenza e protezione». Per questo— rivendica —
l'Anm ha scelto di menare fendenti da una parte e dall'altra nella «guerra» tra
le Procure di Salerno e Reggio Calabria; e per questo Magistratura democratica
ha contribuito, nella grande maggioranza dei casi, alle nomine fatte dal
Consiglio superiore della magistratura di circa 300 responsabili di uffici
direttivi. Una linea meno ideologica e più pragmatica che ha alimentato i
mugugni della «vecchia guardia» di Md, la corrente di sinistra e più
politicamente caratterizzata delle toghe. Un gruppo nato nel 1964 che ama
definirsi «intellettuale collettivo » e che per molti aspetti ha «fatto» la
storia della magistratura italiana. Fornendo indirizzi e riferimenti teorici e
culturali, ma anche contributi concreti — attraverso il lavoro di giudici e
pubblici ministeri iscritti alla corrente — nel contrasto al terrorismo, alla
mafia, alla corruzione. Arrivata a 45 anni d'età e al suo XVII congresso, Md si
ritrova a vivere una divisione interna che è di metodo prima che di merito, e
un po' anche frutto del ricambio generazionale e della nuova stagione politica.
Per tre giorni le «toghe rosse» hanno discusso e litigato, seppure coi toni
felpati dei tecnici del diritto, su come sono state affrontate le difficoltà
del passato e come affrontare quelle del futuro. Alla fine ha prevalso la
voglia di evitare rotture formali, tanto che l'unico risultato certo è la
conferma del segretario uscente — Rita Sanlorenzo, cinquantenne giudice del
lavoro a Torino — che incarna la volontà di tenere insieme le «differenti
sensibilità» della corrente uscita sconfitta dalle ultime
competizioni elettorali per il Csm e l'Anm, dopo l'aumento dei consensi nei
primi anni Duemila, quando più aspro era lo scontro tra politica e giustizia.
Ora che quello scontro rischia di rinnovarsi, i magistrati di sinistra scelgono
di restare uniti in difesa dell'autonomia e dell'indipendenza di chi amministra
la giustizia. Ma sulla rotta da seguire affiorano le differenze. Tanto
che Livio Pepino, 64 anni, uno dei «padri» di Md, torinese anche lui e
capodelegazione al Csm, ammonisce: «Non si può navigare a vista» mentre il
governo «fa la guerra ai poveri anziché la guerra alla povertà» e nella stessa
magistratura si vedono preoccupanti segnali di «autonormalizzazione ». Il
vecchio magistrato invita a non appiattirsi sul quotidiano e «volare alto », ma
un giovane appena arrivato — Tommaso Pierini, rammaricato di aver frequentato
l'università senza politica di fine anni Novanta, «altro che '68 o '77,
purtroppo » — replica: «Cercate di volare un po' più basso, altrimenti tanti di
noi non riusciranno nemmeno a vedervi». E invita a riflettere sulla «cultura
dell'organizzazione del lavoro», per calarsi nella realtà degli uffici
giudiziari. Un monito condiviso dalle nuove leve che partecipano alla Giunta
tricolore dell'Anm composta da Md, Unità per la costituzione e Movimento per la
giustizia. Un governo delle toghe di centrosinistra, contrapposto a quello
politico di centrodestra senza pregiudiziali ideologiche, bensì nel merito
delle questioni concrete. Tentando di limitare i danni, quando non si possono
evitare. Su questa scelta le divisioni tra i «magistrati democratici» non si spiegano
soltanto con il salto generazionale. Il giudice napoletano Francesco Menditto,
54 anni, ammonisce: «Nell'Anm e nel Csm dobbiamo far emergere la nostra
specificità» e cita un altro fondatore di Md, il defunto Pino Borrè, per
richiamare il ruolo di «guardianaggio duro fino alla resistenza». Nello Rossi,
62 anni, procuratore aggiunto a Roma, ribatte invocando il rinnovamento e la
necessità di «non stare soli nella società, nella magistratura e nelle
istituzioni ». La mozione finale approvata dal congresso prova a ricomporre le
diverse posizioni. Si accusa la «rottura con la legalità costituzionale»
perseguita dal governo che mal sopporta «la funzione giurisdizionale a tutela
delle libertà e dei diritti», ma c'è scritto pure che «Md si riconosce nella
linea politica della giunta dell'Anm»; cioè quella dei «giovani» a cui
partecipano Cascini e altri. In una prima stesura questo riconoscimento era
definito «pieno», poi il rafforzativo è saltato; come a non voler esagerare nel
sostegno alla politica del confronto anziché dell'arroccamento. Che comunque
resta, almeno per ora. Giovanni Bianconi Il pm Cascini «Difesa a oltranza della
magistratura, ma rompere le logiche di appartenenza e protezione»
(
da "Corriere della Sera"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-30 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Il procuratore di Torino «Senza efficienza la tutela dei diritti è vuota» Caselli: «Attenti a non svendersi C'è il timore di derive pericolose» «Stupido rifiutare il dialogo, ma servono paletti» Uno dei «padri nobili» di Magistratura democratica: «Sento crescere la tentazione di cedere all'opportunismo» ROMA — Formalmente rimane equidistante. Il procuratore di Torino Gian Carlo Caselli — uno dei padri nobili di Magistratura democratica — non prende partito tra i «giovani riformisti » e i «custodi della pregiudiziale antigovernativa» della componente di sinistra dei giudici e dei pm italiani. Ma poi ai «giovani riformisti», soprattutto, consiglia prudenza: «Ben venga il dialogo con il governo sulle riforme... Servono però paletti rigorosi se il vero obiettivo della politica non è quello di migliorare il servizio giustizia ma quello di limitare gli spazi e l'autonomia della magistratura». Insomma, se il giovane pm Giuseppe Cascini (segretario dell'Anm) invita i colleghi di Md a «prendere il badile e a spalare lo sterco che cade dal cielo», Caselli risponde così: «Piuttosto che spalare il letame piovuto preferirei fare qualcosa perché di letame ne piova sempre di meno. Come per la grandine, non starei solo ad aspettare: cercherei di azionare anzitutto i cannoni antigrandine, pardòn antiletame... Dico questo perché oggi la magistratura intera, e non solo Md, è inquieta, incerta, sconcertata dal futuro. Perché, poco o tanto, teme comunque derive pericolose». Iscritto a Md fin dal '68 da giovane uditore a Torino, >transitato attraverso la drammatica stagione dell'antiterrorismo (dal '73 all'82), eletto al Csm insieme a Pino Borrè e a Elena Paciotti ('86-'90), procuratore di Palermo dopo le stragi del '92 e capo dell'accusa al «processo del secolo» contro Giulio Andreotti, Caselli racchiude in sé molti dei filoni che, nel bene e nel male, hanno scandito la storia di Md.
Oggi quel rigore maturato in trincea non è mutato: «Sarebbe stupido e antidemocratico rifiutare il dialogo. Il problema è come dialogare: un conto è il compromesso e la mediazione a svendere, un altro è confrontarsi sostenendo con decisione e senza arroganza i valori della giurisdizione ». Coi tempi che corrono, però, la posta in gioco è alta con interventi imminenti del Parlamento su intercettazioni e rapporto pm-polizia giudiziaria: «Se l'obiettivo dell'interlocutore è chiaro, trasparente, ben venga il dialogo sull'efficienza del sistema giustizia. Se invece l'obiettivo appare chiaramente diverso, ovvero ridurre gli spazi di intervento della magistratura, che il dialogo serva per denunciare l'inaccettabilità di questi obiettivi». Ma qual è il consiglio che Caselli si sente di dare ai colleghi che chiedono più chiarezza alla vecchia guardia di Md? «Sento crescere la tentazione di cedere alla rassegnazione se non all'opportunismo. Invece, credo che la strada giusta sia guardare al futuro irrobustendo la nostra capacità di magistrati, educando noi stessi alla radicalità del presente. Quando essere radicali oggi è l'unico modo per essere realmente vivi, coerenti con il passato». Al congresso di Md sono stati i giovani a chiedere un segnale di discontinuità sulla professionalità del giudice. Per Caselli l'invito è sacrosanto: «Ci vuole capacità di critica anche verso se stessi. Serve un grande impegno nel quotidiano, senza corporativismi, perché deve crescere la consapevolezza che noi siamo chiamati a svolgere un servizio. Diritti e libertà, però, meglio si tutelano quanto più c'è efficienza. Altrimenti la tutela è vuota». Ma ha ancora un senso per la politica parlare di toghe rosse? «Per quanta attenzione i magistrati mettano in campo, è il male esclusivo del nostro Paese attribuire delle appartenenze fasulle a tutti coloro che adempiendo il loro dovere incrociano determinati interessi: il magistrato che non subisce attacchi o è particolarmente bravo o è fortunato oppure sceglie il basso profilo. Chi fa è attaccato (le critiche sono sempre legittime quando sono argomentate), chi non fa è sempre incensato». Infine, se vinceranno i «custodi dell'ideologia », Md è destinata all'isolamento? Caselli risponde così: «Un certo isolamento è nel Dna del magistrato. Il giudice giusto è quello che condanna, quando ci sono le prove, anche se la piazza chiede l'assoluzione. è quello che assolve, quando non ci sono le prove, anche quando la piazza chiede la condanna ». Dino Martirano Magistrati di sinistra A fianco, Livio Pepino, 64 anni, torinese e capodelegazione di Md al Csm. A sinistra, Giuseppe Cascini, 44 anni, pm a Roma Da Torino a Palermo In alto, Giancarlo Caselli con Luciano Violante nel 1978. Sopra, un'immagine recente di Caselli, ex procuratore di Palermo, ora guida la Procura di Torino(
da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)" del 30-03-2009)
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(
da "Corriere Economia"
del 30-03-2009)
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(
da "AltaLex"
del 30-03-2009)
Argomenti: Giustizia
(
da "CittadinoLex"
del 30-03-2009)
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(
da "Manifesto, Il"
del 30-03-2009)
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MAGISTRATI «È finita l'unità» Lo scontro è ufficiale Md al voto. Bruti Liberati lascia Sara Menafra INVIATA A MODENA Al terzo giorno di congresso, il tema dello scontro salta fuori. Ne parla Nello Rossi, procuratore aggiunto di Roma ed ex segretario generale di Md. Ma applaudono tutti, anche quelli che più si sentono messi in discussione: «E' finita l'unità di magistratura democratica», esordisce lui. «Ma se siamo tutti più soli, dobbiamo essere anche più responsabili». Il punto è la divisione interna, concretizzata nei due documenti contrapposti, Albano contro Albamonte dal nome dei primi firmatari dei due testi. Ovvero - se ci concediamo di banalizzare - l'intransigenza professionale e il sostegno all'attività dell'Anm, contro la centralità dell'impegno politico, dell'identità di Md nelle battaglie civili e sui diritti. Nell'intero anno che ha preceduto il congresso di questi giorni a Modena, Magistratura democratica ha discusso molto. Dividendosi soprattutto su due temi: la riforma Castelli così come modificata dal centro-sinistra. E il caso De Magistris, con gli strascichi dello scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro conficcati in una contraddizione spinosa, fra la battaglia contro la corruzione e il rispetto delle regole. «Negli anni in cui ero segretario, ho cercato di evitare il disastro della riforma Castelli e prima di me e insieme a me l'ha fatto Edmondo Bruti Liberati», dice Rossi: «Il testo che era già diventato legge quando ci siamo misurati coi cambiamenti voluti dal centro-sinistra, proponeva di punire sul piano disciplinare soprattutto noi di Md, perché siamo quelli che parlano, che vogliono dire la loro». «Nel caso dello scontro tra Salerno e Catanzaro avremmo potuto fermarci a una linea di attesa e prudenza», aggiunge Cascini che oltre ad essere fra i principali dirigenti di Md è pure segretario dell'Anm: «Invece abbiamo scelto di rifiutare ogni logica di appartenenza e protezione. La negazione di ogni inettitudine è per noi l'unico modo di confrontarsi con fatti e scelte concrete». Opposta, o almeno centrata su un altro fulcro, la linea di Giovanni Palombarini, vice pg alla Cassazione. Ma pure di Sergio Mattone, presidente della sezione lavoro del Palazzaccio, Renato Greco, a capo del tribunale di Cosenza, Livio Pepino, consigliere al Csm. «Dal diritto penale minimo siamo passati al diritto penale del nemico che cresce, ogni passo un divieto», spiega Giovanni Palombarini, che le battaglie sui diritti le ha fatte praticamente tutte, ultime quelle sui Pacs e sulla legge 40: «E' importante concentrarsi sulla difesa delle garanzie e sulla giurisprudenza,>avendo il coraggio
di criticare le sentenze arretrate e succubi delle indicazioni politiche». La
votazione finale prevista per oggi sarà a dir poco complessa e non segnalerà
immediatamente l'eventuale avanzamento della linea «critica» del documento
Albano. Colpa, soprattutto, del sistema elettorale con cui viene nominato il
consiglio di Md, composto di 20 membri, e di qui, con un'elezione indiretta, il
presidente e il segretario. Difficile sarà pure tradurre in voti il dibattito
in corso. Non ci sono mozioni contrapposte, ma ogni membro di Md vota una
scheda che consente fino a 14 preferenze, 7 uomini e 7 donne, rispettando le
quote rosa. Dunque vinti e vincitori andranno dedotti incrociando voti e
collocazione dei singoli. Un cambiamento al vertice è praticamente
obbligatorio. Edmondo Bruti Liberati, oggi presidente, ha detto da tempo che
non si candiderà più neppure al consiglio. E il suo abbandono mette un punto
interrogativo non solo sulla poltrona più alta, ma pure su quella della
segretaria generale, Rita Sanlorenzo, candidata al rinnovo ma che potrebbe
essere proposta come presidente dall'opposizione, così da liberare il seggio
più operativo. (
da "Dagospia.com"
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da "Repubblica.it"
del 30-03-2009) Argomenti: Giustizia (
da "Sannio Online, Il"
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da "Libertà"
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da "Wall Street Italia"
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da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 30-03-2009) Argomenti: Giustizia (
da "Giornale.it, Il"
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da "AltaLex"
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da "Gazzettino, Il
(OgniSport)" del 30-03-2009) Argomenti: Giustizia (
da "Gazzettino, Il
(OgniSport)" del 30-03-2009) Argomenti: Giustizia (
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(OgniSport)" del 30-03-2009) Argomenti: Giustizia (
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(OgniSport)" del 30-03-2009) Argomenti: Giustizia (
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(OgniSport)" del 30-03-2009) Argomenti: Giustizia (
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"TOGHE ROSSE" PER TE "MAGISTRATURA
DEMOCRATICA" IN CRISI: AL CONGRESSO GIOVANI E VECCHIA GUARDIA LITIGANO
CASCINI (SEGRETARIO ANM): "SI AL CONFRONTO COL GOVERNO" SONO I PRIMI (sezione: Giustizia)
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MAGISTRATURA DEMOCRATICA IN CRISI: AL CONGRESSO GIOVANI E
VECCHIA GUARDIA LITIGANO CASCINI (SEGRETARIO ANM): SI AL CONFRONTO
COL GOVERNO SONO I PRIMI EFFETTI DELLO STATO DI BERLUSCONIZZAZIONE
(NON Cè ALTERNATIVA)... Giovanni Bianconi per il "Corriere della
Sera" Giancarlo Caselli Il contrasto è diventato esplicito quando Giuseppe
Cascini - 44 anni, pubblico ministero a Roma, esponente di Magistratura
democratica ma anche segretario dell'Associazione nazionale magistrati, il
sindacato dei giudici - è salito sul palco e ha lanciato la sfida: «Siamo tutti
d'accordo nel presentarci all'esterno come non ideologicamente contrari al
governo e disponibili al dialogo e al confronto sulle riforme necessarie per il
funzionamento della giustizia? Siamo d'accordo sul considerare la politica
l'arte del possibile e del ragionevole che richiede duttilità, apertura al
confronto, capacità di dialogo e ascolto, rifiutando logiche pregiudiziali e
puramente ideologiche?». No, ha risposto, non siamo tutti d'accordo. Invece lui
crede fermamente a una linea di «resistenza costituzionale» e «difesa a
oltranza» dell'assetto attuale della magistratura, certo, affiancata però a
rigorosi criteri di professionalità e di merito quando c'è da valutare singoli
comportamenti, «rompendo le logiche di appartenenza e protezione». Per questo-
rivendica - l'Anm ha scelto di menare fendenti da una parte e dall'altra nella
«guerra» tra le Procure di Salerno e Reggio Calabria; e per questo Magistratura
democratica ha contribuito, nella grande maggioranza dei casi, alle nomine
fatte dal Consiglio superiore della magistratura di circa 300 responsabili di
uffici direttivi. GIUSEPPE CASCINI Una linea meno ideologica e più pragmatica
che ha alimentato i mugugni della «vecchia guardia» di Md, la corrente di
sinistra e più politicamente caratterizzata delle toghe. Un gruppo nato nel
1964 che ama definirsi «intellettuale collettivo » e che per molti aspetti ha
«fatto» la storia della magistratura italiana. Fornendo indirizzi e riferimenti
teorici e culturali, ma anche contributi concreti - attraverso il lavoro di
giudici e pubblici ministeri iscritti alla corrente - nel contrasto al
terrorismo, alla mafia, alla corruzione. Arrivata a 45 anni d'età e al suo XVII
congresso, Md si ritrova a vivere una divisione interna che è di metodo prima
che di merito, e un po' anche frutto del ricambio generazionale e della nuova
stagione politica. Per tre giorni le «toghe rosse» hanno discusso e litigato,
seppure coi toni felpati dei tecnici del diritto, su come sono state affrontate
le difficoltà del passato e come affrontare quelle del futuro. Alla fine ha
prevalso la voglia di evitare rotture formali, tanto che l'unico risultato
certo è la conferma del segretario uscente - Rita Sanlorenzo, cinquantenne
giudice del lavoro a Torino - che incarna la volontà di tenere insieme le
«differenti sensibilità» della corrente uscita sconfitta
dalle ultime competizioni elettorali per il Csm e l'Anm, dopo l'aumento dei
consensi nei primi anni Duemila, quando più aspro era lo scontro tra politica e
giustizia. GIUSEPPE CASCINI Ora che quello scontro rischia di rinnovarsi, i
magistrati di sinistra scelgono di restare uniti in difesa dell'autonomia e
dell'indipendenza di chi amministra la giustizia. Ma sulla rotta da
seguire affiorano le differenze. Tanto che Livio Pepino, 64 anni, uno dei
«padri» di Md, torinese anche lui e capodelegazione al Csm, ammonisce: «Non si
può navigare a vista» mentre il governo «fa la guerra ai poveri anziché la
guerra alla povertà» e nella stessa magistratura si vedono preoccupanti segnali
di «autonormalizzazione ». Il vecchio magistrato invita a non appiattirsi sul
quotidiano e «volare alto », ma un giovane appena arrivato - Tommaso Pierini,
rammaricato di aver frequentato l'università senza politica di fine anni
Novanta, «altro che '68 o '77, purtroppo » - replica: «Cercate di volare un po'
più basso, altrimenti tanti di noi non riusciranno nemmeno a vedervi». E invita
a riflettere sulla «cultura dell'organizzazione del lavoro», per calarsi nella
realtà degli uffici giudiziari. Un monito condiviso dalle nuove leve che
partecipano alla Giunta tricolore dell'Anm composta da Md, Unità per la
costituzione e Movimento per la giustizia. Un governo delle toghe di
centrosinistra, contrapposto a quello politico di centrodestra senza
pregiudiziali ideologiche, bensì nel merito delle questioni concrete. Tentando
di limitare i danni, quando non si possono evitare. Su questa scelta le
divisioni tra i «magistrati democratici» non si spiegano soltanto con il salto
generazionale. Il giudice napoletano Francesco Menditto, 54 anni, ammonisce:
«Nell'Anm e nel Csm dobbiamo far emergere la nostra specificità» e cita un
altro fondatore di Md, il defunto Pino Borrè, per richiamare il ruolo di
«guardianaggio duro fino alla resistenza». Nello Rossi, 62 anni, procuratore
aggiunto a Roma, ribatte invocando il rinnovamento e la necessità di «non stare
soli nella società, nella magistratura e nelle istituzioni». La mozione finale
approvata dal congresso prova a ricomporre le diverse posizioni. Si accusa la
«rottura con la legalità costituzionale» perseguita dal governo che mal
sopporta «la funzione giurisdizionale a tutela delle libertà e dei diritti», ma
c'è scritto pure che «Md si riconosce nella linea politica della giunta
dell'Anm»; cioè quella dei «giovani» a cui partecipano Cascini e altri. In una
prima stesura questo riconoscimento era definito «pieno», poi il rafforzativo è
saltato; come a non voler esagerare nel sostegno alla politica del confronto
anziché dell'arroccamento. Che comunque resta, almeno per ora. [30-03-2009]
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"Ho fatto un mutuo per diventare mamma" (sezione: Giustizia)
ROMA -
Un bambino a rate. Sognato, desiderato tanto da ritrovarsi a ipotecare la casa
pur di continuare a sperare di diventare genitori, tanto da chiedere un mutuo o
un prestito come Barbara per cercare oltre confine di realizzare il desiderio
di "un figlio che possa vivere. Senza la condanna della mia malattia. E
siamo sempre di più quelli costretti ad emigrare, a fare i debiti perché in
Italia, nonostante medici bravissimi, non sarebbe stato possibile. Perché la
legge 40 non rispetta la Costituzione, il diritto alla salute,
all'eguaglianza". Lo dice Barbara. Veneta volitiva che dopo diverse
trasferte in Spagna si balocca a turno col marito la sua piccolina. Lo dicono
ora - dopo quelle di Firenze e del Tar Lazio - anche altre due ordinanze del
tribunale di Milano che sollevano dubbi sulla Costituzionalità della legge che
"non rispetta la dignità e non tutela la salute". Dando ragione ai
ricorsi presentati dalle associazioni Sos Infertilità, Hera e Cittadinanza
Attiva che danno voce a migliaia di coppie costrette a costose trasferte. Come
Fabio e Laura, impiegati milanesi che dopo 16 tentativi adesso spesso non
dormono per i vagiti di Luca ma anche per il muto ipotecario sulla casa, che
hanno dovuto fare per pagarsi le trasferte della fecondazione assistita. Come
loro più di 10mila coppie italiane nel 2008, secondo le associazioni, si sono
rivolte alle cliniche straniere - dalla Spagna alla Repubblica Ceca - dove la
diagnosi pre-impianto, la fecondazione eterologa, la conservazione degli
embrioni sono legali. A differenza del nostro Paese dove la legge 40 le vieta o
le rende "praticamente inutili", spiega il professor Nino Guglielmino
del centro Hera di Catania. "Per chi ha malattie genetiche come la
talassemia o la fibrosi cistica la diagnosi pre-impianto è l'unica via per
sperare di avere figli sani. Ma la legge consente al massimo la creazione di
tre embrioni, numero troppo basso per diagnosi statisticamente utili, e in più
vieta di congelarli, obbligando le donne a più bombardamenti ormonali, e poi
prevede di impiantarli tutti, anche quelli malati. Con la "libera
scelta" di fare poi un aborto terapeutico al terzo mese, aggiungendo
dolore al dolore", scrive Anna sui blog delle associazioni che si battono
per cambiare la legge. OAS_RICH('Middle'); Anche a furia di ricorsi, come
quelli già vinti contro la 40: "ingiusta, incostituzionale
che non rispetta la salute, l'eguaglianza, il diritto di scelta",
sottolinea Filomena Gallo di Amicacicogna. Quando in primavera è uscita la
sentenza del Tar Lazio che autorizzava la diagnosi pre-impianto molte coppie
hanno atteso. Poi l'esodo è ricominciato, più intenso. "Sono persone con
malattie genetiche o donne sterili che non se la sentono di fare bombardamenti
ormonali a rischio della salute, producendo magari 30 ovuli che non verranno
fecondati perché la legge prevede un massimo di tre e vieta il congelamento
degli embrioni", spiega Rosella Bartolucci, madre di due gemelli e
presidente di Sos infertilità che ha raccolto dati e storie dei viaggi della
speranza. Viaggi sempre più numerosi. Tanto che, ricorda il professor Andrea
Borini, presidente dell'Osservatorio del Turismo Procreativo, "grazie alle
limitazioni della nostra legge i centri esteri proliferano e hanno aperto 40
siti web in italiano visto che, dalle mille richieste del 2001, nel 2006 erano
già 4.200 le coppie in trasferta". E l'anno scorso in una sola clinica a
Barcellona hanno trattato mille donne italiane. Esodo a prezzi variabili: dai
3.000 ai 9.000 euro. Troppo spesso, denunciano le associazioni, senza ricevute.
E c'è chi come Silvia ne ha fatti 16 prima di conoscere suo figlio. Anche lei
aspetta con ansia il 31 marzo. Domani la Corte
Costituzionale deciderà se la legge 40 viola "il diritto alla salute, alla
libertà di cura, all'eguaglianza" stabiliti dai padri della patria.
"Perché noi non cerchiamo un figlio perfetto, su misura, ma un figlio che
abbia una speranza", dicono Fabio e Silvia, portatori sani di atrofia
muscolare spinale. (30 marzo 2009
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Cronaca: Gli avvocati penalisti incrociano le braccia
Da oggi niente udienze per una sett (sezione: Giustizia)
Cronaca:
Gli avvocati penalisti incrociano le braccia Da oggi niente udienze per una
sett Pubblicato il 30-03-2009 Comincia oggi e si concluderà venerdì lastensione dalle udienze degli avvocati penalisti, che
incroceranno le braccia per una settimana in conseguenza della protesta
proclamata a livello nazionale... Comincia oggi e si concluderà venerdì lastensione dalle udienze degli avvocati penalisti, che
incroceranno le braccia per una settimana in conseguenza della protesta
proclamata a livello nazionale, alla quale hanno aderito la Camera penale e
lOrdine
degli avvocati di Benevento, di cui sono presidenti, rispettivamente, Andrea De
Longis junior e Umberto Del Basso De Caro. Nel mirino dei penalisti cè «limmobilismo del Governo sulle riforme
organiche della giustizia, più volte preannunciate». Una situazione che ha
spinto lUnione delle Camere Penali a decidere
unintera settimana di astensione dalle attività, per «segnalare con forza
al Governo e allopinione pubblica la necessità e lurgenza di una
riforma della giustizia che sia organica e di stampo liberale, fondata
su alcuni capisaldi: una modifica ordinamentale di carattere costituzionale
basata sul principio della effettiva separazione delle carriere tra magistrati
inquirenti e giudicanti; una riforma del Csm che riconduca tale consesso alloriginario ruolo attribuitogli dai costituenti,
sottraendolo ai giochi di corrente e allinfluenza
del sindacato della magistratura; un intervento sullazione penale che,
senza sacrificare il principio della sua obbligatorietà, la disciplini tra
laltro in modo da non assoggettarla allarbitrio
delle Procure della Repubblica; una riforma organica del codice di procedura
penale che, mantenendo inalterata e sviluppando la struttura accusatoria del
codice, ponga fine alla strategia degli interventi disorganici e parziali, spesso
fondati su contingenze emotive dettate dalle cronache giudiziarie; una riforma
dellavvocatura che ne assicuri qualificazione
professionale, rigore deontologico, specializzazione.
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La Corte costituzionale, il diritto della gestante e
quello del nascituro (sezione: Giustizia)
La Corte costituzionale,
il diritto della gestante e quello del nascituro di LORENZO BUTTINI Alcuni
lettori mi hanno chiesto maggiori delucidazioni sulla sentenza della Corte
Costituzionale, da me più volte citata, che tra il diritto della gestante e
quello del nascituro operava una scelta di principio a favore del diritto della
madre e, in tale contesto, quale significato potrebbe avere la
sbandierata "moratoria" dell'aborto che da più parti è stata
invocata. Orbene la sentenza in oggetto è la n° 27 del 18 febbraio 1975, ove la
Suprema Corte ha preliminarmente chiarito che la condizione della gestante è da
ritenersi del tutto particolare dal momento che in essa convivono due soggetti,
ognuno titolare di diritti ugualmente inviolabili, anche se tali soggetti
potenzialmente possono venire a trovarsi in contrapposizione tra loro e
diventare, in maniera indubbiamente drammatica, uno nemico dell'altro. Si
incontrano e si scontrano, infatti, due situazioni in astratto entrambe oggetto
di completa tutela giuridica: da un lato vi è il concepito che merita il
riconoscimento garantito dalla Costituzione di essere titolare di diritti
inviolabili della persona (con la precisazione "sia pure con le
particolari caratteristiche sue proprie" trovandosi nella condizione di
essere solo "persona in fieri, ovvero di chi persona deve ancora
essere") e dall'altro troviamo il diritto all'esistenza e alla salute di
chi persona lo è già nella pienezza del suo essere. I due diritti sono
dicotomici, in quanto vengono a trovarsi in una situazione di "aut-aut"
senza che possa apparentemente esserci alcuna possibilità di mediazione, poiché
riconoscere l'uno porta necessariamente a negare l'altro. La Corte
Costituzionale, pertanto, sentenziava che l'obbligo giuridico di portare
comunque ed in ogni caso a termine la gravidanza era da ritenersi incostituzionale. A seguito di queste argomentazioni la
Suprema Corte dichiarò l'illegittimità costituzionale
dell'art. 546 del codice penale ("aborto di donna consenziente")
nella parte in cui non prevedeva che la gravidanza potesse essere interrotta
quando l'ulteriore gestazione avrebbe implicato danno o pericolo grave non
altrimenti evitabile per la salute della madre. Per completezza di informazione
una precisazione va però fatta: la stessa Corte con sentenza n° 37 del
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FECONDAZIONE/ MOVIMENTO PER LA VITA A CONSULTA: LEGGE
40 FUNZIONA (sezione: Giustizia)
Fecondazione/
Movimento per la vita a Consulta: Legge 40 funziona di Apcom "Nel 2008 non
sono stati generati 53.099 embrioni soprannumerari" -->Roma, 30 mar. (Apcom) - La Corte costituzionale "non potrà non tener conto" del fatto che la legge 40
sulla fecondazione assistita "funziona": è la convinzione espressa
dal Movimento per la vita in vista del pronunciamento della Consulta sul
ricorso avanzato dal Tar del Lazio e da due giudici del Tribunale di Firenze.
"Nonostante il silenzio della maggior parte dei mezzi di informazione, la
relazione sull'applicazione della legge 40 presentata nei giorni scorsi dal
sottosegretario Roccella avrà sicuramente un grande peso sulla decisione che la
Corte Costituzionale è chiamata a prendere domani", afferma in una nota
Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita ed eurodeputato dell'Udc.
"La legge ha infatti dimostrato di aver funzionato. Indipendentemente
dalle note riserve del Movimento per la vita sulla procreazione artificiale
come tale, la relazione ministeriale riferisce che nel 2008 non sono stati
generati 53.099 embrioni soprannumerari, il cui destino, dopo il congelamento,
sarebbe stato generalmente la morte". Conclude Casini: "Siamo certi
che la Corte costituzionale, come ha sempre fatto, non
invaderà il campo politico legislativo".
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COMPOSIZIONE ALLARGATA, CON TUTTI I MEMBRI DEL
CONSIGLIO GIUDIZIARIO. TRA GLI ARGOMENTI MESSI ALL&1... (sezione: Giustizia)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento)) (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario
Sud2)) (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (City)) Composizione
allargata, con tutti i membri del Consiglio giudiziario. Tra gli argomenti
messi all'ordine del giorno, oltre alle pratiche per i giudici di pace, anche
una rivisitazione del cosiddetto caso stralcio nell'inchiesta rifiuti. In
sintesi, questo pomeriggio, il Consiglio giudiziario torna ad esprimersi su una
vicenda tutta interna al distretto partenopeo: si discute sulla revoca della
desecretazione dei verbali delle audizioni dello scorso primo dicembre, che
videro protagonisti, oltre al procuratore Giovandomenico Lepore, anche i due pm
Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Poche settimane fa, il Consiglio giudiziario
aveva deciso a maggioranza di rendere pubbliche, almeno in parte, alcune fasi
della divergenza tra il procuratore e i due sostituti in merito alla gestione
del fascicolo che vede indagati, tra gli altri, gli ex commissari Corrado
Catenacci, Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. Una divergenza che ha
interessato nel corso dei mesi sia il Consiglio giudiziario (una sorta di
assemblea del distretto, formata in prevalenza da
magistrati e in minoranza da avvocati e docenti) e il Csm. Tre gli argomenti al
centro della querelle: la decisione di Lepore di stralciare sette posizioni
rispetto ai 25 imputati nel processo ecoballe; il rifiuto del capo dei pm
napoletani di firmare un arresto; e una controversia nata sulla perquisizione
negli uffici della Protezione civile. Motivi di una contrapposizione in
parte resi pubblici da una recente decisione del Consiglio giudiziario, che ha
fatto registrare l'intervento del procuratore generale Vincenzo Galgano: il pg
ha infatti chiesto di riportare il segreto ai verbali sulla gestione
dell'inchiesta rifiuti, di fronte ad una vicenda penale non ancora conclusa.
Domani è invece previsto un incontro tra lo stesso Galgano e la giunta della
Anm, un momento di probabile distensione dopo i toni accesi degli scorsi
giorni. l.d.g.
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Procreazione assistita, raddoppiano i bimbi nati in
provetta (sezione: Giustizia)
n. 13
del 2009-03-30 pagina 0 Procreazione assistita, raddoppiano i bimbi nati in
provetta di Emanuela Fontana Dati dell'istituto Superiore della Sanità: aumentano
le coppie che accedono alla fecondazione artificiale. Roccella: «Cifre
dimostrano che la legge 40 funziona». Ma rimane alta rispetto all'Europa la
percentuale di parti trigemellari Più di 55mila coppie hanno fatto ricorso nel
2007 alla procreazione assistita. E i nati vivi in «provetta» sono stati 9.137,
quasi il doppio del 2005 8erano 494o). Sono i dati dell'Istituto Superiore di
Sanità trasmessi dal ministero della Salute al parlamento per fare il punto
annuale sull'applicazione della legge 40 del 2004. Martedì
è attesa la decisione della Corte Costituzionale su alcuni articoli della
legge, ma intanto arrivano le statistiche: sempre più coppie accedono alla
fecondazione artificiale nei 341 centri iscritti al registro nazionale, sono
aumentati anche i cicli di trattamento, passati in due anni da circa 63mila a
75mila. La percentuale di gravidanze è del 15,5%, in aumento rispetto al
2005 (14,9). Un dato ancora basso rispetto all'Europa, ma c'è da tenere conto,
spiegano al ministero, che l'età media delle donne che accedono alla
procreazione assistita in Italia è di 36 anni, contro il 33,8 dell'Europa. Una
donna su quattro che si presenta nei centri italiani ha inoltre più di
quarant'anni. E' più alta rispetto alle medie europee (ma sostanzialmente invariata
rispetto alla rilevazione del 2005) la percentuale dei parti trigemellari in
provetta: sono il 3,5% per le tecniche di secondo e terzo livello. Il 18,7%
sono invece parti gemellari. «La legge 40 sulla procreazione medica assistita
funziona, lo dimostrano i dati», ha spiegato oggi il sottosegretario alla
Salute Eugenia Roccella. Una statistica di cui non tiene mai conto chi critica,
ha sottolineato, è quella «della sindrome da iperstimolazione ovarica: in
Italia è la più bassa d'Europa». Anche questa «è una garanzia». La legge
italiana «non ha problemi, semmai ci sono da fare correzioni nelle buone
pratiche». Per quanto riguarda i parti trigemellari, per esempio, ci sono
grandi differenze da struttura a struttura: contro un centro dove la
percentuale si ferma allo 0,5, ce ne sono altri che sfiorano il 13%. Per questo
ci sarà bisogno di fissare degli «standard di qualità». Nei prossimi due anni
verrà compilata una sorta di classifica dei centri italiani per la
procreazione, con la certificazione di qualità per ogni struttura. Su questi
dati sono arrivati commenti discordanti. Carlo Casini, presidente del Comitato
per la vita, è soddisfatto: «Aumentano le gravidanze, aumenta la percentuale di
gravidanze per ciascun ciclo, aumenta il numero dei nati vivi ed anche le
coppie che si rivolgono ai centri ed il numero dei cicli sono in sensibile
aumento. Dov'è finito il presunto turismo procreativo? I dati resi noti oggi
sono un conforto per chi ha sempre difeso la legge». Il turismo della
procreazione, ha spiegato anche Roccella, avviene principalmente per due
motivi, ma questo in tutto il mondo, non solo in Italia: per cercare
«deregulation», ossia «meno regole, che però significa anche meno garanzie», e
per trovare «prezzi più convenienti». Ma l'Italia «non può andare dietro alla
deregulation solo perché altri la applicano». C'è un pendolarismo interno,
invece, da regione a regione: sono molte le coppie che si spostano per esempio
dalle regioni del nord verso la Lombardia. Ma i motivi possono essere i più
diversi: in Toscana «per le donne sopra i quarant'anni» e oltre il terzo
tentativo, ha spiegato il sottosegretario, il trattamento «diventa a
pagamento». Quindi molte si rivolgono altrove. Anche ieri è stata giornata di
polemica sulla legge 40. Vittoria Franco, senatrice del Pd è tra le più
critiche: «Il terzo Rapporto sulla Procreazione medicalmente assistita conferma
solo un fatto: che la legge 40 è sbagliata», conferma. E si dice preoccupata
dall'incidenza del numero dei parti trigemellari. L'associazione Luca Coscioni
chiede alla Corte di «prendere atto dei dati». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
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Interruzione del processo, verifica del giudice,
delibazione sommaria (sezione: Giustizia)
Interruzione
del processo, verifica del giudice, delibazione sommaria Cassazione civile ,
SS.UU., sentenza 20.03.2008 n° 7443 Stampa | Segnala | Condividi Interruzione
del processo verifica del giudice -
delibazione sommaria Nellipotesi di interruzione del processo, il
giudice che è chiamato a verificare la sussistenza delle condizioni che possono
sottrarlo al dovere di giudicare non compie un vero e proprio accertamento
degli effetti interruttivi - che comporterebbe l'apertura di una fase
incidentale preliminare alla sua dichiarazione - ma procede solo ad una
delibazione sommaria delle comunicazioni del procuratore della parte colpita
dall'evento interruttivo e dei fatti portati alla sua conoscenza, limitandosi a
verificare se essi corrispondono alle ipotesi tipiche previste dalla legge e se
concorrono tutte le condizioni necessarie a integrare la fattispecie
interruttiva. (Fonte: Altalex Massimario 13/2009. Cfr. nota su Altalex Mese -
Schede di Giurisprudenza) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI
Sentenza 20 marzo 2008, n. 7443 Svolgimento del processo Con due atti di
citazione notificati il 16 marzo
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Q 25 Agordina - Castionrinv. Altivolese - Foen 0 - 1
Bessica - Monte... (sezione: Giustizia)
Lunedì
30 Marzo 2009, Q 25 Agordina - Castionrinv. Altivolese - Foen 0 - 1 Bessica -
Montegrappa 1 - 1 Caerano - SP Calciorinv. Cisonese - Juventina 2 - 2 Fiori
Barp - Maser 0 - 2 P. Tegorzo - CSM Farra 1 - 2 Sernaglia - Lentiairinv. CLASSIFICA Cisonese251582512253Montegrappa251492512951Bessica251465463548Caerano241374402146CSM Farra251267433042SP
Calcio241365331641P.
Tegorzo25979293134Maser25979262934Juventina257810313729Foen258512364629Castion246612334924Altivolese256514374723Agordina246414305022Lentiai244911223221Sernaglia244911304021Fiori
Barp253616265015PROSSIMO TURNO (05/04/09): Agordina - Maser, Caerano -
Cisonese, Castion - Bessica, CSM Farra - Altivolese,
Foen - Juventina, Lentiai - P. Tegorzo, Montegrappa - Sernaglia, Fiori Barp -
SP Calcio,
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Piave Tegorzo - Virtus 1-2 (sezione: Giustizia)
Piave
Tegorzo - Virtus 1-2 Lunedì 30 Marzo 2009, GOL: pt. 37' P. Scopel, 39' rig.
Puppetti, st. 36' rig. Puppetti. PIAVE TEGORZO: Faccinetto, Coppe, Rahli (st.
31' Giotto), Furlan, Rizzotto, P. Scopel, Schievenin, Prosdocimo, A. Scopel
(st. 19' Berra), Colmanet, Codemo. All. Bee. VIRTUS FARRA CSM: Gosetto, Meneghin, Gallon, M.
Mognon, Bet, Fedato (pt. 16' Busetti), Gerlin (st. 28' Baratto), Zandonà,
Vassalli (st. 39' Tonon), Puppetti, Bittante. All. R. Mognon. ARBITRO: Favotto
di Treviso. NOTE: Espulso st 42' Busetti .
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Buffon arriva a 20 gol (sezione: Giustizia)
Buffon
arriva a 20 gol Lunedì 30 Marzo 2009, GIRONE P-F-O 17 GOL: Rizzo (Mignagola).
16: Zanon (Salvatronda). 14: Pietrobon (Cendon), Trentin (Godigese). 13:
Vettoretti (Salvarosa). 12: Cremasco (Godigese). 10: Maci (Salvatronda),
Mattiuzzo (S.Elena). 9: Baldissin (Salgareda), Rizzato, Simonaggio (Casale), F.
Bezzerra (OlmiCallalta). 8: Smaniotto (S.Elena). 7: Bonotto (Salgareda), Cecino
(Cendon), R. Citton (Ezzelina), Tadil Aziz (Aurora Treviso 2), Salvador
(Treville), R. Stocco (Paese). GIRONE Q 21 GOL: Sartor (Montegrappa). 20:
Buffon (Cisonese). 18: Bortot (Sernaglia), F. Pellizzari (Bessica). 17: Biasion
(Foen). 12: M. Alberton (Castion), Pastro (Bessica), Bacchetti (S.P. Calcio
2005), Pradetto (Cisonese). 11: Gelisio (Juventina), E. Simoni
(Virtus Csm). 10: D. Bortolon (Altivolese). 9: Binotto (Montegrappa), Zandonà
(Bessica). 8: L. Nussio (Castion), Puppetti, Bittante (Virtus Csm). 7: Tavarner
(Lentiai), Pincin (Maser). GIRONE R 19 GOL: Facchin (Limana). 17: N. Giovanelli
(S.Lucia Mille) 15: Soravia (Auronzo). 14: L. Giovanelli (S. lucia
Mille). 13: Collavino (Cadore), Mazzer (Gaiarine), Ros, Bandiera (S. Lucia -
Mille). 11: Soldano (Limana), Boldrin (Cortina). 9: Lodeserto (Cortina), A.
Cibien (Farra). 8: M. Bettio (Sois), Latti (Limana). 7: Tomasin, Battaglini
(Vazzolese), Cerminara (Sarmede), Giazzon (Ponte Alpi), Calvani (Cortina).
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Gobbo balza al 3. posto. 19 gol: Ruffato (C.S.M.
Resana). ... (sezione: Giustizia)
Lunedì
30 Marzo 2009, Gobbo balza al 3. posto. 19 gol: Ruffato (C.S.M. Resana). 18:
Miotto (Vedelaghese). 16: Gobbo (C.S.M. Resana). 14: Gashi (S. Antonino). 12:
Fregolent (Volpago), Scaboro (S. Antonino), Zago (Fontane). 11: Schiavon (Rovere), Fornasier (Valdosport), Vettor (Fanzolo).
10: Favaro (Badoere), Spagnol (Vidor), Tiziani (Milan Guarda). 9: Bertuola
(Fontane), Q. Tessaro, Filippi (Vidor), Possamai, Canonico (S. Gaetano). 8:
Vedelago (Fontane), Fabbian (Csm Resana), Menegazzo (Valdosport), Adustini
(Padernello).
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Milan Guarda - C.S.M. Resana0-3 (sezione: Giustizia)
Milan
Guarda - C.S.M. Resana0-3 Lunedì 30 Marzo 2009, GOL: pt 25' Gobbo, st 35'
Zorzi, 44' Gobbo. MILAN GUARDA: Chimenton, Girgenti, Beccia, Tiziani (st 10'
Dametto), Cesero, Rech, Pettenuzzo (st 35' Serena), Mestriner, Santillo, Mazzoccato,
Luise. All. Galli. C.S.M. RESANA: Furlan, Fagan (st 40' Giacometti), Tosetto,
Bussolin, D. Barichello, Rigo, A. Barichello (st 20' Zorzi), Barban, Gobbo,
Ruffato (st 30' Simionato), Fabbian. All. Fabrin. ARBITRO: Palmieri di
Conegliano. Un gran gol al 25' di Gobbo porta in vantaggio
la capolista CSM Resana.
Poi i locali, imbottiti di Juniores, hanno cercato il pareggio e si sono molto
impegnati colpendo anche un palo. Ma nulla hanno portuto, nella ripresa, di
fronte alla capolista CSM
Resana che ha dimostrato il proprio valore. Bene la direzione di gara del
giovane Palmieri.
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Tegorzo-Virtus Csm 1-2 (sezione: Giustizia)
Tegorzo-Virtus Csm 1-2 Lunedì 30 Marzo 2009, GOL: pt. 37' P.
Scopel, 39' rig. Puppetti, st. 36' rig. Puppetti. PIAVE TEGORZO: Faccinetto,
Coppe, Rahli (st. 31' Giotto), Furlan, Rizzotto, P. Scopel, Schievenin,
Prosdocimo, A. Scopel (st. 19' Berra), Colmanet, Codemo. All. Bee. VIRTUS
FARRA CSM: Gosetto, Meneghin, Gallon, M. Mognon, Bet,
Fedato (pt. 16' Busetti), Gerlin (st. 28' Baratto), Zandonà, Vassalli (st. 39'
Tonon), Puppetti, Bittante. All. R. Mognon. ARBITRO: Favotto di Treviso. NOTE.
Espulso st 42' Busetti per somma di ammonizioni. Ammoniti Coppe, Furlan, P.
Scopel, Meneghin e Zandonà. Angoli 6-4 per la Virtus. Recupero: pt 2', st 5'.
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Facchin e Biasion i super goleador (sezione: Giustizia)
Facchin
e Biasion i super goleador Lunedì 30 Marzo 2009, GIRONE Q 21 GOL: Sartor
(Montegrappa). 20: Buffon (Cisonese). 18: Bortot (Sernaglia), F. Pellizzari
(Bessica). 17: Biasion (Foen). 12: M. Alberton (Castion), Pastro (Bessica),
Bacchetti (S.P. Calcio 2005), Pradetto (Cisonese). 11: Gelisio (Juventina), E.
Simoni (Virtus Csm). 10: D. Bortolon (Altivolese). 9:
Binotto (Montegrappa), Zandonà (Bessica). 8: L. Nussio (Castion), Puppetti,
Bittante (Virtus Csm). 7: Tavarner (Lentiai), Pincin (Maser). 6: Carretta
(S.P.Calcio 2005), Merlo (Caerano), Galanti (Montegrappa), Farenzena
(Agordina), Cesca (Cisonese), Lise, Cavesso (Fiori Barp), Bentivenga
(Altivolese), Robassa (Juventina), Rahli (Piave Tegorzo).
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Una Piave Tegorzo volitiva ha dovuto cedere il passo
tra le mura amiche al più quotato Virtus F... (sezione: Giustizia)
Lunedì
30 Marzo 2009, Una Piave Tegorzo volitiva ha dovuto cedere il passo tra le mura
amiche al più quotato Virtus Farra CSM al termine di una gara vivace e
giocata a viso aperto dalle due compagini nonostante un terreno reso pesante ed
insidioso dalla pioggia battente. Una vittoria meritata per la squadra di
mister Mognon dimostratasi in ottima condizione fisica e capace di buone trame
di gioco sebbene ci siano voluti due rigori per piegare la resistenza dei
padroni di casa. Partivano bene gli ospiti che dopo una punizione di Bet
al 5' di poco alta sulla traversa sciupavano una buona opportunità al 12' con
Puppetti il cui sbilenco diagonale, da favorevole posizione, si spegneva sul
fondo mentre al 17' era la traversa a negar loro il vantaggio sulla magistrale
punizione a scavalcare la barriera di Meneghin. La Piave Tegorzo si faceva
vedere al 27' con un velenoso calcio d'angolo di Schievenin che costringeva
Gosetto ad un difficile intervento mentre al 33' era nuovamente il Virtus Farra
CSM a sfiorare la marcatura con una botta dal limite
di Gerlin che dopo aver centrato la parte inferiore della traversa veniva
liberata da Rizzotto. Ma la prima rete dell'incontro la siglavano i locali e in
maniera rocambolesca: era il 37' quando una punizione da oltre la metà campo di
P. Scopel, scodellata nell'area avversaria, dopo aver toccato il viscido
terreno schizzava via velocemente insaccandosi sotto la traversa sotto lo
sguardo incredulo di Gosetto. La reazione degli ospiti era immediata e coronava
nel pareggio due minuti dopo su calcio di rigore procurato e trasformato da
Puppetti. Nel finale di tempo la Piave Tegorzo aveva la palla del vantaggio ma
sull'assist invitante di Colmanet né a Codemo né a Rahli riusciva la deviazione
vincente. Nella ripresa al 14' un liscio di P. Scopel dava via libera a
Vassalli che però veniva fermato in area dall'ottima uscita di Faccinetto. Al
25' era la squadra di mister Bee a rendersi pericolosa in contropiede
finalizzato dalla botta di Codemo respinta con bravura da Gosetto. Ma la pressione
degli ospiti era costante e dopo una buona opportunità al 33' sprecata da
Meneghin, al 36' la squadra allenata da Mognon passava in vantaggio: un errato
disimpegno di Colmanet favoriva l'inserimento di Bittante che una volta in area
veniva atterrato da Rizzotto per il giusto rigore che bomber Puppetti
realizzava con freddezza. Prima dello scadere i padroni di casa rischiavano di
pareggiare quando su una punizione senza pretese di Colmanet l'estremo ospite
smanacciava male la palla e solo l'intervento di un compagno gli evitava la
figuraccia. Cristiano Mazzoni
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Fecondazione: Legge 40 Domani a vaglio Consulta (sezione: Giustizia)
Fecondazione:
Legge 40 Domani a vaglio Consulta 30 marzo 2009 alle 17:07 — Fonte:
repubblica.it — 0 commenti La legge 40 sulla fecondazione
assistita finisce sotto la lente della Corte Costituzionale. Domani, infatti, i
giudici della Consulta inizieranno ad esaminare, dopo un'udienza pubblica che
si terrà in mattinata, le questioni di legittimità sollevate nel 2008 dal Tar
del Lazio e dal Tribunale di Firenze, con tre distinte ordinanze, relative
all'articolo 14 (commi 1, 2, 3 e 4) della legge, in cui si prevede la
formazione di un numero limitato di embrioni, fino a un massimo di tre, da
impiantare contestualmente, vietando la crioconservazione di embrioni al di
fuori di ipotesi del tutto eccezionali. I giudici delle leggi, inoltre,
dovranno pronunciarsi anche sulla legittimità dell'articolo 6 della legge 40,
e, in particolare, del punto in cui dispone anche per la donna la
irrevocabilità del consenso ad accedere alle tecniche di fecondazione assistita
dal momento della fecondazione dell'ovulo. Per il Tar del Lazio e il tribunale
fiorentino (chiamati a decidere rispettivamente su una causa sollevata dalla
Warm -- World Association Reproductive Medicine e su un caso riguardante una
coppia non fertile e affetta da malattie genetiche) le disposizioni contenute
nella legge 40 sono in contrasto con gli articoli 2, 3, 13 e 32 della
Costituzione. Al termine dell'udienza di domani, i giudici della Consulta si
ritireranno in camera di consiglio. La loro decisione, molto probabilmente,
arriverà entro la fine della settimana. Relatore della causa è il giudice Alfio
Finocchiaro. AGI
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Cassazione/ Bossi offese giudice: contro immunità
atti a (sezione: Giustizia)
Roma, 30
mar. (Apcom) - Secondo la Cassazione il leader della Lega Umberto Bossi ha
offeso un giudice e non è giusto riconoscergli l'immunità parlamentare. Questa,
nei fatti, la motivazione con la quale la Suprema Corte ha inviato alla Corte costituzionale gli atti della causa tra l'attuale ministro
per le Riforme e il giudice di Cantù Paola Braggion che negli anni scorsi ha
condannato il 'senatùr' per vilipendio alla bandiera. La vicenda risale al
1997, quando Bossi, nel corso di un comizio sul federalismo, paragonò il
tricolore alla carta igienica. Quattro anni più tardi, dopo la condanna,
Umberto Bossi nel corso di alcune intervista espresse considerazioni sul
magistrato che Braggion ritenne offensive. Ne nacque così un altro processo,
questa volta per diffamazione, e la Corte d'appello di Brescia, nel febbraio
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CASSAZIONE/ BOSSI OFFESE GIUDICE: CONTRO IMMUNITÀ
ATTI A CONSULTA (sezione: Giustizia)
Cassazione/
Bossi offese giudice: contro immunità atti a Consulta di Apcom La vicenda
risale al 1997 -->Roma, 30 mar. (Apcom) - Secondo la Cassazione il leader
della Lega Umberto Bossi ha offeso un giudice e non è giusto riconoscergli
l'immunità parlamentare. Questa, nei fatti, la motivazione con la quale la
Suprema Corte ha inviato alla Corte costituzionale gli
atti della causa tra l'attuale ministro per le Riforme e il giudice di Cantù
Paola Braggion che negli anni scorsi ha condannato il 'senatùr' per vilipendio
alla bandiera. La vicenda risale al 1997, quando Bossi, nel corso di un comizio
sul federalismo, paragonò il tricolore alla carta igienica. Quattro anni più tardi,
dopo la condanna, Umberto Bossi nel corso di alcune intervista espresse
considerazioni sul magistrato che Braggion ritenne offensive. Ne nacque così un
altro processo, questa volta per diffamazione, e la Corte d'appello di Brescia,
nel febbraio
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Studio finlandese: funziona la tecnica dell'embrione
single (sezione: Giustizia)
Fecondazione
assistita Funziona la tecnica dell'embrione single Uno studio finlandese indica
che ha una maggiore resa, anche in termini economici ROMA Si chiama
trasferimento «elettivo» di un singolo embrione. La donna riceve un'unica
cellula fecondata, anziché due, tre o anche più come in molti casi accade per
aumentare la possibilità di ottenere una gravidanza. Tecnica poco praticata
appunto perché ritenuta a bassa percentuale di successo. Uno studio finlandese
pubblicato sull'edizione online di Human Reproduction, la maggiore rivista
scientifica in questo settore, dimostrerebbe il contrario, se applicata a
pazienti sotto i 40 anni. La metodica, afferma l'autore principale, Hannu
Martikainen, capo della divisione di infertilità e endocrinologia riproduttiva
all'università di Ouli, sarebbe oltretutto meno costosa: «I nostri risultati ci
inducono a respingere ogni preoccupazione sulla bassa resa in termini di
bambini nati. Ma il vantaggio maggiore consiste nell'evitare gravidanze
multiple, grave causa di complicanze per la mamma e di rischio di morte per il
bimbo». STUDIO DI LUNGA DURATA - Quello finlandese è il primo studio di lunga
durata per valutare l'efficacia del trasferimento single. Martikainen
sottolinea l'aspetto economico: «Per arrivare alla nascita del bambino una
coppia di genitori spende in media circa 19.9oo euro in meno rispetto al costo
della tecnica del doppio embrione. Al di là di qualsiasi valutazione
scientifica la via nordica alla fecondazione risulterebbe in ogni caso
difficilmente applicabile in Italia dove la legge del 2004 sulla fecondazione
artificiale prevede non si possano fecondare più di tre ovociti (dunque creare
non più di tre embrioni) e dove i frutti di queste tecniche in provetta non
possono essere congelati. «Da noi sarebbe una soluzione non conveniente e a
rischio di fallimento commenta Eleonora Porcu esperta dell'ospedale Sant'Orsola
di Bologna, centro all'avanguardia nel congelamento degli ovociti -. Dovremmo
avere la certezza di creare un unico embrione. L'obiettivo dei centri italiani
dovrebbe essere quello di limitarsi a produrre due embrioni per evitare il
rischio di gravidanze trigemine che, come si è visto nell'ultimo rapporto
dell'Istituto Superiore di Sanità, sono ancora troppo diffuse, con una media
nettamente superiore al resto del mondo». «Il trasferimento singolo», aggiunge
la ginecologa, «è un obiettivo perseguito in Europa tanto che il Belgio lo ha
imposto per obbligo, in caso contrario non vengono assicurati i rimborsi
assicurativi». La preoccupazione del mondo scientifico riguarda le gravidanze
multi gemellari, pericolose per la donna e per i bambini, che nascono
sottopeso. Lo studio finlandese ha confrontato i dati di due diversi periodi:
quello tra 1995 e '99 quando il singolo trasferimento era usato dal 4,2% delle
donne che si sottoponevano alle tecniche di fecondazione Icsi (microiniezione)
e Fivet e gli anni tra 2000 e 2004 quando la via del singolo embrione era più
diffusa (46,2%). Nella seconda fase le percentuali di nascite sono risultate
migliori. LEGGE 40 - Sul fronte italiano, martedì la legge 40 sulla
procreazione medicalmente assistita viene messa di nuovo sotto esame. La Corte Costituzionale si riunisce per discutere i ricorsi
presentati con 3 ordinanze distinte dai tribunali del Tar di Roma e Firenze. Le
questioni di legittimità costituzionale sono legate in particolare ad alcuni articoli-chiave della
legge: formazione di un numero limitato di embrioni e obbligo di impiantarli
insieme, divieto di crioconservazione, divieto per la paziente di
revocare il consenso informato quando si arriva al momento dell'impianto. La
sentenza è attesa in settimana. Margherita De Bac stampa |
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