CENACOLO
DEI COGITANTI |
Anche l'ex magistrato Di
Pietro contro Materia ( da "Gazzetta
di Reggio" del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: espressosi come vicepresidente del
Csm in difesa di Materia nell'ultima riunione del plenum. «Mancino - dice
l'Alfano - ha giustificato la decisione del procuratore parlando di
"reazione a un aggressione subita dal magistrato" e di "interferenza
esterna deprecabile" senza mai fare il nome, il mio, del presunto
responsabile di tali interferenze.
Il viaggio romano del
procuratore ( da "Gazzetta
di Reggio" del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: audizione al Csm, si muovono le
«correnti» delle toghe Il «viaggio romano» di Italo Materia, con mèta Palazzo
dei Marescialli, sarà presto in agenda al Csm. Il magistrato dimissionario
verrà sentito nell'ambito di quell'iter deciso mercoledì dal plenum e che lega
la discussione per la nomina del nuovo capo della procura di Bologna (poltrona
a cui Materia aspira da tempo)
il giudice tamburrino da
venezia al tribunale di sorveglianza di roma
( da "Nuova Venezia, La"
del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ora sarà il plenum del Csm a
decidere, ma l'ampia condivisione che c'è stata sul suo nome in Commissione fa
ritenere quasi scontata la sua nomina. Il magistrato è molto noto per
un'indagine che condusse da giudice istruttore a Padova, qualla sulla Rosa dei
Venti, che portò in carcere anche il capo del Sid, oltre ad altri generali.
Una seduta solenne del
Consiglio regionale per onorare le vittime
( da "Tempo, Il" del
03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: hanno chiesto invano al Csm di
essere applicati in via provvisoria in altre sedi fino al 30 novembre - si
legge in una nota della Federmot -. Gli altri colleghi dell'Abruzzo hanno già
perso un mese di retribuzione, dipendendo dalla Corte d'Appello dell'Aquila».
«Si tratta dell'ennesima ragione di protesta», afferma Federmot,
centinaia di avvisi di
pagamento a chi non è allacciato alla fogna
( da "Tirreno, Il" del
03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale aveva abrogato
l'obbligo di pagamento della quota tariffaria di depurazione per gli utenti che
non usufruiscono del servizio. Pubbliacqua però chiarisce che, anche in base
all'approvazione di una nuova legge in Parlamento, se la tariffa viene da un
lato abrogata, viene però previsto il pagamento degli oneri connessi agli
investimenti necessari a realizzare le
GIORNI fa il Capo dello
Stato ha criticato il governo per l'emissione di troppi decreti...
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il governo è costretto a farli in
quanto molti magistrati con pareri personali' ne intralciano il lavoro.
Napolitano è anche presidente del Csm: perché non richiama quei magistrati al
loro dovere prioritario? Quello di far rispettare e applicare le leggi, che
piacciano o no. Dalio A., Firenze
Corte Suprema, una nuova
sfida tra liberal e conservatori ( da "Corriere
della Sera" del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: integrità del processo giuridico e
dei giusti limiti al potere giudiziario», la formulazione ha allarmato i
conservatori, preoccupati che Obama voglia nominare un giudice con una visione
troppo «attiva» del ruolo della Corte. Fra i nomi di possibili candidati già in
circolazione, quelli di molti giuristi donne, ispanici e afro-americani.
ROMA - Ho sostenuto la
scelta del sì al referendum. Un sì per favorire la ri...
( da "Messaggero, Il"
del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Peraltro la stessa Corte costituzionale,
nell'ammettere gli attuali quesiti, raccomandò un approfondimento al Parlamento
sulla circostanza che viene assegnato un premio di maggioranza senza neppure
fissare una soglia minima...» Non rischiate così di regalare a Berlusconi anche
il movimento referendario?
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La sua analisi su un sistema
giudiziario con le pezze al sedere è spietata: «Bello parlare di tutti questi
tentativi di migliorare la giustizia, ma quando noi avvocati siamo costretti a
portare in tribunale la carta per le fotocopie, le cartellette per i fascicoli,
finanche le biro, è chiaro che possiamo fare tutti i discorsi che vogliamo,
Ha ragione Clementina.
Tutti zitti ( da "Unita,
L'" del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: nuovo ordinamento giudiziario vieta
di trasferire un giudice per condotte colpevoli o colpose: proprio quel che ha
fatto il Csm, cacciando la Forleo per "esternazioni" che per legge
non sono punibili. 2) Il Csm ha stabilito che la Forleo non poteva più
"svolgere le funzioni con piena indipendenza e imparzialità" a
Milano, ma s'è dimenticato di dare "un'esauriente spiegazione".
Sui diritti umani gli
ayatollah sfidano l'Occidente ( da "Unita,
L'" del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: drammatica vicenda testimonia che
persino le decisioni presa dal potere giudiziario centrale (la sospensione di
due mesi della pena) non hanno nessuna incidenza e vengono disattese nei
distretti provinciali. L'esecuzione di Delara è un oltraggio al diritto
umanitario, ad un senso minimo di giustizia. La comunità internazionale non
può, non deve tacere di fronte a questo scempio.
Calcio dilettanti.
Penultima giornata: la Cisonese può far festa
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Postioma-Csm Resana;
Valdosport-Badoere; Fanzolo-San Giuseppe; San Gaetano-Milan Guarda;
Pederobba-Padernello; Sant'Antonino-Vedelaghese; Rovere-Vidor; Fontane-Volpago;
M. Biancade-Sangiorgese; Evolution Team-Staffolo; Summaga-Zensonese;
Marchesane-Eagles Pedemontana;
Delara: "Mamma,
aiuto. Mi impiccano" ( da "Giornale.it,
Il" del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la giustizia degli ayatollah.
Delara Darabi impiccata dopo un processo-farsa per un delitto compiuto a 17
anni. L?ultima telefonata concessa quando aveva già il cappio al collo. Legge
del taglione: il carnefice è un figlio della vittima «Mamma mi stanno
impiccando, mi portano alla forca, fate qualcosa, aiutatemi».
Una crisi economica che
arriva da lontano ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il centrosinistra sardo oggi si
dimentica dei bilanci sempre in ritardo, delle tasse, degli stop di Tar, Corte
dei conti, Corte Costituzionale, dei miliardi di euro non spesi. Sino ad
arrivare all'assurdo che oggi qualche sindaco e alcuni parlamentari del Pd
fanno un gran fracasso per alcune corse della Tirrenia che stavano per essere
soppresse.
Derby a S. Polo La
Liventina va a caccia di punti ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Castion: Barracano (Tv),
Bessica-Caerano: Trentin (Tv), Cisonese-Virtus CSM Farra: Pozzobon (Tv), La
Sernaglia-SP calcio 2005: Tasca (TV), Piave Tegorzo-Maser: Di Tomaso (Tv),
Juventina-Montegrappa. Gir. R. Vazzolese-Vitt Sangiacomo: Palmieri (Co), Piave-S.
Michele: Cosentino (Co), Alpina-Gaiarine, Ponte Alpi-Sarmede, S.
MASSA LUBRENSE/1 COMITATO
IN MEMORIA DI CERULLI UN COMITATO PRO MARCELLINO CERULLI&#...
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)"
del 03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: canone mediante coefficienti da
applicarsi al reddito dominicale dei terreni riferiti ai redditi del 1939,
ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale, non vi era stata alcuna
iniziativa legislativa per colmare questa lacuna. «Da allora - spiega Nino
Cuomo che ha suggerito l'iniziativa al senatore Raffaele Lauro - gli affittuari
di terreni agricoli sono rimasti senza tutela.
DOMENICO AMBROSINO
PROCIDA. TIRANO UN SOSPIRO DI SOLLIEVO NICOLA SCOTTO DI CLEMENTE E ARCHINA
RIC... ( da "Mattino,
Il (Circondario Nord)" del
03-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sulla questione è atteso il
pronunciamento della Corte Costituzionale che ha trattato la questione
nell'udienza del 24 aprile. La questione fu sollevata dal giudice monocratico
del Tribunale di Napoli, sezione di Ischia, accogliendo l'eccezione di
incostituzionalità presentata dagli avvocati isolani.
SI CELEBRERà OGGI ALLE 10,
NEL FOYER DELL'AUDITORIUM DELLA RAI LA GIORNATA DELLA MEM...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 03-05-2009) + 5 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il segretario dell'ordine nazionale
dei giornalisti, Enzo Jacopino, il presidente della Corte Costituzionale,
Francesco Amirante, il presidente dell'ordine dei giornalisti della Campania,
Ottavio Lucarelli, il presidente dell'assostampa di Napoli Enzo Colimoro ed il
presidente dell'Unione cronisti della Campania, Renato Rocco.
IL SUO NOME ERA CIRCOLATO
TRA I POSSIBILI CANDIDATI DEL PD ALLE ELEZIONI EUROPEE, MA IN REALTà ...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 03-05-2009) + 2 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Le nomine sono state decise
all'unanimità in questi giorni dal plenum del Csm. Si tratta di Luciana Izzo,
attualmente procuratore del Tribunale dei minorenni napoletano; Fausto
Zuccarelli e Giovanni Pio Luciano Melillo, fino ad oggi pubblici ministeri della
Direzione nazionale antimafia.
Incoronate Valdosport e
Zensonese ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: CSM Resana abbandona la speranza
della promozione diretta, dovrà giocarsi tutto ai playoff. Non ha saputo tenere
testa alla tensione delle ultime giornate e si è fatta soffiare il primo posto
dal Valdosport dopo un intera stagione che le ha viste alternarsi alla guida
del girone.
FANZOLO - S. GIUSEPPE: 6 -
1 ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: POSTIOMA - CSM RESANA: 1 - 0 RETI:
28' pt Morao. ROVERE SARTORATO - VIDOR: 2 - 2 RETI: 5' st Tormena, 6' e 17 st
N. Sartorato, 20' st Poletto. S. ANTONINO - VEDELAGHESE: 2 - 1 RETI: 37' pt
Scaboro, 32' st Dinunzio su rigore, 43' st Marchesan. S. GAETANO - MILAN
GUARDA: 6 - 0 RETI: 19' pt Pederiva, 9', 33' e 35' st Peveri,
BASALGHELLE - BARBISANO: 2
- 2 ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: POSTIOMA - CSM RESANA: 1 - 0 RETI:
28' pt Morao. ROVERE SARTORATO - VIDOR: 2 - 2 RETI: 5' st Tormena, 6' e 17 st
N. Sartorato, 20' st Poletto. S. ANTONINO - VEDELAGHESE: 2 - 1 RETI: 37' pt
Scaboro, 32' st Dinunzio su rigore, 43' st Marchesan. S. GAETANO - MILAN
GUARDA: 6 - 0 RETI: 19' pt Pederiva, 9', 33' e 35' st Peveri,
Seconda Cat. Parma girone
D Risultati Castelnovo 02-Mezzani 1-1 R...
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Leo CSM 2-3 Viadana-Tricolore
Planet 2-0 TotaleReti SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana5825184356207Boca
Barco5725176241168 Sc S.Ilario562517534195Campeginese482514654929-1 Rocca
68452513664427-6Team Frontiera3725114103429-14 Castelnovo
022525510102430-26Mezzani2525510102939-24 Barcaccia242559113344-25S.
Ricordati i giornalisti
uccisi dalla mafia ( da "Unita,
L'" del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il presidente della Corte
Costituzionale, Francesco Amirante, che ha ribadito il dolore per i caduti e la
solidarietà alle loro famiglie e insieme sottolineato il valore della libertà
di informazione, di «una stampa libera e indipendente a garanzia di tutti».
Messaggi di adesione al ricordo dei cronisti vittime di mafie e terrorismo sono
giunti dai presidenti di Senato e Camera,
AFFIDATO A FILSE INCARICO
DI COSTITUIRE SOCIETÀ PER LE INFRASTRUTTURE LIGURI
( da "marketpress.info"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: risoluzione delle problematiche
giuridiche connesse al ricorso del Governo alla Corte costituzionale contro
l´ipotesi di affidamento a quest´ultima società delle infrastrutture in
questione". "L´obiettivo - ha continuato Burlando - è quello di
avviare al più presto alcuni interventi strategici per la Liguria, come
l´ospedale spezzino per il quale sono stati stanziati 188 milioni di euro,
la giustizia e
l'importanza del rispetto delle regole
( da "Tirreno, Il" del
04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: it I problemi della giustizia in
Italia? «In 33 anni di servizio in Magistratura - afferma Colombo - mi sono
convinto che, perché la Giustizia cambi in Italia, è necessario che i cittadini
capiscano il perché delle regole e l'importanza del loro rispetto.
In Italia ancora poche al
vertice degli uffici ( da "Sole
24 Ore, Il" del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 03 - pag: 9 autore: Sui 24 membri
del Csm sono solo sei In Italia ancora poche al vertice degli uffici Lionello
Mancini «Donne ai posti di comando? L'Italia è sempre stata indietro e direi
che sta arretrando ancora di più». è pessimista Fernanda Contri, avvocato,
classe 1935, prima donna giudice della Corte costituzionale.
Da Volkswagen a Toyota:
Marchionne alla
Argomenti:
Giustizia
Abstract: stima Csm, rispetto al 2008, la
produzione di auto crollerà del 22% in Europa, del 26% in Giappone, del 35% in
Nord America, dell'8% in Sud America. In Cina crescerà del 7%. I 4,5 milioni di
vetture prodotte da Fiat-Chrysler sono la metà degli 8,7 milioni di Toyota e un
quarto in meno rispetto ai 6, 3 milioni di Volkswagen,
Via alla corsa su Pechino
( da "Corriere Economia"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: analista per la società di
consulenze americana Csm Worldwide sapevano da tempo che, al di là delle
fruttuose collaborazioni con aziende globali per capire come progettare e
costruire una macchina, la chiave per il successo all'estero sarebbe stata una
tecnologia aggiornatissima, attraverso fornitori di componentistica
occidentali».
Le Regioni alla prova
prevenzione ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: era intervenuta la Corte
Costituzionale, che con sentenza n. 182/2006 aveva bocciato l'articolo 105
nella parte in cui prevedeva che per l'inizio dei lavori in zone sismiche non
fosse necessaria l'autorizzazione della struttura regionale competente. Poiché
gran parte del territorio regionale della Toscana è classificato a media
sismicità (
Sanzioni amministrative in
materia di Codice della Strada ( da "AltaLex"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Premesso che non può addebitarsi al
rimettente di non aver valutato la praticabilità di una soluzione
costituzionalmente orientata - in quanto non è condivisibile l'assunto, fatto
proprio dalla Corte di cassazione a Sezioni Unite, secondo il quale non
esisterebbe nel nostro ordinamento un divieto espresso di "translatio
iudicii" nei rapporti fra g.
GIORNALISTI:GIORNATA
MEMORIA VITTIME MAFIE E TERRORISMO/ANSA
( da "Prima Comunicazione"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ma anche occasione per ribadire -
come ha fatto il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante,
presente ai lavori - il valore della libertà di informazione: "Una stampa
libera e indipendente è garanzia di tutti". Concetto ripreso dai presidenti
di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, nei messaggi inviati
all'Unci.
Matrimonio gay, persone
dello stesso sesso, incostituzionalità, non manifesta infondatezza
( da "AltaLex" del
04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: di sollevare la questione di
legittimità costituzionale - previa positiva valutazione della rilevanza e non
manifesta infondatezza - degli artt. 107, 108, 143, 143 bis e 156 bis c.c.
rispetto agli artt. 2, 3, 10 comma 2, 13, 29 Cost., rimettendo gli atti alla
Corte Costituzionale. Con il ricorso in esame si chiede quindi che il Tribunale
si pronunci in ordine al tema -
Illegittimo il fondo
statale per la mobilità dei disabili
( da "CittadinoLex" del
04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: intesa con le Regioni Illegittimo
il fondo statale per la mobilità dei disabili (Corte costituzionale 124/2009)
Doveva essere decisa con un'intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni
la creazione del fondo per la mobilità dei disabili: non essendo stato così la
Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il comma 474 dell'articolo 2
della finanziaria per il 2008.
Napoli, giornata in
ricordo dei giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo
( da "Campaniapress"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: appuntamento ha partecipato il
presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che ha ribadito il
dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie. Alcuni dei tanti
giornalisti uccisi sono stati ricordati, attraverso filmati o con interventi
dei loro familiari. È stata l'occasione anche per ricordare - come ha fatto il
presidente dell'Unci,
Lonardo: "Istituire
Giornata memoria giornalisti uccisi"
( da "Caserta News" del
04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: appuntamento ha partecipato il
presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che ha ribadito il
dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie. Alcuni dei tanti
giornalisti uccisi sono stati ricordati, attraverso filmati o con interventi
dei loro familiari. E' stata l'occasione anche per ricordare - come ha fatto il
presidente dell'Unci,
Scuola
"Buonarroti" al Fantasio Festival di Perugia
( da "Caserta News" del
04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: istruzione svolto in data 22
febbraio 2008 presso la Corte Costituzionale in occasione dei 60 anni della
Costituzione, con la visita del Palazzo della Consulta e l'incontro con il
Giudice costituzionale Sua Eccellenza Paolo Maria Napolitano. Le
professionalità che, negli anni, si sono dedicate alla formazione degli
studenti e che hanno partecipato al Fantasio Festival 2009 sono:
Giustizia: "La
questione immorale" del Procuratore Tinti giovedì sera a Monteprandone
( da "Quotidiano.it, Il"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: accorciare in percentuale
significativa la durata dei processi rendendo più efficiente il funzionamento
della Giustizia nel nostro paese. Secondo l'autore infatti, la
"madre" di tutte le inefficienze ha una data di nascita precisa: il
1989 con l'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale a firma
dell'allora ministro Vassalli.
La mossa di Benessia, che
vuole Torino più forte in Intesa ( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del
04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: qualcuno si ricorda che Gustavo
Zagrebelsky ha scritto le sentenze della Corte Costituzionale che hanno
riconosciuto la costituzionalità delle fondazioni bancarie e mette in lizza il
suo nome. Alla fine, però, ogni cosa si conclude come previsto, ma dal quel
momento Benessia comincia a stupire un po´ tutti compreso, dicono i più
maligni, il sindaco.
Cultura e Spettacoli:
Giustizia civile e mondo delle imprese
( da "Sannio Online, Il"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Vi è un problema di qualità della
giustizia (con connessa esigenza di una maggiore qualificazione del personale
giudiziario e quindi di una attenta selezione dello stesso e continua
riqualificazione). Ma vi è anche un problema di tempestività della giustizia,
nodo problematico che del primo rappresenta invero una sfaccettatura.
SORRENTO.APPRODA ALLA
COMMISSIONE AGRICOLTURA DEL SENATO IL DISEGNO DI LEGGE SUI PATTI AGRARI
PRESEN... ( da "Mattino,
Il (Circondario Nord)" del
04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: equo canone mediante coefficienti
da applicare al reddito dominicale dei terreni riferiti ai redditi del 1939,
ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale, non vi era stata alcuna
iniziativa legislativa per colmare questa lacuna. «Da allora - spiega Nino
Cuomo che ha suggerito l'iniziativa al senatore Raffaele Lauro - gli affittuari
di terreni agricoli sono rimasti senza tutela.
Q 29 Agordina - Fiori Barp
3 - 0 Altivolese - Castion 4 - 1 Bessica ...
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Castion 4 - 1 Bessica - Caerano 0 -
2 Cisonese - CSM Farra 2 - 2 Foen - Lentiai 2 - 1 Juventina - Montegrappa 0 - 1
P. Tegorzo - Maser 1 - 1 Sernaglia - SP Calcio 2 - 1 CLASSIFICA
Cisonese291892632563Montegrappa2917102623361Caerano291775542558Bessica291766554157CSM
Farra291577543552SP Calcio291469402444Maser2910910323639P.
Cisonese - Virtus Csm 2-2
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Cisonese - Virtus Csm 2-2 Lunedì 4
Maggio 2009, GOL: pt 29' Pradetto, 35' E. Simoni, st 12' Pradetto, 40' rig.
Puppetti. CISONESE: Bellotto, Gallina (st 43' Tormena), De Vecchi, Cesca,
Marostica, Baggioli, Bianco, Nadir, Pradetto, Buffon (st 7' Benincà), Trinca.
Bomber Sartor stacca tutti
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 14: Pradetto (Cisonese), Pastro
(Bessica), E. Simoni (Virtus Csm). GIRONE R 22 GOL: Facchin (Limana). 20: N.
Giovanelli (S.Lucia Mille) 18: L. Giovanelli (S.Lucia - Mille). 16: Soravia
(Auronzo), Bandiera (S. Lucia Mille). 15: M. Ros (S. Lucia - Mille).
GIRONE B Miotto non va in
gol ma rimane in vetta. </I...
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ruffato (CSM Resana). 16: Gobbo
(Csm Resana). 14: Gashi, Scaboro (S. Antonino), Fornasier (Valdosport). 12:
Fregolent (Volpago), Zago (Fontane), Spagnol (Vidor). 11: Schiavon (Rovere), Vettor
(Fanzolo), Tiziani (Milan Guarda), Bertuola (Fontane). 10: Favaro (Badoere),
Tessaro (Vidor), Menegazzo (Valdosport), Conte (Rovere),
Soravia insidia il trono
di Facchin ( da "Gazzettino,
Il (OgniSport)" del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Simoni (Virtus Csm). 13: D.
Bortolon (Altivolese), Puppetti (Virtus Csm), M. Alberton (Castion), Bacchetti
(S.P. Calcio 2005). 11: Gelisio (Juventina), Zandonà (Bessica). 10: Merlo
(Caerano), Robassa (Juventina), Binotto (Montegrappa), Bentivenga (Altivolese).
SI TERRà OGGI (CON INIZIO
ALLE 16) E DOMANI (INIZIO ALLE ORE 10) IL SEMINARIO VERE E FALS...
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)"
del 04-05-2009) + 2 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: aula Pessina della Federico II si
alterneranno importanti relatori come il presidente emerito della Corte
Costituzionale, Francesco Paolo Casavola, il preside di Giurisprudenza, Lucio
De Giovanni, Sergio Moccia, ordinario di Diritto penale. Dopo la loro
introduzione la prima fase dell'intervento di Josè de Sousa e Brito (giudice
del tribunale costituzionale del Portogallo).
VIVIANA LANZA NON C'è ARIA
DI PRIMAVERA, MA UN FREDDO GENTILE CHE SEMBRA FAVORIRE I RIC...
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)"
del 04-05-2009) + 6 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha sottolineato il presidente della
Corte Costituzionale Francesco Amirante. Sulla stessa linea i presidenti di
Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, nei messaggi inviati
all'Unci. Parlare di libertà di stampa sembra quasi un'ovvietà: «Non è ovvio
che la stampa deve essere libera - ha ribadito Enzo Iacopino, segretario
nazionale dell'Ordine dei giornalisti -
Immigrati, i giuristi: ddl
sicurezza, violati i diritti dei minori
( da "Dire" del
04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: della Corte Costituzionale n.
376/2000 ha esteso la possibilita' di ottenere il permesso di soggiorno
esclusivamente al marito regolarmente sposato". Per quanto riguarda poi il
secondo punto, si ritiene che il fatto che la dichiarazione di nascita
costituisca un atto nell'interesse del bambino "non sia assolutamente
sufficiente a eliminare ogni dubbio interpretativo escludendo l'
Fondo per il salvataggio e
la ristrutturazione delle imprese in crisi
( da "01net" del
04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: imprese in crisi La delibera
sostituisce la precedente dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale 04
Maggio 2009 Nella Gu n. 69 del 24 marzo 2009, è stata pubblicata la delibera
Cipe 18 dicembre 2008, n. 110 relativa ai criteri e alle modalità di
funzionamento del Fondo per il finanziamento degli interventi per il
salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà.
Il Mostro di Firenze torna
ad uccidere in Tv. Intervista ad Enrico Manieri, consulente nel processo a
Pacciani e collaboratore del Tg1: "Sì al plastico di Vespa, no
all'informazion ( da "Blogosfere"
del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: antidoto alla corruzione mediatica
della Giustizia esiste, a suo parere: "Ci vogliono -conclude- più
informazioni tecniche e meno suggestioni emozionali per focalizzare la realtà
giudiziaria. Il pubblico deve imparare a distinguere. Troppe persone invece hanno
ormai metabolizzato le idee magiche trasmesse da alcune fiction come CSI o RIS,
in cui si risolvono i casi con l'
Inchiesta Why Not: alcuni
indagati protestano ( da "Giornale
di Calabria, Il" del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è stata pubblicamente dichiarata
nel mese di dicembre 2008, prima alla stampa e poi al Csm. Si continua, anche
dopo De Magistris, a sposare i teoremi di chi essendosi arricchito sulle spalle
del bilancio regionale e di centinaia di lavoratori, prosegue a sollevare
cortine fumogene per nascondere le proprie malefatte, condizionando l?
Greva, amanata temporar si
teza reprogramata ( da "Romania
Libera" del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Presedintele Traian Basescu a
declarat ca "isi asuma eroarea promulgarii legii salarizarii
profesorilor". Din aceeasi categorie: Repartizarea dosarului Becali,
verificata de CSM Biletele la meciul Steaua-Dinamo se pun in vanzare
mainePatriciu afirma ca nu l-a incurajat pe Radu Duda sa candideze la
prezidentiale Voteaza
Basescu ii trimite pe
magistrati la colegii din CCR ( da "Romania
Libera" del 04-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: nu au avizele CSM si Inaltei Curti
de Casatie si Justitie. Intreaga discutie se suprapune divergentelor legate de
legea unica a salarizarii. Din aceeasi categorie: Geoana promite pensii si
salarii mai mari pe bani europeniUDMR isi pregateste revenirea la guvernareColaborarea
PDL-PSD Dolj, discutata la centru Voteaza
Referendum, pressing della
Lega ma il Pd è deciso a votare il "sì"
( da "Cittadino, Il"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Secondo una sentenza della Corte
Costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto, è possibile
solo con il parere favorevole del Comitato promotore. E il suo presidente,
Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che
rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo.
Referendum: il Pd fermo
sul sì, Lega critica ( da "Giornale
di Brescia" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Secondo una sentenza della Corte
Costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto, è possibile
solo con il parere favorevole del Comitato promotore. E il suo presidente,
Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta
i due principi del maggioritario e del bipartitismo.
Giustizia in crisi, sono
6,6 milioni gli arretrati ( da "Arena,
L'" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Al «forte incremento» della domanda
di giustizia da parte dei cittadini, segnalato soprattutto dall'aumento delle
pendenze del civile (cresciute del 400% in 30 anni e poi ancora del 129% dal
1990 al 2007), ha corrisposto la contrazione del personale giudiziario, passato
da 53.000 unità del 1998 ai 43.
Barbaglio, prima riunione
in Procura ( da "Arena,
L'" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: del presidente della Cassazione e
del vicepresidente del Csm. L'incarico sarà ufficialmente assunto tra qualche
mese, per il pm Barbaglio, che lasciò Verona nel 2003, si tratta quindi di un
ritorno nella Procura in cui aveva lavorato 21 anni. Sempre come pubblico
ministero, ruole che lei stessa aveva definito un «ruolo difficile, motore del
processo».
Elusione, legislatore in
fuorigioco ( da "Italia
Oggi" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: da una parte, ed esponenti del
potere giudiziario, dall'altra.Maurizio Leo, consapevole degli enormi problemi
creati dalle recenti sentenze della cassazione sull'abuso di diritto (o, più
correttamente, sull'elusione tributaria), ha dato tutta la disponibilità del
legislatore a introdurre una modifica normativa.
UNIONE DI CENTRO INCONTRO
PUBBLICO IN SALA BARBARANI ( da "Arena,
L'" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: direzione provinciale e regionale),
Ugo Bergamo (senatore e membro del Csm e candidato al Parlamento europeo).
ARCOLE INCONTRO SPIRITUALE IN PARROCCHIA PER I GIOVANI Mercoledì i giovani si
incontrano in parrocchia alle 20.30: i giovani e gli animatori sono invitati a
un incontro sulla lettura e riflessione della Parola.
PILLOLA del giorno dopo:
intervengono il vescovo Armando Trasarti e il centro diocesan...
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: obiezione di coscienza sia un
diritto garantito dall'articolo 9 della legge 194 confermato dalla Corte
Costituzionale». «La pillola del giorno dopo non costituisce, infatti,
contraccezione ma rientra a pieno titolo nella fattispecie dell'aborto
farmacologico come anche il Tar del Lazio, recentemente, ha fatto specificare
sui foglietti illustrativi del farmaco».
Il marito morì folgorato
sul lavoro Vedova attende da 2 anni giustizia
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: si scontra con una realtà molto
lontana da quella degli scontri al Csm e intorno al Csm. E' la realtà di
carichi di lavoro impressionanti che finiscono sui tavoli dei pubblici
ministeri, la realtà di tempi eterni per le esecuzioni delle consulenze,
insomma è il problema degli strumenti che non garantiscono una giustizia
giusta.
nelle scuole parte la
protesta "siamo educatori, non poliziotti" - caterina pasolini
( da "Repubblica, La"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Abbiamo 4000 casi di tbc, il 30 %
sono immigrati, se clandestini non verranno a curarsi e si espanderà il
contagio, con problemi per tutti, italiani compresi», dice Massimo Cozza,
segretario medici Cgil pronto a rivolgersi alla Corte costituzionale, a quella
europea per tutelare il diritto alla salute.
La giustizia negata di
Marzabotto che non trova spazio sulla Rai
( da "Unita, L'" del
05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La giustizia negata di Marzabotto
che non trova spazio sulla Rai GABRIELLA GALLOZZI Sconvolgente. Non per dire.
Ma è davvero sconvolgente questo prezioso documento filmato da Germano
Maccioni, coraggioso filmaker bolognese, durante il processo per la strage di
Mazabotto che si è tenuto a La Spezia nel 2006.
Consumo di gruppo. Assolti
( da "Giorno, Il (Como)"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: secondo quanto definito dalla
Suprema Corte - non è individuabile in una singola persona e quindi non
punibile. AL TRIBUNALE di Lecco è il primo caso di un'assoluzione del genere.
Infatti l'avvocato Luciano Bova ha insistito sui precedenti della Corte
Costituzionale, mentre il pm Luca Masini ha chiesto la condanna per spaccio.
La Consulta boccia la
Statutaria di Soru ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E secondo varie indiscrezioni,
sempre più coincidenti, la Corte costituzionale avrebbe bocciato il
provvedimento varato dieci mesi fa da Renato Soru. O meglio, avrebbe
considerato illegittimo l'atto con cui la legge fu promulgata. Ma l'effetto è
lo stesso: se quel verdetto fosse confermato, il provvedimento verrebbe
travolto.
Mancare il quorum per
difendere la democrazia ( da "Manifesto,
Il" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Cambierà la Costituzione e la Corte
Costituzionale. Diventerà presidente della repubblica con accresciuti poteri.
Le assemblee elettive, che già oggi contano ben poco, diventeranno l'arredo di
contorno del presidenzialismo. La democrazia italiana sarà sfigurata per
sempre.
referendum, pressing della
lega sul pd ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Secondo una sentenza della Corte
costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto è possibile
solo con il parere favorevole del comitato promotore. E il suo presidente,
Giovanni Guzzetta, pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema
che rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo.
corte d'appello, la
disputa riparte ( da "Tirreno,
Il" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: in mezzo a tutti gli altri problemi
della giustizia italiana, il derby è uscito dai riflettori. Adesso però la
corsa sembra essere ripartita. A Lucca sono convinti di poterla spuntare.
Parlano addirittura di una promessa. Ad avere la Corte d'Appello sarebbe in
realtà Viareggio (che ha di recente virato verso il centrodestra), già sede di
una sede decentrata del tribunale.
LA LEGA PREME SUL PDPER
CAMBIARE LA LEGGEED EVITARE IL VOTO
( da "Secolo XIX, Il"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Secondo una sentenza della Corte
Costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto, è possibile
solo con il parere favorevole del Comitato promotore. E il suo presidente,
Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che
rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo.
gli assistiti dal csm
entrano nel loro appartamento ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sottolineata la valenza positiva di
questa esperienza, la seconda in provincia Gli assistiti dal Csm entrano nel
loro appartamento SAN VITO. Hanno fatto ieri ingresso nel proprio appartamento
preso in affitto in piazza Mercato, come previsto, tre persone seguite dal Csm di
San Vito: si tratta della seconda esperienza di questo tipo in provincia.
Processo Saberi, l'appello
si celebrerà la prossima settimana
( da "Rai News 24" del
05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: annunciato il portavoce del potere
giudiziario, Alireza Jamshidi, in una conferenza stampa. "L'avvocato, il
ministero dell'Informazione e il rappresentante del tribunale sono stati
informati della necessità di partecipare all'udienza", ha detto il
portavoce. La giornalista, 32 anni, è stata arrestata in Iran nel gennaio
scorso ed è poi stata condannata a 8 anni di carcere con l'
Chrysler Bankruptcy May
Not Sap Economy as Idle Plants, Job Cuts Were Set
( da "Bloomberg" del
05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: director of supplier analysis for
CSM Worldwide, a consulting firm in Grand Rapids, Michigan. Chrysler has more
than 150 major suppliers, he said, many of whom do work for other auto
companies as well. As part of the bankruptcy, the administration is providing
$1.5 billion to Chrysler's suppliers, including Magna International Inc.
Le Sezioni Unite allargano
le competenze del giudice tributario
( da "AltaLex" del
05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: come dice lo stesso giudice delle
leggi) della Corte Costituzionale (decisione 23 novembre 1993 n. 406, che
ricorda ? da ultimo le sentenze n. 154 del 1992; n. 15 del 1991; n. 470 del
1990; n. 530 del 19893) secondo cui ?gli artt. 24 e 113 della Costituzione non
impongono una correlazione assoluta tra il sorgere del diritto e la sua
azionabilità, la quale?
con "la
repubblica" e "l'espresso" l'ultima versione del testo sacro in
tre volumi - marco politi ( da "Repubblica,
La" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex presidente della Corte
Costituzionale Gustavo Zagrebelsky. Nel frattempo, anche sull´onda del Sinodo
dei vescovi svoltosi in Vaticano nel 2008 sul tema della «parola di Dio»,
qualcosa si è mosso. La Bibbia sta tornando nelle case italiane. «Dopo il
Sinodo le diocesi hanno deciso di ripartire dalle Sacre Scritture», commenta
mons.
Terremoto in Abruzzo:
interventi urgenti e misure di protezione civile
( da "AltaLex" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: corso della prescrizione rimane
sospeso per il tempo in cui il processo o i termini procedurali sono sospesi,
ai sensi dei commi 5 e 6, lettera a), nonche' durante il tempo in cui il
processo e' rinviato ai sensi del comma 6, lettera b). 9. E' istituito presso
la sede temporanea degli uffici giudiziari di L'Aquila il presidio per le
comunicazioni e le notifiche degli atti giudiziari.
Cuneo: condannato per aver
distrutto il pozzetto del cugino ( da "Targatocn.it"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: A chi dovesse pensare che questa
condanna chiuderà i conti fra i due litiganti, possiamo solo dire che nel
processo di ieri non si è potuto parlare di altri episodi di danneggiamento
riguardanti altre vicende giudiziarie ancora in corso: la condanna di ieri
insomma non placherà gli animi. Camilla Pallavicino
Depuratore in tilt La
minoranza:
Argomenti:
Giustizia
Abstract: perché per una sentenza della Corte
costituzionale risalente all'ottobre 2008, per un caso analogo si è deciso che
per tutto il periodo nel quale non era stata garantita l'erogazione del
servizio, non si dovesse corrispondere alcun canone. Ho già sollecitato
l'argomento ma a oggi non ho avuto risposta».
Ecco i papabili per la
guida della Procura ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: indicata lo scorso anno dal Csm per
guidare gli uffici inquirenti di Lanusei. Intanto, in attesa di una soluzione
definitiva, la situazione della Procura nuorese resta alquanto precaria a
fronte di una mole di lavoro che diventa sempre più consistente e con il serio rischio
che si vada incontro a una paralisi dell'attività.
I cambi di casacca tra
cadute libere e insuccessi annunciati
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: sulla Corte Suprema. Negli Stati
Uniti la Corte Suprema è un organo decisivo, di importanza non paragonabile
alla Corte costituzionale italiana: è il terzo pilastro dell'architettura
istituzionale degli Stati Uniti. Uno dei nove giudici supremi, nominati a vita,
ha deciso di ritirarsi in pensione e, a breve,
Luci ed ombre sul nuovo 41
bis ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la stessa Corte costituzionale ha
sottolineato che debba trattarsi di misura temporanea. Nata dopo l'uccisione di
Falcone e Borsellino, nel 2002 si è cristallizzata. Oggi la norma, ancora più
rigorosa, prevede l'inversione dell'onere della prova: sarà compito
dell'interessato dimostrare la rottura definitiva dei rapporti con la
criminalità organizzata,
Corte Costituzionale:
bocciata la Statutaria ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: attende soltanto che la sentenza
venga depositata Corte Costituzionale: bocciata la Statutaria I giudici hanno
già deciso, si attende soltanto che la sentenza venga depositata Era stata
promulgata da Soru tra le polemiche dopo un referendum --> Era stata
promulgata da Soru tra le polemiche dopo un referendum La sentenza della Corte
Costituzionale sulla legge statutaria è pronta,
Vocalink secures #60m
shareholder investment ( da "Finextra.com"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: CSM partnership, which provides
banks and clients with Sepa-related services. Earlier this year it completed
pilot testing of Sepa direct debit exchanges between corporate customers and
three European banks, ABN Amro, Bawag and Royal Bank of Scotland.
Nelle scuole parte la
protesta "Siamo educatori, non poliziotti"
( da "Repubblica.it"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Abbiamo 4000 casi di tbc, il 30 %
sono immigrati, se clandestini non verranno a curarsi e si espanderà il
contagio, con problemi per tutti, italiani compresi", dice Massimo Cozza,
segretario medici Cgil pronto a rivolgersi alla Corte costituzionale, a quella
europea per tutelare il diritto alla salute. (5 maggio 2009
Barbaglio, prima riunione
in Procura ( da "Arena.it,
L'" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: del presidente della Cassazione e
del vicepresidente del Csm. L'incarico sarà ufficialmente assunto tra qualche
mese, per il pm Barbaglio, che lasciò Verona nel 2003, si tratta quindi di un
ritorno nella Procura in cui aveva lavorato 21 anni. Sempre come pubblico
ministero, ruole che lei stessa aveva definito un «ruolo difficile, motore del
processo».
Giustizia in crisi, sono
6,6 milioni gli
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Al «forte incremento» della domanda
di giustizia da parte dei cittadini, segnalato soprattutto dall'aumento delle
pendenze del civile (cresciute del 400% in 30 anni e poi ancora del 129% dal
1990 al 2007), ha corrisposto la contrazione del personale giudiziario, passato
da 53.000 unità del 1998 ai 43.
DICO Sì ALLA CANDIDATURA A
CAPOLISTA AL COMUNE. NON POSSO ESIMERMI, ANCHE PER RISPETTARE ...
( da "Mattino, Il (Avellino)"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è impossibile da imitare»: lo ha
detto il senatore del Pd Enzo De Luca, riferendosi anche al vicepresidente del
Csm, Nicola Mancino, che nella passata tornata elettorale si schierò alla guida
della compagine dell'allora Margherita. Sull'altro fronte il candidato a
sindaco Udc-Pld Preziosi ha avviato gli incontri sul programma. A PAGINA 33
GIANLUCA GALASSO DICO Sì
ALLA CANDIDATURA A CAPOLISTA AL COMUNE. NON POSSO ESIMERMI, A...
( da "Mattino, Il (Avellino)"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il riferimento è al vicepresidente
del Csm, Nicola Mancino, che nella passata tornata elettorale - allora era
senatore - si schierò alla guida della compagine dell'allora Margherita. A
ricordarlo è il senatore Enzo De Luca che dalla manifestazione del Pd, ieri al
Viva Hotel, ha annunciato la volontà di scendere in campo per supportare il
sindaco uscente,
PIETRO PERONE GIOCO A
TUTTO CAMPO IN PERFETTO STILE LEGHISTA: ROBERTO CALDEROLI CONFERMA L'A...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ultima percorribile in base a una
sentenza della Corte Costituzionale a patto che arrivi il placet del comitato
promotore. Il presidente Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare
salvaguardando maggioritario e bipartitismo. Paletti che chiudono la strada ai
due sistemi più gettonati, lo spagnolo e il Mattarellum, maggioritari ma non
bipartitici.
C'è TATTICISMO E FURBIZIA
NEL Sì DI BERLUSCONI, CHE SCARICA COSì IL COSTO DELL&#...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Se non fosse così la Corte
costituzionale non li avrebbe ammessi. Ma la stessa Corte ha anche messo nero
su bianco i suoi dubbi (è un eufemismo) sull'assenza di ogni limite minimo
all'attribuzione del premio di maggioranza. In pratica la maggioranza assoluta
alla Camera potrebbe essere assegnata anche ad un partito con basse percentuali
elettorali.
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Adesso la Corte costituzionale ha
detto che la legge è assolutamente legittima e quindi il ministero
dell'Ambiente dovrebbe attivare le procedure». Qual è la situazione del
ministero dell'Ambiente dopo il disastro di Pecoraro Scanio? «Diciamo che il
ministero è molto complesso, che aveva un arretrato spaventoso che aveva
paralizzato il Paese,
Boc: Secretarii de stat
care nu sunt de acord cu Legea unica a salarizarii sa-si dea demisia
( da "Romania Libera"
del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Consiliului Superior al
Magistraturii (CSM), Serviciului Roman de Informatii (SRI), Agentiei Nationale
a Functionarilor Publici, precum si din partea ministerelor Administratiei si
Internelor (MAI), Afacerilor Externe (MAE), Finantelor Publice (MFP), Mediului,
Transporturilor, Agriculturii, Apararii Nationale Educatiei si Sanatatii.
Zapatero segue il modello
francese">Stop alla pubblicità sulla tv pubblica Zapatero segue il
modello francese pag.1 ( da "Affari
Italiani (Online)" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: minacciato il ricorso alla Corte
costituzionale, per poi scendere a più miti propositi (forse su
"suggerimento" della casa madre italiana). Forse anche per questo
tutta la materia radiotelevisiva è stata ora demandata al vicepresidente De la
Vega, che sta assumendo su di sè sempre maggiore potere e decisionismo, a
fronte di sondaggi che vedono la popolarità del premier ai minimi storici.
Finanziaria: ok a Dapef ed
a nuovi mutui ( da "Sardegna
oggi" del 05-05-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: netto della Corte dei Conti e della
Corte Costituzionale. Il punto della situazione lo faremo con la manovra
finanziaria per il 2010?. Per compensare il disavanzo di amministrazione, che a
fine 2008 era di 1,4 miliardi, per metà si contrarranno mutui con durata
massima di trenta anni e per il resto si accantoneranno quote di entrate
proprie della Regione previste nel periodo 2009-
( da "Gazzetta di Reggio"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
di Tiziano Soresina
Anche l'ex magistrato Di Pietro contro Materia Il leader dell'Italia dei Valori
si schiera a difesa della «sua» candidata: «Sto con l'Alfano» La presa di
posizione del pm di Tangentopoli in un blitz elettorale «Il caso Materia? In
modo forte e chiaro sono totalmente dalla parte di Sonia Alfano». La frase,
telegrafica ma perentoria, è arrivata ieri da un ex pm importante come Antonio
Di Pietro che, sempre restio ad attaccare i magistrati, stavolta non ci pensa
due volte e prende posizione contro il procuratore dimissionario. Ma dietro a
quelle parole decise c'è anche tanta politica, perché non si può dimenticare
che l'Alfano è candidata indipendente alle europee nelle liste dell'Italia dei
Valori (Idv), di cui di Pietro è il leader indiscusso. L'ex pm di Tangentopoli
era ieri a Bologna per la presentazione dei candidati dell'Idv per il Centro
nord alle elezioni europee: pressato dai cronisti, Di Pietro ha risposto d'aver
sposato in pieno la tesi dell'Alfano. Una tesi che l'Alfano ha «illustrato» a
Reggio in due incontri pubblici, accusando Materia di avere amicizie sospette,
come quella con il magistrato antimafia Giovanni Lembo (condannato in primo
grado per favoreggiamento della mafia), ricordando poi che sempre Materia venne
visto a cena con un pentito poi rivelatosi inattendibile. Accuse a cui il
procuratore di Reggio ha sempre replicato, definendole - anche nella lettera
d'addio alla magistratura - come «armi spuntate», annunciando poi azioni legali
nei confronti dell'Alfano. E la bagarre scatenata dalle dimissioni del
procuratore di Reggio si è ora «arricchita» di un'altra «puntata», con l'Alfano
che replica a muso duro a Nicola Mancino, espressosi come
vicepresidente del Csm in difesa di Materia nell'ultima riunione del plenum.
«Mancino - dice l'Alfano - ha giustificato la decisione del procuratore
parlando di "reazione a un aggressione subita dal magistrato" e di
"interferenza esterna deprecabile" senza mai fare il nome, il mio,
del presunto responsabile di tali interferenze. Io il suo nome lo faccio
chiaramente e non ho timore a raccontare a tutti chi è veramente Nicola
Mancino: lo smemorato ministro dell'Interno all'epoca della strage di Via
d'Amelio che ha di fatto ostacolato il lavoro dei magistrati con le sue
discutibili dimenticanze sugli ultimi giorni di vita di Paolo Borsellino».
Sonia Alfano sottolinea, inoltre, che «Mancino è stato più volte attaccato da
Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, a causa della sua strana
mancanza di memoria in merito ad un colloquio avuto con Paolo Borsellino poco
prima della sua morte e dovrebbe impiegare il suo tempo a ritrovare la memoria
per dirci cosa successe prima della strage di Via D'Amelio e perchè Borsellino
uscì sconvolto da quel colloquio. Quando avrà ritrovato la memoria - conclude
la candidata di Idv - si sarà assunto le sue responsabilità ed avrà collaborato
con i giudici allora forse potrò accettare che vesta i panni del crociato della
giustizia. Fino ad allora però credo sia il caso che taccia».
( da "Gazzetta di Reggio"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il «viaggio romano»
del procuratore In arrivo l'audizione al Csm, si muovono le
«correnti» delle toghe Il «viaggio romano» di Italo Materia, con mèta Palazzo
dei Marescialli, sarà presto in agenda al Csm. Il magistrato dimissionario
verrà sentito nell'ambito di quell'iter deciso mercoledì dal plenum e che lega
la discussione per la nomina del nuovo capo della procura di Bologna (poltrona
a cui Materia aspira da tempo) alla preventiva chiusura dei lavori sulle
due pratiche «a tutela» relative proprio al procuratore di Reggio. Delle due
pratiche, una è relativa alle dimissioni di Materia ed è in mano alla Quarta
Commissione, mentre l'altra aperta dalla Prima Commissione «a tutela degli
uffici giudiziari di Reggio» riguarda le «ombre» lanciate dall'Alfano e dai
grillini di Bologna nei confronti del procuratore di Reggio. E se tutto questo
complesso iter verrà completato - com'è possibile - prima dell'annunciato
decorrere delle dimissioni di Materia (primo luglio, con possibilità di
slittamento se non c'è l'ok ministeriale), con tanto di rinnovato appoggio alla
sua candidatura, ecco che il procuratore potrebbe davvero ritirare l'addio alla
magistratura. Le «voci» dal Csm sono di questo tenore, ancor più avvalorate dal
risvegliarsi del «confronto» fra le correnti dei magistrati per trovare una
soluzione al rompicapo-Bologna. Formalmente Materia è ancora in lizza e
rispetto al reggiano Giancarlo Tarquini (ex procuratore di Brescia) contava -
prima delle dimissioni-shock - su un pacchetto di voti più consistente rispetto
al rivale. Se dovessero maturare le condizioni per un dietrofront di Materia,
questi «appoggi» potrebbero divenire decisivi. (t.s.)
( da "Nuova Venezia, La"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 19 - Cronaca
Il giudice Tamburrino da Venezia al Tribunale di sorveglianza di Roma Il
presidente del Tribunale di sorveglianza di Venezia, il giudice padovano
Giovanni Tamburrino, è destinato a presiedere il Tribunale di sorveglianza di
Roma. La Commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della
magistratura lo ha infatti indicato per il nuovo ufficio a grande maggioranza,
5 voti a favore, il rappresentante di Magistratura indipendente astenuto). Tra
l'altro, Tamburrino è il coordinatore dei magistrati che si occupano
dell'esecuzione della pena. Ora sarà il plenum del Csm a
decidere, ma l'ampia condivisione che c'è stata sul suo nome in Commissione fa
ritenere quasi scontata la sua nomina. Il magistrato è molto noto per
un'indagine che condusse da giudice istruttore a Padova, qualla sulla Rosa dei
Venti, che portò in carcere anche il capo del Sid, oltre ad altri generali.
( da "Tempo, Il" del
03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Una seduta
solenne del Consiglio regionale per onorare le vittime L'AQUILA Una cerimonia
solenne per commemorare le vittime del sisma del 6 aprile. Ad un mese dal
tragico evento, si svolgerà una seduta solenne del Consiglio regionale alla
quale prenderà parte anche Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei
Deputati. I lavori della seduta si svolgeranno secondo questo programma:
cerimonia d'intitolazione dell'aula a «Sandro Spagnoli» dipendente del
Consiglio regionale deceduto nel crollo della propria abitazione e da sempre
attivo nel campo del volontariato in Italia e all'estero quale responsabile
locale dell'Associazione «Nuova Acropoli» collegata alla Protezione Civile
Nazionale. Subito dopo avranno inizio i lavori con gli interventi di Nazario
Pagano, Presidente del Consiglio Regionale dell'Abruzzo; Vasco Errani,
Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Monica
Donini, Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative
delle Regioni e delle Province autonome; Consigliere di maggioranza;
Consigliere di minoranza; Guido Bertolaso, Sottosegretario della Presidenza del
Consiglio dei Ministri; Massimo Cialente, Sindaco del Comune dell'Aquila;
Gianni Chiodi, Presidente della Regione Abruzzo. Ai lavori del Consiglio sono
stati inviati inoltre: Deputati e Senatori eletti in Abruzzo Presidenti delle
Province abruzzesi; Sindaci dei Comuni nei quali si sono registrate vittime;
Arcivescovo dell'Aquila; Prefetto dell'Aquila; Questore dell'Aquila; Vertici
regionali di Esercito, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello
Stato, Croce Rossa Italiana, Vigili del Fuoco; Comandante dei Vigili Urbani
dell'Aquila . In quello che è stato definito il «primo sciopero virtuale» anche
le toghe onorarie terranno udienza, ma devolveranno la propria retribuzione
netta giornaliera ai colleghi dell'Aquila (disoccupati fino al 30 novembre, a
causa della sospensione delle udienze). È un'iniziativa della Federmot, la
Federazione magistrati onorari di tribunale. «I magistrati onorari dell'Aquila,
unica categoria di lavoratori a non percepire dallo Stato nessuna indennità
(neanche quella di disoccupazione riconosciuta ai lavoratori autonomi), hanno chiesto invano al Csm di essere applicati in via
provvisoria in altre sedi fino al 30 novembre - si legge in una nota della
Federmot -. Gli altri colleghi dell'Abruzzo hanno già perso un mese di
retribuzione, dipendendo dalla Corte d'Appello dell'Aquila». «Si tratta
dell'ennesima ragione di protesta», afferma Federmot, che rivendica
anche per i magistrati onorari «tutti i diritti riconosciuti ai lavoratori
(previdenza, malattia, maternità, ferie)». Invece, sottolinea la Federazione,
«l'attuale normativa disciplina solo i doveri delle toghe onorarie e non
determina con certezza nemmeno la loro retribuzione». Intanto continua la
catena di solidarietà. La Croce Rossa di Ancona ha raccolto complessivamente 40
scatoloni di materiale vario per le popolazioni terremotate dell'Abruzzo, nei
primi 15 giorni di attività. L'elenco - messo a disposizione del cordinamento
nazionale Cri Donazioni Materiali - comprende otto pacchi di cibo non
deperibile, undici pacchi di farmaci, due pacchi di integratori alimentari,
quattro pacchi di vestiti anche per bambini, cinque scatoloni di pannoloni per
adulti, tre di pannolini per bambini, sette scatoloni di materiali per igiene
personale. Il materiale verrà inviato nei prossimi giorni presso i luoghi
interessati. Il comitato Cri di Ancona ringrazia tutti coloro che hanno
mostrato sensibilità e generosità, invitando tuttavia la popolazione a
privilegiare le donazioni in denaro, a anche tramite il conto corrente bancario
aperto dalla Croce Rossa Italiana. Un altro modo di aiutare L'Aquila è quello
di tenere alta l'attenzione su di essa. Così il premier Silvio Berlusconi
conferma l'intenzione di tenere il G8 all'Aquila e assicura di aver ricevuto il
via libera da tutti i Paesi che saranno ospitati. Inoltre il Cavaliere conferma
che «tutti alloggeranno presso la Cittadella della Guardia di Finanza».
( da "Tirreno, Il" del
03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Fioccano le
proteste, Publiacqua precisa: tutto regolare Centinaia di avvisi di pagamento a
chi non è allacciato alla fogna PISTOIA. Sono centinaia le lettere di avviso
che nelle ultime settimane sono arrivate alle famiglie da Pubbliacqua e le
polemiche non tardano ad arrivare. Si tratta di una comunicazione che avverte
la possibile applicazione della tariffa sui servizi di fognatura e depurazione
anche ad utenti non allacciati, che pertanto non hanno mai pagato. Proteste
arrivano da Quarrata, ma anche da Bottegone. E la società dell'acqua si
affretta a chiarire che non c'è nulla di irregolare e vessatorio in questi
avvisi. L'ultima lettera infuocata è stata inviata a Publiacqua dai residenti
delle vie Castel dei Capecchi e Malallevo, a Bottegone, che si unisco a quelli
di Montemagno. «Anche qui sono fioccate lettere a tappeto con le stesse
identiche richieste di soldi per la fognatura, compresi gli arretrati dal 2004,
mai esistita né esistente ad oggi. Vogliamo sapere in quale modo è stata svolta
la verifica dalla quale risulta che la zona è regolarmente servita da questa
fantomatica fognatura mista e, soprattutto, chi ha svolto in questo modo
scrupoloso la verifica. Ha anche riscosso per questo bel lavoro?» Alcuni hanno
già chiarito che non devono nulla e viene, quindi, stigmatizzata anche la
perdita di tempo per questi chiarimenti. C'è chi fa anche notare che la Corte Costituzionale aveva abrogato l'obbligo di pagamento della
quota tariffaria di depurazione per gli utenti che non usufruiscono del
servizio. Pubbliacqua però chiarisce che, anche in base all'approvazione di una
nuova legge in Parlamento, se la tariffa viene da un lato abrogata, viene però
previsto il pagamento degli oneri connessi agli investimenti necessari a
realizzare le infrastrutture per la depurazione dei reflui delle
famiglie e l'eventuale danno ambientale arrecato. Insomma, la tariffa per chi
non è allacciato è uscita dalla porta, ma è rientrata dalla finestra. «Abbiamo
350mila utenti in tutta l'area di Publiacqua - spiega Renzo Fagioli, dirigente
della società per la zona pistoiese - e queste verifiche toccano solo a 5500,
quindi a una piccola minoranza. Dalle verifiche incrociate, risulta che questi
utenti rientrano in quella fascia obbligata ad allacciarsi a norma di
regolamento, perché l'abitazione dista 50 metri dalla fognatura. In caso di
utenze miste, la distanza è ancora più elevata. Non è detto che tutti devono
pagare, per questo abbiamo dato 30 giorni di tempo a chi vuole dimostrare che
non è tenuto ad allacciarsi. L'obbligo scatta dal primo gennaio, ma in alcuni
casi ci sono da pagare anche degli arretrati. Noi esamineremo le pratiche caso
per caso e affidiamo le verifiche anche ai Comuni, attraverso l'Urp, in quanto
azionisti di Publiacqua e in grado di svolgere queste verifiche». Per esempio,
al Circoscrizione 3 di Pistoia ha fatto un avviso rivolto ai cittadini non
serviti da rete fognaria che per chiarire la loro posizione possono rivolgersi
anche alla Circoscrizione, consegnando una copia della lettera di Publiacqua.
L'uficio farà da tramite con Publiacqua. Questo anche per evitare ulteriori
disagi alle famiglie. Francesco Albonetti
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
LETTERE E COMMENTI
pag. 34 GIORNI fa il Capo dello Stato ha criticato il governo per l'emissione
di troppi decreti... GIORNI fa il Capo dello Stato ha criticato il governo per
l'emissione di troppi decreti legge che esulano dal suo controllo. Ha ragione
solo in parte. Il governo è costretto a farli in quanto
molti magistrati con pareri personali' ne intralciano il lavoro. Napolitano è
anche presidente del Csm: perché non richiama quei magistrati al loro dovere
prioritario? Quello di far rispettare e applicare le leggi, che piacciano o no.
Dalio A., Firenze
( da "Corriere della Sera"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 03/05/2009 - pag: 16 Usa La Casa Bianca dovrà scegliere
il sostituto del progressista Souter. Ma i repubblicani vogliono dare battaglia
Corte Suprema, una nuova sfida tra liberal e conservatori DAL NOSTRO
CORRISPONDENTE WASHINGTON La capitale americana si prepara a seppellire le
residue ambizioni bipartisan dell'era Obama. Primo leader democratico della
Casa Bianca in 15 anni, il neo-presidente si vede offerto inaspettatamente il
rischioso regalo di poter nominare un giudice della Corte Suprema, l'organo
costituzionale che più di ogni altro indirizza le scelte della nazione sui più
controversi temi sociali, come l'aborto, i diritti delle minoranze, il ruolo
della religione, la pena di morte, il porto d'armi. Il prossimo ritiro del
giudice David Souter, che in una lettera alla Casa Bianca ha annunciato di
volersi dimettere entro l'estate, apre infatti un vuoto nel collegio dei nove,
che da un lato mette alla prova l'abilità fin qui mostrata da Obama di evitare
ogni distrazione dall'emergenza economica, dall'altro serve ai repubblicani la
prima opportunità di un ricompattamento politico, dopo mesi di sconfitte e
lacerazioni interne. I due campi sono già in piena mobilitazione. Anche perché
sostituire Souter è un rebus complicato. Nominato nel 1990 da Bush padre,
quindi teoricamente in quota all'ala destra della Corte, il quasi settantenne
membro della consulta ha deluso le aspettative repubblicane, collocandosi sul
fronte progressista in molte decisioni cruciali, fra cui quelle favorevoli ai
diritti dei gay, i programmi governativi per rimediare le passate ingiustizie
della segregazione, i diritti costituzionali per i presunti terroristi. Con
un'apparizione a sorpresa nella sala stampa della Casa Bianca, Obama ha dato
venerdì alcune indicazioni sui criteri che intende seguire per la scelta. Ex
direttore della Harvard Law Review e docente di diritto costituzionale a
Chicago, il presidente ha detto di «cercare qualcuno che veda la giustizia non solo come astratta teoria legale, ma si
preoccupi anche di come la legge influenzi la vita quotidiana delle persone». E
anche se ha poi aggiunto, che dovrà essere «uno dedito al principio della
legalità, fedele alle nostre tradizioni costituzionali, rispettoso dell'integrità del processo giuridico e dei giusti limiti al potere giudiziario», la formulazione ha
allarmato i conservatori, preoccupati che Obama voglia nominare un giudice con
una visione troppo «attiva» del ruolo della Corte. Fra i nomi di possibili
candidati già in circolazione, quelli di molti giuristi donne, ispanici e
afro-americani. Uno dei primi, Sonia Sotomayor, attualmente giudice
nella corte federale d'Appello di New York. Paolo Valentino
( da "Messaggero, Il"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Domenica 03 Maggio
2009 Chiudi di CLAUDIO SARDO ROMA - «Ho sostenuto la scelta del sì al
referendum. Un sì per favorire la riforma della legge elettorale in Parlamento.
Ma se Berlusconi dovesse confermare l'indisponibilità a qualunque riforma e
l'intenzione, in caso di vittoria del sì, di tornare al voto con la normativa
risultante dai quesiti referendari, allora il Pd dovrà riconsiderare la propria
posizione. Non potremo più votare sì». Enrico Letta raccoglie i messaggi
allarmati che giungono al Pd da più parti (anche da Pier Ferdinando Casini,
nell'intervista di venerdì sul Messaggero) e rivolge un invito al segretario:
«Franceschini sfidi Berlusconi ad esprimersi chiaramente sul tema. Se il
premier ribadisse il rifiuto di ogni riforma in Parlamento, il Pd non potrebbe
che prenderne atto e adeguare la sua strategia al tentativo di Berlusconi di
truccare le carte». Il premier potrebbe ribattere che siete voi a truccare le
carte, mentre lui prende i quesiti alla lettera. «Anche al tempo degli altri
referendum elettorali, il Parlamento intervenne, eccome, dopo la vittoria del
sì. Nel nostro sistema i referendum sono abrogativi e la materia elettorale è
troppo delicata per sopportare tagli sommari. Peraltro la
stessa Corte costituzionale,
nell'ammettere gli attuali quesiti, raccomandò un approfondimento al Parlamento
sulla circostanza che viene assegnato un premio di maggioranza senza neppure
fissare una soglia minima...» Non rischiate così di regalare a Berlusconi anche
il movimento referendario? «Mi auguro che anche Guzzetta e Segni si
ribellino al tentativo di strumentalizzazione di Berlusconi. Se il Parlamento
viene programmaticamente escluso dalla riforma, il referendum viene tradito».
Perché non cercate un'intesa con la Lega e l'Udc su una riforma che eviti il
bipartitismo? «Sono da tempo sostenitore del modello tedesco. E credo che il Pd
debba lavorare per costruire, innanzitutto con Udc e Lega, un'intesa in
Parlamento sulla forma di governo e sulla legge elettorale. Purtroppo abbiamo
perso tempo, il Pd si è fatto colpevolmente attrarre dalle sirene del
bipartitismo, ma ora spero che la sua linea istituzionale possa evolvere
positivamente (no allo schema bipartitico, sì al confronto tra due coalizioni).
Resta il fatto che in questa legislatura non è realistica una riforma
istituzionale contro il Pdl. Oggi Pd, Udc e Lega non possono fare una legge sul
modello tedesco contro il Pdl. Per questo il nostro sì al referendum va
sottoposto a verifica». Cosa manca di più oggi al Partito democratico? «Siamo
stati un anno e mezzo in apnea. Questo ha messo in crisi il progetto. Non solo
abbiamo assecondato lo schema bipartitico (col bipartitismo faremo vincere
Berlusconiper sempre), ma abbiamo indebolito le rappresentanze territoriali,
gestito male le liste bloccate, incrinato le alleanze. Ora Franceschini sta
lavorando bene, con efficacia. Ha fatto le scelte nette di cui c'è bisogno.
Dobbiamo tutti aiutarlo con impegno e generosità. La crisi economica può essere
per il Pd ciò che è stato per la Fiat: un'opportunità impensabile in tempi
ordinari. Poi, dopo le elezioni andremo a un congresso che spero sappia
rilanciare le idee originarie del Pd». Quale soglia deve superare il Pd alle
europee per mettersi in salvo? «Non ha senso dare i numeri. Anche perché
conteranno di più le elezioni amministrative. È dal territorio che deve partire
il rilancio. E anche la necessaria apertura a nuove alleanze, dopo gli affanni
di queste settimane in molti Comuni e Province». Quali alleanze? D'Alema contesta
il rapporto preferenziale con Di Pietro e lei da tempo spinge per un confronto
ravvicinato con l'Udc. «Le alleanze non sono un reclutamento. Di sicuro Di
Pietro è cresciuto sulle nostre difficoltà e, tanto più Di Pietro è forte,
tanto più Berlusconi è sicuro di vincere. La politica delle alleanze va
costruita insieme ad un solido progetto per l'Italia. E continuo a pensare che
un buon rapporto Pd-Udc sia una base di partenza. Del resto, la scelta di
Casini di andare da solo nella maggioranza dei Comuni e delle Province è
interessante, anche se considero un errore la candidatura Emanuele Filiberto.
Ma merita attenzione da parte nostra pure la contraddizione che si sta aprendo
tra il Mpa e Berlusconi». Berlusconi e il governo comunque sembrano godere di
forti consensi al momento. «Berlusconi governa da dieci mesi e si è anche
avvantaggiato della crisi del Pd. Ma stanno venendo al pettine i limiti e gli
errori della sua impostazione. Ha cercato per mesi di nascondere la crisi. E
ora proclama che è già superata. Invece le cifre del debito e del deficit
dimostrano che, come in un drammatico gioco dell'oca, l'Italia è tornata a
prima del '94. Dicono Berlusconi e Tremonti: anche gli altri sono messi male. È
vero, ma gli altri non hanno fatto come noi i sacrifici per 14 anni
ininterrotti. Il governo non potrà cavarsela con finzioni e giochi di parole.
Peraltro, lo scontro con il Mpa nasce da politiche oggettivamente
anti-meridionali. I flussi del finanziamento ordinario al Sud si stanno
prosciugando. E si cerca di rimpiazzarli con i fondi europei. Ma così il Sud
resta senza supporti per la crescita: anzi, restano soltanto quei disegni del
Ponte sullo Stretto».
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
«Giustizia senza
carta per fotocopie» --> L'avvocato Tacchini: in tribunale dobbiamo portare
le cartellette per i fascicoli e anche le biro Domenica 03 Maggio 2009 CRONACA,
pagina 16 e-mail print Si trovano d'accordo anche l'avvocato e il magistrato: è
la legiferazione emotiva, affidata a una sorta di rabdomanzia che intercetta
umori e poi detta regole e priorità in base alle emergenze del momento, a
tenere la giustizia incatenata alla sua incapacità di
progredire. È questo il nemico invisibile che è stato evocato durante il
secondo e ultimo incontro organizzato alla Casa del Giovane dall'Unione
giuristi cattolici (Ugci) in collaborazione col Centro diocesano per la
pastorale sociale. «Le proposte di riforma della giustizia
sul tappeto» era il titolo della serata coordinata dall'avvocato Antonello
Giua, presidente onorario dell'Ugci di Bergamo, intenzionato da subito a
scolpire la definizione di giustizia: «È la costante e
perpetua volontà di attribuire a ciascuno il proprio diritto». Compito
difficile: lo aveva già ricordato il giudice Angelo Tibaldi il 30 marzo scorso,
lo ribadisce ora l'avvocato Mauro Moretti, presidente della Camera penale di
Bergamo, uno dei due relatori. «L'esigenza di riformare il sistema giuridico è
sentita - confessa -, ma c'è un evidente problema di metodo. Negli ultimi anni
si è proceduto per tentativi, numerosi, che però non hanno portato a una
riforma organica della giustizia. Sono stati
interventi dettati da emergenze, da una logica di natura politica e dalla
strumentalizzazione da parte dei media. Prendiamo ad esempio lo stalking: ora
per questo reato, quando ci sono gravi indizi di colpevolezza, s'è reso
obbligatorio l'arresto. Ma non ditemi che 5 anni fa non c'erano molestie,
violenze o maltrattamenti in famiglia? Si corre a modificare i codici a seconda
di situazioni emergenziali, a scapito di una riforma organica». Concorda
l'altro relatore, Vittorio Masia, ex pm e ora coordinatore della sezione
gip-gup, oltre che docente di Diritto penale all'Università di Bergamo: «Gli
interventi sono sempre settoriali, vedi le leggi ad personam o i provvedimenti
dettati da impulsi emozionali mai da analisi giuridiche. Questo è pericoloso
perché, come capita per i reati sessuali, si fanno norme che rendono
obbligatorio arresto e carcere, privando così il giudice della propria
discrezionalità». Lentezza, altra spina del roveto che imprigiona la giustizia italiana. «Dobbiamo favorire i riti alternativi,
senza lamentarci del loro ruolo premiale - consiglia Moretti -. E dobbiamo
riattribuire privilegio e valore al dibattimento come momento in cui la prova
si forma». Ma, forse, il peccato è in origine, ragiona Masia: «Il codice del
1989 è stato pensato per regolare non più del 5% della materia tramite
dibattimento, sul presupposto che il 95% si regolasse attraverso i riti
alternativi. Così non è successo. Non è un mistero che in Italia i riti
alternativi, se non sono ignorati, sono quantomeno esclusi dalle opzioni». Il
nuovo codice, osserva il giudice, «ha finito così per ingigantire il ruolo
delle indagini preliminari a scapito del processo. Con una conseguente
sovraesposizione dei soggetti che operano maggiormente nella fase preliminare,
e cioè il pm e quei colonnelli dei carabinieri che posano in foto accanto ai
procuratori durante le conferenze stampa. Si è persa la centralità del ruolo
del giudice». Potrebbe forse servire la separazione delle carriere dei
magistrati? Per Moretti sì, «la riforma della giustizia
passa anche da questo. Bisogna, però, sfatare un equivoco: la separazione delle
carriere non vuol dire separazione di funzioni. L'unico obiettivo è quello di
favorire l'imparzialità della decisione del giudice. Ma è necessaria pure una
riforma dell'avvocatura, introducendo albi di specialità che possano garantire
il diritto del cittadino a essere difeso nel modo migliore». Bastasse la
separazione delle carriere, sospira invece Masia: «L'avremmo già fatto. Io sono
preoccupato invece del nuovo disegno di legge di Alfano che dà più poteri alla
polizia giudiziaria. Non vorrei che, come succede in alcuni Stati esteri, si
arrivi agli sceriffi che promettono un tot numero di arresti». Il problema è
che troppa politica tende a infilarsi nelle pieghe di codici. Per l'avvocato
Moretti «il legislatore dovrebbe indicare solo gli scopi: a riempire il
contenuto delle nuove norme dovrebbe essere chi opera nella giustizia,
e cioè avvocati, magistrati, docenti, giuristi». E se, invece, fosse solo
questione di persone e non di norme e sistemi? Chiede dalla platea l'avvocato
Flaminio Maffettini. Il suo invito a controllare il rendimento dei magistrati
(scontato per un legale), viene squadernato insieme a una (più sorprendente)
autocritica di categoria: «Noi avvocati siamo numerosi, non è che per
garantirci uno stipendio promuoviamo cause che con una più equa ripartizione di
lavoro tenderemmo a ignorare? Così facendo si rischia di ingolfare il sistema».
Dubbio legittimo, spazzato però via dall'oratoria tranciante di Ettore
Tacchini, presidente dell'Ordine degli avvocati, pure lui presente tra il
pubblico. La sua analisi su un sistema giudiziario con le pezze al sedere è
spietata: «Bello parlare di tutti questi tentativi di migliorare la giustizia, ma quando noi avvocati siamo
costretti a portare in tribunale la carta per le fotocopie, le cartellette per
i fascicoli, finanche le biro, è chiaro che possiamo fare tutti i discorsi che
vogliamo, ma non arriveremo a nulla. Ed è chiaro che a qualcuno fa comodo
che la giustizia resti quello che è». E, visto da
questa angolazione, risulta ancor più indigesto il turbinio di legiferazioni a
rincorrere gli umori del momento, tutto questo agitarsi per rimanere fermi.
Tutta questa voglia gattopardesca di cambiare tutto, che per Tacchini nasconde
la volontà di non cambiare nulla. Stefano Serpellini 03/05/2009 nascosto-->
( da "Unita, L'" del
03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Ha ragione
Clementina. Tutti zitti Tg e giornali (a parte il Corriere) hanno confinato la
notizia in poche righe, visibili solo al microscopio elettronico. È la prima
regola del regime: quanto più la notizia è sgradita al potere, tanto più va
nascosta. Era già accaduto con i provvedimenti che davano ragione a Genchi, a
De Magistris e ai pm di Salerno: omertà totale. La scena si ripete con la
sentenza del Tar Lazio che annulla la delibera con cui il Csm nel 2008 trasferì
Clementina Forleo da Milano a Cremona per "incompatibilità
ambientale". Contro la gip, rea di essersi occupata dei padrini politici
dei furbetti, si erano scatenati i maggiori partiti e le maggiori cariche
(anzi, scariche) dello Stato. Poi il Csm (un solo voto contrario: Antonio
Patrono), aveva eseguito la sentenza già scritta. Ma, per il Tar, violò tre
volte "il principio di legalità". 1) Il nuovo
ordinamento giudiziario vieta di trasferire un giudice per condotte colpevoli o
colpose: proprio quel che ha fatto il Csm, cacciando la Forleo per
"esternazioni" che per legge non sono punibili. 2) Il Csm ha
stabilito che la Forleo non poteva più "svolgere le funzioni con piena
indipendenza e imparzialità" a Milano, ma s'è dimenticato di dare
"un'esauriente spiegazione". Dunque la Forleo doveva restare a
Milano. 3) La vicepresidente della I commissione, Letizia Vacca (Pdci),
anticipò il giudizio definendo Forleo e De Magistris "cattivi
magistrati", dunque avrebbe dovuto astenersi dal voto, per evitare
"un'alterazione del procedimento". Ma se ne guardò bene, coperta
dagli altri. Complimenti vivissimi al Csm. E alla libera stampa italiana.
( da "Unita, L'" del
03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
«Sui diritti umani
gli ayatollah sfidano l'Occidente» La vicepresidente di Amnesty Asia: sul caso
Darabi hanno accelerato i tempi per timore delle pressioni internazionali
UMBERTO DE GIOVANNANGELI Quello condotto contro Delara Darabi è stato un
processo iniquo; iniquo rispetto agli stessi standard della giustizia
iraniani. La Corte che l'ha giudicata si è rifiutata di prendere in
considerazione prove a favore di Delara; il suo avvocato non è stato informato
(dell'impiccagione, ndr.) nonostante l'obbligo di legge di avere comunicazione
48 ore prima dell'esecuzione». A denunciarlo è Hassiba Hadj Sahroui, vice
direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l'Asia. «I diritti
umani - sottolinea Sahroui - devono diventare una priorità nell'azione della
comunità internazionale». La dirigente di Amnesty sta seguendo direttamente
anche un altro caso scottante che investe l'Iran: quello della giornalista
Roxana Saberi, condannata a otto anni di reclusione per spionaggio a favore
degli Usa. Amnesty International ha chiesto il rilascio immediato e senza
condizioni della giornalista. Roxana Saberi, denuncia Hassiba Hadj Sahroui, «è
solo una pedina degli sviluppi politici in corso tra Iran e Usa». La pedina di
un gioco sporco. «Il fatto che le accuse siano di volta in volta cambiate, dal
momento del suo arresto fino al processo, indicano chiaramente che le autorità
iraniane cercano qualsiasi scusa per tenerla in prigione». Nonostante i
ripetuti appelli delle organizzazioni umanitarie, Delara Darabi è stata giustiziata. «Un atto gravissimo che viene a conclusione di
un processo iniquo; iniquo rispetto agli stessi standard, del tutto opinabili,
di giustizia iraniani.». L'esecuzione è avvenuta
nonostante fosse stata accordata all'imputata, il 19 aprile scorso, una
sospensione di due mesi della pena. «Quando parlo di processo iniquo e di una
condotta cinica da parte delle autorità iraniane, mi riferisco anche a questo.
Hanno voluto far presto. È come se avessero voluto evitare le proteste interne
e internazionali che avrebbero potuto salvare la vita a Delara. C'è da
aggiungere che questa triste, drammatica vicenda testimonia
che persino le decisioni presa dal potere giudiziario centrale (la sospensione di due mesi della pena) non hanno
nessuna incidenza e vengono disattese nei distretti provinciali. L'esecuzione
di Delara è un oltraggio al diritto umanitario, ad un senso minimo di giustizia. La comunità internazionale
non può, non deve tacere di fronte a questo scempio. Così come deve fare
i conti con un dato inquietante.». Quale? «Dall'inizio dell'anno almeno 84
persone sono state impiccate in Iran. Oggi sono oltre 150 i giovani, come
Delara, condannati all'impiccagione per omicidi commessi quando erano
minorenni. Non abbandoniamoli nelle mani del boia di Stato». Un altro caso
scottante è quello della giornalista irano-statunitense Roxana Saberi. «Roxana
è ostaggio delle relazioni non certo amichevoli tra Teheran e Washington. Se,
come appare, è detenuta solo per ragioni politiche legate ai rapporti dell'Iran
con gli Usa o per aver esercitato in modo pacifico il diritto alla libertà
d'espressione, Saberi è una prigioniera di coscienza e deve essere rilasciata
immediatamente e senza condizioni. L'annuncio da parte iraniana della revisione
della sua condanna è un primo passo ma non basta. La vicenda di Roxana come
quella, ancor più tragica di Delara, confermano quanto Amnesty documenta da
tempo: è difficile avere giustizia in Iran».
Intervista a Hassiba Hadj Sahroui
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Calcio dilettanti.
Penultima giornata: la Cisonese può far festa Partite e arbitri di oggi tra i
dilettanti, penultima giornata (inizio alle ore 16.30). Eccellenza. Union
Csv-Ardita Moriago; Romano-Cordignano; Giorgione-Feltrese, Scalcon di Vicenza;
Liapiave-Liventinagorghense, Antonello di Bassano; Ponzano-Rossano, Michieli di
Padova; Miranese-Vedelago, Zanolla di Belluno. Promozione. Cappella
Maggiore-CasierDosson, Marchetti di Vicenza; Zero Branco-CornudaCrocetta, Cal
di Conegliano; Gruaro-La Marenese, Piccoli di Vicenza; Fontanelle-Opitergina,
Alfarè di Mestre; Vittorio Smc-PortoMansuè; Istrana-Luparense, De Zuani di
Mestre; Cavarzano-U. Preganziol, Bragantini di Verona; L. Ceggia-Villorba,
Zambonin di Rovigo. Prima categoria. RieseVallà-Campodarsego, Zandinella di
Venezia; Loreggia-Ospedaletto, Costantini di Mestre; Spineda-R. Martellago,
Allegro di Padova; C. Fonte-San Floriano, Schiavon di Treviso; Castagnole-V.
Villanova, Cantarini di Venezia; Pro Mogliano-Cessalto, Cester di San Donà; Pro
Roncade-Mazzolada, Carboni di Vicenza; Muranese-Silea, Campaci di Este; U.
Ripa-Careni Pievigina, Spillare di Schio; Alpago-F. Trevignano, Pasinetti di
Venezia; Ponte Piave-Godega, Ciganotto di San Donà; Montello-Nervesa, Sciretti
di Mestre; Fregona-Sanfiorese, Comune di Portogruaro; Sedico-Orsago, Bozzo di
San Donà; Codognè-Sinistra Piave, Graziano di Padova. Seconda categoria.
Carmenta-G. Ezzelina; Gorghense-Burano; La Salute-Salgareda;
Fossalunga-Mignagola; OlmiCallalta-Paese; Marcon-Casale; Aurora Tv-Ciprianocatron;
Sant'Elena-Monastier; Campigo-Salvarosa; Godigese-Salvatronda; Cendon-Treville;
Bessica-Caerano; Altivolese-Castion; Agordina-Fiori Barp;
Juventina-Montegrappa; La Sernaglia-Sp Calcio 2005; Piave Tegorzo-U. Maser;
Cisonese-V. Farra; Gaiarine-Alpina; Ponte Alpi-Sarmede; Santa Lucia
Mille-Francenigo; Piave-San Michele; Vazzolese-Vittsangiacomo. Terza categoria.
Tarzo Revine-A. Pero; Basalghelle-Barbisano; Suseganese-Campolongo;
Breda-Feletto; Boccadistrada-Follinese; Parè-Santa Giustina; Vallata-Lovispresiano;
Cimapiave-Pro Refrontolo; Postioma-Csm Resana;
Valdosport-Badoere; Fanzolo-San Giuseppe; San Gaetano-Milan Guarda;
Pederobba-Padernello; Sant'Antonino-Vedelaghese; Rovere-Vidor; Fontane-Volpago;
M. Biancade-Sangiorgese; Evolution Team-Staffolo; Summaga-Zensonese;
Marchesane-Eagles Pedemontana; Union 98 Borso-San Pietro Rosà. (em. st.)
( da "Giornale.it, Il"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 106 del
2009-05-03 pagina 6 Delara: "Mamma, aiuto. Mi impiccano" di Gian
Micalessin Iran, la giustizia degli ayatollah. Delara
Darabi impiccata dopo un processo-farsa per un delitto compiuto a 17 anni. Lultima
telefonata concessa
quando aveva già il cappio al collo. Legge del taglione: il carnefice è un
figlio della vittima «Mamma mi stanno impiccando, mi portano alla forca, fate
qualcosa, aiutatemi». Alle sei di mattina di venerdì, la madre e il padre di
Delara ascoltano increduli la telefonata che li ha ridestati e trascinati nellincubo.
è lultima, estrema richiesta daiuto della loro bimba, ma loro
stentano a crederci. Il 17 aprile layatollah Mahmoud Hashemi Shahrudi, il
capo del potere giudiziario di Teheran, ha regalato due mesi di
speranza, due mesi per rivedere la condanna allimpiccagione. Non
fanno in tempo a dirselo. Lurlo disperato di Delara riecheggia lontano.
Al suo posto ora cè la voce di un funzionario indifferente, incaricato di
cancellare lultima estrema illusione. «La stiamo impiccando, non potete farci niente». Pochi
minuti dopo Delara Darabi, la minorenne assassina, la pittrice ravveduta,
penzola dalla forca, simboleggia lirremovibile,
irreversibile brutalità di un sistema impietoso. Quellultima telefonata concessale mentre il boia
già annodava il cappio è lo scampolo più atroce, più osceno, della triste
storia di Delara Darabi. Più disumano del gesto del figlio della sua vittima,
delluomo arrivato sul patibolo per passarle il nodo al collo ed ottenere il risarcimento di sangue
previsto dal codice islamico iraniano. Se il taglione è sacra legge della
Repubblica Islamica, latroce telefonata dal patibolo suona come
lestrema tenue resipiscenza dei carnefici di fronte ad una sentenza che
non doveva essere
eseguita. Una sentenza portata a compimento contro la volontà del potere giudiziario ed eseguita senza lobbligatorio
preavviso di 48 ore allavvocato della 22enne Delara Darabi.
Limpiccagione della giovane pittrice sembra, insomma, lennesima
concessione alla ragion di Stato dellala più dura del regime, la risposta
dellala più oltranzista
ad un rinvio che non sera da fare. La cinica chiusura di un caso
ormai famoso in tutto il mondo suona anche come lennesimo segnale
allAmerica di Obama, lultimo niet dei duri e puri a trattative e
concessioni. In Iran, del resto, solo lavallo di esponenti molto in alto nella
gerarchia del potere può spingere le autorità del
dimenticato carcere di Rasht, nel nord del Paese, ad ignorare la decisione dellayatollah
Shahrudi. Quellesecuzione sbattuta in faccia al mondo che già sperava in
un atto di clemenza è
anche lennesimo segnale dindifferenza per la sorte di altri 130
giovani condannati a morte come Delara, per delitti commessi prima del
diciottesimo anno detà. La tragedia di Delara inizia cinque anni fa,
quando lei e il fidanzato vengono ritrovati nellabitazione di una ricca cugina
paterna appena assassinata. In un angolo cè il cadavere della padrona
scannata a coltellate, in un altro ci sono quei due ragazzini frastornati con
le mani sporche di sangue. Il primo a non farsi domande e a consegnare Delara alla polizia è suo padre.
Lei del resto non fa nulla per discolparsi. Ammette ogni colpa, confessa laccoltellamento,
scagiona il fidanzato, garantendogli così una condanna a soli dieci anni di
carcere. Poi però ritira la confessione, ritratta tutto. Dalla cella dove passa il
tempo dipingendo racconta di essersi auto accusata nella convinzione di non
poter venir condannata perché troppo giovane. La scena del delitto sembra darle
ragione. Chi ha pugnalato la cugina del padre impugnava la lama con la mano
destra. Delara invece è mancina dalla nascita, così mancina - ripete sempre la
madre - da non riuscire a usare la destra neppure per raccogliersi i capelli.
Proprio in base a questa evidenza ignorata dai giudici layatollah
Hashemi Shahrudi le concede
quella sospensione della sentenza che fa sperare il mondo. Ora è tutto finito e
la famiglia è sprofondata nellabisso della disperazione. Per il
padre che laveva consegnata alla polizia senza dubitare la ritrattazione
di Delara era già un personale senso di colpa. La telefonata dal patibolo è lultima
pugnalata al cuore. Da venerdì mattina è allospedale, da venerdì non
parla, non piange non mangia. Con Delara su quella forca sono soffocate anche
la sua anima e la sua mente. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Prima Pagina Pagina
2 Ora serve l'intervento del governo Una crisi economica che arriva da lontano
Ora serve l'intervento del governo di Paolo Figus --> di Paolo Figus Adesso
anche il centrosinistra sardo si è reso conto della drammatica crisi occupativa
che attraversa la nostra terra. Abbiamo dato notizia in questa settimana dei
330 lavoratori messi in cassa integrazione dalla Portovesme srl; abbiamo
scritto dei trenta operai di Bolotana mandati a casa per colpa di aziende che
hanno disatteso gli impegni legati al Contratto d'area. Ultimi colpi inferti
alla occupazione. Per cinque anni L'Unione Sarda ha ripetuto che così non si
poteva andare avanti, che nella nostra isola mancava un modello di sviluppo,
che tutto era stato scioccamente bloccato, che gli imprenditori davanti ai
cantieri chiusi erano stati costretti a licenziare. Avevamo portato tutti i
numeri dei principali istituti di ricerca che dimostravano un tale stato di
crisi economica. Ebbene, il centrosinistra - per cinque anni al governo - salvo
qualche rara voce nel deserto, aveva replicato dicendo che non era vero, che la
Sardegna era in ripresa, addirittura che l'occupazione era cresciuta. Da due
mesi, cioè da quando il centrodestra ha vinto le elezioni, il centrosinistra ha
cambiato registro ed è salito in cattedra per dire che la Sardegna è sull'orlo
del precipizio, che la disoccupazione è in aumento, che mancano i denari per
ripartire. Già, ma è da anni che le imprese chiudono e nessuno ha mosso un
dito. E adesso l'eredità lasciata dalla Giunta Soru è piombata su un governo
regionale che senza aver potuto materialmente ancora intervenire, viene già
messo sotto accusa. Il centrosinistra sardo oggi si
dimentica dei bilanci sempre in ritardo, delle tasse, degli stop di Tar, Corte
dei conti, Corte Costituzionale, dei miliardi di euro non spesi. Sino ad
arrivare all'assurdo che oggi qualche sindaco e alcuni parlamentari del Pd
fanno un gran fracasso per alcune corse della Tirrenia che stavano per essere
soppresse. Uno scippo, dicono. Ma se era stato proprio il centrosinistra
a fare una battaglia perché la convenzione con la Tirrenia non venisse
rinnovata. Se era stato il centrosinistra a pressare sul governo Prodi per
aprire le rotte sarde a nuove compagnie. Detto questo, rimarcate le discrepanze
dei vari comportamenti, una cosa ci sentiamo invece di sottolineare: il governo
nazionale deve intervenire. Le risorse in mano alla Giunta Cappellacci sono
esigue o almeno non sufficienti a tamponare le grosse falle occupazionali che
si sono create. Servono soldi, non promesse; servono forti interventi per
fermare l'impennata della disoccupazione. Oggi, purtroppo, la presenza dello
Stato è fondamentale per il rilancio della Sardegna. E allora bisogna trovare
una soluzione per il comparto chimico, visto che l'ipotesi Sartor è andata in
fumo. Bisogna reperire i denari per la Sassari-Olbia, che è fondamentale per la
viabilità in una zona della Sardegna di grande espansione turistica. Bisogna
impedire la fuga degli imprenditori, attrarre nuovi investimenti. Bisogna concludere
i cantieri di La Maddalena senza lasciare a metà alcun lavoro. Lo Stato deve
fare la sua parte, intervenire e trovare i fondi che spettano alla Sardegna.
Questo deve essere chiaro, ma deve essere anche chiaro che le responsabilità
arrivano da lontano e far finta che la Sardegna sia in crisi da due mesi è una
forzatura di chi è stato invece protagonista di questo disastro.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Derby a S. Polo La
Liventina va a caccia di punti Domenica 3 Maggio 2009, Treviso (m.m.) Calcio
dilettantistico in campo, dall'Eccellenza alla Terza categoria, per la 29.
giornata di gare, penultima di ritorno e oggi, dopo la promozione
dell'Opitergina e dell'Union Borso, possono scaturire altre sentenze. Da non
perdere gli scontri play out in Eccellenza e la lotta per la promozione fra
trevigiane in Seconda categoria. Calcio d'inizio alle 16. ECCELLENZA - Derby a
San Polo dove, ospite del Lia Piave che cerca conferma per la piazza d'onore,
arriva la Liventina Gorghense che cerca punti per uscire dalla zona play out
come del resto il Cordignano con la trasferta di Romano, l'Union CSV che al
Sondan ospita l'Ardita Moriago e il fanalino di coda Vedelago che affronta la
trasferta di Mirano. Quindi cerca di mettersi ai ripari il Giorgione ospitando
la Feltrese e il Ponzano nella gara casalinga con il Rossano. PROMOZIONE -
Derby Fontanelle-Opitergina che serve solo al Fontanelle per confermarsi nella
posizione migliore dei play out visto che l'Opitergina è già promossa. E nella
zona play out (tutta per le trevigiane) Zero Branco affronta il Cornuda
Crocetta, La Marenese gioca sul campo del Gruaro, il Casier Dosson su quello
del Cappella Maggiore. E gli scontri del Cappella Maggiore e del Cornuda
Crocetta, valgono anche il posto nei play off. Chiudono Istrana-Luparense,
Ceggia-Villorba, Cavarzano-Preganziol e lo scontro al Barison di Vittorio fra
Vittorio Veneto e Porto Mansuè. PRIMA CATEGORIA - In zona promozione trevigiane
fuorigioco e l'attenzione si sposta maggiormente in coda e nel derby per i paly
off fra Montello e Nervesa. Ecco programma e arbitri. Girone F.
Spineda-Robeganese: Allegro (Pd), Castagnole-Villanova: Cantarini (Ve),
Concordia Fonte-San Floriano: Schiavon (Tv), Loreggia-Sile Ospedaletto:
Costantini (Me), Riese Vallà-Campodarsego: Zandinella (Ve). Gir. G. Pro
Mogliano-Europeo Cessalto: Cester (Sd), Pro Roncade-Mazzolada: Carboni (Vi),
Muranese-Silea: Campaci (Es). Gir. H. Codognè-Ztll: Graziano (Pd),
Fregona-Sanfiorese: Comune (Po), Montello-Nervesa: Sciretti (Me), Alpago-Fulgor
Trevignano: Pasinetti (Ve), Ripa-Careni Pievigina. Spillare (Sc),
Sedico-Orsago: Bozzo (Sd). SECONDA - Programma e arbitri. Girone F.
Carmenta-Giovanile Ezzelina. Gir. O. Gorghense-Burano: Haxhiraj (SD), La
Salute-Salgareda: Freda (Tv). Gir. P. Cendon-Treville: Trisolini (Tv),
Fossalunga-Mignagola: Ceolin (Tv), Aurora Treviso Due-Cipriano Catron: Telatin
(Bs), Godigese-Salvatronda: Baggio (Bs), S. Elena-Monastier: Zampese (Bs),
Campigo-Salvarosa: Daulle (Bl), Marcon-Casale, Olmi Callalta-Paese. Gir. Q.
Altivolese-Castion: Barracano (Tv), Bessica-Caerano:
Trentin (Tv), Cisonese-Virtus CSM Farra: Pozzobon (Tv), La Sernaglia-SP calcio 2005: Tasca (TV),
Piave Tegorzo-Maser: Di Tomaso (Tv), Juventina-Montegrappa. Gir. R.
Vazzolese-Vitt Sangiacomo: Palmieri (Co), Piave-S. Michele: Cosentino (Co),
Alpina-Gaiarine, Ponte Alpi-Sarmede, S. Lucia Mille-Francenigo. TERZA -
Programma e arbitri. Girone A. Basalghelle-Barbisano:; Spigariol (Tv),
Boccadistrada-Follinese: Rigon (Tv), Breda-Feletto: Punchina (Tv), Cima
Piave-Pro Refrontolo: Bianchin (Tv), Tarzo Revine Lago-Ardita Pero: Vanzella
(Co), Parè-S. Giustina, Suseganese-Campolongo, Vallata 1999-Lovispresiano. Gir.
B. San Gaetano-Milan Guarda: Faraon (Co), S. Antonino-Vedelaghese: Nicolescu
(Co), Pederobba-Padernello: De Lorenzi (Tv), Fontane-Volpago: Menegaldo (Tv),
Rovere-Vidor: Moretto (Tv), Fanzolo-S. Giuseppe, Postioma-CSM
Resana, Valdosport-Badoere. Gir. Basso Piave.Summaga-Zensonese: Turchetto (Po),
Evolution Team-Staffolo: Dalla Torre (Sd), Biancade-Sangiorgese: Lisetto (Sd).
Gir. Bassano. Union Borso-S. Pietro Rosà: Cattani (Vi), Marchesane-Eagles
Pedemontana: Faccin (Sc). FEMMINILE - In serie B Barcon-Vicenza: Spezzati (Pd).
In serie C Vittorio Veneto-Gazzera: Facchin (Bl), Villanova-Castagnaro: Marzano
(Me), Keralpen-Musano: Gosetto (Sc).
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
MASSA LUBRENSE/1
Comitato in memoria di Cerulli Un comitato «Pro Marcellino Cerulli». Per
ricordare ai giovani e alle future generazioni un grande benefattore di Massa
Lubrense, questa mattina al bar Orlando in Sant'Agata sui due Golfi alle 10.30
si terrà la prima riunione di cittadini aderenti. Orlando Cilento e alcuni
studiosi locali illustreranno la vita e l'opera di Marcellino Cerulli che alla
popolazione di Massa Lubrense ha lasciato gran parte dei suoi terreni
utilizzati per la costruzione a Sant'Agata prima di un villino per i senzatetto
e i poveri e poi per la «Casa per anziani» ed il campo sportivo di Schiazzano:
opere che le varie amministrazioni comunali hanno intitolato alla sua memoria.
MASSA LUBRENSE/2 Oggi la Marcialonga Rinviata varie volte per avversità
atmosferiche si svolgerà oggi pomeriggio la trentesima Marcialonga,
manifestazione podistica non agonistica organizzata dai giovani del gruppo
parrocchiale dell'ex cattedrale di Santa Maria delle Grazie. Cambiata la data,
ma l'itinerario ed il programma sono rimasti immutati: la partenza sarà data
alle ore 15 da piazza Vescovado. PIANO DI SORRENTO Il Wwf: «No all'area di
servizio» Il Wwf penisola sorrentina ha chiesto all'Ufficio tecnico comunale di
Piano di Sorrento la revoca in autotutela del permesso a costruire la stazione
di servizio in via dei Platani per la delocalizzazione dell'impianto di
distribuzione dei carburanti della Ip da piazza Cota, dove è attualmente
ubicato. «Il lavoro che la nostra associazione sta facendo con i propri legali
- spiega Claudio d'Esposito, presidente del Wwf penisola sorrentina -, per
cercare di sottrarre alla cementificazione parte del fondo di via dei Platani,
è enorme. In quest'ottica, ci siamo accorti di tutta una serie di incongruenze,
carenze e illegittimità, in quanto l'espianto degli alberi è avvenuto senza
alcun controllo da parte del Comune, nonostante le nostre accorate
segnalazioni. La tabella obbligatoria del cantiere, inoltre, è apparsa solo
poco prima del sopralluogo dei vigili urbani, avvenuto ad una settimana di
distanza dalla nostra richiesta». SORRENTO Patti agrari in Senato Approda alla
Commissione Agricoltura del Senato il disegno di legge sui patti agrari
presentato dal senatore Raffaele Lauro. Il documento, sottoscritto anche da
altri 35 senatori bipartisan, è stato esaminato l'altro giorno dalla nona
Commissione permanente dell'Agricoltura, presieduta dal senatore Paolo Scarpa Bonazza
Buora. In sede referente, è stato assegnato in relazione alla senatrice Laura
Allegrini. Il disegno di legge è finalizzato all'aggiornamento dell'articolo 9
legge 203/82. L'articolo che prevedeva la determinazione dell'equo canone mediante coefficienti da applicarsi al reddito dominicale
dei terreni riferiti ai redditi del 1939, ritenuto illegittimo dalla Corte
Costituzionale, non vi era stata alcuna iniziativa legislativa per colmare
questa lacuna. «Da allora - spiega Nino Cuomo che ha suggerito l'iniziativa al
senatore Raffaele Lauro - gli affittuari di terreni agricoli sono rimasti senza
tutela. Ecco perché è auspicabile che l'iter procedurale del disegno di
legge possa, al più presto, essere trasmesso alla Camera dei Deputati». TRECASE
Arrestato per stalking In via Regina Margherita a Trecase i carabinieri della
locale stazione hanno tratto in arresto un 23enne di Terzigno, responsabile di
atti persecutori ai danni della ex fidanzata, una 26enne del luogo. Più volte
nell'arco della giornata il giovane aveva minacciato e molestato la donna.
L'arrestato è stato portato a Poggioreale. VICO EQUENSE/1 Vigili, arrivano i
rinforzi Dieci vigili urbani stagionali in servizio da venerdì al comando di
polizia municipale. Verranno utilizzati per potenziare i servizi di vigilanza
nel centro cittadino, nelle frazioni e, soprattutto, presso le marine di Vico e
d'Equa. «Una pattuglia fissa sarà destinata alla Raffaele Bosco - spiega il
comandante Ferdinando De Martino - nel tratto compreso tra Vico centro e
Moiano, fino a mezzanotte. Inoltre, i nuovi agenti saranno impiegati per
fronteggiare l'emergenza legata ai numerosi cantieri presenti sul territorio
per i lavori di metanizzazione della città». VICO EQUENSE/2 La mostra di
Solaris Inaugurata ieri, presso il Museo mineralogico campano-Fondazione
Discepolo, la mostra personale «Figure astrali» di Giancarlo Ianuario in arte
Solaris. In rassegna opere in bronzo, terracotta e tecnica Raku, realizzate
dall'artista napoletano che ha iniziato la sua attività negli anni settanta
come ceramista. Un'esperienza personale che lo ha portato a sperimentare per le
sue opere altri materiali come la cartapesta, il ferro, il bronzo e la tecnica
Raku. La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 30 luglio (da martedì a sabato
dalla 9 alle 13 e dalle 17 alle 20, domenica e festivi dalla 9 alle 13).
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia
DOMENICO AMBROSINO
Procida. Tirano un sospiro di sollievo Nicola Scotto di Clemente e Archina
Riccio, i proprietari delle due abitazioni abusive che dovevano essere
abbattute nei giorni scorsi a Procida. L'ordinanza della settima sezione penale
della Corte di Appello Napoli che la settimana scorsa ha sospeso per sessanta
giorni il procedimento di abbattimento, ridà fiato alle speranze di quanti, nei
territori con i vincoli dei piani paesaggistici, auspicano la sanatoria degli
immobili abusivi «di necessità» attraverso il cosiddetto terzo condono, di
dubbia applicazione nei territori vincolati. Sulla
questione è atteso il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha trattato
la questione nell'udienza del 24 aprile. La questione fu sollevata dal giudice
monocratico del Tribunale di Napoli, sezione di Ischia, accogliendo l'eccezione
di incostituzionalità presentata dagli avvocati isolani. Tale decisione
potrebbe, tuttavia, rivelarsi addirittura non necessaria se, nelle more, il
Governo decidesse di intervenire, inserendo nel pacchetto casa alcune modifiche
alla legge sul terzo condono. I Consigli comunali di Ischia e Procida,
attraverso delibere votate all'unanimità, hanno chiesto interventi in tal
senso. A Procida è stato costituito un comitato per la promozione
dell'applicazione del terzo condono. Nell'isola le demolizioni programmate
dalla Procura sono tredici, mentre a Ischia seicento. Dice Gerardo Lubrano,
sindaco di Procida:«Secondo me il problema è anche e soprattutto politico, nel
senso che lo Stato deve chiarire definitivamente la questione condono. Non ci
possono essere discriminazioni tra cittadini che abitano in una località invece
che in un'altra». E un marittimo durante l'assemblea popolare in municipio si è
sfogato: «Lo Stato non dimentichi che i Comuni hanno già incassato la somma di
centinaia di migliaia di euro, pagata dai cittadini procidani ed ischitani, per
ottenere il terzo condono.
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 03-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento)) (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (Circondario Nord))
(Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))
Argomenti: Giustizia
Si celebrerà oggi
alle 10, nel foyer dell'Auditorium della Rai la «Giornata della memoria per i
giornalisti vittime di mafie, guerra e terrorismo». Patrocinato dalla
presidenza della Repubblica, all'evento partecipano, tra gli altri, il segretario dell'ordine nazionale dei giornalisti, Enzo
Jacopino, il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, il
presidente dell'ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, il
presidente dell'assostampa di Napoli Enzo Colimoro ed il presidente dell'Unione
cronisti della Campania, Renato Rocco.
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 03-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))
Argomenti: Giustizia
Il suo nome era
circolato tra i possibili candidati del Pd alle elezioni europee, ma in realtà
Raffaele Cantone, il magistrato che vive sotto scorta per le minacce ricevute
dalla camorra, scende in campo per un'altra competizione: quella per il rinnovo
della giunta dell'Associazione nazionale magistrati presso la Corte di
Cassazione. Dall'anno scorso Cantone fa il magistrato al Massimario della
Suprema Corte, dopo una lunga esperienza alla Direzione distrettuale antimafia
di Napoli, cominciata nel 1999 e contrassegnata da inchieste sul clan dei
Casalesi. Cantone si candida con la corrente del Movimento per la Giustizia. Le
votazioni si terranno a partire da domani e sino al 5 maggio prossimo. Intanto,
tre nuovi procuratori aggiunti sono stati nominati a Napoli, a rafforzare un
organico con più di cento magistrati alla guida del procuratore Giovandomenico
Lepore. Le nomine sono state decise all'unanimità in questi
giorni dal plenum del Csm. Si tratta di Luciana Izzo, attualmente procuratore
del Tribunale dei minorenni napoletano; Fausto Zuccarelli e Giovanni Pio
Luciano Melillo, fino ad oggi pubblici ministeri della Direzione nazionale
antimafia.
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Incoronate
Valdosport e Zensonese Alla vigilia di fine campionato, le due squadre promosse
in Seconda categoria Nel girone A il Boccadistrada tenta l'agguanto dei playoff
Nel B, Resana ancora in gioco Ad una giornata dalla fine del campionato le
regine sono già definite. Valdosport e Zensonese ieri promosse in seconda
categoria in compagnia di Follinese e Union 98 Borso del Grappa già incoronate
le scorse domeniche. Girone A. Follinese cala l'attenzione, ormai ha raggiunto
l'obiettivo. Oggi lascia la vittoria al Boccadistrada che tenta l'agguanto dei
playoff. Ardita Pero e Cimapiave di diritto allo spareggio per la promozione
attendono di sapere quali saranno le loro avversarie, in lizza Campolongo, S.
Giustina e Boccadistrada. Lovispresiano non ha più nulla da perdere e regala il
sogno della seconda vittoria in campionato alla Vallata 1999, fanalino di coda
da ottobre. Girone B. CSM Resana
abbandona la speranza della promozione diretta, dovrà giocarsi tutto ai
playoff. Non ha saputo tenere testa alla tensione delle ultime giornate e si è
fatta soffiare il primo posto dal Valdosport dopo un intera stagione che le ha
viste alternarsi alla guida del girone. Al Fontane bastava un pareggio
per aggiudicarsi gli spareggi e così non ha dato l'anima nella partita con il
Volpago CAM, finita 1 a 1. Il terzo e il quarto posto dei playoff se lo
contendono Rovere, Postioma e S. Gaetano. Quest'ultima reduce da un punteggio
tennistico nella partita di questa domenica: infligge sei batoste nel derby con
la cugina Milan Guarda. Altri due risultati strabilianti si sono visti a
Fanzolo e a Pederobba. Le ultime due in classifica, S. Giuseppe e Pederobba, vengono
definitivamente annientate da Fanzolo e Padernello con cinque e sei reti
rispettivamente. Girone Bassano. Eagles Pedemontana, squadra nata quest'anno,
non raggiunge la zona spareggio ma può definirsi soddisfatta a metà classifica.
Ieri purtroppo non è riescita a portare a casa una vittoria ma spera di
concludere in bellezza la settimana prossima. Girone S. Donà. Le trevigiane si
fanno onore nel girone veneziano. Zensonese neo promossa in seconda categoria
con il «gol campionato» di Lozito al limite del triplice fischio. Evolution
Team diretta ai playoff nonostante il pareggio a reti inviolate con lo
Staffolo. Solo il Morosini resta deluso di questa stagione 2008-2009. Si spera
nella prossima partita, una vittoria sarebbe almeno un bel premio di consolazione
per la squadra di Biancade. (Anna Collavo)
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
FANZOLO - S. GIUSEPPE:
6 - 1 FANZOLO - S. GIUSEPPE: 6 - 1 RETI: 40' pt Binotto, 46' pt Bullo, 1' st De
faveri, 8' st Cattarin, 15' st Binotto, 21' st Gasparetto, 28' st Cattarin.
FONTANE - VOLPAGO: 1 - 1 RETI: 25' pt Quareshi, 40' pt Mattiuzzo. PEDEROBBA -
PADERNELLO: 1 - 5 RETI: 20' De Cia (R), 40' Adustini, 20' st Pozzebon,
18-34-41' st D'Ambrosi. POSTIOMA - CSM RESANA: 1 - 0 RETI: 28' pt Morao.
ROVERE SARTORATO - VIDOR: 2 - 2 RETI: 5' st Tormena, 6' e 17 st N. Sartorato,
20' st Poletto. S. ANTONINO - VEDELAGHESE: 2 - 1 RETI: 37' pt Scaboro, 32' st
Dinunzio su rigore, 43' st Marchesan. S. GAETANO - MILAN GUARDA: 6 - 0 RETI:
19' pt Pederiva, 9', 33' e 35' st Peveri, 16' st Bouznadi, 45' st
Canonico. VALDOSPORT - BADOERE: 3 - 0 RETI: 39' pt Sanvito, 45' pt Fornasier,
32' st Dal Molin. EVOLUTION TEAM - STAFFOLO: 0 - 0 M. BIANCADE - SANGIORGESE: 1
- 2 RETI: 33' pt Danesin, 14' st A. Salvador, 40' st A. Salvador. SUMMAGA -
ZENSONESE: 0 - 1 RETI: 44' st Lozzito. MARCHESANE - E. PEDEMONTANA: 2 - 1 RETI:
15' pt autorete, 5' st Addonin, 15' st Simioni.
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
BASALGHELLE -
BARBISANO: 2 - 2 BASALGHELLE - BARBISANO: 2 - 2 RETI:10' pt Antoniazzi, 9' st
Bile su rigore, 25' st Vidal su rigore, 45' st Tonon. BOCCADISTRADA -
FOLLINESE: 3 - 2 RETI:1' st Vendrame, 14' st Sommanà, 13' st Zanella, 24' st e
26' st Zanella su rigore. BREDA - FELETTO: 1 - 1 RETI: 12' pt Martorana, 41' st
Diedhol su rigore. CIMA PIAVE - REFRONTOLO: 1 - 0 RETI: 6' st Pasqualin. PARé -
S. GIUSTINA: 1 - 2 RETI: 33' pt Giglio, 18' st Armellin, 19' st Birro.
SUSEGANESE - CAMPOLONGO: 2 - 1 RETI: 40' pt Polo, 28' st Uremovic, 49' st
Granzotto. TARZO REVINE - ARDITA PERO: 1 - 2 RETI: 5' pt Berto, 37' pt Simion,
10' st Casagrande. VALLATA - LOVISPRESIANO: 3 - 2 RETI: 3' st Colusso, 20' st
Magagnini, 26' st Zanette, 38' st Benincà, 35' st Zanatta. FANZOLO - S.
GIUSEPPE: 6 - 1 RETI: 40' pt Binotto, 46' pt Bullo, 1' st De faveri, 8' st
Cattarin, 15' st Binotto, 21' st Gasparetto, 28' st Cattarin. FONTANE -
VOLPAGO: 1 - 1 RETI: 25' pt Quareshi, 40' pt Mattiuzzo. PEDEROBBA - PADERNELLO:
1 - 5 RETI: 20' De Cia (R), 40' Adustini, 20' st Pozzebon, 18-34-41' st
D'Ambrosi. POSTIOMA - CSM RESANA: 1 - 0 RETI: 28' pt Morao. ROVERE SARTORATO - VIDOR: 2 -
2 RETI: 5' st Tormena, 6' e 17 st N. Sartorato, 20' st Poletto. S. ANTONINO -
VEDELAGHESE: 2 - 1 RETI: 37' pt Scaboro, 32' st Dinunzio su rigore, 43' st
Marchesan. S. GAETANO - MILAN GUARDA: 6 - 0 RETI: 19' pt Pederiva, 9', 33' e
35' st Peveri, 16' st Bouznadi, 45' st Canonico. VALDOSPORT - BADOERE: 3
- 0 RETI: 39' pt Sanvito, 45' pt Fornasier, 32' st Dal Molin. EVOLUTION TEAM -
STAFFOLO: 0 - 0 M. BIANCADE - SANGIORGESE: 1 - 2 RETI: 33' pt Danesin, 14' st
A. Salvador, 40' st A. Salvador. SUMMAGA - ZENSONESE: 0 - 1 RETI: 44' st
Lozzito.
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
SECONDA CATEGORIA
pag. 30 Seconda Cat. Parma girone D Risultati Castelnovo 02-Mezzani 1-1 R...
Seconda Cat. Parma girone D Risultati Castelnovo 02-Mezzani 1-1 Real
Bibbiano-Boca Barco 0-2 Rocca 68-Campeginese 2-0 Sc S.Ilario-Sorbolo 3-0 Team
Frontiera-Barcaccia 1-0 Vetto-S.Leo CSM 2-3 Viadana-Tricolore Planet 2-0
TotaleReti SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana5825184356207Boca Barco5725176241168
Sc S.Ilario562517534195Campeginese482514654929-1 Rocca 68452513664427-6Team
Frontiera3725114103429-14 Castelnovo 022525510102430-26Mezzani2525510102939-24
Barcaccia242559113344-25S.Leo CSM2325411103150-26
Vetto222557132035-29Sorbolo212556142337-28 Tricolore Planet182546151442-31Real
Bibbiano182546151547-33Prossimo turno: Barcaccia-Sc S.Ilario; Boca Barco-Rocca
68; Campeginese-Castelnovo 02; Mezzani-Viadana; S.Leo CSM-Team
Frontiera; Sorbolo-Real Bibbiano; Tricolore Planet-Vetto.
( da "Unita, L'" del
04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Ricordati i
giornalisti uccisi dalla mafia I giornalisti italiani uccisi dalla criminalità
organizzata e dal terrorismo sono stati ricordati a Napoli, per iniziativa
dell'Unione nazionale cronisti, nella seconda Giornata della memoria dedicata
alle vittime del mondo dell'informazione. All'appuntamento ha partecipato il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che
ha ribadito il dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie e
insieme sottolineato il valore della libertà di informazione, di «una stampa
libera e indipendente a garanzia di tutti». Messaggi di adesione al ricordo dei
cronisti vittime di mafie e terrorismo sono giunti dai presidenti di Senato e
Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Per Schifani «la passione e
il coraggio dei giornalisti che rischiano ogni giorno in nome della libertà ha
bisogno del sostegno dei cittadini e delle istituzioni, perché solo in un paese
dove la libertà di stampa è garantita si può parlare di piena affermazione
della democrazia». Nel suo messaggio all'Unci, Fini ha sottolineato che il
sacrificio di questi cronisti «lascia lutto e dolore nelle persone che li
amavano, ma anche il dovere da parte di istituzioni e società civile di
conservare il valore del loro esempio». Alcuni dei giornalisti uccisi sono
stati ricordati, attraverso filmati o con interventi dei loro familiari. È
stata l'occasione anche per ricordare - come ha fatto il presidente dell'Unci,
Guido Columba - la battaglia degli organismi professionali contro il ddl Alfano
sulle intercettazioni, «tentativo di azzerare la cronaca nera e giudiziaria».
Il presidente del Consiglio regionale campano, Sandra Lonardo, ha chiesto al
Governo l'istituzione di una giornata nazionale in ricordo dei giornalisti
uccisi. «Sono qui - ha detto nel suo intervento- perché resto convinta che le
istituzioni hanno il dovere di far sentire con forza quanto sia importante
lavorare insieme, uniti, per difendere la libertà di stampa e il diritto ad una
informazione giusta». Presenti all'incontro il segretario dell'Ordine nazionale
dei giornalisti, Enzo Iacopino, e quello dell'Usigrai, Carlo Verna.
( da "marketpress.info"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Lunedì 04 Maggio
2009 AFFIDATO A FILSE INCARICO DI COSTITUIRE SOCIETÀ PER LE INFRASTRUTTURE
LIGURI Genova, 4 maggio 2009 - E´ stato affidato il 30 Aprile dalla Giunta
regionale ligure a Filse, la Finanziaria regionale, l´incarico di partecipare
alla costituenda società per le infrastrutture della Liguria. Lo ha comunicato
il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando al termine della seduta
di Giunta. "La società - ha spiegato il presidente Burlando - si occuperà
della progettazione e realizzazione di una serie di opere di interesse
regionale, a cominciare dall´ospedale della Spezia nella prospettiva che le sue
funzioni vengano riassorbite da Sviluppo Genova, in attesa della risoluzione delle problematiche giuridiche connesse al ricorso
del Governo alla Corte costituzionale contro l´ipotesi di affidamento a quest´ultima società delle
infrastrutture in questione". "L´obiettivo - ha continuato Burlando -
è quello di avviare al più presto alcuni interventi strategici per la Liguria,
come l´ospedale spezzino per il quale sono stati stanziati 188 milioni di euro,
in particolare la società avrà come compito l´accelerazione di nuovi progetti,
l´incremento delle infrastrutture e lo sviluppo della progettazione per
l´attuazione di nuove strutture ospedaliere". Filse parteciperà quindi
alla costituzione della nuova società per conto della Regione sottoscrivendo,
con risorse proprie, l´intero capitale pari a 100. 000 euro. . <<BACK
( da "Tirreno, Il"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 5 - Prato La giustizia e l'importanza del rispetto delle regole Oggi al
Terminale incontro con l'ex magistrato Colombo PRATO. Oggi al Terminale Cinema
incontro alle 18.30 con l'ex magistrato del pool Mani Pulite, Gherardo Colombo.
Moderatore e rappresentante della fondazione Antonino Caponnetto il segretario
Cgil Toscana Luciano Silvestri. L'incontro è reso possibile grazie al contributo
del Gruppo Consiag e della Fondazione Antonino Caponnetto Per informazioni
www.iorispettoleregole.it I problemi della giustizia in Italia? «In 33 anni di servizio in Magistratura - afferma
Colombo - mi sono convinto che, perché la Giustizia cambi in Italia, è
necessario che i cittadini capiscano il perché delle regole e l'importanza del
loro rispetto. Ecco perché mi sono dimesso. Ho cominciato a pensare che
forse la giustizia potrebbe funzionare meglio se si
facesse qualche cosa al di fuori delle aule dei palazzi di giustizia.
Adesso vado nelle scuole, nei circoli e in qualunque altro posto dove mi
invitano per dialogare sul tema delle Regole». «Cambiare il rapporto fra
cittadini e regole è un percorso lungo e faticoso. Nei confronti della Storia
la persona è impaziente, vuole una soluzione immediata. Ma perché abbia
successo, ogni passo deve essere fatto in conformità col suo tempo». E' quanto
dice l' ex magistrato Gherardo Colombo nel suo libro "Sulle Regole"
edito da Feltrinelli l'anno scorso. Da allora è invitato in tutta Italia tanto
da avere l'agenda impegnata fino al 2010. Nella sua carriera di magistrato
Colombo si è occupato di processi su eventi che hanno
segnato la storia dell'Italia: la P2, Michele Sindona e il delitto Ambrosoli,
Tangentopoli, Imi-Sir Lodo Mondadori e Sme.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-05-03 - pag: 9 autore: Sui 24
membri del Csm sono solo sei In Italia ancora poche al vertice degli uffici
Lionello Mancini «Donne ai posti di comando? L'Italia è sempre stata indietro e
direi che sta arretrando ancora di più». è pessimista Fernanda Contri,
avvocato, classe 1935, prima donna giudice della Corte costituzionale. «Era il 1996 –
racconta – e l'allora presidente Scalfaro fece questa scelta coraggiosa. Però
siamo molto ar-retrati, ed è un grave problema culturale dei maschi, non si può
dire che manchi la materia prima... ». Contri ricorda quando, durante il suo
mandato, fece arrivare al Quirinale un elenco di 50 donne con le carte in
regola per andare a farle compagnia alla Consulta,dove (da tempo)s'erano
liberati due scranni. Ma vennero scelti due uomini. Né lascia ben sperare
l'opinione espressa nel 2005 –Contri quasi in scadenza – dall'allora (e
attuale) presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Alla sollecitazione
informale dell'allora giudice costituzionale –
«Presidente, veda di farmi affiancare da due brave colleghe » – Berlusconi
replicò stupito: «Ma non è contenta di essere l'unica donna in Italia in una
posizione così prestigiosa?». Le esperienze pionieristiche di Contri (prima
segretario generale a Palazzo Chigi, prima a sedere nel board della Cassa
avvocati e molti altri “prima”) non sembrano aver fatto breccia nella
considerazione sulle potenzialità del genere femminile, se ancora oggi bisogna
ricordare la presidenza della Camera affidata a Nilde Iotti ma anche constatare
che, dice ancora Contri, «mentre negli anni 80 e 90 c'erano donne presidenti di
prestigiosi ordini di avvocati o ai vertici del Consiglio nazionale forense, in
quest'ultimo oggi sono di nuovo tutti uomini, compreso il responsabile della
commissione pari opportunità». Va meglio –e lasituazione è in miglioramento –
nella magistratura al femminile: 3.788 toghe su 8.889 sono indossate da donne,
e negli uffici giudiziari (dove sono 3.541) preferiscono la funzione giudicante
(2.774) a quella requirente ( 767). Ma ai vertici degli uffici la declinazione
al femminile si fa da poco: Livia Pomodoro è presidente del Tribunale di Milano
e il ricambio nonpiù legato solo all'età ha aperto la strada a giovani
Procuratori capo come Lucia Lotti a Gela o Giulia Perotti a Verbania. «Non
dimentichiamo che le prime otto donne magistrato sono state ammesse nel 1965 –
dice Ezia Maccora, 46 anni, una delle 6 donne oggi al Csm (su 24 componenti) –e
che l'avanzamento di carriera fino a poco fa era legato solo all'anzianità.
Dunque solo uomini anziani ai vertici». Ma le cose stanno cambiando, e «una
forte spinta l'ha data l'Associazione magistrati perché – spiega ancora Maccora
– imporre per statuto liste in cui il genere fosse rappresentato per il 40%, è
un salto culturale che supera lo stesso concetto delle quote rosa». ©
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( da "Corriere Economia"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere Economia
sezione: Economia data: 04/05/2009 - pag: 2 La partita dell'auto/1 L'identikit
dei concorrenti e dei possibili partner Da Volkswagen a Toyota: Marchionne alla
«sfida globale» Dopo l'operazione Chrysler il manager della «nuova Fiat» dovrà
misurarsi soprattutto con i rivali tedeschi e giapponesi DI ALESSANDRA PUATO L
a giapponese Toyota di Akio Toyoda, la tedesca Volkswagen di Martin Winterkorn
e quel caso unico che è la Renault-Nissan di Carlos Ghosn, dieci anni di fusione
euro-asiatica compiuti in marzo. La «nuova Fiat» di Sergio Marchionne si dovrà
misurare con questi tre giganti. L'intesa con Chrysler apre uno scenario
mondiale dell'auto che, prevedono gli analisti, sarà ridisegnato nei prossimi
6-12 mesi. «Le auto europee e giapponesi invaderanno il mercato Usa dice Arndt
Ellinghorst, a capo del settore automotive in Credit Suisse : sia per qualità
sia per efficienza energetica, come chiede Obama ». «Ora tenderanno
all'agglomerazione anche Toyota, Volkswagen e Renault», dice Antonio Bigatti,
partner Kpmg. Il riassetto mondiale avverrà per due strade, le fusioni e le
alleanze su motori e componenti, per raggiungere le economie di scala
sufficienti a stare in un mercato cambiato. Quest'anno, stima
Csm, rispetto al 2008, la produzione di auto crollerà del 22% in Europa, del
26% in Giappone, del 35% in Nord America, dell'8% in Sud America. In Cina
crescerà del 7%. I 4,5 milioni di vetture prodotte da Fiat-Chrysler sono la
metà degli 8,7 milioni di Toyota e un quarto in meno rispetto ai 6, 3 milioni
di Volkswagen, ai 6 di Renault-Nissan. Ancora poco per essere certi di
figurare fra i «cinque-sei grandi costruttori » che, ha detto Marchionne,
«resteranno nel 2010». Come si muoverà la nuova Fiat? Il mercato, visto da
Torino, è diviso in tre blocchi: gli avversari, Toyota, Volkswagen e Renault-
Nissan; i potenziali partner o alleati, dove, vicino alla Opel, spuntano la Gm
do Brasil e Ford; e quelli lontani dalle alleanze, cioè la Cina con le sue Byd,
Chery e Saic (l'intesa Fiat-Chery è ai primi passi). Più la coreana Hyundai-Kia
e Mercedes e Bmw, che sembrano correre da sole. Vediamo. Premesso che la
priorità di Fiat è ora consolidare Chrysler: «Grande impegno per i prossimi due
anni», dice Ellinghorst. I tre rivali Toyota, Volkswagen e Renault- Nissan sono
i grandi generalisti da cui guardarsi. Hanno un vantaggio su Fiat-Chrysler,
oltre ai numeri: la geografia. Sono tutti ben presenti in Asia e in Russia.
Toyota, nonostante la prima perdita di bilancio (2,9 miliardi), resta il riferimento
di tutti. Primo produttore al mondo, ha un giro d'affari stimato in 175
miliardi di euro, il doppio dei 96 di Fiat-Chrysler (con Fiat Group), e una
rete capillare in tutto il globo. Fabbrica tante auto simili e piccole: la sua
forza è questa, l'economia di scala. Copre anche il lusso con la Lexus.
Renault-Nissan, giro d'affari 2008 di 102,74 miliardi di euro (35,757 miliardi
Renault e 66,98 stimati per Nissan), ha le vetture antagoniste: Twingo contro
Panda, Clio contro Punto. È qui il testa a testa sull'Europa, con il «rivale
anomalo»: anche per la storica partecipazione del governo, socio principale al
15%. Il 10 aprile il gruppo ha pensionato il direttore dello stile, Patrick Le
Quément. Ma grazie alla joint venture con Nissan copre l'America e l'Asia,
produce in Russia e Romania ed è secondo dopo Volkswagen nell'Est Europa. Là
dove Fiat-Chrysler è meno forte. «Fiat-Chrysler? Non commento, ma per
sviluppare le sinergie con Nissan noi ci abbiamo messo un decennio», ha detto
il mese scorso Patrick Telata, direttore generale. Volkswagen è forte in Europa
e in America Latina. Ha massa critica, con 114 miliardi di giro d'affari, e
autonomia industriale, grazie ai molti marchi (da Seat a Bentley). Inoltre,
anche qui, c'è larga copertura geografica, Russia e Cina in testa. Ma è con la
casa di Wolfsburg che si può aprire la partita più interessante: il Brasile.
Sfida in America Latina In Brasile, mercato da 100 milioni di persone, Fiat e
Volkswagen sono testa a testa per il primato, con circa 600 mila auto. La terza
è General Motors che, con marchio Chevrolet e attraverso la Gm do Brasil
( da "Corriere Economia"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere Economia
sezione: Economia data: 04/05/2009 - pag: 4 La partita dell'auto/3 Via alla
corsa su Pechino Il mercato cinese vale 10 milioni di vetture. I tedeschi sono
in testa. Italiani ancora fuori DAL NOSTRO CORRISPONDENTE DA PECHINO MARCO DEL
CORONA L e immagini della Detroit spolpata dalla crisi, le strade desolate e le
fabbriche di automobili in apnea, i quartieri operai senza vita e le erbacce
sui marciapiedi, sono arrivate anche in Cina. Sono state osservate con un po'
di «Schadenfreude », all'inizio, con il piacere di vedere la superpotenza
affannata. Ma poi quei fotogrammi restituiti da giornali e tv si sono rivelati,
anche nelle stanze che contano, le immagini di un vuoto. Un vuoto che le
industrie automobilistiche cinesi sono ansiose di provare a riempire. Se sul
mercato globale arretra l'armata dei colossi americani e giapponesi, e coreani,
e tedeschi allora c'è terreno da conquistare, e anche i parvenu , i produttori
della Repubblica Popolare, hanno davanti a loro una stagione promettente. Il
salone di Shanghai di due settimane fa ha sancito il cambio di vento. I dati
diffusi durante l'evento hanno confermato che il mercato dell'auto in Cina è in
pratica il solo in crescita e ha superato quello americano. Una rivoluzione.
Nel primo trimestre del 2009 le vendite di auto sono aumentate del 3,8% sullo
stesso periodo dell'anno scorso. Le previsioni sull'annata in corso sono che il
mercato potrà assorbire 10 milioni 200 mila veicoli, contro i 9.380.00 del 2008
e i quasi 8.800.000 del 2007. Se le proiezioni saranno rispettate, l'incremento
toccherà il 9%. E le analisi del mercato indicano che, addirittura, il settore
del lusso potrebbe crescere del doppio rispetto al mercato nel suo complesso.
Sempre per restare tra gli scenari, di questo passo il giro di auto vendute in
Cina dovrebbe sopravanzare di un milione la realtà americana. Parte della
tenuta delle vendite in Cina è merito della mano pubblica, attraverso le misure
di stimolo del governo varate in autunno per contrastare la crisi e rilanciare il
mercato interno. Non solo per il ricco menu di infrastrutture e grandi opere,
che includono l'ampliamento della rete stradale e autostradale. Il consiglio di
Stato ha messo a disposizione l'equivalente di oltre 730 milioni di dollari per
incentivare nelle campagne l'acquisto di utilitarie e mezzi agricoli, ha
lanciato sgravi fiscali per chi compra macchine di bassa cilindrata e ha
stanziato altri 220 milioni di dollari per sostenere tecnologie
eco-compatibili. Ciò che resta da vedere è se e come i produttori cinesi
potranno approfittare davvero su scala globale dell'arretramento dei grandi
marchi. Per il momento, entro i confini della Repubblica Popolare le quote di
mercato più significative sono in mano a blasonati produttori stranieri, in
joint-venture con aziende di Stato: nel primo bimestre la fetta di vendite più
importante (13,1%, per 130.710 veicoli) è della Volkswagen, seguono Hyundai
(7,6%), Toyota (7,1%), Honda (7%) e, quinta, Nissan (5,9%). Capofila delle case
cinesi è la Chery, sesta col 5,6%, ma quinta tra i produttori. «Le ditte cinesi
ha sostenuto Michael Robinet, analista per la società di
consulenze americana Csm Worldwide sapevano da tempo che, al di là delle
fruttuose collaborazioni con aziende globali per capire come progettare e
costruire una macchina, la chiave per il successo all'estero sarebbe stata una
tecnologia aggiornatissima, attraverso fornitori di componentistica
occidentali». Secondo Rubinet, «due o tre case cinesi avranno successo
su scala globale entro la metà del prossimo decennio ». Tra i 20 produttori
cinesi più forti, il governo ha già selezionato i 10 prescelti per dare
l'assalto ai mercati stranieri. Territorio sconosciuto. Che, ancora, si combina
con gli appetiti dei capitali di Pechino per le aziende europee e americane, ma
non solo loro. In marzo, per rendere l'idea, durante i lavori della sessione
annuale dell'Assemblea nazionale del popolo (il parlamento) aveva tenuto banco
l'interesse di Changan, Chery e Dongfeng per la Volvo, e Li Shufu, presidente
di un'altra azienda automobilistica, Geely, e membro dell'Assemblea consultiva,
aveva ammesso la «viva attenzione » per la storica casa svedese e la «strategia
delle collaborazioni » scelta come stella polare. È una partita aperta e piena
di incognite, in trasferta. Le case cinesi in patria possono godere di un
regime in cui le forme del lavoro, nonostante le recenti leggi, comprimono i
diritti dei dipendenti, almeno più che in molti Paesi dell'Occidente (e
dell'Oriente, se si pensa alla resistenza dei sudcoreani di fronte all'ipotesi
di ristrutturazione avanzata dalla cinese Saic dopo l'acquisizione di quasi
metà di Sangyong). E c'è anche la questione degli adempimenti tecnico-normativi
per rientrare nei requisiti che l'Unione Europea esige, il cui esito non è
scontato. Quel che è certo, per ora, è che le auto in Cina si vendono, e bene,
e che Detroit, con le foto del suo declino, resta molto lontana. Al volante Li
Shufu presidente di Geely China/Contrasto Imagine
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-04 - pag: 9 autore: Prescrizioni
locali. Classificazione del territorio e autorizzazioni Le Regioni alla prova
prevenzione Silvio Rezzonico Giovanni Tucci Come affrontano il rischio sismico
le Regioni? Le norme locali sono centinaia, molte messe a punto proprio in
seguito a terremoti catastrofici, come quelli avvenuti in Friuli, Campania,
Umbria, Marche e Molise. Nello spirito della prevenzione, abbiamo scelto, però,
di esaminare le norme di alcune Regioni tra le meno colpite dai terremoti –
Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna (nell'articolo a fianco) – per offrire uno
spaccato di come è stata affrontata, fuori dalla stretta emergenza, questa
difficile realtà. Mappatura in Lombardia In Lombardia, l'individuazione delle
zone sismiche e le norme tecniche fanno capo alla Regione, mentre le Province
sono competenti per la progettazione, l'esecuzione e la gestione di opere di
difesa del suolo nonché per il controllo delle costruzioni in zone sismiche.
Non ci sono Comuni in zona 1, quella a più alta pericolosità, ma ce sono 41 in
zona 2 (media sismicità), e 238 in zona 3 (bassa sismicità) mentre l'84% dei
municipi lombardi è in zona 4 (la più sicura). La provincia più esposta è
Brescia, con 32 comuni in zona 2 e 116 in zona 3. La legge 12/2005 vincola i
Comuni sismici all'aggiornamento della classificazione del territorio in
funzione delle amplificazioni sismiche valutate. La delibera n. 8/1566/2005 è
norma regionale di riferimento per quanto riguarda la microzonazione a livello
comunale. In attesa dell'entrata in vigore delle nuove norme tecniche per le
costruzioni nazionali, solo nei 41 Comuni a medio pericolo è imposta la
progettazione antisismica, fatta eccezione per gli edifici strategici
(ospedali, sedi degli enti locali, scuole, centri anziani) e le opere rilevanti
(per esempio viadotti e aeroporti). L'analisi della sismicità è condotta su tre
livelli di diverso approfondimento, il primo obbligatorio in tutti i Comuni
lombardi, il secondo solo in quelli in zona 2 e 3, il terzo solo nella
progettazione di costruzioni con affollamenti significativi, industrie pericolose,
reti viarie e ferroviarie critiche e costruzioni con funzioni pubbliche o
strategiche importanti. Classi ad hoc in Toscana La disciplina antisismica
toscana è contenuta nelle norme generali per il territorio (legge n. 15/2005,
articoli 95-118) e, a differenza di quanto accade in Emilia Romagna, si applica
solo alle zone considerate pericolose, individuate da apposite delibere di
Giunta. Dopo il varo di questa legge, era intervenuta la
Corte Costituzionale, che con sentenza n. 182/2006 aveva bocciato l'articolo
105 nella parte in cui prevedeva che per l'inizio dei lavori in zone sismiche
non fosse necessaria l'autorizzazione della struttura regionale competente.
Poiché gran parte del territorio regionale della Toscana è classificato a media
sismicità (zona 2), dal giorno di deposito della sentenza gli uffici
erano stati sommersi da una mole ingestibile di richieste di autorizzazione.
Per sciogliere il nodo senza violare le disposizioni di legge la Regione ha
adottato (delibera n. 431 del 12 giugno 2006) una nuova classificazione sismica
del territorio, spostando 106 Comuni dalla zona 2 alla nuova zona 3S, a bassa
sismicità ma per la quale le norme antisismiche per la progettazione sono
uguali a quelle previste per la zona 2. In questo modo, i progetti delle zone
3S devono essere depositati (per i controlli a campione stabiliti dal
regolamento) ma non è richiesta l'autorizzazione per avviare i lavori. In
seguito è uscito il regolamento (decreto presidente giunta n. 48 del 17 ottobre
2006) che si occupa della vigilanza sulla realizzazione dei lavori in zone a
basso rischio. In queste zone è estratto a sorte un certo numero di interventi,
che vengono sottoposti a verifica. Il campione è scelto con il criterio
"più verifiche per le zone più a rischio": il 10% dei progetti in
zone denominate 3S, in 4% in zone 3 e l'1% in zone 4. Infine, la Dgr 841/2007
ha inserito 14 Comuni in quelli a maggior rischio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "AltaLex" del
04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Sanzioni
amministrative in materia di Codice della Strada Articolo di Renato Amoroso
04.05.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Amministrativo | Sanzioni
amministrative Sanzioni amministrative in materia di Codice della Strada
Competenza funzionale inderogabile per territorio Sentenza dichiarativa di
incompetenza territoriale Pronunce correlate di Renato Amoroso Lart.
22 1° comma della Legge 689/81 attribuisce la competenza per territorio al
Giudice del luogo ove è stata commessa la violazione. Con sentenza 20.04.2005,
n. 8294(1) la Cassazione ha precisato che si tratta di competenza funzionale e inderogabile, rilevabile
anche dufficio ma solo entro la prima udienza di trattazione. Pertanto
il Giudice di Pace, investito di ricorso avverso violazione al Codice della
Strada commessa in territorio appartenente alla competenza di altro Giudice, deve rilevare tale incompetenza
alla prima udienza e pronunciare sentenza con la quale dichiara la propria
incompetenza funzionale ex art. 22 comma 1° della Legge 689/81. Ci si è posti
il quesito se il Giudice di Pace che dichiara la propria incompetenza per
territorio sia tenuto ad indicare il Giudice competente e se debba rimettere le
parti dinanzi a questultimo. Premesso che per i giudizi dinanzi
al Giudice di Pace non è esperibile il regolamento di competenza, né
obbligatorio né facoltativo (art. 46 c.p.c. Cass. 8294/2005(2)), la Cassazione
con sentenza 18 aprile 2008 n. 10236 (conforme Cass. 2703/1966) ha affermato
che rientra nel potere-dovere del Giudice adito lidentificazione
del Giudice competente, anche se diverso da quello indicato dalla parte. Tale potere-dovere compete
anche alla Corte di Cassazione in sede di regolamento, rientrando fra i compiti
di detta Corte quello di riparare alla mancata indicazione del Giudice
competente a parte del Giudice a quo che ha dichiarato la propria incompetenza
territoriale. Nella motivazione la detta sentenza afferma esplicitamente che
lart. 44 cpc impone al Giudice che dichiara la propria incompetenza per
territorio di indicare il Giudice competente (e ciò coerentemente con i motivi
che affermano la propria
incompetenza). Resta da considerare, tenuto conto della non esperibilità del
regolamento di competenza, lipotesi che il Giudice ad quem si
ritenga a sua volta non competente per territorio. In merito Cassazione 04
agosto 2006, n. 17695(3) ha affermato che, ove la parte non proponga appello avverso la
sentenza che ha dichiarato lincompetenza territoriale
inderogabile, resta accertata incontestabilmente la competenza stabilita.
Sembra di poter affermare, tuttavia, che ciò abbia valore obbligatorio nei soli confronti delle parti
acquiescenti. Avverso la sentenza del Giudice ad quem che si dichiari a sua
volta non competente per territorio non resta che limpugnazione
o il ricorso per Cassazione. Il Giudice di Pace che ritenga di non essere
competente per
territorio deve, quindi, indicare il Giudice competente; non è specificato se
egli debba espressamente rimettere le parti dinanzi al Giudice competente,
fissando il termine per la riassunzione. Ove tale provvedimento fosse
pronunciato, non si ravvisa alcuna nullità e le parti sono tenute allosservanza
del termine, o alla proposizione dellimpugnazione. Ove il Giudice non
dica nulla in ordina la termine di riassunzione, vale la norma di cui
allart. 50 c.p.c., dettata peraltro in relazione al regolamento di competenza, che impone alle parti
lobbligo di riassumere il giudizio entro sei mesi. Alla
conclusione predetta si perviene a seguito delle pronunce a sezioni unite della
Cassazione in data 22 febbraio 2007, n. 4109 e 20 maggio 2008, n. 14831.
Considerato che
il giusto processo non è diretto allo scopo di sfociare in una decisione di
mero rito, ma di rendere una pronuncia di merito stabilendo chi ha torto e chi
ha ragione, in base a una lettura costituzionalmente orientata della disciplina
della materia, che tenga conto delle argomentazioni emergenti dalle intervenute
modifiche legislative e delle prospettazioni svolte di recente dalla dottrina,
deve ritenersi che nellordinamento processuale è stato dato
ingresso al principio della translatio iudicii dal giudice ordinario a quello
speciale, e viceversa, in caso di pronuncia sulla giurisdizione (sia ad opera
della Cassazione, sia ad opera di qualsiasi altro giudice)
(Cass. SSUU 4109/2007( 4)). In applicazione al detto principio Cass. SS.UU.
14831/2008(5) ha
affermato il dovere per il Giudice adito che si ritenga in parte o in tutto
incompetente per materia o per territorio inderogabilmente, di separare (se del
caso) i processi, trattenendo presso di sé la parte di propria competenza e
rimettendo le parti al Giudice competente per la parte residua. Infine si
rinviene un ulteriore argomento a sostegno del dovere del Giudice dichiaratosi
incompetente per territorio di rimettere le parti dinanzi al Giudice
competente, nel fatto che il ricorso avverso le sanzioni amministrative è
soggetto a termine perentorio di proposizione della domanda e che la sentenza
che pronuncia sulla incompetenza per territorio deve provvedere a conservare
gli effetti sostanziali e processuali della domanda proposta, ancorchè detta domanda
sia stata proposta a Giudice privo di competenza (si veda in proposito Corte
Cost. 12 marzo 2007, n. 77(6). In conclusione, il Giudice di Pace, adito con
ricorso avverso sanzione amministrativa del Codice della Strada, ove ritenga la
propria incompetenza inderogabile per territorio, deve dichiararla dufficio,
indicando il Giudice competente e rimettendo le parti dinanzi a
questultimo (con o senza fissazione del termine utile per la
riassunzione). Ove la rilevata incompetenza fosse parziale, il Giudice dovrà separare i processi,
trattenendo dinanzi a sé la domanda ritenuta di competenza e rimettendo le
parti dinanzi al Giudice competente per la parte di competenza territoriale
inderogabile di questultimo. Possibili modifiche della
competenza per territorio
per ragioni di connessione Una volta accertata la natura della competenza del
Giudice di Pace in tema di sanzioni amministrative connesse al Codice della
Strada, si è posto il quesito se tale competenza, funzionale e inderogabile,
possa subire modifiche in forza di ragioni di connessione, disciplinate dallart.
40 c.p.c., nonché dagli artt. da 33 e 36 c.p.c.. Lordinamento conosce
altre figure di competenza funzionale e inderogabile, quale, ad esempio, la
competenza a giudicare dellopposizione a decreto ingiuntivo. La giurisprudenza
costante e consolidata della Cassazione ha più volte affermato che, ove il
Giudice dellopposizione venga investito di una domanda connessa ma che
risulti estranea alla sua competenza, egli è tenuto a separare i giudizi, trattenendo dinanzi a sé la causa in
opposizione a decreto (in forza della inderogabilità della competenza
funzionale) e rimettendo le parti dinanzi al diverso Giudice competente per la
causa connessa(7). Ad analoghe conclusioni occorre pervenire allorchè la
incompetenza sia di carattere territoriale, nellipotesi di
inderogabilità della stessa, determinata dalla legge(8). Infatti in tali casi
la competenza funzionale e inderogabile per territorio appare del tutto analoga
alla competenza per materia, altrettanto funzionale e inderogabile; in simili condizioni le
disposizioni attinenti le modifiche della competenza per ragioni di connessione
non possono trovare applicazione (9). Pertanto ove il Giudice di Pace, venga
investito di una controversia che, pur presentando identità soggettiva ed
oggettiva, faccia riferimento a fatti accaduti in luoghi diversi, che
comportino la competenza (per materia o per territorio) funzionale e
inderogabile di Giudici di Pace diversi, non potrà dare corso ad un simultaneus
processus ma dovrà dichiararsi incompetente territorialmente per la causa
avente ad oggetto il fatto accaduto fuori dalla sua giurisdizione, rimettendo
le parti al Giudice competente; dovrà altresì trattenere la causa relativa al
fatto accaduto nellambito territoriale di sua competenza, e ciò sia per ragioni di
materia che per ragioni di territorio (10). ______________ 1 La
competenza sull'opposizione all'ordinanza - ingiunzione ex art. 22, l. 24
novembre 1981 n. 689, è devoluta funzionalmente e, quindi, inderogabilmente, al giudice del luogo in
cui è stata commessa l'infrazione; pertanto, nei giudizi instaurati nel vigore
del testo vigente (a seguito della modifica apportata dall'art. 4 della legge
n. 353 del 1990) dell'art. 38 c.p.c. (e, quindi, dopo il 30 aprile 1995) tale
forma d'incompetenza territoriale del giudice adito è rilevabile, anche
d'ufficio, ma solo entro la prima udienza di trattazione
Cassazione civile , sez. I, 20 aprile 2005, n. 8294 - Della Mora c. Min. int. e
altro - Giust. civ. Mass. 2005, 4. 2 Le sentenze del giudice di pace non sono
soggette a regolamento di competenza, nè necessario, nè facoltativo, come
espressamente dispone l'art. 46 c.p.c. e, se il valore della causa non supera
Euro 1.100, il mezzo di impugnazione ammissibile è il ricorso per cassazione, a norma degli
art. 113, comma 2, e 339, comma 3, dello stesso codice sia che il giudice abbia
pronunciato sul merito della controversia, sia che si sia limitato ad una
pronuncia sulla competenza o su altra questione preliminare di rito o di
merito, sia che abbia pronunciato sulla competenza e sul merito
Cassazione civile, sez. I, 20 aprile 2005, n. 8294 - Della Mora c. Min. int. e
altro - Giust. civ. Mass. 2005, 4. 3 Nei giudizi dinanzi al giudice di
pace, ai sensi dell'art. 44 c.p.c., qualora il giudice preventivamente adito declini la
propria competenza, affermando la competenza per materia o territoriale
inderogabile di altro giudice, e la parte non impugni con l'appello la relativa
decisione, provvedendo a riassumere tempestivamente il giudizio dinanzi al
giudice indicato come competente, si ha acquiescenza alla declaratoria di
incompetenza e la competenza del giudice indicato rimane incontestabilmente
stabilita. Cassazione civile , sez. I, 04 agosto 2006, n. 17695- Brotini
c. Pref. La Spezia -
Giust. civ. Mass. 2006, 7-8. 4 Cassazione civile, sez. un., 22 febbraio 2007,
n. 4109 - Soc. Golf Vacanze c. Com. Opera - Guida al diritto 2007, 13 94. 5
4.3. Deve, pertanto, essere affermato il seguente principio di diritto:
"Il giudice tributario innanzi al quale sia stato impugnato un
provvedimento di fermo di beni mobili registrati ai sensi del D.P.R. n. 602 del
1973, art. 86, deve accertare quale sia la natura - tributaria o non tributaria
- dei crediti posti a fondamento del provvedimento in questione, trattenendo,
nel primo caso, la causa presso di se, interamente o parzialmente (se il
provvedimento faccia riferimento a crediti in parte di natura tributaria e in
parte di natura non tributaria), per la decisione del merito e rimettendo, nel
secondo caso, interamente o parzialmente, la causa innanzi al giudice
ordinario, in applicazione del principio della translatio iudicii. Allo stesso
modo deve comportarsi il giudice ordinario eventualmente adito. Il debitore, in
caso di provvedimento di fermo che trovi riferimento in una pluralità di
crediti di natura diversa, può comunque proporre originariamente separati
ricorsi innanzi ai giudici diversamente competenti". 6 È
costituzionalmente illegittimo l'art. 30, l. 6 dicembre 1971 n. 1034, nella parte in cui non prevede che gli
effetti, sostanziali e processuali, prodotti dalla domanda proposta a giudice
privo di giurisdizione si conservino, a seguito di declinatoria di
giurisdizione, nel processo proseguito davanti al giudice munito di giurisdizione.
Premesso che non può addebitarsi al rimettente di non aver
valutato la praticabilità di una soluzione costituzionalmente orientata - in
quanto non è condivisibile l'assunto, fatto proprio dalla Corte di cassazione a
Sezioni Unite, secondo il quale non esisterebbe nel nostro ordinamento un
divieto espresso di "translatio iudicii" nei rapporti fra g.o.
e giudice speciale, dal momento che l'espressa previsione della translatio con
esclusivo riferimento alla competenza non può significare altro se non divieto
di applicare il medesimo istituto alla giurisdizione -, il principio della
incomunicabilità dei giudici appartenenti ad ordini diversi, se comprensibile
in altri momenti storici, è certamente incompatibile, oggi, con fondamentali
valori costituzionali, non potendo la previsione di una pluralità di giudici
risolversi in una minore effettività, o addirittura in una vanificazione, della
tutela giurisdizionale; evenienza, questa, che si verifica quando la disciplina
dei rapporti tra diverse giurisdizioni, per di più innervantesi su un riparto
di competenze complesso ed articolato, è tale per cui l'erronea individuazione
del giudice munito di giurisdizione, o l'errore del giudice in tema di
giurisdizione, può risolversi in un pregiudizio irreparabile della possibilità
stessa di un esame nel merito della domanda, con conseguente pregiudizio per il
diritto alla tutela giurisdizionale e ad una ragionevole durata del giudizio.
La disciplina legislativa che necessariamente dovrà essere emanata per colmare
una lacuna dell'ordinamento processuale sarà vincolata solo nel senso che dovrà
dare attuazione al principio della conservazione degli effetti, sostanziali e
processuali, prodotti dalla domanda proposta a giudice privo di giurisdizione
nel giudizio ritualmente riattivato davanti al giudice che ne è munito, ed il
legislatore è libero di disciplinare, nel modo ritenuto più opportuno, il
meccanismo della riassunzione. Corte costituzionale,
12 marzo 2007, n. 77 - Soc. Totò pizzeria c. Com. Genova e altro - Giur. cost.
2007, 2. 7 La competenza per l'opposizione a decreto ingiuntivo, attribuita
dall'art. 645 c.p.c. all'ufficio giudiziario cui appartiene il giudice che ha
emesso il decreto, ha
carattere funzionale ed inderogabile, stante l'assimilabilità del giudizio di
opposizione a quello di impugnazione, sicché essa non può subire modificazioni
neppure per una situazione di connessione, senza che rilevi in contrario la
eliminazione della regola della rilevabilità d'ufficio delle competenze
cosiddette forti in ogni stato e grado. Ne consegue che, nel caso in cui, nel
giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo emesso dal giudice di pace, sia
proposta dall'opponente domanda riconvenzionale eccedente i limiti di valore
della competenza del predetto giudice, questi è tenuto a separare le due cause,
trattenendo quella relativa alla opposizione e rimettendo l'altra al giudice
superiore, e che, in difetto, il giudice superiore cui sia stata rimessa
l'intera causa può richiedere, nei limiti temporali fissati dall'art. 38
c.p.c., il regolamento di competenza ex, art. 45 c.p.c.
Cassazione civile , sez. III, 20 settembre 2006, n. 20324 in Giust. civ. Mass.
2006, 9 - Cassazione civile , sez. II, 17 marzo 2006, n. 6054 in Giust. civ. Mass. 2006, 3 -
Giudice di pace Bari, 19 gennaio 2007, n. 597 in Giurisprudenzabarese.it 2007.
8 L'inderogabilità della competenza territoriale si ha soltanto
nei casi in cui sia espressamente disposta dalla legge (art. 28 c.p.c.). Fra questi casi non è
compreso il foro stabilito dalle parti - che, appunto perché pattizio e non
legale, dà luogo ad un'ipotesi di competenza derogata e non già inderogabile -
e, pertanto, tale foro, ancorché sia esclusivo (art. 29 c.p.c.), non impedisce,
al pari di ogni altro criterio determinativo della competenza, che questa sia
suscettibile di modificazioni per ragioni di connessione, in base alle regole
della prevenzione e dell'assorbimento ovvero del cumulo soggettivo (art. 31,
33, 39 e 40 c.p.c.). Cassazione civile , sez. II, 15 luglio
1985, n. 4143 in Giust. civ. Mass. 1985, fasc. 7. 9 Le disposizioni di
cui al comma 3, 4, 5 dell'art. 40 c.p.c. dettano i criteri di individuazione
del rito applicabile nell'ipotesi di cause connesse assoggettate a riti differenti, e derogano
ad uno dei riti applicabili; esse non possono, invece, derogare alla disciplina
della competenza, quale è ad esempio la competenza inderogabile per materia del
pretore ex art. 45 l. n. 392 del 1978. Cassazione civile , sez. III, 02 febbraio 1996, n. 898
in Giur. it. 1997, I, 1, 75. 10 Ove il giudice di pace, adito con
domanda rientrante nella sua competenza "ratione materiae" (nella
specie, per il rispetto delle distanze legali nella piantagione di alberi), sia
investito, in via
riconvenzionale, di una domanda eccedente la sua competenza per valore o per
materia (nella specie, di accertamento dei confini tra i due fondi e condanna
al risarcimento dei danni cagionati dai lavori di scavo e sbancamento eseguiti
dall'attore), egli è tenuto, non operando la translatio iudicii a norma del
citato art. 36 c.p.c., a trattenere la causa principale, separando la causa
riconvenzionale per la quale non è competente, senza che possa assumere alcuna
rilevanza in contrario la disposizione del comma 6 del novellato art. 40 del
codice di rito, secondo la quale, se una causa di competenza del giudice di
pace sia connessa per i motivi di cui agli art. 31, 32, 34, 35 e 36 c.p.c. con
altra causa di competenza del tribunale, le relative domande possono essere
proposte davanti al tribunale per essere decise nello stesso processo, nè
quella del comma 7 dello stesso articolo, che prevede che, se le cause connesse
ai sensi del comma 6 sono proposte davanti al giudice di pace e al tribunale,
il primo deve pronunciare anche di ufficio la connessione a favore del
tribunale. Infatti, tali disposizioni non prevedono l'ipotesi in cui le
predette domande siano proposte sin dall'inizio davanti al giudice di pace,
rimanendo ferma, in tale ipotesi, in caso di riconvenzionale di competenza del
giudice togato, la competenza funzionale e inderogabile del giudice di pace per
la causa principale Cassazione civile , sez. II, 08 maggio
2002, n. 6595 in Giust. civ. Mass. 2002, 788. Commenta | Stampa | Segnala |
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( da "Prima Comunicazione"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
- Prima
Comunicazione - http://www.primaonline.it - GIORNALISTI:GIORNATA MEMORIA
VITTIME MAFIE E TERRORISMO/ANSA Prima Comunicazione, 04/05/2009
GIORNALISTI:GIORNATA MEMORIA VITTIME MAFIE E TERRORISMO/ANSA A NAPOLI
INIZIATIVA UNCI.AMIRANTE,LIBERTA'MEDIA GARANTISCE TUTTI NAPOLI (di Mariano del
Preite) (ANSA) - NAPOLI, 3 MAG - Giancarlo Siani, condannato a morte dalla
camorra per le sue inchieste scomode; Enzo Baldoni, ammazzato in Iraq senza che
le sue spoglie siano mai state recuperate; Mario Francese, vittima della mafia
corleonese; Italo Toni e Graziella De Palo, scomparsi nel buco nero della
guerra in Libano del 1980. Sono solo alcuni dei nomi della lunga lista di
operatori dell'informazione uccisi dal terrorismo e dalle mafie ricordati oggi
a Napoli, nella seconda giornata nazionale della memoria promossa dall'Unione
nazionale cronisti: appuntamento che, annuncia il presidente Guido Columba,
continuerà ad essere itinerante, toccando nei prossimi anni tutte le regioni
che hanno visto giornalisti pagare un tributo di sangue. Giornata della
memoria, dunque, ma anche occasione per ribadire - come ha
fatto il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, presente ai
lavori - il valore della libertà di informazione: "Una stampa libera e
indipendente è garanzia di tutti". Concetto ripreso dai presidenti di
Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, nei messaggi inviati
all'Unci. Una lotta, quella per difendere il diritto-dovere di
informare, che si combatte ogni giorno: "Quali che siano i governi - ha
detto il segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino - il
tentativo di condizionare e limitare la stampa si ripete con
sistematicità". "Troppi colleghi - ha ricordato Columba - subiscono
intimidazioni e violenze. Troppi sono stati uccisi, in Italia e nel mondo:
nessuno aveva la vocazione dell'eroe, ma non si sono accontentati di versioni
di comodo e hanno cercato di raccontare la verità". Nella Giornata
napoletana, ospitata dal centro di produzione Rai, alcuni di loro sono stati
ricordati attraverso filmati o con le testimonianze di familiari.
Riconoscimenti sono andati a due giovani giornalisti napoletani: Claudio
Pappaianni, la cui abitazione è stata perquisita in seguito alla pubblicazione
di notizie su una inchiesta relativa a presunte collusioni politica-camorra, e
Alessandro Migliaccio, vittima nel dicembre scorso di uno schiaffo dal
comandante dei vigili urbani di Napoli. "Le intimidazioni ed i tentativi
di limitare la libertà professionale - ha avvertito Columba - non vengono solo
dalla criminalità, ma da potenti di ogni genere, dai magistrati che pretendono
di regolare i rubinetti della cronaca, da legislatori che cercano di ostacolare
la libertà di informazione invece di garantirla". Giornata della memoria,
dunque, ma con lo sguardo più che mai rivolto all'attualità. Il presidente
dell'Unci ha citato la battaglia degli organismi professionali contro il ddl
Alfano sulle intercettazioni, "tentativo di azzerare la cronaca nera e
giudiziaria". E si è parlato anche della richiesta di sequestro di
Fortapasc, il film di Marco Risi su Giancarlo Siani, avanzata da un ex
giornalista de Il Mattino che si è ritenuto diffamato dalla rappresentazione di
un personaggio a lui riconducibile: Iacopino, assieme ai vertici locali di
Ordine e Assostampa, ha auspicato che la richiesta sia ritirata. Di analogo
avviso il segretario nazionale dell'Usigrai, Carlo Verna: "Il sequestro
impedirebbe la memoria di una grande figura come quella di Giancarlo. Quel film
andrebbe piuttosto trasmesso dal servizio pubblico per raggiungere la più ampia
platea possibile, come Usigrai cercheremo di raggiungere questo
obiettivo". (ANSA).
( da "AltaLex" del
04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Matrimonio gay,
persone dello stesso sesso, incostituzionalità, non manifesta infondatezza
Tribunale Venezia, sez. III civile, ordinanza 03.04.2009 Commenta | Stampa |
Segnala | Condividi Matrimonio gay persone dello stesso
sesso incostituzionalità non manifesta infondatezza sussistenza
[artt. 93, 96, 98, 107, 108, 143, 143 bis e 156 bis codice civile; artt 2, 3,
29 e 117 Costituzione] Non è manifestamente infondata la questione di
legittimità costituzionale inerente le norme che non consentono alle
persone di orientamento omosessuale di contrarre matrimonio con persone dello
stesso sesso. (Fonte: Altalex Massimario 17/2009. Si ringrazia per la
segnalazione Giuseppe Buffone) Tribunale di Venezia Sezione III civile
Ordinanza 3 aprile 2009 (Pres. Gionfrida, rel Guerra) Tribunale ordinario di
Venezia, sezione III civile, in composizione collegiale con i giudici dott.
Maurizio GIONFRIDA Presidente dott. Roberta MARCHIORI Giudice dott. Antonella
GUERRA Giudice rel. ha pronunciato la seguente ordinanza nel procedimento
civile iscritto al n° 2197/2008 R.G.V.G. promosso con ricorso depositato il
giorno 17-10-2008 da ********** e °°°°°°°°°°°°, rappresentati e difesi
dall'avv. Francesco Bilotta dei loro di Trieste e dall'avv. Margherita Salzer
del foro di Venezia, con domicilio eletto presso lo studio della seconda in
Venezia- Mestre -ricorrenti- contro Sindaco di Venezia, nella sua qualità di
ufficiale di governo, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Distrettuale dello
Stato di Venezia, domiciliataria ex Lege -resistente- con l'intervento del
Pubblico Ministero Oggetto: ricorso avverso il rifiuto di pubblicazioni di
matrimonio arti 98 c.c. e art. 7 del D.P.R. 396/2000 Motivazione I ricorrenti
hanno proposto ricorso avverso il provvedimento datato 3-7-2008 con il quale
l'ufficiale dello stato civile del Comune di Venezia ha rifiutato di procedere
alla pubblicazione di matrimonio dagli stessi richiesta, ritenendo l'assoluta
illegittimità della pubblicazione "in forza del complesso normativa
fondante l'ordinamento giuridico italiano e la contrarietà all'ordine pubblico
costituito da prìncipi fondamentali di rango sia costituzionali che
ordinario", così motivando il diniego: "Considerato che la richiesta
pubblicazione di matrimonio, intesa ad ottenere la celebrazione del matrimonio
civile in questo Comune, è stata resa da due nubendi dello stesso sesso;
Considerato che il fine della pubblicazione è quello di dare pubblicità al
matrimonio per consentire eventuali opposizioni e, soprattutto, di verificare
preventivamente la sussistenza delle condizioni richieste e la mancanza di
impedimenti previsti dal codice civile, al fine di avere garanzia che il
matrimonio, una volta celebrato, sarà pienamente valido ed efficace;
Considerato che l'istituto del matrimonio, nell'ordinamento giuridico italiano
è inequivocabilmente incentrato sulla diversità di sesso dei coniugi, desuntole
dall'insieme delle disposizioni che disciplinano l'istituto del matrimonio,
tanto che tale diversità di sesso costituisce presupposto indispensabile, requisito
fondamentale per la fattispecie del matrimonio, a tal punto che l'ipotesi
contraria, relativa a persone dello stesso sesso, è giuridicamente inesistente
e certamente estranea alla definizione del matrimonio, almeno secondo l'insieme
delle normative tuttora vigenti; Richiamato il decreto 10 giugno 2005 del
Tribunale di Latina, relativo ad una richiesta di trascrizione di matrimonio,
contratto all'estero, tra persone dello stesso sesso, nel quale viene
specificato che: "...Alla luce di quanto precede deve allora concludersi
che elemento essenziale per poter qualificare nel nostro ordinamento la
fattispecie matrimonio è la diversità di sesso dei nubendi ed in tal senso sì è
pronunciata la Corte di Cassazione che nel distinguere in subiecta materia la categoria
dell'inesistenza da quella della nullità, ha precisato che ricorre l'ipotesi
dell'inesistenza quando manchi quella realtà fenomenica che costituisce la base
naturalistica detta fattispecie, individuandone i requisiti minimi essenziali
nella manifestazione di volontà matrimoniale resa da due persone di sesso
diverso davanti ad un ufficiale celebrante (Cass. n. 7877/2000; 1304/1990;
1808/1976). D'altronde non è senza ragione che, nel nostro codice ovile, tra
gli impedimenti al matrimonio (quali età, capacità, libertà di stato,
parentela, delitto - artt. 84, 86, 87, 88 c.c.-) non è prevista la diversità di
sesso dei coniugi e ciò ovviamente non perché tale condizione sia irrilevante,
bensì perché essa, a differenza dei semplici impedimenti, incide sulla stessa
identificazione della fattispecie civile che, nel nostro ordinamento, possa
qualificarsi matrimonio". Visto il parere del Ministero dell'interno
espresso con nota del 28.07.2004, prot. 04005452 - 15100/15952, nel quale viene
specificato che: "...in merito alla possibilità di trascrivere un atto di
matrimonio contratto all'estero tra persone dello stesso sesso, si precisa che
in Italia tale atto non è trascrivibile in quanto nel nostro, ordinamento non è
previsto il matrimonio tra soggetti dello stesso sesso in quanto contrario
all'ordine pubblico, ai sensi dell'art. 18 del DPR 396/2000". Visto la
circolare del Ministero dell'Interno n. 55 in data 18.10.2007 prot. N.
15100/397/0009861,, relativa ai matrimoni contratti all'estero tra persone dello
stesso sesso, nella quale viene affermato che "...in mancanza di modifiche
legislative in materia, il nostro ordinamento non ammette il matrimonio
omosessuale e la richiesta di trascrizione di un simile atto compiuto
all'estero deve essere rifiutata perché in contrasto con l'ordine pubblico
interno", escludente categoricamente qualsiasi possibilità di matrimonio
tra persone dello stesso sesso; Ritenuto, pertanto, che la sopraindicata
richiesta di pubblicazione riguarda ipotesi giuridicamente inesistente e non
assimilabile all'istituto del matrimonio secondo la disciplina prevista dal
nostro ordinamento. " (doc. 1 del fascicolo attoreo). A sostegno del
ricorso sono state svolte ampie argomentazioni in diritto, con le quali si è
rilevato che nel nostro ordinamento non esisterebbe una nozione di matrimonio,
né un divieto espresso di matrimonio tra persone dello stesso sesso - non
essendo previsto tra i requisiti per contrarlo la disparità sexus (ex art 84
c.c.) -, che inoltre gli atti del Ministero degli Interni citati nel
provvedimento si riferirebbero all'ordine pubblico internazionale e non
all'ordine pubblico interno (che invece andrebbe richiamato nel caso di
specie), che comunque tali atti sarebbero contrari alla Costituzione e alla
Carta di Nizza e quindi da disapplicare, che in ogni caso l'interpretazione
letterale delle norme codicistiche posta a fondamento dell'atto di diniego da
parte del Comune sarebbe contraria alla Costituzione italiana, ed in
particolare agli artt 2, 3, 10 comma 2°, 13, 29. Sulla base di tali argomenti i
ricorrenti hanno chiesto al Tribunale, in via principale, di ordinare
all'ufficiale di stato civile del comune di Venezia di procedere alla
pubblicazione del matrimonio rifiutata e, in via subordinata, di sollevare la questione di legittimità costituzionale - previa positiva
valutazione della rilevanza e non manifesta infondatezza - degli artt. 107,
108, 143, 143 bis e 156 bis c.c. rispetto agli artt. 2, 3, 10 comma 2, 13, 29
Cost., rimettendo gli atti alla Corte Costituzionale. Con il ricorso in esame
si chiede quindi che il Tribunale si pronunci in ordine al tema - assai
dibattuto non solo fra i giuristi e non solo nel nostro Paese - relativo alla
riconoscibilità del diritto delle persone omosessuali di contrarre matrimonio
con persone del proprio sesso. Nel nostro sistema il matrimonio tra persone
dello stesso sesso non è né previsto, né vietato espressamente. È certo
tuttavia che né il legislatore del 1942, né quello riformatore del 19751 si
sono posti la questione del matrimonio omosessuale, all'epoca ancora non
dibattuta, almeno nel nostro Paese. Pur non esistendo una norma definitoria
espressa, l'istituto del matrimonio, così come prevista nell'attuale
ordinamento italiano, si riferisce indiscutibilmente solo al matrimonio tra persone
di sesso diverso. Se è vero che il codice civile non indica espressamente la
differenza di sesso fra i requisiti per contrarre matrimonio, diverse sue
norme, fra cui quelle menzionate nel ricorso e sospettate d'incostituzionalità,
si riferiscono al marito e alla moglie come "attori" della
celebrazione (1072 e 108), protagonisti del rapporto coniugale (ari 1433 e ss.)
e autori della generazione (artt. 231 e ss.)4. Reputa il Tribunale che, proprio
per il chiaro tenore delle norme sopra indicate, non sia possibile - allo stato
della normativa vigente - operare un'estensione dell'istituto del matrimonio
anche a persone dello stesso sesso. Si tratterebbe di una forzatura non
consentita ai giudici (diversi da quello costituzionale),
a fronte di una consolidata e ultramillenaria nozione di matrimonio come unione
di un uomo e di una donna. D'altra parte, non si può ignorare il rapido
trasformarsi della società e dei costumi avvenuto negli ultimi decenni, nel
corso dei quali si è assistito ai superamento del monopolio detenuto dal
modello di famiglia normale, tradizionale e al contestuale sorgere spontaneo di
forme diverse, seppur minoritarie, di convivenza, che chiedono protezione, si
ispirano al modello tradizionale e come quello mirano ad essere considerate e disciplinate.
Nuovi bisogni, legati anche all'evoluzione della cultura e della civiltà,
chiedono tutela, imponendo un'attenta meditazione sulla persistente
compatibilità dell'interpretazione tradizionale con i principi costituzionali.
Il primo riferimento costituzionale con il quale
confrontarsi, suggerito anche dai ricorrenti, è sicuramente quello di cui all'
art. 2 della Costituzione, nella parte in cui riconosce i diritti inviolabili
dell'uomo (diritti già proclamati dalla Costituzione ovvero individuati dalla
Corte Costituzionale) non solo nella sua sfera individuale ma anche, e forse
soprattutto, nella sua sfera sociale, ossia, secondo la formula della norma,
"nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità", fra le
quali indiscutibilmente la famiglia deve essere considerata la prima e
fondamentale espressione. La famiglia è infatti la formazione sociale primaria
nella quale si esplica la personalità dell'individuo e nella quale vengono
quindi tutelati i suoi diritti inviolabili, conferendogli uno status (quello di
persona coniugata) che assurge a segno caratteristico all'interno della società
e che conferisce un insieme di diritti e di doveri del tutto peculiari e non
sostituibili tramite l'esercizio dell'autonomia negoziale. Il diritto di sposarsi
configura un diritto fondamentale della persona riconosciuto sia a livello
sovranazionale (artt 12 e 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'Uomo del 1948, artt 8 e 12 CEDU e ora all'artt. 7 e 9 della Carta dei
diritti fondamentali dell'Unione Europea proclamata a Nizza il 7-12-2000), sia
dall'art. 2 della Costituzione. E' un diritto inteso sia nella sua accezione
positiva di libertà di contrarre matrimonio con la persona prescelta (così
anche Corte Cost. n° 445/20025), sia in quella negativa di libertà di non
sposarsi e di convivere senza formalizzare l'unione (così Corte Cost. 13-5-1998
n° 166). La libertà di sposarsi (o di non sposarsi) e di scegliere il coniuge
autonomamente riguarda la sfera dell'autonomia e dell'individualità ed è quindi
una scelta sulla quale lo Stato non può interferire, a meno che non vi siano
interessi prevalenti incompatibili; ora, nell'ipotesi in cui una persona
intenda contrarre matrimonio con altra persona dello stesso sesso il Tribunale
non individua alcun pericolo di lesione ad interessi pubblici o privati di
rilevanza costituzionale, quali potrebbero essere la
sicurezza o la salute pubblica6. L'unico importante diritto con il quale
potrebbe eventualmente ipotizzarsi un contrasto è quello dei figli di crescere
in un ambiente familiare idoneo, diritto che corrisponde anche ad un
indiscutibile interesse sociale. E' chiaro tuttavia che tale interesse potrebbe
incidere esclusivamente sul diritto delle coppie omosessuali coniugate di avere
figli adottivi diritto che è distinto, e non necessariamente connesso, rispetto
a quello di contrarre matrimonio, tanto che alcuni ordinamenti stranieri, come
si specificherà più avanti pur introducendo il matrimonio tra omosessuali,
hanno espressamente escluso il diritto di adozione; in ogni caso, nell'attuale
ordinamento italiano ogni adozione di minorenni presuppone la valutatone di
idoneità affettiva e di capacità genitoriale della coppia (si veda l'art. 6.2
della L. 184/1983), evidentemente funzionale alla valutazione dell'interesse
del minore adottando, essendo così esclusa ogni automaticità tra il matrimonio,
la richiesta di adozione e la decisione del Tribunale per i minorenni. Il
secondo parametro di riferimento da prendere in esame, strettamente connesso al
precedente, è quello di cui all' art. 3 della Costituzione, che vieta ogni
discriminazione irragionevole, conferendo a tutti i cittadini "...pari
dignità sociale, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione,
di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali'', impegnando lo Stato
a "... rimuovere gli ostacoli di orarne economico e sociale, che limitano
di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il piene
sviluppa della persona umana... " Essendo, per quanto sopra rilevato, il
diritto di contrarre matrimonio un momento essenziale di espressione della
dignità umana, si ritiene che esso debba essere garantito a tutti, senza
discriminazioni derivanti dal sesso o dalle condizioni personali (quali
l'orientamento sessuale), con conseguente obbligo dello Stato d'intervenire in
caso di impedimenti all'esercizio. Ne consegue che se lo scopo del principio di
cui all'art. 3 della Costituzione è vietare irragionevoli disparità di
trattamento, la norma -implicita nel nostro sistema - che esclude gli omosessuali
dal diritto di contrarre matrimonio con persone dello «tesso sesso, così
seguendo il proprio orientamento sessuale (né patologico, né illegale), non
abbia alcuna giustificazione razionale, soprattutto se raffrontata con
l'analoga situazione delle persone transessuali, che, ottenuta la
rettificazione di attribuzione di sesso in applicazione della l. 14-4-1982 n°
164 possono contrarre matrimonio con persone del proprio staso di nascita. Al
riguardo va rammentato che la coerenza con la Costituzione della legge n°
164/1982 è stata riconosciuta dalla Corte Costituzionale con la sentenza n° 165
del 6-5-1985 e che le valutazioni espresse dalla porte sulla norma sospettata
d'incostituzionalità confortano la tesa qui sostenuta, essendo stata
riconosciuta la legittimità costituzionale non tanto
sulla base del fatto che i soggetti abbiano compiuto e portato a termine un
trattamento medico chirurgico e che vi sia stato il provvedimento del Tribunale
(che tramite una sorta di fictio iuris attribuisce il sesso opposto), ma sulla
base di argomenti di ben più ampio respiro. In particolare, la Corte ha
definito l'orientamento del transessuale come "naturale modo di
essere" sostenendo che la legge sospettata d'incostituzionalità "si è
voluta dare carico di questi "diversi" ponendo una normativa intesa a
consentire l'affermazione della loro personalità e in tal modo ad aiutarli a
superare l'isolamento, l'ostilità e l'umiliazione che troppo spesso li
accompagnano nella loro esistenza così operante il legislatore italiano si è
allineato egli orientamenti legislativi, amministrativi e giurisprudenziali,
già affermati in numerosi Stati, fatti propri, all'unanimità dall Commissione
della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (decisione 9 maggio 1978, nel caso
Daniel Oosten Wijck contro Governa belga) e la cui adozione in tutti gli Stati
membri della Comunità è stata caldeggiato con una proposta di risoluzione
presentata al Parlamento Europeo nel febbraio 1983 (
)
la legge n. 164 del 1982 si colloca, dunque, nell'alveo di una civiltà giuridica in evoluzione,
sempre più attenta ai valori di libertà e dignità, della persona umana".
In tate pronuncia si coglie l'attenzione della Corte nell'evidenziare le
illegittime discriminazioni subite in precedenza dalle persone transessuali, con
affermazioni pienamente mutuabili anche per gli omosessuali. La Corte è
sembrata attenta a rispettare il principio secondo la quale il giudizio di
costituzionalità deve essere ancora più pregnante ove il sospetto riguardi
categorie di persone che storicamente abbiano subito illegittime
discriminazioni e che si debba presumere siano particolarmente suscettibili di
subire ulteriori trattamenti ingiustificatamente sfavorevoli7. Invero la legge
n° 164 del 1982 ha profondamente mutato i connotati dell'istituto del
matrimonio civile consentendone la celebrazione tra soggetti dello stesso sesso
biologico ed incapaci di procreare, valorizzando così l'orientamento
psicosessuale della persona. Con riferimento all'assetto normativo sistematico
delineato l'identità di sesso biologico non può essere legittimamente invocata
per escludere gli omosessuali dal matrimonio. Se è vero, infatti, che fattore
meritevole di tutela è lorientamento psicosessuale della persona,
non appare in alcun modo giustificata la discriminazione tra coloro che hanno naturale
orientamento psichico che li spinge ad una unione omosessuale, e non vogliono
pertanto effettuare alcun intervento chirurgico di adattamento, né ottenere la
rettificazione anagrafica per conseguire un'attribuzione di sesso contraria al
sesso biologico, - ai quali è precluso il matrimonio -, e i transessuali che
sono ammessi al matrimonio pur appartenendo allo stesso sesso biologico ed
essendo incapaci di procreare. D'altro canto, le opinioni contrarie al
riconoscimento alla libertà matrimoniale tra persone dello stesso sesso, fatte
proprie dall'Avvocatura dello Stato resistente, per giustificare 1a disparità
di trattamento invocano ragioni etiche, legate alla tradizione o alla natura.
Si deve tuttavia obiettare che tali argomenti non sono idonei a soddisfare il
rigore argomentativo richiesto dal giudizio di legittimità, non solo perché,
come si è già messo in luce, i costumi familiari si sono radicalmente
trasformati, ma soprattutto perché si tratta di tesi alquanto pericolose quando
si discute dì diritti fondamentali, posto che l'etica e la natura sono state
troppo spesso utilizzate per difendere gravi discriminazioni poi riconosciute
illegittime; si pensi alla disuguaglianza tra i coniugi nel diritto
matrimoniale italiano preriforma e al divieto delle donne dì svolgere alcune
professioni, entrambi fondati sulla convinzione che le donne fossero
naturalmente più deboli; ancora, nell'esperienza anche attuale dì altri Paesi,
vanno ricordati il divieto di contrarre matrimoni interrazziali o
interreligiosi e la punizione di atti sessuali tra omosessuali anche se
privati, giustificati con la contrarietà all'etica, alla tradizione8 o
addirittura alla religione. A ciò si aggiunga che, come si approfondirà più
avanti, per i diritti degli omosessuali, così come per quelli dei transessuali,
vi sono foltissime spinte, provenienti dal contesto europeo e sovranazionale, a
superare le discriminazioni di ogni tipo, compresa quella che impedisce di
formalizzare le unioni affettive. Tali sollecitazioni sono evidentemente tese a
far si che gli Stati introducano specifici supporti giuridici e non si limitino
a mere affermazioni di principio; infatti, ogni difesa formale della libertà,
priva di un reale supporto giuridico strutturale, è debole e priva di
effettività, come insegna l'osservazione del cammino compiuto da altre
categorie per raggiungere un livello accettabile di realizzazione dei propri
diritti. Basti pensare, nell'esperienza italiana, a quanto è avvenuto per le
persone detenute e per le persone affette da handicap: ci si riferisce, per i
detenuti alla c.d. riforma penitenziaria introdotta con la legge 26-7-1975 n°
354, con la quale ù legislatore ha risposto con una normativa tra le più
avanzate allo stimolo proveniente proprio da una storica sentenza della Corte
Costituzionale dell'anno precedente (n° 204/1974) e per i disabili alla legge
5-2-1992 n° 104 ("Legge quadro per l'assistenza, lintegrazione
sociale e i diritti delle persone handicappate"). Un'ulteriore
giustificazione per negare il matrimonio omosessuale è spesso individuata nel disposto dell'art.
29, 1° comma della Costituzione, laddove si afferma che la Repubblica riconosce
i diritti della famiglia come "società naturale fondata sul
matrimonio", essendosi ritenuto che con tale espressione sì sia inteso
tutelare il solo nucleo legittimo di carattere tradizionale, ossia l'unione di
un uomo ed una donna suggellata dal vincolo giuridico del matrimonio. In
realtà, il significato di tale espressione non è quello di riconoscere il fondamento
della famiglia in un non meglio definito "diritto naturale", quanto
piuttosto di affermare la preesistenza e l'autonomia della famiglia - come
comunità originaria e pregiuridica -, dallo Stato, così imponendo dei limiti al
potere del legislatore statale. Che questa fosse l'intenzione del legislatore
storico è messo ben in luce negli atti relativi al dibattito svolto in seno
all'Assemblea Costituente in relazione all'art. 29 Cost., come emerge
dall'intervento dell'on. Aldo Moro nel corso della adunanza plenaria del 15
gennaio 1947. In particolare, in relazione alla formula " la famiglia è
una società naturale", egli sottolineò che " ..non è affatto una
definizione, anche se ne ha la forma esterna, in quanto si tratta in questo
caso di definire la sfera di competenza dello Stato nei confronti di una delle
formazioni sociali alle quali la persona umana dà liberamente vita." Ed
ancora: "Escluso che qui "naturale" abbia un significato
zoologico o animalesco, o accenni ad un legame puramente di fatto, non si vuole
dire con questa formula che la famiglia sia una società creata al di fuori di
ogni vincolo razionale ed etico. Non è un fatto, la famiglia, ma è appunto un
ordinamento giuridico e quindi qui "naturale" sta per
"razionale". D'altra parte non si vuole escludere che la famiglia
abbia un suo processo di formazione storica, né si vuole negare che vi sia
sempre un più perfetto adeguamento della famiglia a questa razionalità nel cono
della storia; ma quando si dice "società naturale" in questo momento
storico si allude a quell'ordinamento che, perfezionata attraverso il processo
detta storia, costituisce la linea ideate della vita familiare. Quando sì
afferma che la famiglia è una "società naturale", si intende qualche
cosa di più dei diritti della famiglia. Non si tratta soltanto di riconoscere i
diritti naturali alla famiglia, ma di riconoscere la famiglia come società
naturale, la quale abbia le sue leggi ed i suoi diritti di fronte ai quali lo
Stato, nella sua attività legislativa, si deve inchinare." Era d'altra
parte assai forte e recente il ricordo delle leggi razziali: il divieto di
matrimonio di cittadini italiani di razza ariana con persone appartenenti ad
altra razza, la subordinazione del matrimonio di cittadini italiani con persone
di nazionalità straniera al preventivo consenso del Ministero per l'Interno, il
divieto per gli ebrei di sposarsi in terra italiana, lobbligo
dimprontare lìistruzione e leducazione familiare al sentimento
nazionale fascista, tutte norme dirette a salvaguardare uno specifico concetto di famiglia imposto
dallo Stato. Proprio ricordando gli abusi compiuti, a difesa di una certa
tipologia di famiglia, i Costituenti intesero marcare il confine tra autonomia
familiare e sovranità statale, circoscrivendo i poteri del futuro legislatore
in ordine alla sua regolamentazione. Regolamentazione che è tuttavia
consentita, rectius imposta, ai sensi del 2° comma dell'alt. 29 Cost. e di
quelli immediatamente seguenti, solo quando si renda necessario un intervento
statale atto a garantire i valori, questi sì costituzionalizzati,
dell'eguaglianza tra coniugi, dell'unità familiare, del mantenimento,
istruzione ed educazione dei figli. Il fatto che la tutela della tradizione non
rientri nelle finalità dell'art 29 Cost. e che famiglia e matrimonio si
presentino come istituti di carattere aperto alle trasformazioni che
necessariamente sì verificano nella storia, è poi indubitabilmente dimostrato
dall'evoluzione che ha interessato la loro disciplina dal 1948 ad oggi. II
codice civile del 1942 recepiva un modello di famiglia basato su di un
matrimonio indissolubile e su di una struttura gerarchica a subordinazione
femminile; basti pensare al fette che l'art 143 parlava solo di obblighi
reciproci e non di diritti, alla potestà maritale dell'art. 144, al dovere del
marito di proteggere la moglie di cui all'art 145, all'istituto della dote.
Tale caratterizzazione autoritaria e gerarchica si traduceva, sul fronte
penale, nella repressione del solo adulterio femminile, nella responsabilità
penale del marito solamente per abuso dei mezzi di correzione nei confronti
della moglie, nella previsione del delitto d'onore, nell'estinzione del reato
di violenza carnale a mezzo del matrimonio riparatore. Sono ben noti gli
interventi della Corte Costituzionale a tutela dell'eguaglianza morale e
giuridica dei coniugi fra cui la storica sentenza n. 126/19689 che, nel
dichiarare l'illegittimità costituzionale dell'art.
559 comma 1 e 2 c.p. che puniva il solo adulterio della moglie, ha sottolineato
proprio il mutamento della società, superando così il proprio orientamento
precedente solo di pochi anni, con il quale, richiamandosi al
"tradizionale concetto della famiglia, quale tuttora vive nella coscienza
del popolo", aveva dichiarato non fondata la medesima questione (sentenza
n. 64/1961). Anche in questo caso è stata proprio la Corte Costituzionale ad
aprire la strada ad una riforma del diritto di famiglia, attuata con la legge
del 1975, effettivamente in linea con i principi di eguaglianza morale e
giuridica dei coniugi superando la tradizione ultramillenaria secondo la quale
la donna nell'ambito della famiglia doveva rivestire un ruolo subordinato.
Ancora, vanno menzionati la mancata «istituzionalizzazione dell'indissolubilità
del matrimonio e la conseguente introduzione legislativa del divorzio, nonché
la progressiva del attuazione per via legislativa (da ultimo con la l. 54/2006)
del principio costituzionale di eguaglianza tra figli
legittimi e figli naturali: tutti esempi che dimostrano come laccezione costituzionale
di famiglia, lungi dall'essere ancorata ad una conformazione tipica ed
inalterabile, si sia al contrario dimostrata permeabile ai mutamenti sociali,
con le relative ripercussioni sul regime giuridico familiare. Le considerazioni
che precedono sul significato dell'espressione "società naturale" e
sull'estraneità della tutela del "matrimonio tradizionale" alle
finalità dell'alt. 29 Cost. portano a ritenere prive di fondamento quelle tesi
che giustificano l'implicito divieto di matrimonio tra persone dello stesso
sesso ricorrendo ad argomenti correlati alla capacità procreativa della coppia
ed alla tutela della procreazione. Al riguardo sarebbe, peraltro, sufficiente
sottolineare come né la Costituzione, né il diritto civile prevedano la
capacità di avere figli come condizione per contrarre matrimonio, ovvero
l'assenza di tale capacità come condizione di invalidità o causa di
scioglimento del matrimonio, essendo matrimonio e filiazione istituti
nettamente distinti. Una volta escluso che sulla disposizione dellart. 29 Cost. possa trovare
fondamento il trattamento differenziato delle coppie omosessuali rispetto a
quelle eterosessuali si ritiene che tate norma, proprio nel momento in cui
attribuisce tutela costituzionale alla famiglia
legittima contribuendo essa, grazie alla stabilità del quadro delle relazioni
sociali, affettive ed economiche che comporta, alla realizzazione della
personalità dei coniugi -, lungi dal costituire un ostacolo al riconoscimento
giuridico del matrimonio tra persone dello stesso sesso, possa assurgere ad
ulteriore parametro, unitamente agli artt 2 e 3, in base al quale valutare la
costituzionalità del divieto. Ulteriore riferimento costituzionale
che rileva nella questione in esame è, più che quello di cui all'art 10,
2°comma (suggerito dai ricorrenti) che riguarda la condizione giuridica dello
straniero, quello di cui all'art. 117, 1° comma Cost., che vincola il
legislatore al rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e
degli obblighi internazionali. Vengono in rilievo al riguardo, quali norme
interposte, innanzitutto gli artt. 8 (diritto al rispetto della vita privata e
familiare), 12 (diritto al matrimonio) e 14 (divieto di discriminazione) della
Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell'uomo e delle Libertà Fondamentali.
Con riferimento in particolare all'art. 8, la Corte Europea dei Diritti
dell'Uomo ha accolto una nozione di "vita privata" e di tutela
dell'identità personale in essa insita, non limitata alla sfera individuale,
bensì estesa alla vita di relazione, arrivando a configurare un dovere di
positivo intervento degli Stati di rimediare alle lacune suscettibili di
impedire la piena realizzazione personale. Sempre in relazione al medesimo
articolo, nel caso Goodwin c. Regno unito, 17/7/2002, la Corte di Strasburgo ha
dichiarato contrario alla Convenzione il divieto di matrimonio del transessuale
con persona del suos tesso sesso originario, per violazione del principio di
rispetto della privata, superando il proprio precedente orientamento con il
quale aveva ritenuto che il diritto di sposarsi garantito dallart.
12 CEDU potesse essere riferito solo a persone di sesso biologico opposto {Rees
c. Regno Unito, 17/10/1986). Va evidenziato come, nel cambiare il proprio
orientamento, la Corte abbia fatto riferimento a quello che ha definito come "the very essence
of the right to marry" e all'artificiosità dell'idea che i soggetti
transessuali dopo l'operazione, non sarebbero privati del diritto di sposarsi
potendo comunque sposare una persona del sesso opposto a quello loro
originario. In altre parole, la Corte ha riconosciuto che non ha senso essere
titolari di un diritto al matrimonio, se poi non si può scegliere con chi
sposarsi. Richiamando e ampliando quanto sopra sostenuto relativamente al
valore di quanto affermato nella sentenza n° 161/1985 della Corte
Costituzionale, va ribadito che sono evidenti le analogie esistenti tra la
fattispecie in merito alla quale la Corte Europea è stata chiamata ad
esprimersi e quella del matrimonio omosessuale: anche le persone omosessuali
non sono, formalmente, private del diritto di sposarsi con una persona del
sesso opposto, ma è chiaro che non è a questo tipo di matrimonio al quale
ambiscono al fine di realizzare la propria personalità. Sempre con riguardo
all'art. 117,1° comma Cost. e specificamente in relazione all'obbligo per il
legislatore statale e regionale di rispettare i vincoli posti dall'ordinamento
comunitario, si deve ricordare come anche la Carta di Nizza sancisca i diritti
al rispetto della vita privata e familiare (art. 7), a sposarsi ed a costituire
una famiglia (art. 9) e a non essere discriminati (art 21) fra i diritti
fondamentali dell'Unione Europea. E' interessante, peraltro, notare come l'art.
9 non contenga (deliberatamente secondo quanto affermato nelle
"spiegazioni" della stessa Carta), a differenza dell'art. 12 CEDU,
alcun riferimento "l'uomo e la donna". Ora, è vero che la Carta di
Nizza non assume valore vincolante, non essendo stato ratificato il Trattato di
Lisbona nell'ambito del quale era stata inserita, tuttavia, secondo quanto
affermato dalla giurisprudenza, anche costituzionale,
essa ha "carattere espressivo di principi comuni agli ordinamenti
europei" (Corte Cosi,, sentenza n. 135/2002) e costituisce nella prassi un
importante punto di riferimento sia per le istituzioni europee che per
l'attività interpretativa dei giudici europei. Non si devono dimenticare in
quest'ambito nemmeno gli atti delle Istituzioni Europee che da tempo invitano
gli Stati a rimuovere gli ostacoli che si frappongono al matrimonio di coppie
omosessuali ovvero al riconoscimento di istituti giuridici equivalenti, atti
che rappresentano, indipendentemente dal loro valore giuridico, la presa di
posizione a favore del riconoscimento del diritto al matrimonio, o comunque, in
termini più generali, alla unificazione legislativa, nell'ambito degli Stati
membri, della disciplina dettata per la famiglia legittima da estendersi alle
unioni omosessuali. Fin dal 1981, con la raccomandazione n° 924 del 1-10-1981,
lAssemblea Parlamentare del Consiglio deuropa aveva sentito la
necessità di garantire la libertà di scelta dellorientamento sessuale di
ciascun individuo nonché la dignità delle coppie omosessuali all'intento della
Comunità. Sono seguite poi la Risoluzione sulla parità dei diritti delle persone omosessuali
nella Comunità Europea in data 8-2-1994 con la quale il Parlamento europeo ha
apertamente individuato come obiettivo delle azioni comunitarie la rimozione
degli "ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un
istituto giuridico equivalente; garantendo pienamente diritti e vantaggi del
matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni.", la Risoluzione
sul rispetto dei diritti umani nell'Unione Europea del 16-3-2000 con cui il
Parlamento europeo ha chiesto "agli Stati membri di garantire alle
famiglie monoparentali, alle coppie non sposate e alle coppie dello stesso
sesso perita di diritti rispetto alle coppie sposate e alle coppie e alle
famiglie tradizionali, in particolare in materia di legislazione fiscale,
regime patrimoniale e diritti sociali", Da ultimo, merita menzione anche
la recentissima risoluzione dei 14 gennaio 2009 sulla situazione dei diritti
fondamentali nell'Unione Europea 2004-2008 che ha invitato gli Stati membri che
si sono dotati di una legislazione relativa alle coppie dello stesso sesso a
riconoscere le norme adottate da altri Stati membri e aventi effetti analoghi,
ha esortato la Commissione a presentare proposte che garantiscano
l'applicazione, da parte degli Stati membri, del principio di riconoscimento
reciproco per le coppie omosessuali, sposate o legate da un'unione civile
registrata, nella fattispecie quando esercitano il loro diritto alla libera
circolazione previsto dal diritto dell'Unione Europea10 e ha invitato gli Stati
membri che non l'abbiano ancora fatto, in ottemperanza al principio di parità,
ad adottare iniziative legislative per eliminare le discriminazioni cui sono
confrontate alcune coppie in ragione del loro orientamento sessuale (par.
75-77). Infine, si deve prendere atto di come, in linea con tali risoluzioni
del Parlamento Europeo e a conferma degli ormai consolidati mutamenti dei
modelli e dei costumi familiari nel diritto di molte nazioni di civiltà
giuridica affine alla nostra, si stia delineando una nozione di relazioni
familiari tale da includere le coppie omosessuali. In Olanda (l. 1/4/2001),
Belgio (l. 1/6/2003) e Spagna (1. 30/6/2005) è stato rimosso tout court il
divieto di sposare una persona dello stesso sesso; altri Paesi prevedono un
istituto riservato alle unioni omosessuali (ci si riferisce alle
Lebenspartnershaft tedesche e alle registered partnership inglesi) con
disciplina analoga a quella del matrimonio, o al quale è stata semplicemente
estesa la disciplina matrimoniale, con l'esclusione, talvolta, delle
disposizioni inerenti la potestà sui figli e l'adozione (Svezia, Norvegia,
Danimarca, Finlandia, Islanda). Fra i Paesi che ancora non hanno introdotto il
matrimonio o forme di tutela paramatrimoniali, molti comunque prevedono forme
di registrazione pubblica delle famiglie [parola illeggibile] comprese quelle
omosessuali (Francia, Lussemburgo, Repubblica Ceca). È sulla base di tutte
queste considerazioni esposte che il Tribunale è giunto al convincimento della
non manifesta infondatezza della questione di illegittimità costituzionale,
pur parzialmente modificando i parametri di riferimento rispetto a quelli
indicati dai ricorrenti delle norme di cui agli artt. 107, 108, 143, 143 bis,
156 bis e 231 c.c. laddove sistematicamente interpretate, non consentono che le
persone di orientamento omosessuale possano contrarre matrimonio con persone
dello stesso sesso; valuterà la Corte, qualora ritenesse la questione fondata,
se vi sia la necessità di estendere la pronuncia anche ad altre disposizioni
legislative interessate in via di consequenzialità ai sensi dell'art 27 della
L. 87/1953. In punto di rilevanza, si osserva che l'applicazione delle norme
indicate è evidentemente ineliminabile nell'iter logico-giuridico che questo
remittente deve percorrere per la decisione: infatti, in caso di dichiarazione
di fondatezza della questione così come sollevata, il rifiuto alte
pubblicazioni - la cui richiesta dimostra inequivocabilmente la volontà di
contrarre matrimonio - dovrebbe ritenersi, in assenza di altra causa di
rifiuto, illegittima, mentre, in caso di non accoglimento, l'attuale stato
della normativa imporrebbe una pronuncia di rigetto dei ricorso. Per
completezza si osserva che, a fronte del rifiuto alla pubblicazione da parte
dell'ufficiale dello stato civile, essendo la pubblicazione una formalità
necessaria per poter procedere alla celebrazione del matrimonio, non è
individuabile alcun altro procedimento nell'ambito del quale valutare la
questione. P.Q.M. Visti gli artt. 134 Costituzione della Repubblica, 1 legge
Cost. 9 febbraio 1948, n. 1 e 23 e ss. della legge 11 marzo 1953 n° 87,
Dichiara rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 93, 96, 98,107, 108, 143, 143 bis
e 156 bis, nella parte in cui, sistematicamente interpretati, non consentono
che le persone di orientamento omosessuale possano contrarre matrimonio con
persone dello stesso sesso, per contrasto con agli artt 2, 3, 29 e 117, 1°
comma della Costituzione, Dispone l'immediata trasmissione degli atti alla
Corte Costituzionale, sospendendo il procedimento in corso. Ordina che a cura
della cancelleria la presente ordinanza sia notificata alle parti, al pubblico
ministero e al Presidente del Consiglio dei Ministri e che ne sia data
comunicazione ai Presidenti delle due Camere del Parlamento. Venezia, 4-2-2009
II Giudice est. Il Presidente Depositato il 3 aprile 2009. _____________ 1 L
19-5-1975 n°151 riforma del diritto di famiglia. 2 107. Forma della
celebrazione. Nel giorno indicato dalle parti l'ufficiale dello stato civile,
alla presenza di due testimoni.... riceve da ciascuna delle parti
personalmente, l'una dopo l'altra, la dichiarazione che esse si vogliono
prendere rispettivamente in marito e in moglie... " 108. Inopponibilità di
termini e condizioni. La dichiarazione degli sposi di prendersi rispettivamente
in marito e moglie non può essere sottoposta né a termine né a condizione. 3
143. Diritti è doveri reciproci dei coniugi. Con il matrimonio il marito e la
moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. 143 bis.
Cognome della moglie. La moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito e
lo conserva durante la stato vedovile, fina a che passi a nuove nozze 156 bis.
Cognome della moglie. Il giudice può vietare alla moglie l'uso del cognome del
marito, quando tale uso sia a lui gravemente pregiudizievole e può parimenti
autorizzare la moglie a non usare il cognome stesso, qualora dall'uso possa
derivarle grave pregiudizio." 4 II marito è il padre del figlio concepito
durante il matrimonio (231 c.c.) ; l'adulterio della moglie o l'impotenza del
marito consentono l'azione di disconoscimento (art. 235 c.c.). 5 Con questa
sentenza è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale
delle disposizioni che ponevano tra i requisiti per reclutamento nel corso
della Guardia di Finanza l'essere celibe o nubile, vedevo o senza prole,
ritenente che le stesse incidessero "sul diritte di contrarre matrimonio,
discendente dagli art. 2 e 29 della Costituzione", spiegando che "L'uso
della discrezionalità del legislatore nella determinatone dei requisiti per
l'accesso a pubblici uffici deve estere soggetto a scrutinio più stretto di
costituzionalità quando non e in discussione solo la generica ragionevolezza
delle scelte legislative, in relazione ai caratteri dell'ufficio, ma
l'ammissibilità di un requisito la cui imposizione si traduce, indirettamente,
in una limitazione all'esercizio dei diritti fondamentali, quali nella specie,
oltre al diritto di contrarre matrimonio, quello di non essere sottoposti ad
interferenze illecite nella vita privata (art. 12 della Dichiarazione
Universale e nell'art. 8 della Convenzione europea; e vedi oggi anche l'art. 7
della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea)". 6 Tra l'altro,
dal 1973 l'omosessualità è stata cancellata dal DSM (Diagnostic and Statistical
Manual of Mental Disorders, il manuale che classifica i disturbi psichici,
trasformandosi da patologia a caratteristica della personalità. 7 Nella
giurisprudenza statunitense si parla in questi casi di "suspect class,
ossia di categoria in relazione alla quale ogni intervento dello Stato che
operi una discriminazione sulla base dell'appartenenza ad essa deve presumersi
sospetto, e incostituzionale fino a prova contraria 8 La Corte Suprema dei Sudafrica con la
sentenza del 1-12-2005 ha dichiarato incostituzionale il
divieto di matrimonio omosessuale riconoscendo che "l'antichità di un
pregiudizio non è una buona ragione per la sua sopravvivenza", notando che
"quando le condizioni umane mutano e le idee di giustizia e di equità si
evolvono, anche le concezioni dei diritti assumono nuova trama e
significato." 9 Netta quale si legge:" il principio che il marito
possa violare impunemente l'obbligo della fedeltà coniugale, mentre la moglie
debba essere punita -più o meno severamente rimonta ai tempi
remoti nei quali la donna, considerata perfino giuridicamente incapace e
privata di molti diritti, si trovava in stato di soggezione alla potestà
maritale. Da allora molto è mutato nella vite sociale: la donna ha acquistato pienezza di diritti
e la sua partecipazione alla vita economica e sociale della famiglia e della
intera collettività è diventate molte più intensa, fino a raggiungere piena
parità con l'uomo; mentre il trattamento differenziata m tema di adulterio è
rimasto immutato, nonostante che in alcuni stati di avanzata civiltà sia
prevalso il principio della non ingerenza del legislatore nella delicata
materia". 10 Attualmente in Paesi come il nostro, invocando clausole di
salvaguardia come l'ordine pubblico, non vengono riconosciuti i matrimoni
contratti allestero da persone dello stesso sesso, con
l'effetto di limitare gravemente la libertà di circolazione, il principio di
reciproca fiducia fra Stati Membri e linsorgenza del fenomeno dei c.d.
matrimoni claudicanti,
validi o meno a seconda del Paese nel quale si trovino i coniugi. Commenta |
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( da "CittadinoLex"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
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| Stato | Testo Lo stanziamento previsto con la finanziaria 2008 doveva
prevedere un'intesa con le Regioni Illegittimo il fondo
statale per la mobilità dei disabili (Corte costituzionale 124/2009) Doveva essere decisa con un'intesa con la Conferenza
permanente Stato-Regioni la creazione del fondo per la mobilità dei disabili:
non essendo stato così la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il comma 474 dell'articolo 2 della
finanziaria per il 2008. La disposizione prevedeva l'istituzione di
questo fondo con una dotazione annua pari a 5 milioni di euro per l'anno 2008 e
a 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010. Il fondo aveva il
compito di finanziare interventi specifici destinati alla realizzazione di un
parco ferroviario per il trasporto in Italia e all'estero dei disabili
assistiti dalle associazioni di volontariato operanti sul territorio italiano.
Avrebbero dovuto affluirvi le somme derivanti da atti di donazione e di
liberalità, nonché gli importi derivanti da contratti di sponsorizzazione con
soggetti pubblici e privati. A impugnare il comma 474 è stata la Regione Veneto
per violazione di vari articoli della Costituzione, in particolare
dell'articolo 117. La norma sui trasporti per disabili regola aspetti
rientranti, alternativamente, nella materia «assistenza e beneficenza pubblica»
o «politiche sociali» le quali, non essendo ricomprese tra quelle elencate
nell'articolo 117, secondo e terzo comma, della Costituzione, appartengono, per
come affermato dalla stessa giurisprudenza costituzionale,
alla potestà legislativa residuale della regione. Non solo : la disposizione
impugnata violerebbe anche l'art. 119 della Costituzione - sostiene il Veneto -
essendo lesiva dell'autonomia finanziaria regionale, in quanto lo Stato non può
dettare norme volte ad istituire e a disciplinare finanziamenti a destinazione
vincolata in materie di potestà legislativa concorrente o residuale della
Regione, essendo a tali fini irrilevante la circostanza che detti fondi
prevedano la diretta attribuzione di risorse a Regioni, Province, Città
metropolitane e Comuni o a soggetti privati, persone fisiche o giuridiche. La
Corte è stata d'accordo: le esigenze previste dal comma 474 "vanno
tuttavia soddisfatte senza trascurare quelle locali, in materia di assistenza,
in ottemperanza al principio di leale cooperazione". Nel caso l'intervento
non contempla alcuna partecipazione delle Regioni; con la conseguenza che deve
essere dichiarata la illegittimità costituzionale. (04
maggio 2009)
( da "Campaniapress"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Maggio 3rd, 2009
Napoli, giornata in ricordo dei giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo
(Il Mattino) - I giornalisti italiani uccisi dalla criminalità organizzata e
dal terrorismo sono stati ricordati oggi a Napoli per iniziativa dell'Unione
nazionale cronisti, nella seconda Giornata della memoria dedicata alle vittime
del mondo dell'informazione: all'appuntamento ha
partecipato il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che
ha ribadito il dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie. Alcuni
dei tanti giornalisti uccisi sono stati ricordati, attraverso filmati o con
interventi dei loro familiari. È stata l'occasione anche per ricordare - come
ha fatto il presidente dell'Unci, Guido Columba - la battaglia degli
organismi professionali contro il ddl Alfano sulle intercettazioni, «tentativo
di azzerare la cronaca nera e giudiziaria». Il presidente del Consiglio
regionale campano, Sandra Lonardo, si è rivolta al Governo per chiedere
l'istituzione di una giornata nazionale in ricordo dei giornalisti uccisi.
Presenti all'incontro anche il segretario dell'Ordine nazionale dei
giornalisti, Enzo Iacopino, e quello dell'Usigrai, Carlo Verna. Messaggi di
adesione al ricordo dei cronisti vittime di mafie e terrorismo sono giunti dai presidenti
di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Una targa è stata
consegnata anche a Mario Ricucci, autore di uno dei filmati proposti. Ai lavori
hanno preso parte il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania,
Ottavio Lucarelli, quello dell'Associazione napoletana della stampa, Enzo
Colimoro, e Renato Rocco, che guida l'Unione cronisti della Campania.
Intervenuti anche il responsabile del centro di produzione Rai, Francesco
Pinto, il presidente del Consiglio regionale della Campania, Sandra Lonardo, il
vicecapo del Tg regionale Rai Procolo Mirabella. Lonardo, associandosi a una
proposta già avanzata da alcune forze politiche in sede nazionale, si è rivolta
al governo affinché venga istituita per legge una giornata italiana di memoria
dei giornalisti uccisi nello svolgimento del loro lavoro. Lavoro che, per
Lonardo, «è una missione, un modo alto di esercitare le virtù civili»: ma
occorre ricordare sempre «che al centro dell'informazione c'è la persona, con
l'esigenza di rispettarne la dignità». Il presidente dell'assemblea regionale,
ricordando i cronisti uccisi e ribadendo la vicinanza alle loro famiglie, ha
confermato «l'apprezzamento per un lavoro che non concede mai pause e che non
ammette compromessi». Per Lonardo «difendere la libertà di stampa significa
vigilare sul rispetto della dignità professionale e dei principi contrattuali:
tutto ciò si può fare meglio se, nel rispetto dei ruoli, amministratori
pubblici ed operatori dell'informazione stringono alleanze chiare e trasparenti».
Il segretario nazionale dell'Ordine è infine ritornato sulla vicenda dello
schiaffo dato dal comandante dei vigili urbani al cronista Migliaccio: «Il
sindaco di Napoli non è qui con noi, forse per non sentirsi riproporre la
domanda che io invece ripeto a lei ed all'assessore Scotti. Mi dissero che il
caso avrebbe avuto la risposta che meritava, ma sono trascorsi cinque mesi è
l'unica risposta è il tentativo di silenzio. Una vergogna», è il lapidario
giudizio di Iacopino. Posted in rassegna stampa | This entry was posted on
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( da "Caserta News"
del 04-05-2009)
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Lunedì 4 Maggio 2009
Lonardo: "Istituire Giornata memoria giornalisti uccisi" ISTITUZIONI
| Napoli I giornalisti italiani uccisi dalla criminalità organizzata e dal
terrorismo sono stati ricordati oggi a Napoli per iniziativa dell'Unione
nazionale cronisti, nella seconda Giornata della memoria dedicata alle vittime
del mondo dell'informazione: all'appuntamento ha
partecipato il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che
ha ribadito il dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie. Alcuni
dei tanti giornalisti uccisi sono stati ricordati, attraverso filmati o con
interventi dei loro familiari. E' stata l'occasione anche per ricordare - come
ha fatto il presidente dell'Unci, Guido Columba - la battaglia degli
organismi professionali contro il ddl Alfano sulle intercettazioni,
"tentativo di azzerare la cronaca nera e giudiziaria". Il presidente
del Consiglio regionale campano, Sandra Lonardo, si è rivolta al Governo per
chiedere l'istituzione di una giornata nazionale in ricordo dei giornalisti
uccisi. Presenti all'incontro anche il segretario dell'Ordine nazionale dei
giornalisti, Enzo Iacopino, e quello dell'Usigrai, Carlo Verna. Messaggi di
adesione al ricordo dei cronisti vittime di mafie e terrorismo sono giunti dai
presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini.
( da "Caserta News"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Lunedì 4 Maggio 2009
Scuola Buonarroti al Fantasio Festival di Perugia SCUOLA |
Mondragone La filosofia 'dolce' dell'associazione nazionale
"AmicaSofia" di cui è Presidente il Prof. Livio Rossetti
dell'Università degli Studi di Perugia, quella che si fa non solo nei caffè filosofici ma
a scuola durante le ore di lezione - soprattutto con i bambini e gli
adolescenti, è oggetto di attenzione crescente, in Italia forse perfino più che
altrove e costituisce un fenomeno di proporzioni ormai cospicue. Ci sono
genitori che vanno da presidi o direttori didattici per chiedere che quella
filosofia che si fa alle elementari o alle medie di un'altra città venga a far
parte dell'offerta formativa anche nel caso della scuola frequentata dai loro
figli. A Perugia, dal 23 al 26 aprile, alla Rocca Paolina, in occasione del
terzo Fantasio Festival, una manifestazione nazionale dedicata all'arte e alla
creatività studentesca, è stata allestita nella Sala del Caminetto - a cura di
AmicaSofia - l'auletta "Siamo
in pensiero", ove si sono alternate classi di
bambini e ragazzi per philosophein con le loro insegnanti (proprio come
avrebbero potuto fare a scuola) o con altri docenti in grado di animare questi
eventi. Sono scolari e insegnanti venuti da tutta Italia. Le metodologie
adottate sono assai diverse, perché rispecchiano la varietà delle esperienze,
né risulta esservi altro evento pubblico per bambini e ragazzi ove vi sia
spazio anche per la filosofia. La provincia di Caserta è stata rappresentata da
una delegazione di studenti delle classi prime dell'Istituto di istruzione
secondaria di I grado "Buonarroti" di Mondragone della Dirigente
scolastica Rosa Alba Veneruso che, dopo un percorso quinquennale di Filosofia
con i bambini dal titolo "Imparare a pensare, tra ragione e passione:
didattiche relazionali e ricerca di senso nella comunicazione filosofica con i
bambini", il giorno 25 aprile alle ore 15.00 presso la Rocca Paolina , ha
partecipato al "Fantasio Festival 2009", con una rappresentazione
teatrale dal titolo "Ominis determinatio est negatio?" di Roberta
Martullo, socia fondatrice di "AmicaSofia", nell'ambito di una
sessione curata dalla stessa associazione. La performance teatrale prende
spunto da un viaggio d'istruzione svolto in data 22
febbraio 2008 presso la Corte Costituzionale in occasione dei 60 anni della
Costituzione, con la visita del Palazzo della Consulta e l'incontro con il
Giudice costituzionale Sua
Eccellenza Paolo Maria Napolitano. Le professionalità che, negli anni, si sono
dedicate alla formazione degli studenti e che hanno partecipato al Fantasio
Festival 2009 sono: - Roberta Martullo, che ha curato l'ideazione e la
supervisione del progetto, negli aspetti organizzativi e realizzativi, ivi
comprese le attività integrative e complementari all'iter formativo (visite
d'istruzione alla redazione del quotidiano "Il Mattino" di Caserta e
presso la Corte Costituzionale) e la stesura dei testi teatrali; - Emilia
Giustiniano, referente del progetto; - Gravante Palma, collaboratrice della
referente del progetto; - Graziella Marona, esperta di musica; - Pina
Montesarchio, consulente per l'Associazione "Amica Sofia" e membro
del Direttivo Nazionale. Durante la realizzazione di tutte le attività
organizzate dall'Associazione Amica Sofia è intervenuta la RAI per riprendere
queste iniziative, al fine di promuoverne la conoscenza in tutte le scuole
italiane. Gli alunni delle classi prime coinvolti nella manifestazione sono
stati: Bibbò Simona, Corrente Pasquale, Di Fusco Giuseppe, Gattone Angela,
Lampitiello Arianna, Montella Vincenzo, Palumbo Rosa, Persechino Alessandra,
Saulle Virgilio, Semprebuono Antonio Maria, Varone Gianfranco, Campoli Alfredo,
Campoli Chiara, Capuano Mario, Di Gennaro Piergennaro, Filosa Crescenzo, Fusco
Daniele, Georgieva Donika, Miraglia Luca, Montano Roberto, Pagliuca Elia,
Romano Rosa, Zevoli Luca. A conclusione dell'apprezzatissima rappresentazione
teatrale degli studenti della Scuola Media "Buonarroti" di
Mondragone, che ha saputo trasmettere l'immagine di una scuola intesa come comunità
educante dove è apparsa in primo piano la sinergia tra docenti, alunni e
famiglie, è intervenuto il Prof. Bruno Schettini del Dipartimento di Psicologia
della Seconda Università degli Studi di Napoli sul tema "Una scuola per la
democrazia cognitiva".
( da "Quotidiano.it, Il"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Giustizia: "La
questione immorale" del Procuratore Tinti giovedì sera a Monteprandone
Monteprandone | Un discorso sulla giustizia non può
che iniziare dalla Costituzione e, anche, da quel sentimento tutto italiano che
accompagna le nostre considerazioni riguardo la legge e coloro che lavorano
perché venga rispettata: una non sana diffidenza. di Maria Teresa Rosini Il
Procuratore Tinti Non può considerarsi solo "pessimista" un libro che
intende gettare una luce di razionalità, nelle pieghe, nei travisamenti, negli
intrecci, nelle volontà perverse che hanno contribuito e contribuiscono a fare
dell'amministrazione della giustizia una voce passiva
nel bilancio della nostra nazione: così esordisce Filippo Massacci nella
presentazione del nuovo libro del Procuratore Bruno Tinti "La questione
immorale" giovedì sera, alla sala consiliare del comune di Monteprandone.
Se aumenta costantemente il numero di libri-inchiesta dai titoli inquietanti
fondati il più delle volte, su serissime inchieste giornalistiche o su
esaurienti analisi condotte da professionisti ed esperti, sembra che essi
finiscano spesso col creare il "caso" mediatico senza scalfire
significativamente la consapevolezza dell'opinione pubblica, che
all'indignazione iniziale fa seguire i segnali inequivocabili dell'avvenuta
digestione a testimonianza del fatto che tutta l'indignazione del mondo non
sempre è sufficiente a produrre nuovi fatti. E' a questo fenomeno che il
Procuratore Bruno Tinti collega il suo personale pessimismo riguardo la
questione "giustizia" quando, dopo averne
vissuto professionalmente e analizzato nei suoi libri le infinite incongruenze
e gli inestricabili nodi, arriva a sostenere di non riuscire ad intravedere,
almeno a breve termine, la possibilità e, meglio, la volontà, di un mutamento di
direzione nell'affrontare il problema "giustizia"
nel nostro paese. Eppure non si sottrae ad un compito che non può che spettare
a uomini di legge: quello di cercare di portare alla consapevolezza comune
tutti i passaggi dell'algoritmo che, nell'insieme delle sue variabili, conduce
al risultato che tutti abbiamo sotto gli occhi: il blocco della
"macchina" della giustizia italiana. Un
discorso sulla giustizia non può che iniziare dalla
Costituzione e, anche, da quel sentimento, tutto italiano, che accompagna le
nostre considerazioni riguardo la legge e coloro che lavorano perché venga
rispettata: una non sana diffidenza. Potremmo disquisire lungamente sulle
origini storico sociali di questo atteggiamento, e c'è chi forse lo ha fatto,
se non fossimo ormai all'emergenza. Le costituzioni nascono, a partire
dall'esperienza della Rivoluzione francese e dal concetto di separazione dei
poteri, per porre un limite alla potestà assoluta dei sovrani nel momento in
cui nuove classi sociali si affacciano sulla ribalta della storia
"ufficiale". Le società si fondano sempre sulla mediazione degli
interessi di cui sono portatrici le categorie sociali che, nel tempo, si
formano al loro interno e agiscono. La storia ci insegna che si è trattato
spesso di mediazioni piuttosto violente giacchè il potere
è qualcosa che, per sua natura, difficilmente si accetta di condividere con
altri. In questo ambito il senso delle moderne costituzioni è quello di offrire
una garanzia a che alcuni interessi non prevalgano su altri, una volta dato il
principio che i sottoscrittori del patto sociale che sta alla base delle
nazioni democratiche siano soggetti che si presentino ad essere riconosciuti
dalle leggi in modo paritario. Le norme costituzionali delineano quindi
l'ambito di "libertà" all'interno del quale chi governa lo stato in
rappresentanza degli elettori, può operare con leggi ordinarie in modo che il
compito politico della progettazione delle finalità generali della nazione non
scavalchi i principi etici e valoriali su cui la nazione stessa ha deciso di
fondarsi. E' chiaro che ogni Costituzione è il frutto del momento storico in
cui è stata elaborata, ma è altrettanto vero che i principi e i valori di
riferimento di una nazione non cambiano ad ogni mutare di vento, né possono
forzatamente essere snaturati e calpestati sulla base di contingenze ed
interessi "particolari". In questo contesto la nostra Costituzione è
una delle migliori esistenti, "un capolavoro di ingegneria giuridica"
in cui le tante anime del paese, uscite dall'esperienza devastante della
dittattura e della guerra, avevano voluto immaginare e progettare una nazione
diversa, dove ognuno avesse uno spazio garantito contro le tentazioni
prevaricatrici e avventuristiche di cui si erano sperimentate le desolanti
conseguenze. Eppure, ci dice Tinti riguardo al sollevamento dell'eccezione di
incostituzionalità per le leggi ordinarie, oggi si tende a considerarla solo
una "pietra d'inciampo", una mera questione formale facilmente
aggirabile attraverso qualche trucco giuridico: e di prestigiatori del diritto
se ne trovano ormai a iosa, data la sempre crescente richiesta di mercato
dell'articolo. Ciò che è in gioco, ormai da tempo, nei confronti della giustizia e trasversalmente alle diverse posizioni
politiche, afferma Tinti, è il tentativo della classe dirigente di sottrarsi al
controllo di legalità circa il proprio operato e di spostare l'equilibrio della
bilancia dei poteri verso un rafforzamento dell'esecutivo. Vanno in questa
direzione le proposte che da tempo vengono sollecitate da più parti e trovano
ampio risalto sulla stampa: separazione delle carriere (giudicante e
inquirente), l'abolizione o la limitazione dell'uso delle intercettazioni
telefoniche, l'affermazione della discrezionalità dell'azione penale, opposta
alla obbligatorietà oggi vigente, l'abrogazione degli articoli 58 e 59 del
codice di procedura penale che istituiscono le sezioni di Polizia Giudiziaria
presso le procure (visto che l'articolo della Costituzione che le prevede può
così più facilmente essere svuotato di senso pur senza porre in atto tentativi
di modifica della Carta certo più lunghi e onerosi). Ma nessuna delle proposte
così febbrilmente e diligentemente elaborate potrebbe, sostiene Tinti, accorciare in percentuale significativa la durata dei processi rendendo più efficiente il
funzionamento della Giustizia nel nostro paese. Secondo l'autore infatti, la
"madre" di tutte le inefficienze ha una data di nascita precisa: il
1989 con l'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale a firma
dell'allora ministro Vassalli. Il nuovo codice, ispirato a quello
americano, ne recepiva alcuni elementi senza riuscire a riprodurne
l'equilibrio, finendo per acuire ed aggravare pesantemente l'inefficienza del
nostro sistema portandolo negli anni, secondo Tinti, all'attuale paralisi.
L'accentuazione dell'aspetto garantista, obiettivo della riforma Vassalli, ha
lo scopo, alla vigilia della stagione di "Manipulite", di
salvaguardare da ingombranti effetti "legali" le vicende di una
politica che si va rivelando sempre più invischiata e connivente con un mondo
degli affari che pratica la corruzione a livello di sistema trasformando la
mediazione politica in scambio di favori tra potenti. Su questa strada siamo
andati ormai molto avanti senza nessun segnale di significative inversioni di
tendenza, anzi, creando artatamente nell'opinione pubblica visuali distorte dei
problemi in campo con lo scopo di estorcerne il
consenso alimentando disinformazione. In ambito giuridico infatti, comprendere
il significato di ciò che davvero accade e di ciò che viene proposto non è
semplice per il comune cittadino che avrebbe invece tutto il diritto di poter
conoscere quali sono le conseguenze pratiche nell'ambito della convivenza
civile di iniziative dai nomi così suggestivi. Ed è proprio questo l'intento
del Procuratore Tinti, il servizio che ha inteso rendere a tutti i cittadini
che vogliano comprendere dall'interno ciò che davvero non funziona
nell'amministrazione della giustizia. L'analisi
dettagliata delle contraddizioni e delle incongruenze in cui un giudice è
costretto quotidianamente ad operare accomunano Tinti ad altri operatori della giustizia che hanno tentato di comunicare il loro
qualificato punto di vista in altre opere relative alla questione "giustizia". La nostra domanda a questo punto è la
seguente: perché verso ciò che i giudici affermano dal confronto diretto con i problemi legati alla pratica della loro professione viene
esercitato un pregiudizio di parzialità e credibilità? Non dovremmo noi
cittadini nutrire allora lo stesso pregiudizio verso chi, in barba alla
Costituzione, progetta riforme diffondendo informazioni incomplete o
tendenziose circa i problemi della giustizia
in Italia? 03/05/2009
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
PERSONAGGIO pag. 9
La mossa di Benessia, che vuole Torino più forte in Intesa Porta la Compagnia
al 10% distanziando gli altri soci ETTORE BOFFANO Il padre, che gestiva un
ristorante a San Salvario, il quartiere torinese adesso diventato uno dei più
multietnici in Italia, era stato maitre al Casinò di Montecarlo. Per Angelo
Benessia, avvocato e presidente della Compagnia di San Paolo, nato a Torino il
18 ottobre 1941 da genitori cuneesi, quell´effimero incrocio familiare con la
roulette e con il baccarat segnò un´impronta indelebile della sua personalità.
«Gioca a carte per passare il tempo, ma mai scommettendo soldi
raccontano due amici che trascorrono i weekend con lui Lo ripete spesso:
mio padre tornò da Montecarlo ammonendomi, non giocare mai denaro!» Nessuno saprà mai però se quelle
stesse parole le abbia pronunciate anche lunedì scorso quando ha comunicato al
consiglio della fondazione bancaria primo azionista di Intesa SanPaolo, che la
partecipazione sarebbe salita ancora: dal 7,96% al 9,89. Quasi due punti: ma né
per gioco né per azzardo. Semmai con una mossa imprevista quanto si vuole
(l´opzione put su un derivato con gli inglesi di Barclays), ma non certo per
rischiare e che adesso ridisegna gli assetti di potere dentro la più importante
banca italiana; stoppa l´alleanza tra Generali e Crèdit Agricole con un patto
che vale anch´esso il 10% e prepara un feeling ancora da decifrare tra Giuseppe
Guzzetti, patron di Fondazione Cariplo e lui: Angelo Benessia. E che
soprattutto ha svelato all´Italia delle banche l´inedita versione di stratega
abile e deciso che l´avvocato torinese non si era ancora mai visto ritagliare
addosso dall´establishment nazionale. Non che non fosse già noto, con quella
dozzina di incarichi importanti tra Torino e Milano: una vicepresidenza in Rcs,
un passaggio in Telecom (si dimetterà nel 2000 e dopo sarà l´autore di una
lunga deposizione davanti alla procura subalpina che indagava su l´affaire
Tim-Seat), uno infine nel cda Fiat. Un posto, quest´ultimo, che gli varrà le
ironie di "Dagospia", pronto a ribattezzarlo "BeneFiat",
anche se definire Benessia un "legale del Lingotto" (come il suo
predecessore in Compagnia, Franzo Grande Stevens) sarebbe fuorviante. Giurista
di livello, "non smette mai di studiare", compagno di vita e di professione
di Cristiana Maccagno, docente universitaria e nipote del pittore Enrico
Paulucci (hanno due figlie, una laureata in legge e una fisica), ha scritto o
pensato gli statuti e i percorsi di tutto ciò che a Torino riguarda la finanza:
compreso il documento fondamentale di quella Compagnia di San Paolo che guida
dal 9 giugno 2008. Elegante, nel vestire e in un gesticolare un po´
ecclesiastico (appena arriva la primavera si sposta in bicicletta), vagamente
rassomigliante al cardinal Martini. A volte altero, come chi sa di contare e di
essere intelligente. «Ma come spesso capita - spiegano ancora gli amici della
domenica - basta frequentarlo per scoprire che in realtà non è arrogante».
Colto, come quasi tutti quei professionisti torinesi che, dopo l´ultima guerra,
si raccolsero attorno al Partito d´Azione e alla non ostilità al Pci di
Togliatti. Un modo di essere che è rimasto in certa intellighenzia subalpina,
quella figlia di "Casa Einaudi" e dei "Ragazzi di Via Po":
progressisti, liberal-socialisti, ma con molta simpatia per Bobbio piuttosto
che per il Psi di Craxi, per la ritrosia politica degli Agnelli piuttosto che
per le discese in campo di Berlusconi. Il liceo lo frequenta al "San
Giuseppe", scuola cattolica anche di Gianni e Umberto Agnelli. Poi la
laurea, con una tesi di diritto penale discussa con Marcello Gallo, ex
commissario d´accusa nel processo Lockheed. Infine, una passione mai nascosta
(e che anzi gli è servita molto nel lato mondano della sua immagine) per la
musica. E per gli amatissimi Bach e Richard Strauss, viatico verso la
presidenza dell´Unione Musicale che a Torino fa arrivare, un anno sì e uno no,
i Berliner. Un pedigree sociale e culturale di tutto rispetto dunque e che
avrebbe dovuto solo spianargli la strada verso quella Compagnia considerata
ultimo baluardo della torinesità di Intesa SanPaolo, dopo la fusione avviata
nell´estate del 2006 da Enrico Salza (e benedetta da Romano Prodi) che preferì
Bazoli e Passera agli spagnoli di Santander. A complicare tutto, però, ecco
spuntare la politica e soprattutto il sindaco Sergio Chiamparino cui spetta
designare alcuni componenti del consiglio di gestione e dare l´indicazione
pesante sul nome del presidente. Mai nella storia della Compagnia questa norma
non scritta, che proprio Benessia non aveva inserito nello statuto, era stata
disattesa. Sarà così anche nel giugno 2008, ma con qualche incidente di
percorso. Chiamparino frequenta l´avvocato dagli Anni 80, quando entrambi sono
consiglieri dell´Istituto Gramsci: un altro dei salotti buoni dove si
consolidano "complicità" tra la politica e l´imprenditoria
progressiste. Il sindaco sa che il declino anagrafico di Grande Stevens è
inevitabile e ha deciso da tempo che il suo antico amico ne sarà il successore.
Quel "padrinaggio" politico, però, creerà più di un problema. Nella
Torino delle Olimpiadi e delle spese esagerate per la cultura pubblica,
Compagnia di San Paolo è diventata la vera "cassa" alla quale il
Comune attinge. Chi è contro Benessia e Chiamparino (anche Salza arriccia il
naso) ribattezza il primo "Bancomat": destinato cioè a governare per
conto del sindaco e a foraggiare le spese pubbliche. Nel frattempo, qualcuno si ricorda che Gustavo Zagrebelsky ha scritto le
sentenze della Corte Costituzionale che hanno riconosciuto la costituzionalità
delle fondazioni bancarie e mette in lizza il suo nome. Alla fine, però, ogni
cosa si conclude come previsto, ma dal quel momento Benessia comincia a stupire
un po´ tutti compreso, dicono i più maligni, il sindaco. L´ex presidente
dell´Unione Musicale che, appena nominato, aveva preteso che in quella
associazione gli incarichi diventassero gratuiti, dà uno scossone anche al ben
più importante palazzo che ospita la Compagnia in corso Vittorio Emanuele nel
quartiere Crocetta: si autosospende dallo studio professionale e da ogni altro
incarico. Ai componenti del consiglio di gestione della fondazione, invece,
suggerisce (e ottiene) la rinuncia ad assumere altri compiti negli organismi
della Compagnia. Un´innovazione importante rispetto alla gestione Grande
Stevens, così come si trasforma anche l´ufficio del presidente: fuori arazzi e
mobili Luigi XV, dentro per la prima volta il computer. Il secondo colpo
Benessia lo assesta proprio al settore cultura. La Compagnia aveva costituito
una fondazione autonoma destinata a finanziare l´Arte e che da anni, sotto
l´influenza dell´ex vice-presidente Carlo Callieri, gioca un ruolo di
"Babbo Natale" per tutto ciò che riguarda l´intrattenimento
piemontese. Mostre, eventi, persino lo spettacolo teatrale di Luca Ronconi del
2006 olimpico costato oltre 10 milioni di euro. La fondazione con Benessia
rimane, ma rientra dentro la Compagnia : quasi a voler accorciare il controllo
della spesa. Due mesi fa, invece, sentito dalla Commissione cultura del Comune
di Torino, l´avvocato gela l´assessore Fiorenzo Alfieri che vorrebbe altri
soldi per il Museo di arte orientale appena inaugurato: «Li avrete quando
saprete recitare a memoria i cartellini delle bacheche
»
Cultura, insomma, per il neopresidente non sembra voler dire eventi e kermesse che non lasciano
traccia, ma piuttosto finanziamenti alle eccellenze del Politecnico e
dell´Università, per aiutarli a superare il vero gap italiano: «E´ l´incapacità
della nostra istruzione di favorire la mobilità sociale e di selezionare la
classe dirigenti senza vincoli di ceto e di censo», aveva scritto qualche anno
fa in un articolo. Infine, ecco l´ultima epifania di un Benessia stratega
dell´alta finanza. Una rivelazione scritta in poche righe in fondo a un
comunicato, con la notizia dell´aumento in Intesa SanPaolo. Ma con una
filosofia (le fondazioni bancarie, a diversità dei privati, devono pensare alla
stabilità degli istituti che controllano) già anticipata nel novembre scorso,
quando il presidente si smarcò dall´ennesimo piagnisteo sulla supremazia di
Milano rispetto a Torino. Da Corrado Passera giunge il segnale che bisogna far
cadere Piero Modiano, l´ex direttore generale: milanese, area Pd come Salza, e
che arriva dall´Unicredit. Benessia tace, in un silenzio sabaudo che gli deriva,
rispetto a una certa vanità torinese, dalle sue origini cuneesi. Non si
intromette, mentre altri (compreso un po´ anche Chiamparino) strepitano. E il
suo primo vero messaggio: il vertice della Compagnia sta con i pochi che a
Torino si sono fatti un giudizio oggettivo. Non contano i pacchetti azionari e
neppure le volontà per ritrovare un equilibrio fra Piemonte e Lombardia, semmai
servirebbe un management davvero torinese, giovane, capace e unito. Magari in
silenzio: alla moda dei cuneesi e maneggiando il denaro degli altri senza mai
farsi accecare dall´azzardo. Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica
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( da "Sannio Online, Il"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Cultura e
Spettacoli: Giustizia civile e mondo delle imprese Pubblicato il 04-05-2009 Si
è svolto a Napoli un interessante incontro dove si è discusso dellesigenze
di semplificazione e
del nuovo ruolo del giudice... Il convegno svoltosi a Napoli nei giorni scorsi
e organizzato da Unione Industriali, Ordine degli Avvocati e Magistratura
Indipendente è stata loccasione per discutere del delicato tema
del rapporto tra Giustizia
civile e mondo delle imprese, nellottica di favorire
quellefficientizzazione e quella semplificazione che si rendono sempre più necessarie. Si è
infatti giustamente osservato che lattuale situazione di
crisi del sistema giudiziario arrivi a rappresentare un ostacolo allo sviluppo
del sistema economico soprattutto per le nuove imprese, le quali preferiscono
limitarsi a firmare contratti con partner che conoscono e che garantiscono
affidabilità. Le principali vittime di questa situazione di inefficienza del
processo civile, peraltro, non sono le grandi aziende, che normalmente
utilizzano listituto dellarbitrato, ma sono invece le piccole medie
imprese che, come noto, rappresentano nel loro insieme lossatura portante
del sistema economico produttivo del Paese. Nel corso del convegno sono stati evidenziati
alcuni dati assai impressionanti: un rapporto realizzato da un importante
istituto bancario ha evidenziato che in tema di ostacoli alla crescita delle
piccole e medie imprese linefficienza giudiziaria pesa per il 12% collocandosi
dopo la sola burocrazia. La concorrenza asiatica incide sulla crisi solo per il
2% e linefficienza infrastrutturale per il 7%. Ma non è tutto, secondo
uno studio della commissione tecnica della finanza pubblica del Ministero dellEconomia
la somma che lo Stato potrebbe essere costretto a pagare per
lirragionevole durata dei processi a seguito di condanne per la Legge
Pinto ammonterebbe a circa 500 milioni di euro lanno. Tutto
questo deve fare riflettere il legislatore, gli operatori del settore e ciascuno dei soggetti che
sono chiamati a confrontarsi sui delicati temi in materia di giustizia,
affinché davvero si arrivi ad avviare, o meglio riprendere, quel confronto in
modo che sia, sì sempre franco, ma allo stesso tempo alieno da contrapposizioni
puramente ideologiche e da logiche di pura fazione; che sia cioè
contraddistinto da un clima, come si è registrato qualche rara volta nel
passato, che veda le parti, pur nella doverosa distinzione di competenze e
responsabilità, proiettate a convincersi lun laltra sulla
qualità di ciascuna propria proposta piuttosto che impegnate nella mera critica
delle posizioni altrui. Un tavolo di questo tipo, sono certo, renderebbe un
notevole servizio al Paese e sarebbe in grado di dare risposte, che peraltro non sono più
procrastinabili. Linefficienza della giustizia
civile in Italia costituisce uno dei fattori che condizionano la competitività
e la capacità di crescita dellItalia, rendendo talvolta
parzialmente inefficaci le riforme realizzate dal Parlamento in differenti materie (concetto
recentemente richiamato con chiarezza anche dal Governatore della Banca dItalia). Vi è un
problema di qualità della giustizia (con connessa esigenza di una maggiore qualificazione del
personale giudiziario e
quindi di una attenta selezione dello stesso e continua riqualificazione). Ma
vi è anche un problema di tempestività della giustizia, nodo problematico che del primo rappresenta invero una
sfaccettatura. Ed infine vi è un problema di risorse a disposizione
della giustizia e delle capacità di gestione delle
stesse. Tutto ciò genera, evidentemente, costi rilevanti per leconomia
che studi di respiro internazionale hanno stigmatizzato. Si pensi a quelli
realizzati dalla Banca Mondiale con il rapporto «Doing Business» o quelli svolti dal Cepej, la
Commissione europea per lefficienza della giustizia.
Studi questi che hanno evidenziato come una non rigorosa applicazione delle
leggi determini effetti negativi sui mercati finanziari. Infatti, i creditori,
non potendo confidare su di una tutela del proprio credito, sono tentati
di pretendere tassi di interesse più elevati o di concederne di meno,
condizionando per tal via laccesso al mercato dei capitali
degli investitori. Ma una
giustizia non di qualità scoraggia la creazione di
nuove imprese e disincentiva anche gli investimenti delle imprese industriali,
estere o nazionali. Infatti, per un verso, limpossibilità di
confidare in una pronta tutela in sede giudiziaria costituisce fattore che
distorce la
concorrenza ed agevola solo loperato di quelle imprese che, già
radicate nel tessuto economico, possono offrire una buona reputazione e così
mantenere e conquistare fette di mercato. Per laltro, quella insicurezza
della giustizia spinge gli operatori economici esteri ad evitare
di operare in Italia e quelli nazionali ad espandersi, complice il costo del
lavoro ed una fraintesa tutela costituzionale del lavoratore, non sul
territorio nazionale, ma in paesi terzi. I lavori svolti a Napoli hanno poi
suggerito di approfondire la verifica, nel più ristretto ambito locale, dellimpatto
sulle economie locali dei modelli di giustizia efficiente, che pure
si registrano in Italia. Si tratta, invero, di verificare se sussista un
rapporto diretto tra la tempestività della risposta giudiziaria e la vivacità
della situazione economica locale, misurata questultima
utilizzando quale parametri di riferimento la percentuale di creazione di nuove
imprese e di permanenza delle stesse sul mercato oltre che alle relative dimensioni. La complessità di questa
operazione è data dal fatto che quella vivacità incidono tanti altri fattori,
quali, ad esempio, la capacità di sviluppo dellarea, la
sussistenza di capitale umano, di infrastrutture, di «capitale sociale» e di
finanziamenti. Ebbene,
studi effettuati hanno evidenziato come ad una giustizia
più inefficiente faccia da pendant uno scarso numero di imprese, ed in
particolare di società di capitali e comunque a dimensioni medie delle imprese
inferiori. Le stime suggeriscono che linefficienza della giustizia
incide negativamente sulle dimensioni soprattutto nei settori che dipendono in
misura maggiore dalla disponibilità di finanza esterna: in questi casi una
tutela adeguata dei finanziatori è essenziale per la crescita. Il convegno di
Napoli ha dunque il grande merito di aver prodotto una approfondita analisi del
problema trattato, ma ha anche posto laccento su alcuni dei
rimedi, evidenziando come la digitalizzazione del processo civile e la
selezione dei dirigenti degli uffici giudiziari (al di là delle correnti, e secondo il
parametro delle capacità gestionali) siano traguardi sin da
subito possibili da raggiungere senza particolari riforme e possano
rappresentare prime risposte davvero efficaci.
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Sorrento.Approda
alla Commissione Agricoltura del Senato il disegno di legge sui patti agrari
presentato dal senatore Raffaele Lauro (nella foto). Il documento, sottoscritto
anche da altri trentacinque senatori bipartisan, è stato esaminato l'altro
giorno dalla nona Commissione permanente dell'Agricoltura, presieduta dal
senatore Paolo Scarpa Bonazza Buora. In sede referente, è stato assegnato in
relazione alla senatrice Laura Allegrini. Il disegno di legge è finalizzato
all'aggiornamento dell'articolo 9 legge 203/82. L'articolo che prevedeva la
determinazione dell'equo canone mediante coefficienti da
applicare al reddito dominicale dei terreni riferiti ai redditi del 1939,
ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale, non vi era stata alcuna
iniziativa legislativa per colmare questa lacuna. «Da allora - spiega Nino
Cuomo che ha suggerito l'iniziativa al senatore Raffaele Lauro - gli affittuari
di terreni agricoli sono rimasti senza tutela. Ecco perché è auspicabile
che l'iter procedurale del disegno di legge possa, al più presto, essere
trasmesso alla Camera dei deputati per la definitiva approvazione e colmare un
vuoto legislativo che investe anche le iniziative di tutela degli storici
agrumeti della penisola sorrentina». Una regolamentazione, dunque, che tenga
conto dei costi di produzione e che riconosca un compenso ai capitali investiti
e alle migliorie apportate dagli affittuari.
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Lunedì 4 Maggio
2009, Q 29 Agordina - Fiori Barp 3 - 0 Altivolese - Castion
4 - 1 Bessica - Caerano 0 - 2 Cisonese - CSM Farra 2 - 2 Foen - Lentiai 2 - 1 Juventina - Montegrappa 0 - 1
P. Tegorzo - Maser 1 - 1 Sernaglia - SP Calcio 2 - 1 CLASSIFICA
Cisonese291892632563Montegrappa2917102623361Caerano291775542558Bessica291766554157CSM Farra291577543552SP
Calcio291469402444Maser2910910323639P. Tegorzo299911313836Foen2910514425535Juventina298813374232Agordina299515375832Altivolese298516485829Lentiai296914284227Sernaglia2951113364926Castion296815375826Fiori
Barp293620286515PROSSIMO TURNO (10/05/09): Agordina - Cisonese, Caerano -
Sernaglia, Castion - Juventina, Fiori Barp - Bessica, Lentiai - CSM Farra, Maser - Altivolese, Montegrappa - Foen, SP Calcio
- P. Tegorzo,
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Cisonese
- Virtus Csm 2-2 Lunedì 4 Maggio 2009, GOL: pt 29' Pradetto, 35' E. Simoni, st
12' Pradetto, 40' rig. Puppetti. CISONESE: Bellotto, Gallina (st 43' Tormena),
De Vecchi, Cesca, Marostica, Baggioli, Bianco, Nadir, Pradetto, Buffon (st 7'
Benincà), Trinca.
All. De Vecchi. VITRTUS CSM FARRA SOLIGO: Gosetto,
Meneghin (st 22' Zandonà), Gallon, Mognon, M. Nardi, N. Nardi (st 6' Baratto),
Tonon, Vassalli, E. Simoni, Pupetti, Bittante (st 27' Di Girolamo). All. R.
Mognon. Grossa occasione persa dalla Cisonese che si vede beffare da due
decisioni arbitrali che hanno lasciato perplessi e delusi i sostenitori che
ormai credevano nella promozione.
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Bomber Sartor stacca
tutti Lunedì 4 Maggio 2009, GIRONE P-F-O 18 GOL: Rizzo (Mignagola). 16: Zanon
(Salvatronda). 15: Pietrobon (Cendon), Vettoretti (Salvarosa) 14: Trentin
(Godigese). 13: Cremasco (Godigese). 12: Rizzato (Casale), Mattiuzzo (S.
Elena). GIRONE Q 27 GOL: Sartor (Montegrappa) 25: Buffon (Cisonese). 23: F.
Pellizzari (Bessica. 20: Biasion (Foen). 19: Bortot (Sernaglia). 14: Pradetto (Cisonese), Pastro (Bessica), E. Simoni (Virtus
Csm). GIRONE R 22 GOL: Facchin (Limana). 20: N. Giovanelli (S.Lucia Mille) 18:
L. Giovanelli (S.Lucia - Mille). 16: Soravia (Auronzo), Bandiera (S. Lucia
Mille). 15: M. Ros (S. Lucia - Mille).
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Lunedì 4 Maggio
2009, GIRONE B Miotto non va in gol ma rimane in vetta. 24 gol: Miotto
(Vedelaghese). 21: Ruffato (CSM Resana). 16: Gobbo (Csm Resana). 14: Gashi, Scaboro (S.
Antonino), Fornasier (Valdosport). 12: Fregolent (Volpago), Zago (Fontane),
Spagnol (Vidor). 11: Schiavon (Rovere), Vettor (Fanzolo), Tiziani (Milan
Guarda), Bertuola (Fontane). 10: Favaro (Badoere), Tessaro (Vidor), Menegazzo
(Valdosport), Conte (Rovere), Adustini (Padernello), Canonico (S.
Gaetano). 9: Filippi (Vidor), Possamai, Dal Molin (Valdosport). Binotto
(Fanzolo). 8: Vedelago, Pavan (Fontane), Fabbian (Csm Resana), Minotto
(Postioma), Peveri (S. Gaetano), Cattarin (Fanzolo).
( da "Gazzettino, Il (OgniSport)"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Soravia insidia il
trono di Facchin Lunedì 4 Maggio 2009, GIRONE Q 27 GOL: Sartor (Montegrappa)
25: Buffon (Cisonese). 23: F. Pellizzari (Bessica. 20: Biasion (Foen). 19:
Bortot (Sernaglia). 14: Pradetto (Cisonese), Pastro (Bessica), E. Simoni (Virtus Csm). 13: D. Bortolon (Altivolese), Puppetti
(Virtus Csm), M. Alberton (Castion), Bacchetti (S.P. Calcio 2005). 11: Gelisio
(Juventina), Zandonà (Bessica). 10: Merlo (Caerano), Robassa (Juventina),
Binotto (Montegrappa), Bentivenga (Altivolese). 9: Tavarner (Lentiai),
Bittante (Virtus Csm). 8: L. Nussio (Castion). 7: Carretta (S.P. Calcio 2005),
Rahli (Piave Tegorzo), Farenzena (Agordina).
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)"
del 04-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Nazionale)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))
Argomenti: Giustizia
Si terrà oggi (con
inizio alle 16) e domani (inizio alle ore 10) il seminario «Vere e false
alternative nella teoria della Giustizia. Nell'aula Pessina
della Federico II si alterneranno importanti relatori come il presidente
emerito della Corte Costituzionale, Francesco Paolo Casavola, il preside di
Giurisprudenza, Lucio De Giovanni, Sergio Moccia, ordinario di Diritto penale.
Dopo la loro introduzione la prima fase dell'intervento di Josè de Sousa e
Brito (giudice del tribunale costituzionale del Portogallo). Intervento che proseguirà domani con gli
interventi di Alessandro Serpe, Valeria Marzocco e Carlo Nitsch. Le conclusioni
sono affidate a Giovanni Marino, ordinario di Filosofia del diritto. Josè de
Sousa e Brito è una delle più rilevanti personalità del diritto europeo.
Attualmente è guest professor presso la Nova Universidade de Lisboa.
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)"
del 04-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Nazionale)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Benevento))
(Mattino, Il (Salerno)) (Mattino, Il (Avellino)) (Mattino, Il (Circondario
Sud1))
Argomenti: Giustizia
VIVIANA LANZA Non
c'è aria di primavera, ma un freddo gentile che sembra favorire i ricordi. È
una giornata della memoria, questa domenica napoletana dedicata ai giornalisti
vittime delle mafie e del terrorismo. Nell'Auditorium Rai vengono ricordati i tanti
cronisti uccisi, un elenco di nomi più o meno noti, più o meno celebrati: da
Giancarlo Siani, il cronista del Mattino assassinato dalla camorra, a Mario
Francese, giudiziarista siciliano ucciso dalla mafia, Enzo Baldoni, morto in
Iraq, Italo Toni e Graziella De Palo, inghiottiti dalla guerra in Libano. La
cerimonia, promossa un anno fa dall'Unione nazionale cronisti, è in
concomitanza con la manifestazione internazionale che l'Onu intitola alla
libertà di informazione. E così il ricordo diventa l'occasione per ribadire il
valore della libertà. «Una stampa libera e indipendente è garanzia di tutti», ha sottolineato il presidente della Corte Costituzionale
Francesco Amirante. Sulla stessa linea i presidenti di Senato e Camera, Renato
Schifani e Gianfranco Fini, nei messaggi inviati all'Unci. Parlare di libertà
di stampa sembra quasi un'ovvietà: «Non è ovvio che la stampa deve essere
libera - ha ribadito Enzo Iacopino, segretario nazionale dell'Ordine dei
giornalisti - sarebbe bello ma così non è. Quali che siano i governi, il
tentativo di condizionare e limitare la stampa si ripete con sistematicità».
«Troppi colleghi - ha ricordato Guido Columba, presidente dell'Unci - subiscono
intimidazioni e violenze e troppi sono stati uccisi in Italia e nel mondo. Nessuno
aveva la vocazione dell'eroe ma non si sono accontentati della versione di
comodo e hanno cercato di raccontare la verità». Erano presenti il presidente
dell'Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli, i presidenti
dell'Assostampa Enzo Colimoro e dell'Unione cronisti Renato Rocco e il
segretario nazionale dell'Usigrai Carlo Verna. All'invito dell'Unione cronisti
hanno aderito tra gli altri il questore Santi Giuffrè, il comandante
provinciale dei carabinieri Gaetano Maruccia, il generale dell'Arma Franco
Mottola, il presidente del Consiglio regionale della Campania Sandra Lonardo
che è intervenuta nel dibattito evidenziando l'importanza di una «informazione
giusta, lontana dalle logiche dell'interesse di parte ma che rispetti la
persona». Una targa è stata consegnata a tre giornalisti napoletani -
Alessandro Migliaccio, Claudio Pappaianni e Amedeo Ricucci - per aver subìto
aggressioni e intimidazioni.
( da "Dire" del
04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Immigrati, i
giuristi: ddl sicurezza, violati i diritti dei minori ROMA - I giuristi
dell'Asgi continuano la loro battaglia in merito al disegno di legge sulla
sicurezza, che violerenne i diritti fondamentali delle persone, in particolare
dei minori, per le misure previste per gli immigrati. L'Associazione attiva sul
tema della legislazione rivolta ai migranti, invia un appello al Parlamento
paventando gravi conseguenze qualora il disegno di legge dovesse essere
approvato. Scrive l'Asgi: "In seguito alla discussione e all'approvazione
in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati dell'art. 45,
comma 1, lett. f) del disegno di legge A.C. 2180, che introduce l'obbligo per
il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno in sede di richiesta
di provvedimenti inerenti agli atti di stato civile o all'accesso a pubblici
servizi, vogliamo precisare i seguenti punti: riguardo agli atti di stato
civile e in particolare alla dichiarazione di nascita e al riconoscimento del
figlio il sottosegretario Mantovano ha affermato in Commissione Affari
Costituzionali che l'art. 45, comma 1, lett. f) non impedirebbe la
dichiarazione di nascita e il riconoscimento del figlio, in quanto la donna in
stato di gravidanza e nei sei mesi successivi al parto e il marito con essa
convivente possono ottenere un permesso di soggiorno per cure mediche, e
inoltre sarebbe preclusa all'immigrato irregolare soltanto la possibilita' di
chiedere provvedimenti in suo favore, mentre la dichiarazione di nascita
costituisce un atto nell'interesse del bambino". Con riferimento alla
prima argomentazione, precisa l'Asgi, si segnala come la soluzione prospettata
"riguardi solo alcuni casi, escludendo invece le seguenti situazioni, che
rappresentano probabilmente la maggioranza: gli stranieri che non siano in
possesso di passaporto o documento equipollente, posto che l'art. 9 del DPR
394/1999 richiede l'esibizione di tali documenti ai fini del rilascio del
permesso di soggiorno in oggetto; il padre naturale, in quanto la sentenza della Corte Costituzionale n. 376/2000 ha esteso la possibilita'
di ottenere il permesso di soggiorno esclusivamente al marito regolarmente sposato".
Per quanto riguarda poi il secondo punto, si ritiene che il fatto che la
dichiarazione di nascita costituisca un atto nell'interesse del bambino
"non sia assolutamente sufficiente a eliminare ogni dubbio interpretativo
escludendo l'applicazione della disposizione in oggetto". Continua
l'Asgi: "Riguardo all'accesso a pubblici servizi e in particolare alla
scuola si richiama l'attenzione sul fatto che benche' i minori stranieri siano
soggetti all'obbligo scolastico e abbiano il diritto all'istruzione a
prescindere dalla regolarita' del soggiorno, vi e' il serio rischio che ai
genitori di minori stranieri sia chiesto l'esibizione del proprio permesso di
soggiorno al momento dell'iscrizione a scuola del minore, in quanto
'provvedimento inerente l'accesso a pubblici servizi'. Tale interpretazione
sarebbe naturalmente in assoluto contrasto con il diritto all'istruzione
riconosciuto dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e l'adolescenza e
dalla normativa italiana". "Parimenti - sottolinea l'associazione -
si ritiene sussista il concreto ed ancor piu' grave rischio che ai dirigenti
scolastici possa essere richiesto di denunciare i genitori degli alunni
stranieri che non siano in regola con il permesso di soggiorno a seguito
dell'introduzione della nuova fattispecie penale di ingresso e soggiorno
irregolare di ogni straniero, senza distinzione, che si propone di introdurre
con l'art. 21 disegno di legge A.C. 2180. Si determinerebbe cosi' una
gravissima situazione nella quale un numero imprecisabile di minori stranieri
non accederebbero piu' alle istituzioni scolastiche per timore di essere
denunciati direttamente (loro ed i rispettivi genitori) da quelle stesse
istituzioni pubbliche chiamate a tutelare in primis i diritti fondamentali
dell'infanzia. Tale prospettiva non puo' che destare massimo allarme in tutta
la comunita' democratica". 4 maggio 2009
( da "01net" del
04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Fondo per il
salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in crisi La
delibera sostituisce la precedente dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale 04 Maggio 2009 Nella Gu
n. 69 del 24 marzo 2009, è stata pubblicata la delibera Cipe 18 dicembre 2008,
n. 110 relativa ai criteri e alle modalità di funzionamento del Fondo per il
finanziamento degli interventi per il salvataggio e la ristrutturazione delle
imprese in difficoltà. La delibera sostituisce la delibera 22/07
dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale.
Possono accedere al Fondo le imprese organizzate in forma di società di
capitali che si trovino in difficoltà, ai sensi della normativa comunitaria,
occupino non meno di 50 dipendenti e non operino nei settori del carbone,
dell'acciaio, della pesca, dell'acquacoltura e della agricoltura. Con la nuova
delibera, l'operatività del Fondo è stata estesa in modo generalizzato anche
alle medie imprese. Il Fondo interviene sia ai fini del salvataggio, sia della
ristrutturazione. Gli aiuti per il salvataggio consistono in un sostegno
finanziario temporaneo e reversibile, della durata massima di sei mesi,
finalizzato a mantenere in attività l'impresa per il tempo necessario a elaborare
un piano di ristrutturazione o di liquidazione; sono concessi ad imprese che
non abbiano presentato istanza giudiziale per l'accertamento dello stato di
insolvenza e assumono esclusivamente la forma di garanzia statale su
finanziamenti bancari contratti dall'impresa. Gli aiuti per la ristrutturazione
sono basati su un piano industriale e finanziario per il ripristino della
redditività Del. Cipe 18.12.2008, n. 110, Gu 24.3.2009, n. 69 (per maggiori
approfondimenti vedi Finanziamenti e credito, Novecento Media)
( da "Blogosfere" del
04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Mag 09 4 Il Mostro
di Firenze torna ad uccidere in Tv. Intervista ad Enrico Manieri, consulente
nel processo a Pacciani e collaboratore del Tg1: "Sì al plastico di Vespa,
no all'informazione emotiva sui delitti" Pubblicato da Ernesto Siciliano alle
21:35 in Annunci, Interviste, Scenari dei Media 9Colonne) -Roma, 4 maggio
(citare la fonte). Il mostro di Scandicci torna sul luogo dei suoi efferati
delitti. Stavolta, per fortuna, solo per finzione scenica. La vallata del
Mugello e le colline intorno al capoluogo toscano ospitano in questi giorni la
folta troupe della serie tv in sei episodi prodotta dalla Wilder per Fox
Channels Italy su uno dei gialli italiani più inquietanti. I telespettatori
vedranno il film in autunno su FoxCrime, canale 114 di SKY. Il cast comprende
oltre 700 comparse. Il protagonista Ennio Fantastichini, nei panni di Renzo
Rontini, è affiancato da Marit Niessen, Nicole Grimaudo, Giorgio Colangeli,
Bebo Storti, Marco Giallini, Corso Salani, Duccio Camerini. La fiction "Il
Mostro di Firenze" fa così rivivere l'incubo del serial killer che ha
ucciso nelle campagne toscane ben sedici persone, dal 1968 al 1985, attraverso
l'ossessione di giustizia di Renzo Rontini, padre di
una delle vittime. Sua figlia Pia è assassinata nel 1984, quando ha appena 18
anni. Da allora, quest'uomo consacra la sua vita alla ricerca della verità,
abbandonando il suo lavoro di ingegnere navale che lo ha portato a compiere ben
diciotto volte il giro del mondo, per aiutare gli inquirenti a individuare lo
spietato assassino che infierisce sempre con la stessa arma: una pistola
Beretta 70, calibro 22 Long Rifle. La dolorosa missione lo consuma poco a poco
, fino a provocarne la morte con un infarto che lo fulmina nel 1989. Le
potenzialità drammaturgiche di una figura umana così commovente, appassionata e
dalla vita avventurosa non potevano passare inosservate agli autori della
fiction, Daniele Cesarano, Barbara Petronio e Leonardo Valenti. "Cercavamo
- spiega Cesarano- un filo conduttore che non fosse per forza un investigatore.
Rontini ha indagato sempre, ma non come nei film americani, quello che scopriva
lo portava agli inquirenti. Smette di lavorare per farlo, si rovina. Cerca la
verità nelle udienze; era una consuetudine la sua presenza in aula, che il
giudice, il giorno in cui non lo vede arrivare, lo chiama a casa. Quando
condannarono Vanni, Pacciani e Lotti, Rontini disse: 'Sento odore di giustizia'. Ma voleva tutta la verità". La storia dei
delitti perpetrati dal Mostro presenta innegabili aspetti pruriginosi. L'assassino,
o gli assassini, colpiscono quasi sempre giovani coppie appartate ed in quattro
casi asportano il pube ed il seno sinistro delle donne uccise. Il regista
Antonello Grimaldi precisa però che la sua fiction non intende rendere
"morboso il racconto", ma solo illustrare "come la tragedia
abbia devastato un uomo". L' inchiesta porta alla condanna in via
definitiva dei cosiddetti "compagni di merende", Pietro Pacciani,
Mario Vanni, morto poche settimane fa, e Giancarlo Lotti. Ma il caso è ancora
aperto. Le Procure di Firenze e Perugia ricercano tuttora i mandanti. Quale
contributo può dare il film di Fox Crime all'inchiesta ancora in corso? Enrico
Manieri, consulente tecnico di parte per la difesa nel processo d'Appello
contro Pietro Pacciani ed autore del blog
"mostro-di-firenze.blogspot.com" , divide il compito dei media da
quello della magistratura. "La produzione della Fox -dice a 9 Colonne-
adotta il punto di vista di un padre. Come ogni fiction dà un taglio diverso
alle vicende reali ed enfatizza l'aspetto emotivo. E' una narrazione del tutto
rispettabile ed ha finalità spettacolari. Mi auguro solo che le persone si
rendano conto che un film è un film, così come un programma televisivo rimane
tale. La realtà è diversa. Il rischio dell'intervento dei media sulle vicende
di cronaca nera è la semplificazione. In questo caso ci sono già stati alcuni
risvolti mediatici anomali. Alcuni addetti ai lavori, tra cui un giudice, hanno
scritto dei libri sulla vicenda. Personalmente avrei atteso la fine del
processo per rendere pubbliche alcune informazioni delicate". Manieri si è
interessato alla vicenda del Mostro di Firenze per una ragione che definisce
etica. "Ho lavorato nel settore delle armi - racconta- fino al 1995.
Allora chiesi al giudice istruttore di inviarmi le copie delle perizie
balistiche per scrivere alcuni articoli su riviste del settore. In seguito sono
stato chiamato come esperto a fare il consulente di parte. In quella occasione
ho tra l'altro fatto presente che il bossolo ritrovato nel giardino di Pacciani
era stato tagliato, un particolare di cui nessuno si era reso conto".
Consulente della Rai per alcuni programmi sul crollo delle Torri Gemelle
dell'11 settembre 2001, ci tiene a segnalare i rischi di interferenze negative
del processo mediatico con quello giudiziario.
"Oggi il pubblico- spiega- travisa spesso il compito degli inquirente. La
comunicazione generalista ha caratteristiche fisiologiche. Deve sottolineare
gli aspetti umani, semplificare. La informazione giudiziaria corretta dovrebbe
essere più tecnica, ma non è compatibile con l'esigenza televisiva di escludere
temi molto crudi in determinati orari e di non annoiare il pubblico. I rischi è
inoltre di ampliare il discorso, di annacquare tutto". I rimedi a questo
pericolo di spettacolarizzazione superficiale ci sono: i programmi più
credibili sono quelli che non filtrano la realtà. "La mediazione degli
autori - avverte Manieri- è insidiosa. Mi piace molto invece il programma di
Rai 3 'Un giorno in pretura', perché mostra la realtà così com'è, sottopone le
testimonianze delle parti in causa direttamente al giudizio dello spettatore.
Un'altra minaccia alla ricerca della verità sono le strumentalizzazioni dei
consulenti e degli addetti ai lavori. Si crea una sorta di star system giudiziario, composto da persone che appaiono sempre in tv e
acquistano potere di influenza. Questi personaggi per
di più diventano spesso autorevoli grazie all'esposizione mediatica piuttosto
che in base ai reali meriti professionali. Ci vorrebbe una turnazione di questi
esperti. E dovrebbe crescere il coefficiente 'tecnico' dei programmi. Da questo
punto di vista, vedo bene il plastico di Cogne usato da Bruno Vespa, una sorta
di emblema della comunicazione televisiva che è stato inopportunamente
stroncata. E' invece un contributo valido, usato nei tribunali per
rappresentare la scena del reato. Oggi la tecnologia consente di andare oltre.
Penso alla recente ricostruzione tridimensionale fatta in tv del delitto del
tifoso della Lazio, Gabriele Sandri". L'antidoto alla
corruzione mediatica della Giustizia esiste, a suo parere: "Ci vogliono
-conclude- più informazioni tecniche e meno suggestioni emozionali per
focalizzare la realtà giudiziaria. Il pubblico deve imparare a distinguere.
Troppe persone invece hanno ormai metabolizzato le idee magiche trasmesse da
alcune fiction come CSI o RIS, in cui si risolvono i casi con l'esame di
una goccia di sangue..."
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Inchiesta Why Not:
alcuni indagati protestano Ritengono che il rinvio a giudizio debba essere
annullato perché non sentiti a giudizio CATANZARO. Alcuni indagati dellinchiesta Why Not lamentano di non
essere stati interrogati, nonostante lo avessero chiesto dopo lavviso
di conclusione indagini, e sostengono che la richiesta di rinvio a giudizio è
nulla. Lavvocato Giovanni Lacaria sostiene, in una nota, che
rimango sbigottito
ed allibito nel prendere atto dalla stampa che è stata formulata una richiesta
di rinvio a giudizio anche nei miei confronti quando a prescindere da ogni
altra considerazione, che farò nelle sedi più opportune, avevo chiesto di
essere sottoposto ad interrogatorio e, benché la legge obblighi il Pubblico
Ministero ad effettuare tale atto istruttorio, una volta concluse le indagini
preliminari, non sono mai stato interrogato. Non sarà certo la nullità della
richiesta di rinvio a giudizio ad acquietarmi ma tutto ciò conferma lunilateralità
di vedute che io chiederò di essere approfondita sotto il profilo penale e
disciplinare nei confronti di chi ha violato la legge. Per Sabatino
Savaglio, anchegli indagato nellinchiesta, la certezza sulla
mancanza di serenità e
di equidistanza degli organi inquirenti la ricavo dal fatto che la smania e la
fretta di dare una risposta di pretesa efficienza agli occhi dei mass media,
questi ultimi sicuramente suggestionati dallabile e squallido
regista di questa drammatica
vicenda, ha prevalso sullobbligo su di essi incombente di disporre
il mio interrogatorio avendone fatto io espressa richiesta tramite il mio
difensore. Su ciò, come vengo reso edotto dal mio avvocato, potrò eccepire, in
sede di udienza preliminare, una nullità che comporterà la nuova trasmissione degli atti alla
Procura al fine di ottemperare al dovuto e non facoltativo interrogatorio.
Non potrò - prosegue Savaglio - comunque ritenermene soddisfatto, quando
nella sostanza non posso ipotizzare un approccio sereno nei miei riguardi, visto tra laltro
che ogni potenziale dubbio su presunti miei contatti equivoci è stato
positivamente chiarito dallattività incrociata di Guardia di Finanza e
Carabinieri, che allunisono hanno concluso positivamente a mio favore, con il supporto di una
significativa prova documentale qual è la documentazione bancaria. Il peso
politico e mediatico del dipietrista De Magistris continua ad influenzare la
serenità di giudizio dei magistrati catanzaresi, incapaci di prendere decisioni
pur ovvie ma che necessiterebbero, per essere assunte, di un minimo di coraggio
e realismo. Da parte dei magistrati di Catanzaro la volontà di triplicare il
numero degli indagati, proprio come risposta a De Magistris, è stata
pubblicamente dichiarata nel mese di dicembre 2008, prima alla stampa e poi al
Csm. Si continua, anche dopo De Magistris, a sposare i teoremi di chi essendosi
arricchito sulle spalle del bilancio regionale e di centinaia di lavoratori,
prosegue a sollevare cortine fumogene per nascondere le proprie malefatte,
condizionando loperato di magistratura, polizia
giudiziaria e parte dei mass media. Il mio status di indagato -
conclude - si perpetua in una vicenda in cui qualsiasi persona che abbia un
minimo di conoscenza delle norme di diritto commerciale e societario sa che non ho avuto e non ho
qualsivoglia potere e responsabilità per il ruolo rivestito. Lunica
responsabilità che mi si vuole addebitare è quella di essere amico di Tonino
Saladino, e forse, leggendo le farneticanti e strumentali dichiarazioni rilasciate a varie Procure,
quella di essere antipatico a chi in tutta la faccenda Why Not sembra essere il
punto centrale. Si prosegue infatti a seguire una ideologica e filosofica
interpretazione di fatti svoltisi, tra laltro, in periodi in cui i rapporti tra me e molti
degli altri indagati erano inesistenti.(02-05-09)
( da "Romania Libera"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
> Cititi online
anunturile din ziarul Romania libera: Greva, amanata
temporar si teza reprogramata Aida Danaila Marti, 05 Mai 2009 Pe ultima suta de
metri, dupa mai bine de sase ore de negocieri, sindicatele si guvernantii au ajuns la
un acord si dascalii au renuntat la greva generala de astazi. Teza la romana
s-a amanat pentru joi, 7 mai. Conflictul dintre cadrele didactice si
guvernanti, care i-a prins la mijloc exact pe beneficiarii serviciilor de educatie,
adica pe elevi, s-a transat provizoriu cu doar 12 ore inainte de greva generala
anuntata initial pentru astazi. Culmea ridicolului in tot acest scandal a
atins-o Gheorghe Pogea, ministrul Finantelor. Cu detasare, acesta declara ieri,
inainte de inceperea discutiilor cu sindicalistii care au avut loc la
Ministerul Educatiei, Cercetarii si Inovarii, ca nu stie care sunt problemele
acestora, dar a venit cu "ganduri bune pentru dialog". Cu un asa
ministru, nici nu este de mirare ca avem o astfel de economie si criza
economica ne va ingenunchea definitiv. Reamintim ca nemultumirile dascalilor nu
dateaza de ieri, de azi, ci de anul trecut. Dupa ce fostul parlament a votat o
lege prin care salariatilor din invatamant urma sa li se majoreze leafa cu 50%,
fostul premier Calin Popescu Tariceanu a emis mai multe ordonante pentru
blocarea aplicarii legii. Evident, pentru ca era nevoie de votul lor, sa nu
uitam ca este vorba de cateva sute de mii de salariati in Educatie, in campania
electorala dascalii au fost asigurati de politicieni ca daca vor castiga
alegerile vor aplica legea in cauza. Numai ca, imediat ce au ajuns la
guvernare, politicienii au aflat cu "stupoare" ca este criza si nu
sunt bani in vistieria tarii, desi Tariceanu spusese deja acest lucru. si nu
doar ca nu s-a mai vorbit de nici o majorare salariala, dar s-a ajuns in
situatia in care s-a redus si bugetul alocat educatiei pentru acest an, de la
6% aprobat initial, la 4% dupa prima rectificare bugetara, deci sunt in
primejdie cateva mii de posturi didactice. Intrucat toate discutiile nu s-au
soldat cu nimic clar in ceea ce priveste majorarea salariala, cele patru
federatii sindicale din invatamant si-au consultat membrii si astfel s-a ajuns
la decizia de blocare a actualului an scolar, prin boicotare, deci
neparticiparea la examenele nationale – teze cu subiect unic, bacalaureat,
admitere la liceu, la facultate. Ajunsi moneda de schimb, elevii care astazi ar
fi trebuit sa dea teza la romana au stat cateva zile cu "inima la
gat" si s-au uitat neputinciosi cum cei mari se joaca de-a greva pe seama
viitorului lor. Pericolul grevei generale nu a trecut, fiind pe moment doar
amanat. Dupa multe ore de negocieri, aseara la ora 18 cele patru federatii
sindicale din invatamant si ministrul Educatiei, Cercetarii si Inovarii au
ajuns la un acord care urmeaza a se semna zilele urmatoare. Printre prevederile
acestui acord se numara: Nivelul veniturilor salariale ale cadrelor didactice
nu va fi afectat in viitoarea grila de salarizare bugetara, dascalii vor fi plasati
pe o pozitie corespunzatoare importantei activitatii pe care o desfasoara s–a
decis constituirea unei comisii mixte (MECI – sindicate) de monitorizare a
investitiilor care se deruleaza in sistemul educational definitivarea
principiilor si a calendarului privind descentralizarea sistemului educational
si pastrarea titularizarii profesorilor etc. Greva generala nu s-a anulat, ci
doar s-a amanat. Presedintele Traian Basescu a declarat ca
"isi asuma eroarea promulgarii legii salarizarii profesorilor". Din aceeasi
categorie: Repartizarea dosarului Becali, verificata de CSM Biletele la meciul Steaua-Dinamo se
pun in vanzare mainePatriciu afirma ca nu l-a incurajat pe Radu Duda sa
candideze la prezidentiale Voteaza
( da "Romania Libera"
del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia
> Cititi online
anunturile din ziarul Romania libera: Basescu ii trimite pe
magistrati la colegii din CCR Marti, 05 Mai 2009 Presedintele Traian Basescu a
sesizat Curtea Constitutionala pe tema sporurilor salariale pe care si le-au
autoacordat magistratii
prin decizii judecatoresti. El a declarat ca nu este normal ca puterea
judecatoreasca "sa incerce sa-si atribuie o prerogativa pe care nu o are
prin Constitutie, aceea de a gestiona o parte din bugetul statului".
Presedintele a mai explicat ca, in anul 2000, o data cu reforma din domeniul
salarizarii magistratilor, toate sporurile acestora au fost introduse in
salariul de baza, pentru mai multa transparenta. Acest fapt nu i-a impiedicat
insa pe magistrati si personalul de specialitate asimilat acestora sa solicite
in instanta acordarea altor sume in baza mai vechilor sporuri. "Va dau
cateva exemple: prima de concediu, sporul de anticoruptie – ca si cum un
magistrat, pentru a fi corect, trebuie sa aiba un spor de anticoruptie–, sporul
pentru vechimea in munca, coeficienti de multiplicare diferiti, sporul de
specializare – ca si cum un magistrat ar trebui sa nu fie specializat –, sporul
de periculozitate, sporul de confidentialitate, sporul de risc si
suprasolicitare neuropsihica, tichete de masa, sporul de fidelitate – ca si cum
nu juram fidelitate institutiilor din care facem parte–, suplimentul postului,
sporul de permanenta. Sunt doar cateva exemple de sporuri obtinute de
magistrati care au dat in judecata si ei insisi au judecat", a explicat
seful statului. In afara conflictului dintre autoritatea judecatoreasca, de o
parte, si Parlament si Guvern, de cealalta parte, invocat de presedintele
Basescu, pe masa judecatorilor constitutionali va ajunge si un altul, ridicat
chiar de reprezentantii magistratilor. Este vorba de sesizarea pe care a
anuntat ca o va depune Consiliul Superior al Magistraturii pe motiv ca o serie
de acte emise de Guvern, inclusiv cele referitoare la rectificarea bugetara, nu au avizele CSM si Inaltei Curti de Casatie si Justitie. Intreaga discutie se
suprapune divergentelor legate de legea unica a salarizarii. Din aceeasi
categorie: Geoana promite pensii si salarii mai mari pe bani europeniUDMR isi
pregateste revenirea la guvernareColaborarea PDL-PSD Dolj, discutata la centru
Voteaza
( da "Cittadino, Il"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Referendum, pressing
della Lega ma il Pd è deciso a votare il "sì" ROMA Gli ammiccamenti
tra Lega e Pd per una riforma elettorale che modifichi il "porcellum"
vanno avanti, e si allargano all'Udc. E, mentre protagonisti parlano già dei
possibili sistemi elettorali su cui discutere, a dividere è l'atteggiamento da
tenere di fronte al referendum, con il Pd che insiste sul suo "sì"
nonostante le critiche e le lusinghe del Carroccio. Quanto al Pdl, tutti i
dirigenti ribadiscono l'intenzione di non voler mettere mano alla riforma
elettorale. Dopo il colpo di scena costituito dalla profferta di Umberto Bossi
a discutere di riforma elettorale, in cambio di un "no" al
referendum, il segretario dei Democratici Franceschini ha affermato di non
voler cambiare idea: «La direzione ha approvato questa linea - ha detto in
un'intervista al «Corriere della Sera» - con oltre cento voti contro cinque.
Tornare indietro per una battuta detta da Berlusconi significherebbe non essere
un partito, ma solo un gruppo di persone impaurite». Su Franceschini sono
piovute le critiche del Carroccio, con Cota, Calderoli e Castelli, che avanza
il «sospetto» di «accordi segreti» con Berlusconi.Un dietro-front del Pd, come
ha spiegato Franceschini, è impensabile: anche perché, sottolinea Salvatore
Vassallo, «la sola eventualità di tenere il referendum ha rimesso in moto la
discussione» sulla riforma. Oltretutto nel Pd c'è la convinzione che solo una
percentuale di votanti abbastanza alta, superiore al 40%, anche se inefficace
ai fini del referendum, può rimettere in agenda la riforma elettorale.
Peraltro, nel Pd c'è chi afferma che una riforma sia possibile anche in caso di
raggiungimento del quorum e di vittoria del sì. Scenario su cui scatta il veto
del Pdl: se vincesse il sì «ogni tentativo di dar vita a nuove leggi elettorali
con maggioranze spurie sarebbe duramente contrastato dal Pdl, senza il quale
oggi in Parlamento nessuna riforma è possibile». «Solo alla fine di una
legislatura - rincara la dose Cicchitto - ci si può occupare di cambiare la
legge elettorale, a meno di non aver deciso di andare ad elezioni molto
anticipate».Il combinato disposto di una vittoria del "sì" e di
elezioni anticipate, che potrebbero consegnare la maggioranza parlamentare al
solo Pdl, spinge Linda Lanzillotta a invitare il proprio partito, il Pd, a rivedere
la propria posizione e ad aprire subito il confronto con la Lega su una nuova
legge.Un passo ulteriore lo compie uno dei promotori del referendum, Arturo
Parisi: si potrebbe mettere mano alla riforma addirittura prima del fatidico 21
giugno. Basterebbe una leggina che ripristini il precedente sistema
maggioritario a collegio uninominale, il Mattarellum, che non dispiace alla
Lega. Secondo una sentenza della Corte Costituzionale
approvare una riforma con un referendum già indetto, è possibile solo con il
parere favorevole del Comitato promotore. E il suo presidente, Giovanni
Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta
i due principi del maggioritario e del bipartitismo. Paletti che
chiudono la strada ai due sistemi più gettonati, lo spagnolo e il Mattarellum,
che sono sì maggioritari ma non bipartitici. Scenari che ricordano il 1994 con
la caduta del primo governo Berlusconi, li evoca Rocco Buttiglione (che fu uno
dei protagonisti all'epoca) che invita a «creare una grande alleanza
Pd-Udc-Lega per fare una legge elettorale democratica», una «grande alleanza
che poi - aggiunge il presidente dell'Udc - potrebbe andare alle urne per
battere Berlusconi».Giovanni Innamorati
( da "Giornale di Brescia"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione: 05/05/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Referendum: il Pd fermo sul
sì, Lega critica ROMAGli ammiccamenti tra Lega e Pd per una riforma elettorale
che modifichi il «porcellum» vanno avanti, e si allargano all'Udc. E, mentre
protagonisti parlano già dei possibili sistemi elettorali su cui discutere, a
dividere è l'atteggiamento da tenere di fronte al referendum, con il Pd che
insiste sul suo «sì» nonostante le critiche e le lusinghe del Carroccio. Quanto
al Pdl, tutti i dirigenti ribadiscono l'intenzione di non voler mettere mano
alla riforma elettorale. Dopo il colpo di scena costituito dalla profferta di
Bossi a discutere di riforma elettorale, in cambio di un «no» al referendum, il
segretario del Pd Franceschini ha affermato di non voler cambiare idea: «La
direzione ha approvato questa linea con oltre cento voti contro cinque. Tornare
indietro per una battuta detta da Berlusconi significherebbe non essere un
partito, ma solo un gruppo di persone impaurite». Su Franceschini sono piovute
le critiche del Carroccio, ma un dietro-front del Pd, come ha spiegato
Franceschini, è impensabile: anche perché, sottolinea Vassallo, «la sola
eventualità di tenere il referendum ha rimesso in moto la discussione» sulla
riforma. Oltretutto nel Pd c'è la convinzione che solo una percentuale di
votanti abbastanza alta, superiore al 40%, anche se inefficace ai fini del
referendum, può rimettere in agenda la riforma elettorale. Per altro, nel Pd
c'è chi afferma che una riforma sia possibile anche in caso di raggiungimento
del quorum e di vittoria del sì. Scenario su cui scatta il veto del Pdl: se
vincesse il sì, affermano esponenti come Capezzone o Bocchino, «ogni tentativo
di dar vita a nuove leggi elettorali con maggioranze spurie sarebbe duramente
contrastato dal Pdl, senza il quale oggi in Parlamento nessuna riforma è
possibile». «Solo alla fine di una Legislatura - dice Cicchitto - ci si può
occupare di cambiare la legge elettorale, a meno di non aver deciso di andare
ad elezioni molto anticipate». Il combinato disposto di una vittoria del sì e
di elezioni anticipate, che potrebbero consegnare la maggioranza parlamentare
al solo Pdl, spinge Linda Lanzillotta a invitare il proprio partito, il Pd, a
rivedere la propria posizione e ad aprire subito il confronto con la Lega su
una nuova legge. Un passo ulteriore lo compie Parisi: si potrebbe mettere mano
alla riforma addirittura prima del fatidico 21 giugno. Basterebbe una leggina
che ripristini il precedente sistema maggioritario a collegio uninominale, il
Mattarellum, che non dispiace alla Lega. Secondo una
sentenza della Corte Costituzionale approvare una riforma con un referendum già
indetto, è possibile solo con il parere favorevole del Comitato promotore. E il
suo presidente, Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un
sistema che rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo.
Paletti che chiudono la strada ai due sistemi più gettonati, lo spagnolo e il
Mattarellum, che sono sì maggioritari ma non bipartitici. Scenari che ricordano
il 1994 con la caduta del primo governo Berlusconi, li evoca Rocco Buttiglione
che invita a «creare una grande alleanza Pd-Udc-Lega per fare una legge
elettorale democratica».
( da "Arena, L'" del
05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Martedì 05 Maggio
2009 NAZIONALE Pagina 4 PROCESSI. Oggi l'appello al ministro Alfano Giustizia
in crisi, sono 6,6 milioni gli «arretrati» Si rischia lo stallo nel 2011 Urgono
fondi dal governo ROMA Giustizia italiana a rischio bancarotta»: sono 6 milioni
e 600mila i processi pendenti tra civile e penale.
Ieri il presidente dell'Anm Luca Palamara ha chiesto «un vero tavolo di
confronto» per risolvere il problema denunciando: «siamo in una situazione di
insolvenza, è prossimo il pericolo del fallimento», che arriverà, secondo i
vari sindacati di categoria, nel 2011, quando arriverà l'ultimo dei tre tagli
di risorse previsti per il settore, 450 milioni di euro. Prodromica al tavolo e
ai tanto auspicati interventi sarà quindi la «Giornata nazionale della giustizia», un mega-incontro organizzato per oggi a Roma.
Invitati anche il ministro Angelino Alfano, la presidente di Confindustria Emma
Marcegaglia e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. Intanto, i
numeri disegnano un quadro quantomai desolante: le pendenze civili al 2007
ammontano a 5 milioni e 400 mila; quelle penali a 1 milione 500mila: per
eliminarle occorrerebbero rispettivamente 16 mesi e 13 mesi di lavoro
esclusivo. Una condizione irrealizzabile sia perchè la produttività attuale «è
ai limiti dell'intollerabilità» sia per il numero elevatissimo dei nuovi
procedimenti: 4,5 milioni nel civile e 1,6 nel penale. Al
«forte incremento» della domanda di giustizia da parte dei cittadini, segnalato soprattutto dall'aumento delle
pendenze del civile (cresciute del 400% in 30 anni e poi ancora del 129% dal
1990 al 2007), ha corrisposto la contrazione del personale giudiziario, passato da 53.000 unità del
1998 ai 43.982 del 2008 e dei dirigenti (dai 432 del 2001 a 347 del
2008). Parallelo il taglio degli investimenti: dai 7.665.369.477 di euro del
2005 si è arrivati ai 7.560.741.030 del 2009 e, secondo i sindacati, nel 2010 è
previsto un ulteriore taglio di 442 milioni di euro.
( da "Arena, L'" del
05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Martedì 05 Maggio
2009 CRONACA Pagina 10 NUOVI INCARICHI. L'insediamento ufficiale del magistrato
avverrà nelle prossime settimane Barbaglio, prima riunione in Procura Il suo
insediamento ufficiale sulla seconda poltrona della Procura avverrà più avanti
ma ieri il nuovo procuratore aggiunto Angela Barbaglio ha partecipato alla
riunione con i colleghi veronesi. Un incontro informale, per quanto riguarda i
saluti, seguito da una riunione pratica. Sarebbe infatti prevista una modifica
che riguarda le competenze dei singoli magistrati e soprattutto la riduzione
degli attuali quattro gruppi di indagine a tre con conseguente riorganizzazione
degli uffici. Oltre alla dottoressa Barbaglio, tutt'ora in forza alla procura
di Vicenza, è previsto l'arrivo di un nuovo sostituto procuratore a
completamento della pianta organica. Il nuovo procuratore aggiunto, lo
ricordiamo, è stato designato il primo aprile al termine della votazione del
plenum del Consiglio superiore della magistratura: ottenne tredici voti a
favore contro le undici preferenze della collega Maria Cristina Motta, anche
lei candidata alla seconda poltrona della procura scaligera che in
quell'occasione ricevette il voto del vicepresidente del Consiglio Superiore
della magistratura, Nicola Mancino, e del presidente della Corte di Cassazione.
Una vittoria di misura determinata dal voto, favorevole alla dottoressa
Barbaglio, espresso da Fabio Roia di Milano, togato di Unicost. In caso di
parità, infatti, l'incarico sarebbe andato alla dottoressa Motta poichè aveva ricevuto
le preferenze «qualificate» del presidente della Cassazione
e del vicepresidente del Csm. L'incarico sarà ufficialmente assunto tra qualche
mese, per il pm Barbaglio, che lasciò Verona nel 2003, si tratta quindi di un
ritorno nella Procura in cui aveva lavorato 21 anni. Sempre come pubblico
ministero, ruole che lei stessa aveva definito un «ruolo difficile, motore del
processo».
( da "Italia Oggi"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Diritto e Fisco data: 05/05/2009 - pag: 26 autore: di Marino Longoni Nel
dibattito organizzato da ItaliaOggi su Class/Cnbc lo scontro tra il potere legislativo e giudiziario
Elusione, legislatore in fuorigioco Il richiamo a norme costituzionali rende
inutile ogni riforma Sull'abuso di diritto la cassazione sembra aver messo il
legislatore in fuorigioco. E' quanto emerso nel corso del dibattito televisivo
andato in onda ieri su Class/Cnebc (che sarà disponibile da questa sera sul
sito www.italiaoggi.it), che ha visto lo scontro tra i rappresentanti del mondo
delle imprese e delle professioni, da una parte, ed
esponenti del potere giudiziario, dall'altra.Maurizio Leo, consapevole degli enormi problemi creati dalle recenti sentenze
della cassazione sull'abuso di diritto (o, più correttamente, sull'elusione
tributaria), ha dato tutta la disponibilità del legislatore a introdurre una
modifica normativa. In particolare, ha detto Leo, si sta pensando ad una
norma che corregga l'articolo 37 bis del dpr 600 dettagliando meglio il primo
comma ed elimanando la parte casistica, contenuta nel terzo comma. Ma questo,
ha detto Leo, sarebbe del tutto inutile se poi la giurisprudenza di legitimità
continuerà a riferirsi all'articolo 53 della Costituzione, creando così, di
fatto, una norma di rango costituzionale fuori dalla portata del legislatore
ordinario. Per questo Leo ha chiesto alla magistratura un segnale di
disponibilità. Segnale che però, almeno per ora, non c'è stato.Anzi, Mario
Cicala, che ha firmato come relatore alcune delle sentenze sull'abuso di
diritto, ha rivendicato con forza il ruolo della magistratura nell'opera di
creazione del diritto. Secondo il magistrato oggi in Italia, il diritto vigente
è una creazione congiunta del legislatore e della giurisprudenza. E non solo in
materia tributaria. L'azione della magistratura è sempre più importante per
l'evoluzione dell'ordinamento giuridico e non c'è nullla di strano, quindi, che
anche in questa materia la Cassazione sia interventa con forza per allargare il
campo di operatività della norma codificata (l'articolo 37 bis del dpr 600) in
materia di elusione fiscale. E contro chi obiettava che quest'azione ha reso
molto problematiche le scelte degli imprenditori, Cicala ha obiettato che il
nostro non è un ordinamento fondato su un approccio liberistico. E' anzi
connaturato alla nostra storia e alla nostra cultura giuridica che la libertà
economica dei singoli incontri dei limiti. In sostanza: non tutto ciò che è
vietato deve essere considerato permesso.Contro questa impostazione si sono
scagliati i rappresentanti del mondo delle imprese, delle professioni e della
ricerca accademica, presenti al dibattito.Secondo Claudio Siciliotti,
presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti
contabili, le recenti pronunce della Cassazione hanno gettato imprese e
professionisti in una situazione di insopportabile incertezza. Di fatto ora le
scelte imprenditoriali sono sottomesse all'arbitrio dell'amministrazione
finanziaria e della giurisprudenza. Non c'è dubbio che un ordinamento nel quale
la certezza del diritto sia così calpestata, non si presta certo ad attrarre
investimenti stranieri! La situazione è molto seria anche a giudizio di Ivan
Vacca, condirettore generale di Assonime, anche perché la valutazione ex post
delle valide ragioni economiche si presta, nella pratica, ad arbitri e
fraintendimenti. Secondo Vacca il passo falso commesso dalla Cassazione
consiste nell'aver indirizzato in questo senso l'operato dell'amministrazione
tributaria, invece che nella valutazione di quale sia stata la norma
sostanziale violata dal comportamento elusivo dell'imprenditore. Inoltre,
sempre secondo Vacca, la Cassazione non si è limitata a colmare le imperfezioni
normative prodotte dal legislatore, ma è andata ben oltre, creando una norma
che peraltro mal si concilia con il diritto vigente e codificato. Giuseppe
Marino, docente di diritto tributario all'Università statale di Milano, ha
visto nelle dichiarazioni di Cicala la manifestazione di uno scontro tra i
poteri legislativo e giudiziario. Secondo Marino la
giurisprudenza dovrebbe invece limitarsi ad applicare le leggi vigenti
sottoponendo eventualmente al vaglio della Consulta le norme (in questo caso
l'articolo 37 bis, giudicato estremamente restrittivo) che sembrano in
contrasto con i principi costituzionali del nostro ordinamento giuridico.
Marino ha richiamato anche i giudici al rispetto delle norme procedurali,
garanzia di democraticità dell'ordinamento.
( da "Arena, L'" del
05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Martedì 05 Maggio
2009 PROVINCIA Pagina 23 Brevi SOAVE SCAMBIO CULTURALE GLI STUDENTI RECITANO IN
FRANCESE Stasera alle 20.30 alla scuola media Benedetto Dal Bene sarà messo in
scena dagli studenti lo spettacolo teatrale in francese «My fair lady» in onore
dei coetanei di Claye Souilly e della città tedesca di Kelheim, che in questi
giorni sono ospitati nelle case dei ragazzi soavesi per lo scambio culturale
con i due paesi gemellati. ZEVIO UFFICIO MOBILE ORARI E VIE SOTTO CONTROLLO La
polizia municipale rende noti orario e zone di presenza dell'ufficio mobile:
domani 9-10.30 a Santa Maria e 10.30- 12 a Perzacco. Venerdì 9-10.20 a
Campagnola e 10.30-12 a Santa Maria. Il 13 maggio 9-10.20 a Volon e 10.30-12 a
Santa Maria. Il 15 maggio 9-10.20 a Bosco e 10.30-12 a Perzacco. SAN BONIFACIO
UNIONE DI CENTRO INCONTRO PUBBLICO IN SALA BARBARANI L'Unione di Centro domani
alle 21 in sala civica Barbarani terrà un incontro sulla propria politica, con
l'intervento del deputato Antonio De Poli (segretario regionale), Stefano
Valdegamberi (assessore regionale al sociale), Stefano Marzotto (segretario
provinciale), Marco Bovo (direzione nazionale), Angelo Sofia (segretario
sezione locale), Stefano Bissa (direzione provinciale e
regionale), Ugo Bergamo (senatore e membro del Csm e candidato al Parlamento
europeo). ARCOLE INCONTRO SPIRITUALE IN PARROCCHIA PER I GIOVANI Mercoledì i
giovani si incontrano in parrocchia alle 20.30: i giovani e gli animatori sono
invitati a un incontro sulla lettura e riflessione della Parola. L'incontro
guidato si svolge nella cappellina della chiesa. SAN BONIFACIO CINEFORUM
CRISTALLO PROIEZIONE DEL FILM DI GABRIELE MUCCINO Domani e giovedì alle 21 al
cineforum Cristallo, la programmazione prosegue con il film di Gabriele Muccino
«Sette anime», storia di dolore e di redenzione, ispirata in parte a una storia
vera. SAN GIOVANNI LUPATOTO DONNE IN POLITICA INCONTRO IN CASA NOVARINI Il
salone di Casa Novarini ospita domani sera alle 20.30 l'appuntamento con la
serie di incontri sulle donne in politica. Tema della serata: «Reti tra donne e
organismi di parità».
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
FANO pag. 13 PILLOLA
del giorno dopo: intervengono il vescovo Armando Trasarti e il centro
diocesan... PILLOLA del giorno dopo: intervengono il vescovo Armando Trasarti e
il centro diocesano di Bioetica. «In relazione agli ultimi eventi affermano che
vedono esercitare pressioni sui medici obbligandoli alla prescrizione della
pillola del giorno dopo, il vescovo Trasarti e il Centro diocesano di Bioetica,
facendo proprie le affermazioni di Carlo Casini, ribadiscono come l'obiezione di coscienza sia un diritto garantito dall'articolo 9
della legge 194 confermato dalla Corte Costituzionale». «La pillola del giorno
dopo non costituisce, infatti, contraccezione ma rientra a pieno titolo nella
fattispecie dell'aborto farmacologico come anche il Tar del Lazio,
recentemente, ha fatto specificare sui foglietti illustrativi del farmaco».
Il centro di Bioetica considera quest'atto come «indebita pressione sui medici
fatta dalla direzione regionale delle Marche. Nessuno, infatti, precisa il
vescovo, può obbligare il medico ad agire contro coscienza e, questo, a maggior
ragione quando è previsto dallo stesso ordinamento giuridico. Non di secondaria
importanza è il fatto che l'atto della prescrizione di un farmaco è la
risultante' di un complesso processo valutativo di cui il medico è
responsabile. La direttiva delle direzione regionale «condurrebbe concludono il
vescovo a considerare i medici come meri esecutori». Risale ad un mese fa la
direttiva regionale che invitata i medici a prescrivere la pillola del giorno
dopo, percepita dagli stessi come un ingerenza nella loro professione. «Bisogna
considerare afferma Carlo De Marchi, ginecologo e candidato sindaco che nessun
medico può essere obbligato ad una prescrizione al di là del suo giudizio
clinico e che comunque la terapia può avere effetti collaterali». E ricorda che
il problema dell'obiezione di coscienza in merito alla pillola del giorno dopo,
a Fano, era già stata superata da tempo con l'impegno di tutti medici, anche
degli obiettori, perché il servizio fosse svolto ugualmente.
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
REGGIO pag. 6 Il
marito morì folgorato sul lavoro Vedova attende da 2 anni giustizia NON HA
RICEVUTO UNA LIRA: E DEVE CRESCERE UNA BIMBA DI 4 ANNI LA TRAGEDIA si consumò
due anni fa. Un infortunio sul lavoro terribile, la storia di Tiziano
Aliprandi, artigiano modenese morto per folgorazione nell'aprile del 2007. Sono
passati più di due anni ma la procura non ha ancora potuto chiudere
l'inchiesta. Il sostituto procuratore che ha in mano gli atti, Luciano Padula,
intende fare il cosiddetto «415-bis», l'avviso di chiusura: ci sono due
indagati, non è dato sapere per quanti si profilerà la richiesta di rinvio a
giudizio. A bloccare il provvedimento è il mancato arrivo di alcune
integrazioni di indagine che deve fare l'Ausl. Di certo c'è che esiste una
donna rimasta senza marito, con una bimba di quattro anni da crescere, che non
ha ancora ricevuto una lira di risarcimento. Ed è per questo che l'avvocato di
parte offesa, Roberto Sutich, sollecita la chiusura delle indagini. A TENER
BANCO in queste settimane sono state le polemiche sulla vicenda Materia, il
procuratore capo che ha dato le dimissioni dopo essere stato attaccato dal
presidente dell'Associazione familiari vittime della mafia Sonia Alfano, e poi
dai grillini di Bologna per un pranzo con un pm in seguito condannato e con un
pentito di mafia in Sicilia: storie di una dozzina di anni fa, uscite mentre
Materia si accingeva a correre per la carica di procuratore capo a Bologna. Ma
chi ha a che fare con la giustizia, ossia il cittadino reggiano, si scontra con una realtà molto lontana da quella degli scontri
al Csm e intorno al Csm. E' la realtà di carichi di lavoro impressionanti che
finiscono sui tavoli dei pubblici ministeri, la realtà di tempi eterni per le
esecuzioni delle consulenze, insomma è il problema degli strumenti che non
garantiscono una giustizia giusta. ALIPRANDI, 40 anni, lattoniere di
Castelnovo Rangone, morì folgorato mentre eseguiva lavori di riparazione in
seguito a un'infiltrazione d'acqua in una ditta a Tressano di Castellarano.
Nell'ottobre 2007 fu depositata la perizia necroscopica. Poi le integrazioni,
non ancora depositate. E una vedova aspetta.
( da "Repubblica, La"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 3 - Cronaca
Nelle scuole parte la protesta "Siamo educatori, non poliziotti" Il
no dei professori: una legge disumana e repressiva Al via una raccolta di firme
tra i presidi: l´istruzione è un diritto, non possiamo negarla "Non solo
si danneggiano i ragazzini senza colpe, ma tutta la società" CATERINA
PASOLINI ROMA - E una mattina all´improvviso le cattedre diventano barricate in
difesa del diritto allo studio. Di tutti, italiani e stranieri, regolari e non.
Contro il provvedimento del governo, dopo la protesta dei medici contrari
all´obbligo di denuncia dei clandestini e che ieri hanno scritto a Fini perché
lo cancelli, si allarga la protesta. Arriva la rivolta dei professori ben
decisi a non diventare «presidi spia, perché noi siamo educatori non
poliziotti», a caccia di bambini senza documenti regolari. «Qui non si
denuncia, si insegna», ripetono. Non hanno dubbi loro che conoscono la fatica
di imparare per chi arriva da lontano, lo spaesamento di chi appare qualche
giorno in classe e poi si perde nelle strade della città. Chi non ha genitori
accanto che conoscano la lingua e lo aiutino a fare i compiti, chi viene
sfruttato, chi ha in classe l´occasione per cambiarsi la vita. «Questo
provvedimento, che prevede l´obbligo di denuncia se lo studente non ha il
permesso di soggiorno, è inumano, repressivo, foriero di gravi disagi per la
convivenza civile. Danneggia il minore, toglie un diritto», sbotta Armando Catalano,
che rappresenta più di duemila presidi della Cgil che sul sito wwww. flcgil. it
hanno cominciato a raccogliere firme all´insegna di «io educo non denuncio».
Perché, ripete, le leggi sanciscono il diritto all´istruzione, stabiliscono che
l´unico obbligo dei docenti è sottoporre i ragazzini ad una visita per le
malattie infettive. «Mentre così non solo si danneggia il minorenne che non ha
colpe, ma tutta la società: non verranno a scuola, non andranno in ospedale.
Col rischio di una moltiplicazione dei contagi». Minorenni puniti anche se
incolpevoli, condannati a perdere l´occasione di costruirsi un futuro migliore,
«L´istruzione è un diritto sancito dalla Costituzione, ma a parte questo
educando i giovani li si toglie dalla strada, gli si dà una possibilità. Senza
contare che gli insegnanti vedono se i bambini sono sfruttati, malmenati», dice
Giuseppe Losio preside della scuola media milanese Quintino Di Vona. Lo sa bene
Anna Sandi che più di una volta ha scoperto la «doppia vita» di alcuni suoi piccoli
alunni alla scuola elementare al Lorenteggio. Dormivano nelle fabbriche
dismesse lungo in Naviglio e nei giorni in cui sparivano dalla classe
chiedevano l´elemosina alla stazione, lavavano i vetri per strada. «Se questo
provvedimento è per proteggerli da chi li sfrutta bene, ma prima voglio
leggerlo, e di una cosa sono sicura: io i minori stranieri li accetto, li
iscrivo a scuola e non li denuncio solo perché clandestini». Non vogliono
denunciare ma come pubblici ufficiali, se passa il reato di immigrazione
clandestina, rischiano di vedersi obbligati a farlo. Altrimenti scatta la
denuncia penale. Come per i medici. «è da irresponsabili non cambiare la legge,
già ora c´è stato un calo del 15 per cento di immigrati ai pronto soccorso. Qui
si scherza col fuoco, con la salute di tutti. Un esempio? Abbiamo
4000 casi di tbc, il 30 % sono immigrati, se clandestini non verranno a curarsi
e si espanderà il contagio, con problemi per tutti, italiani compresi», dice
Massimo Cozza, segretario medici Cgil pronto a rivolgersi alla Corte costituzionale, a quella europea per
tutelare il diritto alla salute.
( da "Unita, L'" del
05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
La
giustizia negata di
Marzabotto che non trova spazio sulla Rai GABRIELLA GALLOZZI Sconvolgente. Non
per dire. Ma è davvero sconvolgente questo prezioso documento filmato da
Germano Maccioni, coraggioso filmaker bolognese, durante il processo per la
strage di Mazabotto che si è tenuto a La Spezia nel 2006. E cioè 62 anni dopo l'accaduto:
l'eccidio di Monte Sole, nell'Appennino bolognese, considerato uno dei massacri
più grandi perpetrati dai nazifascisti nell'Europa Occidentale. Qui, tra il 29
settembre e il 5 ottobre '44, un intero reparto delle SS, al comando del
maggiore Walter Reder, trucidò oltre 800 civili, donne, vecchi e tantissimi
bambini, 250 sotto gli 8 anni. Ed ora i ricordi strazianti dei sopravvissuti, i
bambini di allora salvati magari dai corpi dei genitori falciati dalle
mitragliatrici delle Ss, ritornano come una bomba nelle immagini di Lo stato di
eccezione (in dvd + libro per la collana «Documenti del presente» della
Cineteca di Bologna, 14.90 euro). Una bomba contro le nostre coscienze assopite
dai teatrini della politica. Dalle polemiche sul 25 aprile «oscurato» da
Berlusconi sulla piazza del terremoto. Da quanti vorrebbero mettere alla pari i
repubblichini e i partigiani. Dai facili revisionismi alla Pansa a cui la Rai è
riuscita a dare seguito con una fiction (Il sangue dei vinti) che porterà pure
nei cinema. Mentre non è riuscita a trovare un «interlocutore» per dar spazio
in palinsesto a questo documentario che andrebbe fatto vedere in prima serata,
nelle scuole, nelle università. Come del resto è accaduto negli Stati Uniti
dove Germano Maccioni è stato invitato col suo film in occasione del «Giorno
della memoria». IL PAESE DELLA VERGOGNA Ma questa è l'Italia, purtroppo. Lo
«stato d'eccezione» in cui si è taciuto per oltre sessant'anni sulle stragi
nazifasciste del '43,'45: Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, San Terenzo,
Vinca, Civitella. 695 eccidi di civili, relativi ad altrettanti fascicoli
giudiziari, che sono stati insabbiati in quell'«armadio della vergogna» della
Procura Militare di Roma, grazie ad un provvedimento di «archiviazione
provvisoria», del tutto illegittimo, poiché non previsto dall'ordinamento
giuridico italiano. Ma che allora, in barba ad ogni principio di giustizia, rispondeva ad una più «alta» ragion di stato. Gli
equilibri imposti dalla «guerra fredda» in cui l'Italia non poteva far
riaccendere gli animi contro i tedeschi - la Brd era con «noi» - , mentre il
Vaticano favoriva la fuga dei boia nazisti verso l'America Latina e la Cia li
«arruolava» per la lotta al comunismo. Meglio il silenzio, dunque. Come
testimonia, negli straordinari extra del dvd, Mimmo Franzinelli, autore de Le
stragi nascoste, raccontando «della volontà dei giudici di Roma di insabbiare
quei fasciscoli, mentre si dava corso a piccoli processi
per dare l'idea che la giustizia andasse avanti». Del
'51, infatti, è la condanna all'ergastolo di Walter Reder come unico
responsabile per Marzabotto, poi liberato nell'85. E SPUNTA ANDREOTTI C'è anche
un'intervista ad Andreotti, in cui racconta, da sottosegretario del governo De
Gasperi, «la necessità, allora, di mettersi al riparo dall'Urss», negando però
di aver conosciuto la «volontà parlamentare» di insabbiare quei processi. Mentre documenti del Ministero degli esteri
confermano la necessità di evitare richieste di estradizione per i criminali
nazisti. Questa è l'eccezione italiana. E l'indignazione che si prova davanti a
quel processo così tardivo che ha portato, nel 2007, alla condanna
all'ergastolo di 10 SS. Indignazione per una storia costantemente insabbiata, come
testimonia - sempre negli extra - il regista Rai Luigi Di Gianni che nel '60
cercò di raccontare, a sua volta, in un reportage che i dirigenti di viale
Mazzini bocciarono. Mandare in onda Lo stato di eccezione potrebbe riparare,
almeno in parte, al torto fatto alla verità. La Cineteca di Bologna porta in
libreria «Lo stato di eccezione», il documentario di Germano Maccioni sul
processo per la strage di Marzabotto, avvenuto 62 anni dopo l'eccidio. Perché
la Rai non lo programma?
( da "Giorno, Il (Como)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
LECCO E HINTERLAND
pag. 6 Consumo di gruppo. Assolti I due indagati erano stati fermati con dosi
di cocaina LECCO CRESCITA Il consumo di cocaina nella provincia di Lecco è in
costante aumento, specie tra i più giovani LECCO ASSOLTI per «consumo di gruppo».
Non si è trattato di spaccio di sostanze stupefacenti, bensì di utilizzo
collettivo. Il giudice delle udienze preliminari Elisabetta Morosini ha così
proscilto perché il fatto non sussiste Francesco Pullì, 25 anni, e Abdellahadi
Ennaja, 25 anni, fermati dai militari per spaccio di sostanze stupefacenti. GLI
INQUIRENTI durante controlli sul lungolago di Lecco e davanti ad alcuni locali
del Lecchese scovarono i due con alcune dosi di cocaina. Il pm Luca Masini
avviò l'inchiesta e ieri nell'aula al primo piano del palazzo di giustizia ha
condotto l'accusa chiedendo la condanna a 6 mesi, come previsto dalla legge,
per entrambi gli indagati. I due, difesi dall'avvocato Luciano Bova, hanno
sostenuto che si trattava di utilizzo a fine personale e tra amici. E il loro
difensore ha presentato al giudice delle udienze preliminari recentissime
sentenze della Cassazione in merito. Il consumo di gruppo di sostanze
stupefacenti - secondo quanto definito dalla Suprema Corte
- non è individuabile in una singola persona e quindi non punibile. AL
TRIBUNALE di Lecco è il primo caso di un'assoluzione del genere. Infatti
l'avvocato Luciano Bova ha insistito sui precedenti della Corte Costituzionale,
mentre il pm Luca Masini ha chiesto la condanna per spaccio. Dopo una
breve camera di consiglio, durata una decina di minuti, il gup Elisabetta
Morosini ha assolto Francesco Pullì e Abdellahadi Ennaja dall'accusa di
spaccio. Nel dispositivo della sentenza fa riferimento al consumo di gruppo e
da qui il proscioglimento. Image: 20090505/foto/1255.jpg
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Primo Piano Pagina
104 La Consulta boccia la Statutaria di Soru I giudici costituzionali hanno
deciso: la legge è illegittima --> I giudici costituzionali hanno deciso: la
legge è illegittima Già pronta la sentenza sulla statutaria: le indiscrezioni
dicono che la Consulta ha bocciato la legge voluta da Soru. La sentenza sulla
legge statutaria è pronta, anche se ancora non si conosce ufficialmente. E secondo varie indiscrezioni, sempre più coincidenti, la Corte costituzionale avrebbe bocciato il
provvedimento varato dieci mesi fa da Renato Soru. O meglio, avrebbe
considerato illegittimo l'atto con cui la legge fu promulgata. Ma l'effetto è
lo stesso: se quel verdetto fosse confermato, il provvedimento verrebbe
travolto. Come se non fosse mai esistito. LE VOCI La notizia è
rimbalzata ieri a Cagliari da ambienti romani solitamente molto informati sulle
decisioni della Consulta. L'attesa del mondo politico isolano è enorme, perché
la decisione avrà conseguenze notevoli: per esempio sull'incompatibilità tra i
ruoli di consigliere regionale e di assessore, introdotta appunto dalla
statutaria (che disciplina la forma di governo della Regione). Se la legge
cadesse si potrebbe aprire la via a un rimpasto della Giunta. Per ora resta
comunque una storia da declinare al condizionale: le certezze si avranno solo
col deposito della sentenza, e con la giurisprudenza costituzionale
non si possono mai escludere le sorprese. Si sa che i giudici, dopo l'udienza
pubblica del mese scorso, hanno già preso una decisione, finora non trapelata
dall'austero riserbo della Consulta. Ieri sarebbe stato letto il verdetto
all'interno del collegio giudicante, fase che in genere precede di poco il
deposito. Ma neppure i legali incaricati dalla Regione di difendere la
promulgazione avevano notizie precise fino a ieri sera (la loro memoria
scritta, per altro, non è stata ammessa al giudizio perché presentata dopo la
scadenza del termine utile). LA CONTROVERSIA Come detto, la Corte deve valutare
la legittimità non della legge in sé, ma dell'atto con cui fu promulgata, nel
luglio scorso, dall'allora presidente Soru. Atto che aveva provocato polemiche
tra politici e giuristi, per via di un ingarbugliato nodo interpretativo. La
statutaria è infatti un provvedimento particolare, di rango inferiore allo
Statuto speciale (che è legge costituzionale e può
essere modificato dal Parlamento) ma rafforzata rispetto alle normali leggi
regionali. Serve per disciplinare questioni istituzionali, come i poteri degli
organi della Regione e i loro rapporti, le regole elettorali, i referendum
regionali, le incompatibilità e le ineleggibilità. Perciò, prima di entrare in
vigore, può essere sottoposta a un referendum simile a quello previsto sulle
modifiche della Costituzione. Solo che quest'ultimo è valido a prescindere da
quanti vadano a votare. Invece la legge sarda sul referendum statutario
richiede - benché solo per una svista del legislatore - un quorum del 33 per
cento. Il referendum dell'ottobre 2007 (sulla legge approvata in Consiglio nel
marzo precedente) mancò di molto il quorum: quindi fu dichiarato non valido. Lo
Statuto dice che, se sottoposta a consultazione popolare, la statutaria «non è
promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi». Alcuni
esperti dissero: mancando il quorum è come se il referendum non si fosse
svolto, dunque il governatore deve promulgare la legge. Altri si opposero,
perché senza un referendum valido non può esserci neppure la «maggioranza dei
voti validi» richiesta dallo Statuto. IL RICORSO Soru seguì la prima teoria, e
promulgò. Il Governo fece ricorso contro la promulgazione, sollevando un
conflitto di attribuzione tra Stato e Regione. Diversi giuristi, in questi
mesi, si aspettavano che la Corte costituzionale
giudicasse inammissibile il ricorso, perché il conflitto di attribuzione si può
sollevare solo se lo Stato vi ha interesse, requisito assai dubbio in questo
caso. E in effetti, tra le tante voci circolate nei giorni dell'udienza, una
molto insistente parlava appunto di un verdetto di inammissibilità. Ora,
invece, i ben informati delle vicende della Consulta dicono che i giudici sono
entrati nel merito del ricorso, e lo hanno persino ritenuto fondato. Pur
ribadendo il fatto che solo il deposito della sentenza potrà dare certezze
sulla decisione della Corte, va detto che un eventuale accoglimento avrebbe del
clamoroso. La legge statutaria, l'unica riforma istituzionale partorita nella
scorsa legislatura, aveva suscitato grandi discussioni sul tipo di equilibrio
di poteri tra governatore e Consiglio. Ma anche su questioni non da poco come
il conflitto di interessi e le incompatibilità. Sull'ultimo punto si può già
dire che - se davvero cadesse la statutaria - alcuni ricorsi già avviati contro
i consiglieri regionali neoeletti finirebbero nel nulla. Inoltre gli onorevoli
potrebbero entrare in Giunta senza essere costretti a dimettersi: come invece
hanno già fatto Giorgio La Spisa e Antonello Liori. E c'è già chi si chiede se
questi ultimi non siano ancora in tempo, nel caso, a ricorrere contro la loro
decadenza dall'assemblea. GIUSEPPE MELONI
( da "Manifesto, Il"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Mancare il quorum
per difendere la democrazia Pancho Pardi Pare che molti nel centrosinistra
siano orientati a votare Sì nel referendum Guzzetta. Spero che cambino idea.
Non c'è una sola ragione al mondo per votare in quel senso. Il quesito del
referendum è stato rappresentato come un tentativo di eliminare gli effetti
negativi della legge Calderoli. Non è affatto vero. Se accolto, produrrebbe un secco
peggioramento della legge: il passaggio automatico da un bipolarismo coatto a
un bipartitismo coatto. E non solo: la lista di partito che prende più voti
ottiene la maggioranza assoluta dei seggi. C'è chi ripete che una riforma non
deve essere giudicata in base alla contingenza ma per i suoi effetti di
sistema. L'assunto può avere senso in una democrazia normale, ma in Italia non
c'è una democrazia normale. Non si capisce perché si dovrebbe giudicare la
soluzione Guzzetta trascurando le sue conseguenze nei prossimi dieci o venti
anni. Dopo ciò che accadrà in questo periodo gli effetti di sistema della legge
uscita dal referendum avrebbero l'efficacia di una medicina sul corpo del
morto. Perché? Perché nelle condizioni date oggi in Italia, il successo del Sì
ha un solo significato: la vittoria definitiva di Berlusconi. Se passa il Sì
potrà sostenere che si deve andare a elezioni anticipate con la nuova legge
elettorale. Il Pdl vincerà e otterrà una maggioranza schiacciante che gli
permetterà di fare ciò che vuole. D'Alema e molti altri sostengono che se vince
il Sì sarà necessario scrivere una nuova legge elettorale. L'ipotesi è già
stata smentita dal Pdl: la legge cambiata dal Sì sarà immediatamente
applicabile e applicata. La Lega ha capito benissimo che così perderà ogni
potere di condizionamento sul centrodestra e che il Pdl potrà governare da
solo. Perciò si oppone con decisione. E se davvero Berlusconi fosse
intenzionato a far votare Sì, la Lega non avrebbe forse altra scelta che far
cadere il governo prima del referendum. Che lo faccia o no dipenderà dalla sua
volontà. Ma in ogni caso nelle sue file l'allarme è suonato. Non si capisce
invece perché i partiti del centrosinistra dovrebbero scegliere un voto che li
avvia a un sereno suicidio. Il Pd può accampare il motivo di aver da tempo
sostenuto la validità di una soluzione molto bipolare. Ma a questo punto
dovrebbe essersi reso conto che la scelta «coraggiosa» di andare da solo lo fa
passare solo da una sconfitta all'altra. Da parte sua Idv può giustificare la
scelta del Sì solo perché aveva raccolto le firme per il referendum. Ma oggi è
assai più chiaro di allora che la soluzione Guzzetta è un netto peggioramento
della legge Calderoli. Dunque perché insistere? E poi la coerenza verso una
scelta infelice e ormai superata vale molto di meno della coerenza dovuta alla
propria vocazione: sì alla democrazia pluralistica, no al potere unico. In ogni
caso Pd e Idv devono confrontarsi con un futuro già segnato. Se vincerà il Sì,
dopo elezioni anticipate Berlusconi avrà da solo il pieno possesso del
Parlamento. Cambierà la Costituzione e la Corte
Costituzionale. Diventerà presidente della repubblica con accresciuti poteri.
Le assemblee elettive, che già oggi contano ben poco, diventeranno l'arredo di
contorno del presidenzialismo. La democrazia italiana sarà sfigurata per
sempre. Di fronte a questa prospettiva non si può nemmeno propagandare
il No. Lo schieramento a favore del Sì, anche senza l'inclinazione al suicidio
del centrosinistra, è già abbastanza temibile. Si deve sperare che il 21 giugno
sia una data che di per sé scoraggi la partecipazione popolare e occorre
mobilitarsi con tutte le nostre forze per far mancare il quorum. Non si tratta
di dire: andate al mare. Si deve spiegare con cura estrema: la soluzione
Guzzetta dà tutto il potere in mano a chi ha già il pieno dominio sui mezzi di
comunicazione. Questa non è democrazia. E' instaurazione di un potere
plebiscitario assoluto. Far mancare il quorum non è manifestazione di
indifferenza. E' difesa attiva della democrazia.
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
La riforma della
legge elettorale. Il Pdl avverte: soltanto alla fine di una legislatura si
possono cambiare le norme Buttiglione rievoca il 1994: serve una larga intesa
per poter battere Berlusconi Referendum, pressing della Lega sul Pd Il leader
democratico gela il Carroccio: voteremo sì. Ma la Lanzillotta: confronto LA
GRANDE ALLEANZA ROMA. Gli ammiccamenti tra Lega e Pd per una riforma elettorale
che modifichi il "porcellum" vanno avanti, e si allargano all'Udc. E,
mentre protagonisti parlano già dei possibili sistemi elettorali su cui
discutere, a dividere è l'atteggiamento da tenere di fronte al referendum, con
il Pd che insiste sul suo "sì" nonostante le critiche e le lusinghe
del Carroccio. Quanto al Pdl, tutti i dirigenti ribadiscono l'intenzione di non
voler mettere mano alla riforma elettorale. Dopo il colpo di scena costituito
dalla profferta di Umberto Bossi a discutere di riforma elettorale, in cambio
di un "no" al referendum, il segretario dei Democratici Dario
Franceschini ha affermato di non voler cambiare idea: «La direzione ha
approvato questa linea - ha detto in un'intervista al Corriere della Sera - con
oltre cento voti contro cinque. Tornare indietro per una battuta detta da
Berlusconi significherebbe non essere un partito, ma solo un gruppo di persone
impaurite». Su Franceschini sono piovute le critiche del Carroccio, con Roberto
Cota, Roberto Calderoli (che vuole sottoporlo «a trattamento sanitario
obbligatorio») e Roberto Castelli, che avanza il «sospetto» di «accordi
segreti» con Berlusconi. «Dica la verità», intima il sottosegretario leghista.
Un dietro-front del Pd, come ha spiegato Franceschini, è impensabile: anche
perchè, sottolinea Salvatore Vassallo, «la sola eventualità di tenere il
referendum ha rimesso in moto la discussione» sulla riforma. Oltretutto nel Pd
c'è la convinzione che solo una percentuale di votanti abbastanza alta,
superiore al 40%, anche se inefficace ai fini del referendum, può rimettere in
agenda la riforma elettorale. Peraltro, nel Pd c'è chi afferma che una riforma
sia possibile anche in caso di raggiungimento del quorum e di vittoria del sì.
Scenario su cui scatta il veto del Pdl: se vincesse il sì, affermano esponenti
come Daniele Capezzone o Italo Bocchino, «ogni tentativo di dar vita a nuove
leggi elettorali con maggioranze spurie sarebbe duramente contrastato dal Pdl,
senza il quale oggi in Parlamento nessuna riforma è possibile». «Solo alla fine
di una legislatura - rincara la dose Fabrizio Cicchitto - ci si può occupare di
cambiare la legge elettorale, a meno di non aver deciso di andare ad elezioni
molto anticipate». Il combinato disposto di una vittoria del sì e di elezioni
anticipate, che potrebbero consegnare la maggioranza parlamentare al solo Pdl,
spinge Linda Lanzillotta a invitare il proprio partito, il Pd, a rivedere la
propria posizione e ad aprire subito il confronto con la Lega su una nuova
legge. Un passo ulteriore lo compie uno dei promotori del referendum, Arturo
Parisi: si potrebbe mettere mano alla riforma addirittura prima del fatidico 21
giugno. Basterebbe una leggina che ripristini il precedente sistema
maggioritario a collegio uninominale, il "mattarellum", che non
dispiace alla Lega. Secondo una sentenza della Corte costituzionale approvare una riforma con
un referendum già indetto è possibile solo con il parere favorevole del
comitato promotore. E il suo presidente, Giovanni Guzzetta, pone precise
condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta i due principi del
maggioritario e del bipartitismo. Paletti che chiudono la strada ai due
sistemi più gettonati, lo spagnolo e il "mattarellum", che sono sì
maggioritari ma non bipartitici. Scenari che ricordano il 1994 con la caduta
del primo governo Berlusconi: li evoca Rocco Buttiglione (che fu uno dei
protagonisti all'epoca) che invita a «creare una grande alleanza Pd-Udc-Lega
per fare una legge elettorale democratica», una «grande alleanza che poi -
aggiunge il presidente dell'Udc - potrebbe andare alle urne per battere
Berlusconi».
( da "Tirreno, Il"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 1 - Pisa
Corte d'appello, la disputa riparte Pieroni: si farà qui. Ma Alfano ha dato la
sua parola anche a Lucca Nuovo capitolo nel duello tra città Il presidente
della Provincia: Pisa resta tra le principali candidature PISA. Ci risiamo. E'
di nuovo Pisa contro Lucca per avere una seconda sezione della Corte d'Appello
in Toscana, dopo quella di Firenze. La scintilla è stata una visita a Lucca del
ministro della giustizia Angelino Alfano. Così si è
riaperta la contesa. Pisa, attraverso il presidente della Provincia Andrea
Pieroni, si mette ancora di traverso: «Crediamo alla parola che il ministro ci
ha dato nello scorso ottobre». Sembra di essere tornati indietro di otto anni.
Era l'ottobre del 2001 quando la candidatura lucchese provò a decollare,
sostenuta da un disegno di legge dell'allora vicepresidente del Senato, Roberto
Calderoli, che era anche coordinatore della Lega Nord. Calderoli mise anche la
sua firma sul progetto della Casa delle Libertà, promosso in primis da Pera e
Matteoli. Le manovre, frontali e dietro le quinte, sono andate avanti per anni.
Centrodestra (lucchese-regionale-nazionale) contro centrosinistra
(pisano-regionale-nazionale). Si parlava anche di una spartizione: Corte a
Lucca, Tar a Pisa. Nel 2004 il senatore Modica, ex rettore, tuonava: «Certe
decisioni non possono essere prese in base a spinte localistiche, ci vogliono
criteri precisi». E così, tra spallate di qui e spallate di là, in mezzo a tutti gli altri problemi della giustizia italiana, il derby è uscito dai riflettori. Adesso però la corsa
sembra essere ripartita. A Lucca sono convinti di poterla spuntare. Parlano
addirittura di una promessa. Ad avere la Corte d'Appello sarebbe in realtà
Viareggio (che ha di recente virato verso il centrodestra), già sede di una
sede decentrata del tribunale. Pisa si difende. «Abbiamo mantenuto i
contatti con il ministro - aggiunge Pieroni - il quale ci aveva assicurato che
ogni decisione sarebbe stata presa attraverso i provvedimenti finalizzati ad
una revisione complessiva del sistema giustizia e che,
in tale ambito, Pisa restava tra le principali candidature». Il presidente
della Provincia fa riferimento all'incontro avuto a Roma con il ministro
giovedì 29 ottobre 2008. In quell'occasione la delegazione pisana era nutrita:
oltre a Pieroni c'erano il sindaco Marco Filippeschi, con gli assessori
Fabrizio Cerri e Andrea Serfogli; i capigruppo comunali Patrizia Paoletti
Tangheroni e Luca Titoni; il presidente dell'Ordine provinciale degli avvocati Rosa
Capria, accompagnata dall'avv. Nicola Favati. Si era mosso per loro anche l'on.
Enrico Letta. Ad Alfano vennero ribadite tutte le qualità di Pisa. «Dopo
Firenze è il capoluogo della provincia più estesa territorialmente, più
popolosa e con il maggior numero di comuni. E' il naturale baricentro
geografico dell'area, comodamente raggiungibile in automobile e in treno da
ciascuno degli altri territori costieri, con eguale tempo di percorrenza, oltre
a godere direttamente dei servizi nazionali e internazionali dell'aeroporto
Galilei. In più, l'Ordine degli Avvocati pisano è secondo per dimensioni, in
regione, solo a quello di Firenze. A Pisa esplica la sua attività una delle
prime scuole forensi italiane, in stretto collegamento con le istituzioni
universitarie e con la Scuola Sant'Anna, e ciò consente di assicurare la
centralità nell'area costiera in tema di formazione e di costante aggiornamento
professionale. Infine, le statistiche indicano per il tribunale di Pisa il
maggior carico delle pendenze». Il ministro spiegò che si sarebbe avviato
quanto prima un iter destinato alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie
italiane, individuando criteri e parametri oggettivi su cui operare per le
opportune modifiche. «Monitoriamo la situazione - conclude Pieroni - attraverso
i nostri canali politici ed i parlamentari pisani».
( da "Secolo XIX, Il"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
LA LEGA PREME SUL
PDPER CAMBIARE LA LEGGEED EVITARE IL VOTO IL REFERENDUM nROMA. Gli ammiccamenti
tra Lega e Pd per una riforma elettorale che modifichi il "porcellum"
vanno avanti, e si allargano all'Udc. E, mentre protagonisti parlano già dei
possibili sistemi elettorali su cui discutere, a dividere è l'atteggiamento da
tenere di fronte al referendum, con il Pd che insiste sul suo "sì"
nonostante le critiche e le lusinghe del Carroccio. Quanto al Pdl, tutti i
dirigenti ribadiscono l'intenzione di non voler mettere mano alla riforma
elettorale. Dopo il colpo di scena costituito dalla profferta di Umberto Bossi
a discutere di riforma elettorale, in cambio di un "no"al referendum,
il segretario dei Democratici, Dario Franceschini, ha affermato di non voler
cambiare idea: «La direzione ha approvato questa linea - ha detto in
un'intervista al Corriere della Sera - con oltre cento voti contro cinque.
Tornare indietro per una battuta detta da Berlusconi significherebbe non essere
un partito, ma solo un gruppo di persone impaurite». Su Franceschini sono
piovute le critiche del Carroccio, con Roberto Cota, Roberto Calderoli (che
vuole sottoporlo «a trattamento sanitario obbligatorio») e Roberto Castelli,
che avanza il «sospetto» di «accordi segreti» con Berlusconi. Per altro, nel Pd
c'è chi afferma che una riforma sia possibile anche in caso di raggiungimento
del quorum e di vittoria del sì. Scenario su cui scatta il veto del Pdl: se
vincesse il sì, affermano esponenti come Daniele Capezzone o Italo Bocchino,
«ogni tentativo di dar vita a nuove leggi elettorali con maggioranze spurie
sarebbe duramente contrastato dal Pdl, senza il quale oggi in Parlamento
nessuna riforma è possibile». «Solo alla fine di una Legislatura - rincara la
dose Fabrizio Cicchitto - ci si può occupare di cambiare la legge elettorale, a
meno di non aver deciso di andare ad elezioni molto anticipate». Il combinato
disposto di una vittoria del sì e di elezioni anticipate, che potrebbero
consegnare la maggioranza parlamentare al solo Pdl, spinge Linda Lanzillotta a
invitare il proprio partito, il Pd, a rivedere la propria posizione e ad aprire
subito il confronto con la Lega su una nuova legge. Un passo ulteriore lo
compie uno dei promotori del referendum, Arturo Parisi: si potrebbe mettere
mano alla riforma addirittura prima del fatidico 21 giugno. Basterebbe una
leggina che ripristini il precedente sistema maggioritario a collegio
uninominale, il Mattarellum, che non dispiace alla Lega. Secondo
una sentenza della Corte Costituzionale approvare una riforma con un referendum
già indetto, è possibile solo con il parere favorevole del Comitato promotore.
E il suo presidente, Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare
solo se è un sistema che rispetta i due principi del maggioritario e del
bipartitismo. Paletti che chiudono la strada ai due sistemi più
gettonati, lo spagnolo e il Mattarellum, che sono sì maggioritari ma non
bipartitici. 05/05/2009
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Ieri i tre inquilini
hanno preso possesso dell'alloggio in affitto in piazza Mercato. Sottolineata la valenza positiva di questa esperienza, la seconda
in provincia Gli assistiti dal Csm entrano nel loro appartamento SAN VITO.
Hanno fatto ieri ingresso nel proprio appartamento preso in affitto in piazza
Mercato, come previsto, tre persone seguite dal Csm di San Vito: si tratta
della seconda esperienza di questo tipo in provincia. Il mese scorso, il
proprietario dell'agenzia immobiliare Domini, affacciata sulla piazza e dal cui
porticato si accede all'abitazione, aveva proposto una petizione non ritenendo
adeguata questa soluzione - che a suo dire poteva creare "imbarazzi"
ai frequentatori della piazza, o addirittura problemi di sicurezza - né per le
famiglie né per i commercianti della zona. Questi ultimi, il giorno dopo,
avevano subito preso le distanze dall'iniziativa, cosicché della petizione si è
persa traccia. Ieri, c'è stato un momento inaugurale per l'ingresso dei tre
uomini all'interno dell'appartamento da loro affittato. Tra gli altri, sono
intervenuti l'assessore comunale alle Politiche sociali, Gio Battista
Scodeller, il responsabile del Csm di San Vito, Stefano Petriccioli, e il
presidente della sezione di Pordenone dell'Aitsam (Associazione italiana tutela
salute mentale), Giovanni Moroldo. Soddisfazione è stata espressa da Scodeller
in quanto è stata trovata «una collocazione ottimale, vicina al centro storico,
e perché saranno costantemente seguiti, oltre che da una assistente del Csm, da
un amministratore di sostegno dell'albo comunale e da una badante, il tutto a
spese degli interessati». I tre inquilini, infatti, pagheranno di tasca propria
(con le rispettive pensioni) l'affitto: il tutto avviene nel contesto del loro
percorso riabilitativo, per il quale sono seguiti da 11 anni dall'Azienda
sanitaria e hanno anche fatto parte dei gruppi appartamento della stessa.
Petriccioli, che ha rivolto loro i propri «auguri di buon vicinato», ha
spiegato che l'obiettivo è quello di favorire le relazioni interpersonali «in
una distanza giusta, ma che sia abbastanza vicina. La distanza è il manicomio -
ha specificato - che non permette relazioni. La riabilitazione avviene soltanto
in un contesto di integrazione sociale e comunitaria». Soddisfatto anche
Moroldo, in quanto si tratta di un altro passo avanti per raggiungere
l'obiettivo, in provincia, del turnover per i gruppi appartamento. «L'Ass
dispone, in questo contesto, di 73 posti letto - ha osservato -, una cifra che
grosso modo è vicina agli standard. Tuttavia non c'è spazio per altri, e questo
tipo di esperienze consente di liberare qualche posto nei gruppi appartamento».
Andrea Sartori
( da "Rai News 24"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Teheran | 5 maggio
2009 Processo Saberi, l'appello si celebrerà la prossima settimana Roxana
Saberi Il processo in appello della giornalista irano-americana Roxana Saberi,
condannata a otto anni di prigione per spionaggio a favore degli Stati Uniti, si
terrà a porte chiuse la settimana prossima, che in Iran incomincia di sabato.
Lo ha annunciato il portavoce del potere
giudiziario, Alireza Jamshidi, in una conferenza
stampa. "L'avvocato, il ministero dell'Informazione e il rappresentante
del tribunale sono stati informati della necessità di partecipare
all'udienza", ha detto il portavoce. La giornalista, 32 anni, è stata
arrestata in Iran nel gennaio scorso ed è poi stata condannata a 8 anni di
carcere con l'accusa di spionaggio in favore degli Stati uniti. Dal 21
aprile scorso la donna è in sciopero della fame. Ieri il padre, Reza Saberi, ha
fatto sapere che la figlia era stata ricoverata.
( da "Bloomberg" del
05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
By Michael McKee May
5 (Bloomberg) -- Chrysler LLC's bankruptcy may not rattle the U.S. economy even
as the automaker idles all assembly plants for at least 30 days while it
reorganizes. Though the decision will reduce workers' earnings and force
suppliers to reduce or halt operations, Chrysler probably would have had to
shut down temporarily anyway, said Mark Zandi, chief economist at Moody's
Economy.com in West Chester, Pennsylvania. "There's no economic difference
between Chapter 11 and the restructuring they would have done outside of
bankruptcy," Zandi said in an interview. "Chrysler, its employees,
dealerships, and suppliers are going to end up in the same place whether they
go through bankruptcy or not." Chrysler, which filed for the fifth-biggest
U.S. bankruptcy last week, already had been reducing payroll and closing
factories because of the industry's slump. The third-largest U.S. automaker now
will combine with Fiat SpA, a move that will require a retooling of
manufacturing processes and products that probably was also inevitable,
according to Zandi. Zandi estimates a one-month shutdown of Auburn Hills,
Michigan-based Chrysler's assembly lines would idle about 45,000 workers at the
company and its suppliers. That would result in about $7.5 billion in lost
output, which would shave about 0.02 percent from 2009 growth. Not Like 1970
That's a minor dent compared with what happened in a similar period in 1970,
when the U.S. was also in recession and General Motors Corp. was hit by a
67-day nationwide strike. GDP fell 4.2 percent in the fourth quarter of that
year, following the walkout. A bankruptcy at GM, which faces a June 1 U.S.
deadline to prove it can survive without a court restructuring, would probably
take a more severe toll on the economy. GM sold twice as many new cars and
trucks in the U.S. last year as Chrysler, and had almost 5 times as many
employees worldwide. Auto production makes a much smaller contribution to GDP
now than it did three decades ago. Car, truck and parts manufacturing accounted
for 0.7 percent of value-added to U.S. gross domestic product in 2007, the last
year for which figures were available. Durable goods manufacturing, which
includes autos, accounted for 13.4 percent of GDP in 1970, and made up 6.4
percent in 2008. GDP declined 6.1 percent January through March, in part
because inventories fell $103.7 billion. Analysts surveyed by Bloomberg before
the Chrysler announcement forecast output to fall 2 percent in the current
quarter. Up to Court The effects of Chrysler's bankruptcy would slightly more
than double if the shutdown went on for two months, and increase
proportionately if a resumption in production were delayed, Zandi said. It may
be hard to disentangle Chrysler's impact from GM's previously announced plans
to idle 13 U.S. assembly plants from mid-May into July to pare inventory.
"A lot in terms of the economic implications is going to depend on whether
the court requires an adjustment at different speed than what it was
before," said Mike Montgomery at IHS Global Insight, an economic
consulting firm in Lexington, Massachusetts. "The production level over
the next six months was expected to be so lean to clean up the inventories that
the bankruptcy considerations aren't as important." For parts producers, Chrysler's
production line halt will likely mean "chaos," said Jim Gillette, director of supplier analysis for CSM Worldwide, a consulting firm in Grand Rapids, Michigan. Chrysler
has more than 150 major suppliers, he said, many of whom do work for other auto
companies as well. As part of the bankruptcy, the administration is providing
$1.5 billion to Chrysler's suppliers, including Magna International Inc.,BorgWarner
Inc., Visteon Corp., Denso Corp. and American Axle & Manufacturing Holdings
Inc., to help prevent halts in production as the company reorganizes. Suppliers
Next "There will probably be sufficient financing" from the
government to support them for a time, Gillette said. However, with the
additional pressure of GM's extended closing, "we don't see how they can
muddle through," he said. "The next shoe to drop is the suppliers
that will have to file bankruptcy." Because Chrysler has fired so many
workers over the past year, industry analysts don't expect wholesale additional
cuts among the company's 26,000 hourly workers in North America. Their
30-to-60-day furloughs will mean smaller paychecks, reduced spending and more
strain on local governments. The workers will be eligible for unemployment
benefits, which pay an average of $279 a week for benefits for 26 weeks,
according to Jennifer Kaplan, a Labor Department spokeswoman. Michigan's
unemployment rate was 12.6 percent in March, the highest in the nation. Those
benefits are only about half the average production- line wage; Chrysler says
the company will provide some payments to the workers that will bring their
earnings up to about 80 percent of their normal pay. Reduced Hours "For a
one- or two-month shutdown, you'll essentially see reduced hours; they won't
cut jobs," Zandi said. "The longer it goes on, the more the broader
ripple effects. We'd start to see job losses at restaurants and other
businesses" who depend on auto workers' dollars. The biggest impact of
Chrysler's bankruptcy filing will probably be on dealers. While the company
hasn't specified its plans, it's expected to take advantage of the filing to
terminate contracts with a number of its 3,277 dealers. The restructuring plan
the company filed with the government in February said almost 30 percent are in
financial distress. For now, there should be no effect on Chrysler's retirees.
The bankruptcy filing doesn't change the status of its pension plans, the head
of the Pension Benefit Guaranty Corp. said. To contact the reporter on this
story: Michael McKee in New York at mmckee@bloomberg.net. Last Updated: May 5,
2009 00:01 EDT
( da "AltaLex" del
05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Le Sezioni Unite
allargano le competenze del giudice tributario Cassazione civile , SS.UU.,
sentenza 16.03.2009 n° 6315 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Con un
nuova importante pronuncia (sentenza n. 6315 del 16 marzo 2009) le SSUU della
Cassazione allargano le competenze del giudice tributario, che così assume un
nuova, almeno in parte, fisionomia. I giudici di piazza Cavour hanno infatti
stabilito che lart. 2 della D.Lgs. n. 546/1992 attribuisce
alla giurisdizione tributaria, di natura esclusiva, anche le controversie aventi per
oggetto tutti gli atti che vengono adottati nella fase dellaccertamento
delle imposte e in funzione di esso. Nel caso di specie si trattava di un
ordine di rinnovo della verifica fiscale nei confronti di una società che era già stata sottoposta ad
accertamento per le stesse annualità e per le medesime imposte cui si riferiva
lordine impugnato. Per apprezzare meglio il dictum della Corte
Suprema di Cassazione, è interessante ripercorre per brevi tappe la vicenda da
cui è partita la causa
(v. i precedenti: SS.UU. 6693/2003; SS.UU. 103/2001). Lufficio
dellAgenzia delle Entrate emanava, nel 2002, un ordine di verifica della
contabilità aziendale di una società per gli anni 1997-1998, successivamente
alla verifica generale, conclusasi
nel 2000, ai fini delle imposte dirette e Iva per gli stessi anni 97-98
e che si era conclusa con il pagamento delle imposte accertate. La società
impugnava lordine di verifica davanti al giudice amministrativo, che sia
in primo grado che in appello,
ha ritenuto che tale ordine costituisse un mero atto istruttorio,
endoprocedimentale, strumentale alleventuale successivo
atto di accertamento, che a sua volta è lunico atto concretamente lesivo
della posizione del contribuente e quindi impugnabile. Loggetto della
controversia era quindi di stabilire se lordine di verifica costituisca
un atto autonomamente impugnabile ex se, ossia a prescindere dalla successiva
adozione di un formale avviso di accertamento teso a determinare in concreto limposta dovuta, e quindi come tale lesivo
della posizione giuridica del contribuente (sia poi essa di interesse legittimo
o di diritto soggettivo è questione, al momento, secondaria, che vedremo più
avanti); ovvero se esso costituisca un mero atto istruttorio, endoprocedimentale,
strumentale alleventuale successivo atto di accertamento,
che costituisce lunico atto concretamente lesivo della posizione del
contribuente e quindi impugnabile (questultima è la posizione del giudice
amministrativo). Il giudice amministrativo ha risolto la controversia facendo ricorso al
tradizionale strumentario concettuale, con cui esso generalmente opera. Ha cioè
esaminato lordine di verifica fiscale alla luce del criterio di riparto
della giurisdizione imperniato sulla causa petendi (interessi legittimi-GA ovvero diritti
soggettivi-GO) e della differenza tra atti provvedimentali e non. Ha quindi
valutato se lordine impugnato fosse un atto di esercizio
di un potere pubblico, e come tale idoneo a ledere una posizione giuridicamente
protetta; se tale
posizione avesse la consistenza di un interesse legittimo, come tale idoneo a
dare titolo per adire la giurisdizione amministrativa. Le SSU hanno
sostanzialmente confermato le argomentazioni usate dal GA per disconoscere limpugnabilità
dellordine
di verifica, aggiungendo però alcune importanti precisazioni in materia di
giurisdizione tributaria. Infatti, la Cassazione ha riconosciuto che i limiti
della giurisdizione tributaria non possono essere desunti unicamente sulla base
dellart. 19 del
D.Lgs. n. 546/1992, ossia della norma che contiene lelenco
degli atti impugnabili. In realtà, è lart. 2 del medesimo D.Lgs. che
stabilisce lestensione di tale giurisdizione, la quale quindi comprende
ma nei limiti dei motivi dedotti nel ricorso tutte le fasi del
procedimento che hanno portato all'adozione e alla formazione di quell'atto
tanto che leventuale giudizio negativo in ordine alla legittimità e/o
regolarità (formale e/o sostanziale) su qualche atto istruttorio prodromico
può determinare la
caducazione, per illegittimità derivata, dellatto
finale impugnato. In primo luogo, pur ribadendo il principio
secondo il quale è necessario un provvedimento impugnabile incluso nel catalogo
di cui allart. 19 cit. e quindi che gli atti istruttori sono impugnabili solo insieme
con gli atti da essi dipendenti, che abbiano carattere provvedimentali (tutela
differita), la sentenza in commento precisa che il giudice tributario è tenuto
ad annullare latto finale (ad es. lavviso di
accertamento), anche
se privo di vizio, quando sia illegittimo latto istruttorio
antecedente (illegittimità derivata). Precisa, poi, richiamando i propri
precedenti, che il carattere esclusivo della giurisdizione tributaria non deve
intendersi nel senso che gli atti non autonomamente impugnabili siano devoluti in via residuale
ad altri giudici. Ciò comporta che gli atti istruttori devono essere impugnati
solo davanti alle Commissioni Tributarie, alle quale spetta tutelare a tutto
tondo la posizione del contribuente, a prescindere dalla sua consistenza come
diritto soggettivo o interesse legittimo (cfr. la richiamata sentenza 240/2006
C. cost. laddove si afferma che non esiste nella nostra costituzione un riserva
assoluta di giurisdizione sugli interessi legittimi a favore del giudice
amministrativo). Ma la lesione, in fase istruttoria, di diritti soggettivi
(comunque resistenti allazione illegittima
dellAmministrazione finanziaria) e a maggiore ragione di diritti
costituzionalmente protetti potrebbe dare titolo per chiedere il risarcimento dei danni subiti,
il quale può essere disposto anche dalle Commissioni Tributarie (questa
conclusione, sebbene non esplicitamente, sembrerebbe desumersi pacificamente
tra le righe delle sentenza). Solo se manca il provvedimento impugnabile, la
tutela del diritto leso va richiesta al giudice ordinario, secondo il noto
criterio di riparto tra giurisdizione ordinaria e giurisdizione amministrativa.
Infine, le Sezioni Unite puntualizzano che è competenza del giudice fiscale
verificare se latto impugnato sia incluso tra quelli indicati dallart.
19 cit.. La sentenza si lascia apprezzare soprattutto perché ribadisce il
principio di unità della tutela presso un unico giudice (tributario), salvo il
fatto che questo principio viene poi smentito quando manca un atto impugnabile e ciò costringe ad
adire il giudice ordinario; lascia, invece, perplessi la tesi che il
differimento della tutela del contribuente non pregiudichi tale tutela.
Infatti, il contribuente lamentava - e giustamente oserei dire
che le lesioni, in
fase istruttoria di diritti costituzionalmente garantiti, quali il diritto alla
riservatezza della corrispondenza e alla libertà del domicilio, non sarebbero
riparate dal mero annullamento dellatto impugnabile. Se è
da condividere la tesi
che superiori esigenze di giustizia o di interesse generale possono
giustificare una compressione temporanea dei propri diritti (ma solo se e nella
misura in cui siano realmente funzionali a conseguire interessi generali), meno
convincente è lassolutezza con la quale essa sembra applicata, che costringe
il contribuente a subire qualsiasi violazione di quelli che la stessa
Cassazione riconosce essere diritti soggettivi tutelati dalla costituzione fino
alla conclusione dellattività di verifica fiscale. Non solo la Costituzione non ammette
alcuna violazione di tali diritti, ma solo una limitazione, e solo nei casi e
nei modi stabiliti dalla legge. Ma, il differire la loro tutela ad un momento
successivo alla lesione significa aggravarla con la sua persistenza nel tempo,
senza nemmeno chiarire quali siano le sanzioni (che come minimo deve
comprendere il risarcimento del danno) ordinate dalla legge per la loro
repressione (ad es. come nel processo penale la non utilizzabilità delle prove
raccolte in modo illegittimo in sede di verifica fiscale) e il ripristino del
diritto nella sua integrità costituzionale (come
garantire a posteriori la violazione del segreto epistolare, quando la
corrispondenza potrebbe anche usata per motivare latto,
impugnabile, di accertamento?).
Infine, a parte la (ingiustificata, a me pare) diversità di trattamento tra il
caso in cui la verifica abbia esito negativo (nel qual caso lordine
illegittimo è di competenza del giudice ordinario) e quello in cui la verifica
termina con un atto impugnabile
davanti al giudice tributario (differenza che come detto indebolisce la tutela
concentrata in unico giudice), meriterebbe chiarire in cosa consisterebbero,
sotto il profilo dei poteri del giudice e del tipo di tutela reclamabile dal
contribuente, gli attributi pieno ed
esclusivo riferiti alla giurisdizione tributaria. Si pone, in altri
termini, il problema non proprio della natura bensì dei limiti, della
estensione dei poteri ricompresi nella giurisdizione tributaria. La Cassazione
ha eluso questo
problema, che la società ricorrente, invece, aveva sollevato, evidenziando che
la tutela differita davanti al giudice tributario ha ad oggetto solo la pretesa
del contribuente a non pagare più imposte del dovuto, ma gli altri interessi,
direttamente pregiudicati dallattività istruttoria
dellAmministrazione finanziaria, non aventi necessariamente
riflessi sullammontare del debito dimposta, quali, ad esempio, la
libertà di domicilio o la riservatezza, resterebbero privi di efficace tutela
da parte del giudice
tributario. La società chiedeva di riconoscere che quel giudice non ha solo il
potere di annullare o sostituire latto impugnato o anche
di ridurne la portata (c.d. giurisdizione esclusiva, che è di legittimità, ma
anche di merito: cfr. da ultimo Cass. Sez. V, n. 4172 del 20/02/2009; Cass. Sez. V, n. 3995 del
19/02/2009), bensì anche quello di tutelare interessi diversi da quelli
erariali e a questi indirettamente connessi. Forse la Cassazione ha perso unoccasione
per chiarire che la giurisdizione tributaria, e più in generali tutte quelle speciali, ossia
diverse da quella ordinaria, deve offrire una tutela piena, a 360°, di tutti
gli interessi, di ogni ordine e grado, coinvolti nel rapporto, secondo una
lettura della Costituzione orientata nel senso di garantire che lordinamento
funzioni nel concreto, in modo democratico, a tutela effettiva degli interessi
protetti dalla Costituzione stessa. (Altalex, 5 maggio 2009. Nota di Gaetano
Reale) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Sentenza 16 marzo 2009, n. 6315
Svolgimento del processo Con ricorso notificato il 17 gennaio 2007 alla
Direzione Regionale per la Campania dellAgenzia delle Entrate
ed al MINISTERO dellECONOMIA e delle FINANZE (depositato il 6 febbraio
2007), la (
) premesso che con ricorso depositato il 18 settembre 2002 aveva chiesto al
Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (cui riteneva spettare lafferente
controllo di legittimità
sulla scorta del disposto dellart.
7, comma 4, della legge 27 luglio 2000 n. 2123) lannullamento (1)
degli ordini di verifica (n. 1009 del 2 settembre 2002 e n.
1126 del 9 settembre 20023) della sua contabilità aziendale per gli anni
1997-19983, emessi dallUfficio Ispettivo Regionale
dellAgenzia delle Entrate, nonché (2) di tutti gli atti
dellamministrazione relativi alle procedure indicate, coevi, precedenti o
successivi in quanto (a) del tutto carenti sotto il profilo del
rispetto dellobbligo di motivazione (artt. 3 legge 241/90 e 7 legge 212/2000)
e (b) successivi
alla verifica generale ai fini delle imposte dirette e dellIVA
per gli anni 97 e 98, già conclusasi in data 28 dicembre
2000
, cui erano seguiti avvisi di rettifica dellUfficio IVA
,
per le stesse annualità 97 e 98, notificati in data 11 marzo 2002 e divenuti definitivi a seguito
di pagamento delle imposte richieste -, in forza di un
solo, complesso motivo, chiedeva di cassare (con vittoria delle
spese processuali) la sentenza n. 3199/06 depositata il 26 maggio 2006 con la
quale il Consiglio di Stato
aveva rigettato il suo appello avverso la decisione (n. 2806/04, depositata il
9 marzo 2004) del giudice amministrativo di primo grado che aveva dichiarato linanimissibilità
del suo ricorso
per difetto di giurisdizione. Nel controricorso
notificato il 21
febbraio 2007 (depositato il giorno 8 marzo 2007) il Ministero intimato e lAgenzia,
delle Entrate instavano per il rigetto dellimpugnazione, con ogni
consequenziale pronuncia in ordine alle spese del
giudizio. Motivi
della decisione 1. Nella sentenza
gravata, il Consiglio di Stato - premesso aver la (
)
dedotto da un lato che il provvedimento impugnato (
ordine di
rinnovo della verifica) non rientra tra gli atti tributari devoluti ai sensi
dellart. 2 del decreto_legislativo_546_1992 alla giurisdizione del giudice tributario;
dallaltro che tale provvedimento, costituendo esercizio di potestà
amministrativa, esibisce profili di autonomia rispetto alla determinazione
finale ed è dunque ex se ed immediatamente contestabile avanti al giudice amministrativo
-, confermando linammissibilità del ricorso (per difetto di
giurisdizione del giudice amministrativo) dichiarata dal TAR, ha
disatteso lappello della società (la quale aveva eccepito
linsussistenza dei presupposti legali in base ai quali poteva essere ordinata la verifica
e dunque aziona, in sostanza, la pretesa a non essere sottoposta a tale forma
di controllo amministrativo) osservando: -
lappellante non deduce il carattere lesivo delle specifiche
modalità con le quali è stata in concreto espletata la verifica: di conseguenza
non viene qui in rilievo il dibattuto problema della tutela (specie
cautelare) del contribuente a fronte di indagine istruttoria
dellamministrazione che si svolga in modo potenzialmente lesivo del
diritto del professionista
o dellimprenditore alla riservatezza o ad evitare intralci
nellesercizio dellattività economica; tale
tutela, comunque, in quanto volta a proteggere diritti soggettivi
non degradabili, non potrebbe
essere richiesta al giudice
degli interessi;
- essendosi conclusa con ladozione di un atto di
accertamento, la verifica fiscale contestata
costituisce espletamento di attività istruttoria finalizzata alla
determinazione autoritativa dellimposta per cui lordine
di rinnovo della verifica
e la verifica stessa costituiscono momento strumentale e prodromico rispetto
alla esatta determinazione del presupposto di imposta, contenuta nellatto
di accertamento eccesso (corrige: emesso) nei confronti del destinatario del
controllo, concretizzandosi
perciò in attività giuridicamente infraprocedimentale e dunque non
immediatamente lesiva-, conseguentemente (dunque)
spiega
effetto il principio consolidato secondo cui gli atti
istruttori ancorché illegittimi non sono autonomamente impugnabili per difetto di concreta
lesività, dovendo la relativa contestazione essere differita al momento dellimpugnazione,
per illegittimità
derivata, del provvedimento finale sì che, per
quanto
interessa, i vizi del procedimento tributario non sono
immediatamente
contestabili ma, ridondando in vizi del provvedimento finale e cioè dellatto
di accertamento, vanno
dedotti nellambito dellimpugnazione di
questo: nel caso in esame, dunque, lillegittimità della
verifica o dellordine di rinnovo della stessa non può essere fatta valere anticipatamente ed in
via autonoma ma va invece deddotta mediante impugnazione del provvedimento
finale avanti alla commissione tributaria, rientrando pacificamente latto
di accertamento in questione fra quelli sui quali solo il giudice tributario è fornito
di giurisdizione (cfr. art. 2 D. l.vo n. 546 del 1992)
(come di fatto avvenuto, avendo la società impugnato con successo avanti
al giudice tributario latto di accertamento). Il giudice a quo
osserva, ancora: - in tal modo lattività di verifica fiscale,
diversamente da quanto sostenuto dalla appellante, non risulta sottratta
al controllo giurisdizionale, con violazione del precetto di cui allart.
113 secondo comma della Costituzione perché il differimento della
impugnazione
non incide sulla giustiziabilità dellatto istruttorio ma costituisce mera
applicazione della regola processuale secondo la quale per agire in giudizio
(ed ottenere una pronuncia di merito) occorre avere quellinteresse
concreto il quale, al cospetto
della funzione amministrativa procedimentalizzata, si radica e diventa attuale
solo al momento delladozione del provvedimento finale; -
sulle conclusioni sin qui raggiunte non incide il disposto dellart.
7 comma 4 della legge_212_2000 (Statuto del contribuente) secondo cui la
natura tributaria dellatto non preclude il ricorso agli organi di
giustizia amministrativa, quando ne ricorrano i presupposti in quanto lo
stesso non attribuisce
al giudice amministrativo nuovi ambiti di
cognizione in materia
tributaria, ma si limita a confermare la sussistenza della giurisdizione di
amministrativa ove la stessa discenda dal criterio di riparto ordinario, come
acquisito in giurisprudenza: la giurisdizione generale
di legittimità può tuttora essere adita solo se la controversia non sia devoluta al giudice
tributario e solo se la posizione giuridica che si pretende lesa abbia
consistenza di interesse legittimo (cfr. VI Sez. 30 settembre 2004 n. 6353).
In definitiva, per il Consiglio di Stato, la controversia rientra nellarea
riservata alla giurisdizione del giudice tributario speciale e non sussiste
quindi il presupposto per il ricorso agli organi di giustizia
amministrativa. 3. La (
)- denunziando violazione dei limiti
esterni della giurisdizione del giudice amministrativo, violazione
dellart. 103, comma 1, Cost. nonché violazione dellart.
7, comma 4, della legge 27 luglio 2000 n. 2123 - chiede di cassare tale
decisione formulando (ex art. 366 bis c.p.c.) il seguente quesito di
diritto dichiarare la spettanza della giurisdizione al giudice amministrativo ai
sensi dellart. 7, comma 4, della I. 27 luglio 2000, n. 212, recante
Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente, in
relazione allimpugnazione degli ordini di verifica con cui lAgenzia
delle Entrate, in difetto dei presupposti che legittimano la riapertura di una
verifica e violando lobbligo di motivazione prescritto per gli atti
dellAmministrazione finanziaria dallo Statuto del contribuente, ha
autorizzato il compimento
di atti di indagine tributaria con riferimento ad un periodo di imposta per cui
si era già svolta ed era stata conclusa una verifica generale, in quanto nella
fattispecie ricorrono tutti i presupposti della giurisdizione amministrativa:
ovvero in senso negativo, la non spettanza della controversia al giudice
tributario, per la mancata inclusione degli ordini di verifica nel novero degli
atti assoggettati a tale giurisdizione dallart. 19 d.lgs. n.
546/1992; e, in senso positivo, la presenza di una situazione giuridica che si pretende
lesa, avente la consistenza dellinteresse legittimo, ma anche di
libertà costituzionalmente garantite, e linteresse concreto ed attuale ad
agire per la rimozione degli atti impugnati. A. A sostegno dì tale richiesta la
ricorrente - assumendo
avere entrambi i Collegi
posto a fondamento della propria
decisione la negazione che possa darsi unincidenza immediata nella sfera
giuridica del contribuente sottoposto a verifica prima che un atto di
accertamento sia adottato, e
quindi negato che il medesimo contribuente possa avere un
interesse ad agire avverso lordine di verifica che ritenga
illegittimo -, in primo luogo, osserva: - il principio
in
base al quale gli atti istruttori, in quanto aventi carattere
infraprocedimentale,
non sono autonomamente impugnabili per inidoneità a creare una lesione
immediata nella sfera giuridica del privato, non può ritenersi
applicabile nel caso dellattività di indagine fiscale della p.a., la
quale si connota per gli incisivi poteri riconosciuti allamministrazione, i
quali sono in grado di comprimere fortemente, in modo da esigere una tutela
immediata avverso i medesimi, le libertà (di domicilio, di corrispondenza, di
libertà di iniziativa economica, ecc.) del soggetto che li subisce (talvolta imponendo non solo un pati,
ma anche un obbligo positivo, un facere), e che, proprio in considerazione di
ciò, si caratterizza altresì per la minuziosa regolamentazione dei presupposti
e delle modalità di esercizio del potere medesimo, in chiave prettamente
garantistica nei confronti del contribuente; - in relazione
alla situazione azionata [da essa].. non vale obiettare lesistenza di una
dualità di situazioni giuridiche in capo al contribuente (diritti
soggettivi/interessi legittimi, di cui i primi tutelabili di fronte al giudice ordinario)
in quanto laddove egli si dolga di una verifica che ritiene illegittima,
ad essere lesa non è solo la posizione complessiva del contribuente
(
) a che la potestà amministrativa venga esercitata in conformità alle regole poste dallordinamento
per lesercizio della stessa, ovvero linteresse legittimo, ma
anche, inevitabilmente, le posizioni soggettive aventi rango costituzionale,
per levidente ragione che le stesse possono essere limitate solo nei
casi e nei
modi indicati dalla legge (
TAR, a pag. 3) lindicazione
di effettuare le verifiche presso i locali del contribuente solo in presenza di
effettive esigenze, durante lorario di lavoro e con modalità tali da
arrecare la minore turbativa possibile, così come quelle che inducono a limitare la permanenza nei
locali e che impongono di esaminare i documenti in luoghi diversi da quelli del
contribuente, ove questi lo richieda, infatti, si
muovono nellottica di attuare il bilanciamento delle contrapposte posizioni secondo i criteri della
necessarietà e della proporzionalità, i quali discendono direttamente dai
precetti costituzionali racchiusi negli artt. 2, 13, 14 e 15 Cost., che
sovrintendono alle libertà inviolabili). - gli stessi criteri
sono ritraibili dai
principi di imparzialità e buon andamento dettati dallart.
97 Cost., il quale
è menzionato dallart. 1 dello Statuto (assieme
agli artt. 3, 23 e 53 Cost.), come disposizione alla cui attuazione è diretto
lo Statuto medesimo; ai medesimi principi rispondono, poi, le prescrizioni
che concernono la motivazione di tutti gli atti dellamministrazione
(secondo lampia formula utilizza dal legislatore allart. 7, comma
l, dello Statuto del contribuente), lesposizione delle ragioni che hanno
giustificato la
verifica, il divieto di richiedere documenti e informazioni di cui lamministrazione
già dispone, e, non ultimo, lobbligo di improntare il rapporto con i
contribuenti ai principi di buona fede e collaborazione. Secondo la
ricorrente, invero, lo stesso Consiglio di Stato (richiamando
lorientamento sul punto di questa
Corte (
sez. un. civ. 25
ottobre 1998 n. 10186 e
28 ottobre 2005 n. 20994)) ha riconosciuto
che quando la vertenza ha ad oggetto la contestazione della legittimità
dellesercizio
del potere amministrativo, ossia quando latto amministrativo sia
assunto nel giudizio non come
fatto materiale o come semplice espressione di una condotta illecita, ma sia
considerato nel ricorso quale attuazione illegittima di un potere
amministrativo, di cui si chiede lannullamento, la
posizione del cittadino si concreta come posizione di interesse legittimo (CdS,
sez. VI, n. 556/2006
), per cui il fatto che lazione sia proposta a
tutela (anche) di un diritto costituzionale non è discriminante ai fini
della giurisdizione, risultando invece decisiva la circostanza che lazione
sia diretta (o meno) contro unatto che costituisce esercizio di un
pubblico potere (
in tal senso anche la sentenza delle Sezioni unite
Civili della Corte di Cassazione dell8 marzo 2006 n. 4908, che afferma la giurisdizione del G.O.
in relazione alla domanda di risarcimento dei danni alla salute, sulla base del
rilievo dato alla mancanza, nella fattispecie, di provvedimenti
della pubblica amministrazione o di suoi concessionari, che siano stati impugnati o dei
quali si chiede lannullamento e ivi ravvisando solo
comportamenti (
), che non possono incidere negativamente sulle
posizioni di diritto soggettivo fatte valere dagli interessati):
nel caso di specie [essa] istante si doleva dellillegittimità degli
atti adottati dallAmministrazione nellesercizio del proprio potere
(discrezionale) di autorizzare la verifica tributaria, per cui, anche sotto
questo profilo, doveva ritenersi correttamente incardinata la controversia dinanzi al giudice amministrativo.
A conclusione del punto la società afferma che il giudice a quo (il quale ha
ritenuto la controversia rientrante nellarea riservata alla
giurisdizione tributaria) ha errato
nel considerare
lart. 7, comma 4, dello Statuto non applicabile perché nella fattispecie ricorrono
tutti i presupposti della giurisdizione amministrativa; - in
senso negativo, la non spettanza della controversia al giudice tributario, per
la mancata inclusione degli ordini di verifica nel novero degli atti assoggettati a tale
giurisdizione dallart. 19 d.lgs. n. 546/19923: peraltro
il carattere residuale del ricorso al G.A. in caso di atti
aventi natura tributaria, che i due Collegi sembrano porre a presupposto delle
decisioni prese, non si
deduce dalla disposizione in esame (scilicet, quella del
quarto comma dellart. 7) che, viceversa, costituisce applicazione
dellart. 103, comma 1, Cost., il quale espressamente dispone che il
plesso giurisdizionale costituito dai TAR e dal Consiglio di Stato sia il giudice naturale
degli interessi legittimi, principio cui si deroga nel caso della giurisdizione
tributaria, ma solo nei casi previsti dalla legge (e cioè per
limpugnazione degli atti elencati allart. 19 D. Lgs. 546/92), per
cui a fronte dellesercizio
illegittimo dellattività di indagine fiscale, ed in presenza delle
condizioni per agire in giudizio, si riespande la regola (generale, non
residuale) della giurisdizione del G.A.; - in senso positivo, la
presenza di una situazione giuridica che si pretende lesa, avente la consistenza dellinteresse
legittimo, ma anche di libertà costituzionalmente garantite, e linteresse
concreto ed attuale ad agire per la rimozione degli atti impugnati. B.
In relazione, poi, allinteresse ad agire, la ricordante
sostiene che negare la tutela immediata a fronte degli ordini di verifica
che costituiscono reitera di altre verifiche già effettuate, senza il rispetto
dei requisiti di forma e di sostanza previsti dalla legge, ed affermare lesistenza
di una tutela differita,
equivalga a negarla del tutto atteso che invece di bloccare
unattività di indagine, di cui [essa] contestava fondamento e
modalità,
ha dovuto subire per ben due volte le conseguenze negative dei
processi verbali di constatazione redatti in esito alla verifica illegittima, vedendosi costretta ad
adire la commissione tributaria per ottenere lannullamento
degli avvisi di rettifica adottati su quella base, con
inutile dispendio
anche delle risorse pubbliche. Secondo la società, invero, non è fondato asserire che
il differimento della tutela non incida sulla giustiziabilità
dellatto, ai sensi dellart. 113 Cost. (pag. 6 della sentenza del
Consiglio di Stato) perché, pur essendo vero
che
nellordinamento tributario (e solo in questo) si conosce la figura del differimento
della tutela", questa risulterebbe (costituzionalmente)
ammissibile non semplicemente per via della non lesività attuale
dellatto (condizione che
non ricorre nel caso di
specie, in cui sono immediatamente ed autonomamente rilevabili i vizi della reitera della verifica)
ma sulla base della circostanza che le ragioni della lesione sono
esternate (o pienamente conoscibili) solo con il provvedimento finale. La
ricorrente, infine (conclusivamente), osserva che ammettere
la giurisdizione del giudice amministrativo nella fattispecie in esame non
equivale (come affermato dalle Amministrazioni resistenti)
ad introdurre una giurisdizione concorrente a quella delle Commissioni
tributarie attesa la diversità della tutela atttenibile, in quanto il giudizio (in
sede di tutela differita) davanti alle Commissioni avrebbe ad oggetto solo la
pretesa del singolo, quale contribuente, di pagare imposte e sanzioni in misura
non superiore a quella dovuta, ma detto giudizio non tutelerebbe quegli
interessi di natura patrimoniale e non patrimoniale direttamente pregiudicati
dallattività ispettiva, non aventi necessariamente riflesso
sullammontare del debito dimposta, quali, ad esempio, la libertà di
domicilio o la riservatezza:
quella ottenuta con limpugnazione dellatto di
accertamento, infatti, secondo la
sarebbe, alla fine, una
tutela incompleta, nel senso che le lesioni alla sfera della riservatezza o del
domicilio, rimarrebbero tali anche se il successivo atto di accertamento venisse
annullato dai giudici di merito. C. In terzo (ed ultimo) luogo la
ricorrente contesta il contrario avviso espresso dal giudice
amministrativo
sulla presenza dei presupposti per agire sulla base
dellart. 7, comma 4 legge n. 212 del 2000 affermando che né il TAR, né il
Consiglio di Stato, pervengono ad una chiara definizione dellambito di
applicazione della norma di cui allart. 7, comma 4, dello Statuto del
contribuente e sostiene di non comprende(re), in particolare, che significato abbia laffermazione
in base alla quale tale disposizione non attribuisce (
) al giudice
amministrativo nuovi ambiti di cognizione in materia tributaria, ma si limita a
confermare la sussistenza della giurisdizione amministrativa ove la stessa discenda dal criterio di riparto
ordinario, come acquisito in giurisprudenza e ancora dunque
la giurisdizione generale di legittimità può tuttora essere adita solo se la
controversia non sia devoluta al giudice tributario e solo se la posizione
giuridica che si
pretende lesa abbia consistenza di interesse legittimo":
secondo la società a questo modo di argomentare
non solo non chiarisce
realmente quale sia il concreto ambito applicativo della disposizione di cui si
tratta, in relazione ai confini della giurisdizione, ma,.. giunge ad una conclusione che può
dirsi ampiamente errata perché, come ricordato, gli
stessi giudici di Palazzo Spada
, aderendo allorientamento sul
punto di (questa)
Corte, hanno affermato come, ai fini
dellindividuazione della giurisdizione, non sia decisiva la natura della situazione fatta
valere, quanto piuttosto la circostanza che ad essere impugnato sia un atto
costituente esercizio di un pubblico potere, per concludere come in tale ultimo
caso la giurisdizione appartenga sempre al giudice amministrativo, anche quando
vengano in questione diritti fondamentali (v. CdS, sezione VI, sentenza n.
556/2006, cit.) (il TAR Napoli
aveva limitato
lapplicazione della disposizione di cui allart. 7, comma 4, ai casi
in cui non consegue
alcun atto impositivo per intervenuta decadenza dellazione
accertatrice ovvero la verifica tributaria illegittimamente condotta non
conduca ad alcun rilievo
). Su questo punto decisivo della
controversia, pertanto, secondo la ricorrente, largomentazione del giudice di seconde
cure appare totalmente erronea con riferimento alla determinazione della
giurisdizione amministrativa: in considerazione del
criterio di riparto ordinario, come acquisito in
giurisprudenza", infatti, nelle ipotesi richiamate dal TAR non si verterebbe
in materia di interessi legittimi, ma di diritti soggettivi, sottoposti ad un
comportamento fattuale della p.a. lesivo della loro consistenza per cui la loro
violazione in ipotesi siffatte dovrebbe rilevare davanti al giudice ordinario,
non già davanti a quello amministrativo. La ricorrente,
infine, non ritiene logico il ragionamento dellAmministrazione
procedente volto a contraddire il principio della giurisdizione amministrativa,
di cui allart. 7, comma 4, cit.,
attraverso le argomentazioni espresse dal Consiglio di
Stato in Adunanza Generale nel parere del 22 gennaio 2001, in quanto il
tentativo di delimitare la giurisdizione del giudice amministrativo contenuto
in detto parere si basava su disposizioni formulate nella proposta di decreto
legislativo di dubbia costituzionalità, che non a caso non sono mai state
emanate e non risultano affatto accolte dal decreto legislativo n. 32 del 2001,
adottato sulla base della delega di cuiallart. 16 della
legge n. 212 del 20003
per cui resta
valido che con lespressione organi di
giustizia amministrativa si intenda il complesso TAR-Consiglio di
Stato, come afferma non solo il parere citato, ma anche il parere del 5
dicembre 2000 del Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria.
4. Il ricorso deve essere respinto perché infondato. A. Sul primo profilo di
doglianza va, innanzitutto, ribadito (in carenza di qualsivoglia convincente
argomentazione contraria) che (Cass. sez. un., 29 aprile 2003 n. 6693
(ordinanza interlocutoria),
da cui gli excerpta testuali che seguono) (a) nella disciplina
del contenzioso tributario quale risultante
dal d.lgs. 31.XII.1992, n.
546 (art. 2 sia nel testo originario, che in quello novellato dallart.
12, comma 2, L. 28.XII.2001 n. 448) la tutela giurisdizionale dei contribuenti, con riguardo ai
tributi cui le norme citate hanno riferimento, è affidata in esclusiva alla
giurisdizione delle commissioni tributarie, concepita comprensiva di ogni
questione afferente allesistenza ed alla consistenza dellobbligazione
tributaria (cfr., in terminis, ex multis, Cass. SS.UU. civ., sent. n. 103 del
12.III/2001) e (b) tale esclusività non è suscettibile
di venir meno in presenza di situazioni di carenza di un provvedimento impugnabile
e, quindi, di
impossibilità di proporre contro tale provvedimento quel reclamo che
costituisce il veicolo di accesso, ineludibile, a detta giurisdizione
perché siffatte situazioni (quando fattualmente
riscontrate) incidono unicamente sullaccoglibilità della domanda (ossia sul merito),
valutabile esclusivamente dal giudice avente competenza giurisdizionale sulla
stessa, e non già sulla giurisdizione di detto giudice (cfr., in proposito; ex
aliis, Cass. SS.UU. civ., sent. n. 11217 del 13.XI.1997).
La giurisdizione
(piena ed esclusiva) del giudice tributario fissata dallart.
2 del D. Lg.vo n. 546 del 1992, poi, non ha ad oggetto solo gli
atti per così dire finali del procedimento amministrativo di
imposizione tributaria (ovverosia gli atti definiti, propriamente, come impugnabili
dallart. 19 D. Lg.vo n. 546 del 1992) ma investe - nei limiti,
ovviamente, dei motivi sottoposti dal contribuente allesame
di quel giudice ai sensi dellart. 18, comma 2, lett. e), stesso D. Lg.vo
- tutte Ie fasi del procedimento che hanno portato alla adozione ed alla formazione di quellatto
tanto che leventuale giudizio negativo in ordine alla legittimità e/o
alla regolarità (formale e/o sostanziale) su un qualche atto
istruttorio prodromico può determinare la caducazione, per illegittimità derivata, dellatto
finale impugnato: la correttezza del procedimento di
formazione della pretesa tributaria, infatti (Cass., un., 4 marzo 2008 n.
5791; ma già, Cass., un., 25 luglio 2007 n. 16412), è assicurata mediante
il rispetto di una
sequenza ordinata secondo una progressione di determinati atti, con le relative
notificazioni, destinati, con diversa e specifica funzione, a farla emergere e
a portarla nella sfera di conoscenza dei destinatari, allo scopo, soprattutto,
di rendere possibile per questi ultimi un efficace esercizio del diritto di
difesa. Siffatta latitudine della giurisdizione tributaria - estesa (come
detto) anche al controllo della regolarità (formale e sostanziale) di tutte le
fasi del procedimento di imposizione fiscale - evidenzia lapplicabilità
(vanamente, pertanto, contestata dalla ricorrente) anche agli atti
istruttori fiscali - nonostante la compressione (comprimere
fortemente, dice la ricorrente) delle libertà (di
domicilio, di corrispondenza, di libertà di iniziativa economica, ecc.)
indicate dalla contribuente posta in essere dagli stessi - del principio della
non autonoma (ed immediata) impugnabilità proprio in quanto aventi
carattere infraprocedimentali. Per quanto attiene,
inoltre, specificamente
alla problematica della riconducibilità dellatto impugnato
alle categorie indicate dal D. Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546, art. 193, queste
sezioni unite (sentenza 27 marzo 2007 n. 7388) - confermato che (giusta
una consolidata giurisprudenza
(da ultima, sez. un., ord. n. 22245/06))
tale problematica
non attiene alla giurisdizione, ma alla
proponibilità della domanda -, pur rilevando (non possono non
rilevare) che la mancata inclusione degli atti in contestazione nel
catalogo contenuto in detto
articolo comporterebbe una lacuna di tutela giurisdizionale, in violazione dei
principi contenuti negli articoli 24 e 113 Cost., hanno
specificato esser compito della commissione tributaria verificare se
latto in contestazione possa ritenersi impugnabile nellambito delle categorie
individuate dallart. 19 del d.l.vo n. 546 del 19923. Il carattere
esclusivo della giurisdizione tributaria, ancora (Cass., un., 27 marzo
2007 n. 7388), non consente che atti non impugnabili in tale sede siano
devoluti, in via
residuale, ad altri giudici, secondo le ordinarie regole di riparto della
giurisdizione (Sez. Un., ord. N. 13793/04): lattribuzione
al giudice tributario di una controversia che può concernere la lesione di
interessi legittimi, infatti, come chiarito, non incontra un limite
nellart. 103 Cost. perché (secondo una costante
giurisprudenza costituzionale: da ultime,
ordinanze n. 165 e 414 del 2001 e sentenza n. 240 del 20063 ) non esiste
una riserva assoluta di giurisdizione sugli interessi legittimi a favore del giudice
amministrativo, potendo il legislatore attribuire la relativa tutela ad altri
giudici. In secondo luogo, poi, deve evidenziarsi che lincidenza
della specifica attività amministrativa contestata su posizioni
soggettive aventi
rango costituzionale (in particolare,
come adduce la ricorrente, su posizioni soggettive tutelate dai
precetti costituzionali racchiusi negli artt. 2, 13, 14 e 15 Cost., che
sovraintendono alle liberti inviolabili), limitabili quindi solo
nei casi e nei
modi indicati dalla legge", non consente affatto di ravvisare
nelleventuale lesione di quelle posizioni (o situazione
composita) una situazione giuridica
avente la
consistenza di interesse legittimo perché le condizioni fissate per la legale temporanea violabilità
di quelle libertà lasciano integra la originaria consistenza di diritto
soggettivo delle stesse attesa la loro mera, temporalmente e funzionalmente
limitata, compressione. Il preteso difetto, negli
ordini qui impugnati, dei presupposti di legge - lamentato
dalla ricorrente -, quindi, non lede un mero interesse legittimo ma integra (se
sussistente) la lesione di un vero e proprio diritto soggettivo del
contribuente nei cui confronti viene eseguita la verifica ordinata perché solo lesistenza
di quei presupposti (che nella specie si assumono, in ipotesi,
mancanti) rendono legittima lazione accertativa e fa sorgere, a carico
del contribuente verificato, gli obblighi di pati detta azione
nonché di facere quanto eventualmente le afferenti norme gli impongano per consentire
agli inquirenti di svolgere appieno la propria attività, il tutto sempre a
prescindere dalleventuale esito, negativo per
lUfficio, del controllo stesso. È appena il caso di evidenziare, di poi,
che leventuale esito negativo per lUfficio dellattività
di accertamento (con conseguente non emissione di alcun provvedimento fiscale)
compiuta in forza di ordini ritenuti illegittimi dal contribuente integra
fattispecie del tutto diversa da quella in esame (conclusasi con lemissione di un
provvedimento impositivo, come evidenziato dal giudice a quo) e, comunque,
porta la valutazione di quel fatto nellorbita giurisdizionale del giudice
ordinario (quindi, non del giudice amministrativo) siccome ipoteticamente lesiva di diritti aquisitamente
soggettivi del contribuente a subire, al di fuori dei casi espressamente
previsti dalla legge, verifiche fiscali e di conseguenza, le connesse
compressioni legali ai suoi corrispondenti diritti (anche costituzionalmente garantiti,
come espone la stessa società ricorrente), al di fuori dei casi e delle ipotesi
previste dalle afferenti leggi che attribuiscono e circoscrivono il sorgere e lesercizio
del potere fiscale di controllo. B. In ordine alla legittimità del
differimento al
momento della impugnazione dellatto impositivo della tutela
giurisdizionale per vizi e/o per irregolarità concernenti atti compiuti nel
corso delliter amministrativo conclusosi con ladozione
dellatto impositivo notificato è sufficiente ricordare il pensiero (costantemente
affermato, come dice lo stesso giudice delle leggi) della Corte
Costituzionale (decisione 23 novembre 1993 n. 406, che ricorda da ultimo
le sentenze n. 154 del 1992; n. 15 del 1991; n. 470 del 1990; n. 530 del 19893)
secondo cui gli
artt. 24 e 113 della Costituzione non impongono una correlazione assoluta tra
il sorgere del diritto e la sua azionabilità, la quale può essere
differita ad un momento successivo ove ricorrano esigenze di ordine generale e
superiori finalità di
giustizia, sempre che il legislatore osservi il limite
imposto dallesigenza di non rendere la tutela giurisdizionale
eccessivamente difficoltosa, in conformità al principio della piena attuazione
della garanzia stabilita dalle suddette norme costituzionali:
nel caso, non si ravvisano né sono state dedotte difficoltà della tutela
giurisdizionale relativa agli atti qui impugnati quali conseguenti al
differimento di quella tutela al momento della emissione dellatto di
imposizione fiscale. C. Il corretto ambito applicativo della disposizione
dettata dal quarto comma dellart. 7 legge 27 luglio 2000 n. 212 (secondo
cui la natura tributaria dellatto non preclude il ricorso agli
organi di giustizia amministrativa, quando ne ricorrano i presupposti - di cui la ricorrente lamenta la
mancata delimitazione -, infine, è stato già precisato nella sentenza 13 luglio
2005 n. 14692 di queste sezioni unite per la quale quella disposizione
riconferma il carattere esclusivo e pieno della giurisdizione ordinaria in materia tributaria,
non fa che enfatizzare un principio già generalmente riconosciuto e
comporta, salvo espresse previsioni di legge, una
naturale competenza del giudice amministrativo soltanto
sullimpugnazione di atti amministrativi
a contenuto generale o normativo, come i
regolamenti e le delibere tariffarie e di atti (aventi
natura provvedimentale) che costituiscano un presupposto
dellesercizio della potestà impositiva e in relazione ai quali esiste un
generale potere di disapplicazione del giudice cui è attribuita la giurisdizione sul rapporto
tributario. Nella stessa sentenza, inoltre, si è precisato che tale
principio
non può mai comportare una doppia tutela (dinanzi al giudice
amministrativo e a quello ordinario o tributario) nei confronti di atti impostivi o di
atti del procedimento impositivo. Questultimo corollario, nel
caso, riveste natura decisiva del punto in esame non essendo dubitabile (né
essendo stato dubitato del) la sussistenza, in capo al contribuente, del potere
di contestare innanzi
agli organi di giustizia tributaria la legittimità anche degli ordini
di verifica de quibus in quanto atti prodromici del provvedimento
impositivo eventualmente adottato allesito di quanto emerso da quella
verifica. In ordine al punto concernente la tutela, innanzi agli organi di
giustizia tributaria, nei confronti di tutti gli atti del
procedimento impositivo, è sufficiente ricordare le decisioni di questa
Corte nelle quali si è ammessa la sindacabilità, da parte di detti organi: (a) degli atti prodromici del procedimento
impositivo quali i provvedimenti emessi dal Procuratore della Repubblica
ex artt. 33 DPR 29 settembre 1973 n. 600 e 52, comma 2, DPR 26 ottobre 1972 n.
633, di autorizzazione alla perquisizione domiciliare e/o personale da parte degli organi
fiscali inquirenti (Cass., trib.: 19 ottobre 2005 n. 20253; 12 ottobre 2005 n.
19837; 1° ottobre 2004 n. 19690; 3 dicembre 2001 n. 15230; 19 giugno 2001 n.
8344); (b) del preventivo invito al pagamento (contenuto nellart. 60, comma 6, DPR n. 633/72), quale
adempimento necessario e prodromico alla iscrizione a ruolo dellimposta
sul valore aggiunto (Cass., trib.: 18 aprile 2008 n. 10179 e 14 aprile 2006 n.
8859); (c) dellinvito al pagamento notificato dal Comune al
contribuente quale
atto prodromico alliscrizione a ruolo (Cass., trib., 6
dicembre 2004 n. 22869); d) dellinvito di cui allart. 51, comma 2,
n. 2, DPR 26 ottobre 1972 n. 633, per fornire dati, notizie e chiarimenti in
ordine alle operazioni annotate nei conti bancari (Cass., trib., 18 aprile 2003 n. 6232); e) dellinvito
al pagamento menzionato nellart. 67, comma 2, lett. a) DPR 28 gennaio
1988 n. 43 (Cass., trib., 12 marzo 2002 n. 3540) e, f) più in generale, sulla
scorta dei principi affermati da queste sezioni unite (sentenza n. 16412 del 2007, cit.), sulla
mancata notifica di un atto prodromico quale vizio proprio
(ex art. 19, terzo comma, D. Lg.vo n. 546 del 1992) dellatto notificato
al contribuente (Cass., trib., 25 gennaio 2008 n. 1652). 5. Per la sua totale soccombenza la (
)
sensi dellart. 91 c.p.c., deve essere condannata a rifondere alle
amministrazioni pubbliche le spese di questo giudizio di legittimità,
liquidate, nella misura indicata in dispositivo, in base al valore
indeterminato della controversia
ed allattività difensiva espletata da dette amministrazioni. P.Q.M.
Rigetta il ricorso e dichiara la giurisdizione del giudice tributario; condanna
la (
) a rifondere alle amministrazioni pubbliche le spese del giudizio di
legittimità che liquida
in complessivi euro 4.000,00 (quattromila/00) per onorario, oltre spese
generali e spese prenotate a debito. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |
( da "Repubblica, La"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 49 - Cultura
Con "la Repubblica" e "l´Espresso" l´ultima versione del
testo sacro in tre volumi Vecchio e Nuovo Testamento nella traduzione curata
dalla Cei Il linguaggio è chiaro, arricchito da immagini, note e
approfondimenti Bruno Forte: "Le Scritture sono importanti sia per i
credenti che per i non credenti" Mons. Paglia: "Chi frequenta
veramente la parola di Dio´ non è fondamentalista" MARCO POLITI
Mons. Gianfranco Ravasi, biblista di fama e presidente del Consiglio pontificio
per la Cultura, ha parole liriche alla prospettiva di un rilancio della
conoscenza della Bibbia. Che le Scritture - ha scritto - divengano per i fedeli
«fuoco ardente e miele saporoso, pioggia che feconda, spada che colpisce,
parola che consola, seme che germoglia e lampada che guida i passi nel cammino
spesso tenebroso della vita». E questo in effetti i vescovi italiani si sono
proposti creando nel 1988 il gruppo di lavoro che ha prodotto la nuova
traduzione della Bibbia destinata ad entrare nelle case italiane con il sigillo
della Cei. Ci sono voluti quasi dieci anni per portare a termine un impegno
enorme. Chi ha partecipato all´impresa parla dello sforzo di penetrare nello
stile delle lingue originali, di valutare la varietà dei generi letterari
presenti specialmente nell´Antico Testamento, di soppesare le corrispondenze
dei testi sinottici. Un lavoro di ricerca, anche letteraria, per evitare
arcaismi e trovare la parola giusta per l´orecchio contemporaneo. A volte,
racconta uno dei più brillanti teologi italiani, Bruno Forte vescovo di Chieti,
la traduzione maggiormente fedele all´originale può in prima battuta persino
sconcertare il lettore. Perché rompe con formule ripetute da tempi
immemorabili. Un esempio. Il colloquio intenso tra Cristo e Pietro al termine
del quale Gesù prorompe nell´esclamazione «Vade retro, Satana». Adesso suona
ben diversa: «Va´ dietro a me, Satana». Come mai? Spiega mons. Forte: «Con la
traduzione letterale emerge il senso più profondo. Cristo si mette al centro e
dice a Pietro: TU devi seguirmi. Perché se Pietro si fa idolo di se stesso,
allora diventa Satana». E´ un rapporto complesso quello tra l´Italia e la Sacra
Scrittura. Per effetto della Controriforma nel nostro Paese - a differenza
delle nazioni protestanti - la Bibbia è stata per secoli «patrimonio del
clero», praticamente inaccessibile ai fedeli. Risale al concilio Vaticano II la
diffusione programmatica della conoscenza delle Scritture tra il «popolo di
Dio». In questo senso il Concilio marca la riscoperta della Bibbia tra i
fedeli. Afferma Bruno Forte: «Dopo il Vaticano II Roland Barthes diceva che la
Chiesa dove più largamente si legge la Bibbia è quella cattolica». In realtà,
prosegue il teologo, la conoscenza della Bibbia è fondamentale sia per i
credenti che per i non credenti. Per tre motivi. Tutti i nostri valori
artistici e culturali sono legati all´eredità cristiana e risultano incomprensibili
se perdiamo la «grammatica» dei suoi simboli. Inoltre i temi biblici e gli
orizzonti etici della Bibbia - a cominciare dai Dieci Comandamenti - hanno
plasmato la nostra storia. Infine, come si può ignorare il messaggio spirituale
che ha accompagnato il cammino della nostra nazione? «C´è un messaggio di
speranza che caratterizza il cristianesimo. Dio è vicino all´uomo nel paradosso
della crocifissione e della resurrezione. Così Dio è per noi e con noi. In
ultima analisi significa che noi uomini non siamo soli». Per la Conferenza
episcopale tradurre la Bibbia ha fatto parte consapevolmente del programma di
rievangelizzazione di una società secolarizzata. La nuova traduzione è la terza
tappa di questo cammino. Nel 1971 la Cei ha pubblicato una traduzione italiana
della Bibbia per uso liturgico. Nel 1974 è apparsa una nuova versione con
correzioni e miglioramenti. L´attuale traduzione è stata stimolata dalla
decisione del Vaticano di pubblicare una versione aggiornata della Vulgata
latina di san Girolamo, facendo tesoro delle acquisizioni di oltre un secolo di
studi critici sulle Scritture. «Da questo punto di vista ora in Italia siamo
all´avanguardia», nota il vescovo di Terni mons. Paglia, presidente della
Federazione biblica cattolica mondiale. «Infatti il testo che il fedele può
leggere nel libro con la traduzione della Cei corrisponde esattamente al testo
liturgico che ascolta nella messa domenicale. E´ la prima conferenza episcopale
al mondo ad avere realizzato questo risultato e ciò indubbiamente favorirà la
memorizzazione delle Scritture». C´è ancora molto da fare, tuttavia, per
superare la radicata ignoranza della Bibbia degli italiani. Due anni fa
l´associazione non confessionale Biblia raccolse diecimila firme di esponenti
della cultura italiana perché nelle scuole venisse promossa la conoscenza della
Bibbia come fattore cruciale del sistema culturale e storico europeo. Firmarono
in tanti. Da Umberto Eco e Claudio Magris allo storico cattolico Pietro
Scoppola (poi scomparso) all´astronoma Margherita Hack, all´ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky. Nel
frattempo, anche sull´onda del Sinodo dei vescovi svoltosi in Vaticano nel 2008
sul tema della «parola di Dio», qualcosa si è mosso. La Bibbia sta tornando
nelle case italiane. «Dopo il Sinodo le diocesi hanno deciso di ripartire dalle
Sacre Scritture», commenta mons. Paglia. Aggiungendo un consiglio: «La
Bibbia va letta comunitariamente e in un clima di preghiera». Con una postilla
interessante: «Chi frequenta veramente le Scritture non è fondamentalista».
( da "AltaLex" del
05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Terremoto in
Abruzzo: interventi urgenti e misure di protezione civile Decreto Legge
28.04.2009 n° 39 , G.U. 28.04.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Per
soccorrere le esigenze delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009 è
disposta la concessione di contributi, anche con le modalità del credito di
imposta, e di finanziamenti agevolati, garantiti dallo Stato, per la
ricostruzione o riparazione di immobili adibiti ad abitazione principale
distrutti o dichiarati inagibili ovvero per l'acquisto di nuove abitazioni
sostitutive dell'abitazione principale distrutta. E' quanto stabilisce il
Decreto Legge 28 aprile 2009, n. 39 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale 28 aprile
2009, n. 97) contenente le misure urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli
eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori
interventi urgenti di protezione civile. In particolare il provvedimento
prevede: progettazione e realizzazione, nei comuni terremotati, di moduli
abitativi destinati ad una utilizzazione durevole e rispondenti a
caratteristiche di innovazione tecnologica, risparmio energetico e protezione
dalle azioni sismiche, nonché delle opere di urbanizzazione e dei servizi
connessi, al fine di garantire adeguata sistemazione alle persone le cui
abitazioni sono state distrutte o dichiarate non agibili; sospensione (con
eccezione per casi particolarmente gravi) dei processi
civili pendenti presso gli uffici giudiziari dei comuni colpiti dal sisma,
nonchè di termini di legge gravanti sulle popolazioni colpite; predisposizione
di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli immobili pubblici
danneggiati, compresa ledilizia universitaria ed il Conservatorio
di musica, nonché le caserme e gli immobili demaniali o di proprietà di enti
ecclesiastici
riconosciuti di interesse storico artistico; rapida definizione delle modalità
organizzative per consentire la pronta ripresa dellattività
degli uffici pubblici; esclusione dal patto di stabilità interno 2009-2010
delle spese sostenute dalla Regione Abruzzo, dalla provincia de LAquila e dai Comuni
danneggiati per fronteggiare gli eventi sismici. A vantaggio di famiglie,
lavoratori ed imprese vengono inoltre previste le seguenti misure: proroga
dellindennità ordinaria di disoccupazione; indennizzo in favore dei collaboratori
coordinati e continuativi e dei lavoratori autonomi che abbiano dovuto
sospendere lattività a causa del sisma; sospensione per le imprese delle
eventuali sanzioni legate alle inadempienze fiscali; non computabilità, a fini della definizione del reddito da
lavoro dipendente, delle erogazioni liberali, dei sussidi e dei benefici di
qualsiasi genere concessi dai datori di lavoro privati ai lavoratori residenti
nelle aree colpite dal sisma, ovvero da datori di lavoro privati operanti nei
territori colpiti in favore di lavoratori anche non residenti in quelle aree.
Le elezioni amministrative sono rinviate alla fine dellanno
e gli adempimenti contabili dei comuni vengono differiti al 31 luglio 2009.
(Altalex, 4 maggio 2009) DECRETO-LEGGE 28 aprile 2009, n. 39 Interventi urgenti in favore delle
popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di
aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile. (09G0047) (GU
n. 97 del 28-4-2009) IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 77 e 87
della Costituzione; Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di emanare
disposizioni per fronteggiare, con ulteriori interventi, gli eccezionali eventi
sismici verificatisi nella regione Abruzzo, nonche' per potenziare le attivita'
e gli interventi di protezione civile; Vista la deliberazione del Consiglio dei
Ministri, adottata nella riunione del 23 aprile 2009; Sulla proposta del
Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'economia e delle finanze,
di concerto con i Ministri dell'interno, del lavoro, della salute e delle
politiche sociali, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare,
delle infrastrutture e dei trasporti, per i beni e le attivita' culturali,
della difesa, della giustizia, dello sviluppo
economico, dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, delle politiche
agricole alimentari e forestali e della gioventu'; Emana il seguente
decreto-legge: CAPO I Interventi immediati per il superamento dell'emergenza
Art. 1. Modalita' di attuazione del presente decreto; ambito oggettivo e
soggettivo 1. Le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi
dell'articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, necessarie per
l'attuazione del presente decreto sono emanate di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze, per quanto attiene agli aspetti di carattere
fiscale e finanziario. 2. I predetti provvedimenti hanno effetto esclusivamente
nei confronti dei comuni interessati dagli eventi sismici che hanno colpito la
regione Abruzzo a partire dal 6 aprile 2009 che, sulla base dei dati risultanti
dai rilievi macrosismici effettuati dal Dipartimento della protezione civile,
hanno risentito un'intensita' MSC uguale o superiore al sesto grado,
identificati con il decreto del Commissario delegato n. 3 emanato in data 16
aprile 2009; i predetti provvedimenti riguardano le persone fisiche ivi
residenti, le imprese operanti e gli enti aventi sede nei predetti territori
alla data del 6 aprile 2009. 3. Gli interventi di cui all'articolo 3, comma 1,
ad eccezione di quelli di cui alla lettera f), possono riguardare anche beni
localizzati al di fuori dei territori dei comuni di cui al comma 2, in presenza
di un nesso di causalita' diretto tra il danno subito e l'evento sismico,
comprovato da apposita perizia giurata. Art. 2. Realizzazione urgente di
abitazioni 1. Il Commissario delegato nominato dal Presidente del Consiglio dei
Ministri con decreto emanato ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225,
oltre ai compiti specificamente attribuitigli con ordinanze del Presidente del
Consiglio dei Ministri, provvede in termini di somma urgenza alla progettazione
e realizzazione nei comuni di cui all'articolo 1 di moduli abitativi destinati
ad una durevole utilizzazione, nonche' delle connesse opere di urbanizzazione e
servizi, per consentire la piu' sollecita sistemazione delle persone le cui
abitazioni sono state distrutte o dichiarate non agibili dai competenti organi
tecnici pubblici in attesa della ricostruzione o riparazione degli stessi. 2. I
moduli abitativi garantiscono, nel rispetto delle norme di sicurezza sanitarie
vigenti, anche elevati livelli di qualita', innovazione tecnologica orientata
all'autosufficienza impiantistica, protezione dalle azioni sismiche anche mediante
isolamento sismico per interi complessi abitativi, risparmio energetico e
sostenibilita' ambientale. 3. Il Commissario delegato approva il piano degli
interventi di cui al comma 1 previo parere di un'apposita conferenza di servizi
che delibera a maggioranza dei presenti validamente intervenuti. 4. Il
Commissario delegato provvede, d'intesa con il Presidente della regione Abruzzo
e sentiti i sindaci dei comuni interessati, alla localizzazione delle aree
destinate alla realizzazione degli edifici di cui al comma 1, anche in deroga
alle vigenti previsioni urbanistiche. Non si applicano gli articoli 7 ed 8
della legge 7 agosto 1990, n. 241. Il provvedimento di localizzazione comporta
dichiarazione di pubblica utilita', indifferibilita' ed urgenza delle opere di
cui al comma 1 e costituisce decreto di occupazione d'urgenza delle aree
individuate. 5. L'approvazione delle localizzazioni di cui al comma 4, se
derogatoria dei vigenti strumenti urbanistici, costituisce variante degli
stessi e produce l'effetto della imposizione del vincolo preordinato alla
espropriazione. In deroga alla normativa vigente ed in sostituzione delle
notificazioni ai proprietari ed ogni altro avente diritto o interessato da essa
previste, il Commissario delegato da' notizia della avvenuta localizzazione e
conseguente variante mediante pubblicazione del provvedimento all'albo del
comune e su due giornali, di cui uno a diffusione nazionale ed uno a diffusione
regionale. L'efficacia del provvedimento di localizzazione decorre dal momento
della pubblicazione all'albo comunale. Non si applica l'articolo 11 del decreto
del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327. 6. Per le occupazioni
d'urgenza e per le eventuali espropriazioni delle aree per l'attuazione del
piano di cui al comma 3, il Commissario delegato provvede, prescindendo da ogni
altro adempimento, alla redazione dello stato di consistenza e del verbale di
immissione in possesso dei suoli. Il verbale di immissione in possesso
costituisce provvedimento di provvisoria occupazione a favore del Commissario
delegato o di espropriazione, se espressamente indicato, a favore della Regione
o di altro ente pubblico, anche locale, specificatamente indicato nel verbale
stesso. L'indennita' di provvisoria occupazione o di espropriazione e'
determinata dal Commissario delegato entro sei mesi dalla data di immissione in
possesso. 7. Avverso il provvedimento di localizzazione ed il verbale di
immissione in possesso e' ammesso esclusivamente ricorso giurisdizionale o
ricorso straordinario al Capo dello Stato. Non sono ammesse le opposizioni
amministrative previste dalla normativa vigente. 8. L'utilizzazione di un bene
immobile in assenza del provvedimento di localizzazione o del verbale di
immissione in possesso, o comunque di un titolo ablatorio valido, puo' essere
disposta dal Commissario delegato, in via di somma urgenza, con proprio
provvedimento, espressamente motivando la contingibilita' ed urgenza della
utilizzazione. L'atto di acquisizione di cui all'articolo 43, comma 1, del
decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, e' adottato, ove
ritenuto necessario, con successiva ordinanza, dal Commissario delegato a
favore del patrimonio indisponibile della Regione o di altro ente pubblico
anche locale. 9. L'affidamento degli interventi avviene entro trenta giorni
dalla data di entrata in vigore del presente decreto con le modalita' di cui
all'articolo 57, comma 6, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, anche
in caso di affidamento ai sensi dell'articolo 176 del medesimo decreto
legislativo, compatibilmente con il quadro emergenziale e con la collaborazione
delle associazioni di categoria di settore anche di ambito locale. In deroga
all'articolo 118 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e' consentito
il subappalto delle lavorazioni della categoria prevalente fino al cinquanta
per cento. 10. Il Commissario delegato, a valere sulle risorse di cui
all'articolo 7, comma 1, puo' procedere al reperimento di alloggi per le
persone sgomberate anche individuando immobili non utilizzati per il tempo
necessario al rientro delle popolazioni nelle abitazioni riparate o
ricostruite, assicurando l'applicazione di criteri uniformi per la
determinazione del corrispettivo d'uso. 11. L'assegnazione degli alloggi e'
effettuata dal sindaco del comune interessato, il quale definisce le modalita'
dell'uso provvisorio, anche gratuito, degli stessi da parte dei beneficiari,
secondo criteri indicati con i provvedimenti di cui all'articolo 1. 12. Al fine
di coadiuvare il Commissario delegato nell'esercizio delle proprie funzioni,
sono nominati, con i provvedimenti di cui all'articolo 1, quattro vice
commissari per specifici settori di intervento, di cui uno con funzioni
vicarie. Agli eventuali oneri derivanti dal presente comma si provvede nell'ambito
delle risorse stanziate ai sensi dell'articolo 7, comma 1. 13. Per le finalita'
di cui al presente articolo, fatto salvo quanto previsto dal comma 10, e'
autorizzata la spesa di 400 milioni di euro per l'anno 2009 e 300 milioni di
euro per l'anno 2010. Art. 3. Ricostruzione e riparazione delle abitazioni
private e di immobili ad uso non abitativo; indennizzi a favore delle imprese
1. Per soccorrere le esigenze delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile
2009 sono disposti: a) la concessione di contributi, anche con le modalita' del
credito di imposta, e di finanziamenti agevolati, garantiti dallo Stato, per la
ricostruzione o riparazione di immobili adibiti ad abitazione principale
distrutti o dichiarati inagibili ovvero per l'acquisto di nuove abitazioni
sostitutive dell'abitazione principale distrutta; b) l'intervento di Fintecna
S.p.a. ovvero di societa' controllata dalla stessa indicata, a domanda del
soggetto richiedente il finanziamento, per assisterlo nella stipula del
contratto di finanziamento di cui alla lettera a) e nella gestione del rapporto
contrattuale; c) il subentro, a domanda del soggetto debitore non moroso, dello
Stato, per un importo non superiore al contributo di cui alla lettera a), nel
debito derivante da finanziamenti preesistenti garantiti da immobili adibiti ad
abitazione principale distrutti, con la contestuale cessione alla societa' di
cui alla lettera b) dei diritti di proprieta' sui predetti immobili. In tale
caso il prezzo della cessione, stabilito dall'Agenzia del territorio, e'
detratto dal debito nel quale lo Stato subentra; d) l'esenzione da ogni
tributo, con esclusione dell'imposta sul valore aggiunto, e diritto degli atti
e delle operazioni relativi ai finanziamenti ed agli acquisti di cui alla
lettera a) inclusi quelli concernenti la prestazione delle eventuali garanzie
personali o reali, nonche' degli atti conseguenti e connessi e degli atti di
cui alla lettera c), con la riduzione dell'ottanta per cento degli onorari e
dei diritti notarili; e) la concessione di contributi, anche con le modalita'
del credito di imposta, per la ricostruzione o riparazione di immobili diversi
da quelli adibiti ad abitazione principale, nonche' di immobili ad uso non
abitativo distrutti o dichiarati non agibili; f) la concessione di indennizzi a
favore delle attivita' produttive che hanno subito conseguenze economiche
sfavorevoli per effetto degli eventi sismici; g) la concessione di indennizzi a
favore delle attivita' produttive per la riparazione e la ricostruzione di beni
mobili distrutti o danneggiati, il ripristino delle scorte andate distrutte o
il ristoro di danni derivanti dalla perdita di beni mobili strumentali
all'esercizio delle attivita' ivi espletate; h) la concessione di indennizzi
per il ristoro di danni ai beni mobili anche non registrati; i) la concessione
di indennizzi per i danni alle strutture adibite ad attivita' sociali,
ricreative, sportive e religiose; l) la non concorrenza dei contributi e degli
indennizzi erogati alle imprese ai sensi del presente comma ai fini delle
imposte sui redditi e della imposta regionale sulle attivita' produttive,
nonche' le modalita' della loro indicazione nella dichiarazione dei redditi. 2.
Per l'individuazione dell'ambito di applicazione delle disposizioni di cui al
presente articolo resta fermo quanto previsto ai sensi dell'articolo 1, commi 2
e 3. 3. Per la realizzazione degli investimenti di interesse nazionale di cui
alla lettera a) del comma 1 i soggetti autorizzati all'esercizio del credito,
operanti nei territori di cui all'articolo 1 possono contrarre finanziamenti
fino ad un massimo di 2.000 milioni di euro, ai sensi dell'articolo 5, comma 7,
lettera a), secondo periodo, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269,
convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, al fine di
concedere finanziamenti assistiti da garanzia dello Stato, a favore di persone
fisiche, per la ricostruzione o riparazione di immobili adibiti ad abitazione
principale ovvero per l'acquisto di nuove abitazioni sostitutive dell'abitazione
principale distrutta nei territori sopra individuati. La garanzia dello Stato
e' concessa dal Ministero dell'economia e delle finanze, con uno o piu' decreti
dirigenziali, per l'adempimento delle obbligazioni principali ed accessorie
assunte in relazione a detti finanziamenti da parte delle persone fisiche cui
e' stato concesso il credito ai sensi del presente comma. La garanzia dello
Stato resta in vigore fino alla scadenza del termine di rimborso di ciascun
finanziamento. Le modalita' di concessione della garanzia, il termine entro il
quale puo' essere concessa, nonche' la definizione delle caratteristiche degli
interventi finanziabili ai sensi del comma 1, sono stabiliti con i decreti di
cui al presente comma. Agli eventuali oneri derivanti dall'escussione della
garanzia concessa ai sensi del presente comma si provvede ai sensi
dell'articolo 7, secondo comma, numero 2), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e
successive modificazioni, con imputazione all'unita' previsionale di base
[3.2.4.2] «garanzie dello Stato», iscritta nello stato di previsione del
Ministero dell'economia e delle finanze. Al fine dell'attuazione del comma 1,
lettera b), e' autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per ciascuno degli
anni 2009, 2010, 2011 e 2012 per la stipula di una convenzione tra Fintecna spa
ed il Ministero dell'economia e delle finanze. 4. La realizzazione di complessi
residenziali puo' essere effettuata anche nell'ambito del «Piano casa» di cui
all'articolo 11 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni.
5. Il contributo ed ogni altra agevolazione per la ricostruzione o la
riparazione degli immobili non spettano per i beni alienati dopo la data del 6
aprile 2009. La proprieta' degli immobili per i quali e' stato concesso il
contributo o ogni altra agevolazione per la ricostruzione non puo' essere
alienata per due anni dalla concessione del contributo. Gli atti di
compravendita stipulati in violazione della presente disposizione sono nulli.
6. Al fine dell'attuazione dei commi 1, esclusa la lettera b), e 2, con
esclusione dei contributi che sono concessi nell'ambito delle risorse di cui
all'articolo 14, comma 1, e' autorizzata la spesa di euro 88.500.000 per l'anno
2010, di euro 177.000.000 per l'anno 2011, di euro 265.500.000 per l'anno 2012,
di euro 295.000.000 per ciascuno degli anni 2013 e 2014, di euro 240.300.000
per l'anno 2015, di 185,6 milioni di euro per l'anno 2016, di 130,9 milioni di
euro per l'anno 2017, di 112,7 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018
al 2029, di 78,9 milioni di euro per l'anno 2030, di 45,1 milioni di euro per
l'anno 2031 e di 11,3 milioni di euro per l'anno 2032. Art. 4. Ricostruzione e
funzionalita' degli edifici e dei servizi pubblici 1. Con provvedimenti
adottati ai sensi dell'articolo 1 sono stabiliti: a) i criteri e modalita' per
il trasferimento, in esenzione da ogni imposta e tassa, alla regione Abruzzo,
ovvero ai comuni interessati dal sisma del 6 aprile 2009, di immobili che non
siano piu' utilizzabili o che siano dismissibili perche' non piu' rispondenti
alle esigenze delle amministrazioni statali e non risultino interessati da
piani di dismissione o alienazione del patrimonio immobiliare, per le finalita'
di cui all'articolo 1, comma 5, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, siti nel
suo territorio appartenenti allo Stato gestiti dall'Agenzia del demanio o dal
Ministero della difesa, liberi e disponibili, nonche' gli immobili di cui
all'articolo 2-undecies della legge 31 maggio 1965, n. 575, non ancora
destinati; b) le modalita' di predisposizione e di attuazione, da parte del
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con le amministrazioni
interessate e con la regione Abruzzo, sentiti i sindaci dei comuni interessati,
di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli immobili pubblici,
danneggiati dagli eventi sismici, comprese le strutture edilizie universitarie
e del Conservatorio di musica di L'Aquila, nonche' le caserme in uso
all'amministrazione della difesa e gli immobili demaniali o di proprieta' di
enti ecclesiastici civilmente riconosciuti di interesse storico-artistico ai
sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; c) le modalita'
organizzative per consentire la pronta ripresa delle attivita' degli uffici
delle amministrazioni statali, degli enti pubblici nazionali e delle agenzie
fiscali nel territorio colpito dagli eventi sismici e le disposizioni
necessarie per assicurare al personale non in servizio a causa della chiusura
degli uffici il trattamento economico fisso e continuativo. 2. Alla
realizzazione degli interventi di cui al comma 1, lettera b), provvede il
Presidente della regione Abruzzo in qualita' di Commissario delegato,
avvalendosi del competente provveditorato interregionale alle opere pubbliche.
3. Al fine di concentrare nei territori di cui all'articolo 1 interventi di
ricostruzione delle infrastrutture viarie e ferroviarie, entro trenta giorni
dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono destinati a tali interventi,
rispettivamente, fino a 200 milioni di euro a valere sulle risorse stanziate,
per l'anno 2009, per gli investimenti di ANAS S.p.A., nell'ambito del contratto
di programma da stipularsi per lo stesso anno, e fino a 100 milioni di euro
nell'ambito dell'aggiornamento, per l'anno 2009, del contratto di programma
Rete ferroviaria italiana (RFI) S.p.A. 2007-2011. 4. Con delibera del CIPE, da
adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente
decreto, alla regione Abruzzo e' riservata una quota aggiuntiva delle risorse
previste dall'articolo 18 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185,
convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, destinate al
finanziamento degli interventi in materia di edilizia scolastica. La regione
Abruzzo e' autorizzata, con le risorse di cui al presente comma, a modificare
il piano annuale 2009 di edilizia scolastica, gia' predisposto ai sensi
dell'articolo 4 della legge 11 gennaio 1996, n. 23, anche con l'inserimento di
nuove opere in precedenza non contemplate; il termine per la relativa
presentazione e' prorogato di sessanta giorni. 5. Le risorse disponibili sul
bilancio del Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca
finalizzate agli arredi scolastici, possono essere destinate alle istituzioni
scolastiche ubicate nella regione Abruzzo. Al fine di assicurare una sollecita
ripresa delle attivita' didattiche e delle attivita' dell'amministrazione
scolastica nelle zone colpite dagli eventi sismici, anche in correlazione con
gli obiettivi finanziari di cui all'articolo 64, comma 6, del decreto-legge 25
giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008,
n. 133, e' autorizzata la spesa di euro 19,4 milioni per l'anno 2009, di euro
14,3 milioni per l'anno 2010 e di euro 2,3 milioni per l'anno 2011.
L'utilizzazione delle risorse di cui al presente comma e' disposta con le
modalita' previste dall'articolo 1, comma 1, su proposta del Ministro
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca. 6. Alla regione Abruzzo, con
riferimento agli interventi in materia di edilizia sanitaria, di cui
all'articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, e' riconosciuta priorita'
nell'utilizzo delle risorse disponibili nel bilancio statale ai fini della
sottoscrizione di un nuovo Accordo di programma finalizzato alla ricostruzione
ed alla riorganizzazione delle strutture sanitarie regionali riducendo il
rischio sismico; nell'ambito degli interventi gia' programmati dalla regione
Abruzzo nell'Accordo di programma vigente, la Regione procede, previo parere
del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, alle
opportune rimodulazioni, al fine di favorire le opere di consolidamento e di
ripristino delle strutture danneggiate. 7. I programmi finanziati con fondi statali
o con il contributo dello Stato a favore della regione Abruzzo possono essere
riprogrammati nell'ambito delle originarie tipologie di intervento prescindendo
dai termini riferiti ai singoli programmi, non previsti da norme comunitarie.
8. In deroga a quanto previsto dall'articolo 62, comma 2, del decreto-legge 25
giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008,
n. 133, con riguardo alla durata massima di una singola operazione di
indebitamento, la regione Abruzzo, la provincia di L'Aquila e gli altri comuni
di cui all'articolo 1, comma 2, sono autorizzati a rinegoziare con la
controparte attuale i prestiti, in qualsiasi forma contratti in essere alla
data di entrata in vigore del presente decreto. La durata di ogni singolo prestito
puo' essere estesa per un periodo non superiore a cinquanta anni a partire
dalla data della rinegoziazione. 9. All'attuazione del comma 1, lettera b), si
provvede con le risorse di cui all'articolo 14, comma 1. Art. 5. Disposizioni
relative alla sospensione dei processi civili, penali
e amministrativi, al rinvio delle udienze e alla sospensione dei termini,
nonche' alle comunicazioni e notifiche di atti 1. Fino al 31 luglio 2009, sono
sospesi i processi civili e amministrativi pendenti
alla data del 6 aprile 2009 presso gli uffici giudiziari aventi sede nei comuni
di cui all'articolo 1, comma 2, ad eccezione delle cause relative ad alimenti,
ai procedimenti cautelari, ai procedimenti per l'adozione di provvedimenti in
materia di amministrazione di sostegno, di interdizione, di inabilitazione, ai
procedimenti per l'adozione di ordini di protezione contro gli abusi familiari
ed in genere quelle rispetto alle quali la ritardata trattazione potrebbe
produrre grave pregiudizio alle parti. In quest'ultimo caso, la dichiarazione
di urgenza e' fatta dal presidente in calce alla citazione o al ricorso, con
decreto non impugnabile, e, per le cause gia' iniziate, con provvedimento del
giudice istruttore o del collegio, egualmente non impugnabile. 2. Sono rinviate
d'ufficio, a data successiva al 31 luglio 2009, le udienze processuali civili e
amministrative in cui le parti o i loro difensori, con nomina antecedente al 5
aprile 2009, sono soggetti che, alla data del 5 aprile 2009, erano residenti o
avevano sede nei comuni individuati ai sensi dell'articolo 1. 3. Per i soggetti
che alla data del 5 aprile 2009 erano residenti, avevano sede operativa o
esercitavano la propria attivita' lavorativa, produttiva o di funzione nei
comuni e nei territori individuati con i provvedimenti di cui al comma 1, il
decorso dei termini perentori, legali e convenzionali, sostanziali e
processuali, comportanti prescrizioni e decadenze da qualsiasi diritto, azione
ed eccezione, nonche' dei termini per gli adempimenti contrattuali e' sospeso
dal 6 aprile 2009 al 31 luglio 2009 e riprende a decorrere dalla fine del
periodo di sospensione. E' fatta salva la facolta' di rinuncia espressa alla
sospensione da parte degli interessati. Ove il decorso abbia inizio durante il
periodo di sospensione, l'inizio stesso e' differito alla fine del periodo.
Sono altresi' sospesi, per lo stesso periodo e nei riguardi dei medesimi
soggetti, i termini relativi ai processi esecutivi,
escluse le procedure di esecuzione coattiva tributaria, e i termini relativi alle
procedure concorsuali, nonche' i termini di notificazione dei processi verbali, di esecuzione del pagamento in misura
ridotta, di svolgimento di attivita' difensiva e per la presentazione di
ricorsi amministrativi e giurisdizionali. 4. Nei riguardi degli stessi soggetti
di cui al comma 3, i termini di scadenza, ricadenti o decorrenti nel periodo
che va dal 6 aprile 2009 al 31 luglio 2009, relativi a vaglia cambiari, a
cambiali e ad ogni altro titolo di credito o atto avente forza esecutiva, sono
sospesi per lo stesso periodo. La sospensione opera a favore dei debitori ed
obbligati, anche in via di regresso o di garanzia, salva la facolta' degli
stessi di rinunciarvi espressamente. 5. Per il periodo e nei comuni individuati
ai sensi dell'articolo 1, sono sospesi i termini stabiliti per la fase delle
indagini preliminari, nonche' i termini per proporre querela e sono altresi'
sospesi i processi penali, in qualsiasi stato e grado,
pendenti alla data del 6 aprile 2009. 6. Nei processi
penali in cui, alla data del 6 aprile 2009, una delle parti o dei loro
difensori, nominati prima della medesima data, era residente nei comuni
individuati ai sensi dell'articolo 1: a) sono sospesi, per il periodo indicato
al comma 1, i termini previsti dal codice di procedura penale a pena di
inammissibilita' o decadenza per lo svolgimento di attivita' difensiva e per la
proposizione di reclami o impugnazioni; b) salvo quanto previsto al comma 7, il
giudice, ove risulti contumace o assente una delle parti o dei loro difensori,
dispone d'ufficio il rinvio a data successiva al 31 luglio 2009. 7. La
sospensione di cui ai commi 5 e 6 non opera per l'udienza di convalida
dell'arresto o del fermo, per il giudizio direttissimo, per la convalida dei
sequestri, e nei processi con imputati in stato di
custodia cautelare. La sospensione di cui al comma 6 non opera, altresi',
qualora le parti processuali interessate o i relativi difensori rinuncino alla
stessa. 8. Il corso della prescrizione rimane sospeso per
il tempo in cui il processo o i termini procedurali sono sospesi, ai sensi dei
commi 5 e 6, lettera a), nonche' durante il tempo in cui il processo e'
rinviato ai sensi del comma 6, lettera b). 9. E' istituito presso la sede
temporanea degli uffici giudiziari di L'Aquila il presidio per le comunicazioni
e le notifiche degli atti giudiziari. 10. Nei confronti delle parti o
dei loro difensori, gia' nominati alla data del 5 aprile 2009 e che, alla
stessa data, erano residenti, avevano sede operativa o esercitavano la propria
attivita' lavorativa, produttiva o di funzione nei comuni e nei territori
individuati nei decreti di cui al comma 1, la comunicazione e la notifica di
atti del procedimento o del processo deve essere eseguita fino al 31 luglio
2009, a pena di nullita', presso il presidio per le comunicazioni e le
notifiche di cui al comma 9. 11. Fino al 31 luglio 2009, le notificazioni da
eseguirsi presso l'Avvocatura dello Stato in L'Aquila si eseguono presso la
sede temporanea della medesima Avvocatura. Art. 6. Sospensione e proroga di termini,
deroga al patto di stabilita' interno, modalita' di attuazione del Piano di
rientro dai disavanzi sanitari 1. Al fine di agevolare la ripresa delle
attivita' nelle zone colpite dal sisma del 6 aprile 2009 mediante il
differimento di adempimenti onerosi per gli enti pubblici, le famiglie, i
lavoratori e le imprese, sono disposti: a) la sospensione dei termini relativi
ai certificati di pagamento dei contratti pubblici; b) la sospensione dei
termini di versamento delle entrate aventi natura patrimoniale ed assimilata,
dovute all'amministrazione finanziaria ed agli enti pubblici anche locali,
nonche' alla Regione, nonche' di quelli riferiti al diritto annuale di cui
all'articolo 18 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, e successive
modificazioni; c) la sospensione dei termini per la notifica delle cartelle di
pagamento da parte degli agenti della riscossione, nonche' i termini di
prescrizione e decadenza relativi all'attivita' degli uffici finanziari, ivi
compresi quelli degli enti locali e della Regione; d) la sospensione del
versamento dei contributi consortili di bonifica, esclusi quelli per il
servizio irriguo, gravanti sugli immobili agricoli ed extragricoli; e) il
differimento dell'esecuzione dei provvedimenti di rilascio per finita locazione
degli immobili pubblici e privati, adibiti ad uso abitativo ovvero ad uso
diverso da quello abitativo; f) la sospensione del pagamento dei canoni di
concessione e locazione relativi a immobili distrutti o dichiarati non agibili,
di proprieta' dello Stato ovvero adibiti ad uffici statali o pubblici; g) la
rideterminazione della sospensione del versamento dei tributi, dei contributi
previdenziali ed assistenziali e premi per l'assicurazione obbligatoria,
nonche' la ripresa della riscossione dei tributi, dei contributi previdenziali
ed assistenziali e premi per l'assicurazione obbligatoria sospesi, nonche' di
ogni altro termine sospeso ai sensi del presente articolo, anche in forma
rateizzata; h) la eventuale proroga di un anno del termine di validita' delle
tessere sanitarie, previste dall'articolo 50 del decreto-legge 30 settembre
2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n.
326, e successive modificazioni; i) la proroga del termine per le iniziative
agevolate a valere sugli strumenti della programmazione negoziata e per le
altre misure di incentivazione di competenza del Ministero dello sviluppo
economico, nonche' i progetti regionali sui distretti industriali cofinanziati
dal Ministero dello sviluppo economico di cui all'articolo 1, comma 890, della
legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni; l) la proroga del
termine di scadenza del consiglio della Camera di commercio, industria,
artigianato e agricoltura di L'Aquila e degli organi necessari al funzionamento
degli enti impegnati nel rilancio delle attivita' produttive e per la
ricostruzione dei territori colpiti dal sisma; m) la non applicazione delle
sanzioni amministrative per le imprese che presentano in ritardo, purche' entro
il 30 novembre 2009, le domande di iscrizione alle camere di commercio, le
denunce di cui all'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 7
dicembre 1995, n. 581, il modello unico di dichiarazione previsto dalla legge
25 gennaio 1994, n. 70; n) la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e
dei finanziamenti di qualsiasi genere, ivi incluse le operazioni di credito
agrario di esercizio e di miglioramento e di credito ordinario, erogati dalle
banche, nonche' dagli intermediari finanziari iscritti negli elenchi speciali
di cui agli articoli 106 e 107 del testo unico bancario, approvato con decreto
legislativo 1° settembre 1993, n. 385, e successive modificazioni, e dalla
Cassa depositi e prestiti S.p.a., con la previsione che gli interessi attivi
relativi alle rate sospese concorrano alla formazione del reddito d'impresa,
nonche' alla base imponibile dell'IRAP, nell'esercizio in cui sono incassati;
o) l'esclusione dal patto di stabilita' interno relativo agli anni 2009 e 2010
delle spese sostenute dalla regione Abruzzo, dalla provincia di L'Aquila e dai
comuni di cui all'articolo 1 per fronteggiare gli eccezionali eventi sismici;
p) l'esclusione dal patto di stabilita' interno relativo agli anni 2009 e 2010
degli enti locali indicati alla lettera o) delle entrate allo stesso titolo acquisite
da altri enti o soggetti pubblici o privati; q) le modalita' di attuazione del
Piano di rientro dai disavanzi sanitari nei limiti delle risorse individuate
con l'articolo 13, comma 3, lettera b); r) la sospensione dell'applicazione
delle disposizioni concernenti il procedimento sanzionatorio di cui ai commi
8-bis, 8-ter e 8-quater, dell'articolo 50 del decreto-legge 30 settembre 2003,
n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326. 2.
Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze, puo' essere disposto il differimento dei termini
per: a) la deliberazione del bilancio di previsione 2009, di cui all'articolo
151 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; b) la deliberazione di
approvazione del rendiconto di gestione dell'esercizio 2008, di cui
all'articolo 227 del decreto legislativo n. 267 del 2000; c) la presentazione
della certificazione attestante il mancato gettito ICI derivante dall'esenzione
riconosciuta sugli immobili adibiti ad abitazione principale, di cui al decreto
del Ministero dell'interno in data 1° aprile 2009, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 82 dell'8 aprile 2009; d) la presentazione da parte degli enti
locali della certificazione attestante l'IVA corrisposta per prestazioni di
servizi non commerciali, della certificazione attestante l'IVA corrisposta per
i contratti di servizio per il trasporto pubblico locale e della certificazione
attestante la perdita di gettito ICI sugli edifici classificati in categoria D.
3. Nella provincia di L'Aquila le elezioni del presidente della provincia, del
consiglio provinciale, dei sindaci e dei consigli comunali, da tenersi nella
primavera 2009, sono rinviate ad una data fissata con decreto del Ministro
dell'interno tra il 1° novembre ed il 15 dicembre 2009. Il mandato dei relativi
organi e' prorogato fino allo svolgimento delle elezioni di cui al periodo
precedente. 4. Al fine dell'attuazione del comma 1, lettera da a) ad n) e'
autorizzata la spesa, per l'anno 2009, di euro 6.300.000 e per l'anno 2010 di
euro 51.000.000. Art. 7. Attivita' urgenti della Protezione civile, delle Forze
di polizia, delle Forze armate 1. Per gli interventi di assistenza gia'
realizzati in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici ai sensi
delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3753 del 6 aprile
2009, n. 3754 del 9 aprile 2009, n. 3755 del 15 aprile 2009 e n. 3757 del 21
aprile 2009, nonche' per la loro prosecuzione fino al 31 dicembre 2009, in
aggiunta alle somme gia' trasferite al fondo della Protezione civile, e'
autorizzata la spesa di euro 580 milioni, fatto salvo quanto previsto ai commi
2 e 3. 2. Per la prosecuzione dell'intervento di soccorso e delle attivita'
necessarie al superamento dell'emergenza dell'evento sismico in Abruzzo, da
parte del personale del Corpo dei vigili del fuoco e delle Forze di polizia,
fino al 31 dicembre 2009, e' autorizzata, a decorrere dal 1° giugno 2009, la
spesa di 80 milioni di euro. Nell'ambito della predetta autorizzazione di spesa
complessiva, per il personale del Corpo dei vigili del fuoco e delle Forze di
polizia direttamente impegnato nell'attivita' indicate al presente comma, sono
autorizzate per il periodo dal 1° giugno al 31 dicembre 2009, in deroga alla
vigente normativa prestazioni di lavoro straordinario nel limite massimo di 75
ore mensili proâ'capite da ripartire con decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze. 3. Per la prosecuzione dell'intervento di soccorso da parte del Corpo
dei vigili del fuoco, e' autorizzata, in aggiunta a quanto previsto dal comma
2, la spesa di 8,4 milioni di euro per l'anno 2009. Al comma 213-bis
dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, primo periodo, con effetto
dal 1° gennaio 2009, le parole: «e di polizia» sono sostituite dalle seguenti:
«di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco». 4. La regione Abruzzo
e' autorizzata a prorogare fino al 31 dicembre 2009 i contratti di lavoro a
tempo determinato e di collaborazione coordinata, continuativa od occasionale
stipulati dalla predetta regione Abruzzo nei settori della protezione civile,
della sanita' e dell'informatica ed in corso alla data del 6 aprile 2009, nel
limite delle risorse disponibili, a legislazione vigente, nel bilancio
regionale e, per le aziende sanitarie, nei limiti delle risorse indicate ai
sensi dell'articolo 13, comma 3, lettera b). Art. 8. Provvidenze in favore
delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese 1. Al fine di sostenere l'economia
delle zone colpite dal sisma del 6 aprile 2009 ed il reddito delle famiglie,
lavoratori ed imprese, sono disposti: a) la proroga dell'indennita' ordinaria
di disoccupazione con requisiti normali di cui all'articolo 1, comma 25, della
legge 24 dicembre 2007, n. 247, con riconoscimento della contribuzione
figurativa; b) l'indennizzo in favore dei collaboratori coordinati e
continuativi, in possesso dei requisiti di cui all'articolo 19, comma 2, del
decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla
legge 28 gennaio 2009, n. 2, dei titolari di rapporti agenzia e di
rappresentanza commerciale, dei lavoratori autonomi, ivi compresi i titolari di
attivita' di impresa e professionali, iscritti a qualsiasi forma obbligatoria
di previdenza e assistenza, che abbiano dovuto sospendere l'attivita' a causa
degli eventi sismici; c) l'estensione alle imprese ed ai lavoratori autonomi
che alla data del 6 aprile 2009 erano assistiti da professionisti operanti nei
comuni di cui all'articolo 1, comma 2, della sospensione dal versamento dei
contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione
obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, nonche' la non
applicazione delle sanzioni amministrative per inadempimenti in materia di
lavoro e fiscale, per ritardate comunicazioni di assunzione, cessazione e
variazione del rapporto di lavoro, in scadenza a fare data dal 6 aprile 2009 e
fino al 30 giugno 2009, nei confronti sia dei soggetti operanti alla data degli
eventi sismici nei comuni di cui all'articolo 1, comma 2, sia delle imprese e
dei lavoratori autonomi operanti in comuni non interessati dagli eventi
sismici, che alla data del 6 aprile 2009 erano assistiti da professionisti
operanti nei predetti comuni di cui all'articolo 1, comma 2; d) la non
computabilita' ai fini della definizione del reddito di lavoro dipendente di
cui all'articolo 51 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre
1986, n. 917, dei sussidi occasionali, erogazioni liberali o benefici di
qualsiasi genere concessi da parte sia dei datori di lavoro privati a favore
dei lavoratori residenti nei comuni di cui all'articolo 1, comma 2, sia da
parte dei datori di lavoro privati operanti nei predetti territori, a favore
dei propri lavoratori, anche non residenti nei predetti comuni di cui
all'articolo 1, comma 2; e) modalita' speciali di attuazione delle misure in
materia di politica agricola comunitaria (PAC) e di programmi di sviluppo
rurale finalizzate all'anticipazione dei termini di erogazione delle
provvidenze previste, nel rispetto della disciplina comunitaria e nell'ambito
delle disponibilita' della gestione finanziaria dell'AGEA; f) l'esenzione dal
pagamento del pedaggio autostradale per gli utenti residenti nei comuni di cui
al comma 1 in transito nell'area colpita fino alla data del 31 dicembre 2009.
2. Al fine di sostenere il rapido recupero di adeguate condizioni di vita delle
famiglie residenti nei territori colpiti dal sisma, e per un ammontare massimo
di 12.000.000 di euro, a valere sulle risorse del Fondo per le politiche della
famiglia di cui all'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n.
223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, come
modificato dall'articolo 1, comma 1250, della legge 27 dicembre 2006, n. 296,
relative all'anno 2009, sono realizzati interventi, anche integrati, per le
seguenti finalita': a) costruzione e attivazione di servizi socio-educativi per
la prima infanzia; b) costruzione e attivazione di residenze per anziani; c)
costruzione e attivazione di residenze per nuclei monoparentali madre bambino;
d) realizzazione di altri servizi da individuare con le modalita' di cui
all'articolo 1. 3. Al fine dell'attuazione del comma 1 e' autorizzata la spesa,
per l'anno 2009, di 53,5 milioni di euro e, per l'anno 2010, di 30 milioni di
euro. CAPO II Misure urgenti per la ricostruzione Art. 9. Stoccaggio, trasporto
e smaltimento dei materiali provenienti da demolizioni 1. I materiali derivanti
dal crollo degli edifici pubblici e privati, nonche' quelli provenienti dalle
demolizioni degli edifici danneggiati dal terremoto sono classificati, ai sensi
dell'Allegato D della parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,
come rifiuti urbani con codice CER 20.03.99 limitatamente alle fasi di raccolta
e trasporto presso le aree di deposito temporaneo individuate. 2. Ai fini dei
conseguenti adempimenti amministrativi, il produttore dei rifiuti, in deroga
all'articolo 183, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, e' il comune di origine dei rifiuti stessi, che comunica al Commissario
delegato i dati relativi alle attivita' di raccolta, trasporto, selezione,
recupero e smaltimento dei rifiuti effettuate e ne rendiconta i relativi oneri.
3. Fermo restando il rispetto della normativa comunitaria, i comuni dispongono
la rimozione ed il trasporto dei materiali di cui al comma 1 presenti su aree
pubbliche o private da parte di soggetti in possesso dei necessari titoli
abilitativi, anche in deroga alle procedure di cui all'articolo 242 del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ed alle disposizioni sul prelievo ed il
trasporto dei rifiuti pericolosi, con il concorso dell'Agenzia regionale per la
tutela ambientale dell'Abruzzo e delle ASL competenti per territorio, al fine
di assicurare adeguate condizioni di igiene a tutela della salute pubblica e
dell'ambiente. 4. L'ISPRA assicura il coordinamento delle attivita' realizzate
dell'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente dell'Abruzzo ai sensi del
presente articolo, nonche' il necessario supporto tecnico-scientifico alla
regione Abruzzo. 5. In deroga all'articolo 208, comma 15, ed all'articolo 216
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono autorizzate le attivita'
degli impianti finalizzate alla gestione dei rifiuti di cui al comma 1, nel
pieno rispetto della normativa comunitaria. 6. In deroga all'articolo 212 del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, i termini di validita' delle
iscrizioni all'Albo nazionale dei gestori ambientali effettuate dalla sezione
regionale dell'Abruzzo del medesimo Albo, sono sospesi fino al ripristino
dell'operativita' della sezione regionale dell'Albo. Nel periodo transitorio,
le variazioni e le nuove iscrizioni sono effettuate dal Comitato nazionale
dell'Albo. 7. Allo scopo di assicurare la continuita' delle attivita' di
smaltimento dei rifiuti urbani ed evitare emergenze ambientali ed igienico
sanitarie nel territorio interessato dal terremoto, considerata l'imminente
saturazione della discarica sita nel comune di Poggio Picenze, e' autorizzata
da parte della Regione, sentiti gli enti locali interessati, la realizzazione,
nel pieno rispetto della normativa comunitaria tecnica di settore, di siti da
destinare a discarica presso i comuni di Barisciano - localita' Forfona e
Poggio Picenze - localita' Le Tomette. Gli impianti sono autorizzati allo
smaltimento dei rifiuti contraddistinti dai seguenti codici CER: 19.12.12;
19.05.01; 19.05.03; 20.03.01; 19.01.12; 19.01.14; 19.02.06. 8. In deroga agli
articoli 182, comma 7, 191, 208 e 210 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, e successive modificazioni, nonche' all'articolo 8 del decreto legislativo
del 13 gennaio 2003, n. 36, e previa verifica tecnica speditiva della
sussistenza delle condizioni di salvaguardia ambientale e delle volumetrie
residue, da effettuarsi con il supporto tecnico-scientifico dell'Istituto
superiore per la protezione e la ricerca ambientale, la Regione provvede alla
individuazione di siti di discarica finalizzati allo smaltimento dei rifiuti di
cui al presente articolo, adottando, sentito l'ISPRA, provvedimenti di
adeguamento e completamento degli interventi di ripristino ambientale di cui
all'articolo 17 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, anche
successivamente all'eventuale utilizzo. 9. Con ordinanza del Presidente del
Consiglio dei Ministri, adottata ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge
24 febbraio 1992, n. 225, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare, sentito l'ISPRA, possono essere definite le
modalita' operative per la gestione dei rifiuti di cui al presente articolo.
CAPO III Interventi per lo sviluppo socio-economicodelle zone terremotate Art.
10. Agevolazioni per lo sviluppo economico e sociale 1. Con decreto del
Ministro per lo sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e
delle finanze, puo' essere stabilita l'istituzione, nell'ambito del Fondo di
garanzia di cui all'articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266, di una
apposita sezione destinata alla concessione gratuita di garanzie per le piccole
e medie imprese, comprese quelle commerciali, turistiche, di servizi, nonche'
per gli studi professionali, con la previsione di modalita' particolari per la
concessione delle stesse. 2. Le operazioni di rinegoziazione dei mutui e di
ogni altro finanziamento sono effettuate senza applicazione di costi da parte
degli intermediari e sono esenti da imposte e tasse di ogni genere, con
esclusione dell'imposta sul valore aggiunto. I relativi onorari notarili sono
ridotti del cinquanta per cento. 3. Con delibera del CIPE una quota delle
risorse di cui al Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale,
puo' essere destinata al finanziamento di accordi di programma gia'
sottoscritti per l'attuazione degli interventi agevolativi di cui al
decreto-legge 1° aprile 1989, n. 120, convertito, con modificazioni, dalla
legge 15 maggio 1989, n. 181, e successive modificazioni, ovvero da
sottoscrivere, con priorita' per le imprese ammesse alla procedura di
amministrazione straordinaria di cui al decreto legislativo 8 luglio 1999, n.
270, ed al decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con
modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2004, n. 39, compresi gli eventuali
acquirenti delle predette imprese, nei settori dei componenti e prodotti
hardware e software per ICT, della farmaceutica, dell'agroalimentare, della
chimica e dell'automotive e dell'edilizia sostenibile, nonche' ai contratti di
programma che alla data di entrata in vigore del presente decreto risultano gia'
presentati. L'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo
sviluppo di impresa e' incaricata degli interventi di cui al presente comma. 4.
Con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 1 sono disciplinate le
modalita' per la destinazione alla regione Abruzzo della quota delle risorse
disponibili del Fondo per le politiche giovanili per le iniziative di sostegno
delle giovani generazioni della regione Abruzzo colpite dall'evento sismico
riguardanti la medesima regione, nonche' le modalita' di monitoraggio,
attuazione e rendicontazione delle iniziative intraprese. 5. Al fine di
favorire la ripresa delle attivita' dei centri di accoglienza, di ascolto e di
aiuto delle donne e delle madri in situazioni di difficolta', ivi comprese
quelle derivanti dagli effetti degli eventi sismici, e' autorizzata la spesa di
tre milioni di euro, per l'anno 2009, a sostegno degli oneri di ricostruzione o
di restauro di immobili a tale scopo destinati situati nei comuni di cui
all'articolo 1. All'onere derivante dal presente comma, pari a 3 milioni di
euro per l'anno 2009, si provvede mediante utilizzo dell'autorizzazione di
spesa di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223,
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, come
rideterminata dalla Tabella C allegata alla legge 22 dicembre 2008, n. 203.
CAPO IV Misure per la prevenzione del rischio sismico Art. 11. Verifiche ed
interventi per la riduzione del rischio sismico 1. Il Dipartimento della
protezione civile e' autorizzato ad avviare e realizzare in termini di somma
urgenza un piano di verifiche speditive finalizzate alla realizzazione di
interventi volti alla riduzione del rischio sismico di immobili, strutture e
infrastrutture prioritariamente nelle aree dell'Appennino centrale contigue a
quelle interessate dagli eventi sismici di cui al presente decreto. La
realizzazione delle predette verifiche ha luogo in collaborazione con gli enti
locali interessati e puo' essere realizzata anche attraverso tecnici dei medesimi
enti e di ogni altra amministrazione od ente pubblico operante nei territori
interessati. A tale fine e' autorizzata la spesa di 1,5 milioni di euro annui a
decorrere dal 2009. Il mancato avvio dei lavori di messa in sicurezza degli
immobili pubblici entro sei mesi dagli esiti delle verifiche di cui al presente
comma determina l'inutilizzabilita' dell'immobile. 2. Con provvedimenti
adottati ai sensi dell'articolo 1, vengono individuate le aree interessate e
disciplinati gli aspetti tecnici e le modalita' operative, nonche' stabiliti i
criteri di priorita' degli interventi. 3. Le amministrazioni interessate
destinano alla realizzazione dei predetti interventi le risorse necessarie
anche attraverso le opportune variazioni di bilancio, ai sensi della legislazione
vigente. Nel caso di insufficienza delle risorse disponibili, gli interventi
predetti sono realizzati a valere sulle risorse previste ai sensi dell'articolo
14, comma 1. 4. Per la realizzazione degli interventi che si rendono necessari
a seguito delle verifiche effettuate ai sensi del presente articolo e'
concesso, ai soggetti privati indicati al comma 1, un credito d'imposta nel
limite di euro 50,5 milioni per l'anno 2010, di euro 151.600.000 per l'anno
2011, di euro 202.100.000 per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, di euro
151.600.000 per l'anno 2015, e di euro 50.500.000 per l'anno 2016 in misura
pari al 55 per cento delle spese sostenute entro il 30 giugno 2011 ed
effettivamente rimaste a carico del contribuente e, comunque, fino ad un importo
massimo del medesimo credito di imposta di 48.000 euro. Il credito d'imposta
non spetta ai soggetti di cui all'articolo 74 del testo unico delle imposte
dirette, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.
917. 5. Il credito d'imposta maturato in relazione agli interventi di cui al
comma 1, non cumulabile con altre agevolazioni riconosciute per interventi
edilizi del medesimo tipo, e' utilizzabile in cinque quote costanti di pari
importo e deve essere indicato, a pena di decadenza, nella relativa
dichiarazione dei redditi. 6. Per i soggetti titolari di partita IVA il credito
di imposta puo' essere fatto valere in compensazione ai sensi dell'articolo 17
del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, non concorre alla formazione del
reddito, ne' della base imponibile dell'imposta regionale sulle attivita'
produttive e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109,
comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. La quota annuale del
credito d'imposta non utilizzata in tutto o in parte in compensazione puo'
essere chiesta anche a rimborso. 7. Per le persone fisiche non titolari di
partita IVA, la quota annuale del credito di imposta e' utilizzata in
diminuzione dell'imposta netta determinata ai sensi dell'articolo 11 del testo
unico delle imposte dirette, di cui al decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917. Se l'ammontare della predetta quota e' superiore a
quello dell'imposta netta, il contribuente ha diritto, a sua scelta, di
computare l'eccedenza in diminuzione dell'imposta relativa al periodo di
imposta successivo o di chiederne il rimborso in sede di dichiarazione dei
redditi. 8. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze da adottare
entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore dell'ultimo dei provvedimenti
adottati ai sensi del comma 2 sono fissate le modalita' di attuazione dei commi
4, 5, 6 e 7. 9. Al credito d'imposta di cui al presente articolo non si applica
la disposizione dell'articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, n.
244. 10. Il credito d'imposta puo' essere fruito esclusivamente nel rispetto
dell'applicazione della regola de minimis di cui al regolamento (CE) n.
1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione
degli articoli 87 e 88 del Trattato istitutivo della Comunita' europea agli
aiuti di importanza minore. CAPO V Disposizioni di carattere fiscalee di
copertura finanziaria Art. 12. Norme di carattere fiscale in materia di giochi
1. Al fine di assicurare maggiori entrate non inferiori a 500 milioni di euro
annui a decorrere dall'anno 2009, il Ministero dell'economia e delle finanze -
Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, con propri decreti dirigenziali
adottati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente
decreto puo': a) indire nuove lotterie ad estrazione istantanea; b) adottare
ulteriori modalita' di gioco del Lotto, nonche' dei giochi numerici a
totalizzazione nazionale, inclusa la possibilita' di piu' estrazioni
giornaliere; c) concentrare le estrazioni del Lotto, in forma automatizzata,
anche in una o piu' citta' gia' sedi di ruota; d) consentire l'apertura delle
tabaccherie anche nei giorni festivi; e) disporre l'assegnazione del 65 per
cento della posta di gioco a montepremi, del 5,71 per cento alle attivita' di
gestione, dell'8 per cento come compenso per l'attivita' dei punti di vendita,
del 15 per cento come entrate erariali sotto forma di imposta unica e del 6,29
per cento a favore dell'UNIRE, relativamente al gioco istituito ai sensi
dell'articolo 1, comma 87, della legge 27 dicembre 2006, n. 296; f) adeguare,
nel rispetto dei criteri gia' previsti dall'ordinamento interno, nonche' delle
procedure comunitarie vigenti in materia, il regolamento emanato con decreto
del Ministro dell'economia e delle finanze 17 settembre 2007, n. 186,
prevedendovi, altresi', la raccolta a distanza di giochi di sorte a quota fissa
e di giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo, relativamente ai
quali l'aliquota di imposta unica applicata sulle somme giocate e', per ciascun
gioco, pari al 20 per cento delle somme che, in base al regolamento di gioco,
non risultano restituite al giocatore; g) relativamente alle scommesse a
distanza a quota fissa con modalita' di interazione diretta tra i singoli
giocatori, stabilire l'aliquota di imposta unica nel 20 per cento della
raccolta, al netto delle somme che, in base al regolamento di gioco, sono
restituite in vincite e rimborsi al consumatore, disponendo altresi' in
cinquanta centesimi di euro la posta unitaria di gioco. Conseguentemente, a
decorrere dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana del relativo decreto dirigenziale all'articolo 38, comma 3, del
decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge
4 agosto 2006, n. 248, le parole: «e per le scommesse con modalita' di
interazione diretta tra i singoli giocatori», ovunque ricorrano, sono
soppresse; h) per le scommesse a quota fissa di cui all'articolo 1, comma 88,
della legge 27 dicembre 2006, n. 296, disporre che l'aliquota d'imposta unica
sulle giocate, di cui alla lettera d) del predetto comma, sia pari al 20 per
cento della raccolta al netto delle somme che, in base al regolamento di gioco,
sono restituite in vincite al consumatore, nonche' la fissazione della posta
unitaria di gioco in cinquanta centesimi di euro; i) determinare i poteri di
controllo dei concessionari della rete telematica per la gestione degli
apparecchi da gioco di cui all'articolo 110, comma 6, del regio decreto18
giugno 1931, n. 773, nonche' l'eventuale esclusione dalle sanzioni relative
alle irregolarita' riscontrate dai medesimi concessionari, nel rispetto dei
seguenti ulteriori criteri: 1) potere, per i
concessionari della rete telematica di cui all'articolo 14-bis, comma 4, del
decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, di disporre
l'accesso di propri incaricati nei locali destinati all'esercizio di raccolta
di gioco per procedere ad ispezioni tecniche ed amministrative per la verifica
del corretto esercizio degli apparecchi stessi; 2) obbligo, per i soggetti
incaricati delle attivita' ispettive di cui al numero 1), di segnalare
tempestivamente all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e agli
organi di polizia le illiceita' riscontrate, anche qualora esse si riferiscano
ad apparecchi collegati alla rete di altri concessionari; 3) previsione, in
relazione agli illeciti accertati con le procedure di cui ai punti precedenti,
dell'esclusione delle responsabilita' previste dall'articolo 39-quater, comma
2, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni,
dalla legge 24 novembre 2003, n. 326; 4) applicabilita' dell'articolo 22 del
decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, in relazione alle somme dovute a
qualunque titolo dai responsabili in via principale o in solido, a norma
dell'articolo 39-quater del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269,
convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326. In tali
casi l'iscrizione di ipoteca ed il sequestro conservativo, di cui al periodo
precedente, sono richiesti sui beni dell'impresa e sui beni personali
dell'imprenditore individuale o dell'amministratore, se responsabile e' persona
giuridica ed i medesimi provvedimenti sono richiesti, altresi', sui beni di
ogni altro soggetto, anche non titolare d'impresa, responsabile a qualunque
titolo; l) attuare la concreta sperimentazione e l'avvio a regime di sistemi di
gioco costituiti dal controllo remoto del gioco attraverso videoterminali in
ambienti dedicati, dalla generazione remota e casuale di combinazioni vincenti,
anche numeriche, nonche' dalla restituzione di vincite ciclicamente non
inferiori all'ottantacinque per cento delle somme giocate; definire: 1) il
prelievo erariale unico applicabile in coerenza con quello vigente per gli
apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, lettera a), del regio decreto 18
giugno 1931, n. 773, e comunque non superiore all'otto per cento delle somme
giocate; 2) le caratteristiche degli ambienti dedicati e il rapporto tra loro
superficie e numero di videoterminali; 3) i requisiti dei sistemi di gioco, i
giochi offerti, nonche' le modalita' di verifica della loro conformita',
tramite il partner tecnologico, coerente agli standard di sicurezza ed
affidabilita' vigenti a livello internazionale; 4) le procedure di
autorizzazione dei concessionari all'installazione, previo versamento di euro
15.000 ciascuno, di videoterminali fino ad un massimo del quattordici per cento
del numero di nulla osta dagli stessi gia' posseduti; 5) le procedure per una
nuova selezione dei concessionari di cui all'articolo 14-bis, comma 4, del
decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640; m) fissare le
modalita' con le quali i concessionari delle scommesse a quota fissa su sport e
su altri eventi offrono propri programmi di avvenimenti personalizzati e
complementari a quello ufficiale, fermo il potere
dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato di certificare i relativi
esiti, nel rispetto dei seguenti ulteriori criteri: 1) asseverazione
preventiva, da parte dell'Amministrazione, degli eventi del programma
complementare del concessionario; 2) acquisizione in tempo reale, da parte del
totalizzatore nazionale, degli eventi del programma complementare e dei loro
esiti; n) stabilire la posta unitaria di gioco e l'importo minimo per ogni
biglietto giocato per le scommesse a quota fissa che comunque non possono
essere inferiori a 50 centesimi di euro, nonche' il limite della vincita
potenziale per il quale e' consentita l'accettazione di scommesse che comunque
non puo' essere superiore a 50.000 euro; o) rideterminare, di concerto con il
Ministero dello sviluppo economico, le forme della comunicazione preventiva di
avvio dei concorsi a premio, prevedendosi in ogni caso che i soggetti che
intendono svolgere un concorso a premio ne danno comunicazione, almeno quindici
giorni prima dell'inizio, al Ministero dello sviluppo economico mediante
compilazione e trasmissione di apposito modulo, dallo stesso predisposto,
esclusivamente secondo le modalita' telematiche previste dall'articolo 39,
comma 13-quater, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con
modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, fornendo altresi' il
regolamento del concorso, nonche' la documentazione comprovante l'avvenuto
versamento della cauzione. Conseguentemente, in caso di effettuazione di
concorsi ed operazioni a premio di cui e' vietato lo svolgimento si applica la
sanzione amministrativa da euro cinquantamila ad euro cinquecentomila. La
sanzione e' raddoppiata nel caso in cui i concorsi e le operazioni a premio
siano continuati quando ne e' stato vietato lo svolgimento. La sanzione e'
altresi' applicabile nei confronti di tutti i soggetti che in qualunque modo
partecipano all'attivita' distributiva di materiale di concorsi a premio e di
operazioni a premio vietati. Il Ministero dello sviluppo economico dispone che
sia data notizia al pubblico, a spese del soggetto promotore e attraverso i
mezzi di informazione individuati dal Ministero stesso, dell'avvenuto
svolgimento della manifestazione vietata; p) dispone l'attivazione di nuovi
giochi di sorte legati al consumo. 2. Al fine di incrementare l'efficienza e
l'efficacia dell'azione di contrasto all'illegalita' e all'evasione fiscale,
con particolare riferimento al settore del gioco pubblico, anche attraverso
l'intensificazione delle attivita' di controllo sul territorio: a) con decreto
del Ministro dell'economia e delle finanze da adottarsi ai sensi dell'articolo
4 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, e
dell'articolo 1, commi da 426 a 428, della legge 27 dicembre 2006, n. 296,
entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, si
provvede alla revisione delle articolazioni periferiche del Ministero
dell'economia e delle finanze sul territorio ed al trasferimento delle funzioni
di competenza degli uffici oggetto di chiusura ad altro ufficio; b) ferme le
riduzioni degli assetti organizzativi stabilite dall'articolo 74 del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla
legge 6 agosto 2008, n. 133, le dotazioni organiche dell'Amministrazione
autonoma dei monopoli di Stato e delle agenzie fiscali possono essere
rideterminate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri,
diminuendo, in misura equivalente sul piano finanziario, la dotazione organica
del Ministero dell'economia e delle finanze; c) il personale delle sedi
periferiche del Ministero dell'economia e delle finanze transita
prioritariamente nei ruoli dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato
e nelle agenzie interessate dalla rideterminazione delle dotazioni organiche di
cui al primo periodo del presente comma anche mediante procedure selettive.
Art. 13. Spesa farmaceutica ed altre misure in materia di spesa sanitaria 1) Al
fine di conseguire una razionalizzazione della spesa farmaceutica territoriale:
a) il prezzo al pubblico dei medicinali equivalenti di cui all'articolo 7,
comma 1, del decreto-legge 16 novembre 2001, n. 347, convertito, con
modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, e successive
modificazioni, e' ridotto del 12 per cento a decorrere dal trentesimo giorno
successivo a quello della data di entrata in vigore del presente decreto e fino
al 31 dicembre 2009. La riduzione non si applica ai medicinali originariamente
coperti da brevetto o che abbiano usufruito di licenze derivanti da tale
brevetto, ne' ai medicinali il cui prezzo sia stato negoziato successivamente
al 30 settembre 2008. Per un periodo di dodici mesi a partire dalla data di
entrata in vigore del presente decreto e ferma restando l'applicazione delle
ulteriori trattenute previste dalle norme vigenti, il Servizio sanitario
nazionale nel procedere alla corresponsione alle farmacie di quanto dovuto per
l'erogazione di farmaci trattiene, a titolo di recupero del valore degli extra
sconti praticati dalle aziende farmaceutiche nel corso dell'anno 2008, una
quota pari all'1,4 per cento calcolata sull'importo al lordo delle eventuali
quote di partecipazione alla spesa a carico dell'assistito e delle trattenute
convenzionali e di legge. Tale trattenuta e' effettuata in due rate annuali e
non si applica alle farmacie rurali con fatturato annuo in regime di Servizio
sanitario nazionale, al netto dell'imposta sul valore aggiunto, inferiore a
258.228,45 euro. A tale fine le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano adottano le necessarie disposizioni entro il 30 giugno 2009; b) per i
medicinali equivalenti di cui all'articolo 7, comma 1, del decreto-legge 16
novembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre
2001, n. 405, e successive modificazioni, con esclusione dei medicinali
originariamente coperti da brevetto o che abbiano usufruito di licenze
derivanti da tale brevetto, le quote di spettanza sul prezzo di vendita al
pubblico al netto dell'imposta sul valore aggiunto, stabilite dal primo periodo
del comma 40 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, sono cosi'
rideterminate: per le aziende farmaceutiche 58,65 per cento, per i grossisti
6,65 per cento e per i farmacisti 26,7 per cento. La rimanente quota dell'8 per
cento e' ridistribuita fra i farmacisti ed i grossisti secondo le regole di
mercato ferma restando la quota minima per la farmacia del 26,7 per cento. Per
la fornitura dei medicinali equivalenti di cui all'articolo 7, comma 1, del
decreto-legge 16 novembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla
legge 16 novembre 2001, n. 405, il mancato rispetto delle quote di spettanza
previste dal primo periodo del presente comma, anche mediante cessione di
quantitativi gratuiti di farmaci o altra utilita' economica, comporta, con
modalita' da stabilirsi con decreto del Ministro del lavoro, della salute e
delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle
finanze: 1) per l'azienda farmaceutica, la riduzione, mediante determinazione
dell'AIFA, del 20 per cento del prezzo al pubblico dei farmaci interessati
dalla violazione, ovvero, in caso di reiterazione della violazione, la
riduzione, del 50 per cento di tale prezzo; 2) per il grossista, l'obbligo di
versare al Servizio sanitario regionale una somma pari al doppio dell'importo
dello sconto non dovuto, ovvero, in caso di reiterazione della violazione, pari
al quintuplo di tale importo; 3) per la farmacia, l'applicazione della sanzione
pecuniaria amministrativa da cinquecento euro a tremila euro. In caso di
reiterazione della violazione l'autorita' amministrativa competente puo' ordinare
la chiusura della farmacia per un periodo di tempo non inferiore a 15 giorni;
c) il tetto di spesa per l'assistenza farmaceutica territoriale di cui
all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito,
con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, e' rideterminato nella
misura del 13,6 per cento per l'anno 2009. 2. Le economie derivanti
dall'attuazione del presente articolo a favore delle regioni a statuto speciale
e delle province autonome di Trento e di Bolzano, valutate in 30 milioni di
euro, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere destinate
agli interventi di cui al comma 3, lettera a). 3. Le complessive economie
derivanti per l'anno 2009 dalle disposizioni di cui al comma 1 sono finalizzate:
a) alla copertura degli oneri derivanti dagli interventi urgenti conseguenti
agli eccezionali eventi sismici che hanno interessato la regione Abruzzo di cui
all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3754 del 9 aprile
2009, per un importo pari a 380 milioni di euro; b) fino ad un importo massimo
di 40 milioni di euro all'incremento del fondo transitorio di accompagnamento
di cui all'articolo 1, comma 796, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n.
296, in funzione delle emergenti difficolta' per il completamento ed il
consolidamento del Piano di rientro dai disavanzi sanitari della regione
Abruzzo a causa dei citati eventi sismici, da operarsi da parte del Commissario
ad acta, nominato ai sensi dell'articolo 4, comma 2 del decreto-legge 1°
ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre
2007, n. 222. 4. L'azienda titolare dell'autorizzazione all'immissione in
commercio di un medicinale di cui e' scaduto il brevetto, ovvero di un
medicinale che ha usufruito di una licenza del brevetto scaduto, puo', nei nove
mesi successivi alla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana dell'autorizzazione all'immissione in commercio del primo
medicinale equivalente, ridurre il prezzo al pubblico del proprio farmaco,
purche' la differenza tra il nuovo prezzo e quello del corrispondente
medicinale equivalente sia superiore a 0,50 euro per i farmaci il cui costo sia
inferiore o pari a 5 euro, o se si tratti di medicinali in confezione monodose;
sia superiore a 1 euro per i farmaci il cui costo sia superiore ai 5 euro e
inferiore o pari a 10 euro, sia superiore a 1,50 euro per i farmaci il cui
costo sia superiore a 10 euro. 5. Per gli effetti recati dalle disposizioni di
cui al comma 1, il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale
cui concorre ordinariamente lo Stato, di cui all'articolo 79, comma 1, del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla
legge 6 agosto 2008, n. 133, e' rideterminato in diminuzione dell'importo di
380 milioni di euro per l'anno 2009. Conseguentemente, il Comitato
interministeriale per la programmazione economica (CIPE) nell'adozione del
provvedimento deliberativo di ripartizione delle risorse finanziarie per il
Servizio sanitario nazionale relativo all'anno 2009 a seguito della relativa
Intesa espressa dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano del 26 febbraio 2009,
provvede, su proposta del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche
sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ad
apportare le conseguenti variazioni alle tabelle allegate alla proposta di
riparto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali del 6 marzo
2009. Art. 14. Ulteriori disposizioni finanziarie 1. Al fine di finanziare gli
interventi di ricostruzione e le altre misure di cui al presente decreto, il
CIPE assegna agli stessi interventi la quota annuale, compatibilmente con i
vincoli di finanza pubblica e con le assegnazioni gia' disposte, di un importo
non inferiore a 2.000 milioni e non superiore a 4.000 milioni di euro
nell'ambito della dotazione del Fondo per le aree sottoutilizzate per il
periodo di programmazione 2007-2013, a valere sulle risorse complessivamente
assegnate al Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale di
cui all'articolo 18, comma 1, lettera b-bis), del decreto-legge 29 novembre
2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2,
nonche' un importo pari a 400 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo
infrastrutture di cui all'articolo 18, comma 1, lettera b), del citato
decreto-legge n. 185 del 2008. Tali importi possono essere utilizzati anche
senza il vincolo di cui al comma 3 del citato articolo 18. 2. Le risorse di cui
all'articolo 148 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, assegnate all'Istituto
per promozione industriale (IPI) con decreto del Ministro delle attivita'
produttive in data 22 dicembre 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 145
del 23 giugno 2004, e successivamente integrate con decreto del Ministro delle
attivita' produttive in data 23 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 34 dell'11 febbraio 2005, sono trasferite al Dipartimento della
protezione civile per essere destinate a garantire l'acquisto da parte delle
famiglie di mobili ad uso civile, di elettrodomestici ad alta efficienza
energetica, nonche' di apparecchi televisivi e computer, destinati all'uso
proprio per le abitazioni ubicate nelle predette aree. 3. Con provvedimenti
adottati ai sensi dell'articolo 1 sono adottate le disposizioni per
disciplinare, per il periodo 2009-2012 gli investimenti immobiliari per
finalita' di pubblico interesse degli enti previdenziali pubblici, inclusi gli
interventi di ricostruzione e riparazione di immobili ad uso abitativo o non
abitativo, esclusivamente in forma indiretta e nel limite del 7 per cento dei
fondi disponibili, localizzati nei territori dei comuni individuati ai sensi
dell'articolo 1, anche in maniera da garantire l'attuazione delle misure di cui
all'articolo 4, comma 1, lettera b). 4. Le maggiori entrate derivanti dalla
lotta all'evasione fiscale, anche internazionale, derivanti da futuri
provvedimenti legislativi, accertate con decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri, affluiscono ad un apposito Fondo istituito nello stato di
previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze destinato
all'attuazione delle misure di cui al presente decreto e alla solidarieta'. 5.
I mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti entro il 31 dicembre 2005 in
base a leggi speciali che prevedono l'ammortamento a totale carico dello Stato
e per i quali gli enti locali mutuatari non abbiano provveduto a richiedere il
versamento neanche parziale sono revocati. Le relative risorse sono versate
all'entrata del bilancio dello Stato per essere destinate agli enti locali di
cui all'articolo 1 per il finanziamento di opere urgenti connesse alle
attivita' di ricostruzione di cui al presente decreto. Con provvedimenti di cui
all'articolo 1, comma 1, si provvede ad individuare le quote da versare
annualmente all'entrata e relative assegnazioni ai soggetti beneficiari. Per la
compensazione degli effetti derivanti dal presente comma, pari a 50 milioni di
euro per l'anno 2009, 300 milioni per l'anno 2010, 350 milioni per l'anno 2011
e 300 milioni per l'anno 2012, si provvede con le maggiori entrate recate dal
presente decreto e con la riduzione, in termini di sola cassa di 200 milioni di
euro per l'anno 2010, del fondo per la compensazione degli effetti finanziari
non previsti a legislazione vigente conseguenti all'attualizzazione di
contributi pluriennali di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7
ottobre 2008, n. 154, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre
2008, n. 189. CAPO VI Disposizioni finali Art. 15. Erogazioni liberali e tutela
della fede pubblica 1. In relazione all'applicazione delle agevolazioni di cui
all'articolo 27, comma 1, della legge 13 maggio 1999, n. 133, le modalita' di
impiego delle erogazioni liberali effettuate in favore delle popolazioni e per
la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma sono comunicate al commissario
delegato per la verifica della sua coerenza con le misure adottate ai sensi del
presente decreto; per le medesime finalita' analoga comunicazione e' effettuata
da chiunque raccoglie fondi in favore delle popolazioni e per la ricostruzione
dei territori colpiti dal sisma ovvero comunque connessi e giustificati con gli
eventi sismici del 6 aprile 2009. 2. L'uso del logo e della denominazione:
«Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della protezione civile» di
cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 11 novembre
2002 e' esclusivamente riservato agli operatori ad esso appartenenti. 3. Nei
territori in cui vige lo stato emergenza dichiarato ai sensi della legge 24
febbraio 1992, n. 225, chiunque utilizza indebitamente il segno distintivo
della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione
civile, e' punito ai sensi dell'articolo 497-ter del codice penale. Art. 16.
Prevenzione delle infiltrazioni della criminalita' organizzata negli interventi
per l'emergenza e la ricostruzione nella regione Abruzzo 1. Il Prefetto della
provincia di L'Aquila, quale Prefetto del capoluogo della regione Abruzzo,
assicura il coordinamento e l'unita' di indirizzo di tutte le attivita'
finalizzate alla prevenzione delle infiltrazioni della criminalita' organizzata
nell'affidamento ed esecuzione di contratti pubblici aventi ad oggetto lavori,
servizi e forniture, nonche' nelle erogazioni e concessioni di provvidenze
pubbliche connessi agli interventi per l'emergenza e la ricostruzione delle
aree di cui all'articolo 1. 2. Al fine di assicurare efficace espletamento
delle attivita' di cui al comma 1, il Comitato di coordinamento per l'alta
sorveglianza delle grandi opere di cui all'articolo 180, comma 2, del decreto
legislativo 12 aprile 2006, n. 163, opera a immediato, diretto supporto del
Prefetto di L'Aquila, attraverso una sezione specializzata istituita presso la
Prefettura che costituisce una forma di raccordo operativo tra gli uffici gia'
esistenti e che non puo' configurarsi quale articolazione organizzativa di
livello dirigenziale. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con i
Ministri della giustizia e delle infrastrutture e dei
trasporti, da adottarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del
presente decreto, sono definite le funzioni, la composizione, le risorse umane
e le dotazioni strumentali della sezione specializzata da individuarsi comunque
nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a
legislazione vigente. 3. Presso il Dipartimento della pubblica sicurezza e'
istituito, con il decreto di cui al comma 2, il Gruppo interforze centrale per
l'emergenza e ricostruzione (GICER). Con il medesimo decreto sono definite,
nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a
legislazione vigente, le funzioni e la composizione del Gruppo che opera in
stretto raccordo con la Sezione specializzata di cui al comma 2. 4. I controlli
antimafia sui contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture
sono altresi' effettuati con l'osservanza delle linee guida indicate dal
Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, anche in
deroga a quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 3 giugno
1998, n. 252. 5. Per l'efficacia dei controlli antimafia nei contratti pubblici
aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture e nelle erogazioni e concessioni
di provvidenze pubbliche, e' prevista la tracciabilita' dei relativi flussi
finanziari. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta
dei Ministri dell'interno, della giustizia, delle
infrastrutture e trasporti, dello sviluppo economico e dell'economia e delle
finanze, da adottarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del
presente decreto, sono definite le modalita' attuative del presente comma. 6.
L'esclusione di cui al comma 6-bis dell'articolo 74 del decreto-legge 25 giugno
2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133,
si interpreta, per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nel senso che la
stessa esclusione opera anche nei confronti delle riduzioni indicate al comma
404 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296. 7. Dal presente
articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza
pubblica. Art. 17. Svolgimento G8 nella regione Abruzzo 1. Anche al fine di
contribuire al rilancio dello sviluppo socio-economico dei territori colpiti
dalla crisi sismica iniziata il 6 aprile 2009, il grande evento
dell'organizzazione del Vertice G8 di cui al decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri in data 21 settembre 2007, che avra' luogo nei giorni
dall'8 al 10 luglio 2009, si terra' nel territorio della citta' di L'Aquila. 2.
Per effetto di quanto disposto dal comma 1, ed in funzione della nuova
localizzazione dell'evento predetto nonche' dell'ottimizzazione degli
interventi realizzati, in corso o programmati sulla base dell'ordinanza n. 3629
del 20 novembre 2007, e successive modificazioni, sono fatti salvi gli effetti
prodotti dalle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri adottate
sulla base del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21
settembre 2007, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 222 del 24 settembre
2007. Le medesime ordinanze continuano ad applicarsi per assicurare il
completamento delle opere in corso di realizzazione nella regione Sardegna e
gli interventi occorrenti all'organizzazione del vertice G8 nella citta' di
L'Aquila. 3. Al fine di conseguire il contenimento della spesa pubblica per
affrontare gli oneri derivanti dall'emergenza sismica di cui al presente
decreto, il Commissario delegato provvede alla riprogrammazione e rifunzionalizzazione
degli interventi per l'organizzazione del vertice G8 e adotta ogni necessario
atto consequenziale per la rilocalizzazione del predetto vertice. Fatta salva
la puntuale verifica delle quantita' effettivamente realizzate per ciascuna
categoria di lavori, servizi e forniture, i rapporti giuridici sorti in
attuazione dell'ordinanza n. 3629 del 20 novembre 2007, e successive
modificazioni, sono rinegoziati, fatto salvo il diritto di recesso
dell'appaltatore. A tale fine, non sono piu' dovute, ove previste, le
percentuali di corrispettivo riconosciute agli appaltatori a titolo di
maggiorazione per le lavorazioni eseguite su piu' turni e di premio di
produzione, sui lavori contabilizzati a decorrere dal 1° marzo 2009. Per i
servizi, le forniture e per i lavori che non contemplano le maggiorazioni di
cui al presente comma, la rinegoziazione tiene conto della diversa
localizzazione dell'evento. In mancanza di accordo intervenuto tra le parti
entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, i
corrispettivi dovuti per le prestazioni di opera professionale, ivi compresi
quelli di cui all'articolo 92 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163,
sono ridotti del 50 per cento rispetto al compenso originariamente pattuito. 4.
Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del
Commissario delegato, sono accertati i risparmi derivanti dal presente articolo
e dai conseguenti provvedimenti attuativi e i relativi importi sono riassegnati
al Fondo di riserva per le spese impreviste dello stato di previsione della
spesa del Ministero dell'economia e delle finanze. Art. 18. Copertura
finanziaria 1. Agli oneri derivanti dall'articolo 2, comma 11, dall'articolo 3,
commi 3 e 6, dall'articolo 4, comma 5, dall'articolo 6, comma 4, dall'articolo
7, commi 1, 2 e 3, dall'articolo 8, comma 3, e dall'articolo 11, commi 1 e 4,
pari a 1.152,5 milioni di euro per l'anno 2009, a 539,2 milioni di euro per
l'anno 2010, a 331,8 milioni di euro per l'anno 2011, a 468,7 milioni di euro
per l'anno 2012, a 500 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014, a
394,8 milioni di euro per l'anno 2015, a 239 milioni di euro per l'anno 2016, a
133,8 milioni di euro per l'anno 2017, a 115,6 milioni di euro per ciascuno
degli anni dal 2018 al 2029, a 81,8 milioni di euro per l'anno 2030, a 48
milioni di euro per l'anno 2031, a 14,2 milioni di euro per l'anno 2032 e a 2,9
milioni di euro a decorrere dall'anno 2033, si provvede, quanto: a) a 150
milioni di euro per l'anno 2010 e 200 milioni di euro per l'anno 2011, mediante
corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 5, comma 4, del
decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge
24 luglio 2008, n. 126; b) a 300 milioni di euro per l'anno 2009, mediante corrispondente
riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 22, del
decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla
legge 28 gennaio 2009, n. 2; c) a 380 milioni di euro per l'anno 2009, mediante
utilizzo delle risorse di cui all'articolo 13, comma 5; d) a 472,5 milioni di
euro per l'anno 2009, a 389,2 milioni per l'anno 2010, a 131,8 milioni per
l'anno 2011, a 468,7 per l'anno 2012, a 500 milioni per ciascuno degli anni
2013 e 2014, a 394,8 milioni per l'anno 2015, a 239 milioni di euro per l'anno
2016, a 133,8 milioni di euro per l'anno 2017, a 115,6 milioni di euro per
ciascuno degli anni dal 2018 al 2029, a 81,8 milioni di euro per l'anno 2030, a
48 milioni di euro per l'anno 2031, a 14,2 milioni di euro per l'anno 2032 e a
2,9 milioni di euro a decorrere dall'anno 2033, mediante utilizzo di quota
parte delle maggiori entrate recate dal presente decreto. 2. Il Ministro
dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti,
le occorrenti variazioni di bilancio. Art. 19. Entrata in vigore 1. Il presente
decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana e sara' presentato alle Camere per la
conversione in legge. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato,
sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare. Dato a Roma, addi' 28 aprile 2009 NAPOLITANO Berlusconi, Presidente
del Consiglio dei Ministri Tremonti, Ministro dell'economia e delle finanze
Maroni, Ministro dell'interno Sacconi, Ministro del lavoro della salute e delle
politiche sociali Prestigiacomo, Ministro dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare Matteoli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
Bondi, Ministro per i beni e le attivita' culturali La Russa, Ministro della
difesa Alfano, Ministro della giustizia Scajola,
Ministro dello sviluppo economico Gelmini, Ministro dell'istruzione,
dell'universita' e della ricerca Zaia, Ministro delle politiche agricole
alimentari e forestali Meloni, Ministro della gioventu' Visto, il
Guardasigilli: Alfano Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |
( da "Targatocn.it"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Cuneo: condannato
per aver distrutto il pozzetto del cugino Le liti tra vicini di casa per
questioni di passaggi, confini, muri in comune e così via (le cosiddette
possessorie), costituiscono materia davvero ostica per tutti i soggetti
interessati, siano essi avvocati o giudici; i problemi
diventano quasi insormontabili quando a litigare sono vicini di casa con
relazioni di parentela. Il rancore, lastio, lacredine
che i parenti riversano nella causa civile è tale da rendere impossibile
qualsiasi tentativo di mediazione, e molto spesso si sconfina nel reato penale,
laddove una delle parti decida di farsi giustizia da sola.
E questo il caso dei due cugini di Roata Chiusani, L.R. ed E.R, le cui
proprietà erano separate da un muro appartenente ad uno dei due. Accanto a
questo muro, nella proprietà dellaltro, era stato interrato un pozzetto
di raccolta delle
acque pluviali chiuso da un tombino. Il proprietario del muro, E.R., dopo aver
lamentato più volte il malfunzionamento del pozzetto che a suo dire avrebbe
causato delle perdite di acqua con conseguenti problemi
di umidità nella sua proprietà, il 13 giugno del 2007 decise, per lappunto,
di risolvere il problema allorigine, prendendo a mazzate il tombino che
copriva il pozzetto incriminato. Per questo motivo è stato denunciato dal
cugino L.R. e rinviato a giudizio con laccusa di danneggiamento. Quel giorno di giugno fu la
moglie di L.R. ad assistere al danneggiamento del pozzetto; a pochi metri da
E.R., nascosta dietro una catasta di legno, guardò il cugino del marito
accanirsi su quel povero tombino per circa un quarto dora.
A vederlo così
inferocito, la donna non osò esporsi per cercare di fermarlo; rientrò in casa e
fece notare laccaduto al marito, ma neanche lui osò
affrontare il parente, per paura di reazioni violente. Si limitarono a recarsi
dai carabinieri per denunciare il danneggiamento. Ad attestare il raptus distruttivo che colse E.R.
quella mattina, cerano parecchie foto scattate dai
carabinieri subito dopo la denuncia di L.R. Al termine del processo,
accogliendo la richiesta di condanna pronunciata dal Pubblico Ministero, il Giudice ha condannato E.R. a sei mesi
di reclusione più il risarcimento della parte civile costituita in giudizio e
le spese processuali. A chi dovesse pensare che questa
condanna chiuderà i conti fra i due litiganti, possiamo solo dire che nel
processo di ieri non si è potuto parlare di altri episodi di danneggiamento
riguardanti altre vicende giudiziarie ancora in corso: la condanna di ieri
insomma non placherà gli animi. Camilla Pallavicino
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Provincia di Nuoro
Pagina 5019 Dorgali. La protesta Depuratore in tilt La minoranza: «Liquami nel
lago» Dorgali.. La protesta --> L'odore nauseabondo ha ammorbato l'aria
venerdì scorso, in coincidenza con l'arrivo dei turisti per il lungo ponte del
primo maggio. Il depuratore di Dorgali è andato in tilt per l'ennesima volta:
l'impianto sta scaricando i liquami nel Cedrino. La denuncia parte dal
consigliere di minoranza Gian Michele Nonne, dopo le proteste dei cittadini
costretti a patire le conseguenze del cattivo funzionamento dell'impianto di
purificazione delle acque reflue. «Abbanoa non ha mai garantito l'efficienza
del depuratore a pieno regime - afferma Nonne -. Nonostante le infinite
segnalazioni da parte degli utenti, i tecnici non hanno mai provveduto a
sistemare gli impianti in modo definitivo». Dello stesso avviso sono anche i
componenti della maggioranza politica come spiega l'assessore all'Agricoltura
Salvatore Mele: «Più volte il primo cittadino Tonino Testone ha sollecitato
l'ente gestore affinché fossero presi gli adeguati provvedimenti per
ripristinare la situazione, ma niente è stato fatto. Il problema più grave è
che questi reflui non purificati creano grossi danni ambientali». L'altra
questione è che la popolazione di Dorgali, sta pagando la bolletta ad Abbanoa
anche per avere la garanzia di un servizio di depurazione di cui per lungo
tempo non ha mai usufruito. «A parte il depuratore funzionate a singhiozzo, sia
allo stato attuale sia nei mesi trascorsi - spiega il consigliere Nonne - la struttura
è stata bloccata nel semestre compreso da dicembre 2007 a giugno 2008.
Nonostante ciò Abbanoa ha comunque conteggiato questo periodo nelle bollette
inviate agli utenti. Questo è un vero e proprio illecito amministrativo, perché per una sentenza della Corte costituzionale risalente all'ottobre 2008, per un caso analogo si è deciso che
per tutto il periodo nel quale non era stata garantita l'erogazione del
servizio, non si dovesse corrispondere alcun canone. Ho già sollecitato
l'argomento ma a oggi non ho avuto risposta». Per quanto riguarda gli
impianti di depurazione, Abbanoa assicura che non c'è alcun guasto. E l'odore
nauseabondo avvertito nei giorni scorsi a Dorgali? Deriva, dicono dall'ente,
dal fatto che la struttura è rimasta ferma per diverso tempo e ha ripreso a
funzionare gradualmente, dopo un guasto riparato più di una settimana fa. «I
motori - spiega Francesco Bullita, direttore responsabile dell'ente per la
provincia di Nuoro - sono stati riavviati dai nostri tecnici e non sono state
riscontrate altre anomalie». SONIA MELONI
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Nuoro e Provincia
Pagina 5015 Nuoro Ecco i papabili per la guida della Procura Nuoro --> C'è
ancora attesa a Nuoro per l'arrivo del nuovo procuratore capo, dopo il
trasferimento ad Ancona di Antonio Amoroso rimasto al vertice dell'ufficio
inquirente per quattro anni. La nomina da parte della commissione del Consiglio
superiore della magistratura era prevista una settimana fa, ma ancora non si
hanno notizie. Tra i nomi in ballo, comunque, il più gettonato sembra quello di
Angelo Martinelli, attualmente giudice di sorveglianza a Modena. In tutto i
papabili a ricoprire la carica sarebbero una decina, fra cui il pubblico
ministero Carlo Lasperanza, ora a Roma, per il quale si tratterebbe di un
ritorno nel capoluogo barbaricino, dove ha lavorato nei primi anni Novanta. Fra
i nomi che circolano c'è anche quello dell'attuale procuratore reggente Maria
Angela Passanisi, forte di una lunga esperienza negli uffici della Procura
nuorese, del pm di Sassari Andrea Garau e di quello cagliaritano Alessandro
Pili. In lista, inoltre, ci sarebbe anche Lucina Serra, sostituto procuratore
generale a Cagliari, indicata lo scorso anno dal Csm per
guidare gli uffici inquirenti di Lanusei. Intanto, in attesa di una soluzione
definitiva, la situazione della Procura nuorese resta alquanto precaria a
fronte di una mole di lavoro che diventa sempre più consistente e con il serio
rischio che si vada incontro a una paralisi dell'attività. Su sei pm
previsti dall'organico infatti, ne mancano tre, con il quarto, Daniele Rosa,
che partirà a fine estate alla volta di Rimini. Oltre ad Amoroso in questi mesi
hanno già fatto le valigie i pm Lara Ghirardi, Katia Marino e Ornella Chicca. (
f. c. )
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Commenti Pagina 337
I cambi di casacca tra cadute libere e insuccessi annunciati --> La destra
americana si trova nella stessa situazione della sinistra italiana: è ridotta
ai minimi termini, non conta più niente, non riesce a vedere la luce in fondo
al tunnel. Il Partito repubblicano, come il Pd italiano, non ha un leader
spendibile, affronta un avversario che sembra invincibile ed è a corto di idee.
I due partiti sono entrambi destinati a sconfitte epocali, i repubblicani
americani alle elezioni di metà mandato del prossimo anno, i democratici alle
Europee di giugno. Il rischio, sia per gli uni sia per gli altri, è che la
sconfitta li induca a radicalizzarsi, a spostare l'asse dei repubblicani ancora
più a destra e a convincere i democratici italiani a ricostruire le alleanze
con la sinistra estrema e comunista. In politica, specie negli Stati Uniti, gli
equilibri cambiano in modo repentino, anche quelli che appaiono molto stabili.
Quattro anni fa, George W. Bush e i suoi repubblicani avevano vinto in
scioltezza un'elezione già influenzata dalla guerra in Iraq e dalle armi di
distruzione di massa che non si trovavano. Erano gli anni in cui si parlava di
presa salda del potere da parte del Partito repubblicano e di un movimento
conservatore che sembrava destinato a governare e a guidare la battaglia
culturale, politica e sociale americana a tempo indeterminato. Due anni dopo,
il primo cambiamento di tendenza, con la vittoria del Partito democratico alle
elezioni di metà mandato, poi è arrivata la crisi finanziaria e, soprattutto,
Barack Obama a ribaltare l'asse della politica americana. Oggi i democratici
non occupano soltanto la Casa Bianca, ma hanno conquistato una salda
maggioranza sia alla Camera sia al Senato, dove la settimana scorsa c'è stato
il cambio di casacca di uno dei veterani del Partito repubblicano, un senatore
che dopo trent'anni tra i conservatori è passato ai rivali del Partito
democratico. Arlen Specter ha fatto una scelta unanimemente considerata
opportunista, perché i sondaggi lo davano in svantaggio di ventuno punti contro
un candidato iper conservatore alle primarie del Partito repubblicano, in vista
della campagna di rielezione del prossimo anno. L'opportunismo politico, però,
segnala una chiara tendenza: il partito che viene lasciato è in caduta libera,
quell'altro è inarrestabile. Il presidente Obama ora può contare su una super
maggioranza al Senato di sessanta elementi, se il comico Al Franken riuscirà,
come sembra, a vincere la battaglia legale ancora in corso in Minnesota, dove
le elezioni di novembre si sono concluse con una differenza di una manciata di
voti tra il senatore repubblicano uscente e il comico liberal. Quota sessanta
al Senato è un numero magico, quello che impedisce al partito di opposizione di
fermare con l'ostruzionismo le proposte del presidente e della maggioranza. I
repubblicani, già a corto di leadership e di idee, non hanno più nemmeno il principale
strumento di contrattazione politica al Congresso. Sono diventati ininfluenti.
Obama, inoltre, ha l'opportunità di consolidare la presa liberal sul terzo
fronte costituzionale americano, sulla
Corte Suprema. Negli Stati Uniti la Corte Suprema è un organo decisivo, di
importanza non paragonabile alla Corte costituzionale italiana: è il terzo pilastro dell'architettura istituzionale
degli Stati Uniti. Uno dei nove giudici supremi, nominati a vita, ha deciso di
ritirarsi in pensione e, a breve, Obama comincerà il processo di
selezione del sostituto. David Souter, il giudice che ha annunciato le
dimissioni, era stato scelto da Bush senior e osteggiato dai democratici perché
considerato troppo conservatore, ma fin dal primo giorno dentro la Corte si è schierato
con gli altri tre giudici di sinistra, facendo blocco contro i quattro
conservatori e lasciando al nono giudice, Anthony Kennedy, il ruolo di ago
della bilancia. La scelta di Obama non cambierà l'equilibrio della Corte, ma il
presidente potrebbe essere presto chiamato a fare altre due nomine, a causa di
malattie ed età avanzate di due dei nove giudici. C'è chi pensa che, alla fine,
potrebbero essere quattro le toghe che Obama nominerà durante il suo mandato
alla Casa Bianca. Tre o quattro componenti giovani, brillanti e preparati
potrebbero per la prima volta contrastare il dominio giuridico e intellettuale
dei quattro giudici conservatori, due dei quali, compreso il presidente della
Corte, nominati da George W. Bush. CHRISTIAN ROCCA - NEW YORK
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Commenti Pagina 337
Regime di carcere duro Luci ed ombre sul nuovo 41 bis Regime di carcere duro
--> La norma di inasprimento dell'articolo 41 bis aveva ricevuto il secco
"no" della magistratura di sorveglianza in relazione
all'accentramento sul tribunale di sorveglianza di Roma delle competenze in
materia di applicazione del carcere duro. La nuova formulazione parrebbe
contestabile sotto il profilo della ragionevolezza e violerebbe il principio di
uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge stabilito dall'articolo 3 della
Costituzione. A ben considerare, le obiezioni mosse dai magistrati di
sorveglianza meritano scrupolosa valutazione e accoglimento, in quanto il nuovo
41 bis parrebbe violare pure l'articolo 25 della Costituzione per cui nessuno
può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge: se è vero che
la decisione di affidare la competenza al tribunale di sorveglianza di Roma è
dettata dal fatto che l'applicazione del carcere duro è firmata dal ministro
della Giustizia con sede in Roma, tuttavia la decisione dello stesso ministro
sull'applicazione andrebbe comunque impugnata dal detenuto davanti al proprio
giudice territoriale di sorveglianza, il quale disporrebbe di elementi
maggiormente significativi di giustificazione del provvedimento. Si tratta di
una norma contestatissima per la sua durezza, ma necessaria: la stessa Corte costituzionale ha sottolineato che debba trattarsi di misura temporanea. Nata
dopo l'uccisione di Falcone e Borsellino, nel 2002 si è cristallizzata. Oggi la
norma, ancora più rigorosa, prevede l'inversione dell'onere della prova: sarà
compito dell'interessato dimostrare la rottura definitiva dei rapporti con la
criminalità organizzata, sminuendo così il rilievo attribuito al
semplice decorso del tempo. Profilo importantissimo idoneo a superare il
paradosso per cui per rinnovare il carcere duro questo doveva aver funzionato,
ma, in tal caso, ci si poteva opporre per violazione del diritto costituzionale di difesa del detenuto. Se invece non aveva
funzionato, poteva essere rinnovato. Con il nuovo 41 bis, è prevista la
sanzione penale fino a 4 anni anche a chi favorisca la comunicazione con
l'esterno dei detenuti, con un massimo di 5 anni se a favorire sia chi eserciti
una professione forense. Si tratta di una norma estremamente severa, e della
sua necessarietà non può dubitarsi; l'auspicio è che si tengano in
considerazione le osservazioni della magistratura interessata e che si provveda
a un conseguente adeguamento del 41 bis purgandolo da pericolosi profili di illegittimità
costituzionale che potrebbero limitarne l'applicazione
efficace. GIUSEPPINA DI SALVATORE
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Prima Pagina Pagina
2 I giudici hanno già deciso, si attende soltanto che la sentenza venga
depositata Corte Costituzionale: bocciata la Statutaria I giudici hanno già
deciso, si attende soltanto che la sentenza venga depositata Era stata
promulgata da Soru tra le polemiche dopo un referendum --> Era stata
promulgata da Soru tra le polemiche dopo un referendum La sentenza della Corte
Costituzionale sulla legge statutaria è pronta, e porterebbe alla bocciatura
del provvedimento varato nella scorsa legislatura. Il verdetto sulla
Statutaria, legge promulgata da Soru tra le polemiche e dopo un referendum, non
è ancora ufficiale, ma tutte le indiscrezioni ormai coincidono: e se fossero
confermate, le conseguenze sugli assetti istituzionali della Regione potrebbero
essere rilevanti. Salterebbe, per esempio, il principio dell'incompatibilità
tra consiglieri e assessori. Che i giudici della Consulta abbiano già deciso è
ormai fuor di dubbio: si attende il deposito della sentenza. MELONI A PAGINA 4
( da "Finextra.com"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
05 May 2009 - 09:37
Vocalink secures £60m shareholder investment UK payments processor VocaLink has
tapped its shareholders for a £60 million equity capital investment as it looks
to continue to expand its European presence. The company, owned by around 20 UK
banks and building societies, was created in 2007 through the merger of the
Bacs payments and clearing network and ATM network operator Link. Since then it
has embarked on an aggressive expansion programme into Europe in a bid to take
advantage of the introduction of the Single Euro Payments Area (Sepa). The firm
has signed a number of major banks - including ABN Amro, Bank of America, Citi,
Dexia Bank, Fortis, Lloyds TSB, RBS and Santander -to its CSM partnership,
which provides banks and clients with Sepa-related services. Earlier this year
it completed pilot testing of Sepa direct debit exchanges between corporate
customers and three European banks, ABN Amro, Bawag and Royal Bank of Scotland. It has also signing an outsourcing
deal with Sweden's national processor Bankgirocentralen to take on the majority
of its payments processing and provided the platform for the UK's Faster
Payments service. Richard Hooper, acting chairman, VocaLink, says: "This
investment will give us the opportunity to improve our services whilst enabling
us to continue providing reliable and trusted support for our clients in
difficult economic times."
( da "Repubblica.it"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA - E una mattina
all'improvviso le cattedre diventano barricate in difesa del diritto allo
studio. Di tutti, italiani e stranieri, regolari e non. Contro il provvedimento
del governo, dopo la protesta dei medici contrari all'obbligo di denuncia dei clandestini
e che ieri hanno scritto a Fini perché lo cancelli, si allarga la protesta.
Arriva la rivolta dei professori ben decisi a non diventare "presidi spia,
perché noi siamo educatori non poliziotti", a caccia di bambini senza
documenti regolari. "Qui non si denuncia, si insegna", ripetono. Non
hanno dubbi loro che conoscono la fatica di imparare per chi arriva da lontano,
lo spaesamento di chi appare qualche giorno in classe e poi si perde nelle
strade della città. Chi non ha genitori accanto che conoscano la lingua e lo
aiutino a fare i compiti, chi viene sfruttato, chi ha in classe l'occasione per
cambiarsi la vita. "Questo provvedimento, che prevede l'obbligo di
denuncia se lo studente non ha il permesso di soggiorno, è inumano, repressivo,
foriero di gravi disagi per la convivenza civile. Danneggia il minore, toglie
un diritto", sbotta Armando Catalano, che rappresenta più di duemila
presidi della Cgil che sul sito wwww. flcgil. it hanno cominciato a raccogliere
firme all'insegna di "io educo non denuncio". Perché, ripete, le
leggi sanciscono il diritto all'istruzione, stabiliscono che l'unico obbligo
dei docenti è sottoporre i ragazzini ad una visita per le malattie infettive.
"Mentre così non solo si danneggia il minorenne che non ha colpe, ma tutta
la società: non verranno a scuola, non andranno in ospedale. Col rischio di una
moltiplicazione dei contagi". OAS_RICH('Middle'); Minorenni puniti anche
se incolpevoli, condannati a perdere l'occasione di costruirsi un futuro
migliore, "L'istruzione è un diritto sancito dalla Costituzione, ma a
parte questo educando i giovani li si toglie dalla strada, gli si dà una
possibilità. Senza contare che gli insegnanti vedono se i bambini sono
sfruttati, malmenati", dice Giuseppe Losio preside della scuola media milanese
Quintino Di Vona. Lo sa bene Anna Sandi che più di una volta ha scoperto la
"doppia vita" di alcuni suoi piccoli alunni alla scuola elementare al
Lorenteggio. Dormivano nelle fabbriche dismesse lungo in Naviglio e nei giorni
in cui sparivano dalla classe chiedevano l'elemosina alla stazione, lavavano i
vetri per strada. "Se questo provvedimento è per proteggerli da chi li
sfrutta bene, ma prima voglio leggerlo, e di una cosa sono sicura: io i minori
stranieri li accetto, li iscrivo a scuola e non li denuncio solo perché
clandestini". Non vogliono denunciare ma come pubblici ufficiali, se passa
il reato di immigrazione clandestina, rischiano di vedersi obbligati a farlo.
Altrimenti scatta la denuncia penale. Come per i medici. "È da irresponsabili
non cambiare la legge, già ora c'è stato un calo del 15 per cento di immigrati
ai pronto soccorso. Qui si scherza col fuoco, con la salute di tutti. Un
esempio? Abbiamo 4000 casi di tbc, il 30 % sono immigrati,
se clandestini non verranno a curarsi e si espanderà il contagio, con problemi
per tutti, italiani compresi", dice Massimo Cozza, segretario medici Cgil
pronto a rivolgersi alla Corte costituzionale, a quella europea per tutelare il diritto alla salute. (5 maggio
2009
( da "Arena.it, L'"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Barbaglio, prima
riunione in Procura NUOVI INCARICHI. L'insediamento ufficiale del magistrato
avverrà nelle prossime settimane 05/05/2009 rss e-mail print Il Pm Angela
Barbaglio Il suo insediamento ufficiale sulla seconda poltrona della Procura
avverrà più avanti ma ieri il nuovo procuratore aggiunto Angela Barbaglio ha
partecipato alla riunione con i colleghi veronesi. Un incontro informale, per
quanto riguarda i saluti, seguito da una riunione pratica. Sarebbe infatti
prevista una modifica che riguarda le competenze dei singoli magistrati e
soprattutto la riduzione degli attuali quattro gruppi di indagine a tre con
conseguente riorganizzazione degli uffici. Oltre alla dottoressa Barbaglio,
tutt'ora in forza alla procura di Vicenza, è previsto l'arrivo di un nuovo
sostituto procuratore a completamento della pianta organica. Il nuovo
procuratore aggiunto, lo ricordiamo, è stato designato il primo aprile al
termine della votazione del plenum del Consiglio superiore della magistratura:
ottenne tredici voti a favore contro le undici preferenze della collega Maria
Cristina Motta, anche lei candidata alla seconda poltrona della procura
scaligera che in quell'occasione ricevette il voto del vicepresidente del
Consiglio Superiore della magistratura, Nicola Mancino, e del presidente della
Corte di Cassazione. Una vittoria di misura determinata dal voto, favorevole
alla dottoressa Barbaglio, espresso da Fabio Roia di Milano, togato di Unicost.
In caso di parità, infatti, l'incarico sarebbe andato alla dottoressa Motta poichè
aveva ricevuto le preferenze «qualificate» del presidente
della Cassazione e del vicepresidente del Csm. L'incarico sarà ufficialmente
assunto tra qualche mese, per il pm Barbaglio, che lasciò Verona nel 2003, si
tratta quindi di un ritorno nella Procura in cui aveva lavorato 21 anni. Sempre
come pubblico ministero, ruole che lei stessa aveva definito un «ruolo
difficile, motore del processo».
( da "Arena.it, L'"
del 05-05-2009)
Pubblicato anche in: (Brescia
Oggi)
Argomenti: Giustizia
Giustizia in crisi,
sono 6,6 milioni gli «arretrati» PROCESSI. Oggi l'appello al ministro Alfano Si
rischia lo stallo nel 2011 Urgono fondi dal governo 05/05/2009 rss e-mail print
Luca Palamara, presidente Anm ROMA Giustizia italiana a rischio bancarotta»:
sono 6 milioni e 600mila i processi pendenti tra
civile e penale. Ieri il presidente dell'Anm Luca Palamara ha chiesto «un vero
tavolo di confronto» per risolvere il problema denunciando: «siamo in una
situazione di insolvenza, è prossimo il pericolo del fallimento», che arriverà,
secondo i vari sindacati di categoria, nel 2011, quando arriverà l'ultimo dei
tre tagli di risorse previsti per il settore, 450 milioni di euro. Prodromica
al tavolo e ai tanto auspicati interventi sarà quindi la «Giornata nazionale
della giustizia», un mega-incontro organizzato per
oggi a Roma. Invitati anche il ministro Angelino Alfano, la presidente di
Confindustria Emma Marcegaglia e il segretario generale della Cgil Guglielmo
Epifani. Intanto, i numeri disegnano un quadro quantomai desolante: le pendenze
civili al 2007 ammontano a 5 milioni e 400 mila; quelle penali a 1 milione
500mila: per eliminarle occorrerebbero rispettivamente 16 mesi e 13 mesi di
lavoro esclusivo. Una condizione irrealizzabile sia perchè la produttività
attuale «è ai limiti dell'intollerabilità» sia per il numero elevatissimo dei
nuovi procedimenti: 4,5 milioni nel civile e 1,6 nel penale. Al «forte incremento» della domanda di giustizia da parte dei cittadini, segnalato soprattutto dall'aumento delle
pendenze del civile (cresciute del 400% in 30 anni e poi ancora del 129% dal
1990 al 2007), ha corrisposto la contrazione del personale giudiziario, passato da 53.000 unità del
1998 ai 43.982 del 2008 e dei dirigenti (dai 432 del 2001 a 347 del
2008). Parallelo il taglio degli investimenti: dai 7.665.369.477 di euro del
2005 si è arrivati ai 7.560.741.030 del 2009 e, secondo i sindacati, nel 2010 è
previsto un ulteriore taglio di 442 milioni di euro.
( da "Mattino, Il (Avellino)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
«Dico sì alla
candidatura a capolista al Comune. Non posso esimermi, anche per rispettare una
tradizione che, comunque, è impossibile da imitare»: lo ha
detto il senatore del Pd Enzo De Luca, riferendosi anche al vicepresidente del
Csm, Nicola Mancino, che nella passata tornata elettorale si schierò alla guida
della compagine dell'allora Margherita. Sull'altro fronte il candidato a
sindaco Udc-Pld Preziosi ha avviato gli incontri sul programma. A PAGINA 33
( da "Mattino, Il (Avellino)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
GIANLUCA GALASSO
«Dico sì alla candidatura a capolista al Comune. Non posso esimermi, anche per
rispettare una tradizione che, comunque, è impossibile da imitare». Il riferimento è al vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che
nella passata tornata elettorale - allora era senatore - si schierò alla guida
della compagine dell'allora Margherita. A ricordarlo è il senatore Enzo De Luca
che dalla manifestazione del Pd, ieri al Viva Hotel, ha annunciato la volontà
di scendere in campo per supportare il sindaco uscente, Giuseppe
Galasso, «accettando così i vari inviti che mi sono giunti. Ci saranno due
liste sia per il Comune che per la Provincia, perchè c'è tanta gente che ci
chiede di partecipare. A dimostrazione della maturazione di un grande senso di
responsabilità e di considerazione per il progetto del Pd», ha continuato De
Luca. Poi, l'attacco a Ciriaco De Mita, anche se solo in un passaggio:
«Qualcuno, sbagliando i calcoli, ha realizzato un'alleanza col solo obiettivo
della gestione del potere». Dal senatore della formazione di via Tagliamento,
inoltre, l'elogio alla candidata a Palazzo Caracciolo, Alberta De Simone e a
Galasso «che rappresentano i punti di certezza, garanzia e coerenza». E sulla
coerenza ha battuto nel suo intervento l'attuale sindaco, con entusiasmo
evidente della platea. «La consiliatura che sta per chiudersi - ha dichiarato
Galasso - ha registrato di tutto e di più. Gli ultimi quindici mesi li ho
trascorsi nell'incertezza, svegliandomi ogni mattina col dubbio di proseguire
il mandato. E ciò per un'unica mia colpa: aver fatto una scelta di coerenza con
il Pd. Porteremo avanti la campagna elettorale con il rendiconto di quanto
realizzato e con le motivazioni che hanno determinato le decisioni. Ad altri
dico che non si può impostare una strategia per questa tornata, parlando contro
iniziative che sono state condivise». Più dura è stata la De Simone, che ha
preso a bersaglio il leader di Nusco e il centrodestra: «Lo scioglimento della
Provincia è stato un suicidio dei consiglieri che si sono dimessi. In nove mesi
non hanno mai spiegato le ragioni della scelta. Hanno semplicemente accettato
l'ordine giunto dalla montagna. L'Irpinia storicamente si riconosce nel
centrosinistra. Gli irpini non rappresentano un gregge, quindi non andranno
dietro l'ammucchiata trasformistica che si presenta dall'altra parte». E De
Mita è finito anche nel mirino del segretario, Franco Vittoria, che ha parlato
di «pseudo-maestri la cui concezione del rinnovamento sta nel fatto di
continuare a fare politica dopo cinquant'anni. Con la destra stanno insieme
solo per la gestione del potere». Prima del dibattito sono stati proiettati
alcuni video-spot con vecchie immagini del leader di Nusco che criticava il
centrodestra. In apertura la relazione del vicesegretario Gerardo Adiglietti,
che ha bollato la convergenza Pdl-Udc in maniera sprezzante: «Fermiano gli
apprendisti stregoni e i trasformismi di tutte le maniere». Al dibattito ha
partecipato il senatore Giorgio Tonini, responsabile Formazione del Pd: «De
Mita ha dato tanto al nostro Paese. Trovo incomprensibile e un po' penosa
questa fase finale di un'esistenza politica grande». La candidata alle Europee,
Elvira Matarazzo ha sollecitato il massimo supporto.
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
PIETRO PERONE Gioco
a tutto campo in perfetto stile leghista: Roberto Calderoli conferma l'apertura
di Bossi all'opposizione e detta l'agenda agli eventuali compagni di strada che
si oppongono al referendum sulla legge elettorale: primo obiettivo fare fallire
il voto per mancanza di quorum e procedere subito dopo alla riforma del
Porcellum in direzione opposta al bipartitismo. L'offerta non prevede steccati:
dialogo con il Pd e con l'Udc ma Dario Franceschini ha già provveduto spegnere
entusiasmi ribadendo che la linea del suo partito resta a favore del sì, al
pari del premier che ha chiarito di essere pronto a recarsi al seggio e votare
a favore dei quesiti proposti dai referendari. Il Carroccio agita quindi con
Roberto Castelli il sospetto di «accordi segreti» tra le due principali forze,
mentre Roberto Cota attacca il leader del democratici e propone di sottoporlo
«a trattamento sanitario obbligatorio». Toni forti, ma Salvatore Vassallo del
Pd ribadisce che «la sola eventualità di tenere il referendum ha rimesso in
moto la discussione» sulla riforma. Arturo Parisi prova allora a imprimere
l'ulteriore accelerazione proponendo che si cancelli l'attuale sistema per
tornare al Mattarellum, sistema che non dispiace alla Lega. Strada quest'ultima percorribile in base a una sentenza della Corte
Costituzionale a patto che arrivi il placet del comitato promotore. Il
presidente Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare
salvaguardando maggioritario e bipartitismo. Paletti che chiudono la strada ai
due sistemi più gettonati, lo spagnolo e il Mattarellum, maggioritari ma non
bipartitici. «Berlusconi vuole comandare da solo e avere più potere
perché non gli basta quello che ha già. Il bello è che il Pd fa di tutto per
facilitargli questo progetto», denuncia Pier Ferdinando Casini mentre Rocco
Buttiglione auspica «una grande alleanza Pd-Udc-Lega per fare una legge
elettorale democratica». Il presidente dei centristi si spinge anche più avanti
e immagina che una simile coalizione si possa poi presentare «alle urne per
battere» il Cavaliere. Scenario futuribile, mentre Calderoli per il momento si
accontenta di boicottare il referendum senza mettere in discussione l'alleanza
di governo, tanto che Fabrizio Cicchitto rinvia la modifica della legge
elettorale a fine legislatura sperando in questo modo di disinnescare mine sul
cammino dell'esecutivo. Il centrodestra procederà dunque in ordine sparso e la
Lega non dispera di trovare lungo la propria strada almeno una parte del Pd.
L'area rutelliana, con Linda Lanzilotta, invita a raccogliere l'invito al
dialogo lanciato dal Carroccio e spiega che «la legge che uscirebbe dal
referendum sarebbe peggiore dell'attuale». Il pericolo di consegnare il 55 per
cento dei parlamentari al partito che otterrà anche un solo voto in più rispetto
agli altri. Franceschini non mostra altrettanta preoccupazione ma si attendono
le prese di posizione delle altre «anime» democratiche. Qualche segnale di
pentimento arriva invece da Antonio Di Pietro, tra i principali fautori del
referendum e che ora, rispetto alla possibilità di modificare il Porcellum, si
pone qualche dubbio: il voto del 21 giungo dovrà servire - dice - «come
grimaldello per modificare una legge ingiusta non come occasione per
cristallizzare le iniquità». La paura che una volta approvati i quesiti, i due
principali partiti non abbiano alcun interesse a varare una riforma che un po'
tutti riconoscono indispensabile rispetto a un Porcellum ormai ripudiato da
tutti.
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
C'è tatticismo e
furbizia nel sì di Berlusconi, che scarica così il costo dell'opposizione al
referendum (compresi gli sprechi per il mancato election day il 7 giugno) tutto
sulle spalle della Lega. C'è tatticismo e furbizia anche nella risposta
leghista, che deve ancora decidere se modulare il suo progetto più sul modello
tedesco (e coinvolgere così l'Udc in un fronte anti-Berlusconi) oppure sul
modello spagnolo (per tentare un compromesso fra Pd e Pdl e tenendo fuori i
centristi). Ma altre due evidenti contraddizioni saltano agli occhi, non appena
si dirada un po' la cortina della propaganda. La prima è quella del Pd. Alle
elezioni si è presentato con uno schema bipartitico e presidenzialista, troppo
simile a quello berlusconiano. L'impianto è stato demolito dall'interno. Ma
tuttora non è chiaro il progetto sostitutivo. E l'incertezza è un handicap
anche nella politica delle alleanze (chi può allearsi con il Pd finché c'è il
sospetto di un gioco di sponda bipartitico?). Il documento delle Fondazioni
(favorevole al modello tedesco, pur con correttivi) esprime probabilmente
l'opinione maggioritaria tra i democrat. Tuttavia sembra difficile che il nodo
possa sciogliersi prima del congresso, perché il tema è decisivo anche ai fini
della composizione degli equilibri congressuali. Potrebbe il Pd almeno dire che
è contrario al premio di maggioranza e alle liste bloccate (questioni non
toccate dal referendum, comunque determinanti per quella condizione di
subalternità di cui oggi soffre il Parlamento). Ma allo stato il sì del Pd
appare monco, debole, dunque alla mercé degli affondi di Berlusconi. C'è però
una contraddizione che riguarda anche il premier. È vero che la norma
risultante dai quesiti referendario è immediatamente applicabile. Se non fosse così la Corte costituzionale non li avrebbe ammessi. Ma la stessa Corte ha anche messo nero su
bianco i suoi dubbi (è un eufemismo) sull'assenza di ogni limite minimo
all'attribuzione del premio di maggioranza. In pratica la maggioranza assoluta
alla Camera potrebbe essere assegnata anche ad un partito con basse percentuali
elettorali. Si potrebbe oltrepassare persino la legge Acerbo, che fece
scattare il premio in favore del partito fascista al conseguimento del 25% dei
consensi. Il contrasto con i principi generali dell'ordinamento democratico è
evidente. E lo stesso capo dello Stato non potrebbe non girare al Parlamento,
in caso di vittoria del sì, quel rilievo della Corte. Insomma, il confronto
parlamentare non pare comunque evitabile. Del resto, anche dopo il '91 e il '93
le Camere aggiustarono le norme ritagliate dai referendum elettorali. Claudio
Sardo
( da "Sicilia, La"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
«Allora restituite
ai siciliani quanto dato per le altre Regioni» Tony Zermo «Trapani è una città
trasformata e non solo per avere avuto l'America's Cup che è servita alla
ristrutturazione del porto. Siamo una delle poche città d'Europa in crescita.
Pensi che l'aeroporto di Birgi, che non molti anni fa ospitava un solo volo,
oggi ha tremila passeggeri al giorno dopo che Ryanair l'ha scelto come sua
base». Il senatore Antonio D'Alì, presidente della commissione Ambiente del
Senato, è soddisfatto delle prospettive di crescita del suo territorio, anche
da punto di vista turistico: «Ci sono molti luoghi interessanti da visitare,
dal Passo dello Zingaro a San Vito Lo Capo, da Erice allo stagnone di Marsala.
Se il turismo in Sicilia crescerà, Trapani sarà uno dei punti di attrazione».
C'è anche Pantelleria, che però avanza qualche lamentela. «Secondo me
Pantelleria soffre di una eccessiva presenza di turisti autorevoli, per cui
cerca strade alternative a quelle che sono le filiere istituzionali. A
Pantelleria arrivano ministri, presidenti di Regione e fanno tanti programmi.
La verità è che non esistono imprenditori di vasto respiro. Adesso che è finito
il contenzioso Stato-Regione possiamo fare il Parco nazionale. Due anni fa era
stato deciso di fare il Parco nazionale che comprendeva Pantelleria, le Egadi,
le Eolie e sui Monti Iblei. La Regione aveva impugnato la legge nazionale
sostenendo che lo Stato non poteva istituire Parchi nazionali in Sicilia,
dovevano essere solo regionali. Adesso la Corte costituzionale ha detto che la legge è
assolutamente legittima e quindi il ministero dell'Ambiente dovrebbe attivare
le procedure». Qual è la situazione del ministero dell'Ambiente dopo il
disastro di Pecoraro Scanio? «Diciamo che il ministero è molto complesso, che
aveva un arretrato spaventoso che aveva paralizzato il Paese, quindi s'è
dovuto avviare un processo di ricostituzione di alcune importanti commissioni
per poter dare le autorizzazioni, molte delle quali sono state sbloccate. C'è
anche una tradizione di atteggiamento negativo nei confronti delle industrie
che stiamo cercando di ribaltare in atteggiamento collaborativo. L'altra volta
in Senato abbiamo approvato una mozione sui cambiamenti climatici della quale
sono stato primo firmatario. Mozione che lanciava alcuni momenti di perplessità
sul catastrofismo di alcuni settori ambientalisti. Noi dobbiamo fare una
politica ambientale che sia di sostenibilità dello sviluppo, naturalmente
stando attenti alla salute dei cittadini: ma da questo a dire come il principe
Carlo d'Inghilterra che se non interveniamo immediatamente il mondo brucerà, ce
ne passa. Allora dovremmo subito spegnere le luci e attivare le candele». E'
d'accordo sul nucleare? E quali sarebbero i tempi? «Sì al nucleare di nuova
generazione, del resto abbiamo centrali dietro la porta di casa. Sui tempi, i
tecnici dell'Enel assicurano che, una volta avuta via libera, sono in
condizione di attivare le centrali nell'arco di 4-5 anni. Io sarei già contento
se si facessero in 7-8 anni. Noi siamo al 90% dipendenti dell'energia
tradizionale, il programma di governo è di ridurre questa dipendenza del 50%
con un mix che prevede il 25% di nucleare e il 25% di rinnovabili. Del resto lo
stesso sta facendo Obama. Sono stato di recente a Washington e ho constatato
che il suo non è un piano basato sull'idea del catastrofismo. Gli stessi cinesi
hanno detto che non possono stoppare la crescita. Sono un miliardo e 300
milioni di abitanti per cui chiedono misurare le emissioni tenendo conto della
popolazione. Anche Messico, India, Sudafrica non vogliono frenare il loro
sviluppo e dicono: non ci potete imporre regole che per voi vanno bene perché
siete 50 anni avanti a noi». Come giudica il piano dei termovalorizzatori in
Sicilia? «Noi abbiamo fatto la nostra parte autorizzando il Cip6 a dicembre
dell'anno scorso. Lo abbiamo fatto con molta fatica, perché, come sa, gli
incentivi sul Cip6 ricadono poi sulle bollette, li paga il cittadino. E allora
qualcuno aveva detto: perché dobbiamo pagare tutti il Cip6 per la Sicilia? Se
lo paghino i siciliani sulle loro bollette. Allora sono andato dalla
Prestigiacomo e ho fatto la mia proposta, molto semplice: che gli incentivi del
Cip6 vadano pure a carico dei consumatori siciliani, ma previa la restituzione
di tutto quello che i siciliani hanno pagato per il Cip6 delle altre Regioni
d'Italia. Così è subito passato il Cip6 per la Sicilia».
( da "Romania Libera"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
> Cititi online
anunturile din ziarul Romania libera: Boc: Secretarii de
stat care nu sunt de acord cu Legea unica a salarizarii sa-si dea demisia Rl
online Marti, 05 Mai 2009 Premierul Emil Boc a declarat, la discutiile de la
Ministerul Muncii pe
tema Legii unice a salarizarii, ca persoanele ce nu sunt de acord cu existenta
legii si care inca mai doresc sa existe legi speciale nu au ce cauta in guvern,
facand referire la unii secretarii de stat din anumite ministere. "Nu
exista, in cadrul guvernului, niciun fel de dezacord in ce priveste Legea unica
de salarizare. Exista un punct de vedere unitar ca avem nevoie de o singura
lege. Vreau sa transmit secretarilor de stat care au puncte de vedere diferite
sa uite sau sa-si dea demisia", a spus Boc, citat de Newsin. Discutiile pe
tema Legii unice au fost amanate de mai multe ori deoarece Ministerul
Justitiei, Ministerul Afacerilor Externe si Ministerul de Interne nu au
transmis la timp nomenclatorul de functii si echivalarea acestora, asa cum se
convenise in cadrul grupului de lucru. Premierul a adaugat ca termenul fixat
pentru finalizarea acestei legi, respectiv 30 iunie, trebuie respectat si ca
discutiile nu trebuie sa duca la intarzierea acestui act normativ. "Fac
apel la dispozitia dialogului. Trebuie sa existe discutii, dar dar nu discutii
de dragul discutiilor, pentru a iesi cumva in afara calendarului", a spus
Boc. "Tin sa spun forte raspicat ca guvernul are determinarea politica sa
realizeze Legea unica de salarizare a personalului bugetar in Romania si sa
existe o singura lege pentru toate persoanele care sunt platite din banii
publici", a mai spus primul ministru, precizand ca va reveni la negocieri
ori de cate ori va fi nevoie. Ministrul muncii, Marian Sarbu, a spus ca
"principalul obiectiv de actiune in acest moment este acela de a se
realiza echivalente intre diferite functii ale sistemului bugetar". La
negocierile de la Ministerul Muncii participa, alaturi de reprezentantii
Executivului si sindicatelor, si reprezentanti din partea Ministerului
Justitiei, Consiliului Superior al Magistraturii (CSM), Serviciului Roman de Informatii
(SRI), Agentiei Nationale a Functionarilor Publici, precum si din partea
ministerelor Administratiei si Internelor (MAI), Afacerilor Externe (MAE),
Finantelor Publice (MFP), Mediului, Transporturilor, Agriculturii, Apararii
Nationale Educatiei si Sanatatii. Din aceeasi categorie: FMI: Salariile
vor creste in perioada 2009-2011 in pas cu inflatiaUdrea, amenintata de mafia
din turismSurse CNADNR: In Romania s-ar putea circula relativ normal dupa 2013
Voteaza
( da "Affari Italiani (Online)"
del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
Tv/ Stop alla
pubblicità sulla tv pubblica: Zapatero segue il modello francese. Ma a pagare
saranno i concorrenti privati Martedí 05.05.2009 16:28 Il presidente di
Telecinco aveva addirittura minacciato il ricorso alla
Corte costituzionale, per
poi scendere a più miti propositi (forse su "suggerimento" della casa
madre italiana). Forse anche per questo tutta la materia radiotelevisiva è
stata ora demandata al vicepresidente De la Vega, che sta assumendo su di sè
sempre maggiore potere e decisionismo, a fronte di sondaggi che vedono la
popolarità del premier ai minimi storici. Il modello a cui si ispira la
Spagna è quello della Francia, dove dal 2011 la tv pubblica non avrà più
pubblicità, i cui introiti dovrebbero essere recuperati da un aumento del 3-4%
del canone televisivo. La Spagna invece preferirebbe, in un momento di crisi e
di rischio inflativo crescente, far pagare non gli utenti ma i diretti
interessati, e cioè gli operatori televisivi privati. Da registrare infine le
parole amare del presidente di Tve, Luis Fernández, che ha portato il primo
canale pubblico a riconquistare il primato dell'audience con un 17,2%. "Il
governo si è riunito da solo con i privati e non con noi", ha commentato
Fernandez interpellato dai giornalisti, lamentando di essere stato informato da
una semplice telefonata della decisione presa dall'esecutivo. < < pagina
precedente
( da "Sardegna oggi" del
05-05-2009)
Argomenti: Giustizia
martedì, 05 maggio
2009 Finanziaria: ok a Dapef ed a nuovi mutui Il Consiglio regionale, come
primo atto nell'esame dettagliato della Manovra finanziaria, ha approvato il
Documento annuale di programmazione economica (Dapef), attraverso una specifica
risoluzione che ha ottenuto 35 voti favorevoli, 22 contrari e un'astensione.
Via libera anche alla parte dell'articolo 1 che autorizza la Regione alla
contrazione di nuovi mutui. Inoltre il Governo regionale si impegna a presentare
entro tre mesi un'analisi sulla situazione dei residui. -->CAGLIARI - Il
Dapef contiene il quadro dell'attuale situazione economica sarda, una breve
indicazione della visione strategica della Giunta centrata su tre assi
prioritari d'intervento (capitale umano, impresa e territorio), gli obiettivi
prioritari della Manovra sotto esame dell'aula e i principi ispiratori del
prossimo Programma regionale di sviluppo 2010-2014 che l'esecutivo guidato da
Ugo Cappellacci si è impegnato a predisporre entro settembre. L'assessore del
Bilancio, Giorgio La Spisa, ha accolto un emendamento del centrosinistra che
introduce il riferimento al nuovo regime delle entrate fiscali dal 2010 in poi.
"Altrimenti - aveva spiegato Chicco Porcu (Pd) - sarebbe stata una grave
dimenticanza". Il Consiglio regionale ha iniziato poi a votare i commi e
gli emendamenti del primo articolo del disegno di legge finanziaria per il
2009. Si autorizza la Giunta di Ugo Cappellacci a indebitarsi per mezzo
miliardo di euro per sostenere investimenti pubblici, in misura più rilevante
(110 milioni) a favore del sistema delle autonomie locali. Rispetto alla
tendenza del precedente esecutivo, per la copertura di queste spese si ricorre
alla contrazione di mutui quinquennali mentre viene abbandonata l'anticipazione
delle entrate future in arrivo dallo Stato. La relativa norma della Finanziaria
2007 è stata abrogata. L'assessore al Bilancio, Giorgio La Spisa, ha precisato:
La scelta fatta dal precedente governo regionale era e rimane
opinabile, ma c'è il
punto fermo del giudizio molto netto della Corte dei Conti e della Corte
Costituzionale. Il punto della situazione lo faremo con la manovra finanziaria
per il 2010. Per compensare il disavanzo di amministrazione, che a fine
2008 era di 1,4 miliardi,
per metà si contrarranno mutui con durata massima di trenta anni e per il resto
si accantoneranno quote di entrate proprie della Regione previste nel periodo
2009-2015. Sessantacinque milioni sono messi da parte per far fronte a nuove
spese derivanti dall'eventuale approvazione di nuove leggi. Entro tre mesi
dall'approvazione della Manovra finanziaria, la Giunta regionale si impegna a
presentare, nell'ottica del risanamento del Bilancio, un'analisi sulla
consistenza dei residui passivi, le somme impegnate nei precedenti esercizi ma
non spese. L'obiettivo è di distinguere le somme vincolate e che impongono il
pagamento, a quelle sulle quali l'obbligazione non è giuridicamente
perfezionata e, quindi, potranno essere riutilizzate dall'amministrazione. Nel
primo articolo del ddl finanziaria si prevede una spesa di 200.000 euro per la
creazione di un gruppo di esperti incaricati a valutare la materia. Il
Consiglio regionale ha dato anche via libera a una serie di commi di carattere
contabile inseriti nel primo articolo del ddl: lo stanziamento di 4,2 milioni
per la liquidazione di società a partecipazione regionale come la Hydrocontrol;
con 10,5 milioni si finanzierà l'attività della ricerca pubblica delle società
Fase uno, Sardegna ricerche, Porto Conte e Crs4; 6 mln serviranno a stimolare
l'insediamento di imprese nei poli del Parco scientifico e tecnologico. -->