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Report "Giustizia"   3-5 maggio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Anche l'ex magistrato Di Pietro contro Materia ( da "Gazzetta di Reggio" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: espressosi come vicepresidente del Csm in difesa di Materia nell'ultima riunione del plenum. «Mancino - dice l'Alfano - ha giustificato la decisione del procuratore parlando di "reazione a un aggressione subita dal magistrato" e di "interferenza esterna deprecabile" senza mai fare il nome, il mio, del presunto responsabile di tali interferenze.

Il viaggio romano del procuratore ( da "Gazzetta di Reggio" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: audizione al Csm, si muovono le «correnti» delle toghe Il «viaggio romano» di Italo Materia, con mèta Palazzo dei Marescialli, sarà presto in agenda al Csm. Il magistrato dimissionario verrà sentito nell'ambito di quell'iter deciso mercoledì dal plenum e che lega la discussione per la nomina del nuovo capo della procura di Bologna (poltrona a cui Materia aspira da tempo)

il giudice tamburrino da venezia al tribunale di sorveglianza di roma ( da "Nuova Venezia, La" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ora sarà il plenum del Csm a decidere, ma l'ampia condivisione che c'è stata sul suo nome in Commissione fa ritenere quasi scontata la sua nomina. Il magistrato è molto noto per un'indagine che condusse da giudice istruttore a Padova, qualla sulla Rosa dei Venti, che portò in carcere anche il capo del Sid, oltre ad altri generali.

Una seduta solenne del Consiglio regionale per onorare le vittime ( da "Tempo, Il" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: hanno chiesto invano al Csm di essere applicati in via provvisoria in altre sedi fino al 30 novembre - si legge in una nota della Federmot -. Gli altri colleghi dell'Abruzzo hanno già perso un mese di retribuzione, dipendendo dalla Corte d'Appello dell'Aquila». «Si tratta dell'ennesima ragione di protesta», afferma Federmot,

centinaia di avvisi di pagamento a chi non è allacciato alla fogna ( da "Tirreno, Il" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale aveva abrogato l'obbligo di pagamento della quota tariffaria di depurazione per gli utenti che non usufruiscono del servizio. Pubbliacqua però chiarisce che, anche in base all'approvazione di una nuova legge in Parlamento, se la tariffa viene da un lato abrogata, viene però previsto il pagamento degli oneri connessi agli investimenti necessari a realizzare le

GIORNI fa il Capo dello Stato ha criticato il governo per l'emissione di troppi decreti... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il governo è costretto a farli in quanto molti magistrati con pareri personali' ne intralciano il lavoro. Napolitano è anche presidente del Csm: perché non richiama quei magistrati al loro dovere prioritario? Quello di far rispettare e applicare le leggi, che piacciano o no. Dalio A., Firenze

Corte Suprema, una nuova sfida tra liberal e conservatori ( da "Corriere della Sera" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: integrità del processo giuridico e dei giusti limiti al potere giudiziario», la formulazione ha allarmato i conservatori, preoccupati che Obama voglia nominare un giudice con una visione troppo «attiva» del ruolo della Corte. Fra i nomi di possibili candidati già in circolazione, quelli di molti giuristi donne, ispanici e afro-americani.

ROMA - Ho sostenuto la scelta del sì al referendum. Un sì per favorire la ri... ( da "Messaggero, Il" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Peraltro la stessa Corte costituzionale, nell'ammettere gli attuali quesiti, raccomandò un approfondimento al Parlamento sulla circostanza che viene assegnato un premio di maggioranza senza neppure fissare una soglia minima...» Non rischiate così di regalare a Berlusconi anche il movimento referendario?

( da "Eco di Bergamo, L'" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La sua analisi su un sistema giudiziario con le pezze al sedere è spietata: «Bello parlare di tutti questi tentativi di migliorare la giustizia, ma quando noi avvocati siamo costretti a portare in tribunale la carta per le fotocopie, le cartellette per i fascicoli, finanche le biro, è chiaro che possiamo fare tutti i discorsi che vogliamo,

Ha ragione Clementina. Tutti zitti ( da "Unita, L'" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nuovo ordinamento giudiziario vieta di trasferire un giudice per condotte colpevoli o colpose: proprio quel che ha fatto il Csm, cacciando la Forleo per "esternazioni" che ­ per legge ­ non sono punibili. 2) Il Csm ha stabilito che la Forleo non poteva più "svolgere le funzioni con piena indipendenza e imparzialità" a Milano, ma s'è dimenticato di dare "un'esauriente spiegazione".

Sui diritti umani gli ayatollah sfidano l'Occidente ( da "Unita, L'" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: drammatica vicenda testimonia che persino le decisioni presa dal potere giudiziario centrale (la sospensione di due mesi della pena) non hanno nessuna incidenza e vengono disattese nei distretti provinciali. L'esecuzione di Delara è un oltraggio al diritto umanitario, ad un senso minimo di giustizia. La comunità internazionale non può, non deve tacere di fronte a questo scempio.

Calcio dilettanti. Penultima giornata: la Cisonese può far festa ( da "Tribuna di Treviso, La" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Postioma-Csm Resana; Valdosport-Badoere; Fanzolo-San Giuseppe; San Gaetano-Milan Guarda; Pederobba-Padernello; Sant'Antonino-Vedelaghese; Rovere-Vidor; Fontane-Volpago; M. Biancade-Sangiorgese; Evolution Team-Staffolo; Summaga-Zensonese; Marchesane-Eagles Pedemontana;

Delara: "Mamma, aiuto. Mi impiccano" ( da "Giornale.it, Il" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la giustizia degli ayatollah. Delara Darabi impiccata dopo un processo-farsa per un delitto compiuto a 17 anni. L?ultima telefonata concessa quando aveva già il cappio al collo. Legge del taglione: il carnefice è un figlio della vittima «Mamma mi stanno impiccando, mi portano alla forca, fate qualcosa, aiutatemi».

Una crisi economica che arriva da lontano ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il centrosinistra sardo oggi si dimentica dei bilanci sempre in ritardo, delle tasse, degli stop di Tar, Corte dei conti, Corte Costituzionale, dei miliardi di euro non spesi. Sino ad arrivare all'assurdo che oggi qualche sindaco e alcuni parlamentari del Pd fanno un gran fracasso per alcune corse della Tirrenia che stavano per essere soppresse.

Derby a S. Polo La Liventina va a caccia di punti ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Castion: Barracano (Tv), Bessica-Caerano: Trentin (Tv), Cisonese-Virtus CSM Farra: Pozzobon (Tv), La Sernaglia-SP calcio 2005: Tasca (TV), Piave Tegorzo-Maser: Di Tomaso (Tv), Juventina-Montegrappa. Gir. R. Vazzolese-Vitt Sangiacomo: Palmieri (Co), Piave-S. Michele: Cosentino (Co), Alpina-Gaiarine, Ponte Alpi-Sarmede, S.

MASSA LUBRENSE/1 COMITATO IN MEMORIA DI CERULLI UN COMITATO PRO MARCELLINO CERULLI&#... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: canone mediante coefficienti da applicarsi al reddito dominicale dei terreni riferiti ai redditi del 1939, ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale, non vi era stata alcuna iniziativa legislativa per colmare questa lacuna. «Da allora - spiega Nino Cuomo che ha suggerito l'iniziativa al senatore Raffaele Lauro - gli affittuari di terreni agricoli sono rimasti senza tutela.

DOMENICO AMBROSINO PROCIDA. TIRANO UN SOSPIRO DI SOLLIEVO NICOLA SCOTTO DI CLEMENTE E ARCHINA RIC... ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 03-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sulla questione è atteso il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha trattato la questione nell'udienza del 24 aprile. La questione fu sollevata dal giudice monocratico del Tribunale di Napoli, sezione di Ischia, accogliendo l'eccezione di incostituzionalità presentata dagli avvocati isolani.

SI CELEBRERà OGGI ALLE 10, NEL FOYER DELL'AUDITORIUM DELLA RAI LA GIORNATA DELLA MEM... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-05-2009) + 5 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: il segretario dell'ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Jacopino, il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, il presidente dell'ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, il presidente dell'assostampa di Napoli Enzo Colimoro ed il presidente dell'Unione cronisti della Campania, Renato Rocco.

IL SUO NOME ERA CIRCOLATO TRA I POSSIBILI CANDIDATI DEL PD ALLE ELEZIONI EUROPEE, MA IN REALTà ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-05-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: Le nomine sono state decise all'unanimità in questi giorni dal plenum del Csm. Si tratta di Luciana Izzo, attualmente procuratore del Tribunale dei minorenni napoletano; Fausto Zuccarelli e Giovanni Pio Luciano Melillo, fino ad oggi pubblici ministeri della Direzione nazionale antimafia.

Incoronate Valdosport e Zensonese ( da "Tribuna di Treviso, La" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM Resana abbandona la speranza della promozione diretta, dovrà giocarsi tutto ai playoff. Non ha saputo tenere testa alla tensione delle ultime giornate e si è fatta soffiare il primo posto dal Valdosport dopo un intera stagione che le ha viste alternarsi alla guida del girone.

FANZOLO - S. GIUSEPPE: 6 - 1 ( da "Tribuna di Treviso, La" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: POSTIOMA - CSM RESANA: 1 - 0 RETI: 28' pt Morao. ROVERE SARTORATO - VIDOR: 2 - 2 RETI: 5' st Tormena, 6' e 17 st N. Sartorato, 20' st Poletto. S. ANTONINO - VEDELAGHESE: 2 - 1 RETI: 37' pt Scaboro, 32' st Dinunzio su rigore, 43' st Marchesan. S. GAETANO - MILAN GUARDA: 6 - 0 RETI: 19' pt Pederiva, 9', 33' e 35' st Peveri,

BASALGHELLE - BARBISANO: 2 - 2 ( da "Tribuna di Treviso, La" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: POSTIOMA - CSM RESANA: 1 - 0 RETI: 28' pt Morao. ROVERE SARTORATO - VIDOR: 2 - 2 RETI: 5' st Tormena, 6' e 17 st N. Sartorato, 20' st Poletto. S. ANTONINO - VEDELAGHESE: 2 - 1 RETI: 37' pt Scaboro, 32' st Dinunzio su rigore, 43' st Marchesan. S. GAETANO - MILAN GUARDA: 6 - 0 RETI: 19' pt Pederiva, 9', 33' e 35' st Peveri,

Seconda Cat. Parma girone D Risultati Castelnovo 02-Mezzani 1-1 R... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Leo CSM 2-3 Viadana-Tricolore Planet 2-0 TotaleReti SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana5825184356207Boca Barco5725176241168 Sc S.Ilario562517534195Campeginese482514654929-1 Rocca 68452513664427-6Team Frontiera3725114103429-14 Castelnovo 022525510102430-26Mezzani2525510102939-24 Barcaccia242559113344-25S.

Ricordati i giornalisti uccisi dalla mafia ( da "Unita, L'" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che ha ribadito il dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie e insieme sottolineato il valore della libertà di informazione, di «una stampa libera e indipendente a garanzia di tutti». Messaggi di adesione al ricordo dei cronisti vittime di mafie e terrorismo sono giunti dai presidenti di Senato e Camera,

AFFIDATO A FILSE INCARICO DI COSTITUIRE SOCIETÀ PER LE INFRASTRUTTURE LIGURI ( da "marketpress.info" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: risoluzione delle problematiche giuridiche connesse al ricorso del Governo alla Corte costituzionale contro l´ipotesi di affidamento a quest´ultima società delle infrastrutture in questione". "L´obiettivo - ha continuato Burlando - è quello di avviare al più presto alcuni interventi strategici per la Liguria, come l´ospedale spezzino per il quale sono stati stanziati 188 milioni di euro,

la giustizia e l'importanza del rispetto delle regole ( da "Tirreno, Il" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: it I problemi della giustizia in Italia? «In 33 anni di servizio in Magistratura - afferma Colombo - mi sono convinto che, perché la Giustizia cambi in Italia, è necessario che i cittadini capiscano il perché delle regole e l'importanza del loro rispetto.

In Italia ancora poche al vertice degli uffici ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 03 - pag: 9 autore: Sui 24 membri del Csm sono solo sei In Italia ancora poche al vertice degli uffici Lionello Mancini «Donne ai posti di comando? L'Italia è sempre stata indietro e direi che sta arretrando ancora di più». è pessimista Fernanda Contri, avvocato, classe 1935, prima donna giudice della Corte costituzionale.

Da Volkswagen a Toyota: Marchionne alla ( da "Corriere Economia" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: stima Csm, rispetto al 2008, la produzione di auto crollerà del 22% in Europa, del 26% in Giappone, del 35% in Nord America, dell'8% in Sud America. In Cina crescerà del 7%. I 4,5 milioni di vetture prodotte da Fiat-Chrysler sono la metà degli 8,7 milioni di Toyota e un quarto in meno rispetto ai 6, 3 milioni di Volkswagen,

Via alla corsa su Pechino ( da "Corriere Economia" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: analista per la società di consulenze americana Csm Worldwide sapevano da tempo che, al di là delle fruttuose collaborazioni con aziende globali per capire come progettare e costruire una macchina, la chiave per il successo all'estero sarebbe stata una tecnologia aggiornatissima, attraverso fornitori di componentistica occidentali».

Le Regioni alla prova prevenzione ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: era intervenuta la Corte Costituzionale, che con sentenza n. 182/2006 aveva bocciato l'articolo 105 nella parte in cui prevedeva che per l'inizio dei lavori in zone sismiche non fosse necessaria l'autorizzazione della struttura regionale competente. Poiché gran parte del territorio regionale della Toscana è classificato a media sismicità (

Sanzioni amministrative in materia di Codice della Strada ( da "AltaLex" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Premesso che non può addebitarsi al rimettente di non aver valutato la praticabilità di una soluzione costituzionalmente orientata - in quanto non è condivisibile l'assunto, fatto proprio dalla Corte di cassazione a Sezioni Unite, secondo il quale non esisterebbe nel nostro ordinamento un divieto espresso di "translatio iudicii" nei rapporti fra g.

GIORNALISTI:GIORNATA MEMORIA VITTIME MAFIE E TERRORISMO/ANSA ( da "Prima Comunicazione" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ma anche occasione per ribadire - come ha fatto il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, presente ai lavori - il valore della libertà di informazione: "Una stampa libera e indipendente è garanzia di tutti". Concetto ripreso dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, nei messaggi inviati all'Unci.

Matrimonio gay, persone dello stesso sesso, incostituzionalità, non manifesta infondatezza ( da "AltaLex" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di sollevare la questione di legittimità costituzionale - previa positiva valutazione della rilevanza e non manifesta infondatezza - degli artt. 107, 108, 143, 143 bis e 156 bis c.c. rispetto agli artt. 2, 3, 10 comma 2, 13, 29 Cost., rimettendo gli atti alla Corte Costituzionale. Con il ricorso in esame si chiede quindi che il Tribunale si pronunci in ordine al tema -

Illegittimo il fondo statale per la mobilità dei disabili ( da "CittadinoLex" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intesa con le Regioni Illegittimo il fondo statale per la mobilità dei disabili (Corte costituzionale 124/2009) Doveva essere decisa con un'intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni la creazione del fondo per la mobilità dei disabili: non essendo stato così la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il comma 474 dell'articolo 2 della finanziaria per il 2008.

Napoli, giornata in ricordo dei giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo ( da "Campaniapress" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: appuntamento ha partecipato il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che ha ribadito il dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie. Alcuni dei tanti giornalisti uccisi sono stati ricordati, attraverso filmati o con interventi dei loro familiari. È stata l'occasione anche per ricordare - come ha fatto il presidente dell'Unci,

Lonardo: "Istituire Giornata memoria giornalisti uccisi" ( da "Caserta News" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: appuntamento ha partecipato il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che ha ribadito il dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie. Alcuni dei tanti giornalisti uccisi sono stati ricordati, attraverso filmati o con interventi dei loro familiari. E' stata l'occasione anche per ricordare - come ha fatto il presidente dell'Unci,

Scuola "Buonarroti" al Fantasio Festival di Perugia ( da "Caserta News" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: istruzione svolto in data 22 febbraio 2008 presso la Corte Costituzionale in occasione dei 60 anni della Costituzione, con la visita del Palazzo della Consulta e l'incontro con il Giudice costituzionale Sua Eccellenza Paolo Maria Napolitano. Le professionalità che, negli anni, si sono dedicate alla formazione degli studenti e che hanno partecipato al Fantasio Festival 2009 sono:

Giustizia: "La questione immorale" del Procuratore Tinti giovedì sera a Monteprandone ( da "Quotidiano.it, Il" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: accorciare in percentuale significativa la durata dei processi rendendo più efficiente il funzionamento della Giustizia nel nostro paese. Secondo l'autore infatti, la "madre" di tutte le inefficienze ha una data di nascita precisa: il 1989 con l'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale a firma dell'allora ministro Vassalli.

La mossa di Benessia, che vuole Torino più forte in Intesa ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: qualcuno si ricorda che Gustavo Zagrebelsky ha scritto le sentenze della Corte Costituzionale che hanno riconosciuto la costituzionalità delle fondazioni bancarie e mette in lizza il suo nome. Alla fine, però, ogni cosa si conclude come previsto, ma dal quel momento Benessia comincia a stupire un po´ tutti compreso, dicono i più maligni, il sindaco.

Cultura e Spettacoli: Giustizia civile e mondo delle imprese ( da "Sannio Online, Il" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Vi è un problema di qualità della giustizia (con connessa esigenza di una maggiore qualificazione del personale giudiziario e quindi di una attenta selezione dello stesso e continua riqualificazione). Ma vi è anche un problema di tempestività della giustizia, nodo problematico che del primo rappresenta invero una sfaccettatura.

SORRENTO.APPRODA ALLA COMMISSIONE AGRICOLTURA DEL SENATO IL DISEGNO DI LEGGE SUI PATTI AGRARI PRESEN... ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: equo canone mediante coefficienti da applicare al reddito dominicale dei terreni riferiti ai redditi del 1939, ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale, non vi era stata alcuna iniziativa legislativa per colmare questa lacuna. «Da allora - spiega Nino Cuomo che ha suggerito l'iniziativa al senatore Raffaele Lauro - gli affittuari di terreni agricoli sono rimasti senza tutela.

Q 29 Agordina - Fiori Barp 3 - 0 Altivolese - Castion 4 - 1 Bessica ... ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Castion 4 - 1 Bessica - Caerano 0 - 2 Cisonese - CSM Farra 2 - 2 Foen - Lentiai 2 - 1 Juventina - Montegrappa 0 - 1 P. Tegorzo - Maser 1 - 1 Sernaglia - SP Calcio 2 - 1 CLASSIFICA Cisonese291892632563Montegrappa2917102623361Caerano291775542558Bessica291766554157CSM Farra291577543552SP Calcio291469402444Maser2910910323639P.

Cisonese - Virtus Csm 2-2 ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Cisonese - Virtus Csm 2-2 Lunedì 4 Maggio 2009, GOL: pt 29' Pradetto, 35' E. Simoni, st 12' Pradetto, 40' rig. Puppetti. CISONESE: Bellotto, Gallina (st 43' Tormena), De Vecchi, Cesca, Marostica, Baggioli, Bianco, Nadir, Pradetto, Buffon (st 7' Benincà), Trinca.

Bomber Sartor stacca tutti ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 14: Pradetto (Cisonese), Pastro (Bessica), E. Simoni (Virtus Csm). GIRONE R 22 GOL: Facchin (Limana). 20: N. Giovanelli (S.Lucia Mille) 18: L. Giovanelli (S.Lucia - Mille). 16: Soravia (Auronzo), Bandiera (S. Lucia Mille). 15: M. Ros (S. Lucia - Mille).

GIRONE B Miotto non va in gol ma rimane in vetta. </I... ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ruffato (CSM Resana). 16: Gobbo (Csm Resana). 14: Gashi, Scaboro (S. Antonino), Fornasier (Valdosport). 12: Fregolent (Volpago), Zago (Fontane), Spagnol (Vidor). 11: Schiavon (Rovere), Vettor (Fanzolo), Tiziani (Milan Guarda), Bertuola (Fontane). 10: Favaro (Badoere), Tessaro (Vidor), Menegazzo (Valdosport), Conte (Rovere),

Soravia insidia il trono di Facchin ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Simoni (Virtus Csm). 13: D. Bortolon (Altivolese), Puppetti (Virtus Csm), M. Alberton (Castion), Bacchetti (S.P. Calcio 2005). 11: Gelisio (Juventina), Zandonà (Bessica). 10: Merlo (Caerano), Robassa (Juventina), Binotto (Montegrappa), Bentivenga (Altivolese).

SI TERRà OGGI (CON INIZIO ALLE 16) E DOMANI (INIZIO ALLE ORE 10) IL SEMINARIO VERE E FALS... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 04-05-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: aula Pessina della Federico II si alterneranno importanti relatori come il presidente emerito della Corte Costituzionale, Francesco Paolo Casavola, il preside di Giurisprudenza, Lucio De Giovanni, Sergio Moccia, ordinario di Diritto penale. Dopo la loro introduzione la prima fase dell'intervento di Josè de Sousa e Brito (giudice del tribunale costituzionale del Portogallo).

VIVIANA LANZA NON C'è ARIA DI PRIMAVERA, MA UN FREDDO GENTILE CHE SEMBRA FAVORIRE I RIC... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 04-05-2009) + 6 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha sottolineato il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante. Sulla stessa linea i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, nei messaggi inviati all'Unci. Parlare di libertà di stampa sembra quasi un'ovvietà: «Non è ovvio che la stampa deve essere libera - ha ribadito Enzo Iacopino, segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti -

Immigrati, i giuristi: ddl sicurezza, violati i diritti dei minori ( da "Dire" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Corte Costituzionale n. 376/2000 ha esteso la possibilita' di ottenere il permesso di soggiorno esclusivamente al marito regolarmente sposato". Per quanto riguarda poi il secondo punto, si ritiene che il fatto che la dichiarazione di nascita costituisca un atto nell'interesse del bambino "non sia assolutamente sufficiente a eliminare ogni dubbio interpretativo escludendo l'

Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in crisi ( da "01net" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: imprese in crisi La delibera sostituisce la precedente dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale 04 Maggio 2009 Nella Gu n. 69 del 24 marzo 2009, è stata pubblicata la delibera Cipe 18 dicembre 2008, n. 110 relativa ai criteri e alle modalità di funzionamento del Fondo per il finanziamento degli interventi per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà.

Il Mostro di Firenze torna ad uccidere in Tv. Intervista ad Enrico Manieri, consulente nel processo a Pacciani e collaboratore del Tg1: "Sì al plastico di Vespa, no all'informazion ( da "Blogosfere" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: antidoto alla corruzione mediatica della Giustizia esiste, a suo parere: "Ci vogliono -conclude- più informazioni tecniche e meno suggestioni emozionali per focalizzare la realtà giudiziaria. Il pubblico deve imparare a distinguere. Troppe persone invece hanno ormai metabolizzato le idee magiche trasmesse da alcune fiction come CSI o RIS, in cui si risolvono i casi con l'

Inchiesta Why Not: alcuni indagati protestano ( da "Giornale di Calabria, Il" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è stata pubblicamente dichiarata nel mese di dicembre 2008, prima alla stampa e poi al Csm. Si continua, anche dopo De Magistris, a sposare i teoremi di chi essendosi arricchito sulle spalle del bilancio regionale e di centinaia di lavoratori, prosegue a sollevare cortine fumogene per nascondere le proprie malefatte, condizionando l?

Greva, amanata temporar si teza reprogramata ( da "Romania Libera" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Presedintele Traian Basescu a declarat ca "isi asuma eroarea promulgarii legii salarizarii profesorilor". Din aceeasi categorie: Repartizarea dosarului Becali, verificata de CSM Biletele la meciul Steaua-Dinamo se pun in vanzare mainePatriciu afirma ca nu l-a incurajat pe Radu Duda sa candideze la prezidentiale Voteaza

Basescu ii trimite pe magistrati la colegii din CCR ( da "Romania Libera" del 04-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nu au avizele CSM si Inaltei Curti de Casatie si Justitie. Intreaga discutie se suprapune divergentelor legate de legea unica a salarizarii. Din aceeasi categorie: Geoana promite pensii si salarii mai mari pe bani europeniUDMR isi pregateste revenirea la guvernareColaborarea PDL-PSD Dolj, discutata la centru Voteaza

Referendum, pressing della Lega ma il Pd è deciso a votare il "sì" ( da "Cittadino, Il" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Secondo una sentenza della Corte Costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto, è possibile solo con il parere favorevole del Comitato promotore. E il suo presidente, Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo.

Referendum: il Pd fermo sul sì, Lega critica ( da "Giornale di Brescia" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Secondo una sentenza della Corte Costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto, è possibile solo con il parere favorevole del Comitato promotore. E il suo presidente, Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo.

Giustizia in crisi, sono 6,6 milioni gli arretrati ( da "Arena, L'" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Al «forte incremento» della domanda di giustizia da parte dei cittadini, segnalato soprattutto dall'aumento delle pendenze del civile (cresciute del 400% in 30 anni e poi ancora del 129% dal 1990 al 2007), ha corrisposto la contrazione del personale giudiziario, passato da 53.000 unità del 1998 ai 43.

Barbaglio, prima riunione in Procura ( da "Arena, L'" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: del presidente della Cassazione e del vicepresidente del Csm. L'incarico sarà ufficialmente assunto tra qualche mese, per il pm Barbaglio, che lasciò Verona nel 2003, si tratta quindi di un ritorno nella Procura in cui aveva lavorato 21 anni. Sempre come pubblico ministero, ruole che lei stessa aveva definito un «ruolo difficile, motore del processo».

Elusione, legislatore in fuorigioco ( da "Italia Oggi" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: da una parte, ed esponenti del potere giudiziario, dall'altra.Maurizio Leo, consapevole degli enormi problemi creati dalle recenti sentenze della cassazione sull'abuso di diritto (o, più correttamente, sull'elusione tributaria), ha dato tutta la disponibilità del legislatore a introdurre una modifica normativa.

UNIONE DI CENTRO INCONTRO PUBBLICO IN SALA BARBARANI ( da "Arena, L'" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: direzione provinciale e regionale), Ugo Bergamo (senatore e membro del Csm e candidato al Parlamento europeo). ARCOLE INCONTRO SPIRITUALE IN PARROCCHIA PER I GIOVANI Mercoledì i giovani si incontrano in parrocchia alle 20.30: i giovani e gli animatori sono invitati a un incontro sulla lettura e riflessione della Parola.

PILLOLA del giorno dopo: intervengono il vescovo Armando Trasarti e il centro diocesan... ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: obiezione di coscienza sia un diritto garantito dall'articolo 9 della legge 194 confermato dalla Corte Costituzionale». «La pillola del giorno dopo non costituisce, infatti, contraccezione ma rientra a pieno titolo nella fattispecie dell'aborto farmacologico come anche il Tar del Lazio, recentemente, ha fatto specificare sui foglietti illustrativi del farmaco».

Il marito morì folgorato sul lavoro Vedova attende da 2 anni giustizia ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: si scontra con una realtà molto lontana da quella degli scontri al Csm e intorno al Csm. E' la realtà di carichi di lavoro impressionanti che finiscono sui tavoli dei pubblici ministeri, la realtà di tempi eterni per le esecuzioni delle consulenze, insomma è il problema degli strumenti che non garantiscono una giustizia giusta.

nelle scuole parte la protesta "siamo educatori, non poliziotti" - caterina pasolini ( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Abbiamo 4000 casi di tbc, il 30 % sono immigrati, se clandestini non verranno a curarsi e si espanderà il contagio, con problemi per tutti, italiani compresi», dice Massimo Cozza, segretario medici Cgil pronto a rivolgersi alla Corte costituzionale, a quella europea per tutelare il diritto alla salute.

La giustizia negata di Marzabotto che non trova spazio sulla Rai ( da "Unita, L'" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La giustizia negata di Marzabotto che non trova spazio sulla Rai GABRIELLA GALLOZZI Sconvolgente. Non per dire. Ma è davvero sconvolgente questo prezioso documento filmato da Germano Maccioni, coraggioso filmaker bolognese, durante il processo per la strage di Mazabotto che si è tenuto a La Spezia nel 2006.

Consumo di gruppo. Assolti ( da "Giorno, Il (Como)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: secondo quanto definito dalla Suprema Corte - non è individuabile in una singola persona e quindi non punibile. AL TRIBUNALE di Lecco è il primo caso di un'assoluzione del genere. Infatti l'avvocato Luciano Bova ha insistito sui precedenti della Corte Costituzionale, mentre il pm Luca Masini ha chiesto la condanna per spaccio.

La Consulta boccia la Statutaria di Soru ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E secondo varie indiscrezioni, sempre più coincidenti, la Corte costituzionale avrebbe bocciato il provvedimento varato dieci mesi fa da Renato Soru. O meglio, avrebbe considerato illegittimo l'atto con cui la legge fu promulgata. Ma l'effetto è lo stesso: se quel verdetto fosse confermato, il provvedimento verrebbe travolto.

Mancare il quorum per difendere la democrazia ( da "Manifesto, Il" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Cambierà la Costituzione e la Corte Costituzionale. Diventerà presidente della repubblica con accresciuti poteri. Le assemblee elettive, che già oggi contano ben poco, diventeranno l'arredo di contorno del presidenzialismo. La democrazia italiana sarà sfigurata per sempre.

referendum, pressing della lega sul pd ( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Secondo una sentenza della Corte costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto è possibile solo con il parere favorevole del comitato promotore. E il suo presidente, Giovanni Guzzetta, pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo.

corte d'appello, la disputa riparte ( da "Tirreno, Il" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in mezzo a tutti gli altri problemi della giustizia italiana, il derby è uscito dai riflettori. Adesso però la corsa sembra essere ripartita. A Lucca sono convinti di poterla spuntare. Parlano addirittura di una promessa. Ad avere la Corte d'Appello sarebbe in realtà Viareggio (che ha di recente virato verso il centrodestra), già sede di una sede decentrata del tribunale.

LA LEGA PREME SUL PDPER CAMBIARE LA LEGGEED EVITARE IL VOTO ( da "Secolo XIX, Il" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Secondo una sentenza della Corte Costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto, è possibile solo con il parere favorevole del Comitato promotore. E il suo presidente, Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo.

gli assistiti dal csm entrano nel loro appartamento ( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sottolineata la valenza positiva di questa esperienza, la seconda in provincia Gli assistiti dal Csm entrano nel loro appartamento SAN VITO. Hanno fatto ieri ingresso nel proprio appartamento preso in affitto in piazza Mercato, come previsto, tre persone seguite dal Csm di San Vito: si tratta della seconda esperienza di questo tipo in provincia.

Processo Saberi, l'appello si celebrerà la prossima settimana ( da "Rai News 24" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: annunciato il portavoce del potere giudiziario, Alireza Jamshidi, in una conferenza stampa. "L'avvocato, il ministero dell'Informazione e il rappresentante del tribunale sono stati informati della necessità di partecipare all'udienza", ha detto il portavoce. La giornalista, 32 anni, è stata arrestata in Iran nel gennaio scorso ed è poi stata condannata a 8 anni di carcere con l'

Chrysler Bankruptcy May Not Sap Economy as Idle Plants, Job Cuts Were Set ( da "Bloomberg" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: director of supplier analysis for CSM Worldwide, a consulting firm in Grand Rapids, Michigan. Chrysler has more than 150 major suppliers, he said, many of whom do work for other auto companies as well. As part of the bankruptcy, the administration is providing $1.5 billion to Chrysler's suppliers, including Magna International Inc.

Le Sezioni Unite allargano le competenze del giudice tributario ( da "AltaLex" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: come dice lo stesso giudice delle leggi) della Corte Costituzionale (decisione 23 novembre 1993 n. 406, che ricorda ? da ultimo le sentenze n. 154 del 1992; n. 15 del 1991; n. 470 del 1990; n. 530 del 19893) secondo cui ?gli artt. 24 e 113 della Costituzione non impongono una correlazione assoluta tra il sorgere del diritto e la sua azionabilità, la quale?

con "la repubblica" e "l'espresso" l'ultima versione del testo sacro in tre volumi - marco politi ( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky. Nel frattempo, anche sull´onda del Sinodo dei vescovi svoltosi in Vaticano nel 2008 sul tema della «parola di Dio», qualcosa si è mosso. La Bibbia sta tornando nelle case italiane. «Dopo il Sinodo le diocesi hanno deciso di ripartire dalle Sacre Scritture», commenta mons.

Terremoto in Abruzzo: interventi urgenti e misure di protezione civile ( da "AltaLex" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: corso della prescrizione rimane sospeso per il tempo in cui il processo o i termini procedurali sono sospesi, ai sensi dei commi 5 e 6, lettera a), nonche' durante il tempo in cui il processo e' rinviato ai sensi del comma 6, lettera b). 9. E' istituito presso la sede temporanea degli uffici giudiziari di L'Aquila il presidio per le comunicazioni e le notifiche degli atti giudiziari.

Cuneo: condannato per aver distrutto il pozzetto del cugino ( da "Targatocn.it" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: A chi dovesse pensare che questa condanna chiuderà i conti fra i due litiganti, possiamo solo dire che nel processo di ieri non si è potuto parlare di altri episodi di danneggiamento riguardanti altre vicende giudiziarie ancora in corso: la condanna di ieri insomma non placherà gli animi. Camilla Pallavicino

Depuratore in tilt La minoranza: ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: perché per una sentenza della Corte costituzionale risalente all'ottobre 2008, per un caso analogo si è deciso che per tutto il periodo nel quale non era stata garantita l'erogazione del servizio, non si dovesse corrispondere alcun canone. Ho già sollecitato l'argomento ma a oggi non ho avuto risposta».

Ecco i papabili per la guida della Procura ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: indicata lo scorso anno dal Csm per guidare gli uffici inquirenti di Lanusei. Intanto, in attesa di una soluzione definitiva, la situazione della Procura nuorese resta alquanto precaria a fronte di una mole di lavoro che diventa sempre più consistente e con il serio rischio che si vada incontro a una paralisi dell'attività.

I cambi di casacca tra cadute libere e insuccessi annunciati ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sulla Corte Suprema. Negli Stati Uniti la Corte Suprema è un organo decisivo, di importanza non paragonabile alla Corte costituzionale italiana: è il terzo pilastro dell'architettura istituzionale degli Stati Uniti. Uno dei nove giudici supremi, nominati a vita, ha deciso di ritirarsi in pensione e, a breve,

Luci ed ombre sul nuovo 41 bis ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la stessa Corte costituzionale ha sottolineato che debba trattarsi di misura temporanea. Nata dopo l'uccisione di Falcone e Borsellino, nel 2002 si è cristallizzata. Oggi la norma, ancora più rigorosa, prevede l'inversione dell'onere della prova: sarà compito dell'interessato dimostrare la rottura definitiva dei rapporti con la criminalità organizzata,

Corte Costituzionale: bocciata la Statutaria ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: attende soltanto che la sentenza venga depositata Corte Costituzionale: bocciata la Statutaria I giudici hanno già deciso, si attende soltanto che la sentenza venga depositata Era stata promulgata da Soru tra le polemiche dopo un referendum --> Era stata promulgata da Soru tra le polemiche dopo un referendum La sentenza della Corte Costituzionale sulla legge statutaria è pronta,

Vocalink secures #60m shareholder investment ( da "Finextra.com" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM partnership, which provides banks and clients with Sepa-related services. Earlier this year it completed pilot testing of Sepa direct debit exchanges between corporate customers and three European banks, ABN Amro, Bawag and Royal Bank of Scotland.

Nelle scuole parte la protesta "Siamo educatori, non poliziotti" ( da "Repubblica.it" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Abbiamo 4000 casi di tbc, il 30 % sono immigrati, se clandestini non verranno a curarsi e si espanderà il contagio, con problemi per tutti, italiani compresi", dice Massimo Cozza, segretario medici Cgil pronto a rivolgersi alla Corte costituzionale, a quella europea per tutelare il diritto alla salute. (5 maggio 2009

Barbaglio, prima riunione in Procura ( da "Arena.it, L'" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: del presidente della Cassazione e del vicepresidente del Csm. L'incarico sarà ufficialmente assunto tra qualche mese, per il pm Barbaglio, che lasciò Verona nel 2003, si tratta quindi di un ritorno nella Procura in cui aveva lavorato 21 anni. Sempre come pubblico ministero, ruole che lei stessa aveva definito un «ruolo difficile, motore del processo».

Giustizia in crisi, sono 6,6 milioni gli ( da "Arena.it, L'" del 05-05-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: Al «forte incremento» della domanda di giustizia da parte dei cittadini, segnalato soprattutto dall'aumento delle pendenze del civile (cresciute del 400% in 30 anni e poi ancora del 129% dal 1990 al 2007), ha corrisposto la contrazione del personale giudiziario, passato da 53.000 unità del 1998 ai 43.

DICO Sì ALLA CANDIDATURA A CAPOLISTA AL COMUNE. NON POSSO ESIMERMI, ANCHE PER RISPETTARE ... ( da "Mattino, Il (Avellino)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è impossibile da imitare»: lo ha detto il senatore del Pd Enzo De Luca, riferendosi anche al vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che nella passata tornata elettorale si schierò alla guida della compagine dell'allora Margherita. Sull'altro fronte il candidato a sindaco Udc-Pld Preziosi ha avviato gli incontri sul programma. A PAGINA 33

GIANLUCA GALASSO DICO Sì ALLA CANDIDATURA A CAPOLISTA AL COMUNE. NON POSSO ESIMERMI, A... ( da "Mattino, Il (Avellino)" del 05-05-2009)
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Abstract: Il riferimento è al vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che nella passata tornata elettorale - allora era senatore - si schierò alla guida della compagine dell'allora Margherita. A ricordarlo è il senatore Enzo De Luca che dalla manifestazione del Pd, ieri al Viva Hotel, ha annunciato la volontà di scendere in campo per supportare il sindaco uscente,

PIETRO PERONE GIOCO A TUTTO CAMPO IN PERFETTO STILE LEGHISTA: ROBERTO CALDEROLI CONFERMA L'A... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ultima percorribile in base a una sentenza della Corte Costituzionale a patto che arrivi il placet del comitato promotore. Il presidente Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare salvaguardando maggioritario e bipartitismo. Paletti che chiudono la strada ai due sistemi più gettonati, lo spagnolo e il Mattarellum, maggioritari ma non bipartitici.

C'è TATTICISMO E FURBIZIA NEL Sì DI BERLUSCONI, CHE SCARICA COSì IL COSTO DELL&#... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Se non fosse così la Corte costituzionale non li avrebbe ammessi. Ma la stessa Corte ha anche messo nero su bianco i suoi dubbi (è un eufemismo) sull'assenza di ogni limite minimo all'attribuzione del premio di maggioranza. In pratica la maggioranza assoluta alla Camera potrebbe essere assegnata anche ad un partito con basse percentuali elettorali.

( da "Sicilia, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Adesso la Corte costituzionale ha detto che la legge è assolutamente legittima e quindi il ministero dell'Ambiente dovrebbe attivare le procedure». Qual è la situazione del ministero dell'Ambiente dopo il disastro di Pecoraro Scanio? «Diciamo che il ministero è molto complesso, che aveva un arretrato spaventoso che aveva paralizzato il Paese,

Boc: Secretarii de stat care nu sunt de acord cu Legea unica a salarizarii sa-si dea demisia ( da "Romania Libera" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Consiliului Superior al Magistraturii (CSM), Serviciului Roman de Informatii (SRI), Agentiei Nationale a Functionarilor Publici, precum si din partea ministerelor Administratiei si Internelor (MAI), Afacerilor Externe (MAE), Finantelor Publice (MFP), Mediului, Transporturilor, Agriculturii, Apararii Nationale Educatiei si Sanatatii.

Zapatero segue il modello francese">Stop alla pubblicità sulla tv pubblica Zapatero segue il modello francese pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: minacciato il ricorso alla Corte costituzionale, per poi scendere a più miti propositi (forse su "suggerimento" della casa madre italiana). Forse anche per questo tutta la materia radiotelevisiva è stata ora demandata al vicepresidente De la Vega, che sta assumendo su di sè sempre maggiore potere e decisionismo, a fronte di sondaggi che vedono la popolarità del premier ai minimi storici.

Finanziaria: ok a Dapef ed a nuovi mutui ( da "Sardegna oggi" del 05-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: netto della Corte dei Conti e della Corte Costituzionale. Il punto della situazione lo faremo con la manovra finanziaria per il 2010?. Per compensare il disavanzo di amministrazione, che a fine 2008 era di 1,4 miliardi, per metà si contrarranno mutui con durata massima di trenta anni e per il resto si accantoneranno quote di entrate proprie della Regione previste nel periodo 2009-


Articoli

Anche l'ex magistrato Di Pietro contro Materia (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

di Tiziano Soresina Anche l'ex magistrato Di Pietro contro Materia Il leader dell'Italia dei Valori si schiera a difesa della «sua» candidata: «Sto con l'Alfano» La presa di posizione del pm di Tangentopoli in un blitz elettorale «Il caso Materia? In modo forte e chiaro sono totalmente dalla parte di Sonia Alfano». La frase, telegrafica ma perentoria, è arrivata ieri da un ex pm importante come Antonio Di Pietro che, sempre restio ad attaccare i magistrati, stavolta non ci pensa due volte e prende posizione contro il procuratore dimissionario. Ma dietro a quelle parole decise c'è anche tanta politica, perché non si può dimenticare che l'Alfano è candidata indipendente alle europee nelle liste dell'Italia dei Valori (Idv), di cui di Pietro è il leader indiscusso. L'ex pm di Tangentopoli era ieri a Bologna per la presentazione dei candidati dell'Idv per il Centro nord alle elezioni europee: pressato dai cronisti, Di Pietro ha risposto d'aver sposato in pieno la tesi dell'Alfano. Una tesi che l'Alfano ha «illustrato» a Reggio in due incontri pubblici, accusando Materia di avere amicizie sospette, come quella con il magistrato antimafia Giovanni Lembo (condannato in primo grado per favoreggiamento della mafia), ricordando poi che sempre Materia venne visto a cena con un pentito poi rivelatosi inattendibile. Accuse a cui il procuratore di Reggio ha sempre replicato, definendole - anche nella lettera d'addio alla magistratura - come «armi spuntate», annunciando poi azioni legali nei confronti dell'Alfano. E la bagarre scatenata dalle dimissioni del procuratore di Reggio si è ora «arricchita» di un'altra «puntata», con l'Alfano che replica a muso duro a Nicola Mancino, espressosi come vicepresidente del Csm in difesa di Materia nell'ultima riunione del plenum. «Mancino - dice l'Alfano - ha giustificato la decisione del procuratore parlando di "reazione a un aggressione subita dal magistrato" e di "interferenza esterna deprecabile" senza mai fare il nome, il mio, del presunto responsabile di tali interferenze. Io il suo nome lo faccio chiaramente e non ho timore a raccontare a tutti chi è veramente Nicola Mancino: lo smemorato ministro dell'Interno all'epoca della strage di Via d'Amelio che ha di fatto ostacolato il lavoro dei magistrati con le sue discutibili dimenticanze sugli ultimi giorni di vita di Paolo Borsellino». Sonia Alfano sottolinea, inoltre, che «Mancino è stato più volte attaccato da Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, a causa della sua strana mancanza di memoria in merito ad un colloquio avuto con Paolo Borsellino poco prima della sua morte e dovrebbe impiegare il suo tempo a ritrovare la memoria per dirci cosa successe prima della strage di Via D'Amelio e perchè Borsellino uscì sconvolto da quel colloquio. Quando avrà ritrovato la memoria - conclude la candidata di Idv - si sarà assunto le sue responsabilità ed avrà collaborato con i giudici allora forse potrò accettare che vesta i panni del crociato della giustizia. Fino ad allora però credo sia il caso che taccia».

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Il viaggio romano del procuratore (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il «viaggio romano» del procuratore In arrivo l'audizione al Csm, si muovono le «correnti» delle toghe Il «viaggio romano» di Italo Materia, con mèta Palazzo dei Marescialli, sarà presto in agenda al Csm. Il magistrato dimissionario verrà sentito nell'ambito di quell'iter deciso mercoledì dal plenum e che lega la discussione per la nomina del nuovo capo della procura di Bologna (poltrona a cui Materia aspira da tempo) alla preventiva chiusura dei lavori sulle due pratiche «a tutela» relative proprio al procuratore di Reggio. Delle due pratiche, una è relativa alle dimissioni di Materia ed è in mano alla Quarta Commissione, mentre l'altra aperta dalla Prima Commissione «a tutela degli uffici giudiziari di Reggio» riguarda le «ombre» lanciate dall'Alfano e dai grillini di Bologna nei confronti del procuratore di Reggio. E se tutto questo complesso iter verrà completato - com'è possibile - prima dell'annunciato decorrere delle dimissioni di Materia (primo luglio, con possibilità di slittamento se non c'è l'ok ministeriale), con tanto di rinnovato appoggio alla sua candidatura, ecco che il procuratore potrebbe davvero ritirare l'addio alla magistratura. Le «voci» dal Csm sono di questo tenore, ancor più avvalorate dal risvegliarsi del «confronto» fra le correnti dei magistrati per trovare una soluzione al rompicapo-Bologna. Formalmente Materia è ancora in lizza e rispetto al reggiano Giancarlo Tarquini (ex procuratore di Brescia) contava - prima delle dimissioni-shock - su un pacchetto di voti più consistente rispetto al rivale. Se dovessero maturare le condizioni per un dietrofront di Materia, questi «appoggi» potrebbero divenire decisivi. (t.s.)

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il giudice tamburrino da venezia al tribunale di sorveglianza di roma (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 19 - Cronaca Il giudice Tamburrino da Venezia al Tribunale di sorveglianza di Roma Il presidente del Tribunale di sorveglianza di Venezia, il giudice padovano Giovanni Tamburrino, è destinato a presiedere il Tribunale di sorveglianza di Roma. La Commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura lo ha infatti indicato per il nuovo ufficio a grande maggioranza, 5 voti a favore, il rappresentante di Magistratura indipendente astenuto). Tra l'altro, Tamburrino è il coordinatore dei magistrati che si occupano dell'esecuzione della pena. Ora sarà il plenum del Csm a decidere, ma l'ampia condivisione che c'è stata sul suo nome in Commissione fa ritenere quasi scontata la sua nomina. Il magistrato è molto noto per un'indagine che condusse da giudice istruttore a Padova, qualla sulla Rosa dei Venti, che portò in carcere anche il capo del Sid, oltre ad altri generali.

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Una seduta solenne del Consiglio regionale per onorare le vittime (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 03-05-2009)

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stampa Una seduta solenne del Consiglio regionale per onorare le vittime L'AQUILA Una cerimonia solenne per commemorare le vittime del sisma del 6 aprile. Ad un mese dal tragico evento, si svolgerà una seduta solenne del Consiglio regionale alla quale prenderà parte anche Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati. I lavori della seduta si svolgeranno secondo questo programma: cerimonia d'intitolazione dell'aula a «Sandro Spagnoli» dipendente del Consiglio regionale deceduto nel crollo della propria abitazione e da sempre attivo nel campo del volontariato in Italia e all'estero quale responsabile locale dell'Associazione «Nuova Acropoli» collegata alla Protezione Civile Nazionale. Subito dopo avranno inizio i lavori con gli interventi di Nazario Pagano, Presidente del Consiglio Regionale dell'Abruzzo; Vasco Errani, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Monica Donini, Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome; Consigliere di maggioranza; Consigliere di minoranza; Guido Bertolaso, Sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Massimo Cialente, Sindaco del Comune dell'Aquila; Gianni Chiodi, Presidente della Regione Abruzzo. Ai lavori del Consiglio sono stati inviati inoltre: Deputati e Senatori eletti in Abruzzo Presidenti delle Province abruzzesi; Sindaci dei Comuni nei quali si sono registrate vittime; Arcivescovo dell'Aquila; Prefetto dell'Aquila; Questore dell'Aquila; Vertici regionali di Esercito, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Croce Rossa Italiana, Vigili del Fuoco; Comandante dei Vigili Urbani dell'Aquila . In quello che è stato definito il «primo sciopero virtuale» anche le toghe onorarie terranno udienza, ma devolveranno la propria retribuzione netta giornaliera ai colleghi dell'Aquila (disoccupati fino al 30 novembre, a causa della sospensione delle udienze). È un'iniziativa della Federmot, la Federazione magistrati onorari di tribunale. «I magistrati onorari dell'Aquila, unica categoria di lavoratori a non percepire dallo Stato nessuna indennità (neanche quella di disoccupazione riconosciuta ai lavoratori autonomi), hanno chiesto invano al Csm di essere applicati in via provvisoria in altre sedi fino al 30 novembre - si legge in una nota della Federmot -. Gli altri colleghi dell'Abruzzo hanno già perso un mese di retribuzione, dipendendo dalla Corte d'Appello dell'Aquila». «Si tratta dell'ennesima ragione di protesta», afferma Federmot, che rivendica anche per i magistrati onorari «tutti i diritti riconosciuti ai lavoratori (previdenza, malattia, maternità, ferie)». Invece, sottolinea la Federazione, «l'attuale normativa disciplina solo i doveri delle toghe onorarie e non determina con certezza nemmeno la loro retribuzione». Intanto continua la catena di solidarietà. La Croce Rossa di Ancona ha raccolto complessivamente 40 scatoloni di materiale vario per le popolazioni terremotate dell'Abruzzo, nei primi 15 giorni di attività. L'elenco - messo a disposizione del cordinamento nazionale Cri Donazioni Materiali - comprende otto pacchi di cibo non deperibile, undici pacchi di farmaci, due pacchi di integratori alimentari, quattro pacchi di vestiti anche per bambini, cinque scatoloni di pannoloni per adulti, tre di pannolini per bambini, sette scatoloni di materiali per igiene personale. Il materiale verrà inviato nei prossimi giorni presso i luoghi interessati. Il comitato Cri di Ancona ringrazia tutti coloro che hanno mostrato sensibilità e generosità, invitando tuttavia la popolazione a privilegiare le donazioni in denaro, a anche tramite il conto corrente bancario aperto dalla Croce Rossa Italiana. Un altro modo di aiutare L'Aquila è quello di tenere alta l'attenzione su di essa. Così il premier Silvio Berlusconi conferma l'intenzione di tenere il G8 all'Aquila e assicura di aver ricevuto il via libera da tutti i Paesi che saranno ospitati. Inoltre il Cavaliere conferma che «tutti alloggeranno presso la Cittadella della Guardia di Finanza».

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centinaia di avvisi di pagamento a chi non è allacciato alla fogna (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Fioccano le proteste, Publiacqua precisa: tutto regolare Centinaia di avvisi di pagamento a chi non è allacciato alla fogna PISTOIA. Sono centinaia le lettere di avviso che nelle ultime settimane sono arrivate alle famiglie da Pubbliacqua e le polemiche non tardano ad arrivare. Si tratta di una comunicazione che avverte la possibile applicazione della tariffa sui servizi di fognatura e depurazione anche ad utenti non allacciati, che pertanto non hanno mai pagato. Proteste arrivano da Quarrata, ma anche da Bottegone. E la società dell'acqua si affretta a chiarire che non c'è nulla di irregolare e vessatorio in questi avvisi. L'ultima lettera infuocata è stata inviata a Publiacqua dai residenti delle vie Castel dei Capecchi e Malallevo, a Bottegone, che si unisco a quelli di Montemagno. «Anche qui sono fioccate lettere a tappeto con le stesse identiche richieste di soldi per la fognatura, compresi gli arretrati dal 2004, mai esistita né esistente ad oggi. Vogliamo sapere in quale modo è stata svolta la verifica dalla quale risulta che la zona è regolarmente servita da questa fantomatica fognatura mista e, soprattutto, chi ha svolto in questo modo scrupoloso la verifica. Ha anche riscosso per questo bel lavoro?» Alcuni hanno già chiarito che non devono nulla e viene, quindi, stigmatizzata anche la perdita di tempo per questi chiarimenti. C'è chi fa anche notare che la Corte Costituzionale aveva abrogato l'obbligo di pagamento della quota tariffaria di depurazione per gli utenti che non usufruiscono del servizio. Pubbliacqua però chiarisce che, anche in base all'approvazione di una nuova legge in Parlamento, se la tariffa viene da un lato abrogata, viene però previsto il pagamento degli oneri connessi agli investimenti necessari a realizzare le infrastrutture per la depurazione dei reflui delle famiglie e l'eventuale danno ambientale arrecato. Insomma, la tariffa per chi non è allacciato è uscita dalla porta, ma è rientrata dalla finestra. «Abbiamo 350mila utenti in tutta l'area di Publiacqua - spiega Renzo Fagioli, dirigente della società per la zona pistoiese - e queste verifiche toccano solo a 5500, quindi a una piccola minoranza. Dalle verifiche incrociate, risulta che questi utenti rientrano in quella fascia obbligata ad allacciarsi a norma di regolamento, perché l'abitazione dista 50 metri dalla fognatura. In caso di utenze miste, la distanza è ancora più elevata. Non è detto che tutti devono pagare, per questo abbiamo dato 30 giorni di tempo a chi vuole dimostrare che non è tenuto ad allacciarsi. L'obbligo scatta dal primo gennaio, ma in alcuni casi ci sono da pagare anche degli arretrati. Noi esamineremo le pratiche caso per caso e affidiamo le verifiche anche ai Comuni, attraverso l'Urp, in quanto azionisti di Publiacqua e in grado di svolgere queste verifiche». Per esempio, al Circoscrizione 3 di Pistoia ha fatto un avviso rivolto ai cittadini non serviti da rete fognaria che per chiarire la loro posizione possono rivolgersi anche alla Circoscrizione, consegnando una copia della lettera di Publiacqua. L'uficio farà da tramite con Publiacqua. Questo anche per evitare ulteriori disagi alle famiglie. Francesco Albonetti

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GIORNI fa il Capo dello Stato ha criticato il governo per l'emissione di troppi decreti... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

LETTERE E COMMENTI pag. 34 GIORNI fa il Capo dello Stato ha criticato il governo per l'emissione di troppi decreti... GIORNI fa il Capo dello Stato ha criticato il governo per l'emissione di troppi decreti legge che esulano dal suo controllo. Ha ragione solo in parte. Il governo è costretto a farli in quanto molti magistrati con pareri personali' ne intralciano il lavoro. Napolitano è anche presidente del Csm: perché non richiama quei magistrati al loro dovere prioritario? Quello di far rispettare e applicare le leggi, che piacciano o no. Dalio A., Firenze

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Corte Suprema, una nuova sfida tra liberal e conservatori (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 03/05/2009 - pag: 16 Usa La Casa Bianca dovrà scegliere il sostituto del progressista Souter. Ma i repubblicani vogliono dare battaglia Corte Suprema, una nuova sfida tra liberal e conservatori DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON La capitale americana si prepara a seppellire le residue ambizioni bipartisan dell'era Obama. Primo leader democratico della Casa Bianca in 15 anni, il neo-presidente si vede offerto inaspettatamente il rischioso regalo di poter nominare un giudice della Corte Suprema, l'organo costituzionale che più di ogni altro indirizza le scelte della nazione sui più controversi temi sociali, come l'aborto, i diritti delle minoranze, il ruolo della religione, la pena di morte, il porto d'armi. Il prossimo ritiro del giudice David Souter, che in una lettera alla Casa Bianca ha annunciato di volersi dimettere entro l'estate, apre infatti un vuoto nel collegio dei nove, che da un lato mette alla prova l'abilità fin qui mostrata da Obama di evitare ogni distrazione dall'emergenza economica, dall'altro serve ai repubblicani la prima opportunità di un ricompattamento politico, dopo mesi di sconfitte e lacerazioni interne. I due campi sono già in piena mobilitazione. Anche perché sostituire Souter è un rebus complicato. Nominato nel 1990 da Bush padre, quindi teoricamente in quota all'ala destra della Corte, il quasi settantenne membro della consulta ha deluso le aspettative repubblicane, collocandosi sul fronte progressista in molte decisioni cruciali, fra cui quelle favorevoli ai diritti dei gay, i programmi governativi per rimediare le passate ingiustizie della segregazione, i diritti costituzionali per i presunti terroristi. Con un'apparizione a sorpresa nella sala stampa della Casa Bianca, Obama ha dato venerdì alcune indicazioni sui criteri che intende seguire per la scelta. Ex direttore della Harvard Law Review e docente di diritto costituzionale a Chicago, il presidente ha detto di «cercare qualcuno che veda la giustizia non solo come astratta teoria legale, ma si preoccupi anche di come la legge influenzi la vita quotidiana delle persone». E anche se ha poi aggiunto, che dovrà essere «uno dedito al principio della legalità, fedele alle nostre tradizioni costituzionali, rispettoso dell'integrità del processo giuridico e dei giusti limiti al potere giudiziario», la formulazione ha allarmato i conservatori, preoccupati che Obama voglia nominare un giudice con una visione troppo «attiva» del ruolo della Corte. Fra i nomi di possibili candidati già in circolazione, quelli di molti giuristi donne, ispanici e afro-americani. Uno dei primi, Sonia Sotomayor, attualmente giudice nella corte federale d'Appello di New York. Paolo Valentino

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ROMA - Ho sostenuto la scelta del sì al referendum. Un sì per favorire la ri... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Domenica 03 Maggio 2009 Chiudi di CLAUDIO SARDO ROMA - «Ho sostenuto la scelta del sì al referendum. Un sì per favorire la riforma della legge elettorale in Parlamento. Ma se Berlusconi dovesse confermare l'indisponibilità a qualunque riforma e l'intenzione, in caso di vittoria del sì, di tornare al voto con la normativa risultante dai quesiti referendari, allora il Pd dovrà riconsiderare la propria posizione. Non potremo più votare sì». Enrico Letta raccoglie i messaggi allarmati che giungono al Pd da più parti (anche da Pier Ferdinando Casini, nell'intervista di venerdì sul Messaggero) e rivolge un invito al segretario: «Franceschini sfidi Berlusconi ad esprimersi chiaramente sul tema. Se il premier ribadisse il rifiuto di ogni riforma in Parlamento, il Pd non potrebbe che prenderne atto e adeguare la sua strategia al tentativo di Berlusconi di truccare le carte». Il premier potrebbe ribattere che siete voi a truccare le carte, mentre lui prende i quesiti alla lettera. «Anche al tempo degli altri referendum elettorali, il Parlamento intervenne, eccome, dopo la vittoria del sì. Nel nostro sistema i referendum sono abrogativi e la materia elettorale è troppo delicata per sopportare tagli sommari. Peraltro la stessa Corte costituzionale, nell'ammettere gli attuali quesiti, raccomandò un approfondimento al Parlamento sulla circostanza che viene assegnato un premio di maggioranza senza neppure fissare una soglia minima...» Non rischiate così di regalare a Berlusconi anche il movimento referendario? «Mi auguro che anche Guzzetta e Segni si ribellino al tentativo di strumentalizzazione di Berlusconi. Se il Parlamento viene programmaticamente escluso dalla riforma, il referendum viene tradito». Perché non cercate un'intesa con la Lega e l'Udc su una riforma che eviti il bipartitismo? «Sono da tempo sostenitore del modello tedesco. E credo che il Pd debba lavorare per costruire, innanzitutto con Udc e Lega, un'intesa in Parlamento sulla forma di governo e sulla legge elettorale. Purtroppo abbiamo perso tempo, il Pd si è fatto colpevolmente attrarre dalle sirene del bipartitismo, ma ora spero che la sua linea istituzionale possa evolvere positivamente (no allo schema bipartitico, sì al confronto tra due coalizioni). Resta il fatto che in questa legislatura non è realistica una riforma istituzionale contro il Pdl. Oggi Pd, Udc e Lega non possono fare una legge sul modello tedesco contro il Pdl. Per questo il nostro sì al referendum va sottoposto a verifica». Cosa manca di più oggi al Partito democratico? «Siamo stati un anno e mezzo in apnea. Questo ha messo in crisi il progetto. Non solo abbiamo assecondato lo schema bipartitico (col bipartitismo faremo vincere Berlusconiper sempre), ma abbiamo indebolito le rappresentanze territoriali, gestito male le liste bloccate, incrinato le alleanze. Ora Franceschini sta lavorando bene, con efficacia. Ha fatto le scelte nette di cui c'è bisogno. Dobbiamo tutti aiutarlo con impegno e generosità. La crisi economica può essere per il Pd ciò che è stato per la Fiat: un'opportunità impensabile in tempi ordinari. Poi, dopo le elezioni andremo a un congresso che spero sappia rilanciare le idee originarie del Pd». Quale soglia deve superare il Pd alle europee per mettersi in salvo? «Non ha senso dare i numeri. Anche perché conteranno di più le elezioni amministrative. È dal territorio che deve partire il rilancio. E anche la necessaria apertura a nuove alleanze, dopo gli affanni di queste settimane in molti Comuni e Province». Quali alleanze? D'Alema contesta il rapporto preferenziale con Di Pietro e lei da tempo spinge per un confronto ravvicinato con l'Udc. «Le alleanze non sono un reclutamento. Di sicuro Di Pietro è cresciuto sulle nostre difficoltà e, tanto più Di Pietro è forte, tanto più Berlusconi è sicuro di vincere. La politica delle alleanze va costruita insieme ad un solido progetto per l'Italia. E continuo a pensare che un buon rapporto Pd-Udc sia una base di partenza. Del resto, la scelta di Casini di andare da solo nella maggioranza dei Comuni e delle Province è interessante, anche se considero un errore la candidatura Emanuele Filiberto. Ma merita attenzione da parte nostra pure la contraddizione che si sta aprendo tra il Mpa e Berlusconi». Berlusconi e il governo comunque sembrano godere di forti consensi al momento. «Berlusconi governa da dieci mesi e si è anche avvantaggiato della crisi del Pd. Ma stanno venendo al pettine i limiti e gli errori della sua impostazione. Ha cercato per mesi di nascondere la crisi. E ora proclama che è già superata. Invece le cifre del debito e del deficit dimostrano che, come in un drammatico gioco dell'oca, l'Italia è tornata a prima del '94. Dicono Berlusconi e Tremonti: anche gli altri sono messi male. È vero, ma gli altri non hanno fatto come noi i sacrifici per 14 anni ininterrotti. Il governo non potrà cavarsela con finzioni e giochi di parole. Peraltro, lo scontro con il Mpa nasce da politiche oggettivamente anti-meridionali. I flussi del finanziamento ordinario al Sud si stanno prosciugando. E si cerca di rimpiazzarli con i fondi europei. Ma così il Sud resta senza supporti per la crescita: anzi, restano soltanto quei disegni del Ponte sullo Stretto».

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(sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

«Giustizia senza carta per fotocopie» --> L'avvocato Tacchini: in tribunale dobbiamo portare le cartellette per i fascicoli e anche le biro Domenica 03 Maggio 2009 CRONACA, pagina 16 e-mail print Si trovano d'accordo anche l'avvocato e il magistrato: è la legiferazione emotiva, affidata a una sorta di rabdomanzia che intercetta umori e poi detta regole e priorità in base alle emergenze del momento, a tenere la giustizia incatenata alla sua incapacità di progredire. È questo il nemico invisibile che è stato evocato durante il secondo e ultimo incontro organizzato alla Casa del Giovane dall'Unione giuristi cattolici (Ugci) in collaborazione col Centro diocesano per la pastorale sociale. «Le proposte di riforma della giustizia sul tappeto» era il titolo della serata coordinata dall'avvocato Antonello Giua, presidente onorario dell'Ugci di Bergamo, intenzionato da subito a scolpire la definizione di giustizia: «È la costante e perpetua volontà di attribuire a ciascuno il proprio diritto». Compito difficile: lo aveva già ricordato il giudice Angelo Tibaldi il 30 marzo scorso, lo ribadisce ora l'avvocato Mauro Moretti, presidente della Camera penale di Bergamo, uno dei due relatori. «L'esigenza di riformare il sistema giuridico è sentita - confessa -, ma c'è un evidente problema di metodo. Negli ultimi anni si è proceduto per tentativi, numerosi, che però non hanno portato a una riforma organica della giustizia. Sono stati interventi dettati da emergenze, da una logica di natura politica e dalla strumentalizzazione da parte dei media. Prendiamo ad esempio lo stalking: ora per questo reato, quando ci sono gravi indizi di colpevolezza, s'è reso obbligatorio l'arresto. Ma non ditemi che 5 anni fa non c'erano molestie, violenze o maltrattamenti in famiglia? Si corre a modificare i codici a seconda di situazioni emergenziali, a scapito di una riforma organica». Concorda l'altro relatore, Vittorio Masia, ex pm e ora coordinatore della sezione gip-gup, oltre che docente di Diritto penale all'Università di Bergamo: «Gli interventi sono sempre settoriali, vedi le leggi ad personam o i provvedimenti dettati da impulsi emozionali mai da analisi giuridiche. Questo è pericoloso perché, come capita per i reati sessuali, si fanno norme che rendono obbligatorio arresto e carcere, privando così il giudice della propria discrezionalità». Lentezza, altra spina del roveto che imprigiona la giustizia italiana. «Dobbiamo favorire i riti alternativi, senza lamentarci del loro ruolo premiale - consiglia Moretti -. E dobbiamo riattribuire privilegio e valore al dibattimento come momento in cui la prova si forma». Ma, forse, il peccato è in origine, ragiona Masia: «Il codice del 1989 è stato pensato per regolare non più del 5% della materia tramite dibattimento, sul presupposto che il 95% si regolasse attraverso i riti alternativi. Così non è successo. Non è un mistero che in Italia i riti alternativi, se non sono ignorati, sono quantomeno esclusi dalle opzioni». Il nuovo codice, osserva il giudice, «ha finito così per ingigantire il ruolo delle indagini preliminari a scapito del processo. Con una conseguente sovraesposizione dei soggetti che operano maggiormente nella fase preliminare, e cioè il pm e quei colonnelli dei carabinieri che posano in foto accanto ai procuratori durante le conferenze stampa. Si è persa la centralità del ruolo del giudice». Potrebbe forse servire la separazione delle carriere dei magistrati? Per Moretti sì, «la riforma della giustizia passa anche da questo. Bisogna, però, sfatare un equivoco: la separazione delle carriere non vuol dire separazione di funzioni. L'unico obiettivo è quello di favorire l'imparzialità della decisione del giudice. Ma è necessaria pure una riforma dell'avvocatura, introducendo albi di specialità che possano garantire il diritto del cittadino a essere difeso nel modo migliore». Bastasse la separazione delle carriere, sospira invece Masia: «L'avremmo già fatto. Io sono preoccupato invece del nuovo disegno di legge di Alfano che dà più poteri alla polizia giudiziaria. Non vorrei che, come succede in alcuni Stati esteri, si arrivi agli sceriffi che promettono un tot numero di arresti». Il problema è che troppa politica tende a infilarsi nelle pieghe di codici. Per l'avvocato Moretti «il legislatore dovrebbe indicare solo gli scopi: a riempire il contenuto delle nuove norme dovrebbe essere chi opera nella giustizia, e cioè avvocati, magistrati, docenti, giuristi». E se, invece, fosse solo questione di persone e non di norme e sistemi? Chiede dalla platea l'avvocato Flaminio Maffettini. Il suo invito a controllare il rendimento dei magistrati (scontato per un legale), viene squadernato insieme a una (più sorprendente) autocritica di categoria: «Noi avvocati siamo numerosi, non è che per garantirci uno stipendio promuoviamo cause che con una più equa ripartizione di lavoro tenderemmo a ignorare? Così facendo si rischia di ingolfare il sistema». Dubbio legittimo, spazzato però via dall'oratoria tranciante di Ettore Tacchini, presidente dell'Ordine degli avvocati, pure lui presente tra il pubblico. La sua analisi su un sistema giudiziario con le pezze al sedere è spietata: «Bello parlare di tutti questi tentativi di migliorare la giustizia, ma quando noi avvocati siamo costretti a portare in tribunale la carta per le fotocopie, le cartellette per i fascicoli, finanche le biro, è chiaro che possiamo fare tutti i discorsi che vogliamo, ma non arriveremo a nulla. Ed è chiaro che a qualcuno fa comodo che la giustizia resti quello che è». E, visto da questa angolazione, risulta ancor più indigesto il turbinio di legiferazioni a rincorrere gli umori del momento, tutto questo agitarsi per rimanere fermi. Tutta questa voglia gattopardesca di cambiare tutto, che per Tacchini nasconde la volontà di non cambiare nulla. Stefano Serpellini 03/05/2009 nascosto-->

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Ha ragione Clementina. Tutti zitti (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Ha ragione Clementina. Tutti zitti Tg e giornali (a parte il Corriere) hanno confinato la notizia in poche righe, visibili solo al microscopio elettronico. È la prima regola del regime: quanto più la notizia è sgradita al potere, tanto più va nascosta. Era già accaduto con i provvedimenti che davano ragione a Genchi, a De Magistris e ai pm di Salerno: omertà totale. La scena si ripete con la sentenza del Tar Lazio che annulla la delibera con cui il Csm nel 2008 trasferì Clementina Forleo da Milano a Cremona per "incompatibilità ambientale". Contro la gip, rea di essersi occupata dei padrini politici dei furbetti, si erano scatenati i maggiori partiti e le maggiori cariche (anzi, scariche) dello Stato. Poi il Csm (un solo voto contrario: Antonio Patrono), aveva eseguito la sentenza già scritta. Ma, per il Tar, violò tre volte "il principio di legalità". 1) Il nuovo ordinamento giudiziario vieta di trasferire un giudice per condotte colpevoli o colpose: proprio quel che ha fatto il Csm, cacciando la Forleo per "esternazioni" che ­ per legge ­ non sono punibili. 2) Il Csm ha stabilito che la Forleo non poteva più "svolgere le funzioni con piena indipendenza e imparzialità" a Milano, ma s'è dimenticato di dare "un'esauriente spiegazione". Dunque la Forleo doveva restare a Milano. 3) La vicepresidente della I commissione, Letizia Vacca (Pdci), anticipò il giudizio definendo Forleo e De Magistris "cattivi magistrati", dunque avrebbe dovuto astenersi dal voto, per evitare "un'alterazione del procedimento". Ma se ne guardò bene, coperta dagli altri. Complimenti vivissimi al Csm. E alla libera stampa italiana.

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Sui diritti umani gli ayatollah sfidano l'Occidente (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

«Sui diritti umani gli ayatollah sfidano l'Occidente» La vicepresidente di Amnesty Asia: sul caso Darabi hanno accelerato i tempi per timore delle pressioni internazionali UMBERTO DE GIOVANNANGELI Quello condotto contro Delara Darabi è stato un processo iniquo; iniquo rispetto agli stessi standard della giustizia iraniani. La Corte che l'ha giudicata si è rifiutata di prendere in considerazione prove a favore di Delara; il suo avvocato non è stato informato (dell'impiccagione, ndr.) nonostante l'obbligo di legge di avere comunicazione 48 ore prima dell'esecuzione». A denunciarlo è Hassiba Hadj Sahroui, vice direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l'Asia. «I diritti umani - sottolinea Sahroui - devono diventare una priorità nell'azione della comunità internazionale». La dirigente di Amnesty sta seguendo direttamente anche un altro caso scottante che investe l'Iran: quello della giornalista Roxana Saberi, condannata a otto anni di reclusione per spionaggio a favore degli Usa. Amnesty International ha chiesto il rilascio immediato e senza condizioni della giornalista. Roxana Saberi, denuncia Hassiba Hadj Sahroui, «è solo una pedina degli sviluppi politici in corso tra Iran e Usa». La pedina di un gioco sporco. «Il fatto che le accuse siano di volta in volta cambiate, dal momento del suo arresto fino al processo, indicano chiaramente che le autorità iraniane cercano qualsiasi scusa per tenerla in prigione». Nonostante i ripetuti appelli delle organizzazioni umanitarie, Delara Darabi è stata giustiziata. «Un atto gravissimo che viene a conclusione di un processo iniquo; iniquo rispetto agli stessi standard, del tutto opinabili, di giustizia iraniani.». L'esecuzione è avvenuta nonostante fosse stata accordata all'imputata, il 19 aprile scorso, una sospensione di due mesi della pena. «Quando parlo di processo iniquo e di una condotta cinica da parte delle autorità iraniane, mi riferisco anche a questo. Hanno voluto far presto. È come se avessero voluto evitare le proteste interne e internazionali che avrebbero potuto salvare la vita a Delara. C'è da aggiungere che questa triste, drammatica vicenda testimonia che persino le decisioni presa dal potere giudiziario centrale (la sospensione di due mesi della pena) non hanno nessuna incidenza e vengono disattese nei distretti provinciali. L'esecuzione di Delara è un oltraggio al diritto umanitario, ad un senso minimo di giustizia. La comunità internazionale non può, non deve tacere di fronte a questo scempio. Così come deve fare i conti con un dato inquietante.». Quale? «Dall'inizio dell'anno almeno 84 persone sono state impiccate in Iran. Oggi sono oltre 150 i giovani, come Delara, condannati all'impiccagione per omicidi commessi quando erano minorenni. Non abbandoniamoli nelle mani del boia di Stato». Un altro caso scottante è quello della giornalista irano-statunitense Roxana Saberi. «Roxana è ostaggio delle relazioni non certo amichevoli tra Teheran e Washington. Se, come appare, è detenuta solo per ragioni politiche legate ai rapporti dell'Iran con gli Usa o per aver esercitato in modo pacifico il diritto alla libertà d'espressione, Saberi è una prigioniera di coscienza e deve essere rilasciata immediatamente e senza condizioni. L'annuncio da parte iraniana della revisione della sua condanna è un primo passo ma non basta. La vicenda di Roxana come quella, ancor più tragica di Delara, confermano quanto Amnesty documenta da tempo: è difficile avere giustizia in Iran». Intervista a Hassiba Hadj Sahroui

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Calcio dilettanti. Penultima giornata: la Cisonese può far festa (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Calcio dilettanti. Penultima giornata: la Cisonese può far festa Partite e arbitri di oggi tra i dilettanti, penultima giornata (inizio alle ore 16.30). Eccellenza. Union Csv-Ardita Moriago; Romano-Cordignano; Giorgione-Feltrese, Scalcon di Vicenza; Liapiave-Liventinagorghense, Antonello di Bassano; Ponzano-Rossano, Michieli di Padova; Miranese-Vedelago, Zanolla di Belluno. Promozione. Cappella Maggiore-CasierDosson, Marchetti di Vicenza; Zero Branco-CornudaCrocetta, Cal di Conegliano; Gruaro-La Marenese, Piccoli di Vicenza; Fontanelle-Opitergina, Alfarè di Mestre; Vittorio Smc-PortoMansuè; Istrana-Luparense, De Zuani di Mestre; Cavarzano-U. Preganziol, Bragantini di Verona; L. Ceggia-Villorba, Zambonin di Rovigo. Prima categoria. RieseVallà-Campodarsego, Zandinella di Venezia; Loreggia-Ospedaletto, Costantini di Mestre; Spineda-R. Martellago, Allegro di Padova; C. Fonte-San Floriano, Schiavon di Treviso; Castagnole-V. Villanova, Cantarini di Venezia; Pro Mogliano-Cessalto, Cester di San Donà; Pro Roncade-Mazzolada, Carboni di Vicenza; Muranese-Silea, Campaci di Este; U. Ripa-Careni Pievigina, Spillare di Schio; Alpago-F. Trevignano, Pasinetti di Venezia; Ponte Piave-Godega, Ciganotto di San Donà; Montello-Nervesa, Sciretti di Mestre; Fregona-Sanfiorese, Comune di Portogruaro; Sedico-Orsago, Bozzo di San Donà; Codognè-Sinistra Piave, Graziano di Padova. Seconda categoria. Carmenta-G. Ezzelina; Gorghense-Burano; La Salute-Salgareda; Fossalunga-Mignagola; OlmiCallalta-Paese; Marcon-Casale; Aurora Tv-Ciprianocatron; Sant'Elena-Monastier; Campigo-Salvarosa; Godigese-Salvatronda; Cendon-Treville; Bessica-Caerano; Altivolese-Castion; Agordina-Fiori Barp; Juventina-Montegrappa; La Sernaglia-Sp Calcio 2005; Piave Tegorzo-U. Maser; Cisonese-V. Farra; Gaiarine-Alpina; Ponte Alpi-Sarmede; Santa Lucia Mille-Francenigo; Piave-San Michele; Vazzolese-Vittsangiacomo. Terza categoria. Tarzo Revine-A. Pero; Basalghelle-Barbisano; Suseganese-Campolongo; Breda-Feletto; Boccadistrada-Follinese; Parè-Santa Giustina; Vallata-Lovispresiano; Cimapiave-Pro Refrontolo; Postioma-Csm Resana; Valdosport-Badoere; Fanzolo-San Giuseppe; San Gaetano-Milan Guarda; Pederobba-Padernello; Sant'Antonino-Vedelaghese; Rovere-Vidor; Fontane-Volpago; M. Biancade-Sangiorgese; Evolution Team-Staffolo; Summaga-Zensonese; Marchesane-Eagles Pedemontana; Union 98 Borso-San Pietro Rosà. (em. st.)

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Delara: "Mamma, aiuto. Mi impiccano" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-05-2009)

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n. 106 del 2009-05-03 pagina 6 Delara: "Mamma, aiuto. Mi impiccano" di Gian Micalessin Iran, la giustizia degli ayatollah. Delara Darabi impiccata dopo un processo-farsa per un delitto compiuto a 17 anni. L’ultima telefonata concessa quando aveva già il cappio al collo. Legge del taglione: il carnefice è un figlio della vittima «Mamma mi stanno impiccando, mi portano alla forca, fate qualcosa, aiutatemi». Alle sei di mattina di venerdì, la madre e il padre di Delara ascoltano increduli la telefonata che li ha ridestati e trascinati nell’incubo. è l’ultima, estrema richiesta d’aiuto della loro bimba, ma loro stentano a crederci. Il 17 aprile l’ayatollah Mahmoud Hashemi Shahrudi, il capo del potere giudiziario di Teheran, ha regalato due mesi di speranza, due mesi per rivedere la condanna all’impiccagione. Non fanno in tempo a dirselo. L’urlo disperato di Delara riecheggia lontano. Al suo posto ora c’è la voce di un funzionario indifferente, incaricato di cancellare l’ultima estrema illusione. «La stiamo impiccando, non potete farci niente». Pochi minuti dopo Delara Darabi, la minorenne assassina, la pittrice ravveduta, penzola dalla forca, simboleggia l’irremovibile, irreversibile brutalità di un sistema impietoso. Quell’ultima telefonata concessale mentre il boia già annodava il cappio è lo scampolo più atroce, più osceno, della triste storia di Delara Darabi. Più disumano del gesto del figlio della sua vittima, dell’uomo arrivato sul patibolo per passarle il nodo al collo ed ottenere il risarcimento di sangue previsto dal codice islamico iraniano. Se il taglione è sacra legge della Repubblica Islamica, l’atroce telefonata dal patibolo suona come l’estrema tenue resipiscenza dei carnefici di fronte ad una sentenza che non doveva essere eseguita. Una sentenza portata a compimento contro la volontà del potere giudiziario ed eseguita senza l’obbligatorio preavviso di 48 ore all’avvocato della 22enne Delara Darabi. L’impiccagione della giovane pittrice sembra, insomma, l’ennesima concessione alla ragion di Stato dell’ala più dura del regime, la risposta dell’ala più oltranzista ad un rinvio che non s’era da fare. La cinica chiusura di un caso ormai famoso in tutto il mondo suona anche come l’ennesimo segnale all’America di Obama, l’ultimo niet dei duri e puri a trattative e concessioni. In Iran, del resto, solo l’avallo di esponenti molto in alto nella gerarchia del potere può spingere le autorità del dimenticato carcere di Rasht, nel nord del Paese, ad ignorare la decisione dell’ayatollah Shahrudi. Quell’esecuzione sbattuta in faccia al mondo che già sperava in un atto di clemenza è anche l’ennesimo segnale d’indifferenza per la sorte di altri 130 giovani condannati a morte come Delara, per delitti commessi prima del diciottesimo anno d’età. La tragedia di Delara inizia cinque anni fa, quando lei e il fidanzato vengono ritrovati nell’abitazione di una ricca cugina paterna appena assassinata. In un angolo c’è il cadavere della padrona scannata a coltellate, in un altro ci sono quei due ragazzini frastornati con le mani sporche di sangue. Il primo a non farsi domande e a consegnare Delara alla polizia è suo padre. Lei del resto non fa nulla per discolparsi. Ammette ogni colpa, confessa l’accoltellamento, scagiona il fidanzato, garantendogli così una condanna a soli dieci anni di carcere. Poi però ritira la confessione, ritratta tutto. Dalla cella dove passa il tempo dipingendo racconta di essersi auto accusata nella convinzione di non poter venir condannata perché troppo giovane. La scena del delitto sembra darle ragione. Chi ha pugnalato la cugina del padre impugnava la lama con la mano destra. Delara invece è mancina dalla nascita, così mancina - ripete sempre la madre - da non riuscire a usare la destra neppure per raccogliersi i capelli. Proprio in base a questa evidenza ignorata dai giudici l’ayatollah Hashemi Shahrudi le concede quella sospensione della sentenza che fa sperare il mondo. Ora è tutto finito e la famiglia è sprofondata nell’abisso della disperazione. Per il padre che l’aveva consegnata alla polizia senza dubitare la ritrattazione di Delara era già un personale senso di colpa. La telefonata dal patibolo è l’ultima pugnalata al cuore. Da venerdì mattina è all’ospedale, da venerdì non parla, non piange non mangia. Con Delara su quella forca sono soffocate anche la sua anima e la sua mente. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Una crisi economica che arriva da lontano (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Prima Pagina Pagina 2 Ora serve l'intervento del governo Una crisi economica che arriva da lontano Ora serve l'intervento del governo di Paolo Figus --> di Paolo Figus Adesso anche il centrosinistra sardo si è reso conto della drammatica crisi occupativa che attraversa la nostra terra. Abbiamo dato notizia in questa settimana dei 330 lavoratori messi in cassa integrazione dalla Portovesme srl; abbiamo scritto dei trenta operai di Bolotana mandati a casa per colpa di aziende che hanno disatteso gli impegni legati al Contratto d'area. Ultimi colpi inferti alla occupazione. Per cinque anni L'Unione Sarda ha ripetuto che così non si poteva andare avanti, che nella nostra isola mancava un modello di sviluppo, che tutto era stato scioccamente bloccato, che gli imprenditori davanti ai cantieri chiusi erano stati costretti a licenziare. Avevamo portato tutti i numeri dei principali istituti di ricerca che dimostravano un tale stato di crisi economica. Ebbene, il centrosinistra - per cinque anni al governo - salvo qualche rara voce nel deserto, aveva replicato dicendo che non era vero, che la Sardegna era in ripresa, addirittura che l'occupazione era cresciuta. Da due mesi, cioè da quando il centrodestra ha vinto le elezioni, il centrosinistra ha cambiato registro ed è salito in cattedra per dire che la Sardegna è sull'orlo del precipizio, che la disoccupazione è in aumento, che mancano i denari per ripartire. Già, ma è da anni che le imprese chiudono e nessuno ha mosso un dito. E adesso l'eredità lasciata dalla Giunta Soru è piombata su un governo regionale che senza aver potuto materialmente ancora intervenire, viene già messo sotto accusa. Il centrosinistra sardo oggi si dimentica dei bilanci sempre in ritardo, delle tasse, degli stop di Tar, Corte dei conti, Corte Costituzionale, dei miliardi di euro non spesi. Sino ad arrivare all'assurdo che oggi qualche sindaco e alcuni parlamentari del Pd fanno un gran fracasso per alcune corse della Tirrenia che stavano per essere soppresse. Uno scippo, dicono. Ma se era stato proprio il centrosinistra a fare una battaglia perché la convenzione con la Tirrenia non venisse rinnovata. Se era stato il centrosinistra a pressare sul governo Prodi per aprire le rotte sarde a nuove compagnie. Detto questo, rimarcate le discrepanze dei vari comportamenti, una cosa ci sentiamo invece di sottolineare: il governo nazionale deve intervenire. Le risorse in mano alla Giunta Cappellacci sono esigue o almeno non sufficienti a tamponare le grosse falle occupazionali che si sono create. Servono soldi, non promesse; servono forti interventi per fermare l'impennata della disoccupazione. Oggi, purtroppo, la presenza dello Stato è fondamentale per il rilancio della Sardegna. E allora bisogna trovare una soluzione per il comparto chimico, visto che l'ipotesi Sartor è andata in fumo. Bisogna reperire i denari per la Sassari-Olbia, che è fondamentale per la viabilità in una zona della Sardegna di grande espansione turistica. Bisogna impedire la fuga degli imprenditori, attrarre nuovi investimenti. Bisogna concludere i cantieri di La Maddalena senza lasciare a metà alcun lavoro. Lo Stato deve fare la sua parte, intervenire e trovare i fondi che spettano alla Sardegna. Questo deve essere chiaro, ma deve essere anche chiaro che le responsabilità arrivano da lontano e far finta che la Sardegna sia in crisi da due mesi è una forzatura di chi è stato invece protagonista di questo disastro.

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Derby a S. Polo La Liventina va a caccia di punti (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Derby a S. Polo La Liventina va a caccia di punti Domenica 3 Maggio 2009, Treviso (m.m.) Calcio dilettantistico in campo, dall'Eccellenza alla Terza categoria, per la 29. giornata di gare, penultima di ritorno e oggi, dopo la promozione dell'Opitergina e dell'Union Borso, possono scaturire altre sentenze. Da non perdere gli scontri play out in Eccellenza e la lotta per la promozione fra trevigiane in Seconda categoria. Calcio d'inizio alle 16. ECCELLENZA - Derby a San Polo dove, ospite del Lia Piave che cerca conferma per la piazza d'onore, arriva la Liventina Gorghense che cerca punti per uscire dalla zona play out come del resto il Cordignano con la trasferta di Romano, l'Union CSV che al Sondan ospita l'Ardita Moriago e il fanalino di coda Vedelago che affronta la trasferta di Mirano. Quindi cerca di mettersi ai ripari il Giorgione ospitando la Feltrese e il Ponzano nella gara casalinga con il Rossano. PROMOZIONE - Derby Fontanelle-Opitergina che serve solo al Fontanelle per confermarsi nella posizione migliore dei play out visto che l'Opitergina è già promossa. E nella zona play out (tutta per le trevigiane) Zero Branco affronta il Cornuda Crocetta, La Marenese gioca sul campo del Gruaro, il Casier Dosson su quello del Cappella Maggiore. E gli scontri del Cappella Maggiore e del Cornuda Crocetta, valgono anche il posto nei play off. Chiudono Istrana-Luparense, Ceggia-Villorba, Cavarzano-Preganziol e lo scontro al Barison di Vittorio fra Vittorio Veneto e Porto Mansuè. PRIMA CATEGORIA - In zona promozione trevigiane fuorigioco e l'attenzione si sposta maggiormente in coda e nel derby per i paly off fra Montello e Nervesa. Ecco programma e arbitri. Girone F. Spineda-Robeganese: Allegro (Pd), Castagnole-Villanova: Cantarini (Ve), Concordia Fonte-San Floriano: Schiavon (Tv), Loreggia-Sile Ospedaletto: Costantini (Me), Riese Vallà-Campodarsego: Zandinella (Ve). Gir. G. Pro Mogliano-Europeo Cessalto: Cester (Sd), Pro Roncade-Mazzolada: Carboni (Vi), Muranese-Silea: Campaci (Es). Gir. H. Codognè-Ztll: Graziano (Pd), Fregona-Sanfiorese: Comune (Po), Montello-Nervesa: Sciretti (Me), Alpago-Fulgor Trevignano: Pasinetti (Ve), Ripa-Careni Pievigina. Spillare (Sc), Sedico-Orsago: Bozzo (Sd). SECONDA - Programma e arbitri. Girone F. Carmenta-Giovanile Ezzelina. Gir. O. Gorghense-Burano: Haxhiraj (SD), La Salute-Salgareda: Freda (Tv). Gir. P. Cendon-Treville: Trisolini (Tv), Fossalunga-Mignagola: Ceolin (Tv), Aurora Treviso Due-Cipriano Catron: Telatin (Bs), Godigese-Salvatronda: Baggio (Bs), S. Elena-Monastier: Zampese (Bs), Campigo-Salvarosa: Daulle (Bl), Marcon-Casale, Olmi Callalta-Paese. Gir. Q. Altivolese-Castion: Barracano (Tv), Bessica-Caerano: Trentin (Tv), Cisonese-Virtus CSM Farra: Pozzobon (Tv), La Sernaglia-SP calcio 2005: Tasca (TV), Piave Tegorzo-Maser: Di Tomaso (Tv), Juventina-Montegrappa. Gir. R. Vazzolese-Vitt Sangiacomo: Palmieri (Co), Piave-S. Michele: Cosentino (Co), Alpina-Gaiarine, Ponte Alpi-Sarmede, S. Lucia Mille-Francenigo. TERZA - Programma e arbitri. Girone A. Basalghelle-Barbisano:; Spigariol (Tv), Boccadistrada-Follinese: Rigon (Tv), Breda-Feletto: Punchina (Tv), Cima Piave-Pro Refrontolo: Bianchin (Tv), Tarzo Revine Lago-Ardita Pero: Vanzella (Co), Parè-S. Giustina, Suseganese-Campolongo, Vallata 1999-Lovispresiano. Gir. B. San Gaetano-Milan Guarda: Faraon (Co), S. Antonino-Vedelaghese: Nicolescu (Co), Pederobba-Padernello: De Lorenzi (Tv), Fontane-Volpago: Menegaldo (Tv), Rovere-Vidor: Moretto (Tv), Fanzolo-S. Giuseppe, Postioma-CSM Resana, Valdosport-Badoere. Gir. Basso Piave.Summaga-Zensonese: Turchetto (Po), Evolution Team-Staffolo: Dalla Torre (Sd), Biancade-Sangiorgese: Lisetto (Sd). Gir. Bassano. Union Borso-S. Pietro Rosà: Cattani (Vi), Marchesane-Eagles Pedemontana: Faccin (Sc). FEMMINILE - In serie B Barcon-Vicenza: Spezzati (Pd). In serie C Vittorio Veneto-Gazzera: Facchin (Bl), Villanova-Castagnaro: Marzano (Me), Keralpen-Musano: Gosetto (Sc).

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MASSA LUBRENSE/1 COMITATO IN MEMORIA DI CERULLI UN COMITATO PRO MARCELLINO CERULLI&#... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

MASSA LUBRENSE/1 Comitato in memoria di Cerulli Un comitato «Pro Marcellino Cerulli». Per ricordare ai giovani e alle future generazioni un grande benefattore di Massa Lubrense, questa mattina al bar Orlando in Sant'Agata sui due Golfi alle 10.30 si terrà la prima riunione di cittadini aderenti. Orlando Cilento e alcuni studiosi locali illustreranno la vita e l'opera di Marcellino Cerulli che alla popolazione di Massa Lubrense ha lasciato gran parte dei suoi terreni utilizzati per la costruzione a Sant'Agata prima di un villino per i senzatetto e i poveri e poi per la «Casa per anziani» ed il campo sportivo di Schiazzano: opere che le varie amministrazioni comunali hanno intitolato alla sua memoria. MASSA LUBRENSE/2 Oggi la Marcialonga Rinviata varie volte per avversità atmosferiche si svolgerà oggi pomeriggio la trentesima Marcialonga, manifestazione podistica non agonistica organizzata dai giovani del gruppo parrocchiale dell'ex cattedrale di Santa Maria delle Grazie. Cambiata la data, ma l'itinerario ed il programma sono rimasti immutati: la partenza sarà data alle ore 15 da piazza Vescovado. PIANO DI SORRENTO Il Wwf: «No all'area di servizio» Il Wwf penisola sorrentina ha chiesto all'Ufficio tecnico comunale di Piano di Sorrento la revoca in autotutela del permesso a costruire la stazione di servizio in via dei Platani per la delocalizzazione dell'impianto di distribuzione dei carburanti della Ip da piazza Cota, dove è attualmente ubicato. «Il lavoro che la nostra associazione sta facendo con i propri legali - spiega Claudio d'Esposito, presidente del Wwf penisola sorrentina -, per cercare di sottrarre alla cementificazione parte del fondo di via dei Platani, è enorme. In quest'ottica, ci siamo accorti di tutta una serie di incongruenze, carenze e illegittimità, in quanto l'espianto degli alberi è avvenuto senza alcun controllo da parte del Comune, nonostante le nostre accorate segnalazioni. La tabella obbligatoria del cantiere, inoltre, è apparsa solo poco prima del sopralluogo dei vigili urbani, avvenuto ad una settimana di distanza dalla nostra richiesta». SORRENTO Patti agrari in Senato Approda alla Commissione Agricoltura del Senato il disegno di legge sui patti agrari presentato dal senatore Raffaele Lauro. Il documento, sottoscritto anche da altri 35 senatori bipartisan, è stato esaminato l'altro giorno dalla nona Commissione permanente dell'Agricoltura, presieduta dal senatore Paolo Scarpa Bonazza Buora. In sede referente, è stato assegnato in relazione alla senatrice Laura Allegrini. Il disegno di legge è finalizzato all'aggiornamento dell'articolo 9 legge 203/82. L'articolo che prevedeva la determinazione dell'equo canone mediante coefficienti da applicarsi al reddito dominicale dei terreni riferiti ai redditi del 1939, ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale, non vi era stata alcuna iniziativa legislativa per colmare questa lacuna. «Da allora - spiega Nino Cuomo che ha suggerito l'iniziativa al senatore Raffaele Lauro - gli affittuari di terreni agricoli sono rimasti senza tutela. Ecco perché è auspicabile che l'iter procedurale del disegno di legge possa, al più presto, essere trasmesso alla Camera dei Deputati». TRECASE Arrestato per stalking In via Regina Margherita a Trecase i carabinieri della locale stazione hanno tratto in arresto un 23enne di Terzigno, responsabile di atti persecutori ai danni della ex fidanzata, una 26enne del luogo. Più volte nell'arco della giornata il giovane aveva minacciato e molestato la donna. L'arrestato è stato portato a Poggioreale. VICO EQUENSE/1 Vigili, arrivano i rinforzi Dieci vigili urbani stagionali in servizio da venerdì al comando di polizia municipale. Verranno utilizzati per potenziare i servizi di vigilanza nel centro cittadino, nelle frazioni e, soprattutto, presso le marine di Vico e d'Equa. «Una pattuglia fissa sarà destinata alla Raffaele Bosco - spiega il comandante Ferdinando De Martino - nel tratto compreso tra Vico centro e Moiano, fino a mezzanotte. Inoltre, i nuovi agenti saranno impiegati per fronteggiare l'emergenza legata ai numerosi cantieri presenti sul territorio per i lavori di metanizzazione della città». VICO EQUENSE/2 La mostra di Solaris Inaugurata ieri, presso il Museo mineralogico campano-Fondazione Discepolo, la mostra personale «Figure astrali» di Giancarlo Ianuario in arte Solaris. In rassegna opere in bronzo, terracotta e tecnica Raku, realizzate dall'artista napoletano che ha iniziato la sua attività negli anni settanta come ceramista. Un'esperienza personale che lo ha portato a sperimentare per le sue opere altri materiali come la cartapesta, il ferro, il bronzo e la tecnica Raku. La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 30 luglio (da martedì a sabato dalla 9 alle 13 e dalle 17 alle 20, domenica e festivi dalla 9 alle 13).

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DOMENICO AMBROSINO PROCIDA. TIRANO UN SOSPIRO DI SOLLIEVO NICOLA SCOTTO DI CLEMENTE E ARCHINA RIC... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 03-05-2009)

Argomenti: Giustizia

DOMENICO AMBROSINO Procida. Tirano un sospiro di sollievo Nicola Scotto di Clemente e Archina Riccio, i proprietari delle due abitazioni abusive che dovevano essere abbattute nei giorni scorsi a Procida. L'ordinanza della settima sezione penale della Corte di Appello Napoli che la settimana scorsa ha sospeso per sessanta giorni il procedimento di abbattimento, ridà fiato alle speranze di quanti, nei territori con i vincoli dei piani paesaggistici, auspicano la sanatoria degli immobili abusivi «di necessità» attraverso il cosiddetto terzo condono, di dubbia applicazione nei territori vincolati. Sulla questione è atteso il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha trattato la questione nell'udienza del 24 aprile. La questione fu sollevata dal giudice monocratico del Tribunale di Napoli, sezione di Ischia, accogliendo l'eccezione di incostituzionalità presentata dagli avvocati isolani. Tale decisione potrebbe, tuttavia, rivelarsi addirittura non necessaria se, nelle more, il Governo decidesse di intervenire, inserendo nel pacchetto casa alcune modifiche alla legge sul terzo condono. I Consigli comunali di Ischia e Procida, attraverso delibere votate all'unanimità, hanno chiesto interventi in tal senso. A Procida è stato costituito un comitato per la promozione dell'applicazione del terzo condono. Nell'isola le demolizioni programmate dalla Procura sono tredici, mentre a Ischia seicento. Dice Gerardo Lubrano, sindaco di Procida:«Secondo me il problema è anche e soprattutto politico, nel senso che lo Stato deve chiarire definitivamente la questione condono. Non ci possono essere discriminazioni tra cittadini che abitano in una località invece che in un'altra». E un marittimo durante l'assemblea popolare in municipio si è sfogato: «Lo Stato non dimentichi che i Comuni hanno già incassato la somma di centinaia di migliaia di euro, pagata dai cittadini procidani ed ischitani, per ottenere il terzo condono.

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SI CELEBRERà OGGI ALLE 10, NEL FOYER DELL'AUDITORIUM DELLA RAI LA GIORNATA DELLA MEM... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento)) (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Giustizia

Si celebrerà oggi alle 10, nel foyer dell'Auditorium della Rai la «Giornata della memoria per i giornalisti vittime di mafie, guerra e terrorismo». Patrocinato dalla presidenza della Repubblica, all'evento partecipano, tra gli altri, il segretario dell'ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Jacopino, il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, il presidente dell'ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, il presidente dell'assostampa di Napoli Enzo Colimoro ed il presidente dell'Unione cronisti della Campania, Renato Rocco.

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IL SUO NOME ERA CIRCOLATO TRA I POSSIBILI CANDIDATI DEL PD ALLE ELEZIONI EUROPEE, MA IN REALTà ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Giustizia

Il suo nome era circolato tra i possibili candidati del Pd alle elezioni europee, ma in realtà Raffaele Cantone, il magistrato che vive sotto scorta per le minacce ricevute dalla camorra, scende in campo per un'altra competizione: quella per il rinnovo della giunta dell'Associazione nazionale magistrati presso la Corte di Cassazione. Dall'anno scorso Cantone fa il magistrato al Massimario della Suprema Corte, dopo una lunga esperienza alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, cominciata nel 1999 e contrassegnata da inchieste sul clan dei Casalesi. Cantone si candida con la corrente del Movimento per la Giustizia. Le votazioni si terranno a partire da domani e sino al 5 maggio prossimo. Intanto, tre nuovi procuratori aggiunti sono stati nominati a Napoli, a rafforzare un organico con più di cento magistrati alla guida del procuratore Giovandomenico Lepore. Le nomine sono state decise all'unanimità in questi giorni dal plenum del Csm. Si tratta di Luciana Izzo, attualmente procuratore del Tribunale dei minorenni napoletano; Fausto Zuccarelli e Giovanni Pio Luciano Melillo, fino ad oggi pubblici ministeri della Direzione nazionale antimafia.

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Incoronate Valdosport e Zensonese (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Incoronate Valdosport e Zensonese Alla vigilia di fine campionato, le due squadre promosse in Seconda categoria Nel girone A il Boccadistrada tenta l'agguanto dei playoff Nel B, Resana ancora in gioco Ad una giornata dalla fine del campionato le regine sono già definite. Valdosport e Zensonese ieri promosse in seconda categoria in compagnia di Follinese e Union 98 Borso del Grappa già incoronate le scorse domeniche. Girone A. Follinese cala l'attenzione, ormai ha raggiunto l'obiettivo. Oggi lascia la vittoria al Boccadistrada che tenta l'agguanto dei playoff. Ardita Pero e Cimapiave di diritto allo spareggio per la promozione attendono di sapere quali saranno le loro avversarie, in lizza Campolongo, S. Giustina e Boccadistrada. Lovispresiano non ha più nulla da perdere e regala il sogno della seconda vittoria in campionato alla Vallata 1999, fanalino di coda da ottobre. Girone B. CSM Resana abbandona la speranza della promozione diretta, dovrà giocarsi tutto ai playoff. Non ha saputo tenere testa alla tensione delle ultime giornate e si è fatta soffiare il primo posto dal Valdosport dopo un intera stagione che le ha viste alternarsi alla guida del girone. Al Fontane bastava un pareggio per aggiudicarsi gli spareggi e così non ha dato l'anima nella partita con il Volpago CAM, finita 1 a 1. Il terzo e il quarto posto dei playoff se lo contendono Rovere, Postioma e S. Gaetano. Quest'ultima reduce da un punteggio tennistico nella partita di questa domenica: infligge sei batoste nel derby con la cugina Milan Guarda. Altri due risultati strabilianti si sono visti a Fanzolo e a Pederobba. Le ultime due in classifica, S. Giuseppe e Pederobba, vengono definitivamente annientate da Fanzolo e Padernello con cinque e sei reti rispettivamente. Girone Bassano. Eagles Pedemontana, squadra nata quest'anno, non raggiunge la zona spareggio ma può definirsi soddisfatta a metà classifica. Ieri purtroppo non è riescita a portare a casa una vittoria ma spera di concludere in bellezza la settimana prossima. Girone S. Donà. Le trevigiane si fanno onore nel girone veneziano. Zensonese neo promossa in seconda categoria con il «gol campionato» di Lozito al limite del triplice fischio. Evolution Team diretta ai playoff nonostante il pareggio a reti inviolate con lo Staffolo. Solo il Morosini resta deluso di questa stagione 2008-2009. Si spera nella prossima partita, una vittoria sarebbe almeno un bel premio di consolazione per la squadra di Biancade. (Anna Collavo)

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FANZOLO - S. GIUSEPPE: 6 - 1 (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

FANZOLO - S. GIUSEPPE: 6 - 1 FANZOLO - S. GIUSEPPE: 6 - 1 RETI: 40' pt Binotto, 46' pt Bullo, 1' st De faveri, 8' st Cattarin, 15' st Binotto, 21' st Gasparetto, 28' st Cattarin. FONTANE - VOLPAGO: 1 - 1 RETI: 25' pt Quareshi, 40' pt Mattiuzzo. PEDEROBBA - PADERNELLO: 1 - 5 RETI: 20' De Cia (R), 40' Adustini, 20' st Pozzebon, 18-34-41' st D'Ambrosi. POSTIOMA - CSM RESANA: 1 - 0 RETI: 28' pt Morao. ROVERE SARTORATO - VIDOR: 2 - 2 RETI: 5' st Tormena, 6' e 17 st N. Sartorato, 20' st Poletto. S. ANTONINO - VEDELAGHESE: 2 - 1 RETI: 37' pt Scaboro, 32' st Dinunzio su rigore, 43' st Marchesan. S. GAETANO - MILAN GUARDA: 6 - 0 RETI: 19' pt Pederiva, 9', 33' e 35' st Peveri, 16' st Bouznadi, 45' st Canonico. VALDOSPORT - BADOERE: 3 - 0 RETI: 39' pt Sanvito, 45' pt Fornasier, 32' st Dal Molin. EVOLUTION TEAM - STAFFOLO: 0 - 0 M. BIANCADE - SANGIORGESE: 1 - 2 RETI: 33' pt Danesin, 14' st A. Salvador, 40' st A. Salvador. SUMMAGA - ZENSONESE: 0 - 1 RETI: 44' st Lozzito. MARCHESANE - E. PEDEMONTANA: 2 - 1 RETI: 15' pt autorete, 5' st Addonin, 15' st Simioni.

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BASALGHELLE - BARBISANO: 2 - 2 (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

BASALGHELLE - BARBISANO: 2 - 2 BASALGHELLE - BARBISANO: 2 - 2 RETI:10' pt Antoniazzi, 9' st Bile su rigore, 25' st Vidal su rigore, 45' st Tonon. BOCCADISTRADA - FOLLINESE: 3 - 2 RETI:1' st Vendrame, 14' st Sommanà, 13' st Zanella, 24' st e 26' st Zanella su rigore. BREDA - FELETTO: 1 - 1 RETI: 12' pt Martorana, 41' st Diedhol su rigore. CIMA PIAVE - REFRONTOLO: 1 - 0 RETI: 6' st Pasqualin. PARé - S. GIUSTINA: 1 - 2 RETI: 33' pt Giglio, 18' st Armellin, 19' st Birro. SUSEGANESE - CAMPOLONGO: 2 - 1 RETI: 40' pt Polo, 28' st Uremovic, 49' st Granzotto. TARZO REVINE - ARDITA PERO: 1 - 2 RETI: 5' pt Berto, 37' pt Simion, 10' st Casagrande. VALLATA - LOVISPRESIANO: 3 - 2 RETI: 3' st Colusso, 20' st Magagnini, 26' st Zanette, 38' st Benincà, 35' st Zanatta. FANZOLO - S. GIUSEPPE: 6 - 1 RETI: 40' pt Binotto, 46' pt Bullo, 1' st De faveri, 8' st Cattarin, 15' st Binotto, 21' st Gasparetto, 28' st Cattarin. FONTANE - VOLPAGO: 1 - 1 RETI: 25' pt Quareshi, 40' pt Mattiuzzo. PEDEROBBA - PADERNELLO: 1 - 5 RETI: 20' De Cia (R), 40' Adustini, 20' st Pozzebon, 18-34-41' st D'Ambrosi. POSTIOMA - CSM RESANA: 1 - 0 RETI: 28' pt Morao. ROVERE SARTORATO - VIDOR: 2 - 2 RETI: 5' st Tormena, 6' e 17 st N. Sartorato, 20' st Poletto. S. ANTONINO - VEDELAGHESE: 2 - 1 RETI: 37' pt Scaboro, 32' st Dinunzio su rigore, 43' st Marchesan. S. GAETANO - MILAN GUARDA: 6 - 0 RETI: 19' pt Pederiva, 9', 33' e 35' st Peveri, 16' st Bouznadi, 45' st Canonico. VALDOSPORT - BADOERE: 3 - 0 RETI: 39' pt Sanvito, 45' pt Fornasier, 32' st Dal Molin. EVOLUTION TEAM - STAFFOLO: 0 - 0 M. BIANCADE - SANGIORGESE: 1 - 2 RETI: 33' pt Danesin, 14' st A. Salvador, 40' st A. Salvador. SUMMAGA - ZENSONESE: 0 - 1 RETI: 44' st Lozzito.

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Seconda Cat. Parma girone D Risultati Castelnovo 02-Mezzani 1-1 R... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

SECONDA CATEGORIA pag. 30 Seconda Cat. Parma girone D Risultati Castelnovo 02-Mezzani 1-1 R... Seconda Cat. Parma girone D Risultati Castelnovo 02-Mezzani 1-1 Real Bibbiano-Boca Barco 0-2 Rocca 68-Campeginese 2-0 Sc S.Ilario-Sorbolo 3-0 Team Frontiera-Barcaccia 1-0 Vetto-S.Leo CSM 2-3 Viadana-Tricolore Planet 2-0 TotaleReti SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana5825184356207Boca Barco5725176241168 Sc S.Ilario562517534195Campeginese482514654929-1 Rocca 68452513664427-6Team Frontiera3725114103429-14 Castelnovo 022525510102430-26Mezzani2525510102939-24 Barcaccia242559113344-25S.Leo CSM2325411103150-26 Vetto222557132035-29Sorbolo212556142337-28 Tricolore Planet182546151442-31Real Bibbiano182546151547-33Prossimo turno: Barcaccia-Sc S.Ilario; Boca Barco-Rocca 68; Campeginese-Castelnovo 02; Mezzani-Viadana; S.Leo CSM-Team Frontiera; Sorbolo-Real Bibbiano; Tricolore Planet-Vetto.

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Ricordati i giornalisti uccisi dalla mafia (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Ricordati i giornalisti uccisi dalla mafia I giornalisti italiani uccisi dalla criminalità organizzata e dal terrorismo sono stati ricordati a Napoli, per iniziativa dell'Unione nazionale cronisti, nella seconda Giornata della memoria dedicata alle vittime del mondo dell'informazione. All'appuntamento ha partecipato il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che ha ribadito il dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie e insieme sottolineato il valore della libertà di informazione, di «una stampa libera e indipendente a garanzia di tutti». Messaggi di adesione al ricordo dei cronisti vittime di mafie e terrorismo sono giunti dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Per Schifani «la passione e il coraggio dei giornalisti che rischiano ogni giorno in nome della libertà ha bisogno del sostegno dei cittadini e delle istituzioni, perché solo in un paese dove la libertà di stampa è garantita si può parlare di piena affermazione della democrazia». Nel suo messaggio all'Unci, Fini ha sottolineato che il sacrificio di questi cronisti «lascia lutto e dolore nelle persone che li amavano, ma anche il dovere da parte di istituzioni e società civile di conservare il valore del loro esempio». Alcuni dei giornalisti uccisi sono stati ricordati, attraverso filmati o con interventi dei loro familiari. È stata l'occasione anche per ricordare - come ha fatto il presidente dell'Unci, Guido Columba - la battaglia degli organismi professionali contro il ddl Alfano sulle intercettazioni, «tentativo di azzerare la cronaca nera e giudiziaria». Il presidente del Consiglio regionale campano, Sandra Lonardo, ha chiesto al Governo l'istituzione di una giornata nazionale in ricordo dei giornalisti uccisi. «Sono qui - ha detto nel suo intervento- perché resto convinta che le istituzioni hanno il dovere di far sentire con forza quanto sia importante lavorare insieme, uniti, per difendere la libertà di stampa e il diritto ad una informazione giusta». Presenti all'incontro il segretario dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, e quello dell'Usigrai, Carlo Verna.

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AFFIDATO A FILSE INCARICO DI COSTITUIRE SOCIETÀ PER LE INFRASTRUTTURE LIGURI (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 04 Maggio 2009 AFFIDATO A FILSE INCARICO DI COSTITUIRE SOCIETÀ PER LE INFRASTRUTTURE LIGURI Genova, 4 maggio 2009 - E´ stato affidato il 30 Aprile dalla Giunta regionale ligure a Filse, la Finanziaria regionale, l´incarico di partecipare alla costituenda società per le infrastrutture della Liguria. Lo ha comunicato il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando al termine della seduta di Giunta. "La società - ha spiegato il presidente Burlando - si occuperà della progettazione e realizzazione di una serie di opere di interesse regionale, a cominciare dall´ospedale della Spezia nella prospettiva che le sue funzioni vengano riassorbite da Sviluppo Genova, in attesa della risoluzione delle problematiche giuridiche connesse al ricorso del Governo alla Corte costituzionale contro l´ipotesi di affidamento a quest´ultima società delle infrastrutture in questione". "L´obiettivo - ha continuato Burlando - è quello di avviare al più presto alcuni interventi strategici per la Liguria, come l´ospedale spezzino per il quale sono stati stanziati 188 milioni di euro, in particolare la società avrà come compito l´accelerazione di nuovi progetti, l´incremento delle infrastrutture e lo sviluppo della progettazione per l´attuazione di nuove strutture ospedaliere". Filse parteciperà quindi alla costituzione della nuova società per conto della Regione sottoscrivendo, con risorse proprie, l´intero capitale pari a 100. 000 euro. . <<BACK

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la giustizia e l'importanza del rispetto delle regole (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Prato La giustizia e l'importanza del rispetto delle regole Oggi al Terminale incontro con l'ex magistrato Colombo PRATO. Oggi al Terminale Cinema incontro alle 18.30 con l'ex magistrato del pool Mani Pulite, Gherardo Colombo. Moderatore e rappresentante della fondazione Antonino Caponnetto il segretario Cgil Toscana Luciano Silvestri. L'incontro è reso possibile grazie al contributo del Gruppo Consiag e della Fondazione Antonino Caponnetto Per informazioni www.iorispettoleregole.it I problemi della giustizia in Italia? «In 33 anni di servizio in Magistratura - afferma Colombo - mi sono convinto che, perché la Giustizia cambi in Italia, è necessario che i cittadini capiscano il perché delle regole e l'importanza del loro rispetto. Ecco perché mi sono dimesso. Ho cominciato a pensare che forse la giustizia potrebbe funzionare meglio se si facesse qualche cosa al di fuori delle aule dei palazzi di giustizia. Adesso vado nelle scuole, nei circoli e in qualunque altro posto dove mi invitano per dialogare sul tema delle Regole». «Cambiare il rapporto fra cittadini e regole è un percorso lungo e faticoso. Nei confronti della Storia la persona è impaziente, vuole una soluzione immediata. Ma perché abbia successo, ogni passo deve essere fatto in conformità col suo tempo». E' quanto dice l' ex magistrato Gherardo Colombo nel suo libro "Sulle Regole" edito da Feltrinelli l'anno scorso. Da allora è invitato in tutta Italia tanto da avere l'agenda impegnata fino al 2010. Nella sua carriera di magistrato Colombo si è occupato di processi su eventi che hanno segnato la storia dell'Italia: la P2, Michele Sindona e il delitto Ambrosoli, Tangentopoli, Imi-Sir Lodo Mondadori e Sme.

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In Italia ancora poche al vertice degli uffici (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-05-03 - pag: 9 autore: Sui 24 membri del Csm sono solo sei In Italia ancora poche al vertice degli uffici Lionello Mancini «Donne ai posti di comando? L'Italia è sempre stata indietro e direi che sta arretrando ancora di più». è pessimista Fernanda Contri, avvocato, classe 1935, prima donna giudice della Corte costituzionale. «Era il 1996 – racconta – e l'allora presidente Scalfaro fece questa scelta coraggiosa. Però siamo molto ar-retrati, ed è un grave problema culturale dei maschi, non si può dire che manchi la materia prima... ». Contri ricorda quando, durante il suo mandato, fece arrivare al Quirinale un elenco di 50 donne con le carte in regola per andare a farle compagnia alla Consulta,dove (da tempo)s'erano liberati due scranni. Ma vennero scelti due uomini. Né lascia ben sperare l'opinione espressa nel 2005 –Contri quasi in scadenza – dall'allora (e attuale) presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Alla sollecitazione informale dell'allora giudice costituzionale – «Presidente, veda di farmi affiancare da due brave colleghe » – Berlusconi replicò stupito: «Ma non è contenta di essere l'unica donna in Italia in una posizione così prestigiosa?». Le esperienze pionieristiche di Contri (prima segretario generale a Palazzo Chigi, prima a sedere nel board della Cassa avvocati e molti altri “prima”) non sembrano aver fatto breccia nella considerazione sulle potenzialità del genere femminile, se ancora oggi bisogna ricordare la presidenza della Camera affidata a Nilde Iotti ma anche constatare che, dice ancora Contri, «mentre negli anni 80 e 90 c'erano donne presidenti di prestigiosi ordini di avvocati o ai vertici del Consiglio nazionale forense, in quest'ultimo oggi sono di nuovo tutti uomini, compreso il responsabile della commissione pari opportunità». Va meglio –e lasituazione è in miglioramento – nella magistratura al femminile: 3.788 toghe su 8.889 sono indossate da donne, e negli uffici giudiziari (dove sono 3.541) preferiscono la funzione giudicante (2.774) a quella requirente ( 767). Ma ai vertici degli uffici la declinazione al femminile si fa da poco: Livia Pomodoro è presidente del Tribunale di Milano e il ricambio nonpiù legato solo all'età ha aperto la strada a giovani Procuratori capo come Lucia Lotti a Gela o Giulia Perotti a Verbania. «Non dimentichiamo che le prime otto donne magistrato sono state ammesse nel 1965 – dice Ezia Maccora, 46 anni, una delle 6 donne oggi al Csm (su 24 componenti) –e che l'avanzamento di carriera fino a poco fa era legato solo all'anzianità. Dunque solo uomini anziani ai vertici». Ma le cose stanno cambiando, e «una forte spinta l'ha data l'Associazione magistrati perché – spiega ancora Maccora – imporre per statuto liste in cui il genere fosse rappresentato per il 40%, è un salto culturale che supera lo stesso concetto delle quote rosa». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Da Volkswagen a Toyota: Marchionne alla (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Economia" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere Economia sezione: Economia data: 04/05/2009 - pag: 2 La partita dell'auto/1 L'identikit dei concorrenti e dei possibili partner Da Volkswagen a Toyota: Marchionne alla «sfida globale» Dopo l'operazione Chrysler il manager della «nuova Fiat» dovrà misurarsi soprattutto con i rivali tedeschi e giapponesi DI ALESSANDRA PUATO L a giapponese Toyota di Akio Toyoda, la tedesca Volkswagen di Martin Winterkorn e quel caso unico che è la Renault-Nissan di Carlos Ghosn, dieci anni di fusione euro-asiatica compiuti in marzo. La «nuova Fiat» di Sergio Marchionne si dovrà misurare con questi tre giganti. L'intesa con Chrysler apre uno scenario mondiale dell'auto che, prevedono gli analisti, sarà ridisegnato nei prossimi 6-12 mesi. «Le auto europee e giapponesi invaderanno il mercato Usa dice Arndt Ellinghorst, a capo del settore automotive in Credit Suisse : sia per qualità sia per efficienza energetica, come chiede Obama ». «Ora tenderanno all'agglomerazione anche Toyota, Volkswagen e Renault», dice Antonio Bigatti, partner Kpmg. Il riassetto mondiale avverrà per due strade, le fusioni e le alleanze su motori e componenti, per raggiungere le economie di scala sufficienti a stare in un mercato cambiato. Quest'anno, stima Csm, rispetto al 2008, la produzione di auto crollerà del 22% in Europa, del 26% in Giappone, del 35% in Nord America, dell'8% in Sud America. In Cina crescerà del 7%. I 4,5 milioni di vetture prodotte da Fiat-Chrysler sono la metà degli 8,7 milioni di Toyota e un quarto in meno rispetto ai 6, 3 milioni di Volkswagen, ai 6 di Renault-Nissan. Ancora poco per essere certi di figurare fra i «cinque-sei grandi costruttori » che, ha detto Marchionne, «resteranno nel 2010». Come si muoverà la nuova Fiat? Il mercato, visto da Torino, è diviso in tre blocchi: gli avversari, Toyota, Volkswagen e Renault- Nissan; i potenziali partner o alleati, dove, vicino alla Opel, spuntano la Gm do Brasil e Ford; e quelli lontani dalle alleanze, cioè la Cina con le sue Byd, Chery e Saic (l'intesa Fiat-Chery è ai primi passi). Più la coreana Hyundai-Kia e Mercedes e Bmw, che sembrano correre da sole. Vediamo. Premesso che la priorità di Fiat è ora consolidare Chrysler: «Grande impegno per i prossimi due anni», dice Ellinghorst. I tre rivali Toyota, Volkswagen e Renault- Nissan sono i grandi generalisti da cui guardarsi. Hanno un vantaggio su Fiat-Chrysler, oltre ai numeri: la geografia. Sono tutti ben presenti in Asia e in Russia. Toyota, nonostante la prima perdita di bilancio (2,9 miliardi), resta il riferimento di tutti. Primo produttore al mondo, ha un giro d'affari stimato in 175 miliardi di euro, il doppio dei 96 di Fiat-Chrysler (con Fiat Group), e una rete capillare in tutto il globo. Fabbrica tante auto simili e piccole: la sua forza è questa, l'economia di scala. Copre anche il lusso con la Lexus. Renault-Nissan, giro d'affari 2008 di 102,74 miliardi di euro (35,757 miliardi Renault e 66,98 stimati per Nissan), ha le vetture antagoniste: Twingo contro Panda, Clio contro Punto. È qui il testa a testa sull'Europa, con il «rivale anomalo»: anche per la storica partecipazione del governo, socio principale al 15%. Il 10 aprile il gruppo ha pensionato il direttore dello stile, Patrick Le Quément. Ma grazie alla joint venture con Nissan copre l'America e l'Asia, produce in Russia e Romania ed è secondo dopo Volkswagen nell'Est Europa. Là dove Fiat-Chrysler è meno forte. «Fiat-Chrysler? Non commento, ma per sviluppare le sinergie con Nissan noi ci abbiamo messo un decennio», ha detto il mese scorso Patrick Telata, direttore generale. Volkswagen è forte in Europa e in America Latina. Ha massa critica, con 114 miliardi di giro d'affari, e autonomia industriale, grazie ai molti marchi (da Seat a Bentley). Inoltre, anche qui, c'è larga copertura geografica, Russia e Cina in testa. Ma è con la casa di Wolfsburg che si può aprire la partita più interessante: il Brasile. Sfida in America Latina In Brasile, mercato da 100 milioni di persone, Fiat e Volkswagen sono testa a testa per il primato, con circa 600 mila auto. La terza è General Motors che, con marchio Chevrolet e attraverso la Gm do Brasil

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Via alla corsa su Pechino (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Economia" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere Economia sezione: Economia data: 04/05/2009 - pag: 4 La partita dell'auto/3 Via alla corsa su Pechino Il mercato cinese vale 10 milioni di vetture. I tedeschi sono in testa. Italiani ancora fuori DAL NOSTRO CORRISPONDENTE DA PECHINO MARCO DEL CORONA L e immagini della Detroit spolpata dalla crisi, le strade desolate e le fabbriche di automobili in apnea, i quartieri operai senza vita e le erbacce sui marciapiedi, sono arrivate anche in Cina. Sono state osservate con un po' di «Schadenfreude », all'inizio, con il piacere di vedere la superpotenza affannata. Ma poi quei fotogrammi restituiti da giornali e tv si sono rivelati, anche nelle stanze che contano, le immagini di un vuoto. Un vuoto che le industrie automobilistiche cinesi sono ansiose di provare a riempire. Se sul mercato globale arretra l'armata dei colossi americani e giapponesi, e coreani, e tedeschi allora c'è terreno da conquistare, e anche i parvenu , i produttori della Repubblica Popolare, hanno davanti a loro una stagione promettente. Il salone di Shanghai di due settimane fa ha sancito il cambio di vento. I dati diffusi durante l'evento hanno confermato che il mercato dell'auto in Cina è in pratica il solo in crescita e ha superato quello americano. Una rivoluzione. Nel primo trimestre del 2009 le vendite di auto sono aumentate del 3,8% sullo stesso periodo dell'anno scorso. Le previsioni sull'annata in corso sono che il mercato potrà assorbire 10 milioni 200 mila veicoli, contro i 9.380.00 del 2008 e i quasi 8.800.000 del 2007. Se le proiezioni saranno rispettate, l'incremento toccherà il 9%. E le analisi del mercato indicano che, addirittura, il settore del lusso potrebbe crescere del doppio rispetto al mercato nel suo complesso. Sempre per restare tra gli scenari, di questo passo il giro di auto vendute in Cina dovrebbe sopravanzare di un milione la realtà americana. Parte della tenuta delle vendite in Cina è merito della mano pubblica, attraverso le misure di stimolo del governo varate in autunno per contrastare la crisi e rilanciare il mercato interno. Non solo per il ricco menu di infrastrutture e grandi opere, che includono l'ampliamento della rete stradale e autostradale. Il consiglio di Stato ha messo a disposizione l'equivalente di oltre 730 milioni di dollari per incentivare nelle campagne l'acquisto di utilitarie e mezzi agricoli, ha lanciato sgravi fiscali per chi compra macchine di bassa cilindrata e ha stanziato altri 220 milioni di dollari per sostenere tecnologie eco-compatibili. Ciò che resta da vedere è se e come i produttori cinesi potranno approfittare davvero su scala globale dell'arretramento dei grandi marchi. Per il momento, entro i confini della Repubblica Popolare le quote di mercato più significative sono in mano a blasonati produttori stranieri, in joint-venture con aziende di Stato: nel primo bimestre la fetta di vendite più importante (13,1%, per 130.710 veicoli) è della Volkswagen, seguono Hyundai (7,6%), Toyota (7,1%), Honda (7%) e, quinta, Nissan (5,9%). Capofila delle case cinesi è la Chery, sesta col 5,6%, ma quinta tra i produttori. «Le ditte cinesi ha sostenuto Michael Robinet, analista per la società di consulenze americana Csm Worldwide sapevano da tempo che, al di là delle fruttuose collaborazioni con aziende globali per capire come progettare e costruire una macchina, la chiave per il successo all'estero sarebbe stata una tecnologia aggiornatissima, attraverso fornitori di componentistica occidentali». Secondo Rubinet, «due o tre case cinesi avranno successo su scala globale entro la metà del prossimo decennio ». Tra i 20 produttori cinesi più forti, il governo ha già selezionato i 10 prescelti per dare l'assalto ai mercati stranieri. Territorio sconosciuto. Che, ancora, si combina con gli appetiti dei capitali di Pechino per le aziende europee e americane, ma non solo loro. In marzo, per rendere l'idea, durante i lavori della sessione annuale dell'Assemblea nazionale del popolo (il parlamento) aveva tenuto banco l'interesse di Changan, Chery e Dongfeng per la Volvo, e Li Shufu, presidente di un'altra azienda automobilistica, Geely, e membro dell'Assemblea consultiva, aveva ammesso la «viva attenzione » per la storica casa svedese e la «strategia delle collaborazioni » scelta come stella polare. È una partita aperta e piena di incognite, in trasferta. Le case cinesi in patria possono godere di un regime in cui le forme del lavoro, nonostante le recenti leggi, comprimono i diritti dei dipendenti, almeno più che in molti Paesi dell'Occidente (e dell'Oriente, se si pensa alla resistenza dei sudcoreani di fronte all'ipotesi di ristrutturazione avanzata dalla cinese Saic dopo l'acquisizione di quasi metà di Sangyong). E c'è anche la questione degli adempimenti tecnico-normativi per rientrare nei requisiti che l'Unione Europea esige, il cui esito non è scontato. Quel che è certo, per ora, è che le auto in Cina si vendono, e bene, e che Detroit, con le foto del suo declino, resta molto lontana. Al volante Li Shufu presidente di Geely China/Contrasto Imagine

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Le Regioni alla prova prevenzione (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-04 - pag: 9 autore: Prescrizioni locali. Classificazione del territorio e autorizzazioni Le Regioni alla prova prevenzione Silvio Rezzonico Giovanni Tucci Come affrontano il rischio sismico le Regioni? Le norme locali sono centinaia, molte messe a punto proprio in seguito a terremoti catastrofici, come quelli avvenuti in Friuli, Campania, Umbria, Marche e Molise. Nello spirito della prevenzione, abbiamo scelto, però, di esaminare le norme di alcune Regioni tra le meno colpite dai terremoti – Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna (nell'articolo a fianco) – per offrire uno spaccato di come è stata affrontata, fuori dalla stretta emergenza, questa difficile realtà. Mappatura in Lombardia In Lombardia, l'individuazione delle zone sismiche e le norme tecniche fanno capo alla Regione, mentre le Province sono competenti per la progettazione, l'esecuzione e la gestione di opere di difesa del suolo nonché per il controllo delle costruzioni in zone sismiche. Non ci sono Comuni in zona 1, quella a più alta pericolosità, ma ce sono 41 in zona 2 (media sismicità), e 238 in zona 3 (bassa sismicità) mentre l'84% dei municipi lombardi è in zona 4 (la più sicura). La provincia più esposta è Brescia, con 32 comuni in zona 2 e 116 in zona 3. La legge 12/2005 vincola i Comuni sismici all'aggiornamento della classificazione del territorio in funzione delle amplificazioni sismiche valutate. La delibera n. 8/1566/2005 è norma regionale di riferimento per quanto riguarda la microzonazione a livello comunale. In attesa dell'entrata in vigore delle nuove norme tecniche per le costruzioni nazionali, solo nei 41 Comuni a medio pericolo è imposta la progettazione antisismica, fatta eccezione per gli edifici strategici (ospedali, sedi degli enti locali, scuole, centri anziani) e le opere rilevanti (per esempio viadotti e aeroporti). L'analisi della sismicità è condotta su tre livelli di diverso approfondimento, il primo obbligatorio in tutti i Comuni lombardi, il secondo solo in quelli in zona 2 e 3, il terzo solo nella progettazione di costruzioni con affollamenti significativi, industrie pericolose, reti viarie e ferroviarie critiche e costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti. Classi ad hoc in Toscana La disciplina antisismica toscana è contenuta nelle norme generali per il territorio (legge n. 15/2005, articoli 95-118) e, a differenza di quanto accade in Emilia Romagna, si applica solo alle zone considerate pericolose, individuate da apposite delibere di Giunta. Dopo il varo di questa legge, era intervenuta la Corte Costituzionale, che con sentenza n. 182/2006 aveva bocciato l'articolo 105 nella parte in cui prevedeva che per l'inizio dei lavori in zone sismiche non fosse necessaria l'autorizzazione della struttura regionale competente. Poiché gran parte del territorio regionale della Toscana è classificato a media sismicità (zona 2), dal giorno di deposito della sentenza gli uffici erano stati sommersi da una mole ingestibile di richieste di autorizzazione. Per sciogliere il nodo senza violare le disposizioni di legge la Regione ha adottato (delibera n. 431 del 12 giugno 2006) una nuova classificazione sismica del territorio, spostando 106 Comuni dalla zona 2 alla nuova zona 3S, a bassa sismicità ma per la quale le norme antisismiche per la progettazione sono uguali a quelle previste per la zona 2. In questo modo, i progetti delle zone 3S devono essere depositati (per i controlli a campione stabiliti dal regolamento) ma non è richiesta l'autorizzazione per avviare i lavori. In seguito è uscito il regolamento (decreto presidente giunta n. 48 del 17 ottobre 2006) che si occupa della vigilanza sulla realizzazione dei lavori in zone a basso rischio. In queste zone è estratto a sorte un certo numero di interventi, che vengono sottoposti a verifica. Il campione è scelto con il criterio "più verifiche per le zone più a rischio": il 10% dei progetti in zone denominate 3S, in 4% in zone 3 e l'1% in zone 4. Infine, la Dgr 841/2007 ha inserito 14 Comuni in quelli a maggior rischio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sanzioni amministrative in materia di Codice della Strada (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Sanzioni amministrative in materia di Codice della Strada Articolo di Renato Amoroso 04.05.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Amministrativo | Sanzioni amministrative Sanzioni amministrative in materia di Codice della Strada Competenza funzionale inderogabile per territorio Sentenza dichiarativa di incompetenza territoriale – Pronunce correlate di Renato Amoroso L’art. 22 1° comma della Legge 689/81 attribuisce la competenza per territorio al Giudice del luogo ove è stata commessa la violazione. Con sentenza 20.04.2005, n. 8294(1) la Cassazione ha precisato che si tratta di competenza funzionale e inderogabile, rilevabile anche d’ufficio ma solo entro la prima udienza di trattazione. Pertanto il Giudice di Pace, investito di ricorso avverso violazione al Codice della Strada commessa in territorio appartenente alla competenza di altro Giudice, deve rilevare tale incompetenza alla prima udienza e pronunciare sentenza con la quale dichiara la propria incompetenza funzionale ex art. 22 comma 1° della Legge 689/81. Ci si è posti il quesito se il Giudice di Pace che dichiara la propria incompetenza per territorio sia tenuto ad indicare il Giudice competente e se debba rimettere le parti dinanzi a quest’ultimo. Premesso che per i giudizi dinanzi al Giudice di Pace non è esperibile il regolamento di competenza, né obbligatorio né facoltativo (art. 46 c.p.c. – Cass. 8294/2005(2)), la Cassazione con sentenza 18 aprile 2008 n. 10236 (conforme Cass. 2703/1966) ha affermato che “rientra nel potere-dovere del Giudice adito l’identificazione del Giudice competente, anche se diverso da quello indicato dalla parte. Tale potere-dovere compete anche alla Corte di Cassazione in sede di regolamento, rientrando fra i compiti di detta Corte quello di riparare alla mancata indicazione del Giudice competente a parte del Giudice a quo che ha dichiarato la propria incompetenza territoriale”. Nella motivazione la detta sentenza afferma esplicitamente che l’art. 44 cpc impone al Giudice che dichiara la propria incompetenza per territorio di indicare il Giudice competente (e ciò coerentemente con i motivi che affermano la propria incompetenza). Resta da considerare, tenuto conto della non esperibilità del regolamento di competenza, l’ipotesi che il Giudice ad quem si ritenga a sua volta non competente per territorio. In merito Cassazione 04 agosto 2006, n. 17695(3) ha affermato che, ove la parte non proponga appello avverso la sentenza che ha dichiarato l’incompetenza territoriale inderogabile, resta accertata incontestabilmente la competenza stabilita. Sembra di poter affermare, tuttavia, che ciò abbia valore obbligatorio nei soli confronti delle parti acquiescenti. Avverso la sentenza del Giudice ad quem che si dichiari a sua volta non competente per territorio non resta che l’impugnazione o il ricorso per Cassazione. Il Giudice di Pace che ritenga di non essere competente per territorio deve, quindi, indicare il Giudice competente; non è specificato se egli debba espressamente rimettere le parti dinanzi al Giudice competente, fissando il termine per la riassunzione. Ove tale provvedimento fosse pronunciato, non si ravvisa alcuna nullità e le parti sono tenute all’osservanza del termine, o alla proposizione dell’impugnazione. Ove il Giudice non dica nulla in ordina la termine di riassunzione, vale la norma di cui all’art. 50 c.p.c., dettata peraltro in relazione al regolamento di competenza, che impone alle parti l’obbligo di riassumere il giudizio entro sei mesi. Alla conclusione predetta si perviene a seguito delle pronunce a sezioni unite della Cassazione in data 22 febbraio 2007, n. 4109 e 20 maggio 2008, n. 14831. “Considerato che il giusto processo non è diretto allo scopo di sfociare in una decisione di mero rito, ma di rendere una pronuncia di merito stabilendo chi ha torto e chi ha ragione, in base a una lettura costituzionalmente orientata della disciplina della materia, che tenga conto delle argomentazioni emergenti dalle intervenute modifiche legislative e delle prospettazioni svolte di recente dalla dottrina, deve ritenersi che nell’ordinamento processuale è stato dato ingresso al principio della “translatio iudicii” dal giudice ordinario a quello speciale, e viceversa, in caso di pronuncia sulla giurisdizione (sia ad opera della Cassazione, sia ad opera di qualsiasi altro giudice)” (Cass. SSUU 4109/2007( 4)). In applicazione al detto principio Cass. SS.UU. 14831/2008(5) ha affermato il dovere per il Giudice adito che si ritenga in parte o in tutto incompetente per materia o per territorio inderogabilmente, di separare (se del caso) i processi, trattenendo presso di sé la parte di propria competenza e rimettendo le parti al Giudice competente per la parte residua. Infine si rinviene un ulteriore argomento a sostegno del dovere del Giudice dichiaratosi incompetente per territorio di rimettere le parti dinanzi al Giudice competente, nel fatto che il ricorso avverso le sanzioni amministrative è soggetto a termine perentorio di proposizione della domanda e che la sentenza che pronuncia sulla incompetenza per territorio deve provvedere a conservare gli effetti sostanziali e processuali della domanda proposta, ancorchè detta domanda sia stata proposta a Giudice privo di competenza (si veda in proposito Corte Cost. 12 marzo 2007, n. 77(6). In conclusione, il Giudice di Pace, adito con ricorso avverso sanzione amministrativa del Codice della Strada, ove ritenga la propria incompetenza inderogabile per territorio, deve dichiararla d’ufficio, indicando il Giudice competente e rimettendo le parti dinanzi a quest’ultimo (con o senza fissazione del termine utile per la riassunzione). Ove la rilevata incompetenza fosse parziale, il Giudice dovrà separare i processi, trattenendo dinanzi a sé la domanda ritenuta di competenza e rimettendo le parti dinanzi al Giudice competente per la parte di competenza territoriale inderogabile di quest’ultimo. Possibili modifiche della competenza per territorio per ragioni di connessione Una volta accertata la natura della competenza del Giudice di Pace in tema di sanzioni amministrative connesse al Codice della Strada, si è posto il quesito se tale competenza, funzionale e inderogabile, possa subire modifiche in forza di ragioni di connessione, disciplinate dall’art. 40 c.p.c., nonché dagli artt. da 33 e 36 c.p.c.. L’ordinamento conosce altre figure di competenza funzionale e inderogabile, quale, ad esempio, la competenza a giudicare dell’opposizione a decreto ingiuntivo. La giurisprudenza costante e consolidata della Cassazione ha più volte affermato che, ove il Giudice dell’opposizione venga investito di una domanda connessa ma che risulti estranea alla sua competenza, egli è tenuto a separare i giudizi, trattenendo dinanzi a sé la causa in opposizione a decreto (in forza della inderogabilità della competenza funzionale) e rimettendo le parti dinanzi al diverso Giudice competente per la causa connessa(7). Ad analoghe conclusioni occorre pervenire allorchè la incompetenza sia di carattere territoriale, nell’ipotesi di inderogabilità della stessa, determinata dalla legge(8). Infatti in tali casi la competenza funzionale e inderogabile per territorio appare del tutto analoga alla competenza per materia, altrettanto funzionale e inderogabile; in simili condizioni le disposizioni attinenti le modifiche della competenza per ragioni di connessione non possono trovare applicazione (9). Pertanto ove il Giudice di Pace, venga investito di una controversia che, pur presentando identità soggettiva ed oggettiva, faccia riferimento a fatti accaduti in luoghi diversi, che comportino la competenza (per materia o per territorio) funzionale e inderogabile di Giudici di Pace diversi, non potrà dare corso ad un simultaneus processus ma dovrà dichiararsi incompetente territorialmente per la causa avente ad oggetto il fatto accaduto fuori dalla sua giurisdizione, rimettendo le parti al Giudice competente; dovrà altresì trattenere la causa relativa al fatto accaduto nell’ambito territoriale di sua competenza, e ciò sia per ragioni di materia che per ragioni di territorio (10). ______________ 1 “La competenza sull'opposizione all'ordinanza - ingiunzione ex art. 22, l. 24 novembre 1981 n. 689, è devoluta funzionalmente e, quindi, inderogabilmente, al giudice del luogo in cui è stata commessa l'infrazione; pertanto, nei giudizi instaurati nel vigore del testo vigente (a seguito della modifica apportata dall'art. 4 della legge n. 353 del 1990) dell'art. 38 c.p.c. (e, quindi, dopo il 30 aprile 1995) tale forma d'incompetenza territoriale del giudice adito è rilevabile, anche d'ufficio, ma solo entro la prima udienza di trattazione” Cassazione civile , sez. I, 20 aprile 2005, n. 8294 - Della Mora c. Min. int. e altro - Giust. civ. Mass. 2005, 4. 2 “Le sentenze del giudice di pace non sono soggette a regolamento di competenza, nè necessario, nè facoltativo, come espressamente dispone l'art. 46 c.p.c. e, se il valore della causa non supera Euro 1.100, il mezzo di impugnazione ammissibile è il ricorso per cassazione, a norma degli art. 113, comma 2, e 339, comma 3, dello stesso codice sia che il giudice abbia pronunciato sul merito della controversia, sia che si sia limitato ad una pronuncia sulla competenza o su altra questione preliminare di rito o di merito, sia che abbia pronunciato sulla competenza e sul merito” Cassazione civile, sez. I, 20 aprile 2005, n. 8294 - Della Mora c. Min. int. e altro - Giust. civ. Mass. 2005, 4. 3 “Nei giudizi dinanzi al giudice di pace, ai sensi dell'art. 44 c.p.c., qualora il giudice preventivamente adito declini la propria competenza, affermando la competenza per materia o territoriale inderogabile di altro giudice, e la parte non impugni con l'appello la relativa decisione, provvedendo a riassumere tempestivamente il giudizio dinanzi al giudice indicato come competente, si ha acquiescenza alla declaratoria di incompetenza e la competenza del giudice indicato rimane incontestabilmente stabilita”. Cassazione civile , sez. I, 04 agosto 2006, n. 17695- Brotini c. Pref. La Spezia - Giust. civ. Mass. 2006, 7-8. 4 Cassazione civile, sez. un., 22 febbraio 2007, n. 4109 - Soc. Golf Vacanze c. Com. Opera - Guida al diritto 2007, 13 94. 5 4.3. Deve, pertanto, essere affermato il seguente principio di diritto: "Il giudice tributario innanzi al quale sia stato impugnato un provvedimento di fermo di beni mobili registrati ai sensi del D.P.R. n. 602 del 1973, art. 86, deve accertare quale sia la natura - tributaria o non tributaria - dei crediti posti a fondamento del provvedimento in questione, trattenendo, nel primo caso, la causa presso di se, interamente o parzialmente (se il provvedimento faccia riferimento a crediti in parte di natura tributaria e in parte di natura non tributaria), per la decisione del merito e rimettendo, nel secondo caso, interamente o parzialmente, la causa innanzi al giudice ordinario, in applicazione del principio della translatio iudicii. Allo stesso modo deve comportarsi il giudice ordinario eventualmente adito. Il debitore, in caso di provvedimento di fermo che trovi riferimento in una pluralità di crediti di natura diversa, può comunque proporre originariamente separati ricorsi innanzi ai giudici diversamente competenti". 6 ”È costituzionalmente illegittimo l'art. 30, l. 6 dicembre 1971 n. 1034, nella parte in cui non prevede che gli effetti, sostanziali e processuali, prodotti dalla domanda proposta a giudice privo di giurisdizione si conservino, a seguito di declinatoria di giurisdizione, nel processo proseguito davanti al giudice munito di giurisdizione. Premesso che non può addebitarsi al rimettente di non aver valutato la praticabilità di una soluzione costituzionalmente orientata - in quanto non è condivisibile l'assunto, fatto proprio dalla Corte di cassazione a Sezioni Unite, secondo il quale non esisterebbe nel nostro ordinamento un divieto espresso di "translatio iudicii" nei rapporti fra g.o. e giudice speciale, dal momento che l'espressa previsione della translatio con esclusivo riferimento alla competenza non può significare altro se non divieto di applicare il medesimo istituto alla giurisdizione -, il principio della incomunicabilità dei giudici appartenenti ad ordini diversi, se comprensibile in altri momenti storici, è certamente incompatibile, oggi, con fondamentali valori costituzionali, non potendo la previsione di una pluralità di giudici risolversi in una minore effettività, o addirittura in una vanificazione, della tutela giurisdizionale; evenienza, questa, che si verifica quando la disciplina dei rapporti tra diverse giurisdizioni, per di più innervantesi su un riparto di competenze complesso ed articolato, è tale per cui l'erronea individuazione del giudice munito di giurisdizione, o l'errore del giudice in tema di giurisdizione, può risolversi in un pregiudizio irreparabile della possibilità stessa di un esame nel merito della domanda, con conseguente pregiudizio per il diritto alla tutela giurisdizionale e ad una ragionevole durata del giudizio. La disciplina legislativa che necessariamente dovrà essere emanata per colmare una lacuna dell'ordinamento processuale sarà vincolata solo nel senso che dovrà dare attuazione al principio della conservazione degli effetti, sostanziali e processuali, prodotti dalla domanda proposta a giudice privo di giurisdizione nel giudizio ritualmente riattivato davanti al giudice che ne è munito, ed il legislatore è libero di disciplinare, nel modo ritenuto più opportuno, il meccanismo della riassunzione”. Corte costituzionale, 12 marzo 2007, n. 77 - Soc. Totò pizzeria c. Com. Genova e altro - Giur. cost. 2007, 2. 7 “La competenza per l'opposizione a decreto ingiuntivo, attribuita dall'art. 645 c.p.c. all'ufficio giudiziario cui appartiene il giudice che ha emesso il decreto, ha carattere funzionale ed inderogabile, stante l'assimilabilità del giudizio di opposizione a quello di impugnazione, sicché essa non può subire modificazioni neppure per una situazione di connessione, senza che rilevi in contrario la eliminazione della regola della rilevabilità d'ufficio delle competenze cosiddette forti in ogni stato e grado. Ne consegue che, nel caso in cui, nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo emesso dal giudice di pace, sia proposta dall'opponente domanda riconvenzionale eccedente i limiti di valore della competenza del predetto giudice, questi è tenuto a separare le due cause, trattenendo quella relativa alla opposizione e rimettendo l'altra al giudice superiore, e che, in difetto, il giudice superiore cui sia stata rimessa l'intera causa può richiedere, nei limiti temporali fissati dall'art. 38 c.p.c., il regolamento di competenza ex, art. 45 c.p.c.” Cassazione civile , sez. III, 20 settembre 2006, n. 20324 in Giust. civ. Mass. 2006, 9 - Cassazione civile , sez. II, 17 marzo 2006, n. 6054 in Giust. civ. Mass. 2006, 3 - Giudice di pace Bari, 19 gennaio 2007, n. 597 in Giurisprudenzabarese.it 2007. 8 “L'inderogabilità della competenza territoriale si ha soltanto nei casi in cui sia espressamente disposta dalla legge (art. 28 c.p.c.). Fra questi casi non è compreso il foro stabilito dalle parti - che, appunto perché pattizio e non legale, dà luogo ad un'ipotesi di competenza derogata e non già inderogabile - e, pertanto, tale foro, ancorché sia esclusivo (art. 29 c.p.c.), non impedisce, al pari di ogni altro criterio determinativo della competenza, che questa sia suscettibile di modificazioni per ragioni di connessione, in base alle regole della prevenzione e dell'assorbimento ovvero del cumulo soggettivo (art. 31, 33, 39 e 40 c.p.c.)”. Cassazione civile , sez. II, 15 luglio 1985, n. 4143 in Giust. civ. Mass. 1985, fasc. 7. 9 “Le disposizioni di cui al comma 3, 4, 5 dell'art. 40 c.p.c. dettano i criteri di individuazione del rito applicabile nell'ipotesi di cause connesse assoggettate a riti differenti, e derogano ad uno dei riti applicabili; esse non possono, invece, derogare alla disciplina della competenza, quale è ad esempio la competenza inderogabile per materia del pretore ex art. 45 l. n. 392 del 1978”. Cassazione civile , sez. III, 02 febbraio 1996, n. 898 in Giur. it. 1997, I, 1, 75. 10 “Ove il giudice di pace, adito con domanda rientrante nella sua competenza "ratione materiae" (nella specie, per il rispetto delle distanze legali nella piantagione di alberi), sia investito, in via riconvenzionale, di una domanda eccedente la sua competenza per valore o per materia (nella specie, di accertamento dei confini tra i due fondi e condanna al risarcimento dei danni cagionati dai lavori di scavo e sbancamento eseguiti dall'attore), egli è tenuto, non operando la translatio iudicii a norma del citato art. 36 c.p.c., a trattenere la causa principale, separando la causa riconvenzionale per la quale non è competente, senza che possa assumere alcuna rilevanza in contrario la disposizione del comma 6 del novellato art. 40 del codice di rito, secondo la quale, se una causa di competenza del giudice di pace sia connessa per i motivi di cui agli art. 31, 32, 34, 35 e 36 c.p.c. con altra causa di competenza del tribunale, le relative domande possono essere proposte davanti al tribunale per essere decise nello stesso processo, nè quella del comma 7 dello stesso articolo, che prevede che, se le cause connesse ai sensi del comma 6 sono proposte davanti al giudice di pace e al tribunale, il primo deve pronunciare anche di ufficio la connessione a favore del tribunale. Infatti, tali disposizioni non prevedono l'ipotesi in cui le predette domande siano proposte sin dall'inizio davanti al giudice di pace, rimanendo ferma, in tale ipotesi, in caso di riconvenzionale di competenza del giudice togato, la competenza funzionale e inderogabile del giudice di pace per la causa principale” Cassazione civile , sez. II, 08 maggio 2002, n. 6595 in Giust. civ. Mass. 2002, 788. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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GIORNALISTI:GIORNATA MEMORIA VITTIME MAFIE E TERRORISMO/ANSA (sezione: Giustizia)

( da "Prima Comunicazione" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

- Prima Comunicazione - http://www.primaonline.it - GIORNALISTI:GIORNATA MEMORIA VITTIME MAFIE E TERRORISMO/ANSA Prima Comunicazione, 04/05/2009 GIORNALISTI:GIORNATA MEMORIA VITTIME MAFIE E TERRORISMO/ANSA A NAPOLI INIZIATIVA UNCI.AMIRANTE,LIBERTA'MEDIA GARANTISCE TUTTI NAPOLI (di Mariano del Preite) (ANSA) - NAPOLI, 3 MAG - Giancarlo Siani, condannato a morte dalla camorra per le sue inchieste scomode; Enzo Baldoni, ammazzato in Iraq senza che le sue spoglie siano mai state recuperate; Mario Francese, vittima della mafia corleonese; Italo Toni e Graziella De Palo, scomparsi nel buco nero della guerra in Libano del 1980. Sono solo alcuni dei nomi della lunga lista di operatori dell'informazione uccisi dal terrorismo e dalle mafie ricordati oggi a Napoli, nella seconda giornata nazionale della memoria promossa dall'Unione nazionale cronisti: appuntamento che, annuncia il presidente Guido Columba, continuerà ad essere itinerante, toccando nei prossimi anni tutte le regioni che hanno visto giornalisti pagare un tributo di sangue. Giornata della memoria, dunque, ma anche occasione per ribadire - come ha fatto il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, presente ai lavori - il valore della libertà di informazione: "Una stampa libera e indipendente è garanzia di tutti". Concetto ripreso dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, nei messaggi inviati all'Unci. Una lotta, quella per difendere il diritto-dovere di informare, che si combatte ogni giorno: "Quali che siano i governi - ha detto il segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino - il tentativo di condizionare e limitare la stampa si ripete con sistematicità". "Troppi colleghi - ha ricordato Columba - subiscono intimidazioni e violenze. Troppi sono stati uccisi, in Italia e nel mondo: nessuno aveva la vocazione dell'eroe, ma non si sono accontentati di versioni di comodo e hanno cercato di raccontare la verità". Nella Giornata napoletana, ospitata dal centro di produzione Rai, alcuni di loro sono stati ricordati attraverso filmati o con le testimonianze di familiari. Riconoscimenti sono andati a due giovani giornalisti napoletani: Claudio Pappaianni, la cui abitazione è stata perquisita in seguito alla pubblicazione di notizie su una inchiesta relativa a presunte collusioni politica-camorra, e Alessandro Migliaccio, vittima nel dicembre scorso di uno schiaffo dal comandante dei vigili urbani di Napoli. "Le intimidazioni ed i tentativi di limitare la libertà professionale - ha avvertito Columba - non vengono solo dalla criminalità, ma da potenti di ogni genere, dai magistrati che pretendono di regolare i rubinetti della cronaca, da legislatori che cercano di ostacolare la libertà di informazione invece di garantirla". Giornata della memoria, dunque, ma con lo sguardo più che mai rivolto all'attualità. Il presidente dell'Unci ha citato la battaglia degli organismi professionali contro il ddl Alfano sulle intercettazioni, "tentativo di azzerare la cronaca nera e giudiziaria". E si è parlato anche della richiesta di sequestro di Fortapasc, il film di Marco Risi su Giancarlo Siani, avanzata da un ex giornalista de Il Mattino che si è ritenuto diffamato dalla rappresentazione di un personaggio a lui riconducibile: Iacopino, assieme ai vertici locali di Ordine e Assostampa, ha auspicato che la richiesta sia ritirata. Di analogo avviso il segretario nazionale dell'Usigrai, Carlo Verna: "Il sequestro impedirebbe la memoria di una grande figura come quella di Giancarlo. Quel film andrebbe piuttosto trasmesso dal servizio pubblico per raggiungere la più ampia platea possibile, come Usigrai cercheremo di raggiungere questo obiettivo". (ANSA).

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Matrimonio gay, persone dello stesso sesso, incostituzionalità, non manifesta infondatezza (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Matrimonio gay, persone dello stesso sesso, incostituzionalità, non manifesta infondatezza Tribunale Venezia, sez. III civile, ordinanza 03.04.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Matrimonio gay – persone dello stesso sesso – incostituzionalità – non manifesta infondatezza – sussistenza [artt. 93, 96, 98, 107, 108, 143, 143 bis e 156 bis codice civile; artt 2, 3, 29 e 117 Costituzione] Non è manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale inerente le norme che non consentono alle persone di orientamento omosessuale di contrarre matrimonio con persone dello stesso sesso. (Fonte: Altalex Massimario 17/2009. Si ringrazia per la segnalazione Giuseppe Buffone) Tribunale di Venezia Sezione III civile Ordinanza 3 aprile 2009 (Pres. Gionfrida, rel Guerra) Tribunale ordinario di Venezia, sezione III civile, in composizione collegiale con i giudici dott. Maurizio GIONFRIDA Presidente dott. Roberta MARCHIORI Giudice dott. Antonella GUERRA Giudice rel. ha pronunciato la seguente ordinanza nel procedimento civile iscritto al n° 2197/2008 R.G.V.G. promosso con ricorso depositato il giorno 17-10-2008 da ********** e °°°°°°°°°°°°, rappresentati e difesi dall'avv. Francesco Bilotta dei loro di Trieste e dall'avv. Margherita Salzer del foro di Venezia, con domicilio eletto presso lo studio della seconda in Venezia- Mestre -ricorrenti- contro Sindaco di Venezia, nella sua qualità di ufficiale di governo, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Distrettuale dello Stato di Venezia, domiciliataria ex Lege -resistente- con l'intervento del Pubblico Ministero Oggetto: ricorso avverso il rifiuto di pubblicazioni di matrimonio arti 98 c.c. e art. 7 del D.P.R. 396/2000 Motivazione I ricorrenti hanno proposto ricorso avverso il provvedimento datato 3-7-2008 con il quale l'ufficiale dello stato civile del Comune di Venezia ha rifiutato di procedere alla pubblicazione di matrimonio dagli stessi richiesta, ritenendo l'assoluta illegittimità della pubblicazione "in forza del complesso normativa fondante l'ordinamento giuridico italiano e la contrarietà all'ordine pubblico costituito da prìncipi fondamentali di rango sia costituzionali che ordinario", così motivando il diniego: "Considerato che la richiesta pubblicazione di matrimonio, intesa ad ottenere la celebrazione del matrimonio civile in questo Comune, è stata resa da due nubendi dello stesso sesso; Considerato che il fine della pubblicazione è quello di dare pubblicità al matrimonio per consentire eventuali opposizioni e, soprattutto, di verificare preventivamente la sussistenza delle condizioni richieste e la mancanza di impedimenti previsti dal codice civile, al fine di avere garanzia che il matrimonio, una volta celebrato, sarà pienamente valido ed efficace; Considerato che l'istituto del matrimonio, nell'ordinamento giuridico italiano è inequivocabilmente incentrato sulla diversità di sesso dei coniugi, desuntole dall'insieme delle disposizioni che disciplinano l'istituto del matrimonio, tanto che tale diversità di sesso costituisce presupposto indispensabile, requisito fondamentale per la fattispecie del matrimonio, a tal punto che l'ipotesi contraria, relativa a persone dello stesso sesso, è giuridicamente inesistente e certamente estranea alla definizione del matrimonio, almeno secondo l'insieme delle normative tuttora vigenti; Richiamato il decreto 10 giugno 2005 del Tribunale di Latina, relativo ad una richiesta di trascrizione di matrimonio, contratto all'estero, tra persone dello stesso sesso, nel quale viene specificato che: "...Alla luce di quanto precede deve allora concludersi che elemento essenziale per poter qualificare nel nostro ordinamento la fattispecie matrimonio è la diversità di sesso dei nubendi ed in tal senso sì è pronunciata la Corte di Cassazione che nel distinguere in subiecta materia la categoria dell'inesistenza da quella della nullità, ha precisato che ricorre l'ipotesi dell'inesistenza quando manchi quella realtà fenomenica che costituisce la base naturalistica detta fattispecie, individuandone i requisiti minimi essenziali nella manifestazione di volontà matrimoniale resa da due persone di sesso diverso davanti ad un ufficiale celebrante (Cass. n. 7877/2000; 1304/1990; 1808/1976). D'altronde non è senza ragione che, nel nostro codice ovile, tra gli impedimenti al matrimonio (quali età, capacità, libertà di stato, parentela, delitto - artt. 84, 86, 87, 88 c.c.-) non è prevista la diversità di sesso dei coniugi e ciò ovviamente non perché tale condizione sia irrilevante, bensì perché essa, a differenza dei semplici impedimenti, incide sulla stessa identificazione della fattispecie civile che, nel nostro ordinamento, possa qualificarsi matrimonio". Visto il parere del Ministero dell'interno espresso con nota del 28.07.2004, prot. 04005452 - 15100/15952, nel quale viene specificato che: "...in merito alla possibilità di trascrivere un atto di matrimonio contratto all'estero tra persone dello stesso sesso, si precisa che in Italia tale atto non è trascrivibile in quanto nel nostro, ordinamento non è previsto il matrimonio tra soggetti dello stesso sesso in quanto contrario all'ordine pubblico, ai sensi dell'art. 18 del DPR 396/2000". Visto la circolare del Ministero dell'Interno n. 55 in data 18.10.2007 prot. N. 15100/397/0009861,, relativa ai matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso, nella quale viene affermato che "...in mancanza di modifiche legislative in materia, il nostro ordinamento non ammette il matrimonio omosessuale e la richiesta di trascrizione di un simile atto compiuto all'estero deve essere rifiutata perché in contrasto con l'ordine pubblico interno", escludente categoricamente qualsiasi possibilità di matrimonio tra persone dello stesso sesso; Ritenuto, pertanto, che la sopraindicata richiesta di pubblicazione riguarda ipotesi giuridicamente inesistente e non assimilabile all'istituto del matrimonio secondo la disciplina prevista dal nostro ordinamento. " (doc. 1 del fascicolo attoreo). A sostegno del ricorso sono state svolte ampie argomentazioni in diritto, con le quali si è rilevato che nel nostro ordinamento non esisterebbe una nozione di matrimonio, né un divieto espresso di matrimonio tra persone dello stesso sesso - non essendo previsto tra i requisiti per contrarlo la disparità sexus (ex art 84 c.c.) -, che inoltre gli atti del Ministero degli Interni citati nel provvedimento si riferirebbero all'ordine pubblico internazionale e non all'ordine pubblico interno (che invece andrebbe richiamato nel caso di specie), che comunque tali atti sarebbero contrari alla Costituzione e alla Carta di Nizza e quindi da disapplicare, che in ogni caso l'interpretazione letterale delle norme codicistiche posta a fondamento dell'atto di diniego da parte del Comune sarebbe contraria alla Costituzione italiana, ed in particolare agli artt 2, 3, 10 comma 2°, 13, 29. Sulla base di tali argomenti i ricorrenti hanno chiesto al Tribunale, in via principale, di ordinare all'ufficiale di stato civile del comune di Venezia di procedere alla pubblicazione del matrimonio rifiutata e, in via subordinata, di sollevare la questione di legittimità costituzionale - previa positiva valutazione della rilevanza e non manifesta infondatezza - degli artt. 107, 108, 143, 143 bis e 156 bis c.c. rispetto agli artt. 2, 3, 10 comma 2, 13, 29 Cost., rimettendo gli atti alla Corte Costituzionale. Con il ricorso in esame si chiede quindi che il Tribunale si pronunci in ordine al tema - assai dibattuto non solo fra i giuristi e non solo nel nostro Paese - relativo alla riconoscibilità del diritto delle persone omosessuali di contrarre matrimonio con persone del proprio sesso. Nel nostro sistema il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è né previsto, né vietato espressamente. È certo tuttavia che né il legislatore del 1942, né quello riformatore del 19751 si sono posti la questione del matrimonio omosessuale, all'epoca ancora non dibattuta, almeno nel nostro Paese. Pur non esistendo una norma definitoria espressa, l'istituto del matrimonio, così come prevista nell'attuale ordinamento italiano, si riferisce indiscutibilmente solo al matrimonio tra persone di sesso diverso. Se è vero che il codice civile non indica espressamente la differenza di sesso fra i requisiti per contrarre matrimonio, diverse sue norme, fra cui quelle menzionate nel ricorso e sospettate d'incostituzionalità, si riferiscono al marito e alla moglie come "attori" della celebrazione (1072 e 108), protagonisti del rapporto coniugale (ari 1433 e ss.) e autori della generazione (artt. 231 e ss.)4. Reputa il Tribunale che, proprio per il chiaro tenore delle norme sopra indicate, non sia possibile - allo stato della normativa vigente - operare un'estensione dell'istituto del matrimonio anche a persone dello stesso sesso. Si tratterebbe di una forzatura non consentita ai giudici (diversi da quello costituzionale), a fronte di una consolidata e ultramillenaria nozione di matrimonio come unione di un uomo e di una donna. D'altra parte, non si può ignorare il rapido trasformarsi della società e dei costumi avvenuto negli ultimi decenni, nel corso dei quali si è assistito ai superamento del monopolio detenuto dal modello di famiglia normale, tradizionale e al contestuale sorgere spontaneo di forme diverse, seppur minoritarie, di convivenza, che chiedono protezione, si ispirano al modello tradizionale e come quello mirano ad essere considerate e disciplinate. Nuovi bisogni, legati anche all'evoluzione della cultura e della civiltà, chiedono tutela, imponendo un'attenta meditazione sulla persistente compatibilità dell'interpretazione tradizionale con i principi costituzionali. Il primo riferimento costituzionale con il quale confrontarsi, suggerito anche dai ricorrenti, è sicuramente quello di cui all' art. 2 della Costituzione, nella parte in cui riconosce i diritti inviolabili dell'uomo (diritti già proclamati dalla Costituzione ovvero individuati dalla Corte Costituzionale) non solo nella sua sfera individuale ma anche, e forse soprattutto, nella sua sfera sociale, ossia, secondo la formula della norma, "nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità", fra le quali indiscutibilmente la famiglia deve essere considerata la prima e fondamentale espressione. La famiglia è infatti la formazione sociale primaria nella quale si esplica la personalità dell'individuo e nella quale vengono quindi tutelati i suoi diritti inviolabili, conferendogli uno status (quello di persona coniugata) che assurge a segno caratteristico all'interno della società e che conferisce un insieme di diritti e di doveri del tutto peculiari e non sostituibili tramite l'esercizio dell'autonomia negoziale. Il diritto di sposarsi configura un diritto fondamentale della persona riconosciuto sia a livello sovranazionale (artt 12 e 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948, artt 8 e 12 CEDU e ora all'artt. 7 e 9 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea proclamata a Nizza il 7-12-2000), sia dall'art. 2 della Costituzione. E' un diritto inteso sia nella sua accezione positiva di libertà di contrarre matrimonio con la persona prescelta (così anche Corte Cost. n° 445/20025), sia in quella negativa di libertà di non sposarsi e di convivere senza formalizzare l'unione (così Corte Cost. 13-5-1998 n° 166). La libertà di sposarsi (o di non sposarsi) e di scegliere il coniuge autonomamente riguarda la sfera dell'autonomia e dell'individualità ed è quindi una scelta sulla quale lo Stato non può interferire, a meno che non vi siano interessi prevalenti incompatibili; ora, nell'ipotesi in cui una persona intenda contrarre matrimonio con altra persona dello stesso sesso il Tribunale non individua alcun pericolo di lesione ad interessi pubblici o privati di rilevanza costituzionale, quali potrebbero essere la sicurezza o la salute pubblica6. L'unico importante diritto con il quale potrebbe eventualmente ipotizzarsi un contrasto è quello dei figli di crescere in un ambiente familiare idoneo, diritto che corrisponde anche ad un indiscutibile interesse sociale. E' chiaro tuttavia che tale interesse potrebbe incidere esclusivamente sul diritto delle coppie omosessuali coniugate di avere figli adottivi diritto che è distinto, e non necessariamente connesso, rispetto a quello di contrarre matrimonio, tanto che alcuni ordinamenti stranieri, come si specificherà più avanti pur introducendo il matrimonio tra omosessuali, hanno espressamente escluso il diritto di adozione; in ogni caso, nell'attuale ordinamento italiano ogni adozione di minorenni presuppone la valutatone di idoneità affettiva e di capacità genitoriale della coppia (si veda l'art. 6.2 della L. 184/1983), evidentemente funzionale alla valutazione dell'interesse del minore adottando, essendo così esclusa ogni automaticità tra il matrimonio, la richiesta di adozione e la decisione del Tribunale per i minorenni. Il secondo parametro di riferimento da prendere in esame, strettamente connesso al precedente, è quello di cui all' art. 3 della Costituzione, che vieta ogni discriminazione irragionevole, conferendo a tutti i cittadini "...pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali'', impegnando lo Stato a "... rimuovere gli ostacoli di orarne economico e sociale, che limitano di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il piene sviluppa della persona umana... " Essendo, per quanto sopra rilevato, il diritto di contrarre matrimonio un momento essenziale di espressione della dignità umana, si ritiene che esso debba essere garantito a tutti, senza discriminazioni derivanti dal sesso o dalle condizioni personali (quali l'orientamento sessuale), con conseguente obbligo dello Stato d'intervenire in caso di impedimenti all'esercizio. Ne consegue che se lo scopo del principio di cui all'art. 3 della Costituzione è vietare irragionevoli disparità di trattamento, la norma -implicita nel nostro sistema - che esclude gli omosessuali dal diritto di contrarre matrimonio con persone dello «tesso sesso, così seguendo il proprio orientamento sessuale (né patologico, né illegale), non abbia alcuna giustificazione razionale, soprattutto se raffrontata con l'analoga situazione delle persone transessuali, che, ottenuta la rettificazione di attribuzione di sesso in applicazione della l. 14-4-1982 n° 164 possono contrarre matrimonio con persone del proprio staso di nascita. Al riguardo va rammentato che la coerenza con la Costituzione della legge n° 164/1982 è stata riconosciuta dalla Corte Costituzionale con la sentenza n° 165 del 6-5-1985 e che le valutazioni espresse dalla porte sulla norma sospettata d'incostituzionalità confortano la tesa qui sostenuta, essendo stata riconosciuta la legittimità costituzionale non tanto sulla base del fatto che i soggetti abbiano compiuto e portato a termine un trattamento medico chirurgico e che vi sia stato il provvedimento del Tribunale (che tramite una sorta di fictio iuris attribuisce il sesso opposto), ma sulla base di argomenti di ben più ampio respiro. In particolare, la Corte ha definito l'orientamento del transessuale come "naturale modo di essere" sostenendo che la legge sospettata d'incostituzionalità "si è voluta dare carico di questi "diversi" ponendo una normativa intesa a consentire l'affermazione della loro personalità e in tal modo ad aiutarli a superare l'isolamento, l'ostilità e l'umiliazione che troppo spesso li accompagnano nella loro esistenza così operante il legislatore italiano si è allineato egli orientamenti legislativi, amministrativi e giurisprudenziali, già affermati in numerosi Stati, fatti propri, all'unanimità dall Commissione della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (decisione 9 maggio 1978, nel caso Daniel Oosten Wijck contro Governa belga) e la cui adozione in tutti gli Stati membri della Comunità è stata caldeggiato con una proposta di risoluzione presentata al Parlamento Europeo nel febbraio 1983 (…) la legge n. 164 del 1982 si colloca, dunque, nell'alveo di una civiltà giuridica in evoluzione, sempre più attenta ai valori di libertà e dignità, della persona umana". In tate pronuncia si coglie l'attenzione della Corte nell'evidenziare le illegittime discriminazioni subite in precedenza dalle persone transessuali, con affermazioni pienamente mutuabili anche per gli omosessuali. La Corte è sembrata attenta a rispettare il principio secondo la quale il giudizio di costituzionalità deve essere ancora più pregnante ove il sospetto riguardi categorie di persone che storicamente abbiano subito illegittime discriminazioni e che si debba presumere siano particolarmente suscettibili di subire ulteriori trattamenti ingiustificatamente sfavorevoli7. Invero la legge n° 164 del 1982 ha profondamente mutato i connotati dell'istituto del matrimonio civile consentendone la celebrazione tra soggetti dello stesso sesso biologico ed incapaci di procreare, valorizzando così l'orientamento psicosessuale della persona. Con riferimento all'assetto normativo sistematico delineato l'identità di sesso biologico non può essere legittimamente invocata per escludere gli omosessuali dal matrimonio. Se è vero, infatti, che fattore meritevole di tutela è l’orientamento psicosessuale della persona, non appare in alcun modo giustificata la discriminazione tra coloro che hanno naturale orientamento psichico che li spinge ad una unione omosessuale, e non vogliono pertanto effettuare alcun intervento chirurgico di adattamento, né ottenere la rettificazione anagrafica per conseguire un'attribuzione di sesso contraria al sesso biologico, - ai quali è precluso il matrimonio -, e i transessuali che sono ammessi al matrimonio pur appartenendo allo stesso sesso biologico ed essendo incapaci di procreare. D'altro canto, le opinioni contrarie al riconoscimento alla libertà matrimoniale tra persone dello stesso sesso, fatte proprie dall'Avvocatura dello Stato resistente, per giustificare 1a disparità di trattamento invocano ragioni etiche, legate alla tradizione o alla natura. Si deve tuttavia obiettare che tali argomenti non sono idonei a soddisfare il rigore argomentativo richiesto dal giudizio di legittimità, non solo perché, come si è già messo in luce, i costumi familiari si sono radicalmente trasformati, ma soprattutto perché si tratta di tesi alquanto pericolose quando si discute dì diritti fondamentali, posto che l'etica e la natura sono state troppo spesso utilizzate per difendere gravi discriminazioni poi riconosciute illegittime; si pensi alla disuguaglianza tra i coniugi nel diritto matrimoniale italiano preriforma e al divieto delle donne dì svolgere alcune professioni, entrambi fondati sulla convinzione che le donne fossero naturalmente più deboli; ancora, nell'esperienza anche attuale dì altri Paesi, vanno ricordati il divieto di contrarre matrimoni interrazziali o interreligiosi e la punizione di atti sessuali tra omosessuali anche se privati, giustificati con la contrarietà all'etica, alla tradizione8 o addirittura alla religione. A ciò si aggiunga che, come si approfondirà più avanti, per i diritti degli omosessuali, così come per quelli dei transessuali, vi sono foltissime spinte, provenienti dal contesto europeo e sovranazionale, a superare le discriminazioni di ogni tipo, compresa quella che impedisce di formalizzare le unioni affettive. Tali sollecitazioni sono evidentemente tese a far si che gli Stati introducano specifici supporti giuridici e non si limitino a mere affermazioni di principio; infatti, ogni difesa formale della libertà, priva di un reale supporto giuridico strutturale, è debole e priva di effettività, come insegna l'osservazione del cammino compiuto da altre categorie per raggiungere un livello accettabile di realizzazione dei propri diritti. Basti pensare, nell'esperienza italiana, a quanto è avvenuto per le persone detenute e per le persone affette da handicap: ci si riferisce, per i detenuti alla c.d. riforma penitenziaria introdotta con la legge 26-7-1975 n° 354, con la quale ù legislatore ha risposto con una normativa tra le più avanzate allo stimolo proveniente proprio da una storica sentenza della Corte Costituzionale dell'anno precedente (n° 204/1974) e per i disabili alla legge 5-2-1992 n° 104 ("Legge quadro per l'assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate"). Un'ulteriore giustificazione per negare il matrimonio omosessuale è spesso individuata nel disposto dell'art. 29, 1° comma della Costituzione, laddove si afferma che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come "società naturale fondata sul matrimonio", essendosi ritenuto che con tale espressione sì sia inteso tutelare il solo nucleo legittimo di carattere tradizionale, ossia l'unione di un uomo ed una donna suggellata dal vincolo giuridico del matrimonio. In realtà, il significato di tale espressione non è quello di riconoscere il fondamento della famiglia in un non meglio definito "diritto naturale", quanto piuttosto di affermare la preesistenza e l'autonomia della famiglia - come comunità originaria e pregiuridica -, dallo Stato, così imponendo dei limiti al potere del legislatore statale. Che questa fosse l'intenzione del legislatore storico è messo ben in luce negli atti relativi al dibattito svolto in seno all'Assemblea Costituente in relazione all'art. 29 Cost., come emerge dall'intervento dell'on. Aldo Moro nel corso della adunanza plenaria del 15 gennaio 1947. In particolare, in relazione alla formula " la famiglia è una società naturale", egli sottolineò che " ..non è affatto una definizione, anche se ne ha la forma esterna, in quanto si tratta in questo caso di definire la sfera di competenza dello Stato nei confronti di una delle formazioni sociali alle quali la persona umana dà liberamente vita." Ed ancora: "Escluso che qui "naturale" abbia un significato zoologico o animalesco, o accenni ad un legame puramente di fatto, non si vuole dire con questa formula che la famiglia sia una società creata al di fuori di ogni vincolo razionale ed etico. Non è un fatto, la famiglia, ma è appunto un ordinamento giuridico e quindi qui "naturale" sta per "razionale". D'altra parte non si vuole escludere che la famiglia abbia un suo processo di formazione storica, né si vuole negare che vi sia sempre un più perfetto adeguamento della famiglia a questa razionalità nel cono della storia; ma quando si dice "società naturale" in questo momento storico si allude a quell'ordinamento che, perfezionata attraverso il processo detta storia, costituisce la linea ideate della vita familiare. Quando sì afferma che la famiglia è una "società naturale", si intende qualche cosa di più dei diritti della famiglia. Non si tratta soltanto di riconoscere i diritti naturali alla famiglia, ma di riconoscere la famiglia come società naturale, la quale abbia le sue leggi ed i suoi diritti di fronte ai quali lo Stato, nella sua attività legislativa, si deve inchinare." Era d'altra parte assai forte e recente il ricordo delle leggi razziali: il divieto di matrimonio di cittadini italiani di razza ariana con persone appartenenti ad altra razza, la subordinazione del matrimonio di cittadini italiani con persone di nazionalità straniera al preventivo consenso del Ministero per l'Interno, il divieto per gli ebrei di sposarsi in terra italiana, l’obbligo d’improntare lìistruzione e l’educazione familiare al sentimento nazionale fascista, tutte norme dirette a salvaguardare uno specifico concetto di famiglia imposto dallo Stato. Proprio ricordando gli abusi compiuti, a difesa di una certa tipologia di famiglia, i Costituenti intesero marcare il confine tra autonomia familiare e sovranità statale, circoscrivendo i poteri del futuro legislatore in ordine alla sua regolamentazione. Regolamentazione che è tuttavia consentita, rectius imposta, ai sensi del 2° comma dell'alt. 29 Cost. e di quelli immediatamente seguenti, solo quando si renda necessario un intervento statale atto a garantire i valori, questi sì costituzionalizzati, dell'eguaglianza tra coniugi, dell'unità familiare, del mantenimento, istruzione ed educazione dei figli. Il fatto che la tutela della tradizione non rientri nelle finalità dell'art 29 Cost. e che famiglia e matrimonio si presentino come istituti di carattere aperto alle trasformazioni che necessariamente sì verificano nella storia, è poi indubitabilmente dimostrato dall'evoluzione che ha interessato la loro disciplina dal 1948 ad oggi. II codice civile del 1942 recepiva un modello di famiglia basato su di un matrimonio indissolubile e su di una struttura gerarchica a subordinazione femminile; basti pensare al fette che l'art 143 parlava solo di obblighi reciproci e non di diritti, alla potestà maritale dell'art. 144, al dovere del marito di proteggere la moglie di cui all'art 145, all'istituto della dote. Tale caratterizzazione autoritaria e gerarchica si traduceva, sul fronte penale, nella repressione del solo adulterio femminile, nella responsabilità penale del marito solamente per abuso dei mezzi di correzione nei confronti della moglie, nella previsione del delitto d'onore, nell'estinzione del reato di violenza carnale a mezzo del matrimonio riparatore. Sono ben noti gli interventi della Corte Costituzionale a tutela dell'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi fra cui la storica sentenza n. 126/19689 che, nel dichiarare l'illegittimità costituzionale dell'art. 559 comma 1 e 2 c.p. che puniva il solo adulterio della moglie, ha sottolineato proprio il mutamento della società, superando così il proprio orientamento precedente solo di pochi anni, con il quale, richiamandosi al "tradizionale concetto della famiglia, quale tuttora vive nella coscienza del popolo", aveva dichiarato non fondata la medesima questione (sentenza n. 64/1961). Anche in questo caso è stata proprio la Corte Costituzionale ad aprire la strada ad una riforma del diritto di famiglia, attuata con la legge del 1975, effettivamente in linea con i principi di eguaglianza morale e giuridica dei coniugi superando la tradizione ultramillenaria secondo la quale la donna nell'ambito della famiglia doveva rivestire un ruolo subordinato. Ancora, vanno menzionati la mancata «istituzionalizzazione dell'indissolubilità del matrimonio e la conseguente introduzione legislativa del divorzio, nonché la progressiva del attuazione per via legislativa (da ultimo con la l. 54/2006) del principio costituzionale di eguaglianza tra figli legittimi e figli naturali: tutti esempi che dimostrano come l’accezione costituzionale di famiglia, lungi dall'essere ancorata ad una conformazione tipica ed inalterabile, si sia al contrario dimostrata permeabile ai mutamenti sociali, con le relative ripercussioni sul regime giuridico familiare. Le considerazioni che precedono sul significato dell'espressione "società naturale" e sull'estraneità della tutela del "matrimonio tradizionale" alle finalità dell'alt. 29 Cost. portano a ritenere prive di fondamento quelle tesi che giustificano l'implicito divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso ricorrendo ad argomenti correlati alla capacità procreativa della coppia ed alla tutela della procreazione. Al riguardo sarebbe, peraltro, sufficiente sottolineare come né la Costituzione, né il diritto civile prevedano la capacità di avere figli come condizione per contrarre matrimonio, ovvero l'assenza di tale capacità come condizione di invalidità o causa di scioglimento del matrimonio, essendo matrimonio e filiazione istituti nettamente distinti. Una volta escluso che sulla disposizione dellart. 29 Cost. possa trovare fondamento il trattamento differenziato delle coppie omosessuali rispetto a quelle eterosessuali si ritiene che tate norma, proprio nel momento in cui attribuisce tutela costituzionale alla famiglia legittima – contribuendo essa, grazie alla stabilità del quadro delle relazioni sociali, affettive ed economiche che comporta, alla realizzazione della personalità dei coniugi -, lungi dal costituire un ostacolo al riconoscimento giuridico del matrimonio tra persone dello stesso sesso, possa assurgere ad ulteriore parametro, unitamente agli artt 2 e 3, in base al quale valutare la costituzionalità del divieto. Ulteriore riferimento costituzionale che rileva nella questione in esame è, più che quello di cui all'art 10, 2°comma (suggerito dai ricorrenti) che riguarda la condizione giuridica dello straniero, quello di cui all'art. 117, 1° comma Cost., che vincola il legislatore al rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e degli obblighi internazionali. Vengono in rilievo al riguardo, quali norme interposte, innanzitutto gli artt. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare), 12 (diritto al matrimonio) e 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell'uomo e delle Libertà Fondamentali. Con riferimento in particolare all'art. 8, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha accolto una nozione di "vita privata" e di tutela dell'identità personale in essa insita, non limitata alla sfera individuale, bensì estesa alla vita di relazione, arrivando a configurare un dovere di positivo intervento degli Stati di rimediare alle lacune suscettibili di impedire la piena realizzazione personale. Sempre in relazione al medesimo articolo, nel caso Goodwin c. Regno unito, 17/7/2002, la Corte di Strasburgo ha dichiarato contrario alla Convenzione il divieto di matrimonio del transessuale con persona del suos tesso sesso originario, per violazione del principio di rispetto della privata, superando il proprio precedente orientamento con il quale aveva ritenuto che il diritto di sposarsi garantito dall’art. 12 CEDU potesse essere riferito solo a persone di sesso biologico opposto {Rees c. Regno Unito, 17/10/1986). Va evidenziato come, nel cambiare il proprio orientamento, la Corte abbia fatto riferimento a quello che ha definito come "the very essence of the right to marry" e all'artificiosità dell'idea che i soggetti transessuali dopo l'operazione, non sarebbero privati del diritto di sposarsi potendo comunque sposare una persona del sesso opposto a quello loro originario. In altre parole, la Corte ha riconosciuto che non ha senso essere titolari di un diritto al matrimonio, se poi non si può scegliere con chi sposarsi. Richiamando e ampliando quanto sopra sostenuto relativamente al valore di quanto affermato nella sentenza n° 161/1985 della Corte Costituzionale, va ribadito che sono evidenti le analogie esistenti tra la fattispecie in merito alla quale la Corte Europea è stata chiamata ad esprimersi e quella del matrimonio omosessuale: anche le persone omosessuali non sono, formalmente, private del diritto di sposarsi con una persona del sesso opposto, ma è chiaro che non è a questo tipo di matrimonio al quale ambiscono al fine di realizzare la propria personalità. Sempre con riguardo all'art. 117,1° comma Cost. e specificamente in relazione all'obbligo per il legislatore statale e regionale di rispettare i vincoli posti dall'ordinamento comunitario, si deve ricordare come anche la Carta di Nizza sancisca i diritti al rispetto della vita privata e familiare (art. 7), a sposarsi ed a costituire una famiglia (art. 9) e a non essere discriminati (art 21) fra i diritti fondamentali dell'Unione Europea. E' interessante, peraltro, notare come l'art. 9 non contenga (deliberatamente secondo quanto affermato nelle "spiegazioni" della stessa Carta), a differenza dell'art. 12 CEDU, alcun riferimento "l'uomo e la donna". Ora, è vero che la Carta di Nizza non assume valore vincolante, non essendo stato ratificato il Trattato di Lisbona nell'ambito del quale era stata inserita, tuttavia, secondo quanto affermato dalla giurisprudenza, anche costituzionale, essa ha "carattere espressivo di principi comuni agli ordinamenti europei" (Corte Cosi,, sentenza n. 135/2002) e costituisce nella prassi un importante punto di riferimento sia per le istituzioni europee che per l'attività interpretativa dei giudici europei. Non si devono dimenticare in quest'ambito nemmeno gli atti delle Istituzioni Europee che da tempo invitano gli Stati a rimuovere gli ostacoli che si frappongono al matrimonio di coppie omosessuali ovvero al riconoscimento di istituti giuridici equivalenti, atti che rappresentano, indipendentemente dal loro valore giuridico, la presa di posizione a favore del riconoscimento del diritto al matrimonio, o comunque, in termini più generali, alla unificazione legislativa, nell'ambito degli Stati membri, della disciplina dettata per la famiglia legittima da estendersi alle unioni omosessuali. Fin dal 1981, con la raccomandazione n° 924 del 1-10-1981, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’europa aveva sentito la necessità di garantire la libertà di scelta dell’orientamento sessuale di ciascun individuo nonché la dignità delle coppie omosessuali all'intento della Comunità. Sono seguite poi la Risoluzione sulla parità dei diritti delle persone omosessuali nella Comunità Europea in data 8-2-1994 con la quale il Parlamento europeo ha apertamente individuato come obiettivo delle azioni comunitarie la rimozione degli "ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente; garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni.", la Risoluzione sul rispetto dei diritti umani nell'Unione Europea del 16-3-2000 con cui il Parlamento europeo ha chiesto "agli Stati membri di garantire alle famiglie monoparentali, alle coppie non sposate e alle coppie dello stesso sesso perita di diritti rispetto alle coppie sposate e alle coppie e alle famiglie tradizionali, in particolare in materia di legislazione fiscale, regime patrimoniale e diritti sociali", Da ultimo, merita menzione anche la recentissima risoluzione dei 14 gennaio 2009 sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione Europea 2004-2008 che ha invitato gli Stati membri che si sono dotati di una legislazione relativa alle coppie dello stesso sesso a riconoscere le norme adottate da altri Stati membri e aventi effetti analoghi, ha esortato la Commissione a presentare proposte che garantiscano l'applicazione, da parte degli Stati membri, del principio di riconoscimento reciproco per le coppie omosessuali, sposate o legate da un'unione civile registrata, nella fattispecie quando esercitano il loro diritto alla libera circolazione previsto dal diritto dell'Unione Europea10 e ha invitato gli Stati membri che non l'abbiano ancora fatto, in ottemperanza al principio di parità, ad adottare iniziative legislative per eliminare le discriminazioni cui sono confrontate alcune coppie in ragione del loro orientamento sessuale (par. 75-77). Infine, si deve prendere atto di come, in linea con tali risoluzioni del Parlamento Europeo e a conferma degli ormai consolidati mutamenti dei modelli e dei costumi familiari nel diritto di molte nazioni di civiltà giuridica affine alla nostra, si stia delineando una nozione di relazioni familiari tale da includere le coppie omosessuali. In Olanda (l. 1/4/2001), Belgio (l. 1/6/2003) e Spagna (1. 30/6/2005) è stato rimosso tout court il divieto di sposare una persona dello stesso sesso; altri Paesi prevedono un istituto riservato alle unioni omosessuali (ci si riferisce alle Lebenspartnershaft tedesche e alle registered partnership inglesi) con disciplina analoga a quella del matrimonio, o al quale è stata semplicemente estesa la disciplina matrimoniale, con l'esclusione, talvolta, delle disposizioni inerenti la potestà sui figli e l'adozione (Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Islanda). Fra i Paesi che ancora non hanno introdotto il matrimonio o forme di tutela paramatrimoniali, molti comunque prevedono forme di registrazione pubblica delle famiglie [parola illeggibile] comprese quelle omosessuali (Francia, Lussemburgo, Repubblica Ceca). È sulla base di tutte queste considerazioni esposte che il Tribunale è giunto al convincimento della non manifesta infondatezza della questione di illegittimità costituzionale, pur parzialmente modificando i parametri di riferimento rispetto a quelli indicati dai ricorrenti delle norme di cui agli artt. 107, 108, 143, 143 bis, 156 bis e 231 c.c. laddove sistematicamente interpretate, non consentono che le persone di orientamento omosessuale possano contrarre matrimonio con persone dello stesso sesso; valuterà la Corte, qualora ritenesse la questione fondata, se vi sia la necessità di estendere la pronuncia anche ad altre disposizioni legislative interessate in via di consequenzialità ai sensi dell'art 27 della L. 87/1953. In punto di rilevanza, si osserva che l'applicazione delle norme indicate è evidentemente ineliminabile nell'iter logico-giuridico che questo remittente deve percorrere per la decisione: infatti, in caso di dichiarazione di fondatezza della questione così come sollevata, il rifiuto alte pubblicazioni - la cui richiesta dimostra inequivocabilmente la volontà di contrarre matrimonio - dovrebbe ritenersi, in assenza di altra causa di rifiuto, illegittima, mentre, in caso di non accoglimento, l'attuale stato della normativa imporrebbe una pronuncia di rigetto dei ricorso. Per completezza si osserva che, a fronte del rifiuto alla pubblicazione da parte dell'ufficiale dello stato civile, essendo la pubblicazione una formalità necessaria per poter procedere alla celebrazione del matrimonio, non è individuabile alcun altro procedimento nell'ambito del quale valutare la questione. P.Q.M. Visti gli artt. 134 Costituzione della Repubblica, 1 legge Cost. 9 febbraio 1948, n. 1 e 23 e ss. della legge 11 marzo 1953 n° 87, Dichiara rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 93, 96, 98,107, 108, 143, 143 bis e 156 bis, nella parte in cui, sistematicamente interpretati, non consentono che le persone di orientamento omosessuale possano contrarre matrimonio con persone dello stesso sesso, per contrasto con agli artt 2, 3, 29 e 117, 1° comma della Costituzione, Dispone l'immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, sospendendo il procedimento in corso. Ordina che a cura della cancelleria la presente ordinanza sia notificata alle parti, al pubblico ministero e al Presidente del Consiglio dei Ministri e che ne sia data comunicazione ai Presidenti delle due Camere del Parlamento. Venezia, 4-2-2009 II Giudice est. Il Presidente Depositato il 3 aprile 2009. _____________ 1 L 19-5-1975 n°151 riforma del diritto di famiglia. 2 107. Forma della celebrazione. Nel giorno indicato dalle parti l'ufficiale dello stato civile, alla presenza di due testimoni.... riceve da ciascuna delle parti personalmente, l'una dopo l'altra, la dichiarazione che esse si vogliono prendere rispettivamente in marito e in moglie... " 108. Inopponibilità di termini e condizioni. La dichiarazione degli sposi di prendersi rispettivamente in marito e moglie non può essere sottoposta né a termine né a condizione. 3 143. Diritti è doveri reciproci dei coniugi. Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. 143 bis. Cognome della moglie. La moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito e lo conserva durante la stato vedovile, fina a che passi a nuove nozze 156 bis. Cognome della moglie. Il giudice può vietare alla moglie l'uso del cognome del marito, quando tale uso sia a lui gravemente pregiudizievole e può parimenti autorizzare la moglie a non usare il cognome stesso, qualora dall'uso possa derivarle grave pregiudizio." 4 II marito è il padre del figlio concepito durante il matrimonio (231 c.c.) ; l'adulterio della moglie o l'impotenza del marito consentono l'azione di disconoscimento (art. 235 c.c.). 5 Con questa sentenza è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale delle disposizioni che ponevano tra i requisiti per reclutamento nel corso della Guardia di Finanza l'essere celibe o nubile, vedevo o senza prole, ritenente che le stesse incidessero "sul diritte di contrarre matrimonio, discendente dagli art. 2 e 29 della Costituzione", spiegando che "L'uso della discrezionalità del legislatore nella determinatone dei requisiti per l'accesso a pubblici uffici deve estere soggetto a scrutinio più stretto di costituzionalità quando non e in discussione solo la generica ragionevolezza delle scelte legislative, in relazione ai caratteri dell'ufficio, ma l'ammissibilità di un requisito la cui imposizione si traduce, indirettamente, in una limitazione all'esercizio dei diritti fondamentali, quali nella specie, oltre al diritto di contrarre matrimonio, quello di non essere sottoposti ad interferenze illecite nella vita privata (art. 12 della Dichiarazione Universale e nell'art. 8 della Convenzione europea; e vedi oggi anche l'art. 7 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea)". 6 Tra l'altro, dal 1973 l'omosessualità è stata cancellata dal DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, il manuale che classifica i disturbi psichici, trasformandosi da patologia a caratteristica della personalità. 7 Nella giurisprudenza statunitense si parla in questi casi di "suspect class”, ossia di categoria in relazione alla quale ogni intervento dello Stato che operi una discriminazione sulla base dell'appartenenza ad essa deve presumersi sospetto, e incostituzionale fino a prova contraria 8 La Corte Suprema dei Sudafrica con la sentenza del 1-12-2005 ha dichiarato incostituzionale il divieto di matrimonio omosessuale riconoscendo che "l'antichità di un pregiudizio non è una buona ragione per la sua sopravvivenza", notando che "quando le condizioni umane mutano e le idee di giustizia e di equità si evolvono, anche le concezioni dei diritti assumono nuova trama e significato." 9 Netta quale si legge:" il principio che il marito possa violare impunemente l'obbligo della fedeltà coniugale, mentre la moglie debba essere punita -più o meno severamente – rimonta ai tempi remoti nei quali la donna, considerata perfino giuridicamente incapace e privata di molti diritti, si trovava in stato di soggezione alla potestà maritale. Da allora molto è mutato nella vite sociale: la donna ha acquistato pienezza di diritti e la sua partecipazione alla vita economica e sociale della famiglia e della intera collettività è diventate molte più intensa, fino a raggiungere piena parità con l'uomo; mentre il trattamento differenziata m tema di adulterio è rimasto immutato, nonostante che in alcuni stati di avanzata civiltà sia prevalso il principio della non ingerenza del legislatore nella delicata materia". 10 Attualmente in Paesi come il nostro, invocando clausole di salvaguardia come l'ordine pubblico, non vengono riconosciuti i matrimoni contratti all’estero da persone dello stesso sesso, con l'effetto di limitare gravemente la libertà di circolazione, il principio di reciproca fiducia fra Stati Membri e l’insorgenza del fenomeno dei c.d. matrimoni claudicanti, validi o meno a seconda del Paese nel quale si trovino i coniugi. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Illegittimo il fondo statale per la mobilità dei disabili (sezione: Giustizia)

( da "CittadinoLex" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Sei in: Prima Pagina | Stato | Testo Lo stanziamento previsto con la finanziaria 2008 doveva prevedere un'intesa con le Regioni Illegittimo il fondo statale per la mobilità dei disabili (Corte costituzionale 124/2009) Doveva essere decisa con un'intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni la creazione del fondo per la mobilità dei disabili: non essendo stato così la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il comma 474 dell'articolo 2 della finanziaria per il 2008. La disposizione prevedeva l'istituzione di questo fondo con una dotazione annua pari a 5 milioni di euro per l'anno 2008 e a 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010. Il fondo aveva il compito di finanziare interventi specifici destinati alla realizzazione di un parco ferroviario per il trasporto in Italia e all'estero dei disabili assistiti dalle associazioni di volontariato operanti sul territorio italiano. Avrebbero dovuto affluirvi le somme derivanti da atti di donazione e di liberalità, nonché gli importi derivanti da contratti di sponsorizzazione con soggetti pubblici e privati. A impugnare il comma 474 è stata la Regione Veneto per violazione di vari articoli della Costituzione, in particolare dell'articolo 117. La norma sui trasporti per disabili regola aspetti rientranti, alternativamente, nella materia «assistenza e beneficenza pubblica» o «politiche sociali» le quali, non essendo ricomprese tra quelle elencate nell'articolo 117, secondo e terzo comma, della Costituzione, appartengono, per come affermato dalla stessa giurisprudenza costituzionale, alla potestà legislativa residuale della regione. Non solo : la disposizione impugnata violerebbe anche l'art. 119 della Costituzione - sostiene il Veneto - essendo lesiva dell'autonomia finanziaria regionale, in quanto lo Stato non può dettare norme volte ad istituire e a disciplinare finanziamenti a destinazione vincolata in materie di potestà legislativa concorrente o residuale della Regione, essendo a tali fini irrilevante la circostanza che detti fondi prevedano la diretta attribuzione di risorse a Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni o a soggetti privati, persone fisiche o giuridiche. La Corte è stata d'accordo: le esigenze previste dal comma 474 "vanno tuttavia soddisfatte senza trascurare quelle locali, in materia di assistenza, in ottemperanza al principio di leale cooperazione". Nel caso l'intervento non contempla alcuna partecipazione delle Regioni; con la conseguenza che deve essere dichiarata la illegittimità costituzionale. (04 maggio 2009)

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Napoli, giornata in ricordo dei giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo (sezione: Giustizia)

( da "Campaniapress" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Maggio 3rd, 2009 Napoli, giornata in ricordo dei giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo (Il Mattino) - I giornalisti italiani uccisi dalla criminalità organizzata e dal terrorismo sono stati ricordati oggi a Napoli per iniziativa dell'Unione nazionale cronisti, nella seconda Giornata della memoria dedicata alle vittime del mondo dell'informazione: all'appuntamento ha partecipato il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che ha ribadito il dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie. Alcuni dei tanti giornalisti uccisi sono stati ricordati, attraverso filmati o con interventi dei loro familiari. È stata l'occasione anche per ricordare - come ha fatto il presidente dell'Unci, Guido Columba - la battaglia degli organismi professionali contro il ddl Alfano sulle intercettazioni, «tentativo di azzerare la cronaca nera e giudiziaria». Il presidente del Consiglio regionale campano, Sandra Lonardo, si è rivolta al Governo per chiedere l'istituzione di una giornata nazionale in ricordo dei giornalisti uccisi. Presenti all'incontro anche il segretario dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, e quello dell'Usigrai, Carlo Verna. Messaggi di adesione al ricordo dei cronisti vittime di mafie e terrorismo sono giunti dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Una targa è stata consegnata anche a Mario Ricucci, autore di uno dei filmati proposti. Ai lavori hanno preso parte il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, quello dell'Associazione napoletana della stampa, Enzo Colimoro, e Renato Rocco, che guida l'Unione cronisti della Campania. Intervenuti anche il responsabile del centro di produzione Rai, Francesco Pinto, il presidente del Consiglio regionale della Campania, Sandra Lonardo, il vicecapo del Tg regionale Rai Procolo Mirabella. Lonardo, associandosi a una proposta già avanzata da alcune forze politiche in sede nazionale, si è rivolta al governo affinché venga istituita per legge una giornata italiana di memoria dei giornalisti uccisi nello svolgimento del loro lavoro. Lavoro che, per Lonardo, «è una missione, un modo alto di esercitare le virtù civili»: ma occorre ricordare sempre «che al centro dell'informazione c'è la persona, con l'esigenza di rispettarne la dignità». Il presidente dell'assemblea regionale, ricordando i cronisti uccisi e ribadendo la vicinanza alle loro famiglie, ha confermato «l'apprezzamento per un lavoro che non concede mai pause e che non ammette compromessi». Per Lonardo «difendere la libertà di stampa significa vigilare sul rispetto della dignità professionale e dei principi contrattuali: tutto ciò si può fare meglio se, nel rispetto dei ruoli, amministratori pubblici ed operatori dell'informazione stringono alleanze chiare e trasparenti». Il segretario nazionale dell'Ordine è infine ritornato sulla vicenda dello schiaffo dato dal comandante dei vigili urbani al cronista Migliaccio: «Il sindaco di Napoli non è qui con noi, forse per non sentirsi riproporre la domanda che io invece ripeto a lei ed all'assessore Scotti. Mi dissero che il caso avrebbe avuto la risposta che meritava, ma sono trascorsi cinque mesi è l'unica risposta è il tentativo di silenzio. Una vergogna», è il lapidario giudizio di Iacopino. Posted in rassegna stampa | This entry was posted on Domenica, Maggio 3rd, 2009 and is filed under rassegna stampa. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. Both comments and pings are currently closed.

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Lonardo: "Istituire Giornata memoria giornalisti uccisi" (sezione: Giustizia)

( da "Caserta News" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 4 Maggio 2009 Lonardo: "Istituire Giornata memoria giornalisti uccisi" ISTITUZIONI | Napoli I giornalisti italiani uccisi dalla criminalità organizzata e dal terrorismo sono stati ricordati oggi a Napoli per iniziativa dell'Unione nazionale cronisti, nella seconda Giornata della memoria dedicata alle vittime del mondo dell'informazione: all'appuntamento ha partecipato il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, che ha ribadito il dolore per i caduti e la solidarietà alle loro famiglie. Alcuni dei tanti giornalisti uccisi sono stati ricordati, attraverso filmati o con interventi dei loro familiari. E' stata l'occasione anche per ricordare - come ha fatto il presidente dell'Unci, Guido Columba - la battaglia degli organismi professionali contro il ddl Alfano sulle intercettazioni, "tentativo di azzerare la cronaca nera e giudiziaria". Il presidente del Consiglio regionale campano, Sandra Lonardo, si è rivolta al Governo per chiedere l'istituzione di una giornata nazionale in ricordo dei giornalisti uccisi. Presenti all'incontro anche il segretario dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, e quello dell'Usigrai, Carlo Verna. Messaggi di adesione al ricordo dei cronisti vittime di mafie e terrorismo sono giunti dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini.

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Scuola "Buonarroti" al Fantasio Festival di Perugia (sezione: Giustizia)

( da "Caserta News" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 4 Maggio 2009 Scuola “Buonarroti” al Fantasio Festival di Perugia SCUOLA | Mondragone La filosofia 'dolce' dell'associazione nazionale "AmicaSofia" di cui è Presidente il Prof. Livio Rossetti dell'Università degli Studi di Perugia, – quella che si fa non solo nei caffè filosofici ma a scuola durante le ore di lezione - soprattutto con i bambini e gli adolescenti, è oggetto di attenzione crescente, in Italia forse perfino più che altrove e costituisce un fenomeno di proporzioni ormai cospicue. Ci sono genitori che vanno da presidi o direttori didattici per chiedere che quella filosofia che si fa alle elementari o alle medie di un'altra città venga a far parte dell'offerta formativa anche nel caso della scuola frequentata dai loro figli. A Perugia, dal 23 al 26 aprile, alla Rocca Paolina, in occasione del terzo Fantasio Festival, una manifestazione nazionale dedicata all'arte e alla creatività studentesca, è stata allestita nella Sala del Caminetto - a cura di AmicaSofia - l'auletta "Siamo … in pensiero", ove si sono alternate classi di bambini e ragazzi per philosophein con le loro insegnanti (proprio come avrebbero potuto fare a scuola) o con altri docenti in grado di animare questi eventi. Sono scolari e insegnanti venuti da tutta Italia. Le metodologie adottate sono assai diverse, perché rispecchiano la varietà delle esperienze, né risulta esservi altro evento pubblico per bambini e ragazzi ove vi sia spazio anche per la filosofia. La provincia di Caserta è stata rappresentata da una delegazione di studenti delle classi prime dell'Istituto di istruzione secondaria di I grado "Buonarroti" di Mondragone della Dirigente scolastica Rosa Alba Veneruso che, dopo un percorso quinquennale di Filosofia con i bambini dal titolo "Imparare a pensare, tra ragione e passione: didattiche relazionali e ricerca di senso nella comunicazione filosofica con i bambini", il giorno 25 aprile alle ore 15.00 presso la Rocca Paolina , ha partecipato al "Fantasio Festival 2009", con una rappresentazione teatrale dal titolo "Ominis determinatio est negatio?" di Roberta Martullo, socia fondatrice di "AmicaSofia", nell'ambito di una sessione curata dalla stessa associazione. La performance teatrale prende spunto da un viaggio d'istruzione svolto in data 22 febbraio 2008 presso la Corte Costituzionale in occasione dei 60 anni della Costituzione, con la visita del Palazzo della Consulta e l'incontro con il Giudice costituzionale Sua Eccellenza Paolo Maria Napolitano. Le professionalità che, negli anni, si sono dedicate alla formazione degli studenti e che hanno partecipato al Fantasio Festival 2009 sono: - Roberta Martullo, che ha curato l'ideazione e la supervisione del progetto, negli aspetti organizzativi e realizzativi, ivi comprese le attività integrative e complementari all'iter formativo (visite d'istruzione alla redazione del quotidiano "Il Mattino" di Caserta e presso la Corte Costituzionale) e la stesura dei testi teatrali; - Emilia Giustiniano, referente del progetto; - Gravante Palma, collaboratrice della referente del progetto; - Graziella Marona, esperta di musica; - Pina Montesarchio, consulente per l'Associazione "Amica Sofia" e membro del Direttivo Nazionale. Durante la realizzazione di tutte le attività organizzate dall'Associazione Amica Sofia è intervenuta la RAI per riprendere queste iniziative, al fine di promuoverne la conoscenza in tutte le scuole italiane. Gli alunni delle classi prime coinvolti nella manifestazione sono stati: Bibbò Simona, Corrente Pasquale, Di Fusco Giuseppe, Gattone Angela, Lampitiello Arianna, Montella Vincenzo, Palumbo Rosa, Persechino Alessandra, Saulle Virgilio, Semprebuono Antonio Maria, Varone Gianfranco, Campoli Alfredo, Campoli Chiara, Capuano Mario, Di Gennaro Piergennaro, Filosa Crescenzo, Fusco Daniele, Georgieva Donika, Miraglia Luca, Montano Roberto, Pagliuca Elia, Romano Rosa, Zevoli Luca. A conclusione dell'apprezzatissima rappresentazione teatrale degli studenti della Scuola Media "Buonarroti" di Mondragone, che ha saputo trasmettere l'immagine di una scuola intesa come comunità educante dove è apparsa in primo piano la sinergia tra docenti, alunni e famiglie, è intervenuto il Prof. Bruno Schettini del Dipartimento di Psicologia della Seconda Università degli Studi di Napoli sul tema "Una scuola per la democrazia cognitiva".

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Giustizia: "La questione immorale" del Procuratore Tinti giovedì sera a Monteprandone (sezione: Giustizia)

( da "Quotidiano.it, Il" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Giustizia: "La questione immorale" del Procuratore Tinti giovedì sera a Monteprandone Monteprandone | Un discorso sulla giustizia non può che iniziare dalla Costituzione e, anche, da quel sentimento tutto italiano che accompagna le nostre considerazioni riguardo la legge e coloro che lavorano perché venga rispettata: una non sana diffidenza. di Maria Teresa Rosini Il Procuratore Tinti Non può considerarsi solo "pessimista" un libro che intende gettare una luce di razionalità, nelle pieghe, nei travisamenti, negli intrecci, nelle volontà perverse che hanno contribuito e contribuiscono a fare dell'amministrazione della giustizia una voce passiva nel bilancio della nostra nazione: così esordisce Filippo Massacci nella presentazione del nuovo libro del Procuratore Bruno Tinti "La questione immorale" giovedì sera, alla sala consiliare del comune di Monteprandone. Se aumenta costantemente il numero di libri-inchiesta dai titoli inquietanti fondati il più delle volte, su serissime inchieste giornalistiche o su esaurienti analisi condotte da professionisti ed esperti, sembra che essi finiscano spesso col creare il "caso" mediatico senza scalfire significativamente la consapevolezza dell'opinione pubblica, che all'indignazione iniziale fa seguire i segnali inequivocabili dell'avvenuta digestione a testimonianza del fatto che tutta l'indignazione del mondo non sempre è sufficiente a produrre nuovi fatti. E' a questo fenomeno che il Procuratore Bruno Tinti collega il suo personale pessimismo riguardo la questione "giustizia" quando, dopo averne vissuto professionalmente e analizzato nei suoi libri le infinite incongruenze e gli inestricabili nodi, arriva a sostenere di non riuscire ad intravedere, almeno a breve termine, la possibilità e, meglio, la volontà, di un mutamento di direzione nell'affrontare il problema "giustizia" nel nostro paese. Eppure non si sottrae ad un compito che non può che spettare a uomini di legge: quello di cercare di portare alla consapevolezza comune tutti i passaggi dell'algoritmo che, nell'insieme delle sue variabili, conduce al risultato che tutti abbiamo sotto gli occhi: il blocco della "macchina" della giustizia italiana. Un discorso sulla giustizia non può che iniziare dalla Costituzione e, anche, da quel sentimento, tutto italiano, che accompagna le nostre considerazioni riguardo la legge e coloro che lavorano perché venga rispettata: una non sana diffidenza. Potremmo disquisire lungamente sulle origini storico sociali di questo atteggiamento, e c'è chi forse lo ha fatto, se non fossimo ormai all'emergenza. Le costituzioni nascono, a partire dall'esperienza della Rivoluzione francese e dal concetto di separazione dei poteri, per porre un limite alla potestà assoluta dei sovrani nel momento in cui nuove classi sociali si affacciano sulla ribalta della storia "ufficiale". Le società si fondano sempre sulla mediazione degli interessi di cui sono portatrici le categorie sociali che, nel tempo, si formano al loro interno e agiscono. La storia ci insegna che si è trattato spesso di mediazioni piuttosto violente giacchè il potere è qualcosa che, per sua natura, difficilmente si accetta di condividere con altri. In questo ambito il senso delle moderne costituzioni è quello di offrire una garanzia a che alcuni interessi non prevalgano su altri, una volta dato il principio che i sottoscrittori del patto sociale che sta alla base delle nazioni democratiche siano soggetti che si presentino ad essere riconosciuti dalle leggi in modo paritario. Le norme costituzionali delineano quindi l'ambito di "libertà" all'interno del quale chi governa lo stato in rappresentanza degli elettori, può operare con leggi ordinarie in modo che il compito politico della progettazione delle finalità generali della nazione non scavalchi i principi etici e valoriali su cui la nazione stessa ha deciso di fondarsi. E' chiaro che ogni Costituzione è il frutto del momento storico in cui è stata elaborata, ma è altrettanto vero che i principi e i valori di riferimento di una nazione non cambiano ad ogni mutare di vento, né possono forzatamente essere snaturati e calpestati sulla base di contingenze ed interessi "particolari". In questo contesto la nostra Costituzione è una delle migliori esistenti, "un capolavoro di ingegneria giuridica" in cui le tante anime del paese, uscite dall'esperienza devastante della dittattura e della guerra, avevano voluto immaginare e progettare una nazione diversa, dove ognuno avesse uno spazio garantito contro le tentazioni prevaricatrici e avventuristiche di cui si erano sperimentate le desolanti conseguenze. Eppure, ci dice Tinti riguardo al sollevamento dell'eccezione di incostituzionalità per le leggi ordinarie, oggi si tende a considerarla solo una "pietra d'inciampo", una mera questione formale facilmente aggirabile attraverso qualche trucco giuridico: e di prestigiatori del diritto se ne trovano ormai a iosa, data la sempre crescente richiesta di mercato dell'articolo. Ciò che è in gioco, ormai da tempo, nei confronti della giustizia e trasversalmente alle diverse posizioni politiche, afferma Tinti, è il tentativo della classe dirigente di sottrarsi al controllo di legalità circa il proprio operato e di spostare l'equilibrio della bilancia dei poteri verso un rafforzamento dell'esecutivo. Vanno in questa direzione le proposte che da tempo vengono sollecitate da più parti e trovano ampio risalto sulla stampa: separazione delle carriere (giudicante e inquirente), l'abolizione o la limitazione dell'uso delle intercettazioni telefoniche, l'affermazione della discrezionalità dell'azione penale, opposta alla obbligatorietà oggi vigente, l'abrogazione degli articoli 58 e 59 del codice di procedura penale che istituiscono le sezioni di Polizia Giudiziaria presso le procure (visto che l'articolo della Costituzione che le prevede può così più facilmente essere svuotato di senso pur senza porre in atto tentativi di modifica della Carta certo più lunghi e onerosi). Ma nessuna delle proposte così febbrilmente e diligentemente elaborate potrebbe, sostiene Tinti, accorciare in percentuale significativa la durata dei processi rendendo più efficiente il funzionamento della Giustizia nel nostro paese. Secondo l'autore infatti, la "madre" di tutte le inefficienze ha una data di nascita precisa: il 1989 con l'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale a firma dell'allora ministro Vassalli. Il nuovo codice, ispirato a quello americano, ne recepiva alcuni elementi senza riuscire a riprodurne l'equilibrio, finendo per acuire ed aggravare pesantemente l'inefficienza del nostro sistema portandolo negli anni, secondo Tinti, all'attuale paralisi. L'accentuazione dell'aspetto garantista, obiettivo della riforma Vassalli, ha lo scopo, alla vigilia della stagione di "Manipulite", di salvaguardare da ingombranti effetti "legali" le vicende di una politica che si va rivelando sempre più invischiata e connivente con un mondo degli affari che pratica la corruzione a livello di sistema trasformando la mediazione politica in scambio di favori tra potenti. Su questa strada siamo andati ormai molto avanti senza nessun segnale di significative inversioni di tendenza, anzi, creando artatamente nell'opinione pubblica visuali distorte dei problemi in campo con lo scopo di estorcerne il consenso alimentando disinformazione. In ambito giuridico infatti, comprendere il significato di ciò che davvero accade e di ciò che viene proposto non è semplice per il comune cittadino che avrebbe invece tutto il diritto di poter conoscere quali sono le conseguenze pratiche nell'ambito della convivenza civile di iniziative dai nomi così suggestivi. Ed è proprio questo l'intento del Procuratore Tinti, il servizio che ha inteso rendere a tutti i cittadini che vogliano comprendere dall'interno ciò che davvero non funziona nell'amministrazione della giustizia. L'analisi dettagliata delle contraddizioni e delle incongruenze in cui un giudice è costretto quotidianamente ad operare accomunano Tinti ad altri operatori della giustizia che hanno tentato di comunicare il loro qualificato punto di vista in altre opere relative alla questione "giustizia". La nostra domanda a questo punto è la seguente: perché verso ciò che i giudici affermano dal confronto diretto con i problemi legati alla pratica della loro professione viene esercitato un pregiudizio di parzialità e credibilità? Non dovremmo noi cittadini nutrire allora lo stesso pregiudizio verso chi, in barba alla Costituzione, progetta riforme diffondendo informazioni incomplete o tendenziose circa i problemi della giustizia in Italia? 03/05/2009

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La mossa di Benessia, che vuole Torino più forte in Intesa (sezione: Giustizia)

( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

PERSONAGGIO pag. 9 La mossa di Benessia, che vuole Torino più forte in Intesa Porta la Compagnia al 10% distanziando gli altri soci ETTORE BOFFANO Il padre, che gestiva un ristorante a San Salvario, il quartiere torinese adesso diventato uno dei più multietnici in Italia, era stato maitre al Casinò di Montecarlo. Per Angelo Benessia, avvocato e presidente della Compagnia di San Paolo, nato a Torino il 18 ottobre 1941 da genitori cuneesi, quell´effimero incrocio familiare con la roulette e con il baccarat segnò un´impronta indelebile della sua personalità. «Gioca a carte per passare il tempo, ma mai scommettendo soldi – raccontano due amici che trascorrono i weekend con lui – Lo ripete spesso: mio padre tornò da Montecarlo ammonendomi, non giocare mai denaro!» Nessuno saprà mai però se quelle stesse parole le abbia pronunciate anche lunedì scorso quando ha comunicato al consiglio della fondazione bancaria primo azionista di Intesa SanPaolo, che la partecipazione sarebbe salita ancora: dal 7,96% al 9,89. Quasi due punti: ma né per gioco né per azzardo. Semmai con una mossa imprevista quanto si vuole (l´opzione put su un derivato con gli inglesi di Barclays), ma non certo per rischiare e che adesso ridisegna gli assetti di potere dentro la più importante banca italiana; stoppa l´alleanza tra Generali e Crèdit Agricole con un patto che vale anch´esso il 10% e prepara un feeling ancora da decifrare tra Giuseppe Guzzetti, patron di Fondazione Cariplo e lui: Angelo Benessia. E che soprattutto ha svelato all´Italia delle banche l´inedita versione di stratega abile e deciso che l´avvocato torinese non si era ancora mai visto ritagliare addosso dall´establishment nazionale. Non che non fosse già noto, con quella dozzina di incarichi importanti tra Torino e Milano: una vicepresidenza in Rcs, un passaggio in Telecom (si dimetterà nel 2000 e dopo sarà l´autore di una lunga deposizione davanti alla procura subalpina che indagava su l´affaire Tim-Seat), uno infine nel cda Fiat. Un posto, quest´ultimo, che gli varrà le ironie di "Dagospia", pronto a ribattezzarlo "BeneFiat", anche se definire Benessia un "legale del Lingotto" (come il suo predecessore in Compagnia, Franzo Grande Stevens) sarebbe fuorviante. Giurista di livello, "non smette mai di studiare", compagno di vita e di professione di Cristiana Maccagno, docente universitaria e nipote del pittore Enrico Paulucci (hanno due figlie, una laureata in legge e una fisica), ha scritto o pensato gli statuti e i percorsi di tutto ciò che a Torino riguarda la finanza: compreso il documento fondamentale di quella Compagnia di San Paolo che guida dal 9 giugno 2008. Elegante, nel vestire e in un gesticolare un po´ ecclesiastico (appena arriva la primavera si sposta in bicicletta), vagamente rassomigliante al cardinal Martini. A volte altero, come chi sa di contare e di essere intelligente. «Ma come spesso capita - spiegano ancora gli amici della domenica - basta frequentarlo per scoprire che in realtà non è arrogante». Colto, come quasi tutti quei professionisti torinesi che, dopo l´ultima guerra, si raccolsero attorno al Partito d´Azione e alla non ostilità al Pci di Togliatti. Un modo di essere che è rimasto in certa intellighenzia subalpina, quella figlia di "Casa Einaudi" e dei "Ragazzi di Via Po": progressisti, liberal-socialisti, ma con molta simpatia per Bobbio piuttosto che per il Psi di Craxi, per la ritrosia politica degli Agnelli piuttosto che per le discese in campo di Berlusconi. Il liceo lo frequenta al "San Giuseppe", scuola cattolica anche di Gianni e Umberto Agnelli. Poi la laurea, con una tesi di diritto penale discussa con Marcello Gallo, ex commissario d´accusa nel processo Lockheed. Infine, una passione mai nascosta (e che anzi gli è servita molto nel lato mondano della sua immagine) per la musica. E per gli amatissimi Bach e Richard Strauss, viatico verso la presidenza dell´Unione Musicale che a Torino fa arrivare, un anno sì e uno no, i Berliner. Un pedigree sociale e culturale di tutto rispetto dunque e che avrebbe dovuto solo spianargli la strada verso quella Compagnia considerata ultimo baluardo della torinesità di Intesa SanPaolo, dopo la fusione avviata nell´estate del 2006 da Enrico Salza (e benedetta da Romano Prodi) che preferì Bazoli e Passera agli spagnoli di Santander. A complicare tutto, però, ecco spuntare la politica e soprattutto il sindaco Sergio Chiamparino cui spetta designare alcuni componenti del consiglio di gestione e dare l´indicazione pesante sul nome del presidente. Mai nella storia della Compagnia questa norma non scritta, che proprio Benessia non aveva inserito nello statuto, era stata disattesa. Sarà così anche nel giugno 2008, ma con qualche incidente di percorso. Chiamparino frequenta l´avvocato dagli Anni 80, quando entrambi sono consiglieri dell´Istituto Gramsci: un altro dei salotti buoni dove si consolidano "complicità" tra la politica e l´imprenditoria progressiste. Il sindaco sa che il declino anagrafico di Grande Stevens è inevitabile e ha deciso da tempo che il suo antico amico ne sarà il successore. Quel "padrinaggio" politico, però, creerà più di un problema. Nella Torino delle Olimpiadi e delle spese esagerate per la cultura pubblica, Compagnia di San Paolo è diventata la vera "cassa" alla quale il Comune attinge. Chi è contro Benessia e Chiamparino (anche Salza arriccia il naso) ribattezza il primo "Bancomat": destinato cioè a governare per conto del sindaco e a foraggiare le spese pubbliche. Nel frattempo, qualcuno si ricorda che Gustavo Zagrebelsky ha scritto le sentenze della Corte Costituzionale che hanno riconosciuto la costituzionalità delle fondazioni bancarie e mette in lizza il suo nome. Alla fine, però, ogni cosa si conclude come previsto, ma dal quel momento Benessia comincia a stupire un po´ tutti compreso, dicono i più maligni, il sindaco. L´ex presidente dell´Unione Musicale che, appena nominato, aveva preteso che in quella associazione gli incarichi diventassero gratuiti, dà uno scossone anche al ben più importante palazzo che ospita la Compagnia in corso Vittorio Emanuele nel quartiere Crocetta: si autosospende dallo studio professionale e da ogni altro incarico. Ai componenti del consiglio di gestione della fondazione, invece, suggerisce (e ottiene) la rinuncia ad assumere altri compiti negli organismi della Compagnia. Un´innovazione importante rispetto alla gestione Grande Stevens, così come si trasforma anche l´ufficio del presidente: fuori arazzi e mobili Luigi XV, dentro per la prima volta il computer. Il secondo colpo Benessia lo assesta proprio al settore cultura. La Compagnia aveva costituito una fondazione autonoma destinata a finanziare l´Arte e che da anni, sotto l´influenza dell´ex vice-presidente Carlo Callieri, gioca un ruolo di "Babbo Natale" per tutto ciò che riguarda l´intrattenimento piemontese. Mostre, eventi, persino lo spettacolo teatrale di Luca Ronconi del 2006 olimpico costato oltre 10 milioni di euro. La fondazione con Benessia rimane, ma rientra dentro la Compagnia : quasi a voler accorciare il controllo della spesa. Due mesi fa, invece, sentito dalla Commissione cultura del Comune di Torino, l´avvocato gela l´assessore Fiorenzo Alfieri che vorrebbe altri soldi per il Museo di arte orientale appena inaugurato: «Li avrete quando saprete recitare a memoria i cartellini delle bacheche…» Cultura, insomma, per il neopresidente non sembra voler dire eventi e kermesse che non lasciano traccia, ma piuttosto finanziamenti alle eccellenze del Politecnico e dell´Università, per aiutarli a superare il vero gap italiano: «E´ l´incapacità della nostra istruzione di favorire la mobilità sociale e di selezionare la classe dirigenti senza vincoli di ceto e di censo», aveva scritto qualche anno fa in un articolo. Infine, ecco l´ultima epifania di un Benessia stratega dell´alta finanza. Una rivelazione scritta in poche righe in fondo a un comunicato, con la notizia dell´aumento in Intesa SanPaolo. Ma con una filosofia (le fondazioni bancarie, a diversità dei privati, devono pensare alla stabilità degli istituti che controllano) già anticipata nel novembre scorso, quando il presidente si smarcò dall´ennesimo piagnisteo sulla supremazia di Milano rispetto a Torino. Da Corrado Passera giunge il segnale che bisogna far cadere Piero Modiano, l´ex direttore generale: milanese, area Pd come Salza, e che arriva dall´Unicredit. Benessia tace, in un silenzio sabaudo che gli deriva, rispetto a una certa vanità torinese, dalle sue origini cuneesi. Non si intromette, mentre altri (compreso un po´ anche Chiamparino) strepitano. E il suo primo vero messaggio: il vertice della Compagnia sta con i pochi che a Torino si sono fatti un giudizio oggettivo. Non contano i pacchetti azionari e neppure le volontà per ritrovare un equilibrio fra Piemonte e Lombardia, semmai servirebbe un management davvero torinese, giovane, capace e unito. Magari in silenzio: alla moda dei cuneesi e maneggiando il denaro degli altri senza mai farsi accecare dall´azzardo. Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi

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Cultura e Spettacoli: Giustizia civile e mondo delle imprese (sezione: Giustizia)

( da "Sannio Online, Il" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Cultura e Spettacoli: Giustizia civile e mondo delle imprese Pubblicato il 04-05-2009 Si è svolto a Napoli un interessante incontro dove si è discusso dell’esigenze di semplificazione e del nuovo ruolo del giudice... Il convegno svoltosi a Napoli nei giorni scorsi e organizzato da Unione Industriali, Ordine degli Avvocati e Magistratura Indipendente è stata l’occasione per discutere del delicato tema del rapporto tra Giustizia civile e mondo delle imprese, nell’ottica di favorire quell’efficientizzazione e quella semplificazione che si rendono sempre più necessarie. Si è infatti giustamente osservato che l’attuale situazione di crisi del sistema giudiziario arrivi a rappresentare un ostacolo allo sviluppo del sistema economico soprattutto per le nuove imprese, le quali preferiscono limitarsi a firmare contratti con partner che conoscono e che garantiscono affidabilità. Le principali vittime di questa situazione di inefficienza del processo civile, peraltro, non sono le grandi aziende, che normalmente utilizzano l’istituto dell’arbitrato, ma sono invece le piccole medie imprese che, come noto, rappresentano nel loro insieme l’ossatura portante del sistema economico produttivo del Paese. Nel corso del convegno sono stati evidenziati alcuni dati assai impressionanti: un rapporto realizzato da un importante istituto bancario ha evidenziato che in tema di ostacoli alla crescita delle piccole e medie imprese l’inefficienza giudiziaria pesa per il 12% collocandosi dopo la sola burocrazia. La concorrenza asiatica incide sulla crisi solo per il 2% e l’inefficienza infrastrutturale per il 7%. Ma non è tutto, secondo uno studio della commissione tecnica della finanza pubblica del Ministero dell’Economia la somma che lo Stato potrebbe essere costretto a pagare per l’irragionevole durata dei processi a seguito di condanne per la Legge Pinto ammonterebbe a circa 500 milioni di euro l’anno. Tutto questo deve fare riflettere il legislatore, gli operatori del settore e ciascuno dei soggetti che sono chiamati a confrontarsi sui delicati temi in materia di giustizia, affinché davvero si arrivi ad avviare, o meglio riprendere, quel confronto in modo che sia, sì sempre franco, ma allo stesso tempo alieno da contrapposizioni puramente ideologiche e da logiche di pura fazione; che sia cioè contraddistinto da un clima, come si è registrato qualche rara volta nel passato, che veda le parti, pur nella doverosa distinzione di competenze e responsabilità, proiettate a convincersi l’un l’altra sulla qualità di ciascuna propria proposta piuttosto che impegnate nella mera critica delle posizioni altrui. Un tavolo di questo tipo, sono certo, renderebbe un notevole servizio al Paese e sarebbe in grado di dare risposte, che peraltro non sono più procrastinabili. L’inefficienza della giustizia civile in Italia costituisce uno dei fattori che condizionano la competitività e la capacità di crescita dell’Italia, rendendo talvolta parzialmente inefficaci le riforme realizzate dal Parlamento in differenti materie (concetto recentemente richiamato con chiarezza anche dal Governatore della Banca d’Italia). Vi è un problema di qualità della giustizia (con connessa esigenza di una maggiore qualificazione del personale giudiziario e quindi di una attenta selezione dello stesso e continua riqualificazione). Ma vi è anche un problema di tempestività della giustizia, nodo problematico che del primo rappresenta invero una sfaccettatura. Ed infine vi è un problema di risorse a disposizione della giustizia e delle capacità di gestione delle stesse. Tutto ciò genera, evidentemente, costi rilevanti per l’economia che studi di respiro internazionale hanno stigmatizzato. Si pensi a quelli realizzati dalla Banca Mondiale con il rapporto «Doing Business» o quelli svolti dal Cepej, la Commissione europea per l’efficienza della giustizia. Studi questi che hanno evidenziato come una non rigorosa applicazione delle leggi determini effetti negativi sui mercati finanziari. Infatti, i creditori, non potendo confidare su di una tutela del proprio credito, sono tentati di  pretendere tassi di interesse più elevati o di concederne di meno, condizionando per tal via l’accesso al mercato dei capitali degli investitori. Ma una giustizia non di qualità scoraggia la creazione di nuove imprese e disincentiva anche gli investimenti delle imprese industriali, estere o nazionali. Infatti, per un verso, l’impossibilità di confidare in una pronta tutela in sede giudiziaria costituisce fattore che distorce la concorrenza ed agevola solo l’operato di quelle imprese che, già radicate nel tessuto economico, possono offrire una buona reputazione e così mantenere e conquistare fette di mercato. Per l’altro, quella insicurezza della giustizia spinge gli operatori economici esteri ad evitare di operare in Italia e quelli nazionali ad espandersi, complice il costo del lavoro ed una fraintesa tutela costituzionale del lavoratore, non sul territorio nazionale, ma in paesi terzi. I lavori svolti a Napoli hanno poi suggerito di approfondire la verifica, nel più ristretto ambito locale, dell’impatto sulle economie locali dei modelli di giustizia efficiente, che pure si registrano in Italia. Si tratta, invero, di verificare se sussista un rapporto diretto tra la tempestività della risposta giudiziaria e la vivacità della situazione economica locale, misurata quest’ultima utilizzando quale parametri di riferimento la percentuale di creazione di nuove imprese e di permanenza delle stesse sul mercato oltre che alle relative dimensioni. La complessità di questa operazione è data dal fatto che quella vivacità incidono tanti altri fattori, quali, ad esempio, la capacità di sviluppo dell’area, la sussistenza di capitale umano, di infrastrutture, di «capitale sociale» e di finanziamenti. Ebbene, studi effettuati hanno evidenziato come ad una giustizia più inefficiente faccia da pendant uno scarso numero di imprese, ed in particolare di società di capitali e comunque a dimensioni medie delle imprese inferiori. Le stime suggeriscono che l’inefficienza della giustizia incide negativamente sulle dimensioni soprattutto nei settori che dipendono in misura maggiore dalla disponibilità di finanza esterna: in questi casi una tutela adeguata dei finanziatori è essenziale per la crescita. Il convegno di Napoli ha dunque il grande merito di aver prodotto una approfondita analisi del problema trattato, ma ha anche posto l’accento su alcuni dei rimedi, evidenziando come la digitalizzazione del processo civile e la selezione dei dirigenti degli uffici giudiziari (al di là delle correnti, e secondo il parametro delle capacità gestionali) siano “traguardi” sin da subito possibili da raggiungere senza particolari riforme e possano rappresentare prime risposte davvero efficaci.

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SORRENTO.APPRODA ALLA COMMISSIONE AGRICOLTURA DEL SENATO IL DISEGNO DI LEGGE SUI PATTI AGRARI PRESEN... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Sorrento.Approda alla Commissione Agricoltura del Senato il disegno di legge sui patti agrari presentato dal senatore Raffaele Lauro (nella foto). Il documento, sottoscritto anche da altri trentacinque senatori bipartisan, è stato esaminato l'altro giorno dalla nona Commissione permanente dell'Agricoltura, presieduta dal senatore Paolo Scarpa Bonazza Buora. In sede referente, è stato assegnato in relazione alla senatrice Laura Allegrini. Il disegno di legge è finalizzato all'aggiornamento dell'articolo 9 legge 203/82. L'articolo che prevedeva la determinazione dell'equo canone mediante coefficienti da applicare al reddito dominicale dei terreni riferiti ai redditi del 1939, ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale, non vi era stata alcuna iniziativa legislativa per colmare questa lacuna. «Da allora - spiega Nino Cuomo che ha suggerito l'iniziativa al senatore Raffaele Lauro - gli affittuari di terreni agricoli sono rimasti senza tutela. Ecco perché è auspicabile che l'iter procedurale del disegno di legge possa, al più presto, essere trasmesso alla Camera dei deputati per la definitiva approvazione e colmare un vuoto legislativo che investe anche le iniziative di tutela degli storici agrumeti della penisola sorrentina». Una regolamentazione, dunque, che tenga conto dei costi di produzione e che riconosca un compenso ai capitali investiti e alle migliorie apportate dagli affittuari.

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Q 29 Agordina - Fiori Barp 3 - 0 Altivolese - Castion 4 - 1 Bessica ... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 4 Maggio 2009, Q 29 Agordina - Fiori Barp 3 - 0 Altivolese - Castion 4 - 1 Bessica - Caerano 0 - 2 Cisonese - CSM Farra 2 - 2 Foen - Lentiai 2 - 1 Juventina - Montegrappa 0 - 1 P. Tegorzo - Maser 1 - 1 Sernaglia - SP Calcio 2 - 1 CLASSIFICA Cisonese291892632563Montegrappa2917102623361Caerano291775542558Bessica291766554157CSM Farra291577543552SP Calcio291469402444Maser2910910323639P. Tegorzo299911313836Foen2910514425535Juventina298813374232Agordina299515375832Altivolese298516485829Lentiai296914284227Sernaglia2951113364926Castion296815375826Fiori Barp293620286515PROSSIMO TURNO (10/05/09): Agordina - Cisonese, Caerano - Sernaglia, Castion - Juventina, Fiori Barp - Bessica, Lentiai - CSM Farra, Maser - Altivolese, Montegrappa - Foen, SP Calcio - P. Tegorzo,

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Cisonese - Virtus Csm 2-2 (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Cisonese - Virtus Csm 2-2 Lunedì 4 Maggio 2009, GOL: pt 29' Pradetto, 35' E. Simoni, st 12' Pradetto, 40' rig. Puppetti. CISONESE: Bellotto, Gallina (st 43' Tormena), De Vecchi, Cesca, Marostica, Baggioli, Bianco, Nadir, Pradetto, Buffon (st 7' Benincà), Trinca. All. De Vecchi. VITRTUS CSM FARRA SOLIGO: Gosetto, Meneghin (st 22' Zandonà), Gallon, Mognon, M. Nardi, N. Nardi (st 6' Baratto), Tonon, Vassalli, E. Simoni, Pupetti, Bittante (st 27' Di Girolamo). All. R. Mognon. Grossa occasione persa dalla Cisonese che si vede beffare da due decisioni arbitrali che hanno lasciato perplessi e delusi i sostenitori che ormai credevano nella promozione.

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Bomber Sartor stacca tutti (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Bomber Sartor stacca tutti Lunedì 4 Maggio 2009, GIRONE P-F-O 18 GOL: Rizzo (Mignagola). 16: Zanon (Salvatronda). 15: Pietrobon (Cendon), Vettoretti (Salvarosa) 14: Trentin (Godigese). 13: Cremasco (Godigese). 12: Rizzato (Casale), Mattiuzzo (S. Elena). GIRONE Q 27 GOL: Sartor (Montegrappa) 25: Buffon (Cisonese). 23: F. Pellizzari (Bessica. 20: Biasion (Foen). 19: Bortot (Sernaglia). 14: Pradetto (Cisonese), Pastro (Bessica), E. Simoni (Virtus Csm). GIRONE R 22 GOL: Facchin (Limana). 20: N. Giovanelli (S.Lucia Mille) 18: L. Giovanelli (S.Lucia - Mille). 16: Soravia (Auronzo), Bandiera (S. Lucia Mille). 15: M. Ros (S. Lucia - Mille).

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GIRONE B Miotto non va in gol ma rimane in vetta. </I... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 4 Maggio 2009, GIRONE B Miotto non va in gol ma rimane in vetta. 24 gol: Miotto (Vedelaghese). 21: Ruffato (CSM Resana). 16: Gobbo (Csm Resana). 14: Gashi, Scaboro (S. Antonino), Fornasier (Valdosport). 12: Fregolent (Volpago), Zago (Fontane), Spagnol (Vidor). 11: Schiavon (Rovere), Vettor (Fanzolo), Tiziani (Milan Guarda), Bertuola (Fontane). 10: Favaro (Badoere), Tessaro (Vidor), Menegazzo (Valdosport), Conte (Rovere), Adustini (Padernello), Canonico (S. Gaetano). 9: Filippi (Vidor), Possamai, Dal Molin (Valdosport). Binotto (Fanzolo). 8: Vedelago, Pavan (Fontane), Fabbian (Csm Resana), Minotto (Postioma), Peveri (S. Gaetano), Cattarin (Fanzolo).

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Soravia insidia il trono di Facchin (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Soravia insidia il trono di Facchin Lunedì 4 Maggio 2009, GIRONE Q 27 GOL: Sartor (Montegrappa) 25: Buffon (Cisonese). 23: F. Pellizzari (Bessica. 20: Biasion (Foen). 19: Bortot (Sernaglia). 14: Pradetto (Cisonese), Pastro (Bessica), E. Simoni (Virtus Csm). 13: D. Bortolon (Altivolese), Puppetti (Virtus Csm), M. Alberton (Castion), Bacchetti (S.P. Calcio 2005). 11: Gelisio (Juventina), Zandonà (Bessica). 10: Merlo (Caerano), Robassa (Juventina), Binotto (Montegrappa), Bentivenga (Altivolese). 9: Tavarner (Lentiai), Bittante (Virtus Csm). 8: L. Nussio (Castion). 7: Carretta (S.P. Calcio 2005), Rahli (Piave Tegorzo), Farenzena (Agordina).

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SI TERRà OGGI (CON INIZIO ALLE 16) E DOMANI (INIZIO ALLE ORE 10) IL SEMINARIO VERE E FALS... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 04-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Nazionale)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Giustizia

Si terrà oggi (con inizio alle 16) e domani (inizio alle ore 10) il seminario «Vere e false alternative nella teoria della Giustizia. Nell'aula Pessina della Federico II si alterneranno importanti relatori come il presidente emerito della Corte Costituzionale, Francesco Paolo Casavola, il preside di Giurisprudenza, Lucio De Giovanni, Sergio Moccia, ordinario di Diritto penale. Dopo la loro introduzione la prima fase dell'intervento di Josè de Sousa e Brito (giudice del tribunale costituzionale del Portogallo). Intervento che proseguirà domani con gli interventi di Alessandro Serpe, Valeria Marzocco e Carlo Nitsch. Le conclusioni sono affidate a Giovanni Marino, ordinario di Filosofia del diritto. Josè de Sousa e Brito è una delle più rilevanti personalità del diritto europeo. Attualmente è guest professor presso la Nova Universidade de Lisboa.

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VIVIANA LANZA NON C'è ARIA DI PRIMAVERA, MA UN FREDDO GENTILE CHE SEMBRA FAVORIRE I RIC... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 04-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Nazionale)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Benevento)) (Mattino, Il (Salerno)) (Mattino, Il (Avellino)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Giustizia

VIVIANA LANZA Non c'è aria di primavera, ma un freddo gentile che sembra favorire i ricordi. È una giornata della memoria, questa domenica napoletana dedicata ai giornalisti vittime delle mafie e del terrorismo. Nell'Auditorium Rai vengono ricordati i tanti cronisti uccisi, un elenco di nomi più o meno noti, più o meno celebrati: da Giancarlo Siani, il cronista del Mattino assassinato dalla camorra, a Mario Francese, giudiziarista siciliano ucciso dalla mafia, Enzo Baldoni, morto in Iraq, Italo Toni e Graziella De Palo, inghiottiti dalla guerra in Libano. La cerimonia, promossa un anno fa dall'Unione nazionale cronisti, è in concomitanza con la manifestazione internazionale che l'Onu intitola alla libertà di informazione. E così il ricordo diventa l'occasione per ribadire il valore della libertà. «Una stampa libera e indipendente è garanzia di tutti», ha sottolineato il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante. Sulla stessa linea i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, nei messaggi inviati all'Unci. Parlare di libertà di stampa sembra quasi un'ovvietà: «Non è ovvio che la stampa deve essere libera - ha ribadito Enzo Iacopino, segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti - sarebbe bello ma così non è. Quali che siano i governi, il tentativo di condizionare e limitare la stampa si ripete con sistematicità». «Troppi colleghi - ha ricordato Guido Columba, presidente dell'Unci - subiscono intimidazioni e violenze e troppi sono stati uccisi in Italia e nel mondo. Nessuno aveva la vocazione dell'eroe ma non si sono accontentati della versione di comodo e hanno cercato di raccontare la verità». Erano presenti il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli, i presidenti dell'Assostampa Enzo Colimoro e dell'Unione cronisti Renato Rocco e il segretario nazionale dell'Usigrai Carlo Verna. All'invito dell'Unione cronisti hanno aderito tra gli altri il questore Santi Giuffrè, il comandante provinciale dei carabinieri Gaetano Maruccia, il generale dell'Arma Franco Mottola, il presidente del Consiglio regionale della Campania Sandra Lonardo che è intervenuta nel dibattito evidenziando l'importanza di una «informazione giusta, lontana dalle logiche dell'interesse di parte ma che rispetti la persona». Una targa è stata consegnata a tre giornalisti napoletani - Alessandro Migliaccio, Claudio Pappaianni e Amedeo Ricucci - per aver subìto aggressioni e intimidazioni.

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Immigrati, i giuristi: ddl sicurezza, violati i diritti dei minori (sezione: Giustizia)

( da "Dire" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Immigrati, i giuristi: ddl sicurezza, violati i diritti dei minori ROMA - I giuristi dell'Asgi continuano la loro battaglia in merito al disegno di legge sulla sicurezza, che violerenne i diritti fondamentali delle persone, in particolare dei minori, per le misure previste per gli immigrati. L'Associazione attiva sul tema della legislazione rivolta ai migranti, invia un appello al Parlamento paventando gravi conseguenze qualora il disegno di legge dovesse essere approvato. Scrive l'Asgi: "In seguito alla discussione e all'approvazione in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati dell'art. 45, comma 1, lett. f) del disegno di legge A.C. 2180, che introduce l'obbligo per il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno in sede di richiesta di provvedimenti inerenti agli atti di stato civile o all'accesso a pubblici servizi, vogliamo precisare i seguenti punti: riguardo agli atti di stato civile e in particolare alla dichiarazione di nascita e al riconoscimento del figlio il sottosegretario Mantovano ha affermato in Commissione Affari Costituzionali che l'art. 45, comma 1, lett. f) non impedirebbe la dichiarazione di nascita e il riconoscimento del figlio, in quanto la donna in stato di gravidanza e nei sei mesi successivi al parto e il marito con essa convivente possono ottenere un permesso di soggiorno per cure mediche, e inoltre sarebbe preclusa all'immigrato irregolare soltanto la possibilita' di chiedere provvedimenti in suo favore, mentre la dichiarazione di nascita costituisce un atto nell'interesse del bambino". Con riferimento alla prima argomentazione, precisa l'Asgi, si segnala come la soluzione prospettata "riguardi solo alcuni casi, escludendo invece le seguenti situazioni, che rappresentano probabilmente la maggioranza: gli stranieri che non siano in possesso di passaporto o documento equipollente, posto che l'art. 9 del DPR 394/1999 richiede l'esibizione di tali documenti ai fini del rilascio del permesso di soggiorno in oggetto; il padre naturale, in quanto la sentenza della Corte Costituzionale n. 376/2000 ha esteso la possibilita' di ottenere il permesso di soggiorno esclusivamente al marito regolarmente sposato". Per quanto riguarda poi il secondo punto, si ritiene che il fatto che la dichiarazione di nascita costituisca un atto nell'interesse del bambino "non sia assolutamente sufficiente a eliminare ogni dubbio interpretativo escludendo l'applicazione della disposizione in oggetto". Continua l'Asgi: "Riguardo all'accesso a pubblici servizi e in particolare alla scuola si richiama l'attenzione sul fatto che benche' i minori stranieri siano soggetti all'obbligo scolastico e abbiano il diritto all'istruzione a prescindere dalla regolarita' del soggiorno, vi e' il serio rischio che ai genitori di minori stranieri sia chiesto l'esibizione del proprio permesso di soggiorno al momento dell'iscrizione a scuola del minore, in quanto 'provvedimento inerente l'accesso a pubblici servizi'. Tale interpretazione sarebbe naturalmente in assoluto contrasto con il diritto all'istruzione riconosciuto dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e l'adolescenza e dalla normativa italiana". "Parimenti - sottolinea l'associazione - si ritiene sussista il concreto ed ancor piu' grave rischio che ai dirigenti scolastici possa essere richiesto di denunciare i genitori degli alunni stranieri che non siano in regola con il permesso di soggiorno a seguito dell'introduzione della nuova fattispecie penale di ingresso e soggiorno irregolare di ogni straniero, senza distinzione, che si propone di introdurre con l'art. 21 disegno di legge A.C. 2180. Si determinerebbe cosi' una gravissima situazione nella quale un numero imprecisabile di minori stranieri non accederebbero piu' alle istituzioni scolastiche per timore di essere denunciati direttamente (loro ed i rispettivi genitori) da quelle stesse istituzioni pubbliche chiamate a tutelare in primis i diritti fondamentali dell'infanzia. Tale prospettiva non puo' che destare massimo allarme in tutta la comunita' democratica". 4 maggio 2009

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Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in crisi (sezione: Giustizia)

( da "01net" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in crisi La delibera sostituisce la precedente dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale 04 Maggio 2009 Nella Gu n. 69 del 24 marzo 2009, è stata pubblicata la delibera Cipe 18 dicembre 2008, n. 110 relativa ai criteri e alle modalità di funzionamento del Fondo per il finanziamento degli interventi per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà. La delibera sostituisce la delibera 22/07 dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. Possono accedere al Fondo le imprese organizzate in forma di società di capitali che si trovino in difficoltà, ai sensi della normativa comunitaria, occupino non meno di 50 dipendenti e non operino nei settori del carbone, dell'acciaio, della pesca, dell'acquacoltura e della agricoltura. Con la nuova delibera, l'operatività del Fondo è stata estesa in modo generalizzato anche alle medie imprese. Il Fondo interviene sia ai fini del salvataggio, sia della ristrutturazione. Gli aiuti per il salvataggio consistono in un sostegno finanziario temporaneo e reversibile, della durata massima di sei mesi, finalizzato a mantenere in attività l'impresa per il tempo necessario a elaborare un piano di ristrutturazione o di liquidazione; sono concessi ad imprese che non abbiano presentato istanza giudiziale per l'accertamento dello stato di insolvenza e assumono esclusivamente la forma di garanzia statale su finanziamenti bancari contratti dall'impresa. Gli aiuti per la ristrutturazione sono basati su un piano industriale e finanziario per il ripristino della redditività Del. Cipe 18.12.2008, n. 110, Gu 24.3.2009, n. 69 (per maggiori approfondimenti vedi Finanziamenti e credito, Novecento Media)

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Il Mostro di Firenze torna ad uccidere in Tv. Intervista ad Enrico Manieri, consulente nel processo a Pacciani e collaboratore del Tg1: "Sì al plastico di Vespa, no all'informazion (sezione: Giustizia)

( da "Blogosfere" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Mag 09 4 Il Mostro di Firenze torna ad uccidere in Tv. Intervista ad Enrico Manieri, consulente nel processo a Pacciani e collaboratore del Tg1: "Sì al plastico di Vespa, no all'informazione emotiva sui delitti" Pubblicato da Ernesto Siciliano alle 21:35 in Annunci, Interviste, Scenari dei Media 9Colonne) -Roma, 4 maggio (citare la fonte). Il mostro di Scandicci torna sul luogo dei suoi efferati delitti. Stavolta, per fortuna, solo per finzione scenica. La vallata del Mugello e le colline intorno al capoluogo toscano ospitano in questi giorni la folta troupe della serie tv in sei episodi prodotta dalla Wilder per Fox Channels Italy su uno dei gialli italiani più inquietanti. I telespettatori vedranno il film in autunno su FoxCrime, canale 114 di SKY. Il cast comprende oltre 700 comparse. Il protagonista Ennio Fantastichini, nei panni di Renzo Rontini, è affiancato da Marit Niessen, Nicole Grimaudo, Giorgio Colangeli, Bebo Storti, Marco Giallini, Corso Salani, Duccio Camerini. La fiction "Il Mostro di Firenze" fa così rivivere l'incubo del serial killer che ha ucciso nelle campagne toscane ben sedici persone, dal 1968 al 1985, attraverso l'ossessione di giustizia di Renzo Rontini, padre di una delle vittime. Sua figlia Pia è assassinata nel 1984, quando ha appena 18 anni. Da allora, quest'uomo consacra la sua vita alla ricerca della verità, abbandonando il suo lavoro di ingegnere navale che lo ha portato a compiere ben diciotto volte il giro del mondo, per aiutare gli inquirenti a individuare lo spietato assassino che infierisce sempre con la stessa arma: una pistola Beretta 70, calibro 22 Long Rifle. La dolorosa missione lo consuma poco a poco , fino a provocarne la morte con un infarto che lo fulmina nel 1989. Le potenzialità drammaturgiche di una figura umana così commovente, appassionata e dalla vita avventurosa non potevano passare inosservate agli autori della fiction, Daniele Cesarano, Barbara Petronio e Leonardo Valenti. "Cercavamo - spiega Cesarano- un filo conduttore che non fosse per forza un investigatore. Rontini ha indagato sempre, ma non come nei film americani, quello che scopriva lo portava agli inquirenti. Smette di lavorare per farlo, si rovina. Cerca la verità nelle udienze; era una consuetudine la sua presenza in aula, che il giudice, il giorno in cui non lo vede arrivare, lo chiama a casa. Quando condannarono Vanni, Pacciani e Lotti, Rontini disse: 'Sento odore di giustizia'. Ma voleva tutta la verità". La storia dei delitti perpetrati dal Mostro presenta innegabili aspetti pruriginosi. L'assassino, o gli assassini, colpiscono quasi sempre giovani coppie appartate ed in quattro casi asportano il pube ed il seno sinistro delle donne uccise. Il regista Antonello Grimaldi precisa però che la sua fiction non intende rendere "morboso il racconto", ma solo illustrare "come la tragedia abbia devastato un uomo". L' inchiesta porta alla condanna in via definitiva dei cosiddetti "compagni di merende", Pietro Pacciani, Mario Vanni, morto poche settimane fa, e Giancarlo Lotti. Ma il caso è ancora aperto. Le Procure di Firenze e Perugia ricercano tuttora i mandanti. Quale contributo può dare il film di Fox Crime all'inchiesta ancora in corso? Enrico Manieri, consulente tecnico di parte per la difesa nel processo d'Appello contro Pietro Pacciani ed autore del blog "mostro-di-firenze.blogspot.com" , divide il compito dei media da quello della magistratura. "La produzione della Fox -dice a 9 Colonne- adotta il punto di vista di un padre. Come ogni fiction dà un taglio diverso alle vicende reali ed enfatizza l'aspetto emotivo. E' una narrazione del tutto rispettabile ed ha finalità spettacolari. Mi auguro solo che le persone si rendano conto che un film è un film, così come un programma televisivo rimane tale. La realtà è diversa. Il rischio dell'intervento dei media sulle vicende di cronaca nera è la semplificazione. In questo caso ci sono già stati alcuni risvolti mediatici anomali. Alcuni addetti ai lavori, tra cui un giudice, hanno scritto dei libri sulla vicenda. Personalmente avrei atteso la fine del processo per rendere pubbliche alcune informazioni delicate". Manieri si è interessato alla vicenda del Mostro di Firenze per una ragione che definisce etica. "Ho lavorato nel settore delle armi - racconta- fino al 1995. Allora chiesi al giudice istruttore di inviarmi le copie delle perizie balistiche per scrivere alcuni articoli su riviste del settore. In seguito sono stato chiamato come esperto a fare il consulente di parte. In quella occasione ho tra l'altro fatto presente che il bossolo ritrovato nel giardino di Pacciani era stato tagliato, un particolare di cui nessuno si era reso conto". Consulente della Rai per alcuni programmi sul crollo delle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, ci tiene a segnalare i rischi di interferenze negative del processo mediatico con quello giudiziario. "Oggi il pubblico- spiega- travisa spesso il compito degli inquirente. La comunicazione generalista ha caratteristiche fisiologiche. Deve sottolineare gli aspetti umani, semplificare. La informazione giudiziaria corretta dovrebbe essere più tecnica, ma non è compatibile con l'esigenza televisiva di escludere temi molto crudi in determinati orari e di non annoiare il pubblico. I rischi è inoltre di ampliare il discorso, di annacquare tutto". I rimedi a questo pericolo di spettacolarizzazione superficiale ci sono: i programmi più credibili sono quelli che non filtrano la realtà. "La mediazione degli autori - avverte Manieri- è insidiosa. Mi piace molto invece il programma di Rai 3 'Un giorno in pretura', perché mostra la realtà così com'è, sottopone le testimonianze delle parti in causa direttamente al giudizio dello spettatore. Un'altra minaccia alla ricerca della verità sono le strumentalizzazioni dei consulenti e degli addetti ai lavori. Si crea una sorta di star system giudiziario, composto da persone che appaiono sempre in tv e acquistano potere di influenza. Questi personaggi per di più diventano spesso autorevoli grazie all'esposizione mediatica piuttosto che in base ai reali meriti professionali. Ci vorrebbe una turnazione di questi esperti. E dovrebbe crescere il coefficiente 'tecnico' dei programmi. Da questo punto di vista, vedo bene il plastico di Cogne usato da Bruno Vespa, una sorta di emblema della comunicazione televisiva che è stato inopportunamente stroncata. E' invece un contributo valido, usato nei tribunali per rappresentare la scena del reato. Oggi la tecnologia consente di andare oltre. Penso alla recente ricostruzione tridimensionale fatta in tv del delitto del tifoso della Lazio, Gabriele Sandri". L'antidoto alla corruzione mediatica della Giustizia esiste, a suo parere: "Ci vogliono -conclude- più informazioni tecniche e meno suggestioni emozionali per focalizzare la realtà giudiziaria. Il pubblico deve imparare a distinguere. Troppe persone invece hanno ormai metabolizzato le idee magiche trasmesse da alcune fiction come CSI o RIS, in cui si risolvono i casi con l'esame di una goccia di sangue..."

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Inchiesta Why Not: alcuni indagati protestano (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Inchiesta Why Not: alcuni indagati protestano Ritengono che il rinvio a giudizio debba essere annullato perché non sentiti a giudizio CATANZARO. Alcuni indagati dell’inchiesta Why Not lamentano di non essere stati interrogati, nonostante lo avessero chiesto dopo l’avviso di conclusione indagini, e sostengono che la richiesta di rinvio a giudizio è nulla. L’avvocato Giovanni Lacaria sostiene, in una nota, che “rimango sbigottito ed allibito nel prendere atto dalla stampa che è stata formulata una richiesta di rinvio a giudizio anche nei miei confronti quando a prescindere da ogni altra considerazione, che farò nelle sedi più opportune, avevo chiesto di essere sottoposto ad interrogatorio e, benché la legge obblighi il Pubblico Ministero ad effettuare tale atto istruttorio, una volta concluse le indagini preliminari, non sono mai stato interrogato. Non sarà certo la nullità della richiesta di rinvio a giudizio ad acquietarmi ma tutto ciò conferma l’unilateralità di vedute che io chiederò di essere approfondita sotto il profilo penale e disciplinare nei confronti di chi ha violato la legge”. Per Sabatino Savaglio, anch’egli indagato nell’inchiesta, la “certezza sulla mancanza di serenità e di equidistanza degli organi inquirenti la ricavo dal fatto che la smania e la fretta di dare una risposta di pretesa efficienza agli occhi dei mass media, questi ultimi sicuramente suggestionati dall’abile e squallido regista di questa drammatica vicenda, ha prevalso sull’obbligo su di essi incombente di disporre il mio interrogatorio avendone fatto io espressa richiesta tramite il mio difensore. Su ciò, come vengo reso edotto dal mio avvocato, potrò eccepire, in sede di udienza preliminare, una nullità che comporterà la nuova trasmissione degli atti alla Procura al fine di ottemperare al dovuto e non facoltativo interrogatorio”. “Non potrò - prosegue Savaglio - comunque ritenermene soddisfatto, quando nella sostanza non posso ipotizzare un approccio sereno nei miei riguardi, visto tra l’altro che ogni potenziale dubbio su presunti miei contatti equivoci è stato positivamente chiarito dall’attività incrociata di Guardia di Finanza e Carabinieri, che all’unisono hanno concluso positivamente a mio favore, con il supporto di una significativa prova documentale qual è la documentazione bancaria. Il peso politico e mediatico del dipietrista De Magistris continua ad influenzare la serenità di giudizio dei magistrati catanzaresi, incapaci di prendere decisioni pur ovvie ma che necessiterebbero, per essere assunte, di un minimo di coraggio e realismo. Da parte dei magistrati di Catanzaro la volontà di triplicare il numero degli indagati, proprio come risposta a De Magistris, è stata pubblicamente dichiarata nel mese di dicembre 2008, prima alla stampa e poi al Csm. Si continua, anche dopo De Magistris, a sposare i teoremi di chi essendosi arricchito sulle spalle del bilancio regionale e di centinaia di lavoratori, prosegue a sollevare cortine fumogene per nascondere le proprie malefatte, condizionando l’operato di magistratura, polizia giudiziaria e parte dei mass media”. “Il mio status di indagato - conclude - si perpetua in una vicenda in cui qualsiasi persona che abbia un minimo di conoscenza delle norme di diritto commerciale e societario sa che non ho avuto e non ho qualsivoglia potere e responsabilità per il ruolo rivestito. L’unica responsabilità che mi si vuole addebitare è quella di essere amico di Tonino Saladino, e forse, leggendo le farneticanti e strumentali dichiarazioni rilasciate a varie Procure, quella di essere antipatico a chi in tutta la faccenda Why Not sembra essere il punto centrale. Si prosegue infatti a seguire una ideologica e “filosofica” interpretazione di fatti svoltisi, tra l’altro, in periodi in cui i rapporti tra me e molti degli altri indagati erano inesistenti”.(02-05-09)

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Greva, amanata temporar si teza reprogramata (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Greva, amanata temporar si teza reprogramata Aida Danaila Marti, 05 Mai 2009 Pe ultima suta de metri, dupa mai bine de sase ore de negocieri, sindicatele si guvernantii au ajuns la un acord si dascalii au renuntat la greva generala de astazi. Teza la romana s-a amanat pentru joi, 7 mai. Conflictul dintre cadrele didactice si guvernanti, care i-a prins la mijloc exact pe beneficiarii serviciilor de educatie, adica pe elevi, s-a transat provizoriu cu doar 12 ore inainte de greva generala anuntata initial pentru astazi. Culmea ridicolului in tot acest scandal a atins-o Gheorghe Pogea, ministrul Finantelor. Cu detasare, acesta declara ieri, inainte de inceperea discutiilor cu sindicalistii care au avut loc la Ministerul Educatiei, Cercetarii si Inovarii, ca nu stie care sunt problemele acestora, dar a venit cu "ganduri bune pentru dialog". Cu un asa ministru, nici nu este de mirare ca avem o astfel de economie si criza economica ne va ingenunchea definitiv. Reamintim ca nemultumirile dascalilor nu dateaza de ieri, de azi, ci de anul trecut. Dupa ce fostul parlament a votat o lege prin care salariatilor din invatamant urma sa li se majoreze leafa cu 50%, fostul premier Calin Popescu Tariceanu a emis mai multe ordonante pentru blocarea aplicarii legii. Evident, pentru ca era nevoie de votul lor, sa nu uitam ca este vorba de cateva sute de mii de salariati in Educatie, in campania electorala dascalii au fost asigurati de politicieni ca daca vor castiga alegerile vor aplica legea in cauza. Numai ca, imediat ce au ajuns la guvernare, politicienii au aflat cu "stupoare" ca este criza si nu sunt bani in vistieria tarii, desi Tariceanu spusese deja acest lucru. si nu doar ca nu s-a mai vorbit de nici o majorare salariala, dar s-a ajuns in situatia in care s-a redus si bugetul alocat educatiei pentru acest an, de la 6% aprobat initial, la 4% dupa prima rectificare bugetara, deci sunt in primejdie cateva mii de posturi didactice. Intrucat toate discutiile nu s-au soldat cu nimic clar in ceea ce priveste majorarea salariala, cele patru federatii sindicale din invatamant si-au consultat membrii si astfel s-a ajuns la decizia de blocare a actualului an scolar, prin boicotare, deci neparticiparea la examenele nationale – teze cu subiect unic, bacalaureat, admitere la liceu, la facultate. Ajunsi moneda de schimb, elevii care astazi ar fi trebuit sa dea teza la romana au stat cateva zile cu "inima la gat" si s-au uitat neputinciosi cum cei mari se joaca de-a greva pe seama viitorului lor. Pericolul grevei generale nu a trecut, fiind pe moment doar amanat. Dupa multe ore de negocieri, aseara la ora 18 cele patru federatii sindicale din invatamant si ministrul Educatiei, Cercetarii si Inovarii au ajuns la un acord care urmeaza a se semna zilele urmatoare. Printre prevederile acestui acord se numara: Nivelul veniturilor salariale ale cadrelor didactice nu va fi afectat in viitoarea grila de salarizare bugetara, dascalii vor fi plasati pe o pozitie corespunzatoare importantei activitatii pe care o desfasoara s–a decis constituirea unei comisii mixte (MECI – sindicate) de monitorizare a investitiilor care se deruleaza in sistemul educational definitivarea principiilor si a calendarului privind descentralizarea sistemului educational si pastrarea titularizarii profesorilor etc. Greva generala nu s-a anulat, ci doar s-a amanat. Presedintele Traian Basescu a declarat ca "isi asuma eroarea promulgarii legii salarizarii profesorilor". Din aceeasi categorie: Repartizarea dosarului Becali, verificata de CSM Biletele la meciul Steaua-Dinamo se pun in vanzare mainePatriciu afirma ca nu l-a incurajat pe Radu Duda sa candideze la prezidentiale Voteaza

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Basescu ii trimite pe magistrati la colegii din CCR (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 04-05-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Basescu ii trimite pe magistrati la colegii din CCR Marti, 05 Mai 2009 Presedintele Traian Basescu a sesizat Curtea Constitutionala pe tema sporurilor salariale pe care si le-au autoacordat magistratii prin decizii judecatoresti. El a declarat ca nu este normal ca puterea judecatoreasca "sa incerce sa-si atribuie o prerogativa pe care nu o are prin Constitutie, aceea de a gestiona o parte din bugetul statului". Presedintele a mai explicat ca, in anul 2000, o data cu reforma din domeniul salarizarii magistratilor, toate sporurile acestora au fost introduse in salariul de baza, pentru mai multa transparenta. Acest fapt nu i-a impiedicat insa pe magistrati si personalul de specialitate asimilat acestora sa solicite in instanta acordarea altor sume in baza mai vechilor sporuri. "Va dau cateva exemple: prima de concediu, sporul de anticoruptie – ca si cum un magistrat, pentru a fi corect, trebuie sa aiba un spor de anticoruptie–, sporul pentru vechimea in munca, coeficienti de multiplicare diferiti, sporul de specializare – ca si cum un magistrat ar trebui sa nu fie specializat –, sporul de periculozitate, sporul de confidentialitate, sporul de risc si suprasolicitare neuropsihica, tichete de masa, sporul de fidelitate – ca si cum nu juram fidelitate institutiilor din care facem parte–, suplimentul postului, sporul de permanenta. Sunt doar cateva exemple de sporuri obtinute de magistrati care au dat in judecata si ei insisi au judecat", a explicat seful statului. In afara conflictului dintre autoritatea judecatoreasca, de o parte, si Parlament si Guvern, de cealalta parte, invocat de presedintele Basescu, pe masa judecatorilor constitutionali va ajunge si un altul, ridicat chiar de reprezentantii magistratilor. Este vorba de sesizarea pe care a anuntat ca o va depune Consiliul Superior al Magistraturii pe motiv ca o serie de acte emise de Guvern, inclusiv cele referitoare la rectificarea bugetara, nu au avizele CSM si Inaltei Curti de Casatie si Justitie. Intreaga discutie se suprapune divergentelor legate de legea unica a salarizarii. Din aceeasi categorie: Geoana promite pensii si salarii mai mari pe bani europeniUDMR isi pregateste revenirea la guvernareColaborarea PDL-PSD Dolj, discutata la centru Voteaza

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Referendum, pressing della Lega ma il Pd è deciso a votare il "sì" (sezione: Giustizia)

( da "Cittadino, Il" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Referendum, pressing della Lega ma il Pd è deciso a votare il "sì" ROMA Gli ammiccamenti tra Lega e Pd per una riforma elettorale che modifichi il "porcellum" vanno avanti, e si allargano all'Udc. E, mentre protagonisti parlano già dei possibili sistemi elettorali su cui discutere, a dividere è l'atteggiamento da tenere di fronte al referendum, con il Pd che insiste sul suo "sì" nonostante le critiche e le lusinghe del Carroccio. Quanto al Pdl, tutti i dirigenti ribadiscono l'intenzione di non voler mettere mano alla riforma elettorale. Dopo il colpo di scena costituito dalla profferta di Umberto Bossi a discutere di riforma elettorale, in cambio di un "no" al referendum, il segretario dei Democratici Franceschini ha affermato di non voler cambiare idea: «La direzione ha approvato questa linea - ha detto in un'intervista al «Corriere della Sera» - con oltre cento voti contro cinque. Tornare indietro per una battuta detta da Berlusconi significherebbe non essere un partito, ma solo un gruppo di persone impaurite». Su Franceschini sono piovute le critiche del Carroccio, con Cota, Calderoli e Castelli, che avanza il «sospetto» di «accordi segreti» con Berlusconi.Un dietro-front del Pd, come ha spiegato Franceschini, è impensabile: anche perché, sottolinea Salvatore Vassallo, «la sola eventualità di tenere il referendum ha rimesso in moto la discussione» sulla riforma. Oltretutto nel Pd c'è la convinzione che solo una percentuale di votanti abbastanza alta, superiore al 40%, anche se inefficace ai fini del referendum, può rimettere in agenda la riforma elettorale. Peraltro, nel Pd c'è chi afferma che una riforma sia possibile anche in caso di raggiungimento del quorum e di vittoria del sì. Scenario su cui scatta il veto del Pdl: se vincesse il sì «ogni tentativo di dar vita a nuove leggi elettorali con maggioranze spurie sarebbe duramente contrastato dal Pdl, senza il quale oggi in Parlamento nessuna riforma è possibile». «Solo alla fine di una legislatura - rincara la dose Cicchitto - ci si può occupare di cambiare la legge elettorale, a meno di non aver deciso di andare ad elezioni molto anticipate».Il combinato disposto di una vittoria del "sì" e di elezioni anticipate, che potrebbero consegnare la maggioranza parlamentare al solo Pdl, spinge Linda Lanzillotta a invitare il proprio partito, il Pd, a rivedere la propria posizione e ad aprire subito il confronto con la Lega su una nuova legge.Un passo ulteriore lo compie uno dei promotori del referendum, Arturo Parisi: si potrebbe mettere mano alla riforma addirittura prima del fatidico 21 giugno. Basterebbe una leggina che ripristini il precedente sistema maggioritario a collegio uninominale, il Mattarellum, che non dispiace alla Lega. Secondo una sentenza della Corte Costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto, è possibile solo con il parere favorevole del Comitato promotore. E il suo presidente, Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo. Paletti che chiudono la strada ai due sistemi più gettonati, lo spagnolo e il Mattarellum, che sono sì maggioritari ma non bipartitici. Scenari che ricordano il 1994 con la caduta del primo governo Berlusconi, li evoca Rocco Buttiglione (che fu uno dei protagonisti all'epoca) che invita a «creare una grande alleanza Pd-Udc-Lega per fare una legge elettorale democratica», una «grande alleanza che poi - aggiunge il presidente dell'Udc - potrebbe andare alle urne per battere Berlusconi».Giovanni Innamorati

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Referendum: il Pd fermo sul sì, Lega critica (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 05/05/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Referendum: il Pd fermo sul sì, Lega critica ROMAGli ammiccamenti tra Lega e Pd per una riforma elettorale che modifichi il «porcellum» vanno avanti, e si allargano all'Udc. E, mentre protagonisti parlano già dei possibili sistemi elettorali su cui discutere, a dividere è l'atteggiamento da tenere di fronte al referendum, con il Pd che insiste sul suo «sì» nonostante le critiche e le lusinghe del Carroccio. Quanto al Pdl, tutti i dirigenti ribadiscono l'intenzione di non voler mettere mano alla riforma elettorale. Dopo il colpo di scena costituito dalla profferta di Bossi a discutere di riforma elettorale, in cambio di un «no» al referendum, il segretario del Pd Franceschini ha affermato di non voler cambiare idea: «La direzione ha approvato questa linea con oltre cento voti contro cinque. Tornare indietro per una battuta detta da Berlusconi significherebbe non essere un partito, ma solo un gruppo di persone impaurite». Su Franceschini sono piovute le critiche del Carroccio, ma un dietro-front del Pd, come ha spiegato Franceschini, è impensabile: anche perché, sottolinea Vassallo, «la sola eventualità di tenere il referendum ha rimesso in moto la discussione» sulla riforma. Oltretutto nel Pd c'è la convinzione che solo una percentuale di votanti abbastanza alta, superiore al 40%, anche se inefficace ai fini del referendum, può rimettere in agenda la riforma elettorale. Per altro, nel Pd c'è chi afferma che una riforma sia possibile anche in caso di raggiungimento del quorum e di vittoria del sì. Scenario su cui scatta il veto del Pdl: se vincesse il sì, affermano esponenti come Capezzone o Bocchino, «ogni tentativo di dar vita a nuove leggi elettorali con maggioranze spurie sarebbe duramente contrastato dal Pdl, senza il quale oggi in Parlamento nessuna riforma è possibile». «Solo alla fine di una Legislatura - dice Cicchitto - ci si può occupare di cambiare la legge elettorale, a meno di non aver deciso di andare ad elezioni molto anticipate». Il combinato disposto di una vittoria del sì e di elezioni anticipate, che potrebbero consegnare la maggioranza parlamentare al solo Pdl, spinge Linda Lanzillotta a invitare il proprio partito, il Pd, a rivedere la propria posizione e ad aprire subito il confronto con la Lega su una nuova legge. Un passo ulteriore lo compie Parisi: si potrebbe mettere mano alla riforma addirittura prima del fatidico 21 giugno. Basterebbe una leggina che ripristini il precedente sistema maggioritario a collegio uninominale, il Mattarellum, che non dispiace alla Lega. Secondo una sentenza della Corte Costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto, è possibile solo con il parere favorevole del Comitato promotore. E il suo presidente, Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo. Paletti che chiudono la strada ai due sistemi più gettonati, lo spagnolo e il Mattarellum, che sono sì maggioritari ma non bipartitici. Scenari che ricordano il 1994 con la caduta del primo governo Berlusconi, li evoca Rocco Buttiglione che invita a «creare una grande alleanza Pd-Udc-Lega per fare una legge elettorale democratica».

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Giustizia in crisi, sono 6,6 milioni gli arretrati (sezione: Giustizia)

( da "Arena, L'" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Martedì 05 Maggio 2009 NAZIONALE Pagina 4 PROCESSI. Oggi l'appello al ministro Alfano Giustizia in crisi, sono 6,6 milioni gli «arretrati» Si rischia lo stallo nel 2011 Urgono fondi dal governo ROMA Giustizia italiana a rischio bancarotta»: sono 6 milioni e 600mila i processi pendenti tra civile e penale. Ieri il presidente dell'Anm Luca Palamara ha chiesto «un vero tavolo di confronto» per risolvere il problema denunciando: «siamo in una situazione di insolvenza, è prossimo il pericolo del fallimento», che arriverà, secondo i vari sindacati di categoria, nel 2011, quando arriverà l'ultimo dei tre tagli di risorse previsti per il settore, 450 milioni di euro. Prodromica al tavolo e ai tanto auspicati interventi sarà quindi la «Giornata nazionale della giustizia», un mega-incontro organizzato per oggi a Roma. Invitati anche il ministro Angelino Alfano, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. Intanto, i numeri disegnano un quadro quantomai desolante: le pendenze civili al 2007 ammontano a 5 milioni e 400 mila; quelle penali a 1 milione 500mila: per eliminarle occorrerebbero rispettivamente 16 mesi e 13 mesi di lavoro esclusivo. Una condizione irrealizzabile sia perchè la produttività attuale «è ai limiti dell'intollerabilità» sia per il numero elevatissimo dei nuovi procedimenti: 4,5 milioni nel civile e 1,6 nel penale. Al «forte incremento» della domanda di giustizia da parte dei cittadini, segnalato soprattutto dall'aumento delle pendenze del civile (cresciute del 400% in 30 anni e poi ancora del 129% dal 1990 al 2007), ha corrisposto la contrazione del personale giudiziario, passato da 53.000 unità del 1998 ai 43.982 del 2008 e dei dirigenti (dai 432 del 2001 a 347 del 2008). Parallelo il taglio degli investimenti: dai 7.665.369.477 di euro del 2005 si è arrivati ai 7.560.741.030 del 2009 e, secondo i sindacati, nel 2010 è previsto un ulteriore taglio di 442 milioni di euro.  

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Barbaglio, prima riunione in Procura (sezione: Giustizia)

( da "Arena, L'" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Martedì 05 Maggio 2009 CRONACA Pagina 10 NUOVI INCARICHI. L'insediamento ufficiale del magistrato avverrà nelle prossime settimane Barbaglio, prima riunione in Procura Il suo insediamento ufficiale sulla seconda poltrona della Procura avverrà più avanti ma ieri il nuovo procuratore aggiunto Angela Barbaglio ha partecipato alla riunione con i colleghi veronesi. Un incontro informale, per quanto riguarda i saluti, seguito da una riunione pratica. Sarebbe infatti prevista una modifica che riguarda le competenze dei singoli magistrati e soprattutto la riduzione degli attuali quattro gruppi di indagine a tre con conseguente riorganizzazione degli uffici. Oltre alla dottoressa Barbaglio, tutt'ora in forza alla procura di Vicenza, è previsto l'arrivo di un nuovo sostituto procuratore a completamento della pianta organica. Il nuovo procuratore aggiunto, lo ricordiamo, è stato designato il primo aprile al termine della votazione del plenum del Consiglio superiore della magistratura: ottenne tredici voti a favore contro le undici preferenze della collega Maria Cristina Motta, anche lei candidata alla seconda poltrona della procura scaligera che in quell'occasione ricevette il voto del vicepresidente del Consiglio Superiore della magistratura, Nicola Mancino, e del presidente della Corte di Cassazione. Una vittoria di misura determinata dal voto, favorevole alla dottoressa Barbaglio, espresso da Fabio Roia di Milano, togato di Unicost. In caso di parità, infatti, l'incarico sarebbe andato alla dottoressa Motta poichè aveva ricevuto le preferenze «qualificate» del presidente della Cassazione e del vicepresidente del Csm. L'incarico sarà ufficialmente assunto tra qualche mese, per il pm Barbaglio, che lasciò Verona nel 2003, si tratta quindi di un ritorno nella Procura in cui aveva lavorato 21 anni. Sempre come pubblico ministero, ruole che lei stessa aveva definito un «ruolo difficile, motore del processo».  

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Elusione, legislatore in fuorigioco (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Diritto e Fisco data: 05/05/2009 - pag: 26 autore: di Marino Longoni Nel dibattito organizzato da ItaliaOggi su Class/Cnbc lo scontro tra il potere legislativo e giudiziario Elusione, legislatore in fuorigioco Il richiamo a norme costituzionali rende inutile ogni riforma Sull'abuso di diritto la cassazione sembra aver messo il legislatore in fuorigioco. E' quanto emerso nel corso del dibattito televisivo andato in onda ieri su Class/Cnebc (che sarà disponibile da questa sera sul sito www.italiaoggi.it), che ha visto lo scontro tra i rappresentanti del mondo delle imprese e delle professioni, da una parte, ed esponenti del potere giudiziario, dall'altra.Maurizio Leo, consapevole degli enormi problemi creati dalle recenti sentenze della cassazione sull'abuso di diritto (o, più correttamente, sull'elusione tributaria), ha dato tutta la disponibilità del legislatore a introdurre una modifica normativa. In particolare, ha detto Leo, si sta pensando ad una norma che corregga l'articolo 37 bis del dpr 600 dettagliando meglio il primo comma ed elimanando la parte casistica, contenuta nel terzo comma. Ma questo, ha detto Leo, sarebbe del tutto inutile se poi la giurisprudenza di legitimità continuerà a riferirsi all'articolo 53 della Costituzione, creando così, di fatto, una norma di rango costituzionale fuori dalla portata del legislatore ordinario. Per questo Leo ha chiesto alla magistratura un segnale di disponibilità. Segnale che però, almeno per ora, non c'è stato.Anzi, Mario Cicala, che ha firmato come relatore alcune delle sentenze sull'abuso di diritto, ha rivendicato con forza il ruolo della magistratura nell'opera di creazione del diritto. Secondo il magistrato oggi in Italia, il diritto vigente è una creazione congiunta del legislatore e della giurisprudenza. E non solo in materia tributaria. L'azione della magistratura è sempre più importante per l'evoluzione dell'ordinamento giuridico e non c'è nullla di strano, quindi, che anche in questa materia la Cassazione sia interventa con forza per allargare il campo di operatività della norma codificata (l'articolo 37 bis del dpr 600) in materia di elusione fiscale. E contro chi obiettava che quest'azione ha reso molto problematiche le scelte degli imprenditori, Cicala ha obiettato che il nostro non è un ordinamento fondato su un approccio liberistico. E' anzi connaturato alla nostra storia e alla nostra cultura giuridica che la libertà economica dei singoli incontri dei limiti. In sostanza: non tutto ciò che è vietato deve essere considerato permesso.Contro questa impostazione si sono scagliati i rappresentanti del mondo delle imprese, delle professioni e della ricerca accademica, presenti al dibattito.Secondo Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, le recenti pronunce della Cassazione hanno gettato imprese e professionisti in una situazione di insopportabile incertezza. Di fatto ora le scelte imprenditoriali sono sottomesse all'arbitrio dell'amministrazione finanziaria e della giurisprudenza. Non c'è dubbio che un ordinamento nel quale la certezza del diritto sia così calpestata, non si presta certo ad attrarre investimenti stranieri! La situazione è molto seria anche a giudizio di Ivan Vacca, condirettore generale di Assonime, anche perché la valutazione ex post delle valide ragioni economiche si presta, nella pratica, ad arbitri e fraintendimenti. Secondo Vacca il passo falso commesso dalla Cassazione consiste nell'aver indirizzato in questo senso l'operato dell'amministrazione tributaria, invece che nella valutazione di quale sia stata la norma sostanziale violata dal comportamento elusivo dell'imprenditore. Inoltre, sempre secondo Vacca, la Cassazione non si è limitata a colmare le imperfezioni normative prodotte dal legislatore, ma è andata ben oltre, creando una norma che peraltro mal si concilia con il diritto vigente e codificato. Giuseppe Marino, docente di diritto tributario all'Università statale di Milano, ha visto nelle dichiarazioni di Cicala la manifestazione di uno scontro tra i poteri legislativo e giudiziario. Secondo Marino la giurisprudenza dovrebbe invece limitarsi ad applicare le leggi vigenti sottoponendo eventualmente al vaglio della Consulta le norme (in questo caso l'articolo 37 bis, giudicato estremamente restrittivo) che sembrano in contrasto con i principi costituzionali del nostro ordinamento giuridico. Marino ha richiamato anche i giudici al rispetto delle norme procedurali, garanzia di democraticità dell'ordinamento.

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UNIONE DI CENTRO INCONTRO PUBBLICO IN SALA BARBARANI (sezione: Giustizia)

( da "Arena, L'" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Martedì 05 Maggio 2009 PROVINCIA Pagina 23 Brevi SOAVE SCAMBIO CULTURALE GLI STUDENTI RECITANO IN FRANCESE Stasera alle 20.30 alla scuola media Benedetto Dal Bene sarà messo in scena dagli studenti lo spettacolo teatrale in francese «My fair lady» in onore dei coetanei di Claye Souilly e della città tedesca di Kelheim, che in questi giorni sono ospitati nelle case dei ragazzi soavesi per lo scambio culturale con i due paesi gemellati. ZEVIO UFFICIO MOBILE ORARI E VIE SOTTO CONTROLLO La polizia municipale rende noti orario e zone di presenza dell'ufficio mobile: domani 9-10.30 a Santa Maria e 10.30- 12 a Perzacco. Venerdì 9-10.20 a Campagnola e 10.30-12 a Santa Maria. Il 13 maggio 9-10.20 a Volon e 10.30-12 a Santa Maria. Il 15 maggio 9-10.20 a Bosco e 10.30-12 a Perzacco. SAN BONIFACIO UNIONE DI CENTRO INCONTRO PUBBLICO IN SALA BARBARANI L'Unione di Centro domani alle 21 in sala civica Barbarani terrà un incontro sulla propria politica, con l'intervento del deputato Antonio De Poli (segretario regionale), Stefano Valdegamberi (assessore regionale al sociale), Stefano Marzotto (segretario provinciale), Marco Bovo (direzione nazionale), Angelo Sofia (segretario sezione locale), Stefano Bissa (direzione provinciale e regionale), Ugo Bergamo (senatore e membro del Csm e candidato al Parlamento europeo). ARCOLE INCONTRO SPIRITUALE IN PARROCCHIA PER I GIOVANI Mercoledì i giovani si incontrano in parrocchia alle 20.30: i giovani e gli animatori sono invitati a un incontro sulla lettura e riflessione della Parola. L'incontro guidato si svolge nella cappellina della chiesa. SAN BONIFACIO CINEFORUM CRISTALLO PROIEZIONE DEL FILM DI GABRIELE MUCCINO Domani e giovedì alle 21 al cineforum Cristallo, la programmazione prosegue con il film di Gabriele Muccino «Sette anime», storia di dolore e di redenzione, ispirata in parte a una storia vera. SAN GIOVANNI LUPATOTO DONNE IN POLITICA INCONTRO IN CASA NOVARINI Il salone di Casa Novarini ospita domani sera alle 20.30 l'appuntamento con la serie di incontri sulle donne in politica. Tema della serata: «Reti tra donne e organismi di parità».  

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PILLOLA del giorno dopo: intervengono il vescovo Armando Trasarti e il centro diocesan... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

FANO pag. 13 PILLOLA del giorno dopo: intervengono il vescovo Armando Trasarti e il centro diocesan... PILLOLA del giorno dopo: intervengono il vescovo Armando Trasarti e il centro diocesano di Bioetica. «In relazione agli ultimi eventi affermano che vedono esercitare pressioni sui medici obbligandoli alla prescrizione della pillola del giorno dopo, il vescovo Trasarti e il Centro diocesano di Bioetica, facendo proprie le affermazioni di Carlo Casini, ribadiscono come l'obiezione di coscienza sia un diritto garantito dall'articolo 9 della legge 194 confermato dalla Corte Costituzionale». «La pillola del giorno dopo non costituisce, infatti, contraccezione ma rientra a pieno titolo nella fattispecie dell'aborto farmacologico come anche il Tar del Lazio, recentemente, ha fatto specificare sui foglietti illustrativi del farmaco». Il centro di Bioetica considera quest'atto come «indebita pressione sui medici fatta dalla direzione regionale delle Marche. Nessuno, infatti, precisa il vescovo, può obbligare il medico ad agire contro coscienza e, questo, a maggior ragione quando è previsto dallo stesso ordinamento giuridico. Non di secondaria importanza è il fatto che l'atto della prescrizione di un farmaco è la risultante' di un complesso processo valutativo di cui il medico è responsabile. La direttiva delle direzione regionale «condurrebbe concludono il vescovo a considerare i medici come meri esecutori». Risale ad un mese fa la direttiva regionale che invitata i medici a prescrivere la pillola del giorno dopo, percepita dagli stessi come un ingerenza nella loro professione. «Bisogna considerare afferma Carlo De Marchi, ginecologo e candidato sindaco che nessun medico può essere obbligato ad una prescrizione al di là del suo giudizio clinico e che comunque la terapia può avere effetti collaterali». E ricorda che il problema dell'obiezione di coscienza in merito alla pillola del giorno dopo, a Fano, era già stata superata da tempo con l'impegno di tutti medici, anche degli obiettori, perché il servizio fosse svolto ugualmente.

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Il marito morì folgorato sul lavoro Vedova attende da 2 anni giustizia (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

REGGIO pag. 6 Il marito morì folgorato sul lavoro Vedova attende da 2 anni giustizia NON HA RICEVUTO UNA LIRA: E DEVE CRESCERE UNA BIMBA DI 4 ANNI LA TRAGEDIA si consumò due anni fa. Un infortunio sul lavoro terribile, la storia di Tiziano Aliprandi, artigiano modenese morto per folgorazione nell'aprile del 2007. Sono passati più di due anni ma la procura non ha ancora potuto chiudere l'inchiesta. Il sostituto procuratore che ha in mano gli atti, Luciano Padula, intende fare il cosiddetto «415-bis», l'avviso di chiusura: ci sono due indagati, non è dato sapere per quanti si profilerà la richiesta di rinvio a giudizio. A bloccare il provvedimento è il mancato arrivo di alcune integrazioni di indagine che deve fare l'Ausl. Di certo c'è che esiste una donna rimasta senza marito, con una bimba di quattro anni da crescere, che non ha ancora ricevuto una lira di risarcimento. Ed è per questo che l'avvocato di parte offesa, Roberto Sutich, sollecita la chiusura delle indagini. A TENER BANCO in queste settimane sono state le polemiche sulla vicenda Materia, il procuratore capo che ha dato le dimissioni dopo essere stato attaccato dal presidente dell'Associazione familiari vittime della mafia Sonia Alfano, e poi dai grillini di Bologna per un pranzo con un pm in seguito condannato e con un pentito di mafia in Sicilia: storie di una dozzina di anni fa, uscite mentre Materia si accingeva a correre per la carica di procuratore capo a Bologna. Ma chi ha a che fare con la giustizia, ossia il cittadino reggiano, si scontra con una realtà molto lontana da quella degli scontri al Csm e intorno al Csm. E' la realtà di carichi di lavoro impressionanti che finiscono sui tavoli dei pubblici ministeri, la realtà di tempi eterni per le esecuzioni delle consulenze, insomma è il problema degli strumenti che non garantiscono una giustizia giusta. ALIPRANDI, 40 anni, lattoniere di Castelnovo Rangone, morì folgorato mentre eseguiva lavori di riparazione in seguito a un'infiltrazione d'acqua in una ditta a Tressano di Castellarano. Nell'ottobre 2007 fu depositata la perizia necroscopica. Poi le integrazioni, non ancora depositate. E una vedova aspetta.

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nelle scuole parte la protesta "siamo educatori, non poliziotti" - caterina pasolini (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Cronaca Nelle scuole parte la protesta "Siamo educatori, non poliziotti" Il no dei professori: una legge disumana e repressiva Al via una raccolta di firme tra i presidi: l´istruzione è un diritto, non possiamo negarla "Non solo si danneggiano i ragazzini senza colpe, ma tutta la società" CATERINA PASOLINI ROMA - E una mattina all´improvviso le cattedre diventano barricate in difesa del diritto allo studio. Di tutti, italiani e stranieri, regolari e non. Contro il provvedimento del governo, dopo la protesta dei medici contrari all´obbligo di denuncia dei clandestini e che ieri hanno scritto a Fini perché lo cancelli, si allarga la protesta. Arriva la rivolta dei professori ben decisi a non diventare «presidi spia, perché noi siamo educatori non poliziotti», a caccia di bambini senza documenti regolari. «Qui non si denuncia, si insegna», ripetono. Non hanno dubbi loro che conoscono la fatica di imparare per chi arriva da lontano, lo spaesamento di chi appare qualche giorno in classe e poi si perde nelle strade della città. Chi non ha genitori accanto che conoscano la lingua e lo aiutino a fare i compiti, chi viene sfruttato, chi ha in classe l´occasione per cambiarsi la vita. «Questo provvedimento, che prevede l´obbligo di denuncia se lo studente non ha il permesso di soggiorno, è inumano, repressivo, foriero di gravi disagi per la convivenza civile. Danneggia il minore, toglie un diritto», sbotta Armando Catalano, che rappresenta più di duemila presidi della Cgil che sul sito wwww. flcgil. it hanno cominciato a raccogliere firme all´insegna di «io educo non denuncio». Perché, ripete, le leggi sanciscono il diritto all´istruzione, stabiliscono che l´unico obbligo dei docenti è sottoporre i ragazzini ad una visita per le malattie infettive. «Mentre così non solo si danneggia il minorenne che non ha colpe, ma tutta la società: non verranno a scuola, non andranno in ospedale. Col rischio di una moltiplicazione dei contagi». Minorenni puniti anche se incolpevoli, condannati a perdere l´occasione di costruirsi un futuro migliore, «L´istruzione è un diritto sancito dalla Costituzione, ma a parte questo educando i giovani li si toglie dalla strada, gli si dà una possibilità. Senza contare che gli insegnanti vedono se i bambini sono sfruttati, malmenati», dice Giuseppe Losio preside della scuola media milanese Quintino Di Vona. Lo sa bene Anna Sandi che più di una volta ha scoperto la «doppia vita» di alcuni suoi piccoli alunni alla scuola elementare al Lorenteggio. Dormivano nelle fabbriche dismesse lungo in Naviglio e nei giorni in cui sparivano dalla classe chiedevano l´elemosina alla stazione, lavavano i vetri per strada. «Se questo provvedimento è per proteggerli da chi li sfrutta bene, ma prima voglio leggerlo, e di una cosa sono sicura: io i minori stranieri li accetto, li iscrivo a scuola e non li denuncio solo perché clandestini». Non vogliono denunciare ma come pubblici ufficiali, se passa il reato di immigrazione clandestina, rischiano di vedersi obbligati a farlo. Altrimenti scatta la denuncia penale. Come per i medici. «è da irresponsabili non cambiare la legge, già ora c´è stato un calo del 15 per cento di immigrati ai pronto soccorso. Qui si scherza col fuoco, con la salute di tutti. Un esempio? Abbiamo 4000 casi di tbc, il 30 % sono immigrati, se clandestini non verranno a curarsi e si espanderà il contagio, con problemi per tutti, italiani compresi», dice Massimo Cozza, segretario medici Cgil pronto a rivolgersi alla Corte costituzionale, a quella europea per tutelare il diritto alla salute.

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La giustizia negata di Marzabotto che non trova spazio sulla Rai (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

La giustizia negata di Marzabotto che non trova spazio sulla Rai GABRIELLA GALLOZZI Sconvolgente. Non per dire. Ma è davvero sconvolgente questo prezioso documento filmato da Germano Maccioni, coraggioso filmaker bolognese, durante il processo per la strage di Mazabotto che si è tenuto a La Spezia nel 2006. E cioè 62 anni dopo l'accaduto: l'eccidio di Monte Sole, nell'Appennino bolognese, considerato uno dei massacri più grandi perpetrati dai nazifascisti nell'Europa Occidentale. Qui, tra il 29 settembre e il 5 ottobre '44, un intero reparto delle SS, al comando del maggiore Walter Reder, trucidò oltre 800 civili, donne, vecchi e tantissimi bambini, 250 sotto gli 8 anni. Ed ora i ricordi strazianti dei sopravvissuti, i bambini di allora salvati magari dai corpi dei genitori falciati dalle mitragliatrici delle Ss, ritornano come una bomba nelle immagini di Lo stato di eccezione (in dvd + libro per la collana «Documenti del presente» della Cineteca di Bologna, 14.90 euro). Una bomba contro le nostre coscienze assopite dai teatrini della politica. Dalle polemiche sul 25 aprile «oscurato» da Berlusconi sulla piazza del terremoto. Da quanti vorrebbero mettere alla pari i repubblichini e i partigiani. Dai facili revisionismi alla Pansa a cui la Rai è riuscita a dare seguito con una fiction (Il sangue dei vinti) che porterà pure nei cinema. Mentre non è riuscita a trovare un «interlocutore» per dar spazio in palinsesto a questo documentario che andrebbe fatto vedere in prima serata, nelle scuole, nelle università. Come del resto è accaduto negli Stati Uniti dove Germano Maccioni è stato invitato col suo film in occasione del «Giorno della memoria». IL PAESE DELLA VERGOGNA Ma questa è l'Italia, purtroppo. Lo «stato d'eccezione» in cui si è taciuto per oltre sessant'anni sulle stragi nazifasciste del '43,'45: Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, San Terenzo, Vinca, Civitella. 695 eccidi di civili, relativi ad altrettanti fascicoli giudiziari, che sono stati insabbiati in quell'«armadio della vergogna» della Procura Militare di Roma, grazie ad un provvedimento di «archiviazione provvisoria», del tutto illegittimo, poiché non previsto dall'ordinamento giuridico italiano. Ma che allora, in barba ad ogni principio di giustizia, rispondeva ad una più «alta» ragion di stato. Gli equilibri imposti dalla «guerra fredda» in cui l'Italia non poteva far riaccendere gli animi contro i tedeschi - la Brd era con «noi» - , mentre il Vaticano favoriva la fuga dei boia nazisti verso l'America Latina e la Cia li «arruolava» per la lotta al comunismo. Meglio il silenzio, dunque. Come testimonia, negli straordinari extra del dvd, Mimmo Franzinelli, autore de Le stragi nascoste, raccontando «della volontà dei giudici di Roma di insabbiare quei fasciscoli, mentre si dava corso a piccoli processi per dare l'idea che la giustizia andasse avanti». Del '51, infatti, è la condanna all'ergastolo di Walter Reder come unico responsabile per Marzabotto, poi liberato nell'85. E SPUNTA ANDREOTTI C'è anche un'intervista ad Andreotti, in cui racconta, da sottosegretario del governo De Gasperi, «la necessità, allora, di mettersi al riparo dall'Urss», negando però di aver conosciuto la «volontà parlamentare» di insabbiare quei processi. Mentre documenti del Ministero degli esteri confermano la necessità di evitare richieste di estradizione per i criminali nazisti. Questa è l'eccezione italiana. E l'indignazione che si prova davanti a quel processo così tardivo che ha portato, nel 2007, alla condanna all'ergastolo di 10 SS. Indignazione per una storia costantemente insabbiata, come testimonia - sempre negli extra - il regista Rai Luigi Di Gianni che nel '60 cercò di raccontare, a sua volta, in un reportage che i dirigenti di viale Mazzini bocciarono. Mandare in onda Lo stato di eccezione potrebbe riparare, almeno in parte, al torto fatto alla verità. La Cineteca di Bologna porta in libreria «Lo stato di eccezione», il documentario di Germano Maccioni sul processo per la strage di Marzabotto, avvenuto 62 anni dopo l'eccidio. Perché la Rai non lo programma?

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Consumo di gruppo. Assolti (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Como)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

LECCO E HINTERLAND pag. 6 Consumo di gruppo. Assolti I due indagati erano stati fermati con dosi di cocaina LECCO CRESCITA Il consumo di cocaina nella provincia di Lecco è in costante aumento, specie tra i più giovani LECCO ASSOLTI per «consumo di gruppo». Non si è trattato di spaccio di sostanze stupefacenti, bensì di utilizzo collettivo. Il giudice delle udienze preliminari Elisabetta Morosini ha così proscilto perché il fatto non sussiste Francesco Pullì, 25 anni, e Abdellahadi Ennaja, 25 anni, fermati dai militari per spaccio di sostanze stupefacenti. GLI INQUIRENTI durante controlli sul lungolago di Lecco e davanti ad alcuni locali del Lecchese scovarono i due con alcune dosi di cocaina. Il pm Luca Masini avviò l'inchiesta e ieri nell'aula al primo piano del palazzo di giustizia ha condotto l'accusa chiedendo la condanna a 6 mesi, come previsto dalla legge, per entrambi gli indagati. I due, difesi dall'avvocato Luciano Bova, hanno sostenuto che si trattava di utilizzo a fine personale e tra amici. E il loro difensore ha presentato al giudice delle udienze preliminari recentissime sentenze della Cassazione in merito. Il consumo di gruppo di sostanze stupefacenti - secondo quanto definito dalla Suprema Corte - non è individuabile in una singola persona e quindi non punibile. AL TRIBUNALE di Lecco è il primo caso di un'assoluzione del genere. Infatti l'avvocato Luciano Bova ha insistito sui precedenti della Corte Costituzionale, mentre il pm Luca Masini ha chiesto la condanna per spaccio. Dopo una breve camera di consiglio, durata una decina di minuti, il gup Elisabetta Morosini ha assolto Francesco Pullì e Abdellahadi Ennaja dall'accusa di spaccio. Nel dispositivo della sentenza fa riferimento al consumo di gruppo e da qui il proscioglimento. Image: 20090505/foto/1255.jpg

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La Consulta boccia la Statutaria di Soru (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Primo Piano Pagina 104 La Consulta boccia la Statutaria di Soru I giudici costituzionali hanno deciso: la legge è illegittima --> I giudici costituzionali hanno deciso: la legge è illegittima Già pronta la sentenza sulla statutaria: le indiscrezioni dicono che la Consulta ha bocciato la legge voluta da Soru. La sentenza sulla legge statutaria è pronta, anche se ancora non si conosce ufficialmente. E secondo varie indiscrezioni, sempre più coincidenti, la Corte costituzionale avrebbe bocciato il provvedimento varato dieci mesi fa da Renato Soru. O meglio, avrebbe considerato illegittimo l'atto con cui la legge fu promulgata. Ma l'effetto è lo stesso: se quel verdetto fosse confermato, il provvedimento verrebbe travolto. Come se non fosse mai esistito. LE VOCI La notizia è rimbalzata ieri a Cagliari da ambienti romani solitamente molto informati sulle decisioni della Consulta. L'attesa del mondo politico isolano è enorme, perché la decisione avrà conseguenze notevoli: per esempio sull'incompatibilità tra i ruoli di consigliere regionale e di assessore, introdotta appunto dalla statutaria (che disciplina la forma di governo della Regione). Se la legge cadesse si potrebbe aprire la via a un rimpasto della Giunta. Per ora resta comunque una storia da declinare al condizionale: le certezze si avranno solo col deposito della sentenza, e con la giurisprudenza costituzionale non si possono mai escludere le sorprese. Si sa che i giudici, dopo l'udienza pubblica del mese scorso, hanno già preso una decisione, finora non trapelata dall'austero riserbo della Consulta. Ieri sarebbe stato letto il verdetto all'interno del collegio giudicante, fase che in genere precede di poco il deposito. Ma neppure i legali incaricati dalla Regione di difendere la promulgazione avevano notizie precise fino a ieri sera (la loro memoria scritta, per altro, non è stata ammessa al giudizio perché presentata dopo la scadenza del termine utile). LA CONTROVERSIA Come detto, la Corte deve valutare la legittimità non della legge in sé, ma dell'atto con cui fu promulgata, nel luglio scorso, dall'allora presidente Soru. Atto che aveva provocato polemiche tra politici e giuristi, per via di un ingarbugliato nodo interpretativo. La statutaria è infatti un provvedimento particolare, di rango inferiore allo Statuto speciale (che è legge costituzionale e può essere modificato dal Parlamento) ma rafforzata rispetto alle normali leggi regionali. Serve per disciplinare questioni istituzionali, come i poteri degli organi della Regione e i loro rapporti, le regole elettorali, i referendum regionali, le incompatibilità e le ineleggibilità. Perciò, prima di entrare in vigore, può essere sottoposta a un referendum simile a quello previsto sulle modifiche della Costituzione. Solo che quest'ultimo è valido a prescindere da quanti vadano a votare. Invece la legge sarda sul referendum statutario richiede - benché solo per una svista del legislatore - un quorum del 33 per cento. Il referendum dell'ottobre 2007 (sulla legge approvata in Consiglio nel marzo precedente) mancò di molto il quorum: quindi fu dichiarato non valido. Lo Statuto dice che, se sottoposta a consultazione popolare, la statutaria «non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi». Alcuni esperti dissero: mancando il quorum è come se il referendum non si fosse svolto, dunque il governatore deve promulgare la legge. Altri si opposero, perché senza un referendum valido non può esserci neppure la «maggioranza dei voti validi» richiesta dallo Statuto. IL RICORSO Soru seguì la prima teoria, e promulgò. Il Governo fece ricorso contro la promulgazione, sollevando un conflitto di attribuzione tra Stato e Regione. Diversi giuristi, in questi mesi, si aspettavano che la Corte costituzionale giudicasse inammissibile il ricorso, perché il conflitto di attribuzione si può sollevare solo se lo Stato vi ha interesse, requisito assai dubbio in questo caso. E in effetti, tra le tante voci circolate nei giorni dell'udienza, una molto insistente parlava appunto di un verdetto di inammissibilità. Ora, invece, i ben informati delle vicende della Consulta dicono che i giudici sono entrati nel merito del ricorso, e lo hanno persino ritenuto fondato. Pur ribadendo il fatto che solo il deposito della sentenza potrà dare certezze sulla decisione della Corte, va detto che un eventuale accoglimento avrebbe del clamoroso. La legge statutaria, l'unica riforma istituzionale partorita nella scorsa legislatura, aveva suscitato grandi discussioni sul tipo di equilibrio di poteri tra governatore e Consiglio. Ma anche su questioni non da poco come il conflitto di interessi e le incompatibilità. Sull'ultimo punto si può già dire che - se davvero cadesse la statutaria - alcuni ricorsi già avviati contro i consiglieri regionali neoeletti finirebbero nel nulla. Inoltre gli onorevoli potrebbero entrare in Giunta senza essere costretti a dimettersi: come invece hanno già fatto Giorgio La Spisa e Antonello Liori. E c'è già chi si chiede se questi ultimi non siano ancora in tempo, nel caso, a ricorrere contro la loro decadenza dall'assemblea. GIUSEPPE MELONI

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Mancare il quorum per difendere la democrazia (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Mancare il quorum per difendere la democrazia Pancho Pardi Pare che molti nel centrosinistra siano orientati a votare Sì nel referendum Guzzetta. Spero che cambino idea. Non c'è una sola ragione al mondo per votare in quel senso. Il quesito del referendum è stato rappresentato come un tentativo di eliminare gli effetti negativi della legge Calderoli. Non è affatto vero. Se accolto, produrrebbe un secco peggioramento della legge: il passaggio automatico da un bipolarismo coatto a un bipartitismo coatto. E non solo: la lista di partito che prende più voti ottiene la maggioranza assoluta dei seggi. C'è chi ripete che una riforma non deve essere giudicata in base alla contingenza ma per i suoi effetti di sistema. L'assunto può avere senso in una democrazia normale, ma in Italia non c'è una democrazia normale. Non si capisce perché si dovrebbe giudicare la soluzione Guzzetta trascurando le sue conseguenze nei prossimi dieci o venti anni. Dopo ciò che accadrà in questo periodo gli effetti di sistema della legge uscita dal referendum avrebbero l'efficacia di una medicina sul corpo del morto. Perché? Perché nelle condizioni date oggi in Italia, il successo del Sì ha un solo significato: la vittoria definitiva di Berlusconi. Se passa il Sì potrà sostenere che si deve andare a elezioni anticipate con la nuova legge elettorale. Il Pdl vincerà e otterrà una maggioranza schiacciante che gli permetterà di fare ciò che vuole. D'Alema e molti altri sostengono che se vince il Sì sarà necessario scrivere una nuova legge elettorale. L'ipotesi è già stata smentita dal Pdl: la legge cambiata dal Sì sarà immediatamente applicabile e applicata. La Lega ha capito benissimo che così perderà ogni potere di condizionamento sul centrodestra e che il Pdl potrà governare da solo. Perciò si oppone con decisione. E se davvero Berlusconi fosse intenzionato a far votare Sì, la Lega non avrebbe forse altra scelta che far cadere il governo prima del referendum. Che lo faccia o no dipenderà dalla sua volontà. Ma in ogni caso nelle sue file l'allarme è suonato. Non si capisce invece perché i partiti del centrosinistra dovrebbero scegliere un voto che li avvia a un sereno suicidio. Il Pd può accampare il motivo di aver da tempo sostenuto la validità di una soluzione molto bipolare. Ma a questo punto dovrebbe essersi reso conto che la scelta «coraggiosa» di andare da solo lo fa passare solo da una sconfitta all'altra. Da parte sua Idv può giustificare la scelta del Sì solo perché aveva raccolto le firme per il referendum. Ma oggi è assai più chiaro di allora che la soluzione Guzzetta è un netto peggioramento della legge Calderoli. Dunque perché insistere? E poi la coerenza verso una scelta infelice e ormai superata vale molto di meno della coerenza dovuta alla propria vocazione: sì alla democrazia pluralistica, no al potere unico. In ogni caso Pd e Idv devono confrontarsi con un futuro già segnato. Se vincerà il Sì, dopo elezioni anticipate Berlusconi avrà da solo il pieno possesso del Parlamento. Cambierà la Costituzione e la Corte Costituzionale. Diventerà presidente della repubblica con accresciuti poteri. Le assemblee elettive, che già oggi contano ben poco, diventeranno l'arredo di contorno del presidenzialismo. La democrazia italiana sarà sfigurata per sempre. Di fronte a questa prospettiva non si può nemmeno propagandare il No. Lo schieramento a favore del Sì, anche senza l'inclinazione al suicidio del centrosinistra, è già abbastanza temibile. Si deve sperare che il 21 giugno sia una data che di per sé scoraggi la partecipazione popolare e occorre mobilitarsi con tutte le nostre forze per far mancare il quorum. Non si tratta di dire: andate al mare. Si deve spiegare con cura estrema: la soluzione Guzzetta dà tutto il potere in mano a chi ha già il pieno dominio sui mezzi di comunicazione. Questa non è democrazia. E' instaurazione di un potere plebiscitario assoluto. Far mancare il quorum non è manifestazione di indifferenza. E' difesa attiva della democrazia.

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referendum, pressing della lega sul pd (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

La riforma della legge elettorale. Il Pdl avverte: soltanto alla fine di una legislatura si possono cambiare le norme Buttiglione rievoca il 1994: serve una larga intesa per poter battere Berlusconi Referendum, pressing della Lega sul Pd Il leader democratico gela il Carroccio: voteremo sì. Ma la Lanzillotta: confronto LA GRANDE ALLEANZA ROMA. Gli ammiccamenti tra Lega e Pd per una riforma elettorale che modifichi il "porcellum" vanno avanti, e si allargano all'Udc. E, mentre protagonisti parlano già dei possibili sistemi elettorali su cui discutere, a dividere è l'atteggiamento da tenere di fronte al referendum, con il Pd che insiste sul suo "sì" nonostante le critiche e le lusinghe del Carroccio. Quanto al Pdl, tutti i dirigenti ribadiscono l'intenzione di non voler mettere mano alla riforma elettorale. Dopo il colpo di scena costituito dalla profferta di Umberto Bossi a discutere di riforma elettorale, in cambio di un "no" al referendum, il segretario dei Democratici Dario Franceschini ha affermato di non voler cambiare idea: «La direzione ha approvato questa linea - ha detto in un'intervista al Corriere della Sera - con oltre cento voti contro cinque. Tornare indietro per una battuta detta da Berlusconi significherebbe non essere un partito, ma solo un gruppo di persone impaurite». Su Franceschini sono piovute le critiche del Carroccio, con Roberto Cota, Roberto Calderoli (che vuole sottoporlo «a trattamento sanitario obbligatorio») e Roberto Castelli, che avanza il «sospetto» di «accordi segreti» con Berlusconi. «Dica la verità», intima il sottosegretario leghista. Un dietro-front del Pd, come ha spiegato Franceschini, è impensabile: anche perchè, sottolinea Salvatore Vassallo, «la sola eventualità di tenere il referendum ha rimesso in moto la discussione» sulla riforma. Oltretutto nel Pd c'è la convinzione che solo una percentuale di votanti abbastanza alta, superiore al 40%, anche se inefficace ai fini del referendum, può rimettere in agenda la riforma elettorale. Peraltro, nel Pd c'è chi afferma che una riforma sia possibile anche in caso di raggiungimento del quorum e di vittoria del sì. Scenario su cui scatta il veto del Pdl: se vincesse il sì, affermano esponenti come Daniele Capezzone o Italo Bocchino, «ogni tentativo di dar vita a nuove leggi elettorali con maggioranze spurie sarebbe duramente contrastato dal Pdl, senza il quale oggi in Parlamento nessuna riforma è possibile». «Solo alla fine di una legislatura - rincara la dose Fabrizio Cicchitto - ci si può occupare di cambiare la legge elettorale, a meno di non aver deciso di andare ad elezioni molto anticipate». Il combinato disposto di una vittoria del sì e di elezioni anticipate, che potrebbero consegnare la maggioranza parlamentare al solo Pdl, spinge Linda Lanzillotta a invitare il proprio partito, il Pd, a rivedere la propria posizione e ad aprire subito il confronto con la Lega su una nuova legge. Un passo ulteriore lo compie uno dei promotori del referendum, Arturo Parisi: si potrebbe mettere mano alla riforma addirittura prima del fatidico 21 giugno. Basterebbe una leggina che ripristini il precedente sistema maggioritario a collegio uninominale, il "mattarellum", che non dispiace alla Lega. Secondo una sentenza della Corte costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto è possibile solo con il parere favorevole del comitato promotore. E il suo presidente, Giovanni Guzzetta, pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo. Paletti che chiudono la strada ai due sistemi più gettonati, lo spagnolo e il "mattarellum", che sono sì maggioritari ma non bipartitici. Scenari che ricordano il 1994 con la caduta del primo governo Berlusconi: li evoca Rocco Buttiglione (che fu uno dei protagonisti all'epoca) che invita a «creare una grande alleanza Pd-Udc-Lega per fare una legge elettorale democratica», una «grande alleanza che poi - aggiunge il presidente dell'Udc - potrebbe andare alle urne per battere Berlusconi».

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corte d'appello, la disputa riparte (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 1 - Pisa Corte d'appello, la disputa riparte Pieroni: si farà qui. Ma Alfano ha dato la sua parola anche a Lucca Nuovo capitolo nel duello tra città Il presidente della Provincia: Pisa resta tra le principali candidature PISA. Ci risiamo. E' di nuovo Pisa contro Lucca per avere una seconda sezione della Corte d'Appello in Toscana, dopo quella di Firenze. La scintilla è stata una visita a Lucca del ministro della giustizia Angelino Alfano. Così si è riaperta la contesa. Pisa, attraverso il presidente della Provincia Andrea Pieroni, si mette ancora di traverso: «Crediamo alla parola che il ministro ci ha dato nello scorso ottobre». Sembra di essere tornati indietro di otto anni. Era l'ottobre del 2001 quando la candidatura lucchese provò a decollare, sostenuta da un disegno di legge dell'allora vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, che era anche coordinatore della Lega Nord. Calderoli mise anche la sua firma sul progetto della Casa delle Libertà, promosso in primis da Pera e Matteoli. Le manovre, frontali e dietro le quinte, sono andate avanti per anni. Centrodestra (lucchese-regionale-nazionale) contro centrosinistra (pisano-regionale-nazionale). Si parlava anche di una spartizione: Corte a Lucca, Tar a Pisa. Nel 2004 il senatore Modica, ex rettore, tuonava: «Certe decisioni non possono essere prese in base a spinte localistiche, ci vogliono criteri precisi». E così, tra spallate di qui e spallate di là, in mezzo a tutti gli altri problemi della giustizia italiana, il derby è uscito dai riflettori. Adesso però la corsa sembra essere ripartita. A Lucca sono convinti di poterla spuntare. Parlano addirittura di una promessa. Ad avere la Corte d'Appello sarebbe in realtà Viareggio (che ha di recente virato verso il centrodestra), già sede di una sede decentrata del tribunale. Pisa si difende. «Abbiamo mantenuto i contatti con il ministro - aggiunge Pieroni - il quale ci aveva assicurato che ogni decisione sarebbe stata presa attraverso i provvedimenti finalizzati ad una revisione complessiva del sistema giustizia e che, in tale ambito, Pisa restava tra le principali candidature». Il presidente della Provincia fa riferimento all'incontro avuto a Roma con il ministro giovedì 29 ottobre 2008. In quell'occasione la delegazione pisana era nutrita: oltre a Pieroni c'erano il sindaco Marco Filippeschi, con gli assessori Fabrizio Cerri e Andrea Serfogli; i capigruppo comunali Patrizia Paoletti Tangheroni e Luca Titoni; il presidente dell'Ordine provinciale degli avvocati Rosa Capria, accompagnata dall'avv. Nicola Favati. Si era mosso per loro anche l'on. Enrico Letta. Ad Alfano vennero ribadite tutte le qualità di Pisa. «Dopo Firenze è il capoluogo della provincia più estesa territorialmente, più popolosa e con il maggior numero di comuni. E' il naturale baricentro geografico dell'area, comodamente raggiungibile in automobile e in treno da ciascuno degli altri territori costieri, con eguale tempo di percorrenza, oltre a godere direttamente dei servizi nazionali e internazionali dell'aeroporto Galilei. In più, l'Ordine degli Avvocati pisano è secondo per dimensioni, in regione, solo a quello di Firenze. A Pisa esplica la sua attività una delle prime scuole forensi italiane, in stretto collegamento con le istituzioni universitarie e con la Scuola Sant'Anna, e ciò consente di assicurare la centralità nell'area costiera in tema di formazione e di costante aggiornamento professionale. Infine, le statistiche indicano per il tribunale di Pisa il maggior carico delle pendenze». Il ministro spiegò che si sarebbe avviato quanto prima un iter destinato alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie italiane, individuando criteri e parametri oggettivi su cui operare per le opportune modifiche. «Monitoriamo la situazione - conclude Pieroni - attraverso i nostri canali politici ed i parlamentari pisani».

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LA LEGA PREME SUL PDPER CAMBIARE LA LEGGEED EVITARE IL VOTO (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

LA LEGA PREME SUL PDPER CAMBIARE LA LEGGEED EVITARE IL VOTO IL REFERENDUM nROMA. Gli ammiccamenti tra Lega e Pd per una riforma elettorale che modifichi il "porcellum" vanno avanti, e si allargano all'Udc. E, mentre protagonisti parlano già dei possibili sistemi elettorali su cui discutere, a dividere è l'atteggiamento da tenere di fronte al referendum, con il Pd che insiste sul suo "sì" nonostante le critiche e le lusinghe del Carroccio. Quanto al Pdl, tutti i dirigenti ribadiscono l'intenzione di non voler mettere mano alla riforma elettorale. Dopo il colpo di scena costituito dalla profferta di Umberto Bossi a discutere di riforma elettorale, in cambio di un "no"al referendum, il segretario dei Democratici, Dario Franceschini, ha affermato di non voler cambiare idea: «La direzione ha approvato questa linea - ha detto in un'intervista al Corriere della Sera - con oltre cento voti contro cinque. Tornare indietro per una battuta detta da Berlusconi significherebbe non essere un partito, ma solo un gruppo di persone impaurite». Su Franceschini sono piovute le critiche del Carroccio, con Roberto Cota, Roberto Calderoli (che vuole sottoporlo «a trattamento sanitario obbligatorio») e Roberto Castelli, che avanza il «sospetto» di «accordi segreti» con Berlusconi. Per altro, nel Pd c'è chi afferma che una riforma sia possibile anche in caso di raggiungimento del quorum e di vittoria del sì. Scenario su cui scatta il veto del Pdl: se vincesse il sì, affermano esponenti come Daniele Capezzone o Italo Bocchino, «ogni tentativo di dar vita a nuove leggi elettorali con maggioranze spurie sarebbe duramente contrastato dal Pdl, senza il quale oggi in Parlamento nessuna riforma è possibile». «Solo alla fine di una Legislatura - rincara la dose Fabrizio Cicchitto - ci si può occupare di cambiare la legge elettorale, a meno di non aver deciso di andare ad elezioni molto anticipate». Il combinato disposto di una vittoria del sì e di elezioni anticipate, che potrebbero consegnare la maggioranza parlamentare al solo Pdl, spinge Linda Lanzillotta a invitare il proprio partito, il Pd, a rivedere la propria posizione e ad aprire subito il confronto con la Lega su una nuova legge. Un passo ulteriore lo compie uno dei promotori del referendum, Arturo Parisi: si potrebbe mettere mano alla riforma addirittura prima del fatidico 21 giugno. Basterebbe una leggina che ripristini il precedente sistema maggioritario a collegio uninominale, il Mattarellum, che non dispiace alla Lega. Secondo una sentenza della Corte Costituzionale approvare una riforma con un referendum già indetto, è possibile solo con il parere favorevole del Comitato promotore. E il suo presidente, Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare solo se è un sistema che rispetta i due principi del maggioritario e del bipartitismo. Paletti che chiudono la strada ai due sistemi più gettonati, lo spagnolo e il Mattarellum, che sono sì maggioritari ma non bipartitici. 05/05/2009

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gli assistiti dal csm entrano nel loro appartamento (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Ieri i tre inquilini hanno preso possesso dell'alloggio in affitto in piazza Mercato. Sottolineata la valenza positiva di questa esperienza, la seconda in provincia Gli assistiti dal Csm entrano nel loro appartamento SAN VITO. Hanno fatto ieri ingresso nel proprio appartamento preso in affitto in piazza Mercato, come previsto, tre persone seguite dal Csm di San Vito: si tratta della seconda esperienza di questo tipo in provincia. Il mese scorso, il proprietario dell'agenzia immobiliare Domini, affacciata sulla piazza e dal cui porticato si accede all'abitazione, aveva proposto una petizione non ritenendo adeguata questa soluzione - che a suo dire poteva creare "imbarazzi" ai frequentatori della piazza, o addirittura problemi di sicurezza - né per le famiglie né per i commercianti della zona. Questi ultimi, il giorno dopo, avevano subito preso le distanze dall'iniziativa, cosicché della petizione si è persa traccia. Ieri, c'è stato un momento inaugurale per l'ingresso dei tre uomini all'interno dell'appartamento da loro affittato. Tra gli altri, sono intervenuti l'assessore comunale alle Politiche sociali, Gio Battista Scodeller, il responsabile del Csm di San Vito, Stefano Petriccioli, e il presidente della sezione di Pordenone dell'Aitsam (Associazione italiana tutela salute mentale), Giovanni Moroldo. Soddisfazione è stata espressa da Scodeller in quanto è stata trovata «una collocazione ottimale, vicina al centro storico, e perché saranno costantemente seguiti, oltre che da una assistente del Csm, da un amministratore di sostegno dell'albo comunale e da una badante, il tutto a spese degli interessati». I tre inquilini, infatti, pagheranno di tasca propria (con le rispettive pensioni) l'affitto: il tutto avviene nel contesto del loro percorso riabilitativo, per il quale sono seguiti da 11 anni dall'Azienda sanitaria e hanno anche fatto parte dei gruppi appartamento della stessa. Petriccioli, che ha rivolto loro i propri «auguri di buon vicinato», ha spiegato che l'obiettivo è quello di favorire le relazioni interpersonali «in una distanza giusta, ma che sia abbastanza vicina. La distanza è il manicomio - ha specificato - che non permette relazioni. La riabilitazione avviene soltanto in un contesto di integrazione sociale e comunitaria». Soddisfatto anche Moroldo, in quanto si tratta di un altro passo avanti per raggiungere l'obiettivo, in provincia, del turnover per i gruppi appartamento. «L'Ass dispone, in questo contesto, di 73 posti letto - ha osservato -, una cifra che grosso modo è vicina agli standard. Tuttavia non c'è spazio per altri, e questo tipo di esperienze consente di liberare qualche posto nei gruppi appartamento». Andrea Sartori

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Processo Saberi, l'appello si celebrerà la prossima settimana (sezione: Giustizia)

( da "Rai News 24" del 05-05-2009)

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Teheran | 5 maggio 2009 Processo Saberi, l'appello si celebrerà la prossima settimana Roxana Saberi Il processo in appello della giornalista irano-americana Roxana Saberi, condannata a otto anni di prigione per spionaggio a favore degli Stati Uniti, si terrà a porte chiuse la settimana prossima, che in Iran incomincia di sabato. Lo ha annunciato il portavoce del potere giudiziario, Alireza Jamshidi, in una conferenza stampa. "L'avvocato, il ministero dell'Informazione e il rappresentante del tribunale sono stati informati della necessità di partecipare all'udienza", ha detto il portavoce. La giornalista, 32 anni, è stata arrestata in Iran nel gennaio scorso ed è poi stata condannata a 8 anni di carcere con l'accusa di spionaggio in favore degli Stati uniti. Dal 21 aprile scorso la donna è in sciopero della fame. Ieri il padre, Reza Saberi, ha fatto sapere che la figlia era stata ricoverata.

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Chrysler Bankruptcy May Not Sap Economy as Idle Plants, Job Cuts Were Set (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

By Michael McKee May 5 (Bloomberg) -- Chrysler LLC's bankruptcy may not rattle the U.S. economy even as the automaker idles all assembly plants for at least 30 days while it reorganizes. Though the decision will reduce workers' earnings and force suppliers to reduce or halt operations, Chrysler probably would have had to shut down temporarily anyway, said Mark Zandi, chief economist at Moody's Economy.com in West Chester, Pennsylvania. "There's no economic difference between Chapter 11 and the restructuring they would have done outside of bankruptcy," Zandi said in an interview. "Chrysler, its employees, dealerships, and suppliers are going to end up in the same place whether they go through bankruptcy or not." Chrysler, which filed for the fifth-biggest U.S. bankruptcy last week, already had been reducing payroll and closing factories because of the industry's slump. The third-largest U.S. automaker now will combine with Fiat SpA, a move that will require a retooling of manufacturing processes and products that probably was also inevitable, according to Zandi. Zandi estimates a one-month shutdown of Auburn Hills, Michigan-based Chrysler's assembly lines would idle about 45,000 workers at the company and its suppliers. That would result in about $7.5 billion in lost output, which would shave about 0.02 percent from 2009 growth. Not Like 1970 That's a minor dent compared with what happened in a similar period in 1970, when the U.S. was also in recession and General Motors Corp. was hit by a 67-day nationwide strike. GDP fell 4.2 percent in the fourth quarter of that year, following the walkout. A bankruptcy at GM, which faces a June 1 U.S. deadline to prove it can survive without a court restructuring, would probably take a more severe toll on the economy. GM sold twice as many new cars and trucks in the U.S. last year as Chrysler, and had almost 5 times as many employees worldwide. Auto production makes a much smaller contribution to GDP now than it did three decades ago. Car, truck and parts manufacturing accounted for 0.7 percent of value-added to U.S. gross domestic product in 2007, the last year for which figures were available. Durable goods manufacturing, which includes autos, accounted for 13.4 percent of GDP in 1970, and made up 6.4 percent in 2008. GDP declined 6.1 percent January through March, in part because inventories fell $103.7 billion. Analysts surveyed by Bloomberg before the Chrysler announcement forecast output to fall 2 percent in the current quarter. Up to Court The effects of Chrysler's bankruptcy would slightly more than double if the shutdown went on for two months, and increase proportionately if a resumption in production were delayed, Zandi said. It may be hard to disentangle Chrysler's impact from GM's previously announced plans to idle 13 U.S. assembly plants from mid-May into July to pare inventory. "A lot in terms of the economic implications is going to depend on whether the court requires an adjustment at different speed than what it was before," said Mike Montgomery at IHS Global Insight, an economic consulting firm in Lexington, Massachusetts. "The production level over the next six months was expected to be so lean to clean up the inventories that the bankruptcy considerations aren't as important." For parts producers, Chrysler's production line halt will likely mean "chaos," said Jim Gillette, director of supplier analysis for CSM Worldwide, a consulting firm in Grand Rapids, Michigan. Chrysler has more than 150 major suppliers, he said, many of whom do work for other auto companies as well. As part of the bankruptcy, the administration is providing $1.5 billion to Chrysler's suppliers, including Magna International Inc.,BorgWarner Inc., Visteon Corp., Denso Corp. and American Axle & Manufacturing Holdings Inc., to help prevent halts in production as the company reorganizes. Suppliers Next "There will probably be sufficient financing" from the government to support them for a time, Gillette said. However, with the additional pressure of GM's extended closing, "we don't see how they can muddle through," he said. "The next shoe to drop is the suppliers that will have to file bankruptcy." Because Chrysler has fired so many workers over the past year, industry analysts don't expect wholesale additional cuts among the company's 26,000 hourly workers in North America. Their 30-to-60-day furloughs will mean smaller paychecks, reduced spending and more strain on local governments. The workers will be eligible for unemployment benefits, which pay an average of $279 a week for benefits for 26 weeks, according to Jennifer Kaplan, a Labor Department spokeswoman. Michigan's unemployment rate was 12.6 percent in March, the highest in the nation. Those benefits are only about half the average production- line wage; Chrysler says the company will provide some payments to the workers that will bring their earnings up to about 80 percent of their normal pay. Reduced Hours "For a one- or two-month shutdown, you'll essentially see reduced hours; they won't cut jobs," Zandi said. "The longer it goes on, the more the broader ripple effects. We'd start to see job losses at restaurants and other businesses" who depend on auto workers' dollars. The biggest impact of Chrysler's bankruptcy filing will probably be on dealers. While the company hasn't specified its plans, it's expected to take advantage of the filing to terminate contracts with a number of its 3,277 dealers. The restructuring plan the company filed with the government in February said almost 30 percent are in financial distress. For now, there should be no effect on Chrysler's retirees. The bankruptcy filing doesn't change the status of its pension plans, the head of the Pension Benefit Guaranty Corp. said. To contact the reporter on this story: Michael McKee in New York at mmckee@bloomberg.net. Last Updated: May 5, 2009 00:01 EDT

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Le Sezioni Unite allargano le competenze del giudice tributario (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 05-05-2009)

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Le Sezioni Unite allargano le competenze del giudice tributario Cassazione civile , SS.UU., sentenza 16.03.2009 n° 6315 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Con un nuova importante pronuncia (sentenza n. 6315 del 16 marzo 2009) le SSUU della Cassazione allargano le competenze del giudice tributario, che così assume un nuova, almeno in parte, fisionomia. I giudici di piazza Cavour hanno infatti stabilito che l’art. 2 della D.Lgs. n. 546/1992 attribuisce alla giurisdizione tributaria, di natura esclusiva, anche le controversie aventi per oggetto tutti gli atti che vengono adottati nella fase dell’accertamento delle imposte e in funzione di esso. Nel caso di specie si trattava di un ordine di rinnovo della verifica fiscale nei confronti di una società che era già stata sottoposta ad accertamento per le stesse annualità e per le medesime imposte cui si riferiva l’ordine impugnato. Per apprezzare meglio il dictum della Corte Suprema di Cassazione, è interessante ripercorre per brevi tappe la vicenda da cui è partita la causa (v. i precedenti: SS.UU. 6693/2003; SS.UU. 103/2001). L’ufficio dell’Agenzia delle Entrate emanava, nel 2002, un ordine di verifica della contabilità aziendale di una società per gli anni 1997-1998, successivamente alla verifica generale, conclusasi nel 2000, ai fini delle imposte dirette e Iva per gli stessi anni ‘97-’98 e che si era conclusa con il pagamento delle imposte accertate. La società impugnava l’ordine di verifica davanti al giudice amministrativo, che sia in primo grado che in appello, ha ritenuto che tale ordine costituisse un mero atto istruttorio, endoprocedimentale, strumentale all’eventuale successivo atto di accertamento, che a sua volta è l’unico atto concretamente lesivo della posizione del contribuente e quindi impugnabile. L’oggetto della controversia era quindi di stabilire se l’ordine di verifica costituisca un atto autonomamente impugnabile ex se, ossia a prescindere dalla successiva adozione di un formale avviso di accertamento teso a determinare in concreto l’imposta dovuta, e quindi come tale lesivo della posizione giuridica del contribuente (sia poi essa di interesse legittimo o di diritto soggettivo è questione, al momento, secondaria, che vedremo più avanti); ovvero se esso costituisca un mero atto istruttorio, endoprocedimentale, strumentale all’eventuale successivo atto di accertamento, che costituisce l’unico atto concretamente lesivo della posizione del contribuente e quindi impugnabile (quest’ultima è la posizione del giudice amministrativo). Il giudice amministrativo ha risolto la controversia facendo ricorso al tradizionale strumentario concettuale, con cui esso generalmente opera. Ha cioè esaminato l’ordine di verifica fiscale alla luce del criterio di riparto della giurisdizione imperniato sulla causa petendi (interessi legittimi-GA ovvero diritti soggettivi-GO) e della differenza tra atti provvedimentali e non. Ha quindi valutato se l’ordine impugnato fosse un atto di esercizio di un potere pubblico, e come tale idoneo a ledere una posizione giuridicamente protetta; se tale posizione avesse la consistenza di un interesse legittimo, come tale idoneo a dare titolo per adire la giurisdizione amministrativa. Le SSU hanno sostanzialmente confermato le argomentazioni usate dal GA per disconoscere l’impugnabilità dell’ordine di verifica, aggiungendo però alcune importanti precisazioni in materia di giurisdizione tributaria. Infatti, la Cassazione ha riconosciuto che i limiti della giurisdizione tributaria non possono essere desunti unicamente sulla base dell’art. 19 del D.Lgs. n. 546/1992, ossia della norma che contiene l’elenco degli atti impugnabili. In realtà, è l’art. 2 del medesimo D.Lgs. che stabilisce l’estensione di tale giurisdizione, la quale quindi comprende – ma nei limiti dei motivi dedotti nel ricorso – “tutte le fasi del procedimento che hanno portato all'adozione e alla formazione di quell'atto tanto che l’eventuale giudizio negativo in ordine alla legittimità e/o regolarità (formale e/o sostanziale) su qualche atto “istruttorio” prodromico può determinare la caducazione, per illegittimità derivata, dell’atto “finale” impugnato”. In primo luogo, pur ribadendo il principio secondo il quale è necessario un provvedimento impugnabile incluso nel catalogo di cui all’art. 19 cit. e quindi che gli atti istruttori sono impugnabili solo insieme con gli atti da essi dipendenti, che abbiano carattere provvedimentali (tutela differita), la sentenza in commento precisa che il giudice tributario è tenuto ad annullare l’atto finale (ad es. l’avviso di accertamento), anche se privo di vizio, quando sia illegittimo l’atto istruttorio antecedente (illegittimità derivata). Precisa, poi, richiamando i propri precedenti, che il carattere esclusivo della giurisdizione tributaria non deve intendersi nel senso che gli atti non autonomamente impugnabili siano devoluti in via residuale ad altri giudici. Ciò comporta che gli atti istruttori devono essere impugnati solo davanti alle Commissioni Tributarie, alle quale spetta tutelare a tutto tondo la posizione del contribuente, a prescindere dalla sua consistenza come diritto soggettivo o interesse legittimo (cfr. la richiamata sentenza 240/2006 C. cost. laddove si afferma che non esiste nella nostra costituzione un riserva assoluta di giurisdizione sugli interessi legittimi a favore del giudice amministrativo). Ma la lesione, in fase istruttoria, di diritti soggettivi (comunque resistenti all’azione illegittima dell’Amministrazione finanziaria) e a maggiore ragione di diritti costituzionalmente protetti potrebbe dare titolo per chiedere il risarcimento dei danni subiti, il quale può essere disposto anche dalle Commissioni Tributarie (questa conclusione, sebbene non esplicitamente, sembrerebbe desumersi pacificamente tra le righe delle sentenza). Solo se manca il provvedimento impugnabile, la tutela del diritto leso va richiesta al giudice ordinario, secondo il noto criterio di riparto tra giurisdizione ordinaria e giurisdizione amministrativa. Infine, le Sezioni Unite puntualizzano che è competenza del giudice fiscale verificare se l’atto impugnato sia incluso tra quelli indicati dall’art. 19 cit.. La sentenza si lascia apprezzare soprattutto perché ribadisce il principio di unità della tutela presso un unico giudice (tributario), salvo il fatto che questo principio viene poi smentito quando manca un atto impugnabile e ciò costringe ad adire il giudice ordinario; lascia, invece, perplessi la tesi che il differimento della tutela del contribuente non pregiudichi tale tutela. Infatti, il contribuente lamentava - e giustamente oserei dire – che le lesioni, in fase istruttoria di diritti costituzionalmente garantiti, quali il diritto alla riservatezza della corrispondenza e alla libertà del domicilio, non sarebbero riparate dal mero annullamento dell’atto impugnabile. Se è da condividere la tesi che superiori esigenze di giustizia o di interesse generale possono giustificare una compressione temporanea dei propri diritti (ma solo se e nella misura in cui siano realmente funzionali a conseguire interessi generali), meno convincente è l’assolutezza con la quale essa sembra applicata, che costringe il contribuente a subire qualsiasi violazione di quelli che la stessa Cassazione riconosce essere diritti soggettivi tutelati dalla costituzione fino alla conclusione dell’attività di verifica fiscale. Non solo la Costituzione non ammette alcuna violazione di tali diritti, ma solo una limitazione, e solo nei casi e nei modi stabiliti dalla legge. Ma, il differire la loro tutela ad un momento successivo alla lesione significa aggravarla con la sua persistenza nel tempo, senza nemmeno chiarire quali siano le sanzioni (che come minimo deve comprendere il risarcimento del danno) ordinate dalla legge per la loro repressione (ad es. come nel processo penale la non utilizzabilità delle prove raccolte in modo illegittimo in sede di verifica fiscale) e il ripristino del diritto nella sua integrità costituzionale (come garantire a posteriori la violazione del segreto epistolare, quando la corrispondenza potrebbe anche usata per motivare l’atto, impugnabile, di accertamento?). Infine, a parte la (ingiustificata, a me pare) diversità di trattamento tra il caso in cui la verifica abbia esito negativo (nel qual caso l’ordine illegittimo è di competenza del giudice ordinario) e quello in cui la verifica termina con un atto impugnabile davanti al giudice tributario (differenza che come detto indebolisce la tutela concentrata in unico giudice), meriterebbe chiarire in cosa consisterebbero, sotto il profilo dei poteri del giudice e del tipo di tutela reclamabile dal contribuente, gli attributi “pieno” ed “esclusivo” riferiti alla giurisdizione tributaria. Si pone, in altri termini, il problema non proprio della natura bensì dei limiti, della estensione dei poteri ricompresi nella giurisdizione tributaria. La Cassazione ha eluso questo problema, che la società ricorrente, invece, aveva sollevato, evidenziando che la tutela differita davanti al giudice tributario ha ad oggetto solo la pretesa del contribuente a non pagare più imposte del dovuto, ma gli altri interessi, direttamente pregiudicati dall’attività istruttoria dell’Amministrazione finanziaria, “non aventi necessariamente riflessi sull’ammontare del debito d’imposta, quali, ad esempio, la libertà di domicilio o la riservatezza”, resterebbero privi di efficace tutela da parte del giudice tributario. La società chiedeva di riconoscere che quel giudice non ha solo il potere di annullare o sostituire l’atto impugnato o anche di ridurne la portata (c.d. giurisdizione esclusiva, che è di legittimità, ma anche di merito: cfr. da ultimo Cass. Sez. V, n. 4172 del 20/02/2009; Cass. Sez. V, n. 3995 del 19/02/2009), bensì anche quello di tutelare interessi diversi da quelli erariali e a questi indirettamente connessi. Forse la Cassazione ha perso un’occasione per chiarire che la giurisdizione tributaria, e più in generali tutte quelle speciali, ossia diverse da quella ordinaria, deve offrire una tutela piena, a 360°, di tutti gli interessi, di ogni ordine e grado, coinvolti nel rapporto, secondo una lettura della Costituzione orientata nel senso di garantire che l’ordinamento funzioni nel concreto, in modo democratico, a tutela effettiva degli interessi protetti dalla Costituzione stessa. (Altalex, 5 maggio 2009. Nota di Gaetano Reale) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Sentenza 16 marzo 2009, n. 6315 Svolgimento del processo Con ricorso notificato il 17 gennaio 2007 alla Direzione Regionale per la Campania dell’Agenzia delle Entrate ed al MINISTERO dell’ECONOMIA e delle FINANZE (depositato il 6 febbraio 2007), la (…) premesso che con ricorso depositato il 18 settembre 2002 aveva chiesto al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (cui riteneva spettare l’afferente “controllo di legittimità… sulla scorta del disposto dell’art. 7, comma 4, della legge 27 luglio 2000 n. 2123) l’”annullamento” (1) “degli ordini di verifica” (”n. 1009 del 2 settembre 2002 e n. 1126 del 9 settembre 20023) della sua “contabilità aziendale per gli anni 1997-19983, “emessi dall’Ufficio Ispettivo Regionale dell’Agenzia delle Entrate”, nonché (2) di “tutti gli atti dell’amministrazione relativi alle procedure indicate, coevi, precedenti o successivi” in quanto (a) “del tutto carenti sotto il profilo del rispetto dell’obbligo di motivazione (artt. 3 legge 241/90 e 7 legge 212/2000)” e (b) “successivi alla verifica generale ai fini delle imposte dirette e dell’IVA per gli anni ‘97 e ‘98, già conclusasi in data 28 dicembre 2000…, cui erano seguiti avvisi di rettifica dell’Ufficio IVA…, per le stesse annualità ‘97 e ‘98, notificati in data 11 marzo 2002 e divenuti definitivi a seguito di pagamento delle imposte richieste” -, in forza di un solo, complesso motivo, chiedeva di cassare (con “vittoria” delle spese processuali) la sentenza n. 3199/06 depositata il 26 maggio 2006 con la quale il Consiglio di Stato aveva rigettato il suo appello avverso la decisione (n. 2806/04, depositata il 9 marzo 2004) del giudice amministrativo di primo grado che aveva dichiarato “l’inanimissibilità del suo ricorso… per difetto di giurisdizione”. Nel controricorso notificato il 21 febbraio 2007 (depositato il giorno 8 marzo 2007) il Ministero intimato e l’Agenzia, delle Entrate instavano per il rigetto dell’impugnazione, con “ogni consequenziale pronuncia in ordine alle spese del… giudizio”. Motivi della decisione 1. Nella sentenza gravata, il Consiglio di Stato - premesso aver la (…) dedotto “da un lato che il provvedimento impugnato (… ordine di rinnovo della verifica) non rientra tra gli atti tributari devoluti ai sensi dell’art. 2 del decreto_legislativo_546_1992 alla giurisdizione del giudice tributario; dall’altro che tale provvedimento, costituendo esercizio di potestà amministrativa, esibisce profili di autonomia rispetto alla determinazione finale ed è dunque ex se ed immediatamente contestabile avanti al giudice amministrativo” -, confermando l’inammissibilità del ricorso (”per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo”) dichiarata dal TAR, ha disatteso l’appello della società (la quale aveva eccepito “l’insussistenza dei presupposti legali in base ai quali poteva essere ordinata la verifica e dunque aziona, in sostanza, la pretesa a non essere sottoposta a tale forma di controllo amministrativo”) osservando: - “l’appellante non deduce il carattere lesivo delle specifiche modalità con le quali è stata in concreto espletata la verifica”: di conseguenza “non viene qui in rilievo il dibattuto problema della tutela (specie cautelare) del contribuente a fronte di indagine istruttoria dell’amministrazione che si svolga in modo potenzialmente lesivo del diritto del professionista o dell’imprenditore alla riservatezza o ad evitare intralci nell’esercizio dell’attività economica”; “tale tutela”, comunque, “in quanto volta a proteggere diritti soggettivi non degradabili”, “non potrebbe… essere richiesta al giudice degli interessi”; - essendosi “conclusa con l’adozione di un atto di accertamento”, la “verifica fiscale” contestata “costituisce espletamento di attività istruttoria finalizzata alla determinazione autoritativa dell’imposta” per cui “l’ordine di rinnovo della verifica e la verifica stessa costituiscono momento strumentale e prodromico rispetto alla esatta determinazione del presupposto di imposta, contenuta nell’atto di accertamento eccesso (corrige: emesso) nei confronti del destinatario del controllo, concretizzandosi perciò in attività giuridicamente infraprocedimentale e dunque non immediatamente lesiva”-, conseguentemente (”dunque”) “spiega… effetto il principio consolidato secondo cui gli atti istruttori ancorché illegittimi non sono autonomamente impugnabili per difetto di concreta lesività, dovendo la relativa contestazione essere differita al momento dell’impugnazione, per illegittimità derivata, del provvedimento finale” sì che, “per quanto… interessa”, “i vizi del procedimento tributario non sono immediatamente contestabili ma, ridondando in vizi del provvedimento finale e cioè dell’atto di accertamento, vanno… dedotti nell’ambito dell’impugnazione di questo”: “nel caso in esame, dunque, l’illegittimità della verifica o dell’ordine di rinnovo della stessa non può essere fatta valere anticipatamente ed in via autonoma ma va invece deddotta mediante impugnazione del provvedimento finale avanti alla commissione tributaria, rientrando pacificamente l’atto di accertamento in questione fra quelli sui quali solo il giudice tributario è fornito di giurisdizione (cfr. art. 2 D. l.vo n. 546 del 1992)” (come “di fatto avvenuto, avendo la società impugnato con successo avanti al giudice tributario l’atto di accertamento”). Il giudice a quo osserva, ancora: - “in tal modo l’attività di verifica fiscale”, diversamente da quanto sostenuto dalla appellante, non risulta “sottratta al controllo giurisdizionale, con violazione del precetto di cui all’art. 113 secondo comma della Costituzione” perché “il differimento della impugnazione… non incide sulla giustiziabilità dell’atto istruttorio ma costituisce mera applicazione della regola processuale secondo la quale per agire in giudizio (ed ottenere una pronuncia di merito) occorre avere quell’interesse concreto il quale, al cospetto della funzione amministrativa procedimentalizzata, si radica e diventa attuale solo al momento dell’adozione del provvedimento finale”; - “sulle conclusioni sin qui raggiunte non incide il disposto dell’art. 7 comma 4 della legge_212_2000 (Statuto del contribuente) secondo cui “la natura tributaria dell’atto non preclude il ricorso agli organi di giustizia amministrativa, quando ne ricorrano i presupposti” in quanto lo stesso “non attribuisce… al giudice amministrativo nuovi ambiti di cognizione in materia tributaria, ma si limita a confermare la sussistenza della giurisdizione di amministrativa ove la stessa discenda dal criterio di riparto ordinario, come acquisito in giurisprudenza”: “la giurisdizione generale di legittimità può tuttora essere adita solo se la controversia non sia devoluta al giudice tributario e solo se la posizione giuridica che si pretende lesa abbia consistenza di interesse legittimo (cfr. VI Sez. 30 settembre 2004 n. 6353)”. In definitiva, per il Consiglio di Stato, “la controversia rientra nell’area riservata alla giurisdizione del giudice tributario speciale e non sussiste quindi il presupposto per il ricorso agli organi di giustizia amministrativa”. 3. La (…)- denunziando “violazione dei limiti esterni della giurisdizione del giudice amministrativo, “violazione dell’art. 103, comma 1, Cost.” nonché “violazione dell’art. 7, comma 4, della legge 27 luglio 2000 n. 2123 - chiede di cassare tale decisione formulando (ex art. 366 bis c.p.c.) il seguente “quesito di diritto” “dichiarare la spettanza della giurisdizione al giudice amministrativo ai sensi dell’art. 7, comma 4, della I. 27 luglio 2000, n. 212, recante “Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente”, in relazione all’impugnazione degli ordini di verifica con cui l’Agenzia delle Entrate, in difetto dei presupposti che legittimano la riapertura di una verifica e violando l’obbligo di motivazione prescritto per gli atti dell’Amministrazione finanziaria dallo Statuto del contribuente, ha autorizzato il compimento di atti di indagine tributaria con riferimento ad un periodo di imposta per cui si era già svolta ed era stata conclusa una verifica generale, in quanto nella fattispecie ricorrono tutti i presupposti della giurisdizione amministrativa: ovvero in senso negativo, la non spettanza della controversia al giudice tributario, per la mancata inclusione degli ordini di verifica nel novero degli atti assoggettati a tale giurisdizione dall’art. 19 d.lgs. n. 546/1992; e, in senso positivo, la presenza di una situazione giuridica che si pretende lesa, avente la consistenza dell’interesse legittimo, ma anche di libertà costituzionalmente garantite, e l’interesse concreto ed attuale ad agire per la rimozione degli atti impugnati. A. A sostegno dì tale richiesta la ricorrente - assumendo avere “entrambi i Collegi… posto a fondamento della propria decisione la negazione che possa darsi un’incidenza immediata nella sfera giuridica del contribuente sottoposto a verifica prima che un atto di accertamento sia adottato, e… quindi negato che il medesimo contribuente possa avere un interesse ad agire avverso l’ordine di verifica che ritenga illegittimo” -, in primo luogo, osserva: - “il principio… in base al quale gli “atti istruttori”, in quanto aventi carattere infraprocedimentale, non sono autonomamente impugnabili per inidoneità a creare una lesione immediata nella sfera giuridica del privato, non può ritenersi… applicabile nel caso dell’attività di indagine fiscale della p.a., la quale si connota per gli incisivi poteri riconosciuti all’amministrazione, i quali sono in grado di comprimere fortemente, in modo da esigere una tutela immediata avverso i medesimi, le libertà (di domicilio, di corrispondenza, di libertà di iniziativa economica, ecc.) del soggetto che li subisce (talvolta imponendo non solo un pati, ma anche un obbligo positivo, un facere), e che, proprio in considerazione di ciò, si caratterizza altresì per la minuziosa regolamentazione dei presupposti e delle modalità di esercizio del potere medesimo, in chiave prettamente garantistica nei confronti del contribuente”; - “in relazione alla situazione azionata [da essa].. non vale obiettare l’esistenza di una dualità di situazioni giuridiche in capo al contribuente” (”diritti soggettivi/interessi legittimi, di cui i primi tutelabili di fronte al giudice ordinario”) in quanto “laddove egli si dolga di una verifica che ritiene illegittima, ad essere lesa non è solo “la posizione complessiva del contribuente (…) a che la potestà amministrativa venga esercitata in conformità alle regole poste dall’ordinamento per l’esercizio della stessa”, ovvero l’interesse legittimo, ma anche, inevitabilmente, le posizioni soggettive aventi rango costituzionale, per l’evidente ragione che le stesse possono essere limitate solo nei casi e “nei modi indicati dalla legge” (… TAR, a pag. 3) “l’indicazione di effettuare le verifiche presso i locali del contribuente solo in presenza di effettive esigenze, durante l’orario di lavoro e con modalità tali da arrecare la minore turbativa possibile, così come quelle che inducono a limitare la permanenza nei locali e che impongono di esaminare i documenti in luoghi diversi da quelli del contribuente, ove questi lo richieda”, infatti, “si muovono nell’ottica di attuare il bilanciamento delle contrapposte posizioni secondo i criteri della necessarietà e della proporzionalità, i quali discendono direttamente dai precetti costituzionali racchiusi negli artt. 2, 13, 14 e 15 Cost., che sovrintendono alle libertà inviolabili”). - gli stessi criteri sono ritraibili dai principi di imparzialità e buon andamento dettati dall’art. 97 Cost., il quale… è menzionato dall’art. 1 dello Statuto (assieme agli artt. 3, 23 e 53 Cost.), come disposizione alla cui attuazione è diretto lo Statuto medesimo”; “ai medesimi principi rispondono, poi, le prescrizioni che concernono la motivazione di tutti gli atti dell’amministrazione (secondo l’ampia formula utilizza dal legislatore all’art. 7, comma l, dello Statuto del contribuente), l’esposizione delle ragioni che hanno giustificato la verifica, il divieto di richiedere documenti e informazioni di cui l’amministrazione già dispone, e, non ultimo, l’obbligo di improntare il rapporto con i contribuenti ai principi di buona fede e collaborazione”. Secondo la ricorrente, invero, “lo stesso Consiglio di Stato (”richiamando l’orientamento sul punto di questa… Corte (… sez. un. civ. 25 ottobre 1998 n. 10186 e… 28 ottobre 2005 n. 20994)”) ha riconosciuto che “quando la vertenza ha ad oggetto la contestazione della legittimità dell’esercizio del potere amministrativo, ossia quando l’atto amministrativo sia assunto nel giudizio non come fatto materiale o come semplice espressione di una condotta illecita, ma sia considerato nel ricorso quale attuazione illegittima di un potere amministrativo, di cui si chiede l’annullamento, la posizione del cittadino si concreta come posizione di interesse legittimo (CdS, sez. VI, n. 556/2006… ), per cui il fatto che l’azione sia proposta a tutela (anche) di un diritto costituzionale non è discriminante ai fini della giurisdizione, risultando invece decisiva la circostanza che l’azione sia diretta (o meno) contro un’atto che costituisce esercizio di un pubblico potere (… in tal senso anche la sentenza delle Sezioni unite Civili della Corte di Cassazione dell’8 marzo 2006 n. 4908, che afferma la giurisdizione del G.O. in relazione alla domanda di risarcimento dei danni alla salute, sulla base del rilievo dato alla mancanza, nella fattispecie, “di provvedimenti della pubblica amministrazione o di suoi concessionari, che siano stati impugnati o dei quali si chiede l’annullamento ” e ivi ravvisando solo “comportamenti (…), che non possono incidere negativamente sulle posizioni di diritto soggettivo fatte valere dagli interessati”)”: “nel caso di specie [essa] istante si doleva dell’illegittimità degli atti adottati dall’Amministrazione nell’esercizio del proprio potere (discrezionale) di autorizzare la verifica tributaria, per cui, anche sotto questo profilo, doveva ritenersi correttamente incardinata la controversia dinanzi al giudice amministrativo”. A conclusione del punto la società afferma che il giudice a quo (il quale ha ritenuto “la controversia rientrante nell’area riservata alla giurisdizione tributaria”) ha “errato… nel considerare l’art. 7, comma 4, dello Statuto non applicabile” perché nella fattispecie ricorrono “tutti i presupposti della giurisdizione amministrativa”; - “in senso negativo, la non spettanza della controversia al giudice tributario, per la mancata inclusione degli ordini di verifica nel novero degli atti assoggettati a tale giurisdizione dall’art. 19 d.lgs. n. 546/19923: peraltro “il carattere “residuale” del ricorso al G.A. in caso di atti aventi natura tributaria, che i due Collegi sembrano porre a presupposto delle decisioni prese, non si deduce dalla disposizione in esame” (scilicet, quella del quarto comma dell’art. 7) “che, viceversa, costituisce applicazione dell’art. 103, comma 1, Cost., il quale espressamente dispone che il plesso giurisdizionale costituito dai TAR e dal Consiglio di Stato sia il giudice “naturale” degli interessi legittimi, principio cui si deroga nel caso della giurisdizione tributaria, ma solo nei casi previsti dalla legge (e cioè per l’impugnazione degli atti elencati all’art. 19 D. Lgs. 546/92), per cui a fronte dell’esercizio illegittimo dell’attività di indagine fiscale, ed in presenza delle condizioni per agire in giudizio, si riespande la regola (generale, non residuale) della giurisdizione del G.A.”; - “in senso positivo, la presenza di una situazione giuridica che si pretende lesa, avente la consistenza dell’interesse legittimo, ma anche di libertà costituzionalmente garantite, e l’interesse concreto ed attuale ad agire per la rimozione degli atti impugnati”. B. ” In relazione”, poi, “all’interesse ad agire”, “la ricordante sostiene che “negare la tutela immediata a fronte degli ordini di verifica che costituiscono reitera di altre verifiche già effettuate, senza il rispetto dei requisiti di forma e di sostanza previsti dalla legge, ed affermare l’esistenza di una tutela “differita”, equivalga a negarla del tutto” atteso che “invece di bloccare un’attività di indagine, di cui [essa] contestava fondamento e modalità,… ha dovuto subire per ben due volte le conseguenze negative dei processi verbali di constatazione redatti in esito alla verifica illegittima, vedendosi costretta ad adire la commissione tributaria per ottenere l’annullamento degli avvisi di rettifica adottati su quella base, con… inutile dispendio anche delle risorse pubbliche”. Secondo la società, invero, non è fondato asserire che il “differimento” della tutela non incida sulla giustiziabilità dell’atto, ai sensi dell’art. 113 Cost. (pag. 6 della sentenza del Consiglio di Stato)” perché, pur essendo “vero… che nell’ordinamento tributario (e solo in questo) si conosce la figura del “differimento della tutela”", “questa risulterebbe (costituzionalmente) ammissibile non semplicemente per via della non lesività attuale dell’atto” (”condizione che… non ricorre nel caso di specie, in cui sono immediatamente ed autonomamente rilevabili i vizi della reitera della verifica”) ma “sulla base della circostanza che le ragioni della lesione sono esternate (o pienamente conoscibili) solo con il provvedimento finale”. La ricorrente, infine (”conclusivamente”), osserva che “ammettere la giurisdizione del giudice amministrativo nella fattispecie in esame non equivale” (come “affermato dalle Amministrazioni resistenti”) “ad introdurre una giurisdizione concorrente a quella delle Commissioni tributarie” attesa “la diversità della tutela atttenibile, in quanto il giudizio (in sede di tutela differita) davanti alle Commissioni avrebbe ad oggetto solo la pretesa del singolo, quale contribuente, di pagare imposte e sanzioni in misura non superiore a quella dovuta, ma detto giudizio non tutelerebbe quegli interessi di natura patrimoniale e non patrimoniale direttamente “pregiudicati dall’attività ispettiva, non aventi necessariamente riflesso sull’ammontare del debito d’imposta, quali, ad esempio, la libertà di domicilio o la riservatezza”: “quella ottenuta con l’impugnazione dell’atto di accertamento”, infatti, secondo la… “sarebbe, alla fine, una tutela incompleta, nel senso che le lesioni alla sfera della riservatezza o del domicilio, rimarrebbero tali anche se il successivo atto di accertamento venisse annullato dai giudici di merito”. C. In terzo (ed ultimo) luogo la ricorrente contesta il “contrario avviso espresso dal giudice amministrativo… sulla presenza dei presupposti per agire sulla base dell’art. 7, comma 4 legge n. 212 del 2000 affermando che “né il TAR, né il Consiglio di Stato, pervengono ad una chiara definizione dell’ambito di applicazione della norma di cui all’art. 7, comma 4, dello Statuto del contribuente” e sostiene di non “comprende(re), in particolare, che significato abbia l’affermazione in base alla quale “tale disposizione non attribuisce (…) al giudice amministrativo nuovi ambiti di cognizione in materia tributaria, ma si limita a confermare la sussistenza della giurisdizione amministrativa ove la stessa discenda dal criterio di riparto ordinario, come acquisito in giurisprudenza ” e ancora “dunque la giurisdizione generale di legittimità può tuttora essere adita solo se la controversia non sia devoluta al giudice tributario e solo se la posizione giuridica che si pretende lesa abbia consistenza di interesse legittimo”": secondo la società a questo modo di argomentare… non solo non chiarisce realmente quale sia il concreto ambito applicativo della disposizione di cui si tratta, in relazione ai confini della giurisdizione, ma,.. giunge ad una conclusione che può dirsi ampiamente errata” perché, come “ricordato”, gli “stessi giudici di Palazzo Spada…, aderendo all’orientamento sul punto di (questa)… Corte, hanno affermato come, ai fini dell’individuazione della giurisdizione, non sia decisiva la natura della situazione fatta valere, quanto piuttosto la circostanza che ad essere impugnato sia un atto costituente esercizio di un pubblico potere, per concludere come in tale ultimo caso la giurisdizione appartenga sempre al giudice amministrativo, anche quando vengano in questione diritti fondamentali (v. CdS, sezione VI, sentenza n. 556/2006, cit.)” (”il TAR Napoli… aveva limitato l’applicazione della disposizione di cui all’art. 7, comma 4, ai casi “in cui non consegue alcun atto impositivo per intervenuta decadenza dell’azione accertatrice ovvero la verifica tributaria illegittimamente condotta non conduca ad alcun rilievo…”). “Su questo punto decisivo della controversia”, pertanto, secondo la ricorrente, “l’argomentazione del giudice di seconde cure appare totalmente erronea con riferimento alla determinazione della giurisdizione amministrativa”: “in considerazione del “criterio di riparto ordinario, come acquisito in giurisprudenza”", infatti, “nelle ipotesi richiamate dal TAR non si verterebbe in materia di interessi legittimi, ma di diritti soggettivi, sottoposti ad un comportamento fattuale della p.a. lesivo della loro consistenza per cui la loro violazione in ipotesi siffatte dovrebbe rilevare davanti al giudice ordinario, non già davanti a quello amministrativo”. La ricorrente, infine, non ritiene “logico il ragionamento dell’Amministrazione procedente volto a contraddire il principio della giurisdizione amministrativa, di cui all’art. 7, comma 4, cit.,… attraverso le argomentazioni espresse dal Consiglio di Stato in Adunanza Generale nel parere del 22 gennaio 2001, in quanto il tentativo di delimitare la giurisdizione del giudice amministrativo contenuto in detto parere si basava su disposizioni formulate nella proposta di decreto legislativo di dubbia costituzionalità, che non a caso non sono mai state emanate e non risultano affatto accolte dal decreto legislativo n. 32 del 2001, adottato sulla base della delega di cui”all’art. 16 della legge n. 212 del 20003 per cui “resta… valido che con l’espressione “organi di giustizia amministrativa” si intenda il complesso “TAR-Consiglio di Stato”, come afferma non solo il parere citato, ma anche il parere del 5 dicembre 2000 del Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria”. 4. Il ricorso deve essere respinto perché infondato. A. Sul primo profilo di doglianza va, innanzitutto, ribadito (in carenza di qualsivoglia convincente argomentazione contraria) che (Cass. sez. un., 29 aprile 2003 n. 6693 (ordinanza interlocutoria), da cui gli excerpta testuali che seguono) (a) “nella disciplina del contenzioso tributario quale risultante… dal d.lgs. 31.XII.1992, n. 546 (art. 2 sia nel testo originario, che in quello novellato dall’art. 12, comma 2, L. 28.XII.2001 n. 448) la tutela giurisdizionale dei contribuenti, con riguardo ai tributi cui le norme citate hanno riferimento, è affidata in esclusiva alla giurisdizione delle commissioni tributarie, concepita comprensiva di ogni questione afferente all’esistenza ed alla consistenza dell’obbligazione tributaria (cfr., in terminis, ex multis, Cass. SS.UU. civ., sent. n. 103 del 12.III/2001)” e (b) tale esclusività “non” è “suscettibile di venir meno in presenza di situazioni di carenza di un provvedimento impugnabile e, quindi, di impossibilità di proporre contro tale provvedimento quel reclamo che costituisce il veicolo di accesso, ineludibile, a detta giurisdizione” perché siffatte “situazioni” (’”quando fattualmente riscontrate”) incidono “unicamente sull’accoglibilità della domanda (ossia sul merito), valutabile esclusivamente dal giudice avente competenza giurisdizionale sulla stessa, e non già sulla giurisdizione di detto giudice (cfr., in proposito; ex aliis, Cass. SS.UU. civ., sent. n. 11217 del 13.XI.1997)”. La giurisdizione (piena ed esclusiva) del giudice tributario fissata dall’art. 2 del D. Lg.vo n. 546 del 1992, poi, non ha ad “oggetto” solo gli atti per così dire “finali” del procedimento amministrativo di imposizione tributaria (ovverosia gli atti definiti, propriamente, come “impugnabili” dall’art. 19 D. Lg.vo n. 546 del 1992) ma investe - nei limiti, ovviamente, dei “motivi” sottoposti dal contribuente all’esame di quel giudice ai sensi dell’art. 18, comma 2, lett. e), stesso D. Lg.vo - tutte Ie fasi del procedimento che hanno portato alla adozione ed alla formazione di quell’atto tanto che l’eventuale giudizio negativo in ordine alla legittimità e/o alla regolarità (formale e/o sostanziale) su un qualche atto “istruttorio” prodromico può determinare la caducazione, per illegittimità derivata, dell’atto “finale” impugnato: “la correttezza del procedimento di formazione della pretesa tributaria”, infatti (Cass., un., 4 marzo 2008 n. 5791; ma già, Cass., un., 25 luglio 2007 n. 16412), “è assicurata mediante il rispetto di una sequenza ordinata secondo una progressione di determinati atti, con le relative notificazioni, destinati, con diversa e specifica funzione, a farla emergere e a portarla nella sfera di conoscenza dei destinatari, allo scopo, soprattutto, di rendere possibile per questi ultimi un efficace esercizio del diritto di difesa. Siffatta latitudine della giurisdizione tributaria - estesa (come detto) anche al controllo della regolarità (formale e sostanziale) di tutte le fasi del procedimento di imposizione fiscale - evidenzia l’applicabilità (vanamente, “pertanto, contestata dalla ricorrente) anche agli “atti istruttori” fiscali - nonostante la compressione (”comprimere fortemente”, dice la ricorrente) delle “libertà” (”di domicilio, di corrispondenza, di libertà di iniziativa economica, ecc.”) indicate dalla contribuente posta in essere dagli stessi - del principio della non autonoma (ed immediata) impugnabilità proprio in quanto “aventi carattere infraprocedimentali”. “Per quanto attiene”‘, inoltre, specificamente “alla problematica della riconducibilità dell’atto impugnato alle categorie indicate dal D. Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546, art. 193, queste sezioni unite (sentenza 27 marzo 2007 n. 7388) - confermato che (giusta “una consolidata giurisprudenza… (da ultima, sez. un., ord. n. 22245/06)”) ” tale problematica… non attiene alla giurisdizione, ma alla proponibilità della domanda” -, pur rilevando (”non possono non rilevare”) che “la mancata inclusione degli atti in contestazione nel catalogo contenuto in detto articolo comporterebbe una lacuna di tutela giurisdizionale, in violazione dei principi contenuti negli articoli 24 e 113 Cost.”, hanno specificato esser ” compito della commissione tributaria verificare se l’atto in contestazione possa ritenersi impugnabile nell’ambito delle categorie individuate dall’art. 19 del d.l.vo n. 546 del 19923. “Il carattere esclusivo della giurisdizione tributaria”, ancora (Cass., un., 27 marzo 2007 n. 7388), “non consente che atti non impugnabili in tale sede siano devoluti, in via residuale, ad altri giudici, secondo le ordinarie regole di riparto della giurisdizione (Sez. Un., ord. N. 13793/04)”: l’attribuzione al giudice tributario di una controversia che può concernere la lesione di interessi legittimi, infatti, come chiarito, ” non incontra un limite nell’art. 103 Cost.” perché (”secondo una costante giurisprudenza costituzionale”: “da ultime, ordinanze n. 165 e 414 del 2001 e sentenza n. 240 del 20063 ) ” non esiste una riserva assoluta di giurisdizione sugli interessi legittimi a favore del giudice amministrativo, potendo il legislatore attribuire la relativa tutela ad altri giudici”. In secondo luogo, poi, deve evidenziarsi che l’incidenza della specifica attività amministrativa contestata su “posizioni soggettive aventi rango costituzionale” (in particolare, come adduce la ricorrente, su “posizioni soggettive” tutelate dai “precetti costituzionali racchiusi negli artt. 2, 13, 14 e 15 Cost., che sovraintendono alle liberti inviolabili”), limitabili quindi “solo nei casi e “nei modi indicati dalla legge”", non consente affatto di ravvisare nell’eventuale lesione di quelle “posizioni” (o “situazione ” composita”) una “situazione giuridica… avente la consistenza di interesse legittimo” perché le condizioni fissate per la legale temporanea “violabilità” di quelle libertà lasciano integra la originaria consistenza di diritto soggettivo delle stesse attesa la loro mera, temporalmente e funzionalmente limitata, compressione. Il preteso “difetto”, negli “ordini” qui impugnati, “dei presupposti” di legge - lamentato dalla ricorrente -, quindi, non lede un mero interesse legittimo ma integra (se sussistente) la lesione di un vero e proprio diritto soggettivo del contribuente nei cui confronti viene eseguita la verifica ordinata perché solo l’esistenza di quei “presupposti” (che nella specie si assumono, in ipotesi, mancanti) rendono legittima l’azione accertativa e fa sorgere, a carico del contribuente verificato, gli obblighi di “pati” detta azione nonché di “facere” quanto eventualmente le afferenti norme gli impongano per consentire agli inquirenti di svolgere appieno la propria attività, il tutto sempre a prescindere dall’eventuale esito, negativo per l’Ufficio, del controllo stesso. È appena il caso di evidenziare, di poi, che l’eventuale esito negativo per l’”Ufficio dell’attività di accertamento (con conseguente non emissione di alcun provvedimento fiscale) compiuta in forza di ordini ritenuti illegittimi dal contribuente integra fattispecie del tutto diversa da quella in esame (conclusasi con l’emissione di un provvedimento impositivo, come evidenziato dal giudice a quo) e, comunque, porta la valutazione di quel fatto nell’orbita giurisdizionale del giudice ordinario (quindi, non del giudice amministrativo) siccome ipoteticamente lesiva di diritti aquisitamente soggettivi del contribuente a subire, al di fuori dei casi espressamente previsti dalla legge, verifiche fiscali e di conseguenza, le connesse compressioni legali ai suoi corrispondenti diritti (anche costituzionalmente garantiti, come espone la stessa società ricorrente), al di fuori dei casi e delle ipotesi previste dalle afferenti leggi che attribuiscono e circoscrivono il sorgere e l’esercizio del potere fiscale di controllo. B. In “ordine alla legittimità del differimento al momento della impugnazione dell’atto impositivo della tutela giurisdizionale per vizi e/o per irregolarità concernenti atti compiuti nel corso dell’iter amministrativo conclusosi con l’adozione dell’atto impositivo notificato è sufficiente ricordare il pensiero (”costantemente affermato”, come dice lo stesso giudice delle leggi) della Corte Costituzionale (decisione 23 novembre 1993 n. 406, che ricorda ” da ultimo le sentenze n. 154 del 1992; n. 15 del 1991; n. 470 del 1990; n. 530 del 19893) secondo cui “gli artt. 24 e 113 della Costituzione non impongono una correlazione assoluta tra il sorgere del diritto e la sua azionabilità, la quale” può essere differita ad un momento successivo ove ricorrano esigenze di ordine generale e superiori finalità di giustizia”, sempre che “il legislatore” osservi “il limite imposto dall’esigenza di non rendere la tutela giurisdizionale eccessivamente difficoltosa, in conformità al principio della piena attuazione della garanzia stabilita dalle suddette norme costituzionali”: nel caso, non si ravvisano né sono state dedotte difficoltà della “tutela giurisdizionale” relativa agli atti qui impugnati quali conseguenti al differimento di quella tutela al momento della emissione dell’atto di imposizione fiscale. C. Il “corretto ambito applicativo” della disposizione dettata dal quarto comma dell’art. 7 legge 27 luglio 2000 n. 212 (secondo cui ” la natura tributaria dell’atto non preclude il ricorso agli organi di giustizia amministrativa, quando ne ricorrano i presupposti” - di cui la ricorrente lamenta la mancata delimitazione -, infine, è stato già precisato nella sentenza 13 luglio 2005 n. 14692 di queste sezioni unite per la quale quella disposizione riconferma “il carattere esclusivo e pieno della giurisdizione ordinaria in materia tributaria”, “non fa che enfatizzare un principio già generalmente riconosciuto” e “comporta”, “salvo espresse previsioni di legge”, “una naturale competenza del giudice amministrativo” soltanto “sull’impugnazione di atti amministrativi… a contenuto generale o normativo, come i regolamenti e le delibere tariffarie e di atti” (”aventi natura provvedimentale”) “che costituiscano un presupposto dell’esercizio della potestà impositiva e in relazione ai quali esiste un generale potere di disapplicazione del giudice cui è attribuita la giurisdizione sul rapporto tributario. Nella stessa sentenza, inoltre, si è precisato che “tale principio… non può mai comportare una doppia tutela (dinanzi al giudice amministrativo e a quello ordinario o tributario) nei confronti di atti impostivi o di atti del procedimento impositivo. Quest’ultimo corollario, nel caso, riveste natura decisiva del punto in esame non essendo dubitabile (né essendo stato dubitato del) la sussistenza, in capo al contribuente, del potere di contestare innanzi agli organi di giustizia tributaria la legittimità anche degli “ordini di verifica” de quibus in quanto atti prodromici del provvedimento impositivo eventualmente adottato all’esito di quanto emerso da quella verifica. In ordine al punto concernente la “tutela”, innanzi agli organi di giustizia tributaria, “nei confronti” di tutti gli “atti del procedimento impositivo”, è sufficiente ricordare le decisioni di questa Corte nelle quali si è ammessa la sindacabilità, da parte di detti organi: (a) degli atti prodromici del “procedimento impositivo” quali i provvedimenti emessi dal Procuratore della Repubblica ex artt. 33 DPR 29 settembre 1973 n. 600 e 52, comma 2, DPR 26 ottobre 1972 n. 633, di autorizzazione alla perquisizione domiciliare e/o personale da parte degli organi fiscali inquirenti (Cass., trib.: 19 ottobre 2005 n. 20253; 12 ottobre 2005 n. 19837; 1° ottobre 2004 n. 19690; 3 dicembre 2001 n. 15230; 19 giugno 2001 n. 8344); (b) del preventivo invito al pagamento (contenuto nell’art. 60, comma 6, DPR n. 633/72), quale adempimento necessario e prodromico alla iscrizione a ruolo dell’imposta sul valore aggiunto (Cass., trib.: 18 aprile 2008 n. 10179 e 14 aprile 2006 n. 8859); (c) dell’”invito al pagamento” notificato dal Comune al contribuente quale atto prodromico all’iscrizione a ruolo (Cass., trib., 6 dicembre 2004 n. 22869); d) dell’invito di cui all’art. 51, comma 2, n. 2, DPR 26 ottobre 1972 n. 633, per fornire dati, notizie e chiarimenti in ordine alle operazioni annotate nei conti bancari (Cass., trib., 18 aprile 2003 n. 6232); e) dell’invito al pagamento menzionato nell’art. 67, comma 2, lett. a) DPR 28 gennaio 1988 n. 43 (Cass., trib., 12 marzo 2002 n. 3540) e, f) più in generale, sulla scorta dei principi affermati da queste sezioni unite (sentenza n. 16412 del 2007, cit.), sulla mancata notifica di un atto prodromico quale vizio proprio” (ex art. 19, terzo comma, D. Lg.vo n. 546 del 1992) dell’atto notificato al contribuente (Cass., trib., 25 gennaio 2008 n. 1652). 5. Per la sua totale soccombenza la (…) sensi dell’art. 91 c.p.c., deve essere condannata a rifondere alle amministrazioni pubbliche le spese di questo giudizio di legittimità, liquidate, nella misura indicata in dispositivo, in base al valore indeterminato della controversia ed all’attività difensiva espletata da dette amministrazioni. P.Q.M. Rigetta il ricorso e dichiara la giurisdizione del giudice tributario; condanna la (…) a rifondere alle amministrazioni pubbliche le spese del giudizio di legittimità che liquida in complessivi euro 4.000,00 (quattromila/00) per onorario, oltre spese generali e spese prenotate a debito. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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con "la repubblica" e "l'espresso" l'ultima versione del testo sacro in tre volumi - marco politi (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 49 - Cultura Con "la Repubblica" e "l´Espresso" l´ultima versione del testo sacro in tre volumi Vecchio e Nuovo Testamento nella traduzione curata dalla Cei Il linguaggio è chiaro, arricchito da immagini, note e approfondimenti Bruno Forte: "Le Scritture sono importanti sia per i credenti che per i non credenti" Mons. Paglia: "Chi frequenta veramente la parola di Dio´ non è fondamentalista" MARCO POLITI Mons. Gianfranco Ravasi, biblista di fama e presidente del Consiglio pontificio per la Cultura, ha parole liriche alla prospettiva di un rilancio della conoscenza della Bibbia. Che le Scritture - ha scritto - divengano per i fedeli «fuoco ardente e miele saporoso, pioggia che feconda, spada che colpisce, parola che consola, seme che germoglia e lampada che guida i passi nel cammino spesso tenebroso della vita». E questo in effetti i vescovi italiani si sono proposti creando nel 1988 il gruppo di lavoro che ha prodotto la nuova traduzione della Bibbia destinata ad entrare nelle case italiane con il sigillo della Cei. Ci sono voluti quasi dieci anni per portare a termine un impegno enorme. Chi ha partecipato all´impresa parla dello sforzo di penetrare nello stile delle lingue originali, di valutare la varietà dei generi letterari presenti specialmente nell´Antico Testamento, di soppesare le corrispondenze dei testi sinottici. Un lavoro di ricerca, anche letteraria, per evitare arcaismi e trovare la parola giusta per l´orecchio contemporaneo. A volte, racconta uno dei più brillanti teologi italiani, Bruno Forte vescovo di Chieti, la traduzione maggiormente fedele all´originale può in prima battuta persino sconcertare il lettore. Perché rompe con formule ripetute da tempi immemorabili. Un esempio. Il colloquio intenso tra Cristo e Pietro al termine del quale Gesù prorompe nell´esclamazione «Vade retro, Satana». Adesso suona ben diversa: «Va´ dietro a me, Satana». Come mai? Spiega mons. Forte: «Con la traduzione letterale emerge il senso più profondo. Cristo si mette al centro e dice a Pietro: TU devi seguirmi. Perché se Pietro si fa idolo di se stesso, allora diventa Satana». E´ un rapporto complesso quello tra l´Italia e la Sacra Scrittura. Per effetto della Controriforma nel nostro Paese - a differenza delle nazioni protestanti - la Bibbia è stata per secoli «patrimonio del clero», praticamente inaccessibile ai fedeli. Risale al concilio Vaticano II la diffusione programmatica della conoscenza delle Scritture tra il «popolo di Dio». In questo senso il Concilio marca la riscoperta della Bibbia tra i fedeli. Afferma Bruno Forte: «Dopo il Vaticano II Roland Barthes diceva che la Chiesa dove più largamente si legge la Bibbia è quella cattolica». In realtà, prosegue il teologo, la conoscenza della Bibbia è fondamentale sia per i credenti che per i non credenti. Per tre motivi. Tutti i nostri valori artistici e culturali sono legati all´eredità cristiana e risultano incomprensibili se perdiamo la «grammatica» dei suoi simboli. Inoltre i temi biblici e gli orizzonti etici della Bibbia - a cominciare dai Dieci Comandamenti - hanno plasmato la nostra storia. Infine, come si può ignorare il messaggio spirituale che ha accompagnato il cammino della nostra nazione? «C´è un messaggio di speranza che caratterizza il cristianesimo. Dio è vicino all´uomo nel paradosso della crocifissione e della resurrezione. Così Dio è per noi e con noi. In ultima analisi significa che noi uomini non siamo soli». Per la Conferenza episcopale tradurre la Bibbia ha fatto parte consapevolmente del programma di rievangelizzazione di una società secolarizzata. La nuova traduzione è la terza tappa di questo cammino. Nel 1971 la Cei ha pubblicato una traduzione italiana della Bibbia per uso liturgico. Nel 1974 è apparsa una nuova versione con correzioni e miglioramenti. L´attuale traduzione è stata stimolata dalla decisione del Vaticano di pubblicare una versione aggiornata della Vulgata latina di san Girolamo, facendo tesoro delle acquisizioni di oltre un secolo di studi critici sulle Scritture. «Da questo punto di vista ora in Italia siamo all´avanguardia», nota il vescovo di Terni mons. Paglia, presidente della Federazione biblica cattolica mondiale. «Infatti il testo che il fedele può leggere nel libro con la traduzione della Cei corrisponde esattamente al testo liturgico che ascolta nella messa domenicale. E´ la prima conferenza episcopale al mondo ad avere realizzato questo risultato e ciò indubbiamente favorirà la memorizzazione delle Scritture». C´è ancora molto da fare, tuttavia, per superare la radicata ignoranza della Bibbia degli italiani. Due anni fa l´associazione non confessionale Biblia raccolse diecimila firme di esponenti della cultura italiana perché nelle scuole venisse promossa la conoscenza della Bibbia come fattore cruciale del sistema culturale e storico europeo. Firmarono in tanti. Da Umberto Eco e Claudio Magris allo storico cattolico Pietro Scoppola (poi scomparso) all´astronoma Margherita Hack, all´ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky. Nel frattempo, anche sull´onda del Sinodo dei vescovi svoltosi in Vaticano nel 2008 sul tema della «parola di Dio», qualcosa si è mosso. La Bibbia sta tornando nelle case italiane. «Dopo il Sinodo le diocesi hanno deciso di ripartire dalle Sacre Scritture», commenta mons. Paglia. Aggiungendo un consiglio: «La Bibbia va letta comunitariamente e in un clima di preghiera». Con una postilla interessante: «Chi frequenta veramente le Scritture non è fondamentalista».

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Terremoto in Abruzzo: interventi urgenti e misure di protezione civile (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Terremoto in Abruzzo: interventi urgenti e misure di protezione civile Decreto Legge 28.04.2009 n° 39 , G.U. 28.04.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Per soccorrere le esigenze delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009 è disposta la concessione di contributi, anche con le modalità del credito di imposta, e di finanziamenti agevolati, garantiti dallo Stato, per la ricostruzione o riparazione di immobili adibiti ad abitazione principale distrutti o dichiarati inagibili ovvero per l'acquisto di nuove abitazioni sostitutive dell'abitazione principale distrutta. E' quanto stabilisce il Decreto Legge 28 aprile 2009, n. 39 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale 28 aprile 2009, n. 97) contenente le misure urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile. In particolare il provvedimento prevede: progettazione e realizzazione, nei comuni terremotati, di moduli abitativi destinati ad una utilizzazione durevole e rispondenti a caratteristiche di innovazione tecnologica, risparmio energetico e protezione dalle azioni sismiche, nonché delle opere di urbanizzazione e dei servizi connessi, al fine di garantire adeguata sistemazione alle persone le cui abitazioni sono state distrutte o dichiarate non agibili; sospensione (con eccezione per casi particolarmente gravi) dei processi civili pendenti presso gli uffici giudiziari dei comuni colpiti dal sisma, nonchè di termini di legge gravanti sulle popolazioni colpite; predisposizione di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli immobili pubblici danneggiati, compresa l’edilizia universitaria ed il Conservatorio di musica, nonché le caserme e gli immobili demaniali o di proprietà di enti ecclesiastici riconosciuti di interesse storico artistico; rapida definizione delle modalità organizzative per consentire la pronta ripresa dell’attività degli uffici pubblici; esclusione dal patto di stabilità interno 2009-2010 delle spese sostenute dalla Regione Abruzzo, dalla provincia de L’Aquila e dai Comuni danneggiati per fronteggiare gli eventi sismici. A vantaggio di famiglie, lavoratori ed imprese vengono inoltre previste le seguenti misure: proroga dell’indennità ordinaria di disoccupazione; indennizzo in favore dei collaboratori coordinati e continuativi e dei lavoratori autonomi che abbiano dovuto sospendere l’attività a causa del sisma; sospensione per le imprese delle eventuali sanzioni legate alle inadempienze fiscali; non computabilità, a fini della definizione del reddito da lavoro dipendente, delle erogazioni liberali, dei sussidi e dei benefici di qualsiasi genere concessi dai datori di lavoro privati ai lavoratori residenti nelle aree colpite dal sisma, ovvero da datori di lavoro privati operanti nei territori colpiti in favore di lavoratori anche non residenti in quelle aree. Le elezioni amministrative sono rinviate alla fine dell’anno e gli adempimenti contabili dei comuni vengono differiti al 31 luglio 2009. (Altalex, 4 maggio 2009) DECRETO-LEGGE 28 aprile 2009, n. 39 Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile. (09G0047) (GU n. 97 del 28-4-2009) IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di emanare disposizioni per fronteggiare, con ulteriori interventi, gli eccezionali eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo, nonche' per potenziare le attivita' e gli interventi di protezione civile; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 23 aprile 2009; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dell'interno, del lavoro, della salute e delle politiche sociali, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle infrastrutture e dei trasporti, per i beni e le attivita' culturali, della difesa, della giustizia, dello sviluppo economico, dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, delle politiche agricole alimentari e forestali e della gioventu'; Emana il seguente decreto-legge: CAPO I Interventi immediati per il superamento dell'emergenza Art. 1. Modalita' di attuazione del presente decreto; ambito oggettivo e soggettivo 1. Le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, necessarie per l'attuazione del presente decreto sono emanate di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, per quanto attiene agli aspetti di carattere fiscale e finanziario. 2. I predetti provvedimenti hanno effetto esclusivamente nei confronti dei comuni interessati dagli eventi sismici che hanno colpito la regione Abruzzo a partire dal 6 aprile 2009 che, sulla base dei dati risultanti dai rilievi macrosismici effettuati dal Dipartimento della protezione civile, hanno risentito un'intensita' MSC uguale o superiore al sesto grado, identificati con il decreto del Commissario delegato n. 3 emanato in data 16 aprile 2009; i predetti provvedimenti riguardano le persone fisiche ivi residenti, le imprese operanti e gli enti aventi sede nei predetti territori alla data del 6 aprile 2009. 3. Gli interventi di cui all'articolo 3, comma 1, ad eccezione di quelli di cui alla lettera f), possono riguardare anche beni localizzati al di fuori dei territori dei comuni di cui al comma 2, in presenza di un nesso di causalita' diretto tra il danno subito e l'evento sismico, comprovato da apposita perizia giurata. Art. 2. Realizzazione urgente di abitazioni 1. Il Commissario delegato nominato dal Presidente del Consiglio dei Ministri con decreto emanato ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, oltre ai compiti specificamente attribuitigli con ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri, provvede in termini di somma urgenza alla progettazione e realizzazione nei comuni di cui all'articolo 1 di moduli abitativi destinati ad una durevole utilizzazione, nonche' delle connesse opere di urbanizzazione e servizi, per consentire la piu' sollecita sistemazione delle persone le cui abitazioni sono state distrutte o dichiarate non agibili dai competenti organi tecnici pubblici in attesa della ricostruzione o riparazione degli stessi. 2. I moduli abitativi garantiscono, nel rispetto delle norme di sicurezza sanitarie vigenti, anche elevati livelli di qualita', innovazione tecnologica orientata all'autosufficienza impiantistica, protezione dalle azioni sismiche anche mediante isolamento sismico per interi complessi abitativi, risparmio energetico e sostenibilita' ambientale. 3. Il Commissario delegato approva il piano degli interventi di cui al comma 1 previo parere di un'apposita conferenza di servizi che delibera a maggioranza dei presenti validamente intervenuti. 4. Il Commissario delegato provvede, d'intesa con il Presidente della regione Abruzzo e sentiti i sindaci dei comuni interessati, alla localizzazione delle aree destinate alla realizzazione degli edifici di cui al comma 1, anche in deroga alle vigenti previsioni urbanistiche. Non si applicano gli articoli 7 ed 8 della legge 7 agosto 1990, n. 241. Il provvedimento di localizzazione comporta dichiarazione di pubblica utilita', indifferibilita' ed urgenza delle opere di cui al comma 1 e costituisce decreto di occupazione d'urgenza delle aree individuate. 5. L'approvazione delle localizzazioni di cui al comma 4, se derogatoria dei vigenti strumenti urbanistici, costituisce variante degli stessi e produce l'effetto della imposizione del vincolo preordinato alla espropriazione. In deroga alla normativa vigente ed in sostituzione delle notificazioni ai proprietari ed ogni altro avente diritto o interessato da essa previste, il Commissario delegato da' notizia della avvenuta localizzazione e conseguente variante mediante pubblicazione del provvedimento all'albo del comune e su due giornali, di cui uno a diffusione nazionale ed uno a diffusione regionale. L'efficacia del provvedimento di localizzazione decorre dal momento della pubblicazione all'albo comunale. Non si applica l'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327. 6. Per le occupazioni d'urgenza e per le eventuali espropriazioni delle aree per l'attuazione del piano di cui al comma 3, il Commissario delegato provvede, prescindendo da ogni altro adempimento, alla redazione dello stato di consistenza e del verbale di immissione in possesso dei suoli. Il verbale di immissione in possesso costituisce provvedimento di provvisoria occupazione a favore del Commissario delegato o di espropriazione, se espressamente indicato, a favore della Regione o di altro ente pubblico, anche locale, specificatamente indicato nel verbale stesso. L'indennita' di provvisoria occupazione o di espropriazione e' determinata dal Commissario delegato entro sei mesi dalla data di immissione in possesso. 7. Avverso il provvedimento di localizzazione ed il verbale di immissione in possesso e' ammesso esclusivamente ricorso giurisdizionale o ricorso straordinario al Capo dello Stato. Non sono ammesse le opposizioni amministrative previste dalla normativa vigente. 8. L'utilizzazione di un bene immobile in assenza del provvedimento di localizzazione o del verbale di immissione in possesso, o comunque di un titolo ablatorio valido, puo' essere disposta dal Commissario delegato, in via di somma urgenza, con proprio provvedimento, espressamente motivando la contingibilita' ed urgenza della utilizzazione. L'atto di acquisizione di cui all'articolo 43, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, e' adottato, ove ritenuto necessario, con successiva ordinanza, dal Commissario delegato a favore del patrimonio indisponibile della Regione o di altro ente pubblico anche locale. 9. L'affidamento degli interventi avviene entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto con le modalita' di cui all'articolo 57, comma 6, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, anche in caso di affidamento ai sensi dell'articolo 176 del medesimo decreto legislativo, compatibilmente con il quadro emergenziale e con la collaborazione delle associazioni di categoria di settore anche di ambito locale. In deroga all'articolo 118 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e' consentito il subappalto delle lavorazioni della categoria prevalente fino al cinquanta per cento. 10. Il Commissario delegato, a valere sulle risorse di cui all'articolo 7, comma 1, puo' procedere al reperimento di alloggi per le persone sgomberate anche individuando immobili non utilizzati per il tempo necessario al rientro delle popolazioni nelle abitazioni riparate o ricostruite, assicurando l'applicazione di criteri uniformi per la determinazione del corrispettivo d'uso. 11. L'assegnazione degli alloggi e' effettuata dal sindaco del comune interessato, il quale definisce le modalita' dell'uso provvisorio, anche gratuito, degli stessi da parte dei beneficiari, secondo criteri indicati con i provvedimenti di cui all'articolo 1. 12. Al fine di coadiuvare il Commissario delegato nell'esercizio delle proprie funzioni, sono nominati, con i provvedimenti di cui all'articolo 1, quattro vice commissari per specifici settori di intervento, di cui uno con funzioni vicarie. Agli eventuali oneri derivanti dal presente comma si provvede nell'ambito delle risorse stanziate ai sensi dell'articolo 7, comma 1. 13. Per le finalita' di cui al presente articolo, fatto salvo quanto previsto dal comma 10, e' autorizzata la spesa di 400 milioni di euro per l'anno 2009 e 300 milioni di euro per l'anno 2010. Art. 3. Ricostruzione e riparazione delle abitazioni private e di immobili ad uso non abitativo; indennizzi a favore delle imprese 1. Per soccorrere le esigenze delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009 sono disposti: a) la concessione di contributi, anche con le modalita' del credito di imposta, e di finanziamenti agevolati, garantiti dallo Stato, per la ricostruzione o riparazione di immobili adibiti ad abitazione principale distrutti o dichiarati inagibili ovvero per l'acquisto di nuove abitazioni sostitutive dell'abitazione principale distrutta; b) l'intervento di Fintecna S.p.a. ovvero di societa' controllata dalla stessa indicata, a domanda del soggetto richiedente il finanziamento, per assisterlo nella stipula del contratto di finanziamento di cui alla lettera a) e nella gestione del rapporto contrattuale; c) il subentro, a domanda del soggetto debitore non moroso, dello Stato, per un importo non superiore al contributo di cui alla lettera a), nel debito derivante da finanziamenti preesistenti garantiti da immobili adibiti ad abitazione principale distrutti, con la contestuale cessione alla societa' di cui alla lettera b) dei diritti di proprieta' sui predetti immobili. In tale caso il prezzo della cessione, stabilito dall'Agenzia del territorio, e' detratto dal debito nel quale lo Stato subentra; d) l'esenzione da ogni tributo, con esclusione dell'imposta sul valore aggiunto, e diritto degli atti e delle operazioni relativi ai finanziamenti ed agli acquisti di cui alla lettera a) inclusi quelli concernenti la prestazione delle eventuali garanzie personali o reali, nonche' degli atti conseguenti e connessi e degli atti di cui alla lettera c), con la riduzione dell'ottanta per cento degli onorari e dei diritti notarili; e) la concessione di contributi, anche con le modalita' del credito di imposta, per la ricostruzione o riparazione di immobili diversi da quelli adibiti ad abitazione principale, nonche' di immobili ad uso non abitativo distrutti o dichiarati non agibili; f) la concessione di indennizzi a favore delle attivita' produttive che hanno subito conseguenze economiche sfavorevoli per effetto degli eventi sismici; g) la concessione di indennizzi a favore delle attivita' produttive per la riparazione e la ricostruzione di beni mobili distrutti o danneggiati, il ripristino delle scorte andate distrutte o il ristoro di danni derivanti dalla perdita di beni mobili strumentali all'esercizio delle attivita' ivi espletate; h) la concessione di indennizzi per il ristoro di danni ai beni mobili anche non registrati; i) la concessione di indennizzi per i danni alle strutture adibite ad attivita' sociali, ricreative, sportive e religiose; l) la non concorrenza dei contributi e degli indennizzi erogati alle imprese ai sensi del presente comma ai fini delle imposte sui redditi e della imposta regionale sulle attivita' produttive, nonche' le modalita' della loro indicazione nella dichiarazione dei redditi. 2. Per l'individuazione dell'ambito di applicazione delle disposizioni di cui al presente articolo resta fermo quanto previsto ai sensi dell'articolo 1, commi 2 e 3. 3. Per la realizzazione degli investimenti di interesse nazionale di cui alla lettera a) del comma 1 i soggetti autorizzati all'esercizio del credito, operanti nei territori di cui all'articolo 1 possono contrarre finanziamenti fino ad un massimo di 2.000 milioni di euro, ai sensi dell'articolo 5, comma 7, lettera a), secondo periodo, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, al fine di concedere finanziamenti assistiti da garanzia dello Stato, a favore di persone fisiche, per la ricostruzione o riparazione di immobili adibiti ad abitazione principale ovvero per l'acquisto di nuove abitazioni sostitutive dell'abitazione principale distrutta nei territori sopra individuati. La garanzia dello Stato e' concessa dal Ministero dell'economia e delle finanze, con uno o piu' decreti dirigenziali, per l'adempimento delle obbligazioni principali ed accessorie assunte in relazione a detti finanziamenti da parte delle persone fisiche cui e' stato concesso il credito ai sensi del presente comma. La garanzia dello Stato resta in vigore fino alla scadenza del termine di rimborso di ciascun finanziamento. Le modalita' di concessione della garanzia, il termine entro il quale puo' essere concessa, nonche' la definizione delle caratteristiche degli interventi finanziabili ai sensi del comma 1, sono stabiliti con i decreti di cui al presente comma. Agli eventuali oneri derivanti dall'escussione della garanzia concessa ai sensi del presente comma si provvede ai sensi dell'articolo 7, secondo comma, numero 2), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, con imputazione all'unita' previsionale di base [3.2.4.2] «garanzie dello Stato», iscritta nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. Al fine dell'attuazione del comma 1, lettera b), e' autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011 e 2012 per la stipula di una convenzione tra Fintecna spa ed il Ministero dell'economia e delle finanze. 4. La realizzazione di complessi residenziali puo' essere effettuata anche nell'ambito del «Piano casa» di cui all'articolo 11 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni. 5. Il contributo ed ogni altra agevolazione per la ricostruzione o la riparazione degli immobili non spettano per i beni alienati dopo la data del 6 aprile 2009. La proprieta' degli immobili per i quali e' stato concesso il contributo o ogni altra agevolazione per la ricostruzione non puo' essere alienata per due anni dalla concessione del contributo. Gli atti di compravendita stipulati in violazione della presente disposizione sono nulli. 6. Al fine dell'attuazione dei commi 1, esclusa la lettera b), e 2, con esclusione dei contributi che sono concessi nell'ambito delle risorse di cui all'articolo 14, comma 1, e' autorizzata la spesa di euro 88.500.000 per l'anno 2010, di euro 177.000.000 per l'anno 2011, di euro 265.500.000 per l'anno 2012, di euro 295.000.000 per ciascuno degli anni 2013 e 2014, di euro 240.300.000 per l'anno 2015, di 185,6 milioni di euro per l'anno 2016, di 130,9 milioni di euro per l'anno 2017, di 112,7 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2029, di 78,9 milioni di euro per l'anno 2030, di 45,1 milioni di euro per l'anno 2031 e di 11,3 milioni di euro per l'anno 2032. Art. 4. Ricostruzione e funzionalita' degli edifici e dei servizi pubblici 1. Con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 1 sono stabiliti: a) i criteri e modalita' per il trasferimento, in esenzione da ogni imposta e tassa, alla regione Abruzzo, ovvero ai comuni interessati dal sisma del 6 aprile 2009, di immobili che non siano piu' utilizzabili o che siano dismissibili perche' non piu' rispondenti alle esigenze delle amministrazioni statali e non risultino interessati da piani di dismissione o alienazione del patrimonio immobiliare, per le finalita' di cui all'articolo 1, comma 5, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, siti nel suo territorio appartenenti allo Stato gestiti dall'Agenzia del demanio o dal Ministero della difesa, liberi e disponibili, nonche' gli immobili di cui all'articolo 2-undecies della legge 31 maggio 1965, n. 575, non ancora destinati; b) le modalita' di predisposizione e di attuazione, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con le amministrazioni interessate e con la regione Abruzzo, sentiti i sindaci dei comuni interessati, di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli immobili pubblici, danneggiati dagli eventi sismici, comprese le strutture edilizie universitarie e del Conservatorio di musica di L'Aquila, nonche' le caserme in uso all'amministrazione della difesa e gli immobili demaniali o di proprieta' di enti ecclesiastici civilmente riconosciuti di interesse storico-artistico ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; c) le modalita' organizzative per consentire la pronta ripresa delle attivita' degli uffici delle amministrazioni statali, degli enti pubblici nazionali e delle agenzie fiscali nel territorio colpito dagli eventi sismici e le disposizioni necessarie per assicurare al personale non in servizio a causa della chiusura degli uffici il trattamento economico fisso e continuativo. 2. Alla realizzazione degli interventi di cui al comma 1, lettera b), provvede il Presidente della regione Abruzzo in qualita' di Commissario delegato, avvalendosi del competente provveditorato interregionale alle opere pubbliche. 3. Al fine di concentrare nei territori di cui all'articolo 1 interventi di ricostruzione delle infrastrutture viarie e ferroviarie, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono destinati a tali interventi, rispettivamente, fino a 200 milioni di euro a valere sulle risorse stanziate, per l'anno 2009, per gli investimenti di ANAS S.p.A., nell'ambito del contratto di programma da stipularsi per lo stesso anno, e fino a 100 milioni di euro nell'ambito dell'aggiornamento, per l'anno 2009, del contratto di programma Rete ferroviaria italiana (RFI) S.p.A. 2007-2011. 4. Con delibera del CIPE, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, alla regione Abruzzo e' riservata una quota aggiuntiva delle risorse previste dall'articolo 18 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, destinate al finanziamento degli interventi in materia di edilizia scolastica. La regione Abruzzo e' autorizzata, con le risorse di cui al presente comma, a modificare il piano annuale 2009 di edilizia scolastica, gia' predisposto ai sensi dell'articolo 4 della legge 11 gennaio 1996, n. 23, anche con l'inserimento di nuove opere in precedenza non contemplate; il termine per la relativa presentazione e' prorogato di sessanta giorni. 5. Le risorse disponibili sul bilancio del Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca finalizzate agli arredi scolastici, possono essere destinate alle istituzioni scolastiche ubicate nella regione Abruzzo. Al fine di assicurare una sollecita ripresa delle attivita' didattiche e delle attivita' dell'amministrazione scolastica nelle zone colpite dagli eventi sismici, anche in correlazione con gli obiettivi finanziari di cui all'articolo 64, comma 6, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e' autorizzata la spesa di euro 19,4 milioni per l'anno 2009, di euro 14,3 milioni per l'anno 2010 e di euro 2,3 milioni per l'anno 2011. L'utilizzazione delle risorse di cui al presente comma e' disposta con le modalita' previste dall'articolo 1, comma 1, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca. 6. Alla regione Abruzzo, con riferimento agli interventi in materia di edilizia sanitaria, di cui all'articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, e' riconosciuta priorita' nell'utilizzo delle risorse disponibili nel bilancio statale ai fini della sottoscrizione di un nuovo Accordo di programma finalizzato alla ricostruzione ed alla riorganizzazione delle strutture sanitarie regionali riducendo il rischio sismico; nell'ambito degli interventi gia' programmati dalla regione Abruzzo nell'Accordo di programma vigente, la Regione procede, previo parere del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, alle opportune rimodulazioni, al fine di favorire le opere di consolidamento e di ripristino delle strutture danneggiate. 7. I programmi finanziati con fondi statali o con il contributo dello Stato a favore della regione Abruzzo possono essere riprogrammati nell'ambito delle originarie tipologie di intervento prescindendo dai termini riferiti ai singoli programmi, non previsti da norme comunitarie. 8. In deroga a quanto previsto dall'articolo 62, comma 2, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, con riguardo alla durata massima di una singola operazione di indebitamento, la regione Abruzzo, la provincia di L'Aquila e gli altri comuni di cui all'articolo 1, comma 2, sono autorizzati a rinegoziare con la controparte attuale i prestiti, in qualsiasi forma contratti in essere alla data di entrata in vigore del presente decreto. La durata di ogni singolo prestito puo' essere estesa per un periodo non superiore a cinquanta anni a partire dalla data della rinegoziazione. 9. All'attuazione del comma 1, lettera b), si provvede con le risorse di cui all'articolo 14, comma 1. Art. 5. Disposizioni relative alla sospensione dei processi civili, penali e amministrativi, al rinvio delle udienze e alla sospensione dei termini, nonche' alle comunicazioni e notifiche di atti 1. Fino al 31 luglio 2009, sono sospesi i processi civili e amministrativi pendenti alla data del 6 aprile 2009 presso gli uffici giudiziari aventi sede nei comuni di cui all'articolo 1, comma 2, ad eccezione delle cause relative ad alimenti, ai procedimenti cautelari, ai procedimenti per l'adozione di provvedimenti in materia di amministrazione di sostegno, di interdizione, di inabilitazione, ai procedimenti per l'adozione di ordini di protezione contro gli abusi familiari ed in genere quelle rispetto alle quali la ritardata trattazione potrebbe produrre grave pregiudizio alle parti. In quest'ultimo caso, la dichiarazione di urgenza e' fatta dal presidente in calce alla citazione o al ricorso, con decreto non impugnabile, e, per le cause gia' iniziate, con provvedimento del giudice istruttore o del collegio, egualmente non impugnabile. 2. Sono rinviate d'ufficio, a data successiva al 31 luglio 2009, le udienze processuali civili e amministrative in cui le parti o i loro difensori, con nomina antecedente al 5 aprile 2009, sono soggetti che, alla data del 5 aprile 2009, erano residenti o avevano sede nei comuni individuati ai sensi dell'articolo 1. 3. Per i soggetti che alla data del 5 aprile 2009 erano residenti, avevano sede operativa o esercitavano la propria attivita' lavorativa, produttiva o di funzione nei comuni e nei territori individuati con i provvedimenti di cui al comma 1, il decorso dei termini perentori, legali e convenzionali, sostanziali e processuali, comportanti prescrizioni e decadenze da qualsiasi diritto, azione ed eccezione, nonche' dei termini per gli adempimenti contrattuali e' sospeso dal 6 aprile 2009 al 31 luglio 2009 e riprende a decorrere dalla fine del periodo di sospensione. E' fatta salva la facolta' di rinuncia espressa alla sospensione da parte degli interessati. Ove il decorso abbia inizio durante il periodo di sospensione, l'inizio stesso e' differito alla fine del periodo. Sono altresi' sospesi, per lo stesso periodo e nei riguardi dei medesimi soggetti, i termini relativi ai processi esecutivi, escluse le procedure di esecuzione coattiva tributaria, e i termini relativi alle procedure concorsuali, nonche' i termini di notificazione dei processi verbali, di esecuzione del pagamento in misura ridotta, di svolgimento di attivita' difensiva e per la presentazione di ricorsi amministrativi e giurisdizionali. 4. Nei riguardi degli stessi soggetti di cui al comma 3, i termini di scadenza, ricadenti o decorrenti nel periodo che va dal 6 aprile 2009 al 31 luglio 2009, relativi a vaglia cambiari, a cambiali e ad ogni altro titolo di credito o atto avente forza esecutiva, sono sospesi per lo stesso periodo. La sospensione opera a favore dei debitori ed obbligati, anche in via di regresso o di garanzia, salva la facolta' degli stessi di rinunciarvi espressamente. 5. Per il periodo e nei comuni individuati ai sensi dell'articolo 1, sono sospesi i termini stabiliti per la fase delle indagini preliminari, nonche' i termini per proporre querela e sono altresi' sospesi i processi penali, in qualsiasi stato e grado, pendenti alla data del 6 aprile 2009. 6. Nei processi penali in cui, alla data del 6 aprile 2009, una delle parti o dei loro difensori, nominati prima della medesima data, era residente nei comuni individuati ai sensi dell'articolo 1: a) sono sospesi, per il periodo indicato al comma 1, i termini previsti dal codice di procedura penale a pena di inammissibilita' o decadenza per lo svolgimento di attivita' difensiva e per la proposizione di reclami o impugnazioni; b) salvo quanto previsto al comma 7, il giudice, ove risulti contumace o assente una delle parti o dei loro difensori, dispone d'ufficio il rinvio a data successiva al 31 luglio 2009. 7. La sospensione di cui ai commi 5 e 6 non opera per l'udienza di convalida dell'arresto o del fermo, per il giudizio direttissimo, per la convalida dei sequestri, e nei processi con imputati in stato di custodia cautelare. La sospensione di cui al comma 6 non opera, altresi', qualora le parti processuali interessate o i relativi difensori rinuncino alla stessa. 8. Il corso della prescrizione rimane sospeso per il tempo in cui il processo o i termini procedurali sono sospesi, ai sensi dei commi 5 e 6, lettera a), nonche' durante il tempo in cui il processo e' rinviato ai sensi del comma 6, lettera b). 9. E' istituito presso la sede temporanea degli uffici giudiziari di L'Aquila il presidio per le comunicazioni e le notifiche degli atti giudiziari. 10. Nei confronti delle parti o dei loro difensori, gia' nominati alla data del 5 aprile 2009 e che, alla stessa data, erano residenti, avevano sede operativa o esercitavano la propria attivita' lavorativa, produttiva o di funzione nei comuni e nei territori individuati nei decreti di cui al comma 1, la comunicazione e la notifica di atti del procedimento o del processo deve essere eseguita fino al 31 luglio 2009, a pena di nullita', presso il presidio per le comunicazioni e le notifiche di cui al comma 9. 11. Fino al 31 luglio 2009, le notificazioni da eseguirsi presso l'Avvocatura dello Stato in L'Aquila si eseguono presso la sede temporanea della medesima Avvocatura. Art. 6. Sospensione e proroga di termini, deroga al patto di stabilita' interno, modalita' di attuazione del Piano di rientro dai disavanzi sanitari 1. Al fine di agevolare la ripresa delle attivita' nelle zone colpite dal sisma del 6 aprile 2009 mediante il differimento di adempimenti onerosi per gli enti pubblici, le famiglie, i lavoratori e le imprese, sono disposti: a) la sospensione dei termini relativi ai certificati di pagamento dei contratti pubblici; b) la sospensione dei termini di versamento delle entrate aventi natura patrimoniale ed assimilata, dovute all'amministrazione finanziaria ed agli enti pubblici anche locali, nonche' alla Regione, nonche' di quelli riferiti al diritto annuale di cui all'articolo 18 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, e successive modificazioni; c) la sospensione dei termini per la notifica delle cartelle di pagamento da parte degli agenti della riscossione, nonche' i termini di prescrizione e decadenza relativi all'attivita' degli uffici finanziari, ivi compresi quelli degli enti locali e della Regione; d) la sospensione del versamento dei contributi consortili di bonifica, esclusi quelli per il servizio irriguo, gravanti sugli immobili agricoli ed extragricoli; e) il differimento dell'esecuzione dei provvedimenti di rilascio per finita locazione degli immobili pubblici e privati, adibiti ad uso abitativo ovvero ad uso diverso da quello abitativo; f) la sospensione del pagamento dei canoni di concessione e locazione relativi a immobili distrutti o dichiarati non agibili, di proprieta' dello Stato ovvero adibiti ad uffici statali o pubblici; g) la rideterminazione della sospensione del versamento dei tributi, dei contributi previdenziali ed assistenziali e premi per l'assicurazione obbligatoria, nonche' la ripresa della riscossione dei tributi, dei contributi previdenziali ed assistenziali e premi per l'assicurazione obbligatoria sospesi, nonche' di ogni altro termine sospeso ai sensi del presente articolo, anche in forma rateizzata; h) la eventuale proroga di un anno del termine di validita' delle tessere sanitarie, previste dall'articolo 50 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni; i) la proroga del termine per le iniziative agevolate a valere sugli strumenti della programmazione negoziata e per le altre misure di incentivazione di competenza del Ministero dello sviluppo economico, nonche' i progetti regionali sui distretti industriali cofinanziati dal Ministero dello sviluppo economico di cui all'articolo 1, comma 890, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni; l) la proroga del termine di scadenza del consiglio della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di L'Aquila e degli organi necessari al funzionamento degli enti impegnati nel rilancio delle attivita' produttive e per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma; m) la non applicazione delle sanzioni amministrative per le imprese che presentano in ritardo, purche' entro il 30 novembre 2009, le domande di iscrizione alle camere di commercio, le denunce di cui all'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 1995, n. 581, il modello unico di dichiarazione previsto dalla legge 25 gennaio 1994, n. 70; n) la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualsiasi genere, ivi incluse le operazioni di credito agrario di esercizio e di miglioramento e di credito ordinario, erogati dalle banche, nonche' dagli intermediari finanziari iscritti negli elenchi speciali di cui agli articoli 106 e 107 del testo unico bancario, approvato con decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, e successive modificazioni, e dalla Cassa depositi e prestiti S.p.a., con la previsione che gli interessi attivi relativi alle rate sospese concorrano alla formazione del reddito d'impresa, nonche' alla base imponibile dell'IRAP, nell'esercizio in cui sono incassati; o) l'esclusione dal patto di stabilita' interno relativo agli anni 2009 e 2010 delle spese sostenute dalla regione Abruzzo, dalla provincia di L'Aquila e dai comuni di cui all'articolo 1 per fronteggiare gli eccezionali eventi sismici; p) l'esclusione dal patto di stabilita' interno relativo agli anni 2009 e 2010 degli enti locali indicati alla lettera o) delle entrate allo stesso titolo acquisite da altri enti o soggetti pubblici o privati; q) le modalita' di attuazione del Piano di rientro dai disavanzi sanitari nei limiti delle risorse individuate con l'articolo 13, comma 3, lettera b); r) la sospensione dell'applicazione delle disposizioni concernenti il procedimento sanzionatorio di cui ai commi 8-bis, 8-ter e 8-quater, dell'articolo 50 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326. 2. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, puo' essere disposto il differimento dei termini per: a) la deliberazione del bilancio di previsione 2009, di cui all'articolo 151 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; b) la deliberazione di approvazione del rendiconto di gestione dell'esercizio 2008, di cui all'articolo 227 del decreto legislativo n. 267 del 2000; c) la presentazione della certificazione attestante il mancato gettito ICI derivante dall'esenzione riconosciuta sugli immobili adibiti ad abitazione principale, di cui al decreto del Ministero dell'interno in data 1° aprile 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 82 dell'8 aprile 2009; d) la presentazione da parte degli enti locali della certificazione attestante l'IVA corrisposta per prestazioni di servizi non commerciali, della certificazione attestante l'IVA corrisposta per i contratti di servizio per il trasporto pubblico locale e della certificazione attestante la perdita di gettito ICI sugli edifici classificati in categoria D. 3. Nella provincia di L'Aquila le elezioni del presidente della provincia, del consiglio provinciale, dei sindaci e dei consigli comunali, da tenersi nella primavera 2009, sono rinviate ad una data fissata con decreto del Ministro dell'interno tra il 1° novembre ed il 15 dicembre 2009. Il mandato dei relativi organi e' prorogato fino allo svolgimento delle elezioni di cui al periodo precedente. 4. Al fine dell'attuazione del comma 1, lettera da a) ad n) e' autorizzata la spesa, per l'anno 2009, di euro 6.300.000 e per l'anno 2010 di euro 51.000.000. Art. 7. Attivita' urgenti della Protezione civile, delle Forze di polizia, delle Forze armate 1. Per gli interventi di assistenza gia' realizzati in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici ai sensi delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3753 del 6 aprile 2009, n. 3754 del 9 aprile 2009, n. 3755 del 15 aprile 2009 e n. 3757 del 21 aprile 2009, nonche' per la loro prosecuzione fino al 31 dicembre 2009, in aggiunta alle somme gia' trasferite al fondo della Protezione civile, e' autorizzata la spesa di euro 580 milioni, fatto salvo quanto previsto ai commi 2 e 3. 2. Per la prosecuzione dell'intervento di soccorso e delle attivita' necessarie al superamento dell'emergenza dell'evento sismico in Abruzzo, da parte del personale del Corpo dei vigili del fuoco e delle Forze di polizia, fino al 31 dicembre 2009, e' autorizzata, a decorrere dal 1° giugno 2009, la spesa di 80 milioni di euro. Nell'ambito della predetta autorizzazione di spesa complessiva, per il personale del Corpo dei vigili del fuoco e delle Forze di polizia direttamente impegnato nell'attivita' indicate al presente comma, sono autorizzate per il periodo dal 1° giugno al 31 dicembre 2009, in deroga alla vigente normativa prestazioni di lavoro straordinario nel limite massimo di 75 ore mensili proâ€'capite da ripartire con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. 3. Per la prosecuzione dell'intervento di soccorso da parte del Corpo dei vigili del fuoco, e' autorizzata, in aggiunta a quanto previsto dal comma 2, la spesa di 8,4 milioni di euro per l'anno 2009. Al comma 213-bis dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, primo periodo, con effetto dal 1° gennaio 2009, le parole: «e di polizia» sono sostituite dalle seguenti: «di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco». 4. La regione Abruzzo e' autorizzata a prorogare fino al 31 dicembre 2009 i contratti di lavoro a tempo determinato e di collaborazione coordinata, continuativa od occasionale stipulati dalla predetta regione Abruzzo nei settori della protezione civile, della sanita' e dell'informatica ed in corso alla data del 6 aprile 2009, nel limite delle risorse disponibili, a legislazione vigente, nel bilancio regionale e, per le aziende sanitarie, nei limiti delle risorse indicate ai sensi dell'articolo 13, comma 3, lettera b). Art. 8. Provvidenze in favore delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese 1. Al fine di sostenere l'economia delle zone colpite dal sisma del 6 aprile 2009 ed il reddito delle famiglie, lavoratori ed imprese, sono disposti: a) la proroga dell'indennita' ordinaria di disoccupazione con requisiti normali di cui all'articolo 1, comma 25, della legge 24 dicembre 2007, n. 247, con riconoscimento della contribuzione figurativa; b) l'indennizzo in favore dei collaboratori coordinati e continuativi, in possesso dei requisiti di cui all'articolo 19, comma 2, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, dei titolari di rapporti agenzia e di rappresentanza commerciale, dei lavoratori autonomi, ivi compresi i titolari di attivita' di impresa e professionali, iscritti a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza, che abbiano dovuto sospendere l'attivita' a causa degli eventi sismici; c) l'estensione alle imprese ed ai lavoratori autonomi che alla data del 6 aprile 2009 erano assistiti da professionisti operanti nei comuni di cui all'articolo 1, comma 2, della sospensione dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, nonche' la non applicazione delle sanzioni amministrative per inadempimenti in materia di lavoro e fiscale, per ritardate comunicazioni di assunzione, cessazione e variazione del rapporto di lavoro, in scadenza a fare data dal 6 aprile 2009 e fino al 30 giugno 2009, nei confronti sia dei soggetti operanti alla data degli eventi sismici nei comuni di cui all'articolo 1, comma 2, sia delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in comuni non interessati dagli eventi sismici, che alla data del 6 aprile 2009 erano assistiti da professionisti operanti nei predetti comuni di cui all'articolo 1, comma 2; d) la non computabilita' ai fini della definizione del reddito di lavoro dipendente di cui all'articolo 51 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dei sussidi occasionali, erogazioni liberali o benefici di qualsiasi genere concessi da parte sia dei datori di lavoro privati a favore dei lavoratori residenti nei comuni di cui all'articolo 1, comma 2, sia da parte dei datori di lavoro privati operanti nei predetti territori, a favore dei propri lavoratori, anche non residenti nei predetti comuni di cui all'articolo 1, comma 2; e) modalita' speciali di attuazione delle misure in materia di politica agricola comunitaria (PAC) e di programmi di sviluppo rurale finalizzate all'anticipazione dei termini di erogazione delle provvidenze previste, nel rispetto della disciplina comunitaria e nell'ambito delle disponibilita' della gestione finanziaria dell'AGEA; f) l'esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale per gli utenti residenti nei comuni di cui al comma 1 in transito nell'area colpita fino alla data del 31 dicembre 2009. 2. Al fine di sostenere il rapido recupero di adeguate condizioni di vita delle famiglie residenti nei territori colpiti dal sisma, e per un ammontare massimo di 12.000.000 di euro, a valere sulle risorse del Fondo per le politiche della famiglia di cui all'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, come modificato dall'articolo 1, comma 1250, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, relative all'anno 2009, sono realizzati interventi, anche integrati, per le seguenti finalita': a) costruzione e attivazione di servizi socio-educativi per la prima infanzia; b) costruzione e attivazione di residenze per anziani; c) costruzione e attivazione di residenze per nuclei monoparentali madre bambino; d) realizzazione di altri servizi da individuare con le modalita' di cui all'articolo 1. 3. Al fine dell'attuazione del comma 1 e' autorizzata la spesa, per l'anno 2009, di 53,5 milioni di euro e, per l'anno 2010, di 30 milioni di euro. CAPO II Misure urgenti per la ricostruzione Art. 9. Stoccaggio, trasporto e smaltimento dei materiali provenienti da demolizioni 1. I materiali derivanti dal crollo degli edifici pubblici e privati, nonche' quelli provenienti dalle demolizioni degli edifici danneggiati dal terremoto sono classificati, ai sensi dell'Allegato D della parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come rifiuti urbani con codice CER 20.03.99 limitatamente alle fasi di raccolta e trasporto presso le aree di deposito temporaneo individuate. 2. Ai fini dei conseguenti adempimenti amministrativi, il produttore dei rifiuti, in deroga all'articolo 183, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e' il comune di origine dei rifiuti stessi, che comunica al Commissario delegato i dati relativi alle attivita' di raccolta, trasporto, selezione, recupero e smaltimento dei rifiuti effettuate e ne rendiconta i relativi oneri. 3. Fermo restando il rispetto della normativa comunitaria, i comuni dispongono la rimozione ed il trasporto dei materiali di cui al comma 1 presenti su aree pubbliche o private da parte di soggetti in possesso dei necessari titoli abilitativi, anche in deroga alle procedure di cui all'articolo 242 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ed alle disposizioni sul prelievo ed il trasporto dei rifiuti pericolosi, con il concorso dell'Agenzia regionale per la tutela ambientale dell'Abruzzo e delle ASL competenti per territorio, al fine di assicurare adeguate condizioni di igiene a tutela della salute pubblica e dell'ambiente. 4. L'ISPRA assicura il coordinamento delle attivita' realizzate dell'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente dell'Abruzzo ai sensi del presente articolo, nonche' il necessario supporto tecnico-scientifico alla regione Abruzzo. 5. In deroga all'articolo 208, comma 15, ed all'articolo 216 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono autorizzate le attivita' degli impianti finalizzate alla gestione dei rifiuti di cui al comma 1, nel pieno rispetto della normativa comunitaria. 6. In deroga all'articolo 212 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, i termini di validita' delle iscrizioni all'Albo nazionale dei gestori ambientali effettuate dalla sezione regionale dell'Abruzzo del medesimo Albo, sono sospesi fino al ripristino dell'operativita' della sezione regionale dell'Albo. Nel periodo transitorio, le variazioni e le nuove iscrizioni sono effettuate dal Comitato nazionale dell'Albo. 7. Allo scopo di assicurare la continuita' delle attivita' di smaltimento dei rifiuti urbani ed evitare emergenze ambientali ed igienico sanitarie nel territorio interessato dal terremoto, considerata l'imminente saturazione della discarica sita nel comune di Poggio Picenze, e' autorizzata da parte della Regione, sentiti gli enti locali interessati, la realizzazione, nel pieno rispetto della normativa comunitaria tecnica di settore, di siti da destinare a discarica presso i comuni di Barisciano - localita' Forfona e Poggio Picenze - localita' Le Tomette. Gli impianti sono autorizzati allo smaltimento dei rifiuti contraddistinti dai seguenti codici CER: 19.12.12; 19.05.01; 19.05.03; 20.03.01; 19.01.12; 19.01.14; 19.02.06. 8. In deroga agli articoli 182, comma 7, 191, 208 e 210 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, nonche' all'articolo 8 del decreto legislativo del 13 gennaio 2003, n. 36, e previa verifica tecnica speditiva della sussistenza delle condizioni di salvaguardia ambientale e delle volumetrie residue, da effettuarsi con il supporto tecnico-scientifico dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, la Regione provvede alla individuazione di siti di discarica finalizzati allo smaltimento dei rifiuti di cui al presente articolo, adottando, sentito l'ISPRA, provvedimenti di adeguamento e completamento degli interventi di ripristino ambientale di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, anche successivamente all'eventuale utilizzo. 9. Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottata ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentito l'ISPRA, possono essere definite le modalita' operative per la gestione dei rifiuti di cui al presente articolo. CAPO III Interventi per lo sviluppo socio-economicodelle zone terremotate Art. 10. Agevolazioni per lo sviluppo economico e sociale 1. Con decreto del Ministro per lo sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, puo' essere stabilita l'istituzione, nell'ambito del Fondo di garanzia di cui all'articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266, di una apposita sezione destinata alla concessione gratuita di garanzie per le piccole e medie imprese, comprese quelle commerciali, turistiche, di servizi, nonche' per gli studi professionali, con la previsione di modalita' particolari per la concessione delle stesse. 2. Le operazioni di rinegoziazione dei mutui e di ogni altro finanziamento sono effettuate senza applicazione di costi da parte degli intermediari e sono esenti da imposte e tasse di ogni genere, con esclusione dell'imposta sul valore aggiunto. I relativi onorari notarili sono ridotti del cinquanta per cento. 3. Con delibera del CIPE una quota delle risorse di cui al Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale, puo' essere destinata al finanziamento di accordi di programma gia' sottoscritti per l'attuazione degli interventi agevolativi di cui al decreto-legge 1° aprile 1989, n. 120, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 maggio 1989, n. 181, e successive modificazioni, ovvero da sottoscrivere, con priorita' per le imprese ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria di cui al decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, ed al decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2004, n. 39, compresi gli eventuali acquirenti delle predette imprese, nei settori dei componenti e prodotti hardware e software per ICT, della farmaceutica, dell'agroalimentare, della chimica e dell'automotive e dell'edilizia sostenibile, nonche' ai contratti di programma che alla data di entrata in vigore del presente decreto risultano gia' presentati. L'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa e' incaricata degli interventi di cui al presente comma. 4. Con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 1 sono disciplinate le modalita' per la destinazione alla regione Abruzzo della quota delle risorse disponibili del Fondo per le politiche giovanili per le iniziative di sostegno delle giovani generazioni della regione Abruzzo colpite dall'evento sismico riguardanti la medesima regione, nonche' le modalita' di monitoraggio, attuazione e rendicontazione delle iniziative intraprese. 5. Al fine di favorire la ripresa delle attivita' dei centri di accoglienza, di ascolto e di aiuto delle donne e delle madri in situazioni di difficolta', ivi comprese quelle derivanti dagli effetti degli eventi sismici, e' autorizzata la spesa di tre milioni di euro, per l'anno 2009, a sostegno degli oneri di ricostruzione o di restauro di immobili a tale scopo destinati situati nei comuni di cui all'articolo 1. All'onere derivante dal presente comma, pari a 3 milioni di euro per l'anno 2009, si provvede mediante utilizzo dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, come rideterminata dalla Tabella C allegata alla legge 22 dicembre 2008, n. 203. CAPO IV Misure per la prevenzione del rischio sismico Art. 11. Verifiche ed interventi per la riduzione del rischio sismico 1. Il Dipartimento della protezione civile e' autorizzato ad avviare e realizzare in termini di somma urgenza un piano di verifiche speditive finalizzate alla realizzazione di interventi volti alla riduzione del rischio sismico di immobili, strutture e infrastrutture prioritariamente nelle aree dell'Appennino centrale contigue a quelle interessate dagli eventi sismici di cui al presente decreto. La realizzazione delle predette verifiche ha luogo in collaborazione con gli enti locali interessati e puo' essere realizzata anche attraverso tecnici dei medesimi enti e di ogni altra amministrazione od ente pubblico operante nei territori interessati. A tale fine e' autorizzata la spesa di 1,5 milioni di euro annui a decorrere dal 2009. Il mancato avvio dei lavori di messa in sicurezza degli immobili pubblici entro sei mesi dagli esiti delle verifiche di cui al presente comma determina l'inutilizzabilita' dell'immobile. 2. Con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 1, vengono individuate le aree interessate e disciplinati gli aspetti tecnici e le modalita' operative, nonche' stabiliti i criteri di priorita' degli interventi. 3. Le amministrazioni interessate destinano alla realizzazione dei predetti interventi le risorse necessarie anche attraverso le opportune variazioni di bilancio, ai sensi della legislazione vigente. Nel caso di insufficienza delle risorse disponibili, gli interventi predetti sono realizzati a valere sulle risorse previste ai sensi dell'articolo 14, comma 1. 4. Per la realizzazione degli interventi che si rendono necessari a seguito delle verifiche effettuate ai sensi del presente articolo e' concesso, ai soggetti privati indicati al comma 1, un credito d'imposta nel limite di euro 50,5 milioni per l'anno 2010, di euro 151.600.000 per l'anno 2011, di euro 202.100.000 per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, di euro 151.600.000 per l'anno 2015, e di euro 50.500.000 per l'anno 2016 in misura pari al 55 per cento delle spese sostenute entro il 30 giugno 2011 ed effettivamente rimaste a carico del contribuente e, comunque, fino ad un importo massimo del medesimo credito di imposta di 48.000 euro. Il credito d'imposta non spetta ai soggetti di cui all'articolo 74 del testo unico delle imposte dirette, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 5. Il credito d'imposta maturato in relazione agli interventi di cui al comma 1, non cumulabile con altre agevolazioni riconosciute per interventi edilizi del medesimo tipo, e' utilizzabile in cinque quote costanti di pari importo e deve essere indicato, a pena di decadenza, nella relativa dichiarazione dei redditi. 6. Per i soggetti titolari di partita IVA il credito di imposta puo' essere fatto valere in compensazione ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, non concorre alla formazione del reddito, ne' della base imponibile dell'imposta regionale sulle attivita' produttive e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. La quota annuale del credito d'imposta non utilizzata in tutto o in parte in compensazione puo' essere chiesta anche a rimborso. 7. Per le persone fisiche non titolari di partita IVA, la quota annuale del credito di imposta e' utilizzata in diminuzione dell'imposta netta determinata ai sensi dell'articolo 11 del testo unico delle imposte dirette, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Se l'ammontare della predetta quota e' superiore a quello dell'imposta netta, il contribuente ha diritto, a sua scelta, di computare l'eccedenza in diminuzione dell'imposta relativa al periodo di imposta successivo o di chiederne il rimborso in sede di dichiarazione dei redditi. 8. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore dell'ultimo dei provvedimenti adottati ai sensi del comma 2 sono fissate le modalita' di attuazione dei commi 4, 5, 6 e 7. 9. Al credito d'imposta di cui al presente articolo non si applica la disposizione dell'articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, n. 244. 10. Il credito d'imposta puo' essere fruito esclusivamente nel rispetto dell'applicazione della regola de minimis di cui al regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato istitutivo della Comunita' europea agli aiuti di importanza minore. CAPO V Disposizioni di carattere fiscalee di copertura finanziaria Art. 12. Norme di carattere fiscale in materia di giochi 1. Al fine di assicurare maggiori entrate non inferiori a 500 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2009, il Ministero dell'economia e delle finanze - Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, con propri decreti dirigenziali adottati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto puo': a) indire nuove lotterie ad estrazione istantanea; b) adottare ulteriori modalita' di gioco del Lotto, nonche' dei giochi numerici a totalizzazione nazionale, inclusa la possibilita' di piu' estrazioni giornaliere; c) concentrare le estrazioni del Lotto, in forma automatizzata, anche in una o piu' citta' gia' sedi di ruota; d) consentire l'apertura delle tabaccherie anche nei giorni festivi; e) disporre l'assegnazione del 65 per cento della posta di gioco a montepremi, del 5,71 per cento alle attivita' di gestione, dell'8 per cento come compenso per l'attivita' dei punti di vendita, del 15 per cento come entrate erariali sotto forma di imposta unica e del 6,29 per cento a favore dell'UNIRE, relativamente al gioco istituito ai sensi dell'articolo 1, comma 87, della legge 27 dicembre 2006, n. 296; f) adeguare, nel rispetto dei criteri gia' previsti dall'ordinamento interno, nonche' delle procedure comunitarie vigenti in materia, il regolamento emanato con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 17 settembre 2007, n. 186, prevedendovi, altresi', la raccolta a distanza di giochi di sorte a quota fissa e di giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo, relativamente ai quali l'aliquota di imposta unica applicata sulle somme giocate e', per ciascun gioco, pari al 20 per cento delle somme che, in base al regolamento di gioco, non risultano restituite al giocatore; g) relativamente alle scommesse a distanza a quota fissa con modalita' di interazione diretta tra i singoli giocatori, stabilire l'aliquota di imposta unica nel 20 per cento della raccolta, al netto delle somme che, in base al regolamento di gioco, sono restituite in vincite e rimborsi al consumatore, disponendo altresi' in cinquanta centesimi di euro la posta unitaria di gioco. Conseguentemente, a decorrere dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del relativo decreto dirigenziale all'articolo 38, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, le parole: «e per le scommesse con modalita' di interazione diretta tra i singoli giocatori», ovunque ricorrano, sono soppresse; h) per le scommesse a quota fissa di cui all'articolo 1, comma 88, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, disporre che l'aliquota d'imposta unica sulle giocate, di cui alla lettera d) del predetto comma, sia pari al 20 per cento della raccolta al netto delle somme che, in base al regolamento di gioco, sono restituite in vincite al consumatore, nonche' la fissazione della posta unitaria di gioco in cinquanta centesimi di euro; i) determinare i poteri di controllo dei concessionari della rete telematica per la gestione degli apparecchi da gioco di cui all'articolo 110, comma 6, del regio decreto18 giugno 1931, n. 773, nonche' l'eventuale esclusione dalle sanzioni relative alle irregolarita' riscontrate dai medesimi concessionari, nel rispetto dei seguenti ulteriori criteri: 1) potere, per i concessionari della rete telematica di cui all'articolo 14-bis, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, di disporre l'accesso di propri incaricati nei locali destinati all'esercizio di raccolta di gioco per procedere ad ispezioni tecniche ed amministrative per la verifica del corretto esercizio degli apparecchi stessi; 2) obbligo, per i soggetti incaricati delle attivita' ispettive di cui al numero 1), di segnalare tempestivamente all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e agli organi di polizia le illiceita' riscontrate, anche qualora esse si riferiscano ad apparecchi collegati alla rete di altri concessionari; 3) previsione, in relazione agli illeciti accertati con le procedure di cui ai punti precedenti, dell'esclusione delle responsabilita' previste dall'articolo 39-quater, comma 2, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326; 4) applicabilita' dell'articolo 22 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, in relazione alle somme dovute a qualunque titolo dai responsabili in via principale o in solido, a norma dell'articolo 39-quater del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326. In tali casi l'iscrizione di ipoteca ed il sequestro conservativo, di cui al periodo precedente, sono richiesti sui beni dell'impresa e sui beni personali dell'imprenditore individuale o dell'amministratore, se responsabile e' persona giuridica ed i medesimi provvedimenti sono richiesti, altresi', sui beni di ogni altro soggetto, anche non titolare d'impresa, responsabile a qualunque titolo; l) attuare la concreta sperimentazione e l'avvio a regime di sistemi di gioco costituiti dal controllo remoto del gioco attraverso videoterminali in ambienti dedicati, dalla generazione remota e casuale di combinazioni vincenti, anche numeriche, nonche' dalla restituzione di vincite ciclicamente non inferiori all'ottantacinque per cento delle somme giocate; definire: 1) il prelievo erariale unico applicabile in coerenza con quello vigente per gli apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, lettera a), del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e comunque non superiore all'otto per cento delle somme giocate; 2) le caratteristiche degli ambienti dedicati e il rapporto tra loro superficie e numero di videoterminali; 3) i requisiti dei sistemi di gioco, i giochi offerti, nonche' le modalita' di verifica della loro conformita', tramite il partner tecnologico, coerente agli standard di sicurezza ed affidabilita' vigenti a livello internazionale; 4) le procedure di autorizzazione dei concessionari all'installazione, previo versamento di euro 15.000 ciascuno, di videoterminali fino ad un massimo del quattordici per cento del numero di nulla osta dagli stessi gia' posseduti; 5) le procedure per una nuova selezione dei concessionari di cui all'articolo 14-bis, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640; m) fissare le modalita' con le quali i concessionari delle scommesse a quota fissa su sport e su altri eventi offrono propri programmi di avvenimenti personalizzati e complementari a quello ufficiale, fermo il potere dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato di certificare i relativi esiti, nel rispetto dei seguenti ulteriori criteri: 1) asseverazione preventiva, da parte dell'Amministrazione, degli eventi del programma complementare del concessionario; 2) acquisizione in tempo reale, da parte del totalizzatore nazionale, degli eventi del programma complementare e dei loro esiti; n) stabilire la posta unitaria di gioco e l'importo minimo per ogni biglietto giocato per le scommesse a quota fissa che comunque non possono essere inferiori a 50 centesimi di euro, nonche' il limite della vincita potenziale per il quale e' consentita l'accettazione di scommesse che comunque non puo' essere superiore a 50.000 euro; o) rideterminare, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, le forme della comunicazione preventiva di avvio dei concorsi a premio, prevedendosi in ogni caso che i soggetti che intendono svolgere un concorso a premio ne danno comunicazione, almeno quindici giorni prima dell'inizio, al Ministero dello sviluppo economico mediante compilazione e trasmissione di apposito modulo, dallo stesso predisposto, esclusivamente secondo le modalita' telematiche previste dall'articolo 39, comma 13-quater, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, fornendo altresi' il regolamento del concorso, nonche' la documentazione comprovante l'avvenuto versamento della cauzione. Conseguentemente, in caso di effettuazione di concorsi ed operazioni a premio di cui e' vietato lo svolgimento si applica la sanzione amministrativa da euro cinquantamila ad euro cinquecentomila. La sanzione e' raddoppiata nel caso in cui i concorsi e le operazioni a premio siano continuati quando ne e' stato vietato lo svolgimento. La sanzione e' altresi' applicabile nei confronti di tutti i soggetti che in qualunque modo partecipano all'attivita' distributiva di materiale di concorsi a premio e di operazioni a premio vietati. Il Ministero dello sviluppo economico dispone che sia data notizia al pubblico, a spese del soggetto promotore e attraverso i mezzi di informazione individuati dal Ministero stesso, dell'avvenuto svolgimento della manifestazione vietata; p) dispone l'attivazione di nuovi giochi di sorte legati al consumo. 2. Al fine di incrementare l'efficienza e l'efficacia dell'azione di contrasto all'illegalita' e all'evasione fiscale, con particolare riferimento al settore del gioco pubblico, anche attraverso l'intensificazione delle attivita' di controllo sul territorio: a) con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze da adottarsi ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, e dell'articolo 1, commi da 426 a 428, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, si provvede alla revisione delle articolazioni periferiche del Ministero dell'economia e delle finanze sul territorio ed al trasferimento delle funzioni di competenza degli uffici oggetto di chiusura ad altro ufficio; b) ferme le riduzioni degli assetti organizzativi stabilite dall'articolo 74 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le dotazioni organiche dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e delle agenzie fiscali possono essere rideterminate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, diminuendo, in misura equivalente sul piano finanziario, la dotazione organica del Ministero dell'economia e delle finanze; c) il personale delle sedi periferiche del Ministero dell'economia e delle finanze transita prioritariamente nei ruoli dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e nelle agenzie interessate dalla rideterminazione delle dotazioni organiche di cui al primo periodo del presente comma anche mediante procedure selettive. Art. 13. Spesa farmaceutica ed altre misure in materia di spesa sanitaria 1) Al fine di conseguire una razionalizzazione della spesa farmaceutica territoriale: a) il prezzo al pubblico dei medicinali equivalenti di cui all'articolo 7, comma 1, del decreto-legge 16 novembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, e successive modificazioni, e' ridotto del 12 per cento a decorrere dal trentesimo giorno successivo a quello della data di entrata in vigore del presente decreto e fino al 31 dicembre 2009. La riduzione non si applica ai medicinali originariamente coperti da brevetto o che abbiano usufruito di licenze derivanti da tale brevetto, ne' ai medicinali il cui prezzo sia stato negoziato successivamente al 30 settembre 2008. Per un periodo di dodici mesi a partire dalla data di entrata in vigore del presente decreto e ferma restando l'applicazione delle ulteriori trattenute previste dalle norme vigenti, il Servizio sanitario nazionale nel procedere alla corresponsione alle farmacie di quanto dovuto per l'erogazione di farmaci trattiene, a titolo di recupero del valore degli extra sconti praticati dalle aziende farmaceutiche nel corso dell'anno 2008, una quota pari all'1,4 per cento calcolata sull'importo al lordo delle eventuali quote di partecipazione alla spesa a carico dell'assistito e delle trattenute convenzionali e di legge. Tale trattenuta e' effettuata in due rate annuali e non si applica alle farmacie rurali con fatturato annuo in regime di Servizio sanitario nazionale, al netto dell'imposta sul valore aggiunto, inferiore a 258.228,45 euro. A tale fine le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano adottano le necessarie disposizioni entro il 30 giugno 2009; b) per i medicinali equivalenti di cui all'articolo 7, comma 1, del decreto-legge 16 novembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, e successive modificazioni, con esclusione dei medicinali originariamente coperti da brevetto o che abbiano usufruito di licenze derivanti da tale brevetto, le quote di spettanza sul prezzo di vendita al pubblico al netto dell'imposta sul valore aggiunto, stabilite dal primo periodo del comma 40 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, sono cosi' rideterminate: per le aziende farmaceutiche 58,65 per cento, per i grossisti 6,65 per cento e per i farmacisti 26,7 per cento. La rimanente quota dell'8 per cento e' ridistribuita fra i farmacisti ed i grossisti secondo le regole di mercato ferma restando la quota minima per la farmacia del 26,7 per cento. Per la fornitura dei medicinali equivalenti di cui all'articolo 7, comma 1, del decreto-legge 16 novembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, il mancato rispetto delle quote di spettanza previste dal primo periodo del presente comma, anche mediante cessione di quantitativi gratuiti di farmaci o altra utilita' economica, comporta, con modalita' da stabilirsi con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze: 1) per l'azienda farmaceutica, la riduzione, mediante determinazione dell'AIFA, del 20 per cento del prezzo al pubblico dei farmaci interessati dalla violazione, ovvero, in caso di reiterazione della violazione, la riduzione, del 50 per cento di tale prezzo; 2) per il grossista, l'obbligo di versare al Servizio sanitario regionale una somma pari al doppio dell'importo dello sconto non dovuto, ovvero, in caso di reiterazione della violazione, pari al quintuplo di tale importo; 3) per la farmacia, l'applicazione della sanzione pecuniaria amministrativa da cinquecento euro a tremila euro. In caso di reiterazione della violazione l'autorita' amministrativa competente puo' ordinare la chiusura della farmacia per un periodo di tempo non inferiore a 15 giorni; c) il tetto di spesa per l'assistenza farmaceutica territoriale di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, e' rideterminato nella misura del 13,6 per cento per l'anno 2009. 2. Le economie derivanti dall'attuazione del presente articolo a favore delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, valutate in 30 milioni di euro, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere destinate agli interventi di cui al comma 3, lettera a). 3. Le complessive economie derivanti per l'anno 2009 dalle disposizioni di cui al comma 1 sono finalizzate: a) alla copertura degli oneri derivanti dagli interventi urgenti conseguenti agli eccezionali eventi sismici che hanno interessato la regione Abruzzo di cui all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3754 del 9 aprile 2009, per un importo pari a 380 milioni di euro; b) fino ad un importo massimo di 40 milioni di euro all'incremento del fondo transitorio di accompagnamento di cui all'articolo 1, comma 796, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, in funzione delle emergenti difficolta' per il completamento ed il consolidamento del Piano di rientro dai disavanzi sanitari della regione Abruzzo a causa dei citati eventi sismici, da operarsi da parte del Commissario ad acta, nominato ai sensi dell'articolo 4, comma 2 del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222. 4. L'azienda titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio di un medicinale di cui e' scaduto il brevetto, ovvero di un medicinale che ha usufruito di una licenza del brevetto scaduto, puo', nei nove mesi successivi alla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana dell'autorizzazione all'immissione in commercio del primo medicinale equivalente, ridurre il prezzo al pubblico del proprio farmaco, purche' la differenza tra il nuovo prezzo e quello del corrispondente medicinale equivalente sia superiore a 0,50 euro per i farmaci il cui costo sia inferiore o pari a 5 euro, o se si tratti di medicinali in confezione monodose; sia superiore a 1 euro per i farmaci il cui costo sia superiore ai 5 euro e inferiore o pari a 10 euro, sia superiore a 1,50 euro per i farmaci il cui costo sia superiore a 10 euro. 5. Per gli effetti recati dalle disposizioni di cui al comma 1, il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale cui concorre ordinariamente lo Stato, di cui all'articolo 79, comma 1, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e' rideterminato in diminuzione dell'importo di 380 milioni di euro per l'anno 2009. Conseguentemente, il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) nell'adozione del provvedimento deliberativo di ripartizione delle risorse finanziarie per il Servizio sanitario nazionale relativo all'anno 2009 a seguito della relativa Intesa espressa dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano del 26 febbraio 2009, provvede, su proposta del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ad apportare le conseguenti variazioni alle tabelle allegate alla proposta di riparto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali del 6 marzo 2009. Art. 14. Ulteriori disposizioni finanziarie 1. Al fine di finanziare gli interventi di ricostruzione e le altre misure di cui al presente decreto, il CIPE assegna agli stessi interventi la quota annuale, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e con le assegnazioni gia' disposte, di un importo non inferiore a 2.000 milioni e non superiore a 4.000 milioni di euro nell'ambito della dotazione del Fondo per le aree sottoutilizzate per il periodo di programmazione 2007-2013, a valere sulle risorse complessivamente assegnate al Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale di cui all'articolo 18, comma 1, lettera b-bis), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, nonche' un importo pari a 400 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo infrastrutture di cui all'articolo 18, comma 1, lettera b), del citato decreto-legge n. 185 del 2008. Tali importi possono essere utilizzati anche senza il vincolo di cui al comma 3 del citato articolo 18. 2. Le risorse di cui all'articolo 148 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, assegnate all'Istituto per promozione industriale (IPI) con decreto del Ministro delle attivita' produttive in data 22 dicembre 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 145 del 23 giugno 2004, e successivamente integrate con decreto del Ministro delle attivita' produttive in data 23 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 34 dell'11 febbraio 2005, sono trasferite al Dipartimento della protezione civile per essere destinate a garantire l'acquisto da parte delle famiglie di mobili ad uso civile, di elettrodomestici ad alta efficienza energetica, nonche' di apparecchi televisivi e computer, destinati all'uso proprio per le abitazioni ubicate nelle predette aree. 3. Con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 1 sono adottate le disposizioni per disciplinare, per il periodo 2009-2012 gli investimenti immobiliari per finalita' di pubblico interesse degli enti previdenziali pubblici, inclusi gli interventi di ricostruzione e riparazione di immobili ad uso abitativo o non abitativo, esclusivamente in forma indiretta e nel limite del 7 per cento dei fondi disponibili, localizzati nei territori dei comuni individuati ai sensi dell'articolo 1, anche in maniera da garantire l'attuazione delle misure di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b). 4. Le maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, anche internazionale, derivanti da futuri provvedimenti legislativi, accertate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, affluiscono ad un apposito Fondo istituito nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze destinato all'attuazione delle misure di cui al presente decreto e alla solidarieta'. 5. I mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti entro il 31 dicembre 2005 in base a leggi speciali che prevedono l'ammortamento a totale carico dello Stato e per i quali gli enti locali mutuatari non abbiano provveduto a richiedere il versamento neanche parziale sono revocati. Le relative risorse sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere destinate agli enti locali di cui all'articolo 1 per il finanziamento di opere urgenti connesse alle attivita' di ricostruzione di cui al presente decreto. Con provvedimenti di cui all'articolo 1, comma 1, si provvede ad individuare le quote da versare annualmente all'entrata e relative assegnazioni ai soggetti beneficiari. Per la compensazione degli effetti derivanti dal presente comma, pari a 50 milioni di euro per l'anno 2009, 300 milioni per l'anno 2010, 350 milioni per l'anno 2011 e 300 milioni per l'anno 2012, si provvede con le maggiori entrate recate dal presente decreto e con la riduzione, in termini di sola cassa di 200 milioni di euro per l'anno 2010, del fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all'attualizzazione di contributi pluriennali di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 2008, n. 189. CAPO VI Disposizioni finali Art. 15. Erogazioni liberali e tutela della fede pubblica 1. In relazione all'applicazione delle agevolazioni di cui all'articolo 27, comma 1, della legge 13 maggio 1999, n. 133, le modalita' di impiego delle erogazioni liberali effettuate in favore delle popolazioni e per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma sono comunicate al commissario delegato per la verifica della sua coerenza con le misure adottate ai sensi del presente decreto; per le medesime finalita' analoga comunicazione e' effettuata da chiunque raccoglie fondi in favore delle popolazioni e per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma ovvero comunque connessi e giustificati con gli eventi sismici del 6 aprile 2009. 2. L'uso del logo e della denominazione: «Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della protezione civile» di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 11 novembre 2002 e' esclusivamente riservato agli operatori ad esso appartenenti. 3. Nei territori in cui vige lo stato emergenza dichiarato ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, chiunque utilizza indebitamente il segno distintivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione civile, e' punito ai sensi dell'articolo 497-ter del codice penale. Art. 16. Prevenzione delle infiltrazioni della criminalita' organizzata negli interventi per l'emergenza e la ricostruzione nella regione Abruzzo 1. Il Prefetto della provincia di L'Aquila, quale Prefetto del capoluogo della regione Abruzzo, assicura il coordinamento e l'unita' di indirizzo di tutte le attivita' finalizzate alla prevenzione delle infiltrazioni della criminalita' organizzata nell'affidamento ed esecuzione di contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture, nonche' nelle erogazioni e concessioni di provvidenze pubbliche connessi agli interventi per l'emergenza e la ricostruzione delle aree di cui all'articolo 1. 2. Al fine di assicurare efficace espletamento delle attivita' di cui al comma 1, il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere di cui all'articolo 180, comma 2, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, opera a immediato, diretto supporto del Prefetto di L'Aquila, attraverso una sezione specializzata istituita presso la Prefettura che costituisce una forma di raccordo operativo tra gli uffici gia' esistenti e che non puo' configurarsi quale articolazione organizzativa di livello dirigenziale. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con i Ministri della giustizia e delle infrastrutture e dei trasporti, da adottarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono definite le funzioni, la composizione, le risorse umane e le dotazioni strumentali della sezione specializzata da individuarsi comunque nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. 3. Presso il Dipartimento della pubblica sicurezza e' istituito, con il decreto di cui al comma 2, il Gruppo interforze centrale per l'emergenza e ricostruzione (GICER). Con il medesimo decreto sono definite, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, le funzioni e la composizione del Gruppo che opera in stretto raccordo con la Sezione specializzata di cui al comma 2. 4. I controlli antimafia sui contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture sono altresi' effettuati con l'osservanza delle linee guida indicate dal Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, anche in deroga a quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 3 giugno 1998, n. 252. 5. Per l'efficacia dei controlli antimafia nei contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture e nelle erogazioni e concessioni di provvidenze pubbliche, e' prevista la tracciabilita' dei relativi flussi finanziari. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri dell'interno, della giustizia, delle infrastrutture e trasporti, dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono definite le modalita' attuative del presente comma. 6. L'esclusione di cui al comma 6-bis dell'articolo 74 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, si interpreta, per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nel senso che la stessa esclusione opera anche nei confronti delle riduzioni indicate al comma 404 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296. 7. Dal presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Art. 17. Svolgimento G8 nella regione Abruzzo 1. Anche al fine di contribuire al rilancio dello sviluppo socio-economico dei territori colpiti dalla crisi sismica iniziata il 6 aprile 2009, il grande evento dell'organizzazione del Vertice G8 di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21 settembre 2007, che avra' luogo nei giorni dall'8 al 10 luglio 2009, si terra' nel territorio della citta' di L'Aquila. 2. Per effetto di quanto disposto dal comma 1, ed in funzione della nuova localizzazione dell'evento predetto nonche' dell'ottimizzazione degli interventi realizzati, in corso o programmati sulla base dell'ordinanza n. 3629 del 20 novembre 2007, e successive modificazioni, sono fatti salvi gli effetti prodotti dalle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri adottate sulla base del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21 settembre 2007, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 222 del 24 settembre 2007. Le medesime ordinanze continuano ad applicarsi per assicurare il completamento delle opere in corso di realizzazione nella regione Sardegna e gli interventi occorrenti all'organizzazione del vertice G8 nella citta' di L'Aquila. 3. Al fine di conseguire il contenimento della spesa pubblica per affrontare gli oneri derivanti dall'emergenza sismica di cui al presente decreto, il Commissario delegato provvede alla riprogrammazione e rifunzionalizzazione degli interventi per l'organizzazione del vertice G8 e adotta ogni necessario atto consequenziale per la rilocalizzazione del predetto vertice. Fatta salva la puntuale verifica delle quantita' effettivamente realizzate per ciascuna categoria di lavori, servizi e forniture, i rapporti giuridici sorti in attuazione dell'ordinanza n. 3629 del 20 novembre 2007, e successive modificazioni, sono rinegoziati, fatto salvo il diritto di recesso dell'appaltatore. A tale fine, non sono piu' dovute, ove previste, le percentuali di corrispettivo riconosciute agli appaltatori a titolo di maggiorazione per le lavorazioni eseguite su piu' turni e di premio di produzione, sui lavori contabilizzati a decorrere dal 1° marzo 2009. Per i servizi, le forniture e per i lavori che non contemplano le maggiorazioni di cui al presente comma, la rinegoziazione tiene conto della diversa localizzazione dell'evento. In mancanza di accordo intervenuto tra le parti entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, i corrispettivi dovuti per le prestazioni di opera professionale, ivi compresi quelli di cui all'articolo 92 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, sono ridotti del 50 per cento rispetto al compenso originariamente pattuito. 4. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Commissario delegato, sono accertati i risparmi derivanti dal presente articolo e dai conseguenti provvedimenti attuativi e i relativi importi sono riassegnati al Fondo di riserva per le spese impreviste dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze. Art. 18. Copertura finanziaria 1. Agli oneri derivanti dall'articolo 2, comma 11, dall'articolo 3, commi 3 e 6, dall'articolo 4, comma 5, dall'articolo 6, comma 4, dall'articolo 7, commi 1, 2 e 3, dall'articolo 8, comma 3, e dall'articolo 11, commi 1 e 4, pari a 1.152,5 milioni di euro per l'anno 2009, a 539,2 milioni di euro per l'anno 2010, a 331,8 milioni di euro per l'anno 2011, a 468,7 milioni di euro per l'anno 2012, a 500 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014, a 394,8 milioni di euro per l'anno 2015, a 239 milioni di euro per l'anno 2016, a 133,8 milioni di euro per l'anno 2017, a 115,6 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2029, a 81,8 milioni di euro per l'anno 2030, a 48 milioni di euro per l'anno 2031, a 14,2 milioni di euro per l'anno 2032 e a 2,9 milioni di euro a decorrere dall'anno 2033, si provvede, quanto: a) a 150 milioni di euro per l'anno 2010 e 200 milioni di euro per l'anno 2011, mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 5, comma 4, del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126; b) a 300 milioni di euro per l'anno 2009, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 22, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2; c) a 380 milioni di euro per l'anno 2009, mediante utilizzo delle risorse di cui all'articolo 13, comma 5; d) a 472,5 milioni di euro per l'anno 2009, a 389,2 milioni per l'anno 2010, a 131,8 milioni per l'anno 2011, a 468,7 per l'anno 2012, a 500 milioni per ciascuno degli anni 2013 e 2014, a 394,8 milioni per l'anno 2015, a 239 milioni di euro per l'anno 2016, a 133,8 milioni di euro per l'anno 2017, a 115,6 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2029, a 81,8 milioni di euro per l'anno 2030, a 48 milioni di euro per l'anno 2031, a 14,2 milioni di euro per l'anno 2032 e a 2,9 milioni di euro a decorrere dall'anno 2033, mediante utilizzo di quota parte delle maggiori entrate recate dal presente decreto. 2. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Art. 19. Entrata in vigore 1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara' presentato alle Camere per la conversione in legge. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addi' 28 aprile 2009 NAPOLITANO Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri Tremonti, Ministro dell'economia e delle finanze Maroni, Ministro dell'interno Sacconi, Ministro del lavoro della salute e delle politiche sociali Prestigiacomo, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Matteoli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Bondi, Ministro per i beni e le attivita' culturali La Russa, Ministro della difesa Alfano, Ministro della giustizia Scajola, Ministro dello sviluppo economico Gelmini, Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca Zaia, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Meloni, Ministro della gioventu' Visto, il Guardasigilli: Alfano Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Cuneo: condannato per aver distrutto il pozzetto del cugino (sezione: Giustizia)

( da "Targatocn.it" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Cuneo: condannato per aver distrutto il pozzetto del cugino Le liti tra vicini di casa per questioni di passaggi, confini, muri in comune e così via (le cosiddette possessorie), costituiscono materia davvero ostica per tutti i soggetti interessati, siano essi avvocati o giudici; i problemi diventano quasi insormontabili quando a litigare sono vicini di casa con relazioni di parentela. Il rancore, l’astio, l’acredine che i parenti riversano nella causa civile è tale da rendere impossibile qualsiasi tentativo di mediazione, e molto spesso si sconfina nel reato penale, laddove una delle parti decida di ‘farsi giustizia da sola’. E’ questo il caso dei due cugini di Roata Chiusani, L.R. ed E.R, le cui proprietà erano separate da un muro appartenente ad uno dei due. Accanto a questo muro, nella proprietà dell’altro, era stato interrato un pozzetto di raccolta delle acque pluviali chiuso da un tombino. Il proprietario del muro, E.R., dopo aver lamentato più volte il malfunzionamento del pozzetto che a suo dire avrebbe causato delle perdite di acqua con conseguenti problemi di umidità nella sua proprietà, il 13 giugno del 2007 decise, per l’appunto, di risolvere il problema all’origine, prendendo a mazzate il tombino che copriva il pozzetto incriminato. Per questo motivo è stato denunciato dal cugino L.R. e rinviato a giudizio con l’accusa di danneggiamento. Quel giorno di giugno fu la moglie di L.R. ad assistere al danneggiamento del pozzetto; a pochi metri da E.R., nascosta dietro una catasta di legno, guardò il cugino del marito accanirsi su quel povero tombino per circa un quarto d’ora. A vederlo così inferocito, la donna non osò esporsi per cercare di fermarlo; rientrò in casa e fece notare l’accaduto al marito, ma neanche lui osò affrontare il parente, per paura di reazioni violente. Si limitarono a recarsi dai carabinieri per denunciare il danneggiamento. Ad attestare il raptus distruttivo che colse E.R. quella mattina, c’erano parecchie foto scattate dai carabinieri subito dopo la denuncia di L.R. Al termine del processo, accogliendo la richiesta di condanna pronunciata dal Pubblico Ministero, il Giudice ha condannato E.R. a sei mesi di reclusione più il risarcimento della parte civile costituita in giudizio e le spese processuali. A chi dovesse pensare che questa condanna chiuderà i conti fra i due litiganti, possiamo solo dire che nel processo di ieri non si è potuto parlare di altri episodi di danneggiamento riguardanti altre vicende giudiziarie ancora in corso: la condanna di ieri insomma non placherà gli animi. Camilla Pallavicino

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Depuratore in tilt La minoranza: (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Provincia di Nuoro Pagina 5019 Dorgali. La protesta Depuratore in tilt La minoranza: «Liquami nel lago» Dorgali.. La protesta --> L'odore nauseabondo ha ammorbato l'aria venerdì scorso, in coincidenza con l'arrivo dei turisti per il lungo ponte del primo maggio. Il depuratore di Dorgali è andato in tilt per l'ennesima volta: l'impianto sta scaricando i liquami nel Cedrino. La denuncia parte dal consigliere di minoranza Gian Michele Nonne, dopo le proteste dei cittadini costretti a patire le conseguenze del cattivo funzionamento dell'impianto di purificazione delle acque reflue. «Abbanoa non ha mai garantito l'efficienza del depuratore a pieno regime - afferma Nonne -. Nonostante le infinite segnalazioni da parte degli utenti, i tecnici non hanno mai provveduto a sistemare gli impianti in modo definitivo». Dello stesso avviso sono anche i componenti della maggioranza politica come spiega l'assessore all'Agricoltura Salvatore Mele: «Più volte il primo cittadino Tonino Testone ha sollecitato l'ente gestore affinché fossero presi gli adeguati provvedimenti per ripristinare la situazione, ma niente è stato fatto. Il problema più grave è che questi reflui non purificati creano grossi danni ambientali». L'altra questione è che la popolazione di Dorgali, sta pagando la bolletta ad Abbanoa anche per avere la garanzia di un servizio di depurazione di cui per lungo tempo non ha mai usufruito. «A parte il depuratore funzionate a singhiozzo, sia allo stato attuale sia nei mesi trascorsi - spiega il consigliere Nonne - la struttura è stata bloccata nel semestre compreso da dicembre 2007 a giugno 2008. Nonostante ciò Abbanoa ha comunque conteggiato questo periodo nelle bollette inviate agli utenti. Questo è un vero e proprio illecito amministrativo, perché per una sentenza della Corte costituzionale risalente all'ottobre 2008, per un caso analogo si è deciso che per tutto il periodo nel quale non era stata garantita l'erogazione del servizio, non si dovesse corrispondere alcun canone. Ho già sollecitato l'argomento ma a oggi non ho avuto risposta». Per quanto riguarda gli impianti di depurazione, Abbanoa assicura che non c'è alcun guasto. E l'odore nauseabondo avvertito nei giorni scorsi a Dorgali? Deriva, dicono dall'ente, dal fatto che la struttura è rimasta ferma per diverso tempo e ha ripreso a funzionare gradualmente, dopo un guasto riparato più di una settimana fa. «I motori - spiega Francesco Bullita, direttore responsabile dell'ente per la provincia di Nuoro - sono stati riavviati dai nostri tecnici e non sono state riscontrate altre anomalie». SONIA MELONI

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Ecco i papabili per la guida della Procura (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Nuoro e Provincia Pagina 5015 Nuoro Ecco i papabili per la guida della Procura Nuoro --> C'è ancora attesa a Nuoro per l'arrivo del nuovo procuratore capo, dopo il trasferimento ad Ancona di Antonio Amoroso rimasto al vertice dell'ufficio inquirente per quattro anni. La nomina da parte della commissione del Consiglio superiore della magistratura era prevista una settimana fa, ma ancora non si hanno notizie. Tra i nomi in ballo, comunque, il più gettonato sembra quello di Angelo Martinelli, attualmente giudice di sorveglianza a Modena. In tutto i papabili a ricoprire la carica sarebbero una decina, fra cui il pubblico ministero Carlo Lasperanza, ora a Roma, per il quale si tratterebbe di un ritorno nel capoluogo barbaricino, dove ha lavorato nei primi anni Novanta. Fra i nomi che circolano c'è anche quello dell'attuale procuratore reggente Maria Angela Passanisi, forte di una lunga esperienza negli uffici della Procura nuorese, del pm di Sassari Andrea Garau e di quello cagliaritano Alessandro Pili. In lista, inoltre, ci sarebbe anche Lucina Serra, sostituto procuratore generale a Cagliari, indicata lo scorso anno dal Csm per guidare gli uffici inquirenti di Lanusei. Intanto, in attesa di una soluzione definitiva, la situazione della Procura nuorese resta alquanto precaria a fronte di una mole di lavoro che diventa sempre più consistente e con il serio rischio che si vada incontro a una paralisi dell'attività. Su sei pm previsti dall'organico infatti, ne mancano tre, con il quarto, Daniele Rosa, che partirà a fine estate alla volta di Rimini. Oltre ad Amoroso in questi mesi hanno già fatto le valigie i pm Lara Ghirardi, Katia Marino e Ornella Chicca. ( f. c. )

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I cambi di casacca tra cadute libere e insuccessi annunciati (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Commenti Pagina 337 I cambi di casacca tra cadute libere e insuccessi annunciati --> La destra americana si trova nella stessa situazione della sinistra italiana: è ridotta ai minimi termini, non conta più niente, non riesce a vedere la luce in fondo al tunnel. Il Partito repubblicano, come il Pd italiano, non ha un leader spendibile, affronta un avversario che sembra invincibile ed è a corto di idee. I due partiti sono entrambi destinati a sconfitte epocali, i repubblicani americani alle elezioni di metà mandato del prossimo anno, i democratici alle Europee di giugno. Il rischio, sia per gli uni sia per gli altri, è che la sconfitta li induca a radicalizzarsi, a spostare l'asse dei repubblicani ancora più a destra e a convincere i democratici italiani a ricostruire le alleanze con la sinistra estrema e comunista. In politica, specie negli Stati Uniti, gli equilibri cambiano in modo repentino, anche quelli che appaiono molto stabili. Quattro anni fa, George W. Bush e i suoi repubblicani avevano vinto in scioltezza un'elezione già influenzata dalla guerra in Iraq e dalle armi di distruzione di massa che non si trovavano. Erano gli anni in cui si parlava di presa salda del potere da parte del Partito repubblicano e di un movimento conservatore che sembrava destinato a governare e a guidare la battaglia culturale, politica e sociale americana a tempo indeterminato. Due anni dopo, il primo cambiamento di tendenza, con la vittoria del Partito democratico alle elezioni di metà mandato, poi è arrivata la crisi finanziaria e, soprattutto, Barack Obama a ribaltare l'asse della politica americana. Oggi i democratici non occupano soltanto la Casa Bianca, ma hanno conquistato una salda maggioranza sia alla Camera sia al Senato, dove la settimana scorsa c'è stato il cambio di casacca di uno dei veterani del Partito repubblicano, un senatore che dopo trent'anni tra i conservatori è passato ai rivali del Partito democratico. Arlen Specter ha fatto una scelta unanimemente considerata opportunista, perché i sondaggi lo davano in svantaggio di ventuno punti contro un candidato iper conservatore alle primarie del Partito repubblicano, in vista della campagna di rielezione del prossimo anno. L'opportunismo politico, però, segnala una chiara tendenza: il partito che viene lasciato è in caduta libera, quell'altro è inarrestabile. Il presidente Obama ora può contare su una super maggioranza al Senato di sessanta elementi, se il comico Al Franken riuscirà, come sembra, a vincere la battaglia legale ancora in corso in Minnesota, dove le elezioni di novembre si sono concluse con una differenza di una manciata di voti tra il senatore repubblicano uscente e il comico liberal. Quota sessanta al Senato è un numero magico, quello che impedisce al partito di opposizione di fermare con l'ostruzionismo le proposte del presidente e della maggioranza. I repubblicani, già a corto di leadership e di idee, non hanno più nemmeno il principale strumento di contrattazione politica al Congresso. Sono diventati ininfluenti. Obama, inoltre, ha l'opportunità di consolidare la presa liberal sul terzo fronte costituzionale americano, sulla Corte Suprema. Negli Stati Uniti la Corte Suprema è un organo decisivo, di importanza non paragonabile alla Corte costituzionale italiana: è il terzo pilastro dell'architettura istituzionale degli Stati Uniti. Uno dei nove giudici supremi, nominati a vita, ha deciso di ritirarsi in pensione e, a breve, Obama comincerà il processo di selezione del sostituto. David Souter, il giudice che ha annunciato le dimissioni, era stato scelto da Bush senior e osteggiato dai democratici perché considerato troppo conservatore, ma fin dal primo giorno dentro la Corte si è schierato con gli altri tre giudici di sinistra, facendo blocco contro i quattro conservatori e lasciando al nono giudice, Anthony Kennedy, il ruolo di ago della bilancia. La scelta di Obama non cambierà l'equilibrio della Corte, ma il presidente potrebbe essere presto chiamato a fare altre due nomine, a causa di malattie ed età avanzate di due dei nove giudici. C'è chi pensa che, alla fine, potrebbero essere quattro le toghe che Obama nominerà durante il suo mandato alla Casa Bianca. Tre o quattro componenti giovani, brillanti e preparati potrebbero per la prima volta contrastare il dominio giuridico e intellettuale dei quattro giudici conservatori, due dei quali, compreso il presidente della Corte, nominati da George W. Bush. CHRISTIAN ROCCA - NEW YORK

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Luci ed ombre sul nuovo 41 bis (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Commenti Pagina 337 Regime di carcere duro Luci ed ombre sul nuovo 41 bis Regime di carcere duro --> La norma di inasprimento dell'articolo 41 bis aveva ricevuto il secco "no" della magistratura di sorveglianza in relazione all'accentramento sul tribunale di sorveglianza di Roma delle competenze in materia di applicazione del carcere duro. La nuova formulazione parrebbe contestabile sotto il profilo della ragionevolezza e violerebbe il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge stabilito dall'articolo 3 della Costituzione. A ben considerare, le obiezioni mosse dai magistrati di sorveglianza meritano scrupolosa valutazione e accoglimento, in quanto il nuovo 41 bis parrebbe violare pure l'articolo 25 della Costituzione per cui nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge: se è vero che la decisione di affidare la competenza al tribunale di sorveglianza di Roma è dettata dal fatto che l'applicazione del carcere duro è firmata dal ministro della Giustizia con sede in Roma, tuttavia la decisione dello stesso ministro sull'applicazione andrebbe comunque impugnata dal detenuto davanti al proprio giudice territoriale di sorveglianza, il quale disporrebbe di elementi maggiormente significativi di giustificazione del provvedimento. Si tratta di una norma contestatissima per la sua durezza, ma necessaria: la stessa Corte costituzionale ha sottolineato che debba trattarsi di misura temporanea. Nata dopo l'uccisione di Falcone e Borsellino, nel 2002 si è cristallizzata. Oggi la norma, ancora più rigorosa, prevede l'inversione dell'onere della prova: sarà compito dell'interessato dimostrare la rottura definitiva dei rapporti con la criminalità organizzata, sminuendo così il rilievo attribuito al semplice decorso del tempo. Profilo importantissimo idoneo a superare il paradosso per cui per rinnovare il carcere duro questo doveva aver funzionato, ma, in tal caso, ci si poteva opporre per violazione del diritto costituzionale di difesa del detenuto. Se invece non aveva funzionato, poteva essere rinnovato. Con il nuovo 41 bis, è prevista la sanzione penale fino a 4 anni anche a chi favorisca la comunicazione con l'esterno dei detenuti, con un massimo di 5 anni se a favorire sia chi eserciti una professione forense. Si tratta di una norma estremamente severa, e della sua necessarietà non può dubitarsi; l'auspicio è che si tengano in considerazione le osservazioni della magistratura interessata e che si provveda a un conseguente adeguamento del 41 bis purgandolo da pericolosi profili di illegittimità costituzionale che potrebbero limitarne l'applicazione efficace. GIUSEPPINA DI SALVATORE

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Corte Costituzionale: bocciata la Statutaria (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Prima Pagina Pagina 2 I giudici hanno già deciso, si attende soltanto che la sentenza venga depositata Corte Costituzionale: bocciata la Statutaria I giudici hanno già deciso, si attende soltanto che la sentenza venga depositata Era stata promulgata da Soru tra le polemiche dopo un referendum --> Era stata promulgata da Soru tra le polemiche dopo un referendum La sentenza della Corte Costituzionale sulla legge statutaria è pronta, e porterebbe alla bocciatura del provvedimento varato nella scorsa legislatura. Il verdetto sulla Statutaria, legge promulgata da Soru tra le polemiche e dopo un referendum, non è ancora ufficiale, ma tutte le indiscrezioni ormai coincidono: e se fossero confermate, le conseguenze sugli assetti istituzionali della Regione potrebbero essere rilevanti. Salterebbe, per esempio, il principio dell'incompatibilità tra consiglieri e assessori. Che i giudici della Consulta abbiano già deciso è ormai fuor di dubbio: si attende il deposito della sentenza. MELONI A PAGINA 4

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Vocalink secures #60m shareholder investment (sezione: Giustizia)

( da "Finextra.com" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

05 May 2009 - 09:37 Vocalink secures £60m shareholder investment UK payments processor VocaLink has tapped its shareholders for a £60 million equity capital investment as it looks to continue to expand its European presence. The company, owned by around 20 UK banks and building societies, was created in 2007 through the merger of the Bacs payments and clearing network and ATM network operator Link. Since then it has embarked on an aggressive expansion programme into Europe in a bid to take advantage of the introduction of the Single Euro Payments Area (Sepa). The firm has signed a number of major banks - including ABN Amro, Bank of America, Citi, Dexia Bank, Fortis, Lloyds TSB, RBS and Santander -to its CSM partnership, which provides banks and clients with Sepa-related services. Earlier this year it completed pilot testing of Sepa direct debit exchanges between corporate customers and three European banks, ABN Amro, Bawag and Royal Bank of Scotland. It has also signing an outsourcing deal with Sweden's national processor Bankgirocentralen to take on the majority of its payments processing and provided the platform for the UK's Faster Payments service. Richard Hooper, acting chairman, VocaLink, says: "This investment will give us the opportunity to improve our services whilst enabling us to continue providing reliable and trusted support for our clients in difficult economic times."

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Nelle scuole parte la protesta "Siamo educatori, non poliziotti" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - E una mattina all'improvviso le cattedre diventano barricate in difesa del diritto allo studio. Di tutti, italiani e stranieri, regolari e non. Contro il provvedimento del governo, dopo la protesta dei medici contrari all'obbligo di denuncia dei clandestini e che ieri hanno scritto a Fini perché lo cancelli, si allarga la protesta. Arriva la rivolta dei professori ben decisi a non diventare "presidi spia, perché noi siamo educatori non poliziotti", a caccia di bambini senza documenti regolari. "Qui non si denuncia, si insegna", ripetono. Non hanno dubbi loro che conoscono la fatica di imparare per chi arriva da lontano, lo spaesamento di chi appare qualche giorno in classe e poi si perde nelle strade della città. Chi non ha genitori accanto che conoscano la lingua e lo aiutino a fare i compiti, chi viene sfruttato, chi ha in classe l'occasione per cambiarsi la vita. "Questo provvedimento, che prevede l'obbligo di denuncia se lo studente non ha il permesso di soggiorno, è inumano, repressivo, foriero di gravi disagi per la convivenza civile. Danneggia il minore, toglie un diritto", sbotta Armando Catalano, che rappresenta più di duemila presidi della Cgil che sul sito wwww. flcgil. it hanno cominciato a raccogliere firme all'insegna di "io educo non denuncio". Perché, ripete, le leggi sanciscono il diritto all'istruzione, stabiliscono che l'unico obbligo dei docenti è sottoporre i ragazzini ad una visita per le malattie infettive. "Mentre così non solo si danneggia il minorenne che non ha colpe, ma tutta la società: non verranno a scuola, non andranno in ospedale. Col rischio di una moltiplicazione dei contagi". OAS_RICH('Middle'); Minorenni puniti anche se incolpevoli, condannati a perdere l'occasione di costruirsi un futuro migliore, "L'istruzione è un diritto sancito dalla Costituzione, ma a parte questo educando i giovani li si toglie dalla strada, gli si dà una possibilità. Senza contare che gli insegnanti vedono se i bambini sono sfruttati, malmenati", dice Giuseppe Losio preside della scuola media milanese Quintino Di Vona. Lo sa bene Anna Sandi che più di una volta ha scoperto la "doppia vita" di alcuni suoi piccoli alunni alla scuola elementare al Lorenteggio. Dormivano nelle fabbriche dismesse lungo in Naviglio e nei giorni in cui sparivano dalla classe chiedevano l'elemosina alla stazione, lavavano i vetri per strada. "Se questo provvedimento è per proteggerli da chi li sfrutta bene, ma prima voglio leggerlo, e di una cosa sono sicura: io i minori stranieri li accetto, li iscrivo a scuola e non li denuncio solo perché clandestini". Non vogliono denunciare ma come pubblici ufficiali, se passa il reato di immigrazione clandestina, rischiano di vedersi obbligati a farlo. Altrimenti scatta la denuncia penale. Come per i medici. "È da irresponsabili non cambiare la legge, già ora c'è stato un calo del 15 per cento di immigrati ai pronto soccorso. Qui si scherza col fuoco, con la salute di tutti. Un esempio? Abbiamo 4000 casi di tbc, il 30 % sono immigrati, se clandestini non verranno a curarsi e si espanderà il contagio, con problemi per tutti, italiani compresi", dice Massimo Cozza, segretario medici Cgil pronto a rivolgersi alla Corte costituzionale, a quella europea per tutelare il diritto alla salute. (5 maggio 2009

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Barbaglio, prima riunione in Procura (sezione: Giustizia)

( da "Arena.it, L'" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Barbaglio, prima riunione in Procura NUOVI INCARICHI. L'insediamento ufficiale del magistrato avverrà nelle prossime settimane 05/05/2009 rss e-mail print Il Pm Angela Barbaglio Il suo insediamento ufficiale sulla seconda poltrona della Procura avverrà più avanti ma ieri il nuovo procuratore aggiunto Angela Barbaglio ha partecipato alla riunione con i colleghi veronesi. Un incontro informale, per quanto riguarda i saluti, seguito da una riunione pratica. Sarebbe infatti prevista una modifica che riguarda le competenze dei singoli magistrati e soprattutto la riduzione degli attuali quattro gruppi di indagine a tre con conseguente riorganizzazione degli uffici. Oltre alla dottoressa Barbaglio, tutt'ora in forza alla procura di Vicenza, è previsto l'arrivo di un nuovo sostituto procuratore a completamento della pianta organica. Il nuovo procuratore aggiunto, lo ricordiamo, è stato designato il primo aprile al termine della votazione del plenum del Consiglio superiore della magistratura: ottenne tredici voti a favore contro le undici preferenze della collega Maria Cristina Motta, anche lei candidata alla seconda poltrona della procura scaligera che in quell'occasione ricevette il voto del vicepresidente del Consiglio Superiore della magistratura, Nicola Mancino, e del presidente della Corte di Cassazione. Una vittoria di misura determinata dal voto, favorevole alla dottoressa Barbaglio, espresso da Fabio Roia di Milano, togato di Unicost. In caso di parità, infatti, l'incarico sarebbe andato alla dottoressa Motta poichè aveva ricevuto le preferenze «qualificate» del presidente della Cassazione e del vicepresidente del Csm. L'incarico sarà ufficialmente assunto tra qualche mese, per il pm Barbaglio, che lasciò Verona nel 2003, si tratta quindi di un ritorno nella Procura in cui aveva lavorato 21 anni. Sempre come pubblico ministero, ruole che lei stessa aveva definito un «ruolo difficile, motore del processo».

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Giustizia in crisi, sono 6,6 milioni gli (sezione: Giustizia)

( da "Arena.it, L'" del 05-05-2009)
Pubblicato anche in: (Brescia Oggi)

Argomenti: Giustizia

Giustizia in crisi, sono 6,6 milioni gli «arretrati» PROCESSI. Oggi l'appello al ministro Alfano Si rischia lo stallo nel 2011 Urgono fondi dal governo 05/05/2009 rss e-mail print Luca Palamara, presidente Anm ROMA Giustizia italiana a rischio bancarotta»: sono 6 milioni e 600mila i processi pendenti tra civile e penale. Ieri il presidente dell'Anm Luca Palamara ha chiesto «un vero tavolo di confronto» per risolvere il problema denunciando: «siamo in una situazione di insolvenza, è prossimo il pericolo del fallimento», che arriverà, secondo i vari sindacati di categoria, nel 2011, quando arriverà l'ultimo dei tre tagli di risorse previsti per il settore, 450 milioni di euro. Prodromica al tavolo e ai tanto auspicati interventi sarà quindi la «Giornata nazionale della giustizia», un mega-incontro organizzato per oggi a Roma. Invitati anche il ministro Angelino Alfano, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. Intanto, i numeri disegnano un quadro quantomai desolante: le pendenze civili al 2007 ammontano a 5 milioni e 400 mila; quelle penali a 1 milione 500mila: per eliminarle occorrerebbero rispettivamente 16 mesi e 13 mesi di lavoro esclusivo. Una condizione irrealizzabile sia perchè la produttività attuale «è ai limiti dell'intollerabilità» sia per il numero elevatissimo dei nuovi procedimenti: 4,5 milioni nel civile e 1,6 nel penale. Al «forte incremento» della domanda di giustizia da parte dei cittadini, segnalato soprattutto dall'aumento delle pendenze del civile (cresciute del 400% in 30 anni e poi ancora del 129% dal 1990 al 2007), ha corrisposto la contrazione del personale giudiziario, passato da 53.000 unità del 1998 ai 43.982 del 2008 e dei dirigenti (dai 432 del 2001 a 347 del 2008). Parallelo il taglio degli investimenti: dai 7.665.369.477 di euro del 2005 si è arrivati ai 7.560.741.030 del 2009 e, secondo i sindacati, nel 2010 è previsto un ulteriore taglio di 442 milioni di euro.

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DICO Sì ALLA CANDIDATURA A CAPOLISTA AL COMUNE. NON POSSO ESIMERMI, ANCHE PER RISPETTARE ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Avellino)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

«Dico sì alla candidatura a capolista al Comune. Non posso esimermi, anche per rispettare una tradizione che, comunque, è impossibile da imitare»: lo ha detto il senatore del Pd Enzo De Luca, riferendosi anche al vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che nella passata tornata elettorale si schierò alla guida della compagine dell'allora Margherita. Sull'altro fronte il candidato a sindaco Udc-Pld Preziosi ha avviato gli incontri sul programma. A PAGINA 33

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GIANLUCA GALASSO DICO Sì ALLA CANDIDATURA A CAPOLISTA AL COMUNE. NON POSSO ESIMERMI, A... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Avellino)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

GIANLUCA GALASSO «Dico sì alla candidatura a capolista al Comune. Non posso esimermi, anche per rispettare una tradizione che, comunque, è impossibile da imitare». Il riferimento è al vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che nella passata tornata elettorale - allora era senatore - si schierò alla guida della compagine dell'allora Margherita. A ricordarlo è il senatore Enzo De Luca che dalla manifestazione del Pd, ieri al Viva Hotel, ha annunciato la volontà di scendere in campo per supportare il sindaco uscente, Giuseppe Galasso, «accettando così i vari inviti che mi sono giunti. Ci saranno due liste sia per il Comune che per la Provincia, perchè c'è tanta gente che ci chiede di partecipare. A dimostrazione della maturazione di un grande senso di responsabilità e di considerazione per il progetto del Pd», ha continuato De Luca. Poi, l'attacco a Ciriaco De Mita, anche se solo in un passaggio: «Qualcuno, sbagliando i calcoli, ha realizzato un'alleanza col solo obiettivo della gestione del potere». Dal senatore della formazione di via Tagliamento, inoltre, l'elogio alla candidata a Palazzo Caracciolo, Alberta De Simone e a Galasso «che rappresentano i punti di certezza, garanzia e coerenza». E sulla coerenza ha battuto nel suo intervento l'attuale sindaco, con entusiasmo evidente della platea. «La consiliatura che sta per chiudersi - ha dichiarato Galasso - ha registrato di tutto e di più. Gli ultimi quindici mesi li ho trascorsi nell'incertezza, svegliandomi ogni mattina col dubbio di proseguire il mandato. E ciò per un'unica mia colpa: aver fatto una scelta di coerenza con il Pd. Porteremo avanti la campagna elettorale con il rendiconto di quanto realizzato e con le motivazioni che hanno determinato le decisioni. Ad altri dico che non si può impostare una strategia per questa tornata, parlando contro iniziative che sono state condivise». Più dura è stata la De Simone, che ha preso a bersaglio il leader di Nusco e il centrodestra: «Lo scioglimento della Provincia è stato un suicidio dei consiglieri che si sono dimessi. In nove mesi non hanno mai spiegato le ragioni della scelta. Hanno semplicemente accettato l'ordine giunto dalla montagna. L'Irpinia storicamente si riconosce nel centrosinistra. Gli irpini non rappresentano un gregge, quindi non andranno dietro l'ammucchiata trasformistica che si presenta dall'altra parte». E De Mita è finito anche nel mirino del segretario, Franco Vittoria, che ha parlato di «pseudo-maestri la cui concezione del rinnovamento sta nel fatto di continuare a fare politica dopo cinquant'anni. Con la destra stanno insieme solo per la gestione del potere». Prima del dibattito sono stati proiettati alcuni video-spot con vecchie immagini del leader di Nusco che criticava il centrodestra. In apertura la relazione del vicesegretario Gerardo Adiglietti, che ha bollato la convergenza Pdl-Udc in maniera sprezzante: «Fermiano gli apprendisti stregoni e i trasformismi di tutte le maniere». Al dibattito ha partecipato il senatore Giorgio Tonini, responsabile Formazione del Pd: «De Mita ha dato tanto al nostro Paese. Trovo incomprensibile e un po' penosa questa fase finale di un'esistenza politica grande». La candidata alle Europee, Elvira Matarazzo ha sollecitato il massimo supporto.

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PIETRO PERONE GIOCO A TUTTO CAMPO IN PERFETTO STILE LEGHISTA: ROBERTO CALDEROLI CONFERMA L'A... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

PIETRO PERONE Gioco a tutto campo in perfetto stile leghista: Roberto Calderoli conferma l'apertura di Bossi all'opposizione e detta l'agenda agli eventuali compagni di strada che si oppongono al referendum sulla legge elettorale: primo obiettivo fare fallire il voto per mancanza di quorum e procedere subito dopo alla riforma del Porcellum in direzione opposta al bipartitismo. L'offerta non prevede steccati: dialogo con il Pd e con l'Udc ma Dario Franceschini ha già provveduto spegnere entusiasmi ribadendo che la linea del suo partito resta a favore del sì, al pari del premier che ha chiarito di essere pronto a recarsi al seggio e votare a favore dei quesiti proposti dai referendari. Il Carroccio agita quindi con Roberto Castelli il sospetto di «accordi segreti» tra le due principali forze, mentre Roberto Cota attacca il leader del democratici e propone di sottoporlo «a trattamento sanitario obbligatorio». Toni forti, ma Salvatore Vassallo del Pd ribadisce che «la sola eventualità di tenere il referendum ha rimesso in moto la discussione» sulla riforma. Arturo Parisi prova allora a imprimere l'ulteriore accelerazione proponendo che si cancelli l'attuale sistema per tornare al Mattarellum, sistema che non dispiace alla Lega. Strada quest'ultima percorribile in base a una sentenza della Corte Costituzionale a patto che arrivi il placet del comitato promotore. Il presidente Giovanni Guzzetta pone precise condizioni: si può fare salvaguardando maggioritario e bipartitismo. Paletti che chiudono la strada ai due sistemi più gettonati, lo spagnolo e il Mattarellum, maggioritari ma non bipartitici. «Berlusconi vuole comandare da solo e avere più potere perché non gli basta quello che ha già. Il bello è che il Pd fa di tutto per facilitargli questo progetto», denuncia Pier Ferdinando Casini mentre Rocco Buttiglione auspica «una grande alleanza Pd-Udc-Lega per fare una legge elettorale democratica». Il presidente dei centristi si spinge anche più avanti e immagina che una simile coalizione si possa poi presentare «alle urne per battere» il Cavaliere. Scenario futuribile, mentre Calderoli per il momento si accontenta di boicottare il referendum senza mettere in discussione l'alleanza di governo, tanto che Fabrizio Cicchitto rinvia la modifica della legge elettorale a fine legislatura sperando in questo modo di disinnescare mine sul cammino dell'esecutivo. Il centrodestra procederà dunque in ordine sparso e la Lega non dispera di trovare lungo la propria strada almeno una parte del Pd. L'area rutelliana, con Linda Lanzilotta, invita a raccogliere l'invito al dialogo lanciato dal Carroccio e spiega che «la legge che uscirebbe dal referendum sarebbe peggiore dell'attuale». Il pericolo di consegnare il 55 per cento dei parlamentari al partito che otterrà anche un solo voto in più rispetto agli altri. Franceschini non mostra altrettanta preoccupazione ma si attendono le prese di posizione delle altre «anime» democratiche. Qualche segnale di pentimento arriva invece da Antonio Di Pietro, tra i principali fautori del referendum e che ora, rispetto alla possibilità di modificare il Porcellum, si pone qualche dubbio: il voto del 21 giungo dovrà servire - dice - «come grimaldello per modificare una legge ingiusta non come occasione per cristallizzare le iniquità». La paura che una volta approvati i quesiti, i due principali partiti non abbiano alcun interesse a varare una riforma che un po' tutti riconoscono indispensabile rispetto a un Porcellum ormai ripudiato da tutti.

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C'è TATTICISMO E FURBIZIA NEL Sì DI BERLUSCONI, CHE SCARICA COSì IL COSTO DELL&#... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

C'è tatticismo e furbizia nel sì di Berlusconi, che scarica così il costo dell'opposizione al referendum (compresi gli sprechi per il mancato election day il 7 giugno) tutto sulle spalle della Lega. C'è tatticismo e furbizia anche nella risposta leghista, che deve ancora decidere se modulare il suo progetto più sul modello tedesco (e coinvolgere così l'Udc in un fronte anti-Berlusconi) oppure sul modello spagnolo (per tentare un compromesso fra Pd e Pdl e tenendo fuori i centristi). Ma altre due evidenti contraddizioni saltano agli occhi, non appena si dirada un po' la cortina della propaganda. La prima è quella del Pd. Alle elezioni si è presentato con uno schema bipartitico e presidenzialista, troppo simile a quello berlusconiano. L'impianto è stato demolito dall'interno. Ma tuttora non è chiaro il progetto sostitutivo. E l'incertezza è un handicap anche nella politica delle alleanze (chi può allearsi con il Pd finché c'è il sospetto di un gioco di sponda bipartitico?). Il documento delle Fondazioni (favorevole al modello tedesco, pur con correttivi) esprime probabilmente l'opinione maggioritaria tra i democrat. Tuttavia sembra difficile che il nodo possa sciogliersi prima del congresso, perché il tema è decisivo anche ai fini della composizione degli equilibri congressuali. Potrebbe il Pd almeno dire che è contrario al premio di maggioranza e alle liste bloccate (questioni non toccate dal referendum, comunque determinanti per quella condizione di subalternità di cui oggi soffre il Parlamento). Ma allo stato il sì del Pd appare monco, debole, dunque alla mercé degli affondi di Berlusconi. C'è però una contraddizione che riguarda anche il premier. È vero che la norma risultante dai quesiti referendario è immediatamente applicabile. Se non fosse così la Corte costituzionale non li avrebbe ammessi. Ma la stessa Corte ha anche messo nero su bianco i suoi dubbi (è un eufemismo) sull'assenza di ogni limite minimo all'attribuzione del premio di maggioranza. In pratica la maggioranza assoluta alla Camera potrebbe essere assegnata anche ad un partito con basse percentuali elettorali. Si potrebbe oltrepassare persino la legge Acerbo, che fece scattare il premio in favore del partito fascista al conseguimento del 25% dei consensi. Il contrasto con i principi generali dell'ordinamento democratico è evidente. E lo stesso capo dello Stato non potrebbe non girare al Parlamento, in caso di vittoria del sì, quel rilievo della Corte. Insomma, il confronto parlamentare non pare comunque evitabile. Del resto, anche dopo il '91 e il '93 le Camere aggiustarono le norme ritagliate dai referendum elettorali. Claudio Sardo

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(sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Giustizia

«Allora restituite ai siciliani quanto dato per le altre Regioni» Tony Zermo «Trapani è una città trasformata e non solo per avere avuto l'America's Cup che è servita alla ristrutturazione del porto. Siamo una delle poche città d'Europa in crescita. Pensi che l'aeroporto di Birgi, che non molti anni fa ospitava un solo volo, oggi ha tremila passeggeri al giorno dopo che Ryanair l'ha scelto come sua base». Il senatore Antonio D'Alì, presidente della commissione Ambiente del Senato, è soddisfatto delle prospettive di crescita del suo territorio, anche da punto di vista turistico: «Ci sono molti luoghi interessanti da visitare, dal Passo dello Zingaro a San Vito Lo Capo, da Erice allo stagnone di Marsala. Se il turismo in Sicilia crescerà, Trapani sarà uno dei punti di attrazione». C'è anche Pantelleria, che però avanza qualche lamentela. «Secondo me Pantelleria soffre di una eccessiva presenza di turisti autorevoli, per cui cerca strade alternative a quelle che sono le filiere istituzionali. A Pantelleria arrivano ministri, presidenti di Regione e fanno tanti programmi. La verità è che non esistono imprenditori di vasto respiro. Adesso che è finito il contenzioso Stato-Regione possiamo fare il Parco nazionale. Due anni fa era stato deciso di fare il Parco nazionale che comprendeva Pantelleria, le Egadi, le Eolie e sui Monti Iblei. La Regione aveva impugnato la legge nazionale sostenendo che lo Stato non poteva istituire Parchi nazionali in Sicilia, dovevano essere solo regionali. Adesso la Corte costituzionale ha detto che la legge è assolutamente legittima e quindi il ministero dell'Ambiente dovrebbe attivare le procedure». Qual è la situazione del ministero dell'Ambiente dopo il disastro di Pecoraro Scanio? «Diciamo che il ministero è molto complesso, che aveva un arretrato spaventoso che aveva paralizzato il Paese, quindi s'è dovuto avviare un processo di ricostituzione di alcune importanti commissioni per poter dare le autorizzazioni, molte delle quali sono state sbloccate. C'è anche una tradizione di atteggiamento negativo nei confronti delle industrie che stiamo cercando di ribaltare in atteggiamento collaborativo. L'altra volta in Senato abbiamo approvato una mozione sui cambiamenti climatici della quale sono stato primo firmatario. Mozione che lanciava alcuni momenti di perplessità sul catastrofismo di alcuni settori ambientalisti. Noi dobbiamo fare una politica ambientale che sia di sostenibilità dello sviluppo, naturalmente stando attenti alla salute dei cittadini: ma da questo a dire come il principe Carlo d'Inghilterra che se non interveniamo immediatamente il mondo brucerà, ce ne passa. Allora dovremmo subito spegnere le luci e attivare le candele». E' d'accordo sul nucleare? E quali sarebbero i tempi? «Sì al nucleare di nuova generazione, del resto abbiamo centrali dietro la porta di casa. Sui tempi, i tecnici dell'Enel assicurano che, una volta avuta via libera, sono in condizione di attivare le centrali nell'arco di 4-5 anni. Io sarei già contento se si facessero in 7-8 anni. Noi siamo al 90% dipendenti dell'energia tradizionale, il programma di governo è di ridurre questa dipendenza del 50% con un mix che prevede il 25% di nucleare e il 25% di rinnovabili. Del resto lo stesso sta facendo Obama. Sono stato di recente a Washington e ho constatato che il suo non è un piano basato sull'idea del catastrofismo. Gli stessi cinesi hanno detto che non possono stoppare la crescita. Sono un miliardo e 300 milioni di abitanti per cui chiedono misurare le emissioni tenendo conto della popolazione. Anche Messico, India, Sudafrica non vogliono frenare il loro sviluppo e dicono: non ci potete imporre regole che per voi vanno bene perché siete 50 anni avanti a noi». Come giudica il piano dei termovalorizzatori in Sicilia? «Noi abbiamo fatto la nostra parte autorizzando il Cip6 a dicembre dell'anno scorso. Lo abbiamo fatto con molta fatica, perché, come sa, gli incentivi sul Cip6 ricadono poi sulle bollette, li paga il cittadino. E allora qualcuno aveva detto: perché dobbiamo pagare tutti il Cip6 per la Sicilia? Se lo paghino i siciliani sulle loro bollette. Allora sono andato dalla Prestigiacomo e ho fatto la mia proposta, molto semplice: che gli incentivi del Cip6 vadano pure a carico dei consumatori siciliani, ma previa la restituzione di tutto quello che i siciliani hanno pagato per il Cip6 delle altre Regioni d'Italia. Così è subito passato il Cip6 per la Sicilia».

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Boc: Secretarii de stat care nu sunt de acord cu Legea unica a salarizarii sa-si dea demisia (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 05-05-2009)

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> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Boc: Secretarii de stat care nu sunt de acord cu Legea unica a salarizarii sa-si dea demisia Rl online Marti, 05 Mai 2009 Premierul Emil Boc a declarat, la discutiile de la Ministerul Muncii pe tema Legii unice a salarizarii, ca persoanele ce nu sunt de acord cu existenta legii si care inca mai doresc sa existe legi speciale nu au ce cauta in guvern, facand referire la unii secretarii de stat din anumite ministere. "Nu exista, in cadrul guvernului, niciun fel de dezacord in ce priveste Legea unica de salarizare. Exista un punct de vedere unitar ca avem nevoie de o singura lege. Vreau sa transmit secretarilor de stat care au puncte de vedere diferite sa uite sau sa-si dea demisia", a spus Boc, citat de Newsin. Discutiile pe tema Legii unice au fost amanate de mai multe ori deoarece Ministerul Justitiei, Ministerul Afacerilor Externe si Ministerul de Interne nu au transmis la timp nomenclatorul de functii si echivalarea acestora, asa cum se convenise in cadrul grupului de lucru. Premierul a adaugat ca termenul fixat pentru finalizarea acestei legi, respectiv 30 iunie, trebuie respectat si ca discutiile nu trebuie sa duca la intarzierea acestui act normativ. "Fac apel la dispozitia dialogului. Trebuie sa existe discutii, dar dar nu discutii de dragul discutiilor, pentru a iesi cumva in afara calendarului", a spus Boc. "Tin sa spun forte raspicat ca guvernul are determinarea politica sa realizeze Legea unica de salarizare a personalului bugetar in Romania si sa existe o singura lege pentru toate persoanele care sunt platite din banii publici", a mai spus primul ministru, precizand ca va reveni la negocieri ori de cate ori va fi nevoie. Ministrul muncii, Marian Sarbu, a spus ca "principalul obiectiv de actiune in acest moment este acela de a se realiza echivalente intre diferite functii ale sistemului bugetar". La negocierile de la Ministerul Muncii participa, alaturi de reprezentantii Executivului si sindicatelor, si reprezentanti din partea Ministerului Justitiei, Consiliului Superior al Magistraturii (CSM), Serviciului Roman de Informatii (SRI), Agentiei Nationale a Functionarilor Publici, precum si din partea ministerelor Administratiei si Internelor (MAI), Afacerilor Externe (MAE), Finantelor Publice (MFP), Mediului, Transporturilor, Agriculturii, Apararii Nationale Educatiei si Sanatatii. Din aceeasi categorie: FMI: Salariile vor creste in perioada 2009-2011 in pas cu inflatiaUdrea, amenintata de mafia din turismSurse CNADNR: ‘’In Romania s-ar putea circula relativ normal dupa 2013’’ Voteaza

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Zapatero segue il modello francese">Stop alla pubblicità sulla tv pubblica Zapatero segue il modello francese pag.1 (sezione: Giustizia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 05-05-2009)

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Tv/ Stop alla pubblicità sulla tv pubblica: Zapatero segue il modello francese. Ma a pagare saranno i concorrenti privati Martedí 05.05.2009 16:28 Il presidente di Telecinco aveva addirittura minacciato il ricorso alla Corte costituzionale, per poi scendere a più miti propositi (forse su "suggerimento" della casa madre italiana). Forse anche per questo tutta la materia radiotelevisiva è stata ora demandata al vicepresidente De la Vega, che sta assumendo su di sè sempre maggiore potere e decisionismo, a fronte di sondaggi che vedono la popolarità del premier ai minimi storici. Il modello a cui si ispira la Spagna è quello della Francia, dove dal 2011 la tv pubblica non avrà più pubblicità, i cui introiti dovrebbero essere recuperati da un aumento del 3-4% del canone televisivo. La Spagna invece preferirebbe, in un momento di crisi e di rischio inflativo crescente, far pagare non gli utenti ma i diretti interessati, e cioè gli operatori televisivi privati. Da registrare infine le parole amare del presidente di Tve, Luis Fernández, che ha portato il primo canale pubblico a riconquistare il primato dell'audience con un 17,2%. "Il governo si è riunito da solo con i privati e non con noi", ha commentato Fernandez interpellato dai giornalisti, lamentando di essere stato informato da una semplice telefonata della decisione presa dall'esecutivo. < < pagina precedente

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Finanziaria: ok a Dapef ed a nuovi mutui (sezione: Giustizia)

( da "Sardegna oggi" del 05-05-2009)

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martedì, 05 maggio 2009 Finanziaria: ok a Dapef ed a nuovi mutui Il Consiglio regionale, come primo atto nell'esame dettagliato della Manovra finanziaria, ha approvato il Documento annuale di programmazione economica (Dapef), attraverso una specifica risoluzione che ha ottenuto 35 voti favorevoli, 22 contrari e un'astensione. Via libera anche alla parte dell'articolo 1 che autorizza la Regione alla contrazione di nuovi mutui. Inoltre il Governo regionale si impegna a presentare entro tre mesi un'analisi sulla situazione dei residui. -->CAGLIARI - Il Dapef contiene il quadro dell'attuale situazione economica sarda, una breve indicazione della visione strategica della Giunta centrata su tre assi prioritari d'intervento (capitale umano, impresa e territorio), gli obiettivi prioritari della Manovra sotto esame dell'aula e i principi ispiratori del prossimo Programma regionale di sviluppo 2010-2014 che l'esecutivo guidato da Ugo Cappellacci si è impegnato a predisporre entro settembre. L'assessore del Bilancio, Giorgio La Spisa, ha accolto un emendamento del centrosinistra che introduce il riferimento al nuovo regime delle entrate fiscali dal 2010 in poi. "Altrimenti - aveva spiegato Chicco Porcu (Pd) - sarebbe stata una grave dimenticanza". Il Consiglio regionale ha iniziato poi a votare i commi e gli emendamenti del primo articolo del disegno di legge finanziaria per il 2009. Si autorizza la Giunta di Ugo Cappellacci a indebitarsi per mezzo miliardo di euro per sostenere investimenti pubblici, in misura più rilevante (110 milioni) a favore del sistema delle autonomie locali. Rispetto alla tendenza del precedente esecutivo, per la copertura di queste spese si ricorre alla contrazione di mutui quinquennali mentre viene abbandonata l'anticipazione delle entrate future in arrivo dallo Stato. La relativa norma della Finanziaria 2007 è stata abrogata. L'assessore al Bilancio, Giorgio La Spisa, ha precisato: “La scelta fatta dal precedente governo regionale era e rimane opinabile, ma c'è il punto fermo del giudizio molto netto della Corte dei Conti e della Corte Costituzionale. Il punto della situazione lo faremo con la manovra finanziaria per il 2010”. Per compensare il disavanzo di amministrazione, che a fine 2008 era di 1,4 miliardi, per metà si contrarranno mutui con durata massima di trenta anni e per il resto si accantoneranno quote di entrate proprie della Regione previste nel periodo 2009-2015. Sessantacinque milioni sono messi da parte per far fronte a nuove spese derivanti dall'eventuale approvazione di nuove leggi. Entro tre mesi dall'approvazione della Manovra finanziaria, la Giunta regionale si impegna a presentare, nell'ottica del risanamento del Bilancio, un'analisi sulla consistenza dei residui passivi, le somme impegnate nei precedenti esercizi ma non spese. L'obiettivo è di distinguere le somme vincolate e che impongono il pagamento, a quelle sulle quali l'obbligazione non è giuridicamente perfezionata e, quindi, potranno essere riutilizzate dall'amministrazione. Nel primo articolo del ddl finanziaria si prevede una spesa di 200.000 euro per la creazione di un gruppo di esperti incaricati a valutare la materia. Il Consiglio regionale ha dato anche via libera a una serie di commi di carattere contabile inseriti nel primo articolo del ddl: lo stanziamento di 4,2 milioni per la liquidazione di società a partecipazione regionale come la Hydrocontrol; con 10,5 milioni si finanzierà l'attività della ricerca pubblica delle società Fase uno, Sardegna ricerche, Porto Conte e Crs4; 6 mln serviranno a stimolare l'insediamento di imprese nei poli del Parco scientifico e tecnologico. -->

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