CENACOLO
DEI COGITANTI |
Materia, rabbia e lacrime
Pago un prezzo altissimo ( da "Gazzetta
di Reggio" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: autorità del Csm. Ciò ha turbato
l'equilibrio nervoso mio e della mia famiglia, che non ha radici solo qui, ma
anche a Bologna. Dimettendomi ho difeso anche il Csm da una decisione che
sarebbe stata lacerante per tutti». Materia parla soprattutto della Sicilia e
ancora una volta torna sull'incontro con il «falso» collaboratore di giustizia,
Il ministero non paga la
stenotipia Il processo ha rischiato di saltare
( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Giustizia - al quale evidentemente
non deve stare granchè a cuore il funzionamento della macchina giudiziaria
visto che gli uffici di tribunale procura hanno recentemente lamentato perfino
la mancanza di materiale di cancelleria - infatti non paga da parecchio tempo
la ditta che fornisce il personale per la stenotipia e il personale stesso pare
che da mesi non percepisca stipendio.
La scuola è compatta,
vuole Eccli ( da "Alto
Adige" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: eventuale decisione di una
impugnazione davanti alla Corte costituzionale. Prima di arrivare a questo
strappo Durnwalder ha voluto certificare l'indirizzo del mondo scolastico. Su
suo invito si sono riuniti ieri presidi, sindacati, studenti, insegnanti,
funzionari. Con il presidente provinciale c'era anche l'assessore alla scuola
italiana Christian Tommasini,
Processo Eclissi le
motivazioni ( da "City"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Processo Eclissi le motivazioni
Depositate ieri le motivazioni della sentenza sul processo Eclissi, il cui
ritardo ha causato la scarcerazione di 21 mafiosi. Lo hanno detto al Csm il
presidente della Corte d'Appello Vito Caferra e il presidente della sezione gip
del tribunale Giovanni Leonardi. Il ritardo accumulato dalla giudice De Palo è
di poco più di 9 mesi. 29 aprile 2009
di Vincenzo Chiumarulo
Meglio tardi che mai: sono state deposi...
( da "Leggo" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Mentre il Csm ha invitato i due
dirigenti baresi a vigilare sui tempi del deposito delle sentenze. Ma Leonardi
ha ribadito che «all'ufficio gip-gup del tribunale di Bari non esistono sistemi
di monitoraggio delle sentenze che sono in media 1.500 all'anno».
I massimi
costituzionalisti italiani si confronteranno oggi e domani alla presenza del
vice pres... ( da "Leggo"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: I massimi costituzionalisti
italiani si confronteranno oggi e domani alla presenza del vice presidente
della Corte costituzionale Ugo De Siervo. Alla facoltà di Giurisprudenza
incontro su «Costituzionalismo e diritto costituzionale negli Stati integrati d'Europa».
Niente placet per la donna
che sposa un italiano ( da "Italia
Oggi" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: L'elenco delle sedi disagiate,
trasmesso dal Csm, osserva via Arenula, «è di numero inferiore alle 60 sedi
previste dalla norma in vigore, così come il numero di magistrati da
destinarvi, indicato dal Csm, è inferiore rispetto ai 100 stabiliti dalla
odierna normativa».
Ci vuole più trasparenza
nelle grandi manovre su Intesa Sanpaolo
( da "Milano Finanza (MF)"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: storica sentenza della Corte
costituzionale che fulminò come illegittima una legge che avrebbe abbattuto la
loro autonomia.Ora, però, il loro ruolo, proprio a motivo della crisi, diventa
ancor più rilevante. Essi dovranno, dunque, dare prova di essere capaci di
tutelare la stabilità degli assetti proprietari, sottraendosi a tentazioni di
egemonia territoriale o di schieramento all'
La cognata di Santoro
salva l'ex pm ( da "Nazione,
La (Firenze)" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: SUL FRONTE del violentissimo
scontro tra uffici giudiziari, in gennaio il Csm era intervenuto con una
raffica di trasferimenti e sospensioni. Al centro, i sequestri e le
perquisizioni ordinate in autunno dai pm campani contro le toghe calabresi
accusate di aver sottovalutato se non insabbiato l'inchiesta Why Not tolta a De
Magistris.
i vertici della procura al
csm "siamo un ufficio compatto"
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Pagina III - Napoli Le audizioni I
vertici della Procura al Csm "Siamo un ufficio compatto" Oggi la
prima commissione del Csm tirerà le somme sulla pratica aperta a tutela dei pm
Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo in seguito alle frasi pronunciate dal premier
Berlusconi a margine della inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra.
di MIKE SCULLIN
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ad attendere che il Csm decidesse.
«Il 3 aprile il Csm ha deciso di rinviare. A quel punto è partita l'iniziativa
del banchetto per raccogliere firme contro di me. L'ho interpretato come un
linciaggio, e una pesante interferenza sul Csm. Un linciaggio che attenta al
sistema e all'equilibrio della mia famiglia che abita a Bologna.
amato: "i pezzi dello
stato insieme per la sicurezza"
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: insieme al vicepresidente del Csm
Nicola Mancino e al professor Gianni Ferrara, alla presentazione del volume di
Massimo Villone "Il tempo della Costituzione". «La struttura della
Carta - evidenzia Amato - è buona, altrimenti non avrebbe retto per tutti questi
anni» segnati anche «da momenti drammatici».
Quella mania di denunciare
politici e giudici ( da "Giornale.it,
Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: IL BIGLIETTO PER BRUXELLES Il Csm
decide il trasferimento del pm da Catanzaro e dalle funzioni di pm. Sul «caso
De Magistris» interviene anche il capo dello Stato. Ormai a difendere il
magistrato sono rimasti solo in due: un comico, Beppe Grillo, e un ex pm ora in
politica, Antonio Di Pietro.
di ANNALISA ANGELICI
PERUGIA LA DECISIONE del giudice per l&...
( da "Nazione, La (Umbria)"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: chiesto il rinvio degli atti alla
Corte costituzionale. Si verificherebbe nel suo caso una sorta di conflitto tra
la possibilità che gli vengano concesse le attenuanti generiche prevalenti
sulle aggravanti (garantita a tutti, ancor più a chi collabora all'inchiesta
come nel suo caso) e l'impossibiltà di ottenerle, essendo già stato giudicato
per reati analoghi negli scorsi cinque anni.
16 anni a Carpisassi
( da "Nazione, La (Umbria)"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: chiesto il rinvio degli atti alla
Corte costituzionale. Si verificherebbe nel suo caso una sorta di conflitto tra
la possibilità che gli vengano concesse le attenuanti generiche prevalenti
sulle aggravanti (garantita a tutti, ancor più a chi collabora all'inchiesta
come nel suo caso) e l'impossibiltà di ottenerle, essendo già stato giudicato
per reati analoghi negli scorsi cinque anni.
A Teheran Roxana continua
lo sciopero della fame ( da "Riformista,
Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: spiegando di averla incontrata ieri
in un ufficio del potere giudiziario per discutere della sua procedura di
appello con l'avvocato. «È diventata molto magra», ha detto Reza Saberi,
raggiunto telefonicamente dalla France Presse. «E determinata a continuare il
suo sciopero della fame fino al giorno del suo rilascio», ha aggiunto il padre
della giornalista.
DeMagistris prosciolto
Festa in famiglia ( da "Riformista,
Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm sul "modus operandi"
di De Magistris, che hanno spinto l'organo di autogoverno della magistratura a
trasferirlo in Campania, indubbiamente questa decisione del Gip alleggerisce la
posizione di De Magistris. Oltre all'Italia dei Valori saranno soddisfatti
tutti i fan del magistrato che avevano visto nelle inchieste di Catanzaro la
possibilità di far risorgere al Sud Mani pulite.
E ancora le condanne: a
Giuliano Benemio, già gestore del night club Cristall e braccio...
( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: questione va rimandata alla Corte
Costituzionale. E mentre si decide prosegue l'altra inchiesta quella sul
riciclaggio. E chissà che questa pausa concessa a Menzo non sia collegata con
l'inchiesta della Sirio ecologica? Passo indietro. Menzo e gli altri, già Erano
venuti in Umbria per ricostituire una banda criminale, che non esitava a usare
le armi per raggiungere i suoi obiettivi:
Appello Civile: nominato
Pisotti ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il magistrato attualmente presiede
la prima sezione civile del Tribunale. Nella stessa seduta il Csm ha indicato,
sempre all'unanimità, Simonetta Lai presidente della sezione Lavoro del
Tribunale, Massimo Poddighe e Claudio Gatti (nella foto) presidenti di sezione
del Tribunale.
Il Csm ai giudici:
vigilate sui tempi ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 1 Scarcerazioni Il Csm ai giudici:
vigilate sui tempi di ROSANNA LAMPUGNANI E' stata una audizione animata quella
di ieri al Csm del capo dei Gip di Bari Giovanni Leonardi (nella foto) e del
presidente della Corte d'appello Vito Marino Caferra. Dopo il caso
scarcerazioni, il Csm ha invitato i giudici a vigilare sui tempi.
Boss liberi, giudici al
Csm Depositate le motivazioni ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Una ragione di più per il Csm per
chiedere invece l'introduzione di meccanismi di controllo per evitare in futuro
il ripetersi di casi analoghi. Cosa accadrà ora? Non sarà il Csm a giudicare se
con il suo comportamento De Palo abbia eventualmente violato doveri
deontologici;
Caferra
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corriere del Mezzogiorno sezione:
BARI data: 29/04/2009 - pag: 5 Caferra Anche il presidente della Corte
d'appello, Vito Marino Caferra, è stato ascoltato dal Csm
Lepore: su 10 politici tre
stanno con i clan ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: su 10 politici tre stanno con i
clan Galgano al Csm: «Caso Napoli chiuso» Il trenta per cento dei politici è
vicino ai clan: lo ha detto ai giornalisti il procuratore di Napoli, Lepore, al
termine dell'audizione da parte della commissione Antimafia. Ascoltati anche
aggiunti e pm. Affrontato il nodo del voto di scambio.
Galgano al Csm:
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Galgano al Csm: «Il caso Procura è
chiuso» Il Pg: l'ufficio è tornato ordinato. La commissione oggi decide se
acquisire nuovi atti DAL NOSTRO INVIATO ROMA - La Procura di Napoli 'è tornata
ad essere un ufficio ordinato' dove i pm 'lavorano e fanno il proprio dovere',
dunque 'oggi non ravviso più alcun elemento di tensione'.
Dieci candidati per la
Procura ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La decisione del Csm era attesa per
oggi ma è slittata. Nominati invece i presidenti di sezione Dieci candidati per
la Procura Tribunale.. La decisione del Csm era attesa per oggi ma è slittata.
Nominati invece i presidenti di sezione Entro 48 ore il nome del successore di
Amoroso --> Entro 48 ore il nome del successore di Amoroso In corsa tra gli
altri Carlo Lasperanza,
Contraddittorio assente
sui documenti distrutti ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Commenti Pagina 336 La Corte
costituzionale sulle intercettazioni Contraddittorio assente sui documenti
distrutti La Corte costituzionale sulle intercettazioni --> Secondo la
Consulta non tutte le intercettazioni illegali andrebbero distrutte, fermo
restando il divieto di rendere note le modalità con cui gli atti e i documenti
medesimi sono stati acquisiti.
petruzzelli, le chiavi
tornano al ministero - giuliano foschini
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Una volta annullato però dalla
Corte costituzionale quel provvedimento, i soldi in più spesi dallo Stato -
sosterrebbe l´Avvocatura - non possono essere regalati ai legittimi proprietari
del teatro. Per questo motivo prima di fare ogni passo ufficiale - sia esso la
consegna delle chiavi alla famiglia oppure l´applicazione del protocollo del
2002 con l´
boss scarcerati, due
giudici dal csm ( da "Repubblica,
La" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: due giudici dal Csm La De Palo
chiese l´esonero. Depositate le motivazioni della sentenza I dirigenti hanno
ricostruito a Roma la vicenda davanti alla prima commissione Confermato
l´eccessivo carico di lavoro E´ stata una corsa contro il tempo. Il giudice
Rosa Anna De Palo ha accelerato e ultimato la stesura delle motivazioni,
AFP: Situatia cazurilor de
gripa porcina ( da "Romania
Libera" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: care s-a intors recent din Mexic, a
contractat "probabil" gripa porcina, potrivit centrului de prevenire
local. Din aceeasi categorie: Patronul Argesului iese azi sau maineRepartizarea
dosarului Becali, verificata de CSM Arbitrii Marcel Savaniu, Sorin Corpodean si
observatorul FRF Marcel Lica raman in arest Voteaza
clandestini, arrivano i
presidi-spia denuncia per le iscrizioni a scuola - liana milella
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Per la seconda volta la soluzione
per obbligare il Csm a trasferire d´ufficio giudici e pm è stoppata in
commissione e il sottosegretario Giacomo Caliendo la ritira («Se c´è la fiducia
la riproporremo»). Va peggio per gli ascolti. Le aziende che li rendono
possibili (
Tariffe dell'acqua
illegittime Acea ora deve rimborsare
( da "Stampa, La" del
29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Roberto Passino, fa riferimento a
una sentenza emessa dalla Corte Costituzionale. La suprema corte ha dichiarato
l'illegittimità di questo passo della norma: «E' dovuta dagli utenti anche nel
caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di
depurazione, o questi siano temporaneamente inattivi».
Sentenze della Cassazione,
Pubblico Ministero, obbligo di chiedere l'archiviazione
( da "AltaLex" del
29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale Sentenza 24
aprile 2009, n. 121 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE
COSTITUZIONALE composta dai signori: - Francesco AMIRANTE Presidente - Ugo DE
SIERVO Giudice - Paolo MADDALENA " - Alfio FINOCCHIARO " - Alfonso
QUARANTA " - Franco GALLO " - Luigi MAZZELLA " - Gaetano
SILVESTRI "
Reddito di impresa: la
nuova disciplina della deducibilità degli interessi passivi
( da "AltaLex" del
29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: della Corte Costituzionale, della
Presidenza della Repubblica e gli organi legislativi delle regioni a statuto
speciale. 2.2.3 Interessi relativi a contratti di leasing Con riferimento ai
contratti di locazione finanziaria, si fa presente che l'articolo 1, comma 33,
lettera n), della legge finanziaria
Affaritaliani.it:">De
magistris ad Affaritaliani.it: ( da "Affari
Italiani (Online)" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: resta il CSM. E' il Consiglio
Superiore della Magistratura che mi ha tolto le indagini...". ...Ed è la
Cassazione che deciderà se smentire o confermare quelle scelte: l'udienza è
stata fissata per il 16 giugno, proprio a ridosso delle elezioni europee alle
quali lei parteciperà come candidato indipendente nell'Italia dei Valori di
Antonio di Pietro.
- USA: DAL PRESIDENTE
OBAMA MESSAGGI CONTRASTANTI ( da "WindPress.it"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: consegna alla giustizia di tutte le
persone responsabili delle torture e delle altre gravi violazioni dei diritti
umani perpetrate durante l'amministrazione Bush e, infine, dalla previsione di
rimedi giudiziari effettivi per le vittime"."Abbiamo assistito a
importanti sviluppi positivi in questi primi 100 giorni, ma alcune azioni
restano incomplete e altre ancora sono tutte da avviare,
Ucraina/ Corte
costituzionale avvia esame su data
( da "Virgilio Notizie"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale ucraina
avvia oggi l'esame della delibera parlamentare che fissa le elezioni
presidenziali anticipate al prossimo 25 ottobre. La decisione della Rada (il
parlamento monocamerale di Kiev) è contestata dal presidente Viktor Yushchenko,
che ha chiesto all'Alta corte di verificarne la costituzionalità,
UCRAINA/ CORTE
COSTITUZIONALE AVVIA ESAME SU DATA PRESIDENZIALI
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ucraina/ Corte costituzionale avvia
esame su data presidenziali di Apcom Ricorso del presidente Yushchenko che si
oppone a decisione Rada -->Roma, 29 apr. (Apcom-Nuova Europa) - La Corte
costituzionale ucraina avvia oggi l'esame della delibera parlamentare che fissa
le elezioni presidenziali anticipate al prossimo 25 ottobre.
Legge elettorale, coro di
scontenti ( da "Denaro,
Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: eccezione quale il vicepresidente
del Csm Nicola Mancino, hanno partecipato Giuliano Amato, ex presidente del
Consiglio, Gianni Ferrara, costituzionalista e già senatore, Guido Trombetti,
rettore della Federico II e Lucio De Giovanni, preside della facoltà di
Giurisprudenza. Dito puntato contro la nuova legge elettorale che non riscuote
il consenso dell'ex ministro dell'
Lepore: Politici, il 30% è
colluso ( da "Denaro,
Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: in serata è stato ascoltato dal Csm
nell'ambito dell'istruttoria aperta sulla situazione in Procura) ha anche
precisato che ill sindaco dimissionario di Castelvolturno, Francesco Nuzzo
"non è ancora venuto da noi", cioè in procura. Sulla vicenda
interviene anche il presidente della commissione parlamentare Antimafia
Giuseppe Pisanu:"Temo sia i camorristi che i politici collusi -
GIUSTIZIA/PG CASSAZIONE:
DEGRADO È TREMENDO, IL FUTURO A RISCHIO
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Pg Cassazione: Degrado è tremendo,
il futuro a rischio di Apcom Sos al Csm. Serve intervento immediato: ora
missione a Strasburgo -->Roma, 29 apr. (Apcom) - La giustizia in Italia è
"in una situazione gravissima, tremenda": "Se non ci sarà un
adeguamento ai canoni di Strasburgo non c'è avvenire per la magistratura"
nel nostro Paese.
QUIRINALE/ NAPOLITANO
RICEVE PRESIDENTE CORTE COSTITUZIONALE
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Quirinale/ Napolitano riceve
presidente Corte Costituzionale di Apcom L'incontro questa mattina al Colle
-->Roma, 29 apr. (Apcom) - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
ha ricevuto questa mattina al Quirinale il Presidente della Corte
Costituzionale, dott. Francesco Amirante.
EUROPEE/ DE MAGISTRIS: MI
CANDIDO PERCHÈ MESSO ALL'ANGOLO DA CSM
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: angolo da Csm di Apcom "Dovevo
correre nel 2008, ma stavo ancora lavorando come toga" -->Roma, 29 apr.
(Apcom) - "Ho sempre detto che io volevo fare il magistrato, questo era il
mio sogno. Il Csm mi ha messo nell'angolo ed oggi è attestata da più parti l'assoluta
correttezza del mio operato, la pagina più brutta l'ha scritta proprio il
consiglio superiore della magistratura.
EUROPEE/ FRANCESCHINI: MIA
RESPONSABILITÀ SCELTA DEI CAPILISTA
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: un ex ministro ed ex membro del Csm
di candidarsi nel Nord Est, ho chiesto io a Sergio Cofferati di candidarsi
superando le questioni familiari, ho chiesto io a Rita Borsellino, un simbolo
della lotta alla mafia, di candidarsi nelle Isole, ho chiesto io a un
giornalista come David Sassoli, di candidarsi e per farlo ha rinunciato ad una
carriera quasi certa,
Notariato, sistemi a
confronto ( da "Denaro,
Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Presidente emerito della Corte
Costituzionale, prof. Baldassarre si chiede cosa sarebbe un mercato se non ci
fossero le regole che stabiliscono quali beni si possono scambiare, se lo
scambio è corretto, quali sono i giocatori. Nell'800 si diffondono le ideologie
secondo le quali la libertà è uno stato di natura dell'uomo e quindi il diritto
è solo una serie di obblighi che la restringono.
E' il momento di rifondare
il rito ( da "Denaro,
Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: apparire come una provocazione deve
diventare una priorità per il corretto funzionamento del sistema giudiziario;
non tanto e non solo per recuperare il gap con gli altri Paesi (con i quali
dobbiamo confrontarci sul piano della competitività) ma per introdurre un
sistema di regole dove gli utenti del servizio giustizia potranno avere
risposte certe e rapide.
Magistrati onorari in
cerca di status ( da "Denaro,
Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: in Diritto e Giustizia, n. 3/2005,
p. 110 ss.). La magistratura onoraria è tradizionalmente presente nell'
ordinamento giudiziario italiano e non vi è dubbio, peraltro, circa la piena
legittimità dell' esercizio di funzioni giudiziarie da parte di magistrati
onorari, stante l' espressa previsione di cui all' art.
SOSPESA PER 60 GIORNI LA
DEMOLIZIONE DELLE CASE ABUSIVE DI PROCIDA E ISCHIA. DOPO LA SOSPENSIONE PER...
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ieri le ordinanze della VII sezione
penale della Corte di Appello. L'istanza è stata accolta in attesa del
pronunciamento della Corte costituzionale sull'applicazione del terzo condono
in zone a vincolo paesaggistico. Si è spostata ieri a Palazzo Chigi, invece, la
protesta dei proprietari di 800 case abusive da abbattere a Giugliano.
IL MAGISTRATO LUIGI DE
MAGISTRIS, CANDIDATO ALLE EUROPEE CON L'IDV, è STATO PROSCIOLTO NEL...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ambito dell'inchiesta toghe lucane:
il gip di Salerno ha accolto la richiesta della Procura. È stata intanto
fissata per il 16 giugno l'udienza in Cassazione che dovrà decidere se
confermare o meno i provvedimenti inflitti in via cautelare dal Csm ai
magistrati protagonisti dello scontro tra le Procure di Salerno e Catanzaro.
NON C'è UN CONFLITTO
PATOLOGICO ALL'INTERNO DELLA PROCURA DI NAPOLI; E IL CONTRASTO C...
( da "Mattino, Il (City)"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: lo stesso Lepore e il Pg di Napoli
Vincenzo Galgano hanno sostenuto davanti alla Prima Commissione del Csm, che li
aveva convocati, assieme al procuratore aggiunto di Napoli Aldo De Chiara,
responsabile del pool ambiente dei pm napoletani. Di quel contrasto tra Lepore
e i sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo si è già occupata un'altra commissione
di Palazzo dei marescialli.
Ho letto con grande
interesse l'ordinanza con cui i giudici del Tribunale di Venezia hanno rime...
( da "Gazzettino, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: con cui i giudici del Tribunale di
Venezia hanno rimesso agli atti alla Corte Costituzionale per una verifica
della costituzionalità delle norme del codice civile che in materia
matrimoniale presuppongono ed esigono la diversità di sesso dei due coniugi.
Conosco bene tutti e tre i colleghi del tribunale veneziano e ne ho grande
stima, non solo sotto il mero profilo professionale,
SICUREZZA/ PD ATTACCA SU
FIGLI IMMIGRATI. GOVERNO:MINORI TUTELATI
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Tale diritto è stato esteso dalla
Corte Costituzionale al marito convivente della donna che partorisce". Il
testo, insomma, "preclude all'immigrato irregolare soltanto la possibilità
di chiedere provvedimenti in suo favore, mentre la dichiarazione di nascita
costituisce un atto nell'interesse del bambino".
Acqua e depuratori, per
Federconsumatori c'è un abuso ai danni degli utenti
( da "PrimaDaNoi.it"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Nel 2008, una sentenza della Corte
Costituzionale dichiarava l'illegittimità costituzionale delle richieste in
bolletta agli utenti di questa voce qualora gli utenti fossero stati sprovvisti
«di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente
inattivi».
"Giustizia, la
situazione è gravissima" ( da "Stampaweb,
La" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Intervenendo stamattina al plenum
del Csm, il "numero uno" dei Pm italiani ha rivolto un appello
proprio all?organo di autogoverno delle toghe sollecitandolo a mobilitarsi al
suo massimo livello e ad inviare una delegazione alla Corte e al Comitato dei
ministri di Strasburgo. Un?
FACCI RACCONTA DE
MAGISTRIS, STORIA UN FALLITO DI SUCCESSO, CANDIDATO DELL'IDV ALLE EUROPEE - LE
SUE INDAGINI? TANTI TITOLI (SUI GIORNALI), ZERO CONDANNE - QUELLA MANIA DI
DENUNCIA ( da "Dagospia.com"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: sarà condiviso anche dal Csm. Poi
negò la pura evidenza: «Non si tiene conto dei provvedimenti che hanno
confermato le ipotesi dell'accusa». Ma di questi provvedimenti non ne citò
neanche uno. In compenso scrisse questo: «La mia condotta è stata
irreprensibile e le indagini svolte con correttezza e professionalità», «chi mi
conosce sa quanto sia rispettoso di tutte le persone.
SICUREZZA/ SALE IPOTESI
FIDUCIA SUL DDL, PD-UDC: GOVERNO DIVISO
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Un diritto "esteso dalla Corte
Costituzionale al marito convivente della donna che partorisce". Il testo,
insomma, secondo l'esponente del governo "preclude all'immigrato
irregolare soltanto la possibilità di chiedere provvedimenti in suo favore,
mentre la dichiarazione di nascita costituisce un atto nell'interesse del
bambino".
GIUSTIZIA/ CSM: NO
CONSULENZA CICALA, BOCCIATA RICHIESTA MARONI
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm: No consulenza Cicala, bocciata
richiesta Maroni di Apcom Ex leader Anm aveva chiesto di continuare lavoro in
Cassazione -->Roma, 29 apr. (Apcom) - Mette a rischio imparzialità e
indipendenza del magistrato: è per questa ragione che il Csm ha bocciato la
richiesta dell'ex presidente dell'Anm Mario Cicala di poter fare il consigliere
giuridico,
Giustizia/ Mancino: No
interferenze in scelta capo pm ( da "Virgilio
Notizie" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Lo dice a chiare lettere il
vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, affrontando in plenum il 'caso' che si
è aperto dopo la lettera di dimissioni dalla magistratura di uno dei due
candidati indicati dalla Commissione Direttivi, l'attuale procuratore capo di
Reggio Emilia Italo Materia, in 'corsa' assieme all'ex procuratore capo di
Brescia Giancarlo Tarquini.
GIUSTIZIA/ MANCINO: NO
INTERFERENZE IN SCELTA CAPO PM BOLOGNA
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Lo dice a chiare lettere il
vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, affrontando in plenum il 'caso' che si
è aperto dopo la lettera di dimissioni dalla magistratura di uno dei due
candidati indicati dalla Commissione Direttivi, l'attuale procuratore capo di
Reggio Emilia Italo Materia, in 'corsa' assieme all'ex procuratore capo di
Brescia Giancarlo Tarquini.
Judecatoarea Maria Nicola,
exclusa din magistratura ( da "Romania
Libera" del 29-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ceilalti magistrati fiind doar
revocati din functie de CSM. Judecatoarea, care a fost audiata in urma cu o
luna de CSM, a declarat ca nu a vrut sa-si asume riscul ca Gorbunov sa orbeasca
in penitenciar. Maria Nicola a recunoscut insa ca Serghei Gorbunov, condamnat
pentru omor, prezenta pericol pentru ordinea publica, insa a preferat sa nu
motiveze sentinta pentru a nu se contrazice.
Il pm Padula replica a
Materia: Lo querelo ( da "Gazzetta
di Reggio" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: IL CSM. Le dimissioni a sorpresa di
Materia hanno tenuto banco ieri - a Roma, al Csm - e dalla riunione del plenum
sono uscite due decisioni importanti. La tanto discussa pratica a tutela di
Materia (depositata a suo tempo dall'avvocato reggiano Celestina Tinelli,
membro laico del Csm) è stata ammessa e verrà pubblicata.
Diciotto partiti in gara
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: membro del Csm. Consiglio
reclutato. Sono numerosi i consiglieri regionali che si mettono in gioco nelle
prossime settimane. Oltre a Gianpaolo Bottacin, leghista, che corre per la
Provincia di Belluno, e a Barbara Degani, piedillina che punta alla successione
di Vittorio Casarin a Padova, scendono in pista alle Europee Franco Frigo,
Procura senza sostituti
Gli avvocati protestano ( da "Stampa,
La" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la procura aveva ingranato e i
prossimi trasferimenti bloccheranno di nuovo tutto». Peirone e il segretario
Maurizio Bonatesta suggeriscono anche che «il trasferimento avvenga quando sia
già stato individuato un sostituto». La presa di posizione dell'Ordine
saluzzese sarà spedita anche a ministro della Giustizia e Csm.
sinigaglia: la provincia
paghi il trasporto dei disabili ( da "Mattino
di Padova, Il" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ma una sentenza della Corte
Costituzionale dell'estate scorsa racconta una verità diversa: gli euro in
questione devono essere scuciti dalla Provincia. Che è l'ente che gestisce gli
istituti superiori. Al momento la spesa per il trasporto di 22 disabili è di
centotrentamila euro all'anno.
moffa sott'inchiesta, il
csm lo trasferisce - andrea mori ( da "Centro,
Il" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il Csm lo trasferisce Il
procuratore capo accusato di non essersi astenuto in un processo di un parente
ANDREA MORI LANCIANO. Ha provato a difendersi lui, procuratore capo chiamato
spesso in aula a sostenere l'accusa, ma il Consiglio superiore della magistratura
(Csm) gli ha dato per ora torto comunicandogli il suo trasferimento d'
dal sogno coronato due
anni fa alla soluzione del caso marcucci
( da "Centro, Il" del
30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Per la sua sostituzione il Csm ha
già indetto un primo concorso a cui tuttavia pare non ci siano state risposte.
E' previsto un secondo bando ma i tempi sono lunghi. Fra le inchieste che Moffa
ha seguito più da vicino c'è in particolare quella sulla morte del barista di
Atessa Angelo Marcucci, ai primi di gennaio.
tribunale, arrivano tre
giudici gli avvocati: grazie venezia
( da "Nuova Venezia, La"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: col sindaco Bertoncello che ventila
possibili problemi ove venisse eletta alla guida della Provincia l'attuale
primo cittadino di S. Donà, Francesca Zaccariotto, arriva perlomeno qualche
schiarita sul fronte del funzionamento interno. Da tempo infatti, al Palazzo di
Giustiza mancavano due giudici togati, necessari per garantire un disbrigo
veloce dei processi e delle pratiche.
Paolo Pezzana, già
responsabile delle Politiche Sociali per la Caritas, dal 2004 è preside...
( da "Unita, L'" del
30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ma prima che la Corte
costituzionale si pronunci, centinaia di migliaia di persone resteranno in una
pericolosa incertezza. La sensazione che ho avuto è che anche nella maggioranza
siano in molti a dubitare dell'applicabilità effettiva di norme come queste. E
questo, lo ripeto, non è un modo serio di fare le leggi.
Porte chiuse Cobolli va al
Coni E c'è l'ipotesi Tar ( da "Stampa,
La" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presidente emerito della Corte
Costituzionale e giudice che presiede la corte al Foro Italico, potrebbe
assumere un provvedimeto d'urgenza. La Juve, con la richiesta di sospendere gli
effetti immediati del verdetto che ha chiuso lo stadio, intende tutelarsi
qualora le motivazioni, come sembra, possano arrivare più avanti nel tempo o,
Abnormità giuridica Oggi
l'alta corte decide sulla sospensiva
( da "Stampa, La" del
30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presidente emerito della Corte
Costituzionale e giudice che presiede la corte al Foro Italico, potrebbe
assumere un provvedimeto d'urgenza. La Juve, con la richiesta di sospendere gli
effetti immediati del verdetto che ha chiuso lo stadio, intende tutelarsi
qualora le motivazioni, come sembra, possano arrivare più avanti nel tempo o,
la costituzione e le
differenze fra aree regionali ( da "Repubblica,
La" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale, Ugo De
Siervo, che ha focalizzato l´attenzione sulle "complesse fasi della
federalizzazione europea tuttora in corso". Ancora più duro è stato Paolo
Carrozza della "Sant´Anna" di Pisa, che ha evidenziato come "regioni
popolose ed economicamente forti come Lombardia, Catalogna, Baviera e Fiandre
riescono a essere molto più incisive nella tutela dei propri interessi
"il petruzzelli alla
fondazione" - raffaele lorusso
( da "Repubblica, La"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Quella scopertura finanziaria è
però il frutto di varianti progettuali cui la proprietà si è sempre opposta.
Noi, infatti, abbiamo sempre chiesto il rigoroso rispetto del protocollo. Le
varianti tecniche sono state effettuate dopo l´esproprio, supportato, guarda
caso, da un parere dell´Avvocatura, poi smentito dalla Corte costituzionale».
la godelli rilancia:
"tempo perduto la strada da seguire è l'esproprio"
( da "Repubblica, La"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Considerata la sentenza della Corte
costituzionale, è difficile pensare che il governo possa ricorrere ad una
procedura d´urgenza con decreto legge. Non è detto, però, che a Roma ci sia la
volontà politica di intraprendere questa strada. L´azione di esproprio per
pubblica utilità potrebbe essere avviata anche dal Comune.
L'Italia riceve Uribe,
campione di scandali ( da "Manifesto,
Il" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: devastante tra il potere esecutivo
e quello giudiziario: i giornali parlarono di uno «scontro di treni». Nel
giugno del 2008 Tasmania ritrattò le accuse, confessando di essere stato
imbeccato dal suo avvocato per conto di Santiago e Mario Uribe (oggi in galera
per la parapolitica), rispettivamente fratello e cugino del presidente che
sostenne che tutto fosse accaduto a sua insaputa.
SONO 38 i magistrati che
aspirano a prendere il posto di procuratore capo della R...
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Tra le domande che dovranno essere
valutate dalla quinta sezione del Csm figurano anche quelle della dottoressa
Irene Bilotta, attualmente sostituto procuratore proprio ad Ancona e della
dottoressa Cristina Tedeschini, la quale però è destinata a ricoprire
l'incarico di procuratore aggiunto a Pescara. I tempi per la nomina non sono
imminenti.
Avvocati, occhio alle
notifiche ( da "Italia
Oggi" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: pubblico ufficiale deputato
specificamente ed istituzionalmente ad effettuare notifiche di atti giudiziari,
che è intervenuta la Corte costituzionale con la sentenza n. 477/2002 e che
pertanto non può applicarsi alle notifiche effettuate in proprio dall'avvocato
il meccanismo anticipatorio del momento perfezionativo della notifica alla
consegna del plico all'Ufficiale notificante.
Sulle tasse locali la
prova qualità per il riassetto ( da "Sole
24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: A otto anni dalla riforma
costituzionale del Titolo V, e dopo ripetuti richiami da parte della Corte
Costituzionale, finalmente il Governo si appresta a riportare i sistemi di
finanziamento e di perequazione degli enti territoriali di governo in linea con
quanto scritto nella Costituzione.
Allusione sui cavalli,
Padula contro Materia: non esclude querele
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: A ROMA ieri si è riunito il plenum
del Csm. Il vicepresidente Nicola Mancino ha detto che le dimissioni del
procuratore Materia sono la «reazione a un'aggressione subita dal magistrato»;
ed è in atto «un'interferenza esterna deprecabile» nell'attività del Csm, che
deve appunto nominare il nuovo capo dei pm bolognesi.
Il pm: 4 anni Il giudice:3
mesi ( da "Resto
del Carlino, Il (Ravenna)" del
30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: in linea con le indicazioni della
Corte costituzionale prima e della Cassazione poi, di non dover ritenere
sussistente la recidiva stante le caratteristiche dei fatti-reato e le
condizioni dell'imputato e ha pertanto condannato il senegalese a tre mesi di
reclusione. L'imputato era difeso dall'avvocato Claudio Cicognani.
TANTI PARERI NESSUN TEATRO
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Effettuato dal governo Prodi e poi
annullato dalla Corte costituzionale, di nuovo «agitato» come possibile
soluzione d'ogni male nei mesi scorsi. Certo, a lume di naso è davvero
difficile sostenere la natura privata di un bene che è stato interamente
ricostruito con denaro pubblico; ma gli avvocati, si sa, sono capaci di
sostenere (e far valere) ben altro.
Altolà della famiglia:
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Così come abbiamo già fatto davanti
alla Corte Costituzionale e alla Corte Europea». Per Amenduni, inoltre «è stata
una forzatura persino fare affidamento ai poteri della protezione civile per
nominare un commissario straordinario per la ricostruzione». S. Del. Ascanio
Amenduni
Clan Strisciuglio, stop
alle scarcerazioni ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ascoltati martedì dalla prima
commissione del Csm) si sarebbero resi conto del rischio scarcerazioni, quando
- cioè - De Palo ha lasciato l'ufficio gup per assumere il nuovo incarico alla
guida del tribunale per i minorenni. Nell'aprile del 2008 la De Palo aveva
chiesto di essere affiancata nel suo lavoro proprio per poter avere il tempo di
scrivere le motivazioni della sentenza.
Politiche Ue, pesano le
aree ricche ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha concentrato a Bari le più alte
personalità della dottrina costituzionale italiana. Alla presenza del vice
presidente della Corte costituzionale, Ugo De Siervo, i relatori hanno dato
vita a un serrato confronto sugli aspetti fondamentali dell'ordine
costituzionale europeo. Tra i temi dibattuti l'intera architettura
istituzionale dell'Ue.
ANCORA una fumata nera al
Csm per il procuratore capo di Bologna. Ieri il Plenum ha rinviato la nomi...
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Materia è stato difeso dal vice
presidente del Csm, Nicola Mancino, che ha parlato di «interferenza esterna
deprecabile nell'attività del Csm». Il Csm nominerà il nuovo capo bolognese
solo quando si sarà pronunciato sulle dimissioni di Materia e su un'altra
pratica a tutela del magistrato.
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Io allora ero al Csm, fui tra i
primi ad arrivare sul posto quando uccisero l'allora vice presidente del Csm
Vittorio Bachelet. Furono momenti terribili sul piano professionale e umano.
Anche per le nostre famiglie». E il momento più bello? «Ho bellissimi ricordi
di tutti gli uffici in cui sono stato.
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il potere giudiziario è in mano a
magistrati d'estrema sinistra che considerano i terroristi combattenti per la
libertà». La morale cattolica buonista? «Non c'entra. Al contrario, penso che
il ruolo del Vaticano sia e continui ad essere estremamente positivo sul
versante dei diritti umani e civili e della tutela dei poveri,
Il Csm rinvia la decisione
sugli atti da acquisire ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 2 Caso Lepore-pm Il Csm rinvia la
decisione sugli atti da acquisire ROMA La prima commissione del Csm ha rinviato
ieri la decisione sull'acquisizione di ulteriore documentazione collegata alle
recenti polemiche in Procura. «Attendiamo il rientro di Fabio Roia», dice il
consigliere «laico» in quota Pdl Gianfranco Anedda.
Judecatoarea care l-a
eliberat pe Gorbunov, exclusa din magistratura
( da "Romania Libera"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ceilalti magistrati fiind doar
revocati din functie de CSM. Judecatoarea, care a fost audiata in urma cu o
luna de CSM, a declarat ca nu a vrut sa-si asume riscul ca Gorbunov sa orbeasca
in penitenciar. Maria Nicola a recunoscut insa ca Serghei Gorbunov, condamnat
pentru omor, prezenta pericol pentru ordinea publica, insa a preferat sa nu
motiveze sentinta pentru a nu se contrazice.
il csm trasferisce il procuratore
capo ( da "Centro,
Il" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Pagina 0 - Chieti Il Csm
trasferisce il procuratore capo Inchiesta a Lanciano, Moffa non si è astenuto
nel processo di un parente LANCIANO. Il Consiglio superiore della magistratura
(Csm) gli ha comunicato il trasferimento d'ufficio in seguito a una procedura
disciplinare.
La lettera
( da "Salute (La Repubblica)"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha sostenuto in una lettera a
Repubblica Salute dello scorso 19 aprile che le mie dichiarazioni sulla
sentenza della Corte Costituzionale in merito alla legge 40 "hanno creato
confusione" e che i centri di Pma "non possono essere lasciati
soli". L'eventuale confusione, in realtà, nasce casomai da
un'interpretazione prematura e forzata della sentenza della Corte da parte di
alcuni.
Agenda degli avvenimenti
di mercoledi 30 aprile 2009 ( da "Virgilio
Notizie" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Riunione del Csm - Question time
con il Governo in aula al Senato CITTA' DEL VATICANO - Concerto per il IV
anniversario di Pontificato di Benedetto XVI alla presenza del Papa, del
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Presidente del Senato
Renato Schifani Altre città Firenze, Prato e Pistoia - Il segretario del Pd Dario
Franceschini in tour elettorale Rimini -
AGENDA DEGLI AVVENIMENTI
DI MERCOLEDI 30 APRILE 2009 ( da "Wall
Street Italia" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Riunione del Csm - Question time
con il Governo in aula al Senato CITTA' DEL VATICANO - Concerto per il IV
anniversario di Pontificato di Benedetto XVI alla presenza del Papa, del
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Presidente del Senato Renato
Schifani Altre città Firenze, Prato e Pistoia - Il segretario del Pd Dario
Franceschini in tour elettorale Rimini -
Immigrazione, è ancora
duello alla Camera ( da "Avvenire"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale, ha
proseguito Mantovano, ha inoltre esteso la portata di questa norma «al padre,
anche se irregolare ». La preclusione introdotta nel ddl, secondo il
sottosegretario, riguarda soltanto gli immigrati clandestini che chiedono un
provvedimento di tipo amministrativo «nel proprio interesse»,
Mcm, per De Luca e
Lettieri rinvio a giudizio tecnico
( da "Denaro, Il" del
30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: deciso dalla sezione disciplinare del
Csm per il caso-De Magistris. Nuzzi ha contestato i reati di truffa e falso,
rilevando anomalie per quanto riguarda l'acquisizione dei suoli e la
realizzazione delle volumetrie del nascente centro commerciale di Fratte,
edificato sui suoli dell'ex industria tessile salernitana.
NON DITE A VERONICA CHE IL
1 MAGGIO SILVIO LO PASSA A NAPOLI (CONCERTO DI MUTI) BERLUSCA SMENTISCE (MA
VA?): MAI DETTO CHE ERA L'AUTISTA DI BETTINO D'Alema si lega - BRAMBILLA
( da "Dagospia.com" del
30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: referendari sono autoapplicattivi e
proprio per questo furono ammessi dalla Corte Costituzionale". "E'
opportuno ricordare - afferma- che i quesiti referendari sono perfettamente
autoapplicativi, cioè - se approvati - lascerebbero una legge elettorale
perfettamente applicabile, senza alcuna necessità di modifiche. E' esattamente
per questo che la Corte Costituzionale ha ammesso i quesiti.
"Non sono la
'letteronza' di Antonio Di Pietro"
( da "Affari Italiani (Online)"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: resta il CSM. E' il Consiglio
Superiore della Magistratura che mi ha tolto le indagini...". ...Ed è la
Cassazione che deciderà se smentire o confermare quelle scelte: l'udienza è
stata fissata per il 16 giugno, proprio a ridosso delle elezioni europee alle
quali lei parteciperà come candidato indipendente nell'Italia dei Valori di
Antonio di Pietro.
REFERENDUM/CAPEZZONE:SONO
AUTOAPPLICATIVI,CON SÌ NESSUNA RIFORMA
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: con sì nessuna riforma di Apcom La
Corte Costituzionale li ammise proprio per questo -->Roma, 30 apr. (Apcom) -
Niente riforma elettorale se vincerà il sì al referendum sulla legge elettorale
del prossimo 21 Giugno. Il portavoce del Popolo della Libertà Daniele Capezzone
risponde alle richieste di impegno del Pd, ultime in ordine di tempo oggi da
Massimo D'
Continua la polemica sul
trasporto dei ragazzi disabili che frequentano le scuole superiori. Sulla q...
( da "Gazzettino, Il (Padova)"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: «C'è una sentenza della Corte
Costituzionale del luglio scorso - ha sottolineato il vice sindaco - in cui si
stabilisce che l'onere relativo a questa voce deve essere dell'amministrazione
provinciale. Il servizio viene effettuato dall'Ulss 16 che fa fronte anche alle
esigenze dei Comuni che fanno capo a essa.
Tolmezzo Le cifre
dettagliate e ufficiali sono ancora in elaborazione - saranno presentate
all&#... ( da "Gazzettino,
Il (Udine)" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: puntali la sentenza della Corte
costituzionale che prevede il rimborso al cittadino (7mila quelli interessati
nel nostro territorio montano) dei canoni di depurazione ed è del tutto
evidente che i quei comuni non serviti da impianti appositi ove magari non sono
previste nemmeno delle progettazioni in tal senso, questi utenti si troveranno
ipoteticamente a pagare addirittura di meno»
La Marca a Caorle per
difendere il titolo regionale ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Busetti (Virtsu Csm Farra), De
Bortoli, Guadagnini (Giovanile Ezzelina), De Marchi, Merotto, Modanese (Careni
Pievigina), Dio Madero, Jacobucci (Caerano), Gava (Godega), Mazzardis
(Codognè), Silvestri, Pauletto (Godigese), Pandolfo (Montegrappa), Baldissin
(Olmi Callalta), Tonon (Sanfiorese), Zampolli (Orsago).
Gironi A e C: in lotta ben
otto compagini ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: GIRONE C Risultati: SP calcio
2005-CSM Resana 4-4, Riese Vallà-Fossalunga 7-0, Godigese-Milan Guarda 1-0,
Bessica-S. Floriano 1-7, Spineda-S. Gaetano 1-1, Montello-Treville 5-1, Città
di Asolo-Virtsu Csm Farra 1-1. Classifica: San Floriano 55, Riese Vallà,
Montello 53, Godigese 51, CSM Resana 47, SP 42, Spineda 41, Virtus Csm Farra
30,
Il Loria chiude i conti
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Andrea-Loria 3-10, CSM Resana-Riese
Vallà 3-1, Azzurra-Maser 5-
IL GUP DEL TRIBUNALE DI
SALERNO, VINCENZO DI FLORIO, HA RINVIATO A GIUDIZIO IL SINDACO DI SALERNO, V...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: deciso dalla sezione disciplinare
del Csm per il caso De Magistris, aveva contestato i reati di truffa e falso,
rilevando anomalie per quanto riguarda l'acquisizione dei suoli e la
realizzazione delle volumetrie del nascente centro commerciale di Fratte,
edificato sui suoli dell'ex industria tessile salernitana.
LIGURIA: BURLANDO, A FILSE
INCARICO PER SOCIETA' INFRASTRUTTURE.
( da "Asca" del
30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: delle problematiche giuridiche
connesse al ricorso del Governo alla Corte costituzionale contro l'ipotesi di
affidamento a quest'ultima societa' delle infrastrutture in questione''.
''L'obiettivo - ha continuato Burlando - e' quello di avviare al piu' presto
alcuni interventi strategici per la Liguria, come l'ospedale spezzino per il
quale sono stati stanziati 188 milioni di euro,
ANTONIO MANZO SOLO IL
DIBATTIMENTO, SCRIVE IL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI, POTRà VAL...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Rispettiamo la pronuncia
giurisdizionale ma non ne condividiamo i conteniti. Siamo sereni circa
l'assoluzione del nostro assistito». L'inchiesta sulla variante Mcm fu cotta
dall'ex pm Gabriella Nuzzi, uno dei magistrati «puniti» dal Csm per il caso De
Magistris e ora in servizio al tribunale civile di Cassino.
Liguria: Filse dovrà
costituire società per infrastrutture
( da "Savona news" del
30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: risoluzione delle problematiche
giuridiche connesse al ricorso del Governo alla Corte costituzionale contro
l?ipotesi di affidamento a quest?ultima società delle infrastrutture in
questione?. ?L?obiettivo ? ha continuato Burlando ? è quello di avviare al più
presto alcuni interventi strategici per la Liguria, come l?ospedale spezzino
per il quale sono stati stanziati 188 milioni di euro,
Giustizia/ S.Alfano:
Mancino smemorato su Borsellino.Lui:
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm Nicola Mancino: Alfano accusa
infatti l'ex ministro dell'Interno di essere "smemorato. Non ho timore a
raccontare a tutti chi è vermanete Nicola Mancino, lo smemorato Ministro
dell'Interno all'epoca della Strage di Via d'Amelio che - scrive Alfano - ha di
fatto ostacolato il lavoro dei magistrati con le sue discutibili dimenticanze
sugli ultimi giorni di vita di Paolo Borsellino"
Giustizia/ Csm nomina
nuovi procuratori a Bari e Lamezia
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: nominato questa mattina dal plenum
del Csm, all'unamità, nuovo procuratore della Repubblica di Bari. Nomina anche
per il pm romano Salvatore Vitello, promosso procuratore capo di Lamezia Terme.
Il plenum di Palazzo dei Marescialli, inoltre, ha nominato tre nuovi
procuratori aggiunti a Napoli: si tratta di Luciana Izzo, attualmente
procuratore capo presso il Tribunale dei minorenni dell'
Regione/Burlando: "A
Filse incarico di costruire società per infrastrutture liguri"
( da "Cittàdellaspezia.com"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: risoluzione delle problematiche
giuridiche connesse al ricorso del Governo alla Corte costituzionale contro
l'ipotesi di affidamento a quest'ultima società delle infrastrutture in
questione". "L'obiettivo ha continuato Burlando è quello di avviare
al più presto alcuni interventi strategici per la Liguria, come l'ospedale
spezzino per il quale sono stati stanziati 188 milioni di euro,
Turchia/ Entro estate
passi significativi nuova ( da "Virgilio
Notizie" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, vanificando
automaticamente tutti gli sforzi legislativi compiuti. Intanto sempre il
quotidiano Zaman ha fatto sapere che quest'anno il parlamento turco farà gli
straordinari. I deputati infatti cercheranno di portarsi avanti con il lavoro
legislativo prima della pausa estiva in modo tale da porre le premesse per
lavorare intensamente sulla bozza costituzionale
Turchia/ Entro estate
passi significativi per nuova ( da "Virgilio
Notizie" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, vanificando
automaticamente tutti gli sforzi legislativi compiuti. Intanto sempre il
quotidiano Zaman ha fatto sapere che quest'anno il parlamento turco farà gli
straordinari. I deputati infatti cercheranno di portarsi avanti con il lavoro
legislativo prima della pausa estiva in modo tale da porre le premesse per
lavorare intensamente sulla bozza costituzionale
SCUOLA/ GILDA AL PREMIER E
BRUNETTA: SÌ A CONTRATTO PROF SEPARATO
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: con la sentenza 322/2005" si è
chiaramente "espressa anche la Corte costituzionale, sancendo la
specificità della funzione docente". "Ci auguriamo - conclude Di
Meglio - che il Governo non trascuri l'importanza di questa svolta e che si
impegni per raggiungere questo obiettivo, rinnovando il mandato sociale degli
insegnanti".
REFERENDUM/ CECCANTI: DOPO
VOTO SI PUÒ RITORNARE AL 'MATTARELLUM'
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: per richiesta della giurisprudenza
della Corte costituzionale al fine di non lasciare un vuoto per le successive
elezioni, non significa affatto che il Parlamento, dopo il referendum, non
possa approvare leggi diverse, come ha più volte chiarito la stessa Corte".
"Il verdetto dei cittadini elettori - continua Ceccanti - va infatti
rispettato nel suo significato abrogativo,
GIUSTIZIA/S.ALFANO:
MANCINO SMEMORATO SU BORSELLINO.LUI: HO CARTE
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm Nicola Mancino: Alfano accusa
infatti l'ex ministro dell'Interno di essere "smemorato. Non ho timore a
raccontare a tutti chi è vermanete Nicola Mancino, lo smemorato Ministro
dell'Interno all'epoca della Strage di Via d'Amelio che - scrive Alfano - ha di
fatto ostacolato il lavoro dei magistrati con le sue discutibili dimenticanze
sugli ultimi giorni di vita di Paolo Borsellino"
GIUSTIZIA/ CSM NOMINA
NUOVI PROCURATORI A BARI E LAMEZIA TERME
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Giustizia/ Csm nomina nuovi
procuratori a Bari e Lamezia Terme di Apcom Bando per due posti di giudice
Aquila, 3 nuovi aggiunti a Napoli -->Roma, 30 apr. (Apcom) - Antonio Laudati
è stato nominato questa mattina dal plenum del Csm, all'unamità, nuovo
procuratore della Repubblica di Bari.
TURCHIA/ ENTRO ESTATE
PASSI SIGNIFICATIVI NUOVA COSTITUZIONE-RPT
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, vanificando
automaticamente tutti gli sforzi legislativi compiuti. Intanto sempre il
quotidiano Zaman ha fatto sapere che quest'anno il parlamento turco farà gli
straordinari. I deputati infatti cercheranno di portarsi avanti con il lavoro
legislativo prima della pausa estiva in modo tale da porre le premesse per
lavorare intensamente sulla bozza costituzionale
TURCHIA/ ENTRO ESTATE
PASSI SIGNIFICATIVI PER NUOVA COSTITUZIONE
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, vanificando
automaticamente tutti gli sforzi legislativi compiuti. Intanto sempre il
quotidiano Zaman ha fatto sapere che quest'anno il parlamento turco farà gli
straordinari. I deputati infatti cercheranno di portarsi avanti con il lavoro
legislativo prima della pausa estiva in modo tale da porre le premesse per
lavorare intensamente sulla bozza costituzionale
Saluzzo: gli avvocati
prendono posizione sulla Procura ( da "Targatocn.it"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: soluzione del problema non è certo
facile, posto che, nel breve si potrà solo supplire con auspicabili
applicazioni da altri Uffici Giudiziari, nel lungo ? non si sa proprio come! Va
infatti rammentato che la normativa vigente richiede per l?esercizio delle
funzioni di Sostituto Procuratore, il previo svolgimento per un periodo di
almeno 5 anni delle funzioni di Giudice Collegiale (
Giustizia/ Di Pietro:
Forleo colpita per aver fatto suo
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Persone che hanno fatto fino in
fondo il proprio dovere e, per averlo fatto, sono state ingiustamente
colpite". Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia
dei Valori, commentando la decisione del Tar del Lazio di annullare il
trasferimento d'ufficio dell'ex gip di Milano disposto dal Csm.
Giustizia/ Tar annulla
trasferimento Forleo, De Magistris:
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: provvedimento del Csm dopo essersi
occupata della gravissima vicenda Unipol in cui erano coinvolti anche noti
politici". "In questa settimana - ricorda de Magistris - sono state
anche archiviate le infamanti accuse nei miei confronti e, nonostante sia stata
accertata l'assoluta correttezza del mio operato e le gravi interferenze
esercitate per ostacolare il mio lavoro e fermarmi,
GIUSTIZIA/ DI PIETRO:
FORLEO COLPITA PER AVER FATTO SUO DOVERE
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Persone che hanno fatto fino in
fondo il proprio dovere e, per averlo fatto, sono state ingiustamente
colpite". Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia
dei Valori, commentando la decisione del Tar del Lazio di annullare il
trasferimento d'ufficio dell'ex gip di Milano disposto dal Csm.
GIUSTIZIA/ TAR ANNULLA
TRASFERIMENTO FORLEO, DE MAGISTRIS: BENE
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm ha scritto pagine buie per la
magistratura -->Roma, 30 apr. (Apcom) - Il Tar del Lazio ha annullato il
trasferimento d'ufficio dell'ex gip di Milano Clementina Forleo, oggi giudice a
Cremona. "Esprimo gioia per questa decisione del Tar del Lazio - commenta
l'ex pm di Catanzaro Luigi de Magistris, candidato alle Europee nelle liste
dell'
R.D.CONGO/ ELEZIONI, CORTE
COSTITUZIONALE CHIEDE DATA SUBITO
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: corte costituzionale chiede data
"subito" di Apcom Perchè candidature siano depositate conformemente
alla legge -->Brazzaville, 30 apr. (Apcom) - La Corte costituzionale
congolese ha chiesto alle autorità del Paese di fissare "subito" la
data delle elezioni presidenziali, teoricamente previste a luglio.
CAMERA/ DONATO A
MONTECITORIO ARCHIVIO PERSONALE DI LEOPOLDO ELIA
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: intera esperienza giuridica e
politica dell'insigne costituzionalista, docente universitario, giudice e
Presidente della Corte costituzionale, deputato nella XII legislatura e
senatore, rispettivamente, nella X e XIII legislatura. L'insieme delle carte sarà
ordinato e inventariato a cura dell'Archivio storico della Camera dei deputati.
La moglie del Sultano
( da "EUROPA ON-LINE"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Naturalmente, da Napolitano a
Garimberti, dalla corte costituzionale alla magistratura possono venire i
"no" che le authority (si fa per dire) non osano pronunciare. Quei
no, forse, richiameranno gli spettatori alla dignità di cittadini, che molti,
come la signora Veronica, trovano umiliata ed offesa.
GIORNALISTI: IL 3/5 A
NAPOLI 'GIORNATA MEMORIA VITTIME MAFIE E GUERRA''.
( da "Asca" del
30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presidente della Corte
Costituzionale; Enzo Colimoro, presidente dell'Associazione nazionale della
Stampa; Ottavio Lucarelli, presidente dell'Ordine dei giornalisti della
Campania; Renato Rocco, presidente dell'Unione cronisti della Campania; Guido
Columba, presidente dell'Unione nazionale cronisti.
Il Csm Vitello nuovo
procuratore della Repubblica di Lamezia Terme
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Csm Vitello nuovo procuratore
della Repubblica di Lamezia Terme ROMA. Salvatore Vitello è il nuovo
procuratore della Repubblica di Lamezia Terme. La nomina è stata decisa oggi
all?unanimità dal Plenum del Csm. Vitello è stato pm a Roma e si è occupato,
tra l?
Affaire Burgaud : Chavigné
refuse d'être un bouc-émissaire ( da "Figaro,
Le" del 30-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Le substitut général continuera de
siéger au sein de l'instance disciplinaire du CSM, malgré la «recommandation»
formulée à son encontre par le premier président de la Cour de cassation,
Vincent Lamanda. Le substitut général Xavier Chavigné ne suivra pas la
«recommandation» formulée jeudi par le premier président de la Cour de
cassation.
( da "Gazzetta di Reggio"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Materia, rabbia e
lacrime «Pago un prezzo altissimo» ELISA PEDERZOLI REGGIO. Gli occhi umidi e la
voce rotta da una commozione fuori controllo: «Questa è la lettera che ho
allegato al fascicolo per la candidatura a Bologna, firmata da Giuseppe Lumia».
Mentre la legge si ferma più volte per trattenere le lacrime, ma non è facile.
Italo Materia, procuratore capo dimissionario, è un fiume in piena. Ieri
mattina, nell'attesa conferenza stampa indetta per spiegare le ragioni delle
sue dimissioni, ha avuto una parola per ognuno dei detrattori che in questi
giorni hanno speso parole sul suo abbandono. Davanti a telecamere, microfoni e
registratori l'arringa che sancisce il suo addio definitivo alla magistratura è
un crescendo di emozione. «Non sono scappato - dice con forza - Ho solo voluto
difendere l'istituzione alla quale appartengo da una decisione che sarebbe
stata lacerante per l'istituzione stessa. Sono andato via a testa alta». Italo
Materia parte dai ringraziamenti, a voce bassa: «Sono qui per esprimere
gratitudine in questa difficile congiuntura per la mia vita, la mia famiglia e
la mia professione, per quanti hanno voluto testimoniarmi apprezzamento e stima
rispetto all'attacco denigratorio al quale sono sottoposto da tempo». Sullo
sfondo, infatti, ci sono accuse pesanti. Quelle di Sonia Alfano, presidente
dell'Associazione vittime di mafia e attuale candidata alle elezioni europee
con l'Italia dei Valori, e degli Amici di Beppe Grillo che gli imputano di
essere coinvolto nell'inchiesta sui «falsi pentiti», che lo scorso anno ha
portato all'arresto dell'ex magistrato Giovanni Lembo. Ma anche il più recente
scomodo commento di Salvatore Borsellino - fratello di Paolo Borsellino, il
magistrato ucciso dalla mafia - che, pochi giorni fa, ha messo in luce
l'anomalia reggiana: dove gli arresti per infiltrazioni malavitose nel tessuto
sociale reggiano avvengono sì, ma su iniziative di altre procure. Su questo
Materia sorvola. Dice solo, a proposito dei pochi reati tributari perseguiti:
«Sviluppo le indagini dalle informative che mi presentano. Ognuno ha il suo
compito». Ma è inutile provare a spostare il tiro: l'incubo di quest'uomo ha un
nome e un cognome. Ed è quello di Sonia Alfano. «Ho preso atto che questa
campagna denigratoria è partita dalle esigenze elettorali di qualcuno. Io non
sono scappato, non ho chiesto protezione a nessuno per l'indipendenza e forse
anche per quel po' di superbia propria del mio carattere. Da subito - chiarisce
- ho chiesto al Consiglio superiore della magistratura di accertare, di
verificare quanto mi veniva contestato. Non sono scappato, ma ho atteso». Il 3
aprile il Csm avrebbe dovuto a esprimersi. «Invece - spiega - ha deciso di
rinviare. E a Bologna è partita l'iniziativa dei banchetti, una raccolta di
firme contro di me (Materia correva per la carica di procuratore capo nella
città felsinea, ndr). L'ho interpretato come un linciaggio, un'interferenza
rispetto all'autorità del Csm. Ciò ha turbato l'equilibrio
nervoso mio e della mia famiglia, che non ha radici solo qui, ma anche a
Bologna. Dimettendomi ho difeso anche il Csm da una decisione che sarebbe stata
lacerante per tutti». Materia parla soprattutto della Sicilia e ancora una
volta torna sull'incontro con il «falso» collaboratore di giustizia,
Luigi Sparacio. «Io non ho banchettato con nessuno - urla - Nessun banchetto,
nessuna cena a lume di candela: in pausa pranzo ho avuto la sventura di
incappare in quella situazione. Che quello fosse un falso pentito lo si accertò
solo in seguito». «Ho ammesso con lealtà la circostanza - prosegue - oggi
accetto di pagare un prezzo altissimo, accetto di andare in pensione otto anni
prima rispetto a una prospettiva di carriera che non aveva limiti di età.
Invito Sonia Alfano a fare lo stesso gesto di chiarezza che ho fatto io ammettendo
quell'incontro: dica che quell'episodio era una trovata elettorale e che la
vicenda ha assunto contorni al di là delle sue intenzioni iniziali. Procederò
in sede civile a tutela della mia onorabilità. Non in sede penale, perchè
l'Alfano è una persona vittima della mafia, sarebbe di pessimo gusto». Con in
mano la lettera del 2001 di Giuseppe Lumia, ex presidente della Commissione
antimafia della Camera, l'emozione è troppa. Legge vecchie parole di stima e
ringraziamenti. Poi si alza di scatto. Per cercare di fuggire dalle lacrime.
( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Il ministero non
paga la stenotipia Il processo ha rischiato di saltare SABBIONETA. Il processo
in Corte d'Assise ieri mattina ha rischiato di saltare. E non tanto per la
mancanza di qualche giudice popolare o per l'impedimento del presidente, o del
difensore, del pubblico ministero o di qualche parte civile. C'erano tutti.
Puntuali come un orologio svizzero. Ma per un'ora sono rimasti a guardarsi in
faccia. Smarriti. Mancava la stenotipia. E non per un contrattempo, per un
improvviso imprevisto tale da provocare un ritardo. Niente di tutto ciò. La
ragione era un'altra, Ed era legata ad una questione di soldi. Il ministero
della Giustizia - al quale evidentemente non deve stare
granchè a cuore il funzionamento della macchina giudiziaria visto che gli uffici
di tribunale procura hanno recentemente lamentato perfino la mancanza di
materiale di cancelleria - infatti non paga da parecchio tempo la ditta che
fornisce il personale per la stenotipia e il personale stesso pare che da mesi
non percepisca stipendio. E' stata quindi tentata un'azione di protesta
cercando di ridurre alla paralisi i tribunali. Protesta che poi è rientrata.
Così poco dopo le 10 il processo ha potuto decollare. Processo che proseguirà
domani con l'escussione degli ultimi testimoni, uno zio dell'imputato che dovrà
riferire anche lui del delitto rivelato da Abdelkrim Zriadi e da due
sottufficiale che hanno effettuato le indagini. Seguirà quindi la discussione.
Poi camera di consiglio e sentenza. Presidente della Corte, Vincenzo Latagliata;
giudice a latere Eleonora Pirillo. I sei giudici popolari sono tre uomini e tre
donne.(g.b.)
( da "Alto Adige" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
di Francesca Gonzato
«La scuola è compatta, vuole Eccli» Durnwalder: nessun'altra candidatura Ieri
vertice, prossimo passo sarà la nomina BOLZANO. Avanti con Ivan Eccli come
sovrintendente scolastico. Il presidente provinciale Luis Durnwalder ha
convocato ieri mattina un vertice con il mondo della scuola, dai presidi agli
studenti, per un giro di pareri sulla nomina del sovrintendente. Durnwalder lo
aveva annunciato al ministro Gelmini: si farà un sondaggio nel mondo scolastico
per vedere se emergono candidature alternative a Eccli. Non è stato così, come
previsto. Unanimità su Eccli. Nei prossimi giorni Durnwalder informerà il
ministro. Probabile che la giunta decida poi di procedere con l'incarico. Il
ping pong con Roma dura da mesi. Come noto, le norme di attuazione prevedono il
meccanismo dell'«intesa» tra giunta provinciale e governo sulla nomina del
Sovrintendente. Ma il ministro Gelmini rifiuta di firmare l'incarico a Ivan
Eccli, su cui è caduta la scelta della giunta, e chiede alla Provincia di
trovare l'accordo su un altro nome. Dopo la riunione di ieri, che ha visto
l'unanimità attorno a Eccli, è probabile che la giunta provinciale decida di
andare avanti su Eccli, deliberandone la nomina e lasciando al governo l'eventuale decisione di una impugnazione davanti alla Corte costituzionale. Prima di arrivare a
questo strappo Durnwalder ha voluto certificare l'indirizzo del mondo
scolastico. Su suo invito si sono riuniti ieri presidi, sindacati, studenti,
insegnanti, funzionari. Con il presidente provinciale c'era anche l'assessore
alla scuola italiana Christian Tommasini, che commenta: «Speriamo ora
che i tempi della nomina siano più brevi possibili, come ci chiedono le
scuole». Una nota provinciale descrive Eccli come «il funzionario di primo
piano in termini di esperienza, anzianità e titoli». Uscendo dalla riunione,
Durnwalder riassume: «All'unanimità i rappresentanti scolastici hanno
confermato il loro sostegno al professor Eccli e non hanno avanzato alcuna
altra candidatura». Questo verrà comunicato al ministro Mariastella Gelmini.
Ancora Durnwalder: «Tutti i partecipanti alla riunione sperano che dopo avere
ribadito questa convergenza della scuola italiana sul nome di Eccli, il governo
possa fornire la sua intesa o, diversamente, motivare il rifiuto in maniera
adeguata». Tiziano Botteselle, presidente del Consiglio scolastico provinciale
commenta: «Il presidente Durnwalder ci ha detto che dopo il nostro parere
unanime scriverà al ministro. Speriamo che si arrivi presto all'incarico di
Eccli, perché il mondo della scuola sta risentendo di questa situazione. Ce ne
accorgiamo anche nel nostro lavoro di Consiglio scolastico provinciale: veniamo
convocati meno del solito, si procede a rilento». Botteselle aggiunge: «Visto
che tutta la scuola è d'accordo sul nome di Eccli non c'è ragione per non
nominarlo. Non si possono accettare pressioni politiche, perché questo è ormai
lo scenario sotto gli occhi di tutti».
( da "City" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Processo
Eclissi le motivazioni Depositate ieri le motivazioni della sentenza sul
processo Eclissi, il cui ritardo ha causato la scarcerazione di 21 mafiosi. Lo
hanno detto al Csm il presidente della Corte d'Appello Vito Caferra e il
presidente della sezione gip del tribunale Giovanni Leonardi. Il ritardo accumulato
dalla giudice De Palo è di poco più di 9 mesi. 29 aprile 2009
( da "Leggo" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
di Vincenzo
Chiumarulo Meglio tardi che mai: sono state depositate ieri le motivazioni
della sentenza sul processo "Eclisse", il cui ritardo ha causato la
scarcerazione di 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga, ora liberi per le
vie di Bari. Ascoltati dal Consiglio superiore della magistratura, i presidenti
baresi della Corte d'appello Vito Caferra, e della sezione gip del tribunale
Giovanni Leonardi, hanno spiegato che il ritardo accumulato da Rosa Anna De
Palo, il giudice titolare del processo che si concluse con 150 condanne e 10
assoluzioni, è di poco superiore ai 9 mesi: avrebbe dovuto depositare le
motivazioni entro il 16 luglio 2008 dopo una proroga di 90 giorni all'iniziale
termine del 16 marzo. Comunque, a giudicare il comportamento del giudice
saranno il ministro della Giustizia e il procuratore generale della Cassazione.
Mentre il Csm ha invitato i due dirigenti baresi a vigilare
sui tempi del deposito delle sentenze. Ma Leonardi ha ribadito che «all'ufficio
gip-gup del tribunale di Bari non esistono sistemi di monitoraggio delle
sentenze che sono in media 1.500 all'anno». I dirigenti hanno inoltre
spiegato «di aver saputo del rischio scarcerazioni soltanto il 12 febbraio
scorso, quando De Palo ha lasciato l'ufficio gup per assumere l'incarico di
presidente del tribunale per i minorenni di Bari». Hanno anche confermato che
«ad aprile 2008 il magistrato aveva chiesto di essere alleviata in parte del
lavoro giudiziario per provvedere al deposito delle motivazioni di quella
sentenza, spiegando anche che dall'inizio del processo (2007) De Palo aveva
ottenuto esoneri parziali». (ass)
( da "Leggo" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
I
massimi costituzionalisti italiani si confronteranno oggi e domani alla
presenza del vice presidente della Corte costituzionale Ugo De Siervo.
Alla facoltà di Giurisprudenza incontro su «Costituzionalismo e diritto costituzionale negli Stati
integrati d'Europa».
( da "Italia Oggi"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Giustizia e Società data: 29/04/2009 - pag: 30 autore: IMMIGRATI/ Il ddl
sicurezza riparte. Intesa su ronde e Cie Niente placet per la donna che sposa
un italiano Niente nullaosta del paese d'origine per la donna straniera che
decide di contrarre matrimonio con un italiano, se in quello Stato si
applicano, in materia, regole che non corrispondono ai principi italiani
dell'ordine pubblico. È quanto stabilisce un emendamento al ddl sicurezza a
firma della maggioranza (Contento, Sbai, Santelli, Lussana) e approvato ieri
dalle commissioni affari costituzionali e giustizia.La norma è stata presentata
per venire incontro alle donne provenienti da paesi di religione musulmana che,
per rilasciare il nulla osta matrimoniale, chiedono ufficialmente o
ufficiosamente la conversione allo stesso credo del futuro sposo.Sarà un
decreto interministeriale (Interno, Esteri e Pari opportunità) a individuare i
casi e gli stati di provenienza per i quali al posto del nullaosta sarà
sufficiente una dichiarazione resa all'ufficiale dello stato civile dal
cittadino che risiede regolarmente in Italia. Dichiarazione nella quale si
attesta l'assenza di cause che ostacolino il matrimonio e alla quale deve
essere allegata un'attestazione dell'ambasciata o del consolato dello stato di
provenienza in cui risulti la mancata conoscenza dei motivi che ostano alla
celebrazione del matrimonio. Al decreto vengono rimesse anche le scelte sui
modi e sui termini di rilascio della dichiarazione o dell'attestazione ivi
previste. La discussione generale sul ddl sicurezza comincia oggi nell'Aula
della camera, come ha deciso la conferenza dei capigruppo che ha inoltre
stabilito che l'esame e le votazioni si terrano la prossima settimana con tempi
contingentati. E intanto da Varsavia il ministro dell'Interno, Roberto Maroni,
parlando del ddl sicurezza a margine del vertice governativo italo-polacco, ha
chiarito che «Se ho la garanzia che il ddl passi con i voti della maggioranza,
bene. Altrimenti chiederò che sia messa la fiducia». Ieri è stato raggiunto un
accordo politico sul ddl nel corso della riunione di maggioranza al senato.
«Sul ddl sicurezza c'è l'accordo politico che si riassume nella posizione del
governo che ha presentato due emendamenti: uno sulla permanenza nei Cie fino a
sei mesi e l'altro sui volontari per la sicurezza che ripropone il testo già
inserito nel dl anti stupri», ha affermato il presidente dei deputati della
Lega Nord, Roberto Cota, a margine della riunione. Querelle invece sulla
questione delle sedi disagiate dei magistrati. Non è stato dichiarato
ammissibile dalla presidenza della camera, l'emendamento del governo che
riproponeva la norma per la copertura delle sedi giudiziarie disagiate già
presentata nel dl approvato dalla camera prima di Pasqua e già ritenuto allora
inammissibile. Immediata la risposta del ministero della giustizia. La proposta
del governo di ampliare ulteriormente il numero delle sedi disagiate,
portandole dalle 60 attuali a 75, e il numero dei magistrati a cui possono
essere concessi i benefici, dai 100 attuali a 150, «seguirà il suo cammino
originario», cioè «all'interno della riforma del processo penale». È quanto si
legge in una nota nella quale si sottolinea che l'intento del Governo,
condiviso dalla maggioranza, è quello di «ampliare i benefici delle sedi
disagiate» come previsto dalla legge già approvata, su iniziativa del ministro
della giustizia Angelino Alfano. La dichiarazione di inammissibilità dell'emendamento
del governo decisa a Montecitorio «è dovuta esclusivamente a norme
regolamentari della Camera e non inficia il merito della scelta». L'elenco delle sedi disagiate, trasmesso dal Csm, osserva via
Arenula, «è di numero inferiore alle 60 sedi previste dalla norma in vigore,
così come il numero di magistrati da destinarvi, indicato dal Csm, è inferiore
rispetto ai 100 stabiliti dalla odierna normativa».
( da "Milano Finanza (MF)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
MF sezione: Commenti
& Analisi data: 29/04/2009 - pag: 7 autore: di Angelo De Mattia Ci vuole
più trasparenza nelle grandi manovre su Intesa Sanpaolo La Compagnia San Paolo
ha deciso di esercitare la put Barclays ritirando azioni di Intesa Sanpaolo per
l'1,93%, che portano la sua partecipazione nell'istituto al 9,89%. Si è subito
aperta la caccia alle intenzioni di una mossa che riguarda, peraltro, un
contratto stipulato non di recente, ma nel marzo 2008. Naturalmente, la
Compagnia era libera di non avvalersi della facoltà di ritiro dei titoli in
questione, con alcune conseguenze sul piano negoziale, ma ha preferito
procedere alla loro acquisizione, al prezzo a suo tempo fissato. È proprio su
questa scelta che si è appuntato l'interesse per un'operazione che è stata
vista come volta a promuovere un bilanciamento. Molti si sono chiesti, infatti,
se si tratta di una decisione mirata a bilanciare, nei rapporti con gli altri
azionisti, il patto di consultazione tra Generali e Crédit Agricole sul loro
10% circa o a bilanciare, con una presunta influenza di Torino, un'asserita
influenza di Milano ovvero, ancora, a bilanciare il peso di tutte le altre
Fondazioni partecipanti e le espressioni di voto quando sarà il momento di
decidere il rinnovo degli organi deliberativi e di controllo; o, addirittura, a
prevenire conseguenze che potrebbero indirettamente scaturire dal prossimo voto
amministrativo. Intanto, è stata smentita la possibilità di un patto tra tutte
le Fondazioni partecipanti a Intesa Sanpaolo. Nei commenti può esserci un
eccessivo approccio dietrologico. Tuttavia, non avrebbe guastato, e non
guasterebbe, una trasparente informativa al pubblico sugli scopi della nuova
acquisizione, soprattutto per non incentivare il gioco delle illazioni. Anche
con un atteggiamento di questo tipo si evita che si ripetano le giaculatorie
sull'autoreferenzialità degli enti della categoria, spesso pretestuosamente
evocata. Quale che sia la motivazione, comunque, le Fondazioni farebbero bene a
fornire sempre una capillare informativa, dunque anche quando ad essa non sono
giuridicamente tenute, proprio per smentire ulteriormente (per quanto non ce ne
sia bisogno) le pretestuose critiche sul fatto che esse non risponderebbero a
nessuno. Questi enti hanno dimostrato di essere determinati a proseguire correttamente
nella linea di presenza nel sistema bancario, ma con un'attenta posizione volta
ad amministrare i rendimenti, senza pretendere di trasformarsi in banchieri, e
dando conto del loro operato. Si tratta di un atteggiamento che finora è stato
diffusamente apprezzato, al di là di qualche vaniloquio sull'autocefalia.Si è,
frequentemente, ripetuto che le Fondazioni sono state uno dei pilastri che
hanno permesso la straordinaria riorganizzazione bancaria dell'ultimo
quindicennio. Bisognerebbe ricordarsi più spesso di quello che era il sistema
finanziario nel 1993 e raffrontarlo con ciò che oggi è per impulso della Banca
d'Italia lungo questi 15 anni e, poi, per il ruolo svolto dalle Fondazioni
medesime nell'apportare risorse al capitale degli istituti di credito,
nonostante gli iniziali ostracismi. C'è da chiedersi chi mai avrebbe potuto
acquisire quote di proprietà delle principali banche se non vi fosse stata la
disponibilità da parte degli enti di questa categoria, definiti soggetti
privati di utilità sociale, dopo la storica sentenza della
Corte costituzionale che
fulminò come illegittima una legge che avrebbe abbattuto la loro autonomia.Ora,
però, il loro ruolo, proprio a motivo della crisi, diventa ancor più rilevante.
Essi dovranno, dunque, dare prova di essere capaci di tutelare la stabilità
degli assetti proprietari, sottraendosi a tentazioni di egemonia territoriale o
di schieramento all'interno della stessa categoria ovvero, ancora,
assumendo posizioni di ingerenza o di dirigismo, come tuttavia non è mai
accaduto finora. Torna propizio lo svolgimento del congresso che la loro
associazione terrà nel prossimo mese di giugno. Sarà l'occasione per mettere
auspicabilmente a punto una linea che, innovando, non si allontani tuttavia dai
caratteri fondamentali dell'azione finora svolta nei confronti del sistema
bancario. L'altro versante di impegno delle Fondazioni –
che dovrà essere coerente con quello nei confronti del settore creditizio
– riguarda la complessiva partecipazione alla Cassa depositi e prestiti, con una quota del 30% da rinnovare
a breve, in un momento nel quale la Cassa riforma le proprie funzioni, a
seguito di misure legislative, con tutta una serie di importanti conseguenze
per il Paese, ma con un insieme di problemi non secondari riguardanti il suo
assetto istituzionale e il regime di concorrenza con gli intermediari
creditizi. Una sana competizione, anche tra partecipanti al capitale di una
stessa banca, non è, certo, vitanda, a condizione, però, che essa miri a una
discordia concors, alla predisposizione delle migliori condizioni per
valorizzare l'autonomia di coloro che indirizzano e gestiscono l'istituto e che
vanno giudicati a consuntivo, soprattutto se si tratta di grandi aziende di
credito, come nel caso di Intesa Sanpaolo. La quale, a proposito degli assetti
di comando, dovrà concretamente definire, entro la scadenza del 30 giugno, le
modifiche da apportare al suo modello di governance, secondo le direttive a suo
tempo impartite dall'Organo di vigilanza. Che la Compagnia San Paolo migliori
la sua partecipazione è un fatto positivo, assumendo l'infondatezza di quelle
motivazioni che vorrebbero ridurre la vita societaria a un confronto tra aree
di influenza. Naturalmente, a dimostrare nei fatti una tale infondatezza devono
concorrere tutti i soggetti partecipanti all'istituto e gli enti che, a loro
volta, partecipano alle Fondazioni, proprio in nome di un corretto rapporto,
privo di interferenze, tra territorio, proprietà e banca.
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
POLITICA pag. 13 La
cognata di Santoro salva l'ex pm De Magistris prosciolto dal gip di Salerno,
parente del giornalista ROMA LUIGI DE Magistris (foto LaPresse) è stato
prosciolto dalle accuse relative a fughe di notizie e abusi d'ufficio, calunnie
e diffamazioni a mezzo stampa. Il giudice per l'udienza preliminare del
Tribunale di Salerno, Maria Teresa Belmonte, ha accolto la richiesta di
archiviazione avanzata dalla procura. Il magistrato, ex titolare dell'inchiesta
Why Not e ora candidato alle europee per l'Italia dei valori, era accusato
insieme con alcuni giornalisti, tra i quali Carlo Vulpio che figura anch'egli
tra i candidati dell'Idv alle europee. A dare notizia del proscioglimento è
stato l'ufficio stampa del partito di Di Pietro che ha sottolineato anche come
le indagini abbiano provato «l'assoluta correttezza e gli ostacoli posti alle
inchieste dell'ex pm Luigi De Magistris». La decisione è del gup Maria Teresa
Belmonte, cognata del conduttore di Annozero Michele Santoro in quanto sposata
con il fratello di quest'ultimo, Giocondo. Vista la parentela con il
giornalista televisivo (del quale De Magistris è stato più volte ospite in
trasmissione dove ha lanciato pesanti accuse), c'era chi aveva ipotizzato una
possibile sostituzione del giudice. Cosa che non è avvenuta, nè la dottoressa
Belmonte ha ravvisato motivi per astenersi. Il provvedimento del gup fa seguito
ad una decisione della Cassazione. La Suprema Corte aveva dichiarato
inammissibile un ricorso con il quale l'ex coordinatrice della Dda di Potenza,
Felicia Genovese, finita nell'inchiesta toghe lucane' dell'ex pm di Catanzaro,
aveva chiesto il trasferimento ad altra sede da Salerno del procedimento
avviato, su denuncia della stessa Genovese. De Magistris e altre 12 persone
erano state indagate per vari reati. La procura di Salerno aveva già chiesto
l'archiviazione del procedimento. I legali della Genovese avevano sollevato il
sospetto di una presunta non imparzialità dei pm di Salerno che sarebbero stati
dalla parte di De Magistris nella battaglia con la procura di Catanzaro. SUL FRONTE del violentissimo scontro tra uffici giudiziari, in
gennaio il Csm era intervenuto con una raffica di trasferimenti e sospensioni.
Al centro, i sequestri e le perquisizioni ordinate in autunno dai pm campani
contro le toghe calabresi accusate di aver sottovalutato se non insabbiato
l'inchiesta Why Not tolta a De Magistris. A Salerno erano saltate le
poltrone del procuratore Luigi Apicella (sospeso dallo stipendio e dalle
funzioni) e quelle dei giovani pm Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani
(trasferiti dalla sede e dalla funzione requirente) che avevano raccolto una
sessantina di denunce di De Magistris. Ma anche i pm calabresi, che reagirono
controsequestrando gli atti dell'inchiesta Why Not, hanno avuto i loro
contraccolpi. Trasferiti dalla sede e dalle funzioni anche il pg di Catanzaro,
Enzo Iannelli e il sostituto pg Alfredo Garbati. I pm Salvatore Curcio e
Domenico De Lorenzo sono rimasti al loro posto e hanno raccolto l'eredità
dell'inchiesta Why not.
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
III - Napoli Le audizioni I vertici della Procura al Csm "Siamo un ufficio
compatto" Oggi la prima commissione del Csm tirerà le somme sulla pratica aperta
a tutela dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo in seguito alle frasi
pronunciate dal premier Berlusconi a margine della inaugurazione del
termovalorizzatore di Acerra. Dopo le audizioni del procuratore Giandomenico Lepore,
del pg Vincenzo Galgano e del procuratore aggiunto Aldo De Chiara, potrebbero
essere acquisiti nuovi documenti. «La Procura è compatta», ha detto Lepore e
sulla stessa linea si è espresso il pg Galgano. Lepore ha affermato inoltre che
le divergenze con i pm Noviello e Sirleo sullo stralcio di alcune posizioni
(fra le quali quelle dei prefetti Pansa e Bertolaso) dal filone principale
dell´inchiesta sulla gestione della crisi rifiuti non hanno avuto conseguenze
sulla serenità dell´ufficio. Quindi ha aggiunto che le polemiche sulla sua
presenza alla manifestazione di Acerra (durante la quale Berlusconi definì
«eroi» i manager Impregilo) sono rientrate subito dopo l´assemblea conclusa con
la richiesta di pratica a tutela firmata anche dal procuratore. (d.d.p.)
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
REGGIO pag. 5 di
MIKE SCULLIN «IN SICILIA si dice: tutto si può... di MIKE SCULLIN «IN SICILIA
si dice: tutto si può perdere nella vita, anche la vita. Ma mai la faccia». Il
procuratore capo piange. Lo fa dopo un quarto d'ora di orgogliosa autodifesa da
quello che definisce «linciaggio», dalle ombre di collusione gettate su di lui,
cosa assurda per un pm che nella seconda metà anni Ottanta ottenne decine di
ergastoli per i mafiosi di Barcellona Pozzo di Gotto, suo paese natale,
mettendo fine - «con pochi altri tra cui il generale Marturano» - a una faida
che aveva fatto un'infinità di morti. Fino a quel momento Italo Materia ha
parlato a voce alta, anche alterata nel ricostruire i sospetti velenosi di
questi mesi. Ma a un tratto cede. E davanti ai giornalisti schierati nel suo
ufficio scoppia in un singhiozzo, abbassa la testa, tace. Si alza, va verso la
porta. Smette di piangere. E torna a sedersi al tavolo che dal primo luglio non
sarà più suo, riprende a parlare con gli occhi lucidi. Viene in mente
Pirandello, che di un personaggio in lacrime scrisse: «E' lì, in quegli occhi,
e non in quel che dice, il suo cuore». A UNA SETTIMANA dall'annuncio delle
dimissioni dopo gli attacchi subiti da Sonia Alfano, candidata dell'Idv-Di
Pietro alle europee (il procuratore non la querelerà, «sarebbe di pessimo gusto
agire in sede penale nei confronti di persone vittime della mafia») e dai
grillini bolognesi che avevano programmato un banchetto in piazza Re Enzo
contro la sua nomina a procuratore capo di Bologna, Italo Materia parla. Spiega
il perchè della resa. «Sono costretto ad andarmene» dice ma una resa non è una
fuga. «Nessuno è scappato dall'ufficio - quasi grida il procuratore - Io ho
preso atto del fatto che sull'altare maggiore di esigenze elettorali di
qualcuno veniva posta in essere una campagna denigratoria contro di me. Non
sono scappato, nè dovevo rispondere a una piazza. Non ho chiesto protezioni a
nessuno perché se c'è una nota del mio carattere che mi rivendico sempre è
quella dell'indipendenza e forse anche un po' di superbia. Ho chiesto al Csm di
accertare e verificare, appartengo a un'istituzione e a quella mi sono rivolto
perché è quella che avrebbe dovuto eventualmente contestarmi addebiti o pretese
malefatte. La contestazione non c'è stata». Materia è rimasto «paziente» ad attendere che il Csm decidesse. «Il 3 aprile il Csm ha deciso
di rinviare. A quel punto è partita l'iniziativa del banchetto per raccogliere
firme contro di me. L'ho interpretato come un linciaggio, e una pesante
interferenza sul Csm. Un linciaggio che attenta al sistema e all'equilibrio
della mia famiglia che abita a Bologna. Me ne vado a testa alta, così
come sono entrato. Ho sempre lottato in prima linea. Me ne vado con otto anni
di anticipo, con tanta amarezza». Più tardi, alla considerazione che un
banchetto non dovrebbe bastare a indurre alle dimissioni, Materia risponderà:
«Non sarebbe stato un solo banchetto, sarebbero andati avanti. Io so come vanno
queste cose». IL PROCURATORE consegna ai giornalisti una lettera di Giuseppe
Lumìa, datata 29 maggio
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina VII - Napoli
L´ex premier alla Federico II sollecita l´unione delle coalizioni nella lotta
alla criminalità. "La videosorveglianza mai decollata" Amato: "I
pezzi dello Stato insieme per la sicurezza" Era uno dei cardini del patto
per la sicurezza che porta il suo nome ma la videosorveglianza non è ancora
decollata. Un dato che, commenta l´ex ministro dell´Interno Giuliano Amato,
«suscita amarezza. E fa capire, dinanzi ai sentimenti eccessivi che animano il
mio successore a Palazzo Chigi, che non è possibile fare tutto da soli. Da soli
ci si può fare semmai la barba, e talvolta neppure quella». Sottolinea, l´ex
premier oggi presidente della Treccani, che «davanti a priorità così importanti
come la lotta alla criminalità, i diversi pezzi che devono mettersi insieme
dovrebbero riuscire a farlo di più e meglio. Poi finisce che di qualunque cosa
si tratti, noi la facciamo in deroga con l´emergenza della Protezione civile.
Ed è come se dovessimo instaurare una specie di dittatura di protezione civile
perché siamo incapaci di assumerci ciascuno le proprie responsabilità». Amato
ha partecipato ieri all´università Federico II, insieme al
vicepresidente del Csm Nicola Mancino e al professor Gianni Ferrara, alla
presentazione del volume di Massimo Villone "Il tempo della
Costituzione". «La struttura della Carta - evidenzia Amato - è buona,
altrimenti non avrebbe retto per tutti questi anni» segnati anche «da momenti
drammatici». Ma un «sistema sempre più governato da coalizioni» come
quello attuale ha finito per indebolire la figura del premier. «A me è capitato
più volte - ricorda Amato - che ci fossero ministri più uguali degli altri in
quanto capi delegazione dei partiti. Ecco: il punto da cambiare è questo:
rafforzare il primo ministro rispetto ai ministri, evitando che all´interno del
governo i partiti contino più del presidente del Consiglio, dando a lui la
possibilità di decidere sulla nomina e sulla revoca dei suoi ministri. Ma senza
indebolire gli organi di garanzia o il Parlamento». (d. d. p.)
( da "Giornale.it, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 102 del
2009-04-29 pagina 8 Quella mania di denunciare politici e giudici di Redazione
Nato a Napoli 41 anni fa, Luigi De Magistris fino al 2002 è magistrato nella
Procura del capoluogo campano. Ma è quando diventa Sostituto procuratore a
Catanzaro che comincia la sua parabola mediatica di grande accusatore dei
potenti, senza però che nessuna delle sue indagini arrivi a una sentenza di
condanna. I suoi fascicoli hanno nomi fantasiosi: «Poseidon», «Why Not», «Toghe
Lucane». Le inchieste disegnano di volta in volta illeciti nella gestione dei
fondi Ue, misteriosi comitati d'affari, truffe aggravate e associazioni per
delinquere. Il magistrato tira in ballo decine di amministratori e politici. LE
ACCUSE AI «POTENTI» I nomi coinvolti finiscono puntualmente sui giornali:
dall'ex premier Romano Prodi all'ex Guardasigilli Clemente Mastella; dal
segretario dell'Udc Lorenzo Cesa a Domenico Basile, uno degli uomini di punta
di An in Calabria; da Giancarlo Pittelli di Forza Italia al diessino Nicola
Adamo; dall'imprenditore Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle
Opere in Calabria, al capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza Paolo
Poletti. C'è un solo problema: De Magistris non riesce a provare nessuna
accusa, e nessuno dei tanti indagati eccellenti viene condannato. LA GUERRA
CONTRO I GIUDICI Quando le inchieste di De Magistris vengono sottratte al pm,
lui non fa una piega. Anzi, rilancia la battaglia proprio contro i giudici.
Denunciare i colleghi che avevano respinto i suoi provvedimenti, per De
Magistris, è una regola sistematica: nel corso degli anni ha denunciato giudici
per le indagini preliminari, giudici del Riesame, magistrati d'Appello e di
Cassazione. Il tutto per decisioni sgradite, ma contro le quali, spesso, non ha
mai neppure proposto impugnazione. Invece di fare ricorso, insomma, preferiva
denunciare direttamente i singoli giudici. IL BIGLIETTO PER
BRUXELLES Il Csm decide il trasferimento del pm da Catanzaro e dalle funzioni
di pm. Sul «caso De Magistris» interviene anche il capo dello Stato. Ormai a
difendere il magistrato sono rimasti solo in due: un comico, Beppe Grillo, e un
ex pm ora in politica, Antonio Di Pietro. Ed è così che alla fine di
questa vicenda lo stesso De Magistris si ritrova in lista per le Europee con
l'Italia dei Valori, pronto per trasferirsi a Bruxelles. Il vicepresidente del
Csm, Nicola Mancino, qualche giorno fa ha messo le mani avanti: «I magistrati
che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura». © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Nazione, La (Umbria)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACHE pag. 16 di
ANNALISA ANGELICI PERUGIA LA DECISIONE del giudice per l&... di ANNALISA
ANGELICI PERUGIA LA DECISIONE del giudice per l'udienza preliminare Massimo
Ricciarelli è arrivata nella tarda mattinata di ieri. Con un «colpo di scena».
Così, la vicenda dell'omicidio di Salvatore Conte, l'ex pentito ucciso dai suoi
stessi compari e seppellito nei boschi di Gubbio, è arrivata a un primo punto
fermo. Il gup ha condannato Paolo Carpisassi (45 anni, di Perugia) a 16 anni di
carcere: era accusato di essere uno dei due esecutori mateirali del delitto.
Sul suo capo pendevano anche le accuse di associazione a delinquere, rapina e
incendio doloso. Stralciata, invece, la posizione di Roberto Salvatore Menzo
(48 anni, originario di Niscemi), ritenuto il capo della gang messa in piedi in
Umbria da lui, Conte e Marcello Russo. Quest'ultimo è morto alla fine di marzo
nel carcere di Voghera dove era detenuto: secondo l'accusa era l'altro
responsabile della morte dell'ex pentito. Carpisassi (difeso dall'avvocato Barbara
Romoli) e Russo, poi, hanno trasportato il cadavere a Gubbio e lo hanno sepolto
nel bosco. Tornando a Menzo (assistito dal legale Cristina Grillo del foro di
Milano), la posizione del «papà» così lo definivano gli altri della banda è
stata stralciata perché il pm ha chiesto il rinvio degli
atti alla Corte costituzionale. Si verificherebbe nel suo caso una sorta di conflitto tra la
possibilità che gli vengano concesse le attenuanti generiche prevalenti sulle
aggravanti (garantita a tutti, ancor più a chi collabora all'inchiesta come nel
suo caso) e l'impossibiltà di ottenerle, essendo già stato giudicato per reati
analoghi negli scorsi cinque anni. In pratica, a Menzo stando alla norma
non potrebbe essere ricosciuto il comportamento «collaborante» tenuto nel corso
dell'indagine. Un dubbio che, secondo il pubblico ministero Paci, possono
chiarire solo gli ermellini. Il gup Ricciarelli ha accolto l'eccezione e
rinviato gli atti alla Suprema Corte. IL GIUDICE per l'udienza preliminare ha
poi assolto Luigi Ceccarelli (62 anni di Perugia, difeso dall'avvocato Fernando
Mucci) e Giuliano Benemio (57, anche lui perugino, assistito dal legale
Maurizio Lorenzini) dall'accusa di associazione per delinquere. Ricciarelli,
però, ha condannato per detenzione di armi e ricettazione sia Benemio che
Ceccarelli (quest'ultimo anche per sfruttamento del lavoro clandestino). Al
primo sono toccati due anni e otto mesi, al secondo due anni e quattro mesi. Il
giudice Ricciarelli ora si è preso i canonici novanta giorni per rendere note
le motivazioni della sentenza.
( da "Nazione, La (Umbria)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACHE pag. 17 16
anni a Carpisassi Menzo: gli atti inviati alla Consulta di ANNALISA ANGELICI
PERUGIA LA DECISIONE del giudice per l'udienza preliminare Massimo Ricciarelli
è arrivata nella tarda mattinata di ieri. Con un «colpo di scena». Così, la
vicenda dell'omicidio di Salvatore Conte, l'ex pentito ucciso dai suoi stessi
compari e seppellito nei boschi di Gubbio, è arrivata a un primo punto fermo.
Il gup ha condannato Paolo Carpisassi (45 anni, di Perugia) a 16 anni di
carcere: era accusato di essere uno dei due esecutori mateirali del delitto.
Sul suo capo pendevano anche le accuse di associazione a delinquere, rapina e
incendio doloso. Stralciata, invece, la posizione di Roberto Salvatore Menzo
(48 anni, originario di Niscemi), ritenuto il capo della gang messa in piedi in
Umbria da lui, Conte e Marcello Russo. Quest'ultimo è morto alla fine di marzo
nel carcere di Voghera dove era detenuto: secondo l'accusa era l'altro
responsabile della morte dell'ex pentito. Carpisassi (difeso dall'avvocato
Barbara Romoli) e Russo, poi, hanno trasportato il cadavere a Gubbio e lo hanno
sepolto nel bosco. Tornando a Menzo (assistito dal legale Cristina Grillo del
foro di Milano), la posizione del «papà» così lo definivano gli altri della
banda è stata stralciata perché il pm ha chiesto il rinvio
degli atti alla Corte costituzionale. Si verificherebbe nel suo caso una sorta di conflitto tra la
possibilità che gli vengano concesse le attenuanti generiche prevalenti sulle
aggravanti (garantita a tutti, ancor più a chi collabora all'inchiesta come nel
suo caso) e l'impossibiltà di ottenerle, essendo già stato giudicato per reati
analoghi negli scorsi cinque anni. In pratica, a Menzo stando alla norma
non potrebbe essere ricosciuto il comportamento «collaborante» tenuto nel corso
dell'indagine. Un dubbio che, secondo il pubblico ministero Paci, possono
chiarire solo gli ermellini. Il gup Ricciarelli ha accolto l'eccezione e
rinviato gli atti alla Suprema Corte. IL GIUDICE per l'udienza preliminare ha
poi assolto Luigi Ceccarelli (62 anni di Perugia, difeso dall'avvocato Fernando
Mucci) e Giuliano Benemio (57, anche lui perugino, assistito dal legale
Maurizio Lorenzini) dall'accusa di associazione per delinquere. Ricciarelli,
però, ha condannato per detenzione di armi e ricettazione sia Benemio che
Ceccarelli (quest'ultimo anche per sfruttamento del lavoro clandestino). Al
primo sono toccati due anni e otto mesi, al secondo due anni e quattro mesi. Il
giudice Ricciarelli ora si è preso i canonici novanta giorni per rendere note
le motivazioni della sentenza.
( da "Riformista, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Le notizie A Teheran
Roxana continua lo sciopero della fame La giornalista iraniano-americana Roxana
Saberi, detenuta in Iran con l'accusa di spionaggio, continua a perdere peso a
causa dello sciopero della fame ma resta fermamente decisa a proseguire la sua
protesta: lo ha confermato il padre della reporter, spiegando
di averla incontrata ieri in un ufficio del potere
giudiziario per discutere della sua procedura di
appello con l'avvocato. «È diventata molto magra», ha detto Reza Saberi,
raggiunto telefonicamente dalla France Presse. «E determinata a continuare il
suo sciopero della fame fino al giorno del suo rilascio», ha aggiunto il padre
della giornalista. Detenuta nella prigione di Evin, a nord di Teheran,
Roxana Saberi ha cominciato il suo sciopero della fame il 21 aprile scorso. È
stata condannata ad otto anni di prigione per spionaggio in favore degli Stati
Uniti al termine di un processo a porte chiuse, il 13 aprile scorso. Il suo
avvocato, Abdolsamad Khoramshahi, ha già presentato ricorso in appello contro
la sua condanna. Costa d'Avorio, presidenziali a dicembre. Il primo turno delle
elezioni presidenziali in Costa d'Avorio si svolgerà entro il 6 dicembre di
quest'anno. Lo ha annunciato Ilahiri Djédjé, ambasciatore ivoriano alle Nazioni
Unite. Il diplomatico ha precisato che la commissione elettorale indipendente
ha comunicato al presidente Laurent Gbagbo un calendario elettorale che prevede
lo svolgimento delle elezioni presidenziali tra l'11 ottobre e il 6 dicembre
2009. «La data esatta delle élezioni sarà scelta all'interno di questo periodo
e sarà annunciata dal presidente Gbagbo nei prossimi giorni», ha sottolineato
l'ambasciatore. Algeria, Duplice esplosione fa due morti. Due guardie comunali
sono state uccise e altre quattro ferite nell'esplosione di due bombe di
fabbricazione artigianale nei pressi di Mizrana, ad una quarantina di
chilometri a nord di Tizi Ouzou, nell'est dell'Algeria. Obiettivo delle due
bombe era un checkpoint delle guardie comunali nel comune di Mizrana (
( da "Riformista, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
DeMagistris
prosciolto Festa in famiglia Se sarà eletto al Parlamento europeo Luigi De
Magistris non avrà bisogno dell'immunità per tirarsi fuori da un filone
dell'inchiesta "Toghe lucane" che lo ha visto, su denuncia dell'ex
coordinatrice della Dda di Salerno, Felicia Genovese, accusato di abuso
d'ufficio e di rivelazione di segreti istruttori. Il Gip di Salerno,
accogliendo una analoga richiesta del pm, ha prosciolto l'ex pm di Catanzaro.
L'annuncio trionfale è venuto dall'ufficio stampa dell'Italia dei Valori, la
lista dipietrista che ospiterà l'ex magistrato. Malgrado le profonde riserve
del Csm sul "modus operandi" di De Magistris, che
hanno spinto l'organo di autogoverno della magistratura a trasferirlo in
Campania, indubbiamente questa decisione del Gip alleggerisce la posizione di
De Magistris. Oltre all'Italia dei Valori saranno soddisfatti tutti i fan del
magistrato che avevano visto nelle inchieste di Catanzaro la possibilità di far
risorgere al Sud Mani pulite. Grande sarà, soprattutto, la soddisfazione
di due sponsor accaniti di De Magistris, Michele Sanrtoro e Marco Travaglio che
sulle inchieste dell'ex pm hanno costruito più di una trasmissione con la sua
diretta presenza in studio. Festeggiamenti in famiglia si potrebbe sostenere.
Ma non è un modo di dire. Il gip che ha liberato De Magistris dalle accuse è la
dottoressa Maria Teresa Belmonte, magistrato a Salerno e cognata di Michele
Santoro. Non vogliamo insinuare alcunché. La decisione è stata presa sicuramente
con obiettività. Solo che le inchieste di De Magistris spesso sono state
costruite lavorando sulle relazioni parentali e amicali. Tutto ciò avrebbe
dovuto suggerire alla cognata di Santoro, sponsor di De Magistris, forse il
buon gusto di astenersi dal giudicare. Bon ton, come si dice. 29/04/2009
( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 29 Aprile
2009 Chiudi di ITALO CARMIGNANI E ancora le condanne: a Giuliano Benemio, già
gestore del night club Cristall e braccio forte del boss Conte, i 2 anni e 8
mesi di richiesta sono rimasti gli stessi. A Salvatore Russo, il vero killer
(almeno secondo il pentito Carpisassi) niente perché è morto in carcere a
Voghera con la testa dentro un busta di plastica piena di gas, un'overdose per
una folle dose di simil-droga secondo i suoi compagni, un'esecuzione per i suoi
parenti. Lui premette il grilletto, poi quella fuga rocambolesca e
l'occultamento del cadavere a Gubbio vicino alla villetta che voleva vendere
Ceccarelli. E Menzo? La sua posizione ieri mattina è stata stralciata perché il
pm Paci ha posto un dubbio al giudice Ricciarelli: il regime di collaboratore
di giustizia (seppure ex) consente la concessione delle attenuanti generiche?
La questione va rimandata alla Corte Costituzionale. E
mentre si decide prosegue l'altra inchiesta quella sul riciclaggio. E chissà
che questa pausa concessa a Menzo non sia collegata con l'inchiesta della Sirio
ecologica? Passo indietro. Menzo e gli altri, già Erano venuti in Umbria per
ricostituire una banda criminale, che non esitava a usare le armi per
raggiungere i suoi obiettivi: lo spaccio di droga, le rapine e il racket
nei locali notturni (uno dei quali, secondo l'accusa) fu bruciato per una sorta
di "avvertimento". Uno di loro, però, Salvatore Conte, aveva
esagerato con la cocaina ed era diventato "inaffidabile". Così venne
fatto fuori dagli stessi "colleghi". Il ritrovamento del suo
cadavere, nel novembre del 2007, diede l'avvio a una delle indagini più
inquietanti aperte in Umbria. Perché si arriva alla Sirio dopo mesi d'indagini
partite da un omicidio? C'è molto da vedere in quelle carte sequestrate dalla
polizia e da Paci, perché indagando sulla banda responsabile del delitto Conte,
ucciso su ordine del suo boss Salvatore Menzo, si è scoperto molto. Soprattutto
una pista che porta in un elegante studio commerciale di Milano in cui in cui
compaiono interessi della Sirio e quelli di Menzo. Si chiamano coincidenze, ma
la loro casualità è minata dal sospetto di una concatenazione precisa. Così
l'inchiesta dedicata al riciclaggio in cui, per ora, compaiono in prima fila la
Sirio Ecologica e altre cinque aziende in qualche modo collegate tra loro, pare
legarsi a storie dalle quali diventa sempre più difficile allontanarsi. Storie
che fanno poco rumore e molta paura.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Cronaca di Cagliari
Pagina 1016 Appello Civile: nominato Pisotti --> La quinta commissione del
consiglio superiore della magistratura ha indicato all'unanimità Giangiacomo
Pisotti come presidente della sezione civile della Corte d'appello di Cagliari.
Il magistrato attualmente presiede la prima sezione civile
del Tribunale. Nella stessa seduta il Csm ha indicato, sempre all'unanimità,
Simonetta Lai presidente della sezione Lavoro del Tribunale, Massimo Poddighe e
Claudio Gatti (nella foto) presidenti di sezione del Tribunale.
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno sezione: 1PAGINA data: 29/04/2009 - pag: 1
Scarcerazioni Il Csm ai giudici: vigilate sui tempi di ROSANNA LAMPUGNANI E'
stata una audizione animata quella di ieri al Csm del capo dei Gip di Bari
Giovanni Leonardi (nella foto) e del presidente della Corte d'appello Vito
Marino Caferra. Dopo il caso scarcerazioni, il Csm ha invitato i giudici a
vigilare sui tempi. Depositata la sentenza Strisciuglio. A PAGINA 5
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno sezione: BARI data: 29/04/2009 - pag: 5 Il caso A Roma capo sezione
Gip e presidente della Corte d'appello Boss liberi, giudici al Csm Depositate
le motivazioni Il Consiglio superiore: dovete vigilare sui tempi ROMA E' stata
una riunione molto animata quella svoltasi ieri all'ora di pranzo nella prima
sezione del Consiglio superiore della magistratura. A raccontarlo è uno dei
consiglieri laici che però non ha voluto fornire ulteriori dettagli. Mentre a
Roma, dunque, si discuteva del «caso Bari», nel capoluogo pugliese venivano
depositate le motivazioni della sentenza sul processo Eclissi, il cui ritardo
ha causato nelle scorse settimane la scarcerazione di 21 presunti mafiosi e
trafficanti di droga, episodio che - appunto - ha costretto il Csm ad aprire un
dossier specifico, mentre il ministero della giustizia ha avviato un'azione
disciplinare. L'ultimo atto della vicenda barese è stato reso noto dal
presidente della Corte d'appello Vito Caferra e il presidente della sezione gip
del tribunale Giovanni Leonardi, i quali si sono avvicendati nella prima
commissione del Csm per l'audizione. I due magistrati hanno in parte difeso i
propri uffici e in parte la giudice Rosa Anna De Palo che si è occupata del
caso - oggi guida il tribunale dei minorenni - perché il ritardo accumulato nel
depositare le motivazioni della sentenza è stato di poco superiore ai nove
mesi. La scadenza era stata fissata al 16 luglio dello scorso anno, grazie ad
una proroga di tre mesi ottenuta da De Palo (la sentenza di condanna è del 16
gennaio 2008). Ma solo nello scorso 12 febbraio i due dirigenti si sarebbero
resi conto del rischio scarcerazioni, quando - cioè - De Palo ha lasciato
l'ufficio gup per assumere il nuovo incarico. I due dirigenti hanno poi aggiunto
che nell'aprile del 2008 il magistrato aveva chiesto di essere affiancata nel
suo lavoro giudiziario, proprio per poter avere il tempo di scrivere le
motivazioni della sentenza, complessa anche per il numero degli imputati e dei
reati a loro ascritti: come si ricorderà sono state 150 le condanne 10 le
assoluzioni. Se la richiesta di de Palo è stata avanzata nell'aprile dello
scorso anno sin dal 2007, cioè dall'inizio del processo, aveva ottenuto esoneri
parziali dal lavoro. In ogni caso, ha spiegato in particolare Leonardi,
all'ufficio gip-gup del tribunale di Bari non esistevano e non esistono sistemi
di monitoraggio delle sentenze, che si accumulano con una media di 1500
all'anno. Una ragione di più per il Csm per chiedere invece
l'introduzione di meccanismi di controllo per evitare in futuro il ripetersi di
casi analoghi. Cosa accadrà ora? Non sarà il Csm a giudicare se con il suo
comportamento De Palo abbia eventualmente violato doveri deontologici;
si tratta di una valutazione - spiegano a Palazzo dei marescialli - che spetta
ai titolari dell'azione disciplinare, e cioè al ministro della Giustizia ed al
procuratore generale della Cassazione. L'obiettivo del Csm è piuttosto evitare
in futuro il ripetersi di casi analoghi e per questo i consiglieri hanno
invitato i due dirigenti baresi, come hanno fatto in circostanza simili nei
confronti di altri capi di uffici giudiziari, a vigilare sui tempi del deposito
delle sentenze, soprattutto laddove ci sono rischi di prescrizioni e
scarcerazioni. La mancanza di magistrati e personale amministrativo è definita
una situazione «intollerabile » dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, dalla
Giunta distrettuale Anm e dalle Associazioni forensi che hanno deciso di
promuovere «un confronto aperto con l'opinione pubblica » per il prossimo 15
maggio in un incontro con i giornalisti. Rosanna Lampugnani
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
del Mezzogiorno sezione: BARI data: 29/04/2009 - pag: 5 Caferra Anche il
presidente della Corte d'appello, Vito Marino Caferra, è stato ascoltato dal
Csm
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno sezione: 1PAGINA data: 29/04/2009 - pag: 1 Il procuratore Denuncia
all'Antimafia Lepore: su 10 politici tre stanno con i clan
Galgano al Csm: «Caso Napoli chiuso» Il trenta per cento dei politici è vicino
ai clan: lo ha detto ai giornalisti il procuratore di Napoli, Lepore, al
termine dell'audizione da parte della commissione Antimafia. Ascoltati anche
aggiunti e pm. Affrontato il nodo del voto di scambio. E intanto il
procuratore generale Galgano chiude davanti al Csm il caso nato dallo strappo
tra Lepore e alcuni suoi sostituti: «Oggi non ravviso più alcun elemento di
tensione». A PAGINA 4 Abate, Beneduce
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 29/04/2009 - pag: 4 Le audizioni Il
capo dei pm: «Nessun malumore, siamo compatti e remiamo tutti insieme» Galgano al Csm: «Il caso Procura è chiuso» Il Pg: l'ufficio è
tornato ordinato. La commissione oggi decide se acquisire nuovi atti DAL NOSTRO
INVIATO ROMA - La Procura di Napoli 'è tornata ad essere un ufficio ordinato'
dove i pm 'lavorano e fanno il proprio dovere', dunque 'oggi non ravviso più
alcun elemento di tensione'. Vincenzo Galgano, procuratore generale di
Napoli, chiude così - davanti al Csm - il caso nato dallo strappo tra
Giovandomenico Lepore e alcuni suoi sostituti, con tanto di assemblea convocata
per discutere sull''opportunità' della presenza del capo dei pm
all'inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra, evento nel corso del quale
il premier Silvio Berlusconi definì 'eroi' i manager di Impregilo (società
sott'inchiesta proprio per la gestione dei rifiuti) e parlò di 'ostacoli' alla
loro attività, con chiaro riferimento alle azioni giudiziarie. Uno scontro,
quello interno all'ufficio della pubblica accusa (che in precedenza era finito
anche davanti al Consiglio giudiziario per le 'divergenze' tra il capo e due
sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo sulla decisione di stralciare dall'inchiesta
le posizioni di Guido Bertolaso e Alessandro Pansa), che aveva indotto lo
stesso Pg a scendere in campo. E a far intervenire - dopo le sue dichiarazioni
al 'Corriere del Mezzogiorno' con cui criticava 'certi pm che perseguono
interessi personali' e riconduceva le polemiche sul procuratore alla 'ricerca
di visibilità pre-elettorale di alcuni soggetti' - proprio il Csm. La prima
commissione aveva deciso infatti di ampliare la pratica a tutela dei pm
napoletani per condurre di fatto una vera e propria istruttoria sulla Procura:
e - dopo aver ascoltato ieri lo stesso Pg, il capo dei pm e un suo vice - s'è
riservata per oggi la decisione su ulteriori accertamenti. Il primo a varcare
il portone di Palazzo dei Marescialli è Vincenzo Galgano. Siede davanti ai
membri della prima commissione. E a loro spiega che 'l'ufficio di Procura è
tornato di nuovo ordinato, le polemiche sono finite'. Il Pg ribadisce di fatto
quanto affermato nell'intervista, i consiglieri gli chiedono se quando parla di
'interessi personali' e 'pm in cerca di visibilità' si riferisca a episodi o
nomi specifici. Lui chiarisce così: 'Le mie erano critiche generiche scaturite
dalla situazione che si era determinata in Procura. Il problema era il metodo,
non questa o quella persona. E, quando sì è capito che non era possibile
continuare su quella strada, i colleghi sono tornati a lavorare senza
polemiche. Oggi, dunque, non vedo alcun elemento di tensione: i pm fanno il
proprio dovere'. E, che la vicenda possa considerarsi chiusa (almeno per lui),
il procuratore generale lo ribadisce al 'Corriere del Mezzogiorno' al termine
dell'audizione: 'Ritengo che non ci sia spazio perché si possa ritenere ancora
portatrice di effetti quella serie di accadimenti che si sono verificati e che
va sotto il nome di caso Procura'. Identica linea la sostengono Aldo De Chiara
(uno dei vice del procuratore che ai consiglieri parla di un 'ufficio
assolutamente compatto') e - soprattutto - lo stesso capo dei pm.
Giovandomenico Lepore arriva a Palazzo dei Marescialli alle
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Nuoro e Provincia
Pagina 5015 Tribunale. La decisione del Csm era attesa per oggi ma è slittata.
Nominati invece i presidenti di sezione Dieci candidati per la Procura Tribunale..
La decisione del Csm era attesa per oggi ma è slittata. Nominati invece i
presidenti di sezione Entro 48 ore il nome del successore di Amoroso -->
Entro 48 ore il nome del successore di Amoroso In corsa tra gli altri Carlo
Lasperanza, Lucina Serra, Andrea Garau e l'attuale reggente Mariangela
Passanisi. Ormai è solo questione di giorni, forse di ore. Tra oggi e domani la
quinta commissione Consiglio superiore della magistratura dovrebbe infatti
indicare il nuovo procuratore capo di Nuoro a cui sarà affidato il compito di
sostituire Antonio Amoroso, che dopo quattro anni al vertice degli uffici
inquirenti barbaricini, all'inizio di aprile è stato trasferito ad Ancona, pare
per motivi familiari. La nomina era attesa già ieri sera, ma poi è slittata.
Oggi potrebbe comunque essere la giornata giusta. I CANDIDATI I candidati in
lizza per guidare nei prossimi anni la caldissima Procura di Nuoro sono in
tutto dieci. Tra loro c'è anche una vecchia conoscenza degli ambienti
giudiziari barbaricini: Carlo Lasperanza, attualmente pubblico ministero a
Roma, dove in passato si è occupato, non senza polemiche, dell'inchiesta sul
delitto della studentessa dell'università La Sapienza Marta Russo. Romano, nato
il 26 dicembre del 1956, Lasperanza è stato infatti pubblico ministero a Nuoro
all'inizio degli anni Novanta. Un'esperienza breve ma intensa durante la quale
aveva condotto importanti indagini, come quella sulla morte di Gianni Cadinu,
latitante di Mamoiada protagonista di alcuni dei più clamorosi sequestri di persona
compiuti negli anni Ottanta. Tra i papabili c'è anche l'attuale procuratore
reggente Maria Angela Passanisi, in servizio a Nuoro ormai da più di dieci
anni, il pm di Cagliari Alessandro Pili e quello di Sassari Andrea Garau. Uno
dei nomi è anche quello di Lucina Serra, sostituto procuratore generale a
Cagliari, che lo scorso aveva rifiutato la nomina a procuratore capo di Lanusei
dopo qualche giorno di riflessione, inviando al Csm poche righe per comunicare
che avrebbe ritirato la domanda presentata a suo tempo per concorrere al posto
da regista dell'apparato investigativo ogliastrino, poi affidato a Domenico
Fiordalisi. A completare l'elenco degli aspiranti procuratori ci sono infine i
nomi di alcuni magistrati continentali che non hanno nessuna esperienza della
Sardegna, compreso quello di Angelo Martinelli, giudice di sorveglianza a
Modena, che a quanto pare è uno dei più gettonati. PRESIDENTI DI SEZIONE In
attesa che sia definita la nomina del procuratore capo, il Csm ha intanto già
provveduto a riempire altre importanti caselle nell'organigramma del Tribunale
di Nuoro. Dopo l'indicazione del nuovo presidente, che sarà Vito Morra, la cui
nomina attende ormai solo lo scontato via libera del plenum, nei giorni scorsi
sono stati infatti individuati anche i nuovi presidenti delle sezioni penale e
civile. Il primo incarico sarà appannaggio di Giuseppe Pintori, magistrato
cagliaritano con una lunga esperienza sia nel penale che nel civile, mentre il
secondo è stato affidato a Gianni La Rocca, anche lui proveniente dal Tribunale
cagliaritano dove è stato giudice fallimentare. Anche in questo caso però per
l'ufficialità bisognerà attendere il pronunciamento del plenum dell'organo di
autogoverno della magistratura. PROCURA IN DIFFICOLTÀ La girandola di nomine non
risolve però del tutto i problemi che affliggono il palazzo di giustizia di
Nuoro. La situazione resta infatti grave proprio negli uffici della procura
della Repubblica dove attualmente, su sei pm previsti dall'organico ne mancano
tre, con il quarto, Daniele Rosa, che partirà a fine estate alla volta di
Rimini. Oltre ad Amoroso in questi mesi hanno già fatto le valigie i pm Lara
Ghirardi (destinazione Bergamo), Katia Marino (ora in servizio a Roma) e
Ornella Chicca, trasferita da marzo alla procura di Piacenza. Tanto che c'è già
chi per i prossimi mesi prevede la paralisi dell'attività di investigazione,
con il blocco di decine di inchieste su fatti gravissimi, omicidi e rapine in
testa. Unica consolazione il fatto che recentemente il ministro Angelino Alfano
ha inserito il Tribunale barbaricino nell'elenco delle sedi disagiate, il che
garantirà ai pm che accetteranno il trasferimento a Nuoro indennità economiche
e vantaggi di carriera, con la possibilità, al termine del periodo obbligatorio
di cinque anni, di avere la precedenza rispetto agli altri colleghi sulla
scelta dell'eventuale sede di trasferimento. MASSIMO LEDDA
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Commenti Pagina 336
La Corte costituzionale sulle intercettazioni
Contraddittorio assente sui documenti distrutti La Corte costituzionale
sulle intercettazioni --> Secondo la Consulta non tutte le intercettazioni
illegali andrebbero distrutte, fermo restando il divieto di rendere note le
modalità con cui gli atti e i documenti medesimi sono stati acquisiti.
L'articolo 240 del Codice di procedura penale, nella formulazione risultante
dalle modifiche del governo Prodi, impone la distruzione di quanto illegalmente
acquisito nell'ambito di una udienza camerale celebrata dal Gip con redazione
di un verbale riassuntivo di quanto distrutto. Ad avviso della Corte sussistono
evidenti profili di illegittimità nel momento in cui non è prevista, da un
lato, l'applicazione delle regole per l'incidente probatorio durante l'udienza
per la distruzione dei documenti e, dall'altro, che il divieto di fare
riferimento al contenuto di documenti, supporti e atti nella redazione dei
verbali di distruzione non si estende anche alle circostanze inerenti
formazione, acquisizione e raccolta degli stessi. L'articolo 401, disciplinante
l'udienza di incidente probatorio, prevede che l'udienza camerale si svolga con
la partecipazione di Pm e difensore della persona sottoposta a indagine con il
diritto di partecipazione del difensore della persona offesa. In questo modo la
Corte ha recentemente accolto le eccezioni sollevate dal Gip di Milano nel procedimento
Tavaroli-Telecom. L'illegittimità della norma, come pronunciata dalla Corte,
non è di scarso momento se si considera che la partecipazione all'udienza di
distruzione dei rappresentanti di accusa e difesa e delle persone offese,
secondo lo schema dell'incidente probatorio, consente una effettiva parità tra
accusa e difesa e il pieno rispetto dell'articolo 111 della Costituzione, per
il quale il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella
formazione della prova. Nel ddl sicurezza (testo 30 giugno 2008) all'esame
della Camera, nonostante la riforma delle intercettazioni di cui agli articoli
266 e seguenti del Codice di procedura penale, nulla si era, ed è, previsto in
ordine al testo dell'articolo 240, con il permanere di una forte compromissione
del diritto di difesa per ciò che riguarda il disposto del menzionato articolo
nel suo riferirsi al "destino" del materiale intercettato. Riforma
comunque utile: l'articolo 268 prevede che delle operazioni di registrazione sia
redatto verbale sommario custodito negli archivi ex articolo 269, trasmesso poi
al Pm che provvede al deposito in segreteria in 5 giorni; i difensori possono
prenderne visione. Al comma 6-bis è previsto il divieto di disporre lo stralcio
delle registrazioni prima del termine sopradetto, mentre in base al 6-ter,
trascorso il termine, il Pm trasmette decreti autorizzativi, verbali,
registrazioni al tribunale che procede anche d'ufficio allo stralcio delle
registrazioni di cui è vietata l'utilizzazione. Fortuna che all'articolo 240,
se non altro, ha pensato la Corte costituzionale.
GIUSEPPINA DI SALVATORE
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina III - Bari
Petruzzelli, le chiavi tornano al ministero L´Avvocatura dello Stato: la
famiglia restituisca i soldi della ricostruzione é chiaro che prima del
prossimo autunno il politeama non riaprirà e forse è meglio che sia così Spiega
il prefetto Carlo Schilardi: "Sulla vicenda una serie di osservazioni di
carattere giuridico-economico" Lettera del commissario Balducci a enti
locali e Prefettura: il teatro né agli eredi né alla Fondazione Il legale dei
Messeni: è chiaro: i proprietari non nelle condizioni di mettere un solo euro
GIULIANO FOSCHINI Il commissario straordinario per la ricostruzione del
Petruzzelli consegnerà nei prossimi giorni le chiavi del teatro al Ministero
per i beni culturali. Lo ha comunicato ieri lo stesso Angelo Balducci con una
lettera inviata agli enti locali e alla Prefettura. Nessuna consegna quindi
alla famiglia, né tantomeno alla Fondazione come invece avrebbe previsto il
protocollo del 2002. La scelta del commissario è dettata da un parere
dell´Avvocatura dello Stato, citato da Balducci nella stessa lettera, che
poneva - come spiega il prefetto Carlo Schilardi - «una serie di osservazioni
di carattere giuridico-economico» sulla vicenda. Problemi da risolvere, secondo
gli avvocati romani, prima di poter consegnare le chiavi ai legittimi
proprietari (la famiglia Messeni Nemagna) oppure all´ente gestore (la
Fondazione Petruzzelli). Il problema principale arriva dai 13 milioni in più,
rispetto alla cifra stabilita nel 2002, spesi dallo Stato per la ricostruzione.
Si tratta della cifra che il Governo decise di accollarsi per terminare più
velocemente i lavori dopo l´esproprio. Una volta annullato
però dalla Corte costituzionale quel provvedimento, i soldi in più spesi dallo Stato -
sosterrebbe l´Avvocatura - non possono essere regalati ai legittimi proprietari
del teatro. Per questo motivo prima di fare ogni passo ufficiale - sia esso la
consegna delle chiavi alla famiglia oppure l´applicazione del protocollo del
2002 con l´entrata in campo della Fondazione - è necessario chiarire da
la situazione con la famiglia Messeni Nemagna. Da un punto di vista giuridico e
da un punto di vista economico. «Questa posizione dell´avvocatura non ci
sorprende - spiega l´avvocato del 75 per cento dei proprietari, Ascanio
Amenduni - Noi per primi avevamo chiesto al tavolo tecnico garanzie e
approfondimenti dal punto di vista giuridico ed economico e ci avevano preso
quasi per pazzi. Quello che deve essere chiaro è che i proprietari non possono
mettere un euro, anche perché sarebbero in difficoltà economica a farlo. E
soprattutto se soldi in più sono stati spesi è giusto che se ne assuma la
responsabilità chi ha deciso quei soldi di spenderli». Da tutta questa vicenda
l´unica cosa che sembra chiara è, come dice il prefetto Schilardi, che «prima
del prossimo autunno il teatro non riaprirà. E forse è meglio così, è bene
mettere prima tutte le cose apposto». «Ancora una volta - commenta il vice
presidente della Provincia, Onofrio Sisto - si assiste a un rimpallo di
responsabilità che produce l´unico effetto di impedire ai cittadini baresi di
riappropriarsi del loro teatro ormai ultimato da tempo». «Balducci ha fatto
quello che la legge gli imponeva» dice invece il consigliere di amministrazione
della Fondazione, Mario Carrieri.
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina III - Bari
Audizioni del presidente della Corte d´appello e del capo dell´ufficio gip:
"Non sapevamo del rischio liberazione" Boss scarcerati, due giudici dal Csm La De Palo chiese l´esonero. Depositate le
motivazioni della sentenza I dirigenti hanno ricostruito a Roma la vicenda
davanti alla prima commissione Confermato l´eccessivo carico di lavoro E´ stata
una corsa contro il tempo. Il giudice Rosa Anna De Palo ha accelerato e
ultimato la stesura delle motivazioni, lavorando sino a tarda ora. E ora
la sentenza del processo "Eclissi" è stata depositata. La notizia è
emersa, ieri, durante le audizioni davanti al Csm del presidente della Corte
d´Appello di Bari Vito Caferra e del responsabile dell´ufficio gip gup Giovanni
Leonardi. Al centro della discussione il caso dei 15, tra trafficanti di droga
e affiliati al clan degli Strisciuglio, tornati in libertà perché il giudice
Rosa Anna De Palo non ha depositato le motivazioni. I due dirigenti degli
uffici giudiziari baresi ai componenti della prima commissione hanno
ricostruito la vicenda, spiegando di essere venuti a conoscenza del rischio di
scarcerazione dei 15 soltanto il 12 febbraio di quest´anno quando il giudice De
Palo ha lasciato l´ufficio gup per presiedere il Tribunale dei Minorenni. Ma
nell´audizione si è parlato anche dell´esonero dall´attività ordinaria che,
come confermato dal capo dell´ufficio gip gup Leonardi, la De Palo aveva
chiesto il 28 aprile del 2008 nella stessa lettera con cui invocava altri tre
mesi per la stesura delle motivazioni. Alla richiesta di poter occuparsi
soltanto del caso "Eclissi" non c´è stato alcun seguito. Altri
esoneri, invece, erano stati concessi prima della lettura del dispositivo, nel
gennaio del 2008. Leonardi si è soffermato anche sul carico di lavoro dell´ufficio,
in media all´anno vengono pronunciato 1500 sentenze, anche se, ha aggiunto, non
è mai stato predisposto un monitoraggio sul numero dei fascicoli. Sarà il
ministero della Giustizia e il procuratore generale della Cassazione a decidere
se il mancato deposito delle motivazioni da parte del giudice De Palo equivalga
ad una violazione del codice deontologico e se quindi debba essere punito con
un´azione disciplinare. Dalla prima commissione del Csm invece è arrivato un
invito al presidente della Corte d´Appello Caferra e al capo dell´ufficio gip
gup perché si vigili sui tempi del deposito delle sentenze, soprattutto nei
casi in cui c´è il rischio della prescrizione e delle scarcerazioni. Con il
deposito delle motivazioni, potrà, con ogni probabilità, essere scongiurato il
rischio del ritorno in libertà ad ottobre di altri imputati del processo.
(g.d.m.)
( da "Romania Libera"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
> Cititi online
anunturile din ziarul “Romania libera”: AFP: Situatia
cazurilor de gripa porcina Rl online Miercuri, 29 Aprilie 2009 Gripa porcina,
care ar fi provocat moartea a peste 150 de persoane in Mexic, s-a extins in Statele Unite, Canada, Marea
Britanie si Spania, autoritatile sanitare temandu-se de o pandemie de amploare
mondiala, relateaza AFP consultata de Mediafax, care prezinta cazurile
confirmate si cele suspecte incepand din 24 aprilie. CAZURI CONFIRMATE MEXIC :
Ministrul Sanatatii a anuntat 152 de decese cauzate "probabil" de
gripa porcina. Din acest total, numarul confirmat al deceselor este de 20.
STATELE UNITE: Un total de 44 de cazuri de gripa porcina au fost confirmate in
cinci state americane: New York, California, Texas, Kansas si Ohio. Un caz
probabil a fost semnalat in Michigan. La New York, 28 de elevi dintr-o scoala
au contractat boala. Doi liceeni si un profesor francez, care se aflau in
scoala pentru un schimb de experienta, primesc ingrijiri, dar nu au fost
confirmati cu gripa porcina. CANADA: Au fost confirmate sase cazuri de gripa
porcina, dintre care patru in provincia Noua Scotie si doua in Columbia
Britanica. La Ontario, 10-12 persoane sunt supravegheate, dar nici un caz nu a
fost confirmat pana in prezent aici. MAREA BRITANIE: Doua persoane au fost
internate preventiv duminica, in Scotia, dupa ce au prezentat "usoare
simptome similare gripei", acestea fiind confirmate cu gripa porcina in
cursul serii de luni. Alte sapte persoane din totalul de 22, care au intrat in
contact cu cele doua prezinta "simptome lejere", dar nu au fost
confirmate pana in prezent cu gripa porcina. SPANIA: Ministrul Sanatatii
Trinidad Jimenez a anuntat marti un al doilea caz confirmat de gripa porcina la
o persoana care s-a intors din Mexic la Valencia. Numarul cazurilor suspecte
era luni seara de 26. ISRAEL: Un caz de gripa porcina a fost confirmat in
Israel - primul din Orientul Mijlociu - la un israelian in varsta de 26 de ani
care s-a intors dintr-un sejur in Mexic si a fost spitalizat duminica, a
anuntat marti o sursa spitaliceasca. Marti a fost confirmat si cel de-al doilea
caz, al unui israelian de 49 de ani revenit recent din Mexic. NOUA ZEELANDA:
Prezenta virusului a fost confirmata la cel putin trei persoane dintr-un grup
de 25 de la un colegiu din Auckland, plasate in carantina sambata, la
intoarcerea din Mexic. Autoritatile cred ca in total zece dintre ele - noua
liceeni si un profesor - ar fi putut contracta boala. Pe de alta parte,
Guvernul analizeaza 56 de cazuri posibile. COSTA RICA: O femeie in varsta de 21
de ani, care s-a intors la San Jose de trei zile, dupa un sejur in Mexic, este
afectata de gripa porcina, devenind prima persoana din America Centrala care a
contractat virusul. CAZURI SUSPECTE POLONIA: Trei cazuri suspecte de gripa
porcina, in randul persoanelor intoarse recent din Mexic, sunt in observare, a
anuntat marti Inspectia sanitara nationala AUSTRALIA: Autoritatile au mentionat
marti 70 de cazuri posibile de gripa porcina. Cinci persoane - dintre care si
copii - sunt purtatoare ale virusului de tip A (familia careia ii apartine
gripa porcina A/H1N1), in New South Wales. Ministrul Sanatatii, Nicola Roxon, a
declarat ca este "cel putin posibila, chiar probabila" confirmarea
prezentei gripei porcine in zilele urmatoare. FRANTA: Douazeci de cazuri
suspecte sunt "in curs de analizare", in cadrul masurilor referitoare
la gripa porcina. GERMANIA: Trei cazuri suspecte de gripa porcina, primele din
Germania, sunt in curs de verificare, a anuntat marti secretarul de stat pentru
Sanatate, Klaus Theo Schroeder. AUSTRIA: Un prim caz suspect a fost depistat in
Austria Superioara, potrivit televiziunii. ELVETIA: Cinci elvetieni reveniti
din Mexic sunt suspectati de infectare cu virusul gripei porcine si fac
obiectul examinarilor, a anuntat purtatorul de cuvant al Oficiului elvetian de
Sanatate Publica. DANEMARCA: Cinci persoane care s-au intors in urma cu o
saptamana din Mexic si Statele Unite, se afla sub observatie la doua spitale
din Danemarca, au anuntat luni surse spitalicesti. IRLANDA: Patru persoane au
fost supuse analizelor pentru a stabili daca au contractat gripa porcina,
acestea dovedindu-se negative in cazul unei persoane, in timp ce pentru
celelalte sunt asteptate in continuare rezultatele. OLANDA: "Cateva cazuri
suspecte" de gripa porcina au fost depistate si in Olanda, a anuntat marti
Institutul olandez pentru sanatate si mediu (RIVM). SUEDIA: Cel putin cinci
persoane, care au calatorit recent in Mexic, au fost examinate pentru a se stabili
daca au contractat sau nu virusul, a declarat pentru agentia TT Mia Brytting,
un oficial din cadrul Institutului suedez pentru controlul bolilor
infectionase. HONG KONG: Patru cazuri suspecte de gripa porcina, la persoane
care au calatorit in tarile afectate de epidemie, au fost depistate la Hong
Kong, a anuntat marti un oficial din cadrul serviciilor sanitare. COLUMBIA:
Autoritatile sanitare au plasat sub supraveghere 12 persoane revenite din Mexic
si care prezinta simptome de gripa. Acesti pacienti nu au fost internati, dar
sunt testati la domiciliu. PERU: Un prim caz de gripa porcina este suspectat in
Peru, dupa spitalizarea unui barbat care s-a intors luni din Mexic, au anuntat
autoritatile. CHILE: Opt persoane sunt examinate in Chile, dintre care cinci la
Santiago, unul in nordul tarii si doua in sud. COREEA DE SUD: O femeie
sud-coreeana, in varsta de 51 de ani, care s-a intors
recent din Mexic, a contractat "probabil" gripa porcina, potrivit
centrului de prevenire local. Din aceeasi categorie: Patronul Argesului iese
azi sau maineRepartizarea dosarului Becali, verificata de CSM Arbitrii Marcel Savaniu, Sorin
Corpodean si observatorul FRF Marcel Lica raman in arest Voteaza
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 21 - Interni
Clandestini, arrivano i presidi-spia denuncia per le iscrizioni a scuola
Intercettazioni, le aziende decidono il blocco: non ci pagano Maroni: "Sul
ddl sicurezza o c´è l´accordo nella maggioranza o chiedo la fiducia. L´ho già
chiesto a Berlusconi e lui è d´accordo" LIANA MILELLA ROMA - Se ne vanno i
medici-spia, ma arrivano i presidi-spia, quelli che, in quanto incaricati di
pubblico servizio, saranno costretti a denunciare il clandestino che cerca di
iscrivere il figlio a scuola. Senza permesso di soggiorno l´immigrato non potrà
più fare nulla, né dichiarare all´anagrafe una nascita, né mandare a scuola i
figli avuti fuori dall´Italia (visto che i nati qui non esisteranno neppure),
né presentarsi negli uffici di stato civile, né accedere ai pubblici servizi
(ospedali esclusi). Tutto quello che pure una legge severa come la Bossi-Fini
consentiva agli stranieri irregolari viene cancellato dal ddl sulla sicurezza
che domani andrà in aula alla Camera. Con il suo carico di ronde e di Cie a sei
mesi. Tra lo scandalo delle associazioni cattoliche (Migrantes, Sant´Egidio,
Acli) e le denunce dell´opposizione. Scatenata l´Idv che, con Antonio Borghesi,
lancia l´allarme sul rischio dei presidi-spia («Non potranno far altro che
sporgere denuncia di fronte a un reato perseguibile d´ufficio»). Allarme nel Pd
dove Donatella Ferranti denuncia «un testo disumano con norme inaccettabili per
i diritti delle persone». D´ora in avanti «con il nuovo reato, ogni incaricato
di pubblico servizio, presidi, infermieri, dipendenti comunali, avranno
l´obbligo di denunciare gli irregolari». Oggi, a Montecitorio, manifestano
sindacati, associazioni cattoliche, Antigone, Sinistra e libertà. Ma il
ministro dell´Interno Roberto Maroni pone un secco alto là: «O c´è un accordo
pieno nella maggioranza o vado in aula con la certezza della fiducia. L´ho
chiesto formalmente a Berlusconi che si è detto d´accordo». Memore delle due
bocciature della permanenza lunga nei Cie al Senato e alla Camera, mette le
mani avanti: «Voglio evitare il rischio del "non c´è due senza tre"».
I suoi timori sono giustificati perché nel Pdl cova insofferenza. Alessandra
Mussolini ha presentato in commissione venti modifiche (via il nuovo reato, via
i medici-spia, via l´obbligo di presentare il premesso per tutto), ma è stata
punita dal "servizio d´ordine" del Pdl: non fa parte delle
commissioni Affari costituzionali e Giustizia, nessuno le ha ceduto il posto
per consentirle di votare gli emendamenti. Firmati però da una dozzina di
colleghi. Ecco la necessità di ricorrere alla fiducia. Se Maroni punta i piedi,
il Guardasigilli Angelino Alfano incappa in una giornata nera per sedi
disagiate e intercettazioni. Per la seconda volta la
soluzione per obbligare il Csm a trasferire d´ufficio giudici e pm è stoppata
in commissione e il sottosegretario Giacomo Caliendo la ritira («Se c´è la
fiducia la riproporremo»). Va peggio per gli ascolti. Le aziende che li rendono
possibili (
( da "Stampa, La" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
PINEROLO DOPO LA
SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE SU UNA NORMA ERRATA Federconsumatori:
«Verrano restituite somme per le bollette fino a 10 anni indietro» Tariffe
dell'acqua illegittime Acea ora deve rimborsare La società: "Meno
investimenti o ritocchi alle quote" [FIRMA]ANTONIO GIAIMO PINEROLO
Rimborsi in arrivo per tutti quei pinerolesi che in questi anni hanno pagato
all'Acea una tariffa relativa alla depurazione delle acque, ma che invece
abitano in una zona non servita dalla fognatura. Numerose erano state le
richieste inoltrate o direttamente all'Acea o tramite la Federconsumatori, che
in questi mesi si era fatta carico di tutte le richieste che arrivavano da
Pinerolo ma anche da alcuni comuni limitrofi. A mettere la parola fine è stata
una circolare del Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche che,
a firma del suo presidente, Roberto Passino, fa riferimento
a una sentenza emessa dalla Corte Costituzionale. La suprema corte ha dichiarato l'illegittimità di
questo passo della norma: «E' dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la
fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione, o questi
siano temporaneamente inattivi». Così il governo ha fatto un passo
avanti e ha stabilito le linee guida per la restituzione di queste somme. «I
rimborsi potranno andare indietro di dieci anni - spiegano alla
Federconsumatori di Pinerolo - ed è giusto che sia così, perché quel denaro
doveva servire per realizzare o completare le fognature». L' ufficio legale
dell'Acea di Pinerolo in questi giorni sta ricevendo queste richieste di
rimborso: «Noi aspettiamo le decisione dell'Ato, l'autorità d'ambito che
predispone le tariffe - spiega Francesco Carcioffo, direttore dell' Acea - dopo
di che si vedranno le modalità per i rimborsi, che saranno comunque
riconosciuti anche a quegli utenti che non hanno fatto l'istanza di ricorso».
Ma in che modo si comporterà adesso l'autorità d'ambito, come riuscirà a far
fronte a questo esborso di denaro? «Al momento non abbiamo avuto indicazioni
precise, noi siamo solo un braccio operativo - continua il direttore dell'Acea
- credo però, ma è solo un'ipotesi, che a quel punto per far quadrare i bilanci
o si faranno meno investimenti, oppure verranno ritoccate tutte le tariffe
dell'acqua». Possibili quindi aumenti per tutti. Nelle linee guida del governo
si prevede che i gestori del servizio provvedano, anche in forma rateizzata,
entro un termine massimo di 5 anni, a decorrere dal primo ottobre di
quest'anno, alla restituzione della quota di tariffa che era stata pagata, ma
non dovuta. Da questo importo saranno dedotti eventuali oneri legati alla
progettazione o al completamento delle opere avviate.
( da "AltaLex" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Sentenze della
Cassazione, Pubblico Ministero, obbligo di chiedere l’archiviazione
Corte Costituzionale , sentenza 24.04.2009 n° 121 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi
Sentenze della Cassazione – Pubblico Ministero – obbligo di
chiedere l’archiviazione – illegittimità [art. 405, comma 1bis,
c.p.p.] La previsione dell’art. 405, comma 1-bis, c.p.p. che impone
l’obbligo del pubblico ministero di chiedere l’archiviazione al termine delle
indagini qualora la Corte di cassazione si sia pronunciata in ordine alla
insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ai sensi dell'articolo 273, e
non siano stati acquisiti, successivamente, ulteriori elementi a carico della persona sottoposta
alle indagini, è costituzionalmente illegittima poiché contrasta con i principi
di ragionevolezza e di uguaglianza di cui all'art. 3 della Costituzione ed il
precetto della obbligatorietà dell'azione penale, di cui all'art. 112 Cost..
(Fonte: Altalex Massimario 17/2009) Corte Costituzionale
Sentenza 24 aprile 2009, n. 121 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: - Francesco AMIRANTE Presidente -
Ugo DE SIERVO Giudice - Paolo MADDALENA " - Alfio FINOCCHIARO " -
Alfonso QUARANTA " - Franco GALLO " - Luigi MAZZELLA " - Gaetano
SILVESTRI " - Sabino CASSESE " - Maria Rita SAULLE " -
Giuseppe TESAURO " - Paolo Maria NAPOLITANO " - Giuseppe FRIGO "
- Alessandro CRISCUOLO " ha pronunciato la seguente SENTENZA nel giudizio
di legittimità costituzionale dell’art.
405, comma 1-bis, del codice di procedura penale, aggiunto dall’art. 3
della legge 20 febbraio 2006, n. 46 (Modifiche al codice di procedura penale,
in materia di inappellabilità
delle sentenze di proscioglimento), promosso dal Giudice per le indagini
preliminari del Tribunale di Forlì nel procedimento penale a carico di L.R. ed
altri, con ordinanza del 22 novembre 2007, iscritta al n. 72 del registro
ordinanze 2008 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 13,
prima serie speciale, dell’anno 2008. Udito nella camera di consiglio
del 28 gennaio 2009 il Giudice relatore Giuseppe Frigo. Ritenuto in fatto Con
l’ordinanza indicata in epigrafe, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale
di Forlì ha sollevato, in riferimento agli artt. 3, 111, secondo comma, e 112
della Costituzione, questione di legittimità costituzionale
dell’art. 405, comma 1-bis, del codice di procedura penale, aggiunto
dall’art. 3 della legge 20 febbraio 2006, n. 46 (Modifiche al codice di
procedura penale, in materia di inappellabilità delle sentenze di
proscioglimento), in forza del quale «il pubblico ministero, al termine delle indagini, formula
richiesta di archiviazione quando la Corte di cassazione si è pronunciata in
ordine alla insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ai sensi dell’articolo
273, e non sono stati acquisiti, successivamente, ulteriori elementi a carico della persona
sottoposta alle indagini». Il giudice rimettente riferisce che –
nell’ambito di un più ampio procedimento penale, dal quale era derivato,
per separazione, il procedimento a quo – la Corte di cassazione, con
quattro sentenze
emesse tra il 21 giugno e il 26 luglio 2005, aveva rigettato i ricorsi del
pubblico ministero avverso le ordinanze del Tribunale di Bologna, con cui erano
state annullate in sede di riesame, per carenza dei gravi indizi di
colpevolezza, le misure cautelari applicate ad alcune delle persone sottoposte
alle indagini. I ricorsi del pubblico ministero erano stati respinti, a seconda
dei casi, o perché basati su valutazioni attinenti al merito, inammissibili in
sede di legittimità; o per la ritenuta infondatezza delle censure mosse alla
motivazione del provvedimento impugnato; ovvero, ancora, per entrambe le
ragioni ora indicate. Poiché, in tutti i casi, la Corte di cassazione –
confermando la decisione del tribunale del riesame – si era «pronunciata in ordine alla insussistenza dei
gravi indizi di colpevolezza, ai sensi dell’art. 273» cod. proc.
pen., il pubblico ministero, in applicazione del comma 1-bis dell’art. 405
del medesimo codice, aggiunto dall’art. 3 della legge n. 46 del 2006,
aveva formulato
richiesta di archiviazione: rappresentando, tuttavia, che in assenza di tale
disposizione egli avrebbe chiesto il rinvio a giudizio degli indagati e
denunciando altresì il contrasto della disposizione stessa con il principio di
ragionevolezza, di cui all’art. 3 Cost. Ad avviso del giudice a quo,
il comma 1-bis dell’art. 405 cod. proc. pen. violerebbe non soltanto il
parametro costituzionale evocato dalla pubblica accusa, ma anche gli
artt. 111, secondo comma, e 112 Cost. La disposizione impugnata determinerebbe,
in specie, «un’indebita dilatazione […] della
valutazione dei gravi indizi di colpevolezza effettuabile, in sede di
legittimità, in punto di misure cautelari». Per consolidata giurisprudenza,
infatti, la valutazione del peso probatorio degli indizi, ai fini dell’adozione
delle misure cautelari personali, è compito riservato al giudice del merito e
può essere contestata, con ricorso per cassazione, unicamente sotto il profilo
della sussistenza, adeguatezza e logicità della motivazione. La norma sottoposta a scrutinio trascurerebbe,
dunque, la circostanza che il sindacato della Corte di cassazione in ordine ai
gravi indizi di colpevolezza, richiesti dall’art. 273 cod. proc.
pen., è sempre vincolato alle risultanze investigative considerate dal giudice di merito e delle quali si dà conto
nel provvedimento impugnato: con la conseguenza che detto sindacato non
comporterebbe di necessità la considerazione di tutti gli elementi indiziari
acquisiti nel corso delle indagini, in quanto il giudice del merito potrebbe
averne trascurati alcuni nel ragionamento seguito. Il pubblico ministero non
potrebbe essere privato, tuttavia, dell’opportunità di far
valere tali risultanze, non considerate, nel seguito del procedimento,
anzitutto mediante la richiesta di rinvio a giudizio o la citazione a giudizio. Sotto diverso
profilo, poi, la regola dettata dall’art. 405, comma 1-bis,
cod. proc. pen. non terrebbe conto della differenza intercorrente tra gli
elementi che giustificano la richiesta di rinvio a giudizio o la citazione a giudizio e i gravi indizi che
legittimano l’applicazione di una misura cautelare.
Questi – dovendo risultare idonei a fondare, secondo la giurisprudenza di
legittimità, un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità
dell’indagato in ordine
ai reati addebitatigli – avrebbero, infatti, una maggiore
«pregnanza» dei primi: e ciò, in considerazione sia della diversa fase del
procedimento in cui le misure cautelari ordinariamente intervengono (e, cioè,
«quella iniziale delle indagini preliminari»); sia della gravità intrinseca delle misure stesse, le
quali sono applicate a prescindere dal contraddittorio tipico del giudizio. Per
tali aspetti, la norma impugnata si rivelerebbe dunque lesiva tanto dei
principi di ragionevolezza e di eguaglianza, di cui all’art.
3 Cost.; quanto del precetto di obbligatorietà dell’azione penale,
enunciato dall’art. 112 Cost., venendo a limitare indebitamente
l’autonomia del pubblico ministero nell’esercizio di tale azione. La
circostanza che – ad avviso del rimettente – la disposizione censurata non
impedisca comunque al giudice per le indagini preliminari di respingere la
richiesta di archiviazione e di disporre, quindi, l’«imputazione coatta»,
non basterebbe a fugare i dubbi di legittimità costituzionale. La richiesta
“obbligata” di archiviazione da parte del pubblico ministero
comporterebbe, difatti, «passaggi processuali» che possono risultare privi di
giustificazione, in contrasto con le esigenze di economia processuale e con il
principio di ragionevole durata del processo, espresso dall’art. 111, secondo
comma, Cost.: quali, in specie, la fissazione dell’udienza prevista
dall’art. 409, comma 2, cod. proc. pen., l’imputazione coatta o
l’indicazione di ulteriori indagini da compiere. Queste, d’altro
canto, sarebbero
finalizzate unicamente a raccogliere «ulteriori elementi a carico della persona
sottoposta alle indagini» – conformemente a quanto prevede la norma
impugnata – con conseguente compromissione anche del principio di terzietà
del giudice, sancito dallo stesso art. 111, secondo comma, Cost. Considerato in diritto 1. –
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Forlì dubita della
legittimità costituzionale, in riferimento agli artt. 3, 111, secondo
comma, e 112 della Costituzione, dell’art. 405, comma 1-bis, del codice di procedura
penale, aggiunto dall’art. 3 della legge 20 febbraio 2006, n. 46
(Modifiche al codice di procedura penale, in materia di inappellabilità delle
sentenze di proscioglimento), il quale stabilisce che «il pubblico ministero, al termine delle indagini, formula
richiesta di archiviazione quando la Corte di cassazione si è pronunciata in
ordine alla insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ai sensi dell’articolo
273, e non sono stati acquisiti, successivamente, ulteriori elementi a carico della persona
sottoposta alle indagini». Ad avviso del giudice rimettente, la norma censurata
trascurerebbe la circostanza che il sindacato della Corte di cassazione sulla
gravità indiziaria, richiesta dall’art. 273 cod. proc.
pen., si esercita per
il tramite della motivazione del provvedimento impugnato: onde il vaglio del
giudice di legittimità non si estenderebbe necessariamente a tutti gli elementi
indiziari acquisiti nel corso delle indagini, in quanto il giudice di merito
potrebbe averne trascurati alcuni nello svolgere le proprie argomentazioni.
Sotto diverso profilo, poi, il legislatore non avrebbe tenuto conto della
differenza tra gli elementi che giustificano la richiesta di rinvio a giudizio
o la citazione a giudizio e quelli che legittimano l’applicazione
di una misura cautelare. I secondi – dovendo risultare idonei a fondare un
giudizio di qualificata probabilità di condanna dell’indagato –
avrebbero, infatti, una maggiore «pregnanza» dei primi: e ciò, in
considerazione sia della
diversa fase del procedimento in cui le misure cautelari normalmente
intervengono (vale a dire «quella iniziale delle indagini preliminari»); sia
della gravità delle misure stesse, le quali sono applicate a prescindere dal
contraddittorio tipico del giudizio. Per tali aspetti, la norma impugnata si
rivelerebbe lesiva tanto dei principi di ragionevolezza e di eguaglianza, di
cui all’art. 3 Cost.; quanto del precetto di obbligatorietà
dell’azione penale, enunciato dall’art. 112 Cost., venendo a limitare
indebitamente l’autonomia
del pubblico ministero nelle scelte circa l’esercizio di detta azione. La
circostanza che – secondo l’interpretazione accolta dal rimettente
– la disposizione censurata non impedisca comunque al giudice per le
indagini preliminari di respingere
la richiesta di archiviazione e di disporre, quindi, la formulazione dell’imputazione,
non basterebbe a rendere la norma conforme a Costituzione. L’obbligo del
pubblico ministero di chiedere l’archiviazione comporterebbe, infatti, il
dovere del giudice di
compiere attività che possono rivelarsi prive di giustificazione, in contrasto
con il principio di ragionevole durata del processo, di cui all’art.
111, secondo comma, Cost.: quali la fissazione dell’udienza prevista
dall’art. 409, comma 2, cod. proc. pen., l’imputazione coatta o
l’indicazione di ulteriori indagini suppletive, le quali, d’altra
parte, risulterebbero finalizzate unicamente a raccogliere altri «elementi a
carico della persona sottoposta alle indagini» – secondo quanto prevede la
norma impugnata –
con conseguente lesione anche del principio di terzietà del giudice, enunciato
dallo stesso art. 111, secondo comma, Cost. 2. – In riferimento agli artt.
3 e 112 Cost., la questione è fondata. 3. – Introducendo un vincolo legale
del tutto innovativo
alle determinazioni del pubblico ministero in punto di esercizio dell’azione
penale, la norma impugnata stabilisce che l’organo dell’accusa, «al termine delle indagini», debba
formulare richiesta di archiviazione allorché ricorrano due condizioni: una di
segno positivo, rappresentata dal fatto che «la Corte di cassazione si [sia]
pronunciata in ordine alla insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza», ai
sensi dell’art. 273 cod. proc. pen.; l’altra di segno negativo,
costituita dalla circostanza che «non [siano] stati acquisiti, successivamente, ulteriori
elementi a carico della persona sottoposta alle indagini». Emerge dai lavori
parlamentari – e segnatamente dalla relazione alla
proposta di legge n. 5301, i cui contenuti sono stati trasfusi nell’emendamento che
ha inserito la disposizione nella legge n. 46 del 2006 – che lo scopo
della norma sarebbe di evitare, contrastando una prassi in assunto diffusa, che
il pubblico ministero, pure in assenza di sopravvenienze investigative, eserciti
«caparbiamente» l’azione
penale in relazione a prospettazioni accusatorie la cui inconsistenza sarebbe
già stata acclarata dalla Corte di cassazione in occasione dello scrutinio di
iniziative cautelari. Si tratterebbe, in sostanza, di un rimedio preventivo,
volto, per un verso,
ad alleggerire il carico di lavoro dei giudici dell’udienza
preliminare e del dibattimento; e, per altro verso, ad evitare che
l’indagato venga inutilmente sottoposto a processo in situazioni nelle
quali l’esito liberatorio risulterebbe già scontato, a fronte del «qualificato vaglio» del
giudice di legittimità sulla insussistenza della gravità indiziaria. 4. –
Nel perseguire tale obiettivo, la disposizione censurata pone una regola che
rovescia il rapporto fisiologico tra procedimento incidentale de libertate e procedimento
principale. Sino all’introduzione della nuova norma non si era
mai dubitato, in effetti, che la pronuncia emessa in sede cautelare, ancorché
all’esito definitivo di una impugnazione, avesse una portata rigorosamente
circoscritta al
procedimento incidentale de libertate, senza poter vincolare né il pubblico
ministero, quanto alle determinazioni relative all’esercizio
dell’azione penale né il giudice dell’udienza preliminare, ai fini
del rinvio a giudizio né, ancora, il giudice del dibattimento, con riguardo alla decisione sul
merito della regiudicanda (si veda, al riguardo, già Corte di cassazione,
sezioni unite, 12 ottobre 1993, n. 20). Interferenze tra procedimento cautelare
e procedimento principale erano considerate ammissibili solo in direzione
inversa, sulla base del cosiddetto principio di assorbimento: nel senso, cioè,
che il raggiungimento di certi stadi decisori nel procedimento principale era
idoneo ad incidere in modo preclusivo – positivamente o
negativamente – sulla
verifica del fumus commissi delicti, richiesto ai fini dell’applicazione
delle misure cautelari personali (si veda, al riguardo, la sentenza di questa
Corte n. 71 del 1996). Il principio di “impermeabilità” del
procedimento principale agli esiti del procedimento cautelare ha, in effetti, un preciso
fondamento logico-sistematico. Esso non discende, difatti, unicamente dal
rilievo che la valutazione operata in un procedimento a cognizione sommaria e a
carattere accessorio, quale quello cautelare, non può, in linea logica,
condizionare gli sviluppi del procedimento a cognizione piena cui il primo è
strumentale. Detto principio rappresenta anche e soprattutto il naturale
riflesso dell’impostazione accusatoria del vigente codice
di rito, che riserva alla fase processuale l’accertamento della responsabilità
dell’imputato. Tale impostazione rinviene oggi un esplicito referente costituzionale
nei principi del «giusto processo» enunciati dall’art. 111 Cost., e
segnatamente in quello per cui la prova si forma nel contraddittorio tra le parti, salve
le eccezioni prefigurate dal quinto comma del medesimo articolo. L’esclusione
di effetti condizionanti del giudizio cautelare sul procedimento principale
vale difatti a scandire, salvaguardandola, la distinzione tra la fase delle indagini preliminari –
nella quale non opera il principio del contraddittorio nella formazione della
prova, come non opera in genere per l’applicazione delle misure cautelari
– e quella del processo. Essa trova significativa eco, altresì, nella necessaria diversità fra il giudice
dell’incidente cautelare e il giudice chiamato a pronunciarsi sul
merito dell’imputazione, conseguente al regime delle incompatibilità (art.
34 cod. proc. pen., quale risultante a seguito degli interventi di questa
Corte). 5. –
Con la norma impugnata, viceversa, il legislatore riconosce a determinate
pronunce emesse in sede cautelare un’efficacia preclusiva sul procedimento
principale. Più in particolare, la norma attribuisce a talune ipotesi
“qualificate” di cosiddetto giudicato cautelare (sentenze della Corte di cassazione sull’insussistenza
della gravità indiziaria) una valenza condizionante che – lungi
dall’esaurirsi (secondo la corrente elaborazione giurisprudenziale del
suddetto istituto) nel mero impedimento alla riproposizione, rebus sic stantibus, di istanze al
giudice della cautela basate su motivi già dedotti –
viene ad incidere sulla stessa possibilità di apertura del processo, inibendo
l’atto di esercizio dell’azione penale. Significativa, riguardo
all’intento di
configurare una vera e propria preclusione, è la collocazione della norma all’interno
di quelle dell’art. 405 del codice di rito che disciplinano proprio
l’«inizio dell’azione penale». Sul tema va osservato che, sebbene non
possa escludersi, pregiudizialmente ed in assoluto, la compatibilità costituzionale
di disposizioni che, in particolari frangenti o per particolari aspetti,
agiscano nella direzione considerata, è tuttavia evidente che l’inversione
dell’ordinario rapporto tra procedimento cautelare e procedimento principale debba
esprimersi in una regola rispondente a solidi canoni di razionalità, quanto a
presupposti ed effetti: e ciò, avuto specificamente riguardo al fondamento di
detto rapporto, quale dianzi evidenziato. L’esigenza di razionalità
risulta, d’altra
parte, ancor più pregnante allorché l’intervento si traduca, come nella
situazione in esame, in una previsione impeditiva dell’esercizio
dell’azione penale. Secondo quanto più volte affermato da questa Corte, il
principio di obbligatorietà dell’azione penale, espresso dall’art. 112 Cost., non esclude
che l’ordinamento possa subordinare l’esercizio dell’azione a
specifiche condizioni (tra le altre, sentenze n. 114 del 1982 e n. 104 del
1974; ordinanza n. 178 del 2003). Affinché l’art. 112 Cost. non sia compromesso, tuttavia,
simili canoni debbono risultare intrinsecamente razionali e tali da non
produrre disparità di trattamento fra situazioni analoghe: e ciò, alla luce
dello stesso fondamento dell’affermazione costituzionale
dell’obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale, come
elemento che concorre a garantire – oltre all’indipendenza del
pubblico ministero nello svolgimento della propria funzione – anche e
soprattutto l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge penale
(sentenze n. 88 del
1991 e n. 84 del 1979). 6. – La regola dettata dall’art.
405, comma 1-bis, cod. proc. pen. si presenta, al contrario, di per sé
irragionevole per un triplice ordine di profili. 6.1. – Il primo e
fondamentale di essi risiede nella diversità tra le regole di giudizio che presiedono alla
cognizione cautelare e quelle che legittimano l’esercizio
dell’azione penale. In ambito cautelare, la valutazione dei «gravi indizi
di colpevolezza» implica, infatti – per consolidata giurisprudenza di
legittimità e come
affermato, in più occasioni, anche da questa Corte (sentenze n. 131 del 1996 e
n. 432 del 1995; ordinanza n. 314 del 1996) – un giudizio
prognostico di elevata probabilità di colpevolezza, giudizio peraltro di tipo
“statico”, in quanto basato sui soli elementi già acquisiti dal pubblico
ministero ed essenzialmente funzionale agli scopi della misura, vale a dire
alla soddisfazione delle esigenze cautelari allo stato degli atti e durante il
procedimento. Di contro, alla luce dell’art. 125 disp. att.
cod. proc. pen. –
secondo cui il pubblico ministero chiede l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato
quando gli elementi acquisiti «non sono idonei a sostenere l’accusa
in giudizio» – la decisione sull’esercizio dell’azione penale si
fonda su una valutazione
di utilità del passaggio alla fase processuale: valutazione a carattere “dinamico”,
che tiene conto anche di quanto può ritenersi ragionevolmente acquisibile nella
fase dibattimentale, quale sede istituzionalmente preordinata alla formazione
della prova nel
contraddittorio delle parti e, dunque, ad un possibile sviluppo, in chiave
probatoria e ai fini della decisione di merito sulla regiudicanda, degli
elementi raccolti in fase investigativa. In altre parole, la valutazione di
tali elementi ha luogo «non nell’ottica del risultato
dell’azione, ma in quella della superfluità o no dell’accertamento
giudiziale» e dei suoi precipui obbiettivi, rappresentando «la traduzione in
chiave accusatoria del principio di non superfluità del processo» (sentenza n. 88 del 1991; in senso analogo,
sentenze n. 478 e n. 319 del 1993, ordinanza n. 252 del 1991). A causa della
diversità dei valori in gioco – limitazioni alla libertà personale
a fini cautelari, da un lato, e apertura della fase processuale ai fini del
giudizio di merito,
dall’altro – la gravità indiziaria richiesta dall’art. 273
cod. proc. pen. si propone come un criterio il cui metro di accertamento è
eterogeneo rispetto a quello della sostenibilità dell’accusa in giudizio:
per certi aspetti anche più rigoroso, per certi altri più debole, in ragione sia della
possibilità che taluni degli atti di indagine unilateralmente acquisiti dalla
polizia giudiziaria o dal pubblico ministero e considerati per la misura
cautelare risultino inutilizzabili in sede di giudizio, sia per l’eventualità
che la loro valenza e il loro significato cedano o si trasformino, in uno o
altro senso, attraverso la dialettica dell’assunzione probatoria
dibattimentale. Gli esiti delle due valutazioni (per la cautela e per
l’azione) possono bensì
coincidere in concreto: ma possono anche darsi ipotesi nelle quali la mancanza
dei gravi indizi non implica l’inutilità del processo, intesa come
insostenibilità dell’accusa in giudizio; così come, a rovescio, ipotesi in
cui la prognosi di colpevolezza, sottesa alla ritenuta gravità indiziaria, non trovi poi
corrispondenza in una condanna legittimata dalle prove acquisite nel
dibattimento. Proprio in tale prospettiva, questa Corte (sentenza n. 71 del
1996) dichiarò costituzionalmente illegittimi, per violazione degli artt. 3,
primo comma, 24, secondo comma, e 111, secondo comma, Cost., gli artt. 309 e
310 cod. proc. pen., nella parte in cui – secondo la costante
interpretazione adottata all’epoca dalla giurisprudenza di legittimità
– precludevano al giudice
dell’impugnazione cautelare (riesame o appello) il controllo sulla
sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, allorché nei confronti della
persona colpita dalla misura fosse stato emesso il decreto che dispone il
giudizio. La Corte osservò, difatti, che la delibazione sottesa al rinvio a giudizio è
eterogenea rispetto all’apprezzamento della gravità indiziaria, non
sviluppandosi secondo un canone prognostico di colpevolezza o di innocenza, ma
attenendo soltanto alla “necessità del dibattimento”. Il decreto che dispone il giudizio
non poteva ritenersi, quindi, «assorbente» rispetto alla valutazione dei gravi
indizi di colpevolezza: con la conseguenza che precludere l’esame
di questi ultimi nelle impugnazioni de libertate equivaleva ad introdurre nel sistema un limite
«irragionevolmente discriminatorio e … gravemente lesivo del
diritto di difesa». Questa conclusione resta valida anche dopo la legge 16
dicembre 1999, n. 479: l’arricchimento dei contenuti dell’udienza
preliminare e la modifica dell’art. 425 cod. proc. pen., operati da detta legge (che ha
mutato, altresì, i presupposti di accesso al giudizio abbreviato, sopprimendo
il requisito del consenso del pubblico ministero), non escludono, infatti, che
la valutazione dei gravi indizi di colpevolezza abbia tuttora «ben altra
consistenza qualitativa e quantitativa rispetto alla regula iuris propria del
rinvio a giudizio» (Cassazione, sezioni unite, 30 ottobre 2002, n. 39915). La
disposizione impugnata con l’ordinanza in epigrafe è venuta,
nella sostanza, a
riproporre – per così dire, “a rime invertite” – il medesimo
assetto già censurato dalla citata sentenza n. 71 del 1996. Essa impone,
difatti, al pubblico ministero di chiedere l’archiviazione a fronte
dell’accertamento, operato da altro organo giudiziario in sede cautelare, di una
situazione probatoria – l’insussistenza dei gravi indizi di
colpevolezza – che, di per sé, non lo obbligherebbe necessariamente
all’inazione. L’innesto sull’art. 405 cod. proc. pen., volto a
cambiare le regole di giudizio che presiedono all’archiviazione e
all’esercizio dell’azione penale per farle coincidere con quelle
proprie del giudizio cautelare, si pone nella prospettiva di una vera e propria
modifica di sistema, idonea a svuotare di significato l’accertamento dibattimentale dell’accusa
e, quindi, lo stesso impianto del codice di rito del 1988; e ciò, in palese
contraddizione logico-sistematica con le previsioni degli artt. 425 cod. proc.
pen. e 125 disp. att. cod. proc.pen., peraltro non toccate dalla riforma. 6.2.
– Sotto un
secondo profilo, la norma censurata si rivela incongruente in quanto trascura
la diversità, strutturata come fisiologicamente possibile, della base
probatoria delle due valutazioni a confronto. Il pubblico ministero fruisce,
infatti – pacificamente – di un potere selettivo riguardo agli
elementi da sottoporre al giudice della cautela (salvo che per quelli a favore
dell’imputato: art. 291, comma 1, cod. proc. pen.): potere che trova il
suo metro di esercizio nel vaglio comparativo tra gli interessi, talora confliggenti, ad ottenere la
misura richiesta e, nello stesso tempo, a non pregiudicare, con una prematura e
ampia rivelazione degli elementi acquisiti, le indagini ancora in corso,
specialmente quelle riguardanti più indagati e più ipotesi d’accusa. Al contrario, le determinazioni
inerenti all’esercizio dell’azione penale debbono essere prese sulla
base di tutto il materiale investigativo. Ne deriva che la decisione de
libertate della Corte di cassazione può fondarsi su un panorama probatorio
diverso e anche più
ridotto rispetto a quello da sottoporre al giudice per il controllo su quelle
determinazioni. La circostanza, tuttavia, che il pubblico ministero fosse già
in possesso di altri elementi, oltre a quelli vagliati in sede di gravame
cautelare, atti a dimostrare – eventualmente, anche in modo
evidente – la fondatezza della notitia criminis, non varrebbe ad
escludere, ai sensi della disposizione censurata, l’obbligo di chiedere
comunque l’archiviazione: la norma è, difatti, assolutamente inequivoca nello stabilire che la pronuncia
della Corte di cassazione resta priva di efficacia preclusiva solo qualora l’ulteriore
materiale d’accusa sia stato acquisito «successivamente» ad essa. Con la
conseguenza che la selezione del materiale allegato alla richiesta di misura cautelare, operata
dal pubblico ministero sulla base di un apprezzamento del tutto discrezionale,
rischia di avere – a parità di situazioni concrete – un
effetto condizionante sull’esercizio o meno dell’azione penale. 6.3.
– In terzo luogo, infine,
va osservato che la Corte di cassazione, quando si pronuncia in materia
cautelare, non accerta in modo diretto la mancanza del fumus commissi delicti.
In ragione delle caratteristiche proprie del giudizio di legittimità –
non alterate, sotto l’aspetto che interessa, dall’ampliamento dei motivi di ricorso
attuato dalla stessa legge n. 46 del 2006 [nuovo art. 606, comma 1, lettera e),
cod. proc. pen.] – il sindacato de libertate della Corte di cassazione,
precipuamente in materia di gravità indiziaria, si esercita indirettamente mediante il controllo
sulla motivazione del provvedimento impugnato (così come, del resto, è avvenuto
nel procedimento a quo), del tutto residuali e comunque occasionali essendo le
situazioni in cui, invece, può direttamente incidere su tale gravità, ad
esempio escludendo l’utilizzabilità di uno o più degli elementi indiziari
valorizzati dal giudice di merito. Ciò implica che l’eventuale
annullamento del provvedimento impugnato non svela automaticamente
l’oggettiva inesistenza dei gravi indizi di colpevolezza: alcuni elementi, benché già acquisiti,
potrebbero non essere stati valorizzati nella motivazione del provvedimento
impugnato, perché sfuggiti al giudice della cautela o perché, più
semplicemente, egli potrebbe avere male motivato sul punto. Al riguardo, non
può in effetti trascurarsi la circostanza che – almeno per
quanto attiene ai profili del fatto – la pronuncia sull’impugnazione
cautelare si basa su un accertamento a carattere sommario, operato nel quadro
di un procedimento
caratterizzato (specie quanto al riesame) da cadenze temporali compresse. 7. –
Tutte le considerazioni sinora svolte conducono alla conclusione della
illegittimità costituzionale della norma censurata, a nulla rilevando che
essa configuri solo una preclusione per il pubblico ministero all’esercizio
dell’azione penale senza quindi vincolare – secondo la corrente
esegesi, condivisa dal rimettente - la valutazione del giudice investito della
richiesta di archiviazione: il quale, pertanto – ove ritenga insussistenti le ipotesi previste dagli
artt. 408 e 411 cod. proc. pen. e dall’art. 125 disp. att.
cod. proc. pen. – conserva il potere di respingere la richiesta stessa,
disponendo che il pubblico ministero svolga indagini supplementari o che
formuli l’imputazione,
benché secondo le più lunghe e obbligate cadenze di un percorso anomalo e
improprio. La norma infatti altera la logica dell’istituto
dell’archiviazione, che per ratio storica e per il modo in cui è
disciplinato, si propone come uno strumento di controllo volto a verificare, in
funzione di garanzia dell’osservanza del precetto dell’art. 112
Cost., che l’azione penale non venga indebitamente omessa (si veda, in
particolare, la già citata sentenza n. 88 del 1991 di questa Corte): laddove,
per contro, nella
prospettiva offerta dalla norma stessa, detto istituto assumerebbe l’opposto
obiettivo di impedire che l’azione penale venga inopportunamente
esercitata, anticipando, in pratica, la funzione di “filtro” che
dovrebbe essere propria dell’udienza preliminare. Ovviamente, il legislatore ben
può modificare la fisionomia e la funzione degli istituti processuali. Nella
specie, tuttavia, per piegare l’archiviazione alla diversa logica
sopra indicata, la norma impugnata fa venir meno la condizione minimale di coerenza di qualsiasi meccanismo di
controllo – in virtù della quale il parametro di valutazione deve essere il
medesimo per il controllato ed il controllore – introducendo una
irrazionale frattura tra le regole sulla domanda e le regole sul giudizio. Essa
costringe, infatti,
una parte processuale – il pubblico ministero – a chiedere un
provvedimento negatorio del proprio potere di azione anche quando è
ragionevolmente convinta che, alla stregua della regola di giudizio applicabile
dal giudice, tale provvedimento non si giustifichi. A sua volta, il giudice, investito della
richiesta di archiviazione, viene legittimato, in modo altrettanto paradossale
e secondo il citato percorso anomalo, ad imporre a detta parte proprio la
condotta (l’esercizio dell’azione penale) che la norma le vieta di tenere. Per altro
verso, qualora il giudice – disattendendo l’eventuale
“segnalazione” contraria (secondo cui, in difetto della preclusione
di legge, avrebbe esercitato l’azione) fattagli (come nel caso di specie)
dall’organo dell’accusa
in contemporanea con la richiesta coatta di archiviazione – disponesse
comunque l’archiviazione stessa, il pubblico ministero resterebbe privo di
qualsiasi rimedio; il decreto di archiviazione emesso de plano non sarebbe,
difatti, in alcun modo impugnabile.
Si manifesta, di conseguenza, una ingiustificata disparità di trattamento fra
fattispecie identiche sul piano sostanziale. A parità di condizioni, le scelte
del pubblico ministero in punto di iniziative cautelari (richiesta o meno della
misura, selezione del materiale, esaurimento dei gradi di impugnazione) e la
motivazione del provvedimento de libertate possono condizionare l’assetto
del potere di azione. A seconda dei casi, l’organo dell’accusa, pur
volendosi determinare all’esercizio dell’azione penale non ostante il “giudicato
cautelare” per esso negativo, si troverà costretto a chiedere
l’archiviazione, senza potersi dolere in alcun modo del provvedimento del
giudice che la disponga; ovvero, in difetto di proprie iniziative cautelari,
potrà esercitare senza
alcun impedimento tale azione: sicché, ove si tratti di reato per il quale è
prevista la citazione diretta, vedrà senz’altro soddisfatta la
sua pretesa all’instaurazione del processo; mentre, quando si tratti di
reato per il quale è prevista
l’udienza preliminare, potrà comunque fruire del diritto di
impugnare l’eventuale sentenza di non luogo a procedere (art. 428 cod.
proc. pen.). In siffatta prospettiva, la richiesta “coatta” di
archiviazione, prevista dalla disposizione censurata, finisce per trasformarsi in una sorta
di sanzione extra ordinem per le iniziative cautelari inopportune dell’organo
dell’accusa: sanzione peraltro inaccettabile sul piano costituzionale,
perché discriminante tra le posizioni degli indagati in rapporto ad attività
addebitabili all’organo dell’accusa. 8. – Si deve
concludere, pertanto, che – a prescindere da ogni giudizio di opportunità
dell’obiettivo che il legislatore si era prefisso – esso è stato
comunque perseguito con strumenti lesivi dei parametri espressi dagli artt. 3 e 112 Cost. L’art.
405, comma 1-bis, cod. proc. pen. va dichiarato, quindi, costituzionalmente
illegittimo. Le residue censure del giudice rimettente, riferite all’art.
111, secondo comma, Cost. esclusivamente con riguardo ai principi di ragionevole durata del processo e di
terzietà del giudice, restano assorbite. per questi motivi LA CORTE
COSTITUZIONALE dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art.
405, comma 1-bis, del codice di procedura penale, aggiunto dall’art. 3
della legge 20 febbraio
2006, n. 46 (Modifiche al codice di procedura penale, in materia di
inappellabilità delle sentenze di proscioglimento). Così deciso in Roma, nella
sede della Corte costituzionale, Palazzo della
Consulta, il 20 aprile
( da "AltaLex" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Reddito di impresa:
la nuova disciplina della deducibilità degli interessi passivi Agenzia Entrate
, circolare 21.04.2009 n° 19 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Gli
interessi passivi e gli oneri assimilati sono deducibili in ciascun periodo di
imposta fino a concorrenza degli interessi attivi e proventi assimilati. E'
quanto afferma la Circolare 21 aprile 2009, n. 19 con la quale l'Agenzia delle
Entrate è intervenuta in merito alla nuova disciplina della deducibilità degli
interessi passivi dal reddito di impresa così come delineata dalle modifiche
introdotte dalla Legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il
2008). A titolo esemplificativo si ritengono compresi fra gli oneri e proventi
assimilati agli interessi attivi e passivi: gli sconti passivi su finanziamenti
ottenuti da banche o da altre istituzioni finanziarie; le commissioni passive
su finanziamenti e per fideiussioni o altre garanzie rilasciate da terzi; gli
altri oneri da titoli di debito emessi, compresi i disaggi di emissione e i
premi di rimborso; gli oneri sostenuti dal prestatario nelle operazioni di
prestito titoli, semprechè la causa di detti ultimi contratti rivesta una
natura finanziaria. In particolare la circolare illustra la nuova normativa con
riferimento a: interessi impliciti derivanti da debiti e crediti di natura
commerciale; interessi virtuali derivanti da operazioni con le pubbliche
amministrazioni; interessi relativi a contratti di leasing; interessi esclusi;
deducibilità degli interessi passivi per l'acquisizione di immobili
patrimoniali; disciplina della deducibilità degli interessi passivi per banche,
assicurazioni e soggetti dell'intermediazione finanziaria. (Altalex, 29 aprile
2009) Agenzia delle Entrate | Anno 2009 Agenzia delle Entrate, circolare 21
aprile 2009, n. 19 Oggetto: Modifiche alla disciplina della deducibilità degli
interessi passivi dal reddito di impresa - Legge 24 dicembre 2007, n. 244
(legge finanziaria per il 2008) INDICE 1. PREMESSA
( da "Affari Italiani (Online)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Europee/ De
Magistris (Idv) ad Affaritaliani.it: in passato ho votato Pci Mercoledí
29.04.2009 10:51 Apertura agli elettori leghisti: "riflettano e votino
Idv". E ancora: "Non sono la 'letteronza' di Di Pietro, sono in
politica per continuare a lottare (su fondi europei, giustizia e allarme
democratico). In passato ho votato PCI. Di Pietro attualizza la questione
morale che fu di Berlinguer. Come si fa a votare PD, se sei di sinistra?".
Intervista a tutto campo di Affaritaliani.it a Luigi De Magistris, ex pm e
candidato con l'Italia dei Valori alle elezioni europee di giugno. Luigi De
Magistris, mentre lei sta in campagna elettorale da Salerno è arrivata la
notizia del suo proscioglimento dalle accuse che le erano state mosse
nell'ambito delle inchieste da lei condotte in passato, in "Toghe
lucane" nel particolare. De Magistris non è più indagato, ma non è più PM.
Come commenta? "Come commento? Dico che me l'aspettavo, l'archiviazione.
Ne ero assolutamente certo perché sono sicuro di essere stato un magistrato
come si deve, uno che è stato bloccato perché dava fastidio. E il GIP ha
confermato: c'è chi ha interferito gravemente per bloccare le mie
indagini". E adesso, dunque, ripartirà all'attacco? Contro chi...?
"No, guardi, ora sto in campagna elettorale. Ero magistrato e mi hanno
costretto a diventare un politico. E allora faccio politica, sto su un altro
piano, e non cerco rivincite personali... Dico però che il problema vero, la
questione grossa, resta il CSM. E' il Consiglio Superiore della Magistratura che mi ha tolto le
indagini...". ...Ed è la Cassazione che deciderà se smentire o confermare
quelle scelte: l'udienza è stata fissata per il 16 giugno, proprio a ridosso
delle elezioni europee alle quali lei parteciperà come candidato indipendente
nell'Italia dei Valori di Antonio di Pietro. Saranno settimane piuttosto
impegnative le sue prossime, a quanto pare... "Io sono in cammino verso la
politica, verso la politica con la P maiuscola. So che dovrò camminare parecchio
per trovarla... Ma le posso dire che sto vedendo un grande entusiasmo fra le
persone che incontro, mi sembra che ci siano dei segnali molto incoraggianti.
Perché sono convinto che per potere cambiare la politica bisogna creare un
rapporto molto più stretto con la società civile". Però i nomi più grossi,
fra i politici coinvolti nelle sue inchieste poi da quelle inchieste sono
usciti, Prodi, Fassino, Mastella... "Io faccio un altro tipo di
ragionamento, a partire da Mastella: fino a che c'ero io come PM Mastella stava
nell'indagine, non fuori...". pagina successiva >>
( da "WindPress.it"
del 29-04-2009)
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29-04-2009 Sei in:
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dal presidente Obama messaggi contrastanti sulla lotta al terrorismo nei suoi
primi 100 giorniContenuto della paginaUsa: secondo Amnesty International, dal
presidente Obama messaggi contrastanti sulla lotta al terrorismo nei suoi primi
100 giorniCS058: 29/04/2009Secondo Amnesty International, i primi 100 giorni
della presidenza Obama sono stati caratterizzati da "promesse di
cambiamento accompagnate da azioni limitate" nel campo della lotta al
terrorismo."I provvedimenti presi entro le prime 48 ore dall'insediamento,
e cio chiudere Guantnamo entro un anno, porre fine alle detenzioni segrete ad
opera della Cia e spezzare il clima di segretezza che copriva l'operato
dell'amministrazione Bush, sono stati molto positivi" - ha affermato Irene
Khan, Segretaria generale di Amnesty International. "Ma questa politica di
chiusura e apertura non sar completa fino a quando non sar seguita dalla fine
di ogni detenzione illegale, dalla consegna alla giustizia di tutte le persone
responsabili delle torture e delle altre gravi violazioni dei diritti umani
perpetrate durante l'amministrazione Bush e, infine, dalla previsione di rimedi
giudiziari effettivi per le vittime"."Abbiamo assistito a importanti
sviluppi positivi in questi primi 100 giorni, ma alcune azioni restano
incomplete e altre ancora sono tutte da avviare, per esempio a Bagram,
Afghanistan, dove per centinaia di persone ancora detenute non ci sono
soluzioni in vista" - ha aggiunto Irene Khan.In occasione dei primi 100
giorni della presidenza Obama, Amnesty International ha diffuso un rapporto che
analizza l'operato delle nuova amministrazione sulle politiche di detenzione
nel contesto della guerra al terrore.Il documento mette in evidenza una serie
di sviluppi positivi che hanno avuto luogo gi il terzo giorno dopo
l'insediamento del presidente Obama, come la promulgazione degli ordini
esecutivi sulla chiusura di Guantnamo, la fine del programma della Cia di detenzioni
segrete a lungo termine e l'adozione di nuovi standard per gli interrogatori,
che dovrebbero escludere le cosiddette tecniche di "interrogatorio
avanzato".Amnesty International ha anche notato una serie di messaggi
contrastanti, specificamente quando il presidente Obama e la sua
amministrazione:hanno reso pubblici quattro memorandum in cui si autorizzava la
Cia a usare tecniche di interrogatorio costituenti tortura e altri
maltrattamenti nei confronti di prigionieri detenuti in centri segreti diretti dalla
stessa agenzia. Il presidente Obama ha condannato l'uso della tortura ma ha
affermato che coloro che avevano perpetrato quei crimini non sarebbero stati
portati di fronte alla giustizia nei casi in cui
avevano seguito le direttive legali del dipartimento della Giustizia. Il
presidente ha posto l'accento sul fatto che egli preferisce guardare avanti e
non al passato e ha aggiunto che spetta al Procuratore generale decidere se
avviare o meno le indagini "su coloro che hanno formulato quelle decisioni
legali", sottolineando che egli non intendeva "anticipare un
giudizio" su questo aspetto;hanno emanato un ordine esecutivo sulla
chiusura del centro di detenzione di Guantnamo senza prendere l'impegno di
processare i detenuti in un tribunale civile o rilasciarli, lasciando cos
nell'incertezza sul proprio futuro 240 detenuti;hanno promesso che i casi dei
detenuti di Guantnamo sarebbero stati rivisti "uno dopo l'altro e il pi
velocemente possibile" per determinare chi avrebbe potuto essere trasferito
o rilasciato. Tuttavia, dopo anni di prigionia seguiti da mesi sotto l'attuale
amministrazione, a partire da gennaio nessun detenuto stato processato e solo
uno stato rilasciato. Inoltre, molti rimangono in detenzione a tempo
indeterminato, sebbene siano trascorsi mesi da quando i giudici federali
americani ne hanno ordinato il rilascio immediato;hanno ordinato alla Cia di
chiudere le strutture di detenzione segreta e hanno proibito all'agenzia di
utilizzarle in futuro, ma hanno lasciato aperta la possibilit che la Cia possa
rapire e trattenere persone in strutture definite "a breve termine e
transitorie";hanno emanato un ordine esecutivo che vieta l'uso della
tortura e degli altri maltrattamenti ma al contempo hanno fatto proprio, senza
riserve, il Manuale operativo delle forze armate, che pu autorizzare la
privazione prolungata del sonno e l'isolamento, cos come la manipolazione delle
paure dei detenuti in forma tale da violare la proibizione internazionale della
tortura e degli altri maltrattamenti;hanno annunciato che avrebbero preso le
distanze dal clima di segretezza dell'amministrazione Bush, ma hanno invocato
il segreto di stato, bloccando di fatto l'accesso a un rimedio legale per le
violazioni dei diritti umani, e rifiutato di fornire informazioni pubbliche sui
500 uomini che si ritiene siano detenuti nella base militare Usa di Bagram,
Afghanistan;hanno apparentemente cessato di usare le espressioni "guerra
al terrore" o "combattente nemico", ma continuano a basarsi
sulle leggi di guerra piuttosto che considerare la giustizia
penale ordinaria e i diritti umani come l'architrave delle misure contro il
terrorismo.Il rapporto di Amnesty International mette in luce l'assenza di
passi avanti in tema di diritti umani quando il presidente Obama e la sua
amministrazione:hanno stabilito che gli agenti della Cia che avevano seguito le
direttive legali del dipartimento della Giustizia nel compiere il loro dovere
non saranno perseguibili, a quanto pare anche se hanno commesso torture (per
esempio ricorrendo alla pratica del "waterboarding"). Questo equivale
a garantire l'impunit ai responsabili di atti di tortura e contravviene al
diritto internazionale;hanno espresso opposizione a ogni tentativo di
esercitare il diritto a una revisione giudiziaria, nei tribunali americani, da
parte dei cittadini stranieri detenuti nella base aerea di Bagram,
Afghanistan;non hanno adottato misure concrete per favorire l'accertamento
delle responsabilit per le massicce violazioni dei diritti umani commesse nel
contesto della "guerra al terrore". Verso la fine dei 100 giorni,
comunque, il presidente Obama ha prospettato un certo supporto in favore di un
percorso "bipartisan" per esaminare le politiche e le pratiche del
passato. Amnesty International chiede dal 2004 una commissione d'inchiesta indipendente
su tutti gli aspetti delle pratiche di detenzione e di interrogatorio che
l'amministrazione Bush ha usato in nome della "guerra al
terrore"."La domanda che stiamo ponendo se la promessa di cambiamento
del presidente Obama e i passi iniziali presi dalla sua amministrazione
preludano o meno a un fondamentale, sostanziale e duraturo cambiamento verso il
rispetto dei diritti umani nella lotta contro il terrorismo. Amnesty
International continuer a svolgere campagne in tale direzione, nei giorni, nei
mesi e negli anni a venire" - ha concluso Irene Khan.FINE DEL COMUNICATO
Roma, 29 aprile 2009Il rapporto in inglese "Messaggi contrastanti: la
lotta al terrorismo e i diritti umani nei primi 100 della presidenza
Obama" disponibile on line.Per ulteriori informazioni, approfondimenti e
interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 -
cell.348-6974361, e-mail
press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg
( da "Virgilio Notizie"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
La
Corte costituzionale ucraina avvia oggi l'esame della
delibera parlamentare che fissa le elezioni presidenziali anticipate al
prossimo 25 ottobre. La decisione della Rada (il parlamento monocamerale di
Kiev) è contestata dal presidente Viktor Yushchenko, che ha chiesto all'Alta corte di verificarne
la costituzionalità, mettendo in campo un nuovo braccio di ferro istituzionale nella
repubblica ex sovietica in preda da anni ad una crisi politica endemica.
Intanto la macchina elettorale è già partita, la Commissione centrale ha avviato
i lavori organizzativi nelle regioni, e per il presidente Yushchenko non si
profilano possibilità di rielezione sia che si voti ad ottobre o, come vorrebbe
lui, a gennaio. Il capo di Stato ha presentato ricorso perché, in base
all'attuale Costituzione, le elezioni presidenziali vanno convocate l'ultima
domenica dell'ultimo mese dell'anno finale del mandato presidenziale, in questo
caso il 17 gennaio 2010. Il voto parlamentare che ha fissato le elezioni per il
25 ottobre è stato assolutamente trasversale e con il sostegno di Nostra
Ucraina, partito vicino al presidente. Una mossa concordata da tutto il
litigioso spettro partitico ucraino per rimandare de facto le elezioni
parlamentari a dopo la nomina del nuovo presidente.
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Ucraina/ Corte costituzionale avvia esame su data presidenziali di Apcom
Ricorso del presidente Yushchenko che si oppone a decisione Rada -->Roma, 29
apr. (Apcom-Nuova Europa) - La Corte costituzionale
ucraina avvia oggi l'esame della delibera parlamentare che fissa le elezioni
presidenziali anticipate al prossimo 25 ottobre. La decisione della Rada (il
parlamento monocamerale di Kiev) è contestata dal presidente Viktor Yushchenko,
che ha chiesto all'Alta corte di verificarne la
costituzionalità, mettendo in campo un nuovo braccio di ferro istituzionale
nella repubblica ex sovietica in preda da anni ad una crisi politica endemica.
Intanto la macchina elettorale è già partita, la Commissione centrale ha
avviato i lavori organizzativi nelle regioni, e per il presidente Yushchenko
non si profilano possibilità di rielezione sia che si voti ad ottobre o, come
vorrebbe lui, a gennaio. Il capo di Stato ha presentato ricorso perché, in base
all'attuale Costituzione, le elezioni presidenziali vanno convocate l'ultima
domenica dell'ultimo mese dell'anno finale del mandato presidenziale, in questo
caso il 17 gennaio 2010. Il voto parlamentare che ha fissato le elezioni per il
25 ottobre è stato assolutamente trasversale e con il sostegno di Nostra
Ucraina, partito vicino al presidente. Una mossa concordata da tutto il
litigioso spettro partitico ucraino per rimandare de facto le elezioni
parlamentari a dopo la nomina del nuovo presidente.
( da "Denaro, Il" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Campania politica
Legge elettorale, coro di scontenti Riforme costituzionali, legge elettorale e
sistema politico: sono i temi su cui si sono accesi i riflettori ieri nel corso
di un dibattito presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università Federico II
di Napoli. L'occasione dell'incontro è stata la presentazione del libro dell'ex
senatore Massimo Villone "Il tempo della costituzione". Al dibattito,
animato da un moderatore d'eccezione quale il
vicepresidente del Csm Nicola Mancino, hanno partecipato Giuliano Amato, ex
presidente del Consiglio, Gianni Ferrara, costituzionalista e già senatore,
Guido Trombetti, rettore della Federico II e Lucio De Giovanni, preside della
facoltà di Giurisprudenza. Dito puntato contro la nuova legge elettorale che
non riscuote il consenso dell'ex ministro dell'Interno perché sottrae
all'elettore la facoltà di scegliere i propri rappresentanti, "sancendo -
dice Amato - la fine di quel patto in virtù del quale un cittadino dava il
proprio voto a un candidato. Ammetto - aggiunge - la difficoltà di accettare
una candidatura in cui non si ha nulla da chiedere ai propri elettori. Si è
eletti solo perché si è in cima alla lista". brunella rispoli "C'è
parecchio da riflettere sull'assuefazione che regna nel nostro Paese: su questa
legge elettorale ci sono parecchi mugugni ma poca protesta organizzata":
la legge elettorale e le sue interazioni con il sistema politico sono stati al
centro della discussione nell'aula Pessina della facoltà di Giurisprudenza. Una
legge elettorale che non riscuote il consenso dell'ex ministro dell'Interno
Giuliano Amato, perché sottrae all'elettore la facoltà di scegliere i propri
rappresentanti, "sancendo la fine di quel patto in virtù del quale un
cittadino dava il proprio voto a un candidato". Eletto una sola volta con
la legge "porcellum" del 2006, Amato confessa la
"difficoltà" di una candidatura "in cui non si ha nulla da
chiedere ai propri elettori. Si è eletti solo perché si è in cima alla
lista". L'ex presidente del Consiglio si scaglia anche contro le derive
del maggioritario: "Quanto più i parlamentari sono tali in virtù della
lista bloccata, tanto meno saranno autonomi nelle decisioni da prendere e sulle
leggi da votare". Amato spiega che l'introduzione del sistema
maggioritario, rafforzato dalle successive modifiche della legge elettorale del
1993, nelle intenzioni dei legislatori avrebbe prodotto due poli politici di
riferimento. Invece, aggiunge, ha provocato un "guasto", la
tentazione per chi è al governo di sentirsi "l'etat et moi, lo Stato sono
io". Non un appannaggio esclusivamente di questo governo, precisa Amato,
ma a suo parere "non si può ignorare che questa destra, in virtù del voto,
si senta l'unica espressione del corpo elettorale". Dalle considerazioni
sulla riforma del '93 parte anche l'analisi di Gianni Ferrara, che la definisce
l'inizio di una "regressione politica e culturale" del sistema
politica italiano. Fino a giungere, dice Ferrara "a uno stadio in cui gli
elettori non scelgono più e il sistema della rappresentanza è saltato". Il
docente rincara la dose d xzscrivendo l'attuale corpo elettorale come un
"organo ausiliario del Governo", che non risponde più del suo operato
al Parlamento e delinea una scenario in cui "la decisione ha sostituito la
deliberazione". Meno negativo il giudizio di Nicola Mancino sulla riforma
del '93 - che introdusse l'elezione diretta dei sindaci e che per il
vicepresidente del Csm rappresenta "un'evoluzione" della
Costituzione, salvo poi essere "esasperata soprattutto nella parte che
coinvolge i vertici istituzionali del nostro ordinamento". Mancino ricorda
come la tentazione sia quella di considerare il Parlamento "un ostacolo e
non un organo di bilanciamento dei poteri". Una tentazione, precisa, di
ogni presidente del Consiglio, "Prodi compreso". Presenti al
dibattito anche l'autore del libro, l'ex senatore Massimo Villone Guido
Trombetti, rettore della Federico II e Lucio De Giovanni, preside della facoltà
di Giurisprudenza. del 29-04-2009 num.
( da "Denaro, Il" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Napoli criminalita'
Lepore: Politici, il 30% è colluso Antimafia a Napoli. Pisanu:Il sindaco di
Castelvolturno ci ripensi I politici campani? Un 30 per cento è colluso con la
camorra, secondo il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore. Nel giorno in
cui la commissione Antimafia si riunisce a Napoli, Lepore, intervistato da
Radiorai (poi è stato ascoltato dalla stessa commissione) parla anche della
vicenda di Franco Nuzzo, sindaco di Castelvolturno dimessosi dall'incarico
perché sentitosi lasciato solo ad affrontare i rischi della lotta ai clan.
''Non è ancora venuto da noi - commenta il procuratore - ma avrà i suoi buoni
motivi". Simona Ricciardi Ai microfoni di RadioRai, il procuratore di
Napoli Giovandomenico Lepore ha spiegato che nel Napoletano "la lotta
contro la criminalità organizzata continua efficacemente, ma bisogna combattere
la politica collusa e farlo con la collaborazione di tutti quanti".
Davanti alla commissione Antimafia, in missione a Napoli e a Caserta, Lepore,
accompagnato dai vertici della Direzione distrettuale antimafia, dai procuratori
aggiunti e da diversi pm, ha sottolineato la necessità di uno snellimento del
rapporto tra procura e ufficio del gip. In particolare, i magistrati napoletani
hanno spiegato alla commissione che occorre stabilire corsie preferenziali per
una celebrazione più rapida dei processi di appello a carico di esponenti della
camorra. E nel contempo bisogna alleggerire da una serie di incombenze i
magistrati dell'ufficio gip, spesso sono costretti a decidere con grave ritardo
sulle richieste di misure cautelari a carico dei camorristi avanzate dai pm.
Alla commissione Antimafia i magistrati hanno consegnato un dossier relativo
all'attività dell'ufficio dei pm in un arco di tempo che va dal luglio 2007 al
marzo 2009. Un bilancio, quello evidenziato nel dossier, che da un lato elenca
numeri importanti riguardanti arresti (tra cui esponenti di primissimo piano
delle camorra) e processi a carico di boss e gregari che testimoniano l'intenso
lavoro dei magistrati e delle forze dell'ordine attivi nel distretto che
comprende le aree di Napoli e di Caserta; dall'altro, proprio questi numeri
sono il segno di carichi di lavoro enormi. Secondo quanto riportato nel
dossier, sono 4.817 le richieste di ordinanze cautelari avanzate dalla procura,
2.250 gli arresti, 510 i sequestri preventivi, 249 i collaboratori di giustizia
attualmente gestiti dalla procura antimafia napoletana, 25 i testimoni di
giustizia. Ma l'aspetto sul quale viene messo maggiormente l'accento dai pm
napoletani, sono i ritardi nella celebrazione dei processi, soprattutto in
appello, dove i dibattimenti vengono fissati con ritardo o spesso si arenano.
Per questo motivo la procura chiede l'introduzione di una corsia preferenziale
che privilegi i processi ai clan. Ieri Lepore (che in
serata è stato ascoltato dal Csm nell'ambito dell'istruttoria aperta sulla
situazione in Procura) ha anche precisato che ill sindaco dimissionario di
Castelvolturno, Francesco Nuzzo "non è ancora venuto da noi", cioè in
procura. Sulla vicenda interviene anche il presidente della commissione parlamentare
Antimafia Giuseppe Pisanu:"Temo sia i camorristi che i politici collusi -
premette - e vorrei battere entrambi" Quello che è emerso dalle prime
audizioni - dice Pisanu - è un quadro contrastato" della situazione. Due
giorni fa, ricorda Pisanu, "mentre un sindaco autorevole prendeva una
difficile decisione (il riferimento è a Nuzzo e alla vicenda di Castelvolturno,
Ndr), le forze dell'ordine assicuravano alla giustizia una sessantina di
persone e sequestravano ingenti beni" (e qui Pisanu cita l'operazione anti
Casalesi di lunedì). Quanto a Nuzzo,"ci rifletta bene - è l'appello del
presidente della commissione Antimafia - forse è meglio insistere, se ci crede
fino in fondo nella lotta contro la mafia. Le amministrazioni comunali sono una
frontiera importante". Le dichiarazioni rese da Lepore non potevano che
suscitare reazioni. Secondo il presidente e il vicepresidente della commissione
Anticamorra del Consiglio regionale, rispettivamente Luciano Passariello e
Luigi Anzalone, "politica e istituzioni non possono ignorare" le
parole del procuratore, "specie se pensiamo che tra meno di due mesi si
voterà per le Europee e per il rinnovo del consiglio provinciale di Napoli,
oltre che per numerose amministrazioni comunali campane e, tra poco più di un
ann, si rieleggerà il Consiglio regionale. Leggere di una percentuale del 30
per cento di collusione tra la politica e i clan, ci obbliga a renderci
disponibili sin da subito a una collaborazione che va al di là delle
dichiarazioni a mezzo stampa.Nei prossimi giorni concludono Passariello e
Anzalone formalizzeremo la richiesta di un'audizione al procuratore
Lepore". del 29-04-2009 num.
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Giustizia/Pg
Cassazione: Degrado è tremendo, il futuro a rischio di Apcom Sos al Csm. Serve
intervento immediato: ora missione a Strasburgo -->Roma, 29 apr. (Apcom) -
La giustizia in Italia è "in una situazione gravissima, tremenda":
"Se non ci sarà un adeguamento ai canoni di Strasburgo non c'è avvenire
per la magistratura" nel nostro Paese. A lanciare l'allarme è il
procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito. Intervenendo
stamattina al plenum del Csm, il 'numero uno' dei Pm italiani ha rivolto un
appello proprio all'organo di autogoverno delle toghe sollecitandolo a
mobilitarsi al suo massimo livello e ad inviare una delegazione alla Corte e al
Comitato dei ministri di Strasburgo. Un'iniziativa, ha spiegato il Pg, della
quale c'è "assoluta necessità": "La situazione italiana degrada
di giorno in giorno davanti agli organi di tutela di Strasburgo, è
gravissima", ha avvertito Esposito richiamando le condanne che l'Italia
continua ad accumulare a causa dei tempi troppo lunghi dei processi. Di fronte
a questa situazione, e la sollecitazione della quale Esposito si è fatto
interprete, il Csm deve intervenire "seppure in zona Cesarini",
inviando a Strasburgo una delegazione "la più ampia possibile, guidata dal
vicepresidente". Da parte sua, il numero due di Palazzo dei Marescialli,
Nicola Mancino, ha accolto la proposta intendendola come una
"raccomandazione".
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Quirinale/
Napolitano riceve presidente Corte Costituzionale di Apcom L'incontro questa
mattina al Colle -->Roma, 29 apr. (Apcom) - Il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano ha ricevuto questa mattina al Quirinale il Presidente della
Corte Costituzionale, dott. Francesco Amirante.
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Europee/ De
Magistris: Mi candido perchè messo all'angolo da Csm di Apcom "Dovevo
correre nel 2008, ma stavo ancora lavorando come toga" -->Roma, 29 apr.
(Apcom) - "Ho sempre detto che io volevo fare il magistrato, questo era il
mio sogno. Il Csm mi ha messo nell'angolo ed oggi è attestata da più parti
l'assoluta correttezza del mio operato, la pagina più brutta l'ha scritta
proprio il consiglio superiore della magistratura. Mi è sembrato ci sia stato
un atteggiamento strabico nei confronti di chi dedica la vita a questo lavoro.
Già un anno fa Di Pietro mi fece una telefonata per candidarmi alle politiche e
sarei stato eletto sicuramente, ma stavo ancora lavorando e non ho ritenuto
lasciare il mio operato incompiuto". Ha così spiegato la sua discesa in
campo a queste Europee Luigi De Magistris, ospite di Mario Adinolfi a
"Finimondo" su Red Tv. "Nelle competizioni europee - ha quindi
aggiunto l'ex pm di Why not - si va da soli, ma non dimentichiamoci che nel 95%
delle competizioni amministrative l'Idv va in alleanza con il centrosinistra.
La nostra collocazione - ha spiegato - oggi è questa, ma vorremmo rapporti
diversi con il Pd, la nostra opposizione nei confronti del centrodestra mi
sembra meno mielosa di quella del partito democratico. Io ho sempre votato a
sinistra, vengo da quella cultura ed ho scelto l'Idv perché in questo momento
rappresenta meglio gli ideali della sinistra, ci sono valori che oggi vanno
difesi come nel '48. Noi - ha concluso De Magistris - puntiamo sui temi
costituzionali e senza criticare solamente Berlusconi, ma un modo di fare
politica oggi nel nostro paese".
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Europee/
Franceschini: Mia responsabilità scelta dei capilista di Apcom Criterio di
serietà anche a costo di impopolarità -->Roma, 29 apr. (Apcom) - "Mi
prendo tutta la responsabilità per la scelta dei capilista del Pd alle
europee". Lo ha detto il segretario Dario Franceschini, ospite di Faccia a
faccia su RadioTre rispondendo ad un ascoltatore che ritiene che i candidati
del Pd rappresentino solo la vecchia nomenklatura. "Le liste sono state
fatte sulla base delle indicazioni delle regioni - ha spiegato Franceschini -
tranne i 5 capilista, gli unici ad essere espressione della direzione
nazionale". Il criterio seguito, ha continuato il leader democratico, è
stato quello "dell'autorevolezza e della competenza e me ne prendo tutta
la responsabilità. Ho chiesto io a Luigi Berlinguer, un ex
ministro ed ex membro del Csm di candidarsi nel Nord Est, ho chiesto io a
Sergio Cofferati di candidarsi superando le questioni familiari, ho chiesto io
a Rita Borsellino, un simbolo della lotta alla mafia, di candidarsi nelle
Isole, ho chiesto io a un giornalista come David Sassoli, di candidarsi e per
farlo ha rinunciato ad una carriera quasi certa, ho chiesto io a Paolo
De Castro di essere capolista al Sud, è un ex ministro dell'Agricoltura, e
sappiamo quanto l'agricoltura sia importante al Sud". Franceschini
rivendica infine la "sceltà di serietà" di candidare solo persone che
si impegneranno davvero al Parlamento europeo, "una scelta in linea con
l'Europa, dove mai Sarkozy o Zapatero si candiderebbero per poi dimettersi il
giorno dopo", quello che dovrà fare Berlusconi "e purtroppo anche Di
Pietro, che invece aveva fatto della legalità e della serietà il suo punto di
forza". "Ho fatto questa scelta di serietà - ha concluso - anche a
costo di qualche impopolarità".
( da "Denaro, Il" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
professioni
notariato & cittadini Notariato, sistemi a confronto Incontro promosso
dall'associazione Italiaeuropa e dall'Unione internazionale "Crisi del
mercato o crisi delle regole confronto fra sistemi" è il tema del convegno
che l'associazione Notariato Italiaeuropa e l'Unione Internazionale del
Notariato hanno realizzato nella prestigiosa sede del Parlamentino del CNEL a
Roma, il 16 aprile, nell'intento di mettere a confronto esperienze
professionali e culturali diverse per provenienza, formazione ed interessi, per
analizzare innanzitutto le cause della crisi profonda che stiamo attraversando
e prospettare ipotesi di soluzione o, almeno, delineare un percorso che la
politica, l'economia, la sociologia, il mondo imprenditoriale e bancario, le
professioni devono prefigurarsi, nella consapevolezza che il nodo non si
scioglie soltanto con contingenti misure di carattere economico. Di seguito
riportiamo una sintesi dei contributi al dibattito. INTRODUZIONE di GIANCARLO
LAURINI Una crisi che dal nostro angolo visuale dice il Presidente Giancarlo Laurini
nel suo intervento di apertura- è vera e propria crisi del mercato così come lo
avevano immaginato i grandi spiriti liberali del passato, ma anche dell'intero
mondo delle professioni, soprattutto quelle legali, avvocatura, magistratura e
notariato che, in vario modo e misura hanno concorso fin qui alla crescita
economica e sociale del Paese, nel rispetto di regole, ormai insufficienti a
garantire un corretto funzionamento del mercato. L'angolo visuale è in
particolare quello degli osservatori, non soltanto giuristi, che operano
nell'area del civil law caratterizzata - a differenza del common law e di altre
aree geografiche come il nord-Europa - da un sistema di "regole"
espressione di una concezione dello Stato nel quale l'individuo non è abbandonato
a sé stesso nell'illusione che sappia sempre autotutelarsi ma, al contrario,
nella consapevolezza delle sue debolezze che abbisognano, oltre che di
solidarietà, di principi e regole idonee ad impedire che esse incidano
negativamente sulla sfera pubblica. Una crisi del mercato che ha fatto scrivere
qualche giorno fa all'economista Hernando De Soto, peruviano ma
"anglofilo", che "Se si vuole che il credito ricominci a fluire
... bisogna impedire qualsiasi futuro svilimento dei titoli che rappresentano
diritti di proprietà, riportandoli nell'ambito dei regimi contrattuali".
Una giornata dunque che, attraverso un dibattito fra voci di estrazione
culturale, professionale, politica e nazionale assai diversa, ha regalato nel
susseguirsi degli interventi anche spunti di vivace e stimolante dialettica,
mettendo in relazione due mondi che comunque debbono comunicare, per recuperare
l'efficienza in un quadro di riconoscimento dei diritti e delle responsabilità.
Tema dunque di sicuro interesse, come ha dimostrato la presenza di Antonello
Mura, Segretario dell'Unione Internazionale dei Magistrati, del Segretario
generale del C.S.M. Carlo Visconti, del Presidente della CAE dell'U.I.N.L.
Mario Miccoli in rappresentanza del Presidente Eduardo Gallino, del Presidente
del CNN Paolo Piccoli e del Presidente della Cassa Nazionale Francesco
Attaguile con i rispettivi Consigli, quasi al completo, del Presidente incoming
del CNUE Roberto Barone, del Presidente Ignazio Leotta con la Giunta di
Federnotai. Il notaio Mario Miccoli portando il saluto della UINL, ed il dr
Antonello Mura quello dell'Unione Internazionale dei Magistrati, hanno colto
l'aspetto originale di una giornata in cui si incontrano il mondo della finanza
con quello del diritto, ma anche la cultura di civil law e quella di common
law, tutti consapevoli che non è tempo per i giuristi di sottolineare soltanto
gli errori degli economisti, perché i freni all'economia si devono anche agli
eccessi di regole inadatte e all'incapacità di farle applicare e occorrendo
favorire la circolazione della ricchezza e il rilancio dell'efficienza. Qual è,
si chiede Laurini, la linea di demarcazione tra l'area nella quale è giusto
rimettere tutto alla capacità di autoregolamentazione del singolo, e l'area
nella quale, invece, è indispensabile l'intervento regolatore dello Stato o di
più Stati? Davanti, infatti, a quel processo di globalizzazione accelerata e
sfuggita al controllo nell'illusione di una società ideale che potesse produrre
ininterrottamente benessere e felicità, in un Occidente, specialmente
l'America, che come nota Tremonti nel suo libro "La paura e la
speranza"- produce solo debito mediante la c.d. tecno-finanza che, sua
volta, produce ricchezza inesistente, facendoci diventare "consumatori a
debito", ci si deve porre il problema del ristabilimento del primato della
legalità, attraverso un global legal standard, come insieme di regole di base
sulla trasparenza degli affari e sul funzionamento della finanza e
dell'economia globale, che impedisca il ripetersi di "crisi" come
quella che stiamo vivendo. Abbiamo assistito ad uno sviluppo socio-economico
della società italiana, europea e mondiale nel quale tutto è stato
prepotentemente subordinato ai principi ferrei dell'economia e al trionfo del
libero mercato, ma non è accettabile il monocorde principio dell'economia ante
omnia e soprattutto super omnia. Il mito dell'autoregolamentazione "è
fallito", e per uscire dalla disastrosa crisi non solo finanziaria è
necessario un ritorno alla Politica, alle regole e alla territorialità del diritto.
E' ormai accertato che negli Stati Uniti le frodi ipotecarie sono passate dalle
6.936 del 2003 alle 46.717 dei primi nove mesi del 2007, con perdite stimate in
813 milioni di dollari: una parte di questi "guai" deriverebbero
secondo l'F.B.I.dalla cosiddetta deregolamentazione delle ipoteche. La verità è
che gli ordinamenti giuridici e il sistema delle regole sono figli ciascuno di
un popolo e della sua storia, e non si prestano a trapianti tout court. Cosa
diversa è, invece, il tentativo di costruire quel lega/ global standard che non
vuole prevaricare alcuno con prassi e sistemi altrui, ma semplicemente
stabilire, conclude Laurini, un insieme di regole condivise, nella quale si
ritrovino tutti - se pur restringendo un po' l'area della propria autonomia -
per la difesa di grandi valori ed interessi generali, comuni a tutti.
L'intervento del Presidente del CNEL, Antonio MARZANO Il professor Marzano
presidente del CNEL, pur "rivendicando" la sua formazione da
economista, afferma che nessuno auspicherebbe un mercato senza regole, ma che
ci possono essere eccessi di mercato come eccessi di regole, ed il primo causa
il c.d. moral hazard, che non è altro che la truffa, mentre il secondo soffoca
l'iniziativa privata e la voglia di fare, aprendo la strada all'invasività
delle burocrazie e della politica. Ci devono dunque essere regole nuove, ma che
siano ispirate a progetti di facilitazione dello scambio leale, e che per
questo non siano contro ma a favore del mercato. Qui Marzano dichiara l'utilità
della professione notarile come garante dell'implementazione del diritto,
auspicando che esso sia espressione di una corretta combinazione, e non di una
contrapposizione, di mercato e di regole. Marzano pone poi un quesito, che sarà
anche un leit-motiv del convegno. Il diritto è abbastanza veloce per star
dietro alla tecnologia e alla globalizzazione del mercato? Il mercato è molto
dinamico con la sua tecnologia, che è anche tecnologia finanziaria e
globalizzazione. L'economia è globale ma le legislazioni sono nazionali: ce la
fa il diritto a superare questo contrasto? Si possono avere regole uniformi se
i sistemi produttivi hanno diversa struttura? Bastano le regole? Oppure
occorrono anche sistemi di valori etici condivisi che assicurino il valore del
rispetto delle regole? A tutte queste domande, la risposta principale, conclude
Marzano, è che bisogna ritrovare e formare una cultura della convivenza
regolata. La relazione di Ugo MATTEI Il professor Ugo Mattei ha affermato che
non è una crisi del mercato o delle regole, ma piuttosto una bancarotta
intellettuale del modo in cui entrambe vanno osservate. Utilizzando un modello
di analisi economica tipicamente marxista, Mattei ritrova nella perdita di
contrappesi, cioè nella scomparsa di un modello alternativo e organico di società
quale quello del mondo comunista dopo la caduta del muro di Berlino, l'inizio
dell'espansione incontrollata del modello capitalista-finanziario e la sua
degenerazione ultraliberale. In particolare per Mattei, la dinamica fondativa
del modello egemonico origina dallo sganciamento del dollaro dalla parità con
l'oro, che nel 1971, con la dichiarazione unilaterale statunitense di
inconvertibilità del dollaro in oro, pose fine al regime di cambi fissi
instaurato dagli accordi di Bretton-Woods, che dal 1944 avevano consentito lo
sviluppo post-bellico ai paesi che vi avevano aderito (l'accordo prevedeva un
regime di cambi fissi fra le monete sulla base della loro convertibilità in
oro, e la creazione di due organismi di cooperazione per favorire lo sviluppo
dei paesi membri e agevolare l'equilibrio delle bilance dei pagamenti: la Banca
mondiale e il Fondo monetario internazionale). Conseguenza fu che il Paese
egemone, gli Stati Uniti, si ritrovarono di fatto nella condizione di poter
battere moneta, da prestare al mondo, indebitandolo. Per Mattei, la grande
menzogna consiste quindi nell'avere fatto credere nella possibilità per tutto
il mondo di poter desiderare una crescita illimitata che in realtà era
impraticabile e comunque restava nelle mani dell'Occidente sviluppato. Allora
per Mattei, contrariamente al pensiero di Marzano, non si tratta di inseguire
tendenze da parte del diritto, ma di porsi alla testa di progetti di
cambiamento sotto il segno della sostenibilità e del rispetto del pianeta. In
un quadro così, il pericolo è che il diritto sia chiamato a soccorrere la
finanza, ma con l'obiettivo di poter ripartire in una direzione non
sostenibile, che non sarebbe in realtà altro se non una nuova puntata
dell'egemonia del pensiero anglo-americano. Invece il diritto non può non
essere fortemente radicato nelle realtà locali, dalle quali ricavare
"cataloghi di buone pratiche", capaci di correggere i tratti che
hanno fallito e recuperare cogenza. In che modo? Nella luce della chiara
premessa politica di Mattei, quello che egli chiama "pensiero unico"
(il modello egemone del capitalismo occidentale) tutela solo "interessi
paganti" rispetto agli interessi "non paganti" o comunque meno
forti, la cui tutela viene vista come un mero limite all'efficienza. Efficienza
che a sua volta viene declinata riconoscendo la tutela del diritto a chi è in
grado di risarcire, facilitando così a costui lo svolgimento dell'attività in
un quadro di indifferenza dei valori, scoraggiando e non permettendo quindi
l'esercizio di diritti a chi non ha i soldi per "pagare la multa".
Visione contro la quale un vero "professionalismo" dovrebbe ergersi,
perché per Mattei la tutela dei diritti è la chiave attraverso la quale
l'umanità riuscirà a sopravvivere, all'interno di un quadro di civiltà morale e
distributiva; ed infatti il formalismo è fatto per tutelare il più debole, non
a caso essendo assai ridotto nell'antica lex mercatoria, poiché i mercanti
sapevano leggere e scrivere. Come riportare il diritto al centro del discorso
pubblico? Alla radice della civiltà giuridica deve affermarsi il principio che
un diritto debole dal punto di vista economico deve poter avere la stessa
protezione giuridica di un diritto forte, e che ci deve essere terzietà fra il
forte e il debole. Non sarà il G8, riproduzione del modello egemone, per
Mattei, a portare questa visione, né lo saranno istituzioni come l'ONU. Bisogna
lavorare affinché questa concezione della legalità nasca dal sotto in su, nasca
da concezioni del diritto radicate nelle comunità e nella "forza e
nell'officina delle cose". E qui i notai sono vicini ai luoghi di
produzione del diritto, come nessun altro professionista. Edward N. LUTTWAK
apprezza i notai Del tutto in opposizione a quello appena riassunto, prima di
tutto nell'approccio politico, l'intervento del prof. Edward Luttwak, che
esordisce riconoscendo che il pregio dei notai italiani sia di applicare
veramente la legge, contrariamente alle condotte di altri operatori del
diritto, il che gli offre lo spunto per ipotizzare l'estensione del modello
notarile al mondo finanziario. Luttwak passa poi a rievocare le ragioni che
hanno portato alla crisi globale di questi giorni, che a suo modo di vedere
possono catalogarsi in tre grandi filoni secondo una visione geoecomica da
"falco", in quanto giustifica l'imposizione delle regole americane al
resto del mondo e l'idea di costringere i Paesi in via di sviluppo, che
chiedono la cooperazione degli Stati Uniti e la partecipazione al commercio
mondiale, a standard sociali ed ecologici di tipo occidentale e ad un forte
indebitamento in valuta americana. Ma soprattutto, tradendo un'attitudine
tipica della società statunitense, che considera le crisi finanziarie come una
malattia temporanea che risolverà, ma che non può mettere in discussione il
sistema americano, e in particolare la sua propensione a preferire il rischio,
piuttosto che il welfare. Il primo filone è imputato all'emersione della
tecnica c.d. mark-to-market, metodo di valutazione in base al quale il valore
di uno strumento finanziario è sistematicamente aggiustato in funzione dei
prezzi correnti, istantanei, di mercato, anziché secondo altre più stabili
procedure. E cita come esempio di legiferazione di reazione al primo scandalo
del mercato, il caso americano Enron, la legge Sarbanes-Oaxley, che si è
rivelata in realtà controproducente, perché piena di inutili irrigidimenti non
efficienti e virtuosi. Questo principio diventa scomodo quando con la crisi dei
subprime, il mercato diventa illiquido e la paura conduce a prezzi così bassi
da creare massicce minusvalenze, erodendo profitti e capitale, specie nei
mercati dei futures e delle opzioni. Poi, ragioni di politiche orientate a
favorire l'accesso alla casa a chi prima era escluso da tali mercati ma che
restava comunque a rischio di insolvenza, scatenando al tempo stesso la
cupidigia di chi su queste nuove opportunità speculative voleva fondare propri
progetti di guadagno (nel frattempo i risparmiatori si erano trasformati in
investitori, sempre più aggressivi), dando la stura ad impacchettamenti e
spacchettamenti di titoli più o meno tossici. Tutto, ciò, condito da una grossa
componente irrazionale ed emotiva che ad avviso di Luttwak, ha una grande
responsabilità nel precipitare il disastro, in quanto ed in fondo il debito
sub-prime non pagato è solo il 7%, quindi sarebbe stato apparentemente
trascurabile se non si fosse innescato il meccanismo irrazionale. Qui Luttwak
osserva che sono mancate le strutture che sapessero governare i problemi e gli
schemi di finanza e di liquidità, ed in particolare deve essere imputato ai
managements l'incapacità di controllare i derivati, perché essi stessi non
erano in grado di comprenderne le fisiologie e le dinamiche, e quindi non
controllavano il mercato che essi dirigevano. Il che induce Luttwak a
concludere lanciando l'idea che siccome i notai latini funzionano, bene e in
modo veloce, bisognerebbe pensare ad essi per immaginare modelli di intervento
che certifichino gli strumenti finanziari immessi nel mercato, la verità degli
impieghi di denaro, la circolazione e la verità degli acquisti degli strumenti.
L'intervento di Peter L. MURRAY Il professor Peter L. Murray, docente americano
di diritto comparato, noto per avere elaborato per conto del CNUE le
osservazioni critiche al tristemente famoso rapporto ZERP della Commissione UE
sugli operatori professionali dei mercati immobiliari in Europa, riconosce che
storicamente il notariato è la risposta di civil law alla responsabilità che lo
Stato ha nei confronti dei consociati, di offrire strumenti per minimizzare il
rischio di incomprensioni, errori e frodi, che possono portare al fallimento di
una transazione, e quindi si offre come garanzia contro la disonestà e
l'incompetenza. Il ruolo è stato messo in dubbio rispetto ai principi della
libertà di concorrenza, rispetto alla quale, l'alta regolamentazione e
l'esclusiva sono stati giudicati attributivi di uno status inaccettabile,
mentre si è detto- la concorrenza può abbattere i costi. Ma Murray dimostra che
dall'analisi da lui condotta sui tre modelli ordinamentali (civil law, common
law, e nordic law che fa a meno dei veri professionisti che intralcerebbero
inutilmente il traffico economico, rimettendo tutto al broker immobiliare)
emerge una maggior convenienza dei sistemi latino-germanici, specie rispetto
alle transazioni di minor valore, che inducono compensi più bassi, proprio
nella fascia di popolazione che più necessita di costi ridotti. Inoltre, nei
paesi anglosassoni e scandinavi emergono gravi problemi in ordine alle garanzie
di effettiva informazione, ma anche di conflitti fra interessi professionali e
interessi dei clienti, mentre i broker immobiliari non sono muniti di cultura
giuridica all'altezza di dare una consulenza di qualità adeguata. Nel Regno
Unito sono poi emersi casi di frode perché i legali delle banche che concedono
credito non si preoccupano dei soggetti che accedono al credito, non avendo nei
loro confronti doveri legali. Note negative sono emerse anche sul versante dei
registri pubblici, che fuori dal mondo di civil law non danno alcuna effettiva
tutela di protezione dei titoli, causando fallimenti fino al 30% delle
transazioni, oltre ad essere causa di ritardi, costi aggiuntivi e contenziosi.
Lo stesso ricorso alla title insurance non garantisce come noto alcuna tutela
reale ma solo indennitaria, ed è un sistema offerto da un mercato in realtà
chiuso a pochi operatori. Questo induce il prof. Murray ad affermare che forse
i mutuatari impegnati con i sub-prime sarebbero stati meno propensi ad
indebitarsi se avessero avuto una adeguata consulenza legale sulle condizioni e
sui termini del finanziamento, rispetto alla quale non vi è stato alcun
professionista che si assumesse la responsabilità. Insomma, per Murray l'atto
notarile è in realtà una soluzione efficiente a basso costo, capace di snellire
il mercato immobiliare, perché la consulenza legale indipendente imparziale è
superiore rispetto al modello dei giuristi anglosassoni. L'esigenza di essere
in linea con la modernità dovrebbe indurre i notariati a spingere per essere
parte attiva dei processi di informatizzazione pubblica. E' poi essenziale non
essere toccati dal business; tutto ciò che mette a rischio neutralità e
imparzialità dovrebbe essere bandito, mentre si deve difendere il numero
chiuso, giustificandolo come garanzia dell'interesse pubblico e della qualità
elevata, senza respingere ipotesi di modifiche. L'intervento di Antonio
BALDASSARRE Il Presidente emerito della Corte
Costituzionale, prof. Baldassarre si chiede cosa sarebbe un mercato se non ci
fossero le regole che stabiliscono quali beni si possono scambiare, se lo
scambio è corretto, quali sono i giocatori. Nell'800 si diffondono le ideologie
secondo le quali la libertà è uno stato di natura dell'uomo e quindi il diritto
è solo una serie di obblighi che la restringono. Ma la stessa
costituzione non è altro che la raccolta dei diritti di libertà quindi il
diritto non è solo kantianamente dover essere, ma è anche un valore, ed è tale
in quanto è regolato. Per Baldassarre, che ripensa alla tesi proposta dal prof.
Mattei, al contrario non è pensabile che il diritto non sia figlio
dell'autorità, non solo secondo le dottrine dello stato moderno, ma anche in
quanto emanato da altre entità anche non statali, purchè racchiudano in sé la
forza del principio di autorità: senza autorità non c'è diritto. Quindi i c.d.
global legal standard di cui si parla oggi non possono, contrariamente a quanto
affermato da Mattei, che essere posti da portatori di autorità, con la
conseguenza che oggi possono fondamentalmente provvedere a questo compito solo gli
Stati. Soprattutto però, occorre che non si faccia ricorso solo alla politica,
a più politica e più diritto, come se fossimo in un moderno Leviatano, ma
bisogna che queste istanze si incontrino col sistema economico globale
fondendosi in forme di collaborazione, in forme istituzionali nuove, ed in
regole che favoriscano l'efficienza virtuosa del mercato. Le conclusioni di
Augusta IANNINI Infine l'atteso intervento della dottoressa Augusta Iannini,
Capo Ufficio Legislativo del ministero della Giustizia, la quale sottolinea
come la professione notarile racchiuda un pregio di assoluta importanza per la
società, consistente nella custodia della pubblica fede, e che ciò discende dal
numero limitato, perché esso è la via attraverso la quale è possibile, a differenza
che in altre attività, garantire affidabilità, trasparenza e prevenzione,
grazie ad un effettivo controllo sulle modalità del concreto esercizio della
pubblica funzione. Il problema che più sta a cuore al Ministero di Giustizia, è
il c.d. "debito di giustizia" cioè l'enorme ritardo nell'arrivare
alla conclusione dei processi. Il progetto governativo guarda con interesse
all'idea di adottare un modello di "degiurisdizionalizzazione delle
insolvenze della giustizia civile" affidato a forme di mediazione dei
conflitti con tecniche A.D.R. governate dalle professioni, alle quali è
demandato il compito di condurre le parti litiganti all'accordo fino a formare
un titolo decisionale finale, in funzione deflattiva del ritardo della
giustizia contenziosa tradizionale, e quindi in funzione alternativa e non
sostitutiva del giudice. Il progetto nel quale il notariato ha una collocazione
e una prospettiva di primo piano per le sue caratteristiche peculiari, pensa in
particolare anche a ruoli attivi di elaborazione da parte del professionista di
modelli originali di soluzione da far condividere e non da imporre come una
sentenza alle parti, come ad es. piani di rientro in vista del ripristino della
capacità di adempimento dei debitori, come mezzi di estinzione degli inadempimenti
portati in causa, alternativi al processo, quasi offrendo al pubblico un
prodotto e uno slogan, lanciato dalla giustizia: "Vuoi che ci pensi un
professionista a risolvere il problema del tuo indebitamento?". In questo
ruolo, ancora, l'affidabilità del notaio giocherebbe con autorevolezza e
capacità di convincimento la partita della sistemazione conciliativa del
conflitto, con soddisfazione delle parti e dell'interesse generale al più
facile e rapido accesso dei cittadini alla giustizia. Il Ministero vuole come
non mai, rendere credibile il Paese, mettendolo nella condizione di poter
offrire prospettive ragionevoli di soluzione dei conflitti. Recuperando
l'arretrato prima, e poi, creando alternative credibili alla crisi della
giurisdizione. Si è colto bene, dalla intensità e dalla passione intessute
nell'intervento della dottoressa Iannini, quanto sia considerata cruciale
questa strategia, quanto sia vera e non declamatoria la richiesta di
collaborazione alle professioni e in particolare al Notariato, e quanto sia per
noi strategico fornirla, con convinzione e impegno. del 29-04-2009 num.
( da "Denaro, Il" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
professioni processo
civile E' il momento di rifondare il rito Le nuove procedure telematiche
destano la speranza di tempi più brevi Rosario Manzo* Una provocazione per
cominciare. E se "rifondassimo" il processo civile? Se, abbandonando
la pletora di riti speciali in uno alle riforme parziali inserite in questi
ultimi anni, decidessimo di dare una svolta radicale e, soprattutto, moderna al
nostro impianto processuale? Servirà al sistema paese una nuova procedura
civile, per rendere l'Italia una nazione davvero moderna? Le provocazioni sono
tante e di sicuro impatto. Una rifondazione dell'intero impianto processuale
civile significa anche dire addio ad una cultura giuridica centenaria, questo è
innegabile; da altro verso, significa però aprire le porte alla modernità e
alla esigenza di tempi di decisione rapidi. Milletrecento giorni di durata
media di un processo civile (in alcune aree della nostra regione anche
millecinquecento giorni, secondo i più aggiornati dati ISTAT) non fanno onore
ad un Paese che vuol definirsi moderno e competitivo. Allora diventa
indispensabile aprire un vero e proprio dibattito culturale, con la libertà ma
anche la saggezza- intellettuale di mettere in discussione quanto fatto fino ad
oggi (con risultati non certo incoraggianti); la esigenza di salvaguardia di un
patrimonio di cultura giuridica non può impedire la nascita di un confronto
quanto mai necessario; altrimenti si finisce per diventare anacronistici e,
quel che è peggio, fuori dal mercato. Un esempio dirompente può senza dubbio
individuarsi nelle norme sul decreto ingiuntivo che, confrontate con le
esigenze di oggi, possono dirsi ampiamente superate dalle pratiche commerciali
anche telematiche. Non sarà necessario guardare ai sistemi processuali degli
altri paesi, anche europei, perché fortunatamente- la nostra cultura giuridica
ha fondamenta autorevoli quanto solide; tuttavia, occorre davvero domandarsi a
quanto serve un "servizio" giustizia così
strutturato e quanto, anche sul piano culturale, siamo disposti ad investire
nel cambiamento. Nell'attesa di una riforma complessiva del processo civile,
una speranza è rappresentata dal processo civile telematico che accorcerà i
tempi della giustizia italiana. Il progetto per
l'invio telematico degli atti, sotto la responsabilità della DGSIA (Direzione
generale dei sistemi informativi automatizzati) del Ministero della Giustizia,
è di fatto funzionante già dalla metà di marzo presso il Tribunale 'pilota' di
Verona e presto sarà a regime anche in altre sedi giudiziarie. Il nuovo sistema
prevede l'interoperabilità tra tutti i soggetti coinvolti e permette lo scambio
telematico dei diversi atti giudiziali. Si può 'parlare' da computer a computer
senza dover più fare lunghe file negli uffici giudiziari e non ci sarà più
bisogno di archivi fisici. L'avvio del nuovo software per il Processo civile
telematico sta già dando buoni risultati nella trasmissione attraverso la
'rete' di atti e documenti tra avvocati, magistrati e cancellerie. Anche Napoli
è indicato tra i Tribunali pilota e sarà interessato dalla riforma telematica.
Quella del processo civile telematico è una sfida importante ma che deve
innestarsi in un processo di riforma di respiro più ampio e che investirà
necessariamente l'intero impianto processuale. Ecco che la
"rifondazione" del processo civile lungi dall'apparire
come una provocazione deve diventare una priorità per il corretto funzionamento
del sistema giudiziario;
non tanto e non solo per recuperare il gap con gli altri Paesi (con i quali
dobbiamo confrontarci sul piano della competitività) ma per introdurre un
sistema di regole dove gli utenti del servizio giustizia potranno avere risposte certe e rapide. La 'svolta
telematica' è stata a lungo sostenuta dall'impegno e dal lavoro fatto dal
Ministero della Giustizia con la collaborazione attiva dell'ABI, l'Associazione
delle banche italiane. Il progetto volto a consentire l'invio telematico degli
atti processuali e la gestione integrata di tutte le informazioni relative ai
procedimenti, è stato, infatti, realizzato nell'ambito dell'intesa siglata dal
Ministero con l'ABI nel novembre del 2006 per il consolidamento e la diffusione
del Processo civile telematico. Per completare l'implementazione del Processo
civile telematico nei vari tribunali, sono in corso le attività dei 'Cantieri
di lavoro' e dei 'Gruppi guida', composti da rappresentanti del Ministero della
Giustizia e dell'ABI, magistrati, avvocati, cancellieri. Nell'ambito di tali
'cantieri' e 'gruppi' sono in pieno svolgimento le attività di formazione di
tutti gli operatori coinvolti per un uso efficace dei nuovi strumenti
informatici. Continua il lavoro di 'data entry' per il recupero di dati 'di
copertina' del fascicolo giudiziario (estremi
anagrafici, estremi dell'atto giudiziario). Il
software, che permette il passaggio dalla carta al formato digitale di
documenti e notifiche, è stato messo a punto e collaudato lo scorso dicembre ed
ha accelerato lo sviluppo del Sistema informativo di gestione delle esecuzioni
civili individuali e concorsuali (SIECIC) che sarà completamente attualmente
operativo entro il primo semestre dell'anno in 14 Tribunali. L'innovazione,
insomma, è già cominciata. Si tratta di una sfida, ma anche di una grande
opportunità per la giustizia italiana. *avvocato
presidente Nazionale dell'Associazione Avvocati di Impresa del 29-04-2009 num.
( da "Denaro, Il" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
professioni riforme
Magistrati onorari in cerca di status Le questioni sul tappeto analizzate in
due convegni con relatori di alto livello paolo di marzio* La programmata
riforma della Magistratura Onoraria di Tribunale è sotto i riflettori. La prova
è offerta dalla grande ed attenta partecipazione registrata in due recenti
convegni in materia. Il primo organizzato dall' Avv.to Vincenzo Ceraldi a
Carinola (CE) il 28.3.2009, ed il secondo dagli Avv.ti Isabella De Asmundis e
Nicola Finamore a Roma il 6.4.2009 presso la sala convegni del CSM. L' eccellenza dei relatori, tra cui il Vice-Presidente
del CSM On.le Nicola Mancino, il Sottosegretario alla
Giustizia On.le Giacomo Caliendo, il Presidente dell' Organismo Unitario dell'
Avvocatura, Avv.to Maurizio De Tilla, ed alcuni Consiglieri del CSM, oltre professori e magistrati professionali ed onorari,
ha consentito di fare il punto sulla situazione affrontando la problematica da
ogni prospettiva. Alla riforma della Magistratura Onoraria di Tribunale, che si
compone dei Giudici Onorari di Tribunale (Got) eredi dei vice Pretori onorari,
e dei Vice Procuratori Onorari (Vpo), deve provvedersi entro il 31 dicembre
2009, secondo quanto ora previsto dall' art. 245 del D.lgs 51/1998. I
Magistrati Onorari di Tribunale (Mot) sono parte della vasta e variegata
categoria dei magistrati onorari, in cui rientrano pure i Giudici di pace. A
differenza di questi ultimi, però, i Mot non hanno ancora uno status giuridico
compiutamente definito. I Got ed i Vpo sono attualmente presenti in tutti i
tribunali italiani, nel numero complessivo di circa quattromila unità, e
svolgono quotidianamente un ruolo insostituibile per assicurare il miglior
funzionamento del servizio giustizia reso ai
cittadini. Le due magistrature onorarie in questione sono state oggetto di
revisione da parte del D.lgs 51/1998 (istitutivo del giudice unico di primo
grado) che ne ha ampliato significativamente le attribuzioni, provvedendo pure
ad indicare i requisiti per la nomina (tra cui l' età, che non può essere
inferiore a 25 anni) e la durata dell' incarico (ridotta nel massimo a sei
anni). I Got svolgono la funzione giudicante nei processi
civili e penali, con competenza tendenzialmente generale. I Vpo hanno il
compito di svolgere la funzione del pubblico ministero sia dinanzi al Giudice
di pace che al Tribunale in composizione monocratica. La funzione svolta come
magistrati onorari di tribunale è pertanto la medesima attribuita agli omologhi
magistrati professionali, e le attività che i Mot compiono nelle aule
giudiziarie hanno la stessa valenza di quelle svolte da un magistrato di
carriera. E' pure da ricordare che l' art. 3 del Dpr 115/02, nel dettare la
definizione di "Magistrato" indica: "il giudice o pubblico
ministero, anche onorario, preposto alla funzione giurisdizionale sulla base di
norme di legge e delle disposizioni dei codici di procedura civile e
penale". I Mot sono pertanto la categoria di magistrati non professionali
cui è assegnato il compito più complesso, quello di sostituire praticamente in
tutto e per tutto i magistrati professionali, a differenza delle altre
categorie di magistrati onorari, per le quali vigono limiti di competenza, per
materia e per valore. Ciononostante ai Mot si applica il regime giuridico ed
economico di minor favore (cfr. P. Di Marzio, Magistratura onoraria verso la
riforma, in Diritto e Giustizia, n. 3/2005, p. 110 ss.). La
magistratura onoraria è tradizionalmente presente nell' ordinamento giudiziario italiano e non vi è dubbio,
peraltro, circa la piena legittimità dell' esercizio di funzioni giudiziarie da
parte di magistrati onorari, stante l' espressa previsione di cui all' art.
106 della Costituzione ove, al secondo comma, si dispone che "la legge sull'
ordinamento giudiziario può ammettere la nomina, anche
elettiva, di magistrati onorari per tutte le funzioni attribuite a giudici
singoli". Anche il problema del pieno riconoscimento del rilievo della
funzione della magistratura onoraria dei Mot da parte della magistratura
professionale sembra ormai superato, e proprio il clima di cordialità nonché di
apertura al dialogo ed al confronto, che si è registrato tra le diverse
categorie di magistrati in entrambi i ricordati recenti convegni, sembra averne
offerto conferma. Una delle c.d. correnti della magistratura, vale la pena di
rilevare, consente ora l' iscrizione anche da parte dei Mot. Ancora, fino all'
anno 2003, nell' assenza di sussidi informatici e/o di accessi telematici, ogni
sforzo di documentazione ed aggiornamento professionale fondava sulla buona
volontà e sullo spirito di iniziativa del singolo Magistrato Onorario di
Tribunale. Ormai da un lustro, però, il Csm organizza corsi di formazione e
aggiornamento per i Mot, decentrati territorialmente. Inoltre, l' art. 5, Dpr
195/04, inserendo il comma quarto all' art. 15 del Dpr 322/81, ha riconosciuto
ai "giudici di pace ed ai magistrati onorari in servizio" il diritto
di usufruire gratuitamente, così come i magistrati professionali, dei servizi
offerti dal Centro elettronico di documentazione della Corte Suprema di
Cassazione (CED), probabilmente la banca dati più fornita in materia giuridica.
Si tratta di segnali molto positivi della disponibilità alla collaborazione tra
la magistratura professionale e quella onoraria, entrambe parte di un' unico
ordine giudiziario. Invero, senza il quotidiano
impegno profuso dalle migliaia di magistrati onorari italiani, di regola con
elevata professionalità, l' amministrazione della Giustizia nel nostro Paese
rischierebbe la paralisi. Si pensi, ad esempio, che l' impiego dei giudici
onorari di tribunale era stato immaginato solo in caso di necessità, con
funzione supplente rispetto ai magistrati giudicanti togati impediti a svolgere
il loro lavoro per gravidanza, infortunio o altro. In breve tempo, però, a
seguito delle accresciute esigenze dell'amministrazione della Giustizia, nonché
della necessità di assicurare il corretto funzionamento pure delle sezioni
distaccate di Tribunale più disagiate, l'utilizzo dei Got e dei Vpo è divenuto
un quotidiano ed essenziale supporto per l' esercizio delle funzioni
giudiziarie, sia nel settore civile sia nel penale. Prova ne sia che l' art. 6
del Dpr 449/88, nel riformulare l' art. 34 dell' Ordinamento giudiziario
aveva previsto, al comma 2 della nuova norma, che "i vice pretori
onorari", i quali abbiamo ricordato essere i predecessori dei Got,
"non possono, di regola, tenere udienze se non nei casi di mancanza o
impedimento del titolare e degli altri pretori". La norma è stata poi
abrogata dall' art. 30, D.lgs 51/1998, ed anche questo vincolo normativo, che
pur prevedeva eccezioni, è venuto meno. Il legislatore del 1998, però, si è
limitato a dettare alcune prime disposizioni in materia di regime giuridico dei
Mot, fissando con il ricordato art. 245 del D.L.gs n. 51/1998 il termine per
provvedere alla riforma organica. Il termine, però, è stato più volte differito
con provvedimenti legislativi, ed ora è nuovamente prossimo alla scadenza. In
prospettiva, la tendenziale equiparazione dello status giuridico e del
trattamento economico delle diverse categorie di magistrati onorari sembra
essere la soluzione più convincente. Le differenze di trattamento esistenti tra
i Giudici di pace ed i Mot, però, sono oggi molto rilevanti. Sembra in
contrasto con il senso di giustizia, oltre che con il
principio costituzionale di eguaglianza, ad esempio, che al Giudice di pace sia
riconosciuto il diritto ad un compenso per ogni sentenza pronunciata, mentre al
Got non è riconosciuto alcunché per questo lavoro, pure così importante. Questo
sforzo di (pare opportuno ripetere, solo) tendenziale equiparazione tra le
diverse categorie di magistrati onorari richiede però un progetto di ampio
respiro, che sembra opportuno coinvolga anche le categorie interessate, e pare
improbabile che possa essere elaborato entro la fine di quest' anno. L' art.
245 del D.L.gs 245/98, comunque, richiede che si provveda entro il 31 dicembre
2009 alla definizione dello status dei Magistrati Onorari di Tribunale
soltanto. Sembra allora preferibile concentrare l' attenzione sulle ipotesi di
riforma di questa categoria che sono state sinora ventilate, non mancando di
riassumere alcune delle soluzioni proposte nei recenti convegni cui si è fatto
cenno. Pare opportuno premettere che, come dice il detto antico, senza soldi
non si cantano messe. Anche a prescindere dalla crisi economica in atto, in
Italia il Ministero della giustizia, ormai
tradizionalmente, dispone di risorse limitate. I soldi mancano pure per pagare
il servizio di stenotipia, che assicura comunque maggiori garanzie agli
imputati ed è quindi un' esigenza primaria, ed in alcuni Uffici giudiziari si
registra persino la carenza della carta per le fotocopie. E' anche vero, però,
che i fondi possono trovarsi non solo prevedendo nuovi oneri per lo Stato, ma
pure provvedendo a risparmi di spesa. Ad esempio, nell' ambito della recente
riforma dell' ordinamento giudiziario si è prevista la
istituzione della Scuola della magistratura, certamente utile per contribuire
alla formazione dei magistrati. Una continua e positiva attività in questo
senso, però, è già svolta dal CSM. Qualora si
ritenesse più utile provvedere alla riforma della magistratura onoraria di
tribunale piuttosto che ad attivare la Scuola della magistratura, le risorse
già stanziate per quest' ultima potrebbero essere devolute per la prima
finalità. Questa valutazione delle priorità compete, evidentemente, alla parte
politica. Venendo quindi a sintetizzare le proposte di riforma della
Magistratura onoraria di tribunale ipotizzate negli ultimi anni, occorre
segnalare anzitutto l' ipotesi più radicale, che consiste nell' assorbimento
dei magistrati onorari più esperti e qualificati nei ruoli della magistratura
professionale. In questa direzione si muoveva un disegno di legge presentato
nel corso della XIV legislatura dall' on.le Siniscalchi (AC 731). Potrebbero
sorgere in questo caso dubbi sulla legittimità costituzionale dell' intervento,
poiché la Carta fondamentale prevede che ai pubblici uffici si accede mediante
concorso. In passato, però, si è ritenuto che simili ostacoli non vi fossero,
se è vero che già tre volte nella storia repubblicana, due nei soli anni
settanta del secolo trascorso, il legislatore ha adottato questo provvedimento.
Gli oneri per la finanza pubblica, ove si optasse per questa soluzione,
sarebbero elevati. Una seconda ipotesi di riforma è stata proposta dall' on.le
Vitali (AC 5163, XIV legislatura), poi Sottosegretario alla Giustizia, e
consisterebbe nell' iscrizione dei Mot più meritevoli nella "magistratura
di complemento". Si istituirebbe una sorta di magistratura professionale
permanente di seconda fascia, con agevolazione nell' accesso alla magistratura
di prima fascia. Il disegno di legge, indubbiamente interessante, suscitava
qualche perplessità in alcuni passaggi. Ad esempio prevedeva l' assorbimento
nella magistratura di complemento dei Giudici di pace, che però non sembrano
interessati e propongono rivendicazioni diverse. Ancora, prevedeva l'
estinzione degli attuali Got e Vpo, ma nascerebbe un grosso problema, se si
ammala un giudice professionale, chi lo sostituisce ? Si blocca tutto per
settimane o per mesi ? Questi motivi di perplessità erano in parte superati
dall' AC/1501, depositato nella scorsa legislatura su iniziativa di numerosi parlamentari
della maggioranza. Anche in questo disegno di legge potevano rinvenirsi alcune
incongruenze, ma non sembra il caso di esaminarle nel dettaglio, tenuto conto
dell' intervenuto avvicendamento della maggioranza parlamentare. Istituire la
magistratura di complemento comporta ancora oneri elevati. Si è poi ipotizzato,
nella scorsa legislatura, di far confluire un numero elevato di MOT (Got e
Vpo), oltre duemila, nell' istituendo ruolo degli ausiliari del Giudice. Questa
opzione presenta il pregio di assicurare un valido supporto alla magistratura
professionale, che potrebbe immediatamente avvalersi della collaborazione di
persone che sono già esperte nella ricerca giuridica ed hanno pure maturato una
significativa esperienza nell' esercizio della giurisdizione. La soluzione
potrebbe però non soddisfare le preferenze di quei Got e Vpo che aspirano a
continuare ad esercitare le funzioni professionali in cui si sono formati nel
corso di diversi anni. Anche in questo caso l' onere per la finanza pubblica sarebbe
rilevante. L' ipotesi più semplice, per garantire ai Mot meritevoli la
possibilità di continuare ad esercitare le funzioni giudiziarie, consiste poi
nel consentire la rinnovabilità indefinita dei loro mandati previa,
naturalmente, verifica del permanere dell' idoneità da operarsi dal CSM ad ogni scadenza. Si tratterebbe di riprodurre, mutatis
mutandis, la riforma recentemente introdotta per i Giudici tributari. Sarebbe
certo un passo avanti, anche se non si risolverebbero i problemi
derivanti dall' ancora incerto stato giuridico dei MOT. Merita di essere
segnalato che in questo caso non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo per la
finanza pubblica. In occasione del convegno di Roma del 6 aprile
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Sospesa per 60
giorni la demolizione delle case abusive di Procida e Ischia. Dopo la
sospensione per «motivi tecnici», ieri le ordinanze della
VII sezione penale della Corte di Appello. L'istanza è stata accolta in attesa
del pronunciamento della Corte costituzionale sull'applicazione del terzo condono in zone a vincolo
paesaggistico. Si è spostata ieri a Palazzo Chigi, invece, la protesta dei
proprietari di 800 case abusive da abbattere a Giugliano. Una
delegazione ricevuta da un funzionario della presidenza del Consiglio.
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Il magistrato Luigi
De Magistris, candidato alle europee con l'Idv, è stato prosciolto nell'ambito dell'inchiesta toghe lucane: il gip di Salerno ha accolto
la richiesta della Procura. È stata intanto fissata per il 16 giugno l'udienza
in Cassazione che dovrà decidere se confermare o meno i provvedimenti inflitti
in via cautelare dal Csm ai magistrati protagonisti dello scontro tra le
Procure di Salerno e Catanzaro.
( da "Mattino, Il (City)"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Non c'è un conflitto
patologico all'interno della procura di Napoli; e il contrasto che pure c'è
stato tra il capo dell'ufficio Giandomenico Lepore e i sostituti che si
occupano dell'inchiesta sui rifiuti rientra nella normale dialettica
processuale. Questa la tesi che lo stesso Lepore e il Pg di
Napoli Vincenzo Galgano hanno sostenuto davanti alla Prima Commissione del Csm,
che li aveva convocati, assieme al procuratore aggiunto di Napoli Aldo De
Chiara, responsabile del pool ambiente dei pm napoletani. Di quel contrasto tra
Lepore e i sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo si è già occupata
un'altra commissione di Palazzo dei marescialli. E martedì prossimo il
plenum del Csm si esprimerà sulla proposta di delibera che dà torto al
procuratore
( da "Gazzettino, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 29 Aprile
2009, Ho letto con grande interesse l'ordinanza con cui i
giudici del Tribunale di Venezia hanno rimesso agli atti alla Corte
Costituzionale per una verifica della costituzionalità delle norme del codice
civile che in materia matrimoniale presuppongono ed esigono la diversità di
sesso dei due coniugi. Conosco bene tutti e tre i colleghi del tribunale
veneziano e ne ho grande stima, non solo sotto il mero profilo professionale,
talché queste note critiche non possono ascriversi, in ogni caso ad antipatia
personale o a irriducibile diversità di impostazione culturale o morale. Non
sono però assolutamente d'accordo con le loro conclusioni in cui intravedo non
tanto la possibilità di aprire l'istituto matrimoniale anche a coppie dello
stesso sesso (così come dice il collegio), quanto addirittura l'apertura alla
distruzione del concetto di matrimonio e quindi della famiglia, così come da
noi la si intende da sempre o almeno da molto tempo. Le argomentazioni dei
giudici muovono esattamente dal riconoscimento dell'attuale regolamentazione
del matrimoni civile (ma ancora di più quello canonico, aggiungo io) presuppone
appunto la diversità di sesso dei coniugi, tanto che in caso di matrimonio tra
persone dello stesso sesso si discute molto se il negozio sia radicalmente
invalido (così detta novità assoluta), ovvero addirittura inesistente. C'è
differenza tra le due categorie concettuali perché se prevalesse (come in
effetti prevale), la dottrina che privilegia l'inesistenza non ci sarebbe
neppure bisogno di una declaratorio ufficiale dell'illegalità, in quanto la
stessa celebrazione sarebbe solo pura apparenza di nessun valore giuridico.
Senonché, incalzano i colleghi, molta acqua è passata sotto i ponti da quando
si aveva del matrimonio questa concezione tradizionale, oggi la si pensa molto
diversamente, anche due omosessuali hanno il diritto di convivere e la comunità
ha il dovere di riconoscerne l'unione. Da qui molti esempi tratti dalla
legislazione di altri paesi in cui in varie forme si è datto atto della
possibilità della convivenza omosessuale e perfino dell'unione legale
omosessuale, insomma di una sorta di matrimonio o sui generis che, così si
dice, non c'è ragione che venga rifiutata nel nostro ordinamento, senza neppure
aprirsi alla discussione. Del resto, aggiungono ancora i colleghi, non poche
volte la stessa Corte Costituzionale, specie e soprattutto in materia di
famiglia, ha cambiato idea, prima avallando l'assunzione tradizionale e poi
aprendosi alle novità, proprio sotto la spinta del cambiamento dei costumi. Si
tratta certamente di argomenti importanti, e tuttavia di peso secondario e
comunque non decisivo, perché la sostanza del problema non è mutata nel tempo.
Con il codice civile non c'è matrimonio se non certa diversità di sesso, ma
anche la stessa costituzione, che segue il codice di soli sei anni, quando si
riferisce al matrimonio, definendolo il fondamento di quella società naturale
che è la famiglia, presuppone e avalla lo stesso concetto giuridico e sociale,
altrimenti non avrebbe sentito il bisogno di imporre l'uguaglianza morale e
giuridica dei coniugi (il marito e la moglie). Ma è davvero così cambiato il
costume nazionale da imporre un mutamento tanto vistoso e profondo quale
sarebbe il matrimonio tra omosessuali? Direi proprio di no, se si riflette che
in prospettiva europea la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo
(proprio quelli a cui ci richiama il tribunale) che è del 1955 e che sul punto
non è mai stata cambiata, afferma tranquillamente «che a partire dall'età
maritale, l'uomo e la donna hanno il diritto di sposarsi e di formare una
famiglia». Ma che cosa ancora dire della cultura e del costume che conoscono e
praticano soprattutto il matrimonio canonico - concordatario che pure esige,
certamente, ed anzi ancora di più, la diversità di sesso tra gli sposi? Si ha
qualche cenno che la Chiesa è intenta a cambiare il suo matrimonio? Direi
proprio di no, visto che malgrado il divorzio continua imperterrita a
predicarne l'indissolubilità e a dichiarare l'importanza decisiva della prole,
almeno sul piano delle intenzioni. Non basta ancora. In occasione della recente
riforma del diritto di famiglia, che è del 1975, la commissione parlamentare
incaricata della redazione del progetto, definì il matrimonio (doveva diventare
l'art. 83bis del codice) come l'istituto di famiglia che si costituisce con la
volontà - legittimamente espressa - di un uomo e di una donna di prendersi
reciprocamente in marito e moglie. Tale petizione non passò, perché fu ritenuta
incompleta, e non certo perché fosse stata respinta sul piano ideologico. Era
troppo poco, insomma! Non credo perciò che la questione possa avere successo
davanti alla Corte. In ogni caso se l'avesse, il nostro tribunale avrebbe posto
le premesse non per l'ampliamento o per l'apertura dell'istituto agli
omosessuali, ma per la fine di un istituto che per millenni è stata la base
della nostra famiglia, della nostra cultura e della nostra società. E non ci
sarebbe certo da rallegrarsene. Tanto più che, lasciando da parte il matrimonio,
quello tradizionale, che secondo me deve senz'altro restare così come è, non è
escluso, almeno in teoria, che possa discutersi di altre possibilità di altre
unioni civili però di assai diverso spessore o efficacia.
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Sicurezza/ Pd
attacca su figli immigrati. Governo:Minori tutelati di Apcom Zaccaria:
"Ddl gli nega l'esistenza". Mantovano: 'Falso' -->Roma, 29 apr.
(Apcom) - Il Pd la definisce la norma "più grave e incivile" del ddl
sicurezza. Il governo e la maggioranza la difendono e affermano che non
sussistono motivi per cancellarla: si tratta dell'articolo 45 del provvedimento
finito di esaminare nella notte dalle commissioni Affari Costituzionali e
Giustizia di Montecitorio che, alla lettera 'f', secondo il democratico Roberto
Zaccaria, "impedisce il riconoscimento dei figli da parte degli immigrati
irregolari, colpendo in questo modo la persona direttamente dalla nascita e in
qualche misura negandole l'esistenza". La norma, che modifica il testo
unico sull'immigrazione stabilendo che anche per "l'accesso ai pubblici
servizi" sia necessario esibire il permesso di soggiorno, è stata oggetto
di duro scontro in Commissione ieri sera e il muro contro muro col governo ha
portato Pd e Idv ha lasciare i lavori per protesta. "Se letta in combinato
disposto con il resto dell'ordinamento - ha attaccato Cinzia Capano del Pd -
comporta effetti che non sono voluti neanche dalla maggioranza: di certo
infatti nessuno intende vietare il riconoscimento del figlio agli immigrati irregolari
che, oltre ai più elementari principi etici, sarebbe contrario alle convenzioni
internazionali in materia di infanzia. Eppure l'effetto che ne deriva è questo,
con la conseguenza che il minore sarà dichiarato automaticamente non
riconosciuto e adottabile". Non la pensa allo stesso modo il governo. Il
sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, durante l'esame in notturna, ha
ricordato infatti che il testo unico sull'immigrazione prevede che
"durante la gestazione e per i sei mesi successivi al parto non possa
procedersi all'espulsione della madre e che il questore debba rilasciare a
quest'ultima, per tale periodo, un permesso di soggiorno. Tale
diritto è stato esteso dalla Corte Costituzionale al marito convivente della
donna che partorisce". Il testo, insomma, "preclude all'immigrato
irregolare soltanto la possibilità di chiedere provvedimenti in suo favore,
mentre la dichiarazione di nascita costituisce un atto nell'interesse del
bambino".
( da "PrimaDaNoi.it"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
REGIONE - Tutte
Acqua e depuratori, per Federconsumatori c’è un abuso ai danni
degli utenti -->
Inviato da Redazione--> il 3/4/2009 13:17:44 --> 1329 letture)--> -->
ABRUZZO. La Federconsumatori ha denunciato un abuso ai danni degli utenti e
consumatori del servizio idrico integrato. Si tratta di una voce della bolletta
dell’acqua “quota di tariffa riferita al servizio di depurazione”. Nel 2008, una
sentenza della Corte Costituzionale dichiarava l'illegittimità costituzionale delle richieste in
bolletta agli utenti di questa voce qualora gli utenti fossero stati sprovvisti
«di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente
inattivi». Ora però, ha contestato la Federconsumatori, si è partorita
una legge (n.13 del 27.02.09) che sembra un vero e proprio escamotage per
aggirare la chiara sentenza della Corte di Cassazione. «Con tale legge, viene “sporcato
e reso contorto” tale semplicissimo principio». Con la nuova normativa viene
introdotto «l’esatto contrario», ovvero tale tariffa di
depurazione i gestori la dovranno richiedere e gli utenti saranno tenuti a
pagarla anche qualora
le utenze non fruiscono di un servizio di depurazione per carenza del
depuratore -ovvero della rete fognaria- oppure il servizio sia temporaneamente
non attivo, purchè vi sia l'avvio delle procedure di affidamento delle
prestazioni di progettazione o di completamento delle opere necessarie alla
attivazione del servizio di depurazione e alle stesse si proceda nel rispetto
dei tempi programmati. Per la Federconsumatori «è ovvio che ogni gestore
presente in Italia si sia dotato a partire dal 1953, di un piano che prevedeva
la progettazione, il completamento delle opere necessarie, ma di fatto …
siamo nel 2009 e molto lavori non solo non sono stati completati ma in alcuni
casi, neanche iniziati, eppure gli utenti hanno sempre continuato a pagare». A
detta dell’associazione
dei consumatori la contraddittorietà del testo normativo sarà «buon terreno
comportamenti tesi ad impedire la legittima restituzione di quanto
indebitamente versato dagli utenti in questi anni». Però andando avanti nella
lettura del testo di
legge, si può notare che il legislatore conosce la sentenza (n.335 del 2008) e
disciplina l’eventuale restituzione, da parte dei gestori, «rateizzata in un
periodo di cinque anni», proprio come aveva disposto la Corte di Cassazione. La
Federconsumatori ha
preannunciato sin da ora che ogni irregolarità sarà segnalata sia al Comitato
per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche, che al Ministro dell'ambiente
e della tutela del territorio e del mare nonchè alla magistratura competente.
Inoltre ha dichiarato che vigilerà, grazie anche alle segnalazione di tutti gli
utenti, sui comportamenti messi in atto dai gestori sia in merito ai programmi
di realizzazione e/o completamento degli impianti di depurazione, sul
consuntivo delle spese già effettuate e sul preventivo delle spese ancora da
effettuare. m.r. 03/04/2009 13.16
( da "Stampaweb, La"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA La giustizia in
Italia è «in una situazione gravissima, tremenda. Se non ci sarà un adeguamento
ai canoni di Strasburgo non c’è avvenire per la magistratura» nel
nostro Paese. A lanciare l’allarme è il procuratore generale della
Cassazione, Vitaliano
Esposito. Intervenendo stamattina al plenum del Csm, il "numero uno"
dei Pm italiani ha rivolto un appello proprio all’organo di
autogoverno delle toghe sollecitandolo a mobilitarsi al suo massimo livello e
ad inviare una delegazione alla Corte e al Comitato dei ministri di Strasburgo. Un’iniziativa,
ha spiegato il Pg, della quale c’è «assoluta necessità»: «La situazione
italiana degrada di giorno in giorno davanti agli organi di tutela di
Strasburgo, è gravissima», ha avvertito Esposito richiamando le condanne che l’Italia
continua ad accumulare a causa dei tempi troppo lunghi dei processi. Di fronte
a questa situazione, e la sollecitazione della quale Esposito si è fatto
interprete, il Csm deve intervenire «seppure in zona Cesarini», inviando a Strasburgo una delegazione «la più
ampia possibile, guidata dal vicepresidente». Da parte sua, il numero due di
Palazzo dei Marescialli, Nicola Mancino, ha accolto la proposta intendendola
come una «raccomandazione».
( da "Dagospia.com" del
29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
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articolo --> FACCI RACCONTA DE MAGISTRIS, STORIA UN FALLITO DI SUCCESSO,
CANDIDATO DELL'IDV ALLE EUROPEE - LE SUE INDAGINI? TANTI TITOLI (SUI GIORNALI),
ZERO CONDANNE - QUELLA MANIA DI DENUNCIARE POLITICI E GIUDICI –
CONDANNATI? NESSUNO. MAI... Filippo Facci per "Il Giornale" Luigi De
Magistris Luigi De Magistris è candidato alle elezioni europee ma anche alla
poltrona di peggior magistrato italiano della storia recente. Sin dal 1996,
appena insediato alla
Procura di Catanzaro, si occupò di reati contro la pubblica amministrazione,
però nessuno dei suoi indagati è stato mai condannato per reati, appunto,
contro la pubblica amministrazione. Neanche uno. Mai. Luigi De Magistris ha
perso tutti i processi da lui istruiti tra i pochissimi che non si sono arenati
prima ancora di giungere in dibattimento: cancellati, polverizzati, distrutti
da gip, organi del riesame, Corti d'Appello, di Cassazione, Tribunali, chiunque
abbia avuto modo di verificare l'incredibile imperizia di questo magistrato che
con le sue inchieste totalmente fallimentari, ma ben orchestrate sui giornali
prima di scoppiare poi come bolle, ha distrutto vite, persone, famiglie,
imprese, posti di lavoro e reputazioni. Il tutto facendo anche spendere milioni
di euro per consulenze allucinanti (vedi caso Genchi) e così pure per rifondere
tutti gli innocenti ingiustamente incarcerati in anni di disinvoltura
scandalosamente impunita, o meglio: premiata, ora, con una candidatura che
rappresenta la fuga finale da una corporazione che lo stava progressivamente
espellendo. filippo facci Luigi De Magistris è stato candidato da Antonio Di
Pietro nonostante persino Massimo Di Noia, avvocato storico proprio di Di
Pietro, come vedremo, ebbe a invocare dei provvedimenti disciplinari contro De
Magistris solo due anni fa. A dimostrare tutto questo non è soltanto
l'inchiesta con cui il Giornale ripercorrerà la storia del neo candidato
dell'Italia dei Valori: è stata la stessa Magistratura nelle sedi opportune, come
si dice. Basti leggere, per esempio, il parere con cui il Consiglio Giudiziario
si espresse sulla nomina di De Magistris a magistrato di Corte d'Appello:
doveva essere un passaggio scontato, solo un timbro per consacrare una
progressione in carriera che i Consigli Giudiziari tendono quasi sempre a
rilasciare in positivo: i magistrati giudicati negativamente, di norma, non
superano l'uno per mille del totale. Ma nel caso di De Magistris, il 18 giugno
2008, il relatore Bruno Arcuri fece suonare una musica che raramente si era
sentita in una sede come quella: «Prendendo possesso del mio ufficio di
Procuratore generale, iniziavo la mia esperienza in Calabria con vivo interesse
per il dr. De Magistris dopo aver letto di lui sulla stampa e averlo visto in
televisione. Fui subito colpito dalle notizie che andavo apprendendo presso i
colleghi tutti: i procedimenti da lui istruiti, di grande impatto sociale
perché istruiti contro i cosiddetti colletti bianchi, erano quasi tutti
abortiti con provvedimenti di archiviazione, con sentenze di non doversi
procedere e con sentenze ampiamente assolutorie. Voci che mi stupirono perché
in contrasto con la rappresentazione che ne davano i media». Antonio Di Pietro
Seguiva un'analisi che denotava «una serie numerosissima di insuccessi», la
«anomalia dei provvedimenti adottati», «procedimenti infausti», «omessa
indicazione dei reati e delle fonti di prova», questo mentre De Magistris, ogni
volta, «perseverava nell'adozione di provvedimenti immotivati malgrado i
continui insuccessi». Poi l'affondo del Procuratore generale: «Di fronte a una
tale patologia, forse unica nel panorama delle iniziative di un pm, a meno di
configurare una magistratura disattenta se non collusa concentri di potere
criminale (come ha configurato De Magistris con esternazioni mediatiche) non si
sfugge a un'alternativa secca: o le persone indagate sono tutte esenti da
responsabilità penali, o i giudici di Catanzaro sono tutti non
professionalmente idonei se non corrotti». «Il dato certo è che il dr. De Magistris
è del tutto inadeguato, sul piano professionale e sul piano dell'equilibrio e
sul piano dei diritti delle persone solo sospettate di reato, a svolgere quanto
meno le funzioni di pm». E questa, mai pubblicata come tutto il seguito, è solo
la relazione introduttiva. Il parere finale, reperibile nel fascicolo personale
di De Magistris, è a tal punto esplicito da meritare un'altra citazione
testuale: «Le tesi accusatorie sono cadute spesso per errori evitabili ed
evidenziati dall'organo giudicante», «Sono emersi rilievi negativi per
l'anomalia di molti provvedimenti adottati. I procedimenti di rilevante impatto
sociale hanno trovato clamorose smentite», «Il rapporto statistico
indagini/giudizio lascia emergere un'anomalia, poiché numerosi procedimenti non
hanno condotto a nessuna fondatezza. Non solo: nei provvedimenti si configurano
violazioni manifeste di legge (addirittura diritti costituzionali), ovvero si
radicano prassi senza alcun fondamento normativo, come in materia di
intercettazioni». La conclusione del Consiglio fu clamorosa: «Giudizio finale
negativo. Le voci capacità e preparazione presentano profili di evidente
deficit», «gravi vizio lacune; tecniche di indagine discutibili; procedimenti
fondati su ipotesi accusatorie che non hanno trovato conferma, attività carente
dal punto di vista dell'approfondimento e della preparazione». Il Consiglio
giudiziario, oltretutto, aveva preso in esame solo il periodo 2002-2008 e aveva
quindi tralasciato i devastanti buchi nell'acqua fatti da De Magistris a partire
dal 1996, quando gli addetti ai lavori, a Catanzaro, cominciarono a
soprannominarlo «Giginedduflop». Luigi De Magistris Il magistrato il 12 luglio
rispose alla bocciatura nel solito modo: denunciando. Preparando, cioè, carte
bollate contro chi si era permesso di criticarlo o contraddirlo. «Ho
tempestivamente informato la Procura di Salerno dei numerosi profili di
illiceità anche penali contenuti negli atti sopra citati». Cioè: denunciò il
Consiglio giudiziario, il cui parere, pure, sarà condiviso
anche dal Csm. Poi negò la pura evidenza: «Non si tiene conto dei provvedimenti
che hanno confermato le ipotesi dell'accusa». Ma di questi provvedimenti non ne
citò neanche uno. In compenso scrisse questo: «La mia condotta è stata
irreprensibile e le indagini svolte con correttezza e professionalità», «chi mi
conosce sa quanto sia rispettoso di tutte le persone. Del resto, una
persona non diviene per caso un punto di riferimento per tanti». Tanti
elettori, se possibile. Denunciare i colleghi che avevano respinto i suoi
provvedimenti, per De Magistris, era una regola sistematica già da anni: ha
denunciato gip, giudici del Riesame, magistrati d'Appello e di Cassazione. Il
tutto per decisioni sgradite, ma contro le quali, spesso, non ha mai neppure
proposto impugnazione. Invece di fare ricorso, cioè, denunciava direttamente i
giudici. De Magistris ha denunciato un avvocato generale dello Stato che aveva
revocato un suo procedimento, revoca poi confermata dalla Cassazione. Ha
denunciato un ispettore che aveva rilevato gravi irregolarità nella gestione
della sua inchiesta Toghe lucane. Ha denunciato un pubblico ministero di Matera
che lo aveva messo sotto indagine. Ha denunciato il presidente del Tribunale
del Riesame di Catanzaro che aveva annullato diverse sue richieste d'arresto:
annullamenti poi confermati dalla Cassazione. De Magistris ha inquisito la
madre di una sua collega di tribunale, Mariateresa Carè, prima che ovviamente
fosse prosciolta; poi ha indagato anche il marito della collega prima che fosse
assolto pure lui. Ha indagato il marito del giudice Abigaille Mellace senza
neppure iscriverlo nel registro degli indagati, e chiedendone pure l'arresto:
richiesta respinta dal gip, dal Tribunale della Libertà e dalla Corte di
Cassazione; la casa della collega fu tuttavia perquisita. De Magistris, ai
magistrati di Salerno, racconterà di quest'ultima sua indagine omettendo che il
marito della collega era stato completamente assolto. I magistrati di Salerno,
sul punto, non gli fecero domande. Forse già sapevano, e sennò lo ripetiamo,
che nelle indagini sulla pubblica amministrazione fatte da Luigi De Magistris a
Catanzaro nessuno è mai stato condannato. Nessuno. Mai. [29-04-2009]
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Sicurezza/ Sale
ipotesi fiducia sul ddl, Pd-Udc: Governo diviso di Apcom Ira di Maroni per
modifiche Pdl: "Così non si può andare avanti" -->Roma, 29 apr.
(Apcom) - Cresce il pressing della Lega per ottenere la questione di fiducia
sul ddl sicurezza che domani approda in Aula alla Camera per la discussione
generale. Brucia ancora la ferita della bocciatura a scrutinio segreto della
norma che prolungava fino a sei mesi la permanenza dei clandestini nei Cie e la
strada del provvedimento che dovrebbe reintrodurla non sembra affatto facile:
l'opposizione è decisa a dare battaglia chiedendo nuovamente (e, da regolamento
parlamentare, ottenendo) il voto segreto sulle norme che riguardano
l'immigrazione e "i mal di pancia" nel Pdl, per stessa ammissione del
ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sono ancora troppi per rischiare. Il
provvedimento che contiene, tra le altre cose, la 'legalizzazione' delle ronde,
il reato di immigrazione clandestina e il prolungamento fino a sei mesi della
permanenza dei clandestini nei Cie è stato esaminato a tempo di record dalle
commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia della Camera che la
scorsa notte hanno lavorato fino alle 2. Partito democratico e Italia dei
Valori hanno abbandonato i lavori per protesta contro l'articolo 45 del ddl che
contiene la norma "più grave e incivile", per citare le parole del
deputato democratico Roberto Zaccaria, di tutto il testo: si tratta della norma
che, modificando il testo unico sull'immigrazione, stabilisce che anche per "l'accesso
ai pubblici servizi" sia necessario esibire il permesso di soggiorno.
Secondo Zaccaria "si impedisce il riconoscimento dei figli da parte degli
immigrati irregolari, colpendo in questo modo la persona direttamente dalla
nascita e in qualche misura negandole l'esistenza". A difendere la norma è
il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano che ricorda come il testo
unico sull'immigrazione prevede che "durante la gestazione e per i sei
mesi successivi al parto non possa procedersi all'espulsione della madre e che
il questore debba rilasciare a quest'ultima un permesso di soggiorno". Un diritto "esteso dalla Corte Costituzionale al marito
convivente della donna che partorisce". Il testo, insomma, secondo
l'esponente del governo "preclude all'immigrato irregolare soltanto la
possibilità di chiedere provvedimenti in suo favore, mentre la dichiarazione di
nascita costituisce un atto nell'interesse del bambino". Non è il
duro scontro con l'opposizione, tuttavia, a impensierire la Lega e il
principale 'tifoso' del ddl, cioè il Ministro Maroni. Piuttosto sono le
divisioni che, anche nell'esame in Commissione, si sono registrate tra
Carroccio e Pdl. Il titolare del Viminale non nasconde il suo disappunto e a
margine di una conferenza stampa parla del rischio che "alcuni mal di
pancia nel Pdl" possano condizionare il voto sul provvedimento e conferma
che domani nel Consiglio dei ministri valuterà la possibilità di chiedere sul
ddl l'autorizzazione a porre la questione di fiducia. "Questa notte - si
sfoga Maroni con i giornalisti - alcune votazioni in commissione mi hanno
confermato questa preoccupazione: la norma che avevamo fortemente voluto
sull'obbligo di segnalazione dei tentativi di estorsione da parte di chi ha
commesse pubbliche è stata infatti inopitatamente emendata e svuotata di
significato contro il nostro parere". Grazie all'approvazione di un
emendamento presentato dal deputato del Pdl (ex An) Manlio Contento, infatti, è
stato stabilito che per escludere un imprenditore dalle gare d'appalto questi
debba essere imputato per favoreggiamento o falsa testimonianza. Mentre nel
testo uscito dal Senato bastavano semplici indizi, raccolti in un procedimento
a carico di terzi. L'emendamento della discordia è stato votato dal Pdl e non
dalla Lega. "E' ovvio - è sbottato Maroni - che così non si può andare
avanti: il provvedimento rischia di essere svuotato dei suoi maggiori
significati". L'alta probabilità che venga posta la questione di fiducia è
confermata anche da fonti vicine al ministero della Giustizia: "Non solo
il voto segreto ma anche il rischio che venga ripresentata in Aula la mole di
emendamenti già esaminati in Commissione (più di 300, ndr) rendono la questione
di fiducia probabile", spiegano. "La minaccia di porre la fiducia sul
Ddl sicurezza - protesta Donatella Ferranti del Pd - è una prova di debolezza
di governo e maggioranza: evidentemente il Pdl deve soffocare il dissenso
interno su un provvedimento indigeribile anche per molti della destra".
Gli fa eco Michele Vietti dell'Udc: "La minaccia del ricorso all'ennesima
fiducia, oltre ad inserirsi in una logica di svuotamento sistematico delle
prerogative parlamentari, mira evidentemente a nascondere le crepe che si sono
già ripetutamente manifestate nella maggioranza su argomenti come ronde e
centri di identificazione".
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Giustizia/ Csm: No
consulenza Cicala, bocciata richiesta Maroni di Apcom Ex leader Anm aveva
chiesto di continuare lavoro in Cassazione -->Roma, 29 apr. (Apcom) - Mette
a rischio imparzialità e indipendenza del magistrato: è per questa ragione che
il Csm ha bocciato la richiesta dell'ex presidente dell'Anm Mario Cicala di
poter fare il consigliere giuridico, in "rapporto di diretta
collaborazione con il ministro dell'Interno".Una decisione che ha diviso a
metà il plenum (11 voti a favore e altrettanti contrari), passata solo per il
voto decisivo del vicepresidente Nicola Mancino, che in caso di parità vale
doppio. Cicala aveva chiesto di poter svolgere l'incarico al Viminale senza
rinunciare alle sue funzioni di consigliere in Cassazione: circostanza che per
la maggioranza dei consiglieri di Palazzo dei Marescialli è "incompatibile
con le esigenza di tutela dei valori dell'indipendenza e della
imparzialità". Valori, sostiene il Csm nella delibera approvata, che
"potrebbero infatti essere compromessi per effetto del legame che l'espletamento
di tale incarico, di 'diretta collaborazione' con il Ministro dell'Interno,
costituisce fra il magistrato e un organo di vertice dell'amministrazione
nonché soggetto politico che collabora in posizione di assoluto rilievo alla
elaborazione ed attuazione dell'indirizzo politico del governo". "Né
- si osserva ancora - può ritenersi che il rischio di compromissione dei
predetti valori sia escluso dalla natura esclusivamente 'tecnico -giuridica'
dell'apporto che il dottor Cicala dovrà fornire". Dare il via libera alla
richiesta creerebbe, sostiene il Csm, "quantomeno il rischio" che
l'esercizio delle funzioni di magistrato in Cassazione "non sia
accompagnato dalla necessaria presunzione di imparzialità e di indipendenza che
lo deve caratterizzare". Bisogna evitare, sottolineano ancora i
consiglieri, che si verifichino "situazioni che possono anche solamente
apparire idonee a compromettere valori dell'indipendenza ed imparzialità".
Situazione che verrebbe a determinarsi con l'incarico in questione. "Infatti
- argomenta il Csm - premesso che non risultano delimitazioni espresse alle
materie di competenza del consigliere Cicala quale consulente giuridico del
Ministro dell'Interno, e che pertanto tale incarico appare riferito a tutte le
competenze del ministro, l'accoglimento della richiesta di autorizzazione
determinerebbe una situazione palesemente incompatibile con i parametri di cui
alla circolare, in cui il consigliere giuridico di uno dei più importanti
ministri dell'esecutivo sarebbe contemporaneamente membro di un organismo che è
parte intrinseca del sistema di autogoverno della magistratura". In
particolare, Cicala avrebbe avuto "il compito di assistere il
sottosegretario on. Mantovano nella predisposizione dei testi normativi per la
modifica della migliore attuazione delle leggi concernenti la tutela delle
vittime del dovere, la criminalità organizzata, l'usura e i testimoni di
giustizia".
( da "Virgilio Notizie"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
No ad una
"deprecabile interferenza esterna" nella nomina del nuovo capo della
Procura di Bologna. Lo dice a chiare lettere il
vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, affrontando in plenum il 'caso' che si
è aperto dopo la lettera di dimissioni dalla magistratura di uno dei due
candidati indicati dalla Commissione Direttivi, l'attuale procuratore capo di
Reggio Emilia Italo Materia, in 'corsa' assieme all'ex procuratore capo di
Brescia Giancarlo Tarquini. Una vicenda che ha costretto l'assemblea di
Palazzo dei Marescialli a rinviare la nomina del responsabile dell'ufficio dei
pm bolognesi, poltrona rimasta senza titolare da circa un anno. Materia sarebbe
vittima di quella che lui stesso ha definito "una campagna persecutoria
gravemente lesiva" della sua onorabilità, all'origine della quale ci
sarebbe il fatto che è stato co-autore di un parere favorevole alla concessione
del programma di protezione a Luigi Sparacio, poi diventato collaboratore di
giustizia. Accuse arrivate in particolare dalla presidente dell'Associazione
vittime di mafia Sonia Alfano, oggi candidata con Italia dei valori alle
europee. La sua lettera di dimissioni, ha commentato Mancino, è "la
reazione ad un'aggressione subita": di fronte a quella che è una
"deprecabile interferenza esterna nella sua attività" il Csm non può
dare "risposte burocratiche". Una posizione riecheggiata in molti altri
interventi dei consiglieri dell'organo di autogoverno della magistratura,
concordi con l'esigenza di respingere quella che in tanti hanno voluto bollare
appunto come una "interferenza". Da qui, la decisione di rinviare la
nomina, in attesa che venga definito l'iter legato alla richiesta di dimissioni
ma anche che la Prima Commissione concluda il lavoro sulla pratica a tutela di
Materia aperta quasi un anno fa.
( da "Wall Street Italia"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Giustizia/ Mancino:
No interferenze in scelta capo pm Bologna di Apcom Rinviata nomina dopo
dimissioni candidato attaccato -->Roma, 29 apr. (Apcom) - No ad una
"deprecabile interferenza esterna" nella nomina del nuovo capo della
Procura di Bologna. Lo dice a chiare lettere il
vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, affrontando in plenum il 'caso' che si
è aperto dopo la lettera di dimissioni dalla magistratura di uno dei due
candidati indicati dalla Commissione Direttivi, l'attuale procuratore capo di
Reggio Emilia Italo Materia, in 'corsa' assieme all'ex procuratore capo di
Brescia Giancarlo Tarquini. Una vicenda che ha costretto l'assemblea di
Palazzo dei Marescialli a rinviare la nomina del responsabile dell'ufficio dei
pm bolognesi, poltrona rimasta senza titolare da circa un anno. Materia sarebbe
vittima di quella che lui stesso ha definito "una campagna persecutoria gravemente
lesiva" della sua onorabilità, all'origine della quale ci sarebbe il fatto
che è stato co-autore di un parere favorevole alla concessione del programma di
protezione a Luigi Sparacio, poi diventato collaboratore di giustizia. Accuse
arrivate in particolare dalla presidente dell'Associazione vittime di mafia
Sonia Alfano, oggi candidata con Italia dei valori alle europee. La sua lettera
di dimissioni, ha commentato Mancino, è "la reazione ad un'aggressione
subita": di fronte a quella che è una "deprecabile interferenza
esterna nella sua attività" il Csm non può dare "risposte
burocratiche". Una posizione riecheggiata in molti altri interventi dei
consiglieri dell'organo di autogoverno della magistratura, concordi con
l'esigenza di respingere quella che in tanti hanno voluto bollare appunto come
una "interferenza". Da qui, la decisione di rinviare la nomina, in
attesa che venga definito l'iter legato alla richiesta di dimissioni ma anche
che la Prima Commissione concluda il lavoro sulla pratica a tutela di Materia
aperta quasi un anno fa.
( da "Romania Libera"
del 29-04-2009)
Argomenti: Giustizia
> Cititi online
anunturile din ziarul “Romania libera”: Judecatoarea Maria
Nicola, exclusa din magistratura Joi, 30 Aprilie 2009 CSM a
decis ieri excluderea din magistratura a judecatoarei Maria Nicola de la
Tribunalul Dolj, cea care a decis intreruperea pedepsei lui Serghei Gorbunov,
suspectat ulterior de comiterea asasinatului de la o casa de schimb din Brasov.
Este singura decizie de excludere data in cazul Gorbunov, ceilalti
magistrati fiind doar revocati din functie de CSM. Judecatoarea, care a fost audiata in urma cu o luna de CSM, a declarat ca nu a vrut sa-si asume
riscul ca Gorbunov sa orbeasca in penitenciar. Maria Nicola a recunoscut insa
ca Serghei Gorbunov, condamnat pentru omor, prezenta pericol pentru ordinea
publica, insa a preferat sa nu motiveze sentinta pentru a nu se contrazice.
CSM a mai decis ieri excluderea din magistratura a
Alinei Nicoleta Osiac, judecatoare la Judecatoria Sectorului 5, pentru
neindeplinirea indatoririlor de serviciu. Din aceeasi categorie: Marmureanu:
Cutremurul de sambata nu a fost urmat de repliciPilotii si instructorii de
parasutism au primit pensii de pana la 30.000 leiG7: exista semne ca economia
mondiala se stabilizeaza, insa redresarea e departe Voteaza
( da "Gazzetta di Reggio"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
di Tiziano Soresina
Il pm Padula replica a Materia: «Lo querelo» Il sostituto attaccato sul crac
Acli Domus, ma il «capo» l'aveva difeso a Roma Non ha mai pronunciato il suo
nome, ma le «bordate» del procuratore dimissionario Italo Materia contro il
«magistrato che va a cavallo» - tacciato sia di scarso attaccamento al lavoro
sia di ritardi nelle indagini sul crac Acli Domus - hanno irrititato e non poco
il «suo» sostituto Luciano Padula sentitosi tirato in ballo. E ha deciso di
passare al contrattacco. In una nota le sue intenzioni. «Comprendo il motivo di
grande disagio, personale e professionale, del collega Materia, e registro,
attraverso forme e contenuti delle sue dichiarazioni, quanto la triste vicenda
che lo ha coinvolto abbia minato la sua serenità. Ciononostante, non posso che
respingere con fermezza "insinuazioni" di tale profilo, riservandomi
ogni iniziativa a mia tutela nelle opportune sedi». Una controffensiva affidata
a sei righe di un comunicato-stampa che «tradisce» l'intenzione di pesare le
parole con i cronisti per non prestare il fianco a nuove polemiche, con la
dichiarata intenzione, però, di muoversi sul piano legale. Muoversi in che
modo? Due le strade possibili: la querela per diffamazione sul versante penale
(la strada che appare come la più probabile), oppure la richiesta di un
intervento del Csm sul piano disciplinare. DUE VERSIONI. Ma sulle valutazioni
dei tempi dell'inchiesta relativa al crac Acli Domus - inizialmente affidata al
pm Padula e poi «ridistribuita» alla collega Salvi a fine 2005 che chiuse le
indagini nel febbraio 2006 - dobbiamo annotare un'ondivaga posizione di
Materia. Martedì ha incolpato il pm Padula di non averlo mai informato della
delicatezza dell'inchiesta, lasciando correre i termini per le indagini preliminari.
Con un ultimo affondo più che esplicito: «Quando il treno stava per deragliare
- ha rimarcato martedì Materia - ho assunto la responsabilità diretta e il
processo si è concluso in tempo utile. Alla fine non ci sarà alcuna
prescrizione». Ma due anni fa - al culmine della querelle in cui due deputati
reggiani del centrodestra (Angelo Alessandri ed Emerenzio Barbieri) chiedevano
un'ispezione ministeriale in procura a Reggio proprio sulla scia delle
polemiche legate ad Acli Domus - Luigi Li Gotti (sottosegretario del governo
Prodi) riportò in Commissione Giustizia una ricostruzione della vicenda ben
diversa da parte di Materia che difendeva l'operato dei suoi due pm sulla
vicenda. «Quanto alla mancata conclusione delle indagini preliminari in tempi brevi
- rispose Li Gotti - Materia ha osservato che la circostanza non potrebbe
addebitarsi ad un'inerzia del dottor Padula, ma costituirebbe la conseguenza
del notevole numero di procedimenti (2.558) che il medesimo aveva in carico nel
2002. Il procuratore ha aggiunto che il tempo della definizione del
procedimento non ha determinato la prescrizione del reato di bancarotta
fraudolenta». BERSAGLIO SBAGLIATO. Sonia Alfano, candidata indipendente alle
elezioni europee nelle liste di Italia dei Valori, ha risposto ieri ancora una
volta al procuratore Materia. Il terreno di scontro è sempre quello: Materia
che ha dato le dimissioni dall'ordine giudiziario dopo le accuse della Alfano e
l'iniziativa, ventilata a livello bolognese, di un banchetto informativo sul procuratore
reggiano. «Senza entrare nel merito delle incomprensibili scelte personali del
dottor Materia - replica Sonia Alfano - ci tengo a precisare che il celeberrimo
"banchetto informativo", più volte menzionato da Materia ed indicato
come causa scatenante delle sue dimissioni, è un'iniziativa non riconducibile a
me». Sulla richiesta di trasparenza da parte del magistrato, la candidata
sostiene: «Posso solo affermare che di trasparenza ne ho usata a iosa: ho
portato alla conoscenza di Reggio fatti e vicende di ingente rilevanza
quantomeno deontologica, relative al proprio procuratore che fino a quel
momento erano sconosciute ai più». IL CSM. Le dimissioni a sorpresa di Materia
hanno tenuto banco ieri - a Roma, al Csm - e dalla riunione del plenum sono
uscite due decisioni importanti. La tanto discussa pratica a tutela di Materia
(depositata a suo tempo dall'avvocato reggiano Celestina Tinelli, membro laico
del Csm) è stata ammessa e verrà pubblicata. Per il procuratore una
«iniezione di fiducia», anche se arriva quando la situazione è più che
precipitata. In secondo luogo il plenum ha rimandato ad una prossima riunione
la decisione sulla nomina del procuratore di Bologna (carica a cui ambiva
Materia): un «passaggio» per riaprire i giochi ad altri candidati?
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
di Claudio Baccarin
e Roberta De Rossi Diciotto partiti in gara Il Nordest eleggerà 13 deputati a
Strasburgo Politici e carneadi, corrono in
( da "Stampa, La" del
30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
SALUZZO. TRIBUNALE
Procura senza sostituti Gli avvocati protestano «Denuncia contro ignoti per
interruzione di pubblico servizio: è solo una provocazione, ma potremmo anche
concretizzarla». Sono queste le parole del presidente dell'Ordine degli
avvocati di Saluzzo Chiaffredo Peirone che ieri ha presentato un documento di
sostegno alla Procura della Repubblica che, dopo l'estate, resterà senza
sostituti procuratori. I magistrati oggi sono tre: il capo Paolo Tamponi e i
sostituti Maurizio Ascione e Caterina Centola. Questi ultimi due hanno ottenuto
il trasferimento e dall'autunno saranno, rispettivamente, a Milano e Lodi.
«Invitiamo ciascuno - hanno scritto gli avvocati - per quanto di sua competenza
a attivarsi onde evitare il degrado della legalità del nostro circondario,
ringraziando comunque il Procuratore capo per l'opera fin qui svolta ed
esprimendogli la solidarietà del Foro per la situazione venutasi a creare».
L'obiettivo è coinvolgere i parlamentari cuneesi, i politici e gli
amministratori per un intervento legislativo. Le norme in vigore, infatti,
rendono molto difficile l'arrivo di nuovi pm nei prossimi mesi. «Sperare che
nel giro di poco tempo vengano coperti i posti vacanti - dice Peirone - è
inutile». «Siamo dispiaciuti - prosegue - perché dopo periodi di stallo, la procura aveva ingranato e i prossimi trasferimenti
bloccheranno di nuovo tutto». Peirone e il segretario Maurizio Bonatesta
suggeriscono anche che «il trasferimento avvenga quando sia già stato
individuato un sostituto». La presa di posizione dell'Ordine saluzzese sarà
spedita anche a ministro della Giustizia e Csm.
( da "Mattino di Padova, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
L'ENTE CHE GESTISCE
LE SCUOLE SUPERIORI Sinigaglia: «La Provincia paghi il trasporto dei disabili»
Duecentotrentamila euro, per pagare il trasporto dei disabili nelle scuole
superiori dell'Ulss 16. Una cifra contestata, che finora è stata versata
all'azienda sanitaria da parte dei Comuni interessati. Ma
una sentenza della Corte Costituzionale dell'estate scorsa racconta una verità
diversa: gli euro in questione devono essere scuciti dalla Provincia. Che è
l'ente che gestisce gli istituti superiori. Al momento la spesa per il
trasporto di 22 disabili è di centotrentamila euro all'anno. Ma ci sono
altri 17 ragazzi che, almeno per il momento, si arrangiano con mezzi propri. La
stima quindi sale di altri centomila euro, arrivando alla somma totale. «Si
tratta di un livello essenziale di assistenza che dobbiamo fornire, e che per
ora viene assicurato dai Comuni, ma come spesa impropria - attacca l'assessore
alle Politiche sociali di palazzo Moroni Claudio Sinigaglia - qualche mese fa
abbiamo avuto un incontro con il presidente Vittorio Casarin e l'assessore
Massimo Giorgetti, in cui ci assicuravano che avrebbero stanziato i soldi. Per
ora non si è visto niente». La conferenza dei sindaci dell'Ulss, infatti, aveva
approvato una mozione in cui chiedeva all'ente sanitario di prelevare la cifra
dalle casse di palazzo Santo Stefano. Un risparmio che permetterebbe a
Sinigaglia di girare dei soldi per l'inserimento di altri portatori di handicap
nei Ceod. «Casarin e Giorgetti si mettano le mani in tasca, e tengano fede alle
promesse». Perché potrebbe profilarsi anche una richiesta di risarcimento da
parte dei Comuni, per quanto già speso almeno per gli anni 2008 e 2009.
Sinigaglia sfodera l'arma dell'ironia, ricordando alla coppia Casarin-Giorgetti
di stare meno «in scena», e di trovare i finanziamenti. «Propongo loro un nuovo
slogan «in» tema: Includere i soldi per inserire i disabili negli istituti».
(e.a.)
( da "Centro, Il" del
30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 5 - Chieti
Moffa sott'inchiesta, il Csm lo trasferisce Il procuratore
capo accusato di non essersi astenuto in un processo di un parente ANDREA MORI
LANCIANO. Ha provato a difendersi lui, procuratore capo chiamato spesso in aula
a sostenere l'accusa, ma il Consiglio superiore della magistratura (Csm) gli ha
dato per ora torto comunicandogli il suo trasferimento d'ufficio a
seguito di una procedura disciplinare. Tullio Moffa, il capo della Procura
frentana, è sotto inchiesta e "accusato" di non essersi astenuto in
un processo che vede lui giudice e per imputato un suo parente. Moffa sostiene
che non aveva l'obbligo di astenersi, il Csm - che è l'organo di autocontrollo
della magistratura - ci vede invece un conflitto di interesse tanto più che
all'imputato sarebbe stato concesso di patteggiare la pena, a prescindere
dall'importanza della causa e quindi della denuncia che l'ha innescata. Un
fulmine a ciel sereno per Moffa, magistrato anziano e stimato in città, un
terremoto a Palazzo di giustizia. Al procuratore capo è stato comunicato il provvedimento
preso dalla sezione disciplinare del Csm al termine dell' indagine partita da
un esposto e innescata dalla Procura generale della Cassazione. Si tratta di
una sorta di misura cautelare preventiva che ha valore provvisorio e non è
stata notificata con le specifiche motivazioni all'"indagato" Moffa.
I risultati dell'inchiesta e quindi tutta la procedura saranno esaminati dalla
terza commissione ordinaria sui trasferimenti del Csm la quale dovrà fornirà il
giudizio di merito, decidere se confermare il provvedimento e/o quale
eventualmente sanzione infliggere. Contro la decisione, il procuratore capo
potrà presentare ricorso alle sezioni unite della Cassazione. Un procedimento
che, in termini di tempo, andrà avanti per oltre un mese. Resta il fatto che la
procedura seguita dal Csm sia quella d'urgenza. A Roma, Palazzo dei
Marescialli, spiegano che sono proprio le mancate astensioni da parte di
magistrati e giudici in processi in conflitto di interesse, i motivi più
frequenti delle procedure disciplinari. Di tutt'altro parere è Moffa: non era
obbligato ad astenersi dal processo. Il procuratore capo ha già avuto modo di
dirlo anche ai suoi colleghi della sezione disciplinare che l'hanno chiamato a
deporre stavolta, per lui, nelle strano ruolo di "sospettato".
( da "Centro, Il" del
30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 5 - Chieti
Dal sogno coronato due anni fa alla soluzione del caso Marcucci LANCIANO. Una
carriera in città da magistrato, da giudice fino a raggiungere il vertice da
procuratore capo della Repubblica. Era il 4 maggio del 2007 quando Tullio Moffa
coronava quello che probabilmente era un suo sogno, diventare capo della
Procura. E lui, di origini napoletane, ha subito cercato di impostare il lavoro
alla sua maniera, in modo verticistico, cambiando metodi e compiti. Due anni fa
Moffa ricevette l'incarico di procuratore capo dal presidente del tribunale
Giuseppe Carabba. Disse di essere molto emozionato ed effettivamente aveva lo
sguardo lucido il nuovo procuratore quando strinse le mani e ricevette
l'abbraccio dei colleghi. Per Moffa era un ritorno dopo un decennio
nell'ufficio inquirente, dove aveva già ricoperto l'incarico di sostituto
procuratore. Aveva infatti fino ad allora ricoperto l'incarico di giudice e di
presidente della Corte d Assise, sempre nel tribunale di Lanciano, ed era
pronto a succedere a Francesco Calbi (andato in pensione nel 2006). Un'opera di
potenziamento del tribunale continuata con l'arrivo di Francesca Del Villano
(proveniente da Pescara) nell'ufficio del Gip diretto da Massimo Canosa, che di
fatto andava a sostituire Ciro Riviezzo, eletto nel Consiglio superiore della
magistratura. Di recente tuttavia la Procura ha perso un magistrato, Mirvana di
Serio, passata in servizio a Pescara. Per la sua
sostituzione il Csm ha già indetto un primo concorso a cui tuttavia pare non ci
siano state risposte. E' previsto un secondo bando ma i tempi sono lunghi. Fra
le inchieste che Moffa ha seguito più da vicino c'è in particolare quella sulla
morte del barista di Atessa Angelo Marcucci, ai primi di gennaio. Il
procuratore capo coordinò le indagini dei carabinieri, effettuò di persona i
sopralluoghi e dopo tre giorni fu scoperto che si era trattato di un incidente
stradale e non di un omicidio. Moffa ha seguito anche il caso dell'inquinamento
ambientale della discarica di Serre.
( da "Nuova Venezia, La"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Portogruaro. La
situazione torna alla quasi normalità Tribunale, arrivano tre giudici Gli
avvocati: «Grazie Venezia» PORTOGRUARO. Se il futuro del Tribunale è sempre
incerto, col sindaco Bertoncello che ventila possibili problemi ove venisse eletta alla guida
della Provincia l'attuale primo cittadino di S. Donà, Francesca Zaccariotto,
arriva perlomeno qualche schiarita sul fronte del funzionamento interno. Da
tempo infatti, al Palazzo di Giustiza mancavano due giudici togati, necessari
per garantire un disbrigo veloce dei processi e delle pratiche. Per il settore civile, fino a metà
giugno, dovrebbe arrivare da Gorizia il giudice designato Odoardo Comez, sarà
in servizio a Portogruaro due giorni la settimana, un giudice proveniente Venezia,
Maura Caprioli e, fino all'11 giugno, anche un altro togato, l'avvocato Fulvio
Tancredi, proveniente sempre da Venezia. Per il penale, invece lunedì ritornerà
dal trasferimento temporaneo in un'altra sede il magistrato titolare, la
dottoressa Roberta Poirè. Insomma, tutto risolto o quasi. Un risultato ottenuto
grazie all'intervento del Consiglio Giudiziario di Corte d'Appello Venezia, che
ha invitato il presidente del tribunale veneziano Attilio Passanante a
risolvere la situazione, andando anche al di là delle misure decise in
precedenza, che implicavano la trattazione a Portogruaro dei soli processi relativi ai contenziosi civili ordinari, e il
trasferimento alla sede di Rialto di tutti i provvedimenti urgenti. Soddisfatti
gli avvocati portogruaresi: «Dobbiamo ringraziare in particolare il Consiglio
dell'Ordine degli Avvocati di Venezia - afferma il presidente della Camera
locale, Alvise Cecchinato - che ci è stato molto vicino». (Federico Guerrini)
( da "Unita, L'" del
30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Paolo Pezzana, già
responsabile delle Politiche Sociali per la Caritas, dal 2004 è presidente
della Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora
(Fio.psd), coordinamento che riunisce 60 associazioni di 11 regioni diverse.
Dieci giorni fa, in un'audizione alle commissioni Giustizia e Affari costituzionali
della Camera, aveva illustrato le perplessità della sua organizzazione rispetto
al pacchetto sicurezza. Perplessità che restano tutte in piedi. Quali sono?
«Come Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora
contestiamo in particolare due articoli della normativa. Quello che stabilisce
le condizioni igienico-sanitarie delle abitazioni che danno diritto alla
residenza (e di conseguenza a tutta una serie di diritti politici, sanitari, di
cittadinanza) e quello che istituisce un registro dei "senza fissa
dimora", che sarà praticamente inutile: sarebbe bastata l'applicazione
delle norme esistenti che consentivano l'istituzione di una via fittizia per
dare residenza anche a chi una vera casa non ce l'ha» Quali potranno essere le
ripercussioni dell'applicazione di norme come queste? «Di certo non saranno
solo sui senza fissa dimora. Si calcola che siano circa 2 milioni le situazioni
abitative non adeguate, quindi 4 - 5 milioni di persone in Italia avrebbero
problemi con la residenza». Cosa significa in concreto non avere la residenza
anagrafica? «Bisogna avere ben chiaro un concetto di base: la residenza
anagrafica è la porta di accesso a tutti i diritti minimi di cittadinanza:
l'accesso alle cure sanitarie, alle opportunità abitative, al mercato del
lavoro. Ripeto, si tratta di un provvedimento miope, i cui "effetti
collaterali" temo non siano chiari nemmeno agli stessi estensori della
legge. Da questo punto di vista è una vicenda emblematica: è la dimostrazione
che quando si fanno leggi strumentali, che vogliono limitare i diritti di
qualcuno, si colpisce inevitabilmente una platea molto più ampia. I diritti
sono un bene comune, toccare quelli di uno significa minare anche quelli di un
altro». Come prevede che andrà a finire? Pensate che esistano strumenti per
opporsi? «I giuristi che abbiamo consultato hanno fatto presente che molte
delle norme sono a forte rischio di incostituzionalità. Dunque finiranno nel
mirino della Consulta, ma prima che la Corte costituzionale si pronunci, centinaia di
migliaia di persone resteranno in una pericolosa incertezza. La sensazione che
ho avuto è che anche nella maggioranza siano in molti a dubitare
dell'applicabilità effettiva di norme come queste. E questo, lo ripeto, non è
un modo serio di fare le leggi. Fioriranno i ricorsi su ricorsi, e sono
certo che in molti casi saranno vinti. Ma, domandiamocelo, che senso ha
ingolfare i tribunali con una mole di lavoro inutile? È evidente che in sede di
voto non interessano i contenuti, ma il mantenimento di equilibri politici».
P.Z.
( da "Stampa, La" del
30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
il caso Nuovo
ricorso sulla vicenda Balotelli Porte chiuse Cobolli va al Coni E c'è l'ipotesi
Tar GUGLIELMO BUCCHERI ROMA Il terzo tempo del caso Balotelli è inedito e così
ricco di risvolti da prefigurare scenari oltre il confine del pallone. Andati
in archivio i primi due verdetti (giudice sportivo e Corte di Giustizia
federale) con la medesima sentenza, la Juve non ha la minima intenzione di
fermarsi davanti a un Olimpico a porte chiuse per fatti che, secondo i legali
bianconeri, avrebbero meritato e meritano altro giudizio. Così, giusto il tempo
di prendere atto della decisione della corte a sezioni
unite e, immediato, è stato il contropiede del club. Il nuovo ricorso degli
avvocati Franzo Grande Stevens, Michele Briamonte e Luigi Chiappero è finito,
ieri, sul tavolo dell'Alta Corte di Giustizia del Coni, l'ultimo grado di
giudizio previsto dall'ordinamento sportivo: dettagliate le osservazioni così
come i principi con segnato in rosso, e in cerca di chiarimenti, il giallo
della fuga di notizie su un verdetto consegnato alle agenzie di stampa prima
che si concludesse la camera di consiglio. La Juve vive le porte chiuse
dell'Olimpico per la sfida di domenica con il Lecce come «abnormità giuridica»
ancor più evidente, si legge nel ricorso alla corte
del Foro Italico, in assenza delle motivazioni. Il ragionamento dei legali
trova origine nell'impossibilità sancita dallo stesso codice di giustizia
sportiva di potersi appellare in secondo grado, variabile non accettabile
davanti a un verdetto senza il perché scritto dai giudici. Da qui la «rivolta»
dopo la sentenza della Corte di Giustizia della Figc e la scelta di rivolgersi
al Coni per un giudizio che, per la Juve, deve tener presente il principio di
legalità. La notte dei cori razzisti all'indirizzo di Balotelli va, dunque, ai
rigori, ma non è esclusa la possibilità che dal confine sportivo si entri in
quello ordinario. La società chiede alla corte del
Coni una «sospensiva cautelare» del provvedimento che ha chiuso i cancelli
dell'Olimpico in attesa di capirne di più proprio dalle motivazioni alle base
della sentenza. Una nuova svolta che, si augurano i legali della Juve, possa
arrivare entro sabato (nello statuto dell'organo giudicante del Foro Italico
sono previste anche udienze in teleconferenza) in tempo per riaprire le porte
dello stadio e salvaguardare così anche «il danno economico»: già oggi Riccardo
Chieppa, presidente emerito della Corte Costituzionale e
giudice che presiede la corte al Foro Italico, potrebbe assumere un provvedimeto d'urgenza. La
Juve, con la richiesta di sospendere gli effetti immediati del verdetto che ha
chiuso lo stadio, intende tutelarsi qualora le motivazioni, come sembra,
possano arrivare più avanti nel tempo o, addirittura, una volta
modificato il discusso articolo dalla cui interpretazione la corte
ha chiuso l'Olimpico. Se anche dal Foro Italico dovesse arrivare un terzo
verdetto contrario, la Juve potrebbe chiedere l'autorizzazione al presidente
della Figc Giancarlo Abete per rivolgersi al Tar o a un altro tribunale
ordinario. «In gioco c'è il principio della legalità», è il messaggio dei
legali.
( da "Stampa, La" del
30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
L'ULTIMA SENTENZA
EXTREMA RATIO «Abnormità giuridica» Oggi l'alta corte
decide sulla sospensiva Pronti a chiedere l'autorizzazione per il giudice
ordinario Il terzo tempo del caso Balotelli è inedito e così ricco di risvolti
da prefigurare scenari oltre il confine del pallone. Andati in archivio i primi
due verdetti (giudice sportivo e Corte di Giustizia federale) con la medesima
sentenza, la Juve non ha la minima intenzione di fermarsi davanti a un Olimpico
a porte chiuse per fatti che, secondo i legali bianconeri, avrebbero meritato e
meritano altro giudizio. Così, giusto il tempo di prendere atto della decisione
della corte a sezioni unite e, immediato, è stato il
contropiede del club. Il nuovo ricorso degli avvocati Franzo Grande Stevens,
Michele Briamonte e Luigi Chiappero è finito, ieri, sul tavolo dell'Alta Corte
di Giustizia del Coni, l'ultimo grado di giudizio previsto dall'ordinamento
sportivo: dettagliate le osservazioni così come i principi con segnato in rosso,
e in cerca di chiarimenti, il giallo della fuga di notizie su un verdetto
consegnato alle agenzie di stampa prima che si concludesse la camera di
consiglio. La Juve vive le porte chiuse dell'Olimpico per la sfida di domenica
con il Lecce come «abnormità giuridica» ancor più evidente, si legge nel
ricorso alla corte del Foro Italico, in assenza delle
motivazioni. Il ragionamento dei legali trova origine nell'impossibilità
sancita dallo stesso codice di giustizia sportiva di potersi appellare in
secondo grado, variabile non accettabile davanti a un verdetto senza il perché
scritto dai giudici. Da qui la «rivolta» dopo la sentenza della Corte di
Giustizia della Figc e la scelta di rivolgersi al Coni per un giudizio che, per
la Juve, deve tener presente il principio di legalità. La notte dei cori
razzisti all'indirizzo di Balotelli va, dunque, ai rigori, ma non è esclusa la
possibilità che dal confine sportivo si entri in quello ordinario. La società
chiede alla corte del Coni una «sospensiva cautelare»
del provvedimento che ha chiuso i cancelli dell'Olimpico in attesa di capirne
di più proprio dalle motivazioni alle base della sentenza. Una nuova svolta
che, si augurano i legali della Juve, possa arrivare entro sabato (nello
statuto dell'organo giudicante del Foro Italico sono previste anche udienze in
teleconferenza) in tempo per riaprire le porte dello stadio e salvaguardare
così anche «il danno economico»: già oggi Riccardo Chieppa, presidente emerito della Corte Costituzionale e giudice che
presiede la corte al Foro
Italico, potrebbe assumere un provvedimeto d'urgenza. La Juve, con la richiesta
di sospendere gli effetti immediati del verdetto che ha chiuso lo stadio,
intende tutelarsi qualora le motivazioni, come sembra, possano arrivare più
avanti nel tempo o, addirittura, una volta modificato il discusso
articolo dalla cui interpretazione la corte ha chiuso
l'Olimpico. Se anche dal Foro Italico dovesse arrivare un terzo verdetto
contrario, la Juve potrebbe chiedere l'autorizzazione al presidente della Figc
Giancarlo Abete per rivolgersi al Tar o a un altro tribunale ordinario. «In
gioco c'è il principio della legalità», è il messaggio dei legali.
( da "Repubblica, La"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina III - Bari Il
convegno Primo giorno di dibattito La Costituzione e le differenze fra aree
regionali Contrastare le asimmetrie economiche tra le regioni degli Stati
dell´Unione Europea. è stato questo il tema centrale della prima delle due
giornate del convegno «Costituzionalismo e diritto costituzionale
negli Stati integrati d´Europa», tenutasi ieri nell´aula "Aldo Moro"
di Giurisprudenza. A introdurre l´incontro che ha concentrato a Bari le più
alte personalità della dottrina costituzionale
italiana è stato il vice presidente della Corte costituzionale, Ugo De Siervo, che ha
focalizzato l´attenzione sulle "complesse fasi della federalizzazione
europea tuttora in corso". Ancora più duro è stato Paolo Carrozza della
"Sant´Anna" di Pisa, che ha evidenziato come "regioni popolose
ed economicamente forti come Lombardia, Catalogna, Baviera e Fiandre riescono a
essere molto più incisive nella tutela dei propri interessi rispetto a
regioni più povere come la Puglia e le altre regioni del Sud". (fdg)
( da "Repubblica, La"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina V - Bari
"Il Petruzzelli alla Fondazione" Il sindaco al ministro Bondi:
preminente l´interesse culturale pubblico La lettera di Emiliano dopo il parere
dell´Avvocatura dello Stato che ha chiesto agli eredi di pagare i 12 milioni di
spese extra RAFFAELE LORUSSO E adesso si consegni il Teatro Petruzzelli alla
fondazione. Michele Emiliano non perde tempo. Venuto a conoscenza del parere
dell´Avvocatura generale dello Stato, scrive una lettera - l´ennesima - al ministro
per i Beni culturali, Sandro Bondi. «In qualità di presidente della fondazione
lirico-sinfonica - dice - reso edotto della comunicazione del 27 aprile 2009 da
parte del commissario delegato, ingegner Angelo Balducci, al sindaco di Bari,
con cui si informa con riferimento al Teatro Petruzzelli che "le
operazioni di riconsegna del bene" avverranno secondo le indicazioni
fornite dall´Avvocatura generale dello Stato (secondo cui "il complesso
immobiliare del Teatro Petruzzelli va restituito al ministero per i Beni e le
attività culturali"), invito il ministero alla consegna alla fondazione
della restante parte del Teatro Petruzzelli». Il riferimento alla "parte
restante" non è casuale. Emiliano, infatti, ricorda che «già il foyer del
Teatro fu consegnato "nel corso dell´anno 2006" alla Fondazione, che
in questi anni a tutt´oggi ha provveduto e provvede a custodirlo, a pagare le
utenze e a garantire l´integrità e funzionalità dello stesso». Secondo il
sindaco-presidente dell´ente, la consegna alla fondazione serve a «realizzare
le finalità di interesse pubblico della fondazione, inerenti allo sviluppo ed
alla promozione culturale e a tutelare l´integrità di un bene di interesse
storico-artistico particolarmente importante e di straordinaria rilevanza
culturale come il Teatro Petruzzelli, favorendone la fruizione da parte della
collettività e provvedendo alla adeguata custodia, manutenzione ed
assicurazione contro i danni inerenti». L´iniziativa del primo cittadino lascia
freddi i proprietari. L´avvocato Ascanio Amenduni, legale dei tre quarti della
famiglia Messeni Nemagna, usa toni perentori. «Ho creduto moltissimo - osserva
- alla buona fede di Emiliano quando ha dichiarato di vedere nel protocollo
l´unico strumento per far entrare legalmente la fondazione nel Teatro. Se
adesso chiede un ingresso di fatto, e non secondo diritto, noi ci opporremo
perché siamo per la legalità». Secondo l´avvocato della famiglia, l´unica
consegna possibile può avvenire attendendosi a quanto previsto dal protocollo
d´intesa, anche in riferimento agli obblighi contrattuali a carico della
fondazione. «Qualsiasi altra forma di consegna sarebbe un abuso - insiste
Amenduni - Il ministero non può disporre del Teatro Petruzzelli a proprio
piacimento perché è di proprietà privata. Se fosse violato il protocollo, non
esiteremmo a proporre un´azione di spoglio: deve essere chiaro che ai
proprietari spettano i locali extrateatrali, mentre la fondazione deve prendere
in carico il Teatro per quarant´anni. Se non viene rispettato il protocollo d´intesa
viene meno la spina dorsale della ricostruzione». Il legale del 75 per cento
della famiglia non è preoccupato del parere dell´Avvocatura generale dello
Stato, che suggerisce di addebitare ai privati i 13 milioni in più spesi per
ricostruire il Teatro. «Il parere dell´Avvocatura - spiega - non è un atto, ma,
appunto, un parere. Quella scopertura finanziaria è però il
frutto di varianti progettuali cui la proprietà si è sempre opposta. Noi,
infatti, abbiamo sempre chiesto il rigoroso rispetto del protocollo. Le
varianti tecniche sono state effettuate dopo l´esproprio, supportato, guarda
caso, da un parere dell´Avvocatura, poi smentito dalla Corte costituzionale».
( da "Repubblica, La"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina V - Bari
L´assessore regionale alla Cultura: ho sempre sostenuto che era l´unica
soluzione La Godelli rilancia: "Tempo perduto la strada da seguire è
l´esproprio" «L´unica linea ragionevole da seguire era e resta
l´esproprio». Pur trovandosi in missione in Egitto con il presidente Nichi
Vendola, all´assessore al Mediterreneo, Silvia Godelli, è arrivata l´eco del
parere dell´Avvocatura generale dello Stato. «Mi pare - dice - che la questione
fosse ovvia fin dall´inizio. Non ci voleva una speciale competenza giuridica
per capire che non potevano essere gli enti pubblici a farsi carico dei costi
della ricostruzione di un bene privato». Per questa ragione l´assessore Godelli
rilancia il suo cavallo di battaglia: l´esproprio. «Ho sempre detto che è
l´unica soluzione possibile e mi pare che i fatti mi stiano dando ragione»,
osserva. A questo punto tocca innanzitutto al ministero per i Beni culturali
decidere che cosa fare. Considerata la sentenza della Corte
costituzionale, è difficile
pensare che il governo possa ricorrere ad una procedura d´urgenza con decreto
legge. Non è detto, però, che a Roma ci sia la volontà politica di
intraprendere questa strada. L´azione di esproprio per pubblica utilità
potrebbe essere avviata anche dal Comune. In quest´ultimo caso, si
tratterebbe di una procedura amministrativa, con tutti i limiti e le lungaggini
che ne conseguirebbero. Di certo, il parere dell´Avvocatura generale dello
Stato complica il cammino verso la riapertura del Teatro Petruzzelli. Il governo
può anche non tenerne conto, ma in questo caso sarebbe difficile evitare
l´intervento della Corte dei Conti. Per questa ragione c´è chi, più a Bari che
a Roma, non esclude di ricominciare da capo. Nel senso di partire dalla
valutazione del Teatro Petruzzelli fatta dall´Agenzia del demanio (22,5
milioni) per intavolare una trattativa con i proprietari. (r. lor.)
( da "Manifesto, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
IL COLOMBIANO E'
arrivato a Roma il presidente della Colombia Alvaro Uribe, pluri-inquisito e
semi-sepolto da casi giudiziari, scandali e vergogne assortite, sia colombiane
che internazionali. Ma Palazzo Chigi e la Santa Sede oggi si apprestano a
incontrarlo con tutti gli onori L'Italia riceve Uribe, campione di scandali
Paramilitari, corruzione, omicidi: in pochi peggio di lui Ma pontefice e
premier lo incontrano in pompa magna Simone Bruno Pochi governi al mondo sono
stati travolti da tanti scandali quanto i governi Uribe: il record si riferisce
sia al numero che alla loro gravità. Tanti da non ricordarsene. La sua elezione
favorita dai paramilitari e la rielezione comprata a suon di regali. Paramilitari
ricevuti in segreto nel Palazzo per complottare contro la Corte suprema di giustizia. Metà dei congressisti che l'appoggiano (tra i
quali suo cugino) implicati nella parapolitica. Ambasciate usate per evitare la
galera ai fedelissimi. Servizi segreti usati per spiare giudici, opposizione e
giornalisti. I suoi figli che si arricchiscono grazie ai suoi dipendenti. Il
fratello giudice del suo ministro degli interni finito in galera per mafia. Un
paio di migliaia di giovani fatti fuori dall'esercito per rimpinguare i numeri
della guerra alle guerriglie e farsi pagare la ricompensa, proprio come
accadeva nel Far West. Fujimori, al suo confronto, è un angelico statista
illuminato. Ossessionato dal proposito di sconfiggere la guerriglia, a Uribe
tutto sembra lecito. Anche governare con la logica della barricata: «O con me o
contro di me, e quindi con le Farc». Da qui il suo gridare contro il nemico, il
difendersi attaccando, aumentando sempre la posta in gioco, senza nessuna
autocritica come un giocatore di blackjack che, persa la posta, raddoppia la
giocata sperando di rifarsi, fino a quando non ha più nulla da scommettere. In
questo caso, la sua popolarità, che persino i sempre compiacenti istituti di
sondaggio sostengono in calo impressionante. A livello internazionale va anche
peggio. La Corte penale internazionale sta studiando con attenzione il caso
colombiano. I giudici Luis Moreno Ocampo e Baltasar Garzón si stanno
interessando soprattutto allo scandalo della parapolitica che riguarda
soprattutto i legami tra i seguaci di Uribe e i capi delle Autodefensas Unidas.
Quello che ha attratto i due importanti giudici non sono tanto le indagini
realizzate dalla Corte suprema di giustizia quanto gli
attacchi scagliati dal palazzo presidenziale contro i giudici. Si tratta, tra
gli altri, degli scandali noti col nome dei loro protagonisti, «Tasmania» e
«Job». Tasmania è un paramilitare che nell'ottobre del 2007 scrisse una lettera
a Uribe informandolo che alcuni giudici volevano comprare la sua testimonianza
per incastrarlo. Si accese uno scontro devastante tra il potere esecutivo e quello giudiziario: i giornali parlarono di uno
«scontro di treni». Nel giugno del 2008 Tasmania ritrattò le accuse,
confessando di essere stato imbeccato dal suo avvocato per conto di Santiago e
Mario Uribe (oggi in galera per la parapolitica), rispettivamente fratello e
cugino del presidente che sostenne che tutto fosse accaduto a sua insaputa.
Job invece è il soprannome di un paramilitare che si riunì alcune volte e
clandestinamente nei sotterranei del palazzo presidenziale con due alti
funzionari presidenziali per complottare contro la Corte suprema (pochi mesi fa
Job è stato ucciso da due sicari in moto). Anche in questo casi, secondo Uribe,
tutto sarebbe avvenuto a sua insaputa. I giudici della Corte suprema sono anche
tra i principali obiettivi di una serie di intercettazioni illegali realizzate
dal Das (Dipartimento administrativo de seguridad), il servizio segreto alle
dirette dipendenze del presidente. Il Das spiava un po' tutti: magistrati
incaricati delle indagini sulla parapolitica, politici dell'opposizione,
giornalisti dei più importanti mezzi di comunicazione, alti prelati, giudici
della corte suprema di giustizia,
ong, sindacalisti, generali e anche membri del governo. E lo faceva da sei
anni, guarda caso in piena era Uribe. E, naturalmente, a sua insaputa. Durante
la sua presidenza, sono caduti in disgrazia ben quattro direttori del Das,
compreso Jorge Noguera accusato, tra le altre cose, di essere il mandante di 24
omicidi e di aver usato l'istituzione per operazioni di riciclaggio di denaro
sporco. Prima di tentare di salvarlo, spedendolo al consolato di Milano, Uribe
affermò di «mettere la mano sul fuoco» sulla sua innocenza. Quella delle
intercettazioni illegali durante l'era Uribe, è un vizietto anche della
polizia. Lo scandalo costò nel 2007 il posto a 11 suoi generali, fatto senza
precedenti e, come da copione, finito nel nulla. A dirigere la polizia, è stato
richiamato il fido generale Oscar Naranjo, ritiratosi anni fa per l'arresto del
fratello in Germania per narcotraffico. Di problemi in
famiglia ne ha avuti anche l'attuale ministro degli interni Fabio Valencia
Cossio (ed ex ambasciatore a Roma): il fratello Guillermo, giudice a Medellín,
è finito in carcere per aver aiutato le strutture mafiose locali. Tra gli
intercettati illustri da parte del Das e della polizia c'erano anche i
magistrati della Corte costituzionale, e proprio
mentre decidevano la costituzionalità della riforma che avrebbe permesso a
Uribe di farsi rieleggere nel 2006. La rielezione ricorda un altro scandalo,
quello della «Yidis Politica» dal nome della ex parlamentare Yidis Medina, che
raccontò di come il presidente e i suoi consiglieri le avessero promesso
benefici economici e politici in cambio del suo voto, risultato poi decisivo
per l'approvazione della legge che permise ad Uribe di ricandidarsi. La stessa
Medina, sentitasi poi defraudata, uscì allo scoperto, meritandosi un processo e
una condanna per essersi fatta corrompere. Mentre i corruttori - secondo la
Medina, l'attuale ambasciatore in Italia Sabas Pretelt de La Vega, al tempo
ministro degli interni, e Diego Palacio, attuale ministro della protezione
sociale - l'hanno finora fatta franca. Premiare con incarichi diplomatici i
servitori fedeli caduti in disgrazia è un'abitudine di Uribe. Oltre al caso di
Jorge Noguera spedito a Milano, vanno ricordati i processi
contro le ex ambasciatrici in Ecuador e Brasile, contro l'attuale ambasciatore
in Messico (ed ex ambasciatore in Italia) Luis Camilo Osorio, considerato
l'artefice dell'impunità del paramilitarismo per molti anni, contro Salvador
Arana, passato dall'ambasciata cilena alla latitanza con l'accusa di omicidio,
contro Juan José Chaux, che ha dovuto rinunciare all'ambasciata nella
Repubblica Dominicana perché implicato nello scandalo Job e sostituito dall'ex
comandante dell'esercito Mario Montoya, costretto alle dimissioni per lo
scandalo dei falsos positivos. Cioè, per un sistema inventato da Uribe, che fa
parte della cosiddetta «seguridad democratica», e che comporta premi per chi
uccide i nemici: soldi, licenze e rapide carriere nell'arma per i superiori. Un
sistema che parve subito funzionare facendo felici i soldati, il ministro della
difesa Santos e il presidente che vantava i risultati ai quattro venti. Peccato
che i morti non risultassero banditi o guerriglieri, ma ragazzini attirati con
la scusa di un lavoro, portati in regioni di conflitto, vestiti da
guerriglieri, uccisi e sepolti come N.N. in fosse comuni. Quando scoppiò lo
scandalo, Uribe sostenne che i giovani ammazzati non fossero innocenti: «Se
sono andati da quelle parti non è certo per raccogliere caffè». Poi ammise che
qualcosa non funzionava, facendo destituire una ventina di alti ufficiali che
finirono alla berlina, ma non in galera. E sostiene ancora adesso, che tutto
sarebbe successo «a sua insaputa». Per finire, l'ultimo scandalo che riguarda
Tom & Jerry, Tómas e Jerónimo Uribe, i figli del presidente che, nonostante
la giovane età, appaiono degli impresari dal grande fiuto. Peccato che questo
dipenda dalla solerzia di alcuni funzionari del governo che li hanno resi
milionari dall'oggi al domani, trasformando in zona franca alcuni terreni che i
due avevano comprato a prezzi stracciati. Anche in questo caso, il papà si dice
ignaro. Ancora una volta, tutto sarebbe successo «a sua insaputa».
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ANCONA pag. 5 SONO
38 i magistrati che aspirano a prendere il posto di procuratore capo della R...
SONO 38 i magistrati che aspirano a prendere il posto di procuratore capo della
Repubblica di Ancona per sostituire il dottor Vincenzo Luzi che lascia
l'incarico dopo anni di servizio. Tante sono le domande che ora verranno
valutate dal Consiglio superiore della magistratura. Ancona è un posto ambito a
livello nazionale, essendo anche sede di direzione distrettuale antimafia.
Proprio per questo motivo, la rosa dei papabili potrebbe restringersi a chi ha
maturato esperienze in Procure con le stesse caratteristiche di quella del
capoluogo marchigiano. Uno dei possibili successori di Luzi è il dottor Alberto
Michele Cisterna, attualmente sostituto procuratore presso la direzione
distrettuale antimafia di Roma. Un magistrato che è stato anche più volte
relatore proprio nel distretto marchigiano in processi di mafia e che è un
grande estimatore della nostra regione. Tra gli altri papabili figurano anche
il dottor Ermanno Venanzi, attuale capo della Procura di Chieti (che però non è
sede di Dda) e il dottor Francesco Dettori, che è al vertice della procura di
Busto Arsizio. Tra le domande che dovranno essere valutate
dalla quinta sezione del Csm figurano anche quelle della dottoressa Irene
Bilotta, attualmente sostituto procuratore proprio ad Ancona e della dottoressa
Cristina Tedeschini, la quale però è destinata a ricoprire l'incarico di
procuratore aggiunto a Pescara. I tempi per la nomina non sono imminenti.
L'ufficializzazione della scelta del Csm potrebbe arrivare dopo l'estate. Tra
gli altri candidati il procuratore della Repubblica di Larino Nicola Magrone e
Dario Razzi, sostituto procuratore della Repubblica di Perugia, in passato in
servizio ad Ancona. Non c'è ancora la designazione del nome o della rosa di
nomi da parte della V commissione del Csm, competente per la designazione che dovrà
avvenire di concerto con il ministro.
( da "Italia Oggi"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
La Legge data: 30/04/2009 - pag: 16 autore: di Antonio Ciccia Una sentenza del
Tar Piemonte sugli invii in proprio di atti da parte dei professionisti
Avvocati, occhio alle notifiche L'iter si perfeziona con la ricezione, non con
la consegna Avvocati dimezzati sulle notifiche a mezzo posta. I legali devono
stare bene attenti alle scadenze se fanno le notifiche in proprio con il
servizio postale. Per il rispetto del termine non basta avere consegnato il
plico all'ufficio postale, in quanto la notifica si perfeziona con la
ricezione.Il principio è stato formulato dal Tar Piemonte (sentenza n. 1018,
depositata il 10 aprile 2009, relatore Alfonso Graziano), che ha ritenuto
l'inapplicabilità alle notificazioni in proprio dei legali del principio per
cui basta la consegna dell'atto al soggetto incaricato della notificazione, per
ritenere perfezionata la stessa per il mittente.Nel caso specifico una società
ha impugnato un provvedimento edilizio comunale, con il quale sono stati
bloccati i lavori di installazione di un impianto di telefonia mobile.Il Tar ha
dovuto, tuttavia, esaminare d'ufficio la questione della tardività del ricorso
(in quanto il comune non l'aveva eccepita) ed è arrivato a dichiarare
irricevibile il ricorso.In effetti il legale della società di telefonia
interessata aveva consegnato all'ufficio postale il ricorso per la notifica
l'ultimo giorno utile, ma il ricorso stesso è pervenuto all'amministrazione
comunale oltre il termine di decadenza (60 giorni). E quindi troppo tardi. Questo
perché la notifica del ricorso è stata effettuata in proprio dall'avvocato,
autorizzato dal Consiglio dell'Ordine di appartenenza, in base alla legge n.
53/1994. In caso di notifica di un atto processuale effettuata in proprio
dall'avvocato (articolo 3 della legge citata) la notificazione si perfeziona,
anche per il notificante con la consegna del plico al destinatario da parte
dell'agente postale.C'è dunque una grossa differenza tra avvocato e ufficiale
giudiziario: se l'avvocato fa la notifica in proprio deve calcolare il tempo
necessario per la ricezione degli atti da parte del destinatario e anticipare
l'invio; se l'avvocato si rivolge all'ufficiale giudiziario conta il giorno
della consegna, anche se il plico arriva a destinazione una volta decorso il
termine. In sostanza l'ufficiale giudiziario può notificare anche l'ultimo
giorno, mentre l'avvocato non lo può fare. Il Tar a questo proposito ha anche
aggiunto che la differenza si giustifica con la diversità del ruolo e della
funzione dell'ufficiale giudiziario rispetto all'avvocato.Inoltre è solo
relativamente alle notifiche effettuate dal primo, in quanto pubblico ufficiale deputato specificamente ed istituzionalmente
ad effettuare notifiche di atti giudiziari, che è intervenuta la Corte costituzionale con la sentenza n.
477/2002 e che pertanto non può applicarsi alle notifiche effettuate in proprio
dall'avvocato il meccanismo anticipatorio del momento perfezionativo della
notifica alla consegna del plico all'Ufficiale notificante.In effetti la
Corte costituzionale aveva eliminato al notificante il
rischio incontrollabile di lungaggini nelle operazioni di notifica e quindi ha
consentito allo stesso notificante di ritenersi a posto con la consegna
dell'atto all'ufficiale giudiziario. Se il principio non è applicabile
all'avvocato che notifica in proprio, questo non potrà fare altro, nei casi di
rischio di decorso del termine, che rivolgersi all'ufficiale giudiziario.Un
precedente (Consiglio di stato, sez. IV, 15 novembre 2004 , n. 7463) appare
maggiormente favorevole agli avvocati, in quanto ha ritenuto perfezionata la
notificazione in proprio con la consegna da parte dell'avvocato dell'atto
all'ufficio postale. Ma è meglio essere cauti, anche perché dava la legge
263/2005, modificando l'articolo 149 del codice di procedura civile, ha
considerato perfezionata la notifica a mezzo posta (per il soggetto
notificante) con la consegna all'ufficiale giudiziario (e non all'ufficiale
postale).Cosicché per ripristinare una equiparazione tra avvocato e ufficiale giudiziario,
se il legislatore non interverrà espressamente, non resta che sollevare la
questione di legittimità costituzionale.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-30 - pag: 2 autore: ANALISI Sulle tasse
locali la prova qualità per il riassetto di Massimo Bordignon C on
l'approvazione definitiva di ieri al Senato è finito il lungo iter parlamentare
della legge delega di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione. Meglio
tardi che mai. A otto anni dalla riforma costituzionale del Titolo V, e dopo
ripetuti richiami da parte della Corte Costituzionale, finalmente il Governo si
appresta a riportare i sistemi di finanziamento e di perequazione degli enti
territoriali di governo in linea con quanto scritto nella Costituzione.
Se però si tratterà solo di una revisione di facciata, oppure se davvero alcuni
degli elementi più innovativi del Titolo V verranno effettivamente messi in
pratica, non è ancora del tutto chiaro. Allo scopo di ottenere il massimo
consenso possibile sul progetto, non solo da parte delle forze parlamentari, ma
anche di tutti gli enti locali interessati, il testo risulta alla fine
eccessivamente lungo, complesso e aperto a più interpretazioni. I trentadue
principi con cui si apre la legge sono oggettivamente contraddittori tra di
loro e sarà solo con i decreti attuativi del Governo che si capirà dove si
vuole andare. Preoccupa da questo punto di vista il silenzio del Tesoro, che
finora non ha offerto che un'adesione tiepida al progetto e non ha fornito dati
che aiutassero a capire la situazione reale. Il testo di legge non è cambiato
dalla versione approvata alla Camera, e dunque riassumerlo ancora una volta non
aggiunge niente di nuovo. è forse più opportuno, invece, offrire qualche
consiglio su come la legge dovrebbe essere attuata per ottenere il massimo
possibile in termini di efficienza. In primo luogo, il testo prefigura un mondo
il cui il sistema delle autonomie verrà finanziato in larga parte con
compartecipazioni a tributi erariali, con uno spazio al margine di autonomia
garantito dai tributi propri e dalle addizionali. L'effettiva grandezza di
questo margine, e su quali tributi si innesterà, rappresenterà un primo
elemento di giudizio sulla qualità della riforma. Non si può costruire un
sistema di federalismo fiscale funzionante basandosi solo sulle
compartecipazioni; questo rende gli enti locali dipendenti dalle decisioni del
centro e non offre loro la necessaria flessibilità per affrontare shock
imprevisti, con possibili pregiudizi sulla stabilità finanziaria. Le
compartecipazioni non consentono neppure di svolgere una politica autonoma nei
confronti dei propri cittadini, innestando il circuito efficiente del
"pago, quindi controllo e pretendo". Da questo punto di vista, la
politica attuale del governo, con l'abolizione di importanti tributilocali,il
blocco delle addizionali e l'eccessiva ingerenza negli affari degli enti
territoriali attraverso i patti di stabilità interna, non lascia ben sperare.
Secondo, il testo risente in maniera eccessiva del vecchio pregiudizio,
dimostratosi largamente infondato in passato, che il centralismo garantisca la
perequazione territoriale delle risorse. Il riferimento ai costi e ai
fabbisogni standard va benissimo finché si tratta di stabilire alcuni benchmark
atti a ricondurre la spesa e la qualità dell'offerta dei servizi da parte degli
enti locali, invero assai diversi, a livelli di maggior uniformità sul territorio
nazionale. Va malissimo se invece si pretende di usarli per predeterminare dal
centro le caratteristiche della spesa locale. Questo non solo è oggettivamente
impossibile, ma rischia di pregiudicare uno dei maggiori vantaggi del
decentramento, cioè la capacità di innovazione istituzionale che, se efficace,
si estende poi ad altri enti locali. Terzo, rimane nella legge una certa
ambiguità su cosa debba intendersi per livelli essenziali dell'offerta dei
servizi fondamentali da parte dei Governi locali. è importante che nella loro
predisposizione effettiva da parte dello Stato si superi una logica solo
fondata sugli input, a favore di una logica basata invece sugli output. I
livelli essenziali delle prestazioni sono i servizi effettivamente resi ai
cittadini, non i livelli o le caratteristiche della spesa dei governi locali su
quei servizi. è dunque importante che lo Stato si attrezzi per controllare e
verificare sul campo la qualità effettiva dell'offerta di questi servizi, se
necessario predisponendo interventi cor-rettivi, fino all'adozione dei poteri
sostitutivi, come del resto previsto dalla legge. Quarto, la legge delega offre
finalmente l'occasione di ricondurre a maggior coerenza l'intero sistema delle
autonomie, rafforzando il ruolo finanziario delle regioni nei confronti dei
propri enti locali e definendo con maggior precisione i compiti svolti da
ciascun livello di governo. è opportuno che questa occasione non venga
sprecata. Ma per riuscirci è necessario che venga approvata al più presto la
Carta delle autonomie, in ottemperanza a un preciso obbligo costituzionale.
Prevedere l'introduzione delle città metropolitane, come si fa nella legge
delega, senza sapere cosa queste devono fare, non è di buon auspicio per la
costruzione di un sistema ordinato di federalismo fiscale. © RIPRODUZIONE
RISERVATA COMPARTECIPAZIONI Potrebbero non essere sufficienti, diventa
importante capire quale sarà il margine per i tributi propri I LIVELLI
ESSENZIALI Servirà un controllo della efficienza reale dei servizi resi ai cittadini,
non solo legato ai livelli di spesa
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
REGGIO pag. 8
Allusione sui cavalli, Padula contro Materia: non esclude querele LA TENSIONE
IN PROCURA LANCIA in resta. Ma qui non siamo all'umbra Giostra della Quintana.
Qui i cavalieri hanno la toga dei magistrati e la questione è seria. Dopo le
critiche in conferenza stampa del procuratore capo Italo Materia che parlava di
suoi sostituti che amano andare a cavallo mentre lui da giovane passava il
Natale ad ascoltare le intercettazioni telefoniche dei mafiosi, il pm che si è riconosciuto
nella descrizione va al contrattacco. E' il sostituto procuratore Luciano
Padula (nel tondo), che ieri ha annunciato di riservarsi «ogni iniziativa a mia
tutela nelle opportune sedi» respingendo «con fermezza insinuazioni' di tale
profilo». «Comprendo il momento di grande disagio, personale e professionale
del collega dott. Materia - scrive il dottor Padula - e registro, attraverso
forme e contenuti delle sue dichiarazioni, quanto la triste vicenda che lo ha
coinvolto abbia minato la sua serenità. Ciononostante, non posso che respingere
con fermezza insinuazioni' di tale profilo». IL PROCURATORE Materia,
ricordiamo, ha annunciato per lettera le sue dimissioni dall'ordine giudiziario
nove giorni fa in seguito alle bordate in autunno di Sonia Alfano - presidente
dell'Associazione familiari vittime della mafia e ora candidata alle europee
dell'Idv-di Pietro - e all'ultimo annuncio dei grillini di Bologna che
avrebbero organizzato un banchetto contro la sua nomina a procuratore capo a
Bologna. L'altra mattina, alla conferenza stampa Materia è scoppiato a piangere
durante un'accorata autodifesa del suo operato, in particolare sulla sua lotta
alla mafia. E parlando del crac Acli Domus ha detto che il fascicolo era stato
affidato un anno e mezzo prima del suo arrivo a un sostituto «il quale - ha
riferito il procuratore - non mi informò mai della delicatezza di questa
indagine e lasciò scorrere i termini massimi previsti dalla legge per le
indagini preliminari e si premurò, all'arrivo di un nuovo magistrato, di
incanalare questo procedimento tra quelli che transitavano al nuovo
magistrato». Il pm Padula ha fatto un salto sulla sedia. E ha preso carta e
penna. Un avvocato, Giulio Cesare Bonazzi, si è nel frattempo pubblicamente
schierato coi tre magistrati - Luciano Padula, Maria Rita Pantani e Valentina
Salvi - che dopo le dimissioni di Materia non avevano aderito al documento
della sottosezione Anm nel punto in cui si invitava Materia a ritirare le
dimissioni. A ROMA ieri si è riunito il plenum del Csm. Il vicepresidente
Nicola Mancino ha detto che le dimissioni del procuratore Materia sono la
«reazione a un'aggressione subita dal magistrato»; ed è in atto
«un'interferenza esterna deprecabile» nell'attività del Csm, che deve appunto
nominare il nuovo capo dei pm bolognesi. Mancino è sceso in campo a
difesa di Materia ma anche a difesa dello stesso Csm che deve poter scegliere
liberamente il nuovo procuratore di Bologna. E con tutto il plenum ha sostenuto
la scelta di rinviare la nomina, che doveva essere decisa oggi tra i due
candidati alternativi: Materia e il procuratore di Brescia Giancarlo Tarquini,
reggiano. Il Csm stabilirà chi nominare solo quando si sarà pronunciato, in
forma «non burocratica» sulle dimissioni di Materia e su un'altra pratica a
tutela del magistrato che pende presso la Prima Commissione di Palazzo dei
marescialli. Celestina Tinelli, membro laico del Csm, reggiana, è intervenuta:
«Essere solidali con Materia e difenderlo equivale a difendere l'autonomia
della magistratura unitamente all'autonomia del Consiglio superiore della
magistratura. Non è ammissibile che altri all'esterno possano influire così
pesantemente sulla nomina dei direttivi e dei magistrati».
( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
RAVENNA CRONACA pag.
5 Il pm: 4 anni Il giudice:3 mesi GRIFFES FALSE QUATTRO borse di Vuitton,
qualche portafoglio di altra griffe, ovviamente tutte falsificate: tradotti in
capo di imputazione significa ricettazione e vendita di prodotti con marchi
falsificati. E poichè l'imputato, un senegalese, aveva già due precedenti
specifici, il pm gli ha contestato anche la recidiva giungendo così a una
richiesta di condanna di due anni di reclusione senza condizionale. Contumace
l'imputato, il processo è stato velocissimo, due minuti e il giudice Piero
Messini D'Agostini ha ritenuto, in linea con le indicazioni
della Corte costituzionale
prima e della Cassazione poi, di non dover ritenere sussistente la recidiva
stante le caratteristiche dei fatti-reato e le condizioni dell'imputato e ha
pertanto condannato il senegalese a tre mesi di reclusione. L'imputato era
difeso dall'avvocato Claudio Cicognani.
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno sezione: 1PAGINA data: 30/04/2009 - pag: 1 ANCORA SUL PETRUZZELLI
TANTI PARERI NESSUN TEATRO di FABRIZIO VERSIENTI N on passa giorno che qualcuno
dei tanti attori della vicenda Petruzzelli non inventi qualcosa che
puntualmente riempie le colonne dei giornali e allontana un po' di più
l'inaugurazione del teatro. Negli ultimi giorni, ad esempio, a far parlare del
politeama ci hanno pensato l'architetto Mario Botta e poi l'Avvocatura dello
Stato. Andiamo per ordine. Reduce dal restauro della Scala, l'archi-star
ticinese ha fatto un sopralluogo all'interno del Petruzzelli commentando
soddisfatto: un ottimo restauro filologico. Poco importa che sia stato seguito
un criterio tutto teso alla restituzione dell'edificio «com'era e dov'era », senza
concedere alcuna libertà all'estro dei contemporanei di lasciare un segno sul
Petruzzelli del ventunesimo secolo. Un segno che non ne faccesse un falso
perfetto; qualcosa come la nuova torre scenica che lo stesso Botta ha innestato
sull'architettura originaria del Piermarini a Milano. Non si sa chi e quando
abbia preso quella sciagurata decisione del «restauro integrale», si sa
soltanto che su quel dogma è stato modellato ogni intervento sin dal (tardivo)
inizio dei lavori sul teatro barese, precludendo alla città la possibilità di
riavere un nuovo Petruzzelli e non una copia del vecchio. Ma sin qui... siamo a
piangere sul latte versato, su un terreno «sofistico » che la città pragmatica
dei commercianti di tessuti e degli amministratori prudenti non ha mai amato e
non riconosce neppure. La pronuncia dell'Avvocatura dello Stato invece
introduce un elemento di novità sostanziale nella vicenda, che non solo
allontana (almeno) fino alla prossima stagione l'inaugurazione del teatro, ma
ridistribuisce le carte ai giocatori seduti intorno al tavolo. Se i
proprietari, per poter rientrare in possesso del loro bene, devono restituire
quei 13 milioni di euro di spese «impreviste» che hanno fatto lievitare i costi
della ricostruzione oltre i 50 milioni, e i proprietari quei soldi non li
hanno, torna inevitabilmente ad affiorare nella vicenda il fantasma
dell'esproprio. Effettuato dal governo Prodi e poi
annullato dalla Corte costituzionale, di nuovo «agitato» come possibile soluzione d'ogni male nei
mesi scorsi. Certo, a lume di naso è davvero difficile sostenere la natura
privata di un bene che è stato interamente ricostruito con denaro pubblico; ma
gli avvocati, si sa, sono capaci di sostenere (e far valere) ben altro.
E nuove fughe in avanti potrebbero essere molto pericolose. Finora in questa
commedia tutti gli attori hanno recitato a soggetto, senza preoccuparsi di
trovare mediazioni nel nome dell'interesse generale, che è e resta quello di
riavere il teatro. Oggi il «partito del rinvio» ha vinto la sua battaglia, non
se ne farà nulla prima delle elezioni, tutto avverrà secondo tempi e modi che
non saranno decisi - per ora - a Palazzo di città. Dove, all'indomani del voto,
chiunque sarà seduto sulla poltrona di sindaco (e quindi di presidente della
Fondazione Petruzzelli) dovrà rimettersi all'opera per arrivare il più presto
possibile alla riapertura del teatro. Certo, lo scenario oggi è cambiato;
l'estate stessa offrirà a tutti una tregua, forse salutare. Purché si arrivi
all'autunno con le idee chiare e la voglia di fare in fretta.
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno sezione: BARI data: 30/04/2009 - pag: 5 La replica I Messeni
Nemagna Altolà della famiglia: «Non paghiamo» BARI «Avevamo avvertito fin dal
2006 che non si potevano spendere soldi in più, discostandosi dal protocollo di
intesa. Ora noi queste spese non le riconosceremo ». Ascanio Amenduni, legale
del 75 per cento della famiglia Messeni Nemagna, proprietaria del Petruzzelli,
replica al parere dell'avvocatura dello Stato. «Questo parere non è nuovo -
spiega Amenduni - ed ha valore solo consultivo. Il ministro Bondi durante un
incontro ci aveva assicurato che comunque non sarebbe stato preso in
considerazione ». Il legale punta il dito contro i lavori di ricostruzione,
«compiuti senza rispettare il protocollo di intesa ». «Abbiamo inviato continue
lettere - prosegue - l'ultima senza risposta quella del 2008 nella quale
invitavamo gli enti locali a stare attenti, a non cambiare binario, a
rispettare il contratto, per evitare danni al pubblico erario. Tutto è rimasto
inascoltato ed ora cosa succede? Che lo Stato sbaglia e chiede alle vittime (la
famiglia) di rimborsare i suoi errori? E' paradossale». Amenduni precisa che
comunque il parere dell'avvocatura non è un provvedimento. «Nel caso diventi
realtà - conclude - anche se lo escluderei, siamo pronti ad impugnarlo. Così come abbiamo già fatto davanti alla Corte Costituzionale e
alla Corte Europea». Per Amenduni, inoltre «è stata una forzatura persino fare
affidamento ai poteri della protezione civile per nominare un commissario
straordinario per la ricostruzione». S. Del. Ascanio Amenduni
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno sezione: BARI data: 30/04/2009 - pag: 9 Giustizia Nei giorni scorsi
rimessi in libertà 21 affiliati alla cosca per ritardo nel deposito delle
motivazioni Clan Strisciuglio, stop alle scarcerazioni Carabinieri in azione:
notificata la sentenza per 160 condannati BARI Evitata una nuova ondata di
scarcerazioni eccellenti. Un rischio che potrebbe essere stato scongiurato
dalle notifiche di ieri (di cui si sono occupati i carabinieri) della sentenza
di 3.434 pagine deposita l'altra mattina dal gup Rosa Anna De Palo (ora alla
guida del tribunale dei minori) nei confronti di 160 imputati appartenenti al
clan Strisciuglio, una delle cosche più potenti e radicate nel territorio. Il
processo si è concluso il 16 gennaio 2008 con 160 condanne. Il tardivo deposito
della sentenza (un ritardo è di nove mesi) ha provocato nei giorni scorsi la
scarcerazione di 21 imputati e rischia di provocare nuove scarcerazioni se,
entro metà ottobre, non dovesse iniziare il processo d'appello con la relativa
sospensione della decorrenza dei termini di custodia cautelare. Dopo la
notifica, le parti hanno 45 giorni di tempo per proporre appello. Spetterà poi
ai giudici della Corte d'assise di appello di Bari fissare il processo la cui
data potrà essere stabilita anche durante il periodo delle ferie. La prima
scadenza era stata fissata il 16 luglio dello scorso anno, grazie ad una
proroga di tre mesi ottenuta da De Palo, ma solo il 12 febbraio scorso il
presidente della Corte d'appello Vito Caferra e il presidente della sezione gip
del tribunale Giovanni Leonardi (ascoltati martedì dalla
prima commissione del Csm) si sarebbero resi conto del rischio scarcerazioni,
quando - cioè - De Palo ha lasciato l'ufficio gup per assumere il nuovo
incarico alla guida del tribunale per i minorenni. Nell'aprile del 2008 la De
Palo aveva chiesto di essere affiancata nel suo lavoro proprio per poter avere
il tempo di scrivere le motivazioni della sentenza. Se la magistrata De
Palo abbia eventualmente violato doveri deontologici sarà stabilito da
un'azione disciplinare. Anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano, ha
infatti voluto vederci chiaro sul 'lodo scarcerazioni' a Bari. E per questo ha
mobilitato gli ispettori del ministero per «accertamenti preliminari» sul
corretto operato dei magistrati. In una nota il Guardasigilli spiegava di «aver
incaricato l'ispettorato di verificare, con tempestività, i motivi per i quali
la sentenza, emessa nei confronti degli imputati, all'esito di un giudizio
abbreviato, celebrato nel gennaio del 2008, non fosse stata ancora depositata».
Anche il ministro del-- l'Interno, Roberto Maroni ha manifestato la sua
preoccupazione per la «questione delle scarcerazioni a Bari ». Infine è sceso
in campo e il Consiglio superiore della magistratura. Il maxi processo al clan
Strisciuglio era cominciato nella primavera del 2006, dopo il blitz dei
carabinieri coordinati dalla pm antimafia, Desirè Digeronimo. La stessa
magistrata fatta oggetto di minacce e che, oggi, vive sotto scorta.
L'operazione dei militari scattò all'alba del 23 gennaio e portò all'arresto di
182 presunti appartenenti al clan Strisciuglio. La pm chiese il giudizio per
208 imputati: 32 furono rinviati a giudizio, 161 ammessi al rito abbreviato, 12
patteggiarono la pena (tra i cinque e i due anni), tre furono prosciolti. La
sentenza fu una vittoria per la magistrata che ottenne 160 condanne. L'indagine
dei carabinieri è racchiusa in oltre seimila pagine di informativa e racconta
la mala barese degli ultimi dieci anni: i moventi degli omicidi, dei ferimenti,
i mandanti, il ruolo e la scalata criminale di ciascuna delle persone
arrestate, le decisioni prese in carcere dai boss, il ruolo delle donne e dei
minori. Migliaia le intercettazioni telefoniche e ambientali sulle quali si è
concentrato parte del lavoro degli investigatori. Angela Balenzano Il blitz
Eclissi che portò all'arresto di 182 persone; nel tondo il presidente della
sezione gip Giovanni Leonardi
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno sezione: ECONOMIA data: 30/04/2009 - pag: 15 Il convegno Politiche
Ue, pesano le aree ricche BARI «Sono le regioni più ricche a condizionare le
scelte degli Stati e le politiche comunitarie. Una delle cause di questa
iniquità può essere, sotto alcuni profili, l'architettura istituzionale
dell'Unione Europea. I concetti costituzionali tradizionali sono entrati in
crisi e occorre verificare i principi europei per poter ricomporre un rapporto
chiaro». E' quanto affermato da Aldo Loidice, dell'università di Bari, al
convegno «Costituzionalismo e diritto costituzionale
negli Stati integrati d'Europa» di scena ieri nell'ateneo barese. L'evento,
promosso dai docenti Loiodice, Francesco Gabriele, Raffaele Rodio e
Pierdomenico Logroscino, ha concentrato a Bari le più alte
personalità della dottrina costituzionale italiana. Alla presenza del vice presidente della Corte costituzionale, Ugo De Siervo, i
relatori hanno dato vita a un serrato confronto sugli aspetti fondamentali
dell'ordine costituzionale
europeo. Tra i temi dibattuti l'intera architettura istituzionale dell'Ue.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
BOLOGNA CRONACA pag.
9 ANCORA una fumata nera al Csm per il procuratore capo di Bologna. Ieri il
Plenum ha rinviato la nomi... ANCORA una fumata nera al Csm per il procuratore
capo di Bologna. Ieri il Plenum ha rinviato la nomina. Si è parlato delle dimissioni
del procuratore di Reggio Emilia Italo Materia, candidato all'incarico insieme
a Giancarlo Tarquini. Materia si è dimesso dopo le accuse dei grillini' e di
Sonia Alfano. Materia è stato difeso dal vice presidente
del Csm, Nicola Mancino, che ha parlato di «interferenza esterna deprecabile
nell'attività del Csm». Il Csm nominerà il nuovo capo bolognese solo quando si
sarà pronunciato sulle dimissioni di Materia e su un'altra pratica a tutela del
magistrato. Ieri il Plenum ha nominato Alfonso Izzo, attuale capo a
Nola, sostituto procuratore generale di Bologna.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
BOLOGNA CRONACA pag.
9 «La mia vita da magistrato Un sogno diventato realtà» Il procuratore
Francesco Pintor va in pensione di GILBERTO DONDI «IL MIO SOGNO, fin da
piccolo, era di fare il magistrato. Mio padre era militare, mio nonno avvocato,
in famiglia c'erano zii magistrati. Sono riuscito a coronare questo sogno e il
bilancio per me è positivo. Di ciò che ho fatto non cambierei nulla». Per la
prima volta dopo 47 anni di onorato servizio, il procuratore generale Francesco
Pintor fa «un grosso strappo alla regola», accettando un'intervista. Per l'alto
magistrato, 74 anni, oggi è l'ultimo giorno di lavoro. Da domani sarà in
pensione. Si arrabbia (bonariamente) se qualcuno lo chiama «eccellenza».
«Quella del magistrato spiega è una funzione altissima, che richiede però
grandi sacrifici. Sapesse quanto travaglio. Dover operare una scelta in tanti
processi, senza essere sicuro della verità. Ma questo è il dovere del giudice.
L'importante è poter andare a riposare, la sera, senza che la coscienza
rimorda. Poter chiudere gli occhi sapendo di aver fatto il proprio dovere, in
assoluta buona fede». Procuratore Pintor, cosa direbbe a un giovane che vuole
fare il magistrato? «Gli direi di farlo, purché ci si approcci con passione.
Questo non è come qualunque altro lavoro. Va fatto con sentimento, passione,
senso di responsabilità e grandissima umiltà. Ai giovani dico di non
scoraggiarsi, di non avere paura, e di farsi guidare sempre da scienza e
coscienza». Lei ha più volte denunciato i mali della giustizia italiana. Sono
rimaste celebri le sue relazioni durante le inaugurazioni dell'Anno
giudiziario. Però ben poco è cambiato in questi anni. Anzi, se possibile la
situazione è ancora peggiore. La giustizia è dunque un malato incurabile? «La
giustizia soffre di una crisi che ha cause ben precise, sempre individuate,
riconosciute, meditate. La verità è che non si prendono le decisioni
conseguenti per risolverle. Il problema è che c'è una legislazione caotica, le
leggi cambiano di continuo. E proliferano le incriminazioni. Si vuole
sanzionare penalmente tutto. Di fronte a una massa di violazioni di legge, se
non c'è la possibilità di farvi fronte con i mezzi umani e materiali, il
problema non si risolve». Fra i tanti, qual è il male più grave della
giustizia? E quale il rimedio più efficace? «Certamente l'eccessiva
proliferazione di fattispecie penali. Si puniscono penalmente condotte ridicole
o irrisorie. Queste ultime devono invece essere sanzionate in via
amministrativa. Tutto ciò si traduce in un affanno insuperabile per i magistrati,
che per quanto lavorino saranno sempre sommersi dai nuovi procedimenti. Così ci
si avvia inevitabilmente alla prescrizione. L'unico rimedio è la
delegificazione, ridurre cioè il carico delle violazioni penali. Poi,
naturalmente, bisogna coprire i vuoti negli organici, che in alcuni uffici
arrivano fino al 50%, specialmente per il personale amministrativo. Servono
forze nuove, giovani, che sono la linfa necessaria per un ricambio
generazionale». Scusi, ma i magistrati non hanno alcuna responsabilità? «Io non
posso dire che abbiano responsabilità. Noi siamo incolpevoli e impotenti.
Certo, qualunque corpo sociale ha in sé il bene e il male, l'efficienza e
l'inefficienza. Si può dire che se cade un ponte è colpa di tutti gli
ingegneri? Nessuno dice che tutti i giudici sono ottimi. Ci sono magistrati,
molto pochi a dire la verità, che trascurano il loro lavoro. Ma non accetto
generalizzazioni. Quel che è certo è che la vita del magistrato è una vita di
sacrificio. Ne sa qualcosa la mia famiglia. Ci accusano di lavorare poco, di
non stare in ufficio. Ma noi dall'ufficio andiamo via con la borsa piena.
Studiamo le cause a casa, dopo cena». A Bologna si è creata una situazione
seria, con numerosi fascicoli prescritti nel passaggio fra Procura e Tribunale.
«Il problema dell'imbuto fra l'ufficio del pm e quello del giudice in effetti
c'è. Purtroppo gli organici sono sbilanciati: l'ufficio giudicante è molto
sottodimensionato. Servirebbe una terza sezione penale, due non bastano». Un
altro tema a lei caro è l'indipendenza della magistratura. Lei è contrario alla
separazione delle carriere... «Io sono assolutamente certo che l'indipendenza
dei magistrati sia a rischio. La tradizione giuridica europea vuole il pm
all'interno dell'ordine giudiziario. Altrimenti si rischia di farne un corpo
separato e il passo successivo è la dipendenza dall'esecutivo. E se il pm non è
garantito, non lo sarà nemmeno il giudice. Ma forse la mia è la visione di un
magistrato antiquato, lo scriva». Cosa pensa del caso di Italo Materia, il
procuratore di Reggio Emilia che si è dimesso dopo gli attacchi dei grillini'
per presunte amicizie in odor di mafia? «Sono veramente amareggiato. Il dottor
Materia ha tutta la mia stima, ammirazione, considerazione. Sono addolorato che
abbia dovuto operare questa scelta, che non condivido ma che comprendo dal
punto di vista umano e morale. Le accuse contro di lui sono infondate». Qual è
stato il momento più difficile della sua carriera? (Lunga pausa) «Ci sono stati
momenti non facili. L'omicidio del professor Biagi: ricordo ancora quella sera,
ero a un incontro dei Martedì di San Domenico', quando appresi la notizia e mi
recai in via Valdonica. Per non parlare del terrorismo degli anni di piombo,
quando uccidevano i magistrati. Io allora ero al Csm, fui
tra i primi ad arrivare sul posto quando uccisero l'allora vice presidente del
Csm Vittorio Bachelet. Furono momenti terribili sul piano professionale e
umano. Anche per le nostre famiglie». E il momento più bello? «Ho bellissimi
ricordi di tutti gli uffici in cui sono stato. Ma, senza nulla togliere
agli altri, un piccolo debole lo conservo per la Procura circondariale. Quanto
al caso più difficile e affascinante che abbia mai affrontato da pm, penso sia
l'omicidio di un giovane imolese, Davide De Simone, ucciso nel '74 dall'ex
fidanzata Claudia Maggiulli e da un complice. All'inizio sembrava un delitto
politico, poi via via le tessere andarono al loro posto e prevalse la pista
passionale». Procuratore Pintor, cosa farà dopodomani? (Un largo sorriso) «Mi dedicherò
a mia moglie, ai miei figli, alle mie letture e alla mia musica, che per tanto
tempo ho trascurato».
( da "Corriere della Sera"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera
sezione: Terza Pagina data: 30/04/2009 - pag: 41 La denuncia Il paladino dei
diritti civili arriva in Italia per presentare il suo libro contro chi alimenta
«l'odio verso lo Stato ebraico» «Un vero liberal deve difendere Israele» Alan
Dershowitz accusa gli intellettuali di sinistra, da Saramago a Chomsky dal
nostro corrispondente ALESSANDRA FARKAS NEW YORK In Italia Alan Dershowitz è di
casa dal 1974. Allora si recò nel nostro Paese per incontrare Umberto
Terracini, dirigente del Pci d'origine ebraica favorevole a una politica più
pro-Israele. Dopo 35 anni il giurista-scrittore di Harvard, paladino dei
diritti civili, torna a Roma con una missione: frenare l'ondata di odio
anti-israeliano che, mette in guardia, «oggi non scaturisce più soltanto dalle
forze estremiste». La sua tournée italiana è stata organizzata da Amy
Rosenthal, docente di Relazioni internazionali all'American University di Roma
e comprende anche un incontro con alcuni deputati, tra cui Fiamma Nirenstein. L'occasione:
l'uscita in Italia del libro Processo ai nemici di Israele (Eurilink editore),
dove Dershowitz mette sotto accusa l'intellighenzia occidentale: «Intellettuali
spiega come lo scrittore spagnolo Antonio Gala, secondo cui gli ebrei meritano
un altro Olocausto se non abbandonano Israele». Nella sua lista nera: l'ex
presidente Usa Jimmy Carter (che ha scritto Palestine. Peace not Apartheid) e
Stephen Walt e John Mearsheimer, autori di La Israel Lobby e la politica estera
americana (Mondadori). «Mi preoccupa che la retorica anti-israeliana più
violenta non appartenga più a frange dell'estrema sinistra, ma al mainstream »,
precisa Dershowitz, che cita i Nobel Harold Pinter, Carter, José Saramago e
Desmond Tutu, oltre a Noam Chomsky («studioso di fama mondiale»), ma non Norman
Finkelstein, «spazzatura che nessuno prende sul serio». A Roma Dershowitz
approda dopo i riflettori di Durban II, dove è stato allontanato quando si
accingeva a sfidare il presidente iraniano Ahmadinejad. «Ad applaudire con più
entusiasmo le sue farneticanti esternazioni sull'Olocausto e Israele accusa
erano purtroppo gli ebrei barbuti del Neturei Karta. Un gruppo che auspica
l'annullamento totale del sionismo». L'ebreo antisemita: un ossimoro che lo
tormenta. «L'odio anti-israeliano è diventato una sorta di rito d'iniziazione.
Per essere accettati nell'estrema sinistra agli ebrei si chiede di diventare
più anti-israeliani degli arabi e più palestinesi dei palestinesi, buttando
alle ortiche la propria eredità». Si tratta, teorizza, di un ritorno
all'Inquisizione, «quando eravamo costretti a convertirci e a diventare più
cattolici del Papa. Gli ebrei disposti a vendere l'anima al diavolo esistono da
sempre». Il suo assillo oggi è spiegare al mondo che non bisogna essere di
destra per amare Israele. «Barack Obama, Hillary Clinton, Ted Kennedy, Irwin
Cotler ed io siamo tutti liberal e pro-Israele, come il resto della sinistra
moderata Usa». La sua coscienza sionista è germogliata a Williamsburg, il
quartiere di Brooklyn dove è nato nel 1938 da una coppia di origine polacca:
Claire, computista, e Harry, fondatore della Young Israel Synagogue: «I miei
erano ebrei ortodossi ma moderni. Da piccolo giocavo a baseball e correvo
dietro alle ragazze come i miei amici protestanti e cattolici. Oggi l'ebraismo
è spaccato in due tra ultraortodossi e laici: il tipo di quartiere dove sono
cresciuto io non esiste più in America». A 14 anni aveva trovato il primo
lavoro, alla Sohn Delicatessen, una fabbrica di insaccati kosher della Lower
East Side. «Dovevo annodare lo spago tra un hot dog e l'altro e un giorno
rimasi chiuso nel freezer». Dopo la laurea in legge a Yale nel 1962, nel '
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 30/04/2009 - pag: 2
Caso Lepore-pm Il Csm rinvia la decisione sugli atti da acquisire ROMA La prima
commissione del Csm ha rinviato ieri la decisione sull'acquisizione di
ulteriore documentazione collegata alle recenti polemiche in Procura.
«Attendiamo il rientro di Fabio Roia», dice il consigliere «laico» in quota Pdl
Gianfranco Anedda. Fabio Roia è il presidente della prima commissione, e
sarà lui a coordinare la riunione nella quale si deciderà se continuare gli
accertamenti s ul cosiddetto caso Procura dopo che nel corso delle audizioni di
due giorni fa sia il procuratore generale Vincenzo Galgano che il procuratore
della Repubbl ica Giovandomenico Lepore hanno escluso un clima di contrasti
all'interno dell'ufficio dei pm, ufficio che secondo il Pg «è tornato
ordinato», con i magistrati che «fanno il loro dovere». Interpretazione analoga
l'ha fornita al Csm lo stesso Lepore: «Polemiche frutto di un equivoco
sull'interpretazione del mio atteggiamento ad Acerra».
( da "Romania Libera"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
> Cititi online
anunturile din ziarul “Romania libera”: Judecatoarea care l-a
eliberat pe Gorbunov, exclusa din magistratura Joi, 30 Aprilie 2009 CSM a
decis ieri excluderea din magistratura a judecatoarei Maria Nicola de la
Tribunalul Dolj, cea care a decis intreruperea pedepsei lui Serghei Gorbunov,
suspectat ulterior de comiterea asasinatului de la o casa de schimb din Brasov.
Este singura decizie de excludere data in cazul Gorbunov, ceilalti
magistrati fiind doar revocati din functie de CSM. Judecatoarea, care a fost audiata in urma cu o luna de CSM, a declarat ca nu a vrut sa-si asume
riscul ca Gorbunov sa orbeasca in penitenciar. Maria Nicola a recunoscut insa
ca Serghei Gorbunov, condamnat pentru omor, prezenta pericol pentru ordinea
publica, insa a preferat sa nu motiveze sentinta pentru a nu se contrazice.
CSM a mai decis ieri excluderea din magistratura a
Alinei Nicoleta Osiac, judecatoare la Judecatoria Sectorului 5, pentru
neindeplinirea indatoririlor de serviciu. Din aceeasi categorie: Un roman a
murit si alti trei au fost grav raniti intr-un accident in UngariaLe Figaro:
Presedintele Societe Generale si-a anuntat demisiaDer Spiegel: Republica
Moldova, "o patrie din eprubeta" pentru comunisti Voteaza
( da "Centro, Il" del
30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
0 - Chieti Il Csm trasferisce il procuratore capo Inchiesta a Lanciano, Moffa
non si è astenuto nel processo di un parente LANCIANO. Il Consiglio superiore
della magistratura (Csm) gli ha comunicato il trasferimento d'ufficio in
seguito a una procedura disciplinare. Tullio Moffa, capo della Procura frentana, è sotto
inchiesta: è "accusato" di non essersi astenuto in un processo che
vede lui come giudice in un processo in cui l'imputato è un suo parente. Il
procuratore Moffa sostiene che non aveva l'obbligo di astenersi, ma il Csm vede
in quella mancata astensione un conflitto d'interesse tanto più che
all'imputato sarebbe stato concesso di patteggiare la pena, a prescindere
dall'importanza della causa e quindi della denuncia che l'ha innescata. (In Lanciano)
( da "Salute (La Repubblica)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
SUPPLEMENTO SALUTE
ultimo aggiornamento 30 Aprile 2009 pag. 4 La lettera Dal sottosegretario alla
Salute, Eugenia Roccella, riceviamo questa replica alle affermazioni del
responsabile del centro Tecnobios Procreazione. Legge 40 e confusione Il Dr.
Borini, responsabile scientifico del centro Tecnobios Procreazione, ha sostenuto in una lettera a Repubblica Salute dello scorso 19
aprile che le mie dichiarazioni sulla sentenza della Corte Costituzionale in
merito alla legge 40 "hanno creato confusione" e che i centri di Pma
"non possono essere lasciati soli". L'eventuale confusione, in
realtà, nasce casomai da un'interpretazione prematura e forzata della sentenza
della Corte da parte di alcuni. La sentenza, infatti, ha rispettato e
confermato l'impianto della legge, limitandosi a riaffermare il sacrosanto
principio della salute della donna e ad affidare una più ampia discrezionalità
e responsabilità al medico. Nessun cambiamento radicale, dunque. Il ministero
ha immediatamente annunciato nuove linee guida, fornendo la "risposta
pragmatica" che il dr. Borini chiede. Anzi, avremmo già dovuto emanare
nuove linee guida per adeguare l'Italia alle nuove direttive europee in tema di
sicurezza, qualità e tracciabilità di cellule e tessuti (decreto 191/2007), ma
abbiamo ritenuto più corretto aspettare il pronunciamento della Consulta per
poter tenere conto anche delle modifiche al testo di legge eventualmente
introdotte. Quanto al rapporto con i centri di Pma, è già in calendario per il
7 maggio prossimo - e il dr. Borini dovrebbe saperlo - un primo incontro con i
rappresentanti dei centri per un confronto sugli eventuali problemi posti dal
dopo sentenza. Aggiungo anche che è intenzione del ministero creare in tempi
brevi un osservatorio permanente sulla Procreazione Medicalmente Assistita e
che per favorire un immediato dialogo con i singoli centri, appena saranno note
le motivazioni della sentenza e pubblicate in gazzetta le variazioni al testo
della legge 40, sarà attivo presso il ministero un indirizzo di posta
elettronica (osservatorio pma @ sa nita.it ) per segnalare le eventuali
criticità riscontrate dai singoli centri nell'applicazione delle norme sulla
PMA. Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Questa l'agenda
degli avvenimenti in Italia ed all'estero di mercoledi 30 aprile 2009. ITALIA
POLITICA Roma - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il
Presidente della Camera Gianfranco Fini scoprono a Montecitorio una targa in
ricordo di Pio La Torre - Riunione del Consiglio dei ministri presieduta dal
Premier Silvio Berlusconi - L'aula della Camera avvia l'esame sul ddl sicurezza
- Il Premier Silvio Berlusconi interviene alla convention promossa dalla
Coldiretti - Riunione della Conferenza dei Capigruppo della Camera - Il
Presidente della Camera Gianfranco Fini partecipa alla donazione dell'archivio
personale di Leopoldo Elia alla Camera - Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
riceve il presidente colombiano Alvaro Uribe - Conferenza stampa del Presidente
del Copasir Francesco Rutelli di presentazione della relazione sulla tratta
degli esseri umani - Riunione del Csm - Question time con
il Governo in aula al Senato CITTA' DEL VATICANO - Concerto per il IV
anniversario di Pontificato di Benedetto XVI alla presenza del Papa, del
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Presidente del Senato
Renato Schifani Altre città Firenze, Prato e Pistoia - Il segretario del Pd
Dario Franceschini in tour elettorale Rimini - Il Presidente della Cei
card. Angelo Bagnasco apre i lavori dell'assemblea nazionale di Rinnovamento
dello Spirito ECONOMIA E FINANZA Roma - Assemblea dell'Eni - L'Istat diffonde
il dato provvisorio sull'inflazione ad aprile - L'Istat diffonde i dati su
Lavoro e retribuzioni grandi imprese a gennaio e febbraio - Riunione del
Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria - Convention della
Coldiretti "Stop a inganni e speculazioni. Nasce la filiera agricola tutta
italiana" - Convegno Abi su "La giustizia elettronica-efficienza del
servizio esviluppo economico del Paese". Partecipa il presidente Corrado
Faissola - Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti partecipa alla presentazione
del volume "La veduta corta" di Tommaso Padoa- Schioppa - Il
segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni interviene al congresso dei
pensionati della Cisl - Incontro pubblico Rsu Fiat con i presidenti delle
Regioni Milano - Legambiente organizza un incontro sull'inquinamento e il
traffico commerciale a Milano con Carlo Sangalli, presidente camera di
Commercio di Milano e Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli - Antonio
Di Pietro presenta i candidati alle europee del Nord- Ovest dell'Italia dei
Valori - Assemblee di Italease di Risanamento per l'approvazione del bilancio
2008 Altre città Torino - Assemblee di Intesa Sanpaolo e Cir ECONOMIA
INTERNAZIONALE Berlino - Dati disoccupazione tedesca ad aprile e vendite al
dettaglio di marzo Francoforte - Lufthansa pubblica i conti trimestrali
Washington - Consumi e spese personali degli americani ad aprile, oltre ai dati
settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione Usa - ExxonMobil e
Chevron diffondono i dati sui conti del primo trimestre - Scade l'ultimatum del
governo Usa a Chrysler per la presentazione di un piano di riassetto
convincente Londra - Si svolge il forum Invest Iraq 2009, per promuovere gli
investimenti in Iraq in molti settori CRONACA E ALTRO Roma - Il procuratore
nazionale antimafia Piero Grasso parla su Radioanch'io ESTERO UNIONE EUROPEA
Lussemburgo - Consiglio straordinario dei ministri della Sanità sulla febbre
suina - Il Tribunale di primo grado della Corte di giustizia Ue si pronuncia
sul seggio all'Europarlamento conteso tra Beniamino Donnici e Achille Occhetto
- Eurostat pubblica la stima flash sull'inflazione nell'eurozona ad aprile, i
dati sulla disoccupazione di marzo ei conti settoriali del quarto trimestre
2008 Bruxelles - La commissione Giuridica dell'Europarlamento vota sull'immunità
di Aldo Patriciello (Pdl) e Umberto Bossi (Lega) Mosca - Il commissario Ue
all'Energia, Andris Piebalgs, partecipa al Consiglio permanente di cooperazione
Ue-Russia NUOVA EUROPA Russia - Mosca, il presidente Dmitri Medvedev firma con
i leader di Abkhazia e Ossezia del Sud un accordo per la difesa delle frontiere
Polonia - Varsavia, visita del premier ucraino Yulia Tymoshenko Rep. ceca -
Praga, il presidente Vaclav Klaus riceve il collega turco Abdullah Gul MONDO
Gran Bretagna - Londra, secondo giorno della conferenza internazionale sulle
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Agenda degli
avvenimenti di mercoledi 30 aprile 2009 di Apcom -->Roma, 30 apr. (Apcom) -
Questa l'agenda degli avvenimenti in Italia ed all'estero di mercoledi 30
aprile 2009. ITALIA POLITICA Roma - Il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano e il Presidente della Camera Gianfranco Fini scoprono a Montecitorio
una targa in ricordo di Pio La Torre - Riunione del Consiglio dei ministri
presieduta dal Premier Silvio Berlusconi - L'aula della Camera avvia l'esame
sul ddl sicurezza - Il Premier Silvio Berlusconi interviene alla convention
promossa dalla Coldiretti - Riunione della Conferenza dei Capigruppo della
Camera - Il Presidente della Camera Gianfranco Fini partecipa alla donazione
dell'archivio personale di Leopoldo Elia alla Camera - Il Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi riceve il presidente colombiano Alvaro Uribe - Conferenza
stampa del Presidente del Copasir Francesco Rutelli di presentazione della
relazione sulla tratta degli esseri umani - Riunione del
Csm - Question time con il Governo in aula al Senato CITTA' DEL VATICANO -
Concerto per il IV anniversario di Pontificato di Benedetto XVI alla presenza
del Papa, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Presidente
del Senato Renato Schifani Altre città Firenze, Prato e Pistoia - Il segretario
del Pd Dario Franceschini in tour elettorale Rimini - Il Presidente
della Cei card. Angelo Bagnasco apre i lavori dell'assemblea nazionale di
Rinnovamento dello Spirito ECONOMIA E FINANZA Roma - Assemblea dell'Eni -
L'Istat diffonde il dato provvisorio sull'inflazione ad aprile - L'Istat
diffonde i dati su Lavoro e retribuzioni grandi imprese a gennaio e febbraio -
Riunione del Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria -
Convention della Coldiretti "Stop a inganni e speculazioni. Nasce la
filiera agricola tutta italiana" - Convegno Abi su "La giustizia
elettronica-efficienza del servizio e sviluppo economico del Paese".
Partecipa il presidente Corrado Faissola - Il ministro dell'Economia Giulio
Tremonti partecipa alla presentazione del volume "La veduta corta" di
Tommaso Padoa- Schioppa - Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni
interviene al congresso dei pensionati della Cisl - Incontro pubblico Rsu Fiat
con i presidenti delle Regioni Milano - Legambiente organizza un incontro
sull'inquinamento e il traffico commerciale a Milano con Carlo Sangalli,
presidente camera di Commercio di Milano e Marco Tronchetti Provera, presidente
di Pirelli - Antonio Di Pietro presenta i candidati alle europee del Nord-
Ovest dell'Italia dei Valori - Assemblee di Italease di Risanamento per
l'approvazione del bilancio 2008 Altre città Torino - Assemblee di Intesa
Sanpaolo e Cir ECONOMIA INTERNAZIONALE Berlino - Dati disoccupazione tedesca ad
aprile e vendite al dettaglio di marzo Francoforte - Lufthansa pubblica i conti
trimestrali Washington - Consumi e spese personali degli americani ad aprile,
oltre ai dati settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione Usa -
ExxonMobil e Chevron diffondono i dati sui conti del primo trimestre - Scade
l'ultimatum del governo Usa a Chrysler per la presentazione di un piano di
riassetto convincente Londra - Si svolge il forum Invest Iraq 2009, per
promuovere gli investimenti in Iraq in molti settori CRONACA E ALTRO Roma - Il
procuratore nazionale antimafia Piero Grasso parla su Radioanch'io ESTERO
UNIONE EUROPEA Lussemburgo - Consiglio straordinario dei ministri della Sanità
sulla febbre suina - Il Tribunale di primo grado della Corte di giustizia Ue si
pronuncia sul seggio all'Europarlamento conteso tra Beniamino Donnici e Achille
Occhetto - Eurostat pubblica la stima flash sull'inflazione nell'eurozona ad
aprile, i dati sulla disoccupazione di marzo e i conti settoriali del quarto
trimestre 2008 Bruxelles - La commissione Giuridica dell'Europarlamento vota
sull'immunità di Aldo Patriciello (Pdl) e Umberto Bossi (Lega) Mosca - Il
commissario Ue all'Energia, Andris Piebalgs, partecipa al Consiglio permanente
di cooperazione Ue-Russia NUOVA EUROPA Russia - Mosca, il presidente Dmitri
Medvedev firma con i leader di Abkhazia e Ossezia del Sud un accordo per la
difesa delle frontiere Polonia - Varsavia, visita del premier ucraino Yulia
Tymoshenko Rep. ceca - Praga, il presidente Vaclav Klaus riceve il collega
turco Abdullah Gul MONDO Gran Bretagna - Londra, secondo giorno della
conferenza internazionale sulle
( da "Avvenire" del
30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA 30-04-2009
Immigrazione, è ancora duello alla Camera Ci sarebbe una norma sui figli degli
irregolari, secondo cui la mamma che ha partorito non potrebbe registrare il
bimbo all'anagrafe. Pd e Idv lasciano l'Aula per protesta. Mantovano: ma chi dà
alla luce un bambino ha diritto a un permesso di 6 mesi DA ROMA DANILO PAOLINI
I l disegno di legge sulla sicurezza taglia il traguardo delle commissioni
Giustizia e Affari costituzionali della Camera: da stamattina il provvedimento
sarà in Aula per la discussione generale, mercoledì prossimo si comincerà a
votare. E il clima si preannuncia teso, dopo che nella notte tra martedì e ieri
il Partito democratico e l'Italia dei valori hanno abbandonato i lavori, in
segno di protesta per un emendamento definito dagli stessi gruppi d'opposizione
«strappa figli» alle immigrate irregolari. La maggioranza, che nega l'esistenza
di una norma con tali effetti e finalità, ha comunque proseguito e concluso
l'esame, dando mandato ai relatori Jole Santelli e Francesco Paolo Sisto (entrambi
del Pdl) di riferire in Assemblea. L'abbandono del centrosinistra è dovuto
soprattutto, ha sostenuto la deputata democratica Cinzia Capano, «a una norma
che di fatto strappa i figli ai genitori naturali, solo perché clandestini,
sancendo il divieto di riconoscimento del figlio naturale o legittimo per gli
immigrati privi di permesso di soggiorno». In realtà, nel ddl non c'è alcuna
previsione esplicita di questo genere, ma soltanto una modifica all'articolo 6
del testo unico sull'immigrazione (Decreto legislativo 286 del 1998) che
riguarda l'accesso ai pubblici servizi. La nuova norma esclude che serva il
permesso di soggiorno per avere «accesso alle prestazioni sanitarie », ma non
afferma più questa possibilità per «gli atti di stato civile» e «l'accesso a
pubblici servizi ». Ciò, stando all'interpretazione del Pd, significherebbe che
un'immigrata irregolare potrà par- torire senza problemi in ospedale, ma non
registrare il bambino come suo figlio. Non è vero, ha però ribattuto il
sottosegretario Mantovano, perché è lo stesso testo unico sull'immigrazione,
all'articolo
( da "Denaro, Il" del
30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Salerno giustizia
Mcm, per De Luca e Lettieri rinvio a giudizio tecnico Gigi Caliulo Il gup del
Tribunale di Salerno, Vincenzo Di Florio, rinvia a giudizio il sindaco di
Salerno, Vincenzo De Luca, il suo predecessore Mario De Biase, il titolare
della Mcm, Gianni Lettieri, presidente dell'Unione Industriali di Napoli, e
altri undici imputati tra assessori, ex amministratori e tecnici del Comune di
Salerno, accusati a vario titolo di truffa e falso per presunte irregolarità
nella delocalizzazione delle Manifatture cotoniere meridionali dall'area di
Fratte alla nuova zona industriale cittadina. I rinvii a giudizio, stabiliti
ieri dal Gup dopo due ore di camera di consiglio, riguardano l'inchiesta
inizialmente condotta dal pm Gabriella Nuzzi prima del suo trasferimento
cautelare, deciso dalla sezione disciplinare del Csm per il
caso-De Magistris. Nuzzi ha contestato i reati di truffa e falso, rilevando
anomalie per quanto riguarda l'acquisizione dei suoli e la realizzazione delle
volumetrie del nascente centro commerciale di Fratte, edificato sui suoli
dell'ex industria tessile salernitana. Richieste, quelle avanzate dal
pubblico ministero, ribadite nella scorsa udienza dal pm Elena Cosentino. Nel
dispositivo firmato dal gup Di Florio, che ha di fatto ereditato gli atti nelle
mani del pm Nuzzi, si legge che "il proscioglimento dell'imputato deve essere
pronunciato dal giudice dell'udienza preliminare solo se e in quanto questa
situazione di innocenza sia ritenuta non superabile in dibattimento
dall'acquisizione di nuove prove o da una diversa e possibile rivalutazione
degli elementi di prova già acquisiti". Tra i rinviati a giudizio vi sono
anche Felice Marotta, presidente dell'Asi di Salerno, l'ex assessore alle
Attività produttive del comune capoluogo Mauro Scarlato, l'attuale assessore
all'Urbanistica Domenico De Maio, i funzionari e tecnici del Comune di Salerno,
Alfonso e Alberto Di Lorenzo, Bianca De Roberto, Matteo Basile e Raffaella
Esposito. Rinviati a giudizio anche Vincenzo Iannucci e Michele Galgano della
Salerno Invest, società sorta per gestire l'intera operazione della
delocalizzazione dello stabilimento manifatturiero. La prima udienza è stata
fissata il 23 giugno prossimo davanti alla seconda sezione del Tribunale di
Salerno, presieduta da Maria Concetta Criscuolo. Dal canto suo il presidente
degli industriali napoletani respinge ogni addebito. "Il provvedimento -
afferma Lettieri in una nota - manifesta tutta l'inconsistenza e l'infondatezza
dell'impianto accusatorio. In esso si legge che le accuse mosse risultano
essere 'ridondanti e una ripetitiva elencazione', che è utile trasmettere gli
atti al Pm al fine di eventualmente 'sollecitare nel corso dell'udienza
medesima il Pm a una più adeguata formulazione del capo d'accusa' e che la
materia dell'udienza preliminare era e resta prevalentemente di natura
processuale e non di merito". In sostanza, conclude Lettieri, "in
presenza di un quadro probatorio equivoco e pur contestando in alcuni passaggi
l'attendibilità dell'impianto accusatorio, il Gup, attraverso il provvedimento,
ritiene opportuno far svolgere una verifica dibattimentale che non potrà, a mio
giudizio, che portare alla dimostrazione dell'inconsistenza delle accuse".
del 30-04-2009 num.
( da "Dagospia.com"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
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articolo --> NON DITE A VERONICA CHE IL 1 MAGGIO SILVIO LO PASSA A NAPOLI
(CONCERTO DI MUTI) – BERLUSCA SMENTISCE (MA VA?): MAI DETTO CHE
ERA L’AUTISTA DI BETTINO – D'Alema si lega - BRAMBILLA PRESTO
MINISTRA (CASTELLI, URSO E ROMANI SARANNO VICEMINISTRI)… 1 - BERLUSCONI: NON HA MAI DETTO LETIZIA FU
AUTISTA CRAXI... (Apcom) - L'ufficio stampa di Palazzo Chigi rileva che
"per precisione, il Presidente Berlusconi non ha mai detto che il signor
Letizia fosse autista dell`on Bettino Craxi, come riportato da alcune agenzie
di stampa e giornali". Lo si legge in una nota della Presidenza del
Consiglio. riccardo muti 2 - 1 MAGGIO, BERLUSCONI A NAPOLI PER CONCERTO MUTI...
(Apcom) - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sarà a Napoli per il
Primo maggio. Il premier, a quanto si apprende, parteciperà al concerto della
Berliner Philharmoniker diretta da Riccardo Muti. Il concerto si terrà domani
mattina al Teatro San Carlo. 3 - FRANCESCHINI, PREMIER OFFRE SVAGO MA ITALIA NO
DINASTY... (Agi) - "Non chiedetemi delle veline. Berlusconi offre molte
occasioni di distrazione e di svago ma l'Italia non e' ne' un giornale di
gossip, ne' un Grande Fratello, ne' Dinasty". Lo ha detto il segretario
del Pd, Dario Franceschini, conversando con i cronisti a margine di una visita ad
un'industria di Prato. "L'Italia - ha proseguito Frasceschini - e' un
Paese di persone che vogliono uscire dalla crisi, che c'e' ancora, che durera'
nel tempo. Ma gli italiani sono gente responsabile che nei momenti di
difficolta' sa rimboccarsi le maniche, e se lavoreremo in un modo in cui ognuno
fa la propria parte, se non metteremo le imprese contro i lavoratori del Nord e
del Sud, ma sentiremo di avere una missione, usciremo dalla crisi prima di
altri Paesi". 4 - GOVERNO: IN ITALIA SITUAZIONE FEBBRE SUINA SOTTO
CONTROLLO... (Apcom) - La situazione in Italia per quel che riguarda
l'influenza suina è "pienamente sotto controllo". Lo hanno ribadito i
ministri Sacconi e Matteoli svolgendo nel corso del Consiglio dei ministri
un'ampia relazione sul tema. I ministri, si legge in una nota di Palazzo Chigi,
hanno ricordato che l`Italia si adeguerà alle iniziative europee. Silvio
Berlusconi 5 - BERLUSCONI: BRAMBILLA SARÀ MINISTRO DEL TURISMO... (Apcom) -
Michela Vittoria Brambilla sarà presto nominata ministro al Turismo. Lo ha
annunciato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la riunione
dell'Esecutivo di questa mattina. E' quanto riferiscono fonti di governo. 6 -
CALDEROLI: CASTELLI, URSO E ROMANI SARANNO VICEMINISTRI... (Apcom) - Nel
Consiglio dei ministri è stato deciso che gli attuali sottosegretari Roberto
Castelli, Adolfo Urso e Paolo Romani saranno promossi viceministri. E' quanto
conferma il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. L'esponente
leghista ha poi spiegato che si è parlato anche dell'ipotesi di un nuovo
ministro, ma non ha voluto specificare di chi si tratti. 7 - D'ALEMA: APRIRE
DIBATTITO NUOVA LEGGE ANCHE CON LEGA... (Apcom) - Massimo D'Alema ribadisce che
voterà sì al referendum sulla legge elettorale e si augura che si possa aprire
un dibattito su una nuova legge al quale partecipi anche la Lega. Gli esponenti
del Carroccio ieri hanno accusato il Pd di "masochismo" per il
sostegno ad un referendum che favorirà il partito di Silvio Berlusconi, a
questo proposito il presidente della fondazione Italianieuropei, in
un'intervista a Radio Tre, ha detto: "La Lega protesta ma io spero sia
apra un dibattito su quale legge elettorale è più utile al nostro paese e se
loro dicessero di sì, si aprirebbe una situazione nuova e Berlusconi dovrebbe
confrontarsi con una potenziale maggioranza nuova. Ma se il Parlamento non
agisce inevitabilmente c'è il referendum e l'unico modo per colpire l'attuale
legge è votare sì e io voterò sì". Massimo D'Alema D'Alema giudica la
legge Calderoli "uno schifo, una vergogna, ed è responsabilità di
Berlusconi che l'ha voluta e ha impedito di cambiarla. Il referendum - ammette
- è uno strumento totalmente imperfetto, perché abrogativo e non dà una legge
nuova, ma non credo che il successo del referendum impedisca al Parlamento di
fare una nuova legge, anzi penso che il Parlamento avrebbe il diritto e il
dovere di farla". Quanto al sistema elettorale da adottare, D'Alema
ribadisce la sua preferenza per quello tedesco: "Una legge con collegi
uninominali, una soglia di sbarramento e che eviti coalizioni forzose sia la
scelta migliore". 8 - CAPEZZONE: REFERENDUM SONO AUTOAPPLICATIVI, CON SÌ
NESSUNA RIFORMA... (Apcom) - Niente riforma elettorale se vincerà il sì al
referendum sulla legge elettorale del prossimo 21 Giugno. Il portavoce del
Popolo della Libertà Daniele Capezzone risponde alle richieste di impegno del
Pd, ultime in ordine di tempo oggi da Massimo D'Alema, ricordando che "i
quesiti referendari sono autoapplicattivi e proprio per
questo furono ammessi dalla Corte Costituzionale". "E' opportuno
ricordare - afferma- che i quesiti referendari sono perfettamente
autoapplicativi, cioè - se approvati - lascerebbero una legge elettorale
perfettamente applicabile, senza alcuna necessità di modifiche. E' esattamente
per questo che la Corte Costituzionale ha ammesso i quesiti. Ecco
perché, se per caso i cittadini si pronunceranno in senso favorevole ai
referendum, la loro volontà andrà rispettata, senza successivi pasticci in
Parlamento. E' grave, come sembra far intendere l'onorevole D'Alema, che poi il
Parlamento possa pensare ad una legge tedesca, assolutamente lontana dalla
volontà eventualmente espressa dagli elettori". Roberto Maroni 9 - LA
RUSSA: PDL DARÀ LIBERTÀ DI COSCIENZA, IO VOTERÒ SÌ... (Apcom) - "Voterò
sì. Questa è la mia posizione da tempo ed è molto meno importante del fatto che
il presidente del Consiglio abbia detto sì. Sono certo che nel Pdl ci sarà
libertà di coscienza, ma è molto rilevante che il premier abbia detto sì, io ci
speravo molto. Dimostra che Berlusconi, come ha detto anche Maroni, ha espresso
una posizione libera e coraggiosa". Lo afferma il coordinatore nazionale
del Popolo della Libertà, Ignazio La Russa, intervistato dal quotidiano online
Affaritaliani.it. "Sul referendum uno deve dire sì o no, è un fatto
popolare; mica si può dire no se pensa sì - prosegue riferendosi alla Lega -.
Così come nessuno pretende che Maroni o Bossi dicano sì se sono contrari, e
infatti hanno detto chiaramente no e non hanno detto 'non mi pronuncio', hanno
espresso la loro posizione. Allo stesso modo Berlusconi ha fatto sapere la sua
idea e non c'è nulla di male. Da che mondo e mondo nei referendum non c'è
bisogno che le coalizioni si esprimano tutte nelle stesso modo, non è neanche
obbligatorio avere una posizione comune all'interno di un partito. Figurarsi
all'interno di una coalizione. Tant'è che anche nel Pdl ci saranno quelli che
legittimamente non penseranno di votare sì". 10 - MARONI: MARTEDI' CI
CHIARIAMO, ALTRIMENTI FIDUCIA SUL DDL SICUREZZA... (Dire) - Al momento niente
fiducia sul ddl sicurezza, ma se martedi' non ci sara' un vero e proprio
"impegno politico" per un percorso d'aula sicuro, Roberto Maroni
chiedera' un consiglio dei ministri straordinario per metterla. A riferirlo e'
lo stesso ministro dell'Interno annunciando una riunione (martedi') con i
ministri Angelino Alfano e Ignazio La Russa e i capigruppo di maggioranza.
Maroni conferma il "forte disappunto" per le modifiche in corsa alla
norma antiracket sugli appalti. Si tornera' alla versione originaria? "Per
quanto mi riguarda si', c'era l'accordo di tutti". [30-04-2009]
( da "Affari Italiani (Online)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Europee/ De
Magistris (Idv) ad Affaritaliani.it: "Non sono la 'letteronza' di Antonio
Di Pietro" Giovedí 30.04.2009 11:51 Apertura agli elettori leghisti:
"Riflettano e votino Idv". E ancora: "Non sono la 'letteronza'
di Di Pietro, sono in politica per continuare a lottare (su fondi europei,
giustizia e allarme democratico). In passato ho votato PCI. Di Pietro
attualizza la questione morale che fu di Berlinguer. Come si fa a votare PD, se
sei di sinistra?". Intervista a tutto campo di Affaritaliani.it a Luigi De
Magistris, ex pm e candidato con l'Italia dei Valori alle elezioni europee di
giugno. Luigi De Magistris, mentre lei sta in campagna elettorale da Salerno è
arrivata la notizia del suo proscioglimento dalle accuse che le erano state
mosse nell'ambito delle inchieste da lei condotte in passato, in "Toghe
lucane" nel particolare. De Magistris non è più indagato, ma non è più PM.
Come commenta? "Come commento? Dico che me l'aspettavo, l'archiviazione.
Ne ero assolutamente certo perché sono sicuro di essere stato un magistrato
come si deve, uno che è stato bloccato perché dava fastidio. E il GIP ha
confermato: c'è chi ha interferito gravemente per bloccare le mie
indagini". E adesso, dunque, ripartirà all'attacco? Contro chi...?
"No, guardi, ora sto in campagna elettorale. Ero magistrato e mi hanno
costretto a diventare un politico. E allora faccio politica, sto su un altro
piano, e non cerco rivincite personali... Dico però che il problema vero, la
questione grossa, resta il CSM. E' il Consiglio Superiore della Magistratura che mi ha tolto le
indagini...". ...Ed è la Cassazione che deciderà se smentire o confermare
quelle scelte: l'udienza è stata fissata per il 16 giugno, proprio a ridosso
delle elezioni europee alle quali lei parteciperà come candidato indipendente
nell'Italia dei Valori di Antonio di Pietro. Saranno settimane piuttosto
impegnative le sue prossime, a quanto pare... "Io sono in cammino verso la
politica, verso la politica con la P maiuscola. So che dovrò camminare
parecchio per trovarla... Ma le posso dire che sto vedendo un grande entusiasmo
fra le persone che incontro, mi sembra che ci siano dei segnali molto
incoraggianti. Perché sono convinto che per potere cambiare la politica bisogna
creare un rapporto molto più stretto con la società civile". Però i nomi
più grossi, fra i politici coinvolti nelle sue inchieste poi da quelle
inchieste sono usciti, Prodi, Fassino, Mastella... "Io faccio un altro
tipo di ragionamento, a partire da Mastella: fino a che c'ero io come PM
Mastella stava nell'indagine, non fuori...". pagina successiva >>
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Referendum/Capezzone:Sono
autoapplicativi,con sì nessuna riforma di Apcom La Corte Costituzionale li
ammise proprio per questo -->Roma, 30 apr. (Apcom) - Niente riforma
elettorale se vincerà il sì al referendum sulla legge elettorale del prossimo
21 Giugno. Il portavoce del Popolo della Libertà Daniele Capezzone risponde
alle richieste di impegno del Pd, ultime in ordine di tempo oggi da Massimo
D'Alema, ricordando che "i quesiti referendari sono autoapplicattivi e
proprio per questo furono ammessi dalla Corte Costituzionale". "E'
opportuno ricordare - afferma- che i quesiti referendari sono perfettamente
autoapplicativi, cioè - se approvati - lascerebbero una legge elettorale
perfettamente applicabile, senza alcuna necessità di modifiche. E' esattamente
per questo che la Corte Costituzionale ha ammesso i quesiti. Ecco perché, se
per caso i cittadini si pronunceranno in senso favorevole ai referendum, la
loro volontà andrà rispettata, senza successivi pasticci in Parlamento. E'
grave, come sembra far intendere l'onorevole D'Alema, che poi il Parlamento
possa pensare ad una legge tedesca, assolutamente lontana dalla volontà
eventualmente espressa dagli elettori".
( da "Gazzettino, Il (Padova)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Giovedì 30 Aprile
2009, Continua la polemica sul trasporto dei ragazzi disabili che frequentano
le scuole superiori. Sulla questione è intervenuto ieri Claudio Sinigaglia,
assessore comunale alle Politiche Sociali, il quale ha sollecitato la Provincia
a farsi carico di questo costo, considerato che è proprio l'ente di Piazza
Antenore ad avere la competenza per tutto quello che riguarda i plessi
superiori. «C'è una sentenza della Corte Costituzionale del
luglio scorso - ha sottolineato il vice sindaco - in cui si stabilisce che
l'onere relativo a questa voce deve essere dell'amministrazione provinciale. Il
servizio viene effettuato dall'Ulss 16 che fa fronte anche alle esigenze dei
Comuni che fanno capo a essa. Attualmente ci sono 22 ragazzi che ne
usufruiscono e la somma che viene spesa è pari a 130 mila euro l'anno. Durante
un incontro a cui hanno partecipato il presidente della Provincia Vittorio
Casarin e l'assessore Massimo Giorgetti era stato stabilito che l'Ulss stessa
si sarebbe fatta girare i soldi da Palazzo Santo Stefano, ma la cifra non è mai
stata accreditata». «A questo punto - ha detto ancora Sinigaglia - bisogna che
la Provincia affronti i suoi impegni. Casarin e Giorgetti meglio farebbero a
occuparsi di questo problema invece di "entrare in scena" su aspetti
teatrali. Dovrebbero in primis pensare all'integrazione di questi ragazzi».
«Tra l'altro - ha concluso -, ci sono altri diciassette disabili che per il
momento non utilizzano questa opportunità, ma vanno a scuola con mezzi propri:
la somma da sborsare se i gli studenti da trasportare fossero 39, salirebbe di
ben 100 mila euro. Impensabile che a farsene carico impropriamente siano i
Comuni dell'Ulss 16». Ni.Co.
( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Giovedì 30 Aprile
2009, Tolmezzo Le cifre dettagliate e ufficiali sono ancora in elaborazione -
saranno presentate all'assemblea dei soci il 15 maggio - ma da quanto può
anticipare il presidente Renzo Petris, Carniacque Spa, la società che ha in
gestione il ciclo idrico integrato nell'Alto Friuli è ritornata in attivo. «Il
bilancio del 2008 è riuscito in qualche modo a ripianare il deficit di bilancio
accumulato nel 2007 (130mila euro ndr) - spiega Petris - un dato che io ho
sempre reputato un deficit fisiologico in quanto quando una società parte, la
nostra di fatto ha visto avvio nel 2006, è ovvio che deve investire, deve
creare le strutture, acquistare i mezzi. Le cifre che usciranno a breve saranno
la prova provata che solo dopo 2-3 anni una società comincia ad adeguarsi alle
necessità, a strutturarsi bene e quindi a produrre quel giusto utile che deve
essere poi reinvestito, cosa che sarà sicuramente raggiunta nel 2009; fatto sta
che il consolidato
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
La Marca a Caorle
per difendere il titolo regionale Giovedì 30 Aprile 2009, (m.m.) Si disputa da
oggi a sabato, con concentramento a Caorle, il "Memorial Giuseppe
Nicolli", torneo fra le delegazioni del Veneto composte da giocatori
Juniores (nati dall'1/1/
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Gironi A e C: in
lotta ben otto compagini Giovedì 30 Aprile 2009, (m.m.) A due giornate dalla
conclusione del provinciale Juniores (archiviato l'11mo turno) giochi sempre
aperti nei gironi A e C per la vittoria, mentre Mogliano ha già tagliato il
traguardo nel B ed attente le altre due finaliste. Ecco risultati, classifiche
e programma di sabato 2 maggio alle 16 (penultimo turno). GIRONE A Risultati:
La Marenese-Feletto 1-2, Codognè-Francenigo 1-2, Godega-Gorghense 2-3,
Orsago-Parè 3-1, Cappella Maggiore-Porto Mansuè 1-7, Vazzolese-S. Vendemiano
4-0, Campolongo-Sanfiorese 2-1. Classifica:La Marenese 50, Vazzolese 48,
Gorghense 46, Sanfiorese 44, Porto Mansuè 43, Codognè 42, Campolongo 39, Orsago
36, Feletto 31, Godega 27, Francenigo 24, Parè 18, S. Vendemiano 13, Cappella
Maggiore 11. Prossimo turno: Parè-Campolongo, Sanfiorese-Cappella Maggiore,
Feletto-Codognè, S. Vendemiano-Godega, La Marense-Gorghense, Francenigo-Orsago,
Porto Mansuè-Vazzolese. GIRONE B Risultati: Badoere-Fontane 2-3, Zero
Branco-Pro Mogliano 0-0, Cima Piave-Pro Roncade 0-4, Padernello-S. Antonino
2-1, Paese-Salgareda 5-5, Casale-S. Lucia Mille 2-2, Giavera-Silea 0-7.
Classifica: Pro Mogliano 63, Salgareda 50, S. Lucia Mille 49, Pro Roncade 40,
Zero Branco 39, Casale 37, Paese 34, Padernello 32, Silea 28, Cima Piave 24,
Badoere 23, Fontane 20, S. Antonino 19, Giavera 7. Prossimo turno:Pro
Mogliano-Badoere, Fontane-Paese, Salgareda-Casale, Silea-Cima Piave, S.
Antonino-Giavera, Padernello-S. Lucia Mille, Pro Roncade-Zero Branco. GIRONE C Risultati: SP calcio 2005-CSM Resana 4-4, Riese Vallà-Fossalunga 7-0, Godigese-Milan Guarda
1-0, Bessica-S. Floriano 1-7, Spineda-S. Gaetano 1-1, Montello-Treville 5-1,
Città di Asolo-Virtsu Csm Farra 1-1. Classifica: San Floriano 55, Riese Vallà,
Montello 53, Godigese 51, CSM Resana 47, SP 42, Spineda 41, Virtus Csm Farra 30,
Bessica 26, Città di Asolo 24, San Gaetano 21, Milan Guarda, Fossalunga 14,
Treville 13. Prossimo turno: Milan Guarda-Spinea, Treville-Città di Asolo,
Bessica-Fossalunga, S. Floriano-Godigese, CSM
Resana-Montello, Virtsu CSM Farra-Riese Vallà, San
Gaetano-SP.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Loria chiude i
conti Ha vinto il girone D e ha raggiunto le altre quattro Giovedì 30 Aprile
2009, (m.m.) Si è concluso il campionato provinciale Giovanissimi e il Loria '
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Il gup del tribunale
di Salerno, Vincenzo Di Florio, ha rinviato a giudizio il sindaco di Salerno,
Vincenzo De Luca, il suo predecessore Mario De Biase, il titolare della Mcm,
Gianni Lettieri, presidente dell'Unione Industriali di Napoli, ed altri undici
imputati tra assessori, ex amministratori e tecnici del comune di Salerno,
accusati a vario titolo di truffa e falso per presunte irregolarità nella
delocalizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali dall'area di Fratte
alla nuova zona industriale di Salerno, l'area Asi. Il pm Gabriella Nuzzi,
prima del suo trasferimento cautelare, deciso dalla sezione
disciplinare del Csm per il caso De Magistris, aveva contestato i reati di
truffa e falso, rilevando anomalie per quanto riguarda l'acquisizione dei suoli
e la realizzazione delle volumetrie del nascente centro commerciale di Fratte,
edificato sui suoli dell'ex industria tessile salernitana. Le richieste
avanzate dal pm sono state ribadite nella scorsa udienza dal pm Cosentino.
BARONE A PAG. 31
( da "Asca" del
30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
LIGURIA: BURLANDO, A
FILSE INCARICO PER SOCIETA' INFRASTRUTTURE (ASCA) - Genova, 30 apr - E' stato
affidato oggi dalla Giunta regionale ligure a Filse, la Finanziaria regionale,
l'incarico di partecipare alla costituenda societa' per le infrastrutture della
Liguria. Lo ha comunicato il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando
al termine della seduta di Giunta. ''La societa' - ha spiegato il presidente
Burlando - si occupera' della progettazione e realizzazione di una serie di
opere di interesse regionale, a cominciare dall'ospedale della Spezia nella
prospettiva che le sue funzioni vengano riassorbite da Sviluppo Genova, in
attesa della risoluzione delle problematiche giuridiche
connesse al ricorso del Governo alla Corte costituzionale contro l'ipotesi di affidamento a quest'ultima societa' delle
infrastrutture in questione''. ''L'obiettivo - ha continuato Burlando - e'
quello di avviare al piu' presto alcuni interventi strategici per la Liguria,
come l'ospedale spezzino per il quale sono stati stanziati 188 milioni di euro,
in particolare la societa' avra' come compito l'accelerazione di nuovi
progetti, l'incremento delle infrastrutture e lo sviluppo della progettazione
per l'attuazione di nuove strutture ospedaliere''. Filse partecipera' quindi
alla costituzione della nuova societa' per conto della Regione sottoscrivendo,
con risorse proprie, l'intero capitale pari a 100 mila euro. res/sam/rob (Asca)
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ANTONIO MANZO Solo
il dibattimento, scrive il giudice per le indagini preliminari, potrà valutare
se l'inchiesta sulla variante urbanistica delle ex Mcm di Fratte, «con la
ridondante e ripetitiva elencazione di condotte» criminose potrà far emergere
responsabilità penali per Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e all'epoca dei
fatti deputato ds, e Gianni Lettieri, imprenditore, rinviati a giudizio per
presunta truffa nella delocalizzazione della storica fabbrica tessile di Fratte
alla zona industriale. Le accuse che arrivano dal 23 giugno prossimo davanti ai
giudici del tribunale sono truffa aggravata e falsi compiuti sia per indurre in
errore il consiglio comunale all'atto del voto sulla variante Mcm che per
ottenere i permessi nel piano delle attività comemrciali. Insieme a De Luca e
Lettieri sono stati anche rinviati a giudizio l'ex sindaco Mario De Biase,
Felice Marotta, presidente del Consorzio Asi, Domenico De Maio, assessore
all'urbanistica, Mauro Scarlato, assessore all'Annona, Alberto Di Lorenzo, responsabile
dello Sportello Unico, Bianca De Roberto, direttore del Settore Urbanistica e
dirigente dell'Ufficio di Piano, Lorenzo Criscuolo, direttore del Settore Opere
e Lavori Pubblici, Matteo Basile, dirigente del Settore Trasporti e Viabilità,
Alfonso Di Lorenzo, direttore del Servizio Annona, Raffaella Esposito,
funzionario dell'ufficio Annona, Michele Arcangelo Galgano e Vincenzo Iannucci,
amministratori della Salerno Invest. «Evitando di soffermarsi sulla idoneità
delle accuse a fondare un giudizio di responsabilità per gli imputati - scrive
il giudice Enzo Di Florio - da esse certamente emerge l'esistenza, al tempo di
fatti, di una realtà politico-amministrativa tale da poter giustificare
un'iniziativa del pm orientata nei confronti di un singolo centro di potere
burocratico. E' imprescindibile lasciare che sia il dibattimento a valutare
l'eventuale sussistenza della situazione ambientale descritta dal pm ma,
soprattutto, la sua incidenza sulla qualificazione penalistica dei fatti». Non
sarebbero bastate neppure le trascrizioni di altre quindici ore di
intercettazioni telefoniche, considerate importanti fonti di prova, a far
superare al giudice la soglia dei «sufficienti elementi» per il rinvio a
giudizio. A De Luca, che all'epoca dei fatti non era sindaco, la pubblica
accusa ha contestato di essere l'«istigatore» delle condotte illecite, nella
sua qualità di parlamentare e referente politico della maggioranza del
Consiglio Comunale. Gli è stata quindi contestata la truffa aggravata ai danni
del Comune e della Regione. «Non 'è un atto del sindaco De Luca - dicono i
difensori Antonio Brancaccio e Paolo Carbone - che possa far pensare ad
ingiusto vantaggio per i soggetti attivi e qualsiasi danno per le persone
offese. Rispettiamo la pronuncia giurisdizionale ma non ne
condividiamo i conteniti. Siamo sereni circa l'assoluzione del nostro
assistito». L'inchiesta sulla variante Mcm fu cotta dall'ex pm Gabriella Nuzzi,
uno dei magistrati «puniti» dal Csm per il caso De Magistris e ora in servizio
al tribunale civile di Cassino.
( da "Savona news"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Liguria: Filse dovrà
costituire società per infrastrutture E’ stato affidato oggi
dalla Giunta regionale ligure a Filse, la Finanziaria regionale,
l’incarico di partecipare alla costituenda società per le infrastrutture
della Liguria. Lo ha comunicato il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando al termine
della seduta di Giunta. “La società – ha spiegato il presidente
Burlando – si occuperà della progettazione e realizzazione di una serie di
opere di interesse regionale, a cominciare dall’ospedale della Spezia
nella prospettiva che
le sue funzioni vengano riassorbite da Sviluppo Genova, in attesa della
risoluzione delle problematiche giuridiche connesse al ricorso del Governo alla
Corte costituzionale contro l’ipotesi
di affidamento a quest’ultima società delle infrastrutture in questione”.
“L’obiettivo – ha continuato Burlando – è quello di avviare
al più presto alcuni interventi strategici per la Liguria, come l’ospedale
spezzino per il quale sono stati stanziati 188 milioni di euro, in particolare
la società avrà come compito l’accelerazione di nuovi progetti, l’incremento delle
infrastrutture e lo sviluppo della progettazione per l’attuazione di nuove
strutture ospedaliere”. Filse parteciperà quindi alla costituzione della
nuova società per conto della Regione sottoscrivendo, con risorse proprie, l’intero
capitale pari a 100.000 euro.
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Duro botta e
risposta via comunicato tra la la candidata alle europee per l'Idv Sonia Alfano
e il vicepresidente del Csm Nicola Mancino: Alfano accusa
infatti l'ex ministro dell'Interno di essere "smemorato. Non ho timore a
raccontare a tutti chi è vermanete Nicola Mancino, lo smemorato Ministro
dell'Interno all'epoca della Strage di Via d'Amelio che - scrive Alfano - ha di
fatto ostacolato il lavoro dei magistrati con le sue discutibili dimenticanze
sugli ultimi giorni di vita di Paolo Borsellino". La replica di
Mancino non tarda ad arrivare. "Non polemizzo - scrive il vicepresidente
del Csm - signora Sonia Alfano ma preciso: ho memoria solida per affermare che
nella mia attività politica e parlamentare ho sempre combattuto la mafia e, dopo
la strage di via D'Amelio, con leggi, pubblici interventi, scioglimento dei
Consigli comunali, carcere duro, ho convintamene difeso la memoria del giudice
Borsellino come era doveroso che facesse un Ministro dell'Interno. Di questa
mia fermezza - prosegue Mancino - possono testimoniare sia i giudici di Palermo
che quelli di Caltanissetta, per stare alle carte processuali, da dove è facile
ricavare che il giudice Borsellino uscì sconvolto dal colloquio che ebbe il 1°
luglio 1992 non con me ma con il Prefetto Parisi, allora Capo della Polizia.
Tutto ciò - conclude Mancino - conta più delle fantasiose ricostruzioni intorno
alla 'debole' memoria di un ministro". L'attacco di Sonia Alfano ha preso
le mosse dalla posizione di Mancino sulle dimissioni del procuratore di Reggio
Emilia Italo Materia. "Sembra di assistere ad un'operetta da teatrino di
quart'ordine: Nicola Mancino - è l'attacco di Alfano - che da lezioni di
moralità a me, pur non facendo mai il mio nome". Alfano, infine, ne ha
avute anche per Celestina Tinelli, membro laico del CSM,
secondo cui "essere solidali con Materia e difenderlo equivale a difendere
l'autonomia della magistratura". "Se secondo la Tinelli - prosegue
Alfano - informare la cittadinanza che il proprio Procuratore Capo ha banchettato
con un falso pentito equivale ad un attacco all'indipendenza della
magistratura, credo che sia il caso che la signora intraprenda un altro tipo
mestiere. Ciò che ha in mente la Tinelli si chiama "impunità", la
sacrosanta e da me sempre difesa autonomia della magistratura è altra
cosa".
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Antonio Laudati è
stato nominato questa mattina dal plenum del Csm,
all'unamità, nuovo procuratore della Repubblica di Bari. Nomina anche per il pm
romano Salvatore Vitello, promosso procuratore capo di Lamezia Terme. Il plenum
di Palazzo dei Marescialli, inoltre, ha nominato tre nuovi procuratori aggiunti
a Napoli: si tratta di Luciana Izzo, attualmente procuratore capo presso il
Tribunale dei minorenni dell'ufficio campano, e di Fausto Zuccarelli e
Giovanni Pio Luciano Melillo, fino ad oggi pm alla Direzione nazionale
antimafia. Infine, il Csm ha deliberato una pubblicazione straordinaria del
bando per due posti, uno di pm e l'altro di giudice, presso il Tribunale dei
minori, negli uffici giudiziari dell'Aquila.
( da "Cittàdellaspezia.com"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Regione/Burlando:
"A Filse incarico di costruire società per infrastrutture liguri" E'
stato affidato oggi dalla Giunta regionale ligure a Filse, la Finanziaria
regionale, l'incarico di partecipare alla costituenda società per le
infrastrutture della Liguria. Lo ha comunicato il presidente della Regione
Liguria, Claudio Burlando al termine della seduta di Giunta. "La società
ha spiegato il presidente Burlando si occuperà della progettazione e
realizzazione di una serie di opere di interesse regionale, a cominciare
dall'ospedale della Spezia nella prospettiva che le sue funzioni vengano
riassorbite da Sviluppo Genova, in attesa della risoluzione
delle problematiche giuridiche connesse al ricorso del Governo alla Corte costituzionale contro l'ipotesi di
affidamento a quest'ultima società delle infrastrutture in questione".
"L'obiettivo ha continuato Burlando è quello di avviare al più presto
alcuni interventi strategici per la Liguria, come l'ospedale spezzino per il
quale sono stati stanziati 188 milioni di euro, in particolare la
società avrà come compito l'accelerazione di nuovi progetti, l'incremento delle
infrastrutture e lo sviluppo della progettazione per l'attuazione di nuove
strutture ospedaliere". Filse parteciperà quindi alla costituzione della
nuova società per conto della Regione sottoscrivendo, con risorse proprie,
l'intero capitale pari a 100.000 euro.
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
La Turchia ha
bisogno di una nuova Costituzione e farà di tutto per averla nel minor tempo
possibile. Lo ha detto il vicepremier Cemil Cicek al quotidiano Zaman,
aggiungendo che si augura di raccogliere attorno alla nuova Carta costituzionale il consenso più esteso possibile.
"Quello che è importante è che vinca il buon senso - ha detto Cicek a
Zaman. Ognuno parla del bisogno di una nuova costituzione, siamo tutti ben
intenzionati, quindi speriamo di raggiungere presto il risultato". Da mesi
l'Akp promette una nuova costituzione, che sostituisca quella attualmente in
vigore, datata 1982. La nuova carta costituzionale è
attesa anche dall'Europa ed è stato uno dei primi punti del programma di
Erdogan durante la campagna elettorale del 2007. Secondo fonti vicine all'Akp,
il partito islamico-moderato per la Giustizia e lo Sviluppo che guida la
maggioranza in parlamento, il premier avrebbe intenzione di dividere le riforme
costituzionali in due pacchetti diversi. Il primo conterrebbe le nuove norme sul
presidente della Repubblica, sui parlamentari, il cambio della legge sui
partiti politici e sulla legge elettorale, il secondo gli articoli della
Costituzione veri e propri. Le stesse fonti hanno però confessato al quotidiano
Zaman che il partito di maggioranza teme che il Chp, il Partito repubblicano
del Popolo e principale voce dell'opposizione, possa portare i cambiamenti
davanti alla Corte Costituzionale, vanificando
automaticamente tutti gli sforzi legislativi compiuti. Intanto sempre il
quotidiano Zaman ha fatto sapere che quest'anno il parlamento turco farà gli
straordinari. I deputati infatti cercheranno di portarsi avanti con il lavoro
legislativo prima della pausa estiva in modo tale da porre le premesse per
lavorare intensamente sulla bozza costituzionale
da settembre. C'èpoi la questione del nuovo presidente della Tbmm. Il mandato
di Koksal Toptan, che in due anni ha guidato il parlamento in modo
ineccepibile, scade il prossimo 22 luglio. E nonostante Toptan abbia detto che
gli piacerebbe correre per un secondo mandato, sembra che l'Akp non abbia
intenzione di ricandidarlo. Quindi il mese di luglio potrebbe essere quanto mai
"caldo" per la formazione di maggioranza.
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
La Turchia ha
bisogno di una nuova Costituzione e farà di tutto per averla nel minor tempo
possibile. Lo ha detto il vicepremier Cemil Cicek al quotidiano Zaman,
aggiungendo che si augura di raccogliere attorno alla nuova Carta costituzionale il consenso più esteso possibile.
"Quello che è importante è che vinca il buon senso - ha detto Cicek a
Zaman. Ognuno parla del bisogno di una nuova costituzione, siamo tutti ben
intenzionati, quindi speriamo di raggiungere presto il risultato". Da mesi
l'Akp promette una nuova costituzione, che sostituisca quella attualmente in
vigore, datata 1982. La nuova carta costituzionale è
attesa anche dall'Europa ed è stato uno dei primi punti del programma di
Erdogan durante la campagna elettorale del 2007. Secondo fonti vicine all'Akp,
il partito islamico-moderato per la Giustizia e lo Sviluppo che guida la
maggioranza in parlamento, il premier avrebbe intenzione di dividere le riforme
costituzionali in due pacchetti diversi. Il primo conterrebbe le nuove norme
sul presidente della Repubblica, sui parlamentari, il cambio della legge sui
partiti politici e sulla legge elettorale, il secondo gli articoli della
Costituzione veri e propri. Le stesse fonti hanno però confessato al quotidiano
Zaman che il partito di maggioranza teme che il Chp, il Partito repubblicano
del Popolo e principale voce dell'opposizione, possa portare i cambiamenti
davanti alla Corte Costituzionale, vanificando
automaticamente tutti gli sforzi legislativi compiuti. Intanto sempre il
quotidiano Zaman ha fatto sapere che quest'anno il parlamento turco farà gli
straordinari. I deputati infatti cercheranno di portarsi avanti con il lavoro
legislativo prima della pausa estiva in modo tale da porre le premesse per
lavorare intensamente sulla bozza costituzionale
da settembre. C'è poi la questione del nuovo presidente della Tbmm. Il mandato
di Koksal Toptan, che in due anni ha guidato il parlamento in modo
ineccepibile, scade il prossimo 22 luglio. E nonostante Toptan abbia detto che
gli piacerebbe correre per un secondo mandato, sembre che l'Akp non abbia
intenzione di ricandidarlo. Quindi il mese di luglio potrebbe essere quanto mai
"caldo" per la formazione di maggioranza.
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Scuola/ Gilda al
premier e Brunetta: sì a contratto prof separato di Apcom Ruolo istituzionale
diverso da Ata. Ma altri sindacati dicono no -->Roma, 30 apr. (Apcom) - La
Gilda degli insegnanti continua la sua battaglia per istituire un'area di
contrattazione separata per i docenti rispetto al personale amministrativo,
tecnico ed ausiliario che opera nella scuola: traendo spunto dal riordino dei
comparti per la contrattazione sindacale, al quale sta lavorando il governo,
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, ha oggi espresso questa
esigenza attraverso una lettera inviata al presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, e al ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta. Per
dimostrare la necessità di un intervento da parte del governo, il leader della
Gilda sottolinea la necessità del "riconoscimento del ruolo istituzionale
degli insegnanti" attraverso un'area contrattuale separata: una soluzione
che Di Meglio ritiene anche "fondamentale per valorizzare l'istruzione e
renderla realmente volano della ripresa economica, culturale e civile del
nostro Paese. E che indicherebbe diritti e doveri inequivocabili consentendo di
richiedere assunzioni di responsabilità precise" Il sindacalista ricorda
anche, riferendosi al sondaggio commissionato di recente dalla stessa Gilda
alla Swg sui problemi della categoria, che "questo tipo di area è già
stata concessa a molte categorie professionali, come per esempio i medici, e
non comporterebbe alcun aggravio di spesa. C'è poi da considerare "che il
63% dei docenti italiani è favorevole a questa proposta". La Gilda degli
Insegnanti, che da diversi anni si è impegnata nella richiesta di separazione
del contratto dei docenti da quello degli Ata, ricorda che su questo tema
"con la sentenza 322/2005" si è chiaramente
"espressa anche la Corte costituzionale, sancendo la specificità della funzione docente". "Ci
auguriamo - conclude Di Meglio - che il Governo non trascuri l'importanza di
questa svolta e che si impegni per raggiungere questo obiettivo, rinnovando il
mandato sociale degli insegnanti". Ma non tutti i sindacati sono
d'accordo sui contenuto della proposta della Gilda. La scorsa settimana, ad
esempio, è stato presentato a Roma un disegno di legge, sostenuto da Idv,
Unicobas e Altrascuola, che vorrebbe introdurre nella scuola un contratto non
più di tipo impiegatizio ma che dia la possibilità di valorizzare l'impegno del
personale docente ed Ata: senza però scindere le due figure. Secondo Stefano
d'Errico, leader Unicobas, "il personale non docente ha importanti
responsabilità civili e penali, basti pensare ai collaboratori scolastici, al
pari dei docenti. Da sempre è di supporto fattivo alla realizzazione della
didattica: sarebbe assurdo svincolarli in un contratto diverso da quello dei
docenti. Il problema semmai è quello che non ci sono i soldi per valorizzare il
personale: ma allora perchè - si chiede d'Errico - il personale di università,
magistratura e forze dell'ordine ha un contratto non impiegatizio e ben remunerato?".
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Referendum/
Ceccanti: Dopo voto si può ritornare al 'mattarellum' di Apcom "Quesiti
autoapplicativi, ma Parlamento può intervenire" -->Roma, 30 apr.
(Apcom) - Dopo una eventuale vittoria dei sì al referendum elettorale si potrà,
in Parlamento, riproporre una normativa sul modello del 'mattarellum', la legge
maggioritaria che è stata in vigore dal 1994 al 2005. Stefano Ceccanti,
senatore del Pd, spiega che "il fatto che i quesiti referendari siano
autoapplicativi, per richiesta della giurisprudenza della
Corte costituzionale al
fine di non lasciare un vuoto per le successive elezioni, non significa affatto
che il Parlamento, dopo il referendum, non possa approvare leggi diverse, come
ha più volte chiarito la stessa Corte". "Il verdetto dei cittadini
elettori - continua Ceccanti - va infatti rispettato nel suo significato
abrogativo, quello di avere un sistema più semplificato e che avvicini
eletti ed elettori, non rispetto alla normativa di risulta. Il quesito contro
le candidature multiple allude al collegio uninominale maggioritario, via
maestra per tale riavvicinamento e che consentirebbe anche di avere una scelta
diretta delle maggioranze e dei Governi in alternativa ai premi di maggioranza,
così come proponeva il programma del Pd". "Il Parlamento - sostiene
Ceccanti - dovrebbe muoversi nella direzione dei quesiti, evitando invece
sistemi che, come quello tedesco, tendono a creare come unica soluzione
necessitata, grandi coalizioni post-elettorali, in contraddizione col
referendum e col programma del Pd, nonché con le numerose critiche di cui esso
è oggetto in Germania. Forse - conclude Ceccanti - la soluzione più semplice,
con una legge di un solo articolo, potrebbe essere il ripristino del
Mattarellum".
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Giustizia/S.Alfano:
Mancino smemorato su Borsellino.Lui: ho carte di Apcom "I documenti
processuali dimostrano che non c'entro" -->Roma, 30 apr. (Apcom) - Duro
botta e risposta via comunicato tra la la candidata alle europee per l'Idv
Sonia Alfano e il vicepresidente del Csm Nicola Mancino:
Alfano accusa infatti l'ex ministro dell'Interno di essere "smemorato. Non
ho timore a raccontare a tutti chi è vermanete Nicola Mancino, lo smemorato
Ministro dell'Interno all'epoca della Strage di Via d'Amelio che - scrive
Alfano - ha di fatto ostacolato il lavoro dei magistrati con le sue discutibili
dimenticanze sugli ultimi giorni di vita di Paolo Borsellino". La
replica di Mancino non tarda ad arrivare. "Non polemizzo - scrive il
vicepresidente del Csm - signora Sonia Alfano ma preciso: ho memoria solida per
affermare che nella mia attività politica e parlamentare ho sempre combattuto
la mafia e, dopo la strage di via D'Amelio, con leggi, pubblici interventi,
scioglimento dei Consigli comunali, carcere duro, ho convintamene difeso la
memoria del giudice Borsellino come era doveroso che facesse un Ministro
dell'Interno. Di questa mia fermezza - prosegue Mancino - possono testimoniare
sia i giudici di Palermo che quelli di Caltanissetta, per stare alle carte
processuali, da dove è facile ricavare che il giudice Borsellino uscì sconvolto
dal colloquio che ebbe il 1° luglio 1992 non con me ma con il Prefetto Parisi,
allora Capo della Polizia. Tutto ciò - conclude Mancino - conta più delle
fantasiose ricostruzioni intorno alla 'debole' memoria di un ministro".
L'attacco di Sonia Alfano ha preso le mosse dalla posizione di Mancino sulle
dimissioni del procuratore di Reggio Emilia Italo Materia. "Sembra di
assistere ad un'operetta da teatrino di quart'ordine: Nicola Mancino - è
l'attacco di Alfano - che da lezioni di moralità a me, pur non facendo mai il
mio nome". Alfano, infine, ne ha avute anche per Celestina Tinelli, membro
laico del CSM, secondo cui "essere solidali con
Materia e difenderlo equivale a difendere l'autonomia della magistratura".
"Se secondo la Tinelli - prosegue Alfano - informare la cittadinanza che
il proprio Procuratore Capo ha banchettato con un falso pentito equivale ad un
attacco all'indipendenza della magistratura, credo che sia il caso che la
signora intraprenda un altro tipo mestiere. Ciò che ha in mente la Tinelli si
chiama "impunità", la sacrosanta e da me sempre difesa autonomia
della magistratura è altra cosa".
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Giustizia/ Csm
nomina nuovi procuratori a Bari e Lamezia Terme di Apcom Bando per due posti di
giudice Aquila, 3 nuovi aggiunti a Napoli -->Roma, 30 apr. (Apcom) - Antonio
Laudati è stato nominato questa mattina dal plenum del Csm, all'unamità, nuovo
procuratore della Repubblica di Bari. Nomina anche per il pm romano Salvatore
Vitello, promosso procuratore capo di Lamezia Terme. Il plenum di Palazzo dei
Marescialli, inoltre, ha nominato tre nuovi procuratori aggiunti a Napoli: si
tratta di Luciana Izzo, attualmente procuratore capo presso il Tribunale dei
minorenni dell'ufficio campano, e di Fausto Zuccarelli e Giovanni Pio Luciano
Melillo, fino ad oggi pm alla Direzione nazionale antimafia. Infine, il Csm ha
deliberato una pubblicazione straordinaria del bando per due posti, uno di pm e
l'altro di giudice, presso il Tribunale dei minori, negli uffici giudiziari
dell'Aquila.
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Turchia/ Entro
estate passi significativi nuova Costituzione-rpt di Apcom Vicepremier Cicek:
"Abbiamo bisogno di nuova carta" -->Istanbul, 30 apr. (Apcom-Nuova
Europa) - La Turchia ha bisogno di una nuova Costituzione e farà di tutto per
averla nel minor tempo possibile. Lo ha detto il vicepremier Cemil Cicek al
quotidiano Zaman, aggiungendo che si augura di raccogliere attorno alla nuova
Carta costituzionale il consenso più esteso possibile.
"Quello che è importante è che vinca il buon senso - ha detto Cicek a
Zaman. Ognuno parla del bisogno di una nuova costituzione, siamo tutti ben
intenzionati, quindi speriamo di raggiungere presto il risultato". Da mesi
l'Akp promette una nuova costituzione, che sostituisca quella attualmente in
vigore, datata 1982. La nuova carta costituzionale è
attesa anche dall'Europa ed è stato uno dei primi punti del programma di
Erdogan durante la campagna elettorale del 2007. Secondo fonti vicine all'Akp,
il partito islamico-moderato per la Giustizia e lo Sviluppo che guida la
maggioranza in parlamento, il premier avrebbe intenzione di dividere le riforme
costituzionali in due pacchetti diversi. Il primo conterrebbe le nuove norme
sul presidente della Repubblica, sui parlamentari, il cambio della legge sui
partiti politici e sulla legge elettorale, il secondo gli articoli della
Costituzione veri e propri. Le stesse fonti hanno però confessato al quotidiano
Zaman che il partito di maggioranza teme che il Chp, il Partito repubblicano
del Popolo e principale voce dell'opposizione, possa portare i cambiamenti
davanti alla Corte Costituzionale, vanificando
automaticamente tutti gli sforzi legislativi compiuti. Intanto sempre il
quotidiano Zaman ha fatto sapere che quest'anno il parlamento turco farà gli
straordinari. I deputati infatti cercheranno di portarsi avanti con il lavoro
legislativo prima della pausa estiva in modo tale da porre le premesse per
lavorare intensamente sulla bozza costituzionale
da settembre. C'è poi la questione del nuovo presidente della Tbmm. Il mandato
di Koksal Toptan, che in due anni ha guidato il parlamento in modo
ineccepibile, scade il prossimo 22 luglio. E nonostante Toptan abbia detto che
gli piacerebbe correre per un secondo mandato, sembra che l'Akp non abbia
intenzione di ricandidarlo. Quindi il mese di luglio potrebbe essere quanto mai
"caldo" per la formazione di maggioranza.
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Turchia/ Entro
estate passi significativi per nuova Costituzione di Apcom Vicepremier Cicek:
"Abbiamo bisogno di nuova carta" -->Istanbul, 30 apr. (Apcom) - La
Turchia ha bisogno di una nuova Costituzione e farà di tutto per averla nel
minor tempo possibile. Lo ha detto il vicepremier Cemil Cicek al quotidiano
Zaman, aggiungendo che si augura di raccogliere attorno alla nuova Carta costituzionale il consenso più esteso possibile.
"Quello che è importante è che vinca il buon senso - ha detto Cicek a
Zaman. Ognuno parla del bisogno di una nuova costituzione, siamo tutti ben
intenzionati, quindi speriamo di raggiungere presto il risultato". Da mesi
l'Akp promette una nuova costituzione, che sostituisca quella attualmente in
vigore, datata 1982. La nuova carta costituzionale è
attesa anche dall'Europa ed è stato uno dei primi punti del programma di
Erdogan durante la campagna elettorale del 2007. Secondo fonti vicine all'Akp,
il partito islamico-moderato per la Giustizia e lo Sviluppo che guida la
maggioranza in parlamento, il premier avrebbe intenzione di dividere le riforme
costituzionali in due pacchetti diversi. Il primo conterrebbe le nuove norme
sul presidente della Repubblica, sui parlamentari, il cambio della legge sui
partiti politici e sulla legge elettorale, il secondo gli articoli della
Costituzione veri e propri. Le stesse fonti hanno però confessato al quotidiano
Zaman che il partito di maggioranza teme che il Chp, il Partito repubblicano
del Popolo e principale voce dell'opposizione, possa portare i cambiamenti
davanti alla Corte Costituzionale, vanificando
automaticamente tutti gli sforzi legislativi compiuti. Intanto sempre il
quotidiano Zaman ha fatto sapere che quest'anno il parlamento turco farà gli
straordinari. I deputati infatti cercheranno di portarsi avanti con il lavoro
legislativo prima della pausa estiva in modo tale da porre le premesse per
lavorare intensamente sulla bozza costituzionale
da settembre. C'è poi la questione del nuovo presidente della Tbmm. Il mandato
di Koksal Toptan, che in due anni ha guidato il parlamento in modo
ineccepibile, scade il prossimo 22 luglio. E nonostante Toptan abbia detto che
gli piacerebbe correre per un secondo mandato, sembre che l'Akp non abbia
intenzione di ricandidarlo. Quindi il mese di luglio potrebbe essere quanto mai
"caldo" per la formazione di maggioranza.
( da "Targatocn.it"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Saluzzo: gli
avvocati prendono posizione sulla Procura Con un'apposita delibera, il
Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Saluzzo di cui è presidente Chiaffredo
Peirone ha preso duramente posizione in merito alla situazione critica che si
troverà ad affrontare la Procura della Repubblica di Saluzzo nei prossimi mesi,
alla luce dell'imminente e pressochè totale scopertura dell'organico a seguito
del trasferimento dei due Sostituti Procuratori. Come si potrà leggere, la
prospettiva è di assoluta gravità. Da un lato rischia di vanificare il gran
lavoro sin qui svolto in termini di razionalizzazione e smaltimento di
arretrati. Dall'altro rischia di paralizzare un fondamentale presidio di
legalità a tutela degli interessi non solo delle posizioni dei singoli
cittadini (siano essi parti offese od indagati) già al vaglio dell'Ufficio,
bensì dell'ordine pubblico in generale. Ne pubblichiamo integralmente i
contenuti. Il Presidente riferisce al Consiglio circa la nuova situazione di
grave disagio che viene a colpire il Tribunale, proprio all’indomani
dell’annunciata copertura (per il prossimo mese di settembre) di quattro
dei posti di Giudice in organico attualmente vacanti; nei giorni scorsi è
invero giunta la conferma del trasferimento (a richiesta) degli unici due Sostituti
della locale Procura (il Dott. Ascione a Milano e la Dott.ssa Centola a Lodi);
detti trasferimenti dovrebbero divenire operativi anch’essi
a settembre, ragion per cui, a partire da tale mese, il Tribunale di Saluzzo
dovrebbe essere
finalmente provvisto dei Giudici togati che si occupano dei processi
….. ma non più dei Magistrati che sostengono l’accusa! Al
riguardo, il Procuratore Capo Dott. Tamponi ha già lanciato un più che
giustificato grido d’allarme, attesi i tempi necessari e le prevedibili difficoltà
per la ricopertura dei due posti di Sostituto come sopra destinati a rimanere
vacanti a partire da settembre; tra l’altro, va dato atto al
Procuratore Capo medesimo che, in questi due anni, è stata compiuta (di
concerto con questo
Foro) una ciclopica opera di smaltimento 'selettivo' dell’arretrato
e parallelamente di rimessione in corrente dell’attività della Procura;
ragion per cui la situazione che sta per crearsi rischia di vanificare il
lavoro svolto dopo l’arrivo a Saluzzo dell’attuale Procuratore Capo, facendo
ripiombare nel caos gli uffici della Procura. Del resto la soluzione del
problema non è certo facile, posto che, nel breve si potrà solo supplire con
auspicabili applicazioni da altri Uffici Giudiziari, nel lungo … non si sa
proprio come! Va infatti rammentato che la normativa vigente richiede per
l’esercizio delle funzioni di Sostituto Procuratore, il previo svolgimento
per un periodo di almeno 5 anni delle funzioni di Giudice Collegiale (e questa
è la ragione per cui,
e non solo a Saluzzo, la mancata copertura dei posti di sostituto è destinata a
diventare la regola). Il Presidente chiede pertanto che il Consiglio voglia
discutere l’argomento ed assumere tutte le iniziative necessarie e/o
opportune per evitare l’affossamento della Giustizia nel nostro paese in genere e nel
circondario di Saluzzo in particolare. Il Consiglio, udita la relazione del
Presidente sopra riportata in estrema sintesi, dopo ampia ed approfondita
discussione con il fattivo apporto di tutti i Consiglieri, RITENUTA anzitutto l’eccezionale
gravità della situazione, atteso che la Procura della Repubblica rappresenta il
primo baluardo giudiziario della legalità nel contesto sociale, ragion per
cui l’affossamento (o almeno il gravissimo depotenziamento) di essa rischia di far
diventare il nostro circondario territorio di elezione da parte di chi della
legalità ne fa volentieri a meno; RITENUTO poi che sia paradossale rischiare la
paralisi o quasi dell’attività della Procura proprio in un
momento in cui
finalmente essa era stata rimessa nelle condizioni di funzionare “a
pieno ritmo”, con la possibilità che tra l’altro la sua azione
trovasse anche riscontro nell’auspicabile ritrovanda funzionalità degli
organi giudicanti; RITENUTO pertanto che alla situazione di cui sopra debba essere posto rimedio
preventivamente, onde evitare che si venga ad attuare un degrado irreversibile
delle condizioni di legalità nel nostro circondario; RITENUTO che ciascuno
debba farsi carico in proposito delle sue responsabilità, segnatamente gli
organismi giudiziari a ciò preposti prima per le eventuali applicazione del
caso e poi per la sollecita ricopertura dei due posti rimasti vacanti, quelli
politici per l’approvazione o comunque il mantenimento in
vigore di norme che in pratica
consentono il crearsi di situazioni quali quella della Procura di Saluzzo
(basterebbe che il trasferimento fosse consentito soltanto con lo scambio di
consegne; e forse bisognerebbe magari rivedere i requisiti per l’accesso
alla funzione di sostituto,
onde renderla meno rara) DELIBERA all’unanimità di invitare
ciascuno per quanto di sua competenza ad attivarsi onde evitare il degrado
della legalità del nostro circondario (ringraziando comunque il Procuratore
Capo per l’opera fin qui svolta ed esprimendogli la solidarietà del Foro per la situazione
venutasi a creare); MANDA al Presidente di assumere tutte le iniziative volte a
sollevare il problema, ricercandone e sollecitandone la soluzione, in ogni
competente sede; MANDA Al Segretario di inviare copia conforme della presente
al Signor Ministro della Giustizia On.le Angelino Alfano; al Consiglio
Superiore della Magistratura; al Signor Procuratore Generale presso la Corte di
Appello di Torino; alla Signor Primo Presidente della Corte di Appello di Torino;
al Signor Procuratore della Repubblica di Saluzzo; al Signor Presidente del
Tribunale di Saluzzo; a tutti i parlamentari eletti nel nostro circondario; ai
Sigg.ri Sindaci dei Comuni ricompresi nel circondario del Tribunale di Saluzzo.
Il Presidente: f.to Avv. Chiaffredo Peirone Il Segretario: f.to Avv. Maurizio
Bonatesta Nella foto, l'avvocato Chiaffredo Peirone Nicolò Bertola
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
"Diamo tempo al
tempo e tutti i nodi verranno al pettine. Prima è toccato a Luigi de Magistris,
poi a Clementina Forleo. Persone che hanno fatto fino in
fondo il proprio dovere e, per averlo fatto, sono state ingiustamente
colpite". Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia
dei Valori, commentando la decisione del Tar del Lazio di annullare il
trasferimento d'ufficio dell'ex gip di Milano disposto dal Csm.
( da "Virgilio Notizie"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Tar del Lazio ha
annullato il trasferimento d'ufficio dell'ex gip di Milano Clementina Forleo,
oggi giudice a Cremona. "Esprimo gioia per questa decisione del Tar del
Lazio - commenta l'ex pm di Catanzaro Luigi de Magistris, candidato alle Europee
nelle liste dell'Italia dei valori -. Clementina Forleo è un giudice di elevata
preparazione professionale, onesto, dall'apprezzabile passione civile e
coraggioso. E' stata colpita ingiustamente da un provvedimento
del Csm dopo essersi occupata della gravissima vicenda Unipol in cui erano
coinvolti anche noti politici". "In questa settimana - ricorda de
Magistris - sono state anche archiviate le infamanti accuse nei miei confronti
e, nonostante sia stata accertata l'assoluta correttezza del mio operato e le
gravi interferenze esercitate per ostacolare il mio lavoro e fermarmi,
il Csm mi ha trasferito di sede e mi ha tolto le amate funzioni di pm proprio
mentre indagavo su fatti gravissimi che coinvolgevano pezzi rilevanti delle
istituzioni. I magistrati di Salerno che stavano ricostruendo fatti di inaudita
gravità commessi ai miei danni sono stati trasferiti". "Credo che
questo Csm, organo che difenderò strenuamente per come delineato nella
Costituzione, abbia scritto pagine davvero buie - attacca de Magistris - per
l'indipendenza e l'autonomia della magistratura, colpendo magistrati che hanno
fatto solo il loro dovere e che dovevano essere difesi e non umiliati".
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Giustizia/ Di
Pietro: Forleo colpita per aver fatto suo dovere di Apcom Trasferita
ingiustamente, come de Magistris. Ma nodi al pettine -->Roma, 30 apr.
(Apcom) - "Diamo tempo al tempo e tutti i nodi verranno al pettine. Prima
è toccato a Luigi de Magistris, poi a Clementina Forleo. Persone
che hanno fatto fino in fondo il proprio dovere e, per averlo fatto, sono state
ingiustamente colpite". Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro,
presidente dell'Italia dei Valori, commentando la decisione del Tar del Lazio
di annullare il trasferimento d'ufficio dell'ex gip di Milano disposto dal Csm.
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Giustizia/ Tar
annulla trasferimento Forleo, De Magistris: Bene di Apcom L'ex pm: Csm ha
scritto pagine buie per la magistratura -->Roma, 30 apr. (Apcom) - Il Tar
del Lazio ha annullato il trasferimento d'ufficio dell'ex gip di Milano
Clementina Forleo, oggi giudice a Cremona. "Esprimo gioia per questa
decisione del Tar del Lazio - commenta l'ex pm di Catanzaro Luigi de Magistris,
candidato alle Europee nelle liste dell'Italia dei valori -. Clementina Forleo
è un giudice di elevata preparazione professionale, onesto, dall'apprezzabile
passione civile e coraggioso. E' stata colpita ingiustamente da un
provvedimento del Csm dopo essersi occupata della gravissima vicenda Unipol in
cui erano coinvolti anche noti politici". "In questa settimana -
ricorda de Magistris - sono state anche archiviate le infamanti accuse nei miei
confronti e, nonostante sia stata accertata l'assoluta correttezza del mio
operato e le gravi interferenze esercitate per ostacolare il mio lavoro e
fermarmi, il Csm mi ha trasferito di sede e mi ha tolto le amate funzioni di pm
proprio mentre indagavo su fatti gravissimi che coinvolgevano pezzi rilevanti
delle istituzioni. I magistrati di Salerno che stavano ricostruendo fatti di
inaudita gravità commessi ai miei danni sono stati trasferiti".
"Credo che questo Csm, organo che difenderò strenuamente per come delineato
nella Costituzione, abbia scritto pagine davvero buie - attacca de Magistris -
per l'indipendenza e l'autonomia della magistratura, colpendo magistrati che
hanno fatto solo il loro dovere e che dovevano essere difesi e non
umiliati".
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
R.D.Congo/ Elezioni,
corte costituzionale chiede
data "subito" di Apcom Perchè candidature siano depositate
conformemente alla legge -->Brazzaville, 30 apr. (Apcom) - La Corte costituzionale congolese ha chiesto alle autorità del Paese
di fissare "subito" la data delle elezioni presidenziali,
teoricamente previste a luglio. In un comunicato, la Corte costituzionale
ha chiesto "alle autorità competenti di fissare subito la data delle
elezioni presidenziali, perchè le candidature siano depositate conformemente
(...) alle disposizioni della legge elettorale". " Il deposito delle
candidature avviene almeno un mese prima dello scrutinio", ha chiarito
l'organismo, che ha in particolare come mandato di convalidare le elezioni. Nel
2007, la Corte costituzionale invalidò le elezioni
organizzate in alcune zone. Queste elezioni furono contraddistinte da frodi e
disfunzioni denunciate dagli osservatori dell'Unione africana (UA). Secondo i
termini costituzionali le elezioni presidenziali sono previste nei primi
quindici giorni di luglio. L'attuale presidente, Denis Sassou Nguesso, non si è
ancora espresso sulla sua eventuale ricandidatura. (fonte Afp)
( da "Wall Street Italia"
del 30-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Camera/ Donato a
Montecitorio archivio personale di Leopoldo Elia di Apcom Fini riceve i
familiari del giurista scomparso -->Roma, 30 apr. (Apcom) - E' stato firmato
oggi alla Camera dei deputati, dal presidente Gianfranco Fini, dalla vedova e
dalle figlie di Leopoldo Elia, l'atto di donazione all'Archivio storico della
Camera dell'archivio personale di Leopoldo Elia. Lo rende noto un comunicato
dell'ufficio stampa della Camera. Con la donazione di questo archivio, contenente
autografi, dattiloscritti e materiali a stampa, la famiglia di Leopoldo Elia ha
voluto onorarne la memoria, mettendo a disposizione degli studiosi e dei
giovani ricercatori il ricco patrimonio documentale che testimonia l'intera esperienza giuridica e politica dell'insigne
costituzionalista, docente universitario, giudice e Presidente della Corte costituzionale, deputato nella XII
legislatura e senatore, rispettivamente, nella X e XIII legislatura. L'insieme
delle carte sarà ordinato e inventariato a cura dell'Archivio storico della
Camera dei deputati. Ad esito di questa attività ne verrà pubblicato
l'inventario analitico, reso disponibile alla consultazione anche via internet.
( da "EUROPA ON-LINE"
del 30-04-2009)
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Commenti 30 aprile 2009 La moglie del Sultano C'è molto Pirandello nell'entrata
in scena della signora Veronica, donna moglie e madre offesa dalla politica e
dai comportamenti del Sultano. Condivido tutti i contenuti del soliloquio
dignità della politica, dignità delle donne, rispetto degli elettori (anche se
parecchi di loro non ne chiedono molto e preferiscono il divertimento, la gioia
dell'occhio e dell'udito). Ciò premesso, mancano nello sdegno della signora un
riferimento più esplicito al "caso Casoria", che forse non è quella
storiella di buoni sentimenti o di concupiscienza senili che si è data da bere
ai lettori; e manca il richiamo ai perché: cioè a quella che è la connection
capitali-tv prima della chiamata in politica delle veline, e a ciò che
continuerà ad essere anche dopo, siano o non siano candidate le veline. Contro
le quali non abbiamo nulla, sia chiaro, perché possono anche aver studiato e
meritato d'arrivare in televisione. Nessuno mi può giudicare, diceva la
canzone. Salvo il pubblico e il suffragio. Ma quando per circa un trentennio si
è offerto agli italiani, e alle italiane cosiddette casalinghe, il mondo in
rosa, il primato del bello e del leggero sul normale e impegnativo,
l'identificazione tra evasione nell'" ideale" e costruzione del
presente e del futuro, il "peccato" (per chi lo crede tale)
riscattato dalla proclamazione della trinità tradita Dio Patria Famiglia, la
trasformazione della libertà in comodo proprio, della cittadinanza in evasione
fiscale, elusione, abuso, condono, amnistia, amnesia, scudo protettivo; quando
l'illegalità, praticata nella prima repubblica come un furto da farsi di
nascosto, diventa nella seconda esibita e valorizzata "etica di
governo"; quando quest'etica diventa senso comune del paese: come si fa a
togliere dalle liste elettorali quelle e quelli che alla diffusione di tale
senso comune hanno prestato le loro curve e le loro facce? Ecco il punto. Se
nel trentennio Raiset, dopo le abominevoli calzemaglie delle gemelle Kessler
nell'Italia bacchettona e i micragnosi 45 minuti di calcio alla domenica,
fossero state alternate a conduttrici e veline desnude anche docenti,
scienziati, lavoratrici e lavoratori che non usano sabbia per costruire la vita
altrui, se agli interminabili pomeriggi di fiction e di pallone fossero state
frammiste indagini sulla società reale, questa probabilmente non sarebbe
diventata una società di spettatori e gli spettatori non avrebbero identificato
lo spettacolo con la politica. Una volta che simili identificazioni sono state
indotte negli individui e consacrate nelle urne, svuotando di contenuti la
cultura e la Costituzione della repubblica, è ovvio che l'artefice
incontrastato di tutto questo diventi Sultano, come lo definisce Sartori e
lamenta la signora Veronica; è ovvio che il Sultano governi, come qualunque
altro sultano, attraverso il rapporto col popolo prostrato e plaudente; è ovvio
che egli dica che la Costituzione scritta la cambia da solo perché non sta in
nessuna norma formale che debba essere cambiata insieme all'opposizione; è
ovvio che ringrazi Guzzetta e Segni di dargliene anche i numeri col loro
referendum e spernacchi perfino la Lega; è ovvio che faccia le liste come vuole
e con chi vuole, diventi il "papi" delle diciottenni come è diventato
il sogno delle loro madri; è ovvio che lamenti che anche Sky gli dia fastidio;
è ovvio che terremoto aiutando occupi quasi tutto lo spazio dell'informazione e
che la Rai abbia tardato fino ad oggi a comunicare i dati delle presenze in
aprile: anche perché nessuna autorità di controllo sembra abbia osato
sollecitarli. Dopo di che, ci spiace non solo per le tante donne che detestano
il "ciarpame senza pudore" delle liste, ma anche per i tanti
responsabili del paese che fremono per la propria dignità e indipendenza, compreso
il presidente della Rai che annuncia che nessuna nomina sarà fatta fuori del
consiglio d'amministrazione. Nobile impegno, ma come mantenerlo? Se nel tinello
di palazzo Grazioli, nel silenzio delle autorità di controllo, è stato deciso
di privatizzare cioè trasferire integralmente alla maggioranza, tutta Raiuno e
Raidue in aggiunta alle tre reti Mediaset, più il controllo di tutta la
produzione attraverso Publitalia, Fiction, Medusa, centri di spesa,
schiacciando le concorrenti Sipra e Rai-cinema; se, per caso, tutto questo è
stato deciso, e al consiglio d'amministrazione della Rai si presentano 5
consiglieri su 9 col pizzino in tasca; sarà pur vero che le nomine si fanno in
consiglio, ma la decisione è presa fuori. Come prima, ma più di prima. In una simile
morsa, anche gli spiriti più eletti ed eretti possono salvare ben poco della
loro autonomia. Così il Sultano si prende l'intero sistema dell'informazione
radiotelevisiva, addormenta i giornali, forma i gruppi parlamentari secondo i
suoi gusti, si appresta a imitare Semiramide che libito fe' lecito in sua legge
mettendolo nero su bianco nella Costituzione. Naturalmente,
da Napolitano a Garimberti, dalla corte costituzionale alla magistratura possono venire i "no" che le
authority (si fa per dire) non osano pronunciare. Quei no, forse, richiameranno
gli spettatori alla dignità di cittadini, che molti, come la signora Veronica,
trovano umiliata ed offesa. Federico Orlando
( da "Asca" del
30-04-2009)
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GIORNALISTI: IL 3/5
A NAPOLI 'GIORNATA MEMORIA VITTIME MAFIE E GUERRA'' (ASCA) - Napoli, 30 apr -
L'Associazione della Stampa napoletana, unitamente all'Ordine dei Giornalisti
della Campania e all'Unione cronisti Campania, ha organizzato per domenica
prossima, presso il foyer dell'Auditorium della Rai di Napoli, alle ore 10, la
'Giornata della Memoria per i giornalisti vittime di mafie, guerra e
terrorismo' patrocinata dalla Presidenza della Repubblica e con il sostegno
della Regione Campania, dell'Assostampa e dell'Ordine. Saranno presenti Enzo
Jacopino, segretario dell'Ordine nazionale dei Giornalisti; Antonio Valiante,
vicepresidente della Regione Campania; Dino Di Palma, presidente della
Provincia di Napoli; Francesco Amirante, presidente della
Corte Costituzionale; Enzo Colimoro, presidente dell'Associazione nazionale
della Stampa; Ottavio Lucarelli, presidente dell'Ordine dei giornalisti della
Campania; Renato Rocco, presidente dell'Unione cronisti della Campania; Guido
Columba, presidente dell'Unione nazionale cronisti. Interverranno, fra
gli altri, con le loro testimonianze, Paolo Siani e Alberto Spampinato.
Dqu/sam/alf (Asca)
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 30-04-2009)
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Il Csm Vitello nuovo
procuratore della Repubblica di Lamezia Terme ROMA. Salvatore Vitello è il
nuovo procuratore della Repubblica di Lamezia Terme. La nomina è stata decisa
oggi all’unanimità dal Plenum del Csm. Vitello è stato pm a Roma e si è occupato, tra l’altro,
di inchieste sul terrorismo, sui pacchi bomba a Roma, sugli anarchici, di
Telekom Serbia e del caso Welby. (30-04-09)
( da "Figaro, Le" del
30-04-2009)
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Burgaud : Chavigné
refuse d'être un «bouc-émissaire» Cyrille Louis 30/04/2009 | Mise à jour :
22:12 | Ajouter à ma sélection . --> EXCLUSIF - Le
substitut général continuera de siéger au sein de l'instance disciplinaire du CSM, malgré la «recommandation» formulée
à son encontre par le premier président de la Cour de cassation, Vincent
Lamanda. Le substitut général Xavier Chavigné ne suivra pas la «recommandation»
formulée jeudi par le premier président de la Cour de cassation.
Contacté par le Figaro, ce magistrat membre de l'instance disciplinaire de
Conseil Supérieur de la Magistrature indique qu'il entend continuer d'y siéger,
contrairement au souhait formulé par Vincent Lamanda. «Dans cette affaire, j'ai
désormais le sentiment d'être un bouc-émissaire, explique-t-il. Je n'entend
donc pas suivre cette recommandation et je continuerai de siéger en conscience
au sein du CSM, comme je l'ai d'ailleurs fait cette
après-midi en présence de mes collègues et du premier président.» Le 24 avril
dernier, les avocats du juge Fabrice Burgaud ont mis en cause l'impartialité de
Xavier Chavigné au motif qu'il a siégé au sein de l'instance disciplinaire
devant laquelle comparaissait leur client, sans préciser qu'il a, par le passé,
eu à connaître de l'affaire d'Outreau. Depuis, la défense du juge a annoncé son
intention de former un recours devant le Conseil d'Etat contre la «réprimande» qui
lui a été infligée. Prenant acte de cette démarche, Vincent Lamanda a
«recommandé» ce jeudi à Xavier Chavigné de se mettre en retrait jusqu'à ce que
le litige ait été tranché. «Pour ma part, je relève qu'aucune sanction n'a été
prononcée à mon endroit, ce qui est logique dans la mesure où aucune faute ne
peut m'être reprochée, explique Xavier Chavigné. Certes, alors que j'étais
normalement affecté à la chambre de la famille, j'ai siégé une fois à la
chambre de l'instruction de Douai le 26 août 2003, en remplacement d'un
collègue. Ce jour-là, nous avons eu à examiner deux demandes de
remise en liberté déposées par Dominique Wiel. Comme je n'étais qu'assesseur, je n'ai pas eu
l'occasion de lire le dossier. En tout nous n'avons pas dû passer
plus de vingt minutes sur cette affaire. C'est pourquoi, avec le temps, j'avais
complètement oublié ma brève implication. Par ailleurs, je relève qu'au mois
d'aôut 2003, le juge Burgaud n'étais déjà plus en charge du dossier depuis plus
d'un an. Aujourd'hui, je suis profondément blessé par cette polémique
malhonnête». » Le juge Burgaud écope d'un blâme