CENACOLO DEI COGITANTI |
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Articoli
Giustizia
(39)
senza toni da crociata
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Così operando (Corte costituzionale, ordinanza 334/08) i giudici hanno emesso provvedimenti di natura certamente giurisdizionale, con efficacia solo per il caso di specie, senza usurpare funzioni di produzione normativa o menomare l'esercizio del potere legislativo da parte del Parlamento, che potrà in qualsiasi momento intervenire.
Beppino Englaro un
perseguitato ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ma la corte Costituzionale ha rigettato il ricorso del Parlamento, e lo stesso Parlamento «ha votato un decreto finalizzato a stravolgere una sentenza passata in giudicato, situazione che non ha precedenti». Le ultime parole di Catalano sono sul Ddl in discussione: «non si vuole che la legge intervenga e invece con questo ddl dove non viene specificato nulla,
il governo contesta la
finanziaria regionale - roberto fuccillo
( da "Repubblica, La"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Palazzo Chigi ha impugnato davanti alla Corte costituzionale nientemeno che la legge finanziaria della Regione, varata nel gennaio scorso. Non si tratta ovviamente dell´intero documento. Il governo contesta solo due punti specifici, il più rilevante dei quali è quello col quale si fissava la non pignorabilità dei beni delle Asl.
legittimo l'arresto di
novi ma quante "irregolarità" - massimo calandri
( da "Repubblica, La"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: in particolare al Csm, di fare attenzione al conflittuale rapporto tra il procuratore Francesco Lalla e i suoi pubblici ministeri. La Suprema Corte ha bocciato l´ennesimo ricorso presentato dai difensori dell´ex presidente della Authority, ma ha al tempo stesso sottolineato la «irritualità» nel comportamento tenuto giusto un anno fa dai magistrati coinvolti nell´
suoni, cabaret, arte,
dibattiti ne "la città vista dalla luna"
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 28-02-2009)
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Giustizia
Abstract: indimenticato direttore del Csm di Pordenone, che da 10 anni rappresenta una voce autorevole nel nostro panorama editoriale. "La cultura fa 90?" sarà il tema della prima parte della serata e vedrà a confronto i curatori delle più importanti manifestazioni o realtà culturali della città nei settori del teatro, del cinema, della letteratura.
lo stagno di casaraccio
non è inquinato - pier luigi piredda
( da "Nuova Sardegna, La"
del 28-02-2009)
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Giustizia
Abstract: dai Segni e dai Berlinguer e buen retiro del vicepresidente del Csm, Nicola Mancino. L'immagine di Stintino è salva. E tutti, in verità molto pochi, sono tornati a casa contenti dal consiglio comunale, dopo le rassicurazioni fornite dagli esperti dell'Arpas (Agenzia regionale per la protezione delll'Ambiente della Sardegna) che hanno spiegato, con l'ausilio di grafici e tabelle,
Arresto di Novi, la
Procurabacchettata in Cassazione ( da "Secolo
XIX, Il" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il procuratore capo di Genova Francesco Lalla era già stato "assolto" dal Csm per le dichiarazioni rilasciate in seguito al "caso Henriquet" (il magistrato aveva espresso dissenso sull'operato del sostituto Francesco Pinto al quale si era sostituito in udienza) e - all'unanimità - anche a proposito del fascicolo nato dalle polemiche che accompagnarono l'arresto di Novi.
scuola cattolica e stato
laico ( da "Nuova
Sardegna, La" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale, ad esempio, sull'insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali ha affermato che nel nostro Ordinamento i principi di uguaglianza e di libertà religiosa, sanciti negli articoli 2, 3 e 19 della Costituzione" concorrono, con altri - ha spiegato il professor Aldo Casu, presidente della Fism -
<si lavoraper il
nuovotribunale> Procura: 25 in lizzaper il posto di Carli
( da "Secolo XIX, Il"
del 28-02-2009)
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Giustizia
Abstract: di Carli il comune raffica di domande al csm per chiavari Da lunedì il capo torna a fare il sostituto: gli aspiranti alla poltrona nCHIAVARI. «Nel sito del nuovo tribunale il cantiere è operativo». Lo assicurano gli assessori di Chiavari Antonio Segalerba (Urbanistica) e Giorgio Beaud (Lavori pubblici) rispondendo a chi si chiede come mai nell'area non si notino gli effetti dell'
il ruolo del pd
( da "Tirreno, Il" del
28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: intanto la sentenza della Corte Costituzionale che lo privava del monopolio televisivo per lui non vale e uguale sorte ha riservato alla sentenza della Corte Europea su Rete4. Sarà il caso di far capire agli italiani che Berlusconi i miliardi che lo hanno arricchito non li ha trovati nei giardini delle ville, le ha comprate con i soldi dei tele-consumatori,
Se parla il giudice il
fisco deve adeguarsi ( da "Italia
Oggi" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Va ricordato come la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 264 del 23 luglio 1997 non ha mancato di rilevare come ?il potere attribuito all'Amministrazione finanziaria di verificare l'eventuale rilevanza fiscale del fatto penalmente accertato, ai fini dei conseguenti provvedimenti, debba essere esercitato in conformità al principio,
Valide le vecchie cartelle
anonime ( da "Italia
Oggi" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale con la sentenza n. 58 del 2009 depositata il 27 febbraio. La pronuncia della Consulta riveste particolare importanza perché chiarisce il significato dell'ordinanza n. 377/07 della stessa Corte, sulla base della quale, larga parte della giurisprudenza di merito, ora smentita, aveva ritenuto di fondare le sentenze che concludevano per la nullità delle cartelle
Al momento il posto di
procuratore capo è vacante. Il titolare è ancora Ugo Paolillo il qu...
( da "Messaggero, Il (Rieti)"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Paolillo ha infatti presentato -
attraverso l'avvocato Pietro Carotti che l'ha già difeso con successo davanti
al Tar - ricorso alle Sezioni Unite della Cassazione contro il provvedimento
assunto dal Csm nel dicember
A Rieti era giunto con una
missione precisa: riportare serenità in un ufficio lacerato ...
( da "Messaggero, Il (Rieti)"
del 28-02-2009)
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Giustizia
Abstract: Uno è stato già nominato dal Csm e viene dalla Sicilia, la mia terra d'origine, l'altro sarà applicato dalla sezione distrettuale in attesa che venga nominato il titolare. Un organico completo in grado di far fronte a ogni esigenza. Di certo è stata un'esperienza importante - sottolinea il procuratore - e impegnativa, ma grazie alla collaborazione di tutti l'
Condono edilizio, paletti
alle regioni ( da "Italia
Oggi" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Lo ha stabilito la Corte costituzionale che con la sentenza n. 54/2009, depositata ieri in cancelleria e redatta da Ugo De Siervo, ha bocciato l'ennesima legge regionale per violazione delle prerogative statali. Questa volta a essere finita nel mirino della Consulta è stata una legge della Basilicata, la n.
Se i principi cedono al
gettito ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: CARTELLE MUTE Se i principi cedono al gettito L a Corte costituzionale ieri ha fatto salva l'irretroattività della regola del milleproroghe del 2007 con cui era stata sancita la nullità delle cartelle esattoriali mute (prive del responsabile del procedimento). La norma infatti faceva decorrere i propri effetti dal 1Úgiugno 2008, salvando tutto il pregresso.
Cartelle mute, sanatoria
in salvo ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale promuove la disposizione introdotta nel decreto legge 248 del 2007 Cartelle mute, sanatoria in salvo L'omissione del responsabile sanzionata solo a partire dal 1Ú giugno 2008 Antonio Criscione ROMA Restano mute, ma pienamente operanti la cartelle emesse primadel1 Úgiugno2008(comestabilito dal Dl 248/
Gli uffici possono
rinviare i termini ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Lo ha affermato la Corte costituzionale (presidente Francesco Amirante, redattore Franco Gallo), con la sentenza 56 depositata ieri. Secondo la Consulta, nel caso in cui la proroga del termine riguardi un atto processuale, non viene leso né il principio del contraddittorio né il diritto di difesa del contribuente.
Niente condono in aree
vincolate ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-02-2009)
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Giustizia
Abstract: secondo la sentenza della Corte costituzionale 54/2009. Ma il caso deciso interessa anche altre Regioni, riguardando costruzioni prive di tamponature laterali ed eseguite in zone vincolate. Per ciò che riguarda la struttura condonabile, la Basilicata aveva previsto (legge 25/2007) la condonabilità anche per costruzioni prive dei muri perimetrali.
BERLINO - Già l'iniziativa
del ministro per la famiglia Von der Leyen di sopprimere tutti i sit...
( da "Messaggero, Il"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Per non parlare delle misure più drastiche come la castrazione chimica o i bracciali elettrici proposti più volte dal centro destra ma bloccati sul nascere dalla Corte costituzionale. L'iniziativa più efficace nella lotta contro la pedofilia in Germania resta così quella preventiva avviata che offre terapie intensive a potenziali pedofili intenzionati a "guarire". W. R.
BASTA CON I TONI DA
CROCIATA ( da "Nuova
Ferrara, La" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Così operando (Corte costituzionale, ordinanza 334/08) i giudici hanno emesso provvedimenti di natura certamente giurisdizionale, con efficacia solo per il caso di specie, senza usurpare funzioni di produzione normativa o menomare l'esercizio del potere legislativo da parte del Parlamento, che potrà in qualsiasi momento intervenire.
<Nessun senso di colpa
Avanti con i blocchi selvaggi>
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Se una azienda non rinnova i contratti o viola le regole non le succede nulla». Ora che cosa accadrà? «Se il governo continua su questa strada risponderemo con tutti gli strumenti a disposizione. E poi vediamo che cosa dice la Corte costituzionale. La partita è tutta da giocare». Olivia Posani
Pignoramenti Asl, Governo
contro Regione ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che sarà la Corte costituzionale a dover entrare nel merito delle norme per decretarne la legittimità o meno, dal centrodestra viene vista come una sorta di preambolo al commissariamento della sanità campana. D'altronde basta ricordare che la scorsa settimana un giudice napoletano già aveva ritenuto non legittimo l'articolo per cui era stata disposto il pignoramento dei beni dell'
Mancino: <Non c'è
pluralismo senza efficienza> ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 28-02-2009)
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Giustizia
Abstract: vicepresidente del Csm, ha partecipato ieri, insieme con il professor Vincenzo Atripaldi, alla presentazione del libro «Il multiculturalismo», edito da Guida e curato da Ugo Piscopo e dai magistrati Giuseppe Borrelli, Lorenzo Orilia e Dario Raffone. L'Europa, ha detto Mancino, vive una fase di depressione nella quale i flussi migratori possono determinare squilibri e problemi.
La medicina sostenibile
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 28-02-2009)
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Giustizia
Abstract: e dal discorso del presidente emerito della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola (nella foto). Interventi dei direttori scientifici del corso Raffaele Calabrò e Antonio Giordano, di Onofrio Palombella, Giuseppe Nardini, Roberto Lorusso e Giovanni Pizza. L'evento sarà chiuso da una testimonianza video dello scrittore Andrea Camilleri.
<Appalti pubblici,
regole chiare> ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Le recenti osservazioni della Corte Costituzionale alla legge regionale sugli appalti non hanno aiutato gli enti pubblici a ritrovare fiducia e serenità nella loro azione amministrativa. Il rischio di ritrovarsi ancora in mezzo a ricorsi e contenziosi continua a dominare la scena, determinando così una situazione di estrema incertezza».
Il <Risiko> dei
giudici: valzer di poltrone nelle aule del palazzo
( da "Giornale.it, Il"
del 28-02-2009)
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Giustizia
Abstract: avvocato a Milano: una incompatibilità che ora il Csm deve avere ritenuto superata (o almeno, in qualche modo, superabile). Novità in arrivo anche per la giustizia civile, dove alla carica di presidenti di sezione la commissione del Csm ha nominato Elena Riva Crugnola, Laura Cosentini, Carla Maria Gatto e Filippo Lamanna.
l'assessore febbo apre
alle critiche del comitato verde ( da "Centro,
Il" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: al giudizio della Corte costituzionale. «Quella legge che ho votato, che ci ha dato la possibilità di riflettere e di cercare una soluzione è sbagliata dal punto di vista della legittimità, quindi deve essere superata», aggiunge l'assessore, «la proponessero loro, quelli del comitato, una legge che abbia i requisiti di costituzionalità oltre a rispettare le normative comunitarie.
Valle Telesina: Canone
depurazione Il Consiglio non decide
( da "Sannio Online, Il"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte Costituzionale ? ha spiegato il primo cittadino - ha stabilito con la sentenza numero335/2008 che il canone di depurazione applicato sulla bolletta dell?acqua, in quanto componente tariffaria di un servizio non è dovuto se il relativo impianto è assente ovvero sia, anche temporaneamente, fuori servizio?
Pignoramenti: no del
Governo ( da "Denaro,
Il" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione. Analogamente, la Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di un'altra Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione
<Serve un nuovo
Palagiustizia>Ragusa. ( da "Sicilia,
La" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Non appena il Csm avrà approvata la tabella di organizzazione del lavoro, il dott. Vincenzo Saito e il dott. Vincenzo Ignaccolo, avendo superato il periodo massimo di dieci anni, lasceranno l'ufficio del gip-gup per occuparsi di altra attività nel settore Civile;
Tempo lungo, sindaci al
cospetto della Gelmini ( da "Gazzettino,
Il (Padova)" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ora gli stessi esponenti si stanno scagliando contro la cancellazione del tempo lungo. Mi sembra una contraddizione. La Regione Veneto potrebbe anche impugnare i provvedimenti davanti alla Corte Costituzionale perché è stata lesa la sovranità regionale relativa ai servizi scolastici". Francesco Cavallaro
Partono i saldi sugli
affitti dei negozi ( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: si è parlato della sentenza della Corte costituzionale che cancella la tassa di depurazione a carico di chi non beneficia del servizio; della prescizione ora fissata in 5 anni dell'obbligo di pagare le spese di condominio; del decreto Mille proroghe che muta il sistema di aggiornamento dell'Istat per i contratti di locazione a uso diverso da quello abitativo;
CARMEN FUSCO CANONI PER LA
DEPURAZIONE NON DOVUTI: Sì AL RIMBORSO MA NON PRIMA DELL'AUTUNNO....
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presentati dagli utenti in virtù di una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato non dovuto il versamento della quota di tariffa riferita al servizio di depurazione delle acque «nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi». Sull'argomento il Parlamento ha infatti stabilito, che in attuazione della pronuncia della Suprema Corte,
SULLA NORMA IMPUGNATA DAL
GOVERNO SI ESPRIMERà LA CORTE COSTITUZIONALE, MA INTANTO LA REGIONE C...
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 28-02-2009)
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Giustizia
Abstract: Sulla norma impugnata dal governo si esprimerà la Corte Costituzionale, ma intanto la Regione cerca una strada alternativa che passi dalla modifica della legge contestata. Lo conferma il vicepresidente della giunta Antonio Valiante. «Esistono pareri contrastanti tra i giuristi sulla presunta incostituzionalità del testo.
PAOLO MAINIERO IL GOVERNO
HA IMPUGNATO DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE LA NORMA DELLA FINANZIAR...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la norma della finanziaria regionale che prevede la non pignorabilità dei beni delle Asl, delle aziende ospedaliere, dei policlinici. La proposta di impugnare la norma contenuta nell'articolo 25 (comma 2) della finanziaria 2009 era stata avanzata dal ministero degli Affari regionali e ieri è stata accolta dal consiglio dei ministri.
Sconfitta cercata Sartori
( da "Corriere.it" del
28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: non abbia alzato un dito per aiutare e anche costringere la giustizia a funzionare. La sinistra fa bene a difendere il potere giudiziario dagli assalti interessati di Berlusconi. Ma fa male a non difendere un cittadino così mal servito da una giustizia, diciamolo pure, ingiusta. Giovanni Sartori stampa |
Genchi/ Gasparri: Perche'
nessuna conseguenza per ( da "Virgilio
Notizie" del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Rutelli ed essendo stata informata la magistratura, mi chiedo come mai chi ha diretto attività incredibili svolga ancora funzioni attive nelle file della magistratura. Credo che ci sia lavoro immediato per Procure, Csm, Guardasigilli e Polizia penitenziaria".
Centri privati, l'Enpam
chiede i contributi ( da "Napoli.com"
del 28-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha proposto ricorso innanzi la Corte Costituzionale, ritenendo l?art. 1, comma 39, della richiamata norma, lesivo dei principi sanciti agli artt. 2, 3, 38, 41 e 53 della Costituzione. Con Ordinanza n. 252 del 25.6.2008, tuttavia, la Corte Costituzionale ha dichiarato la manifesta inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionali sollevate dal Tribunale di Roma.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
DIRITTO E VITA SENZA
TONI DA CROCIATA di GIAN CARLO CASELLI La notizia dell'apertura di un fascicolo
per omicidio volontario nei confronti di 14 persone in relazione alla dolorosa
vicenda di Eluana Englaro porta innanzi tutto a dire che il procuratore di
Udine ha dato in precedenti occasioni della stessa vicenda prova di
professionalità e indipendenza. Perciò non resta che attendere. Diranno gli
sviluppi se si tratta o meno di un atto dovuto. Nel frattempo, i commentatori
di fronte a problemi che investono la vita e la morte dovrebbero sforzarsi di
argomentare con pietà e rispetto. Senza che dogmatismi (men che mai crudeltà o
cinismi) prevalgano su umanità e diritto, come troppo spesso è fin qui
avvenuto. Ora, punto di partenza (non unico, ma certo fondamentale) per ogni
riflessione sono le sentenze con cui Cassazione e Corte d'appello di Milano han
riconosciuto l'esistenza di un diritto individuale a non essere più
medicalmente assistiti contro la propria volontà (purché provata in base a
elementi chiari, univoci e convincenti) quando il malato giaccia da moltissimi
anni in stato vegetativo permanente irreversibile, senza che vi sia alcun
fondamento medico che lasci supporre la benché minima possibilità di recupero.
A fronte dell'attuale carenza di una specifica disciplina legislativa, il
valore primario e assoluto dei diritti coinvolti ha imposto ai giudici di
intervenire per una loro immediata tutela: attraverso una delicata opera di
ricostruzione della regola di giudizio. Tutto questo nel quadro dei principi
sanciti e presidiati nella Costituzione, che è cardine del nostro ordinamento,
non un pezzo di carta inutile e fastidioso. Così operando
(Corte costituzionale,
ordinanza 334/08) i giudici hanno emesso provvedimenti di natura certamente
giurisdizionale, con efficacia solo per il caso di specie, senza usurpare
funzioni di produzione normativa o menomare l'esercizio del potere legislativo
da parte del Parlamento, che potrà in qualsiasi momento intervenire. In
sostanza, i giudici hanno fatto nient'altro che il loro dovere. Con logica
argomentativa sempre scrupolosa, con motivazioni serrate e al tempo stesso intrise
di «partecipata personale sofferenza», hanno assunto decisioni su un'istanza
che andava «inevitabilmente accolta», prevedendo nel contempo «modalità tali da
garantire un adeguato e dignitoso accudimento accompagnatorio della persona».
Attenzione: nessun avallo a un preteso diritto assoluto di morire. L'esistenza
di un diritto di natura costituzionale a che la vita
segua il suo corso naturale, senza interventi artificiali esterni quando siano
più dannosi che utili o non proporzionati o non tollerabili, non deve essere
confuso col diritto di eutanasia, fino a oggi non riconosciuto nel nostro
ordinamento. Dunque, si ragioni secondo i principi di uno Stato moderno, nel
quadro di uno stato di diritto. Senza toni da crociata, senza odio e ferocia.
Cercando (sono parole del vescovo di Udine) di «ritrovare la forza di vivere da
fratelli».
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
IL CASO ELUANA. Ieri
sera il dibattito alla scuola «Bettinzoli» «Beppino Englaro un perseguitato»
STEFANO CATALANO di Lucilla Perrini Sembra che alla vicenda di Eluana Englaro
non si possa ancora mettere la parola fine. È notizia di ieri che la Procura di
Udine ha iscritto nel registro degli indagati il padre Beppino Englaro e altre
13 persone con l'ipotesi di omicidio volontario aggravato per la morte di
Eluana. Per questo il legale della famiglia, l'avvocato Angiolini, che ieri era
atteso nella scuola Bettinzoli di Brescia, invitato da Giustizia e Libertà e
dal Movimento per la scelta, ha declinato l'invito per motivi deontologici. Al
suo posto Stefano Catalano, ricercatore di Diritto pubblico all'Università
degli Studi di Milano, che ha ripercorso con precisione e rigore tutte le tappe
giuridiche che hanno scandito questa drammatica vicenda. UN RIGORE ancora più
apprezzabile dopo le polemiche e l'emotività che negli ultimi mesi hanno
occupato ogni dibattito, ogni spazio di discussione e di formazione
dell'opinione pubblica. «Englaro è diventato ormai un simbolo ed è come se si
fosse scatenata una persecuzione nei suoi confronti - afferma Catalano -.
L'indagine è comunque un atto dovuto, perché nel momento in cui ci sono degli
esposti da parte dei cittadini, il magistrato ha il dovere di fare luce, per
tutelare in primo luogo la persona coinvolta». Davanti a un folto pubblico
Catalano ha spiegato tutte le sentenze, dalla prima, del Tribunale di Lecco del
1999, all'ultima datata 9 luglio 2008. Nove anni, nove decisioni, intorno a due
interrogativi principali. È possibile rinunciare alle cure? E che cosa succede
se il malato è incapace di intendere e volere? «Il diritto alla cura - spiega -
è sancito dall'articolo 2 e 32 della nostra Costituzione ed è diritto a
preservare la nostra salute, ma anche diritto a rinunciare alle cure». Nel 2007
la Corte di Cassazione sentenzia che per il principio di uguaglianza, se anche
la persona è interdetta, si deve rispettare il diritto a rinunciare alla cura.
In questo caso può decidere il tutore, ma come essere certi che il tutore
decida secondo la volontà del malato? «La Corte di Cassazione - continua
Catalano - ha posto due limiti: la persona deve essere in stato vegetativo
permanente e irreversibile e la volontà del malato si deve ricavare
dall'orientamento filosofico, religioso e morale della persona». LE ULTIME
TAPPE del percorso giudiziario di Englaro sono il ritorno alla Corte di
Appello, che ha concluso che Eluana avrebbe espresso quella volontà se avesse
potuto esprimersi, e quindi il diritto di Beppino Englaro di chiedere la
cessazione dei trattamenti. È a quel punto che «dopo 17 anni passati da Englaro
a chiedere alle istituzioni e alla politica di prendere una posizione, che la
politica di colpo si risveglia e interviene, ritenendo che la Cassazione abbia
sconfinato nel terreno legislativo del Parlamento, inventando un diritto invece
di applicarlo». Ma la corte Costituzionale ha rigettato il ricorso del Parlamento, e lo
stesso Parlamento «ha votato un decreto finalizzato a stravolgere una sentenza
passata in giudicato, situazione che non ha precedenti». Le ultime parole di
Catalano sono sul Ddl in discussione: «non si vuole che la legge intervenga e
invece con questo ddl dove non viene specificato nulla, per esempio,
riguardo all'eutanasia: si consegna ai giudici un potere enorme, si vorrebbe
limitarlo e invece lo si amplia».
( da "Repubblica, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina I - Napoli Il
caso Il governo contesta la Finanziaria regionale ROBERTO FUCCILLO è SCONTRO
fra il governo e la Regione. Palazzo Chigi ha impugnato davanti
alla Corte costituzionale
nientemeno che la legge finanziaria della Regione, varata nel gennaio scorso.
Non si tratta ovviamente dell´intero documento. Il governo contesta solo due
punti specifici, il più rilevante dei quali è quello col quale si fissava la
non pignorabilità dei beni delle Asl. SEGUE A PAGINA III
( da "Repubblica, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina XIII - Genova
La Cassazione a sezioni riunite critica il comportamento della procura genovese
Legittimo l´arresto di Novi ma quante "irregolarità" Nel mirino la
spaccatura tra Lalla e i suoi pm Sottolineata la "irritualità del percorso
adottato" per arrivare al provvedimento MASSIMO CALANDRI UNA Procura
divisa e vittima delle sue stesse contraddizioni. Le motivazioni della recente
sentenza della Cassazione a sezione unite sul «caso Novi» restituiscono un´infelice
immagine di alcuni uffici giudiziari genovesi. E suggeriscono a tutti, in particolare al Csm, di fare attenzione al conflittuale
rapporto tra il procuratore Francesco Lalla e i suoi pubblici ministeri. La
Suprema Corte ha bocciato l´ennesimo ricorso presentato dai difensori dell´ex
presidente della Authority, ma ha al tempo stesso sottolineato la «irritualità»
nel comportamento tenuto giusto un anno fa dai magistrati coinvolti nell´inchiesta.
La Cassazione parla di «irregolarità» tanto del capo quanto dei suoi sostituti,
sostenendo però che tutto questo riguarda «esclusivamente l´organizzazione
interna dell´ufficio della procura», ed abbia «valenza meramente ordinamentale
e disciplinare». Vale la pena di ricordare che Giovanni Novi - accusato di aver
truccato la spartizione del Multipurpose, di aver concusso i Messina e di avere
indebitamente finanziato la Compagnia Unica � finì per due settimane agli
arresti domiciliari. La decisione fu presa dal gip Franca Borzone, accogliendo
la richiesta di misura cautelare presentata dai pm Walter Cotugno, Mario
Morisani ed Enrico Zucca. Gli inquirenti presentarono un documento atipico,
perché in calce riportava un atipico via libera sottoscritto da Lalla: il
procuratore, non contestando la sostanza processuale ma spiegando che a suo
parere Novi non si era mai messo un centesimo in tasca, disponeva l´inoltro
della richiesta rimarcando però il suo personale «non assenso» agli arresti
domiciliari. Da allora gli avvocati di Novi ricorrono contro quella ordinanza
di custodia cautelare sostenendone l´invalidità, proprio perché orfana
dell´assenso del capo. Il primo appello al Tribunale del Riesame era stato
rimandato al mittente, i giudici avevano ricordato che la detenzione era
comunque «giusta» perché sussisteva «un grave quadro indiziario». E l´appunto
in calce firmato da Lalla? Non era indispensabile e non ha «invalidato» l´atto,
ha definitivamente stabilito la Cassazione. Tutto è stato fatto secondo le
regole. Ma resta la «irritualità del percorso adottato». Il Csm è già a conoscenza
da tempo della situazione e ha preso atto delle riflessioni dei pm: a suo tempo
Cotugno e Zucca, ma anche Morisani, che da procuratore aggiunto supervisionava
già l´inchiesta, avevano preferito prendere tempo di fronte ai dubbi di Lalla;
era stato lo stesso procuratore a decidere di inoltrare la richiesta,
aggiungendo però quella nota che è stata fonte di molte perplessità. E della
recente, chiarissima censura della Cassazione.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Domani al teatro
Verdi il meeting per celebrare il decennale della rivista
"L'ippogrifo" Suoni, cabaret, arte, dibattiti ne "La città vista
dalla luna" PORDENONE. Prenderà il via domani alle 17.30, al Verdi, la
festa per il decennale della fondazione della rivista "L'ippogrifo":
sarà anche un momento di riflessione su una città che da tempo coniuga
imprenditoria e cultura. Tra musica e divertimento, cabaret e spettacolo, non
mancheranno infatti i dibattiti: un ricco programma racchiuso nel significativo
titolo scelto per la manifestazione, "La città vista dalla luna". Nel
ruolo di presentatori i Papu, alla regia Ferruccio Merisi. Come convivono, a
Pordenone, la produttività e il sapere, il mito del lavoro e il piacere di
"fare" cultura? Come procedono queste due realtà? Parallele l'una
all'altra o foriere di reciproche contaminazioni? Muovendo da queste domande si
aprirà la festa dell'Ippogrifo, la rivista promossa dall'associazione Enzo
Sarli, indimenticato direttore del Csm di Pordenone, che da
10 anni rappresenta una voce autorevole nel nostro panorama editoriale.
"La cultura fa 90?" sarà il tema della prima parte della serata e
vedrà a confronto i curatori delle più importanti manifestazioni o realtà
culturali della città nei settori del teatro, del cinema, della letteratura.
Un'occasione per ripercorrere le vicende di quanti hanno portato Pordenone a
guadagnarsi un suo prestigio nel panorama nazionale, guardando allo stesso
tempo alle contraddizioni e alle prospettive dell'offerta di cultura in città.
«E visto che l'arte e la cultura sono indispensabili per perseguire la nostra
incerta umanizzazione» sottolineano gli organizzatori presentando la giornata
«che farà discutere le idee, bisogna pure che ci sia un governo dei flussi di
persone, etnie, idee, imprese e iniziative che irrorano, oggi più che mai, il
tessuto connettivo di una città». Così, sull'arte di governare e disegnare il
futuro delle nostre città, ma anche per riflettere su come si fa politica e
amministrazione mettendo la propria faccia davanti agli elettori, dibatteranno,
seguendo il tema "Disegnare il futuro", tre sindaci: quello di
Pordenone, Sergio Bolzonello, Flavio Zanonato (Padova) e Flavio Tosi Verona). E
poi, spazio all'intrattenimento con la musica (Capitan Jive, Farandola, il
centro chitarristico Tarrega, Accusani&Toffolo, Cesselli&De Mattia) e
con l'arte (Stefano Jus, Fulvio Tesolin e Marco Tracanelli). Il tutto, condito
dal'humour dei Papu. Il titolo dell'evento è "La città vista dalla
luna". Cristina Savi
( da "Nuova Sardegna, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Gli esperti
dell'Arpas hanno rassicurato amministrazione e cittadini Lo stagno di
Casaraccio non è inquinato Infuocata seduta di consiglio comunale: «Salvata
l'immagine di Stintino» Le polemiche esplose dopo l'esito preoccupante di una
ricerca degli studenti dell'Itas di Sassari PIER LUIGI PIREDDA STINTINO.
«...anche ipotizzando un'intromissione di reflui trattati provenienti
dall'impianto di depurazione del comune, non si può ritenere che possano
influire sulla qualità ambientale della acque del bacino ... in considerazione
dell'andamento generale dei vari parametri chimico fisici, dei
macrodescrittori, dei valori degli enterococchi e della comunità fitoplantonica
ritrovata, lo stato dello stagno di Casaraccio si può considerare buono». E per
Stintino e gli stintinesi è la fine di un incubo. Non ci sono tracce
d'inquinamento nello stagno alle porte del borgo marinaro amato dai Segni e dai Berlinguer e buen retiro del vicepresidente del
Csm, Nicola Mancino. L'immagine di Stintino è salva. E tutti, in verità molto
pochi, sono tornati a casa contenti dal consiglio comunale, dopo le
rassicurazioni fornite dagli esperti dell'Arpas (Agenzia regionale per la protezione
delll'Ambiente della Sardegna) che hanno spiegato, con l'ausilio di grafici e
tabelle, le condizioni dello stagno dal punto di vista ambientale.
Allarme rientrato. Ma quanta rabbia e amarezza da parte del sindaco Antonio
Diana e degli amministratori. Anche se è sembrato che agli altri stintinesi la
questione non interessasse più di tanto: chi si aspettava la sala gremita e in
trepidante attesa dell'esito degli «oracoli» dell'Arpas, è rimasto deluso.
Poche persone, nessuno dei pescatori, dei lavoratori o dei proprietari dello
stagno e, stranamente, neppure un rappresentante della scuola, l'Itas (istituto
tecnico attività sociali) di via Solari a Sassari, che aveva sollevato il
polverone con la presentazione, in un'aula magna gremita, del circostanziato lavoro
didattico di analisi sullo stato delle acque degli stagni di Casaraccio e di
Pilo da cui era emerso un verdetto impietoso: «Sono due fogne cielo aperto».
«Ma quali fogne? - ha tuonato in apertura di seduta il sindaco Antonio Diana,
che per una volta ha perso la consueta pacatezza per lanciarsi in un'accorata
difesa del suo paese -. Più ambientalisti di noi nel nostro territorio non ce
ne sono. Ce lo teniamo caro e lo custodiamo con la massima attenzione. Se ci
fossi stato io, quel giorno, alla presentazione di quel lavoro - ha aggiunto il
sindaco, lanciando una frecciata, senza però fare nomi, ai due consiglieri
della minoranza che avevano partecipato all'incontro organizzato dalla scuola
professionale - avrei difeso Stintino con i denti e non avrei permesso che
venisse infangato. Gli studenti hanno fatto un ottimo lavoro di ricerca, ma
l'hanno presentato senza contradditorio e così non è stata data a Stintino, che
io e la mia amministrazione rappresentiamo, la possibilità di difendersi,
spiegare». Poi, la parola è passata ai due tecnici dell'Arpas, invitati a
partecipare alla seduta di consiglio, incentrata sull'argomento: stagno di
Casaraccio «visto che quello di Pilo non ci riguarda perchè non ricade nel
nostro territorio e comunque non è assolutamente interessato dagli scarichi del
depuratore di Pozzo San Nicola». «Lo stagno di Casaraccio è un Sic, un sito di
interesse comunitario, che dev'essere tenuto sotto controllo con particolare
attenzione - ha spiegato Pietro Caria, direttore dell'Attività laboratoristica
dell'Arpas -. Il nostro monitoraggio è continuo dal 2002 con controlli mensili
in diversi punti dello specchio acqueo. Il suo stato è da considerarsi
complessivamente buono, nonostante una situazione al limite non sono stati
rilevati elementi per poter dire che lo stagno sia una fogna a cielo aperto. Ci
sarebbe stato da preoccuparsi se avessimo riscontrato mancanza di ossigeno, ma
anche su questo fronte - ha concluso il tecnico dell'Arpas - abbiamo sempre
riscontrato valori molto oltre la soglia di criticità». Ancora con più
decisione e critica sulla ricerca degli studenti dell'Itas, che qualche
subbuglio deve averlo sicuramente procurato a livello regionale, è stata Marisa
Mameli, direttore del Servizio controlli delle attività di campo dell'Arpas. «I
parametri utilizzati dagli studenti non hanno più significato - ha detto la
dirigente, che si è soffermata a spiegare quali siano le nuove rigide nornative
in tema ambientale, a livello europeo e mondiale, a cui ci si deve attenere -.
Si è addirittura parlato di alghe tossiche, seminando un tantino di panico. No,
la presenza di alghe non è assolutamente nociva, qualcuna potenzialmente
tossica è stata anche evidenziata ma non ha proliferato. Per noi - ha concluso
Marisa Mameli -, lo stagno di Casaraccio è in buone condizioni e sta molto
meglio di tanti altri della Sardegna». Chiusa la parentesi tecnica, che tutti
hanno ascoltato con grande attenzione, il consiglio si è nuovamente spostato
sul piano politico. Dopo il sindaco, sono intervenuti gli assessori Antonella
Mariani, Angelo Moschella, Angelo Schiaffino e, soprattutto, il presidente del
consiglio comunale Gavino Pipia, che hanno manifestato il loro disappunto «per
una vicenda che ha infangato Stintino ingiustamente». Poi, la parola è passata
alla minoranza. Stefano Stacca, da docente scolastico ha difeso il lavoro degli
studenti, insinuando però un dubbio: «Non crediamo al complotto contro
Stintino, ma dobbiamo capire perchè questo attacco?» Più defilati, gli altri
due consiglieri di minoranza, Alessandro Maggiolo e Antonio Diana, che avevano
partecipato a quell'incontro con gli studenti dell'Itas. Antono Diana ha solo
chiesto chiarimenti sul collaudo del depuratore, mentre Maggiolo ha spiegato di
aver partecipato perchè invitato dalla scolaresca che aveva fatto la ricerca.
«Subito dopo - ha aggiunto - abbiamo contattato un esperto per capire meglio la
situazione e ora chiediamo al sindaco di monitorare lo stagno con attenzione».
( da "Secolo XIX, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Arresto di Novi, la
Procurabacchettata in Cassazione genova "Irrituale" e
"irregolare" il contrasto tra il procuratore capo Lalla e i pm
Genova. «Irritualità del percorso adottato dai protagonisti della vicenda».
«Irregolarità disciplinare». Nel linguaggio freddo della giustizia sono
scoppole capaci di lasciare il segno. Le hanno indirizzate le sezioni unite
penali della Corte di Cassazione alla Procura di Genova e in particolare al suo
capo, Francesco Lalla, pronunciandosi sul ricorso contro l'arresto dell'ex
presidente dell'Autorità portuale Giovanni Novi con l'accusa di turbativa
d'asta e truffa. Il provvedimento scattò un anno fa, al culmine dell'inchiesta
sulla spartizione dei moli del porto genovese. Il risultato diretto è stato un
secco no alla richiesta di cancellazione di quell'arresto, che si tradusse in
undici giorni di domiciliari (passato al vaglio univoco di cinque giudici). Ma
l'eco del provvedimento, già trasmesso per competenza al Consiglio superiore
della magistratura, investe i protagonisti di quell'indagine, che si trova a un
passo dalla richiesta di rinvio a giudizio. Perché il procuratore capo Lalla
mise per iscritto il suo dissenso alla richiesta di arresto di Novi, ponendosi
apertamente in contrasto con i sostituti ai quali aveva affidato le indagini:
Walter Cotugno, Mario Morisani ed Enrico Zucca. La risposta dei pm al loro capo
fu chiara e altrettanto formale (scritta in un corposo scambio di email interne
e riservatissime): senza il suo assenso avrebbero preferito fermarsi, bloccando
la loro iniziativa. La decisione di Lalla fu di fatto una "non
decisione" dagli effetti potenzialmente devastanti, di fronte al giudice
per le indagini preliminari, per la credibilità dei tre pm e delle loro accuse.
La richiesta, con la Procura spaccata, andava presentata comunque, nonostante
il dissenso scritto a commento del "visto si inoltri" del procuratore
capo, il quale riteneva fosse più consigliabile la richiesta di una misura meno
pesante dell'arresto. Questo in considerazione del fatto che le esigenze
cautelari, nei confronti di un presidente in scadenza di mandato, erano,
secondo il capo della Procura, attenuate. «Anche se non c'è la nullità
dell'arresto di Giovanni Novi esiste una irregolarità sul piano ordinamentale e
disciplinare dei magistrati della Procura di Genova di sicuro rilievo». Sono
queste le parole precise contenute nelle motivazioni della sentenza della Corte
di Cassazione, che ha rigettato il ricorso presentato dai legali di Novi, gli
avvocati Cesare Manzitti e Massimo Krogh. La cancellazione del provvedimento
per la mancanza dell'assenso scritto del procuratore alla richiesta dei
"suoi" sostituti non è prevista, ma potrebbe essere introdotta dalla
legge di riforma della giustizia in discussione. La Suprema corte, a sezioni
unite penali, ha osservato che «non si può dubitare della irritualità del
percorso adottato da tutti i protagonisti della vicenda». Sottolineando che «la
tesi difensiva non sembra cogliere nel segno pur perspicuamente argomentata», i
giudici della Cassazione ritengono che «la normativa dell'ordinamento
giudiziario riguardi solo l'organizzazione "interna" dell'ufficio di
Procura». I giudici hanno concluso rilevando come «l'irregolaritàè estranea al
piano processuale ma è di sicuro e pregnante rilievo sul distinto terreno
disciplinare». Il procuratore capo di Genova Francesco
Lalla era già stato "assolto" dal Csm per le dichiarazioni rilasciate
in seguito al "caso Henriquet" (il magistrato aveva espresso dissenso
sull'operato del sostituto Francesco Pinto al quale si era sostituito in
udienza) e - all'unanimità - anche a proposito del fascicolo nato dalle
polemiche che accompagnarono l'arresto di Novi. Ora potrebbe tornare a
occuparsi del caso, su invito della Cassazione. Graziano Cetara
cetara@ilsecoloxix.it 28/02/2009
( da "Nuova Sardegna, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
CONVEGNO
NELL'ISTITUTO DI SCIENZE RELIGIOSE Scuola cattolica e Stato laico Studiosi a
confronto su un tema ancora controverso ORISTANO. La scuola cattolica sullo
sfondo del dibattito sulla laicità dello Stato: è il tema del convegno
dibattito organizzato dalla Fism, la Federazione delle scuole materne,
dall'Unione giuristi cattolici e dalla Arcidiocesi di Oristano, che si svolge
oggi alle 9 nell'Aula magna dell'Istituto di scienze religiose. Si tratta di un
tema ampiamente discusso e dibattuto, sempre attuale e soprattutto, per molti
aspetti, ancora controverso. La laicità nel nostro Ordinamento non è soltanto
un'opzione culturale, ma anche un principio giuridico affermato nella legge
fondamentale italiana e organizzato sulla base dei diritti e delle norme.
"La Corte costituzionale, ad esempio, sull'insegnamento della religione cattolica nelle
scuole statali ha affermato che nel nostro Ordinamento i principi di
uguaglianza e di libertà religiosa, sanciti negli articoli 2, 3 e 19 della
Costituzione" concorrono, con altri - ha spiegato il professor Aldo Casu,
presidente della Fism - a strutturare il principio supremo della laicità
dello Stato, che è uno dei profili della forma di Stato delineato nella Carta costituzionale della Repubblica". Secondo la Corte tale
principio implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni, ma
garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione. "Il
principio di laicità dello Stato è anzitutto posto a presidio della libertà
religiosa, e della stessa libertà di espressione, che costituiscono il più
sicuro fondamento della libertà religiosa - ha aggiunto Aldo Casu -. La chiesa
cattolica, d'altronde, fonda i suoi interventi sulla legge morale naturale, non
su promesse di fede, ponendosi come una delle voci della ragione etica
dell'umanità, su un terreno di incontro con la ragione laica e affermando
principi, condivisibili o meno, ma accessibili a tutti, anche perché
riconducibili ai valori comuni espressi dalla Costituzione italiana come il
diritto alla vita o il primato della persona umana. Purtroppo il concetto di
Stato laico diffuso oggi nella nostra società si fonda su un'idea equivoca di
"neutralità" - ha concluso il presidente della Fism - che rischia di
contrapporre la società alla persona, limitando l'espressione del credo
religioso e delle diverse concezioni del mondo alla sola sfera
individuale". Le relazioni saranno tenute da Gianluigi Falchi, preside
delle facoltà giuridiche dell'Università Lateranense di Roma e presidente
regionale dell'Unione giuristi cattolici; dall'arcivescovo Ignazio Sanna e dal
segretario nazionale della Fism, Luigi Morgano. Elia Sanna
( da "Secolo XIX, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
«si lavoraper il
nuovotribunale» Procura:
( da "Tirreno, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 11 - Attualità
IL RUOLO DEL PD IL RUOLO DEL PD Al centro va messa la giustizia sociale Difesa
della Costituzione e della laicità delle istituzioni e dello Stato; la nostra
collocazione al fianco dei lavoratori e delle forze di progresso: bene,
apprezzo e sottoscrivo. Muoviamoci! La restrizione degli spazi di democrazia,
le crescenti disiguaglianze sociali, l'impoverimento anche della classe media,
la pesante precarizzazione dei giovani, la tragedia della disocuppazione che
sta nuovamente spingendo nella povertà milioni di persone, l'assenza di diritti
per gli immigrati, richiedono politiche che rimettano al centro la sfida per la
giustizia sociale. Su queste vere e proprie emergenze si dovrà misurare da
subito una nuova capacità di proposta del Pd e dell'intero centrosinistra.
Senza furbizie o scorciatoie. Su questi temi noi Pd di base siamo già
impegnati. Ci aspettiamo un segnale forte dal vertice. E avvertiamo a sinistra:
non abbiamo nessuna intenzione di lasciare «spazi vuoti». Il riformismo che
abbiamo in mente, e che faremo in modo di far passare al congresso di ottobre,
non è debole nè moderato. Giacomo Sanavio vice presidente Provincia di Pisa IL
CASO CEE Non esaltiamo chi commette un reato Gentile direttore, nella mia
qualità di lettore «da sempre» de «Il Tirreno», mi permetto di rivolgere la mia
civile protesta per l'articolo del 21 febbraio sulla pesca delle «cèe»: sembra
un peana alla violazione della legge e sembra voler far passare per eroi i
trasgressori. Non solo manca un minimo di invito al rispetto della legge, ma
non c'è neppure una sintetica illustrazione della «ratio legis» da commentare,
eventualmente anche in maniera critica. Giovanni Taverni Caro Taverni, il tono
del servizio era volutamente ironico. SONO TROPPE La magistratura indaghi sulle
auto blu Un plauso alla magistratura per aver scoperchiato la pentolaccia
sull'uso e l'abuso delle auto blu, con la preghiera di andare avanti, senza
guardare in faccia nessuno, ma applicando la legge 662/1996 che stabilisce:
«Tutti coloro che hanno ricoperto cariche pubbliche a qualsiasi titolo e che
sono cessati dalla carica perdono il diritto all'uso dell'autovettura». Per
eliminare gli abusi, la Magistratura dovrebbe chiedere ai vari enti che
forniscono i servizi, l'elenco delle ex cariche che usufruiscono delle
autovetture e perseguire i responsabili. Ridimensionando gli abusi, centinaia
di migliaia di autovetture con i rispettivi autisti potrebbero essere destinate
alle Forze dell'ordine che non hanno mezzi e personale. Patrizio Pesce LA MORTE
DOLCE Ecco cosa diceva cardinal Ratzinger Vorrei rispondere alla lettera della
sig.ra Pasquali che, in tema di bioetica, dice di dar retta soltanto al Santo
Padre. Penso che da buona cristiana rispetterà anche l'opinione di chi si
limita a pensare con la propria testa. Vorrei inoltre aggiungere una frase:
«L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie e
sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso
si ha la rinuncia all'accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la
morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal
paziente, se ne ha la competenza e la capacità o, altrimenti, da coloro che ne
hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli
interessi legittimi del paziente». Questa frase, che la farà gridare
all'eresia, non è stata pronunciata da Stalin o dal dottor Mengele, ma è il
paragrafo 2278 del Catechismo della Chiesa Cattolica, sottoscritto a suo tempo
dall'allora cardinale Joseph Ratzinger. Andrea Parenti MA VADA AVANTI Il Pd
sconfitto dal suo zoccolo duro Il tentativo del Partito Democratico andava
fatto. Abbiamo creduto e partecipato alla sua nascita in milioni. La sconfitta
del Pd non è dei suoi dirigenti; essa dipende in massima e amara parte dalla
storica immaturità dello «zoccolo duro» marxista: negli anni Venti ha portato
al potere il fascismo; il tentativo del «compromesso storico», coltivato
dall'autorità di Enrico Berlinguer e di Aldo Moro, è stato vanificato dal
delitto del leader democristiano operato da appartenenti a frange di
ispirazione marxista. Assistiamo all'esistenza di cinque partitini comunisti e
di un partito socialista, i quali si pongono l'obiettivo di ostacolare la
crescita del Pd e, come spauracchio, sono sfruttati dalla destra che, con
assalto mediatico, riesce a convincere sprovveduti elettori di difendere
l'Italia dall'avvento del comunismo che non ha nemmeno più potere in Cina e
Urss. Per realizzare una forte e realistica forza politica e guardare al
futuro, la strada da percorrere, alla fine, è di riprendere il percorso
indicato da Berlinguer e da Moro: realizzare la convergenza degli ideali
paralleli di due partiti, uno di sinistra laica democratica (di ispirazione
europea) e uno, Partito popolare, cattolico di centro (che guarda a sinistra,
secondo lo spirito veramente cristiano contenuto in tutti i testi sacri e messo
in pratica da De Gasperi, con fortuna per tutta la popolazione). Poi bisogna
fare ragionare gli italiani. Berlusconi sostiene di avere giurato sulla
Costituzione italiana; intanto la sentenza della Corte
Costituzionale che lo privava del monopolio televisivo per lui non vale e
uguale sorte ha riservato alla sentenza della Corte Europea su Rete4. Sarà il
caso di far capire agli italiani che Berlusconi i miliardi che lo hanno
arricchito non li ha trovati nei giardini delle ville, le ha comprate con i
soldi dei tele-consumatori, che subiscono l'aumento dei prezzi che grava
sui beni di largo consumo, causato dal costo degli spot televisivi, altro che televisione
gratuita senza canone (ricavi pubblicitari Mediaset € 40 annui medi a persona).
Antonio Mediatore PROTESTA I lavori infiniti a Cisanello Volevo porre alla
vostra attenzione il problema che incontrano gli automobilisti che utilizzano
la Fi-Pi-Li per raggiungere Pisa. Oltre a tutti i problemi ben noti dei lavori
in superstrada, ci sono i lavori per le rotatorie a Cisanello che bloccano e
rallentano l'uscita dei mezzi da quasi un anno. Anche stamani l'ennesimo
serpertone lungo e lentissimo che ci ha fatto arrivare con 40 minuti di
ritardo. è incredibile e vergognoso non riuscire a gestire anche brevi tratti
di viabilità. Infine vorrei dire un'ultima cosa, la rotatoria che è in
costruzione a Cisanello è stata iniziata circa un anno fa. Ci sono ruspe escavatori
nuovi fiammanti e molto spesso non c'è nessuno a lavorare o solo 2 3 operai al
massimo? Ma che problemi ci sono? Ma quanto costa un'opera del genere?
Francesco Tamburini LE CAUSE Stupro e bisogno di dominio Con l'intento
dichiarato di difendere - ancora una volta - le donne arriva un decreto
liberticida e con notevoli profili di anticostituzionalità: quello che dà il
via libera alle cosiddette ronde. Dopo avere declinato per anni la parola
"sicurezza" in ogni possibile salsa autoritaria ed esclusivamente
repressiva - e non solo da destra - siamo giunti a un ulteriore sviluppo dove
la parola "prevenzione" non esiste proprio più, dove si è capaci solo
di aumentare gli apparati di controllo, con risultati, tra l'altro, sempre più
dubbi. Ma è la motivazione esplicita ad essere interessante: il decreto è nato
sull'onda dell'emergenza stupri. D'altronde, il presidente del Consiglio
l'aveva detto, qualche tempo fa: bisognerebbe affiancare a ogni bella donna un
militare... Controllo e repressione, da una parte, apparati linguistici degni
del peggior paternalismo dall'altra: nel discorso pubblico di oggi le forme del
patriarcato non appaiono neppure più in modo subdolo e velato, ma vengono
espresse e rivendicate. Perché parliamo di patriarcato? Perché parliamo di una
forma di dominio sociale che cozza violentemente contro i livelli di autonomia
che le donne, ma non solo, hanno raggiunto, e che, sforzandosi pervicacemente
di negare la libertà - di scelta, di pensiero, di autorappresentazione -
intende imporre modelli di controllo e di chiusura. Cercando di impedirci di
decidere in libertà come vogliamo essere trattati alla fine della vita, o
pensando di affiancare un tutore - non a caso si parla di "angeli
custodi", di City angels - a ciascuna/ciascuno di noi quando si muove
nello spazio della città, o cercando di impedire il libero desiderio di essere
madri/padri. Un controllo ossessivo del corpo, dei corpi. Ecco cosa stiamo
vivendo. Qualche giorno fa ho spedito una lettera a un amico, sensibile e
intelligente, che si era chiesto che cosa spingesse un uomo allo stupro. Gli ho
raccontato che essere una donna significa che ti viene inculcato il timore che
uno stupro ti possa accadere. Io penso che nello stupro siano in questione i
meccanismi del potere, il modo in cui gli uomini declinano il potere e il
dominio. In certi uomini questo meccanismo di dominio diventa sopraffazione,
violenza bestiale, rifiuto del rifiuto, perché questo mette in discussione,
probabilmente, la propria identità profonda, costruita con una educazione - che
ancora permane - alla predazione come modo per soddisfare un desiderio. E mi
pare chiaro che le forme di questa strutturazione del sentimento di come si sta
al mondo, di questa percezione del rapporto uomo/donna accomunino connazionali
e stranieri, migranti e italiani. Sono queste le domande che dobbiamo porci.
Paola Meneganti
( da "Italia Oggi" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Imposte e Tasse data: 28/02/2009 - pag: 32 autore: ad alta voce di Giuseppe
Ripa Se parla il giudice il fisco deve adeguarsi Esiste un preciso vincolo di
adeguamento o obbligo di uniformarsi, da parte dell'Amministrazione
finanziaria, in presenza di una decisione penale che si esprima in maniera
diretta e perentoria circa la posizione soggettiva considerata nell'azione di
accertamento. È questa l'apertura che ha inteso annunciare la circolare n.
1/2008 con la quale si sono dettati gli indirizzi operativi della Guardia di
Finanza che Italia Oggi è in grado di anticipare. La questione è tra le più
spinose e la circolare ne dà doverosamente conto con argomenti apprezzabili.
Tutto muove dalla avvenuta abrogazione, effettuata a cura dell'art. 25 del
d.lgs. n. 74 del 2000 del dell'art. 12 della previgente legge n. 516 del 1982
meglio nota come ?manette agli evasori?. In quel contesto si stabiliva il
primato della sentenza irrevocabile di condanna o di proscioglimento sia sul
processo tributario, per quanto atteneva ai fatti materiali che erano stati
oggetto del giudizio penale, sia nel procedimento tributario se non era scaduto
il termine per l'accertamento concedendo la possibilità, tra l'altro, di
revocare quelli già notificati nonché le pene pecuniarie previste per i fatti
stessi. In quel contesto normativo dunque c'era una priorità assoluta della
sentenza adottata in campo penale tanto nel processo tributario quanto nel
procedimento accertativo. Seppur lo scenario fosse diverso, il risultato era lo
stesso. L'amministrazione finanziaria o il giudice dovevano uniformarsi.
Sennonché, tale elaborato non risulta ad oggi più in vigore ed allora si pone
il problema di come possa sopravvivere la preminenza del giudicato penale.Quid
juris, che succede dunque nella ipotesi in cui il contribuente sia stato
assolto definitivamente in sede penale per non aver commesso il fatto o perche
il fatto non è a lui ascrivibile? L'amministrazione finanziaria deve o no
uniformarsi allo stesso? Se ci fosse un obbligo in tal senso quella
discrezionalità subirebbe una deroga e la sentenza della Corte di Cassazione a
Sezioni unite del febbraio 2009 potrebbe avere un effetto limitato a quel
contesto. La circolare sullo specifico punto, circa gli effetti del giudicato
penale sul procedimento tributario, argomenta bene e conclude meglio.Va
ricordato come la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 264 del 23 luglio
1997 non ha mancato di rilevare come ?il potere attribuito all'Amministrazione
finanziaria di verificare l'eventuale rilevanza fiscale del fatto penalmente
accertato, ai fini dei conseguenti provvedimenti, debba essere esercitato in
conformità al principio, desumibile dall'art. 4 della legge 20 marzo 1865, n.
2248, all. E, secondo cui la Pubblica Amministrazione ha l'obbligo di
conformarsi al giudicato dei tribunali?. La stessa affermazione, la si
evidenzia nella sentenza n. 120 del 23 marzo
( da "Italia Oggi" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Imposte e Tasse data: 28/02/2009 - pag: 33 autore: di Nicola Fasano CORTE
COSTITUZIONALE/ Sentenza smentisce le posizioni della giurisprudenza di merito
Valide le vecchie cartelle anonime Legittima la previsione di nullità per i
ruoli post 1/6/2008 Valide le vecchie cartelle anonime. E' pienamente legittima
la scelta del legislatore di prevedere la nullità della cartella, in caso di
omessa specificazione del responsabile del procedimento, solo con riferimento
ai ruoli consegnati dal 1 giugno 2008. Queste le conclusioni a cui è giunta la Corte Costituzionale con la sentenza n. 58 del 2009 depositata il
27 febbraio. La pronuncia della Consulta riveste particolare importanza perché
chiarisce il significato dell'ordinanza n. 377/07 della stessa Corte, sulla base
della quale, larga parte della giurisprudenza di merito, ora smentita, aveva
ritenuto di fondare le sentenze che concludevano per la nullità delle cartelle
anonimeLa norma incriminata. La decisione è stata sollecitata da alcune
commissioni tributarie che hanno sollevato questioni di legittimità costituzionale dell'art. 36, c. 4-ter, del dl 248/07.
L'esclusione della nullità per le cartelle prive di indicazione del
responsabile relative a ruoli consegnati anteriormente al 1° giugno 2008, si
pone in contrasto, secondo i rimettenti, con diversi parametri costituzionali
nonché con le norme dettate dallo Statuto del contribuente (l. 212/2000). La
norma, si ricorda, è stata introdotta dal legislatore per cercare di fare
chiarezza all'indomani del caos giurisprudenziale sulla nullità o meno delle
cartelle anonime. La sentenza. La Consulta ritiene infondate le eccezioni di
illegittimità sollevate, osservando innanzitutto come l'art. 7, c. 2, della l.
212/2000 stabilisce che gli atti del fisco e dei concessionari della
riscossione devono tassativamente indicare, tra l'altro, il responsabile del
procedimento. La Corte ribadisce quanto affermato con ordinanza 377/07,
specificando che la previsione è volta ad assicurare la trasparenza
amministrativa. Ma stavolta i giudici costituzionali sono più chiari
nell'evidenziare che lo statuto del contribuente non precisa gli effetti della
violazione dell'obbligo indicato: esso, in particolare, a differenza di quanto
fa con riferimento ad altre disposizioni, non commina la nullità per violazione
della disposizione indicata. Né la nullità, in mancanza di espressa previsione
normativa, può dedursi dai principi di cui all'art. 97 Cost. o da quelli del
diritto tributario e dell'azione amministrativa. Deve così escludersi, osserva la
Consulta, che anteriormente all'emanazione della disposizione impugnata, alla
mancata indicazione del responsabile del procedimento seguisse la nullità della
cartella di pagamento. Questa è stata infatti esclusa, a fronte di notevoli
incertezze dei giudici di merito, dalla Cassazione. La norma stabilisce un
termine a partire dal quale opera la nullità e chiarisce che essa non si
estende al periodo anteriore. Non contiene quindi una sanatoria di atti già
emanati perché la loro nullità doveva essere esclusa già in base al diritto
anteriore. Né è manifestamente irragionevole prevedere, a partire da un certo
momento, un effetto più grave, rispetto alla disciplina previgente, per
violazione di una norma.
( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato 28 Febbraio
2009 Chiudi Al momento il posto di procuratore capo è vacante. Il titolare è
ancora Ugo Paolillo il quale, pur trasferito in via cautelare a L'Aquila per
incompatibilità ambientale, ha ottenuto dal Tar del Lazio la sospensiva per
quanto riguarda la pubblicazione del bando per la copertura del posto in quanto
il suo trasferimento è provvisorio e non definitivo. Paolillo
ha infatti presentato - attraverso l'avvocato Pietro Carotti che l'ha già
difeso con successo davanti al Tar - ricorso alle Sezioni Unite della
Cassazione contro il provvedimento assunto dal Csm nel dicember
( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato 28 Febbraio
2009 Chiudi di MASSIMO CAVOLI A Rieti era giunto con una missione precisa:
riportare serenità in un ufficio lacerato dallo scontro tra il procuratore Ugo
Paolillo (trasferito in via cautelare a L'Aquila) e i suoi sostituti. Tutto
sarebbe dovuto durare sei mesi, il tempo necessario che venisse definita la
situazione disciplinare del magistrato, ma di proroga in proroga la sua
permanenza a Rieti è durata due anni. Ieri mattina il procuratore Salvatore
Cantàro si è congedato dal tribunale salutando collaboratori, magistrati e gli
uomini delle sezioni di polizia giudiziaria che l'hanno accompagnato in questo
suo viaggio reatino. Da lunedì sarà di nuovo in servizio alla procura generale
di Roma, in attesa di sapere, insieme agli altri candidati, chi di loro
succederà al procuratore generale Salvatore Vecchione. La reggenza dell'ufficio
sarà affidata al pm Cristina Cambi, protagonista di importanti inchieste come
quella sull'anestesista Altobelli e sullo scandalo dell'Euro Spn di Magliano.
Bilanci?: «Devo dire estremamente positivo, lascio un ufficio in grado di
camminare da solo anche perchè tra poco arriveranno i due nuovi magistrati a
sostituire Fabio Picuti e Rosalia Affinito che sono stati trasferiti. Uno è stato già nominato dal Csm e viene dalla Sicilia, la mia
terra d'origine, l'altro sarà applicato dalla sezione distrettuale in attesa
che venga nominato il titolare. Un organico completo in grado di far fronte a
ogni esigenza. Di certo è stata un'esperienza importante - sottolinea il
procuratore - e impegnativa, ma grazie alla collaborazione di tutti l'impresa
si è rivelata agevole. Soprattutto mi riferisco alle sezioni di polizia
giudiziaria dove le professionalità dei singoli sono state utilizzate per
specifiche indagini». Cantàro, magistrato con una lunga militanza vissuta in
Sicilia, ha trovato a Rieti una realtà ben diversa. «Rieti è un'isola felice,
soprattutto tenuto conto di quanto accade in altre città italiane. Occorre
essere realisti - sottolinea il procuratore - qui si devono fare i conti con
una criminalità spicciola e non certo di alto livello, fatta soprattutto di
furti, un fenomeno generale, ma non certo di estorsioni, omicidi, traffici legati
alla prostituzione o all'usura. Quando sono state pubblicate delle statistiche
che inserivano Rieti tra le città a rischio usura, ho disposto indagini
approfondite che hanno rivelato l'infondatezza di certe analisi. Semmai a dare
qualche preoccupazione è la fascia della Sabina romana con Fiano Romano la cui
competenza ricade sotto Rieti. Ecco, laggiù la presenza di grandi aziende e di
forti interessi economici può suscitare interessi mafiosi, ma al momento
infiltrazioni particolari non ne sono state accertate. Questo non significa
però che si può abbassare la guardia». Magari è contrario a certe iniziative
plateali, come quella del prefetto Riccio che per qualche giorno si
"sostituì" al procuratore nella direzione delle indagini, ma durò poco:
lo stesso Cantàro provvide a rimettere ognuno al suo posto. Adesso il
magistrato ha davanti a se ancora alcuni anni di servizio, come li impiegherà?
Rieti, comunque vada, resterà per lui un'importante tappa umana e
professionale.
( da "Italia Oggi" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Pubblica Amministrazione data: 28/02/2009 - pag: 34 autore: di Francesco Cerisano
Consulta boccia legge della Basilicata Condono edilizio, paletti alle regioni
Le regioni non possono ampliare la casistica degli interventi ammessi al
condono edilizio, estendendo la sanatoria ad opere escluse dalla legislazione
statale. Se lo fanno, contrastano con il principio di leale collaborazione e
incrinano la certezza del diritto. Lo ha stabilito la Corte
costituzionale che con la
sentenza n. 54/2009, depositata ieri in cancelleria e redatta da Ugo De Siervo,
ha bocciato l'ennesima legge regionale per violazione delle prerogative
statali. Questa volta a essere finita nel mirino della Consulta è stata una
legge della Basilicata, la n.25 del 2007 che a sua volta integrava la
legge n.18/2004 con cui la regione aveva applicato le disposizioni del condono
edilizio. Secondo palazzo Chigi, che ha chiamato in causa i giudici delle
leggi, la regione sarebbe andata oltre i propri poteri ampliando la casistica
degli interventi ammessi a sanatoria. Nello specifico la regione avrebbe reso
sanabile l'opera anche se priva di muri perimetrali. E avrebbe anche reso
rilevanti, al fine di impedire la sanatoria, i soli vincoli assoluti di
inedificabilità anteriori alla realizzazione del fabbricato, invadendo così
anche la competenza statale in materia di beni ambientali, artistici e
monumentali. La Corte ha accolto le tesi del governo ritenendo che le modifiche
apportate dal provvedimento impugnato alla legge 18/2004 mutassero radicalmente
il concetto di «opere ultimate», non richiedendo più, come in precedenzam, che
l'opera fosse edificata in tutte le sue componenti strutturali, compresi i muri
perimetrali. Secondo la Consulta, «con la soppressione del riferimento a tale
ultimo elemento, si vorrebbe rendere applicabile il condono edilizio anche ad
opere escluse dalla legislazione statale e dalla previgente legislazione
regionale». Di qui alla dichiarazione di incostituzionalità il passo è breve
perché, osservano i giudici, «la norma impugnata ha l'effetto di estendere
l'area del condono oltre il termine assegnato alla regione ai fini
dell'integrazione della normativa statale, che viene, anzi, per tale profile
significativamente modificata». La Basilicata, conclude la Corte, «ha leso
l'affidamento dei consociati nella natura definitiva della normativa e con esso
la stessa certezza del diritto».
( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-02-28 - pag: 10 autore: ... CARTELLE MUTE Se i principi cedono al gettito L a Corte costituzionale ieri ha fatto salva
l'irretroattività della regola del milleproroghe del 2007 con cui era stata
sancita la nullità delle cartelle esattoriali mute (prive del responsabile del
procedimento). La norma infatti faceva decorrere i propri effetti dal 1Úgiugno
2008, salvando tutto il pregresso. Alcuni giudici tributari avevano
ritenuto irragionevole la sanatoria che di fatto si operava sul passato e avevano
chiesto alla Consulta di dichiarare incostituzionale
la norma. La Corte, invece, nel farla salva, spiega che lo Statuto del
contribuente, che aveva previsto l'adempimento, non sanzionava l'omissione con
la nullità. Quindi, anche se la " formalità" era posta a tutela del
diritto di difesa del contribuente e dell'imparzialità della pubblica
amministrazione, la sua inosservanza per il passato di fatto non avrà
conseguenze.Il contenzioso in atto è così congelato e l'Erario non perderà
gettito. E come spesso accade, chi ha dato ha dato. Spesso però questo è vero
quando le formalità tutelano il contribuente. Perché, dalle notifiche alla
perentorietà dei termini, restano ancora tanti gli squilibri che passano
indenni a ogni censura.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-02-28 - pag: 23 autore: Fisco e contribuenti.
La Corte costituzionale promuove la disposizione introdotta nel decreto legge 248 del
2007 Cartelle mute, sanatoria in salvo L'omissione del responsabile sanzionata
solo a partire dal 1Ú giugno 2008 Antonio Criscione ROMA Restano mute, ma
pienamente operanti la cartelle emesse primadel1 Úgiugno2008(comestabilito dal
Dl 248/2007). Con buona pace dello Statuto del contribuente e delle
speranze di cittadini (e giudici) che si erano rivolti alla Corte costituzionale per vedere riconosciuta l'applicazione anche
al passato della regola della nullità per le cartelle di pagamento notificate
senza indicazione dell'identità del responsabile del procedimento. La Consulta,
con una sentenza depositata ieri (la 58/2009, presidente Francesco Amirante,
redattore Sabino Cassese) ha stabilito che le regole sulla nullità della
cartella per mancata indicazione del responsabile del procedimento non possono
essere giudicate incostituzionali nella parte in cui non vengono fatte valere
retroattivamente. Le disposizioni del Dl 248,peraltro, erano state adottate
sull'onda di un'altra pronuncia della Consulta (ordinanza 377/2007, sempre
redatta da Cassese), che aveva creato grande attesa per i contribuenti,
ricordando l'obbligo di indicare in cartella il responsabile del procedimento.
La sentenza n. 58 ricorda che «l'articolo 7, comma 2, della legge n. 212 del
2000 stabilisce che gli atti dell'amministrazione finanziaria e
deiconcessionari della riscossione devono tassativamente indicare, tra l'altro,
il responsabile del procedimento». Ma spiega anche che «la legge n. 212 del
2000 non precisa gli effetti della violazione dell'obbligo
indicato»come,invece, fa in altri casi.E la sentenza conclude che la nullità,
in mancanza di espressa previsione normativa, non «può dedursi dai principi di
cui all'articolo 97 della Costituzione o da quelli del diritto tributario e
dell'azione amministrativa». L'ordinanza del 2007 aveva stabilito che la
previsione dell'articolo7 dello Statuto«lungi dall'essere un inutile
adempimento, ha lo scopo di assicurare la trasparenza dell'attività
amministrativa, la piena informazione del cittadino e la garanzia del diritto
di difesa, che sono altrettanti aspetti del buon andamento e dell'imparzialità
della pubblica amministrazione». La sentenza depositata ieri conferma questo
aspetto, ma non ritiene che la conseguenza del mancato rispetto delle
previsioni costituzionali indicate comporti la nullità dell'atto. L'ordinanza
del
( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-02-28 - pag: 23 autore: Legittima la
proroga «amministrativa» Gli uffici possono rinviare i termini Sergio Trovato
Non è in contrasto con gli articolo 24 e 111 della Costituzione la norma che
consente al Fisco di prorogare i termini di decadenza degli atti processuali
per il mancato o irregolare funzionamento degli uffici finanziari. La proroga
costituisce la conseguenza di un atto dell'amministrazione meramente
ricognitivo e opera a favore sia dei contribuenti che dell'amministrazione
finanziaria. Lo ha affermato la Corte costituzionale (presidente Francesco
Amirante, redattore Franco Gallo), con la sentenza 56 depositata ieri. Secondo
la Consulta, nel caso in cui la proroga del termine riguardi un atto
processuale, non viene leso né il principio del contraddittorio né il diritto
di difesa del contribuente. Infatti, il cittadino può sempre chiedere un
controllo giudiziale sulla legittimità del decreto di proroga, per ottenerne
l'annullamento o la disapplicazione da parte del giudice. Inoltre, il decreto
di proroga dei termini processuali giova anche al contribuente e «può essere
emesso solo in presenza di condizioni obiettive (e cioè di eventi di carattere
eccezionale, che abbiano causato il mancato o irregolare funzionamento degli
uffici finanziari), da accertarsi imparzialmente da organi dell'amministrazione
finanziaria che non sono parti nel processo ». Dunque, l'interessato può
operare un controllo sia sulla legittimità del decreto, sia sull'esistenza
delle condizioni fissate dalla legge. La Corte di cassazione, che era stata
chiamata a pronunciarsi sul rispetto del termine processuale, aveva posto la
questione di legittimità costituzionale delle norme
che consentono al direttore generale, regionale o
compartimentale,dell'amministrazione finanziaria di prorogare, a favore
dell'ufficio tributario, i termini per proporre impugnazione contro le sentenze
emesse dalle Commissioni tributarie. La Cassazione, pur riconoscendo che la
proroga dei termini è stabilita da una norma di legge per qualunque evento di
carattere eccezionale che impedisca il regolare funzionamento degli uffici,
aveva dubitato della legittimità della norma poiché disposta da un soggetto che
è istituzionalmente parte del processo. www.ilsole24ore.com/norme Il testo
della sentenza LA DECISIONE Il mancato o irregolare funzionamento delle
strutture giustifica lo spostamento delle scadenze processuali
( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-02-28 - pag: 25 autore: Illegittime le regole
della Basilicata Niente condono in aree vincolate Guglielmo Saporito Maglie
strette per il condono edilizio in Basilicata (per opere ultimate nel marzo
2003), secondo la sentenza della Corte costituzionale 54/2009. Ma il caso
deciso interessa anche altre Regioni, riguardando costruzioni prive di
tamponature laterali ed eseguite in zone vincolate. Per ciò che riguarda la
struttura condonabile, la Basilicata aveva previsto (legge 25/2007) la
condonabilità anche per costruzioni prive dei muri perimetrali. In tal
modo gli scheletri in cemento armato o le strutture simili a semplici tettoie
potevano sperare in una sanatoria. La Corte costituzionale
ha eliminato la norma locale, sottolineando che la legge statale (articolo
( da "Messaggero, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato 28 Febbraio
2009 Chiudi BERLINO - Già l'iniziativa del ministro per la famiglia Von der
Leyen di sopprimere tutti i siti Internet con contenuti pedofili è fallita in
Germania per via delle forti riserve di ordine giuridico e tecnico. Per non parlare delle misure più drastiche come la castrazione
chimica o i bracciali elettrici proposti più volte dal centro destra ma
bloccati sul nascere dalla Corte costituzionale. L'iniziativa più efficace nella lotta contro la pedofilia in
Germania resta così quella preventiva avviata che offre terapie intensive a
potenziali pedofili intenzionati a "guarire". W. R.
( da "Nuova Ferrara, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
L'OPINIONE BASTA CON
I TONI DA CROCIATA La notizia dell'apertura di un fascicolo per «omicidio
volontario» nei confronti di 14 persone in relazione alla dolorosa vicenda di
Eluana Englaro porta innanzitutto a dire che il procuratore di Udine ha dato -
in precedenti occasioni della stessa vicenda - prova di professionalità e
indipendenza. Perciò non resta che attendere. Diranno gli sviluppi se si tratta
o meno di un «atto dovuto». Nel frattempo, i commentatori - di fronte a
problemi che investono la vita e la morte - dovrebbero sforzarsi di argomentare
con pietà e rispetto. Senza che dogmatismi (men che mai crudeltà o cinismi)
prevalgano su umanità e diritto, come troppo spesso è fin qui avvenuto. Ora,
punto di partenza (non unico, ma certo fondamentale) per ogni riflessione sono
le sentenze con cui Cassazione e Corte d'appello di Milano han riconosciuto
l'esistenza di un diritto individuale a non essere più medicalmente assistiti
contro la propria volontà (purché provata in base a elementi chiari, univoci e
convincenti), quando il malato giaccia da moltissimi anni in stato vegetativo
permanente irreversibile, senza che vi sia alcun fondamento medico che lasci
supporre la benché minima possibilità di recupero. A fronte dell'attuale
carenza di una specifica disciplina legislativa, il valore primario e assoluto
dei diritti coinvolti ha imposto ai giudici di intervenire per una loro
immediata tutela: attraverso una delicata opera di ricostruzione della regola
di giudizio nel quadro dei principi sanciti e presidiati nella Costituzione (in
particolare agli articoli 2, 3, 13 e 32), che è cardine del nostro ordinamento,
non un pezzo di carta inutile e fastidioso. Così operando
(Corte costituzionale,
ordinanza 334/08) i giudici hanno emesso provvedimenti di natura certamente
giurisdizionale, con efficacia solo per il caso di specie, senza usurpare
funzioni di produzione normativa o menomare l'esercizio del potere legislativo
da parte del Parlamento, che potrà in qualsiasi momento intervenire. In
sostanza, i giudici hanno fatto nient'altro che il loro dovere. Con logica
argomentativa sempre scrupolosa, con motivazioni serrate e al tempo stesso
intrise di «partecipata personale sofferenza», hanno assunto decisioni su
un'istanza che andava «inevitabilmente accolta», prevedendo nel contempo
«modalità tali da garantire un adeguato e dignitoso accudimento accompagnatorio
della persona». Attenzione: nessun avallo a un preteso diritto assoluto di
morire. L'esistenza di un diritto di natura costituzionale
a che la vita segua il suo corso «naturale», senza interventi artificiali
esterni quando siano più dannosi che utili, o non proporzionati o non
tollerabili, non deve essere confuso col diritto di eutanasia, fino a oggi non
riconosciuto nel nostro ordinamento. Dunque, si ragioni secondo i principi di
uno stato moderno, nel quadro di uno stato di diritto. Senza toni da crociata,
senza odio e ferocia. Cercando (sono parole del vescovo di Udine) di «ritrovare
la forza di vivere da fratelli».
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMO PIANO pag. 9
«Nessun senso di colpa Avanti con i blocchi selvaggi» ANDREA CAVOLA (SDL
ALITALIA) ROMA I COBAS hanno già detto che non rispetteranno la nuova legge
sugli scioperi perché è incostituzionale. E in
Alitalia che cosa accadrà? Andrea Cavola, segretario nazionale dell'Sdl, la
sigla autonoma che rappresenta personale di volo e di terra di Alitalia, è già
sul piede di guerra. Anche lei darà indicazione ai suoi iscritti di non
rispettare le nuove regole? «Intanto faremo di tutto per contrastarle. Il
diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione, così come quello alla
mobilità. Nei trasporti già si applica una legge molto pesante, la più rigida
d'Europa. Inasprirla ulteriormente è incostituzionale».
Lei riconosce che la Costituzione garantisce anche la mobilità. Un diritto che
il suo sindacato non ha sempre rispettato... «La Costituzione dice che la
mobilità va garantita. Se non puoi andare da Roma a Milano con Alitalia puoi
partire con Meridiana, oppure con il treno. Il blocco totale dei trasporti è
previsto solo in casi veramente straordinari». Non starà negando i disagi
pesanti subiti dagli utenti? «Guardi che la legge attuale prevede che la
Commissione di garanzia commini multe salatissime a chi viola le fasce
garantite». Davvero non ha nulla da rimproverarsi per gli scioperi selvaggi cui
abbiamo assistito? «No. Se si arriva a fare azioni pesanti è perché dietro c'è
una motivazione grave. E' vero, i lavoratori di Alitalia hanno bloccato
un'autostrada, ma perché hanno perso il posto di lavoro e da mesi non
percepiscono nemmeno i soldi della cassa integrazione. In questo Paese si
sanzionano solo lavoratori e sindacati. Se una azienda non
rinnova i contratti o viola le regole non le succede nulla». Ora che cosa
accadrà? «Se il governo continua su questa strada risponderemo con tutti gli
strumenti a disposizione. E poi vediamo che cosa dice la Corte costituzionale. La partita è tutta da
giocare». Olivia Posani
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-02-28 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE Impugnati due articoli della Finanziaria regionale
Pignoramenti Asl, Governo contro Regione NAPOLI — Sulla sanità non c'è pace tra
Governo e Regione. Ieri il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare due
articoli della finanziaria campana. L'articolo 25 sull'impignorabilità dei beni
delle Asl e il 12 sul ritorno dei cervelli in patria. La bocciatura politica,
visto che sarà la Corte costituzionale a dover entrare nel merito delle norme per decretarne la
legittimità o meno, dal centrodestra viene vista come una sorta di preambolo al
commissariamento della sanità campana. D'altronde basta ricordare che la scorsa
settimana un giudice napoletano già aveva ritenuto non legittimo l'articolo per
cui era stata disposto il pignoramento dei beni dell'Asl Napoli 1. Di
certo le pressioni dei privati creditori e dei politici del Pdl hanno
velocizzato la decisione governativa. Ma che la norma non piacesse neanche
nell'esecutivo di Bassolino è certo. Compulsato dall'assessore regionale alla
Sanità, Angelo Montemarano, all'indomani dell'approvazione il collega del
Bilancio, Mariano D'Antonio l'aveva definito di «dubbia legittimità». Il
vicepresidente Antonio Valiante spiega: «Esistono pareri contrastanti tra i
giuristi sulla presunta incostituzionalità dell'articolo
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1CULTURA - data: 2009-02-28 num: - pag: 17 categoria:
REDAZIONALE Multiculturalismo, il libro Mancino: «Non c'è pluralismo senza
efficienza» «N on c'è multiculturalismo senza una buona amministrazione».
Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, ha partecipato
ieri, insieme con il professor Vincenzo Atripaldi, alla presentazione del libro
«Il multiculturalismo», edito da Guida e curato da Ugo Piscopo e dai magistrati
Giuseppe Borrelli, Lorenzo Orilia e Dario Raffone. L'Europa, ha detto Mancino,
vive una fase di depressione nella quale i flussi migratori possono determinare
squilibri e problemi. Da qui l'esigenza di un rispetto pieno delle
regole. «Tuttavia— ha aggiunto il vicepresidente del Csm — le norme da sole non
bastano, serve la severità della pubblica amministrazione. Severità che in
Italia purtroppo non c'è». Mancino ha fatto particolare riferimento al problema
delle espulsioni dei clandestini. «Non possiamo — ha concluso Mancino — essere
indulgenti nelle entrate e tolleranti nelle uscite. E non possiamo non valutare
la gravità delle conseguenze di un simile atteggiamento ». Il libro presentato
ieri nella saletta rossa di Guida a Port'Alba costituisce una novità nel
panorama culturale napoletano. E forse la prima volta, infatti, che un gruppo
di intellettuali affronta il tema del multiculturalismo in termini non
ideologici e disponibile a comprendere anche le ragioni di un pensiero
solitamente etichettato come conservatore. «La ragione critica — scrive infatti
Ugo Piscopo — non può dare nulla per scontato, neppure nei confronti dei
postulati che circolano etichettati sotto marche amiche, come quelle del
pluralismo e del laicismo, perché le questioni non sono di etichetta ma di
sostanza». Nel suo saggio introduttivo Ugo Piscopo chiama il pensiero critico a
mobilitarsi contro quattro «idola fori». Il primo: considerare equivalenti i
sistemi di civiltà; il secondo: valutare con scale differenti le responsabilità
della società ospitante e quelle dei gruppi immigrati nella costruzione del
processo di integrazione; il terzo: la tendenza a sottolineare l'incompatibilità
tra democrazia e fede negli assoluti; il quarto: il giustificazionismo
millenaristico per cui progressisti e laicisti sono disponibili a giustificare
ogni qualsiasi violenza, mettendo così a nudo nei fatti un latente disagio di
appartenenza a società forti e quindi un ansia di compensazioni e di
risarcimenti da concedere a tutti gli immigrati senza distinzioni di
responsabilità. è appunto su questi temi che si è sviluppato il dibattito.
L'appello del professor Atripaldi è stato di non abbandonare la via tracciata
dalla Costituzione italiana.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del Mezzogiorno
- CASERTA - sezione: 1CULTURA - data: 2009-02-28 num: - pag: 17 categoria:
BREVI La medicina sostenibile Oggi alle 9,30 nella Sala Rari della Biblioteca
nazionale di Napoli convegno inaugurale del percorso di apprendimento «Medicina
sostenibile ». L'incontro sarà aperto dalla proiezione del video «L'Ospedale
Ospitale» e dal discorso del presidente emerito della Corte
Costituzionale Francesco Paolo Casavola (nella foto). Interventi dei direttori
scientifici del corso Raffaele Calabrò e Antonio Giordano, di Onofrio
Palombella, Giuseppe Nardini, Roberto Lorusso e Giovanni Pizza. L'evento sarà
chiuso da una testimonianza video dello scrittore Andrea Camilleri.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Economia Pagina 212
Da Confservizi sos alla Regione: per gli enti il rischio di contenziosi resta
alto «Appalti pubblici, regole chiare» Da Confservizi sos alla Regione: per gli
enti il rischio di contenziosi resta alto --> «Le
recenti osservazioni della Corte Costituzionale alla legge regionale sugli
appalti non hanno aiutato gli enti pubblici a ritrovare fiducia e serenità
nella loro azione amministrativa. Il rischio di ritrovarsi ancora in mezzo a
ricorsi e contenziosi continua a dominare la scena, determinando così una
situazione di estrema incertezza». A farsi carico del problema, si legge
in una nota, è la Confservizi Sardegna (l'associazione che riunisce i gestori
delle imprese pubbliche), con il suo Osservatorio regionale permanente. Nel
corso della sua ultima riunione, è stata ribadita l'esigenza «di un intervento
urgente del legislatore con norme chiare, univoche e durature nel tempo». IL
CONFRONTO All'incontro, presieduto dall'avvocato della Regione Mattia Pani e
coordinato da Ottavio Castello, direttore della Confservizi, hanno partecipato
i rappresentanti degli enti associati (Abbanoa, Ctm, Aspo, Multiss, Atp) con i
dirigenti regionali Ivana Falco (responsabile del servizio albi e contratti
dell'assessorato ai Lavori pubblici) e Piefrancesco Boy (servizio
infrastrutture dell'assessorato ai Trasporti). LO SCENARIO Per l'Alta Corte la
Regione si è sovrapposta allo Stato. «L'amministrazione degli enti appaltanti,
ha precisato l'avvocato Pani», si legge ancora nella nota, «sta solo eseguendo
una programmazione per sfruttare al meglio le proprie risorse. Di conseguenza
la Regione, che legifera autonomamente su questa materia, disciplina la libera
concorrenza senza violare la potestà legislativa statale». L'OSSERVATORIO Per
il futuro, il coordinatore dell'Osservatorio ha auspicato la necessità di
garantire «un equilibrato ed armonico coordinamento tra la parte della legge
regionale - la 5/2007 - sopravvissuta al giudizio di illegittimità, e il Codice
dei contratti pubblici tenendo presente che, comunque, lo Statuto prevede il
potere legislativo della Sardegna in materia di lavori pubblici d'interesse
regionale». Su questa linea si è dichiarato favorevole Ottavio Castello,
ribadendo l'impegno dell'associazione nei confronti dei legislatori (regionali
e nazionali) per avere «norme chiare, non contraddittorie e durevoli». Con un
appello alla Regione, in vista del regolamento di attuazione della legge: «Mettere
gli operatori degli enti appaltanti nella condizione di poter operare nella
massima serenità e trasparenza».
( da "Giornale.it, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 51 del 2009-02-28
pagina 7 Il «Risiko» dei giudici: valzer di poltrone nelle aule del palazzo di
Luca Fazzo Cambiano i presidenti delle sezioni penali, civili e d'appello del
tribunale Una informata di nomine cambia il volto della giustizia milanese. Nel
giro di pochi giorni il Consiglio superiore della magistratura ha dato il via
ad una serie di decisioni che - mentre colmano i numerosi buchi vuoti
nell'organico del tribunale - segnano l'approdo a posti chiave di un gruppo di
magistrati - diversi per età, esperienze, orientamento - destinati a costituire
il gruppo dirigente della giustizia meneghina nei prossimi anni. Sono i
presidenti delle sezioni penali e civili del tribunale e d'appello, i
magistrati che gestiscono in prima persona la delicata macchina dei processi.
Già definitiva è la nomina a presidenti di sezione in tribunale penale di Lucio
Nardi e di Giovanna Ichino, per molti anni pubblico ministero. Nella
commissione che screma le candidature si è registrato consenso unanime di tutte
le correnti - e la nomina è quindi sostanzialmente scontata - anche per un
altro gruppo di presidenti di sezione penale: sono Pietro Gamacchio, Aurelio
Barazzetta e Guido Piffer, tutti già in servizio all'ufficio per le indagini
preliminari, nonchè Annamaria Gatto e Oscar Magi, il giudice che sta conducendo
in questi mesi il complicato processo agli 007 accusati di avere rapito
l'estremista islamico Abu Omar. Sempre nella giustizia penale, vanno a
presiedere sezioni di corte d'appello i magistrati Carlo Crivelli, Marta
Malacarne, Luigi de Ruggiero e Vito Tucci. De Ruggiero, ex pm ai tempi degli
anni di piombo, faceva parte della Corte d'appello che condannò gli assassini
del commissario Calabresi. Crivelli è un magistrato di grande esperienza, la
cui carriera ha come unico neo l'infelice frase rivolta ad un pm durante uno
dei processi a Berlusconi («è il sistema del bastone e della carota») che causò
il rifacimento del processo. Anche Vito Tucci è un magistrato di grande
esperienza, la cui nomina era stata finora ostacolata dal fatto di avere un
fratello che fa l'avvocato a Milano: una incompatibilità
che ora il Csm deve avere ritenuto superata (o almeno, in qualche modo,
superabile). Novità in arrivo anche per la giustizia civile, dove alla carica
di presidenti di sezione la commissione del Csm ha nominato Elena Riva
Crugnola, Laura Cosentini, Carla Maria Gatto e Filippo Lamanna. Il
quadro dei «colonnelli» della giustizia milanese sembra in questo modo
sostanzialmente definito. Resta aperta la partita per i «generali», cioè i capi
degli uffici, innescata dal pensionamento del procuratore generale Mario
Blandini e del presidente della Corte d'appello Giuseppe Grechi. Per il posto
di Blandini, dopo lunghe riflessioni, ha deciso di concorrere l'attuale
procuratore della Repubblica Manlio Minale. Che, se ottenesse la promozione,
lascerebbe libera una poltrona assai ambita. In pole position, il pm Ferdinando
Pomarici (il cui collega Armando Spataro rinuncerebbe a correre per sostenerne
la candidatura) e il procuratore aggiunto Nicola Cerrato. © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Centro, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Centro oli. Il
disegno di legge L'assessore Febbo apre alle critiche del comitato verde ORTONA.
«Andiamo tutti nella stessa direzione, sono aperto alle proposte di legge che
il comitato Natura verde vorrà sottopormi». L'assessore regionale
all'agricoltura, Mauro Febbo, risponde con un'apertura alle critiche rivolte al
testo del disegno di legge da egli stesso firmato, dove si prevede che
l'istallazione e l'esercizio di nuovi stabilimenti di lavorazione e stoccaggio
degli idrocarburi siano sottoposti ad autorizzazione della Regione e che le
royalties siano aumentate dal 7 al 15%. Secondo il comitato bisogna chiarire
definitivamente, con precisi atti legislativi e deliberativi, se l'attuale
giunta regionale intenda preservare il territorio e il mare dalle coltivazioni
di idrocarburi. Alle accuse l'assessore replica: «Sono mesi che uno studio legale
sta analizzando la possibilità di arrivare a una normativa che non entri in
conflitto con la legge 239 del 2004, emanata in base alle norme comunitarie,
che sottrae alle Regioni le competenze in materia di energia e con le norme in
materia di concorrenza», sottolinea Febbo, «la proposta che io ho firmato si
muove nel rispetto di questi paletti. Riteniamo di essere sulla strada giusta.
Al comitato dico che siamo tutti dalla stessa parte, quindi possiamo venirci
incontro invece di dare sfogo a critiche senza proporre alternative. Per di più
non mi dicono dov'è l'errore nel disegno di legge». Febbo ricorda inoltre che
la legge regionale 14 del 15 ottobre 2008, con la quale di impedisce di fatto
l'insediamento del Centro oli in contrada Feudo fino al 31 dicembre del 2009, è
stata impugnata dal governo centrale ed è sottoposta al
giudizio della Corte costituzionale. «Quella legge che ho votato, che ci ha dato la possibilità di
riflettere e di cercare una soluzione è sbagliata dal punto di vista della
legittimità, quindi deve essere superata», aggiunge l'assessore, «la
proponessero loro, quelli del comitato, una legge che abbia i requisiti di
costituzionalità oltre a rispettare le normative comunitarie. Sono
pronto a firmare». (s.f.)
( da "Sannio Online, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Valle Telesina: Canone
depurazione Il Consiglio non decide Pubblicato il 28-02-2009 Al centro del
consiglio comunale di mercoledì sera a Foglianise, la risposta del sindaco
Mastrocinque alla interrogazione del capogruppo di ?Andare Oltre? Tommaso
Boscaino sulla restituzione delle somme versate dai cittadini per il canone di
depurazione... Al centro del consiglio comunale consumatosi mercoledì sera a
Foglianise, la risposta del sindaco Giovanni Mastrocinque alla interrogazione
del capogruppo di ?Andare Oltre? Tommaso Boscaino sulla restituzione delle
somme versate dai cittadini per il canone di depurazione. ?La Corte
Costituzionale ? ha spiegato il primo cittadino - ha stabilito con la sentenza
numero335/2008 che il canone di depurazione applicato sulla bolletta dell?acqua,
in quanto componente tariffaria di un servizio non è dovuto se il relativo
impianto è assente ovvero sia, anche temporaneamente, fuori servizio?. E, in
effetti, ?il depuratore del Comune in località Sala è stato in servizio fino al
2000?. Pertanto, ?sarebbe possibile richiedere il rimborso della quota riferita
al servizio di depurazione, previa formale e specifica richiesta al Comune
adeguatamente documentata?. Ma, per ora, - ha sottolineato il sindaco - non
essendoci chiarezza sui tempi e modalità di restituzione del canone, ?nessuna
decisione può essere assunta in merito?. Il Comune di Foglianise, tra l?altro,
?essendo privo di risorse idriche proprie, attualmente interamente fornite dal
consorzio Cabib, unica fonte di approvvigionamento esterna, a partire già dal
prossimo bilancio, dovendo necessariamente continuare a coprire almeno l?80%
del costo del servizio, sarà costretto ad integrare le tariffe idriche vigenti
almeno per la quota pari al canone soppresso?. E le implicazioni, non finiscono
qui: ?Il Comune ? ha concluso Mastrocinque - ad oggi è creditore nei confronti
degli utenti del servizio idrico di oltre tre anni di consumi (2006-2008) per
cui eventuali rimborsi legittimamente riconosciuti dovrebbero essere
necessariamente compensati con i crediti maturati e/o maturandi alla stessa
data?.
( da "Denaro, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Campania sanità. 4
Pignoramenti: no del Governo La presidenza del Consiglio dei ministri impugna
la norma regionale Il Consiglio dei Ministri nella seduta di venerdì mattina ha
impugnato, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione Italiana, l'articolo
25 della Legge Regionale della Campania n. 1 del 19 gennaio del 2009
(Finanziaria 2009) concernente l'impignorabilità dei fondi presso le Aziende
sanitarie locali e le aziende ospedaliere ed universitarie per manifesto
profilo di incostituzionalità. Massimo Botti Il Governo, quando ritenga che una
legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione
di legittimità costituzionale
dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione. Analogamente, la
Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello
Stato o di un'altra Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la
questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione della legge o
dell'atto avente valore di legge. L'iniziativa del Governo arriva all'indomani
della presa di posizione ufficiale da parte del vicepresidente di Confindustria
Cristiana Coppola e di assobiomedica. L'articolo della Finanziaria impugnato
dal Governo ha origine da un sub emendamento firmato il 27 dicembre scorso da
Gennaro Oliviero e da Pietro Ciarlo (rispettivamente capogruppo dello Sdi e del
Pd). Contro questo articolo, nei giorni scorsi, sulla stampa locale, si è
scagliato anche l'assessore regionale al Bilancio Mariano D'Antonio.
"Nella legge finanziaria originariamente proposta dalla giunta regionale
la norma non c'era ed è stata perciò voluta dai consiglieri regionali durante
la sessione dedicata al bilancio, svoltasi a dicembre. del 28-02-2009 num.
( da "Sicilia, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
«Serve un nuovo Palagiustizia»Ragusa.
Il presidente del Tribunale, Michele Duchi, traccia comunque un bilancio
positivo per l'attività svolta nel 2008 Ragusa. «Come vogliamo iniziare? Se
vogliamo parlare del palazzo di giustizia diciamo che mostra abbondantemente
tutti i suoi anni che sottolineano la necessità di una nuova struttura; se
invece vogliamo occuparci dell'organico dei magistrati togati e della loro
quotidiana attività, allora diciamo che a Ragusa possiamo considerarci, per
molti versi, un'isola felice». Inizia così, con le risposte ancor prima delle
domande, la scorrevole chiacchierata, sul "pianeta giustizia", con il
dott. Michele Duchi, presidente del tribunale del capoluogo. Partiamo dai dati
positivi. «Di recente - esordisce il presidente - l'organico dei togati è
passato da
( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Tempo lungo, sindaci
al cospetto della Gelmini Il fronte dei primi cittadini ha ottenuto il sostegno
bipartisan dei parlamentari padovani, riuniti ieri in un'assemblea Sabato 28
Febbraio 2009, Albignasego Una delegazione di dieci sindaci della provincia di
Padova incontrerà lunedì il Ministro alla Pubblica Istruzione Mariastella
Gelmini. La riunione si terrà a margine del seminario "L'orientamento per
il futuro" - organizzato dall'istituto "Marconi" di Padova - in
programma dalle 15 all'hotel Alexander di Abano. La notizia è stata data ieri
in occasione dell'assemblea sul tempo lungo; presenti, oltre ad una cinquantina
di amministratori di Padova e provincia, Elisabetta Casellati, sottosegretario
alla Giustizia, gli onorevoli Lorena Milanato, Filippo Ascierto, Alessandro
Naccarato, Antonio De Poli, il senatore Maurizio Saia e i consiglieri regionali
Leonardo Padrin e Barbara Degani. All'incontro ha partecipato anche Claudio
Piron, assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Padova, per la prima
volta a fianco del movimento spontaneo dei sindaci nato due settimane fa per
difendere il tempo lungo nelle elementari del Veneto. "Ho già presentato
un'interrogazione alla Camera per salvaguardare questa forma di orario
scolastico - sottolinea Ascierto -; vent'anni fa è stata attivata senza oneri
aggiuntivi per lo Stato. Da parte mia concordo con la riforma Gelmini.
Tuttavia, siamo di fronte alla classica eccezione che conferma la regola: il tempo
lungo è una specificità veneta, non avrebbe senso tornare a quello normale. In
questi anni è cambiato lo stile di vita delle famiglie, ormai entrambi i
genitori lavorano e non rientrano a casa durante la pausa pranzo". Anche
il consiglio regionale ha appoggiato in peno l'iniziativa portata avanti dal
sindaco di Albignasego Massimiliano Barison; l'altro giorno è stata votata
all'unanimità una mozione pro tempo lungo. "Abbiamo fatto fronte comune -
spiega Padrin -; in questo caso non conta il partito di appartenenza, il
movimento è trasversale". Naccarato, deputato del Pd, punta però il dito
contro chi ha voluto i tagli all'organico degli insegnanti. Se non ce ne
saranno a sufficienza, il numero di quelli che prenderanno servizio in Veneto
verrà stabilito il prossimo 7 marzo durante la conferenza Stato-Regioni,
salterà il tempo lungo. "Il centrodestra ha approvato due leggi per
decurtare fondi alla scuola - commenta Naccarato -; ora gli
stessi esponenti si stanno scagliando contro la cancellazione del tempo lungo.
Mi sembra una contraddizione. La Regione Veneto potrebbe anche impugnare i
provvedimenti davanti alla Corte Costituzionale perché è stata lesa la
sovranità regionale relativa ai servizi scolastici". Francesco Cavallaro
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Partono i saldi
sugli affitti dei negozi Sabato 28 Febbraio 2009, Si è aperta con la
provocazione «non affittiamo più le case agli immigrati se poi rischiamo, nel
caso in cui lo straniero non fosse in regola con il permesso di soggiorno, di
vederci confiscare l'immobile» e si è conlusa con l'analisi della contrazione
del mercato delle locazioni e delle compravendite immobilari, l'assemblea fiume
dei soci dell'Uppi, Unione dei piccoli proprietari immobiliari. Un'assemblea
nel corso della quale sono state sviscerate tutte le problematiche derivanti da
nuove normative, sentenze e orientamenti governativi. Oltre al problema della
confisca, infatti, si è parlato della sentenza della Corte costituzionale che cancella la tassa di
depurazione a carico di chi non beneficia del servizio; della prescizione ora fissata
in 5 anni dell'obbligo di pagare le spese di condominio; del decreto Mille
proroghe che muta il sistema di aggiornamento dell'Istat per i contratti di
locazione a uso diverso da quello abitativo; dei contratti convenzionati
che hanno ottenuto un grande succcesso coprendo ora il 25% del mercato delle
locazioni, per i quali il Comune ha confermato l'abbattimento dell'Ici dal 5,5
al 4 per mille. E, anche, dell'obbligo per tutti i proprietari di dotarsi delle
Certificazione energetica dell'immobile, che indica quanto costa mantenere una
casa. Cosa questa che condizionerà il prezzo delle locazioni e anche della
compravendita. Per spiegare meglio le procedure di certificazione l'Uppi ha
organizzato dei seminari, a costi ridotti per i propri associati (il 1. si
terrà venerdì 13 marzo). E a proposito di prezzi, durante l'assemblea sono
stati illustrati in anteprima i dati riguardanti il 2008 ed è stato analizzato
l'andamento del mercato a partire dal 1996. Dopo anni di apprezzamenti
costanti, per quanto riguarda sia il mercato degli affitti sia di quello
immobiliare, in varie misure a seconda della zona cittadina presa in
considerazione, lo scorso anno la crisi economica non solo ha fermato la corsa
dei prezzi, ma ha addirittura fatto segnare delle contrazioni. Sicchè, per
esempio, se nelle zone periferiche di Torre, viale Libertà e Grigoletti, San
Valentino, Torre, Via Montereale e Ferrovia, nel corso degli ultimi 12 anni si
è registrato un incremento dei prezzi del 72,16%, tra il 2007 e il 2008 si è
verificato un calo del 4%. «Il borsino immobilare illustrato - ha precisato
Alberto Marchiori, presidente dell'Ascom - tiene conto delle medie e dei
listini dei costruttori, ma in realtà il mercato ora è incoerente e si
registrano "svendite", anche del 20%. E anche per quanto riguarda le
locazioni, altro esempio, da un po' di mesi nel centro storico si stanno
rivedendo in corso d'opera i contratti d'affitto dei negozi: il conduttore pur
di non perdere l'inquilino gli abbassa il canone anche del 20%». In tempi di vacche
magre del resto, ha considerato il presidente dell'Uppi, «ci si deve adattare.
Anche abbassando un po' i prezzi la rendita dell'immobile è assicurata».
Antonella Santarelli
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del
28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
CARMEN FUSCO Canoni
per la depurazione non dovuti: sì al rimborso ma non prima dell'autunno. Carta
straccia dunque i ricorsi già presentati dagli utenti in
virtù di una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato non dovuto
il versamento della quota di tariffa riferita al servizio di depurazione delle
acque «nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano
temporaneamente inattivi». Sull'argomento il Parlamento ha infatti stabilito,
che in attuazione della pronuncia della Suprema Corte, i gestori del
servizio idrico integrato dovranno provvedere, anche in forma rateizzata, alla
restituzione delle tariffe. I rimborsi potranno però essere effettuati soltanto
a partire del primo ottobre 2009. Decadono, quindi, anche gli oltre 8 mila
ricorsi e le 500 citazioni presentate davanti al Giudice di Pace dai cittadini
residenti nell'area di competenza dell'Ato3. Non solo. La restituzione delle
quote non dovute dovrà prevedere la detrazione degli oneri derivati dalle
attività di progettazione, di realizzazione o di completamento degli impianti
già avviati nei vari Comuni e previsti dal piano d'Ambito. Ai consorzi
obbligatori toccherà adesso il compito di individuare, entro due mesi dalla
data dell'entrata in vigore della legge, la mappa degli investimenti e delle
progettazioni da detrarre alle quote da restituire agli utenti. Gli stessi enti
d'ambito avranno anche la facoltà di stabilire se le società che gestiscono il
servizio idrico potranno restituire le tariffe in forma rateizzata, fino a
cinque anni. Il sì definitivo della Camera fa dunque tirare un sospiro di sollievo
alle società che gestiscono il servizio idrico: avranno un arco di tempo più
ampio per far fronte alle legittime istanze dei cittadini. E agli utenti
dell'ente d'ambito sarnese vesuviano lancia un appello Mario Sorrentino, neo
presidente del consorzio: «Evitate di presentare i ricorsi perché chi ne ha
diritto sarà rimborsato». L'invito ad evitare azioni legali nasce dal
presupposto che, a sentire Sorrentino, il monitoraggio della situazione è stato
già avviato e presto sarà pronta la mappa dei Comuni e delle zone dove il
sistema di depurazione è inesistente o carente. «In qualità di organismo di
controllo - spiega il presidente dell'Ato3 - siamo orientati a procedere con i
rimborsi entro il più breve tempo possibile. Non abbiamo alcun interesse ad assumere
un atteggiamento vessatorio nei confronti degli utenti».
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del
28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Sulla
norma impugnata dal governo si esprimerà la Corte Costituzionale, ma intanto la
Regione cerca una strada alternativa che passi dalla modifica della legge
contestata. Lo conferma il vicepresidente della giunta Antonio Valiante.
«Esistono pareri contrastanti tra i giuristi sulla presunta incostituzionalità
del testo. In
ogni caso - spiega Valiante - la competente commissione consiliare sta
discutendo nel merito per valutare la soluzione da adottare, tenendo conto del
fatto che la pignorabilità delle somme disponibili non deve assolutamente
pregiudicare l'erogazione dei servizi sanitari». E il presidente della
commissione Sanità Angelo Giusto aggiunge: «Occorre trovare un equilibrio che
consenta ai privati di non perdere le loro prerogative ma metta anche fine al
mercato indegno del contenzioso». Ma l'opposizione, che già in aula aveva
contestato la norma, parla di «ennnesima figuraccia» della Regione. «Paghiamo -
attacca il capogruppo di An Enzo Rivellini - l'ostinata arroganza del
centrosinistra. Segnalammo questo scempio e abbiamo proposto di abrogare quella
assurda norma voluta dal centrosinistra e in particolare da Oliviero e Ciarlo.
Quest'ultimo, come tutti sanno, è un autorevole costituzionalista e quindi era
ben consapevole di quanto inutile e sbagliata fosse la norma». Per il deputato
di An Marcello Taglialatela si tratta «del primo passo verso il necessario ed
ormai non più rinviabile commissariamento» della sanità. «Con la decisione del
governo - aggiunge - viene restituita dignità al diritto che era stato
calpestato. Si conferma l'assoluto stato confusionale in cui versa il sistema
sanitario campano, i cui conti sono inattendibili e completamente fuori
controllo per le evidenti responsabilità dell'assessore Montemarano». Anche
Forza Italia critica la Regione. «Il governo compie un atto dovuto che rende
giustizia alle nostre battaglie - dice Luca Colasanto - e sconfessa
l'interpretazione di comodo data dalla giunta». Per una modifica delle legge
spinge l'Udeur. «Vengono confermati i nostri dubbi - dice il capogruppo
Fernando Errico -. Mi auguro che si ponga fine a una questione giuridica che
rischia di mettere in difficoltà molti fornitori e imprese». p.mai.
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
PAOLO MAINIERO Il
governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la
norma della finanziaria regionale che prevede la non pignorabilità dei beni
delle Asl, delle aziende ospedaliere, dei policlinici. La proposta di impugnare
la norma contenuta nell'articolo 25 (comma 2) della finanziaria 2009 era stata
avanzata dal ministero degli Affari regionali e ieri è stata accolta dal
consiglio dei ministri. Secondo il governo quella norma «invade la
competenza esclusiva statale in materia di ordinamento civile». Il consiglio
dei ministri ha impugnato anche l'articolo (il 12) che prevede il credito
agevolato di imposta per le imprese che assumono giovani laureati campani
costretti a emigrare per lavorare: per il governo la norma «si pone in ostacolo
alla libera circolazione delle persone». Sia sul primo che sul secondo caso, fa
sapere la giunta, la Regione farà le proprie valutazioni. «Stiamo già lavorando
per le opportune modifiche», assicura il vicepresidente Antonio Valiante. La
norma in materia sanitaria fu fortemente voluta dall'assessore alla Sanità
Angelo Montemarano quale misura di contenimento della spesa. In particolare,
prevedendo la non pignorabilità dei beni delle Asl, la Regione intendeva
bloccare i decreti ingiuntivi dei creditori, dalle case di cure ai farmacisti,
dai laboratori ai fornitori, che avanzano centinaia di milioni di euro. Solo i
farmacisti delle Asl Napoli 1, 4 e 5 rivendicano arretrati per circa 360
milioni e hanno già manifestato la volontà di passare all'assistenza indiretta:
mercoledì l'annuncio, a meno che Montemarano non fornisca le dovute garanzie.
«Ma a questo punto - commenta Michele Di Iorio, presidente di Federfarma -
auspico che l'azzeramento di un tentativo surrettizio di non pagare i titolari
di farmacia, oltre che tutti gli altri creditori, induca la Regione e le Asl a
un approccio più serio e fattivo nei confronti di un problema, quello dei
mancati pagamenti, che se non risolto in tempi brevissimi provocherà gravi
alterazioni dei livelli assistenziali. Spero che la Regione, nel prendere atto
di una pesante sconfitta, registri le proprie strategie evitando di reiterare
esperienze normative e legislative non concertate con le categorie coinvolte».
Soddisfatto anche Sergio Dompè, presidente di Farmindustria. «È importante - dice
- fare chiarezza su un tema così delicato». Va ricordato che il tribunale di
Napoli il 17 febbraio si era già espresso in maniera contraria respingendo la
richiesta avanzata dalla Asl Napoli 1 che si opponeva a un decreto di un
creditore eccependo, appunto, l'impignorabilità della somma. La Regione contava
molto su quella norma ma, va detto, già lo scorso 23 gennaio, nel corso della
verifica sullo stato dei conti con i ministeri dell'Economia e della Salute, il
Tavolo tecnico espresse perplessità. I tecnici osservarono che su quella
materia, la pignorabilità di un bene, «la competenza legislativa è
esclusivamente statale, quindi una legge regionale non può legittimamente
intervenire». Fra l'altro, lo stesso articolo 25 prevede anche l'alienazione
del patrimonio immobiliare delle Asl a copertura del disavanzo, norma pure
contestata dal Tavolo tecnico per il quale occorrono «atti perfezionati di
compravendita» e non semplici intenzioni.
( da "Corriere.it" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
LE RADICI DEL
TRACOLLO DEL PD Una sconfitta cercata a lungo Povera sinistra. Peggio messa di come
è non potrebbe. E l'onda lunga che l'ha portata al tracollo viene da lontano,
da molto più lontano di quanto i commentatori ricordino. L'altro giorno
l'elezione di Dario Franceschini a nuovo segretario del Pd è stata una
decisione sensata e forse l'unica possibile. Ma il salvataggio viene rinviato a
elezioni primarie che dovrebbero spazzare via la vecchia nomenklatura e
miracolosamente scoprire nuovi leader. Le primarie sono state una fissazione di
Prodi; e sinora si sono rivelate un enorme dispendio di energie senza frutto,
che non hanno fondato o rifondato un bel nulla. Per carità, riproviamo ancora.
Ma non illudiamoci che scoprano ignoti né quello che non c'è. A oggi ogni
capopartito ha allevato i suoi e cioè potenziato la sua fazione, la sua corrente,
promuovendo gli obbedienti (anche se deficienti) e cacciando gli indipendenti
(anche se intelligenti). Pertanto la crisi di leadership della sinistra è una
realtà dietro la quale non è detto che si nascondano geni incompresi, geni
repressi. Il guaio risale al fatto che per una trentina di anni abbiamo avuto
la più grande sinistra dell'Occidente, che era però egemonizzata dal Pci e
forgiata dallo stalinismo di Palmiro Togliatti. Non era una sinistra addestrata
a pensare con la sua testa, ma invece ingabbiata nel preconfezionato di un
dogmatismo ideologico. Caduta la patria sovietica, quel pensare e pensarsi che
altrove ha rifondato la sinistra su basi socialdemocratiche da noi non si è
risvegliato. La fede comunista si è semplicemente trasformata in un puro e
semplice cinismo di potere; e il non pensare
ideologico, il sonno dogmatico del marxismo, si è semplicemente trasformato
nella sconnessa brodaglia del «politicamente corretto». Una brodaglia nella
quale anche il semplice buonsenso brilla per la sua assenza. Dunque la malattia
è grave e di vecchia data. Una malattia che coinvolge anche passando al
versante pratico del problema l'erosione dei bacini elettorali tradizionali
della sinistra. In passato la sinistra era, in tutta semplicità, il partito del
proletariato operaio. Quel proletariato non esiste più. Lo ha sostituito un
sindacalismo che in passato obbediva al partito, ma che ora lo condiziona.
Domanda: il collateralismo o condizionamento sindacale conviene davvero, oggi,
alla «sinistra di governo » (come diceva Veltroni)? Ne dubito. La Cgil è oramai
un sindacato antiquato «di piazza e di sciopero», abbandonato dai giovani, che
rappresenta i pensionati (la maggioranza dei suoi tesserati), che difende gli
sprechi e anche i fannulloni. E siccome siamo al cospetto di una gravissima
crisi economica, la sinistra non la può fronteggiare appesantita dalla palla al
piede della Cgil. O così mi pare. Altra domanda, questa volta sul
collateralismo (dico così per dire) con la magistratura. Fermo restando che
l'indipendenza del potere giudiziario è sacrosanta, il
fatto resta che gli italiani sono indignati per la sua lentezza e inefficienza.
Prodi si vanta di avere vinto due elezioni. Allora ci spieghi perché, in
vittoria, non abbia alzato un dito per aiutare e anche
costringere la giustizia a
funzionare. La sinistra fa bene a difendere il potere
giudiziario dagli assalti interessati di Berlusconi.
Ma fa male a non difendere un cittadino così mal servito da una giustizia, diciamolo pure, ingiusta.
Giovanni Sartori stampa |
( da "Virgilio Notizie" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 28 feb.
(Apcom) - "Lette le ulteriori conclusioni del presidente del Comitato di
controllo sui Servizi segreti, Francesco Rutelli, che sono state portate a
conoscenza dei presidenti dei Gruppi, mi chiedo come mai non siano stati presi
drastici provvedimenti per certi magistrati e per quel sedicente tecnico che ha
commesso atti incredibili". E' il commento del presidente del Pdl al
Senato, Maurizio Gasparri, intervenendo sul caso Genchi. "Si è appreso di
una azione devastante ai danni dei servizi di sicurezza e delle forze di polizia.
E tralasciamo, si fa per dire - prosegue l'esponente del Pdl - le violazioni ai
danni del Parlamento. Non avendo ragione di dubitare delle cose rilevate dal
sen. Rutelli ed essendo stata informata la magistratura, mi
chiedo come mai chi ha diretto attività incredibili svolga ancora funzioni
attive nelle file della magistratura. Credo che ci sia lavoro immediato per
Procure, Csm, Guardasigilli e Polizia penitenziaria".
( da "Napoli.com" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia
28/2/2009 Centri
privati, l?Enpam chiede i contributi di Antonio Salvatore L?Ente Nazionale di
Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri ? ENPAM ? nei giorni
scorsi, ha inviato alle società professionali mediche ed odontoiatriche, nonché
alle Società di Capitali operanti in regime di accreditamento col SSN, la
richiesta di versamento - a valere in conto entrata del Fondo Speciale di Previdenza
a favore degli Specialisti Esterni - di un contributo pari al 2% del fatturato
annuo attinente a prestazioni specialistiche rese nei confronti del SSN.
L?art. 1, comma 39, della Legge 23.8.2004 n. 243 prevede che le società
professionali mediche ed odontoiatriche, in qualunque forma costituite (con
esclusione di associazioni fra professionisti e società di persone) e le
società di capitali, operanti in regime di accreditamento con il SSN, sono
tenute a versare un contributo pari al 2% del fatturato annuo inerente
prestazioni rese nei confronti del SSN, decurtato di una quota di abbattimento
in ragione delle percentuali sancite dai DPR 23.3.1988 nn. 119 e 120, senza,
tuttavia, alcun diritto di rivalsa sul SSN. Tale contribuzione è stata,
da sempre, ritenuta iniqua dalle società private accreditate, al punto che,
oltre ad aver alimentato un nutrito contenzioso innanzi l?A.G. competente, con
l?ordinanza del 18.11.2007, il Tribunale di Roma ? Sezione Lavoro ? ha proposto
ricorso innanzi la Corte Costituzionale, ritenendo l?art. 1, comma 39, della
richiamata norma, lesivo dei principi sanciti agli artt. 2, 3, 38, 41 e 53
della Costituzione. Con Ordinanza n. 252 del 25.6.2008, tuttavia, la
Corte Costituzionale ha dichiarato la manifesta inammissibilità delle questioni
di legittimità costituzionali sollevate dal Tribunale di Roma. Da qui, la
paventata obbligatorietà del contributo a favore del Fondo Specialisti Esterni,
e la correlata richiesta di versamento da parte dell?ENPAM dal 2004 al 2008.
Da un?attenta lettura dell?Ordinanza, tuttavia, la richiesta avanzata dall?Ente
di previdenza appare alquanto fantasiosa, allorquando rappresenta, in modo
falsato, il contenuto della stessa. La manifesta inammissibilità delle
questioni di legittimità costituzionale dell?art. 1,
comma