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Indice delle sezioni

Giustizia (39)


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

senza toni da crociata ( da "Messaggero Veneto, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Così operando (Corte costituzionale, ordinanza 334/08) i giudici hanno emesso provvedimenti di natura certamente giurisdizionale, con efficacia solo per il caso di specie, senza usurpare funzioni di produzione normativa o menomare l'esercizio del potere legislativo da parte del Parlamento, che potrà in qualsiasi momento intervenire.

Beppino Englaro un perseguitato ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ma la corte Costituzionale ha rigettato il ricorso del Parlamento, e lo stesso Parlamento «ha votato un decreto finalizzato a stravolgere una sentenza passata in giudicato, situazione che non ha precedenti». Le ultime parole di Catalano sono sul Ddl in discussione: «non si vuole che la legge intervenga e invece con questo ddl dove non viene specificato nulla,

il governo contesta la finanziaria regionale - roberto fuccillo ( da "Repubblica, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Palazzo Chigi ha impugnato davanti alla Corte costituzionale nientemeno che la legge finanziaria della Regione, varata nel gennaio scorso. Non si tratta ovviamente dell´intero documento. Il governo contesta solo due punti specifici, il più rilevante dei quali è quello col quale si fissava la non pignorabilità dei beni delle Asl.

legittimo l'arresto di novi ma quante "irregolarità" - massimo calandri ( da "Repubblica, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in particolare al Csm, di fare attenzione al conflittuale rapporto tra il procuratore Francesco Lalla e i suoi pubblici ministeri. La Suprema Corte ha bocciato l´ennesimo ricorso presentato dai difensori dell´ex presidente della Authority, ma ha al tempo stesso sottolineato la «irritualità» nel comportamento tenuto giusto un anno fa dai magistrati coinvolti nell´

suoni, cabaret, arte, dibattiti ne "la città vista dalla luna" ( da "Messaggero Veneto, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: indimenticato direttore del Csm di Pordenone, che da 10 anni rappresenta una voce autorevole nel nostro panorama editoriale. "La cultura fa 90?" sarà il tema della prima parte della serata e vedrà a confronto i curatori delle più importanti manifestazioni o realtà culturali della città nei settori del teatro, del cinema, della letteratura.

lo stagno di casaraccio non è inquinato - pier luigi piredda ( da "Nuova Sardegna, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dai Segni e dai Berlinguer e buen retiro del vicepresidente del Csm, Nicola Mancino. L'immagine di Stintino è salva. E tutti, in verità molto pochi, sono tornati a casa contenti dal consiglio comunale, dopo le rassicurazioni fornite dagli esperti dell'Arpas (Agenzia regionale per la protezione delll'Ambiente della Sardegna) che hanno spiegato, con l'ausilio di grafici e tabelle,

Arresto di Novi, la Procurabacchettata in Cassazione ( da "Secolo XIX, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il procuratore capo di Genova Francesco Lalla era già stato "assolto" dal Csm per le dichiarazioni rilasciate in seguito al "caso Henriquet" (il magistrato aveva espresso dissenso sull'operato del sostituto Francesco Pinto al quale si era sostituito in udienza) e - all'unanimità - anche a proposito del fascicolo nato dalle polemiche che accompagnarono l'arresto di Novi.

scuola cattolica e stato laico ( da "Nuova Sardegna, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale, ad esempio, sull'insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali ha affermato che nel nostro Ordinamento i principi di uguaglianza e di libertà religiosa, sanciti negli articoli 2, 3 e 19 della Costituzione" concorrono, con altri - ha spiegato il professor Aldo Casu, presidente della Fism -

<si lavoraper il nuovotribunale> Procura: 25 in lizzaper il posto di Carli ( da "Secolo XIX, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di Carli il comune raffica di domande al csm per chiavari Da lunedì il capo torna a fare il sostituto: gli aspiranti alla poltrona nCHIAVARI. «Nel sito del nuovo tribunale il cantiere è operativo». Lo assicurano gli assessori di Chiavari Antonio Segalerba (Urbanistica) e Giorgio Beaud (Lavori pubblici) rispondendo a chi si chiede come mai nell'area non si notino gli effetti dell'

il ruolo del pd ( da "Tirreno, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intanto la sentenza della Corte Costituzionale che lo privava del monopolio televisivo per lui non vale e uguale sorte ha riservato alla sentenza della Corte Europea su Rete4. Sarà il caso di far capire agli italiani che Berlusconi i miliardi che lo hanno arricchito non li ha trovati nei giardini delle ville, le ha comprate con i soldi dei tele-consumatori,

Se parla il giudice il fisco deve adeguarsi ( da "Italia Oggi" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Va ricordato come la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 264 del 23 luglio 1997 non ha mancato di rilevare come ?il potere attribuito all'Amministrazione finanziaria di verificare l'eventuale rilevanza fiscale del fatto penalmente accertato, ai fini dei conseguenti provvedimenti, debba essere esercitato in conformità al principio,

Valide le vecchie cartelle anonime ( da "Italia Oggi" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale con la sentenza n. 58 del 2009 depositata il 27 febbraio. La pronuncia della Consulta riveste particolare importanza perché chiarisce il significato dell'ordinanza n. 377/07 della stessa Corte, sulla base della quale, larga parte della giurisprudenza di merito, ora smentita, aveva ritenuto di fondare le sentenze che concludevano per la nullità delle cartelle

Al momento il posto di procuratore capo è vacante. Il titolare è ancora Ugo Paolillo il qu... ( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Paolillo ha infatti presentato - attraverso l'avvocato Pietro Carotti che l'ha già difeso con successo davanti al Tar - ricorso alle Sezioni Unite della Cassazione contro il provvedimento assunto dal Csm nel dicember 2008. L'udienza dovrebbe essere fissata entro i prossimi sei mesi.

A Rieti era giunto con una missione precisa: riportare serenità in un ufficio lacerato ... ( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Uno è stato già nominato dal Csm e viene dalla Sicilia, la mia terra d'origine, l'altro sarà applicato dalla sezione distrettuale in attesa che venga nominato il titolare. Un organico completo in grado di far fronte a ogni esigenza. Di certo è stata un'esperienza importante - sottolinea il procuratore - e impegnativa, ma grazie alla collaborazione di tutti l'

Condono edilizio, paletti alle regioni ( da "Italia Oggi" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo ha stabilito la Corte costituzionale che con la sentenza n. 54/2009, depositata ieri in cancelleria e redatta da Ugo De Siervo, ha bocciato l'ennesima legge regionale per violazione delle prerogative statali. Questa volta a essere finita nel mirino della Consulta è stata una legge della Basilicata, la n.

Se i principi cedono al gettito ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CARTELLE MUTE Se i principi cedono al gettito L a Corte costituzionale ieri ha fatto salva l'irretroattività della regola del milleproroghe del 2007 con cui era stata sancita la nullità delle cartelle esattoriali mute (prive del responsabile del procedimento). La norma infatti faceva decorrere i propri effetti dal 1Úgiugno 2008, salvando tutto il pregresso.

Cartelle mute, sanatoria in salvo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale promuove la disposizione introdotta nel decreto legge 248 del 2007 Cartelle mute, sanatoria in salvo L'omissione del responsabile sanzionata solo a partire dal 1Ú giugno 2008 Antonio Criscione ROMA Restano mute, ma pienamente operanti la cartelle emesse primadel1 Úgiugno2008(comestabilito dal Dl 248/

Gli uffici possono rinviare i termini ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo ha affermato la Corte costituzionale (presidente Francesco Amirante, redattore Franco Gallo), con la sentenza 56 depositata ieri. Secondo la Consulta, nel caso in cui la proroga del termine riguardi un atto processuale, non viene leso né il principio del contraddittorio né il diritto di difesa del contribuente.

Niente condono in aree vincolate ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: secondo la sentenza della Corte costituzionale 54/2009. Ma il caso deciso interessa anche altre Regioni, riguardando costruzioni prive di tamponature laterali ed eseguite in zone vincolate. Per ciò che riguarda la struttura condonabile, la Basilicata aveva previsto (legge 25/2007) la condonabilità anche per costruzioni prive dei muri perimetrali.

BERLINO - Già l'iniziativa del ministro per la famiglia Von der Leyen di sopprimere tutti i sit... ( da "Messaggero, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per non parlare delle misure più drastiche come la castrazione chimica o i bracciali elettrici proposti più volte dal centro destra ma bloccati sul nascere dalla Corte costituzionale. L'iniziativa più efficace nella lotta contro la pedofilia in Germania resta così quella preventiva avviata che offre terapie intensive a potenziali pedofili intenzionati a "guarire". W. R.

BASTA CON I TONI DA CROCIATA ( da "Nuova Ferrara, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Così operando (Corte costituzionale, ordinanza 334/08) i giudici hanno emesso provvedimenti di natura certamente giurisdizionale, con efficacia solo per il caso di specie, senza usurpare funzioni di produzione normativa o menomare l'esercizio del potere legislativo da parte del Parlamento, che potrà in qualsiasi momento intervenire.

<Nessun senso di colpa Avanti con i blocchi selvaggi> ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Se una azienda non rinnova i contratti o viola le regole non le succede nulla». Ora che cosa accadrà? «Se il governo continua su questa strada risponderemo con tutti gli strumenti a disposizione. E poi vediamo che cosa dice la Corte costituzionale. La partita è tutta da giocare». Olivia Posani

Pignoramenti Asl, Governo contro Regione ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che sarà la Corte costituzionale a dover entrare nel merito delle norme per decretarne la legittimità o meno, dal centrodestra viene vista come una sorta di preambolo al commissariamento della sanità campana. D'altronde basta ricordare che la scorsa settimana un giudice napoletano già aveva ritenuto non legittimo l'articolo per cui era stata disposto il pignoramento dei beni dell'

Mancino: <Non c'è pluralismo senza efficienza> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vicepresidente del Csm, ha partecipato ieri, insieme con il professor Vincenzo Atripaldi, alla presentazione del libro «Il multiculturalismo», edito da Guida e curato da Ugo Piscopo e dai magistrati Giuseppe Borrelli, Lorenzo Orilia e Dario Raffone. L'Europa, ha detto Mancino, vive una fase di depressione nella quale i flussi migratori possono determinare squilibri e problemi.

La medicina sostenibile ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e dal discorso del presidente emerito della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola (nella foto). Interventi dei direttori scientifici del corso Raffaele Calabrò e Antonio Giordano, di Onofrio Palombella, Giuseppe Nardini, Roberto Lorusso e Giovanni Pizza. L'evento sarà chiuso da una testimonianza video dello scrittore Andrea Camilleri.

<Appalti pubblici, regole chiare> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Le recenti osservazioni della Corte Costituzionale alla legge regionale sugli appalti non hanno aiutato gli enti pubblici a ritrovare fiducia e serenità nella loro azione amministrativa. Il rischio di ritrovarsi ancora in mezzo a ricorsi e contenziosi continua a dominare la scena, determinando così una situazione di estrema incertezza».

Il <Risiko> dei giudici: valzer di poltrone nelle aule del palazzo ( da "Giornale.it, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: avvocato a Milano: una incompatibilità che ora il Csm deve avere ritenuto superata (o almeno, in qualche modo, superabile). Novità in arrivo anche per la giustizia civile, dove alla carica di presidenti di sezione la commissione del Csm ha nominato Elena Riva Crugnola, Laura Cosentini, Carla Maria Gatto e Filippo Lamanna.

l'assessore febbo apre alle critiche del comitato verde ( da "Centro, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: al giudizio della Corte costituzionale. «Quella legge che ho votato, che ci ha dato la possibilità di riflettere e di cercare una soluzione è sbagliata dal punto di vista della legittimità, quindi deve essere superata», aggiunge l'assessore, «la proponessero loro, quelli del comitato, una legge che abbia i requisiti di costituzionalità oltre a rispettare le normative comunitarie.

Valle Telesina: Canone depurazione Il Consiglio non decide ( da "Sannio Online, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ? ha spiegato il primo cittadino - ha stabilito con la sentenza numero335/2008 che il canone di depurazione applicato sulla bolletta dell?acqua, in quanto componente tariffaria di un servizio non è dovuto se il relativo impianto è assente ovvero sia, anche temporaneamente, fuori servizio?

Pignoramenti: no del Governo ( da "Denaro, Il" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione. Analogamente, la Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di un'altra Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione

<Serve un nuovo Palagiustizia>Ragusa. ( da "Sicilia, La" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Non appena il Csm avrà approvata la tabella di organizzazione del lavoro, il dott. Vincenzo Saito e il dott. Vincenzo Ignaccolo, avendo superato il periodo massimo di dieci anni, lasceranno l'ufficio del gip-gup per occuparsi di altra attività nel settore Civile;

Tempo lungo, sindaci al cospetto della Gelmini ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ora gli stessi esponenti si stanno scagliando contro la cancellazione del tempo lungo. Mi sembra una contraddizione. La Regione Veneto potrebbe anche impugnare i provvedimenti davanti alla Corte Costituzionale perché è stata lesa la sovranità regionale relativa ai servizi scolastici". Francesco Cavallaro

Partono i saldi sugli affitti dei negozi ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: si è parlato della sentenza della Corte costituzionale che cancella la tassa di depurazione a carico di chi non beneficia del servizio; della prescizione ora fissata in 5 anni dell'obbligo di pagare le spese di condominio; del decreto Mille proroghe che muta il sistema di aggiornamento dell'Istat per i contratti di locazione a uso diverso da quello abitativo;

CARMEN FUSCO CANONI PER LA DEPURAZIONE NON DOVUTI: Sì AL RIMBORSO MA NON PRIMA DELL'AUTUNNO.... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presentati dagli utenti in virtù di una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato non dovuto il versamento della quota di tariffa riferita al servizio di depurazione delle acque «nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi». Sull'argomento il Parlamento ha infatti stabilito, che in attuazione della pronuncia della Suprema Corte,

SULLA NORMA IMPUGNATA DAL GOVERNO SI ESPRIMERà LA CORTE COSTITUZIONALE, MA INTANTO LA REGIONE C... ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sulla norma impugnata dal governo si esprimerà la Corte Costituzionale, ma intanto la Regione cerca una strada alternativa che passi dalla modifica della legge contestata. Lo conferma il vicepresidente della giunta Antonio Valiante. «Esistono pareri contrastanti tra i giuristi sulla presunta incostituzionalità del testo.

PAOLO MAINIERO IL GOVERNO HA IMPUGNATO DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE LA NORMA DELLA FINANZIAR... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la norma della finanziaria regionale che prevede la non pignorabilità dei beni delle Asl, delle aziende ospedaliere, dei policlinici. La proposta di impugnare la norma contenuta nell'articolo 25 (comma 2) della finanziaria 2009 era stata avanzata dal ministero degli Affari regionali e ieri è stata accolta dal consiglio dei ministri.

Sconfitta cercata Sartori ( da "Corriere.it" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: non abbia alzato un dito per aiutare e anche costringere la giustizia a funzionare. La sinistra fa bene a difendere il potere giudiziario dagli assalti interessati di Berlusconi. Ma fa male a non difendere un cittadino così mal servito da una giustizia, diciamolo pure, ingiusta. Giovanni Sartori stampa |

Genchi/ Gasparri: Perche' nessuna conseguenza per ( da "Virgilio Notizie" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Rutelli ed essendo stata informata la magistratura, mi chiedo come mai chi ha diretto attività incredibili svolga ancora funzioni attive nelle file della magistratura. Credo che ci sia lavoro immediato per Procure, Csm, Guardasigilli e Polizia penitenziaria".

Centri privati, l'Enpam chiede i contributi ( da "Napoli.com" del 28-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha proposto ricorso innanzi la Corte Costituzionale, ritenendo l?art. 1, comma 39, della richiamata norma, lesivo dei principi sanciti agli artt. 2, 3, 38, 41 e 53 della Costituzione. Con Ordinanza n. 252 del 25.6.2008, tuttavia, la Corte Costituzionale ha dichiarato la manifesta inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionali sollevate dal Tribunale di Roma.


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senza toni da crociata (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

DIRITTO E VITA SENZA TONI DA CROCIATA di GIAN CARLO CASELLI La notizia dell'apertura di un fascicolo per omicidio volontario nei confronti di 14 persone in relazione alla dolorosa vicenda di Eluana Englaro porta innanzi tutto a dire che il procuratore di Udine ha dato in precedenti occasioni della stessa vicenda prova di professionalità e indipendenza. Perciò non resta che attendere. Diranno gli sviluppi se si tratta o meno di un atto dovuto. Nel frattempo, i commentatori di fronte a problemi che investono la vita e la morte dovrebbero sforzarsi di argomentare con pietà e rispetto. Senza che dogmatismi (men che mai crudeltà o cinismi) prevalgano su umanità e diritto, come troppo spesso è fin qui avvenuto. Ora, punto di partenza (non unico, ma certo fondamentale) per ogni riflessione sono le sentenze con cui Cassazione e Corte d'appello di Milano han riconosciuto l'esistenza di un diritto individuale a non essere più medicalmente assistiti contro la propria volontà (purché provata in base a elementi chiari, univoci e convincenti) quando il malato giaccia da moltissimi anni in stato vegetativo permanente irreversibile, senza che vi sia alcun fondamento medico che lasci supporre la benché minima possibilità di recupero. A fronte dell'attuale carenza di una specifica disciplina legislativa, il valore primario e assoluto dei diritti coinvolti ha imposto ai giudici di intervenire per una loro immediata tutela: attraverso una delicata opera di ricostruzione della regola di giudizio. Tutto questo nel quadro dei principi sanciti e presidiati nella Costituzione, che è cardine del nostro ordinamento, non un pezzo di carta inutile e fastidioso. Così operando (Corte costituzionale, ordinanza 334/08) i giudici hanno emesso provvedimenti di natura certamente giurisdizionale, con efficacia solo per il caso di specie, senza usurpare funzioni di produzione normativa o menomare l'esercizio del potere legislativo da parte del Parlamento, che potrà in qualsiasi momento intervenire. In sostanza, i giudici hanno fatto nient'altro che il loro dovere. Con logica argomentativa sempre scrupolosa, con motivazioni serrate e al tempo stesso intrise di «partecipata personale sofferenza», hanno assunto decisioni su un'istanza che andava «inevitabilmente accolta», prevedendo nel contempo «modalità tali da garantire un adeguato e dignitoso accudimento accompagnatorio della persona». Attenzione: nessun avallo a un preteso diritto assoluto di morire. L'esistenza di un diritto di natura costituzionale a che la vita segua il suo corso naturale, senza interventi artificiali esterni quando siano più dannosi che utili o non proporzionati o non tollerabili, non deve essere confuso col diritto di eutanasia, fino a oggi non riconosciuto nel nostro ordinamento. Dunque, si ragioni secondo i principi di uno Stato moderno, nel quadro di uno stato di diritto. Senza toni da crociata, senza odio e ferocia. Cercando (sono parole del vescovo di Udine) di «ritrovare la forza di vivere da fratelli».

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Beppino Englaro un perseguitato (sezione: Giustizia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

IL CASO ELUANA. Ieri sera il dibattito alla scuola «Bettinzoli» «Beppino Englaro un perseguitato» STEFANO CATALANO di Lucilla Perrini Sembra che alla vicenda di Eluana Englaro non si possa ancora mettere la parola fine. È notizia di ieri che la Procura di Udine ha iscritto nel registro degli indagati il padre Beppino Englaro e altre 13 persone con l'ipotesi di omicidio volontario aggravato per la morte di Eluana. Per questo il legale della famiglia, l'avvocato Angiolini, che ieri era atteso nella scuola Bettinzoli di Brescia, invitato da Giustizia e Libertà e dal Movimento per la scelta, ha declinato l'invito per motivi deontologici. Al suo posto Stefano Catalano, ricercatore di Diritto pubblico all'Università degli Studi di Milano, che ha ripercorso con precisione e rigore tutte le tappe giuridiche che hanno scandito questa drammatica vicenda. UN RIGORE ancora più apprezzabile dopo le polemiche e l'emotività che negli ultimi mesi hanno occupato ogni dibattito, ogni spazio di discussione e di formazione dell'opinione pubblica. «Englaro è diventato ormai un simbolo ed è come se si fosse scatenata una persecuzione nei suoi confronti - afferma Catalano -. L'indagine è comunque un atto dovuto, perché nel momento in cui ci sono degli esposti da parte dei cittadini, il magistrato ha il dovere di fare luce, per tutelare in primo luogo la persona coinvolta». Davanti a un folto pubblico Catalano ha spiegato tutte le sentenze, dalla prima, del Tribunale di Lecco del 1999, all'ultima datata 9 luglio 2008. Nove anni, nove decisioni, intorno a due interrogativi principali. È possibile rinunciare alle cure? E che cosa succede se il malato è incapace di intendere e volere? «Il diritto alla cura - spiega - è sancito dall'articolo 2 e 32 della nostra Costituzione ed è diritto a preservare la nostra salute, ma anche diritto a rinunciare alle cure». Nel 2007 la Corte di Cassazione sentenzia che per il principio di uguaglianza, se anche la persona è interdetta, si deve rispettare il diritto a rinunciare alla cura. In questo caso può decidere il tutore, ma come essere certi che il tutore decida secondo la volontà del malato? «La Corte di Cassazione - continua Catalano - ha posto due limiti: la persona deve essere in stato vegetativo permanente e irreversibile e la volontà del malato si deve ricavare dall'orientamento filosofico, religioso e morale della persona». LE ULTIME TAPPE del percorso giudiziario di Englaro sono il ritorno alla Corte di Appello, che ha concluso che Eluana avrebbe espresso quella volontà se avesse potuto esprimersi, e quindi il diritto di Beppino Englaro di chiedere la cessazione dei trattamenti. È a quel punto che «dopo 17 anni passati da Englaro a chiedere alle istituzioni e alla politica di prendere una posizione, che la politica di colpo si risveglia e interviene, ritenendo che la Cassazione abbia sconfinato nel terreno legislativo del Parlamento, inventando un diritto invece di applicarlo». Ma la corte Costituzionale ha rigettato il ricorso del Parlamento, e lo stesso Parlamento «ha votato un decreto finalizzato a stravolgere una sentenza passata in giudicato, situazione che non ha precedenti». Le ultime parole di Catalano sono sul Ddl in discussione: «non si vuole che la legge intervenga e invece con questo ddl dove non viene specificato nulla, per esempio, riguardo all'eutanasia: si consegna ai giudici un potere enorme, si vorrebbe limitarlo e invece lo si amplia».

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il governo contesta la finanziaria regionale - roberto fuccillo (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina I - Napoli Il caso Il governo contesta la Finanziaria regionale ROBERTO FUCCILLO è SCONTRO fra il governo e la Regione. Palazzo Chigi ha impugnato davanti alla Corte costituzionale nientemeno che la legge finanziaria della Regione, varata nel gennaio scorso. Non si tratta ovviamente dell´intero documento. Il governo contesta solo due punti specifici, il più rilevante dei quali è quello col quale si fissava la non pignorabilità dei beni delle Asl. SEGUE A PAGINA III

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legittimo l'arresto di novi ma quante "irregolarità" - massimo calandri (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XIII - Genova La Cassazione a sezioni riunite critica il comportamento della procura genovese Legittimo l´arresto di Novi ma quante "irregolarità" Nel mirino la spaccatura tra Lalla e i suoi pm Sottolineata la "irritualità del percorso adottato" per arrivare al provvedimento MASSIMO CALANDRI UNA Procura divisa e vittima delle sue stesse contraddizioni. Le motivazioni della recente sentenza della Cassazione a sezione unite sul «caso Novi» restituiscono un´infelice immagine di alcuni uffici giudiziari genovesi. E suggeriscono a tutti, in particolare al Csm, di fare attenzione al conflittuale rapporto tra il procuratore Francesco Lalla e i suoi pubblici ministeri. La Suprema Corte ha bocciato l´ennesimo ricorso presentato dai difensori dell´ex presidente della Authority, ma ha al tempo stesso sottolineato la «irritualità» nel comportamento tenuto giusto un anno fa dai magistrati coinvolti nell´inchiesta. La Cassazione parla di «irregolarità» tanto del capo quanto dei suoi sostituti, sostenendo però che tutto questo riguarda «esclusivamente l´organizzazione interna dell´ufficio della procura», ed abbia «valenza meramente ordinamentale e disciplinare». Vale la pena di ricordare che Giovanni Novi - accusato di aver truccato la spartizione del Multipurpose, di aver concusso i Messina e di avere indebitamente finanziato la Compagnia Unica � finì per due settimane agli arresti domiciliari. La decisione fu presa dal gip Franca Borzone, accogliendo la richiesta di misura cautelare presentata dai pm Walter Cotugno, Mario Morisani ed Enrico Zucca. Gli inquirenti presentarono un documento atipico, perché in calce riportava un atipico via libera sottoscritto da Lalla: il procuratore, non contestando la sostanza processuale ma spiegando che a suo parere Novi non si era mai messo un centesimo in tasca, disponeva l´inoltro della richiesta rimarcando però il suo personale «non assenso» agli arresti domiciliari. Da allora gli avvocati di Novi ricorrono contro quella ordinanza di custodia cautelare sostenendone l´invalidità, proprio perché orfana dell´assenso del capo. Il primo appello al Tribunale del Riesame era stato rimandato al mittente, i giudici avevano ricordato che la detenzione era comunque «giusta» perché sussisteva «un grave quadro indiziario». E l´appunto in calce firmato da Lalla? Non era indispensabile e non ha «invalidato» l´atto, ha definitivamente stabilito la Cassazione. Tutto è stato fatto secondo le regole. Ma resta la «irritualità del percorso adottato». Il Csm è già a conoscenza da tempo della situazione e ha preso atto delle riflessioni dei pm: a suo tempo Cotugno e Zucca, ma anche Morisani, che da procuratore aggiunto supervisionava già l´inchiesta, avevano preferito prendere tempo di fronte ai dubbi di Lalla; era stato lo stesso procuratore a decidere di inoltrare la richiesta, aggiungendo però quella nota che è stata fonte di molte perplessità. E della recente, chiarissima censura della Cassazione.

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suoni, cabaret, arte, dibattiti ne "la città vista dalla luna" (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Domani al teatro Verdi il meeting per celebrare il decennale della rivista "L'ippogrifo" Suoni, cabaret, arte, dibattiti ne "La città vista dalla luna" PORDENONE. Prenderà il via domani alle 17.30, al Verdi, la festa per il decennale della fondazione della rivista "L'ippogrifo": sarà anche un momento di riflessione su una città che da tempo coniuga imprenditoria e cultura. Tra musica e divertimento, cabaret e spettacolo, non mancheranno infatti i dibattiti: un ricco programma racchiuso nel significativo titolo scelto per la manifestazione, "La città vista dalla luna". Nel ruolo di presentatori i Papu, alla regia Ferruccio Merisi. Come convivono, a Pordenone, la produttività e il sapere, il mito del lavoro e il piacere di "fare" cultura? Come procedono queste due realtà? Parallele l'una all'altra o foriere di reciproche contaminazioni? Muovendo da queste domande si aprirà la festa dell'Ippogrifo, la rivista promossa dall'associazione Enzo Sarli, indimenticato direttore del Csm di Pordenone, che da 10 anni rappresenta una voce autorevole nel nostro panorama editoriale. "La cultura fa 90?" sarà il tema della prima parte della serata e vedrà a confronto i curatori delle più importanti manifestazioni o realtà culturali della città nei settori del teatro, del cinema, della letteratura. Un'occasione per ripercorrere le vicende di quanti hanno portato Pordenone a guadagnarsi un suo prestigio nel panorama nazionale, guardando allo stesso tempo alle contraddizioni e alle prospettive dell'offerta di cultura in città. «E visto che l'arte e la cultura sono indispensabili per perseguire la nostra incerta umanizzazione» sottolineano gli organizzatori presentando la giornata «che farà discutere le idee, bisogna pure che ci sia un governo dei flussi di persone, etnie, idee, imprese e iniziative che irrorano, oggi più che mai, il tessuto connettivo di una città». Così, sull'arte di governare e disegnare il futuro delle nostre città, ma anche per riflettere su come si fa politica e amministrazione mettendo la propria faccia davanti agli elettori, dibatteranno, seguendo il tema "Disegnare il futuro", tre sindaci: quello di Pordenone, Sergio Bolzonello, Flavio Zanonato (Padova) e Flavio Tosi Verona). E poi, spazio all'intrattenimento con la musica (Capitan Jive, Farandola, il centro chitarristico Tarrega, Accusani&Toffolo, Cesselli&De Mattia) e con l'arte (Stefano Jus, Fulvio Tesolin e Marco Tracanelli). Il tutto, condito dal'humour dei Papu. Il titolo dell'evento è "La città vista dalla luna". Cristina Savi

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lo stagno di casaraccio non è inquinato - pier luigi piredda (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Gli esperti dell'Arpas hanno rassicurato amministrazione e cittadini Lo stagno di Casaraccio non è inquinato Infuocata seduta di consiglio comunale: «Salvata l'immagine di Stintino» Le polemiche esplose dopo l'esito preoccupante di una ricerca degli studenti dell'Itas di Sassari PIER LUIGI PIREDDA STINTINO. «...anche ipotizzando un'intromissione di reflui trattati provenienti dall'impianto di depurazione del comune, non si può ritenere che possano influire sulla qualità ambientale della acque del bacino ... in considerazione dell'andamento generale dei vari parametri chimico fisici, dei macrodescrittori, dei valori degli enterococchi e della comunità fitoplantonica ritrovata, lo stato dello stagno di Casaraccio si può considerare buono». E per Stintino e gli stintinesi è la fine di un incubo. Non ci sono tracce d'inquinamento nello stagno alle porte del borgo marinaro amato dai Segni e dai Berlinguer e buen retiro del vicepresidente del Csm, Nicola Mancino. L'immagine di Stintino è salva. E tutti, in verità molto pochi, sono tornati a casa contenti dal consiglio comunale, dopo le rassicurazioni fornite dagli esperti dell'Arpas (Agenzia regionale per la protezione delll'Ambiente della Sardegna) che hanno spiegato, con l'ausilio di grafici e tabelle, le condizioni dello stagno dal punto di vista ambientale. Allarme rientrato. Ma quanta rabbia e amarezza da parte del sindaco Antonio Diana e degli amministratori. Anche se è sembrato che agli altri stintinesi la questione non interessasse più di tanto: chi si aspettava la sala gremita e in trepidante attesa dell'esito degli «oracoli» dell'Arpas, è rimasto deluso. Poche persone, nessuno dei pescatori, dei lavoratori o dei proprietari dello stagno e, stranamente, neppure un rappresentante della scuola, l'Itas (istituto tecnico attività sociali) di via Solari a Sassari, che aveva sollevato il polverone con la presentazione, in un'aula magna gremita, del circostanziato lavoro didattico di analisi sullo stato delle acque degli stagni di Casaraccio e di Pilo da cui era emerso un verdetto impietoso: «Sono due fogne cielo aperto». «Ma quali fogne? - ha tuonato in apertura di seduta il sindaco Antonio Diana, che per una volta ha perso la consueta pacatezza per lanciarsi in un'accorata difesa del suo paese -. Più ambientalisti di noi nel nostro territorio non ce ne sono. Ce lo teniamo caro e lo custodiamo con la massima attenzione. Se ci fossi stato io, quel giorno, alla presentazione di quel lavoro - ha aggiunto il sindaco, lanciando una frecciata, senza però fare nomi, ai due consiglieri della minoranza che avevano partecipato all'incontro organizzato dalla scuola professionale - avrei difeso Stintino con i denti e non avrei permesso che venisse infangato. Gli studenti hanno fatto un ottimo lavoro di ricerca, ma l'hanno presentato senza contradditorio e così non è stata data a Stintino, che io e la mia amministrazione rappresentiamo, la possibilità di difendersi, spiegare». Poi, la parola è passata ai due tecnici dell'Arpas, invitati a partecipare alla seduta di consiglio, incentrata sull'argomento: stagno di Casaraccio «visto che quello di Pilo non ci riguarda perchè non ricade nel nostro territorio e comunque non è assolutamente interessato dagli scarichi del depuratore di Pozzo San Nicola». «Lo stagno di Casaraccio è un Sic, un sito di interesse comunitario, che dev'essere tenuto sotto controllo con particolare attenzione - ha spiegato Pietro Caria, direttore dell'Attività laboratoristica dell'Arpas -. Il nostro monitoraggio è continuo dal 2002 con controlli mensili in diversi punti dello specchio acqueo. Il suo stato è da considerarsi complessivamente buono, nonostante una situazione al limite non sono stati rilevati elementi per poter dire che lo stagno sia una fogna a cielo aperto. Ci sarebbe stato da preoccuparsi se avessimo riscontrato mancanza di ossigeno, ma anche su questo fronte - ha concluso il tecnico dell'Arpas - abbiamo sempre riscontrato valori molto oltre la soglia di criticità». Ancora con più decisione e critica sulla ricerca degli studenti dell'Itas, che qualche subbuglio deve averlo sicuramente procurato a livello regionale, è stata Marisa Mameli, direttore del Servizio controlli delle attività di campo dell'Arpas. «I parametri utilizzati dagli studenti non hanno più significato - ha detto la dirigente, che si è soffermata a spiegare quali siano le nuove rigide nornative in tema ambientale, a livello europeo e mondiale, a cui ci si deve attenere -. Si è addirittura parlato di alghe tossiche, seminando un tantino di panico. No, la presenza di alghe non è assolutamente nociva, qualcuna potenzialmente tossica è stata anche evidenziata ma non ha proliferato. Per noi - ha concluso Marisa Mameli -, lo stagno di Casaraccio è in buone condizioni e sta molto meglio di tanti altri della Sardegna». Chiusa la parentesi tecnica, che tutti hanno ascoltato con grande attenzione, il consiglio si è nuovamente spostato sul piano politico. Dopo il sindaco, sono intervenuti gli assessori Antonella Mariani, Angelo Moschella, Angelo Schiaffino e, soprattutto, il presidente del consiglio comunale Gavino Pipia, che hanno manifestato il loro disappunto «per una vicenda che ha infangato Stintino ingiustamente». Poi, la parola è passata alla minoranza. Stefano Stacca, da docente scolastico ha difeso il lavoro degli studenti, insinuando però un dubbio: «Non crediamo al complotto contro Stintino, ma dobbiamo capire perchè questo attacco?» Più defilati, gli altri due consiglieri di minoranza, Alessandro Maggiolo e Antonio Diana, che avevano partecipato a quell'incontro con gli studenti dell'Itas. Antono Diana ha solo chiesto chiarimenti sul collaudo del depuratore, mentre Maggiolo ha spiegato di aver partecipato perchè invitato dalla scolaresca che aveva fatto la ricerca. «Subito dopo - ha aggiunto - abbiamo contattato un esperto per capire meglio la situazione e ora chiediamo al sindaco di monitorare lo stagno con attenzione».

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Arresto di Novi, la Procurabacchettata in Cassazione (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Arresto di Novi, la Procurabacchettata in Cassazione genova "Irrituale" e "irregolare" il contrasto tra il procuratore capo Lalla e i pm Genova. «Irritualità del percorso adottato dai protagonisti della vicenda». «Irregolarità disciplinare». Nel linguaggio freddo della giustizia sono scoppole capaci di lasciare il segno. Le hanno indirizzate le sezioni unite penali della Corte di Cassazione alla Procura di Genova e in particolare al suo capo, Francesco Lalla, pronunciandosi sul ricorso contro l'arresto dell'ex presidente dell'Autorità portuale Giovanni Novi con l'accusa di turbativa d'asta e truffa. Il provvedimento scattò un anno fa, al culmine dell'inchiesta sulla spartizione dei moli del porto genovese. Il risultato diretto è stato un secco no alla richiesta di cancellazione di quell'arresto, che si tradusse in undici giorni di domiciliari (passato al vaglio univoco di cinque giudici). Ma l'eco del provvedimento, già trasmesso per competenza al Consiglio superiore della magistratura, investe i protagonisti di quell'indagine, che si trova a un passo dalla richiesta di rinvio a giudizio. Perché il procuratore capo Lalla mise per iscritto il suo dissenso alla richiesta di arresto di Novi, ponendosi apertamente in contrasto con i sostituti ai quali aveva affidato le indagini: Walter Cotugno, Mario Morisani ed Enrico Zucca. La risposta dei pm al loro capo fu chiara e altrettanto formale (scritta in un corposo scambio di email interne e riservatissime): senza il suo assenso avrebbero preferito fermarsi, bloccando la loro iniziativa. La decisione di Lalla fu di fatto una "non decisione" dagli effetti potenzialmente devastanti, di fronte al giudice per le indagini preliminari, per la credibilità dei tre pm e delle loro accuse. La richiesta, con la Procura spaccata, andava presentata comunque, nonostante il dissenso scritto a commento del "visto si inoltri" del procuratore capo, il quale riteneva fosse più consigliabile la richiesta di una misura meno pesante dell'arresto. Questo in considerazione del fatto che le esigenze cautelari, nei confronti di un presidente in scadenza di mandato, erano, secondo il capo della Procura, attenuate. «Anche se non c'è la nullità dell'arresto di Giovanni Novi esiste una irregolarità sul piano ordinamentale e disciplinare dei magistrati della Procura di Genova di sicuro rilievo». Sono queste le parole precise contenute nelle motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso presentato dai legali di Novi, gli avvocati Cesare Manzitti e Massimo Krogh. La cancellazione del provvedimento per la mancanza dell'assenso scritto del procuratore alla richiesta dei "suoi" sostituti non è prevista, ma potrebbe essere introdotta dalla legge di riforma della giustizia in discussione. La Suprema corte, a sezioni unite penali, ha osservato che «non si può dubitare della irritualità del percorso adottato da tutti i protagonisti della vicenda». Sottolineando che «la tesi difensiva non sembra cogliere nel segno pur perspicuamente argomentata», i giudici della Cassazione ritengono che «la normativa dell'ordinamento giudiziario riguardi solo l'organizzazione "interna" dell'ufficio di Procura». I giudici hanno concluso rilevando come «l'irregolaritàè estranea al piano processuale ma è di sicuro e pregnante rilievo sul distinto terreno disciplinare». Il procuratore capo di Genova Francesco Lalla era già stato "assolto" dal Csm per le dichiarazioni rilasciate in seguito al "caso Henriquet" (il magistrato aveva espresso dissenso sull'operato del sostituto Francesco Pinto al quale si era sostituito in udienza) e - all'unanimità - anche a proposito del fascicolo nato dalle polemiche che accompagnarono l'arresto di Novi. Ora potrebbe tornare a occuparsi del caso, su invito della Cassazione. Graziano Cetara cetara@ilsecoloxix.it 28/02/2009

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scuola cattolica e stato laico (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

CONVEGNO NELL'ISTITUTO DI SCIENZE RELIGIOSE Scuola cattolica e Stato laico Studiosi a confronto su un tema ancora controverso ORISTANO. La scuola cattolica sullo sfondo del dibattito sulla laicità dello Stato: è il tema del convegno dibattito organizzato dalla Fism, la Federazione delle scuole materne, dall'Unione giuristi cattolici e dalla Arcidiocesi di Oristano, che si svolge oggi alle 9 nell'Aula magna dell'Istituto di scienze religiose. Si tratta di un tema ampiamente discusso e dibattuto, sempre attuale e soprattutto, per molti aspetti, ancora controverso. La laicità nel nostro Ordinamento non è soltanto un'opzione culturale, ma anche un principio giuridico affermato nella legge fondamentale italiana e organizzato sulla base dei diritti e delle norme. "La Corte costituzionale, ad esempio, sull'insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali ha affermato che nel nostro Ordinamento i principi di uguaglianza e di libertà religiosa, sanciti negli articoli 2, 3 e 19 della Costituzione" concorrono, con altri - ha spiegato il professor Aldo Casu, presidente della Fism - a strutturare il principio supremo della laicità dello Stato, che è uno dei profili della forma di Stato delineato nella Carta costituzionale della Repubblica". Secondo la Corte tale principio implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni, ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione. "Il principio di laicità dello Stato è anzitutto posto a presidio della libertà religiosa, e della stessa libertà di espressione, che costituiscono il più sicuro fondamento della libertà religiosa - ha aggiunto Aldo Casu -. La chiesa cattolica, d'altronde, fonda i suoi interventi sulla legge morale naturale, non su promesse di fede, ponendosi come una delle voci della ragione etica dell'umanità, su un terreno di incontro con la ragione laica e affermando principi, condivisibili o meno, ma accessibili a tutti, anche perché riconducibili ai valori comuni espressi dalla Costituzione italiana come il diritto alla vita o il primato della persona umana. Purtroppo il concetto di Stato laico diffuso oggi nella nostra società si fonda su un'idea equivoca di "neutralità" - ha concluso il presidente della Fism - che rischia di contrapporre la società alla persona, limitando l'espressione del credo religioso e delle diverse concezioni del mondo alla sola sfera individuale". Le relazioni saranno tenute da Gianluigi Falchi, preside delle facoltà giuridiche dell'Università Lateranense di Roma e presidente regionale dell'Unione giuristi cattolici; dall'arcivescovo Ignazio Sanna e dal segretario nazionale della Fism, Luigi Morgano. Elia Sanna

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<si lavoraper il nuovotribunale> Procura: 25 in lizzaper il posto di Carli (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

«si lavoraper il nuovotribunale» Procura: 25 in lizzaper il posto di Carli il comune raffica di domande al csm per chiavari Da lunedì il capo torna a fare il sostituto: gli aspiranti alla poltrona nCHIAVARI. «Nel sito del nuovo tribunale il cantiere è operativo». Lo assicurano gli assessori di Chiavari Antonio Segalerba (Urbanistica) e Giorgio Beaud (Lavori pubblici) rispondendo a chi si chiede come mai nell'area non si notino gli effetti dell'attività edilizia. «È in corso l'impermeabilizzazione della soletta gettata dopo la bonifica dell'area - spiega Segalerba - Opere necessarie per impostare la costruzione del nuovo palazzo di giustizia». Qualche rallentamento, però, c'è stato. A determinarlo le continue piogge degli ultimi mesi e non il ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) presentato dal raggruppamento temporaneo di imprese - costituito dalle genovesi Impresa edile Calderoni srl e Orsi impianti Spa, difeso dall'avvocato Armando Gamalero e classificato secondo alla gara - contro il Comune di Chiavari (difeso dall'avvocato Franco Rusca) per l'affidamento dell'appalto ad Arcas Spa di Torino.«Il tar non ha concesso sospensive - precisa Segalerba - quindi i lavori non si sono mai fermati». La pioggia, però, ha influito sul regolare svolgimento dell'attività. «Fino a quando il terreno non si è asciugato - spiega l'assessore Beaud - i lavori hanno subito un ritardo». Perplessità sull'avanzamento del cantiere viene espressa anche da Giancarlo Pelizza, capogruppo consiliare di Forza Italia. «Le grandi opere al centro della campagna elettorale di questa amministrazione - dice - mi sembra siano congelate. L'asta per la Colmata a mare è andata deserta, la Fara è bloccata dai ricorsi, del campus scolastico nessuno parla più, il parere della Provincia sull'autorimessa sotto piazza dell'Orto solleva più di una perplessità. Del parcheggio di via Ghio non ci sono notizie». .x/28/0902

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il ruolo del pd (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 11 - Attualità IL RUOLO DEL PD IL RUOLO DEL PD Al centro va messa la giustizia sociale Difesa della Costituzione e della laicità delle istituzioni e dello Stato; la nostra collocazione al fianco dei lavoratori e delle forze di progresso: bene, apprezzo e sottoscrivo. Muoviamoci! La restrizione degli spazi di democrazia, le crescenti disiguaglianze sociali, l'impoverimento anche della classe media, la pesante precarizzazione dei giovani, la tragedia della disocuppazione che sta nuovamente spingendo nella povertà milioni di persone, l'assenza di diritti per gli immigrati, richiedono politiche che rimettano al centro la sfida per la giustizia sociale. Su queste vere e proprie emergenze si dovrà misurare da subito una nuova capacità di proposta del Pd e dell'intero centrosinistra. Senza furbizie o scorciatoie. Su questi temi noi Pd di base siamo già impegnati. Ci aspettiamo un segnale forte dal vertice. E avvertiamo a sinistra: non abbiamo nessuna intenzione di lasciare «spazi vuoti». Il riformismo che abbiamo in mente, e che faremo in modo di far passare al congresso di ottobre, non è debole nè moderato. Giacomo Sanavio vice presidente Provincia di Pisa IL CASO CEE Non esaltiamo chi commette un reato Gentile direttore, nella mia qualità di lettore «da sempre» de «Il Tirreno», mi permetto di rivolgere la mia civile protesta per l'articolo del 21 febbraio sulla pesca delle «cèe»: sembra un peana alla violazione della legge e sembra voler far passare per eroi i trasgressori. Non solo manca un minimo di invito al rispetto della legge, ma non c'è neppure una sintetica illustrazione della «ratio legis» da commentare, eventualmente anche in maniera critica. Giovanni Taverni Caro Taverni, il tono del servizio era volutamente ironico. SONO TROPPE La magistratura indaghi sulle auto blu Un plauso alla magistratura per aver scoperchiato la pentolaccia sull'uso e l'abuso delle auto blu, con la preghiera di andare avanti, senza guardare in faccia nessuno, ma applicando la legge 662/1996 che stabilisce: «Tutti coloro che hanno ricoperto cariche pubbliche a qualsiasi titolo e che sono cessati dalla carica perdono il diritto all'uso dell'autovettura». Per eliminare gli abusi, la Magistratura dovrebbe chiedere ai vari enti che forniscono i servizi, l'elenco delle ex cariche che usufruiscono delle autovetture e perseguire i responsabili. Ridimensionando gli abusi, centinaia di migliaia di autovetture con i rispettivi autisti potrebbero essere destinate alle Forze dell'ordine che non hanno mezzi e personale. Patrizio Pesce LA MORTE DOLCE Ecco cosa diceva cardinal Ratzinger Vorrei rispondere alla lettera della sig.ra Pasquali che, in tema di bioetica, dice di dar retta soltanto al Santo Padre. Penso che da buona cristiana rispetterà anche l'opinione di chi si limita a pensare con la propria testa. Vorrei inoltre aggiungere una frase: «L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie e sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente». Questa frase, che la farà gridare all'eresia, non è stata pronunciata da Stalin o dal dottor Mengele, ma è il paragrafo 2278 del Catechismo della Chiesa Cattolica, sottoscritto a suo tempo dall'allora cardinale Joseph Ratzinger. Andrea Parenti MA VADA AVANTI Il Pd sconfitto dal suo zoccolo duro Il tentativo del Partito Democratico andava fatto. Abbiamo creduto e partecipato alla sua nascita in milioni. La sconfitta del Pd non è dei suoi dirigenti; essa dipende in massima e amara parte dalla storica immaturità dello «zoccolo duro» marxista: negli anni Venti ha portato al potere il fascismo; il tentativo del «compromesso storico», coltivato dall'autorità di Enrico Berlinguer e di Aldo Moro, è stato vanificato dal delitto del leader democristiano operato da appartenenti a frange di ispirazione marxista. Assistiamo all'esistenza di cinque partitini comunisti e di un partito socialista, i quali si pongono l'obiettivo di ostacolare la crescita del Pd e, come spauracchio, sono sfruttati dalla destra che, con assalto mediatico, riesce a convincere sprovveduti elettori di difendere l'Italia dall'avvento del comunismo che non ha nemmeno più potere in Cina e Urss. Per realizzare una forte e realistica forza politica e guardare al futuro, la strada da percorrere, alla fine, è di riprendere il percorso indicato da Berlinguer e da Moro: realizzare la convergenza degli ideali paralleli di due partiti, uno di sinistra laica democratica (di ispirazione europea) e uno, Partito popolare, cattolico di centro (che guarda a sinistra, secondo lo spirito veramente cristiano contenuto in tutti i testi sacri e messo in pratica da De Gasperi, con fortuna per tutta la popolazione). Poi bisogna fare ragionare gli italiani. Berlusconi sostiene di avere giurato sulla Costituzione italiana; intanto la sentenza della Corte Costituzionale che lo privava del monopolio televisivo per lui non vale e uguale sorte ha riservato alla sentenza della Corte Europea su Rete4. Sarà il caso di far capire agli italiani che Berlusconi i miliardi che lo hanno arricchito non li ha trovati nei giardini delle ville, le ha comprate con i soldi dei tele-consumatori, che subiscono l'aumento dei prezzi che grava sui beni di largo consumo, causato dal costo degli spot televisivi, altro che televisione gratuita senza canone (ricavi pubblicitari Mediaset € 40 annui medi a persona). Antonio Mediatore PROTESTA I lavori infiniti a Cisanello Volevo porre alla vostra attenzione il problema che incontrano gli automobilisti che utilizzano la Fi-Pi-Li per raggiungere Pisa. Oltre a tutti i problemi ben noti dei lavori in superstrada, ci sono i lavori per le rotatorie a Cisanello che bloccano e rallentano l'uscita dei mezzi da quasi un anno. Anche stamani l'ennesimo serpertone lungo e lentissimo che ci ha fatto arrivare con 40 minuti di ritardo. è incredibile e vergognoso non riuscire a gestire anche brevi tratti di viabilità. Infine vorrei dire un'ultima cosa, la rotatoria che è in costruzione a Cisanello è stata iniziata circa un anno fa. Ci sono ruspe escavatori nuovi fiammanti e molto spesso non c'è nessuno a lavorare o solo 2 3 operai al massimo? Ma che problemi ci sono? Ma quanto costa un'opera del genere? Francesco Tamburini LE CAUSE Stupro e bisogno di dominio Con l'intento dichiarato di difendere - ancora una volta - le donne arriva un decreto liberticida e con notevoli profili di anticostituzionalità: quello che dà il via libera alle cosiddette ronde. Dopo avere declinato per anni la parola "sicurezza" in ogni possibile salsa autoritaria ed esclusivamente repressiva - e non solo da destra - siamo giunti a un ulteriore sviluppo dove la parola "prevenzione" non esiste proprio più, dove si è capaci solo di aumentare gli apparati di controllo, con risultati, tra l'altro, sempre più dubbi. Ma è la motivazione esplicita ad essere interessante: il decreto è nato sull'onda dell'emergenza stupri. D'altronde, il presidente del Consiglio l'aveva detto, qualche tempo fa: bisognerebbe affiancare a ogni bella donna un militare... Controllo e repressione, da una parte, apparati linguistici degni del peggior paternalismo dall'altra: nel discorso pubblico di oggi le forme del patriarcato non appaiono neppure più in modo subdolo e velato, ma vengono espresse e rivendicate. Perché parliamo di patriarcato? Perché parliamo di una forma di dominio sociale che cozza violentemente contro i livelli di autonomia che le donne, ma non solo, hanno raggiunto, e che, sforzandosi pervicacemente di negare la libertà - di scelta, di pensiero, di autorappresentazione - intende imporre modelli di controllo e di chiusura. Cercando di impedirci di decidere in libertà come vogliamo essere trattati alla fine della vita, o pensando di affiancare un tutore - non a caso si parla di "angeli custodi", di City angels - a ciascuna/ciascuno di noi quando si muove nello spazio della città, o cercando di impedire il libero desiderio di essere madri/padri. Un controllo ossessivo del corpo, dei corpi. Ecco cosa stiamo vivendo. Qualche giorno fa ho spedito una lettera a un amico, sensibile e intelligente, che si era chiesto che cosa spingesse un uomo allo stupro. Gli ho raccontato che essere una donna significa che ti viene inculcato il timore che uno stupro ti possa accadere. Io penso che nello stupro siano in questione i meccanismi del potere, il modo in cui gli uomini declinano il potere e il dominio. In certi uomini questo meccanismo di dominio diventa sopraffazione, violenza bestiale, rifiuto del rifiuto, perché questo mette in discussione, probabilmente, la propria identità profonda, costruita con una educazione - che ancora permane - alla predazione come modo per soddisfare un desiderio. E mi pare chiaro che le forme di questa strutturazione del sentimento di come si sta al mondo, di questa percezione del rapporto uomo/donna accomunino connazionali e stranieri, migranti e italiani. Sono queste le domande che dobbiamo porci. Paola Meneganti

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Se parla il giudice il fisco deve adeguarsi (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Imposte e Tasse data: 28/02/2009 - pag: 32 autore: ad alta voce di Giuseppe Ripa Se parla il giudice il fisco deve adeguarsi Esiste un preciso vincolo di adeguamento o obbligo di uniformarsi, da parte dell'Amministrazione finanziaria, in presenza di una decisione penale che si esprima in maniera diretta e perentoria circa la posizione soggettiva considerata nell'azione di accertamento. È questa l'apertura che ha inteso annunciare la circolare n. 1/2008 con la quale si sono dettati gli indirizzi operativi della Guardia di Finanza che Italia Oggi è in grado di anticipare. La questione è tra le più spinose e la circolare ne dà doverosamente conto con argomenti apprezzabili. Tutto muove dalla avvenuta abrogazione, effettuata a cura dell'art. 25 del d.lgs. n. 74 del 2000 del dell'art. 12 della previgente legge n. 516 del 1982 meglio nota come ?manette agli evasori?. In quel contesto si stabiliva il primato della sentenza irrevocabile di condanna o di proscioglimento sia sul processo tributario, per quanto atteneva ai fatti materiali che erano stati oggetto del giudizio penale, sia nel procedimento tributario se non era scaduto il termine per l'accertamento concedendo la possibilità, tra l'altro, di revocare quelli già notificati nonché le pene pecuniarie previste per i fatti stessi. In quel contesto normativo dunque c'era una priorità assoluta della sentenza adottata in campo penale tanto nel processo tributario quanto nel procedimento accertativo. Seppur lo scenario fosse diverso, il risultato era lo stesso. L'amministrazione finanziaria o il giudice dovevano uniformarsi. Sennonché, tale elaborato non risulta ad oggi più in vigore ed allora si pone il problema di come possa sopravvivere la preminenza del giudicato penale.Quid juris, che succede dunque nella ipotesi in cui il contribuente sia stato assolto definitivamente in sede penale per non aver commesso il fatto o perche il fatto non è a lui ascrivibile? L'amministrazione finanziaria deve o no uniformarsi allo stesso? Se ci fosse un obbligo in tal senso quella discrezionalità subirebbe una deroga e la sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni unite del febbraio 2009 potrebbe avere un effetto limitato a quel contesto. La circolare sullo specifico punto, circa gli effetti del giudicato penale sul procedimento tributario, argomenta bene e conclude meglio.Va ricordato come la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 264 del 23 luglio 1997 non ha mancato di rilevare come ?il potere attribuito all'Amministrazione finanziaria di verificare l'eventuale rilevanza fiscale del fatto penalmente accertato, ai fini dei conseguenti provvedimenti, debba essere esercitato in conformità al principio, desumibile dall'art. 4 della legge 20 marzo 1865, n. 2248, all. E, secondo cui la Pubblica Amministrazione ha l'obbligo di conformarsi al giudicato dei tribunali?. La stessa affermazione, la si evidenzia nella sentenza n. 120 del 23 marzo 1992 in relazione ad una fattispecie il cui il giudicato penale si era formato anteriormente alla notificazione dell'avviso di accertamento. Con la Cassazione Sezione III Civile (la n. 1191 del 27 gennaio 2003) si è sposato appieno l'indirizzo fatto proprio dalla Corte Costituzionale sulla applicabilità della legge del 1865. In essa si è avuto modi di rimarcare il fatto come l'obbligatorietà di uniformarsi al giudicato penale debba sussistere ?anche nel campo della pura discrezionalità, dovendo la relativa attività provvedimentale svolgersi nei limiti posti non solo dalla legge, ma dalla norma primaria del neminem laedere, per cui è consentito al giudice onorario di accertare se vi sia stato, da parte della stessa amministrazione, un comportamento colposo tale che, in violazione della suindicata norma primaria, abbia determinato la violazione di un diritto soggettivo?. Addirittura si precisa come sembri evidente la violazione della norma di cui all'art. 2043 c.c. (risarcimento del danno derivante da fatto illecito) per avere l'amministrazione violato non solo le regole di imparzialità, correttezza e buona amministrazione, significativamente richiamate anche dalla legge n. 212 del 2002 (c.d. Statuto dei diritti del contribuente) ma anche l'obbligo di osservare le sentenze del giudice penale. Nonostante tale scenario rassicurante per il contribuente, la circolare si mostra dapprima cauta ribadendo la delicatezza della questione la quale appare (ma non lo è) ancora in via di definizione. Anzi, a tal fine ben potrebbe essere di ausilio, si dice, fare riferimento alle soluzioni proposte dalla giurisprudenza relativamente al diverso, ma connesso, tema dei rapporti fra lo stesso giudicato penale ed il giudizio tributario. In verità questa vicinanza sfugge: un conto è l'obbligo di uniformasi (sempre) della Pubblica Amministrazione, spontaneamente o su sollecitazione, al giudicato penale ed altro è invece la sussistenza di una analogo obbligo previsto per il giudice tributario. Se, infatti, lo facesse l'organo che ha emesso l'atto impugnato tutto resterebbe assorbito da questo ravvedimento obbligato; anche il processo tributario, con il ritiro dell'atto accertativo da parte della amministrazione convenuta nel rispetto della legge del 1865, verrebbe dichiarato estinto a mente dell'art. 44 del d.lgs. n. 546 del 1992.È nelle sue considerazioni conclusive, infatti, che la circolare dà il meglio di sé allorquando precisa come appaia ?difficile non riconoscere un vincolo di adeguamento da parte dell'Amministrazione? in situazioni in cui ?la decisione penale si esprima in maniera diretta e perentoria circa la posizione giuridica soggettiva considerata o da considerare nell'azione di accertamento, sulla base di esclusive risultanze dirette di carattere documentale.? Laddove, si conclude, situazioni del genere dovessero emergere nell'attività ispettiva, non si potrà pertanto che richiamare la decisione del giudice penale, formulando le conclusioni in maniera coerente con i contenuti della stessa. Se tutto questa certezza non dovesse emergere resta tuttavia la necessità di prendere in considerazione i contenuti della sentenza al fine di calarli nel procedimento accertativo.

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Valide le vecchie cartelle anonime (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Imposte e Tasse data: 28/02/2009 - pag: 33 autore: di Nicola Fasano CORTE COSTITUZIONALE/ Sentenza smentisce le posizioni della giurisprudenza di merito Valide le vecchie cartelle anonime Legittima la previsione di nullità per i ruoli post 1/6/2008 Valide le vecchie cartelle anonime. E' pienamente legittima la scelta del legislatore di prevedere la nullità della cartella, in caso di omessa specificazione del responsabile del procedimento, solo con riferimento ai ruoli consegnati dal 1 giugno 2008. Queste le conclusioni a cui è giunta la Corte Costituzionale con la sentenza n. 58 del 2009 depositata il 27 febbraio. La pronuncia della Consulta riveste particolare importanza perché chiarisce il significato dell'ordinanza n. 377/07 della stessa Corte, sulla base della quale, larga parte della giurisprudenza di merito, ora smentita, aveva ritenuto di fondare le sentenze che concludevano per la nullità delle cartelle anonimeLa norma incriminata. La decisione è stata sollecitata da alcune commissioni tributarie che hanno sollevato questioni di legittimità costituzionale dell'art. 36, c. 4-ter, del dl 248/07. L'esclusione della nullità per le cartelle prive di indicazione del responsabile relative a ruoli consegnati anteriormente al 1° giugno 2008, si pone in contrasto, secondo i rimettenti, con diversi parametri costituzionali nonché con le norme dettate dallo Statuto del contribuente (l. 212/2000). La norma, si ricorda, è stata introdotta dal legislatore per cercare di fare chiarezza all'indomani del caos giurisprudenziale sulla nullità o meno delle cartelle anonime. La sentenza. La Consulta ritiene infondate le eccezioni di illegittimità sollevate, osservando innanzitutto come l'art. 7, c. 2, della l. 212/2000 stabilisce che gli atti del fisco e dei concessionari della riscossione devono tassativamente indicare, tra l'altro, il responsabile del procedimento. La Corte ribadisce quanto affermato con ordinanza 377/07, specificando che la previsione è volta ad assicurare la trasparenza amministrativa. Ma stavolta i giudici costituzionali sono più chiari nell'evidenziare che lo statuto del contribuente non precisa gli effetti della violazione dell'obbligo indicato: esso, in particolare, a differenza di quanto fa con riferimento ad altre disposizioni, non commina la nullità per violazione della disposizione indicata. Né la nullità, in mancanza di espressa previsione normativa, può dedursi dai principi di cui all'art. 97 Cost. o da quelli del diritto tributario e dell'azione amministrativa. Deve così escludersi, osserva la Consulta, che anteriormente all'emanazione della disposizione impugnata, alla mancata indicazione del responsabile del procedimento seguisse la nullità della cartella di pagamento. Questa è stata infatti esclusa, a fronte di notevoli incertezze dei giudici di merito, dalla Cassazione. La norma stabilisce un termine a partire dal quale opera la nullità e chiarisce che essa non si estende al periodo anteriore. Non contiene quindi una sanatoria di atti già emanati perché la loro nullità doveva essere esclusa già in base al diritto anteriore. Né è manifestamente irragionevole prevedere, a partire da un certo momento, un effetto più grave, rispetto alla disciplina previgente, per violazione di una norma.

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Al momento il posto di procuratore capo è vacante. Il titolare è ancora Ugo Paolillo il qu... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 28 Febbraio 2009 Chiudi Al momento il posto di procuratore capo è vacante. Il titolare è ancora Ugo Paolillo il quale, pur trasferito in via cautelare a L'Aquila per incompatibilità ambientale, ha ottenuto dal Tar del Lazio la sospensiva per quanto riguarda la pubblicazione del bando per la copertura del posto in quanto il suo trasferimento è provvisorio e non definitivo. Paolillo ha infatti presentato - attraverso l'avvocato Pietro Carotti che l'ha già difeso con successo davanti al Tar - ricorso alle Sezioni Unite della Cassazione contro il provvedimento assunto dal Csm nel dicember 2008. L'udienza dovrebbe essere fissata entro i prossimi sei mesi.

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A Rieti era giunto con una missione precisa: riportare serenità in un ufficio lacerato ... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 28 Febbraio 2009 Chiudi di MASSIMO CAVOLI A Rieti era giunto con una missione precisa: riportare serenità in un ufficio lacerato dallo scontro tra il procuratore Ugo Paolillo (trasferito in via cautelare a L'Aquila) e i suoi sostituti. Tutto sarebbe dovuto durare sei mesi, il tempo necessario che venisse definita la situazione disciplinare del magistrato, ma di proroga in proroga la sua permanenza a Rieti è durata due anni. Ieri mattina il procuratore Salvatore Cantàro si è congedato dal tribunale salutando collaboratori, magistrati e gli uomini delle sezioni di polizia giudiziaria che l'hanno accompagnato in questo suo viaggio reatino. Da lunedì sarà di nuovo in servizio alla procura generale di Roma, in attesa di sapere, insieme agli altri candidati, chi di loro succederà al procuratore generale Salvatore Vecchione. La reggenza dell'ufficio sarà affidata al pm Cristina Cambi, protagonista di importanti inchieste come quella sull'anestesista Altobelli e sullo scandalo dell'Euro Spn di Magliano. Bilanci?: «Devo dire estremamente positivo, lascio un ufficio in grado di camminare da solo anche perchè tra poco arriveranno i due nuovi magistrati a sostituire Fabio Picuti e Rosalia Affinito che sono stati trasferiti. Uno è stato già nominato dal Csm e viene dalla Sicilia, la mia terra d'origine, l'altro sarà applicato dalla sezione distrettuale in attesa che venga nominato il titolare. Un organico completo in grado di far fronte a ogni esigenza. Di certo è stata un'esperienza importante - sottolinea il procuratore - e impegnativa, ma grazie alla collaborazione di tutti l'impresa si è rivelata agevole. Soprattutto mi riferisco alle sezioni di polizia giudiziaria dove le professionalità dei singoli sono state utilizzate per specifiche indagini». Cantàro, magistrato con una lunga militanza vissuta in Sicilia, ha trovato a Rieti una realtà ben diversa. «Rieti è un'isola felice, soprattutto tenuto conto di quanto accade in altre città italiane. Occorre essere realisti - sottolinea il procuratore - qui si devono fare i conti con una criminalità spicciola e non certo di alto livello, fatta soprattutto di furti, un fenomeno generale, ma non certo di estorsioni, omicidi, traffici legati alla prostituzione o all'usura. Quando sono state pubblicate delle statistiche che inserivano Rieti tra le città a rischio usura, ho disposto indagini approfondite che hanno rivelato l'infondatezza di certe analisi. Semmai a dare qualche preoccupazione è la fascia della Sabina romana con Fiano Romano la cui competenza ricade sotto Rieti. Ecco, laggiù la presenza di grandi aziende e di forti interessi economici può suscitare interessi mafiosi, ma al momento infiltrazioni particolari non ne sono state accertate. Questo non significa però che si può abbassare la guardia». Magari è contrario a certe iniziative plateali, come quella del prefetto Riccio che per qualche giorno si "sostituì" al procuratore nella direzione delle indagini, ma durò poco: lo stesso Cantàro provvide a rimettere ognuno al suo posto. Adesso il magistrato ha davanti a se ancora alcuni anni di servizio, come li impiegherà? Rieti, comunque vada, resterà per lui un'importante tappa umana e professionale.

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Condono edilizio, paletti alle regioni (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Pubblica Amministrazione data: 28/02/2009 - pag: 34 autore: di Francesco Cerisano Consulta boccia legge della Basilicata Condono edilizio, paletti alle regioni Le regioni non possono ampliare la casistica degli interventi ammessi al condono edilizio, estendendo la sanatoria ad opere escluse dalla legislazione statale. Se lo fanno, contrastano con il principio di leale collaborazione e incrinano la certezza del diritto. Lo ha stabilito la Corte costituzionale che con la sentenza n. 54/2009, depositata ieri in cancelleria e redatta da Ugo De Siervo, ha bocciato l'ennesima legge regionale per violazione delle prerogative statali. Questa volta a essere finita nel mirino della Consulta è stata una legge della Basilicata, la n.25 del 2007 che a sua volta integrava la legge n.18/2004 con cui la regione aveva applicato le disposizioni del condono edilizio. Secondo palazzo Chigi, che ha chiamato in causa i giudici delle leggi, la regione sarebbe andata oltre i propri poteri ampliando la casistica degli interventi ammessi a sanatoria. Nello specifico la regione avrebbe reso sanabile l'opera anche se priva di muri perimetrali. E avrebbe anche reso rilevanti, al fine di impedire la sanatoria, i soli vincoli assoluti di inedificabilità anteriori alla realizzazione del fabbricato, invadendo così anche la competenza statale in materia di beni ambientali, artistici e monumentali. La Corte ha accolto le tesi del governo ritenendo che le modifiche apportate dal provvedimento impugnato alla legge 18/2004 mutassero radicalmente il concetto di «opere ultimate», non richiedendo più, come in precedenzam, che l'opera fosse edificata in tutte le sue componenti strutturali, compresi i muri perimetrali. Secondo la Consulta, «con la soppressione del riferimento a tale ultimo elemento, si vorrebbe rendere applicabile il condono edilizio anche ad opere escluse dalla legislazione statale e dalla previgente legislazione regionale». Di qui alla dichiarazione di incostituzionalità il passo è breve perché, osservano i giudici, «la norma impugnata ha l'effetto di estendere l'area del condono oltre il termine assegnato alla regione ai fini dell'integrazione della normativa statale, che viene, anzi, per tale profile significativamente modificata». La Basilicata, conclude la Corte, «ha leso l'affidamento dei consociati nella natura definitiva della normativa e con esso la stessa certezza del diritto».

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Se i principi cedono al gettito (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-02-28 - pag: 10 autore: ... CARTELLE MUTE Se i principi cedono al gettito L a Corte costituzionale ieri ha fatto salva l'irretroattività della regola del milleproroghe del 2007 con cui era stata sancita la nullità delle cartelle esattoriali mute (prive del responsabile del procedimento). La norma infatti faceva decorrere i propri effetti dal 1Úgiugno 2008, salvando tutto il pregresso. Alcuni giudici tributari avevano ritenuto irragionevole la sanatoria che di fatto si operava sul passato e avevano chiesto alla Consulta di dichiarare incostituzionale la norma. La Corte, invece, nel farla salva, spiega che lo Statuto del contribuente, che aveva previsto l'adempimento, non sanzionava l'omissione con la nullità. Quindi, anche se la " formalità" era posta a tutela del diritto di difesa del contribuente e dell'imparzialità della pubblica amministrazione, la sua inosservanza per il passato di fatto non avrà conseguenze.Il contenzioso in atto è così congelato e l'Erario non perderà gettito. E come spesso accade, chi ha dato ha dato. Spesso però questo è vero quando le formalità tutelano il contribuente. Perché, dalle notifiche alla perentorietà dei termini, restano ancora tanti gli squilibri che passano indenni a ogni censura.

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Cartelle mute, sanatoria in salvo (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-02-28 - pag: 23 autore: Fisco e contribuenti. La Corte costituzionale promuove la disposizione introdotta nel decreto legge 248 del 2007 Cartelle mute, sanatoria in salvo L'omissione del responsabile sanzionata solo a partire dal 1Ú giugno 2008 Antonio Criscione ROMA Restano mute, ma pienamente operanti la cartelle emesse primadel1 Úgiugno2008(comestabilito dal Dl 248/2007). Con buona pace dello Statuto del contribuente e delle speranze di cittadini (e giudici) che si erano rivolti alla Corte costituzionale per vedere riconosciuta l'applicazione anche al passato della regola della nullità per le cartelle di pagamento notificate senza indicazione dell'identità del responsabile del procedimento. La Consulta, con una sentenza depositata ieri (la 58/2009, presidente Francesco Amirante, redattore Sabino Cassese) ha stabilito che le regole sulla nullità della cartella per mancata indicazione del responsabile del procedimento non possono essere giudicate incostituzionali nella parte in cui non vengono fatte valere retroattivamente. Le disposizioni del Dl 248,peraltro, erano state adottate sull'onda di un'altra pronuncia della Consulta (ordinanza 377/2007, sempre redatta da Cassese), che aveva creato grande attesa per i contribuenti, ricordando l'obbligo di indicare in cartella il responsabile del procedimento. La sentenza n. 58 ricorda che «l'articolo 7, comma 2, della legge n. 212 del 2000 stabilisce che gli atti dell'amministrazione finanziaria e deiconcessionari della riscossione devono tassativamente indicare, tra l'altro, il responsabile del procedimento». Ma spiega anche che «la legge n. 212 del 2000 non precisa gli effetti della violazione dell'obbligo indicato»come,invece, fa in altri casi.E la sentenza conclude che la nullità, in mancanza di espressa previsione normativa, non «può dedursi dai principi di cui all'articolo 97 della Costituzione o da quelli del diritto tributario e dell'azione amministrativa». L'ordinanza del 2007 aveva stabilito che la previsione dell'articolo7 dello Statuto«lungi dall'essere un inutile adempimento, ha lo scopo di assicurare la trasparenza dell'attività amministrativa, la piena informazione del cittadino e la garanzia del diritto di difesa, che sono altrettanti aspetti del buon andamento e dell'imparzialità della pubblica amministrazione». La sentenza depositata ieri conferma questo aspetto, ma non ritiene che la conseguenza del mancato rispetto delle previsioni costituzionali indicate comporti la nullità dell'atto. L'ordinanza del 2007, in realtà,era stata piuttosto generica sulle conseguenze perché richiamava «l'applicabilità ai procedimenti tributari della legge generale sul procedimento amministrativo n. 241 del 1990». La pronuncia, però,avevariscossounta-leconsensodaindurreillegislato-re, sia pure a partire dal 1Úgiugno 2008, a intervenire comminando la sanzione della nullità per le cartelle "mute" sul responsabile del procedimento. La sentenza di ieri, richiamando alcuni precedenti, per escludere la nullità per il passato dell'omissione del responsabile, indica genericamente la giurisprudenza della Cassazione, in presenza di orientamenti molto differenziati dei giudici tributari. Inoltre –richiamando percedenti pronunce della Consulta – la sentenza afferma che non «hanno rango costituzionale - neppure come norme interposte- le previsioni della legge n. 212 del 2000», il cui valore invece di "esplicitazione" delle regole costituzionali ha in molti casi fornito un appiglio per aggiornare squilibri nei rapporti Fisco- contribuenti. www.ilsole24ore.com/norme Le sentenze della Corte costituzionale LO STATUTO Per la Consulta la legge 212 del 2000 non ha previsto nessuna sanzione per l'irregolarità

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Gli uffici possono rinviare i termini (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-02-28 - pag: 23 autore: Legittima la proroga «amministrativa» Gli uffici possono rinviare i termini Sergio Trovato Non è in contrasto con gli articolo 24 e 111 della Costituzione la norma che consente al Fisco di prorogare i termini di decadenza degli atti processuali per il mancato o irregolare funzionamento degli uffici finanziari. La proroga costituisce la conseguenza di un atto dell'amministrazione meramente ricognitivo e opera a favore sia dei contribuenti che dell'amministrazione finanziaria. Lo ha affermato la Corte costituzionale (presidente Francesco Amirante, redattore Franco Gallo), con la sentenza 56 depositata ieri. Secondo la Consulta, nel caso in cui la proroga del termine riguardi un atto processuale, non viene leso né il principio del contraddittorio né il diritto di difesa del contribuente. Infatti, il cittadino può sempre chiedere un controllo giudiziale sulla legittimità del decreto di proroga, per ottenerne l'annullamento o la disapplicazione da parte del giudice. Inoltre, il decreto di proroga dei termini processuali giova anche al contribuente e «può essere emesso solo in presenza di condizioni obiettive (e cioè di eventi di carattere eccezionale, che abbiano causato il mancato o irregolare funzionamento degli uffici finanziari), da accertarsi imparzialmente da organi dell'amministrazione finanziaria che non sono parti nel processo ». Dunque, l'interessato può operare un controllo sia sulla legittimità del decreto, sia sull'esistenza delle condizioni fissate dalla legge. La Corte di cassazione, che era stata chiamata a pronunciarsi sul rispetto del termine processuale, aveva posto la questione di legittimità costituzionale delle norme che consentono al direttore generale, regionale o compartimentale,dell'amministrazione finanziaria di prorogare, a favore dell'ufficio tributario, i termini per proporre impugnazione contro le sentenze emesse dalle Commissioni tributarie. La Cassazione, pur riconoscendo che la proroga dei termini è stabilita da una norma di legge per qualunque evento di carattere eccezionale che impedisca il regolare funzionamento degli uffici, aveva dubitato della legittimità della norma poiché disposta da un soggetto che è istituzionalmente parte del processo. www.ilsole24ore.com/norme Il testo della sentenza LA DECISIONE Il mancato o irregolare funzionamento delle strutture giustifica lo spostamento delle scadenze processuali

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Niente condono in aree vincolate (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-02-28 - pag: 25 autore: Illegittime le regole della Basilicata Niente condono in aree vincolate Guglielmo Saporito Maglie strette per il condono edilizio in Basilicata (per opere ultimate nel marzo 2003), secondo la sentenza della Corte costituzionale 54/2009. Ma il caso deciso interessa anche altre Regioni, riguardando costruzioni prive di tamponature laterali ed eseguite in zone vincolate. Per ciò che riguarda la struttura condonabile, la Basilicata aveva previsto (legge 25/2007) la condonabilità anche per costruzioni prive dei muri perimetrali. In tal modo gli scheletri in cemento armato o le strutture simili a semplici tettoie potevano sperare in una sanatoria. La Corte costituzionale ha eliminato la norma locale, sottolineando che la legge statale (articolo 32, Dl 269/2003) prevede la condonabilità delle opere abusive ultimate con l'esecuzione di rustico e copertura. La chiusura laterale e il tetto sono quindi indispensabili, come già in precedenza (sentenza 487/1989) lo stesso Giudice delle leggi aveva sottolineato. L'unico caso in cui la tamponatura laterale non è necessaria, ai fini del condono, rimane quello degli edifici a struttura prefabbricata o delimitati con vetrate (circolare Lavori pubblici 3357/25 del 30 luglo 1985). Un secondo principio affermato dalla Corte nella sentenza 54/2009 riguarda la sanabilità delle costruzioni in zone vinco-late: secondo la legge della Basilicata sarebbero state sanabili tutte le opere in zone vincolate, con la sola esclusione di quelle realizzate in aree con vincolo di inedificabilità assoluta. La norma è stata eliminata dalla Corte, dando prevalenza alla legge statale 269/2003, che impone limiti inderogabili alle Regioni in materia di sanabilità degli abusi. Quando la legge statale esclude la sanabilità di abusi anche per zone con vincoli parziali, le Regioni non possono allargare le maglie del condono.

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BERLINO - Già l'iniziativa del ministro per la famiglia Von der Leyen di sopprimere tutti i sit... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 28 Febbraio 2009 Chiudi BERLINO - Già l'iniziativa del ministro per la famiglia Von der Leyen di sopprimere tutti i siti Internet con contenuti pedofili è fallita in Germania per via delle forti riserve di ordine giuridico e tecnico. Per non parlare delle misure più drastiche come la castrazione chimica o i bracciali elettrici proposti più volte dal centro destra ma bloccati sul nascere dalla Corte costituzionale. L'iniziativa più efficace nella lotta contro la pedofilia in Germania resta così quella preventiva avviata che offre terapie intensive a potenziali pedofili intenzionati a "guarire". W. R.

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BASTA CON I TONI DA CROCIATA (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Ferrara, La" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

L'OPINIONE BASTA CON I TONI DA CROCIATA La notizia dell'apertura di un fascicolo per «omicidio volontario» nei confronti di 14 persone in relazione alla dolorosa vicenda di Eluana Englaro porta innanzitutto a dire che il procuratore di Udine ha dato - in precedenti occasioni della stessa vicenda - prova di professionalità e indipendenza. Perciò non resta che attendere. Diranno gli sviluppi se si tratta o meno di un «atto dovuto». Nel frattempo, i commentatori - di fronte a problemi che investono la vita e la morte - dovrebbero sforzarsi di argomentare con pietà e rispetto. Senza che dogmatismi (men che mai crudeltà o cinismi) prevalgano su umanità e diritto, come troppo spesso è fin qui avvenuto. Ora, punto di partenza (non unico, ma certo fondamentale) per ogni riflessione sono le sentenze con cui Cassazione e Corte d'appello di Milano han riconosciuto l'esistenza di un diritto individuale a non essere più medicalmente assistiti contro la propria volontà (purché provata in base a elementi chiari, univoci e convincenti), quando il malato giaccia da moltissimi anni in stato vegetativo permanente irreversibile, senza che vi sia alcun fondamento medico che lasci supporre la benché minima possibilità di recupero. A fronte dell'attuale carenza di una specifica disciplina legislativa, il valore primario e assoluto dei diritti coinvolti ha imposto ai giudici di intervenire per una loro immediata tutela: attraverso una delicata opera di ricostruzione della regola di giudizio nel quadro dei principi sanciti e presidiati nella Costituzione (in particolare agli articoli 2, 3, 13 e 32), che è cardine del nostro ordinamento, non un pezzo di carta inutile e fastidioso. Così operando (Corte costituzionale, ordinanza 334/08) i giudici hanno emesso provvedimenti di natura certamente giurisdizionale, con efficacia solo per il caso di specie, senza usurpare funzioni di produzione normativa o menomare l'esercizio del potere legislativo da parte del Parlamento, che potrà in qualsiasi momento intervenire. In sostanza, i giudici hanno fatto nient'altro che il loro dovere. Con logica argomentativa sempre scrupolosa, con motivazioni serrate e al tempo stesso intrise di «partecipata personale sofferenza», hanno assunto decisioni su un'istanza che andava «inevitabilmente accolta», prevedendo nel contempo «modalità tali da garantire un adeguato e dignitoso accudimento accompagnatorio della persona». Attenzione: nessun avallo a un preteso diritto assoluto di morire. L'esistenza di un diritto di natura costituzionale a che la vita segua il suo corso «naturale», senza interventi artificiali esterni quando siano più dannosi che utili, o non proporzionati o non tollerabili, non deve essere confuso col diritto di eutanasia, fino a oggi non riconosciuto nel nostro ordinamento. Dunque, si ragioni secondo i principi di uno stato moderno, nel quadro di uno stato di diritto. Senza toni da crociata, senza odio e ferocia. Cercando (sono parole del vescovo di Udine) di «ritrovare la forza di vivere da fratelli».

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<Nessun senso di colpa Avanti con i blocchi selvaggi> (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMO PIANO pag. 9 «Nessun senso di colpa Avanti con i blocchi selvaggi» ANDREA CAVOLA (SDL ALITALIA) ROMA I COBAS hanno già detto che non rispetteranno la nuova legge sugli scioperi perché è incostituzionale. E in Alitalia che cosa accadrà? Andrea Cavola, segretario nazionale dell'Sdl, la sigla autonoma che rappresenta personale di volo e di terra di Alitalia, è già sul piede di guerra. Anche lei darà indicazione ai suoi iscritti di non rispettare le nuove regole? «Intanto faremo di tutto per contrastarle. Il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione, così come quello alla mobilità. Nei trasporti già si applica una legge molto pesante, la più rigida d'Europa. Inasprirla ulteriormente è incostituzionale». Lei riconosce che la Costituzione garantisce anche la mobilità. Un diritto che il suo sindacato non ha sempre rispettato... «La Costituzione dice che la mobilità va garantita. Se non puoi andare da Roma a Milano con Alitalia puoi partire con Meridiana, oppure con il treno. Il blocco totale dei trasporti è previsto solo in casi veramente straordinari». Non starà negando i disagi pesanti subiti dagli utenti? «Guardi che la legge attuale prevede che la Commissione di garanzia commini multe salatissime a chi viola le fasce garantite». Davvero non ha nulla da rimproverarsi per gli scioperi selvaggi cui abbiamo assistito? «No. Se si arriva a fare azioni pesanti è perché dietro c'è una motivazione grave. E' vero, i lavoratori di Alitalia hanno bloccato un'autostrada, ma perché hanno perso il posto di lavoro e da mesi non percepiscono nemmeno i soldi della cassa integrazione. In questo Paese si sanzionano solo lavoratori e sindacati. Se una azienda non rinnova i contratti o viola le regole non le succede nulla». Ora che cosa accadrà? «Se il governo continua su questa strada risponderemo con tutti gli strumenti a disposizione. E poi vediamo che cosa dice la Corte costituzionale. La partita è tutta da giocare». Olivia Posani

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Pignoramenti Asl, Governo contro Regione (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-02-28 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Impugnati due articoli della Finanziaria regionale Pignoramenti Asl, Governo contro Regione NAPOLI — Sulla sanità non c'è pace tra Governo e Regione. Ieri il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare due articoli della finanziaria campana. L'articolo 25 sull'impignorabilità dei beni delle Asl e il 12 sul ritorno dei cervelli in patria. La bocciatura politica, visto che sarà la Corte costituzionale a dover entrare nel merito delle norme per decretarne la legittimità o meno, dal centrodestra viene vista come una sorta di preambolo al commissariamento della sanità campana. D'altronde basta ricordare che la scorsa settimana un giudice napoletano già aveva ritenuto non legittimo l'articolo per cui era stata disposto il pignoramento dei beni dell'Asl Napoli 1. Di certo le pressioni dei privati creditori e dei politici del Pdl hanno velocizzato la decisione governativa. Ma che la norma non piacesse neanche nell'esecutivo di Bassolino è certo. Compulsato dall'assessore regionale alla Sanità, Angelo Montemarano, all'indomani dell'approvazione il collega del Bilancio, Mariano D'Antonio l'aveva definito di «dubbia legittimità». Il vicepresidente Antonio Valiante spiega: «Esistono pareri contrastanti tra i giuristi sulla presunta incostituzionalità dell'articolo 25. In ogni caso la competente commissione consiliare sta discutendo nel merito per valutare la soluzione da adottare». Insomma si corre ai ripari. Nella bufera L'assessore Montemarano

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Mancino: <Non c'è pluralismo senza efficienza> (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1CULTURA - data: 2009-02-28 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE Multiculturalismo, il libro Mancino: «Non c'è pluralismo senza efficienza» «N on c'è multiculturalismo senza una buona amministrazione». Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, ha partecipato ieri, insieme con il professor Vincenzo Atripaldi, alla presentazione del libro «Il multiculturalismo», edito da Guida e curato da Ugo Piscopo e dai magistrati Giuseppe Borrelli, Lorenzo Orilia e Dario Raffone. L'Europa, ha detto Mancino, vive una fase di depressione nella quale i flussi migratori possono determinare squilibri e problemi. Da qui l'esigenza di un rispetto pieno delle regole. «Tuttavia— ha aggiunto il vicepresidente del Csm — le norme da sole non bastano, serve la severità della pubblica amministrazione. Severità che in Italia purtroppo non c'è». Mancino ha fatto particolare riferimento al problema delle espulsioni dei clandestini. «Non possiamo — ha concluso Mancino — essere indulgenti nelle entrate e tolleranti nelle uscite. E non possiamo non valutare la gravità delle conseguenze di un simile atteggiamento ». Il libro presentato ieri nella saletta rossa di Guida a Port'Alba costituisce una novità nel panorama culturale napoletano. E forse la prima volta, infatti, che un gruppo di intellettuali affronta il tema del multiculturalismo in termini non ideologici e disponibile a comprendere anche le ragioni di un pensiero solitamente etichettato come conservatore. «La ragione critica — scrive infatti Ugo Piscopo — non può dare nulla per scontato, neppure nei confronti dei postulati che circolano etichettati sotto marche amiche, come quelle del pluralismo e del laicismo, perché le questioni non sono di etichetta ma di sostanza». Nel suo saggio introduttivo Ugo Piscopo chiama il pensiero critico a mobilitarsi contro quattro «idola fori». Il primo: considerare equivalenti i sistemi di civiltà; il secondo: valutare con scale differenti le responsabilità della società ospitante e quelle dei gruppi immigrati nella costruzione del processo di integrazione; il terzo: la tendenza a sottolineare l'incompatibilità tra democrazia e fede negli assoluti; il quarto: il giustificazionismo millenaristico per cui progressisti e laicisti sono disponibili a giustificare ogni qualsiasi violenza, mettendo così a nudo nei fatti un latente disagio di appartenenza a società forti e quindi un ansia di compensazioni e di risarcimenti da concedere a tutti gli immigrati senza distinzioni di responsabilità. è appunto su questi temi che si è sviluppato il dibattito. L'appello del professor Atripaldi è stato di non abbandonare la via tracciata dalla Costituzione italiana.

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La medicina sostenibile (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1CULTURA - data: 2009-02-28 num: - pag: 17 categoria: BREVI La medicina sostenibile Oggi alle 9,30 nella Sala Rari della Biblioteca nazionale di Napoli convegno inaugurale del percorso di apprendimento «Medicina sostenibile ». L'incontro sarà aperto dalla proiezione del video «L'Ospedale Ospitale» e dal discorso del presidente emerito della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola (nella foto). Interventi dei direttori scientifici del corso Raffaele Calabrò e Antonio Giordano, di Onofrio Palombella, Giuseppe Nardini, Roberto Lorusso e Giovanni Pizza. L'evento sarà chiuso da una testimonianza video dello scrittore Andrea Camilleri.

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<Appalti pubblici, regole chiare> (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Economia Pagina 212 Da Confservizi sos alla Regione: per gli enti il rischio di contenziosi resta alto «Appalti pubblici, regole chiare» Da Confservizi sos alla Regione: per gli enti il rischio di contenziosi resta alto --> «Le recenti osservazioni della Corte Costituzionale alla legge regionale sugli appalti non hanno aiutato gli enti pubblici a ritrovare fiducia e serenità nella loro azione amministrativa. Il rischio di ritrovarsi ancora in mezzo a ricorsi e contenziosi continua a dominare la scena, determinando così una situazione di estrema incertezza». A farsi carico del problema, si legge in una nota, è la Confservizi Sardegna (l'associazione che riunisce i gestori delle imprese pubbliche), con il suo Osservatorio regionale permanente. Nel corso della sua ultima riunione, è stata ribadita l'esigenza «di un intervento urgente del legislatore con norme chiare, univoche e durature nel tempo». IL CONFRONTO All'incontro, presieduto dall'avvocato della Regione Mattia Pani e coordinato da Ottavio Castello, direttore della Confservizi, hanno partecipato i rappresentanti degli enti associati (Abbanoa, Ctm, Aspo, Multiss, Atp) con i dirigenti regionali Ivana Falco (responsabile del servizio albi e contratti dell'assessorato ai Lavori pubblici) e Piefrancesco Boy (servizio infrastrutture dell'assessorato ai Trasporti). LO SCENARIO Per l'Alta Corte la Regione si è sovrapposta allo Stato. «L'amministrazione degli enti appaltanti, ha precisato l'avvocato Pani», si legge ancora nella nota, «sta solo eseguendo una programmazione per sfruttare al meglio le proprie risorse. Di conseguenza la Regione, che legifera autonomamente su questa materia, disciplina la libera concorrenza senza violare la potestà legislativa statale». L'OSSERVATORIO Per il futuro, il coordinatore dell'Osservatorio ha auspicato la necessità di garantire «un equilibrato ed armonico coordinamento tra la parte della legge regionale - la 5/2007 - sopravvissuta al giudizio di illegittimità, e il Codice dei contratti pubblici tenendo presente che, comunque, lo Statuto prevede il potere legislativo della Sardegna in materia di lavori pubblici d'interesse regionale». Su questa linea si è dichiarato favorevole Ottavio Castello, ribadendo l'impegno dell'associazione nei confronti dei legislatori (regionali e nazionali) per avere «norme chiare, non contraddittorie e durevoli». Con un appello alla Regione, in vista del regolamento di attuazione della legge: «Mettere gli operatori degli enti appaltanti nella condizione di poter operare nella massima serenità e trasparenza».

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Il <Risiko> dei giudici: valzer di poltrone nelle aule del palazzo (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 51 del 2009-02-28 pagina 7 Il «Risiko» dei giudici: valzer di poltrone nelle aule del palazzo di Luca Fazzo Cambiano i presidenti delle sezioni penali, civili e d'appello del tribunale Una informata di nomine cambia il volto della giustizia milanese. Nel giro di pochi giorni il Consiglio superiore della magistratura ha dato il via ad una serie di decisioni che - mentre colmano i numerosi buchi vuoti nell'organico del tribunale - segnano l'approdo a posti chiave di un gruppo di magistrati - diversi per età, esperienze, orientamento - destinati a costituire il gruppo dirigente della giustizia meneghina nei prossimi anni. Sono i presidenti delle sezioni penali e civili del tribunale e d'appello, i magistrati che gestiscono in prima persona la delicata macchina dei processi. Già definitiva è la nomina a presidenti di sezione in tribunale penale di Lucio Nardi e di Giovanna Ichino, per molti anni pubblico ministero. Nella commissione che screma le candidature si è registrato consenso unanime di tutte le correnti - e la nomina è quindi sostanzialmente scontata - anche per un altro gruppo di presidenti di sezione penale: sono Pietro Gamacchio, Aurelio Barazzetta e Guido Piffer, tutti già in servizio all'ufficio per le indagini preliminari, nonchè Annamaria Gatto e Oscar Magi, il giudice che sta conducendo in questi mesi il complicato processo agli 007 accusati di avere rapito l'estremista islamico Abu Omar. Sempre nella giustizia penale, vanno a presiedere sezioni di corte d'appello i magistrati Carlo Crivelli, Marta Malacarne, Luigi de Ruggiero e Vito Tucci. De Ruggiero, ex pm ai tempi degli anni di piombo, faceva parte della Corte d'appello che condannò gli assassini del commissario Calabresi. Crivelli è un magistrato di grande esperienza, la cui carriera ha come unico neo l'infelice frase rivolta ad un pm durante uno dei processi a Berlusconi («è il sistema del bastone e della carota») che causò il rifacimento del processo. Anche Vito Tucci è un magistrato di grande esperienza, la cui nomina era stata finora ostacolata dal fatto di avere un fratello che fa l'avvocato a Milano: una incompatibilità che ora il Csm deve avere ritenuto superata (o almeno, in qualche modo, superabile). Novità in arrivo anche per la giustizia civile, dove alla carica di presidenti di sezione la commissione del Csm ha nominato Elena Riva Crugnola, Laura Cosentini, Carla Maria Gatto e Filippo Lamanna. Il quadro dei «colonnelli» della giustizia milanese sembra in questo modo sostanzialmente definito. Resta aperta la partita per i «generali», cioè i capi degli uffici, innescata dal pensionamento del procuratore generale Mario Blandini e del presidente della Corte d'appello Giuseppe Grechi. Per il posto di Blandini, dopo lunghe riflessioni, ha deciso di concorrere l'attuale procuratore della Repubblica Manlio Minale. Che, se ottenesse la promozione, lascerebbe libera una poltrona assai ambita. In pole position, il pm Ferdinando Pomarici (il cui collega Armando Spataro rinuncerebbe a correre per sostenerne la candidatura) e il procuratore aggiunto Nicola Cerrato. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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l'assessore febbo apre alle critiche del comitato verde (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Centro oli. Il disegno di legge L'assessore Febbo apre alle critiche del comitato verde ORTONA. «Andiamo tutti nella stessa direzione, sono aperto alle proposte di legge che il comitato Natura verde vorrà sottopormi». L'assessore regionale all'agricoltura, Mauro Febbo, risponde con un'apertura alle critiche rivolte al testo del disegno di legge da egli stesso firmato, dove si prevede che l'istallazione e l'esercizio di nuovi stabilimenti di lavorazione e stoccaggio degli idrocarburi siano sottoposti ad autorizzazione della Regione e che le royalties siano aumentate dal 7 al 15%. Secondo il comitato bisogna chiarire definitivamente, con precisi atti legislativi e deliberativi, se l'attuale giunta regionale intenda preservare il territorio e il mare dalle coltivazioni di idrocarburi. Alle accuse l'assessore replica: «Sono mesi che uno studio legale sta analizzando la possibilità di arrivare a una normativa che non entri in conflitto con la legge 239 del 2004, emanata in base alle norme comunitarie, che sottrae alle Regioni le competenze in materia di energia e con le norme in materia di concorrenza», sottolinea Febbo, «la proposta che io ho firmato si muove nel rispetto di questi paletti. Riteniamo di essere sulla strada giusta. Al comitato dico che siamo tutti dalla stessa parte, quindi possiamo venirci incontro invece di dare sfogo a critiche senza proporre alternative. Per di più non mi dicono dov'è l'errore nel disegno di legge». Febbo ricorda inoltre che la legge regionale 14 del 15 ottobre 2008, con la quale di impedisce di fatto l'insediamento del Centro oli in contrada Feudo fino al 31 dicembre del 2009, è stata impugnata dal governo centrale ed è sottoposta al giudizio della Corte costituzionale. «Quella legge che ho votato, che ci ha dato la possibilità di riflettere e di cercare una soluzione è sbagliata dal punto di vista della legittimità, quindi deve essere superata», aggiunge l'assessore, «la proponessero loro, quelli del comitato, una legge che abbia i requisiti di costituzionalità oltre a rispettare le normative comunitarie. Sono pronto a firmare». (s.f.)

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Valle Telesina: Canone depurazione Il Consiglio non decide (sezione: Giustizia)

( da "Sannio Online, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Valle Telesina: Canone depurazione Il Consiglio non decide Pubblicato il 28-02-2009 Al centro del consiglio comunale di mercoledì sera a Foglianise, la risposta del sindaco Mastrocinque alla interrogazione del capogruppo di ?Andare Oltre? Tommaso Boscaino sulla restituzione delle somme versate dai cittadini per il canone di depurazione... Al centro del consiglio comunale consumatosi mercoledì sera a Foglianise, la risposta del sindaco Giovanni Mastrocinque alla interrogazione del capogruppo di ?Andare Oltre? Tommaso Boscaino sulla restituzione delle somme versate dai cittadini per il canone di depurazione. ?La Corte Costituzionale ? ha spiegato il primo cittadino - ha stabilito con la sentenza numero335/2008 che il canone di depurazione applicato sulla bolletta dell?acqua, in quanto componente tariffaria di un servizio non è dovuto se il relativo impianto è assente ovvero sia, anche temporaneamente, fuori servizio?. E, in effetti, ?il depuratore del Comune in località Sala è stato in servizio fino al 2000?. Pertanto, ?sarebbe possibile richiedere il rimborso della quota riferita al servizio di depurazione, previa formale e specifica richiesta al Comune adeguatamente documentata?. Ma, per ora, - ha sottolineato il sindaco - non essendoci chiarezza sui tempi e modalità di restituzione del canone, ?nessuna decisione può essere assunta in merito?. Il Comune di Foglianise, tra l?altro, ?essendo privo di risorse idriche proprie, attualmente interamente fornite dal consorzio Cabib, unica fonte di approvvigionamento esterna, a partire già dal prossimo bilancio, dovendo necessariamente continuare a coprire almeno l?80% del costo del servizio, sarà costretto ad integrare le tariffe idriche vigenti almeno per la quota pari al canone soppresso?. E le implicazioni, non finiscono qui: ?Il Comune ? ha concluso Mastrocinque - ad oggi è creditore nei confronti degli utenti del servizio idrico di oltre tre anni di consumi (2006-2008) per cui eventuali rimborsi legittimamente riconosciuti dovrebbero essere necessariamente compensati con i crediti maturati e/o maturandi alla stessa data?.

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Pignoramenti: no del Governo (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Campania sanità. 4 Pignoramenti: no del Governo La presidenza del Consiglio dei ministri impugna la norma regionale Il Consiglio dei Ministri nella seduta di venerdì mattina ha impugnato, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione Italiana, l'articolo 25 della Legge Regionale della Campania n. 1 del 19 gennaio del 2009 (Finanziaria 2009) concernente l'impignorabilità dei fondi presso le Aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere ed universitarie per manifesto profilo di incostituzionalità. Massimo Botti Il Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione. Analogamente, la Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di un'altra Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione della legge o dell'atto avente valore di legge. L'iniziativa del Governo arriva all'indomani della presa di posizione ufficiale da parte del vicepresidente di Confindustria Cristiana Coppola e di assobiomedica. L'articolo della Finanziaria impugnato dal Governo ha origine da un sub emendamento firmato il 27 dicembre scorso da Gennaro Oliviero e da Pietro Ciarlo (rispettivamente capogruppo dello Sdi e del Pd). Contro questo articolo, nei giorni scorsi, sulla stampa locale, si è scagliato anche l'assessore regionale al Bilancio Mariano D'Antonio. "Nella legge finanziaria originariamente proposta dalla giunta regionale la norma non c'era ed è stata perciò voluta dai consiglieri regionali durante la sessione dedicata al bilancio, svoltasi a dicembre. del 28-02-2009 num.

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<Serve un nuovo Palagiustizia>Ragusa. (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

«Serve un nuovo Palagiustizia»Ragusa. Il presidente del Tribunale, Michele Duchi, traccia comunque un bilancio positivo per l'attività svolta nel 2008 Ragusa. «Come vogliamo iniziare? Se vogliamo parlare del palazzo di giustizia diciamo che mostra abbondantemente tutti i suoi anni che sottolineano la necessità di una nuova struttura; se invece vogliamo occuparci dell'organico dei magistrati togati e della loro quotidiana attività, allora diciamo che a Ragusa possiamo considerarci, per molti versi, un'isola felice». Inizia così, con le risposte ancor prima delle domande, la scorrevole chiacchierata, sul "pianeta giustizia", con il dott. Michele Duchi, presidente del tribunale del capoluogo. Partiamo dai dati positivi. «Di recente - esordisce il presidente - l'organico dei togati è passato da 14 a 16 unità. In atto lavorano in 13 (essendo in maternità la dott.ssa Scollo), oltre al sottoscritto; fra non molto dovrebbe lasciarci il dott. Michele Ciarcià, presidente della sezione penale, trasferito alla Corte d'appello di Catania; ma a settembre arriveranno due giovani magistrati, molto in gamba, freschi di uditorato, il dott. Gaetano Di Martino e la dott.ssa Eleonora Schininà. Con i tempi che corrono non possiamo lamentarci, anche se è pure vero che per la gran mole di lavoro (bisogna considerare anche la sezione staccata di Vittoria) avremmo di bisogno di un organico con non meno di 20 magistrati». A breve ci saranno dei cambiamenti nei ruoli: «Esattamente. Non appena il Csm avrà approvata la tabella di organizzazione del lavoro, il dott. Vincenzo Saito e il dott. Vincenzo Ignaccolo, avendo superato il periodo massimo di dieci anni, lasceranno l'ufficio del gip-gup per occuparsi di altra attività nel settore Civile; verranno sostituiti dal dott. Giovanni Giampiccolo e dal dott. Claudio Maggioni». Un bilancio del 2008? «Decisamente positivo, anche se talvolta il notevole carico di lavoro crea qualche ritardo nella definizione del contenzioso sia nel Penale che nel Civile. Secondo i dati forniti dalla direzione generale di Statistica del Ministero (riguardanti il 2007 ma dai quali quelli del 2008 non si discostano granchè) la media di definizione di un processo penale provinciale da noi si aggira su 221 giorni, a fronte dei 908 di Modica e dei 945 di Caltagirone, tanto per restare nelle vicinanze; la durata media di un processo monocratico è di 206 giorni, a fronte dei 532 di Modica e dei 658 di Caltagirone. In virtù di tali dati il tribunale di Ragusa è secondo soltanto al tribunale di Bolzano. In Civile (la durata media di un procedimento è di circa tre anni, ma talvolta hanno durate estremamente più brevi) ogni giudice ibleo deposita in un anno cira 200 sentenze, cioè non meno dei colleghi del tribunale di Torino che è considerato, sul piano della resa civilistica, il più efficiente d'Italia. Senza dire che i giudici di Ragusa, oltre al contenzioso civile spesso sono chiamati a comporre colleggi penali in sostituzione di colleghi incompatibili». Carente appare il personale di Cancelleria. «Quelli in servizio fanno miracoli. Ma è insufficiente. Basti dire, fra l'altro, che da tempo manca un dirigente di cancelleria e talvolta il sottoscritto (non potendolo sostituire neppure all'interno) è costretto ad assumere anche le funzioni di dirigente per l'organizzazione amministrativa dell'ufficio». La struttura? «Decisamente sta diventando stretta e inadeguata. Ho difficoltà a trovare una degna sistemazione per i due nuovi magistrati. E' da anni che cerco di sensibilizzare le varie amministrazioni comunali circa la necessità di incomiciare a programmare la realizzazione di un nuovo palazzo di giustizia. Ma ogni mio appello, ad oggi, è rimasto inascoltato». G. P.

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Tempo lungo, sindaci al cospetto della Gelmini (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Tempo lungo, sindaci al cospetto della Gelmini Il fronte dei primi cittadini ha ottenuto il sostegno bipartisan dei parlamentari padovani, riuniti ieri in un'assemblea Sabato 28 Febbraio 2009, Albignasego Una delegazione di dieci sindaci della provincia di Padova incontrerà lunedì il Ministro alla Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini. La riunione si terrà a margine del seminario "L'orientamento per il futuro" - organizzato dall'istituto "Marconi" di Padova - in programma dalle 15 all'hotel Alexander di Abano. La notizia è stata data ieri in occasione dell'assemblea sul tempo lungo; presenti, oltre ad una cinquantina di amministratori di Padova e provincia, Elisabetta Casellati, sottosegretario alla Giustizia, gli onorevoli Lorena Milanato, Filippo Ascierto, Alessandro Naccarato, Antonio De Poli, il senatore Maurizio Saia e i consiglieri regionali Leonardo Padrin e Barbara Degani. All'incontro ha partecipato anche Claudio Piron, assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Padova, per la prima volta a fianco del movimento spontaneo dei sindaci nato due settimane fa per difendere il tempo lungo nelle elementari del Veneto. "Ho già presentato un'interrogazione alla Camera per salvaguardare questa forma di orario scolastico - sottolinea Ascierto -; vent'anni fa è stata attivata senza oneri aggiuntivi per lo Stato. Da parte mia concordo con la riforma Gelmini. Tuttavia, siamo di fronte alla classica eccezione che conferma la regola: il tempo lungo è una specificità veneta, non avrebbe senso tornare a quello normale. In questi anni è cambiato lo stile di vita delle famiglie, ormai entrambi i genitori lavorano e non rientrano a casa durante la pausa pranzo". Anche il consiglio regionale ha appoggiato in peno l'iniziativa portata avanti dal sindaco di Albignasego Massimiliano Barison; l'altro giorno è stata votata all'unanimità una mozione pro tempo lungo. "Abbiamo fatto fronte comune - spiega Padrin -; in questo caso non conta il partito di appartenenza, il movimento è trasversale". Naccarato, deputato del Pd, punta però il dito contro chi ha voluto i tagli all'organico degli insegnanti. Se non ce ne saranno a sufficienza, il numero di quelli che prenderanno servizio in Veneto verrà stabilito il prossimo 7 marzo durante la conferenza Stato-Regioni, salterà il tempo lungo. "Il centrodestra ha approvato due leggi per decurtare fondi alla scuola - commenta Naccarato -; ora gli stessi esponenti si stanno scagliando contro la cancellazione del tempo lungo. Mi sembra una contraddizione. La Regione Veneto potrebbe anche impugnare i provvedimenti davanti alla Corte Costituzionale perché è stata lesa la sovranità regionale relativa ai servizi scolastici". Francesco Cavallaro

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Partono i saldi sugli affitti dei negozi (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Partono i saldi sugli affitti dei negozi Sabato 28 Febbraio 2009, Si è aperta con la provocazione «non affittiamo più le case agli immigrati se poi rischiamo, nel caso in cui lo straniero non fosse in regola con il permesso di soggiorno, di vederci confiscare l'immobile» e si è conlusa con l'analisi della contrazione del mercato delle locazioni e delle compravendite immobilari, l'assemblea fiume dei soci dell'Uppi, Unione dei piccoli proprietari immobiliari. Un'assemblea nel corso della quale sono state sviscerate tutte le problematiche derivanti da nuove normative, sentenze e orientamenti governativi. Oltre al problema della confisca, infatti, si è parlato della sentenza della Corte costituzionale che cancella la tassa di depurazione a carico di chi non beneficia del servizio; della prescizione ora fissata in 5 anni dell'obbligo di pagare le spese di condominio; del decreto Mille proroghe che muta il sistema di aggiornamento dell'Istat per i contratti di locazione a uso diverso da quello abitativo; dei contratti convenzionati che hanno ottenuto un grande succcesso coprendo ora il 25% del mercato delle locazioni, per i quali il Comune ha confermato l'abbattimento dell'Ici dal 5,5 al 4 per mille. E, anche, dell'obbligo per tutti i proprietari di dotarsi delle Certificazione energetica dell'immobile, che indica quanto costa mantenere una casa. Cosa questa che condizionerà il prezzo delle locazioni e anche della compravendita. Per spiegare meglio le procedure di certificazione l'Uppi ha organizzato dei seminari, a costi ridotti per i propri associati (il 1. si terrà venerdì 13 marzo). E a proposito di prezzi, durante l'assemblea sono stati illustrati in anteprima i dati riguardanti il 2008 ed è stato analizzato l'andamento del mercato a partire dal 1996. Dopo anni di apprezzamenti costanti, per quanto riguarda sia il mercato degli affitti sia di quello immobiliare, in varie misure a seconda della zona cittadina presa in considerazione, lo scorso anno la crisi economica non solo ha fermato la corsa dei prezzi, ma ha addirittura fatto segnare delle contrazioni. Sicchè, per esempio, se nelle zone periferiche di Torre, viale Libertà e Grigoletti, San Valentino, Torre, Via Montereale e Ferrovia, nel corso degli ultimi 12 anni si è registrato un incremento dei prezzi del 72,16%, tra il 2007 e il 2008 si è verificato un calo del 4%. «Il borsino immobilare illustrato - ha precisato Alberto Marchiori, presidente dell'Ascom - tiene conto delle medie e dei listini dei costruttori, ma in realtà il mercato ora è incoerente e si registrano "svendite", anche del 20%. E anche per quanto riguarda le locazioni, altro esempio, da un po' di mesi nel centro storico si stanno rivedendo in corso d'opera i contratti d'affitto dei negozi: il conduttore pur di non perdere l'inquilino gli abbassa il canone anche del 20%». In tempi di vacche magre del resto, ha considerato il presidente dell'Uppi, «ci si deve adattare. Anche abbassando un po' i prezzi la rendita dell'immobile è assicurata». Antonella Santarelli

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CARMEN FUSCO CANONI PER LA DEPURAZIONE NON DOVUTI: Sì AL RIMBORSO MA NON PRIMA DELL'AUTUNNO.... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

CARMEN FUSCO Canoni per la depurazione non dovuti: sì al rimborso ma non prima dell'autunno. Carta straccia dunque i ricorsi già presentati dagli utenti in virtù di una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato non dovuto il versamento della quota di tariffa riferita al servizio di depurazione delle acque «nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi». Sull'argomento il Parlamento ha infatti stabilito, che in attuazione della pronuncia della Suprema Corte, i gestori del servizio idrico integrato dovranno provvedere, anche in forma rateizzata, alla restituzione delle tariffe. I rimborsi potranno però essere effettuati soltanto a partire del primo ottobre 2009. Decadono, quindi, anche gli oltre 8 mila ricorsi e le 500 citazioni presentate davanti al Giudice di Pace dai cittadini residenti nell'area di competenza dell'Ato3. Non solo. La restituzione delle quote non dovute dovrà prevedere la detrazione degli oneri derivati dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento degli impianti già avviati nei vari Comuni e previsti dal piano d'Ambito. Ai consorzi obbligatori toccherà adesso il compito di individuare, entro due mesi dalla data dell'entrata in vigore della legge, la mappa degli investimenti e delle progettazioni da detrarre alle quote da restituire agli utenti. Gli stessi enti d'ambito avranno anche la facoltà di stabilire se le società che gestiscono il servizio idrico potranno restituire le tariffe in forma rateizzata, fino a cinque anni. Il sì definitivo della Camera fa dunque tirare un sospiro di sollievo alle società che gestiscono il servizio idrico: avranno un arco di tempo più ampio per far fronte alle legittime istanze dei cittadini. E agli utenti dell'ente d'ambito sarnese vesuviano lancia un appello Mario Sorrentino, neo presidente del consorzio: «Evitate di presentare i ricorsi perché chi ne ha diritto sarà rimborsato». L'invito ad evitare azioni legali nasce dal presupposto che, a sentire Sorrentino, il monitoraggio della situazione è stato già avviato e presto sarà pronta la mappa dei Comuni e delle zone dove il sistema di depurazione è inesistente o carente. «In qualità di organismo di controllo - spiega il presidente dell'Ato3 - siamo orientati a procedere con i rimborsi entro il più breve tempo possibile. Non abbiamo alcun interesse ad assumere un atteggiamento vessatorio nei confronti degli utenti».

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SULLA NORMA IMPUGNATA DAL GOVERNO SI ESPRIMERà LA CORTE COSTITUZIONALE, MA INTANTO LA REGIONE C... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Sulla norma impugnata dal governo si esprimerà la Corte Costituzionale, ma intanto la Regione cerca una strada alternativa che passi dalla modifica della legge contestata. Lo conferma il vicepresidente della giunta Antonio Valiante. «Esistono pareri contrastanti tra i giuristi sulla presunta incostituzionalità del testo. In ogni caso - spiega Valiante - la competente commissione consiliare sta discutendo nel merito per valutare la soluzione da adottare, tenendo conto del fatto che la pignorabilità delle somme disponibili non deve assolutamente pregiudicare l'erogazione dei servizi sanitari». E il presidente della commissione Sanità Angelo Giusto aggiunge: «Occorre trovare un equilibrio che consenta ai privati di non perdere le loro prerogative ma metta anche fine al mercato indegno del contenzioso». Ma l'opposizione, che già in aula aveva contestato la norma, parla di «ennnesima figuraccia» della Regione. «Paghiamo - attacca il capogruppo di An Enzo Rivellini - l'ostinata arroganza del centrosinistra. Segnalammo questo scempio e abbiamo proposto di abrogare quella assurda norma voluta dal centrosinistra e in particolare da Oliviero e Ciarlo. Quest'ultimo, come tutti sanno, è un autorevole costituzionalista e quindi era ben consapevole di quanto inutile e sbagliata fosse la norma». Per il deputato di An Marcello Taglialatela si tratta «del primo passo verso il necessario ed ormai non più rinviabile commissariamento» della sanità. «Con la decisione del governo - aggiunge - viene restituita dignità al diritto che era stato calpestato. Si conferma l'assoluto stato confusionale in cui versa il sistema sanitario campano, i cui conti sono inattendibili e completamente fuori controllo per le evidenti responsabilità dell'assessore Montemarano». Anche Forza Italia critica la Regione. «Il governo compie un atto dovuto che rende giustizia alle nostre battaglie - dice Luca Colasanto - e sconfessa l'interpretazione di comodo data dalla giunta». Per una modifica delle legge spinge l'Udeur. «Vengono confermati i nostri dubbi - dice il capogruppo Fernando Errico -. Mi auguro che si ponga fine a una questione giuridica che rischia di mettere in difficoltà molti fornitori e imprese». p.mai.

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PAOLO MAINIERO IL GOVERNO HA IMPUGNATO DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE LA NORMA DELLA FINANZIAR... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

PAOLO MAINIERO Il governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la norma della finanziaria regionale che prevede la non pignorabilità dei beni delle Asl, delle aziende ospedaliere, dei policlinici. La proposta di impugnare la norma contenuta nell'articolo 25 (comma 2) della finanziaria 2009 era stata avanzata dal ministero degli Affari regionali e ieri è stata accolta dal consiglio dei ministri. Secondo il governo quella norma «invade la competenza esclusiva statale in materia di ordinamento civile». Il consiglio dei ministri ha impugnato anche l'articolo (il 12) che prevede il credito agevolato di imposta per le imprese che assumono giovani laureati campani costretti a emigrare per lavorare: per il governo la norma «si pone in ostacolo alla libera circolazione delle persone». Sia sul primo che sul secondo caso, fa sapere la giunta, la Regione farà le proprie valutazioni. «Stiamo già lavorando per le opportune modifiche», assicura il vicepresidente Antonio Valiante. La norma in materia sanitaria fu fortemente voluta dall'assessore alla Sanità Angelo Montemarano quale misura di contenimento della spesa. In particolare, prevedendo la non pignorabilità dei beni delle Asl, la Regione intendeva bloccare i decreti ingiuntivi dei creditori, dalle case di cure ai farmacisti, dai laboratori ai fornitori, che avanzano centinaia di milioni di euro. Solo i farmacisti delle Asl Napoli 1, 4 e 5 rivendicano arretrati per circa 360 milioni e hanno già manifestato la volontà di passare all'assistenza indiretta: mercoledì l'annuncio, a meno che Montemarano non fornisca le dovute garanzie. «Ma a questo punto - commenta Michele Di Iorio, presidente di Federfarma - auspico che l'azzeramento di un tentativo surrettizio di non pagare i titolari di farmacia, oltre che tutti gli altri creditori, induca la Regione e le Asl a un approccio più serio e fattivo nei confronti di un problema, quello dei mancati pagamenti, che se non risolto in tempi brevissimi provocherà gravi alterazioni dei livelli assistenziali. Spero che la Regione, nel prendere atto di una pesante sconfitta, registri le proprie strategie evitando di reiterare esperienze normative e legislative non concertate con le categorie coinvolte». Soddisfatto anche Sergio Dompè, presidente di Farmindustria. «È importante - dice - fare chiarezza su un tema così delicato». Va ricordato che il tribunale di Napoli il 17 febbraio si era già espresso in maniera contraria respingendo la richiesta avanzata dalla Asl Napoli 1 che si opponeva a un decreto di un creditore eccependo, appunto, l'impignorabilità della somma. La Regione contava molto su quella norma ma, va detto, già lo scorso 23 gennaio, nel corso della verifica sullo stato dei conti con i ministeri dell'Economia e della Salute, il Tavolo tecnico espresse perplessità. I tecnici osservarono che su quella materia, la pignorabilità di un bene, «la competenza legislativa è esclusivamente statale, quindi una legge regionale non può legittimamente intervenire». Fra l'altro, lo stesso articolo 25 prevede anche l'alienazione del patrimonio immobiliare delle Asl a copertura del disavanzo, norma pure contestata dal Tavolo tecnico per il quale occorrono «atti perfezionati di compravendita» e non semplici intenzioni.

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Sconfitta cercata Sartori (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

LE RADICI DEL TRACOLLO DEL PD Una sconfitta cercata a lungo Povera sinistra. Peggio messa di come è non potrebbe. E l'onda lunga che l'ha portata al tracollo viene da lontano, da molto più lontano di quanto i commentatori ricordino. L'altro giorno l'elezione di Dario Franceschini a nuovo segretario del Pd è stata una decisione sensata e forse l'unica possibile. Ma il salvataggio viene rinviato a elezioni primarie che dovrebbero spazzare via la vecchia nomenklatura e miracolosamente scoprire nuovi leader. Le primarie sono state una fissazione di Prodi; e sinora si sono rivelate un enorme dispendio di energie senza frutto, che non hanno fondato o rifondato un bel nulla. Per carità, riproviamo ancora. Ma non illudiamoci che scoprano ignoti né quello che non c'è. A oggi ogni capopartito ha allevato i suoi e cioè potenziato la sua fazione, la sua corrente, promuovendo gli obbedienti (anche se deficienti) e cacciando gli indipendenti (anche se intelligenti). Pertanto la crisi di leadership della sinistra è una realtà dietro la quale non è detto che si nascondano geni incompresi, geni repressi. Il guaio risale al fatto che per una trentina di anni abbiamo avuto la più grande sinistra dell'Occidente, che era però egemonizzata dal Pci e forgiata dallo stalinismo di Palmiro Togliatti. Non era una sinistra addestrata a pensare con la sua testa, ma invece ingabbiata nel preconfezionato di un dogmatismo ideologico. Caduta la patria sovietica, quel pensare e pensarsi che altrove ha rifondato la sinistra su basi socialdemocratiche da noi non si è risvegliato. La fede comunista si è semplicemente trasformata in un puro e semplice cinismo di potere; e il non pensare ideologico, il sonno dogmatico del marxismo, si è semplicemente trasformato nella sconnessa brodaglia del «politicamente corretto». Una brodaglia nella quale anche il semplice buonsenso brilla per la sua assenza. Dunque la malattia è grave e di vecchia data. Una malattia che coinvolge anche passando al versante pratico del problema l'erosione dei bacini elettorali tradizionali della sinistra. In passato la sinistra era, in tutta semplicità, il partito del proletariato operaio. Quel proletariato non esiste più. Lo ha sostituito un sindacalismo che in passato obbediva al partito, ma che ora lo condiziona. Domanda: il collateralismo o condizionamento sindacale conviene davvero, oggi, alla «sinistra di governo » (come diceva Veltroni)? Ne dubito. La Cgil è oramai un sindacato antiquato «di piazza e di sciopero», abbandonato dai giovani, che rappresenta i pensionati (la maggioranza dei suoi tesserati), che difende gli sprechi e anche i fannulloni. E siccome siamo al cospetto di una gravissima crisi economica, la sinistra non la può fronteggiare appesantita dalla palla al piede della Cgil. O così mi pare. Altra domanda, questa volta sul collateralismo (dico così per dire) con la magistratura. Fermo restando che l'indipendenza del potere giudiziario è sacrosanta, il fatto resta che gli italiani sono indignati per la sua lentezza e inefficienza. Prodi si vanta di avere vinto due elezioni. Allora ci spieghi perché, in vittoria, non abbia alzato un dito per aiutare e anche costringere la giustizia a funzionare. La sinistra fa bene a difendere il potere giudiziario dagli assalti interessati di Berlusconi. Ma fa male a non difendere un cittadino così mal servito da una giustizia, diciamolo pure, ingiusta. Giovanni Sartori stampa |

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Genchi/ Gasparri: Perche' nessuna conseguenza per (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 28 feb. (Apcom) - "Lette le ulteriori conclusioni del presidente del Comitato di controllo sui Servizi segreti, Francesco Rutelli, che sono state portate a conoscenza dei presidenti dei Gruppi, mi chiedo come mai non siano stati presi drastici provvedimenti per certi magistrati e per quel sedicente tecnico che ha commesso atti incredibili". E' il commento del presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, intervenendo sul caso Genchi. "Si è appreso di una azione devastante ai danni dei servizi di sicurezza e delle forze di polizia. E tralasciamo, si fa per dire - prosegue l'esponente del Pdl - le violazioni ai danni del Parlamento. Non avendo ragione di dubitare delle cose rilevate dal sen. Rutelli ed essendo stata informata la magistratura, mi chiedo come mai chi ha diretto attività incredibili svolga ancora funzioni attive nelle file della magistratura. Credo che ci sia lavoro immediato per Procure, Csm, Guardasigilli e Polizia penitenziaria".

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Centri privati, l'Enpam chiede i contributi (sezione: Giustizia)

( da "Napoli.com" del 28-02-2009)

Argomenti: Giustizia

28/2/2009 Centri privati, l?Enpam chiede i contributi di Antonio Salvatore L?Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri ? ENPAM ? nei giorni scorsi, ha inviato alle società professionali mediche ed odontoiatriche, nonché alle Società di Capitali operanti in regime di accreditamento col SSN, la richiesta di versamento - a valere in conto entrata del Fondo Speciale di Previdenza a favore degli Specialisti Esterni - di un contributo pari al 2% del fatturato annuo attinente a prestazioni specialistiche rese nei confronti del SSN.   L?art. 1, comma 39, della Legge 23.8.2004 n. 243 prevede che le società professionali mediche ed odontoiatriche, in qualunque forma costituite (con esclusione di associazioni fra professionisti e società di persone) e le società di capitali, operanti in regime di accreditamento con il SSN, sono tenute a versare un contributo pari al 2% del fatturato annuo inerente prestazioni rese nei confronti del SSN, decurtato di una quota di abbattimento in ragione delle percentuali sancite dai DPR 23.3.1988 nn. 119 e 120, senza, tuttavia, alcun diritto di rivalsa sul SSN.   Tale contribuzione è stata, da sempre, ritenuta iniqua dalle società private accreditate, al punto che, oltre ad aver alimentato un nutrito contenzioso innanzi l?A.G. competente, con l?ordinanza del 18.11.2007, il Tribunale di Roma ? Sezione Lavoro ? ha proposto ricorso innanzi la Corte Costituzionale, ritenendo l?art. 1, comma 39, della richiamata norma, lesivo dei principi sanciti agli artt. 2, 3, 38, 41 e 53 della Costituzione.   Con Ordinanza n. 252 del 25.6.2008, tuttavia, la Corte Costituzionale ha dichiarato la manifesta inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionali sollevate dal Tribunale di Roma. Da qui, la paventata obbligatorietà del contributo a favore del Fondo Specialisti Esterni, e la correlata richiesta di versamento da parte dell?ENPAM dal 2004 al 2008.   Da un?attenta lettura dell?Ordinanza, tuttavia, la richiesta avanzata dall?Ente di previdenza appare alquanto fantasiosa, allorquando rappresenta, in modo falsato, il contenuto della stessa.   La manifesta inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionale dell?art. 1, comma 39, L.243/04 è stata, invero, pronunciata dalla Corte Costituzionale a causa di palesi contraddittorietà nella prospettazione delle questioni di legittimità formulate dal Tribunale di Roma, giammai da acclarata compatibilità riconosciuta dalla Corte con i principi di cui agli artt. 2,3,38, 41 e 53 della Costituzione.   Giova precisare, per altro, che sono numerose le sentenze emesse a favore di società ricorrenti che, ricevute le missive dall?ENPAM, hanno adito le vie legali.   La iniquità della norma, infatti, traspare con tutta evidenza:   i)                   obbliga alla contribuzione le società di capitali e non le società di persone; ii)                 applica il principio di competenza (Fatturato) e non quello di cassa (Incassato), valido per qualsivoglia obbligazione contributiva, e, di fatto, espone le società sanitarie a forti anticipazioni; iii)               obbliga a corrispondere una percentuale (2%) del fatturato senza tener conto di eventuali decurtazioni causate dai tetti di spesa, Capacità Operative Massime, che, per altro, intervengo a distanza di tempo; iv)               applica una percentuale di abbattimento del fatturato, per singola branca specialistica, sulla base di coefficienti vecchi di 20 anni, che, pertanto, non rispecchiano i margini di contribuzione delle strutture operanti in regime di accreditamento con il SSN; v)                 impone il versamento del 2% del Fatturato Complessivo e non di quella parte di fatturato prodotto in ragione della contribuzione di ciascun professionista a rapporto libero professionale; vi)               prevede, d?imperio, l?obbligo del versamento del contributo sul fatturato prodotto dalle società di capitali senza considerare, preliminarmente, che molte di esse, in ragione dei vincoli posti dal regolamento n. 1 del 22.6.2007 (accreditamento), si avvalgono, nelle singole branche specialistiche, di professionisti a rapporto di lavoro subordinato, essendovi obbligate dalla norma (72%).   Le Sentenze sino ad oggi pubblicate evidenziano che, in nessun caso, le società ricorrenti sono state condannate a corrispondere il 2% del fatturato societario complessivo per prestazioni sanitarie erogate in regime di accreditamentocol SSN.   Hanno previsto, per contro, una corresponsione del 2% limitatamente a quella parte di fatturato relativa ai compensi liquidati a favore dei professionisti medici, per le prestazioni effettivamente rese in regime di collaborazione libero professionale con le strutture sanitarie private accreditate col SSN.   Alla luce di ciò, entro il prossimo 31 marzo, le società in regime di accreditamento con il SSN saranno chiamate ad operare una scelta:   a) determinare, autonomamente, il ?quantum debeatur?, limitatamente alla parte del proprio fatturato correlato ai compensi liquidati ai professionisti per le prestazioni effettivamente rese in regime di collaborazione libero professionale; b) non corrispondere alcunché e, conseguentemente, avviare un?azione legale contro l?ENPAM al fine di rimettere nuovamente e correttamente la questione di legittimità innanzi la Corte Costituzionale.   La questione non è di poco conto.   La scelta della strategia da adottare in ordine a tale fattispecie non può prescindere, invero, dall?analisi delle implicazioni nascenti da una eventuale soccombenza in giudizio. In presenza di ipotizzata ?riconvenzionale? dell?Ente, invero, la somma dovuta dalle Società (limitatamente alla quota parte di fatturato correlato al contributo dei professionisti a rapporto libero professionale) verrebbe gravata di sanzioni e interessi che, relativamente alla contribuzione previdenziale, assume valori significativi.    E? giusto il caso di dire: e io, speriamo che me la cavo! ENPAM * Contributi Centri Privati (art. 1, co 39, L. 23.8.2004 n. 243) Branche Specialistiche Fatturato Abbattimento Imponibile Aliquota Contributo   (a) (b) © =(a)* (-b) (d) © * (d) Odontostomatologia 30% 2% Laboratorio Analisi 30% 2% Radioimmunologia (RIA) 40% 2% Radiologia 40% 2% Medicina Nucleare 60% 2% Fkt - Terapia Fisica 30% 2% Altre Branche a Visita 20% 2% TOTALE ** 2% Valori da esprimere in Unità di Euro  

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