CENACOLO DEI COGITANTI |
Spd, partito di governo e
di lotta ( da "EUROPA
ON-LINE" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: considerate anticostituzionali già
nel 2007 dalla corte costituzionale. Il settimanale Der Spiegel ? nella sua
versione online ? ha paragonato la Grande coalizione a una comune che litiga su
tutto. Ma a preoccupare la Merkel non è, tuttavia, il costante aumento della
disoccupazione o il crollo dell?
Il biotestamento non è
vincolante Decide il medico ( da "Giornale
di Brescia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 123 no e tre astenuti) il
presidente dei Liberal Pd, Enzo Bianco ha criticato il testo voluto dalla
maggioranza ed ha annunciato che «se la Camera dovesse perseverare in questo
grave errore, non resta che una strada: aspettare le decisioni della Corte
Costituzionale e intanto promuovere un referendum abrogativo».
Bagarre sulla proposta
Fosson ( da "Stampa,
La" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: capogruppo del Pd, ha già
annunciato un ricorso alla Corte costituzionale. Fosson spiega: «La mia è stata
un'opera di mediazione. Ma tutto è stato frainteso. La maggioranza voleva
scrivere che le Dat non sono vincolanti, l'opposizione che lo sono. Come uscirne?
Togliendo il vincolo, dando massima libertà a tutti.
è solo un manifesto
ideologico - nicola corda ( da "Nuova
Sardegna, La" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è ovvio che i miei familiari si
attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato,
denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero
disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta
ricorreranno alla Corte Costituzionale».
Biotestamento, primo sì Ma
non sarà vincolante ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il ricorso alla Corte
costituzionale Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al
Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a
favore, 123 contrari e 3 astenuti. E passa con un emendamento-colpo di scena
targato Udc (a prima firma Antonio Fosson) che di fatto fa sparire
l'obbligatorietà della Dichiarazione anticipata di trattamento.
george orwell a palazzo
madama - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica, La"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la sentenza della Corte di
Cassazione sull´interruzione dei trattamenti a Eluana Englaro, la Corte
Costituzionale (sentenza numero 438 del 23 dicembre 2008) scriveva le seguenti
parole: «La circostanza che il consenso informato trova il suo fondamento negli
articoli 2, 13 e 32 della Costituzione pone in risalto la sua funzione di
sintesi di due diritti fondamentali della persona:
asinara, il ricorso è in
letargo - piero mannironi ( da "Nuova
Sardegna, La" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il ricorso alla Corte
costituzionale contro il commissariamento del Parco dell'Asinara si sarebbe
misteriosamente arenato nei meandri della burocrazia regionale. La
deliberazione del 10 febbraio 2009 della giunta, infatti, non si sarebbe mai
tradotta in un atto giuridico formale di conflitto di attribuzione davanti alla
Consulta.
Sputa sulla mano prima di
darla all'arbitro juniores del Godega fuori per tre partite
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Coden (Basalghelle), Agello e
Giacobbi (Csm Resana), Toniolo (Badoere), Menegazzo (Pederobba), Pozzobon (San
Giuseppe), Tonini (Fanzolo), Vettoretti (Follinese), Del Giudice e Zorzi
(Fontane), Cava e Furlan (Lovispresiano), Trentin (Milan Guarda), Carniel,
Guglielmin e Santin (Vedelaghese), Battistiol (Evolution Team).
Biotestamento, primo sì Ma
non sarà vincolante ( da "Arena,
L'" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Finocchiaro annuncia il ricorso
alla Corte costituzionale Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante Passa
l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di tenere conto del volere del malato Il
Pd: «Così è carta straccia» ROMA Passa al Senato il disegno di legge Calabrò
sul testamento biologico, con 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti.
Pm, fine di un grande
amore Scoperti 121 posti su 206 Scaduti i termini del concorso interno per
assegnare i posti da sostituto procuratore. Quasi la metà rimane senza
risposta. Le ( da "Unita,
L'" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Terza Commissione del Csm,
presieduta da Roberto Carrelli Palombi, affronterà con urgenza la situazione.
«E' stata uccisa la vocazione» tagliano corto a palazzo dei Marescialli. Il
professor Mauro Volpi, membro laico della Terza, accusa prima di tutto
«l'incertezza sul ruolo e sui poteri del pm e la costante propaganda con
l'affondo di questi mesi»
La legge inutile Né
testamento né biologico anche Pera non ci sta
( da "Unita, L'" del
27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ma qui, al Senato, già si guarda
alla Corte Costituzionale. Il Senato ha votato ieri il disegno di legge Calabrò
sul testamento biologico. Ignazio Marino «è peggiore di quello licenziato in
commissione Sanità». Bagarre a Palazzo Madama. Una legge inutile e ideologica.
Il bio-testamento non sarà
vincolante ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla
Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd):
«È stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la
liberta». OBIETTIVI Una lettura opposta del provvedimento varato è invece
quella della maggioranza.
Tavolo tecnico con le
Regioni fino a martedì ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: del provvedimento davanti alla
Corte costituzionale per conflitto di competenza. Ecco perchè, riferiscono
fonti governative, la linea decisa dall'esecutivo, e che dovrà essere
realizzata con la mediazione di Fitto, è quella di arrivare a un decreto
concordato con regioni e enti locali, magari stralciando le parti più
contestate della bozza di decreto trapelata nei giorni scorsi.
QUEL PASTICCIACCIO DEL
PIANO CASA ( da "Unita,
L'" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ricorrendo alla Corte
costituzionale. Non gradiscono per niente (come Napolitano) il decreto legge,
né piace loro la legge-quadro. Sono per un semplice atto di indirizzo da
tradurre poi in leggi regionali, con l'obiettivo di rendere più veloci le
pratiche. Attenzione però a non accedere all'idea berlusconiana di edificare in
zone di pregio paesaggistico chiedendo alle Soprintendenze (
è solo un manifesto
ideologico - nicola corda ( da "Nuova
Venezia, La" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è ovvio che i miei familiari si
attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato,
denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero
disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta
ricorreranno alla Corte Costituzionale».
Confermato l'obbligo a
nutrizione e idratazione, Pd e Idv pronti a fare ricorso alla Consulta
( da "Cittadino, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla
Corte costituzionale.Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «É
stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la
liberta». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della
maggioranza.
Via libera al
biotestamento Ma l'opposizione insorge
( da "Tempo, Il" del
27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: si ricorrerà alla Corte
costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino: «È stata
tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta».
Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza.
Gli obiettivi sono chiari sottolinea Gaetano Quagliariello vicecapogruppo del
Pdl:
ROMA -
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla
Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd):
«È stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la
libertà». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della
maggioranza.
Il depuratore non c'è,ma
la tassa si paga ( da "Secolo
XIX, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: discute proprio del problema
sollevato dalla sentenza della Corte. In ogni caso i soldi che oggi vengono
richiesti saranno rimborsati; dunque i consumatori non ci rimetteranno». Resta
la rabbia degli utenti: «Mi sembra ovvio che Iride sia in disaccordo con a una
sentenza della Corte Costituzionale - dice Sandro Pellegrini, uno dei cittadini
che intende ricorrere contro l'imposta -
"che delusione il
parlamento calpesta i diritti scritti nella carta" - carmelo lopapa
( da "Repubblica, La"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: penso che il presidente della
Repubblica avrà qualche dubbio sulla costituzionalità della norma.
L´autodeterminazione è alla base della Costituzione. Ma penso che anche la
Corte costituzionale avrà dei rilievi. Certo, il referendum resta l´ultima
spiaggia. A me sembra più utile e pratico seguire un´altra via,
nell´immediato».
Biotestamento non
vincolante per il medico ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla
Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd):
«È stata tradita la richiesta del popolo italiano, che voleva una legge per la
libertà». sacconi: difesa la vita Una lettura opposta del provvedimento varato
è invece quella della maggioranza.
Dall'abuso di diritto
all'abuso interpretativo ( da "Italia
Oggi" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Nonostante la Corte costituzionale
sia intervenuta a mettere in guardia i verificatori da eccessi di riprese a
tassazione anche in relazione ai prelevamenti, i verificatori hanno continuato
a chiosare attorno a tale sentenza facendo in modo che servisse a niente;
è solo un manifesto
ideologico - nicola corda ( da "Tirreno,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è ovvio che i miei familiari si
attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato,
denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero
disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta
ricorreranno alla Corte Costituzionale».
Apicella, nuovo ricorso al
Csm:
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm: «Il Riesame mi ha dato
ragione» Ultimo giorno in procura di Nuzzi e Verasani L'ex titolare delle
inchieste Why Not e Poseidon: «Li hanno cacciati via perchè indagavano su alti
livelli istituzionali» SALERNO — L'ex procuratore capo del Tribunale di
Salerno, Luigi Apicella, chiede la revoca del provvedimento disciplinare con
cui il Csm lo ha sospeso dalle funzioni di magistrato
Giustizia, Vaccarella a
Salerno ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: già giudice della corte
Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, Luigi Capaldo,
responsabile del settore Giustizia dell'Abi, il consigliere di Corte di
Cassazione Giacomo Travaglino e Dino Crivellari, amministratore delegato di
Unicredit management bank e Stefano Aprile, direttore generale sistemi
infomativi automatizzati del ministero di Giustizia.
De Magistris:
Argomenti:
Giustizia
Abstract: REDAZIONALE Il caso Nuovo ricorso
al Csm di Apicella De Magistris: «Pm trasferiti perché indagavano su alte
figure istituzionali» «Hanno cacciato via i pm di Salerno perchè stavano
indagando su alti livelli istituzionali ». Luigi De Magistris, ieri in visita
in procura, ha difeso a spada tratta i magistrati trasferiti dal Csm.
I radicali: soccorso
civile per staccare il sondino ( da "Corriere
della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: potremmo avere nelle prossime
settimane altri casi Englaro e Welby, «con possibili ricorsi alla magistratura
e, in un secondo momento, alla Corte Costituzionale ». Che la nuova linea sia
questa lo conferma anche Donatella Poretti: «In ogni caso il referendum
abrogativo è troppo rischioso». M. Antonietta Calabrò
Processi lenti, monito da
Straburgo Alfano: la riforma cambierà tutto
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: REDAZIONALE Giustizia Processi
lenti, monito da Straburgo Alfano: la riforma cambierà tutto STRASBURGO — Il
Consiglio d'Europa ha richiamato ancora una volta l'Italia per la lentezza
delle procedure giudiziarie. Il Comitato dei ministri ha invitato le autorità
italiane ad adottare in fretta le misure necessarie per accelerare i processi
civili,
Bio-testamento non
vincolante Sì del Senato, proteste del Pd
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: faremo ricorso alla Corte
costituzionale». u pagina 17 L'intervista. Lamberto Andreotti: «Negli Usa le
mie ultime volontà biologiche» Madron u pagina 16 Fini-Berlusconi: ancora
tensione sul Parlamento Nuovo affondo del premier Silvio Berlusconi contro le
Camere e le loro procedure complesse: «I parlamentari sono lì a fare numero ».
Fine-vita, il medico non è
vincolato ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla
Corte costituzionale. Dura anche la condanna del senatore- chirurgo Ignazio
Marino (Pd): «è stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una
legge per la libertà». Esulta invece la maggioranza: «è una legge grazie alla
quale –
Sì al biotestamento. Ma è
bagarre ( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla
Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd):
«E' stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la
liberta». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della
maggioranza.
Un seminario sul Lodo
Alfano' ( da "Resto
del Carlino, Il (Ferrara)" del
27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Aula Magna del dipartimento di
scienze giuridiche (Corso Ercole I d'Este), il seminario Il Lodo ritrovato'
organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza e dedicato a uno scottante problema
giuridico sul quale si attende la pronuncia della Corte Costituzionale. Il
Seminario si occuperà delle numerose questioni di legittimità costituzionale.
LA PROCURA dichiara guerra
allo stalking. Ben prima della recente approvazione della legge che ha is...
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha partecipato a un incontro al Csm
su questi temi. «E' certamente un dato di fatto spiega il magistrato il flusso
crescente di denunce, prevalentemente di donne nelle quali si raccontano una
serie di condotte con connotati di violenza del compagno o del marito, ovvero
di atti intimi senza consenso ma non violenti.
è solo un manifesto
ideologico - nicola corda ( da "Mattino
di Padova, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è ovvio che i miei familiari si
attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato,
denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero
disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta
ricorreranno alla Corte Costituzionale».
Burgaud : le CSM prend un
mois pour décider ( da "Figaro,
Le" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: le CSM prend un mois pour décider
Samuel Laurent (lefigaro.fr) avec agences 27/03/2009 | Mise à jour : 09:11 |
Ajouter à ma sélection . --> Alors que sa décision était attendue vendredi,
le Conseil supérieur de la magistrature souhaite un «délai supplémentaire» pour
trancher le cas du juge en charge de l'instruction de l'affaire d'
Un altro ex magistrato colpito
da visibilità politica ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il vicepresidente del Csm, Nicola
Mancino, chiedeva che i magistrati in politica non potessero più tornare in
magistratura. Perché il pericolo di un conflitto di interessi tra passato in
magistratura e presente in politica è evidente. Soprattutto per gli ex
magistrati che abbiano acquistato visibilità attraverso inchieste che avevano
al centro qualche presunto malaffare politico (
Testamento biologico, il
Senato approva il ddl ( da "Giornale.it,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: questo testo andrà al giudice e
alla Corte Costituzionale". Sulla stessa linea anche i senatori
dell?Italia dei Valori che hanno inscenato una breve protesta nella sala
lettura di Palazzo Madama . Il capogruppo Felice Belisario con i colleghi
Stefano Pedica e Giuliana Carlino, si presenta davanti alle telecamere e
insieme esibiscono cartelli con le scritte "
Biotestamento, ok del
Senato: la volontà non sarà vincolante
( da "Panorama.it" del
27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ciò che volevano evitare che la
materia tornasse nei tribunali e davanti alla Corte costituzionale, l'hanno
ottenuto con la loro rigidità". A Gasparri, che accusa la sinistra di
avere "un atteggiamento sbagliato pensando di trasformare questo provvedimento
nell'anticamera dell'eutanasia", la Finocchiaro replica con parole dure:
"È una polemica politica strumentale e volgare.
"Che delusione il
Parlamento calpesta i diritti scritti nella Carta"
( da "Repubblica.it"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: penso che il presidente della
Repubblica avrà qualche dubbio sulla costituzionalità della norma.
L'autodeterminazione è alla base della Costituzione. Ma penso che anche la
Corte costituzionale avrà dei rilievi. Certo, il referendum resta l'ultima
spiaggia. A me sembra più utile e pratico seguire un'altra via,
nell'immediato".
Fine vita, l'ultima parola
al medico D'Alema: "Legge aberrante e incivile"
( da "Quotidiano.net"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che la Corte Costituzionale
respinga questo testo". Altri ancora chiedono "una legge che non
venga approvata dalla Cei". E qualcuno invita tutti "a scappare
all?estero per vivere in un Paese più libero e democratico". Per Sergio,
poi, "la legge era già pessima nella prima formulazione perchè impediva di
scegliere liberamente sull?
TESTAMENTO BIOLOGICO:
VERONESI, CALPESTATI DIRITTI SCRITTI
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: qualche dubbio sulla
costituzionalita' della norma'' visto che ''li''autodeterminazione e' alla base
della Costituzione''. Per questo anche la Corte costituzionale potra' avere dei
rilievi da fare. Veronesi conclude quindi con un ''appello agli italiani:
scrivete il vostro testamento biologico e depositatelo prima che questa legge
lo vanifichi.
È solo un manifesto
ideologico ( da "Nuova
Ferrara, La" del 27-03-2009) + 4 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è ovvio che i miei familiari si
attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato,
denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero
disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta
ricorreranno alla Corte Costituzionale».
Biotestamento, primo sì Ma
non sarà vincolante ( da "Arena.it,
L'" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Finocchiaro annuncia il ricorso
alla Corte costituzionale Passa l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di
tenere conto del volere del malato Il Pd: «Così è carta straccia» 27/03/2009
rss e-mail print Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al
Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a
favore,
Riflettori sulla crisi
della giustizia ( da "Denaro,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: già giudice della corte
Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, di Luigi
Capaldo, responsabile del settore Giustizia dell'Abi, del consigliere di Corte
di Cassazione Giacomo Travaglino, di Dino Crivellari, amministratore delegato
di Unicredit Management Bank e di Stefano Aprile, Direttore Generale sistemi
infomativi automatizzati del Ministero di Giustizia.
Biotestamento, primo sì Ma
non sarà vincolante ( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Finocchiaro annuncia il ricorso
alla Corte costituzionale Passa l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di
tenere conto del volere del malato Il Pd: «Così è carta straccia» 27/03/2009
rss e-mail print Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al
Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a
favore,
Casavola: sulla frase del
Papa incomprensioni di fondo ( da "Avvenire"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il presidente emerito della Corte
costituzionale Francesco Paolo Casavola. Dopo aver ricordato il nesso tra
«sessualità regolata e civiltà umana», fondato sull'istituzione familiare, e
che l'emergere di patologie gravi come l'Aids è «collegata a un esercizio della
sessualità fuori della istituzione che la regola», Casavola si chiede se ciò
sia risolvibile con «
La lezione di Fanfani a
dieci anni dalla morte ( da "Avvenire"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha detto il vicepresidente del Csm
Nicola Mancino - portò Fanfani, nella sua lunga e molteplice azione di governo,
a utilizzare la scienza economica al servizio della soluzione dei problemi
della famiglia, dei giovani, del lavoro». Sono molte, come hanno ricordato i
relatori, le riforme che portano il nome dell'uomo politico toscano.
Testamento biologico, il
Senato... ( da "Giornale.it,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: questo testo andrà al giudice e
alla Corte Costituzionale". Sulla stessa linea anche i senatori
dell?Italia dei Valori che hanno inscenato una breve protesta nella sala
lettura di Palazzo Madama . Il capogruppo Felice Belisario con i colleghi
Stefano Pedica e Giuliana Carlino, si presenta davanti alle telecamere e
insieme esibiscono cartelli con le scritte "
Cassazione: Il figlio
naturale di un lavoratore morto in un incidente ha diritto al 40% della rendita
Inail ( da "Rai
News 24" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Lo ha stabilito la Corte
Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimita' parziale dell'art.85, primo
comma, numero due, del Testo unico del 1965 relativo alle norme
sull'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie
professionali. La Corte, nella sentenza n.
Biotestamento/ Nucara: Pri
pronto a referendum ( da "Virgilio
Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Vi sono ragioni mediche e
costituzionali per le quali quel testo di legge è inaccettabile. C'è un rischio
di ritorno all'oscurantismo da parte dello Stato italiano. Se la Camera non
dovesse modificare il testo non resterebbe che confidare nel capo dello Stato e
nella Corte costituzionale".
BIOTESTAMENTO/MARINO:
REFERENDUM? PRIMA C'È LA CONSULTA
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: e il tribunale si dovrà rivolgere
alla Corte Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la
legge è costituzionale o va invalidata." Lo ha detto Ignazio Marino nel
corso di un'intervista all'Agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico,
rispondendo alla domanda se conferma o meno la volontà di un referendum contro
l'eventuale legge,
INTERCETTAZIONI/ GROSSO:
LIMITI ECCESSIVI, SI BLOCCANO INDAGINI
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex vicepresidente del Csm - che
siano stati compiuti dei grossolani abusi contro la privacy dei privati
cittadini, e questo è responsabilità molto grave della stampa; infatti ritengo
che sia molto buona la parte della legge che pone il divieto di pubblicare
indiscriminatamente le intercettazioni, e soprattutto le intercettazioni di
persone che non c'
FECONDAZIONE/ ROCCELLA:
LEGGE 40 FUNZIONA, ORA NO MIGLIORAMENTI
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: alta percentuale delle gravidanze
trigemine il sottosegretario ha spiegato che "quei dati confermano che
nella legge non ci sono problemi, semmai ci sono da fare correzioni nelle buone
pratiche". Quanto a futuri miglioramenti della normativa, Roccella ha
concluso: "Aspettiamo la sentenza della Corte Costituzionale, poi vedremo.
Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza".
BIOTESTAMENTO/ IL
GIURISTA: RICORSI ANCHE A CORTE DIRITTI UOMO
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex vicepresidente del Csm spiega
che una volta approvate in via definitiva le norme sul fine vita possono essere
impugnate "sicuramente alla Corte dei diritti dell'uomo: se dovesse passare
quella legge la difesa dovrebbe essere chiesta prima di tutto alla nostra Corte
Costituzionale e, in seconda istanza o contemporaneamente,
BIOTESTAMENTO/ NUCARA: PRI
PRONTO A REFERENDUM ( da "Wall
Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Vi sono ragioni mediche e
costituzionali per le quali quel testo di legge è inaccettabile. C'è un rischio
di ritorno all'oscurantismo da parte dello Stato italiano. Se la Camera non
dovesse modificare il testo non resterebbe che confidare nel capo dello Stato e
nella Corte costituzionale".
Affossato il testamento
biologico Non sarà più vincolante
( da "Corriere Adriatico"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Le dat, ha detto, "così non
conteranno assolutamente nulla". E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte
costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd):
"E' stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge
per la liberta". MANUELA CORRERA,
Biotestamento, è ancora
polemica dopo il si del Senato ( da "AudioNews.it"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 11: Continua a dividere il ddl sul
testamento biologico dopo il via libera del Senato. Il testo ora passerà alla
Camera. E se la legge dovesse essere approvata, il Pd potrebbe ricorrere alla
Corte Costituzionale, l'Italia dei valori al referendum. Ma i radicali
affermano: "Meglio la disobbedienza civile
SU INIZIATIVA
DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE AVVOCATI D'IMPRESA OGGI SI SVOLGE A SALERNO (ORE...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: già giudice della corte
Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, Stefano Aprile,
direttore generale sistemi informativi e automatizzati del ministero della
Giustizia, Luigi Capaldo, responsabile del settore giustizia dell'Associazione
Banche Italiane, il consigliere di Corte di Cassazione Giacomo Travaglino e
Dino Crivellari,
IL DECRETO DI SEQUESTRO
DEL FASCICOLO WHY NOT DA PARTE DELLA PROCURA DI SALERNO ALL'ORIGINE DELLO SC...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Apicella ha chiesto alla sezione
disciplinare del Csm la revoca o la modifica con una misura meno grave del
provvedimento d'urgenza con il quale nel gennaio scorso è stato sospeso dalle
funzioni e dallo stipendio. Il tribunale del riesame di Salerno che ha avuto
«piena e approfondita conoscenza dei fatti», non avendo i «limiti cognitivi»
che sono propri della sezione disciplinare,
ROMA. ANCORA IL DDL
CALABRò DEVE COMINCIARE L'ITER ALLA CAMERA E GIà ANTONIO DI PIETR...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 27-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale». È anche un
invito a Di Pietro e ai radicali a non procedere da soli. Non è detto,
comunque, che gli alleati minori accettino. Potrebbero anzi forzare proprio per
mettere in difficoltà il Pd. Il Pdl alla Camera intanto è già pronto ad alcune
modifiche: ad esempio, sarà riproposto l'emendamento che estende la valenza
delle dat anche ai casi di coma irreversibile
LEANDRO DEL GAUDIO È LA
PRIMA MOSSA DEL PROCURATORE GIOVANDOMENICO LEPORE DAI TEMPI DELLO ST...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 27-03-2009) + 6 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: di indirizzare al Csm gli atti
dello scontro in Procura sulla gestione del caso Pansa, ma anche al rinvio a
giudizio di venticinque posizioni, tra cui l'ex amministratore delegato di Fibe
Malvagna (29 gennaio 2009). Un rush finale da leggere alla luce dei possibili
sviluppi futuri: spetta infatti al procuratore e a De Marco,
La protesta dei lidensi
arriva in Consiglio Regionale: Come hanno speso i soldi dell'ospedale al Mare?
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ubicazione dei servizi del Csm
(centro di salute mentale)». Dal canto suo Bazzoni ha assicurato che «pur non
avendo la commissione stessa tanto potere decisionale, dalla prossima settimana
partirà un esame di tutte le schede sulla programmazione sanitaria e quindi
verranno poi segnalate alla giunta eventuali incongruenze».
Si sputa sulla mano e poi
saluta l'arbitro: tre giornate ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Zanatta (Rovere), Coden
(Basalghelle), Agello, Giacobbi (Csm Resana), Toniolo (Badoere), Menegazzo
(Pederobba), Pozzobon (S. Giuseppe), Tonini (Fanzolo), Vettoretti (Follinese),
Cava, Furlan (Lovispresiano), Trentin (Milan Guarda), Carniel, Guglielmin,
Santin (Vedelaghese), Battistiol (Evolution Team).
Biotestamento: perchè
Articolo21 premierà Beppino Englaro
( da "Articolo21.com"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale e il
referendum a cui anche Articolo 21 darà tutta la sua collaborazione, chi crede
nello stato di diritto non si rallegra. Io non me ne rallegro. Qualche volta,
tuttavia, mi viene il cattivo pensiero che in fondo sono queste leggi-farsa che
si addicono agli italiani: i quali scendono in piazza se si tratta di difendere
un vero o presunto diritto contrattuale,
TESTAMENTO BIOLOGICO:
MARINO, REFERENDUM? PRIMA CORTE ( da "Virgilio
Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: rivolgere alla Corte
Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la legge e'
costituzionale o va invalidata.'' Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di
un'intervista all'agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico,
rispondendo alla domanda se conferma o meno la volonta' di un referendum contro
l'eventuale legge,
Biotestamento/ Marino:
Referendum? Prima c'è la Consulta
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: e il tribunale si dovrà rivolgere
alla Corte Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la
legge è costituzionale o va invalidata." Lo ha detto Ignazio Marino nel
corso di un'intervista all'Agenzia Radiofonica Econews sul testamento
biologico, rispondendo alla domanda se conferma o meno la volontà di un
referendum contro l'eventuale legge,
Corpi di Stato
( da "AprileOnline.info"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il testo non resterebbe che
confidare nel capo dello Stato e nella Corte costituzionale. Desideriamo far
sapere fin da ora che siamo comunque pronti al referendum. Si tratta di una
battaglia di civiltà che l'Italia non può perdere". Il segretario dei
socialisti Riccardo Nencini lancia a sua volta un appello ai
"dissidenti" del Pdl, rivolgendosi in particolare agli ex socialisti.
Sanremo: astensione dei
penalisti, giustizia e libertà ( da "Sanremo
news" del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la riforma del Csm e la revisione
del principio di obbligatorietà dell'azione penale. All'interno della
comunicazione nazionale dello sciopero si parla di come questa riforma della
giustizia porterebbe a: un massiccio ricorso alla sanzione penale quale
risposta privilegiata dello stato a prometiche sociali complesse;
## IN ITALIA PIÙ
FECONDAZIONI ASSISTITE, TROPPE ATTESE TRIGEMINE
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: della Corte Costituzionale, poi
vedremo. Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza". Critica invece la
Società europea di Riproduzione umana e di Embriologia (Eshre): "I dati
non solo sono allarmanti, ma sono in controtendenza con quelli del registro
europeo, che dimostrano chiaramente come l'Italia sia il fanalino di coda sia
nel numero di coppie trattate per milione di abitanti -
Delegazione provincia
Genova a Roma per rimborso delle quote di tariffa relative alla depurazione
( da "Sestopotere.com"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: affrontata la questione dei
rimborsi delle quote di tariffa relative al servizio di depurazione, dovuti a
seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del
10/10/2008.“L?incontro - dice l?assessore Perfigli - è stato molto proficuo e
l?ATO della Provincia di Genova ha avuto autorevoli indicazioni da parte dello
stesso presidente del Comitato, il professor Passino.
## In Italia più
fecondazioni assistite, troppe attese
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: della Corte Costituzionale, poi
vedremo. Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza". Critica invece la
Società europea di Riproduzione umana e di Embriologia (Eshre): "I dati
non solo sono allarmanti, ma sono in controtendenza con quelli del registro
europeo, che dimostrano chiaramente come l'Italia sia il fanalino di coda sia
nel numero di coppie trattate per milione di abitanti -
GIUSTIZIA/ MANCINO: NO
ALL'ISTITUZIONE DI UN 'DOPPIO CSM'
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: doppio Csm' di Apcom Difendere
autonomia toghe,sanzionare comportamenti contrari legge -->Modena, 27 mar.
(Apcom) - No alla separazione delle carriere dei magistrati, con la conseguente
istituzione di un 'doppio Csm'. E difesa dell'autonomia e l'indipendenza dei
magistrati, assieme alla consapevolezza che bisogna punire i loro comportamenti
"
Niente pensione di
reversibilità per il convivente more uxorio
( da "Stampaweb, La"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Lo ha confermato oggi la Corte
Costituzionale, presieduta da Francesco Amirante, con una decisione (la n. 86)
destinata a far discutere. La Consulta, respingendo un'eccezione sollevata dal
tribunale di Milano che riteneva violati gli articoli 2, 3, 31 e 38 della Carta
repubblicana, ha, invece, ribadito "la diversità tra famiglia di fatto e
famiglia fondata sul matrimonio,
Giustizia/ Mancino: No
all'istituzione di un 'doppio Csm'
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: con la conseguente istituzione di
un 'doppio Csm'. E difesa dell'autonomia e l'indipendenza dei magistrati,
assieme alla consapevolezza che bisogna punire i loro comportamenti
"contrari alla legge". Sono i principi richiamati dal vicepresidente
del Csm, Nicola Mancino, in un messaggio inviato al congresso di Magistratura
Democratica in corso a Modena.
( da "EUROPA ON-LINE"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Spd, partito di
governo e di lotta Mancano ancora sei mesi al voto in Germania, ma nella Grosse
Koalition non ci si sopporta più. ALESSANDRO BELLARDITA Mancano ancora sei mesi
alle prossime elezioni federali, ma i due partner si
fa per dire della Große Koalition non vedono lora di mettere fine
a questo matrimonio forzato. In prima linea è la Spd a sgomitare: in
unintervista alla Bild-Zeitung, il leader del partito socialdemocratico,
Franz Müntefering, ha criticato con veemenza la cancelliera, Angela Merkel, accusandola di «non
essere in grado di affrontare la crisi», di «non mantenere le promesse» e di
non avere il coraggio dintraprendere le misure giuste contro la
recessione. Müntefering non ha gradito il dietrofront della Merkel nella lotta contro levasione
fiscale e nella riforma delle cosiddette agenzie del lavoro,
considerate anticostituzionali già nel 2007 dalla corte costituzionale.
Il settimanale Der Spiegel nella sua versione online
ha paragonato la
Grande coalizione a una comune che litiga su tutto. Ma a preoccupare la Merkel
non è, tuttavia, il costante aumento della disoccupazione o il crollo dellexport.
Secondo il settimanale berlinese, è stata piuttosto la raffica di critiche
subite nelle scorse
settimane dal proprio partito a far impensierire la Kanzlerin: soprattutto i
conservatori la rimproverano per aver attaccato il papa Ratzinger nella questione
Wilhelmson. E i liberali non gradiscono le misure stataliste della
cancelliera attuate nel
tentativo di salvare aziende come la Opel. Anche la sua dichiarata simpatia
verso licona femminista Alice Schwarzer ha provocato alla Merkel non
pochi fastidi. Alcuni esponenti della Cdu hanno considerato questapertura
verso il movimento femminista, un affronto ai valori cristiani, un tradimento della classe
borghese. Anche i liberali della Fdp probabili partner
della Cdu dopo le elezioni nelle ultime settimane hanno sparato a zero
contro Angela: secondo il loro leader Guido Westerwelle, la Merkel non è più in grado di governare e
dovrebbe sciogliere il Bundestag, dando il via alle elezioni anticipate. Sulla
Merkel è oramai un vero e proprio tiro al bersaglio: dal suo partito, dalla Spd
e dallopposizione piovono critiche a non finire. E la leadership socialdemocratica ha riconosciuto
che è questo il momento ideale per sferrare il colpo di grazia alla Cdu/Csu, in
continuo calo anche nei sondaggi. La nuova strategia della Spd si può
riassumere in poche parole: provocare la Merkel sperando che, prima o poi, la
cancelliera esca dai gangheri. Con questatteggiamento offensivo
la Spd vuole dare agli elettori la sensazione di essere un partito
dopposizione. Come a dire: noi non centriamo nulla con la crisi. E
per riuscire nel suo intento, il veterano Müntefering ricorre ad un trucco: nellintervista
per la Bild Franz fa riferimento a Gerhard Schröder, che a suo dire
è stato capace a far fronte allultima crisi del 2003 e che a differenza della Merkel, «quando si
metteva in testa una cosa, faceva di tutto per raggiungerla ». In vista delle
elezioni di questanno, il vantaggio più grande della Merkel
sarà, sicuramente, il fatto di essere la cancelliera in carica il
cosiddetto Amtsbonus. Ricordando lex cancelliere Schröder, che con le sue
riforme del mercato
del lavoro e del sistema sociale ha contribuito alla ripresa economica,
Müntefering vuole ridurre leffetto bonus pro Merkel. Come
mai, però, la Spd non proclama la rottura del patto di coalizione, scegliendo
la via delle elezioni anticipate? Secondo il settimanale Der Freitag, gli elettori potrebbero
interpretare nel bel mezzo della crisi un
atteggiamento del genere come un atto irresponsabile. E, daltronde,
proprio in questo momento, i sondaggi favorirebbero la Fdp, che continua a
viaggiare attorno ai
15 punti di consenso.
( da "Giornale di Brescia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione: 27/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Le riforme L'approvazione
del Senato Il biotestamento non è vincolante Decide il medico Passa
l'emendamento dell'Udc. Il Pd: ricorreremo alla Consulta. Il testo ora passa
alla Camera Il voto finale al Senato. Momenti di grande tensione in aula ROMA
Il disegno di legge sul testamento biologico, dopo una maratona di votazioni e
interventi durata tre giorni, lascia macerie al Senato in un clima di tensione
che mette a rischio il dialogo tra la maggioranza e il Pd. Eppure alla vigilia
c'erano le premesse per un confronto sereno con la possibilità di poter trovare
un punto di intesa per migliorare in Aula un testo su cui vigeva la libertà di
coscienza, visto che riguarda un tema squisitamente etico. Almeno questo era
l'auspicio del Pd e in particolare dell'ala cattolica che si era spesa per
emendamenti che coniugassero la difesa della vita e il no all'accanimento
terapeutico fino al tentativo di contemplare delle eccezioni per interrompere
l'idratazione e l'alimentazione forzata. Il centrosinistra si ricompatta Ma di
fronte alla blindatura del testo da parte della maggioranza, che già mercoledì
aveva respinto tutti gli emendamenti del Pd e dell'Idv, il clima del confronto
è evaporato e la tensione è salita fino allo scontro di ieri mattina quando è
passato un emendamento dell'Udc che cancella di fatto l'obbligo per i medici di
rispettare le volontà del paziente, rese in anticipo, circa il trattamento da
applicare: cosa che costituisce il cuore stesso del provvedimento. Una modifica
sostanziale che è stata considerata dal senatore cattolico Ignazio Marino come
«il bacio della morte» al disegno di legge che riduce a «carta straccia» tutto
il provvedimento e che ha convinto l'area cattolica del Pd a votare contro,
ricompattando così un gruppo che sul testamento biologico si era diviso tra
cattolici e laici. Rimane, però, il dissenso netto dei teodem Emanuela Baio e
Claudio Gustavino che hanno votato a favore del testo. Ma si tratta, comunque,
di una posizione marginale tra i cattolici democratici. «Questa pagina di
incomunicabilità e di mancanza di dialogo - ha detto Giovanni Procacci, a nome
del Pd, al termine dell'esame degli articoli del ddl - rischia di aprire una
fase di divisione con conseguenze negative per il Paese e di questo voi della
maggioranza vi assumete tutta la responsabilità». Scontro tra la Finocchiaro e
Gasparri Nella sua dichiarazione di voto Anna Finocchiaro ha accusato la
maggioranza di aver avuto «paura e sordità», lamentando che non ci sia stato
«un segno, uno solo, che eravate disponibili ad ascoltare, a comprendere, a
dubitare». Prima, la Finocchiaro aveva riunito i suoi in assemblea e lì Franco
Marini aveva invitato i senatori cattolici a non votare un testo definito «una
schifezza» perchè peggiorato rispetto a come era arrivato in Aula. Che il clima
fosse peggiorato lo si era capito dalla mattina con lo scontro tra Maurizio
Gasparri e la stessa Finocchiaro. Il presidente dei senatori del Pdl aveva
detto che il Pd voleva trasformare il ddl «nell'anticamera dell'eutanasia». «È
una polemica strumentale, volgare e ignobile» aveva ribattuto Finocchiaro,
assicurando che «non c'è nessuna intenzione neanche di approssimarsi
all'eutanasia». Dopo il voto finale (150 sì, 123 no e tre
astenuti) il presidente dei Liberal Pd, Enzo Bianco ha criticato il testo
voluto dalla maggioranza ed ha annunciato che «se la Camera dovesse perseverare
in questo grave errore, non resta che una strada: aspettare le decisioni della
Corte Costituzionale e intanto promuovere un referendum abrogativo».
( da "Stampa, La" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
IN SENATO.DURO
SCONTRO SUL TESTAMENTO BIOLOGICO Bagarre sulla proposta Fosson Una virgola può
cambiare il senso a una legge, due parole possono sconvolgerla. Ieri in Senato
sul disegno di legge del testamento biologico una parola cancellata ha
provocato uno scontro. La parola volata porta la firma del senatore valdostano
Antonio Fosson, medico, primo nome che compare sotto un emendamento al primo
comma dell'articolo 4 sulla Dat, la dichiarazione anticipata di trattamento, la
volontà del cittadino che decide di lasciare, appunto, un testamento biologico.
Il testo uscito, dopo un duro confronto dalle commissioni era: «Le Dat non sono
obbligatorie, ma sono vincolanti». Il testo approvato dal Senato con
l'emendamento Fosson è invece: «Le Dat non sono obbligatorie». Bagarre. E Anna
Finocchiaro, capogruppo del Pd, ha già annunciato un
ricorso alla Corte costituzionale. Fosson spiega: «La mia è stata un'opera di mediazione. Ma tutto
è stato frainteso. La maggioranza voleva scrivere che le Dat non sono
vincolanti, l'opposizione che lo sono. Come uscirne? Togliendo il vincolo,
dando massima libertà a tutti. Ricordo che il principio di una legge
(che non nasce bene) è quello dell'alleanza terapeutica, insomma ci vuole un
dialogo con il medico. E' impensabile che proprio il medico non partecipi,
altrimenti sarebbe un atto contro la tecnologia. Il primo principio è la difesa
della vita». Sia Ignazio Marino sia Felice Casson, entrambi del Pd hanno
parlato di «presa in giro dei cittadini, le loro dichiarazioni anticipate diventano
carta straccia». E Finocchiaro ha detto al Pdl: «Agli italiani avete spiegato
che questa era una legge per poter scrivere il proprio testamento biologico,
ora gli dite che invece non contano più niente. E' evidente il contrasto con
l'articolo 2 della Costituzione». Gaetano Quagliarello del Pdl: «Ci fermiamo
alla non obbligatorietà per non rendere questa legge soggetta a
interpretazioni. Vogliamo lasciare al medico un margine per poter intervenire a
fronte di nuove evidenze scientifiche». Ancora Fosson: «La questione è stata
presentata male, è uscita un'immagine distorta della volontà dell'emendamento.
Non è una limitazione di libertà del cittadino, ma una questione di rispetto
della persona. Il medico tiene conto della dichiarazione anticipata di trattamento,
cioè della volontà del cittadino, poi valuta il da farsi. La dichiarazione dura
tre anni, la volontà potrebbe essere cambiata, soprattutto possono aver avuto
un'evoluzione le terapie».\
( da "Nuova Sardegna, La"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 3 - Fatto del
giorno «è solo un manifesto ideologico» Deluso il senatore Marino: si va contro
l'interesse dei pazienti L'INTERVISTA Alle famiglie nessun aiuto NICOLA CORDA
ROMA. Il senatore Ignazio Marino è deluso. Stavolta forse più come parlamentare
che come medico e chirurgo di fama. Ha speso tante energie per una legge sul
testamento biologico che guardasse prima di tutto ai pazienti. E invece?
«Questo testo servirà se va bene alle tremila persone che sono in stato
vegetativo permanente, ovvero lo 0,005 per cento della popolazione italiana.
Queste avrebbero bisogno di ben più attenzioni, magari con le cure che gli
vengono negate perché le strutture sono insufficienti o mal distribuite sul
territorio». Ma che legge è quella approvata? «E' una "non legge",
con zero euro di aiuti concreti alle famiglie che hanno necessità. Il grande
rammarico è proprio questo: si è trasformato il lavoro di quattro legislature
in un manifesto ideologico. Io ho una idea diversa delle leggi. Dovrebbero
guardare a tutti i cittadini, dovrebbero includere. I nostri padri costituenti
come Aldo Moro, scrissero un articolo come il 32, straordinario nella sua
efficacia: ogni individuo ha diritto alla salute ma nessuno può essere
sottoposto ad un trattamento sanitario senza il suo esplicito consenso. Da
chirurgo ho avuto la possibilità di partecipare, anche da protagonista, a molti
dei progressi scientifici della medicina, ma questi sono nella disponibilità
del paziente e non un obbligo». Invece qui il medico ha l'ultima parola...
«Questa norma della dichiarazione anticipata non vincolante per il medico è
l'ultimo paradosso. La commissione Giustizia all'unanimità, dando il parere al
testo base, aveva esplicitamente deliberato che se non fosse stata inserita la
parola "vincolante" nel testamento biologico, quel documento sarebbe
stato privo di valore giuridico». Ma non si era detto che si voleva evitare
proprio questo all'indomani del caso Englaro? «Io l'ho denunciato in aula e
come me lo hanno detto numerosi magistrati. Non è solo un problema giuridico ma
anche di buonsenso, credo della maggior parte degli italiani. Se dico alla mia
famiglia che non voglio avere prolungata la mia agonia con tubi infilati
nell'addome e invece il medico dice che la legge impone il contrario e che mi devono
portare in sala operatoria, è ovvio che i miei familiari si
attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato,
denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero
disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta
ricorreranno alla Corte Costituzionale».
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
FINE VITA. Il ddl
Calabrò approvato in Senato tra le polemiche. Sit-in di protesta dei radicali
in piazza, la Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al
Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a
favore, 123 contrari e 3 astenuti. E passa con un emendamento-colpo di scena
targato Udc (a prima firma Antonio Fosson) che di fatto fa sparire
l'obbligatorietà della Dichiarazione anticipata di trattamento. Dopo
venticinque ore di sedute e una maratona lunga tre giorni, la tensione è
esplosa in aula lasciando dietro di sé uno scenario devastato, che mette a
rischio il dialogo tra maggioranza e Pd. VIA I VINCOLI AI MEDICI. La bagarre è
divampata proprio a causa dell'emendamento al primo comma dell'articolo 4 che
ha cancellato il vincolo per i medici alle Dat dei malati. Se il Pdl si è
giustificato spiegando di aver voluto lasciare un margine al medico,
l'opposizione è insorta, mentre a Piazza Navona andava in scena il sit-in dei
radicali. Il Pd si è ricompattato nel «no» al testo e gli unici voti di
dissenso, favorevoli al ddl, sono stati quelli dei teodem Emanuela Baio e
Claudio Gustavino. «Eravamo qui», ha protestato la capogruppo Pd Anna
Finocchiaro, annunciando il ricorso alla Corte costituzionale,
«per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con
questo emendamento, mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le Dat non
conteranno assolutamente nulla». La Finocchiaro ha parlato di «legge imbroglio»
accusando la maggioranza di «paura e sordità», mentre il senatore del Pd,
Ignazio Marino, ha sottolineato che con le Dat non più vincolanti, le stesse
dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso». «La legge sul testamento
biologico è ufficialmente carta straccia» ha aggiunto. VERSO L'EUTANASIA. Già
in mattinata era avvenuto uno scontro tra la Finocchiaro e il presidente dei
senatori del Pdl Maurizio Gasparri che aveva accusato il Pd di voler
trasformare il testo «nell'anticamera dell'eutanasia». «È una polemica strumentale,
volgare e ignobile», aveva ribattuto la Finocchiaro, mentre Franco Marini
riuniva i suoi invitando anche i senatori cattolici a non votare un testo
definito «una schifezza», perché peggiorato rispetto a come era arrivato in
aula. Anche i senatori dell'Italia dei Valori hanno inscenato una breve
protesta in sala lettura di Palazzo Madama, e hanno confermato l'intenzione di
raccogliere le firme per un referendum abrogativo. TESTIMONI DI GEOVA. Il
dibattito si è riacceso poi anche sul comma 6 dell'articolo 4 che, secondo il
Pd e i radicali, obbligherà i testimoni di Geova a ricevere trasfusioni di
sangue contro la loro volontà: il comma prevede tra l'altro che «in condizioni
di urgenza o quando il soggetto versa in pericolo di vita immediato, la Dat non
si applica». L'aula di Palazzo Madama ha poi varato gli altri cinque articoli:
il 5, che prevede che le Regioni assicurino assistenza domiciliare ai soggetti
in stato vegetativo persistente, il 6 che prevede nella Dat la possibilità di
nominare un fiduciario che potrà interagire con il medico nell'interesse del
paziente. Via libera infine agli ultimi tre articoli: il 7 che regola il ruolo
del medico, l'8 che disciplina l'autorizzazione giudiziaria e, infine, le
disposizioni finali che - tra le altre cose - contemplano l'istituzione di un
Registro delle Dat, nell'ambito di un un archivio unico nazionale informatico
di cui sarà titolare il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche
sociali.
( da "Repubblica, La"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 38 - Commenti
GEORGE ORWELL A PALAZZO MADAMA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) è esattamente quello
che è accaduto ieri al Senato della Repubblica, che ha battezzato come
«dichiarazioni anticipate di trattamento» il loro esatto contrario, cancellando
ogni valore vincolante del documento con il quale una persona indica le sue
volontà per il tempo in cui, essendo incapace, dovesse trovarsi in stato
vegetativo permanente. Sarà inutile seguire un tortuoso iter burocratico, da
ripetere ogni tre anni, perché con esso si approderà semplicemente al nulla. E
la maggioranza dei senatori ha fatto la stessa operazione battezzando come
sostegno vitale l´alimentazione e l´idratazione forzata contro l´opinione
larghissima del mondo medico internazionale che le considera trattamenti. è lo
stesso consenso informato, uno dei grandi risultati civili del tempo recente,
perde il suo valore fondativo del diritto di costruire liberamente la propria
personalità. Il sequestro di persona, di cui ha parlato ieri Adriano Sofri, ha
trovato il suo compimento. Missione compiuta, potrà dire il presidente del
Consiglio al cardinale Bagnasco a tre giorni appena dall´ingiunzione dei
vescovi a chiudere senza indugi e senza aperture la discussione sul testamento
biologico. è con grande amarezza che scrivo queste parole. Non si sta parlando
di una vicenda marginale, ma del modo in cui si stanno delineando i rapporti
tra le persone ed uno Stato che, abituato da sempre a legiferare sul corpo
della donna come «luogo pubblico», rende ora «pubblici» i corpi di tutti, li fa
tornare sotto il dominio del potere politico e si serve abusivamente della
mediazione dei medici, di cui viene restaurato un potere sul corpo del paziente
che era stato cancellato proprio dalla «rivoluzione» del consenso informato.
Ora non sarà più la persona a decidere per sé. Altri lo stanno facendo, e lo
faranno, al suo posto. Dov´era un «soggetto morale», quello nato appunto
dall´attribuzione a ciascuno del potere di accettare o rifiutare le cure,
troviamo di nuovo un «oggetto». Non è solo una questione di costituzionalità,
allora, quella che si è ufficialmente aperta. è una questione di democrazia,
perché stiamo parlando del modo in cui si esercita il potere. Sono in
discussione il diritto all´autodeterminazione e i limiti all´uso della legge.
Torniamo così alla costituzionalità del testo appena approvato, di cui la
maggioranza appare sicura probabilmente perché alla Costituzione e alla sue
logiche si mostra sostanzialmente estranea, come provano molte vicende degli
ultimi tempi, e dei tempi meno recenti. Ma la Costituzione e i suoi guardiani
sono ancora lì. Alla maggioranza conviene far sapere che, mentre si arrabattava
in tutta una serie di espedienti legali per impedire che avesse attuazione la sentenza della Corte di Cassazione sull´interruzione dei
trattamenti a Eluana Englaro, la Corte Costituzionale (sentenza numero 438 del
23 dicembre 2008) scriveva le seguenti parole: «La circostanza che il consenso
informato trova il suo fondamento negli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione
pone in risalto la sua funzione di sintesi di due diritti fondamentali della
persona: quello all´autodeterminazione e quello alla salute». Da qui
bisogna partire già in questi giorni, mentre il disegno di legge passa dal
Senato alla Camera. Non è retorica dire che il punto forte è costituito dal
sentire delle persone, testimoniato da tutti i sondaggi, da quelli appunto
sulle decisioni relative al morire a quelli sull´uso del preservativo, che
mostrano non solo una distanza netta dalle posizioni delle gerarchie vaticane,
ma soprattutto una consapevolezza profonda della libertà e della responsabilità
che devono accompagnare le scelte di vita. Ai deputati bisogna far sentire la
voce di questo paese, che la maggioranza politica non ascolta, chiusa com´è
nelle sue convenienze e nei suoi ideologismi, e che il Partito democratico
rischia di non sentire, lasciando così senza avere rappresentanza parlamentare
proprio un mondo che potrebbe essergli vicino.
( da "Nuova Sardegna, La"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 6 - Sardegna
Asinara, il ricorso è in letargo Ancora inattuata la delibera della giunta di
centrosinistra contro il commissariamento del Parco nazionale PIERO MANNIRONI
CAGLIARI. Il ricorso alla Corte costituzionale
contro il commissariamento del Parco dell'Asinara si sarebbe misteriosamente
arenato nei meandri della burocrazia regionale. La deliberazione del 10
febbraio 2009 della giunta, infatti, non si sarebbe mai tradotta in un atto
giuridico formale di conflitto di attribuzione davanti alla Consulta. Ad
accorgersene è stato Fulvio Dettori, direttore generale della presidenza fino a
pochi giorni fa, vittima illustre dello spoil system. Infatti, con la delibera
12/5 (che stranamente non è consultabile nel sito della Regione), la giunta
guidata da Ugo Cappellacci ha rescisso anticipatamente il contratto con il
docente universitario sassarese. Ebbene, Dettori si è accorto che la decisione
dell'esecutivo regionale - in quei giorni guidato dal vice presidente Carlo
Mannoni - si sarebbe misteriosamente arenata. Allora ha preso carta e penna e
ha scritto una lettera al direttore generale facente funzioni della presidenza
della Regione Sardegna, sottolineando la gravità del caso. Dettori ha spedito
la missiva, per conoscenza, anche a Mannoni, all'ex assessore Morittu e al
direttore generale dell'assessorato all'Ambiente Demartini. «Del tutto
casualmente - scrive Fulvio Dettori - sono venuto a conoscenza del fatto che, a
tuttoggi, i competenti uffici dell'amministrazione regionale non avrebbero dato
attuazione al provvedimento con cui la giunta regionale ha deliberato di
sollevare conflitto di attribuzione di fronte alla Corte costituzionale
nei riguardi del decreto DEC/DPN/55 del 2 febbraio 2009, con il quale il
ministro dell'Ambiente ha nominato il commissario straordinario dell'Ente parco
nazionale dell'Asinara senza la preventiva intesa con la Regione, affidando la
difesa della Regione sarda al professor Paolo Carrozza al professor Gian
Domenico Falcon». «Poiché l'inerzia degli uffici regionali - continua la
lettera - di cui sono venuto a conoscenza, se confermata, sarebbe di
particolare gravità e configurerebbe un comportamento illegittimo, sanzionabile
sotto diversi profili, non esclusi quelli disciplinare e penale, la prego di
voler verificare se quanto le segnalo con la presente nota corrisponda a verità
e, in caso affermativo, di voler assumere le iniziative necessarie affinché il
provvedimento della giunta regionale, di cui ho curato la verbalizzazione, possa
trovare piena attuazione, restituendo piena legalità all'attività
dell'amministrazione regionale». Insomma, un brutto pasticcio, un giallo
maturato, guarda caso, proprio nei giorni delle elezioni che hanno portato al
cambio di maggioranza in Regione. L'unica cosa certa - almeno stando alla
lettera molto dura di Dettori - è che, a distanza di 43 giorni dalla decisione
della giunta, nulla si sarebbe mosso sul "caso Asinara". Un ritardo
davvero incredibile anche per i tempi lunghi della burocrazia regionale. Il
nodo politico-giuridico della questione non è poi di poco conto. Alla giunta di
centrosinistra, infatti, non era proprio piaciuto l'atto unilaterale del
ministero dell'Ambiente che, con un decreto, il 2 febbraio scorso aveva
commissariato l'Ente parco senza neppure consultare la Regione. Secondo la
giunta, il provvedimento ministeriale è stato assunto «in violazione del
principio della leale collaborazione, come ripetutamente ribadito dalla Corte costituzionale». Nella delibera viene anche esplicitamente
citata una sentenza della Consulta, la 21 del 2006, pronunciata in seguito al
conflitto di attribuzione sollevato dalla Regione Toscana nei confronti del
presidente del Consiglio dei ministri e del ministro dell'Ambiente. La nomina
di Silvio Vetrano a commissario era arrivata come un fulmine a ciel sereno il
due febbraio scorso. Con un tempismo che ha davvero dell'incredibile, il
ministero aveva infatti nominato il funzionario ministeriale al posto di Piero
Deidda, il cui mandato quinquennale di presidente era scaduto a fine gennaio.
Anche il sindaco di Porto Torres, Luciano Mura, aveva preso molto male la
notizia. «Prendo atto - aveva detto - della tempestività da parte del
ministero, che è comunque davvero inusuale. Credo che sarebbe stato più opportuno
prendere una decisione di concerto con la Regione. Del resto, gli organismi
erano scaduti a gennaio e quindi si sarebbe potuto affrontare il problema
meglio e con maggiore serenità. Ma ciò non è avvenuto e questo forse nella
speranza recondita di avere in futuro un governo regionale amico».
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
GIUDICE DILETTANTI.
Offese al direttore di gara: 4 turni a un ragazzo della Sanfiorese Sputa sulla
mano prima di darla all'arbitro juniores del Godega fuori per tre partite Si
sputa sulla mano prima di porla all'arbitro al termine della gara: Rista
Ledion, giocatore juniores del Godega, starà fuori dai campi di calcio non per
molto (tre partite), ma si è reso autore comunque di un gesto che si commenta
da sè. Il provvedimento disciplinare arriva ad aggiungersi a una lunga lista
che, settimana per settimana, cresce, purtroppo, oltre che in numero, anche in
squallore. Se non è uno sputo è un... bidone volante, e poi i toni di sfida, le
bestemmie, le aggressioni all'arbitro. Da registrare anche l'ammenda conferita
alla società Badoere di 100 euro per «proteste e insinuazioni sull'onestà del
direttore di gara», e le quattro giornate inflitte a Luca Antoniazzi
(Sanfiorese). Inutile provare ad azzeccare il motivo: purtroppo è sempre lo
stesso. Questi i provvedimenti per i calciatori. In Terza categoria, ammmende
rispettivamente di 80 euro al Campolongo e di 60 euro al Valdosport e alla
Vedelaghese per proteste. Squalifica fino al 5 maggio per il dirigente del
Tarzo Revine Lago Buffolo, «perché dopo essere stato allontanato per proteste e
insulti nei confronti dell'arbitro, gli ha consegnato la bandierina con
atteggiamento ironico, in quanto in quel momento assistente di linea». Tre
giornate a Pregnolato (Milan Guarda); due a Perinot (Boccadistrada) e Pavan
(Postioma); una a Piai (Suseganese), Casella (Campolongo), Stella (Barbisano),
Zaro (Fontane), Cirtina (Parè), Callegaro e Pontoni (Sant'Antonino), Tessaro
(Vidor), Villanova (Barbisano), Faraon (Feletto), Zanette (Santa Giustina),
Zanatta (Rovere), Coden (Basalghelle), Agello e Giacobbi
(Csm Resana), Toniolo (Badoere), Menegazzo (Pederobba), Pozzobon (San
Giuseppe), Tonini (Fanzolo), Vettoretti (Follinese), Del Giudice e Zorzi
(Fontane), Cava e Furlan (Lovispresiano), Trentin (Milan Guarda), Carniel,
Guglielmin e Santin (Vedelaghese), Battistiol (Evolution Team). Calcio
femminile serie B: una gara a Calzamatta (Barcon). (lu. pi.)
( da "Arena, L'" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Venerdì 27 Marzo
2009 NAZIONALE Pagina 3 FINE VITA. Il ddl Calabrò approvato in Senato tra le
polemiche. Sit-in di protesta dei radicali in piazza, la
Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale
Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante Passa l'emendamento Udc che
toglie l'obbligo di tenere conto del volere del malato Il Pd: «Così è carta
straccia» ROMA Passa al Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento
biologico, con 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti. E passa con
un emendamento-colpo di scena targato Udc (a prima firma Antonio Fosson) che di
fatto fa sparire l'obbligatorietà della Dichiarazione anticipata di
trattamento. Dopo venticinque ore di sedute e una maratona lunga tre giorni, la
tensione è esplosa in aula lasciando dietro di sé uno scenario devastato, che
mette a rischio il dialogo tra maggioranza e Pd. VIA I VINCOLI AI MEDICI. La
bagarre è divampata proprio a causa dell'emendamento al primo comma
dell'articolo 4 che ha cancellato il vincolo per i medici alle Dat dei malati.
Se il Pdl si è giustificato spiegando di aver voluto lasciare un margine al
medico, l'opposizione è insorta, mentre a Piazza Navona andava in scena il
sit-in dei radicali. Il Pd si è ricompattato nel «no» al testo e gli unici voti
di dissenso, favorevoli al ddl, sono stati quelli dei teodem Emanuela Baio e
Claudio Gustavino. «Eravamo qui», ha protestato la capogruppo Pd Anna
Finocchiaro, annunciando il ricorso alla Corte costituzionale,
«per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con
questo emendamento, mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le Dat non
conteranno assolutamente nulla». La Finocchiaro ha parlato di «legge imbroglio»
accusando la maggioranza di «paura e sordità», mentre il senatore del Pd,
Ignazio Marino, ha sottolineato che con le Dat non più vincolanti, le stesse
dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso». «La legge sul testamento
biologico è ufficialmente carta straccia» ha aggiunto. VERSO L'EUTANASIA. Già
in mattinata era avvenuto uno scontro tra la Finocchiaro e il presidente dei
senatori del Pdl Maurizio Gasparri che aveva accusato il Pd di voler
trasformare il testo «nell'anticamera dell'eutanasia». «È una polemica
strumentale, volgare e ignobile», aveva ribattuto la Finocchiaro, mentre Franco
Marini riuniva i suoi invitando anche i senatori cattolici a non votare un
testo definito «una schifezza», perché peggiorato rispetto a come era arrivato
in aula. Anche i senatori dell'Italia dei Valori hanno inscenato una breve
protesta in sala lettura di Palazzo Madama, e hanno confermato l'intenzione di
raccogliere le firme per un referendum abrogativo. TESTIMONI DI GEOVA. Il
dibattito si è riacceso poi anche sul comma 6 dell'articolo 4 che, secondo il
Pd e i radicali, obbligherà i testimoni di Geova a ricevere trasfusioni di
sangue contro la loro volontà: il comma prevede tra l'altro che «in condizioni
di urgenza o quando il soggetto versa in pericolo di vita immediato, la Dat non
si applica». L'aula di Palazzo Madama ha poi varato gli altri cinque articoli:
il 5, che prevede che le Regioni assicurino assistenza domiciliare ai soggetti
in stato vegetativo persistente, il 6 che prevede nella Dat la possibilità di
nominare un fiduciario che potrà interagire con il medico nell'interesse del
paziente. Via libera infine agli ultimi tre articoli: il 7 che regola il ruolo
del medico, l'8 che disciplina l'autorizzazione giudiziaria e, infine, le
disposizioni finali che - tra le altre cose - contemplano l'istituzione di un
Registro delle Dat, nell'ambito di un un archivio unico nazionale informatico
di cui sarà titolare il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche
sociali.
( da "Unita, L'" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pm, fine di un
grande amore Scoperti 121 posti su 206 Scaduti i termini del concorso interno
per assegnare i posti da sostituto procuratore. Quasi la metà rimane senza
risposta. Le situazioni più gravi al Sud. Ma i grandi rifiuti riguardano anche
sedi del Nord. Volpi, membro della Terza: «La propaganda ha ucciso una
vocazione» CLAUDIA FUSANI Caro pubblico ministero, t'ho voluto tanto bene ma
ora non mi piaci più. E su 206 posti da sostituto procuratore da occupare il
prima possibile, 121 restano vuoti. «Senza aspiranti» recita il bollettino del
ministero della Giustizia con i risultati del concorso interno aperto il 16
gennaio e chiuso un paio di settimane fa. Nessun magistrato è voluto andare in
quei posti. Che non sono solo le solite sedi ai confini della legalità
nell'interno della Calabria o nel cuore della Sicilia. Risultano scartate e
respinte anche Brescia, Vigevano, Venezia, Aosta e Gorizia, il profondo nord.
La luna di miele con le toghe è finita da un pezzo. Ma mai, denunciano
preoccupati dal Consiglio superiore della magistratura, si era arrivati a un
gradimento così basso, quasi assente. La lista delle sedi vacanti si sparge a
macchia in tutta Italia, dal nord al sud e riguarda 46 città per altrettante
sedi giudiziarie. Con alcuni casi clamorosi, al nord quanto al sud. Brescia,
Lecco e Aosta - tre città non di prima linea sul fronte della criminalità
organizzata - fanno il percorso netto: 9 posti disponibili a Brescia e nove
respinti; due su due a Aosta e due su due a Lecco. Problemi anche a Venezia,
Gorizia, Casale Monferrato, Biella, Vercelli, Vigevano e Busto Arsizio. Da
queste parti però, facendo un confronto tra organici scoperti, quelli coperti e
i carichi di lavoro, legalità e sicurezza corrono rischi calcolati. Il dramma è
al Sud O in Sardegna: a Nuoro restano vuoti 4 posti su 4, a Sassari uno su due,
a Tempio Pausania due su due, a Lanusei uno su uno e a Oristano uno su due.
Gradi di allarme salgono dalle procure di mezza Calabria dove non è arrivata
neppure una domanda. A Catanzaro sono rimasti vuoti tutti i sette posti
vacanti. Percorso netto per Castrovillari, Cosenza, Crotone, Lamezia Terme,
Locri, Palmi: nessuna domanda per i 19 posti da sostituto disponibili presso le
singole procure. Non va meglio in Sicilia dove sono arrivate cinque domande per
57 posti disponibili nei vari uffici giudiziari, da Palermo a Barcellona Pozzo
Di Gotto, da Enna a Gela, da Nicosia a Caltanissetta. La
Terza Commissione del Csm, presieduta da Roberto Carrelli Palombi, affronterà
con urgenza la situazione. «E' stata uccisa la vocazione» tagliano corto a
palazzo dei Marescialli. Il professor Mauro Volpi, membro laico della Terza,
accusa prima di tutto «l'incertezza sul ruolo e sui poteri del pm e la costante
propaganda con l'affondo di questi mesi», iIl pm descritto come avvocato
dell'accusa, sprovvisto di uno strumento di indagine come le intercettazioni e
con sempre meno poteri rispetto alla polizia giudiziaria». Pesano, molto, anche
le ultime riforme, pensate da Castelli e introdotte da Mastella: l'impossibilità
di assegnare alle sedi vacanti gli uditori giudiziari e di passare da una
funzione all'altra, da giudice a pm o viceversa, se non cambiando distretto,
quindi città e abitudini. Urgono soluzioni perché uffici calabresi e siciliani
rischiano di chiudere causa assenza di toghe. Si sta lavorando per avviare la
procedura per sedi disagiate con relativi benefici finanziari. Ma qualcuno
ipotizza, e teme, che il ministero istruisca un concorso ad hoc per coprire i
posti da sostituto vacanti. Sarebbe un precedente grave. La separazione delle
carriere. Nei fatti. Il dossier
( da "Unita, L'" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La legge inutile Né
testamento né biologico anche Pera non ci sta M.ZE. Via libera del Senato al
Disegno di legge Calabrò sul testamento biologico: 278 senatori presenti, 276 i
votanti. Favorevoli 150, contrari 123, 3 astenuti, 19 gli assenti. Tra i banchi
del Pdl votano «no» Maurizio Saia, Antonio Paravia, Ferruccio Saro e Marcello
Pera. Si astengono Riccardo Conti, Barbara Contini e Lucio Malan. Esce
dall'aula la teocon Laura Bianconi, la pasdaran a cui si devono le parti più restrittive
della legge. Otto i dissidenti. Nel Pd votano a favore Emanuela Baio Dossi e
Claudio Gustavino, si astiene Luigi Lusi. Applauso di rito, per una vittoria
che il laico Pdl Benedetto Della Vedova definisce «di Pirro». I NO DI PERA
Scuote la testa Marcello Pera che mentre parla in aula non vola una mosca
neanche nel suo schieramento: «Il testo che stiamo approvando dice che bisogna
comunque salvare la vita e dice anche che questa decisione la deve prendere il
legislatore. Credo che sia costituzionalmente ed eticamente sbagliato: fa
prevalere l'articolo 2 della Carta sul 32». Il senatore a vita Emilio Colombo
si alza e gli da la mano. Il Pdl e il Pd applaudono. Ma l'ordine di scuderia
del premier con la lettera inviata ai senatori Pdl alla vigilia del dibattito e
le dichiarazioni del cardinal Bagnasco hanno tracciato il percorso obbligato. E
il clima è sotto gli occhi di tutti: le macerie sono ovunque. Sul volto dei
senatori di minoranza, come su molti di quelli della maggioranza. Chissà quali
saranno le conseguenze future sul dialogo fra i due poli. Nei banchi del
governo siedono Giovanardi, Calderoli, Bondi, Roccella. Maurizio Sacconi è
sollevato: «Il governo è soddisfatto per la straordinaria solidità della sua
maggioranza su temi molto sensibili come questi». Il relatore Raffaele Calabrò
lo definisce un testo «migliore» a quello uscito dall Camera. Maurizio Gasparri
e Rizzo lo dedicano a Eluana Englaro. Non si potrà mai più staccare la spina,
neanche a un paziente in stato vegetativo da anni, senza possibilità alcuna di
ripresa. Non si potranno lasciare disposizioni sul fine vita. E comunque non
saranno vincolanti. il bacio della morte Tutti gli emendamenti Pd, Idv,
Radicali, respinti in blocco se non per questioni di poco rilievo. Un testo
«peggiore di quello uscito dalla commissione Sanità» a detta di Ignazio Marino,
Stefano Ceccanti, Anna Finocchiaro e un elenco lunghissimo di senatori. Marino
definisce «il bacio della morte» al Ddl l'emendamento di Fosson che rende non
vincolanti per il medico le dichiarazioni di volontà. In Aula scoppia la
bagarre tra i banchi dell'opposizione. L'Idv si presenta a metà mattina nella
sala lettura di Palazzo Madama con dei cartelli appesi addosso: «Testamento
ideologico», «Testamento illogico». «Non poteva che finire così», commenta
Franca Chiaromonte andando via. Applauditissima dal suo gruppo Anna
Finocchiaro: «Qui si capisce quanto fragile sia la vostra concezione della
libertà e della dignità dell'uomo, della sua volontà libera di tornare
naturalmente, per chi crede, creatura di Dio tra le braccia del Padre o, per
chi non crede, di finire dignitosamente come è naturale che accada, sperando di
avere lasciato segni, affetti, esempi nel mondo». Ricuce gli strappi che pure
ci sono stati all'interno del Pd: si rivolge a Marini, Soliani, Bosone, Rutelli
per ringraziarli per il lavoro svolto. E per quel voto compatto che arriva alla
fine. Chissà come sarebbe andata se il Pdl avesse teso la mano agli emendamenti
del Pd. Inutile chiederselo. Astore dell'Idv alza la voce per dire «anche noi
difendiamo la vita, anche noi siamo cattolici quanto gli altri, caro Nania,
caro Calabrò». La legge adesso passa alla Camera. Non è detto che la «truppa
corazzata», come la chiama Astore, resti tali. Ma qui, al
Senato, già si guarda alla Corte Costituzionale. Il Senato ha votato ieri il
disegno di legge Calabrò sul testamento biologico. Ignazio Marino «è peggiore
di quello licenziato in commissione Sanità». Bagarre a Palazzo Madama. Una
legge inutile e ideologica.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Primo Piano Pagina
102 Il bio-testamento non sarà vincolante Dal Senato primo via libera. Pdl:
scelta la vita. Pd: tradimento --> Dal Senato primo via libera. Pdl: scelta
la vita. Pd: tradimento Il disegno di legge sul bio-testamento ha ottenuto il
sì del Senato dopo aspre polemiche. Ora il testo va alla Camera. ROMA «Carta
straccia». L'opposizione, senza mezzi termini, definisce così la versione del
disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) uscita
dall'Aula del Senato. E un vero «bacio della morte», secondo vari esponenti del
Pd, è stato il sì all'emendamento con il quale alle dat è stato tolto ogni
carattere di vincolatività, mentre resta il divieto alla sospensione dei
trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale. IL VOTO Il via libera del
Senato al ddl Calabrò - con 150 sì, 123 no e 3 astenuti - è segnato insomma da
furenti polemiche, mentre la maggioranza compatta esprime soddisfazione: è una
legge che previene qualunque deriva verso l'eutanasia, affermano dal Pdl. Che le
posizioni sui nodi cruciali del provvedimento fossero molto più che distanti, è
stato chiaro sin dall'inizio della maratona di tre giorni al Senato per
approvare il disegno di legge. Falliti i tentativi di mediazione messi in campo
dai due poli, il testo licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una
versione che delinea paletti e limiti precisi. Le volontà espresse dal soggetto
nelle dat (dichiarazioni anticipate di trattamento), per cominciare, non
saranno vincolanti (mentre il ddl originario prevedeva che fossero non
obbligatorie ma, appunto, vincolanti). Resta immutato (dopo che anche il
tentativo di mediazione da parte dei cattolici del Pd è naufragato in Aula) il
dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e idratazione:
questi trattamenti restano, anche nel ddl approvato da palazzo Madama,
«sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di dat. Limiti anche per
il ruolo del fiduciario. Una versione del ddl che l'opposizione rigetta
decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure le parole della
presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: è una legge «violenta e
traditrice», un ddl «ridotto a finzione». Le dat, ha detto, «così non
conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si
ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «È
stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la
liberta». OBIETTIVI Una lettura opposta del provvedimento varato è invece
quella della maggioranza. Gli obiettivi sono chiari, come ha
sottolineato Gaetano Quagliariello, vice capogruppo del Pdl: «È una legge
grazie alla quale non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in
questo paese e non ci potranno più essere casi Englaro. D'altra parte i diritti
di cura del cittadino saranno meglio tutelati». Difesa a spada tratta del
provvedimento anche da parte del governo, per bocca del ministro del Welfare
Maurizio Sacconi: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità
della persona e al valore della persona che avevamo auspicato. E trova conferma
la disciplina per quanto riguarda la garanzia in ogni caso di nutrizione e
idratazione, che sono risposte ai bisogni vitali della persona e non terapie».
Una legge, così come esce dal Senato, ha rilevato il relatore del ddl Raffaele
Calabrò, «migliorata, con una serie di semplificazioni: il paziente potrà fare
le sue dichiarazioni con una maggiore semplicità, così come il medico potrà
avere maggiore semplicità nell'eseguirle». Inoltre, ha aggiunto escludendo i
pericoli di incostituzionalità adombrati dalla Finocchiaro, «è anche una legge
a zero rischi di contenzioso giudiziario». ORA ALLA CAMERA Tra le polemiche, il
ddl arriva dunque a Montecitorio. Qui si preannuncia un nuovo braccio di ferro.
Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei radicali, dovrà essere quella fuori
dalle aule della politica, quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle
piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro
dignità di cittadini».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Primo Piano Pagina
103 Edilizia. Tavolo tecnico con le Regioni fino a martedì Edilizia. -->
ROMA Il governo prosegue nella trattativa con le regioni e gli enti locali per
superare l'impasse sul piano casa in favore dell'edilizia. L'ipotesi di un
decreto legge non è ancora tramontata, ma è condizionata all'assenso delle
regioni e dunque potrebbe riguardare unicamente alcune misure concordate. È
questa, secondo quanto si apprende da fonti governative, la linea decisa nel
corso di un incontro a palazzo Chigi fra il premier Silvio Berlusconi, il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il ministro delle
Infrastrutture Altero Matteoli e il responsabile del dicastero per gli Affari
Regionali Raffele Fitto. È stato quest'ultimo a riferire l'andamento della
trattativa con gli enti locali ed in particolare i primi risultati del tavolo
tecnico istituito nel suo ministero per avvicinare le parti. Le trattative
proseguiranno fino a martedì proprio con l'obiettivo di costruire un percorso
condiviso con le regioni che porti all'approvazione di un pacchetto che preveda
sia le norme per la semplificazione delle norme sulle ristrutturazioni sia
quelle anti-cicliche relative all'ampliamento delle abitazioni. Il nodo da
sciogliere, però, è quello sullo strumento da utilizzare. Berlusconi punta ad
un decreto che abbia effetti immediati sul settore edile e, di riflesso,
sull'economia. Ma il rischio è di provocare un braccio di ferro con la
possibile impugnazione del provvedimento davanti alla Corte
costituzionale per conflitto di competenza. Ecco perchè, riferiscono fonti
governative, la linea decisa dall'esecutivo, e che dovrà essere realizzata con
la mediazione di Fitto, è quella di arrivare a un decreto concordato con
regioni e enti locali, magari stralciando le parti più contestate della bozza
di decreto trapelata nei giorni scorsi. Uno schema, insomma, simile a
quello che lo stesso ministro per gli Affari Regionali ha seguito nella
trattativa sugli ammortizzatori sociali. «Occorre un grande impegno - ha
dichiarato nel corso della giornata il presidente della Conferenza delle
regioni, Vasco Errani - occorre serietà e rigore e le regioni sono su questa
strada. Abbiamo intenzioni serie e vogliamo raggiungere il risultato di
condividere iniziative anti-cicliche che diano un impulso all'edilizia nel
rispetto delle competenze delle regioni e della programmazione urbanistica».
( da "Unita, L'" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
QUEL PASTICCIACCIO
DEL PIANO CASA L'ULTIMA OSSESSIONE Perché Berlusconi insiste ogni giorno sul
suo camaleontico piano casa? Perché ha una testa da immobiliarista e non vede
altro che il mercato privato, tante «Milano 2». Perché non sa come rianimare
un'economia in crisi grave che lui chiama «influenza da virus americano».
Perché coi condoni ha capito che la maggioranza degli italiani se ne frega
delle norme urbanistiche, del paesaggio, dei centri storici e vuole solo
aggiungere stanze, coprire terrazze e balconi, alzare nuovi piani abusivi. Per
questo insiste sul decreto legge e attacca il Parlamento, «irridendo il lavoro
dei parlamentari» (parole di Fini). Berlusconi non sa o finge di non sapere che
mancano alloggi a basso prezzo o a basso canone per giovani coppie, immigrati,
anziani soli (un quarto di tutti i romani), che questa è la sola domanda
edilizia realmente esistente. Per essa Pd e Cgil, associazioni ambientaliste
sollecitano un grande piano di recupero, restauro e riutilizzo, sotto regìa
pubblica, di quartieri degradati, di comparti semivuoti, di edifici pubblici e
privati. Senza consumare un metro quadrato di terreni liberi, verdi o agricoli.
Se le Camere sono inciampo, figuriamoci le Regioni. Ma qui anche il premier
deve fermarsi. La competenza è da anni regionale e le Regioni possono
sbarrargli il passo ricorrendo alla Corte costituzionale. Non gradiscono per niente (come Napolitano) il decreto legge,
né piace loro la legge-quadro. Sono per un semplice atto di indirizzo da
tradurre poi in leggi regionali, con l'obiettivo di rendere più veloci le
pratiche. Attenzione però a non accedere all'idea berlusconiana di edificare in
zone di pregio paesaggistico chiedendo alle Soprintendenze (stremate dai
tagli in atto e impoverite nel personale tecnico) di dare un parere entro 30 o
60 giorni, il che equivarrebbe a un disastroso silenzio/assenso. Attenzione a
non sposare il progetto berlusconiano di abolire il permesso di costruire
sostituendolo con "autocertificazioni" o con la sola dichiarazione di
inizio attività (incoraggiamento a ogni sorta di abusi). C'è pure chi ritiene
che il piano casa di Berlusconi sia un non senso economico. L'Italia viene da
sette anni di "boom" e sul mercato vi sono non poche case tuttora
invendute. Immettervi altre stanze o alloggi deprimerebbe ulteriormente i
valori di mercato. L'economista Paolo Manasse, su lavoce.info ha calcolato -
quando Berlusconi straparlava di incrementi di cubature, cedibili ai vicini,
del 20% - che lì per lì vi sarebbe un impatto sui 22 miliardi. Tuttavia,
incrementando del 20% l'offerta di case, si ridurrebbero le quotazioni del
mercato. Inoltre, il nuovo drenaggio di risparmio verso il cemento
rattrappirebbe i consumi delle famiglie fra i 15 e i 34 miliardi. Effetto
economico, vicino allo zero. «In cambio di case brutte», concludeva Manasse.
Che tragedia per il Belpaese.
( da "Nuova Venezia, La"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 5 - Attualità
«è solo un manifesto ideologico» Deluso il senatore Marino: si va contro
l'interesse dei pazienti L'INTERVISTA Alle famiglie nessun aiuto NICOLA CORDA
ROMA. Il senatore Ignazio Marino è deluso. Stavolta forse più come parlamentare
che come medico e chirurgo di fama. Ha speso tante energie per una legge sul
testamento biologico che guardasse prima di tutto ai pazienti. E invece?
«Questo testo servirà se va bene alle tremila persone che sono in stato
vegetativo permanente, ovvero lo 0,005 per cento della popolazione italiana.
Queste avrebbero bisogno di ben più attenzioni, magari con le cure che gli
vengono negate perché le strutture sono insufficienti o mal distribuite sul
territorio». Ma che legge è quella approvata? «E' una "non legge",
con zero euro di aiuti concreti alle famiglie che hanno necessità. Il grande
rammarico è proprio questo: si è trasformato il lavoro di quattro legislature
in un manifesto ideologico. Io ho una idea diversa delle leggi. Dovrebbero guardare
a tutti i cittadini, dovrebbero includere. I nostri padri costituenti come Aldo
Moro, scrissero un articolo come il 32, straordinario nella sua efficacia: ogni
individuo ha diritto alla salute ma nessuno può essere sottoposto ad un
trattamento sanitario senza il suo esplicito consenso. Da chirurgo ho avuto la
possibilità di partecipare, anche da protagonista, a molti dei progressi
scientifici della medicina, ma questi sono nella disponibilità del paziente e
non un obbligo». Invece qui il medico ha l'ultima parola... «Questa norma della
dichiarazione anticipata non vincolante per il medico è l'ultimo paradosso. La
commissione Giustizia all'unanimità, dando il parere al testo base, aveva
esplicitamente deliberato che se non fosse stata inserita la parola "vincolante"
nel testamento biologico, quel documento sarebbe stato privo di valore
giuridico». Ma non si era detto che si voleva evitare proprio questo
all'indomani del caso Englaro? «Io l'ho denunciato in aula e come me lo hanno
detto numerosi magistrati. Non è solo un problema giuridico ma anche di
buonsenso, credo della maggior parte degli italiani. Se dico alla mia famiglia
che non voglio avere prolungata la mia agonia con tubi infilati nell'addome e
invece il medico dice che la legge impone il contrario e che mi devono portare
in sala operatoria, è ovvio che i miei familiari si
attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato,
denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero
disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta
ricorreranno alla Corte Costituzionale».
( da "Cittadino, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Biotestamento, c'è
il "sì" del Senato Passa un emendamento dell'Udc: «Non sarà
vincolante» ROMA «Carta straccia». L'opposizione, senza mezzi termini,
definisce così la versione del ddl sulle dichiarazioni anticipate di
trattamento (dat) uscita dall'Aula del Senato. E un vero «bacio della morte»,
secondo vari esponenti del Pd, è stato il sì all'emendamento con il quale alle
dat è stato tolto ogni carattere di vincolatività, mentre resta il divieto alla
sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale. Il via
libera del Senato al ddl Calabrò - con 150 sì, 123 no e 3 astenuti - è segnato
insomma da furenti polemiche, mentre la maggioranza compatta esprime
soddisfazione: è una legge che previene qualunque deriva verso l'eutanasia,
affermano dal Pdl. Che le posizioni sui nodi cruciali del provvedimento fossero
molto più che distanti, è stato chiaro sin dall'inizio della maratona di tre
giorni al Senato per approvare il disegno di legge. Falliti i tentativi di
mediazione messi in campo dai due poli, il testo licenziato da Palazzo Madama
approda alla Camera in una versione che delinea paletti e limiti precisi. Le
volontà espresse dal soggetto nelle dat (dichiarazioni anticipate di
trattamento), per cominciare, non saranno vincolanti (mentre il ddl originario
prevedeva che fossero non obbligatorie ma, appunto, vincolanti). Resta immutato
(dopo che anche il tentativo di mediazione da parte dei cattolici del Pd é
naufragato in Aula) il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo
della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel ddl
approvato da palazzo Madama, «sostegno vitale» e dunque non possono essere
oggetto di dat. Limiti anche per il ruolo del fiduciario. Una versione del ddl
che l'opposizione rigetta decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure
le parole della presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: è una legge
«violenta e traditrice», un ddl «ridotto a finzione». Le dat, ha detto, «così
non conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si
ricorrerà alla Corte costituzionale.Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «É stata
tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta».
Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza.
Gli obiettivi sono chiari, come ha sottolineato Gaetano Quagliariello, vice
capogruppo del Pdl: «É una legge grazie alla quale non si potrà introdurre
surrettiziamente l'eutanasia in questo Paese e non ci potranno più essere casi
Englaro. D'altra parte i diritti di cura del cittadino saranno meglio
tutelati». Difesa a spada tratta del provvedimento anche da parte del governo,
per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Trova conferma quella
strumentazione rivolta alla dignità della persona e al valore della persona che
avevamo auspicato». Una legge, così come esce dal Senato, ha rilevato il
relatore del ddl Raffaele Calabrò, «migliorata, con una serie di
semplificazioni: il paziente potrà fare le sue dichiarazioni con una maggiore
semplicità, così come il medico potrà avere maggiore semplicità
nell'eseguirle». Inoltre, ha aggiunto escludendo i pericoli di
incostituzionalità adombrati dalla Finocchiaro, «é anche una legge a zero
rischi di contenzioso giudiziario».Tra le polemiche, il ddl arriva dunque a
Montecitorio. Qui si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Ma la vera
battaglia, tuona Emma Bonino dei radicali, dovrà essere quella fuori dalle aule
della politica, quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle piazze
d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro dignità
di cittadini».
( da "Tempo, Il" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Il Senato
licenzia il ddl Calabrò: le dichiarazioni non saranno vincolanti Via libera al
biotestamento Ma l'opposizione insorge «Carta straccia». L'opposizione, senza
mezzi termini, definisce così la versione del disegno di legge sulle dichiarazioni
anticipate di trattamento (Dat) uscita dal Senato. Il via libera al testo
Calabrò (150 sì, 123 no e 3 astenuti) scatena furenti polemiche con la
maggioranza compatta che esprime soddisfazione. Una cosa è certa, il ddl
licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea
paletti e limiti precisi. Dopo l'approvazione di un emendamento dell'Udc,
infatti, le volontà espresse dal soggetto nelle Dat non saranno vincolanti.
Mentre resta immutato il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il
nodo della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel
testo approvato, «sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di Dat.
E per l'opposizione questa versione è semplicemente inaccettabile. Tanto che il
Pd, escluso qualche dissidente, vota compatto contro il ddl. È una legge
«violenta e traditrice», attacca il capogruppo Democratico Anna Finocchiaro, un
ddl «ridotto a finzione». Le dat, insiste, «così non conteranno assolutamente
nulla». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino: «È stata
tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta».
Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza.
Gli obiettivi sono chiari sottolinea Gaetano Quagliariello vicecapogruppo del
Pdl: «È una legge grazie alla quale non si potrà introdurre
surrettiziamente l'eutanasia in questo Paese e non ci potranno più essere casi
Englaro. D'altra parte i diritti di cura del cittadino saranno meglio
tutelati». E mentre il capogruppo Maurizio Gasparri si concede una dedica a
Eluana, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi difende a spada tratta il
testo: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona
e al valore della persona che avevamo auspicato. E trova conferma la disciplina
per quanto riguarda la garanzia in ogni caso di nutrizione e idratazione, che
sono risposte ai bisogni vitali della persona e non terapie». Tra le polemiche,
il ddl arriva dunque a Montecitorio. Dove si preannuncia un nuovo braccio di
ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei Radicali, dovrà essere
quella fuori dalle aule della politica, quella della «mobilitazione, nelle
strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente
lesi nella loro dignità di cittadini».
( da "Adige, L'" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA - «Carta
straccia» ROMA - «Carta straccia». L'opposizione, senza mezzi termini,
definisce così la versione del ddl sulle dichiarazioni anticipate di
trattamento (dat) uscita dall'Aula del Senato. E un vero «bacio della morte»,
secondo vari esponenti del Pd, è stato il sì all'emendamento dell'Udc con il
quale alle dat è stato tolto ogni carattere di vincolo, mentre resta il divieto
alla sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale. Il
via libera del Senato al ddl Calabrò - con 150 sì, 123 no e 3 astenuti - è
segnato insomma da furenti polemiche, mentre la maggioranza compatta esprime
soddisfazione: è una legge che previene qualunque deriva verso l'eutanasia,
affermano dal Pdl. Falso, replicano dal Pd, che noi volessimo l'eutanasia. Che
le posizioni sui nodi cruciali del provvedimento fossero molto più che
distanti, è stato chiaro sin dall'inizio della maratona di tre giorni al Senato
per approvare il disegno di legge articolato in nove articoli. Falliti i
tentativi di mediazione messi in campo dai due poli, il testo licenziato da
Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea paletti e limiti
precisi. Le volontà espresse dal soggetto nelle «dat» (dichiarazioni anticipate
di trattamento), per cominciare, non saranno vincolanti (mentre il ddl originario
prevedeva il vincolo) e dunque alla fine deciderà il medico. Resta immutato
(dopo che anche il tentativo di mediazione da parte dei cattolici del Pd è
naufragato in Aula) il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo
della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel ddl
approvato da palazzo Madama, «sostegno vitale» e dunque non possono essere
oggetto di dat. Limiti anche per il ruolo del fiduciario. Una versione del ddl
che l'opposizione rigetta decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure
le parole della presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: è una legge
«violenta e traditrice», un ddl «ridotto a finzione». Le dat, ha detto, «così
non conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si
ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «È
stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la
libertà». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della
maggioranza. Gli obiettivi sono chiari, come ha sottolineato Gaetano
Quagliariello, vice capogruppo del Pdl: «È una legge grazie alla quale non si
potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo paese e non ci potranno
più essere casi Englaro». Difesa a spada tratta del provvedimento anche da
parte del governo, per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Trova
conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona che avevamo
auspicato. E trova conferma la disciplina per quanto riguarda la garanzia in
ogni caso di nutrizione e idratazione, che sono risposte ai bisogni vitali
della persona e non terapie». Una legge, così come esce dal Senato, ha rilevato
il relatore del ddl Raffaele Calabrò, «migliorata, con una serie di
semplificazioni: il paziente potrà fare le sue dichiarazioni con una maggiore
semplicità, così come il medico potrà avere maggiore semplicità
nell'eseguirle». Inoltre esclude i pericoli di incostituzionalità adombrati
dalla Finocchiaro. Tra le polemiche, il ddl arriva dunque a Montecitorio. Qui
si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma
Bonino dei radicali, dovrà essere quella della «mobilitazione, nelle strade e
nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella
loro dignità di cittadini». 27/03/2009
( da "Secolo XIX, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il depuratore non
c'è,ma la tassa si paga il balzello non è stato ancora cancellato Recco. Non
sono bastate una sentenza della Corte Costituzionale e la promessa di Iride,
società che gestisce il ciclo delle acque nella vallata del Recco, per
eliminare dalla bolletta la voce di costo (per l'utente) legata al canone di
depurazione delle acque. A sei mesi dalla sentenza con la quale la Consulta ha
dichiarato illegittimo il pagamento della tariffa di depurazione in caso di
mancanza o cattivo funzionamento dell'impianto, i consumatori di Recco, Uscio e
Avegno ancora si trovano a dover versare 16 euro per un servizio che non
esiste. Ce n'è abbastanza per convincere molti utenti a rivolgersi alle
associazioni dei consumatori, mentre lo stesso Comune è intervenuto con una
perentoria richiesta di chiarimento. «È chiaro che la situazione rappresenta
un'anomalia, anche perché sappiamo benissimo che in altri comuni del golfo
Paradiso, come Pieve, Sori e Bogliasco, la tassa è stata eliminata da mesi -
spiega Alfonso Iacoucci - nel nostro caso era stata la stessa Iride a
comunicarci, alla fine del 2008, la scelta di ottemperare alla sentenza della
Corte, che peraltro rappresenta un obbligo e non un'opzione». Il balzello,
però, continua a essere richiesto e Iride sembra avere cambiato la posizione rispetto
a qualche mese fa. «Il problema della vallata di Recco è che un impianto esiste
ed è quello di Punta Sant'Anna. Sappiamo benissimo che non si tratta di un vero
depuratore, visto che svolge un'attività di semplice trattamento meccanico, ma
fino a quando Ato non ci segnala la non idoneità della struttura, noi non
possiamo togliere l'imposta». Insomma, secondo Iride occorre che Ato, ovvero
l'Ambito territoriale ottimale (che fa capo alla Provincia), metta per iscritto
che l'impianto di Punta Sant'Anna non è un depuratore. «Mi sembra una scusa
bella e buona - dice senza troppi giri di parole Stefano Bersanetti, assessore
all'Ambiente - Che punta Sant'Anna non sia un depuratore lo sanno anche le
pietre, Iride compresa. Non per nulla ogni anno viene data una multa da 5 mila
euro al Comune perché non si fa la depurazione». Anche Paolo Perfigli,
assessore all'ambiente della Provincia di Genova e presidente dell'Ato, si
trova d'accordo, anche se con toni diversi: «Abbiamo parlato a lungo del caso
di Recco, nel corso dell'ultima riunione. Proprio in questi giorni sarò a Roma,
al ministero dell'Ambiente, dove si discute proprio del
problema sollevato dalla sentenza della Corte. In ogni caso i soldi che oggi
vengono richiesti saranno rimborsati; dunque i consumatori non ci
rimetteranno». Resta la rabbia degli utenti: «Mi sembra ovvio che Iride sia in
disaccordo con a una sentenza della Corte Costituzionale - dice Sandro
Pellegrini, uno dei cittadini che intende ricorrere contro l'imposta -
questo è davvero uno strano Paese, dove per farsi riconoscere un diritto
sancito dai giudici di più alto grado della Repubblica Italiana, ci si deve
rivolgere ai carabinieri». Edoardo Meoli .x/27/0903 Iride: sinché l'Ato non
certifica che a Recco non esiste un vero impianto, non possiamo eliminare la
voce di spesa in bolletta .x/27/0903
( da "Repubblica, La"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 4 - Interni
Cavour I cattolici Veronesi: "Non ho voluto assistere a quel voto, ma
conto di poter ancora dare un qualche apporto" "Che delusione il
Parlamento calpesta i diritti scritti nella Carta" Ci misuriamo con quella
che Cavour 150 anni fa chiamava dittatura parlamentare Per ora resto al gruppo,
non mi scandalizza il dibattito interno al Pd, i cattolici hanno seguito le
proprie inclinazioni CARMELO LOPAPA ROMA - Professore Umberto Veronesi, la sua
assenza al Senato nel giorno cruciale sul testamento non è passata inosservata.
«Un´assenza voluta, non casuale. Non ho voluto assistere impotente alla
celebrazione di una legge che è antidemocratica, perché limita la libertà dei
cittadini, antistorica, perché tutto il resto del mondo civile va in direzione
opposta, infine incostituzionale, perché calpesta il
diritto di decidere della propria vita. Hanno approvato una legge contro il
testamento biologico». Eppure fino a qualche giorno fa lei era in aula, è
intervenuto, si è infervorato. «Sì, ma mi sono reso conto di essere vox clamans
nel deserto. Sono un po´ deluso, ero entrato in Parlamento con la speranza di
dare il mio contributo anche in forza dell´esperienza di una vita, trascorsa al
fianco di chi soffre e muore. Quando mi dicono "che ci rimani a fare al
Senato", qualche dubbio in effetti mi viene. Ma resto fiducioso e conto di
dare ancora qualche apporto. Anche se l´impressione che ho avuto, nei tre
giorni di sofferenza che mi sono imposto in aula, è stata che la legge fosse
completamente blindata». In effetti, non siete riusciti a far passare alcun
emendamento. «Ci misuriamo con quella che Cavour, 150 anni fa, chiamava una
dittatura parlamentare. Se la maggioranza si blinda e non accetta alcuno degli
emendamenti della minoranza, allora il Parlamento perde gran parte della sua
funzione». La soddisfa la linea tenuta dal suo gruppo, il Pd, in tutta questa
partita? In ultimo due senatori hanno votato a favore. «Non sono iscritto ad
alcun partito, la mia libertà di pensiero mi impedisce di esserlo. E non mi
iscriverò al Pd. Ho accettato di aderire al gruppo perché sono nato e cresciuto
e morirò di sinistra, dalla parte dei poveri, degli ultimi. Resto al gruppo,
almeno per adesso». Detto questo, i cattolici che si sono distinti dal resto
del Pd? «Hanno seguito le proprie inclinazioni. è giusto che in Parlamento si
possa discutere, non mi scandalizza il dibattito interno al Pd. Piuttosto la
chiusura della maggioranza». Da laico lamenta invece l´ingerenza della Chiesa.
«Da uomo di scienza, piuttosto. Il termine bioetica era nato perché, come sosteneva
il suo inventore, Von Potter, l´etica medica deve ispirarsi alla natura e deve
trattenersi dall´invadere e abbattere i limiti naturali della vita. Era un
presupposto accettato anche dalla Chiesa, che oggi invece smentisce se stessa
plaudendo a una legge che va contro la morte naturale». E adesso? Referendum?
«Intanto, penso che il presidente della Repubblica avrà
qualche dubbio sulla costituzionalità della norma. L´autodeterminazione è alla
base della Costituzione. Ma penso che anche la Corte costituzionale
avrà dei rilievi. Certo, il referendum resta l´ultima spiaggia. A me sembra più
utile e pratico seguire un´altra via, nell´immediato». Quale? «Lancio un
vero appello agli italiani. Scrivete il vostro testamento biologico prima che
questa legge che lo vanifica entri in vigore. Depositatelo dal medico o da un
avvocato o da un notaio, nominando un fiduciario. All´occorrenza, un buon
magistrato potrà farlo valere. E i medici, com´è loro dovere deontologico,
potrebbero decidere di dar seguito alla volontà del paziente. Io l´ho fatto.
Avrà un senso se lo faremo in tanti».
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Biotestamento non
vincolante per il medico --> È tra le maggiori novità del testo approvato
ieri al Senato. Acqua e cibo «sostegno vitale»: impossibile sospenderli
Soddisfatto il Pdl: prevenuta ogni deriva verso l'eutanasia. Il Pd attacca: è carta
straccia, ricorso alla Consulta Venerdì 27 Marzo 2009 GENERALI, pagina 5 e-mail
print ROMAPrimo disco verde al testamento biologico. Dopo una discussione a
tappe forzate, il Senato ha approvato - con 150 voti favorevoli, 123 contrari e
3 astensioni - il disegno di legge che ora passa alla Camera. Un breve testo di
nove articoli che, nato sulla scia del caso di Eluana Englaro, ha diviso il
paese e interrogato trasversalmente le coscienze anche nel Parlamento. La
maggioranza, compatta, esprime soddisfazione: è una legge che previene
qualunque deriva verso l'eutanasia, affermano dal Popolo della libertà. «Carta
straccia», lo definisce invece l'opposizione, con i senatori Pd Casson e
Marino, che criticano il sì all'emendamento con il quale alle Dichiarazioni
anticipate di trattamento (Dat) è stato tolto ogni carattere di vincolo, mentre
resta il divieto alla sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione
artificiale. falliti i tentativi di mediare Che le posizioni sui nodi cruciali
del provvedimento fossero molto più che distanti è stato chiaro sin dall'inizio
della maratona di tre giorni al Senato per approvare il disegno di legge.
Falliti i tentativi di mediazione messi in campo dai due Poli, il testo
licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea
paletti e limiti precisi. Le volontà espresse dal soggetto nelle Dat, per
cominciare, non saranno vincolanti (mentre il ddl originario prevedeva che
fossero non obbligatorie ma, appunto, vincolanti). Resta immutato (dopo che anche
il tentativo di mediazione da parte dei cattolici del Pd è naufragato) il
dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e
idratazione: questi trattamenti restano, anche nel ddl approvato da Palazzo
Madama, «sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di Dat. Limiti
anche per il ruolo del fiduciario. Una versione del ddl che l'opposizione
rigetta decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure le parole della
presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro: è una legge «violenta e
traditrice», un ddl «ridotto a finzione». Le Dat, ha detto, «così non
conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si
ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «È
stata tradita la richiesta del popolo italiano, che voleva una legge per la
libertà». sacconi: difesa la vita Una lettura opposta del provvedimento varato
è invece quella della maggioranza. Gli obiettivi sono chiari, come ha
sottolineato Gaetano Quagliariello, vice capogruppo del Pdl: «È una legge
grazie alla quale non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in
questo Paese e non ci potranno più essere casi Englaro. D'altra parte i diritti
di cura del cittadino saranno meglio tutelati». Difesa a spada tratta del provvedimento
anche da parte del governo, per bocca del ministro del Welfare Maurizio
Sacconi: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della
persona e al valore della persona che avevamo auspicato. E trova conferma la
disciplina per quanto riguarda la garanzia in ogni caso di nutrizione e
idratazione, che sono risposte ai bisogni vitali della persona e non terapie».
Una legge, così come esce dal Senato, ha rilevato il relatore del ddl Raffaele
Calabrò, «migliorata, con una serie di semplificazioni: il paziente potrà fare
le sue dichiarazioni con una maggiore semplicità, così come il medico potrà
avere maggiore semplicità nell'eseguirle». Inoltre, ha aggiunto escludendo i
pericoli di incostituzionalità adombrati dalla Finocchiaro, «è anche una legge
a zero rischi di contenzioso giudiziario». il testo va alla Camera Tra le
polemiche, il ddl arriva dunque a Montecitorio. Qui si preannuncia un nuovo
braccio di ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei Radicali, dovrà
essere quella fuori dalle aule della politica, quella della «mobilitazione,
nelle strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono
profondamente lesi nella loro dignità di cittadini». Manuela Correra 27/03/2009
nascosto-->
( da "Italia Oggi"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Imposte e Tasse data: 27/03/2009 - pag: 29 autore: Giuseppe Ripa professore di
diritto tributario presso l'Università di Macerata La deriva pro fisco
Dall'abuso di diritto all'abuso interpretativo Continua la serie di interventi
sulle recenti prese di posizione della Cassazione sull'abuso di diritto. Sono
già stati pubblicati i commenti di Claudio Siciliotti, Fabio Marchetti e
Raffaello Lupi.Dall'abuso del contribuente si rischia di passare all'abuso dei
verificatori. È questa la conseguenza degli interventi amministrativi e
giurisprudenziali che si stanno rincorrendo in questi ultimi tempi tutti tesi a
dare un senso giuridico al concetto di abuso di diritto. Con le sentenze del
dicembre 2008 la Cassazione non ha fatto altro che confermare, in modo
eccessivamente rigoroso, l'attenzione spasmodica alla pianificare fiscale del
contribuente. Lo ha fatto rifacendosi all'art. 53 della Costituzione afferente
al principio di capacità contributiva. È vero: tutti sono tenuti a concorrere
alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva. Ma, oggi, ogni
azione imprenditoriale che porta con sé un risparmio di imposta potrebbe essere
vanificata a posteriori nel momento in cui la stessa possa essere ritenuta dai
verificatori come rivolta essenzialmente a ottenere vantaggi fiscali. Nessuno
discute sulla validità del principio costituzionale
appena ricordato. La capacità contributiva è un parametro essenziale in quanto
attorno ad esso si riflette quello della solidarietà. Però tale tetto non deve
valere a senso unico e solo per difendere gli interessi erariali. Esso deve
esse letto pure come baluardo teso ad evitare che qualcuno sia chiamato a
pagare imposte su ricostruzioni assurde del reddito. Ma il contribuente come si
può tutelare di fronte a pretese impositive sostenute da una sorta di reticolo
interpretativo formato dall'amministrazione finanziaria e dalla Guardi di
Finanza, a loro volte coperte dalla giurisprudenza della Corte di cassazione?
L'abuso di diritto, la norma antielusiva, la reinterpretazione dei contratti
sottoposti alla registrazione a mente dell'art. 20 del dpr n. 131 del 1986,
sono posti a baluardo della protezione di questo concetto. Eppure troppe volte
si è assistito e si sta assistendo ad una abuso interpretativo delle norme di
diritto tributario sostanziale e procedurale. Riguardo alle prime basti ricordare
l'accertamento fondato sulle indagini finanziarie. Nonostante
la Corte costituzionale sia intervenuta a mettere in guardia i verificatori da eccessi
di riprese a tassazione anche in relazione ai prelevamenti, i verificatori
hanno continuato a chiosare attorno a tale sentenza facendo in modo che
servisse a niente; ciò in quanto si è discusso a quale tipo di procedura
accertativa tale sentenza si riferisse. Che dire poi della necessità del
contraddittorio quale elemento essenziale per poter proseguire nelle indagini
finanziarie, e per la verifica nei conti dei terzi collegati al contribuente?
Tutto questo affannarsi porterà verosimilmente ad una ricostruzione reddituale
del tutto inverosimile che offendere quel principio di capacità contributiva
che non può essere vissuto solo a senso unico. E sulle prove adducibili dal
contribuente per evitare la indeducibilità dei costi di cui ai commi 10, 11 e
12 dell'art. 110 del Tuir? Se non si riesce a dimostrare l'effettiva attività
commerciale facendo ricorso ad atti la cui reperibilità è pressoché
impossibile, ovvero la effettiva convenienza economica dell'operazione rispetto
ad altre, quei costi diventano automaticamente indeducibili con buona pace
sempre del principio della capacità contributiva che diventa, a questo punto,
una mostruosità. Lo stesso discorso può farsi per la considerazione del valore
normale rispetto al corrispettivo effettivamente pattuito nelle operazione tra
società che ne controllano altre situate in qualsiasi parte del mondo. C'è poi
la questione legata alle interpretazioni rapportate alle singole componenti
quantitative o valutazioni del reddito rispetto al risultato del conto
economico. Il concetto esasperato della inerenza e delle sue prove; la
deducibilità delle perdite su crediti legata ad elementi troppo rigorosi
( da "Tirreno, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 3 - Attualità
«è solo un manifesto ideologico» Deluso il senatore Marino: si va contro
l'interesse dei pazienti L'INTERVISTA Alle famiglie nessun aiuto NICOLA CORDA
ROMA. Il senatore Ignazio Marino è deluso. Stavolta forse più come parlamentare
che come medico e chirurgo di fama. Ha speso tante energie per una legge sul
testamento biologico che guardasse prima di tutto ai pazienti. E invece?
«Questo testo servirà se va bene alle tremila persone che sono in stato
vegetativo permanente, ovvero lo 0,005 per cento della popolazione italiana.
Queste avrebbero bisogno di ben più attenzioni, magari con le cure che gli
vengono negate perché le strutture sono insufficienti o mal distribuite sul
territorio». Ma che legge è quella approvata? «E' una "non legge",
con zero euro di aiuti concreti alle famiglie che hanno necessità. Il grande
rammarico è proprio questo: si è trasformato il lavoro di quattro legislature
in un manifesto ideologico. Io ho una idea diversa delle leggi. Dovrebbero
guardare a tutti i cittadini, dovrebbero includere. I nostri padri costituenti
come Aldo Moro, scrissero un articolo come il 32, straordinario nella sua
efficacia: ogni individuo ha diritto alla salute ma nessuno può essere
sottoposto ad un trattamento sanitario senza il suo esplicito consenso. Da
chirurgo ho avuto la possibilità di partecipare, anche da protagonista, a molti
dei progressi scientifici della medicina, ma questi sono nella disponibilità
del paziente e non un obbligo». Invece qui il medico ha l'ultima parola... «Questa
norma della dichiarazione anticipata non vincolante per il medico è l'ultimo
paradosso. La commissione Giustizia all'unanimità, dando il parere al testo
base, aveva esplicitamente deliberato che se non fosse stata inserita la parola
"vincolante" nel testamento biologico, quel documento sarebbe stato
privo di valore giuridico». Ma non si era detto che si voleva evitare proprio
questo all'indomani del caso Englaro? «Io l'ho denunciato in aula e come me lo
hanno detto numerosi magistrati. Non è solo un problema giuridico ma anche di
buonsenso, credo della maggior parte degli italiani. Se dico alla mia famiglia
che non voglio avere prolungata la mia agonia con tubi infilati nell'addome e
invece il medico dice che la legge impone il contrario e che mi devono portare
in sala operatoria, è ovvio che i miei familiari si
attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato,
denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero
disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta
ricorreranno alla Corte Costituzionale».
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2009-03-27 num: - pag: 7
categoria: REDAZIONALE Scontro tra toghe De Magistris difende i pm salernitani
Apicella, nuovo ricorso al Csm: «Il Riesame mi ha dato ragione» Ultimo giorno
in procura di Nuzzi e Verasani L'ex titolare delle inchieste Why Not e
Poseidon: «Li hanno cacciati via perchè indagavano su alti livelli
istituzionali» SALERNO — L'ex procuratore capo del Tribunale di Salerno, Luigi
Apicella, chiede la revoca del provvedimento disciplinare con cui il Csm lo ha
sospeso dalle funzioni di magistrato e dallo stipendio dopo lo scontro con la
Procura di Catanzaro. Il suo legale, Stefano Racheli, ha già depositato a
Palazzo dei Marescialli l'istanza in cui chiede, qualora venga rigettata la richiesta
di revoca, la modifica «in una misura meno grave» del provvedimento
disciplinare. Il Tribunale delle toghe deciderà il prossimo 6 aprile. Termine
entro il quale dovrà passare al vaglio anche l'ordinanza del Tribunale del
riesame di Salerno che, rigettando il ricorso presentato dai magistrati
calabresi sulla presunta illegittimità dei decreti di sequestro e perquisizione
posti in essere dai sostituti procuratori salernitani (Gabriella Nuzzi e
Dionigio Verasani), ha ritenuto «legittimo l'atto investigativo». «Il Tribunale
del riesame di Salerno, che ha avuto piena e approfondita conoscenza dei fatti,
e non avendo i limiti cognitivi che sono propri della sezione disciplinare —
spiega il difensore di fiducia dell'ex procuratore capo — ha accertato che il
comportamento di Apicella è difforme da quello ipotizzato in sede
disciplinare». Il tribunale delle libertà, che da un mese circa ha depositato
le motivazioni sul ricorso presentato dai magistrati calabresi, ha stravolto
completamente il giudizio della sezione disciplinare di Palazzo dei
Marescialli. «Dalla lettura del complesso provvedimento (circa 1400 pagine;
ndr) — scrivono i giudici salernitani — si rileva che l'inquirente non si è
limitato a recepire le denunce di De Magistris, ma, al contrario, abbia
sottoposto le stesse ad un'intensa attività di verifica». Definendo l'azione
dei pm salernitani, e il sequestro in particolare, «un legittimo atto
investigativo, finalizzato a riscontrare tutte le acquisizioni testimoniali
dirette ovvero a colmare le ultime lacune probatorie». E ribaltando i «sospetti
e le congetture» con cui il Tribunale delle toghe aveva bollato il decreto di
sequestro e perquisizione. Così come Apicella, anche i due pubblici ministeri
Nuzzi e Verasani (titolari delle indagini sul caso De Magistris prima che
fossero colpiti dalla sanzione di trasferimento di ufficio), continuano la loro
battaglia all'interno dei palazzi di giustizia. L'altrieri il Tar di Salerno ha
rigettato la sospensiva della sanzione disciplinare chiesta da Gabriella Nuzzi.
Il Tribunale amministrativo vuole vederci chiaro e scendere a fondo nella
questione, che sarà affrontata così il prossimo 25 giugno. Intanto, però, oggi
sarà l'ultimo giorno di lavoro per i due sostituti procuratori salernitani in
partenza per le loro nuove sedi assegnate loro dalla terza sezione disciplinare
del Csm. Che, snobbando la loro richiesta di restare in Campania (Nuzzi a
Napoli e Verasani a Benevento), ha trasferito l'ex titolare del processo
SeaPark a Latina e il collega a Cassino. Nei corridoi del terzo piano del
palazzo di giustizia di corso Garibaldi si è fatto rivedere anche l'ex pm di
Catanzaro, Luigi De Magistris. «Sono molto preoccupato del trasferimento dei
magistrati di Salerno che stavano compiendo il loro lavoro e hanno avuto solo
il torto di cercare la verità negli alti livelli anche istituzionali — ha detto
l'ex pm, candidato di Idv alle prossime europee — a loro va la mia solidarietà.
Poi non si può mai essere contenti quando ci sono anche sanzioni nei confronti
di altri magistrati nei confronti dei quali non si sono condivise parecchie
cose e si ritiene che siano state commesse anche illegalità ». De Magistris a
Salerno è indagato per calunnia dall'ex pm antimafia di Potenza, Felicia
Genovese (coinvolta nel processo Toghe lucane avviato proprio da De Magistris),
ma l'accusa ne ha già chiesto l'archiviazione. Angela Cappetta Il difensore del
procuratore «Legittimi anche per il tribunale del riesame i decreti di
sequestro e perquisizioni» dice l'avvocato Stefano Racheli Ritorno Luigi De
Magistris anche ieri nei corridoi del tribunale di Salerno
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2009-03-27 num: - pag: 7
categoria: REDAZIONALE Il convegno Giustizia, Vaccarella a Salerno Su
iniziativa dell'Associazione nazionale avvocati d'impresa, ci sarà oggi alla
Camera di Commercio un convegno sul tema «Crisi della Giustizia, riflessi sul
sistema economico. Tra riforme possibili e innovazione tecnologica».
All'incontro parteciperanno il professore Romano Vaccarella, già giudice della corte
Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, Luigi Capaldo,
responsabile del settore Giustizia dell'Abi, il consigliere di Corte di
Cassazione Giacomo Travaglino e Dino Crivellari, amministratore delegato di
Unicredit management bank e Stefano Aprile, direttore generale sistemi
infomativi automatizzati del ministero di Giustizia. Si parlerà di
giustizia intesa come infrastruttura intorno alla quale si muovono gli
operatori economici e che, nell'era della globalizzazione dei mercati, diventa
fondamentale indicatore della competitività del sistema. Nonchè del rapporto
giustizia-economia e del confronto con gli altri paesi europei. Il convegno
affronterà anche il tema del processo civile telematico; una innovazione alla
cui realizzazione il ministero della Giustizia sta lavorando da tempo e di
prossima attuazione (in 14 tribunali italiani partirà dal prossimo giugno).
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - SALERNO - sezione: 1PAGINA - data: 2009-03-27 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE Il caso Nuovo ricorso al Csm di
Apicella De Magistris: «Pm trasferiti perché indagavano su alte figure
istituzionali» «Hanno cacciato via i pm di Salerno perchè stavano indagando su
alti livelli istituzionali ». Luigi De Magistris, ieri in visita in procura, ha
difeso a spada tratta i magistrati trasferiti dal Csm. Intanto l'ex
procuratore capo Luigi Apicella ha chiesto al Consiglio superiore della
magistratura la revoca del provvedimento di sospensione inflittogli da Palazzo
dei Marescialli. Il suo legale Stefano Racheli ha già depositato il ricorso
basandosi sulla motivazione dell'ordinanza del tribunale del riesame di Salerno
che ha considera «legittimi» gli atti investigativi dei pm. A PAGINA 7 Cappetta
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-27 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE La campagna «Ci autodenunceremo come per l'aborto» I radicali:
soccorso civile per staccare il sondino La Bonino: ma niente referendum,
rischiamo di perdere ROMA — Uno, cento, mille casi Englaro. Uno, cento mille
casi Welby, al grido di «Io sono mio» e di «Eutanasia libera » (slogan che ieri
risuonavano a Piazza Navona). Dopo l'approvazione del disegno di legge sul
testamento biologico, i radicali passano «subito » a «una campagna di
disobbedienza civile». La nuova strategia è stata annunciata da Emma Bonino:
«Sarà come per l'aborto, ci autodenunceremo ». La campagna comprenderà infatti
anche «un vero e proprio soccorso civile» per quanti vogliono («e sono decine
di casi tutti i giorni quelli che si rivolgono a noi», afferma Maria Antonietta
Farina Coscioni) chiudere con la propria esistenza legata a un ventilatore o a
un sondino. Questa volta, insomma, i radicali non imboccheranno, a legge
definitivamente approvata, la strada del referendum abrogativo, cioè la strada
seguita, perdendo, per la legge 40 sulla fecondazione assistita. Perché
sostiene Bonino, «con la linea politica del-l'astensione scelta dal cardinale
Ruini, i referendum li perdiamo: a loro basta conquistare all'astensione solo
il 25 per cento della popolazione, visto che un altro 25 per cento in ogni caso
non va a votare». La «campagna di disobbedienza civile», partirà, invece,
immediatamente cercando di utilizzare il «rallentamento» che l'esame del ddl
subirà alla Camera, «tra poco iniziano le vacanze di Pasqua e poi si entra nel
periodo preelettorale per le elezioni europee e li voglio vedere ad approvare
una legge del genere in campagna elettorale». Una vera e propria fase due,
dunque, «perché — secondo l'ex ministro del governo Prodi — solo con un'ondata
di sdegno si può sperare di cambiare qualcosa nell'altro ramo del Parlamento».
In cosa consisterà la mobilitazione? Nella raccolta di firme per chiedere al
Parlamento un'indagine conoscitiva sul fenomeno dell'eutanasia clandestina,
nella raccolta di testamenti biologici sui siti radicali e nella richiesta ai
Comuni di istituire i registri, magari telematici, delle dichiarazioni
anticipate di trattamento (a Roma raccolte 8 mila firme). Ma non ci si limiterà
a questo. «Noi intendiamo offrire un soccorso civile alla gente», spiega Farina
Coscioni, deputata del Pd. «Lo faremo grazie alla consulenza dei nostri medici
e dei nostri avvocati in modo che prima e dopo dell'entrata in vigore della
legge, la gente possa essere aiutata a fare quello che attualmente si può fare
(decidere se attaccarsi o no a un respiratore, se togliere o no il sondino,
eccetera) ». Insomma, potremmo avere nelle prossime
settimane altri casi Englaro e Welby, «con possibili ricorsi alla magistratura
e, in un secondo momento, alla Corte Costituzionale ». Che la nuova linea sia
questa lo conferma anche Donatella Poretti: «In ogni caso il referendum
abrogativo è troppo rischioso». M. Antonietta Calabrò
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-03-27 num: - pag: 23 categoria:
REDAZIONALE Giustizia Processi lenti, monito da Straburgo Alfano: la riforma
cambierà tutto STRASBURGO — Il Consiglio d'Europa ha richiamato ancora una
volta l'Italia per la lentezza delle procedure giudiziarie. Il Comitato dei
ministri ha invitato le autorità italiane ad adottare in fretta le misure
necessarie per accelerare i processi civili, penali e
amministrativi. Per la lentezza dei processi, l'Italia
è 156ª nel mondo, dopo Angola, Gabon, Guinea e Sao Tomè. Il Guardasigilli
Angelino Alfano ha replicato: «L'Europa ha ragione, ha detto ciò che noi
diciamo da dieci mesi. Per questo motivo, abbiamo cominciato con la riforma del
processo civile e ci battiamo perché l'informatizzazione diventi la leva
dell'efficienza e la regola di comunicazione nell'ambito del processo».
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMA data: 2009-03-27 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ...
Bio-testamento non vincolante Sì del Senato, proteste del Pd Primo via libera
del Senato al Ddl Calabrò sul testamento biologico ( 150 voti a favore, 123
contrari e 3 astenuti): durerà cinque anni e riguarderà solo pazienti in stato
vegetativo ma, per effetto di un emendamento presentato dall'Udc, non sarà
vincolante per il medico, che perciò non sarà obbligatorio al rispetto della
volontà del paziente. Il Pdl: «Non ci potranno più essere casi Englaro».
Protesta dell'opposizione: «Una legge violenta e traditrice, faremo ricorso alla Corte costituzionale». u
pagina 17 L'intervista. Lamberto Andreotti: «Negli Usa le mie ultime volontà
biologiche» Madron u pagina 16 Fini-Berlusconi: ancora tensione sul Parlamento
Nuovo affondo del premier Silvio Berlusconi contro le Camere e le loro
procedure complesse: «I parlamentari sono lì a fare numero ». Gianfranco
Fini replica: «Non irridere le regole». u pagina 18 Via al termovalorizzatore
di Acerra «Lo Stato è tornato a fare lo Stato», così il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi ha avviato il termovalorizzatore di Acerra:
smaltirà 600mila tonnellate di rifiuti. u pagina 21 Francia: pronto il decreto
anti-bonus Il Governo francese ha messo a punto un decreto che proibisce
l'erogazione di premi aidirigenti delle aziende quotate che beneficiano di
aiuti pubblici. u pagina 11 Primo contatto tra Nato e Iran dopo trent'anni Dopo
trent'anni di gelo la Nato ha confermato il primo contatto con un diplomatico
iraniano. E ieri è arrivata la conferma che l'Iran parteciperà alla conferenza
sull'Afghanistan. u pagina 13 A Caltanissetta 8 arresti per un progetto di
sequestro Volevano sequestrare un banchiere e un imprenditore e avviare con il
ricavato un'azienda di costruzioni per appalti nel Nord: arrestati a
Caltanissetta 8 pregiudicati, tra cui l'ex br Calogero La Mantia. Singapore
legalizza il trapianto di organi tra vivi Il Parlamento di Singapore ha
legalizzato la vendita degli organi, attraverso una forma di rimborso per le
persone viventi che decidono di farsi espiantare un organo.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-27 - pag: 17 autore: Testamento
biologico. Via libera del Senato al Ddl Calabrò - Protesta dell'opposizione:
legge traditrice, ricorso alla Consulta Fine-vita, il medico non è vincolato
Emendamento Udc: il sanitario potrà non rispettare la volontà del paziente
Marzio Bartoloni ROMA Durerà cinque anni, riguarderà solo pazienti in stato
vegetativo, non sarà vincolante per il medico e sarà vietato scriverci sopra lo
stop alla nutrizione forzata.Questo l'identikit del testamento biologico
uscito, ieri, dal voto finale del Senato che sceglie la strada
dell'intrasigenza non retrocedendo neanche di un millimetro dai principi di
fondo voluti dalla maggioranza che raggiunge in pieno il suo obiettivo: evitare
altri casi come quelli di Eluana Englaro. Anzi alla fine Palazzo Madama fa
un'ulteriore regalo all'ala più oltranzista del Pdl eliminando tutte quelle
norme che potevano solo adombrare il rischio di eutanasia. Piantando nuovi e
più stringenti paletti sul terreno minato delle cure di fine vita. Innanzitutto
"liberando" il medico dall'obbligo di tener fede al bio-testamento
che non è più vincolante – come previsto da un emendamento dell'Udc – e poi
approvando in extremis una serie di limiti ben precisi per il fiduciario
nominato dal paziente: scompare, infatti, ogni riferimento al suo ruolo di
promotore e difensore delle «Dichiarazioni anticipate di trattamento» (Dat).
Dure le parole della capogruppo dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, che prima
del via libera finale parla di legge «violenta e traditrice» e di un Ddl
«ridotto a finzione». Le Dat, insiste la Finocchiaro, «così non conteranno
assolutamente nulla ». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Dura anche la condanna del senatore- chirurgo
Ignazio Marino (Pd): «è stata tradita la richiesta del popolo italiano che
voleva una legge per la libertà». Esulta invece la maggioranza: «è una legge
grazie alla quale – avverte Gaetano Quagliariello, vice capogruppo del Pdl –
non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo paese e non ci
potranno più essere casi Englaro». Difesa a spada tratta del provvedimento
anche da parte del Governo, per bocca del ministro del Welfare, Maurizio
Sacconi: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della
persona – spiega il ministro – e al valore della persona che avevamo auspicato
».E c'è chi come il relatore, Raffaele Calabrò (Pdl), parla di legge
«migliorata»: il paziente potrà fare le sue dichiarazioni «con una maggiore
semplicità, così come il medico potrà avere maggiore semplicità
nell'eseguirle». Inoltre, ha aggiunto, le modifiche escludono i pericoli di
incostituzionalità adombrati dalla Finocchiaro: «è una legge a zero rischi di
contenzioso giudiziario». Tra mille polemiche, la legge arriva dunque a
Montecitorio. Dove si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Con il Pd che, a
sorpresa, esce dal voto finale sul testamento biologico più compatto del Pdl
(contando due "dissidenti" contro i sette della maggioranza). Ma la vera
battaglia, tuona Emma Bonino dei radicali, dovrà essere quella fuori dalle aule
della politica, quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle piazze
d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro dignità
di cittadini». Magari con un referendum –come prospetta l'Italia dei valori –
appena il Parlamento approverà definitivamente la legge. Ci prova il presidente
del Senato, Renato Schifani - che ha seguito la maratona in aula fino alla fine
- a spegnere le polemiche: «Quello appena concluso è stato un confronto libero
e franco, guidato solo dalla coscienza di ognuno». ANSA Protesta radicale.
L'associazione Luca Coscioni e i Radicali hanno manifestato ieri a Piazza
Navona contro il Ddl Calabrò
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
DALL'ITALIA
27-03-2009 Dall'Italia ROMA VIA LIBERA DEL SENATO AL DDL CHE VA ALLA CAMERA TRA
LE POLEMICHE. FINOCCHIARO: LEGGE TRADITRICE. QUAGLIARELLO: MAI PIU' CASI
ENGLARO Sì al biotestamento. Ma è bagarre Passa l'emendamento dell'Udc: la
dichiarazione del paziente non sarà vincolante. Scintille tra i poli ROMA II
«Carta straccia». L'opposizione, senza mezzi termini, definisce così la
versione del ddl sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) uscita
dall'Aula del Senato. E un vero «bacio della morte», secondo vari esponenti del
Pd, è stato il sì all'emendamento dell'Udc con il quale alle dat è stato tolto
ogni carattere di vincolatività, mentre resta il divieto alla sospensione dei
trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale. Il via libera del Senato
al ddl Calabrò con 150 sì, 123 no e 3 astenuti è segnato insomma da furenti
polemiche, mentre la maggioranza compatta esprime soddisfazione: è una legge
che previene qualunque deriva verso l'eutanasia, affermano dal Pdl. Che le
posizioni sui nodi cruciali del provvedimento fossero molto più che distanti, è
stato chiaro sin dall'inizio della maratona di tre giorni al Senato per
approvare il disegno di legge. Falliti i tentativi di mediazione messi in campo
dai due poli, il testo licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una
versione che delinea paletti e limiti precisi. Le volontà espresse dal soggetto
nelle «dat» (dichiarazioni anticipate di trattamento), per cominciare, non
saranno vincolanti (mentre il ddl originario prevedeva che lo fossero). Resta
immutato il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della
nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel ddl approvato
da palazzo Madama, «sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di
dat. Una versione del ddl che l'op - posizione rigetta decisamente,
ricompattandosi per il voto finale. Dure le parole della presidente dei
senatori Pd Anna Finocchiaro: è una legge «violenta e traditrice», un ddl
«ridotto a finzione». Le dat, ha detto, «così non conteranno assolutamente
nulla». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «E'
stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la
liberta». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della
maggioranza. Gli obiettivi sono chiari, come ha sottolineato Gaetano
Quagliariello, vice capogruppo del Pdl: «E' una legge grazie alla quale non si
potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo paese e non ci potranno
più essere casi Englaro ». Difesa a spada tratta del provvedimento anche da
parte del governo, per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Trova
conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona e al valore
della persona che avevamo auspicato ». Il ddl, ha rilevato il relatore Raffaele
Calabrò esce «migliorato, con una serie di semplificazioni ». Tra le polemiche,
il ddl arriva dunque a Montecitorio. Qui si preannuncia un nuovo braccio di
ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei radicali, dovrà essere
quella fuori dalle aule della politica, quella della «mobilitazione, nelle
strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente
lesi nella loro dignità». Manifestanti Protesta di Radicali e associazione
«Luca Coscioni».
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
FERRARA UNIVERSITA'
pag. 16 Un seminario sul Lodo Alfano' SI TERRÀ oggi alle 10,30 nell'Aula Magna del dipartimento di scienze giuridiche (Corso Ercole I
d'Este), il seminario Il Lodo ritrovato' organizzato dalla Facoltà di
Giurisprudenza e dedicato a uno scottante problema giuridico sul quale si
attende la pronuncia della Corte Costituzionale. Il Seminario si occuperà delle
numerose questioni di legittimità costituzionale.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
BOLOGNA CRONACA pag.
8 LA PROCURA dichiara guerra allo stalking. Ben prima della recente
approvazione della legge che ha is... LA PROCURA dichiara guerra allo stalking.
Ben prima della recente approvazione della legge che ha istituito l'apposito
reato, i magistrati bolognesi si erano mossi con decisione. Nel 2008 la Procura
ha infatti chiesto e ottenuto dal gip per 53 casi la misura dell'allontanamento
da casa chi si rendeva colpevole di maltrattamenti in famiglia (un boom
rispetto ai 15 casi del 2007 e ai 12 del 2006). Nei giorni scorsi, il pm Laura
Sola, uno dei cinque magistrati dell'apposito pool, ha
partecipato a un incontro al Csm su questi temi. «E' certamente un dato di
fatto spiega il magistrato il flusso crescente di denunce, prevalentemente di
donne nelle quali si raccontano una serie di condotte con connotati di violenza
del compagno o del marito, ovvero di atti intimi senza consenso ma non
violenti. La violenza è prima di tutto psicologica, rappresentata da
minacce, insulti, comportamenti vessatori di tipo economico o relativi alla
libertà personale. Spesso quei reati sono rubricati inizialmente come lesioni
personali o percosse. Tali situazioni celano, a un successivo approfondimento,
una storia di violenza e sofferenza ben più profonde e radicate, che merita
pertanto un inquadramento giuridico diverso. Sotto questo aspetto, è opportuno
che venga fatta una dettagliata verifica degli episodi pregressi già da parte
delle forze dell'ordine. Sarebbe inoltre opportuno anche un maggiore raccordo
con i servizi sociali».
( da "Mattino di Padova, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 5 - Altre «è
solo un manifesto ideologico» Deluso il senatore Marino: si va contro
l'interesse dei pazienti L'INTERVISTA Alle famiglie nessun aiuto NICOLA CORDA
ROMA. Il senatore Ignazio Marino è deluso. Stavolta forse più come parlamentare
che come medico e chirurgo di fama. Ha speso tante energie per una legge sul
testamento biologico che guardasse prima di tutto ai pazienti. E invece?
«Questo testo servirà se va bene alle tremila persone che sono in stato
vegetativo permanente, ovvero lo 0,005 per cento della popolazione italiana.
Queste avrebbero bisogno di ben più attenzioni, magari con le cure che gli
vengono negate perché le strutture sono insufficienti o mal distribuite sul territorio».
Ma che legge è quella approvata? «E' una "non legge", con zero euro
di aiuti concreti alle famiglie che hanno necessità. Il grande rammarico è
proprio questo: si è trasformato il lavoro di quattro legislature in un
manifesto ideologico. Io ho una idea diversa delle leggi. Dovrebbero guardare a
tutti i cittadini, dovrebbero includere. I nostri padri costituenti come Aldo
Moro, scrissero un articolo come il 32, straordinario nella sua efficacia: ogni
individuo ha diritto alla salute ma nessuno può essere sottoposto ad un
trattamento sanitario senza il suo esplicito consenso. Da chirurgo ho avuto la
possibilità di partecipare, anche da protagonista, a molti dei progressi
scientifici della medicina, ma questi sono nella disponibilità del paziente e
non un obbligo». Invece qui il medico ha l'ultima parola... «Questa norma della
dichiarazione anticipata non vincolante per il medico è l'ultimo paradosso. La
commissione Giustizia all'unanimità, dando il parere al testo base, aveva
esplicitamente deliberato che se non fosse stata inserita la parola
"vincolante" nel testamento biologico, quel documento sarebbe stato
privo di valore giuridico». Ma non si era detto che si voleva evitare proprio
questo all'indomani del caso Englaro? «Io l'ho denunciato in aula e come me lo
hanno detto numerosi magistrati. Non è solo un problema giuridico ma anche di
buonsenso, credo della maggior parte degli italiani. Se dico alla mia famiglia
che non voglio avere prolungata la mia agonia con tubi infilati nell'addome e
invece il medico dice che la legge impone il contrario e che mi devono portare
in sala operatoria, è ovvio che i miei familiari si
attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato,
denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero
disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta
ricorreranno alla Corte Costituzionale».
( da "Figaro, Le" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Burgaud : le CSM prend un mois pour décider Samuel Laurent (lefigaro.fr)
avec agences 27/03/2009 | Mise à jour : 09:11 | Ajouter à ma sélection . -->
Alors que sa décision était attendue vendredi, le Conseil supérieur de la
magistrature souhaite un «délai supplémentaire» pour trancher le cas du juge en
charge de l'instruction de l'affaire d'Outreau. Il rendra ses conclusions le 24
avril. Le cas Burgaud divise-t-il le Conseil supérieur de la magistrature ? Les
membres de cette instance ont en tous cas, comme lefigaro.fr l'a révélé jeudi
soir, choisi de reporter de plusieurs semaines leur décision sur le jeune juge,
principal accusé du fiasco judiciaire de l'affaire d'Outreau. Ils la rendront
le 24 avril. Ce report est dû, selon une source proche du dossier, à la
nécessité d'un «délai supplémentaire» pour que les membres de l'organe
disciplinaire de la justice arrivent à une décision. Selon l'un des avocats du
juge Burgaud, Me Jean-Yves Dupeux, «il doit y avoir de très fortes divergences
au sein du CSM. Ils ont du mal à trouver une majorité
pour se décider». L'instruction ouverte sur le fiasco judiciaire d'Outreau a
pour l'instant donné peu de résultats. En 2001, 18 personnes originaires de
cette villes avaient été accusées de pédophilie et inceste. Elles passeront
pour certains plusieurs années de détention préventive. Mais une fois séparés
de leurs parents, les enfants qui les accusaient reviennent sur leurs
déclarations. Lors du procès, en 2004, sept personnes sont acquittées, six
faiblement condamnées, alors que les arguments de l'accusation ont été balayés.
Il faudra un procès en appel pour qu'ils soient reconnus innocents. Fabrice
Burgaud, jeune juge d'instruction en charge du dossier au tribunal de
Boulogne-sur-Mer, est le seul membre de l'institution judiciaire à être soumis
à la décision du CSM. Le procureur de Boulogne, Gérald
Lesigne, n'a fait l'objet d'aucune sanction et a simplement été muté à Caen.
Burgaud «a agi en conscience» Contre le juge Burgaud, accusé d'avoir eu «un
comportement non conforme à ce qu'on est en droit d'attendre d'un juge dans
l'exercice de ses fonctions, d'une particulière gravité pour les mis en cause,
pour les mineurs et pour l'image de la justice», la Chancellerie, a réclamé une
exclusion temporaire de la magistrature d'un an maximum. C'est l'une des neuf
sanctions disciplinaires possibles, allant de la simple réprimande à la
révocation. Dans l'échelle des peines, cette exclusion temporaire vient juste
avant la rétrogradation, impossible puisque le jeune juge est déjà à l'échelon
le plus bas. Le ministère public n'a pas souhaité aller au-delà en demandant la
mise à la retraite d'office ou la révocation. Fabrice Burgaud, actuellement
chargé de l'exécution des peines et de la coopération internationale au parquet
de Paris, a «agi en conscience» et ne doit pas servir de bouc émissaire,
soulignent ses avocats, qui notent que son travail a toujours été validé par sa
hiérarchie. Dans une tribune publiée jeudi dans Libération, les avocats des
innocents d'Outreau estimaient qu'on les avait « écartés » de la procédure
contre le juge et qu'ils en éprouvaient à nouveau un sentiment «d'injustice».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Commenti Pagina 344
De Magistris: dalla toga alle Europee Un altro ex magistrato colpito da
visibilità politica De Magistris: dalla toga alle Europee --> Il leader
dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sembra divorato da una sindrome di
onnipresenza acuta. Non solo si concede a trasmissioni televisive non politiche
- come quella di Victoria Cabello - ma interviene su argomenti da lui
solitamente ignorati. Per esempio la bioetica, sia in prima persona sia per
interposta persona, tanto che un suo senatore, Francesco "Pancho"
Pardi, qualche giorno fa ha partecipato a un sit-in con Beppino Englaro a Roma.
Su altri fronti, addirittura, Antonio Di Pietro si è messo dalla parte del
governo in funzione anti Partito democratico. Ha infatti sposato la tesi del
ministro dell'Economia Giulio Tremonti sulla vigilanza del sistema bancario.
«Mi fido più dei prefetti che della Banca d'Italia», ha dichiarato, spiegando
poi che «questa operazione non si può lasciare alla Banca d'Italia perché non
si è mai visto che un controllato nomini il controllore e che, in queste
condizioni, il controllore possa fare fino in fondo il proprio lavoro». Il filo
conduttore che lega le azioni dell'ex pm di Mani Pulite, in ascesa nei
sondaggi, è sempre lo stesso. Abbasso la casta, abbasso i disonesti (non meglio
identificati), abbasso i partiti venduti, viva «gli italiani di valore», quelli
che lui vorrebbe appunto mettere in lista alle Europee: italiani che «con la
loro storia professionale possano rappresentare la migliore Italia». Ed ecco
che in cima alla lista dei candidati alle Europee compare Luigi De Magistris,
ex pm di Catanzaro e motore di inchieste scottanti (ora a sua volta sotto
inchiesta a Roma per concorso in abuso d'ufficio). De Magistris è un magistrato
che ha espresso valutazioni politiche contro Francesco Rutelli in un
procedimento al quale poi Rutelli è risultato estraneo, come ha notato anche
Luciano Violante, ex presidente della Camera ed ex magistrato (del Pd). Nel
frattempo, dal Pdl, Fabrizio Cicchitto esprimeva forte perplessità: «È positivo
che De Magistris sia entrato in politica. Adesso i danni saranno limitati alle
parole che potrà dire». Intanto il vicepresidente del Csm,
Nicola Mancino, chiedeva che i magistrati in politica non potessero più tornare
in magistratura. Perché il pericolo di un conflitto di interessi tra passato in
magistratura e presente in politica è evidente. Soprattutto per gli ex
magistrati che abbiano acquistato visibilità attraverso inchieste che avevano
al centro qualche presunto malaffare politico (inchieste, tra l'altro,
con verdetti di colpevolezza). NINA ROMANI
( da "Giornale.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 74 del 2009-03-27
pagina 0 Testamento biologico, il Senato approva il ddl di Redazione Palazzo
Madama approva il testo, la legge ora torna alla Camera. Passa un emendamento
Udc: il medico non sarà obbligato a seguire la dichiarazione di volontà. Il Pd:
"Il testamento così diventa carta straccia". E l'Idv: "Pronti a
chiedere il referendum". Parlano due esponenti del Pd, Gustavino: "Ho
votato sì contro l'eutanasia" / Marino: "Ho votato no, così la legge
non serve" Roma - Il Senato approva con 150 voti a favore 123 contrari e 3
astenuti il ddl sul testamento biologico. Ora passa alla Camera. Le
dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) diventano non vincolanti ed
avranno validità di 3 anni e non più 5. Le modifiche al testo, che hanno
provocato dure reazioni da parte del Pd, sono state introdotte con due
emendamenti a firma del senatore dellUdc-Svi Fosson e del
Pdl Bianconi, approvati dallaula. I democratici e i dipietristi
insorgono: "E' carta straccia". E si preparano a ricorrere al
referendum. Gasparri:
"Dedicato a Eluana" "Il Senato ha scelto per la vita, contro il
partito della morte e delleutanasia. Avremmo voluto fare prima una
legge che impedisse eventi drammatici. Dedichiamo il voto di oggi a chi non
cè più. A chi ogni giorno assiste chi soffre, alle suore di Lecco in particolare. Siamo certi
che il dibattito proseguirà con serietà e maturità. Noi abbiamo seguito la
nostra coscienza. Coesi e sereni. Questa legge è un elemento identitario del
Pdl che nasce. è stato un buon giorno per il Senato e per la Repubblica".
Così il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, commenta il via libera
del Senato al ddl sul testamento biologico. I dissidenti I casi di coscienza,
in qualche caso divenuti casi politici come per la senatrice Dorina Bianchi nel
Pd, si sono contati alla fine sulle dita delle mani. Nel Pdl non ha partecipato
al voto Laura Bianconi, ma hanno votato contro Marcello Pera, Antonio Paravia e
Ferruccio Saro. Lucio Malan ha dato il voto di astensione. Nel Pd, invece, sono
stati confermati i voti di dissenso dal gruppo, e dunque favorevoli al ddl, di
Emanuela Baio e Cluadio Gustavino. Non ha partecipato al voto il senatore Luigi
Lusi. Il Dat non è vincolante Lemendamento è stato approvato con
136 voti favorevoli, 116 contrari ed 1 astenuto. Il comma 1 dellart. 4 ("Forma e
durata della Dichiarazione anticipata di trattamento"), nella versione
originale del ddl Calabrò, recita: "Le Dat non sono obbligatorie ma sono
vincolanti, fatte salve le previsioni dellarticolo 7, sono redatte in forma scritta con atto avente data
certa e firma del soggetto interessato maggiorenne, in piena capacità di
intendere e di volere dopo uan compiuta e puntuale informazione medico-clinica,
e sono raccolte esclusivamente dal medico di medicina generale che le sottoscrive".
Lemendamento Fosson sopprime le parole "ma sono vincolanti,
fatte salve le previsioni dellarticolo 7" (larticolo 7
riguarda il ruolo del medico, ndr). Con lapprovazione
dellemendamento Fosson, dunque, le dichiarazioni anticipate di trattamento del soggetto non hanno
effetto vincolante. Prima della votazione, il senatore del Pd Ignazio Marino ha
sottolineato come le dat "non vincolanti" siano a questo punto del
tutto prive di senso. Il senatore Casson (Pd) ha inoltre ricordato come in
commissione giustizia si fosse invece registrato un accordo unanime nel
mantenere la versione originale del ddl e, dunque, il principio di
vincolatività delle Dat. I limiti del fiduciario Il Senato ha approvato larticolo
6 del ddl sul testamento biologico che riguarda la figura del fiduciario. Nella versione
approvata, la figura del fiduciario viene inserita allinterno
di limiti precis: dal testo di legge scompaiono, infatti, i riferimenti al
ruolo del fiduciario nel promuovere e far rispettare le Dichiarazioni anticipate di trattamento da
parte del soggetto. Con un emendamento, infatti, si elimina dal comma 2 il
concetto che il fiduciario, agendo nellesclusivo interesse del
paziente, si impegna ad agire secondo le intenzioni esplicitate dal soggetto
nelle Dat, "per
farle conoscere e farne realizzare le volontà". Questultima
frase viene eliminata. Un altro emendamento sopprime invece il comma 3
dellarticolo 6 che recita: "Il fiduciario non può in alcun modo
modificare la dichiarazione anticipata di trattamento e, in stretta collaborazione con
il medico curante, si impegna a garantire che si tenga conto delle indicazioni
sottoscritte dalla persona nella dichiarazione anticipata di trattamento".
Duro il commento del senatore Francesco Pardi dellIdv:
"Il ruolo del
fiduciario è stato svilito e ridotto a poco. Assistiamo ad un annichilimento
del senso stesso della legge". Cambia la durata di validità Le
dichiarazioni anticipate di trattamento avranno, poi, validità per un periodo
di tre anni e non più di cinque anni. è quanto prevede un emendamento al ddl
sul testamento biologico a prima firma della senatrice Bianconi (Pdl),
approvato oggi dellAula del Senato. Nella versione iniziale
del ddl Calabrò, infatti, si prevedeva (art.4 comma 3) che la dat avrebbe avuto
"validità per
cinque anni, termine oltre il quale perde ogni efficacia". Lemendamento
approvato riduce invece tale periodo di validità da cinque a tre anni.
Assistenza domiciliare agli stati vegetativi Larticolo 5 del ddl sul
testamento biologico prevede, inoltre, che le Regioni dovranno assicurare assistenza domiciliare per
i soggetti in stato vegetativo persistente. Larticolo, secondo
una riformulazione proposta dal relatore del ddl Raffaele Calabrò, è stato
approvato dallAula e recita: "Il ministro del lavoro, della salute e delle
politiche sociali di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo
Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, adotta le
linee guida cui le regioni si conformano nellassicurare
lassistenza domiciliare
per i soggetti in stato vegetativo permanente". Pd e Idv insorgono "Cè
un limite oltre il quale la finzione non si può reggere, in questa Aula e anche
davanti al Paese - ha commentato la capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro
- mi chiedo di cosa
stiamo discutendo in questa Aula". "Se qualcuno aveva ancora dei
dubbi in merito - ha detto Finocchiaro intervenendo in Aula - ora se li tolga;
questo testo andrà al giudice e alla Corte Costituzionale". Sulla stessa
linea anche i senatori dellItalia dei Valori che hanno inscenato una breve protesta
nella sala lettura di Palazzo Madama . Il capogruppo Felice Belisario con i
colleghi Stefano Pedica e Giuliana Carlino, si presenta davanti alle telecamere
e insieme esibiscono cartelli con le scritte "Testamento ideologico",
"Testamento bio-illogico", "Referendum". Belisario ha poi
spiegato che "laula di Palazzo Madama sta approvando una
bruttissima legge che imbroglia gli italiani. LIdv proporrà ai cittadini
di impugnare subito la legge con un referendum abrogativo riportando i cittadini al centro delle
scelte. Lo Stato viene dopo la volontà dei cittadini". Modifiche alla
Camera "La legge approvata al Senato purtroppo non ha nulla a che vedere
con il testamento biologico" dice in una nota il presidente dei Liberal
Pd, Enzo Bianco. "La maggioranza lo ha persino peggiorato con protervia al
testo della commissione. Non cè alcuna considerazione del
principio costituzionale dellautodeterminazione,
della facoltà che la Costituzione garantisce a ogni cittadino di scegliere a quale trattamento
sanitario vuole essere sottoposto. Se la Camera dovesse perseverare in questo
grave errore - ha concluso Bianco - non resta che una strada: aspettare le
decisioni della Corte Costituzionale e intanto promuovere un referendum
abrogativo". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Panorama.it" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
- Italia -
http://blog.panorama.it/italia - Biotestamento, ok del Senato: la volontà non
sarà vincolante Posted By redazione On 26/3/2009 @ 18:38 In Headlines | 1
Comment Il Senato ha approvato in prima lettura - con 150 voti a favore, 123
contrari e 3 astenuti - il ddl Calabrò sul testamento biologico. Il via libera,
che arriva 45 giorni dopo la morte di Eluana Englaro, è stato dato con voto
palese. Il testo ora passa alla Camera. Le modifiche al testo, che hanno provocato
dure reazioni da parte del Pd, sono state introdotte con due emendamenti a
firma del senatore dell'Udc-Svi [1] Fosson e del Pdl [2] Bianconi. I
democratici e i dipietristi insorgono: "È carta straccia". E si
preparano a ricorrere al referendum. Passa infatti tra gli altri anche il
discusso articolo che riguarda la forma e la durata della "dichiarazione
anticipata di trattamento". Con il sì all'articolo 4 è stato cancellato,
di fatto, il carattere vincolante per i medici delle dichiarazioni anticipate di
trattamento (Dat) firmate dai malati. È stato accolto un emendamento dell'Udc,
a prima firma del senatore Fosson, che modifica il primo comma dell'articolo e
questa scelta ha scatenato una bagarre in aula. Mentre a Piazza Navona andava
in scena il sit-in dei radicali contro il ddl, l'opposizione ha accusato la
maggioranza di aver "svuotato la legge" che ruota proprio sul
concetto del testamento da parte del malato che vuole evitare l'accanimento
terapeutico. Una seduta, quella di Palazzo Madama, caratterizzata da un duro
scontro tra maggioranza e opposizione e non sono mancati i casi di coscienza,
in qualche caso divenuti casi politici come per la senatrice [3] Dorina Bianchi
nel Pd, si sono contati alla fine sulle dita delle mani. Nel Pdl non ha partecipato
al voto Laura Bianconi, ma hanno votato contro Marcello Pera, Antonio Paravia e
Ferruccio Saro. Lucio Malan ha dato il voto di astensione. Nel Pd, invece, sono
stati confermati i voti di dissenso dal gruppo, e dunque favorevoli al ddl, di
Emanuela Baio e Cluadio Gustavino. Non ha partecipato al voto il senatore Luigi
Lusi.Il comma 1 dell'art. 4 ("Forma e durata della Dichiarazione
anticipata di trattamento"), nella versione originale del [4] ddl Calabrò,
recita: "Le Dat non sono obbligatorie ma sono vincolanti, fatte salve le
previsioni dell'articolo 7, sono redatte in forma scritta con atto avente data
certa e firma del soggetto interessato maggiorenne, in piena capacità di
intendere e di volere dopo uan compiuta e puntuale informazione medico-clinica,
e sono raccolte esclusivamente dal medico di medicina generale che le
sottoscrive". L'emendamento Fosson sopprime le parole "ma sono
vincolanti, fatte salve le previsioni dell'articolo 73 (l'articolo 7 riguarda
il ruolo del medico, ndr). Con l'approvazione dell'emendamento Fosson, dunque,
le dichiarazioni anticipate di trattamento del soggetto non hanno effetto
vincolante. Prima della votazione, il senatore del Pd Ignazio Marino ha
sottolineato come le dat "non vincolanti" siano a questo punto del
tutto prive di senso. Il Senato ha approvato poi l'articolo 6 del [5] ddl sul
testamento biologico che riguarda la figura del fiduciario. Nella versione
approvata, la figura del fiduciario viene inserita all'interno di limiti
precisi: dal testo di legge scompaiono, infatti, i riferimenti al ruolo del
fiduciario nel promuovere e far rispettare le Dichiarazioni anticipate di
trattamento da parte del soggetto. Con un emendamento, infatti, si elimina dal
comma 2 il concetto che il fiduciario, agendo nell'esclusivo interesse del
paziente, si impegna ad agire secondo le intenzioni esplicitate dal soggetto
nelle Dat, "per farle conoscere e farne realizzare le volontà".
Quest'ultima frase viene eliminata. Un altro emendamento sopprime invece il
comma 3 dell'articolo 6 che recita: "Il fiduciario non può in alcun modo
modificare la dichiarazione anticipata di trattamento e, in stretta
collaborazione con il medico curante, si impegna a garantire che si tenga conto
delle indicazioni sottoscritte dalla persona nella dichiarazione anticipata di
trattamento". Duro il commento del senatore Francesco Pardi dell'Idv:
"Il ruolo del fiduciario è stato svilito e ridotto a poco. Assistiamo ad
un annichilimento del senso stesso della legge". Le dichiarazioni
anticipate di trattamento avranno, poi, validità per un periodo di tre anni e
non più di cinque anni. È quanto prevede un emendamento al ddl sul testamento
biologico a prima firma della senatrice Bianconi (Pdl), approvato sempre in
Senato. Nella versione iniziale del ddl Calabrò, infatti, si prevedeva (art.4
comma 3) che la dat avrebbe avuto "validità per cinque anni, termine oltre
il quale perde ogni efficacia". L'emendamento approvato riduce invece tale
periodo di validità da cinque a tre anni. L'articolo 5 del ddl sul testamento
biologico prevede, inoltre, che le Regioni dovranno assicurare assistenza
domiciliare per i soggetti in stato vegetativo persistente. L'articolo, secondo
una riformulazione proposta dal relatore del ddl Raffaele Calabrò, è stato
approvato dall'Aula e recita: "Il ministro del lavoro, della salute e
delle politiche sociali di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti
tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, adotta
le linee guida cui le regioni si conformano nell'assicurare l'assistenza
domiciliare per i soggetti in stato vegetativo permanente". Tutte
modifiche che hanno scatenato una bagarre in Aula con le proteste
dell'opposizione che ha accusato la maggioranza di aver "svuotato la
legge" che ruota proprio sul concetto del testamento da parte del malato
che vuole evitare l'accanimento terapeutico. "Eravamo qui" ha
protestato Anna Finocchiaro "per scrivere un testo sulle dichiarazioni
anticipate di trattamento, ma con questi emendamenti mi chiedo di cosa stiamo discutendo,
visto che le dichiarazioni non conteranno assolutamente nulla. C'è un limite
oltre il quale la finzione non si regge più". Ha controbattuto il relatore
Raffaele Calabrò che ha spiegato come l'intenzione è quella di "tener
conto delle valutazioni del medico" visto che ci possono essere progressi
della medicina che vano presi in considerazione e ha definito il testamento
biologico "non rigido" e sottoposto alla valutazione del medico. I
senatori dell'Italia dei Valori hanno inscenato una breve protesta nella sala lettura
di Palazzo Madama e hanno ribadito l'intenzione di raccogliere le firme per un
referendum abrogativo. Anche il Pd promette battaglia. "C'è ancora
dibattito alla Camera. C'è, mi auguro, dibattito che si accende nel paese"
dice la Finocchiaro. "E alla fine, con la scelta fatta stamattina sul
carattere non vincolante delle dichiarazioni anticipate di trattamento, abbiamo
un palese contrasto con la Costituzione. Ciò che volevano
evitare che la materia tornasse nei tribunali e davanti alla Corte costituzionale, l'hanno ottenuto con la loro rigidità". A Gasparri, che
accusa la sinistra di avere "un atteggiamento sbagliato pensando di
trasformare questo provvedimento nell'anticamera dell'eutanasia", la
Finocchiaro replica con parole dure: "È una polemica politica strumentale
e volgare. L'eutanasia non c'entra, stiamo parlando del diritto di
ciascuno di scegliere se morire naturalmente o di essere mantenuto in vita
artificialmente il più a lungo possibile". Discutine sul FORUM: [6]
"Biotestamento non vincolante per il medico: secondo me è buon senso"
( da "Repubblica.it"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA - Professore
Umberto Veronesi, la sua assenza al Senato nel giorno cruciale sul testamento
non è passata inosservata. "Un'assenza voluta, non casuale. Non ho voluto
assistere impotente alla celebrazione di una legge che è antidemocratica, perché
limita la libertà dei cittadini, antistorica, perché tutto il resto del mondo
civile va in direzione opposta, infine incostituzionale,
perché calpesta il diritto di decidere della propria vita. Hanno approvato una
legge contro il testamento biologico". Eppure fino a qualche giorno fa lei
era in aula, è intervenuto, si è infervorato. "Sì, ma mi sono reso conto
di essere vox clamans nel deserto. Sono un po' deluso, ero entrato in
Parlamento con la speranza di dare il mio contributo anche in forza dell'esperienza
di una vita, trascorsa al fianco di chi soffre e muore. Quando mi dicono
"che ci rimani a fare al Senato", qualche dubbio in effetti mi viene.
Ma resto fiducioso e conto di dare ancora qualche apporto. Anche se
l'impressione che ho avuto, nei tre giorni di sofferenza che mi sono imposto in
aula, è stata che la legge fosse completamente blindata". In effetti, non
siete riusciti a far passare alcun emendamento. "Ci misuriamo con quella
che Cavour, 150 anni fa, chiamava una dittatura parlamentare. Se la maggioranza
si blinda e non accetta alcuno degli emendamenti della minoranza, allora il
Parlamento perde gran parte della sua funzione". La soddisfa la linea
tenuta dal suo gruppo, il Pd, in tutta questa partita? In ultimo due senatori
hanno votato a favore. OAS_RICH('Middle'); "Non sono iscritto ad alcun
partito, la mia libertà di pensiero mi impedisce di esserlo. E non mi iscriverò
al Pd. Ho accettato di aderire al gruppo perché sono nato e cresciuto e morirò
di sinistra, dalla parte dei poveri, degli ultimi. Resto al gruppo, almeno per
adesso". Detto questo, i cattolici che si sono distinti dal resto del Pd?
"Hanno seguito le proprie inclinazioni. È giusto che in Parlamento si
possa discutere, non mi scandalizza il dibattito interno al Pd. Piuttosto la
chiusura della maggioranza". Da laico lamenta invece l'ingerenza della
Chiesa. "Da uomo di scienza, piuttosto. Il termine bioetica era nato
perché, come sosteneva il suo inventore, Von Potter, l'etica medica deve
ispirarsi alla natura e deve trattenersi dall'invadere e abbattere i limiti
naturali della vita. Era un presupposto accettato anche dalla Chiesa, che oggi
invece smentisce se stessa plaudendo a una legge che va contro la morte
naturale". E adesso? Referendum? "Intanto, penso
che il presidente della Repubblica avrà qualche dubbio sulla costituzionalità
della norma. L'autodeterminazione è alla base della Costituzione. Ma penso che
anche la Corte costituzionale avrà dei rilievi. Certo, il referendum resta l'ultima spiaggia.
A me sembra più utile e pratico seguire un'altra via, nell'immediato".
Quale? "Lancio un vero appello agli italiani. Scrivete il vostro
testamento biologico prima che questa legge che lo vanifica entri in vigore.
Depositatelo dal medico o da un avvocato o da un notaio, nominando un fiduciario.
All'occorrenza, un buon magistrato potrà farlo valere. E i medici, com'è loro
dovere deontologico, potrebbero decidere di dar seguito alla volontà del
paziente. Io l'ho fatto. Avrà un senso se lo faremo in tanti". (27 marzo
2009
( da "Quotidiano.net"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Senato dice sì.
Ora il testo passerà alla Camera. Esplode la protesta del Partito Democratico e
del popolo del web. Papà Englaro: è una barbarie
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medico D'Alema: "Legge aberrante e incivile" Il Senato dice sì. Ora
il testo passerà alla Camera. Esplode la protesta del Partito Democratico e del
popolo del web. Papà Englaro: è una barbarie Roma, 27 marzo 2009 - Il giorno
dopo la votazione della legge sul fine vita, non si placa la polemica politica.
A dar fuoco alla miccia è Massimo D'Alema, che su Rainews
24 liquida il ddl sul testamento come “una pessima legge, che ci
allontana dal mondo civile. Una legge per cui la nutrizione forzata, pur
richiedendo un intervento chirurgico, non e un trattamento sanitario, ma un diritto e quindi un
obbligo”. Una legge, continua D'Alema, che “stabilisce il seguente principio:
se io sono vigile posso dire di no, perche nessuna legge mi
puo obbligare. Se io mi addormento, il mio corpo non e piu
mio o dei miei familiari,
ma diventa dello Stato, ed e soggetto ai vincoli della legge.
Questo e aberrante”. L'OK DEL SENATO La legge sul testamento biologico
ottiene il primo via libera dal Senato.Dopo una discussione a tappe forzate,
l'Aula ha approvato - con 150 voti favorevoli, 123 contrari e 3 astensioni - il disegno di
legge che ora passa alla Camera. Un breve testo di nove articoli che, nato
sulla scia del caso di Eluana Englaro, ha diviso il paese e interrogato
trasversalmente le coscienze anche nel Parlamento. Alla fine, però,
circoscritte le riserve nel Pdl, arginati i dissidenti di matrice 'teodem' nel
Partito democratico, il Parlamento si è spaccato secondo linee partitiche
corroborate da un acceso dibattito in aula. Il testo di legge tutela la vita
umana “anche nellipotesi in cui la persona non sia più in
grado di intendere e di volere”. Non prevede che alimentazione e idratazione
artificiali possono mai essere sospese. E delinea un 'testamento biologico'
(dichiarazione anticipata di trattamento) che si applica ai soli casi di pazienti in stato
vegetativo. Non ha, comunque, valore vincolante per il medico. Un punto questo
fortemente criticato da Pd, radicali e Italia dei valori. "Mi chiedo di
cosa stiamo continuando a discutere in questa aula", afferma Anna Finocchiaro.
"Cè un limite oltre il quale la finzione non si regge". Per
Giuseppe Astore (Idv) "è un modo per imbrogliare il popolo italiano. Ma
come si fa a dire che uno in vita può rifiutare delle cose, poi, quando è senza
coscienza, viene il medico, e non può più rifiutarle?". Ignazio Marino (Pd) rincara la
dose: "Così comè - spiega - tutto il lavoro fatto si
concretizzerà in una legge che si applica alle sole persone che si trovano in
stato vegetativo persistente. In Italia è lo 0,005% della popolazione. Inoltre, le dichiarazioni anticipate
di trattamento che alcuni di loro avranno lasciato con questa legge potranno
essere disattese". La maggioranza ha incassato le critiche, ma ha tenuto
bene, forte di numeri che non hanno vacillato neppure nei voti segreti. Le
parole del cardinal Bagnasco (“niente lungaggini o tentennamenti”) sono ancora
nellaria e, per il Popolo della libertà, è ormai alle porte un
congresso fondativo che sembra ripercuotersi anche nella compattezza del voto
sul testamento biologico. “Il Senato ha scelto per la vita, contro il partito della morte e delleutanasia”,
commenta Maurizio Gasparri a conclusione del voto. Che poi dedica a Eluana
Englaro. “Avremmo voluto fare prima una legge che impedisse eventi drammatici.
Dedichiamo il voto di oggi
a chi non cè più. A chi ogni giorno assiste chi soffre, alle suore di Lecco
in particolare”. Sui banchi opposti, anche il Pd, a suo modo, festeggia. Il
voto, spiega una "fiera" Finocchiaro, è "il frutto migliore di
questo lungo e faticoso lavoro sul quale in tanti hanno ironizzato, sbagliando, è stato il
voto compatto di stasera". Quanto al Pdl, ci sono state "molte
deviazioni dalle indicazioni di voto, ma il punto non è questo, perché è
fisiologico. Su questi temi anche in una famiglia ci si divide". Alla fine
il Pd esce dal voto sul testamento biologico in modo tuttosommato compatto.
Dopo le divisioni delle scorse settimane su questo tema, le ultime scelte della
maggioranza sul ddl Calabrò hanno aiutato i democratici a ritrovare una
posizione quasi unanime e sono stati tre, in tutto, i senatori del Pd che hanno
votato in modo difforme dal gruppo: Emanuela Baio Dossi e Claudio Gustavino,
che hanno votato sì al provvedimento, mentre il resto
del gruppo ha detto no, e il rutelliano Luigi Lusi, che non ha partecipato al voto. Sul fronte
Pdl, invece, sono in quattro a votare no al ddl,
sostenuto invece dal resto del gruppo, e altri tre si sono astenuti, mentre la
senatrice Laura Bianconi ha annunciato che non avrebbe partecipato al voto. I
contrari sono stati
Marcello Pera, Antonio Paravia, Maurizio Saia, Giuseppe Saro, mentre si sono
astenuti Barbara Contini, Riccardo Conti e Lucio Malan. IL POPOLO DEL WEB La
maggioranza degli utenti italiani di internet si schiera contro il ddl sul
testamento biologico e, in particolare, critica lemendamento
approvato oggi che limita la Dichiarazione anticipata di trattamentò
(DAT), che non sarebbe più vincolante. Da Facebook ai blog, passando per i
tantissimi commenti rilasciati a caldo sui siti dei quotidiani, sono tante le persone che hanno espresso
il loro dissenso sul provvedimento relativo al fine vita'. Ad
esempio, per Emanuela, Marco e Bruna, iscritti al gruppo del social network
denominato Il testamento biologico: sì, grazie!, "lunica
strada rimane quella del
referendum». Altri sperano "che la Corte Costituzionale respinga questo
testo". Altri ancora chiedono "una legge che non venga approvata
dalla Cei". E qualcuno invita tutti "a scappare allestero
per vivere in un Paese più libero e democratico". Per Sergio, poi, "la legge era già
pessima nella prima formulazione perchè impediva di scegliere liberamente sullinterruzione
di idratazione e alimentazione artificiale in caso di malattia invalidante, ma
con questo emendamento si annulla totalmente la volontà dellindividuo".
Sul web ovviamente non mancano anche le voci a favore del ddl. Per Giovanni, ad
esempio, "non esiste, non può esistere e non deve esistere un diritto a
morire. Non si deve più ripetere un barbaro omicidio come quello di cui è stata
vittima Eluana
Englaro". Anche per altri, infine, si tratta di una buona legge, "di
un decreto che non obbliga alla morte". Giusto che le volontà del paziente
non siano vincolanti? - Giusto negare la possibilità di staccare il
sondino?SCHEDA Il testo approvato dal senato - GRAFICO Cosa prevede la legge -
SONDINO Bocciato l'emendamento Finocchiaro - ORDINE Aperto un procedimento per
De MonteFOTOSTORY Il calvario di Eluana Commenti Invia commento Segnala ad un
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vincolanti?Chi sarà il leader della Juve del futuro?Ti è mai capitato di fare
sesso in ufficio?Testamento biologico, giusto vietare la scelta di staccare il
sondino per alimentazione e idratazione?Lippi non ha convocato Cassano, sei
d'accordo?Guinzaglio e museruola per i cani, sei d'accordo?Fabrizio Corona
sapeva in anticipo che sarebbe stato eliminato dalla Fattoria?Bologna,
preferisci Mihajlovic o Arrigoni?Aids, la polemica sul preservativo: chi ha
ragione?Giancarlo Camolese riuscirà a salvare il Torino?Crisi economica, giusto
che i dirigenti si auto-riducano lo stipendio per aiutare le aziende?Dopo
Indian Wells: Secondo voi, cosa ci aspetta?Ibrahimovic resterà all'Inter?Crisi
economica: quale piano voteresti?An si scioglie per entrare nel Pdl. Qual è
l'alleato di Berlusconi che conta di più: Bossi o Fini? La foto del giorno Tir
Uno splendido esemplare di veicolo commerciale! Ci auguriamo che il
proprietario abbia assicurato bene il bisonte della strada "vestito"
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( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
(ASCA) - Roma, 27
mar - ''Non ho voluto assistere a quel voto''. E' con queste parole che il
senatore e celebre oncologo Umberto Veronesi spiega a La Repubblica la sua
protesta e il suo profondo, convinto dissenso con il ddl sul testamento
biologico approvato ieri dal Senato. Spiega di ''non aver voluto assistere
impotente alla celebrazione di una legge antidemocratica, antistorica e anticostituzionale, perche' calpesta il diritto di decidere
della propria vita'' sancito dalla Costituzione. Veronesi si dice ''deluso''.
''Ero entrato in Parlamento - spiega - convinto di poter dare il mio contributo
anche in forza dell'esperienza di una vita trascorsa accanto a chi soffre e
muore. Quando mi chiedono che rimango a fare al Senato, effettivamente, qualche
dubbio mi viene. Ma conto di poter dare ancora qualche apporto''. Sul voto al
ddl Calabro' Veronesi chiosa: ''Ci misuriamo con quella che Cavour 150 anni fa
chiamava dittatura parlamentare''. Insomma il voto era totalmente ''blindato'',
con una totale ''chiusura della maggioranza''. Ma nonostante tutto Veronesi
restera' al gruppo Pd. Pur non essendo, spiega, ''iscritto ad alcun partito
perhce' la mia liberta' di pensiero mi impedisce di esserlo'', il senatore
restera' nel Pd, ''almeno per adesso''. Per quanto riguarda il futuro della
legge sul testamento biologico, conclude Veronesi, ''penso che il presidente
della Repubblica avra' qualche dubbio sulla
costituzionalita' della norma'' visto che ''li''autodeterminazione e' alla base
della Costituzione''. Per questo anche la Corte costituzionale
potra' avere dei rilievi da fare. Veronesi conclude quindi con un ''appello
agli italiani: scrivete il vostro testamento biologico e depositatelo prima che
questa legge lo vanifichi. All'occorrenza un buon magistrato potra'
farlo valere''.
( da "Nuova Ferrara, La"
del 27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Provincia
Pavese, La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle
Alpi)
Argomenti: Giustizia
«è solo un manifesto
ideologico» Deluso il senatore Marino: si va contro l'interesse dei pazienti
L'INTERVISTA Alle famiglie nessun aiuto NICOLA CORDA ROMA. Il senatore Ignazio
Marino è deluso. Stavolta forse più come parlamentare che come medico e
chirurgo di fama. Ha speso tante energie per una legge sul testamento biologico
che guardasse prima di tutto ai pazienti. E invece? «Questo testo servirà se va
bene alle tremila persone che sono in stato vegetativo permanente, ovvero lo
0,005 per cento della popolazione italiana. Queste avrebbero bisogno di ben più
attenzioni, magari con le cure che gli vengono negate perché le strutture sono
insufficienti o mal distribuite sul territorio». Ma che legge è quella
approvata? «E' una "non legge", con zero euro di aiuti concreti alle
famiglie che hanno necessità. Il grande rammarico è proprio questo: si è
trasformato il lavoro di quattro legislature in un manifesto ideologico. Io ho
una idea diversa delle leggi. Dovrebbero guardare a tutti i cittadini,
dovrebbero includere. I nostri padri costituenti come Aldo Moro, scrissero un
articolo come il 32, straordinario nella sua efficacia: ogni individuo ha
diritto alla salute ma nessuno può essere sottoposto ad un trattamento
sanitario senza il suo esplicito consenso. Da chirurgo ho avuto la possibilità
di partecipare, anche da protagonista, a molti dei progressi scientifici della
medicina, ma questi sono nella disponibilità del paziente e non un obbligo».
Invece qui il medico ha l'ultima parola... «Questa norma della dichiarazione
anticipata non vincolante per il medico è l'ultimo paradosso. La commissione
Giustizia all'unanimità, dando il parere al testo base, aveva esplicitamente
deliberato che se non fosse stata inserita la parola "vincolante" nel
testamento biologico, quel documento sarebbe stato privo di valore giuridico».
Ma non si era detto che si voleva evitare proprio questo all'indomani del caso
Englaro? «Io l'ho denunciato in aula e come me lo hanno detto numerosi
magistrati. Non è solo un problema giuridico ma anche di buonsenso, credo della
maggior parte degli italiani. Se dico alla mia famiglia che non voglio avere
prolungata la mia agonia con tubi infilati nell'addome e invece il medico dice
che la legge impone il contrario e che mi devono portare in sala operatoria, è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire
tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la
struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta
si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte
Costituzionale».
( da "Arena.it, L'"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Biotestamento, primo
sì Ma non sarà vincolante FINE VITA. Il ddl Calabrò approvato in Senato tra le
polemiche. Sit-in di protesta dei radicali in piazza, la
Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale
Passa l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di tenere conto del volere del
malato Il Pd: «Così è carta straccia» 27/03/2009 rss e-mail print
Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al Senato il disegno
di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a favore, 123
contrari e 3 astenuti. E passa con un emendamento-colpo di scena targato Udc (a
prima firma Antonio Fosson) che di fatto fa sparire l'obbligatorietà della
Dichiarazione anticipata di trattamento. Dopo venticinque ore di sedute e una
maratona lunga tre giorni, la tensione è esplosa in aula lasciando dietro di sé
uno scenario devastato, che mette a rischio il dialogo tra maggioranza e Pd.
VIA I VINCOLI AI MEDICI. La bagarre è divampata proprio a causa
dell'emendamento al primo comma dell'articolo 4 che ha cancellato il vincolo
per i medici alle Dat dei malati. Se il Pdl si è giustificato spiegando di aver
voluto lasciare un margine al medico, l'opposizione è insorta, mentre a Piazza
Navona andava in scena il sit-in dei radicali. Il Pd si è ricompattato nel «no»
al testo e gli unici voti di dissenso, favorevoli al ddl, sono stati quelli dei
teodem Emanuela Baio e Claudio Gustavino. «Eravamo qui», ha protestato la capogruppo
Pd Anna Finocchiaro, annunciando il ricorso alla Corte costituzionale,
«per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con
questo emendamento, mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le Dat non
conteranno assolutamente nulla». La Finocchiaro ha parlato di «legge imbroglio»
accusando la maggioranza di «paura e sordità», mentre il senatore del Pd,
Ignazio Marino, ha sottolineato che con le Dat non più vincolanti, le stesse
dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso». «La legge sul testamento
biologico è ufficialmente carta straccia» ha aggiunto. VERSO L'EUTANASIA. Già
in mattinata era avvenuto uno scontro tra la Finocchiaro e il presidente dei
senatori del Pdl Maurizio Gasparri che aveva accusato il Pd di voler trasformare
il testo «nell'anticamera dell'eutanasia». «È una polemica strumentale, volgare
e ignobile», aveva ribattuto la Finocchiaro, mentre Franco Marini riuniva i
suoi invitando anche i senatori cattolici a non votare un testo definito «una
schifezza», perché peggiorato rispetto a come era arrivato in aula. Anche i
senatori dell'Italia dei Valori hanno inscenato una breve protesta in sala
lettura di Palazzo Madama, e hanno confermato l'intenzione di raccogliere le
firme per un referendum abrogativo. TESTIMONI DI GEOVA. Il dibattito si è
riacceso poi anche sul comma 6 dell'articolo 4 che, secondo il Pd e i radicali,
obbligherà i testimoni di Geova a ricevere trasfusioni di sangue contro la loro
volontà: il comma prevede tra l'altro che «in condizioni di urgenza o quando il
soggetto versa in pericolo di vita immediato, la Dat non si applica». L'aula di
Palazzo Madama ha poi varato gli altri cinque articoli: il 5, che prevede che
le Regioni assicurino assistenza domiciliare ai soggetti in stato vegetativo persistente,
il 6 che prevede nella Dat la possibilità di nominare un fiduciario che potrà
interagire con il medico nell'interesse del paziente. Via libera infine agli
ultimi tre articoli: il 7 che regola il ruolo del medico, l'8 che disciplina
l'autorizzazione giudiziaria e, infine, le disposizioni finali che - tra le
altre cose - contemplano l'istituzione di un Registro delle Dat, nell'ambito di
un un archivio unico nazionale informatico di cui sarà titolare il ministero
del Lavoro, della salute e delle politiche sociali.
( da "Denaro, Il" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Salerno dibattito
Riflettori sulla crisi della giustizia Associazione avvocati d'impresa,
convegno alla Camera di commercio "Crisi della Giustizia, riflessi sul
sistema economico. Tra riforme possibili e innovazione tecnologica" è il
tema del convegno in programma oggi pomeriggio alle 15.30 nel Salone di rappresentanza
della Camera di Commercio. Il dibattito è organizzato dall'Associazione
Nazionale Avvocati d'Impresa e dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di
Salerno con il Patrocinio della Camera di Commercio di Salerno. Il processo
civile e i tempi lunghi dei procedimenti, che minano la certezza del diritto e
che finiscono per danneggiare l'economia e le imprese e il processo civile
telematico, che accelera invece tempi del procedimento senza mettere in
discussione il pieno diritto alla difesa e alla rappresentanza di tutte le
parti in giudizio. Sono i temi principali del convegno "Crisi della
giustizia e riflessi sul sistema economico", in programma oggi pomeriggio
a Salerno, nel salone di rappresentanza della Camera di Commercio, ente patrocinante
dell'incontro promosso dall'Associazione avvocati d'impresa, presieduta da
Rosario Manzo e dal locale Ordine forense, guidato da Americo Montera. Il
confronto vedrà impegnati rappresentanti della magistratura, dell'avvocatura e
del mondo dell'impresa. L'incontro, trasmesso in diretta da Denaro Tv (Sky 878)
e in live streaming su denaro.it e moderato dal direttore del Denaro Alfonso
Ruffo, vede la partecipazione di Romano Vaccarella, già
giudice della corte Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile,
di Luigi Capaldo, responsabile del settore Giustizia dell'Abi, del consigliere
di Corte di Cassazione Giacomo Travaglino, di Dino Crivellari, amministratore
delegato di Unicredit Management Bank e di Stefano Aprile, Direttore Generale
sistemi infomativi automatizzati del Ministero di Giustizia. Tra i temi
del confronto troverà spazio l'ipotesi di riforma del rito civile che, per
quanto riguarda le restrizioni alla possibilità di ricorrere in Cassazione, sta
ricevendo numerose critiche dall'avvocatura. Gical del 27-03-2009 num.
( da "Giornale di Vicenza.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
FINE VITA. Il ddl
Calabrò approvato in Senato tra le polemiche. Sit-in di protesta dei radicali
in piazza, la Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale Passa l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di tenere conto del
volere del malato Il Pd: «Così è carta straccia» 27/03/2009 rss e-mail print
Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al Senato il disegno
di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a favore, 123
contrari e 3 astenuti. E passa con un emendamento-colpo di scena targato Udc (a
prima firma Antonio Fosson) che di fatto fa sparire l'obbligatorietà della
Dichiarazione anticipata di trattamento. Dopo venticinque ore di sedute e una
maratona lunga tre giorni, la tensione è esplosa in aula lasciando dietro di sé
uno scenario devastato, che mette a rischio il dialogo tra maggioranza e Pd.
VIA I VINCOLI AI MEDICI. La bagarre è divampata proprio a causa
dell'emendamento al primo comma dell'articolo 4 che ha cancellato il vincolo
per i medici alle Dat dei malati. Se il Pdl si è giustificato spiegando di aver
voluto lasciare un margine al medico, l'opposizione è insorta, mentre a Piazza
Navona andava in scena il sit-in dei radicali. Il Pd si è ricompattato nel «no»
al testo e gli unici voti di dissenso, favorevoli al ddl, sono stati quelli dei
teodem Emanuela Baio e Claudio Gustavino. «Eravamo qui», ha protestato la
capogruppo Pd Anna Finocchiaro, annunciando il ricorso alla Corte costituzionale, «per scrivere un testo sulle dichiarazioni
anticipate di trattamento, ma con questo emendamento, mi chiedo di cosa stiamo
discutendo, visto che le Dat non conteranno assolutamente nulla». La
Finocchiaro ha parlato di «legge imbroglio» accusando la maggioranza di «paura
e sordità», mentre il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha sottolineato che con
le Dat non più vincolanti, le stesse dichiarazioni «sono ormai del tutto prive
di senso». «La legge sul testamento biologico è ufficialmente carta straccia»
ha aggiunto. VERSO L'EUTANASIA. Già in mattinata era avvenuto uno scontro tra
la Finocchiaro e il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri che aveva
accusato il Pd di voler trasformare il testo «nell'anticamera dell'eutanasia».
«È una polemica strumentale, volgare e ignobile», aveva ribattuto la
Finocchiaro, mentre Franco Marini riuniva i suoi invitando anche i senatori
cattolici a non votare un testo definito «una schifezza», perché peggiorato
rispetto a come era arrivato in aula. Anche i senatori dell'Italia dei Valori
hanno inscenato una breve protesta in sala lettura di Palazzo Madama, e hanno
confermato l'intenzione di raccogliere le firme per un referendum abrogativo.
TESTIMONI DI GEOVA. Il dibattito si è riacceso poi anche sul comma 6
dell'articolo 4 che, secondo il Pd e i radicali, obbligherà i testimoni di
Geova a ricevere trasfusioni di sangue contro la loro volontà: il comma prevede
tra l'altro che «in condizioni di urgenza o quando il soggetto versa in
pericolo di vita immediato, la Dat non si applica». L'aula di Palazzo Madama ha
poi varato gli altri cinque articoli: il 5, che prevede che le Regioni
assicurino assistenza domiciliare ai soggetti in stato vegetativo persistente,
il 6 che prevede nella Dat la possibilità di nominare un fiduciario che potrà
interagire con il medico nell'interesse del paziente. Via libera infine agli
ultimi tre articoli: il 7 che regola il ruolo del medico, l'8 che disciplina
l'autorizzazione giudiziaria e, infine, le disposizioni finali che - tra le
altre cose - contemplano l'istituzione di un Registro delle Dat, nell'ambito di
un un archivio unico nazionale informatico di cui sarà titolare il ministero
del Lavoro, della salute e delle politiche sociali.
( da "Avvenire" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA 27-03-2009
Casavola: sulla frase del Papa incomprensioni di fondo MILANO. Sulle polemiche
sorte sulla frase del Papa riguardo ai preservativi «sono stati impiegati
moduli comunicativi non soltanto impropri ma pericolosi». Riflette in questi
termini su «Il Mattino» il presidente emerito della Corte costituzionale Francesco Paolo Casavola. Dopo aver ricordato il nesso tra
«sessualità regolata e civiltà umana», fondato sull'istituzione familiare, e
che l'emergere di patologie gravi come l'Aids è «collegata a un esercizio della
sessualità fuori della istituzione che la regola», Casavola si chiede se ciò
sia risolvibile con «un rimedio bio-medico? O non piuttosto questo è un
cambiar discorso volendo ignorare la profonda realtà etica della questione, che
è quella educativa di finalizzare la sessualità alla costruzione della società,
non alla sua dissoluzione e con essa alla distruzione della vita?». A questo
voleva alludere Benedetto XVI quando ha giudicato il preservativo un
aggravamento del problema. «Che sia la Chiesa a proporre un'etica delle virtù e
non gli Stati né la scienza è nell'ordine delle cose conclude Casavola . Ma
proprio vigilando sulla distinzione dei loro compiti se ne rende possibile
l'alleanza per un sempre rinnovato umanesimo integrale».
( da "Avvenire" del
27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA 27-03-2009
il convegno La lezione di Fanfani a dieci anni dalla morte DA ROMA GIOVANNI
GRASSO D ue giorni fitti di studio e più di trenta relatori: tanti ne servono
per mettere a fuoco la poliedrica figura di Amintore Fanfani, segretario della
Dc, più volte presidente del Consiglio, ministro, presidente del Senato,
presidente dell'Assemblea dell'Onu, uno dei politici che ha più segnato la
storia dell'Italia repubblicana. A dieci anni dalla sua scomparsa, la facoltà
di Economia della Sapienza, dove Fanfani aveva la cattedra di storia economica,
ha voluto ricordare l'uomo politico con un convegno internazionale intitolato:
'Amintore Fanfani, storico dell'economia e statista', che si conclude oggi
pomeriggio. Un unico filo, dunque, nelle intenzioni degli organizzatori del
convegno lega l'attività di studioso e quella di politico di razza. Antonio
Magliuolo dell'università di Firenze, ha infatti messo subito in luce che «fino
al 1946 Fanfani è essenzialmente uno storico dell'economia capitalistica. Dal 1946
è essenzialmente uno statista che tenta di riformare il capitalismo italiano.
Tra le due fasi c'è una stretta relazione». Gli interventi di ieri hanno
scandagliato la formazione culturale di Fanfani, fin dai tempi dell'università
Cattolica, la sua prima adesione al corporativismo e il suo successivo
incontro, nel secondo dopoguerra, con Keynes; la sua aderenza alla dottrina
sociale della Chiesa, alla ricerca di una via nuova, nella convinzione che
liberismo e marxismo non fossero in grado di trovare le risposte ai bisogni dei
singoli e delle società. Da qui il passaggio alla politica: richiestogli, come
ricorda nel suo diario lo stesso Fanfani (che avrebbe preferito continuare a
fare il professore), personalmente da Pio XII, con Montini, Dossetti e La Pira
che facevano il tifo. Ma la sua fu sempre una politica concreta, fatta di
programmi, proposte e soluzioni: «Il fecondo retroterra culturale - ha detto il vicepresidente del Csm Nicola Mancino - portò
Fanfani, nella sua lunga e molteplice azione di governo, a utilizzare la
scienza economica al servizio della soluzione dei problemi della famiglia, dei
giovani, del lavoro». Sono molte, come hanno ricordato i relatori, le riforme
che portano il nome dell'uomo politico toscano. Da ministro del Lavoro
nel IV e V governo De Gasperi, come ha ricordato Angela Maria Bocci Girelli,
varò 140 provvedimenti legislativi «in gran parte destinati a fronteggiare il
problema cruciale di quel periodo: la disoccupazione ». E varò l'ancor oggi
famoso 'Piano Case', estese il diritto all'assistenza sanitaria e alla pensione
a categorie finora escluse. Con lui ministro, segretario della Dc, presidente
del Consiglio parte il Piano Vanoni per gli investimenti nelle aree depresse
del Paese, si rafforza la presenza dello Stato nell'economia, incrementando
l'azione dell'Iri e dell'Eni, si nazionalizza l'energia elettrica, si unifica
la scuola media, si completa la riforma agraria. Piero Craveri ha parlato di
Fanfani segretario della Dc, ripercorrendo le sue cadute e le molte resurrezioni
e mettendo in luce che, diversamente dagli altri leader democristiani, la
visione fanfaniana del partito «era basata sul primato del momento sociale su
quello politico » con la formula del «partito associazione, organizzazione,
cinghia di trasmissione del potere ». Molto spazio nel convegno è stato
dedicato al Fanfani protagonista, insieme ad Aldo Moro, del centrosinistra: «Il
capolavoro politico per entrambi un'esperienza per la quale entreranno nei
libri di storia», sostiene il prof. Piero Barucci che ricorda come l'intera
stagione (1962-1967) «fu un momento di liberazione di energie politiche,
sociali e culturali; di definitiva scelta 'riformista' per gran parte del
socialismo italiano; di importanti nuove misure sociali: nell'insieme un
periodo di buon governo, anche se discusso, di una fase congiunturalmente
avversa». Mancino: seppe utilizzare la scienza economica al servizio delle
famiglie, dei giovani e del lavoro Barucci: a lui e a Moro si deve in
particolare quel capolavoro politico che portò al centrosinistra Amintore
Fanfani
( da "Giornale.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 74 del 2009-03-27
pagina 0 Testamento biologico, il Senato approva il ddl di Redazione Sì al
testo, la legge torna alla Camera. Passa emendamento Udc: il medico non sarà
obbligato a seguire la dichiarazione di volontà. Il Pd: "Così diventa
carta straccia". E l'Idv: "Pronti a chiedere il referendum". Pd
diviso, Gustavino: "Ho votato sì contro l'eutanasia" / Marino:
"Ho votato no, così la legge non serve" Roma - Il Senato approva con
150 voti a favore 123 contrari e 3 astenuti il ddl sul testamento biologico.
Ora passa alla Camera. Le dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat)
diventano non vincolanti ed avranno validità di 3 anni e non più 5. Le
modifiche al testo, che hanno provocato dure reazioni da parte del Pd, sono
state introdotte con due emendamenti a firma del senatore dellUdc-Svi Fosson e del Pdl Bianconi,
approvati dallaula. I democratici e i dipietristi
insorgono: "E' carta straccia". E si preparano a ricorrere al
referendum. Gasparri: "Dedicato a Eluana" "Il Senato ha scelto
per la vita, contro il partito della morte e delleutanasia. Avremmo voluto fare prima
una legge che impedisse eventi drammatici. Dedichiamo il voto di oggi a chi non
cè più. A chi ogni giorno assiste chi soffre, alle suore di Lecco
in particolare. Siamo certi che il dibattito proseguirà con serietà e maturità. Noi abbiamo seguito la nostra
coscienza. Coesi e sereni. Questa legge è un elemento identitario del Pdl che
nasce. è stato un buon giorno per il Senato e per la Repubblica". Così il
presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, commenta il via libera del
Senato al ddl sul testamento biologico. I dissidenti I casi di coscienza, in
qualche caso divenuti casi politici come per la senatrice Dorina Bianchi nel
Pd, si sono contati alla fine sulle dita delle mani. Nel Pdl non ha partecipato
al voto Laura Bianconi, ma hanno votato contro Marcello Pera, Antonio Paravia e
Ferruccio Saro. Lucio Malan ha dato il voto di astensione. Nel Pd, invece, sono
stati confermati i voti di dissenso dal gruppo, e dunque favorevoli al ddl, di
Emanuela Baio e Cluadio Gustavino. Non ha partecipato al voto il senatore Luigi
Lusi. Il Dat non è vincolante Lemendamento è stato approvato con
136 voti favorevoli, 116 contrari ed 1 astenuto. Il comma 1 dellart. 4
("Forma e durata della Dichiarazione anticipata di trattamento"), nella versione originale del ddl
Calabrò, recita: "Le Dat non sono obbligatorie ma sono vincolanti, fatte
salve le previsioni dellarticolo 7, sono redatte in forma scritta
con atto avente data certa e firma del soggetto interessato maggiorenne, in
piena capacità di
intendere e di volere dopo uan compiuta e puntuale informazione medico-clinica,
e sono raccolte esclusivamente dal medico di medicina generale che le
sottoscrive". Lemendamento Fosson sopprime le parole
"ma sono vincolanti, fatte salve le previsioni dellarticolo 7"
(larticolo 7 riguarda il ruolo del medico, ndr). Con lapprovazione
dellemendamento Fosson, dunque, le dichiarazioni anticipate di
trattamento del soggetto non hanno effetto vincolante. Prima della votazione,
il senatore del Pd Ignazio
Marino ha sottolineato come le dat "non vincolanti" siano a questo
punto del tutto prive di senso. Il senatore Casson (Pd) ha inoltre ricordato
come in commissione giustizia si fosse invece registrato un accordo unanime nel
mantenere la versione originale del ddl e, dunque, il principio di
vincolatività delle Dat. I limiti del fiduciario Il Senato ha approvato larticolo
6 del ddl sul testamento biologico che riguarda la figura del fiduciario. Nella
versione approvata, la figura del fiduciario viene inserita allinterno
di limiti precis: dal testo di legge scompaiono, infatti, i riferimenti al
ruolo del fiduciario nel promuovere e far rispettare le Dichiarazioni
anticipate di trattamento da parte del soggetto. Con un emendamento, infatti,
si elimina dal comma 2
il concetto che il fiduciario, agendo nellesclusivo interesse del
paziente, si impegna ad agire secondo le intenzioni esplicitate dal soggetto
nelle Dat, "per farle conoscere e farne realizzare le volontà".
Questultima frase viene eliminata. Un altro emendamento sopprime invece il comma 3 dellarticolo
6 che recita: "Il fiduciario non può in alcun modo modificare la
dichiarazione anticipata di trattamento e, in stretta collaborazione con il
medico curante, si impegna a garantire che si tenga conto delle indicazioni sottoscritte dalla
persona nella dichiarazione anticipata di trattamento". Duro il commento
del senatore Francesco Pardi dellIdv: "Il ruolo del
fiduciario è stato svilito e ridotto a poco. Assistiamo ad un annichilimento
del senso stesso della
legge". Cambia la durata di validità Le dichiarazioni anticipate di
trattamento avranno, poi, validità per un periodo di tre anni e non più di
cinque anni. è quanto prevede un emendamento al ddl sul testamento biologico a
prima firma della senatrice Bianconi (Pdl), approvato oggi dellAula
del Senato. Nella versione iniziale del ddl Calabrò, infatti, si prevedeva
(art.4 comma 3) che la dat avrebbe avuto "validità per cinque anni,
termine oltre il quale perde ogni efficacia". Lemendamento approvato
riduce invece tale
periodo di validità da cinque a tre anni. Assistenza domiciliare agli stati
vegetativi Larticolo 5 del ddl sul testamento biologico prevede, inoltre,
che le Regioni dovranno assicurare assistenza domiciliare per i soggetti in
stato vegetativo
persistente. Larticolo, secondo una riformulazione
proposta dal relatore del ddl Raffaele Calabrò, è stato approvato
dallAula e recita: "Il ministro del lavoro, della salute e delle
politiche sociali di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano, adotta le linee guida cui le regioni
si conformano nellassicurare lassistenza domiciliare
per i soggetti in stato vegetativo permanente". Pd e Idv insorgono
"Cè un limite oltre il quale la finzione non si può reggere, in questa Aula e anche
davanti al Paese - ha commentato la capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro
- mi chiedo di cosa stiamo discutendo in questa Aula". "Se qualcuno
aveva ancora dei dubbi in merito - ha detto Finocchiaro intervenendo in Aula -
ora se li tolga; questo testo andrà al giudice e alla Corte
Costituzionale". Sulla stessa linea anche i senatori dellItalia
dei Valori che hanno inscenato una breve protesta nella sala lettura di Palazzo
Madama . Il capogruppo
Felice Belisario con i colleghi Stefano Pedica e Giuliana Carlino, si presenta
davanti alle telecamere e insieme esibiscono cartelli con le scritte
"Testamento ideologico", "Testamento bio-illogico",
"Referendum". Belisario ha poi spiegato che "laula di Palazzo Madama sta
approvando una bruttissima legge che imbroglia gli italiani. LIdv
proporrà ai cittadini di impugnare subito la legge con un referendum abrogativo
riportando i cittadini al centro delle scelte. Lo Stato viene dopo la volontà
dei cittadini".
Modifiche alla Camera "La legge approvata al Senato purtroppo non ha nulla
a che vedere con il testamento biologico" dice in una nota il presidente
dei Liberal Pd, Enzo Bianco. "La maggioranza lo ha persino peggiorato con
protervia al testo della commissione. Non cè alcuna considerazione
del principio costituzionale dellautodeterminazione,
della facoltà che la Costituzione garantisce a ogni cittadino di scegliere a quale trattamento
sanitario vuole essere sottoposto. Se la Camera dovesse perseverare in questo
grave errore - ha concluso Bianco - non resta che una strada: aspettare le
decisioni della Corte Costituzionale e intanto promuovere un referendum
abrogativo". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Rai News 24"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma | 27 marzo 2009
Cassazione: Il figlio naturale di un lavoratore morto in un incidente ha
diritto al 40% della rendita Inail Incidente sul lavoro Il figlio naturale di
un lavoratore morto in un incidente sul lavoro d'ora innanzi ha diritto non
piu' al 20% ma al 40% della rendita Inail, per l'evidente disparita' con i
figli legittimi, nati da una coppia regolarmente sposata, i quali possono
godere del 'plus' di assistenza che spetta al genitore superstite nella misura
del 50% della rendita. Lo ha stabilito la Corte
Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimita' parziale dell'art.85, primo
comma, numero due, del Testo unico del 1965 relativo alle norme
sull'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie
professionali. La Corte, nella sentenza n. 86 scritta dal giudice Alfio
Finocchiaro, ha accolto solo in parte le questioni di legittimita' sollevate
dal Tribunale di Milano che, in sede civile, era chiamato a decidere su una
controversia tra l'Inail e una donna il cui convivente era morto in un
incidente sul lavoro. La Consulta ha escluso - come invece richiesto dal
Tribunale - che il convivente 'more uxorio' abbia diritto alla stessa rendita
percepita dal coniuge del lavoratore deceduto (vale a dire il 50% della
retribuzione), ma al contempo ha ampliato i diritti dei figli naturali,
altrimenti discriminati rispetto a quelli legittimi.
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 27 mar.
(Apcom) - I Repubblicani sono pronti a sostenere un referendum abrogativo della
legge sul testamento biologico se non sarà radicalemnte modificato il testo
approvato in Senato. "Si tratta di una battaglia di civiltà che l'Italia
non può perdere", dice il segretario del Pri Francesco Nucara. "I
repubblicani - spiega- sono perfettamente d'accordo con il giudizio del
professor Veronesi. Vi sono ragioni mediche e
costituzionali per le quali quel testo di legge è inaccettabile. C'è un rischio
di ritorno all'oscurantismo da parte dello Stato italiano. Se la Camera non
dovesse modificare il testo non resterebbe che confidare nel capo dello Stato e
nella Corte costituzionale".
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Biotestamento/Marino:
Referendum? Prima c'è la Consulta di Apcom Mi auguro ancora la Camera possa
cambiare la legge -->Roma, 27 mar. (Apcom) - "Credo che purtroppo prima
del referendum ci saranno talmente tanti conflitti all'interno degli ospedali,
dove le persone vorranno vedere rispettati i propri diritti, che verranno
calpestati non per colpa dei medici ma per un obbligo della legge dello stato:
ci saranno molti ricorsi al tribunale, e il tribunale si
dovrà rivolgere alla Corte Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola
per dire se la legge è costituzionale o va invalidata." Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di
un'intervista all'Agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico,
rispondendo alla domanda se conferma o meno la volontà di un referendum contro
l'eventuale legge, se così approvata. "Mi auguro che il testo venga
radicalmente modificato alla Camera: è un testo che non corrisponde al
principio della Costituzione, e quindi ci sono tutti i motivi per poterlo
modificare sostanzialmente." Marino così commenta la non vincolatività
delle DAT: "Da un lato il cittadino non vedrà rispettate le sue volontà,
che verranno declassate ad orientamenti, che possono essere disattesi in
qualunque momento. Ma anche il medico non potrà avere quel grande supporto
morale che si ha in quei momenti così difficili di contare su un'indicazione
precisa del proprio paziente. Come medico, dico che il fatto di lasciare la
possibilità di disattendere le indicazioni è uno svantaggio anche per il
medico." Infine, un commento generale sul testo: "Non è una legge sul
testamento biologico, e cioè non è una legge per garantire la libertà di scelta
alle persone anche nel momento in cui perdono la propria coscienza. L'idea era
quella di non far perdere i diritti alle persone che perdono la coscienza,
questa legge invece toglie i diritti e toglie la libertà di scelta."
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Intercettazioni/
Grosso: Limiti eccessivi, si bloccano indagini di Apcom Preoccupa anche
rigidità su notizie di indagini in corso -->Roma, 27 mar. (Apcom) - In
materia di intercettazioni ci sono stati "grossolani abusi contro la
privacy di privati cittadini", dei quali è responsabile la stampa. Ma
nella nuova disciplina proposta dalla maggioranza ci sono due aspetti che
preoccupano: i limiti eccessivi che rischiano di bloccare le indagini e la rigidità
nel vietare qualunque notizia sulle indagini in corso. Lo sostiene il giurista
Carlo Federico Grosso, intervistato a Radiotre. "Io ho la certezza -
spiega a 'Faccia a faccia' l'ex vicepresidente del Csm -
che siano stati compiuti dei grossolani abusi contro la privacy dei privati
cittadini, e questo è responsabilità molto grave della stampa; infatti ritengo
che sia molto buona la parte della legge che pone il divieto di pubblicare
indiscriminatamente le intercettazioni, e soprattutto le intercettazioni di
persone che non c'entrano nulla con le vicende giudiziarie".
"Invece - prosegue Grosso - c'è un duplice lato che mi preoccupa: da un
lato che una limitazione eccessiva delle intercettazioni rischi di bloccare le
indagini, e questo è grave; in secondo luogo, mi colpiva molto la rigidezza
della legge nuova quando prevedeva di vietare qualunque notizia sul contenuto
delle indagini in corso: questo significava che magari per anni nessuno avrebbe
potuto sapere niente, pubblicare niente, su quello che accadeva nei Palazzi di
Giustizia. A questo punto viene meno il controllo".
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Fecondazione/
Roccella: Legge 40 funziona, ora no miglioramenti di Apcom "Testo è buono,
semmai correzioni nelle buone pratiche" -->Roma, 27 mar. (Apcom) -
"La legge 40 sulla Procreazione medica assistita funziona, lo dimostrano i
dati: al contrario di altre è una legge buona, se comparata con tutti gli
interessi in gioco, perchè tiene conto delle ricadute sociali, dei fattori
etici e della salute delle donne". Così il sottosegretario alla Salute
Eugenia Roccella, commendando oggi i dati 2007 dei centri di Pma in Italia.
Grazie a questa legge, ha sottolineato Roccella, "l'Italia ha uno dei più
bassi tassi di sindrome da iperstimolazione ovarica e non c'è la compravendita
degli ovociti". Sull'alta percentuale delle gravidanze
trigemine il sottosegretario ha spiegato che "quei dati confermano che
nella legge non ci sono problemi, semmai ci sono da fare correzioni nelle buone
pratiche". Quanto a futuri miglioramenti della normativa, Roccella ha
concluso: "Aspettiamo la sentenza della Corte Costituzionale, poi vedremo.
Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza".
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Biotestamento/ Il
giurista: Ricorsi anche a Corte diritti uomo di Apcom Se passa legge può essere
impugnata non solo davanti a Consulta -->Roma, 27 mar. (Apcom) - Contro la
legge sul testamento biologico si può ricorrere non solo davanti alla Corte costituzionale, ma anche davanti alla Corte dei diritti
dell'uomo. LO precisa il giurista Carlo Federico Grosso. Intervistato a 'Faccia
a faccia' su Raitre, l'ex vicepresidente del Csm spiega che
una volta approvate in via definitiva le norme sul fine vita possono essere
impugnate "sicuramente alla Corte dei diritti dell'uomo: se dovesse
passare quella legge la difesa dovrebbe essere chiesta prima di tutto alla
nostra Corte Costituzionale e, in seconda istanza o contemporaneamente,
alla Corte dei diritti dell'uomo". Grosso osserva ancora:
"L'obiezione che si faceva nel caso Englaro, dicevano alcuni, è che non
era veramente chiara e provata la manifestazione della volontà di Eluana
Englaro; una volta che uno, oggi, manifestasse chiaramente la sua volontà
secondo i principi riconosciuti dalla Corte di Cassazione, il suo diritto
dovrebbe essere seguito. Quindi oggi il testamento biologico, in questa
prospettiva evidentemente di diritto concretizzato dalla giurisprudenza,
avrebbe efficacia".
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Biotestamento/
Nucara: Pri pronto a referendum di Apcom Ci auguriamo Camera riveda testo
Senato -->Roma, 27 mar. (Apcom) - I Repubblicani sono pronti a sostenere un
referendum abrogativo della legge sul testamento biologico se non sarà
radicalemnte modificato il testo approvato in Senato. "Si tratta di una
battaglia di civiltà che l'Italia non può perdere", dice il segretario del
Pri Francesco Nucara. "I repubblicani - spiega- sono perfettamente
d'accordo con il giudizio del professor Veronesi. Vi sono
ragioni mediche e costituzionali per le quali quel testo di legge è
inaccettabile. C'è un rischio di ritorno all'oscurantismo da parte dello Stato
italiano. Se la Camera non dovesse modificare il testo non resterebbe che
confidare nel capo dello Stato e nella Corte costituzionale".
( da "Corriere Adriatico"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Approvato in Senato
un emendamento presentato dall'Udc Affossato il testamento biologico Non sarà
più vincolante Roma "Carta straccia". L'opposizione, senza mezzi
termini, definisce così la versione del Ddl sulle dichiarazioni anticipate di
trattamento (dat) uscita dall'Aula del Senato. E un vero "bacio della
morte", secondo vari esponenti del Pd, è stato il sì all'emendamento
presentato dall'Udc con il quale alle dat è stato tolto ogni carattere di
vincolatività, mentre resta il divieto alla sospensione dei trattamenti di
nutrizione e idratazione artificiale. Il via libera del Senato al Ddl Calabrò -
con 150 sì, 123 no e 3 astenuti - è segnato insomma da furenti polemiche,
mentre la maggioranza compatta esprime soddisfazione: è una legge che previene
qualunque deriva verso l'eutanasia, affermano dal Pdl. Che le posizioni sui
nodi cruciali del provvedimento fossero molto più che distanti, è stato chiaro
sin dall'inizio della maratona di tre giorni al Senato per approvare il disegno
di legge. Falliti i tentativi di mediazione messi in campo dai due poli, il
testo licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che
delinea paletti e limiti precisi. Le volontà espresse dal soggetto nelle 'dat'
(dichiarazioni anticipate di trattamento), per cominciare, non saranno
vincolanti (mentre il ddl originario prevedeva che fossero non obbligatorie ma,
appunto, vincolanti). Resta immutato (dopo che anche il tentativo di mediazione
da parte dei cattolici del Pd è naufragato in Aula) il dibattuto articolo 3,
quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e idratazione: questi
trattamenti restano, anche nel ddl approvato da palazzo Madama, "sostegno
vitale" e dunque non possono essere oggetto di dat. Limiti anche per il
ruolo del fiduciario. Una versione del Ddl che l'opposizione rigetta
decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure le parole della
presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: è una legge "violenta e
traditrice", un ddl "ridotto a finzione". Le
dat, ha detto, "così non conteranno assolutamente nulla". E poi
l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale.
Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): "E' stata tradita
la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta".
MANUELA CORRERA,
( da "AudioNews.it"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
venerdì 27 marzo
2009 14.54 Politica Il servizio di Emanuela Di Gironimo Biotestamento, è ancora
polemica dopo il si del Senato 12.11: Continua a dividere
il ddl sul testamento biologico dopo il via libera del Senato. Il testo ora
passerà alla Camera. E se la legge dovesse essere approvata, il Pd potrebbe
ricorrere alla Corte Costituzionale, l'Italia dei valori al referendum. Ma i radicali
affermano: "Meglio la disobbedienza civile
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Su iniziativa
dell'Associazione Nazionale Avvocati d'Impresa oggi si svolge a Salerno (ore
15,30 camera di Commercio) il convegno sul tema «Crisi della Giustizia,
riflessi sul sistema economico. Tra riforme possibili e innovazione
tecnologica». All'incontro parteciperanno Romano Vaccarella, già giudice della corte
Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, Stefano Aprile,
direttore generale sistemi informativi e automatizzati del ministero della
Giustizia, Luigi Capaldo, responsabile del settore giustizia dell'Associazione
Banche Italiane, il consigliere di Corte di Cassazione Giacomo Travaglino e
Dino Crivellari, amministratore delegato di Unicredit Management Bank.
Interverranno Luigi Mastrominico, presidente del tribunale Salerno , Augusto
Strianese, presidente Camera di commercio, Antonio Ilardi, vice presidente
Confindustria, Americo Montera, presidente ordine avvocati. Il convegno sarà
moderato da Alfonso Ruffo, direttore de Il denaro (sul web del giornale
economico sarà possibile anche seguire in diretta il convegno salernitano). «Le
tematiche relative al rapporto giustizia-economia non hanno natura sociologica
ma sociale; intendiamo porre l'attenzione degli operatori sulla necessità di
una profonda revisione dell'impianto processuale per dare regole e tempi certi
per i procedimenti civilistici» afferma l'avv. Rosario Manzo, presidente
nazionale dell'Associazione Avvocati di Impresa. Il convegno affronterà anche
il tema del processo civile telematico; una innovazione alla cui realizzazione
il ministero della Giustizia sta lavorando da tempo e di prossima attuazione
(in 14 Tribunali italiani partirà dal prossimo giugno).
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il decreto di
sequestro del fascicolo Why not da parte della procura di Salerno all'origine
dello scontro con la procura generale di Catanzaro, che ne era divenuta
titolare dopo l'avocazione dell'inchiesta al pm Luigi De Magistris, fu un
«legittimo atto investigativo» e nelle sue motivazioni «sono chiaramente
esplicitate le ragioni di quella disposizione». È alla luce di questo assunto,
contenuto nelle motivazioni con cui il tribunale del riesame di Salerno nei
mesi scorsi ha confermato il provvedimento, che l'ex capo della procura campana
Luigi Apicella ha chiesto alla sezione disciplinare del Csm
la revoca o la modifica con una misura meno grave del provvedimento d'urgenza
con il quale nel gennaio scorso è stato sospeso dalle funzioni e dallo
stipendio. Il tribunale del riesame di Salerno che ha avuto «piena e
approfondita conoscenza dei fatti», non avendo i «limiti cognitivi» che sono
propri della sezione disciplinare, ha accertato che il comportamento
dell'ex procuratore è «difforme da quello ipotizzato in sede disciplinare»,
sostiene il suo difensore, il sostituto Pg della Corte d'appello di Roma
Stefano Racheli,nell'istanza presentata per il suo assistito e cha sarà
valutata dal Csm il 6 aprile prossimo; per questo si impone una «rivisitazione»
della decisione di Palazzo dei marescialli. Il «tribunale delle toghe» aveva
sanzionato Apicella, assieme a tutti gli altri protagonisti dello scontro tra
le due procure, accusando lui in particolare di aver abdicato al suo ruolo di
magistrato imparziale per aver adottato un provvedimento abnorme, quello di
sequestro del fascicolo, perchè privo di una motivazione effettiva; in quelle
pagine, secondo il Csm, l'allora procuratore si era limitato a riprodurre in
«maniera pedissequa e senza alcun vaglio critico» il contenuto delle oltre 60
dichiarazioni rese al suo ufficio da De Magistris, senza procedere a una
«compiuta valutazione dei fatti». Una tesi che non è stata condivisa dal
tribunale del riesame di Salerno a cui si erano rivolti i magistrati di
Catanzaro, sollevando le stesse doglianze nei confronti del sequestro. «Dalla
lettura del complesso provvedimento - scrivono i infatti giudici di Salerno -
può rilevarsi come l'inquirente non si sia limitato a recepire le denunce di De
Magistris, ma al contrario abbia sottoposto le stesse a un'intensa attività di
verifica». E sopratutto nelle carte sono «chiaramente esplicitate le ragioni»
del sequestro, che è un «legittimo atto investigativo» finalizzato a
«riscontrare tutte le acquisizioni testimoniali dirette ovvero a colmare le
ultime lacune probatorie» e non è basato su «sospetti e congetture».
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento))
Argomenti: Giustizia
Roma. Ancora il ddl
Calabrò deve cominciare l'iter alla Camera e già Antonio Di Pietro ha
annunciato la raccolta delle firme per il referendum abrogativo. A dire il
vero, i primi a parlarne erano stati i radicali, al loro congresso, e Ignazio
Marino si era detto pronto a sostenerli. La spinta referendaria è forte nel
centrosinistra, favorita dalla percezione di un sostegno dell'opinione pubblica
e anche dall'inedita convergenza dei cattolici Pd nel giudizio critico sulla
legge. Tuttavia, i vertici democrat avvertono i pericoli, anzi la «trappola»
che può scattare ai loro danni. Se nel voto al Senato non si è riprodotto lo
schema della legge 40 (alleanza trasversale tra i cattolici di tutti gli
schieramenti), una competizione referendaria riporterebbe invece la politica
esattamente a quel punto: i cattolici del Pd finirebbero, tutti o quasi, a
militare nel fronte astensionista. Franco Marini ha già avvisato i naviganti:
«Attenti, il referendum è autolesionista». Ieri Beppe Fioroni, che pure si è
battuto fino all'ultimo perché un pezzo di ex popolari marcassero una
differenza «identitaria» in aula, accusava il testo Calabrò di «forzatura ideologica».
Domani in un eventuale referendum, questa stessa accusa sarà rivolta dai
movimenti ecclesiali (già pronti a scendere in campo, secondo quanto annunciato
dal cardinal Bagnasco) contro i promotori. Peraltro, il referendum appare
sempre più come un'arma spuntata, perdente: valida forse per una piccola
minoranza in cerca di proseliti, non certo per un partito di grossa taglia che
non può permettersi battaglie perse in partenza. Ormai è chiaro che
l'astensione è lo strumento di difesa in caso di referendum. E per raggiungere
il quorum di validità, fissato al 50%, ci vogliono più consensi (non meno 3-4
milioni) di quelli necessari a vincere le elezioni politiche. Che il Pd freni
sul referendum ormai è evidente anche dalle parole e dalle prudenze degli ex diessini.
«Non mi pare il caso di parlarne ora» diceva ieri la Finocchiaro. «Bisogna
essere molto cauti» aggiungeva Giorgio Tonini. «Siamo convinti che il ddl
Calabrò sia incostituzionale, dunque dobbiamo
aspettare quantomeno il pronunciamento della Consulta» spiegava Nicola Latorre.
Anche Marino ieri si concentrava sulle contraddizioni della legge, sulla sua
«inapplicabilità». Ma pure le accuse di aver reso inutile le dat e di aver
costruito norme valide solo «per le persone in stato vegetativo» non si concilia
molto con la prospettiva di portare al voto più di 20 milioni di elettori. Enzo
Bianco, capofila dei liberal Pd, ha messo nero su bianco che intende farsi
promotore del referendum. Ma solo «dopo la sentenza della Corte
costituzionale». È anche un invito a Di Pietro e ai radicali a non procedere da
soli. Non è detto, comunque, che gli alleati minori accettino. Potrebbero anzi
forzare proprio per mettere in difficoltà il Pd. Il Pdl alla Camera intanto è
già pronto ad alcune modifiche: ad esempio, sarà riproposto l'emendamento che
estende la valenza delle dat anche ai casi di coma irreversibile (non
solo agli stati vegetativi). La blindatura delle parti essenziali resterà, ma
il Pdl proverà a smontare qualche critica. I democrat non possono dare neppure
per scontato la compattezza del proprio fronte: i cattolici, stavolta, sono
stati frenati anche dal fatto che il cattolico Franceschini sia il segretario
pro-tempore del partito. Il referendum è esattamente la leva più sicura che può
di nuovo contrapporre laici e cattolici. cla. sa.
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento)) (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (Circondario Nord))
(Mattino, Il (Salerno)) (Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il
(Circondario Sud1))
Argomenti: Giustizia
LEANDRO DEL GAUDIO È
la prima mossa del procuratore Giovandomenico Lepore dai tempi dello stralcio
che ha riguardato gli ex commissari Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. Il
procuratore ha infatti indirizzato un avviso di conclusione delle indagini a
carico di Giovanni Corona, ex pm della Dda di Napoli da poco più di un anno
fuori ruolo. Un atto che potrebbe rappresentare il possibile (anche se non
scontato) preludio di una richiesta di giudizio a carico dell'ex magistrato di
punta del pool anticamorra. A firmare l'avviso di chiusa inchiesta, anche il pm
Maurizio De Marco, titolare assieme al procuratore Lepore del fascicolo sulla
gestione delle ecoballe in Campania e sulla conduzione del commissariato
antirifiuti nella seconda metà del 2007. Ma di cosa è accusato l'ex pm delle
principali inchieste in materia di clan e omicidi? Al centro delle indagini, in
particolare, un'ipotesi di falso ideologico per l'apporto fornito come
consulente giuridico dell'ex commissario per l'emergenza rifiuti Alessandro
Pansa. Al centro dell'inchiesta, dunque, un atto ricognitivo siglato tra il
commissariato e il gruppo Impregilo: si tratterebbe di un accordo formale che
avrebbe violato l'interdizione imposta a Impregilo nei rapporti con la pubblica
amministrazione. Ma la mossa di Lepore e De Marco va studiata a partire dalle
date e da una premessa: Giovanni Corona entra infatti formalmente
nell'inchiesta denominata «rompiballe» poco più di un mese fa. Il magistrato
non era indagato quando il fascicolo era coordinato dai pm Giuseppe Noviello e
Paolo Sirleo. Non era iscritto nel fascicolo prima dello strappo dello scorso
luglio, quando i due pm decisero di non seguire il procuratore nella scelta di
congelare sette posizioni, tra cui gli ex commissari Catenacci, Bertolaso e
Pansa. L'iscrizione di Corona è dunque successiva alla decisione del Consiglio
giudiziario (primo dicembre 2008) di indirizzare al Csm gli
atti dello scontro in Procura sulla gestione del caso Pansa, ma anche al rinvio
a giudizio di venticinque posizioni, tra cui l'ex amministratore delegato di
Fibe Malvagna (29 gennaio 2009). Un rush finale da leggere alla luce dei
possibili sviluppi futuri: spetta infatti al procuratore e a De Marco,
nei prossimi giorni, decidere se esercitare l'azione penale a carico degli ex
commissari ai rifiuti o avanzare richiesta di archiviazione per tutti.
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La protesta dei
lidensi arriva in Consiglio Regionale: «Come hanno speso i soldi dell'ospedale
al Mare?» Venerdì 27 Marzo 2009, (L.M.) «Vogliamo sapere dove sono andati a
finire i 23 milioni di euro, ricavati dalla vendita dell'ex ospedale al mare,
che dovevano essere destinati a rinforzare i servizi sanitari del distretto».
La protesta del comitato di cittadini per la difesa della sanità pubblica è
arrivata ieri a Palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale del Veneto,
per una conferenza stampa promossa dal gruppo consiliare di Rifondazione
Comunista, guidato dal capo gruppo Pierangelo Pettenò. All'incontro è
intervenuto anche il presidente della quinta commissione regionale sanità, Raffaele
Bazzoni. I cittadini chiedono l'intervento della giunta regionale, cui spetta
l'approvazione di tutta la politica sanitaria regionale, in quanto, secondo il
comitato, la riorganizzazione sanitaria ridisegnata al Lido pochi giorni fa non
rispetterebbe i piani regionali stabiliti nel 2002. All'incontro per il
comitato di cittadini sono intervenuti Salvatore Lihard, per il Movimento
consumatori Luigi Gatto, Mario Novarini e il sindacalista Carlo Sbicego. Deve
ancora essere ultimato il trasloco di tutti i servizi sanitari al monoblocco
(padiglione Rossi) ma è già destinato a sollevare una raffica di polemiche.
Alla fine dell'incontro l'invito di Novarini ai consiglieri regionali è stato
chiaro: «Venire a fare una visita al monoblocco per verificare di persona la
situazione ed in particolare l'ubicazione dei servizi del
Csm (centro di salute mentale)». Dal canto suo Bazzoni ha assicurato che «pur
non avendo la commissione stessa tanto potere decisionale, dalla prossima
settimana partirà un esame di tutte le schede sulla programmazione sanitaria e
quindi verranno poi segnalate alla giunta eventuali incongruenze». «Qui
c'è in gioco la vita della persone - ha ammonito Gatto - a Venezia, oltre ai
residenti, arrivano milioni di turisti all'anno». «La delibera di Padoan - ha
spiegato Pettenò - di fatto ridisegna la sanità al Lido, la chiusura
dell'ospedale al Mare invece avrebbe dovuto portare un potenziamento dei
servizi territoriali». «Abbiamo il sospetto - ha annotato Lihard - che i 23
milioni di euro incassati al Lido siano già stati destinati per tappare altri
buchi di bilancio dell'Ulss 12. Vogliamo sapere come sono stati impiegati.
Chiudere la Radiologia al Lido, togliere un'autoambulanza e il medico
rianimatore, a nostro avviso, sono un abuso di potere».
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Si sputa sulla mano
e poi saluta l'arbitro: tre giornate Protagonista un giocatore del Godega
Juniores. Nella stessa categoria quattro turni da un calciatore della
Sanfiorese Venerdì 27 Marzo 2009, Treviso Offese, insulti e minacce agli
arbitri (da parte di giocatori, dirigenti e pubblico), ma anche chi si è
sputato sulla mano prima di salutare il direttore di gara. Queste le delibere
del giudice sportivo. TERZA CATEGORIA - Tre gare: Giampietro Pregnolato (Milan
Guarda), per scurrili insulti all'arbitro. Due gare: Perinot (Boccadistrada),
A. Pavan (Postioma). Una gara: Piai (Suseganese), Caselli (Campolongo), Stella
(Barbisano), Zaro, Del Giudice, Zorzi (Fontane), Cirtina (Parè), Callegaro,
Pontoni (S. Antonino), Tessaro (Vidor), Villanova (Barbisano), Faraon
(Feletto), Zanette (S. Giustina), Zanatta (Rovere), Coden
(Basalghelle), Agello, Giacobbi (Csm Resana), Toniolo (Badoere), Menegazzo
(Pederobba), Pozzobon (S. Giuseppe), Tonini (Fanzolo), Vettoretti (Follinese),
Cava, Furlan (Lovispresiano), Trentin (Milan Guarda), Carniel, Guglielmin,
Santin (Vedelaghese), Battistiol (Evolution Team). Inibizione fino al 5
maggio a Claudio Buffolo (dir. Tarzo Revine Lago) per ingiurie ed aver
consegnato la bandierina con atteggiamento ironico all'arbitro. Ammende per
insulti all'arbitro: 80 euro Campolongo, 60 a Valdosport e Vedelaghese.
JUNIORES - Quattro gare: Luca Antoniazzi (Sanfiorese) per essersi rivolto
all'arbitro con linguaggio ingiurioso. Tre gare: Ledion Rista (Godega) per aver
salutato l'arbitro con la mano dopo aver sputato sul palmo della stessa. Due
gare: Bytyqi (Montello). Una gara: Bottega (S. Vendemiano), Mion (Orsago),
Casagrande, De Pin (Godega), Gatto (Milan Guarda), Meo (Silea), Zambon
(Sanfiorese), Possamai (Feletto), Carella (Montello), Mavmudoski (S.
Vendemiano), Caeran (S. Gaetano). Inibizione fino al 31 marzo a Andreazza (dir.
Riese Vallà). Ammenda 100 euro al Badoere per insulti ad arbitro e giocatori.
ALLIEVI - Due gare: Soligo (Fossalunga). Una gara: Garoni (Fossalunga), Boccato
(Lia Piave), Penzo (Casale), Lucchese (Silea), Galli, Pilotti (Union CSV),
Bisol, Busetti (Quartier del Piave), Fogliano (Vazzolese), Guzman (Vallata), Da
Dalt, Valente, Ceccherini (Parè), Androvic (Cornuda Crocetta), Scarcella
(Gorghense), Zorzi (Casale), Albanese (Godigese). Squalifica ad allenatori:
fino al 7 aprile a Sergio De Donno (Silea), fino al 31 marzo ad Alberto
Senatore (Cipriano Catron). Inibizione fino al 31 marzo ai dirigenti Sergio Da
Ros (Ardita Pero), Fabrizio Villanova (Breda), Antonio Boi (Casier Dosson).
Ammende per insulti all'arbitro: 50 euro Casale, 30 Vazzolese. GIOVANISSIMI -
Due gare: Stival (Codognè), Bordei (Idea Sport), Crestani (S. Vendemiano). Una
gara: Pllana (Aurora Treviso Due), Kycyku (Soccer), Citton (Giov. Ezzelina).
CALCIO A 5 - Serie C1: una gara a Tramontin (Altamarca, Baseggio (Came Dosson).
Serie C2: Una gara a Iseppon (Colfosco), Camarin (Prisma S. Polo). Serie D: Una
gara a Vacilotto, Olivotto (Soccer), Soldà (Biancoceleste), Bittante, Sajeva
(Vedelago), Schiavinato (Casale). Michele Miriade
( da "Articolo21.com"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Biotestamento:
perchè Articolo21 premierà Beppino Englaro di Federico Orlando Ho ascoltato da
radio radicale le dichiarazioni dei vari gruppi al Senato prima della votazione
della legge contro il testamento biologico. Dico contro perché la truffa
clericale è consistita nello svuotare di ogni contenuto, per quanto già
limitatissimo, il disegno di legge Calabrò, nellimpedire che si
possa ripetere un caso Englaro (cioè uninterpretazione della magistratura
sulla base delle regole generali dellordinamento e della Costituzione) : una stupenda
gara di disumanità fra preti, fascisti, casiniani e atei berlusconiani che in
privato dicono no e al momento di votare si parano le terga votando sì. Meglio
la senatrice teocon Bianconi (nel fondamentalismo italico, anche le donne
possono diventare mullah) che vota contro il ddl Calabrò perché – udite - una
volta introdotto nella legislazione il concetto stesso di testamento biologico,
per quanto ridotto a unogiva senza polvere e senza spoletta, si
apre la strada a ogni possibile
pratica, naturalmente demoniaca. Visto che il diavolo scientifico è sempre in
agguato. Non è bastato ai nostri mullah che dallAuditorium di
Roma cadessero anatemi contro il matematico Odifreddi. Ma alle considerazioni già abbondantemente
fatte dai giornali, ne va aggiunta unaltra: la legge votata
al Senato è una furbata tipicamente italiana, una di quelle “normative” che si
fanno per alzare un pennacchio ma sono “carta straccia”, come ha detto Ignazio
Marino. Il problema del fine vita continuerà a essere risolto come è sè
fatto fino ad oggi, tra familiari e medici: un costume pietoso, di necessità,
al quale sè ribellato Beppino Englaro, perseguendo in lunghissimi anni il
cammino della legalità, come si addice a un cittadino consapevole. Cittadino esemplare, e perciò punito con l”irripetibilità”
della sua esperienza, che farebbe saltare la rete mafiosa su cui si fonda la
vita collettiva in Italia. Della mancanza di una vera legge sul testamento
biologico , e della prospettiva che di quella votata dai senatori si occuperanno la Corte costituzionale e il referendum a cui anche Articolo 21 darà tutta la sua
collaborazione, chi crede nello stato di diritto non si rallegra. Io non me ne
rallegro. Qualche volta, tuttavia, mi viene il cattivo pensiero che in fondo
sono queste leggi-farsa che si addicono agli italiani: i quali scendono in
piazza se si tratta di difendere un vero o presunto diritto contrattuale,
un aumento salariale, uno stato giuridico; ma a difendere un diritto civile non
ci vanno, forse convinti che spetti ad altri. “Come si spiega questo rapporto
sadomaso con la politica?”, si chiede il mio amico Beppe Severgnini, acuto
osservatore del nostro costume, nel suo blog. “Ho una teoria – dice -, siamo
pigri. Siamo anche sadici, ma solo se non costa sforzo. Il sadocittadino lascia
il posto al masoelettore: Eletti, fate di me ciò che volete. E
loro lo fanno, con gusto”. Con leccezione eroica di Beppino Englaro.
Così, mentre laula votava giovedì sera, davanti al Senato protestavano
soltanto i “solilti”
radicali e qualche altro. Oddio, pensando a quel che accadeva nellItalia
postunitaria fra laici e cattolici (per non dire nellItalia del 1919-22
tra fascisti e comunisti o del 1944- 48 tra partigiani e repubblichini) vien da
dire: meglio così. Racconta
Giovanni Spadolini nella sua monumentale “Lopposizione cattolica”,
che quando il cardinale tedesco Hergenrother gridò al congresso di Munster che
“la breccia di Porta Pia , togliendo Roma al papa, ha tolto alla città eterna
di essere sede della giustizia
e della libertà”, lo sdegno dei liberali proruppe in mille modi e a Firenze “lira
di alcuni sconsigliati rischiò addirittura di provocare una strage, col lancio
di una bomba ad alto potenziale contro il circolo della gioventù cattolica, in
Borgo Pinti, al
momento delladunanza dei soci” (p.257-258). Meno male che quegli
“sconsigliati” non esistono più. Altrimenti, cosa avrebbero fatto se, invece
delle banalità del cardinale tedesco, si fossero sentiti infiammati
dallaltissimo discorso della senatrice Finocchiaro, abbattutasi nellaula
di palazzo Madama come una staffilata di idee morali e giuridiche su anime
morte? “Le ossessioni sono vostre, non degli uomini e delle donne che le
patiranno”, ha detto la senatrice, senza avere altra risposta che il biascichio di vecchi fascisti sul
“rispetto della vita”. Loro, gli eredi delle tirannidi disumane. “Questa legge
è un atto di fede, non un atto di sovranità”, ha aggiunto con unaltra
staffilata. Non ci meravigliamo se in questa Italia, decidendo di fare una legge per non farla, cioè
dandole un contento diverso dal titolo stesso che essa porta in epigrafe, alla
fine provocheremo solo ulteriori avversioni alla chiesa. Il problema è che,
dopo 130 anni dUnità nazionale, non riusciamo a risolvere
ben altro e micidiale
problema, e cioè se i cattolici sapranno un giorno sentirsi cittadini nello
stato e fedeli nella chiesa. Miracolo che è riuscito ai cattolici di tutti gli
altri paesi del mondo, persino a re Baldovino, salvo che per un giorno.
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
(ASCA) - Roma, 27
mar - ''Credo che purtroppo prima del referendum ci saranno talmente tanti
conflitti all'interno degli ospedali, dove le persone vorranno vedere
rispettati i propri diritti, che verranno calpestati non per colpa dei medici
ma per un obbligo della legge dello stato: ci saranno molti ricorsi al tribunale,
e il tribunale si dovra' rivolgere alla Corte
Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la legge e' costituzionale o va invalidata.'' Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di
un'intervista all'agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico,
rispondendo alla domanda se conferma o meno la volonta' di un referendum contro
l'eventuale legge, se cosi' approvata. ''Mi auguro che il testo venga
radicalmente modificato alla Camera: e' un testo che non corrisponde al
principio della Costituzione, e quindi ci sono tutti i motivi per poterlo
modificare sostanzialmente'' prosegue il senatore. Marino cosi' commenta la non
vincolativita' delle DAT: ''Da un lato il cittadino non vedra' rispettate le
sue volonta', che verranno declassate ad orientamenti, che possono essere
disattesi in qualunque momento. Ma anche il medico non potra' avere quel grande
supporto morale che si ha in quei momenti cosi' difficili di contare su
un'indicazione precisa del proprio paziente. Come medico, dico che il fatto di
lasciare la possibilita' di disattendere le indicazioni e' uno svantaggio anche
per il medico''. Infine, un commento generale sul testo: ''Non e' una legge sul
testamento biologico, e cioe' non e' una legge per garantire la liberta' di
scelta alle persone anche nel momento in cui perdono la propria coscienza.
L'idea era quella di non far perdere i diritti alle persone che perdono la
coscienza, questa legge invece toglie i diritti e toglie la liberta' di
scelta''.
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 27 mar.
(Apcom) - "Credo che purtroppo prima del referendum ci saranno talmente
tanti conflitti all'interno degli ospedali, dove le persone vorranno vedere
rispettati i propri diritti, che verranno calpestati non per colpa dei medici
ma per un obbligo della legge dello stato: ci saranno molti ricorsi al
tribunale, e il tribunale si dovrà rivolgere alla Corte
Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la legge è costituzionale o va invalidata." Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di
un'intervista all'Agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico,
rispondendo alla domanda se conferma o meno la volontà di un referendum contro
l'eventuale legge, se così approvata. "Mi auguro che il testo venga
radicalmente modificato alla Camera: è un testo che non corrisponde al
principio della Costituzione, e quindi ci sono tutti i motivi per poterlo
modificare sostanzialmente." Marino così commenta la non vincolatività
delle DAT: "Da un lato il cittadino non vedrà rispettate le sue volontà,
che verranno declassate ad orientamenti, che possono essere disattesi in
qualunque momento. Ma anche il medico non potrà avere quel grande supporto
morale che si ha in quei momenti così difficili di contare su un'indicazione
precisa del proprio paziente. Come medico, dico che il fatto di lasciare la
possibilità di disattendere le indicazioni è uno svantaggio anche per il
medico." Infine, un commento generale sul testo: "Non è una legge sul
testamento biologico, e cioè non è una legge per garantire la libertà di scelta
alle persone anche nel momento in cui perdono la propria coscienza. L'idea era
quella di non far perdere i diritti alle persone che perdono la coscienza,
questa legge invece toglie i diritti e toglie la libertà di scelta."
( da "AprileOnline.info"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corpi di Stato Frida
Roy, 27 marzo 2009, 17:23 Biotestamento Dopo il voto al Senato, alla Camera si
mobilitano i poli e i "liberal" del Pdl, sperano in Fini e annunciano
di essere pronti a assumere iniziative, "perché questa legge è una
bandiera ideologica confessionale". Anche nelle file dell'opposizione ci
si prepara alla battaglia ma c'è chi, come Follini (Pd) mette in guardia dal
referendum abrogativo propugnato dai dipietristi:"Il muro contro muro è
sempre il pranzo di gala della destra" C'era una volta di biotestamento
Alla Camera arriva un testo peggiore di quello formulato in origine dal centrodestra.
L'opposizione sul piede di guerra: Idv per il referendum e il Pd per la
Consulta La Cgil lancia l'obiezione di coscienza La Fp Medici stigmatizza il
ddl Calabrò perchè contrario alla Costituzione e al codice deontologico dei
medici, oltre che antiscientifico. Intervista a Massimo Crozza All'indomani del
voto tormentato del Senato sul testamento biologico, alla Camera i poli
cominciano ad affilare le armi in vista dell'arrivo del ddl a Montecitorio. Su
una cosa tutti sembrano d'accordo: la legge va cambiata, va migliorata, più o
meno radicalmente. Ad aprire il dibattito il liberal del Pdl Benedetto Della
Vedova, che annuncia: "ci sono già almeno cinquanta deputati del Pdl
pronti ad assumere iniziative e votare miglioramenti significativi in una
direzione liberale, perché questa legge è solo una bandiera ideologica
confessionale". "Penso che siamo arrivati in cima - aggiunge - penso
che i conservatori abbiano esagerato e credo che già alla Camera nel Pdl le
cose cambieranno in modo significativo". "Sicuramente le parole di
Fini - ragiona l'esponente del centrodestra - aiutano in questo senso. Il
presidente della Camera ha puntualizzato alcune cose in modo eccellente sulle
questioni della laicità". Anche il Pri di Francesco Nucara annuncia
battaglia: "I repubblicani - dice - sono perfettamente d'accordo con il
giudizio del professor Veronesi. Vi sono ragioni mediche e costituzionali per
le quali quel testo di legge è inaccettabile. C'è un rischio di ritorno
all'oscurantismo da parte dello Stato italiano. Se la Camera non dovesse
modificare il testo non resterebbe che confidare nel capo
dello Stato e nella Corte costituzionale. Desideriamo far
sapere fin da ora che siamo comunque pronti al referendum. Si tratta di una
battaglia di civiltà che l'Italia non può perdere". Il segretario dei
socialisti Riccardo Nencini lancia a sua volta un appello ai
"dissidenti" del Pdl, rivolgendosi in particolare agli ex socialisti.
"Alla Camera dei deputati alcuni dissidenti della maggioranza sul testo
votato al Senato sul testamento biologico sono ex socialisti. Mi appello a loro
perché si facciano sentire, insieme agli altri di tradizione e storia liberale,
laica, radicale, contro un disegno di legge che calpesta il diritto di decidere
della propria vita e perciò stesso contrario alla nostra Costituzione".
Anche nelle file dell'opposizione ci si prepara alla battaglia.
"Lavoreremo, alla Camera, per cambiare le norme approvate dalla maggioranza
di centrodestra, insieme all'Udc al Senato. C'è da augurarsi che a Montecitorio
si trovino i tempi e le forme per un confronto diverso tra le varie ipotesi in
campo e che anche nella maggioranza si manifestino posizioni di disponibilità
al confronto e all'ascolto. Oggi la Dichiarazione anticipata di trattamento
(Dat) o Testamento biologico, non c'è più, è passato un editto contrario alla
dignità delle donne e degli uomini", afferma Marina Sereni, vicepresidente
dei deputati Pd, mentre Fabio Evangelisti, vicecapogruppo dell'Idv, spiega che
"quello che ci auguriamo ora è che la Camera possa rimediare al disastro
compiuto ieri. Il Governo e la maggioranza, però, facciano un atto di
resipiscenza operosa: abbiano il coraggio di confrontarsi con la comunità
scientifica, di ascoltare e dialogare con i medici che conoscono il dolore e la
sofferenza dei pazienti. E' la Costituzione il valore di riferimento del
legislatore, non, pur con tutto il rispetto per la Chiesa, la mitra ed il
pastorale". Marco Follini, senatore Pd, mette però in guardia contro le
sirene del referendum abrogativo propugnato in prima linea dai dipietristi e
ammonisce:"Spero che l'opposizione ora non risponda con un avventuroso
referendum alla pessima legge sul testamento biologico. Il muro contro muro è
sempre il pranzo di gala della destra". Infine, c'è da registrare la
puntualizzazione del presidente della commissione Affari sociali della Camera
(che esaminerà il provvedimento), Giuseppe Palumbo (Pdl). "Alla Camera -
spiega Palumbo - il provvedimento potrà essere sicuramente migliorato anche
grazie alla presenza di una vasta area liberale che, preciso alcune
dichiarazioni a me attribuite, non è stata assolutamente mortificata al Senato
ma che alla Camera cercherà di portare chiarezza all'interno delle norme che
determinano le Dat". Palumbo ha inoltre precisato che "attualmente
nella commissione che presiedo è in fase conclusiva la legge sulle cure
palliative e la terapia del dolore. Una volta approvata, spero entro aprile, dovrà
sicuramente confrontarsi, avendo molti punti di contatto, con la legge sul
biotestamento. Ciò anche in relazione agli accordi precedenti all'approvazione
delle due leggi che, per rendere più rapido l'iter parlamentare, davano al
Senato l'elaborazione del testo sul dichiarazioni anticipate del trattamento e
alla Camera sulle cure palliative e la terapia del dolore".
( da "Sanremo news"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sanremo: astensione
dei penalisti, giustizia e libertà Si terrà da lunedì 30 marzo fino al prossimo
3 aprile il nuovo sciopero indetto dalla Camera Penale nazionale. Quindi
braccia incrociate per gli avvocati che dal 2000 ad oggi hanno usufruito di 73
giorni di astensione dalle udienze. Siccome lo sciopero è a carattere
nazionale, abbiamo chiesto una conferma anche alla Camera Penale di Sanremo, il
cui presidente è l'avvocato Alessandro Mager che ha confermato l'adesione alla
protesta. Si tratta di un'astensione contro quelle che potrbbero divenire
leggi, proposte dall'attuale governo, e che agirebbero in materia di giustizia,
libertà e sicurezza, ed è proprio questo il nodo gordiano. Secondo i penalisti
che hanno aderito allo sciopero si sta adottando un provvedimento che andrebbe
ad incidere sulla libertà dei cittadini, quando forse servirebbe maggiore
prevenzione. Alla base di tutto il recente decreto legge per la riforma di
alcuni aspetti della giustizia (un decreto legge è già operativo, e può essere
convertito in legge entro 60 gg dalla sua emanazione, termine oltre il quale
decade ndr). E' infatti noto che questa riforma della giustizia comporterà
anche la separazione delle carriere, la riforma del Csm e
la revisione del principio di obbligatorietà dell'azione penale. All'interno
della comunicazione nazionale dello sciopero si parla di come questa riforma
della giustizia porterebbe a: un massiccio ricorso alla sanzione penale quale
risposta privilegiata dello stato a prometiche sociali complesse; un
incremento delle pene editali ed una contestuale limitazione della
discrezionalità verso il basso del giudice un'estensione ad un numero
elevatissimo di fattispecie di presunzione di pericolosità ed obbligatoria
applicazione della misura coustodiale in carcere in misura cautelare Per
comprendere meglio queste tre novità, abbiamo ascoltato alcuni penalisti che si
sono espressi in merito: "Questi tre sistemi, porterebbero non tanto ad
una giustizia più efficace quanto ad una progressiva paralisi del meccanismo
della giustizia, già di per sè oberato di attività. Infatti, è pensiero comune
tra gli avvocati che aderiscono allo sciopero che le problematiche complesse
non troverebbero soluzioni più adeguate con pene ben più severe. Inoltre,
riferendosi al secondo punto, si porterebbe il giudice a decidere non più in
una forbice ampia ma lo si limiterebbe nella sua azione, offrendo un minimo
della pena che in realtà non si discosta troppo dal massimo. Infine, fino ad
oggi qualsiasi sia il reato commesso il giudice ha la possibilòità di dare o
non dare il carcere in base ad una valutazione discrezionale sul caso. Quindi
se prima c'era una valutazione sull'effettiva pericolosità del soggetto da un
punto di vista oggettivo adesso si verrebbe a creare una posizione basata
esclusivamente sulla presunzione, da considerarsi sufficiente per applicare la
custodia ma allo stesso tempo limitante nell'azione del magistrato e
contemporaneamente del cittadino".
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
## In Italia più
fecondazioni assistite, troppe attese trigemine di Apcom 15% le gravidanze.
Roccella: Legge 40 funziona,certificare centri -->Roma, 27 mar. (Apcom) -
Aumentano in Italia le coppie che dalla promulgazione della legge 40 nel 2004
si rivolgono alla Procreazione medica assistita (Pma) per avere un figlio e,
con loro, crescono i cicli di trattamento, le gravidanze ed i nati vivi. Troppe
però le gravidanze trigemine, almeno confrontandole con l'Europa e tenendo in
considerazione i rischi accertati per la salute della mamma e del bambino.
Relativamente basse, ma ancora in attesa di un paragone coerente con i
risultati europei, le gravidanze iniziate con i trattamenti, circa 15 su 100
cicli. Lo dice il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, che oggi ha
reso noti i dati del terzo Registro della Pma, sviluppato dall'Istituto
superiore di sanità, che dal 2005 per legge raccoglie i risultati forniti dai
341 centri che in Italia applicano la Pma (dei quali 202 praticano anche la
Fivet-Fecondazione in vitro e la Icsi-Inseminazione intracitoplasmatica dello
spermatozoo). I dati sono stati anche trasmessi oggi al Parlamento, nell'ambito
della relazione annuale sull'applicazione della legge 40. Nel 2007 sono state
55.437 le coppie che nella Penisola hanno fatto ricorso alla Pma per avere un
figlio, erano 52.206 nel 2006 e 43.024 nel 2005; in crescita anche i cicli di
trattamento (passati dai 63.585 del 2005 ai 75.280 del 2007), e le gravidanze
(da 9.499 a 11.685 in tre anni). I 'nati vivi' con una fecondazione medica
assistita nel 2007 sono stati 9.137, circa il 78% delle gravidanze intraprese
con la nuova tecnica. Mentre però le gravidanze gemellari ottenute con Fivet e
Icsi si attestano intorno ai valori della media europea (18,7% in Italia nel
2007, 21% in Europa nel 2005), preoccupa la percentuale di quelle trigemine:
3,5 nei centri italiani (2,7% sui parti), contro lo 0,8% di quelli
continentali. In Italia, infatti, la 'forbice' nei diversi centri che praticano
la Pma va dallo 0 al 13%: si passa così dagli "ottimi risultati" di
diversi centri, inferiori alla media europea, a quelli "decisamente
critici" con un numero eccessivo di trigemini che causano un rischio serio
per la salute della madre e dei nascituri. Proprio per questo, ha annunciato il
sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, "entro 2 anni il Ministero
vuole istituire una certificazione tramite criteri di qualità dei vari centri
sul territorio nazionale, con informazioni dettagliate, controlli,
tracciabilità e percentuali su gravidanze gemellari e trigemine". Una
sorta di 'bollino blu' dedicato alle coppie. Uno degli elementi qualificanti
del terzo Registro, ha spiegato Giulia Scaravelli, responsabile dell'unità
dell'Iss che ha sviluppato i dati, è che "rispetto al primo rapporto è
diminuita notevolmente la percentuale di gravidanze Fivet-Icsi perse al
follow-up, ovvero di quelle di cui non conosciamo l'esito: nel 2005 erano il
41,3%, nel 2007 siamo al 13,3, quasi nella media europea. Questo ci consente di
tracciare una statistica molto più vicina alla realtà". E' possibile così
rilevare che nei tre anni aumenta, anche se di poco, la percentuale di
gravidanze iniziate rispetto ai cicli di trattamento: nel 2005 era del 14,9%
mentre, nel 2007, su 100 cicli di trattamento con la Pma in Italia poco più di
15 hanno prodotto una gravidanza (15,5%). Il dato non è comunque molto distante
- con le debite e profonde differenze - da quello riferito alle gravidanze
'naturali', che in condizioni normali e senza l'uso di tecniche
anticoncezionali hanno una probabilità del 20% circa di prendere il via. Con la
Pma aumentano anche i casi di malformazioni alla nascita (1,1% sullo 0,4% della
media italiana) ma, spiega il Ministero, il follow-up è poco esteso e i dati
sono ancora troppo grezzi per trarne conclusioni. Difficile paragonare i dati
italiani a quelli europei: diverse le leggi tra i singoli paesi, i parametri di
confronto, gli anni di pubblicazione dei risultati. "Solo per dare una
tendenza", ha continuato Scaravelli, la percentuale tra trasferimenti
embrionali e gravidanze iniziate con trattamento Fivet in Europa era nel 2005
del 30,3%, in Italia nel 2007 del 25,5% "in crescita". Il Registro
spiega però che in Italia nel 2007 si assiste ad un ulteriore incremento delle
donne che accedono alla Pma con un trattamento Fivet, il che si riflette
negativamente sui risultati delle tecniche stesse: aumenta infatti l'età media
delle pazienti (da 35,4 anni del 2005 a 36 anni del 2007) al di sopra del
corrispettivo europeo (33,8 anni di media nel 2005). Per questo secondo
Roccella il numero "troppo alto" delle donne in età avanzata che
accedono alla Pma è "una tendenza pericolosa: circola l'idea che la Pma
possa dare risultati miracolosi, mentre è importante far sapere che con il
passare dell'età le speranze di successo diminuiscono sensibilmente". E'
noto come gli esiti positivi delle procedure siano in rapporto all'età -
sottolinea il Registro - ed in Italia un ciclo su quattro (il 25,3%) è
effettuato da pazienti con età superiore ai 40 anni". Tenendo conto che la
percentuale gravidanze su trasferimenti embrionali per i 40 anni è del 12% (30%
a 29 anni, 22% a 35 anni, 6% a 43 anni), conclude in ogni caso il documento,
"l'aumento dei nati vivi e delle gravidanze può considerarsi a maggior
ragione un risultato più che soddisfacente per l'applicazione delle tecniche
Pma nel nostro paese". "La legge 40 sulla Pma funziona e lo
dimostrano i dati: al contrario di altre è una legge buona, perchè tiene conto
delle ricadute sociali, dei fattori etici e della salute delle donne", ha
quindi concluso Roccella, per la quale l'alta percentuale delle gravidanze
trigemine "conferma che nella legge non ci sono problemi, semmai ci sono
da fare correzioni nelle buone pratiche". Quanto a futuri miglioramenti
della normativa "aspettiamo la sentenza della Corte
Costituzionale, poi vedremo. Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza".
Critica invece la Società europea di Riproduzione umana e di Embriologia
(Eshre): "I dati non solo sono allarmanti, ma sono in controtendenza con
quelli del registro europeo, che dimostrano chiaramente come l'Italia sia il
fanalino di coda sia nel numero di coppie trattate per milione di abitanti -
solo il Montenegro ha dati più bassi - sia in termini di gravidanze plurime.
Ancora più allarmante è il tentativo di addossare la responsabilità delle
nascite plurime ai centri, quasi generassero una cattiva medicina, non tenendo
conto che il fenomeno è stato esasperato proprio dalla applicazione della legge
40". Per il cattolico Movimento per la vita, infine, "i dati sono di
conforto per chi, nonostante le non poche riserve più volte espresse sulla
fecondazione artificiale in quanto tale, ha sostenuto e difeso la legge 40: di
fronte all'evidenza dei numeri, sarebbe lecito attendersi qualche mea culpa da
parte di chi ha osteggiato ed osteggia la legge per semplice pregiudizio
ideologico. Ci sono molti spazi per lavorare insieme al fine di ridurre il
ricorso alle tecniche di fecondazione artificiale, sulle quali le riserve
rimangono immutate".
( da "Sestopotere.com"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Delegazione
provincia Genova a Roma per rimborso delle quote di tariffa relative alla
depurazione (27/3/2009 18:58) | (Sesto Potere) - Genova - 27 marzo 2009 - Entro
la fine di aprile dovrebbe essere emanato un decreto ministeriale per definire
le questioni ancora aperte sul rimborso delle quote di tariffa relative alla
depurazione. L'arrivo del provvedimento è stato annunciato ieri a Roma
all'assessore Paolo Perfigli della Provincia di Genova e alla delegazione
dell'ATO durante l'incontro con il Comitato di Vigilanza sulle risorse idriche
istituito presso il Ministero dell'Ambiente. Durante la riunione è stata
affrontata la questione dei rimborsi delle quote di tariffa relative al
servizio di depurazione, dovuti a seguito della sentenza della Corte
Costituzionale n. 335 del 10/10/2008.“Lincontro - dice lassessore
Perfigli - è stato molto proficuo e lATO della Provincia di Genova ha
avuto autorevoli indicazioni da parte dello stesso presidente del Comitato, il
professor Passino. Per quanto riguarda il rimborso delle quote di tariffa
relative alla depurazione
il presidente del Comitato ha comunicato che a breve (si auspica entro la fine
di aprile) dovrebbe essere emanato un decreto Ministeriale, che risolverà le
questioni ancora aperte. Più precisamente, il decreto fornirà rispste e
indirizzi univoci in merito alla decorrenza del rimborso e a cosa si debba
intendere per 'impianto di depurazione', al fine di far sorgere – o meno – lobbligo
di rimborsare la quota di tariffa”. Il professor Passino ha consigliato
lATO Genovese "di attendere limminente uscita del decreto - conclude Paolo
Perfigli - prima di assumere decisioni in merito ai rimborsi e ciò anche al
fine di evitare disparità di trattamento fra gli utenti dei diversi ambiti
territoriali ottimali, in cui è suddiviso il territorio nazionale”. I risultati
dell'incontro saranno esaminati e discussi dal Comitato dell'ATO Genovese, già
convocato per il 3 aprile prossimo.
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 27 mar.
(Apcom) - Aumentano in Italia le coppie che dalla promulgazione della legge 40
nel 2004 si rivolgono alla Procreazione medica assistita (Pma) per avere un
figlio e, con loro, crescono i cicli di trattamento, le gravidanze ed i nati
vivi. Troppe però le gravidanze trigemine, almeno confrontandole con l'Europa e
tenendo in considerazione i rischi accertati per la salute della mamma e del
bambino. Relativamente basse, ma ancora in attesa di un paragone coerente con i
risultati europei, le gravidanze iniziate con i trattamenti, circa 15 su 100
cicli. Lo dice il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, che oggi ha
reso noti i dati del terzo Registro della Pma, sviluppato dall'Istituto
superiore di sanità, che dal 2005 per legge raccoglie i risultati forniti dai
341 centri che in Italia applicano la Pma (dei quali 202 praticano anche la
Fivet-Fecondazione in vitro e la Icsi-Inseminazione intracitoplasmatica dello spermatozoo).
I dati sono stati anche trasmessi oggi al Parlamento, nell'ambito della
relazione annuale sull'applicazione della legge 40. Nel 2007 sono state 55.437
le coppie che nella Penisola hanno fatto ricorso alla Pma per avere un figlio,
erano 52.206 nel 2006 e 43.024 nel 2005; in crescita anche i cicli di
trattamento (passati dai 63.585 del 2005 ai 75.280 del 2007), e le gravidanze
(da 9.499 a 11.685 in tre anni). I 'nati vivi' con una fecondazione medica
assistita nel 2007 sono stati 9.137, circa il 78% delle gravidanze intraprese
con la nuova tecnica. Mentre però le gravidanze gemellari ottenute con Fivet e
Icsi si attestano intorno ai valori della media europea (18,7% in Italia nel
2007, 21% in Europa nel 2005), preoccupa la percentuale di quelle trigemine:
3,5 nei centri italiani (2,7% sui parti), contro lo 0,8% di quelli
continentali. In Italia, infatti, la 'forbice' nei diversi centri che praticano
la Pma va dallo 0 al 13%: si passa così dagli "ottimi risultati" di
diversi centri, inferiori alla media europea, a quelli "decisamente
critici" con un numero eccessivo di trigemini che causano un rischio serio
per la salute della madre e dei nascituri. Proprio per questo, ha annunciato il
sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, "entro 2 anni il Ministero
vuole istituire una certificazione tramite criteri di qualità dei vari centri
sul territorio nazionale, con informazioni dettagliate, controlli,
tracciabilità e percentuali su gravidanze gemellari e trigemine". Una
sorta di 'bollino blu' dedicato alle coppie. Uno degli elementi qualificanti
del terzo Registro, ha spiegato Giulia Scaravelli, responsabile dell'unità
dell'Iss che ha sviluppato i dati, è che "rispetto al primo rapporto è
diminuita notevolmente la percentuale di gravidanze Fivet-Icsi perse al
follow-up, ovvero di quelle di cui non conosciamo l'esito: nel 2005 erano il
41,3%, nel 2007 siamo al 13,3, quasi nella media europea. Questo ci consente di
tracciare una statistica molto più vicina alla realtà". E' possibile così
rilevare che nei tre anni aumenta, anche se di poco, la percentuale di
gravidanze iniziate rispetto ai cicli di trattamento: nel 2005 era del 14,9%
mentre, nel 2007, su 100 cicli di trattamento con la Pma in Italia poco più di
15 hanno prodotto una gravidanza (15,5%). Il dato non è comunque molto distante
- con le debite e profonde differenze - da quello riferito alle gravidanze
'naturali', che in condizioni normali e senza l'uso di tecniche
anticoncezionali hanno una probabilità del 20% circa di prendere il via. Con la
Pma aumentano anche i casi di malformazioni alla nascita (1,1% sullo 0,4% della
media italiana) ma, spiega il Ministero, il follow-up è poco esteso e i dati
sono ancora troppo grezzi per trarne conclusioni. Difficile paragonare i dati
italiani a quelli europei: diverse le leggi tra i singoli paesi, i parametri di
confronto, gli anni di pubblicazione dei risultati. "Solo per dare una
tendenza", ha continuato Scaravelli, la percentuale tra trasferimenti
embrionali e gravidanze iniziate con trattamento Fivet in Europa era nel 2005
del 30,3%, in Italia nel 2007 del 25,5% "in crescita". Il Registro
spiega però che in Italia nel 2007 si assiste ad un ulteriore incremento delle
donne che accedono alla Pma con un trattamento Fivet, il che si riflette
negativamente sui risultati delle tecniche stesse: aumenta infatti l'età media
delle pazienti (da 35,4 anni del 2005 a 36 anni del 2007) al di sopra del
corrispettivo europeo (33,8 anni di media nel 2005). Per questo secondo
Roccella il numero "troppo alto" delle donne in età avanzata che
accedono alla Pma è "una tendenza pericolosa: circola l'idea che la Pma
possa dare risultati miracolosi, mentre è importante far sapere che con il
passare dell'età le speranze di successo diminuiscono sensibilmente". E'
noto come gli esiti positivi delle procedure siano in rapporto all'età -
sottolinea il Registro - ed in Italia un ciclo su quattro (il 25,3%) è
effettuato da pazienti con età superiore ai 40 anni". Tenendo conto che la
percentuale gravidanze su trasferimenti embrionali per i 40 anni è del 12% (30%
a 29 anni, 22% a 35 anni, 6% a 43 anni), conclude in ogni caso il documento,
"l'aumento dei nati vivi e delle gravidanze può considerarsi a maggior
ragione un risultato più che soddisfacente per l'applicazione delle tecniche
Pma nel nostro paese". "La legge 40 sulla Pma funziona e lo
dimostrano i dati: al contrario di altre è una legge buona, perchè tiene conto
delle ricadute sociali, dei fattori etici e della salute delle donne", ha
quindi concluso Roccella, per la quale l'alta percentuale delle gravidanze
trigemine "conferma che nella legge non ci sono problemi, semmai ci sono
da fare correzioni nelle buone pratiche". Quanto a futuri miglioramenti
della normativa "aspettiamo la sentenza della Corte
Costituzionale, poi vedremo. Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza".
Critica invece la Società europea di Riproduzione umana e di Embriologia
(Eshre): "I dati non solo sono allarmanti, ma sono in controtendenza con
quelli del registro europeo, che dimostrano chiaramente come l'Italia sia il
fanalino di coda sia nel numero di coppie trattate per milione di abitanti -
solo il Montenegro ha dati più bassi - sia in termini di gravidanze plurime.
Ancora più allarmante è il tentativo di addossare la responsabilità delle
nascite plurime ai centri, quasi generassero una cattiva medicina, non tenendo
conto che il fenomeno è stato esasperato proprio dalla applicazione della legge
40". Per il cattolico Movimento per la vita, infine, "i dati sono di
conforto per chi, nonostante le non poche riserve più volte espresse sulla
fecondazione artificiale in quanto tale, ha sostenuto e difeso la legge 40: di
fronte all'evidenza dei numeri, sarebbe lecito attendersi qualche mea culpa da
parte di chi ha osteggiato ed osteggia la legge per semplice pregiudizio ideologico.
Ci sono molti spazi per lavorare insieme al fine di ridurre il ricorso alle
tecniche di fecondazione artificiale, sulle quali le riserve rimangono
immutate".
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Giustizia/ Mancino:
No all'istituzione di un 'doppio Csm' di Apcom Difendere autonomia
toghe,sanzionare comportamenti contrari legge -->Modena, 27 mar. (Apcom) -
No alla separazione delle carriere dei magistrati, con la conseguente
istituzione di un 'doppio Csm'. E difesa dell'autonomia e l'indipendenza dei
magistrati, assieme alla consapevolezza che bisogna punire i loro comportamenti
"contrari alla legge". Sono i principi richiamati dal vicepresidente
del Csm, Nicola Mancino, in un messaggio inviato al congresso di Magistratura
Democratica in corso a Modena. Il 'numero due' dell'organo di autogoverno delle
toghe ribadisce la sua "contrarietà alla separazione della carriere e
quindi anche alla istituzione di un 'doppio Csm' di cui pure si discute"
negli ultimi mesi. "Giudicanti e requirenti - spiega Mancino - pure in una
più puntuale distinzione delle funzioni, devono far parte di un unico Ordine
autonomo e indipendente da ogni altro potere". "L'autonomia e
l'indipendenza della magistratura - sottolinea il vicepresidente del Csm -
vanno difese, come vanno fermamente sanzionati tutti gli atti, da chiunque
posti in essere, contrari alla legge". A questi principi si ispira il XVII
Congresso nazionale della corrente 'di sinistra' della magistratura associata
dal titolo "Domande di giustizia e qualità della giurisdizione".
( da "Stampaweb, La"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA In caso di
morte di un lavoratore il convivente more uxorio non ha diritto alla pensione
di reversibilità. Lo ha confermato oggi la Corte
Costituzionale, presieduta da Francesco Amirante, con una decisione (la n. 86)
destinata a far discutere. La Consulta, respingendo un'eccezione sollevata dal
tribunale di Milano che riteneva violati gli articoli 2, 3, 31 e 38 della Carta
repubblicana, ha, invece, ribadito "la diversità tra famiglia di fatto e
famiglia fondata sul matrimonio, in ragione dei caratteri di stabilità,
certezza, reciprocità e corrispettività dei diritti e doveri che nascono
soltanto da tale vincolo, individuando le ragioni costituzionali che
giustificano un differente trattamento normativo tra i due casi nella circostanza
che il rapporto coniugale trova tutela diretta nellart.
29 della Costituzione". In materia pensionistica é stato così riconfermato
che "la mancata inclusione del convivente more uxorio tra i soggetti
beneficiari del trattamento pensionistico di reversibilità trova una sua non
irragionevole giustificazione nella circostanza che il suddetto trattamento si
collega geneticamente ad un preesistente rapporto giuridico che, nel caso
considerato, manca". Né é ravvisabile un presunto vulnus degli artt. 11 e
117 della Costituzione sotto il profilo del contrasto con i vincoli derivanti
dallordinamento comunitario (Trattato C.E., Carta dei diritti
fondamentali dellU.E.) e dagli obblighi internazionali (Convenzione sui
diritti dellInfanzia), "dato che detti vincoli ed obblighi non sono individuati
in modo preciso".
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Modena, 27 mar.
(Apcom) - No alla separazione delle carriere dei magistrati, con la conseguente istituzione di un 'doppio Csm'. E difesa
dell'autonomia e l'indipendenza dei magistrati, assieme alla consapevolezza che
bisogna punire i loro comportamenti "contrari alla legge". Sono i
principi richiamati dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, in un messaggio
inviato al congresso di Magistratura Democratica in corso a Modena. Il
'numero due' dell'organo di autogoverno delle toghe ribadisce la sua
"contrarietà alla separazione della carriere e quindi anche alla
istituzione di un 'doppio Csm' di cui pure si discute" negli ultimi mesi.
"Giudicanti e requirenti - spiega Mancino - pure in una più puntuale
distinzione delle funzioni, devono far parte di un unico Ordine autonomo e
indipendente da ogni altro potere". "L'autonomia e l'indipendenza
della magistratura - sottolinea il vicepresidente del Csm - vanno difese, come
vanno fermamente sanzionati tutti gli atti, da chiunque posti in essere,
contrari alla legge". A questi principi si ispira il XVII Congresso
nazionale della corrente 'di sinistra' della magistratura associata dal titolo
"Domande di giustizia e qualità della giurisdizione".