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Report "Giustizia"   27-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Spd, partito di governo e di lotta ( da "EUROPA ON-LINE" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: considerate anticostituzionali già nel 2007 dalla corte costituzionale. Il settimanale Der Spiegel ? nella sua versione online ? ha paragonato la Grande coalizione a una comune che litiga su tutto. Ma a preoccupare la Merkel non è, tuttavia, il costante aumento della disoccupazione o il crollo dell?

Il biotestamento non è vincolante Decide il medico ( da "Giornale di Brescia" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 123 no e tre astenuti) il presidente dei Liberal Pd, Enzo Bianco ha criticato il testo voluto dalla maggioranza ed ha annunciato che «se la Camera dovesse perseverare in questo grave errore, non resta che una strada: aspettare le decisioni della Corte Costituzionale e intanto promuovere un referendum abrogativo».

Bagarre sulla proposta Fosson ( da "Stampa, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: capogruppo del Pd, ha già annunciato un ricorso alla Corte costituzionale. Fosson spiega: «La mia è stata un'opera di mediazione. Ma tutto è stato frainteso. La maggioranza voleva scrivere che le Dat non sono vincolanti, l'opposizione che lo sono. Come uscirne? Togliendo il vincolo, dando massima libertà a tutti.

è solo un manifesto ideologico - nicola corda ( da "Nuova Sardegna, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte Costituzionale».

Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il ricorso alla Corte costituzionale Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti. E passa con un emendamento-colpo di scena targato Udc (a prima firma Antonio Fosson) che di fatto fa sparire l'obbligatorietà della Dichiarazione anticipata di trattamento.

george orwell a palazzo madama - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la sentenza della Corte di Cassazione sull´interruzione dei trattamenti a Eluana Englaro, la Corte Costituzionale (sentenza numero 438 del 23 dicembre 2008) scriveva le seguenti parole: «La circostanza che il consenso informato trova il suo fondamento negli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione pone in risalto la sua funzione di sintesi di due diritti fondamentali della persona:

asinara, il ricorso è in letargo - piero mannironi ( da "Nuova Sardegna, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il ricorso alla Corte costituzionale contro il commissariamento del Parco dell'Asinara si sarebbe misteriosamente arenato nei meandri della burocrazia regionale. La deliberazione del 10 febbraio 2009 della giunta, infatti, non si sarebbe mai tradotta in un atto giuridico formale di conflitto di attribuzione davanti alla Consulta.

Sputa sulla mano prima di darla all'arbitro juniores del Godega fuori per tre partite ( da "Tribuna di Treviso, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Coden (Basalghelle), Agello e Giacobbi (Csm Resana), Toniolo (Badoere), Menegazzo (Pederobba), Pozzobon (San Giuseppe), Tonini (Fanzolo), Vettoretti (Follinese), Del Giudice e Zorzi (Fontane), Cava e Furlan (Lovispresiano), Trentin (Milan Guarda), Carniel, Guglielmin e Santin (Vedelaghese), Battistiol (Evolution Team).

Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ( da "Arena, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante Passa l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di tenere conto del volere del malato Il Pd: «Così è carta straccia» ROMA Passa al Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti.

Pm, fine di un grande amore Scoperti 121 posti su 206 Scaduti i termini del concorso interno per assegnare i posti da sostituto procuratore. Quasi la metà rimane senza risposta. Le ( da "Unita, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Terza Commissione del Csm, presieduta da Roberto Carrelli Palombi, affronterà con urgenza la situazione. «E' stata uccisa la vocazione» tagliano corto a palazzo dei Marescialli. Il professor Mauro Volpi, membro laico della Terza, accusa prima di tutto «l'incertezza sul ruolo e sui poteri del pm e la costante propaganda con l'affondo di questi mesi»

La legge inutile Né testamento né biologico anche Pera non ci sta ( da "Unita, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ma qui, al Senato, già si guarda alla Corte Costituzionale. Il Senato ha votato ieri il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico. Ignazio Marino «è peggiore di quello licenziato in commissione Sanità». Bagarre a Palazzo Madama. Una legge inutile e ideologica.

Il bio-testamento non sarà vincolante ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «È stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta». OBIETTIVI Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza.

Tavolo tecnico con le Regioni fino a martedì ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: del provvedimento davanti alla Corte costituzionale per conflitto di competenza. Ecco perchè, riferiscono fonti governative, la linea decisa dall'esecutivo, e che dovrà essere realizzata con la mediazione di Fitto, è quella di arrivare a un decreto concordato con regioni e enti locali, magari stralciando le parti più contestate della bozza di decreto trapelata nei giorni scorsi.

QUEL PASTICCIACCIO DEL PIANO CASA ( da "Unita, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ricorrendo alla Corte costituzionale. Non gradiscono per niente (come Napolitano) il decreto legge, né piace loro la legge-quadro. Sono per un semplice atto di indirizzo da tradurre poi in leggi regionali, con l'obiettivo di rendere più veloci le pratiche. Attenzione però a non accedere all'idea berlusconiana di edificare in zone di pregio paesaggistico chiedendo alle Soprintendenze (

è solo un manifesto ideologico - nicola corda ( da "Nuova Venezia, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte Costituzionale».

Confermato l'obbligo a nutrizione e idratazione, Pd e Idv pronti a fare ricorso alla Consulta ( da "Cittadino, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale.Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «É stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza.

Via libera al biotestamento Ma l'opposizione insorge ( da "Tempo, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino: «È stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza. Gli obiettivi sono chiari sottolinea Gaetano Quagliariello vicecapogruppo del Pdl:

ROMA - ( da "Adige, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «È stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la libertà». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza.

Il depuratore non c'è,ma la tassa si paga ( da "Secolo XIX, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: discute proprio del problema sollevato dalla sentenza della Corte. In ogni caso i soldi che oggi vengono richiesti saranno rimborsati; dunque i consumatori non ci rimetteranno». Resta la rabbia degli utenti: «Mi sembra ovvio che Iride sia in disaccordo con a una sentenza della Corte Costituzionale - dice Sandro Pellegrini, uno dei cittadini che intende ricorrere contro l'imposta -

"che delusione il parlamento calpesta i diritti scritti nella carta" - carmelo lopapa ( da "Repubblica, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: penso che il presidente della Repubblica avrà qualche dubbio sulla costituzionalità della norma. L´autodeterminazione è alla base della Costituzione. Ma penso che anche la Corte costituzionale avrà dei rilievi. Certo, il referendum resta l´ultima spiaggia. A me sembra più utile e pratico seguire un´altra via, nell´immediato».

Biotestamento non vincolante per il medico ( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «È stata tradita la richiesta del popolo italiano, che voleva una legge per la libertà». sacconi: difesa la vita Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza.

Dall'abuso di diritto all'abuso interpretativo ( da "Italia Oggi" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Nonostante la Corte costituzionale sia intervenuta a mettere in guardia i verificatori da eccessi di riprese a tassazione anche in relazione ai prelevamenti, i verificatori hanno continuato a chiosare attorno a tale sentenza facendo in modo che servisse a niente;

è solo un manifesto ideologico - nicola corda ( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte Costituzionale».

Apicella, nuovo ricorso al Csm: ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm: «Il Riesame mi ha dato ragione» Ultimo giorno in procura di Nuzzi e Verasani L'ex titolare delle inchieste Why Not e Poseidon: «Li hanno cacciati via perchè indagavano su alti livelli istituzionali» SALERNO — L'ex procuratore capo del Tribunale di Salerno, Luigi Apicella, chiede la revoca del provvedimento disciplinare con cui il Csm lo ha sospeso dalle funzioni di magistrato

Giustizia, Vaccarella a Salerno ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: già giudice della corte Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, Luigi Capaldo, responsabile del settore Giustizia dell'Abi, il consigliere di Corte di Cassazione Giacomo Travaglino e Dino Crivellari, amministratore delegato di Unicredit management bank e Stefano Aprile, direttore generale sistemi infomativi automatizzati del ministero di Giustizia.

De Magistris: ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: REDAZIONALE Il caso Nuovo ricorso al Csm di Apicella De Magistris: «Pm trasferiti perché indagavano su alte figure istituzionali» «Hanno cacciato via i pm di Salerno perchè stavano indagando su alti livelli istituzionali ». Luigi De Magistris, ieri in visita in procura, ha difeso a spada tratta i magistrati trasferiti dal Csm.

I radicali: soccorso civile per staccare il sondino ( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: potremmo avere nelle prossime settimane altri casi Englaro e Welby, «con possibili ricorsi alla magistratura e, in un secondo momento, alla Corte Costituzionale ». Che la nuova linea sia questa lo conferma anche Donatella Poretti: «In ogni caso il referendum abrogativo è troppo rischioso». M. Antonietta Calabrò

Processi lenti, monito da Straburgo Alfano: la riforma cambierà tutto ( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: REDAZIONALE Giustizia Processi lenti, monito da Straburgo Alfano: la riforma cambierà tutto STRASBURGO — Il Consiglio d'Europa ha richiamato ancora una volta l'Italia per la lentezza delle procedure giudiziarie. Il Comitato dei ministri ha invitato le autorità italiane ad adottare in fretta le misure necessarie per accelerare i processi civili,

Bio-testamento non vincolante Sì del Senato, proteste del Pd ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: faremo ricorso alla Corte costituzionale». u pagina 17 L'intervista. Lamberto Andreotti: «Negli Usa le mie ultime volontà biologiche» Madron u pagina 16 Fini-Berlusconi: ancora tensione sul Parlamento Nuovo affondo del premier Silvio Berlusconi contro le Camere e le loro procedure complesse: «I parlamentari sono lì a fare numero ».

Fine-vita, il medico non è vincolato ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Dura anche la condanna del senatore- chirurgo Ignazio Marino (Pd): «è stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la libertà». Esulta invece la maggioranza: «è una legge grazie alla quale –

Sì al biotestamento. Ma è bagarre ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «E' stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza.

Un seminario sul Lodo Alfano' ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Aula Magna del dipartimento di scienze giuridiche (Corso Ercole I d'Este), il seminario Il Lodo ritrovato' organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza e dedicato a uno scottante problema giuridico sul quale si attende la pronuncia della Corte Costituzionale. Il Seminario si occuperà delle numerose questioni di legittimità costituzionale.

LA PROCURA dichiara guerra allo stalking. Ben prima della recente approvazione della legge che ha is... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha partecipato a un incontro al Csm su questi temi. «E' certamente un dato di fatto spiega il magistrato il flusso crescente di denunce, prevalentemente di donne nelle quali si raccontano una serie di condotte con connotati di violenza del compagno o del marito, ovvero di atti intimi senza consenso ma non violenti.

è solo un manifesto ideologico - nicola corda ( da "Mattino di Padova, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte Costituzionale».

Burgaud : le CSM prend un mois pour décider ( da "Figaro, Le" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: le CSM prend un mois pour décider Samuel Laurent (lefigaro.fr) avec agences 27/03/2009 | Mise à jour : 09:11 | Ajouter à ma sélection . --> Alors que sa décision était attendue vendredi, le Conseil supérieur de la magistrature souhaite un «délai supplémentaire» pour trancher le cas du juge en charge de l'instruction de l'affaire d'

Un altro ex magistrato colpito da visibilità politica ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, chiedeva che i magistrati in politica non potessero più tornare in magistratura. Perché il pericolo di un conflitto di interessi tra passato in magistratura e presente in politica è evidente. Soprattutto per gli ex magistrati che abbiano acquistato visibilità attraverso inchieste che avevano al centro qualche presunto malaffare politico (

Testamento biologico, il Senato approva il ddl ( da "Giornale.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: questo testo andrà al giudice e alla Corte Costituzionale". Sulla stessa linea anche i senatori dell?Italia dei Valori che hanno inscenato una breve protesta nella sala lettura di Palazzo Madama . Il capogruppo Felice Belisario con i colleghi Stefano Pedica e Giuliana Carlino, si presenta davanti alle telecamere e insieme esibiscono cartelli con le scritte "

Biotestamento, ok del Senato: la volontà non sarà vincolante ( da "Panorama.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ciò che volevano evitare che la materia tornasse nei tribunali e davanti alla Corte costituzionale, l'hanno ottenuto con la loro rigidità". A Gasparri, che accusa la sinistra di avere "un atteggiamento sbagliato pensando di trasformare questo provvedimento nell'anticamera dell'eutanasia", la Finocchiaro replica con parole dure: "È una polemica politica strumentale e volgare.

"Che delusione il Parlamento calpesta i diritti scritti nella Carta" ( da "Repubblica.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: penso che il presidente della Repubblica avrà qualche dubbio sulla costituzionalità della norma. L'autodeterminazione è alla base della Costituzione. Ma penso che anche la Corte costituzionale avrà dei rilievi. Certo, il referendum resta l'ultima spiaggia. A me sembra più utile e pratico seguire un'altra via, nell'immediato".

Fine vita, l'ultima parola al medico D'Alema: "Legge aberrante e incivile" ( da "Quotidiano.net" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che la Corte Costituzionale respinga questo testo". Altri ancora chiedono "una legge che non venga approvata dalla Cei". E qualcuno invita tutti "a scappare all?estero per vivere in un Paese più libero e democratico". Per Sergio, poi, "la legge era già pessima nella prima formulazione perchè impediva di scegliere liberamente sull?

TESTAMENTO BIOLOGICO: VERONESI, CALPESTATI DIRITTI SCRITTI ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: qualche dubbio sulla costituzionalita' della norma'' visto che ''li''autodeterminazione e' alla base della Costituzione''. Per questo anche la Corte costituzionale potra' avere dei rilievi da fare. Veronesi conclude quindi con un ''appello agli italiani: scrivete il vostro testamento biologico e depositatelo prima che questa legge lo vanifichi.

È solo un manifesto ideologico ( da "Nuova Ferrara, La" del 27-03-2009) + 4 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte Costituzionale».

Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ( da "Arena.it, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale Passa l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di tenere conto del volere del malato Il Pd: «Così è carta straccia» 27/03/2009 rss e-mail print Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a favore,

Riflettori sulla crisi della giustizia ( da "Denaro, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: già giudice della corte Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, di Luigi Capaldo, responsabile del settore Giustizia dell'Abi, del consigliere di Corte di Cassazione Giacomo Travaglino, di Dino Crivellari, amministratore delegato di Unicredit Management Bank e di Stefano Aprile, Direttore Generale sistemi infomativi automatizzati del Ministero di Giustizia.

Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale Passa l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di tenere conto del volere del malato Il Pd: «Così è carta straccia» 27/03/2009 rss e-mail print Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a favore,

Casavola: sulla frase del Papa incomprensioni di fondo ( da "Avvenire" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il presidente emerito della Corte costituzionale Francesco Paolo Casavola. Dopo aver ricordato il nesso tra «sessualità regolata e civiltà umana», fondato sull'istituzione familiare, e che l'emergere di patologie gravi come l'Aids è «collegata a un esercizio della sessualità fuori della istituzione che la regola», Casavola si chiede se ciò sia risolvibile con «

La lezione di Fanfani a dieci anni dalla morte ( da "Avvenire" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha detto il vicepresidente del Csm Nicola Mancino - portò Fanfani, nella sua lunga e molteplice azione di governo, a utilizzare la scienza economica al servizio della soluzione dei problemi della famiglia, dei giovani, del lavoro». Sono molte, come hanno ricordato i relatori, le riforme che portano il nome dell'uomo politico toscano.

Testamento biologico, il Senato... ( da "Giornale.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: questo testo andrà al giudice e alla Corte Costituzionale". Sulla stessa linea anche i senatori dell?Italia dei Valori che hanno inscenato una breve protesta nella sala lettura di Palazzo Madama . Il capogruppo Felice Belisario con i colleghi Stefano Pedica e Giuliana Carlino, si presenta davanti alle telecamere e insieme esibiscono cartelli con le scritte "

Cassazione: Il figlio naturale di un lavoratore morto in un incidente ha diritto al 40% della rendita Inail ( da "Rai News 24" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo ha stabilito la Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimita' parziale dell'art.85, primo comma, numero due, del Testo unico del 1965 relativo alle norme sull'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. La Corte, nella sentenza n.

Biotestamento/ Nucara: Pri pronto a referendum ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Vi sono ragioni mediche e costituzionali per le quali quel testo di legge è inaccettabile. C'è un rischio di ritorno all'oscurantismo da parte dello Stato italiano. Se la Camera non dovesse modificare il testo non resterebbe che confidare nel capo dello Stato e nella Corte costituzionale".

BIOTESTAMENTO/MARINO: REFERENDUM? PRIMA C'È LA CONSULTA ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e il tribunale si dovrà rivolgere alla Corte Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la legge è costituzionale o va invalidata." Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di un'intervista all'Agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico, rispondendo alla domanda se conferma o meno la volontà di un referendum contro l'eventuale legge,

INTERCETTAZIONI/ GROSSO: LIMITI ECCESSIVI, SI BLOCCANO INDAGINI ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex vicepresidente del Csm - che siano stati compiuti dei grossolani abusi contro la privacy dei privati cittadini, e questo è responsabilità molto grave della stampa; infatti ritengo che sia molto buona la parte della legge che pone il divieto di pubblicare indiscriminatamente le intercettazioni, e soprattutto le intercettazioni di persone che non c'

FECONDAZIONE/ ROCCELLA: LEGGE 40 FUNZIONA, ORA NO MIGLIORAMENTI ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: alta percentuale delle gravidanze trigemine il sottosegretario ha spiegato che "quei dati confermano che nella legge non ci sono problemi, semmai ci sono da fare correzioni nelle buone pratiche". Quanto a futuri miglioramenti della normativa, Roccella ha concluso: "Aspettiamo la sentenza della Corte Costituzionale, poi vedremo. Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza".

BIOTESTAMENTO/ IL GIURISTA: RICORSI ANCHE A CORTE DIRITTI UOMO ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex vicepresidente del Csm spiega che una volta approvate in via definitiva le norme sul fine vita possono essere impugnate "sicuramente alla Corte dei diritti dell'uomo: se dovesse passare quella legge la difesa dovrebbe essere chiesta prima di tutto alla nostra Corte Costituzionale e, in seconda istanza o contemporaneamente,

BIOTESTAMENTO/ NUCARA: PRI PRONTO A REFERENDUM ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Vi sono ragioni mediche e costituzionali per le quali quel testo di legge è inaccettabile. C'è un rischio di ritorno all'oscurantismo da parte dello Stato italiano. Se la Camera non dovesse modificare il testo non resterebbe che confidare nel capo dello Stato e nella Corte costituzionale".

Affossato il testamento biologico Non sarà più vincolante ( da "Corriere Adriatico" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Le dat, ha detto, "così non conteranno assolutamente nulla". E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): "E' stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta". MANUELA CORRERA,

Biotestamento, è ancora polemica dopo il si del Senato ( da "AudioNews.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 11: Continua a dividere il ddl sul testamento biologico dopo il via libera del Senato. Il testo ora passerà alla Camera. E se la legge dovesse essere approvata, il Pd potrebbe ricorrere alla Corte Costituzionale, l'Italia dei valori al referendum. Ma i radicali affermano: "Meglio la disobbedienza civile

SU INIZIATIVA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE AVVOCATI D'IMPRESA OGGI SI SVOLGE A SALERNO (ORE... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: già giudice della corte Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, Stefano Aprile, direttore generale sistemi informativi e automatizzati del ministero della Giustizia, Luigi Capaldo, responsabile del settore giustizia dell'Associazione Banche Italiane, il consigliere di Corte di Cassazione Giacomo Travaglino e Dino Crivellari,

IL DECRETO DI SEQUESTRO DEL FASCICOLO WHY NOT DA PARTE DELLA PROCURA DI SALERNO ALL'ORIGINE DELLO SC... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Apicella ha chiesto alla sezione disciplinare del Csm la revoca o la modifica con una misura meno grave del provvedimento d'urgenza con il quale nel gennaio scorso è stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. Il tribunale del riesame di Salerno che ha avuto «piena e approfondita conoscenza dei fatti», non avendo i «limiti cognitivi» che sono propri della sezione disciplinare,

ROMA. ANCORA IL DDL CALABRò DEVE COMINCIARE L'ITER ALLA CAMERA E GIà ANTONIO DI PIETR... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale». È anche un invito a Di Pietro e ai radicali a non procedere da soli. Non è detto, comunque, che gli alleati minori accettino. Potrebbero anzi forzare proprio per mettere in difficoltà il Pd. Il Pdl alla Camera intanto è già pronto ad alcune modifiche: ad esempio, sarà riproposto l'emendamento che estende la valenza delle dat anche ai casi di coma irreversibile

LEANDRO DEL GAUDIO È LA PRIMA MOSSA DEL PROCURATORE GIOVANDOMENICO LEPORE DAI TEMPI DELLO ST... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-03-2009) + 6 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: di indirizzare al Csm gli atti dello scontro in Procura sulla gestione del caso Pansa, ma anche al rinvio a giudizio di venticinque posizioni, tra cui l'ex amministratore delegato di Fibe Malvagna (29 gennaio 2009). Un rush finale da leggere alla luce dei possibili sviluppi futuri: spetta infatti al procuratore e a De Marco,

La protesta dei lidensi arriva in Consiglio Regionale: Come hanno speso i soldi dell'ospedale al Mare? ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ubicazione dei servizi del Csm (centro di salute mentale)». Dal canto suo Bazzoni ha assicurato che «pur non avendo la commissione stessa tanto potere decisionale, dalla prossima settimana partirà un esame di tutte le schede sulla programmazione sanitaria e quindi verranno poi segnalate alla giunta eventuali incongruenze».

Si sputa sulla mano e poi saluta l'arbitro: tre giornate ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Zanatta (Rovere), Coden (Basalghelle), Agello, Giacobbi (Csm Resana), Toniolo (Badoere), Menegazzo (Pederobba), Pozzobon (S. Giuseppe), Tonini (Fanzolo), Vettoretti (Follinese), Cava, Furlan (Lovispresiano), Trentin (Milan Guarda), Carniel, Guglielmin, Santin (Vedelaghese), Battistiol (Evolution Team).

Biotestamento: perchè Articolo21 premierà Beppino Englaro ( da "Articolo21.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale e il referendum a cui anche Articolo 21 darà tutta la sua collaborazione, chi crede nello stato di diritto non si rallegra. Io non me ne rallegro. Qualche volta, tuttavia, mi viene il cattivo pensiero che in fondo sono queste leggi-farsa che si addicono agli italiani: i quali scendono in piazza se si tratta di difendere un vero o presunto diritto contrattuale,

TESTAMENTO BIOLOGICO: MARINO, REFERENDUM? PRIMA CORTE ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: rivolgere alla Corte Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la legge e' costituzionale o va invalidata.'' Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di un'intervista all'agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico, rispondendo alla domanda se conferma o meno la volonta' di un referendum contro l'eventuale legge,

Biotestamento/ Marino: Referendum? Prima c'è la Consulta ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e il tribunale si dovrà rivolgere alla Corte Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la legge è costituzionale o va invalidata." Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di un'intervista all'Agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico, rispondendo alla domanda se conferma o meno la volontà di un referendum contro l'eventuale legge,

Corpi di Stato ( da "AprileOnline.info" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il testo non resterebbe che confidare nel capo dello Stato e nella Corte costituzionale. Desideriamo far sapere fin da ora che siamo comunque pronti al referendum. Si tratta di una battaglia di civiltà che l'Italia non può perdere". Il segretario dei socialisti Riccardo Nencini lancia a sua volta un appello ai "dissidenti" del Pdl, rivolgendosi in particolare agli ex socialisti.

Sanremo: astensione dei penalisti, giustizia e libertà ( da "Sanremo news" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la riforma del Csm e la revisione del principio di obbligatorietà dell'azione penale. All'interno della comunicazione nazionale dello sciopero si parla di come questa riforma della giustizia porterebbe a: un massiccio ricorso alla sanzione penale quale risposta privilegiata dello stato a prometiche sociali complesse;

## IN ITALIA PIÙ FECONDAZIONI ASSISTITE, TROPPE ATTESE TRIGEMINE ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Corte Costituzionale, poi vedremo. Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza". Critica invece la Società europea di Riproduzione umana e di Embriologia (Eshre): "I dati non solo sono allarmanti, ma sono in controtendenza con quelli del registro europeo, che dimostrano chiaramente come l'Italia sia il fanalino di coda sia nel numero di coppie trattate per milione di abitanti -

Delegazione provincia Genova a Roma per rimborso delle quote di tariffa relative alla depurazione ( da "Sestopotere.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: affrontata la questione dei rimborsi delle quote di tariffa relative al servizio di depurazione, dovuti a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 10/10/2008.“L?incontro - dice l?assessore Perfigli - è stato molto proficuo e l?ATO della Provincia di Genova ha avuto autorevoli indicazioni da parte dello stesso presidente del Comitato, il professor Passino.

## In Italia più fecondazioni assistite, troppe attese ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Corte Costituzionale, poi vedremo. Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza". Critica invece la Società europea di Riproduzione umana e di Embriologia (Eshre): "I dati non solo sono allarmanti, ma sono in controtendenza con quelli del registro europeo, che dimostrano chiaramente come l'Italia sia il fanalino di coda sia nel numero di coppie trattate per milione di abitanti -

GIUSTIZIA/ MANCINO: NO ALL'ISTITUZIONE DI UN 'DOPPIO CSM' ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: doppio Csm' di Apcom Difendere autonomia toghe,sanzionare comportamenti contrari legge -->Modena, 27 mar. (Apcom) - No alla separazione delle carriere dei magistrati, con la conseguente istituzione di un 'doppio Csm'. E difesa dell'autonomia e l'indipendenza dei magistrati, assieme alla consapevolezza che bisogna punire i loro comportamenti "

Niente pensione di reversibilità per il convivente more uxorio ( da "Stampaweb, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo ha confermato oggi la Corte Costituzionale, presieduta da Francesco Amirante, con una decisione (la n. 86) destinata a far discutere. La Consulta, respingendo un'eccezione sollevata dal tribunale di Milano che riteneva violati gli articoli 2, 3, 31 e 38 della Carta repubblicana, ha, invece, ribadito "la diversità tra famiglia di fatto e famiglia fondata sul matrimonio,

Giustizia/ Mancino: No all'istituzione di un 'doppio Csm' ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: con la conseguente istituzione di un 'doppio Csm'. E difesa dell'autonomia e l'indipendenza dei magistrati, assieme alla consapevolezza che bisogna punire i loro comportamenti "contrari alla legge". Sono i principi richiamati dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, in un messaggio inviato al congresso di Magistratura Democratica in corso a Modena.


Articoli

Spd, partito di governo e di lotta (sezione: Giustizia)

( da "EUROPA ON-LINE" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Spd, partito di governo e di lotta Mancano ancora sei mesi al voto in Germania, ma nella Grosse Koalition non ci si sopporta più. ALESSANDRO BELLARDITA Mancano ancora sei mesi alle prossime elezioni federali, ma i due “partner” – si fa per dire – della Große Koalition non vedono l’ora di mettere fine a questo matrimonio forzato. In prima linea è la Spd a sgomitare: in un’intervista alla Bild-Zeitung, il leader del partito socialdemocratico, Franz Müntefering, ha criticato con veemenza la cancelliera, Angela Merkel, accusandola di «non essere in grado di affrontare la crisi», di «non mantenere le promesse» e di non avere il coraggio d’intraprendere le misure giuste contro la recessione. Müntefering non ha gradito il dietrofront della Merkel nella lotta contro l’evasione fiscale e nella riforma delle cosiddette “agenzie del lavoro”, considerate anticostituzionali già nel 2007 dalla corte costituzionale. Il settimanale Der Spiegel – nella sua versione online – ha paragonato la Grande coalizione a una comune che litiga su tutto. Ma a preoccupare la Merkel non è, tuttavia, il costante aumento della disoccupazione o il crollo dell’export. Secondo il settimanale berlinese, è stata piuttosto la raffica di critiche subite nelle scorse settimane dal proprio partito a far impensierire la Kanzlerin: soprattutto i conservatori la rimproverano per aver attaccato il papa Ratzinger nella “questione Wilhelmson”. E i liberali non gradiscono le misure stataliste della cancelliera attuate nel tentativo di salvare aziende come la Opel. Anche la sua dichiarata simpatia verso l’icona femminista Alice Schwarzer ha provocato alla Merkel non pochi fastidi. Alcuni esponenti della Cdu hanno considerato quest’apertura verso il movimento femminista, un affronto ai valori cristiani, un tradimento della classe borghese. Anche i liberali della Fdp – probabili partner della Cdu dopo le elezioni – nelle ultime settimane hanno sparato a zero contro Angela: secondo il loro leader Guido Westerwelle, la Merkel non è più in grado di governare e dovrebbe sciogliere il Bundestag, dando il via alle elezioni anticipate. Sulla Merkel è oramai un vero e proprio tiro al bersaglio: dal suo partito, dalla Spd e dall’opposizione piovono critiche a non finire. E la leadership socialdemocratica ha riconosciuto che è questo il momento ideale per sferrare il colpo di grazia alla Cdu/Csu, in continuo calo anche nei sondaggi. La nuova strategia della Spd si può riassumere in poche parole: provocare la Merkel sperando che, prima o poi, la cancelliera esca dai gangheri. Con quest’atteggiamento offensivo la Spd vuole dare agli elettori la sensazione di essere un partito d’opposizione. Come a dire: noi non c’entriamo nulla con la crisi. E per riuscire nel suo intento, il veterano Müntefering ricorre ad un trucco: nell’intervista per la Bild Franz fa riferimento a Gerhard Schröder, che – a suo dire – è stato capace a far fronte all’ultima crisi del 2003 e che a differenza della Merkel, «quando si metteva in testa una cosa, faceva di tutto per raggiungerla ». In vista delle elezioni di quest’anno, il vantaggio più grande della Merkel sarà, sicuramente, il fatto di essere la cancelliera in carica – il cosiddetto Amtsbonus. Ricordando l’ex cancelliere Schröder, che con le sue riforme del mercato del lavoro e del sistema sociale ha contribuito alla ripresa economica, Müntefering vuole ridurre “l’effetto bonus” pro Merkel. Come mai, però, la Spd non proclama la rottura del patto di coalizione, scegliendo la via delle elezioni anticipate? Secondo il settimanale Der Freitag, gli elettori potrebbero interpretare – nel bel mezzo della crisi – un atteggiamento del genere come un atto irresponsabile. E, d’altronde, proprio in questo momento, i sondaggi favorirebbero la Fdp, che continua a viaggiare attorno ai 15 punti di consenso.

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Il biotestamento non è vincolante Decide il medico (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 27/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Le riforme L'approvazione del Senato Il biotestamento non è vincolante Decide il medico Passa l'emendamento dell'Udc. Il Pd: ricorreremo alla Consulta. Il testo ora passa alla Camera Il voto finale al Senato. Momenti di grande tensione in aula ROMA Il disegno di legge sul testamento biologico, dopo una maratona di votazioni e interventi durata tre giorni, lascia macerie al Senato in un clima di tensione che mette a rischio il dialogo tra la maggioranza e il Pd. Eppure alla vigilia c'erano le premesse per un confronto sereno con la possibilità di poter trovare un punto di intesa per migliorare in Aula un testo su cui vigeva la libertà di coscienza, visto che riguarda un tema squisitamente etico. Almeno questo era l'auspicio del Pd e in particolare dell'ala cattolica che si era spesa per emendamenti che coniugassero la difesa della vita e il no all'accanimento terapeutico fino al tentativo di contemplare delle eccezioni per interrompere l'idratazione e l'alimentazione forzata. Il centrosinistra si ricompatta Ma di fronte alla blindatura del testo da parte della maggioranza, che già mercoledì aveva respinto tutti gli emendamenti del Pd e dell'Idv, il clima del confronto è evaporato e la tensione è salita fino allo scontro di ieri mattina quando è passato un emendamento dell'Udc che cancella di fatto l'obbligo per i medici di rispettare le volontà del paziente, rese in anticipo, circa il trattamento da applicare: cosa che costituisce il cuore stesso del provvedimento. Una modifica sostanziale che è stata considerata dal senatore cattolico Ignazio Marino come «il bacio della morte» al disegno di legge che riduce a «carta straccia» tutto il provvedimento e che ha convinto l'area cattolica del Pd a votare contro, ricompattando così un gruppo che sul testamento biologico si era diviso tra cattolici e laici. Rimane, però, il dissenso netto dei teodem Emanuela Baio e Claudio Gustavino che hanno votato a favore del testo. Ma si tratta, comunque, di una posizione marginale tra i cattolici democratici. «Questa pagina di incomunicabilità e di mancanza di dialogo - ha detto Giovanni Procacci, a nome del Pd, al termine dell'esame degli articoli del ddl - rischia di aprire una fase di divisione con conseguenze negative per il Paese e di questo voi della maggioranza vi assumete tutta la responsabilità». Scontro tra la Finocchiaro e Gasparri Nella sua dichiarazione di voto Anna Finocchiaro ha accusato la maggioranza di aver avuto «paura e sordità», lamentando che non ci sia stato «un segno, uno solo, che eravate disponibili ad ascoltare, a comprendere, a dubitare». Prima, la Finocchiaro aveva riunito i suoi in assemblea e lì Franco Marini aveva invitato i senatori cattolici a non votare un testo definito «una schifezza» perchè peggiorato rispetto a come era arrivato in Aula. Che il clima fosse peggiorato lo si era capito dalla mattina con lo scontro tra Maurizio Gasparri e la stessa Finocchiaro. Il presidente dei senatori del Pdl aveva detto che il Pd voleva trasformare il ddl «nell'anticamera dell'eutanasia». «È una polemica strumentale, volgare e ignobile» aveva ribattuto Finocchiaro, assicurando che «non c'è nessuna intenzione neanche di approssimarsi all'eutanasia». Dopo il voto finale (150 sì, 123 no e tre astenuti) il presidente dei Liberal Pd, Enzo Bianco ha criticato il testo voluto dalla maggioranza ed ha annunciato che «se la Camera dovesse perseverare in questo grave errore, non resta che una strada: aspettare le decisioni della Corte Costituzionale e intanto promuovere un referendum abrogativo».

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Bagarre sulla proposta Fosson (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

IN SENATO.DURO SCONTRO SUL TESTAMENTO BIOLOGICO Bagarre sulla proposta Fosson Una virgola può cambiare il senso a una legge, due parole possono sconvolgerla. Ieri in Senato sul disegno di legge del testamento biologico una parola cancellata ha provocato uno scontro. La parola volata porta la firma del senatore valdostano Antonio Fosson, medico, primo nome che compare sotto un emendamento al primo comma dell'articolo 4 sulla Dat, la dichiarazione anticipata di trattamento, la volontà del cittadino che decide di lasciare, appunto, un testamento biologico. Il testo uscito, dopo un duro confronto dalle commissioni era: «Le Dat non sono obbligatorie, ma sono vincolanti». Il testo approvato dal Senato con l'emendamento Fosson è invece: «Le Dat non sono obbligatorie». Bagarre. E Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, ha già annunciato un ricorso alla Corte costituzionale. Fosson spiega: «La mia è stata un'opera di mediazione. Ma tutto è stato frainteso. La maggioranza voleva scrivere che le Dat non sono vincolanti, l'opposizione che lo sono. Come uscirne? Togliendo il vincolo, dando massima libertà a tutti. Ricordo che il principio di una legge (che non nasce bene) è quello dell'alleanza terapeutica, insomma ci vuole un dialogo con il medico. E' impensabile che proprio il medico non partecipi, altrimenti sarebbe un atto contro la tecnologia. Il primo principio è la difesa della vita». Sia Ignazio Marino sia Felice Casson, entrambi del Pd hanno parlato di «presa in giro dei cittadini, le loro dichiarazioni anticipate diventano carta straccia». E Finocchiaro ha detto al Pdl: «Agli italiani avete spiegato che questa era una legge per poter scrivere il proprio testamento biologico, ora gli dite che invece non contano più niente. E' evidente il contrasto con l'articolo 2 della Costituzione». Gaetano Quagliarello del Pdl: «Ci fermiamo alla non obbligatorietà per non rendere questa legge soggetta a interpretazioni. Vogliamo lasciare al medico un margine per poter intervenire a fronte di nuove evidenze scientifiche». Ancora Fosson: «La questione è stata presentata male, è uscita un'immagine distorta della volontà dell'emendamento. Non è una limitazione di libertà del cittadino, ma una questione di rispetto della persona. Il medico tiene conto della dichiarazione anticipata di trattamento, cioè della volontà del cittadino, poi valuta il da farsi. La dichiarazione dura tre anni, la volontà potrebbe essere cambiata, soprattutto possono aver avuto un'evoluzione le terapie».\

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è solo un manifesto ideologico - nicola corda (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Fatto del giorno «è solo un manifesto ideologico» Deluso il senatore Marino: si va contro l'interesse dei pazienti L'INTERVISTA Alle famiglie nessun aiuto NICOLA CORDA ROMA. Il senatore Ignazio Marino è deluso. Stavolta forse più come parlamentare che come medico e chirurgo di fama. Ha speso tante energie per una legge sul testamento biologico che guardasse prima di tutto ai pazienti. E invece? «Questo testo servirà se va bene alle tremila persone che sono in stato vegetativo permanente, ovvero lo 0,005 per cento della popolazione italiana. Queste avrebbero bisogno di ben più attenzioni, magari con le cure che gli vengono negate perché le strutture sono insufficienti o mal distribuite sul territorio». Ma che legge è quella approvata? «E' una "non legge", con zero euro di aiuti concreti alle famiglie che hanno necessità. Il grande rammarico è proprio questo: si è trasformato il lavoro di quattro legislature in un manifesto ideologico. Io ho una idea diversa delle leggi. Dovrebbero guardare a tutti i cittadini, dovrebbero includere. I nostri padri costituenti come Aldo Moro, scrissero un articolo come il 32, straordinario nella sua efficacia: ogni individuo ha diritto alla salute ma nessuno può essere sottoposto ad un trattamento sanitario senza il suo esplicito consenso. Da chirurgo ho avuto la possibilità di partecipare, anche da protagonista, a molti dei progressi scientifici della medicina, ma questi sono nella disponibilità del paziente e non un obbligo». Invece qui il medico ha l'ultima parola... «Questa norma della dichiarazione anticipata non vincolante per il medico è l'ultimo paradosso. La commissione Giustizia all'unanimità, dando il parere al testo base, aveva esplicitamente deliberato che se non fosse stata inserita la parola "vincolante" nel testamento biologico, quel documento sarebbe stato privo di valore giuridico». Ma non si era detto che si voleva evitare proprio questo all'indomani del caso Englaro? «Io l'ho denunciato in aula e come me lo hanno detto numerosi magistrati. Non è solo un problema giuridico ma anche di buonsenso, credo della maggior parte degli italiani. Se dico alla mia famiglia che non voglio avere prolungata la mia agonia con tubi infilati nell'addome e invece il medico dice che la legge impone il contrario e che mi devono portare in sala operatoria, è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte Costituzionale».

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Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante (sezione: Giustizia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

FINE VITA. Il ddl Calabrò approvato in Senato tra le polemiche. Sit-in di protesta dei radicali in piazza, la Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti. E passa con un emendamento-colpo di scena targato Udc (a prima firma Antonio Fosson) che di fatto fa sparire l'obbligatorietà della Dichiarazione anticipata di trattamento. Dopo venticinque ore di sedute e una maratona lunga tre giorni, la tensione è esplosa in aula lasciando dietro di sé uno scenario devastato, che mette a rischio il dialogo tra maggioranza e Pd. VIA I VINCOLI AI MEDICI. La bagarre è divampata proprio a causa dell'emendamento al primo comma dell'articolo 4 che ha cancellato il vincolo per i medici alle Dat dei malati. Se il Pdl si è giustificato spiegando di aver voluto lasciare un margine al medico, l'opposizione è insorta, mentre a Piazza Navona andava in scena il sit-in dei radicali. Il Pd si è ricompattato nel «no» al testo e gli unici voti di dissenso, favorevoli al ddl, sono stati quelli dei teodem Emanuela Baio e Claudio Gustavino. «Eravamo qui», ha protestato la capogruppo Pd Anna Finocchiaro, annunciando il ricorso alla Corte costituzionale, «per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con questo emendamento, mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le Dat non conteranno assolutamente nulla». La Finocchiaro ha parlato di «legge imbroglio» accusando la maggioranza di «paura e sordità», mentre il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha sottolineato che con le Dat non più vincolanti, le stesse dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso». «La legge sul testamento biologico è ufficialmente carta straccia» ha aggiunto. VERSO L'EUTANASIA. Già in mattinata era avvenuto uno scontro tra la Finocchiaro e il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri che aveva accusato il Pd di voler trasformare il testo «nell'anticamera dell'eutanasia». «È una polemica strumentale, volgare e ignobile», aveva ribattuto la Finocchiaro, mentre Franco Marini riuniva i suoi invitando anche i senatori cattolici a non votare un testo definito «una schifezza», perché peggiorato rispetto a come era arrivato in aula. Anche i senatori dell'Italia dei Valori hanno inscenato una breve protesta in sala lettura di Palazzo Madama, e hanno confermato l'intenzione di raccogliere le firme per un referendum abrogativo. TESTIMONI DI GEOVA. Il dibattito si è riacceso poi anche sul comma 6 dell'articolo 4 che, secondo il Pd e i radicali, obbligherà i testimoni di Geova a ricevere trasfusioni di sangue contro la loro volontà: il comma prevede tra l'altro che «in condizioni di urgenza o quando il soggetto versa in pericolo di vita immediato, la Dat non si applica». L'aula di Palazzo Madama ha poi varato gli altri cinque articoli: il 5, che prevede che le Regioni assicurino assistenza domiciliare ai soggetti in stato vegetativo persistente, il 6 che prevede nella Dat la possibilità di nominare un fiduciario che potrà interagire con il medico nell'interesse del paziente. Via libera infine agli ultimi tre articoli: il 7 che regola il ruolo del medico, l'8 che disciplina l'autorizzazione giudiziaria e, infine, le disposizioni finali che - tra le altre cose - contemplano l'istituzione di un Registro delle Dat, nell'ambito di un un archivio unico nazionale informatico di cui sarà titolare il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali.

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george orwell a palazzo madama - (segue dalla prima pagina) (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 38 - Commenti GEORGE ORWELL A PALAZZO MADAMA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) è esattamente quello che è accaduto ieri al Senato della Repubblica, che ha battezzato come «dichiarazioni anticipate di trattamento» il loro esatto contrario, cancellando ogni valore vincolante del documento con il quale una persona indica le sue volontà per il tempo in cui, essendo incapace, dovesse trovarsi in stato vegetativo permanente. Sarà inutile seguire un tortuoso iter burocratico, da ripetere ogni tre anni, perché con esso si approderà semplicemente al nulla. E la maggioranza dei senatori ha fatto la stessa operazione battezzando come sostegno vitale l´alimentazione e l´idratazione forzata contro l´opinione larghissima del mondo medico internazionale che le considera trattamenti. è lo stesso consenso informato, uno dei grandi risultati civili del tempo recente, perde il suo valore fondativo del diritto di costruire liberamente la propria personalità. Il sequestro di persona, di cui ha parlato ieri Adriano Sofri, ha trovato il suo compimento. Missione compiuta, potrà dire il presidente del Consiglio al cardinale Bagnasco a tre giorni appena dall´ingiunzione dei vescovi a chiudere senza indugi e senza aperture la discussione sul testamento biologico. è con grande amarezza che scrivo queste parole. Non si sta parlando di una vicenda marginale, ma del modo in cui si stanno delineando i rapporti tra le persone ed uno Stato che, abituato da sempre a legiferare sul corpo della donna come «luogo pubblico», rende ora «pubblici» i corpi di tutti, li fa tornare sotto il dominio del potere politico e si serve abusivamente della mediazione dei medici, di cui viene restaurato un potere sul corpo del paziente che era stato cancellato proprio dalla «rivoluzione» del consenso informato. Ora non sarà più la persona a decidere per sé. Altri lo stanno facendo, e lo faranno, al suo posto. Dov´era un «soggetto morale», quello nato appunto dall´attribuzione a ciascuno del potere di accettare o rifiutare le cure, troviamo di nuovo un «oggetto». Non è solo una questione di costituzionalità, allora, quella che si è ufficialmente aperta. è una questione di democrazia, perché stiamo parlando del modo in cui si esercita il potere. Sono in discussione il diritto all´autodeterminazione e i limiti all´uso della legge. Torniamo così alla costituzionalità del testo appena approvato, di cui la maggioranza appare sicura probabilmente perché alla Costituzione e alla sue logiche si mostra sostanzialmente estranea, come provano molte vicende degli ultimi tempi, e dei tempi meno recenti. Ma la Costituzione e i suoi guardiani sono ancora lì. Alla maggioranza conviene far sapere che, mentre si arrabattava in tutta una serie di espedienti legali per impedire che avesse attuazione la sentenza della Corte di Cassazione sull´interruzione dei trattamenti a Eluana Englaro, la Corte Costituzionale (sentenza numero 438 del 23 dicembre 2008) scriveva le seguenti parole: «La circostanza che il consenso informato trova il suo fondamento negli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione pone in risalto la sua funzione di sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello all´autodeterminazione e quello alla salute». Da qui bisogna partire già in questi giorni, mentre il disegno di legge passa dal Senato alla Camera. Non è retorica dire che il punto forte è costituito dal sentire delle persone, testimoniato da tutti i sondaggi, da quelli appunto sulle decisioni relative al morire a quelli sull´uso del preservativo, che mostrano non solo una distanza netta dalle posizioni delle gerarchie vaticane, ma soprattutto una consapevolezza profonda della libertà e della responsabilità che devono accompagnare le scelte di vita. Ai deputati bisogna far sentire la voce di questo paese, che la maggioranza politica non ascolta, chiusa com´è nelle sue convenienze e nei suoi ideologismi, e che il Partito democratico rischia di non sentire, lasciando così senza avere rappresentanza parlamentare proprio un mondo che potrebbe essergli vicino.

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asinara, il ricorso è in letargo - piero mannironi (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 6 - Sardegna Asinara, il ricorso è in letargo Ancora inattuata la delibera della giunta di centrosinistra contro il commissariamento del Parco nazionale PIERO MANNIRONI CAGLIARI. Il ricorso alla Corte costituzionale contro il commissariamento del Parco dell'Asinara si sarebbe misteriosamente arenato nei meandri della burocrazia regionale. La deliberazione del 10 febbraio 2009 della giunta, infatti, non si sarebbe mai tradotta in un atto giuridico formale di conflitto di attribuzione davanti alla Consulta. Ad accorgersene è stato Fulvio Dettori, direttore generale della presidenza fino a pochi giorni fa, vittima illustre dello spoil system. Infatti, con la delibera 12/5 (che stranamente non è consultabile nel sito della Regione), la giunta guidata da Ugo Cappellacci ha rescisso anticipatamente il contratto con il docente universitario sassarese. Ebbene, Dettori si è accorto che la decisione dell'esecutivo regionale - in quei giorni guidato dal vice presidente Carlo Mannoni - si sarebbe misteriosamente arenata. Allora ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al direttore generale facente funzioni della presidenza della Regione Sardegna, sottolineando la gravità del caso. Dettori ha spedito la missiva, per conoscenza, anche a Mannoni, all'ex assessore Morittu e al direttore generale dell'assessorato all'Ambiente Demartini. «Del tutto casualmente - scrive Fulvio Dettori - sono venuto a conoscenza del fatto che, a tuttoggi, i competenti uffici dell'amministrazione regionale non avrebbero dato attuazione al provvedimento con cui la giunta regionale ha deliberato di sollevare conflitto di attribuzione di fronte alla Corte costituzionale nei riguardi del decreto DEC/DPN/55 del 2 febbraio 2009, con il quale il ministro dell'Ambiente ha nominato il commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell'Asinara senza la preventiva intesa con la Regione, affidando la difesa della Regione sarda al professor Paolo Carrozza al professor Gian Domenico Falcon». «Poiché l'inerzia degli uffici regionali - continua la lettera - di cui sono venuto a conoscenza, se confermata, sarebbe di particolare gravità e configurerebbe un comportamento illegittimo, sanzionabile sotto diversi profili, non esclusi quelli disciplinare e penale, la prego di voler verificare se quanto le segnalo con la presente nota corrisponda a verità e, in caso affermativo, di voler assumere le iniziative necessarie affinché il provvedimento della giunta regionale, di cui ho curato la verbalizzazione, possa trovare piena attuazione, restituendo piena legalità all'attività dell'amministrazione regionale». Insomma, un brutto pasticcio, un giallo maturato, guarda caso, proprio nei giorni delle elezioni che hanno portato al cambio di maggioranza in Regione. L'unica cosa certa - almeno stando alla lettera molto dura di Dettori - è che, a distanza di 43 giorni dalla decisione della giunta, nulla si sarebbe mosso sul "caso Asinara". Un ritardo davvero incredibile anche per i tempi lunghi della burocrazia regionale. Il nodo politico-giuridico della questione non è poi di poco conto. Alla giunta di centrosinistra, infatti, non era proprio piaciuto l'atto unilaterale del ministero dell'Ambiente che, con un decreto, il 2 febbraio scorso aveva commissariato l'Ente parco senza neppure consultare la Regione. Secondo la giunta, il provvedimento ministeriale è stato assunto «in violazione del principio della leale collaborazione, come ripetutamente ribadito dalla Corte costituzionale». Nella delibera viene anche esplicitamente citata una sentenza della Consulta, la 21 del 2006, pronunciata in seguito al conflitto di attribuzione sollevato dalla Regione Toscana nei confronti del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro dell'Ambiente. La nomina di Silvio Vetrano a commissario era arrivata come un fulmine a ciel sereno il due febbraio scorso. Con un tempismo che ha davvero dell'incredibile, il ministero aveva infatti nominato il funzionario ministeriale al posto di Piero Deidda, il cui mandato quinquennale di presidente era scaduto a fine gennaio. Anche il sindaco di Porto Torres, Luciano Mura, aveva preso molto male la notizia. «Prendo atto - aveva detto - della tempestività da parte del ministero, che è comunque davvero inusuale. Credo che sarebbe stato più opportuno prendere una decisione di concerto con la Regione. Del resto, gli organismi erano scaduti a gennaio e quindi si sarebbe potuto affrontare il problema meglio e con maggiore serenità. Ma ciò non è avvenuto e questo forse nella speranza recondita di avere in futuro un governo regionale amico».

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Sputa sulla mano prima di darla all'arbitro juniores del Godega fuori per tre partite (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

GIUDICE DILETTANTI. Offese al direttore di gara: 4 turni a un ragazzo della Sanfiorese Sputa sulla mano prima di darla all'arbitro juniores del Godega fuori per tre partite Si sputa sulla mano prima di porla all'arbitro al termine della gara: Rista Ledion, giocatore juniores del Godega, starà fuori dai campi di calcio non per molto (tre partite), ma si è reso autore comunque di un gesto che si commenta da sè. Il provvedimento disciplinare arriva ad aggiungersi a una lunga lista che, settimana per settimana, cresce, purtroppo, oltre che in numero, anche in squallore. Se non è uno sputo è un... bidone volante, e poi i toni di sfida, le bestemmie, le aggressioni all'arbitro. Da registrare anche l'ammenda conferita alla società Badoere di 100 euro per «proteste e insinuazioni sull'onestà del direttore di gara», e le quattro giornate inflitte a Luca Antoniazzi (Sanfiorese). Inutile provare ad azzeccare il motivo: purtroppo è sempre lo stesso. Questi i provvedimenti per i calciatori. In Terza categoria, ammmende rispettivamente di 80 euro al Campolongo e di 60 euro al Valdosport e alla Vedelaghese per proteste. Squalifica fino al 5 maggio per il dirigente del Tarzo Revine Lago Buffolo, «perché dopo essere stato allontanato per proteste e insulti nei confronti dell'arbitro, gli ha consegnato la bandierina con atteggiamento ironico, in quanto in quel momento assistente di linea». Tre giornate a Pregnolato (Milan Guarda); due a Perinot (Boccadistrada) e Pavan (Postioma); una a Piai (Suseganese), Casella (Campolongo), Stella (Barbisano), Zaro (Fontane), Cirtina (Parè), Callegaro e Pontoni (Sant'Antonino), Tessaro (Vidor), Villanova (Barbisano), Faraon (Feletto), Zanette (Santa Giustina), Zanatta (Rovere), Coden (Basalghelle), Agello e Giacobbi (Csm Resana), Toniolo (Badoere), Menegazzo (Pederobba), Pozzobon (San Giuseppe), Tonini (Fanzolo), Vettoretti (Follinese), Del Giudice e Zorzi (Fontane), Cava e Furlan (Lovispresiano), Trentin (Milan Guarda), Carniel, Guglielmin e Santin (Vedelaghese), Battistiol (Evolution Team). Calcio femminile serie B: una gara a Calzamatta (Barcon). (lu. pi.)

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Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante (sezione: Giustizia)

( da "Arena, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 27 Marzo 2009 NAZIONALE Pagina 3 FINE VITA. Il ddl Calabrò approvato in Senato tra le polemiche. Sit-in di protesta dei radicali in piazza, la Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante Passa l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di tenere conto del volere del malato Il Pd: «Così è carta straccia» ROMA Passa al Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti. E passa con un emendamento-colpo di scena targato Udc (a prima firma Antonio Fosson) che di fatto fa sparire l'obbligatorietà della Dichiarazione anticipata di trattamento. Dopo venticinque ore di sedute e una maratona lunga tre giorni, la tensione è esplosa in aula lasciando dietro di sé uno scenario devastato, che mette a rischio il dialogo tra maggioranza e Pd. VIA I VINCOLI AI MEDICI. La bagarre è divampata proprio a causa dell'emendamento al primo comma dell'articolo 4 che ha cancellato il vincolo per i medici alle Dat dei malati. Se il Pdl si è giustificato spiegando di aver voluto lasciare un margine al medico, l'opposizione è insorta, mentre a Piazza Navona andava in scena il sit-in dei radicali. Il Pd si è ricompattato nel «no» al testo e gli unici voti di dissenso, favorevoli al ddl, sono stati quelli dei teodem Emanuela Baio e Claudio Gustavino. «Eravamo qui», ha protestato la capogruppo Pd Anna Finocchiaro, annunciando il ricorso alla Corte costituzionale, «per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con questo emendamento, mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le Dat non conteranno assolutamente nulla». La Finocchiaro ha parlato di «legge imbroglio» accusando la maggioranza di «paura e sordità», mentre il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha sottolineato che con le Dat non più vincolanti, le stesse dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso». «La legge sul testamento biologico è ufficialmente carta straccia» ha aggiunto. VERSO L'EUTANASIA. Già in mattinata era avvenuto uno scontro tra la Finocchiaro e il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri che aveva accusato il Pd di voler trasformare il testo «nell'anticamera dell'eutanasia». «È una polemica strumentale, volgare e ignobile», aveva ribattuto la Finocchiaro, mentre Franco Marini riuniva i suoi invitando anche i senatori cattolici a non votare un testo definito «una schifezza», perché peggiorato rispetto a come era arrivato in aula. Anche i senatori dell'Italia dei Valori hanno inscenato una breve protesta in sala lettura di Palazzo Madama, e hanno confermato l'intenzione di raccogliere le firme per un referendum abrogativo. TESTIMONI DI GEOVA. Il dibattito si è riacceso poi anche sul comma 6 dell'articolo 4 che, secondo il Pd e i radicali, obbligherà i testimoni di Geova a ricevere trasfusioni di sangue contro la loro volontà: il comma prevede tra l'altro che «in condizioni di urgenza o quando il soggetto versa in pericolo di vita immediato, la Dat non si applica». L'aula di Palazzo Madama ha poi varato gli altri cinque articoli: il 5, che prevede che le Regioni assicurino assistenza domiciliare ai soggetti in stato vegetativo persistente, il 6 che prevede nella Dat la possibilità di nominare un fiduciario che potrà interagire con il medico nell'interesse del paziente. Via libera infine agli ultimi tre articoli: il 7 che regola il ruolo del medico, l'8 che disciplina l'autorizzazione giudiziaria e, infine, le disposizioni finali che - tra le altre cose - contemplano l'istituzione di un Registro delle Dat, nell'ambito di un un archivio unico nazionale informatico di cui sarà titolare il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali.  

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Pm, fine di un grande amore Scoperti 121 posti su 206 Scaduti i termini del concorso interno per assegnare i posti da sostituto procuratore. Quasi la metà rimane senza risposta. Le (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pm, fine di un grande amore Scoperti 121 posti su 206 Scaduti i termini del concorso interno per assegnare i posti da sostituto procuratore. Quasi la metà rimane senza risposta. Le situazioni più gravi al Sud. Ma i grandi rifiuti riguardano anche sedi del Nord. Volpi, membro della Terza: «La propaganda ha ucciso una vocazione» CLAUDIA FUSANI Caro pubblico ministero, t'ho voluto tanto bene ma ora non mi piaci più. E su 206 posti da sostituto procuratore da occupare il prima possibile, 121 restano vuoti. «Senza aspiranti» recita il bollettino del ministero della Giustizia con i risultati del concorso interno aperto il 16 gennaio e chiuso un paio di settimane fa. Nessun magistrato è voluto andare in quei posti. Che non sono solo le solite sedi ai confini della legalità nell'interno della Calabria o nel cuore della Sicilia. Risultano scartate e respinte anche Brescia, Vigevano, Venezia, Aosta e Gorizia, il profondo nord. La luna di miele con le toghe è finita da un pezzo. Ma mai, denunciano preoccupati dal Consiglio superiore della magistratura, si era arrivati a un gradimento così basso, quasi assente. La lista delle sedi vacanti si sparge a macchia in tutta Italia, dal nord al sud e riguarda 46 città per altrettante sedi giudiziarie. Con alcuni casi clamorosi, al nord quanto al sud. Brescia, Lecco e Aosta - tre città non di prima linea sul fronte della criminalità organizzata - fanno il percorso netto: 9 posti disponibili a Brescia e nove respinti; due su due a Aosta e due su due a Lecco. Problemi anche a Venezia, Gorizia, Casale Monferrato, Biella, Vercelli, Vigevano e Busto Arsizio. Da queste parti però, facendo un confronto tra organici scoperti, quelli coperti e i carichi di lavoro, legalità e sicurezza corrono rischi calcolati. Il dramma è al Sud O in Sardegna: a Nuoro restano vuoti 4 posti su 4, a Sassari uno su due, a Tempio Pausania due su due, a Lanusei uno su uno e a Oristano uno su due. Gradi di allarme salgono dalle procure di mezza Calabria dove non è arrivata neppure una domanda. A Catanzaro sono rimasti vuoti tutti i sette posti vacanti. Percorso netto per Castrovillari, Cosenza, Crotone, Lamezia Terme, Locri, Palmi: nessuna domanda per i 19 posti da sostituto disponibili presso le singole procure. Non va meglio in Sicilia dove sono arrivate cinque domande per 57 posti disponibili nei vari uffici giudiziari, da Palermo a Barcellona Pozzo Di Gotto, da Enna a Gela, da Nicosia a Caltanissetta. La Terza Commissione del Csm, presieduta da Roberto Carrelli Palombi, affronterà con urgenza la situazione. «E' stata uccisa la vocazione» tagliano corto a palazzo dei Marescialli. Il professor Mauro Volpi, membro laico della Terza, accusa prima di tutto «l'incertezza sul ruolo e sui poteri del pm e la costante propaganda con l'affondo di questi mesi», iIl pm descritto come avvocato dell'accusa, sprovvisto di uno strumento di indagine come le intercettazioni e con sempre meno poteri rispetto alla polizia giudiziaria». Pesano, molto, anche le ultime riforme, pensate da Castelli e introdotte da Mastella: l'impossibilità di assegnare alle sedi vacanti gli uditori giudiziari e di passare da una funzione all'altra, da giudice a pm o viceversa, se non cambiando distretto, quindi città e abitudini. Urgono soluzioni perché uffici calabresi e siciliani rischiano di chiudere causa assenza di toghe. Si sta lavorando per avviare la procedura per sedi disagiate con relativi benefici finanziari. Ma qualcuno ipotizza, e teme, che il ministero istruisca un concorso ad hoc per coprire i posti da sostituto vacanti. Sarebbe un precedente grave. La separazione delle carriere. Nei fatti. Il dossier

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La legge inutile Né testamento né biologico anche Pera non ci sta (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La legge inutile Né testamento né biologico anche Pera non ci sta M.ZE. Via libera del Senato al Disegno di legge Calabrò sul testamento biologico: 278 senatori presenti, 276 i votanti. Favorevoli 150, contrari 123, 3 astenuti, 19 gli assenti. Tra i banchi del Pdl votano «no» Maurizio Saia, Antonio Paravia, Ferruccio Saro e Marcello Pera. Si astengono Riccardo Conti, Barbara Contini e Lucio Malan. Esce dall'aula la teocon Laura Bianconi, la pasdaran a cui si devono le parti più restrittive della legge. Otto i dissidenti. Nel Pd votano a favore Emanuela Baio Dossi e Claudio Gustavino, si astiene Luigi Lusi. Applauso di rito, per una vittoria che il laico Pdl Benedetto Della Vedova definisce «di Pirro». I NO DI PERA Scuote la testa Marcello Pera che mentre parla in aula non vola una mosca neanche nel suo schieramento: «Il testo che stiamo approvando dice che bisogna comunque salvare la vita e dice anche che questa decisione la deve prendere il legislatore. Credo che sia costituzionalmente ed eticamente sbagliato: fa prevalere l'articolo 2 della Carta sul 32». Il senatore a vita Emilio Colombo si alza e gli da la mano. Il Pdl e il Pd applaudono. Ma l'ordine di scuderia del premier con la lettera inviata ai senatori Pdl alla vigilia del dibattito e le dichiarazioni del cardinal Bagnasco hanno tracciato il percorso obbligato. E il clima è sotto gli occhi di tutti: le macerie sono ovunque. Sul volto dei senatori di minoranza, come su molti di quelli della maggioranza. Chissà quali saranno le conseguenze future sul dialogo fra i due poli. Nei banchi del governo siedono Giovanardi, Calderoli, Bondi, Roccella. Maurizio Sacconi è sollevato: «Il governo è soddisfatto per la straordinaria solidità della sua maggioranza su temi molto sensibili come questi». Il relatore Raffaele Calabrò lo definisce un testo «migliore» a quello uscito dall Camera. Maurizio Gasparri e Rizzo lo dedicano a Eluana Englaro. Non si potrà mai più staccare la spina, neanche a un paziente in stato vegetativo da anni, senza possibilità alcuna di ripresa. Non si potranno lasciare disposizioni sul fine vita. E comunque non saranno vincolanti. il bacio della morte Tutti gli emendamenti Pd, Idv, Radicali, respinti in blocco se non per questioni di poco rilievo. Un testo «peggiore di quello uscito dalla commissione Sanità» a detta di Ignazio Marino, Stefano Ceccanti, Anna Finocchiaro e un elenco lunghissimo di senatori. Marino definisce «il bacio della morte» al Ddl l'emendamento di Fosson che rende non vincolanti per il medico le dichiarazioni di volontà. In Aula scoppia la bagarre tra i banchi dell'opposizione. L'Idv si presenta a metà mattina nella sala lettura di Palazzo Madama con dei cartelli appesi addosso: «Testamento ideologico», «Testamento illogico». «Non poteva che finire così», commenta Franca Chiaromonte andando via. Applauditissima dal suo gruppo Anna Finocchiaro: «Qui si capisce quanto fragile sia la vostra concezione della libertà e della dignità dell'uomo, della sua volontà libera di tornare naturalmente, per chi crede, creatura di Dio tra le braccia del Padre o, per chi non crede, di finire dignitosamente come è naturale che accada, sperando di avere lasciato segni, affetti, esempi nel mondo». Ricuce gli strappi che pure ci sono stati all'interno del Pd: si rivolge a Marini, Soliani, Bosone, Rutelli per ringraziarli per il lavoro svolto. E per quel voto compatto che arriva alla fine. Chissà come sarebbe andata se il Pdl avesse teso la mano agli emendamenti del Pd. Inutile chiederselo. Astore dell'Idv alza la voce per dire «anche noi difendiamo la vita, anche noi siamo cattolici quanto gli altri, caro Nania, caro Calabrò». La legge adesso passa alla Camera. Non è detto che la «truppa corazzata», come la chiama Astore, resti tali. Ma qui, al Senato, già si guarda alla Corte Costituzionale. Il Senato ha votato ieri il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico. Ignazio Marino «è peggiore di quello licenziato in commissione Sanità». Bagarre a Palazzo Madama. Una legge inutile e ideologica.

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Il bio-testamento non sarà vincolante (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Primo Piano Pagina 102 Il bio-testamento non sarà vincolante Dal Senato primo via libera. Pdl: scelta la vita. Pd: tradimento --> Dal Senato primo via libera. Pdl: scelta la vita. Pd: tradimento Il disegno di legge sul bio-testamento ha ottenuto il sì del Senato dopo aspre polemiche. Ora il testo va alla Camera. ROMA «Carta straccia». L'opposizione, senza mezzi termini, definisce così la versione del disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) uscita dall'Aula del Senato. E un vero «bacio della morte», secondo vari esponenti del Pd, è stato il sì all'emendamento con il quale alle dat è stato tolto ogni carattere di vincolatività, mentre resta il divieto alla sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale. IL VOTO Il via libera del Senato al ddl Calabrò - con 150 sì, 123 no e 3 astenuti - è segnato insomma da furenti polemiche, mentre la maggioranza compatta esprime soddisfazione: è una legge che previene qualunque deriva verso l'eutanasia, affermano dal Pdl. Che le posizioni sui nodi cruciali del provvedimento fossero molto più che distanti, è stato chiaro sin dall'inizio della maratona di tre giorni al Senato per approvare il disegno di legge. Falliti i tentativi di mediazione messi in campo dai due poli, il testo licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea paletti e limiti precisi. Le volontà espresse dal soggetto nelle dat (dichiarazioni anticipate di trattamento), per cominciare, non saranno vincolanti (mentre il ddl originario prevedeva che fossero non obbligatorie ma, appunto, vincolanti). Resta immutato (dopo che anche il tentativo di mediazione da parte dei cattolici del Pd è naufragato in Aula) il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel ddl approvato da palazzo Madama, «sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di dat. Limiti anche per il ruolo del fiduciario. Una versione del ddl che l'opposizione rigetta decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure le parole della presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: è una legge «violenta e traditrice», un ddl «ridotto a finzione». Le dat, ha detto, «così non conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «È stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta». OBIETTIVI Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza. Gli obiettivi sono chiari, come ha sottolineato Gaetano Quagliariello, vice capogruppo del Pdl: «È una legge grazie alla quale non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo paese e non ci potranno più essere casi Englaro. D'altra parte i diritti di cura del cittadino saranno meglio tutelati». Difesa a spada tratta del provvedimento anche da parte del governo, per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona e al valore della persona che avevamo auspicato. E trova conferma la disciplina per quanto riguarda la garanzia in ogni caso di nutrizione e idratazione, che sono risposte ai bisogni vitali della persona e non terapie». Una legge, così come esce dal Senato, ha rilevato il relatore del ddl Raffaele Calabrò, «migliorata, con una serie di semplificazioni: il paziente potrà fare le sue dichiarazioni con una maggiore semplicità, così come il medico potrà avere maggiore semplicità nell'eseguirle». Inoltre, ha aggiunto escludendo i pericoli di incostituzionalità adombrati dalla Finocchiaro, «è anche una legge a zero rischi di contenzioso giudiziario». ORA ALLA CAMERA Tra le polemiche, il ddl arriva dunque a Montecitorio. Qui si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei radicali, dovrà essere quella fuori dalle aule della politica, quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro dignità di cittadini».

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Tavolo tecnico con le Regioni fino a martedì (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Primo Piano Pagina 103 Edilizia. Tavolo tecnico con le Regioni fino a martedì Edilizia. --> ROMA Il governo prosegue nella trattativa con le regioni e gli enti locali per superare l'impasse sul piano casa in favore dell'edilizia. L'ipotesi di un decreto legge non è ancora tramontata, ma è condizionata all'assenso delle regioni e dunque potrebbe riguardare unicamente alcune misure concordate. È questa, secondo quanto si apprende da fonti governative, la linea decisa nel corso di un incontro a palazzo Chigi fra il premier Silvio Berlusconi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e il responsabile del dicastero per gli Affari Regionali Raffele Fitto. È stato quest'ultimo a riferire l'andamento della trattativa con gli enti locali ed in particolare i primi risultati del tavolo tecnico istituito nel suo ministero per avvicinare le parti. Le trattative proseguiranno fino a martedì proprio con l'obiettivo di costruire un percorso condiviso con le regioni che porti all'approvazione di un pacchetto che preveda sia le norme per la semplificazione delle norme sulle ristrutturazioni sia quelle anti-cicliche relative all'ampliamento delle abitazioni. Il nodo da sciogliere, però, è quello sullo strumento da utilizzare. Berlusconi punta ad un decreto che abbia effetti immediati sul settore edile e, di riflesso, sull'economia. Ma il rischio è di provocare un braccio di ferro con la possibile impugnazione del provvedimento davanti alla Corte costituzionale per conflitto di competenza. Ecco perchè, riferiscono fonti governative, la linea decisa dall'esecutivo, e che dovrà essere realizzata con la mediazione di Fitto, è quella di arrivare a un decreto concordato con regioni e enti locali, magari stralciando le parti più contestate della bozza di decreto trapelata nei giorni scorsi. Uno schema, insomma, simile a quello che lo stesso ministro per gli Affari Regionali ha seguito nella trattativa sugli ammortizzatori sociali. «Occorre un grande impegno - ha dichiarato nel corso della giornata il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani - occorre serietà e rigore e le regioni sono su questa strada. Abbiamo intenzioni serie e vogliamo raggiungere il risultato di condividere iniziative anti-cicliche che diano un impulso all'edilizia nel rispetto delle competenze delle regioni e della programmazione urbanistica».

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QUEL PASTICCIACCIO DEL PIANO CASA (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

QUEL PASTICCIACCIO DEL PIANO CASA L'ULTIMA OSSESSIONE Perché Berlusconi insiste ogni giorno sul suo camaleontico piano casa? Perché ha una testa da immobiliarista e non vede altro che il mercato privato, tante «Milano 2». Perché non sa come rianimare un'economia in crisi grave che lui chiama «influenza da virus americano». Perché coi condoni ha capito che la maggioranza degli italiani se ne frega delle norme urbanistiche, del paesaggio, dei centri storici e vuole solo aggiungere stanze, coprire terrazze e balconi, alzare nuovi piani abusivi. Per questo insiste sul decreto legge e attacca il Parlamento, «irridendo il lavoro dei parlamentari» (parole di Fini). Berlusconi non sa o finge di non sapere che mancano alloggi a basso prezzo o a basso canone per giovani coppie, immigrati, anziani soli (un quarto di tutti i romani), che questa è la sola domanda edilizia realmente esistente. Per essa Pd e Cgil, associazioni ambientaliste sollecitano un grande piano di recupero, restauro e riutilizzo, sotto regìa pubblica, di quartieri degradati, di comparti semivuoti, di edifici pubblici e privati. Senza consumare un metro quadrato di terreni liberi, verdi o agricoli. Se le Camere sono inciampo, figuriamoci le Regioni. Ma qui anche il premier deve fermarsi. La competenza è da anni regionale e le Regioni possono sbarrargli il passo ricorrendo alla Corte costituzionale. Non gradiscono per niente (come Napolitano) il decreto legge, né piace loro la legge-quadro. Sono per un semplice atto di indirizzo da tradurre poi in leggi regionali, con l'obiettivo di rendere più veloci le pratiche. Attenzione però a non accedere all'idea berlusconiana di edificare in zone di pregio paesaggistico chiedendo alle Soprintendenze (stremate dai tagli in atto e impoverite nel personale tecnico) di dare un parere entro 30 o 60 giorni, il che equivarrebbe a un disastroso silenzio/assenso. Attenzione a non sposare il progetto berlusconiano di abolire il permesso di costruire sostituendolo con "autocertificazioni" o con la sola dichiarazione di inizio attività (incoraggiamento a ogni sorta di abusi). C'è pure chi ritiene che il piano casa di Berlusconi sia un non senso economico. L'Italia viene da sette anni di "boom" e sul mercato vi sono non poche case tuttora invendute. Immettervi altre stanze o alloggi deprimerebbe ulteriormente i valori di mercato. L'economista Paolo Manasse, su lavoce.info ha calcolato - quando Berlusconi straparlava di incrementi di cubature, cedibili ai vicini, del 20% - che lì per lì vi sarebbe un impatto sui 22 miliardi. Tuttavia, incrementando del 20% l'offerta di case, si ridurrebbero le quotazioni del mercato. Inoltre, il nuovo drenaggio di risparmio verso il cemento rattrappirebbe i consumi delle famiglie fra i 15 e i 34 miliardi. Effetto economico, vicino allo zero. «In cambio di case brutte», concludeva Manasse. Che tragedia per il Belpaese.

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è solo un manifesto ideologico - nicola corda (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Attualità «è solo un manifesto ideologico» Deluso il senatore Marino: si va contro l'interesse dei pazienti L'INTERVISTA Alle famiglie nessun aiuto NICOLA CORDA ROMA. Il senatore Ignazio Marino è deluso. Stavolta forse più come parlamentare che come medico e chirurgo di fama. Ha speso tante energie per una legge sul testamento biologico che guardasse prima di tutto ai pazienti. E invece? «Questo testo servirà se va bene alle tremila persone che sono in stato vegetativo permanente, ovvero lo 0,005 per cento della popolazione italiana. Queste avrebbero bisogno di ben più attenzioni, magari con le cure che gli vengono negate perché le strutture sono insufficienti o mal distribuite sul territorio». Ma che legge è quella approvata? «E' una "non legge", con zero euro di aiuti concreti alle famiglie che hanno necessità. Il grande rammarico è proprio questo: si è trasformato il lavoro di quattro legislature in un manifesto ideologico. Io ho una idea diversa delle leggi. Dovrebbero guardare a tutti i cittadini, dovrebbero includere. I nostri padri costituenti come Aldo Moro, scrissero un articolo come il 32, straordinario nella sua efficacia: ogni individuo ha diritto alla salute ma nessuno può essere sottoposto ad un trattamento sanitario senza il suo esplicito consenso. Da chirurgo ho avuto la possibilità di partecipare, anche da protagonista, a molti dei progressi scientifici della medicina, ma questi sono nella disponibilità del paziente e non un obbligo». Invece qui il medico ha l'ultima parola... «Questa norma della dichiarazione anticipata non vincolante per il medico è l'ultimo paradosso. La commissione Giustizia all'unanimità, dando il parere al testo base, aveva esplicitamente deliberato che se non fosse stata inserita la parola "vincolante" nel testamento biologico, quel documento sarebbe stato privo di valore giuridico». Ma non si era detto che si voleva evitare proprio questo all'indomani del caso Englaro? «Io l'ho denunciato in aula e come me lo hanno detto numerosi magistrati. Non è solo un problema giuridico ma anche di buonsenso, credo della maggior parte degli italiani. Se dico alla mia famiglia che non voglio avere prolungata la mia agonia con tubi infilati nell'addome e invece il medico dice che la legge impone il contrario e che mi devono portare in sala operatoria, è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte Costituzionale».

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Confermato l'obbligo a nutrizione e idratazione, Pd e Idv pronti a fare ricorso alla Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Cittadino, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Biotestamento, c'è il "sì" del Senato Passa un emendamento dell'Udc: «Non sarà vincolante» ROMA «Carta straccia». L'opposizione, senza mezzi termini, definisce così la versione del ddl sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) uscita dall'Aula del Senato. E un vero «bacio della morte», secondo vari esponenti del Pd, è stato il sì all'emendamento con il quale alle dat è stato tolto ogni carattere di vincolatività, mentre resta il divieto alla sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale. Il via libera del Senato al ddl Calabrò - con 150 sì, 123 no e 3 astenuti - è segnato insomma da furenti polemiche, mentre la maggioranza compatta esprime soddisfazione: è una legge che previene qualunque deriva verso l'eutanasia, affermano dal Pdl. Che le posizioni sui nodi cruciali del provvedimento fossero molto più che distanti, è stato chiaro sin dall'inizio della maratona di tre giorni al Senato per approvare il disegno di legge. Falliti i tentativi di mediazione messi in campo dai due poli, il testo licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea paletti e limiti precisi. Le volontà espresse dal soggetto nelle dat (dichiarazioni anticipate di trattamento), per cominciare, non saranno vincolanti (mentre il ddl originario prevedeva che fossero non obbligatorie ma, appunto, vincolanti). Resta immutato (dopo che anche il tentativo di mediazione da parte dei cattolici del Pd é naufragato in Aula) il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel ddl approvato da palazzo Madama, «sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di dat. Limiti anche per il ruolo del fiduciario. Una versione del ddl che l'opposizione rigetta decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure le parole della presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: è una legge «violenta e traditrice», un ddl «ridotto a finzione». Le dat, ha detto, «così non conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale.Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «É stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza. Gli obiettivi sono chiari, come ha sottolineato Gaetano Quagliariello, vice capogruppo del Pdl: «É una legge grazie alla quale non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo Paese e non ci potranno più essere casi Englaro. D'altra parte i diritti di cura del cittadino saranno meglio tutelati». Difesa a spada tratta del provvedimento anche da parte del governo, per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona e al valore della persona che avevamo auspicato». Una legge, così come esce dal Senato, ha rilevato il relatore del ddl Raffaele Calabrò, «migliorata, con una serie di semplificazioni: il paziente potrà fare le sue dichiarazioni con una maggiore semplicità, così come il medico potrà avere maggiore semplicità nell'eseguirle». Inoltre, ha aggiunto escludendo i pericoli di incostituzionalità adombrati dalla Finocchiaro, «é anche una legge a zero rischi di contenzioso giudiziario».Tra le polemiche, il ddl arriva dunque a Montecitorio. Qui si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei radicali, dovrà essere quella fuori dalle aule della politica, quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro dignità di cittadini».

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Via libera al biotestamento Ma l'opposizione insorge (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Il Senato licenzia il ddl Calabrò: le dichiarazioni non saranno vincolanti Via libera al biotestamento Ma l'opposizione insorge «Carta straccia». L'opposizione, senza mezzi termini, definisce così la versione del disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) uscita dal Senato. Il via libera al testo Calabrò (150 sì, 123 no e 3 astenuti) scatena furenti polemiche con la maggioranza compatta che esprime soddisfazione. Una cosa è certa, il ddl licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea paletti e limiti precisi. Dopo l'approvazione di un emendamento dell'Udc, infatti, le volontà espresse dal soggetto nelle Dat non saranno vincolanti. Mentre resta immutato il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel testo approvato, «sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di Dat. E per l'opposizione questa versione è semplicemente inaccettabile. Tanto che il Pd, escluso qualche dissidente, vota compatto contro il ddl. È una legge «violenta e traditrice», attacca il capogruppo Democratico Anna Finocchiaro, un ddl «ridotto a finzione». Le dat, insiste, «così non conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino: «È stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza. Gli obiettivi sono chiari sottolinea Gaetano Quagliariello vicecapogruppo del Pdl: «È una legge grazie alla quale non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo Paese e non ci potranno più essere casi Englaro. D'altra parte i diritti di cura del cittadino saranno meglio tutelati». E mentre il capogruppo Maurizio Gasparri si concede una dedica a Eluana, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi difende a spada tratta il testo: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona e al valore della persona che avevamo auspicato. E trova conferma la disciplina per quanto riguarda la garanzia in ogni caso di nutrizione e idratazione, che sono risposte ai bisogni vitali della persona e non terapie». Tra le polemiche, il ddl arriva dunque a Montecitorio. Dove si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei Radicali, dovrà essere quella fuori dalle aule della politica, quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro dignità di cittadini».

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ROMA - (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - «Carta straccia» ROMA - «Carta straccia». L'opposizione, senza mezzi termini, definisce così la versione del ddl sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) uscita dall'Aula del Senato. E un vero «bacio della morte», secondo vari esponenti del Pd, è stato il sì all'emendamento dell'Udc con il quale alle dat è stato tolto ogni carattere di vincolo, mentre resta il divieto alla sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale. Il via libera del Senato al ddl Calabrò - con 150 sì, 123 no e 3 astenuti - è segnato insomma da furenti polemiche, mentre la maggioranza compatta esprime soddisfazione: è una legge che previene qualunque deriva verso l'eutanasia, affermano dal Pdl. Falso, replicano dal Pd, che noi volessimo l'eutanasia. Che le posizioni sui nodi cruciali del provvedimento fossero molto più che distanti, è stato chiaro sin dall'inizio della maratona di tre giorni al Senato per approvare il disegno di legge articolato in nove articoli. Falliti i tentativi di mediazione messi in campo dai due poli, il testo licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea paletti e limiti precisi. Le volontà espresse dal soggetto nelle «dat» (dichiarazioni anticipate di trattamento), per cominciare, non saranno vincolanti (mentre il ddl originario prevedeva il vincolo) e dunque alla fine deciderà il medico. Resta immutato (dopo che anche il tentativo di mediazione da parte dei cattolici del Pd è naufragato in Aula) il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel ddl approvato da palazzo Madama, «sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di dat. Limiti anche per il ruolo del fiduciario. Una versione del ddl che l'opposizione rigetta decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure le parole della presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: è una legge «violenta e traditrice», un ddl «ridotto a finzione». Le dat, ha detto, «così non conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «È stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la libertà». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza. Gli obiettivi sono chiari, come ha sottolineato Gaetano Quagliariello, vice capogruppo del Pdl: «È una legge grazie alla quale non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo paese e non ci potranno più essere casi Englaro». Difesa a spada tratta del provvedimento anche da parte del governo, per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona che avevamo auspicato. E trova conferma la disciplina per quanto riguarda la garanzia in ogni caso di nutrizione e idratazione, che sono risposte ai bisogni vitali della persona e non terapie». Una legge, così come esce dal Senato, ha rilevato il relatore del ddl Raffaele Calabrò, «migliorata, con una serie di semplificazioni: il paziente potrà fare le sue dichiarazioni con una maggiore semplicità, così come il medico potrà avere maggiore semplicità nell'eseguirle». Inoltre esclude i pericoli di incostituzionalità adombrati dalla Finocchiaro. Tra le polemiche, il ddl arriva dunque a Montecitorio. Qui si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei radicali, dovrà essere quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro dignità di cittadini». 27/03/2009

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Il depuratore non c'è,ma la tassa si paga (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il depuratore non c'è,ma la tassa si paga il balzello non è stato ancora cancellato Recco. Non sono bastate una sentenza della Corte Costituzionale e la promessa di Iride, società che gestisce il ciclo delle acque nella vallata del Recco, per eliminare dalla bolletta la voce di costo (per l'utente) legata al canone di depurazione delle acque. A sei mesi dalla sentenza con la quale la Consulta ha dichiarato illegittimo il pagamento della tariffa di depurazione in caso di mancanza o cattivo funzionamento dell'impianto, i consumatori di Recco, Uscio e Avegno ancora si trovano a dover versare 16 euro per un servizio che non esiste. Ce n'è abbastanza per convincere molti utenti a rivolgersi alle associazioni dei consumatori, mentre lo stesso Comune è intervenuto con una perentoria richiesta di chiarimento. «È chiaro che la situazione rappresenta un'anomalia, anche perché sappiamo benissimo che in altri comuni del golfo Paradiso, come Pieve, Sori e Bogliasco, la tassa è stata eliminata da mesi - spiega Alfonso Iacoucci - nel nostro caso era stata la stessa Iride a comunicarci, alla fine del 2008, la scelta di ottemperare alla sentenza della Corte, che peraltro rappresenta un obbligo e non un'opzione». Il balzello, però, continua a essere richiesto e Iride sembra avere cambiato la posizione rispetto a qualche mese fa. «Il problema della vallata di Recco è che un impianto esiste ed è quello di Punta Sant'Anna. Sappiamo benissimo che non si tratta di un vero depuratore, visto che svolge un'attività di semplice trattamento meccanico, ma fino a quando Ato non ci segnala la non idoneità della struttura, noi non possiamo togliere l'imposta». Insomma, secondo Iride occorre che Ato, ovvero l'Ambito territoriale ottimale (che fa capo alla Provincia), metta per iscritto che l'impianto di Punta Sant'Anna non è un depuratore. «Mi sembra una scusa bella e buona - dice senza troppi giri di parole Stefano Bersanetti, assessore all'Ambiente - Che punta Sant'Anna non sia un depuratore lo sanno anche le pietre, Iride compresa. Non per nulla ogni anno viene data una multa da 5 mila euro al Comune perché non si fa la depurazione». Anche Paolo Perfigli, assessore all'ambiente della Provincia di Genova e presidente dell'Ato, si trova d'accordo, anche se con toni diversi: «Abbiamo parlato a lungo del caso di Recco, nel corso dell'ultima riunione. Proprio in questi giorni sarò a Roma, al ministero dell'Ambiente, dove si discute proprio del problema sollevato dalla sentenza della Corte. In ogni caso i soldi che oggi vengono richiesti saranno rimborsati; dunque i consumatori non ci rimetteranno». Resta la rabbia degli utenti: «Mi sembra ovvio che Iride sia in disaccordo con a una sentenza della Corte Costituzionale - dice Sandro Pellegrini, uno dei cittadini che intende ricorrere contro l'imposta - questo è davvero uno strano Paese, dove per farsi riconoscere un diritto sancito dai giudici di più alto grado della Repubblica Italiana, ci si deve rivolgere ai carabinieri». Edoardo Meoli .x/27/0903 Iride: sinché l'Ato non certifica che a Recco non esiste un vero impianto, non possiamo eliminare la voce di spesa in bolletta .x/27/0903

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"che delusione il parlamento calpesta i diritti scritti nella carta" - carmelo lopapa (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 4 - Interni Cavour I cattolici Veronesi: "Non ho voluto assistere a quel voto, ma conto di poter ancora dare un qualche apporto" "Che delusione il Parlamento calpesta i diritti scritti nella Carta" Ci misuriamo con quella che Cavour 150 anni fa chiamava dittatura parlamentare Per ora resto al gruppo, non mi scandalizza il dibattito interno al Pd, i cattolici hanno seguito le proprie inclinazioni CARMELO LOPAPA ROMA - Professore Umberto Veronesi, la sua assenza al Senato nel giorno cruciale sul testamento non è passata inosservata. «Un´assenza voluta, non casuale. Non ho voluto assistere impotente alla celebrazione di una legge che è antidemocratica, perché limita la libertà dei cittadini, antistorica, perché tutto il resto del mondo civile va in direzione opposta, infine incostituzionale, perché calpesta il diritto di decidere della propria vita. Hanno approvato una legge contro il testamento biologico». Eppure fino a qualche giorno fa lei era in aula, è intervenuto, si è infervorato. «Sì, ma mi sono reso conto di essere vox clamans nel deserto. Sono un po´ deluso, ero entrato in Parlamento con la speranza di dare il mio contributo anche in forza dell´esperienza di una vita, trascorsa al fianco di chi soffre e muore. Quando mi dicono "che ci rimani a fare al Senato", qualche dubbio in effetti mi viene. Ma resto fiducioso e conto di dare ancora qualche apporto. Anche se l´impressione che ho avuto, nei tre giorni di sofferenza che mi sono imposto in aula, è stata che la legge fosse completamente blindata». In effetti, non siete riusciti a far passare alcun emendamento. «Ci misuriamo con quella che Cavour, 150 anni fa, chiamava una dittatura parlamentare. Se la maggioranza si blinda e non accetta alcuno degli emendamenti della minoranza, allora il Parlamento perde gran parte della sua funzione». La soddisfa la linea tenuta dal suo gruppo, il Pd, in tutta questa partita? In ultimo due senatori hanno votato a favore. «Non sono iscritto ad alcun partito, la mia libertà di pensiero mi impedisce di esserlo. E non mi iscriverò al Pd. Ho accettato di aderire al gruppo perché sono nato e cresciuto e morirò di sinistra, dalla parte dei poveri, degli ultimi. Resto al gruppo, almeno per adesso». Detto questo, i cattolici che si sono distinti dal resto del Pd? «Hanno seguito le proprie inclinazioni. è giusto che in Parlamento si possa discutere, non mi scandalizza il dibattito interno al Pd. Piuttosto la chiusura della maggioranza». Da laico lamenta invece l´ingerenza della Chiesa. «Da uomo di scienza, piuttosto. Il termine bioetica era nato perché, come sosteneva il suo inventore, Von Potter, l´etica medica deve ispirarsi alla natura e deve trattenersi dall´invadere e abbattere i limiti naturali della vita. Era un presupposto accettato anche dalla Chiesa, che oggi invece smentisce se stessa plaudendo a una legge che va contro la morte naturale». E adesso? Referendum? «Intanto, penso che il presidente della Repubblica avrà qualche dubbio sulla costituzionalità della norma. L´autodeterminazione è alla base della Costituzione. Ma penso che anche la Corte costituzionale avrà dei rilievi. Certo, il referendum resta l´ultima spiaggia. A me sembra più utile e pratico seguire un´altra via, nell´immediato». Quale? «Lancio un vero appello agli italiani. Scrivete il vostro testamento biologico prima che questa legge che lo vanifica entri in vigore. Depositatelo dal medico o da un avvocato o da un notaio, nominando un fiduciario. All´occorrenza, un buon magistrato potrà farlo valere. E i medici, com´è loro dovere deontologico, potrebbero decidere di dar seguito alla volontà del paziente. Io l´ho fatto. Avrà un senso se lo faremo in tanti».

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Biotestamento non vincolante per il medico (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Biotestamento non vincolante per il medico --> È tra le maggiori novità del testo approvato ieri al Senato. Acqua e cibo «sostegno vitale»: impossibile sospenderli Soddisfatto il Pdl: prevenuta ogni deriva verso l'eutanasia. Il Pd attacca: è carta straccia, ricorso alla Consulta Venerdì 27 Marzo 2009 GENERALI, pagina 5 e-mail print ROMAPrimo disco verde al testamento biologico. Dopo una discussione a tappe forzate, il Senato ha approvato - con 150 voti favorevoli, 123 contrari e 3 astensioni - il disegno di legge che ora passa alla Camera. Un breve testo di nove articoli che, nato sulla scia del caso di Eluana Englaro, ha diviso il paese e interrogato trasversalmente le coscienze anche nel Parlamento. La maggioranza, compatta, esprime soddisfazione: è una legge che previene qualunque deriva verso l'eutanasia, affermano dal Popolo della libertà. «Carta straccia», lo definisce invece l'opposizione, con i senatori Pd Casson e Marino, che criticano il sì all'emendamento con il quale alle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) è stato tolto ogni carattere di vincolo, mentre resta il divieto alla sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale. falliti i tentativi di mediare Che le posizioni sui nodi cruciali del provvedimento fossero molto più che distanti è stato chiaro sin dall'inizio della maratona di tre giorni al Senato per approvare il disegno di legge. Falliti i tentativi di mediazione messi in campo dai due Poli, il testo licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea paletti e limiti precisi. Le volontà espresse dal soggetto nelle Dat, per cominciare, non saranno vincolanti (mentre il ddl originario prevedeva che fossero non obbligatorie ma, appunto, vincolanti). Resta immutato (dopo che anche il tentativo di mediazione da parte dei cattolici del Pd è naufragato) il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel ddl approvato da Palazzo Madama, «sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di Dat. Limiti anche per il ruolo del fiduciario. Una versione del ddl che l'opposizione rigetta decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure le parole della presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro: è una legge «violenta e traditrice», un ddl «ridotto a finzione». Le Dat, ha detto, «così non conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «È stata tradita la richiesta del popolo italiano, che voleva una legge per la libertà». sacconi: difesa la vita Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza. Gli obiettivi sono chiari, come ha sottolineato Gaetano Quagliariello, vice capogruppo del Pdl: «È una legge grazie alla quale non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo Paese e non ci potranno più essere casi Englaro. D'altra parte i diritti di cura del cittadino saranno meglio tutelati». Difesa a spada tratta del provvedimento anche da parte del governo, per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona e al valore della persona che avevamo auspicato. E trova conferma la disciplina per quanto riguarda la garanzia in ogni caso di nutrizione e idratazione, che sono risposte ai bisogni vitali della persona e non terapie». Una legge, così come esce dal Senato, ha rilevato il relatore del ddl Raffaele Calabrò, «migliorata, con una serie di semplificazioni: il paziente potrà fare le sue dichiarazioni con una maggiore semplicità, così come il medico potrà avere maggiore semplicità nell'eseguirle». Inoltre, ha aggiunto escludendo i pericoli di incostituzionalità adombrati dalla Finocchiaro, «è anche una legge a zero rischi di contenzioso giudiziario». il testo va alla Camera Tra le polemiche, il ddl arriva dunque a Montecitorio. Qui si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei Radicali, dovrà essere quella fuori dalle aule della politica, quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro dignità di cittadini». Manuela Correra 27/03/2009 nascosto-->

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Dall'abuso di diritto all'abuso interpretativo (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Imposte e Tasse data: 27/03/2009 - pag: 29 autore: Giuseppe Ripa professore di diritto tributario presso l'Università di Macerata La deriva pro fisco Dall'abuso di diritto all'abuso interpretativo Continua la serie di interventi sulle recenti prese di posizione della Cassazione sull'abuso di diritto. Sono già stati pubblicati i commenti di Claudio Siciliotti, Fabio Marchetti e Raffaello Lupi.Dall'abuso del contribuente si rischia di passare all'abuso dei verificatori. È questa la conseguenza degli interventi amministrativi e giurisprudenziali che si stanno rincorrendo in questi ultimi tempi tutti tesi a dare un senso giuridico al concetto di abuso di diritto. Con le sentenze del dicembre 2008 la Cassazione non ha fatto altro che confermare, in modo eccessivamente rigoroso, l'attenzione spasmodica alla pianificare fiscale del contribuente. Lo ha fatto rifacendosi all'art. 53 della Costituzione afferente al principio di capacità contributiva. È vero: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva. Ma, oggi, ogni azione imprenditoriale che porta con sé un risparmio di imposta potrebbe essere vanificata a posteriori nel momento in cui la stessa possa essere ritenuta dai verificatori come rivolta essenzialmente a ottenere vantaggi fiscali. Nessuno discute sulla validità del principio costituzionale appena ricordato. La capacità contributiva è un parametro essenziale in quanto attorno ad esso si riflette quello della solidarietà. Però tale tetto non deve valere a senso unico e solo per difendere gli interessi erariali. Esso deve esse letto pure come baluardo teso ad evitare che qualcuno sia chiamato a pagare imposte su ricostruzioni assurde del reddito. Ma il contribuente come si può tutelare di fronte a pretese impositive sostenute da una sorta di reticolo interpretativo formato dall'amministrazione finanziaria e dalla Guardi di Finanza, a loro volte coperte dalla giurisprudenza della Corte di cassazione? L'abuso di diritto, la norma antielusiva, la reinterpretazione dei contratti sottoposti alla registrazione a mente dell'art. 20 del dpr n. 131 del 1986, sono posti a baluardo della protezione di questo concetto. Eppure troppe volte si è assistito e si sta assistendo ad una abuso interpretativo delle norme di diritto tributario sostanziale e procedurale. Riguardo alle prime basti ricordare l'accertamento fondato sulle indagini finanziarie. Nonostante la Corte costituzionale sia intervenuta a mettere in guardia i verificatori da eccessi di riprese a tassazione anche in relazione ai prelevamenti, i verificatori hanno continuato a chiosare attorno a tale sentenza facendo in modo che servisse a niente; ciò in quanto si è discusso a quale tipo di procedura accertativa tale sentenza si riferisse. Che dire poi della necessità del contraddittorio quale elemento essenziale per poter proseguire nelle indagini finanziarie, e per la verifica nei conti dei terzi collegati al contribuente? Tutto questo affannarsi porterà verosimilmente ad una ricostruzione reddituale del tutto inverosimile che offendere quel principio di capacità contributiva che non può essere vissuto solo a senso unico. E sulle prove adducibili dal contribuente per evitare la indeducibilità dei costi di cui ai commi 10, 11 e 12 dell'art. 110 del Tuir? Se non si riesce a dimostrare l'effettiva attività commerciale facendo ricorso ad atti la cui reperibilità è pressoché impossibile, ovvero la effettiva convenienza economica dell'operazione rispetto ad altre, quei costi diventano automaticamente indeducibili con buona pace sempre del principio della capacità contributiva che diventa, a questo punto, una mostruosità. Lo stesso discorso può farsi per la considerazione del valore normale rispetto al corrispettivo effettivamente pattuito nelle operazione tra società che ne controllano altre situate in qualsiasi parte del mondo. C'è poi la questione legata alle interpretazioni rapportate alle singole componenti quantitative o valutazioni del reddito rispetto al risultato del conto economico. Il concetto esasperato della inerenza e delle sue prove; la deducibilità delle perdite su crediti legata ad elementi troppo rigorosi

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è solo un manifesto ideologico - nicola corda (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Attualità «è solo un manifesto ideologico» Deluso il senatore Marino: si va contro l'interesse dei pazienti L'INTERVISTA Alle famiglie nessun aiuto NICOLA CORDA ROMA. Il senatore Ignazio Marino è deluso. Stavolta forse più come parlamentare che come medico e chirurgo di fama. Ha speso tante energie per una legge sul testamento biologico che guardasse prima di tutto ai pazienti. E invece? «Questo testo servirà se va bene alle tremila persone che sono in stato vegetativo permanente, ovvero lo 0,005 per cento della popolazione italiana. Queste avrebbero bisogno di ben più attenzioni, magari con le cure che gli vengono negate perché le strutture sono insufficienti o mal distribuite sul territorio». Ma che legge è quella approvata? «E' una "non legge", con zero euro di aiuti concreti alle famiglie che hanno necessità. Il grande rammarico è proprio questo: si è trasformato il lavoro di quattro legislature in un manifesto ideologico. Io ho una idea diversa delle leggi. Dovrebbero guardare a tutti i cittadini, dovrebbero includere. I nostri padri costituenti come Aldo Moro, scrissero un articolo come il 32, straordinario nella sua efficacia: ogni individuo ha diritto alla salute ma nessuno può essere sottoposto ad un trattamento sanitario senza il suo esplicito consenso. Da chirurgo ho avuto la possibilità di partecipare, anche da protagonista, a molti dei progressi scientifici della medicina, ma questi sono nella disponibilità del paziente e non un obbligo». Invece qui il medico ha l'ultima parola... «Questa norma della dichiarazione anticipata non vincolante per il medico è l'ultimo paradosso. La commissione Giustizia all'unanimità, dando il parere al testo base, aveva esplicitamente deliberato che se non fosse stata inserita la parola "vincolante" nel testamento biologico, quel documento sarebbe stato privo di valore giuridico». Ma non si era detto che si voleva evitare proprio questo all'indomani del caso Englaro? «Io l'ho denunciato in aula e come me lo hanno detto numerosi magistrati. Non è solo un problema giuridico ma anche di buonsenso, credo della maggior parte degli italiani. Se dico alla mia famiglia che non voglio avere prolungata la mia agonia con tubi infilati nell'addome e invece il medico dice che la legge impone il contrario e che mi devono portare in sala operatoria, è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte Costituzionale».

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Apicella, nuovo ricorso al Csm: (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2009-03-27 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Scontro tra toghe De Magistris difende i pm salernitani Apicella, nuovo ricorso al Csm: «Il Riesame mi ha dato ragione» Ultimo giorno in procura di Nuzzi e Verasani L'ex titolare delle inchieste Why Not e Poseidon: «Li hanno cacciati via perchè indagavano su alti livelli istituzionali» SALERNO — L'ex procuratore capo del Tribunale di Salerno, Luigi Apicella, chiede la revoca del provvedimento disciplinare con cui il Csm lo ha sospeso dalle funzioni di magistrato e dallo stipendio dopo lo scontro con la Procura di Catanzaro. Il suo legale, Stefano Racheli, ha già depositato a Palazzo dei Marescialli l'istanza in cui chiede, qualora venga rigettata la richiesta di revoca, la modifica «in una misura meno grave» del provvedimento disciplinare. Il Tribunale delle toghe deciderà il prossimo 6 aprile. Termine entro il quale dovrà passare al vaglio anche l'ordinanza del Tribunale del riesame di Salerno che, rigettando il ricorso presentato dai magistrati calabresi sulla presunta illegittimità dei decreti di sequestro e perquisizione posti in essere dai sostituti procuratori salernitani (Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani), ha ritenuto «legittimo l'atto investigativo». «Il Tribunale del riesame di Salerno, che ha avuto piena e approfondita conoscenza dei fatti, e non avendo i limiti cognitivi che sono propri della sezione disciplinare — spiega il difensore di fiducia dell'ex procuratore capo — ha accertato che il comportamento di Apicella è difforme da quello ipotizzato in sede disciplinare». Il tribunale delle libertà, che da un mese circa ha depositato le motivazioni sul ricorso presentato dai magistrati calabresi, ha stravolto completamente il giudizio della sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli. «Dalla lettura del complesso provvedimento (circa 1400 pagine; ndr) — scrivono i giudici salernitani — si rileva che l'inquirente non si è limitato a recepire le denunce di De Magistris, ma, al contrario, abbia sottoposto le stesse ad un'intensa attività di verifica». Definendo l'azione dei pm salernitani, e il sequestro in particolare, «un legittimo atto investigativo, finalizzato a riscontrare tutte le acquisizioni testimoniali dirette ovvero a colmare le ultime lacune probatorie». E ribaltando i «sospetti e le congetture» con cui il Tribunale delle toghe aveva bollato il decreto di sequestro e perquisizione. Così come Apicella, anche i due pubblici ministeri Nuzzi e Verasani (titolari delle indagini sul caso De Magistris prima che fossero colpiti dalla sanzione di trasferimento di ufficio), continuano la loro battaglia all'interno dei palazzi di giustizia. L'altrieri il Tar di Salerno ha rigettato la sospensiva della sanzione disciplinare chiesta da Gabriella Nuzzi. Il Tribunale amministrativo vuole vederci chiaro e scendere a fondo nella questione, che sarà affrontata così il prossimo 25 giugno. Intanto, però, oggi sarà l'ultimo giorno di lavoro per i due sostituti procuratori salernitani in partenza per le loro nuove sedi assegnate loro dalla terza sezione disciplinare del Csm. Che, snobbando la loro richiesta di restare in Campania (Nuzzi a Napoli e Verasani a Benevento), ha trasferito l'ex titolare del processo SeaPark a Latina e il collega a Cassino. Nei corridoi del terzo piano del palazzo di giustizia di corso Garibaldi si è fatto rivedere anche l'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris. «Sono molto preoccupato del trasferimento dei magistrati di Salerno che stavano compiendo il loro lavoro e hanno avuto solo il torto di cercare la verità negli alti livelli anche istituzionali — ha detto l'ex pm, candidato di Idv alle prossime europee — a loro va la mia solidarietà. Poi non si può mai essere contenti quando ci sono anche sanzioni nei confronti di altri magistrati nei confronti dei quali non si sono condivise parecchie cose e si ritiene che siano state commesse anche illegalità ». De Magistris a Salerno è indagato per calunnia dall'ex pm antimafia di Potenza, Felicia Genovese (coinvolta nel processo Toghe lucane avviato proprio da De Magistris), ma l'accusa ne ha già chiesto l'archiviazione. Angela Cappetta Il difensore del procuratore «Legittimi anche per il tribunale del riesame i decreti di sequestro e perquisizioni» dice l'avvocato Stefano Racheli Ritorno Luigi De Magistris anche ieri nei corridoi del tribunale di Salerno

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Giustizia, Vaccarella a Salerno (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2009-03-27 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Il convegno Giustizia, Vaccarella a Salerno Su iniziativa dell'Associazione nazionale avvocati d'impresa, ci sarà oggi alla Camera di Commercio un convegno sul tema «Crisi della Giustizia, riflessi sul sistema economico. Tra riforme possibili e innovazione tecnologica». All'incontro parteciperanno il professore Romano Vaccarella, già giudice della corte Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, Luigi Capaldo, responsabile del settore Giustizia dell'Abi, il consigliere di Corte di Cassazione Giacomo Travaglino e Dino Crivellari, amministratore delegato di Unicredit management bank e Stefano Aprile, direttore generale sistemi infomativi automatizzati del ministero di Giustizia. Si parlerà di giustizia intesa come infrastruttura intorno alla quale si muovono gli operatori economici e che, nell'era della globalizzazione dei mercati, diventa fondamentale indicatore della competitività del sistema. Nonchè del rapporto giustizia-economia e del confronto con gli altri paesi europei. Il convegno affronterà anche il tema del processo civile telematico; una innovazione alla cui realizzazione il ministero della Giustizia sta lavorando da tempo e di prossima attuazione (in 14 tribunali italiani partirà dal prossimo giugno).

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De Magistris: (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - SALERNO - sezione: 1PAGINA - data: 2009-03-27 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Il caso Nuovo ricorso al Csm di Apicella De Magistris: «Pm trasferiti perché indagavano su alte figure istituzionali» «Hanno cacciato via i pm di Salerno perchè stavano indagando su alti livelli istituzionali ». Luigi De Magistris, ieri in visita in procura, ha difeso a spada tratta i magistrati trasferiti dal Csm. Intanto l'ex procuratore capo Luigi Apicella ha chiesto al Consiglio superiore della magistratura la revoca del provvedimento di sospensione inflittogli da Palazzo dei Marescialli. Il suo legale Stefano Racheli ha già depositato il ricorso basandosi sulla motivazione dell'ordinanza del tribunale del riesame di Salerno che ha considera «legittimi» gli atti investigativi dei pm. A PAGINA 7 Cappetta

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I radicali: soccorso civile per staccare il sondino (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-27 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE La campagna «Ci autodenunceremo come per l'aborto» I radicali: soccorso civile per staccare il sondino La Bonino: ma niente referendum, rischiamo di perdere ROMA — Uno, cento, mille casi Englaro. Uno, cento mille casi Welby, al grido di «Io sono mio» e di «Eutanasia libera » (slogan che ieri risuonavano a Piazza Navona). Dopo l'approvazione del disegno di legge sul testamento biologico, i radicali passano «subito » a «una campagna di disobbedienza civile». La nuova strategia è stata annunciata da Emma Bonino: «Sarà come per l'aborto, ci autodenunceremo ». La campagna comprenderà infatti anche «un vero e proprio soccorso civile» per quanti vogliono («e sono decine di casi tutti i giorni quelli che si rivolgono a noi», afferma Maria Antonietta Farina Coscioni) chiudere con la propria esistenza legata a un ventilatore o a un sondino. Questa volta, insomma, i radicali non imboccheranno, a legge definitivamente approvata, la strada del referendum abrogativo, cioè la strada seguita, perdendo, per la legge 40 sulla fecondazione assistita. Perché sostiene Bonino, «con la linea politica del-l'astensione scelta dal cardinale Ruini, i referendum li perdiamo: a loro basta conquistare all'astensione solo il 25 per cento della popolazione, visto che un altro 25 per cento in ogni caso non va a votare». La «campagna di disobbedienza civile», partirà, invece, immediatamente cercando di utilizzare il «rallentamento» che l'esame del ddl subirà alla Camera, «tra poco iniziano le vacanze di Pasqua e poi si entra nel periodo preelettorale per le elezioni europee e li voglio vedere ad approvare una legge del genere in campagna elettorale». Una vera e propria fase due, dunque, «perché — secondo l'ex ministro del governo Prodi — solo con un'ondata di sdegno si può sperare di cambiare qualcosa nell'altro ramo del Parlamento». In cosa consisterà la mobilitazione? Nella raccolta di firme per chiedere al Parlamento un'indagine conoscitiva sul fenomeno dell'eutanasia clandestina, nella raccolta di testamenti biologici sui siti radicali e nella richiesta ai Comuni di istituire i registri, magari telematici, delle dichiarazioni anticipate di trattamento (a Roma raccolte 8 mila firme). Ma non ci si limiterà a questo. «Noi intendiamo offrire un soccorso civile alla gente», spiega Farina Coscioni, deputata del Pd. «Lo faremo grazie alla consulenza dei nostri medici e dei nostri avvocati in modo che prima e dopo dell'entrata in vigore della legge, la gente possa essere aiutata a fare quello che attualmente si può fare (decidere se attaccarsi o no a un respiratore, se togliere o no il sondino, eccetera) ». Insomma, potremmo avere nelle prossime settimane altri casi Englaro e Welby, «con possibili ricorsi alla magistratura e, in un secondo momento, alla Corte Costituzionale ». Che la nuova linea sia questa lo conferma anche Donatella Poretti: «In ogni caso il referendum abrogativo è troppo rischioso». M. Antonietta Calabrò

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Processi lenti, monito da Straburgo Alfano: la riforma cambierà tutto (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-03-27 num: - pag: 23 categoria: REDAZIONALE Giustizia Processi lenti, monito da Straburgo Alfano: la riforma cambierà tutto STRASBURGO — Il Consiglio d'Europa ha richiamato ancora una volta l'Italia per la lentezza delle procedure giudiziarie. Il Comitato dei ministri ha invitato le autorità italiane ad adottare in fretta le misure necessarie per accelerare i processi civili, penali e amministrativi. Per la lentezza dei processi, l'Italia è 156ª nel mondo, dopo Angola, Gabon, Guinea e Sao Tomè. Il Guardasigilli Angelino Alfano ha replicato: «L'Europa ha ragione, ha detto ciò che noi diciamo da dieci mesi. Per questo motivo, abbiamo cominciato con la riforma del processo civile e ci battiamo perché l'informatizzazione diventi la leva dell'efficienza e la regola di comunicazione nell'ambito del processo».

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Bio-testamento non vincolante Sì del Senato, proteste del Pd (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-03-27 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ... Bio-testamento non vincolante Sì del Senato, proteste del Pd Primo via libera del Senato al Ddl Calabrò sul testamento biologico ( 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti): durerà cinque anni e riguarderà solo pazienti in stato vegetativo ma, per effetto di un emendamento presentato dall'Udc, non sarà vincolante per il medico, che perciò non sarà obbligatorio al rispetto della volontà del paziente. Il Pdl: «Non ci potranno più essere casi Englaro». Protesta dell'opposizione: «Una legge violenta e traditrice, faremo ricorso alla Corte costituzionale». u pagina 17 L'intervista. Lamberto Andreotti: «Negli Usa le mie ultime volontà biologiche» Madron u pagina 16 Fini-Berlusconi: ancora tensione sul Parlamento Nuovo affondo del premier Silvio Berlusconi contro le Camere e le loro procedure complesse: «I parlamentari sono lì a fare numero ». Gianfranco Fini replica: «Non irridere le regole». u pagina 18 Via al termovalorizzatore di Acerra «Lo Stato è tornato a fare lo Stato», così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha avviato il termovalorizzatore di Acerra: smaltirà 600mila tonnellate di rifiuti. u pagina 21 Francia: pronto il decreto anti-bonus Il Governo francese ha messo a punto un decreto che proibisce l'erogazione di premi aidirigenti delle aziende quotate che beneficiano di aiuti pubblici. u pagina 11 Primo contatto tra Nato e Iran dopo trent'anni Dopo trent'anni di gelo la Nato ha confermato il primo contatto con un diplomatico iraniano. E ieri è arrivata la conferma che l'Iran parteciperà alla conferenza sull'Afghanistan. u pagina 13 A Caltanissetta 8 arresti per un progetto di sequestro Volevano sequestrare un banchiere e un imprenditore e avviare con il ricavato un'azienda di costruzioni per appalti nel Nord: arrestati a Caltanissetta 8 pregiudicati, tra cui l'ex br Calogero La Mantia. Singapore legalizza il trapianto di organi tra vivi Il Parlamento di Singapore ha legalizzato la vendita degli organi, attraverso una forma di rimborso per le persone viventi che decidono di farsi espiantare un organo.

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Fine-vita, il medico non è vincolato (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-27 - pag: 17 autore: Testamento biologico. Via libera del Senato al Ddl Calabrò - Protesta dell'opposizione: legge traditrice, ricorso alla Consulta Fine-vita, il medico non è vincolato Emendamento Udc: il sanitario potrà non rispettare la volontà del paziente Marzio Bartoloni ROMA Durerà cinque anni, riguarderà solo pazienti in stato vegetativo, non sarà vincolante per il medico e sarà vietato scriverci sopra lo stop alla nutrizione forzata.Questo l'identikit del testamento biologico uscito, ieri, dal voto finale del Senato che sceglie la strada dell'intrasigenza non retrocedendo neanche di un millimetro dai principi di fondo voluti dalla maggioranza che raggiunge in pieno il suo obiettivo: evitare altri casi come quelli di Eluana Englaro. Anzi alla fine Palazzo Madama fa un'ulteriore regalo all'ala più oltranzista del Pdl eliminando tutte quelle norme che potevano solo adombrare il rischio di eutanasia. Piantando nuovi e più stringenti paletti sul terreno minato delle cure di fine vita. Innanzitutto "liberando" il medico dall'obbligo di tener fede al bio-testamento che non è più vincolante – come previsto da un emendamento dell'Udc – e poi approvando in extremis una serie di limiti ben precisi per il fiduciario nominato dal paziente: scompare, infatti, ogni riferimento al suo ruolo di promotore e difensore delle «Dichiarazioni anticipate di trattamento» (Dat). Dure le parole della capogruppo dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, che prima del via libera finale parla di legge «violenta e traditrice» e di un Ddl «ridotto a finzione». Le Dat, insiste la Finocchiaro, «così non conteranno assolutamente nulla ». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Dura anche la condanna del senatore- chirurgo Ignazio Marino (Pd): «è stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la libertà». Esulta invece la maggioranza: «è una legge grazie alla quale – avverte Gaetano Quagliariello, vice capogruppo del Pdl – non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo paese e non ci potranno più essere casi Englaro». Difesa a spada tratta del provvedimento anche da parte del Governo, per bocca del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona – spiega il ministro – e al valore della persona che avevamo auspicato ».E c'è chi come il relatore, Raffaele Calabrò (Pdl), parla di legge «migliorata»: il paziente potrà fare le sue dichiarazioni «con una maggiore semplicità, così come il medico potrà avere maggiore semplicità nell'eseguirle». Inoltre, ha aggiunto, le modifiche escludono i pericoli di incostituzionalità adombrati dalla Finocchiaro: «è una legge a zero rischi di contenzioso giudiziario». Tra mille polemiche, la legge arriva dunque a Montecitorio. Dove si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Con il Pd che, a sorpresa, esce dal voto finale sul testamento biologico più compatto del Pdl (contando due "dissidenti" contro i sette della maggioranza). Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei radicali, dovrà essere quella fuori dalle aule della politica, quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro dignità di cittadini». Magari con un referendum –come prospetta l'Italia dei valori – appena il Parlamento approverà definitivamente la legge. Ci prova il presidente del Senato, Renato Schifani - che ha seguito la maratona in aula fino alla fine - a spegnere le polemiche: «Quello appena concluso è stato un confronto libero e franco, guidato solo dalla coscienza di ognuno». ANSA Protesta radicale. L'associazione Luca Coscioni e i Radicali hanno manifestato ieri a Piazza Navona contro il Ddl Calabrò

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Sì al biotestamento. Ma è bagarre (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 27-03-2009)

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DALL'ITALIA 27-03-2009 Dall'Italia ROMA VIA LIBERA DEL SENATO AL DDL CHE VA ALLA CAMERA TRA LE POLEMICHE. FINOCCHIARO: LEGGE TRADITRICE. QUAGLIARELLO: MAI PIU' CASI ENGLARO Sì al biotestamento. Ma è bagarre Passa l'emendamento dell'Udc: la dichiarazione del paziente non sarà vincolante. Scintille tra i poli ROMA II «Carta straccia». L'opposizione, senza mezzi termini, definisce così la versione del ddl sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) uscita dall'Aula del Senato. E un vero «bacio della morte», secondo vari esponenti del Pd, è stato il sì all'emendamento dell'Udc con il quale alle dat è stato tolto ogni carattere di vincolatività, mentre resta il divieto alla sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale. Il via libera del Senato al ddl Calabrò con 150 sì, 123 no e 3 astenuti è segnato insomma da furenti polemiche, mentre la maggioranza compatta esprime soddisfazione: è una legge che previene qualunque deriva verso l'eutanasia, affermano dal Pdl. Che le posizioni sui nodi cruciali del provvedimento fossero molto più che distanti, è stato chiaro sin dall'inizio della maratona di tre giorni al Senato per approvare il disegno di legge. Falliti i tentativi di mediazione messi in campo dai due poli, il testo licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea paletti e limiti precisi. Le volontà espresse dal soggetto nelle «dat» (dichiarazioni anticipate di trattamento), per cominciare, non saranno vincolanti (mentre il ddl originario prevedeva che lo fossero). Resta immutato il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel ddl approvato da palazzo Madama, «sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di dat. Una versione del ddl che l'op - posizione rigetta decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure le parole della presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: è una legge «violenta e traditrice», un ddl «ridotto a finzione». Le dat, ha detto, «così non conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): «E' stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza. Gli obiettivi sono chiari, come ha sottolineato Gaetano Quagliariello, vice capogruppo del Pdl: «E' una legge grazie alla quale non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo paese e non ci potranno più essere casi Englaro ». Difesa a spada tratta del provvedimento anche da parte del governo, per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona e al valore della persona che avevamo auspicato ». Il ddl, ha rilevato il relatore Raffaele Calabrò esce «migliorato, con una serie di semplificazioni ». Tra le polemiche, il ddl arriva dunque a Montecitorio. Qui si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei radicali, dovrà essere quella fuori dalle aule della politica, quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro dignità». Manifestanti Protesta di Radicali e associazione «Luca Coscioni».

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Un seminario sul Lodo Alfano' (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

FERRARA UNIVERSITA' pag. 16 Un seminario sul Lodo Alfano' SI TERRÀ oggi alle 10,30 nell'Aula Magna del dipartimento di scienze giuridiche (Corso Ercole I d'Este), il seminario Il Lodo ritrovato' organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza e dedicato a uno scottante problema giuridico sul quale si attende la pronuncia della Corte Costituzionale. Il Seminario si occuperà delle numerose questioni di legittimità costituzionale.

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LA PROCURA dichiara guerra allo stalking. Ben prima della recente approvazione della legge che ha is... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

BOLOGNA CRONACA pag. 8 LA PROCURA dichiara guerra allo stalking. Ben prima della recente approvazione della legge che ha is... LA PROCURA dichiara guerra allo stalking. Ben prima della recente approvazione della legge che ha istituito l'apposito reato, i magistrati bolognesi si erano mossi con decisione. Nel 2008 la Procura ha infatti chiesto e ottenuto dal gip per 53 casi la misura dell'allontanamento da casa chi si rendeva colpevole di maltrattamenti in famiglia (un boom rispetto ai 15 casi del 2007 e ai 12 del 2006). Nei giorni scorsi, il pm Laura Sola, uno dei cinque magistrati dell'apposito pool, ha partecipato a un incontro al Csm su questi temi. «E' certamente un dato di fatto spiega il magistrato il flusso crescente di denunce, prevalentemente di donne nelle quali si raccontano una serie di condotte con connotati di violenza del compagno o del marito, ovvero di atti intimi senza consenso ma non violenti. La violenza è prima di tutto psicologica, rappresentata da minacce, insulti, comportamenti vessatori di tipo economico o relativi alla libertà personale. Spesso quei reati sono rubricati inizialmente come lesioni personali o percosse. Tali situazioni celano, a un successivo approfondimento, una storia di violenza e sofferenza ben più profonde e radicate, che merita pertanto un inquadramento giuridico diverso. Sotto questo aspetto, è opportuno che venga fatta una dettagliata verifica degli episodi pregressi già da parte delle forze dell'ordine. Sarebbe inoltre opportuno anche un maggiore raccordo con i servizi sociali».

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è solo un manifesto ideologico - nicola corda (sezione: Giustizia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Altre «è solo un manifesto ideologico» Deluso il senatore Marino: si va contro l'interesse dei pazienti L'INTERVISTA Alle famiglie nessun aiuto NICOLA CORDA ROMA. Il senatore Ignazio Marino è deluso. Stavolta forse più come parlamentare che come medico e chirurgo di fama. Ha speso tante energie per una legge sul testamento biologico che guardasse prima di tutto ai pazienti. E invece? «Questo testo servirà se va bene alle tremila persone che sono in stato vegetativo permanente, ovvero lo 0,005 per cento della popolazione italiana. Queste avrebbero bisogno di ben più attenzioni, magari con le cure che gli vengono negate perché le strutture sono insufficienti o mal distribuite sul territorio». Ma che legge è quella approvata? «E' una "non legge", con zero euro di aiuti concreti alle famiglie che hanno necessità. Il grande rammarico è proprio questo: si è trasformato il lavoro di quattro legislature in un manifesto ideologico. Io ho una idea diversa delle leggi. Dovrebbero guardare a tutti i cittadini, dovrebbero includere. I nostri padri costituenti come Aldo Moro, scrissero un articolo come il 32, straordinario nella sua efficacia: ogni individuo ha diritto alla salute ma nessuno può essere sottoposto ad un trattamento sanitario senza il suo esplicito consenso. Da chirurgo ho avuto la possibilità di partecipare, anche da protagonista, a molti dei progressi scientifici della medicina, ma questi sono nella disponibilità del paziente e non un obbligo». Invece qui il medico ha l'ultima parola... «Questa norma della dichiarazione anticipata non vincolante per il medico è l'ultimo paradosso. La commissione Giustizia all'unanimità, dando il parere al testo base, aveva esplicitamente deliberato che se non fosse stata inserita la parola "vincolante" nel testamento biologico, quel documento sarebbe stato privo di valore giuridico». Ma non si era detto che si voleva evitare proprio questo all'indomani del caso Englaro? «Io l'ho denunciato in aula e come me lo hanno detto numerosi magistrati. Non è solo un problema giuridico ma anche di buonsenso, credo della maggior parte degli italiani. Se dico alla mia famiglia che non voglio avere prolungata la mia agonia con tubi infilati nell'addome e invece il medico dice che la legge impone il contrario e che mi devono portare in sala operatoria, è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte Costituzionale».

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Burgaud : le CSM prend un mois pour décider (sezione: Giustizia)

( da "Figaro, Le" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Burgaud : le CSM prend un mois pour décider Samuel Laurent (lefigaro.fr) avec agences 27/03/2009 | Mise à jour : 09:11 | Ajouter à ma sélection . --> Alors que sa décision était attendue vendredi, le Conseil supérieur de la magistrature souhaite un «délai supplémentaire» pour trancher le cas du juge en charge de l'instruction de l'affaire d'Outreau. Il rendra ses conclusions le 24 avril. Le cas Burgaud divise-t-il le Conseil supérieur de la magistrature ? Les membres de cette instance ont en tous cas, comme lefigaro.fr l'a révélé jeudi soir, choisi de reporter de plusieurs semaines leur décision sur le jeune juge, principal accusé du fiasco judiciaire de l'affaire d'Outreau. Ils la rendront le 24 avril. Ce report est dû, selon une source proche du dossier, à la nécessité d'un «délai supplémentaire» pour que les membres de l'organe disciplinaire de la justice arrivent à une décision. Selon l'un des avocats du juge Burgaud, Me Jean-Yves Dupeux, «il doit y avoir de très fortes divergences au sein du CSM. Ils ont du mal à trouver une majorité pour se décider». L'instruction ouverte sur le fiasco judiciaire d'Outreau a pour l'instant donné peu de résultats. En 2001, 18 personnes originaires de cette villes avaient été accusées de pédophilie et inceste. Elles passeront pour certains plusieurs années de détention préventive. Mais une fois séparés de leurs parents, les enfants qui les accusaient reviennent sur leurs déclarations. Lors du procès, en 2004, sept personnes sont acquittées, six faiblement condamnées, alors que les arguments de l'accusation ont été balayés. Il faudra un procès en appel pour qu'ils soient reconnus innocents. Fabrice Burgaud, jeune juge d'instruction en charge du dossier au tribunal de Boulogne-sur-Mer, est le seul membre de l'institution judiciaire à être soumis à la décision du CSM. Le procureur de Boulogne, Gérald Lesigne, n'a fait l'objet d'aucune sanction et a simplement été muté à Caen. Burgaud «a agi en conscience» Contre le juge Burgaud, accusé d'avoir eu «un comportement non conforme à ce qu'on est en droit d'attendre d'un juge dans l'exercice de ses fonctions, d'une particulière gravité pour les mis en cause, pour les mineurs et pour l'image de la justice», la Chancellerie, a réclamé une exclusion temporaire de la magistrature d'un an maximum. C'est l'une des neuf sanctions disciplinaires possibles, allant de la simple réprimande à la révocation. Dans l'échelle des peines, cette exclusion temporaire vient juste avant la rétrogradation, impossible puisque le jeune juge est déjà à l'échelon le plus bas. Le ministère public n'a pas souhaité aller au-delà en demandant la mise à la retraite d'office ou la révocation. Fabrice Burgaud, actuellement chargé de l'exécution des peines et de la coopération internationale au parquet de Paris, a «agi en conscience» et ne doit pas servir de bouc émissaire, soulignent ses avocats, qui notent que son travail a toujours été validé par sa hiérarchie. Dans une tribune publiée jeudi dans Libération, les avocats des innocents d'Outreau estimaient qu'on les avait « écartés » de la procédure contre le juge et qu'ils en éprouvaient à nouveau un sentiment «d'injustice».

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Un altro ex magistrato colpito da visibilità politica (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Commenti Pagina 344 De Magistris: dalla toga alle Europee Un altro ex magistrato colpito da visibilità politica De Magistris: dalla toga alle Europee --> Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sembra divorato da una sindrome di onnipresenza acuta. Non solo si concede a trasmissioni televisive non politiche - come quella di Victoria Cabello - ma interviene su argomenti da lui solitamente ignorati. Per esempio la bioetica, sia in prima persona sia per interposta persona, tanto che un suo senatore, Francesco "Pancho" Pardi, qualche giorno fa ha partecipato a un sit-in con Beppino Englaro a Roma. Su altri fronti, addirittura, Antonio Di Pietro si è messo dalla parte del governo in funzione anti Partito democratico. Ha infatti sposato la tesi del ministro dell'Economia Giulio Tremonti sulla vigilanza del sistema bancario. «Mi fido più dei prefetti che della Banca d'Italia», ha dichiarato, spiegando poi che «questa operazione non si può lasciare alla Banca d'Italia perché non si è mai visto che un controllato nomini il controllore e che, in queste condizioni, il controllore possa fare fino in fondo il proprio lavoro». Il filo conduttore che lega le azioni dell'ex pm di Mani Pulite, in ascesa nei sondaggi, è sempre lo stesso. Abbasso la casta, abbasso i disonesti (non meglio identificati), abbasso i partiti venduti, viva «gli italiani di valore», quelli che lui vorrebbe appunto mettere in lista alle Europee: italiani che «con la loro storia professionale possano rappresentare la migliore Italia». Ed ecco che in cima alla lista dei candidati alle Europee compare Luigi De Magistris, ex pm di Catanzaro e motore di inchieste scottanti (ora a sua volta sotto inchiesta a Roma per concorso in abuso d'ufficio). De Magistris è un magistrato che ha espresso valutazioni politiche contro Francesco Rutelli in un procedimento al quale poi Rutelli è risultato estraneo, come ha notato anche Luciano Violante, ex presidente della Camera ed ex magistrato (del Pd). Nel frattempo, dal Pdl, Fabrizio Cicchitto esprimeva forte perplessità: «È positivo che De Magistris sia entrato in politica. Adesso i danni saranno limitati alle parole che potrà dire». Intanto il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, chiedeva che i magistrati in politica non potessero più tornare in magistratura. Perché il pericolo di un conflitto di interessi tra passato in magistratura e presente in politica è evidente. Soprattutto per gli ex magistrati che abbiano acquistato visibilità attraverso inchieste che avevano al centro qualche presunto malaffare politico (inchieste, tra l'altro, con verdetti di colpevolezza). NINA ROMANI

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Testamento biologico, il Senato approva il ddl (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 27-03-2009)

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n. 74 del 2009-03-27 pagina 0 Testamento biologico, il Senato approva il ddl di Redazione Palazzo Madama approva il testo, la legge ora torna alla Camera. Passa un emendamento Udc: il medico non sarà obbligato a seguire la dichiarazione di volontà. Il Pd: "Il testamento così diventa carta straccia". E l'Idv: "Pronti a chiedere il referendum". Parlano due esponenti del Pd, Gustavino: "Ho votato sì contro l'eutanasia" / Marino: "Ho votato no, così la legge non serve" Roma - Il Senato approva con 150 voti a favore 123 contrari e 3 astenuti il ddl sul testamento biologico. Ora passa alla Camera. Le dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) diventano non vincolanti ed avranno validità di 3 anni e non più 5. Le modifiche al testo, che hanno provocato dure reazioni da parte del Pd, sono state introdotte con due emendamenti a firma del senatore dell’Udc-Svi Fosson e del Pdl Bianconi, approvati dall’aula. I democratici e i dipietristi insorgono: "E' carta straccia". E si preparano a ricorrere al referendum. Gasparri: "Dedicato a Eluana" "Il Senato ha scelto per la vita, contro il partito della morte e dell’eutanasia. Avremmo voluto fare prima una legge che impedisse eventi drammatici. Dedichiamo il voto di oggi a chi non c’è più. A chi ogni giorno assiste chi soffre, alle suore di Lecco in particolare. Siamo certi che il dibattito proseguirà con serietà e maturità. Noi abbiamo seguito la nostra coscienza. Coesi e sereni. Questa legge è un elemento identitario del Pdl che nasce. è stato un buon giorno per il Senato e per la Repubblica". Così il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, commenta il via libera del Senato al ddl sul testamento biologico. I dissidenti I casi di coscienza, in qualche caso divenuti casi politici come per la senatrice Dorina Bianchi nel Pd, si sono contati alla fine sulle dita delle mani. Nel Pdl non ha partecipato al voto Laura Bianconi, ma hanno votato contro Marcello Pera, Antonio Paravia e Ferruccio Saro. Lucio Malan ha dato il voto di astensione. Nel Pd, invece, sono stati confermati i voti di dissenso dal gruppo, e dunque favorevoli al ddl, di Emanuela Baio e Cluadio Gustavino. Non ha partecipato al voto il senatore Luigi Lusi. Il Dat non è vincolante L’emendamento è stato approvato con 136 voti favorevoli, 116 contrari ed 1 astenuto. Il comma 1 dell’art. 4 ("Forma e durata della Dichiarazione anticipata di trattamento"), nella versione originale del ddl Calabrò, recita: "Le Dat non sono obbligatorie ma sono vincolanti, fatte salve le previsioni dell’articolo 7, sono redatte in forma scritta con atto avente data certa e firma del soggetto interessato maggiorenne, in piena capacità di intendere e di volere dopo uan compiuta e puntuale informazione medico-clinica, e sono raccolte esclusivamente dal medico di medicina generale che le sottoscrive". L’emendamento Fosson sopprime le parole "ma sono vincolanti, fatte salve le previsioni dell’articolo 7" (l’articolo 7 riguarda il ruolo del medico, ndr). Con l’approvazione dell’emendamento Fosson, dunque, le dichiarazioni anticipate di trattamento del soggetto non hanno effetto vincolante. Prima della votazione, il senatore del Pd Ignazio Marino ha sottolineato come le dat "non vincolanti" siano a questo punto del tutto prive di senso. Il senatore Casson (Pd) ha inoltre ricordato come in commissione giustizia si fosse invece registrato un accordo unanime nel mantenere la versione originale del ddl e, dunque, il principio di vincolatività delle Dat. I limiti del fiduciario Il Senato ha approvato l’articolo 6 del ddl sul testamento biologico che riguarda la figura del fiduciario. Nella versione approvata, la figura del fiduciario viene inserita all’interno di limiti precis: dal testo di legge scompaiono, infatti, i riferimenti al ruolo del fiduciario nel promuovere e far rispettare le Dichiarazioni anticipate di trattamento da parte del soggetto. Con un emendamento, infatti, si elimina dal comma 2 il concetto che il fiduciario, agendo nell’esclusivo interesse del paziente, si impegna ad agire secondo le intenzioni esplicitate dal soggetto nelle Dat, "per farle conoscere e farne realizzare le volontà". Quest’ultima frase viene eliminata. Un altro emendamento sopprime invece il comma 3 dell’articolo 6 che recita: "Il fiduciario non può in alcun modo modificare la dichiarazione anticipata di trattamento e, in stretta collaborazione con il medico curante, si impegna a garantire che si tenga conto delle indicazioni sottoscritte dalla persona nella dichiarazione anticipata di trattamento". Duro il commento del senatore Francesco Pardi dell’Idv: "Il ruolo del fiduciario è stato svilito e ridotto a poco. Assistiamo ad un annichilimento del senso stesso della legge". Cambia la durata di validità Le dichiarazioni anticipate di trattamento avranno, poi, validità per un periodo di tre anni e non più di cinque anni. è quanto prevede un emendamento al ddl sul testamento biologico a prima firma della senatrice Bianconi (Pdl), approvato oggi dell’Aula del Senato. Nella versione iniziale del ddl Calabrò, infatti, si prevedeva (art.4 comma 3) che la dat avrebbe avuto "validità per cinque anni, termine oltre il quale perde ogni efficacia". L’emendamento approvato riduce invece tale periodo di validità da cinque a tre anni. Assistenza domiciliare agli stati vegetativi L’articolo 5 del ddl sul testamento biologico prevede, inoltre, che le Regioni dovranno assicurare assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo persistente. L’articolo, secondo una riformulazione proposta dal relatore del ddl Raffaele Calabrò, è stato approvato dall’Aula e recita: "Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, adotta le linee guida cui le regioni si conformano nell’assicurare l’assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo permanente". Pd e Idv insorgono "C’è un limite oltre il quale la finzione non si può reggere, in questa Aula e anche davanti al Paese - ha commentato la capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro - mi chiedo di cosa stiamo discutendo in questa Aula". "Se qualcuno aveva ancora dei dubbi in merito - ha detto Finocchiaro intervenendo in Aula - ora se li tolga; questo testo andrà al giudice e alla Corte Costituzionale". Sulla stessa linea anche i senatori dell’Italia dei Valori che hanno inscenato una breve protesta nella sala lettura di Palazzo Madama . Il capogruppo Felice Belisario con i colleghi Stefano Pedica e Giuliana Carlino, si presenta davanti alle telecamere e insieme esibiscono cartelli con le scritte "Testamento ideologico", "Testamento bio-illogico", "Referendum". Belisario ha poi spiegato che "l’aula di Palazzo Madama sta approvando una bruttissima legge che imbroglia gli italiani. L’Idv proporrà ai cittadini di impugnare subito la legge con un referendum abrogativo riportando i cittadini al centro delle scelte. Lo Stato viene dopo la volontà dei cittadini". Modifiche alla Camera "La legge approvata al Senato purtroppo non ha nulla a che vedere con il testamento biologico" dice in una nota il presidente dei Liberal Pd, Enzo Bianco. "La maggioranza lo ha persino peggiorato con protervia al testo della commissione. Non c’è alcuna considerazione del principio costituzionale dell’autodeterminazione, della facoltà che la Costituzione garantisce a ogni cittadino di scegliere a quale trattamento sanitario vuole essere sottoposto. Se la Camera dovesse perseverare in questo grave errore - ha concluso Bianco - non resta che una strada: aspettare le decisioni della Corte Costituzionale e intanto promuovere un referendum abrogativo". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Biotestamento, ok del Senato: la volontà non sarà vincolante (sezione: Giustizia)

( da "Panorama.it" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

- Italia - http://blog.panorama.it/italia - Biotestamento, ok del Senato: la volontà non sarà vincolante Posted By redazione On 26/3/2009 @ 18:38 In Headlines | 1 Comment Il Senato ha approvato in prima lettura - con 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti - il ddl Calabrò sul testamento biologico. Il via libera, che arriva 45 giorni dopo la morte di Eluana Englaro, è stato dato con voto palese. Il testo ora passa alla Camera. Le modifiche al testo, che hanno provocato dure reazioni da parte del Pd, sono state introdotte con due emendamenti a firma del senatore dell'Udc-Svi [1] Fosson e del Pdl [2] Bianconi. I democratici e i dipietristi insorgono: "È carta straccia". E si preparano a ricorrere al referendum. Passa infatti tra gli altri anche il discusso articolo che riguarda la forma e la durata della "dichiarazione anticipata di trattamento". Con il sì all'articolo 4 è stato cancellato, di fatto, il carattere vincolante per i medici delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) firmate dai malati. È stato accolto un emendamento dell'Udc, a prima firma del senatore Fosson, che modifica il primo comma dell'articolo e questa scelta ha scatenato una bagarre in aula. Mentre a Piazza Navona andava in scena il sit-in dei radicali contro il ddl, l'opposizione ha accusato la maggioranza di aver "svuotato la legge" che ruota proprio sul concetto del testamento da parte del malato che vuole evitare l'accanimento terapeutico. Una seduta, quella di Palazzo Madama, caratterizzata da un duro scontro tra maggioranza e opposizione e non sono mancati i casi di coscienza, in qualche caso divenuti casi politici come per la senatrice [3] Dorina Bianchi nel Pd, si sono contati alla fine sulle dita delle mani. Nel Pdl non ha partecipato al voto Laura Bianconi, ma hanno votato contro Marcello Pera, Antonio Paravia e Ferruccio Saro. Lucio Malan ha dato il voto di astensione. Nel Pd, invece, sono stati confermati i voti di dissenso dal gruppo, e dunque favorevoli al ddl, di Emanuela Baio e Cluadio Gustavino. Non ha partecipato al voto il senatore Luigi Lusi.Il comma 1 dell'art. 4 ("Forma e durata della Dichiarazione anticipata di trattamento"), nella versione originale del [4] ddl Calabrò, recita: "Le Dat non sono obbligatorie ma sono vincolanti, fatte salve le previsioni dell'articolo 7, sono redatte in forma scritta con atto avente data certa e firma del soggetto interessato maggiorenne, in piena capacità di intendere e di volere dopo uan compiuta e puntuale informazione medico-clinica, e sono raccolte esclusivamente dal medico di medicina generale che le sottoscrive". L'emendamento Fosson sopprime le parole "ma sono vincolanti, fatte salve le previsioni dell'articolo 73 (l'articolo 7 riguarda il ruolo del medico, ndr). Con l'approvazione dell'emendamento Fosson, dunque, le dichiarazioni anticipate di trattamento del soggetto non hanno effetto vincolante. Prima della votazione, il senatore del Pd Ignazio Marino ha sottolineato come le dat "non vincolanti" siano a questo punto del tutto prive di senso. Il Senato ha approvato poi l'articolo 6 del [5] ddl sul testamento biologico che riguarda la figura del fiduciario. Nella versione approvata, la figura del fiduciario viene inserita all'interno di limiti precisi: dal testo di legge scompaiono, infatti, i riferimenti al ruolo del fiduciario nel promuovere e far rispettare le Dichiarazioni anticipate di trattamento da parte del soggetto. Con un emendamento, infatti, si elimina dal comma 2 il concetto che il fiduciario, agendo nell'esclusivo interesse del paziente, si impegna ad agire secondo le intenzioni esplicitate dal soggetto nelle Dat, "per farle conoscere e farne realizzare le volontà". Quest'ultima frase viene eliminata. Un altro emendamento sopprime invece il comma 3 dell'articolo 6 che recita: "Il fiduciario non può in alcun modo modificare la dichiarazione anticipata di trattamento e, in stretta collaborazione con il medico curante, si impegna a garantire che si tenga conto delle indicazioni sottoscritte dalla persona nella dichiarazione anticipata di trattamento". Duro il commento del senatore Francesco Pardi dell'Idv: "Il ruolo del fiduciario è stato svilito e ridotto a poco. Assistiamo ad un annichilimento del senso stesso della legge". Le dichiarazioni anticipate di trattamento avranno, poi, validità per un periodo di tre anni e non più di cinque anni. È quanto prevede un emendamento al ddl sul testamento biologico a prima firma della senatrice Bianconi (Pdl), approvato sempre in Senato. Nella versione iniziale del ddl Calabrò, infatti, si prevedeva (art.4 comma 3) che la dat avrebbe avuto "validità per cinque anni, termine oltre il quale perde ogni efficacia". L'emendamento approvato riduce invece tale periodo di validità da cinque a tre anni. L'articolo 5 del ddl sul testamento biologico prevede, inoltre, che le Regioni dovranno assicurare assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo persistente. L'articolo, secondo una riformulazione proposta dal relatore del ddl Raffaele Calabrò, è stato approvato dall'Aula e recita: "Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, adotta le linee guida cui le regioni si conformano nell'assicurare l'assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo permanente". Tutte modifiche che hanno scatenato una bagarre in Aula con le proteste dell'opposizione che ha accusato la maggioranza di aver "svuotato la legge" che ruota proprio sul concetto del testamento da parte del malato che vuole evitare l'accanimento terapeutico. "Eravamo qui" ha protestato Anna Finocchiaro "per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con questi emendamenti mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le dichiarazioni non conteranno assolutamente nulla. C'è un limite oltre il quale la finzione non si regge più". Ha controbattuto il relatore Raffaele Calabrò che ha spiegato come l'intenzione è quella di "tener conto delle valutazioni del medico" visto che ci possono essere progressi della medicina che vano presi in considerazione e ha definito il testamento biologico "non rigido" e sottoposto alla valutazione del medico. I senatori dell'Italia dei Valori hanno inscenato una breve protesta nella sala lettura di Palazzo Madama e hanno ribadito l'intenzione di raccogliere le firme per un referendum abrogativo. Anche il Pd promette battaglia. "C'è ancora dibattito alla Camera. C'è, mi auguro, dibattito che si accende nel paese" dice la Finocchiaro. "E alla fine, con la scelta fatta stamattina sul carattere non vincolante delle dichiarazioni anticipate di trattamento, abbiamo un palese contrasto con la Costituzione. Ciò che volevano evitare che la materia tornasse nei tribunali e davanti alla Corte costituzionale, l'hanno ottenuto con la loro rigidità". A Gasparri, che accusa la sinistra di avere "un atteggiamento sbagliato pensando di trasformare questo provvedimento nell'anticamera dell'eutanasia", la Finocchiaro replica con parole dure: "È una polemica politica strumentale e volgare. L'eutanasia non c'entra, stiamo parlando del diritto di ciascuno di scegliere se morire naturalmente o di essere mantenuto in vita artificialmente il più a lungo possibile". Discutine sul FORUM: [6] "Biotestamento non vincolante per il medico: secondo me è buon senso"

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"Che delusione il Parlamento calpesta i diritti scritti nella Carta" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - Professore Umberto Veronesi, la sua assenza al Senato nel giorno cruciale sul testamento non è passata inosservata. "Un'assenza voluta, non casuale. Non ho voluto assistere impotente alla celebrazione di una legge che è antidemocratica, perché limita la libertà dei cittadini, antistorica, perché tutto il resto del mondo civile va in direzione opposta, infine incostituzionale, perché calpesta il diritto di decidere della propria vita. Hanno approvato una legge contro il testamento biologico". Eppure fino a qualche giorno fa lei era in aula, è intervenuto, si è infervorato. "Sì, ma mi sono reso conto di essere vox clamans nel deserto. Sono un po' deluso, ero entrato in Parlamento con la speranza di dare il mio contributo anche in forza dell'esperienza di una vita, trascorsa al fianco di chi soffre e muore. Quando mi dicono "che ci rimani a fare al Senato", qualche dubbio in effetti mi viene. Ma resto fiducioso e conto di dare ancora qualche apporto. Anche se l'impressione che ho avuto, nei tre giorni di sofferenza che mi sono imposto in aula, è stata che la legge fosse completamente blindata". In effetti, non siete riusciti a far passare alcun emendamento. "Ci misuriamo con quella che Cavour, 150 anni fa, chiamava una dittatura parlamentare. Se la maggioranza si blinda e non accetta alcuno degli emendamenti della minoranza, allora il Parlamento perde gran parte della sua funzione". La soddisfa la linea tenuta dal suo gruppo, il Pd, in tutta questa partita? In ultimo due senatori hanno votato a favore. OAS_RICH('Middle'); "Non sono iscritto ad alcun partito, la mia libertà di pensiero mi impedisce di esserlo. E non mi iscriverò al Pd. Ho accettato di aderire al gruppo perché sono nato e cresciuto e morirò di sinistra, dalla parte dei poveri, degli ultimi. Resto al gruppo, almeno per adesso". Detto questo, i cattolici che si sono distinti dal resto del Pd? "Hanno seguito le proprie inclinazioni. È giusto che in Parlamento si possa discutere, non mi scandalizza il dibattito interno al Pd. Piuttosto la chiusura della maggioranza". Da laico lamenta invece l'ingerenza della Chiesa. "Da uomo di scienza, piuttosto. Il termine bioetica era nato perché, come sosteneva il suo inventore, Von Potter, l'etica medica deve ispirarsi alla natura e deve trattenersi dall'invadere e abbattere i limiti naturali della vita. Era un presupposto accettato anche dalla Chiesa, che oggi invece smentisce se stessa plaudendo a una legge che va contro la morte naturale". E adesso? Referendum? "Intanto, penso che il presidente della Repubblica avrà qualche dubbio sulla costituzionalità della norma. L'autodeterminazione è alla base della Costituzione. Ma penso che anche la Corte costituzionale avrà dei rilievi. Certo, il referendum resta l'ultima spiaggia. A me sembra più utile e pratico seguire un'altra via, nell'immediato". Quale? "Lancio un vero appello agli italiani. Scrivete il vostro testamento biologico prima che questa legge che lo vanifica entri in vigore. Depositatelo dal medico o da un avvocato o da un notaio, nominando un fiduciario. All'occorrenza, un buon magistrato potrà farlo valere. E i medici, com'è loro dovere deontologico, potrebbero decidere di dar seguito alla volontà del paziente. Io l'ho fatto. Avrà un senso se lo faremo in tanti". (27 marzo 2009

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Fine vita, l'ultima parola al medico D'Alema: "Legge aberrante e incivile" (sezione: Giustizia)

( da "Quotidiano.net" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Senato dice sì. Ora il testo passerà alla Camera. Esplode la protesta del Partito Democratico e del popolo del web. Papà Englaro: è una barbarie

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Una legge, continua D'Alema, che “stabilisce il seguente principio: se io sono vigile posso dire di no, perche’ nessuna legge mi puo’ obbligare. Se io mi addormento, il mio corpo non e’ piu’ mio o dei miei familiari, ma diventa dello Stato, ed e’ soggetto ai vincoli della legge. Questo e’ aberrante”. L'OK DEL SENATO La legge sul testamento biologico ottiene il primo via libera dal Senato.Dopo una discussione a tappe forzate, l'Aula ha approvato - con 150 voti favorevoli, 123 contrari e 3 astensioni - il disegno di legge che ora passa alla Camera. Un breve testo di nove articoli che, nato sulla scia del caso di Eluana Englaro, ha diviso il paese e interrogato trasversalmente le coscienze anche nel Parlamento. Alla fine, però, circoscritte le riserve nel Pdl, arginati i dissidenti di matrice 'teodem' nel Partito democratico, il Parlamento si è spaccato secondo linee partitiche corroborate da un acceso dibattito in aula. Il testo di legge tutela la vita umana “anche nell’ipotesi in cui la persona non sia più in grado di intendere e di volere”. Non prevede che alimentazione e idratazione artificiali possono mai essere sospese. E delinea un 'testamento biologico' (dichiarazione anticipata di trattamento) che si applica ai soli casi di pazienti in stato vegetativo. Non ha, comunque, valore vincolante per il medico. Un punto questo fortemente criticato da Pd, radicali e Italia dei valori. "Mi chiedo di cosa stiamo continuando a discutere in questa aula", afferma Anna Finocchiaro. "C’è un limite oltre il quale la finzione non si regge". Per Giuseppe Astore (Idv) "è un modo per imbrogliare il popolo italiano. Ma come si fa a dire che uno in vita può rifiutare delle cose, poi, quando è senza coscienza, viene il medico, e non può più rifiutarle?". Ignazio Marino (Pd) rincara la dose: "Così com’è - spiega - tutto il lavoro fatto si concretizzerà in una legge che si applica alle sole persone che si trovano in stato vegetativo persistente. In Italia è lo 0,005% della popolazione. Inoltre, le dichiarazioni anticipate di trattamento che alcuni di loro avranno lasciato con questa legge potranno essere disattese". La maggioranza ha incassato le critiche, ma ha tenuto bene, forte di numeri che non hanno vacillato neppure nei voti segreti. Le parole del cardinal Bagnasco (“niente lungaggini o tentennamenti”) sono ancora nell’aria e, per il Popolo della libertà, è ormai alle porte un congresso fondativo che sembra ripercuotersi anche nella compattezza del voto sul testamento biologico. “Il Senato ha scelto per la vita, contro il partito della morte e dell’eutanasia”, commenta Maurizio Gasparri a conclusione del voto. Che poi dedica a Eluana Englaro. “Avremmo voluto fare prima una legge che impedisse eventi drammatici. Dedichiamo il voto di oggi a chi non c’è più. A chi ogni giorno assiste chi soffre, alle suore di Lecco in particolare”. Sui banchi opposti, anche il Pd, a suo modo, festeggia. Il voto, spiega una "fiera" Finocchiaro, è "il frutto migliore di questo lungo e faticoso lavoro sul quale in tanti hanno ironizzato, sbagliando, è stato il voto compatto di stasera". Quanto al Pdl, ci sono state "molte deviazioni dalle indicazioni di voto, ma il punto non è questo, perché è fisiologico. Su questi temi anche in una famiglia ci si divide". Alla fine il Pd esce dal voto sul testamento biologico in modo tuttosommato compatto. Dopo le divisioni delle scorse settimane su questo tema, le ultime scelte della maggioranza sul ddl Calabrò hanno aiutato i democratici a ritrovare una posizione quasi unanime e sono stati tre, in tutto, i senatori del Pd che hanno votato in modo difforme dal gruppo: Emanuela Baio Dossi e Claudio Gustavino, che hanno votato ‘sì’ al provvedimento, mentre il resto del gruppo ha detto no, e il rutelliano Luigi Lusi, che non ha partecipato al voto. Sul fronte Pdl, invece, sono in quattro a votare ‘no’ al ddl, sostenuto invece dal resto del gruppo, e altri tre si sono astenuti, mentre la senatrice Laura Bianconi ha annunciato che non avrebbe partecipato al voto. I contrari sono stati Marcello Pera, Antonio Paravia, Maurizio Saia, Giuseppe Saro, mentre si sono astenuti Barbara Contini, Riccardo Conti e Lucio Malan. IL POPOLO DEL WEB La maggioranza degli utenti italiani di internet si schiera contro il ddl sul testamento biologico e, in particolare, critica l’emendamento approvato oggi che limita la ‘Dichiarazione anticipata di trattamentò (DAT), che non sarebbe più vincolante. Da Facebook ai blog, passando per i tantissimi commenti rilasciati a caldo sui siti dei quotidiani, sono tante le persone che hanno espresso il loro dissenso sul provvedimento relativo al ‘fine vita'. Ad esempio, per Emanuela, Marco e Bruna, iscritti al gruppo del social network denominato ‘Il testamento biologico: sì, grazie!’, "l’unica strada rimane quella del referendum». Altri sperano "che la Corte Costituzionale respinga questo testo". Altri ancora chiedono "una legge che non venga approvata dalla Cei". E qualcuno invita tutti "a scappare all’estero per vivere in un Paese più libero e democratico". Per Sergio, poi, "la legge era già pessima nella prima formulazione perchè impediva di scegliere liberamente sull’interruzione di idratazione e alimentazione artificiale in caso di malattia invalidante, ma con questo emendamento si annulla totalmente la volontà dell’individuo". Sul web ovviamente non mancano anche le voci a favore del ddl. Per Giovanni, ad esempio, "non esiste, non può esistere e non deve esistere un diritto a morire. Non si deve più ripetere un barbaro omicidio come quello di cui è stata vittima Eluana Englaro". Anche per altri, infine, si tratta di una buona legge, "di un decreto che non obbliga alla morte". Giusto che le volontà del paziente non siano vincolanti? - Giusto negare la possibilità di staccare il sondino?SCHEDA Il testo approvato dal senato - GRAFICO Cosa prevede la legge - SONDINO Bocciato l'emendamento Finocchiaro - ORDINE Aperto un procedimento per De MonteFOTOSTORY Il calvario di Eluana Commenti Invia commento Segnala ad un amico Nessun commento presente Clicca qui per inviare il tuo commento Nome: Email: Commento: Caratteri rimasti Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro consenso al trattamento dei dati consenso allargato I commenti inviati vengono pubblicati solo dopo esser stati approvati dalla redazione Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi "Noi scegliamo la vita" Campagna choc dei cacciatori (102 commenti) Guinzaglio per cani... ma anche per noi padroni (25 commenti) Fini congeda An e si commuove "Il Pdl non sarà a pensiero unico" (23 commenti) Galliani: "Ho passato 10 minuti terribili Sono vivo grazie ai Falchi anticamorra" (14 commenti) Franceschini: "Sfido Silvio sulla serietà E io non mi candiderò alle europee" (13 commenti) Dall'Msi al Pdl, è l'ultimo congresso La Russa: "Competizione Pdl-Lega" (13 commenti) Internet? 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Qual è l'alleato di Berlusconi che conta di più: Bossi o Fini? La foto del giorno Tir Uno splendido esemplare di veicolo commerciale! Ci auguriamo che il proprietario abbia assicurato bene il bisonte della strada "vestito" come un gioello. RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec div>

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TESTAMENTO BIOLOGICO: VERONESI, CALPESTATI DIRITTI SCRITTI (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

(ASCA) - Roma, 27 mar - ''Non ho voluto assistere a quel voto''. E' con queste parole che il senatore e celebre oncologo Umberto Veronesi spiega a La Repubblica la sua protesta e il suo profondo, convinto dissenso con il ddl sul testamento biologico approvato ieri dal Senato. Spiega di ''non aver voluto assistere impotente alla celebrazione di una legge antidemocratica, antistorica e anticostituzionale, perche' calpesta il diritto di decidere della propria vita'' sancito dalla Costituzione. Veronesi si dice ''deluso''. ''Ero entrato in Parlamento - spiega - convinto di poter dare il mio contributo anche in forza dell'esperienza di una vita trascorsa accanto a chi soffre e muore. Quando mi chiedono che rimango a fare al Senato, effettivamente, qualche dubbio mi viene. Ma conto di poter dare ancora qualche apporto''. Sul voto al ddl Calabro' Veronesi chiosa: ''Ci misuriamo con quella che Cavour 150 anni fa chiamava dittatura parlamentare''. Insomma il voto era totalmente ''blindato'', con una totale ''chiusura della maggioranza''. Ma nonostante tutto Veronesi restera' al gruppo Pd. Pur non essendo, spiega, ''iscritto ad alcun partito perhce' la mia liberta' di pensiero mi impedisce di esserlo'', il senatore restera' nel Pd, ''almeno per adesso''. Per quanto riguarda il futuro della legge sul testamento biologico, conclude Veronesi, ''penso che il presidente della Repubblica avra' qualche dubbio sulla costituzionalita' della norma'' visto che ''li''autodeterminazione e' alla base della Costituzione''. Per questo anche la Corte costituzionale potra' avere dei rilievi da fare. Veronesi conclude quindi con un ''appello agli italiani: scrivete il vostro testamento biologico e depositatelo prima che questa legge lo vanifichi. All'occorrenza un buon magistrato potra' farlo valere''.

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È solo un manifesto ideologico (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Ferrara, La" del 27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Provincia Pavese, La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Giustizia

«è solo un manifesto ideologico» Deluso il senatore Marino: si va contro l'interesse dei pazienti L'INTERVISTA Alle famiglie nessun aiuto NICOLA CORDA ROMA. Il senatore Ignazio Marino è deluso. Stavolta forse più come parlamentare che come medico e chirurgo di fama. Ha speso tante energie per una legge sul testamento biologico che guardasse prima di tutto ai pazienti. E invece? «Questo testo servirà se va bene alle tremila persone che sono in stato vegetativo permanente, ovvero lo 0,005 per cento della popolazione italiana. Queste avrebbero bisogno di ben più attenzioni, magari con le cure che gli vengono negate perché le strutture sono insufficienti o mal distribuite sul territorio». Ma che legge è quella approvata? «E' una "non legge", con zero euro di aiuti concreti alle famiglie che hanno necessità. Il grande rammarico è proprio questo: si è trasformato il lavoro di quattro legislature in un manifesto ideologico. Io ho una idea diversa delle leggi. Dovrebbero guardare a tutti i cittadini, dovrebbero includere. I nostri padri costituenti come Aldo Moro, scrissero un articolo come il 32, straordinario nella sua efficacia: ogni individuo ha diritto alla salute ma nessuno può essere sottoposto ad un trattamento sanitario senza il suo esplicito consenso. Da chirurgo ho avuto la possibilità di partecipare, anche da protagonista, a molti dei progressi scientifici della medicina, ma questi sono nella disponibilità del paziente e non un obbligo». Invece qui il medico ha l'ultima parola... «Questa norma della dichiarazione anticipata non vincolante per il medico è l'ultimo paradosso. La commissione Giustizia all'unanimità, dando il parere al testo base, aveva esplicitamente deliberato che se non fosse stata inserita la parola "vincolante" nel testamento biologico, quel documento sarebbe stato privo di valore giuridico». Ma non si era detto che si voleva evitare proprio questo all'indomani del caso Englaro? «Io l'ho denunciato in aula e come me lo hanno detto numerosi magistrati. Non è solo un problema giuridico ma anche di buonsenso, credo della maggior parte degli italiani. Se dico alla mia famiglia che non voglio avere prolungata la mia agonia con tubi infilati nell'addome e invece il medico dice che la legge impone il contrario e che mi devono portare in sala operatoria, è ovvio che i miei familiari si attaccano al letto per impedire tutto questo. Poi passeranno dal magistrato, denunceranno il medico, la struttura, la direzione sanitaria, insomma un vero disastro. Ancora una volta si dovrà ricorrere ai tribunali che a loro volta ricorreranno alla Corte Costituzionale».

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Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante (sezione: Giustizia)

( da "Arena.it, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante FINE VITA. Il ddl Calabrò approvato in Senato tra le polemiche. Sit-in di protesta dei radicali in piazza, la Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale Passa l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di tenere conto del volere del malato Il Pd: «Così è carta straccia» 27/03/2009 rss e-mail print Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti. E passa con un emendamento-colpo di scena targato Udc (a prima firma Antonio Fosson) che di fatto fa sparire l'obbligatorietà della Dichiarazione anticipata di trattamento. Dopo venticinque ore di sedute e una maratona lunga tre giorni, la tensione è esplosa in aula lasciando dietro di sé uno scenario devastato, che mette a rischio il dialogo tra maggioranza e Pd. VIA I VINCOLI AI MEDICI. La bagarre è divampata proprio a causa dell'emendamento al primo comma dell'articolo 4 che ha cancellato il vincolo per i medici alle Dat dei malati. Se il Pdl si è giustificato spiegando di aver voluto lasciare un margine al medico, l'opposizione è insorta, mentre a Piazza Navona andava in scena il sit-in dei radicali. Il Pd si è ricompattato nel «no» al testo e gli unici voti di dissenso, favorevoli al ddl, sono stati quelli dei teodem Emanuela Baio e Claudio Gustavino. «Eravamo qui», ha protestato la capogruppo Pd Anna Finocchiaro, annunciando il ricorso alla Corte costituzionale, «per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con questo emendamento, mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le Dat non conteranno assolutamente nulla». La Finocchiaro ha parlato di «legge imbroglio» accusando la maggioranza di «paura e sordità», mentre il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha sottolineato che con le Dat non più vincolanti, le stesse dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso». «La legge sul testamento biologico è ufficialmente carta straccia» ha aggiunto. VERSO L'EUTANASIA. Già in mattinata era avvenuto uno scontro tra la Finocchiaro e il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri che aveva accusato il Pd di voler trasformare il testo «nell'anticamera dell'eutanasia». «È una polemica strumentale, volgare e ignobile», aveva ribattuto la Finocchiaro, mentre Franco Marini riuniva i suoi invitando anche i senatori cattolici a non votare un testo definito «una schifezza», perché peggiorato rispetto a come era arrivato in aula. Anche i senatori dell'Italia dei Valori hanno inscenato una breve protesta in sala lettura di Palazzo Madama, e hanno confermato l'intenzione di raccogliere le firme per un referendum abrogativo. TESTIMONI DI GEOVA. Il dibattito si è riacceso poi anche sul comma 6 dell'articolo 4 che, secondo il Pd e i radicali, obbligherà i testimoni di Geova a ricevere trasfusioni di sangue contro la loro volontà: il comma prevede tra l'altro che «in condizioni di urgenza o quando il soggetto versa in pericolo di vita immediato, la Dat non si applica». L'aula di Palazzo Madama ha poi varato gli altri cinque articoli: il 5, che prevede che le Regioni assicurino assistenza domiciliare ai soggetti in stato vegetativo persistente, il 6 che prevede nella Dat la possibilità di nominare un fiduciario che potrà interagire con il medico nell'interesse del paziente. Via libera infine agli ultimi tre articoli: il 7 che regola il ruolo del medico, l'8 che disciplina l'autorizzazione giudiziaria e, infine, le disposizioni finali che - tra le altre cose - contemplano l'istituzione di un Registro delle Dat, nell'ambito di un un archivio unico nazionale informatico di cui sarà titolare il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali.

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Riflettori sulla crisi della giustizia (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Salerno dibattito Riflettori sulla crisi della giustizia Associazione avvocati d'impresa, convegno alla Camera di commercio "Crisi della Giustizia, riflessi sul sistema economico. Tra riforme possibili e innovazione tecnologica" è il tema del convegno in programma oggi pomeriggio alle 15.30 nel Salone di rappresentanza della Camera di Commercio. Il dibattito è organizzato dall'Associazione Nazionale Avvocati d'Impresa e dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Salerno con il Patrocinio della Camera di Commercio di Salerno. Il processo civile e i tempi lunghi dei procedimenti, che minano la certezza del diritto e che finiscono per danneggiare l'economia e le imprese e il processo civile telematico, che accelera invece tempi del procedimento senza mettere in discussione il pieno diritto alla difesa e alla rappresentanza di tutte le parti in giudizio. Sono i temi principali del convegno "Crisi della giustizia e riflessi sul sistema economico", in programma oggi pomeriggio a Salerno, nel salone di rappresentanza della Camera di Commercio, ente patrocinante dell'incontro promosso dall'Associazione avvocati d'impresa, presieduta da Rosario Manzo e dal locale Ordine forense, guidato da Americo Montera. Il confronto vedrà impegnati rappresentanti della magistratura, dell'avvocatura e del mondo dell'impresa. L'incontro, trasmesso in diretta da Denaro Tv (Sky 878) e in live streaming su denaro.it e moderato dal direttore del Denaro Alfonso Ruffo, vede la partecipazione di Romano Vaccarella, già giudice della corte Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, di Luigi Capaldo, responsabile del settore Giustizia dell'Abi, del consigliere di Corte di Cassazione Giacomo Travaglino, di Dino Crivellari, amministratore delegato di Unicredit Management Bank e di Stefano Aprile, Direttore Generale sistemi infomativi automatizzati del Ministero di Giustizia. Tra i temi del confronto troverà spazio l'ipotesi di riforma del rito civile che, per quanto riguarda le restrizioni alla possibilità di ricorrere in Cassazione, sta ricevendo numerose critiche dall'avvocatura. Gical del 27-03-2009 num.

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Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

FINE VITA. Il ddl Calabrò approvato in Senato tra le polemiche. Sit-in di protesta dei radicali in piazza, la Finocchiaro annuncia il ricorso alla Corte costituzionale Passa l'emendamento Udc che toglie l'obbligo di tenere conto del volere del malato Il Pd: «Così è carta straccia» 27/03/2009 rss e-mail print Biotestamento, primo sì Ma non sarà vincolante ROMA Passa al Senato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, con 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti. E passa con un emendamento-colpo di scena targato Udc (a prima firma Antonio Fosson) che di fatto fa sparire l'obbligatorietà della Dichiarazione anticipata di trattamento. Dopo venticinque ore di sedute e una maratona lunga tre giorni, la tensione è esplosa in aula lasciando dietro di sé uno scenario devastato, che mette a rischio il dialogo tra maggioranza e Pd. VIA I VINCOLI AI MEDICI. La bagarre è divampata proprio a causa dell'emendamento al primo comma dell'articolo 4 che ha cancellato il vincolo per i medici alle Dat dei malati. Se il Pdl si è giustificato spiegando di aver voluto lasciare un margine al medico, l'opposizione è insorta, mentre a Piazza Navona andava in scena il sit-in dei radicali. Il Pd si è ricompattato nel «no» al testo e gli unici voti di dissenso, favorevoli al ddl, sono stati quelli dei teodem Emanuela Baio e Claudio Gustavino. «Eravamo qui», ha protestato la capogruppo Pd Anna Finocchiaro, annunciando il ricorso alla Corte costituzionale, «per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con questo emendamento, mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le Dat non conteranno assolutamente nulla». La Finocchiaro ha parlato di «legge imbroglio» accusando la maggioranza di «paura e sordità», mentre il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha sottolineato che con le Dat non più vincolanti, le stesse dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso». «La legge sul testamento biologico è ufficialmente carta straccia» ha aggiunto. VERSO L'EUTANASIA. Già in mattinata era avvenuto uno scontro tra la Finocchiaro e il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri che aveva accusato il Pd di voler trasformare il testo «nell'anticamera dell'eutanasia». «È una polemica strumentale, volgare e ignobile», aveva ribattuto la Finocchiaro, mentre Franco Marini riuniva i suoi invitando anche i senatori cattolici a non votare un testo definito «una schifezza», perché peggiorato rispetto a come era arrivato in aula. Anche i senatori dell'Italia dei Valori hanno inscenato una breve protesta in sala lettura di Palazzo Madama, e hanno confermato l'intenzione di raccogliere le firme per un referendum abrogativo. TESTIMONI DI GEOVA. Il dibattito si è riacceso poi anche sul comma 6 dell'articolo 4 che, secondo il Pd e i radicali, obbligherà i testimoni di Geova a ricevere trasfusioni di sangue contro la loro volontà: il comma prevede tra l'altro che «in condizioni di urgenza o quando il soggetto versa in pericolo di vita immediato, la Dat non si applica». L'aula di Palazzo Madama ha poi varato gli altri cinque articoli: il 5, che prevede che le Regioni assicurino assistenza domiciliare ai soggetti in stato vegetativo persistente, il 6 che prevede nella Dat la possibilità di nominare un fiduciario che potrà interagire con il medico nell'interesse del paziente. Via libera infine agli ultimi tre articoli: il 7 che regola il ruolo del medico, l'8 che disciplina l'autorizzazione giudiziaria e, infine, le disposizioni finali che - tra le altre cose - contemplano l'istituzione di un Registro delle Dat, nell'ambito di un un archivio unico nazionale informatico di cui sarà titolare il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali.

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Casavola: sulla frase del Papa incomprensioni di fondo (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 27-03-2009 Casavola: sulla frase del Papa incomprensioni di fondo MILANO. Sulle polemiche sorte sulla frase del Papa riguardo ai preservativi «sono stati impiegati moduli comunicativi non soltanto impropri ma pericolosi». Riflette in questi termini su «Il Mattino» il presidente emerito della Corte costituzionale Francesco Paolo Casavola. Dopo aver ricordato il nesso tra «sessualità regolata e civiltà umana», fondato sull'istituzione familiare, e che l'emergere di patologie gravi come l'Aids è «collegata a un esercizio della sessualità fuori della istituzione che la regola», Casavola si chiede se ciò sia risolvibile con «un rimedio bio-medico? O non piuttosto questo è un cambiar discorso volendo ignorare la profonda realtà etica della questione, che è quella educativa di finalizzare la sessualità alla costruzione della società, non alla sua dissoluzione e con essa alla distruzione della vita?». A questo voleva alludere Benedetto XVI quando ha giudicato il preservativo un aggravamento del problema. «Che sia la Chiesa a proporre un'etica delle virtù e non gli Stati né la scienza è nell'ordine delle cose conclude Casavola . Ma proprio vigilando sulla distinzione dei loro compiti se ne rende possibile l'alleanza per un sempre rinnovato umanesimo integrale».

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La lezione di Fanfani a dieci anni dalla morte (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 27-03-2009 il convegno La lezione di Fanfani a dieci anni dalla morte DA ROMA GIOVANNI GRASSO D ue giorni fitti di studio e più di trenta relatori: tanti ne servono per mettere a fuoco la poliedrica figura di Amintore Fanfani, segretario della Dc, più volte presidente del Consiglio, ministro, presidente del Senato, presidente dell'Assemblea dell'Onu, uno dei politici che ha più segnato la storia dell'Italia repubblicana. A dieci anni dalla sua scomparsa, la facoltà di Economia della Sapienza, dove Fanfani aveva la cattedra di storia economica, ha voluto ricordare l'uomo politico con un convegno internazionale intitolato: 'Amintore Fanfani, storico dell'economia e statista', che si conclude oggi pomeriggio. Un unico filo, dunque, nelle intenzioni degli organizzatori del convegno lega l'attività di studioso e quella di politico di razza. Antonio Magliuolo dell'università di Firenze, ha infatti messo subito in luce che «fino al 1946 Fanfani è essenzialmente uno storico dell'economia capitalistica. Dal 1946 è essenzialmente uno statista che tenta di riformare il capitalismo italiano. Tra le due fasi c'è una stretta relazione». Gli interventi di ieri hanno scandagliato la formazione culturale di Fanfani, fin dai tempi dell'università Cattolica, la sua prima adesione al corporativismo e il suo successivo incontro, nel secondo dopoguerra, con Keynes; la sua aderenza alla dottrina sociale della Chiesa, alla ricerca di una via nuova, nella convinzione che liberismo e marxismo non fossero in grado di trovare le risposte ai bisogni dei singoli e delle società. Da qui il passaggio alla politica: richiestogli, come ricorda nel suo diario lo stesso Fanfani (che avrebbe preferito continuare a fare il professore), personalmente da Pio XII, con Montini, Dossetti e La Pira che facevano il tifo. Ma la sua fu sempre una politica concreta, fatta di programmi, proposte e soluzioni: «Il fecondo retroterra culturale - ha detto il vicepresidente del Csm Nicola Mancino - portò Fanfani, nella sua lunga e molteplice azione di governo, a utilizzare la scienza economica al servizio della soluzione dei problemi della famiglia, dei giovani, del lavoro». Sono molte, come hanno ricordato i relatori, le riforme che portano il nome dell'uomo politico toscano. Da ministro del Lavoro nel IV e V governo De Gasperi, come ha ricordato Angela Maria Bocci Girelli, varò 140 provvedimenti legislativi «in gran parte destinati a fronteggiare il problema cruciale di quel periodo: la disoccupazione ». E varò l'ancor oggi famoso 'Piano Case', estese il diritto all'assistenza sanitaria e alla pensione a categorie finora escluse. Con lui ministro, segretario della Dc, presidente del Consiglio parte il Piano Vanoni per gli investimenti nelle aree depresse del Paese, si rafforza la presenza dello Stato nell'economia, incrementando l'azione dell'Iri e dell'Eni, si nazionalizza l'energia elettrica, si unifica la scuola media, si completa la riforma agraria. Piero Craveri ha parlato di Fanfani segretario della Dc, ripercorrendo le sue cadute e le molte resurrezioni e mettendo in luce che, diversamente dagli altri leader democristiani, la visione fanfaniana del partito «era basata sul primato del momento sociale su quello politico » con la formula del «partito associazione, organizzazione, cinghia di trasmissione del potere ». Molto spazio nel convegno è stato dedicato al Fanfani protagonista, insieme ad Aldo Moro, del centrosinistra: «Il capolavoro politico per entrambi un'esperienza per la quale entreranno nei libri di storia», sostiene il prof. Piero Barucci che ricorda come l'intera stagione (1962-1967) «fu un momento di liberazione di energie politiche, sociali e culturali; di definitiva scelta 'riformista' per gran parte del socialismo italiano; di importanti nuove misure sociali: nell'insieme un periodo di buon governo, anche se discusso, di una fase congiunturalmente avversa». Mancino: seppe utilizzare la scienza economica al servizio delle famiglie, dei giovani e del lavoro Barucci: a lui e a Moro si deve in particolare quel capolavoro politico che portò al centrosinistra Amintore Fanfani

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Testamento biologico, il Senato... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 74 del 2009-03-27 pagina 0 Testamento biologico, il Senato approva il ddl di Redazione Sì al testo, la legge torna alla Camera. Passa emendamento Udc: il medico non sarà obbligato a seguire la dichiarazione di volontà. Il Pd: "Così diventa carta straccia". E l'Idv: "Pronti a chiedere il referendum". Pd diviso, Gustavino: "Ho votato sì contro l'eutanasia" / Marino: "Ho votato no, così la legge non serve" Roma - Il Senato approva con 150 voti a favore 123 contrari e 3 astenuti il ddl sul testamento biologico. Ora passa alla Camera. Le dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) diventano non vincolanti ed avranno validità di 3 anni e non più 5. Le modifiche al testo, che hanno provocato dure reazioni da parte del Pd, sono state introdotte con due emendamenti a firma del senatore dell’Udc-Svi Fosson e del Pdl Bianconi, approvati dall’aula. I democratici e i dipietristi insorgono: "E' carta straccia". E si preparano a ricorrere al referendum. Gasparri: "Dedicato a Eluana" "Il Senato ha scelto per la vita, contro il partito della morte e dell’eutanasia. Avremmo voluto fare prima una legge che impedisse eventi drammatici. Dedichiamo il voto di oggi a chi non c’è più. A chi ogni giorno assiste chi soffre, alle suore di Lecco in particolare. Siamo certi che il dibattito proseguirà con serietà e maturità. Noi abbiamo seguito la nostra coscienza. Coesi e sereni. Questa legge è un elemento identitario del Pdl che nasce. è stato un buon giorno per il Senato e per la Repubblica". Così il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, commenta il via libera del Senato al ddl sul testamento biologico. I dissidenti I casi di coscienza, in qualche caso divenuti casi politici come per la senatrice Dorina Bianchi nel Pd, si sono contati alla fine sulle dita delle mani. Nel Pdl non ha partecipato al voto Laura Bianconi, ma hanno votato contro Marcello Pera, Antonio Paravia e Ferruccio Saro. Lucio Malan ha dato il voto di astensione. Nel Pd, invece, sono stati confermati i voti di dissenso dal gruppo, e dunque favorevoli al ddl, di Emanuela Baio e Cluadio Gustavino. Non ha partecipato al voto il senatore Luigi Lusi. Il Dat non è vincolante L’emendamento è stato approvato con 136 voti favorevoli, 116 contrari ed 1 astenuto. Il comma 1 dell’art. 4 ("Forma e durata della Dichiarazione anticipata di trattamento"), nella versione originale del ddl Calabrò, recita: "Le Dat non sono obbligatorie ma sono vincolanti, fatte salve le previsioni dell’articolo 7, sono redatte in forma scritta con atto avente data certa e firma del soggetto interessato maggiorenne, in piena capacità di intendere e di volere dopo uan compiuta e puntuale informazione medico-clinica, e sono raccolte esclusivamente dal medico di medicina generale che le sottoscrive". L’emendamento Fosson sopprime le parole "ma sono vincolanti, fatte salve le previsioni dell’articolo 7" (l’articolo 7 riguarda il ruolo del medico, ndr). Con l’approvazione dell’emendamento Fosson, dunque, le dichiarazioni anticipate di trattamento del soggetto non hanno effetto vincolante. Prima della votazione, il senatore del Pd Ignazio Marino ha sottolineato come le dat "non vincolanti" siano a questo punto del tutto prive di senso. Il senatore Casson (Pd) ha inoltre ricordato come in commissione giustizia si fosse invece registrato un accordo unanime nel mantenere la versione originale del ddl e, dunque, il principio di vincolatività delle Dat. I limiti del fiduciario Il Senato ha approvato l’articolo 6 del ddl sul testamento biologico che riguarda la figura del fiduciario. Nella versione approvata, la figura del fiduciario viene inserita all’interno di limiti precis: dal testo di legge scompaiono, infatti, i riferimenti al ruolo del fiduciario nel promuovere e far rispettare le Dichiarazioni anticipate di trattamento da parte del soggetto. Con un emendamento, infatti, si elimina dal comma 2 il concetto che il fiduciario, agendo nell’esclusivo interesse del paziente, si impegna ad agire secondo le intenzioni esplicitate dal soggetto nelle Dat, "per farle conoscere e farne realizzare le volontà". Quest’ultima frase viene eliminata. Un altro emendamento sopprime invece il comma 3 dell’articolo 6 che recita: "Il fiduciario non può in alcun modo modificare la dichiarazione anticipata di trattamento e, in stretta collaborazione con il medico curante, si impegna a garantire che si tenga conto delle indicazioni sottoscritte dalla persona nella dichiarazione anticipata di trattamento". Duro il commento del senatore Francesco Pardi dell’Idv: "Il ruolo del fiduciario è stato svilito e ridotto a poco. Assistiamo ad un annichilimento del senso stesso della legge". Cambia la durata di validità Le dichiarazioni anticipate di trattamento avranno, poi, validità per un periodo di tre anni e non più di cinque anni. è quanto prevede un emendamento al ddl sul testamento biologico a prima firma della senatrice Bianconi (Pdl), approvato oggi dell’Aula del Senato. Nella versione iniziale del ddl Calabrò, infatti, si prevedeva (art.4 comma 3) che la dat avrebbe avuto "validità per cinque anni, termine oltre il quale perde ogni efficacia". L’emendamento approvato riduce invece tale periodo di validità da cinque a tre anni. Assistenza domiciliare agli stati vegetativi L’articolo 5 del ddl sul testamento biologico prevede, inoltre, che le Regioni dovranno assicurare assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo persistente. L’articolo, secondo una riformulazione proposta dal relatore del ddl Raffaele Calabrò, è stato approvato dall’Aula e recita: "Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, adotta le linee guida cui le regioni si conformano nell’assicurare l’assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo permanente". Pd e Idv insorgono "C’è un limite oltre il quale la finzione non si può reggere, in questa Aula e anche davanti al Paese - ha commentato la capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro - mi chiedo di cosa stiamo discutendo in questa Aula". "Se qualcuno aveva ancora dei dubbi in merito - ha detto Finocchiaro intervenendo in Aula - ora se li tolga; questo testo andrà al giudice e alla Corte Costituzionale". Sulla stessa linea anche i senatori dell’Italia dei Valori che hanno inscenato una breve protesta nella sala lettura di Palazzo Madama . Il capogruppo Felice Belisario con i colleghi Stefano Pedica e Giuliana Carlino, si presenta davanti alle telecamere e insieme esibiscono cartelli con le scritte "Testamento ideologico", "Testamento bio-illogico", "Referendum". Belisario ha poi spiegato che "l’aula di Palazzo Madama sta approvando una bruttissima legge che imbroglia gli italiani. L’Idv proporrà ai cittadini di impugnare subito la legge con un referendum abrogativo riportando i cittadini al centro delle scelte. Lo Stato viene dopo la volontà dei cittadini". Modifiche alla Camera "La legge approvata al Senato purtroppo non ha nulla a che vedere con il testamento biologico" dice in una nota il presidente dei Liberal Pd, Enzo Bianco. "La maggioranza lo ha persino peggiorato con protervia al testo della commissione. Non c’è alcuna considerazione del principio costituzionale dell’autodeterminazione, della facoltà che la Costituzione garantisce a ogni cittadino di scegliere a quale trattamento sanitario vuole essere sottoposto. Se la Camera dovesse perseverare in questo grave errore - ha concluso Bianco - non resta che una strada: aspettare le decisioni della Corte Costituzionale e intanto promuovere un referendum abrogativo". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Cassazione: Il figlio naturale di un lavoratore morto in un incidente ha diritto al 40% della rendita Inail (sezione: Giustizia)

( da "Rai News 24" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma | 27 marzo 2009 Cassazione: Il figlio naturale di un lavoratore morto in un incidente ha diritto al 40% della rendita Inail Incidente sul lavoro Il figlio naturale di un lavoratore morto in un incidente sul lavoro d'ora innanzi ha diritto non piu' al 20% ma al 40% della rendita Inail, per l'evidente disparita' con i figli legittimi, nati da una coppia regolarmente sposata, i quali possono godere del 'plus' di assistenza che spetta al genitore superstite nella misura del 50% della rendita. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimita' parziale dell'art.85, primo comma, numero due, del Testo unico del 1965 relativo alle norme sull'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. La Corte, nella sentenza n. 86 scritta dal giudice Alfio Finocchiaro, ha accolto solo in parte le questioni di legittimita' sollevate dal Tribunale di Milano che, in sede civile, era chiamato a decidere su una controversia tra l'Inail e una donna il cui convivente era morto in un incidente sul lavoro. La Consulta ha escluso - come invece richiesto dal Tribunale - che il convivente 'more uxorio' abbia diritto alla stessa rendita percepita dal coniuge del lavoratore deceduto (vale a dire il 50% della retribuzione), ma al contempo ha ampliato i diritti dei figli naturali, altrimenti discriminati rispetto a quelli legittimi.

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Biotestamento/ Nucara: Pri pronto a referendum (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 27 mar. (Apcom) - I Repubblicani sono pronti a sostenere un referendum abrogativo della legge sul testamento biologico se non sarà radicalemnte modificato il testo approvato in Senato. "Si tratta di una battaglia di civiltà che l'Italia non può perdere", dice il segretario del Pri Francesco Nucara. "I repubblicani - spiega- sono perfettamente d'accordo con il giudizio del professor Veronesi. Vi sono ragioni mediche e costituzionali per le quali quel testo di legge è inaccettabile. C'è un rischio di ritorno all'oscurantismo da parte dello Stato italiano. Se la Camera non dovesse modificare il testo non resterebbe che confidare nel capo dello Stato e nella Corte costituzionale".

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BIOTESTAMENTO/MARINO: REFERENDUM? PRIMA C'È LA CONSULTA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Biotestamento/Marino: Referendum? Prima c'è la Consulta di Apcom Mi auguro ancora la Camera possa cambiare la legge -->Roma, 27 mar. (Apcom) - "Credo che purtroppo prima del referendum ci saranno talmente tanti conflitti all'interno degli ospedali, dove le persone vorranno vedere rispettati i propri diritti, che verranno calpestati non per colpa dei medici ma per un obbligo della legge dello stato: ci saranno molti ricorsi al tribunale, e il tribunale si dovrà rivolgere alla Corte Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la legge è costituzionale o va invalidata." Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di un'intervista all'Agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico, rispondendo alla domanda se conferma o meno la volontà di un referendum contro l'eventuale legge, se così approvata. "Mi auguro che il testo venga radicalmente modificato alla Camera: è un testo che non corrisponde al principio della Costituzione, e quindi ci sono tutti i motivi per poterlo modificare sostanzialmente." Marino così commenta la non vincolatività delle DAT: "Da un lato il cittadino non vedrà rispettate le sue volontà, che verranno declassate ad orientamenti, che possono essere disattesi in qualunque momento. Ma anche il medico non potrà avere quel grande supporto morale che si ha in quei momenti così difficili di contare su un'indicazione precisa del proprio paziente. Come medico, dico che il fatto di lasciare la possibilità di disattendere le indicazioni è uno svantaggio anche per il medico." Infine, un commento generale sul testo: "Non è una legge sul testamento biologico, e cioè non è una legge per garantire la libertà di scelta alle persone anche nel momento in cui perdono la propria coscienza. L'idea era quella di non far perdere i diritti alle persone che perdono la coscienza, questa legge invece toglie i diritti e toglie la libertà di scelta."

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INTERCETTAZIONI/ GROSSO: LIMITI ECCESSIVI, SI BLOCCANO INDAGINI (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Intercettazioni/ Grosso: Limiti eccessivi, si bloccano indagini di Apcom Preoccupa anche rigidità su notizie di indagini in corso -->Roma, 27 mar. (Apcom) - In materia di intercettazioni ci sono stati "grossolani abusi contro la privacy di privati cittadini", dei quali è responsabile la stampa. Ma nella nuova disciplina proposta dalla maggioranza ci sono due aspetti che preoccupano: i limiti eccessivi che rischiano di bloccare le indagini e la rigidità nel vietare qualunque notizia sulle indagini in corso. Lo sostiene il giurista Carlo Federico Grosso, intervistato a Radiotre. "Io ho la certezza - spiega a 'Faccia a faccia' l'ex vicepresidente del Csm - che siano stati compiuti dei grossolani abusi contro la privacy dei privati cittadini, e questo è responsabilità molto grave della stampa; infatti ritengo che sia molto buona la parte della legge che pone il divieto di pubblicare indiscriminatamente le intercettazioni, e soprattutto le intercettazioni di persone che non c'entrano nulla con le vicende giudiziarie". "Invece - prosegue Grosso - c'è un duplice lato che mi preoccupa: da un lato che una limitazione eccessiva delle intercettazioni rischi di bloccare le indagini, e questo è grave; in secondo luogo, mi colpiva molto la rigidezza della legge nuova quando prevedeva di vietare qualunque notizia sul contenuto delle indagini in corso: questo significava che magari per anni nessuno avrebbe potuto sapere niente, pubblicare niente, su quello che accadeva nei Palazzi di Giustizia. A questo punto viene meno il controllo".

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FECONDAZIONE/ ROCCELLA: LEGGE 40 FUNZIONA, ORA NO MIGLIORAMENTI (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Fecondazione/ Roccella: Legge 40 funziona, ora no miglioramenti di Apcom "Testo è buono, semmai correzioni nelle buone pratiche" -->Roma, 27 mar. (Apcom) - "La legge 40 sulla Procreazione medica assistita funziona, lo dimostrano i dati: al contrario di altre è una legge buona, se comparata con tutti gli interessi in gioco, perchè tiene conto delle ricadute sociali, dei fattori etici e della salute delle donne". Così il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, commendando oggi i dati 2007 dei centri di Pma in Italia. Grazie a questa legge, ha sottolineato Roccella, "l'Italia ha uno dei più bassi tassi di sindrome da iperstimolazione ovarica e non c'è la compravendita degli ovociti". Sull'alta percentuale delle gravidanze trigemine il sottosegretario ha spiegato che "quei dati confermano che nella legge non ci sono problemi, semmai ci sono da fare correzioni nelle buone pratiche". Quanto a futuri miglioramenti della normativa, Roccella ha concluso: "Aspettiamo la sentenza della Corte Costituzionale, poi vedremo. Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza".

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BIOTESTAMENTO/ IL GIURISTA: RICORSI ANCHE A CORTE DIRITTI UOMO (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Biotestamento/ Il giurista: Ricorsi anche a Corte diritti uomo di Apcom Se passa legge può essere impugnata non solo davanti a Consulta -->Roma, 27 mar. (Apcom) - Contro la legge sul testamento biologico si può ricorrere non solo davanti alla Corte costituzionale, ma anche davanti alla Corte dei diritti dell'uomo. LO precisa il giurista Carlo Federico Grosso. Intervistato a 'Faccia a faccia' su Raitre, l'ex vicepresidente del Csm spiega che una volta approvate in via definitiva le norme sul fine vita possono essere impugnate "sicuramente alla Corte dei diritti dell'uomo: se dovesse passare quella legge la difesa dovrebbe essere chiesta prima di tutto alla nostra Corte Costituzionale e, in seconda istanza o contemporaneamente, alla Corte dei diritti dell'uomo". Grosso osserva ancora: "L'obiezione che si faceva nel caso Englaro, dicevano alcuni, è che non era veramente chiara e provata la manifestazione della volontà di Eluana Englaro; una volta che uno, oggi, manifestasse chiaramente la sua volontà secondo i principi riconosciuti dalla Corte di Cassazione, il suo diritto dovrebbe essere seguito. Quindi oggi il testamento biologico, in questa prospettiva evidentemente di diritto concretizzato dalla giurisprudenza, avrebbe efficacia".

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BIOTESTAMENTO/ NUCARA: PRI PRONTO A REFERENDUM (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Biotestamento/ Nucara: Pri pronto a referendum di Apcom Ci auguriamo Camera riveda testo Senato -->Roma, 27 mar. (Apcom) - I Repubblicani sono pronti a sostenere un referendum abrogativo della legge sul testamento biologico se non sarà radicalemnte modificato il testo approvato in Senato. "Si tratta di una battaglia di civiltà che l'Italia non può perdere", dice il segretario del Pri Francesco Nucara. "I repubblicani - spiega- sono perfettamente d'accordo con il giudizio del professor Veronesi. Vi sono ragioni mediche e costituzionali per le quali quel testo di legge è inaccettabile. C'è un rischio di ritorno all'oscurantismo da parte dello Stato italiano. Se la Camera non dovesse modificare il testo non resterebbe che confidare nel capo dello Stato e nella Corte costituzionale".

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Affossato il testamento biologico Non sarà più vincolante (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Adriatico" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Approvato in Senato un emendamento presentato dall'Udc Affossato il testamento biologico Non sarà più vincolante Roma "Carta straccia". L'opposizione, senza mezzi termini, definisce così la versione del Ddl sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) uscita dall'Aula del Senato. E un vero "bacio della morte", secondo vari esponenti del Pd, è stato il sì all'emendamento presentato dall'Udc con il quale alle dat è stato tolto ogni carattere di vincolatività, mentre resta il divieto alla sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale. Il via libera del Senato al Ddl Calabrò - con 150 sì, 123 no e 3 astenuti - è segnato insomma da furenti polemiche, mentre la maggioranza compatta esprime soddisfazione: è una legge che previene qualunque deriva verso l'eutanasia, affermano dal Pdl. Che le posizioni sui nodi cruciali del provvedimento fossero molto più che distanti, è stato chiaro sin dall'inizio della maratona di tre giorni al Senato per approvare il disegno di legge. Falliti i tentativi di mediazione messi in campo dai due poli, il testo licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea paletti e limiti precisi. Le volontà espresse dal soggetto nelle 'dat' (dichiarazioni anticipate di trattamento), per cominciare, non saranno vincolanti (mentre il ddl originario prevedeva che fossero non obbligatorie ma, appunto, vincolanti). Resta immutato (dopo che anche il tentativo di mediazione da parte dei cattolici del Pd è naufragato in Aula) il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel ddl approvato da palazzo Madama, "sostegno vitale" e dunque non possono essere oggetto di dat. Limiti anche per il ruolo del fiduciario. Una versione del Ddl che l'opposizione rigetta decisamente, ricompattandosi per il voto finale. Dure le parole della presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: è una legge "violenta e traditrice", un ddl "ridotto a finzione". Le dat, ha detto, "così non conteranno assolutamente nulla". E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino (Pd): "E' stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta". MANUELA CORRERA,

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Biotestamento, è ancora polemica dopo il si del Senato (sezione: Giustizia)

( da "AudioNews.it" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

venerdì 27 marzo 2009 14.54 Politica Il servizio di Emanuela Di Gironimo Biotestamento, è ancora polemica dopo il si del Senato 12.11: Continua a dividere il ddl sul testamento biologico dopo il via libera del Senato. Il testo ora passerà alla Camera. E se la legge dovesse essere approvata, il Pd potrebbe ricorrere alla Corte Costituzionale, l'Italia dei valori al referendum. Ma i radicali affermano: "Meglio la disobbedienza civile

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SU INIZIATIVA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE AVVOCATI D'IMPRESA OGGI SI SVOLGE A SALERNO (ORE... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Su iniziativa dell'Associazione Nazionale Avvocati d'Impresa oggi si svolge a Salerno (ore 15,30 camera di Commercio) il convegno sul tema «Crisi della Giustizia, riflessi sul sistema economico. Tra riforme possibili e innovazione tecnologica». All'incontro parteciperanno Romano Vaccarella, già giudice della corte Costituzionale e ispiratore della riforma del processo civile, Stefano Aprile, direttore generale sistemi informativi e automatizzati del ministero della Giustizia, Luigi Capaldo, responsabile del settore giustizia dell'Associazione Banche Italiane, il consigliere di Corte di Cassazione Giacomo Travaglino e Dino Crivellari, amministratore delegato di Unicredit Management Bank. Interverranno Luigi Mastrominico, presidente del tribunale Salerno , Augusto Strianese, presidente Camera di commercio, Antonio Ilardi, vice presidente Confindustria, Americo Montera, presidente ordine avvocati. Il convegno sarà moderato da Alfonso Ruffo, direttore de Il denaro (sul web del giornale economico sarà possibile anche seguire in diretta il convegno salernitano). «Le tematiche relative al rapporto giustizia-economia non hanno natura sociologica ma sociale; intendiamo porre l'attenzione degli operatori sulla necessità di una profonda revisione dell'impianto processuale per dare regole e tempi certi per i procedimenti civilistici» afferma l'avv. Rosario Manzo, presidente nazionale dell'Associazione Avvocati di Impresa. Il convegno affronterà anche il tema del processo civile telematico; una innovazione alla cui realizzazione il ministero della Giustizia sta lavorando da tempo e di prossima attuazione (in 14 Tribunali italiani partirà dal prossimo giugno).

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IL DECRETO DI SEQUESTRO DEL FASCICOLO WHY NOT DA PARTE DELLA PROCURA DI SALERNO ALL'ORIGINE DELLO SC... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il decreto di sequestro del fascicolo Why not da parte della procura di Salerno all'origine dello scontro con la procura generale di Catanzaro, che ne era divenuta titolare dopo l'avocazione dell'inchiesta al pm Luigi De Magistris, fu un «legittimo atto investigativo» e nelle sue motivazioni «sono chiaramente esplicitate le ragioni di quella disposizione». È alla luce di questo assunto, contenuto nelle motivazioni con cui il tribunale del riesame di Salerno nei mesi scorsi ha confermato il provvedimento, che l'ex capo della procura campana Luigi Apicella ha chiesto alla sezione disciplinare del Csm la revoca o la modifica con una misura meno grave del provvedimento d'urgenza con il quale nel gennaio scorso è stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. Il tribunale del riesame di Salerno che ha avuto «piena e approfondita conoscenza dei fatti», non avendo i «limiti cognitivi» che sono propri della sezione disciplinare, ha accertato che il comportamento dell'ex procuratore è «difforme da quello ipotizzato in sede disciplinare», sostiene il suo difensore, il sostituto Pg della Corte d'appello di Roma Stefano Racheli,nell'istanza presentata per il suo assistito e cha sarà valutata dal Csm il 6 aprile prossimo; per questo si impone una «rivisitazione» della decisione di Palazzo dei marescialli. Il «tribunale delle toghe» aveva sanzionato Apicella, assieme a tutti gli altri protagonisti dello scontro tra le due procure, accusando lui in particolare di aver abdicato al suo ruolo di magistrato imparziale per aver adottato un provvedimento abnorme, quello di sequestro del fascicolo, perchè privo di una motivazione effettiva; in quelle pagine, secondo il Csm, l'allora procuratore si era limitato a riprodurre in «maniera pedissequa e senza alcun vaglio critico» il contenuto delle oltre 60 dichiarazioni rese al suo ufficio da De Magistris, senza procedere a una «compiuta valutazione dei fatti». Una tesi che non è stata condivisa dal tribunale del riesame di Salerno a cui si erano rivolti i magistrati di Catanzaro, sollevando le stesse doglianze nei confronti del sequestro. «Dalla lettura del complesso provvedimento - scrivono i infatti giudici di Salerno - può rilevarsi come l'inquirente non si sia limitato a recepire le denunce di De Magistris, ma al contrario abbia sottoposto le stesse a un'intensa attività di verifica». E sopratutto nelle carte sono «chiaramente esplicitate le ragioni» del sequestro, che è un «legittimo atto investigativo» finalizzato a «riscontrare tutte le acquisizioni testimoniali dirette ovvero a colmare le ultime lacune probatorie» e non è basato su «sospetti e congetture».

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ROMA. ANCORA IL DDL CALABRò DEVE COMINCIARE L'ITER ALLA CAMERA E GIà ANTONIO DI PIETR... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Giustizia

Roma. Ancora il ddl Calabrò deve cominciare l'iter alla Camera e già Antonio Di Pietro ha annunciato la raccolta delle firme per il referendum abrogativo. A dire il vero, i primi a parlarne erano stati i radicali, al loro congresso, e Ignazio Marino si era detto pronto a sostenerli. La spinta referendaria è forte nel centrosinistra, favorita dalla percezione di un sostegno dell'opinione pubblica e anche dall'inedita convergenza dei cattolici Pd nel giudizio critico sulla legge. Tuttavia, i vertici democrat avvertono i pericoli, anzi la «trappola» che può scattare ai loro danni. Se nel voto al Senato non si è riprodotto lo schema della legge 40 (alleanza trasversale tra i cattolici di tutti gli schieramenti), una competizione referendaria riporterebbe invece la politica esattamente a quel punto: i cattolici del Pd finirebbero, tutti o quasi, a militare nel fronte astensionista. Franco Marini ha già avvisato i naviganti: «Attenti, il referendum è autolesionista». Ieri Beppe Fioroni, che pure si è battuto fino all'ultimo perché un pezzo di ex popolari marcassero una differenza «identitaria» in aula, accusava il testo Calabrò di «forzatura ideologica». Domani in un eventuale referendum, questa stessa accusa sarà rivolta dai movimenti ecclesiali (già pronti a scendere in campo, secondo quanto annunciato dal cardinal Bagnasco) contro i promotori. Peraltro, il referendum appare sempre più come un'arma spuntata, perdente: valida forse per una piccola minoranza in cerca di proseliti, non certo per un partito di grossa taglia che non può permettersi battaglie perse in partenza. Ormai è chiaro che l'astensione è lo strumento di difesa in caso di referendum. E per raggiungere il quorum di validità, fissato al 50%, ci vogliono più consensi (non meno 3-4 milioni) di quelli necessari a vincere le elezioni politiche. Che il Pd freni sul referendum ormai è evidente anche dalle parole e dalle prudenze degli ex diessini. «Non mi pare il caso di parlarne ora» diceva ieri la Finocchiaro. «Bisogna essere molto cauti» aggiungeva Giorgio Tonini. «Siamo convinti che il ddl Calabrò sia incostituzionale, dunque dobbiamo aspettare quantomeno il pronunciamento della Consulta» spiegava Nicola Latorre. Anche Marino ieri si concentrava sulle contraddizioni della legge, sulla sua «inapplicabilità». Ma pure le accuse di aver reso inutile le dat e di aver costruito norme valide solo «per le persone in stato vegetativo» non si concilia molto con la prospettiva di portare al voto più di 20 milioni di elettori. Enzo Bianco, capofila dei liberal Pd, ha messo nero su bianco che intende farsi promotore del referendum. Ma solo «dopo la sentenza della Corte costituzionale». È anche un invito a Di Pietro e ai radicali a non procedere da soli. Non è detto, comunque, che gli alleati minori accettino. Potrebbero anzi forzare proprio per mettere in difficoltà il Pd. Il Pdl alla Camera intanto è già pronto ad alcune modifiche: ad esempio, sarà riproposto l'emendamento che estende la valenza delle dat anche ai casi di coma irreversibile (non solo agli stati vegetativi). La blindatura delle parti essenziali resterà, ma il Pdl proverà a smontare qualche critica. I democrat non possono dare neppure per scontato la compattezza del proprio fronte: i cattolici, stavolta, sono stati frenati anche dal fatto che il cattolico Franceschini sia il segretario pro-tempore del partito. Il referendum è esattamente la leva più sicura che può di nuovo contrapporre laici e cattolici. cla. sa.

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LEANDRO DEL GAUDIO È LA PRIMA MOSSA DEL PROCURATORE GIOVANDOMENICO LEPORE DAI TEMPI DELLO ST... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento)) (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Salerno)) (Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Giustizia

LEANDRO DEL GAUDIO È la prima mossa del procuratore Giovandomenico Lepore dai tempi dello stralcio che ha riguardato gli ex commissari Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. Il procuratore ha infatti indirizzato un avviso di conclusione delle indagini a carico di Giovanni Corona, ex pm della Dda di Napoli da poco più di un anno fuori ruolo. Un atto che potrebbe rappresentare il possibile (anche se non scontato) preludio di una richiesta di giudizio a carico dell'ex magistrato di punta del pool anticamorra. A firmare l'avviso di chiusa inchiesta, anche il pm Maurizio De Marco, titolare assieme al procuratore Lepore del fascicolo sulla gestione delle ecoballe in Campania e sulla conduzione del commissariato antirifiuti nella seconda metà del 2007. Ma di cosa è accusato l'ex pm delle principali inchieste in materia di clan e omicidi? Al centro delle indagini, in particolare, un'ipotesi di falso ideologico per l'apporto fornito come consulente giuridico dell'ex commissario per l'emergenza rifiuti Alessandro Pansa. Al centro dell'inchiesta, dunque, un atto ricognitivo siglato tra il commissariato e il gruppo Impregilo: si tratterebbe di un accordo formale che avrebbe violato l'interdizione imposta a Impregilo nei rapporti con la pubblica amministrazione. Ma la mossa di Lepore e De Marco va studiata a partire dalle date e da una premessa: Giovanni Corona entra infatti formalmente nell'inchiesta denominata «rompiballe» poco più di un mese fa. Il magistrato non era indagato quando il fascicolo era coordinato dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Non era iscritto nel fascicolo prima dello strappo dello scorso luglio, quando i due pm decisero di non seguire il procuratore nella scelta di congelare sette posizioni, tra cui gli ex commissari Catenacci, Bertolaso e Pansa. L'iscrizione di Corona è dunque successiva alla decisione del Consiglio giudiziario (primo dicembre 2008) di indirizzare al Csm gli atti dello scontro in Procura sulla gestione del caso Pansa, ma anche al rinvio a giudizio di venticinque posizioni, tra cui l'ex amministratore delegato di Fibe Malvagna (29 gennaio 2009). Un rush finale da leggere alla luce dei possibili sviluppi futuri: spetta infatti al procuratore e a De Marco, nei prossimi giorni, decidere se esercitare l'azione penale a carico degli ex commissari ai rifiuti o avanzare richiesta di archiviazione per tutti.

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La protesta dei lidensi arriva in Consiglio Regionale: Come hanno speso i soldi dell'ospedale al Mare? (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La protesta dei lidensi arriva in Consiglio Regionale: «Come hanno speso i soldi dell'ospedale al Mare?» Venerdì 27 Marzo 2009, (L.M.) «Vogliamo sapere dove sono andati a finire i 23 milioni di euro, ricavati dalla vendita dell'ex ospedale al mare, che dovevano essere destinati a rinforzare i servizi sanitari del distretto». La protesta del comitato di cittadini per la difesa della sanità pubblica è arrivata ieri a Palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale del Veneto, per una conferenza stampa promossa dal gruppo consiliare di Rifondazione Comunista, guidato dal capo gruppo Pierangelo Pettenò. All'incontro è intervenuto anche il presidente della quinta commissione regionale sanità, Raffaele Bazzoni. I cittadini chiedono l'intervento della giunta regionale, cui spetta l'approvazione di tutta la politica sanitaria regionale, in quanto, secondo il comitato, la riorganizzazione sanitaria ridisegnata al Lido pochi giorni fa non rispetterebbe i piani regionali stabiliti nel 2002. All'incontro per il comitato di cittadini sono intervenuti Salvatore Lihard, per il Movimento consumatori Luigi Gatto, Mario Novarini e il sindacalista Carlo Sbicego. Deve ancora essere ultimato il trasloco di tutti i servizi sanitari al monoblocco (padiglione Rossi) ma è già destinato a sollevare una raffica di polemiche. Alla fine dell'incontro l'invito di Novarini ai consiglieri regionali è stato chiaro: «Venire a fare una visita al monoblocco per verificare di persona la situazione ed in particolare l'ubicazione dei servizi del Csm (centro di salute mentale)». Dal canto suo Bazzoni ha assicurato che «pur non avendo la commissione stessa tanto potere decisionale, dalla prossima settimana partirà un esame di tutte le schede sulla programmazione sanitaria e quindi verranno poi segnalate alla giunta eventuali incongruenze». «Qui c'è in gioco la vita della persone - ha ammonito Gatto - a Venezia, oltre ai residenti, arrivano milioni di turisti all'anno». «La delibera di Padoan - ha spiegato Pettenò - di fatto ridisegna la sanità al Lido, la chiusura dell'ospedale al Mare invece avrebbe dovuto portare un potenziamento dei servizi territoriali». «Abbiamo il sospetto - ha annotato Lihard - che i 23 milioni di euro incassati al Lido siano già stati destinati per tappare altri buchi di bilancio dell'Ulss 12. Vogliamo sapere come sono stati impiegati. Chiudere la Radiologia al Lido, togliere un'autoambulanza e il medico rianimatore, a nostro avviso, sono un abuso di potere».

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Si sputa sulla mano e poi saluta l'arbitro: tre giornate (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Si sputa sulla mano e poi saluta l'arbitro: tre giornate Protagonista un giocatore del Godega Juniores. Nella stessa categoria quattro turni da un calciatore della Sanfiorese Venerdì 27 Marzo 2009, Treviso Offese, insulti e minacce agli arbitri (da parte di giocatori, dirigenti e pubblico), ma anche chi si è sputato sulla mano prima di salutare il direttore di gara. Queste le delibere del giudice sportivo. TERZA CATEGORIA - Tre gare: Giampietro Pregnolato (Milan Guarda), per scurrili insulti all'arbitro. Due gare: Perinot (Boccadistrada), A. Pavan (Postioma). Una gara: Piai (Suseganese), Caselli (Campolongo), Stella (Barbisano), Zaro, Del Giudice, Zorzi (Fontane), Cirtina (Parè), Callegaro, Pontoni (S. Antonino), Tessaro (Vidor), Villanova (Barbisano), Faraon (Feletto), Zanette (S. Giustina), Zanatta (Rovere), Coden (Basalghelle), Agello, Giacobbi (Csm Resana), Toniolo (Badoere), Menegazzo (Pederobba), Pozzobon (S. Giuseppe), Tonini (Fanzolo), Vettoretti (Follinese), Cava, Furlan (Lovispresiano), Trentin (Milan Guarda), Carniel, Guglielmin, Santin (Vedelaghese), Battistiol (Evolution Team). Inibizione fino al 5 maggio a Claudio Buffolo (dir. Tarzo Revine Lago) per ingiurie ed aver consegnato la bandierina con atteggiamento ironico all'arbitro. Ammende per insulti all'arbitro: 80 euro Campolongo, 60 a Valdosport e Vedelaghese. JUNIORES - Quattro gare: Luca Antoniazzi (Sanfiorese) per essersi rivolto all'arbitro con linguaggio ingiurioso. Tre gare: Ledion Rista (Godega) per aver salutato l'arbitro con la mano dopo aver sputato sul palmo della stessa. Due gare: Bytyqi (Montello). Una gara: Bottega (S. Vendemiano), Mion (Orsago), Casagrande, De Pin (Godega), Gatto (Milan Guarda), Meo (Silea), Zambon (Sanfiorese), Possamai (Feletto), Carella (Montello), Mavmudoski (S. Vendemiano), Caeran (S. Gaetano). Inibizione fino al 31 marzo a Andreazza (dir. Riese Vallà). Ammenda 100 euro al Badoere per insulti ad arbitro e giocatori. ALLIEVI - Due gare: Soligo (Fossalunga). Una gara: Garoni (Fossalunga), Boccato (Lia Piave), Penzo (Casale), Lucchese (Silea), Galli, Pilotti (Union CSV), Bisol, Busetti (Quartier del Piave), Fogliano (Vazzolese), Guzman (Vallata), Da Dalt, Valente, Ceccherini (Parè), Androvic (Cornuda Crocetta), Scarcella (Gorghense), Zorzi (Casale), Albanese (Godigese). Squalifica ad allenatori: fino al 7 aprile a Sergio De Donno (Silea), fino al 31 marzo ad Alberto Senatore (Cipriano Catron). Inibizione fino al 31 marzo ai dirigenti Sergio Da Ros (Ardita Pero), Fabrizio Villanova (Breda), Antonio Boi (Casier Dosson). Ammende per insulti all'arbitro: 50 euro Casale, 30 Vazzolese. GIOVANISSIMI - Due gare: Stival (Codognè), Bordei (Idea Sport), Crestani (S. Vendemiano). Una gara: Pllana (Aurora Treviso Due), Kycyku (Soccer), Citton (Giov. Ezzelina). CALCIO A 5 - Serie C1: una gara a Tramontin (Altamarca, Baseggio (Came Dosson). Serie C2: Una gara a Iseppon (Colfosco), Camarin (Prisma S. Polo). Serie D: Una gara a Vacilotto, Olivotto (Soccer), Soldà (Biancoceleste), Bittante, Sajeva (Vedelago), Schiavinato (Casale). Michele Miriade

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Biotestamento: perchè Articolo21 premierà Beppino Englaro (sezione: Giustizia)

( da "Articolo21.com" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Biotestamento: perchè Articolo21 premierà Beppino Englaro di Federico Orlando Ho ascoltato da radio radicale le dichiarazioni dei vari gruppi al Senato prima della votazione della legge contro il testamento biologico. Dico contro perché la truffa clericale è consistita nello svuotare di ogni contenuto, per quanto già limitatissimo, il disegno di legge Calabrò, nell’impedire che si possa ripetere un caso Englaro (cioè un’interpretazione della magistratura sulla base delle regole generali dell’ordinamento e della Costituzione) : una stupenda gara di disumanità fra preti, fascisti, casiniani e atei berlusconiani che in privato dicono no e al momento di votare si parano le terga votando sì. Meglio la senatrice teocon Bianconi (nel fondamentalismo italico, anche le donne possono diventare mullah) che vota contro il ddl Calabrò perché – udite - una volta introdotto nella legislazione il concetto stesso di testamento biologico, per quanto ridotto a un’ogiva senza polvere e senza spoletta, si apre la strada a ogni possibile pratica, naturalmente demoniaca. Visto che il diavolo scientifico è sempre in agguato. Non è bastato ai nostri mullah che dall’Auditorium di Roma cadessero anatemi contro il matematico Odifreddi. Ma alle considerazioni già abbondantemente fatte dai giornali, ne va aggiunta un’altra: la legge votata al Senato è una furbata tipicamente italiana, una di quelle “normative” che si fanno per alzare un pennacchio ma sono “carta straccia”, come ha detto Ignazio Marino. Il problema del fine vita continuerà a essere risolto come è s’è fatto fino ad oggi, tra familiari e medici: un costume pietoso, di necessità, al quale s’è ribellato Beppino Englaro, perseguendo in lunghissimi anni il cammino della legalità, come si addice a un cittadino consapevole. Cittadino esemplare, e perciò punito con l’”irripetibilità” della sua esperienza, che farebbe saltare la rete mafiosa su cui si fonda la vita collettiva in Italia. Della mancanza di una vera legge sul testamento biologico , e della prospettiva che di quella votata dai senatori si occuperanno la Corte costituzionale e il referendum a cui anche Articolo 21 darà tutta la sua collaborazione, chi crede nello stato di diritto non si rallegra. Io non me ne rallegro. Qualche volta, tuttavia, mi viene il cattivo pensiero che in fondo sono queste leggi-farsa che si addicono agli italiani: i quali scendono in piazza se si tratta di difendere un vero o presunto diritto contrattuale, un aumento salariale, uno stato giuridico; ma a difendere un diritto civile non ci vanno, forse convinti che spetti ad altri. “Come si spiega questo rapporto sadomaso con la politica?”, si chiede il mio amico Beppe Severgnini, acuto osservatore del nostro costume, nel suo blog. “Ho una teoria – dice -, siamo pigri. Siamo anche sadici, ma solo se non costa sforzo. Il sadocittadino lascia il posto al masoelettore: ‘Eletti, fate di me ciò che volete’. E loro lo fanno, con gusto”. Con l’eccezione eroica di Beppino Englaro. Così, mentre l’aula votava giovedì sera, davanti al Senato protestavano soltanto i “solilti” radicali e qualche altro. Oddio, pensando a quel che accadeva nell’Italia postunitaria fra laici e cattolici (per non dire nell’Italia del 1919-22 tra fascisti e comunisti o del 1944- 48 tra partigiani e repubblichini) vien da dire: meglio così. Racconta Giovanni Spadolini nella sua monumentale “L’opposizione cattolica”, che quando il cardinale tedesco Hergenrother gridò al congresso di Munster che “la breccia di Porta Pia , togliendo Roma al papa, ha tolto alla città eterna di essere sede della giustizia e della libertà”, lo sdegno dei liberali proruppe in mille modi e a Firenze “l’ira di alcuni sconsigliati rischiò addirittura di provocare una strage, col lancio di una bomba ad alto potenziale contro il circolo della gioventù cattolica, in Borgo Pinti, al momento dell’adunanza dei soci” (p.257-258). Meno male che quegli “sconsigliati” non esistono più. Altrimenti, cosa avrebbero fatto se, invece delle banalità del cardinale tedesco, si fossero sentiti infiammati dall’altissimo discorso della senatrice Finocchiaro, abbattutasi nell’aula di palazzo Madama come una staffilata di idee morali e giuridiche su anime morte? “Le ossessioni sono vostre, non degli uomini e delle donne che le patiranno”, ha detto la senatrice, senza avere altra risposta che il biascichio di vecchi fascisti sul “rispetto della vita”. Loro, gli eredi delle tirannidi disumane. “Questa legge è un atto di fede, non un atto di sovranità”, ha aggiunto con un’altra staffilata. Non ci meravigliamo se in questa Italia, decidendo di fare una legge per non farla, cioè dandole un contento diverso dal titolo stesso che essa porta in epigrafe, alla fine provocheremo solo ulteriori avversioni alla chiesa. Il problema è che, dopo 130 anni d’Unità nazionale, non riusciamo a risolvere ben altro e micidiale problema, e cioè se i cattolici sapranno un giorno sentirsi cittadini nello stato e fedeli nella chiesa. Miracolo che è riuscito ai cattolici di tutti gli altri paesi del mondo, persino a re Baldovino, salvo che per un giorno.

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TESTAMENTO BIOLOGICO: MARINO, REFERENDUM? PRIMA CORTE (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

(ASCA) - Roma, 27 mar - ''Credo che purtroppo prima del referendum ci saranno talmente tanti conflitti all'interno degli ospedali, dove le persone vorranno vedere rispettati i propri diritti, che verranno calpestati non per colpa dei medici ma per un obbligo della legge dello stato: ci saranno molti ricorsi al tribunale, e il tribunale si dovra' rivolgere alla Corte Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la legge e' costituzionale o va invalidata.'' Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di un'intervista all'agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico, rispondendo alla domanda se conferma o meno la volonta' di un referendum contro l'eventuale legge, se cosi' approvata. ''Mi auguro che il testo venga radicalmente modificato alla Camera: e' un testo che non corrisponde al principio della Costituzione, e quindi ci sono tutti i motivi per poterlo modificare sostanzialmente'' prosegue il senatore. Marino cosi' commenta la non vincolativita' delle DAT: ''Da un lato il cittadino non vedra' rispettate le sue volonta', che verranno declassate ad orientamenti, che possono essere disattesi in qualunque momento. Ma anche il medico non potra' avere quel grande supporto morale che si ha in quei momenti cosi' difficili di contare su un'indicazione precisa del proprio paziente. Come medico, dico che il fatto di lasciare la possibilita' di disattendere le indicazioni e' uno svantaggio anche per il medico''. Infine, un commento generale sul testo: ''Non e' una legge sul testamento biologico, e cioe' non e' una legge per garantire la liberta' di scelta alle persone anche nel momento in cui perdono la propria coscienza. L'idea era quella di non far perdere i diritti alle persone che perdono la coscienza, questa legge invece toglie i diritti e toglie la liberta' di scelta''.

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Biotestamento/ Marino: Referendum? Prima c'è la Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 27 mar. (Apcom) - "Credo che purtroppo prima del referendum ci saranno talmente tanti conflitti all'interno degli ospedali, dove le persone vorranno vedere rispettati i propri diritti, che verranno calpestati non per colpa dei medici ma per un obbligo della legge dello stato: ci saranno molti ricorsi al tribunale, e il tribunale si dovrà rivolgere alla Corte Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola per dire se la legge è costituzionale o va invalidata." Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di un'intervista all'Agenzia Radiofonica Econews sul testamento biologico, rispondendo alla domanda se conferma o meno la volontà di un referendum contro l'eventuale legge, se così approvata. "Mi auguro che il testo venga radicalmente modificato alla Camera: è un testo che non corrisponde al principio della Costituzione, e quindi ci sono tutti i motivi per poterlo modificare sostanzialmente." Marino così commenta la non vincolatività delle DAT: "Da un lato il cittadino non vedrà rispettate le sue volontà, che verranno declassate ad orientamenti, che possono essere disattesi in qualunque momento. Ma anche il medico non potrà avere quel grande supporto morale che si ha in quei momenti così difficili di contare su un'indicazione precisa del proprio paziente. Come medico, dico che il fatto di lasciare la possibilità di disattendere le indicazioni è uno svantaggio anche per il medico." Infine, un commento generale sul testo: "Non è una legge sul testamento biologico, e cioè non è una legge per garantire la libertà di scelta alle persone anche nel momento in cui perdono la propria coscienza. L'idea era quella di non far perdere i diritti alle persone che perdono la coscienza, questa legge invece toglie i diritti e toglie la libertà di scelta."

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Corpi di Stato (sezione: Giustizia)

( da "AprileOnline.info" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corpi di Stato Frida Roy, 27 marzo 2009, 17:23 Biotestamento Dopo il voto al Senato, alla Camera si mobilitano i poli e i "liberal" del Pdl, sperano in Fini e annunciano di essere pronti a assumere iniziative, "perché questa legge è una bandiera ideologica confessionale". Anche nelle file dell'opposizione ci si prepara alla battaglia ma c'è chi, come Follini (Pd) mette in guardia dal referendum abrogativo propugnato dai dipietristi:"Il muro contro muro è sempre il pranzo di gala della destra" C'era una volta di biotestamento Alla Camera arriva un testo peggiore di quello formulato in origine dal centrodestra. L'opposizione sul piede di guerra: Idv per il referendum e il Pd per la Consulta La Cgil lancia l'obiezione di coscienza La Fp Medici stigmatizza il ddl Calabrò perchè contrario alla Costituzione e al codice deontologico dei medici, oltre che antiscientifico. Intervista a Massimo Crozza All'indomani del voto tormentato del Senato sul testamento biologico, alla Camera i poli cominciano ad affilare le armi in vista dell'arrivo del ddl a Montecitorio. Su una cosa tutti sembrano d'accordo: la legge va cambiata, va migliorata, più o meno radicalmente. Ad aprire il dibattito il liberal del Pdl Benedetto Della Vedova, che annuncia: "ci sono già almeno cinquanta deputati del Pdl pronti ad assumere iniziative e votare miglioramenti significativi in una direzione liberale, perché questa legge è solo una bandiera ideologica confessionale". "Penso che siamo arrivati in cima - aggiunge - penso che i conservatori abbiano esagerato e credo che già alla Camera nel Pdl le cose cambieranno in modo significativo". "Sicuramente le parole di Fini - ragiona l'esponente del centrodestra - aiutano in questo senso. Il presidente della Camera ha puntualizzato alcune cose in modo eccellente sulle questioni della laicità". Anche il Pri di Francesco Nucara annuncia battaglia: "I repubblicani - dice - sono perfettamente d'accordo con il giudizio del professor Veronesi. Vi sono ragioni mediche e costituzionali per le quali quel testo di legge è inaccettabile. C'è un rischio di ritorno all'oscurantismo da parte dello Stato italiano. Se la Camera non dovesse modificare il testo non resterebbe che confidare nel capo dello Stato e nella Corte costituzionale. Desideriamo far sapere fin da ora che siamo comunque pronti al referendum. Si tratta di una battaglia di civiltà che l'Italia non può perdere". Il segretario dei socialisti Riccardo Nencini lancia a sua volta un appello ai "dissidenti" del Pdl, rivolgendosi in particolare agli ex socialisti. "Alla Camera dei deputati alcuni dissidenti della maggioranza sul testo votato al Senato sul testamento biologico sono ex socialisti. Mi appello a loro perché si facciano sentire, insieme agli altri di tradizione e storia liberale, laica, radicale, contro un disegno di legge che calpesta il diritto di decidere della propria vita e perciò stesso contrario alla nostra Costituzione". Anche nelle file dell'opposizione ci si prepara alla battaglia. "Lavoreremo, alla Camera, per cambiare le norme approvate dalla maggioranza di centrodestra, insieme all'Udc al Senato. C'è da augurarsi che a Montecitorio si trovino i tempi e le forme per un confronto diverso tra le varie ipotesi in campo e che anche nella maggioranza si manifestino posizioni di disponibilità al confronto e all'ascolto. Oggi la Dichiarazione anticipata di trattamento (Dat) o Testamento biologico, non c'è più, è passato un editto contrario alla dignità delle donne e degli uomini", afferma Marina Sereni, vicepresidente dei deputati Pd, mentre Fabio Evangelisti, vicecapogruppo dell'Idv, spiega che "quello che ci auguriamo ora è che la Camera possa rimediare al disastro compiuto ieri. Il Governo e la maggioranza, però, facciano un atto di resipiscenza operosa: abbiano il coraggio di confrontarsi con la comunità scientifica, di ascoltare e dialogare con i medici che conoscono il dolore e la sofferenza dei pazienti. E' la Costituzione il valore di riferimento del legislatore, non, pur con tutto il rispetto per la Chiesa, la mitra ed il pastorale". Marco Follini, senatore Pd, mette però in guardia contro le sirene del referendum abrogativo propugnato in prima linea dai dipietristi e ammonisce:"Spero che l'opposizione ora non risponda con un avventuroso referendum alla pessima legge sul testamento biologico. Il muro contro muro è sempre il pranzo di gala della destra". Infine, c'è da registrare la puntualizzazione del presidente della commissione Affari sociali della Camera (che esaminerà il provvedimento), Giuseppe Palumbo (Pdl). "Alla Camera - spiega Palumbo - il provvedimento potrà essere sicuramente migliorato anche grazie alla presenza di una vasta area liberale che, preciso alcune dichiarazioni a me attribuite, non è stata assolutamente mortificata al Senato ma che alla Camera cercherà di portare chiarezza all'interno delle norme che determinano le Dat". Palumbo ha inoltre precisato che "attualmente nella commissione che presiedo è in fase conclusiva la legge sulle cure palliative e la terapia del dolore. Una volta approvata, spero entro aprile, dovrà sicuramente confrontarsi, avendo molti punti di contatto, con la legge sul biotestamento. Ciò anche in relazione agli accordi precedenti all'approvazione delle due leggi che, per rendere più rapido l'iter parlamentare, davano al Senato l'elaborazione del testo sul dichiarazioni anticipate del trattamento e alla Camera sulle cure palliative e la terapia del dolore".

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Sanremo: astensione dei penalisti, giustizia e libertà (sezione: Giustizia)

( da "Sanremo news" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sanremo: astensione dei penalisti, giustizia e libertà Si terrà da lunedì 30 marzo fino al prossimo 3 aprile il nuovo sciopero indetto dalla Camera Penale nazionale. Quindi braccia incrociate per gli avvocati che dal 2000 ad oggi hanno usufruito di 73 giorni di astensione dalle udienze. Siccome lo sciopero è a carattere nazionale, abbiamo chiesto una conferma anche alla Camera Penale di Sanremo, il cui presidente è l'avvocato Alessandro Mager che ha confermato l'adesione alla protesta. Si tratta di un'astensione contro quelle che potrbbero divenire leggi, proposte dall'attuale governo, e che agirebbero in materia di giustizia, libertà e sicurezza, ed è proprio questo il nodo gordiano. Secondo i penalisti che hanno aderito allo sciopero si sta adottando un provvedimento che andrebbe ad incidere sulla libertà dei cittadini, quando forse servirebbe maggiore prevenzione. Alla base di tutto il recente decreto legge per la riforma di alcuni aspetti della giustizia (un decreto legge è già operativo, e può essere convertito in legge entro 60 gg dalla sua emanazione, termine oltre il quale decade ndr). E' infatti noto che questa riforma della giustizia comporterà anche la separazione delle carriere, la riforma del Csm e la revisione del principio di obbligatorietà dell'azione penale. All'interno della comunicazione nazionale dello sciopero si parla di come questa riforma della giustizia porterebbe a: un massiccio ricorso alla sanzione penale quale risposta privilegiata dello stato a prometiche sociali complesse; un incremento delle pene editali ed una contestuale limitazione della discrezionalità verso il basso del giudice un'estensione ad un numero elevatissimo di fattispecie di presunzione di pericolosità ed obbligatoria applicazione della misura coustodiale in carcere in misura cautelare Per comprendere meglio queste tre novità, abbiamo ascoltato alcuni penalisti che si sono espressi in merito: "Questi tre sistemi, porterebbero non tanto ad una giustizia più efficace quanto ad una progressiva paralisi del meccanismo della giustizia, già di per sè oberato di attività. Infatti, è pensiero comune tra gli avvocati che aderiscono allo sciopero che le problematiche complesse non troverebbero soluzioni più adeguate con pene ben più severe. Inoltre, riferendosi al secondo punto, si porterebbe il giudice a decidere non più in una forbice ampia ma lo si limiterebbe nella sua azione, offrendo un minimo della pena che in realtà non si discosta troppo dal massimo. Infine, fino ad oggi qualsiasi sia il reato commesso il giudice ha la possibilòità di dare o non dare il carcere in base ad una valutazione discrezionale sul caso. Quindi se prima c'era una valutazione sull'effettiva pericolosità del soggetto da un punto di vista oggettivo adesso si verrebbe a creare una posizione basata esclusivamente sulla presunzione, da considerarsi sufficiente per applicare la custodia ma allo stesso tempo limitante nell'azione del magistrato e contemporaneamente del cittadino".

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## IN ITALIA PIÙ FECONDAZIONI ASSISTITE, TROPPE ATTESE TRIGEMINE (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

## In Italia più fecondazioni assistite, troppe attese trigemine di Apcom 15% le gravidanze. Roccella: Legge 40 funziona,certificare centri -->Roma, 27 mar. (Apcom) - Aumentano in Italia le coppie che dalla promulgazione della legge 40 nel 2004 si rivolgono alla Procreazione medica assistita (Pma) per avere un figlio e, con loro, crescono i cicli di trattamento, le gravidanze ed i nati vivi. Troppe però le gravidanze trigemine, almeno confrontandole con l'Europa e tenendo in considerazione i rischi accertati per la salute della mamma e del bambino. Relativamente basse, ma ancora in attesa di un paragone coerente con i risultati europei, le gravidanze iniziate con i trattamenti, circa 15 su 100 cicli. Lo dice il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, che oggi ha reso noti i dati del terzo Registro della Pma, sviluppato dall'Istituto superiore di sanità, che dal 2005 per legge raccoglie i risultati forniti dai 341 centri che in Italia applicano la Pma (dei quali 202 praticano anche la Fivet-Fecondazione in vitro e la Icsi-Inseminazione intracitoplasmatica dello spermatozoo). I dati sono stati anche trasmessi oggi al Parlamento, nell'ambito della relazione annuale sull'applicazione della legge 40. Nel 2007 sono state 55.437 le coppie che nella Penisola hanno fatto ricorso alla Pma per avere un figlio, erano 52.206 nel 2006 e 43.024 nel 2005; in crescita anche i cicli di trattamento (passati dai 63.585 del 2005 ai 75.280 del 2007), e le gravidanze (da 9.499 a 11.685 in tre anni). I 'nati vivi' con una fecondazione medica assistita nel 2007 sono stati 9.137, circa il 78% delle gravidanze intraprese con la nuova tecnica. Mentre però le gravidanze gemellari ottenute con Fivet e Icsi si attestano intorno ai valori della media europea (18,7% in Italia nel 2007, 21% in Europa nel 2005), preoccupa la percentuale di quelle trigemine: 3,5 nei centri italiani (2,7% sui parti), contro lo 0,8% di quelli continentali. In Italia, infatti, la 'forbice' nei diversi centri che praticano la Pma va dallo 0 al 13%: si passa così dagli "ottimi risultati" di diversi centri, inferiori alla media europea, a quelli "decisamente critici" con un numero eccessivo di trigemini che causano un rischio serio per la salute della madre e dei nascituri. Proprio per questo, ha annunciato il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, "entro 2 anni il Ministero vuole istituire una certificazione tramite criteri di qualità dei vari centri sul territorio nazionale, con informazioni dettagliate, controlli, tracciabilità e percentuali su gravidanze gemellari e trigemine". Una sorta di 'bollino blu' dedicato alle coppie. Uno degli elementi qualificanti del terzo Registro, ha spiegato Giulia Scaravelli, responsabile dell'unità dell'Iss che ha sviluppato i dati, è che "rispetto al primo rapporto è diminuita notevolmente la percentuale di gravidanze Fivet-Icsi perse al follow-up, ovvero di quelle di cui non conosciamo l'esito: nel 2005 erano il 41,3%, nel 2007 siamo al 13,3, quasi nella media europea. Questo ci consente di tracciare una statistica molto più vicina alla realtà". E' possibile così rilevare che nei tre anni aumenta, anche se di poco, la percentuale di gravidanze iniziate rispetto ai cicli di trattamento: nel 2005 era del 14,9% mentre, nel 2007, su 100 cicli di trattamento con la Pma in Italia poco più di 15 hanno prodotto una gravidanza (15,5%). Il dato non è comunque molto distante - con le debite e profonde differenze - da quello riferito alle gravidanze 'naturali', che in condizioni normali e senza l'uso di tecniche anticoncezionali hanno una probabilità del 20% circa di prendere il via. Con la Pma aumentano anche i casi di malformazioni alla nascita (1,1% sullo 0,4% della media italiana) ma, spiega il Ministero, il follow-up è poco esteso e i dati sono ancora troppo grezzi per trarne conclusioni. Difficile paragonare i dati italiani a quelli europei: diverse le leggi tra i singoli paesi, i parametri di confronto, gli anni di pubblicazione dei risultati. "Solo per dare una tendenza", ha continuato Scaravelli, la percentuale tra trasferimenti embrionali e gravidanze iniziate con trattamento Fivet in Europa era nel 2005 del 30,3%, in Italia nel 2007 del 25,5% "in crescita". Il Registro spiega però che in Italia nel 2007 si assiste ad un ulteriore incremento delle donne che accedono alla Pma con un trattamento Fivet, il che si riflette negativamente sui risultati delle tecniche stesse: aumenta infatti l'età media delle pazienti (da 35,4 anni del 2005 a 36 anni del 2007) al di sopra del corrispettivo europeo (33,8 anni di media nel 2005). Per questo secondo Roccella il numero "troppo alto" delle donne in età avanzata che accedono alla Pma è "una tendenza pericolosa: circola l'idea che la Pma possa dare risultati miracolosi, mentre è importante far sapere che con il passare dell'età le speranze di successo diminuiscono sensibilmente". E' noto come gli esiti positivi delle procedure siano in rapporto all'età - sottolinea il Registro - ed in Italia un ciclo su quattro (il 25,3%) è effettuato da pazienti con età superiore ai 40 anni". Tenendo conto che la percentuale gravidanze su trasferimenti embrionali per i 40 anni è del 12% (30% a 29 anni, 22% a 35 anni, 6% a 43 anni), conclude in ogni caso il documento, "l'aumento dei nati vivi e delle gravidanze può considerarsi a maggior ragione un risultato più che soddisfacente per l'applicazione delle tecniche Pma nel nostro paese". "La legge 40 sulla Pma funziona e lo dimostrano i dati: al contrario di altre è una legge buona, perchè tiene conto delle ricadute sociali, dei fattori etici e della salute delle donne", ha quindi concluso Roccella, per la quale l'alta percentuale delle gravidanze trigemine "conferma che nella legge non ci sono problemi, semmai ci sono da fare correzioni nelle buone pratiche". Quanto a futuri miglioramenti della normativa "aspettiamo la sentenza della Corte Costituzionale, poi vedremo. Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza". Critica invece la Società europea di Riproduzione umana e di Embriologia (Eshre): "I dati non solo sono allarmanti, ma sono in controtendenza con quelli del registro europeo, che dimostrano chiaramente come l'Italia sia il fanalino di coda sia nel numero di coppie trattate per milione di abitanti - solo il Montenegro ha dati più bassi - sia in termini di gravidanze plurime. Ancora più allarmante è il tentativo di addossare la responsabilità delle nascite plurime ai centri, quasi generassero una cattiva medicina, non tenendo conto che il fenomeno è stato esasperato proprio dalla applicazione della legge 40". Per il cattolico Movimento per la vita, infine, "i dati sono di conforto per chi, nonostante le non poche riserve più volte espresse sulla fecondazione artificiale in quanto tale, ha sostenuto e difeso la legge 40: di fronte all'evidenza dei numeri, sarebbe lecito attendersi qualche mea culpa da parte di chi ha osteggiato ed osteggia la legge per semplice pregiudizio ideologico. Ci sono molti spazi per lavorare insieme al fine di ridurre il ricorso alle tecniche di fecondazione artificiale, sulle quali le riserve rimangono immutate".

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Delegazione provincia Genova a Roma per rimborso delle quote di tariffa relative alla depurazione (sezione: Giustizia)

( da "Sestopotere.com" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Delegazione provincia Genova a Roma per rimborso delle quote di tariffa relative alla depurazione (27/3/2009 18:58) | (Sesto Potere) - Genova - 27 marzo 2009 - Entro la fine di aprile dovrebbe essere emanato un decreto ministeriale per definire le questioni ancora aperte sul rimborso delle quote di tariffa relative alla depurazione. L'arrivo del provvedimento è stato annunciato ieri a Roma all'assessore Paolo Perfigli della Provincia di Genova e alla delegazione dell'ATO durante l'incontro con il Comitato di Vigilanza sulle risorse idriche istituito presso il Ministero dell'Ambiente. Durante la riunione è stata affrontata la questione dei rimborsi delle quote di tariffa relative al servizio di depurazione, dovuti a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 10/10/2008.“L’incontro - dice l’assessore Perfigli - è stato molto proficuo e l’ATO della Provincia di Genova ha avuto autorevoli indicazioni da parte dello stesso presidente del Comitato, il professor Passino. Per quanto riguarda il rimborso delle quote di tariffa relative alla depurazione il presidente del Comitato ha comunicato che a breve (si auspica entro la fine di aprile) dovrebbe essere emanato un decreto Ministeriale, che risolverà le questioni ancora aperte. Più precisamente, il decreto fornirà rispste e indirizzi univoci in merito alla decorrenza del rimborso e a cosa si debba intendere per 'impianto di depurazione', al fine di far sorgere – o meno – l’obbligo di rimborsare la quota di tariffa”. Il professor Passino ha consigliato l’ATO Genovese "di attendere l’imminente uscita del decreto - conclude Paolo Perfigli - prima di assumere decisioni in merito ai rimborsi e ciò anche al fine di evitare disparità di trattamento fra gli utenti dei diversi ambiti territoriali ottimali, in cui è suddiviso il territorio nazionale”. I risultati dell'incontro saranno esaminati e discussi dal Comitato dell'ATO Genovese, già convocato per il 3 aprile prossimo.

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## In Italia più fecondazioni assistite, troppe attese (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 27 mar. (Apcom) - Aumentano in Italia le coppie che dalla promulgazione della legge 40 nel 2004 si rivolgono alla Procreazione medica assistita (Pma) per avere un figlio e, con loro, crescono i cicli di trattamento, le gravidanze ed i nati vivi. Troppe però le gravidanze trigemine, almeno confrontandole con l'Europa e tenendo in considerazione i rischi accertati per la salute della mamma e del bambino. Relativamente basse, ma ancora in attesa di un paragone coerente con i risultati europei, le gravidanze iniziate con i trattamenti, circa 15 su 100 cicli. Lo dice il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, che oggi ha reso noti i dati del terzo Registro della Pma, sviluppato dall'Istituto superiore di sanità, che dal 2005 per legge raccoglie i risultati forniti dai 341 centri che in Italia applicano la Pma (dei quali 202 praticano anche la Fivet-Fecondazione in vitro e la Icsi-Inseminazione intracitoplasmatica dello spermatozoo). I dati sono stati anche trasmessi oggi al Parlamento, nell'ambito della relazione annuale sull'applicazione della legge 40. Nel 2007 sono state 55.437 le coppie che nella Penisola hanno fatto ricorso alla Pma per avere un figlio, erano 52.206 nel 2006 e 43.024 nel 2005; in crescita anche i cicli di trattamento (passati dai 63.585 del 2005 ai 75.280 del 2007), e le gravidanze (da 9.499 a 11.685 in tre anni). I 'nati vivi' con una fecondazione medica assistita nel 2007 sono stati 9.137, circa il 78% delle gravidanze intraprese con la nuova tecnica. Mentre però le gravidanze gemellari ottenute con Fivet e Icsi si attestano intorno ai valori della media europea (18,7% in Italia nel 2007, 21% in Europa nel 2005), preoccupa la percentuale di quelle trigemine: 3,5 nei centri italiani (2,7% sui parti), contro lo 0,8% di quelli continentali. In Italia, infatti, la 'forbice' nei diversi centri che praticano la Pma va dallo 0 al 13%: si passa così dagli "ottimi risultati" di diversi centri, inferiori alla media europea, a quelli "decisamente critici" con un numero eccessivo di trigemini che causano un rischio serio per la salute della madre e dei nascituri. Proprio per questo, ha annunciato il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, "entro 2 anni il Ministero vuole istituire una certificazione tramite criteri di qualità dei vari centri sul territorio nazionale, con informazioni dettagliate, controlli, tracciabilità e percentuali su gravidanze gemellari e trigemine". Una sorta di 'bollino blu' dedicato alle coppie. Uno degli elementi qualificanti del terzo Registro, ha spiegato Giulia Scaravelli, responsabile dell'unità dell'Iss che ha sviluppato i dati, è che "rispetto al primo rapporto è diminuita notevolmente la percentuale di gravidanze Fivet-Icsi perse al follow-up, ovvero di quelle di cui non conosciamo l'esito: nel 2005 erano il 41,3%, nel 2007 siamo al 13,3, quasi nella media europea. Questo ci consente di tracciare una statistica molto più vicina alla realtà". E' possibile così rilevare che nei tre anni aumenta, anche se di poco, la percentuale di gravidanze iniziate rispetto ai cicli di trattamento: nel 2005 era del 14,9% mentre, nel 2007, su 100 cicli di trattamento con la Pma in Italia poco più di 15 hanno prodotto una gravidanza (15,5%). Il dato non è comunque molto distante - con le debite e profonde differenze - da quello riferito alle gravidanze 'naturali', che in condizioni normali e senza l'uso di tecniche anticoncezionali hanno una probabilità del 20% circa di prendere il via. Con la Pma aumentano anche i casi di malformazioni alla nascita (1,1% sullo 0,4% della media italiana) ma, spiega il Ministero, il follow-up è poco esteso e i dati sono ancora troppo grezzi per trarne conclusioni. Difficile paragonare i dati italiani a quelli europei: diverse le leggi tra i singoli paesi, i parametri di confronto, gli anni di pubblicazione dei risultati. "Solo per dare una tendenza", ha continuato Scaravelli, la percentuale tra trasferimenti embrionali e gravidanze iniziate con trattamento Fivet in Europa era nel 2005 del 30,3%, in Italia nel 2007 del 25,5% "in crescita". Il Registro spiega però che in Italia nel 2007 si assiste ad un ulteriore incremento delle donne che accedono alla Pma con un trattamento Fivet, il che si riflette negativamente sui risultati delle tecniche stesse: aumenta infatti l'età media delle pazienti (da 35,4 anni del 2005 a 36 anni del 2007) al di sopra del corrispettivo europeo (33,8 anni di media nel 2005). Per questo secondo Roccella il numero "troppo alto" delle donne in età avanzata che accedono alla Pma è "una tendenza pericolosa: circola l'idea che la Pma possa dare risultati miracolosi, mentre è importante far sapere che con il passare dell'età le speranze di successo diminuiscono sensibilmente". E' noto come gli esiti positivi delle procedure siano in rapporto all'età - sottolinea il Registro - ed in Italia un ciclo su quattro (il 25,3%) è effettuato da pazienti con età superiore ai 40 anni". Tenendo conto che la percentuale gravidanze su trasferimenti embrionali per i 40 anni è del 12% (30% a 29 anni, 22% a 35 anni, 6% a 43 anni), conclude in ogni caso il documento, "l'aumento dei nati vivi e delle gravidanze può considerarsi a maggior ragione un risultato più che soddisfacente per l'applicazione delle tecniche Pma nel nostro paese". "La legge 40 sulla Pma funziona e lo dimostrano i dati: al contrario di altre è una legge buona, perchè tiene conto delle ricadute sociali, dei fattori etici e della salute delle donne", ha quindi concluso Roccella, per la quale l'alta percentuale delle gravidanze trigemine "conferma che nella legge non ci sono problemi, semmai ci sono da fare correzioni nelle buone pratiche". Quanto a futuri miglioramenti della normativa "aspettiamo la sentenza della Corte Costituzionale, poi vedremo. Ma guardando questi dati non c'è l'esigenza". Critica invece la Società europea di Riproduzione umana e di Embriologia (Eshre): "I dati non solo sono allarmanti, ma sono in controtendenza con quelli del registro europeo, che dimostrano chiaramente come l'Italia sia il fanalino di coda sia nel numero di coppie trattate per milione di abitanti - solo il Montenegro ha dati più bassi - sia in termini di gravidanze plurime. Ancora più allarmante è il tentativo di addossare la responsabilità delle nascite plurime ai centri, quasi generassero una cattiva medicina, non tenendo conto che il fenomeno è stato esasperato proprio dalla applicazione della legge 40". Per il cattolico Movimento per la vita, infine, "i dati sono di conforto per chi, nonostante le non poche riserve più volte espresse sulla fecondazione artificiale in quanto tale, ha sostenuto e difeso la legge 40: di fronte all'evidenza dei numeri, sarebbe lecito attendersi qualche mea culpa da parte di chi ha osteggiato ed osteggia la legge per semplice pregiudizio ideologico. Ci sono molti spazi per lavorare insieme al fine di ridurre il ricorso alle tecniche di fecondazione artificiale, sulle quali le riserve rimangono immutate".

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GIUSTIZIA/ MANCINO: NO ALL'ISTITUZIONE DI UN 'DOPPIO CSM' (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Giustizia/ Mancino: No all'istituzione di un 'doppio Csm' di Apcom Difendere autonomia toghe,sanzionare comportamenti contrari legge -->Modena, 27 mar. (Apcom) - No alla separazione delle carriere dei magistrati, con la conseguente istituzione di un 'doppio Csm'. E difesa dell'autonomia e l'indipendenza dei magistrati, assieme alla consapevolezza che bisogna punire i loro comportamenti "contrari alla legge". Sono i principi richiamati dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, in un messaggio inviato al congresso di Magistratura Democratica in corso a Modena. Il 'numero due' dell'organo di autogoverno delle toghe ribadisce la sua "contrarietà alla separazione della carriere e quindi anche alla istituzione di un 'doppio Csm' di cui pure si discute" negli ultimi mesi. "Giudicanti e requirenti - spiega Mancino - pure in una più puntuale distinzione delle funzioni, devono far parte di un unico Ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere". "L'autonomia e l'indipendenza della magistratura - sottolinea il vicepresidente del Csm - vanno difese, come vanno fermamente sanzionati tutti gli atti, da chiunque posti in essere, contrari alla legge". A questi principi si ispira il XVII Congresso nazionale della corrente 'di sinistra' della magistratura associata dal titolo "Domande di giustizia e qualità della giurisdizione".

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Niente pensione di reversibilità per il convivente more uxorio (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA In caso di morte di un lavoratore il convivente more uxorio non ha diritto alla pensione di reversibilità. Lo ha confermato oggi la Corte Costituzionale, presieduta da Francesco Amirante, con una decisione (la n. 86) destinata a far discutere. La Consulta, respingendo un'eccezione sollevata dal tribunale di Milano che riteneva violati gli articoli 2, 3, 31 e 38 della Carta repubblicana, ha, invece, ribadito "la diversità tra famiglia di fatto e famiglia fondata sul matrimonio, in ragione dei caratteri di stabilità, certezza, reciprocità e corrispettività dei diritti e doveri che nascono soltanto da tale vincolo, individuando le ragioni costituzionali che giustificano un differente trattamento normativo tra i due casi nella circostanza che il rapporto coniugale trova tutela diretta nell’art. 29 della Costituzione". In materia pensionistica é stato così riconfermato che "la mancata inclusione del convivente more uxorio tra i soggetti beneficiari del trattamento pensionistico di reversibilità trova una sua non irragionevole giustificazione nella circostanza che il suddetto trattamento si collega geneticamente ad un preesistente rapporto giuridico che, nel caso considerato, manca". Né é ravvisabile un presunto vulnus degli artt. 11 e 117 della Costituzione sotto il profilo del contrasto con i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario (Trattato C.E., Carta dei diritti fondamentali dell’U.E.) e dagli obblighi internazionali (Convenzione sui diritti dell’Infanzia), "dato che detti vincoli ed obblighi non sono individuati in modo preciso".

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Giustizia/ Mancino: No all'istituzione di un 'doppio Csm' (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Modena, 27 mar. (Apcom) - No alla separazione delle carriere dei magistrati, con la conseguente istituzione di un 'doppio Csm'. E difesa dell'autonomia e l'indipendenza dei magistrati, assieme alla consapevolezza che bisogna punire i loro comportamenti "contrari alla legge". Sono i principi richiamati dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, in un messaggio inviato al congresso di Magistratura Democratica in corso a Modena. Il 'numero due' dell'organo di autogoverno delle toghe ribadisce la sua "contrarietà alla separazione della carriere e quindi anche alla istituzione di un 'doppio Csm' di cui pure si discute" negli ultimi mesi. "Giudicanti e requirenti - spiega Mancino - pure in una più puntuale distinzione delle funzioni, devono far parte di un unico Ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere". "L'autonomia e l'indipendenza della magistratura - sottolinea il vicepresidente del Csm - vanno difese, come vanno fermamente sanzionati tutti gli atti, da chiunque posti in essere, contrari alla legge". A questi principi si ispira il XVII Congresso nazionale della corrente 'di sinistra' della magistratura associata dal titolo "Domande di giustizia e qualità della giurisdizione".

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