CENACOLO  DEI COGITANTI

PRIMA PAGINA

TUTTI I DOSSIER


Report "Giustizia" 27-2-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Paulon convinto a restare Fiori Barp scaccia la crisi ( da "Corriere delle Alpi" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ci aspettano due partite non impossibili con la Virtus Csm prima e il Lentiai poi, quindi contiamo di vedere un gruppo più convinto delle proprie possibilità. In caso contrario, è chiaro che bisognerà prendere dei provvedimenti. Secondo me, c'è ancora il tempo per rimediare a questa situazione e allora proviamo tutte le strade».

La montagna non è ( da "Corriere delle Alpi" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: istituzione chiamata Corte costituzionale riguardante il dramma Englaro. Sempre di più traspare e indigna anche i credenti senza paraocchi che la religione è una cosa e la politica vaticana un'altra. D'altronde il Concordato mai come oggi risulta del tutto asimmetrico: lo Stato del Vaticano può dare giudizi ed esercitare pressioni sulle leggi della Repubblica o su sentenze dell'

Un bavaglio per aiutare i delinquenti ( da "EUROPA ON-LINE" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: se nel frattempo ad abrogarla non avrà pensato la corte costituzionale. Eguale linea credo che gli amici Liberal Pd terranno sulla legge Alfano- Gasparri (chiamiamola così, l?ispiratore è unico, Benito Mussolini) sulle intercettazioni, che, pubblicate sui giornali talvolta in maniera eccedentaria e irriguardosa, per il balilla Gasparri non sono altro che «carnevalata».

Battisti: non ho mai ucciso nessuno ( da "Rai News 24" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale brasiliana) decidera' il caso dell'ex terrorista Cesare Battisti, detenuto in un carcere di Brasilia, solo a fine marzo. Lo rivela oggi il sito internet del maggior quotidiano brasiliano, la Folha de S.Paulo, che afferma: "Il caso Battisti verra' esaminato dal STF verso fine marzo,

il tribunale barbaricino diventa sede disagiata ( da "Nuova Sardegna, La" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: anche al Csm. Notizie più confortanti per il settore amministrativo, nel quale, stando ai dati in possesso del Ministero, sussisterebbe addirittura un lieve esubero. Manca però il cancelliere dirigente. In questa battaglia, che gli avvocati conducono con i sindacati, su proposta di Cgil e Cisl che hanno rilanciato la vertenza giustizia come una fondamentale esigenza del territorio,

"illegittima la revoca di petroni" ( da "Repubblica, La" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo ha deciso la Corte costituzionale che ha accolto il ricorso per conflitto di attribuzione sollevato dalla commissione di Vigtlanza La sentenza arriva nei giorni caldi del rinnovo del cda Rai e riaccende il dibattito sull´opportunità o meno di riscrivere le norme della legge Gasparri.

"coscioni": firme per il testamento biologico ( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Una iniziativa con effetti immediati nell'attesa di una legge, quella in discussione al Parlamento, che secondo i promotori dell'inizitiva « presenta notevoli profili di incostituzionalità e che verrà sicuramente impugnata dalla Corte costituzionale».

boom degli affitti convenzionati ( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: del canone di depurazione delle acque per il quale recentemente la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità nel caso di mancanza del servizio e altri argomenti tutti di rilievo nell'ampio scenario del mercato immobiliare. In agenda anche le modifiche alle norme sull'adeguamento Istat dei contratti non più legato a una percentuale prefissata».

publiacqua assicura tutto in regola ( da "Tirreno, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per quanto attiene alla sentenza della Corte Costituzionale che ha cassato un paragrafo della legge nazionale che fino al 15 ottobre ha regolato, con i Comuni prima e con le Aato dopo, la conformazione delle tariffe per gli utenti che non hanno servizio di depurazione, Publiacqua si sta attenendo alle prescrizioni già definite dall'Autorità di Ambito.

La Marenese stoppata nella corsa alla salvezza, Gaiarine guarda in alto ( da "Tribuna di Treviso, La" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Campolongo - CSM Resana 1-5 (reti: 19' pt Casagrande (C), 28' pt Barban (R), 44' pt Gobbo (R), 6' st Ruffato (R), 29'st Fabbian (R), 44' st Simionato (R) su rigore). Si qualificano e si scontreranno in semifinale: Follinese-CSM Resana, Suseganese-S. Gaetano.

Immobili rurali senza Ici da sempre ( da "Italia Oggi" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: però la spada di Damocle del giudizio della Corte costituzionale. Infatti, la Commissione tributaria regionale dell'Emilia Romagna, sezione staccata di Parma, e la Commissione tributaria provinciale di Chieti, hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale. In particolare, secondo i giudici remittenti, la norma impugnata violerebbe il principio di uguaglianza in quanto «

Progettisti, incentivi al 2% nelle regioni autonome ( da "Italia Oggi" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: si trova conferma anche nella sentenza della Corte costituzionale che ha annullato una serie di norme della legge sarda del 2007 (come quelle sulla progettazione e la direzione dei lavori), ma non l'articolo 12 sull'incentivo del due per cento, ritenuto emanato, evidentemente, nell'ambito della potestà esclusiva regionale relativa all'organizzazione interna degli uffici.

Fisco in banca, imposta doppia ( da "Italia Oggi" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a sua volta avallata dalle circolari della Agenzia delle entrate e dalla Corte di Cassazione, pare non ci sia via di scampo. Non ci sono precetti costituzionali sulla capacità contributiva che tengano. Infatti alle indagini finanziarie si può (rectius: si deve ricorrere) ogni qualvolta ciò risulti utile, opportuno e consigliabile per poter giungere alla ?

La Comunità montana spera di risorgere al Tar ( da "Arena, L'" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: procedimento in quanto la Regione aveva già impugnato alla Corte costituzionale la legge finanziaria 2008 e il decreto attuativo del governo sulle Comunità montane. Spiega Righetti: «Il Tar ha rilevato che se la Corte costituzionale dovesse accogliere il ricorso della Regione, tutto l'impianto previsto dal governo per la soppressione delle Comunità montane, compresa quella della Lessinia,

Genova va a lezione di giornalismo senza condizionamenti ( da "Giornale.it, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sono in grado di distinguere la differenza fra Corte di Cassazione e Corte Costituzionale. Divertente. Interessante. Animato. E con un pubblico attento che non si è perso una parola dei protagonisti. È il dibattito che si è tenuto ieri sera al Teatro della Gioventù di via Cesarea organizzato dal circolo Tradizione e Libertà di Giuseppe Murolo e intitolato «Politica e informazione»

Con l'elezione di Francesco Amirante a 33esimo presidente della Corte costituzionale, in sostituzione di Giovanni Maria Flick, sono diventati 17 i presidenti della Consulta che si ( da "Riformista, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale, in sostituzione di Giovanni Maria Flick, sono diventati 17 i presidenti della Consulta che si sono avvicendati in ruolo negli ultimi due lustri Con l'elezione di Francesco Amirante a 33esimo presidente della Corte costituzionale, in sostituzione di Giovanni Maria Flick, sono diventati 17 i presidenti della Consulta che si sono avvicendati in ruolo negli ultimi

Cattolici contro <Il testamento è già eutanasia> ( da "Riformista, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giungerà a chiedere un pronunciamento referendario o della Corte Costituzionale, non ci pare utile, né sensato partecipare all'attuale discussione sul testamento biologico». Nel mondo dell'associazionismo che fa riferimento alla Chiesa italiana il tentativo è comunque quello di fare quadrato attorno a Bagnasco.

Cda Rai, la revoca di Petroni non spettava al Governo ( da "Riformista, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la revoca di Petroni non spettava al Governo Secondo la Corte costituzionale, non spettava al governo e in particolare al ministro dell'Economia e delle finanze proporre la revoca del consigliere di amministrazione Rai Angelo Maria Petroni senza una deliberazione della commissione parlamentare di vigilanza.

Travaglio, il Beria di Di Pietro Decide lui chi mettere in lista ( da "Giornale.it, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm dopo la guerra tra Procure sulle indagini di De Magistris. In corsa per Bruxelles con la maglia Idv sarà quasi sicuramente Pino Arlacchi, sociologo antimafia, ex Pds ed ex candidato dipietrista alle Europee 2004. Altro nome uscito forse dal cilindro di Travaglio è quello di Sonia Alfano, grillina ex candidata presidente della Sicilia con la lista civica del comico girotondista.

<Fu irregolare la revoca di Petroni> ( da "Giornale.it, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale, infatti, ha deciso che non spettava al governo e in particolare al ministro dell'Economia e delle finanze proporre la revoca di Angelo Maria Petroni (nella foto) senza una delibera della commissione parlamentare di vigilanza.

Libro di cantiere, sindacati all'attacco ( da "Adige, L'" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: altro impugnata nei mesi scorsi di fronte alla Corte costituzionale da parte del Governo Berlusconi. «Nell'incontro odierno del tavolo per gli appalti - spiegano Ruggero Purin della Cgil, Stefano Pisetta della Cisl e Paolo Ferrari della Uil - convocato per arrivare ad una definizione compiuta delle modifiche al regolamento previsto dalla legge sugli appalti,

Revoca illegittima La Consulta dice sì al consigliere Petroni ( da "Manifesto, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ROMA La Corte costituzionale dà ragione alla commissione di vigilanza Rai, che sulla vicenda aveva sollevato un conflitto di attribuzione: il governo non può revocare il consigliere d'amministrazione di viale Mazzini nominato dal ministero dell'economia senza un voto della commissione parlamentare.

La illegittimità degli aumenti contenuti nelle bollette dell'acqua inviate dall'Ato 5 a... ( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: applicazioni di aumenti tariffari retroattivi e una della Corte Costituzionale che ha stabilito che i costi sostenuti dal gestore per la depurazione e la fognatura non devono essere fatturati agli utenti se le opere sono assenti o non funzionanti". Poi è stato ricordato che è in corso un'indagine della Procura della Repubblica di Frosinone in cui si sono ipotizzati i reati di abuso d'

Il partito della moratoria, ancora piccolo ma destinato a crescere ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: idratazione e ventilazione come terapie) finisca per essere decapitato dalla Corte costituzionale. In quel caso tutta l'architettura del testamento biologico crollerebbe in pezzi e ci si ritroverebbe nella situazione attuale, la stessa che ha accompagnato la fine di Eluana. Le perplessità perciò crescono e non solo tra i laici.

Non spettava al Governo la revoca di Petroni dal cda ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale ha dato ragione alla commissione bicamerale nel conflitto di attribuzione che la opponeva al ministero. Decade, quindi, la revoca disposta da Tommaso PadoaSchioppa nei confronti di Angelo Maria Petroni, già sospesa dal Tar e dal Consiglio di Stato.

Rutelli: su Pollari e altri 007 pedinamento elettronico ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: servizi segreti e 13 parlamentari nei tabulati acquisiti ma anche tre utenze di Montecitorio e una al Senato, associata alla segreteria del presidente. Rutelli ha poi sottolineato che sono finite sotto controllo 52 utenze del Csm, 14 della Segreteria del Quirinale, l'Ambasciata americana, l'allora capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, Poletti, oggi vice all'Aisi (ex Sisde).

ROMA Oltre all'illegalità il paradosso: il capo dei Servizi segreti, Pollari, è stat... ( da "Messaggero, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: spiati anche 13 parlamentari e le utenze del Quirinale e del Csm. Il presidente del Copasir, Francesco Rutelli, che ha inviato gli atti in possesso del Comitato alla Procura di Roma, ha sottolineato in Parlamento la necessità di una legge che tuteli la privacy dei cittadini e affidi la gestione dei dati sensibili a strutture pubbliche e non a consulenti privati che agiscono,

Donne violentate in Afghanistan Hauser: <Intervenga Tarfusser> ( da "Corriere Alto Adige" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Cuno Tarfusser, 54 anni, sposato, un figlio, un fratello medico, è stato eletto giudice della Corte penale internazionale dell'Aja lo scorso 20 gennaio. Tre giorni fa ha informato con una lettera il Csm che dall' 11 marzo assumerà la carica. Medico Monika Hauser

Anselmi: misure incostituzionali Feltri: norme idiote ( da "Corriere della Sera" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale». è anche vero, però, che «spesso i giornali hanno fatto un uso improprio di intercettazioni trasformate magicamente in puro esercizio di gossip — puntualizza Gabriele Polo, alla guida del manifesto —. Ma se oggi questa professione ha ancora un senso, bisogna appellarsi alla dignità di un codice morale stabilito dalla coscienza di ciascuno e non

Giulio Anselmi ( da "Corriere della Sera" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-02-27 num: - pag: 12 categoria: BREVI Giulio Anselmi «Emendamenti antidemocratici come quello della Bergamini non supererebbero il vaglio della Corte costituzionale»

Rai, la Consulta <conferma> Petroni ( da "Corriere della Sera" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo ha stabilito ieri la Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso presentato dalla commissione di Vigilanza nel settembre 2007, su proposta del presidente Mario Landolfi. Per la Corte «non spettava al governo senza una previa deliberazione della Vigilanza». Annullata la proposta di revoca decisa da Tommaso Padoa Schioppa l'11 marzo 2007.

La Corte Costituzionale ( da "Corriere della Sera" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-02-27 num: - pag: 13 categoria: BREVI La Corte Costituzionale La Consulta sancisce l'esistenza di un conflitto di attribuzione nella revoca di Petroni disposta dal governo Prodi

<Incostituzionale negare il rifiuto del trattamento> ( da "Secolo XIX, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervista a gustavo zagrebelsky Per il giurista il decreto del premier non firmato da Napolitano avrebbe espropriato il Parlamento della competenza sul tema 27/02/2009 ' 27/02/2009 autodeterminazioneIn taluni casi il diritto deve fare un passo indietro e lasciare spazio alle decisioni dell'interessato Gustavo Zagrebelskypres. em. Corte Costituzionale 27/02/2009

centrale nucleare, no dal sindaco ( da "Centro, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: costituisca in giudizio davanti alla Corte costituzionale contro la presidenza del Consiglio dei ministri per difendere la legge regionale dello scorso mese di maggio che disciplina gli impianti eolici e fotovoltaici, ricordando il limite delle 545 pale eolici fissate e le "fasce di rispetto per le distanze" e sollecitando la verifica dei progetti approvati e la loro compatibilità.

Brasile, Battisti continua a negare le sue responsabilità ( da "Tempo, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale brasiliana) deciderà il caso dell'ex terrorista Cesare Battisti, detenuto in un carcere di Brasilia, solo a fine marzo. «Sul caso dell'estradizione di Battisti, toccherà pazientare ancora un po' - ha rivelato Mendes alla Folha - Non ho ancora affrontato la questione con il giudice Cesar Peluzo,

Ceausescu, marca inregistrata ( da "Romania Libera" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Titularii suntem eu si Valentin", a declarat Mircea Opran. Din aceeasi categorie: Guvernul a adoptat cele trei coduri juridice Cristian Diaconescu se duce in ItaliaBasescu la CSM: Aveti 110 milioane de dolari la dispozitie, s-a cheltuit doar 1 Voteaza

Travaglio, il Beria di Antonio Di Pietro Decide lui chi mettere in listanell'Idv ( da "Giornale.it, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm dopo la guerra tra Procure sulle indagini di De Magistris. In corsa per Bruxelles con la maglia Idv sarà quasi sicuramente Pino Arlacchi, sociologo antimafia, ex Pds ed ex candidato dipietrista alle Europee 2004. Altro nome uscito forse dal cilindro di Travaglio è quello di Sonia Alfano, grillina ex candidata presidente della Sicilia con la lista civica del comico girotondista.

"Fu irregolare la revoca di Petroni" - D'Alema compra vigneti in Umbria LEGA VS. CAI EVVAI! TORNA AL 4% LA SOGLIA PER I RIMBORSI ELETTORALI LA BRESSO E IL TWIST PER CLAUDIO V ( da "Dagospia.com" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale, infatti, ha deciso che non spettava al governo e in particolare al ministro dell'Economia e delle finanze proporre la revoca di Angelo Maria Petroni senza una delibera della commissione parlamentare di vigilanza. La Consulta ha così accolto il ricorso e risolto il conflitto di attribuzione annullando la proposta di revoca presentata l'

Delegazione dei frontalieri sul DDL 530 dal Ministro a Roma ( da "Sanremo news" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Calvini membro della corte costituzionale. Siamo rimasti molto soddisfatti dell?attenzione che ci ha rivolto il Ministro Ronchi che ha sposato in pieno le nostre tesi, comunicandoci che già da questo lunedì avvierà le procedure che dovrebbero portare la legge entro sei mesi.

Bio-testamento, nasce il fronte del "meglio non fare nulla" ( da "Stampaweb, La" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ragionare del vicepresidente del Csm ed ex presidente del Senato coi collaboratori, ci sono cose sulle quali forse è meglio non legiferare. E? vero, la Costituzione pone la persona al di sopra dello Stato. Scriveva qualche giorno fa Angelo Panebianco sul «Corriere della Sera»: «Lo scontro sui contenuti della legge che deve regolare il fine vita dilanierà il Paese per molti anni»

Ausiliari Ataf, multe illegali <Devono fermare le auto> ( da "Nazione, La (Firenze)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: accertamento delle violazioni attribuito agli ausiliari comprende la sola contestazione immediata, così come confermato anche da una sentenza della Corte costituzionale. Dunque, i poteri degli ausiliari dell'Ataf sono limitati dalla legge in un recinto ben definito: non possono fare le multe sulle corsie preferenziali se non fermano le macchine. Già: ma se nessuno glielo dice? Gigi Paoli

La Comunità montana spera di risorgere al Tar ( da "Arena.it, L'" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: procedimento in quanto la Regione aveva già impugnato alla Corte costituzionale la legge finanziaria 2008 e il decreto attuativo del governo sulle Comunità montane. Spiega Righetti: «Il Tar ha rilevato che se la Corte costituzionale dovesse accogliere il ricorso della Regione, tutto l'impianto previsto dal governo per la soppressione delle Comunità montane, compresa quella della Lessinia,

Ora si chiede l'intervento della Regione ( da "Tempo, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: illegittime le applicazioni di aumenti tariffari retroattivi e una della Corte Costituzionale che ha stabilito che i costi sostenuti dal gestore per la depurazione e la fognatura non devono essere fatturati agli utenti se le opere sono assenti o non funzionanti. «Inoltre - ha aggiunto Fulvio Pica - è in corso un'indagine della Procura della Repubblica di Frosinone su questa vicenda,

Travaglio, il Beria di Di Pietro ... ( da "Giornale.it, Il" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm dopo la guerra tra Procure sulle indagini di De Magistris. In corsa per Bruxelles con la maglia Idv sarà quasi sicuramente Pino Arlacchi, sociologo antimafia, ex Pds ed ex candidato dipietrista alle Europee 2004. Altro nome uscito forse dal cilindro di Travaglio è quello di Sonia Alfano, grillina ex candidata presidente della Sicilia con la lista civica del comico girotondista.

N essuno può dire ancora se in Italia sarà possibile morire lontani dalle ideologie, se la... ( da "Stampa, La" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ragionare del vicepresidente del Csm ed ex presidente del Senato coi collaboratori, ci sono cose sulle quali forse è meglio non legiferare. E' vero, la Costituzione pone la persona al di sopra dello Stato. Scriveva qualche giorno fa Angelo Panebianco sul «Corriere della Sera»: «Lo scontro sui contenuti della legge che deve regolare il fine vita dilanierà il Paese per molti anni»

Il ministro non poteva revocare Petroni ( da "Corriere Adriatico" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Non spettava al Governo revocare il consigliere Rai Angelo Maria Petroni senza aver consultato la Vigilanza: lo ha stabilito la Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso presentato dalla commissione nel settembre 2007 dopo che Petroni fu sostituito in Ccda, su proposta dell'allora ministro Tommaso Padoa-Schioppa, con Fabiano Fabiani (ma poi reintegrato due mesi dopo dal Tar).

Bollette dell'acqua, il Pd: "Stangata in arrivo" ( da "Corriere Adriatico" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale con la quale veniva dichiarato incostituzionale l'articolo n. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 (Norme in materia ambientale) nella parte in cui prevedeva che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente

TITTI ESPOSITO CASTELLAMMARE. RIFLETTORI ACCESI SULL'IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI FOCE SARNO. STAVO... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Noi ci atteniamo alla sentenza della Corte costituzionale che sancisce il pagamento del corrispettivo per gli utenti serviti dal servizio di depurazione - ha commentato l'esponente della giunta Vozza - quindi i cittadini devono continuare a pagare. Ma al tempo stesso andiamo nella direzione della riqualificazione del waterfront, con il pieno e regolare funzionamento dell'

SARNO. FATTURE DELL'ACQUA: CONTRIBUENTI SARNESI CONTRO LA GORI SPA. IN QUESTI GIORNI STANNO ARRIVAND... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: depurazione che la Gori ha incassato indebitamente per un servizio mai reso, e che grazie alla sentenza 335 del 2008 della Corte Costituzionale dovrà restituire? Inizialmente Spa totalmente pubblica, la Gori è poi diventata Spa mista a seguito della cessione delle quote azionarie ai privati (Sarnese-vesuviana srl, capofila Acea Spa-Suez), fino ad arrivare al 49% di oggi.

MA AL RIGHI NON C'è SPACCIO ROSA CIRILLO, DIRIG. SCOL. RIGHI&#... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale e persino della Corte Europea dei diritti dell'uomo; dovevano prevalere quelle emesse con D.L. del nostro P. del Consiglio, quello che ritiene la nostra attuale Corte Costituzionale fondata sui principi dei Soviet. Non riesco ad immaginare grandi uomini come De Gasperi, Moro ed altri (puri Dc) presentarsi col cappello in mano davanti ai rappresentanti del Pci.

ROMA. NON SPETTAVA AL MINISTRO DELL'ECONOMIA TOMMASO PADOA SCHIOPPA, D'INTESA CON L'A... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: stabilito la Corte Costituzionale accogliendo il ricorso presentato dalla Commissione parlamentare di vigilanza. Nel ricorrere alla Consulta, la Commissione di vigilanza aveva contestato «la lesione delle competenze costituzionalmente garantite» e la violazione di una norma del testo unico della radiotelevisione, sostenendo che la revoca di Petroni non poteva essere decisa dal Governo,

Petizione per registro dei biotestamenti ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sarà probabilmente impugnata davanti alla Corte Costituzionale». A sostenere l'iniziativa, anche Andrea Castiglione, segretario provinciale del Partito Socialista: «La sosteniamo perché tende al riconoscimento di un diritto senza ledere quello degli altri. È un modo per bypassare il silenzio del consiglio comunale.

La crisi lancia i contratti agevolati ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità nel caso di mancanza del servizio». Da una prima stima, sarebbero circa un migliaio i pordenonesi che hanno sinora pagato questa tassa pur senza beneficiare del servizio e, quindi, potrebbero chiedere la restituzione delle somme versate a titolo di depurazione.

No all'archiviazione, ispettori in tribunale ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ispettori in tribunale» Due interrogazioni parlamentari e la richiesta al Csm di intervenire sul processo per il caso cromo Venerdì 27 Febbraio 2009, Rosà/Tezze sul Brenta L'Italia dei valori di Vicenza, con il suo coordinatore Carlo Rizzotto, ha confermato ieri di aver fatto presentare dal deputato dello stesso partito, il veronese on.

Guerra ai phone center, suona la ritirata ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ma ha pure mandato a processo davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale del 2007. A far da apripista contro quelli che parevano essere diventati i covi di tutti i mali fu proprio Conegliano, che emise i suoi divieti ancor prima che il consiglio regionale del Veneto approvasse la tanto discussa legge sui phone center voluta dalla Lega nel dicembre del 2007.

Treviso (m.m.) Queste le delibere dei giudici sportivi. TERZA CATEGORIA - </B... ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 27-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Una gara: Tosetto (CSM Resana), Marin (Pederobba), Da Rios (Vallata), Ferracin, Spagnol (Vidor), Battistella (Boccadistrada), Lopopolo (Pederobba), Pagnin, Vanin (Fontane), Pregnolato (Milan Guarda), Monè, Pozzedbon (Padernello), Poveglian (Parè), Pivetta (Postioma), Peruch, Selvestrel (Pro Refrontolo), Bettio, Pontoni,


Articoli

Paulon convinto a restare Fiori Barp scaccia la crisi (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Seconda categoria. Dopo i colloqui con la dirigenza Paulon convinto a restare Fiori Barp scaccia la crisi MAS DI SEDICO. Se son Fiori... Giancarlo Paulon si è fatto convincere a rimanere sulla panca del Fiori Barp almeno ancora per una partita del girone Q di Seconda. L'altra sera il tecnico alpagoto ha avuto un colloquio con il presidente Arone Roni e il direttore sportivo Angelo Santel, sulla base delle dimissioni presentate domenica, dopo la sconfitta con la Cisonese. I tre hanno convenuto che era il caso di aspettare una settimana, prima di prendere decisioni definitive. Rimane inteso che tutti si aspettano una prova convincente da parte della squadra, sennò l'addio diventerà inevitabile. Non è una fiducia a tempo, semmai un sistema per provocare una reazione positiva da parte della squadra. Della serie: dimostrateci che credete nell'allenatore e nella salvezza: «O i ragazzi danno una mano al loro mister, o la separazione diventerà inevitabile - avverte Roni - ci aspettano due partite non impossibili con la Virtus Csm prima e il Lentiai poi, quindi contiamo di vedere un gruppo più convinto delle proprie possibilità. In caso contrario, è chiaro che bisognerà prendere dei provvedimenti. Secondo me, c'è ancora il tempo per rimediare a questa situazione e allora proviamo tutte le strade». Squadra giovane. Alla ventesima giornata, il Fiori Barp è penultimo con un punto di vantaggio proprio sul Lentiai. E' in zona play out, ma a un millimetro dalla retrocessione diretta: «Nei programmi, c'era la salvezza, senza passare per i play out, però sapevamo di aver messo insieme un gruppo giovane. A questo si è aggiunto qualche infortunio e tutto si è complicato. Speriamo che i ragazzi reagiscano e ci regalino qualche soddisfazione nei prossimi due incontri». Il Cadore a Mel. Nel girone R di Seconda, la partita tra il Cadore e il San Michele Cerfim si giocherà al Comunale di Mel, perché lo stadio di Longarone è occupato dall'incontro di Coppa delle Dolomiti dei gialloblù di casa. Naturalmente si spostano i cadorini, che contro l'ultima in classifica cercheranno un successo convincente. Contro il San Michele ci hanno vinto quasi tutti, sarebbe una vera disdetta non rispettare questa tradizione. (g.s.)

Torna all'inizio


La montagna non è (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

La montagna non è La montagna non è a Sedico o Seren TEMPO di carnevale. Tempo di sfilate di carri e di mascherine di carnevale. E così, sabato, anche Pian Della Chiesa ha avuto la sua sfilata. Una sfilata del tutto diversa, particolare ma sicuramente patetica. Si sono trovati alcuni sindaci, anzi meglio chiamarli con la s minuscola, i soliti sindaci, quelli della poltrona a tutti i costi, vassalli di governi troppo lontani dalla montagna, dalla gente che ci vive. E si credono anche furbi, ci raccontano della loro valle spopolata, come tanti paesi ad altitudini maggiori. Dimenticano, però di raccontarci delle tante piccole borgate di un tempo, di Rasai, di Sedico, di Murle o di Farra di Feltre, ora divenute veri e propri agglomerati urbani, l'altra faccia della medaglia dello spopolamento. Questi sindaci ci dicono: «Anche noi siamo montagna»! Se chiami però un cittadino di Seren, Sedico, Fonzaso o Pedavena montanaro si offende, ti risponde che i montanari sono lassù.. Paesi a cinque minuti dall'ospedale, dalla stazione ferroviaria o dai vigili del fuoco, alcuni con autostrade a portata di mano, altre con zone artigianali-industriali di prim'ordine, ecc. si dicono di montagna solo per sottrarre alla vera montagna qualche soldino, sempre e solo per soldi.. Se queste sono le basi per il federalismo o addirittura per l'autonomia, addio paesi montagna, addio montagna mia! Non bastava aver assistito ad anni internazionali della montagna, a feste della montagna, a convegni sulla montagna, studi sul futuro della montagna, tavole rotonde sullo sviluppo della montagna, a future agenzie regionali sulla montagna. Giovanni Reato SOVRAMONTE Le mie vicessitudini con la Vodafone EGREGIO direttore, le scrivo questa lettera per documentare quanto avvenuto con il gestore Vodafone. In data 16 dicembre 2008 ho sottoscritto l'offerta "Vodafone Casa internet e telefono tutto flat" con canone mensile di euro 39. Questa offerta prevedeva internet illimitato e telefonate ai numeri fissi nazionali gratuite tramite l'uso del famoso Box d'interfaccia dotato di chiavetta Umts e il passaggio del mio numero fisso sotto Vodafone. La chiavetta Umts doveva rimpiazzare provvisoriamente la linea Adsl Telecom. Per convenienza economica tutti i cellulari familiari sono stati passati da altri gestori telefonici alla Vodafone visto che l'offerta prevedeva che le chiamate fatte dal famosa Box (tanto pubblicizzato in Televisione) verso i cellulari Vodafone fossero per un anno gratuite. L'offerta prevedeva il passaggio dell'attuale linea Adsl dalla Telecom alla Vodafone con l'assicurazione che in un tempo massimo di un mese tale passaggio sarebbe avvenuto senza problemi. Dal 16 dicembre fino al 20 febbraio ho scollegato Alice di Telecom Italia e navigato in internet usufruendo della linea Umts Vodafone provvisoria dal funzionamento lento. A distanza di due mesi dall'attivazione del contratto e dopo ripetute mie lamentele telefoniche in merito al non rispetto di quanto concordato, venerdì 20 febbraio sono stato contattato da un operatore Vodafone che mi comunicava l'impossibilità di traslocare la linea Adsl da Telecom a Vodafone a causa della non disponibilità di posti di accesso liberi nella centralina di zona posta in comune di Lentiai. Non so se tale risposta sia veritiera visto che nella mia zona almeno una persona risulta a fatica e dopo lunga attesa collegata in Adsl alla rete Vodafone. L'operatore ha comunque cercato di ottenere nonostante questo la mia autorizzazione al trasloco del numero telefonico proponendomi di continuare a usare internet con la chiavetta, cosa per me non accettabile visto la lentezza del servizio. Voglio tramite il vostro giornale sottolineare come inammissibile il comportamento della Vodafone visto che quanto concordato in fase di firma del contratto non è stato nella realtà rispettato, senza contare il tempo che ho perso a configurare il Box su tutti i computer di casa con modifica di parte del mio impianto telefonico. Nonostante il servizio non fosse pienamente attivo la Vodafone ha comunque inviato la fattura relativa ai primi due mesi di contratto. Lascio ai lettori le conclusioni del caso. Orfeo Dal Piva LENTIAI I silenzi dell'Europa contro i pedofili E ORA l'Europa dov'è? Ora che in Olanda il partito dei pedofili chiede la liberalizzazione del sesso con bambini di dodici anni, "minacciando" di ottenere qualche seggio in parlamento, perché tutto tace? Quando l'Austria, qualche anno fa, registrò un cospicuo successo elettorale del partito del fu Jorg Haider, il quale era in odore di governo, piovvero da Bruxelles minacce di sanzioni anche pesanti. Si tirarono fuori la xenofobia, il razzismo e le presunte simpatie naziste del leader. Eppure le posizioni dei "liberalnazionali" non erano così dissimili da quelle della Lega Nord, partito che oggi in Italia presenta tra le sue fila addirittura il Ministro dell'Interno. Probabilmente, allora, la questione non verteva tanto sull'immigrazione, annessi e connessi, quanto su una diversa visione di Europa. Se così fosse, il silenzio di questi giorni sull'epifania criminale della ennesima "stravaganza" olandese sarebbe qualcosa di veramente preoccupante. Nessuna sanzione, non una condanna. Da Strasburgo si impongono agli Stati norme atte a sanzionare come reati le opinioni sulla omosessualità, ma neppure una parola viene scagliata contro l'aberrazione pedofila. Siccome in sede Ue non sono i popoli a determinare il loro destino con il voto, ci sarà qualcun altro, dietro il teatrino, a muovere i burattini. Dubbi e preoccupazioni scendono sempre più giù nello stomaco e continuiamo a chiederci perché? Perchè non si vuole comprendere che la pedofilia è quanto di più orrendo ci possa essere, perché non ci rendiamo conto che il "branco" è sempre più violento in quanto sono venuti meno i valori, la sacralità della vita, il diritto dei bambini ad essere bambini, il diritto delle donne ad essere donne. In questi giorni si parla tanto delle Ronde: pericolose o necessarie? Il mondo politico finge di preoccuparsene, intanto le donne della Destra nelle grandi città a rischio come Roma hanno costituito le "ronde rosa" e girano armate di fischietto e cellulare. Pericolose? Certo, pericolose per chi sa che ci sono e sono un apporto alle forze di polizia. Si è arrivati a tanto perché molto spesso l'indifferenza della gente è la miglior alleata di stupratori, pedofili, scippatori, violenti. In una nazione dove sale il problema occupazione, dove aumenta l'uso di droghe e alcool da parte dei giovanissimi, dove la clandestinità è diventata normalità, dove si vota il trattato di Lisbona, noi cerchiamo di portare un contributo per ridare alla nostra Nazione una speranza ed all'Europa lo stimolo ad essere Europa dei Popoli e non dei mercanti. Titti Monteleone Segretaria regionale La Destra Sono pessimista su questa società SONO amareggiato da questa società, e una persona che diceva di sentirsi straniero nella sua patria, mi dà una conferma. Credo di dover dare ragione a chi non ottiene giustizia dentro limiti di tempo sopportabili, a chi subisce la criminalità organizzata, a chi non crede ai politici, a chi vede e assiste ad attentati senza intervenire, neanche con la sua testimonianza. Un paese che non merita di essere vissuto pur con le sue bellezze e la sua storia. Non so, ma non credo neppure di essere il solo a fare queste affermazioni. Pur nel mio pessimismo voglio ancora e ancora cercare tutti gli spiragli per non cadere in questo malessere senza ritorno. La mia mente non riesce a trovare più esempi che mi entusiasmano. Ho rinunciato anche alla stampa che sembra non avere altro intento che proporre episodi negativi. Mi verrebbe da gridare: «Uomini della terra, sollevate la testa». Chi ci ha voluto quaggiù non ha certo creato il pasticcio nel quale stiamo affogando. Lo sta solo permettendo, quasi a vedere fin dove siamo capaci di arrivare. Ebbene, nel nostro risveglio, la strada per cambiare è una sola. A noi il coraggio di saperla percorrere onestamente. Vittore Grisot Per le curve di Busche era meglio un viadotto DA MOLTO tempo ci si era accorti che con il costante aumento del traffico era necessario fare una correzione alle curve di Busche, cioè rettificare un paio di chilometri di un tratto molto sinuoso, curvilineo, stretto. C'è stato un lungo e tormentato iter, con lungaggini burocratiche, e non per ultimo lo strampalato intoppo da parte dei soliti frenatori che sostenevano che in quelle zone non si poteva fare nulla poichè si andava ad intaccare un'area pantanosa che costituiva un habitat faunistico naturale di salamandre, rettili e altri piccoli roditori. Tuttavia il buon senso, legato alle evidenti necessità, consentì di arrivare finalmente a scegliere un progetto e a dare il via libera alla ditta che ha fatto i lavori. Va evidenziato che il tracciato prescelto è rettilineo. Inoltre la qualità del lavoro delle opere in corso è ineccepibile, tra l'altro con il pregio che su ambedue le scarpate a mo' di protezione è stato installato un mosaico di macigni. Però ora, non per avanzare critiche di vana futilità, anche perchè il nostro Paese, in fatto di ingegneria civile non è secondo a nessuno, è possibile che non sia presa in considerazione l'ipotesi di costruire un viadotto che avrebbe comportato una più veloce esecuzione dell'opera e sarebbe stata anche più economica? Inoltre, dulcis in fundo, l'habitat faunistico sarebbe rimasto inalterato. Claudio Pocaterra BRIBANO Il Concordato vale a senso unico VORREI commentare il comportamento del Vaticano relativo alle ronde. Giorni fa Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, definiva il decreto anti-stupro, una "morte del diritto". L'affermazione dell'alto prelato non mirava evidentemente a difendere i miserabili stupratori, ma a ribadire che in uno stato di diritto deve essere bandita, anche concettualmente, la giustizia fai da te. Se occorre, si aumenti il potenziale delle forze dell'ordine (invece che ridurlo!). Inoltre, è documentato che stupri e abusi sessuali avvengono prevalentemente in ambiente domestico al quale i vigilantes nostrani ovviamente non potrebbero accedere (e se mai come: a campione? Su chiamata?). Ieri l'altro, il portavoce della Santa Sede padre Lombardi ribalta però il giudizio affermando che il Vaticano manifesta "rispetto per le autorità civili" e rimarcando che le posizione di uomini di Chiesa pur autorevoli come Marchetto non riflettono necessariamente le posizioni del Vaticano. Gli fa eco il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, secondo il quale le istituzioni hanno il diritto di "provvedere al bene comune". Posizioni vaticanesche molto diverse che ricordano più beghe politiche interne che ansie religiose. E dunque, per rispettare decisioni istituzionali, un placet definitivo della Santa Sede alle ronde (che diventeranno ronde di partito o di sindaci, anche se si afferma il contrario), ma nessun rispetto invece per le decisione dell'istituzione chiamata Corte costituzionale riguardante il dramma Englaro. Sempre di più traspare e indigna anche i credenti senza paraocchi che la religione è una cosa e la politica vaticana un'altra. D'altronde il Concordato mai come oggi risulta del tutto asimmetrico: lo Stato del Vaticano può dare giudizi ed esercitare pressioni sulle leggi della Repubblica o su sentenze dell'Alta Corte, mentre lo Stato italiano non può metter becco nelle questioni vaticane. E ciò neanche in situazioni di natura non certo teologica: i cittadini ricorderanno sicuramente il clamoroso suicidio/omicidio anni fa in Vaticano delle due guardie svizzere (con signora). Anche in questa circostanza "banale", la nostra polizia, cioè lo Stato, si è fermata in Piazza San Pietro. GCA Co more n'amigo no se cata parole CO MORE n'amigo no se cata parole che dentro tel cor serà col magon, te à 'n griso che te met confusion. Te ricorda 'l so viso tel sente parlar e dès senza lu no te sa come far. Al sol al gnen fora gnen not, torna dì no te sa parchè no sie 'l mondo finì. E ti te camina come de stornelon, tirandote da na banda par no ciapar i spenton. I oci, anca se suti te li sente nebiadi e te torna col pensier a momenti passadi. Che roba la vita... l'è viva, l'è qua po' la mort la te dis che, anca 'l des, l'è passà. Luigina Tavi Montagna, il Pd parla in modo diverso L'AMMINISTRAZIONE provinciale di Venezia, dello stesso partito di Reolon, attacca la montagna veneta prendendo posizione nei confronti della legge regionale che prevede un fondo destinato alla montagna. Il provvedimento è stato approvato dalla maggioranza in consiglio con naturale esclusione del centrosinistra. Ci si chiede come mai il centrosinistra a Belluno è in favore della montagna e altrove parla in modo diverso. Per fortuna le due province andranno al voto a giugno e allora si potrà cambiare. Gianvittore Vaccari Segretario provinciale Lega

Torna all'inizio


Un bavaglio per aiutare i delinquenti (sezione: Giustizia)

( da "EUROPA ON-LINE" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

LIB Un bavaglio per aiutare i delinquenti FEDERICO ORLANDO Ringrazio Enzo Bianco, leader dei Liberal Pd, per l?articolo di ieri su Europa, che rilancia il nostro Lib della scorsa settimana e garantisce che il suo gruppo rifiuterà alla camera e al senato «l?aberrante legge della maggioranza» sul testamento biologico; e appoggerà, ove l?aberrazione passasse, il referendum Marino per abrogarla, se nel frattempo ad abrogarla non avrà pensato la corte costituzionale. Eguale linea credo che gli amici Liberal Pd terranno sulla legge Alfano- Gasparri (chiamiamola così, l?ispiratore è unico, Benito Mussolini) sulle intercettazioni, che, pubblicate sui giornali talvolta in maniera eccedentaria e irriguardosa, per il balilla Gasparri non sono altro che «carnevalata». L? ha detto lui stesso all?incontro giornalisti-editori- giudici-politici promosso dalla Federazione della Stampa e dall?Ordine. Il Pd ha fatto sapere, con Gentiloni e altri, che, così com?è, non voterà la legge Alfano (carceraria per i giornalisti, premiale per i delinquenti, ancora una volta tutelati dietro le giuste ragioni degli estranei). Altrettanto faranno l?Italia dei Valori e l?Udc. I Liberal Pd si riuniranno ad Amelia dal 20 al 22 marzo sui problemi della bioetica, della ricerca dell?università e della scuola, sul modello socio-economico,sulla laicità dello stato, sulle riforme istituzionali, sull?Europa: ma per allora il parlamento avrà già approvato la legge bavaglio per i giornalisti, visto anche che, considerati i dissensi nella sua maggioranza (Bongioro, Pecorella e qualche altro non servo) Berlusconi potrebbe mettere il solito bavaglio al parlamento: cioè la fiducia. Così, di bavaglio in bavaglio, arriveremo alle pagine bianche dei giornali, come dice il segretario dell?Anm Cascini; e come La Gazzetta del Mezzogiorno ha cominciato a dimostrare ai suoi lettori, scrivendo, sotto ogni pezzo di cronaca giudiziaria, «Con la legge Alfano, non avremmo potuto pubblicare questo articolo». Se lo facessero tutti i giornali, si darebbe una scossa al paese. Perché i Liberal Pd non lanciano questa idea, senza aspettare il convegno di Amelia? Il pericolo per la democrazia è grave, come rileva la on. Buongiorno nella lettera all?Ordine dei giornalisti, parzialmente pubblicata da Repubblica: il divieto generale di pubblicazione metterebbe a rischio non solo «il diritto del cittadino ad essere informato, ma anche quello della collettività di controllare in che modo la giustizia viene amministrata in nome del popolo». Ripetiamo: perché i Liberal Pd non lanciano subito l?idea, già realizzata dal quotidiano barese?

Torna all'inizio


Battisti: non ho mai ucciso nessuno (sezione: Giustizia)

( da "Rai News 24" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Brasilia | 26 febbraio 2009 Battisti: non ho mai ucciso nessuno Cesare Battisti "Non ho mai ucciso, né voluto uccidere nessuno. Ho sempre avuto un'avversione per il sangue". Lo afferma Cesare Battisti in uno scritto letto oggi al Senato brasiliano, nel quale l'ex terrorista italiano si dice "pronto" a raccontare la sua "verità davanti al Supremo Tribunale Federale del Brasile". Nella lettera di 19 pagine manoscritte, i cui destinatari sono i giudici dell'Alta Corte, Battisti ribadisce di essere innocente dei quattro omicidi per i quali e' stato condannato in Italia. Il testo e' stato letto dal senatore Eduardo Suplicy. "Sono disposto a dichiarare davanti ai familiari delle quattro vittime, faccia a faccia, che non ho ucciso i loro cari". "So che la giustizia brasiliana prendera' in considerazione tutti gli elementi che dimostrano la mia innocenza e il modo tremendo in cui sono stato utilizzato quale capro espiatorio" in Italia. L'ex terrorista rimarca inoltre di essersi battuto all'interno dei Proletari armati per il comunismo affinche' le armi non fossero utilizzati in crimini di sangue. In particolare, Battisti ricorda una riunione dei Pac nel 1979: "Cercai di impedire quel tipo di azioni sanguinarie, stupide e controproducenti per la resistenza. Erano un vero suicidio politico". Il Supremo Tribunal Federal (STF, la Corte Costituzionale brasiliana) decidera' il caso dell'ex terrorista Cesare Battisti, detenuto in un carcere di Brasilia, solo a fine marzo. Lo rivela oggi il sito internet del maggior quotidiano brasiliano, la Folha de S.Paulo, che afferma: "Il caso Battisti verra' esaminato dal STF verso fine marzo, perche' ci sono altri casi da trattare prima", probabilmente piu' urgenti per la societa' brasiliana.

Torna all'inizio


il tribunale barbaricino diventa sede disagiata (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Con questo riconoscimento si spera di incentivare l'arrivo di magistrati in Procura Il tribunale barbaricino diventa sede disagiata Incontro a Roma tra il Consiglio dell'Ordine forense e il capo di gabinetto del ministro NUORO. C'è una prima risposta concreta del Governo alle richieste presentate al ministro della Giustizia per non far morire la Procura di Nuoro: il capoluogo è stato inserito nella lista delle sessanta sedi disagiate previste dal decreto Alfano, l'unica possibilità per incentivare l'arrivo di magistrati di esperienza in quella che storicamente è considerata una Procura di frontiera e dove, (fonte Associazione nazionale magistrati), la scopertura degli organici è pari al 67 per cento. Il risultato è stato incassato ieri dalla delegazione del Consiglio dell'ordine del capoluogo, in missione a Roma. Il presidente del Consiglio dell'ordine, Priamo Siotto, e il segretario, Roberto Corrias, accompagnati dal deputato Bruno Murgia (An) hanno incontrato il capo di gabinetto del ministro, Di Giovanni, che ha comunicato l'avvenuto inserimento del capoluogo tra le sessanta sedi disagiate, collocazione nella quale Nuoro si era trovata fino al 2002, condizione che aveva garantito la presenza di magistrati, i quali accettavano la permanenza con la prospettiva dei benefici che comportava la sede disagiata. Ora gli incentivi previsti sono ancora più consistenti: intanto notevoli vantaggi patrimoniali, il raddoppio dell'anzianità per ogni anno di servizio (per un massimo di sei anni) poi la possibilità, trascorsi sei anni, di tornare nella sede di provenienza e nella stessa funzione anche in soprannumero. «Siamo soddisfatti, diamo atto all'onorevole Murgia di essersi impegnato in maniera decisiva in questa vertenza», ha sottolineato l'avvocato Siotto. «Ora chiederemo anche l'inserimento nel tribunale di Nuoro nelle sedi a copertura immediata». Si tratta della top ten del disastro giudiziario, quelle sedi per le quali il ministro Alfano ha previsto l'invio d'imperio dei magistrati per coprire scoperture drammatiche. Ma questa forzatura è stata già tentata in passato con scarso successo, visto che l'inamovibilità dei magistrati è sancita dalla Costituzione. Qualunque spostamento sgradito si è scontrato con i ricorsi al Tar, puntualmente vinti da parte dei magistrati rientrati nelle sedi dalle quali si sarebbero dovuti spostare obtorto collo. «Abbiamo richiesto la velocizzazione dei concorsi per i presidenti di sezione del penale e civile, ma nel settore giudicante la situazione dovrebbe quasi normalizzarsi con l'arrivo, a settembre, di quattro giudici. Ci è stato detto che il 19 dicembre sono stati rimessi a concorso tre posti nella Procura per i quali a giugno non c'era stata alcuna domanda», ha sottolineato Siotto. Gli avvocati sperano - grazie agli uffici del deputato Murgia - di poter incontrare il ministro Alfano a Nuoro, e comunque chiederanno un nuovo incontro anche al Csm. Notizie più confortanti per il settore amministrativo, nel quale, stando ai dati in possesso del Ministero, sussisterebbe addirittura un lieve esubero. Manca però il cancelliere dirigente. In questa battaglia, che gli avvocati conducono con i sindacati, su proposta di Cgil e Cisl che hanno rilanciato la vertenza giustizia come una fondamentale esigenza del territorio, bisognerà vedere se con il riconoscimento di sede disagiata si invertirà l'esodo che finora è stato da Nuoro verso sedi più appetibili. Intanto sta per tornare alto l'allarme anche su Lanusei, dove il procuratore Fiodalisi, arrivato pochi mesi fa, entro breve resterà solo per via del trasferimento (destinazione Oristano) dell'unico sostituto, Rossella Spano, il magistrato che per oltre un anno ha da sola retto l'ufficio.

Torna all'inizio


"illegittima la revoca di petroni" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 11 - Interni Rai "Illegittima la revoca di Petroni" ROMA - Il governo Prodi non aveva il potere di revocare Angelo Maria Petroni dal Cda della Rai. Lo ha deciso la Corte costituzionale che ha accolto il ricorso per conflitto di attribuzione sollevato dalla commissione di Vigtlanza La sentenza arriva nei giorni caldi del rinnovo del cda Rai e riaccende il dibattito sull´opportunità o meno di riscrivere le norme della legge Gasparri. Per la maggioranza non ci sono dubbi: la sentenza «riafferma la centralità del Parlamento» e fa sfumare «le ipotesi di riscrittura della legge Gasparri», dice il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani, convinto che i giudici abbiano confermato che «nomina e revoca» dei consiglieri «possono avere ambiti e procedure diverse». Per il capogruppo del Pd in Vigilanza, Fabrizio Morri, invece, «la prevedibile ridesignazione, magari dello stesso Petroni, nel Cda Rai da parte dell´azionista costituirebbe, dopo il pronunciamento della Corte, motivo di illegittimità costituzionale» ed «esporrebbe l´intero vertice Rai a rischio di illegittimità». Anche Paolo Gentiloni si chiede «come farà il governo a nominare il proprio rappresentante nel nuovo cda Rai». Buon motivo per «cambiare i criteri previsti dalla Gasparri».

Torna all'inizio


"coscioni": firme per il testamento biologico (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Udine "Coscioni": firme per il testamento biologico È stata presentata oggi a Udine l'iniziativa della "cellula Coscioni Fvg" a sostegno di una petizione popolare sul testamento biologico. Proprio domani, infatti, inizierà la raccolta firme per chiedere al sindaco, alla giunta o al consiglio comunale di istituire un registro dei testamenti biologici. Con questa iniziativa verrebbe creato un registro pubblico dove archiviare le dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario dei cittadini. Il "Registro dei testamenti biologici" renderebbe certa la volontà del dichiarante in materia di trattamenti sanitari. Una iniziativa con effetti immediati nell'attesa di una legge, quella in discussione al Parlamento, che secondo i promotori dell'inizitiva « presenta notevoli profili di incostituzionalità e che verrà sicuramente impugnata dalla Corte costituzionale».

Torna all'inizio


boom degli affitti convenzionati (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 4 - Pordenone Boom degli affitti convenzionati Sono il 25% del totale. Vertice Uppi: fra i temi il blocco dei locali dei clandestini Piacciono i contratti convenzionati, ovvero quelle locazioni che, a fronte del vantaggio da parte dei proprietari di poter contare su uno sconto dell'Ici e su sgravi Irpef, permettono agli inquilini di ottenere canoni di affitto agevolati rispetto a quelli di mercato, frutto dell'accordo tra le associazioni di categoria. I dati che verranno forniti dall'assessore al Bilancio, Chiara Mio, in occasione dell'assemblea dell'Unione piccoli propietari immobiliari, in programma oggi pomeriggio, dalle 17.30, nella sala riunioni della Camera di commercio, parlano da soli. Nel 2007 i contratti convenzioni in città hanno riguardato 252 abitazioni e 167 garage o pertinenze; lo scorso anno sono state 368 le abitazioni interessate e 292 le pertinenze. Questo vuol dire che sul totale dei contratti registrati nell'anno (circa mille 500) ben il 25 per cento ha potuto usufruire di questa formula. Il risparmio sulle abitazioni per i proprietari è stato, in termini di Ici (l'aliquota scende dal 5,5 al 4 per mille) di 36 mila 750 euro, a fronte di un incasso per il municipio di 98 mila euro. Per le pertinenze il risparmio complessivo è stato di 3 mila euro. Ridotti invece i contratti a Ici agevolata (sempre 4 per mille) locati a studenti che frequentano il polo universitario pordenonese: sono stati 8, con un introito Ici per il municipio di 2 mila 352 euro. L'assemblea dell'Uppi vedrà gli interventi, oltre che della Mio, del presidente provinciale, Ladislao Kowalski, di Eduardo Boenzi e Gianluca Zaccarin (Studio Comunica), di Michele Giannessi (consulente dell'Uppi) e di Alberto Marchiori sulle prospettive del mercato immobiliare. «Tra i vari argomenti che verranno trattati - spiega Kowalski - oltre ai contratti di locazione con i benefici fiscali, ai recenti obblighi relativi alla certificazione energetica degli edifici, all'andamento del mercato delle locazione e delle compravendite sul territorio, si parlerà anche delle recenti novità in materia di "confisca" di immobili locati a stranieri privi del titolo di soggiorno, del canone di depurazione delle acque per il quale recentemente la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità nel caso di mancanza del servizio e altri argomenti tutti di rilievo nell'ampio scenario del mercato immobiliare. In agenda anche le modifiche alle norme sull'adeguamento Istat dei contratti non più legato a una percentuale prefissata». (ste.pol.)

Torna all'inizio


publiacqua assicura tutto in regola (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

BOLLETTE Publiacqua assicura «Tutto in regola» In merito all'articolo "Nelle nuove bollette nessuna decurtazione" pubblicato domenica sul Tirreno, vogliamo fare alcune precisazioni. Publiacqua, gestore dell'Ato 3 della Toscana, come tutte le altre aziende che gestiscono in Italia il Servizio Idrico Integrato, ha fin qui fatturato il servizio di depurazione anche agli utenti non allacciati ai depuratori così come previsto dalle leggi nazionali numero 36/94 e 152/06. Se non lo avesse fatto e non avesse riscosso le risorse previste dalla legislazione per il Servizio Idrico Integrato sarebbe andata contro le leggi in vigore. Per quanto attiene alla sentenza della Corte Costituzionale che ha cassato un paragrafo della legge nazionale che fino al 15 ottobre ha regolato, con i Comuni prima e con le Aato dopo, la conformazione delle tariffe per gli utenti che non hanno servizio di depurazione, Publiacqua si sta attenendo alle prescrizioni già definite dall'Autorità di Ambito. Tutte le utenze che a Publiacqua risultano non allacciate e la cui fatturazione è ovviamente sospesa, non appena concluso il necessario adeguamento informatico, riceveranno nella fattura successiva a quella di conguaglio del 2008, la restituzione degli introiti non dovuti dopo il 15 ottobre. Il tutto sarà spiegato con apposita comunicazione nella bolletta di conguaglio. Per quanto riguarda il pregresso Publiacqua si atterrà alle decisioni del Parlamento nazionale. Ovviamente Publiacqua è disponibile a effettuare una verifica tecnica delle posizioni di quegli utenti che ritengano di rientrare comunque nella casistica dei non allacciati. Sulla questione della sede, infine, è bene chiarire che Publiacqua si è mossa e si sta muovendo in sintonia con l'amministrazione comunale per una soluzione che, per facilitare al massimo i cittadini, unifichi in un'unica struttura tutte le società partecipate che gestiscono i servizi. Per tale sede, individuata in viale Adua, si stanno completando i necessari adempimenti. L'ufficio stampa di Publiacqua

Torna all'inizio


La Marenese stoppata nella corsa alla salvezza, Gaiarine guarda in alto (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

DILETTANTI. Recuperi, Salgareda pari in trasferta La Marenese stoppata nella corsa alla salvezza, Gaiarine guarda in alto Mercoledì giornata di recuperi per le compagini trevigiane. I verdetti: Cavarzano-La Marenese 3-1 (reti: Brustolon, Brustolon (C) 19' st Vanzella (M) su rigore, 48' st D. Viel (C)). I trevigiani di Mareno vengono stoppati nella loro corsa alla salvezza; Burano-Salgareda 0-0; Sois-Gaiarine 0-1 (reti: 20' st Mazzer). Gaiarine sempre più vicino alla seconda in classifica, il Limana; giocata ieri sera pure San Michele-Vittsangiacomo, 2ª categoria R. Coppa Veneto. Quarti di finale per il Trofeo regione Veneto 1ª categoria. Coppa Veneto. Gara di andata negativa per i trevigiani di mister Calliman: Ellesse La Loggia-Castagnole 2-0 (reti: Pasquetti e Facci). Coppa provincia. Terza categoria. Serata di ritorno dei quarti di finale, ecco i risultati: San Gaetano - Vidor 4-0 (reti: doppietta di Magagnin, Tessaro, Besladis); Suseganese - Fontane 0-0; Follinese - Padernello 3-0 (reti: doppietta di Sammanà, Gallon); Campolongo - CSM Resana 1-5 (reti: 19' pt Casagrande (C), 28' pt Barban (R), 44' pt Gobbo (R), 6' st Ruffato (R), 29'st Fabbian (R), 44' st Simionato (R) su rigore). Si qualificano e si scontreranno in semifinale: Follinese-CSM Resana, Suseganese-S. Gaetano. (l.p.)

Torna all'inizio


Immobili rurali senza Ici da sempre (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Enti Locali data: 27/02/2009 - pag: 14 autore: di Maurizio Bonazzi I riflessi sulle cause pendenti della norma di interpretazione autentica inserita nel milleproroghe Immobili rurali senza Ici da sempre L'esclusione opera dall'istituzione dell'imposta. Via ai rimborsi Con norma di interpretazione autentica il legislatore, in sede di conversione del dl n. 207 del 2008 ha acclarato l'esclusione dall'Ici di tutti i fabbricati rurali. A prescindere dal loro uso, abitativo o strumentale all'attività agricola. Si tratta di una disposizione che riverbera effetti sia sul contenzioso in atto che sulle procedure di rimborso ma che tuttavia non risolve completamente i problemi degli immobili posseduti dalle cooperative agricole.Il chiarimento legislativo. Per contrastare il recente filone interpretativo della Corte di cassazione (sent. n. 15321 del 10/6/2008 e n. 23596 del 15 settembre 2008) e (a ruota) dell'Ifel che avevano ritenuto assoggettati all'Ici le costruzioni rurali, il legislatore, in sede di conversione del dl n. 207 del 2008 ha inserito il comma 1-bis con il quale viene chiarito che ai fini dell'Ici «non si considerano fabbricati le unità immobiliari, anche iscritte o iscrivibili in catasto per i quali ricorrono i requisiti di ruralità di cui all'art. 9 del dl n. 557 del 1993, convertito, con modificazioni nella legge n. 133 del 1994». Posto che il predetto comma 1-bis dell'art. 23 richiama espressamente l'art. 1, comma 2, della legge n. 212 del 2000, non può essere revocato in dubbio che si tratti di una norma di interpretazione autentica. Il che sta a significare che i fabbricati rurali sono esclusi dall'Ici, per mancanza del presupposto impositivo, fin dall'istituzione di tale imposta (1993). La natura dichiaratamente interpretativa della norma impone alcune riflessioni sia con riguardo ai versamenti ?eventualmente- effettuati dai contribuenti, che con riferimento alle cause pendenti avanti le commissioni tributarie e la Corte di cassazione.Rimborsi. I contribuenti che hanno pagato l'Ici relativamente a fabbricati in possesso dei requisiti di ruralità richiesti dall'art. 9 del dl n. 557 del 1993, possono procedere alla richiesta rimborso che dovrà essere presentata, al comune competente, entro il termine di cinque anni dal giorno del versamento. Quest'anno sarà quindi possibile richiedere all'ufficio tributi la ripetizione di quanto indebitamente pagato dall'anno 2004 in avanti, mentre per le annualità precedenti il diritto si è prescritto. Al riguardo occorre però operare un distinguo con riferimento ai fabbricati destinati alla manipolazione, trasformazione, conservazione, valorizzazione o commercializzazione dei prodotti agricoli, anche se effettuate da cooperative e loro consorzi. Per tali immobili, infatti, l'art. 2, comma 4, della legge n. 244 del 2007 ha previsto che «non è ammessa la restituzione di somme eventualmente versate a titolo di imposta comunale sugli immobili ai comuni, per periodi di imposta precedenti al 2008». Sulla disposizione in questione, che preclude ai comuni la possibilità di restituire l'Ici pagata per i fabbricati strumentali alle attività agricole, pende però la spada di Damocle del giudizio della Corte costituzionale. Infatti, la Commissione tributaria regionale dell'Emilia Romagna, sezione staccata di Parma, e la Commissione tributaria provinciale di Chieti, hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale. In particolare, secondo i giudici remittenti, la norma impugnata violerebbe il principio di uguaglianza in quanto «le cooperative che hanno omesso di pagare l'Ici vedono riconosciuto il loro diritto all'esenzione in sede contenziosa, mentre quelle che si sono adeguate ad un altro orientamento interpretativo, annullato in forza di legge sopravvenuta, risulterebbero ingiustamente penalizzate». L'osservazione risulta ancor più pertinente dopo l'ingresso della norma di interpretazione autentica contenuta nel comma 1-bis dell'art. 23 della legge di conversione del dl milleproroghe. Basti osservare come i giudici delle leggi abbiano già affermato (sent. n. 330/2007) che la retroattività, propria dell'interpretazione autentica, non tollera eccezioni al significato attribuito alla legge interpretata, con la conseguenza che il legislatore cade in una contraddizione formale quando da un lato attribuisce alla disposizione interpretata un significato tale da qualificare come non dovuto, sin dall'origine, un pagamento, ma dall'altro ne esclude la ripetibilità. Con riferimento a tale profilo, pertanto, la querelle è ancora aperta.Contenzioso. La norma di interpretazione autentica avrà evidenti ripercussioni anche sulle cause pendenti. I giudici tributari non potranno infatti sottrarsi nel dare concreta applicazione alla volontà espressa martedì scorso dal parlamento. Questo, chiaramente, dopo aver appurato se il fabbricato per cui è causa possiede tutti i requisiti di ruralità.

Torna all'inizio


Progettisti, incentivi al 2% nelle regioni autonome (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Enti Locali data: 27/02/2009 - pag: 14 autore: di Andrea Mascolini La Corte conti Sardegna ritiene prevalente la normativa locale Progettisti, incentivi al 2% nelle regioni autonome Nelle regioni a statuto speciale, anche dopo il primo gennaio 2009, l'incentivo previsto per i tecnici interni relativo alla progettazione, alla direzione dei lavori e ai collaudi, può essere sempre applicato nella misura del due per cento e non dello 0,5 per cento. E' quanto afferma la sezione del controllo per la regione Sardegna della Corte dei conti con la deliberazione del 30 gennaio 2009 n. 4 che, su apposito quesito posto da un comune sardo, si è pronunciata in ordine alla possibilità di continuare ad applicare l'incentivo per i progettisti interni alle amministrazioni locali nella misura, piena, del 2%, invece che nella misura ridotta dello 0,5%. Come è noto, infatti, la legge nazionale ha di recente confermato, con la conversione in legge del decreto legge 185/08, quanto già stabilito con il decreto legge 112/08 (legge 133/08) che ha ridotto l'incentivo di cui all'articolo 92, comma 5 del Codice dei contratti pubblici dal 2 allo 0,5% dell'importo stimato di un opera pubblica a decorrere dal primo gennaio 2009, con l'obbligo per le stazioni appaltanti di versare la porzione residua dell'1,5% in un capitolo dell'entrata del bilancio dello stato. A fronte di questa normativa nazionale, in Sardegna, regione a statuto speciale, vige l'articolo12, comma 1 della legge regionale n. 5 del 7 agosto 2007 dedicata alle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, che riproduce la formulazione dell'articolo 92, comma 5 del Codice dei contratti (dlgs 163/06) precedente alla riduzione dal 2 allo 0,5%, consentendo quindi al responsabile del procedimento e agli altri tecnici interni di ripartirsi l'incentivo nella misura, piena, del due per cento del costo dell'opera.Il quesito formulato dal comune sardo verteva, pertanto, proprio sulla possibilità nell'ambito del territorio regionale di mantenere inalterata la maggiore percentuale prevista dalla legge regionale n. 5/2007. A tale proposito la risposta della sezione della magistratura contabile è affermativa in quanto il legislatore regionale ha esercitato una «propria prerogativa disciplinando la materia degli appalti pubblici». Le stringate motivazioni addotte dai magistrati si poggiano in primo luogo sul fatto che il legislatore regionale ha legittimamente esercitato una propria prerogativa disciplinando la materia degli appalti pubblici. La conseguenza è che la riduzione allo 0,5% introdotta con decorrenza primo gennaio 2009 dal decreto legge n. 112/2008 convertito nella legge. n. 133/2008 «non si estende alla regione Sardegna trattandosi di materia rientrante nell'ambito della potestà legislativa esclusiva della Regione e dalla stessa esercitata». In secondo luogo, dicono i giudici, stabilendo, con la legge 5 del 2007 una misura pari al 2 per cento, la regione non ha superato i limiti di competenza stabiliti dall'articolo 3, comma 1 del proprio statuto speciale. Va infatti ricordato che lo statuto sardo attribuisce alla regione una potestà legislativa esclusiva nella materia dei lavori pubblici «di esclusivo interesse regionale» in questo ambito, quindi ben può una legge regionale legiferare in difformità da quella nazionale. E le cose non cambierebbero neanche se si dovesse ritenere la norma sull'incentivo afferente non tanto alla generica materia degli appalti pubblici, ma a quella dell'ordinamento degli uffici perché, dice la Corte dei conti «anche su queste materie la regione esercita potestà legislativa esclusiva. Di ciò, e per quel che concerne un caso come questo, relativo ad una regione a statuto speciale, si trova conferma anche nella sentenza della Corte costituzionale che ha annullato una serie di norme della legge sarda del 2007 (come quelle sulla progettazione e la direzione dei lavori), ma non l'articolo 12 sull'incentivo del due per cento, ritenuto emanato, evidentemente, nell'ambito della potestà esclusiva regionale relativa all'organizzazione interna degli uffici.

Torna all'inizio


Fisco in banca, imposta doppia (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Imposte e Tasse data: 27/02/2009 - pag: 31 autore: di Giuseppe Ripa La circolare della guardia di finanza sulle verifiche sposa la linea dura sulle indagini finanziarie Fisco in banca, imposta doppia Prelievi e versamenti non giustificati generano ricavi presunti Negli accertamenti derivanti dalle indagini finanziarie la capacità contributiva è un optional. I prelevamenti dal conto corrente non giustificati rappresentano infatti ricavi o compensi e vanno ad aggiungersi ai ricavi al pari delle entrate immotivate. Con il rischio concreto di una doppia imposizione.E' questa la tranciante conclusione alla quale perviene la circolare n. 1/2008, con la quale si interviene ad aggiornare gli indirizzi operativi della Guardia di Finanza, che ItaliaOggi è in grado di anticipare (si veda ItaliaOggi del 24, 25 e 26 febbraio).Secondo l'interpretazione della circolare in commento, a sua volta avallata dalle circolari della Agenzia delle entrate e dalla Corte di Cassazione, pare non ci sia via di scampo. Non ci sono precetti costituzionali sulla capacità contributiva che tengano. Infatti alle indagini finanziarie si può (rectius: si deve ricorrere) ogni qualvolta ciò risulti utile, opportuno e consigliabile per poter giungere alla ?esatta ricostruzione della posizione fiscale dei contribuenti oggetto dell'attività ispettiva?. Ma c'è di più: sul piano operativo, dice la circolare, è da sottolineare che l'esercizio del potere di cui trattasi ?non è necessariamente subordinato al preventivo avvio di una specifica verifica fiscale.? Anche se, ci si corregge poi, seppur in modo parziale, è indubbio che la richiesta di accesso alla documentzione detenuta dagli intermediari è tendenzialmente inquadrata nell'ambito di una verifica o, al limite, di un controllo. Tendenzialmente. In coda a questo innesto indagatorio sta poi la cosiddetta autorizzazione all'accesso ai dati che dovrebbe essere ?previa? in senso garantistico e procedimentale come dispone il punto 7) del comma 1 dell'art. 32 del d.p.r. n. 600 del 1973, mentre invece, a forza di letture partigiane, è venuta ad assumere una funzione meramente cartacea e priva di ogni sostanziale ed apprezzabile significato difensivo se non dopo aver ricevuto l'avviso di accertamento o di rettifica mediante il quale l'erario potrebbe procedere alla iscrizione ipotecaria o al sequestro dei beni mobili, compresa l'azienda, per le maggiori imposte, interessi e correlate e sanzioni. In buona sostanza: prima si procede in modo invasivo senza timore alcuno e poi ci si difende, se così si può dire, solo in sede di notifica dell'avviso di accertamento di rettifica. Per non parlare poi del contraddittorio che dovrebbe instaurarsi tra contribuente e verificatori teso a dare la dimostrazione che quei prelievi e quei versamenti non hanno alcuna rilevanza fiscale. Esso è stato tanto ritenuto inutile da far avallare situazioni che lo hanno superato nonostante esso rappresenti una ineludibile garanzia difensiva ancor prima della emissione dell'atto finale accertativo. Lo scenario dunque non è dei più rassicuranti per il contribuente, se addirittura si debbono giustificare movimentazioni risalenti al 2003. Di fronte a tutto questo scenario non certamente rassicurante per il contribuente sta poi il merito della questione; la più rilevante di tutte: passi per i versamenti in conto non giustificabili assurti come ricavi o compensi, ma che c'entrano i prelevamenti? E se questi non sono altro che le correlate uscite delle entrate non è ravvisabile una doppia imposizione, con lo scardinamento della capacità contributiva?Sul punto la circolare in commento, giustifica, ragiona, richiama in aiuto altri e poi, alla fine, interpreta a sua volta addirittura la sentenza n. 225 del 6 giugno 2005, depositata l'8 giugno 2005, che è da ritenersi essa stessa propriamente una sentenza interpretativa di rigetto della questione di legittimità sollevata dal giudice remittente. La circolare supera quella sentenza della Corte Costituzionale, di fronte alla quale si era sollevato il dubbio della irragionevole doppia presunzione che i prelevamenti non giustificati siano acquisti e che dagli acquisti derivino ricavi costituenti imponibile per intero, stante l'impossibilità di dedurre costi da siffatti ricavi meramente presunti, con violazione, perciò, anche del principio di capacità contribuiva. La Corte aveva salvato tale procedimento indagatorio non ritenendo fondata la questione, sul presupposto che in ogni tipo di accertamento induttivo si debba tenere conto, in ossequio al principio della capacità contributiva, non solo dei maggiori ricavi, ma anche della incidenza percentuale dei costi relativi, che vanno, dunque, detratti dall'ammontare dei prelievi giustificati. Ciò al fine di sottrarre la norma procedurale dalla griglia insuperabile rappresentata dagli artt. 3 e 53 della Costituzione. Ma secondo la circolare tale intervento fa riferimento all'accertamento induttivo senza ulteriore specificazione, ?vale a dire all'accertamento induttivo puro relativamente al quale non può esistere dubbio?, si sintetizza, ?che il reddito possa essere rideterminato sulla base dei dati e notizie comunque raccolti e venuti a conoscenza in guisa da considerare anche i costi sottostanti ai ricavi induttivamente determinati?. E però, e qui riposa l'interpretazione della sentenza interpretativa di rigetto, ?allorquando a seguito di detti accertamenti si pervenga ad un accertamento di tipo analitico o analitico-induttivo, non possono che riprendere vigore per intero tanto i principi generali in tema di valore delle presunzioni legali (a cui, secondo il diritto civile, non si può reagire con altre presunzioni, bensì con fatti dimostrati), quanto le generali regole di determinazione del reddito di impresa, fra cui quella del comma 4 dell'art. 109 TUIR, che ammette in deduzione spese e componenti negative solo se e nella misura in cui risultino imputati a conto economico, a meno che, pur se non imputati a conto economico, siano specificamente afferenti ai ricavi e agli altri proventi e risultino da elementi certi e precisi.?Insomma, quel caro precetto costituzionale sulla capacità contributiva può dirsi certamente accantonato.

Torna all'inizio


La Comunità montana spera di risorgere al Tar (sezione: Giustizia)

( da "Arena, L'" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 27 Febbraio 2009 PROVINCIA Pagina 27 LESSINIA. Ricorso al Tribunale amministrativo presentato da Marcolini ed ex amministratori La Comunità montana spera di risorgere al Tar Soppressione illegittima? I giudici amministrativi rinviano aspettando la Corte costituzionale. È una mezza vittoria Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) rinvia la decisione sul ricorso presentato dall'ex presidente della Comunità montana della Lessinia Stefano Marcolini e da cinque suoi assessori contro la soppressione decisa lo scorso novembre dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri e applicata dal presidente della Regione Veneto con la nomina del commissario straordinario Odetta Dalla Mora. Nell'udienza di mercoledì 25 il Tar era chiamato a pronunciarsi sulla sospensiva del decreto governativo e della delibera di giunta regionale che lo applica. Dopo la discussione, alla quale hanno partecipato Luigi Righetti, come avvocato della Comunità, gli avvocati dello Stato e della Regione, il tribunale ha rinviato il procedimento in quanto la Regione aveva già impugnato alla Corte costituzionale la legge finanziaria 2008 e il decreto attuativo del governo sulle Comunità montane. Spiega Righetti: «Il Tar ha rilevato che se la Corte costituzionale dovesse accogliere il ricorso della Regione, tutto l'impianto previsto dal governo per la soppressione delle Comunità montane, compresa quella della Lessinia, sarebbe destinato a cadere». L'udienza alla Corte costituzionale era in realtà fissata già lo scorso 19 febbraio, ma è stata rinviata. Intanto l'udienza in laguna è stata una vittoria ai punti per Marcolini e per gli ex assessori Clemente Ballarini, Paolo Garra, Domenico Dalla Verde, Pietro Rama e Felice Tacchella che avevano sottoscritto con lui il ricorso. «Infatti il tribunale si è rifiutato di decidere sulla scorta della legge in vigore», spiega l'avvocato Righetti, «come avevano insistito sia l'Avvocatura dello Stato sia il difensore della Regione. Il Tar ha invece ritenuto che sussistano fondate ragioni perché possa essere accettato il ricorso della Regione davanti alla Corte costituzionale e ha preferito rinviare l'udienza al momento in cui sarà emessa quella sentenza. Infatti la prossima udienza al Tar sarà fissata subito dopo la decisione della Corte e comunque entro i primi di luglio», aggiunge Righetti. Il legale spiega che il procedimento avviato dagli ex amministratori della Comunità montana della Lessinia ha vita propria e proseguirà comunque il suo iter anche dopo il pronunciamento della Corte. Il commissario straordinario Odetta Dalla Mora continuerà nel frattempo il suo lavoro previsto dal mandato regionale per concludere, entro il prossimo maggio, il compito di presentare una proposta alla giunta regionale di trasferimento delle funzioni già esercitate dalla Comunità soppressa e di successione nel patrimonio attivo e passivo accertato. Soddisfatto l'ex presidente Marcolini per il risultato della prima udienza al Tar: «Sono più che mai convinto che il ricorso è stata la mossa giusta per tutelare il territorio, non i nostri incarichi di amministratori», spiega, «e già in questi mesi di mancate iniziative e progettazioni ci si è resi conto di quanto il territorio abbia risentito della mancanza di un ente di coordinamento».  

Torna all'inizio


Genova va a lezione di giornalismo senza condizionamenti (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 50 del 2009-02-27 pagina 7 Genova va a lezione di giornalismo senza condizionamenti di Fabrizio Graffione Il direttore di Panorama Maurizio Belpietro ospite del circolo Tradizione e Libertà La legge sulle intercettazioni del ministro Angelino Alfano è da rivedere. Così come non andava bene quella che voleva fare il governo Prodi. A pagare, semmai, per la fuga di notizie, siano i magistrati. Che poi sono quelli che le vere fonti dei cronisti di giudiziaria. La casta dei giornalisti deve fare autocritica. Chi scrive deve ragionare da uomo libero e non da servo. I racconti sull'indipendenza dei direttori e dei capiredattore. Gli aneddoti di alcune telefonate ricevute, pochine per la verità, dagli editori per fare pressing su questa o quell'altra notizia. Così come la coscienza che la categoria delle firme è in declino. Tanto che spesso molti giovani redattori non sono in grado di distinguere la differenza fra Corte di Cassazione e Corte Costituzionale. Divertente. Interessante. Animato. E con un pubblico attento che non si è perso una parola dei protagonisti. È il dibattito che si è tenuto ieri sera al Teatro della Gioventù di via Cesarea organizzato dal circolo Tradizione e Libertà di Giuseppe Murolo e intitolato «Politica e informazione». Seduti sul palco insieme al consigliere comunale di An c'erano il direttore di Panorama Maurizio Belpietro, arrivato in centro città con la scorta, il caporedattore centrale del Secolo XIX Luigi Leone e il caporedattore della redazione genovese de il Giornale Massimiliano Lussana. «Si dice che occorre ispirarsi al giornalismo all'inglese - ha esordito Belpietro - ma devo affermare che i giornalisti italiani, quando vogliono, sono molto bravi pure loro. Per anni mi hanno detto di tutto. Da venduto a servo di Berlusconi a giornalista non indipendente. Ma poi sono uno dei pochi direttori che sono stato licenziato per non essermi piegato a talune richieste di un editore come per l'inchiesta sullo scandalo Scalfaro. Quando grandi gruppi bancari controllano Rcs e il Corriere della Sera tralascia alcune inchieste, appunto, su certe banche, rimango molto perplesso. Quando alcune grandi firme di quel giornale sono costrette a scrivere su Internet i loro editoriali e, altri, vengono addirittura allontanati, mi fermo davvero a pensare». «Sulle intercettazioni - ha continuato Belpietro - penso che la legge proposta dal ministro Alfano sia sbagliata. Così come lo era quella proposta dal governo Prodi. Le notizie arrivano dai magistrati o dalla polizia giudiziaria. Pochissime volte dai cancellieri dei Tribunali. C'è un chiaro interesse di una parte ovviamente. E quindi, semmai, a pagare devono essere proprio quei magistrati si lasciano scappare le notizie. «Sono d'accordo con Belpietro - ha detto Leone - non è possibile condannare a tre anni un cronista e lasciare perdere il magistrato che gli ha fornito il materiale, testi delle intercettazioni comprese, in una sorta di impunibilità. Occorre prendere il problema per la testa e non per la coda». «Belpietro e Leone - ha commentato Lussana - sono purtroppo una razza rara di giornalisti che credono a quello che scrivono e prima di cominciare un'inchiesta o un'editoriale studiano e si documentano bene. Dovrebbe essere la norma, ma purtroppo il giornalismo italiano deve fare una grossa autocritica». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Con l'elezione di Francesco Amirante a 33esimo presidente della Corte costituzionale, in sostituzione di Giovanni Maria Flick, sono diventati 17 i presidenti della Consulta che si (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Con l'elezione di Francesco Amirante a 33esimo presidente della Corte costituzionale, in sostituzione di Giovanni Maria Flick, sono diventati 17 i presidenti della Consulta che si sono avvicendati in ruolo negli ultimi due lustri Con l'elezione di Francesco Amirante a 33esimo presidente della Corte costituzionale, in sostituzione di Giovanni Maria Flick, sono diventati 17 i presidenti della Consulta che si sono avvicendati in ruolo negli ultimi due lustri. All'incirca una media di due all'anno. La frequenza non può stupire, dato che ogni volta i giudici si premurano di eleggere il membro più anziano e vicino alla pensione. Il dato è clamoroso, e ha dato lo spunto ieri al Giornale per sottolineare come questo frenetico turn over costi, e tanto, alle casse dello Stato. Vero. Ma molto più preoccupante appare lo svilimento dell'istituzione. Dovrebbe essere innanzitutto questo rischio a sconsigliare la girandola dei presidenti. 27/02/2009

Torna all'inizio


Cattolici contro <Il testamento è già eutanasia> (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

mappe dietro la lettera dei cinquantatrè e le divisioni nel centrodestra Cattolici contro «Il testamento è già eutanasia» RETROSCENA. Cossiga e Alleanza cattolica. Mantovano e una minoranza di Comunione e liberazione. Gli scissionisti di Scienza & Vita guidati da Pessina e peones assortiti. Il fronte dei credenti contrari al ddl Calabrò contesta al Pdl (e alla Cei di Bagnasco) una questione irrisolta: per difendere la vita meglio una legge o l'assenza di legge? di Paolo Rodari Alcuni dei 53 senatori del Popolo della Libertà che l'altro ieri hanno firmato il documento "Mai più un caso Eluana" hanno voluto precisare che il loro consenso mirava semplicemente a un miglioramento del disegno di legge di maggioranza sul testamento biologico presentato dal relatore Calabrò. Nessun intento di dividere il Pdl, hanno spiegato. E il medesimo concetto è stato ribadito anche da una nota congiunta di Maurizio Gasparri e Gateano Quagliariello, presidente e vicepresidente vicario del Pdl al Senato. Ma è lo stesso documento a confermare come e quanto le posizioni divergano nel principale partito di maggioranza. A guidare la pattuglia dei 53 assieme al presidente Francesco Cossiga c'è il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. La cosa non è senza significato. Dietro di lui c'è Alleanza Cattolica, un'associazione ortodossa e tradizionalista quanto alla difesa della dottrina della Chiesa. Vi fa parte anche lo studioso di religioni mondiali Massimo Introvigne il quale, con Alleanza Cattolica, organizza incontri a mo' di club anglosassone sui temi più disparati. Sarebbe troppo dire che Alleanza Cattolica è contro la decisione della Chiesa e del presidente della conferenza episcopale italiana di aprire a una legge sul "fine vita", convinzione fondata sulla preoccupazione che, senza una legge non c'è modo di tutelare quegli italiani che oggi si trovano nella medesima situazione di Eluana Englaro. Ma all'interno di Alleanza Cattolica, come all'interno di altri movimenti ecclesiali e associazioni cattoliche, si fa strada il fronte di quanti vedono nel testamento biologico, e dunque in qualunque dispositivo di legge che cerchi di regolamentarlo, una prima apertura all'eutanasia. A conferma che le posizioni sono eterogenee e che, proprio in queste ore, il dibattito è aperto, ecco ieri un comunicato di Comunione e liberazione. Il titolo dice tutto: «Sul "fine vita" siamo col cardinale Bagnasco». Il messaggio è chiaro: se qualcuno avesse ancora dei dubbi, se qualcuno fuori, ma soprattutto dentro Cl, pensasse che una legge non sia necessaria, si sbaglia. Cl sta con Bagnasco e sostiene l'apertura che lo scorso agosto, proprio al Meeting di Rimini organizzato da Cl, i vertici della Chiesa fecero in merito a una legge sul "fine vita". Tra i ciellini una posizione in qualche modo diversa da quella ufficiale l'ha presa il settimanale Tempi. In un editoriale dello scorso numero Tempi si domanda se abbia davvero senso una legge sul testamento biologico. In particolare, il settimanale si chiede se prima di una legge non avesse senso soffermarsi su quanto accaduto a Eluana Englaro e dire cosa la sua morte sia stata: «Eutanasia». «Poiché - scrive Tempi - è realistico prevedere che, fatta la legge, vi sarà chi, appellandosi al precedente di Eluana, la riterrà restrittiva e, verosimilmente, giungerà a chiedere un pronunciamento referendario o della Corte Costituzionale, non ci pare utile, né sensato partecipare all'attuale discussione sul testamento biologico». Nel mondo dell'associazionismo che fa riferimento alla Chiesa italiana il tentativo è comunque quello di fare quadrato attorno a Bagnasco. Scienza & Vita in particolare -la "lobby" cattolica che lavora in favore della vita - difende senza possibilità di dubbio la posizione del presidente della Cei. Un comunicato dell'associazione ha ribadito ieri la necessità di una legge che ovviamente non può «e non deve prevedere la possibilità di rinunciare all'alimentazione e all'idratazione». «Una tentazione - dice Scienza & Vita - che emerge nelle schiere dei laici e talvolta si insinua persino in ambienti cattolici e che deve essere assolutamente respinta». Una tentazione, che «si insinua persino in ambienti cattolici». Quei cattolici che non vogliono la legge per motivazioni profondamente "pro life". Il documento dei 53, infatti, sembra la prosecuzione di una polemica ancora non risolta. Cominciò l'estate scorsa con l'addio dall'esecutivo di Scienza & Vita di Adriano Pessina, direttore del centro di bioetica dell'università del Sacro Cuore. Galeotto fu un consiglio di presidenza coordinato da Bruno Dallapiccola e Maria Luisa Di Pietro che, di fatto, aprì al testamento biologico ribaltando una precedente posizione di più marcata chiusura. 27/02/2009

Torna all'inizio


Cda Rai, la revoca di Petroni non spettava al Governo (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

le notizie Cda Rai, la revoca di Petroni non spettava al Governo Secondo la Corte costituzionale, non spettava al governo e in particolare al ministro dell'Economia e delle finanze proporre la revoca del consigliere di amministrazione Rai Angelo Maria Petroni senza una deliberazione della commissione parlamentare di vigilanza. La Consulta ha accolto il ricorso della commissione nei confronti del governo, così risolvendo il conflitto di attribuzione sollevato sempre dalla Vigilanza. La Consulta ha dunque annullato la proposta di revoca presentata l'11 maggio del 2007 dall'allora ministro dell'Economia e finanze Tommaso Padoa-Schioppa nei confronti di Petroni, membro del cda indicato dal ministero quale azionista di riferimento. Rizzoli, sentenza cancellata. L'ex editore Angelo Rizzoli ha ottenuto che la sua condanna per bancarotta venisse cancellata dopo 10 anni dalla sentenza definitiva. Una conseguenza della riforma del 2006 del diritto societario che ha abrogato l'ipotesi di bancarotta patrimoniale nella società in amministrazione controllata prevista invece dalla vecchia legge. Angelo Rizzoli era stato condannato a 3 anni e 4 mesi con sentenza definitiva nel 1998. Due anni fa, l'anno successivo all'entrata in vigore della riforma del diritto societario, Rizzoli chiese alla magistratura milanese di revocare la condanna. Atomo, «Senza regole non si va avanti». Il ritorno al nucleare per l'Italia ha bisogno di regole certe perché le aziende non possono rischiare di vedere bloccare i propri ingenti investimenti. Per questo, secondo il presidente di Enel, Piero Gnudi, occorre un cambiamento dell'articolo 117 della Costituzione, senza il quale sarebbe difficile avere una prima centrale nucleare al 2020 poiché la legislazione in materia è di tipo concorrente tra Regioni e Stato. Maroni, no alle ronde fai da te. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, respinge con forza le preoccupazioni «infondate» sul possibile finanziamento delle ronde cittadine da parte dei privati. Il titolare del Viminale ha spiegato che «non appena il Parlamento approverà il decreto» il ministero sarà in grado di stabilire «regole ferree»: «Da quel giorno non saranno più consentite le ronde fai da te, e ce ne sono a centinaia». Doppio omicidio, preso il compagno. Ha cominciato ad ammettere agli investigatori sloveni alcune responsabilità per l'omicidio della compagna e della figlioletta Fahd Bouichou, 27 anni, il cittadino marocchino arrestato per l'omicidio di Elisabetta Leder e della loro figlioletta Arianna di un anno e 10 mesi, uccise nella loro abitazione di Castagnole di Paese in provincia di Treviso. All'origine della tragedia, forse la decisione della donna di avviare le pratiche per l'affido della figlia. Carceri, annullato effetto indulto. Il numero dei detenuti reclusi nelle carceri italiane ha superato la fatidica soglia delle sessantamila unità. Parola del Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, che ha così commentato i dati ottenuti da "Ristretti Orizzonti" su rielaborazione delle statistiche del dipartimento amministrazione penitenziaria (dap). Solo nel Lazio, i detenuti reclusi sono 5.506, il 24 per cento in più di quanto consentirebbe la capienza regolamentare. Cosenza, seviziata per giorni. Una donna romena di 34 anni è stata sequestrata e violentata per giorni a Cosenza da un immigrato marocchino e poi da un connazionale, che sono stati arrestati dai carabinieri. I due sequestri sono avvenuti nella stessa stazione degli autobus, davanti a decine di persone: nell'indifferenza generale, la donna ha urlato e chiesto aiuto ai passanti, ma nessuno le ha dato ascolto. I due sono disoccupati e hanno predenti penali. «Violenze prima dell'omicidio». Mohamed Barakat, 53 anni, l'uomo di cittadinanza egiziana che mercoledì, in provincia di Milano, durante la visita in un consultorio familiare, ha ucciso il figlio di nove anni e poi si è tolto la vita, «aveva già manifestato intenzioni minacciose». Lo ha rivelato Rosalba Cilia, l'avvocato di Antonella P., madre del bimbo. Il Servizio minori, all'interno del quale è avvenuto l'omicidio, resterà chiuso fino a lunedì. Novi ligure, duplice omicidio. Due cinesi intorno ai trent'anni, un uomo e una donna, sono stati trovati uccisi nell'appartamento di un connazionale a Novi Ligure, nell'alessandrino. A fare la scoperta è stato proprio quest'ultimo, in possesso di regolare permesso di soggiorno, che di rientro dalla Cina ha trovato gli amici morti in casa. 27/02/2009

Torna all'inizio


Travaglio, il Beria di Di Pietro Decide lui chi mettere in lista (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 50 del 2009-02-27 pagina 8 Travaglio, il Beria di Di Pietro Decide lui chi mettere in lista di Paolo Bracalini Il giornalista «consigliori» del leader prepara per le Europee una squadra farcita di pm. Il sogno? De Magistris e Apicella Più che un sodalizio, ormai è una coppia di fatto. Li vedi sempre insieme ad Annozero - dove Travaglio è ospite fisso e Di Pietro a mezzo servizio - in pratica una puntata su due. Travaglio fa outing sul suo voto per Tonino («in attesa di un nuovo Einaudi o un nuovo De Gasperi» specifica però) e Tonino contraccambia difendendolo quando serve. Ma c'è di più. Marcolino è la vera eminenza grigina di Tonino. È lui che, tra un girotondo e l'altro, passa i pizzini al leader sui nuovi candidati del dipietrismo-travaglismo di lotta e di governo (e già ci sono i travaglini in Parlamento nelle file Idv, il primo è Franco Barbato). Rose di nomi da corteggiare, personalità da arruolare nel partito per le prossime Europee. Perché tra i pochi di cui Di Pietro si fida, Travaglio si è conquistato un posto di rilievo. D'altronde la loro affinità elettiva è perfetta, sintonizzati come due orologi sullo stesso suono, il tintinnar di manette. Un'empatia superlativa, mega, anzi Micromega. Travaglio consigliere-giustiziere, Travaglio è il Beria del leader molisano. E allora ecco le rose di Travaglio per Tonino, i possibili candidati per le Europee dove Di Pietro misurerà la forza del suo partito dopo il coma del Pd, a un anno dalle politiche dove l'Idv era ancora partitino da 4% mentre ora vola nei sondaggi. Difficile non notare il marchio di fabbrica di Travaglio: c'è una toga su due. Ovviamente scelte più che gradite all'ex pm che sulla giustizia vuole puntare la campagna elettorale e soffiare il testimone dell'opposizione ai Democratici. Pare, ma sono ancora rumors (le liste verranno definite entro metà marzo), che il leader Idv stia corteggiando insistentemente Luigi De Magistris, il magistrato dell'inchiesta Why not e di Toghe lucane rimosso dal suo incarico nel 2006 dall'allora Guardasigilli Clemente Mastella (candidato del Pdl alle Europee, per l'appunto). Difficile che De Magistris accetti, ma lo shopping elettorale di Di Pietro punta lì, a vestire i panni mai smessi della giustizia che si oppone al sistema marcio e alla politica corrotta (omettendo però di ricordare le mele marce nell'Idv, cosa che ha molto imbarazzato ultimamente Travaglio, peraltro). Se riuscisse a candidare De Magistris, Di Pietro farebbe il colpaccio, altrimenti dovrà accontentarsi degli altri nomi che circolano nel partito. Altro segnalato da Travaglio al leader Idv: Carlo Vulpio, collega del Corriere della sera che ha seguito le inchieste catanzaresi di De Magistris ed è stato poi sollevato dall'incarico dal suo giornale. Vulpio è autore di un libro, Roba nostra, sulla «nuova Tangentopoli italiana», che porta la prefazione proprio di Travaglio. Anche il suo nome è nella rosa dei papabili Idv per le Europee, ma anche qui siamo tra rumors. L'altro colpo di mercato che Di Pietro sogna, porta il nome di Clementina Forleo, l'ex gip milanese delle inchieste sulle scalate bancarie trasferita a Cremona in seguito a un procedimento disciplinare. La Forleo (i cui guai sono cominciati dopo un'esternazione proprio all'Annozero di Travaglio), è stata così difesa recentemente in un dibattito pubblico da Vulpio: «In Italia chi come noi sostiene i principi della Costituzione viene accusato di essere eversivo». Se non è un manifesto politico poco ci manca. Altro corteggiatissimo da Di Pietro per le Europee sarebbe Luigi Apicella, l'ex procuratore di Salerno sospeso dal Csm dopo la guerra tra Procure sulle indagini di De Magistris. In corsa per Bruxelles con la maglia Idv sarà quasi sicuramente Pino Arlacchi, sociologo antimafia, ex Pds ed ex candidato dipietrista alle Europee 2004. Altro nome uscito forse dal cilindro di Travaglio è quello di Sonia Alfano, grillina ex candidata presidente della Sicilia con la lista civica del comico girotondista. Come si vede, a recitare è sempre la stessa compagnia. I candidati del Travaglino. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


<Fu irregolare la revoca di Petroni> (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 50 del 2009-02-27 pagina 12 «Fu irregolare la revoca di Petroni» di Redazione Tutto sbagliato, tutto da rifare ha deciso la Consulta. È sempre la Rai sotto i riflettori delle polemiche e in particolare l'odissea infinita del caso Petroni, il consigliere di amministrazione dimissionato dal ministero al termine di una lunghissima vertenza. Ieri l'ultima parola. Forse. La Corte Costituzionale, infatti, ha deciso che non spettava al governo e in particolare al ministro dell'Economia e delle finanze proporre la revoca di Angelo Maria Petroni (nella foto) senza una delibera della commissione parlamentare di vigilanza. La Consulta ha così accolto il ricorso e risolto il conflitto di attribuzione annullando la proposta di revoca presentata l'11 maggio 2007 dall'allora ministro Tommaso Padoa-Schioppa nei confronti di Petroni, membro del Cda. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Libro di cantiere, sindacati all'attacco (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Libro di cantiere, sindacati all'attacco TRENTO - Regolamento appalti. Cgil Cisl Uil dicono: «Basta meline sul libro di cantiere». La presa di posizione arriva a margine del nuovo confronto tra le parti sociali che si è tenuto ieri per discutere delle novità e del futuro regolamento della legge che, ricordiamo, è stata tra l'altro impugnata nei mesi scorsi di fronte alla Corte costituzionale da parte del Governo Berlusconi. «Nell'incontro odierno del tavolo per gli appalti - spiegano Ruggero Purin della Cgil, Stefano Pisetta della Cisl e Paolo Ferrari della Uil - convocato per arrivare ad una definizione compiuta delle modifiche al regolamento previsto dalla legge sugli appalti, abbiamo avuto modo di esprimere il nostro apprezzamento per il lavoro dell'assessore provinciale Alberto Pacher nella mediazione con i datori di lavoro sulla norma che introduce il libro di cantiere per la certificazione della regolarità dei rapporti di lavoro nell'edilizia. Sulla proposta della giunta provinciale è stato riscontrato l'accordo dei rappresentanti della Cooperazione, mentre Confindustria ha espresso alcune perplessità di merito. Più dura la posizione degli Artigiani che si sono detti contrari alla norma. Ribadiamo però che sul libro di cantiere non sono più accettabili meline o obiezioni puramente ideologiche. Alla vigilia dell'avvio di centinaia di microappalti, che avvantaggeranno soprattutto le aziende artigiane, è indispensabile disporre di uno strumento che agevoli il controllo della regolarità dei rapporti di lavoro nei cantieri trentini, anche per la tutela della salute e della sicurezza degli operai edili. Per questo motivo abbiamo ribadito all'assessore Pacher che nel prossimo incontro, fissato per il 18 marzo, si dovrà necessariamente giungere ad un accordo». 27/02/2009

Torna all'inizio


Revoca illegittima La Consulta dice sì al consigliere Petroni (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

RAI «Revoca illegittima» La Consulta dice sì al consigliere Petroni mi.b. ROMA La Corte costituzionale dà ragione alla commissione di vigilanza Rai, che sulla vicenda aveva sollevato un conflitto di attribuzione: il governo non può revocare il consigliere d'amministrazione di viale Mazzini nominato dal ministero dell'economia senza un voto della commissione parlamentare. La sostituzione del consigliere Angelo Maria Petroni con Fabiano Fabiani fatta dall'allora governo Prodi (titolare di via XX settembre Tommaso Padoa Schioppa) era dunque illegittima, conferma la Consulta. A suo tempo, dopo una serie di ricorsi e sentenze, Petroni era stato reintegrato in cda dal Consiglio di stato. A questo punto, sostengono dunque il capogruppo del Pd in commissione di vigilanza Fabrizio Morri e l'ex ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni, il nuovo consigliere d'amministrazione indicato dall'azionista (il ministero, appunto, che si appresta a confermare Petroni) dovrà ottenere il via libera dalla vigilanza: «Sembra infatti impossibile - sostiene Gentiloni - che il potere esclusivo del governo, negato sulla revoca, possa sopravvivere per la nomina del consigliere». E la legge Gasparri dovrà essere modificata, incalza Morri. Di parere diverso, invece, un altro esponente del Pd, il costituzionalista Stefano Ceccanti, secondo il quale la decisione della Consulta non prevede un automatismo per quel che riguarda il potere di nomina del fiduciario del tesoro nel cda Rai, indicato dalla legge Gasparri, che invece non dice nulla sul potere di revoca, e «se non c'è nella legge non si può inventarlo». La questione fa discutere anche nel Pd. L'ex presidente della vigilanza, Mario Landolfi, che aveva promosso il conflitto di attribuzione di fronte alla Consulta, sostiene: «Se la sentenza è 'manipolativa' allora si può ipotizzare che non potendo il Tesoro revocare, non può nemmeno nominare in autonomia. Ci sarebbe quindi un vuoto legislativo e la necessità di modificare la Gasparri in quel punto». Niente da fare, ribatte il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani, le ipotesi di riscrittura della Gasparri «sono definitivamente sfumate». Tra i «litiganti», canta vittoria il legale di Petroni, Filippo Satta: «Questa sentenza è un'ulteriore conferma della nostra profonda ragione. Credo che non ci sia bisogno di altri commenti». Del resto, nonostante le richieste di cambiare la legge sui criteri di nomina dei vertici Rai avanzata dal Pd, i parlamentari democratici della commissione di vigilanza si sono riuniti ieri per discutere del nuovo presidente della tv pubblica. Resta in campo l'ipotesi di confermare Claudio Petruccioli. Ma non si escludono ancora altri candidati. L'ultima parola l'avrà Silvio Berlusconi. Nell'incertezza, i democratici potrebbero chiedere un nuovo rinvio. L'assemblea degli azionisti che dovrà completare il cda è convocata per martedì. Potrebbe limitarsi a ratificare la nomina dei sette consiglieri votati dalla commissione di vigilanza e a dare il via libera a Petroni. Se così fosse, il cda, nell'attesa, potrebbe essere guidato dal consigliere anziano, il nazional-alleato Guglielmo Rositani.

Torna all'inizio


La illegittimità degli aumenti contenuti nelle bollette dell'acqua inviate dall'Ato 5 a... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 27 Febbraio 2009 Chiudi di DOMENICO TORTOLANO La illegittimità degli aumenti contenuti nelle bollette dell'acqua inviate dall'Ato 5 agli utenti della provincia di Frosinone nei mesi scorsi è stata ribadita ieri alla Commissione consiliare per la tutela dei consumatori, presieduta da Wanda Ciaraldi, dal Coordinamento provinciale acqua pubblica. Fulvio Pica, Severo Lutrario, Mario Antonellis e Francesco Notarcola, componenti del Comitato, hanno esposto la loro denuncia ai membri della commissione e al neo assessore regionale alla tutela dei consumatori, Vincenzo Maruccio, sostenendo che «la bolletta inviata all'utente con oltre due anni di ritardo viola il principio di irretroattività dell'azione amministrativa ed il principio di legalità» ma secondo il Co.vi.ri. sarebbe illegittimo anche l'aumento di oltre il 20% della tariffa rispetto al 2005. Sono state citate due sentenze, "una del Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittime le applicazioni di aumenti tariffari retroattivi e una della Corte Costituzionale che ha stabilito che i costi sostenuti dal gestore per la depurazione e la fognatura non devono essere fatturati agli utenti se le opere sono assenti o non funzionanti". Poi è stato ricordato che è in corso un'indagine della Procura della Repubblica di Frosinone in cui si sono ipotizzati i reati di abuso d'ufficio e di truffa aggravata. Per la presidente Wanda Ciaraldi «la Regione è sempre stata disponibile a capire i problemi dei cittadini, come testimoniato dalla rapida convocazione di questa audizione e dalla presenza dell'assessore Maruccio». Severo il commento di Alfredo Pallone, coordinatore regionale e capogruppo di FI alla Pisana: «La pessima gestione del servizio idrico gestito a Frosinone da Ato5 ha un nome e un cognome: Francesco Scalia, ex presidente della Provincia di Frosinone e attualmente assessore della Giunta Marrazzo. E' Scalia, più di ogni Commissione, che dovrebbe spiegarci i motivi per i quali ha deciso di stipulare un contratto con una società che non solo è stata inadempiente rispetto al servizio che avrebbe dovuto fornire, ma non ha neanche trovato quelle soluzioni che avrebbero dovuto tutelare e non danneggiare i cittadini ciociari». Di Ato 5 si parlerà anche al consiglio comunale di Cassino martedì prossimo. La maggioranza di centrodestra è contraria al trasferimento dell'acquedotto comunale all'Ato 5 sia per la gestione criticata e sia per le tariffe. Quelle comunali sono più basse rispetto a quelle praticate per gli utenti delle frazioni di Cassino serviti dall'Ato-Acea.

Torna all'inizio


Il partito della moratoria, ancora piccolo ma destinato a crescere (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-02-27 - pag: 14 autore: Il partito della moratoria, ancora piccolo ma destinato a crescere R inviare di qualche mese la legge sul testamento biologico? Di solito i rinvii in Parlamento si fanno per le ragioni sbagliate o per paura di decidere. In questo caso potrebbe essere una scelta di saggezza, un modo per attendere che le passioni si plachino. Oggi siamo ancora troppo vicini alla drammatica vicenda di Eluana, che ha diviso l'opinione pubblica e ha riproposto qualcuno dei vecchi steccati fra laici e cattolici. Non sappiamo se e come sarà accolta la proposta venuta ieri da otto senatori. Sappiamo però che l'iniziativa è l'unica a rompere il senso di disagio e di preoccupazione diffuso a Palazzo Madama- dove il testo Calabrò è in discussione - ma sullo sfondo anche a Montecitorio. Prima di tutto si tratta di una proposta «trasversale», che unisce senatori di centro-sinistra e di centrodestra, alcuni laici, altri cattolici. Storie personali e politiche diverse che s'intrecciano in un gesto di buon senso. Emma Bonino, Enzo Bianco, Stefano Ceccanti e Pietro Ichino per il centro-sinistra. Lamberto Dini, Antonio Paravia, Maurizio Saia, Giuseppe Saro per il Popolo della libertà. Si esprime il timore che il testo Calabrò, così com'è oggi, «cristallizzi soluzioni rigide, sempre parzialmente inappropriate rispetto all'infinita varietà dei casi reali». Si chiede una moratoria «che permetta di recuperare la serenità necessaria». Altre voci nei giorni scorsi, a cominciare da Pisanu, hanno reclamato una riflessione prima di mettere in cantiere una legge che forse crea più problemi di quanti ne risolve (tant'è che il presidente dell'Antimafia voterà contro). E si sa che in Commissione Affari Costituzionali anche il senatore Malan, oltre a Saro, è in parziale dissenso dalla sua maggioranza. Ora, è vero che la moratoria per il momento è sostenuta solo da un'esigua minoranza in Parlamento. Ai nomi citati vanno aggiunti Barbara Pollastrini, Pd («meglio nessuna legge che una legge cattiva»), Benedetto Della Vedova, Pdl, e pochi altri. Ufficialmente nessun gruppo l'ha fatta propria e Anna Finocchiaro ieri l'ha detto senza equivoci. Forse però la mossa è solo prematura. Prima che si pensi al rinvio devono consumarsi altri tentativi di trovare un'intesa, peraltro sempre più complicata. L'area del dubbio è piuttosto vasta e investe proprio il centro-destra. La verità è che gli interrogativi sulla «costituzionalità » del disegno di legge sono ormai abbastanza numerosi. Lo stesso fronte cattolico, al Senato, comincia a porseli. Il rischio della scarsa chiarezza è di approvare un testo che sul punto cruciale (non considerare alimentazione, idratazione e ventilazione come terapie) finisca per essere decapitato dalla Corte costituzionale. In quel caso tutta l'architettura del testamento biologico crollerebbe in pezzi e ci si ritroverebbe nella situazione attuale, la stessa che ha accompagnato la fine di Eluana. Le perplessità perciò crescono e non solo tra i laici. A voler riassumere le posizioni, c'è una maggioranza che garantisce l'intenzione di andare avanti, ma che potrebbe incontrare ostacoli in commissione Affari costituzionali. C'è un'opposizione che tende a sottolineare la propria laicità, benché una certa componente cattolica – ad esempio la capogruppo del Pd in commissione Sanità,Dorina Bianchi –si sforzi di negoziare con il centro-destra. Infine, ci sono, come abbiamo visto, i fautori della moratoria. Per ripartire da zero. Vedremo fra poco se saranno questi ultimi ad averla vinta. www.ilsole24ore.com Online «il Punto» di Stefano Folli 7 il PUNTO DI Stefano Folli Sempre più interrogativi sulla costituzionalità del fine vita: anche il fronte cattolico è meno monolitico

Torna all'inizio


Non spettava al Governo la revoca di Petroni dal cda (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-02-27 - pag: 14 autore: LA CONSULTA SULLA RAI «Non spettava al Governo la revoca di Petroni dal cda» Il ministero dell'Economia, azionista al 99,55% della Rai, non può revocare l'ottavo consigliere di amministrazione, quello nominato direttamente, senza una «previa deliberazione » della Vigilanza. La Corte costituzionale ha dato ragione alla commissione bicamerale nel conflitto di attribuzione che la opponeva al ministero. Decade, quindi, la revoca disposta da Tommaso PadoaSchioppa nei confronti di Angelo Maria Petroni, già sospesa dal Tar e dal Consiglio di Stato. Bisognerà attendere la motivazione della decisione della Consulta per capirne gli effetti e la portata. Ora i politici si interrogano se anche per la nomina dell'ottavo consigliere da parte dell'azionista occorra o meno una delibera della Vigilanza.

Torna all'inizio


Rutelli: su Pollari e altri 007 pedinamento elettronico (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-02-27 - pag: 14 autore: L'ARCHIVIO GENCHI Rutelli: su Pollari e altri 007 pedinamento elettronico Rischi per i servizi di intelligence: l'allarme è del presidente del Copasir, Francesco Rutelli, dopo il caso Genchi. In un incontro coni capigruppo della Camera Rutelli ha sottolineato il «vuoto legislativo ». Dal lavoro del comitato è emerso che per Nicolò Pollari, ex direttore del Sismi, e Marco Mancini, ex capo della divisione Antiterrorismo, c'è stato un «pedinamento elettronico » che ha riguardato anche i loro familiari. Ci sono 14 agenti dei servizi segreti e 13 parlamentari nei tabulati acquisiti ma anche tre utenze di Montecitorio e una al Senato, associata alla segreteria del presidente. Rutelli ha poi sottolineato che sono finite sotto controllo 52 utenze del Csm, 14 della Segreteria del Quirinale, l'Ambasciata americana, l'allora capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, Poletti, oggi vice all'Aisi (ex Sisde).

Torna all'inizio


ROMA Oltre all'illegalità il paradosso: il capo dei Servizi segreti, Pollari, è stat... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 27 Febbraio 2009 Chiudi ROMA Oltre all'illegalità il paradosso: il capo dei Servizi segreti, Pollari, è stato oggetto di «pedinamento elettronico» per 24 mesi da parte di Gioacchino Genchi, consulente del pm di Catanzaro, De Magistris. Assieme al capo degli 007 italiani, spiati anche 13 parlamentari e le utenze del Quirinale e del Csm. Il presidente del Copasir, Francesco Rutelli, che ha inviato gli atti in possesso del Comitato alla Procura di Roma, ha sottolineato in Parlamento la necessità di una legge che tuteli la privacy dei cittadini e affidi la gestione dei dati sensibili a strutture pubbliche e non a consulenti privati che agiscono, come nel caso Genchi, al di fuori del controllo della legge.

Torna all'inizio


Donne violentate in Afghanistan Hauser: <Intervenga Tarfusser> (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Alto Adige" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2009-02-27 num: - pag: 4 categoria: BREVI Donne violentate in Afghanistan Hauser: «Intervenga Tarfusser» BOLZANO — «Il procuratore bolzanino Cuno Tarfusser si è sempre impegnato in difesa delle donne vittime di violenze. Spero che potrà proseguire su questa strada anche come giudice della Corte penale internazionale dell'Aja »: lo ha detto la ginecologa di origine altoatesina Monika Hauser, vincitrice del Premio Nobel alternativo. La sua organizzazione Medica mondiale è impegnata in tutto il mondo per le donne vittime di stupri nei luoghi di guerra. «Durante la guerra in Liberia — ha detto Hauser in una conferenza stampa a Bolzano — il 90% delle donne sono state violentate. La situazione non è molto diversa in Congo. Secondo le nostre stime, sono 200 mila le donne vittime di violenze durante la guerra in Bosnia». Secondo la ginecologa, la situazione «sta nuovamente peggiorando in Afghanistan, dove le donne che hanno subito violenze vengono ancora emarginati ». «Il modo di pensare talebano — ha detto — non sparisce togliendo i talebani dal governo». Secondo Hauser, Tarfusser potrebbe dare «un importante contributo per aumentare la sensibilità della Corte internazionale dell'Aja per queste forme di violenza». Cuno Tarfusser, 54 anni, sposato, un figlio, un fratello medico, è stato eletto giudice della Corte penale internazionale dell'Aja lo scorso 20 gennaio. Tre giorni fa ha informato con una lettera il Csm che dall' 11 marzo assumerà la carica. Medico Monika Hauser

Torna all'inizio


Anselmi: misure incostituzionali Feltri: norme idiote (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-02-27 num: - pag: 12 categoria: REDAZIONALE I direttori Le punizioni ai giornali Anselmi: misure incostituzionali Feltri: norme idiote MILANO — E dunque, carcere o radiazione? L'ipotesi di trovarsi un giorno a dover scegliere tra pubblicare oppure non pubblicare il testo di un'intercettazione telefonica pena la perdita della libertà (emendamento Bergamini) o del tesserino da giornalista (misura alternativa avanzata da Alleanza nazionale) ai direttori di testata suggerisce soltanto scenari apocalittici. Il più arrabbiato è Vittorio Feltri, che si accomoda sulla sua scrivania nella redazione di Libero e parte: «Sono due autentiche idiozie. Finire in galera, in un Paese in cui è stato allegramente depenalizzato il falso in bilancio, sarebbe un provvedimento degno di Pinochet. Se mi radiano dall'albo, poi, alla mia età significherebbe finire ai giardinetti pubblici per giocare a bocce. Ricapitolando: ci vogliono dietro le sbarre o disoccupati. Quindi, se ancora ci capisco bene, il governo porta avanti una lotta al carcere facile ma solo per i suoi componenti mentre noi giornalisti brutti, sporchi e cattivi possiamo tranquillamente finire dentro. Vergogna. Che non mettano il becco nelle nostre faccende. Che non ci paragonino a stupratori, ladri e assassini. Ecco come la penso». Del tutto pacifico è il direttore della Stampa Giulio Anselmi, confortato dal fatto che «prima che una cattiva legge sia approvata bisogna fare il possibile per evitarlo» ma sopra ogni cosa fermamente persuaso che «in una vera democrazia questo problema non si porrebbe nemmeno: cosa succederebbe in America se si avanzassero simili proposte?». Dando per scontato che «la preoccupazione per la privacy di persone solo marginalmente coinvolte in un'inchiesta sia assolutamente legittima — ragiona il direttore dal suo ufficio di Torino — i cittadini hanno il diritto di essere informati e un emendamento antidemocratico come quello a firma Deborah Bergamini non supererebbe il vaglio della Corte costituzionale». è anche vero, però, che «spesso i giornali hanno fatto un uso improprio di intercettazioni trasformate magicamente in puro esercizio di gossip — puntualizza Gabriele Polo, alla guida del manifesto —. Ma se oggi questa professione ha ancora un senso, bisogna appellarsi alla dignità di un codice morale stabilito dalla coscienza di ciascuno e non a colpi di leggi annose, sanzioni penali o punizioni dell'Ordine». Elsa Muschella

Torna all'inizio


Giulio Anselmi (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-02-27 num: - pag: 12 categoria: BREVI Giulio Anselmi «Emendamenti antidemocratici come quello della Bergamini non supererebbero il vaglio della Corte costituzionale»

Torna all'inizio


Rai, la Consulta <conferma> Petroni (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-02-27 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Viale Mazzini La decisione della Corte costituzionale. Vertice pd sulla presidenza: resta l'idea del Petruccioli-bis Rai, la Consulta «conferma» Petroni Il governo Prodi non poteva revocare il consigliere. Il Pdl: figuraccia Il sottosegretario Romani: così sono definitivamente sfumate le ipotesi di riscrivere la legge Gasparri ROMA — Non spettava all'allora ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa e d'intesa col presidente del Consiglio Romano Prodi la revoca del consigliere Rai Angelo Maria Petroni. Lo ha stabilito ieri la Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso presentato dalla commissione di Vigilanza nel settembre 2007, su proposta del presidente Mario Landolfi. Per la Corte «non spettava al governo senza una previa deliberazione della Vigilanza». Annullata la proposta di revoca decisa da Tommaso Padoa Schioppa l'11 marzo 2007. Alessio Butti, capogruppo Pdl in Vigilanza, pensa al governo di centrosinistra: «Una figuraccia rimediata dall'allora ministro Padoa Schioppa e quindi da Prodi». Per Paolo Romani, sottosegretario alle Comunicazioni, la sentenza non avrà alcun effetto sull'imminente nomina del nuovo consigliere Rai deciso dal ministero dell'Economia, secondo la legge Gasparri in vigore: «Sono definitivamente sfumate le ipotesi di riscrittura della legge Gasparri e la sentenza della Consulta riafferma la centralità del Parlamento». Di avviso diametralmente opposto Fabrizio Morri, capogruppo Pd in Vigilanza: «è del tutto evidente che la prevedibile ridesignazione, magari dello stesso Petroni, nel Cda Rai da parte del ministero dell'Economia costituirebbe, dopo il pronunciamento della Corte, motivo di illegittimità costituzionale. Se il centrodestra volesse procedere come se nulla fosse dopo il pronunciamento della Consulta esporrebbe l'intero vertice Rai a rischio di illegittimità ». Conferma Paolo Gentiloni, pd: «Sembra impossibile che il potere esclusivo del governo, negato sulla revoca, possa sopravvivere per la nomina del consigliere». A proposito di nomine, ieri i membri Pd della Vigilanza si sono riuniti. Nessun nome nuovo per la presidenza. Solo un profilo: un presidente «equidistante». Con ogni probabilità, la prima proposta del Pd alla maggioranza di Silvio Berlusconi sarà una riconferma di Claudio Petruccioli. Poi, in seconda battuta, si passerebbe ad altri nomi: Andrea Manzella e Pierluigi Celli. Tutto è ora nelle mani di Dario Franceschini, che dovrà raggiungere l'intesa con Berlusconi sul nome del presidente. La nuova assemblea dei soci Rai è convocata per martedì 3 marzo, forse si chiuderà quel giorno. Chi è Angelo Maria Petroni, nato nel 1956, professore ordinario di Epistemologia delle Scienze umane all'Università di Bologna e saggista, è consigliere di amministrazione della televisione di Stato Paolo Conti

Torna all'inizio


La Corte Costituzionale (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-02-27 num: - pag: 13 categoria: BREVI La Corte Costituzionale La Consulta sancisce l'esistenza di un conflitto di attribuzione nella revoca di Petroni disposta dal governo Prodi

Torna all'inizio


<Incostituzionale negare il rifiuto del trattamento> (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

«Incostituzionale negare il rifiuto del trattamento» intervista a gustavo zagrebelsky Per il giurista il decreto del premier non firmato da Napolitano avrebbe espropriato il Parlamento della competenza sul tema 27/02/2009 ' 27/02/2009 autodeterminazioneIn taluni casi il diritto deve fare un passo indietro e lasciare spazio alle decisioni dell'interessato Gustavo Zagrebelskypres. em. Corte Costituzionale 27/02/2009

Torna all'inizio


centrale nucleare, no dal sindaco (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il consigliere regionale Petraroia: la giunta Iorio bocci il governo e si costituisca in giudizio Centrale nucleare, no dal sindaco Greco: «Indietro non si torna, pronti ad ogni azione» TERMOLI. No all'ipotesi di una centrale nucleare a Termoli. La città molisana è nell'elenco dei nove siti individuati sul territorio nazionale dal governo e, anche se in attesa di conferma, la "candidatura" non piace all'amministrazione comunale, pronta a mobilitarsi. Lo scorso 16 maggio, l'assemblea civica aveva approvato un ordine del giorno contrario alla centrale. Ora il sindaco, Vincenzo Greco (Pd) annuncia: «L'amministrazione è pronta ad ogni azione per invertire un pericoloso ritorno al passato e difendere il territorio che rischia di essere asservito agli interessi di parti economicamente più forti». Le aree di competenza del Cosib, il Consorzio per lo sviluppo del Biferno, sono però appetibili; c'è poi uno studio di fattibilità. che risale a qualche anno fa, per questo politici e amministratori di centrosinistra non nascondono una forte preoccupazione. «Termoli è una scelta scellerata», sottolinea il primo cittadino. «Il territorio è già fortemente compromesso da insediamenti industriali pesanti e sta dando il suo contributo nella produzione di energia con la centrale a turbogas e quella per biomasse. Con il nucleare si rischia di dare un colpo di grazia a una città che sta cercando con fatica di difendere e sviluppare la vocazione turistica con progetti di tutela della salute e dell'ambiente», aggiunge, ritenendo che i problemi di produzione energetica vadano risolti con le fonti rinnovabili. Michele Petraroia, consigliere regionale di centrosinistra, chiede l'intervento della Regione (centrodestra). «E' necessario un pronunciamento di diniego della giunta per non penalizzazione ulteriormente il comprensorio», dice Petraroia. Il consigliere chiede anche che la Regione si costituisca in giudizio davanti alla Corte costituzionale contro la presidenza del Consiglio dei ministri per difendere la legge regionale dello scorso mese di maggio che disciplina gli impianti eolici e fotovoltaici, ricordando il limite delle 545 pale eolici fissate e le "fasce di rispetto per le distanze" e sollecitando la verifica dei progetti approvati e la loro compatibilità. Eolico e turbine rischiano di cambiare volto ad una regione che basa la sua economia anche su colture di eccellenza. «Una centrale nucleare a Termoli è un errore enorme, tra l'altro in controtendenza con le politiche di sostenibilità», afferma il Pdci. (s.a.)

Torna all'inizio


Brasile, Battisti continua a negare le sue responsabilità (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa L'Italia: va estradato Brasile, Battisti continua a negare le sue responsabilità Il Supremo Tribunal Federal (STF, la Corte Costituzionale brasiliana) deciderà il caso dell'ex terrorista Cesare Battisti, detenuto in un carcere di Brasilia, solo a fine marzo. «Sul caso dell'estradizione di Battisti, toccherà pazientare ancora un po' - ha rivelato Mendes alla Folha - Non ho ancora affrontato la questione con il giudice Cesar Peluzo, che è il relatore del caso, ma è molto probabile che si arrivi ad una decisione ancora in marzo». Intanto ieri sera sono venute alle luce alcune dichiarazioni che Battisti ha letto davanti al Senato brasiliano: «Non ho mai ucciso, né voluto uccidere nessuno. Ho sempre avuto un'avversione per il sangue». Nella lettera di 19 pagine manoscritte, i cui destinatari sono i giudici dell'Alta Corte, Battisti ribadisce di essere innocente dei quattro omicidi per i quali è stato condannato in Italia. Quindi, Battisti continuerebbe a negare le responsabilità che sono emerse nel corso dei processi che si sono svolti in Italia. Ieri invece il Parlamento italiano ha dato un «sì» unanime alla mozione per ribadire la richiesta di estradizione di Cesare Battisti. «Malgrado le divisioni politiche, il reato di omicidio non gode di alcuna copertura politico-culturale in questo Parlamento - ha detto il deputatod el Pd Giovanni Bachelet- Per questo ci è possibile votare all'unanimità una mozione che, oltre ad esortare il governo a rafforzare la propria azione nel caso Battisti (ma anche nel caso Petrella e in tutti i casi analoghi), può anche aiutare a correggere il punto di vista di tanti amici francesi e brasiliani, frastornati da una scientifica e quotidiana opera di disinformazione promossa da salotti radical-chic».

Torna all'inizio


Ceausescu, marca inregistrata (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul ?Romania libera?: Ceausescu, marca inregistrata Rl online Vineri, 27 Februarie 2009 Ceausescu este marca inregistrata la OSIM! Mircea Oprean, sotul Zoei Ceausescu, a declarat in emisiunea "Realitatea te priveste" ca a decis sa inregistreze numele familiei dictatorului ca marca la Oficiul de Stat pentru Inventii si Marci pentru ca acesta sa nu mai poata fi folosit in scopuri comerciale. "Zoia s-a prapadit si din cauza acestei atitudini, cel putin pentru ea am reusit sa inregistrez numele de Ceausescu ca marca la OSIM (...) Vrem sa ne indreptam impotriva tuturor care vor sa mai foloseasca in scopuri comerciale si de alt fel numale de Ceusescu. Titularii suntem eu si Valentin", a declarat Mircea Opran. Din aceeasi categorie: Guvernul a adoptat cele trei coduri juridice Cristian Diaconescu se duce in ItaliaBasescu la CSM: Aveti 110 milioane de dolari la dispozitie, s-a cheltuit doar 1 Voteaza

Torna all'inizio


Travaglio, il Beria di Antonio Di Pietro Decide lui chi mettere in listanell'Idv (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 50 del 2009-02-27 pagina 8 Travaglio, il Beria di Antonio Di Pietro Decide lui chi mettere in listanell'Idv di Paolo Bracalini Il giornalista "consigliori" del leader prepara per le Europee una squadra farcita di pm. Il sogno? De Magistris e Apicella. La penna girotondista guida i destini del partito come il braccio destro di Stalin Più che un sodalizio, ormai è una coppia di fatto. Li vedi sempre insieme ad Annozero - dove Travaglio è ospite fisso e Di Pietro a mezzo servizio - in pratica una puntata su due. Travaglio fa outing sul suo voto per Tonino («in attesa di un nuovo Einaudi o un nuovo De Gasperi» specifica però) e Tonino contraccambia difendendolo quando serve. Ma c?è di più. Marcolino è la vera eminenza grigina di Tonino. è lui che, tra un girotondo e l?altro, passa i pizzini al leader sui nuovi candidati del dipietrismo-travaglismo di lotta e di governo (e già ci sono i travaglini in Parlamento nelle file Idv, il primo è Franco Barbato). Rose di nomi da corteggiare, personalità da arruolare nel partito per le prossime Europee. Perché tra i pochi di cui Di Pietro si fida, Travaglio si è conquistato un posto di rilievo. D?altronde la loro affinità elettiva è perfetta, sintonizzati come due orologi sullo stesso suono, il tintinnar di manette. Un?empatia superlativa, mega, anzi Micromega. Travaglio consigliere-giustiziere, Travaglio è il Beria del leader molisano. E allora ecco le rose di Travaglio per Tonino, i possibili candidati per le Europee dove Di Pietro misurerà la forza del suo partito dopo il coma del Pd, a un anno dalle politiche dove l?Idv era ancora partitino da 4% mentre ora vola nei sondaggi. Difficile non notare il marchio di fabbrica di Travaglio: c?è una toga su due. Ovviamente scelte più che gradite all?ex pm che sulla giustizia vuole puntare la campagna elettorale e soffiare il testimone dell?opposizione ai Democratici. Pare, ma sono ancora rumors (le liste verranno definite entro metà marzo), che il leader Idv stia corteggiando insistentemente Luigi De Magistris, il magistrato dell?inchiesta Why not e di Toghe lucane rimosso dal suo incarico nel 2006 dall?allora Guardasigilli Clemente Mastella (candidato del Pdl alle Europee, per l?appunto). Difficile che De Magistris accetti, ma lo shopping elettorale di Di Pietro punta lì, a vestire i panni mai smessi della giustizia che si oppone al sistema marcio e alla politica corrotta (omettendo però di ricordare le mele marce nell?Idv, cosa che ha molto imbarazzato ultimamente Travaglio, peraltro). Se riuscisse a candidare De Magistris, Di Pietro farebbe il colpaccio, altrimenti dovrà accontentarsi degli altri nomi che circolano nel partito. Altro segnalato da Travaglio al leader Idv: Carlo Vulpio, collega del Corriere della sera che ha seguito le inchieste catanzaresi di De Magistris ed è stato poi sollevato dall?incarico dal suo giornale. Vulpio è autore di un libro, Roba nostra, sulla «nuova Tangentopoli italiana», che porta la prefazione proprio di Travaglio. Anche il suo nome è nella rosa dei papabili Idv per le Europee, ma anche qui siamo tra rumors. L?altro colpo di mercato che Di Pietro sogna, porta il nome di Clementina Forleo, l?ex gip milanese delle inchieste sulle scalate bancarie trasferita a Cremona in seguito a un procedimento disciplinare. La Forleo (i cui guai sono cominciati dopo un?esternazione proprio all?Annozero di Travaglio), è stata così difesa recentemente in un dibattito pubblico da Vulpio: «In Italia chi come noi sostiene i principi della Costituzione viene accusato di essere eversivo». Se non è un manifesto politico poco ci manca. Altro corteggiatissimo da Di Pietro per le Europee sarebbe Luigi Apicella, l?ex procuratore di Salerno sospeso dal Csm dopo la guerra tra Procure sulle indagini di De Magistris. In corsa per Bruxelles con la maglia Idv sarà quasi sicuramente Pino Arlacchi, sociologo antimafia, ex Pds ed ex candidato dipietrista alle Europee 2004. Altro nome uscito forse dal cilindro di Travaglio è quello di Sonia Alfano, grillina ex candidata presidente della Sicilia con la lista civica del comico girotondista. Come si vede, a recitare è sempre la stessa compagnia. I candidati del Travaglino. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


"Fu irregolare la revoca di Petroni" - D'Alema compra vigneti in Umbria LEGA VS. CAI EVVAI! TORNA AL 4% LA SOGLIA PER I RIMBORSI ELETTORALI LA BRESSO E IL TWIST PER CLAUDIO V (sezione: Giustizia)

( da "Dagospia.com" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

HomePage | Segnala articolo --> ?Fu irregolare la revoca di Petroni? - D?Alema compra vigneti in Umbria ? LEGA VS. CAI ? EVVAI! TORNA AL 4% LA SOGLIA PER I RIMBORSI ELETTORALI ? LA BRESSO E IL TWIST PER CLAUDIO VILLA - SOLO IL 10% DEGLI ON. TRADISCE IL PARTNER? Da "Il Giornale" ANGELO PETRONI 1 - «Fu irregolare la revoca di Petroni»... Tutto sbagliato, tutto da rifare ha deciso la Consulta. È sempre la Rai sotto i riflettori delle polemiche e in particolare l'odissea infinita del caso Petroni, il consigliere di amministrazione dimissionato dal ministero al termine di una lunghissima vertenza. Ieri l'ultima parola. Forse. La Corte Costituzionale, infatti, ha deciso che non spettava al governo e in particolare al ministro dell'Economia e delle finanze proporre la revoca di Angelo Maria Petroni senza una delibera della commissione parlamentare di vigilanza. La Consulta ha così accolto il ricorso e risolto il conflitto di attribuzione annullando la proposta di revoca presentata l'11 maggio 2007 dall'allora ministro Tommaso Padoa-Schioppa nei confronti di Petroni, membro del Cda. 2 - D'Alema compra vigneti in Umbria... Massimo D'Alema ama il rosso non soltanto in politica ma anche quando si tratta di alzare il gomito. E se vino e Regione si sposano al colore, meglio ancora. E sarà forse anche per questo che l'ex ministro degli Esteri ha acquistato un terreno da coltivare a vigne in Umbria. L'operazione è stata condotta insieme ad alcuni amici, con i quali Baffino ha comprato un'area di piccole dimensioni nel comune di Orticoli in provincia di Terni. Noto appassionato e intenditore di vini, D'Alema ha affidato il progetto dello sviluppo delle sue vigne alle capaci mani di un noto enologo, Riccardo Cotarella. Mercedes Bresso Il líder Massimo è un grande estimatore del Sagrantino, vino rosso per eccellenza delle parti di Montefalco, zona che D'Alema conosce bene per aver avuto in passato una casa paterna. 3 - Cai, la Lega non vuole il decollo delle assunzioni romane... Fratelli padani su libero suol, ribellatevi all'invasione romana. Non sarà la chiamata alle valli bergamasche armate di bossiana memoria, ma la guerra leghista dei cieli è scattata. Nel mirino la nuova Alitalia, rea di boicottare l'immagine di Malpensa con ingiustificati ritardi nei voli, nonché di aver fatto carta straccia degli accordi che prevedevano l'assunzione prioritaria di personale del Nord rispetto a quello proveniente dalla Capitale. Il primo attacco lo aveva sferrato un paio di settimane fa il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli, denunciando tariffe «fuori dal mondo», 325,80 euro per l'esattezza, per un volo da Fiumicino a Linate: «L'aver concesso a Cai-Alitalia di agire in regime di monopolio tra Roma e Milano al di fuori delle regole dell'antitrust, doveva agevolare l'avvio della nuova compagnia aerea, non consentire di praticare tariffe senza eguali al mondo». Ieri è scesa in campo la Padania, che ha sparato in prima pagina «La Cai ha preso in giro il governo» in formato cubitale. Spiega il quotidiano di via Bellerio che la compagnia, con l'«arroganza» della peggiore vecchia Alitalia, ha violato il «lodo Letta», secondo cui nelle assunzioni sarebbe stata data priorità a domicilio e residenza, virando sul criterio di anzianità. La prova? Daniele e Paolo, piloti con sette anni di servizio, attualmente in cassa integrazione: «Sono padani. Sono rimasti a casa». Così, ieri il deputato del Carroccio Marco Reguzzoni ha chiesto al presidente della Camera Gianfranco Fini «di intervenire in tempi rapidi affinché sia possibile prenotare presso la nostra agenzia di viaggi i biglietti low cost di EasyJet, e non Cai». E c'è già chi pensa a una nuova crociata: Orio al Serio Nazione, tutto il resto meridione. CLAUDIO VILLA 4 - Torna al 4 per cento la soglia per avere i rimborsi elettorali... Non passa in commissione Affari costituzionali della Camera l'emendamento che concede l'accesso ai rimborsi elettorali per i partiti che conquistano il 2 per cento di voti alle prossime consultazioni europee. La norma è stata cancellata per la contrarietà del centrodestra che ha riportato alla soglia del 4 per cento il numero minimo di consensi per poter ottenere i fondi governativi. Naturalmente contrario al provvedimento il Pd che si è riservato il diritto di ripresentare nuovi emendamenti nel tentativo di restituire ai piccoli gruppi quello che è stato tolto loro con questo voto. Dall'altra parte la comprensibile motivazione del centrodestra che ha riconosciuto come valida la soglia del 4 per cento, tassativa sia per eleggere un candidato al Parlamento continentale sia, di conseguenza, per ottenere il rimborso delle quote elettorali. Confermato invece l'election day che raggrupperà il voto amministrativo a quello europeo. 5 - La Bresso ballò il twist per il Reuccio... La presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, ha confessato a Giuliano Zincone che la intervistava per il Corriere della sera - Magazine di essere sempre stata una donna che non aveva paura di niente e forse proprio per questo ha accettato candidarsi governatore. E a questo proposito ha spiegato come si è improvvisata autrice di un brano per Claudio Villa, cantante di cui è stata accanita supporter. «Ero con mia sorella alla Cetra di Torino, come fan club del Reuccio che era lì per registrare una canzone. All'improvviso si accorse che gli mancavano i testi e io, giovane all'epoca, mi misi al lavoro. Ne venne fuori "Un furibondo twist". Non proprio un successo, ma insomma...». Massimo D'Alema 6 - Il nipote del Vate approda nel Pdl... «Memento audere semper». Fu il motto di Gabriele D'Annunzio, ma lo è anche del nipote Federico, imprenditore quarantaquattrenne nominato responsabile del dipartimento cultura per la Lombardia del Pdl. «Ho istituito un comitato scientifico che mi affiancherà nel lavoro - spiega D'Annunzio - con elementi si spicco della cultura nazionale come, tra gli altri, lo storico Giordano Bruno Guerri e il presidente del Touring Club Italiano Roberto Ruozi». Prima «uscita» ufficiale: il 24 aprile a Mantova, con un convegno sul rapporto tra «Bellezza e Responsabilità»: più dannunziano di così... 7 - Quando la Casta degli onorevoli si scopre... casta... La Casta si scopre... casta. A questa conclusione è giunto il settimanale Panorama, diretto da Maurizio Belpietro, in edicola oggi. Il periodico ha svolto un sondaggio coordinato da Klaus Davi secondo cui solo il 10 per cento dei parlamentari ha ammesso di tradire i partner (o di averlo fatto almeno una volta) e ha riconosciuto di usare la «pillola dell'amore» per migliorare le proprie prestazioni sotto le lenzuola. Ma non è tutto: il 4,5 per cento degli interpellati si è detto soddisfatto della propria vita sessuale, un parlamentare su dieci ha confessato di aver avuto rapporti a pagamento mentre l'80% si è rifiutato di rispondere a questa domanda. Per il sondaggio, sono stati distribuiti 956 questionari dei quali ne sono tornati compilati solo 207, un numero considerato comunque soddisfacente per trarre una fotografia delle abitudini intime di chi vive a Palazzo. [27-02-2009]

Torna all'inizio


Delegazione dei frontalieri sul DDL 530 dal Ministro a Roma (sezione: Giustizia)

( da "Sanremo news" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Delegazione dei frontalieri sul DDL 530 dal Ministro a Roma Una delegazione della FAI (Frontalieri Autonomii Intemeli) composta da Santo Fortugno, Roberto Parodi, Maurizio Morabito e Roberto Lachin, si è recata a Roma per incontrare esponenti del governo in merito alla discussione del disegno di legge (DDL 530) presentato dal Senatore Giorgio Bornacin a favore dei lavoratori e pensionati frontalieri. Sono stati effettuati diversi incontri tra cui il Ministro per le politiche europee On. Andrea Ronchi ed il sottosegretario al lavoro e salute On. Pasquale Viespoli. Ad questi si vanno aggiungere gli incontri effettuati il mese scorso con il Ministro delle attività produttive On.Claudio Scajola ed il Ministro del attuazione del programma On Gianfranco Rotondi. Si è discusso sulla necessità di una approvazione in via definitiva di una legge a favore dei lavoratori e dei pensionati frontalieri. Attualmente i lavoratori godono di un bonus fiscale rinnovato in fase di finanziaria fino al 2010, a tale data se non si interviene per tempo tali agevolazioni termineranno ed è per questo che un intervento legislativo in tempo potrà in maniera definitiva regolamentare questa precarietà soggetta ad leggi finanziarie annuali. "Abbiamo consegnato una relazione dettagliata - scrivono i responsabili dei Frontalieri - delle sperequazioni in atto a carico dei frontalieri (mancanza di tfr,precarietà,copertura sanitaria,maggiori contributi versati ecc.) Abbiamo altresì proposto una legge con una equa imposizione fiscale a scaglioni proporzionata al redito tenendo conto delle difficoltà della categoria. A sopportare le nostre tesi abbiamo accompagnato la nostra relazione al parere del garante del contribuente della Liguria ed alla tesi dello studio Gallo Av. Calvini membro della corte costituzionale. Siamo rimasti molto soddisfatti dell?attenzione che ci ha rivolto il Ministro Ronchi che ha sposato in pieno le nostre tesi, comunicandoci che già da questo lunedì avvierà le procedure che dovrebbero portare la legge entro sei mesi. Tutte le operazioni saranno seguite e supportate per noi dal promotore della legge il Senatore Giorgio Bornacin , che sarà a stretto contatto con noi aggiornandoci sull?evolversi. Quello ottenuto da questo incontro è molto importante per la categoria dei frontalieri. Anche il comune di Ventimiglia con una lettera ufficiale del Sindaco Gaetano Scullino ha voluto dare il suo contributo".

Torna all'inizio


Bio-testamento, nasce il fronte del "meglio non fare nulla" (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA Nessuno può dire ancora se in Italia sarà possibile morire lontani dalle ideologie, se la vita potrà spegnersi in una carezza non certificata dal notaio. Ma intanto c?è il sasso lanciato da Giuseppe Pisanu, democristiano epigono di cavalli di razza, oggi berlusconiano eterodosso: «Meglio nessuna legge che una cattiva legge, meglio la persona dello Stato». Sarà per le comuni radici nel cattolicesimo conciliare democristiano, ma pare che a Palazzo dei Marescialli, sull?ordinatissima scrivania tutta armata di ordinatissimi faldoncini, Nicola Mancino tenga un?apposita cartellina. Dentro, il dispaccio d?agenzia con il pensiero di Pisanu, le posizioni a seguire compresa la «moratoria» lanciata da Emma Bonino e Pietro Ichino, e il ritaglio dell?editoriale di Panebianco. E? vero, pare sia stato il ragionare del vicepresidente del Csm ed ex presidente del Senato coi collaboratori, ci sono cose sulle quali forse è meglio non legiferare. E? vero, la Costituzione pone la persona al di sopra dello Stato. Scriveva qualche giorno fa Angelo Panebianco sul «Corriere della Sera»: «Lo scontro sui contenuti della legge che deve regolare il fine vita dilanierà il Paese per molti anni», torneranno i guelfi contro i ghibellini. «Panebianco avrebbe fatto bene a inforcare la penna nella fase in cui, a caso Englaro ancora aperto, era stato Camillo Ruini presidente della Cei a indicare quella direzione», sospira Enzo Carra che ovviamente condivide, «non fare una legge, non codificare un?illibertà è una posizione molto più rispettabile dei traccheggi su idratazioni e alimentazioni forzate». Si può notare che il tema era già stato lanciato anni e anni fa da Francesco Merlo, che poi già nel 2006 preconizzava l?attuale danza macabra parlamentare scrivendo in prima pagina su «Repubblica», a proposito della lettera di Welby a Napolitano: «Provate a immaginare la ferocia di un duello legislativo, concentratevi sui tanti corpi di italiani, già Campo di Marte delle più inutili terapie mediche, abbandonati all?invelenimento di una battaglia di tipo elettorale». Merlo, che la pensava come la pensava una volta Emma Bonino, che insomma un testamento biologico ci volesse, cambiò parere quando nel 2002 morì la mamma di Lionel Jospin: fu aiutata a morire, nel silenzio come ultima carezza, e se ne parlò solo dopo. La via francese, cattolica e senza bisogno di leggi, contro quella all?olandese, l?eutanasia di Stato in terra protestante. E anche Marcello Pera, che pure lui è stato Radicale come Bonino e oggi è l?intellettuale più ascoltato da Ratzinger, interrogato ripete quel disse al «Foglio». Ma quale ddl Calabrò, ma quale legge Marino-Veronesi, «non si può imporre un?etica di Stato, perché in una società libera l?etica precede lo Stato». Magari una buona norma ci vorrebbe, «ma il tema è da battaglia culturale, non c?è bisogno di una legge per imporlo». Il fantasma hegeliano che turba il conservatore Pera è inviso pure alla progressista Franca Chiaramonte, di matrice Pci sin dal cognome, «uno Stato che immagina di poter legiferare sui corpi dei cittadini è uno Stato etico, e la legge Calabrò va proprio in quella direzione: meglio, molto meglio non averla affatto». Non codificare la libertà, dice Pera. Non bruciare l?autodeterminazione come fu fatto con Giordano Bruno, aggiunge Chiaromonte. Conclusioni simili, con motivazioni profondamente diverse. L?ulivista Arturo Parisi racconta che anche ai tempi del primo governo Prodi il problema agli ulivisti si pose, «vita e morte sono temi sui quali si deve evitare che le certezze di una parte si scontrino con le certezze dell?altra, e occorre anche proteggere le incertezze di tutti, cosicché non sempre è possibile non legiferare». Però, «di fronte a chi oggi si qualifica come partito della vita e identifica gli altri come partito della morte, è più che una tentazione invocare una moratoria legislativa». E? d?accordo anche Marco Follini. «Apprezzo Pisanu che si sottrae alla chiamata della falange macedone del Pdl, e in linea di principio son d?accordo con lui: meglio se lo Stato non si mette di mezzo, meglio non rivestire politicamente la vita e la morte delle persone. Ma non legiferare adesso non si può più: il rischio è che nell?assenza del Parlamento legiferino i magistrati». E doveva essere proprio uno del Pd a rivelare qual è il vero ideologico problema del Pdl?

Torna all'inizio


Ausiliari Ataf, multe illegali <Devono fermare le auto> (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA FIRENZE pag. 6 Ausiliari Ataf, multe illegali «Devono fermare le auto» RAFFICA DI CONDANNE CONTRO IL COMUNE IL COMUNE insiste a non voler dare direttive precise agli ausiliari dell'Ataf e questi continuano a fare multe illegali sulle corsie preferenziali cioè annotando solo la targa senza fermare il mezzo in transito che stanno venendo ripetutamente bocciate dal giudice di pace. Non solo: l'amministrazione comunale viene anche condannata a pagare le spese legali di chi ricorre contro i verbali scorretti e pertanto tutto ciò ricade sulle tasche dei cittadini. Ma perché agli ausiliari dell'Ataf non viene spiegato come funziona la legge? La malizia degli addetti ai lavori è spontanea: probabilmente, si dice, perché le casse comunali confidano nell'ignoranza della legge da parte dei cittadini che, infatti, spesso e volentieri pagano e zitti. Di sicuro, sono più quelli che pagano di quelli che fanno ricorso e vincono. Dunque, il guadagno rimane. Certo è che, comunque, il Comune non ci fa una gran figura. Due giorni fa, davanti al giudice di pace Agata Trimarchi ha accolto in pieno i motivi di un ricorso presentato dagli avvocati Fabio Generini e Francesco Stefani per conto di uno scooterista senegalese che era transitato dalla corsia prefenziale di via della Scala. Gli ausiliari avevano annotato la sua targa, ma non l'avevano fermato. Così il verbale gli è arrivato moltiplicato dalle sanzioni e dai costi di notifica a casa. Ma per l'ennesima volta il giudice di pace ha stabilito che sono illegittimi gli accertamenti effettuati dagli ausilairi dell'Ataf sulle corsie preferenziali ogni volta che l'utente della strada non viene fermato e non gli viene contestata l'infrazione sul posto. La legge dice infatti espressamente che il conferimento di poteri di prevenzione e accertamento delle violazioni attribuito agli ausiliari comprende la sola contestazione immediata, così come confermato anche da una sentenza della Corte costituzionale. Dunque, i poteri degli ausiliari dell'Ataf sono limitati dalla legge in un recinto ben definito: non possono fare le multe sulle corsie preferenziali se non fermano le macchine. Già: ma se nessuno glielo dice? Gigi Paoli

Torna all'inizio


La Comunità montana spera di risorgere al Tar (sezione: Giustizia)

( da "Arena.it, L'" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

La Comunità montana spera di risorgere al Tar LESSINIA. Ricorso al Tribunale amministrativo presentato da Marcolini ed ex amministratori Soppressione illegittima? I giudici amministrativi rinviano aspettando la Corte costituzionale. È una mezza vittoria 27/02/2009 rss e-mail print Stefano Marcolini, già presidente della Comunità montana Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) rinvia la decisione sul ricorso presentato dall'ex presidente della Comunità montana della Lessinia Stefano Marcolini e da cinque suoi assessori contro la soppressione decisa lo scorso novembre dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri e applicata dal presidente della Regione Veneto con la nomina del commissario straordinario Odetta Dalla Mora. Nell'udienza di mercoledì 25 il Tar era chiamato a pronunciarsi sulla sospensiva del decreto governativo e della delibera di giunta regionale che lo applica. Dopo la discussione, alla quale hanno partecipato Luigi Righetti, come avvocato della Comunità, gli avvocati dello Stato e della Regione, il tribunale ha rinviato il procedimento in quanto la Regione aveva già impugnato alla Corte costituzionale la legge finanziaria 2008 e il decreto attuativo del governo sulle Comunità montane. Spiega Righetti: «Il Tar ha rilevato che se la Corte costituzionale dovesse accogliere il ricorso della Regione, tutto l'impianto previsto dal governo per la soppressione delle Comunità montane, compresa quella della Lessinia, sarebbe destinato a cadere». L'udienza alla Corte costituzionale era in realtà fissata già lo scorso 19 febbraio, ma è stata rinviata. Intanto l'udienza in laguna è stata una vittoria ai punti per Marcolini e per gli ex assessori Clemente Ballarini, Paolo Garra, Domenico Dalla Verde, Pietro Rama e Felice Tacchella che avevano sottoscritto con lui il ricorso. «Infatti il tribunale si è rifiutato di decidere sulla scorta della legge in vigore», spiega l'avvocato Righetti, «come avevano insistito sia l'Avvocatura dello Stato sia il difensore della Regione. Il Tar ha invece ritenuto che sussistano fondate ragioni perché possa essere accettato il ricorso della Regione davanti alla Corte costituzionale e ha preferito rinviare l'udienza al momento in cui sarà emessa quella sentenza. Infatti la prossima udienza al Tar sarà fissata subito dopo la decisione della Corte e comunque entro i primi di luglio», aggiunge Righetti. Il legale spiega che il procedimento avviato dagli ex amministratori della Comunità montana della Lessinia ha vita propria e proseguirà comunque il suo iter anche dopo il pronunciamento della Corte. Il commissario straordinario Odetta Dalla Mora continuerà nel frattempo il suo lavoro previsto dal mandato regionale per concludere, entro il prossimo maggio, il compito di presentare una proposta alla giunta regionale di trasferimento delle funzioni già esercitate dalla Comunità soppressa e di successione nel patrimonio attivo e passivo accertato. Soddisfatto l'ex presidente Marcolini per il risultato della prima udienza al Tar: «Sono più che mai convinto che il ricorso è stata la mossa giusta per tutelare il territorio, non i nostri incarichi di amministratori», spiega, «e già in questi mesi di mancate iniziative e progettazioni ci si è resi conto di quanto il territorio abbia risentito della mancanza di un ente di coordinamento». Vittorio Zambaldo Vittorio Zambaldo

Torna all'inizio


Ora si chiede l'intervento della Regione (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Ato 5 Ora si chiede l'intervento della Regione Gravi ma documentate accuse ieri nella Commissione consiliare per la Tutela dei consumatori, presieduta da Wanda Ciaraldi (Popolari per Marrazzo - Pd), da parte del Coordinamento provinciale acqua pubblica di Frosinone contro l'Autorità dell'Ambito Territoriale Ottimale (ATO) n. 5 del Lazio e contro l'Acea Ato 5, società che gestisce il servizio idrico. Secondo la rappresentanza di cittadini frusinati, infatti, «la bolletta inviata all'utente con oltre due anni di ritardo viola il principio di irretroattività dell'azione amministrativa ed il principio di legalità», come testualmente riportato dalla delibera n.7 del 1° gennaio 2008 del Co.vi.ri., il Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche, massimo organo nazionale in materia. Non solo. Secondo il Co.vi.ri. sarebbero illegittimi anche l'aumento di oltre il 20% della tariffa rispetto al 2005, visto che il limite è stato fissato al 5%, nonché il riconoscimento al gestore di maggiori costi pari a 10,7 milioni di euro sostenuti nel periodo 2003-2005, perché «violano il sistema regolatorio del "price cap" e della concorrenza, in quanto verrebbero mutate le condizioni economiche e finanziarie poste a base della gara in esito alla quale il gestore si è aggiudicato il servizio». Il Coordinamento era rappresentato ieri da Fulvio Pica, Severo Lutrario, Mario Antonellis e Francesco Notarcola, che hanno esposto la loro denuncia ai membri della commissione e al neo assessore regionale alla Tutela dei consumatori, Vincenzo Maruccio. Severo Lutrario ha citato due sentenze, una del Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittime le applicazioni di aumenti tariffari retroattivi e una della Corte Costituzionale che ha stabilito che i costi sostenuti dal gestore per la depurazione e la fognatura non devono essere fatturati agli utenti se le opere sono assenti o non funzionanti. «Inoltre - ha aggiunto Fulvio Pica - è in corso un'indagine della Procura della Repubblica di Frosinone su questa vicenda, ma c'è già stata una conferenza stampa della Guardia di Finanza al termine della prima fase investigativa, in cui si sono ipotizzati i reati di abuso d'ufficio e di truffa aggravata, avendo generato nei cittadini l'erroneo convincimento di dover pagare le tariffe illegalmente aumentate». Francesco Notarcola ha invece sottolineato come «aldilà degli aspetti economici, la pessima gestione si è tradotta in una caduta verticale della qualità dell'acqua e del servizio, con interruzioni frequenti, mancati interventi sugli allagamenti e mancato funzionamento di alcuni depuratori», lamentando la totale assenza delle istituzioni. Su questo punto, la presidente Wanda Ciaraldi ha ritenuto opportuno replicare che «la Regione è sempre stata disponibile a capire i problemi dei cittadini, come testimoniato dalla rapida convocazione di questa audizione e dalla presenza oggi dell'assessore Maruccio. La commissione - ha aggiunto Ciaraldi - è sempre a vostra disposizione per poter contribuire a far migliorare i servizi ai cittadini, senza preclusione per alcuno e senza bandierine politiche. Nei prossimi giorni ascolteremo anche le associazioni dei consumatori per verificare la loro attenzione su questa problematica». Anche il neo assessore regionale Vincenzo Maruccio ha manifestato ampia disponibilità a incontrare da subito il Coordinamento per ricevere tutta la documentazione del caso e cercare di risolvere la questione al più presto. Erano presenti all'audizione di ieri il vicepresidente del consiglio regionale Bruno Prestagiovanni (An-Pdl) e i consiglieri Simone Gargano e Annamaria Massimi del Pd.

Torna all'inizio


Travaglio, il Beria di Di Pietro ... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 50 del 2009-02-27 pagina 8 Travaglio, il Beria di Di Pietro Decide lui chi mettere in lista di Paolo Bracalini Il giornalista "consigliori" del leader prepara per le Europee una squadra farcita di pm. Il sogno? De Magistris e Apicella. La penna girotondista guida i destini del partito come il braccio destro di Stalin Milano - Più che un sodalizio, ormai è una coppia di fatto. Li vedi sempre insieme ad Annozero - dove Travaglio è ospite fisso e Di Pietro a mezzo servizio - in pratica una puntata su due. Travaglio fa outing sul suo voto per Tonino («in attesa di un nuovo Einaudi o un nuovo De Gasperi» specifica però) e Tonino contraccambia difendendolo quando serve. Ma c?è di più. Marcolino è la vera eminenza grigina di Tonino. è lui che, tra un girotondo e l?altro, passa i pizzini al leader sui nuovi candidati del dipietrismo-travaglismo di lotta e di governo (e già ci sono i travaglini in Parlamento nelle file Idv, il primo è Franco Barbato). Rose di nomi da corteggiare, personalità da arruolare nel partito per le prossime Europee. Perché tra i pochi di cui Di Pietro si fida, Travaglio si è conquistato un posto di rilievo. D?altronde la loro affinità elettiva è perfetta, sintonizzati come due orologi sullo stesso suono, il tintinnar di manette. Un?empatia superlativa, mega, anzi Micromega. Travaglio consigliere-giustiziere, Travaglio è il Beria del leader molisano. E allora ecco le rose di Travaglio per Tonino, i possibili candidati per le Europee dove Di Pietro misurerà la forza del suo partito dopo il coma del Pd, a un anno dalle politiche dove l?Idv era ancora partitino da 4% mentre ora vola nei sondaggi. Difficile non notare il marchio di fabbrica di Travaglio: c?è una toga su due. Ovviamente scelte più che gradite all?ex pm che sulla giustizia vuole puntare la campagna elettorale e soffiare il testimone dell?opposizione ai Democratici. Pare, ma sono ancora rumors (le liste verranno definite entro metà marzo), che il leader Idv stia corteggiando insistentemente Luigi De Magistris, il magistrato dell?inchiesta Why not e di Toghe lucane rimosso dal suo incarico nel 2006 dall?allora Guardasigilli Clemente Mastella (candidato del Pdl alle Europee, per l?appunto). Difficile che De Magistris accetti, ma lo shopping elettorale di Di Pietro punta lì, a vestire i panni mai smessi della giustizia che si oppone al sistema marcio e alla politica corrotta (omettendo però di ricordare le mele marce nell?Idv, cosa che ha molto imbarazzato ultimamente Travaglio, peraltro). Se riuscisse a candidare De Magistris, Di Pietro farebbe il colpaccio, altrimenti dovrà accontentarsi degli altri nomi che circolano nel partito. Altro segnalato da Travaglio al leader Idv: Carlo Vulpio, collega del Corriere della sera che ha seguito le inchieste catanzaresi di De Magistris ed è stato poi sollevato dall?incarico dal suo giornale. Vulpio è autore di un libro, Roba nostra, sulla «nuova Tangentopoli italiana», che porta la prefazione proprio di Travaglio. Anche il suo nome è nella rosa dei papabili Idv per le Europee, ma anche qui siamo tra rumors. L?altro colpo di mercato che Di Pietro sogna, porta il nome di Clementina Forleo, l?ex gip milanese delle inchieste sulle scalate bancarie trasferita a Cremona in seguito a un procedimento disciplinare. La Forleo (i cui guai sono cominciati dopo un?esternazione proprio all?Annozero di Travaglio), è stata così difesa recentemente in un dibattito pubblico da Vulpio: «In Italia chi come noi sostiene i principi della Costituzione viene accusato di essere eversivo». Se non è un manifesto politico poco ci manca. Altro corteggiatissimo da Di Pietro per le Europee sarebbe Luigi Apicella, l?ex procuratore di Salerno sospeso dal Csm dopo la guerra tra Procure sulle indagini di De Magistris. In corsa per Bruxelles con la maglia Idv sarà quasi sicuramente Pino Arlacchi, sociologo antimafia, ex Pds ed ex candidato dipietrista alle Europee 2004. Altro nome uscito forse dal cilindro di Travaglio è quello di Sonia Alfano, grillina ex candidata presidente della Sicilia con la lista civica del comico girotondista. Come si vede, a recitare è sempre la stessa compagnia. I candidati del Travaglino. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


N essuno può dire ancora se in Italia sarà possibile morire lontani dalle ideologie, se la... (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

N essuno può dire ancora se in Italia sarà possibile morire lontani dalle ideologie, se la vita potrà spegnersi in una carezza non certificata dal notaio. Ma intanto c'è il sasso lanciato da Giuseppe Pisanu, democristiano epigono di cavalli di razza, oggi berlusconiano eterodosso: «Meglio nessuna legge che una cattiva legge, meglio la persona dello Stato». Sarà per le comuni radici nel cattolicesimo conciliare democristiano, ma pare che a Palazzo dei Marescialli, sull'ordinatissima scrivania tutta armata di ordinatissimi faldoncini, Nicola Mancino tenga un'apposita cartellina. Dentro, il dispaccio d'agenzia con il pensiero di Pisanu, le posizioni a seguire compresa la «moratoria» lanciata da Emma Bonino e Pietro Ichino, e il ritaglio dell'editoriale di Panebianco. E' vero, pare sia stato il ragionare del vicepresidente del Csm ed ex presidente del Senato coi collaboratori, ci sono cose sulle quali forse è meglio non legiferare. E' vero, la Costituzione pone la persona al di sopra dello Stato. Scriveva qualche giorno fa Angelo Panebianco sul «Corriere della Sera»: «Lo scontro sui contenuti della legge che deve regolare il fine vita dilanierà il Paese per molti anni», torneranno i guelfi contro i ghibellini. «Panebianco avrebbe fatto bene a inforcare la penna nella fase in cui, a caso Englaro ancora aperto, era stato Camillo Ruini presidente della Cei a indicare quella direzione», sospira Enzo Carra che ovviamente condivide, «non fare una legge, non codificare un'illibertà è una posizione molto più rispettabile dei traccheggi su idratazioni e alimentazioni forzate». Si può notare che il tema era già stato lanciato anni e anni fa da Francesco Merlo, che poi già nel 2006 preconizzava l'attuale danza macabra parlamentare scrivendo in prima pagina su «Repubblica», a proposito della lettera di Welby a Napolitano: «Provate a immaginare la ferocia di un duello legislativo, concentratevi sui tanti corpi di italiani, già Campo di Marte delle più inutili terapie mediche, abbandonati all'invelenimento di una battaglia di tipo elettorale». Merlo, che la pensava come la pensava una volta Emma Bonino, che insomma un testamento biologico ci volesse, cambiò parere quando nel 2002 morì la mamma di Lionel Jospin: fu aiutata a morire, nel silenzio come ultima carezza, e se ne parlò solo dopo. La via francese, cattolica e senza bisogno di leggi, contro quella all'olandese, l'eutanasia di Stato in terra protestante. E anche Marcello Pera, che pure lui è stato Radicale come Bonino e oggi è l'intellettuale più ascoltato da Ratzinger, interrogato ripete quel disse al «Foglio». Ma quale ddl Calabrò, ma quale legge Marino-Veronesi, «non si può imporre un'etica di Stato, perché in una società libera l'etica precede lo Stato». Magari una buona norma ci vorrebbe, «ma il tema è da battaglia culturale, non c'è bisogno di una legge per imporlo». Il fantasma hegeliano che turba il conservatore Pera è inviso pure alla progressista Franca Chiaramonte, di matrice Pci sin dal cognome, «uno Stato che immagina di poter legiferare sui corpi dei cittadini è uno Stato etico, e la legge Calabrò va proprio in quella direzione: meglio, molto meglio non averla affatto». Non codificare la libertà, dice Pera. Non bruciare l'autodeterminazione come fu fatto con Giordano Bruno, aggiunge Chiaromonte. Conclusioni simili, con motivazioni profondamente diverse. L'ulivista Arturo Parisi racconta che anche ai tempi del primo governo Prodi il problema agli ulivisti si pose, «vita e morte sono temi sui quali si deve evitare che le certezze di una parte si scontrino con le certezze dell'altra, e occorre anche proteggere le incertezze di tutti, cosicché non sempre è possibile non legiferare». Però, «di fronte a chi oggi si qualifica come partito della vita e identifica gli altri come partito della morte, è più che una tentazione invocare una moratoria legislativa». E' d'accordo anche Marco Follini. «Apprezzo Pisanu che si sottrae alla chiamata della falange macedone del Pdl, e in linea di principio son d'accordo con lui: meglio se lo Stato non si mette di mezzo, meglio non rivestire politicamente la vita e la morte delle persone. Ma non legiferare adesso non si può più: il rischio è che nell'assenza del Parlamento legiferino i magistrati». E doveva essere proprio uno del Pd a rivelare qual è il vero ideologico problema del Pdl?

Torna all'inizio


Il ministro non poteva revocare Petroni (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Adriatico" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Dal Cda Rai Il ministro non poteva revocare Petroni Non spettava al Governo revocare il consigliere Rai Angelo Maria Petroni senza aver consultato la Vigilanza: lo ha stabilito la Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso presentato dalla commissione nel settembre 2007 dopo che Petroni fu sostituito in Ccda, su proposta dell'allora ministro Tommaso Padoa-Schioppa, con Fabiano Fabiani (ma poi reintegrato due mesi dopo dal Tar). La sentenza arriva nei giorni caldi del rinnovo del Cda Rai: le motivazioni saranno rese note solo nei prossimi giorni, ma è già duello di interpretazioni tra maggioranza e opposizione sull'opportunità di rivedere i meccanismi di nomina del vertice della tv pubblica previsti dalla legge Gasparri e in particolare il ruolo del governo. Se infatti sette componenti su nove del Cda vengono eletti dalla Vigilanza (come è accaduto mercoledì 18 febbraio), al Tesoro spetta designare, in sede di assemblea, un proprio consigliere fiduciario nonché il presidente, che però deve essere ratificato a maggioranza qualificata dalla Vigilanza.

Torna all'inizio


Bollette dell'acqua, il Pd: "Stangata in arrivo" (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Adriatico" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Alianello accusa il Pdl: "Azzerata la sentenza della Consulta sulla depurazione" Bollette dell'acqua, il Pd: "Stangata in arrivo" "Questa sì che è una vera e propria tassa sull'acqua. Ma l'aspetto più grave è che a livello locale i rappresentanti del Pdl stanno strumentalizzando comitati e cittadini seriamente preoccupati di scelte che attribuiscono all'amministrazione civica e al centrosinistra, ma che invece sono totalmente di responsabilità del governo nazionale". La problematica è quella delle risorse idriche e il coordinatore del Pd Claudio Alianello fa chiarezza su una vicenda che da tempo ormai sta facendo discutere non poco in città e nelle frazioni. "Grazie a un emendamento presentato dal Pdl per mano del relatore D'Alì e votato il 12 febbraio scorso in Senato - spiega Alianello - le famiglie fabrianesi (come quelle italiane, ovviamente) saranno costrette a pagare un 30% in più della bolletta annuale dell'acqua. Infatti, con l'emendamento di D'Alì, il Pdl vuole eludere la sentenza della Corte Costituzionale con la quale veniva dichiarato incostituzionale l'articolo n. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 (Norme in materia ambientale) nella parte in cui prevedeva che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi". Non è difficile comprendere le difficoltà a cui dovranno fare fronte i cittadini. "Siamo in presenza di un'autentica tassa sull'acqua - osserva ancora Alianello - genera per una famiglia media di tre persone, con un consumo medio di 192 metri cubi di acqua all'anno, un aggravio di spesa di oltre 69 uro. Questa tassa dovrà essere pagata da 14 milioni di italiani e, quindi, anche da numerosissime famiglie fabrianesi che non beneficiano del servizio di depurazione ecologico. Di nuovo, insomma, i cittadini sono costretti a pagare per gli interessi delle sacche di potere dell'attuale governo di centrodestra".

Torna all'inizio


TITTI ESPOSITO CASTELLAMMARE. RIFLETTORI ACCESI SULL'IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI FOCE SARNO. STAVO... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

TITTI ESPOSITO Castellammare. Riflettori accesi sull'impianto di depurazione di foce Sarno. Stavolta a puntare il dito contro la struttura della periferia stabiese, (che smaltisce le acque domestiche con trattamenti chimici e non biologici), è l'associazione a difesa dei consumatori della città delle acque, che ieri mattina si è presentata ai cancelli della Tme, ditta appaltata dalla Regione Campania, per cercare di avere risposte più chiare e precise sull'effettivo funzionamento dell'impianto, per il quale, i cittadini pagano un corrispettivo per un consumo presunto. La denuncia del Codacons, che in questi giorni presenterà anche un esposto alla Procura della Repubblica, nasce quindi dall'esigenza di tutelare tutti gli stabiesi che pagano per un servizio tutto sommato ancora in divenire, come spiega la presidente dello sportello pubblico di via D'Annunzio, Anna Baccari. «Le risposte che abbiamo avuto sono state piuttosto esaustive e ci hanno confermato un quadro già delineato in questi anni, che rimanda a gestioni azzardate e problematiche ambientali e di inquinamento, che forse oggi meritano un approfondimento». Si unisce alla voce un chimico del Dipartimento ambiente e qualità dello stesso ente, Edoardo Nicolais, che non ci sta alle mezze misure che di fatto, da anni, permettono a un impianto non conforme alle recenti normative di immettere in mare acque depurate in maniera ancora più aggressiva senza il passaggio obbligato, biologico, per le utenze domestiche. "Non solo gli scarichi casalinghi vengono trattati in maniera impropria-ha contestato l'esperto- ma quel che è peggio, in questa attività che funziona in maniera illeggittima ed illegale, si palesa un reato ed una truffa ai danni dei consumatori per un servizio che ancora non c'è». Dello stesso parere anche Enrico Marchetti, presidente nazionale della Lista consumatori e vicepresidente nazionale Codacons. Da piazza Giovanni XXIII, arriva anche la dichiarazione dell'assessore all'Ambiente, Raffaele Longobardi, che annuncia una conferenza di servizio proprio sull'impianto di foce Sarno per il prossimo 3 marzo, con i tre interlocutori principali, cioè Comune, Gori, e Regione (che ha disertato già i due primi incontri negli scorsi mesi). «Noi ci atteniamo alla sentenza della Corte costituzionale che sancisce il pagamento del corrispettivo per gli utenti serviti dal servizio di depurazione - ha commentato l'esponente della giunta Vozza - quindi i cittadini devono continuare a pagare. Ma al tempo stesso andiamo nella direzione della riqualificazione del waterfront, con il pieno e regolare funzionamento dell'impianto. Perciò, nel prossimo appuntamento - ha concluso Longobardi - chiederemo all'ente regionale di dichiarare la funzionalità dell'impianto di foce Sarno, per il recupero delle acque domestiche, nell'interesse della collettività».

Torna all'inizio


SARNO. FATTURE DELL'ACQUA: CONTRIBUENTI SARNESI CONTRO LA GORI SPA. IN QUESTI GIORNI STANNO ARRIVAND... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Sarno. Fatture dell'acqua: contribuenti sarnesi contro la Gori Spa. In questi giorni stanno arrivando fatture da pagare con importi spropositati (dai mille ai 1500 euro). Ci sono molte famiglie che non possono pagare. Nella città dell'acqua, al danno si aggiunge la beffa. Che dire delle cosiddette fatture a consumo presunto, di letture mai eseguite? E che dire della tariffa-depurazione che la Gori ha incassato indebitamente per un servizio mai reso, e che grazie alla sentenza 335 del 2008 della Corte Costituzionale dovrà restituire? Inizialmente Spa totalmente pubblica, la Gori è poi diventata Spa mista a seguito della cessione delle quote azionarie ai privati (Sarnese-vesuviana srl, capofila Acea Spa-Suez), fino ad arrivare al 49% di oggi. I cittadini protestano. Al titolare di un bar di via Matteotti è arrivata un fattura di 13mila euro. «Forse hanno scambiato Sarno con Montecarlo». Nei mesi scorsi è nato un comitato antiGori per chiedere al Comune di ritornare alla gestione pubblica dell'acqua. Nel consiglio comunale di lunedì scorso, il capogruppo del Pd, Antonio Russo, ha presentato un'interrogazione in cui ha evidenziato alcune incongruenze nel meccanismo di fatturazione applicato dalla Gori che penalizzerebbero fortemente i contribuenti. L'esponente del Pd ha messo in discussione il principio dell'acconto che la Gori ha richiesto sulle ultime fatture, dopo che, nelle precedenti, aveva fatto un conguaglio dei consumi. «Credo che, in diritto - ha affermato Russo - non sia ammissibile la richiest degli acconti per l'anno 2009». Il capogruppo del Pd ha contestato il principio della richiesta di pagamento su consumo stimato, facendo rilevare come fatturando periodi diversi e più brevi (tre mesi) ci sarebbe comunque un risparmio.. Antonio Orza

Torna all'inizio


MA AL RIGHI NON C'è SPACCIO ROSA CIRILLO, DIRIG. SCOL. RIGHI&#... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Ma al «Righi» non c'è spaccio Rosa Cirillo, dirig. scol. «Righi» - NAPOLI Duole leggere una lettera come quella uscita in questa rubrica martedì scorso, il 24 settembre, con il titolo «droga a scuola, servono controlli». Passare infatti da una situazione in cui quattro studenti sono stati sorpresi, durante un viaggio, e dunque lontanissimi dalla scuola, con dell'hashish addosso - situazione che le autorità di polizia hanno individuato come caso di detenzione per uso personale - a dare per scontato che al Righi si spaccia droga, è una chiara volontà di diffamare gli alunni da una parte, e il personale docente e non che, oltre a fare opera di prevenzione, esercita certamente un controllo abbastanza stretto. Altrettanto diffamatoria è l'affermazione secondo cui al Righi si verificano «frequenti» episodi di bullismo. A parte la banale osservazione che si può parlare di bullismo solo in presenza di reiterati comportamentoi vessatori nei confronti di una o più persone, e non l'isolato, benché sconsiderato, gesto di un singolo alunno incapace di valutare la portata delle proprie azioni, quando sono stati rilevati episodi di bullismo, sono stati prontamente segnalati all'autorità giudiziaria, nella fattispecie al Tribunale dei minori. Se dei genitori, invece di riflettere su episodi che possono co9involgere anche giovani «insospettabili» e proporsi in appoggio alla scuola per affrontarli, pensano di specularci su per giustificare la propria richiesta di nulla osta, questa scuola non ha alcuna difficoltà ad accontentarli perché con questi genitori non si può stabilire alcuna «alleanza educativa», indispensabile per la crescita adeguata dei nostri giovani. Violenza sulle donne la pena sia severa Antonio Cantelmo - NAPOLI Non passa giorno senza che venga perpetrata una violenza sulle donne, sia nelle città che nei paesi. Purtroppo gli stupratori maggiorenni e minorenni sono delinquenti della peggiore specie, perchè ritengono che la donna non sia un essere umano dotato di mente, di animo e di cuore, bensì un giocattolo, usa e getta, di cui si può abusare impunemente come si vuole e quando si vuole per mancanza di leggi ferree che li persegua nel modo dovuto. In lei non vedono la madre, la sorella, la compagna della vita e in molti casi l'angelo consolatore nell'assistenza dei malati dovunque e comunque. Ignorano che in ogni tempo è stata dietro ai grandi Uomini, sia essi poeti, scrittori, musicisti, pittori e tanti altri, come dolce e silenziosa ispirazione dei più celebri capolavori. Per far spegnere i perversi e bollenti spiriti a tali delinquenti, occorre mandarli in carcere e farglieli rimanere per un lungo periodo di tempo e gli alimenti che consumano giornalmente dovrebbero guadagnarseli andando a zappare e a spicconare nelle terre confiscate ai mafiosi, in modo da non gravare sul bilancio dello Stato e di conseguenza sui cittadini onesti. Altro che arresti domiciliari, servizi sociali utili, inventati da chissà quale cervellone fantasioso che credeva e crede in tali provvedimenti come toccasana. Non sono un forcaiolo, ma sono e resto dell'avviso che per questi ignobili individui e per tutti coloro che vorrebbero o potrebbero imitarli, l'unico ed efficace deterrente è la galera. Case dei Puffi la Romeo intervenga Lettera firmata - NAPOLI Noi inquilini della palazzina ubicata all'isolato 08 di Viale Resistenza 80144 Napoli, segnaliamo per l'ennesima volta la gravissima situazione in cui versa lo stabile da noi abitato. Gli appartamenti (per così dire, non a caso vengono chiamati le case dei puffi, ma sono abitati da esseri umani che pagano regolarmente una pigione) versano in uno stato di precarietà assoluta. Durante le piogge ci sono abbondantissime infiltrazioni d'acqua, che danneggiano irreversibilmente le pareti, le suppellettili e l'intera palazzina. Si tenga presente che alcuni inquilini per andare nel vano dei servizi igienici devono munirsi di apposito ombrello. Ripetutamente è stata interessata la gestione Romeo, ma invano. La sicurezza dell'intero stabile, senza che venga posto in essere un intervento manutentivo immediato, sarà minata in modo irreversibile. La situazione igienico-sanitaria è compromessa dalle infiltrazioni d'acqua, dalla muffa che si crea e dall'impossibilità di effettuare pulizie, dati i vari allagamenti che si verificano. Premesso tutto ciò gli inquilini chiedono alla gestione Romeo un immediato intervento costruttivo al fine di eliminare almeno gli attuali inconvenienti causati dalla pioggia. Il Comune, servizio sicurezza abitativa, è pregato di intervenire ora e non dopo eventi luttuosi. Il Comando Vigili del fuoco viene interessato al fine di sorvegliare sulla sicurezza e segnalare i mancati adempimenti alla competente autorità giudiziaria. Intervenite presto, prima di assistere all'ennesimo lutto cittadino. Orologi storici a posto ora tocca alle targhe Nicola Campoli - NAPOLI Finalmente una bella notizia per chi cammina per le strade cittadine. Dopo il recupero dell'orologio storico di piazza Vanvitelli altri due impianti, denominati «dell'ora unica», sono nuovamente funzionanti in via Santa Lucia e via Filangieri. Installati circa ottanta anni fa dall'Ente Autonomo Volturno, oggi grazie all'intervento dell'amministrazione comunale attraverso l'impegno del neo assessore all'arredo urbano, Diego Guida, e la collaborazione tecnica dell'Ati Acea, Graded e Alfano, saranno presto restituiti alla collettività tutti gli antichi orologi posti lungo il perimetro cittadino, presenti nei più importanti luoghi simbolo della città. La realizzazione e il completamento dell'intervento, nel complesso di una città in grande difficoltà per varie ragioni, potrebbe apparire ai molti come un qualcosa di poco conto e inadeguatamente funzionale al miglioramento della vivibilità. Invece, è per giunta il contrario. Sono proprio questi micro interventi a ridare speranza alla collettività, sensibile a tutto ciò, perchè renderebbe più accogliente gli spazi ad utilizzo pubblico. Insomma, potrebbe rilevarsi non tanto credibile, ma tali impianti rappresentano un concreto punto di riferimento per un gran numero di persone, anziani, giovani e commercianti, al punto di scandire i tempi delle loro giornate. Approfitto dell'occasione per lanciare un ulteriore micro intervento volto a ridare lustro alle strade cittadine. Sarebbe auspicabile organizzare un progetto di pulizia di tutte le targhe di marmo, poste sui più importanti palazzi napoletani in ricordo dei natali degli illustri cittadini? Molte di queste sono in un totale abbandono e del tutto scolorite per un misto di smog e polvere. Del resto, riprenderle sarebbe utile, affinché molti napoletani, e i giovani in particolare, apprendano anche da questi simboli la storia e le origini della propria città. Eluana, tempo sprecato e le leggi non ci sono Angelo Spagnuolo - TORINO La tragedia di Eluana, s'è conclusa dopo tanta morbosità. Rimangono le polemiche dei conflitti istituzionali; mentre c'è qualcuno - arrogante savonarola e onnipresente in radio e tv che incolpa il capo dello stato di non aver promulgato quel D.L. che doveva essere votato con D.L. urgente già richiesto dieci anni fa. Quanta arroganza, pur senza vergogna, allo scopo di affermare i propri principi (palesemente ottusi) e con cervellotiche elucubrazioni, hanno sprecato tempo prezioso che poteva essere utile per quei disegni di legge che giacciono nei due rami del Parlamento - alcuni urgenti e importanti - per quegli elettori che li hanno portati nell'Olimpo. Qui dovrebbe valere l'equazione: niente impegno verso noi, niente voto. Le elezioni abruzzesi dalle tante astensioni nulla hanno insegnato? Non si è tenuto conto delle sentenze della Cassazione, e Corte Costituzionale e persino della Corte Europea dei diritti dell'uomo; dovevano prevalere quelle emesse con D.L. del nostro P. del Consiglio, quello che ritiene la nostra attuale Corte Costituzionale fondata sui principi dei Soviet. Non riesco ad immaginare grandi uomini come De Gasperi, Moro ed altri (puri Dc) presentarsi col cappello in mano davanti ai rappresentanti del Pci. Questa è pura megalomania. Aiuti dallo Stato, perché le banche li rifiutano? Assunta Manno - NAPOLI Strano il comportamento delle banche italiane e con esso quello del governo. All'ipotesi di aiuti di Stato le banche hanno risposto con un secco no, non vogliono i soldi pubblici anche se glieli regaliamo, perché di fatto si tratta di un dono in piena regola così come lo è stato il famoso prestito ponte all'Alitalia. All'ipotesi di una nazionalizzazione dello Stato per voce del primo ministro, le stesse banche hanno dato la stessa identica risposta. Ancora più strano, quando si è trattato di prendere i soldi dai libici la più grande banca italiana non ci ha pensato su due volte e ha subito detto di sì cedendo parte della proprietà a Gheddafi. I soldi che odorano di petrolio valgono di più? Ci sarebbe una seconda spiegazione possibile, la nazionalizzazione della banche si farà comunque e i soldi che ha messo Gheddafi nella più grande banca italiana saranno confiscati dallo Stato, assieme alle relative azioni, proprio come egli stesso fece con le proprietà degli italiani anni ed anni fa.

Torna all'inizio


ROMA. NON SPETTAVA AL MINISTRO DELL'ECONOMIA TOMMASO PADOA SCHIOPPA, D'INTESA CON L'A... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma. Non spettava al ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, d'intesa con l'allora presidente del Consiglio Romano Prodi, la revoca del consigliere di amministrazione della Rai, Angelo Maria Petroni: lo ha stabilito la Corte Costituzionale accogliendo il ricorso presentato dalla Commissione parlamentare di vigilanza. Nel ricorrere alla Consulta, la Commissione di vigilanza aveva contestato «la lesione delle competenze costituzionalmente garantite» e la violazione di una norma del testo unico della radiotelevisione, sostenendo che la revoca di Petroni non poteva essere decisa dal Governo, se non «in conformità alla deliberazione» della stessa Commissione. Petroni era stato revocato nel settembre del 2007 e sostituito con Fabiano Fabiani, prima di essere reintegrato - due mesi dopo - dal Tar del Lazio, che aveva accolto il suo ricorso. La sentenza arriva nei giorni caldi del rinnovo del cda Rai: le motivazioni saranno rese note solo nei prossimi giorni.

Torna all'inizio


Petizione per registro dei biotestamenti (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Petizione per registro dei biotestamenti La cellula Coscioni raccoglierà domani in città le cinquanta firme necessarie Venerdì 27 Febbraio 2009, (al.pi.) Sopra a tutto, la libertà di autodeterminazione, libertà di poter scegliere il proprio fine vita. Per difendere questo diritto, la cellula udinese dell'associazione Luca Coscioni torna in campo a raccogliere firme: una petizione popolare da presentare in Comune, affinché venga costituito un registro che raccolga le dichiarazioni di Testamento biologico. La raccolta di firme avverrà domani dalle 15 alle 20, in Galleria Bardelli: «Ne bastano 50 perché la petizione sia valida. Verrà presentata in consiglio per costringere l'assemblea a parlare di questo tema, su cui finora ha mantenuto il silenzio - spiega il presidente della cellula, Luca Osso -. Da regolamento, infatti, l'amministrazione è tenuta a rispondere alla petizione popolare entro 60 giorni dalla sua presentazione. Noi speriamo che la petizione si trasformi in una delibera consiliare». L'iniziativa (che si è già tenuta a Trieste e a Gorizia) verrà organizzata su tutto il territorio: Stefano Barazzutti ha già annunciato un'analoga raccolta firme a Tolmezzo. «Vorremmo farla prima che passi qualsiasi legge - ha continuato Osso -, perché i documenti potrebbero avere valore giuridico se la norma non sarà retroattiva». «La strada referendaria non è percorribile - ha detto Leonarduzzi -. Con le attuali regole sarebbe una sconfitta in partenza». Leonarduzzi (alla presentazione c'erano anche Valter Vendramini e Corrado Libra) ha definito un «obbrobrio» il ddl in discussione «che, se verrà approvata, sarà probabilmente impugnata davanti alla Corte Costituzionale». A sostenere l'iniziativa, anche Andrea Castiglione, segretario provinciale del Partito Socialista: «La sosteniamo perché tende al riconoscimento di un diritto senza ledere quello degli altri. È un modo per bypassare il silenzio del consiglio comunale. Non si tratta del caso Englaro, ma della libertà di autodeterminazione. La petizione è una testimonianza, perché se passa una legge, il testamento biologico redatto prima potrebbe non rispettarne i requisiti e sorgerebbero problemi di validità». C'è anche un'altra battaglia: «Avvieremo una raccolta firme per sollecitare presso la Regione un'indagine conoscitiva sull'eutanasia clandestina: il 40% degli anestesisti ha ammesso di praticarla di nascosto».

Torna all'inizio


La crisi lancia i contratti agevolati (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

La crisi lancia i contratti agevolati Rispetto al 2007 gli affitti convenzionati sono saliti a 368: pari al 25% delle locazioni Venerdì 27 Febbraio 2009, Ha avuto un successo al di là delle aspettative la formula dei contratti convenzionati, che concede sgravi e benefici fiscali sia ai proprietari degli immobili sia ai loro affittuari. Rispetto al 2007, infatti, come ha sottolineato l'assessore comunale Chiara Mio, questi contratti di locazione, promossi dal Comune in accordo con l'Uppi, Unione dei piccoli proprietari immobiliari, hanno avuto un notevole incremento e ora rappresentano il 24,53 per cento dell'intero mercato delle locazioni. «Lo scorso anno, in particolare - ha aggiunto l'assessore, che oggi pomeriggio illustrerà i dati in seno all'assemblea dell'Uppi, la quale sin dal 1983 ha dato assistenza e consulenza ad alcune migliaia di utenti - abbiamo raggiunto quota 368 contratti convenzionati, rispetto ai 252 registrati nel 2007 e ai 1500 che sono stati complessivamente stipulati sull'intero territorio comunale. Una cosa questa - ha commentato l'assessore al Bilancio - che ci dà grande soddisfazione, perchè permette a molti di ottenere una locazione a un affitto ragionevole». I benefici a favore dei conduttori per i contratti di locazione cosiddetti convenzionati, ha ricordato dal canto suo Ladislao Kowalski, presidente dell'Uppi, «sono di un certo rilievo per quanto riguarda sia l'Ici sia l'Irpef. Per chi ha un reddito fino 15.493,71 euro il credito di imposta è di 495,80 euro. Oltre ai 15.493,71 e sino a 30.987,41 il credito di importo è di 247,90 euro. Per i lavoratori dipendenti, fermi i due limiti di reddito sopraccitati, il credito di imposta è doppio ed è pari a 991,60 euro nel primo caso e a 495,80 nel secondo. Chi opta per i contratti convenzionati può contare sull'abbattimento dell'Ici di un punto e mezzo: dal 5,5 per mille scende infatti al 4 per mille». Oggi pomeriggio, dalle 17.30, nella sede della Camera di commercio, in seno all'assemblea dell'Uppi (che è aperta a tutti) si parlerà anche dei recenti obblighi relativi alla certificazione energetica degli edifici (per dare la misura dei consumi del palazzo); dell'andamento del mercato delle locazione e delle compravendite sul territorio. Nel corso dell'ultimo anno, si ricorda, i prezzi degli immobili sono notevolmente calati, soprattutto per quanto riguarda l'usato, che ha segnato una contrazione media del 10% con picchi addirittura del 20%. «Inoltre - ha aggiunto Kowalski - si parlerà anche delle recenti novità in materia di "confisca" di immobili locati a stranieri privi del titolo di soggiorno, del canone di depurazione delle acqua per il quale, alcuni mesi fa, la corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità nel caso di mancanza del servizio». Da una prima stima, sarebbero circa un migliaio i pordenonesi che hanno sinora pagato questa tassa pur senza beneficiare del servizio e, quindi, potrebbero chiedere la restituzione delle somme versate a titolo di depurazione. «Altra cosa importante, fresca fresca, della quale parleremo - ha concluso il presidente dell'Uppi, riguarda i "contratti di locazione a uso diverso" quelli per gli uffici, i negozi, i capannoni e quant'altro, che nulla ha a che fare con l'uso abitativo. Per questi, è notizia di ieri, l'applicazione dell'aggiornamento dell'Istat, diventa libera se riguardano un periodo di tempo superiore ai sei anni. Sino ad oggi, invece, per questo tipo di contratti era obbligatorio applicare l'Istat nella misura del 75 per cento». Infine, l'Uppi renderà pubblica la sua proposta di rilanciare dal punto di vista abitativo l'area centrale costruita negli anni '50, '60 e '70 attraverso incentivi per la ristrutturazione delle facciate e la creazione di parcheggi per i residenti. Antonella Santarelli

Torna all'inizio


No all'archiviazione, ispettori in tribunale (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

«No all'archiviazione, ispettori in tribunale» Due interrogazioni parlamentari e la richiesta al Csm di intervenire sul processo per il caso cromo Venerdì 27 Febbraio 2009, Rosà/Tezze sul Brenta L'Italia dei valori di Vicenza, con il suo coordinatore Carlo Rizzotto, ha confermato ieri di aver fatto presentare dal deputato dello stesso partito, il veronese on. Antonio Borghesi, due interrogazioni alla Camera dei Deputati, una al Ministero dell'Ambiente, una a quello della Giustizia, riguardanti casi ambientali del nostro territorio. In particolare il deputato dipietrista, che sabato scorso è stato ospite del comitato di San Pietro di Rosà, ha sollecitato una visita ispettiva del Ministero della Giustiza e del Csm sull'operato del Tribunale di Bassano. I casi su cui l'on Borghesi presenta interrogazioni parlamentari sono diversi tra di loro, con diverse implicazioni e gravità. «Noi chiediamo che la magistratura non archivi gli atti inerenti la ex Tricom ex Galvanica Pm, chiediamo una soluzione per la Rossano Fond - ha ricordato ieri Rizzotto, che cura anche la segreteria dell'on Borghesi -, presenteremo anche una interrogazione specifica per la Orlandi e chiederemo al Consiglio Superiore della Magistratura l'invio di ispettori al tribunale di Bassano perchè è necessario che si arrivi ad una sentenza definitiva con precise responsabilità sui fatti accaduti». Per quanto riguarda la ex Tricom, ricorda sempre Rizzotto, dopo la sentenza di condanna del tribunale di Cittadella è necessario che anche il tribunale di Bassano si pronunci su tutta la situazione delle condizioni di lavoro: «Il sindaco di Tezze, Luciano Lago, ha chiesto contributi all'Unione Europea per bonificare il sito - commenta il coordinatore dell'Italia dei Valori - ma gli è stato fatto notare che sono necessari alcuni adempimenti: è necessario stabilire se il sito è stato censito, se l'inquinamento è dovuto a cause naturali o innaturali, se i colpevoli sono stati condannati. Solo così è possbile avere i contributi. Ma è necessario un pronunciamento del Tribunale di Bassano». L'on. Borghesi ha ripresentato anche l'interrogazione riguardante alcuni aspetti della vicenda Zincheria. In questa lunga interrogazione si ripercorrono alcuni passaggi giudiziario amministrativi della complessa vicenda, passaggi secondo il deputato dipietrista bisognosi di una inchiesta penale. Al termine della lunga interrogazione il parlamentare chiede «se Il Ministro della Giustizia sia a conoscenza dei fatti narrati, se non ritenga opportuno avviare azione disciplinare, se non ritenga opportuno avviare quanto meno un'inchiesta amministrativa al fine di accertare e valutare attraverso gli strumenti all'uopo previsti la legittimità dei comportamenti posti in essere dai magistrati del tribunale di Bassano del Grappa». La vicenda di San Pietro di Rosà, già oggetto di due film, "Che cosa manca" e "La Mal'ombra", presentati in rassegne cinematografiche a Roma e Torino, sarà ripresa adesso da una compagnia teatrale universitaria di Cà Foscari, con il titolo "H2O, acqua non potabile" e dovrebbe essere presentata un sabato di marzo nella frazione rosatese. I titolari della Zincheria, dopo aver sanato una irregolarità urbanistica al comune di Rosà con un milione e mezzo di euro, hanno nel passato dichiarato di non volersi confondere con il caso Tricom, e mostrano per la propria azienda la certificazione di qualità e regolarità ambientale. Silvano Bordignon

Torna all'inizio


Guerra ai phone center, suona la ritirata (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Guerra ai phone center, suona la ritirata Il Comune costretto a rivedere le ordinanze di chiusura che il Tar ha deciso di cassare Venerdì 27 Febbraio 2009, Conegliano Batte in ritirata sull'affaire phone center la giunta comunale di Conegliano dopo la sentenza del Tar che non solo ha cassato le ordinanze del sindaco, ma ha pure mandato a processo davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale del 2007. A far da apripista contro quelli che parevano essere diventati i covi di tutti i mali fu proprio Conegliano, che emise i suoi divieti ancor prima che il consiglio regionale del Veneto approvasse la tanto discussa legge sui phone center voluta dalla Lega nel dicembre del 2007. Sulla scia di alcuni comuni lombardi, Conegliano nel settembre del 2007 emise un'ordinanza che, alla prova dei fatti, avrebbe costretto tutti i phone center cittadini alla chiusura per mancanza dei severi requisiti prescritti. Ordinanza che venne ritirata dal Comune ancor prima che il ricorso venisse discusso davanti ai giudici veneziani e prontamente sostituita da una nuova, che produceva effetti simili, ma che aveva dalla sua parte la nuova legge regionale sui phone center appena entrata in vigore. Requisiti igienico-sanitari gravosi da rispettare, individuazione di aree specifiche dove relegare le attività, divieto di svolgere qualunque altra attività accessoria come quella di trasferire denaro all'estero, possibilità di restringere l'orario di apertura, con effetti discriminatori rispetto a altre attività commerciali. Questi gli aspetti principali del provvedimento coneglianese, ma anche della legge regionale su cui si sorreggeva la volontà del Comune. Di fronte a tanto accanimento che colpiva tutti indiscriminatamente sette gestori si sono ribellati chiedendo il rispetto di regole elementari di civiltà giuridica. E hanno vinto la loro causa, nella quale si era costituita anche la Regione nel tentativo di difendere la legge voluta dalla maggioranza. Il Tar, oltre a rimettere le carte alla Corte costituzionale, ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dai phone center con un terzo ricorso contro l'ordinanza, la terza firmata dal sindaco lo scorso 19 maggio, che riduceva l'orario di apertura. Il provvedimento era stato annunciato dall'assessore di reparto, Loris Zava, come un provvedimento esemplare che doveva colpire i phone center, rei di turbare l'ordine pubblico. In realtà, come lo stesso assessore riconobbe pubblicamente, il problema non era di tutti i centri di telefonia, ma solo di uno o forse due, ma i provvedimento colpiva tutti. Il Tar nell'accogliere la sospensiva proposta, ha riconosciuto pienamente le ragioni dei ricorrenti, sottolineando come il provvedimento del Comune non fosse rispettoso delle specificità del servizio reso dai phone center. Il Tribunale lagunare ha anche sottolineato che le finalità di ordine pubblico non si perseguono con questo, ma con altri strumenti offerti dalla legge. «Esprimo grande soddisfazione per questa decisione del Tar che mira a ripristinare elementari principi di diritto - ha affermato il difensore dei ricorrenti, l'avvocato Luca Mazzero -. Questa volta la giustizia ha fatto da garante ad un sistema di regole di civiltà che lo stesso legislatore regionale sembra aver dimenticato. Esiste il rischio fondato che un frainteso desiderio di legalità e di sicurezza produca mostruosità giuridiche. Ora attendiamo fiduciosi il giudizio della Consulta». Manuela Collodet

Torna all'inizio


Treviso (m.m.) Queste le delibere dei giudici sportivi. TERZA CATEGORIA - </B... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 27-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 27 Febbraio 2009, Treviso (m.m.) Queste le delibere dei giudici sportivi. TERZA CATEGORIA - Tre gare: Martinelli (Padernello) per insulti all'arbitro. Due gare: Piccinin (Tarzo Revine Lago). Una gara: Tosetto (CSM Resana), Marin (Pederobba), Da Rios (Vallata), Ferracin, Spagnol (Vidor), Battistella (Boccadistrada), Lopopolo (Pederobba), Pagnin, Vanin (Fontane), Pregnolato (Milan Guarda), Monè, Pozzedbon (Padernello), Poveglian (Parè), Pivetta (Postioma), Peruch, Selvestrel (Pro Refrontolo), Bettio, Pontoni, Scaboro (S. Antonino), Zago (S. Gaetano), Pizzol (Tarzo Revine Lago), Fornasier, Miotto (Valdosport). Inibizione fino al 3 marzo ai dirigenti Covre (S. Giustina) e Guarnieri (Vidor). JUNIORES - Una gara: Bianco, Zanasca (Pro Roncade), Casagrande (Godega), Vettorel (Feletto), Gatto (Gaiarine), Paro (Gorghense), Battistella (S. Antonino). Inibizione a dirigenti: fino al 24 marzo a Boffo (Orsago) per denigrazione e insinuazioni sull'onesta dell'operato dell'arbitro; fino al 17 a Benedetti (Gorghense); fino al 10 a Olivo (Gorghense). ALLIEVI - Due gare: Zorzi (Postioma), Tombolato (Godigese). Una: Pilla (Parè), Diliso (Vitt Sangiacomo), Dal Col (Efferre Aurora), Narder (Monastier), Gemin (Postioma). Ammende: 30 euro al Paese, 15 al Cordignano. GIOVANISSIMI - Quattro gare: Molin (Caerano), per espressioni irriguardose all'arbitro. Una gara: Coan (Cordignano), Sannino (Team Biancorossi), Boumanqar (Padernello). Ammende: 40 euro al Caerano, 25 al Vittorio Veneto CALCIO A 5 - Serie C2: Una gara a Franceschini (Miane), Basso (Cornuda Crocetta), Cinel (Pederobba), Zalunardo (Godigese). In serie D: una gara a Caon (Biancoceleste), Sardara (Brentanella), Fornasiero, Pilotto (Castelfranco), Ospici (Vedelago), De Luca (Monigo Tv).

Torna all'inizio