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Report "Giustizia"  26 maggio 2 giugno 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sulla polemica interviene anche il candidato alle Europee del Dl, Maddalena Calia: «Franceschini farebbe bene a pensare al fallimento del suo partito, ai disastri causati in Sardegna dalla giunta del suo amico Renato Soru, pluribocciata dagli elettori e dalla Corte Costituzionale per i suoi provvedimenti quantomeno improvvidi».

JESI È LA ... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 26-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, Silvia Calmandrei nipote del nonno Piero, Giovanna Galante Garrone figlia di Alessandro, la partigiana Lucia Ajmone Marsan e la figlia Valentina oltre a nomi illustri del panorama culturale nazionale come Paolo Borgna, Camilla Bergamaschi, Massimo L.

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 26-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: PRIMO PIANO pag. 8 «Una sentenza scandalosa, i giudici di sinistra l'avevano scritta prima del processo, sono militanti e usano il potere giudiziario a fini di lotta politica. Ma gli italiani sono con me»>

canone di depurazione l'aato stabilirà i rimborsi ( da "Tirreno, Il" del 26-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e le modalità di rimborso stabilite in seguito alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale sul canone di depurazione». L'Acquedotto del Fiora fa chiarezza sui rimborsi previsti dalla sentenza che stabilisce l'esenzione del canone di depurazione nei casi in cui la rete fognaria sia sprovvista di impianti di depurazione o questi risultino temporaneamente inattivi.

Più difficile revocare l'indulto ( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è ispirata al principio del favor rei e che la Corte costituzionale ha espressamente collegato all'interesse del condannato l'eventualità che le singole pene riassumano la loro autonomia. Va infine respinta la tesi della disparità di trattamento tra chi commette un reato legato da continuazione e chi commette un delitto al di fuori di un disegno.

Rendita agli orfani di un genitore naturale, come funzionerà ( da "AziendaLex" del 26-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sentenza della Corte costituzionale che lo prevede Rendita agli orfani di un genitore naturale, come funzionerà (Circolare Inail 24/2009) Prime indicazioni operative dell'Inail sulla rendita degli orfani di un solo genitore naturale. Con la Sentenza n. 86/2009 la Corte costituzionale ha dichiarato la illegittimità della disposizione che regolamenta la misura della rendita INAIL "

Con Sassari Sardegna in fuga dall'A2 ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 1981 andò in scena la partita che consentì alla Dinamo di prendere il posto del Csm in B, battendolo 96-74. C'è, poi la data del 22 maggio 1989, quando a Sassari la Dinamo sconfisse Siena 86-75 nella bella dei playoff e ottenne la storica promozione in A2. E, infine, la data del primo giugno 2003 quando la Dinamo, dopo tre anni di inferno in B1, fece ritorno in A2 battendo Trapani,

berlusconi international ( da "Manifesto, Il" del 26-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha riproposto il solito campionario e un torrente di parole sulle sue vicende giudiziarie e brancolato sulle domande intorno alla vicenda Noemi Letizia. Parlando di sé sempre in terza persona. Il processo Mills: «Una sentenza ingiusta. No, scandalosa. Non solo ingiusta. I giudici di sinistra avevano scritto la sentenza prima che cominciasse il processo».

barbagia in europa leoluca orlando presenta la lista - luciano piras ( da "Nuova Sardegna, La" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Andiamo in Europa per difendere i diritti dei cittadini, anche contro lo Stato. Perché in Italia la magistratura dà fastidio - ironizza -, la Corte costituzionale dà fastidio,la giustizia dà fastidio, l'informazione dà fastidio. E noi in Europa vogliamo andarci per dare fastidio» chiude.

immigrati, berlusconi boccia la " controlegge" - carlo bartoli ( da "Tirreno, Il" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte ci mette una pezza. Le scaramucce tra Regioni e governo hanno comunque avuto un effetto positivo: la Corte costituzionale ha definito, con le sue sentenze, in maniera sempre più precisa i confini tra le competenze regionali e quelle governative.

La presentazione ( da "Nazione, La (Prato)" del 27-05-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: avvocato civilista che si occupa in particolare di diritto dell'immigrazione e della famiglia. A coordinare la serata sarà Elisabetta Rosi, magistrato, assistente presso la Corte Costituzionale italiana, componente del gruppo di esperti della Commissione europea Ad Hoc sulla Tratta. L'ingresso è libero.

China's Bid to Challenge Volkswagen, Toyota May Stumble on Local Politics>( da "Bloomberg" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: "The weaker ones will find it hard to survive and will be forced to quit," said Yale Zhang, a director at CSM Asia in Shanghai. "The market isn't as strong as before." To contact the reporter for this story: Stephanie Wong in Shanghai at swong139@bloomberg.net Last Updated: May 26, 2009 23:10 EDT

Calo di assenze record in Liguria ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Situazione particolare rappresenta la Valle d'Aosta, che ha approvato una legge (5/2009, all'esame della Corte Costituzionale) per "regionalizzare" la norma voluta dal ministro Brunetta. «Avendo la nostra regione già contrattualmente disciplinato le assenze per malattia dei dipendenti pubblici attraverso l'erogazione del salario accessorio –

Friulano EXTRASCOLASTICO ( da "Manifesto, Il" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Friulano EXTRASCOLASTICO LA CONSULTA BOCCIA LA LINGUA DI PASOLINI Azzerata dalla Corte costituzionale la legge di tutela delle minoranze linguistiche voluta da Rifondazione e approvata dal centrosinistra alla regione Friuli. Non si potrà più insegnare il friulano a scuola. Eppure il 60% dei genitori aveva optato per questa scelta.

MALAN (PD) Le sentenze della Corte vanno rispettate ( da "Manifesto, Il" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Le sentenze della Corte vanno rispettate» Per Alessandro Maran, deputato del Pd, «le sentenze vanno rispettate», soprattutto quelle della Corte Costituzionale «il cui compito è quello di porre limiti al legislatore». Commentando la decisione di bocciare alcuni articoli della legge sulla tutela della lingua friulana, il parlamentare ha detto che «

Fecondazione, i centri senza regole ( da "Corriere della Sera" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: I giudici della Corte Costituzionale hanno cambiato la legge 40 sulla fecondazione assistita rimettendo nelle mani dei medici la scelta del numero di ovociti da inseminare ma molti centri, soprattutto pubblici, continuano ad applicare le vecchie regole: si fecondano al massimo tre ovociti e si trasferiscono tutti gli embrioni prodotti in un unico e contemporaneo impianto.

Fecondazione, i centri senza regole ( da "Corriere.it" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: I giudici della Corte Costituzionale hanno cambiato la legge 40 sulla fecondazione assistita rimettendo nelle mani dei medici la scelta del numero di ovociti da inseminare ma molti centri, soprattutto pubblici, continuano ad applicare le vecchie regole: si fecondano al massimo tre ovociti e si trasferiscono tutti gli embrioni prodotti in un unico e contemporaneo impianto.

IL POTERE GIUDIZIARIO ( da "Avvenire" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: MONDO 27-05-2009 IL POTERE GIUDIZIARIO Portoricana, cresciuta nel Bronx e laureata a Princeton. Bush l'ha promossa giudice federale. Sulla ratifica l'incognita dei conservatori

Sanremo: democrazia e politica, lettore risponde a Pardini ( da "Sanremo news" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vorrei rispondere che in altri Stati non esiste Magistratura Democratica né un CSM politicizzato (come dimostrano le candidature politiche). Esistono invece leggi che tutelano, per l?interesse del Paese, le alte cariche dello Stato non solo da 'presunti scandali' ma anche da presunti reati. Avendo senso dello Stato potremmo tollerare un Presidente del Consiglio perennemente eletto,

Politici e giudiciricordano Sgroi ( da "Sicilia, La" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: profilo giuridico sono attese nella città barocca per ricordare il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione Vittorio Sgroi, netino. L'appuntamento è fissato alle dieci, nella Sala Gagliardi di Palazzo Trigona dove il Presidente emerito della Corte Costituzionale Franco Bile presenterà il volume «Scritti in memoria di Vittorio Sgroi», pubblicato a cura di Giovanni Giacobbe.

Scuola, al bando bermuda e mini-top ( da "Sicilia, La" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: al bando bermuda e mini-top APPELLO DEL CSM Paralisi Procure scoperture organici arrivate al 100% a Caltanissetta La «paralisi» delle procure e cioè lo stop delle indagini per mancanza di pubblici ministeri sta diventando realtà. In cinque uffici requirenti la scopertura degli organici è arrivata al 100%.

Alitalia, Sentenza Tar su concorrenza tratta Milano Roma. Penati: "Una grande vittoria per tutti i cittadini milanesi" ( da "Sestopotere.com" del 27-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente della Provincia di Milano la sentenza del Tar del Lazio di rinviare alla Corte Costituzionale la Legge con cui è stato concesso alla Società CAI il monopolio della rotta Milano-Fiumicino. “La Provincia di Milano – aggiunge Penati - è l?unica istituzione italiana che ha sostenuto ufficialmente il ricorso che Federconsumatori ha fatto al Tar del Lazio contro l?

Per l'effetto "Brunetta" 37% di assenze in meno ( da "Stampa, La" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Comuni capoluogo e Province, ad Aosta la diminuzione delle assenze è stata del 29 per cento. La Valle d'Aosta si trova in una situzione particolare, perché all'inizio di quest'anno aveva approvato una legge regionale sull'argomento. Provvedimento che è stato impugnato dal governo davanti alla Corte Costituzionale.

Alitalia, il governo pronto a risarcire anche gli azionisti ( da "Stampa, La" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E contestualmente il Tar ha chiesto alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla costituzionalità del «decreto Alitalia» che ha modificato la legge Marzano sulle grandi imprese in crisi. Plaudono il Pd e i ricorrenti: «Il Tar ci dà ragione su un provvedimento che lede la concorrenza sulla tratta Milano-Roma».

Friuli, il Consiglio si esprime in "furlano" ( da "Tribuna di Treviso, La" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: distanza dalla decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittime alcune norme della legge regionale di tutela della lingua friulana. «Le nostre lingue - ha detto quindi Edouard Ballaman - sono il punto di forza e di ricchezza per la Regione. La tutela e la valorizzazione di queste minoranze è sancita dalla Carta Costituzionale e da specifiche leggi nazionali e regionali»

Morandini Concorso per il difensore civico ( da "Trentino" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Come ha evidenziato anche la Corte Costituzionale, rappresenta uno dei "corollari naturali dell'imparzialità, in cui viene ad esprimersi la distinzione più profonda tra politica e amministrazione». Non solo: «Per il Consiglio di Stato "l'imparzialità amministrativa è bensì vulnerata dalla potenzialità astratta della lesione della parità di trattamento e,

friuli, il consiglio si esprime in "furlano" ( da "Nuova Venezia, La" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: distanza dalla decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittime alcune norme della legge regionale di tutela della lingua friulana. «Le nostre lingue - ha detto quindi Edouard Ballaman - sono il punto di forza e di ricchezza per la Regione. La tutela e la valorizzazione di queste minoranze è sancita dalla Carta Costituzionale e da specifiche leggi nazionali e regionali»

Lufthansa Italia: duecento assunzioni a Malpensa ( da "Nazione, La (Firenze)" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Tar del Lazio ha rinviato alla Corte Costituzionale il decreto Alitalia, il provvedimento del 28 agosto 2008 che ha ampliato l'ambito di applicazione della legge Marzano consentendo la fusione tra Alitalia e Air One senza la necessità dell'autorizzazione Antitrust. Il nodo è quello del monopolio della tratta Milano-Roma.

di ANDREA SETTEFONTI DALLA PROSSIMA settimana arriveranno i primi rimborsi di... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Tutto inizia dalla sentenza della corte costituzionale che si è pronunciata sul diritto all'esenzione dal pagamento della quota variabile di depurazione». La "battaglia" è iniziata con il cercare di sapere quanti siano i cittadini realmente allacciati alla depurazione e quanti quelli esterni e che quindi non avrebbero diritto a pagare le quote.

LEGGE 40, UNA SENTENZA RIVELATRICE ( da "Manifesto, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: annuncio delle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale che boccia le basi portanti della Legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, si è prodotta una reazione scomposta da parte dei «guardiani» della stessa. Perché dare ai medici, si dice, l'ultima parola riguardo al numero degli embrioni da produrre, da impiantare e (eventualmente) da congelare,

I figli di Berlusconi reagiscono alle critiche del Pd Franceschini ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Alitalia Il Tar Lazio ha rinviato al giudizio della Corte costituzionale il decreto Alitalia, ovvero il provvedimento del 28 agosto 2008 (seguito dal provvedimento Antitrust del 3 dicembre) che ha concesso per tre anni a Cai il monopolio sulla Linate-Fiumicino. u pagina 19 Direttiva Brunetta contro l'abuso di internet al lavoro Una direttiva del ministero della Funzione pubblica,

Il decreto Alitalia rinviato all'esame della Consulta ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: costituzionalità in merito alla fusione Alitalia- Air One e ai vantaggi che da essa sono derivati per la società Cai. In particolare, la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare sulla legittimità del cosiddetto decreto Alitalia, il provvedimento del 28 agosto 2008 che ha ampliato il perimetro di applicazione della legge Marzano consentendo la fusione tra Alitalia e Air One nell'

Agenti organizzati con Irap ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sezioni unite ricordano che la Corte costituzionale (sentenza 156/ 2001) aveva distinto tra attività di impresa ( per le quali la soggezione all'Irap è comunque scontata) e il "lavoro autonomo" (in cui si valorizza l'elemento dell'organizzazione). Si sono poste quindi il problema di quale delle due categorie dovesse ricomprendere l'esercizio delle attività ausiliarie di cui parla l'

Regimi differenziati ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ma solo dell'elemento qualitativo dell'attività esercitata La via dell'Ilor La soluzione per l'Irap invece è quella di considerare la presenza delle condizioni minime di impresa come la Corte costituzionale aveva fatto nel caso dell'Ilor e come aveva indicato, a proposito dell'imposta regionale,nella sentenza 156 del 2001

Cognome anche della madre ( da "Corriere della Sera" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la sentenza della Corte Costituzionale del febbraio 2006, che in modo esplicito rilevò come «il sistema di attribuzione del cognome è retaggio di una concezione patriarcale della famiglia non più coerente con i principi del nostro ordinamento». Più recentemente, nel settembre scorso, si pronunciò la Cassazione invitando il Parlamento italiano a recepire le norme europee perché «

Antitrust, decreto Alitalia davanti alla Consulta ( da "Corriere della Sera" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: alla Consulta Il Tar rinvia alla Corte, round ai concorrenti ROMA La sospensione dei poteri dell'Antitrust sulla fusione tra Alitalia e AirOne finisce davanti alla Corte Costituzionale. Il Tar del Lazio ieri ha infatti sospeso il giudizio sui ricorsi presentati da Meridiana, Eurofly e Federconsumatori contro il decreto che escluse la necessità di una preventiva autorizzazione dell'

decreto alitalia, la parola alla consulta - lucio cillis ( da "Repubblica, La" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Antitrust LUCIO CILLIS ROMA - Sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi sulla legittimità del decreto Alitalia, il provvedimento che nell´agosto del 2008 ha ampliato l´applicazione della legge Marzano alla ex compagnia di bandiera, limitando i poteri di intervento dell´Antitrust e consentendo di fatto le nozze tra Alitalia e Air One.

Cognome anche della madre ( da "Corriere.it" del 28-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: una legge la sentenza della Corte Costituzionale del febbraio 2006, che in modo esplicito rilevò come «il siste­ma di attribuzione del cogno­me è retaggio di una concezio­ne patriarcale della famiglia non più coerente con i principi del nostro ordinamento». Più recentemente, nel settembre scorso, si pronunciò la Cassa­zione invitando il Parlamento italiano a recepire le norme eu­

giallo delle firme contestate, il tar riammette il pdl ( da "Repubblica, La" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ma manda la pratica alla Corte Costituzionale, che dovrà valutare il diritto di una lista esclusa di ricorrere prima delle elezioni anziché dopo. Solo tra diversi mesi, quindi, il Tar entrerà nel merito della vicenda delle firme presentate e considerate in gran parte irregolari.

savona, il tar riammette il pdl - donatella alfonso ( da "Repubblica, La" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pare: ma il Tar ha anche deciso di inviare gli atti alla Corte Costituzionale, rinviando il giudizio di merito alla decisione della Consulta; quando ci sarà questo pronunciamento, che riguarda l´ammissibilità di un tale ricorso prima delle elezioni invece che dopo, il Tar ligure potrà anche pronunciarsi nel merito.

Stop all'alcol dopo le 2: deciderà la Consulta ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: causa alla Corte Costituzionale, notificandoli anche, come vuole la legge, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai presidenti dei due rami del Parlamento. L'eccezione di legittimità costituzionale era stata sollevata, negli esatti termini accolti, dall'avvocato Gianluca Alni, il legale che tutela gli interessi della discoteca BBK sanzionata dal Prefetto nel settembre scorso,

Promozione per Ilda Boccassini Procuratore aggiunto a Milano ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Boccassini Procuratore aggiunto a Milano CSM ALL'UNANIMITA' ROMA Promozione per Ilda Boccassini (Ansa) il sostituto procuratore milanese che è stata pm nei processi Imi-Sir e Sme, conclusi con la condanna di Cesare Previti. Il plenum del Csm all'unanimità, con il voto favorevole anche dei laici del Pdl, l'ha nominata procuratore aggiunto nello stesso ufficio dove lavora da più di 30 anni.

Promozione per Ilda Boccassini Procuratore aggiunto a Milano ( da "Nazione, La (Firenze)" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Boccassini Procuratore aggiunto a Milano CSM ALL'UNANIMITA' ROMA Promozione per Ilda Boccassini (Ansa) il sostituto procuratore milanese che è stata pm nei processi Imi-Sir e Sme, conclusi con la condanna di Cesare Previti. Il plenum del Csm all'unanimità, con il voto favorevole anche dei laici del Pdl, l'ha nominata procuratore aggiunto nello stesso ufficio dove lavora da più di 30 anni.

Firme di Savonariammesso il Pdl ( da "Secolo XIX, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Savonariammesso il Pdl elezioni provinciali Il Tar rimette la questione alla Corte costituzionale Genova. Il Tribunale amministrativo regionale ha riammesso alle elezioni provinciali di Savona la lista del Pdl, che era stata esclusa dalla commissione elettorale per irregolarità formali delle firme dei presentatori. Il tribunale ha rinviato gli atti al giudizio della Corte Costituzionale.

Sentenza della Costituzionaledà la svolta al giallo Manunta ( da "Secolo XIX, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: inchiesta penale sarebbe una sentenza della Corte Costituzionale con la quale si dichiara l'incostituzionalità della norma che disponeva l'obbligo dell'archiviazione di fronte al rigetto del tribunale della Libertà. Venendo a mancare questa posizione, la procura avrebbe deciso di chiedere il rinvio a giudizio di Pisano.

L'Irap deve riaprire i calcoli ( da "Sole 24 Ore, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: udienza davanti alla Corte costituzionale per affrontare la questione dell'indeducibilità dell'Irap dalla base imponibile dell'imposta sul reddito delle imprese e dei lavoratori autonomi. Punto sul quale, va ricordato, il legislatore è intervenuto con una deduzione del 10% dall'imponibile delle dirette (articolo 6 del Dl 185): resta,

Maletti e gli anni delle stragi Niente grazia al generale 007 ( da "Corriere della Sera" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e una simile interpretazione è stata esclusa dalla Corte costituzionale. La risposta negativa del capo dello Stato è stata comunicata qualche giorno fa al ministero della Giustizia, al termine delle verifiche svolte dagli uffici competenti di via Arenula e del Quirinale. Compresa quella sulla richiesta di estradizione di Maletti, respinta una prima volta dal Sudafrica,

Firme di Savona riammesso il Pdl ( da "Secolo XIX, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: riammesso il Pdl Elezioni provinciali Il Tar rimette la questione alla Corte costituzionale Genova. Il Tribunale amministrativo regionale ha riammesso alle elezioni provinciali di Savona la lista del Pdl, che era stata esclusa dalla commissione elettorale per irregolarità formali delle firme dei presentatori. Il tribunale ha rinviato gli atti al giudizio della Corte Costituzionale.

Looming GM Bankruptcy Threatens Sales at Partsmakers American Axle, Shiloh ( da "Bloomberg" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: consultant CSM Worldwide estimates. Visteon Corp., a former Ford unit, filed for bankruptcy yesterday. GM's plan for a Chapter 11 filing was described yesterday by people familiar with the Detroit-based automaker's preparations. While Vice Chairman Bob Lutz said any stay in court protection would be quick, he wouldn't discuss specifics.

Savona, il Tar dice sì al Pdl ( da "Secolo XIX, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: deciso di inviare gli atti alla Corte Costituzionale per il giudizio di merito. Una prova ulteriore che il "caso-Savona", tra vizi di forma ma diritto di sostanza, non ha ancora sciolto i suoi dogmi e probabilmente è destinato a fare giurisprudenza. La lista del Pdl era stata esclusa dalla commissione elettorale perché non erano state riconosciute 503 delle 590 firme presentate:

Saluzzo: situazione a rischio per il Tribunale cittadino ( da "Targatocn.it" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Se perdiamo anche il Tribunale diventiamo un paesino, Saluzzo non sarà più una grande e importante città?. La situazione, ora, è quella evidenziata dal CSM che ha pronosticato per Saluzzo, laddove non si intervenga a prevedere l?invio dei sostituti procuratori, ?la momentanea paralisi delle indagini penali?. Gi. Fe.

Savona: Lunardon (Pd): "Scajola non critichi i giudici" ( da "Savona news" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lunardon infatti ha spiegato che: "il Tar ha sospeso il giudizio me ha chiamato in causa la corte costituzionale che a seconda di come si pronuncerà potrebbe anche invalidare le elezioni e queste comporterebbe una spesa di 2 milioni e 600 mila euro, soldi che greverebbero sui bilanci dell'ente pubblico".

Savona: Vaccarezza, "sempre stati sereni e tranquilli" ( da "Savona news" del 29-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Non credo - ha detto Orsi - che la corte costituzionale aggiungera' molto di piu' a quanto ha gia' il Tar. E comunque qualunque cosa accada dopo le elezioni o anche ad un anno dalla loro celebrazione noi prenderemo le nostre decisioni volta per volta e francamente non ce ne preoccupiamo piu' di tanto".

Berlusconi: ( da "Corriere.it" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: inoltre reso noto che nella commissione di garanzia che si occuperà di verificare la gestione dei fondi donati per il terremoto (al momento 45 milioni di euro) ci saranno «il senatore Franco Marini, l'ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli, il professore Natalino Irti, il magistrato Cesare D'Ambrosio, l'ex giudice della Corte costituzionale Fernanda Contri». stampa |

Caccia all'uomopresi rapinatori ( da "Secolo XIX, Il" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: se il ricorso sul "merito" ancora pendente alla Corte Costituzionale possa cambiare le cose ad elezioni effettuate - sia quello del PdL sia l'altro del PCdL - nessuno per ora sembra in grado di rispondere. «La corte Costituzionale potrebbe esprimersi anche tra un anno - ha detto Orsi - noi a quell'epoca governeremo già da 12 mesi.

L'incognita del ricorsodel partito comunista di marco ferrando ( da "Secolo XIX, Il" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il ricorso al Consiglio di Stato e nel caso alla Corte Costituzionale. E quindi se in uno di questi gradi di giudizio il PCdL dovesse essere riammesso, sarebbe molto difficile non annullare le elezioni e rifarle. «Visto l'esito della sospensiva della Pdl rimaniamo fiduciosi per il ricorso nel merito che si discuterrà post elezioni» ha infatti dichiarato Simone Anselmo,

franceschini con la toscana, il ministro attacca ( da "Tirreno, Il" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Franceschini e i suoi sappiano che il governo non esiterebbe un minuto a impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale qualsiasi legge regionale "antibrunetta", e cioè abrogativa delle norme sulle assenze per malattia dei dipendenti». Più pacato, gli risponde Martini: «Il ministro esprime giudizi sulla nostra iniziativa, ma evidentemente non la conosce - spiega -.

Europa, politica fiscale cercasi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giurisprudenza della Cassazione e della Corte costituzionale non possono prescindere dalla giurisprudenza della Corte di giustizia, pur nel rispetto delle proprie impostazioni interne e della propria individualità. Ma c'è un limite politico che trova fondamento non solo nella storia e nella tradizione dei singoli Stati, ma anche in resistenze ideologiche che hanno limitato fin dall'

Il Cavaliere in Abruzzo: terremotati in crociera ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che verrà garantita da un comitato ad hoc a cui parteciperanno l'ex presidente del Senato Franco Marini, l'ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli e l'ex giudice costituzionale Fernanda Contri, il professor Natalino Irti e il magistrato Cesare D'Ambrosio. Berlusconi ha ribadito poi la «mission impossible »: costruire 4-5 mila abitazioni in 80 giorni.

Quando la parità di trattamento è solo nelle parole ( da "Unita, L'" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dovrebbe essere quanto previsto dalla convenzione internazionale, ma la materia resta controversa perché, evidentemente, fa gioco alimentare conflitti nonostante lettera e sostanza del diritto risultino limpide. A questo punto, è inevitabile che si arrivi a una sentenza della Corte Costituzionale per affermare giustizia laddove giustizia viene negata.

L'Aquila, il gran rifiuto delle lauree Il premier: ( da "Nazione, La (Firenze)" del 30-05-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: circa 45 milioni di euro) ci saranno «il senatore Franco Marini, l'ex presidente della Corte costituzionale Mirabelli, il professore Natalino Irti, il magistrato D'Ambrosio, l'ex giudice della Corte costituzionale Fernanda Contri». Berlusconi ha detto anche che durante il G8 di luglio «i capi delegazione alloggeranno a L'Aquila».

Scandalo appalti a Niguarda Il Pdl del Nord accusa il ministero ( da "Corriere della Sera" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: governatore Roberto Formigoni di appellarsi alla Corte costituzionale, ieri 15 deputati del Popolo della libertà hanno presentato un'interrogazione parlamentare, firmata anche dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, da Giancarlo Abelli, Renato Farina e Manuela Di Centa. Il leit motiv è sempre lo stesso: «La gestione e l'organizzazione sanitaria sono 'potestà delle Regioni'

Pubblici Cittadini ( da "Corriere della Sera" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale e uno dei promotori dell'associazione Pubblici Cittadini (insieme a Gustavo Ghidini, Morris L. Ghezzi, Vincenzo Ferrari, Beatrice Rangoni Machiavelli e Fabrizio De Benedetti) critica l'opacità delle attuali norme elettorali.

Fecondazione, nuove strategie di tutela ( da "Avvenire" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: RIMINI) ENRICO NEGROTTI L a recente sentenza della Corte Costituzionale è considerata uno «spartiacque» che ha indotto i presidenti delle società scientifiche di medicina della riproduzione a redigere un documento di consenso per fornire ai medici le indicazioni pratiche cui attenersi, pur non potendo essere vincolanti.

Ricostruzione, 5 tutor per gestire le donazioni ( da "Avvenire" del 30-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex presidente della Corte Costituzionale, Natalino Irti, e infine due magistrati, Vito D'Ambrosio e Fernanda Contri. Saranno questi i tutor che gestiranno quel fiume di solidarietà arrivato da ogni dove, soprattutto delle comunità di italiani all'estero. Un lavoro di squadra con tutti gli interlocutori locali, come lo definisce lo stesso presidente del consiglio.

La Consulta boccia la legge regionale ( da "Stampa, La" del 31-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: così la Corte costituzionale in una sentenza con cui ha dichiarato illegittima la norma della Valle d'Aosta in materia urbanistica, che era stata impugnata dal Governo. La Consulta ha giudicato fondati i rilievi posti dal Consiglio dei Ministri sulla legge regionale 22 del 2006, secondo i quali la Valle d'Aosta avrebbe ecceduto «

Udc a "piedi uniti" ( da "Secolo XIX, Il" del 31-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: governo manda davanti alla Corte Costituzionale, cesa eviterebbe di dire sciocchezze». Burlando risponde al segretario nazionale dell'Udc, ma senza rinnegare l'idea di una forte coalizione - Pd,Udc e Idv - «per cominciare a costruire, a partire dai ballottaggi delle amministrative e poi attraverso le regionali, un'alternativa a questo governo che è completamente inadatto al suo ruolo.>

Sceneggiate berlusconiane ( da "Tribuna di Treviso, La" del 31-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: edificio Costituzionale, a garanzia della nostra libertà. Lui non sopporta che sull'esecutivo possa interferire il potere di controllo del Parlamento, il potere di controllo di costituzionalità del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale, il potere di controllo di legalità della Magistratura e l'obbligatorietà della azione penale del Pubblico Ministero.

Maroni e la sicurezza ( da "Corriere della Sera" del 31-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giustizia, rafforzando il potere giudiziario nei paesi africani, stringendo accordi tra i paesi che arrestano i pirati e quelli che sono in grado di processarli, ma che spesso mancano di giurisdizione nei loro confronti. Il ministro dell'Interno francese Michèle Alliot-Marie ha sottolineato che «l'Occidente ha bisogno di avere strumenti legali per perseguire gli strateghi della pirateria

Il Tar boccia la Regione: ( da "Secolo XIX, Il" del 31-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale nel luglio del 2008 bocciò quella norma per un vizio di forma, spiegando che la Liguria non poteva sostituire con un atto legislativo ciò che avrebbe dovuto realizzare con un provvedimento meramente amministrativo». La questione di legittimità costituzionale era stata sollevata dallo stesso Tar per il fatto che la Regione stabiliva che solo i farmaci generici

ministri, portaborse e amici triplicato il numero dei decolli - alberto custodero ( da "Repubblica, La" del 01-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale. In più, gli ex presidenti della Repubblica. Nel 2007, dopo la polemica nata dall´utilizzo di un aereo di Stato per raggiungere il Gran Premio di Monza da parte degli allora ministri Francesco Rutelli e Clemente Mastella, ai "voli blu" era stata impressa un´ulteriore stretta, con l´esclusione di ministri,

Lo scoiattolo ritorna ( da "Trentino" del 01-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: mi meraviglio che la Sinistra tutta non si adoperi affinché la Corte costituzionale faccia sapere al popolo se la cosa viene considerata giusta. Infine mi rivolgo al popolo di cui sono una piccola goccia affinché consideri la convenienza del referendum da me proposto e del quale purtroppo non avete mai avuto la possibilità di pubblicarne il contenuto.

Ministri, portaborse e amici triplicato il numero dei decolli ( da "Repubblica.it" del 01-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale. In più, gli ex presidenti della Repubblica. Nel 2007, dopo la polemica nata dall'utilizzo di un aereo di Stato per raggiungere il Gran Premio di Monza da parte degli allora ministri Francesco Rutelli e Clemente Mastella, ai "voli blu" era stata impressa un'ulteriore stretta, con l'esclusione di ministri,

U.S. Auto Market Likely Tumbled 35% in May on Chrysler Bankruptcy, Economy ( da "Bloomberg" del 01-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 4 (CSM Worldwide) Christopher Ceraso -32% -27% -48% 9.45 (Credit Suisse) Gary Dilts N/A N/A N/A 9.4 (J.D. Power) Rod Lache -40% -27% -45% 9.1 (Deutsche Bank) John Sousanis -37% -30% -50% 9.2 (Ward's) Jesse Toprak -35% -26% -52% 9.3 (Edmunds) John Wolkonowicz -42% -35% -59% 8.

Giudici, la super casta ( da "Panorama.it" del 01-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale, al Quirinale, in commissioni e autorità, organismi internazionali e ambasciate, missioni varie all'estero. Tutte queste toghe fuori ruolo continuano a percepire il loro stipendio al quale aggiungono in alcuni casi indennità che vanno dai 50 mila euro l'anno per gli assistenti dei giudici costituzionali ai 115 mila per i più gratificati dalle varie amministrazioni,


Articoli

(sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Primo Piano Pagina 102 il governatore «Chi offende me non ha rispetto per i sardi» Il governatore --> «È inaccettabile che i presunti “boss” del centrosinistra vengano qui in Sardegna per farsi propaganda elettorale, insultando chi rappresenta le istituzioni e chi ha ricevuto il mandato popolare a governare l'isola appena tre mesi fa». È la replica di Ugo Cappellacci a Dario Franceschini. «Ancora una volta, dopo gli sproloqui di Vendola della scorsa settimana, mi trovo costretto a interrompere il mio lavoro per rispondere a Franceschini, segretario del Pd, forza politica in caduta libera, di consensi e di stile. Le offese rivolte a me - ha detto Cappellacci - sono offese rivolte a tutti i sardi: non siamo lacchè di nessuno. La Sardegna, per chi ancora lo ignorasse, quotidianamente e autonomamente si occupa di risollevare le sorti del proprio territorio, che è stato disastrato proprio da un esponente del Pd di Franceschini». Sulla polemica interviene anche il candidato alle Europee del Dl, Maddalena Calia: «Franceschini farebbe bene a pensare al fallimento del suo partito, ai disastri causati in Sardegna dalla giunta del suo amico Renato Soru, pluribocciata dagli elettori e dalla Corte Costituzionale per i suoi provvedimenti quantomeno improvvidi».

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JESI È LA ... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 26-05-2009)

Argomenti: Giustizia

JESI pag. 12 JESI È LA «FORZA per la stanchezza dei sognatori»... JESI È LA «FORZA per la stanchezza dei sognatori», ultima voce nella marcia che seguì la bara di Neruda per le vie di Santiago, forse il messaggio più forte lasciato, dai diversi momenti della giornata in memoria di Alessandro Galante Garrone, organizzata dal Centro Studi P. Calamandrei. A concluderla, sabato al Pergolesi, proprio «I funerali di Neruda. Garofani rossi per Pablo», lo spettacolo di Louis Sepùlveda e Renzo Sicco che racconta della malattia e della violenza nei confronti di Neruda, della casa, dei suoi ricordi, della sua vita. E di come il funerale, la veglia, il corteo diventino una simbolica manifestazione di resistenza, a soli 15 giorni dal golpe di Pinochet. Una giornata che ha visto in mezzo ad oltre 500 studenti, il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, Silvia Calmandrei nipote del nonno Piero, Giovanna Galante Garrone figlia di Alessandro, la partigiana Lucia Ajmone Marsan e la figlia Valentina oltre a nomi illustri del panorama culturale nazionale come Paolo Borgna, Camilla Bergamaschi, Massimo L. Salvatori, Riccardo Marchis e Alfredo Viterbo. Questi ultimi, sabato pomeriggio, hanno partecipato al convegno «I valori e le battaglie civili di un laico del 900», dedicato allo storico, scrittore, giornalista, antifascista e magistrato italiano che, in vita, è stato anche presidente onorario del Centro Studi jesino. Prima del convegno l'università jesina ha voluto intitolare una sua aula a P. Calamandrei. A scoprire la targa, proprio la nipote di Calamandrei, Silvia. A salutare ed apprezzare l'iniziativa anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sara Ferreri

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(sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 26-05-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMO PIANO pag. 8 «Una sentenza scandalosa, i giudici di sinistra l'avevano scritta prima del processo, sono militanti e usano il >potere giudiziario a fini di lotta politica. Ma gli italiani sono con me»

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canone di depurazione l'aato stabilirà i rimborsi (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 26-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Fiora fa chiarezza: «Cittadini obbligati a fare le istanze» Canone di depurazione L'Aato stabilirà i rimborsi GROSSETO. «Spetta alla legge dettare, con maggiore chiarezza, le tempistiche e le modalità di rimborso stabilite in seguito alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale sul canone di depurazione». L'Acquedotto del Fiora fa chiarezza sui rimborsi previsti dalla sentenza che stabilisce l'esenzione del canone di depurazione nei casi in cui la rete fognaria sia sprovvista di impianti di depurazione o questi risultino temporaneamente inattivi. «L'azienda - dice il Fiora - si è attivata nei tempi previsti (ottobre 2008), sospendendo la fatturazione del canone nei casi già accertati ed ha avviato tutte le attività necessarie per individuare quelli interessati e quelli non ancora conosciuti». Poi, il governo si è espresso nel febbraio scorso con una legge in base alla quale spetta all'Aato, entro 120 giorni dall'entrata in vigore della stessa, definire gli importi dovuti; per cui, dal 1º ottobre 2009 le aziende attiveranno le procedure del rimborso, che avverranno in forma rateizzata in 5 anni. Non è però previsto il rimborso automatico: le domande dovranno essere infatti presentate dall'utente. «La legge - prosegue il Fiora - ha inoltre disposto che in tutte le situazioni in cui l'azienda ha iniziato o previsto la realizzazione di impianti di depurazione (progettazione, avvio lavori), tutti i costi previsti dagli interventi saranno dovuti da parte dello stesso utente e quindi detratti dal rimborso». Il Fiora afferma di aver sempre fornito al cittadino le opportune informazioni e chiarimenti in merito, in collaborazione con l'Aato, con i Comuni e i vari organi di informazione. «Non discuto su quanto stabilito dalla legge e dalla sentenza della Corte costituzionale - spiega il presidente di Acquedotto del Fiora, Claudio Ceroni -, ma ribadisco che quanto previsto da tali normative, portando ad un'oggettiva e sostanziosa riduzione di risorse finanziarie a disposizione, costituisce una seria minaccia all'operato dell'azienda sugli interventi futuri legati all'importantissima attività di depurazione che interessa gran parte del territorio. A mio avviso sarebbe utile che le istituzioni si attivassero per presentare un disegno di legge ben definito in materia di depurazione, che possa farci uscire da questo empasse».

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Più difficile revocare l'indulto (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI PROFESSIONISTI data: 2009-05-26 - pag: 39 autore: Le Sezioni unite penali sul caso di reati in continuazione Più difficile revocare l'indulto MILANO La Corte di cassazione rende più ardua la revoca dell'indulto. Le Sezioni unite penali, con la sentenza 21501 del 22 maggio, si sono pronunciate sul caso di una persona condannata per una pluralità di reati tutti uniti dal vincolo della continuazione. E hanno affermato, sposando l'orientamento minoritario sinora seguito dalla Cassazione, che, in caso di condanna per vari illeciti continuati, alcuni (tra i quali il più grave) consumati prima della scadenza del termine per usufruire del beneficio dell'indulto, e altri successivamente, nei cinque anni dall'entrata in vigore del provvedimento di clemenza, l'autorità giudiziaria dovrà considerare la pena in concreto inflitta a titolo di aumento per ogni reato e non quella minima prevista dalla norma incriminatrice. Per la Cassazione va valorizzato il fatto che sia il condono del 1990 sia l'ultimo datato 2006, disciplinando la revocabilità dell'indulto, usano l'espressione «riporti condanna», che evoca il concetto di pena inflitta dal giudice. «In proposito – spiega la sentenza – va osservato che il legislatore,nell'ancorare determinate conseguenze giuridiche alla gravità del reato, quale posta in luce dal trattamento sanzionatorio, fa riferimento alla pena prevista dalla disposizione incriminatrice ovvero a quella inflitta con la sentenza di condanna: le espressioni usate non sono indifferenti, ma significative dell'intento di attenersi, nel primo caso, alla valutazione operata in via preventiva dalla norma, e, nel secondo, all'applicazione effettuata dal giudice nell'ambito del suo potere discrezionale». Su questo punto, per le Sezioni unite, è condivisibile la requisitoria del Procuratore generale, il quale ha sottolineato come vada esclusa l'applicabilità del beneficio per una serie di reati individuati attraverso le rispettive norme incriminatrici, mettendo così in evidenza la volontà di rafforzare le esigenze di prevenzione per violazioni di particolare allarme sociale. In materia di revoca, invece, l'obiettivo è quello di controllare la meritevolezza del beneficio da parte del singolo condannato. Inoltre non ci si può dimenticare, osserva ancora la Cassazione, che la disciplina della continuazione, con le sole eccezioni stabilite dalla legge, è ispirata al principio del favor rei e che la Corte costituzionale ha espressamente collegato all'interesse del condannato l'eventualità che le singole pene riassumano la loro autonomia. Va infine respinta la tesi della disparità di trattamento tra chi commette un reato legato da continuazione e chi commette un delitto al di fuori di un disegno. è infatti lo stesso Codice penale ad attribuire a una condotta penalmente rilevante ma attuata in continuazione, un disvalore attenuato. G.Ne. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CRITERIO Il giudice deve valutare la pena inflitta a solo titolo di aumento per ciascun delitto e non il minimo di legge

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Rendita agli orfani di un genitore naturale, come funzionerà (sezione: Giustizia)

( da "AziendaLex" del 26-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Sei in: Prima Pagina | Servizi | Testo Dopo la sentenza della Corte costituzionale che lo prevede Rendita agli orfani di un genitore naturale, come funzionerà (Circolare Inail 24/2009) Prime indicazioni operative dell'Inail sulla rendita degli orfani di un solo genitore naturale. Con la Sentenza n. 86/2009 la Corte costituzionale ha dichiarato la illegittimità della disposizione che regolamenta la misura della rendita INAIL "nella parte in cui, nel disporre che, nel caso di infortunio mortale dell'assicurato, agli orfani di entrambi i genitori spetta il quaranta per cento della rendita, esclude che essa spetti nella stessa misura anche all'orfano di un solo genitore naturale". Pertanto, dal 2 aprile 2009, giorno successivo a quello di pubblicazione della sentenza 86/2009 nella Gazzetta Ufficiale prima serie speciale n. 13/2009, agli orfani di genitore naturale spetta la rendita INAIL nella misura del 40 per cento. L'INAIL, con la Circolare n. 24 del 13 maggio 2009, ha fornito prime indicazioni operative in applicazione della decisione distinguendo: - i casi in cui il diritto alla rendita ai superstiti è riconosciuto ai figli naturali riconosciuti o riconoscibili del lavoratore deceduto; - i casi in cui il diritto alla rendita ai superstiti è riconosciuto ai figli naturali riconosciuti o riconoscibili e ai componenti la famiglia legittima del lavoratore deceduto, facendo riserva di ulteriori precisazioni. (25 maggio 2009)

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Con Sassari Sardegna in fuga dall'A2 (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Sport Pagina 10046 Con Sassari Sardegna in fuga dall'A2 Momento atteso dal lontano 1978, quest'anno o forse mai più --> Momento atteso dal lontano 1978, quest'anno o forse mai più In fuga dalla A2: dopo vent'anni, 17 campionati, 558 partite e 245 vittorie, 21 allenatori alcuni dei quali hanno concesso il bis, la Dinamo non ne può più. Ha deciso di scappare da questo torneo che aveva abbracciato nel 1989, mentre cadeva il muro di Berlino e c'erano ancora la DC e il PCI. Floyd Allen, il primo di una incalcolabile striscia di stranieri, oggi ha 57 anni, solo otto in più di questa società fondata nel 1960 all'Azuni. Squadra, la Dinamo, razionalmente folle. Ha segnato 158 punti nella partita vinta contro Pavia, ha battuto 121-116 Trieste dopo cinque supplementari. Ma, soprattutto, ha saputo vivere tante vite: questa è la quinta volta che affronta i playoff, ma ha anche conosciuto l'onta della retrocessione che ha saputo cancellare dopo tre anni in B1 che avrebbero depresso chiunque. Non la Dinamo, che rinasce quando sembra spacciata. Basta vedere quel che è stata capace di fare quest'anno. Sembrava a un passo dal crac: proprio nelle difficoltà, i giocatori (eccezionali come il loro coach Cavina) hanno trovato la compattezza per compiere l'impresa di arrivare dove Sassari non era mai arrivata, la finale dei playoff per la A1. C'è arrivata battendo in tre set Scafati. Ma c'è arrivata vincendo garaquattro a Jesi nel giorno in cui la sconfitta l'avrebbe mandata in vacanza. Il bello deve ancora arrivare: il Banco giocherà in trasferta la bella della finalissima, mercoledì saprà se contro Soresina o Casale Monferrato. Ma da quando la Dinamo è tornata in A2 solo due volte su cinque è stata la squadra in pole position (Caserta e Bologna) a conquistare la promozione, negli altri tre casi sono passate una terza (Jesi), una quinta (Pesaro) e perfino una settima (Montegranaro). La Sardegna non frequenta la A1 dal 1978 quando il Brill fu pesantemente sconfitto a Livorno dal Vigevano (108-94) nello spareggio salvezza. Altra data: lo scambio di consegne fra Cagliari e Sassari sarebbe avvenuto tre anni dopo, ancora in Toscana, a Pisa, dove nel 1981 andò in scena la partita che consentì alla Dinamo di prendere il posto del Csm in B, battendolo 96-74. C'è, poi la data del 22 maggio 1989, quando a Sassari la Dinamo sconfisse Siena 86-75 nella bella dei playoff e ottenne la storica promozione in A2. E, infine, la data del primo giugno 2003 quando la Dinamo, dopo tre anni di inferno in B1, fece ritorno in A2 battendo Trapani, ancora una volta in maniera sublime. Persa garauno a Sassari era stata capace di sbancare Trapani per poi travolgerlo in Piazzale Segni. Da allora (sei tornei) ha cambiato marcia: 91 vittorie su 193 partite, ovvero il 47,1%. Nella precedente tranche (undici stagioni) la percentuale era stata del 42,1%. Ma la grande forza della Dinamo, che è poi la forza della città, è stata che dopo l'addio di Dino Milia, è arrivato Luciano Mele. Che ha saputo fare l'impossibile: cioè meglio. Comunque vada a finire nella finalissima playoff. NANDO MURA L'ADDIO DELLA SARDEGNA ALLA SERIE A1 LIVORNO, 13 MAGGIO 1978 VIGEVANO-BRILL 108-94 VIGEVANO: Iellini 6, Mayes 18, Delle Vedove 10, Brogi 2, Franzin 4, Crippa 6, Solman 26, Malagoli 28, Zanello 3, Tognazzo 5. Allenatore Asti. BRILL CAGLIARI: Ferello 6, Ward 18, De Rossi 18, Giroldi 10, Serra 9, Lucarelli 11, Puidokas 16, Romano 2, D'Urbano 2, Exana 2. Allenatore Janka. LA PROMOZIONE DELLA DINAMO IN B1 PISA, 8 MAGGIO 1981 DINAMO-CSM CAGLIARI 96-74 DINAMO: Milia 12, Pirisi 17, Campani 15, Cesaraccio 2, Carrabs 9, Guarino 32, Consiglio 2, Porro, Tubia 7, Scala. Allenatore Contini. CAGLIARI: Firpo 18, Lai 9, D'Urbano 25, Schlich 14, Mastio 4, Ibba 2, Vascellari 2, Pilleri, Sias, Exana. Allenatore Cruccas. LA PROMOZIONE DELLA DINAMO IN A2 SASSARI, 22 MAGGIO 1989 DINAMO-SIENA 85-76 DINAMO: Ceccarini 11, Donati 19, Bigot 9, Mossali 15, Bini 14, Porto 7, Guarino 4, Campiglio 7, Siddi, Molle. Allenatore De Sisti. SIENA: Lasi 3, Giroldi 15, Pastori 16, Visigalli 13, Battisti 11, Carraro 5, Dordei 4, Guerrini 8, Chiusolo, Serravalle. Allenatore Brenci. L'ULTIMO DERBY SASSARI-CAGLIARI SASSARI, 25 FEBBRAIO 2001 DINAMO-CAGLIARI 87-76 DINAMO: Ziranu 4, Zanetti, Losa, Rifatti 2, Maran, Setti 12, Fisicaro 9, Rotondo 26, Faggiano 18, Fiasco 20. All: Bernardi. CAGLIARI: Cossa 12, Galetta 16, Velluti 18, Vettorelli 7, Angeli 17, Villasanta 4, Battistella, Benzi 2, Burato, Ganguzza. Allenatore Carosi.

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berlusconi international (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 26-05-2009)

Argomenti: Giustizia

global news berlusconi international Giulia Sbarigia Quindici interviste in una dozzina di ore, Silvio Berlusconi, nella sua residenza di palazzo Grazioli a Roma, ha trascorso il torrido sabato così. In piena campagna elettorale il premier ha rilasciato dichiarazioni un po' a tutti, accuratamente evitando Rai e Mediaset. A SkySport24 ha parlato di Milan e Maldini, poi si è orientato sulle radio nazionali, Radio Montecarlo e Rtl (che è di proprietà del gruppo Mondadori), quindi si è concesso alle telecamere di circa una decina di tv locali: Canale Italia, T9, Odeon Tv, Videolina... una campagna capillare la sua. L'intervista più complessa è stata però quella registrata per la Cnn, lunga più di un'ora e trasmessa in sintesi dal network ieri mattina. Il G8 è alle porte, la stampa internazionale affonda quotidianamente la penna sulla condotta del premier e l'affaire Letizia e il rifiuto di rispondere alle 10 domande di Repubblica non hanno creato in questi giorni la condizione ideale per ricevere i potenti della terra. La vetrina della Cnn gli sarà sembrata una buona opportunità. Seduto alla scrivania, di fronte a Paula Newton, la corrispondente del canale satellitare americano, Berlusconi ha risposto su terrorismo e immigrazione, ha riproposto il solito campionario e un torrente di parole sulle sue vicende giudiziarie e brancolato sulle domande intorno alla vicenda Noemi Letizia. Parlando di sé sempre in terza persona. Il processo Mills: «Una sentenza ingiusta. No, scandalosa. Non solo ingiusta. I giudici di sinistra avevano scritto la sentenza prima che cominciasse il processo». «Il signor Mills, professionista, aveva assistito un armatore italiano che risiede all'estero per la vendita di due navi, e ha avuto pagata la prestazione con seicentomila dollari. Quando li ha ricevuti gli facevano comodo tutti, e ha cercato di non doverli spartire con i suoi soci di studio e di non dover pagare il 50% al fisco inglese. E gli è venuta in mente la brillante idea di dire che gli erano stati regalati. Infatti, sui soldi oggetto di una donazione non si pagano le tasse. Invece di pensare a dei principi arabi, ha pensato al Gruppo Fininvest, soprattutto perché un dirigente che era in contatto con lui era morto nel frattempo». E l'attacco: «Questi giudici non sono giudici, ma militanti politici che usano il potere giudiziario a fini di lotta politica», ma «gli italiani sono schierati con me». La crisi economica: «grave, profonda, anche estesa nel tempo». Ma per «gran parte» ha una causa «psicologica». Parla ancora di «fiducia e ottimismo» e delle responsabilità dei «media e soprattutto alla sinistra, che cantano ogni giorno la canzone del pessimismo e del catastrofismo». Obama «non ha sbagliato una sola mossa in politica estera da quando ne ha assunto la responsabilità, e pensiamo che ci debba essere il tentativo assoluto di far ragionare l'amministrazione iraniana». L'immigrazione è «un problema di tutta l'Europa», ma «adesso qui è venuto di moda attaccarci, sempre da parte dell'opposizione e dei suoi giornali che fanno di questo problema un problema diverso da quello che è realmente, e i giornali stranieri continuano a seguirli». Le gaffes sono tutta un'invenzione dei media. E sull'affaire Noemi: «Mi hanno accusato di avere mentito nelle dichiarazioni che ho fatto ai giornali: di fronte a un'accusa di questo genere reagirò, spiegherò esattamente com'è la situazione e avrò ancora una volta tutti gli italiani con me, e ancora una volta quest'accusa sarà un boomerang nei confronti di coloro che me l'hanno fatta (...) Non c'è nulla che sia minimamente negativo, abbiamo chiarito la situazione e ancora di più la chiariremo in futuro, anche se all'inizio io non ho voluto che si entrasse nei rapporti tra me e questa famiglia perché ritengo che abbiano diritto alla privacy e segretezza, perché fanno parte della mia vita privata».

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barbagia in europa leoluca orlando presenta la lista - luciano piras (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 6 - Nuoro Barbagia in Europa Leoluca Orlando presenta la lista LUCIANO PIRAS NUORO. Un minuto di silenzio. Un minuto di raccolta per i tre operai morti ieri pomeriggio nelle raffinerie di Sarroch. è cominciato così l'incontro di Leoluca Orlando con gli elettori della Barbagia, ieri sera a Gavoi. E non poteva essere diversamente per un candidato come lui, che già da tempo va alzando la voce contro le assurdità e i paradossi di una Repubblica, l'Italia, fondata sul lavoro. «Sul lavoro insicuro, con le morti bianche, sul lavoro nero, sul lavoro precario» attacca il portavoce nazionale dell'Italia dei Valori davanti alla platea riunita sul tema «Barbagia incontra Europa». A coordinare c'è il sindaco del paese, Salvatore Lai. Un convegno messo in piedi per presentare nel cuore dell'isola i candidati e i progetti che il partito di Antonio di Pietro vuole portare nell'agorà di Strasburgo. «I sondagi sono dalla nostra parte» dice Federico Palomba, deputato. «Con l'IdV anche i sardi potranno avere un europarlamentare. Giommaria Uggias può farcela, un'opportunità unica». Giommaria Uggias è il candidato sardo, il solo, che nella lista IdV viene dopo Di Pietro e Orlando, nell'ordine. «E andiamo a votare, il 6 e il 7 giugno, contrastiamo l'astensionismo dei sardisti indipendentisti» aggiungono in coro Palomba e lo stesso Uggias. Che subito ammonisce: «è un momento decisivo, questo». «Un momento decisivo per tutti noi» riprende Leoluca Orlando. «Lavoro, impresa, sicurezza, informazione libera - sottolinea l'ex sindaco di Palermo -: noi vogliamo andare in Europa per rendere effettiva la nostra Costituzione». Parla ai sardi, Orlando, «a quei sardi mortificati dalla deriva berlusconiana: basti l'esempio del G8 alla Maddalena, basti l'esempio dell'eutanasia di Porto Torres». E spiega le anomalie di un presidente del Governo "diplomato" corruttore («che partecipa ai vertici di polizia e magistratura») e "diplomato" evasore («che partecipa alla festa della Guardia di Finanza»). Anomalie italiane, di una Repubblica fondata sul conflitto d'interesse. «Soltanto l'Europa potrà salvarci e in Europa vogliamo giocarci la partita. Andiamo in Europa per difendere i diritti dei cittadini, anche contro lo Stato. Perché in Italia la magistratura dà fastidio - ironizza -, la Corte costituzionale dà fastidio,la giustizia dà fastidio, l'informazione dà fastidio. E noi in Europa vogliamo andarci per dare fastidio» chiude.

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immigrati, berlusconi boccia la " controlegge" - carlo bartoli (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Toscana Immigrati, Berlusconi boccia la " controlegge" Scontro a tutto campo con Martini: quasi scontato il ricorso del governo Ben 83 contenziosi davanti alla Corte Costituzionale Il 2002 l'anno di fuoco CARLO BARTOLI FIRENZE. Una «controlegge, qualcosa di insensato». L'affondo di Berlusconi sulla legge toscana sull'immigrazione è arrivato all'improvviso, ma era da settimane che tra governo e Regione la tensione saliva. Come ai bei tempi del Berlusconi 2, quando la conflittualità sull'asse Firenze-Roma era elevatissima. All'esternazione berlusconiana è seguita la replica sanguigna di Claudio Martini che ha detto a muso duro: «La vera controlegge - ha affermato - l'ha fatta Berlusconi: una legge contro il senso di umanità e contro i trattati internazionali sottoscritti dall'Italia». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini che ha definito «infondata» l'affermazione del premier. Da Berlusconi, intervistato ieri sera da Matteo Berti su Italia 7, è arrivato un secondo schiaffo, questa volta all'intero centrosinistra, quando ha aggiunto che la «controlegge» è resa possibile in seguito alla riforma del Titolo quinto della Costituzione che ha dato «alle Regioni dei poteri che ciascuna Regione esercita per conto proprio, molto spesso in totale distonia all'interesse del Paese». Un'analisi contestata da Martini, secondo il quale tutti i guai nascono invece dalla maniera ideologica con cui si affronta la gestione dei rapporti con le Regioni. Rapporti tempestosi. Le relazioni tra Stato e Regioni sono spesso state tempestose, tanto che in sette anni e mezzo la guerra legale tra governo e Regione Toscana ha prodotto la bellezza di 83 ricorsi. In 25 casi a promuovere l'azione è stato il governo, mentre per 58 volte la sfida è stata lanciata da Firenze. L'anno di fuoco è stato il 2002, primo anno di applicazione, con 18 procedimenti, mentre lo scorso anno la conflittualità è stata molto ridotta, con appena tre ricorsi. La Corte ci mette una pezza. Le scaramucce tra Regioni e governo hanno comunque avuto un effetto positivo: la Corte costituzionale ha definito, con le sue sentenze, in maniera sempre più precisa i confini tra le competenze regionali e quelle governative. «Dopo un primo periodo di fuoco - spiega Lucia Bora, responsabile dell'avvocatura regionale - la conflittualità è andata riducendosi dopo il 2004. La Corte ha fatto chiarezza: tutela ambientale, garanzia dei livelli di assistenza, tutela della salute sono ambiti sui quali le Regioni non possono essere ignorate, mentre la disciplina del lavoro, il regime degli appalti, la concorrenza sono di quasi esclusiva competenza dello Stato». Non è però detto che nei singoli ambiti ci sia un arbitrio assoluto: è il caso dei decreti delegati con cui il ministro Brunetta vuol riformare la pubblica amministrazione. «Se sarà mantenuta la norma che disciplina i criteri di valutazione - aggiunge - stabilendo che un quarto dei dipendenti di ogni amministrazione devono essere "bocciati" ed essere esclusi dai premi di rendimento, la norma va incontro a una impugnazione quasi sicura, perché la Regione ha la competenza sull'organizzazione della propria macchina amministrativa». L'immigrazione. La legge regionale sugli immigrati va incontro a un ricorso annunciato, ma secondo la responsabile dell'avvocatura il governo farebbe bene a non dare per scontata una sua cancellazione. «La legge prevede un intervento di primo livello in campo sociale, sostanzialmente con la fornitura di un pasto e di un ricovero notturno, a chi si trova in Toscana. La Costituzione affida allo Stato il compito di determinare i livelli minimi di assistenza, ma niente vieta a una Regione di intervenire, con fondi propri, aumentando questi standard. Ci sono numerose sentenze della Corte costituzionale che hanno chiarito questo aspetto». Una miriade di conflitti. La storia delle guerre tra Roma e Firenze è costellata di episodi di ogni genere e tipo. Si va dal conflitto sul libretto sanitario degli addetti all'industria alimentare alle tasse automobilistiche, dalla libera espressione dell'orientamento sessuale all'esercizio delle medicine complementari, dal codice delle comunicazioni elettroniche alla disciplina delle attività cinematografiche. I grandi scontri. Tra Berlusconi e Martini ci sono stati parecchi scontri clamorosi. In alcuni casi si parla di conflitti virtuali, come quello preannunciato dal governo su una legge, la «antibrunetta», che ancora non c'è e di cui si conosce solo qualche vaga anticipazione. Uno degli ultimi scontri, terminato a favore di Roma, riguarda la legge sugli appalti. Per evitare una bocciatura, la Toscana ha eliminato le norme più innovative con cui si restringevano le possibilità di subappalto. Fondamentale è stata la sentenza che, accogliendo le tesi della Toscana, ha stabilito che lo Stato non può realizzare lavori infrastrutturali, senza intesa con la Regione interessata. Epico anche il conflitto innescato dal governo che intendeva bloccare il condono edilizio «depotenziato» varato tre anni fa dalla Toscana: una guerra che ha visto Roma capitolare su tutta la linea. Meno nobili gli scontri provocati dal governo in merito alle nomine. Roma ha dovuto incassare due schiaffi dalla Corte per la sua pretesa di scegliere senza concertazione il presidente della Port authority di Livorno ed è andato incontro a un'altra Waterloo sulla nomina del commissario del Parco dell'Arcipelago.

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La presentazione (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Prato)" del 27-05-2009)
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Argomenti: Giustizia

24 ORE PRATO pag. 10 «Le donne dell'articolo 18» La presentazione LIBRO VENERDÌ alle 21 al Laboratorio del Tempo, presentazione del libro «Le donne dell'articolo 18» edito da Marco Del Bucchia. Il libro affronta il problema della violenza sulle donne. La serata inizierà con i saluti della consigliera di Parità della Provincia di Prato. Seguiranno gli interventi delle autrici: Jacqueline Monica Magi, giudice del lavoro presso il tribunale di Livorno; Maria Chernova, già docente di psicologia e pedagogia all'università di Grodno (Bileorussia) che attualmente collabora con la società di soccorso pubblico di Montecatini Terme come mediatrice culturale; Angelica De Angelis, >avvocato civilista che si occupa in particolare di diritto dell'immigrazione e della famiglia. A coordinare la serata sarà Elisabetta Rosi, magistrato, assistente presso la Corte Costituzionale italiana, componente del gruppo di esperti della Commissione europea Ad Hoc sulla Tratta. L'ingresso è libero.

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China's Bid to Challenge Volkswagen, Toyota May Stumble on Local Politics (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

By Bloomberg News May 27 (Bloomberg) -- China's provincial authorities may slow the central government's attempts to consolidate the auto industry and create a giant automaker to rival Toyota Motor Corp. and Volkswagen AG in the world's fastest growing car market. The central government intends to combine the nation's 14 largest automakers into 10 by 2011 as part of plans to curb competition and create larger players able to invest in developing more sophisticated vehicles. Consolidation will only be possible if local authorities are prepared to endanger jobs and taxes by surrendering control of carmakers set up under Communist reforms dating back to the 1950s. "The provincial governments are a tremendous obstacle for industry consolidation," said Michael Dunne, managing director of JD Power & Associates China, an automotive consultant. "Beijing has some leverage, but not enough to make the call." The central government wants to pare the country's more than 100 automakers as provincial support for unprofitable companies has squeezed margins industrywide. Overall profit at the country's 19 biggest automakers fell 48 percent in the first quarter, even as national vehicle sales rose 3.9 percent. In contrast, Europe has seven major automakers and the U.S. has three. "China's automakers are too fragmented to compete with overseas companies," said Ricon Xia, a Daiwa Institute of Research (H.K.) Ltd. analyst in Shanghai. "Persuading some provinces to allow mergers is vital for the overall industry." Fragmented Market SAIC Motor Corp., China's biggest carmaker, had a 19 percent market share last year and built 1.79 million vehicles. Of these, at least 80 percent were through ventures with Volkswagen and General Motors Corp. By contrast, Toyota City, Japan-based Toyota, the world's biggest automaker, made 9.24 million vehicles. It had a 46 percent share of its domestic market, excluding minicars. Volkswagen, Europe's biggest automaker, built 6.23 million vehicles last year. Some consolidation has begun. Shanghai-controlled SAIC Motor bought Nanjing Automobile Group Corp. last year in the biggest takeover to have taken place in China's auto industry. Nanjing City and Jiangsu province only agreed to sell after demand plunged, according to media reports at the time. Its vehicle sales fell 38 percent in 2007. "It was very complicated because they didn't like each other," said Ashvin Chotai, managing director of Intelligence Automotive Asia Ltd., an automotive consulting company in London. The deal "took a long time." Profit Decline Integration costs following the 2.1 billion yuan ($308 million) takeover also contributed to a 49 percent decline in SAIC Motor's first-quarter profit. "Short-term problems are normal," said SAIC spokeswoman Zhu Xiangjun. "The merger with Nanjing has gone very smoothly." She didn't say if further deals were planned. SAIC Motor climbed 0.5 percent to 14.20 yuan at 11:02 a.m. in Shanghai trading. The stock has more than doubled this year. Chinese automakers may agree deals that fill holes in their product line-ups, said Daiwa's Xia. Guangdong province's Guangzhou Automobile Group Co., for instance, last week agreed to buy 29 percent of Hunan Changfeng Motors Co., controlled by Hunan province, to add sport-utility vehicles to its range. The company predominately makes cars, including Toyota and Honda Motor Co. models. The Changfeng deal "didn't come about because of the central's government policy," Xia said. "They only agreed because it will benefit both parties. It won't have any direct effect on other mergers in future." Dongfeng Motor Dongfeng Motor Group Co., China's third-largest automaker, has a team looking at possible acquisitions at home and overseas, said Hu Xindong, a spokesman. Still, the carmaker isn't discussing any deals at board level and it will only make acquisitions that add more than just capacity, he said. "Making the company bigger isn't Dongfeng's first priority," Hu added. "We would first consider whether the deal will benefit our product range and business." China is encouraging the four largest automakers, Shanghai Automotive Industry Corp.(Group), China FAW Group Corp., Dongfeng Motor, and Changan Automobile (Group) Ltd. to buy up rivals nationwide, according to a March directive. Apart from city-owned Shanghai Auto, SAIC Motor's parent, all of them are controlled by the central government. Guangzhou Auto and three other automakers won backing for deals in set regions. Changan spokesman Zhang Baojun declined to comment. Higher Sales The plan may allow China's biggest carmakers to boost their market share and earnings. Nationwide vehicles sales rose to 2.68 million vehicles in the first quarter. Sales in the U.S. dropped 38 percent to 2.2 million. Provinces set up carmakers, steel mills and other industries under a decentralization policy outlined by Mao Zedong in 1958. Efforts to protect local industries led to some provinces imposing internal tariffs on other provinces' cars before China joined the World Trade Organization in 2001. Still, China's cooling economy may force provinces to stop making cars even at the cost of jobs. Vehicle sales rose 6.7 percent last year, the slowest pace since 1998, increasing the pressure on the smallest players. "The weaker ones will find it hard to survive and will be forced to quit," said Yale Zhang, a director at CSM Asia in Shanghai. "The market isn't as strong as before." To contact the reporter for this story: Stephanie Wong in Shanghai at swong139@bloomberg.net Last Updated: May 26, 2009 23:10 EDT

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Calo di assenze record in Liguria (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 27-05-2009)

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Nord-Ovest sezione: PRIMO PIANO (assenteismo Pa) data: 2009-05-27 - pag: 2 autore: Calo di assenze record in Liguria In Regione nel I quadrimestre malattie giù del 64%, ha fatto meglio solo il Molise Sarah Tavella L'«effetto Brunetta» sembra avere successo anche a Nord- Ovest: sono notevolmente calate le assenze per malattia dei dipendenti pubblici. Lo indicano i dati del ministero della Pubblica amministrazione relativi a Regioni, Province e Comuni capoluogo elaborati per «Il Sole 24 Ore NordOvest ». Dal confronto tra il primo quadrimestre 2009 e quello 2008 emerge infatti una sensibile variazione della percentuale media dei giorni di assenza per motivi di salute. Tra le Regioni, la Liguria registra un -64,1% (preceduta soltanto dal Molise con -67,8%), il Piemonte -47,2% e la Valle d'Aosta -37,3 per cento. Alta anche la differenza per i Comuni capoluogo con Torino a -51,5% (secondo solamente a Potenza), Genova a -41,6% e Aosta a-29 per cento. Tra le amministrazioni provinciali è quella di Torino a manifestare una maggiore variazione media delle assenze ( 65,1%) a livello nazionale, seguono il Verb ano-Cusio-Ossola (-49,7%, 21esima in Italia) e Novara (-45,7 per cento). La provincia di Genova si attesta a -38,7 per cento. Analizzando in dettaglio le rilevazioni più significative di mese in mese si scopre, per esempio, che ad aprile in Piemonte la palma dell'amministrazione più virtuosa se l'è aggiudicata il Comune di Borgaro Torinese con il 76,7% in meno di assenze rispetto al 2008,mentre la performancepeggiore l'ha avuta l'Istituto nazionale di ricerca metrologica con un aumento del 251,6% (vedi articolo in pagina). Sul fronte ligure, il meno assenteista è il Comune di Andora (-91,3%), a cui fa da contraltare quello di Borghetto (+19,4 per cento). In Vallee, l'ente con una riduzione maggiore di assenze è la Regione (-36,8 Per cento). «Alla Regione Piemonte in effetti le assenze per malattia si sono quasi dimezzate – dichiara Paolo Peveraro, vice presidente con delega al personale – ma se possiamo dire che il provvedimento ha raggiunto l'obiettivo fissato, non siamo in grado di stabilire quanto sia salita la produttività. Ciò che invece possiamo affermare con certezza è che per l'amministrazione sono aumentati i costi e la burocrazia». Il decreto è un primo passaggio a cui bisognerebbe far seguire «investimenti sulla meritocrazia»: questo il pensiero dell'assessore ligure alle risorse umane, Giovanni Battista Pittaluga «anche se nel pubblico è più difficile reperire parametri oggettivi ». Dal prossimo anno alla Regione Liguria, anticipa, dovrebbe entrare in vigore un nuovo sistema di valutazione, con una commissione composta per due terzi da esterni. Sul fatto che la produttivà non si misuri esclusivamente con la presenza sul luogo di lavoro dei dipendenti punta il dito il direttore generale del Comune di Genova, Maria Angela Danzì: «I tagli agli stipendi – rimarca – possono indurre ad andare in ufficio anche quando le condizioni psicofisiche non lo consentono, con un conseguente calo di rendimento. Occorre un sistema di controlli mirato». Con la legge Brunetta è cambiato anche l'approccio verso le assenze. «Se un dipendente deve stare a casa un giorno o due per un disturbo passeggero, preferisce usufruire delle ferie o dei permessi anziché mettersi in mutua – sostiene l'assessore al personale della Provincia di Torino, Alessandra Speranza – così evita la visita fiscale e non viene penalizzato in termini di produttività». Situazione particolare rappresenta la Valle d'Aosta, che ha approvato una legge (5/2009, all'esame della Corte Costituzionale) per "regionalizzare" la norma voluta dal ministro Brunetta. «Avendo la nostra regione già contrattualmente disciplinato le assenze per malattia dei dipendenti pubblici attraverso l'erogazione del salario accessorio – dice il segretario valdostano Uil Ramira Bizzotto – il decreto non ha prodotto modifiche significative». Per il segretario generale della Cgil Piemonte Vincenzo Scudiere «da quando il ministro ha lanciato la campagna che generalizzai comportamenti dei pubblici dipendenti, l'unico risultato è rappresentato dall'aumento delle lamentele dei cittadini verso la pubblica amministrazione. Bisogna colpire chi non lavora e rispettare chi invece fa il proprio dovere». Concorda il segretario generale della funzione pubblica della Cisl Piemonte, Francescantonio Guidotti: «Il problema è reale ma è stato affrontato colpendo nel mucchio e con propositi punitivi. Le regole per contrastare il fenomeno c'erano già, bastava applicarle. Ci aspettiamo un cambiamento di rotta sull'istituto della reperibilità con l'uniformazione delle regole tra pubblico e privato». La riduzione delle assenze nella Pa, secondo il segretario generale Cisl Liguria Sergio Migliorini, non ha coinciso con miglioramenti nel modo di lavorare e nell'offerta ai cittadini e «ciò che serve ora è selezionare criteri per abbattere l'assentesimo premiando i meritevoli». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Friulano EXTRASCOLASTICO (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Friulano EXTRASCOLASTICO LA CONSULTA BOCCIA LA LINGUA DI PASOLINI Azzerata dalla Corte costituzionale la legge di tutela delle minoranze linguistiche voluta da Rifondazione e approvata dal centrosinistra alla regione Friuli. Non si potrà più insegnare il friulano a scuola. Eppure il 60% dei genitori aveva optato per questa scelta. Il centrodestra esulta. L'ex parlamentare del Pci Baracetti: «Sentenza figlia di un clima nazionalistico. Ci appelleremo al presidente della Repubblica Napolitano» Tommaso Jovine TRIESTE TRIESTE La questione della tutela delle minoranze linguistiche storiche della Repubblica italiana - dodici comunità fra cui spiccano, per numero, i sardi e i friulani - è sempre stata molto travagliata. Hanno dovuto attendere ben 50 anni per vedere approvata una normativa di tutela, la legge 482/99, applicativa dell'articolo 6 della Costituzione, ed ora sembra che le lancette dell'orologio siano tornate indietro, in un sol colpo, ai difficili anni delle lotte per il riconoscimento. Lo scorso 22 maggio, infatti, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di diverse norme della legge regionale del Friuli Venezia Giulia che nel 2007 ha esteso la normativa di tutela del friulano, una lingua parlata da oltre 700.000 persone, con una floridissima letteratura (fra i tanti autori, Pier Paolo Pasolini) e riconosciuta dal linguista Tullio De Mauro come una delle realtà minoritarie più vivaci e dinamiche in Italia. La legge regionale era stata voluta dalla coalizione di centrosinistra, guidata dall'allora governatore Riccardo Illy. A ricorrere alla Consulta era stata la presidenza del Consiglio dei ministri, le cui ragioni sono state in massima parte accolte, segnando una battuta di arresto non solo per il friulano, ma per tutte le minoranze d'Italia. Dalla lettura della sentenza, tuttavia, si intuisce che sulla questione non c'è stata unanimità all'interno della Corte: il giudice relatore, il vicepresidente Ugo De Siervo, ha infatti rinunciato a scrivere le motivazioni della sentenza, probabilmente in segno di dissenso, e a lui è subentrato il giudice Paolo Maria Napolitano. La parte della sentenza che ha colpito più duramente il friulano riguarda la scuola: secondo la Corte non è consentito alla Regione prevedere l'insegnamento anche di una sola ora di friulano per i bambini i cui genitori ne hanno fatto richiesta. E ciò nonostante oltre il 60 per cento dei genitori friulani ogni anno, dal 2001, opti per l'insegnamento della lingua madre. «Ci sono seri rischi di involuzione fascista in Italia», ha commentato Roberto Antonaz, consigliere regionale della Sinistra l'Arcobaleno e padre della legge quando ricopriva la carica di assessore alla cultura della Giunta Illy per conto di Rifondazione comunista. «Mi pare - ha proseguito Antonaz - che la posizione del fascismo sulle minoranze linguistiche fosse molto chiara: chi parla altre lingue rispetto all'italiano va messo in condizione di non doverlo fare. Continuo a ritenere, come avevo sostenuto anche nel caso della bocciatura durante il governo Prodi, che a Roma non si conosca il problema. Il diritto a parlare la propria lingua è fra quelli che non andrebbero neppure discussi, come la libertà religiosa o il diritto alla salute». «La sentenza non tiene conto dell'articolo 6 della Costituzione italiana che tutela le minoranze», ha commentato l'ex parlamentare friulano del Pci Arnaldo Baracetti, fra i primi a presentare negli anni '70 un disegno di legge per le minoranze assieme a Loris Fortuna. «La pronuncia risente di un clima di resistenze nazionalistiche. Per questo ci rivolgeremo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - ha quindi annunciato - che aveva dato la sua disponibilità a venire in Friuli in visita una volta che la Consulta si fosse espressa». Distingue la lettura giuridica da quella politica William Cisilino, presidente dell'Istitût ladin-furlan Pre Checo Placerean. «L'illegittimità della legge regionale non va ad inficiare i pilastri normativi su cui si basa la tutela della lingua friulana». La lettura politica però è chiara: «Prima il governo ha ridotto di un decimo i fondi della legge statale di tutela, rendendola una scatola vuota, ora la Corte ci dice che non ammette un'ora di friulano nelle scuole per chi ne fa domanda. Lo riteniamo grave, per questo abbiamo già pensato di rivolgerci al Consiglio d'Europa». Secondo Silvana Fachin Schiavi, docente all'Università di Udine, «stiamo tornando indietro di cent'anni. Sulla scuola, la sentenza applica una falsa interpretazione dell'autonomia scolastica. Ad essa compete l'organizzazione del curriculum, ma non può mettere in discussione i riferimenti normativi». In sintonia con la Corte Costituzionale è la maggioranza di centrodestra che, dopo la sconfitta di Illy, guida la Regione friulana. Secondo il governatore Renzo Tondo, del Pdl, «la legge sulla lingua friulana non rappresenta in questa momento una priorità. Anche perché siamo appena usciti dal disegno di legge anti-crisi e personalmente ho intenzione di concentrarmi su questo credendo pure di interpretare quelle che sono le esigenze dei cittadini della nostra regione». Ma anche nel Pd c'è chi, come il deputato Alessandro Malan (contrario da sempre alla legge) si schiera a fianco della Corte e in sintonia con il Pdl, sostenendo che le norme in questione non erano l'unico modo di tutelare il friulano e che le sentenze vanno rispettate.

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MALAN (PD) Le sentenze della Corte vanno rispettate (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

MALAN (PD) «Le sentenze della Corte vanno rispettate» Per Alessandro Maran, deputato del Pd, «le sentenze vanno rispettate», soprattutto quelle della Corte Costituzionale «il cui compito è quello di porre limiti al legislatore». Commentando la decisione di bocciare alcuni articoli della legge sulla tutela della lingua friulana, il parlamentare ha detto che «non c'è un unico modo di tutelare il friulano e quel che è in discussione oggi non è la sua tutela, ma le costrizioni e gli incentivi di una legge, di una specifica disciplina giuridica». Secondo Maran «la Costituzione ha anche una funzione di controllo e di contenimento del potere costituito. Dunque, se la Costituzione è stata pensata e scritta per porre dei limiti al legislatore, questi limiti devono essere fatti rispettare. E questo, in Italia, è il compito della Corte costituzionale. E a nessuno è consentito reagire con l'aggressione se un arbitro decide in modo contrario ai suoi auspici e interessi».

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Fecondazione, i centri senza regole (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 27-05-2009)

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Corriere della Sera sezione: Focus data: 27/05/2009 - pag: 9 Le norme La legge 40 prevedeva il limite dei tre ovociti, ora dovranno essere i sanitari a decidere volta per volta Le cifre In un anno in Italia sono oltre 55 mila le coppie che si rivolgono agli ospedali e quasi 10 mila i bambini nati con la procreazione assistita Fecondazione, i centri senza regole Dopo la sentenza della Consulta sul numero di ovociti Incertezza dei medici: «Serve un protocollo comune» D opo la sentenza il caos. I giudici della Corte Costituzionale hanno cambiato la legge 40 sulla fecondazione assistita rimettendo nelle mani dei medici la scelta del numero di ovociti da inseminare ma molti centri, soprattutto pubblici, continuano ad applicare le vecchie regole: si fecondano al massimo tre ovociti e si trasferiscono tutti gli embrioni prodotti in un unico e contemporaneo impianto. «Prima di cambiare vogliamo essere sicuri di cosa possiamo o non possiamo fare dice Andrea Gallinelli, responsabile del maggiore centro di Pma (Procreazione medicalmente assistita) della Toscana, l'Ospedale della Versilia a Viareggio . Con gli altri medici stiamo cercando di stabilire una linea comune, in modo da non lasciare al singolo la patata bollente. Per partire aspettiamo un via libera dalla Regione». Stessa linea nel centro diretto da Guido Ambrosini all'Università di Padova: «Questa legge non è chiara dice . In realtà lascia al ginecologo la possibilità di fecondare in base alla caratteristica della paziente ma qual è il limite? Se una donna di 43 anni produce 15 ovociti, io, che in scienza e coscienza vorrei fecondarli tutti, posso farlo? Abbiamo paura della reazione del ministero, vorremmo regole certe. Per questo ho interpellato anche i Nas. Presto, comunque, applicheremo la legge». Il risultato è un'Italia disomogenea con comportamenti diversi da ospedale a ospedale. Un problema non da poco che tocca il 10-15% dei cittadini in età fertile. Nel 2007 sono state più di 55mila le coppie che si sono sottoposte a cure nel nostro Paese e sono nati oltre novemila bambini. Un altro numero imprecisato, sicuramente migliaia, ha oltrepassato la frontiera. Ora i pazienti sono confusi. In Lombardia, per esempio, la maggior parte dei centri ha varato un documento che recepisce la sentenza: «Gli avvocati sono stati chiarissimi dice Guido Ragni, consulente del Centro di sterilità della Mangiagalli se uno non cambia rischia le penalità pecuniarie previste dalla legge 40. Noi siamo obbligati a produrre gli embrioni necessari a un serio tentativo». L'idea è quella di partire da una griglia divisa in fasce d'età. Se una donna ha meno di 35 anni si insemineranno sei ovociti, se ne ha tra i 35 e i 40 si arriverà ad otto. Passati i quaranta si feconda tutto. Ovviamente peseranno anche altre considerazioni: la qualità del liquido seminale, i precedenti fallimenti e il tipo di risposta ovarica della donna. «Abbiamo previsto una serie di eccezioni spiega ancora Ragni , per esempio si feconderanno tutti gli ovociti se la paziente ha avuto un tumore oppure soffre di trombofilia o se rischia l'iperstimolazione ovarica». Un protocollo simile, promosso dalla Società italiana studi di medicina della riproduzione (Sismer), è stato firmato da oltre 40 centri, pubblici e privati, sparsi in tutta Italia. «La sentenza ci permette di offrire alle pazienti il massimo di possibilità riducendo al minimo il congelamento dice Anna Pia Ferraretti, responsabile del Sismer di Bologna . Poi è chiaro che ogni centro agirà come crede. È proprio questa la novità, si può diversificare». Ma c'è anche chi è convinto che la legge 40 così com'era desse già il massimo di chance alle donne in cerca di un figlio. «Da noi non è cambiato niente dice Eleonora Porcu, responsabile del centro di fecondazione del Sant'Orsola di Bologna . Io mi rifaccio alla mia esperienza professionale, ho risultati paragonabili alla media europea fecondando tre ovociti, a volte anche solo due, con una percentuale che, nelle donne fino a 35 anni, sfiora il 50%. Noi stiamo già tutelando la salute delle donne e questo senza dover congelare embrioni. L'idea di ritrovarsi di nuovo con i bidoni di azoto liquido pieni mi sembra veramente anacronistica». Al San Raffaele di Milano sono di fronte a un dilemma. La natura cattolica della Fondazione imporrebbe di non congelare embrioni ma la Corte Costituzione ha stabilito che la donna ha diritto ad un numero di embrioni congruo per effettuare un serio tentativo. Conciliare le due cose sembra impossibile. Per chiarirsi le idee i medici si sono dati appuntamento il prossimo week end a Riccione dove sperano di mettersi d'accordo definitivamente su un protocollo comune. «Sarà il primo congresso confederato di tutte le società di medicina della riproduzione dice Filippo Ubaldi, direttore clinico del centro g.en.e.r.a. a Roma . Io però non sono d'accordo sullo stabilire una griglia con un numero fisso di ovociti da inseminare. La Corte Costituzionale ha tolto il numero, non vedo perché dobbiamo rimetterlo noi». Le pazienti sono in fibrillazione. Dopo aver gioito per la sentenza ora si sentono prese in giro. Nei forum si scambiano informazioni sui centri per boicottare quelli che si comportano come se nulla fosse accaduto. «Se li conosci li eviti» è il loro motto. La Fiapi (Federazione italiana pazienti infertili) sollecita le socie a farsi mettere per iscritto dall'ospedale che intende procedere come prima in modo da poter poi ricorrere alle vie legali. «Siamo pronti a fare causa dice Federica Casadei, presidente e fondatrice di Cerco un bimbo, portale sull'infertilità con 22mila utenti con denuncia per danni perché sottoporre una donna a ripetute stimolazioni costa molti soldi ai contribuenti. Se i medici hanno paura ad applicare la legge cambino mestiere ». Indignato è Carlo Flamigni, esperto di fecondazione artificiale, oggi nel Comitato nazionale di bioetica: «I medici sono un branco di codardi. Hanno paura di punizioni ministeriali. Troveranno il coraggio di fare il loro dovere solo quando le pazienti li porteranno in tribunale. La sentenza è chiara e nessuna legge potrà più cambiare il principio sancito dalla Corte e allora che aspettano?». Al ministero, intanto, preparano le linee guida soprattutto per aderire alle direttive europee che impongono un innalzamento dei livelli qualitativi di tutti i centri che utilizzano cellule umane a scopo terapeutico. Oggi, in una conferenza stampa, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e la sottosegretaria alla Sanità Eugenia Roccella, annunceranno la nascita di due commissioni, quella sulla procreazione assistita, che vigilerà sul funzionamento della legge 40, e quella sulla crioconservazione. «Per le linee guida spiega Roccella al Corriere ci vorrà qualche mese ma le differenze tra centro e centro rimarranno perché sono una conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale che dà una maggiore responsabilità al medico. Noi, intanto, daremo indicazioni di massima attraverso la Società italiana di ginecologia. Il divieto di crioconservazione, comunque, è rimasto ma con delle deroghe». Ma se un centro decide di fecondare sei ovociti e, ottenuti tre embrioni, trasferirne solo due, congelandone uno, è nella legalità? «Sì, lo è risponde Roccella . Comunque questi dubbi si supereranno con le linee guida ma il problema ora è adeguarsi all'Europa. Bisogna rifare tutto. In Italia non tutti i centri possono offrire i livelli di qualità che vengono richiesti adesso. Per questo abbiamo bisogno di tempo. E a quel punto anche le ispezioni diventeranno un obbligo» Monica Ricci Sargentini

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Fecondazione, i centri senza regole (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

La legge 40 prevedeva il limite dei tre ovociti, ora dovranno essere i sanitari a decidere Fecondazione, i centri senza regole Dopo la sentenza della Consulta sul numero di ovociti Incertezza dei medici: «Serve un protocollo comune» MILANO - Dopo la sentenza il caos. I giudici della Corte Costituzionale hanno cambiato la legge 40 sulla fecondazione assistita rimettendo nelle mani dei medici la scelta del numero di ovociti da inseminare ma molti centri, soprattutto pubblici, continuano ad applicare le vecchie regole: si fecondano al massimo tre ovociti e si trasferiscono tutti gli embrioni prodotti in un unico e contemporaneo impianto. «Prima di cambiare vogliamo essere sicuri di cosa possiamo o non possiamo fare dice Andrea Gallinelli, responsabile del maggiore centro di Pma (Procreazione medicalmente assistita) della Toscana, l'Ospedale della Versilia a Viareggio . Con gli altri medici stiamo cercando di stabilire una linea comune, in modo da non lasciare al singolo la patata bollente. Per partire aspettiamo un via libera dalla Regione». Stessa linea nel centro diretto da Guido Ambrosini all'Università di Padova: «Questa legge non è chiara dice . In realtà lascia al ginecologo la possibilità di fecondare in base alla caratteristica della paziente ma qual è il limite? Se una donna di 43 anni produce 15 ovociti, io, che in scienza e coscienza vorrei fecondarli tutti, posso farlo? Abbiamo paura della reazione del ministero, vorremmo regole certe. Per questo ho interpellato anche i Nas. Presto, comunque, applicheremo la legge». PANORAMA DISOMOGENEO - Il risultato è un'Italia disomogenea con comportamenti diversi da ospedale a ospedale. Un problema non da poco che tocca il 10-15% dei cittadini in età fertile. Nel 2007 sono state più di 55mila le coppie che si sono sottoposte a cure nel nostro Paese e sono nati oltre novemila bambini. Un altro numero imprecisato, sicuramente migliaia, ha oltrepassato la frontiera. Ora i pazienti sono confusi. In Lombardia, per esempio, la maggior parte dei centri ha varato un documento che recepisce la sentenza: «Gli avvocati sono stati chiarissimi dice Guido Ragni, consulente del Centro di sterilità della Mangiagalli se uno non cambia rischia le penalità pecuniarie previste dalla legge 40. Noi siamo obbligati a produrre gli embrioni necessari a un serio tentativo». L'idea è quella di partire da una griglia divisa in fasce d'età. Se una donna ha meno di 35 anni si insemineranno sei ovociti, se ne ha tra i 35 e i 40 si arriverà ad otto. Passati i quaranta si feconda tutto. Ovviamente peseranno anche altre considerazioni: la qualità del liquido seminale, i precedenti fallimenti e il tipo di risposta ovarica della donna. «Abbiamo previsto una serie di eccezioni spiega ancora Ragni , per esempio si feconderanno tutti gli ovociti se la paziente ha avuto un tumore oppure soffre di trombofilia o se rischia l'iperstimolazione ovarica». Un protocollo simile, promosso dalla Società italiana studi di medicina della riproduzione (Sismer), è stato firmato da oltre 40 centri, pubblici e privati, sparsi in tutta Italia. «La sentenza ci permette di offrire alle pazienti il massimo di possibilità riducendo al minimo il congelamento dice Anna Pia Ferraretti, responsabile del Sismer di Bologna . Poi è chiaro che ogni centro agirà come crede. È proprio questa la novità, si può diversificare». LE POSIZIONI - Ma c'è anche chi è convinto che la legge 40 così com'era desse già il massimo di chance alle donne in cerca di un figlio. «Da noi non è cambiato niente dice Eleonora Porcu, responsabile del centro di fecondazione del Sant'Orsola di Bologna . Io mi rifaccio alla mia esperienza professionale, ho risultati paragonabili alla media europea fecondando tre ovociti, a volte anche solo due, con una percentuale che, nelle donne fino a 35 anni, sfiora il 50%. Noi stiamo già tutelando la salute delle donne e questo senza dover congelare embrioni. L'idea di ritrovarsi di nuovo con i bidoni di azoto liquido pieni mi sembra veramente anacronistica». Al San Raffaele di Milano sono di fronte a un dilemma. La natura cattolica della Fondazione imporrebbe di non congelare embrioni ma la Corte Costituzione ha stabilito che la donna ha diritto ad un numero di embrioni congruo per effettuare un serio tentativo. Conciliare le due cose sembra impossibile. Per chiarirsi le idee i medici si sono dati appuntamento il prossimo week end a Riccione dove sperano di mettersi d'accordo definitivamente su un protocollo comune. «Sarà il primo congresso confederato di tutte le società di medicina della riproduzione dice Filippo Ubaldi, direttore clinico del centro g.en.e.r.a. a Roma . Io però non sono d'accordo sullo stabilire una griglia con un numero fisso di ovociti da inseminare. La Corte Costituzionale ha tolto il numero, non vedo perché dobbiamo rimetterlo noi». Le pazienti sono in fibrillazione. Dopo aver gioito per la sentenza ora si sentono prese in giro. Nei forum si scambiano informazioni sui centri per boicottare quelli che si comportano come se nulla fosse accaduto. «Se li conosci li eviti» è il loro motto. La Fiapi (Federazione italiana pazienti infertili) sollecita le socie a farsi mettere per iscritto dall'ospedale che intende procedere come prima in modo da poter poi ricorrere alle vie legali. «Siamo pronti a fare causa dice Federica Casadei, presidente e fondatrice di Cerco un bimbo, portale sull'infertilità con 22mila utenti con denuncia per danni perché sottoporre una donna a ripetute stimolazioni costa molti soldi ai contribuenti. Se i medici hanno paura ad applicare la legge cambino mestiere». Indignato è Carlo Flamigni, esperto di fecondazione artificiale, oggi nel Comitato nazionale di bioetica: «I medici sono un branco di codardi. Hanno paura di punizioni ministeriali. Troveranno il coraggio di fare il loro dovere solo quando le pazienti li porteranno in tribunale. La sentenza è chiara e nessuna legge potrà più cambiare il principio sancito dalla Corte e allora che aspettano?». LINEE-GUIDA - Al ministero, intanto, preparano le linee guida soprattutto per aderire alle direttive europee che impongono un innalzamento dei livelli qualitativi di tutti i centri che utilizzano cellule umane a scopo terapeutico. Oggi, in una conferenza stampa, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e la sottosegretaria alla Sanità Eugenia Roccella, annunceranno la nascita di due commissioni, quella sulla procreazione assistita, che vigilerà sul funzionamento della legge 40, e quella sulla crioconservazione. «Per le linee guida spiega Roccella al Corriere ci vorrà qualche mese ma le differenze tra centro e centro rimarranno perché sono una conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale che dà una maggiore responsabilità al medico. Noi, intanto, daremo indicazioni di massima attraverso la Società italiana di ginecologia. Il divieto di crioconservazione, comunque, è rimasto ma con delle deroghe». Ma se un centro decide di fecondare sei ovociti e, ottenuti tre embrioni, trasferirne solo due, congelandone uno, è nella legalità? «Sì, lo è risponde Roccella . Comunque questi dubbi si supereranno con le linee guida ma il problema ora è adeguarsi all'Europa. Bisogna rifare tutto. In Italia non tutti i centri possono offrire i livelli di qualità che vengono richiesti adesso. Per questo abbiamo bisogno di tempo. E a quel punto anche le ispezioni diventeranno un obbligo» Monica Ricci Sargentini stampa |

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IL POTERE GIUDIZIARIO (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

MONDO 27-05-2009 IL POTERE GIUDIZIARIO Portoricana, cresciuta nel Bronx e laureata a Princeton. Bush l'ha promossa giudice federale. Sulla ratifica l'incognita dei conservatori

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Sanremo: democrazia e politica, lettore risponde a Pardini (sezione: Giustizia)

( da "Sanremo news" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Sanremo: democrazia e politica, lettore risponde a Pardini Un nostro lettore, F.R., ci ha scritto per rispondere a Roberto Pardini: Al Signor Pardini che scrive 'in altri Stati democratici i politici che sono coinvolti in presunti scandali o problemi giudiziari vengono mandati a casa in attesa di fare chiarezza sulla loro posizione; magari facendosi processare visto che la legge dovrebbe essere uguale per tutti' vorrei rispondere che in altri Stati non esiste Magistratura Democratica né un CSM politicizzato (come dimostrano le candidature politiche). Esistono invece leggi che tutelano, per l’interesse del Paese, le alte cariche dello Stato non solo da 'presunti scandali' ma anche da presunti reati. Avendo senso dello Stato potremmo tollerare un Presidente del Consiglio perennemente eletto, perennemente inquisito, perennemente 'mandato a casa' e perennemente prosciolto con svariate motivazioni senza chiederci a chi imputare una simile scandalosa anomalia?"

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Politici e giudiciricordano Sgroi (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

La cerimonia a palazzo Trigona Politici e giudici ricordano Sgroi Sarà un «sabato blindato» quello in programma per il prossimo 30 maggio. Personalità di altissimo profilo giuridico sono attese nella città barocca per ricordare il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione Vittorio Sgroi, netino. L'appuntamento è fissato alle dieci, nella Sala Gagliardi di Palazzo Trigona dove il Presidente emerito della Corte Costituzionale Franco Bile presenterà il volume «Scritti in memoria di Vittorio Sgroi», pubblicato a cura di Giovanni Giacobbe. Subito dopo seguiranno le testimonianze e i ricordi affidati ad esponenti del mondo giudiziario, accademico e politico nazionale, che ricorderanno la figura di Vittorio Sgroi, illustrandone l'opera ed i contributi scientifici. Sono previsti gli interventi del presidente della Corte costituzionale Francesco Amirante, del procuratore generale presso la Corte di Cassazione Vitaliano Esposito, del sostituto procuratore nazionale antimafia Roberto Alfonso, del vicepresidente della Commissione Giustizia del Senato e senatore Roberto Centaro, del sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione Vincenzo Geraci, del professore Giovanni Giacobbe, già Preside della Facoltà di Giurisprudenza della Lumsa di Roma e dell'avvocato Alessio Sallicano. Tutte personalità che hanno avuto modo di apprezzarne le doti umane ed intellettuali oltre al grande amore per la sua Noto. A conclusione della mattinata, nell'atrio di Palazzo Ducezio sarà scoperto il busto bronzeo dell'illustre magistrato e studioso, realizzato dallo scultore Vincenzo Arancio. L'insigne giurista alcuni anni addietro fu insignito, in vita, del premio «Oleandro d'oro», attribuito dall'amministrazione comunale del tempo a concittadini e non che col loro operato davano lustro alla città. Fra loro lo scrittore Corrado Sofia, il prefetto Priore e il musicista Corrado Galzio. Cetty Amenta

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Scuola, al bando bermuda e mini-top (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Giro di vite. Con il primo caldo i ragazzi scelgono il casual sfrenato ma i presidi intervengono per imporre regole e moderazione Scuola, al bando bermuda e mini-top APPELLO DEL CSM Paralisi Procure scoperture organici arrivate al 100% a Caltanissetta La «paralisi» delle procure e cioè lo stop delle indagini per mancanza di pubblici ministeri sta diventando realtà. In cinque uffici requirenti la scopertura degli organici è arrivata al 100%. E non si tratta soltanto di sedi giudiziarie del Sud: tra le procure senza più magistrati ci sono oltre a quelle per i minorenni di Reggio Calabria e Caltanissetta, quelle ordinarie di Lanusei (Cagliari), Voghera (Milano)e Saluzzo (Torino). Un fenomeno destinato a estendersi in tutta Italia secondo il Csm, che prevede «a breve un azzeramento degli organici di diversi uffici giudiziari requirenti». I dati, aggiornati al 4 maggio scorso, sono contenuti in una delibera approvata a larghissima maggioranza dal plenum di Palazzo dei marescialli, con il solo voto contrario del laico di An Gianfranco Anedda e l'astensione di Michele Saponara (Forza Italia). Un documento preoccupato che indica il rischio concreto di una «momentanea paralisi dell'attività di indagine e dell'intera giurisdizione penale, a partire dalle sedi del Sud e delle isole, ma anche di alcune del Centro e del Nord, con tendenza a estendersi dappertutto». Il fenomeno, secondo il Csm, è stato determinato dalla «combinazione» di due norme: quella che ha previsto limiti troppo rigidi per chi vuole passare dalle funzioni di giudice e quelle di pm e che sta nei fatti penalizzando le procure e quella che vieta ai magistrati a inizio carriera di lavorare negli uffici requirenti. E il meccanismo degli incentivi economici previsti per i magistrati che accettano di andare nelle sedi disagiate «potrà soltanto tamponare, ma non risolvere» la situazione. Se per ora gli effetti più pesanti si stanno verificando al Sud (a Gela e Palmi le scoperture hanno raggiunto l'80%, ad Enna, Patti e Locri sono attestate sul 75%), anche il Nord non se la passa bene: tra le otto procure dove manca il 67% dei pm c'è anche Biella; Gorizia è nella stessa situazione di Lamezia Terme (con vuoti di organico pari al 60%), e tra i 16 uffici che hanno personale ridotto alla metà, sette sono dislocati a Nord: Trieste, Brescia, Vercelli, Aosta, Crema, Alba e Casale Monferrato. Per cercare di tamponare la situazione il Csm ha chiesto al ministro Alfano di ridurre il numero dei magistrati fuori ruolo nei ministeri o in altre istituzioni. E chiede di «rimeditare» il divieto di destinare i magistrati di prima nomina agli uffici requirenti, che ,«così come attualmente modulato,rischia di produrre effetti dirompenti sull'organico della magistratura». E anche di consentire ai giudici che sono disponibili ad andare nelle procure, di poterlo fare anche nello stesso circondario, in deroga all'attuale divieto.

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Alitalia, Sentenza Tar su concorrenza tratta Milano Roma. Penati: "Una grande vittoria per tutti i cittadini milanesi" (sezione: Giustizia)

( da "Sestopotere.com" del 27-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Alitalia, Sentenza Tar su concorrenza tratta Milano Roma. Penati: "Una grande vittoria per tutti i cittadini milanesi" (27/5/2009 20:47) | (Sesto Potere) - Milano - 27 maggio 2009 - “Una grande vittoria per tutti i cittadini milanesi”. Commenta così Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano la sentenza del Tar del Lazio di rinviare alla Corte Costituzionale la Legge con cui è stato concesso alla Società CAI il monopolio della rotta Milano-Fiumicino. “La Provincia di Milano – aggiunge Penati - è l’unica istituzione italiana che ha sostenuto ufficialmente il ricorso che Federconsumatori ha fatto al Tar del Lazio contro l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti di Alitali-Cai, nell’interesse di tutelare il territorio e la comunità milanese. Perché rompere il monopolio vuol dire aprire il mercato alla concorrenza e far abbassare i prezzi”. “L’auspicio - aggiunge Ettore Martinelli, avvocato che ha patrocinato l’iniziativa della Provincia di Milano - è che la Corte Costituzionale possa rendere giustizia e riconsegnare ai cittadini la libertà di scegliere, in un regime non di monopolio”. “Rimaniamo in attesa della sentenza – conclude Penati - convinti che aprire il mercato agli altri operatori sarà di indubbio beneficio per i cittadini dell’area metropolitana milanese”.

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Per l'effetto "Brunetta" 37% di assenze in meno (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ENTI PUBBLICI. MALATTIE E LAVORO Per l'effetto "Brunetta" 37% di assenze in meno In Valle d'Aosta nei primi quattro mesi le assenze per malattia nel pubblico impiego sono diminuite del 37,3 per cento. Il dato è stato pubblicato dal Sole 24 Ore, che ha utilizzato come fonte numeri forniti dal ministero per la Pubblica amministrazione e l'innovazione. L'inchiesta condotta dal quotidiano economico fa riferimento al cosiddetto «effetto Brunetta», legato ai provvedimenti che hanno dato un «giro di vite» alle normative che regolano trattamenti economici e verifiche mediche dei lavoratori pubblici in caso di assenza per malattia. La Valle d'Aosta è al quintultimo posto in questa classifica. Dietro ci sono Sardegna (-29,3 per cento), Calabria (-25,5), Trentino-Alto-Adige (-25) Sicilia (-22,4). Al primo posto si trova il Molise, dove nei primi quattro mesi dell'anno la dimunzione di assenze è stata del 67,8 per cento. Al secondo posto la Liguria (-64,1), al terzo l'Abruzzo (-60,3). Sempre secondo i dati pubblicati dal Sole 24 Ore, che ha preso in esame i dati dei dipendenti di Regioni, Comuni capoluogo e Province, ad Aosta la diminuzione delle assenze è stata del 29 per cento. La Valle d'Aosta si trova in una situzione particolare, perché all'inizio di quest'anno aveva approvato una legge regionale sull'argomento. Provvedimento che è stato impugnato dal governo davanti alla Corte Costituzionale.

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Alitalia, il governo pronto a risarcire anche gli azionisti (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

IMPEGNO SCRITTO DEI MINISTRI DELL'ECONOMIA E DELLO SVILUPPO Alitalia, il governo pronto a risarcire anche gli azionisti [FIRMA]ALESSANDRO BARBERA ROMA In principio il rimborso doveva essere solo per gli obbligazionisti della vecchia Alitalia. Ora è arrivato il turno degli azionisti, finora esclusi da qualunque ristoro: in due risposte scritte al deputato Pd Emanuele Fiano e depositate ieri in Commissione Trasporti alla Camera, i ministeri dell'Economia e dello Sviluppo, temendo azioni legali, annunciano l'intenzione di mettere mano al portafogli anche per loro. Nella lettera dell'ufficio legislativo del Tesoro datata 26 maggio in possesso de La Stampa si legge: «Al fine di assicurare un più ampio indennizzo ai risparmiatori che hanno investito in titoli della società, soprattutto piccoli risparmiatori, sono allo studio ipotesi per elevare le misure di intervento statale già disposte a favore degli obbligazionisti». E' la conferma all'impegno «a fare di più» preso qualche settimana fa da Silvio Berlusconi dopo le proteste degli obbligazionisti contro la decisione del governo, inserita nel decreto salva-auto, di concedere complessivamente cento milioni di euro di rimborsi, circa il 35% dell'intero ammontare dei Mengozzi-Bond in mano ai privati. Ma da quella promessa gli azionisti sembravano comunque esclusi. L'impegno invece ora è scritto, per entrambi, e confermato da una seconda lettera del Gabinetto di Claudio Scajola: «Continueremo a vigilare affinché i piccoli azionisti e gli obbligazionisti abbiano il maggior ristoro possibile nei limiti delle risorse finanziarie disponibili». Anima Sgr - la società di gestione del risparmio che sta conducendo la battaglia - «accoglie con favore» le lettere, ma non è ancora soddisfatta poiché nella risposta del Tesoro ai singoli obbligazionisti viene confermato un rimborso massimo di centomila euro. E in questo caso «verrebbero penalizzati i fondi comuni di investimento». «Il punto - attacca Fiano - è che il governo non ci ha ancora detto quante risorse intende investire per chiudere questa vicenda». Insomma, in qualche modo la questione del risparmio tradito dalla nascita della nuova Alitalia sembra comunque vicina ad una soluzione. Nel frattempo sulla nuova compagnia si addensano però altre nubi legali. Ieri la prima sezione del Tar del Lazio ha infatti sospeso il ricorso con il quale Meridiana, Eurofly e Federconsumatori chiedevano l'annullamento del provvedimento dell'Antitrust che autorizzava la fusione fra Air One ed Alitalia. E contestualmente il Tar ha chiesto alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla costituzionalità del «decreto Alitalia» che ha modificato la legge Marzano sulle grandi imprese in crisi. Plaudono il Pd e i ricorrenti: «Il Tar ci dà ragione su un provvedimento che lede la concorrenza sulla tratta Milano-Roma». Ora la parola passa ai quindici giudici della Consulta. Se il giudizio dovesse essere negativo, per la nuova Alitalia si apriranno complicati scenari legali.

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Friuli, il Consiglio si esprime in "furlano" (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

L'iniziativa, dopo che la Suprema Corte ne ha dichiarato illegittima la legge di tutela Friuli, il Consiglio si esprime in "furlano" TRIESTE. In Aula fate gli interventi usando la vostra lingua madre, comprese quelle minoritarie, il friulano, lo sloveno, il tedesco: è l'invito del presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, Edouard Ballaman (Lega Nord), a consiglieri e assessori. L'invito è contenuto in una lettera aperta che Ballaman ha inviato ieri, a pochi giorni di distanza dalla decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittime alcune norme della legge regionale di tutela della lingua friulana. «Le nostre lingue - ha detto quindi Edouard Ballaman - sono il punto di forza e di ricchezza per la Regione. La tutela e la valorizzazione di queste minoranze è sancita dalla Carta Costituzionale e da specifiche leggi nazionali e regionali» ma, prosegue, «in questi ultimi mesi, purtroppo, molti stanno rimettendo in discussione la nostra autonomia e specialità».

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Morandini Concorso per il difensore civico (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il consigliere vuole regole certe per la nomina Morandini «Concorso per il difensore civico» TRENTO. Il difensore civico non si riesce a fare. Manca l'accordo tra maggioranza ed opposizione in Provincia ma, soprattutto, non ci sono criteri certi per la nomina. Un blocco istituzionale da cui vorrebbe uscire il consigliere provinciale del Pdl Pino Morandini. Con un concorso: «Una premessa: la Costituzione prescrive che "i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione" e che "agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge". In più nessuna legge, né statale, né provinciale vieta esplicitamente il ricorso, nella specie, al concorso; - come ha più volte ribadito la giurisprudenza amministrativa, l'imparzialità comporta l'obbligo di determinare previamente i criteri generali dell'azione amministrativa, al fine di porre su un piano di uguaglianza coloro che ne sono i destinatari, stabilendo in modo quando più possibile generale ed astratto. Come ha evidenziato anche la Corte Costituzionale, rappresenta uno dei "corollari naturali dell'imparzialità, in cui viene ad esprimersi la distinzione più profonda tra politica e amministrazione». Non solo: «Per il Consiglio di Stato "l'imparzialità amministrativa è bensì vulnerata dalla potenzialità astratta della lesione della parità di trattamento e, quindi, dal solo "sospetto" di una disparità" e per la Cassazione penale, l'imparzialità amministrativa intesa come divieto di favoritismi ha i caratteri e i contenuti precettivi richiesti dal reato di abuso di ufficio»; Continua Morandini: «Alla luce di tali precetti costituzionali e arresti giurisprudenziali, la maggioranza è vincolata ad agire senza distinzione di parti politiche, al fine del perseguimento delle finalità obiettive dell'ordinamento. Tutto ciò premesso, il Consiglio Provinciale della Provincia Autonoma di Trento, in ossequio ai precetti costituzionali, si impegna a determinare previamente i criteri generali per la elezione del Difensore Civico, al fine di porre su un piano di eguaglianza i cittadini che hanno dichiarato la loro disponibilità a tale nomina, assicurando, in tal modo, il doveroso rispetto dell'art. 12 della legge n. 241 del 1990, atteso che, quello di specie, costituisce provvedimento che attribuisce vantaggi economici al designato». Insomma Morandini vuole uscire da questo guazzabiglio con dei criteri davvero imparziali e, perché no, affidando ad un concorso pubblico la scelta del prossimo difensore civico. Senza tanta politica.

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friuli, il consiglio si esprime in "furlano" (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

L'iniziativa, dopo che la Suprema Corte ne ha dichiarato illegittima la legge di tutela Friuli, il Consiglio si esprime in "furlano" TRIESTE. In Aula fate gli interventi usando la vostra lingua madre, comprese quelle minoritarie, il friulano, lo sloveno, il tedesco: è l'invito del presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, Edouard Ballaman (Lega Nord), a consiglieri e assessori. L'invito è contenuto in una lettera aperta che Ballaman ha inviato ieri, a pochi giorni di distanza dalla decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittime alcune norme della legge regionale di tutela della lingua friulana. «Le nostre lingue - ha detto quindi Edouard Ballaman - sono il punto di forza e di ricchezza per la Regione. La tutela e la valorizzazione di queste minoranze è sancita dalla Carta Costituzionale e da specifiche leggi nazionali e regionali» ma, prosegue, «in questi ultimi mesi, purtroppo, molti stanno rimettendo in discussione la nostra autonomia e specialità».

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Lufthansa Italia: duecento assunzioni a Malpensa (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

BREVI DI ECONOMIA pag. 26 Lufthansa Italia: duecento assunzioni a Malpensa TRASPORTI E IL TAR DEL LAZIO MANDA ALLA CONSULTA IL DECRETO ALITALIA MALPENSA (Varese) Lufthansa Italia parlerà un po' di più la nostra lingua, mentre Malpensa parlerà un po' di più tedesco. Un miracolo possibile grazie all'assunzione entro l'anno di 200 nuovi dipendenti italiani, annunciata ieri all'aeroporto, in occasione del battesimo del quarto velivolo della flotta, un Airbus A319 chiamato «Genova», in onore della città della Lanterna. La decisione della società, che dall'inizio di febbraio fa base nello scalo della brughiera, rappresenta un passo ulteriore in una strategia ben chiara. «Questo impegno ha detto Heike Birlenbach, vicepresidente della divisione Milano di Lufthansa Italia . Questo impegno sottolinea ulteriormente il nostro legame con la regione e Malpensa, la base da noi scelta per continuare a crescere». Ma la giornata di ieri è stata caratterizzata anche da un altr opunto a favore dei lombardi: il Tar del Lazio ha rinviato alla Corte Costituzionale il decreto Alitalia, il provvedimento del 28 agosto 2008 che ha ampliato l'ambito di applicazione della legge Marzano consentendo la fusione tra Alitalia e Air One senza la necessità dell'autorizzazione Antitrust. Il nodo è quello del monopolio della tratta Milano-Roma. «Una grande vittoria per tutti i cittadini milanesi» ha commentato Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano. Enrico Camanzi

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di ANDREA SETTEFONTI DALLA PROSSIMA settimana arriveranno i primi rimborsi di... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CHIANTI / VALDIPESA pag. 23 di ANDREA SETTEFONTI DALLA PROSSIMA settimana arriveranno i primi rimborsi di... di ANDREA SETTEFONTI DALLA PROSSIMA settimana arriveranno i primi rimborsi di Publiacqua ai cittadini privi del servizio di depurazione. Una trance che riguarda soltanto il periodo dal 15 ottobre al 31 dicembre. Come conferma la stessa società. «Dalla prossima settimana saranno spediti i rimborsi, e quindi inizieranno ad arrivare qualche giorno dopo, probabilmente nella settimana dell'8 giugno, alle utenze prive del servizio di depurazione per quanto riguarda il periodo 15 ottobre, data della sentenza, 31 dicembre 2008. Per gli anni precedenti, invece, siamo ancora in attesa delle decisioni dell'autorità di Ambito e delle altre istituzioni competenti». A San Casciano la richiesta di rimborsi contro il pagamento non dovuto della depurazione, viene portata avanti dalla Cisl. Fino ad ora sono una settantina i casi presi in esame dal sindacato a nome di cittadini che negli ultimi cinque anni avevano pagato una tassa che non dovevano. A volte piccole cifre, 50-60 euro, a volte quote importanti, anche 500 euro. Tutto grazie alla dedizione del segretariato sociale Fnp Anteas di Cisl e del suo referente Roberto Nesi. «Tutto inizia dalla sentenza della corte costituzionale che si è pronunciata sul diritto all'esenzione dal pagamento della quota variabile di depurazione». La "battaglia" è iniziata con il cercare di sapere quanti siano i cittadini realmente allacciati alla depurazione e quanti quelli esterni e che quindi non avrebbero diritto a pagare le quote. «C'è stato un rimpallo continua tra Comune e Publicqua. Per adesso non siamo riusciti a sapere con esattezza chi è realmente allacciato alla depurazione e chi no. Non si riesce a saperlo. Di sicuro però il capoluogo compreso il Bardella e tutte le altre lottizzazioni, Chiesanuova e Romola, il Talente, sono tutti quanti senza depurazione. Migliaia di persone che possono richiedere il rimborso a Publiacqua». «Publiacqua deve pagare ai cittadini il rimborso e sono del tutto pretestuose e prive di fondamento le scuse accampate finora. Per questo crediamo che non sia più possibile rimandare oltre una risposta alle nostre richieste per avere il quadro esatto della situazione». Indirettamente interessato, il Comune spiega che tutto deve essere, e sarà, risolto da Publiacqua. «Si tratta ovviamente commenta il sindaco Ornella Signorini di un problema nazionale, non certo soltanto di San Casciano. Dopo l'intervento dell'associazione degli Ato, è stata fissata a ottobre prossimo la data per trovare una soluzione. Dal rimborso saranno esclusi quei Comuni dove i gestori hanno in corso o hanno i progetti per la realizzazione di impianti di depurazione».

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LEGGE 40, UNA SENTENZA RIVELATRICE (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

INTERVENTO LEGGE 40, UNA SENTENZA RIVELATRICE Sergio Bartolommei Maurizio Mori All'annuncio delle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale che boccia le basi portanti della Legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, si è prodotta una reazione scomposta da parte dei «guardiani» della stessa. Perché dare ai medici, si dice, l'ultima parola riguardo al numero degli embrioni da produrre, da impiantare e (eventualmente) da congelare, quando i «laicisti» - alle cui posizioni vengono ricondotte le motivazioni della Corte - vorrebbero che per il testamento biologico i medici fossero meri esecutori notarili della volontà dei pazienti? L'incoerenza della posizione è palese - dicono. In verità risulterà a chiunque voglia leggere le vicende degli ultimi mesi con animo pacato e sgombro da pregiudizi che l'incoerenza è tutta dalla parte dei sostenitori della Legge 40: minimizzano o negano il ruolo responsabile dei medici all'ingresso degli individui nella vita, e ne esaltano il ruolo esclusivo e discrezionale all'uscita. In merito al testamento biologico essi vorrebbero che la scelta finale spettasse proprio ai medici, o sotto la forma - autoritaria «forte» - di rifiutare anche le volontà del paziente e adottare decisioni proprie, o sotto la forma - autoritaria «blanda» - di invocare una «alleanza terapeutica» tra medico e paziente che lasci comunque al medico l'ultima parola. In merito invece alla procreazione medicamente assistita, i fautori della Legge 40 hanno esautorato di ogni competenza e potere decisionale anche i medici, ridotti a cinghia di trasmissione delle prescrizioni di una legge dettata dall'autorità di un legislatore che, oltre a impancarsi a «etico» (con la difesa dell'embrione come «soggetto di diritto», «uno di noi»), pretende di atteggiarsi anche a esperto ginecologo, imponendo agli stessi medici di non fecondare più di tre ovuli per volta e di impiantare contemporaneamente in un unico atto i tre embrioni così ottenuti, indipendentemente dalle particolarità degli embrioni, dalle condizioni, dall'età e, soprattutto, dalla volontà della donna. Siamo così di fronte a una ulteriore prova del tentativo dei sostenitori dei Movimenti per la Vita e dei loro rappresentanti nell'esecutivo che delle parole, dei concetti e della logica si può fare l'uso che si vuole, attribuendo al fronte laico la colpa dell'incoerenza. Incoerenza non c'è affatto nei sostenitori dell'autonomia delle persone all'ingresso e all'uscita dalla vita. Nell'uno e nell'altro caso si sostiene infatti che gli atti medici basano la loro legittimità esclusivamente sul consenso libero e informato dei pazienti, in modo da non imporre loro decisioni non condivise e evitare che in nome di qualche astratta ideologia si infliggano sofferenze gratuite e indesiderate, incompatibili (come dimostra la sentenza della Corte Costituzionale) anche con regole elementari di «buona pratica clinica». *Consulta di Bioetica Onlus

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I figli di Berlusconi reagiscono alle critiche del Pd Franceschini (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-05-28 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ... I figli di Berlusconi reagiscono alle critiche del Pd Franceschini Il caso Noemi non dà tregua al presidente del Consiglio. Ieri della vicenda che lega il premier alla ragazza di Casoria si sono occupati il Financial Times,l'Independent e El Pais.Nette le critiche del quotidiano finanziario: «Berlusconi è un pericolo per l'Italia». Intanto il leader del Pd, Dario Franceschini, accusa: «Affidereste i vostri figli al Cavaliere? ». I figli di Berlusconi uniti: «Come si permette?» u pagina 18 Il Tar rinvia alla Consulta il decreto Alitalia Il Tar Lazio ha rinviato al giudizio della Corte costituzionale il decreto Alitalia, ovvero il provvedimento del 28 agosto 2008 (seguito dal provvedimento Antitrust del 3 dicembre) che ha concesso per tre anni a Cai il monopolio sulla Linate-Fiumicino. u pagina 19 Direttiva Brunetta contro l'abuso di internet al lavoro Una direttiva del ministero della Funzione pubblica, pubblicata ieri, fissa i criteri che regolano l'azione di controllo, da parte delle amministrazioni pubbliche, per evitare comportamenti impropri, extraprofessionali o utilizzi illegali di Internet u pagina 31 Aziende di Stato non quotate, più poltrone in cda A giorni sarà pubblicata in «Gazzetta Ufficiale» la norma che fissa il numero massimo dei consiglieri delle controllate di Stato: potranno essere fino a 7 (la Finanziaria 2008 li riduceva a 5). Slittano a dopo le europee i rinnovi dei cda in scadenza. u pagina 18, commento u pagina 14 Agenti di commercio, Irap solo se c'è organizzazione Risolvendo un contrasto sorto nella sezione tributaria, le sezioni unite della Cassazione hanno stabilito che agenti di commercio e promotori finanziari devono pagare l'Irap solo se dotati di autonoma organizzazione, e non in ogni caso. u pagina 34 Nòva24: «Perché facciamo il tifo per la rete» Dopo sette anni di silenzio il mercato riscopre le start-up del web. Una nuova scena digitale italiana torna alla ribalta come spiegano i quattro pionieri della new economy italiana, Paolo Ainio, Gianluca Dettori, Riccardo Donandon e Mario Mariani. u L'inserto Nòva24 in allegato Calcio: il Barcellona vince la Champions League Il Barcellona ha vinto la Champions League battendo nella finale di Roma il Manchester United, detentore del titolo, per 2-0 (gol di Eto'o e Messi). Per la squadra spagnola è ilterzo titolonella massima competizione calcistica europea per club. u pagina 24

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Il decreto Alitalia rinviato all'esame della Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-05-28 - pag: 19 autore: Trasporti. La decisione del Tar Lazio Il decreto Alitalia rinviato all'esame della Consulta Marco Morino MILANO Il Tar Lazio solleva dubbi di costituzionalità in merito alla fusione Alitalia- Air One e ai vantaggi che da essa sono derivati per la società Cai. In particolare, la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare sulla legittimità del cosiddetto decreto Alitalia, il provvedimento del 28 agosto 2008 che ha ampliato il perimetro di applicazione della legge Marzano consentendo la fusione tra Alitalia e Air One nell'ambito dell'operazione Cai. Ieri la prima sezione del Tar Lazio, presieduta da Giorgio Giovannini, ha rimesso gli atti alla Corte, sospendendo il giudiziosui ricorsi con cui Federconsumatori e Meridiana-Eurofly chiedevano l'annullamento del provvedimento con cui il 3 dicembre 2008 l'Antitrust, in applicazione del decreto in questione, aveva autorizzato l'operazione Cai-Alitalia, limitandosia prescrivere una serie di condizioni a tutela degli utenti e dei consumatori. Il decreto Alitalia ha modificato le norme sull'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi, sottraendo di fatto all'Antitrust il sindacato preventivo sulle operazioni di concentrazione tra imprese che operano servizi pubblici essenziali, come nel caso di Alitalia e Air One. Il risultato del decreto, afferma Davide Corritore, consigliere del Pd al Comune di Milano e tra i promotori del ricorso, «è stata la concessione per tre anni alla società Cai del monopolio sulla rotta Linate-Fiumicino». Nell'ordinanza con cui ha rimesso la questione di legittimità alla Consulta, il Tar afferma che «è verosimile ritenere che la norma di legge abbia discriminato i vettori aerei prevedendo un trattamento più favorevole per le compagnie aeree (Alitalia e Air One, ndr) che,realizzando l'operazione di concentrazione senza il preventivo esame dell'Antitrust sull'eventuale costituzione o rafforzamento di una posizione dominante, hanno incrementato la propria posizione in termini concorrenziali, con contestuale discriminazione per le altre compagnie aeree ». In particolare, il collegio ha ritenuto che «tale discriminazione non sia ragionevole e, pertanto, risolvendosi in una disparità di trattamento, possa violare l'articolo 3 della Costituzione perché, mentre si rivela lesiva del principio della libertà di concorrenza, la norma di legge non dà conto di quali siano i valori costituzionali perseguiti e quindile ragioni che possano giustificare la deroga operata al principio della par condicio e alla libertà di concorrenza». «La decisione – commenta Meridiana-Eurofly – dà ragione della battaglia che il gruppo sta combattendo da un anno contro un decreto che, di fatto, è discriminante della concorrenza e che ha portato Meridiana, in segno di protesta, ad abbandonare i collegamenti tra Milano Linate e Roma». «La sentenza del Tar è una speranza per la libertà di concorrenza » dice Corritore. © RIPRODUZIONE RISERVATA CONCORRENZA NEGATA Sotto accusa il testo del 28 agosto 2008 con il quale è stato concesso per tre anni alla società Cai il monopolio sulla Linate-Fiumicino

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Agenti organizzati con Irap (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-28 - pag: 34 autore: Cassazione. Le Sezioni unite della Corte intervengono sul problema dell'assoggettabilità al tributo Agenti «organizzati» con Irap Per le attività ausiliarie la base imponibile deve essere reale Antonio Criscione ROMA Per agenti di commercio e promotori finanziari Irap solo se c'è la «autonoma organizzazione ». è quanto affermano le Sezioni unite della Cassazione civile, risolvendo un contrasto sorto nella sezione tributaria, tra le sentenze che sostenevano questa stessatesie quelle che invece propendevano per l'imponibilità sempre e comunque di tali soggetti. Il principio è affermato in tre pronunce relative ad agenti di commercio (sentenze 12108/09, 12109/09 e 12110/09) e in una relativa a un promotore finanziario (12111/09). La tesi della assoggettabilità sempre e comunque all'Irap di agenti di commercio e promotori finanziari era stata affermata dalla sentenza 7899 del 2007, con la quale era stato affermato che la presenza o meno dell'organizzazione «si impone esclusivamente in riferimento al lavoro autonomo professionale, nel quale la prestazione personale del contribuente costituisce di regola l'elemento essenziale dell'attività». La ricognizione del dato organizzativo non era ritenuta dalla sentenza «necessaria ai fini dell'assoggettamento ad imposizione dell'attività di agente di commercio (ancorché operante in regime di contabilità semplificata), i cui redditi, riferendosi ad un'attività commerciale secondo la previsione dell'articolo 2195 del codice civile, sono per questa sola circostanza qualificabili come redditi d'impresa». Le Sezioni unite ricordano che la Corte costituzionale (sentenza 156/ 2001) aveva distinto tra attività di impresa ( per le quali la soggezione all'Irap è comunque scontata) e il "lavoro autonomo" (in cui si valorizza l'elemento dell'organizzazione). Si sono poste quindi il problema di quale delle due categorie dovesse ricomprendere l'esercizio delle attività ausiliarie di cui parla l'articolo 2195 del Codice civile, in cui rientrano tanto gli agenti di commercio quanto i promotori finanziari, visto che la persona fisica può essere sia imprenditore che lavoratore autonomo. Ai fini delle imposte dirette, dalla ricostruzione delle norme del Testo unico, la Corte spiega che per le attività ausiliarie dell'articolo 2195 viene riconosciuto che producono reddito di impresa anche se non organizzate in forma di impresa. Ai fini dell'Irap però non è detto – spiegano le Sezioni unite – che si debba arrivare alla stessa conclusione. In particolare, proprio per il riferimento all'organizzazione operato dalla Corte costituzionale nella sentenza del 2001, le Sezioni unite ritengono che si possa seguire la strada che la stessa Consulta aveva seguito a proposito dell'Ilor, quando aveva stabilito che per rappersentanti di commercio senza deposito, agenti di commercio, artigiani, procacciatori d'affari in campo assicurativo occorreva verificare se sussistessero o meno «i requisiti minimi perché si possa parlare di impresa». La conclusione è che tra attività di impresa e di lavoro autonomo esiste «un'area grigia, una linea mobile di confine, rappresentata dallo svolgimento delle attività ausiliarie di cui all'articolo 2195 del Codice civile». Sottoporre queste attività a Irap porterebbe a conclusioni diverse dall'interpretazione "costituzionalmente orientata" fornita dalla Consulta. Perché si arriverebbe a colpire una base imponibile fittizia e un fatto non reale. Le Sezioni unite ribadiscono dunque i principi generali fissati dalla Cassazione in materia di autonoma organizzazione, applicandole alle attività ausiliarie. © RIPRODUZIONE RISERVATA www.ilsole24ore.com/norme Il testo della sentenza L'INDICAZIONE I rappresentanti sono imprese ai fini delle dirette ma per l'imposta regionale occorre applicare il discrimine della Consulta

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Regimi differenziati (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-28 - pag: 34 autore: Regimi differenziati Imposte dirette Ai fini delle imposte dirette le attività ausiliarie previste dall'articolo 2195 del codice civile producono reddito d'impresa.In questo caso– secondo le sezioni unite della Cassazione –il legislatore non tiene conto degli aspetti quantitativi dell'organizzazione aziendale, ma solo dell'elemento qualitativo dell'attività esercitata La via dell'Ilor La soluzione per l'Irap invece è quella di considerare la presenza delle condizioni minime di impresa come la Corte costituzionale aveva fatto nel caso dell'Ilor e come aveva indicato, a proposito dell'imposta regionale,nella sentenza 156 del 2001

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Cognome anche della madre (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 28/05/2009 - pag: 24 Famiglia La Cassazione: i figli naturali possono scegliere una volta maggiorenni Cognome anche della madre «Si chiude l'era patriarcale» La Camera verso il testo unico. Dibattito se tenerli entrambi MILANO Doppio cognome ai figli, del padre e della madre. E a scegliere l'ordine potrebbero essere gli stessi genitori. In commissione giustizia della Camera il dibattito si avvia verso un testo unico, che sarà la sintesi delle varie proposte arrivate in aula finora. «In Italia non esiste una specifica disposizione di legge sull'argomento, ma prevale la consuetudine di assegnare ai figli il cognome del padre» spiega Giulia Bongiorno, pdl e presidente della commissione giustizia alla Camera. A sollecitare i lavori per arrivare a una legge >la sentenza della Corte Costituzionale del febbraio 2006, che in modo esplicito rilevò come «il sistema di attribuzione del cognome è retaggio di una concezione patriarcale della famiglia non più coerente con i principi del nostro ordinamento». Più recentemente, nel settembre scorso, si pronunciò la Cassazione invitando il Parlamento italiano a recepire le norme europee perché «i tempi sono maturi ». Anche l'Italia insomma deve uniformarsi ai principi fondamentali della Carta dei diritti Ue, tra i quali il divieto «di ogni discriminazione fondata sul sesso». L'ultimo input è di ieri, con un'altra sentenza della Cassazione che ha stabilito la possibilità a un figlio nato fuori dal matrimonio, una volta maggiorenne, di scegliere il cognome che preferisce, se tra i genitori non c'è accordo. È il caso di un ragazzo di Salerno che, riconosciuto prima dalla madre e poi dal padre, ha dovuto affrontare sette giudizi prima di poter scegliere di mantenere un solo cognome: quello della madre. «È una spinta importante per fare finalmente approvare la legge sul doppio cognome. Siamo ancora in una fase di dibattito, ma in tempi brevi si dovrebbe arrivare in aula per l'approvazione» conferma Alessandra Mussolini. Le soluzioni «tecniche» sono varie, ma il comune denominatore è lo stesso: tutti sono d'accordo con l'idea che è arrivato il momento di cambiare e introdurre il doppio cognome. Ora è da vedere con quale soluzione. C'è chi propone piena libertà ai genitori di scegliere quale dei due cognomi utilizzare, o se usarli entrambi (Garavini, Pd) e chi preferisce rendere obbligatorio il doppio cognome, con la precedenza a quello del padre (Brugger, Svp). L'avvocato Bongiorno, presidente e relatore in commissione, propone una soluzione «forte»: doppio cognome per legge e la coppia può decidere l'ordine. Se non si accorda, deciderà l'ordine alfabetico. «Temo che se andremo a dire che la novità sta nel fatto che si potrà dare ai figli l'uno o l'altro cognome non cambierà niente spiega Bongiorno . È talmente radicata la consuetudine di usare il cognome del padre che il rischio è fare una legge che in realtà non cambia niente, perché il meccanismo sarebbe confermato». Su una cosa sono comunque tutti d'accordo: una volta scelto l'ordine dei cognomi per il primogenito eventuali fratelli e sorelle della stessa coppia manterranno la stessa sequenza. Cristina Marrone

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Antitrust, decreto Alitalia davanti alla Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Economia data: 28/05/2009 - pag: 27 Il nodo dei collegamenti Milano-Roma dopo la fusione con AirOne Antitrust, decreto Alitalia davanti alla Consulta Il Tar rinvia alla Corte, round ai concorrenti ROMA La sospensione dei poteri dell'Antitrust sulla fusione tra Alitalia e AirOne finisce davanti alla Corte Costituzionale. Il Tar del Lazio ieri ha infatti sospeso il giudizio sui ricorsi presentati da Meridiana, Eurofly e Federconsumatori contro il decreto che escluse la necessità di una preventiva autorizzazione dell'Autorità, rimettendo gli atti alla Consulta perché ne valuti la legittimità. «È verosimile ritenere si legge nell'ordinanza che la norma abbia discriminato i vettori aerei, prevedendo un trattamento più favorevole per le compagnie aeree che, realizzando l'operazione di concentrazione senza il preventivo esame dell'Antitrust sull'eventuale costituzione o rafforzamento di una posizione dominante, hanno incrementato la propria posizione in termini concorrenziali, con contestuale discriminazione per le altre compagnie aeree». Intanto in un'audizione presso la commissione Trasporti della Camera, i ministeri dell'Economia e dello Sviluppo economico sono tornati sul tema della tutela degli azionisti e degli obbligazionisti Alitalia. In particolare il Tesoro, rispondendo a un'interrogazione di Emanuele Fiano (Pd), ha precisato che per gli azionisti «sono in corso di valutazione» i provvedimenti conseguenti al decreto-legge che, nell'agosto scorso, stabilì il possibile ricorso ai fondi dormienti. Mentre «al fine di assicurare un più ampio indennizzo ai risparmiatori che hanno investito in titoli della società, soprattutto piccoli risparmiatori, sono allo studio ipotesi per elevare le misure » a favore degli obbligazionisti. Sul punto il fondo Anima, titolare di un buon numero di obbligazioni, fa rilevare che «rimane incerta la questione del limite di rimborso di 100 mila euro, che penalizzerebbe gravemente i piccoli risparmiatori sottoscrittori di fondi comuni». Tornando al Tar e all'Antitrust, il collegio ha ritenuto che la discriminazione messa in atto dal decreto che congelò l'Antitrust «non sia ragionevole e, pertanto, risolvendosi in una disparità di trattamento, possa violare l'articolo 3 della Costituzione (principio di eguaglianza, ndr) perché, mentre si rivela lesiva del principio della libertà di concorrenza, la norma di legge non dà conto di quali siano i valori costituzionali perseguiti e quindi le ragioni che possano giustificare la deroga operata al principio della par condicio e alla libertà di concorrenza». Antonella Baccaro Mengozzi bond Il ministero del Tesoro: allo studio misure per aumentare i rimborsi

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decreto alitalia, la parola alla consulta - lucio cillis (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 27 - Economia Decreto Alitalia, la parola alla Consulta Il Tar: discriminati i concorrenti. Il Tesoro: più indennizzi per chi ha i bond Le norme hanno sottratto la nuova compagnia all´autorizzazione dell´Antitrust LUCIO CILLIS ROMA - Sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi sulla legittimità del decreto Alitalia, il provvedimento che nell´agosto del 2008 ha ampliato l´applicazione della legge Marzano alla ex compagnia di bandiera, limitando i poteri di intervento dell´Antitrust e consentendo di fatto le nozze tra Alitalia e Air One. Secondo il tribunale amministrativo «è verosimile ritenere che la norma abbia discriminato i vettori aerei prevedendo un trattamento più favorevole per Alitalia e Air One». In sostanza, per il Tar, i due vettori «nel realizzare l´operazione di concentrazione senza il preventivo esame dell´Antitrust sull´eventuale costituzione o rafforzamento di una posizione dominante» hanno incrementato la propria posizione in termini concorrenziali «con contestuale discriminazione per le altre compagnie aeree». Il collegio sottolinea, quindi, il rischio che «la disparità di trattamento, possa violare l´articolo 3 della Costituzione». La prima sezione del Tar del Lazio, per questi motivi ha rimesso gli atti alla Corte, sospendendo il giudizio sui ricorsi del gruppo Meridiana-Eurofly (che accoglie la decisione "positivamente") e Federconsumatori. Novità in arrivo, invece, sul caso dei Mengozzi bond. Il ministero dell´Economia e quello dello Sviluppo economico hanno risposto ieri ad una interrogazione parlamentare sulla vicenda Alitalia, ribadendo «l´impegno a migliorare la percentuale di rimborso degli obbligazionisti Alitalia». I ministeri - sottolinea una nota ufficiale - continueranno a vigilare affinché i piccoli azionisti e gli obbligazionisti abbiano il maggior ristoro possibile, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili». I due dicasteri confermano quindi la volontà di «assicurare un più ampio indennizzo ai risparmiatori che hanno investito in titoli della società Alitalia, soprattutto piccoli risparmiatori». Allo studio «l´ipotesi di elevare - oltre la soglia del 30% attuale - le misure di intervento statale già disposte a favore degli obbligazionisti Alitalia». Anima, il combattivo fondo rimasto impigliato nella rete dei bond, «accoglie con favore l´impegno del governo» ma rileva che «il continuo riferimento ai piccoli risparmiatori sembra configurare il permanere del limite di rimborso di 100mila euro per ogni singolo obbligazionista: un fatto che penalizzerebbe i fondi comuni di investimento, il cui patrimonio è di pertinenza di piccoli risparmiatori». Resta, invece, caldo il fronte dei concorrenti di Alitalia. La aggressiva politica di Lufthansa Italia prosegue e punta ad un consolidamento sul mercato nazionale: ieri la compagnia tedesca con base a Malpensa, ha annunciato l´assunzione di nuovo personale, circa 200 dipendenti, per garantire la propria efficienza operativa. La compagnia spiega di essere «pronta ad assumere piloti e personale di bordo italiani per sottolineare ulteriormente l´italianità di Lufthansa Italia».

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Cognome anche della madre (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 28-05-2009)

Argomenti: Giustizia

La Camera verso il testo unico. Dibattito se tenerli entrambi Cognome anche della madre «Si chiude l'era patriarcale» La Cassazione: i figli naturali possono scegliere una volta maggiorenni MILANO Doppio cogno­me ai figli, del padre e della ma­dre. E a scegliere l'ordine po­trebbero essere gli stessi geni­tori. In commissione giustizia della Camera il dibattito si av­via verso un testo unico, che sarà la sintesi delle varie propo­ste arrivate in aula finora. «In Italia non esiste una specifica disposizione di legge sull'argo­mento, ma prevale la consuetu­dine di assegnare ai figli il co­gnome del padre» spiega Giu­lia Bongiorno, pdl e presidente della commissione giustizia al­la Camera. A sollecitare i lavori per arri­vare a >una legge la sentenza della Corte Costituzionale del febbraio 2006, che in modo esplicito rilevò come «il siste­ma di attribuzione del cogno­me è retaggio di una concezio­ne patriarcale della famiglia non più coerente con i principi del nostro ordinamento». Più recentemente, nel settembre scorso, si pronunciò la Cassa­zione invitando il Parlamento italiano a recepire le norme eu­ropee perché «i tempi sono ma­turi ». Anche l'Italia insomma deve uniformarsi ai principi fondamentali della Carta dei di­ritti Ue, tra i quali il divieto «di ogni discriminazione fondata sul sesso». L'ultimo input è di ieri, con un'altra sentenza del­la Cassazione che ha stabilito la possibilità a un figlio nato fuori dal matrimonio, una vol­ta maggiorenne, di scegliere il cognome che preferisce, se tra i genitori non c'è accordo. È il caso di un ragazzo di Salerno che, riconosciuto prima dalla madre e poi dal padre, ha dovu­to affrontare sette giudizi pri­ma di poter scegliere di mante­nere un solo cognome: quello della madre. «È una spinta im­portante per fare finalmente approvare la legge sul doppio cognome. Siamo ancora in una fase di dibattito, ma in tempi brevi si dovrebbe arrivare in aula per l'approvazione» con­ferma Alessandra Mussolini. Le soluzioni «tecniche» so­no varie, ma il comune deno­minatore è lo stesso: tutti sono d'accordo con l'idea che è arri­vato il momento di cambiare e introdurre il doppio cognome. Ora è da vedere con quale solu­zione. C'è chi propone piena li­bertà ai genitori di scegliere quale dei due cognomi utilizza­re, o se usarli entrambi (Garavi­ni, Pd) e chi preferisce rendere obbligatorio il doppio cogno­me, con la precedenza a quello del padre (Brugger, Svp). L'avvocato Bongiorno, presi­dente e relatore in commissio­ne, propone una soluzione «forte»: doppio cognome per legge e la coppia può decidere l'ordine. Se non si accorda, de­ciderà l'ordine alfabetico. «Te­mo che se andremo a dire che la novità sta nel fatto che si po­trà dare ai figli l'uno o l'altro cognome non cambierà niente spiega Bongiorno . È tal­mente radicata la consuetudi­ne di usare il cognome del pa­dre che il rischio è fare una leg­ge che in realtà non cambia niente, perché il meccanismo sarebbe confermato». Su una cosa sono comunque tutti d'ac­cordo: una volta scelto l'ordine dei cognomi per il primogeni­to eventuali fratelli e sorelle della stessa coppia manterran­no la stessa sequenza. Cristina Marrone stampa |

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giallo delle firme contestate, il tar riammette il pdl (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Genova Colpo di scena nella travagliata vicenda elettorale di Savona: per i giudici amministrativi l´esclusione avrebbe causato "danno grave e irreparabile" Giallo delle firme contestate, il Tar riammette il Pdl IL TAR riammette la lista del Pdl alle elezioni provinciali di Savona, perché l´esclusione avrebbe creato danno grave ed irreparabile» alla lista stessa. Ma manda la pratica alla Corte Costituzionale, che dovrà valutare il diritto di una lista esclusa di ricorrere prima delle elezioni anziché dopo. Solo tra diversi mesi, quindi, il Tar entrerà nel merito della vicenda delle firme presentate e considerate in gran parte irregolari. Soddisfazione da parte del Pdl: «Eravamo sicuri che finisse così». A PAGINA XV

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savona, il tar riammette il pdl - donatella alfonso (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XVII - Genova Savona, il Tar riammette il Pdl Accolta la richiesta di sospensiva, alle Provinciali torna il partito del Cavaliere Colpo di scena dopo l´esclusione decretata dalla commissione elettorale DONATELLA ALFONSO IL PDL torna in campo a Savona. Dopo una lunghissima attesa, infatti, il Tar di Genova ha deciso ieri pomeriggio, accogliendo la richiesta di sospensiva avanzata dal partito del centrodestra, di riammettere alle elezioni provinciali la lista del partito della Libertà che era stata esclusa dalla commissione elettorale per irregolarità formali nelle firme dei presentatori (mancavano il timbro e l´indicazione del luogo dove le forme stesse erano state raccolte). Un fatto che, per inciso, ha dato origine anche ad un´inchiesta della Procura di Savona per accertare eventuali ipotesi di falso in atto pubblico. Tutto regolare, allora? pare: ma il Tar ha anche deciso di inviare gli atti alla Corte Costituzionale, rinviando il giudizio di merito alla decisione della Consulta; quando ci sarà questo pronunciamento, che riguarda l´ammissibilità di un tale ricorso prima delle elezioni invece che dopo, il Tar ligure potrà anche pronunciarsi nel merito. Quindi, a molti mesi dalla competizione, quando il prossimo presidente sarà eletto da tempo. «Ma per il momento la decisione dei giudici è stata: che tutti corrano, poi si vedrà. Perché l´ordinanza, che è molto lunga e articolata, ritiene che ci sia "un danno grave e irreparabile" per la lista che venisse esclusa» spiega il professor Piergiorgio Alberti, che ha portato il ricorso del Pdl davanti ai giudici amministrativi. Il Tar ha sollevato una questione di illegittimità costituzionale sull´articolo 83 del testo unico della legge elettorale, se debba venir interpretato nel senso che gli esclusi possano ricorrere immediatamente dopo il fatto oppure (come pare) si debba attendere che le elezioni si svolgano e gli eletti vengano proclamati. nel dubbio, aggiunge Alberti «l´elezione si fa regolarmente, il giudizio di merito è sospeso». «Non avevamo dubbi, le nostre ragioni erano chiare, tant´è vero che la nostra campagna elettorale non si è fermata un attimo. Abbiamo chiesto, rinunciando al nostro diritto di veder prolungata la campagna elettorale, di votare comunque il il 6 e il 7 giugno» dice Michele Scandroglio, coordinatore ligure del Pdl. Gli fa eco il senatore Franco Orsi, in questa competizione candidato sindaco ad Albisola superiore: «Nessun trionfalismo, l´importante è che i savonesi possano godere dei propri diritti. Al voto ci sarà il simbolo del PDL, è quello che volevamo. Ed evitiamo così di buttar via oltre 960 mila euro per rifare le elezioni». La lista del Pdl era stata esclusa dalla commissione elettorale perchè non erano state riconosciute 503 delle 590 firme presentate, alle quali mancava l´indicazione della città in cui erano state raccolte. Insieme al Popolo della Libertà, erano state estromesse (ma poi riammesse) anche le liste della Lega Nord e della Democrazia Cristiana, a sostegno del candidato di centrodestra, Angelo Vaccarezza, e del Partito comunista dei lavoratori. La vicenda aveva sollevato anche polemiche dopo le dichiarazioni del coordinatore regionale del Pdl, Michele Scandroglio, che aveva parlato di "complotto mediatico e dei magistrati". A Scandroglio avevano risposto con una nota i giornalisti liguri e il presidente della Anm regionale, Francesco Pinto. Ma la regolarità delle firme, e la raccolta delle stesse in comuni diversi da quello di Albenga, dove , a detta di Angelo barbero, il consigliere regionale e comunale che l´ha autenticate, si sarebbero registrate? Piergiorgio Alberti chiarisce: questa è un´altra partita. «Infatti, si legge nell´ordinanza, la decisione è presa "a prescindere dal fatto che la circostanza dell´autentica delle firme possa essere sostanziale, occorre rilevare...come ci sia una dichiarazione del consigliere comunale Angelo Barbero, presentatore delle stesse, senza che su questa il Tar debba pronunciarsi». Quindi, «è prevalsa la tutela di dare il via alla competizione elettorale con tutte le liste presenti, poi si vedrà».

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Stop all'alcol dopo le 2: deciderà la Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

RAVENNA CRONACA pag. 4 Stop all'alcol dopo le 2: deciderà la Consulta Fondato sospetto di illegittimità costituzionale L'ALCOL delle discoteche ubriaca di più di quello dei bar e pub? Secondo il legislatore del 2007 sembra proprio di sì. E allora si tratta di una scelta «irragionevole» e soprattutto lesiva di due principi costituzionali: quello all'articolo 3 sull'uguaglianza di trattamento di situazioni uguali e quello all'articolo 41 sulla libertà dell'iniziativa economica privata. Il dubbio di legittimità costituzionale del decreto Bianchi dell'agosto 2007 (poi converito in legge in ottobre) laddove ha imposto «ai locali che effettuano spettacoli o altre forme di intrattenimento» il divieto di somministrare alcol dopo le due, è stato sollevato dal giudice Giangiacomo Lacentra il quale ha provveduto a inviare gli atti di causa alla Corte Costituzionale, notificandoli anche, come vuole la legge, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai presidenti dei due rami del Parlamento. L'eccezione di legittimità costituzionale era stata sollevata, negli esatti termini accolti, dall'avvocato Gianluca Alni, il legale che tutela gli interessi della discoteca BBK sanzionata dal Prefetto nel settembre scorso, con la chiusura per 14 giorni per aver somministrato alcol, una notte del giugno precedente, oltre l'orario consentito. Contro il provvedimento sanzionatorio del Prefetto aveva fatto opposizione a suo tempo l'avvocato Alni affrontando sia questioni di merito sia di contrasto con i principi costituzionali. Dopo due udienze istruttorie, si è giunti alla decisione depositata in questi giorni in cancelleria. Il giudice Lacentra evidenzia in prima battuta l'impossibilità di una interpretazione «costituzionalmente orientata» della nuova norma «considerata la inequivocabilità e perentorietà del dato testuale». Per quanto concerne la fondatezza della questione sollevata dall'avvocato Alni, il giudice sottolinea come la norma «persegua in modo irragionevole l'obiettivo di tutelare il bene giuridico della sicurezza stradale» e quindi della incolumità delle persone posto che il divieto di somministrazione dell'alcol riguarda solo alcune categorie di locali pubblici e non la loro generalità. Scrive il giudice: «Nel caso di specie la sede della società ricorrente è posta in una località balneare ove risultano esservi moltissimi altri esercizi pubblici con licenze per la somministrazione di bevande alcoliche che non sono soggetti alle limitazioni imposte dalla norma in esame, non effettuando spettacolo o altre forme di intrattenimento». Il provvedimento prende poi in considerazione la «violazione delle norme per la tutela della concorrenza e del mercato introdotte nel nostro sistema giuridico con la legge del 10 ottobre 1990 n. 287 in attuazione dell'articolo 41 della Costituzione»: da cui l'ipotesi di incostituzionalità anche sotto questo profilo. In attesa della pronuncia dei giudici della Consulta, il ricorso del BBK rimane sospeso. La decisione dei giudici di piazza del Quirinale rischia comunque di giungere dopo la probabile modifica della norma in questione. Proprio recentemente infatti in commissione alla Camera, durante l'esame del disegno di legge Comunitaria per il 2009, è stato approvato un emendamento del leghista Gianluca Pini che in sostanza elimina il divieto di vendere alcolici dopo le due, fissando solo lo stop alla somministrazione mezz'ora prima della chiusura del locale. Il disegno di legge dovrà poi essere esaminato dal Senato. Carlo Raggi Image: 20090529/foto/7984.jpg

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Promozione per Ilda Boccassini Procuratore aggiunto a Milano (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

BREVI pag. 19 Promozione per Ilda Boccassini Procuratore aggiunto a Milano CSM ALL'UNANIMITA' ROMA Promozione per Ilda Boccassini (Ansa) il sostituto procuratore milanese che è stata pm nei processi Imi-Sir e Sme, conclusi con la condanna di Cesare Previti. Il plenum del Csm all'unanimità, con il voto favorevole anche dei laici del Pdl, l'ha nominata procuratore aggiunto nello stesso ufficio dove lavora da più di 30 anni. Napoletana, 60 anni, Boccassini ha fatto parte a Milano del pool sulla criminalità organizzata, occupandosi di inchieste come la «Duomo Connection», che ha coinvolto importanti esponenti di Cosa nostra. E' stata poi applicata alla procura di Caltanissetta dopo le stragi di Capaci e di Via D'Amelio. Tornata a Milano entrò nel pool Mani Pulite e da ultimo Ilda «la Rossa» si è occupata anche delle indagini sulle nuove Br. Image: 20090529/foto/7071.jpg

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Promozione per Ilda Boccassini Procuratore aggiunto a Milano (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

BREVI pag. 19 Promozione per Ilda Boccassini Procuratore aggiunto a Milano CSM ALL'UNANIMITA' ROMA Promozione per Ilda Boccassini (Ansa) il sostituto procuratore milanese che è stata pm nei processi Imi-Sir e Sme, conclusi con la condanna di Cesare Previti. Il plenum del Csm all'unanimità, con il voto favorevole anche dei laici del Pdl, l'ha nominata procuratore aggiunto nello stesso ufficio dove lavora da più di 30 anni. Napoletana, 60 anni, Boccassini ha fatto parte a Milano del pool sulla criminalità organizzata, occupandosi di inchieste come la «Duomo Connection», che ha coinvolto importanti esponenti di Cosa nostra. E' stata poi applicata alla procura di Caltanissetta dopo le stragi di Capaci e di Via D'Amelio. Tornata a Milano entrò nel pool Mani Pulite e da ultimo Ilda «la Rossa» si è occupata anche delle indagini sulle nuove Br. Image: 20090529/foto/581.jpg

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Firme di Savonariammesso il Pdl (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Firme di Savonariammesso il Pdl elezioni provinciali Il Tar rimette la questione alla Corte costituzionale Genova. Il Tribunale amministrativo regionale ha riammesso alle elezioni provinciali di Savona la lista del Pdl, che era stata esclusa dalla commissione elettorale per irregolarità formali delle firme dei presentatori. Il tribunale ha rinviato gli atti al giudizio della Corte Costituzionale. La lista Pdl era stata esclusa dalla commissione elettorale perché non erano state riconosciute 503 delle 590 firme presentate. In gran parte risultavano raccolte ad Albenga, ma la certificazione di Angelo Barbero, consigliere regionale incaricato della raccolta, era parsa irregolare: molti testimoni hanno confermato di non avere firmato ad Albenga ma in altre località. La procura di Savona ha anche aperto un'inchiesta per falso. La vicenda aveva sollevato polemiche dopo le dichiarazioni del coordinatore regionale del Pdl, Michele Scandroglio, che aveva parlato di «complotto mediatico e dei magistrati». Insieme al Popolo della Libertà, erano state estromesse (ma poi riammesse) anche le liste della Lega Nord e della Democrazia Cristiana. Escluso anche il Partito comunista dei lavoratori il cui ricorso al Tar non è stato però ammesso. Il principale esponente di questo partito, Marco Ferrando, ha annunciato un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato. Giudizio, però, che arriverà molto dopo il voto. freccero >> 2 29/05/2009

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Sentenza della Costituzionaledà la svolta al giallo Manunta (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Sentenza della Costituzionaledà la svolta al giallo Manunta cengio LA PROCURA ha deciso di chiedere il rinvio a giudizio di Tullio Pisano 37 anni, per l'omicidio del transessuale savonese Donatella Manunta, delitto avvenuto in via Untoria il 21 marzo 1990. I magistrati savonesi non hanno ancora effettuato atti ufficiali in tal senso, ma hanno preannunciato la loro intenzione al difensore (Attilio Bonifacino) dell'uomo indagato nel 2006 per quell'efferato delitto. Caso in dirittura d'arrivo, quindi, almeno sembrerebbe a guardare le decisioni degli inquirenti. A dare la scossa definitiva all'inchiesta penale sarebbe una sentenza della Corte Costituzionale con la quale si dichiara l'incostituzionalità della norma che disponeva l'obbligo dell'archiviazione di fronte al rigetto del tribunale della Libertà. Venendo a mancare questa posizione, la procura avrebbe deciso di chiedere il rinvio a giudizio di Pisano. La difesa dell'uomo di Cengio le cui impronte sarebbero state trovate nell'alloggio della vittima diciotto anni fa, si proclama comunque fiduciosa sull'esito del processo. «Il tribunale della Libertà nell'ultima sentenza non ha riscontrato alcun elemento di colpevolezza del mio cliente» ha dichiarato Attilio Bonifacino che sicuramente conta su quella pronuncia passata in giudicato dopo il rigetto del ricorso presentato dall'accusa alla Corte di Cassazione, per andare al processo. La svolta all'inchiesta, come detto, è arrivata a distanza di sedici anni da quel fatto di cronaca che ha sconvolto l'intera città e costretto gli inquirenti ad un intenso lavoro a caccia dell'assassino. Almeno a quanto sostiene la procura l'omicida avrebbe adesso un nome e un volto. Non resta che attendere gli sviluppi di un caso giudiziario che ha molto colpito l'opinione pubblica. G. Cio. 29/05/2009

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L'Irap deve riaprire i calcoli (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-29 - pag: 27 autore: Dichiarazioni. I chiarimenti di Cassazione ed Entrate impongono nuove valutazioni a poche settimane dalle scadenze L'Irap deve riaprire i calcoli Supplemento di istruttoria su rappresentanti, amministratori e contributi Antonio Criscione Luca Gaiani MILANO Tra pronunce della Corte di cassazione e istruzioni dell'ultima ora dell'agenzia delle Entrate, l'Irap deve rivedere i conti del saldo del 16 giugno. A meno di tre settimane dalla scadenza dei versamenti, alcuni interventi di Fisco e giurisprudenza richiedono, infatti, per molti contribuenti, un riesame dei calcoli per il pagamento del tributo. Senza contare che a luglio è previsto un altro passaggio delicatissimo: nella prima decade (si veda «Il Sole 24 Ore» del 17 aprile scorso) si terrà l'udienza davanti alla Corte costituzionale per affrontare la questione dell'indeducibilità dell'Irap dalla base imponibile dell'imposta sul reddito delle imprese e dei lavoratori autonomi. Punto sul quale, va ricordato, il legislatore è intervenuto con una deduzione del 10% dall'imponibile delle dirette (articolo 6 del Dl 185): resta, però, da vedere se la misura verrà ritenuta sufficiente. Con la sentenza delle Sezioni unite della Cassazione (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri) si apre uno spiraglio per molti agenti e rappresentanti di commercio per omettere legalmente il pagamento dell'Irap sul proprio reddito d'impresa. I giudici di legittimità, infatti, hanno sostanzialmente equiparato, ai fini dell'assoggettamento all'Irap, gli agenti e i promotori finanziari ai professionisti, con la possibilità di adottare le regole che già da qualche anno permettono a questi ultimi, in mancanza di un'autonoma organizzazione, di non corrispondere l'imposta regionale. Occorre dunque rispolverare i criteri già dettati da numerose sentenze di legittimità sui lavoratori autonomi per verificare se l'agente possa o meno evitare di versare l'Irap. Al riguardo, come ribadito dalle Sezioni unite, il requisito della organizzazione autonoma ( che comporta l'applicazione dell'Irap) segue le regole generali fissate per l'individuazione della autonoma organizzazione. Quest'ultima, infatti, è riscontrabile quando il contribuente è il responsabile dell'organizzazione, non è quindi inserito in strutture organizzative di terzi, e impiega beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività in assenza di organizzazione, oppure si avvale, in modo non occasionale, di lavoro altrui. Le indicazioni fornite dall'agenzia delle Entrate al Map (i moduli di aggiornamento professionale curati da un'associazione di dottori commercialisti) portano a riesaminare la situazione nel caso di amministratori collaboratori e di contributi posti sul confine fra competenza e cassa (si veda l'articolo riportato sotto). Un'ulteriore area di approfondimento in materia di Irap si pone, dopo la circolare 27/E/2009, per le società di capitali che, dal 2008, applicano le nuove regole basate sulla rilevanza, salvo limitate eccezioni, dei valori contabili. L'Agenzia ha confermato la piena rilevanza dei costi per beni e servizi (classificati nelle voci B.6 e B.7 del conto economico) destinati al personale, senza peraltro analizzare alcuni ulteriori problemi che si pongono nel calcolo dell'imponibile. Chiarimenti si attendono, ad esempio, sul regime dei costi "non inerenti" (visti i dubbi ingenerati dalla risoluzione 84/E/2009 sull'indeducibilità, anche in ambito Irap, dell'Iva non detratta per scelta su alberghi e ristoranti), o di quelli fuori competenza, o ancora sulle sanzioni, laddove tutti questi oneri siano accolti in voci rilevanti del conto economico. Altre istruzioni paiono necessarie sulla rilevanza di valutazioni civilistiche delle rimanenze e delle commesse ultrannuali sotto i limiti fiscali (articolo 92 e 93 Tuir), che comportano una ripresa a tassazione per l'Ires che non dovrebbe invece più interessare l'Irap. www.ilsole24ore.com/norme La sentenza della Cassazione e i quesiti della diretta Map © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Maletti e gli anni delle stragi Niente grazia al generale 007 (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 29/05/2009 - pag: 27 La storia È in Sudafrica: «Voglio tornare». Aiutò Giannettini e Pozzan dopo Piazza Fontana e diede un dossier a Pecorelli Maletti e gli anni delle stragi Niente grazia al generale 007 Il no di Napolitano. Due condanne ma nessun giorno in cella ROMA Vorrebbe tornare «in Patria», come scrive con tanto di maiuscola, da uomo libero, stanco di una latitanza che dura da oltre un quarto di secolo. Ma c'è una condanna che glielo impedisce, nonostante vari indulti l'abbiano più che dimezzata. Così il generale Gianadelio Maletti una delle figure più controverse dei servizi segreti degli anni Settanta, il decennio delle stragi ancora misteriose e impunite ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica. «Posso aver sbagliato, ma ho anche fatto molto per il mio Paese, in Patria e in guerra», ha rivendicato invocando l'atto di clemenza in una lettera del 2003, quando al Quirinale sedeva Carlo Azeglio Ciampi. La pratica è stata istruita a lungo, sotto due diversi governi, e a conclusione del suo travagliato iter è ora arrivato il «no» di Giorgio Napolitano. Niente clemenza per il generale che, a dispetto di una pena fissata a quattordici anni di carcere, non ha scontato nemmeno un giorno. In più Maletti continua a proclamarsi innocente, lasciando così intendere che l'eventuale grazia possa in qualche modo riparare l'ingiustizia che lui ritiene di aver subito, e una simile interpretazione è stata esclusa dalla Corte costituzionale. La risposta negativa del capo dello Stato è stata comunicata qualche giorno fa al ministero della Giustizia, al termine delle verifiche svolte dagli uffici competenti di via Arenula e del Quirinale. Compresa quella sulla richiesta di estradizione di Maletti, respinta una prima volta dal Sudafrica, Paese nel quale il militare risiede, ma mai ripresentata dall'Italia dopo la firma di un'apposita convenzione da parte del governo di Pretoria. Il prossimo 30 settembre Gianadelio Maletti, in pensione con il grado di generale di Divisione dell'Esercito, compirà 88 anni. Ai tempi della cosiddetta «strategia della tensione» lavorava al Sid, il Servizio informazioni del ministero della Difesa, e nel 1971 divenne capo del Reparto D, l'ufficio del controspionaggio. Nelle indagini sulle varie stragi, da Piazza Fontana (1969) a quella alla questura di Milano (1973), e tutte le loro derivazioni, è entrato e uscito più volte, a vario titolo. Alla fine restano a suo carico due condanne: una per aver favorito la fuga dell'informatore Giannettini e del neofascista Pozzan coinvolti nell'indagine sulla bomba alla Banca dell'Agricoltura, interamente condonata; l'altra a quattordici anni per sottrazione di atti inerenti la sicurezza dello Stato, il famoso dossier «Mi. Fo. Biali» trovato nell'ufficio del giornalista Pecorelli dopo il suo omicidio. Tra un indulto e l'altro quella pena è stata ridotta a sei anni di carcere, ma è tuttora valida. Ecco il motivo della grazia sollecitata dal generale, che nel 2003 contestava la natura «indiziaria » del processo subito, comunicava di aver subito un intervento chirurgico e perciò chiedeva di «poter tornare in Patria». Per la storia del dossier, Maletti si attribuisce la «responsabilità morale» in quanto responsabile dell'ufficio nel quale le carte segrete erano custodite, ma niente di più. Anche l'istanza di revisione del processo, tuttavia, è stata bocciata. E al di là della condanna mai espiata, resta il ruolo ambiguo della «spia» che per un periodo, ai tempi del contrasto con l'allora capo del Sid Vito Miceli, ha goduto di qualche credito anche negli ambienti progressisti della politica. Poi sono venuti fuori i coinvolgimenti nelle varie inchieste, le schedature sui magistrati «di sinistra» trovate durante una perquisizione in casa sua, la fuga in Sudafrica. Durante la lunga latitanza il generale non ha mancato di farsi sentire. Una volta, nel 1997, con i parlamentari della commissione d'inchiesta sulle stragi, ai quali spiegò che i Servizi italiani non erano «deviati», bensì piegati alle esigenze del «partito americano »; un'altra con i giudici di Piazza Fontana, nel 2001, quando venne in Italia per qualche giorno grazie a un «salvacondotto ». Disse poche cose, e ripetendo sempre lo stesso concetto: dietro la strage c'erano la Cia e personaggi utilizzati dai Servizi statunitensi. Sulla strage di Brescia e altri episodi Maletti disse di non avere ricordi, e forse anche questo suo atteggiamento gli è valso, oggi, il rifiuto presidenziale della grazia. Ieri Napolitano ha ricordato il trentacinquesimo anniversario della strage di Brescia auspicando «valide conclusioni di giustizia e verità processuale da tanto tempo attese»; e il 9 maggio, celebrando il «giorno della memoria » in onore delle vittime del terrorismo, puntò il dito contro «l'attività depistatoria di una parte degli apparati dello Stato», che contribuì a nascondere le responsabilità degli attentati. La mancata clemenza a Maletti, si può intuire, è anche conseguenza di quell'atto d'accusa. In aula Il generale Gianadelio Maletti durante un'udienza del processo su Piazza Fontana Giovanni Bianconi

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Firme di Savona riammesso il Pdl (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Firme di Savona riammesso il Pdl Elezioni provinciali Il Tar rimette la questione alla Corte costituzionale Genova. Il Tribunale amministrativo regionale ha riammesso alle elezioni provinciali di Savona la lista del Pdl, che era stata esclusa dalla commissione elettorale per irregolarità formali delle firme dei presentatori. Il tribunale ha rinviato gli atti al giudizio della Corte Costituzionale. La lista Pdl era stata esclusa dalla commissione elettorale perché non erano state riconosciute 503 delle 590 firme presentate. In gran parte risultavano raccolte ad Albenga, ma la certificazione di Angelo Barbero, consigliere regionale incaricato della raccolta, era parsa irregolare: molti testimoni hanno confermato di non avere firmato ad Albenga ma in altre località. La procura di Savona ha anche aperto un'inchiesta per falso. La vicenda aveva sollevato polemiche dopo le dichiarazioni del coordinatore regionale del Pdl, Michele Scandroglio, che aveva parlato di «complotto mediatico e dei magistrati». Insieme al Popolo della Libertà, erano state estromesse (ma poi riammesse) anche le liste della Lega Nord e della Democrazia Cristiana. Escluso anche il Partito comunista dei lavoratori il cui ricorso al Tar non è stato però ammesso. Il principale esponente di questo partito, Marco Ferrando, ha annunciato un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato. Giudizio, però, che arriverà molto dopo il voto. Freccero >> 2 29/05/2009

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Looming GM Bankruptcy Threatens Sales at Partsmakers American Axle, Shiloh (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

By Alex Ortolani May 29 (Bloomberg) -- General Motors Corp.'s parts suppliers, battered by losses from slumping vehicle production, face new threats to their survival as the largest U.S. automaker prepares to idle factories in bankruptcy. American Axle & Manufacturing Holdings Inc. and Shiloh Industries Inc. are among the companies whose sales will shrink when their biggest customer shuts plants for as long as 9 weeks. Payments in bankruptcy court for old bills will only cushion the blow of lost GM business, the partsmakers say. Suppliers are trying "to understand what their cash needs will be and how they're going to manage," said Scott Eisenberg, a managing partner at restructuring firm Amherst Partners LLC in Birmingham, Michigan. "They're trying to figure out how they're going to pay their vendors, buy raw materials." Viable partsmakers are pivotal for GM's exit from a bankruptcy set to start June 1. GM shares more than 50 percent of about 1,500 North American suppliers with Chrysler LLC and Ford Motor Co., consultant CSM Worldwide estimates. Visteon Corp., a former Ford unit, filed for bankruptcy yesterday. GM's plan for a Chapter 11 filing was described yesterday by people familiar with the Detroit-based automaker's preparations. While Vice Chairman Bob Lutz said any stay in court protection would be quick, he wouldn't discuss specifics. Factory closings already were part of GM's restructuring in or out of court, adding to the strain on an industry that suffered 40 bankruptcies among major parts companies in 2009, according to the Motor & Equipment Manufacturers Association, a trade group based in Research Triangle Park, North Carolina. Visteon is among at least seven seeking court protection in 2009. Recession's Impact Automakers are buying fewer parts because the recession is ravaging demand, dragging the seasonally adjusted U.S. sales rate in April to 9.3 million units, 43 percent less than a year earlier. A bankruptcy judge is likely to allow GM to pay partsmakers for bills outstanding before the filing through a combination of debtor-in-possession financing and a U.S. aid program, said William Kohler, a Detroit-based attorney and co-chair of law firm Butzel Long's global automotive practice. "They will make an effort to pay suppliers for receivables that are outstanding, similar to Chrysler," he said. Chrysler proposed paying its biggest vendors as part of its April 30 bankruptcy filing. U.S. Bankruptcy Judge Arthur Gonzalez approved the motion, and the Auburn Hills, Michigan- based carmaker said it is paying at least some pre-bankruptcy bills to 1,200 suppliers. Bolstering Suppliers GM has taken actions to help its supply base, including making payments yesterday instead of when they originally were due on June 2, said Dan Flores, a spokesman. Unlike Chrysler, which disclosed plant-closing plans in its bankruptcy filing, GM has alerted partsmakers to pending factory shutdowns. GM also is participating in a U.S. Treasury aid program that guarantees or immediately pays bills from partsmakers. GM often pays suppliers as many as 60 days after parts are shipped. American Axle and Shiloh, a maker of oil pans, rank first and second among publicly traded partsmakers in their dependence on GM, according to New York-based research company Connexiti. American Axle got 76 percent of its $402.4 million in sales from GM and 11 percent from Chrysler last quarter, according to a company filing. Shutdowns by the carmakers may chop sales by $250 million in the second and third quarters, Detroit-based American Axle said May 1. Spokeswoman Renee Rogers declined to elaborate. The company's products include axles for pickups and sport-utility vehicles. Cutting Costs Shiloh said GM's idlings will "adversely impact our operating performance" in the third quarter, Chief Executive Officer Theodore Zampetis said in a May 26 statement. He said the Valley City, Ohio-based company has consolidated plants and made "other cost-reduction initiatives" as auto output falls. Chief Financial Officer Kevin Bagby didn't return a call seeking comment. Shiloh rose 4 cents to $2.21 yesterday in Nasdaq Stock Market composite trading. The shares dropped 78 percent in the year ended yesterday. American Axle fell 8 cents to $2.16 yesterday in New York Stock Exchange composite trading, dragging its 12-month decline to 88 percent. American Axle's 7.875 percent bonds due March 2017 slid 0.5 cent to 30 cents on the dollar, according to Trace, the bond- pricing service of the Financial Industry Regulatory Authority. The yield was 33.8 percent. The bonds traded at 88.5 cents on the dollar a year earlier. Shiloh doesn't have any bonds, according to Bloomberg data. GM fell 3 cents to $1.12. The shares have tumbled 93 percent in the past year. Visteon, Delphi Ford's attachment to Visteon, its former parts unit, is similar to GM's connection to Delphi Corp., the partsmaker that filed for bankruptcy in 2005, said Van Conway, a restructuring consultant at Conway MacKenzie & Dunleavy in Birmingham, Michigan. "Ford needs Visteon to make cars, so it, like GM and Delphi, is a party at the table whether they like it or not," he said. Visteon, spun off from Dearborn, Michigan-based Ford in 2000, said it will attempt to restructure after eight straight annual net losses. Van Buren, Michigan-based Visteon said Ford will "support" some of the reorganization costs, without giving an amount. GM is in discussions with Delphi, lenders and the U.S. Treasury's car task force on a way to help the auto supplier leave bankruptcy. The carmaker agreed in a United Auto Workers contract to take ownership of five of Troy, Michigan-based Delphi's facilities. A Delphi spokesman, Lindsey Williams, declined to comment. To contact the reporter on this story: Alex Ortolani in Southfield, Michigan, at aortolani1@bloomberg.net Last Updated: May 29, 2009 00:01 EDT

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Savona, il Tar dice sì al Pdl (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Savona, il Tar dice sì al Pdl Il partito di Berlusconi è stato riammesso alle elezioni per la Provincia Savona. La notizia in cui nessuno credeva è arrivata a pochi minuti dalle 20 di ieri sera quando lo staff del professore Piergiorgio Alberti ha comunicato al quartier generale del PdL savonese l'accoglimento della sospensiva del Tar che significa riammissione della lista PdL alle elezioni provinciali del 6-7 giugno. «Siamo dentro! Siamo dentro!», ha urlato il senatore Franco Orsi comunicando ai presenti l'inattesa sorpresa del tribunale amministrativo. In quel momento nel quartier generale di Savona erano riuniti tanti degli aspiranti consiglieri che la commissione elettorale di Savona aveva escluso dalle elezioni per l'errore nella presentazione della lista. Ed è bastato l'annuncio perché la festa esplodesse fragorosa con canti, abbracci, persino brindisi che solo per caso non hanno coinvolto il candidato presidente Angelo Vaccarezza, in quel momento impegnato in un incontro elettorale a Pietra Ligure e irraggiungibile sul telefonino. «Vittoria! Ed è l'antipasto della vittoria elettorale!», esultavano in tanti. Poi il coordinatore ligure e onorevole Michele Scandroglio ha provato a rimettere ordine e ha dichiarato con toni più pacati: «Non è il momento di fare trionfalismi. La riammissione della lista PdL sulla scheda elettorale non è altro che un diritto riconosciuto, non è ancora una vittoria. Non avevamo dubbi che sarebbe andata così e per questo non abbiamo mai smesso di lavorare. La cosa che mi preme dire è che le elezioni si terranno regolarmente il 6-7 giugno. Siamo stati danneggiati dalla campagna elettorale che finora non abbiamo potuto fare, ma non chiederemo lo slittamento delle elezioni. È una forma di rispetto per i cittadini e per le casse pubbliche. Rinviare le elezioni significherebbe gettare al vento un sacco di soldi». «Nessun trionfalismo - si è unito Franco Orsi, senatore PdL - l'importante è che i savonesi possano godere dei propri diritti. Al voto ci sarà il nostro simbolo ed è quello che volevamo». Mentre il consigliere regionale di Albenga Angelo Barbero, bersagliato nei giorni scorsi per l'errore delle firme (è lui che ufficialmente le ha raccolte ad Albenga), si è limitato ad esultare: «Da un infortunio nascerà una grande vittoria elettorale. Sono felice per la lista, è un peso che mi tolgo. Ero comunque sicuro che sarebbe andata bene». Infine il candidato Vaccarezza, raggiunto dal suo staff solo in tarda serata perché impegnato in un incontro prima in un locale, poi in un cinema: «Avevo detto che il simbolo PdL sarebbe stato sulla mia scheda e così sarà. Sono felice. Parlerò domani (oggi ndr) in una conferenza stampa». Fondamentali per il colpo di scena di ieri sera le eccezioni che l'avvocato Piergiorgio Alberti ha sollevato nella discussione sulla "sospensiva" davanti al collegio della seconda sezione del Tar presieduto dal giudice Enzo Di Sciascio e composto anche dai giudici Morbelli e Bianchi. La discussione è durata una ventina di minuti, dalle 9.30 alle 10 di ieri. Poi, nel pomeriggio, una camera di consiglio lunghissima che per i vertici del centrodestra è stata un'altalena di sensazioni: prima negative («per ribaltare l'esclusione e riammetterci ci vuole poco»), poi positive («se ci pensano così tanto, forse è un buon segnale»). In serata il responso favorevole, con il Tar che ha deciso per l'accoglimento della sospensiva. Ma, allo stesso tempo, ha anche deciso di inviare gli atti alla Corte Costituzionale per il giudizio di merito. Una prova ulteriore che il "caso-Savona", tra vizi di forma ma diritto di sostanza, non ha ancora sciolto i suoi dogmi e probabilmente è destinato a fare giurisprudenza. La lista del Pdl era stata esclusa dalla commissione elettorale perché non erano state riconosciute 503 delle 590 firme presentate: mancava l'indicazione della città in cui erano state raccolte. Insieme al Popolo della Libertà erano state estromesse, in prima battuta (ma poi riammesse), anche le liste della Lega Nord e della Democrazia Cristiana. Ed era stata esclusa anche la lista del Partito Comunista dei Lavoratori. Quest'ultima, ieri, dallo stesso collegio del Tar, ha ricevuto un trattamento contrario e alla fine è stata bocciata per un nuovo vizio di notifica del ricorso. Alle 19 i giudici genovesi hanno infatti pubblicato un'ordinanza che dichiara «inammissibile la domanda incidentale di sospensiva» presentata dal legale del PCdL. Un provvedimento che ha fatto indignare il leader del partito Marco Ferrando: «Una cosa allucinante, faremo ricorso al Consiglio di Stato», ha detto a caldo ieri sera. E così resta il dubbio di cosa accadrà alle elezioni savonesi se il Consiglio di Stato dovesse riconoscere le loro ragioni. Dario Freccero freccero@ilsecoloxix.it 29/05/2009 le testimonianze dei protagonisti 29/05/2009 il tar riammette la lista pdl 29/05/2009 Il 14 maggio "Il Secolo XIX" contatta alcuni sostenitori della lista "Pdl Berlusconi per Vaccarezza" che affermano di non aver apposto la propria firma ad Albenga, smentendo quanto certificato dal consigliere Angelo Barbero, che aveva indicato i loro nomi tra i firmatari. Si parla, a questo punto, di falso in atto pubblico 29/05/2009 Ieri la svolta. Il Tar della Liguria, a cui la lista "Pdl Berlusconi per Vaccarenza", si è rivolto, ribalta il giudizio del tribunale di Savona e riammette la lista alla competizione elettorale, accogliendo la richiesta di sospensiva e rimettendo gli atti alla Corte Costituzionale per il giudizio di merito 29/05/2009

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Saluzzo: situazione a rischio per il Tribunale cittadino (sezione: Giustizia)

( da "Targatocn.it" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Saluzzo: situazione a rischio per il Tribunale cittadino La notizia data da un’Agenzia nazionale di stampa sul possibile e assai probabile blocco delle indagini per mancanza di pubblici ministeri nel tribunale di Saluzzo (nella stessa situazione si trovano le Procure per i minorenni di Reggio Calabria e Caltanissetta, e delle Procure ordinarie di Lanusei e Voghera) ha fatto il giro d’Italia. L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dal 'parlamentino' di Palazzo dei Marescialli, sede del Consiglio Superiore della Magistratura, attraverso il quale si è segnalato il rischio una 'momentanea paralisi dell'attività di indagine e dell'intera giurisdizione penale'. La situazione saluzzese non è nuova ed era già stata fonte di una presa di posizione del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Saluzzo il cui presidente Chiaffredo Peirone, attraverso una nota ufficiale, aveva evidenziato la situazione “che si troverà ad affrontare la Procura della Repubblica di Saluzzo nei prossimi mesi, alla luce dell'imminente e pressoché totale scopertura dell'organico a seguito del trasferimento dei due Sostituti Procuratori”. Nel documento l’avvocato Peirone segnalava che “proprio all’indomani dell’annunciata copertura - prevista per il prossimo mese di settembre - di quattro dei posti di Giudice in organico attualmente vacanti; nei giorni scorsi è giunta la conferma del trasferimento (a richiesta) degli unici due Sostituti della locale Procura il dottor Maurizio Ascione a Milano e la dottoressa Caterina Centola a Lodi prevista anch’essa per settembre”. Con il trasferimento dei due Magistrati il Tribunale di Saluzzo si troverebbe nella paradossale situazione di avere a disposizione i Giudici togati che si occupano dei processi, ma non dei Magistrati che sostengono l’accusa. La situazione del Tribunale, peraltro periodicamente in predicato di essere 'soppresso', ha fatto capolino anche in questa campagna elettorale per bocca del candidato Sindaco Pierino Sassone il quale ha detto: “Se perdiamo anche il Tribunale diventiamo un paesino, Saluzzo non sarà più una grande e importante città”. La situazione, ora, è quella evidenziata dal CSM che ha pronosticato per Saluzzo, laddove non si intervenga a prevedere l’invio dei sostituti procuratori, “la momentanea paralisi delle indagini penali”. Gi. Fe.

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Savona: Lunardon (Pd): "Scajola non critichi i giudici" (sezione: Giustizia)

( da "Savona news" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Savona: Lunardon (Pd): "Scajola non critichi i giudici" "Nonostante i nostri avversari siano molto fiduciosi di un success rapido e lampante ritengo che abbiamo tutte le carte in regole per poter giocare al meglio la partita e per poterla vincere". Questo il pensiero di Giovanni Lunardon, segretario provinciale del Pd. "La differenza tra il Pdl e noi sta nella nostra capacità di rispettare le istituzioni e di non commentare le sentenze ai vari livelli emesse dalla magistratura. Male ha fatto un ministro della Repubblica come Claudio Scajola a criticare l'operato dei giudici in una questione che comunque non è certo chiuso con questo primo pronunciamento del Tar". Lunardon infatti ha spiegato che: "il Tar ha sospeso il giudizio me ha chiamato in causa la corte costituzionale che a seconda di come si pronuncerà potrebbe anche invalidare le elezioni e queste comporterebbe una spesa di 2 milioni e 600 mila euro, soldi che greverebbero sui bilanci dell'ente pubblico".

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Savona: Vaccarezza, "sempre stati sereni e tranquilli" (sezione: Giustizia)

( da "Savona news" del 29-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Savona: Vaccarezza, "sempre stati sereni e tranquilli" "Siamo sereni, il nostro progetto va avanti e nonostante le vicissitudini la mia campagna elettorale non si è mai arrestata. Era inconcepibile che il primo partito in Italia fosse escluso dal voto". Angelo Vaccarezza candidato per il centro destra all'indomani della decisione del Tar di riammettere il Pdl è apparso sereno: "E non potrebbe essere altrimenti: alla gente interessa solo una cosa, sapere chi e come governerà questa Provincia". Franco Orsi, senatore della Repubblica e candidato sindaco di Albisola Superiore nel corso della conferenza stampa del Pdl ha affermato che "al di la' di quella che e' la giurisprudenza di questo complicato passaggio posso dire con grande sicurezza che in un momento difficile come questo solo noi potevamo rimanere uniti e dimostrare compatezza politica al nostro interno. Non credo - ha detto Orsi - che la corte costituzionale aggiungera' molto di piu' a quanto ha gia' il Tar. E comunque qualunque cosa accada dopo le elezioni o anche ad un anno dalla loro celebrazione noi prenderemo le nostre decisioni volta per volta e francamente non ce ne preoccupiamo piu' di tanto".

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Berlusconi: (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 30-05-2009)

Argomenti: Giustizia

«La speranza è che prima dell'inverno ognuno abbia una casa» Berlusconi: «Vacanze al mare e crociere per ragazzi e famiglie terremotate» «Chi sta in tenda lo fa per propria volontà, la Protezione civile aveva trovato un alloggio per tutti gli sfollati» L'AQUILA - I ragazzi e le famiglie abruzzesi che hanno visto le proprie abitazioni distrutte o danneggiate dal terremoto del 6 aprile, non passeranno l'estate nelle tendopoli, ma al mare o in crociera. Lo ha assicurato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in visita all'Aquila, aggiungendo la voce «crociere» a quanto già promesso giovedì («vacanze al mare») nel suo intervento all'assemblea della Confesercenti. «Entro settembre contiamo di non avere più gente nelle tende, mentre questa estate vogliamo programmare vacanze al mare per le famiglie e crociere sul Mediterraneo per i ragazzi», ha detto il premier. VACANZE E CROCIERE - «La Protezione civile sarebbe stata in grado di dare un alloggio a tutti gli sfollati. Chi vive nelle tende lo fa perché vuole restare vicino alla propria abitazione. La speranza è che prima dell'inverno ognuno abbia una casa. Sono state già fatte 47.500 verifiche di agibilità, case nelle quali sono stati ripristinati i servizi essenziali. Il 4 giugno firmerò l'ordinanza per le prime case agibili. Chi avrà la casa agibile, pensiamo che debba rientrare dagli alberghi in 15 giorni per consentire alle famiglie in tenda di prendere il loro posto», ha aggiunto il capo del governo. «Stiamo infatti organizzando giorni al mare per le famiglie. I ragazzi, invece, stiamo vedendo di mandarli in crociera nel Mediterraneo». Ricostruzione: «Per le seconde case nei centri storici la ricostruzione sarà al 100% a carico dello Stato. Per quelle che sono fuori dai centri storici, faremo un inventario e decideremo se poter intervenire per la totalità o per i due terzi», ha aggiunto Berlusconi. «A fine giugno, terminate le verifiche e approvato il decreto legge in esame alla Camera, sul quale siamo disponibili a modifiche, si darà seguito alla ricostruzione pesante». STRISCIONE RIMOSSO - Uno striscione con la scritta in dialetto aquilano «Caccete ji soldi, forti e gentili scì fessi no!!!» è stato esposto su un'auto davanti alla scuola della Guardia di Finanza all'Aquila dal comitato «3.32». Ma è stato fatto rimuovere quasi subito. I comitati che lo hanno esposto hanno sottolineato che «non si tratta di una contestazione politica, ma ai contenuti del decreto. Le rassicurazioni Berlusconi non deve darle solo ai sindaci, ma anche ai cittadini». Quattro manifestanti sono stati poi identificati dalle forze dell'ordine: «In un Paese democratico questo non dovrebbe accadere, ognuno può manifestare liberamente le proprie idee», hanno detto i dimostranti. Ai contestatori ha indirettamente risposto Berlusconi, che in conferenza stampa ha detto: «Qualcuno diceva che questa era una mission impossible, ma se ce la faremo a costruire 4-5 mila alloggi in 80 giorni, avremo portato a termine la prima operazione del genere al mondo per tempi e importanza». COMMISSIONE DI GARANZIA - Berlusconi ha inoltre reso noto che nella commissione di garanzia che si occuperà di verificare la gestione dei fondi donati per il terremoto (al momento 45 milioni di euro) ci saranno «il senatore Franco Marini, l'ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli, il professore Natalino Irti, il magistrato Cesare D'Ambrosio, l'ex giudice della Corte costituzionale Fernanda Contri». stampa |

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Caccia all'uomopresi rapinatori (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 30-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Caccia all'uomopresi rapinatori colpo in bancaad albenga SAVONA. «Io un colpevole lo vedo chiaramente in tutta questa vicenda ma preferisco non dire di chi si tratta» ha detto ieri Angelo Vaccarezza nella conferenza stampa convocata per commentare la riammissione della lista PdL alle provinciali e levarsi qualche sassolino. Ma chi ha pensato alludesse al consigliere di Albenga Angelo Barbero e alla maldestra autocertificazione delle firme, sbagliava. «Diciamolo, diciamolo pure chi è il colpevole! - ha incalzato Franco Orsi, senatore PdL - i giudici del Tar hanno detto con chiarezza chi ha sbagliato: è la commissione elettorale, mi sembra evidente. Noi l'avevamo detto in tempi non sospetti annunciando un'interpellanza al ministro dell'Interno, che è stata fatta, e una denuncia nei confronti dei giudici, che però non faremo. Ma sulle responsabilità di questo pasticcio il Tar è stato chiaro ed esplicito: colpa della commissione di Savona». E così, pur senza più parlare né di "complotto", "né di toghe rosse" - «ma io non avevo mai parlato di complotto» ha precisato Vaccarezza (l'aveva fatto il coordinatore regionale Michele Scandroglio, ndr) - il centrodestra ieri ha dato il via alla campagna elettorale (il rush finale in realtà) finalmente a pieni ranghi e con una carica di tranquillità che prima non aveva. «Non avete idea della fatica che ho fatto in questi giorni - ha proseguito Vaccarezza - ogni volta che attaccavo un manifesto mi arrivava un esposto perché erano tutti con il simbolo del Popolo della Libertà bocciato dalla commissione e quindi irregolare. Avrò preso 700 denunce per queste affissioni abusive che in realtà erano regolarissime. E ho patito le pene dell'inferno anche per non poter fare i manifesti con la data delle elezioni essendoci l'incertezza sui tempi dei ricorsi. Uno stress dopo l'altro che hanno reso tutto più difficile e in salita. Ma è stato un inferno dal quale non ho mai pensato di non uscire rafforzato e infatti ora mi sento più forte perchè spalleggiato da una coalizione che ha dato prova di maturità e unione. E finalmente nei restanti dieci giorni potremo parlare solo di programmi e non più di disguidi né di firme». Mentre sui ricorsi ancora pendenti: «Non ho la sfera di cristallo - ha replicato - non posso prevedere quel che succederà per il ricorso del Partito comunista dei lavoratori, ma sono sicuro che nonostante il ritardo di cui siamo stati vittime, e nonostante la scelta responsabile e coraggiosa di non chiedere il rinvio delle elezioni, il prossime fine settimana vinceremo». «Da questa vicenda il PdL esce fortificato - ha confermato Franco Orsi - basti dire che con tutto quello che è successo, sui giornali non è mai comparso il nome di un esponente della nostra coalizione che si sia dissociato o scontrato. Sarebbe stato facile scatenare una guerra interna per il presunto errore delle firme, ma non è successo. Le poche veline uscite in modo velenoso sono sempre state rigorosamente anonime a riprova del fatto che il partito è compatto e nessuno lo sfida. Se le elezioni si fossero celebrate senza di noi, ovvero di un partito che pesa il 41% in provincia, sarebbero state elezioni falsate nel risultato e questo credo che nessuno possa negarlo. Adesso c'è ancora l'incognita sul ricorso del PCdL ma credo che il voto del 6-7 giugno, con tutta la simpatia per gli amici Comunisti, a questo punto non sarà falsato da un'assenza pesante». «Sono persino grato al destino che ha fatto capitare a noi quest'incidente perché se fosse capitato dall'altra parte sarebbe successo il finimondo - conclude il candidato Vaccarezza - Invece ha colpito la coalizione politica meglio preparata a gestire un'emergenza così e la prova è che non ci siamo scomposti né disuniti». Ma alla domanda più attesa, se il ricorso sul "merito" ancora pendente alla Corte Costituzionale possa cambiare le cose ad elezioni effettuate - sia quello del PdL sia l'altro del PCdL - nessuno per ora sembra in grado di rispondere. «La corte Costituzionale potrebbe esprimersi anche tra un anno - ha detto Orsi - noi a quell'epoca governeremo già da 12 mesi. Ci penseremo allora». Dario Freccero freccero@ilsecoloxix.it 30/05/2009 il voto per la provincia 30/05/2009 «Non ho dubbi: vinciamo» 30/05/2009 Vaccarezza euforico dopo l'ordinanza del Tar: «Ha sbagliato la Commissione» 30/05/2009

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L'incognita del ricorsodel partito comunista di marco ferrando (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 30-05-2009)

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L'incognita del ricorsodel partito comunista di marco ferrando il dubbio ORA tutti gli occhi sono puntati sul Partito Comunista dei Lavoratori e sui passi che faranno i suoi legali nei prossimi giorni. Paradossalmente il pallino delle prossime elezioni è soprattutto nelle loro mani anche se nessuno sembra riconoscerlo del tutto o comunque preoccuparsene. Per adesso la lista di estrema sinistra che appoggia la candidatura a presidente dell'avvocato finalese Gianantonio Chiavelli è stata bocciata dal Tar per un vizio "procedurale": i giudici di Genova hanno infatti dichiarato "non ammissibile" la richiesta di sospensiva (la stessa presentata e ottenuta dal PdL) perché«non vi è la prova dell'avvenuta notificazione (effettuata a mezzo del servizio postale) del ricorso alla Provincia di Savona». Il punto è che ora, l'11 giugno, quattro giorni dopo le elezioni, lo stesso Tar si riunirà per discutere il ricorso dei Comunisti nel merito. E nel merito le ragioni del partito del finalese Marco Ferrando sembrano persino più convincenti di quelle del PdL. Anche il PCdL, infatti, è stato escluso dalla commissione elettorale di Savona solo per la mancanza della indicazione della località dove sono state raccolte le firme (il PdL non ha scritto "Albenga" mentre il PCdL "Savona). Ma la differenza è che l'errore lo ha commesso non un loro consigliere (come Barbero per il PdL) bensì un dipendente del Comune di Savona a cui si sono rivolti per autenticare le firme. «E quindi è assurdo che il nostro partito debba pagare per l'errore commesso da un funzionario comunale che è tenuto a sapere come si certificano le leggi in modo corretto»è l'accusa. Oltretutto il leader nazionale Ferrando ha annunciato, in caso di bocciatura anche nel merito da parte del Tar, il ricorso al Consiglio di Stato e nel caso alla Corte Costituzionale. E quindi se in uno di questi gradi di giudizio il PCdL dovesse essere riammesso, sarebbe molto difficile non annullare le elezioni e rifarle. «Visto l'esito della sospensiva della Pdl rimaniamo fiduciosi per il ricorso nel merito che si discuterrà post elezioni» ha infatti dichiarato Simone Anselmo, responsabile dell'organizzazione. 30/05/2009

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franceschini con la toscana, il ministro attacca (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 30-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 6 - Toscana Franceschini con la Toscana, il ministro attacca FIRENZE. Il leader del Pd Dario Franceschini, intervistato da Italia 7, elogia la Regione Toscana, che sta predisponendo una proposta di legge per limitare alcuni effetti delle norme del ministro Brunetta sulla pubblica amministrazione. Brunetta reagisce definendo Franceschini "protettore dei fannulloni" ma in serata interviene lo stesso governatore Martini: «La Toscana non difende i fannulloni, ma i diritti», dice. Ancora polemiche, dunque, sui lavoratori pubblici. «Noi - spiega Franceschini - lavoriamo dall'opposizione per evitare un provvedimento che trasforma tutti i dipendenti pubblici in fannulloni. Se c'è qualcuno che non lavora e che ruba lo stipendio va colpito, ma non si può trasformarlo in un giudizio su centinaia di migliaia di persone che fanno bene il loro mestiere». «Ebbravo Franceschini, chapeau! - ironizza Brunetta - Dopo aver indossato i panni del gaffeur e del micidiale uomo-boomerang, ha deciso di erigersi a santo protettore dei fannulloni. Sono tantissimi, e comprendiamo come il loro voto faccia gola al disastrato Partito democratico». E aggiunge, riferendosi alla Toscana: «Franceschini e i suoi sappiano che il governo non esiterebbe un minuto a impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale qualsiasi legge regionale "antibrunetta", e cioè abrogativa delle norme sulle assenze per malattia dei dipendenti». Più pacato, gli risponde Martini: «Il ministro esprime giudizi sulla nostra iniziativa, ma evidentemente non la conosce - spiega -. Noi non vogliamo difendere nè i fannulloni nè gli inefficienti. Vogliamo solo restituire a chi compie il proprio dovere i diritti che Brunetta ha cancellato».

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Europa, politica fiscale cercasi (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-05-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-05-30 - pag: 16 autore: Europa, politica fiscale cercasi di Enrico De Mita E siste una politica fiscale europea? Forse esiste più un diritto tributario della comunità che sta crescendo che non una politica fiscale nel senso proprio della parola: individuazione di principi e regole che governino tributi destinati a coprire le spese della comunità. La disponibilità di risorse proprie della comunità è assai limitata, derivante da tributi comunitari, accertati e riscossi dagli stati e parzialmente riservati al bilancio dell'Unione. Difatti nel progetto di Costituzione europeo la materia tributaria non è contemplata, come nel Trattato di Lisbona del 2007. Le basi giuridiche del Trattato non consentono una vera e propria politica comune in materia fiscale come avviene per altre materie come, ad esempio, quella agricola. Il Trattato di Roma si limitò alla fissazione di regole dirette a regolare la neutralità fiscale degli scambi tra i paesi membri della comunità, ponendo la regola fondamentale del divieto di discriminazione fiscale in una prospettiva libero- scambista, la quale non tenne conto di un'altra prospettiva intrinseca allo spirito del Trattato di Roma che, a partire dal 1971, si identificò con la nozione di Unione Europea e monetaria. La politica tributaria dunque è materia propria dei governi statali, rispetto ai quali l'azione della comunità si pone come integrazione negativa, fatta di divieti e come integrazione positiva, che non consiste solo nel contenere le politiche fiscali degli Stati membri, ma nel dettare delle linee guida che riguardano le caratteristiche strumentali degli ordinamenti comunitari. Da questo punto di vista, per politica fiscale s'intende l'attività che tende a fare dei sistemi tributari degli stati membri un sistema unitario, che trovi un minimo comune denominatore a livello comunitario. La dottrina italiana ha dato molto rilievo a questa tendenza del diritto comunitario ( la sintesi più lucida è stata fatta da Massimo Basilavecchia, in «Rivista di diritto tributario», 2009, pag. 361). Vi sono elementi della tassazione, anche delle imposte dirette, che non sono più riferibili ai singoli stati ma sono diventati comuni attraverso l'azione d'indirizzo svolta dalle istituzioni comunitarie; il che avviene non in virtù di una competenza di carattere generale, ma in base ad accordi limitati a singoli punti. Insomma, i singoli ordinamenti si vengono trasformando per effetto dell'azione comunitaria ma anche per l'influenza reciproca che le visioni economiche e giuridiche dei singoli stati propongono. Per l'appartenenza a una comunità sovranazionale entrano negli ordinamenti dei singoli stati valori tipici di alcune esperienze di ordinamenti tradizionalmente ispirati a criteri diversi. Soprattutto grazie alla giurisprudenza, si stanno modificando i regimi fiscali europei, avviandosi a una struttura in buona parte comune. Questi interventi, che modificano gli ordinamenti dei paesi europei, non sono esercizio della leva fiscale da parte delle autorità comunitarie, ma sono profili strumentali di politiche primarie diverse da quella tributaria, mediante le quali si perseguono valori extrafiscali: principi di sussidiarietà e d'attribuzione; tutela della concorrenza e della parità di condizioni dell'impresa; divieto di aiuti agli stati pregiudizievoli alle esigenze primarie suddette. Si tratta pur sempre del perseguimento dei valori dei trattati, anche se non un'ulteriore volontà politica, della quale non pare si possano affermare i caratteri d'una politica fiscale in senso stretto, che avrebbe richiesto leggi proposte in via primaria e astratta, e non occasionata da singole vicende. Insomma, il diritto tributario nasce empiricamente e non come disegno frutto d'una politica fiscale in senso stretto. Lo scopo di questi interventi non è il gettito ottenuto con apposito concorso da parte dei cittadini europei, ma è quello di evitare condizioni dispersive o lesive dei valori comunitari suddetti. La politica fiscale è ancora riservata agli Stati. Le imposte dirette sono degli Stati. Ma il perseguimento di un diritto comune europeo passa anche attraverso valutazioni che toccano proprio la tassazione dei redditi. Il punto di partenza è sempre la parità nella concorrenza delle imprese. Non si tratta solo delle aliquote, osserva Basilavecchia, ma della stessa base imponibile, oggi determinata con criteri così diversi da rendere difficile la stessa identificazione dell'imposizione, per non parlare del problema della doppia imposizione in un sistema di tassazione mondiale del reddito. Sembra difficile peraltro attribuire alla comunità il potere impositivo in materia. Nascono così codici di condotta, per comportamenti di autolimitazione per il rispetto d'una corretta concorrenza fiscale. L'introduzione della moneta unica impone una specie d'intesa di base della politica fiscale. Si pensa a una direttiva di tassazione del reddito d'impresa,specie dei gruppi societari operanti su base internazionale. Altri settori interessati da iniziative fiscali strumentali sono quelli della tutela dell'occupazione (con agevolazioni fiscali) ma soprattutto la tutela dell'ambiente, che pone il principio "chi inquina paga", introducendo un nuovo criterio di capacità contributiva che non si limita alla manifestazione di ricchezza (anche se non mi sembra che si tratti d'un nuovo principio capace di assorbire il vecchio). Infine si segnala l'influenza "sempre più marcata e significativa" della giurisprudenza della Corte di giustizia che, partendo dall'interpretazione del trattato, enuncia principi che hanno una portata innovativa degli ordinamenti dei singoli paesi, " implicitamente modificandoli". Basta citare la giurisprudenza sul divieto d'"abuso del diritto", sulla quale ci siamo già soffermati su queste colonne. L'azione degli organi della comunità (politici giurisdizionali e amministrativi) «è in grado di condizionare e di modificare incisivamente gli ordinamenti fiscali degli Stati membri ». Una specie di cornice dalla quale non si può prescindere. Come sanno tutti, teorici e pratici, la giurisprudenza della Cassazione e della Corte costituzionale non possono prescindere dalla giurisprudenza della Corte di giustizia, pur nel rispetto delle proprie impostazioni interne e della propria individualità. Ma c'è un limite politico che trova fondamento non solo nella storia e nella tradizione dei singoli Stati, ma anche in resistenze ideologiche che hanno limitato fin dall'inizio il tema dell'armonizzazione fiscale. Perciò mi sembra abbia ragione chi (Augusto Fantozzi) ritiene necessaria «una riconsiderazione del ruolo e della legittimazione democratica di ciascun organo della comunità nella definizione delle scelte». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Cavaliere in Abruzzo: terremotati in crociera (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-05-30 - pag: 20 autore: La visita Il Cavaliere in Abruzzo: terremotati in crociera ROMA Silvio Berlusconi torna all'Aquila, annuncia crociere per i terremotati, ufficializza che«il 4 giugno»firmerà l'ordinanza per l'avvio della ricostruzione, garantisce che a settembre le scuole riapriranno e si dice disponibile a modificare il decreto terremoto. Il premier arriva nel capoluogo abruzzese quando la cerimonia per la consegna delle 24 lauree alla memoria degli studenti morti sotto le macerie si è già conclusa.Il premier partecipa invece alla visita dell'ospedale San Salvatore che ha riaperto alcuni dei padiglioni rimasti danneggiati il 6 aprile scorso. Obiettivo primario è rimuovere il prima possibile le tendopoli: «Entro l'autunno le smantelleremo», promette Berlusconi. Nel frattempo, agli sfollati il governo è pronto a "regalare" le vacanze: «Stiamo organizzando delle vacanze sul mare Adriatico, pensiamo anche a delle crociere nel Medi-terraneo, soprattutto per i ragazzi ». Il premier mostra soddisfazione anche per la quantita di fondi donati a favore della ricostruzione («finora 45 milioni di euro »)e annuncia un'operazione trasparenza sull'uso di queste risorse, che verrà garantita da un comitato ad hoc a cui parteciperanno l'ex presidente del Senato Franco Marini, l'ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli e l'ex giudice costituzionale Fernanda Contri, il professor Natalino Irti e il magistrato Cesare D'Ambrosio. Berlusconi ha ribadito poi la «mission impossible »: costruire 4-5 mila abitazioni in 80 giorni. La copertura dei costi per la prima casa sarà a carico dello Stato al 100%, principio che – annuncia – «verrà applicato anche alle seconde case all'interno dei centri storici».

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Quando la parità di trattamento è solo nelle parole (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 30-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Quando la parità di trattamento è solo nelle parole ITALIA-RAZZISMO è promossa da A proposito di integrazione. Avete presente quelli che «figuriamoci se non vogliamo gli immigrati onesti e che lavorano duro.»? Bene, cosa direbbero davanti a quanto sta accadendo al San Martino di Genova, uno dei più qualificati ospedali della città? Qui, cinque immigrati in possesso di carta di soggiorno sono stati esclusi da un concorso pubblico per operatore socio-sanitario. Il motivo è «la mancanza del requisito della cittadinanza italiana o europea» come affermato dalla direttrice delle risorse umane, Claudia Storace. Questo fatto ha dei precedenti: alcuni anni fa lo stesso ospedale aveva imposto il divieto agli infermieri stranieri di partecipare ai concorsi, ma aveva dovuto fare marcia indietro. Alle accuse di avvalersi di una disposizione «arcaica», la Storace replica appellandosi a una norma del 2001, nella quale si prevede che i «funzionari pubblici» - così vengono qualificati gli operatori socio-sanitari - debbano essere in possesso della cittadinanza. I cinque stranieri si sono così rivolti ad un avvocato, dal momento che più sentenze hanno già riconosciuto il loro diritto a partecipare a concorsi pubblici; e che l'Italia ha ratificato una convenzione dell'Oil del 1975, che stabilisce che lavoratori italiani e stranieri regolari hanno diritto a parità di trattamento. E tuttavia un dpr del 2001 e alcune sentenze della Cassazione riconoscono quella parità esclusivamente agli stranieri comunitari. Va da sé che, a prevalere, dovrebbe essere quanto previsto dalla convenzione internazionale, ma la materia resta controversa perché, evidentemente, fa gioco alimentare conflitti nonostante lettera e sostanza del diritto risultino limpide. A questo punto, è inevitabile che si arrivi a una sentenza della Corte Costituzionale per affermare giustizia laddove giustizia viene negata.

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L'Aquila, il gran rifiuto delle lauree Il premier: (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 30-05-2009)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Bologna))

Argomenti: Giustizia

CRONACHE pag. 12 L'Aquila, il gran rifiuto delle lauree Il premier: «Gli sfollati in crociera» Inaugurato l'ospedale San Salvatore. Cinque garanti per i fondi L'AQUILA PER «impegni imprevisti» Silvio Berlusconi non ha presenziato alla cerimonia di consegna delle lauree alla memoria degli studenti deceduti nel terremoto, manifestazione dalla quale si sono aspramente dissociate le famiglie di 8 vittime che hanno accusato le istituzioni di «negligenza» perché avrebbero dovuto dichiarare inagibili le sedi universitarie prima della grande scossa del 6 aprile all'Aquila. Il premier è arrivato a L'Aquila in tarda mattinata, in tempo per partecipare all'inaugurazione dell'ospedale San Salvatore, ripristinato al 60%: ha incassato molti applausi e una blanda contestazione. Ha elogiato il lavoro di ripristino della struttura «avvenuta a tempo di record, in soli 47 giorni». Il presidente del Consiglio, che ha confermato l'intenzione di «dare al più presto l'avvio ai cantieri per la ricostruzione», ha fatto anche un primo bilancio delle attività: «Sono state espropriate 20 aree e lanciate 13 gare, altre 20 seguiranno, per l'acquisto dei materiali per la ricostruzione. Si tratta di acquisizione diretta ha precisato in modo da contenere i costi». BERLUSCONI ha sottolineato che in tutte le gare, bandite a livello europeo, si è lasciato spazio anche alle aziende abruzzesi. «Il calcestruzzo arriva da un'azienda con fabbriche a 5 km dall'Aquila, mentre per i pilastri in acciaio la gara è stata divisa in due tranches e una è stata affidata ad un'azienda abruzzese». La corsa del governo è sempre più contro il tempo. «Per quanto riguarda il decreto legge al vaglio del Parlamento spero che possa essere in aula il 15 giugno e conto su una rapida approvazione», ha precisato. «Il governo è aperto a eventuali modifiche e se ci si saranno nuove esigenze noi troveremo i fondi». Dalla riunione che ha avuto col sindaco di L'Aquila Cialente e la presidente della Provincia Pezzopane, è inoltre emerso l'impegno del governo per l'indennizzo al 100% anche delle seconde case situate nel centro storico. Oltre a ricordare che un altro obiettivo è consentire l'apertura dell'anno scolastico a settembre per tutte le scuole, Berlusconi vuole accelerare i rientri nelle abitazioni agibili e preannuncia per gli sfollati «soggiorni al mare» e per i giovani «crociere nel Mediterraneo». IL 4 GIUGNO firmerà l'ordinanza che decreterà le procedure per il ripristino dei danni nelle abitazioni. «Negli alberghi della costa abbiamo deciso che potranno restare tutte le famiglie che non possono rientrare nelle case perché ancora inagibili, mentre quelle che possono rientrare pensiamo che debbano farlo entro 15 giorni». NELLA commissione di garanzia che si occuperà di verificare la gestione dei fondi donati per il terremoto (circa 45 milioni di euro) ci saranno «il senatore Franco Marini, l'ex presidente della Corte costituzionale Mirabelli, il professore Natalino Irti, il magistrato D'Ambrosio, l'ex giudice della Corte costituzionale Fernanda Contri». Berlusconi ha detto anche che durante il G8 di luglio «i capi delegazione alloggeranno a L'Aquila». I grandi della terra non faranno la spola tra Roma e l'Abruzzo come si ipotizzava. l. s.

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Scandalo appalti a Niguarda Il Pdl del Nord accusa il ministero (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 30-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 30/05/2009 - pag: 2 Scandalo appalti a Niguarda Il Pdl del Nord accusa il ministero I parlamentari: la sanità è di competenza delle Regioni. Ma Tremonti non c'entra Caso Niguarda: lo scontro politico s'infiamma, mentre emergono altre contestazioni questa volta dell'Authority per i lavori pubblici sul modus operandi scelto dal Pirellone nella costruzione dei suoi ospedali. La polemica sulle ispezioni del ministero dell'Economia arriva in Parlamento. Il dossier di 416 pagine, in cui i Servizi ispettivi di Finanza pubblica denunciano appalti irregolari, nomine illegittime e consulenze d'oro con spreco di soldi pubblici, fa esplodere anche un conflitto istituzionale: il Pdl del Nord si schiera contro il Tesoro, accusato di avere agito senza i poteri necessari. Dopo la decisione di giovedì del governatore Roberto Formigoni di appellarsi alla Corte costituzionale, ieri 15 deputati del Popolo della libertà hanno presentato un'interrogazione parlamentare, firmata anche dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, da Giancarlo Abelli, Renato Farina e Manuela Di Centa. Il leit motiv è sempre lo stesso: «La gestione e l'organizzazione sanitaria sono 'potestà delle Regioni' dice Massimo Corsaro (ex An) . In più si va a sindacare su qualcosa che è stato validato e controllato tempestivamente dall'Unione Europea». Il riferimento è, ancora una volta, al titolo V della Costituzione che affida le competenze sulla sanità alle Regioni. In sostanza, il gruppo dei parlamentari solidali con Formigoni nega la legittimità dei controlli. Il Pdl del Nord, inoltre, contesta la tempistica dell'indagine, richiesta nel 2007, quando al governo c'era il centrosinistra con Romano Prodi, ma divenuta pubblica a ridosso delle elezioni europee. Per Corsaro nulla «è ascrivibile alla responsabilità dell'attuale ministro dell'Economia Giulio Tremonti»; eppure la data del dossier è il 19 novembre 2008, quando al governo c'era già Silvio Berlusconi. Al di là dello scontro sulla competenza dei controlli, restano le irregolarità contestate dagli ispettori del Tesoro e circoscritte a oltre 100 presunte violazioni sulla trasparenza degli appalti (con possibile violazione della concorrenza), incarichi affidati con forzature normative a manager considerati senza i requisiti necessari, compensi per consulenze giudicati troppo elevati. Scorrettezze riscontrate dal Tesoro, ma ritenute assolutamente infondate dal Pirellone: sulla questione adesso indaga la Corte dei Conti. Non finisce qui. Mentre la bufera politica non si placa, spuntano altre contestazioni sul sistema scelto dal Pirellone per la riqualificazione del più importante ospedale di Milano (e non solo). Una decisione dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici datata 10 ottobre 2008, ma finora passata inosservata aveva avanzato notevoli dubbi sui compensi ricevuti da Infrastrutture Lombarde Spa per la riqualificazione, tra l'altro, del Niguarda. «Sorgono effettive perplessità sull'opportunità in termini di costi/benefici della Regione Lombardia ovvero delle aziende ospedaliere di affidare le funzioni di stazione appaltante o project and contraction management a Infrastrutture Spa che si sostituisce alle stesse strutture pubbliche ». Nino Baseotto, segretario generale della Cgil Lombardia, autrice dell'esposto davanti all'Authority: «Quello esploso a Niguarda è uno scandalo annunciato ». Simona Ravizza sravizza@corriere.it Il caso Il Pdl ha presentato un'interrogazione parlamentare

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Pubblici Cittadini (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 30-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Politica data: 30/05/2009 - pag: 15 Sulle elezioni Pubblici Cittadini «Inascoltati gli appelli alla trasparenza» ROMA Per le Europee è come votare al buio, non solo è impossibile scegliere i candidati ma non si conoscono nemmeno i loro curricula. Nessun partito ha poi pubblicato un'autocertificazione dei candidati circa il proprio status penale. Sono queste le conclusioni della prima ricerca elaborata da Pubblici Cittadini, l'associazione nata un mese fa per «elaborare concreti progetti riformatori ispirati ad avanzate esperienze estere». Aveva esordito inviando a tutti i partiti una lettera con la precisa richiesta di evidenziare lo status penale e le eventuali incompatibilità dei loro candidati alle prossime elezioni. Non solo nessun partito ha aderito all'iniziativa ma, da una precisa analisi fatta sui siti di tutte le forze politiche, è emersa una scarsa trasparenza sia sui programmi sia sui profili dei candidati. Il più indisciplinato è il sito del Pdl che, non solo non indica il programma elettorale per le Europee, ma nemmeno riporta l'età dei candidati. Solo il nome e il cognome senza alcun link che racconti qualcosa delle loro competenze. Leggermente meglio la Lega Nord che, sui candidati, almeno indica l'età poi null'altro. Il Pd riporta un pdf scaricabile di una decina di pagine con il programma europeo datato 14 maggio. I candidati offrono mezza riga di spiegazione sulle loro competenze (sindaco, giornalista, psicologo ex) ma nessun link che rimandi a pagine personali per saperne di più. Decisamente meglio l'Udc (presente sia il programma che i link dei candidati), Prc (programma ma link solo per alcuni candidati) e Lista Pannella (nessun programma ma candidati con breve biografia e link). Per trasparenza vince l'Idv che indica sia programma che link a tutti i candidati e perfino note sullo status penale (solo per alcuni). Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale e uno dei promotori dell'associazione Pubblici Cittadini (insieme a Gustavo Ghidini, Morris L. Ghezzi, Vincenzo Ferrari, Beatrice Rangoni Machiavelli e Fabrizio De Benedetti) critica l'opacità delle attuali norme elettorali. «Non è facile per un cittadino avere informazioni su chi vota osserva Onida dovrebbe essere il ministro degli Interni a fissare regole più democratiche». R. Ba.

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Fecondazione, nuove strategie di tutela (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 30-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 30-05-2009 Fecondazione, nuove strategie di tutela DAL NOSTRO INVIATO A RICCIONE (RIMINI) ENRICO NEGROTTI L a recente sentenza della Corte Costituzionale è considerata uno «spartiacque» che ha indotto i presidenti delle società scientifiche di medicina della riproduzione a redigere un documento di consenso per fornire ai medici le indicazioni pratiche cui attenersi, pur non potendo essere vincolanti. Anche perché, come hanno sottolineato gli avvocati che hanno sostenuto i ricorsi alla Consulta, la legge ora è stata «ridisegnata » dai giudici nel senso di una maggiore libertà del medico, a cui va tutta la responsabilità della scelta dei trattamenti da adottare e della loro giustificazione. La tavola rotonda che ha concluso la giornata di lavori al primo Congresso unificato delle Società italiane di medicina della riproduzione che si conclude oggi a Riccione (Rimini) è stata sicuramente il «piatto forte», che voleva far chiarezza su una sentenza che, seppur accolta con favore dai centri di procreazione assistita, mantiene per gli operatori alcuni dubbi. Ma tutti considerano acquisito il fatto che la tutela dell'embrione sia secondaria, o «affievolita», come ha scritto la Corte, e quindi da bilanciare con le esigenze della procreazione, leggasi i desideri (anche legittimi) degli adulti che vogliono diventare genitori. A fornire la sua spiegazione della decisione della Consulta è intervenuto l'avvocato Marilisa D'Amico sottolineando come sia stata posta una «eccezione forte al principio generale di divieto alla crioconservazione degli embrioni »: viene lasciata autonomia al medico di valutare quanti siano gli embrioni strettamente necessari «tutte le volte che il singolo caso lo prevede ». La professoressa D'Amico ha anche ricordato che le sanzioni penali della legge 40 (articolo 14 comma 6) che arrivano anche a reclusione e multe pesanti, restano in vigore. Quindi il numero di embrioni da produrre, ha specificato l'avvocato, dovrà essere invididuato dal medico «di volta in volta sulla base delle più aggiornate e accreditate conoscenze scientifiche, in quanto idoneo ad assicurare un serio tentativo di procreazione assistita, riducendo al minimo ipotizzabile il rischio per la salute della donna e del feto». Non è possibile alcun intervento vincolante del ministero, per esempio attraverso le Linee guida (ma il sottosegretario Eugenia Roccella aveva già smentito tale ipotesi), né un parere, per quanto autorevole, della comunità scientifica. In ogni caso il medico resta solo con la sua «scienza e coscienza », come ha ricordato l'ex primario alla Mangiagalli di Milano Pier Giorgio Crosignani. L'avvocato D'Amico si è spinta a ritenere che la Consulta abbia dato il via libera anche alla diagnosi preimpianto perché, a suo dire, non è intervenuta sull'articolo 13 della legge perché erano in vigore le Linee guida del ministro Livia Turco che già la permettevano. Resta il fatto che valutare cosa sia il «serio tentativo » da parte di un medico che fa un trattamento di procreazione assistita non è sempre semplice. Ecco dunque che le società scientifiche (Cecos, Sidr, Sierr, Sifes e Sios) hanno redatto un documento per fornire le indicazioni che ritengono più adeguate e aggiornate scientificamente. In particolare viene proposto che «il piano terapeutico venga personalizzato per ogni paziente e coppia»; venga definito in maniera individuale il «numero ottimale di embrioni necessario ad ottenere la gravidanza»; venga «limitata la crioconservazione embrionale al minimo indispensabile, valutando caso per caso il momento del trasferimento embrionario ed il momento della crioconservazione»; e che se la coppia lo richiede, venga eseguita «diagnosi genetica preimpianto con proibizione di esami a finalità eugenetica». Vengono indicate anche una serie di condizioni patologiche in cui «non è auspicabile eseguire ripetuti cicli» di stimolazione ovarica, che quindi rendono indispensabile utilizzare tutti gli ovociti prodotti. Che, è stato precisato dopo un intervento di Eleonora Porcu (O- spedale Sant'Orsola di Bologna), non si traduce nell'obbligo di crioconservare embrioni, ma di non sprecare ovociti. Alla stessa Porcu sono andati gli auguri dei presenti perché unica rappresentante degli operatori di fecondazione assistita chiamata nella commissione recentemente istituita al ministero. «Piano terapeutico personalizzato e limite di crioconservazione», tra i punti indicati nel documento steso dalle società del settore nel convegno di Riccione Eleonora Porcu

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Ricostruzione, 5 tutor per gestire le donazioni (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 30-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 30-05-2009 Ricostruzione, 5 tutor per gestire le donazioni «Entro novembre tutti gli aquilani fuori dalle tende» promette il premier DALL'AQUILA ALESSIA GUERRIERI M assima apertura per le modifiche al decreto, un comitato di garanti bipartisan a vigilare sulla ricostruzione, tutte le scuole riaperte entro settembre, altri fondi se serviranno. In più la certezza che la 'mission impossible' dei cinquemila alloggi in un tempo base di 80 giorni si può realizzare con tredici gare d'appalto già partite. E per gli sfollati, vacanze estive e crociere. La tredicesima visita di Silvio Berlusconi all'Aquila, insieme a tante vecchie conferme, porta l'inaspettata novità di una commissione composta da «figure di altissimo prestigio - spiega il premier - per vigilare su ogni singolo euro proveniente dalle donazioni, circa 45 milioni, giunte alla Protezione civile». Franco Marini, l'ex presidente del Senato e abruzzese doc viene nominato per primo, poi Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte Costituzionale, Natalino Irti, e infine due magistrati, Vito D'Ambrosio e Fernanda Contri. Saranno questi i tutor che gestiranno quel fiume di solidarietà arrivato da ogni dove, soprattutto delle comunità di italiani all'estero. Un lavoro di squadra con tutti gli interlocutori locali, come lo definisce lo stesso presidente del consiglio. Il decreto infatti, dovrebbe essere discusso alla Camera il 15 giugno, ma «siamo aperti a eventuali modifiche - continua Berlusconi - abbiamo assunto l'impegno assoluto di far ripartire e di ricostruire L'Aquila nella sua totalità e, se ci saranno nuove esigenze, interverremo e troveremo certamente i fondi ». Il riferimento del capo del governo è alle preoccupazioni espresse negli ultimi giorni dal sindaco Massimo Cialente sulla impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti comunali. E per le autorità locali una nuova rassicurazione: lo Stato rimborserà le seconde case del centro storico al cento per cento, «per quelle dei paesi il sindaco chiede il rimborso al 75 per cento mentre il governo pensa a due terzi del costo». La ricostruzione va avanti con tempi rapidissimi e la sfida di portare «entro novembre tutti gli aquilani fuori dalle tende», non sembra così impossibile. Per gli interventi di edificazione sono state lanciate finora 13 gare, la prima assegnata in tempi record, precisa ancora Berlusconi, «ad un'azienda locale e ciò rientra nella politica di dare preferenza alle imprese abruzzesi'» Poi una nuova data, il 4 giugno arriverà anche l'ordinanza che decreterà le procedure per il ripristino dei danni nelle abitazioni delle categorie A, B, C. Il piano per far risorgere la città continua pensando dall'ospedale, alle scuole fino alle famiglie sfollate. «Dopo 47 giorni è stato riattivato l'ospedale, con due sale operatorie e una sala parto, ora siamo in attesa del primo nascituro», così Berlusconi commenta l'inaugurazione di tre padiglioni dell'ospedale San Salvatore, poi aggiunge, «dicono che lo chiameranno Silvio». I bambini sono il futuro di questa città, per questo a settembre verranno riaperte tutte le scuole qui all'Aquila. Gli edifici saranno sicuri, realizzati in acciaio e «costruiti nei nuovi insediamenti abitativi - sottolinea ancora - l'obiettivo è quello di riportare qui quelle famiglie che sono tentate di scrivere i figli negli istituti sulla costa adriatica». Per chi è negli alberghi o in tenda, poi, «pensiamo a quindici giorni di tempo per tornare nella case agibili», precisa Berlusconi, in compenso però arrivano le vacanze antistress. Il premier ha assicurato, infatti, momenti di relax e crociere per il periodo estivo per chi ha vissuto un dramma così grande. Nessuno degli enti locali replica alle parole del presidente del consiglio anche se, assicurano, le manifestazioni di protesta sul decreto previste nel centro storico per oggi e per mercoledì sono confermate.

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La Consulta boccia la legge regionale (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 31-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Vincoli paesistici La Consulta boccia la legge regionale Le sponde dei laghi artificiali devono avere gli stessi vincoli paesaggistici e di inedificabilità dei laghi naturali: così la Corte costituzionale in una sentenza con cui ha dichiarato illegittima la norma della Valle d'Aosta in materia urbanistica, che era stata impugnata dal Governo. La Consulta ha giudicato fondati i rilievi posti dal Consiglio dei Ministri sulla legge regionale 22 del 2006, secondo i quali la Valle d'Aosta avrebbe ecceduto «la potestà legislativa primaria riconosciuta dallo statuto in materia di urbanistica e tutela del paesaggio». La normativa nazionale - si legge nella sentenza - «non distingue, ai fini della tutela paesaggistica, tra laghi naturali e laghi artificiali». La legge approvata dal Consiglio regionale,secondo la Corte, ha sottratto «i luoghi contermini ai laghi artificiali alla disciplina riservata ai laghi naturali» per sottoporli «a tutela paesistica solo in via eventuale e solo entro gli ambiti spaziali espressamente perimetrati dai piani comunali».

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Udc a "piedi uniti" (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 31-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Udc a "piedi uniti"«C'è un'asse Pd-Pdl» verso le regionali Il segretario Cesa: «In Liguria stiamo lavorando per rompere l'inciucio tra il presidente Burlando e il ministro Scajola» 31/05/2009 LO CHIAMA «INCIUCIO» ed anche «incrostazione» o «accordo sottorraneo». In Liguria per completare il tour elettorale, il segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa sceglie la linea dura e, con un solo affondo, punisce Pd e Pdl: «In Liguria stiamo lavorando per rompere un inciucio tra il presidente Burlando e il ministro Scajola. Denunciamo questa situazione ligure, nata da un accordo sotteraneo, e difendiamo i liguri, perché vogliamo rompere questa incrostazione» dice e alla fine, nella sala di corso Torino diventata il quartier generale dell'Udc, scoppia l'applauso. La campagna elettorale è per le Europee e per le amministrative, ma la proiezione è al prossimo anno. Si parla di Europa, ma si pensa alle regionali del 2010. E dal progetto del governatore Claudio Burlando, accompagnato dal segretario regionale Rosario Monteleone Cesa cerca di sfilare l'Udc: «Non ci interessa il progetto di Burlando di aggregare pezzi di centro, sarà difficile che l'Udc si allei con i partiti della sinistra, coi radicali e i Verdi. Di sicuro dobbiamo superare il bipolarismo attuale. Oggi - ha aggiunto - i governatori sono dei boss, senza un contrappeso adeguato, abbiamo creato dei piccoli mostri con una legge elettorale che serve solo a salvare il sistema bipolare attraverso artifizi». Le Europee in Liguria sono attese anche come una chiave di svolta. Da settimane circolano voci su una possibile transumanza di molti esponenti cattolici del Pd v erso il grande centro che l'Udc sta disegnando da qualche tempo. «Si dice che dopo le Europee molti cattolici del Pd convoglieranno verso l'Udc? Noi lo auspichiamo, il Pd così come è non farà grandi passi in avanti perché ha due anime completamente distinte, diverse, che non stanno insieme» puntualizza Cesa. «Non è un problema di leadership ma politico - aggiunge - I democristiani e gli ex comunisti non possono convivere. Noi lavoriamo per un nuovo partito che vada oltre l'Unione di Centro, il Partito della Nazione, che rimetta insieme i democratici cristiani, i riformisti, i liberali che hanno a cuore la difesa della democrazia e la difesa dei valori». Secondo Cesa «c'è un forte vento di centro che spira in Italia, la gente sta capendo che questo sistema bipolare non dà risposte da troppo tempo al Paese. Serve una forza di centro che metta al centro della politica l'interesse generale paese, il bene comune e la persona». Ignora le accuse di «inciucio» il ministro Claudio Scajola, preso dal tour elettorale. Replica invece il presidente della Regione, Claudio Burlando: «Il prossimo anno la Liguria avrà la competizione elettorale più aspra d'Italia. Se fosse più attento a guardare quante leggi regionali della Liguria il governo manda davanti alla Corte Costituzionale, cesa eviterebbe di dire sciocchezze». Burlando risponde al segretario nazionale dell'Udc, ma senza rinnegare l'idea di una forte coalizione - Pd,Udc e Idv - «per cominciare a costruire, a partire dai ballottaggi delle amministrative e poi attraverso le regionali, un'alternativa a questo governo che è completamente inadatto al suo ruolo.> Qui si continua a parlare di veline, ma non di come portare fuori il paese dalla crisi». Al. Cost. 31/05/2009

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Sceneggiate berlusconiane (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 31-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Sceneggiate berlusconiane Sceneggiate berlusconiane Berlusconi apre la strada della dittatura attraverso l'assassinio della politica. Affermazioni pesanti, che però fotografano fedelmente il difficile momento politico che stiamo attraversando e ci obbligano a riflettere sul futuro della nostra democrazia. Incominciamo a vedere lo stato dell'informazione, la cui correttezza è indispensabile per un sereno e fattivo confronto politico. Purtroppo stiamo assistendo ad una campagna elettorale completamente squilibrata, sia sui telegiornali Mediaset, di proprietà del premier, sia sui telegiornali RAI che essendo pubblici dovrebbero garantire una presenza equilibrata di tutte le forze politiche in campo. Gli schermi sono tutti dominati da Berlusconi e dagli uomini del suo governo e l'opposizione ha usufruito finora di meno di un terzo delle presenze. Le forze minori sono, addirittura, ignorate. Le riviste e i giornali sono quasi tutti allineati a sostegno della premiata Ditta Berlusconi e C. Basta vedere come si sono prestati al killeraggio morale di Veronica Lario solo perché si è ribellata al capo. E' amaro dirlo ma i mezzi di informazione stanno diventando, sempre di più, una versione aggiornata del «manganello» di infausta memoria. Al tempo del governo Prodi, ogni giorno sui media c'era qualcuno che protestava per le troppe tasse: commercianti, artigiani, piccoli imprenditori ecc. ecc. Il ministro Visco, che era impegnato nella lotta per ridurre le dimensioni della vergognosa evasione fiscale, veniva costantemente dipinto come un vampiro che succhiava il sangue dei contribuenti. Oggi, dopo due anni di governo Berlusconi, la pressione fiscale è aumentata, ma nessuno ne parla più e a qualcuno, che si lamenta viene spiegato che il governo è impegnato a confrontarsi con la crisi dell'economia e con l'emergenza terremoto. Il PIL cala in modo preoccupante, aumenta la disoccupazione, si contraggono i consumi, tante industrie arrancano, aumenta il numero delle famiglie, che sono sempre più in difficoltà a far quadrare i conti, ma televisioni e giornali sono troppo occupati a esaltare o a difendere, con una operazione mediatica sfacciata, un governo che per troppo tempo si è sbracciato a minimizzare la crisi e adesso vuole farci credere che è passata ed è solo psicologica. Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, dimostrando ancora una volta, tutta la sua sensibilità sociale, certamente non maturata in tanti anni di appartenenza, nel PSI, alla sinistra lombardiana si è impegnato a fondo per rompere l'unità dei sindacati e indebolirne quindi l'azione rivendicativa e di difesa dei legittimi interessi del mondo del lavoro. Per non essere da meno, il ministro dell'Interno, Maroni, ha deciso la guerra ai barconi carichi di disperati che arrivano dalla Libia, rimandandoli indietro senza verificare se hanno il diritto, secondo gli accordi internazionali, di chiedere asilo e il suo collega di governo, La Russa, non trova di meglio che manganellare l'ONU e la sua rappresentante in Italia, che si permette di giudicare la scelte del governo italiano, che sta per approvare una legge che contempla il reato di clandestinità per gli extracomunitari privi di permesso di soggiorno e obbliga, così, tutti gli ufficiali pubblici a diventare spie. Non è certo questa la strada per garantire la necessaria sicurezza dei nostri cittadini. Queste scelte chiaramente razziste, fiore all'occhiello della Lega Nord, sono state fatte proprie da Berlusconi in aperta sfida all'Alto Commissario dell'ONU per i Rifugiati, alla Comunità Europea e ai Vescovi italiani. Il forsennato attacco, che Berlusconi ha mosso contro il Parlamento e contro la Magistratura in occasione dell'ultima Assemblea di Confindustria, appare feroce ed irridente. Il premier si è fatto beffa dei parlamentari definendoli: "capponi e tacchini, che certo non anticipano il Natale" e, pertanto, secondo lui diventa necessaria una legge di iniziativa popolare per ridurne il numero. E' grave che molti industriali presenti abbiano riservato battimani di approvazione al premier mentre attaccava il Parlamento e definiva i Giudici «estremisti di sinistra». Che classe dirigente è questa? Ora l'obiettivo del premier è chiaro: Berlusconi, con le sue avventate esternazioni è nuovamente alla ricerca di un consenso che gli permetta di stravolgere la Costituzione. Abbiamo già avuto modo di scrivere che le difficoltà nelle quali si dibatte la politica italiana non sono imputabili alla Costituzione ma alla impreparazione e alla mancanza di cultura di governo di forze politiche molto più attrezzate «a fare teatro» e annunci pubblicitari che a risolvere i problemi concreti del Paese. La riprova è che, con questa Costituzione, l'Italia ha potuto realizzare profonde riforme che hanno collocato il nostro Paese, uscito dalla guerra materialmente e moralmente distrutto, fra le prime cinque potenze economiche del mondo. E questo miracolo economico è stato raggiunto in presenza di un Parlamento eletto con legge elettorale proporzionale, che obbligava i partiti di governo, alla ricerca costante del consenso. Come giudicare, allora, l'ultima sceneggiata con la quale Berlusconi definiva il Parlamento «pletorico, inutile e controproducente?» Evidentemente, nelle intenzioni del premier, essa avrebbe dovuto distogliere l'attenzione della pubblica opinione dalla manifesta incapacità del suo governo di affrontare concretamente i problemi posti dalla crisi economica. Ma questa sceneggiata è stata smascherata prontamente alla Camera e al Senato, il 26 maggio corrente, da una proposta dei gruppi parlamentari del PD, che riprendendo una loro proposta presentata un anno fa e che chiedeva addirittura il dimezzamento del numero dei parlamentari, hanno chiesto di porla in votazione il 9 giugno prossimo. Perché questa iniziativa è stata subito bocciata dalla maggioranza di centrodestra?. Perché Berlusconi vuole disturbare i cittadini con una laboriosa raccolta di firme per presentare su questo tema una proposta di Legge di Iniziativa Popolare, quando tutti i gruppi parlamentari di opposizione sono pronti a votare le proposte, in tal senso, già presentate? La risposta a questi interrogativi è semplice: il premier preferisce continuare con i colpi di teatro e soprattutto incominciare a far credere agli elettori che il Parlamento non conta nulla. Quello che da fastidio a Berlusconi è l'equilibrio dei poteri che i nostri Costituenti hanno messo alla base dell'edificio Costituzionale, a garanzia della nostra libertà. Lui non sopporta che sull'esecutivo possa interferire il potere di controllo del Parlamento, il potere di controllo di costituzionalità del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale, il potere di controllo di legalità della Magistratura e l'obbligatorietà della azione penale del Pubblico Ministero. Lui non tollera diaframmi tra lui e il «suo» popolo e finge di non conoscere tutto intero il secondo comma del primo articolo della Costituzione che sancisce «la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Lui è particolarmente affezionato alla scorciatoia dell'«uomo solo al comando». Con questo personaggio a capo del governo, che non è ancora Mussolini, l'Italia rischia comunque di staccarsi dalla democrazia di tipo occidentale e di andare alla deriva verso un passato di vergogna. Continuando di questo passo il Paese rischia di risvegliarsi sotto un padrone assoluto. Umberto Lorenzoni Presidente A.N.P.I.

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Maroni e la sicurezza (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 31-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 31/05/2009 - pag: 19 Provvedimento Decisione in vista del G8 in Abruzzo Maroni e la sicurezza «Sospesi per un mese gli accordi di Schengen» Il ministro: stop alla libera circolazione ROMA Tra il 18 giugno e il 15 luglio, in vista del G8 dell'Aquila e subito dopo, saranno sospesi gli accordi di Schengen (sulla libera circolazione dei cittadini) con il ripristino dei controlli alle frontiere dei Paesi europei. È la più immediata misura di sicurezza emersa al termine dei due giorni di lavori dei ministri Giustizia-Interno, sotto la presidenza dei ministri Maroni e Alfano. La guerra al terrorismo rimane «una delle più gravi minacce alla sicurezza internazionale », essa verrà però programmaticamente condotta «nel rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e lo Stato di diritto». Quindi, il vento nuovo della presidenza Obama soffia anche in questa materia e anche tra gli alleati. La lotta però si estende ai pirati nel Golfo di Aden, visto che gli assalti ai cargo e alle navi passeggeri servono anche, secondo molte evidenze di intelligence, a finanziare Al Qaeda. Per questo «è urgente» individuare a livello internazionale lo strumento giuridico per assicurare i pirati alla giustizia, rafforzando il potere giudiziario nei paesi africani, stringendo accordi tra i paesi che arrestano i pirati e quelli che sono in grado di processarli, ma che spesso mancano di giurisdizione nei loro confronti. Il ministro dell'Interno francese Michèle Alliot-Marie ha sottolineato che «l'Occidente ha bisogno di avere strumenti legali per perseguire gli strateghi della pirateria che spesso sono potenti uomini d'affari internazionali ». Alla riunione era presente l'Attorney general americano, Eric Holder, che negli incontri bilaterali, ha rinnovato la richiesta ai Paesi europei di accogliere alcuni dei 240 detenuti di Guantanamo. Gli Usa vorrebbero trasferire in Europa almeno 50 detenuti, di cui «due-tre» in Italia. «Io penso ha dichiarato il ministro dell'Interno Maroni che i Paesi Schengen debbano accogliere solo quelli che hanno titolo giuridico per essere detenuti in carcere, altrimenti queste persone sbarcano a Fiumicino o a Malpensa e poi possono girare liberamente. Ciò non è accettabile perché accresce il nostro rischio terrorismo ». In Italia, ha spiegato il responsabile del Viminale, «la minaccia jihadista è infatti costante, come dimostra la chiusura nei giorni scorsi di due siti che facevano apologia della violenza come strumento per affermare la religione islamica ». In base a quanto emerso nel summit, il terrorismo di matrice islamica sembra essere in grado di utilizzare strumenti molto antichi (come la pirateria) e ultramoderni (come internet e addirittura il cybercrime, la cui nuova frontiera è costituita dai «furti di identità»). M. Antonietta Calabrò Il ministro Roberto Maroni

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Il Tar boccia la Regione: (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 31-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Tar boccia la Regione: «Stop ai farmaci generici» gastroprotettori: sentenza dopo il ricorso di due case farmaceutiche Non è stata dimostrata l'equivalenza scientifica con quelli di marca Genova. I farmaci gastroprotettori rimborsati dalla sanità ligure dovranno essere "di marca". Almeno fino a quando la Regione Liguria non fornirà la documentazione scientifica necessaria per dimostrare che il medicinale "generico"è davvero equivalente. Lo ha deciso il Tar di Genova, accogliendo il ricorso di due case farmaceutiche, secondo le quali, appunto, il loro prodotto sarebbe stato penalizzato. La disputa non è di poco conto, perché va a toccare il nervo scoperto della spesa farmaceutica. In quest'ambito, la voce relativa ai grastroprotettori (gli inibitori della pompa protonica) è fra le più elevate: 21 milioni solo nel 2008, ma erano 42 prima che la Regione intervenisse. Dunque finché non sarà spiegata in termini scientifici l'equivalenza, in fatto di efficacia terapeutica, tra il farmaco "di marca" e quello cosiddetto "generico", la Regione dovrà rimborsare il costo più alto del farmaco "griffato" e non quello dell'altro, notevolmente più contenuto. Lo dice il Tribunale amministrativo regionale annullando la delibera adottata dalla Liguria nel 2006 per dare un taglio all'incontenibile spesa farmaceutica. Il giudice, in parole povere, pur dando ragione alle aziende produttrici del medicinale, non ha contestato il merito della decisione. Anzi: «Risulta da un'analisi della spesa sanitaria in alcuni dei maggiori centri abitati della regione che le prescrizioni mediche si orientano stabilmente versi i farmaci a più alto costo per il Ssn (sistema sanitario nazionale)... - si legge sulla sentenza pubblicata venerdì - Si tratta di una problematica di malfunzionamento della relazione tra alcuni importanti settori della classe dirigente della società (medici, farmacisti, operatori legali alle imprese farmaceutiche) e talune questioni nodali della vita associata, come un utilizzo più sorvegliato delle risorse comuni». Il problema sta nel modo in cui a queste «problematiche di natura sociologica»è stata data risposta da parte della pubblica amministrazione: «La Regione ha dato per scontata l'equivalenza dei due farmaci... omettendo di riportare argomenti scientifici a riguardo della rispettiva efficacia terapeutica». Difetto di istruttoria, ha sentenziato il Tar. Tutto da rifare. Claudio Montaldo, assessore regionale alla Salute: «Valuterò insieme agli uffici della Regione se è il caso di riproporre immediatamente un nuovo provvedimento. Questa è una storia infinita, ma noi abbiamo tanta pazienza e tanta determinazione per far risparmiare i cittadini liguri. Tanto più che da quando abbiamo pubblicato la delibera non c'è stato solo il lavoro preventivo della commissione sull'appropriatezza del farmaco, ma abbiamo anche il risultato scientifico di due anni di vendita del lansoprazolo. Ed è questo: un grande risparmio, un aumento della copertura grazie alla maggiore prescrizione e la riduzione delle emorragie gastrointestinali ». La decisione della Regione Liguria di limitare al solo farmaco generico (o equivalente) la spesa a carico del servizio sanitario regionale risale al 2006, quando con una delibera vennero messi al bando del servizio pubblico i farmaci "griffati". Il motivo: più o meno nel 2006 era scaduto il brevetto della molecola lansoprazolo, base di numerosi farmaci inibitori di pompa protonica, una delle categorie maggiormente prescritte (servono come anti-acido, per le gastriti, la cura delle ulcere, gastroprotettori nei confronti degli altri farmaci) e quindi la Regione decise di preferire i farmaci equivalenti. Con alcune eccezioni, motivate sulla base della cartella clinica del paziente e in presenza di un piano terapeutico prescritto da un gastroenterologo: malattia, interazione con altri farmaci, allergie. Tutti coloro che, invece, non avendo un piano terapeutico approvato, avessero voluto il farmaco "griffato" avrebbero dovuto pagare una sorta di super-ticket, dai 50 centesimi ai 2,50 euro per le molecole coperte da brevetto e tra i 7 e 15 euro per i farmaci di ultimissima generazione. Quella prima delibera fu subito impugnata da Farmindustria e da alcune aziende farmaceutiche davanti al Tar che concesse la sospensiva (ora il tribunale amministrativo ha deciso sul merito annullando il provvedimento). La Regione cercò di superare definitivamente l'ostacolo nel 2007 inserendo la norma nella legge finanziaria (articolo 13 della legge del 3 aprile 07), ma la Corte Costituzionale nel luglio del 2008 bocciò quella norma per un vizio di forma, spiegando che la Liguria non poteva sostituire con un atto legislativo ciò che avrebbe dovuto realizzare con un provvedimento meramente amministrativo». La questione di legittimità costituzionale era stata sollevata dallo stesso Tar per il fatto che la Regione stabiliva che solo i farmaci generici erano a carico del servizio sanitario pubblico; ma la Corte Costuzionale si è fermata al vizio di forma, senza accogliere i riferimenti alla violazione del diritto di salute. Graziano Cetara cetara@ilsecoloxix.it Alessandra Costante costante@ilsecoloxix.it 31/05/2009

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ministri, portaborse e amici triplicato il numero dei decolli - alberto custodero (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 01-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Interni Ministri, portaborse e amici triplicato il numero dei decolli Il dossier Vige ora una totale discrezionalità nell´ammettere persone senza titoli istituzionali ALBERTO CUSTODERO ROMA - Dopo la stretta sui voli di Stato data dal governo Prodi, il governo Berlusconi allarga a amici e portaborse la platea delle persone che possono essere ospitate sugli aeromobili dell´Aeronautica militare. «Nel confronto dei primi 4 mesi del 2008 e quelli del 2009 - denuncia Roberta Pinotti, responsabile Difesa del Pd - il numero dei voli di stato è quasi triplicato: da 150 ore di volo mensili si è passati a 400». Il trasporto di Stato è a disposizione delle più alte cariche: presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato, presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale. In più, gli ex presidenti della Repubblica. Nel 2007, dopo la polemica nata dall´utilizzo di un aereo di Stato per raggiungere il Gran Premio di Monza da parte degli allora ministri Francesco Rutelli e Clemente Mastella, ai "voli blu" era stata impressa un´ulteriore stretta, con l´esclusione di ministri, viceministri, sottosegretari, dirottati su aerei di linea. Con quelle misure di austerity, le ore di volo dal 2005 al 2007 avevano registrato una riduzione del 45 per cento, i costi erano scesi da 50 milioni di euro a 28. Ad autorizzare i decolli era, con il precedente governo, l´Ufficio Voli di Stato che si trova alla presidenza del Consiglio, attraverso il segretario generale, previa la firma del sottosegretario delegato Enrico Micheli. Oggi l´ufficio è lo stesso, e la delega è stata assegnata a Gianni Letta. Oggi, però, il regime per l´uso dei voli di Stato è cambiato. Il 25 luglio 2008 una direttiva del presidente del Consiglio abroga il giro di vite disposto dal suo predecessore e disciplina un nuovo regolamento. Estendendo l´ingresso agli aerei dell´Aeronautica militare pressoché a chiunque. L´ampliamento è talmente discrezionale che il Codacons, una delle associazioni di consumatori, ha fatto ricorso al Tar. Il Tribunale amministrativo ha respinto l´annullamento per motivi d´urgenza, riservandosi di decidere nel merito. La svolta di Berlusconi sui voli di Stato è nel comma due dell´articolo 5, che modifica radicalmente la normativa rispetto al governo Prodi. Il titolo è "Ammissione a bordo degli aeromobili di Stato". Con questa norma si autorizza a salire sugli aerei militari «personale estraneo alla delegazione», ma accreditato su indicazione dell´Autorità «anche in relazione alla natura del viaggio, al rango rivestito dalle Personalità trasportate alle esigenze protocollari ed alle consuetudini, anche di carattere internazionale». Questa modifica, secondo il presidente Codacons Carlo Rienzi, «permette un uso discrezionale sui modi d´uso degli aeromobili di Stato». Chiunque potrebbe essere autorizzato. Anche il cantautore napoletano Mariano Apicella, amico del premier? Se la sua presenza è autorizzata dall´Autorità, se costituisce una «consuetudine» ed è compatibile «alla natura del viaggio» (e se Gianni Letta controfirma), secondo la direttiva Berlusconi, il cantautore Apicella ha tutti i diritti di volare a spese dei contribuenti sui voli del 31esimo Stormo.

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Lo scoiattolo ritorna (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 01-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Lo scoiattolo ritorna Lo scoiattolo ritorna con molto rancore Torna el scoiatol del festivàl; el torna per dirne che la va mal. Viven en momento de tempi grisi e anca lù l'è sta tocà dala crisi: en bel muciat el s'era mess via con i proventi dela "nova economia", ma dopo st'inverno l'è smagrì e l'è rabioss perché le era voide le so bele noss! Julius TRENTO Poste Italiane si scusa per i disagi ai Solteri Rispondo all'articolo "Ai Solteri la Posta nel caos: arriva tardi nei posti sbagliati", pubblicato lo scorso 24 maggio, nel quale si segnalano disagi nella consegna della corrispondenza. Dalle verifiche compiute è emerso che effettivamente nell'ultimo periodo c'è stato un rallentamento nel servizio di recapito. Poste Italiane, scusandosi con i cittadini per il disagio, comunica che nel rione Solteri, già da mercoledì 20 maggio, è al lavoro un nuovo portalettere, la cui maggiore conoscenza del territorio consentirà di garantire un servizio di qualità più elevato. Patricia Da Rin Poste Italiane Berlusconi avrebbe dovuto dimettersi Berlusconi ritiene che la sua relazione con la signorina Letizia sia una faccenda privata, non avrebbe dovuto andare a "Porta a porta", sul primo canale della rete pubblica, nella fascia di massimo ascolto. Invece, ha voluto prendere la parola ("Ora parlo io" - s'intitolava la trasmissione) per oltraggiare l'intelligenza dei cittadini con una fantasiosa collezione di menzogne, la cui falsità - palese fin dal primo momento - è stata dimostrata nei giorni successivi. Non si tratta di pettegolezzi riguardanti la vita privata di un "illustre" cittadino. Si tratta di falsità intollerabili in quanto doppiamente pubbliche: perché pronunciate dal capo del governo e perché recapitate a domicilio, sull'intero territorio nazionale, per mezzo della televisione. Berlusconi può invitare a casa sua chi gli pare, minorenni incluse: la sua reputazione non ne può certo soffrire. Ma non penso che i cittadini, le forze politiche e il Parlamento possano far finta di nulla di fronte al vergognoso spettacolo di un capo del governo patologicamente incline alla menzogna - su Noemi, su Mills e su tutto il resto - che mette a repentaglio la credibilità del Paese (la sua è azzerata da tempo). In una democrazia che abbia mantenuto dignità e decenza, un simile comportamento segnerebbe la fine della carriera di un leader politico, ma è facile prevedere che in Italia non sarà così. In questo Berlusconi ha ragione: con le Camere ridotte a servitù, cento cortigiani possono bastare, compresi nani, ballerine e legulei. Eletti "senza vincolo di mandato", dice la Costituzione - non avendo potuto immaginare che, invece, i parlamentari sarebbero stati nominati con vincolo di cooptazione. Poiché il Parlamento non lo farà, tocca ai cittadini esprimere la loro sfiducia. Beppo Toffolon TRENTO Oltrefersina: nessun «franco tiratore» Vorrei tranquillizzare il mondo e l'estensore dell'articolo circa la notizia del franco tiratore nella maggioranza presso la Circoscrizione dell'Oltrefersina in occasione della elezione a Presidente di Emanuele Lombardo avvenuta il 26 maggio: il voto mancante (il tredicesimo) non è stato opera di un franco tiratore ma di Lombardo stesso che, da persona elegante, non si è votato. Paolo Larentis capogruppo PD Circoscrizione Oltrefersina TRENTO Il voto a Pergine, il Pd e i giovani anonimi Forse è giusto che chi più si batte per portare in politica le istanze del rinnovamento e la presenza di giovani e donne, sia sottoposto poi al giudizio attento deicittadini. è però paradossale che venga attaccato anche quando le promesse le mantiene! Certo, si può sempre fare di più, ma i numeri parlano da soli: in Giunta e Consiglio provinciale, il gruppo del Partito Democratico presenta 3 donne su 10 (sono 5 in tutto su 44 consiglieri e assessori) e 3 "giovani" su 10 con meno di 40 anni (sono 5 in tutto il Consiglio). Non molto diverse le proporzioni nei neoeletti consigli/giunte diTrento e Mezzolombardo. A Pergine su un gruppo di 7 consiglieri assessori il Pd presenta 3 donne (sono 6 su 37 in totale) e 3 eletti sotto i 40 anni (su 10 in totale). Alcune persone, nascoste dietro l'anonimato (ci abbiamo provato, ma chi siano gli undici "giovani" che si firmano con il solo nome di battesimo, proprio non siamo riusciti a capirlo!) ora si dicono deluse sia dalla mancanza di spazi per i giovani nel Pd (ma i numeri parlano da soli), sia dalla mancanza di trasparenza nella scelta degli assessori da parte del Partito Democratico di Pergine. Siamo certi che queste persone non avrebbero appunti da farese avessero partecipato a qualcune delle decine di incontri che il circolo di Pergine ha svolto negli ultimi mesi, anche per discutere delle deleghe - oltre che dei nomi - dasottoporre all'attenzione del sindaco Corradi, unico competente per legge a scegliere e nominare gli assessori. La valutazione, condivisa con il circolo nel suo insieme, è stata di grande soddisfazione per le importanti deleghe ricevute, ed assegnate alle persone che per competenza e disponibilità di tempo, oltre che per consenso elettorale, meglio potranno portarle avanti. Tra l'altro sia Marina Taffara che Giorgio Girardi sono giovani (36 anni il secondo e capogruppo uscente del PD) e non certo "vecchi" della politica, avendo iniziato ora il loro secondo mandato, il primo da assessori. Cari giovani anonimi, vi esortiamo a non farvi strumentalizzare da alcuno, a non confondere il rinnovamento con il nuovismo, e soprattutto.. a partecipare! La politica, come ogni altra attività umana, richiede costanza, impegno, passione: è faticoso, ma solo così si riesce acambiare le cose! Il Coordinamento del Circolo del PD PERGINE E se il premier ricorresse al Lodo Noemi? Berlusconi, per accantonare le beghe giudiziarie si avvale del Lodo Alfano. Per farla finita con quelle che i suoi fedelissimi definiscono "gossip" avrà bisogno di un Lodo Noemi? Maria Teresa Fossati TRENTO Precari e pensionati I vescovi che ne dicono? Torno ad insistere sulla situazione economica. I vescovi denunciano la precarietà dei cosiddetti precari ed io aggiungo pure una buona parte di pensionati. Ma quando si faranno interpreti della situazione della gente tramite più incisive prediche domenicali che mettano a nudo la coscienza di coloro che ci governano? Pensano forse che la ventilata riduzione del numero dei parlamentari sia sufficiente, lasciando a quelli rimasti la facoltà di elargire a proprio vantaggio altre uscite senza controllo alcuno? Credo proprio che ciò non potrebbe essere ritenuta una ingerenza politica perché si tratterebbe pur sempre di un problema sociale. Per quel che concerne il lodo Alfano, poi, mi meraviglio che la Sinistra tutta non si adoperi affinché la Corte costituzionale faccia sapere al popolo se la cosa viene considerata giusta. Infine mi rivolgo al popolo di cui sono una piccola goccia affinché consideri la convenienza del referendum da me proposto e del quale purtroppo non avete mai avuto la possibilità di pubblicarne il contenuto. Il presidente Mancino raccomanda l'equilibrio dei poteri delle istituzioni. Verrebbe da pensare: purché non porti all'inconcludenza. Giovanni Maistrello Berlusconi e Noemi A me viene la nausea A proposito di "Noemi". Che "lui" possa avere la voglia di trastullarsi con tutte le "veline" delle sue emittenti a me, sinceramente, non interessa per niente. Nella sua vita privata, se ha bisogno di dimostrare a se stesso di essere "potente", può farlo e sono solo fatti suoi. Non può pretendere però, con i presupposti che sono stati in questi giorni sulla bocca di tutti, di essere guida politica e rappresentante etico di noi tutti. E non può nemmeno pretendere di essere, sempre con questa sua morale, il "nostro papi quotidiano". I suoi estimatori continuano a blaterare all'unisono che l'importante è che governi bene. Si sa che costoro sono disposti a digerire tutto, spinti dalla necessità politica che "lui" ci sia, perché senza di lui in campo "polvere sono e polvere ritorneranno". Ma (a parte il governare bene "sic") mi domando: una persona che si comporta privatamente come un bambino capriccioso e bugiardo, come può essere esattamente l'opposto, poi, nelle sue attività rappresentative e parlare al mondo intero per nostra vece da uomo integerrimo? Che sia il maggiore rappresentante della mia Italia a me fa venire la nausea. E mi rompe non poco che, il suo modo di essere, purtroppo, sarà di esempio per la morale in evoluzione dei miei nipoti. Un giorno, come nonno, dovrò chiedergli i danni. Ugo Tolomeo TRENTO

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Ministri, portaborse e amici triplicato il numero dei decolli (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 01-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - Dopo la stretta sui voli di Stato data dal governo Prodi, il governo Berlusconi allarga a amici e portaborse la platea delle persone che possono essere ospitate sugli aeromobili dell'Aeronautica militare. "Nel confronto dei primi 4 mesi del 2008 e quelli del 2009 - denuncia Roberta Pinotti, responsabile Difesa del Pd - il numero dei voli di stato è quasi triplicato: da 150 ore di volo mensili si è passati a 400". Il trasporto di Stato è a disposizione delle più alte cariche: presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato, presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale. In più, gli ex presidenti della Repubblica. Nel 2007, dopo la polemica nata dall'utilizzo di un aereo di Stato per raggiungere il Gran Premio di Monza da parte degli allora ministri Francesco Rutelli e Clemente Mastella, ai "voli blu" era stata impressa un'ulteriore stretta, con l'esclusione di ministri, viceministri, sottosegretari, dirottati su aerei di linea. Con quelle misure di austerity, le ore di volo dal 2005 al 2007 avevano registrato una riduzione del 45 per cento, i costi erano scesi da 50 milioni di euro a 28. Ad autorizzare i decolli era, con il precedente governo, l'Ufficio Voli di Stato che si trova alla presidenza del Consiglio, attraverso il segretario generale, previa la firma del sottosegretario delegato Enrico Micheli. Oggi l'ufficio è lo stesso, e la delega è stata assegnata a Gianni Letta. Oggi, però, il regime per l'uso dei voli di Stato è cambiato. Il 25 luglio 2008 una direttiva del presidente del Consiglio abroga il giro di vite disposto dal suo predecessore e disciplina un nuovo regolamento. Estendendo l'ingresso agli aerei dell'Aeronautica militare pressoché a chiunque. L'ampliamento è talmente discrezionale che il Codacons, una delle associazioni di consumatori, ha fatto ricorso al Tar. Il Tribunale amministrativo ha respinto l'annullamento per motivi d'urgenza, riservandosi di decidere nel merito. OAS_RICH('Middle'); La svolta di Berlusconi sui voli di Stato è nel comma due dell'articolo 5, che modifica radicalmente la normativa rispetto al governo Prodi. Il titolo è "Ammissione a bordo degli aeromobili di Stato". Con questa norma si autorizza a salire sugli aerei militari "personale estraneo alla delegazione", ma accreditato su indicazione dell'Autorità "anche in relazione alla natura del viaggio, al rango rivestito dalle Personalità trasportate alle esigenze protocollari ed alle consuetudini, anche di carattere internazionale". Questa modifica, secondo il presidente Codacons Carlo Rienzi, "permette un uso discrezionale sui modi d'uso degli aeromobili di Stato". Chiunque potrebbe essere autorizzato. Anche il cantautore napoletano Mariano Apicella, amico del premier? Se la sua presenza è autorizzata dall'Autorità, se costituisce una "consuetudine" ed è compatibile "alla natura del viaggio" (e se Gianni Letta controfirma), secondo la direttiva Berlusconi, il cantautore Apicella ha tutti i diritti di volare a spese dei contribuenti sui voli del 31esimo Stormo. (1 giugno 2009

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U.S. Auto Market Likely Tumbled 35% in May on Chrysler Bankruptcy, Economy (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 01-06-2009)

Argomenti: Giustizia

By Alex Ortolani and Doron Levin June 1 (Bloomberg) -- Chrysler LLC, idling plants and shutting dealerships in bankruptcy, probably helped shrink the U.S. auto market by 35 percent in May as the industry endured its worst start to a year since at least 1976. The seasonally adjusted sales rate tumbled to 9.2 million last month from 14.2 million a year earlier, based on 7 analysts surveyed by Bloomberg. Chrysler may have fallen 51 percent and General Motors Corp., which filed for bankruptcy today, may have fallen 37 percent, according to 5 analysts. May sales at that rate would mark a fifth straight month at fewer than 10 million units, the deepest slump in 33 years of Bloomberg data. U.S. joblessness at the highest since 1983, Chrysler's Chapter 11 case and GM's slide toward court protection all likely helped keep buyers out of showrooms. "It's still a rough road out there," said Jeff Schuster, an automotive sales analyst with J.D. Power & Associates in Troy, Michigan. "There're still a lot of issues with the economy and a lot of uncertainty in consumers' minds." GM, the biggest U.S. automaker, and No. 3 Chrysler began receiving emergency federal loans in December while they worked to restructure outside of court. Chrysler filed for bankruptcy on April 30 and won court approval late yesterday to sell most of its business to a group led by Italy's Fiat SpA. Detroit-based GM sought Chapter 11 protection today, ahead of reporting May results tomorrow with other automakers that sell cars in the U.S. Dust Settles' The industry sales rate has been little changed since January "probably because of uncertainty caused by Chrysler and GM bankruptcies," said Jesse Toprak, director of industry analysis for auto-research firm Edmunds.com in Santa Monica, California. "After the dust settles, we'll probably see sales improving to above a 10 million rate." While that rate would be higher than in the first five months of 2009, it still would be less than 2008's 13.2 million U.S. sales and the average of 16.8 million this decade through 2007. Ford Motor Co., the only U.S. automaker not in bankruptcy, probably posted a 29 percent drop in sales, helping it increase market share, according to 5 analysts. A late-month sales jump may push the industry rate to almost 10 million units or even more, said George Pipas, the sales analyst for Dearborn, Michigan-based Ford. Things Have Changed' "In the last week, things have changed," he said. "We expect to see a sales rate that is higher than we've seen in the last four months." Nissan Motor Co. may have fared best among Japanese automakers, sliding 37 percent, compared with 40 percent for Toyota Motor Corp. and 38 percent for Honda Motor Co., according to the average of 3 analysts surveyed by Bloomberg. Hyundai Motor Corp., South Korea's largest automaker, may have dropped 15 percent, according to Edmunds.com. Incentive spending and Hyundai's image as a value brand probably helped blunt the decline, Toprak said. Buoyed by incentives, Chrysler outperformed the industry through May 18, according to a J.D. Power report that cited dealer sales data. By month's end, that pace proved unsustainable, Toprak said. "We thought the fire sale at Chrysler after the bankruptcy filing would go better," he said. "There was an uptick in sales and then it faded away." Factories, Dealers Chrysler was trying to boost demand against a backdrop of factory and dealership closings. The Auburn Hills, Michigan- based automaker halted most assembly work starting May 4 and cut ties 10 days later with 789 dealers, or about 25 percent of the total. Those on the cut list will be gone by June 9. "Good signs" in the economy may help revive industrywide sales in coming months, J.D. Power's Schuster said. Consumer confidence rose the most in six years in May, as measured by the sentiment index of the New York-based Conference Board research group. Fewer Americans filed claims for unemployment benefits in the week ended May 23, according to Labor Department figures released May 28. Automakers are still waiting to see those improvements translate into brisker traffic at dealer lots, said John Wolkonowicz, an IHS Global Insight Inc. analyst in Lexington, Massachusetts. "Consumer confidence is very much a leading indicator and it will take several months for car sales to get in line with that," said Wolkonowicz, whose firm projects industry sales this year of 9.5 million. That would be the fewest since 1964, according to Automotive News's 100-Year Almanac. "There's still a long way to go before we're out of this." Ford rose 24 cents, or 4.2 percent, to $5.99 at 9:51 a.m. in New York Stock Exchange composite trading. The shares more than doubled this year through May 29. The following table provides estimates for car and light- truck sales in the U.S. Estimates for companies are a percentage change from May 2008. Forecasts for the seasonally adjusted annual rate, or SAAR, are in millions of vehicles. The SAAR average is based on forecasts from 7 analysts. The estimates or based on daily selling rates. May had 26 selling days, one fewer than last year. GM Ford Chrysler SAAR Joseph Barker N/A N/A N/A 9.4 (CSM Worldwide) Christopher Ceraso -32% -27% -48% 9.45 (Credit Suisse) Gary Dilts N/A N/A N/A 9.4 (J.D. Power) Rod Lache -40% -27% -45% 9.1 (Deutsche Bank) John Sousanis -37% -30% -50% 9.2 (Ward's) Jesse Toprak -35% -26% -52% 9.3 (Edmunds) John Wolkonowicz -42% -35% -59% 8.8 (Global Insight) Analysts' average -37% -29% -51% 9.2 To contact the reporters on this story: Alex Ortolani in Southfield, Michigan, at aortolani1@bloomberg.net; Doron Levin in Southfield, Michigan, at dlevin5@bloomberg.net Last Updated: June 1, 2009 09:53 EDT

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Giudici, la super casta (sezione: Giustizia)

( da "Panorama.it" del 01-06-2009)

Argomenti: Giustizia

- Italia - http://blog.panorama.it/italia - Giudici, la super casta Posted By redazione On 30/5/2009 @ 16:10 In Headlines, NotiziaHome | 2 Comments di Anna Maria Greco Ci sono magistrati che la toga, si può dire, quasi non l'hanno indossata. Sono fuori ruolo a oltranza. E si costruiscono quelle che il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, all'ultima inaugurazione dell'anno giudiziario, ha definito "carriere parallele". Stesso termine usato dal Csm nella circolare del marzo 2008 con la quale ha cercato di mettere un freno a "un numero eccessivo di richieste di destinazione di magistrati a funzioni extragiudiziarie, in un momento storico caratterizzato da gravi scoperture di organico e da un'intollerabile lunghezza dei tempi del processo". Concetto che, il 26 maggio, è diventato un vero appello al ministro Angelino Alfano. Vediamo qualche esempio. Claudio Buttarelli: nominato uditore giudiziario nel 1986, 3 anni dopo lascia il posto e rimane fuori ruolo ininterrottamente fino a oggi, è garante aggiunto europeo per la protezione dei dati personali, dopo essere stato segretario generale dell'Autorità per la privacy. C'è anche Francesco Crisafulli, in magistratura nel 1986 e fuori ruolo dal 1992: prima alla presidenza della Repubblica poi, dal 2000, come esperto giuridico alla Rappresentanza permanente d'Italia presso il Consiglio d'Europa. Il Csm ha di recente autorizzato un prolungamento del suo status di fuori ruolo con una motivazione singolare: riconosciuto che è stato superato qualsiasi normale limite temporale, l'interessato non andrebbe più considerato un magistrato, ma "quasi" un ambasciatore. Di limiti temporali, in effetti, ne sono stati fissati nel 2008, con una legge e una circolare del Csm: 5 anni, poi un'interruzione di altrettanti e ancora un'autorizzazione per altri 5, fino al massimo di un decennio. Ma l'Italia è il paese delle deroghe. Claudia Gualtieri, giudice di tribunale a Venezia dal 1998, lascia le funzioni giudiziarie nel 2003 per diventare esperto nazionale presso la Commissione europea (direzione generale Giustizia, libertà e sicurezza) e poi la rappresentanza italiana presso l'Unione Europea: su 9 anni, insomma, fa il magistrato solo per 5. Casi eclatanti che sono stati raccolti in un dossier dall'Unione camere penali (Ucpi), che da anni denuncia il paradosso di un sistema giudiziario che ha vistosi buchi d'organico, accumula inefficienza e lentezze eppure è di manica larga, larghissima, quando si tratta di prestare, anche per decenni, i magistrati ad altre amministrazioni, a organismi politici e internazionali in tutto il mondo. Oggi i fuori ruolo con altri incarichi sono 256 e arrivano a 277 con quelli in aspettativa come parlamentari, amministratori di comuni, province e regioni, membri del Csm e per altri motivi (vedere la tabella in basso). Questo mentre ci sono 1.357 posti vuoti negli uffici giudiziari sempre più in affanno. E poi si dovrebbero aggiungere i tanti magistrati che ottengono incarichi extragiudiziari part-time e non lavorano a tempo pieno. Mentre un po' in tutte le sedi si cercano soluzioni per ricoprire le sedi vacanti, l'Anm contrasta i trasferimenti d'ufficio prospettati dal governo in nome dell'inamovibilità delle toghe, ma accenna solo timidamente, secondo i penalisti, all'esercito dei magistrati fuori ruolo sottratti alle funzioni giudiziarie per lavorare a Palazzo Chigi, nei ministeri, alla Corte costituzionale, al Quirinale, in commissioni e autorità, organismi internazionali e ambasciate, missioni varie all'estero. Tutte queste toghe fuori ruolo continuano a percepire il loro stipendio al quale aggiungono in alcuni casi indennità che vanno dai 50 mila euro l'anno per gli assistenti dei giudici costituzionali ai 115 mila per i più gratificati dalle varie amministrazioni, con punte che arrivano addirittura oltre i 300 mila. Queste cifre generano un notevole squilibrio retributivo, se si pensa che il primo presidente della Cassazione, cioè il magistrato italiano più alto in grado, ha uno stipendio di 278 mila euro l'anno. L'Ucpi ha deciso di intervenire studiando una proposta di legge che presto arriverà alle Camere con la firma di parlamentari di entrambi gli schieramenti. Ha l'obiettivo di ridurre drasticamente il numero dei fuori ruolo ai soli casi previsti espressamente per legge, una trentina (escluse le cariche elettive), facendo rientrare nei ranghi oltre 200 magistrati per destinarli al loro originario compito di smaltire sentenze, celebrare processi e svolgere indagini. Inoltre, la proposta di legge regolamenta gli incarichi extragiudiziari circoscrivendoli solo a didattica e formazione; fissa un criterio unico per il trattamento economico aggiuntivo che può andare dal 20 al 60 per cento della retribuzione in più, in base all'importanza dell'incarico: e, punto molto delicato, stabilisce che il magistrato debba dimettersi prima di presentarsi a elezioni politiche "per contrastare un uso strumentale della funzione". "Il fenomeno dei fuori ruolo" dice il presidente dei penalisti Oreste Dominioni "inquina gravemente i rapporti tra politica e magistratura, compromettendo l'indipendenza dell'una e dell'altra. Crea una supercasta di potere, che è quella che realmente regola i rapporti con la politica. Così si sacrificano le risorse giudiziarie sull'altare del potere. I numeri parlano chiaro e così gli "eccellenti" emolumenti economici riconosciuti a questa supercasta giudiziaria, paragonabili solo a quelli degli alti funzionari dello Stato. Si richiami subito in ruolo la stragrande maggioranza di questi magistrati, perché ritornino a esercitare le loro funzioni. Si parla tanto di sedi vacanti, ma la loro copertura è impedita da anacronistici privilegi". Vediamo dove sono dispersi questi magistrati fuori ruolo. Mettiamo da parte quelli cosiddetti elettivi, cioè i 12 parlamentari, i 4 che hanno mandati in regioni, province e comuni, l'unico (Luigi De Magistris) candidato alle elezioni europee e i 16 componenti del Csm. Guardiamo invece ai 132 impegnati per il governo, come capi di gabinetto, capi e addetti all'ufficio legislativo, fino a quelli con semplici funzioni amministrative: dai 12 alla presidenza del Consiglio ai 71 al ministero della Giustizia, più i 16 all'Ispettorato sempre di via Arenula e il resto disperso negli altri ministeri. La giustizia italiana può si concede pure di avere ben 7 magistrati nella missione Eulex in Kosovo, alcuni dei quali già in passato sono stati per anni fuori ruolo per altri incarichi. "Questi magistrati" incalza Dominioni "svolgono funzioni del tutto estranee a quella giudiziaria o assolutamente indifferenti alla loro esperienza professionale". E cita i 28 alla Corte costituzionale, i 9 nelle istituzioni e commissioni del Parlamento e delle diverse autorità e la trentina di esperti presso ambasciate o istituzioni estere, più i 17 che svolgono funzioni amministrative al Csm. Per legge, nel 2008, è stato fissato un tetto massimo per i fuori ruolo di 200 unità, senza calcolare quelli da destinare alla presidenza della Repubblica, al Csm, alla Corte costituzionale e gli eletti, per un totale di 82. Il tetto attuale è quindi di 282, mentre quello stabilito poco prima con una circolare del Csm era di 65, più i soliti casi speciali (ministero della Giustizia, Csm, Scuola della magistratura) fino ad arrivare a 248. Non basta: al Csm c'è un certo allarme (infatti l'ufficio studi ha elaborato un parere in proposito) perché sono in aumento le domande di aspettativa per motivi vari da parte di magistrati che scelgono le più diverse destinazioni professionali, spesso lontane dagli interessi dell'amministrazione giudiziaria, e c'è il rischio che questo strumento sia utilizzato proprio per aggirare il limite fissato per i fuori ruolo. Quanto al problema delle candidature dei magistrati, l'Ucpi con la sua proposta tocca un punto dolente. Anche il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, è convinto che dopo essersi candidato e quindi avere "ammesso di essere divenuto di parte, non foss'altro perché si è schierato con una forza politica", un magistrato non possa tornare a indossare la toga. Lo ha detto a Palazzo de' Marescialli in marzo, quando il plenum ha esaminato la richiesta di aspettativa di De Magistris per le europee. Secondo Mancino il Parlamento dovrebbe vietare il rientro in magistratura e garantire, a domanda, la mobilità nella pubblica amministrazione, nella funzione e nel ruolo corrispondenti a quello precedente. Ma i penalisti chiedono l'ineleggibilità dei magistrati che dovrebbero perciò dimettersi 6 mesi prima di accettare una candidatura.

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