CENACOLO DEI COGITANTI |
Incerte
le sorti di Paulon ( da "Corriere delle Alpi"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: ma probabilmente è il modo in cui ci eravamo arresi nelle
precedenti partite, che ha consigliato Paulon di fare questa mossa. Posso
capirlo». Oggi il responso. Ieri sera il primo allenamento settimanale dei
bluarancio. Domenica un'altra partita molto difficile contro la Virtus Csm. Con
o senza «Charles» Paulon in panchina. (g.s.)
Consulta,
Amirante è 33esimo presidente ( da "Corriere.it"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Corte. Eletto giudice costituzionale il 23 novembre 2001
dalla Corte di Cassazione ha giurato il 7 dicembre successivo nelle mani del
presidente della Repubblica. LE QUESTIONI APERTE - Con la guida del nuovo
presidente, la Consulta dovrà decidere su tre questioni molto delicate: il
conflitto tra la magistratura di Milano e il governo in merito al segreto di
Stato sul caso Abu Omar
Amirante,
nuova guida alla Corte costituzionale
( da "Cittadino,
Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: nuova guida alla Corte costituzionale ROMA «Tutelare
l'indipendenza e l'autonomia della Corte e rispettare nel modo più assoluto
l'indipendenza, l'autonomia e le attribuzioni di tutte le altre istituzioni»:
sono le parole d'ordine di Francesco Amirante, da ieri 33esimo presidente della
Corte costituzionale.
Consulta,
nominato il presidente ( da "Giornale di Brescia"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Amirante è stato eletto dai quindici giudici della Corte
Costituzionale Il magistrato Francesco Amirante ROMA«Tutelare l'indipendenza e
l'autonomia della Corte e rispettare nel modo più assoluto l'indipendenza,
l'autonomia e le attribuzioni di tutte le altre istituzioni»: sono le parole d'ordine
di Francesco Amirante, da ieri trentatreesimo presidente della Corte
Costituzionale.
Ecco le
modifiche al decreto di Pecoraro Scanio
( da "Giornale
di Brescia" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Da qui il ricorso alla Corte Costituzionale da parte della
Regione, respinto con due sentenze che hanno ribadito la competenza dello Stato
nella definizione dei livelli uniformi di protezione ambientale necessari a
dare piena esecuzione agli obblighi imposti dalla Direttiva uccelli 79/409 e
dalla Direttiva habitat 92/43.
Vicenza
Il neo presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, eletto ieri,
ha un pas... ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Alla fine del 64 fu trasferito a Lagonegro e alla sezione
fallimentare del Tribunale di Napoli. Nel 2001 è stato eletto giudice
costituzionale e lo scorso 14 novembre era stato nominato vicepresidente della
Corte Costituzionale di cui da ieri è presidente.
Col
decreto vantaggi per 2.700 allevatori
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Ci sono due sentenze della Corte costituzionale che questo
è illegittimo». Attribuzione delle nuove quote: il fatto che gli splafonatori
abbiano diritto alle quote danneggia in qualche modo di affittuari? «Le
categorie di distribuzione sono affittuari e splafonatori assieme quindi anche
gli affittuari avranno subito le quote come gli splafonatori,
Amirante
presidente della Consulta ( da "Italia Oggi (La Legge)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Amirante presidente della Consulta LA LEGGE Francesco
Amirante è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Ad eleggerlo sono
stati ieri i giudici della Consulta riuniti in camera di consiglio. Il primo
atto è stata la nomina del giudice Ugo De Siervo a vicepresidente della
Consulta. Amirante è il 33esimo presidente [...] Costo Punti per Abbonati: 0 -
Costo Punti per Registrati:
col
decreto vantaggi per 2.700 allevatori - sabrina pindo
( da "Nuova
Venezia, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Ci sono due sentenze della Corte costituzionale che questo
è illegittimo». Attribuzione delle nuove quote: il fatto che gli splafonatori
abbiano diritto alle quote danneggia in qualche modo di affittuari? «Le
categorie di distribuzione sono affittuari e splafonatori assieme quindi anche
gli affittuari avranno subito le quote come gli splafonatori,
corte
costituzionale, francesco amirante il nuovo presidente
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Attualità Corte costituzionale, Francesco Amirante il
nuovo presidente LA NOMINA ROMA. «Tutelare l'indipendenza e l'autonomia della
Corte e rispettare nel modo più assoluto l'indipendenza, l'autonomia e le
attribuzioni di tutte le altre istituzioni»: sono le parole d'ordine di
Francesco Amirante (nella foto), da ieri 33º presidente della Corte
costituzionale.
Dichiarazioni
di terzi con presunzione ( da "Italia Oggi"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: stata definitivamente risolta a seguito di puntuali
interventi della giurisprudenza, primo fra tutti quello della Corte
Costituzionale che, con la decisione n. 18 del 12 gennaio
Arriva
il garante dei detenuti ( da "Italia Oggi"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: presidente della corte costituzionale, di ministri,
giudici della corte costituzionale, sottosegretari di stato, membri del
parlamento e componenti del consiglio superiore della magistratura, del
presidente della corte di appello e del procuratore generale della repubblica
presso la corte d'appello, del presidente del tribunale e del procuratore della
repubblica presso il tribunale,
L'Ordine
celebra la shoah ( da "Italia Oggi"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Presidente Emerito della Corte Costituzionale, ha toccato
gli animi e ha spinto tutti ad una riflessione profonda passando in rassegna,
in un puntuale excursus storico, le vicende tragiche del popolo ebraico a cui
idealmente si è posto fine con la Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'Uomo poiché essa ?
Consulta,
eletto Amirante giudicherà il lodo Alfano
( da "Riformista,
Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: È il 33° presidente della Corte costituzionale. È
Francesco Amirante il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Succede a
Giovanni Maria Flick il cui mandato era scaduto il 18 febbraio scorso.
Settantasei anni, napoletano, esattamente 50 anni fa Amirante tenne la sua
prima udienza presso la pretura di Forlì.
A
lezione di democrazia ( da "Nuova Ferrara, La"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: annullare per decreto sentenze definitive della Corte
Costituzionale e della corte di Cassazione». Critiche anche al ricorso continuo
ai decreti legge e al voto di fiducia: «il Parlamento è di fatto esautorato dei
suoi poteri». Per i promotori dell'iniziativa «tutto ciò si inserisce in un più
ampio disegno eversivo ed anticostituzional.
Depistaggi
e omissioni Tre inviti a comparire ( da "Nuova Ferrara, La"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: processo che fu il magistrato a non volersi recare sul
posto per il sopralluogo dopo la morte del ragazzo, ma l'ex pm, che poi lasciò
l'inchiesta per «incompatibilità», si difese con una lettera al Csm in cui
smentì il dirigente: contrasto che sarebbe alla base della contestazione, anche
se il difensore Eugenio Gallerani sottolinea di non sapere il perchè della
presunta omissione.
cpt,
liguria dice no e plinio scrive al governo
( da "Repubblica,
La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Interno Roberto Maroni - ha detto - perché li impugni
davanti alla Corte Costituzionale: spetta allo Stato e non alle regioni
legiferare in materia di pubblica sicurezza». Il centrosinistra ha votato a
favore della legge. Era assente Carmen patrizia Muratore di Italia dei Valori
che aveva già annunciato la sua intenzione di astenersi.
testamento
biologico, in mille al puccini ( da "Repubblica, La"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: secondo «Liberi di decidere», si potrà comunque ricorrere
alla Corte Costituzionale. In sala tanti cattolici, alcuni preti, tra cui don
Santoro. Il quale ha detto: «Volevo tacere, ma non lo posso più fare davanti al
delirio di onnipotenza della Chiesa, che chiede alla politica di conservare qualunque
situazione di vita».
errani:
"al pd serve l'esperienza di riformismo reale dell'emilia" - aldo
balzanelli ( da "Repubblica, La"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la Corte costituzionale ha dato ragione a noi. Secondo lei
di chi è la colpa?». D´accordo, ma il risultato è che si sono persi molti anni
e che Bologna alla fine rischia di restare senza metrò. «Neanche per sogno.
Abbiamo firmato con il governo un´intesa su una serie di infrastrutture per l´Emilia
Romagna e tra queste c´è anche la metropolitana di Bologna.
Cesarino
sul depuratore: <No a soluzioni tampone>
( da "Giorno,
Il (Brianza)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: aggirare la sentenza della Corte costituzionale sulla
depurazione delle acque: i cittadini non devono essere presi in giro». Il
senatore Cesarino Monti ha deciso di stare col fiato sul collo di Ianomi Spa,
la società che gestisce il depuratore di Pero che dovrebbe raccogliere anche le
fognature di Lazzate, Misinto, Cogliate e Ceriano Laghetto ma non può farlo
perchè da anni manca l'
precari
sanità i primi ricorsi discussi al tar
( da "Repubblica,
La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: stabilizzazione dei precari è stata espressa dalla Corte
dei Conti. Il ministro dei Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, invece, ha
impugnato il provvedimento davanti alla Corte Costituzionale. «La legge
regionale 45/2008 impugnata dal Consiglio dei ministri venerdì scorso non
riguarda migliaia di persone ma poche centinaia» spiegano i consiglieri
regionali Rocco Palese e Giammarco Surico.
Deriva
italiana ( da "Manifesto, Il"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: non ci resterà che sperare nella forza di resistenza del
Presidente della Repubblica (il quale non è mica Dio, fa quel che può). Nella
magistratura (fin quando non le saranno tagliate le gambe e le braccia). Nella
Corte Costituzionale (da cui ci aspettiamo molto nei prossimi mesi). E
nell'Arma dei Carabinieri («Nei secoli fedele». Alla Repubblica, s'intende).
La
sfida della religione nell'agorà globale
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: presidente emerito della Corte Costituzionale: «Oggi la
diversità religiosa pone problemi di gestione. Lo Stato è chiamato a gestire la
diversità. Lo Stato è casa di tutti. Deve organizzare una società pluralistica,
garantire a ogni confessione la libertà di culto, secondo l'articolo 8:
"Tutte le confessioni sono ugualmente libere di fronte alla legge"
È il 33
presidente ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: autonomia della Corte e rispettare nel modo più assoluto
l'indipendenza, l'autonomia e le attribuzioni di tutte le altre istituzioni»:
sono le parole d'ordine di Francesco Amirante, da ieri 33° presidente della
Corte costituzionale. I quindici giudici della Consulta lo hanno eletto a
scrutinio segreto con 13 voti e due schede bianche.
Anche a
Vigevano e a Voghera si aspetta da anni un magistrato in più
( da "Giorno,
Il (Lodi)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Csm aveva lanciato l'allarme per i ben 90 posti in uffici
di procura che erano rimasti scoperti, in 72 casi per mancanza di aspiranti, in
18 per mancanza dei titoli necessari da parte dei candidati. E la mancanza di
magistrati che vogliono fare i pubblici ministeri, secondo gli addetti ai
lavori, sarebbe da addebitare alla preoccupazione per la prospettiva della
separazione delle
Otto
domande per tre posti certi ( da "Giorno, Il (Lodi)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: 9 Otto domande per tre posti certi CONCORSO SONO OTTO le
domande, pervenute entro la scadenza del 24 febbraio, per ricoprire incarichi
di sostituto. Entro qualche mese il Csm nominerà i 3 magistrati che
affiancheranno Luisa Rossi, attualmente all'unico posto di ruolo.
Francesco
Amirante eletto presidente della Consulta
( da "Sole
24 Ore, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: LA GIORNATA CORTE COSTITUZIONALE Francesco Amirante eletto
presidente della Consulta «Sul lodo Alfano decideremo senza ritardi» Nel 2004
firmò la bocciatura del Ddl Schifani Rimarrà in carica come presidente della
Corte costituzionale fino a dicembre del 2010, quanto basta per dover fare i
conti con alcune questioni caldissime: intercettazioni,
Con la
Costituzione e con il Quirinale ( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: le leggi ed ha la responsabilità di «delibarne » la
costituzionalità, e la Corte costituzionale. Giorgio Napolitano sta esercitando
le sue attribuzioni con prudenza, ma con fermezza, non cedendo di un millimetro
(da ultimo sul decreto-legge Englaro) nella difesa degli equilibri
istituzionali e della legalità repubblicana.
La
nomina di Amirante, un orgoglio partenopeo
( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: della Corte Costituzionale (Francesco Amirante), a
Presidente della Corte Suprema di Cassazione (Vincenzo Carbone) e a Presidente
aggiunto del Consiglio di Stato (Pasquale De Lise). Ed è in questa felicissima
occasione e coincidenza che si può percepire non soltanto un motivo emozionale
di profondo orgoglio per l'Università di Napoli e la Facoltà di Giurisprudenza
in particolare,
Autonomie:
Calderoli congela 3,5 miliardi ( da "Corriere Alto Adige"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: le autonomie potrebbero ricorrere alla Corte
costituzionale o al Tar del Lazio. La telefonata Ecco le testuali parole di
Calderoli a Ballarò: «Vorrei fare un po' di chiarezza e serve anche onestà
intellettuale, che riconosco a Tabacci. Invece non lo accetto da esponenti dei
Ds, perché non si può stare un giorno sul pero e un giorno sul melo,
Acque
reflue, partono i ricorsi ( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: ricordando che il territorio comunale è sprovvisto di
impianti di depurazione delle acque fognarie e che la Corte Costituzionale, con
la sentenza 335/2008, ha riconosciuto la illegittimità della legge 36/1994,
nota come legge-Galli, nella parte in cui stabiliva che gli utenti dovessero
pagare il canone anche in assenza di depuratori o in caso di temporanea
inattività.
Un
orgoglio partenopeo \ndi ERNESTO CESÀRO \nUn garante intransigente
( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: elezione Francesco Amirante presidente della Corte
Costituzionale Un orgoglio partenopeo di ERNESTO CESàRO Un garante
intransigente di LUIGI LABRUNA Francesco Amirante da ieri presidente della
Corte Costituzionale, dopo Vincenzo Carbone presidente della Corte Suprema di
Cassazione e Pasquale De Lise presidente aggiunto del Consiglio di Stato.
<Questura
sotto tiro, non siamo dei delinquenti>
( da "Resto
del Carlino, Il (Ferrara)" del
26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: «Il secondo avviso al nostro funzionario è scaturito dal
documento che il pm Guerra ha scritto al Csm, quindi in base a quale legge la
parola di un magistrato vale più di quella di un funzionario di polizia? Non
risultano prove di quella conversazione, come mai si indaga a senso unico?».
Nicola Bianchi
ROMA -
Cesare Mirabelli lo recita a memoria, l'articolo 15 della Costituzione: La...
( da "Messaggero,
Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, sta combattendo da
mesi sulla necessità di tutelare alcuni diritti fondamentali della persona
dall'invasività delle intercettazioni telefoniche. E adesso che anche la
maggioranza sembra disposta a cedere su alcuni punti del ddl all'esame della
Camera, Mirabelli osserva: «Mi pare positivo che ci sia una riflessione su
questi temi così delicati.
ROMA -
Alcuni avvocati e molti parlamentari lo avevano detto a caldo, quando il
settimanale ... ( da "Messaggero, Il"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Giovanni Ferrara si è trattato di quello che il presidente
emerito della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, definisce "gossip
intercettativo" proprio nell'intervista di fianco. Anche per questo i
magistrati hanno chiesto la distruzione materiale di tutti i nastri registrati:
si tratta di migliaia di conversazioni di politici, attrici, personaggi
pubblici e del mondo economico,
ROMA -
Rapidamente e senza ulteriori rinvii la Corte costituzionale deciderà sull...
( da "Messaggero,
Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: e la Corte costituzionale è il massimo organo di garanzia.
Se sorgeranno questioni di costituzionalità la Corte li prenderà in esame sulla
base del precetto costituzionale che garantisce la libertà di stampa».
Felicitazioni e auguri ad Amirante sono state espresse dai presidenti di Camera
e Senato, Fini e Schifani,
Rigore
e decisionismo. Queste senza dubbio le principali caratteristiche del
procuratore generale pr... ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: che gli è costato un esposto al Csm e la trasmissione
degli atti al ministro della Giustizia Alfano e al Procuratore generale della
Cassazione Esposito. Una sorta di diario on line, al quale è possibile accedere
digitando "teminera", in cui Dragotto, per due mesi, si era cimentato
nella pubblicazione di stralci di sentenze di altre toghe delle Marche,
Amirante
eletto presidente <Autonomi e indipendenti>
( da "Corriere
della Sera" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: sezione: Politica - data: 2009-02-26 num: - pag: 10
categoria: REDAZIONALE Corte Costituzionale Amirante eletto presidente
«Autonomi e indipendenti» MILANO — «Tutelare l'indipendenza e l'autonomia della
Corte e rispettare nel modo più assoluto l'indipendenza, l'autonomia e le
attribuzioni di tutte le altre istituzioni».
Amirante
eletto alla presidenza ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: 19 Amirante eletto alla presidenza CONSULTA NUMERO 33
Francesco Amirante (Ansa) ROMA I giudici della Corte Costituzionale in camera
di consiglio hanno eletto ieri Francesco Amirante, 33° presidente della
Consulta. Succede a Giovanni Maria Flick. Tre parole chiave riassumono il suo
programma: funzionalità, indipendenza e rispetto dell'autonomia delle altre
istituzioni.
amirante
nuovo presidente della corte costituzionale
( da "Tirreno,
Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Attualità Amirante nuovo presidente della Corte
Costituzionale ROMA. «Tutelare l'indipendenza e l' autonomia della Corte e
rispettare nel modo più assoluto l' indipendenza, l'autonomia e le attribuzioni
di tutte le altre istituzioni»: sono le parole d'ordine di Francesco Amirante
(napoletano, 75 anni), da ieri 33/o presidente della Corte Costituzionale.
Alfano:
"No alla fiducia sul ddl intercettazioni"
( da "Tempo,
Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: intercettazioni è intervenuto oggi anche il nuovo
presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante. «Se sorgeranno
questioni di costituzionalità, in relazione alla libertà di stampa, le
prenderemo in esame», si è limitato a replicare a chi gli chiedeva di
anticipare un suo parere in merito. L'opposizione che ha duramente contestato
il provvedimento fin dalle prime battute,
Due
giorni per varare una legge che non vale niente
( da "Giornale.it,
Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: affinché il governo li impugni presso la Corte
costituzionale». Anche se, sotto sotto (ma neanche tanto) il centrodestra che
ha condotto una strenua battaglia contro la legge ora gongola a pensare allo «spappolamento
politico della maggioranza, visto fra l'altro che hanno scansato il voto gli
esponenti dell'Udc e di Italia dei valori, oltre a Broglia e allo stesso
presidente Burlando.
Consulta,
tre mesi da presidente e la pensione diventa da nababbi Flick lascia dopo...
( da "Giornale.it,
Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Alla Corte costituzionale, infatti, non si sale allo
scranno più alto perché si è più bravi. Basta semplicemente essere il più
anziano dell?allegra, si fa per dire, compagnia. Davvero un bell?esempio per la
nazione. E gli altri? Aspettano pazienti, come il cinese, sulla riva del fiume.
Ecco
Amirante, scadrà già nel 2010 ( da "Giornale.it, Il"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: già nel 2010 di Anna Maria Greco RomaHa di fronte un anno
e 9 mesi da presidente della Corte costituzionale, Francesco Amirante. Quasi un
record, visti i tempi di permanenza di tanti suoi predecessori. È stato infatti
eletto il 23 novembre 2001 giudice costituzionale dalla Cassazione e ha giurato
al Quirinale il 7 dicembre. Il suo mandato di nove anni scadrà, dunque, a fine
2010.
E'
arrivata Fiorenza Marrara come nuovo sostituto
( da "Nazione,
La (Livorno)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: è arrivata alla Procura di Livorno da ieri come sostituto
procuratore, come stabilito dal Csm in base alla sua domanda di trasferimento.
Proviene dalla Procura di Lucca e ha alle spalle una carriera piuttosto
intensa. Per quasi sei anni è stata infatti prima giudice e poi gip al
tribunale di Vibo Valentia, in Calabria, verrà terra di frontiera per un
magistrato.
Consulta,
De Siervo vicepresidente ( da "Nazione, La (Firenze)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: fiorentino diventa il numero due della Corte
costituzionale IL GIURISTA fiorentino Ugo De Siervo (nella foto), 67 anni, è
stato nominato ieri vicepresidente della Corte costituzionale come primo atto
compiuto dal neopresidente Francesco Amirante subito dopo la sua elezione. De
Siervo è stato per molti anni professore ordinario di diritto costituzionale
all'Università di Firenze.
di
PAOLO CARETTI * LA NOTIZIA dell'avvenuta elezione del professo...
( da "Nazione,
La (Firenze)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: avvenuta elezione del professor Ugo De Siervo a
vicepresidente della Corte costituzionale segue di pochi giorni la nomina di un
altro insigne giurista fiorentino, il professor Paolo Grossi a giudice della
stessa Corte, per nomina del Capo dello Stato. Sono due notizie che
rappresentano un motivo di orgoglio non solo per la facoltà di giurisprudenza
di Firenze, ma per l'intero Ateneo (.
Cda
Rai: rinvio al 3 marzo ( da "MilleCanali"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: mentre la Corte Costituzionale ci dirà presto se questo
meccanismo di nomina dei vertici della Tv pubblica è possibile mantenerlo o se
occorra cambiarlo e mentre Berlusconi preme per arrivare presto a nuovi vertici
in reti e testate della Rai, probabilmente in vista degli ulteriori appuntamenti
elettorali dei prossimi mesi.
Albenga:
integrazione del consiglio comunale di questa sera
( da "Savona
news" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: tesa a conoscere le implicazioni che deriveranno dalla
sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 10.10.2008. Mozione a firma del
Consigliere Guarnieri tesa alla ricerca di soluzione per contrastare le
problematiche occupazionali, economiche ed ambientali che da tempo interessano
lo stabilimento farmaceutico Cav.
Consulta,
Amirante è il nuovo presidente ( da "Arena.it, L'"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: presidente della Corte Costituzionale, succedendo a
Giovanni Maria Flick. I 15 giudici che compongono il plenum della Coonsulta lo
hanno eletto con 13 voti a favore e 2 astensioni. Vicepresidente è stato
nominato Ugo De Siervo. Amirante è giudice costituzionale dal 2001 ed è stato
vicepresidente dal 14 novembre 2008, la sua presidenza arriverà a conclusione
nel dicembre 2010,
Consulta:
Amirante è presidente ( da "Denaro, Il"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: il successore di Flick al vertice della Corte
costituzionale E' napoletano il nuovo presidente della Corte costituzionale:
Francesco Amirante è stato eletto ieri con 13 voti a favore e 2 schede bianche.
Ad eleggerlo sono stati i giudici della Consulta. Amirante è il 33esimo
presidente della Corte e succede a Giovanni Maria Flick, il cui mandato è
terminato il 18 febbraio scorso.
ANTONIO
MANZO UNA ISPEZIONE MINISTERIALE STRAORDINARIA è STATA DISPOSTA DAL MINISTRO
ALFANO ... ( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: ispezione è stata richiesta dal Csm per acquisire una
serie di elementi istruttori, e da valutare successivamente, se ne ricorrono
gli estremi, sotto il profilo disciplinare. Si tratta di una serie di elementi
emersi nel corso della istruttoria per il «processo» a carico di un ex giudice
della Fallimentare poi tarsferito a Potenza.
UNA
ISPEZIONE MINISTERIALE STRAORDINARIA è STATA DISPOSTA DAL MINISTRO ALFANO PER
LA TERZA SEZI... ( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: ispezione è stata richiesta dal Csm per acquisire una
serie di elementi istruttori, e da valutare successivamente, se ne ricorrono
gli estremi, sotto il profilo disciplinare. Si tratta di una serie di elementi
emersi nel corso della istruttoria per il «processo» a carico di un ex giudice
della Fallimentare poi trasferito a Potenza.
GLI
ISPETTORI ALLA FALLIMENTARE ( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Al lavoro il giudice incaricato Nardi. Sotto osservazione
la terza sezione civile del Tribunale Gli ispettori alla Fallimentare Ministro
e Csm avviano un'indagine sulla gestione di incarichi e processi
INVIATO
UN ISPETTORE SU RICHIESTA DEL CSM DOPO LE AUDIZIONI DI GIUDICI PER IL
TRASFERIMENTO D'UFFICIO DI UN MAGISTRATO
( da "Mattino,
Il (Salerno)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Inviato un ispettore su richiesta del Csm dopo le
audizioni di giudici per il trasferimento d'ufficio di un magistrato
ROMA.
FRANCESCO AMIRANTE, NAPOLETANO, APPRODA AL PRESTIGIOSO INCARICO DOPO UNA VITA
INTERAMENTE SPES... ( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: di esprimersi sul ddl sulle intercettazioni (che prevede
un giro di vite per i giornalisti) attualmente all'esame della Camera. «Mi si
chiede un'anticipazione di giudizio che non posso dare - replica - e se
sorgeranno questioni di costituzionalità la Corte li prenderà in esame sulla
base del precetto costituzionale che garantisce la libertà di stampa». g.cav.
RAFFAELE
INDOLFI IL VOTO DI FIDUCIA INCOMBE SUL DISEGNO DI LEGGE PER LE INTERCETTAZIONI,
MENTRE S... ( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, Francesco Amirante. «Se sorgeranno -
ha detto - questioni di costituzionalità, in relazione alla libertà di stampa,
le prenderemo in esame». L'opposizione che ha duramente contestato il
provvedimento fin dalle prime battute, minaccia una battaglia durissima in
parlamento qualora il governo decidesse di ricorrere al contingentamento dei
tempi e alla fiducia.
Nuovo
medico e borsa di studio ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Questi i numeri del Centro per la sclerosi multipla (Csm)
del San Bortolo. Dati preoccupanti ed in crescita negli ultimi anni. Le
risorse, però, restano costanti. Il consigliere regionale del Pd Claudio
Rizzato ha presentato ieri un'interrogazione a risposta immediata al consiglio
regionale del Veneto, con cui chiede le ragioni del mancato potenziamento del
servizio,
Provincia:
ecco le magnifiche 4 Castagnole ko ( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Follinese - CSM Resana, San Gaetano - Suseganese.
Campolongo - CSM Resana 1-5 GOL: pt 20' Casagrande, 30' Barban, 45' Gobbo, st
6' Ruffato, 28' Fabbian, 44' Simionato. CAMPOLONGO: Sartori, Corrocher (st 1'
De Paolis), Caselli, Da Lozzo (st 20' Bornia), Ros, Piai, Lovisotto (st 18'
Manente), Zanchetta, Casagrande (st 1' Ceolin),
Una
giornata a Zanardo, Burato e a sei di Prima
( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Roncalli (SP), Santinello (Maser), Miotto (Virtus Csm
Farra). Squalifica fino la 2 marzo a Michielin (ass. arbitro Monastier). Trofeo
Veneto: Una gara a Mognon (Virtus Csm Farra). JUNIORES ÈLITE - Una gara:a Dal
Zotto (Cornuda Crocetta), Zampieri (Vittorio Veneto). Inibizione fino al 2
marzo a Marcon (dir.
TESTAMENTO
BIOLOGICO: MARINO, MAGGIORANZA PARLAMENTARI E'
( da "Virgilio
Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Il piano A e' in Parlamento, se questo piano verra'
rifiutato dal centro destra auspico che la corte costituzionale valuti la legge
e ci dica se e' costituzionale o meno. Se anche questo dovesse lasciare in
piedi questa legge allora si dovra' ricorre al referendum.
Bio-Testamento:
Marino, maggioranza parlamentari contro ddl
( da "KataWeb
News" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Il piano A è in Parlamento, se questo piano verrà
rifiutato dal centro destra auspico che la corte costituzionale valuti la legge
e ci dica se è costituzionale o meno. Se anche questo dovesse lasciare in piedi
questa legge allora si dovrà ricorre al referendum. AGI
La
Consulta a Prodi: "Fu illegale la revoca di Petroni dal Cda Rai"
( da "Giornale.it,
Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: intesa con il presidente del Consiglio Romano Prodi, la
revoca del consigliere di amministrazione della Rai, Angelo Maria Petroni. Lo
ha stabilito la Corte Costituzionale accogliendo il ricorso presentato dalla
commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
Rai,
Consulta: il governo non poteva revocare Petroni dal Cda
( da "Rai
News 24" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: quanto ha stabilito la Corte Costituzionale accogliendo il
ricorso della commissione nei confronti del governo e così risolvendo il
conflitto di attribuzione sollevato dalla Vigilanza. La Consulta ha dunque
annullato la proposta di revoca presentata l'11 maggio del 2007 dall'allora
ministro dell'Economia e finanze Tommaso Padoa Schioppa nei confronti di
Petroni,
Showdown
sul diritto di sciopero ( da "AprileOnline.info"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: sia sul piano del ricorso alla magistratura e alla Corte
Costituzionale. E' chiaro che dopo questa scelta, con questo Governo ci puo'
essere solo rottura e conflitto sociale". Per Paolo Ferrero: "Il
governo attacca il diritto di sciopero, perché vuole far pagare la crisi ai
lavoratori e portare avanti un disegno complessivo di attacco e stravolgimento
della Costituzione,
Popolarità
o populismo? ( da "AprileOnline.info"
del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: dalla modifica della Costituzione al condizionamento del
CSM, dall'asservimento al potere politico dei pubblici ministeri alla
promozione della repubblica presidenziale. L'unico capo di governo che
rivendica fieramente la sua impopolarità - inevitabile a suo dire nel momento
in cui la Francia attraversa una crisi eccezionale - sembra essere Nicolas
Sarkozy,
Rai,
per Consulta non spettava a governo revocare Petroni da Cda
( da "Reuters
Italia" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: ROMA (Reuters) - Con una sentenza pubblicata oggi la Corte
costituzionale ha stabilito che non spettava al governo (nel caso specifico al
ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa) revocare dal suo incarico il
consigliere di amministrazione della Rai Angelo Maria Petroni. Lo rende noto un
comunicato della Consulta.
*Rai:
sulla revoca di Petroni la Consulta dà ragione a Landolfi
( da "Velino.it,
Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Con queste motivazioni la Corte costituzionale ha definito
finalmente quel conflitto di attribuzioni sollevato a novembre 2007 dalla
Vigilanza (all?unanimità) nei confronti di Tps. L?ultima parola nella decisione
di rimuovere un consigliere d?amministrazione della Rai spetta dunque al
Parlamento, per il tramite della Vigilanza,
RAI:
BUTTI, CONSULTA RICONOSCE RUOLO COMMISSIONE VIGILANZA
( da "Virgilio
Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: della Corte Costituzionale che ha accolto il ricorso
presentato a suo tempo dalla Commissione di Vigilanza RAI. Nulla da aggiungere
rispetto a quanto gia' detto sulla figuraccia rimediata dall'allora ministro
Padoa Schioppa e quindi da Prodi. Questo significa anche riconoscere la
validita' del ruolo della Commissione di Vigilanza e soprattutto le sue
competenze e la sua utilita'
Rai/
Consulta dà ragione a Petroni: revoca non spettava a
( da "Virgilio
Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: La Corte Costituzionale dà ragione alla commissione di
Vigilanza, che aveva sollevato un conflitto di attribuzione nei confronti del
ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa e del premier Romano Prodi in
merito alla revoca del rappresentante del Tesoro in cda: la Bicamerale di San
Macuto, stabilisce la Consulta,
Rai/
Landolfi: Soddisfatto da Consulta, sopruso rinuovere
( da "Virgilio
Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: pronunciamento della Corte costituzionale sul caso
Petroni: "Sono molto soddisfatto, soprattutto per quello che ho dovuto
passare per convincere gli altri commissari della fondatezza della mia
battaglia". La Corte, per l'ex presidente della bicamerale di San Mcuto,
"ha stabilito come la revoca di un consigliere della Rai senza il
preventivo parere della commissione di Vigilanza,
Rai/
Lainati: Consulta dimostra che contro Petroni fu
( da "Virgilio
Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale che ha detto chiaramente che
l'ex-Ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa non avrebbe potuto cacciare
Petroni dalla tv pubblica". Lo afferma in una nota il vicepresidente della
commissione di Vigilanza. "Nella scorsa legislatura - ricorda Lainati - ci
siamo battuti da oppositori in Commissione di Vigilanza Rai contro questo vero
e proprio atto di violenza
( da "Corriere delle Alpi" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Incerte
le sorti di Paulon Ieri vertice della società per discutere la vicenda MAS DI
SEDICO. Paulon in bilico. Ieri sera si è discusso della posizione
dell'allenatore Giancarlo Paulon, nella sede del Fiori Barp. Il presidente
Arone Roni e il direttore sportivo Angelo Santel hanno incontrato il tecnico
alpagoto, dopo che quest'ultimo aveva presentato le sue dimissioni. Una
decisione presa nel tardo pomeriggio di domenica, alla fine della partita persa
per 5-0 con la Cisonese. Prenderle dalla piazzata del girone Q di Seconda
categoria può tranquillamente succedere, ma il passivo è una botta tremenda al
morale e la classifica sta diventando quasi insostenibile: i bluarancio sono penultimi,
con una lunghezza di vantaggio su un Lentiai in ripresa e capace di vincere
l'ultimo recupero in casa della Juventina. Rischiano di retrocedere
direttamente, visto che i play out sono così incerti. Roni ha parlato solo ieri
sera con il tecnico: «Domenica ho preferito lasciare subito il campo sportivo -
racconta il numero uno di via Monte Pelf - non ho atteso un minuto di più, al
termine dell'incontro con la Cisonese. Da allora, non mi sono più confrontato
con l'allenatore. Ci siamo incontrati ieri sera, per analizzare la situazione e
parlare anche di lui. Credo che, in giornata, sapremo essere più chiari.
Sicuramente non possiamo essere contenti del nostro campionato, a parte il
fatto che siamo una squadra molto giovane». Voci dallo spogliatoio. Può anche
darsi che la situazione si ricomponga, di sicuro Paulon si è messo in
discussione, nel momento in cui si può ancora rimediare e questo gli fa onore.
Non è escluso che ci voglia la classica scossa, quando mancano dieci giornate
alla fine della stagione regolare: «Le dimissioni del mister sono più una cosa
sentita dai nostri ragazzi - spiega Santel - in realtà, da domenica a ieri sera
non ci sono stati colloqui né con me né col presidente Roni. Ne abbiamo parlato
per la prima volta ieri. Sono convinto anch'io che una gara contro la Cisonese
si possa perderla, senza fare tragedie, ma probabilmente è
il modo in cui ci eravamo arresi nelle precedenti partite, che ha consigliato
Paulon di fare questa mossa. Posso capirlo». Oggi il responso. Ieri sera il
primo allenamento settimanale dei bluarancio. Domenica un'altra partita molto
difficile contro la Virtus Csm. Con o senza «Charles» Paulon in panchina.
(g.s.)
( da "Corriere.it" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
È
stato Eletto giudice costituzionale il 23 novembre
2001 Consulta, Amirante è 33esimo presidente Succede a Giovanni Maria Flick, di
cui era vice: sarà in carica fino al 2010. Tra le questioni aperte il lodo
Alfano Amirante con l'allora presidente Ciampi nel 2001 (Ansa) ROMA - È
Francesco Amirante il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Succede a
Giovanni Maria Flick, il cui mandato è scaduto il 18 febbraio. Amirante, già
vicepresidente, è stato eletto a scrutinio segreto dai 15 giudici della
Consulta. Un voto atteso: è prassi, alla Consulta, eleggere il giudice più
anziano. Come primo atto, il neopresidente ha nominato come vicepresidente il
giudice costituzionale Ugo De Siervo. FRANCESCO
AMIRANTE - Settantacinque anni, di Napoli, Amirante resterà in carica fino al
dicembre del 2010. Dal 14 novembre 2008 era vicepresidente della Consulta. Il
nuovo presidente è entrato in magistratura nel 1958. Nel 1980 è stato addetto
all'ufficio del massimario e del ruolo della Cassazione ed è stato applicato
alla sezione lavoro, di cui è diventato in seguito consigliere e presidente.
Dal 1987 è stato componente fisso delle Sezioni Unite della Suprema Corte. Eletto giudice costituzionale il 23 novembre 2001 dalla Corte di Cassazione ha giurato il 7
dicembre successivo nelle mani del presidente della Repubblica. LE QUESTIONI
APERTE - Con la guida del nuovo presidente, la Consulta dovrà decidere su tre
questioni molto delicate: il conflitto tra la magistratura di Milano e il
governo in merito al segreto di Stato sul caso Abu Omar (l'udienza in
camera di consiglio è prevista per il 10 marzo); la norma che impone la
distruzione delle intercettazioni telefoniche considerate illegali, contenuta
in un decreto emesso dall'ex Guardasigilli Clemente Mastella e convertito nella
passata legislatura, pratica che dovrebbe essere presa in esame a fine
febbraio; e il lodo Alfano, la norma che sospende i processi nei confronti
delle quattro più alte cariche dello Stato. La discussione sul lodo Alfano
potrebbe essere messo in calendario già durante l'estate. INTERCETTAZIONI -
Amirante, che ha ricevuto le congratulazioni del ministro della Giustizia
Alfano, ha detto che sulla legittimità costituzionale
del lodo sull'immunità delle massime cariche si procederà «senza accelerazioni
né ritardi» e che invece sulle intercettazioni irregolari si procederà «molto
rapidamente». Nel primo discorso dopo l'elezione il presidente ha sottolineato
che il rispetto fra le istituzioni è la pietra angolare su cui si regge
l'edificio di uno Stato democratico. stampa |
( da "Cittadino, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Amirante,
nuova guida alla Corte costituzionale ROMA «Tutelare l'indipendenza e l'autonomia della Corte e
rispettare nel modo più assoluto l'indipendenza, l'autonomia e le attribuzioni
di tutte le altre istituzioni»: sono le parole d'ordine di Francesco Amirante,
da ieri 33esimo presidente della Corte costituzionale. I quindici giudici della Consulta lo hanno eletto a
scrutinio segreto con 13 voti e due schede bianche. Succede a Giovanni Maria
Flick e resterà in carica fino al 7 dicembre del 2010. Secondo la prassi, è
stato lo stesso neo presidente a chiamare il capo dello Stato, che lo ha
ricevuto nel pomeriggio al Quirinale, i presidenti di Camera e Senato, e il
presidente del Consiglio per informarli della nomina. Sotto la presidenza di
Amirante, la Corte si appresta a vivere mesi "caldi". Tre grandi questioni
dovranno essere sciolte dai giudici costituzionali: il conflitto tra la
magistratura di Milano e il governo in merito al segreto di Stato sul caso Abu
Omar; la norma che impone la distruzione delle intercettazioni telefoniche
considerate illegali; il lodo Alfano, la legge che sospende i processi nei
confronti delle quattro più alte cariche dello Stato. Nell'incontro con i
giornalisti subito dopo la nomina, Amirante non si è sottratto alle domande su
questi temi. Se il caso Abu Omar è già in programma per il 10 marzo prossimo,
il lodo Alfano sarà messo in calendario «senza accelerazioni né ritardi», ha
assicurato riferendosi alle previsioni che rimandano all'autunno prossimo.
Amirante ha detto che deve studiare l'argomento (i due ricorsi dei giudici di
Milano nell'ambito dei processi Mills e diritti tv Mediaset e una terza causa,
sollevata dal gip di Roma in relazione alla sospensione del procedimento a
carico del premier Silvio Berlusconi per la presunta compravendita di alcuni
senatori) ma la data sarà decisa in tempi rapidi. «Si chiama Lodo ma è una
legge come le altre. La Corte deciderà come sempre nella massima serenità e con
la massima obiettività», ha tenuto a precisare. «Molto rapidamente e senza
ulteriori rinvii» sarà affrontato anche il nodo delle intercettazioni illegali,
ha chiarito Amirante riferendosi agli slittamenti dovuti al fatto che la Corte
è tornata al completo solo pochi giorni fa con la nomina del giudice Paolo
Grossi. Il tema delle intercettazioni si intreccia con quello di
un'informazione senza vincoli, che il neopresidente ha mostrato di avere a
cuore. «La libera stampa è la massima garanzia, e la Corte Costituzionale è il
massimo organo di garanzia», ha detto, evitando, però, di esprimersi sul ddl
sulle intercettazioni (che prevede un giro di vite per i giornalisti)
attualmente all'esame della Camera. Amirante, napoletano, 75 anni, è in
magistratura dal 1958. Nel 1980 è approdato in Cassazione. Giudice della
Consulta dal novembre 2001, ne era vicepresidente dal novembre scorso. Luciano
Fioramonti
( da "Giornale di Brescia" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione:
26/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno Consulta, nominato il
presidente Francesco Amirante è stato eletto dai quindici
giudici della Corte Costituzionale Il magistrato Francesco Amirante
ROMA«Tutelare l'indipendenza e l'autonomia della Corte e rispettare nel modo
più assoluto l'indipendenza, l'autonomia e le attribuzioni di tutte le altre
istituzioni»: sono le parole d'ordine di Francesco Amirante, da ieri
trentatreesimo presidente della Corte Costituzionale. I quindici giudici
della Consulta lo hanno eletto a scrutinio segreto con 13 voti e due schede
bianche. Succede a Giovanni Maria Flick e resterà in carica fino al 7 dicembre
del 2010. Secondo la prassi, è stato lo stesso neo presidente a chiamare il
Capo dello Stato, che lo ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale, i presidenti
di Camera e Senato, e il presidente del Consiglio per informarli della nomina.
Sotto la presidenza di Amirante, la Corte si appresta a vivere mesi «caldi».
Tre le grandi questioni: il conflitto tra la magistratura di Milano e il
Governo in merito al segreto di Stato sul caso Abu Omar; la norma che impone la
distruzione delle intercettazioni telefoniche considerate illegali; il lodo
Alfano.
( da "Giornale di Brescia" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione:
26/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città CACCIAPENSIERI Ecco le
modifiche al decreto di Pecoraro Scanio La Gazzetta Ufficiale del 10 febbraio
scorso ha pubblicato le modifiche al decreto del 17 ottobre 2007 dell'allora
ministro Pecoraro Scanio, concernente i criteri minimi uniformi per la definizione
delle misure di conservazione da adottarsi nelle Zone speciali di conservazione
(Zsc) e di protezione speciale (Zps). Fin dalla sua promulgazione il decreto
incontrò una forte opposizione da parte di Federcaccia, ritenendo che imponesse
divieti dettagliati e prescrizioni di carattere generale assai poco
giustificati dalla diversità delle singole realtà territoriali interessate e
che per di più invadesse competenze che la Costituzione assegna agli organi
locali, nella fattispecie alle Regioni. Da qui il ricorso
alla Corte Costituzionale da parte della Regione, respinto con due sentenze che
hanno ribadito la competenza dello Stato nella definizione dei livelli uniformi
di protezione ambientale necessari a dare piena esecuzione agli obblighi
imposti dalla Direttiva uccelli 79/409 e dalla Direttiva habitat 92/43.
Venuta meno la speranza di vedere annullato il decreto, gli sforzi si sono
pertanto concentrati sulle modifiche indispensabili per una riscrittura meno
penalizzante dell'esercizio venatorio e delle attività antropiche in generale.
Finalmente le modifiche sono arrivate, ma va subito detto che ci si aspettava
qualcosa di meglio. Innanzitutto si sancisce che il divieto di utilizzo dei
pallini di piombo nelle Zps entra in vigore nella stagione venatoria 2009/2010:
quasi una farsa visto che per tutta la stagione venatoria appena conclusa il
divieto ha operato in forza del precedente decreto. Anche la lunga lista dei
divieti stabiliti dall'art. 5 del decreto non ha trovato le correzioni che ci
saremmo attesi. È stato sì eliminato l'obbligo delle due giornate fisse di
caccia nel mese di gennaio, ma è rimasto il divieto di esercitare il prelievo
alle specie in deroga in tutte le Zps, oltre a quello di effettuare la
pre-apertura; confermato il divieto di caccia alla moretta e al combattente,
mentre la pernice bianca potrà essere cacciata nelle zone ove ne sia stato
monitorato e verificato un favorevole stato di conservazione. Luci e ombre
anche per l'addestramento dei cani: resta il divieto di addestramento prima del
1° settembre e dopo la chiusura della stagione venatoria, ma opportunamente
potranno essere costituite zone addestramento, anche nuove, purché sottoposte a
procedura di valutazione ambientale positiva. Le modifiche all'art. 6, che
elenca divieti e regolamentazioni diversi per ognuna delle tredici tipologie di
Zps, confermano purtroppo la proibizione di esercitare l'attività venatoria
agli uccelli acquatici prima del 1° ottobre ad eccezione del germano reale, ma
grazie all'impegno dei rappresentanti della Regione e alle continue
sollecitazioni della Federcaccia bresciana, è stato rivisto il divieto di
esercitare la caccia prima del 1° ottobre nelle Zps classificate come «valichi
montani» (la Zps Alto Garda è una di queste essendo stata inserita dalla delibera
regionale 30 luglio 2008). Mentre il decreto precedente colpiva
indiscriminatamente tutta l'estensione delle Zps classificate «valichi
montani», la novella introdotta mantiene il divieto di caccia assoluto nel
raggio dei mille metri dal valico, legittimando la caccia nella restante parte
della Zps senza più il limite temporale del 1° ottobre. Si precisa che i
permessi per la zona B Monte Tesio di Paitone e Gavardo possono essere ritirati
anche presso i punti allestiti dalla Fidc di Gavardo: Bar Pizzeria Sopraponte,
Gabriele Maioli, distributore Agip statale 45 Prove cinofile: domenica 1 marzo
ore 7, Fidc e Anuu di Concesio, prova in località Monte Colma; Fidc Corzano,
prova su fagiani sabato 28 febbraio ore 14 e domenica 1 marzo ore 7, località
Cassevigo; domenica 1 marzo ore 7,30 prova del Trofeo Valle Camonica su
fagiani, località Nisole a Cerveno, a cura della locale Fidc; sabato 28
febbraio e domenica 1 marzo ore 7, prova su starne in località Freddi a Flero.
Sabato 28 febbraio ore 20 assemblea Fidc Concesio nella sede in via Mattei;
martedì 3 marzo assemblea Fidc di Castenedolo, ore 21 Palazzo Frera. a cura di
Federcaccia Brescia
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Giovedì
26 Febbraio 2009, Vicenza Il neo presidente della Corte Costituzionale,
Francesco Amirante, eletto ieri, ha un passato vicentino nel suo bagaglio
professionale di magistrato. Per quasi due anni, dall'aprile del 1962 al
dicembre del 1964, ebbe l'incarico di pretore nel capoluogo berico. A
confermarlo ieri è stato lui stesso che ha pure precisato di ricordare che la
sede della Pretura di Vicenza, all'epoca, era in corso Palladio. Ma la sua
esperienza vicentina ha comunque lasciato una traccia perchè Francesco Barilà,
decano degli avvocati berici, a sua volta lo rammenta come «un magistrato molto
giovane, preparato e serio». A Vicenza, infatti, Amirante, entrato in
magistratura nel 1958, era arrivato dopo un primo incarico alla Pretura di
Forì. Alla fine del 64 fu trasferito a Lagonegro e alla
sezione fallimentare del Tribunale di Napoli. Nel 2001 è stato eletto giudice costituzionale e lo scorso 14 novembre
era stato nominato vicepresidente della Corte Costituzionale di cui da ieri è
presidente.
( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
«Col
decreto vantaggi per 2.700 allevatori» Zaia: nessuna lobby, accolta buona parte
delle istanze di modifica «Ma quale sanatoria con questo provvedimento
incasseremo 1,67 miliardi» SABRINA PINDO VENEZIA. Ministro Zaia, sulle quote
latte la accusano di aver preso un provvedimento a favore di una lobby fatta da
pochi... «Non è un decreto per pochi amici perché dà quote a 17mila aziende in
tutta Italia su un totale di 40 mila stalle. Il decreto non favorisce solo 292
produttori come dice qualcuno. Le stalle che avranno quota sono molte di più.
Si fa confusione con le 312 aziende (e non 292) che sono soggette a multa
perché solo queste su 1.627 soggetti non rientrano nel sistema di compensazione
e per questo pagano 34 milioni di multa. Quindi dei 4.726 produttori fanno
parte 312 splafonatori, 2.258 produttori di quota B e 649 affittuari. Con
questo decreto legge, 2.688 aziende riceveranno quota gratis». Quindi il
decreto assegna le quote non solo agli splafonatori, ma a più soggetti? «Certo,
assegna quote a molte categorie: a tutti quelli che non sono titolari di quota,
ma l'hanno affittata per poter produrre e a tutti quelle aziende titolari di
quota B». Si è detto che il decreto è una sorta di sanatoria per sistemare chi
negli ultimi anni ha fatto il furbo. «Non è una sanatoria. Con questo decreto
noi andiamo all'incasso di 1,67 miliardi su 8.804 aziende, delle quali 4.264
sono ancora in produzione e forniscono il 26% del latte nazionale. Diciamo alle
aziende: noi vi permettiamo di produrre secondo un accordo fatto con la Ue, ma
a delle condizioni, cioè interesse del 6%. Se non pagate una sola rata perdete
la quota e diventate produttori illegali». E come si bloccano i produttori
illegali? «C'è un aumento della multa del 150%. Ma non è finita, i produttori
illegali non possono vendere la propria quota fino al primo aprile 2015». Si è
detto disposto ad accettare delle modifiche: cosa risponde a chi è preoccupato
per la solidità del Fondo di ristrutturazione? «Rispondo che non ha letto tutte
le carte. Oggi agli atti c'è un Fondo certo, che ristruttura 330 milioni ed è
dedicato a quelle aziende che hanno acquistato quota e si sono indebitate dal
( da "Italia Oggi (La Legge)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi
Numero 048 pag. 13 del 26/2/2009 | Indietro Amirante presidente della Consulta LA LEGGE Francesco Amirante è
il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Ad eleggerlo sono stati ieri i
giudici della Consulta riuniti in camera di consiglio. Il primo atto è stata la
nomina del giudice Ugo De Siervo a vicepresidente della Consulta. Amirante è il
33esimo presidente [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per
Registrati: 2
( da "Nuova Venezia, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
15 - Economia «Col decreto vantaggi per 2.700 allevatori» Zaia: nessuna lobby,
accolta buona parte delle istanze di modifica «Ma quale sanatoria con questo
provvedimento incasseremo 1,67 miliardi» SABRINA PINDO VENEZIA. Ministro Zaia,
sulle quote latte la accusano di aver preso un provvedimento a favore di una
lobby fatta da pochi... «Non è un decreto per pochi amici perché dà quote a
17mila aziende in tutta Italia su un totale di 40 mila stalle. Il decreto non
favorisce solo 292 produttori come dice qualcuno. Le stalle che avranno quota
sono molte di più. Si fa confusione con le 312 aziende (e non 292) che sono
soggette a multa perché solo queste su 1.627 soggetti non rientrano nel sistema
di compensazione e per questo pagano 34 milioni di multa. Quindi dei 4.726
produttori fanno parte 312 splafonatori, 2.258 produttori di quota B e 649
affittuari. Con questo decreto legge, 2.688 aziende riceveranno quota gratis».
Quindi il decreto assegna le quote non solo agli splafonatori, ma a più soggetti?
«Certo, assegna quote a molte categorie: a tutti quelli che non sono titolari
di quota, ma l'hanno affittata per poter produrre e a tutti quelle aziende
titolari di quota B». Si è detto che il decreto è una sorta di sanatoria per
sistemare chi negli ultimi anni ha fatto il furbo. «Non è una sanatoria. Con
questo decreto noi andiamo all'incasso di 1,67 miliardi su 8.804 aziende, delle
quali 4.264 sono ancora in produzione e forniscono il 26% del latte nazionale.
Diciamo alle aziende: noi vi permettiamo di produrre secondo un accordo fatto
con la Ue, ma a delle condizioni, cioè interesse del 6%. Se non pagate una sola
rata perdete la quota e diventate produttori illegali». E come si bloccano i
produttori illegali? «C'è un aumento della multa del 150%. Ma non è finita, i
produttori illegali non possono vendere la propria quota fino al primo aprile
2015». Si è detto disposto ad accettare delle modifiche: cosa risponde a chi è
preoccupato per la solidità del Fondo di ristrutturazione? «Rispondo che non ha
letto tutte le carte. Oggi agli atti c'è un Fondo certo, che ristruttura 330
milioni ed è dedicato a quelle aziende che hanno acquistato quota e si sono
indebitate dal
( da "Messaggero Veneto, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
2 - Attualità Corte costituzionale, Francesco Amirante il nuovo presidente LA NOMINA ROMA.
«Tutelare l'indipendenza e l'autonomia della Corte e rispettare nel modo più assoluto
l'indipendenza, l'autonomia e le attribuzioni di tutte le altre istituzioni»:
sono le parole d'ordine di Francesco Amirante (nella foto), da ieri 33º
presidente della Corte costituzionale. I quindici giudici della Consulta l'hanno eletto a
scrutinio segreto con 13 voti e due schede bianche. Succede a Giovanni Maria
Flick e resterà in carica fino al 7 dicembre 2010. Sotto la presidenza di
Amirante, la Corte si appresta a vivere mesi "caldi". Tre grandi
questioni dovranno essere sciolte dai giudici costituzionali: il conflitto tra
la magistratura di Milano e il Governo in merito al segreto di Stato sul caso
Abu Omar; la norma che impone la distruzione delle intercettazioni telefoniche
considerate illegali; il lodo Alfano, la legge che sospende i processi nei
confronti delle quattro più alte cariche dello Stato.
( da "Italia Oggi" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi
sezione: Imposte e Tasse data: 26/02/2009 - pag: 29 autore: Dichiarazioni di
terzi con presunzione Nell'ambito della verifica fiscale, la verbalizzazione di
informazioni fornite da soggetti diversi dal contribuente controllato possono
essere utilizzate in funzione probatoria. Ciò avviene secondo le le generali
modalità con cui devono essere valorizzate tutte le altre prove indirette o
presuntive. Cioè in maniera diversa a seconda che le stesse siano finalizzate a
produrre effetti nei riguardi di un impianto contabile regolare e attendibile,
ovvero, di contro, inesistente o sostanzialmente inaffidabile. In presenza
delle condizioni che legittimano una ricostruzione della base imponibile
ispirata al metodo induttivo puro, le dichiarazioni di terzi possono in teoria
supportare le riprese fiscali anche da sole. Al contrario se non risulta
possibile sconfessare la correttezza delle scritture contabili esistenti le
dichiarazioni stesse, per potere al meglio fondare la sostenuta esistenza di
attività non dichiarate o l'inesistenza di passività dichiarate, oltre ad
essere particolarmente circostanziate e concordanti verso un unico risultato,
devono in genere essere corroborate da altre circostanze di fatto,
eventualmente di pari rilievo indiretto ? presuntivo, riferite alla specifica
realtà sottoposta a controllo. In questi termini si esprime la guardia di
finanza nel fornire indicazioni operative ai propri nuclei impegnati in
attività di verifica.Il caso - Le dichiarazioni rese da un soggetto terzo ai
verificatori, la legittimità tanto dell'acquisizione, quanto della successiva
utilizzazione ai fini della ricostruzione della base imponibile del
contribuente o di singole componenti, è stata per lungo tempo messa in dubbio,
da più parti, sostanzialmente per la previsione, contenuta nell'art. 7 del
D.Lgs. n. 546/92, che esclude l'ammissibilità della prova testimoniale nel
processo tributario, da cui discenderebbe l'impossibilità del soggetto
controllato di introdurre a sua difesa, nel processo stesso, dichiarazioni di
terzi in grado di smentire o contrastare quelle a lui sfavorevoli acquisite
dagli Organi di controllo nel corso dell'attività ispettiva. La questione è
stata definitivamente risolta a seguito di puntuali interventi della
giurisprudenza, primo fra tutti quello della Corte Costituzionale che, con la
decisione n. 18 del 12 gennaio
( da "Italia Oggi" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi
sezione: La Legge data: 26/02/2009 - pag: 15 autore: di Patrizio Gonnella Lo
prevede il decreto milleproroghe che è stato convertito in legge martedì scorso
Arriva il garante dei detenuti Atti giuridici possibili anche senza congiunti e
legali Nonostante i dubbi sollevati dal Servizio Studi della Camera, i detenuti
potranno avere colloqui - anche al fine di compiere atti giuridici - non più
solo con congiunti o avvocati, ma anche con i ?Garanti dei diritti dei detenuti
comunque denominati?. Tali soggetti potranno visitare senza autorizzazione gli
istituti penitenziari, al pari del presidente del consiglio dei ministri e del presidente della corte costituzionale, di ministri, giudici della corte costituzionale, sottosegretari di stato, membri del parlamento e componenti del
consiglio superiore della magistratura, del presidente della corte di appello e del procuratore
generale della repubblica presso la corte d'appello, del presidente del tribunale e del procuratore della
repubblica presso il tribunale, dei magistrati di sorveglianza
(nell'ambito delle rispettive giurisdizioni) e di ogni altro magistrato per
l'esercizio delle sue funzioni, dei consiglieri regionali e del commissario di
governo per la regione (nell'ambito della loro circoscrizione), dell'ordinario
diocesano per l'esercizio del suo ministero, del prefetto e del questore della
provincia, del medico provinciale, del capo dell'amministrazione penitenziaria
e dei magistrati e dei funzionari da lui delegati, degli ispettori generali
dell'amministrazione penitenziaria, dell'ispettore dei cappellani, degli
ufficiali del corpo di polizia penitenziaria. È questo il contenuto di una
norma presente nella legge di conversione del decreto legge milleproroghe,
convertito in legge martedì scorso dalla Camera dei Deputati. Sono stati così
modificati gli articoli 18 e 67 dell'ordinamento penitenziario del 1975. I
dubbi sollevati dal Servizio studi della Camera sono così riassumibili. Come si
può autorizzare una figura che non esiste dal punto di vista normativo? Il
garante (o difensore civico) dei diritti delle persone private della libertà
non è mai stato istituito su base nazionale. Nel 2008 si arrivò quasi alla sua
introduzione nel nostro ordinamento giuridico, ma l'interruzione anticipata
della legislatura impedì la prosecuzione dei lavori parlamentari. La prima
proposta di legge a riguardo fu del 10 dicembre del
( da "Italia Oggi" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi
sezione: ordine avvocati di napoli data: 26/02/2009 - pag: 18 autore:
ricorrenze L'Ordine celebra la shoah Omaggio a Raffaele Archivolti e Ugo Forti
Il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli ripercorre la storia, anzi
cerca di porvi rimedio compiendo un atto di altissimo valore umano e simbolico:
celebrare la memoria Raffaele Archivolti e Ugo Forti, due avvocati napoletani
di origine ebraica che a causa delle leggi fasciste antisemite furono
ignominiosamente cancellati dall'albo.Con un incontro organizzato il 10
dicembre scorso dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli con i
rappresentati della Comunità Ebraica di Napoli, nel giorno dell'anniversario
della Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo, si è voluto ricordare così
per sempre la loro storia , una storia che è stata ricordata e affiancata alla
celebrazione dei 60 anni della ?Dichiarazione dei diritti dell'Uomo? che è
caduta proprio nel
( da "Riformista, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Consulta,
eletto Amirante giudicherà il lodo Alfano Napoletano. È il
33° presidente della Corte costituzionale. È Francesco Amirante il nuovo presidente della Corte
Costituzionale. Succede a Giovanni Maria Flick il cui mandato era scaduto il 18
febbraio scorso. Settantasei anni, napoletano, esattamente 50 anni fa Amirante
tenne la sua prima udienza presso la pretura di Forlì. Da ieri, con 13
voti favorevoli e 2 schede bianche, è il trentatreesimo presidente della
Consulta, dopo esserne stato vicepresidente. I dossier che verranno affrontati
durante il suo mandato - che scadrà il 7 dicembre 2010 - non sono di poco
conto: il caso di Abu Omar, ad esempio, ma soprattutto la questione delle
intercettazioni e il Lodo Alfano. Al centro della sua presidenza, Amirante
mette da subito il rispetto tra le istituzioni. «Un presidente della Corte
Costituzionale non può esporre un programma - sono state le sue prime parole
dopo l'elezione - tuttavia un presidente può prendere impegni». E tra questi,
appunto, quello di «tutelare l'indipendenza e l'autonomia della Corte e
rispettare l'autonomia e l'indipendenza delle altre istituzioni». «Il rispetto
reciproco - ha infatti spiegato - è presupposto necessario di una democrazia».
Per quanto non sia una dichiarazione programmatica ma un impegno, si tratta
comunque di parole importanti proprio in virtù della delicatezza del compito e
delle decisioni che attendono la Corte e sulle quali già in passato non sono
mancate polemiche. Si comincia subito: il 10 marzo è fissata l'udienza per il
caso Abu Omar. Poi, verranno le altre il Lodo Alfano, appunto, e le
intercettazioni. Amirante ieri ha spiegato che la data della udienza nella
quale verrà definita la questione della legittimità costituzionale
della legge che sospende i processi in corso per le alte cariche dello Stato
«sarà fissata senza accelerazioni e senza ritardi». Ogni decisione, ha
garantito il neo presidente, verrà presa «nella massima serenità ed
obiettività». Se ne dovrebbe parlare per l'autunno prossimo. Sulla distruzione
delle intercettazioni illegali, invece, la Corte dovrebbe discutere «molto
rapidamente» in quanto «non sono in pista ulteriori rinvii». Come è ovvio, Amirante
non si è invece voluto esprimere sul ddl sulle intercettazioni in discussione
alla Camera. «È un'anticipazione di giudizio che non posso dare», ha detto
spiegando che qualora il ddl fosse approvato, e se dovesse sorgere una
questione di legittimità, allora la Corte la prenderà in esame. Vicepresidente
della Corte è diventato il giudice costituzionale Ugo
De Siervo, 67 anni, laureato in diritto costituzionale,
professore all'Università di Firenze. A.C. 26/02/2009
( da "Nuova Ferrara, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato
alle
( da "Nuova Ferrara, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Depistaggi
e omissioni Tre inviti a comparire Dopo la linea della trasparenza del recente
passato, la questura di Ferrara sceglie quella del silenzio sui tre «inviti a
comparire e rendere interrogatorio» notificati in questi giorni a tre
poliziotti di Ferrara, due dei quali già indagati nell'indagine bis. Ieri
mattina, interpellato direttamente, il questore Salvatore Longo ha preferito
far riferire alla portavoce della questura di non voler rilasciare nessuna
dichiarazione. Impossibile conoscere anche le posizioni reali degli stessi
indagati, in quanto i legali attendono il confronto nell'interrogatorio di
venerdì, poiché nessuno di loro conosce gli atti d'accusa, a parte la
rubricazione formale dei reati. Vale per Luca Casoni, capoturno delle Volanti
la mattina della tragedia, assistito dall'avvocato Alberto Bova: il poliziotto
è chiamato in causa per un colloquio telefonico avuto con il capo turno della
centrale operativa Marcello Bulgarelli (difeso da Dario Bolognesi), interrotto
con quell'invito perentorio di «stacca»: Casoni e Bulgarelli sono indagati per
concorso in favoreggiamento personale. Mentre il terzo poliziotto «invitato a
comparire» agli interrogatori di domani è Paolo Marino, ex dirigente della Upg,
l'ufficio volanti, all'epoca della tragedia: per lui omissione d'atti d'ufficio
per un colloquio telefonico con il pm di quella mattina, Mariaemanuela Guerra,
in cui - secondo l'ipotesi d'accusa - avrebbe indotto in errore il pm: Marino
testimoniò al processo che fu il magistrato a non volersi
recare sul posto per il sopralluogo dopo la morte del ragazzo, ma l'ex pm, che
poi lasciò l'inchiesta per «incompatibilità», si difese con una lettera al Csm
in cui smentì il dirigente: contrasto che sarebbe alla base della
contestazione, anche se il difensore Eugenio Gallerani sottolinea di non sapere
il perchè della presunta omissione.
( da "Repubblica, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
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XIII - Genova La polemica Approvata la legge della sinistra Cpt, Liguria dice
no E Plinio scrive al governo La Liguria è una regione "chiusa" ai
Cpt, i centri di identificazione ed espulsione degli immigrati. Lo stabilisce
una legge approvata ieri pomeriggio dal consiglio regionale, su proposta di
Marco Nesci di Rifondazione. La legge afferma che Liguria è indisponibile ad
accogliere eventuali centri. Hanno votato contro il centrodestra e Roberta
Gasco dell´Udeur. Matteo Rosso di Fi ha parlato di una legge inutile: «La
Liguria non è neppure nell´elenco delle aree in cui il governo pensa di poter
realizzare dei Cpt». Gianni Plinio di An ha annunciato battaglia legale:
«Trasmetto subito gli atti al ministro dell´Interno Roberto
Maroni - ha detto - perché li impugni davanti alla Corte Costituzionale: spetta
allo Stato e non alle regioni legiferare in materia di pubblica sicurezza». Il
centrosinistra ha votato a favore della legge. Era assente Carmen patrizia
Muratore di Italia dei Valori che aveva già annunciato la sua intenzione di
astenersi. La discussione su questa legge di un solo articolo ha
impegnato il consiglio regionale per due giorni consecutivi, mentre in un´altra
seduta si erano svolte le relazioni di presentazione.
( da "Repubblica, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
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VII - Firenze Testamento biologico, in mille al Puccini Pd e Pdl assenti in
Regione e il dibattito non si fa Più di mille persone. Questa la risposta ieri
sera all´appello dell´associazione «Liberi di decidere» che aveva organizzato
al teatro Puccini una serata di «autodifesa» per la libertà di ciascuno di
decidere della propria salute. Preso d´assalto il tavolino all´ingresso dove,
davanti al notaio Luigi Aricò, si poteva firmare il testamento biologico, anzi,
come l´hanno ribattezzato gli organizzatori, la «carta di autodeterminazione».
Un documento che dovrebbe consentire di rifiutare la nutrizione e l´idratazione
forzate in caso di perdita di coscienza irreversibile. Questo almeno fino a
quando non dovesse essere approvata la legge voluta dal centrodestra, contro
cui, secondo «Liberi di decidere», si potrà comunque
ricorrere alla Corte Costituzionale. In sala tanti cattolici, alcuni preti, tra
cui don Santoro. Il quale ha detto: «Volevo tacere, ma non lo posso più fare
davanti al delirio di onnipotenza della Chiesa, che chiede alla politica di
conservare qualunque situazione di vita». Il sindaco Domenici ha inviato
un messaggio: «Mi unisco idealmente a tutti voi su un tema così importante
quale è il rispetto del principio dell´autodeterminazione di ciascun
individuo». Solidarietà anche dall´assessore regionale Enrico Rossi, che
assente per altri impegni, ha fatto sapere che firmerà la carta. Il documento è
scaricabile anche dal sito www.liberididecidere.it (ieri in poche ore lo hanno
già fatto 400 persone). Invece su Eluana e sul testamento biologico nessun
dibattito in consiglio regionale. Improvvisamente quando stava per iniziare la
discussione l´aula si è svuotata: semideserti i banchi del Pd (avvistati
Monaci, Pasqui, Mattei, Annunziata, Saccardi, Brogi e l´assessore Gelli),
altrettanto quelli del centrodestra. Anna Maria Celesti di Forza Italia ha
chiesto la verifica del numero legale, che non c´era, e il confronto sul
testamento biologico è finito nel nulla. I consiglieri di sinistra si sono arrabbiati:
«Anche a nome dei colleghi Alessia Petraglia di Sinistra democratica e Marco
Montemagni del gruppo misto protesto per l´ennesimo rinvio», ha detto il
capogruppo dei Verdi Mario Lupi. (i.c.)
( da "Repubblica, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
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IV - Bologna Errani: "Al Pd serve l´esperienza di riformismo reale
dell´Emilia" E sul metrò smentisce Guazzaloca: il governo manterrà gli
impegni "Entro una settimana le nomine del vice presidente e degli
assessori" ALDO BALZANELLI Presidente Errani, con lei l´Emilia Romagna
finalmente entra nella "stanza dei bottoni" del principale partito
della sinistra. Ci sono voluti anni, c´è voluta una preoccupante sequenza di
sconfitte elettorali, ultima quella in Sardegna, le dimissioni di Veltroni, il
rischio di un 8 settembre del Pd. Che ruolo pensa di giocare in quella stanza
dei bottoni? «Devo dire che la sua analisi mi sembra un po´ troppo
catastrofista. Franceschini ha fatto una scelta nella direzione di stabilire un
nuovo rapporto tra il centro e i territori, questo è il significato del mio
nome, insieme a quello di altri, nella nuova segreteria. E contemporaneamente
ha il senso di un riconoscimento di un ruolo importante attribuito all´Emilia
Romagna dove è stata costruita un´esperienza di riformismo reale e di capacità
di governo dei processi di innovazione che rappresenta un patrimonio da mettere
a frutto». Certo è una sfida da far tremare i polsi quella che ora si trova
davanti. «Non creda non ne sia consapevole, i problemi sono molto seri. Ora
dobbiamo innanzitutto costruire un reale radicamento nel territorio. Non si
tratta soltanto di fare tessere, di conquistare iscritti: si tratta anche di
acquisire la capacità di rappresentare i problemi e gli interessi dei
cittadini. E l´esperienza del Pd in Emilia Romagna in questi anni ha questo
segno e credo che il Partito democratico possa rappresentare bene nel suo
progetto fondativo l´esperienza e la storia di questa regione». A proposito di
problemi del territorio: è di ieri la notizia che il Comune di Bologna ha
rinunciato per questo mandato al bando per il metrò. Sa che le opposizioni
dicono che la colpa è della Regione se si sono persi i fondi, perchè ha
boicottato il progetto di Guazzaloca? «è una polemica vecchia, inconsistente e
anche sbagliata. Noi allora chiedemmo, come prevede la legge, di concordare il
progetto della metropolitana bolognese. Avevamo obiezioni su aspetti
sostanziali, ma la giunta Guazzaloca decise invece di andare avanti per la sua
strada senza tener conto delle nostre osservazioni. Alla fine, dopo aver
valutato a fondo la questione, la Corte costituzionale ha dato ragione a noi.
Secondo lei di chi è la colpa?». D´accordo, ma il risultato è che si sono persi
molti anni e che Bologna alla fine rischia di restare senza metrò. «Neanche per
sogno. Abbiamo firmato con il governo un´intesa su una serie di infrastrutture
per l´Emilia Romagna e tra queste c´è anche la metropolitana di Bologna.
C´è un impegno e sono convinto, anzi, sono sicuro, che il ministro Matteoli
manterrà gli impegni presi». Un´ultima cosa. Lei è presidente della Regione,
presidente della Conferenza delle Regioni italiane e ora fa anche parte della
segreteria del Pd. Non sono troppi incarichi contemporaneamente? Considerando
anche che dopo le dimissioni di Delbono, conseguenti alla candidatura, lei è
senza vice, ma anche senza assessore al Bilancio e all´Istruzione... «Questo
nuovo ruolo politico, che si somma a quelli amministrativi, è pesante, lo so,
ma cercherò di mettercela tutta, senza confusioni o sovrapposizioni. Si tenga
conto però che sono tutti impegni importanti perché le politiche nazionali sono
decisive per l´Emilia Romagna. Proprio poco fa parlavamo dei fondi governativi
per la metropolitana...Quanto agli incarichi vacanti nella giunta regionale,
entro una settimana al massimo le mie scelte saranno fatte e ve le farò
conoscere».
( da "Giorno, Il (Brianza)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
LIMBIATE
LAZZATE pag. 13 Cesarino sul depuratore: «No a soluzioni tampone» Manca
l'ultimo tratto di collettore fra Ceriano e Solaro di GABRIELE BASSANI LAZZATE
«NESSUNA SOLUZIONE provvisoria per aggirare la sentenza della
Corte costituzionale sulla
depurazione delle acque: i cittadini non devono essere presi in giro». Il
senatore Cesarino Monti ha deciso di stare col fiato sul collo di Ianomi Spa,
la società che gestisce il depuratore di Pero che dovrebbe raccogliere anche le
fognature di Lazzate, Misinto, Cogliate e Ceriano Laghetto ma non può farlo
perchè da anni manca l'ultimo tratto di collettore tra Ceriano e Solaro.
DA QUANDO LA CORTE costituzionale ha stabilito che se
non c'è depurazione non si può mettere la tariffa in bolletta, Ianomi si è
attivata con celerità per "aggirare l'ostacolo" e adottare una
soluzione provvisoria per portare gli scarichi dei 4 comuni a nord nel
collettore che oggi si ferma fino a Solaro, anzichè farli sfociare, come
avviene da anni, nel torrente Guisa. Ma la soluzione indicata non piace per
nulla a Monti che annuncia battaglia e promette un'interrogazione parlamentare
al Ministro per l'Ambiente, dopo averne già segnalato tutte le anomalie
all'Arpa. «E' una soluzione inutile, che non risolve i problemi ma servirebbe
solo per consentire a Ianomi di incassare di nuovo i soldi della tariffa, se
non fosse che la nuova legge impone alle società di indicare chiaramente
modalità e tempi di esecuzione delle opere definitive e solo a quel punto possono
avere il diritto di incassare la tariffa», attacca il senatore Monti. Che punta
il dito sulla vera ragione che blocca il completamento del collettore: «C'è una
discarica di rifiuti nell'area dell'ex Snia che la proprietà non vuole
bonificare e per la quale c'è in corso un contenzioso. Invece che battersi per
risolvere il problema che si trascina da anni, facendo bonificare chi ha il
dovere di farlo, Ianomi ha pensato bene di deviare il corso del collettore,
aumentando i costi, perchè tanto poi paga Pantalone». «MI CHIEDO COME MAI i
sindaci di Solaro e Ceriano, i due comuni interessati dalle opere, non abbiano
nulla da dire su questo modo di gestire il denaro pubblico e di trattare
l'ambiente, visto che il torrente Guisa per colpa di queste scelte è stato
trasformato in una fogna a cielo aperto». Per tenere alta l'attenzione al
problema il senatore lazzatese ha scritto una lettera col sapore di diffida
indirizzata oltre che a Ianomi e ad Arpa anche all'assessore regionale
all'Ambiente, Massimo Ponzoni e all'assessore provinciale all'Ambiente, Bruna
Brembilla «perchè questa porcata non deve passare», conclude. Image:
20090226/foto/757.jpg
( da "Repubblica, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
VII - Bari La polemica Melissano Precari sanità i primi ricorsi discussi al Tar
Zecca clandestina vanno a processo i cinque falsari Era stata la Banca Centrale
Europea a fornire ai carabinieri del nucleo anti sofisticazione monetaria di
Roma, l´input per l´attività che il 7 maggio del 2008 portò i militari a
Melissano, dove trovarono una stamperia di banconote false di eccellente
fattura. Nell´oleificio dismesso, acquistato dall´imprenditore Giovanni
Gianfreda per farci una tipografia, i carabinieri trovarono dieci milioni di
euro in biglietti da 50, oltre alle matrici e a un macchinario per la stampa a
colori a controllo numerico, di ultima generazione, ancora in funzione. Quella
di Melissano poteva essere la base operativa di un´organizzazione più vasta. E´
stata la bussola che ha guidato gli inquirenti, a partire dall´arresto delle
cinque persone sorprese all´interno della stamperia, ma l´ipotesi che avrebbe
consentito di dare una prospettiva più ampia alle indagini non ha trovato
riscontri. E il fascicolo sul tavolo del pm Guglielmo Cataldi si è chiuso,
quindi, con la contestazione del reato di falsificazione e spendita di monete
false, in concorso, al romano Giancarlo Camponeschi, all´imprenditore Giovanni
Gianfreda, ad Alberto Alfieri e Luca Manganaro, di San Cesario e a Rosario
Fioretti, di Carmiano. Per loro la Procura ha ottenuto il giudizio immediato.
In tre saranno processati oggi in abbreviato. (l. a.) Sono stati discussi ieri
davanti al Tar due dei ricorsi presentati contro la stabilizzazione dei precari
del settore della sanità. Sono i primi ad essere approdati sulle scrivanie dei
giudici amministrativi a Bari. A chiedere l´intervento del Tribunale di piazza
Massari sono stati due dipendenti precari delle Asl e del Policlinico che non
sono rientrati tra i beneficiari della legge regionale con la quale più di 3000
contratti a termine sono stati trasformati a tempo indeterminato. La difesa
della Asl di Bari, rappresentata dall´avvocato Leonardo Digirolamo, ha eccepito
il difetto di giurisdizione dei giudici amministrativi. La decisione del Tar si
conoscerà nei prossimi giorni. Medici, infermieri e ausiliari che sono stati
esclusi dal processo di stabilizzazione hanno già presentato un ricorso al
Tribunale amministrativo, altri invece si sono rivolti al giudice del lavoro.
Dubbi sulla legittimità della legge sulla stabilizzazione
dei precari è stata espressa dalla Corte dei Conti. Il ministro dei Rapporti
con le Regioni Raffaele Fitto, invece, ha impugnato il provvedimento davanti
alla Corte Costituzionale. «La legge regionale 45/2008 impugnata dal Consiglio
dei ministri venerdì scorso non riguarda migliaia di persone ma poche
centinaia» spiegano i consiglieri regionali Rocco Palese e Giammarco Surico.
( da "Manifesto, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
COMMENTO
Deriva italiana Alberto Asor Rosa In controtendenza rispetto a una (apparente)
inarrestabile deriva negativa, cercherò di riassumere quali siano per me i
punti decisivi della situazione italiana: Berlusconi, il suo disegno e la sua
forza. Qualche mese fa mi azzardavo a definirli diversi ma peggiori del
fascismo, apriti cielo. Oggi i più autorevoli commentatori parlano
disinvoltamente di una precisa caratterizzazione populistico-autoritaria. Ma
dov'è la differenza? Nessuno dei regimi fascistici del Novecento in Europa fu
mai contraddistinto dai caratteri di un puro putsc militare o poliziesco.
CONTINUA|PAGINA20 Al contrario: essi furono, in modi diversi, esperimenti
fortemente autoritari ma anche fortemente populistici; arrivati il più delle
volte al potere in seguito a regolari elezioni; accompagnati a lungo da un
vasto consenso di massa. L'unico regime rivoluzionario arrivato al potere con
un atto di rottura violenta delle istituzioni legittime costituite fu quello
bolscevico: ma è lecito assai dubitare che, per una lunghissima fase, quel
regime non avesse conseguito il medesimo consenso di massa caratteristico dei
suoi più accaniti avversari. Dobbiamo perciò acconciarci ad arrivare a una
rapida conclusione, che forse dispiacerà a molti dei miei lettori: quel che
contraddistingue un sistema democratico degno di questo nome non è in sé e per
sé il consenso popolare, neanche quando conseguito con strumenti (formalmente)
democratici (le elezioni), ma il rispetto (anche formale, formalissimo) delle
regole. Torniamo alla liberaldemocrazia classica? Risposta: perché no, se i
tempi sono di estrema emergenza? Il fatto che in un processo possa essere
condannato il corrotto e non il corruttore in base ad una legge dello Stato
regolarmente approvata; la barbarica esibizione di spiriti primitivi e di
perverse persecuzioni nel coso del caso Englaro; la legittima «messa in campo»
per le strade delle nostre città di drappelli di sedicenti difensori
dell'ordine pubblico, mentre le vere «forze dell'ordine» vengono depotenziate
ed emarginate; le spinte risolutamente avverse all'unità e identità nazionali
in nome di una parola d'ordine, in sé nobile ma paurosamente degradata, come
«federalismo»; il tentativo in corso nel nostro Parlamento di tagliare non solo
le unghie ma anche le braccia e le gambe alla magistratura allo scopo di
realizzare una perfetta «confusione dei poteri»; l'ostentato esibito,
ampiamente praticato ricorso alla decretazione d'urgenza, anche quando
d'urgente non c'è nulla, a scapito delle prerogative parlamentari; la costante
destabilizzazione dei rapporti fra le istituzioni (vulgo: attacchi indecenti
alla Presidenza della Repubblica); la ricerca, quanto mai evidente, di
concentrare nel Capo il maggior numero di poteri possibili; tutto ciò, e molto
altro, rappresenta con enorme chiarezza la scalata, talvolta provocatoria e
nevrotica, più spesso paziente e tenace, verso una diversa forma dello Stato,
dove le procedure elettorali, della cui esplicita cancellazione ci sarà sempre
meno bisogno, avranno una valenza solo immaginaria. Davanti agli occhi il
nostro Presidente del Consiglio ha il modello Putin, come non avvedersene?
(questo potrebbe anche voler dire che la cosiddetta «anomalia italiana» sta
dentro una più generale crisi del «modello democratico», - Obama
contraddicente?, - e questo è vero, ma non c' è spazio per argomentarlo).
Consenso di massa, dicevamo, intorno alla scalata antidemocratica di Silvio
Berlusconi: come mai? Intanto: Berlusconi, come tutti i leader dei movimenti
populistico-autoritari (i.e. Fascisti) del Novecento, è l'unico homo novus nel
panorama politico circostante: rappresenta per lui un vantaggio non da poco
raffigurare plasticamente l'alternativa a un imbrogliato, querimonioso,
incerto, fatiscente sistema liberaldemocratico (fu la stessa cosa per
Mussolini, per Hitler, persino per i comunisti bolscevichi). Poi, promette,
promette molto: in tempi di crisi, se non c'è un progetto chiaro a
contrastarlo, l'illusionismo di un abile prestigiatore appare più seduttivo di
qualsiasi piatto e grigio discorso di buonsenso. In terzo luogo: solletica i
peggiori istinti delle masse, che ne hanno, o se ne hanno, li fa propri, fa
vedere loro che lui è come loro. Da questo punto di vista non c'è da farsi
molte illusioni: in Sardegna ha vinto anche perché ha promesso che si sarebbero
fatti villaggi turistici in ogni punto della costa, e in Toscana, nella
democraticissima Toscana , accadrebbe lo stesso, se a contendersi fossero due
partiti, uno dei quali promettesse il rigoroso rispetto della linea delle dolci
colline paesane e un altro di costruirci sopra «villettopoli» dappertutto.
Infine: la risposta dei suoi avversari fa pena. Infatti: c'è un'opposizione in
Italia? Risponderò con un'altra domanda: chi è in grado di dirmi cosa sia il
Pd? E' un partito di centro che guarda a sinistra o un partito di sinistra che
guarda al centro? O un partito di centro che guarda al centro? E' un partito
laico o un partito confessionale? O cos'altro? Fa opposizione o consociazione?
Le ultime vicende, - la caduta di Veltroni e la sua sostituzione con Franceschini,
ecc. ecc., - sulle quali si è soffermata Rossanda con considerazioni alle quali
non ho da aggiungere nulla, complicano il quadro, non lo chiariscono. Faccio
solo questa aggiunta istruttoria: nel calderone creato dall'ircocervo si è
inabissato, con un'assolutezza totalizzante che incute spavento, qualsiasi
residuo di tradizione comunista italiana. Non ne è rimasto nulla, tutto è stato
liquidato dai suoi stessi eredi anagraficamente più accreditati: i vincoli
profondi con il mondo del lavoro; la presenza capillare e di massa; il
«costituzionalismo» senza remore; il riformismo limitato ma serio. Al posto di
tutto questo, nessuno sforzo culturale nuovo; una sorta di idiosincrasia per
qualsiasi ragionamento culturale fondativo; la pratica istituzionalizzata del
giorno per giorno (che lascia spazio a cose perfino vergognose: come la
rinnovata spartizione, d'intesa con il berlusconismo, del Consiglio di
Amministrazione della Rai). Ma «a sinistra» la situazione è ancora peggiore.
Divisioni, personalismi, lotte di apparati (tanto più rissosi quanto più
microscopici). Cose ormai inveterate, mi fa pena persino tornarci su. Appena
succede qualcosa di nuovo, come ad esempio la proposta di una Costituzione di
sinistra, scopri (come accade in Toscana) che è per dare uno sgabelletto di
sinistra al Pd, il quale nel frattempo si è spostato ancora più a destra
(candidatura di Renzi a sindaco di Firenze). Di nuovo c'è anche che alcuni dei
dirigenti che stanno fra i massimi responsabili della catastrofe in atto della sinistra,
dopo una breve pausa di ristoro, hanno ricominciato ad andare in giro per
l'Italia a spiegare cosa deve fare una sinistra per essere veramente di
sinistra. Penoso. E allora? Beh, non devo mica essere io a dare risposte alla
catastrofe. Solo qualche considerazione conclusiva, che deduco strettamente da
quelle precedenti. Se non ci si vuole adeguare alla prospettiva che il
risentimento presente in una parte consistente dell'opinione pubblica italiana
si orienti verso soluzioni (specularmente) demagogico-populistiche, utili come
reazione nell'immediato, ma che non portano da nessuna parte, bisognerebbe
ripartire da alcune riflessioni molto elementari: 1) l'opposizione al
berlusconismo è globale: non comporta né accomodamenti né arretramenti né trattative.
Con Berlusconi nessun discorso è possibile: è illusorio e autolesionistico
cercare di correggerlo in un modo qualsiasi in corso d'opera; 2) quel che
manca, incredibilmente e inverosimilmente, in Italia - da questo punto di vista
unico paese al mondo -, è un partito di sinistra. Voglio esser chiaro: non un
partito della sinistra radicale: ma tout court, un partito di sinistra che
interpreti le moderne esigenze di solidarietà sociale, apertura multiculturale,
rispetto delle regole, separazione dei poteri, Stato di diritto, laicità e
indipendenza culturale, libertà e democrazia, che potrebbero fare da base a un
intransigente opposizione antiberlusconiana; 3) chi se ne frega, insomma, della
stantia diatriba fra veterocomunismo e pseudoriformismo, se poi non c'è chi sia
in grado di mettere in piedi un programma di governo accettabile e praticabile?
Mancano un progetto, una linea, una qualsiasi forma (anche minimale) di
orientamento strategico, dieci punti, un decalogo elementare, comprensibile e
accettabile (tanto dobbiamo fare un semplice partito di sinistra, mica la
rivoluzione socialista), in grado di spiegare alla gente chi siamo e dove
andiamo; 4) è diffusa una scontentezza, un'insopportazione di massa per le
diatribe vane, le astuzie, le furbizie, le manovrette di autosalvataggio degli
apparati di sinistra. Gli «uomini nuovi», ahimé, non si creano a comando,
neanche con le «primarie» (Renzi docet): vano farne ricerca se da soli non si
presentano alla ribalta. Ma la rottura della catastrofica continuità degli
apparati, la quale consente e alla fine addirittura persegue la disastrosa
liquidazione delle tradizioni e dei valori migliori, costituisce anch'essa un
fattore ineliminabile di questo passaggio. Per riallacciarsi alla componente
più feconda del nostro passato ci vorranno uomini che vengono dal nostro
futuro. Quando? Quando ci saranno. Finché questo non accadrà, non ci resterà che sperare nella forza di resistenza del
Presidente della Repubblica (il quale non è mica Dio, fa quel che può). Nella
magistratura (fin quando non le saranno tagliate le gambe e le braccia). Nella
Corte Costituzionale (da cui ci aspettiamo molto nei prossimi mesi). E
nell'Arma dei Carabinieri («Nei secoli fedele». Alla Repubblica, s'intende).
( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
La
sfida della religione nell'agorà globale --> Esperti a confronto
all'Università Cattolica: il caso Islam, i processi di integrazione sociale, le
identità nazionali Don Gianfranco Bottoni: «La positività della funzione
sociale dell'esperienza di fede è legata all'umiltà evangelica» Giovedì 26
Febbraio 2009 TERZA, pagina 45 e-mail print Il raduno dei giovani a Loreto, per
l´incontro con Papa Benedetto XVI È necessaria un'autocritica da parte delle
religioni rispetto alle modalità con le quali si affacciano nello spazio
pubblico con ruoli di protagonismo», ha affermato ieri all'Università Cattolica
don Gianfranco Bottoni, responsabile per l'Ecumenismo e il dialogo
dell'Arcidiocesi di Milano, nell'ambito della giornata internazionale di studi
«Milano verso l'Expo. Religioni nello spazio pubblico», organizzata
dall'Università Cattolica di Milano. Ha ribadito don Bottoni: «È necessario un
approccio critico sia in rapporto alla funzione civile e sociale delle
religioni sia riguardo alla laicità delle istituzioni, cui spetta di coordinare
l'uso legittimo e democratico dello spazio pubblico. La positività della
funzione sociale delle religioni è anche legata a quella mitezza e umiltà di
cui si parla nel Vangelo. Gesù diceva: "Imparate da me che sono mite e
umile di cuore". Questo non significa che bisogna adottare un
atteggiamento rinunciatario e passivo. Bisogna permettere all'opinione pubblica
di recepire la sapienza della testimonianza religiosa, anziché favorire lo
strumentalismo politico della medesima». Tra gli autorevoli relatori
intervenuti al convegno, lo scrittore e giornalista Khaled Fouad Allam, ora
firma dell'Osservatore Romano: «E questo è un fatto storico - ha commentato -.
Perché è la prima volta che un intellettuale musulmano scrive sull'organo
d'informazione ufficiale del Vaticano. Me lo hanno proposto e io ho accettato
con molto entusiasmo. Ne sono molto onorato, perché i rapporti tra islam e
cristianesimo sono storicamente molto antichi. E la Chiesa cattolica è quella
che conosce di più il mondo musulmano. Cristo è nato in Medioriente e la Chiesa
ha avuto il compito di formare nel tempo molti sacerdoti di origine musulmana.
Ho molti amici cristiani, e tra questi don Safir, egiziano che scrive
sull'Avvenire». La forza dunque dei mezzi di comunicazione per favorire il
dialogo interreligioso: «Anche la stampa è uno spazio pubblico, un territorio -
ha sottolineato Giovanni Santambrogio, caporedattore de Il Sole 24 Ore -.
L'informazione ha un ruolo determinante. Può e deve favorire il dialogo e può
essere decisiva nel favorire il contrasto tra le religioni, che sono un
elemento decisivo della vita della società». Fouad Allam ha sottolineato: «Le
religioni non sono mai icone immobili, ma mutano e si riformulano nei diversi
contesti in funzione delle trasformazioni sociali. E quanto all'Islam, il fatto
saliente è la sua mondializzazione, vale a dire il passaggio da un Islam chiuso
nella sua geografia classica (il Dar-al islam), al suo attestarsi nello spazio
mondiale, al superamento delle frontiere tradizionali. Ma oggi nel pianeta non
c'è più un centro né una periferia. Io parlo d'universalismo decentrato: tutto
è centro o tutto è periferia». Secondo Fouad Allam «manca una cultura che
definisca questo Islam, che non è un solo corpus di testi sacri. L'identità
religiosa ha bisogno d'un vettore che gli dia corpo: la cultura, l'interfaccia
che ci permette di sopravvivere nei periodi di crisi. E una cultura che ha
deciso di chiudersi su se stessa ha già deciso di dire no alla vita e ha scelto
la morte. Questo vale sia per l'Islam sia per la cultura europea». Il parere di
un autorevole giurista, Valerio Onida, presidente emerito
della Corte Costituzionale: «Oggi la diversità religiosa pone problemi di
gestione. Lo Stato è chiamato a gestire la diversità. Lo Stato è casa di tutti.
Deve organizzare una società pluralistica, garantire a ogni confessione la
libertà di culto, secondo l'articolo 8: "Tutte le confessioni sono
ugualmente libere di fronte alla legge". Ma anche la politica deve
impedire i fattori di conflitto. «La politica non deve produrre emarginazione»,
ha concluso Onida. Mentre secondo Fouad Allam la politica spesso crea distanze
incolmabili. «All'indomani della caduta del muro di Berlino nell'89 appare nel
vocabolario una parola prima riservata alle scienze sociali: etnia. Il termine
viene usato nella sua accezione più aggressiva. Adoperato per descrivere
conflitti ovunque nel mondo. E questo è molto grave: produce la nascita e lo
sviluppo di frontiere simboliche». Frontiere che andrebbeo abbattute: «Perché
la pòlis è la casa di tutti», aggiunge don Gianfranco Bottoni, che ha ricordato
che nel 2013, «in occasione del diciasettesimo anniversario dell'Editto di
Milano (noto anche come Editto di Costantino, fu promulgato nel
( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
È
il 33° presidente --> Giovedì 26 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 6 e-mail
print «Tutelare l'indipendenza e l'autonomia della Corte e
rispettare nel modo più assoluto l'indipendenza, l'autonomia e le attribuzioni
di tutte le altre istituzioni»: sono le parole d'ordine di Francesco Amirante,
da ieri 33° presidente della Corte costituzionale. I quindici giudici della Consulta lo hanno eletto a scrutinio
segreto con 13 voti e due schede bianche. Succede a Giovanni Maria Flick
e resterà in carica fino al 7 dicembre del 2010. Secondo la prassi, è stato lo
stesso neo presidente a chiamare il capo dello Stato, che lo ha ricevuto nel
pomeriggio al Quirinale. Sotto la presidenza di Amirante, la Corte si appresta
a vivere mesi «caldi». Tre grandi questioni dovranno essere sciolte dai giudici
costituzionali: il conflitto tra la magistratura di Milano e il governo in
merito al segreto di Stato sul caso Abu Omar; la norma che impone la
distruzione delle intercettazioni telefoniche considerate illegali; il lodo
Alfano, la legge che sospende i processi nei confronti delle quattro più alte
cariche dello Stato. foto Ansa 26/02/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE
( da "Giorno, Il (Lodi)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
VETRINA
pag. 9 Anche a Vigevano e a Voghera si aspetta da anni un magistrato in più LA
SITUAZIONE DELLE ALTRE DUE SEDI PROVINCIALI LE PIANTE STABILI PREVEDONO,
RISPETTIVAMENTE, 4 E 3 «TOGHE» PAVIA SE NELLA Procura del capoluogo provinciale
il dato è quasi da record nazionale, anche a Voghera e Vigevano l'organico non
è affatto coperto al 100%. Al 75% di posti scoperti di Pavia, in Italia battuto
solo dal caso record di Gela (80%, con 4 posti vacanti su
( da "Giorno, Il (Lodi)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
VETRINA
pag. 9 Otto domande per tre posti certi CONCORSO SONO OTTO
le domande, pervenute entro la scadenza del 24 febbraio, per ricoprire
incarichi di sostituto. Entro qualche mese il Csm nominerà i 3 magistrati che
affiancheranno Luisa Rossi, attualmente all'unico posto di ruolo.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-02-26 - pag: 15 autore: LA GIORNATA CORTE COSTITUZIONALE Francesco Amirante eletto
presidente della Consulta «Sul lodo Alfano decideremo senza ritardi» Nel 2004
firmò la bocciatura del Ddl Schifani Rimarrà in carica come presidente della
Corte costituzionale fino a
dicembre del 2010, quanto basta per dover fare i conti con alcune questioni
caldissime: intercettazioni, lodo Alfano, segreto di Stato. Francesco
Amirante, eletto ieri alla guida della Consulta con 13 voti e 2 schede bianche
(di cui una, presumibilmente, la sua), si è dato tre impegni: «Far funzionare
bene la Corte, tutelarne l'autonomia e l'indipendenza e rispettare l'autonomia
e l'indipendenza di tutte le altre istituzioni. In democrazia- ha sottolineato
- il rispetto reciproco è un presupposto necessario». Settantacinque anni,
napoletano, magistrato di lungo corso, presidente della sezione lavoro della
Cassazione, che lo elesse alla Consulta nel 2001, Amirante è uno dei giudici
costituzionali più stimati per professionalità, equilibrio e anche per le sue
doti caratteriali. Rispondendo ai giornalisti ha fatto sapere che «non ci
saranno ulteriori rinvii» sulla questione delle intercettazioni illegali e
relativa distruzione (la Corte l'ha fatta slittare più volte), ha ribadito
l'importanza di avere una stampa libera e indipendente e ha assicurato che la
discussione sul lodo Alfano sarà fissata «senza accelerazioni ma anche senza
ritardi, tenendo conto di tutte le circostanze. Decideremo come sempre nella
massima serenità e obiettività, che hanno quotidianamente contraddistinto
l'operato della Corte». Tra le numerose sentenze firmate dal neopresidente (
che ieri ha nominato come vice il giudice Ugo De Siervo) c'è quella sul Lodo
Schifani, bocciato dalla Consulta a gennaio 2004, perché in contrasto con uno
dei principi «alle origini dello Stato di diritto »: la «parità di trattamento
rispetto alla giurisdizione ». In quell'occasione, la Corte scrisse, per mano
di Amirante, che la sospensione del processo per le più alte cariche prevista
dalla legge 140/2003 era «generale, automatica e di durata non determinata»,
riguardava «reati comuni, in qualunque epoca commessi,estranei all'attività
istituzionale», scattava automaticamente «senza alcun filtro» (né parlamentare,
come l'autorizzazione a procedere né giudiziario), qualunque fosse
l'imputazione e lo stato del processo, ed era reiterabile all'infinito.
Inoltre, secondo la Corte di allora, il Lodo Schifani comprometteva il diritto
di difesa della parte civile e dell'imputato ed era «irragionevole» perché
distingueva le alte cariche dello Stato dai componenti degli organi da loro
presieduti. Alla luce di quella sentenza, il Governo ha confezionato il Lodo
Alfano per sospendere il processo Mills, in cui è imputato Silvio Berlusconi
per corruzione giudiziaria con l'avvocato inglese. Il Tribunale di Milano, a
ottobre, ha impugnato il Lodo, stralciato la posizione del premier in attesa
del verdetto della Consulta e proseguito il processo per Mills, condannato, la
settimana scorsa, a 4 anni e sei mesi. D. St. ANSA 33Úpresidente. Francesco
Amirante resterà in carica fino al dicembre2010
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2009-02-26 num: - pag: 17
categoria: BREVI Con la Costituzione e con il Quirinale di LUIGI LABRUNA C' è
poco da fare gli struzzi. E fingere di non vedere. In un periodo di profondi
mutamenti dell'economia, della politica, della scienza, dell'etica, della vita
reale degli uomini come quello che viviamo vi è più che mai bisogno di saldi
punti di riferimento, di chiare regole di comportamento, di valori condivisi.
E, invece, alla drammaticità della transizione che la società sta vivendo si
accompagna, intenso, il turbamento del costatare infiacchiti dal dire o
dall'agire di protagonisti della politica, di membri del parlamento o del
governo i fondamenti stessi delle nostre istituzioni fissati nella
Costituzione. Dell'osservanza di questi sono garanti il presidente della
Repubblica, che «promulga» le leggi ed ha la responsabilità
di «delibarne » la costituzionalità, e la Corte costituzionale. Giorgio Napolitano sta esercitando le sue attribuzioni con
prudenza, ma con fermezza, non cedendo di un millimetro (da ultimo sul
decreto-legge Englaro) nella difesa degli equilibri istituzionali e della
legalità repubblicana. Ma il vero «giudice delle leggi» — della
conformità loro con i principi che segnano il limite estremo che il legislatore
non può superare — è la Corte, che nei prossimi mesi avrà ben da fare, visti i
temi scottanti che ha all'ordine del giorno e quelli delicatissimi, certamente
forieri di conflitti, in discussione nel Parlamento. Da ieri la Consulta (nove
su quindici giudici campani, cinque napoletani, ad ulteriore testimonianza
della validità di quella grande scuola di diritto che è stata ed è la nostra
Facoltà di Giurisprudenza) ha un nuovo presidente, il napoletano Francesco
Amirante. Il fratello Gigi, mio indimenticato collega, diceva: «a casa, da
ragazzi, mangiavamo pane e diritto». In realtà si nutrivano anche di
letteratura, poesia, cinema, filosofia, facendo della cultura la base su cui
poggiare ogni interpretazione giuridica, come ogni buon giurista dovrebbe fare
nell'esercizio quotidiano della sua capacità di capire che il diritto è per
l'uomo, non l'uomo per il diritto. Gigi era maturato negli anni della guerra,
lettore vorace e vulcanico organizzatore di eventi culturali disparati,
studioso virulento. Francesco, giurista profondo ed attento al diritto vivente,
intellettuale di preparazione solidissima, sobrio, ironico, riservato, severo,
ha aggiunto sempre più spessore alla pacatezza senza fronzoli che lo
contraddistingue, alla fermezza sui principi. Come si vide quando, in un clima
di pressione politica esasperata, nel 2004, fu relatore della sentenza che
dichiarò incostituzionale l'articolo 1 del cosiddetto
«lodo Schifani», riaffermando con forza l'obbligatorietà dell'azione penale e
l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Avere accanto a
Napolitano ai vertici istituzionali del Paese un altro nostro concittadino
garante intransigente della saldezza dei principi costituzionali conforta. E dà
speranze, in un momento in cui la nostra terra appare ancora una volta ferita a
morte da una classe politica irresponsabile, che persino della fedeltà alla
Costituzione fa occasione di polemiche indecenti e disdicevoli sceneggiate.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2009-02-26 num: - pag: 17
categoria: REDAZIONALE NAPOLI CAPITALE DEL DIRITTO La nomina di Amirante, un
orgoglio partenopeo di ERNESTO CESàRO N on vi è giorno che passi in cui non si
senta insistere su stati di «crisi» dell'economia, della politica, della morale
e di ogni altro settore della realtà e della vita sociale e nel contesto di
questo osservatorio non sfugge la diagnostica negativa nella quale, purtroppo,
vi è anche una crisi della Giustizia in generale. Il concetto di «crisi» è un
concetto che ha più un valore emozionale che logico in senso stretto e in
genere diciamo a noi stessi che c'è crisi quando ci troviamo di fronte ad una
situazione che non vorremmo avere e abbiamo contemporaneamente in mente un'altra
situazione, o passata o presente, che riteniamo migliore, e che preferiremmo
avere invece di quella attuale. Solo in questi termini la crisi diventa «un
fatto» e determina l'interesse all'analisi e, comunque, un giudizio fondato
sulla ragione e non più di carattere emozionale. Anni or sono un insigne
Maestro, Pietro Calamandrei dichiarava di avere avuto la fortuna di assistere a
Londra a qualche udienza giudiziaria di Corti civili e penali e ne aveva
riportato una profonda impressione ( La crisi del diritto, Padova, 1953). La
prima impressione era stata quella della grande solennità e austerità di quella
udienza in un'aula fastosa, la seconda quella di una grande semplicità e grande
confidenza tra quel giudice e quegli avvocati. L'udienza apparve a Pietro Calamandrei
come un dialogo a bassa voce, senza oratoria fino al momento in cui il giudice
disse: «non mi pare che il precedente giudiziario da lei avvocato invocato
faccia al caso. Ce ne deve essere un altro più appropriato, mandiamolo a
prendere». L'usciere tornò poco dopo con un grosso libro rilegato in pergamena,
il giudice lo sfogliò e disse «ecco questo è proprio in termini e dimostra che
la sua tesi è infondata». Dopo una breve obiezione dell'avvocato il giudice
decise in breve tempo la causa e passò alla trattazione della causa seguente.
Questa condizione di semplicità del processo, di confidenza, di lealtà tra
giudice e avvocati e altri aspetti di quella udienza sembrarono a Pietro
Calamandrei motivi sufficienti per parlare di crisi della Giustizia nell'intimo
convincimento che la situazione da lui vissuta quotidianamente in Italia era
peggiore. Ad una analisi attenta non sfugge che la questione della crisi della
Giustizia è di ampia portata, investa tutto il sistema del diritto, anche
laddove avviene la iniziale formazione del giurista. è, quindi, inevitabile
ricordare le aule universitarie, le facoltà giuridiche dove gli studenti
frequentano i corsi di lezione e di tutte le attività didattiche per compiere
un percorso di studi che si conclude con la discussione di una tesi di laurea
per avviarsi poi alla professione ora di giudici, ora di avvocati e di
quant'altro è possibile fare. Ma la storia consente una orgogliosa reminiscenza
napoletana. Nell'anno accademico 1951-1952 si iscrisse alla Facoltà di
Giurisprudenza di Napoli lo studente Francesco Amirante, nell'anno accademico
appena successivo 1952-1953 si iscrisse lo studente Vincenzo Carbone e
nell'anno accademico appena successivo 1954-1955 si iscrisse lo studente
Pasquale De Lise. Ciascuno dei tre (guidati da un corpo docente che aveva come
insigni Maestri Petrocelli, Trifone, Scuto, Iaccarino, Leone, Esposito,
Petroncelli, Graziani, Di Martino, Paradisi, Navarra, Cariota, Lauria e
Guarino) conseguì negli anni successivi la laurea in Giurisprudenza. Ciascuno
dei tre «dottori» napoletani iniziò il suo percorso professionale in
Magistratura a mezzo di vittoria del concorso di uditore giudiziario per
pervenire alle più alte cariche, come quella di ieri a Presidente della Corte Costituzionale (Francesco Amirante), a Presidente
della Corte Suprema di Cassazione (Vincenzo Carbone) e a Presidente aggiunto
del Consiglio di Stato (Pasquale De Lise). Ed è in questa felicissima occasione
e coincidenza che si può percepire non soltanto un motivo emozionale di profondo
orgoglio per l'Università di Napoli e la Facoltà di Giurisprudenza in
particolare, nella quale ciascuno dei tre Presidenti nell'ordine
conseguì la laurea (il primo il 12 novembre 1955, il secondo il 13 luglio 1956,
ed il terzo il 21 luglio 1958), ma anche l'insegnamento storico secondo il
quale quando vi sono i presupposti e le condizioni serie e rigorose, i
risultati arrivano. Il conforto di questa speranza e certezza, fondata sulla
ragione, dovrebbe essere sufficiente perché, ove realmente ciascuno nel proprio
campo di responsabilità, voglia porvi rimedio, perché si abbia il coraggio di
voltare pagina, dare una svolta coerente ed essenziale alle attività in corso
nella speranza che altri tre studenti in futuro, iscritti nella Facoltà di
Giurisprudenza, possano assurgere ai più elevati gradi della Magistratura.
Francesco Amirante
( da "Corriere Alto Adige" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2009-02-26 num: - pag:
2 categoria: REDAZIONALE Conflitto Il ministro leghista interviene a «Ballarò».
Trento e Bolzano fanno fronte comune: soldi garantiti dallo Statuto Autonomie:
Calderoli congela 3,5 miliardi Quota variabile sospesa: «Rivedere patti e
Costituzione». Zeller e Dellai insorgono Il sottosegretario alla presidenza del
consiglio ammette: «C'è un problema politico, approfondiremo» BOLZANO — Disco
rosso del ministro leghista Roberto Calderoli al trasferimento della «quota
variabile» a Trento e Bolzano per il quinquennio 2000-2005. I soldi sono stati
congelati durante l'ultimo consiglio dei ministri: 1,3 miliardi di euro per
Trento e 2,2 miliardi per Bolzano (che riceve dallo stato il rimborso degli
stipendi degli insegnanti). Si tratta di trasferimenti previsti dallo Statuto
di autonomia, in base alle spese dello Stato nelle restanti parti del Paese per
le stesse materie che, a Trento e Bolzano, sono in capo alle Province.
Intervenendo telefonicamente martedì sera alla trasmissione televisiva «Ballarò
», mentre in studio erano presenti Paolo Gentiloni (Pd) e Bruno Tabacci (Udc),
Calderoli ha rincarato la dose, parlando di revisione «di ogni tipo di patto e
se necessario anche della Costituzione». Dellai attacca («Sono soldi dovuti») e
ha avviato un'immediata trattativa con il sottosegretario alla presidenza del
consiglio, Gianni Letta. Preoccupato anche Karl Zeller, deputato Svp. Se non si
arrivasse a una soluzione («C'è un problema politico», ha già detto Letta) le autonomie potrebbero ricorrere alla Corte costituzionale o al Tar del Lazio. La
telefonata Ecco le testuali parole di Calderoli a Ballarò: «Vorrei fare un po'
di chiarezza e serve anche onestà intellettuale, che riconosco a Tabacci.
Invece non lo accetto da esponenti dei Ds, perché non si può stare un giorno
sul pero e un giorno sul melo, non si può sostenere alle elezioni chi è
con loro in maggioranza in quei territori e poi criticarli. Il federalismo,
come legge ordinaria, non può andare a intervenire su una fattispecie di natura
costituzionale come i loro Statuti. Io credo che dopo
l'ingresso nell'Unione europea e l'aver ricevuto norme che sono di rango quasi costituzionale poi non possono imporre a noi di sottostare a
precedenti accordi». A quel punto il conduttore Giovanni Floris chiede
chiarezza: «Ma cambierà o no la regolamentazione delle regioni a statuto
speciale?». Il ministro risponde altrettanto chiaramente: «A differenza di quello
che hanno fatto tutti i governi precedenti, già ora cambia perché settimana
scorsa la parte variabile che dovevano ricevere di tre miliardi e mezzo è stata
sospesa, per la prima volta nella storia». Floris lo incalza: «Accetteranno di
avere meno soldi? ». E Calderoli gela le autonomie: «Ne vorrebbero ancora di
più ma, mi spiace, il resto del paese del Paese deve dire "non ci
stiamo" e "si rivede ogni tipo di patto e se necessario anche la
Costituzione"». Dellai Frasi fortissime, che il governatore Dellai
commenta con altrettanta durezza. «è molto tempo che nei confronti delle
autonomie speciali c'è un clima ostile, in particolare da parte del governo. La
cosa che più mi sconcerta è sentire Calderoli affermare con orgoglio di aver
fermato con una delibera il trasferimento di soldi che sono dovuti, la quota
variabile per gli anni dal 2000 al 2005. Questa delibera è stata rinviata per
ragioni politiche, perché dopo una lunghissima trattativa, proprio il governo,
tramite il ministero dell'economia, ci ha inviato le cifre e ci ha chiesto se
ci vanno bene. Abbiamo detto sì, ma poi in consiglio dei ministri è stato
bloccato tutto; le mie preoccupazioni non erano affatto strumentali ». Dellai
auspica che si formi un fronte unico tra Trento, Bolzano e la delegazione dei
parlamentari regionali, di qualunque appartenenza politica Zeller Anche Karl
Zeller, deputato della Svp, è preoccupato per le dichiarazioni del ministro
leghista: «Calderoli è sempre stato uno dei politici più aperti e sensibili al
nostro territorio— premette Zeller — anche perché ci conosce molto meglio di
tanti altri parlamentari, che come si è visto dal programma Ballarò discutono
senza conoscere la nostra particolare situazione legislativa. Credo che
Calderoli, in quella situazione televisiva, sia stato messo un po' nell'angolo
dagli altri politici ospiti del programma ed abbia quindi solo cercato di
smarcarsi senza dire nulla di concreto in tema di federalismo. è invece molto
grave la notizia data sulla parte variabile: io e il collega Siegfried Brugger
ci siamo subito informati e condanniamo questa decisione, presa in maniera
unilaterale dal governo. Speriamo che la decisione non venga confermata: per
ora comunque noi parlamentari della Svp non abbiamo ancora previsto passi
ufficiali su questa vicenda. Sa, noi siamo buoni — conclude Zeller — almeno
fino a quando non ci fanno arrabbiare». Alessandro Papayannidis Luigi Ruggera
Amici Calderoli e Durnwalder l'estate scorsa a Falzes
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: CASERTA - data: 2009-02-26 num: - pag: 11
categoria: REDAZIONALE Caserta Le associazioni si ribellano Acque reflue,
partono i ricorsi CASERTA — L'esattoria comunale continua a sparare raffiche di
bollettini per il pagamento del canone per la depurazione delle acque reflue
riferito agli anni trascorsi, dalle associazioni dei consumatori l'invito a
resistere, drappelli di avvocati pronti a rispondere con ricorsi e barricate da
carte bollate. L'associazione degli amministratori condominiali e immobiliari,
con manifesti affissi dappertutto, ha diffuso la notizia, ricordando
che il territorio comunale è sprovvisto di impianti di depurazione delle acque
fognarie e che la Corte Costituzionale, con la sentenza 335/2008, ha
riconosciuto la illegittimità della legge 36/1994, nota come legge-Galli, nella
parte in cui stabiliva che gli utenti dovessero pagare il canone anche in
assenza di depuratori o in caso di temporanea inattività. Pagare una
tariffa anche in assenza di servizio? Non se ne parla proprio, fanno sapere le
associazioni a difesa dei diritti dei consumatori che, come anche quella che
riunisce gli amministratori condominali, offrono assistenza legale per il
recupero di somme eventualmente già pagate e rientranti fra quelle non dovute.
A Caserta, però, la questione si presenta più articolata rispetto a quei Comuni
in cui l'impianto di depurazione o non c'è del tutto o sono bene individuabili
le zone servite da impianti inattivi. «Le acque fognarie del nostro territorio
cittadino — dice Maurizio Gallicola, avvocato, presidente provinciale
dell'associazione dei consumatori Codacons — vengono indirizzate in varie
direzioni e sfociano lungo il litorale domiziano in zone dove deve essere
verificata la presenza di depuratori e, soprattutto, il loro funzionamento. Può
succedere che chi abiti in una strada la cui rete fognaria sbocca in zona
depurata, debba pagare e chi, invece, risieda in un'altra non depurata possa
chiedere l'esenzione come la sentenza della Corte Costituzionale ha garantito».
Il censimento, difficoltoso ma non impossibile, lo sta conducendo il Codacons.
«Sono stato, — conclude Gallicola — negli anni riferiti all'imposizione dei
canoni oggi rivendicati, consigliere delegato col presidente Angelo Pascariello
e successivamente, col presidente Raffaele Raucci, assessore provinciale. Mi
sto adoperando alla ricognizione di quelle zone le cui acque reflue non
risultavano depurate. I nostri ricorsi saranno supportati da prove
inconfutabili». Il manifesto affisso a Caserta Franco Tontoli
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2009-02-26 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE L'elezione Francesco Amirante
presidente della Corte Costituzionale Un orgoglio partenopeo di ERNESTO CESàRO
Un garante intransigente di LUIGI LABRUNA Francesco Amirante da ieri presidente
della Corte Costituzionale, dopo Vincenzo Carbone presidente della Corte
Suprema di Cassazione e Pasquale De Lise presidente aggiunto del Consiglio di
Stato. In questa felicissima occasione e coincidenza si può percepire un
motivo emozionale di profondo orgoglio per l'Università Federico II di Napoli e
la facoltà di Giurisprudenza in particolare. A PAGINA 17 Da ieri la Consulta ha
un nuovo presidente, Francesco Amirante. Avere accanto a Napolitano ai vertici
istituzionali del Paese un altro nostro concittadino, garante intransigente
della saldezza dei principi costituzionali, conforta. E dà speranze, in un
momento in cui la nostra terra appare ancora una volta ferita a morte da una
classe politica che persino della fedeltà alla Costituzione fa occasione di
polemiche. CONTINUA A PAGINA 17 Alla Consulta Francesco Amirante
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
FERRARA
PRIMO PIANO pag. 5 «Questura sotto tiro, non siamo dei delinquenti» Durissima
la reazione dell'Ugl dopo i nuovi tre avvisi' E' ANCORA bufera sulla questura
travolta dalla doppia inchiesta Aldrovandi. Ma se il filone principale il
processo nei confronti di 4 poliziotti accusati della morte del 18enne sembra,
a piccoli passi, arrivare ad una sua prima conclusione, il fascicolo 264807
cosiddetto Aldrovandi-bis su presunti falsi, manomissioni di atti e
favoreggiamenti, ha portato lunedì ad un nuovo colpo di scena con i nuovi
avvisi di garanzia notificati a tre poliziotti (Marino, Bulgarelli e Casoni),
due dei quali (Marino e Bulgarelli) già un paio d'anni fa raggiunti da una
prima informazione di garanzia nella stessa bis'. Ma i nuovi avvisi, secondo
Zaccarini, segretario provinciale Ugl, «piovuti l'altra sera in testa ai tre colleghi»,
arrivano con un «ritardo incredibile», così «tremendamente vicino alla fine dei
tempi massimi per la cosiddetta inchiesta bis», in modo «da poterli nuovamente
dilatare». I poliziotti indagati hanno deposto «oltre un anno fa», allora come
è possibile, sbotta l'Ugl, «che si arrivi solo adesso a ravvisare dei reati?».
Zaccarini parla di una «questura sotto tiro» dove «tutti, si devono sentire
colpiti al cuore e nell'orgoglio». «Ci svegliamo una mattina dopo 25 anni di
servizio», e «scopriamo che 4 colleghi sono assassini senza un cuore», che
altri «hanno falsificato le carte per coprirli», che altri ancora «risultano
fiancheggiatori di questa associazione per delinquere», che un dirigente «ha
detto il falso in aula». Ma fino ad ora, si domanda ironico, «nessuno se ne era
accorto?» La risposta «è inutile». Gli indagati «sono validi poliziotti e brave
persone e noi non possiamo accettare che venga infangato il loro nome, che è
anche il nostro». Perché la questura non è «un ricettacolo di delinquenti». In ultimo
Zaccarini si sofferma sulle accuse di omissione d'atti d'ufficio mosse nei
confronti dell'ex dirigente delle Volanti, Paolo Marino. «Il
secondo avviso al nostro funzionario è scaturito dal documento che il pm Guerra
ha scritto al Csm, quindi in base a quale legge la parola di un magistrato vale
più di quella di un funzionario di polizia? Non risultano prove di quella
conversazione, come mai si indaga a senso unico?». Nicola Bianchi
( da "Messaggero, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Giovedì
26 Febbraio 2009 Chiudi di MASSIMO MARTINELLI ROMA - Cesare Mirabelli lo recita
a memoria, l'articolo 15 della Costituzione: «La libertà e la segretezza della
corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili».
Quindi? «Quindi tra le altre forme di comunicazione, ci sono le telefonate». E'
una vecchia battaglia quella che il presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, sta combattendo da mesi
sulla necessità di tutelare alcuni diritti fondamentali della persona
dall'invasività delle intercettazioni telefoniche. E adesso che anche la
maggioranza sembra disposta a cedere su alcuni punti del ddl all'esame della
Camera, Mirabelli osserva: «Mi pare positivo che ci sia una riflessione su
questi temi così delicati. Tuttavia, l'approfondimento è utile se
vengono salvaguardati i principi fondamentali». Quali sono? «Il primo è quello
del diritto della persona alla riservatezza, che può essere inciso solo in
determinate condizioni e nei limiti di tempo in cui sia strettamente necessario
fare le intercettazioni. Quello che è accaduto nell'inchiesta di Roma per la
quale è stata richiesta l'archiviazione rende evidente il problema: ci sono
intercettazioni che vengono sviluppate non in rapporto ad ipotesi di reato e
non in rapporto ad indiziati di reato, ma su vicende personali, private, per
alcuni più interessanti e che poi sono quelle che vengono più diffuse». Se
limiteranno le intercettazioni vede rischi per le indagini future? «Un
eventuale rischio potrebbe esserci se venisse mantenuta la formula dei
"gravi indizi di reato" per attivare gli ascolti. Ma una cosa che
deve essere impedita per il futuro è l'intercettazione alla pura ricerca
dell'esistenza di una ipotesi di reato. Lo scandaglio delle conversazioni
telefoniche alla ricerca di un dettaglio che possa essere interpretato come
notizia di reato lede in maniera netta il diritto costituzionale
alla riservatezza delle comunicazioni. Ovviamente bisogna trovare una
bilanciamento tra la necessità che hanno i magistrati di intercettare e la
garanzia di libertà di comunicazione». Come si potrebbe fare? «Si tratta di
trovare una formula che sia adeguata, che consenta le intercettazioni ma solo
quando esiste una ipotesi di reato ben chiara e un indizio che in qualche modo
coinvolga la persona che viene intercettata». Alcuni costituzionalisti, ad
esempio Giuliano Vassalli, auspicano il ritorno alle indagini tradizionali, con
più talento investigativo e meno apparecchiature elettroniche. Lei cosa dice?
«Effettivamente esiste il rischio che ci si adagi sui risultati investigativi
delle intercettazioni, che possono essere equivoci, come si è dimostrato. Direi
che sono uno strumento utile, ma non sempre indispensabile. Credo che i
pericoli vengano dall'uso e dall'abuso che se ne fa. E dalla diffusione. Perché
abbiamo visto diffuse intercettazioni di persone che non c'entrano per nulla
con i reati per i quali si procede; conversazioni che potranno essere piccanti,
interessanti, suscitare la curiosità ma non hanno nessuna attinenza con la
commissione di un reato, e nemmeno con una prova o con un indizio di reato.
Occorre eliminare il "gossip intercettativo", che non è funzionale
allo svolgimento delle indagini e anzi lo danneggia». Come si elimina il gossip
intercettativo? «Avviene perchè capita sempre più spesso di leggere
provvedimenti giudiziari che contengono le trascrizioni di intere
intercettazioni, quando sarebbe sufficiente fare riferimento ad esse e farle
consultare solo alle parti. Dico che anche riportare in maniera testuale i
contenuti è prova di non adeguatezza professionale. Ed è ancora più grave se
l'inserimento testuale di una conversazione in un provvedimento giudiziario è
fatto proprio strumentalmente per diffondere il contenuto di quella
intercettazione».
( da "Messaggero, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Giovedì
26 Febbraio 2009 Chiudi ROMA - Alcuni avvocati e molti parlamentari lo avevano
detto a caldo, quando il settimanale l'Espresso pubblicò il testi di quelle
telefonate intercettate: «Non c'è nulla di penalmente rilevante». Ai due capi
del filo (metaforicamente parlando) c'erano il premier Silvio Berlusconi e
Agostino Saccà, all'epoca direttore di Rai Fiction. Il primo chiedeva all'amico
manager di far "lavorare" alcune attrici per motivi diversi: una
richiesta a titolo di cortesia, quasi come un favore
personale, per liberarsi dalle insistenze con le quali altri sponsor chiedevano
a lui di fare qualcosa. Ieri, su quel "non c'è nulla di penalmente
rilevante" ci ha messo il sigillo la Procura di Roma, che ha chiesto
l'archiviazione dell'indagine per corruzione che era stata aperta e trasmessa
dalla procura di Napoli, che a sua volta aveva captato le telefonate. Per i pm
Sergio Colaiocco e Angelantonio Racanelli, e per il loro procuratore capo Giovanni Ferrara si è trattato di quello che il presidente
emerito della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, definisce "gossip intercettativo"
proprio nell'intervista di fianco. Anche per questo i magistrati hanno chiesto
la distruzione materiale di tutti i nastri registrati: si tratta di migliaia di
conversazioni di politici, attrici, personaggi pubblici e del mondo economico,
che con l'indagine nulla avevano a che fare. La distruzione delle
intercettazioni si legge nella richiesta di archiviazione è stata formulata
«per assicurare il massimo della tutela possibile alla riservatezza dei
soggetti coinvolti». Il provvedimento di archiviazione riguarda anche il filone
napoletano di indagine su Saccà, quello sulla commercialista napoletana
Stefania Tucci e sull'intermediario delle case di produzioni (l'americana Hbo e
la tedesca Bavaria) Giuseppe Proietti per l'acquisto di programmi e format
avvenuto con pagamento estero su estero. Era in questo contesto che i
magistrati napoletani avevano registrato le telefonate di Berlusconi. Che poi
sono state rese di dominio pubblico poiché gli stessi magistrati le hanno
inserite nel fascicolo dell'accusa e messe a disposizione di tutti gli avvocati
difensori al momento della cosiddetta "discovery" al termine delle
indagini. Molti dei nomi delle persone non coinvolte sono stati pubblicati sui
giornali e alcuni siti internet hanno addirittura messo a disposizione la
versione audio delle conversazioni. Nel corso della conversazione intercettata,
i premier segnalava il nome di Evelina Manna e quello di Elena Russo; e poi
l'ex "tronista" Vittoria Ferranti, e Antonella Troise. L'esito delle
indagini della procura di Roma, come è stato spiegato ieri nel corso di una
conferenza stampa in Procura, si fonda su un presupposto fondamentale: Agostino
Saccà, pur essendo dipendente di una azienda pubblica come la Rai, non
rivestiva, al telefono con Berlusconi, la qualifica di incaricato di pubblico
servizio. Nella richiesta di archiviazione si spiega, inoltre, che non vi è
accordo corruttivo in quanto, in sostanza, Saccà e Berlusconi non avevano nulla
da scambiare anche in virtù «di un rapporto interpersonale risalente nel
tempo». «Non vi è certezza sull'esistenza di un do ut des - scrivono i pm - Lo
stretto legame tra l'onorevole Berlusconi e Saccà, che emerge con l'evidenza
dall'attività investigativa, era tale da consentire al primo di effettuare
segnalazioni al secondo senza dover promettere o ottenere nulla in cambio».
Tuttavia, sull'onda del clamore mediatico provocato dalla diffusione delle
conversazioni private, Agostino Saccà finì sotto inchiesta amministrativa in
Rai e alla fine fu costretto ad abbandonare la sua carica. Adesso, alla luce
del provvedimento giudiziario, è molto probabile che il manager possa
nuovamente aspirare ad una poltrona importante nell'azienda televisiva di
Stato. E, secondo indiscrezioni, sarebbe già pronta per lui una bozza di
contratto per un nuovo incarico dirigenziale. «Finalmente si è conclusa questa
incredibile vicenda con una richiesta di archiviazione. Ciò conferma
l'estraneità di Saccà ai fatti che gli venivano contestati, restituendogli la
sua onorabilità e confermando la sua professionalità e il suo attaccamento
all'azienda», ha affermato l'avvocato Marcello Melandri, che ha assistito
nell'inchiesta Agostino Saccà. M.Mart.
( da "Messaggero, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Giovedì
26 Febbraio 2009 Chiudi di MARIO COFFARO ROMA - «Rapidamente e senza ulteriori
rinvii la Corte costituzionale deciderà sulla
questione riguardante la distruzione delle intercettazioni» illegali. Così ha
assicurato il neo eletto presidente della Corte costituzionale,
Francesco Amirante, ieri mattina incontrando i giornalisti a palazzo della
Consulta. Lo scrutinio per Amirante è stato quasi all'unanimità, 13 voti a
favore e due astensioni. Quale trentatreesimo presidente dei giudici della
Consulta, il successore di Flick, ha detto di voler: «Tutelare l'indipendenza e
l'autonomia della Corte e rispettare nel modo più assoluto l'indipendenza,
l'autonomia e le attribuzioni di tutte le altre istituzioni». Napoletano, 75
anni, Amirante è entrato in magistratura nel 1958. Nel 1980 è approdato in
Cassazione, dov'era presidente di sezione e per molti anni ha fatto parte del
collegio delle sezioni unite. Giudice della Consulta dal novembre 2001, ne era
vicepresidente dal novembre scorso. Resterà in carica fino al 6 dicembre del
( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Giovedì
26 Febbraio 2009 Chiudi Rigore e decisionismo. Queste senza dubbio le
principali caratteristiche del procuratore generale presso la Corte d'Appello
Gaetano Dragotto, la massima autorità inquirente in regione, ora sulla ribalta
cittadina per l'avocazione dell'inchiesta su Sturani. Due segni distintivi, che
sono saltati all'occhio sin dal suo insediamento, nell'ottobre 2003. Scelto per
sostituire lo scomparso Fausto Angelucci, l'alto magistrato arrivava dalla
Corte d'Appello de L'Aquila dove ricopriva il ruolo di avvocato generale.
Appena messo piede nel Tribunale dorico, ha imposto ai colleghi il massimo
riserbo. Sempre presente, si è distinto per impegno e schiettezza. Quando si è
trattato di esprimere considerazioni, anche spiacevoli, non si è mai tirato
indietro. In varie occasioni non ha esitato a illustrare la difficile
situazione in cui gli uffici giudiziari sono costretti a lavorare, per via di
tagli alle spese e carenza di personale. La sicurezza del Tribunale, minata
dall'eccessiva vicinanza del mercato cittadino, un altro dei suoi cavalli di
battaglia. Nei giorni scorsi il magistrato era balzato alle cronache per aver
aperto un blog, che gli è costato un esposto al Csm e la
trasmissione degli atti al ministro della Giustizia Alfano e al Procuratore
generale della Cassazione Esposito. Una sorta di diario on line, al quale è
possibile accedere digitando "teminera", in cui Dragotto, per due
mesi, si era cimentato nella pubblicazione di stralci di sentenze di altre
toghe delle Marche, di fuori regione e della Cassazione, che a suo
avviso avevano commesso macroscopici errori. Svarioni per lo più frutto di
copia e incolla affrettati e di altre distrazioni, che la toga aveva deciso di
segnalare goliardicamente per invitare i colleghi "pasticcioni" a
prestare maggior attenzione. A segnalare il caso al Csm, un giudice donna che
si era riconosciuta in un commento poco lusinghiero, dal titolo "Alle
ragazze non piace l'articolo 69". Una riflessione del Pg sull'incapacità
di alcune colleghe di applicare correttamente l'articolo 69 del codice penale,
su contemperamento tra circostanze attenuanti e aggravanti. L.Lar.
( da "Corriere della Sera" del 26-02-2009)
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Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-02-26 num: - pag: 10
categoria: REDAZIONALE Corte Costituzionale Amirante eletto presidente
«Autonomi e indipendenti» MILANO — «Tutelare l'indipendenza e l'autonomia della
Corte e rispettare nel modo più assoluto l'indipendenza, l'autonomia e le
attribuzioni di tutte le altre istituzioni». Si è presentato con queste parole
d'ordine Francesco Amirante, da ieri trentatreesimo presidente della Corte
Costituzionale. Napoletano, 75 anni, è entrato in magistratura nel '58 e nell'80
è approdato in Cassazione. Giudice della Consulta dal 2001, ne era
vicepresidente dal novembre scorso. I 15 giudici della Consulta lo hanno eletto
a scrutinio segreto con 13 voti e 2 schede bianche. Succede a Giovanni Maria
Flick e resterà in carica fino al 7 dicembre del 2010. Nel pomeriggio, il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo ha ricevuto al Quirinale. In
carica Francesco Amirante, 75 anni, da ieri è presidente della Corte
Costituzionale
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
26-02-2009)
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BREVI
pag. 19 Amirante eletto alla presidenza CONSULTA NUMERO 33
Francesco Amirante (Ansa) ROMA I giudici della Corte Costituzionale in camera
di consiglio hanno eletto ieri Francesco Amirante, 33° presidente della
Consulta. Succede a Giovanni Maria Flick. Tre parole chiave riassumono il suo
programma: funzionalità, indipendenza e rispetto dell'autonomia delle altre
istituzioni. Amirante ha incontrato ieri il Capo dello Stato, Giorgio
Napolitano. Image: 20090226/foto/9392.jpg
( da "Tirreno, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
9 - Attualità Amirante nuovo presidente della Corte
Costituzionale ROMA. «Tutelare l'indipendenza e l' autonomia della Corte e
rispettare nel modo più assoluto l' indipendenza, l'autonomia e le attribuzioni
di tutte le altre istituzioni»: sono le parole d'ordine di Francesco Amirante
(napoletano, 75 anni), da ieri 33/o presidente della Corte Costituzionale.
I quindici giudici della Consulta lo hanno eletto a scrutinio segreto con 13
voti e due schede bianche. Succede a Giovanni Maria Flick e resterà in carica
fino al 7 dicembre del 2010. Secondo la prassi, è stato lo stesso neo
presidente a chiamare il Capo dello Stato, che lo ha ricevuto nel pomeriggio al
Quirinale, i presidenti di Camera e Senato, e il presidente del Consiglio per
informarli della nomina. Sotto la presidenza di Amirante, la Corte si appresta
a vivere mesi «caldi». Tre grandi questioni dovranno essere sciolte dai giudici
costituzionali: il conflitto tra la magistratura di Milano e il Governo in
merito al segreto di Stato sul caso Abu Omar; la norma che impone la
distruzione delle intercettazioni telefoniche considerate illegali; il lodo
Alfano, la legge che sospende i processi nei confronti delle quattro più alte
cariche dello Stato. Sulle intercettazioni Il neopresidente ha mostrato di
avere a cuore il diritto all'informazione. «La libera stampa è la massima
garanzia, e la Corte Costituzionale è il massimo organo di garanzia», ha detto,
evitando, però, di esprimersi sul ddl sulle intercettazioni (che prevede un
giro di vite per i giornalisti) attualmente all' esame della Camera.
( da "Tempo, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa
La discussione Alfano: "No alla fiducia sul ddl intercettazioni" Il
ddl intercettazioni verrà modificato per cercare «un punto di equilibrio» nel
Pdl e non ci sarà bisogno di porre la questione di fiducia anche perché la
maggioranza e il governo contano sul sostegno dell'Udc al provvedimento che
l'Aula di Montecitorio inizierà ad esaminare a metà marzo. Questo è ciò che è
emerso dalla riunione del gruppo dei deputati del Pdl che si è svolta ieri sera
a Montecitorio alla presenza del ministro della Giustizia, Angelino Alfano che
ha commentato: «Di fiducia non abbiamo parlato - ha spiegato il Guardasigilli
al termine dell'incontro - anche perché il ddl andrà in Aula nella seconda
decade di marzo». Intanto ieri si è parlato anche di «aggiustamenti» al testo
che riguarderanno l'articolazione dei divieti di pubblicazione degli atti e le
sanzioni per i giornalisti che infrangono i limiti di pubblicazione delle
intercettazioni destinate a essere distrutte. La pena detentiva, prevista nei
casi gravi, potrebbe essere sostituita da una sanzione pecuniaria o da un
provvedimento disciplinare. «Quello che è emerso è positivo - ha detto il
reggente di An, Ignazio La Russa, al termine della riunione - abbiamo
confermato l'impalcatura del testo ma il Ministro apporterà qualche modifica»
Il tema intercettazioni e delle norme che dovranno regolarle, è stato anche
argomento di confronto tra il presidente della Camera Gianfranco Fini e il premier
Silvio Berlusconi che è stato invitato ad un «confronto più approfondito» su
alcuni aspetti della riforma, chiedendo di «non calcare troppo la mano»,
soprattutto sulle sanzioni verso i giornalisti e sulla possibilità di
intercettare solo di fronte a gravi indizi di colpevolezza. Intanto
l'opposizione protesta. Il Pd chiede al governo di ritirare il provvedimento e
di ripensare radicalmente il contenuto del ddl. L'Udc minaccia di non votarlo e
l'Idv attacca a testa bassa, poichè ritiene che la nuova disciplina comprometta
l'esercizio dell'attività investigativa. Altro elemento in discussione,
peraltro duramente contestato dall'opposizione che lo ritiene un ostacolo alle
indagini, sono i «gravi indizi di colpevolezza» che dovrebbero essere
riscontrati per fornire l'autorizzazione alle intercettazioni. Una formulazione
che la presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno vorrebbe
sostituire con l'espressione «indizi sufficienti», soluzione, questa, da
inserire forse nel maxi-emendamento sul quale il governo sarebbe intenzionato a
porre la fiducia. Sul tema delle intercettazioni è
intervenuto oggi anche il nuovo presidente della Corte Costituzionale,
Francesco Amirante. «Se sorgeranno questioni di costituzionalità, in relazione
alla libertà di stampa, le prenderemo in esame», si è limitato a replicare a
chi gli chiedeva di anticipare un suo parere in merito. L'opposizione che ha
duramente contestato il provvedimento fin dalle prime battute, minaccia
una battaglia durissima in parlamento qualora il governo decidesse di ricorrere
al contingentamento dei tempi e alla fiducia. «Gli italiani - ha dichiarato la
vice capogruppo del Pd, Marina Sereni, devono sapere che con il ddl
anti-intercettazioni si impedirà alle forze dell'ordine di assicurare alla giustizia
i colpevoli di reati di grave allarme sociale e si colpirà il diritto di
cronaca». Anche l'ex prefetto di Roma Achille Serra mette in guardia sui rischi
del provvedimento. «Limitare l'uso delle intercettazioni telefoniche comporta
un grave intralcio all'azione investigativa. Lo dico non da parlamentare ma da
ex tutore dell'ordine, per quarant'anni in prima linea nella lotta al crimine.
Spesso, infatti, è partendo dall'indagine (e dalle intercettazioni) su un
banale furto che si arriva a sgominare vaste organizzazioni criminali. Per
questo non si possono legare le mani degli investigatori con limiti esagerati,
ma è indispensabile dare fiducia alla magistratura e al suo lavoro».
( da "Giornale.it, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
n.
49 del 2009-02-26 pagina 3 Due giorni per varare una legge che non vale niente
di Ferruccio Repetti Il consiglio regionale della Liguria approva la normativa
contro i Cpt, pur non avendo i poteri per farlo (...) le espulsioni degli
irregolari delinquenti, la Regione Liguria non si limita a esprimere generico
dissenso, ma mette in conto un paio di giorni di dibattito, votazioni e
polemiche per far approvare - l'ultimo atto, ieri pomeriggio - una legge ad hoc
che stabilisce: «Qui da noi, Cpt-Cie mai. Si esprime dunque manifesta
indisponibilità». Firmato: centrosinistra, versione allargata a Rifondazione
comunista. Peccato che tutta questa solennità istituzionale e politica sia mal
riposta. Per dirla tutta: non serve a un fico secco, il voto è completamente inutile,
la legge regionale è aria fritta, in quanto la Regione Liguria, come tutte le
altre Regioni italiane, proprio ai sensi di quella Carta costituzionale
che viene evocata a sproposito dai progressisti di lotta e di governo, non ha
voce in capitolo. La normativa vigente, infatti, a livello nazionale stabilisce
semplicemente che l'argomento «non è di competenza regionale». Ha avuto un bel
da fare in questi giorni Gianni Plinio, capogruppo di An, nel tentativo di
spiegarlo al colto e all'inclita, soprattutto all'inclita, ben rappresentato
fra i suoi colleghi consiglieri. Plinio, poi, ha trovato fervida assistenza nel
«gemello del gol» Matteo Rosso, Forza Italia: anche Rosso si è sgolato per ore,
sottraendosi doverosamente alle cure paterne e ai vagiti del terzo pargolo
neonato. Tutto inutile. Né è servita a illuminare le coscienze l'atteggiamento
risoluto di Roberta Gasco, Gruppo misto, che ha seguito disciplinatamente tutti
gli interventi in aula, non ha partecipato al rito del voto sui vari ordini del
giorno «per palese inutilità», ma ha fatto parte dei dieci «no» nella votazione
finale (contro i 19 favorevoli). Niente da fare anche per lei! La proposta di
legge «Norme per l'accoglienza e l'integrazione sociale delle cittadine e dei
cittadini stranieri immigrati», portata avanti da Marco Nesci, Lorenzo Casté e
Giacomo Conti e sposata dai sodali della maggioranza facendo spallucce alla
normativa nazionale, ha proseguito il suo corso fino all'epilogo, pur
contrassegnata da sbadigli, assenze dall'aula, scampanellii ripetuti del
presidente dell'assemblea Mino Ronzitti, frizzi, lazzi e sfottò. È anche per
questo che Alessio Saso (An) parla di «dibattito surreale, in cui questa
maggioranza è arrivata a sconfessare i suoi stessi referenti nazionali e ha
perso persino il senso del ridicolo». Per non dire ancora di Rosso che censura
«una maratona in consiglio per dibattere, senza un minimo di buon senso, su una
legge che è solo un'enunciazione di principio», mentre restano fuori dall'aula
problemi fondamentali. Ma non finisce qui, promette l'opposizione: «Trasmetterò
gli atti al ministro dell'Interno - promette Plinio - affinché
il governo li impugni presso la Corte costituzionale». Anche se, sotto sotto (ma neanche tanto) il centrodestra che
ha condotto una strenua battaglia contro la legge ora gongola a pensare allo
«spappolamento politico della maggioranza, visto fra l'altro che hanno scansato
il voto gli esponenti dell'Udc e di Italia dei valori, oltre a Broglia e allo
stesso presidente Burlando. Il tutto, nell'assoluto mutismo del
capogruppo del Pd Boffa». Che da buon matematico, di fronte a certi numeri è
rimasto senza parole. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
n.
49 del 2009-02-26 pagina 15 Consulta, tre mesi da presidente la pensione
diventa da nababbi di Giannino della Frattina Flick lascia dopo aver svolto la
funzione per soli 60 giorni effettivi. E così ora sono 16 i grandi ex con
superliquidazione e autisti A leggere l?articolo 134 della Costituzione, il
loro compito dovrebbe essere la difesa della Carta fondamentale e dei suoi
princìpi. Ma i giudici dell?Alta corte sembrano ben
più preoccupati di preservare le proprie pensioni e un?interminabile sfilza di
privilegi. Tanto che anche definirle dorate rischia di essere un eufemismo. Il
meccanismo è semplice semplice. E una volta indossata una delle quindici
elegantissime toghe, basta aspettare. Nove anni il tempo limite prima di essere
allontanati dal lussuoso palazzo romano con vista sul Quirinale. Ma nel
frattempo accade quello che tutti aspettano: una bella nomina a presidente e il
gioco è fatto. Prendi i soldi e scappa Appena tre mesi è durato anche l?ultimo
presidente. Il professor Giovanni Maria Flick, infatti, è stato eletto
presidente lo scorso 14 novembre. Fine dell?incarico? Tre mesi dopo. Novantadue
giorni, per l?esattezza, dai quali vanno sottratti l?8 dicembre, le vacanze di
Natale, l?Epifania. Senza dimenticare che i giudici della Consulta lavorano una
settimana sì e una no. «Libera» la chiamano loro che possono. Tutto regolare,
per carità, e verificabile sull?ottimo sito internet (www.cortecostituzionale.it)
dal quale risultano i calendari dei lavori. Che, anche nella settimana buona,
non sono certo febbrili. Arrivo dei giudici il lunedì pomeriggio per la camera
di consiglio, il martedì c?è l?udienza pubblica, mercoledì discussione di
qualche causa e scrittura delle sentenze. Giovedì alle 13 tutti a casa. E così
il professor Flick risulta aver presieduto la sua prima udienza il 18 novembre.
Mercoledì 17 dicembre l?ultima camera di consiglio prima di Natale. Poi vacanza
fino al 13 gennaio. Nemmeno un altro mesetto (udienza l?11 febbraio) e arriva
la pensione. I mesi effettivi, dunque, non sono nemmeno due. Che, però cambiano
la vita di chi li agguanta. Il trionfo della gerontocrazia Una promozione per
merito? Macché. Basta l?anzianità. Alla Corte costituzionale,
infatti, non si sale allo scranno più alto perché si è più bravi. Basta
semplicemente essere il più anziano dell?allegra, si fa per dire, compagnia.
Davvero un bell?esempio per la nazione. E gli altri? Aspettano pazienti, come
il cinese, sulla riva del fiume. Il presidente nominato andrà in pensione e
lascerà libera l?ambita poltrona. Questione di anni? Nemmeno per sogno. Appena
qualche settimana, pochi mesi. Nel casi peggiori un annetto. O poco più. Sedici
ex presidenti Leggere per credere. Il presidente emerito (una volta pensionati
così si fanno chiamare) Giuliano Vassalli è stato in carica dall?11 novembre
del 1999 al 13 febbraio del 2000. Appena tre mesi, giusto il tempo di far le
vacanze di Natale e il Capodanno con i gradi e arriva il momento di traslocare.
Tre anche i mesi di Giovanni Conso e appena quattro quelli di Valerio Onida,
sei quelli di Antonio Baldassarre. Una beffa si potrebbe dire se non si temesse
di mancare di rispetto alla quinta carica dello Stato. Sì, perché è proprio di
questo che stiamo parlando. Di uno dei ruoli cardine dell?ordinamento. Con il
risultato che a tutt?oggi oltre a una schiera di ex giudici, siamo costretti a
mantenere ben sedici presidenti emeriti. Con tanto di autisti e assegni mensili
da favola. Stipendi e privilegi Il bingo all?Alta corte
comincia dallo stipendio. Se un semplice giudice guadagna infatti la bellezza
di 416mila euro (seppur lordi e all?anno), nel caso del presidente si aggiunge
un?indennità di rappresentanza pari a un quinto che lo fa balzare a 500mila. Ma
questo, vista la brevità dell?incarico, sarebbe il meno. Il vero botto,
infatti, lo fanno la liquidazione e soprattutto la pensione che verranno
calcolate sulla base dell?ultimo stipendio percepito. Ecco perché allo scranno
di presidente è più importante arrivare che restare. Perché chi lascia, intasca
immediatamente la superliquidazione ottenuta moltiplicando gli anni di lavoro,
magari come magistrato o professore universitario, per l?ultimo emolumento.
Come è capitato a Gustavo Zagrebelsky, giudice dal settembre del 1995 e
presidente della Consulta dal 28 gennaio al 13 settembre 2004. Ricongiungendo
gli anni della carriera universitaria come professore ordinario con i nove
della Corte, alla fine ha accumulato 38 anni di anzianità lavorativa. E una
liquidazione di 907mila euro lordi (al netto 635mila). Tutto pagato Poi c?è
l?assegno mensile. Romano Vaccarella, ricongiungendo gli anni di università con
quelli alla Consulta, può riscuotere 25.097 euro lordi mensili (pari a 14.288
netti); Zagrebelsky 21.332 euro lordi (12.267 netti). Il giusto compenso dopo
anni di sacrifici? Giudicate voi. Ogni giudice, oltre ai 416mila euro di
stipendio, ha diritto a una segreteria di tre persone oltre a tre assistenti di
studio. Stagisti imberbi? Non proprio, piuttosto affermati professori
universitari o magistrati esperti di diritto incaricati di allestire i fascicoli
o delle ricerche d?archivio che allo stipendio che continuano a percepire
dall?amministrazione di provenienza, possono aggiungere un?indennità di 33mila
690 euro all?anno. Ma oltre allo staff, il giudice può contare nell?alloggio
(2-3 stanze con bagno e angolo cottura) al quinto piano del palazzo della
Consulta o nel vicino palazzo di via della Cordonata. E poi carta di libera
circolazione sulle ferrovie, rimborso dei viaggi aerei e dei taxi, una tessera
Viacard e un telepass per circolare in autostrada. E poi cellulare, computer,
telefax e telefono gratis anche nell?abitazione privata. Gli spostamenti? Con
l?auto di servizio e due autisti sempre a disposizione. Vita natural durante.
Perché auto E guidatori restano a disposizione anche a pensione raggiunta. Che
si abiti a Roma o che si abiti altrove. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via
G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
n.
49 del 2009-02-26 pagina 15 Ecco Amirante, scadrà già nel
2010 di Anna Maria Greco RomaHa di fronte un anno e 9 mesi da presidente della
Corte costituzionale,
Francesco Amirante. Quasi un record, visti i tempi di permanenza di tanti suoi
predecessori. È stato infatti eletto il 23 novembre 2001 giudice costituzionale dalla Cassazione e ha
giurato al Quirinale il 7 dicembre. Il suo mandato di nove anni scadrà, dunque,
a fine 2010. Alto magistrato napoletano, 75 anni, il trentatreesimo
presidente della Consulta è stato eletto ieri con 13 voti a favore e 2 schede
bianche dal collegio di nuovo al completo nei suoi 15 componenti, dopo la
nomina pochi giorni fa di Paolo Grossi, da parte di Giorgio Napolitano. Dal 14
novembre 2008 Amirante era vicepresidente di Giovanni Maria Flick, mentre ora
il numero due sarà il costituzionalista Ugo de Siervo. Entrato in magistratura
nel
( da "Nazione, La (Livorno)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA
LIVORNO pag. 2 E' arrivata Fiorenza Marrara come nuovo sostituto PROCURA
PROVIENE DA LUCCA DOVE HA SVOLTO INCHIESTE IMPORTANTI SUL SOCIALE LA DOTTORESSA
Fiorenza Marrara (nella foto), quarantenne di origine pisana, è arrivata alla Procura di Livorno da ieri come sostituto
procuratore, come stabilito dal Csm in base alla sua domanda di trasferimento.
Proviene dalla Procura di Lucca e ha alle spalle una carriera piuttosto
intensa. Per quasi sei anni è stata infatti prima giudice e poi gip al
tribunale di Vibo Valentia, in Calabria, verrà terra di frontiera per un
magistrato. Nel settembre 2004 era arrivata a Lucca come sostituto
procuratore. In questa veste ha seguito numerose e delicate inchieste, in
particolare legate a grosse operazioni antidroga di carabinieri e polizia,
tutte già conclusesi poi con condanne in primo grado. Ma non solo. In questi
anni la dottoressa Marrara ha infatti seguito anche inchieste relative alle
fasce deboli, come gli abusi su minori, le violenze sessuali e i casi di colpa
medica. Ed è in arrivo anche un altro sostituto procuratore si chiama Luca
Masini: dalla Procura di Lecco ha chiesto di lavorare nella nostra città. Il
suo arrivo è slittato di alcuni mesi. Se non ci saranno altri ritardi tra
maggio e giugno dovrebbe essere a Palazzo di Giustizia. Image:
20090226/foto/3481.jpg
( da "Nazione, La (Firenze)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
24
ORE FIRENZE pag. 12 Consulta, De Siervo vicepresidente Il giurista fiorentino diventa il numero due della Corte costituzionale IL GIURISTA fiorentino
Ugo De Siervo (nella foto), 67 anni, è stato nominato ieri vicepresidente della
Corte costituzionale come
primo atto compiuto dal neopresidente Francesco Amirante subito dopo la sua
elezione. De Siervo è stato per molti anni professore ordinario di diritto costituzionale all'Università di Firenze.
Autore di molti scritti (oltre duecento) di storia costituzionale,
sistema delle fonti, libertà e diritti costituzionali, sistema regionale e
locale, processo di costituzionalizzazione dell'Europa, è stato componente dal
'70 al '74 del comitato regionale di controllo della Regione Toscana, dall'86
al '93 del Consiglio superiore della pubblica amministrazione, dal '97 al 2001
del Garante per la protezione dei dati personali. Nel 2002 è stato eletto alla
Corte costituzionale dal Parlamento.
( da "Nazione, La (Firenze)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMA
pag. 1 di PAOLO CARETTI * LA NOTIZIA dell'avvenuta elezione del professo... di
PAOLO CARETTI * LA NOTIZIA dell'avvenuta elezione del
professor Ugo De Siervo a vicepresidente della Corte costituzionale segue di pochi giorni la nomina di un altro insigne giurista
fiorentino, il professor Paolo Grossi a giudice della stessa Corte, per nomina
del Capo dello Stato. Sono due notizie che rappresentano un motivo di orgoglio
non solo per la facoltà di giurisprudenza di Firenze, ma per l'intero Ateneo (...)
Segue a pagina 12
( da "MilleCanali" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
26
Febbraio 2009 Focus / FOCUS Cda Rai: rinvio al 3 marzo Ora a frenare il
completamento del Cda Rai è l?avvenuta nomina di Franceschini a capo del PD. Il
neosegretario ha preso tempo e intanto sembra voler lasciare in pista per la
presidenza Rai solo Celli, Manzella e Mattarella, mentre tramonta (forse)
Petruccioli. È slittata al 3 marzo l'assemblea degli azionisti Rai, che deve
completare dal punto di vista formale la nomina del Consiglio di
amministrazione, dopo l'elezione dei sette membri di competenza della
Vigilanza. Manca appunto la nomina di due Consiglieri, che saranno indicati dal
Ministero dell?Economia di Tremonti; ma uno dei due (l?altro sarà probabilmente
di ?area Pdl - Forza Italia?) potrà arrivare alla Presidenza dell?azienda di
Viale Mazzini, se la Vigilanza ne confermerà l?indicazione a larga maggioranza.
Il punto è che, proprio per questo complesso meccanismo previsto dalla Legge
Gasparri, la designazione di questo Consigliere - Presidente, spetta in buna
misura all?opposizione. Ma il PD, dopo i giorni del ?grande smarrimento?,
inizia solo ora a ristrutturarsi sotto la guida del nuovo segretario Dario
Franceschini, che ha probabilmente subito anche alcune designazioni di
Consiglieri Rai scelti da Veltroni e poi eletti dalla Vigilanza poche ore dopo
le dimissioni dello stesso Veltroni. Ora per la Presidenza Rai Franceschini non
vuole trovarsi davanti a ?fatti compiuti? e ha chiesto tempo al Governo, che
allo scopo ha rinviato al 3 marzo la riunione dell?assemblea dei soci, che deve
ratificare e formalizzare le decisioni del Ministero dell?Economia. Non si
dovrebbe però andare oltre tale data, visto che le nomine alla Rai sono attese
da circa 8 mesi e sono state rinviate nel tempo per le notissime e infauste
vicende legate soprattutto al nome di Villari. Franceschini (ci pare
opportunamente) non confermerebbe dunque l?ipotesi di una nomina alla Rai di
Calabrese (che per motivi misteriosi piaceva a Veltroni) né punterebbe a una
conferma di Petruccioli. I candidati potrebbero essere altri: Celli (non
proprio nuovissimo in Rai), Manzella (e questa sarebbe davvero una novità) e
Mattarella. Si vedrà la settimana prossima, mentre la Corte
Costituzionale ci dirà presto se questo meccanismo di nomina dei vertici della
Tv pubblica è possibile mantenerlo o se occorra cambiarlo e mentre Berlusconi
preme per arrivare presto a nuovi vertici in reti e testate della Rai,
probabilmente in vista degli ulteriori appuntamenti elettorali dei prossimi
mesi. (Mauro Roffi)
( da "Savona news" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Albenga:
integrazione del consiglio comunale di questa sera All?ordine del giorno del
Consiglio Comunale di Albenga, convocato alle 18.30, è stato aggiunto un nuovo
argomento, di carattere straordinario ed urgente. Pertanto, durante la seduta
di questa sera, verranno discussi i seguenti argomenti: Comunicazioni del
Sindaco e della Giunta Comunale. Modifica alla composizione delle Commissioni
Comunali permanenti. Interrogazione, a firma del Consigliere Barbero, in merito
all?esposizione di bandiere in via Enrico d?Aste. Mozione, a firma dei
Consiglieri Barbero, Geddo, Distilo, Vannucci, Zunino, Guarnieri, Savorè e
Schneck circa iniziative da assumere per contrastare il fenomeno del commercio
abusivo. Richiesta di intitolazione di una strada ad Enzo Tortora (Su richiesta
da parte dei Consiglieri Barbero, Geddo, Guarnieri, Savorè, Schneck, Vannucci,
Zunino e Distilo). 6) Mozione, a firma dei Consiglieri Guarnieri, Savorè,
Distilo, Schneck, Barbero, Geddo e Vannucci, intesa ad approfondire le
problematiche conseguenti l?immissione nella rete del civico acquedotto di
acqua emunta dai pozzi di Regione Negiaire. Mozione, a firma dei Consiglieri
Guarnieri, Savorè, Vannucci, Distilo e Schneck, intesa a conoscere lo stato di
fatto del progetto di spostamento a monte della tratta ferroviaria Finale
Ligure ? Andora. Interrogazione/interpellanza, a firma del Consigliere
Vannucci, tesa a conoscere la volontà o meno all?incremento dei posteggi a
pagamento. Interrogazione/interpellanza, a firma del Consigliere Vannucci, tesa
a conoscere di tempi di realizzazione di campetto in terra battuta, nel
compendio della zona sportiva di Viale Olimpia. Richiesta di intitolazione di una
strada agli ?Azzurri d?Italia? (Su richiesta da parte dei Consiglieri Zunino,
Barbero, Geddo, Vannucci e Distilo). Mozione, a firma dei Consiglieri
Guarnieri, Savorè, Barbero, Geddo e Schneck intesa ad approfondire le
problematiche di ordine pubblico nelle adiacenze dell?ex zona ospedaliera ed in
altre parti del territorio comunale. Ordine del giorno in materia di tutela
delle risorse idriche. ? (Su richiesta da parte del Consigliere Tonarelli).
Interrogazione/interpellanza, a firma del Consigliere Vannucci, tesa a
conoscere le iniziative poste in essere per fronteggiare la prevista cessazione
di attività della discarica rifiuti solidi urbani di Magliolo. Interrogazione,
a firma del Consigliere Vannucci, tesa a conoscere le
implicazioni che deriveranno dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 335
del 10.10.2008. Mozione a firma del Consigliere Guarnieri tesa alla ricerca di
soluzione per contrastare le problematiche occupazionali, economiche ed
ambientali che da tempo interessano lo stabilimento farmaceutico Cav. G.
Testa. Destino e prospettive per squadra agonistica di pallanuoto ?
Interrogazione a firma dei Consiglieri Barbero, Geddo, Distilo, Pollio,
Vannucci, Schneck, Zunino, Guarnieri e Savorè. Attivazione di corsi per la
formazione di tecnici manutentori aeronautici presso l?Istituto Tecnico
Industriale Statale ? Interpellanza a firma dei Consiglieri Zunino, Barbero,
Distilo, Geddo, Pollio e Vannucci. Trasferimento degli uffici del ?S.E.R.T.?
dall?attuale sede di Via Vecchia Morella ? Su richiesta da parte dei
Consiglieri Guarnieri, Savorè, Barbero, Distilo, Schneck, Geddo, Pollio e
Vannucci) Stato economico finanziario della società ?Isola Gallinara? ?
Provvedimenti conseguenti. ? (Su richiesta da parte dei Consiglieri Barbero,
Geddo, Guarnieri, Savorè, Schneck, Vannucci, Distilo e Zunino). Stato economico
finanziario della società ?Palazzo Oddo? ? Provvedimenti conseguenti. ? (Su
richiesta da parte dei Consiglieri Barbero, Geddo, Guarnieri, Savorè, Schneck,
Vannucci, Distilo e Zunino). Stabilimento farmaceutico Testa s.p.a. ? Variante
al Piano Regolatore Generale per ristrutturazione urbanistica e bonifica
ambientale, con trasferimento delle attività produttive esistenti e
completamento insediamento urbano di frazione Leca, con creazione dell?ambito
urbanistico B16 ? Zona RB1. Progetto in deroga al vigente Piano Regolatore
Generale per incremento all?attività produttiva in essere, inerente la
ristrutturazione con incremento di S.L.U. secondo le norme di attuazione
vigenti e nuova costruzione di un capannone ? Richiesta allo Sportello Unico
per le attività produttive da parte del Sig. PELLEGRINI Pietro ? Adozione
variante al Piano Regolatore Generale ed assenso del Consiglio Comunale ai
sensi dell?art. 18 ? comma 12 ? della legge regionale m. 9/1999. Strumento
urbanistico attuativo di iniziativa privata ricadente nell?ambito urbanistico
C7 ? Zona urbanistica Cr2 del vigente Piano Regolatore Generale ? Richiedente
Sig.ra MAGLIO Ivana ? Adozione. Adeguamento delle intersezioni tra la viabilità
comunale e provinciale ordinaria (S.P. n. 582 ?del Colle di San Bernardo?, S.P.
n. 453 ?della Valle Arroscia?, viabilità di accesso alla frazione di Leca) e la
viabilità d?adduzione alla stazione autostradale di Albenga ? Controdeduzioni
alle osservazioni inerenti eventuali interferenze del progetto su siti di
importanza comunitaria. Controllo di regolarità contabile e finanziaria sul
rendiconto dell?esercizio 2006 ? Art. 1 ? comma 168 ? legge 23.12.2005 n. 266.
Controllo di regolarità contabile e finanziaria sul bilancio di previsione 2008
? Art. 1 ? comma 168 ? legge 23.12.2005 n. 266. Strumento urbanistico attuativo
di iniziativa privata, in ambito B12 del vigente Piano Regolatore Generale, per
intervento di ristrutturazione urbanistica su immobile sito in Regione Sgorre ?
Richiedenti CIOCCA Giovanna ed OLIVA Giovanna ? Adozione ulteriore
integrazione.
( da "Arena.it, L'" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Consulta,
Amirante è il nuovo presidente NOMINE. Dopo Flick 26/02/2009 rss e-mail print
Francesco Amirante ROMA Francesco Amirante è il 33° presidente
della Corte Costituzionale, succedendo a Giovanni Maria Flick. I 15 giudici che
compongono il plenum della Coonsulta lo hanno eletto con 13 voti a favore e 2
astensioni. Vicepresidente è stato nominato Ugo De Siervo. Amirante è giudice costituzionale dal 2001 ed è stato
vicepresidente dal 14 novembre 2008, la sua presidenza arriverà a conclusione
nel dicembre 2010, quando scadrà il suo mandato alla Consulta. Tempo
sufficiente, quindi, perchè possa presiedere il consiglio per la decisione sul
lodo Alfano. Sull'argomento Amirante si è però riservato di non esprimere
pareri: «Si chiama lodo ma è una legge come le altre», e la decisione «arriverà
a tempo debito». E sulla sentenza relativa alla legge che prevede la
distruzione delle intercettazioni illegali, varata nella precedente
legislatura, ha promesso che «non ci saranno ulteriori rinvii» da parte della
Corte Costituzionale. Silenzio, invece, sul discusso ddl di riforma della
disciplina all'esame della Camera: «nessuna anticipazione di giudizio - ha
detto Amirante - perchè quando ci sarà il promulgato, se sorgeranno problemi,
la Corte lo esaminerà». Ma ha precisato che «non è immaginabile un organo di
garanzia senza una libera stampa» e viceversa. Insomma, la sua sarà una
presidenza all'insegna della trasparenza. Nel pomeriggio, come primo impegno,
Amirante ha incontrato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nei
prossimi giorni, da protocollo, ci saranno incontri con i presidenti di Camera
e Senato e del Consiglio.
( da "Denaro, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Campania
nomine Consulta: Amirante è presidente E' napoletano il
successore di Flick al vertice della Corte costituzionale E' napoletano il nuovo presidente della Corte costituzionale: Francesco Amirante è
stato eletto ieri con 13 voti a favore e 2 schede bianche. Ad eleggerlo sono
stati i giudici della Consulta. Amirante è il 33esimo presidente della Corte e
succede a Giovanni Maria Flick, il cui mandato è terminato il 18 febbraio scorso.
Il mandato del presidente Amirante scadrà il 7 dicembre 2010. Sotto la sua
presidenza la consulta si dovrà occupare, tra l'altro, del lodo Alfano, del
caso Abu Omar e della norma sulle intercettazioni illegali. Probabilmente, se
la cassazione darà il disco verde, la consulta sotto Amirante vaglierà anche il
referendum sul lodo Alfano presentato da Di Pietro. "Questo largo consenso
fra i colleghi dice a fresco di nomina Amirante - mi conforta moltissimo. Io
sono soltanto un "primus inter pares": c'è chi ama porre l'accento
sul "primus", io mi ritengo già onorato di essere inter pare".
Amirante era stato nominato vicepresidente alla Consulta il 14 novembre 2008.
Il sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo, ha inviato un messaggio di auguri al
neo presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante. "Desidero,
a nome della sua Città, farle giungere felicitazioni vivissime per l' elezione
a Presidente della Corte Costituzionale - scrive il Sindaco - e sono certa che
tale prestigioso incarico sarà caratterizzato dall'altissimo senso del dovere e
dello Stato che hanno sempre costituito i valori massimi ed unanimemente
apprezzati della sua vita professionale ed umana". "Questa Napoli
tanto spesso calpestata sa produrre eccellenze nel mondo artistico e nel mondo
culturale giuridico" ha aggiunto il sindaco di Napoli, Rosa Russo
Iervolino nel corso della conferenza stampa in cui è stata consegnata una targa
al cantante napoletano Sal Da Vinci per il risultato ottenuto al festival di
Sanremo, riferendosi al nuovo presidente della Corte costituzionale,
il magistrato di origini napoletane Francesco Amirante. Sul lodo Alfano il
neoeletto presidente della Consulta ha precisato che non vi sarà "Nessun
rinvio o anticipazione, è una legge come le altre". Premesso che il lodo
Alfano "si chiama lodo ma è una legge come le altre ha detto Amirante - la
decisione arriverà a tempo debito". "Prenderò nozione dei ruoli della
Corte - ha detto aggiunto il neopresidente - e ritengo di fissarlo senza
accelerazioni e ritardi". Nella conferenza stampa che ha seguito
l'elezione, il neoeletto presidente della Consulta ha anche promesso che sulla
sentenza relativa alla legge che prevede la distruzione delle intercettazioni
illegali, varata nella precedente legislatura, "non ci saranno ulteriori
rinvii". Silenzio, invece, sul discusso Ddl di riforma della disciplina
all'esame della Camera: "nessuna anticipazione di giudizio - ha detto
Amirante - perchè quando ci sarà il promulgato, se sorgeranno problemi, la
Corte lo esaminerà", Amirante si è soffermato sul ruolo dell'informazione.
"Non è immaginabile - ha detto nella sala Belvedere del palazzo della
Consulta - un organo di garanzia senza una libera stampa. In magistratura dal
1980 Nato a Napoli nel 1933, si è laureato in giurisprudenza all'Università
"Federico II" del capoluogo partenopeo nel 1958, anno in cui entrò in
magistratura, un passato prima da pretore, poi da giudice civile a Napoli e
infine componente delle Sezioni unite della Cassazione, La sua vita con la toga
è iniziata con l'incarico di pretore di Forlì e, successivamente, prima di
Vicenza, poi di Lagonegro. Dopo aver trascorso diversi anni presso la sezione
fallimentare del Tribunale di Napoli, nel 1980 fu addetto all'ufficio del
Massimario e del ruolo della Cassazione, il 23 novembre 2001 è stato eletto
alla Corte costituzionale nella quota riservata alle
supreme magistrature ordinaria ed amministrativa. Ha assunto le sue funzioni
dopo aver giurato il 7 dicembre dello stesso anno, il 14 novembre 2008 viene
nominato Vicepresidente della Corte Costituzionale. L'elezione dell'alta carica
istituzionale a Palazzo della Consulta conferma la regola che vuole sulla
poltrona più alta il giudice costituzionale anziano.
Il primo atto del nuovo presidente, il cui mandato scadrà il 7 dicembre 2010, è
stata la nomina di Ugo De Siervo a vicepresidente. Amirante succede a Flick, il
cui mandato è scaduto il 18 febbraio. del 26-02-2009 num.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ANTONIO
MANZO Una ispezione ministeriale straordinaria è stata disposta dal ministro
Alfano per la terza sezione civile del tribunale si Salerno che si occupa di
fallimenti e di esezuoni mobiliari ed immobiliari. L'ispezione
è stata richiesta dal Csm per acquisire una serie di elementi istruttori, e da
valutare successivamente, se ne ricorrono gli estremi, sotto il profilo
disciplinare. Si tratta di una serie di elementi emersi nel corso della
istruttoria per il «processo» a carico di un ex giudice della Fallimentare poi
tarsferito a Potenza. Il Csm ha voluto avvalersi dell'ispettorato presso
il ministero di Giustizia per indagare su una serie di circostanze:
disposizioni tabellari (carichi di lavoro ed assegnazione di processi),
gestione incarichi per i fallimenti. Sarà l'ispettore ministeriale Michele
Nardi, giudice molto noto ora in servizio al pool ispettivo del dicastero di
via Arenula, a dover redigere la relazione che poi sarà inviata alla procura
generale della Cassazione e al Consiglio Superiore della Magistratura. Nardi,
magistrato molto esperto in materia di criminalità economica, è arrivato da pochi
giorni a Salerno ed avrebbe già sentito due magistrati dell'ufficio da
indagare. Il primo incontro dell'ispettore ministeriale è stato con il
presidente del tribunale Luigi Mastrominico che gli ha già garantito il massimo
della collaborazione per l'opera che il collega, inviato di Alfano, dovrà
compiere. Lo stesso Nardi ha già incontrato anche i suoi colleghi della quarta
sezione civile del tribunale in via Papio dove dovrà svolgere il lavoro
ispettivo in tempi ragionevolmente brevi sia pure tenendo conto di un compito
ed un mandato molto ampio che va dalla ricognizione sulle disposizioni
tabellari all'assegnazione degli incarichi per la gestione dei fallimenti. Non
si tratta, infatti, di una ispezione canonica che ogni quattro anni viene
disposta per qualunque ufficio giudiziario. È, invece, una ispezione
straordinaria che, secondo quanto avrebbe comunicato lo stesso magistrato
ispettore ai vertici del tribunale salernitano, sarebbe nata dopo la serie di
audizioni di diversi magistrati avvenute in sede di Csm in occasione del
procedimento disciplinare al quale fu sottoposto l'ex giudice della
Fallimentare, Luigi Barrella, poi trasferito d'ufficio al tribunale di Potenza.
Proprio nel corso del processo disciplinare all'ex giudice della Fallimentare
furono sentiti il presidente del tribunale oltre che i magistrati in servizio
alla stessa sezione. Le audizioni, particolarmente quella del presidente del
tribunale Mastrominico, fecero emergere una serie di particolari in ordine alla
gestione dell'ufficio stesso,sia per il carico di lavoro dei giudici, per la
organizzazione del lavoro e per gli incarichi fallimentari. L'ispezione
ministeriale è appena agli inizi. Al termine dell'indagine amministrativa il
dossier sarà consegnato al ministro Alfano che dovrà valutare presunte
irregolarità per poter esercitare azioni disciplinati per eventuali
incompatibilità funzionali e ambientali. Proprio gli uffici di via Papio sono
stati più volte nell'occhio del ciclone negli ultimi sei anni fino ad arrivare
al trasferimento di ufficio disposto dal Csm per un magistrato. Gli uffici
della Fallimentare furono visitati dai ladri nel gennaio del 2006:
fotocopiarono anche i fascicoli. Nel marzo del 2003 i giudici in servizio alla
Fallimentare lanciarono un inquietante allarme: «C'è una banda che inquina le
procedure di vendite. Fanno lievitare il prezzo dell'immobile e poi propongono
al proprietario dacci la percentuale e non compriamo». Furono aperti, su
denuncia dei giudici, fascicoli in procura. Così come, su denuncia di alcuni imprenditori
ne furono aperti altri. L'ispettore dovrà verificare anche il destinodi questi
fascicoli.Il magistrato ispettore, Michele Nardi, da giudice del tribunale di
Trani indagò, nella prima metà del Duemila, sullo scandalo dei prodotti
finanziari della Banca del Salenro, l'istituto di credito che fu poi acquisito
dal Monte Paschi Siena.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Una
ispezione ministeriale straordinaria è stata disposta dal ministro Alfano per
la terza sezione civile del tribunale si Salerno che si occupa di fallimenti e
di esecuzioni mobiliari ed immobiliari. L'ispezione è stata
richiesta dal Csm per acquisire una serie di elementi istruttori, e da valutare
successivamente, se ne ricorrono gli estremi, sotto il profilo disciplinare. Si
tratta di una serie di elementi emersi nel corso della istruttoria per il
«processo» a carico di un ex giudice della Fallimentare poi trasferito a
Potenza. Il Csm ha voluto avvalersi dell'ispettorato presso il ministero
di Giustizia per indagare su una serie di circostanze: disposizioni tabellari
(carichi di lavoro ed assegnazione di processi), gestione incarichi per i
fallimenti. Sarà l'ispettore ministeriale Michele Nardi, giudice molto noto ora
in servizio al pool ispettivo del dicastero di via Arenula, a dover redigere la
relazione che poi sarà inviata alla procura generale della Cassazione e al
Consiglio Superiore della Magistratura. MANZO A PAG. 31
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Al lavoro il giudice incaricato Nardi. Sotto osservazione
la terza sezione civile del Tribunale Gli ispettori alla Fallimentare Ministro
e Csm avviano un'indagine sulla gestione di incarichi e processi
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Inviato un ispettore su richiesta del Csm dopo le
audizioni di giudici per il trasferimento d'ufficio di un magistrato
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma.
Francesco Amirante, napoletano, approda al prestigioso incarico dopo una vita
interamente spesa in magistratura, nei cui ruoli entra nel 1958 dopo la laurea
all'Ateneo napoletano. La prima sede è la Pretura di Forlì, seguono quelle di
Vicenza e Lagonegro. Trascorre quindi molti anni presso la sezione fallimentare
del tribunale di Napoli. Il passo successivo, nel 1980, è il Massimario della
Cassazione, alla Suprema Corte diviene presidente della Sezione Lavoro. Dal
1987 è componente fisso delle Sezioni Unite, offrendo un contributo prezioso
alla giurisprudenza di legittimità. Ed è la Cassazione a designarlo il 23
novembre del 2001 come giudice della Corte Costituzionale. «Non sarò un
presidente loquace: la Consulta si esprime sempre collegialmente e ciò che
penso personalmente non ha molta importanza. Le critiche della stampa sono
molto utili, meno lo è la ricerca di scoop fasulli». Esordisce così Francesco
Amirante incontrando per la prima volta i giornalisti nella sua nuova veste.
Interpreta in questo modo, racconta chi lo conosce bene, il mestiere di
giudice, con una lontananza dalle polemiche che non è mai separatezza dai
problemi del Paese. Nel giorno della nomina fa un eccezione e parla delle
importanti scadenze che attendono la Corte. Se il caso Abu Omar è già in
programma per il 10 marzo prossimo, il lodo Alfano sarà messo in calendario,
«senza accelerazioni nè ritardi», spiega, riferendosi alle previsioni che
rimandano all'autunno prossimo. Amirante dice di dover studiare l'argomento - i
due ricorsi dei giudici di Milano nell'ambito dei processi Mills e diritti tv
Mediaset e una terza causa, sollevata dal gip di Roma in relazione alla
sospensione del procedimento a carico del premier Silvio Berlusconi per la
presunta compravendita di alcuni senatori - ma la data sarà decisa in tempi
rapidi. «Si chiama lodo ma è una legge come le altre. La Corte deciderà come
sempre nella massima serenità e con la massima obiettività », tiene a
precisare. «Molto rapidamente e senza ulteriori rinvii» sarà affrontato anche
il nodo delle intercettazioni illegali, chiarisce Amirante riferendosi agli
slittamenti dovuti al fatto che la Corte è tornata al completo solo pochi
giorni fa con la nomina del giudice Paolo Grossi. Il tema delle intercettazioni
si intreccia con quello di una informazione senza vincoli, che il neopresidente
mostra di avere a cuore. «La libera stampa è la massima garanzia, e la Corte
Costituzionale è il massimo organo di garanzia», afferma, evitando, però, di esprimersi sul ddl sulle intercettazioni (che prevede un giro
di vite per i giornalisti) attualmente all'esame della Camera. «Mi si chiede
un'anticipazione di giudizio che non posso dare - replica - e se sorgeranno
questioni di costituzionalità la Corte li prenderà in esame sulla base del
precetto costituzionale che
garantisce la libertà di stampa». g.cav.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
RAFFAELE
INDOLFI Il voto di fiducia incombe sul disegno di legge per le intercettazioni,
mentre si discute sulle modifiche da apportare al testo. Governo e maggioranza
sono alle prese con questi due nodi da sciogliere entro il 10 di marzo, quando
il provvedimento approderà in aula alla Camera. Gli aggiustamenti al testo sono
stati al centro dell'incontro di ieri sera al gruppo del Pdl alla Camera, con
il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il sottosegretario Giacomo
Caliendo. Un invito alla cautela arriva da Umberto Bossi che sconsiglia il
ricorso al voto di fiducia. Del provvedimento hanno discusso ieri, nel corso
dell'incontro a Montecitorio, anche Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Ma di
fiducia non si è parlato nella riunione del Pdl. Lo assicura il ministro Alfano
al termine della riunione. «Dui fiducia - dice il ministro - non ne ne abbiamo
proprio parlato, anche perchè il disegno di legge sarà trattato nella seconda
decade di marzo e tutto il tempo che abbiamo lo useremo per vedere di arrivare
ad una sintesi». Al ddl saranno apportate modifiche. «Oggi stesso - dice Alfano
- chiameremo gli amici della Lega che hanno avuto un atteggiamento di grande
responsabilità e ci confronteremo con loro». Secondo il ministro, infatti, ci
sono «due o tre punti» del testo da rivedere. «Ma su quale sarà - aggiunge - la
procedura con la quale presenteremo queste modifiche è ancora da discutere».
Alfano dice anche che oggi chiamerà «il vicepresidente del gruppo dell'Udc alla
Camera Michele Vietti» per aprire anche con lui un tavolo di confronto visto
che da parte dei centristi «su questi temi c'è sempre stata una grande
apertura». Sul tema delle intercettazioni è intervenuto ieri anche il nuovo presidente
della Corte Costituzionale, Francesco Amirante. «Se
sorgeranno - ha detto - questioni di costituzionalità, in relazione alla
libertà di stampa, le prenderemo in esame». L'opposizione che ha duramente
contestato il provvedimento fin dalle prime battute, minaccia una battaglia
durissima in parlamento qualora il governo decidesse di ricorrere al
contingentamento dei tempi e alla fiducia. «Il ddl Alfano - avverte
Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in commissione Giustizia - è un regalo
alla delinquenza, un attacco al potere giudiziario, alla libertà di stampa e
alla sicurezza dei cittadini». Anche l'ex prefetto di Roma Achille Serra mette
in guardia sui rischi del provvedimento. «Limitare l'uso - dice - delle
intercettazioni telefoniche comporta un grave intralcio all'azione
investigativa». Mentre Robero Rao dell'Udc sostiene che «sarebbe davvero grave
se il governo dovesse ricorrere alla fiducia». Il procuratore nazionale
antimafia Piero Grasso rilancia l'allarme. Con questa legge, dice, non sarebbe
mai stato preso Provenzano, lo storico capo di Cosa Nostra. Per Grasso vanno
«puniti gli eccessi, ma non si possono togliere le intercettazioni». Si parla
d'intercettazioni e si parla anche di Gioacchino Genchi, che nel genere è
specialista avendo intercettato per conto delle procure decine di migliaia di
persone. Genchi è stato in distacco sindacale non retribuito dal primo giugno
2000 al 4 febbraio 2009. Lo ha precisato alla Camera, durante il question time,
il ministro Renato Brunetta.
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Nuovo
medico e borsa di studio Giovedì 26 Febbraio 2009, Oltre millecinquecento
visite ambulatoriali e poco meno di cinquecento pazienti in trattamento. Questi i numeri del Centro per la sclerosi multipla (Csm) del San
Bortolo. Dati preoccupanti ed in crescita negli ultimi anni. Le risorse, però,
restano costanti. Il consigliere regionale del Pd Claudio Rizzato ha presentato
ieri un'interrogazione a risposta immediata al consiglio regionale del Veneto,
con cui chiede le ragioni del mancato potenziamento del servizio, a cui
afferiscono per la terapia 345 femmine e 151 maschi, per un totale di 496
pazienti. In particolare, il consigliere del Pd chiede «per quali motivazioni è
stata disattesa l'autorizzazione regionale all'acquisizione di un medico per
l'assegnazione al Csm ed alla Continuità assistenziale neurologica. E per quale
ragione non si ricorra alle Fondazioni per l'acquisizione delle risorse».
Pronta la risposta del direttore generale dell'Ulss 6 di Vicenza Antonio
Alessandri: «Il medico arriverà presto, a pochi giorni dal via libera della Regione.
E la Fondazione Smuovi la vita riconoscerà al Csm la borsa di studio per un
giovane medico».
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Provincia:
ecco le magnifiche 4 Castagnole ko Giovedì 26 Febbraio 2009, (L.Bel.) Si sono
disputate le gare di ritorno dei quarti della coppa Provincia. Accoppiamenti
delle semifinali: Follinese - CSM Resana, San Gaetano - Suseganese. Campolongo - CSM Resana 1-5 GOL: pt 20' Casagrande,
30' Barban, 45' Gobbo, st 6' Ruffato, 28' Fabbian, 44' Simionato. CAMPOLONGO:
Sartori, Corrocher (st 1' De Paolis), Caselli, Da Lozzo (st 20' Bornia), Ros,
Piai, Lovisotto (st 18' Manente), Zanchetta, Casagrande (st 1' Ceolin),
Armellin (st 18' El Atab), Cassandra. All. Tonon. CSM
RESANA: De Marchi, Fagan (st 33' Zorzi), Tosetto, Agello (st 21' A.
Barichello), D. Barichello, Rigo, Barban, Giacobbi, Gobbo (st 22' Fabbian), Ruffato
(st 30' Carraro), Simionato. All. Fabbrin. ARBITRO: Barracano di Treviso.
Follinese - Padernello 3-0 GOL: pt 6' Sammanà, 13' Sammanà, 31' Gallon.
FOLLINESE: Da Soler, Mattiuz, M. Dal Pont, F. Dal Pont, Rizzi, Pioni (st 23' C.
Dal Pont), De Sandi, D'Agostin (st 23' Benincà), Sammanà, Cecchinel (st 23'
Vendrame), Gallon (st 10' Follador). All. Maset. PADERNELLO: Gallina,
Bessegato, Chaibi (st 23' Bolorin), Martinelli (st 35' De Rossi), Pozzebon,
Silvello, Sartoretto, D'Ambrosi, Zanetti, Favaro, Adustini. ARBITRO: Palmieri
di Conegliano. Suseganese - Fontane 0-0 SUSEGANESE: Gerotto, Fellet, S.
Trentin, Fornasier, Bragaggia, Zanon, Vecchio (st 12' M. Trentin), Rossetto,
Polo (st 40' Tonon), Tomaselli, Cenedese (st 16' Solomon). All. Casagrande.
FONTANE: Zaro, Belleri, Sartori, Prà, Vanin, Zorzi, Cervi, Stocco (st 15'
Cesconetto), Bertuola, Ruffoni, Bernardi. All. Beraldo. San Gaetano - Vidor 4-0
GOL: pt 28' Magagnin, 41' Tessaro, st 41' Magagnin, 42' Bouznadi. SAN GAETANO:
Ghirardo, Bordin, Caerano, Zago, Camozzato, Tessaro, Magagnin, Corato, Peveri
(st 18' Possamai), Canonico (st 36' Bouznadi), Biliato (st 24' Favaro). All.
Favero. VIDOR: I. Tessaro, Battistin (st 28' Bisiol), Da Riva (st 18' Piazza),
Geronazzo, Casagrande, Ferracin, Poletto, Fornasier, Q. Tessaro, Spagnol,
Filippi (st 27' Tormena). All. Guizzo. ARBITRO: Caramel di Treviso. NOTE:
Ghirardo sull' 1-0 para un rigore a Poletto. VENETO PRIMA Elleesse La Loggia -
Castagnole 2-0 GOL: pt 13' Pasquetti, 24' Facci. ELLEESSE: Andrighetto,
Cerchiaro, Caron (st 45' Bonin), Donà, Loda, Toniolo, Moro (st 35' Rebesco),
Bertolin, Chemello (st 25' Meneghini), Facci, Pasquetti. All. Comunello.
CASTAGNOLE: Manfrin, Dotto, Picozzi, Baseggio, Urio, Visentin, Nardin, Rossi,
Bamba (st 11' Gasparin), Silvestri (st 40' Pivato), Biasetto (st 11' Motta).
All. Calliman ARBITRO: Morelli di Verona. Ritorno tra 15 giorni.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Una
giornata a Zanardo, Burato e a sei di Prima Giovedì 26 Febbraio 2009, (m.m.)
Queste le delibere del giudice regionale. ECCELLENZA - Una gara: Zanardo (Union
CSV). Coppa Italia: Una gara a Zanette (Lia Piave). PROMOZIONE - Una gara:
Burato (Opitergina). PRIMA - Una gara: Andreazza, Sabbadin (Spineda), Drusian
(Cessalto), Foltran (Godega), Bertoldo (Pro Mogliano), Barbaresco (Sanfiorese).
Squalifica fino al 9 marzo a Liviero (all. Spineda). SECONDA - Una gara: Zampol
(Francenigo), Milani (Godigese), Valcarenghi (Paese), Bertollo, Gabin
(Campigo), La Rocca, Pozzobon (Fossalunag), Felline, Roncalli
(SP), Santinello (Maser), Miotto (Virtus Csm Farra). Squalifica fino la 2 marzo
a Michielin (ass. arbitro Monastier). Trofeo Veneto: Una gara a Mognon (Virtus
Csm Farra). JUNIORES ÈLITE - Una gara:a Dal Zotto (Cornuda Crocetta), Zampieri
(Vittorio Veneto). Inibizione fino al 2 marzo a Marcon (dir. Vittorio
Veneto). REGIONALI - Una gara: Pavanello (Aurora Treviso Due). ALLIEVI - Due
gare: Torresan (Montebelluna), Vettori (Liventina Gorghense). Una: Colladon,
Sossai (La Marenese), Segato (Montebelluna), Marangon (Montebelluna), ammenda
36 euro alla Liventina (insulti all'arbitro). GIOVANISSIMI - Una gara: Luna
(Union CSV). DISCIPLINARE - Ha respinto il reclamo del Feletto ed ha confermato
le quattro giornate di squalifica al giocatore Stefano Varaschin.
( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
(ASCA)
- Roma, 26 feb - Il 51% dei parlamentari e' favorevole all'interruzione di
alimentazione e idratazione artificiali; il 49% preferirebbe vivere in stato
vegetativo permanente. Netta invece la maggioranza di deputati e senatori (97%)
che crede sia giusto garantire ad ogni persona il diritto di indicare in un
testamento biologico le proprie volonta' sulle terapie, affinche' le stesse
siano tutelate sempre e comunque. Mentre il 69% dei parlamentari dichiara che
su idratazione e nutrizione artificiali ogni persona debba poter scegliere
liberamente,senza obblighi di legge. E' quanto emerge da un sondaggio
effettuato da Ecoradio nel Parlamento italiano sulla questione testamento
biologico interpellando un campione di deputati e senatori,che rispecchia l'attuale
composizione parlamentare. Commentando il sondaggio ai microfoni di Ecoradio,
il senatore del Pd Ignazio Marino dice: ''Da questo sondaggio emerge che una
chiara maggioranza e' contraria al disegno di legge del governo. Mi sembra un
dato chiaro che riflette quello della popolazione italiana. Sarebbe importante
che i nostri parlamentari votassero nello stesso modo in cui pensano''.
''Sospetto - continua Marino - che molti miei colleghi parlamentari vogliano
essere mantenuti in stato vegetativo per decenni, pero' non ho mai incontrato
una persona che mi abbia detto di voler essere mantenuta in quella condizione
per decenni. Le persone sono libere di scegliere e se vogliono questo tipo di
assistenza debbono essere garantite; allo steso modo chiedo che si debba avere
la possibilita' di lasciare un indicazione sul fine vita''. Riguardo alla
'terza via' di Rutelli, Ignazio Marino dichiara ancora a Ecoradio: ''La 'terza
via' di Rutelli vuol dire tornare alla via che abbiamo ora ,cioe': decide il
medico. Oggi si deve pero' esercitare una scelta, la decisione finale e'
personale, non puo' prenderla il medico. Il testo della maggioranza invece di
aiutare le persone nel momento della sofferenza vuole essere un manifesto
ideologico senza neanche un euro di aiuti a chi ne ha bisogno''. Infine, alla
domanda se pensa di indire un referendum nel caso in cui dovesse passare la
legge approntata dal governo il senatore Ignazio Marino precisa: ''io sono un
chirurgo, come tale ho sempre un piano A, B e C. Il piano A
e' in Parlamento, se questo piano verra' rifiutato dal centro destra auspico
che la corte costituzionale valuti la legge e ci dica
se e' costituzionale o
meno. Se anche questo dovesse lasciare in piedi questa legge allora si dovra'
ricorre al referendum.
( da "KataWeb News" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Bio-Testamento:
Marino, maggioranza parlamentari contro ddl 26 febbraio 2009 alle 14:49 —
Fonte: repubblica.it — 1 commento Il 51% dei parlamentari è favorevole
all'interruzione di alimentazione e idratazione artificiali; il 49% dal canto
suo preferirebbe vivere in stato vegetativo permanente. Netta invece la
maggioranza di deputati e senatori (97%) che crede sia giusto garantire ad ogni
persona il diritto di indicare in un testamento biologico le proprie volontà
sulle terapie, affinché le stesse siano tutelate sempre e comunque. Mentre il
69% dei parlamentari dichiara che su idratazione e nutrizione artificiali ogni
persona debba poter scegliere liberamente, senza obblighi di legge. È quanto
emerge da un sondaggio effettuato da Ecoradio nel Parlamento italiano sulla
questione testamento biologico interpellando un campione di deputati e
senatori, che rispecchia l'attuale composizione parlamentare. Commentando
questo sondaggio ai microfoni di Ecoradio, il senatore del Pd Ignazio Marino
dice: "Da questo sondaggio emerge che una chiara maggioranza è contraria
al disegno di legge del governo. Mi sembra un dato chiaro che riflette quello
della popolazione italiana. Sarebbe importante che i nostri parlamentari
votassero nello stesso modo in cui pensano". "Sospetto- continua
Marino -- che molti miei colleghi parlamentari vogliano essere mantenuti in
stato vegetativo per decenni, però non ho mai incontrato una persona che mi
abbia detto di voler essere mantenuta in quella condizione per decenni. Le
persone sono libere di scegliere e se vogliono questo tipo di assistenza
debbono essere garantite; allo steso modo chiedo che si debba avere la
possibilità di lasciare un indicazione sul fine vita". Riguardo alla
'terza via' di Rutelli, Ignazio Marino dichiara ancora a Ecoradio: "La
'terza via' di Rutelli vuol dire tornare alla via che abbiamo ora , cioé:
decide il medico. Oggi si deve però esercitare una scelta, la decisione finale
è personale, non può prenderla il medico. Il testo della maggioranza invece di
aiutare le persone nel momento della sofferenza vuole essere un manifesto
ideologico senza neanche un euro di aiuti a chi ne ha bisogno". Infine
alla domanda se pensa di indire un referendum nel caso in cui dovesse passare
la legge approntata dal governo il senatore Ignazio Marino precisa: "io
sono un chirurgo, come tale ho sempre un piano A, B e C. Il
piano A è in Parlamento, se questo piano verrà rifiutato dal centro destra
auspico che la corte costituzionale valuti la legge e ci dica
se è costituzionale o meno.
Se anche questo dovesse lasciare in piedi questa legge allora si dovrà ricorre
al referendum. AGI
( da "Giornale.it, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
n.
49 del 2009-02-26 pagina 0 La Consulta a Prodi: "Fu illegale la revoca di
Petroni dal Cda Rai" di Redazione Il massimo organo della giustizia
amministrativa accoglie il ricorso della commissione di Vigilanza sulla tv di
Stato: "Il consigliere in quota Udc, cacciato nel maggio 2007 da Padoa
Schioppa, Udc doveva rimanere al suo posto" Roma - Non spettava al
ministro dell?Economia Tommaso Padoa Schioppa, d?intesa con
il presidente del Consiglio Romano Prodi, la revoca del consigliere di
amministrazione della Rai, Angelo Maria Petroni. Lo ha stabilito la Corte
Costituzionale accogliendo il ricorso presentato dalla commissione parlamentare
di Vigilanza sulla Rai. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano
( da "Rai News 24" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma
| 26 febbraio 2009 Rai, Consulta: il governo non poteva revocare Petroni dal
Cda Rai Non spettava al governo e in particolare al ministro dell'Economia e
delle Finanze proporre la reovca del consigliere di amministrazione Rai Angelo
Maria Petroni senza una deliberazione della Commissione parlamentare di
vigilanza. E' quanto ha stabilito la Corte Costituzionale
accogliendo il ricorso della commissione nei confronti del governo e così
risolvendo il conflitto di attribuzione sollevato dalla Vigilanza. La Consulta
ha dunque annullato la proposta di revoca presentata l'11 maggio del 2007
dall'allora ministro dell'Economia e finanze Tommaso Padoa Schioppa nei
confronti di Petroni, membro del Cda indicato dal ministero quale
azionista di riferimento. "La Corte Costituzionale - rende noto l'ufficio
stampa della Consulta - ha accolto il ricorso proposto dalla Commissione
parlamentare per l'indirizzo e e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi nei
confronti del Ministro dell'economia e delle finanze e del Presidente del
consiglio dei ministri, e ha dichiarato che non spettava al Governo, e per esso
al Ministro dell'economia e delle finanze, proporre la revoca del consigliere
d'amministrazione prof. Angelo Maria Petroni senza una previa deliberazione
della ricorrente Commissione". "La Corte, per l'effetto - conclude la
nota - ha annullatola proposta di revoca presentata dal Ministero dell'Economia
e delle Finanze in data 11 maggio 2007".
( da "AprileOnline.info" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Showdown
sul diritto di sciopero Ida Rotano, 26 febbraio 2009, 18:06 Il disegno di legge
delega al governo è all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di domani.
Si accende lo scontro tra governo e Cgil: "Credo che ci sia una larga
convergenza con la gran parte delle organizzazioni sindacali e dei datori di
lavoro. Temo però che manchi la Cgil", ha affermato il ministro Sacconi.
Non si fa attendere la reazione di Epifani: il governo, avverte "stia
attento, perché in materia di libertà del diritto di sciopero
costituzionalmente garantito bisogna procedere con molta attenzione" . Le
reazioni politiche La crisi economica morde sempre più e il governo,
colpevolmente cosciente del fatto che le misure anticrisi finora adottate sono
assolutamente insufficienti e che l'effetto annuncio non basterà a farlo
passare indenne in una recessione economica che ha appena iniziato a farsi
sentire, decide di dare il colpo finale al mondo del lavoro per disinnescare il
pericolo di una vasta opposizione sociale. Così, arriva lo showdown sul diritto
di sciopero. Ufficialmente si tratta di "far convivere" il diritto costituzionale alla protesta dei lavoratori con quello degli
interessi dei cittadini-utenti. Ufficialmente la nuova regolamentazione
riguarderà solo il settore dei trasporti. Ma la realtà rischia di essere molto
diversa: il governo rifiuta di legiferare sulla democrazia sindacale, respinge
l'ipotesi che le lavoratrici e i lavoratori possano decidere sulle piattaforme
e sugli accordi con il loro voto e, nello stesso tempo, gli impone di non
scioperare o di scioperare virtualmente. I tempi della riforma. La proposta di
riforma delle leggi che regolano le agitazioni nei servizi pubblici essenziali,
specificatamente nei trasporti verrà approvata domani in consiglio dei
ministri. Tre i punti chiave della bozza: l'idea di introdurre un referendum in
azienda per verificare se la maggioranza dei lavoratori vuole l'agitazione,
l'ipotesi di chiedere una comunicazione anticipata dell'adesione di un
dipendente allo sciopero, infine, il concetto di "sciopero virtuale".
In pratica una giornata di agitazione che prevede comunque il lavoro di chi
aderisce e che porta in beneficenza il corrispettivo dovuto e non pagato
dall'azienda a chi sciopera. Il ministro Sacconi ha detto di "confidare in
una larga convergenza con la gran parte delle organizzazioni sindacali e dei
datori di lavoro" ad eccezione della Cgil. Poi in un confronto/scontro a
distanza con Guglielo Epifani, il ministro definisce "assurde" le
accuse di forzatura sul diritto di sciopero e anticipa che il governo "non
accetterà veti". "Ricordo a Epifani - dice il ministro del welfare -
che il Governo ha proceduto a definire un cauto percorso di consultazione con
le parti sociali relativamente all'ipotesi di regolazione delle modalità di
conciliazione tra diritto di sciopero e diritto alla libera circolazione delle
persone. Il Consiglio dei ministri del 17 ottobre scorso (ben oltre quattro
mesi fa) ha approvato prime linee guida in materia, cui è seguita una
consultazione delle parti sociali con la presenza di tutti i segretari generali
(Epifani era rappresentato dal segretario confederale Solari). Sono stati
richiesti contributi anche scritti e in tempi ancor più lunghi di quelli
annunciati - prosegue Sacconi -. Si ritorna ora al Consiglio dei Ministri sulla
base di un testo che ha recepito molte delle indicazioni presentate dalle parti
sociali. Si tratterà ovviamente di un disegno di legge (e non di un decreto
legge) contenente deleghe che, una volta approvate dal Parlamento, saranno
oggetto di relativa consultazione espressamente prevista dalla norma". Il
monito della Cgil. Se il Governo intende riformare il diritto di sciopero dei
servizi di pubblica utilità con l'obiettivo di ridurre una libertà garantita
dalla Costituzione, la Cgil si opporrà. "Vedremo cosa il Governo deciderà
affettivamente - ha detto Epifani - stia molto attento perchè in materia di
libertà, di diritto allo sciopero che è una libertà delle persone
costituzionalmente garantite, bisogna procedere con grande attenzione".
Epifani ha aggiunto che "se il Governo intende, partendo dal problema del
rispetto del diritto degli utenti, ridurre una libertà fondamentale la Cgil si
opporrà ora e dopo". Il leader della Cgil ha comunque confermato la
disponibilità della sua organizzazione a confrontarsi con l'esecutivo.
"Naturalmente - ha detto - su materie come questa se il Governo decide,
nella sua bontà, di discutere anche con le organizzazioni sindacali noi siamo
pronti. Naturalmente, sulla base delle nostre opinioni". Epifani ha
ricordato che "il sindacato confederale italiano è sempre stato attento a
conciliare il diritto di sciopero con quello degli utenti, in modo particolare
nel settore dei trasporti. Se c'è da aggiustare qualcosa di una normativa pure
rigida che abbiamo - ha sottolineato - eventualmente questo lo si può vedere.
Ma se si vogliono introdurre forzature che limitano poteri e prerogative è
un'altra questione". Secondo il leader della Cgil "tutto dipende da
cosa il Governo decide e dalle questioni che porrà. A mio modo di vedere non si
può decidere uno sciopero con il 51%, mentre il 49% non può mai scioperare".
Sullo sciopero virtuale, Epifani ha affermato che "può essere aggiuntivo e
mai sostitutivo". Sul fatto di dichiarare l'adesione preventiva allo
sciopero, il segretario generale della Cgil ha osservato che "può essere
un modo per rendere inutile uno sciopero. Attorno a questi nodi è evidente che
ruoterà il confronto, se il Governo intende aprirlo. Il Governo stia molto
attento su questa cosa". Il numero uno di Corso Italia ha confermato che
su questi temi si tenterà una intesa anche con Cisl e Uil. Ma - ha concluso -
"se uno pensasse di estendere ad altri settori lo sciopero e di forzare la
Costituzione è chiaro che ci sarebbe un problema di democrazia. Infatti non c'è
solo il problema del diritto degli utenti, talvolta uno sciopero fatto bene
aiuta a regolare il conflitto meglio di altre forme improprie". Ma i
sindacati non fanno fronte comune. La Cisl ha detto sì al progetto del governo
a patto che riguardi solo i trasporti. Plausi nel centrodestra. Il presidente
della commissione di Garanzia per gli scioperi, Antonio Martone, approva il
progetto di riforma che il Governo si accinge a varare, spiegando che "va
bene perché raccoglie molte delle indicazioni giunte in questi anni dal
Parlamento". Occorre comunque gradualità ed "è importante che i criteri
sulla rappresentanza arrivino dalle parti sociali". Netta la posizione del
presidente della Camera, Gianfranco Fini: "E' auspicabile" che almeno
alcuni aspetti dell'esercizio del diritto dello sciopero "possano essere
riassorbiti sul terreno politico delle trattative tra datori di lavoro e
sindacati, ma è sempre più urgente avviare una riflessione sulla 'tenuta' della
vigente disciplina di settore per individuarne lacune e prospettare ipotesi di
adeguamento alla nuova realtà". Fini, aprendo i lavori dell'Autorithy sull'attuazione
della legge sullo sciopero, aggiunge: "Non si tratta di soffocare il
diritto di sciopero, ma di armonizzarlo con l'esercizio degli altri diritti di
tutti i cittadini, con un bilanciamento che deve tener conto dell'evoluzione
sociale". Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio,
afferma: "Non si può più pensare agli scioperi selvaggi. C'è l'idea del
cosiddetto 'sciopero virtuale'. Oggi lo sciopero dei trasporti non punisce
certo l'azienda degli autobus o dei treni, ma il pendolare e chi deve andare al
lavoro. Allora perché non fare uno sciopero virtuale: si fa sapere che lo
scioperante avanza delle rivendicazioni nei confronti dell'azienda, dopodiché
il denaro che il lavoratore avrebbe perso a causa dello sciopero si potrà destinare
alla beneficenza o ai fondi per la cassa integrazione". E Umberto Bossi
spiega così la posizione della Lega in merito all'intervento sullo sciopero che
il Governo sta preparando: "Gli scioperi selvaggi non vanno bene, perchè
portano via altri diritti ai cittadini. Bisogna trovare un compromesso con il
diritto allo sciopero che è garantito dalla Costituzione e che è parte della
nostra storia". Il Partito democratico è atteso al varco. Di
"proposta positiva", in riferimento allo sciopero virtuale, parla il
giuslavorista Pietro Ichino, senatore democratico. Da lui è stata depositata a
Palazzo Madama quattro mesi fa un ddl sul tema. "La nostra proposta è
stata discussa a novembre con le parti sociali ivi comprese la associazioni dei
consumatori, quella del governo, per ora, è solo un atto unilaterale. Ignoriamo
quali consultazioni abbia fatto in proposito il governo e quali siano stati i
risultati, in tutti i casi non è certo questo il modo di procedere su questa
materia", spiega Ichino. "Il governo si è rifatto alla nostra
elaborazione inserendo elementi di provocazione e alcune contraddizioni che non
giovano alla limpidezza della sua iniziativa e rischiano di essere
controproducenti sul piano dell'applicazione pratica". Pierluigi Mantini
dice "no" a forzature, ma sottolinea come "certamente c'e' la
necessita' di regolamentare meglio lo sciopero nei servizi pubblici essenziali,
per arrecare un danno limitato all'utenza e per evitare che si arrivi a quelle
forme riconducibili agli scioperi selvaggi". Enrico Letta, Tiziano Treu e
Cesare Damiano si affidano ad una nota congiunta: "La materia dello
sciopero è troppo rilevante, sul piano costituzionale
e politico, per essere affrontata con iniziative unilaterali del Governo, tanto
più con lo strumento della legge delega, già largamente abusato
dall'esecutivo", scrivono. "Condividiamo l'esigenza che l'esercizio
dello sciopero sia reso compatibile con la tutela dei cittadini e che si
possano trovare regole per migliorare questa tutela, specie nel settore dei
trasporti dove la regolamentazione attuale non ha impedito gravi disagi ai
cittadini soprattutto per iniziative conflittuali di organizzazioni poco o
niente rappresentative. La definizione di queste regole deve essere oggetto di
una ricerca comune con le parti sociali che possa essere base di una soluzione
legislativa". "Riteniamo quindi urgente - proseguono i tre esponenti
del Pd - che il Governo predisponga un tavolo di confronto con tutte le parti
interessate per valutare gli interventi più adatti in materia: strumenti
negoziali di prevenzione dei conflitti, procedure di proclamazione che
verifichino l'effettiva volontà dei sindacati e dei lavoratori in ordine al
conflitto, anche con ricorso al referendum, forme alternative di conflitto,
come lo sciopero virtuale, non lesive dei diritti dei cittadini". Per Rosy
Bindi, il governo sbaglia tempi e modi per intervenire sulla regolamentazione
del diritto di sciopero nel trasporto pubblico. "La scelta di un disegno
di legge delega che incide in maniera così rilevante su questa materia appare
molto problematica, sembra infatti prevalere la volontà politica di
sterilizzare il dissenso che non la ricerca di contemperare i legittimi
interessi dei lavoratori e degli utenti". E la vicepresidente della Camera
aggiunge: "Lo sciopero è un diritto costituzionalmente garantito,
limitarne il ricorso in presenza di una situazione economica e sociale assai
difficile diventa pericoloso soprattutto se queste norme dovessero configurarsi
come il nuovo tassello di una strategia che produce la divisione tra i
sindacati e la contrapposizione tra lavoratori. Serve prima di tutto un
confronto con le parti sociali e con il Parlamento, espressione della
rappresentanza dell'interesse generale". Netto il senatore Paolo Nerozzi,
della sinistra democrats: "Nessuna legge sullo sciopero senza un accordo
con Cgil, Cisl e Uil". "E' indispensabile - aggiunge Nerozzi -
lavorare contemporaneamente, in tema di regolamentazione dello sciopero, a
nuove norme utili a garantire la certezza della rappresentanza sindacale, a
partire della piattaforma sindacale unitaria che già prevedeva importanti
innovazioni in tal senso. Il compito del legislatore, in questa materia così
delicata, dovrebbe attenersi al recepimento degli accordi delle parti sociali.
Naturalmente dovremo leggere attentamente quello che il governo sta
predisponendo. Ma - continua il senatore del Pd - da subito desidero invitare
l'esecutivo a fare molta attenzione in materia di libertà del diritto di
sciopero. Si tratta della libertà delle persone, costituzionalmente garantita.
E' necessario, quindi, procedere con cautela, sensibilità e coinvolgimento di
tutti. Inoltre - conclude Nerozzi - un provvedimento che assumesse un taglio
ideologico in tema di restringimento del diritto di sciopero, rischierebbe di
aumentare la conflittualità sia nelle modalità tradizionali sia in vecchie
forme corporative". La sinistra annuncia le barricate. "Dopo aver
cancellato la rappresentanza e il conflitto sul terreno politica e istituzioni,
questo Governo prova a cancellare le esperienze di conflitto sociale e i
diritti inalienabili dei lavoratori e lavoratrici, sia individuali che
collettivi". E' quanto dichiara Franco Giordano, esponente del Movimento
per la Sinistra. "E' veramente inquietante, occorre una mobilitazione
democratica - dice Giordano - perchè quello che si mette in atto è una vera e
propria stretta autoritaria: in un momento di crisi drammatica vogliono
imbavagliare il mondo del lavoro, scaricando su di esso tutti i costi della
crisi". Per Giorgio Cremaschi della Fiom-Cgil ed esponente della Rete 28
Aprile, "il diritto allo sciopero è un diritto individuale e già esistono
le leggi che lo disciplinano. Trasformarlo in un potere dei sindacati
maggioritari, tra l'altro da attuare in forme virtuali, cioè inesistenti,
significa semplicemente cancellare tale diritto. Né vale la tesi per cui questa
misura eccezionale e antidemocratica avrebbe effetti solo nel settore dei
trasporti. E' evidente, infatti, che i principi che qui vengono affermati,
proprio perché affrontano temi di carattere costituzionale,
non possono essere ristretti a un solo settore. Limitare la libertà, imporre
autoritariamente le decisioni e reprimere il dissenso è una caratteristica
tipica dei sistemi antidemocratici e, nella nostra storia, è la caratteristica
autentica del fascismo", continua il sindacalista. "Se il Governo
andrà avanti su queste misure, occorrerà una risposta politica e sindacale
senza precedenti, sia sul piano delle relazioni sociali e sindacali, sia sul piano del ricorso alla magistratura e alla Corte
Costituzionale. E' chiaro che dopo questa scelta, con questo Governo ci puo'
essere solo rottura e conflitto sociale". Per Paolo Ferrero: "Il
governo attacca il diritto di sciopero, perché vuole far pagare la crisi ai
lavoratori e portare avanti un disegno complessivo di attacco e stravolgimento
della Costituzione, aggredendo i sindacati dopo averlo fatto con la
magistratura". Secondo il leader del Prc il governo pensa di
"cominciare con i trasporti per poi cambiare il diritto di sciopero in
tutti i settori perché vogliono stravolgere tutto. L'attacco a questo diritto costituzionale è sempre motivato in modo diverso- spiega -
ma la verità è che i lavoratori sono costretti a scioperare perché le aziende
non rispettano i contratti, soprattutto quelle dei trasporti.Il governo vuole
la guerra tra i poveri per coprire le sue responsabilità".
( da "AprileOnline.info" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Popolarità
o populismo? Giustiniano Rossi, da Parigi, 26 febbraio 2009, 19:33 La
riflessione/2 In un periodo di crisi come quello attuale sarebbe lecito
attendersi una crescente impopolarità dei responsabili dei governi ed un
aumento di consensi per i loro oppositori. Invece un rapido viaggio attraverso
le più importanti cancellerie europee rivela una realtà più complessa e
contraddittoria In un periodo di crisi come quello attuale, con le banche che
devono ricorrere allo Stato per evitare la bancarotta, le imprese la cui sorte
dipende dal sostegno finanziario pubblico, i lavoratori dipendenti che non
sanno come arrivare alla fine del mese, i pensionati ormai ridotti in una
condizione di indigenza, i giovani disoccupati fino a 25 o 30 e precariamente
occupati in seguito, i migranti trattati come criminali, sarebbe lecito
attendersi una crescente impopolarità dei responsabili dei governi ed un
aumento di consensi per i loro oppositori. Invece un rapido viaggio attraverso
le più importanti cancellerie europee rivela una realtà più complessa e
contraddittoria. Il primo ministro inglese, Gordon Brown, che sei mesi fa aveva
recuperato non pochi consensi rispetto all'opposizione conservatrice in virtù
della sua rapida reazione alla crisi finanziaria, crolla al 28% delle
intenzioni di voto contro il 48% dei conservatori per l'aggravarsi della crisi,
l'inefficacia del piano di salvataggio delle banche, il crollo del settore
immobiliare e le incertezze sugli aiuti all'industria automobilistica. Il primo
ministro spagnolo José-Luis Zapatero, dopo aver negato l'esistenza della crisi
fino ad agosto
( da "Reuters Italia" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA (Reuters) - Con una sentenza pubblicata oggi la Corte
costituzionale ha stabilito
che non spettava al governo (nel caso specifico al ministro dell'Economia
Tommaso Padoa-Schioppa) revocare dal suo incarico il consigliere di
amministrazione della Rai Angelo Maria Petroni. Lo rende noto un comunicato
della Consulta.
"La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso proposto dalla Commissione
parlamentare per l'indirizzo e e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi nei
confronti del ministro dell'Economia e delle finanze e del presidente del
Consiglio dei ministri, e ha dichiarato che non spettava al governo, e per esso
al ministro dell'Economia e delle finanze, proporre la revoca del consigliere
d'amministrazione Angelo Maria Petroni senza una previa deliberazione della
ricorrente Commissione", si legge nella nota dell'ufficio stampa. "La
Corte, per l'effetto ha annullatola proposta di revoca presentata dal ministero
dell'Economia e delle finanze in data 11 maggio 2007", si conclude così la
vicenda che aveva visto opposti il consigliere di amministrazione, nominato su
proposta del ministro dell'Economia (all'epoca Giulio Tremonti), e non gradito
al suo successore che ne aveva deciso la decadenza. Petroni, in un primo tempo
sostituito da Fabiano Fabiani, era poi stato reintegrato nelle sue funzioni.
( da "Velino.it, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono
inserite. POL - *Rai: sulla revoca di Petroni la Consulta dà ragione a Landolfi
--IL VELINO SERA-- Roma, 26 feb (Velino) - Non spettava al governo proporre
l?11 maggio 2007 la revoca del consigliere d?amministrazione della Rai Angelo
Maria Petroni (reintegrato dal Tar dopo tre mesi). Il ministro dell?Economia,
Tommaso Padoa-Schioppa, “senza una previa deliberazione della Vigilanza Rai”,
non avrebbe dovuto agire. Con queste motivazioni la Corte costituzionale
ha definito finalmente quel conflitto di attribuzioni sollevato a novembre 2007
dalla Vigilanza (all?unanimità) nei confronti di Tps. L?ultima parola nella
decisione di rimuovere un consigliere d?amministrazione della Rai spetta dunque
al Parlamento, per il tramite della Vigilanza, per i sette consiglieri
d?amministrazione di nomina parlamentare. E spetta al governo, ma solo previa
deliberazione di San Macuto, sugli altri due amministratori indicati
dall?azionista. Una sentenza che colma una lacuna evidente della Gasparri, che
non sembra avere ripercussioni sulla procedura di nomina in atto e che tornerà
utile nelle stagioni future del settimo piano. (glv) 26 feb 2009 19:02
( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
(ASCA)
- Roma, 26 feb - ''Anche se a distanza di qualche mese, le valutazioni espresse
a suo tempo dal centrodestra trovano conferma nel pronunciamento della Corte Costituzionale che ha accolto il ricorso presentato a
suo tempo dalla Commissione di Vigilanza RAI. Nulla da aggiungere rispetto a
quanto gia' detto sulla figuraccia rimediata dall'allora ministro Padoa
Schioppa e quindi da Prodi. Questo significa anche riconoscere la validita' del
ruolo della Commissione di Vigilanza e soprattutto le sue competenze e la sua
utilita'. Ora, in presenza di una vittoria cosi' schiacciante, non e'
tempo di polemizzare ulteriormente e quindi attendiamo dal centrosinistra
valide indicazioni per procedere con il completamento del Cda Rai''. Lo dice il
senatore Alessio Butti, capogruppo Pdl in Commissione di Vigilanza Rai.
( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma,
26 feb. (Apcom) - Non spettava al Governo decidere la revoca del consigliere di
amministrazione Angelo Maria Petroni. La Corte
Costituzionale dà ragione alla commissione di Vigilanza, che aveva sollevato un
conflitto di attribuzione nei confronti del ministro dell'Economia Tommaso
Padoa-Schioppa e del premier Romano Prodi in merito alla revoca del
rappresentante del Tesoro in cda: la Bicamerale di San Macuto, stabilisce la
Consulta, avrebbe dovuto deliberare in merito. Una decisione che, per
qualcuno, potrebbe anche avere effetti sulle questioni di stretta attualità
politica, come la nomina, attesa a giorni, del rappresentante dell'azionista
nel nuovo consiglio di amministrazione di Viale Mazzini. La vicenda Petroni si
apre l'11 maggio 2007, quando il cdm sotto la guida di Romano Prodi approva la
richiesta di revoca dell'allora titolare dell'Economia. Il 7 giugno il Tar approva
la richiesta di sospensiva della procedura di revoca avanzata da Petroni.
Nonostante ciò, il 10 settembre, Petroni viene rimosso e sostituito, al settimo
piano di Viale Mazzini, da Fabiano Fabiani. Il 16 novembre il Tar accoglie il
ricorso di Petroni contro la sua sostituzione: sei giorni dopo il Governo
chiede la sospensione della sentenza. Una richiesta bocciata il 4 dicembre dal
Consiglio di stato, che reintegra Petroni nel cda. Nel frattempo, il 26
settembre del 2007, la commissione di Vigilanza aveva sollevato un conflitto
d'attribuzione, giudicato ammissibile il 27 febbraio del 2008. Oggi la
pronuncia finale che, più che nel merito del caso (di fatto chiuso: Petroni
siede ancora nel cda) potrebbe avere effetti anche sulle prossime nomine. La
questione è verificare se la sentenza odierna, oltre che a stabilire criteri
per la revoca del rappresentante del Tesoro, ne stabilisce anche quelli di
nomina: può, a questo punto, l'azionista nominare il suo fiduciario senzala
preventiva deliberazione della Vigilanza, come prevede la legge Gasparri? Non
ha dubbi l'ex ministro Paolo Gentiloni, che si chiede "come farà il
governo a nominare il proprio rappresentante nel nuovo Cda Rai. Sembra infatti
impossibile - osserva - che il potere esclusivo del governo, negato sulla
revoca, possa sopravvivere per la nomina del consigliere". Secondo il
capogruppo del Pd, Fabrizio Morri, il pronunciamento della Corte conferma che è
necessaria una modifica della legge Gasparri. E anche l'ex presidente della
Vigilanza, Mario Landolfi, promotore del conflitto ammette: "se la
sentenza è 'manipolativa' allora si può ipotizzare che non potendo il Tesoro
revocare, non può nemmeno nominare in autonomia. Ci sarebbe quindi un vuoto
legislativo e la necessità di modificare la Gasparri in quel punto". Di
tutt'altro avviso il sottosegretario con delega alle Comunicazioni, Paolo
Romani: "Oggi sono definitivamente sfumate le ipotesi di riscrittura della
legge Gasparri" con una sentenza "che riafferma la centralità del Parlamento".
Mentre il costituzionalista del Pd Stefano Ceccanti, pur sottolineando la
necessità di una modifica della legge Gasparri, osserva che non c'è automatismo
tra potere di nomina e quello di revoca: "Quando una legge stabilisce il
potere di nomina, non sempre implicitamente stabilisce quello di revoca. Ad
esempio, nonostante la Costituzione preveda l'esclusivo potere di nomina dei
ministri da parte del presidente del Consiglio, la dottrina ritiene che non
esista un potere di revoca. E' analogo a quanto avvenuto oggi". La Consulta,
insomma, si è pronunciata sul potere di revoca, e non su quello di nomina
espressamente previsto dalla legge. Che, dunque, non verrebbe messo in
discussione. Intanto, già martedì il Tesoro potrebbe nominare il suo
rappresentante in Cda (dovrebbe rimanere Petroni): per quel giorno è convocata,
infatti,l'Assemblea degli azionisti dell'azienda per gli adempimenti previsti
con la nomina del cda. Tradotto: ratifica dei sette consiglieri eletti dalla
Vigilanza, nomina del rappresentante del Tesoro e indicazione del presidente.
Su quest'ultima, spinosa questione, sono stati avviati i contatti tra
maggioranza e opposizione. Questa mattina, i commissari del Pd sono stati
informati dello stato delle trattative: le ipotesi, spiegano i partecipanti
alla riunione, "sono tutte ancora sul tavolo". Il nodo da sciogliere,
in primo luogo, è se spingere per una riconferma di Petruccioli o puntare su un
nome nuovo. Solo dopo aver sondato Palazzo Chigi sulle possibilità di prorogare
l'attuale presidente, Franceschini passerà a indicare un nome, o più
probabilmente, i nomi alternativi. Non è detto comunque che entro lunedì si
riesca a trovare la quadra. Tra le ipotesi illustrate stamane, infatti, anche
quella di un ulteriore rinvio: sarebbe l'extrema ratio, ma l'Assemblea degli
azionisti di martedì potrebbe decidere di formalizzare solo le nomine dei sette
consiglieri votati dalla Vigilanza, e lasciare in stand by la pratica della
presidenza. Che sarebbe occupata 'ad interim', come già accaduto più volte
nella storia dell'azienda, dal consigliere anziano, in questo caso Guglielmo
Rositani.
( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma,
26 feb. (Apcom) - L'ex presidente della Vigilanza Rai, Mario Landolfi, non
nasconde la soddisfazione per il pronunciamento della Corte
costituzionale sul caso
Petroni: "Sono molto soddisfatto, soprattutto per quello che ho dovuto
passare per convincere gli altri commissari della fondatezza della mia
battaglia". La Corte, per l'ex presidente della bicamerale di San Mcuto,
"ha stabilito come la revoca di un consigliere della Rai senza il
preventivo parere della commissione di Vigilanza, e quindi del
Parlamento, si configuri come un abuso, anzi come un sopruso, che fu quello
compiuto dal ministro Padoa-Schioppa". Ora, spiega Landolfi, si aprono due
strade per la risoluzione dei nodi politici più attuali: "Se la Corte si è
limitata ad esaminare il caso di specie, ha semplicemente ribadito il principio
che è essenziale il ruolo della Vigilanza nella revoca, se invece - spiega
Landolfi - la sentenza è 'manipolativa' allora si può ipotizzare che se il
Tesoro non può revocare, non può nemmeno nominare in autonomia. Ci sarebbe
quindi un vuoto legislativo e la necessità di modificare la Gasparri in quel
punto".
( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma,
26 feb. (Apcom) - "Contro il Consigliere RAI Angelo Maria Petroni c'è
stata una vera e propria caccia all'uomo scatenata da Prodi e dalla sinistra.
Lo conferma la Corte Costituzionale che ha detto
chiaramente che l'ex-Ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa non avrebbe
potuto cacciare Petroni dalla tv pubblica". Lo afferma in una nota il
vicepresidente della commissione di Vigilanza. "Nella scorsa legislatura -
ricorda Lainati - ci siamo battuti da oppositori in Commissione di Vigilanza
Rai contro questo vero e proprio atto di violenza politica voluto dalla
sinistra-unionista, ed oggi la Consulta ci dà finalmente ragione. La
defenestrazione del Prof. Petroni giunse al culmine di una campagna politica e
di stampa contro il rappresentante del Ministero dell' Economia nel cda Rai,
considerato da Prodi e da Padoa-Schioppa un avversario".