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Report "Giustizia"    25-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Grandi opere e Casinò all'esame in Consiglio ( da "Stampa, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale). Il calendario dei lavori della due giorni consiliare prevede inoltre la discussione di due mozioni proposte dalle forze di opposizione, una in tema di riduzione dell'Iva sulla ristorazione e l'altra tesa alla partecipazione della Valle d'Aosta alle iniziative in programma per la manifestazione «Torino capitale europea dei giovani»

Sul piano casa il Pd starà con le regioni ( da "EUROPA ON-LINE" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: qualche regione farà ricorso alla Corte costituzionale (l?Umbria lo ha già annunciato), lo vincerà e si creerà una situazione caotica, con quei cittadini che intanto hanno costruito che non sapranno che fare. L?atteggiamento intransigente delle regioni sul piano casa, tranne qualche isolata eccezione come Veneto e Sardegna, è largamente condiviso da tutti i governatori.

India's Tata Motors May Get 500,000 Orders for Nano, World's Cheapest Car ( da "Bloomberg" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: an auto industry analyst at CSM Worldwide Inc. "In four to five years, the Nano is going to play a big role." One million of the aluminum-framed vehicle may be sold each year as families swap motorbikes for the four-door Nano, Ratan Tata said March 23. Sales of two-, three- and four-wheelers surged 59 percent in the past five years to 9.

Congedo retribuito: spetta anche ai figli dei portatori di handicap ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Congedo retribuito: spetta anche ai figli dei portatori di handicap Una recente senza della Corte costituzionale ha esteso ai figli conviventi di soggetti portatori di handicap grave, il diritto ad usufruire, a particolari condizioni, del congedo retribuito previsto dall'articolo 42 del D.L.vo 151/2001, per l'assistenza continuativa.

Concentrazione televisiva. La guerra dei trent'anni ( da "Articolo21.com" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ennesima e puntualissima sentenza del 2003 della Corte Costituzionale, finendo sotto il mirino della Corte di giustizia, la quale condanna l'Italia per l'uso improprio delle frequenze nel fondamentale passaggio al digitale. Quest'ultimo diventa da opportunità a ennesimo regalo al trust. Rimane a bagnomaria Europa 7, cui furono date le concessioni, ma non le frequenze.

Il presidente della Repubblica Napolitano scrive al premier e chiede di tener conto del parere delle Regioni ( da "Cittadino, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini». In vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni di oggi, anche ieri come nei giorni scorsi, molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini - hanno criticato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci.

di Claudio Fabretti Rush finale con giallo per il piano casa. E' stato lo... ( da "Leggo" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: avviare un confronto con le Autonomie in merito a iniziative legislative finalizzate a un rilancio dell'attività edilizia e del tessuto urbanistico». Sull'iter del provvedimento pende la minaccia di ricorso alla Corte Costituzionale da parte di alcune Regioni. «Si ricrederanno anche sulla spinta dei cittadini» la convinzione di Berlusconi.

Il Tar dà ragione ai vu' cumprà ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per questo ha deciso che la questione di legittimità costituzionale sollevata dall'avvocato veneziano Angelo Pozzan per conto dell'Associazione venditori ambulanti immigrati di Venezia non è manifestamente infondata e ha sospeso il giudizio investendo della questione la Corte costituzionale. Quelle due righe della legge regionale ha permesso a molti comuni veneti,

Liapiave per i tre punti a Muggia ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In serata si giocheranno le gare di ritorno della semifinale: Suseganese-San Gaetano e CSM Resana-Follinese. All'andata un poker di reti del San Gaetano ha ipotecato già il passaggio in finale: non sarà facile per la Suseganese ribaltare il risultato. Nell'altra sfida invece tutto da decidere: Resana in vantaggio grazie alla vittoria dell'andata per 2-1.

casa, retromarcia di berlusconi la riforma non riguarda le città - paola coppola ( da "Repubblica, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: accetta la richiesta di ritirarlo scongiurando il rischio di un ricorso alla Corte Costituzionale da parte delle Regioni. Sulla decisione del premier ha pesato anche una lettera del presidente Napolitano per raccomandare, ancora una volta dopo l´incontro del 17 marzo, di tenere conto del parere delle Regioni sul piano-casa, che «se c´è, è riservata», chiariscono fonti del Quirinale,

piano casa, dietrofront di lombardo "ampliamenti possibili anche in sicilia" - emanuele lauria ( da "Repubblica, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La giunta regionale ha deciso anche di fare ricorso alla Corte costituzionale contro le norme varate dal parlamento nazionale a febbraio (il cosiddetto decreto taglia-leggi di Calderoli) che ha provocato la cancellazione di 14 Comuni siciliani, attraverso l´abrogazione delle disposizioni istitutive.

costituzione, legalità ed energia consulte di studenti a confronto ( da "Nuova Sardegna, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il ruolo della Corte costituzionale sono stati i temi su cui ha insistito la ricercatrice. Giovanni Depaoli, ricercatore dell'Enea, ha illustrato il progetto "Educarsi al futuro", stimolando la riflessione degli studenti sulla variazione della distribuzione della ricchezza mondiale dal 1960 al 2000 (con sensibile aumento della povertà)

ROMA - Giorgio Napolitano scrive al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per raccomandare di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa ( da "Adige, L'" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che anche le Regioni che vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini». In vista della Conferenza unificata Stato-Regioni, anche ieri molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini - hanno criticato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci.

Piano casa, interviene Napolitano ( da "Italia Oggi" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e a non correre quindi il rischio di vedersi bocciare il decreto dalla corte costituzionale. Berlusconi, però, ha negato di avere ricevuto missive dal capo dello stato. Così come hanno negato qualsiasi coinvolgimento cartaceo fonti del Quirinale, che hanno accreditato l'ipotesi di una comunicazione personale e riservata tra i due presidenti.

Bassolino, altra bomba da 200 mln ( da "Italia Oggi" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e respinto dalla Corte costituzionale. Il governatore la settimana scorsa ha azzerato le cariche dei manager delle Asl, piazzandovi al loro posto tutti uomini di sua fiducia. Ne è venuta fuori quella che è stata già ribattezzata come «la sanità di Bassolino», dopo una notte di decisioni che qualcuno non ha esitato a definire come «dei lunghi coltelli»

Le Camere Penali ( da "Riformista, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è la scommessa di un "paese normale", in cui il CSM sia sottratto al ricatto delle correnti ed ai giochi di potere, la giurisdizione torni a guadagnare la propria nobiltà e la fiducia dei cittadini introducendo il giudice terzo preteso dalla Costituzione, ma soprattutto nel quale si marchi chiaramente una discontinuità con il passato.

PRESIDENTE TOSCANA MARTINI SUL DECRETO DEL GOVERNO : ( da "marketpress.info" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In caso contrario, saremo costretti a ricorrere alla Corte Costituzionale e a varare quanto prima una legge regionale che consenta alla Toscana di difendere il lavoro fatto, con fatica, in tutti questi anni e di salvare il suo patrimonio paesaggistico. » . <

Villafontana riunita? Ricomincia la battaglia ( da "Arena, L'>" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che nel 2000 una sentenza della Corte Costituzionale annullò la legge regionale che disciplinava il referendum. L'unificazione fu definita allora (era sindaco Massimo Brugnettini) un sopruso e un atto illegittimo, perché al referendum furono chiamati a votare tutti i cittadini di Bovolone, ma non tutti quelli di Isola (votarono solo 72 abitanti di Villafontana che espressero 55 no)

il rischio di una corsa alla dia per evitare la legge anti-decreto - simona poli ( da "Repubblica, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Toscana, che annuncia ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di competenze, sta già preparando una sua legge in materia. Ma è già certo che dal momento della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, comunque il decreto del governo farà saltare ogni altra normativa regionale e comunale.

Palminota, votato il trasferimento ( da "Provincia Pavese, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: votato il trasferimento Lo ha deciso il Csm. Ma ora il presidente può ricorrere al Tar MARIA FIORE PAVIA. La decisione, che annuncia l'avvio di una fase non certo facile per il Tribunale di Pavia, è arrivata dopo pochi mesi. La commissione del Csm, che era stata chiamata a pronunciarsi sul caso, ha deliberato all'unanimità il trasferimento del presidente del Tribunale,

Questa legge sarà sommersa dai ricorsi ( da "Unita, L'" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Alla prima applicazione si creerà un problema di contrasto tra medico, fiduciario o il parente stretto. Ci saranno ricorsi immediati e ripetuti all'autorità giudiziaria e a questo si potrebbe aggiungere un ulteriore serie di ricorsi in sede di Corte Costituzionale. Intervista a Felice Casson

berlusconi frena: solo ville e villette - vindice lecis ( da "Nuova Venezia, La" del 25-03-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sul possibile decreto pesano inoltre le minacce di ricorso alla Corte costituzionale prospettate da alcune Regioni. Il presidente della Conferenza, Vasco Errani, vede infatti nel testo speditogli dal governo venerdì scorso «un profilo di incostituzionalità. Bisogna non andare avanti ma aprire un confronto serio e di merito perché servono regole valide e condivise».

il "sì" convinto arriva solo da lombardia e sicilia ( da "Nuova Venezia, La" del 25-03-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: pronte a ricorrere alla Corte costituzionale, lede prerogative come sono proprie delle regioni e non del governo centrale. Se il governo facesse il decreto entro la fine della settimana senza modifiche, la Regione Toscana ha intenzione di presentare ricorso alla Corte costituzionale e di approvare una legge regionale per difendere la propria esperienza urbanistica.

il "sì" convinto arriva solo da lombardia e sicilia ( da "Mattino di Padova, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pronte a ricorrere alla Corte costituzionale, lede prerogative come sono proprie delle regioni e non del governo centrale. Se il governo facesse il decreto entro la fine della settimana senza modifiche, la Regione Toscana ha intenzione di presentare ricorso alla Corte costituzionale e di approvare una legge regionale per difendere la propria esperienza urbanistica.

il tar dà ragione ai vu' cumprà ( da "Nuova Venezia, La" del 25-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per questo ha deciso che la questione di legittimità costituzionale sollevata dall'avvocato veneziano Angelo Pozzan per conto dell'Associazione venditori ambulanti immigrati di Venezia non è manifestamente infondata e ha sospeso il giudizio investendo della questione la Corte costituzionale. Quelle due righe della legge regionale ha permesso a molti comuni veneti,

No ai vincoli e alle regole ferree Causano schifezze ( da "Unita, L'" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ma una sentenza della Corte Costituzionale non lo consente. «Quella è una sentenza del 2006, ora abbiamo una nuova legge: la 133 del 2008. Vedremo cosa dirà la Corte. Sono 800mila le case ex Iacp in Italia: è un patrimonio morto che rende tutti infelici. Le morosità raggiungono il 40%, non ci sono i soldi per le manutenzioni,

Fronda tra le toghe di sinistra: Md partecipa alla spartizione dei posti ( da "Manifesto, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: danze è stato un testo firmato da alcuni magistrati di peso tra cui il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini, la consigliera del Csm Ezia Maccora e pm piuttosto noti come la «genovese» Anna Canepa e il «romano» Stefano Pesci. Che, sotto il titolo «Ripartire dalla politica e dal confronto trasparente», mena fendenti sul comportamento della delegazione inviata a palazzo dei Marescialli.

( da "Eco di Bergamo, L'" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini». In vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni di oggi, anche ieri come nei giorni scorsi, molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini - hanno criticato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci.

Martini sfida il Governo ( da "Nazione, La (Firenze)" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Toscana contesterà fino al ricorso alla Corte Costituzionale. «Noi siamo d'accordo sul fatto che l'edilizia è un volano per contrastare la crisi spiega Martini (nella foto) , ma non c'è bisogno di buttare a mare tutte le regole. E' come dire: siccome si deve velocizzare il traffico, si può passare col rosso.

)CONFEDILIZIA Novità sulla tariffa della depurazione CON sentenz... ( da "Nazione, La (La Spezia)" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 335/2008, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che prevedeva che la quota di tariffa del servizio idrico integrato, riferita al servizio di depurazione, fosse dovuta dagli utenti anche in caso di mancanza o di temporanea inattività degli impianti di depurazione.

Casa: monito del Colle, Berlusconi frena ( da "Giornale di Brescia" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini». In vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni di oggi, anche ieri come nei giorni scorsi, molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini - hanno criticato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci.

aiuti agli inquilini, martini ci mette 250 milioni ( da "Tirreno, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presentare ricorso alla Corte costituzionale e di approvare una legge regionale per difendere la propria esperienza urbanistica. «Non siamo contrari in linea di principio - ha detto Martini - alla dinamizzazione dell'economia ma quello del governo non è un piano casa, in quanto non dà una casa a chi ne ha bisogno, ma smantella i piani urbanistici locali e mortifica le autonomie»

berlusconi frena: solo ville e villette - vindice lecis ( da "Tirreno, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sul possibile decreto pesano inoltre le minacce di ricorso alla Corte costituzionale prospettate da alcune Regioni. Il presidente della Conferenza, Vasco Errani, vede infatti nel testo speditogli dal governo venerdì scorso «un profilo di incostituzionalità. Bisogna non andare avanti ma aprire un confronto serio e di merito perché servono regole valide e condivise».

roma. la maggioranza delle regioni italiane è contraria al piano casa di berlusconi. decisamente ... ( da "Tirreno, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pronte a ricorrere alla Corte costituzionale, lede prerogative come sono proprie delle regioni e non del governo centrale. Il governatore della Calabria, Agazio Loiero, è stupefatto: «Noi stiamo cercando di invertire la rotta. Abbiamo approvato un piano per l'abbattimento di 800 ecomostri, piano già operativo.

Il procuratore generale Gaetano Dragotto irrompe sulla scena a metà febbraio, avocan... ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 25-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: che gli è costato un esposto al Csm e la trasmissione degli atti al ministro della Giustizia Alfano e al Procuratore generale della Cassazione Esposito. Una sorta di diario on line, al quale è possibile accedere digitando "teminera", in cui il magistrato, per due mesi, si era cimentato nella pubblicazione di stralci di sentenze di altre toghe delle Marche,

Lo Statuto prova a salire nella gerarchia delle fonti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che giunge dopo che la Corte costituzionale, in alcuni interventi, ha «declassato» il provvedimento a legge ordinaria. Lo Statuto è stato spesso maltrattato dal legislatore ma più volte valorizzato dalla Cassazione. Sotto il primo profilo, è sufficiente ricordare le numerose proroghe dei termini dei controlli, teoricamente vietate e la continua adozione di disposizioni retroattive.

ROMA - I dispacci d'agenzia sulla presunta lettera di Napolitano a Berlusconi arriv... ( da "Messaggero, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: frenata di Napolitano deve tener conto della volontà di alcune Regioni i cui presidenti sono pronti ad adire la Corte costituzionale. Comunque quel che sembra di intuire dalle prime reazioni di Colle e Palazzo Chigi alle voci della presunta lettera è l'obiettivo comune di tenere bassi i toni e di evitare un nuovo "caso Englaro", cioé uno scontro istituzionale dalle gravi implicazioni.

ROMA - Silvio Berlusconi insiste per varare il "piano-casa" con decreto... ( da "Messaggero, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: resta il nodo dei presidenti di regione e dei sindaci che minacciano una valanga di ricorsi alla Corte Costituzionale. Berlusconi dovrebbe oggi guidare, con il ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto, la delegazione del governo che incontrerà oggi la consulta dei governatori presieduta dal presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani.

ROMA - Con l'annuncio che il piano casa del governo, lascia alle Regioni tutta la libert&... ( da "Messaggero, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Aveva anche affermato che «le Regioni che vogliono fare ricorso alla Corte Costituzionale si ricrederanno anche sulla spinta dei loro cittadini». Questa volontà di Berlusconi di voler dialogare con le Regioni è, del resto, suggerita sia dal ministro Fitto che da Bossi. Il leader della Lega ha fatto presente che bisogna «evitare scontri».

( da "Corriere del Veneto" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ordinanza anti-borsoni del Comune di Venezia, rimettendo alla Corte Costituzionale la norma regionale su cui si fonda. Ed anticipa chiaramente che, nel caso in cui la Consulta dovesse giudicare incostituzionale quell'articolo, l'ordinanza veneziana cadrebbe con lei. «Senza il divieto imposto dalla norma regionale –

La lite tra i magistrati noi cittadini napoletani ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il tutto mentre il Csm deve ancora pronunciarsi e mentre, naturalmente, indagini e processo sono in corso. Siamo sgomenti, anzi terrorizzati, che vengano duramente stigmatizzate le parole del procuratore generale Galgano, che con veemenza aveva condannato quello che la stessa giunta condanna nel documento, definendo inopportuna (sic) la distribuzione alla stampa del verbale,

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)>" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che anche le Regioni che vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini». In vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni di oggi, anche ieri come nei giorni scorsi, molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini, tutti del centrosinistra- hanno criticato che il testo loro inviato prevedesse l'

L'addio di de Franciscis: ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il senatore Mancino è il vicepresidente del Csm. Mentre noi casertani siamo fuori da ogni possibilità di determinare scelte e dinamiche politiche». Si sforza di esibire un nuovo volto: quello rivolto alla speciale devozione che conserva per la Madonna di Lourdes. Firma due atti per assicurare il patrocinio della Provincia di Caserta ad alcune iniziative sociali del Rotary.

I cassintegrati Alfa sotto il Pirellone: ( da "Giorno, Il (Milano)" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Intanto lo Slai Cobas ha presentato un esposto al Csm per denunciare presunte irregolarità nell'assegnazione dei Magistrati che si occupano delle cause presentate dal sindacato. «Ci sembra strano che 5 delle 6 cause siano state assegnate allo stesso giudice visto che i relatori dovrebbero essere individuati per sorteggio», spiega Corrado Delle Donne,

MAGISTRATI IN POLITICA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE ( da "Corriere della Sera" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vice presidente del Csm dal 1996 al 1998, è giunto alle stesse conclusioni ( La Stampa del 19 marzo), ma ha proposto che al magistrato in politica, dopo la fine del mandato, «si assicuri all'interno della pubblica amministrazione (magari garantendogli ampia facoltà di scelta) una funzione, un grado, uno stipendio adeguato al ruolo e alla funzione precedentemente esercitata»

napolitano: sul piano casa ascoltare le regioni ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: le minacce di ricorso alla Corte costituzionale prospettate da alcune Regioni. Il presidente della Conferenza, Vasco Errani, vede infatti nel testo speditogli dal governo venerdì scorso «un profilo di incostituzionalità. Bisogna non andare avanti ma aprire un confronto serio e di merito perché servono regole valide e condivise».

valzer di pm in procura: arriva puglia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per quanto non ci sia ancora niente di deliberato dal Csm, nè tantomeno di pubblicato sul Bollettino ufficiale del ministero, in base al concorso da poco concluso i nomi dei due magistrati candidati alla loro successione sarebbero già noti. Si tratterebbe di una coppia, nel senso "coniugale" del termine.

Casa, Napolitano: "Sentire le... ( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: infatti, "anche le Regioni che vogliono presentare ricorso alla corte costituzionale, si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini". Il testo del piano casa In realtà il testo tanto attaccato dal centrosinistra e dai sindacati non sarebbe quello che venerdì approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri.

Berlusconi frena: solo ville e villette ( da "Provincia Pavese, La" del 25-03-2009) + 5 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sul possibile decreto pesano inoltre le minacce di ricorso alla Corte costituzionale prospettate da alcune Regioni. Il presidente della Conferenza, Vasco Errani, vede infatti nel testo speditogli dal governo venerdì scorso «un profilo di incostituzionalità. Bisogna non andare avanti ma aprire un confronto serio e di merito perché servono regole valide e condivise».

Il "sì" convinto arriva solo da Lombardia e Sicilia ( da "Provincia Pavese, La" del 25-03-2009) + 5 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: pronte a ricorrere alla Corte costituzionale, lede prerogative come sono proprie delle regioni e non del governo centrale. Se il governo facesse il decreto entro la fine della settimana senza modifiche, la Regione Toscana ha intenzione di presentare ricorso alla Corte costituzionale e di approvare una legge regionale per difendere la propria esperienza urbanistica.

Assegnazione della casa familiare, individuazione, desideri dei figli, irrilevanza ( da "AltaLex" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: si veda Corte Costituzionale, sentenza 30.07.2008 n° 308. Tra i contributi della dottrina più recente sul tema della casa coniugale, si veda: - NONNATO, Assegnazione della casa coniugale, in Studium Iuris, 2008, n. 5, CEDAM, p. 615; - D?AURIA, Azione revocatoria e assegnazione della casa coniugale, in Giurisprudenza italiana,

Danno non patrimoniale, danno esistenziale, responsabilità struttura sanitaria ( da "AltaLex" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: (così la Corte Costituzionale n. 356/1991; v. altresì Corte Costituzionale n. 184/1986). Inoltre, recentemente la Cassazione a Sez. unite (sentenza n. 26972/2008) ha tra l?altro ritenuto che, nell?ambito del danno non patrimoniale, il riferimento a determinati tipi di pregiudizi, in vario modo denominati (danno morale,

Assegno di mantenimento ( da "AltaLex" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: assegno di mantenimento Corte Costituzionale , sentenza 14.11.2008 n° 373 (Susanna Moro) Figlio maggiorenne assunto in prova e revoca dell?assegno di mantenimento Cassazione civile , sez. I, sentenza 28.08.2008 n° 21773 (Susanna Moro) Vendita di un immobile e ammontare dell?

Piano casa, verso un decreto 'light' Napolitano scrive a Berlusconi ( da "Nuova Ecologia.it, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini". In vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni di oggi, anche ieri come nei giorni scorsi, molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini - hanno dichiarato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci.

CASA/ BRESSO: IN PIEMONTE NIENTE CANTIERI SENZA LICENZA ( da "Wall Street Italia" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In Piemonte niente cantieri senza licenza di Apcom Alla Stampa: "Se piano non cambia ricorso a Corte costituzionale" -->Roma, 25 mar. (Apcom) - Il decreto sulla casa è "incostituzionale e pericoloso perché può scatenare le guerre di vicinato": è questo il severo giudizio che la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, affida a una intervista concessa alla Stampa.

Piano casa, incontro governo-Regioni Franceschini: "Si cementifica il Paese" ( da "Stampaweb, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: chiedono il ritiro del decreto e minacciano il ricorso alla Corte Costituzionale. Il governatore della Toscana, Claudio Martini, ad esempio, avverte che il decreto «fa carta straccia del federalismo e delle norme sull?urbanistica» e chiede un disegno di legge «che non butti all?aria le regole e le competenze costituzionali di Regioni ed Enti locali sul governo del territori».

Pericolosità sociale e soggiorno ( da "Denaro, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale (Corte Cost., n. 148/2008, secondo cui il fatto che la prognosi favorevole in merito all'astensione del condannato, nel tempo stabilito dalla legge, dalla commissione di ulteriori reati sia condotta, ai fini della concessione del beneficio della sospensione della pena, con criteri diversi da quelli che presiedono al giudizio di indesiderabilità dello straniero

Fronda tra le toghe di sinistra: ( da "Manifesto, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: danze è stato un testo firmato da alcuni magistrati di peso tra cui il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini, la consigliera del Csm Ezia Maccora e pm piuttosto noti come la «genovese» Anna Canepa e il «romano» Stefano Pesci. Che, sotto il titolo «Ripartire dalla politica e dal confronto trasparente», mena fendenti sul comportamento della delegazione inviata a palazzo dei Marescialli.

Piano casa, Napolitano: "Sentire... ( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: infatti, "anche le Regioni che vogliono presentare ricorso alla corte costituzionale, si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini". Il testo del piano casa In realtà il testo tanto attaccato dal centrosinistra e dai sindacati non sarebbe quello che venerdì approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri.

Pecoraro, voli a sbafo e ville abusive Ecco tutti i documenti che lo inguaiano ( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della legge Boato (che limita l?uso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari) tanto da sospendere il procedimento per inviare gli atti alla Corte costituzionale. Le intercettazioni riguardano i componenti dello staff di Pecoraro Scanio e gli imprenditori indagati, su tutti il titolare dell?

Voli gratis e villette abusive Ecco le intercettazioni che inguaiano Pecoraro Scanio ( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: infondata la questione di legittimità costituzionale della legge Boato (che limita l'uso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari) tanto da sospendere il procedimento per inviare gli atti alla Corte costituzionale. Le intercettazioni riguardano i componenti dello staff di Pecoraro Scanio e gli imprenditori indagati, su tutti il titolare dell'agenzia di viaggi Visetur,

Tata May Garner as Many as 500,000 Orders for Nano, World's Cheapest Car ( da "Bloomberg" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: an auto industry analyst at CSM Worldwide Inc. "In four to five years, the Nano is going to play a big role." One million of the aluminum-framed vehicle may be sold each year as families swap motorbikes for the four-door Nano, Ratan Tata said March 23. Sales of two-, three- and four-wheelers surged 59 percent in the past five years to 9.

Piano casa, incontro governo-Regioni Il Pd apre: ma niente cementificazione ( da "Stampaweb, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: chiedono il ritiro del decreto e minacciano il ricorso alla Corte Costituzionale. Il governatore della Toscana, Claudio Martini, ad esempio, avverte che il decreto «fa carta straccia del federalismo e delle norme sull?urbanistica» e chiede un disegno di legge «che non butti all?aria le regole e le competenze costituzionali di Regioni ed Enti locali sul governo del territori».

MARCO CONTI ROMA. SILVIO BERLUSCONI INSISTE PER VARARE IL PIANO CASA CON DECRETO LEGGE, ANCHE SE... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 25-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: dei sindaci che minacciano una valanga di ricorsi alla Corte costituzionale. Berlusconi dovrebbe oggi guidare, con il ministro per gli Affari Regionali Fitto, la delegazione del governo che incontrerà la consulta dei governatori presieduta dal leader dell'Emilia Romagna Vasco Errani. Il premier non ha intenzione di mollare e dalla sua ha sondaggi stratosferici a suo favore con l'

Pecoraro, tra voli a sbafo e villette... ( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della legge Boato (che limita l?uso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari) tanto da sospendere il procedimento per inviare gli atti alla Corte costituzionale. Le intercettazioni riguardano i componenti dello staff di Pecoraro Scanio e gli imprenditori indagati, su tutti il titolare dell?

L'HA SCRITTO NERO SU BIANCO, IN UNA NOTA INDIRIZZATA AL CONSIGLIO GIUDIZIARIO: QUELLA DELIBERA ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 25-03-2009) + 3 altre fonti
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Abstract: sia in sede penale che dinanzi al Csm. Di qui, la replica dei giudici, a tutela del parlamentino distrettuale e della sua facoltà di esprimersi attraverso il voto. Toni spesso accesi in un botta e risposta su più livelli. Dopo la nota del pg, spetta ora al Consiglio giudiziario fissare un nuovo appuntamento, probabilmente lunedì prossimo,

(PL.T.) Rinviata a giudizio di costituzionalità l'ordinanza antiborsoni, in vigore dal giugno s... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 25-03-2009)
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Abstract: viene rinviata al giudizio della Corte costituzionale la stessa legge regionale 10 del 2001 che vieta il commercio itinerante nei centri urbani con popolazione superiore ai 50mila abitanti da cui l'ordinanza discende. Lo ha deciso la terza sezione del Tar del Veneto deliberando in sede di sentenza di merito sul ricorso presentato contro l'ordinanza antiborsoni da parte dell'

Tutto da rifare. A quattro anni di distanza il Piano particolareggiato di Tessera, che a fianco dell... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 25-03-2009)
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Abstract: erano già trascorsi cinque anni dal varo del Prg, periodo oltre il quale per la Corte costituzionale non possono perdurare vincoli espropriativi se non si procede con i fatti. In sostanza «il Comune ha esercitato un potere che si era invece già consumato per scadenza del termine» e ha approvato il piano particolareggiato senza "aggiornare" il Prg.

Piano casa, salta il decreto ( da "Nuova Ecologia.it, La" del 25-03-2009)
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Abstract: Abbiamo deciso che cosa può essere fatto dallo Stato e cosa può essere fatto dalle Regioni e quindi proprio su un piano di colloquio, aperto a ascoltare gli altri, stiamo cercando di lavorare per fare in modo che non ci possano essere contrasti o impugnazioni alla Corte costituzionale" 25 marzo 2009 - TAG: Piano casa | Edilizia | Cemento |

Saluzzo: CSM promuove serata contro la violenza sulle donne ( da "Targatocn.it" del 25-03-2009)
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Abstract: CSM promuove serata contro la violenza sulle donne Il Centro Salute Mentale dell?ASL CN1 in collaborazione con il Comune di Saluzzo (Assessorato Pari Opportunità) organizza giovedì 26 marzo alle 21, presso il Salone dell?Antico Palazzo Comunale di Saluzzo, una serata sul tema 'Storie di donne tra violenza e disagio psichico'

Piano casa, le Regioni bloccano il decreto ( da "AprileOnline.info" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: una contrarietà delle regioni che potrebbero poi adire alla Corte Costituzionale", spiega il premier, conversando con i giornalisti. Resta però il mistero sul testo: quello circolato in queste ultime settimane e che fa temere la cementificazione del territorio e il mattone selvaggio è stato smentito ieri dallo stesso Berlusconi, che oggi ha ribadito che quella bozza è circolata "

A2A: approvato il progetto di bilancio 2008 ( da "Trend-online" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 1 del 18 gennaio 2008 della Corte Costituzionale che ha decretato l?incostituzionalità di una parte della norma contenuta nella Legge finanziaria 2006 che prevedeva il prolungamento decennale delle concessioni idroelettriche. Gli oneri finanziari netti, comprensivi della svalutazione di alcune partecipazioni finanziarie per 9 milioni di euro,

Il Consiglio comunale dice sì all'atto ( da "Sicilia, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vanifica per certi versi la sentenza della corte costituzionale del dicembre 2008, limitando così il diritto ai rimborsi del canone di depurazione. Nel comma 2 dell'articolo 8-sexies del decreto legge che si riferisce a «disposizioni in materia di servizio idrico integrato», coordinato con le modifiche apportate della legge di conversione 27 febbraio 2009 n.

Avrebbe ceduto cocaina a giovani, arrestato ( da "Sicilia, La" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sia con il Csm che con il presidente della Corte di Appello per il problema delle cancellerie. A sostenere l'azione del consiglio dell'ordine forense anche la camere penali e civili locali. Gli avvocati ennesi come ricorda il consigliere dell'ordine Cortese: "Non rimangono certamente insensibili alla situazione drammatica delle Procure della Repubblica che è comune all'

Piano casa, La Cgia: possibili 745.000 nuovi posti di lavoro ( da "Panorama.it" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale. A confermare che il piano del Governo sia "solo una bozza", ci pensa [4] Raffaele Fitto. Il [5] ministro per i rapporti con le Regioni, in due interviste ai quotidiani Il Messaggero e Libero, chiudendo la polemica su un presunto scontro tra il Governo e il Quirinale: "Io della lettera non so nulla.

Voli a sbafo e ville abusive:... ( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della legge Boato (che limita l?uso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari) tanto da sospendere il procedimento per inviare gli atti alla Corte costituzionale. Le intercettazioni riguardano i componenti dello staff di Pecoraro Scanio e gli imprenditori indagati, su tutti il titolare dell?

QUEL FURBETTO DI PECORARO SCANIO LE INTERCETTAZIONI DELLO STAFF CHE INGUAIANO L'EX MINISTRO VERDE CHE TENTAVA LA SPECULAZIONE EDILIZIA - "USA L'ELICOTTERO PURE PER FA' ROMA-NAPOL ( da "Dagospia.com" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: infondata la questione di legittimità costituzionale della legge Boato (che limita l'uso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari) tanto da sospendere il procedimento per inviare gli atti alla Corte costituzionale. Le intercettazioni riguardano i componenti dello staff di Pecoraro Scanio e gli imprenditori indagati, su tutti il titolare dell'agenzia di viaggi Visetur,

MEGLIO BIONDA (CONCITA) CHE BRUNETTA IL MINI-STRO SI CONCEDE AL FUOCO DELLA REDAZIONE DELL'"UNITÀ" E NE HA PER TUTTI (COLLEGHI COMPRESI): "NON SONO SACCONI" - "TREMONTI? È LUI CH ( da "Dagospia.com" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ma una sentenza della Corte Costituzionale non lo consente. «Quella è una sentenza del 2006, ora abbiamo una nuova legge: la 133 del 2008. Vedremo cosa dirà la Corte. Sono 800mila le case ex Iacp in Italia: è un patrimonio morto che rende tutti infelici. Le morosità raggiungono il 40%, non ci sono i soldi per le manutenzioni,

GONG! FACCI E TRAVAGLIO SE LE DANNO SU DE MAGISTRIS - MARCOLINO: "si candidano condannati per mafia, tangenti e omicidio, perché NO un servitore dello Stato?" FACCI: "è un magist ( da "Dagospia.com" del 25-03-2009)
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Abstract: Il Csm, con motivi risibili, l'ha trasferito da Catanzaro a Napoli e gli ha vietato di fare il pm. Poi, che sia indagato dalla Procura di Roma è un «atto dovuto», dopo le denunce che gli han fatto i suoi ex colleghi, non contenti di averlo boicottato e spogliato delle sue indagini.

Sicilia/ Omicidio Alfano,Pm manda anonimi: chiesta indagine... ( da "Virgilio Notizie" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: confronti di Canali due consiglieri del Csm, la laica del Pdci Letizia Vacca e il togato di Unicost Fabio Roia, chiedono che si occupi la Prima Commissione di Palazzo dei Marescialli. E' stato lo stesso Canali, ieri, ad attribuirsi la paternità dell'anonimo, inviando un fax al procuratore generale di Messina, Salvatore Scaramazza, che l'ha letto in aula durante il maxiprocesso d'

SICILIA/OMICIDIO ALFANO,PM MANDA ANONIMI:CHIESTA INDAGINE A CSM ( da "Wall Street Italia" del 25-03-2009)
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Abstract: Csm di Apcom La figlia:Se Apicella sospeso, a Canali tocca molto di più -->Palermo, 25 mar. (Apcom) - Era amico della vittima, ha coordinato le indagini per l'omicidio e poi rappresentato la pubblica accusa nel processo di primo grado che ha portato alla condanna di due persone, poi però manifesta le proprie perplessità sulla effettiva responsabilità dei due condannati con una lettera

BIOTESTAMENTO/CASSON (PD):MAGGIORANZA PROCEDE COME FALANGE ARMATA ( da "Wall Street Italia" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il secondo è quello del ricorso al giudice che sicuramente ci sarà, e purtroppo ripetutamente, con una legge di questo tipo, e quindi attraverso la magistratura ordinaria un ricorso alla Corte Costituzionale; la terza strada è quella del referendum. Per leggi così gravi e così vergognose - ha concluso - penso che debbano essere seguite tutte le strade".

##CASA/ SLITTA IL PIANO, STOP REGIONI FA SALTARE IL DECRETO ( da "Wall Street Italia" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pronte a ricorrere alla Corte Costituzionale. "Abbiamo fatto un passo avanti. Abbiamo detto con molta chiarezza che il decreto presentato in forma di bozza, dal punto di vista delle competenze, ha un profilo incostituzionale", ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, aggiungendo che "adesso si apre il lavoro che deve definire quali sono le competenze,

IL MONDO ALLE 21. ( da "Wall Street Italia" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: bollato il decreto come anticostituzionale dicendosi pronte a ricorrere alla Corte Costituzionale. * In primo piano Messico/ Arriva Clinton, per Obama guai nel "cortile di casa" Roma - "Il Messico non è una minaccia": Hillary Rodham Clinton lo proclama, rassicurante, in una intervista al quotidiano messicano La Reforma, nel giorno del suo arrivo in visita nel grande vicino meridionale.

Piano casa in salita, salta il decreto Il premier sicuro: ( da "Corriere.it" del 25-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: delle regioni che potrebbero poi adire alla Corte Costituzionale». Poi aveva detto che l'esecutivo avrebbe utilizzato il tempo a disposizione prima del consiglio dei ministri di venerdì per «trovare un'armonia» con le Regioni. Ma aveva anche precisato che «non è detto che il decreto sia lo strumento più opportuno», pur rimarcando che «i presupposti di urgenza sul piano casa restano»


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Grandi opere e Casinò all'esame in Consiglio (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

REGIONE Grandi opere e Casinò all'esame in Consiglio Il Consiglio regionale si riunisce oggi e domani. Ventisette i punti all'ordine del giorno, tra cui cinque interrogazioni, 14 interpellanze, l'aggiornamento del Programma delle opere pubbliche di rilevante interesse regionali, il progetto di legge di modifica della disciplina del sistema regionale di emergenza-urgenza sanitaria (legge impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale). Il calendario dei lavori della due giorni consiliare prevede inoltre la discussione di due mozioni proposte dalle forze di opposizione, una in tema di riduzione dell'Iva sulla ristorazione e l'altra tesa alla partecipazione della Valle d'Aosta alle iniziative in programma per la manifestazione «Torino capitale europea dei giovani». Tra le interrogazioni, in primo piano quella del gruppo Vdavive/Renouveau sulla revisione del progetto di realizzazione della variante sulla Statale 27 del Gran San Bernardo e quella del Pdl sull'adozione di misure di sicurezza per l'agibilità del Tunnel del Monte Bianco. Tra le interrogazioni, torna in aula la questione dei benefici economici a favore del personale della casa da gioco di Saint-Vincent rinviata, la scorsa seduta, per il malore che aveva colpito il relatore Enrico Tibaldi. La questione ruota intorno al premio annuo di circa 60 mila euro attribuiti per gli anni 2006, 2007 e 2008 al direttore generale. Nell'interpellanza il Pdl ricorda i risultati non esaltanti di Casinò spa: rispetto al 2007, il 2008 ha fatto registrare oltre 53 mila ingressi in meno e gli incassi sono diminuiti di oltre 15 milioni di euro. Dopo un buon avvio nel 2009, con i mesi di gennaio e febbraio chiusi con il segno positivo, nei primi dieci giorni di marzo i bilanci sono tornati negativi.\

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Sul piano casa il Pd starà con le regioni (sezione: Giustizia)

( da "EUROPA ON-LINE" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sul piano casa il Pd starà con le regioni Arriva il testo del decreto sulle cubature e gli spiragli dell’opposizione si richiudono subito. GIANNI DEL VECCHIO Si fa sempre più accidentata la strada del piano casa annunciato dal premier Berlusconi. Domani ci sarà la conferenza stato-regioni, dove il governo illustrerà il progetto ai singoli governatori. E, salvo sorprese, gli enti locali rovesceranno il tavolo. Il motivo del contendere infatti è troppo importante e il solco troppo profondo: col decreto legge voluto dall’esecutivo le regioni si ritroverebbero defraudate di una delle funzioni più care e costituzionalmente garantite, cioè la regolamentazione della politica urbanistica. Non toccherebbero più palla su un argomento elettoralmente sensibile ma soprattutto verrebbero espropriate del potere di controllo sul territorio, non potendo più evitare il rischio di una cementificazione selvaggia. Motivo per il quale il presidente della conferenza, Vasco Errani, ancora ieri invitava il governo a fare un passo indietro, ritirare il decreto, azzerare tutto e cominciare a discutere. Altrimenti la strada è segnata: qualche regione farà ricorso alla Corte costituzionale (l’Umbria lo ha già annunciato), lo vincerà e si creerà una situazione caotica, con quei cittadini che intanto hanno costruito che non sapranno che fare. L’atteggiamento intransigente delle regioni sul piano casa, tranne qualche isolata eccezione come Veneto e Sardegna, è largamente condiviso da tutti i governatori. Ma i più arrabbiati con Berlusconi sono soprattutto tre uomini forti del Pd come lo stesso Errani, il governatore piemontese Mercedes Bresso e quello toscano Claudio Martini. Sono stati loro i primi a segnalare al segretario Dario Franceschini la palese incostituzionalità del decreto legge e consigliato un atteggiamento meno morbido sulla questione. In questi giorni, infatti dalle parti del Nazareno qualche piccola apertura sul progetto per allargare case e condomini era cominciata a far capolino. Ieri, ad esempio, in un’intervista al Messaggero, Francesco Rutelli ha sottolineato gli aspetti positivi che il piano potrebbe avere sull’economia. E lo stesso Franceschini non ha fatto mai mistero di essere interessato ad alcuni punti specifici del progetto, come quello della demolizione e ricostruzione di edifici energeticamente non efficienti, quello della semplificazione burocratica e addirittura quello dell’aumento delle stanze seppur all’interno della normativa regionale e del piano regolatore comunale. Un atteggiamento non ideologico e aperturista che però non ha retto alla prova dei fatti. L’incostituzionalità del provvedimento e l’influenza dei governatori democratici, che nell’era Franceschini sono più ascoltati rispetto a prima, hanno convinto il segretario a chiudere di nuovo la porta a Berlusconi. Se poi resterà sbarrata o no, dipende esclusivamente dall’atteggiamento del governo. Il Pd infatti non farà muro contro muro nel merito delle misure. Anzi, Franceschini cercherà di evitare che ancora una volta il centrosinistra passi per il nemico della casa. Comportamento che, come ha ricordato Rutelli, ha tramutato una vittoria certa alle politiche del 2006 in uno stentato pareggio. Contemporaneamente però il segretario darà man forte alle regioni e alla loro battaglia per mantenere il controllo sul proprio territorio. Un asse bello tosto quello Pd-Regioni, contro il quale l’esecutivo rischia di andare a sbattere. A meno che la strategia berlusconiana non sia proprio questa: lanciare un’idea popolare come l’allargamento della casa, incassare il consenso e scaricare la responsabilità del diniego ai soliti signorno della sinistra. Del resto a giugno ci sono amministrative ed europee...

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India's Tata Motors May Get 500,000 Orders for Nano, World's Cheapest Car (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

By Vipin V. Nair March 25 (Bloomberg) -- Tata Motors Ltd., the Indian maker of Jaguar and Land Rover luxury vehicles, may get as many as 500,000 orders for the Nano, the world's cheapest car, five times more than it initially plans to sell, analysts said. Bookings for the egg-shaped Nano will likely be at least 120,000 during the April 9 to April 25 marketing period, according to six analysts surveyed by Bloomberg. The car will sell for as little as 123,360 rupees ($2,432) in New Delhi for the stripped-down version without reclining seats, air- conditioning or a radio. Chairman Ratan Tata is guaranteeing the cheapest price for only the first 100,000 customers who will be drawn at random in a lottery. Tata is betting the economic slowdown will enhance the appeal of the Nano even though the company can't complete the first batch of orders for more than a year. "It will be a tedious task for Tata to manage the bookings since the production is less and the demand is huge," said Puneet Gupta, an auto industry analyst at CSM Worldwide Inc. "In four to five years, the Nano is going to play a big role." One million of the aluminum-framed vehicle may be sold each year as families swap motorbikes for the four-door Nano, Ratan Tata said March 23. Sales of two-, three- and four-wheelers surged 59 percent in the past five years to 9.2 million units, according to the Society of Indian Automobile Manufacturers. "The present economic situation makes it somewhat more relevant, or more attractive, to the buying public," Ratan Tata said. "We had thought that there could be demand in this country for about one million cars if full capacity were available and if demand continued." Delayed Sales Tata Motors delayed sales of the two-cylinder, 624 cc Nano by at least six months after a land dispute forced it to shutter a purpose-built factory in the east of the country. The first Nanos will now roll out in July from a plant at Pantnagar, northern India that can produce only 60,000 a year. Annual output will increase by a further 350,000 when a facility at Sanand, western India, is completed at the end of this year. Managing Director Ravi Kant declined to say on March 23 how many orders Tata Motors expected to receive. The company's Web site has received 30 million hits, Kant told reporters in Mumbai. State Bank of India, the nation's largest, will manage bookings for the car in about 1,000 cities across India. Prospective buyers need to pay 95,000 rupees as down payment for the cheapest model, equivalent to 95 percent of the 100,000 rupee price tag. The top of the range version with central locking and metallic paint will cost 172,360 rupees in New Delhi and 185,375 rupees in Mumbai. Tata Motors may sell as many as two million Nanos annually in 10 years, according to Jatin Chawla, an analyst at India Infoline Ltd., who wrote a report titled the "Nano Effect." The company plans to start selling a modified version in Europe in 2011 and is working on redesigning the Nano for the U.S. within three years, Ratan Tata said. To contact the reporter on this story: Vipin V. Nair in Mumbai at Vnair12@bloomberg.net. Last Updated: March 24, 2009 22:25 EDT

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Congedo retribuito: spetta anche ai figli dei portatori di handicap (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Congedo retribuito: spetta anche ai figli dei portatori di handicap Una recente senza della Corte costituzionale ha esteso ai figli conviventi di soggetti portatori di handicap grave, il diritto ad usufruire, a particolari condizioni, del congedo retribuito previsto dall'articolo 42 del D.L.vo 151/2001, per l'assistenza continuativa. Stiamo parlando di quello stesso congedo riconosciuto ai lavoratori dipendenti, della durata massima di due anni, anche in modo frazionato, che in un primo tempo era stato previsto solo per i genitori, ma che poi è stato gradatamente esteso ai fratelli, alle sorelle, ai coniugi, e oggi anche ai figli conviventi dei disabili gravi. L'impianto della norma non è quindi cambiato, ma si è ampliata la platea dei possibili fruitori. Per questo motivo l'Inps ha ritenuto necessario indicare, nelle diverse situazioni familiari, un ordine di priorità per la fruizione del congedo. Al primo posto troviamo il coniuge della persona gravemente disabile. L'unico requisito richiesto al coniuge è rappresento dal fatto che egli conviva con il disabile. In subordine, troviamo i genitori, naturali, adottivi o affidatari: essi possono usufruire del congedo se il figlio non è coniugato o se non convive con il coniuge. Oppure anche, se il coniuge convivente del figlio non presta attività lavorativa, o è un lavoratore autonomo o, se lavoratore dipendente, abbia espressamente rinunciato a beneficiare del congedo. Al terzo posto troviamo i fratelli e le sorelle conviventi del disabile grave. Essi possono sostituire i genitori e utilizzare il congedo se i genitori sono entrambi deceduti, o totalmente inabili. All'ultimo posto dell'ordine di priorità arriva il figlio del disabile. Ovviamente il figlio potrà avere diritto al congedo in assenza di altri familiari che siano idonei a prendersi cura del genitore disabile grave. L'ordine di priorità indicato dall'Inps è certamente importante, ma inevitabilmente schematico. Teniamo conto infatti che lo stesso istituto aveva già chiarito che anche per il diritto alla fruizione del congedo straordinario, così come per i permessi della legge 104/92, non è più necessario che il richiedente dimostri l'impossibilità di prestare assistenza al disabile da parte di altri familiari conviventi. E questo perché la scelta su chi all'interno della famiglia del portatore di handicap debba prestargli assistenza va ricondotta all'autonomia privata dell'interessato. Ed inoltre, va ricordato pure che l'Inps ha precisato che per assistenza continuativa ed esclusiva al disabile non deve intendersi necessariamente la cura giornaliera, ma un'assistenza prestata con i caratteri della sistematicità e dell'adeguatezza alle concrete esigenze del portatore di handicap. Ricordiamo che durante il periodo di congedo il richiedente ha diritto a percepire un'indennità che corrisponde all'ultima retribuzione, e che il periodo di riscossione dell'indennità è coperto da contribuzione figurativa utile ai fini del diritto e della misura della pensione. L'indennità è corrisposta dal datore di lavoro, che poi la recupera sull'importo dei contributi che deve versare mensilmente all'Inps. Carlo Litrico

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Concentrazione televisiva. La guerra dei trent'anni (sezione: Giustizia)

( da "Articolo21.com" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Concentrazione televisiva. La guerra dei trent'anni di Vincenzo Vita La guerra dei trent'anni. Tanto è durata (e non è ancora finita) la vicenda della concentrazione televisiva in Italia. Ne ha parlato una bella ed efficace puntata di Report, la scorsa domenica. Per fortuna vive ancora il giornalismo d'inchiesta. Severo il giudizio: tanti, troppi colpevoli, a cominciare dal tentacolare partito di Mediaset. Il centrosinistra incerto ed oscillante. In sintesi, la narrazione ha voluto sottolineare con documenti e meticolose ricerche che in un modo o nell'altro il far west dell'etere della metà degli anni '70 non ha mai avuto una regolamentazione decente ed antitrust, imboccando al contrario la strada dell'involuzione oligopolistica. Attorno al Re Media Berlusconi che grazie alla potenza inaudita del tubo catodico, divenne imperatore della rappresentanza e non solo della rappresentazione. Negli anni '80 in quel passaggio si giocò un pezzo assai rilevante della storia politica italiana. La resistibile ascesa del patron di Arcore ebbe il primo suggello negli incredibili decreti Berlusconi dettati da Bettino Craxi in aereo da Londra, che "sanarono" la plateale illegalità dell'interconnessione nazionale delle tv del Biscione, visto che nel '76 la Corte Costituzionale dichiarò legittime le emissioni private, tuttavia solo nell'ambito locale. Quel federalismo radiotelevisivo antelitteram fu sbugiardato dalla Fininvest, che iniziò - a dispetto dei santi - la sua trionfale marcia su Roma. Contro il primo decreto Berlusconi passò nell'aula della Camera dei deputati la pregiudiziale di incostituzionalità presentata dal PCI e dalla Sinistra indipendente. Ma il testo fu reiterato ugualmente. E i sei mesi di tempo previsti dal provvedimento per passare ad una normativa di sistema divennero un termine non perentorio, bensì ordinatorio. Insomma, per dirla in volgare, le reti di Berlusconi la fecero franca, essendo diventate - dopo l'acquisto di Italia 1 e Retequattro da Rusconi e Formenton - tre. Caso unico nell'occidente dei media. E poi, e poi .....: la legge Mammì, il piano delle frequenze finito alla magistratura, il pulviscolo di provvedimenti finalizzati a reggere bordone ad un edificio a baricentro duopolistico (Rai e Mediaset), avvolto da una affollata periferia di emittenti locali o seminazionali senza potere. La chimera del Terzo polo, l'accaparramento selvaggio di spot. Altre due sentenze della corte disattese: nell' 88 e nel '94. La tv analogica generalista in Italia si fece persino partito, con Forza Italia, segnando il quadro istituzionale con un conflitto di interessi tale da piegare la politica all'estremismo proprietario di un imprenditore: Berlusconi e il suo doppio Confalonieri. Quest'ultimo protagonista negativo della puntata di Report. E il centrosinistra? Nel quinquennio 1996-2001, pur subendo gli effetti negativi della sconfitta del referendum sulla tv del '95, riuscì finalmente a portare a conclusione la prima riforma degna di questo nome: la legge 249 del 1997. Si liberalizzarono le telecomunicazioni, si recepirono le direttive europee, si costruì l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, si misero le griglie antitrust. A rigore nessun privato poteva avere più di due reti nazionali. Ma la storia non è a lieto fine. La legge, bloccata a lungo dall'ostruzionismo della destra, si sbloccò in parlamento con un compromesso linguistico. La rete "eccedente" sarebbe stata trasferita sulla diffusione satellitare quando lo sviluppo delle parabole fosse stato "congruo". Una parola velenosa, rivelatasi più perniciosa dei suoi stessi ideatori. Con le parole non si scherza. E quel "congruo" divenne improprio sinonimo di eterno, L'Autorità non riuscì mai a completare il piano delle frequenze e a definire le posizioni dominanti, nonché la misura di quel "congruo". E qui la storia diventa attualità. Berlusconi rivince le elezioni nel 2001. Arriva la legge Gasparri, che straccia l'ennesima e puntualissima sentenza del 2003 della Corte Costituzionale, finendo sotto il mirino della Corte di giustizia, la quale condanna l'Italia per l'uso improprio delle frequenze nel fondamentale passaggio al digitale. Quest'ultimo diventa da opportunità a ennesimo regalo al trust. Rimane a bagnomaria Europa 7, cui furono date le concessioni, ma non le frequenze. Era la chiave della trama di Report. Eppure il secondo governo Prodi ci provò ancora con la proposta di nuove regole. Qual è la morale? Compromesso al ribasso, sottovalutazione? Magari. Ma nei momenti giusti un movimento reale non ci fu e chi si battè rimase piuttosto solo. Non è giusto, però, ridurre tutto ad uno schema classico di ragione e di torto. Certo, peccati vi sono stati, ma quello più grosso riguarda il non aver capito che in Italia la televisione commerciale stava cambiando rapporti di potere e modelli culturali. Stava cambiando l'Italia.

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Il presidente della Repubblica Napolitano scrive al premier e chiede di tener conto del parere delle Regioni (sezione: Giustizia)

( da "Cittadino, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Piano casa, "frenata" del Cavaliere «Riguarderà solo le case mono, bifamiliari e quelle da rifare» Roma Giorgio Napolitano scrive al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per raccomandare (ancora una volta, dopo l'incontro del 17 marzo) di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa. Una lettera che, «se c'é, è personale e riservata», dicono fonti del Quirinale, dopo la tensione scoppiata all'inizio di febbraio sul "decreto Eluana". Mentre Berlusconi,a fine giornata, liquida la domanda dei giornalisti dicendo di non sapere nulla della lettera, ma aggiunge che la decisione tra decreto e disegno di legge verrà presa «insieme alle Regioni». Seppure riservata, dunque, la lettera - di cui si viene a sapere da fonti della maggioranza - un effetto lo ottiene già dal pomeriggio. Visto che il premier, alla fine del viaggio superveloce Milano-Roma sul treno Frecciarossa, si produce in un ammorbidimento della sua posizione. Dopo che, alla partenza dalla Stazione Centrale, aveva annunciato per venerdì il varo di un decreto legge, nonostante le proteste di molti presidenti di Regione, all'arrivo a Roma Termini dice che il testo inviato ai Governatori da Palazzo Chigi «non è quello vero», dicendosi pronto a dialogare con Regioni e Comuni nell'incontro previsto per oggi, quando presenterà un testo «light». Una mossa che provoca la reazione del segretario del Pd Dario Franceschini, che accusa Berlusconi di «cambiare le carte in tavola». E di voler portare avanti «solo un progetto di cementificazione». La vicenda comincia a fine mattinata.Berlusconi, prima di partire da Milano, annuncia per venerdì il varo di una legge quadro e di un decreto sulla casa. «Credo - dice - che anche le Regioni che vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini». In vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni di oggi, anche ieri come nei giorni scorsi, molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini - hanno criticato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci. Il ministro Raffaele Fitto ha assicurato che «il testo non è blindato», ma lo scetticismo regnava, come dimostrano le parole di Martini: «Mi auguro che il governo ci ascolti, altrimenti mi domando cosa andiamo a fare a Roma». Poi il «coup de theatre» da parte di Berlusconi, a cui era anche arrivata la lettera di Napolitano. «Il disegno che è circolato - dice il premier scendendo dal Frecciarossa a Roma - non è quello a cui io avevo già lavorato». «Ho sentito cose che non saranno nel testo, - precisa il premier - cioé quelle che riguarda gli immobili urbani. Decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare».Il Pd, però, non ci sta e, in una conferenza stampa, Franceschini distribuisce ai giornalisti il testo del decreto inviato a sindaci e Governatori su carta intestata di Palazzo Chigi: «Basta con questo continuo cambiare le carte in tavola. Si può anche dire 'ho cambiato ideà ma non dire che il testo non è quello vero». In effetti, nella bozza del decreto si prevedeva che l'ampliamento delle abitazioni nei centri storici potesse avvenire in deroga alle leggi e ai piani regolatori, e che le norme valessero in tutto il territorio nazionale da subito, scavalcando così Regioni e Comuni e Sovrintendente.Anche Umberto Bossi sollecita Berlusconi a trattare con le Regioni «per evitare scontri», e il premier precisa di nuovo la sua posizione: «Porteremo domani alle Regioni un decreto legge semplificato, l'ho corretto riducendolo all'essenziale e sono aperto al confronto». Il piano, comunque, va avanti: «L'idea che ho avuto - ripete Berlusconi a fine giornata - piace molto alle famiglie e soprattutto rimette in moto l'economia. Io sono stato impegnato all'estero e mi sto occupando ora della materia». Ma «faremo tutto in accordo con le Regioni».(Ansa)

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di Claudio Fabretti Rush finale con giallo per il piano casa. E' stato lo... (sezione: Giustizia)

( da "Leggo" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

di Claudio Fabretti Rush finale con giallo per il piano casa. E' stato lo stesso premier Berlusconi a riferire che il testo che circola non è quello vero: «Ho sentito cose che non erano nelle idee iniziali e che non saranno nel testo - ha precisato - cioè quello che riguarda gli immobili urbani. Decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare». Intanto però si inasprisce lo scontro con le Regioni e interviene il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con una lettera inviata al premier, in cui lo esorta a tenere conto delle valutazioni degli enti locali. Lo stesso Berlusconi, d'altra parte, aveva fatto alcune aperture: «Porteremo alle Regioni un testo modificato e ridotto all'essenziale e sono aperto a un confronto con le Regioni, perché loro pensano che il decreto legge non sia necessario. Se sarà un decreto o un disegno di legge ne parleremo con loro». Una linea sostenuta anche dal leader della Lega, Umberto Bossi: «Bisogna trattare con le Regioni per evitare scontri. Molte hanno un piano casa; è meglio trattare con loro». Il nuovo Piano casa del governo sarà oggetto di discussione, oggi, di una Conferenza straordinaria delle Regioni, convocata alle 9.30 dal presidente Vasco Errani, in vista della Conferenza Unificata straordinaria convocata alle 12.30 a Palazzo Chigi per «avviare un confronto con le Autonomie in merito a iniziative legislative finalizzate a un rilancio dell'attività edilizia e del tessuto urbanistico». Sull'iter del provvedimento pende la minaccia di ricorso alla Corte Costituzionale da parte di alcune Regioni. «Si ricrederanno anche sulla spinta dei cittadini» la convinzione di Berlusconi.

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Il Tar dà ragione ai vu' cumprà (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-03-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Giustizia

Il Tar dà ragione ai «vu' cumprà» Stop alla legge che vieta la vendita ambulante nei centri storici LA SENTENZA Tutelato il diritto di tutti al lavoro VENEZIA. Per i giudici del Tar Veneto l'articolo della legge regionale del 2005 in cui si afferma che «è vietato il commercio su aree pubbliche in forma itinerante nei centri storici dei comuni con popolazione superiore ai 50 mila abitanti» potrebbe «scalfire il carattere universale dei diritti fondamentali, come quello al lavoro e alla libera iniziativa economica del cittadino extracomunitario», essere in contrasto con alcuni articoli della nostra Costituzione e «puzzare» di razzismo. Per questo ha deciso che la questione di legittimità costituzionale sollevata dall'avvocato veneziano Angelo Pozzan per conto dell'Associazione venditori ambulanti immigrati di Venezia non è manifestamente infondata e ha sospeso il giudizio investendo della questione la Corte costituzionale. Quelle due righe della legge regionale ha permesso a molti comuni veneti, primo fra tutti quello di Venezia, di allontanare dal centro delle città i venditori ambulanti extracomunitari, anche quelli muniti di licenza. Ed è proprio contro l'ordinanza di Massimo Cacciari, infatti, che inizialmente aveva ricorso l'avvocato Pozzan, quella in cui si vietava «il trasporto senza giustificato motivo di mercanzia in grandi sacchi di plastica e borsoni nel centro storico lagunare». I giudici amministrativi ricordano, citando il ricorso del legale veneziano, che gli ambulanti coinvolti sono titolari di un permesso di soggiorno e di un'autorizzazione per il commercio ambulante e che avevano in corso con l'amministrazione comunale una trattativa che doveva individuare aree del centro storico in cui esercitare la vendita ambulante. Ma quell'articolo della legge regionale aveva reso vana questa iniziativa. Il Tar sottolinea che con quell'intervento dell'amministrazione regionale è stata violata da una parte la competenza statale in materia di concorrenza dall'altra quella del Comune di individuare le zone in cui i divieti devono scattare del tutto o in parte. «Appare evidente - si legge nell'ordinanza - che il divieto assoluto, inderogabile, generalizzato, non giustificato da concrete e localizzabili esigenze...finisca per comportare un'irragionevole e contraddittoria eliminazione di una delle modalità attraverso le quali, per la normativa statale, può essere svolta l'attività commerciale». Non solo. I giudici veneziani spiegano che «è un dato di comune esperienza che il commercio su aree pubbliche in forma itinerante riguarda attualmente in modo prevalente la piccola imprenditoria degli extracomunitari. Orbene con la norma della cui legittimità costituzionale si dubita viene assoggettata a divieto soltanto questa tipologia di commercio, mentre non viene introdotta alcuna analoga restrizione nei confronti di corrispondenti forme di commercio su aree pubbliche, quali quelle su posteggi dati in concessione in sede fissa». E tutto questo rischia oggettivamente, secondo il Tar, di avere l'effetto di una discriminazione indiretta. (Giorgio Cecchetti)

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Liapiave per i tre punti a Muggia (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Coppe Dilettanti Liapiave per i tre punti a Muggia Oggi turno di coppe per le compagini trevigiane. Alle ore 15 a Muggia, Muggia-Liapiave, ultima gara del triangolare cui fa parte anche la trentina Obermais, per accedere alla fase successiva nazionale della coppa Italia Eccellenza-Promozione. Liapiave ha vinto in casa la settimana scorsa lo scontro che vedeva avversari l'Obermais. Oggi invece si scontrerà contro i giuliani: per qualificarsi come vincente del triangolare, agli uomini di mister Morandin non resta altro risultato che la vittoria. Le altre trevigiane in lizza per una vittoria di coppa (Provincia di Treviso) le troviamo in terza categoria. In serata si giocheranno le gare di ritorno della semifinale: Suseganese-San Gaetano e CSM Resana-Follinese. All'andata un poker di reti del San Gaetano ha ipotecato già il passaggio in finale: non sarà facile per la Suseganese ribaltare il risultato. Nell'altra sfida invece tutto da decidere: Resana in vantaggio grazie alla vittoria dell'andata per 2-1. (lu.pi.)

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casa, retromarcia di berlusconi la riforma non riguarda le città - paola coppola (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 2 - Economia Casa, retromarcia di Berlusconi la riforma non riguarda le città Lettera di Napolitano al Cavaliere: ascolti le Regioni Il premier: "Il disegno circolato non è quello al quale avevo già lavorato" PAOLA COPPOLA ROMA - Un piano-casa «semplificato», «corretto», «ridotto all´essenziale». Una bozza ben diversa da quella consegnata a Regioni, Province e Comuni nei giorni scorsi, criticata dalla maggior parte dei governatori e bocciata dall´opposizione. Alla vigilia della Conferenza unificata Stato-Regioni, oggi, un confronto decisivo sul progetto del governo, Berlusconi annuncia modifiche radicali al testo, ne circoscrive la portata, anticipa che sul tema ci sarà un confronto aperto. Sui contenuti del piano: «Il disegno circolato non è quello a cui io avevo già lavorato. Si fermerà alle case mono o bifamiliari e alle costruzioni da rifare» e non riguarderà gli «immobili urbani». E frena anche sulla scelta di varare le "misure urgenti" con un decreto legge: «Abbiamo fatto un articolato molto semplice che discuteremo con le Regioni. Se sarà un decreto o un disegno di legge ne parleremo con loro», dice il premier in serata. E ribadisce di voler scrivere il piano-casa «in accordo con le Regioni» e di aver «sfrondato» la bozza uscita «dagli uffici con norme complicate», arrivando a un testo «che lascia alle Regioni il massimo spazio di manovra possibile». Un cambio di rotta netto, maturato nel corso di una lunga giornata, che accoglie le critiche di numerosi governatori dopo la lettura della prima bozza del dl, e accetta la richiesta di ritirarlo scongiurando il rischio di un ricorso alla Corte Costituzionale da parte delle Regioni. Sulla decisione del premier ha pesato anche una lettera del presidente Napolitano per raccomandare, ancora una volta dopo l´incontro del 17 marzo, di tenere conto del parere delle Regioni sul piano-casa, che «se c´è, è riservata», chiariscono fonti del Quirinale, e su cui Berlusconi dice di non sapere nulla. Decisivo il colloquio con il presidente lombardo Formigoni, e con quello dell´Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, Errani, durante il viaggio sul treno Frecciarossa. Il premier ascolta i rilievi sulla bozza che puntava a rendere operative in Italia norme di competenza concorrente delle Regioni, con il rischio di un conflitto istituzionale. E le perplessità su alcuni punti del testo preparato in vista dell´incontro con le Regioni, come l´ampliamento del 20% applicato a tutti gli edifici residenziali (in deroga «alle disposizioni legislative, agli strumenti urbanistici vigenti o ai regolamenti edilizi»), la possibilità di raddoppiare l´aumento di volume nel caso di due appartamenti confinanti e il cambio di destinazione d´uso. E assicura i governatori che il documento ricevuto non è definitivo. Scendendo dal treno la posizione di Berlusconi si ammorbidisce così, dopo aver annunciato il varo di una legge quadro e di un dl, alla fine del viaggio, annuncia che il testo inviato da Palazzo Chigi non è definitivo. Una mossa che provoca la reazione del segretario del Pd Franceschini, che lo accusa di «cambiare le carte in tavola» e di voler portare avanti «solo un progetto di cementificazione». D´altra parte anche l´alleato Bossi sollecita il premier a trattare «per evitare scontri». Il progetto per aiutare l´edilizia, piace a famiglie e imprese e va avanti, conferma il Berlusconi, ma «il piano che tutta Europa ci sta copiando», ora appare un incentivo alla ristrutturazione delle villette. Il dialogo con i governatori però è di nuovo aperto.

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piano casa, dietrofront di lombardo "ampliamenti possibili anche in sicilia" - emanuele lauria (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina V - Palermo Il governo approva un disegno di legge che ricalca le linee guida di quello voluto da Berlusconi Piano casa, dietrofront di Lombardo "Ampliamenti possibili anche in Sicilia" Ricorso alla Consulta contro la cancellazione di 14 Comuni dell´Isola EMANUELE LAURIA Contrordine a Palazzo d´Orleans: il governo regionale dice sì al piano casa, malgrado le «riserve» espresse nei giorni scorsi dal presidente Lombardo nei confronti del progetto lanciato da Berlusconi. Ma il varo del disegno di legge, da parte della giunta, è già un giallo. Il comunicato ufficiale diramato alle 17,30 non lascia dubbi: su proposta dell´assessore Luigi Gentile, è scritto, viene «approvato» il disegno di legge sul piano casa. Ma i contenuti restano top-secret: nessuno, nei piani alti dell´amministrazione, è in grado di fornire il testo del provvedimento. Finché Gentile, a ora di cena, chiarisce che si tratta solo di «linee guida»: «Aspettiamo di conoscere il testo del provvedimento che sarà approvato dal governo nazionale - afferma - per completare il nostro lavoro». E le perplessità di Lombardo? «Ma no, il presidente ha solo riaffermato l´esigenza di tutelare l´ambiente - spiega Gentile - E noi, il principio della salvaguardia del territorio, lo mettiamo al primo posto». In ogni caso, dice Gentile, il testo della Regione ricalca le indicazioni fornite in questo momento dal governo nazionale: viene concessa la possibilità di ampliare gli edifici esistenti nel limite del 20 per cento del volume, percentuale che crescerebbe sino al 30 per cento nel caso di costruzioni per uso non residenziale. Il tutto anche «in deroga ai regolamenti comunali e agli strumenti urbanistici e territoriali». Ma resteranno «validi e inderogabili» i vincoli sul territorio, «sia archeologici che ambientali». Per iniziare i lavori basterà solo una dichiarazione di inizio di attività, rilasciata da un tecnico abilitato. Ai Comuni sarà affidato il controllo sulla corretta applicazione delle norme. La legge consentirà la demolizione e la ricostruzione di edifici vecchi, rispettando gli standard architettonici e di sicurezza. Le linee guida, questa è una novità, prevedono anche un intervento regionale per la concessione di mutui a tasso agevolato destinati alla ristrutturazione di edifici esistenti. All´interno di questo pacchetto di misure il governo vuole favorire, con fondi pubblici, l´utilizzo di fonti di energie rinnovabili (ad esempio l´installazione di pannelli solari) sia per le nuove costruzioni che per le ristrutturazioni. I Comuni dovranno comunque istituire l´elenco degli ampliamenti autorizzati, e «saranno esclusi - precisa l´assessore - gli edifici già dichiarati abusivi, anche se parzialmente». Lombardo, impegnato in aula fino a tardi sulla riforma della sanità, non ha commentato il sì di Palazzo d´Orleans alla bozza di piano casa. Ma oggi il governatore potrà esibire questa delibera durante l´incontro con Berlusconi. Servirà, quest´argomento (la maggior parte delle Regioni italiane si sono dichiarate contrarie), a favorire il clima della difficile trattativa sui fondi Fas? Di certo, l´iniziativa di Palazzo d´Orleans ha spiazzato quel drappello di deputati del Pdl, Fabio Mancuso in testa, che nei giorni scorsi avevano presentato un autonomo disegno di legge sul piano casa, dopo aver registrato il silenzio del governo. Si stava prospettando un nuovo scontro fra il governatore e parte del Pdl, dopo quello sulla sanità e sui rifiuti. Ieri mattina una dirigente molto vicina a Lombardo aveva chiesto a Mancuso di ritirare il disegno di legge. Il parlamentare catanese va avanti: e stamattina presenterà il proprio progetto in una conferenza stampa. La giunta regionale ha deciso anche di fare ricorso alla Corte costituzionale contro le norme varate dal parlamento nazionale a febbraio (il cosiddetto decreto taglia-leggi di Calderoli) che ha provocato la cancellazione di 14 Comuni siciliani, attraverso l´abrogazione delle disposizioni istitutive. Fra i Comuni colpiti dal provvedimento nazionale Castellana Sicula, San Cipirello e Paceco. Altri, come Monreale e Caltagirone, si sono visti delimitare il proprio territorio. Il ministero ha in corso una ricognizione sugli effetti «indesiderati» della legge, che comunque non entrerà in vigore sino a dicembre. Ma la Regione ha deciso comunque di intervenire a tutela delle sue prerogative statutarie: «La Sicilia - afferma una nota di Palazzo d´Orleans - in forza dell´articolo 15 dello Statuto ha competenza esclusiva in tema di delimitazione dei Comuni».

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costituzione, legalità ed energia consulte di studenti a confronto (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 17 - Cagliari Costituzione, legalità ed energia Consulte di studenti a confronto ORISTANO. Un centinaio di studenti delle Consulte degli istituti superiori sardi si sono riuniti nell'Aula magna del liceo scientifico 'Mariano IV' (con la collaborzione dell'Istituto alberghiero) per discutere di Costituzione, con particolare riguardo all'istruzione, legalità, scenari di politiche giovanili, energia e tutela ambientale. «Il successo formativo degli alunni deve essere il progetto più importante di ogni singolo istituto - ha detto Luigi Roselli, dirigente del liceo scientifico, aprendo i lavori -, ma al successo formativo l'alunno potrà arrivare più agevolmente se le conoscenze e le competenze si coniugheranno con la crescita umana, attraverso le iniziative culturali che provengono dal territorio». Il responsabile dell'Ufficio scolastico provinciale, Vincenzo Tortorella, ha quindi portato i saluti della Direzione scolastica regionale. Ilenia Ruggiu, ricercatrice presso il Dipartimento di diritto costituzionale della facoltà di giurisprudenza di Cagliari, si è soffermata sulla "riforma del titolo V - parte II della Costituzione". Gli articoli 33 e 117, i nuovi assetti nei rapporti tra Stato e Regioni, il diritto all'istruzione, il ruolo della Corte costituzionale sono stati i temi su cui ha insistito la ricercatrice. Giovanni Depaoli, ricercatore dell'Enea, ha illustrato il progetto "Educarsi al futuro", stimolando la riflessione degli studenti sulla variazione della distribuzione della ricchezza mondiale dal 1960 al 2000 (con sensibile aumento della povertà), sulla necessità di energia pulita con la costruzione di centrali eoliche e sfruttando l'energia solare. Sono quindi intervenuti i funzionari del ministero Patrizio Boetti e Giuseppe Pierro. Nella sessione pomeridiana gli studenti, coordinati dai presidenti delle consulte provinciali Desirè Vagnozzi, Simone Angei, Davide Marceddu e Marco Mesina, hanno svolto lavori di gruppo. Diverse le proposte scaturite. Tra le altre il bisogno diffuso di legalità, la lotta alla mafia in tutto il territorio nazionale, la lotta contro la malavita organizzata, la realizzazione di un opuscolo e di un kit di Cittadinanzattiva. Insomma, una giornata in cui gli studenti hanno potuto confrontarsi. Si può dire, in conclusione, che l'obiettivo è stato raggiunto sia dalle Consulte degli istituti superiori che dagli Uffici scolastici e dai loro referenti.

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ROMA - Giorgio Napolitano scrive al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per raccomandare di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - Giorgio Napolitano scrive al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per raccomandare di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa ROMA - Giorgio Napolitano scrive al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per raccomandare di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa. Mentre Berlusconi liquida la domanda dei giornalisti dicendo di non sapere nulla della lettera, ma aggiunge che la decisione se decreto o disegno di legge verrà presa «insieme alle Regioni». Seppure riservata, dunque, la lettera un effetto lo ottiene già dal pomeriggio. Visto che il premier, alla fine del viaggio superveloce Milano-Roma sul treno Frecciarossa, su cui si esibisce con un bel berretto da capostazione, si produce in un ammorbidimento della sua posizione. Dopo che, alla partenza dalla Stazione Centrale, aveva annunciato per venerdì il varo di un decreto legge, nonostante le proteste di molti presidenti di Regione, all'arrivo a Roma Termini dice che il testo inviato ai governatori da Palazzo Chigi «non è quello vero», dicendosi pronto a dialogare con Regioni e Comuni nell'incontro previsto per oggi, quando presenterà un testo «light». Una mossa che provoca la reazione del segretario del Pd Dario Franceschini, che accusa Berlusconi di «cambiare le carte in tavola». E di voler portare avanti «solo un progetto di cementificazione». La vicenda comincia a fine mattinata. Berlusconi, prima di partire da Milano. «Credo - dice - che anche le Regioni che vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini». In vista della Conferenza unificata Stato-Regioni, anche ieri molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini - hanno criticato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci. Poi il «coup de theatre» da parte di Berlusconi, a cui era anche arrivata la lettera di Napolitano. «Il disegno che è circolato - dice il premier scendendo dal Frecciarossa a Roma - non è quello a cui io avevo già lavorato. Ho sentito cose che non saranno nel testo, cioè quelle che riguardano gli immobili urbani. Decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare», ossia ville e villette. Il Pd, però, non ci sta e, in una conferenza stampa, Franceschini distribuisce ai giornalisti il testo del decreto inviato a sindaci e governatori su carta intestata di Palazzo Chigi: «Basta con questo continuo cambiare le carte in tavola». In effetti, nella bozza del decreto si prevedeva che l'ampliamento delle abitazioni nei centri storici potesse avvenire in deroga alle leggi e ai piani regolatori, scavalcando così Regioni e Comuni e Sovrintendenze. Anche Umberto Bossi sollecita Berlusconi a trattare con le Regioni «per evitare scontri», e il premier precisa di nuovo la sua posizione: «Porteremo alle Regioni un decreto legge semplificato, l'ho corretto riducendolo all'essenziale e sono aperto al confronto». Berlusconi poi trova il tempo, mentre è in treno, di attaccare anche la magistratura, in merito agli appalti: «È qualche cosa di patologico - ha affermato - c'è una magistratura che è una metastasi e la società deve reagire perché non è possibile che ci sia gente che applica la legge come un moloch che deve colpire. Bisogna reagire altrimenti non ci sarà più nessuno che vorrà venire in Italia ad investire e a fare le infrastrutture». Berlusconi se ne è stato in cabina di guida del treno Frecciarossa che corre a 300 all'ora. Una tentazione troppo grossa. Con il berretto in testa, davanti al monitor che indica la velocità e in collegamento video con le carrozze, ha scandito la performance del treno che, partito dalla Stazione Centrale di Milano, è arrivato a Roma Termini in tre ore spaccate. «Sono stato presidente-operaio, presidente-imprenditore, non avrei mai immaginato di diventare presidente-ferroviere». 25/03/2009

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Piano casa, interviene Napolitano (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 25-03-2009)

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ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 25/03/2009 - pag: 3 autore: di Giampiero Di Santo Il premier smentisce i dettagli del provvedimento e annuncia: riguarderà solo ville e villette Piano casa, interviene Napolitano Il Colle suggerisce e Berlusconi ci pensa: niente decreto Niente decreto, forse, e niente condomini. Soprattutto, nessun diktat alle regioni, che in materia di edilizia hanno ampi poteri e piena autonomia. Sommessamente, forse con una lettera del tipo «riservata personale», il capo dello stato, Giorgio Napolitano, consiglia al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, una pausa di riflessione su quella che, secondo i piani del governo, dovrebbe essere l'arma segreta che consentirà di sconfiggere la recessione: il piano casa che già nel prossimo consiglio dei ministri avrebbe dovuto vedere la luce sotto forma di decreto legge. Ebbene, quel provvedimento sarà presentato forse venerdì in consiglio dei ministri. Ma si tratterà probabilmente di un disegno di legge, come ha annunciato abbastanza a sorpresa il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Pressato dalle richieste delle regioni, che vogliono concordare i contenuti del provvedimento e hanno ottenuto un incontro con il premier prima della riunione del consiglio dei ministri. Come ha annunciato Berlusconi, che già nella mattinata di ieri era stato costretto a smentire il Giornale, che aveva pubblicato il testo del decreto sul piano casa nei minimi dettagli. «Circola un testo che non è il mio», è stato l'esordio del Cavaliere. «La mia idea è quella di riservare la possibilità di aumentare le cubature solo per ville e villette fuori dei centri cittadini. Con le regioni discuteremo domani (oggi, ndr) un decreto legge semplificato che io stesso ho corretto riducendolo all'essenziale. Sono pronto a un confronto, ho già parlato con il presidente della conferenza delle regioni, Vasco Errani». Berlusconi ha precisato di non avere mai dato il suo avallo al testo diffuso in questi giorni anche perché «trattandosi di materia concorrente, le regioni intendono che il governo mandi un invito a loro affinché procedano nella direzione indicata». E si è detto pronto, se i governatori insisteranno nella loro opposizione a un provvedimento d'urgenza e non concordato, a proporre un disegno di legge: «Il governo deciderà dopo l'incontro se varare un decreto o un disegno di legge», ha precisato. Raccogliendo così il plauso del leader della Lega Nord Umberto Bossi, che ha sottolineato la necessità di trattare con «le regioni, che in molti casi hanno un loro piano per l'edilizia», e la tacita approvazione di Napolitano. Che secondo ambienti parlamentari del Popolo della libertà avrebbe inviato una missiva al premier per convincerlo ad ascoltare il parere delle regioni, e a non correre quindi il rischio di vedersi bocciare il decreto dalla corte costituzionale. Berlusconi, però, ha negato di avere ricevuto missive dal capo dello stato. Così come hanno negato qualsiasi coinvolgimento cartaceo fonti del Quirinale, che hanno accreditato l'ipotesi di una comunicazione personale e riservata tra i due presidenti. Certo è che alla fine l'unico a rivendicare successi, in una partita tutta da giocare, è stato il segretario del Pd Dario Franceschini. «Il testo del governo è quello inviato ufficialmente dalla presidenza del consiglio a regioni, province e comuni che abbiamo dato ai giornali», ha detto il leader dei Democratici. «Se Berlusconi farà marcia indietro sarà merito dell'opposizione».

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Bassolino, altra bomba da 200 mln (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 25/03/2009 - pag: 6 autore: di Felice Massimo De Falco In Campania il governatore cerca di arginare l'ennesima falla nei conti sanitari con una delibera Bassolino, altra bomba da 200 mln Scoppiano spese legali e interessi per i ritardati pagamenti delle asl Una bomba da 200 milioni di euro. Un fardello di spese legali e interessi di mora che la regione Campania si deve accollare per rimediare ai ritardati pagamenti dei fornitori da parte delle asl campane. Troppo, per una regione che vanta un deficit sanitario plurimiliardario. E così, con l'intento di arginare la pericolosa spirale, la giunta regionale guidata da Antonio Bassolino, con la deliberazione numero 541 dello scorso 20 marzo, ha assunto disposizioni urgenti per contrastare i ritardi nei pagamenti delle aziende sanitarie locali. L'esecutivo regionale, infatti, ha preso atto che il ritardo accumulato dalle aziende sanitarie causa, ogni anno, un maggior esborso di circa 200 milioni di euro, dei quali 100 milioni per spese legali, e altri 100 milioni per interessi di mora e di dilazione. Il provvedimento varato dalla giunta indica ai nuovi direttori generali specifici obiettivi da raggiungere, come «assicurare la immediata registrazione contabile delle fatture passive», o «assicurare il pagamento tempestivo delle fatture di piccoli importi e/o di piccoli fornitori, onlus, in modo da evitare le spese legali di recupero crediti che «su tali piccoli importi» finiscono per moltiplicare i costi, o ancora, «collaborare con Soresa spa per completare i controlli dei debiti maturati a tutto il 2006». Del resto più che un pozzo di San Patrizio, la sanità della regione Campania è una vera e propria voragine senza fondo. Inghiotte risorse in quantità industriale, tant'è che rappresenta la sanità più costosa d'Italia e assorbe il 60% del bilancio regionale: dal debito accumulato a fine 2005, pari a 7 miliardi e 623 milioni di euro, si passa, nel 2009, a sfiorare i dieci miliardi di euro. Di qui, il forte odore di commissariamento governativo che ha allarmato Bassolino, il quale ha partorito un piano sanitario regionale di rientro, già bocciato dal ministro del welfare, Maurizio Sacconi, e respinto dalla Corte costituzionale. Il governatore la settimana scorsa ha azzerato le cariche dei manager delle Asl, piazzandovi al loro posto tutti uomini di sua fiducia. Ne è venuta fuori quella che è stata già ribattezzata come «la sanità di Bassolino», dopo una notte di decisioni che qualcuno non ha esitato a definire come «dei lunghi coltelli». Eh sì, perché a capo delle sei nuove asl che hanno preso il posto delle precedenti dodici il governatore ha piazzato commissari straordinari di sua fiducia. Soltanto un manager, tra quelli preesistenti, è stato confermato dal presidente della regione. L'operazione portata a termine da Bassolino per certi versi sembra giustificata dal fatto che è prossimo alla scadenza il tavolo interministeriale di verifica del piano regionale di rientro dal debito. La sanità campana, in sostanza, adesso è in attesa della valutazione dei ministeri dell'economia e della salute. Lo spettro che aleggia, a dir la verità da parecchi mesi, è quello di un commissariamento, ma dopo le ultime scelte di Bassolino la prospettiva sembra essere non così concreta. Inutile dire che tra i direttori rimossi il disappunto è stato enorme. Al punto che già si parla di un gruppo di ricorsi al Tar pronto a partire. Frattanto, la spaventosa massa debitoria mette le sue radici, e come un tumore in stato avanzato sprizza metastasi sotto forma di interessi di mora e spese legali per i centinaia di contenziosi legali fermi in regione e per costose spese di consulenza.

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Le Camere Penali (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Le Camere Penali «Ecco le ragioni per l'astensione» GIUSTIZIA IN CRISI. Tra una politica senza riforme e una magistratura conservatrice. di Renato Borzone* L'astensione dalle udienze dei penalisti italiani è l'inevitabile iniziativa diretta a denunciare alla pubblica opinione l'immobilismo della politica sul piano delle riforme organiche della giustizia ed il suo pericoloso ed inutile iperattivismo sui temi della sicurezza. Su questi ultimi è dalla scorsa estate che l'Unione delle Camere Penali denuncia pubblicamente il rischio di provvedimenti demagogici, diretti a gettare fumo negli occhi dei cittadini: ampliamento delle ipotesi di cattura obbligatoria in violazione della presunzione d'innocenza e sottraendo ogni discrezionalità al magistrato; estensione dei "doppi binari processuali" per categorie di imputati; limitazione dei benefici penitenziari; istigazioni alla delazione processuale; abuso dell'incidente probatorio per ritornare a principi inquisitori, fino alla introduzione delle "ronde" e addirittura alla proposta di limitare i colloqui dei legali in carcere, assecondando la cultura che vede nell'avvocato il favoreggiatore del proprio cliente. I guasti di questa deriva sono visibili a tutti e si producono, purtroppo, nell'assordante silenzio della magistratura associata, che in un comunicato di ieri arriva persino a nascondere e a distorcere le ragioni della protesta dei penalisti per non assumere una posizione chiara sui provvedimenti in discussione in Parlamento. Si riproduce dunque la dinamica già vista di una classe politica subordinata alla magistratura associata e succube della sua politica del "tanto peggio, tanto meglio". Rivive quella parte di ANM chiusa ad ogni dialogo riformatore e manifestamente schierata per conservare l'esistente, compresa la struttura di un ordinamento giudiziario ancora fondato sulla concezione, propria dello stato etico, che considera l'accusare ed il giudicare come sottofunzioni di un'unica funzione giudiziaria. È ambiguo il tenore degli slogan di una parte dell'ANM; invocare l'efficienza disinteressandosi della qualità significa soltanto patrocinare "efficientismo" fine a sé stesso e processi esemplari: un buon viatico verso l'autoritarismo giudiziario, di cui offrono qualche esempio, anche sul campo, alcune delle vicende giudiziarie degli ultimi mesi. La posta in gioco sulla quale l'astensione dell'avvocatura penale vuole richiamare la riflessione è chiara: >è la scommessa di un "paese normale", in cui il CSM sia sottratto al ricatto delle correnti ed ai giochi di potere, la giurisdizione torni a guadagnare la propria nobiltà e la fiducia dei cittadini introducendo il giudice terzo preteso dalla Costituzione, ma soprattutto nel quale si marchi chiaramente una discontinuità con il passato. Un passato in cui il potere della magistratura associata ha condizionato la politica (da qualunque schieramento rappresentata) fino al punto da discutere una pseudo riforma dell'ordinamento giudiziario quale quella approvata due anni fa alla stregua di un contratto collettivo di lavoro. Non è in ballo soltanto la riforma liberale e democratica della giustizia, ma anche l'assetto e l'equilibrio dei poteri di una democrazia di stampo occidentale. Prima che sia troppo tardi bisognerebbe comprenderlo. *Vicepresidente dell'Uncp 25/03/2009

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PRESIDENTE TOSCANA MARTINI SUL DECRETO DEL GOVERNO : (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 25 Marzo 2009 PRESIDENTE TOSCANA MARTINI SUL DECRETO DEL GOVERNO : «ALTRO CHE PIANO CASA. È COME DIRE “PASSATE COL ROSSO”» Firenze, 25 marzo 2009 - «Quello del Governo non è un piano casa. Non darà la casa a chi ne ha bisogno, farà costruire nuovi volumi a chi la casa ce l´ha già. E´ un decreto che fa carta straccia del federalismo e delle norme sull´urbanistica in nome di un assunto: c´è la crisi, rilanciamo l´economia attraverso l´edilizia. Noi siamo d´accordo che l´edilizia è un volano per contrastare la crisi, ma non c´è bisogno di buttare a mare tutte le regole, che sono garanzie per tutti. E´ un po´ come dire: siccome si deve velocizzare il traffico, si può passare col rosso». Il presidente della Toscana, Claudio Martini, affiancato dal vicepresidente Federico Gelli e dall´assessore all´urbanistica, Riccardo Conti, ha aperto così, ieri, la conferenza stampa sul provvedimento del Governo intitolato “Misure urgenti per il rilancio dell´economia attraverso la ripresa delle attività imprenditoriali edili”, in vista dell´incontro che si terrà a Roma domani. «Questi sono i tempi – dice Martini –. Venerdì abbiamo avuto la bozza del decreto legge, domani le Regioni avranno un incontro col Governo, venerdì il decreto sarà all´ordine del giorno del Consiglio dei ministri. » Il presidente della Toscana rilancia la sua proposta, che è anche un appello alla ragionevolezza. «Non un decreto legge, ma un disegno di legge. Un provvedimento che non butti all´aria le regole e le competenze costituzionali di Regioni ed Enti locali sul governo del territorio, che consenta di mettersi intorno ad un tavolo e di varare rapidamente un testo che faccia bene all´economia, ma non devasti il territorio e non sia fonte di liti fra vicini. Noi ci stiamo – ribadisce Martini - non siamo pregiudizialmente contrari. In questo testo ci sono cose che ci piacciono: per esempio le misure sull´edilizia sostenibile, sulla riconversione energetica, quelle che permettono di eliminare le brutture. Ma non c´è bisogno di un decreto legge che azzeri tutti gli strumenti urbanistici e permetta la giungla. Il contenzioso fra i privati, così, diverrà esponenziale. » E in proposito Martini avverte:«Passare col rosso, forse fluidifica il traffico, ma è pericoloso. Avete mai partecipato ad una riunione di condominio? Vi immaginate la litigiosità che verrà fuori? Uno vuole alzare la soffitta, l´altro non è d´accordo. E giù cause. » Ma non basta. «Ai comuni – continua il presidente – viene dato solo un ruolo “notarile”. Dovranno tenere un registro delle Dia (le denunce di inizio attività che consentiranno le costruzioni in deroga agli strumenti urbanistici) e alla fine, il 31 dicembre 2011, dovranno adeguare i loro strumenti urbanistici a quello che nel frattempo sarà stato fatto. Le soprintendenze poi potranno esprimersi solo in casi eccezionali ed entro 30 giorni. Vi immaginate cosa succederà?» Ma la Toscana ci tiene a sottolineare che, senza stravolgere le regole, le cose si possono fare. «In Toscana abbiamo già – dice Martini – 50 mila Dia all´anno. Siamo la regione che ne ha di più. Città come Prato e come Arezzo ne hanno circa 3 mila all´anno. Possiamo far conoscere di più e meglio questo strumento, possiamo semplificare ulteriormente le procedure. Abbiamo già in Consiglio regionale una legge sulla semplificazione, possiamo aggiungere ulteriori misure. » Ma molto è già stato fatto. «Ieri – ricorda il presidente della Regione – la giunta ha licenziato una delibera in applicazione del piano paesaggistico che già consente, nel rispetto delle regole, molte delle cose che farà fare il decreto del Governo. Ma senza stravolgere nulla. » Infine le risposte sulla casa. «Abbiamo già emanato – ribadisce Martini – bandi per 120 milioni di euro rivolti ai Comuni per alloggi da da destinare alla locazione sociale. Stiamo per varare altre misure urgenti, per 130 milioni di euro, per reperire alloggi da dare in affitto a canone “sostenibile”. Infine abbiamo concordato con il Governo il piano casa da 550 milioni di euro, che per la Toscana significano 31 milioni di euro, sempre per dare risposte all´emergenza alloggi. In tutto – sottolinea – sono 280 milioni –. Questo è un piano casa. » Infine le contromisure. «Noi speriamo di farcela - conclude Martini – a convincere il Governo a modificare il provvedimento. In caso contrario, saremo costretti a ricorrere alla Corte Costituzionale e a varare quanto prima una legge regionale che consenta alla Toscana di difendere il lavoro fatto, con fatica, in tutti questi anni e di salvare il suo patrimonio paesaggistico. » . <<BACK

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Villafontana riunita? Ricomincia la battaglia (sezione: Giustizia)

( da "Arena, L'" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 25 Marzo 2009 PROVINCIA Pagina 26 ISOLA DELLA SCALA. Il Comune dà parere negativo perché non vuole cedere terre a Bovolone Villafontana riunita? Ricomincia la battaglia Bocciata la nuova proposta per annettere la frazione No alle proposte di unificazione del territorio di Villafontana formulate da due leggi regionali. Il consiglio comunale, chiamato ad esprimere un parere sulla legge 192 dei consiglieri regionali di An Piergiorgio Cortellazzo e Massimo Giorgetti, e sulla 211 del consigliere del Pd Franco Bonfante, se da un lato condivide la proposta di unificazione della frazione divisa tra i comuni di Isola della Scala, Bovolone e Oppeano, dall'altro esprime all'unanimità parere negativo sulle modalità della sua attuazione che sottrarrebbero a Isola un milione e 230 mila metri quadrati di territorio. Il consiglio comunale è tornato dopo 15 anni a discutere dell'unificazione di Villafontana, già unificata una prima volta sotto Bovolone dopo il referendum del 1995 e tornata divisa dopo che nel 2000 una sentenza della Corte Costituzionale annullò la legge regionale che disciplinava il referendum. L'unificazione fu definita allora (era sindaco Massimo Brugnettini) un sopruso e un atto illegittimo, perché al referendum furono chiamati a votare tutti i cittadini di Bovolone, ma non tutti quelli di Isola (votarono solo 72 abitanti di Villafontana che espressero 55 no). E, inoltre, perché si aggregò a Bovolone oltre all'abitato della parte isolana, anche un territorio agricolo di 5 chilometri quadrati, pari a 1660 campi veronesi. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale e la modifica della legge regionale sul referendum, nel 2002 (sindaco Liana Montalto), il consiglio, chiamato ad esprimersi su una nuova proposta di unificazione avanzata dai consiglieri regionali Rossi, Cerioni e Welponer, si disse favorevole all' unificazione ma disse "no" alla cessione a Bovolone di un milione e 230 mila metri quadrati di territorio. La stessa posizione ha assunto nell'ultima seduta (sindaco Giovanni Miozzi) di fronte alla nuova doppia proposta, ribadendo di essere d'accordo che «l'unificazione di Villafontana, e quindi il senso di appartenenza ad una comunità ben definita, contribuirebbe allo sviluppo di una nuova coscienza civica in cittadini attualmente obbligati, pur vivendo nello stesso ambiente, a fare riferimento per molti problemi individuali, familiari e collettivi a tre comuni diversi. Ma una più razionale organizzazione dei servizi pubblici, alcuni dei quali svolti in convenzione tra i tre Comuni. sembra rappresentare solo parzialmente la finalità di una unificazione». Isola non condivide infatti la proposta di variazione della circoscrizione territoriale del Comune che prevede la cessione a Bovolone di una porzione di territorio, come nel 2002, di circa un milione e 230 mila metri quadrati. Propone, come aveva fatto sette anni fa, di cedere a Bovolone l'area di 150 mila metri quadrati effettivamente interessata dagli insediamenti abitativi, e in cambio, chiede che Bovolone ceda un'area di analoghe dimensioni identificata a sud della frazione di Tarmassia (denominata località Novarina) i cui residenti appartengono alla parrocchia di Tarmassia e gravitano socialmente sulla frazione del Comune isolano.  

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il rischio di una corsa alla dia per evitare la legge anti-decreto - simona poli (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IV - Firenze Il sindacato Il rischio di una corsa alla dia per evitare la legge anti-decreto Cisl, 55mila iscritti: oggi il congresso Martini a Roma per il provvedimento rebus di Berlusconi Il piano casa Ieri il premier ha detto che la misura non riguarderà i condomini ma solo ville e villette Il presidente della Regione: "Ma allora di che cosa dobbiamo discutere?" SIMONA POLI «Solo villette e bifamiliari, niente condomini di città. Il piano casa non è quello che è stato messo in giro». E´ questa l´ultima versione data da Silvio Berlusconi del decreto legge sugli ampliamenti edilizi che sarà discusso dal Consiglio dei ministri venerdì prossimo. La Toscana, che annuncia ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di competenze, sta già preparando una sua legge in materia. Ma è già certo che dal momento della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, comunque il decreto del governo farà saltare ogni altra normativa regionale e comunale. Risultato: chi in Toscana presenterà una dichiarazione d´inizio attività per ampliare del 20 per cento la propria abitazione (o del 35 per cento in caso di demolizione e ricostruzione con materiali di bioedilizia e copertura capace di produrre energia rinnovabile) non potrà più essere bloccato dalla futura norma regionale che la giunta assicura di poter presentare a tempo di record, «2 o 3 mesi al massimo». Il governo, insomma, dà il via libera alle domande di ristrutturazione: una volta ottenuta la Dia i lavori potranno essere iniziati nel giro di 14 mesi. «Un po´ come dire che siccome si deve velocizzare il traffico si può passare col semaforo rosso», commentano il presidente toscano Claudio Martini, l´assessore Riccardo Conti e il numero due della giunta Federico Gelli, particolarmente preoccupati delle conseguenze che il decreto avrà nelle campagne. «Siamo riusciti a portare a termine una lunga e difficilissima trattativa con le associazioni degli agricoltori per evitare il cambio di destinazione d´uso per gli annessi agricoli. Adesso qualsiasi magazzino, fienile o capannone per gli attrezzi potrà essere trasformato in abitazione e diventerà molto più allettante e meno faticoso per chi lavora nell´agricoltura mettersi a fare l´imprenditore immobiliare», dice Martini. In ogni caso lui farà una legge diversa, annuncia, che «non sbarrerà il passo allo sviluppo edilizio ma lo regolerà all´interno di un quadro di norme. Quello del governo non è un piano casa perché non dà la casa a chi ne ha bisogno e fa carta straccia del federalismo e delle norme sull´urbanistica». Legambiente e Wwf sono sulla stessa linea, il presidente della commissione Territorio del consiglio regionale Erasmo D´Angelis lo stesso, da Roma il leader degli Ecodem del Pd Ermete Realacci contesta il decreto Berlusconi. In realtà di quale decreto si parli non è più molto chiaro. L´ultima versione del premier è della tarda mattinata di ieri e Martini ancora non la conosce quando alle 13 distribuisce ai giornali il testo del decreto che Palazzo Chigi ha inviato alle Regioni con tanto di lettera di accompagnamento. Un testo ufficiale, quindi, che oggi a Roma servirà come base di discussione tra Stato e Regioni. Eppure il premier dice: «Non è il testo a cui ho lavorato io. Il decreto o disegno di legge che sia si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare dopo che queste saranno demolite. Non sono compresi gli immobili urbani». Martini dunque avrebbe un testo "scaduto" , l´unico però che il governo gli ha fornito per poter esprimere giudizi e fare ipotesi. «Se il testo non è più quello», dice Martini, «è chiaro che la riunione sarà ancora più difficile perché non sapremo di cosa si discute e non si capisce come, nel giro di qualche ora, si possa valutare la nuova proposta. Mi auguro solo che la nuova bozza non preveda più il ricorso al decreto legge ma sia stata scelta la strada del disegno di legge». Il piano casa della Toscana riguarda anche l´edilizia popolare. Sono già stati attivati bandi per 120 milioni di euro per dare case con canone sociale per giovani coppie, anziani e famiglie a basso reddito, a cui si aggiungeranno 31 milioni di fondi statali. A questa manovra sarà abbinata un´azione speciale per 130 milioni rivolta in particolare a soggetti pubblici e privati che siano in grado di mettere sul mercato case a canoni sostenibili - i cosiddetti affitti low cost - fino a 500 euro al mese per nuclei familiari che abbiano un reddito complessivo non superiore a 70 mila euro. Per incentivare i proprietari di case ad affittare con questo sistema, la Regione si impegna a versare la differenza tra il canone low cost e quello di mercato. E proprio di crisi economica ed emergenza occupazionale discuteva ieri il consiglio regionale, quando è stato interrotto a metà pomeriggio per "eccessiva indisciplina". C´erano in aula parecchi consiglieri disattenti che facevano rumore chiacchierando in piedi tra loro e disturbando anche chi era intenzionato ad ascoltare gli interventi. Così la seduta è stata fermata per alcuni minuti dal vicepresidente del consiglio Alessandro Starnini, che al momento coordinava l´assemblea, che ha deciso il blocco dopo aver ripreso più volte i colleghi maleducati.

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Palminota, votato il trasferimento (sezione: Giustizia)

( da "Provincia Pavese, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Palminota, votato il trasferimento Lo ha deciso il Csm. Ma ora il presidente può ricorrere al Tar MARIA FIORE PAVIA. La decisione, che annuncia l'avvio di una fase non certo facile per il Tribunale di Pavia, è arrivata dopo pochi mesi. La commissione del Csm, che era stata chiamata a pronunciarsi sul caso, ha deliberato all'unanimità il trasferimento del presidente del Tribunale, Piergiovanni Palminota, ad altra sede per incompatibilità ambientale e funzionale. L'avvio di un'indagine era stata notificata allo stesso Palminota a dicembre. La decisione non è, però, esecutiva: il presidente ha la possibilità di ricorrere al Tar. E non sarebbe la prima volta. Palminota aveva già fatto ricorso al Tribunale amministrativo nel 2003, quando era stata accolta la nomina a Pavia. Nomina alla quale il Csm e il Ministero di Grazia e Giustizia si erano a lungo opposti. La battaglia legale era durata otto anni. E oggi il copione potrebbe ripetersi. La possibilità che il Consiglio superiore della magistratura si pronunciasse in termini negativi, accogliendo il trasferimento, era stata già definita, dallo stesso Palminota, «ingiusta» nella relazione difensiva inviata al Csm. Le "accuse" nei confronti di Palminota avevano riguardato soprattutto lacune organizzative e deficit di collaborazione con il personale degli altri uffici. Erano queste, in sintesi, le motivazioni con cui il Consiglio aveva deciso di aprire un fascicolo e attivare una procedura di trasferimento. L'istruttoria sarebbe stata comunque aperta mesi prima della notifica sulla base di segnalazioni legate per lo più a questioni di carattere organizzativo. Contro Palminota era stata stilata una relazione, i primi di novembre, a conclusione dell'istruttoria, dalla Prima commissione del Consiglio, in cui venivano affrontate diverse questioni: i suoi rapporti con gli altri magistrati, non sempre idilliaci, o la mancata attuazione dei cossidetti «programmi organizzativi», che sono l'ossatura del buon andamento e della gestione degli uffici, fino alle incomprensioni con l'Ordine degli Avvocati, che si era più volte detto «poco coinvolto» nell'attività del Tribunale. Accuse da cui Palminota si era difeso con una controrelazione. Di cui, a quanto pare, il Csm non ha tenuto conto. (m. fio.)

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Questa legge sarà sommersa dai ricorsi (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«Questa legge sarà sommersa dai ricorsi» M.ZE. In Aula il Pdl va avanti per la sua strada, respinge tutti gli emendamenti «premissivi» e la stragrande maggioranza di quelli presentati dall'opposizione. Felice Casson, lei appartiene al partito di coloro che dicono «meglio nessuna legge che questa legge» sul fine vita? Sicuramente sì perché con questa legge si fa un passo indietro. La Costituzione, le leggi ordinarie e le interpretazioni della magistratura, riconoscono pienamente il principio di autodeterminazione per la persone capace di intendere e volere. Questo testo, invece, pone delle limitazioni e viola palesemente la Costituzione. La vita può essere un diritto indisponibile? Su questo noi abbiamo presentato degli emendamenti per eliminare la definizione cosi come è altrimenti si aprirebbe la possibilità di prevedere sanzioni penali per il tentato suicidio. Seguendo i lavori parlamentari si percepisce una certa rassegnazione da parte dell'opposizione. Una battaglia persa? Abbiamo assistito nei giorni scorsi ad un ordine dall'alto, "serrate i ranghi" diretto ai senatori Pdl e quindi anche le voci in disaccordo sono state fatte tacere. Ricordo una quasi minaccia di sostituzione nei confronti di due senatori Pdl della Commissione Affari Costituzionali perché avevano preannunciato un voto per l'incostituzionalità del Ddl Calabrò. Ma anche nel Pd c'è qualche problema. Stamattina Franco Marini ha chiesto al gruppo di far propri anche alcuni degli emendamenti presentati dai cattolici. La mediazione che abbiamo raggiunto è stata molto faticosa. Io, per esempio, non condivido alcuni degli emendamenti del gruppo perché ritengo che alimentazione e idratazione artificiale siano trattamenti medici e quindi debbono essere oggetto di dichiarazione anticipata di volontà. Non si possono chiedere ulteriori mediazioni. In questi giorni ci sono stati diversi appelli per fermare la legge. L'ultima speranza è una moratoria dopo il voto al Senato? Gli appelli cadono nel vuoto perché la maggioranza procede come un carro armato senza ragionare sulle conseguenze di una legge così deleteria. Speriamo che nel passaggio dal Senato alla Camera ci sia un periodo di riflessione e comunque una moratoria. Lo crede possibile dopo le ultime dichiarazioni del cardinal Bagnasco? La Chiesa fa il suo mestiere, sta ai politici garantire scelte autonome, nell'interesse della collettività e dei singoli. Se dovesse entrare in vigore il ddl Calabrò ci saranno una valanga di ricorsi in tribunale, come qualcuno sostiene? Alla prima applicazione si creerà un problema di contrasto tra medico, fiduciario o il parente stretto. Ci saranno ricorsi immediati e ripetuti all'autorità giudiziaria e a questo si potrebbe aggiungere un ulteriore serie di ricorsi in sede di Corte Costituzionale. Intervista a Felice Casson

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berlusconi frena: solo ville e villette - vindice lecis (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 25-03-2009)
Pubblicato anche in: (Centro, Il) (Nuova Sardegna, La)

Argomenti: Giustizia

Pagina 9 - Attualità Berlusconi frena: solo ville e villette Dietrofront sul piano casa dopo la lettera di Napolitano e il pressing delle opposizioni Il premier: «Quel testo non è il mio». E mette in discussione anche la formula del decreto VINDICE LECIS ROMA. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha chiesto di ascoltare le Regioni sul cosiddetto «piano casa» e Berlusconi è stato costretto alla retromarcia. «Abbiamo fatto un articolato molto semplice che discuteremo con le Regioni. Se sarà un decreto o un disegno di legge ne parleremo con loro. Abbiamo fissato un incontro alle 12.30». Lo dice il premier al termine di una giornata convulsa, in cui aveva anche detto di avere «corretto, riducendolo all'essenziale» il testo circolato in questi giorni. «Ma allora domani (oggi, ndr) di cosa discuteremo?», si è chiesto il presidente della Toscana, Claudio Martini che con i suoi colleghi parteciperà a Roma alla conferenza delle Regioni. C'è molta confusione e incertezza sulla posizione del governo. Berlusconi aveva confermato un decreto «già venerdì per fare in fretta» annunciando però un provvedimento diverso «da quello che circola», in pratica riferito solo «alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare», vale a dire ville e villette. La lettera di Napolitano (una missiva riservata personale, dicono al Quirinale, di cui Berlusconi giura di non saperne nulla) ha sicuramente trovato attenzione e accoglienza anche in quegli ambienti del centro destra meno inclini al muro contro muro come Umberto Bossi, per convincere il premier ad avviare un confronto. Bossi ha invitato esplicitamente Berlusconi «a trattare con le Regioni per evitare scontri». Aggiunge il segretario del Pd Dario Franceschini: «Il testo che abbiamo mostrato ai giornalisti è l'unico esistente ed è quello inviato ufficialmente dalla presidenza del Consiglio a Regioni, Province e Comuni. Il governo farà marcia indietro? Merito della denuncia dell'opposizione. Naturalmente vedremo se il nuovo testo ci sarà e cosa ci sarà scritto». Romano Prodi, a Ballarò, in serata ricorda come «lo Stato non sia competente su tante norme». Poi parla dei suoi incentivi per l'edilizia: «Abbiamo fatto affiorare il nero che nell'edilizia è tradizionalmente molto elevato. E non si rovinava mica il paesaggio. Era fatto tenendo conto che l'Italia è un paese con delle sue caratteristiche». E sulla crisi: «Una politica di destra ci ha portato alla rovina». Sul possibile decreto pesano inoltre le minacce di ricorso alla Corte costituzionale prospettate da alcune Regioni. Il presidente della Conferenza, Vasco Errani, vede infatti nel testo speditogli dal governo venerdì scorso «un profilo di incostituzionalità. Bisogna non andare avanti ma aprire un confronto serio e di merito perché servono regole valide e condivise». Errani e il suo collega Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, ieri hanno discusso dell'argomento proprio con Berlusconi sul treno che inaugurava la linea ad alta velocità sulla tratta Bologna-Firenze e non è escluso che, anche in quell'occasione, sia stata fatta un'opera di persuasione. Errani ha comunque confermato la sua posizione: «Il decreto non è la strada giusta per gestire una materia così delicata. Se non si fa un decreto e ci mettiamo a discutere nel rispetto delle competenze siamo pronti al dialogo». Il presidente dell'Emilia-Romagna ha anche smentito il premier secondo il quale la bozza di decreto era stata scritta su richiesta delle Regioni: «abbiamo chiesto che ci venisse inviato ciò su cui il governo stava lavorando». La riunione con le Regioni è comunque confermata anche se il presidente della Toscana, Martini si chiede su cosa si discuterà. Dario Franceschini non ne può più: «Va bene lo scontro politico, ma non si possono continuamente cambiare le carte in tavola. Si può dire: ho cambiato idea, ma basta con il dire tutto e il contrario di tutto». E rincara: «Chiediamo alla Lega come può accettare un decreto legge che distrugge e toglie autonomia proprio alle Regioni».

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il "sì" convinto arriva solo da lombardia e sicilia (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 25-03-2009)
Pubblicato anche in: (Centro, Il) (Nuova Sardegna, La)

Argomenti: Giustizia

Pagina 9 - Attualità Il "sì" convinto arriva solo da Lombardia e Sicilia Regioni divise: quelle guidate dal centrosinistra minacciano il ricorso alla Consulta Ma il mugugno è diffuso e tra i governatori c'è preoccupazione sul metodo del decreto legge che stravolge il principio federalista ROMA. La maggioranza delle Regioni italiane è contraria al Piano casa di Berlusconi. Decisamente favorevoli sono soltanto Lombardia e Sicilia, le due grandi aree da anni governate dal centrodestra. Convinte del progetto, ma anche della necessità di mitigarlo, seguono altre cinque regioni governate dalla coalizione di Berlusconi: Sardegna, Abruzzo, Molise, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il no arriva dal resto, non solo dalle tradizionali regioni rosse come Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria. Dicono di no anche Lazio e Piemonte, Trentino Alto-Adige e Liguria, Calabria e Basilicata, Val d'Aosta, Campania, Puglia. I mugugni sono comunque molto diffusi per il metodo del decreto legge che il governo intende adottare. Un metodo che nasconde, per le regioni, lo stravolgimento del principio federalista. Il provvedimento sulla casa, sostengono Toscana e Umbria, pronte a ricorrere alla Corte costituzionale, lede prerogative come sono proprie delle regioni e non del governo centrale. Se il governo facesse il decreto entro la fine della settimana senza modifiche, la Regione Toscana ha intenzione di presentare ricorso alla Corte costituzionale e di approvare una legge regionale per difendere la propria esperienza urbanistica. Garantito dal presidente della Regione Claudio Martini: «Non siamo contrari in linea di principio alla dinamizzazione dell'economia ma quello del Governo non è un piano casa, in quanto non dà una casa a chi ne ha bisogno, ma smantella i piani urbanistici locali e mortifica le autonomie». «Inoltre - ha continuato Martini - aumenta la possibilità di contenziosi tra i cittadini». Oggi le regioni incontreranno il governo sul tema ma sul confronto Martini è fermo: «Noi non cerchiamo il conflitto istituzionale ma il testo deve essere cambiato, altrimenti il ricorso alla Consulta è un obbligo e non uno sfizio». Il governatore della Calabria, Agazio Loiero, è stupefatto: «Noi stiamo cercando di invertire la rotta. Abbiamo approvato un piano per l'abbattimento di 800 ecomostri, piano già operativo. La giunta regionale si è opposta alla costruzione di Europaradiso, un megavillaggio che avrebbe dovuto dare 10mila posti di lavoro - di cui avremmo avuto un immenso bisogno - ma avrebbe devastato in maniera irrimediabile un'area di pregio naturalistico». «L'Umbria ha un prezioso patrimonio paesistico, storico-artistico ed architettonico che nell'insieme ne rappresenta la sua più grande risorsa - dice il capogruppo Pd nel consiglio regionale dell'Umbria, Gianluca Rossi - ma ora il piano casa del governo rischia di compromettere il delicato equilibrio tra sviluppo e tutela che fino ad ora il nostro territorio è riuscito, con difficoltà, a mantenere». «I tratti di incostituzionalità ravvisati dalla presidente della giunta regionale sono evidenti», continua Rossi. «So che i miei colleghi presidenti di Regione di sinistra - dice il governatore della Lombardia Roberto Formigoni - avanzano obiezioni. Ma io invoco quello stesso spirito di collaborazione che ci ha portato a firmare il grande accordo sugli ammortizzatori sociali». Perché serve «uno scatto di responsabilità dello Stato e delle Regioni per il bene dell'Italia e dei nostri cittadini». (a.g.)

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il "sì" convinto arriva solo da lombardia e sicilia (sezione: Giustizia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 7 - Attualità Il "sì" convinto arriva solo da Lombardia e Sicilia Regioni divise: quelle guidate dal centrosinistra minacciano il ricorso alla Consulta Ma il mugugno è diffuso e tra i governatori c'è preoccupazione sul metodo del decreto legge che stravolge il principio federalista ROMA. La maggioranza delle Regioni italiane è contraria al Piano casa di Berlusconi. Decisamente favorevoli sono soltanto Lombardia e Sicilia, le due grandi aree da anni governate dal centrodestra. Convinte del progetto, ma anche della necessità di mitigarlo, seguono altre cinque regioni governate dalla coalizione di Berlusconi: Sardegna, Abruzzo, Molise, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il no arriva dal resto, non solo dalle tradizionali regioni rosse come Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria. Dicono di no anche Lazio e Piemonte, Trentino Alto-Adige e Liguria, Calabria e Basilicata, Val d'Aosta, Campania, Puglia. I mugugni sono comunque molto diffusi per il metodo del decreto legge che il governo intende adottare. Un metodo che nasconde, per le regioni, lo stravolgimento del principio federalista. Il provvedimento sulla casa, sostengono Toscana e Umbria, pronte a ricorrere alla Corte costituzionale, lede prerogative come sono proprie delle regioni e non del governo centrale. Se il governo facesse il decreto entro la fine della settimana senza modifiche, la Regione Toscana ha intenzione di presentare ricorso alla Corte costituzionale e di approvare una legge regionale per difendere la propria esperienza urbanistica. Garantito dal presidente della Regione Claudio Martini: «Non siamo contrari in linea di principio alla dinamizzazione dell'economia ma quello del Governo non è un piano casa, in quanto non dà una casa a chi ne ha bisogno, ma smantella i piani urbanistici locali e mortifica le autonomie». «Inoltre - ha continuato Martini - aumenta la possibilità di contenziosi tra i cittadini». Oggi le regioni incontreranno il governo sul tema ma sul confronto Martini è fermo: «Noi non cerchiamo il conflitto istituzionale ma il testo deve essere cambiato, altrimenti il ricorso alla Consulta è un obbligo e non uno sfizio». Il governatore della Calabria, Agazio Loiero, è stupefatto: «Noi stiamo cercando di invertire la rotta. Abbiamo approvato un piano per l'abbattimento di 800 ecomostri, piano già operativo. La giunta regionale si è opposta alla costruzione di Europaradiso, un megavillaggio che avrebbe dovuto dare 10mila posti di lavoro - di cui avremmo avuto un immenso bisogno - ma avrebbe devastato in maniera irrimediabile un'area di pregio naturalistico». «L'Umbria ha un prezioso patrimonio paesistico, storico-artistico ed architettonico che nell'insieme ne rappresenta la sua più grande risorsa - dice il capogruppo Pd nel consiglio regionale dell'Umbria, Gianluca Rossi - ma ora il piano casa del governo rischia di compromettere il delicato equilibrio tra sviluppo e tutela che fino ad ora il nostro territorio è riuscito, con difficoltà, a mantenere». «I tratti di incostituzionalità ravvisati dalla presidente della giunta regionale sono evidenti», continua Rossi. «So che i miei colleghi presidenti di Regione di sinistra - dice il governatore della Lombardia Roberto Formigoni - avanzano obiezioni. Ma io invoco quello stesso spirito di collaborazione che ci ha portato a firmare il grande accordo sugli ammortizzatori sociali». Perché serve «uno scatto di responsabilità dello Stato e delle Regioni per il bene dell'Italia e dei nostri cittadini». (a.g.)

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il tar dà ragione ai vu' cumprà (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 25-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino di Padova, Il)

Argomenti: Giustizia

Pagina 13 - Regione Il Tar dà ragione ai «vu' cumprà» Stop alla legge che vieta la vendita ambulante nei centri storici LA SENTENZA Tutelato il diritto di tutti al lavoro VENEZIA. Per i giudici del Tar Veneto l'articolo della legge regionale del 2005 in cui si afferma che «è vietato il commercio su aree pubbliche in forma itinerante nei centri storici dei comuni con popolazione superiore ai 50 mila abitanti» potrebbe «scalfire il carattere universale dei diritti fondamentali, come quello al lavoro e alla libera iniziativa economica del cittadino extracomunitario», essere in contrasto con alcuni articoli della nostra Costituzione e «puzzare» di razzismo. Per questo ha deciso che la questione di legittimità costituzionale sollevata dall'avvocato veneziano Angelo Pozzan per conto dell'Associazione venditori ambulanti immigrati di Venezia non è manifestamente infondata e ha sospeso il giudizio investendo della questione la Corte costituzionale. Quelle due righe della legge regionale ha permesso a molti comuni veneti, primo fra tutti quello di Venezia, di allontanare dal centro delle città i venditori ambulanti extracomunitari, anche quelli muniti di licenza. Ed è proprio contro l'ordinanza di Massimo Cacciari, infatti, che inizialmente aveva ricorso l'avvocato Pozzan, quella in cui si vietava «il trasporto senza giustificato motivo di mercanzia in grandi sacchi di plastica e borsoni nel centro storico lagunare». I giudici amministrativi ricordano, citando il ricorso del legale veneziano, che gli ambulanti coinvolti sono titolari di un permesso di soggiorno e di un'autorizzazione per il commercio ambulante e che avevano in corso con l'amministrazione comunale una trattativa che doveva individuare aree del centro storico in cui esercitare la vendita ambulante. Ma quell'articolo della legge regionale aveva reso vana questa iniziativa. Il Tar sottolinea che con quell'intervento dell'amministrazione regionale è stata violata da una parte la competenza statale in materia di concorrenza dall'altra quella del Comune di individuare le zone in cui i divieti devono scattare del tutto o in parte. «Appare evidente - si legge nell'ordinanza - che il divieto assoluto, inderogabile, generalizzato, non giustificato da concrete e localizzabili esigenze...finisca per comportare un'irragionevole e contraddittoria eliminazione di una delle modalità attraverso le quali, per la normativa statale, può essere svolta l'attività commerciale». Non solo. I giudici veneziani spiegano che «è un dato di comune esperienza che il commercio su aree pubbliche in forma itinerante riguarda attualmente in modo prevalente la piccola imprenditoria degli extracomunitari. Orbene con la norma della cui legittimità costituzionale si dubita viene assoggettata a divieto soltanto questa tipologia di commercio, mentre non viene introdotta alcuna analoga restrizione nei confronti di corrispondenti forme di commercio su aree pubbliche, quali quelle su posteggi dati in concessione in sede fissa». E tutto questo rischia oggettivamente, secondo il Tar, di avere l'effetto di una discriminazione indiretta. (Giorgio Cecchetti)

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No ai vincoli e alle regole ferree Causano schifezze (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«No ai vincoli e alle regole ferree Causano schifezze» SEGUE DA PAGINA 5 Si ha l'impressione che lei non ami il settore pubblico, lo Stato: prendiamo il "piano casa": distrugge i vincoli a salvaguardia del territorio. «È una sensazione sbagliata. Quei vincoli sono astratti, viviamo in un Paese ipocrita che fa leggi e piani regolatori ma produce schifezze. Io voterò per la rottamazione delle schifezze. Non mi piace l'ipocrisia delle regole ferree a cui poi seguono i condoni». Lei propone l'alienazione del patrimonio immobiliare degli ex Istituti autonomi delle case popolari. Ma una sentenza della Corte Costituzionale non lo consente. «Quella è una sentenza del 2006, ora abbiamo una nuova legge: la 133 del 2008. Vedremo cosa dirà la Corte. Sono 800mila le case ex Iacp in Italia: è un patrimonio morto che rende tutti infelici. Le morosità raggiungono il 40%, non ci sono i soldi per le manutenzioni, le Regioni spendono 3 miliardi l'anno. E il problema sociale non si risolve, perché nessuno lascia la casa, anche se ormai ha perso i requisiti. A questo punto vendiamo tutto agli inquilini, ad un prezzo capitalizzato dell'affitto». Ma come potrà acquistare chi non ha soldi? «L'affitto medio è 70euro, riscattare la casa costerà in media intorno ai 25mila euro, per immobili che poi varranno 5 volte tanto». Fra gli affittuari ci sono i pensionati. «Anche loro hanno figli e altri hanno un reddito medio-alto e faranno un affare. Voglio vendere a tutti, anche ad abusivi e fricchettoni: se la rivendano e se la fumino! Voi avete una visione sfigata della vita». Ma in questo modo non si rischia una svendita in blocco che, alla fine, non darà il denaro sufficiente a fare una nuova politica per la casa? «La svendita c'è già. Il patrimonio abitativo non è più utilizzato per i fini per cui era stato costruito. Io non faccio altro che prendere atto del fallimento di una grandissima idea sociale, realizzata con il contributo dei lavoratori dipendenti. A mano a mano che i redditi miglioravano la gente avrebbe dovuto lasciare le case popolari. Non è andata così. Quell'idea, nata ai tempi di Fanfani, è fallita per colpa di tutti: Dc, Pci, Psi e della nostra idea di Stato». Perché non verificare i requisiti di chi oggi vive nelle case? «Non ce l'ha fatta nessuno. Se fai la radiografia agli inquilini, scoppia la rivoluzione. Il vero scandalo è questo. Meglio azzerare e ripartire». Per costruire nuove case popolari? «La mia idea è un'altra. Siamo un Paese che non fa rispettare le regole. Meglio interventi sugli affitti o mutui a tasso zero». Il piano casa presenta un altro problema: come i condoni, è una violazione della cultura delle regole. «La cultura delle regole ha prodotto l'abusivismo. Questo Paese è profondamente cattolico e ipocrita. Disattende le regole che si dà: questo si definisce "azzardo morale". È la cultura catto-comunista, socialista, liberale etc. La borghesia dell'unificazione d'Italia, tanto incensata dalla storiografia risorgimentale, fu una borghesia delle mani libere. Sarebbe bello far rinascere la cultura delle regole, ma se lei, un ministro, risponde che nessuno c'è riuscito, è una grande sconfitta collettiva. «Chi governa è tenuto al pragmatismo. A me piacerebbe far rispettare le regole. Non ci riesco. Ho uno strumento che mi consente di ricominciare? Allora dico: pochi soldi, maledetti e subito». SEGUE A PAGINA 8

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Fronda tra le toghe di sinistra: Md partecipa alla spartizione dei posti (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CONGRESSO Scontro tra le anime di Magistratura democratica, nel mirino anche l'alleanza coi moderati di Unicost. Giovedì l'assemblea Fronda tra le toghe di sinistra: «Md partecipa alla spartizione dei posti» Sara Menafra ROMA Nella corrente più tradizionalmente di sinistra delle toghe, Magistratura democratica, tira un'ariaccia da resa dei conti. Tanto che, a tre giorni dalla convention che sarà ospitata a Modena da giovedì a domenica prossimi, nelle mailing list interne continuano a circolare documenti che, col tono felpato di chi ha a che fare con forme e codici tutto il giorno, segnano accuse pesanti dai due lati della barricata. Ad aprire le danze è stato un testo firmato da alcuni magistrati di peso tra cui il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini, la consigliera del Csm Ezia Maccora e pm piuttosto noti come la «genovese» Anna Canepa e il «romano» Stefano Pesci. Che, sotto il titolo «Ripartire dalla politica e dal confronto trasparente», mena fendenti sul comportamento della delegazione inviata a palazzo dei Marescialli. E chiede di puntare tutto l'impegno sulla «responsabilizzazione professionale» dei magistrati. «Non si tratta di indulgere alle critiche dei denigratori del "correntismo" ma di riconoscere che la magistratura non ha contrastato abbastanza la logica che favorisce "la protezione" anziché la "professionalità indiscussa"», scrivono. E insistono: «Una logica che è talora riemersa coinvolgendo tutti, Md inclusa; come dimostrano alcune decisioni in cui il peso delle appartenenze è oggettivamente riscontrabile». A scaldare gli animi è stato, recentemente, il caso della nomina di un nuovo procuratore generale a Bari, dopo lo scontro dello scorso anno interno all'ufficio sul caso dei bambini morti a Gravina di Puglia, di cui il Csm si è occupato più volte. Il procuratore capo reggente, Emilio Marzano, a sua volta membro di spicco di Md, sosteneva l'avvocato generale di Bari Francesco Saverio Nunziante, contro il lombardo Antonio Pizzi, in arrivo dalla gestione della procura di Monza. Pizzi, alla fine, ha avuto la meglio, ma tra le toghe di sinistra non tutti hanno apprezzato che Md abbia pubblicamente espresso posizioni vicine a quelle di Marzano, pur votando per l'avversario. Bisognava sostenere il più bravo, punto e basta, dicono. E, aggiungono, è stato sbagliato mostrarsi ambivalenti e persino disponibili con le proteste di Luigi de Magistris e degli inquirenti di Salerno trasferiti dopo l'inchiesta Why not. Sarebbe stato meglio sostenere, semplicemente, l'Anm, che caso unico nella storia della magistratura, per lo scontro tra Salerno e Catanzaro parlò di «pagina nera» della magistratura: «La legittimazione della magistratura sta nel dovere e nel coraggio, ma anche nella prudenza e nell'equilibrio. Per Md questo implica il sostegno alla linea forte della giunta (dell'Anm, ndr) di fronte ai recenti casi giudiziari». Opposto il pensiero di almeno un altro documento circolato tra le toghe e firmato, tra gli altri, dal gip di Napoli Aldo Policastro e da Eugenio Albamonte, ex consigliere del Csm. Che spiegano che il problema della professionalità e della selezione delle toghe nella magistratura esiste. Ma non può essere l'unico. E in quattro punti indicano come prioritaria la «"caduta verticale" dell'uguaglianza dei diritti» in Italia: «Da questa consapevolezza occorre muovere per iniziative aperte a chi, nella magistratura e nella società continua a guardare alla magistratura come istituzione posta a tutela dei diritti di tutti». Il capomissione al Csm Livio Pepino non l'ha firmato. Ma coi suoi ha respinto al mittente le critiche. Sostenendo che proprio quelli che parlano di «professionalità», nella pratica concordano le strategie con i moderati di Unicost. E appoggiano la linea moderata del vicepresidente del Csm Mancino che tiene ancora chiusa nel cassetto la pratica a tutela della giudice Nicoletta Gandus, ricusata da Silvio Berlusconi.

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(sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 25-03-2009)

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«Sul piano casa ascolteremo le Regioni» --> Il premier dopo la lettera di Napolitano sulla necessità di sentire i governatori: «Circola un testo non mio» E annuncia: le norme riguarderanno solo mono e bifamiliari. Bossi: evitare scontri. Il Pd va all'attacco Mercoledì 25 Marzo 2009 GENERALI, pagina 3 e-mail print ROMAGiorgio Napolitano scrive al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per raccomandare (ancora una volta, dopo l'incontro del 17 marzo) di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa. Una lettera che, «se c'è, è personale e riservata», dicono fonti del Quirinale. Mentre Berlusconi, a fine giornata, liquida la domanda dei giornalisti dicendo di non sapere nulla della lettera, ma aggiunge che la decisione tra decreto e disegno di legge verrà presa «insieme alle Regioni». Seppure riservata, dunque, la lettera - di cui si viene a sapere da fonti della maggioranza - un effetto lo ottiene già dal pomeriggio. Visto che il premier, alla fine del viaggio superveloce Milano-Roma sul treno Freccia Rossa, si produce in un ammorbidimento della sua posizione. Dopo che - alla partenza dalla Stazione Centrale - aveva annunciato per venerdì il varo di un decreto legge, nonostante le proteste di molti presidenti di Regione, all'arrivo a Roma Termini afferma che il testo inviato ai governatori da Palazzo Chigi «non è quello vero», dicendosi pronto a dialogare con Regioni e Comuni nell'incontro previsto per oggi, quando presenterà un testo «light». Una mossa che provoca la reazione del segretario del Pd Dario Franceschini, che accusa Berlusconi di «cambiare le carte in tavola». E di voler portare avanti «solo un progetto di cementificazione». La vicenda comincia a fine mattinata. Berlusconi, prima di partire da Milano, annuncia per venerdì il varo di una legge quadro e di un decreto sulla casa. «Credo - dice - che anche le Regioni che vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini». In vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni di oggi, anche ieri come nei giorni scorsi, molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini - hanno criticato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci. Il ministro Raffaele Fitto ha assicurato che «il testo non è blindato», ma lo scetticismo regnava, come dimostrano le parole di Martini: «Mi auguro che il governo ci ascolti, altrimenti mi domando cosa andiamo a fare a Roma». Poi il «coup de théatre» da parte di Berlusconi, a cui era anche arrivata la lettera di Napolitano. «Il disegno che è circolato - dice il premier scendendo dal Freccia Rossa a Roma - non è quello a cui io avevo già lavorato. Ho sentito cose che non saranno nel testo, cioè quelle che riguarda gli immobili urbani. Decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare». Il Pd, però, non ci sta e, in una conferenza stampa, Franceschini distribuisce ai giornalisti il testo del decreto inviato a sindaci e Governatori su carta intestata di Palazzo Chigi: «Basta con questo continuo cambiare le carte in tavola. Si può anche dire "ho cambiato idea" ma non dire che il testo non è quello vero». In effetti, nella bozza si prevedeva che l'ampliamento nei centri storici potesse avvenire in deroga alle leggi e ai piani regolatori, e che le norme valessero in tutto il territorio nazionale da subito, scavalcando così Regioni e Comuni e Sovrintendenze. Anche Umberto Bossi sollecita Berlusconi a trattare con le Regioni «per evitare scontri», e il premier precisa di nuovo la sua posizione: «Porteremo domani (leggi oggi, ndr) alle Regioni un decreto legge semplificato, l'ho corretto riducendolo all'essenziale e sono aperto al confronto». Il piano, comunque, va avanti: «L'idea che ho avuto - ripete Berlusconi a fine giornata - piace molto alle famiglie e soprattutto rimette in moto l'economia». E promette: «Faremo tutto in accordo con le Regioni». Giovanni Innamorati 25/03/2009 nascosto-->

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Martini sfida il Governo (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 25-03-2009)

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CRONACA FIRENZE pag. 9 «Bloccheremo il Piano casa» Martini sfida il Governo REGIONE MARCHESCHI (PDL): «IL GOVERNATORE NON PUO' DARE LEZIONI» di SANDRO BENNUCCI «QUELLO del governo non è un piano casa. Non darà la casa a chi ne ha bisogno, ma farà costruire nuovi volumi a chi la casa ce l'ha già», dichiara Claudio Martini durante un'«arrabbiata» conferenza stampa. Al suo fianco ci sono il vicepresidente, Federico Gelli, e l'assessore all'urbanistica, Riccardo Conti. Manca, stranamente, il rifondatore' Eugenio Baronti, assessore alla casa, artefice di una riforma toscana molto contestata. Ma il problema, ora, è il decreto annunciato da Berlusconi. Che, salvo cambiamenti dell'ultimo momento, la Toscana contesterà fino al ricorso alla Corte Costituzionale. «Noi siamo d'accordo sul fatto che l'edilizia è un volano per contrastare la crisi spiega Martini (nella foto) , ma non c'è bisogno di buttare a mare tutte le regole. E' come dire: siccome si deve velocizzare il traffico, si può passare col rosso. Intanto posso dire che la Toscana per la casa mette a disposizione 281 milioni: 120 già previsti, altri 130 anche per l'affitto e i 31 che arriveranno dal governo». La Regione Toscana contrasterà il decreto col ricorso alla Corte, ma anche con una sua legge che bloccherà tutte le aperture del governo. Ma anche se Erasmo D'Angelis, presidente della commissione ambiente e territorio del Consiglio regionale, assicura che la legge avrà tempi rapidi, è chiaro che, non appena il decreto del governo sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e diventerà esecutivo, i toscani, come tutti gli italiani, potranno correre negli uffici di architetti, ingegneri e geometri per ottenere la Dia (Dichiarazione inizio attività), presentarla ai Comuni e dare l'avvio ai lavori: per aumentare i volumi delle case, aprire finestre e balconi, trasformare le soffitte in mansarde e i fienili in villette.Riccardo Conti invita a non correre: «Ricordate alla gente che le gatte frettolose fanno i gattini ciechi... Voglio dire che non mancherà il contenzioso». Ma Paolo Marcheschi, consigliere regionale di Forza Italia-Pdl, contrattacca: «Invece di preoccuparsi di smontare il piano casa del presidente Berlusconi, capace di ridare slancio all'Italia nel momento della crisi, Claudio Martini prenda provvedimenti concreti per contrastare l'incapacità dei Comuni nel gestire il patrimonio sociale abitativo. Negli anni del governo Martini, i Comuni toscani hanno fallito nella gestione delle risorse. E si insiste nel voler negare il diritto di oltre 17mila assegnatari a riscattare la casa nella quale vivono da decenni e che hanno salvato dal degrado attraverso ingenti spese personali di manutenzione».

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)CONFEDILIZIA Novità sulla tariffa della depurazione CON sentenz... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (La Spezia)" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

AGENDA LA SPEZIA pag. 14 )CONFEDILIZIA Novità sulla tariffa della depurazione CON sentenz... )CONFEDILIZIA Novità sulla tariffa della depurazione CON sentenza n. 335/2008, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che prevedeva che la quota di tariffa del servizio idrico integrato, riferita al servizio di depurazione, fosse dovuta dagli utenti anche in caso di mancanza o di temporanea inattività degli impianti di depurazione. A seguito della suddetta sentenza, si sono individuati modalità e termini per la richiesta dei rimborsi delle somme versate e non dovute, nonché circa il possibile contenzioso da instaurare in caso di mancata risposta alle istanze di rimborso ovvero di diniego del rimborso medesimo. Ora la legge n. 13/09 ha stabilito che in caso di mancanza dell'impianto di depurazione o di temporanea inattività dello stesso, il canone è comunque dovuto dai cittadini della zona 'a decorrere dall'avvio delle procedure di affidamento delle prestazioni di progettazione o di completamento delle opere necessarie alla attivazione del servizio di depurazione, purché alle stesse si proceda nel rispetto dei tempi programmati'. Si è stabilito, insomma, che i cittadini dovranno pagare in espresso contrasto con i principi affermati dalla Corte Costituzionale quando dell'impianto in questione c'è semplicemente una ipotesi di costruzione. Quanto ai rimborsi, la stessa legge ha disposto che i gestori del servizio idrico integrato provvedano "anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di cinque anni, a decorrere dal primo ottobre 2009, alla restituzione della quota di tariffa non dovuta, riferita all'esercizio del servizio di depurazione", aggiungendo che, nei casi in cui manchino gli impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, "dall'importo da restituire vanno dedotti gli oneri derivati dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento avviate" e prevedendo che l'importo sia individuato, entro il 30.06.09, dalle rispettive Autorità d'ambito, anche tenendo conto deve ritenersi dei decreti che la stessa legge prevede che il Ministro dell'ambiente emani entro la fine di aprile. Alla luce del fatto che la legge fa obbligo ora ai gestori di provvedere alla restituzione delle somme non dovute (con i limiti sopra segnalati) entro cinque anni dall'01.10.09, e cioè entro il 30.09.2014, i cittadini che abbiano presentato istanza di rimborso devono astenersi dall'impugnare dinanzi alla Commissione tributaria provinciale competente il rifiuto tacito della restituzione, solo dall'01.10.2014, infatti, gli enti gestori potranno essere considerati inadempienti all'obbligo di restituzione. Saranno invece da valutarsi eventuali rifiuti espressi della restituzione. Renato Oldoini presidente Confedilizia )NOTTE BIANCA Una bella festa con pochi negozi aperti UN RINGRAZIAMENTO all'amministrazione comunale per l'opportunità di poter uscire la sera e incontrare amici e conoscenti per le vie della città, ascoltare orchestre e canti nelle piazze, lo stesso ringraziamento non può essere fatto ai negozianti i quali non hanno voluto protrarre la fiera sino alla domenica poichè gli ambulanti portavano via capitali dalla città ma nella serata di sabato i negozi aperti in via Prione erano 22 e in corso Cavour 7 (tanto gli spezzini possono comprare di giorno) Franco Ferdani

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Casa: monito del Colle, Berlusconi frena (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 25-03-2009)

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Edizione: 25/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Casa: monito del Colle, Berlusconi frena Napolitano: si tenga conto dell'opinione degli Enti locali. Il premier precisa: il piano si fermerà ad abitazioni mono o bifamiliari. Franceschini (Pd): sta cambiando le carte in tavola. Oggi l'atteso incontro tra il Governo e le Regioni Il piano casa riguarderà ville e bifamiliari ROMAGiorgio Napolitano scrive al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per raccomandare (ancora una volta, dopo l'incontro del 17 marzo) di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa. Una lettera che, «se c'è, è personale e riservata», dicono fonti del Quirinale, dopo la tensione scoppiata all'inizio di febbraio sul «decreto Eluana». Mentre Berlusconi, a fine giornata, liquida la domanda dei giornalisti dicendo di non sapere nulla della lettera, ma aggiunge che la decisione tra decreto e disegno di legge verrà presa «insieme alle Regioni». Una missiva del tutto riservata Seppure riservata, dunque, la lettera giunta dal Colle - di cui si viene a sapere da fonti della maggioranza - un effetto lo ottiene già dal pomeriggio. Visto che il premier, alla fine del viaggio superveloce Milano-Roma sul treno Frecciarossa, si produce in un ammorbidimento della sua posizione. Dopo che, alla partenza dalla Stazione Centrale, aveva annunciato per venerdì il varo di un decreto legge, nonostante le proteste di molti presidenti di Regione, all'arrivo a Roma Termini dice che il testo inviato ai governatori da Palazzo Chigi «non è quello vero», mostrandosi pronto a dialogare con Regioni e Comuni nell'incontro previsto per oggi, quando presenterà un testo «light», leggero. Fitto: il testo non è blindato Una mossa che provoca la reazione del segretario del Pd Dario Franceschini, che accusa Berlusconi di «cambiare le carte in tavola». E di voler portare avanti «solo un progetto di cementificazione». La vicenda comincia a fine mattinata. Berlusconi, prima di partire da Milano con il treno superveloce, annuncia per venerdì il varo di una legge quadro e di un decreto sulla casa. «Credo - dice - che anche le Regioni che vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini». In vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni di oggi, anche ieri come nei giorni scorsi, molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini - hanno criticato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci. Il ministro Raffaele Fitto ha assicurato che «il testo non è blindato», ma lo scetticismo regnava, come dimostrano le parole di Martini: «Mi auguro che il Governo ci ascolti, altrimenti mi domando cosa andiamo a fare a Roma». Poi il «coup de theatre» da parte di Berlusconi, a cui era anche arrivata la lettera di Napolitano. «Il disegno che è circolato - dice il premier scendendo dal Frecciarossa a Roma - non è quello a cui io avevo già lavorato. Ho sentito cose che non saranno nel testo, cioè quelle che riguardano gli immobili urbani. Decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare». Case mono o bifamiliari significa, in sostanza, ville e villette. Il Pd: giravolta del Cavaliere Il Pd, però, non ci sta e, in una conferenza stampa, Franceschini distribuisce ai giornalisti il testo del decreto inviato a sindaci e governatori su carta intestata di Palazzo Chigi: «Basta con questo continuo cambiare le carte in tavola. Si può anche dire "ho cambiato idea", ma non dire che il testo non è quello vero». In effetti, nella bozza del decreto si prevedeva che l'ampliamento delle abitazioni nei centri storici potesse avvenire in deroga alle leggi e ai piani regolatori, e che le norme valessero in tutto il territorio nazionale da subito, scavalcando così Regioni e Comuni e Sovrintendente. Anche Bossi invita a dialogare Anche Umberto Bossi sollecita Berlusconi a trattare con le Regioni «per evitare scontri meglio trattare con loro». dice il Senatùr. E poi, aggiunge, «molte Regioni hanno già un loro piano casa». Dopo la breve esternazione di Bossi il premier precisa di nuovo la sua posizione: «Porteremo domani (oggi per chi legge: n.d.r.) alle Regioni un decreto legge semplificato, l'ho corretto riducendolo all'essenziale e sono aperto al confronto». Il piano, comunque, va avanti: «L'idea che ho avuto - ripete Berlusconi a fine giornata - piace molto alle famiglie e soprattutto rimette in moto l'economia. Io sono stato impegnato all'estero e mi sto occupando ora della materia». Ma «faremo tutto in accordo con le Regioni».

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aiuti agli inquilini, martini ci mette 250 milioni (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 4 - Attualità Aiuti agli inquilini, Martini ci mette 250 milioni Metà per giovani coppie e anziani, metà per chi paga affitti alti. «E' il vero piano casa» Oltre i 400-500 euro di locazione interverrà la Regione per le famiglie con redditi sotto 70mila FIRENZE. C'è anche un piano casa toscano, e vale 250 milioni. Il presidente della Regione, Claudio Martini, ha annunciato che sono già in pista i bandi da 120 milioni di euro per dare case con canone sociale a giovani coppie, anziani e famiglie a basso reddito. A questo sarà aggiunta un'operazione speciale con un budget di 130 milioni rivolta in particolare a soggetti pubblici e privati che siano in grado di mettere sul mercato case ad affitti sostenibili, una sorta di «affitti low cost» fino a cinquecento euro al mese per famiglie con reddito fino a 70mila euro. Si tratta di una misura ancora allo studio, che si muove su due binari. In primo luogo vuole invogliare cooperative e costruttori a mettere sul mercato dell'affitto immobili che non riescono a vendere. In sostanza, la famiglia potrebbe pagare fino a 400 o 500 euro e il resto dell'affitto sarebbe a carico della Regione. Sarà un aiuto, ancora da perfezionare, che ha come scopo quello di proteggere le famiglie del ceto medio che non possiedono la casa in cui abitano. Nelle prossime settimane gli uffici regionali metteranno a punto i dettagli dell'operazione e verranno presi contatti con le istituzioni e le società con cui stringere accordi sugli «affitti low cost». Saranno in particolare individuati i requisiti dei beneficiari. La concretezza del piano Martini è stata sottolineata anche da Erasmo D'Angelis (Pd), presidente della commissione territorio e ambiente del consiglio regionale: «In Toscana, al contrario delle boutade del governo, l'edilizia diventa il volano per l'economia con un vero piano casa straordinario da 250 milioni già pronti - la metà dell'intero investimento nazionale! - per garantire nuova edilizia sostenibile con l'obbligo dell'autosufficienza energetica, ristrutturazioni del patrimonio edilizio pubblico degradato per assegnarlo a chi ne ha diritto e bisogno, sostegni all'affitto». Il piano casa toscano è stato illustrato da Martini (insieme al vicepresidente della Regione, Federico Gelli, e all'assessore al territorio Riccardo Conti), nella conferenza stampa in cui ha attaccato frontalmente il decreto sull'edilizia. In pratica, se il governo varerà il decreto entro la fine della settimana senza modifiche, la Regione Toscana ha intenzione di presentare ricorso alla Corte costituzionale e di approvare una legge regionale per difendere la propria esperienza urbanistica. «Non siamo contrari in linea di principio - ha detto Martini - alla dinamizzazione dell'economia ma quello del governo non è un piano casa, in quanto non dà una casa a chi ne ha bisogno, ma smantella i piani urbanistici locali e mortifica le autonomie». «Inoltre - ha continuato - aumenta la possibilità di contenziosi tra i cittadini. Noi non cerchiamo il conflitto istituzionale ma il testo deve essere cambiato, altrimenti il ricorso alla Consulta è un obbligo e non uno sfizio». L'ultima stoccata di Martini: «Abbiamo lavorato ad un testo che ci è arrivato venerdì da Palazzo Chigi e che è iscritto all'ordine del giorno della Conferenza unificata Stato-Regioni prevista per oggi. Se il testo non è più quello, come dice Berlusconi, è chiaro che la riunione odierna sarà ancora più difficile perché non sapremo di cosa si discute e non si capisce come, nel giro di qualche ora, si possa valutare la nuova proposta».

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berlusconi frena: solo ville e villette - vindice lecis (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 25-03-2009)

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Pagina 5 - Attualità Berlusconi frena: solo ville e villette Dietrofront sul piano casa dopo la lettera di Napolitano e il pressing delle opposizioni Il premier: «Quel testo non è il mio». E mette in discussione anche la formula del decreto VINDICE LECIS ROMA. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha chiesto di ascoltare le Regioni sul cosiddetto «piano casa» e Berlusconi è stato costretto alla retromarcia. «Abbiamo fatto un articolato molto semplice che discuteremo con le Regioni. Se sarà un decreto o un disegno di legge ne parleremo con loro. Abbiamo fissato un incontro alle 12.30». Lo dice il premier al termine di una giornata convulsa, in cui aveva anche detto di avere «corretto, riducendolo all'essenziale» il testo circolato in questi giorni. «Ma allora domani (oggi, ndr) di cosa discuteremo?», si è chiesto il presidente della Toscana, Claudio Martini che con i suoi colleghi parteciperà a Roma alla conferenza delle Regioni. C'è molta confusione e incertezza sulla posizione del governo. Berlusconi aveva confermato un decreto «già venerdì per fare in fretta» annunciando però un provvedimento diverso «da quello che circola», in pratica riferito solo «alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare», vale a dire ville e villette. La lettera di Napolitano (una missiva riservata personale, dicono al Quirinale, di cui Berlusconi giura di non saperne nulla) ha sicuramente trovato attenzione e accoglienza anche in quegli ambienti del centro destra meno inclini al muro contro muro come Umberto Bossi, per convincere il premier ad avviare un confronto. Bossi ha invitato esplicitamente Berlusconi «a trattare con le Regioni per evitare scontri». Aggiunge il segretario del Pd Dario Franceschini: «Il testo che abbiamo mostrato ai giornalisti è l'unico esistente ed è quello inviato ufficialmente dalla presidenza del Consiglio a Regioni, Province e Comuni. Il governo farà marcia indietro? Merito della denuncia dell'opposizione. Naturalmente vedremo se il nuovo testo ci sarà e cosa ci sarà scritto». Romano Prodi, a Ballarò, in serata ricorda come «lo Stato non sia competente su tante norme». Poi parla dei suoi incentivi per l'edilizia: «Abbiamo fatto affiorare il nero che nell'edilizia è tradizionalmente molto elevato. E non si rovinava mica il paesaggio. Era fatto tenendo conto che l'Italia è un paese con delle sue caratteristiche». E sulla crisi: «Una politica di destra ci ha portato alla rovina». Sul possibile decreto pesano inoltre le minacce di ricorso alla Corte costituzionale prospettate da alcune Regioni. Il presidente della Conferenza, Vasco Errani, vede infatti nel testo speditogli dal governo venerdì scorso «un profilo di incostituzionalità. Bisogna non andare avanti ma aprire un confronto serio e di merito perché servono regole valide e condivise». Errani e il suo collega Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, ieri hanno discusso dell'argomento proprio con Berlusconi sul treno che inaugurava la linea ad alta velocità sulla tratta Bologna-Firenze e non è escluso che, anche in quell'occasione, sia stata fatta un'opera di persuasione. Errani ha comunque confermato la sua posizione: «Il decreto non è la strada giusta per gestire una materia così delicata. Se non si fa un decreto e ci mettiamo a discutere nel rispetto delle competenze siamo pronti al dialogo». Il presidente dell'Emilia-Romagna ha anche smentito il premier secondo il quale la bozza di decreto era stata scritta su richiesta delle Regioni: «abbiamo chiesto che ci venisse inviato ciò su cui il governo stava lavorando». La riunione con le Regioni è comunque confermata anche se il presidente della Toscana, Martini si chiede su cosa si discuterà. Dario Franceschini non ne può più: «Va bene lo scontro politico, ma non si possono continuamente cambiare le carte in tavola. Si può dire: ho cambiato idea, ma basta con il dire tutto e il contrario di tutto». E rincara: «Chiediamo alla Lega come può accettare un decreto legge che distrugge e toglie autonomia proprio alle Regioni».

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roma. la maggioranza delle regioni italiane è contraria al piano casa di berlusconi. decisamente ... (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Attualità ROMA. La maggioranza delle Regioni italiane è contraria al Piano casa di Berlusconi. Decisamente ... ROMA. La maggioranza delle Regioni italiane è contraria al Piano casa di Berlusconi. Decisamente favorevoli sono soltanto Lombardia e Sicilia, le due grandi aree da anni governate dal centrodestra. Convinte del progetto, ma anche della necessità di mitigarlo, seguono altre cinque regioni governate dalla coalizione di Berlusconi: Sardegna, Abruzzo, Molise, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il no arriva dal resto, non solo dalle tradizionali regioni rosse come Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria. Dicono di no anche Lazio e Piemonte, Trentino Alto-Adige e Liguria, Calabria e Basilicata, Val d'Aosta, Campania, Puglia. I mugugni sono comunque molto diffusi per il metodo del decreto legge che il governo intende adottare. Un metodo che nasconde, per le regioni, lo stravolgimento del principio federalista. Il provvedimento sulla casa, sostengono Toscana e Umbria, pronte a ricorrere alla Corte costituzionale, lede prerogative come sono proprie delle regioni e non del governo centrale. Il governatore della Calabria, Agazio Loiero, è stupefatto: «Noi stiamo cercando di invertire la rotta. Abbiamo approvato un piano per l'abbattimento di 800 ecomostri, piano già operativo. La giunta regionale si è opposta alla costruzione di Europaradiso, un megavillaggio che avrebbe dovuto dare 10mila posti di lavoro - di cui avremmo avuto un immenso bisogno - ma avrebbe devastato in maniera irrimediabile un'area di pregio naturalistico». «L'Umbria ha un prezioso patrimonio paesistico, storico-artistico ed architettonico che nell'insieme ne rappresenta la sua più grande risorsa - dice il capogruppo Pd nel consiglio regionale dell'Umbria, Gianluca Rossi - ma ora il piano casa del governo rischia di compromettere il delicato equilibrio tra sviluppo e tutela che fino ad ora il nostro territorio è riuscito, con difficoltà, a mantenere». «I tratti di incostituzionalità ravvisati dalla presidente della giunta regionale sono evidenti», continua Rossi. «So che i miei colleghi presidenti di Regione di sinistra - dice il governatore della Lombardia Roberto Formigoni - avanzano obiezioni. Ma io invoco quello stesso spirito di collaborazione che ci ha portato a firmare il grande accordo sugli ammortizzatori sociali». Perché serve «uno scatto di responsabilità dello Stato e delle Regioni per il bene dell'Italia e dei nostri cittadini». La Sicilia fa di più e vara un suo piano casa che addirittura anticipa il testo fatto circolare dal governo. Nel provvedimento, possibilità di aumentare la cubatura degli edifici tra il 20 e il 30%, anche in deroga ai regolamenti comunali e agli strumenti urbanistici territoriali; contributi per mutui a tassi agevolati per chi intende ristrutturare immobili e misure per favorire l'uso di fonti di energia rinnovabili sia per le nuove costruzioni che per le ristruttazioni. La Regione siciliana si doterà di uno strumento legislativo che, tra l'altro, consentirà la demolizione e la conseguente ricostruzione di edifici vecchi, rispettando gli odierni standard qualitativi, architettonici e di sicurezza. Resteranno validi ed inderogabili i vincoli sul territorio, sia archeologici che ambientali.

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Il procuratore generale Gaetano Dragotto irrompe sulla scena a metà febbraio, avocan... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 25-03-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Pesaro))

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Mercoledì 25 Marzo 2009 Chiudi Il procuratore generale Gaetano Dragotto irrompe sulla scena a metà febbraio, avocando l'indagine condotta dalla Procura della Repubblica. Ritiene che la dinamica dei fatti che hanno portato alla compravendita dell'area Ccs sia stata esposta correttamente dai pm Luzi e Gubinelli. Ma sostiene anche che alcune posizioni non siano state inquadrate con efficacia. Così, pochi giorni prima che il gip Alberto Pallucchini si esprima sull'archiviazione, subentra nella titolarità dell'inchiesta. Poi, con il suo sostituto Filippo Gebbia e il prezioso aiuto della Guardia di Finanza comincia a spulciare i 9 faldoni che hanno accompagnato le indagini dei colleghi. Tempo un mese e l'alto magistrato riapre i giochi, riformulando la qualificazione dei reati prospettati dalla Procura ordinaria e aggiungendo un nuovo eccellente indagato: Renato Galeazzi. L'avviso di chiusura delle indagini potrebbe rappresentare solo una prima mossa. Non è detto che Dragotto non decida, in un secondo momento, di disporre ulteriori accertamenti per verificare l'eventuale esistenza di fatti nuovi. Indagini suppletive potrebbero riguardare, ad esempio, gli appalti ottenuti, a partire dal 2001, dalla Servizi Assicurativi di Alberto Rossi, che aveva assunto stabilmente Sturani dopo l'elezione a sindaco, con alcuni enti pubblici, tra cui il Comune di Senigallia e quello di Monte San Vito, retto all'epoca da Lino Secchi attuale presidente di Anconambiente. Questione peraltro accennata nell'istanza di archiviazione dei pm Luzi e Gubinelli. Massima autorità inquirente in Regione, Dragotto si è insediato nel Tribunale del capoluogo nell'ottobre 2003. Scelto per sostituire lo scomparso Fausto Angelucci, l'alto magistrato arrivava dalla Corte d'Appello de L'Aquila dove ricopriva il ruolo di avvocato generale. Appena messo piede a Palazzo di giustizia, si è distinto per rigore e decisionismo, imponendo a tutti i colleghi il massimo riserbo. Il mese scorso era anche balzato alla ribalta delle cronache per aver aperto un blog, che gli è costato un esposto al Csm e la trasmissione degli atti al ministro della Giustizia Alfano e al Procuratore generale della Cassazione Esposito. Una sorta di diario on line, al quale è possibile accedere digitando "teminera", in cui il magistrato, per due mesi, si era cimentato nella pubblicazione di stralci di sentenze di altre toghe delle Marche, di fuori regione e della Cassazione, che a suo avviso avevano commesso macroscopici errori. L.Lar.

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Lo Statuto prova a salire nella gerarchia delle fonti (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-03-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-25 - pag: 2 autore: L'equilibrio fra le leggi Lo Statuto prova a salire nella gerarchia delle fonti Il Ddl sul federalismo fiscale, tra i principi generali del sistema tributario, menziona la legge 212/2000, cioè lo Statuto del contribuente. è un importante riconoscimento che giunge dopo che la Corte costituzionale, in alcuni interventi, ha «declassato» il provvedimento a legge ordinaria. Lo Statuto è stato spesso maltrattato dal legislatore ma più volte valorizzato dalla Cassazione. Sotto il primo profilo, è sufficiente ricordare le numerose proroghe dei termini dei controlli, teoricamente vietate e la continua adozione di disposizioni retroattive. Al contrario, quando si è discusso della tutela dell'affidamento e della buona fede del contribuente, garantito nell'articolo 10 della legge 212, la Cassazione ha spesso elevato i principi statutari a livello di principi generali dell'ordinamento tributario, cui l'interprete deve attenersi nell'applicare le disposizioni fiscali. In alcuni casi, la Cassazione ha affermato che la violazione del principio dell'affidamento provoca la nullità dell'intera pretesa impositiva. Il ridimensionamento della legge 212 è invece da ascrivere a recenti interventi della Corte costituzionale (ordinanza 41/2008 e sentenza 58/2009). Nella prima, sulla nozione di area edificabile, la Consulta ha affermato l'irrilevanza del mancato rispetto delle regole statutarie in ordine all'adozione delle disposizioni interpretative, osservando come la legge 212 stia alla pari delle altre leggi ordinarie e come tale è suscettibile di abrogazione implicita. La sentenza 58/2009, riferita alla legittimità delle cartelle prive dell'indicazione del responsabile del procedimento, ha ribadito che lo Statuto è legge ordinaria e non riveste rango costituzionale neppure come norma interposta. IL NUMERO 30 Le deroghe allo Statuto I principali "tradimenti" nei primi sei anni di vita per la Corte dei conti

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ROMA - I dispacci d'agenzia sulla presunta lettera di Napolitano a Berlusconi arriv... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 25-03-2009)

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Mercoledì 25 Marzo 2009 Chiudi ROMA - I dispacci d'agenzia sulla presunta lettera di Napolitano a Berlusconi arrivano sul Colle proprio mentre sta per cominciare il ricevimento in onore dei reali di Svezia. Difficile, quindi, avere conferme o smentite su quello che, comunque, sarebbe un appunto o una memoria «riservata» e «personale» e non certo una lettera formale. D'altra parte, in questi giorni, proprio nell'imminenza del decreto sul piano caso di appunti informali ne sono circolati tanti tra gli uffici di Palazzo Chigi e Quirinale. Non è un mistero che Napolitano - sin dal colloquio con Berlusconi a latere della colazione in vista del Consiglio europeo - aveva avanzato dubbi e perplessità su un decreto che non tenesse conto di due paletti fondamentali: 1) il rigoroso contenimento dei termini di applicazione della normativa straordinaria; 2) che l'intervento governativo si configuri come definizione- quadro dei principi per l'esercizio da parte delle Regioni delle competenze attribuite loro ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione nei termini modificati del 2001. Insomma: il rispetto delle competenze e delle prerogative delle Regioni in materia di edilizia. Nel colloquio Berlusconi si era impegnato ad "approfondire" entrambi i punti nonché a prevedere un raccordo tra il decreto legge e un eventuale ddl per inquadrare gli effetti dell'intervento straordinario. Ed è presumibile che i due "paletti" siano stati ribaditi dal Quirinale: in un appunto scritto o a voce, poco importa. Anche perché la frenata di Napolitano deve tener conto della volontà di alcune Regioni i cui presidenti sono pronti ad adire la Corte costituzionale. Comunque quel che sembra di intuire dalle prime reazioni di Colle e Palazzo Chigi alle voci della presunta lettera è l'obiettivo comune di tenere bassi i toni e di evitare un nuovo "caso Englaro", cioé uno scontro istituzionale dalle gravi implicazioni. P. Ca.

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ROMA - Silvio Berlusconi insiste per varare il "piano-casa" con decreto... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 25 Marzo 2009 Chiudi di MARCO CONTI ROMA - Silvio Berlusconi insiste per varare il "piano-casa" con decreto legge, anche se ha deciso di attendere la riunione di oggi tra governo e Conferenza delle regioni per misurare il malessere di alcuni Governatori del centrodestra. Formigoni in testa. Ieri sera l'ora di colloquio a Montecitorio nelle stanze del governo tra il presidente del Consiglio e i ministri Tremonti, Fitto e La Russa, non hanno sciolto il nodo e i quattro si sono dati appuntamento a questa mattina prima della Conferenza Stato-regioni. La lettera "personale e riservata" inviata dal Quirinale al premier a metà mattinata, ha ovviamente offerto ai presidenti di regione un'arma non da poco per mettersi di traverso e chiedere che il governo si muova nello schema della legge quadro e nel pieno rispetto delle competenze regionali, come chiede anche Umberto Bossi. Il premier ha però fretta e intende mantenere a tutti i costi la promessa di varare in tempi rapidi un piano per l'edilizia in grado di smuovere la domanda interna. L'appuntamento resta quello del consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Anche questa volta è toccata al sottosegretario Gianni Letta tenere i rapporti con il Quirinale. I paletti posti da Giorgio Napolitano sono noti da tempo. A cominciare dal puntuale rispetto delle competenze delle regioni previste all'articolo 117 della Costituzione. Il rischio di un mostruoso contenzioso prima istituzionale e poi legale, ha spinto il Quirinale a consigliare prudenza e a mettere in un cassetto la bozza circolata che di fatto azzerava le competenze dei Governatori. A palazzo Chigi si negano analogie con il caso-Englaro e viene respinta l'idea di uno scontro tra governo e Quirinale. Fissati i paletti con il Colle che non solleverebbe problemi per l'uso dello strumento del decreto (a patto che sia chiara la durata del provvedimento) nè sulla eventuale contestualità tra decreto e disegno di legge, resta il nodo dei presidenti di regione e dei sindaci che minacciano una valanga di ricorsi alla Corte Costituzionale. Berlusconi dovrebbe oggi guidare, con il ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto, la delegazione del governo che incontrerà oggi la consulta dei governatori presieduta dal presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani. Il premier non ha intenzione di mollare e dalla sua ha sondaggi stratosferici a suo favore con l'ottanta per cento degli italiani favorevoli al provvedimento. «Se non ci riusciremo dovrà essere chiaro di chi sarà la responsabilità», ha sostenuto ieri sera il premier prima di congedare i suoi ministri. D'altra parte il Cavaliere ha dalla sua il Veneto di Giancarlo Galan, la Sardegna di Ugo Cappellacci e, da ieri sera la Sicilia Raffaele Lombardo, pronti a recepire la legge nazionale, varando specifiche normative regionali. «Chi non lo farà risponderà ai propri elettori e si vedrà regione per regione», ha sostenuto ieri sera il premier guardando ai possibili effetti che potrebbero esserci alle imminenti elezioni amministrative ed Europee.

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ROMA - Con l'annuncio che il piano casa del governo, lascia alle Regioni tutta la libert&... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 25-03-2009)

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Mercoledì 25 Marzo 2009 Chiudi ROMA - Con l'annuncio che il piano casa del governo, «lascia alle Regioni tutta la libertà di manovra che vogliono», Silvio Berlusconi, nella tarda serata, ha voluto inviare un messaggio rassicurante alla Conferenza unificata Stato-Regioni che avrà luogo oggi. E sempre ieri sera non ha spiegato quale forma avrà il provvedimento che verrà approvato dal Consiglio dei ministri, probabilmente venerdì. «Se decreto o disegno di legge, lo vedremo domani». La decisione, sarà presa «insieme alle Regioni». Il tono distensivo del premier è anche nel contenuto del progetto, che piace «moltissimo alle famiglie, al mondo dell'edilizia, perchè può mettere in circolo i soldi che giacciono nelle banche». Dunque, al testo «ci sto lavorando, l'avevo tralasciato per un po'. L'ho ripreso oggi alle 5, ho visto che gli uffici avevano messo delle norme complicate e l'ho sfrondato per farne un articolato molto semplice». Si parla di una nota riservata del Quirinale a Palazzo Chigi sul possibile decreto. Berlusconi risponde con un «non so nulla» a chi gli domanda un commento. Il Colle, a sua volta, ha risposto che «se c'è, è personale e riservata», senza aggiungere altro. Ma il contenuto delle missiva, secondo agenzie di stampa, riguarderebbe una raccomandazione del presidente Napolitano, già intervenuto sull'argomento durante un colloquio avvenuto il 17 marzo scorso, di tenere conto del parere delle Regioni in vista dell'approvazione del piano casa. In effetti, la posizione di Berlusconi è apparsa più morbida di quella della mattinata, quando a Milano è salito sul «Frecciarossa». Avvicinato dai giornalisti, il premier aveva annunciato per venerdì «un decreto legge» che si rendeva necessario, insieme a una legge quadro con un disegno di legge, «per fare in fretta». E il decreto, «da consegnare alle Regioni, ce lo chiedono i cittadini». Aveva anche affermato che «le Regioni che vogliono fare ricorso alla Corte Costituzionale si ricrederanno anche sulla spinta dei loro cittadini». Questa volontà di Berlusconi di voler dialogare con le Regioni è, del resto, suggerita sia dal ministro Fitto che da Bossi. Il leader della Lega ha fatto presente che bisogna «evitare scontri». E sul «Frecciarossa», il Cavaliere ha fatto un vertice con Gianni Letta ed il presidente della Regione Lombardia, Formigoni. Più tardi ha avuto un lungo colloquio al telefono con il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: ha garantito loro che il testo finale sarà diverso dalle bozze pubblicate dai giornali. Ma una correzione, lo stesso Cavaliere l'aveva fatta scendendo dal supertreno alla Stazione Termine, quando ha detto: «Il disegno che è circolato non è quello a cui io avevo già lavorato. Ho sentito cose che non c'erano nelle nostre idee iniziali e che non saranno nel testo, cioè quelle che riguardano gli immobili urbani. Decreto o Ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare». Il Pd protesta, parla di carte cambiate quand'erano già sul tavolo. «Basta» esclama Franceschini, «si può anche dire "ho cambiato idea", ma non dire che il testo non è quello vero». Secondo Berlusconi, il testo diffuso non sarebbe solo che «una bozza che gli uffici della presidenza hanno dato su richiesta per la discussione» con le Regioni. Il testo finale, assicura, scaturirà soltanto dal confronto con la Conferenza. F.Riz.

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(sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Veneto" del 25-03-2009)

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Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: VENEZIAMESTRE - data: 2009-03-25 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE Borsoni al Tar Il giudice mette in dubbio la legittimità della norma regionale «Ambulanti, la legge viola l'uguaglianza» VENEZIA – La legge regionale del 2005 che vieta il commercio itinerante nei centri storici sopra i 50 mila abitanti non violerebbe solo le norme costituzionali sulla libera iniziativa economica, sul diritto al lavoro e sulle competenze di Stato ed enti locali. Di mezzo c'è anche il principio di uguaglianza, perché – scrivono i giudici della terza sezione del Tar del Veneto – «è un dato di comune esperienza che il commercio su aree pubbliche in forma itinerante riguarda attualmente in modo prevalente se non esclusivo la piccola imprenditoria degli extracomunitari ». E dunque, «con la norma della cui legittimità costituzionale si dubita viene assoggettata a divieto soltanto questa tipologia di commercio», mentre nulla si dice su altre forme di commercio. è dura la sentenza con cui il Tar ha sospeso il giudizio sull'ordinanza anti-borsoni del Comune di Venezia, rimettendo alla Corte Costituzionale la norma regionale su cui si fonda. Ed anticipa chiaramente che, nel caso in cui la Consulta dovesse giudicare in>costituzionale quell'articolo, l'ordinanza veneziana cadrebbe con lei. «Senza il divieto imposto dalla norma regionale – dice la sentenza – una prescrizione, riferita alle modalità di trasporto della merce, come quella contenuta nell'ordinanza impugnata non potrebbe operare nei confronti dei ricorrenti, giacché gli stessi svolgerebbero un'attività lecita, per la quale dispongono delle necessarie autorizzazioni». Parole che fanno esultare la Rete Antirazzista, che insieme all'avvocato Angelo Pozzan aveva sostenuto fin dall'inizio la battaglia degli ambulanti. «La Regione prima e Vianello e soci poi hanno operato per meri calcoli elettorali e di bottega esercitando un cosciente sopruso ed una smisurata arroganza – commenta la sezione veneziana – I venditori ambulanti come i mendicanti, senza voce e senza voto, sono stati gli obiettivi di comodo di questa amministrazione comunale. Per Cacciari e Vianello era una mera questione di ordine pubblico per noi, ed ora anche per il Tar, una questione di diritti fondamentali». «Per noi non cambia niente: è una delle norme della Regione Veneto che noi applichiamo», commenta però il comandante della Polizia municipale di Venezia Marco Agostini, ricordando che in attesa del giudizio della Corte Costituzionale l'ordinanza resta in vigore. A.Zo. Le reazioni La Rete antirazzista: scelte fatte per prendere voti. Agostini: noi applichiamo la legge

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La lite tra i magistrati noi cittadini napoletani (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-03-2009)

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Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2009-03-25 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE IL CASO DELL'INCHIESTA «ROMPIBALLE» La lite tra i magistrati «sconcerta» noi cittadini napoletani di GEO NOCCHETTI I magistrati dell'Anm che hanno redatto il documento inviato ai mezzi di comunicazione sono abituati a pesare le parole. Esprimono preoccupazione e sconcerto per le dichiarazioni rese alla stampa dal procuratore generale Galgano. Viene subito da ribattere: preoccupati e sconcertati voi magistrati? E noi cittadini che da voi dobbiamo essere controllati? Una divergenza, di più, un contrasto, fisiologico, tra il capo della procura di Napoli, Lepore, e due suoi sostituti che conducono delicatissime indagini sulla vicenda rifiuti e commissariato, è finita in lite, anzi rissa pubblica e mediatica. Il tutto mentre il Csm deve ancora pronunciarsi e mentre, naturalmente, indagini e processo sono in corso. Siamo sgomenti, anzi terrorizzati, che vengano duramente stigmatizzate le parole del procuratore generale Galgano, che con veemenza aveva condannato quello che la stessa giunta condanna nel documento, definendo inopportuna (sic) la distribuzione alla stampa del verbale, non più segreto, delle dichiarazioni di voto dei componenti di un organo elettivo che regola l'organizzazione e il funzionamento degli uffici giudiziari della Corte d'appello, il Consiglio giudiziario, appunto. Che si era espresso a sfavore, 12 su 17 membri, riguardo la scelta del procuratore Lepore, di stralciare alcune posizioni di indagati nell'inchiesta denominata «rompiballe», il cui processo inizierà tra breve. Scelta, appunto, contestata dai due titolari dell'indagine. Come ai tempi della famosa doppia requisitoria del procuratore capo Sant'Elia, in contrasto con un suo sostituto su delicatissime indagine sul post terremoto, come nella arcinota e devastante vicenda Cordova che lo vide opposto ai tre quarti dei suoi sostituti, la procura di Napoli, gigantesco ufficio giudiziario secondo solo a quella di Roma, si appresta a vivere un oscuro periodo di contrapposizione intestina i cui sbocchi sono difficili da prevedere. Avevamo purtroppo ragione, dunque, qualche articolo fa, quando definimmo Napoli una città dove tutti sono contro tutti, magistratura inclusa. Se per altre categorie, tuttavia, la guerra si svolge sul terreno di interessi concreti, occulti e spesso criminali, nel caso dei magistrati, quasi sempre, lo scontro è figlio di una concezione dell'indipendenza troppo vicina all'autoreferenzialità che, senza volerlo, può sconfinare nell'arbitrio. Fatta salva la buona fede di ambo le parti, Lepore, da un lato, i suoi sostituti dall'altro, non si può non notare che la scelta del capo della procura di stralciare le indagini sui cosiddetti imputati «illustri», Pansa e Catenacci, tra tutti, è scelta anzitutto tecnica. Che non salva nessun potente da indagini ed eventuali rinvii a giudizio, tutti allo stato più che possibili, ma consente a degli imputati che rappresentano un pezzo importante di Stato (al pari dei magistrati che li indagano) di chiedere ulteriori indagini e l'audizione di testi e consulenti per fare chiarezza su una vicenda gravata, dall'inizio, del peso insostenibile della «munnezza» da togliere dalle strade. E lasciamo da parte, visto come vanno le cose, l'autonomia dell'azione giudiziaria dalle conseguenze, politiche e sociali, che essa comporta. Nel disastro complessivo, ai magistrati napoletani e campani è affidata la credibilità, residua, dello Stato in cui gli sgomenti e atterriti cittadini «normali» vogliono ancora riconoscersi. Se falliscono anche loro, dopo a chi mai potrà toccare la rappresentanza di quello stesso Stato che si è dissolto da solo? \\ Nel disastro complessivo, a giudici e pm è affidata la credibilità dello Stato

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(sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Primo Piano Pagina 103 «Il piano per case mono e bifamiliari» Berlusconi oggi incontra le Regioni. Il Pd: «Marcia indietro» --> Berlusconi oggi incontra le Regioni. Il Pd: «Marcia indietro» Piano casa: oggi incontro decisivo tra Governo e Regioni. Berlusconi è deciso a trovare un accordo. ROMA Giorgio Napolitano scrive al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per raccomandare (ancora una volta, dopo l'incontro del 17 marzo) di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa. Una lettera che, «se c'è, è personale e riservata», dicono fonti del Quirinale, dopo la tensione scoppiata all'inizio di febbraio sul decreto Eluana. Mentre Berlusconi, a fine giornata, liquida la domanda dei giornalisti dicendo di non sapere nulla della lettera, ma aggiunge che la decisione tra decreto e disegno di legge verrà presa «insieme alle Regioni». RISERVATEZZA Seppure riservata, dunque, la lettera - di cui si viene a sapere da fonti della maggioranza - un effetto lo ottiene già dal pomeriggio. Visto che il premier, alla fine del viaggio superveloce Milano-Roma sul treno Frecciarossa, si produce in un ammorbidimento della sua posizione. Dopo che, alla partenza dalla Stazione Centrale, aveva annunciato per venerdì il varo di un decreto legge, nonostante le proteste di molti presidenti di Regione, all'arrivo a Roma Termini dice che il testo inviato ai Governatori da Palazzo Chigi «non è quello vero», dicendosi pronto a dialogare con Regioni e Comuni nell'incontro previsto per oggi, quando presenterà un testo semplificato. Una mossa che provoca la reazione del segretario del Pd Dario Franceschini, che accusa Berlusconi di «cambiare le carte in tavola». E di voler portare avanti «solo un progetto di cementificazione». IN VIAGGIO La vicenda comincia a fine mattinata. Berlusconi, prima di partire da Milano, annuncia per venerdì il varo di una legge quadro e di un decreto sulla casa. «Credo - dice - che anche le Regioni che vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini». In vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni di oggi, anche ieri come nei giorni scorsi, molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini, tutti del centrosinistra- hanno criticato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci. Il ministro Raffaele Fitto ha assicurato che «il testo non è blindato», ma lo scetticismo regnava, come dimostrano le parole di Martini: «Mi auguro che il governo ci ascolti, altrimenti mi domando cosa andiamo a fare a Roma». Poi il «coup de theatre» da parte di Berlusconi, a cui era anche arrivata la lettera di Napolitano. «Il disegno che è circolato - dice il premier scendendo dal Frecciarossa a Roma - non è quello a cui io avevo già lavorato. Ho sentito cose che non saranno nel testo, cioè quelle che riguarda gli immobili urbani. Decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare». FRANCESCHINI Il Pd, però, non ci sta e, in una conferenza stampa, Franceschini distribuisce ai giornalisti il testo del decreto inviato a sindaci e Governatori su carta intestata di Palazzo Chigi: «Basta con questo continuo cambiare le carte in tavola. Si può anche dire “ho cambiato idea” ma non dire che il testo non è quello vero». In effetti, nella bozza del decreto si prevedeva che l'ampliamento delle abitazioni nei centri storici potesse avvenire in deroga alle leggi e ai piani regolatori, e che le norme valessero in tutto il territorio nazionale da subito, scavalcando così Regioni e Comuni e Sovrintendente. Anche Umberto Bossi sollecita Berlusconi a trattare con le Regioni «per evitare scontri», e il premier precisa di nuovo la sua posizione: «Porteremo oggi alle Regioni un decreto legge semplificato, l'ho corretto riducendolo all'essenziale e sono aperto al confronto». Il piano, comunque, va avanti: «L'idea che ho avuto - ripete Berlusconi a fine giornata - piace molto alle famiglie e soprattutto rimette in moto l'economia».

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L'addio di de Franciscis: (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-25 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE L'addio di de Franciscis: «Gomorra non ci aiuta» A Gaeta incontra il vescovo di Lourdes: «Ma non fuggo» L'ultimo giorno il presidente della Provincia di Caserta lo ha trascorso a Gaeta, nell'anniversario dell'encicla di Pio IX DAL NOSTRO INVIATO GAETA — Monsignor Jacques Perrier, vescovo di Lourdes, lo abbraccia. Sandro de Franciscis, accompagnato dalla madre Rosemary e dal parroco del suo quartiere, don Saverio Russo, si consegna formalmente al nuovo impegno di responsabile del Bureau medical presso il santuario mariano ai piedi dei Pirenei. L'incontro avviene presso Villa Maria Teresa di Formia, la struttura retta dalle suore pallottine che ospita il presule francese, giunto a Gaeta in occasione del centossesantesimo anniversario dell'enciclica di Pio IX Ubi Primum, con la quale papa Mastai Ferretti proclamò, esule nel 1849 a Gaeta e ospite del re borbone, il dogma dell'Immacolata Concezione. De Franciscis ha trascorso il suo ultimo giorno da presidente della Provincia di Caserta facendo visita al generale Antonio De Vita, comandante della Divisione addestramento delle truppe dell'Esercito di stanza a Capua. Per poi concentrarsi qui a Gaeta dinanzi ad un mare grigio come ghisa: «Sento finalmente la libertà dentro di me — si confessa — devo più alla mia coscienza che alle obbligazioni che mi vengono imposte». La risposta, secca, è diretta a chi lo accusa di aver interrotto una esperienza amministrativa e politica che ora rischia di lasciare parecchi orfani nel centrosinistra casertano. «La politica non mi ha deluso, se non nelle sue vischiosità: le stesse che alimentano quel consociativismo tentacolare a detrimento del senso civico di appartenenza. Purtroppo, la nostra terra di Caserta e di Napoli resta ostaggio di una tendenza prevalente: conta solo il fatto di danneggiarci reciprocamente. Il ricorso continuo alle denunce penali è il termometro di una guerra che non punta a risolvere i problemi della comunità, ma a delegittimare o a sopprimere l'avversario politico. Vede, il rapporto di correttezza che ho mantenuto con un avversario leale e mio coetaneo come Nicola Cosentino è stato interpretato quasi fosse un inciucio. Dodici anni fa avevo inaugurato questa mia personale stagione politica avendo come modello di rappresentanza territoriale quello irpino. Dico irpino, non bostoniano. Oggi, il senatore Mancino è il vicepresidente del Csm. Mentre noi casertani siamo fuori da ogni possibilità di determinare scelte e dinamiche politiche». Si sforza di esibire un nuovo volto: quello rivolto alla speciale devozione che conserva per la Madonna di Lourdes. Firma due atti per assicurare il patrocinio della Provincia di Caserta ad alcune iniziative sociali del Rotary. «Avverto di essere in debito con la mia maggioranza alla Provincia — continua — e con l'elettorato. Ma la mia non è una fuga. Tutt'altro: ho accettato una proposta sulla quale ho riflettuto a lungo, che credo dia senso alla mia vita. So bene che non mi sarà perdonato nulla, che se tra un anno crollerà un po' di cornicione dalla Reggia di Caserta diranno che la colpa è mia. In questi giorni ne ho sentite tante: che scappavo da un possibile coinvolgimento in vicende giudiziarie. Che volevo allontanarmi per chissà quali motivi. Non vi sono altri motivi al di là dell'ispirazione montiniana, come ha raccontato il cardinale Giordano al Corriere del Mezzogiorno, che mi sostiene da sempre: la mia formazione di cattolico, la mia esperienza di volontario e la mia professione di medico. La parentesi politica è stata tale nella mia vita. Non quella che ha impresso l'impronta principale sulla mia esistenza ». Alla cattedrale di Gaeta l'abbraccio con il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. E De Franciscis che continua: «Nessun ritorno alla politica. Ho solo detto che un uomo con la passione politica non perde la sua attenzione per gli avvenimenti del mondo e della sua terra. Dossetti si fece monaco; ma quando emerse il rischio di offensiva contro la Costituzione decise di attraversare l'Italia per proseguire la sua battaglia». Ma la svolta di de Franciscis appare per molti versi una resa: così dicono i suoi detrattori. Soprattutto perché abbandona la guida politica, il timone, proprio ora che la sua Terra di Lavoro è identificata con quella di Gomorra: «Certo, Gomorra — precisa — non ci aiuta: le accentuazioni dell'enfasi su realtà drammaticamente vere animano seri rischi, poiché ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno, oltre all'azione di prevenzione e di repressione contro il crimine organizzato, è la costruzione di un sistema economico garantito e legale, nel quale gli imprenditori possano finalmente rischiare con coraggio ». Qualcuno accenna anche al fallimento del progetto politico che De Franciscis aveva elaborato con una squadra di amici giovani che poi si è dissolta tra incomprensioni e polemiche politiche: «Non rinnego un minuto — risponde — del tempo trascorso con i miei amici: nella libertà che invoco per me, non posso non rispettare quella di chi ha ritenuto di operare scelte diverse dalle mie». Insomma, l'ex presidente della Provincia di Caserta non va oltre la grotta di Lourdes: «è da tempo che non faccio più programmi — conclude — e al Bureau medical lavorerò a tempo pieno, con contratto a tempo indeterminato, fino al sessantacinquesimo anno di età. Mi piace ripetere, perché lo credo, che sono totalmente consegnato alla Madonna e alla Provvidenza». Angelo Agrippa Il futuro «Ho accettato una proposta su cui ho riflettuto a lungo, dà un senso alla mia vita» \\ L'ex presidente della Provincia di Caserta Non rinnego un minuto del tempo trascorso con i miei amici, dietro la mia scelta c'è soltanto l'ispirazione dossettiana

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I cassintegrati Alfa sotto il Pirellone: (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

RHO BOLLATE pag. 25 I cassintegrati Alfa sotto il Pirellone: «Integrate il nostro reddito» ARESE C'ERANO anche bandiere e striscioni dell'Alfa Romeo di Arese, ieri mattina, davanti al Pirellone a Milano. Alla manifestazione organizzata dai sindacati di base hanno partecipato anche dipendenti e cassintegrati del Biscione per chiedere alla Regione un sostegno al reddito per i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione. «Abbiamo voluto sollecitare la Regione a integrare il reddito dei lavoratori in cassa - spiegano i sindacalisti - anche perché ad Arese ormai ogni mese la Fiat alterna settimane di cassa con settimane di lavoro». Prossima manifestazione, il 27 marzo a Torino, in occasione dell'assemblea degli azionisti Fiat. «Chiederemo alla Fiat di mantenere tutti gli stabilimenti italiani, di riportare una parte della produzione in Italia, denunceremo lo scempio di Arese, la distruzione del marchio Alfa e reclamereno un futuro stabile per tutti i lavoratori Fiat, Powertrain e delle aziende collegate», spiega la FlmUniti Cub. Intanto lo Slai Cobas ha presentato un esposto al Csm per denunciare presunte irregolarità nell'assegnazione dei Magistrati che si occupano delle cause presentate dal sindacato. «Ci sembra strano che 5 delle 6 cause siano state assegnate allo stesso giudice visto che i relatori dovrebbero essere individuati per sorteggio», spiega Corrado Delle Donne, del Cobas. Ro.Ramp. Image: 20090325/foto/3538.jpg

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MAGISTRATI IN POLITICA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 25-03-2009)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2009-03-25 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Risponde Sergio Romano MAGISTRATI IN POLITICA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE Qualcuno potrebbe spiegarmi perché, se un magistrato vuole candidarsi alle elezioni dimettendosi dall'ufficio ricoperto o collocandosi in aspettativa, quindi senza stipendio, vi è grande levata di scudi e scandalo, mentre altrettanto non avviene per avvocati, ingegneri, architetti, ecc. i quali, a motivo della carica parlamentare ricoperta, certamente ottengono un indubbio vantaggio per i propri studi professionali? Fausto Coradduzza Tolmezzo (Ud) Caro Coradduzza, F ra il magistrato e le categorie professionali elencate nella sua lettera vi è una importante differenza. Il magistrato è un funzionario dello Stato, titolare di una funzione pubblica. Procuratore o giudice, soprattutto in un Paese dove le due carriere non sono separate, è la persona da cui dipende la sorte di un imputato, il riconoscimento di un diritto o l'eliminazione di un torto. Gli avvocati, gli ingegneri e gli architetti sono generalmente liberi professionisti. Si può sostenere, come è accaduto più volte in questi anni, che dovrebbero rinunciare alla loro attività privata per il tempo del mandato parlamentare. Ma non è possibile privarli del diritto di partecipare attivamente alla vita politica del loro Paese. Approfitto della sua lettera per qualche considerazione sul caso del procuratore De Magistris, ora candidato dell'Italia dei Valori alla prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. In altri tempi la scelta dell'ex magistrato di Catanzaro sarebbe stata accolta e commentata come la libera manifestazione di un diritto civile. Oggi, dopo alcuni episodi giudiziari degli ultimi anni, il caso ha suscitato numerose reazioni. Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Antonio Mancino ha detto che De Magistris non dovrebbe, dopo l'esperienza politica, tornare in magistratura. Carlo Federico Grosso, vice presidente del Csm dal 1996 al 1998, è giunto alle stesse conclusioni ( La Stampa del 19 marzo), ma ha proposto che al magistrato in politica, dopo la fine del mandato, «si assicuri all'interno della pubblica amministrazione (magari garantendogli ampia facoltà di scelta) una funzione, un grado, uno stipendio adeguato al ruolo e alla funzione precedentemente esercitata»; ma non più, ha aggiunto, nell'esercizio della funzione giudiziaria. Luciano Violante, ex magistrato ed ex presidente della Camera dei deputati, ha detto a Guido Ruotolo ( La Stampa del 20 marzo) che i partiti dovrebbero astenersi dal candidare magistrati nelle loro liste. E Marcello Maddalena, procuratore di Torino, ha detto a Dino Martirano sul Corriere del 19 marzo: «A un giovane collega che eventualmente mi chiedesse un'opinione, sconsiglierei vivamente l'ingresso in politica perché una mossa tale susciterebbe ombre retrospettive...». In altre parole molti si chiederebbero se l'attività svolta dal magistrato durante la sua carriera non fosse destinata a creare le condizioni per il suo passaggio alla vita politica. Come vede, caro Coradduzza, la decisione di De Magistris ha suscitato molte critiche e riserve. Ma il dibattito si è concentrato su un solo aspetto del problema. Non basta parlare di ciò che dovrebbe accadere quando un magistrato entra in politica. Occorre chiedersi perché tanti magistrati, soprattutto procuratori, abbiano scelto di rinunciare al loro mestiere per schierarsi con un partito ed entrare in Parlamento. Credo che questo fenomeno sia dovuto al modo in cui i magistrati hanno interpretato il loro ruolo soprattutto negli ultimi vent'anni. Molti hanno presentato le loro inchieste come crociate civili, si sono totalmente identificati con le loro «battaglie», hanno scritto libri, fatto apparizioni televisive, partecipato a convegni, rilasciato interviste, pronunciato conferenze e persino, in qualche caso, decorato con la loro presenza qualche pubblico corteo. Sono stati, insomma, personalità pubbliche con una forte visibilità nazionale. è davvero sorprendente che qualche partito abbia deciso di trarre un vantaggio politico dalla loro notorietà? è davvero sorprendente che molti di essi abbiano ceduto alla tentazione di passare dalle aule dei tribunali al Parlamento? Constato che questa tendenza è visibile in molti Paesi e appartiene per certi aspetti ai caratteri della democrazia di massa. Ma converrebbe allora ammettere che il procuratore non è un giudice e che il solo modo per evitare gli inconvenienti della sua eccessiva pubblicità è quello di separare la sua carriera da quella dei magistrati giudicanti. Saremo meno sorpresi e preoccupati, allora, quando un procuratore salirà a bordo di un partito per entrare in Parlamento.

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napolitano: sul piano casa ascoltare le regioni (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-03-2009)

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Pagina 2 - Attualità Napolitano: sul piano casa ascoltare le Regioni La bozza di Palazzo Chigi: «Ampliamenti solo per le ville». Poi Berlusconi frena: «Testo non mio» LA CRISI Giornata di annunci e smentite sulla norma per l'edilizia. Trapela un testo alla vigilia del vertice coi governatori Poi il Cavaliere rilancia e interviene il Quirinale. Prodi torna in tv: una politica di destra ci ha portato alla rovina di VINDICE LECIS Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ieri ha ricevuto re Gustavo di Svezia, giunto con la consorte per una visita di Stato in Italia CONTRARIE. No di Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria, Lazio e Piemonte, Trentino Alto-Adige e Liguria, Calabria e Basilicata, Val d'Aosta, Campania, Puglia. CON PRUDENZA. Convinte del progetto, ma anche della necessità di mitigarlo, sono 5 Regioni di centro-destra: Sardegna, Abruzzo, Molise, Veneto e Friuli Venezia Giulia. FAVOREVOLI. La maggioranza delle Regioni è contraria al Piano casa. Decisamente favorevoli sono Lombardia e Sicilia, le due grandi aree da anni governate dal centro-destra. ROMA. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha chiesto di ascoltare le Regioni sul cosiddetto "piano casa" e Berlusconi è stato costretto alla retromarcia. «Abbiamo fatto un articolato molto semplice che discuteremo con le Regioni. Se sarà un decreto o un disegno di legge ne parleremo con loro. Abbiamo fissato un incontro alle 12.30». Lo dice il premier al termine di una giornata convulsa, in cui aveva anche detto di averlo «corretto, riducendolo all'essenziale». «Ma allora domani (oggi, ndr) di cosa discuteremo?», si è chiesto il presidente della Toscana, Claudio Martini che con i suoi colleghi parteciperà a Roma alla conferenza delle Regioni. C'è molta confusione e incertezza sulla posizione del governo. Berlusconi aveva confermato un decreto «già venerdì per fare in fretta», annunciando però un provvedimento diverso «da quello che circola», in pratica riferito solo «alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare», vale a dire ville e villette. La lettera di Napolitano (una missiva riservata personale, dicono al Quirinale, di cui Berlusconi giura di non saperne nulla) ha sicuramente trovato attenzione e accoglienza anche in quegli ambienti del centro destra meno inclini al muro contro muro come Umberto Bossi, per convincere il premier ad avviare un confronto. Bossi ha invitato esplicitamente Berlusconi «a trattare con le Regioni per evitare scontri». Aggiunge il segretario del Pd Dario Franceschini: «Il testo che abbiamo mostrato ai giornalisti è l'unico esistente ed è quello inviato ufficialmente dalla presidenza del Consiglio a Regioni, Province e Comuni. Il governo farà marcia indietro? Merito della denuncia dell'opposizione. Naturalmente vedremo se il nuovo testo ci sarà e cosa ci sarà scritto». Romano Prodi, a "Ballarò", in serata ricorda come «lo Stato non sia competente su tante norme». Poi parla dei suoi incentivi per l'edilizia: «Abbiamo fatto affiorare il nero che nell'edilizia è tradizionalmente molto elevato. E non si rovinava mica il paesaggio. Era fatto tenendo conto che l'Italia è un paese con delle sue caratteristiche». E sulla crisi: «Una politica di destra ci ha portato alla rovina». Sul possibile decreto pesano, inoltre, le minacce di ricorso alla Corte costituzionale prospettate da alcune Regioni. Il presidente della Conferenza, Vasco Errani, vede infatti nel testo speditogli dal governo venerdì scorso «un profilo di incostituzionalità. Bisogna non andare avanti ma aprire un confronto serio e di merito perché servono regole valide e condivise». Errani e il suo collega Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, ieri hanno discusso dell'argomento proprio con Berlusconi sul treno che inaugurava la linea ad alta velocità sulla tratta Bologna-Firenze e non è escluso che, anche in quell'occasione, sia stata fatta un'opera di persuasione. Errani ha comunque confermato la sua posizione: «Il decreto non è la strada giusta per gestire una materia così delicata. Se non si fa un decreto e ci mettiamo a discutere nel rispetto delle competenze siamo pronti al dialogo». Il presidente dell'Emilia-Romagna ha anche smentito il premier secondo il quale la bozza di decreto era stata scritta su richiesta delle Regioni: «Abbiamo chiesto che ci venisse inviato ciò su cui il governo stava lavorando». La riunione con le Regioni è comunque confermata anche se il presidente della Toscana, Martini si chiede su cosa si discuterà. Dario Franceschini non ne può più: «Va bene lo scontro politico, ma non si possono continuamente cambiare le carte in tavola. Si può dire: ho cambiato idea, ma basta con il dire tutto e il contrario di tutto». E rincara: «Chiediamo alla Lega come può accettare un decreto legge che distrugge e toglie autonomia proprio alle Regioni».

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valzer di pm in procura: arriva puglia (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Udine Valzer di Pm in Procura: arriva Puglia Trasferimenti per Rossato e Zaina. Per i posti vacanti si candidano Punzeri e Puppa Sarà la dottoressa Annunziata Puglia, sostituto procuratore della Repubblica di Gorizia, a prendere il posto lasciato vacante dal collega Luigi Leghissa, trasferito nel luglio scorso dagli uffici del capoluogo friulano a quelli della Procura di Belluno. Il nuovo pm si insedierà nel palazzo di via Lovaria a giugno. Prima del suo arrivo, però, la Procura udinese vedrà congedarsi un altro sostituto: la dottoressa Alina Rossato, rientrata in servizio nel febbraio scorso e già pronta a prendere la strada della Procura dei minori di Venezia. Questione di giorni e, con la fine del mese, il suo ufficio, che nell'ultimo anno, durante la sua assenza per maternità, era stato occupato dalla collega Alessandra Burra, tornerà a rimanere vuoto. Un paio di mesi dopo, toccherà anche alla sua "dirimpettaia", la dottoressa Maria Grazia Zaina, salutare colleghi e assistenti. Per lei, che per anni ha rappresentato uno dei volti più noti della magistratura udinese, si apriranno le porte della Procura della Repubblica di Pordenone. Il suo trasferimento, però, è stato posticipato di qualche settimana, per evitare un'improvvisa carenza di organico nella sede del capoluogo friulano. Per vedere colmati i due posti lasciati vacanti da Rossato e Zaina, però, bisognerà attendere più di qualche mese. Per quanto non ci sia ancora niente di deliberato dal Csm, nè tantomeno di pubblicato sul Bollettino ufficiale del ministero, in base al concorso da poco concluso i nomi dei due magistrati candidati alla loro successione sarebbero già noti. Si tratterebbe di una coppia, nel senso "coniugale" del termine. Ancora da Gorizia dovrebbe arrivare il dottor Marco Punzeri, il cui possesso è stato a sua volta posticipato per problemi di organico. É invece attesa da Tolmezzo la moglie, dottoressa Letizia Puppa, attualmente in maternità e sostituita, fino al 1° maggio, dalla collega Burra. (l.d.f.)

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Casa, Napolitano: "Sentire le... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)

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n. 71 del 2009-03-24 pagina 0 Casa, Napolitano: "Sentire le Regioni" Berlusconi apre: "Pronti a modifiche" di Redazione Il piano non riguarda gli immobili urbani: si ferma a case monofamiliari, bifamiliari e costruzioni da rifare dopo che saranno demolite. Pd e Cgil: "E' una norma incostituzionale". Berlusconi: "Il testo che circola non è il mio". Lettera del Qurinale al premier, che però smentisce Roma - Il piano casa non riguarderà gli immobili urbani, ma si fermerà alle case monofamiliari, bifamiliari e alle costruzioni da rifare dopo che queste saranno demolite. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, circoscrive la portata del piano casa e, alla vigilia del decisivo incontro di domani a Palazzo Chigi con le regioni, aggiunge: "Il decreto legge o ddl che sia non è quello circolato in questi giorni. Ho sentito delle cose che non saranno nel testo". Tuttavia, non si placa lo scontro politico: opposizione e sindacati gridano all'incostituzionalità della norma: "La materia è di competenza regionale ed invece con il decreto i comuni e le regioni sarebbero scavalcati". Ma Berlusconi assicura che, per fare in fretta, venerdì sarà presentato al Cdm un decreto legge che sarà, poi, trasformato in legge quadro. In serata poi la lettera di Napolitano al presidente del Consiglio chechiederebbe di tenere conto del parere delle Regioni. Berlusconi, in proposito, risponde: "Non ne so nulla". Pd e Cgil contro il piano casa "Ora che abbiamo visto la bozza è tutto drammaticamente più chiaro". Secondo il leader democratico, Dario Franceschini, il piano stravolge la legislazione vigente: "Non ci sono più nè norme urbanistiche nè piani regolatori, azzerati dal decreto legge". Il piano "è una operazione priva di senso e una devastazione del territorio italiano" e perciò "non potrà più trovare una posizione di confronto da parte del Pd". Sulla stessa linea anche il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani: "Ci sono profili di incostituzionalità e può portare ad abusi edilizi". Per il lsegretario Epifani, "in tutta la politica della casa del governo manca qualsiasi riferimento agli affitti". Berlusconi: "Gli italiani sono favorevoli" Il piano casa del governo raccoglie il favore degli italiani. E secondo il premier anche più di quanto emerso da un sondaggio pubblicato ieri secondo il quale un italiano su due è favorevole al decreto. "Penso che adesso sia anche più di un italiano su due - ha detto il premier commentando il sondaggio, a margine del viaggio prova del Freccia Rossa - tra l’altro i sondaggi sono molto buoni anche per il Presidente del Consiglio e anche per la formazione politica che è una cosa reale e che fonderemo ufficialmente nel fine settimana". Il governo ha in progetto di "fare una legge quadro attraverso un disegno di legge". Tuttavia, per fare in fretta venerdì, nel consiglio dei ministri, sarà fatto un decreto legge sulla casa che sarà, poi, consegnato alle Regioni che, quindi, si regoleranno perché la casa è una materia di loro competenza. Secondo Berlusconi, infatti, "anche le Regioni che vogliono presentare ricorso alla corte costituzionale, si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini". Il testo del piano casa In realtà il testo tanto attaccato dal centrosinistra e dai sindacati non sarebbe quello che venerdì approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri. "In effetti il disegno che è circolato non è quello a cui io avevo già lavorato", ha spiegato il presidente del Consiglio che, proprio oggi pomeriggio, ha avuto una sessione sul tema per varare un ddl che affiancherà il decreto, che sarà quello definitivo. Berlusconi ha spiegato di avert "sentito cose che non erano nelle idee iniziali e che non saranno nel testo, cioè quello che riguarda gli immobili urbani". "Decreto o ddl che sia - ha concluso il premier - si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare". Franceschini: "Basta cambiare le carte in tavola" "Il piano casa attualmente è esattamente quello che era stato anticipato da Silvio Berlusconi". Il Pd distribuisce ai giornalisti la bozza del decreto inviata a Comuni, Province e Regioni e avverte che Berlusconi non può "continuamente cambiare le carte in tavola", aggiungendo che se il provvedimento resterà invariato i democratici faranno "muro". Il leader democratico, Dario Franceschini, ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa insieme a Pierluigi Bersani, Ermete Realacci, Giovanna Melandri e Andrea Martella. "Fin dall’inizio abbiamo detto che siamo disponibili a discutere - ha ribadito Franceschini -, ma abbiamo visto la bozza del decreto, ed è esattamente in linea con quello che Berlusconi aveva annunciato". Inutile che il premier dica che il testo che circola non è quello vero, ha quindi aggiunto Franceschini: "Il testo vero è questo. Questo non è un piano casa, si chiama decreto cementificazione. Se verrà approvato rovinerà le nostre città, le nostre coste, i nostri paesaggi". Insomma, ha concluso Franceschini, "se faranno marcia indietro, saremo pronti a discutere in Parlamento; se andranno avanti troveranno un muro". Lettera di Napolitano a Berlusconi Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, avrebbe inviato una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella quale farebbe tra l’altro riferimento alla necessità di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa. Le fonti sottolineano che il governo, come lo stesso presidente del Consiglio ha pubblicamente affermato, è intenzionato a tenere conto delle indicazioni provenienti dalle Regioni. Fonti del Quirinale, interpellate dall’Ansa sulla lettera che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avrebbe scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sul piano casa, hanno risposto che la lettera non risulta e che se c’è una lettera, si tratta di una comunicazione personale e riservata. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Berlusconi frena: solo ville e villette (sezione: Giustizia)

( da "Provincia Pavese, La" del 25-03-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Ferrara, La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Mantova, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi)

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Berlusconi frena: solo ville e villette Dietrofront sul piano casa dopo la lettera di Napolitano e il pressing delle opposizioni Il premier: «Quel testo non è il mio». E mette in discussione anche la formula del decreto VINDICE LECIS ROMA. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha chiesto di ascoltare le Regioni sul cosiddetto «piano casa» e Berlusconi è stato costretto alla retromarcia. «Abbiamo fatto un articolato molto semplice che discuteremo con le Regioni. Se sarà un decreto o un disegno di legge ne parleremo con loro. Abbiamo fissato un incontro alle 12.30». Lo dice il premier al termine di una giornata convulsa, in cui aveva anche detto di avere «corretto, riducendolo all'essenziale» il testo circolato in questi giorni. «Ma allora domani (oggi, ndr) di cosa discuteremo?», si è chiesto il presidente della Toscana, Claudio Martini che con i suoi colleghi parteciperà a Roma alla conferenza delle Regioni. C'è molta confusione e incertezza sulla posizione del governo. Berlusconi aveva confermato un decreto «già venerdì per fare in fretta» annunciando però un provvedimento diverso «da quello che circola», in pratica riferito solo «alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare», vale a dire ville e villette. La lettera di Napolitano (una missiva riservata personale, dicono al Quirinale, di cui Berlusconi giura di non saperne nulla) ha sicuramente trovato attenzione e accoglienza anche in quegli ambienti del centro destra meno inclini al muro contro muro come Umberto Bossi, per convincere il premier ad avviare un confronto. Bossi ha invitato esplicitamente Berlusconi «a trattare con le Regioni per evitare scontri». Aggiunge il segretario del Pd Dario Franceschini: «Il testo che abbiamo mostrato ai giornalisti è l'unico esistente ed è quello inviato ufficialmente dalla presidenza del Consiglio a Regioni, Province e Comuni. Il governo farà marcia indietro? Merito della denuncia dell'opposizione. Naturalmente vedremo se il nuovo testo ci sarà e cosa ci sarà scritto». Romano Prodi, a Ballarò, in serata ricorda come «lo Stato non sia competente su tante norme». Poi parla dei suoi incentivi per l'edilizia: «Abbiamo fatto affiorare il nero che nell'edilizia è tradizionalmente molto elevato. E non si rovinava mica il paesaggio. Era fatto tenendo conto che l'Italia è un paese con delle sue caratteristiche». E sulla crisi: «Una politica di destra ci ha portato alla rovina». Sul possibile decreto pesano inoltre le minacce di ricorso alla Corte costituzionale prospettate da alcune Regioni. Il presidente della Conferenza, Vasco Errani, vede infatti nel testo speditogli dal governo venerdì scorso «un profilo di incostituzionalità. Bisogna non andare avanti ma aprire un confronto serio e di merito perché servono regole valide e condivise». Errani e il suo collega Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, ieri hanno discusso dell'argomento proprio con Berlusconi sul treno che inaugurava la linea ad alta velocità sulla tratta Bologna-Firenze e non è escluso che, anche in quell'occasione, sia stata fatta un'opera di persuasione. Errani ha comunque confermato la sua posizione: «Il decreto non è la strada giusta per gestire una materia così delicata. Se non si fa un decreto e ci mettiamo a discutere nel rispetto delle competenze siamo pronti al dialogo». Il presidente dell'Emilia-Romagna ha anche smentito il premier secondo il quale la bozza di decreto era stata scritta su richiesta delle Regioni: «abbiamo chiesto che ci venisse inviato ciò su cui il governo stava lavorando». La riunione con le Regioni è comunque confermata anche se il presidente della Toscana, Martini si chiede su cosa si discuterà. Dario Franceschini non ne può più: «Va bene lo scontro politico, ma non si possono continuamente cambiare le carte in tavola. Si può dire: ho cambiato idea, ma basta con il dire tutto e il contrario di tutto». E rincara: «Chiediamo alla Lega come può accettare un decreto legge che distrugge e toglie autonomia proprio alle Regioni».

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Il "sì" convinto arriva solo da Lombardia e Sicilia (sezione: Giustizia)

( da "Provincia Pavese, La" del 25-03-2009)
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Il "sì" convinto arriva solo da Lombardia e Sicilia Regioni divise: quelle guidate dal centrosinistra minacciano il ricorso alla Consulta Ma il mugugno è diffuso e tra i governatori c'è preoccupazione sul metodo del decreto legge che stravolge il principio federalista ROMA. La maggioranza delle Regioni italiane è contraria al Piano casa di Berlusconi. Decisamente favorevoli sono soltanto Lombardia e Sicilia, le due grandi aree da anni governate dal centrodestra. Convinte del progetto, ma anche della necessità di mitigarlo, seguono altre cinque regioni governate dalla coalizione di Berlusconi: Sardegna, Abruzzo, Molise, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il no arriva dal resto, non solo dalle tradizionali regioni rosse come Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria. Dicono di no anche Lazio e Piemonte, Trentino Alto-Adige e Liguria, Calabria e Basilicata, Val d'Aosta, Campania, Puglia. I mugugni sono comunque molto diffusi per il metodo del decreto legge che il governo intende adottare. Un metodo che nasconde, per le regioni, lo stravolgimento del principio federalista. Il provvedimento sulla casa, sostengono Toscana e Umbria, pronte a ricorrere alla Corte costituzionale, lede prerogative come sono proprie delle regioni e non del governo centrale. Se il governo facesse il decreto entro la fine della settimana senza modifiche, la Regione Toscana ha intenzione di presentare ricorso alla Corte costituzionale e di approvare una legge regionale per difendere la propria esperienza urbanistica. Garantito dal presidente della Regione Claudio Martini: «Non siamo contrari in linea di principio alla dinamizzazione dell'economia ma quello del Governo non è un piano casa, in quanto non dà una casa a chi ne ha bisogno, ma smantella i piani urbanistici locali e mortifica le autonomie». «Inoltre - ha continuato Martini - aumenta la possibilità di contenziosi tra i cittadini». Oggi le regioni incontreranno il governo sul tema ma sul confronto Martini è fermo: «Noi non cerchiamo il conflitto istituzionale ma il testo deve essere cambiato, altrimenti il ricorso alla Consulta è un obbligo e non uno sfizio». Il governatore della Calabria, Agazio Loiero, è stupefatto: «Noi stiamo cercando di invertire la rotta. Abbiamo approvato un piano per l'abbattimento di 800 ecomostri, piano già operativo. La giunta regionale si è opposta alla costruzione di Europaradiso, un megavillaggio che avrebbe dovuto dare 10mila posti di lavoro - di cui avremmo avuto un immenso bisogno - ma avrebbe devastato in maniera irrimediabile un'area di pregio naturalistico». «L'Umbria ha un prezioso patrimonio paesistico, storico-artistico ed architettonico che nell'insieme ne rappresenta la sua più grande risorsa - dice il capogruppo Pd nel consiglio regionale dell'Umbria, Gianluca Rossi - ma ora il piano casa del governo rischia di compromettere il delicato equilibrio tra sviluppo e tutela che fino ad ora il nostro territorio è riuscito, con difficoltà, a mantenere». «I tratti di incostituzionalità ravvisati dalla presidente della giunta regionale sono evidenti», continua Rossi. «So che i miei colleghi presidenti di Regione di sinistra - dice il governatore della Lombardia Roberto Formigoni - avanzano obiezioni. Ma io invoco quello stesso spirito di collaborazione che ci ha portato a firmare il grande accordo sugli ammortizzatori sociali». Perché serve «uno scatto di responsabilità dello Stato e delle Regioni per il bene dell'Italia e dei nostri cittadini». (a.g.)

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Assegnazione della casa familiare, individuazione, desideri dei figli, irrilevanza (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 25-03-2009)

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Assegnazione della casa familiare, individuazione, desideri dei figli, irrilevanza Cassazione civile , sez. I, sentenza 27.02.2009 n° 4816 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Assegnazione della casa familiare – individuazione – desideri dei figli – irrilevanza [art. 155 c.c.] L’assegnazione della casa familiare, rispondendo all’esigenza di conservare l’habitat domestico, degli interessi e delle consuetudini in cui s’esprime e si articola la vita familiare, è consentita unicamente con riguardo all’immobile che abbia costituito il centro d’aggregazione della famiglia durante la convivenza, con esclusione d’ogni altro immobile di cui i coniugi avessero disponibilità. Ne deriva che il desiderio del figlio di fissare la dimora in un altro immobile nella disponibilità dei coniugi è del tutto rilevante laddove risulti accertato che l’immobile in questione non è mai stato adibito a casa familiare. (1-4) (1) In tema di assegnazione della casa familiare, si veda la relativa mappa. (2) Si veda, inoltre, Cassazione sentenza 25486/08. (3) In materia di assegnazione della casa coniugale e tutela della prole, si veda Cassazione, sentenza 22394/08. (4) In materia di assegnazione della casa coniugale e nuova convivenza, si veda Corte Costituzionale, sentenza 30.07.2008 n° 308. Tra i contributi della dottrina più recente sul tema della casa coniugale, si veda: - NONNATO, Assegnazione della casa coniugale, in Studium Iuris, 2008, n. 5, CEDAM, p. 615; - D’AURIA, Azione revocatoria e assegnazione della casa coniugale, in Giurisprudenza italiana, 2008, n. 4, UTET, p. 890; - FELICETTI, SAN GIORGIO, Cessazione del godimento della casa coniugale in caso di convivenza more uxorio di nuove nozze, in Corriere giuridico (Il), 2008, n. 1, IPSOA, p. 99; - CARBONE V., Assegnazione della casa coniugale, in Corriere giuridico (Il), 2005, n. 3, IPSOA, p. 319. (Fonte: Altalex Massimario 12/2009) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZION I CIVILE Sentenza 27 febbraio 2009, n. 4816 SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Con sentenza in data 17 novembre 2004, il Tribunale di Modena dichiarò la separazione personale dei coniugi …. E … addebitandola al marito, affidò la figlia minore I., nata il 1987, alla moglie, e su tale premessa assegnò a quest’ultima la casa di Vignola. Nel giudizio d’appello, il sig. … denunciò l’ingiustizia della pronuncia di addebito, basata – secondo il suo assunto – sulle circostanze che egli aveva contratto, prima del matrimonio, un’infezione del virus HDS, e l’aveva trasmesso alla moglie, ignara. Secondo l’appellante, causa del fallimento dell’unione erano state le continue accuse della moglie – peraltro affetta da una depressione di origine anteriore al matrimonio – e della famiglia di lei per quanto fatto addebitatogli a titolo di colpa; accuse ingiuste, essendo poi stato accertato che la malattia gli era stata trasmessa da una trasfusione di sangue infetto, eseguita a seguito di un infortunio sul lavoro, eseguita in seguito di un infortunio sul lavoro (infortunio in itinere). La Corte d’appello di Bologna, con sentenza in data 10 maggio 2005, respinge l’appello del sig. … in punto di addebito. La corte esclude che l’addebito fosse giustificato da queste circostanze, essendo stato invece legittimamente basato dal primo giudice sul comportamenti del marito, che aveva privato la moglie, prima, dalle possibilità economiche, e poi anche di solidarietà ed aiuto di ordine morale, con un comportamento particolarmente violento, anche nei confronti della figlia, culminato dell’abbandono del tetto coniugale. La corte invece accolse il motivo di gravame concernente l’assegnazione alla moglie, quale affidataria della figlia minore, della casa in Vignola. Quell’immobile, sebbene nella disponibilità dei genitori, non era mai stato adibito a casa coniugale, neppure saltuariamente. La circostanza che esso fosse, secondo il Tribunale, logisticamente più idoneo alla figlia, perché più vicino alla scuola da lei frequentata e ai parenti della sig. … non valeva ad integrare i presupposti del provvedimento. L’individuazione della casa coniugale non poteva, infatti, fondarsi sui desideri del minore, ma esclusivamente sull’importanza del suo eventuale sradicamento da precedente habitat domestico, che nella specie non vi era stato. La stessa sig.ra …, del resto, aveva chiesto l’assegnazione della casa coniugale da localizzarsi, sia pure in via subordinata, nell’attuale dimora di Savignano sul … e quest’ultima doveva essere assegnata all’appellante per il titolo in questione. Infine, la corte respinse nel merito le altre doglianze, concernenti aspetti economici della causa. Per la cassazione della sentenza, notificata il 7 luglio 2005, il sig. … ricorre con atto articolato in due mezzi d’impugnazione, illustrati anche in memoria. La sig.ra … resiste con controricorso e ricorso incidentale, con un mezzo d’impugnazione. MOTIVI DELLA DECISIONE I due ricorsi, proposti contro la stessa sentenza, devono essere riuniti a norma dell’art 335 c.p.c.. Con il primo motivo, denunciando vizi di motivazione della sentenza impugnata (art. 360 comma primo n. 5 c.p.p.), il ricorrente censura la statuizione in punto di addebito della separazione. Egli espone tutti gli argomenti svolti nel giudizio di merito a sostegno della sua tesi circa le vere cause del fallimento dell’unione, riconducibili alla malattia che aveva contagiato entrambi, e della quale egli non aveva responsabilità, come era stato accertato solo nel giugno 2004, dopo che nel giudizio di primo grado egli era stato sempre ritenuto colpevole dell’infezione trasmessa alla moglie. La malattia aveva logorato entrambi i coniugi, e in particolare la moglie, affetta da sindrome depressiva da data anteriore al matrimonio. Il diniego, nell’impugnata sentenza, dell0incidenza della malattia nella dichiarazione di addebito della separazione sarebbe contrario ad ogni logica. La corte territoriale avrebbe dovuto comprendere che la malattia aveva alterato i caratteri dei coniugi portandoli all’esasperazione, e che si trattava di fatti indipendenti dalla loro volontà. Nonostante la formale intestazione del vizio di motivazione, il mezzo non indica le affermazioni del giudice di merito che dovrebbero considerarsi logicamente viziate (limitandosi alla generica - e propriamente inconcludente - affermazione che il diniego della rilevanza della sua malattia nella dichiarazione di addebito della separazione sarebbe contrario ad ogni logica), né i punti, sottoposti al suo giudizio con l'atto d'appello, che lo stesso giudice avrebbe trascurato di prendere in esame. Ciò a cui il mezzo tende, sotto la formulazione ap­parente di un vizio di legittimità, è il riesame della vicenda coniugale, al fine di pervenire ad una diversa statuizione di merito, il mezzo è per­tanto inammissibile. Con il secondo motivo di ricorso, anch'esso po­sto sotto la rubrica del vizio di motivazione, si censurano affermazioni' della corte territoriale in punto di statuizioni di contenuto economico non me­glio precisate, e si svolgono considerazioni criti­che in ordine alla situazione economica comparativa dei coniugi. La corte d'appello avrebbe smentito -con affermazioni che non sono indicate - le risul­tanze di una relazione di consulenza tecnica d'ufficio, il cui contenuto non è riportato. Il ri­corrente svolge sue considerazioni a proposito dell’acquisto di un appartamento e del modo in cui l’esponente vi avrebbe fatto fronte; lamenta che la corte territoriale avrebbe confuso indebitamento e patrimonio; tratta poi dei suoi redditi di lavoro e sostiene che, di fatto, egli non avrebbe percepito redditi di partecipazione; addebita alla corte d’appello di non aver considerato le potenzialità di lavoro della moglie e di aver trascurato altri elementi. Il mezzo è inammissibile. Esso è del tutto ca­rente delle necessarie premesse in fatto, sui temi in discussione, e omette di riferire le vicende sa­lienti del processo, quale premessa indispensabile all'identificazione di pretesi vizi d'insufficiente motivazione, per i quali si richiede l'allegazione della preventiva, specifica sottoposizione del pun­to medesimo all'esame del giudice d'appello, con la trascrizione nel corpo del ricorso delle difese svolte ed ignorate dal giudice di merito, accompa­gnata dall'indicazione del luogo di riscontro in atti, e di ogni altro elemento necessario ad illu­strare la rilevanza decisiva del punto. Con il ricorso incidentale si denuncia l’insufficiente e contraddittoria motivazione della sentenza d’appello sul punto dell’assegnazione della casa coniugale. Richiamandosi ad affermazioni ricorrenti nella giurisprudenza, circa la necessità che l’assegnazione della casa coniugale sia decisa con riguardo alle esigenze di tutela, per i figli minori o non autosufficienti, dell’ambiente domestico, inteso come centro degli affetto, degli interessi e delle consuetudini in cui si articola e si esprime la vita della famiglia, la ricorrente sostiene che il centro di interessi, affetto e consuetudini della vita della figlia I. era a Vignola, dove si trova l’appartamento assegnato alla sig.ra … in primo grado e non a Savignano sul Panaro, dove la ragazza risiede con la madre. Il mezzo è infondato. Secondo la consolidata giurisprudenza di questa corte, l’assegnazione della casa familiare prevista dall’art. 155, quarto comma, cod. civ., rispondendo all’esigenza di conservare l’habitat domestico, degli interessi e delle consuetudini in cui s’esprime e s’articola la vita familiare, è consentita unicamente con riguardo a quell’immobile che abbia costituito il centro d’aggregazione della famiglia durante la convivenza, con esclusione d’ogni altro immobile di cui i coniugi avessero disponibilità (Cass. 16 luglio 1992 n. 8667; 9 settembre 2002 n. 13065; 20 gennaio 2006 n. 1198). Di conseguenza, la decisione del giudice di merito, di respingere la domanda d’assegnazione della casa formulata dal coniuge affidatario della prole, è adeguatamente motivata con l’accertamento che l’immobile in questione non è mai stato adibito a casa familiare. Gli argomenti della ricorrente, basati sulle esigenze, per i figli minori o non autosufficienti, di tutela dell’ambiente domestico, non colgono nel segno, giacché confondono l’oggetto del provvedimento ex art. 155, comma quarto, c.c., che è esclusivamente la casa costituente già in costanza di convivenza il centro di aggregazione della famiglia, con le ragioni invocate, che giustificano il provvedimento di assegnazione (senza peraltro imporlo, trattandosi di decisione fondata su valutazioni discrezionali riservate al giudice di merito; cfr. Cass. 22 novembre 1995 n. 12083; 27 novembre 1996 n. 10538; 21 giugno 2002 n. 9071). In conclusione il ricorso principale deve essere dichiarato inammissibile, e il ricorso incidentale deve essere rigettato. Le spese della ricorrente incidentale sono liquidate come in dispositivo. Esse sono compensate per la metà in ragione della soccombenza della stessa ricorrente incidentale, e poste per l’altra metà a carico del ricorrente principale, soccombente in punto di addebito della separazione, e autore di un ricorso inammissibile. P.Q.M. La Corte riunisce i ricorsi; dichiara inammissibile il ricorso principale; rigetta il ricorso incidentale; condanna il ricorrente principale al pagamento delle spese del giudizio di legittimità in ragione del 50%, liquidandole per l’intero in €. 3.200,00, di cui 3.000,00 per onorari, oltre alle spese generali e agli accessori come per legge; compensa il residuo 50% delle spese tra le parti. Così deciso a Roma, nella camera di consiglio della prima sezione della Corte suprema di cassazione, il giorno 15 dicembre 2008. Depositata in Cancelleria il 27 febbraio 2009. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Danno non patrimoniale, danno esistenziale, responsabilità struttura sanitaria (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 25-03-2009)

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Danno non patrimoniale, danno esistenziale, responsabilità struttura sanitaria Tribunale Milano, sentenza 05.03.2009 n° 3047 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Danno non patrimoniale – danno esistenziale – responsabilità struttura sanitaria – precisazioni [art. 2059 c.c.] Nell’ambito del danno non patrimoniale, il riferimento a determinati tipi di pregiudizi, in vario modo denominati (danno morale, danno biologico, danno da perdita del rapporto parentale), risponde ad esigenze descrittive, ma non implica il riconoscimento di distinte categorie di danno. E’ compito del giudice accertare l’effettiva consistenza del pregiudizio allegato, a prescindere dal nome attribuitogli, individuando quali ripercussioni negative sul valore-uomo si siano verificate e provvedendo alla loro integrale riparazione. Di danno esistenziale come autonoma categoria di danno non è più dato discorrere. In ogni caso, laddove il giudice abbia liquidato il danno biologico e le sofferenze conseguenti non residua spazio per il risarcimento di ulteriori pregiudizi esistenziali, perché tutti già ricompresi in quelli già liquidati, risultando altrimenti certa la duplicazione risarcitoria del medesimo danno. (1-15) (1) In tema di uccisione del gatto e dano non patrimoniale, si veda Cassazione civile, sez. III, sentenza 25.02.2009 n° 4493, con nota di BUFFONE e videointervento di VIOLA. (2) In materia di danno esistenziale che confluisce nel danno morale, si veda Cassazione civile , SS.UU., sentenza 16.02.2009 n° 3677. (3) In materia di protesto illegittimo e lesione dell’immagine, si veda Tribunale Lecce, sez. Maglie, sentenza 11.02.2009. (4) In materia di danni da fumo e danno esistenziale, si veda Cassazione civile, SS.UU., sentenza 15.01.2009 n° 794. (5) In materia di necessità dell’intergale risarcimento del danno alla persona, si veda Cassazione civile, sez. III, sentenza 13.01.2009 n° 469. (6) In materia di uranio impoverito e danno non patrimoniale, si veda Tribunale Firenze, sez. II civile, sentenza 17.12.2008. (7) In materia di quantificazione del danno morale (dopo le Sezioni Unite) si veda Cassazione civile, sez. III, sentenza 12.12.2008 n° 29191. (8) Tra le sentenze più recenti, immediatamente successive alle SS.UU. 2008, si veda Tribunale di Lecce, sezione di Maglie, 368/2008, con nota di MAGGIULLI. (9) In tema di danno non patrimoniale, si veda Cassazione Civile, SS.UU., 11.11.2008, n. 26972 (si vedano anche le video riflessioni di VIOLA, in materia di integralità del risarcimento del danno alla persona, e le video riflessioni di CESARI, nell’ambito del convegno Il Risarcimento del danno non patrimoniale con pregiudizi esistenziali tenutosi in Roma il 24 novembre 2008 presso il Palazzo Marini della Camera dei Deputati. (10) Per la lettura dell’ordinanza di rimessione, si veda Cassazione civile, sez. III, sentenza 25.02.2008, n. 4712 (vedi video-riflessioni di VIOLA e video-riflessioni di CESARI). (11) Si veda anche Cassazione civile SS.UU. 21934/2008 in materia di spot illegittimo. (12) In favore del danno esistenziale, si veda Cassazione civile 2379/2008. (13) In materia di danno parentale e prova, si veda Cassazione civile 20987/2007. (14) In dottrina, si veda anche PLENTEDA, il Danno esistenziale bagattellare e transeunte e VIOLA, Il danno esistenziale come mancato guadagno non patrimoniale, nonché VIOLA, Il mancato guadagno non patrimoniale (o danno esistenziale?) dopo le SS.UU. e BUFFONE, Il danno non patrimoniale a 3 mesi dalle S.U.: cosa è cambiato?. (15) Sul tema del danno tanatologico, si veda il focus di D’APOLLO, Danno tanatologico: la giurisprudenza recente, nonché VIOLA-TESTINI-MARSEGLIA, Il danno tanatologico. Altresì, per approfondimenti in dottrina, si vedano: - FANTETTI, Diritto di autodeterminazione e danno esistenziale alla luce della recente pronuncia delle S.U. della Cassazione, in Responsabilità civile (La), 2009, n. 1, UTET; - VIOLA, Il danno nelle relazioni affettive con cose e animali, in Responsabilità civile (La), 2009, n. 2, UTET; - VILLANI, Perdita dell'animale d'affezione: danno esistenziale?, in Responsabilità civile (La), 2008, n. 8-9, UTET; - CARONE P., Ulteriori riflessioni sul danno esistenziale, in Danno e Responsabilità, IPSOA, 2008, 2; - CESARI, Il risarcimento del nuovo danno non patrimoniale con pregiudizi esistenziali; - VIOLA, Il mancato guadagno esistenziale, in Studium Iuris, 2/2006, pag. 131; - DE GIORGI, Lesione del diritto all'ordine e risarcimento del danno esistenziale, Studium Iuris, 2008, n. 2, CEDAM, p. 224; - ZAULI, L'impotenza è danno esistenziale: va risarcito chi, a causa di un incidente, ha perduto il suo vigore sessuale, in Responsabilità civile (La), 2008, n. 1, UTET, p. 25; - CARBONE P., Ulteriori riflessioni sul danno esistenziale, in Danno e responsabilità, 2008, n. 1, IPSOA, p. 210; - CASSANO, Rapporti tra genitori e figli, illecito civile e responsabile. La rivoluzione giurisprudenziale degli ultimi anni alla luce del danno esistenziale, in Vita notarile, 2007, n. 1, EDIZIONI GIURIDICHE BUTTITTA, parte II, p. 315; - LIBERATI, Il danno esistenziale nella giurisprudenza amministrativa, 2007, GIUFFRÈ; - CASSANO, La giurisprudenza del danno esistenziale, 2007, CEDAM. (Fonte: Altalex Massimario 12/2009. Si ringrazia per la segnalazione Damiano Spera) Tribunale di Milano Sentenza 5 marzo 2009, n. 3047 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE DI MILANO SEZIONE V CIVILE In persona del Giudice Istruttore, in funzione di Giudice Unico, dott. Damiano Spera, ha pronunciato la seguente SENTENZA Nella causa civile iscritta al R.G. n. 84267 / 2005 , promossa da Z. L. con gli avv.ti Giovanni e Lorenzo Ingino - attore - contro DR. G. M. con l’avv. Domenico Mugnano - convenuto - e NUOVA X. S.R.L. con l’avv. Domenico Chindamo - convenuta - All’udienza di precisazione delle conclusioni in data 03.12.2008, le parti concludevano come da verbale di causa. SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Con atto di citazione ritualmente notificato, il signor L. Z. conveniva in giudizio il dott. M. G. e la Nuova X. s.r.l. per sentirli condannare, in solido, al risarcimento di tutti i danni (ivi compreso danno biologico, esistenziale, morale e patrimoniale), a fronte delle cure odontoiatriche prestate dal dott. G. in data 17.05.2003 presso la struttura sanitaria Nuova X. s.r.l. Instauratosi il contraddittorio, si costituivano con separate comparse i convenuti, i quali concludevano per il rigetto delle domande. Il G.I. ammetteva parzialmente le prove dedotte dalle parti. Il G.I. disponeva consulenza tecnica d’ufficio sulle lesioni patite dall’attore. Quindi nell’udienza del 03.12.2008, le parti precisavano le conclusioni come da verbale. Il G.I. rinviava la causa al 05.03.2009 per la discussione orale, ai sensi dell’art. 281 sexies c.p.c.; nella stessa udienza dava lettura del dispositivo e della concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione. - MOTIVI DELLA DECISIONE - Ritiene questo giudice che debba dichiararsi responsabilità di entrambi i convenuti M. G. e Nuova X. s.r.l. nella produzione del danno subito dall’attore. In data 17.05.2003 il signor Z. si recava presso lo studio medico Nuova X. s.r.l. lamentando fastidi diffusi a carico dell’emiarcata inferiore sinistra; veniva visitato dal dott. G. che individuava la causa dei dolori nell’elemento dentario n. 37, proponendone l’avulsione. Allega l’attore che la diagnosi veniva delineata senza alcuna indagine radiografica. Durante l’esecuzione dell’ avulsione interveniva la frattura del suddetto elemento dentario da estrarre. Al termine dell’effetto dell’anestesia, il signor Z. riscontrava sofferenze a carico della zona trattata, acuitesi con la rimozione dei punti di sutura. Recatosi presso l’Istituto Stomatologico Italiano, perdurando i dolori, all’attore venivano riscontrati postumi o esiti avulsivi in corrispondenza dell’elemento n. 37, con la presenza di frammenti ossei in corrispondenza del bordo alveolare, che venivano rimossi. Successive visite odontoiatriche rilevavano un danno alle branche trigeminali. Data la persistenza dei dolori acuti nel luglio 2007, nelle more del giudizio, l’attore effettuava intervento di decompressione nervosa del nervo alveolare mandibolare sinistro. Dagli atti e documenti di causa, dall’espletata istruttoria ed, in particolare, dalla relazione del C.T.U., risulta provato: che vi sia stata imperizia, imprudenza e negligenza nel comportamento sanitario del dott. M. G.; che l’intervento di avulsione del 17.05.2003 era di facile esecuzione; che necessitava una preliminare indagine radiografica che avrebbe evidenziato una anomalia anatomica a carico delle radici, orientando diversamente l’approccio dell’intervento di avulsione; che la colpa professionale è ascrivibile esclusivamente all’operato del convenuto dott. G., atteso che gli interventi successivamente eseguiti hanno solamente attenuato il danno subito in conseguenza della colpevole condotta del dott. G.; che si configura un danno biologico del 4% per perdita dell’elemento dentale e per le sequele consistenti in parestesia all’emifaccia sinistra dell’attore; che è stata riconosciuta una invalidità temporanea: - al 100% per 2 giorni (giorni del ricovero per l’intervento di decompressione del 2007); - al 75% per 6 mesi; - al 50% per 2 mesi; - al 25% per 3 mesi; - al 10% per un mese; che l’attore, all’udienza del 05.03.2009, rinunciava alla domanda di risarcimento del danno patrimoniale da invalidità lavorativa specifica; che le spese mediche sostenute dall’attore e documentate sono pari a € 8.293,61. Il Tribunale riconosce, infatti, come dovuto integralmente anche l’esborso effettuato nel luglio 2007 per la decompressione nervosa del nervo alveolare mandibolare sinistro. Invero, trattasi di spese sanitarie in rapporto causale con la condotta produttiva dell’illecito ed appare incontestabile che il danneggiato abbia diritto, al fine di recuperare la propria integrità fisica, di usufruire di medici e strutture di sua fiducia, tanto più dopo aver subito tutte le conseguenze pregiudizievoli a seguito dell’intervento di cui è causa (v. Cass. n. 16073/02); che le spese future dell’attore sono state stimate dal C.T.U. in € 2.500,00; Questo giudice condivide le argomentazioni e le conclusioni cui è pervenuto il C.T.U., con metodo corretto ed immune da vizi logici o di altra natura. Pertanto, devesi dichiarare la responsabilità del dott. M. G. e della Nuova X. s.r.l. nella produzione del danno subito dall’attore. Infatti, le Sezioni Unite, con sentenza 11 gennaio 2008, n. 577, hanno ribadito che “per quanto concerne la responsabilità della struttura sanitaria nei confronti del paziente è irrilevante che si tratti di una casa di cura privata o di un ospedale pubblico in quanto sostanzialmente equivalenti sono a livello normativo gli obblighi dei due tipi di strutture verso il fruitore dei servizi, ed anche nella giurisprudenza si riscontra una equiparazione completa della struttura privata a quella pubblica quanto al regime della responsabilità civile anche in considerazione del fatto che si tratta di violazioni che incidono sul bene della salute, tutelato quale diritto fondamentale dalla Costituzione, senza possibilità di limitazioni di responsabilità o differenze risarcitorie a seconda della diversa natura, pubblica o privata, della struttura sanitaria. Questa Corte ha costantemente inquadrato la responsabilità della struttura sanitaria nella responsabilità contrattuale, sul rilievo che l'accettazione del paziente in ospedale, ai fini del ricovero o di una visita ambulatoriale, comporta la conclusione di un contratto”. Nello specifico, il rapporto che si instaura tra il paziente e la casa di cura (o l’ente ospedaliero) “ha fonte in un atipico contratto a prestazioni corrispettive con effetti protettivi nei confronti del terzo, da cui, a fronte dell'obbligazione al pagamento del corrispettivo… insorgono a carico della casa di cura (o dell'ente), accanto a quelli di tipo "lato sensu" alberghieri, obblighi di messa a disposizione del personale medico ausiliario, del personale paramedico e dell'apprestamento di tutte le attrezzature necessarie, anche in vista di eventuali complicazioni od emergenze” (Cass. Civ.,14 luglio 2004, n. 13066). Ne deriva, allora, che la responsabilità della casa di cura nei confronti del paziente ha natura contrattuale ai sensi dell'art. 1218 c.c. e può conseguire sia all'inadempimento delle obbligazioni direttamente a suo carico che, ex art. 1228 c.c., all'inadempimento della prestazione medico-professionale svolta direttamente dal sanitario “quale suo ausiliario necessario, pur in assenza di un rapporto di lavoro subordinato comunque sussistendo un collegamento tra la prestazione da costui effettuata e la sua organizzazione aziendale” (Cass. Civ., n. 13066/2004). Nella specie, essendo incontroverso che il dott. G. sia dipendente della Nuova Odontomi s.r.l., alla luce degli esposti principi di diritto consegue la responsabilità di entrambi i convenuti. Circa il quantum, ritiene questo giudice, alla luce delle risultanze peritali, che l’attore abbia subito il danno patrimoniale pari ad € 2.500,00 e ad € 8.293,61. Sulla domanda di rivalutazione monetaria giova evidenziare che deve essere rivalutata ad oggi solamente quest’ultima somma, atteso che la residua somma di € 2.500,00 ha per oggetto una spesa futura. Pertanto, rivalutata ad oggi la somma € 8.293,61, la stessa è pari a (arrotondati) € 9.290,00. Ritiene altresì il Tribunale che l’attore abbia certamente subito il danno biologico e cioè quello derivante da illecito lesivo dell’integrità psico-fisica della persona, che, quale evento interno al fatto lesivo della salute, deve necessariamente esistere in presenza delle accertate lesioni, e che prescinde dal danno correlato alla capacità di produzione del reddito. Ai fini del risarcimento, il danno biologico deve essere considerato “in relazione all’integralità dei suoi riflessi pregiudizievoli rispetto a tutte le attività, le situazioni e i rapporti in cui la persona esplica se stessa nella vita propria vita; non soltanto, quindi, con riferimento alla sfera produttiva, ma anche con riferimento alla sfera spirituale, culturale, affettiva, sociale, sportiva, e a ogni altro ambito e modo in cui il soggetto svolge la sua personalità e cioè a tutte le attività realizzatrici della persona umana” (così la Corte Costituzionale n. 356/1991; v. altresì Corte Costituzionale n. 184/1986). Inoltre, recentemente la Cassazione a Sez. unite (sentenza n. 26972/2008) ha tra l’altro ritenuto che, nell’ambito del danno non patrimoniale, il riferimento a determinati tipi di pregiudizi, in vario modo denominati (danno morale, danno biologico, danno da perdita del rapporto parentale), risponde ad esigenze descrittive, ma non implica il riconoscimento di distinte categorie di danno. E’ compito del giudice accertare l’effettiva consistenza del pregiudizio allegato, a prescindere dal nome attribuitogli, individuando quali ripercussioni negative sul valore-uomo si siano verificate e provvedendo alla loro integrale riparazione. Il giudice anziché procedere alla separata liquidazione del danno morale in termini di una percentuale del danno biologico (procedimento che determina una duplicazione di danno), deve procedere ad un’adeguata personalizzazione della liquidazione del danno biologico, valutando nella loro effettiva consistenza le sofferenze fisiche e psichiche patite dal soggetto leso, onde pervenire al ristoro del danno nella sua interezza. Ebbene, tenuto conto delle accertate invalidità, dell'età al momento dell’accadimento (anni 55), del sesso e delle condizioni di vita dell’attore, delle risultanze probatorie, dell’espletata CTU, del disagio degli ulteriori interventi, dei criteri tabellari finora normalmente adottati da questo Tribunale per la liquidazione del danno biologico permanente, temporaneo e morale, delle particolari sofferenze fisiche e psichiche che si accompagnano agli interventi odontoiatrici in esame che coinvolgono il nervo alveolare mandibolare e il trigemino, stimasi equo liquidare, per il complessivo risarcimento del danno non patrimoniale da lesione al diritto alla salute, le somme già rivalutate di Euro 5.000,00, conseguente all’invalidità permanente, e di Euro 20.000,00, conseguente alla lunghissima e particolarmente dolorosa e debilitante inabilità temporanea. Circa gli importi così liquidati, il Tribunale rileva che l’attore ha comunque chiesto il risarcimento di tutti i danni non patrimoniali subiti, anche “nella diversa misura ritenuta di giustizia, oltre al danno esistenziale da liquidarsi equitativamente, nonché a interessi e a rivalutazione monetaria”. Spetta, dunque, al Tribunale attribuire l’esatto nomen juris alle voci di danno indicate dall’attore ed è possibile, quindi, attribuire a ciascuna di dette voci importi diversi da quelli richiesti. Circa la richiesta di risarcimento del danno esistenziale giova inoltre richiamare quanto ritenuto dalla citata sentenza n. 26972/2008: “Il danno non patrimoniale è categoria generale non suscettiva di suddivisione in sottocategorie variamente etichettate. In particolare, non può farsi riferimento ad una generica sottocategoria denominata “danno esistenziale”, perché attraverso questa si finisce per portare anche il danno non patrimoniale nell’atipicità”. In definitiva “di danno esistenziale come autonoma categoria di danno non è più dato discorrere”. In ogni caso, laddove il giudice abbia liquidato il danno biologico e le sofferenze conseguenti non residua spazio per il risarcimento di ulteriori pregiudizi esistenziali, perché tutti già ricompresi in quelli già liquidati, risultando altrimenti certa la duplicazione risarcitoria del medesimo danno. Pertanto, i danni subiti dall’attore vanno liquidati in complessivi Euro 36.790,00 (somma rivalutata ad oggi). Sul predetto importo liquidato devono essere riconosciuti gli interessi compensativi del danno derivante dal mancato tempestivo godimento dell'equivalente pecuniario del bene perduto. Gli interessi compensativi - secondo l'ormai consolidato indirizzo delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (v. sentenza n. 1712/1995) - decorrono dalla produzione dell'evento di danno sino al tempo della liquidazione; per questo periodo, gli interessi compensativi si possono calcolare applicando un tasso annuo medio ponderato sul danno rivalutato. Tale tasso di interesse è ottenuto "ponderando" l'interesse legale sulla somma sopra liquidata, che - "devalutata" alla data del fatto illecito, in base agli indici I.S.T.A.T. costo vita - si incrementa mese per mese, mediante gli stessi indici di rivalutazione, sino alla data della presente sentenza. Da oggi, giorno della liquidazione, all'effettivo saldo decorrono gli interessi legali sulla somma rivalutata. Pertanto, alla luce degli esposti criteri, i convenuti dott. M. G. e Nuova X. s.r.l., in solido, devono essere condannati al pagamento, in favore dell’attore, della complessiva somma di Euro 36.790,00, liquidata in moneta attuale, oltre: interessi compensativi, al tasso annuo medio ponderato del 3%, sulla somma di Euro 36.790,00 dal 17.05.2003 (data dell’intervento di avulsione) ad oggi; interessi, al tasso legale, sulla somma di Euro 36.790,00, dalla data della presente sentenza al saldo effettivo. Le spese della Consulenza Tecnica d’Ufficio vanno poste a carico dei convenuti in solido. Consegue alla soccombenza la condanna del convenuto dott. M. G. e della Nuova X. s.r.l., in solido, a rifondere all’attore le spese processuali ivi comprese quelle di CTP. P.Q.M. Il Tribunale di Milano, definitivamente pronunciando, così provvede: dichiara la responsabilità dei convenuti dott. M. G. e Nuova X. s.r.l. nella produzione del danno subito dall’attore; condanna i convenuti dott. M. G. e Nuova X. s.r.l., in solido, al pagamento, in favore di L. Z., della somma di Euro 36.790,00, oltre interessi come specificati in motivazione; pone le spese della consulenza tecnica d’ufficio a carico dei convenuti, in solido; condanna i convenuti, in solido, a rifondere all’attore le spese processuali, che liquida in € 1.131,71 per esborsi, anticipazioni e spese di C.T.P., € 1.913,00 per diritti, € 3.180,00 per onorario di avvocato, € 636,63 per spese generali, oltre C.P.A. ed I.V.A.; dichiara la presente sentenza provvisoriamente esecutiva; la presente sentenza si intende pubblicata con la sottoscrizione da parte di questo giudice ed è immediatamente depositata in cancelleria. Milano, 05.03.2009. Il Giudice Istruttore in funzione di Giudice Unico dr. Damiano SPERA Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Assegno di mantenimento (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Assegno di mantenimento Mappa agg. al 25.03.2009 Stampa | Segnala | Condividi Civile | Famiglia ASSEGNO DI MANTENIMENTO ** * ** Altalex Quotidiano (www.altalex.com) Mantenimento del figlio maggiorenne non autosufficiente ed affido condiviso Tribunale Marsala, sentenza 26.02.2007 L'assegno di mantenimento Articolo di Matteo Santini 17.01.2007 Assegno di mantenimento: promozione dell'ex coniuge ed accollo del mutuo Cassazione civile , sez. I,, sentenza 14.12.2006 n° 26835 (Federica Malagesi) Affidamento congiunto ed assegno di mantenimento dei figli Cassazione civile , sez. I, sentenza 18.08.2006 n° 18187 (Cristina Ravera) Assegno di mantenimento al figlio maggiorenne: i limiti Cassazione civile , sez. I, sentenza 02.12.2005 n° 26259 (Filippo Di Camillo) Separazione: l’assegno di mantenimento e i poteri d’ufficio del giudice Cassazione civile , sez. I, sentenza 17.05.2005 n° 10344 (Filippo Di Camillo) Altalex Mese – Schede di Giurisprudenza (www.altalexmese.it) Trattamento fiscale dell’assegno di mantenimento Corte Costituzionale , sentenza 14.11.2008 n° 373 (Susanna Moro) Figlio maggiorenne assunto in prova e revoca dell’assegno di mantenimento Cassazione civile , sez. I, sentenza 28.08.2008 n° 21773 (Susanna Moro) Vendita di un immobile e ammontare dell’assegno di mantenimento Cassazione civile , sez. I, sentenza 08.05.2008 n° 11487 (Clorinda Di Franco) Assegnazione della casa familiare in luogo dell'assegno di mantenimento Cassazione civile , sez. I, sentenza 23.11.2007 n° 24407 (Antonella Crisafulli) Affidamento congiunto ed assegno di mantenimento dei figli Cassazione civile , sez. I, sentenza 18.08.2006 n° 18187 (Luisa D'Alessio) Altalex Massimario (www.massimario.it) Separazione, mantenimento, assegno, riduzione Cassazione civile , sez. I, sentenza 18.02.2009 n° 3916 Irpef, oneri deducibili, assegno di mantenimento, esclusione, alimenti Corte Costituzionale , sentenza 14.11.2008 n° 373 Separazione e divorzio, assegno di mantenimento, modifica, decorrenza Cassazione civile , sez. I, sentenza 17.07.2008 n° 19722 Separazione tra coniugi, assegno di mantenimento, riduzione in relazione alla capacità di lavoro Cassazione civile , sez. I, sentenza 06.06.2008 n° 15086 Assegno di mantenimento, modifica, vendita casa, insussistenza Cassazione civile , sez. I, sentenza 08.05.2008 n° 11487 Separazione tra coniugi, assegno di mantenimento richiesto in via d'urgenza Tribunale Mantova, ordinanza 14.03.2008 Separazione tra coniugi, assegno di mantenimento, addebito della separazione Cassazione civile , sez. I, sentenza 15.02.2008 n° 3797 Assegno di mantenimento, induzione allo stato di bisogno, revisione, legittimità Cassazione civile , sez. I, sentenza 28.01.2008 n° 1761 Assegno di mantenimento, determinazione, anni di vita da casalinga, necessità Cassazione civile , sez. I, sentenza 14.01.2008 n° 593 Assegno di mantenimento, obbligo, sussistenza, mancato versamento Cassazione penale , sez. VI, sentenza 31.10.2007 n° 40341 Divorzio, assegno di mantenimento, figli maggiorenni, produttivi di reddito autonomo Cassazione civile , sez. I, sentenza 23.10.2007 n° 22255 Divorzio, assegno di mantenimento, successione ereditaria in favore dell’obbligato Cassazione civile , sez. I, sentenza 30.05.2007 n° 12687 Separazione tra coniugi, connessione, rilievo d’ufficio, assegno di mantenimento Cassazione civile , sez. I, sentenza 24.04.2007 n° 9915 Stampa | Segnala | Condividi |

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Piano casa, verso un decreto 'light' Napolitano scrive a Berlusconi (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Ecologia.it, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Piano casa, verso un decreto 'light' Napolitano scrive a Berlusconi La missiva del presidente della Repubblica, che chiede al governo di tener conto del parere delle Regioni, convince il presidente del consiglio ad ammorbidire la sua posizione. Ma per Franceschini Berlusconi cambia le carte in tavola Legambiente: «5 motivi per dire no al decreto» Giorgio Napolitano scrive al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per raccomandare (ancora una volta, dopo l'incontro del 17 marzo) di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa. Una lettera che, "se c'è, è personale e riservata", dicono fonti del Quirinale, dopo la tensione scoppiata all'inizio di febbraio sul 'decreto Eluana'. Mentre Berlusconi,a fine giornata, liquida la domanda dei giornalisti dicendo di non sapere nulla della lettera, ma aggiunge che la decisione tra decreto e disegno di legge verrà presa "insieme alle Regioni". Seppure riservata, dunque, la lettera - di cui si viene a sapere da fonti della maggioranza - un effetto lo ottiene già dal pomeriggio. Visto che il premier, alla fine del viaggio superveloce Milano-Roma sul treno Frecciarossa, si produce in un ammorbidimento della sua posizione. Dopo che, alla partenza dalla Stazione Centrale, aveva annunciato per venerdì il varo di un decreto legge, nonostante le proteste di molti presidenti di Regione, all'arrivo a Roma Termini dice che il testo inviato ai presidenti di Regione da Palazzo Chigi "non è quello vero", dicendosi pronto a dialogare con Regioni e Comuni nell'incontro previsto per oggi, quando presenterà un testo "light". Una mossa che provoca la reazione del segretario del Pd Dario Franceschini, che accusa Berlusconi di "cambiare le carte in tavola". E di voler portare avanti "solo un progetto di cementificazione". La vicenda comincia a fine mattinata. Berlusconi, prima di partire da Milano, annuncia per venerdì il varo di una legge quadro e di un decreto sulla casa. "Credo - dice - che anche le Regioni che vogliono ricorrere alla Corte costituzionale si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini". In vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni di oggi, anche ieri come nei giorni scorsi, molti presidenti di Regione - da Agazio Loiero a Mercedes Bresso e Claudio Martini - hanno dichiarato che il testo loro inviato prevedesse l'esautoramento delle loro competenze e di quelle dei sindaci. Il ministro Raffaele Fitto ha assicurato che "il testo non è blindato", ma lo scetticismo regnava, come dimostrano le parole di Martini: "Mi auguro che il governo ci ascolti, altrimenti mi domando cosa andiamo a fare a Roma". Poi il "coup de theatre" da parte di Berlusconi, a cui era anche arrivata la lettera di Napolitano. "Il disegno che è circolato - dice il premier scendendo dal Frecciarossa a Roma - non è quello a cui io avevo già lavorato. Ho sentito cose che non saranno nel testo, cioè quelle che riguarda gli immobili urbani. Decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare". Il Pd, però, non ci sta e, in una conferenza stampa, Franceschini distribuisce ai giornalisti il testo del decreto inviato a sindaci e presidenti di Regione su carta intestata di Palazzo Chigi: "Basta con questo continuo cambiare le carte in tavola. Si può anche dire 'ho cambiato idea' ma non dire che il testo non è quello vero". In effetti, nella bozza del decreto si prevedeva che l'ampliamento delle abitazioni nei centri storici potesse avvenire in deroga alle leggi e ai piani regolatori, e che le norme valessero in tutto il territorio nazionale da subito, scavalcando così Regioni e Comuni e Sovrintendente. Anche Umberto Bossi sollecita Berlusconi a trattare con le Regioni "per evitare scontri", e il premier precisa di nuovo la sua posizione: "Porteremo alle Regioni un decreto legge semplificato, l'ho corretto riducendolo all'essenziale e sono aperto al confronto". Il piano, comunque, va avanti: "L'idea che ho avuto - ripete Berlusconi a fine giornata - piace molto alle famiglie e soprattutto rimette in moto l'economia. Io sono stato impegnato all'estero e mi sto occupando ora della materia". Ma "faremo tutto in accordo con le Regioni". 25 marzo 2009 - TAG: Piano casa | Napolitano | Berlusconi |

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CASA/ BRESSO: IN PIEMONTE NIENTE CANTIERI SENZA LICENZA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Casa/ Bresso: In Piemonte niente cantieri senza licenza di Apcom Alla Stampa: "Se piano non cambia ricorso a Corte costituzionale" -->Roma, 25 mar. (Apcom) - Il decreto sulla casa è "incostituzionale e pericoloso perché può scatenare le guerre di vicinato": è questo il severo giudizio che la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, affida a una intervista concessa alla Stampa. L'esponente del Pd si impegna tuttavia a "costruire un percorso con i comuni che pur mantenendo ferma la richiesta di concessione edilizia permetta in trenta giorni di dare il via libera alle autorizzazioni per gli ampliamenti". "Credo - osserva Bresso - che chiunque possa aspettare trenta giorni per iniziare il cantiere. Costruiremo un percorso veloce con una legge concordata con i comuni. Lo stesso vale per quanto riguarda l'abbattimento e la ricostruzione degli edifici. Anche in questo caso servirà una concessione edilizia". La presidente piemontese ammonisce i suoi concittadini "ad aspettare che questo percorso veloce diventi operativo", perché, spiega, "se il testo diffuso in questi giorni dal Governo non cambierà il Piemonte farà ricorso alla Corte costituzionale perché si violano le nostre competenze e quelle dei comuni. Perché rischiare di costruire per poi dover rinunciare?".

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Piano casa, incontro governo-Regioni Franceschini: "Si cementifica il Paese" (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA È tutto in salita il confronto tra il governo e le regioni sul piano casa per arrivare a un testo condiviso. Oggi la riunione della Conferenza unificata si preannuncia accesa, con i governatori che si presentano spaccate e Berlusconi che assicura che «il disegno circolato non è quello a cui avevo già lavorato». Il premier ha spiegato ieri che il «decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare dopo che queste saranno demolite» e non riguarderà «gli immobili urbani». Oggi i governatori dovranno recepire e un disegno di legge per riordinare la parte amministrativa del settore. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha più volte sottolineato come il decreto abbia «chiari profili di incostituzionalità», perchè rende immediatamente operative in tutta Italia norme di competenza concorrente delle Regioni. Il rischio, secondo Errani, è che si apra un conflitto istituzionale. Molte Regioni, quelle di centrosinistra, infatti, chiedono il ritiro del decreto e minacciano il ricorso alla Corte Costituzionale. Il governatore della Toscana, Claudio Martini, ad esempio, avverte che il decreto «fa carta straccia del federalismo e delle norme sull’urbanistica» e chiede un disegno di legge «che non butti all’aria le regole e le competenze costituzionali di Regioni ed Enti locali sul governo del territori». Intanto il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni tenta di mediare, in vista della riunione di domani, riuscendo a coivolgere il premier Berlusconi, Errani e il sottosegretario Gianni Letta, in un fitto colloquio a bordo del Frecciarossa Milano-Roma. «Stiamo lavorando ad un accordo, lo facciamo con fiducia - afferma Formigoni - le dichiarazioni di Berlusconi sono una novità positiva». A puntare il dito è anche il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo cui il piano casa del governo ha profili d’incostituzionalità e può portare ad abusi edilizi. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ritiene che il piano possa «servire ma per essere efficace non deve essere uno strumento elettoralistico nè per chi lo sventola nè per chi vi si oppone». Intanto i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat Uil, sollecitano l’introduzione di misure anche per l’affitto nel decreto legge. Il piano del Governo «è solo una bozza», assicura Fitto. Il ministro per i rapporti con le Regioni, in un’intervista a Libero promette che al confronto con i governatori regionali il governo andrà «per parlare e discutere della bozza che è circolata». Fitto non parla della lettera di Napolitano a Berlusconi: «Io di questa lettera non so nulla. Di certo non c’è e non ci sarà alcun rischio di contrasto né con il Quirinale, né con i presidenti di Regione». «Sono sicuro che troveremo un punto di convergenza», dice il ministro, che avverte: «Non ha proprio senso andare allo scontro». Il piano casa del governo viene bocciato da Massimo D’Alema: «Siamo nell’assoluta confusione. Altro che piano casa. Il presidente del Consiglio ha dichiarato che il piano casa che gira non è il suo». D’Alema aggiunge: «Se si vuole governare un Paese si governa, se si vuole invece creare confusione questo è il modo». Dario Franceschini su Rainews24 ribadisce il no al piano del governo: «Questo non è un piano casa è un decreto cementificazione che prevede che dappertutto, in deroga ai piani regolatori si possa costruire in modo privo di regole». Il segretario del Pd mostra il testo e osserva: «Questa è la lettera che la presidenza del consiglio ha inviato ai presidenti delle regioni e prevede che tutto avvenga immediatamente, in deroga alle leggi regionali, questo significa distruggere selvaggiamente territorio». Ma Franceschini non chiude totalmente al piano: «Esiste un problema vero di far ripartire l’edilizia, di ricostruire o di aumentare i metri cubi nelle abitazioni private, di avere tempi più brevi per il rilascio delle concessioni dell’edilizia, insomma meno burocrazia si, ma non far scomparire tutti i vincoli».

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Pericolosità sociale e soggiorno (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Professioni giurisprudenza Pericolosità sociale e soggiorno Rifiuto del rinnovo del permesso: si pronunzia il Consiglio di Stato Roberto Barresi In un periodo nel quale le cronache quotidiane dei giornali riportano numerosi casi di violenza e reati vari compiuti da cittadini extracomunitari, è interessante soffermarci sulla sentenza del Consiglio di Stato, Sez. VI che, con la sentenza n. 1081/2009 di pochi giorni fa (29.2.2009), ha stabilito la legittimità del diniego del rinnovo del permesso di soggiorno, relativamente a cittadini extracomunitari, per presunta pericolosità sociale. La questione della quale si è occupato il Consiglio di Stato ma che, ormai, puo' ben essere estesa a tantissime situazioni esistenti nel nostro Paese afferisce al rifiuto del Questore di Padova di rinnovo di permesso di soggiorno ad una persona straniera immigrata per presunta pericolosità sociale desumibile dall'esito di un procedimento penale. In particolare, il Questore di Padova aveva negato il rinnovo del permesso di soggiorno ad un immigrato, motivando tale provvedimento con il richiamo alle gravi lesioni personali causate da questi ad un parente con un coltello da cucina e i futili motivi che lo avevano determinato, per sostenere la pericolosità sociale. Da tale provvedimento era scaturito un primo ricorso del destinatario del provvedimento di diniego al TAR Veneto, il quale già aveva riconosciuto la legittimità delle decisioni operate dal Questore di Padova. Il giudice di primo grado, infatti, aveva ritenuto che da tale fatto e dalla sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti emergessero sufficienti elementi per ritenere sussistente la pericolosità sociale del ricorrente e, conseguentemente, per negare il rinnovo del permesso di soggiorno. L'appellante, invece, nel gravame proposto al Consiglio di Stato, contestava l'insufficiente motivazione della sentenza di primo grado e sosteneva che i richiamati elementi fossero inidonei a fondare la valutazione di pericolosità sociale, al fine di negare il rinnovo del permesso di soggiorno. Il Consiglio di Stato, quindi, ha avuto innanzitutto modo di osservare che con l'impugnato provvedimento il Questore di Padova non si è limitato a richiamare la pendenza di un procedimento penale, concluso con sentenza di patteggiamento, ma ha fatto diretto riferimento ai fatti, oggetto di quel processo, per giustificare il giudizio di pericolosità sociale. In particolare, sono state richiamate le modalità del fatto (gravi lesioni personali causate ad un parente con un coltello da cucina) e i futili motivi che lo hanno determinato, per poi desumere che il cittadino extracomunitario fosse socialmente pericoloso. L'impugnato provvedimento è, quindi, adeguatamente motivato ed in alcun modo viziato da eccesso di potere. Il giudice di secondo grado, poi, ha posto l'accento sul fatto che il giudizio di pericolosità del ricorrente era stato tratto correttamente da un fatto che, benché unico, risultava essere di particolare gravità ed obiettivamente idoneo a supportare il diniego del rinnovo del permesso di soggiorno. Tale giudizio, ha affermato l'organo di giustizia adito, "non viene scalfito dalla sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, fondata anzi sulla conferma dei fatti, sulla corretta qualificazione giuridica degli stessi e sulla fondatezza dell'ipotesi accusatoria". Alcun rilievo assume, infine, "la concessione delle circostanze attenuanti generiche e della sospensione condizionale della pena, fondati su presupposti diversi da quelli da valutare in sede di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno", come del resto ritenuto anche dalla Corte Costituzionale (Corte Cost., n. 148/2008, secondo cui il fatto che la prognosi favorevole in merito all'astensione del condannato, nel tempo stabilito dalla legge, dalla commissione di ulteriori reati sia condotta, ai fini della concessione del beneficio della sospensione della pena, con criteri diversi da quelli che presiedono al giudizio di indesiderabilità dello straniero nel territorio italiano, non può considerarsi, di per sé, in contrasto con il principio di razionalità-equità, attesa la non coincidenza delle due suddette valutazioni). del 25-03-2009 num.

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Fronda tra le toghe di sinistra: (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CONGRESSO Fronda tra le toghe di sinistra: «Md partecipa alla spartizione dei posti» Scontro tra le anime di Magistratura democratica, nel mirino anche l'alleanza coi moderati di Unicost. Giovedì l'assemblea Sara Menafra ROMA Nella corrente più tradizionalmente di sinistra delle toghe, Magistratura democratica, tira un'ariaccia da resa dei conti. Tanto che, a tre giorni dalla convention che sarà ospitata a Modena da giovedì a domenica prossimi, nelle mailing list interne continuano a circolare documenti che, col tono felpato di chi ha a che fare con forme e codici tutto il giorno, segnano accuse pesanti dai due lati della barricata. Ad aprire le danze è stato un testo firmato da alcuni magistrati di peso tra cui il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini, la consigliera del Csm Ezia Maccora e pm piuttosto noti come la «genovese» Anna Canepa e il «romano» Stefano Pesci. Che, sotto il titolo «Ripartire dalla politica e dal confronto trasparente», mena fendenti sul comportamento della delegazione inviata a palazzo dei Marescialli. E chiede di puntare tutto l'impegno sulla «responsabilizzazione professionale» dei magistrati. «Non si tratta di indulgere alle critiche dei denigratori del "correntismo" ma di riconoscere che la magistratura non ha contrastato abbastanza la logica che favorisce "la protezione" anziché la "professionalità indiscussa"», scrivono. E insistono: «Una logica che è talora riemersa coinvolgendo tutti, Md inclusa; come dimostrano alcune decisioni in cui il peso delle appartenenze è oggettivamente riscontrabile». A scaldare gli animi è stato, recentemente, il caso della nomina di un nuovo procuratore generale a Bari, dopo lo scontro dello scorso anno interno all'ufficio sul caso dei bambini morti a Gravina di Puglia, di cui il Csm si è occupato più volte. Il procuratore capo reggente, Emilio Marzano, a sua volta membro di spicco di Md, sosteneva l'avvocato generale di Bari Francesco Saverio Nunziante, contro il lombardo Antonio Pizzi, in arrivo dalla gestione della procura di Monza. Pizzi, alla fine, ha avuto la meglio, ma tra le toghe di sinistra non tutti hanno apprezzato che Md abbia pubblicamente espresso posizioni vicine a quelle di Marzano, pur votando per l'avversario. Bisognava sostenere il più bravo, punto e basta, dicono. E, aggiungono, è stato sbagliato mostrarsi ambivalenti e persino disponibili con le proteste di Luigi de Magistris e degli inquirenti di Salerno trasferiti dopo l'inchiesta Why not. Sarebbe stato meglio sostenere, semplicemente, l'Anm, che caso unico nella storia della magistratura, per lo scontro tra Salerno e Catanzaro parlò di «pagina nera» della magistratura: «La legittimazione della magistratura sta nel dovere e nel coraggio, ma anche nella prudenza e nell'equilibrio. Per Md questo implica il sostegno alla linea forte della giunta (dell'Anm, ndr) di fronte ai recenti casi giudiziari». Opposto il pensiero di almeno un altro documento circolato tra le toghe e firmato, tra gli altri, dal gip di Napoli Aldo Policastro e da Eugenio Albamonte, ex consigliere del Csm. Che spiegano che il problema della professionalità e della selezione delle toghe nella magistratura esiste. Ma non può essere l'unico. E in quattro punti indicano come prioritaria la «"caduta verticale" dell'uguaglianza dei diritti» in Italia: «Da questa consapevolezza occorre muovere per iniziative aperte a chi, nella magistratura e nella società continua a guardare alla magistratura come istituzione posta a tutela dei diritti di tutti». Il capomissione al Csm Livio Pepino non l'ha firmato. Ma coi suoi ha respinto al mittente le critiche. Sostenendo che proprio quelli che parlano di «professionalità», nella pratica concordano le strategie con i moderati di Unicost. E appoggiano la linea moderata del vicepresidente del Csm Mancino che tiene ancora chiusa nel cassetto la pratica a tutela della giudice Nicoletta Gandus, ricusata da Silvio Berlusconi.

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Piano casa, Napolitano: "Sentire... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 72 del 2009-03-25 pagina 0 Piano casa, Napolitano: "Sentire le Regioni" di Redazione Il piano non riguarda gli immobili urbani: si ferma a case monofamiliari, bifamiliari e costruzioni da rifare dopo che saranno demolite. Pd e Cgil: "E' una norma incostituzionale". Berlusconi: "Il testo che circola non è il mio". Lettera del Qurinale al premier, che però smentisce Roma - Il piano casa non riguarderà gli immobili urbani, ma si fermerà alle case monofamiliari, bifamiliari e alle costruzioni da rifare dopo che queste saranno demolite. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, circoscrive la portata del piano casa e, alla vigilia del decisivo incontro di domani a Palazzo Chigi con le regioni, aggiunge: "Il decreto legge o ddl che sia non è quello circolato in questi giorni. Ho sentito delle cose che non saranno nel testo". Tuttavia, non si placa lo scontro politico: opposizione e sindacati gridano all'incostituzionalità della norma: "La materia è di competenza regionale ed invece con il decreto i comuni e le regioni sarebbero scavalcati". Ma Berlusconi assicura che, per fare in fretta, venerdì sarà presentato al Cdm un decreto legge che sarà, poi, trasformato in legge quadro. In serata poi la lettera di Napolitano al presidente del Consiglio chechiederebbe di tenere conto del parere delle Regioni. Berlusconi, in proposito, risponde: "Non ne so nulla". Pd e Cgil contro il piano casa "Ora che abbiamo visto la bozza è tutto drammaticamente più chiaro". Secondo il leader democratico, Dario Franceschini, il piano stravolge la legislazione vigente: "Non ci sono più nè norme urbanistiche nè piani regolatori, azzerati dal decreto legge". Il piano "è una operazione priva di senso e una devastazione del territorio italiano" e perciò "non potrà più trovare una posizione di confronto da parte del Pd". Sulla stessa linea anche il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani: "Ci sono profili di incostituzionalità e può portare ad abusi edilizi". Per il lsegretario Epifani, "in tutta la politica della casa del governo manca qualsiasi riferimento agli affitti". Berlusconi: "Gli italiani sono favorevoli" Il piano casa del governo raccoglie il favore degli italiani. E secondo il premier anche più di quanto emerso da un sondaggio pubblicato ieri secondo il quale un italiano su due è favorevole al decreto. "Penso che adesso sia anche più di un italiano su due - ha detto il premier commentando il sondaggio, a margine del viaggio prova del Freccia Rossa - tra l’altro i sondaggi sono molto buoni anche per il Presidente del Consiglio e anche per la formazione politica che è una cosa reale e che fonderemo ufficialmente nel fine settimana". Il governo ha in progetto di "fare una legge quadro attraverso un disegno di legge". Tuttavia, per fare in fretta venerdì, nel consiglio dei ministri, sarà fatto un decreto legge sulla casa che sarà, poi, consegnato alle Regioni che, quindi, si regoleranno perché la casa è una materia di loro competenza. Secondo Berlusconi, infatti, "anche le Regioni che vogliono presentare ricorso alla corte costituzionale, si ricrederanno, anche su spinta dei cittadini". Il testo del piano casa In realtà il testo tanto attaccato dal centrosinistra e dai sindacati non sarebbe quello che venerdì approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri. "In effetti il disegno che è circolato non è quello a cui io avevo già lavorato", ha spiegato il presidente del Consiglio che, proprio oggi pomeriggio, ha avuto una sessione sul tema per varare un ddl che affiancherà il decreto, che sarà quello definitivo. Berlusconi ha spiegato di avert "sentito cose che non erano nelle idee iniziali e che non saranno nel testo, cioè quello che riguarda gli immobili urbani". "Decreto o ddl che sia - ha concluso il premier - si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare". Franceschini: "Basta cambiare le carte in tavola" "Il piano casa attualmente è esattamente quello che era stato anticipato da Silvio Berlusconi". Il Pd distribuisce ai giornalisti la bozza del decreto inviata a Comuni, Province e Regioni e avverte che Berlusconi non può "continuamente cambiare le carte in tavola", aggiungendo che se il provvedimento resterà invariato i democratici faranno "muro". Il leader democratico, Dario Franceschini, ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa insieme a Pierluigi Bersani, Ermete Realacci, Giovanna Melandri e Andrea Martella. "Fin dall’inizio abbiamo detto che siamo disponibili a discutere - ha ribadito Franceschini -, ma abbiamo visto la bozza del decreto, ed è esattamente in linea con quello che Berlusconi aveva annunciato". Inutile che il premier dica che il testo che circola non è quello vero, ha quindi aggiunto Franceschini: "Il testo vero è questo. Questo non è un piano casa, si chiama decreto cementificazione. Se verrà approvato rovinerà le nostre città, le nostre coste, i nostri paesaggi". Insomma, ha concluso Franceschini, "se faranno marcia indietro, saremo pronti a discutere in Parlamento; se andranno avanti troveranno un muro". Lettera di Napolitano a Berlusconi Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, avrebbe inviato una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella quale farebbe tra l’altro riferimento alla necessità di tener conto del parere delle Regioni sul piano casa. Le fonti sottolineano che il governo, come lo stesso presidente del Consiglio ha pubblicamente affermato, è intenzionato a tenere conto delle indicazioni provenienti dalle Regioni. Fonti del Quirinale, interpellate dall’Ansa sulla lettera che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avrebbe scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sul piano casa, hanno risposto che la lettera non risulta e che se c’è una lettera, si tratta di una comunicazione personale e riservata. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Pecoraro, voli a sbafo e ville abusive Ecco tutti i documenti che lo inguaiano (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 72 del 2009-03-25 pagina 0 Pecoraro, voli a sbafo e ville abusive Ecco tutti i documenti che lo inguaiano di Redazione Speculazioni edilizie e bollette telefoniche omaggio nelle conversazioni col suo staff. Un agriturismo sul lago di Bolsena e l'elicottero usato come auto-blu. Leggi tutte le carte dell'inchiesta Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica Roma - Voli privati in elicottero mai pagati, speculazioni edilizie con annessi condoni, bollette del telefono «omaggio» per il ministro. L’informativa dei carabinieri sull’inchiesta che vede l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio indagato per associazione per delinquere, corruzione e truffa, è decisamente poco lusinghiera nel descrivere quanto sarebbe avvenuto al dicastero dell’Ambiente quando il leader Verde era ministro. Ad avviare l’indagine fu il pm potentino Henry John Woodcock ma il fascicolo, trasmesso al sostituto della procura di Roma Sergio Colaiocco è finito al Tribunale dei ministri. Che il marzo scorso ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della legge Boato (che limita l’uso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari) tanto da sospendere il procedimento per inviare gli atti alla Corte costituzionale. Le intercettazioni riguardano i componenti dello staff di Pecoraro Scanio e gli imprenditori indagati, su tutti il titolare dell’agenzia di viaggi Visetur, Mattia Fella. Ma non mancano le risposte imbarazzate di collaboratori dell’ex ministro, interrogati dal colonnello Sergio De Caprio (noto come «Ultimo» che, da capo del Crimor, arrestò nel 1993 Totò Riina) per rendere conto di quanto «ascoltato» spiando i telefoni. C’è l’ex segretario che mette nero su bianco la «nomea» dell’ex ministro, «che non mette mano facilmente al portafoglio». C’è il vecchio editore della rivista dei Verdi che spiega di aver pagato per anni la bolletta del cellulare al ministro, e il nuovo editore che ammette di aver rilevato l’onere, come «cortesia». C’è soprattutto la storia, tutta da chiarire, del progetto di speculazione edilizia che, secondo gli inquirenti, Pecoraro Scanio e Fella avrebbero messo in piedi su un’amena collina con vista sul lago di Bolsena. Poco preoccupati, a detta dei carabinieri, del fatto che i terreni fossero agricoli, non edificabili, e ottimisti anzi di poter metter su un agriturismo di 30 stanze (con piscina ed eliporto) da far condonare come fosse un «annesso agricolo», un capanno per gli attrezzi. Poi ci sono i voli. «Usa l’elicottero pure per fa’ Napoli-Roma», si sfoga con un altro collaboratore il suo segretario. Raccontando agli inquirenti in che modo l’ex ministro aveva pensato di rimborsare, con incarichi e contratti di servizio, la Visetur di Fella che l’avrebbe scarrozzato – privatamente – in elicottero per un conto di 120mila euro. Un modo per aggirare la stretta sui voli di Stato, ma senza pagare di tasca propria. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Voli gratis e villette abusive Ecco le intercettazioni che inguaiano Pecoraro Scanio (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 72 del 2009-03-25 pagina 12 Voli gratis e villette abusive Ecco le intercettazioni che inguaiano Pecoraro Scanio di Redazione Speculazioni edilizie e bollette telefoniche omaggio nelle conversazioni del suo staff: le carte dell'inchiesta Voli privati in elicottero mai pagati, speculazioni edilizie con annessi condoni, bollette del telefono «omaggio» per il ministro. L'informativa dei carabinieri sull'inchiesta che vede l'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio indagato per associazione per delinquere, corruzione e truffa, è decisamente poco lusinghiera nel descrivere quanto sarebbe avvenuto al dicastero dell'Ambiente quando il leader Verde era ministro. Ad avviare l'indagine fu il pm potentino Henry John Woodcock ma il fascicolo, trasmesso al sostituto della procura di Roma Sergio Colaiocco è finito al Tribunale dei ministri. Che il marzo scorso ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della legge Boato (che limita l'uso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari) tanto da sospendere il procedimento per inviare gli atti alla Corte costituzionale. Le intercettazioni riguardano i componenti dello staff di Pecoraro Scanio e gli imprenditori indagati, su tutti il titolare dell'agenzia di viaggi Visetur, Mattia Fella. Ma non mancano le risposte imbarazzate di collaboratori dell'ex ministro, interrogati dal colonnello Sergio De Caprio (noto come «Ultimo» che, da capo del Crimor, arrestò nel 1993 Totò Riina) per rendere conto di quanto «ascoltato» spiando i telefoni. C'è l'ex segretario che mette nero su bianco la «nomea» dell'ex ministro, «che non mette mano facilmente al portafoglio». C'è il vecchio editore della rivista dei Verdi che spiega di aver pagato per anni la bolletta del cellulare al ministro, e il nuovo editore che ammette di aver rilevato l'onere, come «cortesia». C'è soprattutto la storia, tutta da chiarire, del progetto di speculazione edilizia che, secondo gli inquirenti, Pecoraro Scanio e Fella avrebbero messo in piedi su un'amena collina con vista sul lago di Bolsena. Poco preoccupati, a detta dei carabinieri, del fatto che i terreni fossero agricoli, non edificabili, e ottimisti anzi di poter metter su un agriturismo di 30 stanze (con piscina ed eliporto) da far condonare come fosse un «annesso agricolo», un capanno per gli attrezzi. Poi ci sono i voli. «Usa l'elicottero pure per fa' Napoli-Roma», si sfoga con un altro collaboratore il suo segretario. Raccontando agli inquirenti in che modo l'ex ministro aveva pensato di rimborsare, con incarichi e contratti di servizio, la Visetur di Fella che l'avrebbe scarrozzato - privatamente - in elicottero per un conto di 120mila euro. Un modo per aggirare la stretta sui voli di Stato, ma senza pagare di tasca propria. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Tata May Garner as Many as 500,000 Orders for Nano, World's Cheapest Car (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

By Vipin V. Nair March 25 (Bloomberg) -- Tata Motors Ltd., the Indian maker of Jaguar and Land Rover luxury vehicles, may get as many as 500,000 orders for the Nano, the world's cheapest car, five times more than it initially plans to sell, analysts said. Bookings for the egg-shaped Nano may range from 120,000 during the first two-week sales period before 100,000 buyers are allocated by lottery, according to a poll of six analysts surveyed by Bloomberg. Chairman Ratan Tata is guaranteeing the cheapest price for only the first batch of cars, betting the economic slowdown will lure customers even though orders won't be completed for more than a year. The Nano will sell for as little as 123,360 rupees ($2,432) in New Delhi for the basic model without reclining seats, air-conditioning or a radio. "It will be a tedious task for Tata to manage the bookings since the production is less and the demand is huge," said Puneet Gupta, an auto industry analyst at CSM Worldwide Inc. "In four to five years, the Nano is going to play a big role." One million of the aluminum-framed vehicle may be sold each year as families swap motorbikes for the four-door Nano, Ratan Tata said March 23. Sales of two-, three- and four-wheelers surged 59 percent in the past five years to 9.2 million units, according to the Society of Indian Automobile Manufacturers. "The present economic situation makes it somewhat more relevant, or more attractive, to the buying public," Ratan Tata said. "We had thought that there could be demand in this country for about one million cars if full capacity were available and if demand continued." Shares Fall Tata Motors shares declined 1.3 percent to 160.35 rupees at close of trading in Mumbai today. The stock has slumped 76 percent in the past year, compared with a 40 percent drop in the benchmark Sensitive Index. Tata Motors delayed sales of the two-cylinder, 624 cc Nano by at least six months after a land dispute forced it to shutter a purpose-built factory in the east of the country. The first Nanos will now roll out in July from a plant at Pantnagar, northern India, that can produce only 60,000 a year. Annual output will increase by a further 350,000 when a facility at Sanand, western India, is completed at the end of this year. Managing Director Ravi Kant declined to say on March 23 how many orders Tata Motors expected to receive. The company's Web site has received 30 million hits, Kant told reporters in Mumbai. The analysts estimated Tata will get between 120,000 and 500,000 orders for the Nano during the initial sales period from April 9 to April 25. State Bank of India, the nation's largest, will manage customer reservations for the car in about 1,000 cities locally. Down Payment Prospective buyers need to pay 95,000 rupees as down payment for the cheapest model, equivalent to 95 percent of the 100,000 rupee price tag. The top of the range version with central locking and metallic paint will cost 172,360 rupees in New Delhi and 185,375 rupees in Mumbai where sales taxes are higher. Tata Motors may sell as many as two million Nanos annually in 10 years, according to Jatin Chawla, an analyst at India Infoline Ltd., who wrote a report titled the "Nano Effect." The company plans to start selling a modified version in Europe in 2011 and is working on redesigning the Nano for the U.S. within three years, Ratan Tata said. To contact the reporter on this story: Vipin V. Nair in Mumbai at Vnair12@bloomberg.net. Last Updated: March 25, 2009 07:24 EDT

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Piano casa, incontro governo-Regioni Il Pd apre: ma niente cementificazione (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA È tutto in salita il confronto tra il governo e le regioni sul piano casa per arrivare a un testo condiviso. La riunione della Conferenza unificata è iniziata, con i governatori che si presentano spaccati e Berlusconi che assicura che «il disegno circolato non è quello a cui avevo già lavorato». Il premier ha spiegato ieri che il «decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare dopo che queste saranno demolite» e non riguarderà «gli immobili urbani». Una cauta apertura al progetto arriva dal Pd. «Nei momenti di crisi bisogna far rirpartire l’edilizia. -dice il segretario Dario Franceschini-. Siamo favorevoli alle demolizioni e alle ricostruzioni, allo snellimento delle procedure burocratiche per avere tempi più brevi per le concessioni. Ma è inaccettabile che passi un 20 metri cubi in più per tutti eliminando ogni vincolo. Sarebbe un decreto cementificazione, e a questo diciamo no». Intanto il ministro delle Riforme Umberto Bossi ribadisce che serve un’intesa con gli enti locali prima di varare il piano casa: «Ieri ho detto a Berlusconi che molte Regioni, come la Lombardia, hanno già un piano casa e quindi è meglio trovare un accordo per evitare scontri». Oggi i governatori dovranno recepire e un disegno di legge per riordinare la parte amministrativa del settore. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha più volte sottolineato come il decreto abbia «chiari profili di incostituzionalità», perchè rende immediatamente operative in tutta Italia norme di competenza concorrente delle Regioni. Il rischio, secondo Errani, è che si apra un conflitto istituzionale. Molte Regioni, quelle di centrosinistra, infatti, chiedono il ritiro del decreto e minacciano il ricorso alla Corte Costituzionale. Il governatore della Toscana, Claudio Martini, ad esempio, avverte che il decreto «fa carta straccia del federalismo e delle norme sull’urbanistica» e chiede un disegno di legge «che non butti all’aria le regole e le competenze costituzionali di Regioni ed Enti locali sul governo del territori». Intanto il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni tenta di mediare, in vista della riunione di domani, riuscendo a coivolgere il premier Berlusconi, Errani e il sottosegretario Gianni Letta, in un fitto colloquio a bordo del Frecciarossa Milano-Roma. «Stiamo lavorando ad un accordo, lo facciamo con fiducia - afferma Formigoni - le dichiarazioni di Berlusconi sono una novità positiva». A puntare il dito è anche il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo cui il piano casa del governo ha profili d’incostituzionalità e può portare ad abusi edilizi. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ritiene che il piano possa «servire ma per essere efficace non deve essere uno strumento elettoralistico nè per chi lo sventola nè per chi vi si oppone». Intanto i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat Uil, sollecitano l’introduzione di misure anche per l’affitto nel decreto legge.

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MARCO CONTI ROMA. SILVIO BERLUSCONI INSISTE PER VARARE IL PIANO CASA CON DECRETO LEGGE, ANCHE SE... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 25-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Giustizia

MARCO CONTI Roma. Silvio Berlusconi insiste per varare il piano casa con decreto legge, anche se ha deciso di attendere la riunione di oggi tra governo e Conferenza delle Regioni per misurare il malessere di alcuni governatori del centrodestra. Roberto Formigoni in testa. Ieri sera l'ora di colloquio a Montecitorio nelle stanze del governo tra il presidente del Consiglio e i ministri Giulio Tremonti, Raffaele Fitto e Ignazio La Russa non ha sciolto il nodo e i quattro si sono dati appuntamento a questa mattina prima della Conferenza Stato-Regioni. La lettera «personale e riservata» inviata dal Quirinale al premier a metà mattinata, ha ovviamente offerto ai presidenti di Regione un'arma non da poco per mettersi di traverso e chiedere che il governo si muova nello schema della legge quadro e nel pieno rispetto delle competenze regionali, come chiede anche il leader della Lega Nord Umberto Bossi. Il premier ha però fretta e intende mantenere a tutti i costi la promessa di varare in tempi rapidi un piano per l'edilizia in grado di smuovere la domanda interna. L'appuntamento resta quello del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Anche questa volta è toccata al sottosegretario Gianni Letta tenere i rapporti con il Quirinale. I paletti posti da Giorgio Napolitano sono noti da tempo. A cominciare dal puntuale rispetto delle competenze delle Regioni previste all'articolo 117 della Costituzione. Il rischio di un mostruoso contenzioso prima istituzionale e poi legale ha spinto il Quirinale a consigliare prudenza e a mettere in un cassetto la bozza circolata che di fatto azzerava le competenze dei governatori. A palazzo Chigi si negano analogie con il caso Englaro e viene respinta l'idea di uno scontro tra governo e Quirinale. Fissati i paletti con il Colle che non solleverebbe problemi per l'uso dello strumento del decreto (a patto che sia chiara la durata del provvedimento) né sulla eventuale contestualità tra decreto e disegno di legge, resta il nodo dei presidenti di Regione e dei sindaci che minacciano una valanga di ricorsi alla Corte costituzionale. Berlusconi dovrebbe oggi guidare, con il ministro per gli Affari Regionali Fitto, la delegazione del governo che incontrerà la consulta dei governatori presieduta dal leader dell'Emilia Romagna Vasco Errani. Il premier non ha intenzione di mollare e dalla sua ha sondaggi stratosferici a suo favore con l'ottanta per cento degli italiani favorevoli al provvedimento. «Se non ci riusciremo dovrà essere chiaro di chi sarà la responsabilità», ha sostenuto ieri sera il premier prima di congedare i suoi ministri. D'altra parte il Cavaliere ha dalla sua il Veneto di Giancarlo Galan, la Sardegna di Ugo Cappellacci e, da ieri sera, la Sicilia di Raffaele Lombardo, pronti a recepire la legge nazionale varando specifiche normative regionali. «Chi non lo farà risponderà ai propri elettori e si vedrà regione per regione», ha sostenuto ieri sera il premier guardando ai possibili effetti che potrebbero esserci alle imminenti elezioni amministrative ed Europee.

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Pecoraro, tra voli a sbafo e villette... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 72 del 2009-03-25 pagina 0 Pecoraro, tra voli a sbafo e villette abusive Ecco i documenti che inguaiano l'ex ministro di Redazione Speculazioni edilizie e bollette telefoniche omaggio nelle conversazioni col suo staff. Un agriturismo sul lago di Bolsena e l'elicottero usato come auto-blu. Leggi tutte le carte dell'inchiesta. La raccomandazione: quei favori al pg che inquisì Speciale Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica Roma - Voli privati in elicottero mai pagati, speculazioni edilizie con annessi condoni, bollette del telefono «omaggio» per il ministro. L’informativa dei carabinieri sull’inchiesta che vede l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio indagato per associazione per delinquere, corruzione e truffa, è decisamente poco lusinghiera nel descrivere quanto sarebbe avvenuto al dicastero dell’Ambiente quando il leader Verde era ministro. Ad avviare l’indagine fu il pm potentino Henry John Woodcock ma il fascicolo, trasmesso al sostituto della procura di Roma Sergio Colaiocco è finito al Tribunale dei ministri. Che il marzo scorso ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della legge Boato (che limita l’uso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari) tanto da sospendere il procedimento per inviare gli atti alla Corte costituzionale. Le intercettazioni riguardano i componenti dello staff di Pecoraro Scanio e gli imprenditori indagati, su tutti il titolare dell’agenzia di viaggi Visetur, Mattia Fella. Ma non mancano le risposte imbarazzate di collaboratori dell’ex ministro, interrogati dal colonnello Sergio De Caprio (noto come «Ultimo» che, da capo del Crimor, arrestò nel 1993 Totò Riina) per rendere conto di quanto «ascoltato» spiando i telefoni. C’è l’ex segretario che mette nero su bianco la «nomea» dell’ex ministro, «che non mette mano facilmente al portafoglio». C’è il vecchio editore della rivista dei Verdi che spiega di aver pagato per anni la bolletta del cellulare al ministro, e il nuovo editore che ammette di aver rilevato l’onere, come «cortesia». C’è soprattutto la storia, tutta da chiarire, del progetto di speculazione edilizia che, secondo gli inquirenti, Pecoraro Scanio e Fella avrebbero messo in piedi su un’amena collina con vista sul lago di Bolsena. Poco preoccupati, a detta dei carabinieri, del fatto che i terreni fossero agricoli, non edificabili, e ottimisti anzi di poter metter su un agriturismo di 30 stanze (con piscina ed eliporto) da far condonare come fosse un «annesso agricolo», un capanno per gli attrezzi. Poi ci sono i voli. «Usa l’elicottero pure per fa’ Napoli-Roma», si sfoga con un altro collaboratore il suo segretario. Raccontando agli inquirenti in che modo l’ex ministro aveva pensato di rimborsare, con incarichi e contratti di servizio, la Visetur di Fella che l’avrebbe scarrozzato – privatamente – in elicottero per un conto di 120mila euro. Un modo per aggirare la stretta sui voli di Stato, ma senza pagare di tasca propria. - Le intercettazioni che inguaiano Pecoraro Scanio - Quei favori al pg che inquisì il generale Speciale © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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L'HA SCRITTO NERO SU BIANCO, IN UNA NOTA INDIRIZZATA AL CONSIGLIO GIUDIZIARIO: QUELLA DELIBERA ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 25-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Giustizia

L'ha scritto nero su bianco, in una nota indirizzata al Consiglio giudiziario: quella delibera va ritirata, niente pubblicità dei verbali sul caso Pansa e sullo strappo interno alla Procura, niente atti dati in pasto all'opinione pubblica. È il senso della nota indirizzata dal procuratore generale Vincenzo Galgano al Consiglio giudiziario - una sorta di organo rappresentativo dei giudici nel distretto, che contempla anche la presenza di avvocati - per chiedere formalmente di revocare la delibera assunta lo scorso 16 marzo. Un no motivato, dunque, alla desecretazione dei verbali delle audizioni dello scorso primo dicembre, quando vennero ascoltati il procuratore Lepore, il suo aggiunto De Chiara e i due pm Noviello e Sirleo. Il confronto sulla pubblicità degli atti che riguardano la gestione di un'inchiesta sul commissariato antirifiuti va dunque avanti. Da membro di diritto del Consiglio giudiziario, il procuratore generale Galgano chiarisce la propria posizione, rimarcando l'opportunità di salvaguardare il diritto alla riservatezza di tutti i protagonisti di una vicenda non ancora definita. L'intervento di Galgano rimanda alle audizioni dedicate alla gestione del fascicolo sulle ecoballe, alla decisione di congelare per ulteriori approfondimenti investigativi sette posizioni, tra cui quelle degli ex commissari Corrado Catenacci, Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. Un caso giudiziario, sul quale il confronto tra esponenti della magistratura va avanti. E in modo serrato. Nei prossimi giorni, è infatti previsto un incontro tra la giunta dell'Anm - organo presieduto da Tullio Morello - e il procuratore generale Galgano: dopo un acceso dibattito, un probabile momento dedicato al confronto costruttivo e all'intesa. Com'è noto, il pg aveva duramente criticato la decisione di rendere pubblici verbali di una vicenda ancora al centro di accertamenti giudiziari, sia in sede penale che dinanzi al Csm. Di qui, la replica dei giudici, a tutela del parlamentino distrettuale e della sua facoltà di esprimersi attraverso il voto. Toni spesso accesi in un botta e risposta su più livelli. Dopo la nota del pg, spetta ora al Consiglio giudiziario fissare un nuovo appuntamento, probabilmente lunedì prossimo, quando si voterà sull'opportunità di revocare la desecretazione degli atti sullo stralcio del processo ecoballe. Sul tavolo del Consiglio, le doglianze dei due pm Noviello e Sirleo sulla conduzione di un processo atteso in aula il prossimo 26 maggio.

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(PL.T.) Rinviata a giudizio di costituzionalità l'ordinanza antiborsoni, in vigore dal giugno s... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 25 Marzo 2009, (PL.T.) Rinviata a giudizio di costituzionalità l'ordinanza antiborsoni, in vigore dal giugno scorso, che vieta "il trasporto senza giustificato motivo di mercanzie in grandi sacchi o borsoni nel centro storico»" veneziano, chiaramente volta a fronteggiare il commercio itinerante abusivo. E soprattutto insieme all'ordinanza del Comune di Venezia, la cui efficacia era scaduta lo scorso 30 dicembre, viene rinviata al giudizio della Corte costituzionale la stessa legge regionale 10 del 2001 che vieta il commercio itinerante nei centri urbani con popolazione superiore ai 50mila abitanti da cui l'ordinanza discende. Lo ha deciso la terza sezione del Tar del Veneto deliberando in sede di sentenza di merito sul ricorso presentato contro l'ordinanza antiborsoni da parte dell'Associazione venditori ambulanti immigrati con licenza, che riunisce una settantina di venditori, habituè delle calli veneziane. L'ordinanza era passata indenne attraverso la richiesta di sospensiva, respinta dal Tar e, successivamente, anche dal Consiglio di Stato prima, appunto, di perdere di efficacia come stabilito sin dall'entrata in vigore della norma. Ma questa volta, in sede di sentenza di merito, la terza sezione del Tribunale amministrativo ha ritenuto che ci fosse il dubbio che la legge regionale cui l'ordinanza antiborsoni si richiama violasse alcuni tra i principi fondamentali della Costituzione. «Il Tar ha ritenuto che il ricorso fosse di fatto rivolto non solo all'ordinanza comunale, già scaduta, ma soprattutto verso la legge regionale - spiega l'avvocato Angelo Pozzan che ha curato il ricorso degli ambulanti - in quanto quest'ultima violerebbe i principi costituzionalmente garantiti di libera concorrenza economica oltre ai principi di uguaglianza senza differenza di razza in quanto volta a penalizzare i lavoratori extracomunitari». Nella sentenza, infatti, si legge che «il commercio su aree pubbliche in forma itinerante riguarda attualmente in modo prevalente se non esclusivo la piccola imprenditoria degli extracomunitari» e con la legge regionale «viene assoggettata a divieto soltanto questa tipologia di commercio. Questo elemento, da un lato incide illegittimamente sulla libertà di iniziativa economica e il diritto al lavoro, che sono diritti inviolabili degli stranieri regolari per i quali vale il principio di parità di trattamento». La norma però, «al momento resta in vigore - aggiunge Pozzan - se però ne venisse dichiarata l'incostituzionalità non solo verrebbero coinvolte tutte le normative comunali che da essa discendono ma anche le multe comminate». E lo stesso titolare del ricorso, Niass Abdoulaye, è uno dei primi ambulanti ad aver ricevuto una multa di oltre 5mila euro per violazione dell'ordinanza. «Per noi non cambia niente: è una delle norme della Regione Veneto che noi applichiamo». Pierluigi Tamburrini

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Tutto da rifare. A quattro anni di distanza il Piano particolareggiato di Tessera, che a fianco dell... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 25 Marzo 2009, Tutto da rifare. A quattro anni di distanza il Piano particolareggiato di Tessera, che a fianco dell'aeroporto prevedeva un complesso direzionale e alberghiero da 80mila metri cubi e un'area di sosta da 150mila metri cubi, è stato annullato. Azzerato dal Consiglio di Stato chiamato in causa dalla Save, la società di gestione dello scalo veneziano, e dall'Aeroterminal, la cordata costituita dai fratelli Poletti che in primo grado si era visto bocciato il progetto per il quale non erano stati consultati la Save e l'Enac (Ente nazionale aviazione civile). Quello che al Tar era sembrata una mezza sconfitta per la concessionaria presieduta da Enrico Marchi (nella foto) che contestava il piano comunale, si è trasformato in una vittoria completa nel giudizio di secondo grado sostenuto a Roma dal prof. Vittorio Domenichelli di Padova. La decisione depositata ieri in cancelleria ha respinto il ricorso dell'Aeroterminal che aveva impugnato la sentenza del Tar Veneto pronunciata il 29 aprile dello scorso anno. Il Consiglio di Stato ha sancito la «piena legittimazione - da parte della Save - a contestare scelte urbanistiche che incidono su un'area immediatamente contigua a quella aeroportuale». Una decisione che di fatto rischia di porre una pietra tombale sui progetti della società trentina - per la quale il mese scorso è stata chiesta la messa in liquidazione - voluta dai fratelli Poletti, attuali proprietari del Calcio Venezia. Ma il Consiglio di Stato si è spinto oltre: il collegio presieduto da Gaetano Trotta ha accolto le osservazioni dei legali della Save per i quali i vincoli sull'area posti dalla variante al Piano regolatore del 1998 erano scaduti. In effetti quando, il 14 dicembre 2004, venne approvato il piano particolareggiato, erano già trascorsi cinque anni dal varo del Prg, periodo oltre il quale per la Corte costituzionale non possono perdurare vincoli espropriativi se non si procede con i fatti. In sostanza «il Comune ha esercitato un potere che si era invece già consumato per scadenza del termine» e ha approvato il piano particolareggiato senza "aggiornare" il Prg. Sono così venuti a mancare i presupposti di legge che avrebbero dato forza alla pianificazione urbanistica. A questo punto i difensori della Save hanno avuto buon gioco a spiegare che, in un'area così delicata dal punto di vista urbanistico, non si potevano progettare infrastrutture senza consultare la società che gestisce l'aeroporto e l'Enac. In sostanza il piano comunale del terminal di Tessera, sul quale a suo tempo l'opposizione aveva fatto un duro ostruzionismo in Consiglio, è da considerarsi annullato, e non potrà essere approvato in futuro senza la convocazione di una conferenza dei servizi con Save ed Enac. Di fatto ripartono da zero anche i progetti relativi alla Sublagunare, che doveva sbucare proprio in quest'area, ma anche le ipotesi di tracciato dell'Alta velocità, che dovrebbe avere proprio a Tessera la stazione veneziana lungo la Torino-Trieste, e del Sistema ferroviario metropolitano di superficie. Senza contare che il nuovo capitolo della lunga querelle fra il Comune e la Save rischia di avere conseguenze anche sullo scambio di terreni che è alla base di progetti anche più ampi come il Quadrante di Tessera e il nuovo stadio, al cui destino sono anche legate le sorti del Calcio Venezia. Per disegnare il futuro dell'area a ridosso dello scalo di Tessera e dell'autostrada, dove sono previsti negozi, uffici, parcheggi e un grande nodo interscambio fra auto, treno e aereo, servirà ancora molto tempo. Alberto Francesconi

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Piano casa, salta il decreto (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Ecologia.it, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Piano casa, salta il decreto Le misure annunciate dal governo non saranno esaminate dal consiglio dei ministri di venerdì. Il ministro Fitto annuncia l'istituzione di un tavolo tecnico che concluderà il lavoro martedì "Abbiamo definito un percorso che prevede da subito un tavolo tecnico per una soluzione condivisa e che entrerà nel merito di tutte le misure e concluderà lavoro entro martedì prossimo; dopo ci sarà una nuova conferenza unificata per valutare il lavoro congiunto e anche lo strumento e merito". Lo ha detto il ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto, a proposito del piano straordinario sulla casa, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi. Le misure, dunque, non saranno esaminate dal Cdm di venerdì. "L'urgenza resta ma non è detto che il decreto legge sia lo strumento più opportuno": ha dettoSilvio Berlusconi poco prima dell'annuncio di Fitto. Sulla decisione se fare o meno un decreto legge per il piano casa "discuteremo con le regioni" che si sono dette "contrarie" a questo strumento. "Vogliamo lavorare - ha aggiunto il presidente del consiglio - in sintonia e in accordo con le istituzioni locali"."Abbiamo deciso che cosa può essere fatto dallo Stato e cosa può essere fatto dalle Regioni e quindi proprio su un piano di colloquio, aperto a ascoltare gli altri, stiamo cercando di lavorare per fare in modo che non ci possano essere contrasti o impugnazioni alla Corte costituzionale" 25 marzo 2009 - TAG: Piano casa | Edilizia | Cemento |

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Saluzzo: CSM promuove serata contro la violenza sulle donne (sezione: Giustizia)

( da "Targatocn.it" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Saluzzo: CSM promuove serata contro la violenza sulle donne Il Centro Salute Mentale dell’ASL CN1 in collaborazione con il Comune di Saluzzo (Assessorato Pari Opportunità) organizza giovedì 26 marzo alle 21, presso il Salone dell’Antico Palazzo Comunale di Saluzzo, una serata sul tema 'Storie di donne tra violenza e disagio psichico'. L’iniziativa rientra nel progetto dal titolo 'Prevenzione Salute Mentale Donna', percorso specifico per i disagi portati al servizio dalle donne che necessitano di cure e prese in carico particolari in un’ottica di prevenzione di malattie più gravi. “I disagi dalle donne hanno varie origini ma perlopiù affondano le radici nella sfera familiare e molte, purtroppo, nascono in conseguenza a violenze subite in famiglia e /o nella coppia – spiega il responsabile del progetto Franca Banchi. In quest’ottica il CSM ha elaborato due percorsi di cura: la presa in carico individuale della donna e il confronto all’interno di un gruppo di mutuo aiuto denominato 'Gruppo D'. L’obiettivo del gruppo è quello di fornire alle donne la possibilità di darsi reciproco ascolto e sostegno su tematiche relative al mondo femminile: relazioni, cambiamenti legati all’età, sessualità e immagine corporea, violenza. E’ proprio dal confronto con queste donne e con le loro sofferenze, emerge sempre più chiaro e imprescindibile la necessità di porsi in un’ottica di rete e di confronto con le risorse territoriali che possono concorrere con i servizi sanitari a 'curare'. La serata aperta alla cittadinanza è un momento di apertura verso il territorio trattando un tema tristemente noto e alla ribalta, quello della violenza in famiglia, che troppo spesso ricorre nei racconti delle donne e che necessita di una particolare cura valutate le gravi ripercussioni psicofisiche sulle donna stessa, sui figli, sul micro e macro cosmo di appartenenza". Il Centro Salute Mentale di Saluzzo organizza inoltre, in collaborazione con il gruppo famiglie, sei incontri serali sul tema della malattia mentale, cause, cure e carico familiare, dal titolo 'Insieme si può'. Gli incontri sono rivolti ai familiari dei pazienti che afferiscono al servizio e si svolgeranno presso il CSM in via torino 70/b a Saluzzo con inizio alle 20. Il calendario degli incontri è il seguente: martedì 24 marzo - La cura farmacologica: i modi e i luoghi; martedì 07 aprile - La famiglia tra risorse e difficolta'; martedì 14 aprile - L'area del lavoro: il servizio, le cooperative; martedì 28 aprile - L'area dell'abitare insieme al centro diurno: luogo di relazioni e attivita'; martedì 05 Maggio - Insieme al centro diurno: luogo di relazioni ed attivita’. Lo scopo delle serate è creare momenti di informazione, condivisione e scambio per sostenere la famiglia e favorire il suo benessere. Per informazioni: 0175/249796 – 45835.

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Piano casa, le Regioni bloccano il decreto (sezione: Giustizia)

( da "AprileOnline.info" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Piano casa, le Regioni bloccano il decreto Ida Rotano, 25 marzo 2009, 14:38 Costretto a smentire il piano divulgato nei giorni scorsi definendolo "un disguido", Berlusconi si presenta a "mani vuote" all'incontro con i governatori regionali e ne esce con la consapevolezza che è meglio "prendere altre 70 ore di tempo per trovare un'intesa". Unanime infatti l'avvertimento espresso dai presidenti regionali: "Siamo disposti a semplificare le procedure, ma non alla decretazione d'urgenza". Bossi rinnova l'invito al premier: "Occorre trattare per arrivare ad un accordo" è entrato in riunione con l'idea di portare a casa un decreto sul piano casa, ne esce con una serie di distinguo e l'esplicita ammissione che "è meglio prendere tempo per trattare". "Venerdì in Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare un decreto legge per affrontare il tema della casa". E' questa l'intenzione ribadita stamane dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alle regioni, nella riunione in corso a Palazzo Chigi. Al tavolo, insieme a governatori e ministri, il premier ha insistito sulla necessità di un decreto legge. Pensava fose una passeggiata, si è trovato ad affrotnare una strettoia tutta in salita e alla fine si è inciampato contro il "no" compatto dei governatori regionali che si erano riuniti qualche ora prima per definire la linea comune: No alla decretazione di urgenza, sì alla semplificazione delle procedure. Dalla riunione propedeutica all'incontro col governo, "è emersa una contrarietà pressoché unanime sull'uso della decretazione" ha detto il governatore toscano Claudio Martini che oltre a sottolineare i rilievi di metodo formulate dai presidenti delle regioni ha ribadito il no a una deregulation sulla materia sottolineando come "tutti i governatori sostengono che questa può essere una buona opportunità se viene gestita insieme" e "non contro" le autonomie locali. Un'apertura alla trattativa ma senza il cappio della decretazione d'urgenza, quella di Martini (anticipata ieri da una posizione analoga espressa dal governatore del Lazio Piero Marrazzo) che era stato tra i più agguerriti avversari del piano del governo almeno rispetto alla bozza circolata nei giorni scorsi sconfessata da Berlusconi, con la minaccia di ricorrere alla Consulta. "Ci interessa parlare col governo di semplificazione, di tempi certi per le procedure e obblighi per rispettarli, di buttare giù gli edifici brutti e ricostruirli meglio, anche con aumento di metratura" ha spiegato Martini al Corriere Fiorentino. La giunta regionale lunedì ha approvato una semplificazione dei permessi legati al piano paesaggistico. E che prevede che l'80 per cento degli interventi nelle aree vincolate potrà essere fatto con una sola Dia (dichiarazione di inizio attività). Sulla stessa linea gli interventi di Mercedes Presso (Piemonte) e Piero Marrazzo (Lazio). Il governatore del Piemonte ha sottolineato la disponibilità "a individuare una soluzione che consenta, nella legalità, di dare risposta al problema per rilanciare l'edilizia semplificando". E Marrazzo ha ribadito come "se si toglie dal tavolo il tema del decreto si potrebbe arrivare ad un accordo sulla semplificazione che potrebbe essere riprodotto in diversi provvedimenti ognuno per le sue competenze". Sul tasto della semplificazione delle procedure ha battuto oggi anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti secondo cui pur nel rispetto delle competenze delle Regioni e degli enti locali "va modificata la legislazione sulla velocità con la quale vengono concessi i permessi. Penso che la possibilità di mettere in movimento le risorse finanziarie sia una cosa di cui abbiamo bisogno". Mentre il segretario della Cisl Bonanni ha auspicato che sul piano casa maggioranza e opposizione trovino l'intesa: "L'opposizione non può opporsi a tutto e deve dimostrare insieme alla maggioranza a tutti gli italiani che più che pensare alla campagna elettorale sta pensando all'economia. Invece si litiga su tutto e questo non va bene per il Paese. Spero che prevalga il senso di responsabilità". Più cauti in casa Cgil: "Per quello che abbiamo potuto leggere e vedere abbiamo espresso dei pareri di contrarietà sul merito e abbiamo ribadito che se la cosa fosse fatta così ha degli evidenti principi di incostituzionalità trattandosi di materia concorrente e quindi del rapporto che deve essere fatto tra Regioni e Enti Locali", spiega il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni. Tuttavia, rileva il sindacalista, "bisogna conoscere quale è il vero piano casa perché di testi ne sono circolati vari. Quando avremo un testo definitivo esprimeremo un parere definitivo". "Nei momenti di crisi bisogna far ripartire l'edilizia. Noi diciamo in alcuni casi dei sì, come quello alle demolizioni e alle ricostruzioni, allo snellimento delle procedure burocratiche per avere tempi più brevi per le concessioni" concede il segretario del Pd Dario Franceschini che in un'intervista a Studio aperto, a proposito del piano casa sottolinea: "Si può anche immaginare - aggiunge - di avere alcuni metri cubi in più alcuni tipi abitazioni, ma quello che sarebbe inaccettabile è l'eliminazione dei vincoli che tutelano il paesaggio. Questo significherebbe non avere a mente un piano casa ma un piano per la cementificazione". Sul piano casa è intervenuto anche il ministro delle Riforme Umberto Bossi: "Ieri ho detto a Berlusconi che molte Regioni, come la Lombardia, hanno già un piano casa e quindi è meglio trovare un accordo con le Regioni per evitare scontri". Così pressato dall'interno della sua maggioranza (Bossi) e dall'insieme dei vertici regionali, Berlusconi apre alla mediazione e ammette Che "non è detto che il decreto sia lo strumento più opportuno, ma i presupposti di urgenza sul piano casa restano". Poi, prende tempo in vista del prossimo Consiglio dei ministri di venerdì: "Utilizzeremo le prossime 70 ore per approfondire i contenuti e trovare un'armonia con le regioni. Sull'argomento c'è una competenza concorrente e non vogliamo una contrarietà delle regioni che potrebbero poi adire alla Corte Costituzionale", spiega il premier, conversando con i giornalisti. Resta però il mistero sul testo: quello circolato in queste ultime settimane e che fa temere la cementificazione del territorio e il mattone selvaggio è stato smentito ieri dallo stesso Berlusconi, che oggi ha ribadito che quella bozza è circolata "per un disguido", ma il premier si è presentato a "mani vuote" di fronte ai governatori regionali e provinciali. Per conoscere il nuovo ‘piano casa' dovremo aspettare venerdì.

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A2A: approvato il progetto di bilancio 2008 (sezione: Giustizia)

( da "Trend-online" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

A2A: approvato il progetto di bilancio 2008 NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 25.03.2009 14:53 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Si è riunito oggi il Consiglio di Gestione di A2A che, sotto la Presidenza dell’ing. Giuliano Zuccoli, ha esaminato e approvato i progetti di bilancio di esercizio e consolidato del Gruppo A2A al 31 dicembre 2008, nonché i dati restated al 31 dicembre 2007. Tali progetti verranno sottoposti ad approvazione definitiva da parte del Consiglio di Sorveglianza. Nell’esercizio 2008 i ricavi del Gruppo A2A sono risultati in crescita del 17,8% e hanno raggiunto i 6.094 milioni di euro. L’incremento, pari a 919 milioni di euro, è riconducibile allo sviluppo delle vendite di prodotti e servizi energetici, nonché alla crescita dei prezzi unitari correlati alle dinamiche registrate sui mercati internazionali delle materie prime. Il Risultato operativo netto, pari a 699 milioni di euro (684 milioni di euro al 31 dicembre 2007), include gli effetti dei maggiori ammortamenti, per circa 17 milioni di euro, connessi ai cespiti gratuitamente devolvibili delle centrali idroelettriche del Gruppo. La loro vita residua, a fini contabili, è stata rivista per effetto della sentenza n. 1 del 18 gennaio 2008 della Corte Costituzionale che ha decretato l’incostituzionalità di una parte della norma contenuta nella Legge finanziaria 2006 che prevedeva il prolungamento decennale delle concessioni idroelettriche. Gli oneri finanziari netti, comprensivi della svalutazione di alcune partecipazioni finanziarie per 9 milioni di euro, presentano un saldo negativo di 200 milioni di euro (135 milioni di euro al 31 dicembre 2007). L’incremento degli oneri finanziari è principalmente attribuibile, per circa 25 milioni di euro, al maggiore indebitamento medio, pari a circa 660 milioni di euro, registrato nel 2008 rispetto al 2007 e al fair value dei derivati in portafoglio (-26 milioni di euro rispetto al valore registrato a fine 2007). La quota dei segue pagina >>

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Il Consiglio comunale dice sì all'atto (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Consiglio comunale dice sì all'atto Giuseppe Bonaccorsi Canoni di depurazione, «colpo di spugna» e il gioco è fatto. Il governo nel dicembre scorso ha emanato un decreto legge che anziché tutelare i cittadini che chiedono indietro il canone di depurazione perché non allacciati alla condotta fognariaria e al depuratore, vanifica per certi versi la sentenza della corte costituzionale del dicembre 2008, limitando così il diritto ai rimborsi del canone di depurazione. Nel comma 2 dell'articolo 8-sexies del decreto legge che si riferisce a «disposizioni in materia di servizio idrico integrato», coordinato con le modifiche apportate della legge di conversione 27 febbraio 2009 n.14 il legislatore, al comma 2 scrive: «In attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 335 del 2008, i gestori del servizio idrico integrato provvedono anche in forma rateizzata, entro il termine massimo dei 5 anni, a decorrenza dal 1° ottobre 2009 alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all'esercizio di depurazione». E aggiunge: «Nei casi in cui al secondo periodo del comma 1 (che si riferisce agli oneri relativi alle attività di progettazione o completamento degli impianti di depurazione), dall'importo da restituire vanno dedotti li oneri derivati dalle attività di progettazione, realizzazione o di completamento avviate». In un certo senso il legislatore riconoscere il dirtitto del cittadino non allacciato ad essere risarcito per il canone pagato, ma allo stesso tempo concede a ogni autorità o Comune di poter rivendicare di aver previsto con progettazione un depuratore o una condotta fognaria che dovrebbe essere realizzata nel quartiere finora sprovvisto. E questo gli consentirà di evitare di rimborsare l'utente sprovvisto del servizio. Se non è una beffa poco ci manca e l'articolo tra l'altro rende più difficile il lavoro fin qui portato avanti dalle associazioni consumatori che hanno chiesto l'applicazione della sentenza della consulta n. 335 che aveva riconosciuto legittima la richiesta di un cittadino di non dover pagare il canone di depurazione perché non ne usufruiva. Che la legge «annulla rimborso» fosse nell'aria era cosa nota e difatti la stessa Sidra (che dovrebbe rimorsare 14 mln di canone) chiamata in causa da un cittadino che aveva vinto il ricorso davanti al giudice di pace aveva risposto che avrebbe fatto opposizione. Tra l'altro il 15 dicembre dell'anno scorso, davanti alla pressanti richieste di rimborso che provenivano da più parti, la «FederUtility», l'organo che racchiude tutte le imprese che operano nel sistema idrico, aveva emesso una circolare con cui suggeriva alle aziende aderenti alcune indicazioni «a cautela», preanunciando che dalla «segreteria del ministro è stato informalmente confermato che si sta esaminando la possibilità che in uno dei prossimi provvedimenti possa essere inserito un articolo teso almeno in questa fase a regolare/mitigare gli effetti della sentenza della consulta per il passato».

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Avrebbe ceduto cocaina a giovani, arrestato (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Barrafranca. La Mobile ha presentato in Procura un dettagliato rapporto e il Gip ha emesso l'ordinanza cautelare Avrebbe ceduto cocaina a giovani, arrestato Gli avvocati ennesi torneranno a riunirsi nuovamente in assemblea entro la metà del prossimo aprile. L'astensione dalle udienze di una settimana che si è conclusa oggi, con una buona partecipazione da parte della classe forense, potrebbe essere affiancata da ulteriori azioni di protesta o da una nuova settimana di astensione dalle udienze. La volontà di ritornare a riunirsi per deliberare cosa fare vista la difficile situazione a palazzo di Giustizia ad Enna è stata resa nota dal consigliere dell'ordine degli avvocati di Enna Gianpiero Cortese: "L'iniziativa di protesta degli avvocati ennesi è stata motivata essenzialmente per la carenza dei magistrati e del personale di cancelleria, cha sta riducendo, in questa fase, il Tribunale di Enna ad un ufficio di frontiera, difficile da gestire anche nell'ordinario ed a rischio di blocco, di fatto, dei procedimenti civili. Per la complessità delle motivazioni che ci hanno portato all'astensione è necessario proseguire in quel percorso di riflessione ed azione che possa portare a risposte certe ed attuabili". Nell'arco di questo mese che separa dalla nuova convocazione dell'assemblea degli avvocati ennesi che avverrà entro il 20 di aprile, saranno create delle delegazioni dell'ordine forense per potere calendarizzare degli incontri mirati sia con il Ministero di Grazia e Giustizia, sia con il Csm che con il presidente della Corte di Appello per il problema delle cancellerie. A sostenere l'azione del consiglio dell'ordine forense anche la camere penali e civili locali. Gli avvocati ennesi come ricorda il consigliere dell'ordine Cortese: "Non rimangono certamente insensibili alla situazione drammatica delle Procure della Repubblica che è comune all'intero distretto. Solleciteremo azioni anche in questo senso perché vogliamo essere nelle condizioni di potere garantire ai nostri assistiti tempi di indagini e di risposte non solo congrui alle disposizione di legge, ma rispondenti alle esigenze degli utenti." Un possibile prosieguo dell'astensione conclusa ieri era stato comunque avanzato in questi giorni, senza però ottenere i consensi sufficienti, Gli avvocati ennesi potranno contare per la loro lotta per un tribunale efficiente sul sostegno formale da parte dell'unione degli ordini forensi della Sicilia. Tiziana Tavella

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Piano casa, La Cgia: possibili 745.000 nuovi posti di lavoro (sezione: Giustizia)

( da "Panorama.it" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

- Italia - http://blog.panorama.it/italia - Piano casa, La Cgia: possibili 745.000 nuovi posti di lavoro Posted By redazione On 25/3/2009 @ 14:15 In Headlines | 1 Comment Intorno al piano casa scoppia e sale la polemica. La riunione della [1] Conferenza unificata si preannuncia accesa, con i governatori che si presentano uniti nel dire no al decreto e Berlusconi pronto ad assicura che "il disegno circolato non è quello a cui avevo già lavorato". Il premier ha spiegato ieri che il "decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare dopo che queste saranno demolite" e non riguarderà "gli immobili urbani". Il presidente della Conferenza delle Regioni, [2] Vasco Errani (governatore dell'Emilia Romagna), ha più volte sottolineato come il decreto abbia "chiari profili di incostituzionalità", perchè rende immediatamente operative in tutta Italia norme di competenza concorrente delle Regioni. Il rischio, secondo Errani, è che si apra un conflitto istituzionale. Molte Regioni, quelle di centrosinistra, chiedono il ritiro del decreto e minacciano il ricorso alla [3] Corte Costituzionale. A confermare che il piano del Governo sia "solo una bozza", ci pensa [4] Raffaele Fitto. Il [5] ministro per i rapporti con le Regioni, in due interviste ai quotidiani Il Messaggero e Libero, chiudendo la polemica su un presunto scontro tra il Governo e il Quirinale: "Io della lettera non so nulla. Di certo non c'è e non ci sarà alcun rischio di contrasto né con il Quirinale, né con i presidenti di Regione". "Sono sicuro che troveremo un punto di convergenza", dice il ministro, che avverte: "Non ha proprio senso andare allo scontro". Fin qui le polemiche. A spulciare invece tra le cifre ci ha pensato la [6] Cgia: con il progetto del governo dovrebbero essere creati 745.000 nuovi posti di lavoro. Secondo gli artigiani di Mestre, dunque, l'impatto occupazionale dovuto all'applicazione del piano casa potrebbe creare, chiaramente in più anni, almeno 745.000 nuovi addetti. E uno su tre potrebbe essere straniero dal momento che il settore delle costruzioni è ad alta concentrazione di lavoratori non italiani. Nei giorni scorsi la Cgia di Mestre ha infatti stimato che l'applicazione su tutto il territorio nazionale del provvedimento allo studio del Governo in materia di ristrutturazione ed ampliamenti dell'edilizia residenziale privata dovrebbe dar origine ad un giro di affari di 79 miliardi di euro. "Partendo da questo assunto" si legge in [7] una nota - si è analizzata la serie storica della produttività per addetto del settore casa e di tutta la filiera registrata negli ultimi anni arrivando a stimare, alla luce del nuovo impatto economico, nuovi addetti per 745.000 unità". Quali professionalità saranno richieste? "In primo luogo" commenta Giuseppe Bortolussi della Cgia "sono muratori semplici, capi cantiere e progettisti nella misura complessiva di 350mila unità. In secondo luogo gli installatori di impianti elettrici per circa 104.000 unita' e a seguire gli idraulici con altri 79.000 nuovi posti di lavoro. Altri 69.000 saranno figure generiche e 27.000 unità riguarderanno sia gli imbianchini e posatori di vetrate sia gli installatori generici (come i bruciatoristi)". Essendo il settore delle costruzioni ad alta concentrazione di lavoratori non italiani, "ipotizziamo", prosegue la Cgia "che almeno un terzo di questi 745.000 nuovi posti di lavoro saranno occupati da maestranze straniere. Sia chiaro" precisa Bortolussi "la nostra stima è stata realizzata presupponendo che tutte le Regioni italiane adotteranno questo provvedimento e che le nuove assunzioni avverranno secondo le disposizioni di legge oggi in vigore". Ecco perché l'incontro di mercoledì è fondamentale. Ecco perché il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni le ha tentate tutte, riuscendo a coivolgere il premier Berlusconi, il preseidente Errani e il sottosegretario Gianni Letta, in un fitto colloquio [8] a bordo del Frecciarossa Milano-Roma. Il VIDEO servizio:

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Voli a sbafo e ville abusive:... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 72 del 2009-03-25 pagina 0 Voli a sbafo e ville abusive: Pecoraro nella bufera di Redazione Speculazioni edilizie e bollette telefoniche omaggio nelle conversazioni col suo staff. Un agriturismo sul lago di Bolsena e l'elicottero usato come auto-blu. Leggi tutte le carte dell'inchiesta. La raccomandazione: quei favori al pg che inquisì Speciale Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica Roma - Voli privati in elicottero mai pagati, speculazioni edilizie con annessi condoni, bollette del telefono «omaggio» per il ministro. L’informativa dei carabinieri sull’inchiesta che vede l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio indagato per associazione per delinquere, corruzione e truffa, è decisamente poco lusinghiera nel descrivere quanto sarebbe avvenuto al dicastero dell’Ambiente quando il leader Verde era ministro. Ad avviare l’indagine fu il pm potentino Henry John Woodcock ma il fascicolo, trasmesso al sostituto della procura di Roma Sergio Colaiocco è finito al Tribunale dei ministri. Che il marzo scorso ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della legge Boato (che limita l’uso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari) tanto da sospendere il procedimento per inviare gli atti alla Corte costituzionale. Le intercettazioni riguardano i componenti dello staff di Pecoraro Scanio e gli imprenditori indagati, su tutti il titolare dell’agenzia di viaggi Visetur, Mattia Fella. Ma non mancano le risposte imbarazzate di collaboratori dell’ex ministro, interrogati dal colonnello Sergio De Caprio (noto come «Ultimo» che, da capo del Crimor, arrestò nel 1993 Totò Riina) per rendere conto di quanto «ascoltato» spiando i telefoni. C’è l’ex segretario che mette nero su bianco la «nomea» dell’ex ministro, «che non mette mano facilmente al portafoglio». C’è il vecchio editore della rivista dei Verdi che spiega di aver pagato per anni la bolletta del cellulare al ministro, e il nuovo editore che ammette di aver rilevato l’onere, come «cortesia». C’è soprattutto la storia, tutta da chiarire, del progetto di speculazione edilizia che, secondo gli inquirenti, Pecoraro Scanio e Fella avrebbero messo in piedi su un’amena collina con vista sul lago di Bolsena. Poco preoccupati, a detta dei carabinieri, del fatto che i terreni fossero agricoli, non edificabili, e ottimisti anzi di poter metter su un agriturismo di 30 stanze (con piscina ed eliporto) da far condonare come fosse un «annesso agricolo», un capanno per gli attrezzi. Poi ci sono i voli. «Usa l’elicottero pure per fa’ Napoli-Roma», si sfoga con un altro collaboratore il suo segretario. Raccontando agli inquirenti in che modo l’ex ministro aveva pensato di rimborsare, con incarichi e contratti di servizio, la Visetur di Fella che l’avrebbe scarrozzato – privatamente – in elicottero per un conto di 120mila euro. Un modo per aggirare la stretta sui voli di Stato, ma senza pagare di tasca propria. - Le intercettazioni che inguaiano Pecoraro Scanio - Quei favori al pg che inquisì il generale Speciale © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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QUEL FURBETTO DI PECORARO SCANIO LE INTERCETTAZIONI DELLO STAFF CHE INGUAIANO L'EX MINISTRO VERDE CHE TENTAVA LA SPECULAZIONE EDILIZIA - "USA L'ELICOTTERO PURE PER FA' ROMA-NAPOL (sezione: Giustizia)

( da "Dagospia.com" del 25-03-2009)

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HomePage | Segnala articolo --> QUEL FURBETTO DI PECORARO SCANIO – LE INTERCETTAZIONI DELLO STAFF CHE INGUAIANO L’EX MINISTRO VERDE CHE TENTAVA LA SPECULAZIONE EDILIZIA - “USA L’ELICOTTERO PURE PER FA’ ROMA-NAPOLI” – CHI PAGA LA BOLLETTA DEL SUO TELEFONINO… Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica per "Il Giornale" Voli privati in elicottero mai pagati, speculazioni edilizie con annessi condoni, bollette del telefono «omaggio» per il ministro. L'informativa dei carabinieri sull'inchiesta che vede l'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio indagato per associazione per delinquere, corruzione e truffa, è decisamente poco lusinghiera nel descrivere quanto sarebbe avvenuto al dicastero dell'Ambiente quando il leader Verde era ministro. Pecoraro Scanio Ad avviare l'indagine fu il pm potentino Henry John Woodcock ma il fascicolo, trasmesso al sostituto della procura di Roma Sergio Colaiocco è finito al Tribunale dei ministri. Che il marzo scorso ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della legge Boato (che limita l'uso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari) tanto da sospendere il procedimento per inviare gli atti alla Corte costituzionale. Le intercettazioni riguardano i componenti dello staff di Pecoraro Scanio e gli imprenditori indagati, su tutti il titolare dell'agenzia di viaggi Visetur, Mattia Fella. Ma non mancano le risposte imbarazzate di collaboratori dell'ex ministro, interrogati dal colonnello Sergio De Caprio (noto come «Ultimo» che, da capo del Crimor, arrestò nel 1993 Totò Riina) per rendere conto di quanto «ascoltato» spiando i telefoni. C'è l'ex segretario che mette nero su bianco la «nomea» dell'ex ministro, «che non mette mano facilmente al portafoglio». C'è il vecchio editore della rivista dei Verdi che spiega di aver pagato per anni la bolletta del cellulare al ministro, e il nuovo editore che ammette di aver rilevato l'onere, come «cortesia». C'è soprattutto la storia, tutta da chiarire, del progetto di speculazione edilizia che, secondo gli inquirenti, Pecoraro Scanio e Fella avrebbero messo in piedi su un'amena collina con vista sul lago di Bolsena. Poco preoccupati, a detta dei carabinieri, del fatto che i terreni fossero agricoli, non edificabili, e ottimisti anzi di poter metter su un agriturismo di 30 stanze (con piscina ed eliporto) da far condonare come fosse un «annesso agricolo», un capanno per gli attrezzi. Henry John Woodcock Poi ci sono i voli. «Usa l'elicottero pure per fa' Napoli-Roma», si sfoga con un altro collaboratore il suo segretario. Raccontando agli inquirenti in che modo l'ex ministro aveva pensato di rimborsare, con incarichi e contratti di servizio, la Visetur di Fella che l'avrebbe scarrozzato - privatamente - in elicottero per un conto di 120mila euro. Un modo per aggirare la stretta sui voli di Stato, ma senza pagare di tasca propria. LE INTERCETTAZIONI CHE INGUAIANO L'EX MINISTRO... Il sospetto degli inquirenti è che ci sia uno scambio di favori tra l'imprenditore e il politico. Il primo è Mattia Fella, titolare della società «Visetur» e fornitore dei servizi di «business travel» al ministero dell'Ambiente. Il politico, appunto, è l'ex titolare di quel dicastero, Alfonso Pecoraro Scanio, esponente di spicco dei Verdi. L'informativa dei carabinieri si apre con l'interrogatorio di Renato Mazzocchi, capo della segreteria dell'allora ministro. Da Mazzocchi gli inquirenti vogliono conferme sull'ipotesi che Pecoraro volesse «saldare» il conto di una serie di voli privati e altri servizi richiesti a Fella e utilizzati privatamente, concedendo in cambio, come risarcimento alla Visetur (di Fella) contratti e convenzioni con il ministero e con l'Apat, l'agenzia per l'Ambiente. Mazzocchi: «...doveva essere, questa convenzione con l'Apat, a risarcimento di questo debito creato, di questo saldo, di questi elicotteri mai pagati». Pm: «La prospettiva sarebbe stata quella non per il Pecoraro di metter mano al portafogli e di pagarli personalmente, ma piuttosto quella di far ottenere a Fella - diciamo così - una forma di recupero alternativo attraverso una convenzione, la stipulazione di un contratto». M: «Era un contentino, una stanza di compensazione: "a fronte di un lavoro io ti do tot, e prendilo come risarcimento per il debito creato"». Pm: «Il mio debito personale, però». M: «Personale». «USA L'ELICOTTERO PURE PER FA' ROMA-NAPOLI»... La vicenda riguardava in pratica un «contenzioso» aperto tra Fella e Pecoraro. Il primo aveva fatto viaggiare più volte il ministro con «comodi» voli privati. E a un certo punto, visto che nessuno all'Ambiente si era preoccupato di saldare il dovuto, aveva presentato il conto direttamente al ministro: 120mila euro. Per spiegare come funzionava il sistema, i carabinieri riportano l'intercettazione di una chiacchierata tra Mazzocchi e Luciana della segreteria del ministero «nella quale commentano l'atteggiamento del Fella che - caduto il governo - dopo quasi due anni di spese sostenute per le esigenze personali del ministro, si presenta per chiedere il conto. grazia francescato Viene ribadito - continuano i carabinieri - che sarebbe stata stipulata una convenzione a favore della Visetur da parte del ministero, ovvero dell'Apat, per l'affidamento alla stessa società di un adeguato numero di ore di elicottero per un importo corrispondente alle spese sostenute da Fella nell'interesse personale del ministro». Mazzocchi: «Usa l'elicottero pure per fa' Napoli-Roma». Luciana: «Ecco. Allora dico, ma pensi che non so...». M: «Guarda, sarà dimagrito dieci chili ieri quando Mattia gli ha portato il conto. Lui tutto s'aspettava tranne che...». L: «Ma chi lo paga sto conto?». M: «E non l'hai capito? Quando s'è visto arrivare il conto a lui personalmente, dice "ah, be', allora qui bisogna fare un bel contratto con l'Apat"». Il dettaglio, osserva l'informativa, viene confermato da altre intercettazioni. In una, per esempio, tra lo stesso Fella e il suo socio Cosimo Ventruti, nella quale quest'ultimo conferma di aver saputo che il ministro sta dando indicazioni perché la convenzione vada in porto. Ventruti: «Ieri sono stato con Alfonso (...) l'ho lasciato alle 8 perché doveva incontrarsi con la Francescato (...) e questa settimana praticamente Alessandro e Giancarlo (Nardi e Viglione, rispettivamente componente e presidente del Cda di Apat, ndr) hanno avuto praticamente l'ordine (ride) di fare questa cosa qua da... elicotteri». Fella: «Tu dici che la faranno?». V: «Alfonso gli ha proprio detto "Sì, la dovete fare"». Fella però è scettico. Il debito cresce, e non è stata mai saldata nemmeno la fattura per l'organizzazione dell'accoglienza, curata dalla Visetur, per gli ospiti di un convegno sull'ambiente di qualche mese prima. F: «Ma manco la fattura quella del congresso...». V: «Anche la fattura gli ho detto... per favore fammi pagare sta fattura perché mi hai rotto il caz...». F: «Cioè avranno fatto impicci, imbrogli con tutti, e a noi manco le cose che abbiamo fatto ci pagano». VOLO PRIVATO PER MONTECARLO Il 15 febbraio del 2008, mentre la Visetur è in attesa della famosa convenzione, Fella ha l'occasione per «vendicarsi». Quando il segretario di Pecoraro Scanio, Giuseppe Di Duca, lo chiama per chiedergli di risolvere un «problema logistico» che riguarda un viaggio del ministro. Di Duca: «Senti, Alfonso dovrebbe partecipare il giorno 21... quindi partire la sera del 20 per Montecarlo, ma per poter essere lì a un orario utile non ci sono voli che gli consentano di arrivare a un orario decente. Lui ha una riunione alle cinque (...) tra cambiamenti e quant'altro, gli servirebbe un volo Roma-Nizza». Fella: «Un volo privato oppure di linea?». DD: «No, privato... di linea ho fatto tutte le verifiche, c'è alle 17.15 ma per lui è impossibile prendere quel volo». F: «Ma deve stare un giorno, quando deve stare?». DD: «Deve essere a Montecarlo la mattina del 21, quindi la sera del 20 massimo dev'essere in hotel». F: «E non può fare tutto in un giorno?». DD: «No...». F: «Perché sennò potevamo fare con un elicottero che lo portava lì la mattina, lo aspettava e poi se ne tornava». Ma Fella, appena chiude la conversazione con Di Duca, chiama il socio Ventruti. F: «M'hanno chiamato per chiedere l'elicottero per il ministro». Ventruti: «Ah, ah». F: «Sarà la prima volta che dovrò dirgli di no, diglielo a Viglione. È Giuseppe, il segretario, perché deve andare a Montecarlo, di qua, di là, ma io a sto punto se non ho il contratto firmato gli dico di no». V: «Mo' chiamo subito Alessandro (Nardi, ndr)». A quel punto Nardi e Viglione, vertici dell'Apat, intercettati, mostrano insofferenza verso l'idea di farsi carico, con la convenzione-«imbroglio» (così la definisce Viglione), dei debiti del ministro verso Fella. Alfonso Pecoraro Scanio e Fabio Grossi - Copyright Pizzi «E IL SUO MAGGIORDOMO ORA PRENOTA PER NIZZA...» Nardi: «Il signorino ha fatto ordinare dal (...), il maggiordomo (...) che prende il (...), fa anche rima, un elicottero per andare a Nizza (...). Dall'altra parte, Fella ha chiamato Ventruti: "questo scherzo ci costa più di 10-12mila euro. Quindi o Alfonso ci fa fare qualcosa o io non lo metto proprio in mezzo questo elicottero"». Viglione capisce l'antifona e mette le mani avanti: «Io, Giancarlo Viglione, in mezzo agli imbrogli non c'è (...) non mettete in mezzo l'Apat perché Viglione le cose non le fa». «NON METTE MANO AL PORTAFOGLI» Ancora Mazzocchi, interrogato da Woodcock, racconta di come gli elicotteri «venivano addebitati personalmente sul conto del ministro», ma che Pecoraro non li pagava, tanto che Fella «si lamentava che questi elicotteri non erano mai stati pagati da nessuno (...). Il ministro Pecoraro non mette mano facilmente al portafoglio... c'è questa nomea, non solo nomea, ma è verificato personalmente da me in qualità di segretario particolare, sia per le piccole spese quali il pagamento di un caffè, e in questo caso anche per le grandi spese, il pagamento degli elicotteri utilizzati da lui». I carabinieri raccontano poi di un presunto affare immobiliare che riguarda l'ex ministro e Fella. Sul lago di Bolsena. «Aderendo e sostenendo un progetto del ministro, Fella provvede ad acquistare 18 ettari a Grotte di Castro (Vt) per porre in essere una speculazione edilizia per realizzare un complesso residenziale con eliporto e ville per civile abitazione dichiarandole falsamente come ricoveri per attrezzi agricoli». Le indagini portano a interrogare Leonardo Ercoli, uno studente universitario al quale l'ex ministro, dopo averlo conosciuto a un convegno, aveva affidato il compito di contattare i proprietari di quei terreni. LA «SPECULAZIONE EDILIZIA» DEL LEADER AMBIENTALISTA... Pm: «Sono suoli edificabili?». Ercoli: «No, è tutta zona agricola». Pm: «Come si fa a costruire su una zona agricola?»: E: «Il colono fa una casa, si chiama ricovero per attrezzi agricoli, e poi la condona con il tempo. A Bolsena hanno fatto tutti così». Pm: «Il ministro voleva fare la casa in quest'ottica?». E: «In quest'ottica, sì, perché effettivamente è una zona bella». (...) Pm: «Il ministro non ha manifestato perplessità che era un po' brutto il fatto di costruirsi una casa come ricovero attrezzi e poi di farsi il condono?». E: «Inizialmente no (...) ora mi sembra che il ministro si è tirato indietro e non vuole più questa casa». Pm: «Lei ha notato questo voltagabbana?». E: «Certo, sicuro». Pm: «Ma il ministro diceva "sarebbe bello farmi questa casa" all'inizio?». E: «All'inizio voleva farla, certo, diceva "sarebbe bello, una bella zona". Poi è tornato indietro, e ha detto "io non c'entro niente con questa cosa"». Il pm ritiene che la retromarcia di Pecoraro sia dovuta alle prime indiscrezioni sulle indagini in corso. Ercoli racconta anche che «un giorno, se vuole la verità, sono venuti insieme a Bolsena, Fella e il ministro, con l'elicottero, e mi hanno chiamato e detto "siamo qui, possiamo vedere i terreni?". Siamo andati a vederli e da lì è cominciata questa compravendita». Woodcock chiede ancora conto del «trucchetto» del capanno agricolo per aggirare la non edificabilità dei terreni, Ercoli replica «non volevo mica la villa di Oxford», ma il pm ribatte: «Ma se addirittura c'è una telefonata in cui Pecoraro Scanio voleva l'elisuperficie». Ercoli: «Voleva anche l'elisuperficie, sì». Pm: «Mi faccia, capire, voleva l'elisuperficie sulla casetta degli attrezzi?». E: «Ascolti, questa cosa parte così: dovevano fare una struttura ricettiva, un agriturismo, una cosa di 30 camere più o meno, con piscina, 4-5 casette, e un'elisuperficie che avrebbe probabilmente trasportato il ministro da Roma fino a lì». Il pm vuol probabilmente capire se Pecoraro voleva davvero la casa per sé, così domanda: «Nelle due occasioni in cui Alfonso Pecoraro Scanio è venuto su quei terreni diceva non so, "la mia casa la vorrei qua, la vorrei lì, guarda che bella esposizione..."?». Ercoli: «Sì. Con l'esposizione sì, si era un po' individuato (...) inizialmente era un pezzo alto... si vede tutto il lago». IL TELEFONINO DEL MINISTRO E LA BOLLETTA MISTERIOSA «Altra vicenda rilevante e sintomatica dei meccanismi di dare-avere a cui partecipava il ministro Pecoraro Scanio e della utilizzazione della funzione pubblica per il sostegno di spese e di interessi privati - osservano i carabinieri del Noe - è quella relativa all'uso dei telefonini cellulari da parte del ministro e di altri appartenenti al partito dei Verdi». In pratica Woodcock scopre che alcuni cellulari, tra cui uno in uso al ministro, dal 2003 vengono pagati prima da una cooperativa editoriale vicina ai Verdi e poi da un'altra società editrice privata, la «undicidue», che pubblica «Notizie Verdi», organo del partito. E così il pm chiama Carlo Pangia, l'editore, e gli chiede spiegazioni. Pm: «Può darsi che lei non se ne sia reso conto, può darsi che siano mesi che paga le bollette di Pecoraro senza neanche saperlo». Pangia: «Senza saperlo. È possibile» (...). Pm: «Certo, se uno caccia un migliaio di euro di telefono, insomma, nel corso di un anno, due, tre, sette, otto, nove mesi, insomma, Agnelli non se ne sarebbe accorto, bontà sua, però voglio dire, magari...». Pangia a quel punto ricostruisce e ricorda di aver «ereditato» il compito del pagamento di quelle utenze da un'altra società editrice, il cui titolare «non aveva più la possibilità di sostenerne il costo», 7-800 euro a bimestre per la sola sim di Pecoraro. E perché comincia a pagarla Pangia? «Una gentilezza nei riguardi di una persona con cui ho dei rapporti», spiega l'editore al pm, escludendo che gliel'abbia chiesto lo stesso ministro. Ed escludendo di aver avuto in cambio prebende. Il pm sbotta: «Quindi mi sono imbattuto in una serie di benefattori unici. Si pagano 7-800 euro a bimestre per il telefono del ministro pur non avendo con lui nessun rapporto imprenditoriale. Cioè uno si è alzato la mattina e ha improvvisamente deciso di pagare (...) è una cosa un po' strana a credersi che un cristiano per 3-4 anni si paga una bolletta di 7-800 euro a bimestre così, gratis et amore dei, senza alcuna forma di ritorno... insomma...». Poi salta fuori che la società di Pangia ha avuto una commessa con il ministero dell'Ambiente per una serie di pubblicazioni, per circa 100mila euro, e il pm commenta: «È una combinazione strana il fatto che lei ha una commessa di 100mila euro, guardacaso con il ministero dell'Ambiente, sulla base tra l'altro neanche di un appalto, di una gara, ma di una licitazione con preventivo, e poi decide di accollarsi 7-800 euro a bimestre del ministro Pecoraro». QUELLA RACCOMANDAZIONE DEL PG CHE INDAGAVA SULLE SPIGOLE DI SPECIALE Il 22 dicembre 2007 l'indagato Mattia Fella viene intercettato dai carabinieri mentre parla con Angelo Canale. Ovvero, col vice procuratore generale della Corte dei conti che in quelle ore sta per rinviare a giudizio il generale Roberto Speciale, per la storia del pesce trasportato in montagna con un aereo della Guardia di finanza. Canale s'informa per una cosa che gli sta molto a cuore. Canale: «Senti, ti volevo dire, Mattia... poi magari ne parliamo un attimo... per quella cosa di febbraio (...). Senti, per il resto tutto a posto, senti tu con Pecoraro Scanio sei sempre in buoni rapporti?». Fella: «Buonissimi, come no, certo, assolutamente sì». C: «Potrebbe... adesso non c'è bisogno di niente, ma tu sai che mio fratello sta là, no?». F: «No, non lo sapevo». C: «Allora, mio fratello è un dirigente che a suo tempo fu chiamato dal (...) funzionario della Corte, ha avuto il contratto di dirigente, alla direzione generale del Personale». F: «Sì...». C: «Non dovrebbero esserci problemi, però siccome a suo tempo fu chiamato dagli altri...». F: «Sì...». C: «La preoccupazione che... siccome li stanno facendo fuori quelli diciamo del precedente, legati al precedente...». F: «Sì, sì, sì». C: «Allora lui per il momento sta tranquillo alla direzione del personale...». F: «Ma, comunque, intanto voglio dire... glielo presentiamo così... per dire anche a Peppe, ti ricordi, Peppe Leoni» (...). C: «Capisci? là c'è mio fratello...». F: «No, no. Era guarda... assolutamente, fortunatamente c'è proprio un rapporto di amicizia, glielo presentiamo subito, ma proprio sono sicuro che...». C: «Ma poi, Sergio, mio fratello, un ragazzo in gamba, ex ufficiale dei carabinieri, insomma...». F: «No, no, ma poi veramente lui pe' ste cose, se è una persona valida, tutto quanto». C: «No, quello sai, quello a suo tempo, io quando ero capo di gabinetto, chiesi un favore al capo di gabinetto di Matteoli e se lo prese con sé, hai capito?». F: «Certo, certo...». Poi il discorso scivola su Speciale. Fella dice di conoscere bene il generale, Canale risponde: «ma tu lo sai che sto per rinviarlo a giudizio?». [25-03-2009]

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MEGLIO BIONDA (CONCITA) CHE BRUNETTA IL MINI-STRO SI CONCEDE AL FUOCO DELLA REDAZIONE DELL'"UNITÀ" E NE HA PER TUTTI (COLLEGHI COMPRESI): "NON SONO SACCONI" - "TREMONTI? È LUI CH (sezione: Giustizia)

( da "Dagospia.com" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

HomePage | Segnala articolo --> MEGLIO BIONDA (CONCITA) CHE BRUNETTA – IL MINI-STRO SI CONCEDE AL FUOCO DELLA REDAZIONE DELL’”UNITà” E NE HA PER TUTTI (COLLEGHI COMPRESI): “NON SONO SACCONI” - “TREMONTI? è LUI CHE CE L’HA CON ME” – L’ODIO PER CGIL E GLI STUDENTI “GUERRIGLIERI”… A cura di Jolanda Bufalini e Maristella Iervasi per "l'Unità" Il video sul sito dell'Unità: (http://video.unita.it/?video=817) (http://video.unita.it/?video=818) Il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, ospite della redazione de l'Unità, ha risposto alle domande della redazione e a quelle inviate dai lettori attraverso il sito internet. Domande sui temi caldi del dibattito politico: dai precari della pubbica amministrazione agli studenti «guerriglieri» dell'Onda, dal suo modo "tranchant" di parlare al paese al piano casa. Renato Brunetta Ministro, perché ha scelto una strategia comunicativa così scioccante? È il suo modo normale di comunicare o lo fa con la consapevolezza di scatenare delle reazioni? «Questo è un Paese molto ipocrita e chi parla schietto viene chiamato provocatore. Io dico quello che penso: per esempio, dico che se si rottama l'architettura comunista di questo Paese sarà un bene». Ma davvero crede che sia tutta comunista? «Comunista e palazzinara». Nella sua "lotta ai fannulloni" ha ripescato un'espressione che veniva usata anche dalle Brigate rosse: colpirne uno per educarne cento... «Veramente il primo a pronunciarla è stato Mao Dze Dong. Sì, ma come saprà bene è stata poi adottata in Italia dalle Br. «Io vivo sotto scorta da 25 anni e comunque ricordo Mao. Certo non intendevo citare le Brigate rosse. In ogni caso, quanto ai "fannulloni" quella battaglia l'ho vinta: oggi siamo arrivati a meno 45% di assenteismo». Maurizio Sacconi Ha anche calcolato quanto, con la sua azione, è migliorata l'efficienza nella pubblica amministrazione?. «Lei sta parlando con un professore ordinario di Economia del lavoro: tutto quello che dice potrebbe essere usato contro di lei... scherzo. Ridurre l'assenteismo è già una rivoluzione, anche se il sindacato mi ha accusato di mettere agli arresti domiciliari i dipendenti pubblici. Nella scuola le assenze per malattia sono scese del 35%, il risparmio in supplenze è di 250 milioni l'anno». Sì, ma il problema dell'efficienza è stato risolto? «No. Il fatto è che non si può aumentare la produttività di chi non lavora. Cominciamo a portarli al lavoro, poi ci occuperemo anche del lavoro». Il principale sindacato, la Cgil, non ha siglato l'accordo sugli statali. «Peggio per il più grande sindacato, quello che conta è che da febbraio un milione e 800mila dipendenti pubblici hanno 70 euro in più in busta paga, compresi gli iscritti alla Cgil». Torniamo al suo modo di comunicare. Perché disse che la Cgil è il suo principale nemico? «Ho detto anche: chi se ne frega della Cgil». Ministro, la Cgil ha avuto e ha una funzione storica molto importante... «Sono stato iscritto alla Cgil». E come ha potuto cambiare in questo modo il suo giudizio? «Un grande sindacato si giustifica di per sè, ma penso che la Cgil sia diventato un partito, agli inizi degli anni Novanta. Tangentopoli non toccò chissà perché il mondo sindacale e i sindacati si sostituirono ai partiti. La Cgil lo fece con particolare determinazione». Giulio Tremonti La Cgil svolge una funzione impropria? «Non ho detto impropria. Politica. La Cgil ha fatto lobbing in Parlamento affinchè il Partito democratico votasse contro la mia legge di riforma. Non ci è riuscita al Senato, ma alla Camera sì». Ma non pensa che la Cgil agisca per affermare e difendere i diritti dei lavoratori? «Esiste un loro pregiudizio... Non è possibile che tutto quello che faccio sia sbagliato. Ho chiesto mille volte la collaborazione della Cgil alla mia riforma». Con gli altri sindacati ha mai trattato? «Mai, e perchè dovrei?». Perchè allora parla di collaborazione con la Cgil? «Il mio interlocutore è il Parlamento. Per discutere sui contratti con i sindacati c'è l'agenzia Aran». Quando era iscritto alla Cgil le cose erano diverse? «Sì, anche se alla Cgil mi iscrisse, a metà degli anni Settanta a Padova, un'allieva di Toni Negri che poi è stata accusata di essere una brigatista». Non ritiene che i sindacati siano fondamentali per una democrazia? «Un'opposizione sindacale e politica è fondamentale ma quando è pregiudiziale mi mal dispone». A proposito di pregiudizi. Lei è stato considerato un economista di sinistra, ha anche scritto un libro intitolato «La società dei salariati». Adesso la ritroviamo in Forza Italia... «Sono di sinistra. Ma, da buon socialista, sono un anticomunista». Marco Biagi E, assieme al suo collega Sacconi, ha un atteggiamento pregiudiziale verso la Cgil. «Sono anticomunista e anche anti-Cgil». Anche Epifani è socialista. «È un ex socialista. Io sono un socialista in Forza Italia e lo rivendico». L'innesto dei socialisti in Fi in effetti ha seguito vari rivoli. Il tratto comune è che siete molto aggressivi verso l'opposizione. «Perchè li conosciamo. Dove stanno i comunisti io sto dall'altra parte». Ma il comunismo non era morto? «Non è vero, sono sempre vivi». Che tipo di socialista è stato? «Lombardiano». E non la imbarazza stare nel governo con un premier che quando gli domandano se è antifascista non risponde? «Rispondo delle mie azioni, del mio linguaggio, della mia coerenza». Considera irrilevante che il capo di un governo democratico e occidentale non dica di essere antifascista? «Questo lo dice lei. Berlusconi ha salvato l'Italia dalla "gloriosa macchina da guerra" di Achille Occhetto. Ha salvato la democrazia italiana». Ma non festeggia il 25 aprile... «Neanche io: è una festa egemonizzata dai comunisti». Enrico Letta Cisl e Uil non fanno politica? «Un buon sindacato tratta duramente ma poi firma. Non sono della linea del mio amico Fausto Bertinotti che si vantava di non aver mai firmato un contratto. 70 euro sono meglio di niente: i dipendenti degli enti locali e delle Asl non hanno il contratto perchè la Cgil si è messa contro». Che rapporti ha con Bonanni e Angeletti? «Pochi, non sono Sacconi». Tutti i suoi discorsi creano divisioni, ma il Paese non ha bisogno di coesione sociale? «Ho un consenso del 70%. Questo Paese ha una maggioranza politica molto chiara e i sondaggi sono molto buoni. Non confondo la coesione sociale con la Cgil». Quando si concluderà la "lotta ai fannulloni"? Lei aveva detto che se entro un anno non avesse ottenuto risultati, si sarebbe dimesso. «I conti li faremo l'11 maggio esattamente a un anno e tre giorni dal mio giuramento, al Forum della Pubblica amministrazione». C'è modo di farli anche prima. Per esempio, girando l'angolo: qui dietro c'è l'Agenzia dell'entrate con una fila inferocita... «Non sono Mandrake, sono "gusto lungo" come la gomma del ponte di Brooklyn». Si vede che i problemi sono più complicati... «Rispondo con i fatti: meno 45% il tasso di assenteismo per malattia, rinnovo del contratto del pubblico impiego, approvata la legge di riforma della Pubblica amministrazione e a maggio ci sarà il decreto delegato che a giugno diventerà operativo». Veniamo alle mail dei lettori: gli insegnati si sono molto risentiti delle sue parole, non si "vergognano" del loro lavoro. «Gli insegnanti che incontro per strada mi dicono: "sto dalla sua parte, non si lasci intimorire". Si vede che ci sono insegnanti comunisti e insegnanti anticomunisti». Non le pare che gli insegnanti della scuola dovrebbero essere incentivati invece di essere sottopagati? «Sto lavorando perchè nella pubblica amministrazione si entri per concorso, mentre la gran parte degli insegnanti sono stati stabilizzati senza concorso». È l'opposto, semmai: se sostiene il contrario fornisca le percentuali. «I conti li faremo. Comunque, è solo attraverso la meritocrazia che si può creare la premialità economica: sinora invece c'è stato un eccesso di sindacalizzazione e appiattimento». Si ha l'impressione che lei non ami il settore pubblico, lo Stato: prendiamo il "piano casa": distrugge i vincoli a salvaguardia del territorio. «È una sensazione sbagliata. Quei vincoli sono astratti, viviamo in un Paese ipocrita che fa leggi e piani regolatori ma produce schifezze. Io voterò per la rottamazione delle schifezze. Non mi piace l'ipocrisia delle regole ferree a cui poi seguono i condoni». Lei propone l'alienazione del patrimonio immobiliare degli ex Istituti autonomi delle case popolari. Ma una sentenza della Corte Costituzionale non lo consente. «Quella è una sentenza del 2006, ora abbiamo una nuova legge: la 133 del 2008. Vedremo cosa dirà la Corte. Sono 800mila le case ex Iacp in Italia: è un patrimonio morto che rende tutti infelici. Le morosità raggiungono il 40%, non ci sono i soldi per le manutenzioni, le Regioni spendono 3 miliardi l'anno. E il problema sociale non si risolve, perché nessuno lascia la casa, anche se ormai ha perso i requisiti. A questo punto vendiamo tutto agli inquilini, ad un prezzo capitalizzato dell'affitto». Ma come potrà acquistare chi non ha soldi? «L'affitto medio è 70euro, riscattare la casa costerà in media intorno ai 25mila euro, per immobili che poi varranno 5 volte tanto». Fra gli affittuari ci sono i pensionati. «Anche loro hanno figli e altri hanno un reddito medio-alto e faranno un affare. Voglio vendere a tutti, anche ad abusivi e fricchettoni: se la rivendano e se la fumino! Voi avete una visione sfigata della vita». Ma in questo modo non si rischia una svendita in blocco che, alla fine, non darà il denaro sufficiente a fare una nuova politica per la casa? «La svendita c'è già. Il patrimonio abitativo non è più utilizzato per i fini per cui era stato costruito. Io non faccio altro che prendere atto del fallimento di una grandissima idea sociale, realizzata con il contributo dei lavoratori dipendenti. A mano a mano che i redditi miglioravano la gente avrebbe dovuto lasciare le case popolari. Non è andata così. Quell'idea, nata ai tempi di Fanfani, è fallita per colpa di tutti: Dc, Pci, Psi e della nostra idea di Stato». Perché non verificare i requisiti di chi oggi vive nelle case? «Non ce l'ha fatta nessuno. Se fai la radiografia agli inquilini, scoppia la rivoluzione. Il vero scandalo è questo. Meglio azzerare e ripartire». Per costruire nuove case popolari? «La mia idea è un'altra. Siamo un Paese che non fa rispettare le regole. Meglio interventi sugli affitti o mutui a tasso zero». Il piano casa presenta un altro problema: come i condoni, è una violazione della cultura delle regole. «La cultura delle regole ha prodotto l'abusivismo. Questo Paese è profondamente cattolico e ipocrita. Disattende le regole che si dà: questo si definisce "azzardo morale". È la cultura catto- comunista, socialista, liberale etc. La borghesia dell'unificazione d'Italia, tanto incensata dalla storiografia risorgimentale, fu una borghesia delle mani libere. Sarebbe bello far rinascere la cultura delle regole, ma se lei, un ministro, risponde che nessuno c'è riuscito, è una grande sconfitta collettiva. «Chi governa è tenuto al pragmatismo. A me piacerebbe far rispettare le regole. Non ci riesco. Ho uno strumento che mi consente di ricominciare? Allora dico: pochi soldi, maledetti e subito». A proposito di cultura delle regole: per far votare correttamente i deputati abbiamo speso 450mila euro... «In Europa, dove sono stato eletto per nove anni, nessuno si è mai sognato di fare il "pianista". Evidentemente c'è una diversità culturale di fondo». Passiamo a un argomento un po' personale. È vero che sta scrivendo un romanzo d'amore intitolato la «Lista di Spagna»? «Mi piacerebbe, ma non è vero. È vero, però, che la "Lista di Spagna" è il luogo dove per un decennio ho lavorato d'estate alla bancarella di souvenir di mio padre. È a Venezia e si trova fra la Ferrovia e il ponte delle Guglie. Là ho imparato a dire i prezzi in tutte le lingue». Come sono i rapporti fra lei e Tremonti? Stando a quanto lei ha detto in un'intervista, sembra ci sia una competizione ventennale... «Meno tempo: Tremonti è arrivato dopo. Siamo solo di carattere diverso. Io sono di buon carattere: mi arrabbio, ma mi passa». Si vuole scusare con gli studenti dell'Onda che ha definito "guerriglieri"? «Neanche morto, finché ci sarà questa guerriglia autorappresentiva con le prime file che spingono e le seconde che filmano...». Non teme di alimentare lo scontro? «Non credo che una parola del sottoscritto alimenti lo scontro». Gli studenti dell'Onda tengono i corsi di recupero a scuola, visto che non ci sono i fondi statali. «Questa è la rappresentazione un po' edulcorata che ha fatto "Report". Ma ci sono tante iniziative, tanti studenti cattolici che fanno solidarietà». Come affronterà la questione dei precari nella Pubblica amministrazione? «La Cgil dice che sono 400mila. Li sto contando, saranno meno». Ma il monitoraggio non è finito... «Siamo a metà e statisticamente si possono fare delle previsioni». Al di là dei numeri, con il blocco del turn over si è andati avanti con i contratti a termine. «Lo dice la parola stessa, questi contratti sono temporanei. La norma Prodi-Nicolais li ha prorogati fino a tutto il 2009. Io dico, invece, che vanno fatte delle regolarizzazioni con concorso. Ci sono 30mila vincitori di concorsi mai entrati nella pubblica amministrazione. Ma la gran parte delle regolarizzazioni è già stata fatta: lo Stato non ha contratti a termine. Questi contratti sono tutti nelle regioni». Hanno sorpreso le sue dichiarazioni sul fatto che non sarebbero più necessari gli ammortizzatori sociali che, invece, Marco Biagi aveva proposto. «Biagi era un amico e collega. Dieci anni fa diceva che in Italia c'è il peggior mercato del lavoro. Io parlo di lui all'indicativo presente, per me è come fosse ancora vivo, e per questo posso permettermi di dire "non sono d'accordo" con lui sugli ammortizzatori sociali». Altre domande dei lettori: perchè, negli uffici pubblici, non mette i voti anche ai dirigenti? E i politici non dovrebbero essere anche loro sottoposti a un giudizio? «Il pesce puzza dalla testa, quindi sui dirigenti sono d'accordo. Il giudizio per i politici invece si esprime attraverso le elezioni. Certo, era meglio quando nelle elezioni politiche c'era il sistema delle preferenze. Io stesso mi sentivo più libero allora». Lei ce l'ha con Tremonti? «È lui che ce l'ha con me» C'è un esponente del centrosinistra che vorrebbe al governo? «Sicuramente Enrico Letta». [25-03-2009]

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GONG! FACCI E TRAVAGLIO SE LE DANNO SU DE MAGISTRIS - MARCOLINO: "si candidano condannati per mafia, tangenti e omicidio, perché NO un servitore dello Stato?" FACCI: "è un magist (sezione: Giustizia)

( da "Dagospia.com" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

HomePage | Segnala articolo --> GONG! FACCI E TRAVAGLIO SE LE DANNO SU DE MAGISTRIS - MARCOLINO: “si candidano condannati per mafia, tangenti e omicidio, perché NO un servitore dello Stato?” – FACCI: “è un magistrato, non SI FA. le sue inchieste SONO STATE un nulla assOluto”… Da "Oggi" 1 - Risponde Marco Travaglio... Tutti i cittadini italiani hanno il diritto di candidarsi. Salvo quelli ineleggibili perché condannati e interdetti dai pubblici uffici, o perché incompatibili per conflitti d'interessi. Berlusconi, per esempio, è ineleggibile per la legge 361/1957, in quanto concessionario dello Stato per le sue Tv. Eppure è sempre dichiarato eleggibile in barba alla legge, visto che l'ineleggibilità la decide a maggioranza una giunta del Parlamento. Filippo Facci De Magistris è un magistrato (che ha fra l'altro deciso di lasciare per sempre la toga) incensurato, senza conflitti d'interessi, dunque è eleggibile. Si dirà: anche se lecito, non è opportuno che un arbitro diventi giocatore. In linea di principio concordo: in condizioni normali, è inopportuno che si candidino magistrati e giornalisti, arbitri della politica. Ma lo può dire solo chi non ha mai candidato magistrati: cioè, in Italia, nessuno. De Magistris comunque fa eccezione: come Michele Santoro, si candida al Parlamento europeo perché gli è stato impedito di fare il suo lavoro. Il Csm, con motivi risibili, l'ha trasferito da Catanzaro a Napoli e gli ha vietato di fare il pm. Poi, che sia indagato dalla Procura di Roma è un «atto dovuto», dopo le denunce che gli han fatto i suoi ex colleghi, non contenti di averlo boicottato e spogliato delle sue indagini. Se fosse accusato di condotte infamanti, incompatibili con la politica, Di Pietro avrebbe fatto bene a non candidarlo. Ma De Magistris è accusato di aver difeso le proprie inchieste davanti alla Procura di Salerno. In un Paese dove si candidano condannati per mafia, tangenti e omicidio, sarebbe davvero curioso se non potesse farlo un servitore dello Stato. 2 - RISPONDE FILIPPO FACCI... La candidatura di Luigi De Magistris è un caso particolare. Non è solo un magistrato che va a capitalizzare la popolarità che ha acquisito grazie alla stampa e alla televisione: quello l'hanno fatto anche altri, in primis quell'Antonio Di Pietro che appunto gli ha proposto un seggio a Strasburgo. In realtà era da parecchio che ci si chiedeva se non fosse il caso che un magistrato, prima di candidarsi, non dovesse stare in aspettativa per un po' di tempo e soprattutto escludere di poter tornare a giudicare il prossimo una volta dismessa la casacca politica. MARCO TRAVAGLIO - Copyright Pizzi Ma il problema nel problema, nel caso di De Magistris, è che si trova ancora nel bel mezzo delle polemiche che lo riguardano: non per niente è stato indagato per due reati che non sono da poco, per un magistrato: concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio. È stato candidato, oltretutto, da un partito che si era preposto che i partiti non candidassero indagati: bella prova di coerenza. Ma il punto fondamentale è che la popolarità di De Magistris è solo schiuma mediatica, è solo il prodotto perverso di chi l'ha sostenuto prevedendo di candidarlo: ancora Di Pietro, ossia, e certi giornalisti a lui legati. Per il resto, le inchieste di De Magistris si sono rivelate un nulla assoluto con gravi danni per le istituzioni e per le persone che ha coinvolto. E questo non lo dico io, o una particolare fazione politica, ma hanno dovuto ammetterlo tutti: il capo dello Stato, il Consiglio superiore della magistratura, la Corte di Cassazione, i colleghi e i superiori di De Magistris, il sindacato dei magistrati, la stampa di destra e di sinistra. Nonché tutte le forze politiche a eccezione di una: quella che l'ha candidato, e che anziché guardarsi in casa spiega che ogni volta il problema è Silvio Berlusconi. [25-03-2009] Luigi De Magistris

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Sicilia/ Omicidio Alfano,Pm manda anonimi: chiesta indagine... (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Palermo, 25 mar. (Apcom) - Era amico della vittima, ha coordinato le indagini per l'omicidio e poi rappresentato la pubblica accusa nel processo di primo grado che ha portato alla condanna di due persone, poi però manifesta le proprie perplessità sulla effettiva responsabilità dei due condannati con una lettera anonima che nei giorni scorsi ha riconosciuto come propria. Si tratta del Pm Olindo Canali, in servizio da 15 anni di fila alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese. In una lettera il magistrato ha sostenuto che la verità sull'omicidio del giornalista Beppe Alfano, non era quelle emersa dal processo e che alcune persone, un avvocato, Fabio Repici, e Piero Campagna,il fratello di Graziella, vittima di mafia, ne erano al corrente. Adesso nei confronti di Canali due consiglieri del Csm, la laica del Pdci Letizia Vacca e il togato di Unicost Fabio Roia, chiedono che si occupi la Prima Commissione di Palazzo dei Marescialli. E' stato lo stesso Canali, ieri, ad attribuirsi la paternità dell'anonimo, inviando un fax al procuratore generale di Messina, Salvatore Scaramazza, che l'ha letto in aula durante il maxiprocesso d'appello 'Marenostrum'. La lettera, riconosciuta come propria dal Pm, mette in dubbio pure l'attendibilità del collaboratore di giustizia Maurizio Bonaceto le cui dichiarazioni furono decisive nel processo per l'uccisione di Alfano. Per quel delitto sono stati condannati all'ergastolo il boss barcellonese Giuseppe Gullotti, come mandante, e a 30 anni l'esecutore materiale, Antonino Merlino. "Visto che ad Apicella lo hanno sospeso e tolto i soldi perchè ha fatto il suo dovere, non oso immaginare cosa sia giusto fare a Canali" dice ad Apcom Sonia Alfano, figlia del giornalista assassinato. "Per quanto mi riguarda - prosegue - sono anni che accuso pubblicamente e nelle sedi giudiziarie Canale per il suo atteggiamento. Ha mandato una lettera anonima lui che è stato tenutario dei segreti di mio padre, ha coordinato le indagini di quel delitto, poi il pm in primo grado e ora si sveglia e manda un anonimo? Mi pare - sottolinea - che abbia ancora una toga addosso, doveva muoversi prima per accertare la verità. Per noi - sottolinea- la verità vede in carcere Merlino e Gullotti, e per noi quella è la verità. Un magistrato che manda anonimi - sostiene Sonia Alfano - non è meritevole di una semplice censura. E poi lui andava a pranzo e cena con il cognato del boss Gullotti, che è deceduto un anno addietro, il dottor Rugolo". Secondo Sonia Alfano, il padre, quando Canali arrivò a Barcellona, gli si avvicinò e si confidava: "Diceva che non sapeva nulla di mafia anche se poi ho saputo che aveva fatto l'uditore giudiziario a Milano quando presidente era il barcellonese Francesco Di Maggio". Beppe Alfano, secondo la figlia confidò a Canali che "secondo quanto aveva potuto appurare con le sue inchieste giornalistiche" nel grosso centro messinese "si nascondeva il boss catanese, allora latitante Nitto Santapaola".

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SICILIA/OMICIDIO ALFANO,PM MANDA ANONIMI:CHIESTA INDAGINE A CSM (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sicilia/Omicidio Alfano,Pm manda anonimi:chiesta indagine a Csm di Apcom La figlia:Se Apicella sospeso, a Canali tocca molto di più -->Palermo, 25 mar. (Apcom) - Era amico della vittima, ha coordinato le indagini per l'omicidio e poi rappresentato la pubblica accusa nel processo di primo grado che ha portato alla condanna di due persone, poi però manifesta le proprie perplessità sulla effettiva responsabilità dei due condannati con una lettera anonima che nei giorni scorsi ha riconosciuto come propria. Si tratta del Pm Olindo Canali, in servizio da 15 anni di fila alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese. In una lettera il magistrato ha sostenuto che la verità sull'omicidio del giornalista Beppe Alfano, non era quelle emersa dal processo e che alcune persone, un avvocato, Fabio Repici, e Piero Campagna,il fratello di Graziella, vittima di mafia, ne erano al corrente. Adesso nei confronti di Canali due consiglieri del Csm, la laica del Pdci Letizia Vacca e il togato di Unicost Fabio Roia, chiedono che si occupi la Prima Commissione di Palazzo dei Marescialli. E' stato lo stesso Canali, ieri, ad attribuirsi la paternità dell'anonimo, inviando un fax al procuratore generale di Messina, Salvatore Scaramazza, che l'ha letto in aula durante il maxiprocesso d'appello 'Marenostrum'. La lettera, riconosciuta come propria dal Pm, mette in dubbio pure l'attendibilità del collaboratore di giustizia Maurizio Bonaceto le cui dichiarazioni furono decisive nel processo per l'uccisione di Alfano. Per quel delitto sono stati condannati all'ergastolo il boss barcellonese Giuseppe Gullotti, come mandante, e a 30 anni l'esecutore materiale, Antonino Merlino. "Visto che ad Apicella lo hanno sospeso e tolto i soldi perchè ha fatto il suo dovere, non oso immaginare cosa sia giusto fare a Canali" dice ad Apcom Sonia Alfano, figlia del giornalista assassinato. "Per quanto mi riguarda - prosegue - sono anni che accuso pubblicamente e nelle sedi giudiziarie Canale per il suo atteggiamento. Ha mandato una lettera anonima lui che è stato tenutario dei segreti di mio padre, ha coordinato le indagini di quel delitto, poi il pm in primo grado e ora si sveglia e manda un anonimo? Mi pare - sottolinea - che abbia ancora una toga addosso, doveva muoversi prima per accertare la verità. Per noi - sottolinea- la verità vede in carcere Merlino e Gullotti, e per noi quella è la verità. Un magistrato che manda anonimi - sostiene Sonia Alfano - non è meritevole di una semplice censura. E poi lui andava a pranzo e cena con il cognato del boss Gullotti, che è deceduto un anno addietro, il dottor Rugolo". Secondo Sonia Alfano, il padre, quando Canali arrivò a Barcellona, gli si avvicinò e si confidava: "Diceva che non sapeva nulla di mafia anche se poi ho saputo che aveva fatto l'uditore giudiziario a Milano quando presidente era il barcellonese Francesco Di Maggio". Beppe Alfano, secondo la figlia confidò a Canali che "secondo quanto aveva potuto appurare con le sue inchieste giornalistiche" nel grosso centro messinese "si nascondeva il boss catanese, allora latitante Nitto Santapaola".

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BIOTESTAMENTO/CASSON (PD):MAGGIORANZA PROCEDE COME FALANGE ARMATA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Biotestamento/Casson (Pd):Maggioranza procede come falange armata di Apcom Non hanno ammesso defezioni -->Roma, 25 mar. (Apcom) - "La maggioranza si è presentata come una falange armata, nel senso che non hanno assolutamente ammesso defezioni, e su questo (l'obbligo di nutrizione artificiale, ndr) e su altri punti fondamentali ha approvato sia il testo che è arrivato in aula dalla commissione Sanità sia quei pochissimi emendamenti che la maggioranza aveva promosso": lo ha detto Felice Casson, senatore del Partito Democratico, nel corso di un'intervista all'agenzia radiofonica Econews sul testamento biologico. "La questione fondamentale - ha affermato - riguarda la mancanza di rispetto di questo disegno di legge per le norme costituzionali, e in particolare per l'art. 32 comma secondo e l'art. 13 della Costituzione". Alla domanda se Casson si pone tra quanti auspicano un futuro referendum, il senatore ha risposto: "Quando c'è una legge che viola in maniera così palese delle norme costituzionali e dei principi di libertà ci sono tre strade istituzionali per modificare questo stato di cose. Il primo ovviamente - ha risposto - è quello dell'intervento parlamentare con una nuova normativa; il secondo è quello del ricorso al giudice che sicuramente ci sarà, e purtroppo ripetutamente, con una legge di questo tipo, e quindi attraverso la magistratura ordinaria un ricorso alla Corte Costituzionale; la terza strada è quella del referendum. Per leggi così gravi e così vergognose - ha concluso - penso che debbano essere seguite tutte le strade".

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##CASA/ SLITTA IL PIANO, STOP REGIONI FA SALTARE IL DECRETO (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

##Casa/ Slitta il piano, stop Regioni fa saltare il decreto di Apcom Berlusconi: "Urgenza resta,ma valuteremo strumento più opportuno" -->Roma, 25 mar. (Apcom) - Si allungano i tempi per il varo del piano casa. Alla fine le Regioni l'hanno spuntata. Lo 'stop' dei governatori fa sfumare l'ipotesi di procedere per decreto legge sul piano straordinario per l'edilizia che, comunque, non approderà al Consiglio dei ministri di venerdì. Ad un tavolo tecnico ad hoc viene affidato il compito di trovare, entro martedì, un'intesa con le Regioni e poi ci sarà un'altra Conferenza Unificata. Il primo a frenare sulla possibilità di un Dl e ad aprire al confronto con gli Enti locali è stato lo stesso premier Silvio Berlusconi. "L'urgenza resta ma non è detto che il decreto legge sia lo strumento più opportuno", ha sottolineato il premier assicurando che l'esecutivo vuole lavorare "in sintonia e in accordo con le autonomie locali" e che le misure interesseranno "il 50% delle famiglie". Quanto agli strumenti legislativi da adottare, il governo ora sembra orientato a procedere o con un disegno di legge, o più probabilmente, con una legge quadro, alla quale faranno seguito leggi regionali. L'esecutivo "lavora e lavorerà per un'intesa con le Regioni", ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, al termine della Conferenza Unificata, spiegando che "entro martedì" verrà individuata "una piattaforma con principi e scelte condivise. Fatte le verifiche, subito dopo martedì il consiglio dei ministri potrà poi valutare le modalità con cui procedere". Soddisfatte le Regioni, che avevano bollato il decreto come anticostituzionale dicendosi pronte a ricorrere alla Corte Costituzionale. "Abbiamo fatto un passo avanti. Abbiamo detto con molta chiarezza che il decreto presentato in forma di bozza, dal punto di vista delle competenze, ha un profilo incostituzionale", ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, aggiungendo che "adesso si apre il lavoro che deve definire quali sono le competenze, il rilancio e la semplificazione normativa dell'edilizia". Sulla stessa linea il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici: "sono convinto che il confronto con il governo sia stato messo su binari certamente migliori. Ora ci auguriamo che questo confronto possa portarci a dei risultati concreti nell'interesse del paese e della ripresa economica, ma anche stando dentro quelle che sono le norme, i principi e le regole che stabiliscono il rapporto e le rispettive competenze tra le diverse istituzioni". A plaudere, infine, è anche l'opposizione con il leader del Pd, Dario Franceschini: "è stato ritirato il decreto-cementificazione che avrebbe creato danni spaventosi. Siamo pronti a discutere senza pregiudizi, dopo che avremo visto il nuovo testo, a condizione che siano norme che non facciano correre il rischio di una devastazione del paesaggio".

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IL MONDO ALLE 21. (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il mondo alle 21 di Apcom La notizia del giorno -->Roma, 25 mar. (Apcom) - Si allungano i tempi per il varo del piano casa. Alla fine le Regioni l'hanno spuntata. Lo 'stop' dei governatori fa sfumare l'ipotesi di procedere per decreto legge sul piano straordinario per l'edilizia che, comunque, non approderà al Consiglio dei ministri di venerdì. Ad un tavolo tecnico ad hoc viene affidato il compito di trovare, entro martedì, un'intesa con le Regioni e poi ci sarà un'altra Conferenza Unificata. Il primo a frenare sulla possibilità di un Dl e ad aprire al confronto con gli Enti locali è stato lo stesso premier Silvio Berlusconi. "L'urgenza resta ma non è detto che il decreto legge sia lo strumento più opportuno", ha sottolineato il premier assicurando che l'esecutivo vuole lavorare "in sintonia e in accordo con le autonomie locali" e che le misure interesseranno "il 50% delle famiglie". Quanto agli strumenti legislativi da adottare, il governo ora sembra orientato a procedere o con un disegno di legge, o più probabilmente, con una legge quadro, alla quale faranno seguito leggi regionali. L'esecutivo "lavora e lavorerà per un'intesa con le Regioni", ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, al termine della Conferenza Unificata, spiegando che "entro martedì" verrà individuata "una piattaforma con principi e scelte condivise. Fatte le verifiche, subito dopo martedì il consiglio dei ministri potrà poi valutare le modalità con cui procedere". Soddisfatte le Regioni, che avevano bollato il decreto come anticostituzionale dicendosi pronte a ricorrere alla Corte Costituzionale. * In primo piano Messico/ Arriva Clinton, per Obama guai nel "cortile di casa" Roma - "Il Messico non è una minaccia": Hillary Rodham Clinton lo proclama, rassicurante, in una intervista al quotidiano messicano La Reforma, nel giorno del suo arrivo in visita nel grande vicino meridionale. Clinton sarà nella capitale Città del Messico e poi a Monterrey. Al centro della visita di Clinton, ci sono "sicurezza e immigrazione". Cioè in primo luogo la sanguinosa guerra al narcotraffico che sta squassando lo Stato di Chihuahua, alla frontiera. *** Usa-Francia/ Sarkozy e Obama, bilaterale a margine G20 Parigi - Nicolas Sarkozy e Barack Obama si sono dati appuntamento "in un quadro bilaterale" a margine del vertice Nato, il 3 e 4 aprile prossimo: lo ha annunciato l'Eliseo questa sera spiegando che i due presidenti hanno parlato "una mezz'ora al telefono" e si sono rallegrati "per il loro prossimo incontro a Strasburgo in quadro bilaterale e poi nel quadro del summit del 60simo anniversario della Nato". *** Darfur/ Cpi: non c'è via d'uscita possibile per Bashir L'Aia - L'ufficio del procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) ha detto che "non c'è alcuna via d'uscita possibile" per il presidente sudanese Omar al Bashir, in visita in Egitto nonostante il mandato di cattura internazionale spiccato nei suoi confronti dal tribunale de l'Aia. *** Francia/ Dirigente ostaggio, dipendenti 3M chiedono dialogo Pithiviers (Francia) - I dipendenti dello stabilimento della 3M di Pithiviers, che da martedì tengono in ostaggio il loro direttore, vogliono negoziare con la direzione della filiale francese della multinazionale statunitense: lo hanno reso noto fonti sindacali. *** Rai/ Assemblea ratifica Cda, Garimberti indicato presidente Roma - L'Assemblea degli azionisti della Rai ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione dell'azienda. Ne fanno parte Giovanna Bianchi Clerici, Rodolfo De Laurentiis, Alessio Gorla, Nino Rizzo Nervo, Guglielmo Rositani, Giorgio Van Straten, Antonio Verro (eletti dalla commissione Parlamentare di Vigilanza), Angelo Maria Petroni e Paolo Garimberti indicati, come prevede la legge, dall'azionista di maggioranza, che ha indicato Garimberti per la nomina a presidente della società. *** Biotestamento/ Senato boccia tentativo mediazione cattolici Pd Roma - Bagarre nell'aula del Senato per un doppio emendamento presentato dalle senatrici cattoliche del Pd Dorina Bianchi (capogruppo in commissione Sanità) ed Emanuela Baio al ddl sul testamento biologico che intendeva prevedere la sospensione di alimentazione e idratazione artificiali al paziente nel caso eccezionale in cui "si verifichi perdita irreversibile della funzione propria dell'individuo di assorbimento e metabolismo". *** Rifiuti/ Berlusconi a Napoli dopo sopralluogo ad Acerra Napoli - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è giunto in Prefettura a Napoli dopo aver fatto un sopralluogo, in forma strettamente privata, al nuovo termovalorizzatore di Acerra che domani verrà attivato per la prima volta. *** Pdl/ Fini:No a partito-fazione,dare vita a progetto per l'Italia Roma - All'ultimo congresso di An "ho invitato gli iscritti a dare vita a un progetto per l'Italia. Farò lo stesso sabato al congresso del Pdl". Gianfranco Fini, incontrando la stampa estera, torna a parlare del Pdl che ha in mente ribadendo che "come tutti i partiti della fase post-ideologica deve essere considerato uno strumento della democrazia". *** Usa/Sorpresa da ordini beni durevoli, primo rialzo in sei mesi New York - Gli ordini di beni manifatturieri e le vendite di nuove case hanno entrambi sorpreso gli analisti, registrando un rialzo in febbraio: tuttavia gli economisti sostengono che, alla luce del protrarsi della recessione, i miglioramenti difficilmente si ripeteranno. Il Dipartimento del Commercio ha reso noto oggi che il mese scorso gli ordini di beni durevoli - che comprendono prodotti industriali di grandi dimensioni, tra cui frigoriferi, televisori, computer, lavatrici, lavastoviglie, che si prevede durino almento tre anni - sono aumentati del 3,4%. *** Thyssen/Processo,oggi in aula ricostruzioni e video su tragedia Torino - E' stata la giornata delle immagini e delle videoanimazioni quella trascorsa oggi al tribunale di Torino dove si è svolta una nuova udienza per il processo per il rogo alle acciaierie ThyssenKrupp del 6 dicembre 2007 che costò la vita a sette operai e per il quale sono imputati sei dirigenti. *** Sandri/ L'amico: Spaccarotella? L'ho visto a braccia tese Arezzo - Gambe larghe, braccia tese, una pistola in mano puntata verso l'altra parte dell'autostrada: questa la figura, dell'uomo in divisa, che è comparsa alla ribalta del processo per l'omicidio di Gabriele Sandri, processo che oggi ha vissuto la terza udienza con la deposizione di dieci testimoni. *** F1/ Ecclestone: Tre nuovi team e medaglie nel Mondiale 2010 Madrid - Tre nuovi team e sistema delle medaglie nel Mondiale 2010 di Formula 1. Lo ha detto il patron del circus Bernie Ecclestone. *** Calcio/Platini lancia allarme: match truccati problema più grave Copenaghen - Le partite truccate sono "un grave pericolo" e "il più grande problema" del calcio. Lo ha detto il presidente dell'Uefa Michel Platini.

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Piano casa in salita, salta il decreto Il premier sicuro: (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 25-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Bossi: un accordo si troverà, anche io ho bisogno un locale per i miei figli Casa, il no delle Regioni affossa il decreto Berlusconi: «Vedremo, ma l'urgenza c'è » Lombardo: «Le proposte si costruiscono insieme». Dubbi su cubature e destinazioni. Franceschini attacca la Lega ROMA - Il piano casa non vedrà la luce attraverso un decreto legge. Di certo non questa settimana, come invece era stato ipotizzato. La netta opposizione dei presidenti di Regione ha indotto il premier, Silvio Berlusconi, a fare marcia indietro sul proposito di varare subito e con uno strumento d'urgenza le nuove misure per il rilancio dell'edilizia, anche se il capo del governo assicura: «Nessuna frenata». L'esecutivo ha deciso di prendere tempo: il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, ha annunciato che nei prossimi giorni verrà riaperto il confronto tra Stato e enti locali e che una linea comune dovrà essere individuata entro martedì. Poi sarà convocata una nuova conferenza Stato-Regioni come quella che oggi ha di fatto affossato la via del decreto. «NIENTE DECRETO» - Berlusconi, dopo aver preso martedì le distanze dalla bozza di decreto diffusa da Palazzo Chigi, aveva iniziato col dirsi possibilista, affermando la necessità di trovare un accordo con i governatori perché «sull'argomento c'è una competenza concorrente e non vogliamo una contrarietà delle regioni che potrebbero poi adire alla Corte Costituzionale». Poi aveva detto che l'esecutivo avrebbe utilizzato il tempo a disposizione prima del consiglio dei ministri di venerdì per «trovare un'armonia» con le Regioni. Ma aveva anche precisato che «non è detto che il decreto sia lo strumento più opportuno», pur rimarcando che «i presupposti di urgenza sul piano casa restano». Era stato però Raffaele Lombardo, presidente della Sicilia alla guida di una coalizione di centrodestra, a dire quello che ormai era nell'aria, con una dichiarazione inequivocabile rilasciata ai cronisti subito dopo il vertice di Palazzo Chigi: «Venerdì nessun decreto legge sarà adottato. La bozza di confronto iniziale viene ritirata. Le proposte si costruiscono insieme, perchè la materia è concorrente». Un momento della conferenza unificata governo-enti locali (Infophoto) «ERA INCOSTITUZIONALE» - La pausa di riflessione stabilita tra esecutivo e governatori è stata accolta con grande entusiasmo dai secondi. «Abbiamo fatto un passo in avanti - ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, alla guida della giunta regionale dell'Emilia Romagna -. Abbiamo detto con molta chiarezza che il decreto presentato in forma di bozza, dal punto di vista delle competenze, aveva un profilo incostituzionale. Anche se nel merito dei contenuti possiamo essere d'accordo su alcune cose». Quel che preoccupa le Regioni lo aveva evidenziato prima dell'inizio del summit il presidente della Toscana, Claudio Martini: «Ci sono molte questioni che non sono assolutamente condivise; penso ai cambi di destinazione d'uso, al mercato delle cubature, a procedere in deroga a tutto». D'altro canto, tutti i governatori sostengono che «questa può essere una buona opportunità se viene gestita insieme e non produce un contenzioso importante». «Se ci sarà un terreno utile noi offriremo una assolutamente disponibilità a procedere per la semplificazione amministrativa, la velocizzazione degli iter che riguardano noi ma anche gli organi centrali. Quello che chiediamo è che non ci siano prevaricazioni di competenze, perchè provocherebbero un vulnus difficilmente recuperabile». «ACCORDO TRA STATO E REGIONI» - Meno netta la posizione del presidente della Lombardia, Roberto Formigoni: «Sono convinto che troveremo una soluzione, l'importante è che si salvi il nucleo della proposta che tanti cittadini attendono». Formigoni auspica «un grande accordo tra Stato e Regioni, ciò per cui mi sono speso, ciò per cui sto lavorando». Sul tipo di provvedimento Formigoni ha sottolineato: «Vedremo la forma, questo aspetto però mi interessa di meno. La mia proposta è di un decreto legge a tempo che possa entrare in attivitá 60-90 giorni dopo. Credo che questa potrebbe essere la strada percorribile». «NESSUNA FRENATA» - Concessioni ai governatori a parte, l'esecutivo non vuole lasciarsi comunque scappare l'occasione di intervenire in questo settore: «Se solo il 10% delle famiglie proprietarie di mono o bifamiliari facesse lavori di ampliamento - ha detto Berlusconi -, si attiverebbero dai 50-60 miliardi di giro di affari». In ogni caso, ha fatto notare Berlusconi, non c'è «nessuna frenata, nessuna marcia indietro del governo»: è vero che rispetto a quanto inizialmente annunciato il testo ha finito col parlare solo delle abitazioni autonome. Ma anche in questo caso il provvedimento riguarda «quasi il 50% delle abitazioni, che sono monofamiliari o bifamiliari». «Dalle ultime notizie che abbiamo - ha precisato il premier - sono il 25-28% delle monofamiliari e il 13-15% le bifamiliari. Quindi il provvedimento riguarderà quasi il 50% delle famiglie italiane e non le ville come ho letto stamattina». LE «NEW TOWN» - Non solo: nel corso del vertice con le Regioni il Cavaliere ha rispolverato la sua vecchia proposta, lanciata già in campagna elettorale, di realizzare delle «new town» attorno ai grandi centri abitati, un po' sul modello di quanto da lui stesso realizzato con Milano 2. In questo caso, però, si tratterebbe di nuovi quartieri residenziali in edilizia economica popolare, destinati a far fronte al problema abitativo per giovani coppie e famiglie con redditi non elevati. BOSSI E IL LOCALE PER I FIGLI - Del piano casa è tornato a parlare anche il ministro delle Riforme, Umberto Bossi «Ieri ho visto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e gli ho detto che è giusto parlare con tutti, con le Regioni, perchè diverse fra loro hanno già un proprio piano casa» ha sottolineato il leader leghista». Secondo il leader del Carroccio «l'accordo si troverà. L'importante è parlare. Io stesso ho bisogno di un locale per far studiare i figli». «LA LEGA SI CONTRADDICE» - Il leader del Pd, Dario Franceschini, ha invece fatto notare che se il governo sta facendo marcia indietro sui punti più controversi del decreto questo è merito dei democratici, che martedì avevano attaccato il primo testo diffuso da Palazzo Chigi alle regioni. In mattinata, parlando a Rainews 24, Franceschini è tornato sulla questione puntando il dito contro i Lumberd: «La Lega incassa la bandiera del federalismo, e va bene, la nostra astensione è stata un'apertura - ha detto il segretario del partito democratico -. Ma poi si contraddice nei comportamenti quotidiani con il decreto cementificazione che sottrae tutti i poteri a regioni e comuni». stampa |

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